CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 15 marzo 2023
78.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 34

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 15 marzo 2023. — Presidenza del presidente Giulio TREMONTI. – Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, Giorgio Silli.

  La seduta comincia alle 9.10.

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori.
C. 665 Francesco Silvestri e abbinate.
(Parere alla I Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Patrizia MARROCCO (FI-PPE), relatrice, ricorda che la I Commissioni Affari costituzionali, nella seduta del 23 febbraio scorso, ha adottato la proposta di legge C. 665 Francesco Silvestri come testo base per il seguito dell'esame. Segnala, altresì, che l'esame in Aula dovrebbe avere inizio lunedì 20 marzo.
  In premessa, rileva che nel corso dell'esame in sede referente è stato ampliato l'ambito dell'inchiesta – inizialmente circoscritto al solo caso di Emanuela Orlandi – estendendolo anche alla scomparsa di Pag. 35Mirella Gregori: si tratta, infatti, di una sparizione che, pur avendo avuto minor risalto nella cronaca, potrebbe essere connessa al caso Orlandi, tanto è vero che molti protagonisti di una indagine compaiono anche nell'altra.
  Venendo al contenuto del provvedimento, sottolinea che il testo base, come emendato in sede referente, all'articolo 1 elenca i compiti dell'istituenda Commissione d'inchiesta, ovvero: ricostruire e analizzare in maniera puntuale la dinamica dei rapimenti di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori; verificare ed esaminare il materiale e i dati acquisiti attraverso le inchieste giudiziarie e le inchieste giornalistiche riguardanti i due rapimenti; esaminare e verificare fatti, atti e condotte commissive oppure omissive che possano avere costituito ostacolo o ritardo o avere portato ad allontanarsi dalla ricostruzione veritiera dei fatti necessaria all'accertamento giurisdizionale delle responsabilità connesse agli eventi, anche promuovendo azioni presso Stati esteri, finalizzate ad ottenere documenti o altri elementi di prova in loro possesso che siano utili alla ricostruzione della vicenda; verificare, mediante l'analisi degli atti processuali e del materiale investigativo raccolto negli anni, quali criticità e circostanze possano avere ostacolato l'Autorità giudiziaria nell'accertamento dei fatti e delle responsabilità.
  Per quanto concerne la composizione, evidenzia che l'articolo 2 prevede che la Commissione sia composta da venti senatori e venti deputati, nominati, rispettivamente, dal Presidente del Senato e dal Presidente della Camera in proporzione al numero dei componenti i gruppi parlamentari, assicurando comunque la presenza di almeno un rappresentante di ciascun gruppo esistente in almeno un ramo del Parlamento.
  Osserva che i componenti sono nominati tenendo conto della specificità dei compiti assegnati alla Commissione e devono dichiarare, entro dieci giorni dalla nomina, alla Presidenza della Camera di appartenenza se nei loro confronti possa sussistere una situazione di conflitto di interessi per aver ricoperto ruoli processuali in relazione ai fatti oggetto dell'inchiesta.
  Per quanto concerne le audizioni a testimonianza rese davanti alla Commissione, segnala che l'articolo 3 richiama l'applicabilità degli articoli 366 (rifiuto di uffici legalmente dovuti) e 372 (falsa testimonianza) del codice penale; inoltre, dispone la non opponibilità alla Commissione, limitatamente ai fatti oggetto di inchiesta, del segreto d'ufficio, professionale e bancario, precisando altresì che è sempre opponibile il segreto tra difensore e parte processuale nell'ambito del mandato difensivo; per il segreto di Stato, invece, trova applicazione la legge n. 124 del 2007, che prevede che i pubblici ufficiali, i pubblici impiegati e gli incaricati di un pubblico servizio hanno l'obbligo di astenersi dal deporre su fatti coperti, appunto, dal segreto di Stato.
  Sottolinea, altresì, che l'articolo 4 della proposta richiama quanto già previsto dall'articolo 82, secondo comma, della Costituzione in merito alla possibilità per la Commissione di procedere alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria. Ricorda che, secondo una prassi ormai consolidata per le inchieste parlamentari, la proposta stabilisce ulteriori limitazioni: prevede, in particolare, che la Commissione non possa adottare provvedimenti che restringano la libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione, nonché la libertà personale, fatto salvo l'accompagnamento coattivo di cui all'articolo 133 del codice di procedura penale.
  Segnala che lo stesso articolo 4 dispone che nelle materie attinenti all'inchiesta la Commissione può acquisire copie di atti e documenti relativi a procedimenti e inchieste in corso presso l'Autorità giudiziaria o altri organi inquirenti in deroga all'articolo 329 del codice di procedura penale, che copre con il segreto gli atti di indagine compiuti dal pubblico ministero e dalla polizia giudiziaria fino a quando l'imputato non ne possa avere conoscenza e, comunque, non oltre la chiusura delle indagini preliminari. Si prevede, altresì, che l'AutoritàPag. 36 giudiziaria possa trasmettere le copie di atti e documenti anche di propria iniziativa.
