CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 24 maggio 2023
115.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Giustizia (II)
COMUNICATO
Pag. 18

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 24 maggio 2023. — Presidenza del presidente Ciro MASCHIO. – Interviene il sottosegretario di Stato per la Giustizia Andrea Ostellari.

  La seduta comincia alle 14.

DL 51/2023: Disposizioni urgenti in materia di amministrazione di enti pubblici, di termini legislativi e di iniziative di solidarietà sociale.
C. 1151 Governo.
(Parere alle Commissioni I e V).
(Seguito esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 23 maggio scorso.

  Paolo PULCIANI (FDI), relatore, formula una proposta di parere favorevole sul provvedimento in discussione (vedi allegato 1).

  Il sottosegretario Andrea OSTELLARI dichiara di condividere la proposta di parere.

  Federico GIANASSI (PD-IDP) dichiara il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere formulata dal relatore. Ritiene infatti che il provvedimento contenga, sia dal punto di vista del metodo che da quello merito, numerose criticità.Pag. 19
  In particolare, contesta la modifica dei requisiti previsti per le nomine stabilita dal decreto-legge in esame che sostanzialmente rimettono le medesime alle scelte del Governo.

  Valentina D'ORSO (M5S) dichiara il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 14.05.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 24 maggio 2023. — Presidenza del presidente Ciro MASCHIO. – Interviene il sottosegretario di Stato per la Giustizia Andrea Ostellari.

  La seduta comincia alle 14.05.

Modifica all'articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n. 40, in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all'estero da cittadino italiano.
C. 887 Varchi, C. 342 Candiani, C. 1026 Lupi e petizione n. 302.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 17 maggio scorso.

  Ciro MASCHIO (FDI), presidente, ricorda che sono state presentate 20 proposte emendative, pubblicate in allegato al resoconto sommario della seduta del 17 maggio scorso.

