CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 6 settembre 2023
161.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
COMUNICATO
Pag. 106

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 6 settembre 2023. — Presidenza del presidente Marco OSNATO. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Federico Freni.

  La seduta comincia alle 15.05.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2022.
C. 1343 Governo, approvato dal Senato.
Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2023.
C. 1344 Governo, approvato dal Senato.
Tabella n. 1: Stato di previsione dell'entrata per l'anno finanziario 2023.
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2023 (limitatamente alle parti di competenza).
(Relazioni alla V Commissione).
(Esame congiunto e conclusione – Relazioni favorevoli).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo.

  Marco OSNATO, presidente, avverte che, ai sensi dell'articolo 119, comma 8, del Regolamento, la Commissione è chiamata ad esaminare congiuntamente il disegno di Pag. 107legge recante il «Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2022» ed il disegno di legge recante «Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2023», con particolare riferimento allo stato di previsione dell'entrata per l'anno finanziario 2023 (Tabella n. 1), nonché allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2023 (Tabella n. 2), limitatamente alle parti di competenza.
  Per quanto riguarda le modalità di esame, ricorda altresì che – dopo l'esame preliminare – la Commissione procede all'esame delle proposte emendative eventualmente presentate nonché a quello delle relazioni predisposte con riferimento a ciascun disegno di legge, iniziando dal disegno di legge di approvazione del rendiconto e passando successivamente al disegno di legge di assestamento.
  Per quanto concerne il regime di ammissibilità delle proposte emendative, rammenta che il disegno di legge di approvazione del rendiconto è sostanzialmente inemendabile, nel senso che sono ammissibili soltanto le proposte emendative volte ad introdurre nel medesimo disegno di legge modifiche di carattere meramente tecnico o formale.
  Per quanto riguarda invece il disegno di legge di assestamento, ricorda innanzitutto che, ai fini dell'ammissibilità, le proposte emendative devono essere riferite alle unità di voto parlamentare (tipologia di entrata o programma di spesa) e possono avere ad oggetto tanto le previsioni di competenza quanto quelle di cassa, ma non l'ammontare dei residui iscritti nelle predette unità di voto, in quanto esso deriva da meri accertamenti contabili. Gli emendamenti riferiti alle previsioni di entrata sono ammissibili soltanto se fondati su valutazioni tecnico-finanziarie adeguatamente documentate, tali da comprovare la necessità di modificare le previsioni di entrata di competenza e/o di cassa. In ogni caso le proposte emendative non possono comportare un peggioramento dei saldi di finanza pubblica e pertanto, ove risultino onerose, devono essere compensate mediante l'utilizzo di risorse iscritte in altre unità di voto parlamentare, anche se facenti parte di altra missione o di altro stato di previsione. È considerata emendabile l'intera dotazione dei programmi di spesa, ivi compresa quindi l'eventuale quota potenzialmente riferibile agli oneri inderogabili in mancanza di puntuali indicazioni nel testo del disegno di legge di assestamento circa l'ammontare dei predetti oneri in relazione a ciascun programma di spesa.
  È comunque esclusa la possibilità di compensare l'incremento di stanziamenti di spesa di parte corrente mediante riduzione di stanziamenti di spesa di conto capitale. Per quanto riguarda gli stanziamenti di cassa deve tenersi conto di un ulteriore criterio di ammissibilità. In particolare, essi sono emendabili a condizione che, nel caso di emendamenti volti ad incrementare l'autorizzazione di cassa, lo stanziamento derivante dall'emendamento non superi la cosiddetta «massa spendibile», costituita dalla somma dello stanziamento di competenza e dei relativi residui passivi.
  Per quanto concerne il regime di presentazione degli emendamenti riferiti al disegno di legge di assestamento ricorda che, in sede consultiva, possono essere presentati emendamenti riferiti alle rispettive parti di competenza di ciascuna Commissione con compensazioni a valere sulle medesime parti di competenza ovvero su parti di competenza di altre Commissioni, nonché emendamenti migliorativi dei saldi – e in quanto tali privi di compensazione finanziaria – riferiti alle predette parti di competenza. Tutte le citate tipologie di emendamenti possono essere altresì presentate anche direttamente presso la Commissione bilancio. Gli emendamenti approvati durante l'esame in sede consultiva sono trasmessi alla Commissione bilancio come emendamenti di iniziativa della Commissione che li ha approvati; ai fini di un successivo esame, quelli respinti devono essere presentati nuovamente in Commissione bilancio, anche al solo fine di permetterne la successiva ripresentazione in Assemblea. Sia gli emendamenti approvati, sia quelli respinti in sede consultiva e ripresentati in Commissione bilancio, sia quelli Pag. 108presentati per la prima volta presso la V Commissione sono da quest'ultima esaminati in sede referente. Solo gli emendamenti approvati dalla Commissione bilancio entrano a far parte del testo elaborato in sede referente ai fini dell'esame in Assemblea. L'esame in sede consultiva si conclude con l'approvazione di una relazione per ciascun disegno di legge. Nel caso del disegno di legge di assestamento, l'esame può anche concludersi con l'approvazione di una relazione per ciascuno stato di previsione di competenza della Commissione. Possono essere presentate relazioni di minoranza. Le relazioni approvate, unitamente alle eventuali relazioni di minoranza e alle proposte emendative approvate, sono trasmesse alla Commissione bilancio.
