CAMERA DEI DEPUTATI
Lunedì 5 dicembre 2022
20.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO
Pag. 151

SEDE CONSULTIVA

  Lunedì 5 dicembre 2022. — Presidenza del presidente Alessandro GIGLIO VIGNA.

  La seduta comincia alle 14.40.

Variazione nella composizione della Commissione.

  Alessandro GIGLIO VIGNA, presidente, avverte che per il gruppo FI – PPE il deputato Alessandro SORTE ha cessato di far parte della Commissione mentre, per il medesimo gruppo, entrato a farne parte il deputato Alessandro BATTILOCCHIO. Coglie l'occasione per formulare gli auspici per una proficua collaborazione del collega Battilocchio con questa Commissione.

  La Commissione prende atto.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025.
C. 643-bis Governo.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Alessandro GIGLIO VIGNA, presidente, avverte che, per prassi, la pubblicità dei lavori della seduta odierna e di tutte quelle riguardanti l'esame, in sede consultiva, del disegno di legge di bilancio, è assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Dispone, quindi, l'attivazione dell'impianto.

  Cristina ROSSELLO (FI-PPE), relatrice, procedendo all'illustrazione del provvedimento in titolo, osserva nel suo complesso che esso appare coerente con gli obiettivi programmatici di finanza pubblica illustrati al Parlamento nella Nota di aggiornamento al DEF 2022, versione rivista e integrata (Nadef 2022) e comunicati in sede europea mediante il Documento programmatico di bilancio 2023-2025 aggiornato. Ricorda che la manovra di bilancio costituisce il principale strumento con cui, dati i valori tendenziali dell'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche, si persegue il raggiungimento degli obiettivi programmatici dello stesso saldo. Ritiene pertanto utile illustrare brevemente l'impatto finanziario della manovra al fine di evidenziarne l'approccio prudente e realista, che mira a sostenere le famiglie e le imprese per contrastare il caro energia e l'aumento dell'inflazione, assicurando al tempo stesso il profilo di sostenibilità della finanza pubblica richiesto dalle regole europee.Pag. 152
  Fa presente che, come previsto dai citati documenti di finanza pubblica e dall'annessa Relazione al Parlamento, il nuovo percorso programmatico di rientro del deficit parte dal livello del 4,5 per cento previsto per il 2023 per arrivare nel 2025 al livello del 3 per cento, valore che costituisce la soglia massima dell'indebitamento netto consentita dalle regole europee. Tale percorso programmatico, confrontato con l'andamento tendenziale del deficit, consente uno spazio di finanziamento in deficit della manovra per il biennio 2023-2024, per un ammontare pari, rispettivamente a 1,1 e a 0,1 punti di PIL, mentre richiede un intervento correttivo per il 2025 pari a 0,3 punti di PIL.
  In termini di valori assoluti, la manovra presenta pertanto un saldo di bilancio (manovra netta) in deficit pari a 21,1 miliardi per il 2023 e a 2,3 miliardi per il 2024, mentre presenta un saldo positivo di 4,7 miliardi per il 2025. Gli impieghi complessivi (manovra lorda) ammontano a 42,3 miliardi per il 2023, 26,5 miliardi per il 2024 e 23,5 miliardi per il 2025 e per il relativo finanziamento si utilizzano, oltre al deficit, risorse derivanti da misure di maggiore entrata e minore spesa per un importo complessivo pari a 21,2 miliardi per il 2023, 24,2 miliardi per il 2024 e 28,1 miliardi per il 2025.
  Rinviando alla documentazione predisposta dagli uffici per una illustrazione dettagliata del provvedimento, preannuncia che si limiterà a descrivere brevemente i principali interventi introdotti, soffermandosi maggiormente sulle norme di maggiore interesse per la Commissione.
  Ricorda in primo luogo gli interventi di sostegno temporaneo in materia di energia elettrica, gas naturale e carburanti (Titolo II, articoli da 2 a 11), che assorbono un ammontare complessivo di risorse pari a circa 19 miliardi, il cui utilizzo si concentra in massima parte nel primo trimestre del 2023. In proposito ricorda che il Governo ha preannunciato che valuterà in seguito, sulla base dell'andamento dei prezzi dei prodotti energetici, l'opportunità di eventuali ulteriori interventi, che andranno finanziati prioritariamente con l'utilizzo di maggior gettito incassato in eccedenza rispetto alle previsioni iscritte negli andamenti di finanza pubblica.