  Alessandro ZAN (PD-IDP), nel rammentare che nella scorsa seduta non è stato consentito di svolgere la discussione su un provvedimento tanto delicato, esprime la posizione sua e del suo gruppo, radicalmente critica sulla proposta in esame.
  Oltre a violare la Costituzione ed il diritto internazionale, essa è strumentale e inapplicabile. Rileva con rammarico come essa si inserisca in un disegno più ampio, vale a dire quello di una crociata illiberale e antieuropea contro i diritti della comunità LGBTQIA+.
  Nel ricordare quindi che il 90 per cento delle persone che fanno ricorso alla pratica della gestazione per altri è rappresentato da componenti di coppie eterosessuali, rievoca i grandi proclami del passato e le diverse trasmissioni televisive in cui madri, sorelle ed amiche davano pubblica mostra della propria disponibilità nei confronti di donne che desideravano un figlio e che non potevano condurre una gravidanza per ragioni di salute.
  Evidenzia quindi che tale disponibilità, salutata allora con grande trasporto emotivo, è diventata improvvisamente oggetto di attenzione morbosa, benché sia noto che la gravidanza per altri (GPA) è vietata in Italia dalla legge n. 40 del 2004. Precisa inoltre che il Partito democratico non ha avanzato alcuna proposta volta a rendere lecita tale tecnica e, al contrario, ha assunto iniziative in materia di matrimonio egualitario e di adozioni, sfidando la destra a definire insieme norme volte a favorire le adozioni per coppie eterosessuali ed omosessuali nonché da parte dei soggetti single.
  Nel sottolineare le enormi difficoltà di accesso alla pratica dell'adozione in Italia, tanto da costringere molte coppie a sottoporsi alla lunga ed estenuante procedura burocratica dell'adozione all'estero, richiama il gran numero di bambini che potrebbero trovare un futuro nelle nuove famiglie.
  Evidenzia tuttavia che l'approccio del Governo non è quello di dare risposte al bisogno di genitorialità ma piuttosto quello di colpire sistematicamente i diritti delle persone LGBTQIA+. Ricorda a tale proposito la circolare del Ministro Piantedosi, con la quale per tramite dei prefetti è stato imposto ai sindaci di negare il riconoscimento dei figli di coppie omogenitoriali, rilevando che se l'obiettivo fosse stato davvero quello di contrastare la pratica della maternità surrogata allora il divieto di trascrizione avrebbe dovuto riguardare tutti i nati da GPA.Pag. 20
  Qualifica dunque la circolare come un atto di discriminazione inaccettabile, sottolineando che ciò vale anche per la disposizione che consente il ricorso alla fecondazione eterologa per le sole coppie di sesso diverso.
  Aggiunge che il disegno del Governo si è realizzato anche attraverso la mancata adesione al ricorso europeo contro le leggi illiberali di Orban e alla bocciatura da parte del Senato della proposta di regolamento dell'Unione europea relativa al riconoscimento dei figli di coppie dello stesso sesso, di iniziativa della Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, appartenente al medesimo Partito popolare europeo di cui fa parte Forza Italia.
  Nel rivolgersi quindi in particolare ai colleghi di Forza Italia, che fanno del garantismo la loro bandiera politica, ricorda l'attacco portato sul territorio alle carriere alias, procedura adottata tra l'altro da diversi atenei, che consente di scegliere il nome di elezione anche prima della sentenza di rettifica della denominazione anagrafica.
  Nel rilevare come in tal modo la destra contrasti un atto di civiltà, impedendo a tante persone di condurre una vita più serena, ribadisce che l'unico obiettivo dell'azione del Governo e della maggioranza è quello di difendere la famiglia tradizionale, ignorando le vite vere di famiglie già esistenti sul nostro territorio e di bambini privi degli stessi diritti degli altri.
  Nel richiamare la furia ideologica della maggioranza e del Governo, che distruggono la vita dei bambini nell'intento di criminalizzare i loro genitori, rileva come anche la tempistica ipotizzata dalla relatrice Varchi per la conclusione dell'esame della proposta di legge si inserisca nel disegno generale.
  Cita quindi l'articolo apparso oggi sul quotidiano La Stampa, in cui l'ex giudice della Corte europea dei diritti dell'uomo Vladimiro Zagrebelsky definisce il provvedimento inutile e strumentale, ricordando da un lato che il reato di gestazione per altri è già previsto e dall'altro che l'estensione della punibilità anche alle condotte realizzate all'estero è consentita nel nostro ordinamento soltanto in casi limitati.
  Sfida quindi maggioranza e Governo ad approvare gli emendamenti del Partito democratico che hanno ripreso l'appello dei sindaci, anche di centro-destra, in favore della trascrizione dei certificati di nascita dei figli di coppie dello stesso sesso.
  Rileva quindi che l'introduzione del reato universale mina i nostri rapporti con gli altri Paesi, a cominciare dal Canada e dagli Stati uniti, che peraltro hanno norme molto rigorose per l'accesso alla gestazione per altri, e contribuisce ad avvalorare le preoccupazioni della comunità internazionale nei confronti dell'Italia.
  Nel ribadire che si tratta di una proposta di legge folle, che fa un uso simbolico ed ideologico del codice penale, esprime la convinzione che, finché maggioranza e Governo continueranno ad ignorare i diritti dei bambini, la società non starà dalla loro parte.

