CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 25 luglio 2023
149.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (I e XI)
COMUNICATO
Pag. 20

SEDE REFERENTE

  Martedì 25 luglio 2023. — Presidenza del presidente della I Commissione, Nazario PAGANO. – Interviene la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze, Lucia Albano.

  La seduta comincia alle 9.15.

DL 75/2023: Disposizioni urgenti in materia di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, di agricoltura, di sport, di lavoro e per l'organizzazione del Giubileo della Chiesa cattolica per l'anno 2025.
C. 1239 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 24 luglio 2023.

  Nazario PAGANO, presidente, comunica preliminarmente che sono stati presentati subemendamenti alle proposte emendative del Governo 1. 19, 3.09 e 12.9 (vedi allegato 1). Avverte che le presidenze hanno ritenuto irricevibili le proposte subemendative De Monte 0.1.19.1 e Alessandro Colucci 0.3.09.1, in quanto prive del carattere accessorio tipico dei subemendamenti che possono proporre modifiche unicamente nell'ambito testuale dell'emendamento al quale si riferiscono o in un ambito strettamente connesso.
  Ricorda che nella seduta di ieri le Commissioni hanno avviato l'esame delle proposte emendative e che – secondo quanto convenuto nella riunione degli Uffici di presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi – nella seduta odierna l'esame riprenderà dalla proposta di nuova formulazione dell'articolo aggiuntivo Iezzi 12.03 formulata dai relatori, che sarà comunque posta in votazione entro le 10.40, orario previsto per l'inizio dei lavori dell'Assemblea.

  Arturo SCOTTO (PD-IDP) interviene sull'ordine dei lavori per rilevare le condizioni disagiate nelle quali i componenti delle Commissioni si trovano a lavorare, stipati nell'aula della Commissione Lavoro; essendo consapevole del fatto che la sala del Pag. 21Mappamondo è occupata per la cerimonia del Ventaglio, chiede dunque formalmente alla presidenza di attivarsi per trovare una sede più idonea.

  Nazario PAGANO, presidente, nel precisare di non essere evidentemente contento della situazione disagiata, ricorda all'onorevole Scotto che già da ieri era noto che la sala del Mappamondo non sarebbe stata disponibile.

  Valentina BARZOTTI (M5S), evidenziando che nell'aula sono presenti almeno 50 persone e 50 gradi, stigmatizza il fatto che i parlamentari siano obbligati a lavorare stipati in un ambiente che non garantisce condizioni di salubrità e di igiene e sicurezza e chiede conseguentemente di interrompere i lavori.

  Nazario PAGANO, presidente, fa presente all'onorevole Barzotti che non intende sospendere i lavori.

  Alessandro URZÌ (FDI), nell'invitare la presidenza ad attivarsi affinché siano procurate sedie in più per i colleghi che sono in piedi, si chiede se davvero l'opposizione abbia intenzione di affrontare l'esame dell'articolo aggiuntivo 12.03, come concordato nella seduta di ieri; evidenzia come sia ormai tempo di misurarsi sulla voglia di fare.

  Simona BONAFÈ (PD-IDP) puntualizza che il Partito Democratico non ha nessuna intenzione, ieri come oggi, di venire meno agli impegni presi, ma che, al tempo stesso, vuole anche che resti agli atti che le condizioni di lavoro sono complicate per gli spazi ridotti.

  Nazario PAGANO, presidente, conferma che il resoconto porterà traccia di queste lamentele ma ribadisce anche che i lavori proseguiranno nella sede attuale, invitando i colleghi a non lamentarsi troppo, anche per rispetto verso chi lavora fuori, di condizioni di lavoro che indubbiamente non saranno piacevoli ma di certo non sono neanche così critiche come descritte da taluni.
  Dopo aver dato conto delle sostituzioni, chiede quindi se qualcuno intende intervenire in dichiarazione di voto sulla proposta di nuova formulazione dell'articolo aggiuntivo Iezzi 12.03.