  Evidenzia che la Commissione è vincolata a mantenere l'eventuale regime di segretezza degli atti trasmessi, se coperti da segreto; in ogni caso, devono rimanere riservati i documenti relativi a procedimenti giudiziari nella fase delle indagini preliminari. Rileva che, come di consueto, è inoltre riconosciuto alla Commissione il potere di stabilire quali atti e documenti non devono essere divulgati, anche in relazione ad altre inchieste e istruttorie in corso. Nell'espletamento dell'indagine, la Commissione ha la facoltà di acquisire anche dagli organi e uffici della pubblica amministrazione copie di atti e di documenti da essi custoditi, prodotti o comunque acquisiti in materie attinenti alle finalità dell'inchiesta.
  Per quanto concerne le disposizioni di specifica competenza della III Commissione, segnala soprattutto il comma 9 del medesimo articolo 4. Questo dispone che, nel caso in cui la Commissione intenda svolgere accertamenti o acquisire documenti fuori del territorio dello Stato, trovano applicazione le pertinenti disposizioni del Codice di procedura penale relative alle rogatorie all'estero, nonché dei trattati internazionali.
  A tale proposito, ricorda che l'articolo 727 del Codice di procedura penale prevede che le richieste di assistenza giudiziaria siano trasmesse al Ministro della giustizia, il quale provvede all'inoltro all'autorità estera entro trenta giorni dalla ricezione. Nei casi previsti dalle Convenzioni internazionali, nonché in caso di pericolo per la sovranità, la sicurezza o altri interessi essenziali dello Stato, il Ministro dispone con decreto che non si dia corso all'inoltro della richiesta.
  Evidenzia che decorsi trenta giorni senza che la richiesta sia stata inoltrata né sia stato adottato il decreto di diniego, l'Autorità giudiziaria provvede autonomamente all'inoltro tramite l'agente diplomatico o consolare italiano informandone il Ministro. Nello stesso modo l'Autorità giudiziaria procede in caso di urgenza, ferma restando in tal caso la facoltà del Ministro di adottare il decreto di diniego prima della trasmissione all'autorità straniera da parte dell'agente diplomatico o consolare. Ricorda che, quando una Convenzione internazionale prevede la trasmissione diretta della richiesta, l'Autorità giudiziaria ne trasmette copia al Ministro della giustizia e provvede all'inoltro decorso il termine di dieci giorni, entro il quale il Ministro può adottare il decreto di diniego. Segnala che ai sensi dell'articolo 729 del Codice procedura penale l'Autorità giudiziaria procedente è vincolata, quanto all'utilizzabilità degli atti assunti per rogatoria, al rispetto delle condizioni poste dallo Stato estero. Infine, rileva che gli articoli da 729-bis a 729-quinquies recano disposizioni concernenti l'acquisizione di atti e informazioni da autorità straniere, l'audizione mediante videoconferenza e le squadre investigative comuni.
  Rispetto a queste disposizioni ricorda che già in passato le Commissioni di inchiesta hanno proceduto a richieste di assistenza giudiziaria, sulla base di un'analogia con il modus procedendi dell'Autorità giudiziaria. A suo avviso, le disposizioni in questione costituiscono, dunque, un'opportuna esplicitazione, da valutare favorevolmente.
  Sottolinea che l'articolo 5 della proposta di inchiesta prevede, come di consueto, che i componenti della Commissione, i funzionari, il personale addetto alla stessa e ogni altra persona che collabora con la Commissione o compie o concorre a compiere atti di inchiesta, oppure ne viene a conoscenza per ragioni d'ufficio o di servizio, siano tenuti all'obbligo del segreto, su tutti gli atti e i documenti che la Commissione ha acquisito ai fini dell'inchiesta e soggetti al regime di segretezza. Al riguardo, evidenzia che, a differenza di quanto previsto generalmente in altre proposte di inchiesta parlamentare, non viene specificato che l'obbligo del segreto vale anche dopo la cessazione dell'incarico.
  Infine, segnala che l'articolo 6 demanda la disciplina dell'organizzazione delle attività e del funzionamento della Commissione ad un regolamento interno, da approvare prima dell'avvio delle attività di Pag. 37inchiesta. Viene inoltre affermato il principio della pubblicità delle sedute della Commissione, ferma restando la possibilità di disporre diversamente. Rileva che la Commissione può avvalersi dell'opera di agenti e ufficiali di polizia giudiziaria e di tutte le collaborazioni ritenute necessarie. Per l'espletamento delle funzioni della Commissione si prevede che essa fruisca di personale, locali e strumenti operativi posti a disposizione dai Presidenti delle Camere, d'intesa tra loro. Infine, precisa che le spese per il funzionamento della Commissione sono determinate nella misura di 50 mila euro annui, per metà a carico del bilancio interno della Camera e per metà a carico del bilancio interno del Senato.
  Alla luce di quanto esposto, propone che la Commissione si esprima favorevolmente sulla proposta in esame.

