CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 6 luglio 2023
139.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO
Pag. 32

AUDIZIONI INFORMALI

  Giovedì 6 luglio 2023.

Audizione, in videoconferenza, del professore Federico Faggin nell'ambito dell'esame della Comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza al Parlamento europeo e al Consiglio «La politica di ciberdifesa dell'UE» (JOIN(2022) 49 final).

  L'audizione informale è stata svolta dalle 14.05 alle 14.40.

RELAZIONI AL PARLAMENTO

  Giovedì 6 luglio 2023. — Presidenza del presidente Alessandro GIGLIO VIGNA.

  La seduta comincia alle 14.40.

Relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), aggiornata al 31 maggio 2023.
Doc. XIII, n. 1.
(Esame, limitatamente alle parti di competenza, ai sensi dell'articolo 124, comma 2, del Regolamento e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame della Relazione in titolo.

  Antonio GIORDANO (FDI), relatore, fa presente che l'8 giugno scorso, il Governo ha trasmesso al Parlamento la III Relazione sullo stato di attuazione del PNRR, aggiornata al 31 maggio 2023, dando seguito ad un obbligo espressamente sancito dall'articolo 2, comma 2, lettera e), del decreto-legge n. 77 del 2021, nell'ambito della disciplina della governance e dell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
  La disamina parlamentare di tale documento costituisce un'occasione ineludibile per fornire indicazioni al Governo sui profiliPag. 33 sostanziali inerenti al processo di attuazione del PNRR ed al monitoraggio dei relativi traguardi e obiettivi.
  Rileva come la Relazione al Parlamento, la prima presentata da questo Governo, offra una fotografia del Piano e della sua attuazione, evidenziandone punti di forza e di debolezza, anche al fine d'individuare margini di miglioramento nell'implementazione degli investimenti e delle riforme previsti dal Piano. Essa analizza in piena trasparenza tutte le difficoltà registrate nella fase di attuazione del piano con uno scopo preciso: trovare le soluzioni per raggiungere pienamente gli obiettivi finali.
  Osserva che il Piano italiano è il più grande d'Europa con i suoi 191,5 miliardi di euro e 527 obiettivi da raggiungere, molti dei quali estremamente ambiziosi e utili ad ammodernare la Nazione e rilanciarne il tessuto sociale ed economico, sia sul versante interno sia su quello internazionale. Si tratta di uno strumento prezioso, che la maggioranza considera strategico e che intende utilizzare pienamente per portare avanti riforme strutturali, migliorare la competitività del Sistema-Italia e accelerare i processi di innovazione.
  II PNRR è il primo strumento comune con il quale l'Unione europea ha deciso di intervenire all'indomani della crisi economica e sociale provocata dalla pandemia, in un periodo storico diverso da quello attuale. La guerra di aggressione della Federazione russa all'Ucraina, e gli shock energetici, economici e sociali che ne sono seguiti, hanno fatto emergere nuove priorità di cui è necessario tener conto e la conseguente necessità di aggiornare il Piano.
  Ricorda che il documento fa seguito ai primi due, presentati al Parlamento, rispettivamente, in data 23 dicembre 2021 e 6 ottobre 2022.
  In questa sede si limita a sottolineare che il PNRR, a differenza di altri programmi europei di spesa, si configura come un piano di performance e non come un programma di spesa, impegnando l'Italia a raggiungere milestone e target associati a riforme ed investimenti, da realizzare entro i termini concordati.
  Di conseguenza, tutte le misure del Piano sono accompagnate da un calendario di attuazione e da un elenco di risultati da conseguire, quale condizione necessaria per l'erogazione del contributo finanziario o del prestito. In particolare, a ciascuna riforma e ad ogni investimento è associata una descrizione delle finalità della misura e degli indicatori che ne riflettono gli obiettivi e che costituiscono il parametro per la loro valutazione.
  Nel dettaglio, mentre le milestone rappresentano il completamento di fasi essenziali dell'attuazione (fisica e procedurale) delle misure, come l'adozione di particolari norme, la piena operatività dei sistemi informativi o il completamento dei lavori, i target si traducono in indicatori misurabili in termini di risultato dell'intervento pubblico (come i chilometri di ferrovie costruiti), oppure d'impatto delle politiche pubbliche (come la riduzione dell'incidenza del lavoro sommerso di due punti percentuali).
