CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 31 gennaio 2023
54.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
Pag. 86

RISOLUZIONI

  Martedì 31 gennaio 2023. — Presidenza del presidente Federico MOLLICONE. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione e il merito, Paola Frassinetti.

  La seduta comincia alle 14.

7-00037 Amorese: Iniziative per la promozione del «Giorno del ricordo» nelle scuole e nella società civile.
(Seguito della discussione e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 8-00003).

  La Commissione prosegue la discussione della risoluzione in titolo, rinviata nella seduta del 30 gennaio 2023.

  Federico MOLLICONE, presidente, comunica che l'ordine del giorno reca il seguito della discussione della risoluzione n. 7-00037 Amorese, che impegna il Governo ad adottare iniziative per la promozione del «Giorno del ricordo» nelle scuole e nella società civile. Ricorda che il deputato Amorese ha illustrato la risoluzione in oggetto nella seduta di ieri.

  Alessandro AMORESE (FDI) illustra il testo della risoluzione alla luce delle modifiche proposte dai gruppi di opposizione che ha in gran parte ritenuto di accogliere (Allegato 1).

  Irene MANZI (PD-IDP), dà atto che c'è stato un lavoro di significativo accoglimento delle osservazioni presentate dalle opposizioni, che sono state concentrate soprattutto sulla necessità di focalizzare l'attenzione sul complesso degli eventi avvenuti sul confine orientale nel periodo tra 1943 e il 1947. Dopo aver espresso apprezzamento per il recupero delle parole del presidente Mattarella nelle premesse, sottolinea tuttavia il permanere di alcune perplessità con particolare riguardo alla terminologia utilizzata. Condivide l'impulso alla creazione di una memoria condivisa anche in un'ottica di integrazione europea che ha avuto nell'incontro dei due presidenti, italiano e sloveno, e nel loro prendersi per mano a Trieste, un momento molto forte e potente.Pag. 87
  Passando agli impegni, apprezza che i punti 1 e 2 prevedano il coinvolgimento, accanto agli esuli, in qualità di testimoni, anche degli storici e di coloro che possono dare una ricostruzione approfondita scientificamente valida.
  Conclude chiedendo – quale ulteriore sforzo di mediazione – che sia espunto dagli impegni il riferimento alla visione di uno specifico film, ritenendo riduttivo che in una risoluzione parlamentare venga indicata una sola opera cinematografica.

  Elisabetta PICCOLOTTI (AVS) è dell'avviso che sia più importante ciò che manca nel testo della risoluzione in oggetto, piuttosto che quello che c'è. Ritiene che la Commissione cultura non possa prestarsi in alcun modo ad operazioni che sollecitano un uso politico della storia e che sia invece doveroso indirizzare le istituzioni scolastiche alla conoscenza della storia nella sua complessità, raccontando i fatti nella loro totalità, attraverso un insegnamento libero e aperto ai punti di vista e alle memorie che a volte sono anche conflittuali. A suo avviso la risoluzione non tiene conto dello spirito della legge del 2004 che ha istituito il Giorno del ricordo e che, nel citare la complessa vicenda del confine orientale, ci richiama al dovere di insegnare tutta la storia di quel periodo in cui non ci sono solo i crimini compiuti dal Generale Tito, ma anche i crimini compiuti negli anni precedenti dal regime fascista che ha occupato la regione dell'Alto Adriatico ha compiuto. Domanda quindi perché sia stato espunto dalla risoluzione ogni riferimento a quei crimini e a quel pezzo di storia che pure esiste ed è fondamentale per avere una lettura a tutto campo. Crede che la ragione per cui dalla risoluzione è stata cancellata la parola fascismo e non è stata accolta la proposta di inserimento della frase che diceva «come esito della sciagurata guerra in cui il fascismo trascinò l'Italia» sia dovuta alla volontà di fare un uso politico della storia e di compiere un'operazione di revisionismo e di semplificazione. Per tale ragione non può votare a favore della risoluzione, nonostante sia convinta della necessità di accompagnare i ragazzi nella conoscenza e nell'approfondimento di quella pagina di storia e della gigantesca tragedia che le popolazioni italiane e slave di quei territori hanno vissuto e di esprimere la solidarietà alle famiglie delle vittime delle foibe. È dell'avviso che l'approfondimento storico costituisca il presupposto di ogni politica di riconciliazione, ma poiché non le pare che l'obiettivo si quello di garantire lo studio a tutto tondo, non voterà a favore.