  Irene MANZI (PD-IDP) afferma che la proposta di riformulazione dell'articolo aggiuntivo Iezzi 12.03 è una mera operazione di maquillage, fatta dalla maggioranza nella serata di ieri per perdere tempo e giungere all'approvazione della disposizione con un blitz notturno, con il favore delle tenebre. Sottolinea il giudizio critico del suo partito sulla proposta emendativa, anche a seguito della riformulazione, e ricorda come gli allievi ed ex allievi del Centro sperimentale di cinematografia da giorni stiano evidenziando l'intento del Governo di realizzare con questo intervento normativo uno spoils system anticipato, occupando politicamente una istituzione culturale che dovrebbe restare indipendente. Fa presente che si tratta di una operazione non nuova, in quanto sempre ieri le Commissioni hanno approvato l'emendamento Mollicone 12.7, che ha aumentato gli organici di diretta collaborazione del Ministero della cultura, e il Governo ha presentato un emendamento che riorganizza la struttura del Ministero della cultura, ledendo l'autonomia e l'indipendenza degli organismi tecnici. Ciò mentre, parallelamente, il Governo si dimostra incapace di emanare i decreti delegati che riguardano i lavoratori dello spettacolo e in generale si rifiuta di affrontare i veri problemi del settore. Ribadisce la vicinanza e il sostegno alle giuste proteste degli studenti del Centro sperimentale di cinematografia, che stamani incontreranno il Presidente della Commissione Cultura, on. Mollicone, e si dice curiosa di sapere cosa si diranno e come l'esponente della maggioranza giustificherà questa proposta emendativa, che egli stesso ha chiesto di sottoscrivere. Invita infine la maggioranza a soprassedere ritirando questo provvedimento.

  Arturo SCOTTO (PD-IDP) interviene sull'ordine dei lavori per chiedere che quando Pag. 22parlano esponenti dell'opposizione il rappresentante del Governo sia seduto al fianco del Presidente in ascolto delle argomentazioni altrui, cosa che ritiene non sia accaduto nel corso dell'intervento dell'onorevole Manzi. Invita il Presidente a stigmatizzare l'atteggiamento distratto del Governo.

  Nazario PAGANO, presidente, fa presente che la sottosegretaria Albano è al momento seduta al suo fianco e segue il dibattito.

  Gianni CUPERLO (PD-IDP), nel ringraziare l'onorevole Manzi per l'esaustiva esposizione delle ragioni di merito che inducono il Partito Democratico a chiedere il ritiro della proposta emendativa, ritiene importante aggiungere qualche ulteriore considerazione, prendendo le mosse da alcuni aneddoti, dai quali è possibile cogliere conseguenze di carattere politico. Rammenta anzitutto come l'inno nazionale sovietico, adottato dall'URSS dal 1944 al 1991, si basasse su musiche di Aleksandr Aleksandrov e testo di Sergej Michalkov, per evidenziare come dal 2001 la Federazione russa abbia adottato come inno la medesima musica, accompagnata però da diverse parole; sottolinea che Putin stesso chiese di scrivere quel diverso testo allo stesso Michalkov, già autore dell'inno sovietico, che divenne così autore di due testi evidentemente tra loro culturalmente contrapposti. Ritiene che questo aneddoto sia emblematico di come la cultura possa porsi periodicamente al servizio del potere. Rammenta poi alle Commissioni che il 29 settembre del 1945 avviò le pubblicazioni la rivista «Il Politecnico», diretta da Elio Vittorini, che nell'editoriale di lancio scrisse che «la cultura prende il potere». Evidenzia come tale affermazione sia esattamente opposta al concetto di potere che prende la cultura. Nel fare presente che la «cultura» è di per sé una materia ampia