  La Commissione approva, all'unanimità, la proposta di parere della relatrice.

DL 16/2023: Disposizioni urgenti di protezione temporanea per le persone provenienti dall'Ucraina.
C. 939 Governo.
(Parere alla I Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Giangiacomo CALOVINI (FDI), relatore, in premessa, segnala che secondo i dati dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), aggiornati a gennaio 2023, l'ingente esodo di profughi ucraini ha interessato anzitutto i Paesi geograficamente più vicini all'Ucraina: Polonia (1,5 milioni circa), Repubblica Ceca (oltre 480 mila), Bulgaria (circa 150 mila) Slovacchia e Romania (oltre 107 mila), Moldavia (circa 102 mila). Per quanto riguarda l'Italia, UNHCR indica che in Italia sono state accolte oltre 171 mila persone, a fronte di circa 1 milione di arrivi in Germania, 118 mila in Francia e 168 mila in Spagna.
  Ricorda, altresì, che il 4 marzo 2022 l'UE ha attivato la direttiva sulla protezione temporanea (direttiva 2001/55/CE), che conferisce agli sfollati in fuga dalla guerra in Ucraina la possibilità di fruire, almeno fino a marzo 2024, di una serie di diritti nel territorio dell'Unione europea, tra cui il permesso di soggiorno, l'accesso al mercato del lavoro e ad alloggi adeguati, l'assistenza medica e l'accesso all'istruzione per i minori. Complessivamente, sono circa 4 milioni le persone provenienti dall'Ucraina che hanno ottenuto la protezione temporanea nei Paesi membri dell'UE.
  Sottolinea che, per quanto riguarda l'Italia, secondo i dati pubblicati dalla Protezione Civile, su un totale di 171.739 rifugiati ucraini che hanno chiesto la protezione temporanea 122.632 sono donne (pari al 71,4 per cento del totale) e 49.107 uomini (pari 28,6 per cento); i minori risultano essere 61.919. Sotto il profilo della distribuzione territoriale, la regione che ospita il maggior numero di profughi è la Lombardia (circa 31 mila), seguita da Emilia Romagna (20 mila), Campania (quasi 18 mila) e Lazio (circa 15 mila). Evidenzia che, sul piano dell'impegno economico-finanziario, l'Italia ha speso o impegnato 754 milioni di euro – su un totale di 844 milioni stanziati –, necessari a coprire le spese per l'assistenza sanitaria, l'ospitalità negli alberghi, il contributo di sostentamento per chi ha trovato una sistemazione autonoma, nonché le spese dei Comuni per i servizi sociali, i minori non accompagnati, l'accoglienza nei CAS (centri di accoglienza straordinaria) e l'accoglienza diffusa tramite gli enti del Terzo settore.
  Al riguardo, ricorda che la Commissione europea ha introdotto la massima flessibilità affinché gli Stati membri possano utilizzare anche i fondi di coesione non spesi per il periodo 2014-2020 per sostenere le persone in fuga dalla guerra: in questo modo sono stati messi a disposizione degli Stati membri fino a 17 miliardi di euro complessivi.
  Venendo al merito del provvedimento – che consta di sei articoli –, in estrema sintesi rileva che esso proroga fino al 31 dicembre 2023 le misure di assistenza e accoglienza già disposte in favore della popolazione ucraina in attuazione del decreto-legge n. 21 del 2022, come successivamente Pag. 38rafforzate e rimodulate mediante i decreti-legge n. 50 e n. 115 del 2022.
  In particolare, segnala che l'articolo 1 stabilisce la prosecuzione dell'accoglienza diffusa per un massimo di 7 mila unità, autorizzando a tal fine anche convenzioni territoriali tra Regioni, enti del terzo settore e privati, previo nulla osta del Dipartimento della protezione civile; proroga, nel limite delle risorse disponibili a legislazione vigente, l'elargizione del contributo di sostentamento ai profughi ucraini, pari ad euro 300 mensili pro capite, a cui si aggiungono 150 euro per ciascun figlio di età inferiore a diciotto anni; rifinanzia, nel limite di 40 milioni di euro per l'anno 2023, il contributo una tantum finalizzato al rafforzamento, in via temporanea, dei