  Maria Elena BOSCHI (A-IV-RE) ritiene che il testo rifletta l'impostazione politica della maggioranza e che, pertanto, contiene sfumature diverse da quelle che il suo gruppo potrebbe condividere. Tuttavia, ritenendo opportuna una condivisione del tema, soprattutto per mandare un importante segnale verso l'esterno ritiene di poter esprimere un voto favorevole qualora venga espunto, come richiesto dalla deputata Manzi, il riferimento al film. Ciò perché non ritiene che si debba dare risalto ad un'unica opera cinematografica. Chiede pertanto che venga accolta la richiesta avanzata dal gruppo del Partito democratico, che condivide, al fine di poter giungere ad una risoluzione ampiamente condivisa.

  Anna Laura ORRICO (M5S) si associa alla richiesta delle colleghe Manzi e Boschi. Rammaricandosi che la collega Piccolotti non si riconosca nei contenuti della risoluzione, chiede al relatore di venire maggiormente incontro alle proposte di modifica affinché il testo della risoluzione possa essere votato da tutti. Ciò anche nello spirito di condivisione che ha sempre contraddistinto i lavori della Commissione cultura della Camera. Fa presente che i gruppi di opposizione hanno cercato di presentare proposte di modifica unitarie e condivise tese a rappresentare la necessità che quanto accaduto tra il 1943 e il 1947 sia adeguatamente spiegato alle nuove generazioni e contestualizzato all'interno di un periodo storico molto complesso, anche nell'ottica di supportare il processo di riconciliazione avviato dal Presidente della Repubblica. Sottolinea che il dibattito è stato avviato solo ieri e che, pertanto, viste l'importanza del tema e le diverse sensibilità, sarebbe Pag. 88stato forse opportuno un altro giorno di tempo per arrivare a una risoluzione il più conciliante possibile con la visione articolata che ogni deputato esprime all'interno della Commissione. Chiede quindi che venga espunto dal testo il riferimento all'opera cinematografica «Red land» che risulta liberamente ispirato al diario dello zio di Norma Cossetto, non ritenendo opportuno un indirizzo così forte verso la visione di una specifica opera cinematografica quando nello stesso capoverso si fa riferimento – come suggerito dal suo gruppo – ad una più ampia bibliografia e a opere cinematografiche, teatrali e letterarie inerenti che sono peraltro indicate nel portale di Agiscuola.

  Rossano SASSO (LEGA) apprezza la coerenza della collega Piccolotti che, coerentemente con propri princìpi e con le proprie ideologie di appartenenza, ha ribadito che si studiava l'orrore del nazismo, del fascismo e delle leggi razziali, ma non cosa fossero le foibe. Concordando sull'opportunità di non limitare a una sola opera cinematografica la sensibilizzazione nelle scuole, suggerisce di pensare a «Porzus», un film degli anni novanta che affronta lo stesso tema. È dell'avviso che la Commissione debba mandare un messaggio unitario per contrastare eventuali atteggiamenti negazionisti da parte di uomini di cultura. Riferisce che, nella passata legislatura, quando era sottosegretario, è stato costretto a prendere posizione contro un rettore universitario che sosteneva che le foibe erano un'invenzione e di aver dubitato dell'autonomia scolastica quando alcuni docenti hanno ospitato storici revisionisti come Eric Gobetti. Condivide pertanto le proposte delle deputate Manzi, Orrico e Boschi e si dispiace che la collega Piccolotti abbia rimarcato ancora una volta la sua appartenenza ideologica al comunismo che purtroppo è stato autore – bisogna avere il coraggio di dirlo e prenderne le distanze – delle uccisioni di famiglie italiane a guerra terminata.

  Nicola ZINGARETTI (PD-IDP) premette che, sia da cittadino, sia poi da Presidente di un'istituzione, per 10 anni ha sempre celebrato il Giorno del ricordo con la comunità istriana giuliano-dalmata, a Roma e non solo, con tutte le forze politiche dell'istituzione regionale. Da pronipote di una vittima di Auschwitz, ha fatto motivo della sua vita non costruire gerarchie, ma fare di tutto perché si accendessero le luci sulla storia. Si associa alle obiezioni fatte dalle colleghe rispetto alla proiezione di un solo film: obiezioni che non hanno nulla di ideologico ma si rifanno alla coerenza con quanto affermato dalla risoluzione stessa che, nel primo impegno, fa riferimento a «docenti e storici che ne garantiscano il carattere scientifico», come è giusto che sia quando si parla di formazione dei ragazzi. A suo avviso, citare una sola opera cinematografica è un errore anzitutto perché si crea un precedente in quanto il Parlamento non ha mai dato indirizzi specifici alle scuole in modo così dettagliato. Inoltre, suggerire la visione di un unico film per comprendere un periodo storico è limitante. Non si può inoltre chiedere di votare l'indicazione di un film di cui non tutti hanno conoscenza. Evidenzia che non c'è alcuna adesione politica dietro questa richiesta, ma piuttosto il desiderio di arrivare a una posizione condivisa proprio per dare a quelle vittime il riconoscimento di un atto unitario.

