CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 7 giugno 2023
123.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
COMUNICATO
Pag. 88

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 7 giugno 2023. — Presidenza del presidente Marco OSNATO. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, Lucia Albano.

  La seduta comincia alle 14.

Disposizioni per la promozione e lo sviluppo delle start-up e delle piccole e medie imprese innovative mediante agevolazioni fiscali e incentivi agli investimenti.
C. 107 Centemero.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 31 gennaio 2023.

  Marco OSNATO, presidente, ricorda che il 5 aprile scorso è scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti e avverte che sono state presentate 41 proposte emendative, che saranno allegate al resoconto della seduta odierna (vedi allegato) e che sono a disposizione dei colleghi anche sull'applicazione GeoComm.
  Avverte quindi che è da ritenersi inammissibile, per estraneità di materia, l'articolo aggiuntivo Stefanazzi 4.01 che – nel prevedere l'istituzione di una banca dati unica contenente le informazioni relative ai bandi della Presidenza del Consiglio dei ministri, dei ministeri, delle agenzie, di Invitalia, di Cassa depositi e prestiti e dell'Unione europea rivolti alle imprese, nonché un portale web unico mediante cui i soggetti interessati possano trasmettere le domande di partecipazione ai citati bandi – detta disposizioni applicabili alla generalità delle imprese e non appare specificamente riconducibile alla materia delle start-up e delle imprese innovative, oggetto del provvedimento.
  Rammenta quindi che il relatore ed il Governo hanno chiesto di poter disporre di qualche giorno supplementare per l'analisi istruttoria delle proposte emendative presentate. Di conseguenza avverte che la votazione delle stesse, nonché del mandato al relatore, avranno luogo nel corso della prossima settimana, essendo l'avvio della discussionePag. 89 in Assemblea fissato per lunedì 19 giugno.
  Con riferimento alla pronuncia di inammissibilità, evidenzia che il termine per la presentazione di eventuali ricorsi è fissato alle ore 17 della giornata odierna.

  Claudio Michele STEFANAZZI, rilevato che le proposte emendative hanno recepito le indicazioni emerse nel corso delle audizioni, chiede che Governo il tenga conto del lavoro svolto dalla Commissione allo scopo migliorare il testo della proposta, anche in un'ottica di convergenza sulle proposte presentate sia dalla maggioranza che dall'opposizione.

  Marco OSNATO, presidente, preso atto di tale sollecitazione e nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia l'esame della proposta ad altra seduta.

Delega al Governo per la riforma fiscale.
C. 1038 Governo e C. 75 Marattin.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 31 maggio 2023.

  Marco OSNATO, presidente, avverte anzitutto che sono stati ritirate le seguenti proposte emendative: Lupi 2.117 e 2.125, Pastorino 2.126 e 2.132, Pastorino 5.6, Pastorino 5.11, Lupi 5.26, Gebhard 5.57, Lupi 5.70, 5.157 e 5.164, Pastorino 6.1 e 8.1, Lupi 9.1 e 9.2, Gebhard 9.3, Lupi 9.7 e 9.40, Pastorino 10.5 e 10.7, Lupi 14.18, Bicchielli 14.20 e 14.22, Gebhard 15.1, Pastorino 15.14, Lupi 15.24, Congedo 16.8, Pastorino 18.3 e Lupi 18.8.
  Ricorda quindi che sarà a breve disponibile un nuovo fascicolo degli emendamenti, che terrà conto dei citati ritiri nonché delle segnalazioni effettuate da alcuni gruppi. Evidenzia che, come concordato nella scorsa riunione dell'Ufficio di Presidenza, la seduta odierna – in attesa che il Governo completi l'istruttoria sulle proposte emendative presentate – sarà dedicata ad interventi sul complesso degli emendamenti. Invita dunque i colleghi ad intervenire.

