CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 20 giugno 2023
129.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 34

INTERROGAZIONI

  Martedì 20 giugno 2023. — Presidenza del vicepresidente Paolo FORMENTINI, indi della vicepresidente Lia QUARTAPELLE PROCOPIO. – Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, Giorgio Silli.

  La seduta comincia alle 12.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Paolo FORMENTINI, presidente, avverte che il seguente punto all'ordine del giorno, non essendo previste votazioni, sarà svolto consentendo la partecipazione da remoto, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento.

Pag. 35

5-00693 Boldrini: Sul ripristino dello stato di diritto in Tunisia.

  Il sottosegretario Giorgio SILLI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Laura BOLDRINI (PD-IDP), replicando, si dichiara del tutto insoddisfatta della risposta del Governo, che trascura del tutto la gravissima crisi democratica in corso in Tunisia. Ricordando che il decreto-legge n. 20 del 2023 (cosiddetto «decreto Cutro») ha introdotto nell'ordinamento nazionale una nuova ipotesi di procedura accelerata per le domande di asilo presentate direttamente alla frontiera o in zone di transito, nel caso in cui il richiedente provenga da Paese di origine sicura – e dunque nel presupposto che la sua domanda di protezione internazionale sia infondata – evidenzia che l'articolo 38 della direttiva europea 2013/32/UE – recante procedure comuni ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di protezione internazionale – dispone quanto segue: «gli Stati membri possono applicare il concetto di Paese terzo sicuro solo se le autorità competenti hanno accertato che nel Paese terzo in questione non sussistono minacce alla vita ed alla libertà della persona richiedente protezione internazionale, per ragioni di razza, religione, nazionalità, opinioni politiche o appartenenza a un determinato gruppo sociale». Al riguardo, segnala che la Tunisia non può essere annoverata tra i Paesi sicuri, dal momento che il Presidente Saied ha sciolto il Parlamento, ha disposto l'arresto arbitrario di oppositori politici, sindacalisti, attivisti dei diritti umani, ed ha altresì lanciato una odiosa campagna di odio razziale nei riguardi degli immigrati provenienti dalla regione sub-sahariana, arrivando ad evocare la «sostituzione etnica».
  Stigmatizza il fatto che, in nome dell'imperativo di controllare i flussi migratori, la Presidente Meloni si è prostrato dinanzi ad un autocrate come Saied, umiliando di fatto l'intero Paese e deludendo le aspettative degli esponenti dell'opposizione tunisina, che contavano sull'appoggio dell'Italia per reagire alla svolta autoritaria: si tratta di un calcolo politico assai miope, dal momento che – come insegna la Storia – i dittatori passano, ma i popoli restano e tengono vivo il ricordo di chi li ha aiutati a superare una crisi politica ed economica.
  Peraltro, rileva che lo stesso Presidente Saied ha dichiarato di non avere alcuna intenzione di fare il «guardiano dei confini europei», a conferma che la strategia del Governo italiano di sostenere il regime in cambio di un impegno alla mitigazione dei flussi migratori è del tutto fallimentare, oltre che sbagliata sul piano etico.

5-00914 Quartapelle Procopio: Sull'emergenza umanitaria in Sudan.

  Il sottosegretario Giorgio SILLI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD-IDP), replicando, si dichiara non completamente soddisfatta della risposta del Governo. Evidenziando che la crisi sudanese è scomparsa dalle cronache dei giornali, pur avendo implicazioni esplosive per tutta la regione – oltre che per l'Italia, sotto il profilo delle migrazioni –, auspica un impegno più intenso e costruttivo da parte dell'Esecutivo, anche in sede europea, per promuovere una soluzione diplomatica del conflitto. A suo avviso, il Sudan rischia di avvitarsi in una crisi analoga alla Somalia dei primi anni '90, con la popolazione civile in balia dei signori della guerra, che depredano le risorse del Paese per armare le proprie milizie.
  In particolare, auspica che il Governo stanzi risorse più consistenti per aderire all'appello delle Nazioni Unite finalizzato a raccogliere 3 miliardi di euro da destinare agli aiuti umanitari. L'esiguità degli stanziamenti attuali, unitamente al blocco temporaneo delle attività di assistenza e alla operatività limitata dell'Ambasciata italiana, destano gravi preoccupazioni: al riguardo, ribadisce l'esigenza che l'Italia e l'Europa nel suo complesso agiscano con maggiore incisività sulle crisi nel Sud del mondo, anche per sottrarlo alle influenze Pag. 36di attori terzi che non rientrano nel quadro delle nostre alleanze tradizionali.