  Avverte che il termine per la presentazione di emendamenti è scaduto alle ore 14 della giornata odierna e che non sono state presentate proposte emendative. Invita quindi la relatrice Cavandoli a illustrare i contenuti dei provvedimenti ed a formulare una proposta di relazione per ciascun disegno di legge.

  Laura CAVANDOLI (LEGA), relatrice, illustra i disegni di legge in parola, rammentando che essi sono formalmente distinti e che sono stati già approvati dal Senato nel mese di luglio.
  Quanto innanzitutto al Rendiconto generale dello Stato, rammenta – come è noto – che si tratta dello strumento attraverso il quale il Governo, alla chiusura del ciclo di gestione della finanza pubblica (anno finanziario), adempie all'obbligo costituzionale di rendere conto al Parlamento dei risultati della gestione finanziaria.
  Sintetizzando il contenuto del Rendiconto 2022, ricorda che gli articoli 1, 2 e 3 espongono i risultati complessivi relativi alle amministrazioni dello Stato per l'esercizio finanziario 2022 e sono riferiti rispettivamente alle entrate, alle spese e alla gestione finanziaria di competenza, intesa come differenza tra il totale di tutte le entrate accertate e il totale di tutte le spese impegnate.
  Nel Rendiconto dell'esercizio 2022, la gestione di competenza – con accertamenti di entrate per 1.018 miliardi di euro e impegni di spese per 1.103,1 miliardi di euro – evidenzia un disavanzo della gestione di competenza di 85,1 miliardi di euro.
  L'articolo 4 espone la situazione finanziaria del conto del Tesoro, che anch'essa presenta un disavanzo di 441,4 miliardi.
  L'articolo 5 reca l'approvazione dell'Allegato n. 1, contenente l'elenco dei decreti con i quali sono stati effettuati prelevamenti dal Fondo di riserva per le spese impreviste, e dell'Allegato n. 2 relativo alle eccedenze di impegni e di pagamenti risultate in sede di consuntivo, rispettivamente sul conto della competenza, sul conto dei residui e sul conto della cassa.
  L'articolo 6 espone la situazione patrimoniale dello Stato al 31 dicembre 2022 (di cui al conto generale del patrimonio), da cui risultano attività per un totale di 1.041,3 miliardi di euro e passività per 3.636,1 miliardi, con una eccedenza passiva al 31 dicembre 2022 di oltre 2.594,8 miliardi.
  Infine, l'articolo 7 dispone l'approvazione del Rendiconto secondo le risultanze indicate negli articoli precedenti.
  Analizzando i saldi di finanza pubblica risultanti dal Rendiconto 2022 evidenzia che la gestione di competenza ha fatto conseguire nel 2022 un generale miglioramento di tutti i saldi rispetto all'esercizio 2021. In particolare, il saldo netto da finanziare (dato dalla differenza fra le entrate finali e le spese finali) presenta nel 2022 un valore negativo di circa 129,6 miliardi, con un miglioramento di oltre 58,1 miliardi rispetto al saldo registrato nel 2021. Se confrontato con le previsioni iniziali, che indicavano un valore negativo del saldo netto di –201,7 miliardi, il miglioramento è pari a circa 72 miliardi. Il risparmio pubblico (saldo delle operazioni correnti, che, se positivo, misura la quota di risorse correnti destinabile al finanziamento delle spese in conto capitale) si attesta nel 2022 a 25,8 miliardi, con un miglioramento di oltre 90,6 miliardi rispetto al 2021. Tale risultato è determinato da una lieve riduzione delle spese (-12,3 miliardi) e da un aumento delle entrate correnti (+78 miliardi). Il miglioramento è di oltre 81,5 miliardi se confrontato con le previsioni iniziali. Infine, il Pag. 109dato del ricorso al mercato finanziario (differenza tra le entrate finali e il totale delle spese, incluse quelle relative al rimborso di prestiti) si attesta nel 2022 a –391,4 miliardi, evidenziando un miglioramento di 33 miliardi rispetto al 2021 e di 87,7 miliardi rispetto alle previsioni iniziali.