  Conformemente a quanto prescritto dalle disposizioni legislative che individuano i contenuti che tali relazioni devono presentare, fa presente che la III Relazione reca non soltanto i prospetti sull'utilizzo delle risorse del programma Next Generation EU e sui risultati raggiunti, nonché le eventuali misure necessarie per accelerare l'avanzamento dei progetti e per una migliore efficacia degli stessi rispetto agli obiettivi perseguiti, ma contiene anche una parte specificamente dedicata alla realizzazione dei traguardi e degli obiettivi stabiliti nel periodo di riferimento.
  Seguendo l'impostazione della II Relazione del 2022, la presente Relazione si articola in due sezioni, che esporrà sinteticamente, rinviando per gli approfondimenti alla documentazione predisposta dagli Uffici.
  La Sezione I, dopo una ricostruzione della struttura del PNRR italiano, sia dal punto di vista delle riforme, investimenti e priorità trasversali, sia dal punto di vista finanziario – anche in confronto con i programmi di ripresa degli altri Stati membri dell'Unione europea – reca, anzitutto, un consuntivo dei risultati conseguiti per il Pag. 34secondo semestre 2022, che prevedeva il raggiungimento di 55 traguardi e obiettivi ai fini dell'erogazione della terza rata dei finanziamenti europei, pari a 19 miliardi di euro, di cui 10 miliardi di sovvenzioni e 9 miliardi di prestiti.
  Rimarca che si è trattato di un semestre caratterizzato da un notevole aumento dei target (obiettivi) e da alcune riforme particolarmente articolate, tra cui quelle in materia di giustizia e di concorrenza.
  Il conseguimento, entro il 31 dicembre 2022, dei traguardi e obiettivi della terza rata è stato operato attraverso un'interlocuzione serrata del Governo con la Commissione europea, da un lato, e con tutte le Amministrazioni titolari degli interventi, dall'altro: ciò al fine di fare emergere ostacoli e problematiche nella fase di attuazione, che hanno richiesto un'azione mirata per consentirne il superamento.
  Evidenzia come, anche in questa ottica, si iscriva la scelta compiuta dall'Esecutivo non solo di attribuire a un unico Ministro le deleghe relative al PNRR, agli affari europei ed alle politiche di coesione, ma anche di procedere ad una riforma complessiva dell'assetto di governo del Piano, che ha registrato un opportuno rafforzamento della centralità della Cabina di regìa, organo di coordinamento e impulso delle azioni volte alla realizzazione delle misure del Piano, anche attraverso il dialogo costante con le regioni, gli enti locali e i numerosi soggetti attuatori.
  II nuovo approccio all'attuazione del PNRR permetterà di realizzare gli investimenti e le riforme che servono al Paese, con la velocità che è necessaria a rispettare gli impegni concordati a livello europeo, ma senza indebite accelerazioni che rischierebbero di compromettere la migliore allocazione delle ingenti risorse da cui dipende il percorso di sviluppo della Nazione.
  Fa presente che la Sezione I della Relazione riepiloga i principali atti normativi recentemente adottati dal Governo per l'attuazione del PNRR e del Piano nazionale per gli investimenti complementari (PNC), in particolare il decreto-legge n. 13 del 2023 ed il decreto-legge n. 44 del 2023 sul rafforzamento della capacità amministrativa delle Amministrazioni pubbliche.
  Con il primo decreto-legge, in particolare, è stata ridisegnata la governance del Piano, chiarendo meglio le rispettive competenze e funzioni della Presidenza del Consiglio dei ministri e del Ministero dell'economia e delle finanze. Il provvedimento ha, inoltre, previsto l'istituzione di un'apposita struttura di missione PNRR presso la Presidenza del Consiglio, che sostituisce la Segreteria tecnica costituita dal decreto-legge n. 77 del 2021, e reca norme in materia di stabilizzazione del personale non dirigenziale delle unità PNRR delle Amministrazioni centrali, di rafforzamento del coinvolgimento delle regioni e degli enti locali nelle fasi di messa a punto e attuazione del Piano, nonché di coordinamento della governance del PNRR con quella delle politiche di coesione.
  La Relazione riassume, inoltre, le ulteriori misure introdotte dal decreto-legge in materia di rafforzamento della capacità amministrativa, poi completate e arricchite dal decreto-legge n. 44 del 2023, nonché gli interventi verticali e orizzontali in materia di semplificazioni amministrative.
  Ricorda che la terza rata dei finanziamenti europei non è ancora stata erogata, giacché è in via di completamento la fase di valutazione, da parte della Commissione europea, dell'avvenuto conseguimento degli obiettivi e traguardi per il secondo semestre 2022. Il processo di valutazione ha richiesto tempi più lunghi, concertato tra il Governo ed i servizi della Commissione europea, in ragione della complessità degli obiettivi da raggiungere e per gli approfondimenti resisi necessari con riguardo ad alcune scadenze, oltre che in virtù del processo tecnico di verifica a campione che la Commissione stessa ha effettuato su alcune porzioni degli interventi realizzati.
