CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 18 aprile 2023
95.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
COMUNICATO
Pag. 223

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 18 aprile 2023. — Presidenza del presidente Alberto Luigi GUSMEROLI.

  La seduta comincia alle 10.30.

DL 13/2023: Disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e del Piano nazionale degli investimenti complementari al PNRR (PNC), nonché per l'attuazione delle politiche di coesione e della politica agricola comune.
C. 1089 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alle Commissioni I e V).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Alberto Luigi GUSMEROLI, presidente, dà conto delle sostituzioni e invita il relatore ad illustrare i contenuti del provvedimento all'esame.

  Luca SQUERI (FI-PPE), relatore, espone in sintesi i contenuti del provvedimento in esame, già stato approvato in prima lettura dal Senato lo scorso. Avverte che la sua relazione si limiterà ad illustrare brevemente le sole parti del testo del decreto-legge (composto, dopo l'esame al Senato, di 75 articoli, rispetto ai 58 deliberati dal Consiglio dei ministri) che investono profili di interesse della X Commissione mentre rinvia alla documentazione predisposta dagli uffici per ogni ulteriore approfondimento.
  Fa quindi presente che l'articolo 8, nei commi da 7 a 9, prevede la costituzione di una direzione generale, articolata in due Pag. 224uffici di livello dirigenziale non generale, presso il Ministero del turismo, per garantire l'attuazione delle riforme e la realizzazione degli investimenti previsti dal PNRR di titolarità del medesimo Ministero. Il comma 10 posticipa dall'anno 2021 al 31 dicembre 2026 il termine entro il quale, per il conferimento di incarichi dirigenziali di livello generale presso il Ministero del turismo, non si applicano i limiti percentuali di cui all'articolo 19, comma 5-bis, del decreto legislativo n. 165 del 2001 e, per il conferimento di incarichi dirigenziali di livello non generale, i limiti percentuali di cui all'articolo 19, commi 5-bis e 6, sono elevati rispettivamente fino al 50 e al 30 per cento. Il comma 11 provvede alla copertura degli oneri derivanti da tali disposizioni. Il comma 12 dispone, infine, la conservazione, nel conto dei residui per l'anno 2023, delle somme stanziate per il reclutamento di personale nelle amministrazioni assegnatarie di progetti inclusi nel PNRR dall'articolo 7, comma 4, del decreto-legge n. 80 del 2021, iscritte nello stato di previsione del Ministero del turismo e non utilizzate al termine dell'esercizio finanziario 2022, nella misura di 191.813 euro.
  Evidenzia poi che l'articolo 11 istituisce un Fondo per l'attuazione degli interventi del PNRR di competenza del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), dotandolo di 0,5 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2023 al 2025. Il comma 2 dispone in ordine alla compensazione dei relativi oneri. Il comma 2-bis – inserito al Senato – autorizza il Ministero delle imprese e del made in Italy a stipulare, a titolo gratuito, con l'Agenzia delle entrate una convenzione per garantire lo svolgimento delle attività di controllo e rendicontazione nell'ambito dell'Investimento 1, «Transizione 4.0», della Missione 1, «Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo», componente 2, «Digitalizzazione, innovazione e competitività nel sistema produttivo».
  Informa che l'articolo 13 incrementa la pianta organica dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM) di 10 unità di ruolo.
  Segnala che l'articolo 16, ai commi da 1 a 3, prevede che l'Agenzia del demanio, sentito il Ministero dell'economia e delle finanze, individui beni immobili, di proprietà dello Stato, ed altri beni statali in uso ad amministrazioni, di concerto con le medesime amministrazioni usuarie, idonei all'installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. La norma esclude talune tipologie di immobili dall'ambito di applicazione della disciplina in oggetto. L'Agenzia del demanio è autorizzata ad utilizzare parte delle risorse previste a legislazione vigente in relazione ai piani degli investimenti immobiliari, posti in capo alla medesima Agenzia, a parziale copertura degli oneri correlati ai necessari interventi sugli immobili in oggetto. Si prevede che la medesima Agenzia curi la progettazione e l'esecuzione degli interventi in esame, previo atto di intesa con le amministrazioni centrali interessate e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
  Fa inoltre presente che l'articolo 16, comma 3-bis, consente all'Agenzia del demanio di costituire comunità energetiche rinnovabili nazionali, anche per impianti superiori a 1 MW, con le Amministrazioni dello Stato o con altre pubbliche amministrazioni centrali o locali. Le comunità energetiche così costituite, accedono ai relativi regimi di sostegno.
  Evidenzia poi che l'articolo 26 (commi 1-5, 6 e 7-9) riconosce alle imprese che partecipano al finanziamento delle borse di dottorato innovativo previste dal PNRR, nel periodo di attuazione del Piano, un esonero dal versamento dei complessivi contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro per ciascuna assunzione a tempo indeterminato di unità di personale in possesso di determinati requisiti. Esso modifica altresì la disciplina che attualmente obbliga le università a riservare, a determinate condizioni, una quota delle risorse destinate alla stipula dei contratti di ricercatore a tempo determinato ai titolari di contratti da ricercatore di tipo A o ai titolari di uno o più assegni di ricerca. Esclude l'applicazione, nel periodo di attuazione del PNRR, dell'attuale limite di spesa per l'attribuzione di assegni di ricerca alle risorse rivenientiPag. 225 dal medesimo Piano, nonché a quelle derivanti da progetti di ricerca, nazionali o internazionali, ammessi al finanziamento sulla base di bandi competitivi. Reca una disposizione per favorire l'attrattività del sistema universitario per i giovani studiosi in possesso di abilitazione scientifica nazionale per la prima fascia che si trovino a svolgere le loro attività sia in Italia sia all'estero. Consente alle università statali, a determinate condizioni, la stipula di polizze sanitarie integrative delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale in favore di personale docente e della ricerca. Infine, specifica i requisiti minimi che devono essere posseduti dai componenti il consiglio di amministrazione dell'università tra i quali va scelto il presidente dell'organo collegiale.
  Sottolinea che l'articolo 27, comma 1, stabilisce che i soggetti a partecipazione pubblica appositamente costituiti al fine di promuovere il miglior coordinamento nella realizzazione degli interventi di competenza del Ministero dell'università e della ricerca relativi alla Missione 4, Componente 2, del PNRR, nonché del relativo PNC, assicurano l'integrazione dei propri organi statutari di gestione e controllo con uno o più rappresentanti designati dal Ministero nonché, su indicazione di quest'ultimo, di ulteriori Ministeri, in ragione del tema oggetto della ricerca finanziata. Il comma 2 prevede che le università statali, gli enti pubblici di ricerca, e le istituzioni statali dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica osservano le procedure di controllo e rendicontazione delle misure relative al PNRR e al PNC, con sistemi interni di gestione e controllo idonei ad assicurare il corretto impiego delle risorse finanziarie loro assegnate. Per il comma 3 i predetti soggetti adempiono alle disposizioni del presente articolo nell'esercizio della propria autonomia responsabile. In base al comma 4, le università statali e non statali, legalmente riconosciute, gli istituti di istruzione universitaria a ordinamento speciale, gli enti pubblici di ricerca, le istituzioni statali AFAM e i soggetti attuatori di cui al comma 1 possono fornire quale idoneo strumento di garanzia delle risorse ricevute ai fini della realizzazione degli interventi compresi nel quadro di attuazione del PNRR, nonché del relativo PNC, anche i fondi assegnati dal Ministero dell'università e della ricerca in relazione al funzionamento ordinario. In base al comma 5, per i soggetti attuatori di cui al comma 1, i fondi di funzionamento ordinario costituiscono idoneo strumento di garanzia a copertura delle erogazioni ricevute per lo svolgimento delle attività progettuali connesse alla realizzazione di interventi di attuazione del PNRR, nonché del relativo PNC. Ricorda che le risorse destinate alla ricerca finanziano investimenti e riforme presenti nella Missione 4 («Istruzione e ricerca»), nell'ambito della Componente 2 («Dalla ricerca all'impresa»). In particolare, rammenta che la Componente 2 riguarda tre aree d'intervento: 1) rafforzamento della ricerca e diffusione di modelli innovativi per la ricerca di base e applicata condotta in sinergia tra università e imprese; 2) sostegno ai processi di innovazione e trasferimento tecnologico; 3) potenziamento delle condizioni di supporto alla ricerca e all'innovazione. Sottolinea, in particolare, che la M4C2 del PNRR, mira a sostenere gli investimenti in R&S, a promuovere l'innovazione e la diffusione delle tecnologie, a rafforzare le competenze, favorendo la transizione verso una economia basata sulla conoscenza. Le tre linee d'intervento previste coprono l'intera filiera del processo di ricerca e innovazione, dalla ricerca di base al trasferimento tecnologico, con misure che si differenziano sia per il grado di eterogeneità dei network tra Università, centri/enti di ricerca e imprese sia per il grado di maturità tecnologica o TRL (Technology Readiness Level). Per tutte le misure sono previste procedure di selezione su base competitiva.
  Segnala poi che l'articolo 31, commi 1-6, modificato al Senato, reca disposizioni concernenti il Giubileo 2025 e la misura «Caput Mundi-Next Generation EU per grandi eventi turistici» del PNRR, finalizzate ad attribuire all'Agenzia del demanio funzioni di stazione appaltante in ordine ad una serie di interventi relativi al compendio denominato «Città dello Sport» sito in Pag. 226Roma, destinato ad ospitare le celebrazioni del Giubileo della Chiesa Cattolica per il 2025.
  Evidenzia anche quanto disposto dall'articolo 38, al comma 1, che eleva da 72 a 120 il numero di rate attraverso le quali può essere dilazionato il debito verso l'Agenzia delle entrate dell'impresa che accede all'istituto della composizione negoziata della crisi. Il comma 2 consente ai creditori che, a seguito delle trattative, hanno raggiunto un accordo con il debitore con riduzione dei propri crediti, di emettere la nota di variazione in diminuzione dell'Iva dalla data di pubblicazione nel registro delle imprese degli accordi o del contratto con cui si attesta la composizione negoziata della crisi. Il comma 3 dispone che, dall'entrata in vigore del decreto-legge in esame fino al 31 dicembre 2023, le certificazioni relative ai debiti tributari e contributivi e ai premi assicurativi, rilasciate da Agenzia delle entrate, Inps e Inail, possano essere sostituite da autodichiarazioni dell'imprenditore che attesti di averne fatto richiesta almeno 10 giorni prima dalla presentazione dell'istanza di accesso alla composizione negoziata della crisi. Il comma 4 rinvia di 18 mesi l'entrata in vigore della disposizione dell'articolo 199 del Codice della crisi d'impresa che prevede l'attribuzione, da parte della cancelleria del tribunale, del domicilio digitale al momento della pubblicazione della sentenza di liquidazione giudiziale.
  Informa che l'articolo 41 reca «Disposizioni in materia di procedimenti di valutazione di impatto ambientale – VIA degli impianti chimici integrati di produzione, su scala industriale, di idrogeno verde e rinnovabile.».
  Fa poi presente che l'articolo 44 reca disposizioni finalizzate a garantire un'adeguata copertura finanziaria anche per le annualità 2025 e 2026 per l'attivazione di misure di assistenza tecnica al Dipartimento PNRR e ai soggetti attuatori per gli interventi PNRR di competenza del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica.