e complessa, che generalmente si coglie nella sua essenza quando manca, ricorda alcune statistiche sulla lettura di libri nel nostro Paese che evidenziano come tra il 1945 e il 1946, in controtendenza rispetto a quelli che sarebbero stati i dati successivi, i titoli della saggistica avessero sopravanzato per produzione e diffusione quelli della narrativa; ritiene che la spinta alla lettura di volumi di storia, di filosofia o di psicologia potesse all'epoca essere motivata solo dal buio culturale degli anni precedenti, che rese impetuoso il desiderio di recuperare il tempo perduto. Afferma che una cosa è la cultura al servizio del potere – della quale è emblematica la vicenda dello scrittore russo Michalkov – altra cosa è la cultura che il potere se lo prende, non per andare al Governo di un Paese, ma per esercitare la funzione egemonica. In merito, richiamando i recenti provvedimenti con i quali la maggioranza ha cambiato i vertici di INPS e INAIL, evidenzia che la dimensione della cultura è qualcosa di diverso dall'ordinamento previdenziale e che l'egemonia culturale è qualcosa che si conquista con la passione e la forza delle idee e non si può comprare o acquisire per via di decretazione.
  Riconosce che la maggioranza sta iniziando una battaglia legittima per rovesciare quella è stata denunciata come egemonia culturale della sinistra in questo Paese, ma suggerisce di volgere la battaglia verso i contenuti più che verso gli organigrammi o i comitati scientifici, per conquistare un consenso fuori dai palazzi delle istituzioni. Rileva come qualche timido passo in questa direzione abbia cominciato a compierlo il Ministro della cultura, con l'innovativa pratica delle recensioni formulate senza aver neanche letto il libro e sottolinea come tendenza ugualmente innovativa dal punto di vista culturale e del linguaggio la serata di apertura della stagione estiva del Maxi a Roma, alla quale è mancato solo Bombolo – perché prematuramente scomparso – come alta espressione della cultura italiana a nobilitare la qualità della serata.
  Rivolge dunque un appello alla riflessione, invitando la maggioranza a non andare allo scontro con una delle anime della cultura italiana, quale è il Centro sperimentale di cinematografia. Ricorda che nel 1963 veniva proiettato il capolavoro di Francesco Rosi «Le mani sulla città» e rammentaPag. 23 uno dei dialoghi emblematici del film nel quale a un candidato alle elezioni che comunicava di voler ritirare la propria candidatura per non essere inserito nella stessa lista che vedeva candidato anche uno speculatore edilizio, il sindaco risponde di conoscere benissimo il palazzinaro ma di averlo inserito in lista per conquistare il consenso attraverso il quale poi governare nell'interesse della comunità e rammenta che l'unica colpa in politica è essere sconfitti nell'esercizio del potere. Partendo da questo dialogo cinematografico, afferma che a suo avviso la politica è essere capaci di esercitare quel potere nella consapevolezza dell'esistenza di ambiti nei quali il Governo deve rispettare l'autonomia dei suoi interlocutori.
  Ricorda infine un confronto televisivo di alcuni anni fa tra due maestri del cinema italiano, Dino Risi e Nanni Moretti, nel corso del quale il vecchio maestro Risi si rivolse al giovane Moretti dicendogli che, pur apprezzando i suoi film, li avrebbe apprezzati ancor di più se lui si fosse spostato un po' di lato, uscendo dall'inquadratura, consentendogli di vederli meglio. Parafrasando Dino Risi, si rivolge dunque alla maggioranza, chiedendole di farsi un po' di lato per consentire di vedere la cultura italiana.