  Sottolinea che la Sezione I della Relazione dà specifico conto, a questo proposito, degli interventi realizzati con riguardo alle scadenze previste per il secondo semestre 2022 nel settore della giustizia. In essa sono sintetizzate le misure adottate per il conseguimento delle scadenze relative alle riforme in materia di concorrenza e si dà Pag. 35conto, inoltre, dell'avanzamento degli interventi infrastrutturali del Piano, sui fronti dei collegamenti ferroviari ad alta velocità verso il Mezzogiorno per passeggeri e merci, del sistema portale, dei progetti di rigenerazione urbana.
  Con specifico riferimento a questi ultimi, in particolare, la Relazione ripercorre le interlocuzioni intercorse tra il Governo e la Commissione europea, descrivendo le tipologie di approfondimenti richiesti da quest'ultima e i chiarimenti forniti dal Governo.
  Fa presente che sono poi descritti gli interventi realizzati, sempre con riferimento agli obiettivi del secondo semestre 2022, in materia di energia e ambiente, di istruzione, università e ricerca, in materia di mercato del lavoro e di misure per le imprese, di riforma della pubblica amministrazione e di revisione della spesa pubblica, di transizione digitale e di misure per l'inclusione sociale.
  Oltre a riepilogare gli interventi effettuati per il conseguimento dei traguardi e degli obiettivi riferiti al secondo semestre 2022, la Sezione I della Relazione analizza i target e le milestone del primo semestre 2023, appena concluso.
  Ricorda che si tratta, in particolare, di 20 traguardi e 7 obiettivi, funzionali all'erogazione della quarta rata, di importo pari a 16 miliardi di euro, dei quali 14 miliardi di prestiti e 2 miliardi di sovvenzioni.
  La Relazione evidenzia che la fase di realizzazione di tali interventi è stata interessata da un peggioramento complessivo del quadro economico, in ragione della forte accelerazione della dinamica dei prezzi e delle strozzature registratesi dal lato dell'offerta. Tali criticità sollecitano, ad avviso del Governo, un percorso di revisione mirata di alcune misure, in accordo con le Istituzioni europee e in coerenza con il regolamento europeo sul dispositivo di ripresa e resilienza.
  Con riguardo a questo semestre, osserva che la Relazione dà conto degli interventi operati in materia di riduzione dei tempi di pagamento delle Pubbliche amministrazioni, riforma del pubblico impiego, riforma del codice dei contratti pubblici, con l'entrata in vigore del decreto legislativo n. 36 del 2023, nonché nei settori della giustizia, dell'energia e dell'ambiente, in materia di lavoro e imprese, di transizione digitale e innovazione e di misure per l'inclusione sociale e il contrasto alla povertà.
  Con riferimento, in particolare, ai settori energetico e ambientale, la Relazione segnala ed esamina lo stato di avanzamento di alcuni obiettivi e traguardi del semestre appena concluso, rispetto ai quali sono state registrate criticità e difficoltà attuative, legate all'evoluzione della dinamica di mercato e all'aumento dei prezzi.
  Rileva che la Sezione I della terza Relazione sullo stato di attuazione del PNRR contiene quindi un aggiornamento sull'avanzamento finanziario e i meccanismi di rendicontazione del PNRR: considerando il prefinanziamento di 24,9 miliardi di euro, riconosciuto nel mese di agosto 2021, e le prime due rate di 21 miliardi di euro ciascuna, erogate rispettivamente il 13 aprile e il 9 novembre 2022, finora la Commissione europea ha erogato all'Italia 66,9 miliardi di euro, di cui 28,95 miliardi di sovvenzioni e 37,94 miliardi di prestiti. Ulteriori 19 miliardi di euro potranno essere erogati al termine delle verifiche in corso sugli interventi compresi nella terza rata.
  Richiama il profilo programmatico dell'utilizzo delle risorse del PNRR, rivisto dal Governo nei documenti di programmazione che si sono succeduti: come evidenziato anche dalla Corte dei conti nella Relazione sullo stato di attuazione del PNRR, pubblicata a marzo di quest'anno, rispetto alla programmazione iniziale è stata infatti prevista una traslazione in avanti delle spese originariamente assegnate al triennio 2020-2022, per oltre 20 miliardi di euro complessivi.
  Nella Relazione, il Governo informa che al 31 dicembre 2022 le spese sostenute sono state pari a circa 24,48 miliardi di euro, mentre al 28 febbraio 2023 le spese si attestano a circa 25,74 miliardi di euro: il dato della spesa tiene conto della nuova modalità di contabilizzazione nei conti pubblici delle spese relativa alla misura EcobonusPag. 36, in conformità a quanto stabilito dall'Ufficio statistico dell'Unione europea (Eurostat).