  In tale ambito, segnala come di particolare interesse per la Commissione: l'articolo 2, che riconosce anche per il primo trimestre 2023 contributi straordinari, sotto forma di crediti d'imposta, a parziale compensazione dei maggiori oneri sostenuti dalle imprese per l'acquisto di energia elettrica e gas naturale; l'articolo 4 che assoggetta all'aliquota IVA del 5% le somministrazioni di gas metano usato per usi civili e industriali, contabilizzate nelle fatture dei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2023; l'articolo 6, che prevede la fiscalizzazione degli oneri generali di sistema impropri, anche al fine di dare attuazione all'obiettivo M1C2-7 del PNRR; l'articolo 9 che dà attuazione al Regolamento (UE) 2022/1854 del Consiglio del 6 ottobre 2022, relativo a un intervento di emergenza per far fronte ai prezzi elevati dell'energia: tale regolamento ha infatti previsto un limite massimo di 180€/MWh ai ricavi di mercato dei produttori o dei loro intermediari, ottenuti dalla produzione e vendita di energia da fonti rinnovabili, limite che viene esteso fino al 30 giugno 2023, con riversamento al bilancio dello Stato delle entrate eccedenti; l'articolo 10 che, in attuazione del Regolamento UE 2022/1854, prevede una riduzione dei consumi di energia elettrica, istituendo un servizio di riduzione dei consumi affidato da Terna su base concorsuale.
  Per quanto riguarda gli altri interventi in materia di entrate, viene estesa l'applicazione del regime forfetario per i lavoratori autonomi e le partite Iva e introdotta per il 2024 la flat tax per i redditi incrementali.
  Sono poi previste disposizioni di «tregua fiscale» in favore dei cittadini e delle imprese. In tale ambito, segnala come di particolare interesse per la Commissione le varie disposizioni – articolo 42, comma 8, e articolo 43, comma 5, articolo 44, comma 6), articolo 46, comma 5, articolo 47, comma 16, lettere a) e b) – che escludono dalla possibilità di definizione agevolata le controversie concernenti le risorse proprie tradizionaliPag. 153 dell'UE, l'IVA riscossa all'importazione e le somme dovute a titolo di recupero di aiuti di Stato.
  Sempre in tema di entrate, segnala inoltre, come di particolare interesse per la Commissione, l'articolo 16, che prevede il differimento dal 1° gennaio 2023 al 1° gennaio 2024 della decorrenza dell'efficacia delle disposizioni introduttive della plastic tax e della sugar tax.
  Segnala, inoltre, nell'ambito delle misure fiscali, la riduzione dell'Iva dal 10 per cento al 5 per cento per i prodotti destinati alla prima infanzia e per gli assorbenti femminili, misura quest'ultima (articolo 17) di particolare interesse per la Commissione, essendo l'IVA un tributo soggetto a regolamentazione europea.
  Tra le misure di copertura sul lato delle entrate segnala come di interesse per la Commissione l'articolo 28 che prevede la rideterminazione del contributo straordinario a carico delle imprese del settore energetico, da cui è atteso un maggior gettito pari a 2,6 miliardi per il 2023. Ricorda in proposito che l'articolo 14 del regolamento (UE) 2022/1854 prevede che gli utili eccedenti generati da imprese e stabili organizzazioni dell'Unione che svolgono attività nei settori del petrolio greggio, del gas naturale, del carbone e della raffinazione siano soggetti a un contributo di solidarietà temporaneo obbligatorio, a meno che gli Stati membri non abbiano adottato misure nazionali equivalenti entro il 31 dicembre 2022. La relazione illustrativa al disegno di legge di bilancio precisa che il contributo di solidarietà temporaneo in esame costituisce appunto, per l'anno 2023, una misura nazionale equivalente al contributo temporaneo istituito ai sensi del regolamento (UE) 2022/1854.
  Tra le misure a sostegno dei lavoratori e delle famiglie ricorda la parziale detassazione delle mance e dei premi di produttività riconosciuti ai dipendenti e la proroga e il rafforzamento della riduzione del cuneo fiscale prevista dall'articolo 57. Segnala in proposito, come di particolare interesse per la Commissione, l'articolo 57 il comma 6, che subordina l'efficacia delle agevolazioni contributive all'autorizzazione della Commissione europea, ai sensi dell'articolo 108, paragrafo 3, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea.
  Al fine di sostenere i redditi dei dipendenti pubblici, tenuto conto dell'attuale fase congiunturale e delle risorse disponibili, è previsto uno stanziamento pari a 1 miliardo di euro per l'erogazione, nell'anno 2023, di un emolumento accessorio una tantum riassorbibile destinato ai suddetti dipendenti che si aggiunge all'indennità di vacanza contrattuale già in erogazione. Tale emolumento accessorio corrisponde a circa 3 volte l'indennità di vacanza contrattuale.
  In favore dei giovani segnala il finanziamento del fondo per il diritto allo studio degli studenti universitari capaci e meritevoli (250 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025); la proroga delle agevolazioni per l'acquisto della prima casa e delle agevolazioni contributive per le assunzioni a tempo indeterminato. Sono inoltre previste misure in materia di istruzione connesse a obiettivi del PNRR, quali la promozione delle competenze STEM (articolo 98) e la riorganizzazione del sistema scolastico secondo quanto previsto nel PNRR (articolo 99).