  Nazario PAGANO, presidente, ringrazia l'onorevole Cuperlo del suo intervento, soprattutto per l'aneddoto sull'inno dell'Unione Sovietica, che non conosceva.

  Riccardo RICCIARDI (M5S) rileva che la scarsa considerazione dell'attuale maggioranza per il cinema e la cultura in generale traspare dalle decisioni che vengono prese al riguardo. Osserva che è assolutamente lecito immaginare una nuova governance del Centro sperimentale di cinematografia ma ciò non può avvenire attraverso un emendamento a un decreto-legge che parla di tutt'altro, poco prima della pausa estiva e senza una vera discussione.
  Ricorda che la fondazione del Centro sperimentale si articola in due settori: la Cineteca Nazionale e la Scuola nazionale di cinema, rappresentando la prima la gestione del patrimonio storico del passato e la seconda le prospettive future della cinematografia italiana. In tale contesto appare pericoloso prevedere che un organismo sinora indipendente come il Comitato scientifico diventi di fatto di nomina politica.
  Dichiara di aver immaginato che dopo l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo 12.03 nella seduta precedente vi potesse essere un ripensamento al riguardo, mentre invece dalla riformulazione dello stesso emerge un testo se è possibile peggiorato in quanto viene previsto un quarto soggetto, il Ministro dell'università della ricerca, tra quelli che procederanno alla «lottizzazione» del Centro. Osserva che ciò è probabilmente dovuto alla necessità di garantire anche ad un ministero guidato da una esponente di Forza Italia uno spazio adeguato accanto ai ministri appartenenti Fratelli d'Italia e alla Lega.
  Rileva che l'ostilità delle forze di Governo rispetto all'attuale gestione della Fondazione deriva da un pregiudizio rispetto a una sua presunta faziosità politica, come se essa potesse rappresentare una sorta di «Soviet», fatto che può essere giudicato paradossale ricordando che si tratta di un ente fondato in epoca fascista. Invita a superare una visione preconcetta di questo tipo, segnalando che chi opera nel cinema lo fa prescindendo dai suoi riferimenti politici. Ricorda inoltre che nel caso di successi della cinematografia italiana in ambito internazionale si verifica una sorta di patriottismo, in quanto eventi in grado di dare lustro al Paese a prescindere da quale sia la possibile visione politica dei realizzatori delle opere.
  Sulla base della sua personale frequentazione della Scuola nazionale di cinema nel periodo 2008-2010, ricorda l'occupazione avvenuta in quegli anni, con esiti positivi, in risposta al taglio dei finanziamenti deciso dall'allora ministro Tremonti. Sempre in ragione della sua esperienza segnala che nel corso delle vacanze estive era stato assegnato agli allievi il compito di scrivere un soggetto partendo dalle vicende accadute nella caserma di Genova Bolzaneto nel 2001, durante il G7. I docenti che Pag. 24avevano proposto questo tema sono stati poi allontanati e hanno in seguito comunicato agli studenti che probabilmente i politici, che evidentemente erano stati turbati dalle loro scelte, erano incorsi nella stessa «trappola» da loro ideata per gli allievi nel senso che essi avrebbero dovuto scrivere un soggetto basato sull'esperienza in uno spazio chiuso e non una cronaca giornalistica di quanto accaduto. Segnala, per inciso, che negli anni successivi gli stessi docenti hanno vinto numerosi premi per un film come La Grande bellezza.
  Sottolinea che i giovani che stanno manifestando in questo momento per la difesa della Scuola nazionale di cinema provengono da tutta Italia e hanno spesso compiuto notevoli sacrifici per seguire tale corso di studi e ora si devono confrontare con una lottizzazione della loro realtà. Nel segnalare che è stato finora negato loro un incontro con il Ministro della cultura Sangiuliano e che quello programmato per oggi con il Presidente della Commissione Cultura vede come interlocutore una persona che ha appena sottoscritto la proposta emendativa in discussione, si interroga su quali possibilità di relazionarsi in maniera proficua con le istituzioni siano loro a disposizione.
  Osserva che con ogni probabilità tra poco si procederà all'approvazione di una proposta emendativa che sostituisce prima del previsto l'attuale governance della Fondazione e prosegue la pratica di occupazione dei posti già operata in molti altri istituti, a partire dall'Inps. Si tratta, a suo avviso, di un nuovo gravissimo precedente che rischia di legittimare azioni analoghe nel futuro. Nel riconoscere la piena legittimità della nomina del presidente della Fondazione da parte del Ministro della cultura, ribadisce che non appare però opportuna un'interruzione improvvisa di un percorso già avviato e che desta forte preoccupazione la previsione di un Comitato scientifico composto da rappresentanti ministeriali che percepiscono un'indennità e non da professionisti che lo fanno gratuitamente per ragioni di prestigio.
  Rileva che appare evidente che le forze di maggioranza ignorano come funzionano i meccanismi della creazione cinematografica, immaginando che vi possano essere forti condizionamenti determinati dall'appartenenza politica. Nel richiamare l'intervento precedentemente svolte dal collega Cuperlo, ricorda che un regista come Nanni Moretti ha probabilmente contribuito più di qualunque altro alla «distruzione» della sinistra italiana pur appartenendo sicuramente a quel mondo. Segnala che con un approccio ideologico probabilmente si realizzano solo film di scarso valore e non si raccontano le reali esperienze della vita, fatta di crescita e fallimenti.
  Nel dichiarare di non poter immaginare quali saranno gli esiti delle proteste in corso da parte degli studenti del Centro, ribadisce che con l'approvazione dell'articolo aggiuntivo in discussione non si reca un servizio al Paese e alla cultura ma si soddisfa solo una sorta di «bulimia» rispetto ai posti di potere.