  Passando all'analisi delle entrate rispetto all'esercizio 2021, gli accertamenti per entrate finali risultano in aumento del 12 per cento (+78,3 miliardi), derivante dall'aumento registrato sia per le entrate tributarie (circa +55 miliardi, +10,5 per cento) che per quelle extra-tributarie (+23,4 miliardi, +22,3 per cento), compensato dalla diminuzione delle entrate per alienazione ed ammortamento di beni (-2,1 miliardi, –29,8 per cento). Anche se confrontate con le previsioni definitive (705,2 miliardi), gli accertamenti per entrate finali risultano in aumento dello 0,9 per cento (+6,6 miliardi rispetto al 2021). Sulla base di una sintetica analisi del confronto 2021-2022 relativo all'andamento delle entrate finali accertate, si sottolinea principalmente l'aumento delle entrate tributarie (+55 miliardi), che si sono attestate a 578,7 miliardi nel 2022, superiori rispetto alla previsione iniziale di bilancio (che indicava entrate tributarie per 565,2 miliardi). Tra queste rilevano le maggiori entrate derivanti dalle imposte sul patrimonio e sul reddito (+31,6 miliardi rispetto al 2021), dalle tasse ed imposte sugli affari (+26,2 miliardi) e dai proventi da lotto, lotterie ed altre attività di giuoco (+2,1 miliardi), a fronte di un minor gettito delle imposte sulla produzione, sui consumi e dogane (-4,9 miliardi). In aumento sono risultate anche le entrate extratributarie, che hanno raggiunto accertamenti pari a oltre 128 miliardi (+23,4 miliardi rispetto al 2021), ben superiori anche rispetto alle previsioni iniziali e a quelle definitive.
  Analizzando le principali imposte, tra le entrate ricorrenti, l'IRES rappresenta la voce che ha registrato la maggiore variazione positiva in percentuale rispetto all'anno precedente (+40 per cento), con accertamenti pari a 50,3 miliardi, rispetto ai 35,9 miliardi del 2021. Tale risultato è legato all'aumento del numero dei contribuenti e dei versamenti medi. All'andamento positivo delle entrate tributarie ha contribuito, in particolare, il gettito dell'IVA, i cui accertamenti ammontano a 188,2 miliardi rispetto ai 167 miliardi del 2021 (+14,8 per cento rispetto ai valori dell'esercizio precedente), incrementi dovuti in particolare alla componente di prelievo su scambi interni e su importazioni.
  Si registra inoltre un aumento del gettito Irpef, con accertamenti pari a circa 216 miliardi (+5,6 per cento rispetto ai valori dell'esercizio 2021). Il settore dei giochi è complessivamente in incremento, con un aumento del 76 per cento del gettito delle imposte gravanti sui giochi medesimi. L'«Accisa e imposta erariale sugli oli minerali» ha invece registrato una variazione negativa (-23,7 per cento).
  Con riferimento invece al dato di cassa, gli incassi finali evidenziano un aumento di 67,1 miliardi rispetto al 2021, attestandosi a 567,7 miliardi a fronte dei circa 590,6 miliardi registrati lo scorso anno. L'aumento è imputabile interamente alle entrate correnti (+69,3 miliardi), sia delle entrate tributarie (+43,5 miliardi), sia alle entrate extratributarie (+19,8 miliardi). Le entrate per alienazione e ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti risultano invece in riduzione (-2,1 miliardi).
  Passando all'analisi del disegno di legge di assestamento 2023, ricorda innanzitutto che il provvedimento ha la funzione di consentire a metà esercizio un aggiornamento degli stanziamenti del bilancio, anche sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi accertata in sede di rendiconto dell'esercizio scaduto al 31 dicembre precedente. Per questo profilo, esso si connette funzionalmente con il rendiconto del bilancio relativo all'esercizio precedente: l'entità dei residui, attivi e passivi, sussistenti all'inizio dell'esercizio finanziario, che al momento dell'elaborazione e approvazione del bilancio di previsione è stimabile solo in misura approssimativa, viene poi definita in assestamento sulla base delle risultanze del rendiconto.
  Con il disegno di legge di assestamento le previsioni di bilancio formulate a legislazionePag. 110 vigente sono adeguate in relazione: per quanto riguarda le entrate, all'eventuale revisione delle stime del gettito; per quanto riguarda le spese aventi carattere discrezionale, ad esigenze sopravvenute; per quanto riguarda la determinazione delle autorizzazioni di pagamento, in termini di cassa, alla consistenza dei residui accertati in sede di rendiconto dell'esercizio precedente.