  Carla GIULIANO (M5S) rileva la complessità e la delicatezza del tema, che necessita, anche alla luce delle proposte emendative presentate, di alcune riflessioni preliminari, sollecitate peraltro da tutti i soggetti auditi, i quali hanno criticato in particolare la proposta di legge della collega Varchi che la Commissione Giustizia ha adottato come testo base.
  Ritiene quindi opportuno ricordare che la maternità surrogata è già considerata illecito penale dalla legge n. 40 del 2004 e che tale divieto assoluto non è stato finora oggetto di alcun tentativo di modifica né in senso restrittivo né in senso contrario. Con riguardo all'intenzione della maggioranza di introdurre un reato universale, rileva le criticità connesse alle esigenze di tutela dei nati da gestazione per altri realizzata in Paesi in cui tale pratica è regolamentata e alla non trascrivibilità dei certificati di nascita esteri.
  Nel ricordare che la giurisprudenza ha affrontato il tema più volte, richiama in particolare le due sentenze della Corte costituzionale intervenute nell'arco di un anno. Cita quindi in primo luogo la sentenza n. 33 del 2021, con la quale la Corte, pur dichiarando inammissibili le questioni di Pag. 21legittimità costituzionale poste con riguardo al comma 6 dell'articolo 12 della legge n. 40 del 2004, ha sollecitato il legislatore ad introdurre una disciplina per regolamentare le conseguenze giuridiche sul bambino nato da pratiche di gestazione per altri realizzate all'estero.
  Nel segnalare che alcuni degli emendamenti del Movimento 5 Stelle sono volti proprio a risolvere il problema evidenziato dalla Corte e a dare tutela ai bambini, rileva l'esigenza di tenere presente l'interesse superiore del minore che non può subire conseguenze pregiudizievoli dalla condotta dei genitori.
  Richiama quindi il più recente intervento della Corte costituzionale, che con la sentenza n. 79 del 2022 ha dettato importanti principi in materia di adozione in casi particolari, stabilendo che, anche in tali ipotesi, si instauri un rapporto tra l'adottato e i parenti dell'adottante. Nel segnalare che tale sentenza consente quindi l'equiparazione a fini giuridici tra adozione ordinaria e adozione a fini speciali, aggiunge che gli interventi della Corte costituzionale dimostrano come il problema principale sia rappresentato non dal contrasto della GPA, già vietata in Italia, ma dalla tutela del minore nato a seguito del ricorso a tale pratica.
  Rilevato in linea generale che la sanzione penale dovrebbe rappresentare l'extrema ratio, evidenzia come l'intervento in esame, oltre a essere disallineato rispetto all'impianto del nostro codice penale e al contesto internazionale, appaia ideologico e fine a sé stesso. A tale proposito segnala in conclusione che la proposta di legge, così come formulata, avrebbe oltretutto complicati riflessi operativi, considerato che la punibilità riguarda non soltanto i due genitori di intenzione ma anche altri soggetti difficilmente identificabili.

  Ciro MASCHIO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, invita la relatrice, onorevole Varchi, a esprimere il parere sulle proposte emendative.

  Maria Carolina VARCHI (FDI), relatrice, invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, degli identici emendamenti Magi 1.1, D'Orso 1.2, Dori 1.3 e Zan 1.4, nonché degli emendamenti Zan 1.5, Magi 1.6, Appendino 1.7 e 1.8, Quartini 1.9 e Magi 1.10, 1.11 e 1.12.
  Esprime, quindi, parere favorevole sull'emendamento Calderone 1.13, purché riformulato nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2), mentre invita al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, degli emendamenti Quartini 1.14, D'Orso 1.15 e 1.16, Magi 1.17, nonché degli articoli aggiuntivi D'Orso 1.01 e 1.02 e Appendino 1.03.

  Il sottosegretario Andrea OSTELLARI esprime parere conforme a quello della relatrice.

  Ciro MASCHIO, presidente, in merito all'organizzazione dei lavori odierni, fa presente che è stata evidenziata la necessità, da parte di alcuni colleghi di maggioranza e di opposizione, di partecipare ad una riunione del Collegio d'appello della Camera dei deputati, fissata contestualmente alla presente seduta.
  Al fine di assicurare il regolare svolgimento dei lavori, prima di procedere alle votazioni, ritiene opportuno concludere la seduta, con l'intesa di lasciare un breve margine di tempo a disposizione dei gruppi per consentirgli di effettuare le sostituzioni dei colleghi, prima dell'inizio della nuova seduta della Commissione, che convoca a partire dalle ore 14.35, nella quale si procederà immediatamente alle votazioni.

  La seduta termina alle 14.30.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 24 maggio 2023. — Presidenza del presidente Ciro MASCHIO. – Interviene il sottosegretario di Stato per la Giustizia Andrea Ostellari.

  La seduta comincia alle 14.40.

Modifica all'articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n. 40, in materia di perseguibilità del reato di surrogazionePag. 22 di maternità commesso all'estero da cittadino italiano.
C. 887 Varchi, C. 342 Candiani, C. 1026 Lupi e petizione n. 302.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella precedente seduta odierna.