  Toni RICCIARDI (PD-IDP) ritiene utile ricordare che l'istituto Luce venne fondato nel 1924 da Mussolini con l'intento di contribuire al potenziamento del «Volkgeist» italiano e all'educazione del popolo mentre il Centro sperimentale venne istituito nel 1935 come luogo dove promuovere la creatività e che ciò si inserisce pienamente nel quadro del cosiddetto «secolo breve» di cui ha parlato lo storico Eric Hobsbawm. Segnala che l'Istituto Luce sta compiendo un lavoro eccezionale di digitalizzazione del suo patrimonio, in gran parte riferito alla fase storica del fascismo, dalla quale si sente ovviamente particolarmente distante.
  Evidenzia che nei contesti scientifici e culturali di alto livello la reputazione appare un dato fondamentale è che essa si costruisce attraverso il lavoro delle persone che vi operano e non sulla base di nomine dall'alto. Nel rilevare che l'intervento normativo proposto con l'articolo aggiuntivo Iezzi 12.03 non presenta in alcun modo un carattere di urgenza, sottolinea che una vera emergenza è invece rappresentata dall'imminente chiusura di molti archivi storici, fenomeno di estrema gravità che viene invece sostanzialmente ignorato.
  Ricorda che nel 1986 il filosofo Jürgen Habermas ha introdotto il concetto di «uso Pag. 25pubblico della storia» nel senso che il potere tende a modificare l'interpretazione del passato per legittimare il presente. In questo quadro nel caso italiano gli eventi del 25 aprile rappresentano l'esempio di memoria che non è condivisa. Ricorda che il cinema assume una particolare valenza in Italia nell'immediato dopoguerra anche in conseguenza di una scelta di tipo geopolitico. Di fronte alle richieste provenienti dagli esponenti dei partiti di centro, a partire dal ministro Sforza, di investire su politiche culturali volte a promuovere i valori del «mondo libero» in contrapposizione all'Unione sovietica, le autorità degli Stati Uniti decisero di utilizzare in primo luogo il mezzo cinematografico, considerato lo strumento più efficace in ragione della scarsa diffusione di giornali e radio. Segnala che in una prima fase venne programmata la proiezione soprattutto dei film americani in cui però difficilmente il pubblico poteva identificarsi a causa della enorme differenza dello stile di vita della classe lavoratrice degli Stati Uniti e di quella italiana, soprattutto nel difficilissimo periodo del dopoguerra. Anche in risposta a ciò prese forma il cinema neorealista che riproduceva in maniera più credibile i pregi e i difetti degli italiani e la vita nelle diverse realtà territoriali, a volte anche in forma stereotipata. In tal modo si realizzò un immediato riconoscimento del pubblico con quanto accadeva sullo schermo e il cinema italiano assunse presto una dimensione internazionale di valore.
  Fatte queste lunghe premesse, ricorda che in democrazia coloro che vincono le elezioni, e in questo caso il centrodestra lo ha fatto con ampio margine, hanno l'onere e l'onore di governare, non quello del comando, che è una cosa profondamente diversa, sottolineando che attraverso il comando non si costruisce una reputazione. A coloro che volessero approfondire questi temi suggerisce una lettura de Il Principe di Machiavelli.

  Federico FORNARO (PD-IDP) con il suo intervento intende sollecitare una riflessione su un aspetto diverso rispetto a quelli affrontati dai colleghi, ma pur sempre di un certo rilievo. Esprime pertanto la propria preoccupazione per il filo comune che tiene insieme le scelte del Governo, a partire dal commissariamento di INPS, INAIL, CREA e ISMEA fino all'attuale modifica della governance del Centro sperimentale di cinematografia, sottolineando come non si aspettino più le naturali scadenze degli organi di vertice per procedere a un normale e legittimo esercizio dell'indirizzo di governo, più volgarmente definito spoils system. Ritiene che sfruttare l'escamotage della modifica della governance del Centro per raggiungere l'obiettivo di azzerarne il consiglio di amministrazione rappresenti un chiaro messaggio rivolto alla pubblica amministrazione e a tutti coloro che si occupano del bene pubblico, vale a dire «o ti allinei o vai a casa». Considera questo un approccio preoccupante che costituisce un esempio negativo per i governi futuri, oltre che l'espressione di un modello di arroganza che dichiara di non condividere. Richiama in particolare l'ultima parte dell'articolo aggiuntivo 12.03 del collega Iezzi, nel quale si stabilisce che alla costituzione del consiglio di amministrazione della fondazione – che sarebbe scaduto naturalmente a febbraio 2025 – si provveda entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della disposizione. A suo parere l'approccio adottato dalla maggioranza è pericoloso, oltre che sbagliato, dal momento che fa prevalere la politica su tutto, travolgendo i concetti di autonomia e indipendenza, con una modalità di intervento che appare piuttosto come una spartizione tra Ministeri. Con grande rispetto, precisa che nessuno nega il diritto del Governo di cercare di portare a termine il proprio programma, ma aggiunge che ciò non può essere fatto stravolgendo alcuni importanti elementi di garanzia. Invita pertanto Governo e maggioranza a fermarsi e a riflettere, rilevando come ancora una volta l'intervento avvenga attraverso un emendamento invece che al momento dell'adozione del decreto che essendo un provvedimento omnibus avrebbe potuto ospitare anche la modifica della governance del centro sperimentale. Nel chiedere scusa per i toni utilizzati nella seduta scorsa nei confronti del Presidente Rizzetto, fa presente che in quell'occasione Pag. 26si era limitato a chiedere una spiegazione sul contenuto dell'emendamento in esame. Precisa a tale proposito, anche in qualità di componente della Giunta per il regolamento, che a suo parere sarebbe opportuno prevedere anche per gli emendamenti una relazione tecnica che ne illustri i contenuti, analogamente a quanto avviene con la documentazione predisposta dagli uffici sul testo originario del provvedimento, in modo di consentire ai deputati di esprimere il proprio voto in maniera consapevole.

