CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 18 aprile 2023
95.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (VI e XII)
COMUNICATO
Pag. 177

SEDE REFERENTE

  Martedì 18 aprile 2023. — Presidenza del presidente della VI Commissione Marco OSNATO.

  La seduta comincia alle 14.35.

DL 34/2023: Misure urgenti a sostegno delle famiglie e delle imprese per l'acquisto di energia elettrica e gas naturale, nonché in materia di salute e adempimenti fiscali.
C. 1060 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 5 aprile 2023.

  Marco OSNATO, presidente, avverte che i deputati possono partecipare in videoconferenza alla seduta odierna, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il regolamento.
  Ricorda che nella seduta odierna si concluderà l'esame preliminare del provvedimento.
  Ricorda, altresì, che il termine per la presentazione delle proposte emendative è stato fissato alle ore 14 di domani, mercoledì 19 aprile.
  Dà, quindi, la parola ai deputati che intendono intervenire in discussione.

  Luciano D'ALFONSO (PD-IDP) ringrazia il Presidente e, in primo luogo, chiarisce di essere consapevole che il lavoro delle Commissioni troverà pieno compimento nella fase emendativa, il cui scopo è valorizzare e migliorare il provvedimento. In particolare, ritiene che gli emendamenti consentiranno di rendere il decreto-legge coerente con le istanze e i problemi della società civile.
  Con specifico riferimento al Capo I del decreto-legge, ritiene che sia difficile biasimarne i contenuti, in quanto le norme ivi contenute predispongono risorse per l'approvvigionamento energetico; analoghe considerazioni sono svolte con riferimento al Capo II, che reca misure di tutela della salute, attraverso norme organizzative e di allocazione di risorse.
  Di conseguenza chiarisce che il suo intervento riguarderà il Capo III, recante profili strettamente tributari. Si tratta di otto articoli, che apportano modifiche alla disciplina vigente in materia di irregolarità fiscali e, in particolare, in contesti patologici quali l'evasione e l'elusione.Pag. 178
  Rammenta che, a differenza dell'intervento svolto in Assemblea in occasione della discussione delle questioni pregiudiziali – che afferiva principalmente alle questioni di natura politica –, il proprio intervento in Commissione intende affrontare il merito delle disposizioni, con l'obiettivo di tutelare le infrastrutture dell'ordinamento fiscale.
  Ricorda che da almeno un decennio il legislatore interviene affinché le informazioni, i dati e la loro interoperabilità consentano all'ordinamento tributario di funzionare correttamente: un esempio in tal senso è l'avvento della fatturazione elettronica. Tale operato del legislatore ha svolto anche una funzione educativa nei confronti delle varie categorie economiche.
  Ritiene che una modifica a tale assetto costituisca un fattore di rischio per la raccolta fiscale. Rammenta che, nell'ordinamento, le istanze di diritti si fondano e sono tutelate dalla raccolta fiscale, dai beni demaniali contrattualmente gestiti e dalla raccolta del gioco pubblico (da cui, secondo gli ultimi dati, derivano risorse per circa 14 miliardi); è dunque necessario usare cautela ove siano messi in discussione tali beni.
  Sottolinea poi i rischi insiti nelle modifiche normative alle procedure di accertamento e di riscossione. Tali interventi rischiano di causare costi non esclusivamente misurabili attraverso la quantificazione degli oneri finanziari, ma che possono avere ricadute più rilevanti. Si tratta del costo imputabile alla diseducazione dei contribuenti, specialmente nel caso – come previsto dalle norme del provvedimento in esame – in cui si conceda ai medesimi uno spazio più ampio di interlocuzione con l'amministrazione finanziaria in presenza di irregolarità fiscali, spinto fino alla fase avanzata del contenzioso.
  Reputa, al riguardo, che la concessione di tale spazio ingeneri un'aspettativa che può definirsi «condonistica», che causa il legittimo affidamento del contribuente nell'intervento, in futuro, di ulteriori norme che permetteranno di non adempiere all'obbligo tributario.
  Seppure in un'ottica riformista e di adattamento alla realtà, ritiene che esistano alcuni limiti invalicabili alle modifiche normative: non appare infatti possibile rendere troppo elastiche le regole della raccolta fiscale senza inficiarne il funzionamento. L'adempimento fiscale, sancito nell'articolo 53 della Costituzione, è infatti il fondamento dei diritti e dei doveri dei cittadini.
  Rammenta – a titolo di esempio, anche richiamando il proprio ruolo di Presidente della Commissione Finanze del Senato – che nella XVIII Legislatura, in occasione dell'esame del disegno di legge di riforma della giustizia tributaria, alcune disposizioni sono state varate pressoché all'unanimità dalle competenti Commissioni del Senato; si tratta in particolare delle norme che, in caso di rigetto del reclamo o di mancato accoglimento della proposta di mediazione, prevedono che la soccombenza di una delle parti, in accoglimento delle ragioni già espresse in sede di reclamo o mediazione, comporti per la parte soccombente la condanna al pagamento delle relative spese di giudizio e che tale condanna può rilevare, inoltre, ai fini dell'eventuale responsabilità amministrativa del funzionario che ha immotivatamente rigettato il reclamo o non accolto la proposta di mediazione. Reputa che tale intervento sia stato un chiaro esempio di riforma condivisa dalle forze politiche che ha modificato, senza debilitarlo, l'assetto della giustizia tributaria.
  Con riferimento alle proposte emendative, preannuncia che verranno presentate modifiche volte a espungere le norme ritenute tali da scardinare l'assetto fiscale, come sopra delineato. Si chiederà, sotto un diverso profilo, di rafforzare gli aiuti a imprese e famiglie.