  Evidenzia quindi che l'articolo 45-bis, in primo luogo, prevede che il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica possa avvalersi del Gestore dei servizi energetici (GSE) per l'espletamento di attività ad alto contenuto specialistico afferenti alla gestione degli interventi della Missione 2 del PNRR (che comprende anche la Componente 2 (M2C2) – Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile e la Componente (M2C3) – Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici) mediante la sottoscrizione di appositi accordi. Inoltre, il Ministero e il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica vengono investiti delle prerogative riservate al Ministero e al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare nell'ambito della disciplina relativa al Comitato ETS.
  Sottolinea, quindi, che l'articolo 47 prevede che l'individuazione definitiva delle aree idonee avvenga tenendo conto della classificazione già operata in via transitoria dall'articolo 20, comma 8 (comma 1, lettera 0b)); quest'ultima disposizione è per altro modificata per ampliare il novero delle aree idonee alla realizzazione di impianti da fonti rinnovabili nelle more della loro individuazione con legge regionale ai siti dove vengono realizzate modifiche sostanziali agli impianti di produzione esistenti, ai siti e agli impianti all'interno di tutti i sedimi aeroportuali e con riguardo ai siti che distino da beni sottoposti a tutela paesaggistico-culturale più di 500 metri, in caso di impianti fotovoltaici o più di tre chilometri, in caso di impianti eolici (comma 1, lettera a)). Si dispone, inoltre, che le semplificazioni previste per l'autorizzazione di impianti da fonti rinnovabili localizzati in aree idonee si applichino anche alle infrastrutture elettriche interrate di connessione degli impianti, indipendentemente dalla loro ubicazione (comma 1, lettera a-bis). Riguardo ai siti e agli impianti nella disponibilità di società concessionarie autostradali, qualificate come aree idonee alla realizzazione di impianti da fonti rinnovabili, si prevede il loro affidamento in concessione mediante procedura competitiva. Qualora non siano state presentate offerte adeguate, dette aree possono essere affidate a società collegate o controllate (comma 1, lettera a-bis). L'articoloPag. 227 47 prevede inoltre che la realizzazione di impianti fotovoltaici a terra in aree industriali, artigianali e commerciali, in discariche o in cave non suscettibili di ulteriore sfruttamento non sia subordinata ad alcun atto di assenso, salva la possibilità per la soprintendenza di adottare un provvedimento di diniego se l'intervento è incompatibile i vincoli paesaggistici esistenti (comma 1, lettera b)). Con riguardo alle comunità energetiche rinnovabili, la novella favorisce la partecipazione ad esse delle associazioni con personalità giuridica di diritto privato (comma 1, lettera c)) e introduce modalità semplificate per la concessione di aree per la realizzazione degli impianti a servizio di comunità energetiche rinnovabili finanziati dal PNRR (commi 4 e 5). Si prevede poi che con il decreto del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica che dà piena operatività alla Piattaforma unica nazionale sui punti di ricarica o di rifornimento accessibili al pubblico per le auto elettriche siano definite altresì le relative modalità di alimentazione (comma 1, lettera d)). La disciplina del procedimento unico di autorizzazione degli impianti da fonti rinnovabili è modificata per prevedere la partecipazione del Ministro della cultura solo quando sono interessate aree vincolate e non nel caso di progetti che interessi aree contermini (comma 2 e comma 3, lettera b)). Inoltre, si prevede che l'autorizzazione rilasciata a valle del procedimento comprenda i provvedimenti di verifica di assoggettabilità a VIA e di VIA (comma 3, lettera c)) e, nel caso di pompaggi, il rilascio della concessione ai fini dell'uso delle acque (comma 3, lettera a)). Il termine di conclusione del procedimento è stabilito in novanta giorni qualora il progetto insista su aree sottoposte a vincolo culturale o paesaggistico e in sessanta giorni, al netto dei tempi necessari per le valutazioni ambientali, negli altri casi (comma 3, lettera c)). Il comma 6, infine, fissa un termine di quarantacinque giorni per il rilascio dell'autorizzazione paesaggistica sui progetti di impianti solari fotovoltaici e termici su ville, giardini, parchi o complessi di cose immobili di notevole interesse pubblico; decorso tale termine, l'autorizzazione si intende rilasciata.
  Osserva peraltro che l'articolo 47, comma 1, lettera 0a), introdotto al Senato, prevede che, con decreto del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, l'incentivo tariffario previsto per la produzione e l'immissione in rete di biometano possa essere esteso anche alla produzione di biometano tramite gassificazione delle biomasse.
  Sottolinea, inoltre, che l'articolo 47, comma 9-bis, introdotto al Senato, ridetermina gli impegni massimi di spesa annua cumulata per il riconoscimento degli incentivi alla realizzazione di interventi per l'incremento dell'efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili previsti dal decreto ministeriale 16 febbraio 2016. L'impegno massimo di spesa annua cumulata è aumentato da 200 a 400 milioni di euro in relazione ai benefici riconosciuti alle pubbliche amministrazioni e ridotto da 700 a 500 milioni di euro in relazione ai benefici riconosciuti ai soggetti privati.
  Fa poi presente che i commi da 9-ter a 9-sexies – inseriti al Senato – dell'articolo 47 recano alcune modifiche alla disciplina sui procedimenti di autorizzazione di impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili, qualora il progetto sia sottoposto a valutazione di impatto ambientale di competenza statale e riguardi aree interessate da progetti di infrastrutture di ricerca. Inoltre, vengono introdotte previsioni specifiche circa il rilascio di ulteriori titoli abilitativi all'esercizio delle attività economiche al fine della realizzazione e del funzionamento dell'infrastruttura di ricerca «Einstein Telescope».
  Ancora l'articolo 47, ai commi 10-11, reca disposizioni volte a consentire ad alcune categorie di operatori del settore agricolo l'accesso agli incentivi previsti per le comunità energetiche rinnovabili e altre configurazioni di autoconsumo diffuso anche in relazione ad impianti di potenza superiore a 1 MW e per la quota di energia condivisa da impianti e utenze non connesse sotto la stessa cabina primaria, in deroga, quindi, ai requisiti previsti in via generale.Pag. 228
  Segnala poi che sempre all'articolo 47, i commi da 11-bis a 11-quater, introdotti al Senato, provvedono, in particolare, alle condizioni indicate, ad incrementare le soglie di potenza minime degli impianti fotovoltaici, superate le quali gli stessi sono assoggettati alle procedure di VIA statale o di verifica di assoggettabilità a VIA da parte delle regioni (cosiddetto screening di VIA regionale), nonché ad elevare a 1000 kW la soglia minima di potenza nominale di concessione ai fini dell'assoggettamento allo screening regionale di VIA per impianti idroelettrici realizzati su condotte esistenti.
  Rimarca che l'articolo 47-bis, introdotto al Senato, introduce alcune disposizioni in merito alla determinazione delle tariffe del servizio di teleriscaldamento. In particolare l'articolo in questione reca delle modifiche al decreto legislativo n. 102 del 2014 affidando all'Autorità di regolazione energia reti e ambiente il compito di stabilire le tariffe di cessione del calore in modo da armonizzare gli obiettivi economico-finanziari dei soggetti esercenti il servizio con gli obiettivi generali di carattere sociale, di tutela ambientale e di uso efficiente delle risorse.
  Segnala poi che i commi 1-3 dell'articolo 48, modificati al Senato, prevedono l'emanazione di un decreto del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica finalizzato alla semplificazione della disciplina vigente in materia di gestione delle terre e delle rocce da scavo.
  Fa presente che l'articolo 49 nei commi da 1 a 3 introduce delle ulteriori semplificazioni in merito alle procedure autorizzative per la realizzazione di impianti di produzione di energie da fonti rinnovabili mentre, ai commi 4 e 5, interviene sull'articolo 3 comma 2 del decreto-legge n. 144 del 2022, il quale consente che l'ammontare di finanziamento garantito da SACE per le imprese energivore colpite dagli effetti negativi del conflitto russo ucraino possa coprire il fabbisogno di liquidità delle medesime imprese, per i successivi 12 mesi, se PMI, e per i successivi 6 mesi, se grandi imprese. Il comma 5 interviene su tale norma rimuovendo il limite dell'importo massimo di finanziamento garantito (25 milioni di euro) e mantenendo fermo il rispetto della disciplina europea sugli aiuti di Stato (Quadro temporaneo). Il comma 4 estende l'ambito di applicazione dell'articolo 3 comma 2 del decreto-legge n. 144 del 2022, come sopra modificato, prevedendo che esso si applichi, alle condizioni ivi previste, anche all'impresa Sideralloys Italia s.p.a., relativamente al sito di Portovesme-Portoscuso, nel Sulcis, nonché, secondo quanto aggiunto in sede referente, all'impresa Portovesme s.r.l., quale unico produttore nazionale di zinco e piombo primari. Il comma 6 subordina l'efficacia delle disposizioni di cui ai commi 4 e 5 alla previa autorizzazione della Commissione europea.
  Segnala quindi che l'articolo 49-bis, introdotto al Senato, prevede che il programma di massimizzazione dell'impiego di impianti di generazione elettrica alimentati da fonti diverse dal gas naturale, predisposto da Terna sulla base degli atti di indirizzo del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica fronteggiare l'instabilità del sistema nazionale del gas naturale, possa comprendere anche l'utilizzo degli impianti alimentati da biomassa solida.
  Sottolinea che i commi da 1-bis a 1-quater dell'articolo 51, introdotti al Senato, recano disposizioni in materia di assegnazione dei rimborsi riconosciuti dalla Commissione europea a fronte di spese sostenute con risorse nazionali, comprese quelle per misure di riduzione dei costi in materia energetica, e rendicontate nell'ambito dei programmi cofinanziati dai Fondi strutturali. In particolare, i commi 1-bis e 1-ter prevedono l'assegnazione dei rimborsi riconosciuti dalla Commissione europea a fronte di spese sostenute con risorse nazionali e rendicontate nell'ambito dei programmi nazionali e regionali (PON e POR) cofinanziati dai Fondi strutturali 2014-2020 e 2021-2027, a seguito di variazioni del tasso di cofinanziamento dei predetti programmi, a una o più linee di intervento finanziate sul conto corrente di tesoreria dedicato agli Interventi Complementari alla programmazione comunitaria (POC). Con delibera del CIPESS saranno individuati gli interventi di sviluppo economico e di coesionePag. 229 sociale e territoriale coerenti con la natura delle risorse utilizzate, cui destinare le somme trasferite sul conto corrente, nel rispetto della destinazione territoriale delle stesse. Il comma 1-quater dispone l'assegnazione dei rimborsi riconosciuti dalla Commissione europea a fronte di spese anticipate dallo Stato per misure di riduzione dei costi in materia energetica, rendicontate nell'ambito dei programmi nazionali (PON) cofinanziati dai Fondi strutturali 2014-2020, nonché quelle recuperate a seguito di variazioni del tasso di cofinanziamento dei predetti programmi, alla Cassa per i servizi energetici e ambientali per il finanziamento di iniziative normative volte alla previsione di agevolazioni per la fornitura di energia elettrica e di gas riconosciute, in particolare, ai clienti domestici economicamente svantaggiati o in gravi condizioni di salute.
  Evidenzia inoltre che l'articolo 52, comma 5-bis, introdotto al Senato, prevede l'assegnazione con delibera CIPESS di 5 milioni nel 2025, 20 milioni nel 2026 e 16 milioni nel 2027 alla Regione Toscana al fine di assicurare la realizzazione degli interventi indicati nella delibera CIPE n. 47/2014 per la riqualificazione e riconversione del Polo industriale di Piombino.
  Infine, rammenta che l'articolo 57 contiene la consueta clausola di salvaguardia per le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e di Bolzano mentre l'articolo 58 dispone circa l'entrata in vigore del decreto-legge (25 febbraio 2023): ricorda tuttavia che, ai sensi dell'articolo 1 del disegno di legge di conversione del decreto, quest'ultima legge (insieme con le modifiche apportate al decreto in sede di conversione) entra in vigore il giorno successivo a quello della propria pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
  Quindi, nessuno chiedendo di intervenire, formula una proposta di parere favorevole (vedi allegato).