5-00975 Formentini: Sulla partecipazione di Taiwan ai lavori dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.

  Il sottosegretario Giorgio SILLI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Paolo FORMENTINI (LEGA), replicando, si dichiara soddisfatto della risposata del Governo, che testimonia l'impegno dell'Italia per sostenere la partecipazione di Taiwan, in qualità di osservatore, ai lavori dell'OMS: a suo avviso, è paradossale che un Paese che ha conseguito risultati straordinari nel contrasto alla pandemia di COVID-19 sia escluso dalla principale sede di cooperazione multilaterale in ambito sanitario; auspica, dunque, che – anche grazie al rinnovato impegno dell'Italia – possa ampliarsi la coalizione di Stati che si oppongono all'inaccettabile veto posto da Pechino.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO, presidente, dichiara quindi concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 12.35.

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 20 giugno 2023. — Presidenza della vicepresidente Lia QUARTAPELLE PROCOPIO. – Interviene il sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale, Giorgio Silli.

  La seduta comincia alle 12.35.

Modifiche al codice della proprietà industriale, di cui al decreto legislativo 10 febbraio 2005, n. 30.
C. 1134 Governo, approvato dal Senato e C. 101 Billi.
(Parere alla X Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Simone BILLI (LEGA), relatore, segnala che nella seduta del 31 maggio scorso la X Commissione ha adottato come testo base per il prosieguo dell'esame il disegno di legge C. 1134, già approvato in prima lettura dal Senato.
  In premessa, rileva che i diritti di proprietà intellettuale sono regolati da un complesso di norme adottate a livello internazionale, europeo e nazionale. A livello europeo, l'articolo 118 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) dispone che il Parlamento europeo e il Consiglio, in qualità di co-legislatori, stabiliscano le misure per la creazione del diritto dell'Unione in materia di proprietà intellettuale, al fine di garantire una protezione uniforme dei relativi diritti nell'UE, nonché per l'istituzione di regimi di autorizzazione, di coordinamento e di controllo centralizzati a livello di Unione.
  Sottolinea che gli strumenti predisposti dall'Unione in attuazione di tale norma tengono conto degli accordi internazionali rilevanti in materia e dei relativi obblighi, stabiliti nell'Accordo di Berna, nella Convenzione di Roma, nell'Intesa di Madrid, nell'Accordo dell'Aja nonché nell'Accordo dell'Organizzazione mondiale del commercio sugli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio (Accordo TRIPS) e nei Trattati internazionali dell'Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (OMPI).
  Venendo al merito del provvedimento – composto di trentadue articoli –, evidenzia che esso si inquadra all'interno della riforma del sistema della proprietà industriale, prevista dalla Missione 1 del Piano nazionale di ripresa e resilienza, da realizzare entro il terzo trimestre dell'anno in corso. In particolare, la componente 2 della Missione 1 (M1C2) intende perseguire le finalità di digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo attraverso la riforma del sistema della proprietà industriale.
  Più in dettaglio, osserva che la riforma intende: rafforzare il sistema di protezione della proprietà industriale; incentivare l'uso Pag. 37e la diffusione della proprietà industriale, in particolare da parte delle PMI; facilitare l'accesso ai beni immateriali e la loro condivisione, garantendo nel contempo un equo rendimento degli investimenti; assicurare un rispetto più rigoroso della proprietà industriale; rafforzare il ruolo dell'Italia nei consessi europei e internazionali sulla proprietà industriale.
  Passando all'articolato, illustra le disposizioni di competenza della III Commissione, rinviando alla documentazione predisposta dagli uffici della Camera per ogni ulteriore approfondimento.