  Fa rilevare come i dati attualmente contenuti nel sistema gestionale unico del PNRR, ReGiS, non consentono ancora di avere una visione completa dell'effettivo avanzamento finanziario del Piano. Il documento evidenzia che l'avanzamento finanziario delle spese afferenti ai nuovi progetti potrà essere registrato, invece, a partire dal secondo semestre 2023, in cui si concluderanno le fasi di progettazione degli interventi e si avvieranno i cantieri, con conseguente incremento della spesa.
  Sottolinea che le misure per le quali è stata dichiarata una maggiore spesa in termini assoluti sono il rafforzamento dell'Ecobonus e del Sismabonus (8,7 miliardi, 62,5 per cento dello stanziamento) ed il credito d'imposta per i beni strumentali 4.0 (5,4 miliardi, 61,3 per cento dello stanziamento).
  Analizzando le prestazioni di spesa delle singole amministrazioni titolari, la Relazione evidenzia come le prime tre Amministrazioni in termini di risorse assegnate – Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica e Ministero delle imprese e del made in Italy – abbiano fatto registrare una spesa sostenuta pari, rispettivamente, al 12 per cento, al 25 per cento e al 33 per cento dello stanziamento complessivo da destinare alla realizzazione degli interventi.
  Osserva che, nel complesso, la Relazione evidenzia come la maggior parte delle Amministrazioni titolari abbia conseguito un livello di spesa inferiore alle previsioni, e come ciò, oltre a segnalare un ritardo nella definizione e avvio delle misure, potrebbe incidere sul pieno raggiungimento degli obiettivi finali.
  In questo contesto, le misure che hanno registrato un maggior livello di spesa sono quelle attuate mediante il riconoscimento di incentivi automatici o contributi, mentre il livello delle spese relative alla realizzazione di lavori pubblici richiede un'attenta valutazione considerando la numerosità e l'eterogeneità degli interventi previsti, oltre alle difficoltà esogene che hanno interessato il settore.
  Per quanto riguarda la quota di risorse assegnate al Mezzogiorno, ricorda che la Relazione dà conto delle verifiche effettuate dal Dipartimento per le politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei ministri sul rispetto del vincolo del 40 per cento delle risorse allocabili territorialmente.
  All'esito della verifica emerge, al 31 dicembre 2022, una quantificazione delle risorse PNRR destinate al Mezzogiorno pari a 75,1 miliardi di euro, che corrispondono al 41 per cento delle risorse del PNRR con una destinazione territoriale, che aumenta a 86,9 miliardi considerando anche le risorse per il Mezzogiorno del Piano nazionale complementare.
  Malgrado il vincolo di destinazione territoriale risulti al momento soddisfatto, la Relazione pone l'accento sulla necessità di un'attenta e costante verifica, volta ad assicurare l'effettiva attuazione degli interventi, in quanto eventuali difficoltà in sede attuativa potrebbero non garantire l'effettiva riduzione dei divari territoriali.
  Sottolinea come, a questo proposito, la Relazione richiami i dati dell'ultima relazione sull'attuazione delle politiche di coesione, che è stata oggetto di una specifica audizione del ministro Fitto presso le Commissioni Bilancio e Politiche dell'Unione europea delle due Camere, svoltasi il 15 marzo scorso, che ha fatto emergere una percentuale di avanzamento finanziario della programmazione 2014-2020 pari al 34 per cento.
  Tale risultato ha richiamato l'attenzione sulla necessità di superare le criticità registrate nelle politiche di coesione in sede di impiego delle risorse assegnate dal PNRR. A questo fine, il Governo ha proposto alle regioni un approccio unitario e integrale di coordinamento delle misure e degli investimenti del PNRR con quelli previsti dalla nuova programmazione per la coesione 2021-2027.
  Rimarca come una parte consistente della Sezione I della III Relazione sia dedicata all'analisi delle principali criticità segnalate dalle amministrazioni titolari delle Pag. 37riforme e degli investimenti del PNRR, a seguito dell'attività di monitoraggio svolta in questi mesi sullo stato di attuazione delle misure del Piano e sull'avanzamento della relativa spesa.
  In dettaglio, i profili di debolezza e criticità sono stati classificati, all'interno della relazione, in quattro categorie: 1) eventi e circostanze oggettive, legati all'aumento dei costi e/o alla scarsità di materiali, all'interruzione o alla strozzatura delle catene di approvvigionamento; 2) eventi e circostanze oggettive, legati agli squilibri registratisi tra offerta e domanda, alla carenza di manodopera, al ritardo nello sviluppo di alcuni comparti e attività produttive, a investimenti rivelatisi non attrattivi; 3) difficoltà normative, amministrative e gestionali, consistenti, ad esempio, nella inefficiente gestione delle risorse e dei processi da parte delle Amministrazioni titolari, nella complessità delle pratiche per l'accesso ai fondi PNRR, nei ritardi cumulati per pareri e autorizzazioni, nel mancato coordinamento tra i soggetti attuatori o nell'inadeguatezza dei sistemi di monitoraggio dello stato di avanzamento delle opere; 4) difficoltà attuative derivanti da refusi ed errori di traduzione della Council Implementing Decision (CID) e degli Operational Arrangements (OA) – che andranno conseguentemente chiariti e ridefiniti – nonché da problematiche nei criteri di rendicontazione e verifica delle misure.