  Francesco MARI (AVS) si dichiara certo che se a conclusione dell'esperienza dell'attuale Governo si dovesse stilare una graduatoria dei provvedimenti peggiori, quello in esame vi rientrerebbe di diritto. Aggiungendo che tale decreto, oltre ad essere tra i peggiori, è anche quello più di destra tra quelli finora adottati, esprime la convinzione alla luce delle modalità utilizzate che anche i colleghi della maggioranza se ne vergognino un po'. Rileva quindi che la governance del Centro sperimentale di cinematografia avrebbe potuto essere modificata in molti modi diversi, invece che attraverso un articolo aggiuntivo inserito in un provvedimento che riguarda tutt'altro, tradendo in tal modo la volontà di evitare una discussione seria sul tema. Ritiene quindi che dietro il metodo adottato vi sia il desiderio di rivalsa di una parte della destra italiana, mossa da una convinzione a suo parere un po' rozza, secondo cui la cosiddetta egemonia della sinistra sulla cultura italiana a partire dal dopoguerra passi attraverso l'occupazione delle principali istituzioni culturali e che pertanto per sottrarsi a tale egemonia si debba necessariamente procedere ad occupare tali postazioni. Considera tale ragionamento pericolosissimo oltre che molto vecchio e molto lontano dalle dinamiche culturali e creative nel mondo. Richiamando la propria esperienza personale, segnala che la prima azienda al mondo per capitalizzazione, valore della produzione e volume delle risorse destinate alla ricerca applicata, quando assume un creativo non gli dà indicazioni specifiche sulle incombenze da assolvere ma si limita a raccomandargli di continuare a fare quello che ha sempre fatto. Nell'aggiungere che la medesima azienda riconosce l'eventuale brevetto in capo al dipendente responsabile, ritiene che entrare a piedi uniti nel campo della creatività costituisca un errore gigantesco, tanto più da parte di una maggioranza che è già egemone. Esprime la convinzione che la cosa più saggia da fare sia quella di occupare il meno possibile le istituzioni culturali, evitando di trattare il mondo della cultura come un terreno di conquista. Ritiene condivisibili le preoccupazioni dei ragazzi e delle ragazze del centro sperimentale che in questo momento stanno manifestando davanti a palazzo Montecitorio, dal momento che la modifica della governance comporterà inevitabili conseguenze su didattica, piani di studio e scelta dei docenti. A fronte delle molte occupazioni cui si è assistito in questi ultimi tempi, a partire da quelle dell'INPS e dell'INAIL, a suo parere una delle peggiori argomentazioni è quella di sostenere che si è sempre fatto così. Considera questa una affermazione non del tutto vera, dal momento che, se cos'è stato, certamente non in questa misura, con questa intensità e con queste forme. In conclusione, nel ricordare che Forza Italia è stato il partito che negli ultimi vent'anni ha partecipato a più governi, seguito probabilmente dalla Lega e che dunque i colleghi della maggioranza non sono stati da un'altra parte in tutto questo periodo, fa presente che si stanno di gran lungo superando i predecessori.