  Rileva che l'articolo 1 introduce il divieto di registrazione come marchi di segni evocativi, usurpativi o imitativi di indicazioni geografiche e di denominazioni di origine protette, in base alla normativa statale o dell'Unione europea, inclusi gli accordi internazionali di cui l'Italia o l'Unione europea sono parte.
  Al riguardo, ricorda che il sistema delle indicazioni geografiche dell'UE protegge i nomi di prodotti provenienti da regioni specifiche e che possiedono qualità particolari o godono di una reputazione legata al territorio di produzione: pertanto, i nomi di prodotti registrati come IG sono giuridicamente protetti contro le imitazioni e gli abusi sia all'interno dell'UE sia nei Paesi terzi in cui è stato firmato un accordo di protezione specifico. Per tutti i regimi di qualità, le autorità nazionali competenti di ciascuno Stato membro adottano le misure necessarie per proteggere le denominazioni registrate nel loro territorio. Inoltre, sono tenute a prevenire e bloccare la produzione o la commercializzazione illegale di prodotti che utilizzano tale denominazione.
  Sottolinea che l'articolo 2 introduce nel Codice la protezione temporanea dei disegni e dei modelli che figurano in una esposizione, ufficiale o ufficialmente riconosciuta, tenuta nel territorio dello Stato o di uno Stato estero con il quale si abbiano accordi reciprocità di trattamento.
  Rileva che l'articolo 5, introdotto nel corso dell'esame presso il Senato, modifica l'articolo 59 del codice della proprietà industriale, il quale prevede che, qualora per la medesima invenzione siano stati concessi allo stesso inventore un brevetto italiano ed un brevetto europeo valido in Italia o un brevetto europeo con effetto unitario, il primo cessi di produrre i suoi effetti. L'articolo in esame modifica tale disposizione disponendo che il brevetto italiano mantenga i suoi effetti e coesista con il brevetto europeo, anche in caso di successivo annullamento o decadenza di quest'ultimo.
  Osserva che l'articolo 8 reca norme finalizzate al rafforzamento del controllo preventivo sulle domande di brevetto utili per la difesa dello Stato e, a tal fine, apporta modifiche alla relativa disciplina, prevedendo, da una parte, la riduzione dei termini per l'esercizio del controllo preventivo ministeriale su tali domande e, dall'altra, l'estensione delle casistiche da sottoporre a controllo preventivo.
  Evidenzia che l'articolo 11 prevede che siano opponibili ai terzi gli atti che trasferiscono, in tutto o in parte, ovvero modificano i diritti inerenti ad una domanda o ad un brevetto europeo iscritti nel registro dei brevetti europei.
  Segnala che l'articolo 13 interviene sulle modalità procedurali attraverso le quali è rivendicata la priorità del deposito di una domanda volta ad ottenere un titolo di proprietà industriale. La disciplina vigente, infatti, dispone che colui il quale rivendichi la priorità di un deposito sia tenuto ad unire copia della domanda prioritaria da cui si rilevino il nome del richiedente, l'entità e l'estensione del diritto di proprietà e la data in cui il deposito è avvenuto. Sottolinea che la disposizione in esame integra tale disciplina prevedendo che, in alternativa, sia possibile indicare un codice univoco identificativo della stessa domanda, fornito dall'ente che detiene il fascicolo, che consenta all'Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM) di acquisire il fascicolo stesso. Secondo la reazione illustrativa, in tal modo si eliminerebbe, tra gli altri, l'ostacolo che impedisce all'Italia di aderire al Digital Act Service dell'Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale (WIPO), relativo allo scambio sicuro di documenti di priorità tra gli uffici della proprietà intellettuale nazionali partecipanti, acquisendoPag. 38 pertanto documenti attraverso tale canale.
  Infine, rileva che l'articolo 19 include le domande internazionali designanti e aventi effetto per l'Italia tra i riferimenti che devono essere tenuti in considerazione dall'Ufficio Italiano Brevetti e Marchi per valutare la novità del brevetto.
  Alla luce di queste considerazioni, formula una proposta di parere favorevole (vedi allegato 4).

  Il sottosegretario Giorgio SILLI si associa alle considerazioni testé svolte dal relatore.