  Per quanto riguarda il contenuto delle singole disposizioni del disegno di legge di assestamento, rammenta che esso si compone di un solo articolo, che modifica la Sezione II (Approvazione degli stati di previsione) della legge di bilancio per il 2023 (legge n. 197 del 2022). L'articolo determina, sotto il profilo giuridico, l'aggiornamento delle previsioni di bilancio a legislazione vigente, per l'anno finanziario 2023, introducendo le occorrenti variazioni degli stanziamenti dello stato di previsione dell'entrata e degli stati di previsione dei Ministeri approvati con la legge di bilancio 2023.
  Tali variazioni sono esposte nelle tabelle annesse al disegno di legge. Le variazioni di bilancio proposte con il presente provvedimento di assestamento (che formano oggetto di esame parlamentare), insieme a quelle apportate nel periodo compreso tra il 1° gennaio e 31 maggio con atti amministrativi (che invece non possono essere modificate nel corso dell'esame parlamentare), definiscono le previsioni assestate per il 2023.
  Venendo ora all'analisi dei risultati finanziari determinati dal disegno di legge, in termini di competenza, le variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento determinano un miglioramento del saldo netto da finanziare (corrispondente alla differenza tra entrate finali e spese finali) rispetto alle previsioni iniziali della legge di bilancio di 8 milioni di euro dovuto a una riduzione delle entrate finali per 361 milioni, in conseguenza della evoluzione negativa delle entrate tributarie, e a una proposta di riduzione delle spese finali per 368 milioni.
  Tuttavia, in termini complessivi, il saldo si attesta su un valore di -203,6 miliardi rispetto ad una previsione iniziale di -200,7 miliardi risultante dalla legge di bilancio con un peggioramento di circa 3 miliardi complessivi dovuto alle variazioni negative per atto amministrativo, circa -2,96 miliardi, determinate dall'incremento delle spese finali di circa 3,2 miliardi, in conseguenza principalmente all'attuazione delle riassegnazioni di entrate da cedolino unico disposte con decreto del Ragioniere generale dello Stato.
  Per le entrate extratributarie le variazioni in aumento per 266 milioni di euro sono dovute, principalmente, ai decreti di riassegnazione alla spesa di somme affluite in entrata.
  Per quanto concerne le proposte di variazioni alle entrate del bilancio dello Stato, contenute nel disegno di legge di assestamento si propone una riduzione per 361 milioni, in termini di competenza, rispetto alle previsioni formulate con la legge di bilancio 2023.
  Le entrate tributarie recepiscono principalmente l'adeguamento alle stime del DEF 2023, con una riduzione di 784 milioni di euro, derivante dalla diminuzione delle imposte indirette per 2.072 milioni di euro, dovuta principalmente al decremento delle tasse e delle imposte sugli affari (-2.119), la cui voce principale è rappresentata dall'IVA, sommato al decremento delle tasse e imposte sulle attività di gioco (-55 milioni di euro), parzialmente compensato dalle variazioni in positivo delle imposte sulla produzione e sui consumi (+9 milioni di euro), delle entrate tributarie dalla gestione monopoli (+93 milioni di euro) e dall'aumento delle imposte dirette per 1.288 milioni. L'incremento di quest'ultima voce è collegato ad una previsione più favorevole delle ritenute Irpef sui redditi da lavoro dipendente, dell'autoliquidazione Ires, dell'imposta sostitutiva sulla rivalutazione dei fondi per il TFR e dei rendimenti dei fondi di previdenza, e ad una prevista riduzione delle imposte sostitutive sul risultato maturato delle gestioni individuali di portafoglio, sulle plusvalenze ed altri redditi previste dall'articolo 3 della legge n. 662 del 1996, nonché dell'imposta sostitutiva sui Pag. 111fondi pensione e sulle altre forme pensionistiche complementari ed individuali.
  Le riduzioni di entrata sono parzialmente compensate da variazioni positive dovute ad atti amministrativi (+233 milioni). Il saldo positivo che deriva dalle variazioni per atto amministrativo, che – ricordo – non formano oggetto di esame parlamentare in quanto sono registrazioni contabili di effetti finanziari che trovano la loro fonte primaria in disposizioni normative diverse dal presente disegno di legge, in realtà consegue all'andamento delle entrate extratributarie (+266 milioni di euro, per effetto essenzialmente delle variazioni derivanti dai decreti di riassegnazione alla spesa di somme affluite in entrata cui si aggiunge l'effetto del versamento all'entrata delle somme non utilizzate destinate al credito d'imposta per le strutture turistico ricettive) mentre con riferimento alle entrate tributarie le variazioni per atto amministrativo registrano un dato negativo per 33 milioni di euro.