  Debora SERRACCHIANI (PD-IDP) intervenendo sull'emendamento Zan 1.4, identico agli emendamenti Magi 1.1, D'Orso 1.2 e Dori 1.3, richiama le considerazioni svolte sul complesso degli emendamenti dal collega Zan per sottolineare come tali proposte emendative siano volte a sopprimere l'articolo unico di una proposta di legge che prevede l'universalità del reato di surrogazione di maternità.
  Ritiene che non si possa non tenere conto dell'esito delle audizioni svolte dalle quale è emerso come sia discutibile rendere reato universale un fatto che non è considerato reato in molti Paesi.
  Sottolinea come, soprattutto in Commissione Giustizia, sia necessario sempre valutare se ciò che si approva sia in linea con i principi generali dell'ordinamento e sia concretamente attuabile e sottolinea come invece gli esperti intervenuti nel corso dell'attività conoscitiva abbiano precisato che la disposizione in esame non risponda a nessuno dei due requisiti.
  Evidenzia, infatti, come il reato di maternità surrogata, già previsto dall'ordinamento, è punito con delle pene inferiori a quelle previste per molti altri reati e non rientra nelle fattispecie dei crimini di guerra, contro l'umanità, del genocidio e dell'aggressione per le quali è previsto dal codice penale la possibilità di perseguirli anche se commessi all'estero.
  A suo avviso, il provvedimento in esame ha una finalità di mera propaganda e dimostra l'accanimento della maggioranza nei confronti di alcune determinate categorie di persone.
  Rileva come, nel caso della maternità surrogata, si considera addirittura un corpo del reato quello che non è altro che un bambino, al quale devono essere invece riconosciute le medesime tutele e i medesimi diritti di tutti gli altri bambini.
  Per tale ragione, il suo gruppo, oltre a proporre la soppressione dell'articolo unico della proposta in esame, ha anche presentato un emendamento volto a prevedere un intervento per riconoscere queste garanzie ai figli nati da tale pratica.
  Manifesta da ultimo il proprio rammarico nel constatare come la maggioranza continui a danneggiare scientemente alcune persone, facendo finta di non vedere che il mondo va in una direzione diversa.

  Carla GIULIANO (M5S), intervenendo sugli identici emendamenti soppressivi tra i quali vi è anche uno presentato dal proprio gruppo, evidenzia le numerose problematiche poste dalla proposta di legge in esame.
  In particolare, richiamando quanto già detto in precedenza, ritiene erroneo sanzionare la maternità surrogata praticata all'estero, anche in ragione del già vigente divieto posto dall'ordinamento nazionale. Difatti, come evidenziato più volte nel corso delle audizioni svolte, nonché negli ultimi approdi giurisprudenziali della Corte di Cassazione, la condotta in questione sarebbe connotata da forte radicamento nel territorio della nazione in cui essa è posta in essere, circostanza che non consente la punibilità di tale condotta se commessa in uno Stato in cui è lecita e regolamentata.
  Ricorda come i cittadini italiani che ricorrono a tali pratiche all'estero, vi ricorrono in Stati, anche appartenenti all'Unione europea, in cui tale pratica è ritenuta un diritto.
  Fa presente, inoltre, che l'estensione della fattispecie penale in oggetto non rientra nell'alveo delle norme del codice penale che prevedono la punibilità di condotte commesse all'estero da cittadini italiani.
  Prendendo atto che vi sono colleghi che intendono intervenire sull'ordine dei lavori, rinvia al seguito dell'esame delle proposte emendative ulteriori considerazioni sul provvedimento in esame.

  Valentina D'ORSO (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, rileva come la presidenza abbia modificato la convocazione Pag. 23della Commissione in corso d'opera, al fine di facilitare la sostituzione di alcuni deputati di maggioranza. Comprende che la loro assenza sia stata dettata da concomitanti impegni istituzionali, ma auspica che la medesima attenzione sia prestata dal presidente quando analoghe esigenze saranno manifestate da deputati di opposizione. Ritiene inoltre che, essendosi avviati i lavori della Commissione con le dichiarazioni di voto non siano più consentite altre sostituzioni.

