CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 5 settembre 2023
160.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Martedì 5 settembre 2023. — Presidenza del presidente Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI. – Interviene la sottosegretaria di Stato per i rapporti con il Parlamento Matilde Siracusano.

  La seduta comincia alle 15.05.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2022.
C. 1343 Governo, approvato dal Senato.
Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2023.
C. 1344 Governo, approvato dal Senato.
(Esame congiunto e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti.

  Ylenja LUCASELLI (FDI), relatrice, fa presente che la Commissione è chiamata ad esaminare congiuntamente il disegno di legge C. 1343, recante il rendiconto generale dello Stato per l'esercizio finanziario 2022, e il disegno di legge C. 1344, che reca l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2023.
  Quanto al primo dei due provvedimenti, ricorda che il disegno di legge di approvazione del rendiconto generale dello Stato è il documento attraverso il quale il Governo, in attuazione dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, rende conto al Parlamento dei risultati della gestione del bilancio. Ai sensi degli articoli 35 e 36 della legge di contabilità e finanza pubblica il rendiconto è costituito da due parti: il conto del bilancio, che espone le risultanze della gestione, cioè l'entità effettiva delle entrate e delle uscite del bilancio dello Stato rispetto alle previsioni approvate dal Parlamento, e il conto generale del patrimonio, che espone le variazioni intervenute nella consistenza delle attività e passività che costituiscono il patrimonio dello Stato. Le risultanze contabili sono corredate da note integrative, allegate al rendiconto, riferite alla gestione delle entrate, con l'esposizione delle risultanze della gestione stessa, e a ciascuna amministrazione.
  Nel complesso evidenzia che l'analisi del disegno di legge presentato al Senato della Repubblica e ora all'esame della Camera dei deputati mostra nell'esercizio appena concluso un generale miglioramento di tutti i saldi della gestione di competenza sia rispetto alle previsioni iniziali, sia rispetto alle previsioni definitive.Pag. 6
  In particolare, osserva che il saldo netto da finanziare, dato dalla differenza fra le entrate finali e le spese finali, presenta nel 2022 un valore negativo di circa 129,6 miliardi di euro, con un miglioramento di oltre 58,1 miliardi rispetto al saldo registrato nel 2021. Se confrontato con le previsioni iniziali riferite al 2022, che indicavano un valore negativo del saldo netto di 201,7 miliardi di euro, il miglioramento è pari a circa 72 miliardi.
  Il risparmio pubblico, che rappresenta il saldo delle operazioni correnti, che, se positivo, misura la quota di risorse correnti destinabile al finanziamento delle spese in conto capitale, si attesta nel 2022 a 25,8 miliardi di euro, con un miglioramento di oltre 90,6 miliardi rispetto al 2021, quando si era registrato un valore negativo pari a circa 64,9 miliardi di euro. Tale risultato è determinato da una lieve riduzione delle spese (-12,3 miliardi) e da un aumento delle entrate correnti (+78 miliardi). Il miglioramento è di oltre 81,5 miliardi se confrontato con le previsioni iniziali.
  Infine, il dato del ricorso al mercato finanziario, che misura la differenza tra le entrate finali e il totale delle spese, incluse quelle relative al rimborso di prestiti, si attesta nel 2022 a 391,4 miliardi di euro, evidenziando un miglioramento di 33 miliardi di euro rispetto al 2021 e di 87,7 miliardi rispetto alle previsioni iniziali.
  Tanto per il saldo netto da finanziare quanto per il ricorso al mercato i dati di consuntivo si collocano molto al di sotto dei limiti massimi fissati dalla legge di bilancio per l'anno finanziario 2022, che erano stati indicati, rispettivamente, in 203 miliardi di euro per il saldo netto da finanziare e in 480,347 miliardi di euro per il ricorso al mercato e poi ulteriormente aggiornati fino a raggiungere, con il decreto-legge n. 176 del 2022 rispettivamente 251 e 528,347 miliardi di euro in termini di competenza.
  A livello di operazioni finali, il miglioramento del saldo netto da finanziare discende da una gestione di competenza 2022 che evidenzia un lieve aumento degli impegni delle spese finali, pari a circa il 2,2 per cento, corrispondente a 18 miliardi di euro, e un aumento degli accertamenti di entrate finali di oltre il 12 per cento, equivalente a 76,2 miliardi di euro, rispetto all'anno precedente. Anche rispetto alle previsioni definitive, la gestione di competenza del bilancio ha registrato in sede di consuntivo accertamenti per entrate finali in aumento dello 0,9 per cento, pari a circa 6,6 miliardi di euro, e impegni delle spese finali in diminuzione del 4,8 per cento, che corrispondono a circa 42 miliardi di euro.
  Guardando alle operazioni complessive, comprensive delle entrate per accensione di prestiti e delle spese per rimborso prestiti, rileva un aumento degli accertamenti di entrata complessivi in misura pari a circa 17,6 miliardi di euro rispetto all'anno 2021, nonostante la dinamica negativa degli accertamenti delle entrate da accensione prestiti, che registrano un calo di circa 58,5 miliardi di euro rispetto al 2021.
  Dal lato della spesa, la gestione ha determinato un aumento degli impegni complessivi pari a oltre 43 miliardi di euro, con una crescita del 4,1 per cento rispetto all'esercizio precedente.
  Segnala, poi, che, dal lato delle entrate, la gestione di competenza del bilancio ha registrato accertamenti per entrate finali pari a circa 711,8 miliardi di euro, a fronte di previsioni definitive stimate in circa 705,2 miliardi di euro. Rispetto all'esercizio 2021, gli accertamenti per entrate finali risultano in aumento del 12 per cento, con una crescita di circa 78,3 miliardi di euro, derivante, in primo luogo, dall'aumento registrato dalle entrate tributarie, che crescono di circa 55 miliardi di euro, con un incremento di 10,5 punti percentuali, sia da quelle extra-tributarie, che aumentano di circa 23,4 miliardi di euro, segnando una crescita del 22,3 per cento. In senso contrario, le entrate per alienazione ed ammortamento di beni si riducono di 2,1 miliardi di euro, con una contrazione del 29,8 per cento.