servizi sociali e destinato ai Comuni che ospitano un significativo numero di persone richiedenti la protezione temporanea. Inoltre, si prevede un incremento di circa 137,9 milioni di euro per l'anno 2023 delle risorse che finanziano i Centri governativi di accoglienza ordinari e straordinari e di 52,3 milioni di euro per il 2023 del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo che finanzia le strutture territoriali della rete SAI (Sistema Accoglienza e Integrazione). Infine, si dispone la prosecuzione della garanzia di accesso all'assistenza sanitaria sul territorio nazionale per i richiedenti e titolari della protezione temporanea a condizioni di parità con i cittadini italiani.
  Sottolinea che l'articolo 2 proroga al 31 dicembre 2023 i permessi di soggiorno in scadenza il 4 marzo 2023 rilasciati ai profughi provenienti dall'Ucraina in conseguenza al riconoscimento agli stessi da parte dell'Unione europea della protezione temporanea. La disposizione, peraltro, specifica che i permessi di soggiorno perderanno efficacia e saranno revocati anche prima della scadenza del 31 dicembre 2023 qualora l'Unione europea decida di far cessare la protezione temporanea.
  Osserva che l'articolo 3 stabilisce che la somma pari a massimo 100 euro pro capite al giorno in favore dei Comuni che accolgono minori stranieri non accompagnati provenienti dall'Ucraina è riconosciuta non più a titolo di rimborso per i costi sostenuti, bensì a titolo di mero contributo e fissa al 30 settembre 2024 la data per la presentazione delle relative istanze da parte dei comuni interessati.
  Rileva che l'articolo 4 consente alla Commissione nazionale per il diritto di asilo di avvalersi, nel 2023 ed entro il limite di spesa di 150 mila euro, di non oltre dieci prestatori di lavoro con contratto a tempo determinato, in considerazione dell'eccezionale volume di richieste di protezione internazionale connesse al conflitto bellico in atto in Ucraina.
  Precisa che la disposizione, finalizzata ad assicurare la migliore funzionalità dei compiti di coordinamento del Sistema nazionale di riconoscimento della protezione internazionale, reca una clausola di neutralità finanziaria, prevedendo che alla copertura dei relativi oneri di spesa si provveda mediante l'utilizzo delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigenti.
  Per quanto riguarda le specifiche norme di interesse per la III Commissione, segnala, in particolare, l'articolo 5, che reca le disposizioni finanziarie necessarie alla copertura degli oneri derivanti dall'attuazione degli interventi previsti dal provvedimento in esame.
  In particolare, evidenzia che il comma 2 dispone che alla copertura degli oneri, quantificati in 299.388.800 euro per l'anno 2023, si provveda, quanto ad euro 276.588.800, mediante corrispondente riduzione degli stanziamenti delle Missioni e dei Programmi di spesa di taluni Ministeri, tra cui il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale; più specificamente, si riducono i seguenti programmi della Missione «L'Italia in Europa e nel mondo»: 7 milioni a valere, rispettivamente, sui Programmi «Italiani nel mondo e politiche migratorie» e «Promozione della pace e della sicurezza internazionale»; 6 milioni a valere sul programma «Cooperazione allo sviluppo».
  Precisa che il comma 3, al fine di garantire ai Ministeri la necessaria flessibilità, prevede che, nel rispetto dell'invarianza sui saldi di finanza pubblica, con decreto del Ministro dell'economia e delle Pag. 39finanze, su proposta del Ministro competente, previo parere delle Commissioni parlamentari, possono essere disposte variazioni compensative in ciascuno stato di previsione della spesa tra gli stanziamenti indicati nell'allegato 1 e quelli iscritti nell'ambito del medesimo stato di previsione.
  Alla luce di queste considerazioni, preannuncia la presentazione di una proposta di parere favorevole sul provvedimento in esame.