  Enrico CAPPELLETTI (M5S), annuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore su un provvedimento che contiene una vasta platea di disposizioni molto diverse tra di loro, alcune delle quali anche condivisibili come ad esempio quelle in materia di SPID che prevedono alcuni obblighi di adeguamento tecnologico e di prestazione per i gestori dell'identità digitale, il cui nucleo fondamentale è rappresentato dallo smantellamento del sistema di governance del PNRR attualmente in vigore. Sottolinea che l'argomento è delicato e ritiene che proprio per questo, probabilmente, è stato fatto cadere il Governo Conte II che ha invece avuto l'indubitabile merito di acquisire all'Italia il PNRR, risultato che rivendica con orgoglio per la propria parte politica.
  Ritiene che modificare così profondamente la governance, in questo momento, sia un errore in quanto praticamente provoca la decadenza delle strutture di missione ora funzionanti con il rischio che si debba ricominciare da zero. Crede che tutto ciò risponda più a un criterio di spartizione di posti di potere, per farvi accedere soggetti vicini all'attuale maggioranza, che a una effettiva razionalizzazione e sottolinea che un siffatto spoil system è un vero errore perché investe figure dirigenziali che non ricoprono posizioni politiche ma che svolgono essenzialmente funzioni tecniche e di controllo.
  Avverte quindi che ogni responsabilità circa i ritardi conseguenti al raggiungimento degli obiettivi del Piano, conseguenti al predetto cambio di governance, dovrà essere ricondotta in capo alla maggioranza e al Governo attuali che sembrano poter raggiungere un unico risultato: quello di riuscire a bloccare la corresponsione della rata di 19 miliardi del PNRR a favore dell'Italia da parte dell'Unione europea.

  Vinicio Giuseppe Guido PELUFFO (PD-IDP), annuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore (vedi allegato).

Documento di economia e finanza 2023.
Doc. LVII, n. 1 – Annesso e Allegati.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

Pag. 230

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Ilaria CAVO (NM(N-C-U-I)-M). relatrice, esponendone in sintesi i contenuti, ricorda che il Documento di economia e finanza (DEF) costituisce il principale documento di programmazione della politica economica e di bilancio. Esso traccia, in una prospettiva di medio-lungo termine, gli impegni, sul piano del consolidamento delle finanze pubbliche, e gli indirizzi, sul versante delle diverse politiche pubbliche, adottati dall'Italia per il rispetto del Patto di Stabilità e Crescita europeo (PSC). Il Documento si colloca al centro del processo di coordinamento ex ante delle politiche economiche degli Stati membri dell'UE, il cosiddetto Semestre europeo e viene trasmesso alle Camere affinché si esprimano sugli obiettivi e sulle conseguenti strategie di politica economica in esso indicati. Dopo il passaggio parlamentare, il Programma di Stabilità e il Programma nazionale di riforma vanno inviati al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea.
  Fa presente che il Documento di economia e finanza 2023, che si articola in tre sezioni (Sezione I. Programma di stabilità; Sezione II. Analisi e tendenze della finanza pubblica) include anche il Programma nazionale di Riforma (PNR) (Sezione III del documento). È corredato dall'Annesso contenente la Relazione ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243 (disposizione prevede che, in circostanze eccezionali e sentita la Commissione europea, il Governo sottoponga all'approvazione parlamentare una relazione, da approvare a maggioranza assoluta, con cui richiedere l'autorizzazione al ricorso all'indebitamento) nonché dai seguenti sei allegati: Allegato I – Rapporto sullo stato di attuazione della riforma della contabilità e finanza pubblica; Allegato II – Relazione sullo stato di attuazione della politica di coesione europea e nazionale – programmazione 2014-2020; Allegato III – Strategie per le infrastrutture, la mobilità e la logistica; Allegato IV – Relazione sullo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra; Allegato V – Le spese dello Stato nelle regioni e nelle province autonome; Allegato VI – Relazione sull'attuazione della razionalizzazione del sistema degli acquisti di beni e servizi.
  Comunica che a completamento della manovra di bilancio 2023-2025, il Governo dichiara i disegni di legge collegati alla decisione di bilancio, tra cui, nell'ambito delle competenze della Commissione, ricorda:

   i) DDL recante misure organiche per la promozione, la valorizzazione e la tutela del Made in Italy;

   ii) DDL di delega al Governo per la realizzazione di un sistema organico degli incentivi alle imprese (Atto Senato 571, Delega al Governo in materia di revisione del sistema degli incentivi alle imprese, nonché disposizioni di semplificazione delle relative procedure, il cui esame è iniziato il 12 aprile 2023 presso la 9ª Commissione del Senato);

   iii) DDL per la disciplina della professione di guida turistica;

   iv) DDL su sviluppo e competitività del settore turistico.