  Virginio MEROLA (PD-IDP) evidenzia l'importanza della discussione sul complesso degli emendamenti, dal momento che il disegno di legge di riforma del sistema fiscale ha l'ambizione di durare nel tempo. Chiarisce dunque i motivi per cui il proprio gruppo non ha aderito alla proposta di segnalazione delle proposte emendative: non trattandosi di un provvedimento urgente, ritiene infatti che esso meriti un dibattito approfondito e di merito, senza trascurare alcun passaggio. Tale premessa non esclude che il proprio gruppo sia disponibile al confronto, anche su specifici argomenti, sui quali auspica si possa trovare una convergenza.
  Richiama, al riguardo, la necessità di svolgere una discussione alla luce di tutti gli elementi necessari. Richiede in particolare maggiori informazioni sulla sostenibilità delle previsioni di spesa contenute nel disegno di legge; in particolare chiede come sia possibile mantenere, sotto il profilo delle risorse finanziarie, l'impianto proposto estendendo – per esempio – l'operatività della cd. flat tax ai redditi delle persone fisiche assoggettate a Irpef. Ritiene infatti che non sia sufficientemente chiara la compatibilità delle previsioni della delega con le scelte di spesa riguardanti, in particolare, i servizi pubblici. Sottolinea inoltre come, da parte della maggioranza, venga spesso ribadito che la riduzione della pressione fiscale delineata dalla legge di delega sarà finanziata mediante una non meglio definita «crescita economica» e mediante la revisione delle agevolazioni.
  Ribadisce che sebbene anche il suo gruppo sia favorevole ad una generale riduzione della tassazione, questa non deve tuttavia andare a scapito di una equa distribuzione del carico fiscale. In particolare, riscontra nel disegno di legge una progressiva restrizione della base imponibile che andrebbe, invece, riallargata per esigenze di equità orizzontale e verticale.
  Evidenzia quindi che una prima tematica su cui vertono gli emendamenti del proprio gruppo parlamentare riguarda le autonomie locali e, in particolare, la circostanzaPag. 90 per cui il disegno di legge aumenta le forme di imposizione sostitutiva, intensificando il fenomeno di cedolarizzazione delle imposte sui redditi (con l'estensione, a titolo di esempio, della cd. cedolare secca sui redditi da locazione anche alle locazioni commerciali): si tratta di temi che andrebbero affrontati approfonditamente, onde comprendere la sostenibilità di tali proposte per gli enti territoriali, dal momento che la progressiva cedolarizzazione delle imposte sui redditi sottrae risorse agli enti stessi, in quanto erode la base imponibile di addizionali e compartecipazioni.
  Inoltre, le proposte emendative del proprio gruppo intendono sostituire la locuzione «crescita» con il riferimento allo sviluppo sostenibile, anche in recepimento delle indicazioni in tal senso fornite dagli organi dell'Unione europea.
  Rileva poi la volontà, e la necessità, di affrontare l'ulteriore problematica del calo demografico, anche oggetto di un recente convegno cui ha partecipato: secondo alcuni studi, seppure il trend negativo si interrompesse immediatamente, sarebbero necessari almeno 20 anni per invertire l'impatto della denatalità sui conti pubblici, soprattutto in relazione alla circostanza che dal calo demografico discende una mancanza numerica di lavoratori adulti e, dunque, di potenziali contribuenti.
  Una revisione delle spese fiscali deve quindi essere affrontata nella duplice ottica dell'emergenza ambientale e del fenomeno della denatalità. Al riguardo ricorda – anche con riferimento al parere favorevole reso ultimamente dalla Commissione sulla proposta di legge C. 752, che intende introdurre numerose agevolazioni fiscali per i giovani agricoltori – come numerose proposte di legge all'esame del Parlamento, di fatto, aumentino il numero e l'entità delle cd. tax expenditures: ritiene che tali interventi, per quanto apprezzabili, debbano essere valutati sotto il profilo della sostenibilità e della coerenza con l'impianto della delega fiscale in esame. Ribadisce dunque la necessità di avere un maggior numero di dati, anche alla luce di quanto affermato dall'Ufficio Parlamentare di Bilancio e dalla Banca d'Italia nei contributi forniti, allo scopo di esaminare il disegno di legge di delega alla luce sia del contesto attuale, sia delle prospettive future, avendo presenti le suesposte tematiche dell'emergenza ambientale e della denatalità.
  Rileva dunque che vi è il rischio di delineare una società frammentata, caratterizzata da numerose spinte neocorporative, il cui accoglimento non è certamente nell'interesse del Paese.
  Introduce infine un'ulteriore tematica, relativa alle differenze normative e fiscali tra le tipologie di contribuenti, con particolare riferimento ai lavoratori autonomi e alle imprese. Ritiene al riguardo che l'estensione della flat tax non sia sufficiente a risolvere i problemi dei contribuenti più giovani, in particolare delle partite IVA che, di fatto, sono costrette dal sistema a operare come autonomi in quanto il contratto di lavoro dipendente è eccessivamente costoso per i datori di lavoro.
  Conclude quindi il proprio intervento ribadendo l'invito a non esaminare il disegno di legge senza avere un'accurata rete di dati e informazioni sulla sostenibilità generale del suo impianto.