  Vincenzo AMENDOLA (PD-IDP), preannuncia l'astensione del proprio gruppo sulla proposta di parere del relatore, dal momento che nel corso dell'esame in sede referente non sono stati approvati emendamenti che potevano migliorare ulteriormente il testo, la cui elaborazione, peraltro, era stata avviata già dal precedente Esecutivo.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 12.40.

SEDE REFERENTE

  Martedì 20 giugno 2023. — Presidenza della vicepresidente Lia QUARTAPELLE PROCOPIO. – Interviene il sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale, Giorgio Silli.

  La seduta comincia alle 12.40.

Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo di partenariato strategico tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e il Canada, dall'altra, fatto a Bruxelles il 30 ottobre 2016; b) Accordo economico e commerciale globale tra il Canada, da una parte, e l'Unione europea e i suoi Stati membri, dall'altra, con Allegati, fatto a Bruxelles il 30 ottobre 2016, e relativo strumento interpretativo comune.
C. 676 Rosato ed altri.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Alessandro BATTILOCCHIO (FI-PPE), relatore, in via generale, ricorda che il Canada è uno dei partner più antichi e più stretti dell'UE. La collaborazione tra le due sponde dell'Atlantico, basata su valori condivisi e su una lunga storia di stretta cooperazione, è stata notevolmente rafforzata negli ultimi anni. L'UE e il Canada, infatti, collaborano strettamente su questioni globali, quali l'ambiente, i cambiamenti climatici, la sicurezza energetica e la stabilità regionale; operano inoltre in stretta collaborazione nell'ambito del G7 e del G20 e il Canada contribuisce altresì alle missioni nel quadro della politica di sicurezza e di difesa comune dell'UE.
  Venendo al merito del provvedimento in esame, sottolinea che l'Accordo di partenariato strategico è entrato in vigore, in via provvisoria, il 1° aprile 2017, limitatamente ai capitoli che riguardano materie di competenza esclusiva dell'UE. Il contenuto dell'Accordo richiede comunque la ratifica da parte di tutti gli Stati membri dell'Unione europea, in virtù delle competenze anche nazionali coinvolte.
  Segnala, che, ad oggi, tutti gli Stati membri dell'Unione – ad eccezione di Francia, Italia ed Irlanda – hanno provveduto a ratificare l'intesa, che mira ad approfondire ed ampliare la cooperazione bilaterale su una vasta gamma di temi, quali tra cui la pace e la sicurezza internazionali, la lotta al terrorismo, la gestione delle crisi, la sicurezza marittima, la governance globale, l'energia, i trasporti, la ricerca e lo sviluppo, la salute, l'ambiente e i cambiamenti climatici.
  Rileva che, come ribadito nella dichiarazione congiunta UE-Canada sottoscritta il 7 marzo scorso, le due Parti intendono, in particolare, accelerare i progressi verso «economie resilienti ai cambiamenti climatici, circolari, a zero emissioni nette», garantendoPag. 39 nel contempo la sicurezza dell'approvvigionamento di minerali critici e le relative catene del valore, entrambi essenziali per costruire un'economia digitale e zero emissioni.
  Per quanto concerne l'Accordo economico e commerciale globale UE-Canada cosiddetto CETA –, segnala che il testo è stato firmato in occasione del vertice UE-Canada del 30 ottobre 2016 e il Parlamento europeo ha dato la sua approvazione il 15 febbraio 2017. L'applicazione provvisoria delle parti che rientrano nell'ambito di competenza esclusiva dell'Unione ha avuto inizio il 21 settembre 2017, ma il CETA sarà pienamente applicato dopo la ratifica da parte di tutti gli Stati membri: allo stato attuale risultano diciassette i Paesi membri che lo hanno ratificato (oltre all'Italia, anche la Francia non ha ancora proceduto alla ratifica).