  Ciro MASCHIO, presidente, precisa che la decisione di concludere la seduta e consentire le sostituzioni prima dei voti è stata presa in accoglimento della richiesta proveniente da tre deputati, due di maggioranza e uno di opposizione. Ha comunque ritenuto di riconvocare la Commissione a stretto giro, nella convinzione di assicurare la massima funzionalità dei lavori della stessa, impegnata nella seduta pomeridiana anche a proseguire l'esame della proposta di legge in materia di bullismo con la Commissione Affari sociali, nonché in conseguenza dell'andamento dei lavori dell'Assemblea, che non prevede ulteriori votazioni nella giornata odierna.
  Al fine di evitare ulteriori questioni, dà conto quindi delle sostituzioni pervenute prima dell'avvio delle dichiarazioni di voto.

  Enrico COSTA (A-IV-RE) rileva che la decisione di concludere la seduta per consentire le sostituzioni non fosse necessaria, in quanto non si erano ancora svolte votazioni e che, pertanto, ulteriori sostituzioni sarebbero comunque ammissibili.

  Debora SERRACCHIANI (PD-IDP), in dissenso dal collega Costa, ricorda invece la regola, che ha trovato applicazione in numerose occasioni – anche nei suoi stessi confronti – e che probabilmente è stata ratificata anche nelle sedi preposte, per cui le sostituzioni sono consentite solo prima che si avvii la discussione e dunque solo all'inizio delle sedute.
  Ringrazia quindi la presidenza per aver correttamente elencato le sole sostituzioni pervenute prima dell'avvio della seduta.

  Ciro MASCHIO, presidente, precisa di aver voluto interpretare – anche allo scopo di evitare polemiche – la regola secondo cui non sono ammissibili sostituzioni dopo l'avvio delle votazioni, nel senso più ampio possibile, ovvero facendo riferimento all'inizio della fase di voto che, come noto, coincide con l'inizio della prima dichiarazione di voto, pur essendo ovviamente ipotizzabile un'interpretazione più restrittiva.
  Tiene in ogni caso a precisare che questa prassi dovrà probabilmente essere messa in discussione in una legislatura in cui alla riduzione dei deputati non è conseguito un reale adattamento delle norme regolamentari sulla presenza dei deputati negli organi parlamentari, con evidenti problemi per i parlamentari di svolgere il loro mandato in diversi sedi istituzionali ma in tempi coincidenti.

  Francesco Saverio ROMANO (NM(N-C-U-I)-M), intervenendo sull'ordine dei lavori, condivide le valutazioni del presidente, evidenziando infatti come la richiesta di sostituire il deputato Lupi deriva dalla necessità del collega di partecipare alla riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, che è in corso in concomitanza con i lavori della Commissione Giustizia.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA), intervenendo sull'emendamento soppressivo a sua firma 1.1, ritiene come dalle audizione svolte sia emerso chiaramente che il provvedimento in discussione rappresenta un obbrobrio giuridico.
  Evidenzia, quindi, che l'articolo 7 del codice penale individua taluni reati che, anche se commessi all'estero dal cittadino o dallo straniero, sono puniti secondo la legge italiana e consente di punire il cittadino italiano o lo straniero che commettano specifici reati indicati da disposizioni di legge.
  Ricorda però, come evidenziato anche dalla giurisprudenza, come la punibilità incondizionata e la procedibilità assoluta in Italia operino in funzione della tutela di beni giuridici attinenti a interessi vitali dello Stato o a principi universalmente Pag. 24condivisi e sottolinea come tali questioni non riguardino il testo in esame.
  Cita quindi l'articolo 49 della Carta dei diritti dell'Unione europea, che afferma che nessuno può essere condannato per un'azione o un'omissione che al momento in cui è stata commessa non costituiva reato secondo il diritto interno o internazionale.
  Per tali ragioni, ritiene che la maggioranza avrebbe dovuto rivedere le proprie posizioni e non proseguire nell'esame del provvedimento.
  Rammenta inoltre che nella scorsa legislatura è stata istituita, presso il Ministero della Giustizia, una Commissione per predisporre l'elenco dei reati universali che è addivenuta alla formulazione di una bozza di documento finale, da quale tuttavia l'Esecutivo avrebbe espunto i reati di genocidio e di genocidio culturale.
  In proposito manifesta la propria incredulità nel constatare come il Governo e la maggioranza da un lato propongano la introduzione di nuovi reati universali e dall'altro non si impegnino per consentire la perseguibilità dei crimini che davvero meriterebbero essere perseguiti come reati universali.
  Ritiene inoltre che la proposta in esame sia un provvedimento di bandiera.
  Sottolinea da ultimo, come, il dibattito sulle sostituzioni testé svolte sembrerebbe evidenziare le difficoltà della stessa maggioranza a garantire le presenze dei propri deputati.