  Emiliano FENU (M5S) ricorda che anche il proprio gruppo parlamentare non ha inteso segnalare proposte emendative prioritarie; ritiene infatti che l'esame del provvedimento, non trattandosi di un decreto-legge, non debba prevedere compressioni o limitazioni del relativo iter. Rileva inoltre come il sistema delle segnalazioni abbia avuto poca efficacia in passato e ricorda inoltre che un esame approfondito appare necessario nell'ottica di una riforma che ambisce, nella prospettiva della maggioranza, a modellare il nuovo sistema fiscale del Paese ed a restare in vigore per i prossimi anni.
  Passando a illustrare le proposte emendative presentate dal M5S, rileva che nel disegno di legge presentato dal Governo non vi è alcun riferimento alla tassazione dell'economia digitale, ma solo un cenno alla global minimum tax. Al riguardo ricorda che in un recente convegno, il professor Franco Gallo ha evidenziato la sostanziale impossibilità di implementare nel nostro Paese una vera global minimum tax, Pag. 91dal momento che il complesso sistema di detrazioni e deduzioni vigente rende la base imponibile delle imposte sui redditi, in Italia, non omogenea con quella altri Paesi europei.
  Ritiene dunque che tale tematica sarebbe meglio approfondita da un organo costituito ad hoc: in ragione di ciò, ricorda come alcuni emendamenti del proprio gruppo siano volti a istituire, in seno al Ministero dell'economia e delle finanze, una Commissione di studio sulla tassazione dell'economia digitale, possibilmente composta da giovani esperti della materia.
  Scopo della Commissione dovrebbe essere non solo quello di approfondire le tematiche connesse alla tassazione dell'economia digitale, ma altresì di esaminare il valore dei cosiddetti big data, così come il ruolo delle informazioni del singolo utente nella creazione di valore per le imprese. Ritiene che sia troppo presto per codificare il fenomeno, ma già tardi per occuparsi della questione. Auspica dunque un segnale dal Governo in tal senso.
  Sotto un diverso profilo, le proposte emendative presentate dal gruppo riguardano la piena applicazione, anche in ambito tributario, del divieto da parte della Pubblica Amministrazione di richiedere ai contribuenti documenti e informazioni di cui è già in possesso. Di conseguenza, dall'applicazione di tale principio dovrebbe discendere l'attribuzione diretta dei benefici fiscali, a prescindere dalla presentazione di apposita istanza. Evidenzia infatti come, spesso, la previsione normativa che obbliga a presentare una domanda per l'accesso alle agevolazioni venga utilizzata per ridurre l'impatto finanziario del beneficio medesimo.
  Un terzo argomento toccato dalle proposte emendative presentate riguarda i crediti cedibili. Al riguardo cita un recente studio della Fondazione dei dottori commercialisti ed esperti contabili, che attribuirebbe un effetto positivo sui conti pubblici del superbonus e del bonus facciate, in particolare sul rapporto debito/PIL.
  Un'altra questione affrontata dalle proposte emendative, e già presente in seno al disegno di legge di delega di riforma del sistema fiscale presentato dal Governo Draghi, riguarda l'erogazione diretta delle detrazioni. Evidenzia che tale sistema potrebbe avere una pluralità di effetti positivi: razionalizzare le tax expenditures, garantire l'immediatezza nella fruizione delle detrazioni medesime e, infine, garantire un controllo dello Stato sulla spettanza dei benefici.
  Ulteriori proposte presentate dal proprio gruppo parlamentare, e sostenute in passato anche dal relatore Gusmeroli, riguardano la rateazione dei secondi acconti delle imposte sui redditi. A suo avviso non si tratterebbe della migliore soluzione, in quanto una moltiplicazione degli adempimenti rischierebbe di far aumentare a dismisura il numero di avvisi bonari. Auspicherebbe piuttosto un sistema di micro-ritenute diffuse, applicabili a tutte le transazioni commerciali. Afferma di essere consapevole della complessità di tale soluzione, ma ritiene che – anche con l'ausilio di strumenti tecnologici – la sua introduzione sotto forma di opzione (opzione che riguarderebbe anche l'aliquota applicabile) potrebbe agevolare la gestione della liquidità per le partite IVA e risolvere, a monte, il problema della riscossione.
  Conclude auspicando una concordanza su tali tematiche e chiedendo alla Presidenza e al Governo se vi sia una effettiva apertura su questi temi, che ritiene condivisibili da tutte le forze politiche, perlomeno nelle finalità.