  Tra le principali variazioni che hanno portato a tale risultato si evidenziano gli effetti derivanti dal decreto legislativo 5 ottobre 2022, n. 163, che prevede, tra l'altro, all'articolo 23 l'applicazione di un'aliquota contributiva agevolata per i lavoratori sportivi dei settori dilettantistici cosiddetto al successivo articolo 24, l'esenzione fiscale fino a 15 mila euro dei compensi di lavoro sportivo nell'area del dilettantismo; gli effetti di minori entrate Irpef e Ires previsti all'articolo 2, comma 1, del decreto-legge 18 novembre 2022, n. 176 che ha disposto la riduzione, dal 19 novembre 2022 e fino al 31 dicembre 2022, delle aliquote di accisa su benzina, gasolio, gas di petrolio liquefatti e gas naturale impiegati come carburanti; gli effetti del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, tra i quali rileva, all'articolo 15-bis, la proroga dell'agevolazione in materia di accisa sulla birra introdotta dall'articolo 1, comma 985, della legge 30 dicembre 2021, n. 234.
  Per le entrate extratributarie le proposte indicano, nel complesso, un incremento di 423 milioni di euro, cui si aggiungono, come detto, ulteriori 266 milioni derivanti da variazioni per atto amministrativo. Il miglioramento del saldo deriva dagli incrementi di entrata dal settore delle scommesse e dei giochi, principalmente lotterie (+718 milioni), dai maggiori dividendi da versare da parte delle società a partecipazione pubblica (+300 milioni) e dai rimborsi ottenuti dall'Ue per le spese sostenute per i vaccini (+896 milioni). Vanno peraltro considerati i minori versamenti connessi agli utili conseguiti da parte di Banca d'Italia nell'esercizio 2022 (-2,7 miliardi) e all'adeguamento delle risorse proprie tradizionali riscosse per conto dell'Unione europea (-300 milioni di euro).
  Passando ad un confronto con il dato iniziale del bilancio 2023, le entrate finali, per effetto delle variazioni apportate con il presente provvedimento e con gli atti amministrativi adottati in corso di gestione, risultano pari a 672,1 miliardi in termini di competenza, presentando, rispetto alle previsioni iniziali, una riduzione di 128 milioni.
  Le entrate tributarie presentano la riduzione più significativa, pari a pari a 817 milioni di euro complessivi, assestandosi a 587,8 miliardi. Le entrate extratributarie risultano assestarsi a 83,9 miliardi, con un miglioramento complessivo di 689 milioni. Le entrate da alienazioni, ammortamento e rimborso crediti non registrano alcuna variazione in termini di competenza, con previsioni assestate pari a circa 399 milioni. Guardando alle principali imposte, la proposta di variazioni del disegno di legge di assestamento per il 2023 indica una previsione in aumento del gettito IRPEF rispetto alle previsioni a legislazione vigente (+1,4 miliardi), attestandosi a 222,6 miliardi. Anche il gettito dell'IRES è indicato in aumento, di 1,9 miliardi rispetto alla legislazione vigente, raggiungendo nel 2023 quasi i 44,3 miliardi. In riduzione è indicato il gettito dell'IVA rispetto al dato iniziale, di -2,3 miliardi, assestandosi a 197,5 miliardi nel 2023.
  In termini di cassa, il disegno di legge di assestamento per il 2023 determina complessivamente un peggioramento del saldo netto da finanziare di 298 milioni di euro rispetto alla previsione di bilancio, derivante da un aumento delle entrate finali Pag. 112per 88 milioni e da un aumento delle spese finali per 386 milioni. In particolare, il saldo netto da finanziare si attesta a circa -256 miliardi. Il peggioramento di 298 milioni rispetto alla previsione di bilancio è dovuto alle variazioni per atto amministrativo (-2,8 miliardi) parzialmente compensate dalle proposte del disegno di legge di assestamento (+2,5 miliardi). Gli altri saldi risultano in miglioramento. In particolare, il ricorso al mercato risulta migliorato di 6,7 miliardi rispetto al bilancio di previsione, raggiungendo un valore pari a -559,8 miliardi; analogamente, il saldo primario, rispetto ai -174,5 miliardi della previsione iniziale raggiunge l'importo di -171,5 miliardi (-3,1 miliardi). Il risparmio pubblico migliora di 288 milioni, attestandosi a -96,7 miliardi di euro. Il peggioramento del saldo netto da finanziare di cassa rispetto alla previsione iniziale è determinato dall'aumento delle entrate finali di 88 milioni, che riguarda essenzialmente le entrate extratributarie (+251 milioni) compensate in parte dalla riduzione delle entrate tributarie (-161 milioni), e dall'aumento delle spese finali di 386 milioni, dovuto alle variazioni in aumento per atti amministrativi (+3 miliardi) compensate in parte dalle variazioni in riduzione proposte dal disegno di legge di assestamento in esame (-2,7 miliardi). La proposta di assestamento determina una riduzione delle entrate finali di 144 milioni. La proposta di riduzione delle entrate riguarda principalmente le entrate tributarie, che recepiscono principalmente l'adeguamento alle stime del DEF 2023, con una diminuzione di 128 milioni di euro in termini di cassa. Nell'ambito delle tributarie, la riduzione rispetto alle previsioni iniziali deriva da una diminuzione delle imposte dirette di 1,7 miliardi di euro, in termini di cassa, parzialmente compensata da un incremento delle imposte indirette per circa 1,6 miliardi di euro. La variazione alle previsioni di cassa sconta, inoltre, le minori riscossioni a mezzo ruolo già stimate in occasione del documento programmatico di aprile. Le entrate extratributarie registrano, invece, un miglioramento complessivo rispetto alle previsioni della legge di bilancio, di 251 milioni di euro di cassa. Anche per le entrate extra-tributarie, le variazioni delle previsioni di cassa scontano le riduzioni delle riscossioni a mezzo ruolo derivanti dall'adeguamento alle stime del DEF 2023.