  Ricorda che la Relazione segnala come le riforme e gli investimenti per i quali sia stata riscontrata almeno una delle quattro tipologie di elementi di debolezza e criticità in sede di monitoraggio ammontino a 118 su un totale di 285 interventi.
  Di questi, sono 59 le riforme e gli investimenti affetti da almeno una delle due categorie riconducibili a eventi e circostanze oggettive, mentre ammontano a 101 le riforme e gli investimenti interessati da difficoltà normative, amministrative e gestionali o dalla necessità di ridefinire il CID o gli OA.
  Inoltre, 36 investimenti e 2 riforme risultano affetti da due criticità, mentre 14 investimenti sono affetti da una criticità, tra le due tipologie qualificate dalla Relazione come «eventi e circostanze oggettive».
  La Relazione riporta una tabella in cui sono specificate, per 63 investimenti e 2 riforme, le tipologie di criticità rilevate tra le quattro menzionate categorie. Non sono inclusi, invece, i rimanenti 53 tra investimenti e riforme in relazione ai quali le Amministrazioni titolari hanno segnalato un solo elemento di debolezza, consistente non in eventi o circostanze oggettive, bensì in difficoltà normative, amministrative e gestionali o dalla necessità di ridefinire il CID o gli OA.
  Sempre sul piano meramente quantitativo, dall'esposizione delle riforme e degli investimenti interessati da elementi di criticità e debolezza emerge come, tra le sei Missioni che compongono il Piano, quella maggiormente coinvolta sia la Missione 2, «Rivoluzione verde e transizione ecologica».
  Riguardo alle Amministrazioni titolari, con riferimento ai 65 investimenti e riforme per i quali la Relazione specifica le tipologie di elementi di debolezza riscontrati in sede di monitoraggio, emerge come quasi la metà di tali interventi siano nella titolarità del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica o del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
  Ricorda come le strutture governative, d'intesa con i servizi della Commissione europea, intendano verificare l'ammissibilità delle richieste di modifica o di riprogrammazione degli interventi affetti da criticità e debolezze avanzate dalle Amministrazioni titolari. Il documento precisa, al riguardo, che a seguito di queste interlocuzioni il Governo presenterà al Parlamento il quadro aggiornato delle proposte di revisione, prima della trasmissione ufficiale alla Commissione europea, entro il 31 agosto 2023.
  Sul piano finanziario, il Governo specifica nella Relazione la propria intenzione di mantenere immutato l'ammontare di risorse di provenienza europea assegnate all'Italia, tanto in termini di sovvenzioni a fondo perduto quanto in termini di prestiti.
  La parte conclusiva della Sezione I reca una indicazione preliminare dei contenuti Pag. 38del capitolo italiano del REPowerEU, che dovrà essere trasmesso alla Commissione europea, unitamente alle proposte di modifica, entro il prossimo 31 agosto.
  Fa presente che l'iniziativa REPowerEU, in ragione delle difficoltà di approvvigionamento di energia dei paesi dell'UE in seguito al conflitto in Ucraina, ha introdotto un nuovo quadro regolatorio che prevede la possibilità di modificare i piani nazionali di ripresa e resilienza con l'aggiunta di un capitolo dedicato alle nuove azioni volte a porre fine alla dipendenza dell'Unione europea dai combustibili fossili russi.
  REPowerEU mira infatti a promuovere azioni coordinate di diversificazione delle fonti di approvvigionamento, accelerazione della diffusione delle energie rinnovabili e promozione di nuovi comportamenti di risparmio energetico, supportati da tecnologie innovative.
  L'insieme dei criteri e delle modalità di aggiornamento dei piani nazionali sono dettagliati nella comunicazione della Commissione europea 2023/C 80/01 contenente gli orientamenti sui piani per la ripresa e la resilienza nel contesto di REPowerEU pubblicata il 3 marzo scorso.
  Osserva che, per quanto riguarda l'Italia, le proposte in corso di elaborazione sono volte, in particolare, a rafforzare le infrastrutture necessarie a soddisfare le esigenze di fornitura del gas, a promuovere la decarbonizzazione dell'industria e a far fronte alla povertà energetica attraverso apposite misure a sostegno delle famiglie e delle imprese.