  Vincenzo AMENDOLA (PD-IDP), sottolineando l'importanza della citata direttiva 2001/55/CE ai fini della tutela dei profughi di guerra – non solo quelli provenienti dall'Ucraina – e ribadendo il pieno sostegno del Partito Democratico all'attivazione di tale strumento, chiede chiarimenti al relatore sulla copertura dei relativi oneri finanziari, in particolare sulle riduzioni degli stanziamenti di taluni programmi di spesa del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale.

  Giangiacomo CALOVINI (FDI), relatore, intervenendo da remoto, si riserva di approfondire la portata delle rimodulazioni di spesa previste dal decreto-legge in esame

  Salvatore CAIATA (FDI) evidenzia il significativo incremento – pari all'oltre 61 milioni di euro – delle risorse del Fondo per le emergenze nazionali.

  Vincenzo AMENDOLA (PD-IDP) ribadisce le riserve, in particolare, sui tagli previsti al programma «Cooperazione allo sviluppo», già penalizzato dalle previsioni della legge di bilancio per il 2023, che ha escluso un incremento delle risorse nella programmazione pluriennale del bilancio.

  Giulio TREMONTI, presidente, osserva che l'aumento della dotazione del Fondo per le emergenze nazionali è compensato da una riduzione – simmetrica – di altre capitoli di bilancio.

  Il sottosegretario Giorgio SILLI, associandosi alle considerazioni del Presidente Tremonti, precisa che la riduzione complessiva degli stanziamenti relativa ai programmi di spesa del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale è pari a 20 milioni di euro; peraltro, osserva che il provvedimento prevede riduzioni analoghe per il Ministero della giustizia e per il Ministero delle infrastrutture e trasporti.

  Vincenzo AMENDOLA (PD-IDP), ribadendo la contrarietà del proprio gruppo a tagli così significativi a carico del bilancio della Farnesina, si riserva di approfondire l'entità degli interventi sugli altri Dicasteri, a partire dal Ministero della difesa e da quello dell'interno.

  Giulio TREMONTI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 9.30.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 15 marzo 2023. — Presidenza del vicepresidente Paolo FORMENTINI. – Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, Giorgio Silli.

  La seduta comincia alle 14.05.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Croazia sulla delimitazione delle zone economiche esclusive, fatto a Roma il 24 maggio 2022.
C. 770 Governo.
(Seguito dell'esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 15 febbraio scorso.

  Paolo FORMENTINI, presidente, avverte che sul provvedimento sono pervenuti tutti i prescritti pareri. In particolare, si sono espresse favorevolmente le Commissioni Affari Costituzionali, Bilancio, Trasporti, Agricoltura e Politiche dell'Unione europea.

Pag. 40

  La Commissione delibera di conferire il mandato al relatore, deputato Formentini, a riferire favorevolmente all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Paolo FORMENTINI, presidente, avverte che la Presidenza si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

Ratifica ed esecuzione dello Scambio di Note verbali concernente il rinnovo dell'Accordo di cooperazione nel settore della difesa tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Libano del 21 giugno 2004, fatto a Beirut il 3 agosto 2021 e il 21 aprile 2022.
C. 795 Governo.
(Seguito dell'esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 15 febbraio scorso.