  Andrea DE BERTOLDI (FDI) ritiene che le motivazioni che dovrebbero caratterizzare i lavori della Commissione risiedano principalmente nella volontà di rispondere alle esigenze del Paese. Ricorda il lavoro svolto proficuamente dalla maggioranza e dall'opposizione sul decreto-legge n. 11 del 2023 (cd. superbonus), del quale è stato relatore e al quale il Parlamento ha apportato modifiche migliorative.
  Ritiene dunque necessario che il confronto si svolga in tale spirito, individuando elementi sui quali le forze politiche trovino concordanza.
  Tra le questioni affrontate dalle proposte emendative del proprio gruppo parlamentare ricorda, anzitutto, il rapporto con Pag. 92le autonomie locali. Ritiene necessario che nel disegno di legge siano previste forme di compensazione di gettito in favore di Regioni a statuto speciale e Province autonome, al fine di garantire che le modifiche al sistema fiscale non ne alterino gli equilibri finanziari.
  Con riferimento ai giochi, auspica modifiche che consentano agli enti territoriali forme di compartecipazione agli introiti del gioco legale. Ricorda al riguardo che una riforma del gioco legale consentirà di ridurre i fenomeni di illegalità e, di conseguenza, di non favorire la criminalità organizzata.
  Con riferimento alle proposte di modifica della ritenuta d'acconto per i professionisti, ricorda che la sua attuale configurazione comporta un anticipo di liquidità da parte di tale categoria di lavoratori, spesso per un ammontare che supera il quantum dovuto al fisco. A fronte di analoghi costi fissi, tale assetto normativo implica uno svantaggio per i lavoratori giovani e per i contribuenti periferici, che devono peraltro sopportare alti costi fissi.
  Quanto al cosiddetto superbollo, introdotto dal Governo Monti nel 2011, le proposte emendative presentate ne auspicano l'abolizione. A suo parere tale misure ha comportato una diminuzione di gettito per lo Stato, che sarebbe stato più correttamente indirizzato al welfare. L'imposta ha infatti gravato sulla media borghesia, disincentivata all'acquisto di auto oltre una certa cilindrata, così come sul relativo indotto.
  Infine, ricorda che gli emendamenti del proprio gruppo parlamentare intendono altresì riformare l'imposizione gravante sulle Casse di previdenza e sui fondi pensione, abbassando la misura dell'attuale aliquota (al 26 per cento) allo scopo di allinearla a quella che attualmente grava sulla previdenza complementare (al 20 per cento). Evidenzia al riguardo che un'ulteriore riforma dovrebbe investire la capacità di tali enti di investire nelle piccole e medie imprese; tale attività a suo parere è attualmente ostacolata da problemi di bilancio, di rating delle imprese e da impedimenti derivanti dall'assetto fiscale.