  Al termine dell'illustrazione, formula su entrambi i disegni di legge una proposta di relazione favorevole.

  Marco OSNATO, presidente, invita i colleghi a intervenire.

  Mauro DEL BARBA (A-IV-RE) interviene sul disegno di legge di assestamento. Alla luce delle preoccupanti notizie diffuse negli ultimi giorni dagli organi di stampa sull'ammontare delle spese per le agevolazioni in ambito edilizio, chiede conferma dei dati relativi all'impatto di tali agevolazioni fiscali sui conti pubblici; chiede inoltre al Governo se vi siano aggiornamenti sulla classificazione, da parte di Eurostat, dei crediti d'imposta cedibili, anche alla luce delle ultime disposizioni legislative volte a limitarne la cessione. Chiede infine, al riguardo, se la conferma delle citate notizie di stampa non rischi di modificare lo scenario prospettato dal Governo nel disegno di legge di assestamento.

  Emiliano FENU (M5S) rileva che il Rendiconto 2022 evidenzia un incremento delle entrate tributarie e, in particolare, del gettito IRES – che risulta più alto di circa il 40 per cento rispetto all'anno precedente – e del gettito IVA. Si tratta delle imposte che maggiormente gravano sulle società di capitali e, in particolare, sulle società a responsabilità limitata che sono in gran parte costituite, in Italia, da imprese di piccola e media dimensione. Evidenzia, parallelamente, che nell'anno 2022 si è riscontrato il numero più alto di lavori edilizi legati al cosiddetto superbonus, cui tale incremento di entrate tributarie deve a suo avviso essere imputato. Osserva che la crescita del gettito IRES e IVA appare in contrasto con quanto evidenziato in precedenza dal collega Del Barba circa un presunto «buco» nei conti pubblici che deriverebbe dalla spesa per le agevolazioni fiscali in edilizia Pag. 113ed invita la maggioranza ad evitare falsi allarmismi.
  In attesa dei dati del Governo che verranno esposti nella Nota di aggiornamento al DEF, sottolinea come un tendenziale e continuo aumento delle entrate sia già registrato dal Bollettino delle entrate tributarie, diffuso mensilmente dal Ministero dell'economia e delle finanze. Riservandosi di formulare un atto di sindacato ispettivo in ordine all'impatto delle richiamate agevolazioni fiscali sull'andamento di IRES e IVA, preannuncia l'astensione del proprio gruppo sulle proposte di relazione favorevoli formulate.

  Luciano D'ALFONSO (PD-IDP) evidenzia anzitutto come la deliberazione parlamentare sui disegni di legge in parola non costituisca un'attività meramente formale, bensì sia prodromica all'impostazione del lavoro sulla manovra di finanza pubblica.
  Rileva che, nella documentazione fornita alla Commissione, è evidenziato che il ricorso al mercato si è attestato nel 2022 a una cifra di circa 391,4 miliardi. Al riguardo, rammenta come la raccolta di risorse sul mercato finanziario sia onerosa per lo Stato; rileva dunque la necessità di temperare tale onere con misure alternative, quali sarebbe un utilizzo economico coerente dei beni pubblici e, in particolare, di quelli disciplinati dalla cosiddetto direttiva bolkenstein. Pur comprendendo le ragioni economiche e sociali degli operatori di settore, nei confronti dei quali non nutre alcuna ostilità, ritiene che si debba procedere all'assegnazione di tali beni mediante procedure a evidenza pubblica, sia per consentire allo Stato di ottenere risorse dalle concessioni di tali beni, sia per rafforzare la resistenza e la capacità economica dei soggetti privati assegnatari di tali beni, che sono preziosi per tutti. Invita quindi la maggioranza a smettere di appellarsi ad un ipotetico rinvio, che non è più possibile consentire. Chiede al Governo, in tale ottica, di rendere sostanziale l'esame dei documenti in parola e di adottare le iniziative opportune per evitare ulteriori proroghe delle esistenti concessioni, rammentando che se non vi è cura delle entrate non potrà esservi cura delle successive decisioni di spesa.