  Bruno TABACCI (PD-IDP) rileva che il Documento di economia e finanza recentemente presentato dal Governo mette in evidenza i dati e le iniziative volte a contrastare l'evasione fiscale. Tuttavia, non riscontra lo stesso intento nel provvedimento in esame.
  Il Documento di economia e finanza 2023 evidenzia infatti come l'Italia sia ancora il terzo paese in Europa per l'evasione Iva: si chiede, dunque, se l'articolo 23 del provvedimento in esame, nel disporre una Pag. 179specifica causa di non punibilità, non abbia un effetto distorsivo, soprattutto alla luce dell'accelerazione del fenomeno degli omessi versamenti, in un contesto in cui l'economia sommersa è stimata al venti per cento e nel quale è diffusa l'abitudine al «doppio prezzo» praticato dai fornitori (con o senza fattura). Occorre sul punto domandarsi se un comportamento intenzionalmente omissivo debba essere o meno scoraggiato.
  Rileva che, specialmente nelle piccole e medie imprese, l'omesso versamento dei tributi è uno strumento di liquidità, utilizzabile sino al primo grado di giudizio, osservando che tale limite è ulteriormente spostato in avanti dal provvedimento in esame. Rammenta che in alcuni contesti economici sono prioritariamente onorate le scadenze coi fornitori, sono versati i compensi agli amministratori e sono addirittura distribuiti dividendi, ma l'obbligazione tributaria nei confronti dello Stato non riveste la medesima importanza e non sempre viene onorata. Ritiene che l'articolo 23 del provvedimento costituisca una vera e propria indicazione di marcia in tal senso e rappresenti un vero e proprio danno al sistema fiscale.
  Ribadisce dunque la contraddizione tra il Documento di economia e finanza e il provvedimento in esame, e reputa necessario intervenire.
  Conclude rammentando che, in un contesto nel quale l'economia sommersa è così diffusa e che l'economia derivante dalla malavita è stimata come superiore al cinque per cento, è difficile per l'Esecutivo realizzare adeguate politiche sociali, non avendo contezza né della ricchezza né della povertà effettive del Paese. In mancanza di regole democratiche condivise, gli effetti di tali politiche possono essere distorsivi.
  Auspica pertanto che possano essere introdotti opportuni correttivi al decreto-legge, in assenza dei quali la politica fiscale governativa perseguita dal viceministro Leo – collega che apprezza e rispetta – rischia di risultare vicina alla logica di alcune categorie che, ritiene, sull'oggetto specifico del proprio lavoro solo talvolta emettono fattura.