  Paolo FORMENTINI, presidente, avverte che che sul provvedimento sono pervenuti tutti i prescritti pareri. In particolare, si sono espresse favorevolmente le Commissioni Affari Costituzionali, Difesa e Bilancio.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP) sollecita la Commissione ad occuparsi più da vicino della situazione gravissima in cui versa il Libano, prostrato da una profonda crisi, istituzionale ed economica. A suo avviso, si potrebbe valutare l'opportunità di avviare un breve ciclo di audizioni, coinvolgendo anche i rappresentanti delle organizzazioni non governative che operano nel Paese, per approfondire le principali criticità: il rischio è che l'intero sistema possa collassare, producendo ripercussioni sulla stabilità dell'intera regione mediorientale, oltre ad una ondata migratoria di dimensioni preoccupanti, tanto più che il Libano attualmente ospita già circa 2 milioni di rifugiati siriani. L'eventuale attività conoscitiva sarebbe anche finalizzata ad acquisire dal Governo indicazioni sulle iniziative che intende assumere per contribuire ad evitare la definitiva débacle del Paese dei cedri.

  La Commissione delibera di conferire il mandato al relatore, deputato Pozzolo, a riferire favorevolmente all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Paolo FORMENTINI, presidente, avverte che la Presidenza si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Moldova in materia di sicurezza sociale, con Allegato, fatto a Roma il 18 giugno 2021.
C. 873 Formentini ed altri.
(Esame, ai sensi dell'articolo 107, comma 3, del Regolamento, e conclusione).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Paolo FORMENTINI, presidente e relatore, in premessa, segnala che la proposta di legge in esame è stata approvata nella scorsa legislatura, il 15 giugno 2022, dalla III Commissione: pertanto, ricorrono le condizioni per applicare l'articolo 107, comma 3, del Regolamento, che permette di adottare la relazione allora presentata.
  Rinviando, dunque, al dibattito svolto nella XVIII legislatura per l'approfondimento dei diversi profili della materia, si limita a ricordare che l'accordo in esame, siglato il 18 giugno 2021, s'inserisce nel quadro degli interventi di politica estera con i Paesi dell'est europeo, con l'obiettivo di facilitare il flusso di informazioni e dati tra le Istituzioni di sicurezza sociale e assicurare l'esportabilità delle pensioni e delle rendite da infortunio e malattia professionale.
  Evidenzia che si tratta di un'intesa di particolare rilevanza, non solo in ragione della numerosa comunità moldava residente in Italia – circa 115 mila persone –, Pag. 41ma anche in considerazione della delicata fase politica che sta attraversando la Moldova, tra crisi dell'Esecutivo in carica, inasprimento delle proteste anti-governative e tentativi di ingerenza russa.
  Ricorda, tra l'altro, che la Moldova, pur essendo un Paese di piccole dimensioni, ospita tuttora oltre 107 mila profughi ucraini. Tenuto conto che il Paese ha ottenuto nel giugno 2022 lo status di candidato all'adesione all'UE, sottolinea che la ratifica dell'intesa in esame si inserisce a pieno titolo nel quadro delle iniziative per promuovere l'integrazione europea di Chisinau, che Governo e Parlamento italiano hanno sempre sostenuto con convinzione.
  Precisa, infine, che l'Accordo non comporta nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica: per l'Italia, infatti, non vi sarà alcun impatto sulla legislazione nazionale, in quanto le prestazioni pensionistiche e le rendite da infortunio sul lavoro e malattia professionale, ai sensi dell'ordinamento italiano, sono esportabili.
  Propone quindi di adottare la citata procedura prevista dall'articolo 107, comma 3, del Regolamento, ricordando che, in caso di approvazione, non si passerà all'esame degli articoli, ma direttamente alla deliberazione del mandato al relatore a riferire all'Assemblea.
  Nessun chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di adottare la procedura prevista dall'articolo 107, comma 3, del Regolamento. Delibera, inoltre, di conferire al relatore, deputato Formentini, il mandato a riferire all'Assemblea in senso favorevole. Delibera, infine, di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Paolo FORMENTINI, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

  La seduta termina alle 14.15.

RISOLUZIONI

  Mercoledì 15 marzo 2023. — Presidenza del vicepresidente Paolo FORMENTINI. – Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, Giorgio Silli.

  La seduta comincia alle 14.15.

7-00039 Porta: Sulla situazione nel Nagorno-Karabakh.
7-00046 Onori: Sulla situazione nel Nagorno-Karabakh.
(Discussione congiunta e rinvio).

  La Commissione inizia la discussione congiunta delle risoluzioni.