  Devis DORI (AVS), intervenendo sull'emendamento a sua firma 1.3, soppressivo dell'articolo unico della proposta in esame, evidenzia come esso sia l'unica proposta emendativa presentata dal suo gruppo.
  Rileva infatti come per Alleanza Verdi e Sinistra tutto ciò che afferisce ai minore merita una disciplina complessiva ed evidenzia l'esigenza di affrontare nel corso della legislatura un maniera sistematica anche il tema delle adozioni.
  Ritiene inoltre che una regolamentazione generale sia più efficace della mera deterrenza.

  Enrico COSTA (A-IV-RE) intervenendo in dichiarazione di voto, ritiene che, seppur non valuti positivamente la pratica della gestazione per altri, giuridicamente il rimedio proposto dalla proposta di legge in esame sia asistematico e al limite della costituzionalità.
  Sottolinea infatti come l'entità della pena prevista per il reato di maternità surrogata non sia tale da giustificare sotto il profilo della ragionevolezza costituzionale le previsioni ivi contenute.
  Fa presente inoltre che tale reato può essere già perseguito quando commesso all'estero, attraverso una richiesta del Ministro della Giustizia. In proposito rammenta tuttavia che nell'unico caso in cui il Ministro della Giustizia ha fatto valere questa sua prerogativa non si è considerato sussistente l'elemento psicologico a carico dei soggetti perché avevano tenuto la loro condotta in uno Stato in cui era lecito porla in essere.
  Ritiene, inoltre, che maggioranza, se effettivamente avesse voluto contrastare il fenomeno, avrebbe meglio fatto a intervenire sulle condotte preparatorie esercitate in Italia.
  Tutto ciò premesso, dichiara il suo voto favorevole sugli emendamenti soppressivi in esame e precisa che il suo gruppo su tale materia ha lasciato ai parlamentari libertà di coscienza. Fa presente, pertanto, che nel corso dell'esame in Assemblea alcuni colleghi del suo gruppo potrebbero assumere posizioni differenti.

  Andrea PELLICINI (FDI) dichiara preliminarmente il voto contrario del suo gruppo sugli emendamenti soppressivi in discussione.
  Replicando quindi al collega Magi, sottolinea come la tutela del corpo delle donne, soprattutto nei Paesi poveri, sia un principio meritevole di tutela a livello universale, analogamente alle altre fattispecie sanzionate ai sensi dell'articolo 7 del codice penale.
  Ritiene quindi che la proposta di legge in esame, di iniziativa di Fratelli d'Italia, sia assolutamente coerente con i principi dell'ordinamento giuridico e dovrebbe essere ampiamente condivisa.

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  La Commissione respinge gli identici emendamenti Magi 1.1, D'Orso 1.2, Dori 1.3 e Zan 1.4.