  Luigi MARATTIN (A-IV-RE), interviene innanzitutto per replicare all'intervento del deputato De Bertoldi, sottolineando come la collaborazione da questi richiesta non debba implicare che l'opposizione ascolti e converga sulle proposte di maggioranza, bensì l'esatto contrario.
  Evidenzia quindi in primo luogo come il proprio gruppo parlamentare abbia aderito alla proposta di segnalazione delle proposte emendative ritenute prioritarie. Non riscontra infatti, sinora, alcuna compressione dei tempi, sottolineando anzi come sia stato dedicato un eccessivo numero di sedute alle audizioni. Inoltre, la circostanza che la Commissione stia esaminando una legge di delega non comporta, a suo parere, che vi sia un termine indefinito per concluderne l'iter, anche nella prospettiva di un effettivo esame del provvedimento da parte del Senato. Rammenta inoltre che, un anno fa, la Commissione finanze ha discusso un analogo provvedimento di delega e, nella veste di rappresentante della maggioranza e di Presidente della Commissione, aveva analogamente richiesto ai gruppi la segnalazione degli emendamenti prioritari.
  Passando all'impianto generale della delega, ritiene che il disegno di legge del Governo specifichi meglio – rispetto alla delega presentata dal Governo Draghi – gli aspetti relativi la riforma della riscossione, ragione per la quale su tale argomento il suo gruppo non ha presentato emendamenti.
  Evidenzia invece che rimane fuori dall'impianto della riforma la questione della mensilizzazione opzionale degli acconti in favore dei lavoratori autonomi. Segnala che tale proposta, fatta propria dal relatore Gusmeroli, ha paradossalmente trovato più spazio nel disegno di legge di riforma del Governo Draghi che in quello ora presentato dal Governo Meloni.
  Ricorda quindi che il suo gruppo parlamentare ha segnalato 24 proposte emendative concernenti, in particolare, cinque aspetti a suo avviso peggiorativi rispetto all'approccio del Governo precedente.
  La prima questione, da lui ritenuta la più complessa, concerne la mancanza di Pag. 93uno specifico principio di delega che indichi la cd. flat tax come finalità effettiva: tale profilo viene infatti indicato soltanto a latere, quale obiettivo di portata generica, ovvero richiamando la mera prospettiva di una transizione verso l'aliquota impositiva unica. Invita i colleghi dell'opposizione a rendersi conto di tale evidenza: rischiano altrimenti di condurre le proprie battaglie su un'indicazione che non costituisce un vero principio di delega e della cui effettiva realizzazione neppure la stessa maggioranza è convinta. Si tratta infatti di un argomento popolare presso l'opinione pubblica ma, al contempo, talmente privo di contenuti da poter essere paragonato a una televendita. Propone quindi, onde sgombrare il campo da proclami puramente propagandistici, di sopprimere dal testo il citato richiamo.
  Un secondo profilo sul quale richiama l'attenzione dei colleghi riguarda l'estensione della cd. flat tax incrementale ai dipendenti, che segue la sua applicazione ai lavoratori autonomi disposta dall'ultima legge di bilancio. A suo parere tale operazione, di per sé, costituisce un fallimento; analogamente ritiene che sarà fallimentare anche l'applicazione ai lavoratori dipendenti, in quanto nella propria vita lavorativa tali contribuenti non subiscono fluttuazioni di reddito tali da giustificare l'introduzione di una tassazione «piatta» sugli incrementi. In assenza di incrementi di reddito significativi da un anno all'altro, ritiene che la flat tax incrementale costituisca piuttosto, per tali soggetti, una complicazione. Il suo gruppo reputa dunque opportuno sopprimere tale misura prevedendo, al suo posto, la detassazione, ove possibile integrale, dei premi di produttività e degli importi derivanti dalla contrattazione di secondo livello.
  Con riguardo alla riforma dell'Ires, giudica le agevolazioni per investimenti e assunzioni una misura inutile e dannosa. Rammenta che oggi le società di capitali scontano un'imposta sui redditi pari al 24 per cento, misura che si eleva qualora tali utili siano distribuiti. Le agevolazioni per i nuovi investimenti e per le nuove assunzioni, oltre a introdurre un sistema farraginoso, rischiano di ingenerare un contenzioso con il fisco, dal momento che è difficile certificare le spese di investimento che rientrano nelle categorie agevolabili.
  Ritiene, al contrario, che le agevolazioni sulle nuove assunzioni debbano essere introdotte mediante la decontribuzione e non, invece, modificando la disciplina Ires. In tale sistema, inoltre, non trovano spazio le agevolazioni disposte con il pacchetto Industria 4.0, inizialmente introdotte come maggiorazioni dell'ammortamento fiscale e poi trasformate in crediti di imposta. Tali agevolazioni risultano particolarmente vantaggiose per le imprese, poiché l'agevolazione può essere scontata sulle ritenute applicate ai dipendenti.
  Il suo gruppo propone dunque di semplificare l'assetto dell'Ires, anche eliminando alcuni istituti complessi quali l'ACE – Aiuto alla crescita economica, e abbattendo del tutto, o riducendo al 15 per cento, la tassazione sugli utili accantonati.
  Rammenta che una diversa questione riguarda l'inserimento in Costituzione dello Statuto del contribuente, battaglia fatta propria del centrodestra già nella scorsa legislatura. L'iniziale ed enfatico afflato si è tuttavia trasformato in un principio di delega che qualificherebbe lo Statuto del contribuente come legge tributaria, con effetti pratici, a suo parere, del tutto nulli. Sebbene sia certamente impossibile introdurre in Costituzione alcune disposizioni dello Statuto, tra cui il divieto di retroattività delle norme tributarie, trattandosi di uno strumento utilizzato dal legislatore fiscale per apportare modifiche necessariamente da applicare già al periodo d'imposta in corso, potrebbero trovare spazio nella Carta fondamentale altre prescrizioni della legge n. 212 del 2000, tra cui la semplicità delle norme tributarie e alcune prescrizioni in materia di abuso del diritto. La costituzionalizzazione di tali prescrizioni costituirebbe, a suo parere, l'unico modo di rispettare definitivamente le prescrizioni dello Statuto del contribuente.
  Altri due punti ritenuti meritevoli di attenzione riguardano l'abolizione dei micro-prelievi (dall'esiguo gettito stimato, non più di 200.000 euro) e la trasformazione delle Pag. 94società tra professionisti. Ricorda infatti che l'evoluzione delle società tra professionisti in società di capitali è oggi ostacolata sia dal passaggio dalla tassazione per trasparenza a un'imposizione per competenza, sia dalla non neutralità fiscale dei conferimenti. Rammenta che su tali ultime due questioni sono state depositate alcune proposte di legge, di cui propone l'esame e l'approvazione. Si potrebbero in tal modo perseguire gli obiettivi richiamati nell'arco di pochi mesi, con una rapidità assai maggiore rispetto a quella offerta dai decreti attuativi della delega fiscale, che entreranno in vigore non prima di due o tre anni.
  Conclude evidenziando come il disegno di legge di delega debba perseguire lo scopo di adeguare il sistema fiscale a questo secolo, e non al precedente; auspica che si tratti di un obiettivo condiviso, come già riconosciuto da tutte le forze politiche nella scorsa legislatura.