  Più in dettaglio, rileva che l'andamento delle entrate tributarie, che si sono attestate a 578,7 miliardi di euro nel 2022, in crescita anche rispetto alla previsione iniziale di bilancio, che stimava accertamenti per 535,2 miliardi di euro, è essenzialmente Pag. 7da riferirsi alle maggiori entrate derivanti dalle imposte sul patrimonio e sul reddito, pari a circa 31,6 miliardi di euro rispetto al 2021, dalle tasse ed imposte sugli affari, che si incrementano di 26,2 miliardi, e dai proventi da lotto, lotterie ed altre attività di giuoco, che crescono di circa 2,1 miliardi di euro, a fronte di un minor gettito delle imposte sulla produzione, sui consumi e dogane pari a 4,9 miliardi di euro.
  Come evidenziato, fa presente che risultano in forte crescita rispetto all'esercizio 2021 anche le entrate extratributarie, che hanno raggiunto accertamenti pari a oltre 128 miliardi di euro, ben superiori anche rispetto alle previsioni iniziali e a quelle definitive. In tale ambito, una quota rilevante di risorse, pari a circa 11,55 miliardi di euro, è riconducibile ai versamenti dei contributi a fondo perduto erogati dall'Unione europea per l'attuazione del PNRR a seguito del prelevamento dal conto di tesoreria dedicato.
  Nell'ambito del lieve incremento degli impegni per spese finali, costituite dal totale delle spese di parte corrente e di quelle in conto capitale, che nel 2022 hanno complessivamente raggiunto 841,3 miliardi di euro, segnala che la spesa di parte corrente ha generato impegni per circa 681 miliardi di euro, in riduzione di circa 12,3 miliardi di euro rispetto al 2021, mentre gli impegni di spesa in conto capitale hanno registrato un aumento rispetto all'esercizio precedente di 30,4 miliardi di euro, assestandosi a 160,3 miliardi di euro di impegni.
  Considerando il rimborso delle passività finanziarie, che ha registrato impegni per 261,8 miliardi di euro, con un aumento del 10,6 per cento rispetto al dato del 2021, quando i rimborsi erano stati pari a 236,7 miliardi di euro, gli impegni complessivi di spesa si attestano a circa 1.103 miliardi di euro, con un complessivo incremento rispetto all'anno precedente di circa il 4,1 per cento.
  Assumendo a riferimento i valori di previsione, i dati risultanti dalla gestione sono risultati inferiori rispetto alle previsioni definitive, ma superiori a quelle iniziali. In particolare, a seguito dell'adozione dei provvedimenti emergenziali, le previsioni definitive delle spese per operazioni finali, in conto competenza, hanno presentato un aumento di 66,7 miliardi di euro rispetto alle previsioni iniziali della legge di bilancio, con incremento dell'8,2 per cento, che ha riguardato sia le spese correnti, aumentate nelle previsioni definitive di circa 46,7 miliardi di euro, sia quelle in conto capitale, in aumento di oltre 20 miliardi di euro rispetto alla previsione iniziale di bilancio.
  Passando all'analisi per categoria economica dei dati della gestione sul versante della spesa, rileva che nell'ambito delle uscite correnti, l'aumento più consistente si registra negli impegni relativi alla categoria «Trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche», che costituisce oltre il 51 per cento della spesa corrente, con impegni per oltre 348 miliardi di euro, in crescita del 4,1 per cento rispetto all'anno 2021. Si tratta, in prevalenza, di trasferimenti ad amministrazioni locali, che ammontano nel complesso a 155,8 miliardi di euro, e a enti previdenziali, per complessivi 162,2 miliardi di euro.
  Segnala, inoltre, i redditi da lavoro dipendente, con impegni pari a 104,9 miliardi di euro, che rappresentano il 15,4 per cento degli impegni correnti e segnano una crescita del 3,3 per cento rispetto al 2021. Anche in relazione al progressivo superamento dell'emergenza pandemica, rileva, invece, diminuzioni nella categoria «Trasferimenti correnti a famiglie e istituzioni sociali private», che fa segnare una riduzione di 15,7 miliardi di euro, pari al 56,9 per cento, e nella categoria «Trasferimenti correnti a imprese», che segna una riduzione di 14 miliardi di euro, pari al 37,3 per cento. Si riducono, in misura minore, anche gli impegni riferibili alla categoria «Interessi passivi e redditi da capitale», che scendono di circa 3,7 miliardi di euro rispetto al 2021, con una contrazione del 5,5 per cento.
  Per quanto concerne la spesa in conto capitale, come detto in precedenza, osserva che i dati registrano un considerevole aumento degli impegni, che si incrementano del 23,5 per cento rispetto al passato esercizio, con una crescita che, per la quasi Pag. 8totalità, è imputabile ai maggiori impegni riferibili alla categoria «Contributi agli investimenti alle Amministrazioni pubbliche», che rispetto al 2021 si accrescono di 30,5 miliardi di euro, pari al 44,8 per cento. Un consistente aumento si rileva anche per la categoria «Acquisizioni di attività finanziarie», che passano dai 5,2 miliardi di euro del 2021 ai circa 9 miliardi di euro del 2022, con una crescita pari a circa il 70 per cento. Registra, invece, una diminuzione la voce «Altri trasferimenti in conto capitale», che si riduce di 4,5 miliardi di euro, pari a circa il 40,6 per cento.
  L'ammontare dei residui continua a rimanere su livelli considerevoli sia dal lato delle entrate che dal lato delle uscite nel 2022, facendo segnare un incremento di circa un punto percentuale nel tasso di formazione di nuovi residui passivi.
  In base ai dati forniti nella relazione al rendiconto, il conto dei residui provenienti dagli esercizi 2021 e precedenti registrava, al 1° gennaio 2022, residui attivi per un valore di 212.962 milioni di euro e residui passivi per complessivi 188.265 milioni di euro, con un'eccedenza attiva di 24.697 milioni di euro. Nel corso dell'esercizio, l'entità dei residui pregressi si è andata modificando – a seguito dell'attività di riaccertamento e di gestione in conto residui, nonché della perenzione – facendo registrare variazioni in diminuzione dei residui sia dal lato delle entrate, con una diminuzione di 64,36 miliardi di euro, sia dal lato delle uscite con una riduzione di 16,494 miliardi, di cui circa 2,774 miliardi eliminati per perenzione amministrativa.
  A seguito di tali attività, per quanto concerne i residui attivi, rispetto allo stock iniziale proveniente dagli esercizi precedenti, al 31 dicembre 2022 ne risultano accertati 181.307 milioni di euro, dei quali 32.703 milioni incassati e 148.602 milioni di euro rimasti da riscuotere e da versare. Ad essi si sono aggiunti, in corso di esercizio, 86.735 milioni di euro di residui di nuova formazione, derivanti dalla gestione di competenza dell'esercizio 2022, per un totale di residui attivi al 31 dicembre 2022 pari a 235.338 milioni di euro.