  Alberto Luigi GUSMEROLI (LEGA), pur apprezzando l'eloquenza dei colleghi che l'hanno preceduto, invita tuttavia la Commissione a considerare i dati della realtà economica, nella quale numerose aziende faticano a onorare i debiti con l'erario e, in particolare, i debiti Iva. Tali soggetti sono lungi dal distribuire dividendi, né è possibile ritenere che l'omesso versamento dell'imposta sul valore aggiunto sia una scelta deliberata alla luce delle altissime sanzioni in cui si rischia di incorrere e che, al momento, ammontano a circa il novanta per cento degli importi dovuti.
  La crisi pandemica – rammenta successivamente – ha creato numerosi problemi alle imprese italiane, in molti casi impossibilitate a proseguire la propria attività. Le definizioni agevolate hanno dunque avuto lo scopo di venire incontro al tessuto imprenditoriale e, conseguentemente, anche di conservare i posti di lavoro.
  Ricorda come si discuta spesso della tendenza di una sola parte politica a utilizzare lo strumento del condono, dimenticando che nel passato governi di diverso colore, che godevano dell'appoggio dell'attuale opposizione, hanno utilizzato tale istituto. Menziona la cosiddetta voluntary disclosure, che ha consentito il rientro dei capitali dall'estero, ritenendola una delle più ingenti misure di condono introdotta degli ultimi anni.
  In proposito, afferma che il disegno di legge di delega per la riforma fiscale recentemente presentato dal Governo perseguirà lo scopo – tra l'altro – di distinguere i grandi evasori dai contribuenti in difficoltà economica, questi ultimi concretamente impossibilitati a onorare il debito con il fisco. Conclude affermando che, alla luce di quanto illustrato, le norme del provvedimento in esame intendono perseguire finalità di tutela di famiglie e imprese.

  Bruno TABACCI (PD-IDP) replica che nessuno è tenuto a conoscere i trascorsi parlamentari dei colleghi, ma ricorda di essersi particolarmente impegnato in passato nell'attività politica di contrasto all'evasione fiscale.Pag. 180
  Ricorda poi che il contesto economico da lui poc'anzi richiamato non è frutto di una opinione personale ma è stato illustrato nella sua oggettività nel corso della recente audizione del sostituto procuratore Fabio Di Vizio, ascoltato in occasione dell'esame del decreto-legge in discussione. Rammenta inoltre che in passato, nella veste di Presidente della Commissione Attività produttive, si è particolarmente speso, affinché – con finalità di contrasto all'evasione – l'Istat stimasse il costo del sommerso in luogo di rettificare la stima del PIL, come effettivamente è avvenuto a partire dagli anni 2006-2007.
  Conclude affermando che, se l'approvazione in passato di misure qualificabili come «condono fiscale» può essere considerata un errore politico, è necessario non perseverare nel medesimo errore anche in futuro.

  Emiliano FENU (M5S) afferma in primo luogo di essere sempre stato favorevole a misure volte a sostenere i contribuenti in difficoltà, che ritiene doveroso distinguere da coloro i quali scientemente evadono le tasse allo scopo di mantenere adeguati livelli di liquidità.
  Tuttavia, alcuni istituti di definizione agevolata, così come la norma del provvedimento che esclude la punibilità in specifiche ipotesi, non favoriscono i contribuenti in difficoltà, bensì i grandi evasori: a titolo di esempio, i casi di non punibilità contemplati dalle norme concernono gli omessi versamenti per importi molto alti.
  Rammenta inoltre che la maggioranza al Governo è da sempre contraria ad ampliare un sistema che invece consentirebbe allo Stato di avere contezza delle reali risorse dei contribuenti, ossia il sistema delle ritenute alla fonte.
  Conclude il proprio intervento affermando che, a suo avviso, l'istituto della definizione agevolata è una mera procrastinazione dei problemi dei contribuenti. Il soggetto che destina risorse al pagamento del dovuto per la «rottamazione» spesso non riesce invece a onorare i debiti correnti e, dunque, in pochi anni si ritrova nelle medesime difficoltà.

  Andrea QUARTINI (M5S), in relazione al tema del payback sui dispositivi medici, sottolinea che una questione fondamentale è rappresentata dall'esigenza di tutelare le piccole e medie imprese operanti nel settore. Al riguardo, segnala che dai dati in suo possesso relativi alla regione Toscana emerge che circa il 70 per cento della spesa per dispositivi medici riguarda solo trenta società su un totale di oltre mille, operanti spesso a livello multinazionale. Invita, pertanto, a prevedere differenziazioni tenendo conto delle dimensioni delle diverse aziende per quanto concerne il parziale recupero degli esborsi da parte delle regioni che hanno superato il tetto di spesa, anche alla luce della progressività sancita dall'articolo 53 della Costituzione.
  Esprime, quindi, perplessità sul contenuto delle disposizioni relative ai servizi di emergenza-urgenza, osservando che in luogo di incentivi monetari sarebbe necessario assicurare migliori condizioni di lavoro e un adeguato godimento dei periodi di riposo a coloro che svolgono la propria attività in tale area.
  Quanto alle misure introdotte per contrastare gli episodi di violenza nei confronti del personale sanitario, nell'evidenziare che occorre assicurare la massima tutela degli operatori sanitari e perseguire condotte inaccettabili, osserva che le predette misure non appaiono sufficienti in quanto andrebbero accompagnate da una migliore organizzazione del lavoro e dalla formazione degli stessi operatori. Segnala, infatti, che molti episodi di violenza sono innescati dalle condizioni di estremo disagio che vivono i pazienti e che in tale situazione un inasprimento delle pene non può rappresentare un efficace deterrente. In termini più generali, sottolinea che il decreto in esame interviene in modo emergenziale su alcune situazioni critiche che necessiterebbero piuttosto di interventi sistematici.