  Osserva che il CETA ha contribuito ad incentivare gli scambi commerciali tra l'UE e il Canada, prevedendo l'abolizione di più del 98 per cento dei dazi doganali canadesi, con un risparmio per imprese europee stimato in circa 590 milioni di euro all'anno. Evidenzia che l'aumento degli scambi produce, naturalmente, un effetto in termini di crescita ed occupazione: secondo i dati diffusi dalla Commissione europea nel settembre 2022 il CETA avrebbe contribuito alla creazione di circa 700 mila posti di lavoro in Europa: gli scambi bilaterali di merci tra l'UE e il Canada, infatti, sono aumentati del 31 per cento negli ultimi cinque anni, raggiungendo i 60 miliardi di euro; una crescita ancora più elevata (41 per cento) è stata registrata negli scambi di prodotti alimentari e agricoli dell'UE verso il Canada, pari a un aumento del 26 per cento dall'entrata in vigore del CETA. Per i prodotti europei registrati come indicazioni geografiche, peraltro, è garantito un livello di protezione dalle imitazioni pari a quello assicurato dalla normativa dell'UE. Allo stesso modo, Tutte le importazioni dal Canada devono soddisfare le norme dell'UE in materia di: sicurezza dei consumatori; tutela dell'ambiente; salute degli animali e delle piante; sicurezza alimentare e OGM. Sempre nell'ottica di tutelare il mercato europeo, il CETA non apre alle importazioni di prodotti sensibili come il pollame e le uova; per le carni bovine, le carni suine e il granturco dolce, l'UE garantisce limitati contingenti esenti da dazi.
  Sottolinea che il CETA apre altresì il mercato canadese nei settori dei servizi finanziari, dei servizi postali e di corriere, delle telecomunicazioni, dei trasporti e degli appalti pubblici, e fornisce un quadro per il riconoscimento reciproco tra l'UE e il Canada delle qualifiche in certe professioni regolamentate, quali avvocati, ingegneri, architetti e contabili.
  Rileva che il CETA ha inoltre permesso all'Unione europea di avere un accesso privilegiato alle materie prime del Canada, eliminando le tariffe, vietando i controlli all'esportazione e riducendo i rischi per le catene di approvvigionamento anche in tempi di domanda elevata. Le importazioni UE di metalli di base dal Canada sono infatti aumentate del 143 per cento tra il 2016 e il 2021, mentre le importazioni di minerali sono aumentate del 131 per cento. Al riguardo, segnala che si tratta di risorse essenziali per i settori industriali chiave europei, ad esempio per la produzione di batterie.
  Osserva che il CETA ha infine creato un quadro per il commercio dell'energia con un partner affidabile e che condivide gli stessi princìpi dell'UE: di conseguenza, le importazioni UE di energia dal Canada sono aumentate del 70 per cento tra il 2016 e il 2021.
  Per quanto riguarda specificamente il nostro Paese, segnala che, sempre secondo i dati della Commissione europea, dall'entrata in vigore del CETA le esportazioni di merci verso il Canada sono cresciute del 36 per cento, raggiungendo i 7 miliardi di euro nel 2021, mentre le esportazioni di servizi sono aumentare del 57 per cento. Sottolinea che l'Osservatorio economico del Ministero degli esteri conferma queste cifre anche per il 2022, con un saldo commerciale che si è chiuso con un attivo di circa 4,5 miliardi di euro.
  Per quanto riguarda gli investimenti, ricorda che quelli italiani in Canada sono cresciuti del 289 per cento, raggiungendo i Pag. 403,8 miliardi di euro nel 2021, mentre quelli canadesi in Italia hanno registrato un incremento del 185 per cento, raggiungendo 1,1 miliardi di euro.
  Segnala, infine, che in occasione della terza riunione del Comitato misto CETA, tenutasi a Ottawa il 2 dicembre 2022, entrambe le Parti hanno sottolineato che i risultati economici positivi ottenuti nell'ambito del CETA sono fondamentali nel contesto globale attuale, caratterizzato da crescenti tensioni geopolitiche e dalla guerra russa contro l'Ucraina, dalle perturbazioni della catena di approvvigionamento, dall'insicurezza alimentare, dalla crisi energetica globale e dalla recessione economica emergente.

  Vincenzo AMENDOLA (PD-IDP), esprimendo apprezzamento per la relazione del collega, sottolinea che nel recente passato autorevoli esponenti dell'attuale maggioranza si sono associati alle critiche sull'accordo CETA provenienti da alcune associazioni di categoria, come la Coldiretti. Ritiene dunque indispensabile organizzare un ciclo di audizioni per chiarire la posizione dell'attuale Governo – a partire dalla Farnesina, dal vicepresidente del consiglio Salvini e dal Ministro dell'agricoltura della sovranità alimentare – oltre che per acquisire l'avviso delle suddette organizzazioni della società civile.