  Per quanto riguarda i residui passivi complessivi, dei 188.265 milioni di euro di residui presunti al 1° gennaio 2022 provenienti dagli esercizi precedenti, ne risultano accertati 171.771 milioni di euro. Di questi, 49.853 milioni risultano pagati e 121.918 milioni ancora da pagare. A tali residui pregressi si sono aggiunti, nel corso della gestione di competenza, 71.577 milioni di residui di nuova formazione, per un totale di residui passivi al 31 dicembre 2022 pari a 193.495 milioni di euro.
  Nel complesso, il conto dei residui al 31 dicembre 2022 presenta una eccedenza attiva di 41.842 milioni di euro.
  La gestione di competenza e la gestione dei residui concorrono a determinare i risultati della gestione di cassa, che è rappresentata, per la parte di entrata, dagli incassi e, per la parte di spesa, dai pagamenti.
  Osserva altresì che anche in termini di cassa i saldi registrano un miglioramento rispetto ai risultati dell'esercizio 2021. Il saldo netto da finanziare è risultato nel 2022 pari a 162,5 miliardi di euro, con un miglioramento di 57,8 miliardi rispetto al risultato raggiunto l'anno precedente, in cui il saldo si era assestato a 220,4 miliardi di euro. Il risparmio pubblico assume un valore negativo per circa 18,5 miliardi di euro, registrando anch'esso in miglioramento di quasi 90 miliardi rispetto al dato del 2021. Il ricorso al mercato si attesta su di un valore di circa 423,7 miliardi di euro, anch'esso in miglioramento, di quasi 34 miliardi, rispetto al 2021.
  Nel complesso, la gestione di cassa ha dato luogo ad incassi complessivi per 964 miliardi di euro e a pagamenti per 1.081,4 miliardi di euro, facendo registrare, rispetto ai corrispondenti dati dell'anno 2021, un aumento sia degli incassi, dello 0,9 per cento, che dei pagamenti, del 3,2 per cento. A livello di operazioni finali, rispetto ai corrispondenti dati dell'anno 2021, si registra, in termini di incassi e pagamenti, un miglioramento delle entrate e un aumento delle spese.
  In particolare, gli incassi finali evidenziano un aumento di 67,1 miliardi rispetto al 2021, attestandosi a 657,7 miliardi di Pag. 9euro a fronte dei circa 590,6 miliardi registrati nel 2021. L'aumento è imputabile interamente alle entrate correnti, che si incrementano di 69,3 miliardi, sia per effetto dell'aumento delle entrate tributarie, che aumentano di 43,5 miliardi, sia per la crescita delle entrate extratributarie, pari a 19,8 miliardi di euro. Le entrate per alienazione e ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti risultano invece in riduzione per 2,1 miliardi di euro. Gli incassi finali hanno costituito il 100,8 per cento delle corrispondenti previsioni definitive ed hanno raggiunto il 71,6 per cento della relativa massa acquisibile.
  Il volume dei pagamenti finali si attesta a 820,3 miliardi di euro, con un aumento di 9,3 miliardi rispetto al 2021, imputabile ai pagamenti in conto capitale. In particolare, i pagamenti relativi alle spese di parte corrente ammontano a 671,3 miliardi di euro, pari al 92 per cento delle previsioni definitive di cassa, evidenziando un decremento di 20,6 miliardi rispetto al 2021. I pagamenti in conto capitale ammontano a 149 miliardi di euro, con un incremento, rispetto al 2021, di quasi 30 miliardi, e rappresentano l'84,2 per cento delle previsioni definitive. Le spese finali rappresentano il 90,5 per cento delle previsioni definitive e il 76,6 per cento della relativa massa spendibile.
  Il conto generale del patrimonio, le cui risultanze sono riportate nell'articolo 6 del disegno di legge, comprende, ai sensi dell'articolo 36, comma 3, della legge n. 196 del 2009, le attività e le passività finanziarie e patrimoniali con le relative variazioni prodottesi durante l'esercizio di riferimento, nonché la dimostrazione dei vari punti di concordanza tra la contabilità del bilancio e quella patrimoniale.
  Dai risultati generali della gestione patrimoniale 2022 emerge una eccedenza passiva di circa 2.595 miliardi di euro, con un peggioramento di circa 161,6 miliardi rispetto alla situazione patrimoniale a fine 2021. Evidenzia che si tratta di un risultato elevato, che registra un peggioramento in termini percentuali del 6,62 per cento, ma che segna comunque un miglioramento rispetto all'andamento registrato nel 2021 rispetto al 2020, quando il peggioramento fu pari a 218 miliardi di euro, e a quello riscontrato nel 2020 rispetto al 2019, quando il peggioramento fu pari a 299 miliardi. Negli anni precedenti, tuttavia, il trend aveva registrato dati meno negativi, considerato che nel 2019 sul 2018 il peggioramento è stato pari a 13 miliardi e nel 2018 sul 2017 il peggioramento è stato pari a 27,5 miliardi. Nel complesso il peggioramento della situazione patrimoniale conferma gli andamenti negativi registrati negli anni a partire dal 2004, con l'eccezione del 2009.
  Lo squilibrio patrimoniale passivo è dovuto ad un incremento delle passività pari a 201,9 miliardi di euro, parzialmente compensato da un aumento delle attività per 40,3 miliardi.
  La Corte dei conti ha dichiarato regolare il rendiconto generale dello Stato per il 2022, con l'esclusione da tale dichiarazione di alcuni capitoli delle entrate e delle spese. Per maggiori approfondimenti al riguardo, rinvio alla documentazione predisposta dagli Uffici della Camera e del Senato.
  Da ultimo, ricorda che, in attuazione delle disposizioni dell'articolo 36, comma 6, della legge di contabilità e finanza pubblica, la relazione illustrativa al rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato contiene il cosiddetto «ecorendiconto», nel quale si illustrano le risultanze delle spese relative ai programmi aventi natura o contenuti ambientali, allo scopo di evidenziare le risorse impiegate per finalità di protezione dell'ambiente, riguardanti attività di tutela, conservazione, ripristino e utilizzo sostenibile delle risorse e del patrimonio naturale.