  Osserva che lo scenario in cui vede la luce il DEF 2023 riflette un quadro economico che resta incerto a causa della morsa della pandemia e del caro energia, alle elevate tensioni geopolitiche, al conflitto russo-ucraino, al rialzo dei tassi di interesse e drenaggio di liquidità operato dalle banche centrali che hanno fatto affiorare sacche di crisi nel sistema bancario internazionale.
  Osserva, altresì, che nonostante queste premesse e l'incertezza della situazione, l'economia italiana continua a mostrare resilienza e vitalità. Nel 2022 il PIL è cresciuto del 3,7 per cento e gli investimenti fissi lordi sono aumentati del 9,4 per cento in termini reali, salendo al 21,8 per cento del PIL, un livello che non si registrava da oltre venti anni. Sebbene la crescita congiunturale del PIL sia rallentata nella seconda metà dell'anno scorso, con una lieve contrazione nel quarto trimestre, i più recentiPag. 231 indicatori suggeriscono che già nei primi tre mesi dell'anno sia ripresa la crescita economica. Le indagini presso le imprese, inoltre, segnalano un miglioramento delle attese su ordinativi e produzione e un incremento degli investimenti rispetto allo scorso anno. Anche per quanto riguarda la finanza pubblica, il 2022 è stato positivo in termini di andamento del fabbisogno del settore pubblico, sceso al 3,3 per cento del PIL, e del debito lordo della PA, che si è ridotto arrivando al 144,4 per cento del PIL dal 149,9 per cento di fine 2021. Tutto ciò nonostante i ripetuti interventi di politica fiscale adottati a sostegno di famiglie e le imprese che sono stati pari al 2,8 per cento del PIL in termini lordi. Peraltro, i crediti fiscali detenuti dal settore privato inizieranno ad avere un impatto significativo sul fabbisogno di cassa e renderanno comunque più complesso, quantomeno fino al 2026, il proseguimento della rapida riduzione del rapporto debito/PIL che ha caratterizzato gli ultimi due anni.
  Fa presente che nel Documento si evidenzia che date queste premesse, il primo obiettivo del Governo è superare gradualmente alcune delle misure straordinarie di politica fiscale attuate negli ultimi tre anni, e individuare nuovi interventi sia per il sostegno ai soggetti più vulnerabili che per il rilancio dell'economia.
  Evidenzia che la scelta, operata con la legge di bilancio per il 2023, è stata di porre termine ad alcune misure emergenziali (tagli delle accise sui carburanti per quanto di competenza di questa Commissione) mantenendo al contempo un elevato grado di supporto alle famiglie e alle imprese. Il costo delle misure di contrasto al caro energia, in particolare, a favore delle imprese è risultato inferiore alle stime della legge di bilancio per circa cinque miliardi. Tali risorse hanno consentito di finanziare nuove misure a sostegno delle famiglie, delle imprese, nonché del sistema sanitario nazionale (interventi contenuti nel decreto-legge n. 34 del 30 marzo 2023). Includendo le nuove misure, l'entità degli interventi di contrasto al caro energia per il 2023 risulta pari all'1,2 per cento del PIL.
  La normalizzazione della politica di bilancio passa anche attraverso la revisione degli incentivi edilizi, in particolare il cosiddetto «superbonus 110 per cento» per l'efficientamento energetico e antisismico e il «bonus facciate». In prospettiva, il Governo intende rivedere l'intera materia degli incentivi edilizi in modo tale da combinare la spinta all'efficientamento energetico e antisismico degli immobili con la sostenibilità dei relativi oneri di finanza pubblica e l'equità distributiva.
  Il secondo obiettivo della programmazione economico-finanziaria è ridurre gradualmente, ma in misura sostenuta nel tempo, il deficit e il debito della PA in rapporto al PIL. In tal senso, il Governo conferma gli obiettivi dichiarati a novembre nel Documento Programmatico di Bilancio (DPB), ossia 4,5 per cento quest'anno, 3,7 per cento nel 2024 e 3,0 per cento nel 2025. L'obiettivo per il 2026 viene posto al 2,5 per cento. Il saldo primario secondo il Governo evidenzierà un lieve surplus (0,3 per cento del PIL) già nel 2024 e poi valori nettamente positivi nel biennio successivo, l'1,2 per cento del PIL nel 2025 e il 2,0 per cento del PIL nel 2026.
  Il terzo obiettivo prioritario è continuare a sostenere la ripresa dell'economia italiana e il conseguimento di tassi di crescita del PIL e del benessere economico dei cittadini più elevati di quelli registrati nei due decenni scorsi. Nel DEF l'Esecutivo avverte che le previsioni di crescita del PIL sono estremamente prudenziali, essendo finalizzate all'elaborazione di proiezioni di bilancio ispirate a cautela e affidabilità. Nello scenario tendenziale a legislazione vigente, il PIL è previsto crescere in termini reali dello 0,9 per cento nel 2023 e quindi all'1,4 per cento nel 2024, all'1,3 per cento nel 2025 e all'1,1 per cento nel 2026. La previsione tendenziale per il 2024 viene rivista al ribasso (dall'1,9 per cento) a causa di una configurazione delle variabili esogene meno favorevole in confronto al Documento programmatico di bilancio (DPB) dello scorso novembre. Nello scenario programmatico, grazie alle nuove misure fiscali, il PIL cresce dell'1 per cento nel 2023: sia nello scenario tendenziale sia in quello Pag. 232programmatico cresce più di quanto previsto nel Nadef di novembre (0,6 per cento).
  Segnala che nel Documento viene sottolineato che un contributo assai rilevante all'innalzamento della crescita nel periodo coperto dal DEF proverrà dagli investimenti e dalle riforme previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il Governo punta ad ottenere la terza rata del PNRR entro il mese di aprile e per rivedere o rimodulare alcuni progetti del Piano per poterne poi accelerare l'attuazione. È inoltre in fase di elaborazione il programma previsto dall'iniziativa europea REPowerEU, che comprenderà, tra l'altro, nuovi investimenti nelle reti di trasmissione dell'energia e nelle filiere produttive legate alle fonti energetiche rinnovabili.
  La riduzione dell'inflazione e il recupero del potere d'acquisto delle retribuzioni è il quarto obiettivo chiave della politica economica contenuta nel documento.
  Prima di specificare le tematiche di pertinenza della Commissione, ritiene opportuno fare un richiamo alla scelta di fondo dell'Esecutivo su questo aspetto: quella di attuare nel 2023, a fronte di un deficit al 4,5 per cento del Pil, un taglio ai contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio bassi (con risorse pari a oltre 3 miliardi) con il duplice scopo di incrementare i redditi reali delle famiglie e di limitare la rincorsa salari-prezzi, che renderebbe la spinta inflazionistica causata dai prezzi energetici e alimentari strutturale. E per il 2024 di destinare 4,5 miliardi per interventi di riduzione della pressione fiscale.
  Per quanto riguarda nello specifico le misure di pertinenza della Commissione, evidenzia che quelle per il contenimento del caro energia hanno fornito un contributo determinante ad arginare la salita dell'inflazione da metà 2021 in poi. La caduta del prezzo del gas naturale che si è registrata dalla fine della scorsa estate ha trainato al ribasso anche il prezzo dell'energia elettrica. Il prezzo del petrolio ha subìto notevoli oscillazioni, ma sebbene a gennaio le accise siano state riportate ai livelli precrisi, i prezzi dei carburanti sono rientrati su livelli solo lievemente superiori al secondo semestre del 2021. Il tasso di inflazione secondo l'indice nazionale NIC ha toccato un massimo dell'11,8 per cento a ottobre e novembre ed è poi sceso fino al 7,7 per cento a marzo. L'inflazione di fondo (al netto dell'energia e degli alimentari freschi) ha continuato a salire, fino al 6,4 per cento a marzo, ma è prevista anch'essa decelerare nei prossimi mesi.
  Relativamente al deflatore dei consumi, la previsione del Documento è che l'inflazione scenda da una media del 7,4 per cento nel 2022, al 5,7 per cento quest'anno e quindi al 2,7 per cento nel 2024 e all'2,0 per cento nel biennio 2025-2026. Alla discesa dell'inflazione si accompagnerà il graduale recupero delle retribuzioni in termini reali, progressivamente e di pari passo con l'aumento della produttività del lavoro.
  Fa presente che nella Sezione III, dedicata al Programma nazionale di riforma, si avverte che il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) continuerà a rappresentare per i prossimi tre anni e mezzo la principale iniziativa di riforme e investimenti del Paese e la più grande sfida a livello tecnico, organizzativo e di coordinamento fra amministrazioni e livelli di governo. Il 2023 rappresenta un anno di svolta: il nuovo Regolamento della Recovery and Resilience Facility (RRF) – che, tra l'altro, disciplina le modalità di redazione e inserimento del capitolo REPowerEU nel PNRR costituisce infatti un'altra importante sfida, poiché consente ai singoli Governi, sempre con riferimento all'orizzonte temporale del 2026, da un lato di ricevere nuove risorse e, dall'altro, di costruire, in linea con gli obiettivi di transizione energetica dei rispettivi Piani, politiche energetiche ancora più ambiziose, in grado di assicurare una maggiore diversificazione e sicurezza energetica, per rendersi completamente indipendenti dalle forniture di gas naturale provenienti dalla Russia. Contestualmente alla definizione del capitolo REPowerEU, il Governo intende, come previsto dal Regolamento RRF e dalle linee guida della Commissione europea, rivedere alcuni degli investimenti del PNRR che, in fase attuativa, anche alla luce delle profondamente mutate condizioniPag. 233 economiche e geopolitiche si sono rivelati meno strategici o comunque più difficoltosi da realizzare nei tempi previsti.
  Alla luce di tale contesto, il Documento indica che la politica economica del Governo continuerà a fondarsi sui quattro assi della competitività sostenibile delineati dalla Commissione nell'Annual Sustainable Growth Survey (ASGS): l'attenzione alla stabilità macroeconomica, continuando a vigilare sulla riduzione di deficit e debito; il sostegno delle famiglie più vulnerabili; il rilancio della produttività, degli investimenti e delle politiche dell'innovazione per promuovere la crescita, nonché il sostegno alle imprese, senza dimenticare la sostenibilità ambientale. Da questo punto di vista, osserva che la legge delega per la riforma fiscale svolgerà un ruolo chiave. In tal senso viene segnalato che per quanto riguarda le accise, si prevede di intervenire per ridefinire le aliquote attualmente vigenti sui prodotti energetici (carburanti e combustibili) e sull'energia elettrica, tenendo conto dell'impatto ambientale di ciascun prodotto, con l'obiettivo di contribuire alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti attraverso l'utilizzo della leva fiscale e di promuovere la transizione energetica e l'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili ed ecocompatibili, in linea con gli impegni internazionali G20 e G7 e unionali. In particolare, nel rispetto delle disposizioni unionali in materia di esenzioni o riduzioni di accisa e al fine di contribuire con misure fiscali nazionali all'obiettivo di rendere l'Unione europea a neutrale impatto climatico entro il 2050, il disegno di legge fissa gli obiettivi per il sostegno alla transizione energetica – incremento della produzione di energia elettrica, di gas metano o gas naturale ottenuti da biomassa o altre risorse rinnovabili – anche attraverso l'introduzione di meccanismi di rilascio di titoli per la cessione di energia elettrica, di gas metano o gas naturale a consumatori finali ai fini del riconoscimento dell'accisa agevolata o esente.
  Ricorda che altri importanti interventi riguardano la riforma del codice dei contratti pubblici, entrata di recente in vigore, la riforma della giustizia e la modifica del sistema degli incentivi. Relativamente a quest'ultimo punto, di rilevante interesse per la Commissione, rileva che il Governo ritiene necessario rivedere il sistema esistente al fine di promuovere una nuova politica industriale, da realizzare in sintonia con quella dell'Unione europea e nella piena consapevolezza della concorrenza internazionale, e di cui è emblema l'ampio supporto che l'amministrazione statunitense ha recentemente dato ai suoi settori produttivi, varando ampi programmi di sostegno all'economia. Al fine di consentire al sistema degli incentivi di dispiegare compiutamente i propri effetti viene rilevato che è, quindi, necessaria un'opera che – abbandonando la logica «emergenziale» – operi un riordino e una razionalizzazione delle misure esistenti, privilegiando – anche con un approccio più selettivo – la riduzione dei tempi e dei costi legati alla richiesta delle agevolazioni, ma soprattutto una compiuta sinergia tra le fonti di finanziamento, nonché un coordinamento delle risorse nazionali con quelle dei fondi europei, anche a titolarità regionale. Quindi, viene comunicato che i principi guida sono quattro:

   i) Programmazione degli interventi e indicazione della loro estensione temporale;

   ii) Misurabilità dell'impatto «nell'ambito economico oggetto degli incentivi, sulla base della valutazione in itinere ed ex post degli effetti ottenuti»;

   iii) Riduzione del divario territoriale, rafforzando la coesione sociale, economica e territoriale, nonché promozione della riduzione del gender gap;

   iv) Incremento della digitalizzazione, maggiore semplicità delle procedure di incentivazione e più efficace coordinamento di strumenti già esistenti, come il Registro nazionale degli aiuti di Stato (RNA) e la piattaforma telematica «incentivi.gov.it». Come precedentemente già detto, il disegno di legge delega è in corso di esame in prima lettura al Senato.

  Sottolinea che, tuttavia, un capitolo importante per lo sviluppo del sistema delle Pag. 234imprese riguarda il sostegno per il loro accesso al credito. L'ampliamento e la diversificazione delle fonti di finanziamento delle imprese rappresentano importanti leve su cui agire al fine di renderle maggiormente competitive e dinamiche. Parallelamente agli interventi volti all'ampliamento e alla diversificazione delle fonti di finanziamento per le imprese, prosegue inoltre il percorso già avviato durante la pandemia, di razionalizzazione del regime delle garanzie pubbliche come strumento di incentivo all'erogazione di finanziamenti bancari. Per quanto riguarda invece il sostegno alle piccole e medie imprese, lo strumento delle garanzie rilasciate dal Fondo di Garanzia per le PMI gestito da MCC (Banca del Mezzogiorno – MedioCredito Centrale S.p.A.), continua a registrare il forte interesse degli operatori di settore. Gli interventi che si sono succeduti nel periodo emergenziale, prima per fronteggiare la crisi di liquidità conseguente alla pandemia da Covid-19 e, a seguire, quella derivante dall'incremento dei costi dell'energia e legata alle pressioni inflazionistiche, hanno modificato il regime, le condizioni di accesso e le percentuali di copertura della garanzia concessa dal Fondo, passando da percentuali di copertura in media tra il 50 e il 70 per cento ante 2020, a percentuali di copertura tra il 90 per cento e il 100 per cento durante il picco dell'emergenza pandemica. Rimane centrale l'attenzione per il supporto alle esigenze di liquidità delle imprese, in una prospettiva che gradualmente sposti l'asse dell'intervento dal sostegno del fabbisogno finanziario per circolante a quello per investimenti in beni e processi strategici, in particolare quelli strumentali alla transizione verde della produzione industriale, in linea con gli obiettivi europei di progressivo avvicinamento alla carbon neutrality e di efficiente allocazione delle risorse di REPowerEU, secondo gli indirizzi forniti dal Temporary Crisis and Transition Framework.
  Fa presente che un particolare accento viene posto sul recente esame (Consiglio dei ministri del 6 aprile 2023) da parte del Governo della legge annuale per la concorrenza, per assicurare una piena e perdurante apertura dell'intero sistema economico nazionale (disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza 2022, non ancora presentato alle Camere). Rileva che diversi e strategici sono gli ambiti interessati dal provvedimento annunciato: dallo sviluppo delle reti nazionali dell'energia elettrica, al risparmio energetico, al settore farmaceutico. Il DEF annuncia che – in una prospettiva di adeguamento agli obblighi derivanti dall'ordinamento dell'Unione europea, che assicuri al contempo la giusta considerazione degli interessi e delle peculiarità nazionali – si è deciso di affrontare, nel disegno di legge, anche l'annoso tema delle concessioni di posteggio per l'esercizio del commercio al dettaglio. In particolare, si sancisce l'assegnazione tramite procedure di evidenza pubblica, ispirate a principi di par condicio e trasparenza, delle concessioni in discorso, intendendosi salvaguardare, tuttavia, gli interessi degli attuali concessionari e dei lavoratori da questi impiegati. Il disegno di legge prevede, inoltre, norme di dettaglio volte a favorire la diffusione della concorrenza in ulteriori settori. Si prevede, inoltre, l'estensione dei poteri di determinazione tariffaria dell'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (ARERA) nel settore del teleriscaldamento, al fine di agevolare la diffusione ulteriore di tale tecnologia ed il contenimento dei relativi prezzi. Si introduce una disciplina del cosiddetto servizio di cold ironing (elettrificazione delle banchine nei porti) la cui valorizzazione costituisce autonomo obiettivo previsto nel PNRR (Riforma 1.3 «Semplificazione delle procedure di autorizzazione per gli impianti di cold ironing» – M3C2-R 1.3-4). Infine, si introducono disposizioni di rafforzamento e razionalizzazione dei poteri di accertamento e sanzionatori attribuiti all'Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM), potenziando al contempo le fondamentali garanzie di difesa dei soggetti interessati dai relativi procedimenti.
  Segnala che un aspetto molto rilevante e innovativo, annunciato dal Governo, riguarda il fatto che le disposizioni contenute nel disegno di legge Concorrenza non prevedono l'emanazione a valle di atti normativi,Pag. 235 di rango primario o secondario, o di atti di carattere amministrativo generale ai fini della loro concreta efficacia.
  Ritiene, altresì, rilevante la tematica afferente alla tutela della proprietà industriale. Ricorda che il disegno di legge di revisione del Codice della proprietà industriale, all'esame in prima lettura presso il Senato (AS 411), si inserisce all'interno del Piano strategico di riforma del sistema della proprietà industriale (Piano di azione sulla proprietà intellettuale per il triennio 2021-2023, adottato dalla Commissione europea il 25 novembre 2020). L'intervento, a valere sul PNRR, ma per cui non sono stati stanziati fondi, è funzionale per la tutela della proprietà industriale, ed è finalizzato al rafforzamento della competitività tecnologica e digitale delle imprese e dei centri di ricerca nazionali, con l'obiettivo di facilitare e valorizzare la conoscenza, l'uso e la diffusione del sistema di protezione dei brevetti, allo scopo altresì di incentivare gli investimenti ed il trasferimento tecnologico delle invenzioni, dal mondo della ricerca a quello produttivo. Tra le novità introdotte si evidenziano, in particolare, la maggiore semplificazione amministrativa e la digitalizzazione delle procedure, la protezione temporanea di disegni e modelli nell'ambito delle fiere, la possibilità di posticipare il pagamento delle tasse brevettuali, riconoscendo la protezione fin dalla data di presentazione della domanda, il rafforzamento del controllo preventivo sulle domande di brevetto utili per la difesa dello Stato, nonché il rafforzamento della tutela delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine e dei design dei prodotti rispetto a fenomeni imitativi.
  Per quanto riguarda l'ambito digitale e ambientale da un lato vengono ricordati gli sforzi che il Governo sta compiendo per la realizzazione di una rete capillare ed efficace dalle alte prestazioni e, in particolare, in merito alla realizzazione della banda larga, al fine di garantire migliori prestazioni al servizio dei cittadini e delle imprese e dall'altro si sottolinea che gli obiettivi chiave della strategia «verde» complessa e articolata sono: decarbonizzazione, sviluppo delle energie rinnovabili, potenziamento delle risorse nazionali, sviluppo dell'economia circolare.
  Viene osservato che le politiche di sviluppo sostenibile sono anche e soprattutto un impegno di responsabilità intergenerazionale e quindi a rimettere la scuola e l'università al centro delle politiche per la crescita. In tale quadro, ricordati i recenti interventi di riordino degli istituti tecnici e professionali e dello sviluppo della formazione professionale terziaria con il potenziamento degli Istituti Tecnologici Superiori, viene segnalato che sono in corso di realizzazione linee di investimento per circa 18 miliardi, che investono le infrastrutture per l'edilizia scolastica e l'allestimento di ambienti di apprendimento innovativi, con strumenti per la didattica digitale e laboratori formativi per le professioni digitali del futuro e lo sviluppo delle competenze di docenti e studenti. Se la missione principale del sistema universitario è quello di sviluppare il talento e la capacità degli studenti, un altro compito fondamentale è quello di lavorare in sinergia con le imprese per contribuire all'innovazione: numerosi sono i progetti da realizzarsi entro la fine dell'anno, tra cui i 3.150 progetti di ricerca di interesse nazionale (PRIN) e i 15.000 dottorati innovativi in collaborazione con le imprese. Si ricorda, infatti, che uno degli obiettivi strategici del PNRR riguarda il sistema della formazione professionale terziaria con particolare riferimento alla riforma degli ITS. L'obiettivo è aumentare il numero degli iscritti e dei diplomati della formazione terziaria, rafforzando il raccordo tra la formazione in ambito scolastico e gli sbocchi professionali offerti dal mercato di riferimento secondo le scelte di ciascuno studente. In tale contesto si inserisce la promozione della riforma del sistema di «alternanza» scuola lavoro, anche per l'introduzione di maggiori garanzie di sicurezza a tutela degli studenti coinvolti. È altrettanto fondamentale valorizzare il ruolo strategico della ricerca e dell'innovazione: nel percorso di rilancio del Paese la Componente 2 «Dalla ricerca all'impresa» della Missione 4 «Istruzione e Ricerca» del PNRR si inserisce nel percorso tracciato dal Programma nazionalePag. 236 per la ricerca, stanziando circa 11,4 miliardi per una serie di investimenti da realizzarsi tra il 2022 e il 2026. Gli obiettivi sono il rafforzamento della ricerca, la diffusione di modelli innovativi per la ricerca di base e applicata, il supporto ai centri per l'innovazione, il trasferimento tecnologico, il potenziamento delle infrastrutture di ricerca del capitale e delle competenze di supporto all'innovazione. Oltre ai progetti già menzionati, si ritiene opportuno ricordare anche l'investimento sugli IPCEI (Importanti Progetti di Interesse Comune Europeo), un progetto con un ambito temporale ampio (2021-2025), che ha l'obiettivo di aumentare la dotazione del relativo fondo per finanziare imprese e centri di ricerca per progetti su sviluppo, innovazione e produzione industriale, anche in collaborazione con centri e aziende europee. Il Governo sta lavorando per pubblicare entro il prossimo giugno la lista dei soggetti che avranno accesso al fondo.