  Paolo FORMENTINI, presidente, avverte che la discussione delle risoluzioni in titolo, vertendo su analoga materia, in assenza di obiezioni, sarà svolta congiuntamente

  Fabio PORTA (PD-IDP), illustrando la proposta di risoluzione a sua prima firma, sottolinea che la crisi nel Nagorno-Karabakh è iniziata negli anni '80 con la rivendicazione del diritto all'autodeterminazione della comunità armena, che nel 1991 si è unilateralmente costituita in Repubblica indipendente, non riconosciuta dalla comunità internazionale. Tale decisione ha provocato tra il 1991 il 1994 un conflitto armato tra Azerbaigian e Armenia, che ha causato circa 30 mila vittime e centinaia di migliaia di sfollati. Segnala che sulla questione si è espresso più volte il Consiglio di Sicurezza dell'Onu, sollecitando il cessate-il-fuoco e l'avvio di negoziati per una soluzione pacifica. Evidenzia che la situazione si è aggravata a partire dal 2020 con la ripresa delle ostilità tra i due Paesi, che hanno causato la morte di oltre 7 mila persone e lo sfollamento di 100 mila civili; da ultimo, il blocco del corridoio di Lachin, a partire dal dicembre 2022, ha determinato una grave crisi umanitaria per gli oltre 120 mila residenti nella zona, a causa delle interruzioni nell'approvvigionamento di cibi e di medicinali.
  Rilevando che la drammatica situazione umanitaria è stata denunciata sia dal Vaticano sia da Amnesty International, evidenzia che la risoluzione in esame, tra le altre cose, impegna il Governo a sostenere, d'intesa con i partner europei ed internazionali,Pag. 42 ogni iniziativa finalizzata ad una riapertura immediata del corridoio di Lachin e ad una ripresa del dialogo tra le Parti.

  Federica ONORI (M5S), illustrando la risoluzione a sua prima firma, ricorda che per lungo tempo la crisi in questione ha assunto i caratteri di un «conflitto congelato»; invece, sfortunatamente, a settembre 2020, nuovi scontri ad alta intensità hanno infiammato le relazioni tra Armenia e Azerbaigian, con reciproci scambi di accuse sulle rispettive responsabilità. Segnala che l'intesa trilaterale del 9 novembre 2020 tra Azerbaigian, Armenia e Federazione russa – che ha segnato la fine di quella che ormai viene considerata la seconda guerra del Nagorno-Karabakh – non si è rivelata sufficiente a risolvere la questione in termini complessivi. Evidenzia, infatti, che da novembre 2020 ad oggi si sono verificate molteplici violazioni del cessate-il-fuoco tra le forze in campo, nonché atti di ostilità di varia natura: uno degli episodi che ha destato maggiore preoccupazione a livello internazionale è proprio il blocco del cosiddetto corridoio di Lachin – l'arteria strategica che collega il Nagorno-Karabakh all'Armenia – da parte di sedicenti ambientalisti azeri.
  Osserva che in questo modo è stato impedito il transito di persone e mezzi, così come l'approvvigionamento di viveri, generi di prima necessità e medicinali: di fatto, i circa 120 mila armeni che vivono nel Nagorno-Karabakh si trovano isolati dal mondo, in una situazione insostenibile. In questo contesto, sottolinea che gli Ambasciatori di Armenia ed Azerbaigian, in occasione delle loro audizioni in III Commissione, hanno dato una lettura dei fatti significativamente diversa. Precisa che tale tipologia di azione – ovvero il blocco di arterie strategiche per la popolazione – dovrebbe essere immediatamente censurata da tutti gli attori della comunità internazionale, anche al fine di non mandare, indirettamente, un messaggio pericoloso sotto molteplici punti di vista. A suo avviso, non si dovrebbe infatti far passare il messaggio che la comunità internazionale ragiona sulla base di «doppi standard»: ad esempio, per l'Ucraina ci si muove celermente, mentre per altre regioni limitrofe alla regione europea regna, di fatto, l'indifferenza; al contrario, la priorità dovrebbe essere quella di tutelare, senza esitazioni, la popolazione residente nel Nagorno-Karabakh. Inoltre, appare opportuno impedire ulteriori azioni ibride: infatti, una «non condanna» potrebbe costituire un incentivo per azioni simili
  Occorre, dunque, che il Parlamento italiano, a partire dalla Commissione affari esteri della Camera, mandi un segnale chiaro al Governo di Baku e censuri in maniera chiara i menzionati eventi. Auspica, quindi, un'ampia convergenza delle forze politiche, tenuto conto che quelle di maggioranza negli anni passati hanno mostrato una genuina sensibilità sul tema.
  In conclusione, sottolinea che gli impegni della risoluzione in titolo sono ragionevoli, bilanciati ed in linea con quanto richiesto dal Parlamento europeo nella risoluzione approvata il 19 gennaio 2023.