  Nel passare quindi ad illustrare il disegno di legge di assestamento, disciplinato dall'articolo 33 della legge di contabilità e finanza pubblica, ricorda che il provvedimento ha lo scopo di aggiornare nel corso dell'esercizio le previsioni di bilancio formulate a legislazione vigente, anche sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi accertata in sede di rendiconto. Nel rammentare che l'aggiornamento riguarda, con riferimento alle entrate, l'eventuale revisione delle stime del gettito, e, con riferimentoPag. 10 alle spese, limitatamente alla componente discrezionale, gli effetti di eventuali esigenze sopravvenute, fa presente quanto segue.
  A partire dal 2017, in analogia con quanto stabilito per il disegno di legge di bilancio, anche il disegno di legge di assestamento è corredato da una relazione tecnica, eventualmente aggiornata all'atto del passaggio del provvedimento tra i due rami del Parlamento, nella quale si dà conto della coerenza del valore del saldo netto da finanziare con gli obiettivi programmatici indicati nel Documento di economia e finanza.
  Per quanto riguarda il contenuto, il disegno di legge di assestamento, che non è stato oggetto di modifica nel corso dell'esame presso l'altro ramo del Parlamento, si compone di un solo articolo che modifica la Sezione II della legge di bilancio per il 2023. L'articolo determina, sotto il profilo giuridico, l'aggiornamento delle previsioni di bilancio a legislazione vigente, per l'anno finanziario 2023, introducendo le occorrenti variazioni degli stanziamenti dello stato di previsione dell'entrata e degli stati di previsione dei Ministeri approvati con la legge di bilancio 2023. Tali variazioni sono esposte nelle tabelle annesse al disegno di legge.
  Le variazioni di bilancio proposte con il presente provvedimento di assestamento, insieme a quelle apportate con atti amministrativi nel periodo compreso tra il 1° gennaio e 31 maggio definiscono le previsioni assestate per il 2023.
  In termini di competenza, le variazioni proposte con il disegno di legge di assestamento determinano un lievissimo miglioramento, pari a circa 8 milioni di euro, del saldo netto da finanziare, corrispondente, come è noto, alla differenza tra entrate finali e spese finali. indicato dalla legge di bilancio.
  Il saldo, tuttavia, si attesta su un valore di 203,6 miliardi di euro rispetto a una previsione di 200,7 miliardi risultante dalla legge di bilancio, segnando un peggioramento di quasi miliardi 3 miliardi complessivi rispetto alle previsioni iniziali, dovuto essenzialmente alle variazioni negative determinate per atto amministrativo, pari a circa 2,96 miliardi di euro.
  Nel complesso, all'andamento del dato assestato del saldo netto concorrono, in particolare, i due seguenti fattori. Il primo, la riduzione delle entrate finali per complessivi 128 milioni di euro, dovuta per 361 milioni alle variazioni negative proposte dal disegno di legge di assestamento, compensate da variazioni positive dovute ad atti amministrativi per complessivi 233 milioni. Le entrate finali, per effetto delle variazioni proposte dal provvedimento di assestamento e degli atti amministrativi adottati in corso di gestione, risultano pari a 672.123 milioni di euro. Il secondo fattore è l'aumento delle spese finali rispetto alle previsioni di bilancio, di 2,8 miliardi di euro, interamente determinato dalle variazioni per atto amministrativo, che ammontano a quasi 3,2 miliardi di euro, cui si aggiunge la proposta di assestamento in riduzione delle spese finali per 368 milioni. Le spese finali, per effetto delle variazioni proposte dal provvedimento di assestamento e di quelle apportate dagli atti amministrativi adottati in corso di gestione, risultano pari a 875.732 milioni di euro.
  Il risparmio pubblico, dato dalla differenza tra entrate correnti e spese correnti al lordo degli interessi, registra un peggioramento di quasi 2,6 miliardi di euro rispetto alla previsione iniziale, integralmente ascrivibile alle variazioni apportate in corso di esercizio con atto amministrativo, solo parzialmente compensato dal miglioramento di 25 milioni di euro derivanti dalle proposte di assestamento. Per effetto di tali componenti, il saldo negativo passa dai 43,36 miliardi previsti dal bilancio di previsione per il 2023 a 45,91 miliardi di euro.
  Il ricorso al mercato, pari alla differenza tra le entrate finali e il totale delle spese, ricavato dalla somma delle spese finali e del rimborso dei prestiti, evidenzia, invece, un andamento complessivamente positivo, passando da una previsione iniziale di 511,5 miliardi di euro a 507,4 miliardi, in ragione del miglioramento derivante dalle proposte contenute nel disegno di legge in esame.Pag. 11
  Per quanto riguarda le variazioni per atto amministrativo, queste determinano nel loro complesso un peggioramento del saldo netto da finanziare di 2,96 miliardi di euro in termini di competenza, determinato dall'incremento delle spese finali di circa 3,2 miliardi, dovuto principalmente, secondo quanto precisato nella relazione illustrativa, all'attuazione delle riassegnazioni di entrate da cedolino unico disposte con decreto del Ragioniere generale dello Stato.
  Con riferimento alle entrate, le variazioni per atto amministrativo determinano un incremento delle previsioni iniziali di bilancio complessivamente pari a 233 milioni di euro in termini di competenza, dovute a maggiori entrate extratributarie per 266 milioni e a minori entrate tributarie per 33 milioni.
  Tra le principali variazioni delle entrate tributarie, evidenzia in particolare gli effetti derivanti dal decreto legislativo 5 ottobre 2022, n. 163, che prevede, tra l'altro, all'articolo 23, l'applicazione di un'aliquota contributiva agevolata per i lavoratori sportivi dei settori dilettantistici e, all'articolo 24, l'esenzione fiscale fino a 15 mila euro dei compensi di lavoro sportivo nell'area del dilettantismo. Sono considerati anche gli effetti di minori entrate IRPEF e IRES derivanti dall'articolo 2, comma 1, del decreto-legge n. 176 del 2022, che ha disposto la riduzione, dal 19 novembre 2022 e fino al 31 dicembre 2022, delle aliquote di accisa su benzina, gasolio, gas di petrolio liquefatti e gas naturale impiegati come carburanti.
  Per le entrate extratributarie le variazioni in aumento per 266 milioni di euro sono dovute, principalmente, ai decreti di riassegnazione alla spesa di somme affluite in entrata. Nella relazione illustrativa si ricorda, inoltre, l'effetto di cui all'articolo 3-quinquies del decreto-legge n. 198 del 2022, che prevede il versamento da parte dell'Agenzia delle entrate delle somme non utilizzate destinate al credito di imposta per le strutture turistico-ricettive.