  È anche da segnalare che per coniugare le competenze scientifiche delle università e degli enti di ricerca con le esigenze delle imprese, il Governo promuove sul territorio nazionale la realizzazione di progetti di ricerca, rivolti allo sviluppo di prodotti, processi, servizi o modelli di business e organizzativi relativi alle tecnologie emergenti, quali, ad esempio, blockchain, intelligenza artificiale (AI), internet delle cose (IoT), realtà aumentata e virtuale, grazie all'uso ed allo sviluppo delle reti mobili ultraveloci (5G).
  Sempre nell'ottica dell'innovazione e della sostenibilità dello sviluppo, si colloca il contributo del Governo di 292,5 milioni al nuovo investimento di 730 milioni che STMicroelectronics realizzerà nel sito di Catania. Il progetto, che rientra nel PNRR, sarà ultimato nel 2026, darà vita alla prima linea di produzione integrata di wafer epitassiali di carburo di silicio su scala industriale in Europa.
  Numerose sono, inoltre, le risorse stanziate e gli investimenti del PNRR destinate alle imprese del settore turistico e a tutti i soggetti coinvolti nell'industria dei servizi a tale settore correlati (come i tour operator e le agenzie di viaggio) per innovare e connettere digitalmente l'offerta e la promozione turistica del Paese, nonché per rafforzare la competitività delle imprese turistiche anche attraverso investimenti finalizzati alla riqualificazione eco-sostenibile e al miglioramento degli standard dei servizi di ospitalità.
  In ultimo, ritiene utile esporre quanto evidenziato nel Documento in titolo in materia di politiche energetiche, certamente uno tra gli aspetti di maggiore interesse della Commissione. Segnala, preliminarmente, che un apposito focus del Capitolo III, della Sezione I del DEF riassume le recenti iniziative adottate in risposta al caro energia, focalizzandosi in particolare sulla fase attuale, in cui si evince come i prezzi dell'energia abbiano iniziato una fase di deciso rientro. Tuttavia, nel medio periodo, essi rimarranno ancora su livelli storicamente elevati ed esposti ai rischi e alle incertezze anche connessi al contesto geopolitico internazionale. In questo scenario, il DEF indica come la politica fiscale dovrebbe orientarsi verso un processo di graduale rimozione (cosiddetto phasing-out) delle misure emergenziali, volto a: i) continuare a fornire supporto a famiglie e imprese, in particolare quelle più vulnerabili; ii) superare la natura emergenziale degli interventi e delineare strumenti strutturali efficaci nel contrastare tempestivamente eventuali rialzi eccezionali dei prezzi; iii) rimuovere le misure che generano distorsioni in termini di segnali di prezzo o che sono in contrasto con gli obiettivi di risparmio ed efficientamento energetici; iv) alleggerire la pressione sulla finanza pubblica.
  Il Documento evidenzia che gli Stati membri stanno lavorando per un maggior coordinamento e per la definizione di un approccio comune sulle politiche di supporto, anche per assicurare alle imprese di competere a condizioni paritarie. Il DEF richiama in proposito la proposta della Commissione europea di modello di tariffazione energetica su due livelli (cosiddetto modello two-tier, ove un prezzo calmierato viene applicato su un predefinito volume di consumo, mentre lo scaglione di consumo eccedente è sottoposto al prezzo di mercato)Pag. 237 rilevando che è comunque opportuno che l'armonizzazione delle politiche tenga conto delle peculiarità dei singoli Stati membri e delle esperienze positive maturate finora. I provvedimenti legislativi recentemente adottati, quali il già ricordato decreto-legge n. 34 del 30 marzo 2023, segnano, secondo l'Esecutivo, un percorso progressivo di riduzione dei sussidi che accompagna la normalizzazione dei prezzi del gas e dell'elettricità. In prospettiva, l'obiettivo di medio termine è quello di superare i sussidi resisi finora necessari e ridurre la dipendenza dal gas russo a favore dell'elettrico in linea con la transizione verde, pur mantenendo la protezione dei consumatori più vulnerabili. È stata già predisposta una misura, operativa nella seconda parte dell'anno (in vista di possibili rincari dei prezzi energetici nei mesi autunnali), ispirata al modello two-tier, mentre per le imprese sono allo studio misure strutturali. Il DEF rileva che, da un punto di vista qualitativo, per il 2023, le misure mirate alle famiglie e alle imprese più vulnerabili agli aumenti dei prezzi dell'energia (cosiddetto misure targeted) rappresentano circa il 57 per cento del totale, rispetto a un valore pari a circa il 46 per cento per il 2022. Il marcato aumento della quota delle misure targeted sul totale nel 2023 è ascrivibile, in buona parte, alla mancata proroga di misure generalizzate come la riduzione delle accise e dell'IVA sui carburanti, e l'azzeramento degli oneri di sistema sull'energia elettrica. La quota di misure targeted in Italia è indicata come sensibilmente più alta rispetto agli altri Paesi europei: per il 2022 la Commissione europea e il FMI stimavano una quota di misure targeted per l'UE nel suo complesso pari a circa il 30 per cento; la quota per l'UE è stimata scendere a un valore inferiore al 20 per cento nel 2023.
  Come evidenziato nel DEF, la politica energetica nazionale è volta al raggiungimento dei target di decarbonizzazione al 2030 e di neutralità climatica al 2050, attraverso elevati livelli di indipendenza energetica, basati su un percorso di crescita esponenziale delle fonti rinnovabili e di forte promozione del risparmio e dell'efficienza energetica.
  Viene ricordato che il gas metano rappresenta, in questa fase di «transizione», il vettore energetico fossile più pulito. Nel corso del 2022, l'Italia ha perseguito la propria strategia di diversificazione delle fonti di approvvigionamento, resa ancora più impellente alla luce della guerra in Ucraina, e al contempo, ha potenziato le infrastrutture di trasporto e di stoccaggio. In particolare, è stato ottimizzato l'utilizzo delle infrastrutture di importazione esistenti (Transmed, TAP, Greenstream e terminali di rigassificazione GNL) ed è stata accelerata la realizzazione degli investimenti necessari per garantire il trasporto del gas dal Sud Italia al Nord e al resto degli Stati a cui siamo interconnessi (linea adriatica, raddoppio del TAP, rigassificatori).
  Inoltre, sono stati siglati accordi con diversi Paesi per garantire maggiori import sotto forma di GNL, nonché altre iniziative per raggiungere il livello di riempimento degli stoccaggi del 90 per cento Tali nuovi accordi di approvvigionamento di GNL, per oltre 10 miliardi di metri cubi, hanno reso fondamentale l'installazione di due nuovi terminali, nei porti di Piombino e Ravenna, oltre i tre già operativi al massimo della capacità.
  Nell'ottica di accrescere la sicurezza e di favorire la transizione energetica, l'Italia è impegnata nella realizzazione di importanti progetti infrastrutturali – a livello nazionale e transfrontaliero – sia in materia di trasporto di idrogeno (come l'Hydrogen Backbone con Germania e Austria), sia in materia di cattura, trasporto e stoccaggio di biossido di carbonio (Piano regionale della CCS nel bacino del Mediterraneo assieme alla Francia e alla Grecia). Sul fronte degli approvvigionamenti nazionali, sono state adottate misure che potranno far aumentare, nell'immediato, la produzione nazionale di gas di 2 miliardi di metri cubi annui.
  Con riferimento alle infrastrutture elettriche, si avverte che l'Italia intende sviluppare nuovi elettrodotti e potenziare quelli esistenti per garantire l'eliminazione delle Pag. 238strozzature nella rete e l'integrazione delle rinnovabili nelle reti stesse.
  Al fine di favorire la transizione verde, viene ritenuto indispensabile, in questo contesto, favorire la riconversione delle raffinerie petrolifere e dei relativi depositi in bioraffinerie.