  La Relazione ricorda come tale iniziativa sia finalizzata a individuare, a livello europeo, un percorso per la modifica dei Piani nazionali, nella direzione del rafforzamento degli investimenti e delle riforme chiave in materia energetica, soprattutto nell'ottica della riduzione della dipendenza dai combustibili fossili e della diversificazione delle fonti di approvvigionamento.
  Pone in rilievo come, nel quadro normativo e finanziario del REPowerEU, le risorse europee stanziate per l'Italia ammontino a 2,76 miliardi di euro di sovvenzioni non rimborsabili, cui si aggiunge la possibilità di chiedere che una percentuale delle risorse iniziali dei Fondi strutturali europei per la politica di coesione 2021-2027 sia destinata a sostenere gli obiettivi di REPowerEU: si tratta, a tale proposito, di circa 3 miliardi di euro.
  Il Governo precisa, altresì, che il capitolo italiano del REPowerEU potrà essere finanziato, in aggiunta, sia attraverso la richiesta di ulteriori prestiti a valere sui prestiti del dispositivo per la ripresa e la resilienza non utilizzati dagli altri Stati membri, sia con le risorse che si renderanno eventualmente disponibili a seguito della conclusione del processo di revisione dell'intero PNRR attualmente in corso.
  Per quanto riguarda, invece, i contenuti del nuovo capitolo italiano del REPowerEU, la Relazione specifica che un primo gruppo di proposte riguarderà le reti di trasmissione e distribuzione di energia, anche riferite al gas, nella prospettiva della riconversione degli impianti al trasporto di idrogeno.
  Un secondo gruppo di proposte riguarderà la produzione di energie rinnovabili e la riduzione della domanda di energia o la sua riqualificazione verso fonti rinnovabili. Un terzo gruppo di misure, infine, atterrà alle misure di sostegno alle catene del valore, con particolare riguardo alla promozione delle filiere dell'energia rinnovabile, nella prospettiva dell'economia circolare e del recupero dei materiali rari.
  Fa presente che, alla luce delle verifiche emerse dal confronto con le Amministrazioni titolari, per gli interventi caratterizzati da ritardi nella fase di avvio potrebbe verificarsi lo slittamento di alcune milestone intermedie, senza modificare il target finale. Per quegli interventi che abbiano maggiormente risentito degli incrementi dei costi delle materie prime, invece, si procederà ad una rimodulazione sia degli obiettivi intermedi sia di quelli finali, nonché dei quadri economici dei progetti, con possibile liberazione di risorse che si renderebbero disponibili.
  Viceversa, per gli interventi contrassegnati da una pluralità di soggetti attuatori, per i quali siano emerse difficoltà attuative, l'Esecutivo afferma di volere avviare un Pag. 39monitoraggio rafforzato, al fine di distinguere gli interventi ritenuti strategici e di interesse nazionale, cui lo Stato assicurerà un supporto rafforzato, da quelli le cui risorse saranno riprogrammate per essere destinate verso obiettivi più efficienti.
  Ricorda che dalla Relazione emerge, inoltre, l'intenzione del Governo di riprogrammare tutti quegli interventi che non consentano il rispetto dei tempi e delle condizionalità previsti dal PNRR, d'intesa con le singole Amministrazioni responsabili, traslandone il relativo finanziamento verso altri fondi nazionali disponibili a legislazione vigente, quali il Piano nazionale complementare, i Fondi strutturali europei 2021-2027 ed il Fondo per lo sviluppo e la coesione 2021-2027.
  Rimarca come, di fronte al quadro sfidante realisticamente delineato dalla Relazione, sia fondamentale che il Parlamento continui ad essere pienamente coinvolto in tutte le fasi salienti dell'implementazione del PNRR, moltiplicando i momenti di dialogo e di confronto istituzionale con il Governo, senza che ciò vada a detrimento dell'accuratezza dell'attività istruttoria necessaria ad assicurare un elevato livello qualitativo della legislazione prodotta.
  A tale fine ritiene auspicabile che anche la Camera dei deputati, come già previsto per le Amministrazioni centrali e locali dallo stesso PNRR, velocizzi il completamento dei percorsi programmati di reclutamento del personale, in modo da consentire un adeguato supporto tecnico alla serrata attività legislativa necessaria all'attuazione del PNRR e, più in generale, per una migliore e più sistematica disamina della vastissima produzione normativa delle istituzioni europee.
  In conclusione, nell'invitare tutti i gruppi a far pervenire le loro osservazioni con riferimento ai profili di competenza della XIV Commissione, si riserva di valutare la presentazione di una bozza di risoluzione in esito al dibattito, che spera ampio e approfondito stante la rilevanza del documento di monitoraggio in esame e che auspica possa avvalersi delle risultanze di un articolato ciclo conoscitivo.