  Con riferimento alla spesa, le variazioni per atto amministrativo determinano un aumento degli stanziamenti finali di bilancio nella misura di quasi 3,2 miliardi di euro in termini di competenza, di cui 2,8 miliardi di incremento delle spese correnti.
  Analizzando la spesa per categorie economiche, la variazione incrementale della spesa corrente è da ricondurre in larga parte ai maggiori stanziamenti previsti per i redditi da lavoro dipendente, pari a circa 2,2 miliardi di euro in termini di competenza, su cui incidono le riassegnazioni delle somme relative alle competenze accessorie del personale versate all'entrata del bilancio dello Stato alla fine dell'anno 2022. Si registra, inoltre, un incremento di 950 milioni di euro dei trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche, dei quali 436 milioni di euro derivano dall'assegnazione al Fondo sanitario nazionale di risorse provenienti dal riparto del Fondo per la reiscrizione dei residui passivi perenti. A tali incrementi corrisponde una riduzione di circa 1,1 miliardi di euro delle risorse destinate a Fondi da ripartire di parte corrente, riferibile per circa 506 milioni al Fondo per la reiscrizione dei residui passivi perenti e per 215 milioni al Fondo di riserva per le spese obbligatorie.
  Riguardo alla spesa in conto capitale, che aumenta di 381 milioni di euro, le variazioni principali hanno riguardato gli stanziamenti dei contributi agli investimenti ad imprese, su cui incidono riassegnazioni di entrate per complessivi 247 milioni.
  Come già segnalato, fa presente che le variazioni proposte dal disegno di legge di assestamento determinano un miglioramento del saldo netto da finanziare in termini di competenza di 8 milioni di euro, dovuto a una riduzione delle entrate finali per 361 milioni, determinata dalla evoluzione negativa delle entrate tributarie, e a una proposta di riduzione delle spese finali per 368 milioni.
  Come indicato nella relazione tecnica, le proposte formulate con il disegno di legge di assestamento sono neutrali ai fini dell'indebitamento netto della pubblica amministrazione, in quanto già scontate nei quadri tendenziali nell'ambito del Documento di economia e finanza 2023.Pag. 12
  Per quanto concerne, in particolare, le proposte di variazioni alle entrate del bilancio dello Stato, per le entrate finali il disegno di legge di assestamento reca una proposta di riduzione per 361 milioni di euro, in termini di competenza, rispetto alle previsioni formulate con la legge di bilancio 2023.
  Le entrate tributarie recepiscono principalmente l'adeguamento alle stime del Documento di economia e finanza 2023 e le informazioni più recenti sugli andamenti effettivi del gettito, con una riduzione del gettito in termini di competenza pari a 784 milioni di euro. Tale decremento è riferibile essenzialmente a una diminuzione delle imposte indirette, per circa 2,1 miliardi di euro, parzialmente compensata dall'incremento previsto per le imposte dirette pari a circa 1,3 miliardi.
  Per le entrate extratributarie le proposte di variazione indicano, nel complesso, un incremento di 423 milioni di euro, dovuto, in particolare, alle entrate derivanti dal settore delle scommesse e dei giochi, con particolare riferimento alle lotterie, che si incrementano di 718 milioni, ai maggiori dividendi da versare da parte delle società a partecipazione pubblica, pari a circa 300 milioni, e ai rimborsi ottenuti dall'Unione europea per le spese sostenute per i vaccini, pari a 896 milioni. Vanno peraltro considerati i minori versamenti connessi agli utili conseguiti da parte di Banca d'Italia nell'esercizio 2022, pari a 2,67 miliardi, e all'adeguamento delle risorse proprie tradizionali riscosse per conto dell'Unione europea, pari a 300 milioni di euro.
  Rispetto alle previsioni iniziali del bilancio 2023, le entrate tributarie presentano la riduzione più significativa, pari a 817 milioni di euro complessivi, assestandosi a 587,8 miliardi, mentre le entrate extratributarie si assestano a 83,9 miliardi, con un miglioramento complessivo di 689 milioni.
  Le entrate da alienazioni, ammortamento e rimborso crediti non registrano alcuna variazione in termini di competenza, con previsioni assestate pari a circa 399 milioni.
  Per quanto concerne le spese finali, le variazioni proposte dal provvedimento determinano una complessiva riduzione della spesa di circa 368 milioni in termini di competenza, imputabile essenzialmente alle variazioni della spesa corrente, mentre risultano marginali le variazioni della spesa in conto capitale.
  Per la spesa corrente, le proposte di assestamento prevedono un incremento degli stanziamenti per interessi passivi, per oltre 3,3 miliardi di euro, in conseguenza dell'adeguamento alle previsioni tendenziali del Documento di economia e finanza.
  Come illustrato nella relazione, si propone un incremento degli stanziamenti per interessi sui titoli del debito pubblico per circa 2,85 miliardi di euro, ai quali si aggiungono 650 milioni di euro per gli interessi e ogni altro onere derivante dalla gestione e movimentazione della liquidità giacente sul conto disponibilità e 180 milioni di euro per gli interessi e oneri finanziari sui prestiti legati al Recovery and Resilience Facility. Minori stanziamenti si registrano per gli interessi sui conti correnti di tesoreria, in misura pari a 200 milioni, e per gli interessi sui prestiti internazionali, in misura pari a 930 milioni di euro.
  L'aumento della spesa per interessi è compensato dalla proposta di riduzione di altre spese correnti, per 3,7 miliardi di euro.
  In particolare, i trasferimenti correnti alle amministrazioni pubbliche si riducono di circa 3 miliardi di euro. Nell'ambito di tale categoria economica di spesa diminuiscono di oltre 3,3 miliardi i contributi in conto esercizio a enti di previdenza. Si riducono, in particolare, per mero adeguamento ai relativi fabbisogni di spesa, quindi senza alterare il riconoscimento delle relative prestazioni già erogate dall'INPS, gli stanziamenti destinati al sostegno al reddito dei lavoratori, che diminuiscono di 3.296 milioni, alla rivalutazione dei trattamenti pensionistici, che si riducono di 106 milioni, al finanziamento degli sgravi contributivi, che si riducono di 679 milioni, e al finanziamento degli oneri derivanti dai pensionamenti anticipati, per i quali la Pag. 13riduzione è pari a 434 milioni. Sempre in relazione agli effettivi fabbisogni di spesa si prevede un incremento di 1,42 miliardi di euro dei trasferimenti all'INPS, gestione ex INPDAP.