  Luciano CIOCCHETTI (FDI), in risposta alle considerazioni svolte dal collega Quartini, ricorda che gli interventi in ambito sanitario di cui al Capo II del provvedimento in esame rappresentano una prima risposta urgente con le risorse attualmente a disposizione, pari in ogni caso a circa 1,4 Pag. 181miliardi di euro, per rimediare a scelte errate compiute negli anni passati.
  In particolare, segnala che l'intervento di cui all'articolo 8 si è reso necessario per porre un argine a quanto previsto con il decreto-legge n. 78 del 2015, emanato dal Governo Renzi, con Ministra della salute Lorenzin. Ricorda che con quel provvedimento si era provveduto a introdurre anche per i dispositivi medici il meccanismo del payback – anch'esso peraltro discutibile – previsto per la spesa farmaceutica. Rileva che tale scelta è da considerarsi ancora più iniqua in quanto nel caso dei prodotti farmaceutici il prezzo viene fissato attraverso un'interlocuzione tra aziende produttrici e AIFA, mentre quello dei dispositivi è determinato dall'esito delle gare svolte. Ricorda, inoltre che il tetto di spesa individuato nel 2015 risultava in termini relativi assai inferiore – 4,4 per cento in luogo di 5,2 per cento – di quello previsto, senza introdurre un meccanismo di payback, dal decreto-legge n. 98 del 2011. Come ulteriore elemento critico, osserva che tale norma riguardava tutti i dispositivi medici senza distinzioni, quindi sia prodotti di base quali, a titolo d'esempio, le garze, sia manufatti ad alto contenuto tecnologico.
  Ricorda che tale strumento di contenimento della spesa sanitaria non ha trovato applicazione sino al 2022 quando, con l'emanazione del decreto-legge «Aiuti-bis» da parte del Governo Draghi, ne è stato previsto l'utilizzo per sanare il deficit sanitario delle regioni, prevedendo con un successivo decreto ministeriale che le aziende produttrici avrebbero dovuto versare una somma per loro insostenibile entro il mese di gennaio del 2023. L'attuale Governo è quindi intervenuto prima rinviando tale scadenza alla fine del mese di aprile, poi, con l'attuale provvedimento, prevedendo uno stanziamento di una cifra assai rilevante, pari a 1.085 milioni di euro, quale contributo statale per il ripiano del superamento del tetto di spesa per quanto riguarda il periodo 2015-2018. Segnalando che con un successivo intervento sarà necessario affrontare anche la problematica relativa agli anni successivi, condizionati probabilmente anche da un incremento della spesa per dispositivi medici a causa dell'emergenza da COVID-19, esprime l'auspicio che con il provvedimento in esame sia possibile prevedere anche un superamento del meccanismo che ha determinato l'attuale situazione insostenibile a carico delle aziende produttrici.
  Passando rapidamente ad esaminare le altre disposizioni relative all'ambito sanitario contenute nel provvedimento, evidenzia l'importanza degli interventi volti ad assicurare l'operatività delle strutture di pronto soccorso. Segnala, inoltre, che le norme relative al reclutamento del personale sanitario si sono rese necessarie anche a causa degli errori di programmazione nel reclutamento dei medici specializzandi compiuti negli anni passati.
  Nel ricordare che con la legge di bilancio è stato consolidato l'aumento delle risorse in favore del sistema sanitario avviato nel corso di una fase pandemica, sottolinea che il provvedimento in esame costituisce un altro passo in tale direzione.
  In conclusione segnala che il Ministero della salute in questi giorni ha inviato alla Conferenza Stato-regioni il nuovo tariffario per l'assistenza ospedaliera, sottolineando che ciò costituisce un passaggio essenziale per una profonda riorganizzazione del sistema sanitario nazionale e osservando che tutti dovrebbe essere orgogliosi del raggiungimento di tale obiettivo.

  Marco OSNATO, presidente, fa presente che si è così concluso l'esame preliminare del provvedimento. Rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.20.