  Ettore ROSATO (A-IV-RE), preannunciando l'intenzione di presentare una risoluzione sul medesimo tema, condivide le valutazioni della collega Onori sulle audizioni degli Ambasciatori di Armenia e Azerbaigian che, esponendo punti di vista diversi, hanno illustrato con chiarezza la complessità della materia. Ricorda, quindi, di aver visitato il Nagorno-Karabakh con una delegazione parlamentare e di aver verificato sul campo gli effetti nefasti di un conflitto ultradecennale, nonché la drammatica condizione in cui vive la popolazione locale.
  Auspica, pertanto, che i gruppi possano convergere su un testo unitario di risoluzione, per rafforzare l'azione del Governo e, dunque, il ruolo che l'Italia può giocare come soggetto terzo, capace di promuovere la mediazione ed il dialogo tra le Parti.

  Giangiacomo CALOVINI (FDI), ringraziando i colleghi Porta ed Onori per l'iniziativa assunta ed associandosi alle considerazioni del collega Rosato, preannuncia la presentazione di una proposta di risoluzione di maggioranza che, anche sulla base di quanto riferito dagli Ambasciatori Pag. 43armeno e zero, promuova il ruolo dell'Italia come soggetto di pacificazione.
  Auspica, infine, che la Commissione possa approvare un testo unitario di risoluzione, come già accaduto sulla crisi iraniana.

  Vincenzo AMENDOLA (PD-IDP) sottolinea che, dopo la doverosa fase di rodaggio del Governo, sarebbe opportuno individuare una linea coesa e coerente sui vari conflitti nei quali l'Italia può e deve giocare un ruolo. Ribadisce che l'opposizione è disponibile a collaborare nelle azioni diplomatiche finalizzate alla risoluzione delle controversie internazionali – dai Balcani al Mediterraneo –, nell'interesse del Paese e con l'obiettivo della stabilità e della pace, tenendo conto che le situazioni di conflitto sono anche una delle cause principali dei fenomeni migratori. Tuttavia, ritiene necessario strutturare meglio il modus operandi tra Governo e commissione, valorizzando le iniziative di diplomazia parlamentare e promuovendo soluzioni di compromesso tra le diverse forze politiche.

  Simone BILLI (LEGA), ringraziando il collega Calovini, auspica che la risoluzione presentata dai partiti di maggioranza possa trovare il consenso anche delle altre forze politiche, per corroborare l'azione del Governo.

  Federica ONORI (M5S), ribadendo la disponibilità a lavorare con spirito collaborativo, sottolinea che la proposta di risoluzione a sua prima prima firma ha il pregio di mantenere una posizione di equilibrio tra i due contendenti, favorendo così il ruolo di mediazione dell'Italia. Ribadisce, inoltre, la necessità di annettere particolare priorità alla crisi umanitaria in corso nel Nagorno-Karabakh, determinata da una chiara violazione della Dichiarazione trilaterale di novembre 2020.

  Il sottosegretario Giorgio SILLI, esprimendo apprezzamento per l'approccio costruttivo emerso dal dibattito, auspica che si possa addivenire ad un testo condiviso, in grado di rafforzare l'azione del Governo; in tal senso, ribadisce la disponibilità della Farnesina a cooperare per una sintesi. Plaude, quindi, alla iniziativa del Parlamento, che ha riportato all'attenzione dell'opinione pubblica un conflitto troppo a lungo dimenticato dal sistema mediatico.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP), intervenendo sull'ordine dei lavori, rileva l'opportunità di strutturare meglio l'attività della Commissione attraverso lo svolgimento di indagini conoscitive che approfondiscano, ad esempio, i «conflitti dimenticati» e la crescente instabilità in Medio Oriente e in tutta la regione mediterranea. Peraltro, suo avviso, tali attività conoscitive avrebbero il pregio di promuovere il confronto all'interno della Commissione, prendendo atto che non è possibile raggiungere un consenso unanime su tutte le questioni.

  Paolo FORMENTINI, presidente, rileva che il condivisibile spunto di riflessione della collega Boldrini potrà essere approfondito in sede di Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito della discussione congiunta ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.40.