  Parimenti, si propone la riduzione degli stanziamenti per risorse proprie dell'Unione europea per 1,54 miliardi di euro. In tale ambito, le maggiori riduzioni riguardano le somme da versare per il finanziamento del bilancio dell'Unione europea a titolo di risorse proprie tradizionali, che si riducono di 300 milioni, con corrispondente variazione in diminuzione in entrata, e quelle da versare a titolo di risorse proprie basate sul reddito nazionale lordo, che si riducono di 1,5 miliardi di euro. Si incrementano, invece, di 250 milioni di euro le somme da versare a titolo di risorsa propria basata sull'IVA.
  La proposta di variazioni della spesa in conto capitale riguarda essenzialmente la categoria «Acquisizioni di attività finanziarie», che presenta un incremento di competenza pari a 215 milioni di euro, riguardante principalmente il Fondo rotativo per la crescita sostenibile, destinato al finanziamento degli accordi per l'innovazione, che si incrementa di 265 milioni. Tale incremento è parzialmente compensato dall'azzeramento del Fondo per il trasferimento tecnologico, che comporta una riduzione di spesa di 15 milioni, e del Fondo per la ricerca e lo sviluppo industriale biomedico, che determina una minore spesa per 35 milioni.
  Si propone, inoltre, anche una riduzione dei contributi agli investimenti alle imprese pari a circa 210 milioni di euro in termini di competenza, sui quali incide l'azzeramento degli stanziamenti del Fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali e la prosecuzione dell'attività d'impresa, che determina una riduzione di spesa di 215 milioni.
  Passando a un confronto con le previsioni iniziali del bilancio 2023, nell'ambito del complessivo incremento delle spese finali di 2,8 miliardi di euro, le spese correnti ammontano a 717,6 miliardi di euro, con un aumento rispetto alle previsioni iniziali di 2,4 miliardi. L'aumento riguarda, in particolare, i redditi da lavoro dipendente, che per effetto delle variazioni per atto amministrativo si incrementano di 2,3 miliardi di euro, in ragione delle citate riassegnazioni di entrate da cedolino unico, e gli interessi passivi e gli altri oneri finanziari, che per effetto delle proposte di assestamento si incrementano di 3,3 miliardi di euro, ai quali corrisponde una riduzione per circa 3 miliardi dei trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche.
  Le spese in conto capitale ammontano a 158,1 miliardi, con un incremento rispetto alle previsioni iniziali di 399 milioni, quasi integralmente riconducibile alle variazioni apportate con atti amministrativi.
  Con riferimento, infine, alle missioni del bilancio dello Stato, le proposte di assestamento determinano una riduzione degli stanziamenti della missione «Politiche per il lavoro» per circa 3,3 miliardi di euro, riferibile a un mero adeguamento degli stanziamenti agli effetti fabbisogni di spesa. Nell'ambito di questa, si riducono, all'interno del programma «Politiche passive del lavoro e incentivi all'occupazione», gli stanziamenti per il sostegno al reddito dei lavoratori.
  Si riducono altresì gli stanziamenti della missione «L'Italia in Europa e nel mondo» per 1,5 miliardi in termini di competenza e cassa, sui quali incide la richiamata riduzione degli stanziamenti inerenti al finanziamento del bilancio dell'Unione europea.
  Guardando alle spese complessive del bilancio dello Stato, va considerata infine, la proposta di riduzione delle spese del Titolo III, con riferimento agli stanziamenti della missione «Debito pubblico», pari a 3,3 miliardi di euro in termini di competenza e cassa, principalmente in relazione all'adeguamento delle esigenze per il rimborso dei prestiti internazionali, per le quali, nell'ambito del programma «Rimborsi del debito statale», si registra una contrazione di 7 miliardi, mentre il programma «Oneri per il servizio del debito statale» registra un incremento di 3 miliardi, in conseguenza dell'adeguamento degli stanziamenti riferiti agli interessi sui titoli del debito pubblico.Pag. 14
  In termini di cassa, il saldo netto da finanziare risultante dall'assestamento si attesta a circa 256 miliardi di euro, con un incremento di 298 milioni di euro rispetto alle previsioni iniziali di bilancio, per effetto di un aumento delle entrate finali per 88 milioni e di un aumento delle spese finali per 386 milioni. Tale incremento è dovuto alle variazioni per atto amministrativo, che determinano un saldo negativo di circa 2,8 miliardi di euro, solo parzialmente compensato dalle proposte del disegno di legge di assestamento, che determinano un miglioramento del saldo di circa 2,5 miliardi. Nel complesso, l'aumento delle entrate finali per 88 milioni rispetto alle previsioni iniziali riguarda essenzialmente le entrate extratributarie, che si incrementano di 281 milioni di euro, parzialmente compensati dalla riduzione delle entrate tributarie, pari a 161 milioni. L'aumento delle spese finali di 386 milioni è dovuto alle variazioni in aumento per atti amministrativi, pari a circa 3,09 miliardi di euro, compensate in parte dalle variazioni in riduzione proposte dal disegno di legge di assestamento in esame, pari a circa 2,71 miliardi di euro. Nel complesso, la spesa corrente primaria si riduce di 3,5 miliardi di euro, a fronte di un incremento delle spese per interessi per 3,3 miliardi e di quelle in conto capitale per 585 milioni.
  Osserva che gli altri saldi di cassa risultano, invece, in miglioramento. In particolare, il ricorso al mercato risulta migliorato di 6,7 miliardi di euro rispetto al bilancio di previsione, raggiungendo un valore pari a 559,8 miliardi di euro. Analogamente, il saldo primario, rispetto al valore negativo di 174,5 miliardi della previsione iniziale raggiunge un importo negativo di 171,5 miliardi, con un miglioramento di circa 3,1 miliardi, mentre il risparmio pubblico migliora di 288 milioni, attestandosi al valore negativo di 96,7 miliardi di euro.
  La proposta di assestamento determina una riduzione delle entrate finali in termini di cassa di 144 milioni, la quale riguarda principalmente le entrate tributarie, che recepiscono principalmente l'adeguamento alle stime del Documento di economia e finanza 2023, con una diminuzione di 128 milioni di euro in termini di cassa.