  Alberto Luigi GUSMEROLI (LEGA), rilevato come non appaia chiaro, dalla documentazione fornita alla Commissione, a quanto ammonti esattamente l'incremento percentuale del gettito IVA nel 2022 rispetto all'anno precedente, ricorda – richiamando quanto evidenziato dal deputato Fenu – che l'IVA è un'imposta che per sua struttura è traslata sul consumatore finale. Rileva quindi che, nel valutare l'aumento del gettito legato a tale imposta, occorre altresì verificare l'impatto della recente spinta inflazionistica, che secondo i dati ISTAT nell'anno 2022 è stata pari circa all'8 per cento. Rammenta inoltre che il calcolo del tasso di inflazione avviene su un paniere di beni che, verosimilmente, non coincide esattamente con quelli forniti dai soggetti passivi IVA; di conseguenza, a suo avviso appare plausibile che il maggior gettito evidenziato nel rendiconto sia influenzato da un tasso di inflazione superiore alla media Istat.
  Con riferimento agli incrementi IRES, evidenzia che il 2022 è stato caratterizzato – alla luce della crisi energetica e dall'aumento dei prezzi dei carburanti – da un fenomeno di emersione di extraprofitti, sia per le imprese del settore energetico che per il settore bancario; ritiene dunque opportuno valutare se l'aumento del gettito IRES non sia ascrivibile prevalentemente a tali fattori economici, e solo in misura minore all'impatto delle agevolazioni fiscali in materia edilizia.

  Federico FRENI, sottosegretario per l'economia e le finanze, interviene per rilevare che gli incrementi di gettito evidenziati nel rendiconto per l'anno 2022 sono individuati al netto degli extraprofitti, che sono scontati nei dati tendenziali illustrati nel DEF e nella NADEF 2022.
  Con riferimento alle agevolazioni in materia edilizia, delle quali potrà essere valutato l'impatto sui conti pubblici, sia in relazione al deficit che agli effetti di cassa, evidenzia come sul punto – al di là di quanto riportato dagli organi di stampa – Pag. 114il Governo stia già lavorando, con specifico riferimento non tanto al superbonus come tale, quanto al regime di cedibilità dei relativi crediti.
  Con riferimento infine ai quesiti posti dall'onorevole Del Barba, evidenzia che gli effetti contabili delle citate misure sono scontati nei valori tendenziali esposti nel DEF di aprile e nella NADEF, di prossima pubblicazione.

  Emiliano FENU (M5S) interviene per rilevare come dai dossier di documentazione in possesso della Commissione, l'incremento del gettito IRES del 40 per cento nel 2022 risulti ascrivibile non alla spinta inflazionistica, bensì all'aumento dei contribuenti – fenomeno questo a suo avviso legato agli incentivi nel settore edilizio – e all'incremento dei versamenti medi. Ritiene in ogni caso utile, in conclusione, un approfondimento su tali dinamiche.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione, con distinte votazioni, approva le proposte di relazioni favorevoli sul disegno di legge recante Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2022 (vedi allegato 1) e sul disegno di legge recante Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2023 (vedi allegato 2).
  Delibera altresì di nominare la deputata Laura Cavandoli quale relatrice presso la V Commissione, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento.

DL 98/2023: Misure urgenti in materia di tutela dei lavoratori in caso di emergenza climatica e di termini di versamento.
C. 1364 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla XI Commissione).
(Esame, ai sensi dell'articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria, e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Marco OSNATO, presidente, invita il relatore, onorevole De Palma, a illustrare i contenuti del provvedimento e a formulare una proposta di parere.

  Vito DE PALMA (FI-PPE), relatore, illustra il provvedimento ricordando che il decreto-legge è stato approvato dal Senato e sarà discusso dall'Assemblea della Camera a partire dal prossimo lunedì 11 settembre.
  Ricorda che l'articolo 1 interviene in materia di trattamenti ordinari di integrazione salariale, e reca una deroga transitoria alla norma che stabilisce, per le imprese di specifici settori e a differenza di quanto già previsto a regime per gli altri settori, l'applicazione di determinati limiti di durata complessiva anche per l'ipotesi in cui i trattamenti siano concessi per eventi oggettivamente non evitabili. La deroga transitoria concerne i trattamenti relativi alle sospensioni o riduzioni dell'attività lavorativa comprese nel periodo 1° luglio 2023 – 31 dicembre 2023.