  Simone BILLI (LEGA), si associa alla proposta del collega Amendola, evidenziando, in particolare, l'opportunità di audire rappresentanti dei sindacati e delle associazioni di categoria.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP) suggerisce di inserire nel ciclo di audizioni anche i rappresentanti delle associazioni ambientaliste che hanno espresso riserve sulla ratifica del CETA.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO, presidente, avverte che tali richieste saranno esaminate in sede di ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Istituzione del Portale unico telematico per gli italiani all'estero.
C. 994 Onori ed altri.
(Esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dei provvedimenti, rinviato nella seduta del 29 marzo scorso.

  Simone BILLI (LEGA), relatore, rinviando alla documentazione predisposta degli uffici per l'approfondimento dei contenuti della proposta di legge, segnala che è già disponibile una app della Farnesina – denominata «mAPPamondo consolare» – con informazioni su oltre duecento sedi consolari, munita di geo-localizzazione e relativa individuazione degli uffici all'estero, che si aggiunge ai numerosi servizi disseminati in varie sezioni del sito internet del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.
  Inoltre, segnala che più di 1 milione di connazionali all'estero utilizzano già i servizi assicurati dal Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID).
  Pertanto, a suo avviso, anziché istituire un nuovo portale, sarebbe più utile effettuare una ricognizione sulla efficacia degli strumenti esistenti, individuando le eventuali lacune e perfezionandone i meccanismi.

  Il sottosegretario Giorgio SILLI, associandosi alle considerazioni del relatore, ribadisce l'opportunità di sottoporre ad un'attenta revisione i servizi che già oggi la Farnesina mette a disposizione dei connazionali all'estero.

  Federica ONORI (M5S), sottolinea il grande potenziale in termini di praticità insito nella proposta di legge in esame. Tale strumento, infatti, si rivolge, in particolare, agli italiani che intendono trasferire la loro residenza all'estero e a coloro che risultano già residenti all'estero, nonché ai connazionali rimpatriati.
  A suo avviso, uno dei principali vantaggi di tale Portale sarebbe costituito dal fatto di racchiudere in un unico contenitore virtualePag. 41 tutte le informazioni di fondamentale utilità per gli italiani all'estero, inclusi gli aggiornamenti sui temi tendenzialmente di maggiore interesse per chi risiede fuori dal Paese.
  Nel dettaglio, il Portale dovrebbe infatti contenere anche le informazioni relative alla disciplina in materia di agevolazioni e di partecipazione alle elezioni, gli aggiornamenti della normativa di riferimento, nonché le informazioni concernenti i servizi consolari disponibili online.
  Sottolinea che, al momento, non esiste uno strumento analogo e che le informazioni di interesse per gli italiani all'estero restano frammentate in diversi siti. Inoltre, anche la citata – e lodevole – iniziativa della Farnesina «mAPPamondo consolare» presenta notevoli limiti sotto molteplici aspetti, tra i quali: accessibilità estremamente difficoltosa – non funziona sui dispositivi Apple e per quanto concerne quelli Android, in assenza di aggiornamenti interni, bisogna avere una versione «vecchia» del sistema operativo, altrimenti l'app risulta inutilizzabile – e contenuti limitati (dai commenti online degli utenti emerge una scarsità di informazioni a disposizione).
  Ritiene, pertanto, che tale app costituisca un passo intermedio per familiarizzare con i vantaggi che offre una certa tecnologia, senza poterla considerare risolutiva o paragonabile alle funzionalità di un portale unico così come immaginato.
  Evidenzia, inoltre, che nel corso della scorsa Legislatura, il Movimento 5 Stelle aveva presentato una analoga proposta di legge, al fine di contribuire a migliorare l'accesso a servizi fondamentali da parte dei nostri connazionali nel mondo, andando dunque a migliorare la loro qualità della vita complessiva.
  Sottolinea che, da parte del Movimento, c'è sempre stata sia una reale sensibilità nei confronti dei residenti all'estero sia un approccio pragmatico e attento alle più recenti evoluzioni tecnologiche, facendo spesso tesoro di quanto avviene nel mondo.
  Ricorda, dunque, che nel corso della XVIII Legislatura, la III Commissione, sempre su iniziativa del Movimento 5 Stelle, ha approvato all'unanimità la risoluzione n. 8/00081 che impegnava il Governo: «ad adottare iniziative affinché la Farnesina possa istituire un portale unico nel quale inserire tutte le informazioni utili per gli italiani nel mondo e in particolare per quelli che intendano trasferire la loro residenza all'estero, per coloro che siano già residenti all'estero, nonché per i connazionali rimpatriati, e che comprenda univoche indicazioni sui servizi consolari erogati online dalla rete di ambasciate e consolati, con l'obiettivo di omogeneizzare gli standard comunicativi, coordinare i flussi informativi, armonizzare il funzionamento della rete dei terminali dello Stato all'estero e migliorare la capacità di interazione con i cittadini».
  Sottolinea che, essendo stata approvata all'unanimità, la risoluzione esprime l'impegno morale di tutte le forze politiche, incluse quelle che oggi rappresentano la compagine di maggioranza.
  Quindi, in merito ai lavori relativi alla proposta di legge in esame – che va a beneficio di un numero di persone che più o meno equivale a quello della regione Lazio –, auspica la collaborazione dei colleghi, in uno spirito di reale dedizione e attenzione agli interessi di una categoria di nostri connazionali, in passato, troppo spesso dimenticata, se non in alcuni casi anche «maltrattata» a causa di ingiustificabili e perduranti iniquità.