  Il processo di decarbonizzazione intrapreso si baserà su una doppia strategia. La prima prevede l'adozione di politiche attive di riduzione della domanda di energia, volte a incentivare l'efficienza energetica. Su questo versante, la semplificazione delle procedure di accesso ai «Certificati bianchi», l'ampliamento della platea dei beneficiari e degli interventi del «Conto Termico» e la possibilità di incentivare gli interventi di rifacimento e potenziamenti degli impianti di Cogenerazione ad alto rendimento esistenti rappresentano strumenti utili per il raggiungimento degli obiettivi finali di riduzione del consumo. Per affrontare le importanti sfide energetico-ambientali al 2030 e al 2050 connesse al settore civile, sarà avviata una riforma complessiva delle detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione degli edifici residenziali, nell'ottica della semplificazione e della sostenibilità per i conti pubblici. Congiuntamente, saranno potenziati gli incentivi in favore del settore terziario, sia pubblico che privato. Dette misure saranno, quindi, accompagnate da adeguati strumenti finanziari, compresi il Fondo Nazionale Efficienza Energetica e il Fondo Kyoto, che saranno potenziati per lo scopo.
  La seconda strategia, invece, si basa sulla differenziazione delle fonti energetiche privilegiando, anche attraverso specifiche politiche di incentivazione, lo sviluppo delle rinnovabili, dei biocombustibili, del biometano e dell'idrogeno.
  Riguardo alle fonti rinnovabili, in primo luogo, è intenzione del Governo dare rapida e compiuta attuazione al decreto legislativo che ha recepito la Direttiva europea sull'uso dell'energia da fonti rinnovabili, attraverso la definizione dei criteri per l'individuazione da parte delle Regioni e delle Province Autonome delle aree idonee all'installazione di impianti. È necessario garantire un quadro autorizzativo omogeneo e rapido che consenta lo sviluppo dei progetti in un arco temporale ben definito.
  A livello nazionale, è prioritario concludere il lavoro sul Decreto cosiddetto FER2, che disciplina gli incentivi alle fonti e alle tecnologie non ancora pienamente mature o con costi elevati di esercizio, come la geotermia, il solare termodinamico e il biogas. In questo stesso ambito, è intenzione del Governo intervenire con un nuovo decreto FER per continuare l'incentivazione delle tecnologie più mature e con costi fissi bassi o comunque suscettibili di sensibile riduzione, come eolico e solare. A tal proposito, l'attuazione della delega conferita al Governo dall'«ultima legge annuale per la concorrenza offre un'opportunità importante per il riordino e la semplificazione normativa in materia di rinnovabili».
  Il Governo ha anche intenzione di sostenere la tecnologia dall'agrivoltaico, che, come gli impianti di produzione di biometano, può costituire una importante alternativa al gas naturale nel mix energetico nazionale. Con i progetti previsti dal PNRR dedicati allo sviluppo del Parco agrisolare (1,5 miliardi di euro), alla logistica agroalimentare (800 milioni) e alla meccanizzazione di sistema (500 milioni) si intende puntare al progressivo aumento dell'utilizzo dell'energie rinnovabili anche nel settore agricolo e alla contestuale riduzione dell'impatto emissivo, rafforzando gli investimenti in innovazione, nell'efficace gestione degli scambi e nell'utilizzo di macchinari di nuova generazione (e introduzione di tecniche di agricoltura di precisione).
  Infine, per le comunità energetiche, il cui sviluppo a livello locale sarà favorito anche grazie a importanti risorse del PNRR (2,2 miliardi), si informa che si è conclusa la consultazione pubblica sul contenuto del decreto di incentivazione, che sarà presto emanato.
  La politica di decarbonizzazione avrà un impulso importante a livello europeo e nazionale dallo sviluppo della mobilità sostenibile. Il settore dei trasporti dovrà contribuire in modo importante al raggiungimento dei target del «Fit for 55», attraverso l'uso di tutte le soluzioni tecnologiche Pag. 239che la ricerca e il mercato metteranno a disposizione, dall'elettrico, con le relative stazioni di ricarica da rendere capillari sul territorio nazionale, all'idrogeno, ai biocarburanti. Rivestirà grande importanza la revisione dei principali documenti programmatici in materia di energia e clima, quali il PNIEC e la Strategia di Lungo Termine sulla riduzione dei gas ad effetto serra. Il nuovo PNIEC, che l'Italia dovrà presentare nella sua versione «draft» alla Commissione entro il 30 giugno 2023 (la versione finale dovrà essere presentata a giugno 2024), sarà predisposto alla luce dei nuovi obiettivi europei in materia di clima ed energia derivanti dal pacchetto «Fit for 55» e in linea con il REPowerEU e continuerà a svilupparsi sulle 5 dimensioni dell'Unione dell'energia: decarbonizzazione (riduzione delle emissioni e energie rinnovabili); efficienza energetica; sicurezza energetica; mercato interno dell'energia; ricerca, innovazione e competitività. Per quanto possibile, come sollecitato dalla stessa Commissione, nell'aggiornamento del PNIEC si dovrà preparare l'analisi di base necessaria per elaborare i piani sociali per il clima (che indicano come utilizzare le entrate del Fondo sociale per il clima).
  Il Governo, inoltre, intende aumentare nei consumatori la consapevolezza delle possibilità e opportunità offerte dal mercato, rendendo disponibili nuovi strumenti informativi sui propri consumi e sulle opzioni disponibili, attraverso l'azione di supporto svolta da Acquirente Unico S.p.A. e in coordinamento con l'Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA), e adottando i decreti per il mantenimento delle condizioni di concorrenza nella fase di superamento del regime di maggior tutela. Allo stesso modo, saranno promosse le possibilità di autoproduzione, singola o collettiva o sotto forma di comunità energetiche rinnovabili. Nel settore della vendita di energia, la realizzazione di elenchi venditori basati su nuovi requisiti consentirà di qualificare il settore e di fornire più fiducia ai consumatori nel mercato. Inoltre, sarà avviata la definizione della Strategia nazionale per la Povertà Energetica, attraverso l'operatività dell'Osservatorio nazionale recentemente costituito.
  Il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2050 necessita di forti investimenti nella ricerca e sviluppo, al fine di arricchire il già importante know how a disposizione.
  Sarà data priorità allo sviluppo di tecnologie per l'elettrificazione dei consumi, per l'efficienza energetica dei processi e dei prodotti industriali, per la riqualificazione energetica degli edifici, anche grazie al supporto della ricerca svolta dalla società Ricerca Sistema energetico (RSE) e dall'ENEA.
  Sempre nell'ottica di accrescere la sicurezza energetica del Paese, particolare attenzione sarà rivolta allo sviluppo dell'idrogeno verde e al biometano.
  Per quanto riguarda l'idrogeno, è in fase di finalizzazione, in attuazione del PNRR, la creazione di una filiera industriale nazionale (elettrolizzatori e componentistica di supporto), mentre è in fase di avvio la definizione di un meccanismo tariffario, oltre al decreto sullo sgravio degli oneri di sistema per gli impianti rinnovabili a servizio della produzione di idrogeno rinnovabile. Entro il 2023, inoltre, saranno concesse le prime agevolazioni nell'ambito delle misure PNRR destinate alla promozione di «Hydrogen Valley» e all'impiego dell'idrogeno a basso contenuto di carbonio nei settori industriali cosiddetti hard to abate.
  Proseguirà, inoltre, la partecipazione dell'Italia nello sviluppo delle tecnologie per la fusione nucleare nell'ambito del Programma internazionale ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor) e del Programma europeo Eurofusion, così come sarà rafforzato il presidio scientifico nel campo degli impianti nucleari di quarta generazione e dei reattori modulari SMR (Small Modular Reactors).
  Continuerà naturalmente lo sforzo per dare soluzioni efficienti e sicure ai temi dei rifiuti radioattivi, una questione ancora aperta in Italia nonostante siano trascorsi decenni dalla cessazione della produzione elettronucleare. Per il raggiungimento di questo obiettivo, sarà fondamentale il contributoPag. 240 della Società Gestione Impianti Nucleari (SOGIN).
  Allo stesso tempo, per quanto riguarda la ricerca, è necessario porre attenzione alle ricadute dei programmi di competenza del MASE quali il Piano della ricerca di sistema elettrico nazionale 2022-2024 e il programma Mission Innovation, in cui riveste un ruolo molto importante la ricerca pubblica. Infine, maggiore impegno sarà dedicato a sostenere l'innovazione e il trasferimento tecnologico verso le imprese dei risultati della ricerca affinché si sviluppino e si rafforzino ulteriormente quelle filiere industriali nazionali del settore green, capaci di competere sui mercati internazionali.
  Concludendo evidenzia che, in sintesi, sono due le direttrici fondamentali perseguite dal Documento di Economia e Finanza: la tenuta dei conti (con la riduzione graduale ma sostenuta nel tempo del deficit e del debito pubblico in rapporto al Pil), da una parte, e il sostegno alle fasce deboli, dall'altra.
  Ritiene che ciò viene perseguito da questo Governo attraverso la definizione di una politica economica molto chiara: il superamento di misure di distribuzione delle risorse a pioggia, focalizzando invece le risorse laddove c'è reale bisogno e dove si è concentrato il peso del calo di potere di acquisto causato dall'inflazione, cioè sulla fascia di lavoratori a reddito fisso e con un obiettivo di fondo, la crescita economica.
  Sottolinea che attenzione alle fasce deboli, taglio delle tasse e contrasto all'inflazione sono interventi cruciali in questa fase per avviare un processo di consolidamento dell'economia nazionale.
  Evidenziato che il DEF è il documento programmatico per definizione di ogni Governo osserva, infine, che questo DEF raccoglie grandi sfide e mette in campo interventi concreti con una chiara visione degli obiettivi per il futuro e per il benessere sociale.