  Alessandro ZAN (PD-IDP) illustra l'emendamento a sua prima firma 1.5 evidenziando come tale proposta costituisca un banco di prova per i gruppi di maggioranza per dimostrare che è anche loro interesse riconoscere i pieni diritti a tutti i bambini, anche a quelli figli di coppie omogenitoriali.
  Rammentando l'appello sottoscritto da molti sindaci al fine di poter proseguire la trascrizione degli atti di nascita dei minori nati all'esterno, si appella alle donne e agli uomini che rivestono cariche di vertice nell'ambito del Governo e dei partiti di maggioranza, anche nella loro veste di genitori, affinché non vi siano disparità di trattamento per questi bambini.
  Fa presente che tale disparità di trattamento, come affermato anche da recenti sentenze della Corte costituzionale, si ponga in netto contrasto con la Costituzione. Ricorda inoltre che secondo la giurisprudenza costituzionale ed europea il legislatore dovrebbe intervenire per tutelare il supremo interesse del minore.
  Ritiene che non votando questo emendamento la maggioranza sarà responsabile di una discriminazione inaccettabile e vergognosa. Ricorda nuovamente l'effetto devastante per il riconoscimento dei pieni diritti ai bambini nati all'estero della circolare del Ministro Piantedosi che ha vietato le trascrizioni degli atti di nascita e ha fatto sì che alcune procure impugnassero molti atti, anche risalenti, trascritti sino ad oggi. Ritiene che con tale atteggiamento la maggioranza stia distruggendo la serenità e la felicità di molte famiglie.
  Il contenuto di questo emendamento ben potrebbe costituire una proposta del Partito democratico ma, preso atto della deprecabile prassi adottata dalla maggioranza nel corso dell'esame di diversi provvedimenti in quota opposizione tesa alla riscrittura e allo stravolgimento di tali provvedimenti, si sono finora astenuti dal proporne l'esame.
  Infine, ribadendo l'intento persecutorio della proposta di legge in esame, fa presente che tale emendamento è volto a garantire alle famiglie omogenitoriali la certezza della serenità e dei diritti che provengono dal riconoscimento giuridico di tali legami.

  Ciro MASCHIO, presidente, invita il collega Zan a concludere il proprio intervento.

  Alessandro ZAN (PD-IDP) conclude affermando che il voto contrario a questo emendamento farà cadere il velo di ipocrisia della maggioranza, impedirà un passo in avanti al Paese, negherà tutele ai bambini. Evidenzia che, per venire incontro ad alcune perplessità sollevate, nella procedura prevista dall'emendamento, non vi è la trascrizione automatica per i figli di coppie omogenitoriali, ma una procedura articolata che prevede la decisione di un giudice, affinché venga accertato che non vi sia stata mercificazione e sfruttamento di nessuno.

  Valentina D'ORSO (M5S) intervenendo sull'emendamento Zan 1.5, dichiara il voto favorevole del proprio gruppo, perché ritiene che esso preveda una adeguata soluzione ad una problematica che è anche obiettivo del Movimento 5 Stelle risolvere. Richiamando il contenuto dell'emendamento, ritiene che si tratti di un procedimento salvaguardato da idonee garanzie anche giudiziarie e che è volto alla massima tutela dell'interesse preminente del minore, che è la medesima finalità con cui hanno presentato proprie proposte emendative.

  Debora SERRACCHIANI (PD-IDP), stigmatizzando l'atteggiamento del Presidente, evidenzia che la Presidenza si era ancora mai espressa nel senso di limitare il tempo degli interventi sugli emendamenti.

  Ciro MASCHIO (FDI), presidente, precisa di aver invitato il collega Zan a concludere il suo intervento in applicazione della regola ordinaria sui tempi degli interventi di cui all'articolo 85, comma 7, del Regolamento, esclusivamente nell'ottica di Pag. 26assicurare un ordinato svolgimento del dibattito.
  Tiene, altresì, ad evidenziare come non vi sia da parte sua alcun intendimento né di applicazione rigida dei limiti di tempo e di interventi né tantomeno di contingentare i tempi di discussione, possibilità che necessiterebbe di un preventivo dibattito in sede di Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentati dei gruppi.

  La Commissione respinge l'emendamento Zan 1.5.

  Riccardo MAGI (MISTO-+EUROPA) illustra i contenuti dell'emendamento a sua firma 1.6 e sottolinea come la proposta emendativa in esame fornisca alla maggioranza la possibilità di dimostrare quanto da loro ripetutamente affermato in ordine alla loro volontà di non penalizzare i diritti dei bambini ma soltanto di contrastare la pratica della gestazione per altri.