  Nell'ambito delle entrate tributarie, la riduzione rispetto alle previsioni iniziali di cassa deriva da una diminuzione delle imposte dirette di 1,7 miliardi di euro, parzialmente compensata da un incremento delle imposte indirette per circa 1,6 miliardi di euro. La variazione alle previsioni di cassa sconta, inoltre, le minori riscossioni a mezzo ruolo già stimate in occasione del documento di programmazione economica di aprile.
  Le entrate extratributarie registrano, invece, un peggioramento di 15 milioni di euro scontando anche in questo caso le riduzioni delle riscossioni a mezzo ruolo derivanti dall'adeguamento alle stime del Documento di economia e finanza 2023.
  Le entrate da alienazione, ammortamento e riscossione di crediti registrano una contrazione di 2 milioni di euro, imputabile ad un allineamento alle previsioni elaborate nel documento di programmazione economica dello scorso aprile, relativo alle riscossioni a mezzo ruolo.
  Riguardo alle spese finali, la proposta di assestamento determina una riduzione in termini di cassa di 2,7 miliardi di euro, interamente imputabile alle spese correnti.
  Per le spese correnti, le proposte di assestamento prevedono, da un lato, l'incremento degli stanziamenti per interessi passivi, per circa 3,3 miliardi in termini di competenza e cassa, dall'altro una riduzione della spesa corrente primaria di oltre 6 miliardi. In termini di sola cassa, si registra una riduzione dei redditi da lavoro dipendente per 1,3 miliardi di euro, dovuta all'adeguamento della previsione di cassa relativa al Fondo per il rinnovo dei contratti alla massa spendibile. In corrispondenza dell'andamento delle previsioni di competenza, i trasferimenti correnti ad amministrazioni pubbliche si riducono di circa 4 miliardi di euro anche in termini di cassa, con una contrazione che riguarda, in particolare, i contributi in conto esercizio a enti di previdenza, che diminuiscono di 3,3 miliardi. In termini di sola cassa, si riducono altresì gli stanziamenti per le erogazioni alle regioni a statuto ordinario a Pag. 15titolo di compartecipazione all'IVA, che diminuiscono di circa 1 miliardo di euro, in relazione all'adeguamento degli stessi all'effettivo fabbisogno.
  Venendo ai dati relativi ai residui, ricorda che nella definizione del bilancio di previsione, l'entità dei residui passivi viene stimata in modo presuntivo sulla base di un calcolo che fa riferimento alla massa spendibile e alle autorizzazioni di cassa risultanti dal bilancio dell'esercizio in corso. Solo con l'assestamento viene iscritta in bilancio la consistenza effettiva dei residui al 1° gennaio dell'esercizio in corso, quale è stata accertata sulla base delle risultanze del rendiconto per l'esercizio precedente.
  Pertanto, il disegno di legge di assestamento per il 2023 registra l'entità effettiva dei residui esistenti all'inizio dell'esercizio, accertata nel disegno di legge di approvazione del rendiconto per l'esercizio 2022 all'esame della Commissione. Come già segnalato con riferimento a tale disegno di legge, alla fine dell'esercizio 2022, si sono registrati residui attivi per complessivi 235.338 milioni, a fronte dei 265.870 milioni di residui inizialmente presunti nella legge di bilancio per il 2023, e residui passivi per 193.495 milioni, comprensivi di quelli relativi al rimborso prestiti, pari a 893 milioni. Con il provvedimento di assestamento si provvede ad aggiornare i residui attivi sulla base delle risultanze emerse al 31 dicembre 2022, a seguito della chiusura della gestione dell'esercizio.
  Con riferimento alle spese finali, al netto del Titolo III, in base al rendiconto 2022, la consistenza dei residui passivi finali al 31 dicembre 2021 è risultata pari a 192.062 milioni di euro di cui 121.854 milioni di residui pregressi, che residuano dalla gestione dei residui passivi provenienti dagli esercizi precedenti, e 70.748 milioni di nuova formazione, che derivano dalla gestione di competenza 2022.
  Nel complesso, il conto dei residui finali al 31 dicembre 2022 presenta un aumento di circa 4 miliardi di residui passivi rispetto all'esercizio precedente, passando da 188.057 milioni nel 2021 a 192.062 milioni nel 2022, con una crescita di circa il 2,4 per cento. L'aumento complessivo, che inverte la tendenza rispetto all'esercizio precedente, quando si era registrata una decrescita del 4,1 per cento, è da attribuirsi ad un aumento di 3,2 miliardi dei residui di parte corrente, che crescono circa del 6,9 per cento, e a un lieve aumento pari a 1,3 miliardi di quelli in conto capitale, pari a circa lo 0,9 per cento. Guardando anche il rimborso di passività finanziarie, si rileva un marcato aumento di 685 milioni rispetto a quanto registrato nell'esercizio precedente.
  Da ultimo, ricorda che l'articolo 33, comma 4-septies, della legge di contabilità e finanza pubblica dispone che la relazione tecnica di accompagnamento al disegno di legge di assestamento dia conto della coerenza del valore del saldo netto da finanziare o da impiegare con gli obiettivi programmatici definiti in coerenza con l'ordinamento europeo.
  La prima parte della relazione tecnica allegata al disegno di legge in esame illustra le principali variazioni previste dalla proposta di assestamento e i relativi effetti sull'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche, che è per l'appunto il saldo rilevante per l'ordinamento europeo. Come già segnalato, le variazioni del provvedimento di assestamento sono complessivamente neutrali in termini di indebitamento netto. La seconda parte illustra il raccordo tra il saldo netto da finanziare o da impiegare, integrato con le variazioni apportate per effetto del disegno di legge di assestamento, e gli obiettivi programmatici di indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche, definiti in coerenza con l'ordinamento europeo. Per ulteriori approfondimenti, rinvia in ogni caso alla documentazione predisposta dai competenti Uffici della Camera e del Senato.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP), intervenendo da remoto, nel sottolineare l'importanza dei provvedimenti in discussione, evidenzia che i dati economici in essi contenuti sono in gran parte riferibili alla gestione contabile del precedente Governo, che, in continuità con gli anni precedenti, aveva conseguito risultati positivi che hanno determinato un effetto trascinamento fino al primo trimestre dell'anno in corso. Rileva, tuttavia,Pag. 16 che tale progressione di crescita ha segnato il passo nel secondo trimestre del 2023 a causa delle scelte di politica economica adottate dal Governo in carica, a partire dai provvedimenti contenuti nella legge di bilancio per l'anno in corso.