  Bruno TABACCI (PD-IDP), nel dichiararsi contrario alla segnalazione degli emendamenti prioritari, non essendovi tempi di esame così stringenti da giustificarla, sottolinea l'importanza della presente discussione, nell'obiettivo comune di rendere il fisco più giusto. Reputa tuttavia che il disegno di legge di delega non fornisca soluzioni agli squilibri e alle disuguaglianze del carico fiscale, che diversi soggetti ascoltati nel corso delle audizioni sono intervenuti invece per consolidare ed inasprire.
  Rispondendo al deputato De Bertoldi, afferma che le risposte da dare all'Italia attraverso la riforma del sistema fiscale devono necessariamente basarsi sulla conoscenza effettiva della realtà, non possono prescindere da una lettura del Paese e debbono implicare l'analisi della ricchezza e della povertà. Evidenzia come l'utilizzo di argomenti quali l'eliminazione del superbollo, il contrasto al gioco illegale e la retorica dei «grandi evasori», evocata più volte dal Governo, non risponda a una lettura realistica delle esigenze e delle dinamiche in atto. Il contesto nel quale opera il legislatore è caratterizzato – non si può dimenticarlo – da una diffusa e generalizzata tendenza all'evasione fiscale, con fenomeni di occultamento del 65-75 per cento della base imponibile e con un'economia sommersa – elemento connesso all'evasione – stimata al 20 per cento, di cui il 5 per cento riconducibile all'economia malavitosa. Tali percentuali, applicate al PIL, ingenerano un ammontare elevatissimo di risorse sottratte allo Stato.
  Evidenzia come tale contesto non sia presente in alcun modo nel disegno di delega, e come il viceministro Leo non abbia indicato una prospettiva, una visione di fondo della riforma, concentrandosi piuttosto su tecnicismi e questioni di natura più minuta, proprie dei commercialisti. In assenza di un disegno di maggiore respiro, ritiene che il rischio sia quello di politiche sociali sbagliate; rammenta che la prassi italiana del «doppio prezzo» (con o senza fattura) dia la dimensione dell'abitualità del sommerso nel Paese. Rileva inoltre, sotto un diverso profilo, come spesso l'attività dell'Agenzia delle entrate si sia trovata di fronte, nel contrasto all'evasione, al «dilemma», per così dire, dell'invocazione del diritto alla privacy.
  Con riferimento agli enti territoriali ricorda, alla luce della propria esperienza politica, come prima della riforma fiscale entrata in vigore negli anni Settanta, il tax design consentisse ai Comuni di avere un rapporto diretto coi contribuenti e di conoscere tutti gli elementi reddituali rilevanti delle famiglie, compresi quelli immobiliari. La riforma, a suo avviso, nello «statalizzare» l'imposizione, ha trasformato la fiscalità degli enti territoriali in una fiscalità derivata, relegando i sindaci al ruolo di meri esattori. Ritiene che la mancata attenzione in ordine al ruolo delle autonomie impedisca la conoscenza realistica del Paese, così come la ritrosia manifestata da alcune forze politiche nei confronti della riforma del catasto.
  Quanto al tema delle coperture finanziarie, già richiamato negli interventi che lo hanno preceduto, rinvia ai contributi dell'Ufficio Parlamentare di Bilancio e della Banca d'Italia, che hanno ribadito con forza tale aspetto.
  Conclude affermando che il disegno di legge richiede un'integrazione sia a monte Pag. 95– e cioè sotto il profilo delle istanze europee – sia a valle, quindi con l'attenzione rivolta alle esigenze degli enti locali, ed evidenziando come l'argomento dei «grandi evasori» non abbia più alcuna presa sull'opinione pubblica, poiché appare ormai chiaro che il reale problema non è rappresentato dall'ammontare della tassazione bensì dal già evidenziato squilibrio nel carico fiscale gravante sui contribuenti.