  Marco PERISSA (FDI) riferisce di aver ascoltato con particolare attenzione, ma anche con sensibilità, gli interventi che lo hanno preceduto e di essere stato incerto se intervenire o meno. Tuttavia, ritiene di non potersi esimere in quanto fondatore del comitato 10 febbraio e in quanto promotore dell'istituzione del Giorno del ricordo. Sottolinea con dispiacere di aver notato che l'aggettivo più usato è stato «complesso», un esercizio semantico che costituisce un evidente errore di valutazione storico-esiziale di fronte ad un'operazione di pulizia etnica finalizzata a riscrivere il censimento della popolazione per ridefinire i confini nazionali. Sottolinea che la risoluzione afferma il principio universale del rispetto della vita umana. Precisando che il film viene citato solo a titolo esemplificativo, esprime rammarico perché Pag. 89una parte del Parlamento si rifiuta di votare a favore della risoluzione, non condividendo la scelta di indicare un film. È dell'avviso che non sia questa la vera ragione: ritiene che sia arrivato il momento di dare un segnale chiaro dicendo che ciò che è avvenuto sul confine orientale, dopo la fine della guerra, è stata una pulizia etnica che non ha colore politico: una vergogna che ha leso il rispetto della vita umana.

  Gaetano AMATO (M5S) chiarisce che il suo gruppo non è contro la risoluzione in esame, ma ritiene che essa non racconti la storia per intero. Anche il film non racconta la storia per intero perché è liberamente ispirato al diario dello zio della ragazza: pertanto, non può essere citato come testimonianza storica. Nessuno vuole negare ciò che è successo in Istria, ma ricorda che, solo due mesi dopo, i nazisti hanno ucciso 2500 persone nello stesso posto. Ritiene pertanto giusto che i ragazzi sappiano cosa è stato fatto e cosa è successo. Ribadisce che un film liberamente ispirato non è un documento storico e che sul portale Agiscuola ci sono altri documenti che raccontano, invece, la storia vera.

  Elisabetta PICCOLOTTI (AVS) intervenendo per fatto personale sottolinea di essere stata accusata ingiustamente di negazionismo e di trovare offensive quelle operazioni politiche che attribuiscono ad altri parole che non sono state dette, come accaduto anche in Assemblea stamattina. Dichiara di non essere negazionista e di aver espresso solidarietà alle vittime delle foibe. Crede che non sia corretto espungere dalla risoluzione quanto perpetrato dalle forze nazifasciste in quell'area del Paese, ciò per rispetto della storia. È dell'avviso che non si dovrebbero promuovere operazioni politiche che usano la storia, ma si dovrebbe piuttosto promuovere conoscenza. Riferisce di avere timore quando la politica vuole sostituirsi agli storici e quando la politica vuole mettere paletti all'insegnamento, addirittura indicando quali film devono essere visti. Sono sufficienti le linee guida del ministero e fare semplicemente riferimento a queste. Fa presente che sul film indicato c'è stato un grande dibattito e che nelle linee guida del ministero si sconsiglia la visione di film perché i film sono emozionali, mentre in una vicenda così difficile, complessa, tragica e dolorosa più che le emozioni servono i fatti, le analisi, la bibliografia. Ribadisce quindi il suo voto contrario, sottolineando che non vuole che venga aperta la porta al revisionismo storico che nulla ha a che fare con l'attività di questa Commissione.

  Rossano SASSO (LEGA), intervenendo per fatto personale dichiara sottolinea di non aver mai accusato la collega di negazionismo ma di essersi riferito ad alcuni esperti quali Montinari e Gobetti. Suggerisce di di inserire nella risoluzione l'istituzione di un fondo per i viaggi d'istruzione per la conoscenza di quei territori. Dichiara il voto favorevole del gruppo della Lega.

  Matteo ORFINI (PD-IDP), nel ricordare la peculiarità della Commissione cultura, che anche nel corso passata Legislatura si è sempre distinta per la capacità di condivisione auspica che ciò possa essere ripetersi anche in questa occasione. Dichiara che il suo gruppo non ha alcuna difficoltà a votare favorevolmente il testo della risoluzione purché il relatore accolga la richiesta – pervenuta da più parti – di espungere il riferimento al film Red Land – Rosso Istria in quanto è irrituale che in un atto parlamentare si faccia riferimento a una specifica opera cinematografica.

  Il sottosegretario Paola FRASSINETTI, concordando con il deputato Orfini ricorda che nella scorsa Legislatura è stata firmataria di un'analoga risoluzione approvata all'unanimità e auspica che ciò possa nuovamente accadere. Invita all'obiettività ricordando che, nella vita concreta, 7 ragazzi su 10 non hanno mai sentito parlare delle foibe e dunque reputa opportuno colmare questa lacuna. Pur esistendo una legge che dispone iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado è pur Pag. 90vero che in nome dell'autonomia scolastica, alcune scuole scelgono di non prendere alcuna iniziativa in tal senso e l'autonomia diventa una sorta di alibi. Auspica, pertanto, che – come nella scorsa Legislatura – la Commissione possa distinguersi per la sensibilità e possa giungere ad un'approvazione unanime della risoluzione.