  Nel ricordare che è ancora aperto il negoziato sulle nuove regole del Patto di stabilità e crescita, che dovrebbero entrare in vigore a partire dal 2024, rilava criticamente come la posizione del Governo italiano sul tema non sia ancora chiara e non vi sia ancora un'idea precisa sul percorso da intraprendere. Osserva infatti, che senza un accordo unanime a livello di Unione europea sulla riforma della governance economica a partire dal 1° gennaio 2024 rientreranno integralmente in vigore le regole del Patto di stabilità e crescita, eventualità che potrebbe comportare un serio rischio per la tenuta dei conti pubblici, riducendo in modo significativo i margini di manovra specialmente per quanto riguarda la spesa per investimenti. Tale circostanza è inoltre aggravata dal fatto che il Governo appare in difficoltà nell'attuazione delle misure contenute nel Piano nazionale di ripresa e resilienza.
  Con riferimento ai bonus edilizi, rileva che tali incentivi nell'attuale dibattito politico vengono considerati come un complesso indistinto senza evidenziare gli interventi che hanno avuto effetti positivi e che hanno posto rimedio a vizi e rigidità dei bonus precedenti. Sostiene, al riguardo, che gli ottimi risultati economici dell'anno 2022 sono dovuti anche all'introduzione del superbonus che ha consentito un aumento dell'occupazione e ha stimolato la capacità di movimentare gli investimenti, soprattutto nel settore delle costruzioni. Rileva che, benché l'attuale Governo abbia sempre criticato tale misura, in realtà più volte ne ha approvato la proroga, da ultimo con il decreto-legge n. 104 del 2023, e tutt'ora ne ipotizza il prolungamento. Sottolinea, tuttavia, che l'attuale Governo ha introdotto modifiche che, da un lato, con la cessazione del meccanismo di cessione dei crediti, hanno reso più difficile la fruizione dell'agevolazione da parte dei soggetti incapienti, i quali non hanno redditi sufficienti per compensare il credito d'imposta, mentre dall'altro, ha riammesso nei termini i proprietari di villette familiari. Pur dichiarando di condividere la proposta di una nuova proroga, anche alla luce dei ritardi che si sono verificati nella consegna dei materiali, sottolinea che tal modo di procedere non agevola la programmazione degli investimenti.
  Su un piano generale, ritiene che l'azione del Governo non sia all'altezza delle aspettative ingenerate durante la campagna elettorale e che presto ci si dovrà confrontare con la dura realtà della situazione economica, che contrasta con le numerose promesse fatte. In un contesto, si dichiara stupito dalle dichiarazioni di alcuni esponenti della maggioranza che hanno affermato che gli attuali problemi economici della Germania deriverebbero dall'aver smantellato le centrali nucleari, nonostante in quel Paese siano ancora in funzione ben diciassette centrali. A suo avviso, infatti tali affermazioni dimostrano in modo efficace il disorientamento presente all'interno della maggioranza in un momento in cui i numerosi nodi della presente situazione economica stanno per venire al pettine.

  Marco GRIMALDI (AVS) esprime la propria preoccupazione per i pessimi risultati economici ottenuti dal Governo pur in presenza della possibilità di impiegare una ingente mole di risorse derivante dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. In tale contesto giudica in termini particolarmente critici l'orientamento restrittivo della politica economica dell'Esecutivo, che sembra voler tornare alle ricette del Governo Monti, a partire dall'ipotesi, prospettata in questi giorni, di modificare anche per quest'anno il meccanismo di rivalutazione delle pensioni per poter raccogliere risorse da utilizzare nella legge di bilancio.
  Ritiene che il Governo, anziché prevedere un taglio all'indicizzazione delle pensioni, che determinerebbe minori erogazioni per circa 40 miliardi di euro in dieci anni, dovrebbe piuttosto introdurre misure di maggiore equità sociale assicurando una maggiore tutela delle pensioni e degli stipendi più bassi, reperendo le necessarie risorse innanzitutto attraverso il contrasto Pag. 17all'evasione fiscale e all'elusione realizzata dalle multinazionali, la tassazione delle rendite finanziarie e dei grandi patrimoni. A suo avviso, si potrebbe altresì prevedere, come è stato già fatto in molti altri Paesi occidentali, la legalizzazione delle droghe leggere che potrebbe determinare un aumento delle entrate che stima in circa 5 miliardi di euro.
  Alla luce di questo orientamento restrittivo dell'Esecutivo, esprime il timore che nella prossima Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza non ci siano risposte adeguate alle numerose esigenze del Paese, a partire dal rinnovo dei contratti del pubblico impiego, dal rafforzamento del sistema del welfare e dal rafforzamento della sicurezza sul lavoro. Allo stesso modo, non ritiene che si individueranno risorse adeguate a far fronte agli oneri derivanti dalla delega per la riforma fiscale, recentemente approvata dalle Camere, e al rafforzamento del sistema sanitario nazionale. A tale ultimo riguardo, ritiene grave la scelta del Governo di ridurre la portata dell'intervento del Piano nazionale di ripresa e resilienza relativo alla creazione delle case di comunità. Segnala, quindi, che il proprio gruppo già nell'esame del disegno di legge di assestamento intende avanzare proposte volte a ridurre gli stanziamenti per le parate militari e ad incrementare invece le risorse per le ispezioni sul lavoro, rilevando altresì l'urgenza di istituire una procura nazionale per la sicurezza sul lavoro.
  Intervenendo quindi sull'ordine dei lavori, nel ricordare che nell'ordine del giorno della seduta di domani è previsto l'esame in sede consultiva del testo unificato delle proposte di legge C. 536 e abbinate in materia di bullismo e cyberbullismo, auspica che in quella sede possa essere messa a disposizione della Commissione la relazione tecnica, da molto tempo richiesta al Governo.

  Giuseppe Tommaso Vincenzo MANGIALAVORI, presidente, in relazione alla richiesta del deputato Grimaldi, assicura di aver già sollecitato la trasmissione della relazione tecnica riferita al testo unificato delle proposte di legge C. 536 e abbinate.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluso l'esame preliminare dei provvedimenti in discussione, ricordando che il termine per la presentazione di eventuali proposte emendative scade alle ore 15 di domani.
  Rinvia, quindi, il seguito dell'esame congiunto ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.40.