  Sulla base di quanto riportato nella relazione illustrativa che accompagna il provvedimento, l'intervento trova la sua ratio nella necessità di consentire un ricorso più consistente dell'ammortizzatore sociale da parte delle aziende nei casi in cui si trovino nella necessità di sospendere o ridurre l'attività lavorativa in conseguenza di fenomeni climatici, compresi quelli derivanti dal costante aumento delle temperature.
  L'articolo 2 è finalizzato a intervenire sulla prestazione di integrazione salariale agricola – CISOA. In particolare, la norma introduce la possibilità di ricorrere al trattamento di integrazione salariale agricola a seguito di eccezionali eventi climatici occorsi nell'anno 2023, anche in caso di riduzione dell'orario di lavoro.
  L'articolo 3, nel testo modificato al Senato, prevede che i Ministeri del lavoro e delle politiche sociali e della salute garantiscano la convocazione delle parti sociali, al fine della sottoscrizione di intese tra organizzazioni datoriali e sindacali per l'adozione di linee-guida e procedure concordate per l'attuazione delle previsioni di cui al decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 – recante la disciplina generale in materia di Pag. 115salute e sicurezza sul lavoro – a tutela dei lavoratori che sono esposti alle emergenze climatiche. Tali intese possono essere recepite con decreti dei Ministri medesimi.
  L'articolo 4, comma 1, differisce al 30 novembre 2023 il versamento della quota parte del contributo di solidarietà da parte di determinati soggetti operanti nel settore energetico, previsto dai commi da 115 a 119 dell'articolo 1 della legge 29 dicembre 2022, n. 197.
  A tale riguardo ritiene utile ricordare come la sopra citata legge n. 197 del 2022 aveva previsto, all'articolo 1, comma 115, l'istituzione di un contributo di solidarietà straordinario sotto forma di prelievo temporaneo per l'anno 2023 per i soggetti che producono, importano, distribuiscono o vendono energia elettrica, gas naturale o prodotti petroliferi, al fine di contenere gli effetti dell'aumento dei prezzi e delle tariffe del settore energetico per le imprese e i consumatori.
  Si prevedeva che il contributo fosse versato entro il sesto mese successivo a quello di chiusura dell'esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2023. Con la norma in esame si differisce, quindi, al 30 novembre 2023 il versamento della quota parte del contributo.
  Il comma 2 dell'articolo 4 – di più diretto interesse per la Commissione Finanze – proroga, dal 31 luglio 2023 al 30 ottobre 2023, il termine per il versamento di importi dovuti a titolo di pay-back dalle aziende fornitrici di dispositivi medici al Servizio Sanitario Nazionale. Si tratta, in particolare, del termine per il versamento riferito al ripiano del superamento del tetto di spesa dei dispositivi medici relativo agli anni da 2015 a 2018, da parte delle aziende fornitrici che intendono avvalersi della possibilità di pagamento in misura ridotta prevista dalla normativa vigente.
  La proroga in esame è disposta apportando una modifica testuale all'articolo 8, comma 3, primo periodo, del decreto-legge 30 marzo 2023, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 maggio 2023, n. 56, già esaminato dalle Commissioni riunite Finanze e Affari sociali.
  Ricorda che il succitato articolo 8 ha istituito, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, un fondo quale contributo statale al ripiano del superamento del tetto di spesa dei dispositivi medici relativo agli anni da 2015 a 2018 (comma 1), e ha disposto sul relativo riparto tra le regioni e le province autonome e sull'utilizzo delle quote dallo stesso derivanti (comma 2). Ha previsto, inoltre, che le aziende fornitrici di dispositivi medici, che non abbiano attivato un contenzioso o intendano abbandonare i ricorsi esperiti, possano versare a ciascuna regione e provincia autonoma, in luogo della quota intera, una somma pari al 48 per cento di quanto dovuto a titolo di contributo al predetto ripiano (comma 3). Il versamento della quota ridotta in questione, prima della modifica introdotta dal comma in disamina, doveva essere effettuato entro il 31 luglio 202314; per effetto della proroga in commento, come si è detto, il versamento potrà invece avere luogo entro il 30 ottobre 2023.
  L'articolo 5 del decreto-legge disciplina l'entrata in vigore.
  Al termine dell'illustrazione formula una proposta di parere favorevole.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore (vedi allegato 3).

  La seduta termina alle 15.35.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 6 settembre 2023.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.35 alle 15.45.