  Francesco Emilio BORRELLI (AVS), nel rispondere al deputato De Bertoldi – cui riconosce di aver svolto un intervento equilibrato – ricorda che quest'ultimo ha ribadito la necessità di combattere i fenomeni di illegalità e di criminalità organizzata nel settore dei giochi attraverso il rafforzamento del gioco d'azzardo legale. A titolo di provocazione, replica che tale principio – per coerenza – andrebbe applicato anche alla legalizzazione delle droghe leggere e della prostituzione; ribadisce, in ogni caso, di essere contrario a qualsiasi forma di Stato etico.
  Riconducendo il proprio intervento a quello svolto dal deputato Tabacci, evidenzia che il contesto socioeconomico italiano è caratterizzato da una «ipocrisia collettiva» relativa all'evasione fiscale. A titolo esemplificativo, ricorda che soltanto il 36 per cento degli abitanti del Comune di Napoli effettivamente paga la tassa sui rifiuti e che, invece, è presente un elevato contenzioso fiscale in ordine alla dimensione delle abitazioni, parametro cui commisurare detto prelievo. La costante riproposizione di condoni e definizioni agevolate si ripercuote poi sulla propensione all'inadempimento dell'obbligazione tributaria. Esiste dunque, a suo parere, una quota di contribuenti che adempie regolarmente agli onerosi obblighi fiscali, a fronte – in molti casi – di servizi pubblici inadeguati.
  Quanto al menzionato diritto alla privacy, evidenzia che il suo pretestuoso utilizzo è definibile a suo avviso come uno «scudo atomico» per i cialtroni, utilizzato per difendersi dalle peggiori malefatte. Rammenta di aver ricevuto querele da esponenti della malavita e da alcuni parcheggiatori abusivi proprio in ragione di una presunta violazione della loro privacy.
  Con riferimento all'impianto della delega, afferma che le tematiche affrontate sono così complesse da rendere estremamente difficile trovare un algoritmo che consenta una convergenza delle forze politiche. Anche alla luce degli intenti di Governo in ordine all'autonomia differenziata, esprime timore sulla circostanza che la riforma del fisco sia un elemento di ulteriore disuguaglianza e difficoltà per alcuni territori del Paese.
  Per quanto attiene invece al ceto medio, rammenta la posizione di tendenziale svantaggio dei lavoratori dipendenti, specialmente dei dipendenti pubblici e degli insegnanti, in quanto la tassazione alla fonte lascia pochi margini di manovra per l'evasione o l'elusione, ancorché tali fenomeni siano presenti presso queste categorie: cita, al riguardo, il fenomeno delle lezioni private.
  Conclude affermando, a differenza di quanto espresso da altri colleghi, di non poter dare ultimatum, ma di nutrire numerosi dubbi; ritiene che la materia della riforma fiscale debba essere affrontata con un'ampia analisi e un vasto approfondimento.