  Alberto Luigi GUSMEROLI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

DL 35/2023: Disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria.
C. 1067 Governo.
(Parere alle Commissioni VIII e IX).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Salvatore Marcello DI MATTINA (LEGA). relatore, espone in sintesi i contenuti del provvedimento in esame segnalando, preliminarmente, che la relazione illustrativa che lo accompagna indica che il provvedimento si inserisce nel contesto di una serie di iniziative legislative volte a consentire la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina e delle connesse opere di adduzione del traffico ferroviario e stradale. L'opera di collegamento stabile fra la Sicilia e la Calabria viene definita un'opera prioritaria e di preminente interesse nazionale che potrebbe avere un ruolo essenziale per il potenziamento della rete infrastrutturale del Sud Italia e per il suo rilancio economico e sociale. L'opera, pertanto, avrà un impatto significativo sotto il profilo della politica di coesione europea, contribuendo a colmare il gap infrastrutturale dei territori interessati, e la sua realizzazione si inquadra più in generale nel potenziamento infrastrutturale di tutto il territorio nazionale nel contesto della rete infrastrutturale europea. Fa peraltro presente che si tratterebbe del ponte a campata unica più lungo al mondo.
  Osserva che l'intervento normativo all'esame è dunque volto a riavviare l'iter per la realizzazione dell'opera attraverso la prosecuzione del rapporto concessorio con la Società Stretto di Messina S.p.A., la ripresa dei rapporti contrattuali tra la medesima società concessionaria, il contraente generale e gli altri soggetti affidatari dei servizi connessi alla realizzazione dell'opera, nonché la risoluzione del contenzioso pendente, in conformità a quanto previsto dall'articolo 1, commi 487-493, della legge 29 dicembre 2022, n. 197 (legge di bilancio 2023).Pag. 241
  Osserva altresì che gli ambiti di competenza della X Commissione sembrano assai labili anche se i profili di interesse assumono un certo rilievo per le ricadute che l'opera ultimata avrà in termini di sviluppo del commercio e del turismo e, più in generale, di competitività per gli esercenti le attività economiche da e verso i territori interessati.
  Avverte quindi che la relazione si limiterà ad illustrare sinteticamente il testo all'esame mentre rinvia alla documentazione predisposta dagli uffici per un'analisi più approfondita del provvedimento.
  Quanto al contenuto del provvedimento, composto di 5 articoli, segnala, in primo luogo, che l'articolo 1, al comma 1, modifica l'assetto societario della Stretto di Messina S.p.a. (SDM), ne disciplina le attività all'estero (lettera a)) e ridefinisce la composizione degli organi di amministrazione e controllo della medesima società (lettera b)). Sono inoltre affidati a RFI (Rete Ferroviaria Italiana) S.p.A. la gestione degli impianti ferroviari del Ponte e le relative spese (lettera c)). La società Stretto di Messina S.p.A. viene qualificata come società in house e sono disciplinati i profili relativi all'attività di indirizzo e vigilanza da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, anche con la previsione della possibilità di nomina con D.P.C.M., su proposta del Ministro delle infrastrutture qualora ne ravvisi la necessità, di un commissario straordinario che opera secondo le specifiche disposizioni dell'articolo 12 del decreto-legge n. 77 del 2021 (lettera d)). Questi, per l'espletamento delle proprie funzioni, si avvale delle risorse umane, strumentali e finanziarie della società concessionaria, nonché di quelle della Struttura tecnica di missione per l'indirizzo strategico, lo sviluppo delle infrastrutture e l'alta sorveglianza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Si disciplina anche la costituzione di un Comitato scientifico con compiti di consulenza tecnica (lettera e)) e disposta un'abrogazione per finalità di coordinamento (lettera f)).
  Ricorda che l'articolo 2 ridefinisce il rapporto di concessione fra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e la Stretto di Messina S.p.A. in considerazione delle modifiche apportate alla governance della Società.
  Evidenzia che l'articolo 3 dispone che l'opera è inserita nell'Allegato infrastrutture del DEF, con l'indicazione del costo stimato, delle risorse disponibili e del fabbisogno residuo (comma 1) e prevede la presentazione di una relazione sul progetto definitivo dell'opera su cui è chiamato ad esprimersi il Consiglio di amministrazione della concessionaria (commi 2 e 3); al termine del procedimento di approvazione della relazione da parte della società concessionaria, ha luogo la conferenza di servizi istruttoria sul progetto definitivo e sulla predetta relazione (commi 4 e 5). Si specificano, inoltre, le modalità procedurali per la valutazione d'impatto ambientale sul progetto definitivo (comma 6) e si indicano, altresì, gli atti e i documenti sottoposti all'approvazione del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile – CIPESS (comma 7) e gli esiti derivanti dalla determinazione conclusiva del CIPESS, in materia di pianificazione urbanistica ed espropriazione (commi 8 e 9), di cantierizzazione dell'opera e di approvazione del progetto esecutivo (commi 10 e 11).
  Segnala, quindi, che l'articolo 4 introduce disposizioni finali e di coordinamento al fine di consentire, in tempi rapidi, la riattivazione della società e la ridefinizione dei rapporti contrattuali dalla medesima stipulati mentre l'articolo 5 dispone che il decreto-legge entri in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Il decreto-legge è dunque vigente dal 1° aprile 2023.

  Alberto Luigi GUSMEROLI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 11.

AUDIZIONI

  Martedì 18 aprile 2023. — Presidenza del presidente Alberto Luigi GUSMEROLI. – Pag. 242Interviene il Ministro dell'università e della ricerca, Anna Maria Bernini.

  La seduta comincia alle 13.15.

Seguito audizione del Ministro dell'università e della ricerca, Anna Maria Bernini, sulle linee programmatiche del Suo dicastero in materia di ricerca applicata.
(Seguito svolgimento, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, e conclusione).

  Alberto Luigi GUSMEROLI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
  Introduce quindi l'audizione.

  Intervengono per formulare quesiti ed osservazioni i deputati Emma PAVANELLI (M5S), Maurizio CASASCO (FI-PPE), Vinicio Giuseppe Guido PELUFFO (PD-IDP), Luca TOCCALINI (LEGA), che interviene da remoto, e Ilaria CAVO (NM(N-C-U-I)-M).

  Il Ministro Anna Maria BERNINI replica alle domande e alle osservazioni poste dai deputati.

  Alberto Luigi GUSMEROLI, presidente, ringrazia quindi il Ministro Bernini per il suo intervento e dichiara conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.10.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.