  Andrea DI GIUSEPPE (FDI), pur condividendo lo spirito della proposta di legge, nei sottolinea alcune imprecisioni, rilevando che nella relazione illustrativa si fa riferimento a 60 milioni di italiani all'estero, senza considerare che tale cifra comprende anche la categoria degli italo-discendenti. Evidenzia, altresì, che l'iscrizione all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE) costituisce un obbligo di legge, tutt'oggi disatteso da molte connazionali per evitare di perdere il diritto all'assistenza sanitaria. Per questo motivo ha presentato una specifica proposta di legge in merito.
  Concorda, quindi, sull'esigenza, da un lato, di effettuare una ricognizione degli attuali servizi ai connazionali all'estero e, Pag. 42dall'altro, di rimuovere gli ostacoli che limitano l'iscrizione all'AIRE.

  Vincenzo AMENDOLA (PD-IDP) ritiene utile acquisire ulteriori elementi conoscitivi dagli Uffici della Farnesina che si occupano della implementazione di tali servizi. Condivide, altresì, le considerazioni del collega Di Giuseppe sull'opportunità di ricostruire un quadro coerente e strutturato delle esigenze dei nostri connazionali all'estero. In questo senso, sarebbe stato utile avvalersi dell'attività, in seno alla Commissione, dell'apposito Comitato per gli italiani all'estero, di cui auspica, al pari degli altri comitati permanenti, una rapida costituzione.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP) condivide l'esigenza di approfondire le ragioni che limitano l'iscrizione all'AIRE, valutando anche l'introduzione di misure di incentivo per i connazionali che decidono di registrarsi.

  Andrea DI GIUSEPPE (FDI) ribadisce che la motivazione principale è costituita dalla perdita del diritto all'assistenza sanitaria: la citata proposta di legge a sua prima firma mira proprio a rimuovere questo ostacolo, prevedendo a carico dei connazionali all'estero un'apposita «tassa» – fee – per fruire dei delle prestazioni del Servizio sanitario nazionale.

  Federica ONORI (M5S) chiarisce che la cifra di 65 milioni di italiani all'estero riportata nella relazione illustrativa alla proposta di legge fa riferimento esclusivamente ai soggetti dotati di cittadinanza italiana. Invitando i colleghi ad affrontare una discussione con un approccio più costruttivo, evidenzia che il tema dell'iscrizione all'AIRE è totalmente estraneo alla materia della proposta di legge in esame. Concorda, infine, con la proposta di organizzare un breve ciclo di audizioni.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.10.