  Saverio CONGEDO (FDI) rileva come la discussione abbia fornito spunti di grande interesse. Richiamando le parole del deputato Tabacci, secondo il quale la legge delega non può prescindere da una lettura del Paese, afferma che da tale lettura emerge un Paese con un sistema fiscale inadeguato e obsoleto. Rammenta che, secondo l'OCSE, l'Italia è una delle giurisdizioni con la tassazione più alta in Europa; esiste infatti una forma tassazione occulta cagionata dalla burocrazia fiscale. Evidenzia come da alcune stime emerga che i contribuenti italiani, in media, abbiano bisogno di circa 238 ore all'anno per portare a termine gli adempimenti fiscali.
  Ritiene dunque che accanto all'istanza della riduzione del carico fiscale sia necessario richiamare anche quella della semplificazione. Un sistema fiscale complesso a suo avviso incide anche sull'evasione, sia per i contribuenti onesti – incerti sulla correttezza del proprio operato – che per gli evasori, che approfittano della complessitàPag. 96 per porre in essere comportamenti illegali e fraudolenti. Ritiene che il sistema italiano sia caratterizzato da una estrema complessità delle norme fiscali, anche con riferimento alla loro lettura: cita quali esempi il regime IVA in edilizia, il già menzionato ACE, la tassazione delle operazioni straordinarie, il sistema delle detrazioni.
  Rammenta che gli operatori del settore, quali gli studi professionali, spesso operino sulla base delle notizie di stampa o, addirittura, dei cosiddetti «comunicati-legge» che precedono l'emanazione delle norme vere e proprie.
  Ritiene inoltre che l'approccio complessivo nel lavoro della Commissione debba essere quello di mettere a punto una legge delega – e i relativi decreti attuativi – che fornisca certezze sia al sistema fiscale che al sistema paese; che da un lato riduca il carico fiscale ma, dall'altro, dia stabilità alle norme.
  Per rispondere al deputato Marattin, conclude ricordando che la flat tax già esiste ed è operativa; la presenza di un alto tasso di adempimento, grazie anche alla fatturazione elettronica, a suo parere conferisce grande efficacia alla misura.

  Benedetto DELLA VEDOVA (MISTO), nell'illustrare gli emendamenti presentati dal proprio gruppo, ricorda che essi sono principalmente concentrati su modifiche alla flat tax.
  Al riguardo, ritiene che la sua attuale configurazione – che ne prevede l'applicazione fino a 85.000 euro per i lavoratori autonomi – presenti alcuni aspetti problematici: in particolare, ingenera fenomeni di espulsione dai contratti standard, con l'ingresso di molte persone fisiche nel mondo della partita IVA in luogo di una assunzione in qualità di lavoratori dipendenti. A suo avviso, inoltre, la misura crea sperequazioni tra tipologie di contribuenti, a parità di reddito. Essa risulta inoltre criticabile anche sotto il profilo della progressività.
  Ricorda che un altro gruppo di proposte emendative presentate dal proprio gruppo parlamentare prevede l'inserimento nel disegno di legge del principio di equa distribuzione del carico fiscale tra generazioni, allo scopo di consentire che le scelte del legislatore siano valutate anche sotto il profilo dell'impatto sui conti pubblici, in particolare sul deficit e sul debito pubblico, tenendo in considerazione l'interesse delle generazioni future.

  Marco OSNATO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.30.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 7 giugno 2023.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.30 alle 15.35.