  Alessandro GIGLIO VIGNA, presidente, prospetta lo svolgimento di alcune audizioni con soggetti istituzionali, eventualmente anche solo presso la XIV Commissione, per acquisire un quadro conoscitivo più articolato della fase di attuazione del Piano.

  Filippo SCERRA (M5S), in considerazione della rilevanza che assume questo documento per la XIV Commissione, propone di promuovere un ciclo conoscitivo che coinvolga numerosi attori istituzionali. Chiede inoltre che il Governo chiarisca al Parlamento cosa accadrà il 31 agosto in ordine all'erogazione della prossima tranche di finanziamenti. Allo stato attuale, numerose appaiono infatti le incertezze dell'Esecutivo in ordine all'implementazione del Programma in molti ambiti attuativi, dalla costruzione degli asili nido alla diffusione di colonnine di ricarica per i veicoli elettrici. Osserva come sia importante che il Parlamento acquisisca la proposta di revisione del Piano del Governo, eventualmente anche attraverso una richiesta formale della Commissione.

  Isabella DE MONTE (A-IV-RE) ricorda come la Commissione è chiamata ad esprimersi su un documento che fa il punto sullo stato di avanzamento del PNRR e che occorra concentrare l'esame solo sui profili attuativi del Piano.

  Antonio GIORDANO (FDI), relatore, rimarca l'esigenza di svolgere un lavoro organizzato che sia concentrato sullo stato di attuazione del documento all'esame della Commissione, senza «processi alle intenzioni» che esulano dal suo approccio alla questione.

  Stefano CANDIANI (LEGA) ricorda che ogni seduta della Commissione, così come ogni riunione dell'ufficio di presidenza, è intesa a promuovere la centralità della XIV Commissione nella disamina della legislazione e delle politiche dell'Unione europea e nel rivendicare un proprio spazio d'azione rispetto alle altre Commissioni permanenti, in particolare per quanto riguarda la gestione ed il controllo sull'attuazione del PNRR, come richiesto dall'on. Scerra. Fa presente che l'attuale quadro regolamentare circoscrive gli ambiti di operatività di questa Pag. 40Commissione ed auspica che possano essere superati quanto prima con mirati interventi di riforma.

  Nessun altro chiedendo d'intervenire, il Presidente rinvia l'esame del provvedimento ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.05.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Giovedì 6 luglio 2023.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.05 alle 15.10.