  Federico MOLLICONE, presidente, nel concordare con il Sottosegretario Frassinetti, rileva come la ricerca di un punto di sintesi costituisca la forma più alta della politica. Invita ad abbandonare prese di posizione pregiudiziali – come pure suggerito dai colleghi Zingaretti, Orfini e Boschi – e invita a far emergere quella sensibilità comune che impone di giungere all'approvazione di atti come questo che servono a diffondere la conoscenza di tragedie come quelle delle foibe e dell'esodo giuliano dalmata, spesso escluse dai programmi scolastici in nome dell'autonomia scolastica che, pur essendo un altissimo valore, talvolta porta a questa asincronia sulle ricorrenze e gli anniversari. Ribadisce la necessità che tali vicende divengano storia comune e auspica un approccio oggettivo volto a favorire soltanto la piena conoscenza dei fatti accaduti.

  Alessandro AMORESE (FDI) sottolinea il passaggio in premessa in cui si citano la lentezza e la fatica con cui, solo nel 2004, si è arrivati ad avere un Giorno del ricordo e la lotta estrema degli esuli e dei loro discendenti di cui molti hanno conosciuto la forza d'animo. A chi non avesse avuto la fortuna di sentirne la testimonianza, propone di incontrarli, perché molti di loro sono ancora vivi. Si tratta di persone molto forti, italiani che sono italiani due volte: per nascita e per convinzione, quando hanno dovuto scegliere se vivere in Jugoslavia oppure tornare in Italia, lasciando le proprie case. Fa presente che la politica è arrivata solo nel 2004 e che la destra italiana è stata l'unica a parlare di foibe: infatti molti ragazzi hanno potuto sentire la parola foibe solo tramite la testimonianza degli esuli o nelle sezioni del Movimento sociale italiano. Riferisce di aver ricevuto un lungo elenco di richieste di modifiche – quasi una contro-risoluzione – che cancellavano sostanzialmente quasi tutti gli impegni della risoluzione, in particolare quello sul treno del ricordo che, invece, è pensato per sanare un oblio perché ricorda i treni degli esuli senza denaro che venivano attaccati. Riferendosi al film, la cui visione viene proposta agli studenti delle scuole superiori, sottolinea che è importante parlare di Norma Cossetto perché costituisce un esempio della tragedia avvenuta: convintamente istriana e dunque profondamente italiana, quella ragazza è stata seviziata, stuprata e poi gettata – forse viva – nelle foibe. Riferisce che su Norma Cossetto sono state divulgate voci vergognose perché era la figlia del podestà e che il film che ne racconta la storia rappresenta il paradigma di ciò che si vuole far conoscere non solo ai ragazzi, ma a tutti gli italiani. Ricordando che se nel 2004, quando si approvò la legge che ha istituito il Giorno del ricordo, c'era stata un'ampia condivisione delle diverse forze politiche, alcune delle modifiche proposte intendevano addirittura togliere il riferimento politico alle foibe, ovvero la loro matrice politica e culturale, che era quella comunista. Non ha quindi ritenuto di poterle accogliere, ritenendo, altresì, che se ci si limita a parlare di complessità degli eventi degli anni 40 sul confine orientale, si compie un errore storico clamoroso. Tuttavia, nel rispetto dello spirito di condivisione del 2004 e ritenendo che molte delle vecchie questioni siano ormai chiarite, ritiene di poter accogliere alcune delle modifiche proposte, facendo presente che non tutta la sua parte politica era d'accordo. Dà quindi lettura delle ulteriori modifiche apportate al terzo impegno della risoluzione evidenziando che, nella stesura finale del documento, ha sentito il dovere di fare una sintesi non potendo non fare riferimento anche alle sensibilità del gruppo che rappresenta.

  La Commissione approva la risoluzione in titolo nel nuovo testo (vedi Allegato 2).

  La seduta termina alle 15.

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AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

INTERROGAZIONI

5-00089 D'Alfonso: Iniziative per garantire ai comuni l'assegnazione dei fondi necessari per il completamento degli interventi di messa in sicurezza e adeguamento sismico degli edifici scolastici.

5-00268 Cherchi: Applicazione delle misure in materia di corsi di primo soccorso negli istituti secondari di primo e secondo grado.

5-00289 Giagoni: Iniziative per garantire l'inserimento e l'integrazione lavorativa delle persone disabili nella scuola.

5-00297 Zaratti: Misure per garantire la sicurezza e la salute degli studenti nello svolgimento dei percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento (PCTO).