  Arturo SCOTTO (PD-IDP) preliminarmente fa presente che chiunque sieda nelle aule di Commissione ha probabilmente avuto nella sua vita esperienze di mobilitazione, sottolineando come la formazione di ciascuno passi attraversi il conflitto, senza il quale una vita politica democratica non può definirsi veramente tale. Nel far presente di aver avuto il privilegio di incontrare le ragazze e i ragazzi del centro sperimentale che manifestano in questo momento davanti a Montecitorio, si domanda quale sia il messaggio che arriva loro dal Parlamento. Precisa infatti che la modifica della governance del centro sperimentale è realizzata attraverso un articolo aggiuntivo presentato da un deputato, Pag. 27per quanto evidentemente predisposto con la collaborazione di qualcun altro, presumibilmente di qualche Sottosegretario del Ministero della cultura. Nel sottolineare a tale proposito di sapere bene da quali mani è stata guidata l'operazione, ritiene che il messaggio trasmesso all'esterno non possa che essere quello che il Parlamento è un muro di gomma. Segnala che già il 13 o il 14 luglio scorso sui giovani in procinto di completare l'annuale ciclo di studi è piombata addosso una proposta emendativa di modifica della governance del centro, senza che alcuno ritenesse di dover dare indicazioni di sorta sull'intervento. Nell'ammettere che anche la sua parte politica in alcune occasioni ha sbagliato a ricorrere allo spoils system, riconosce che vi possa essere da parte dell'attuale Governo la legittima intenzione di mettere a capo di un organismo come l'INPS un presidente di una determinata parte politica. Sottolinea tuttavia che in questo caso l'errore più grave è rappresentato dal fatto che il collega Iezzi non si è limitato ad intervenire sul consiglio di amministrazione, e dunque sull'ambito gestionale del centro, ma ha inteso modificare anche il meccanismo di nomina del comitato scientifico, ledendo quindi la centralità e l'autonomia del mondo culturale e creativo. Fa quindi presente che la Presidente del Consiglio, una vera professionista nel dare lezioni all'opposizione, da ultimo stamattina quando ha sostenuto che si sarebbe potuto intervenire prima sul salario minimo, è da sempre attenta all'immagine dell'Italia all'estero. A suo parere dunque la Presidente Meloni avrebbe dovuto concedere maggiore attenzione alla lettera firmata in pochissime ore da 600 esponenti del cinema italiano, a difesa del centro sperimentale. Aggiungendo che se fosse stato nei panni del collega Iezzi avrebbe soppresso dal proprio articolo aggiuntivo la parte relativa al comitato scientifico, ritiene che la maggioranza avrebbe fatto bene a non procedere e ad attendere almeno il previsto incontro del Presidente Mollicone con i giovani del centro sperimentale fissato per le ore 11 di oggi. Nel dichiararsi convinto che il Presidente Pagano avrebbe atteso almeno gli esiti del confronto, prima di sottoscrivere la riformulazione dell'articolo aggiuntivo, conclude che da questa vicenda i giovani del centro ricaveranno la convinzione che il Parlamento è un'istituzione in cui non si mantiene la parola data.

  Nazario PAGANO, presidente, avverte che sono le 10.40 e che diversi colleghi hanno chiesto di intervenire. Ricorda altresì che nella serata di ieri si era concordato che la votazione sull'articolo aggiuntivo Iezzi 12.03 si sarebbe tenuta oggi entro le ore 10.40. Ritenendo quindi che si debba rispettare l'accordo raggiunto, propone, in assenza di obiezioni, di dare la parola per soli 2 minuti a testa ai colleghi che l'hanno richiesta e di procedere subito dopo alla prevista votazione.

  Marco SARRACINO (PD-IDP) prevede che in futuro ci saranno anche altri decreti-legge che tratteranno della pubblica amministrazione, ma ritiene impossibile che in ciascuno di essi siano introdotte disposizioni di spoils system. Ritiene che si sia dinanzi a una bulimia di potere che non si arresta neanche dinanzi ad istituzioni indipendenti come il Centro sperimentale di cinematografia. Invita la maggioranza a soprassedere nell'approvazione della proposta emendativa, attendendo almeno il previsto incontro del Presidente della Commissione Cultura con gli studenti del centro sperimentale e rinnova la richiesta alla maggioranza di fornire una motivazione dell'emendamento. Sottolinea come non sarebbe la prima volta che esponenti della maggioranza non hanno contezza dell'argomento in discussione e ricorda l'episodio, già richiamato dal collega Cuperlo, del Ministro della cultura che dichiara di non aver letto i libri che ha appena giudicato in un concorso letterario. Sempre in relazione al Ministro della cultura, fa presente che in una recente visita a Secondigliano Sangiuliano, dopo essersi vantato dell'ampia conoscenza del quartiere, si sarebbe rammaricato dell'assenza di una biblioteca per poi realizzare la presenza della biblioteca Dorso a pochi metri da lui. Invita nuovamente la maggioranza a spiegare le ragioni dell'intervento normativo, alludendo al fatto che potrebbe con conoscerle.

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  Alfonso COLUCCI (M5S) svolge alcune considerazioni di carattere costituzionale, evidenziando come la proposta emendativa 12.03, anche nella sua nuova formulazione, si caratterizza per non contenere una norma generale e astratta, ma per regolare un caso concreto e specifico: si tratterebbe dunque di una norma provvedimento, che nonostante la forma di legge avrebbe la sostanza del provvedimento amministrativo. Rammenta che le norme provvedimento sono soggette al rispetto dell'articolo 97 della Costituzione, che afferma il principio di buon funzionamento della pubblica amministrazione, e al vaglio di legittimità tipico degli atti amministrativi. Evidenzia come l'articolo 97 della Costituzione affermi anche i princìpi di imparzialità e di legalità, che devono improntare l'azione della pubblica amministrazione e come la proposta emendativa all'esame delle commissioni, invece, intervenendo sullo statuto dell'ente surrettiziamente consenta un cambiamento della sua governance che la rende incostituzionale.