  Carla GIULIANO (M5S) dichiara il voto favorevole all'emendamento in quanto orientato nel senso di tutelare il preminente interesse del minore.

  Andrea PELLICINI (FDI) dichiara il voto contrario del suo gruppo sulla proposta emendativa in discussione e sottolinea che la citata circolare del Ministro Piantedosi non può essere certamente intesa come pregiudizievole dei diritti del bambino in quanto conferma il legame familiare con il genitore biologico.

  La Commissione respinge l'emendamento Magi 1.6.

  Davide BELLOMO (LEGA), intervenendo sull'ordine dei lavori, desidera conclusivamente ribadire l'esigenza che i lavori parlamentari siano disciplinati esclusivamente dalle fonti scritte e, in primis, dal Regolamento della Camera, anche con riguardo alla facoltà di sostituzione nei lavori della Commissione. Rileva quindi che l'articolo 19, comma 4, del Regolamento non vieta le sostituzioni in corso di seduta e che anzi esse sono esplicitamente ammesse in una lettera del Presidente della Camera Sandro Pertini del 1973.

  Debora SERRACCHIANI (PD-IDP) ribadisce che le successive circolari interpretative e le prassi applicative fissano la regola secondo cui nessuna sostituzione può intervenire dopo che si è dato avvio alla discussione in Commissione, dichiarandosi disponibile – ove si ritenga di sospendere l'esame del provvedimento fino alla risoluzione della questione – ad approfondirla nei prossimi giorni.

  Ciro MASCHIO, presidente, evidenzia come, proprio per evitare che le diverse visioni del quesito regolamentare potessero ostacolare il regolare svolgimento dei lavori, ha aderito ad una interpretazione prudenziale che si attesta sul criterio intermedio di considerare ammissibili le sostituzioni dei deputati solo fino all'avvio della fase delle dichiarazioni di voto. Si dichiara in ogni caso disponibile ad approfondire il tema nelle sedi opportune.

  Federico GIANASSI (PD-IDP), proseguendo gli interventi sull'ordine dei lavori, invita la presidenza a valutare l'opportunità di non proseguire i lavori nel pomeriggio di oggi, non essendovi alcuna urgenza di concludere l'esame degli emendamenti nella settimana in corso. Rileva, al riguardo, come il provvedimento non figuri nel calendario dei lavori dell'Assemblea.

  Alessandro ZAN (PD-IDP) ribadisce la richiesta di rinviare l'esame delle ulteriori proposte emendative alla prossima settimana. Invita quindi la maggioranza a non comprimere i tempi di discussione delle proposte emendative e ad evitare forzature che non avrebbero alcuna giustificazione.

  Maria Carolina VARCHI (FDI) rileva l'opportunità di conciliare la richiesta di assicurare adeguati tempi per il dibattito con quella di garantire che i lavori della Commissione possano proficuamente concludere l'esame delle proposte emendative la prossima settimana, utilizzando a tal fine Pag. 27tutti gli spazi di lavoro compatibili con l'attività dell'Assemblea.

  Ciro MASCHIO, presidente, rinvia ogni determinazione in ordine al prosieguo dell'esame alla riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, già convocata al termine della seduta odierna.

  La seduta termina alle 15.50.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 24 maggio 2023.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 16.35 alle 17.05.

AVVERTENZA

  I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

SEDE REFERENTE

Disposizioni in materia di occupazione arbitraria di immobili.
C. 246 Marrocco, C. 293 Cirielli, C. 316 Orfini, C. 332 Bof, C. 566 Bisa, C. 935 Foti e C.1022 D'Orso.

Introduzione del reato di omicidio nautico e del reato di lesioni personali nautiche.
C. 911, approvata dal Senato.

Modifiche al decreto legislativo 20 febbraio 2006, n. 106, concernenti i poteri del procuratore della Repubblica nei casi di violazione dell'articolo 362, comma 1-ter, del codice di procedura penale, in materia di assunzione di informazioni dalle vittime di violenza domestica e di genere.
C. 1135, approvata dal Senato.