  Antonio D'ALESSIO (A-IV-RE) dichiara il voto contrario del proprio gruppo rispetto a una proposta emendativa che ha come solo scopo una poco edificante occupazione degli spazi. Ritiene che la disposizione ponga in imbarazzo anche alcuni parlamentari di maggioranza ed evidenzia che il tentativo di approvazione frettolosa nella precedente seduta serale fosse motivato proprio con l'esigenza di ridimensionare l'amplificazione mediatica di una decisione oggettivamente imbarazzante, inopportuna e ingiusta.

  Valentina BARZOTTI (M5S) chiede il ritiro della proposta emendativa e che la maggioranza ascolti la voce degli studenti. Rinnova la richiesta di spiegazioni sulla modifica, la cui unica ratio pare essere la lottizzazione e il controllo del centro sperimentale di cinematografia.

  Aboubakar SOUMAHORO (MISTO) fa presente che cultura vuol dire capacità di immedesimarsi nella mente degli altri, ma vuol dire anche aver coscienza di se stessi e degli altri. Quanto al metodo, stigmatizza il silenzio della maggioranza e del Governo, che annulla qualsiasi possibilità di dialettica parlamentare; quanto al merito del provvedimento il silenzio rumoroso della maggioranza impedisce di cogliere le ragioni dell'intervento normativo. Conclude affermando che l'imposizione agli altri della propria visione non sia cultura.

  Valentina GRIPPO (A-IV-RE), nel ritenere legittimo che la maggioranza voglia intervenire su una istituzione accademica che ha più di 90 anni di storia, e che anche nei periodi più bui ha conservato la propria dignità e indipendenza, contesta le modalità di questo intervento, fatto frettolosamente, invitando dunque a stralciare questa norma, per prendere il tempo che serve per giungere a una diversa formulazione, maggiormente condivisa.

  Arturo SCOTTO (PD-IDP) interviene sull'ordine dei lavori per evidenziare come la seduta dell'Assemblea, che doveva iniziare alle 10.40, sia stata posticipata alle 12. Propone dunque di approfittare di questi tempi dilatati per ampliare il dibattito sulla proposta emendativa Iezzi 12.03, come riformulata, consentendo anche ad altri parlamentari di prendere la parola, con l'impegno di tutti a chiudere con un voto entro le 12. Chiede inoltre, laddove si decidesse di procedere con il voto, di prestare particolare attenzione alle sostituzioni e dunque alla correttezza dell'esito della votazione.

  Nazario PAGANO, presidente, fa presente di aver già consentito a ulteriori parlamentari di intervenire, nonostante il termine concordato fosse spirato, proprio in considerazione dell'aggiornamento della seduta dell'Assemblea, e dunque indice la votazione.

  Le Commissioni approvano l'articolo aggiuntivo Iezzi 12.03 (nuova formulazione) (vedi allegato 2).

  Nazario PAGANO, presidente, comunica che il Governo ha depositato l'emendamento 27.2 (vedi allegato 1) e che il termine Pag. 29per la presentazione dei subemendamenti è fissato alle ore 17 di oggi.

  Arturo SCOTTO (PD-IDP) esprime sconcerto per il metodo con il quale il Governo sta procedendo ricordando di aver già espressamente chiesto, nella seduta di ieri, se vi fossero in vista nuovi emendamenti del Governo, senza ricevere risposta. Prende atto che siamo di fronte a un procedimento di conversione di un decreto-legge che avanza a tappe, scandite dalla presentazione di nuovi emendamenti del Governo; chiede che si convochino gli Uffici di presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi, per decidere l'organizzazione dei lavori.

  Nazario PAGANO, presidente, afferma che questa metodologia di lavoro non piace neanche alle presidenze e preannuncia che alla ripresa dei lavori a settembre sarà opportuno, unitamente a tutti gli altri presidenti di Commissione, affrontare la questione e individuare qualche regola di ingaggio comune. Nel concordare con l'esigenza di convocare nel primo pomeriggio, prima della ripresa dei lavori, gli uffici di presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 11.05.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 16 alle 16.30.