  In materia di politiche sociali segnala il rafforzamento dell'assegno unico universale, sia per le famiglie più numerose che per tutti i figli fino ad un anno di età.
  È prevista inoltre la ridefinizione degli strumenti di intervento a sostegno delle situazioni di povertà, correggendo già dall'anno in corso alcuni aspetti del reddito di cittadinanza, per limitarne la fruizione e incentivare l'inserimento nel mondo del lavoro dei beneficiari. I conseguenti risparmi di spesa sono in larga parte destinati ad un apposito fondo volto a finanziare la riforma complessiva degli interventi per il contrasto alla povertà e il sostegno all'inclusione.
  In questo ambito menziona l'articolo 63 che prevede il finanziamento di 15 milioni di euro annui del Piano strategico nazionale contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica.
  Per le competenze di questa Commissione segnala come di interesse anche l'articolo 66 sui congedi parentali che – per le Pag. 154sole lavoratrici madri, non anche per i padri, del pubblico e del privato – prevede un mese di congedo parentale retribuito all'80 per cento del loro stipendio, esattamente come i cinque mesi del congedo di maternità. Il congedo parentale, cioè l'astensione facoltativa dal lavoro che le lavoratrici e anche i lavoratori possono utilizzare nei primi dodici anni di vita del figlio, è, infatti, normalmente retribuito con un'indennità pari al 30 per cento della retribuzione. Con la riforma apportata dal decreto legislativo n. 105 del 2022, di recepimento della direttiva UE 2019/1158, i mesi retribuiti al 30 per cento sono stati estesi a nove: tre mesi non trasferibili, per ciascun genitore, e altri tre mesi a disposizione, alternativamente, della madre o del padre.
  La norma di cui al disegno di legge in esame si applicherà a partire dalle neomamme e fino ai sei anni di vita del figlio, non potranno fruirne, dunque, le madri lavoratrici che hanno già figli sotto i sei anni, ma solo quelle che termineranno il congedo di maternità (ovvero l'astensione obbligatoria dal lavoro) dopo il 31 dicembre 2022.
  Per la parte in cui contempla le sole lavoratrici madri, la norma appare difforme rispetto alla ratio della citata direttiva Ue 2019/1158, recepita in Italia con il decreto legislativo n. 105/2022, che, estendendo anche ai padri tre mesi di astensione facoltativa non trasferibili alla madre, è finalizzata ad una maggiore e sostanziale condivisione dei compiti di cura.
  Per quanto concerne le spese per la salute, segnala l'ulteriore finanziamento del Fondo sanitario nazionale, per un importo di 2.150 milioni per l'anno 2023 (di cui 1.400 milioni destinati a sostenere l'aumento dei costi energetici), 2.300 milioni per l'anno 2024 e 2.600 milioni a decorrere dall'anno 2025.
  In materia di pensioni, viene consentito l'accesso al pensionamento anticipato ai lavoratori che maturano entro il 31 dicembre 2023 il requisito contributivo di 41 anni congiuntamente a quello anagrafico di 62 anni, nel limite di importo della pensione pari a 5 volte il trattamento minimo per il periodo di anticipo rispetto ai requisiti ordinari. È inoltre prevista la proroga di «opzione donna».
  Fa presente che risorse significative vengono destinate, anche per gli anni successivi al triennio di riferimento, al sostegno degli investimenti pubblici.
  In particolare, l'articolo 68 destina 10 miliardi, distribuiti dal 2023 al 2027, per fronteggiare l'aumento del costo dei materiali per la realizzazione delle opere pubbliche avviate nel 2023, prevedendo inoltre, per il medesimo esercizio, la preassegnazione di somme in favore degli enti locali per la realizzazione delle opere incluse nel PNRR e nel Piano nazionale per gli investimenti complementari.
  Sempre in favore degli enti locali sono riconosciuti contributi per la progettazione relativa ai progetti di messa in sicurezza del territorio e per i progetti inclusi nel PNRR.
  Segnala inoltre il rifinanziamento dei contratti di sviluppo gestiti da Invitalia (articolo 70) – che costituiscono, in alcuni casi, uno strumento attuativo di interventi inclusi nel PNRR – nonché il finanziamento di interventi riguardanti tratte stradali, tra cui alcuni riguardanti collegamenti transnazionali (Torino-Lione).
  Richiama come di particolare interesse per la Commissione gli interventi in materia di aiuti pubblici all'economia, tra cui: il finanziamento delle spese di funzionamento del Registro nazionale degli aiuti di Stato (RNA) e della piattaforma incentivi.gov.it (articolo 71); l'aumento della dotazione del Fondo di garanzia per le PMI e la proroga di 12 mesi del suo regime speciale di operatività (art. 72), in coerenza con la recente proroga al 31 dicembre 2023, disposta dalla Commissione europea in data 28 ottobre 2022, del quadro temporaneo di crisi per gli aiuti di Stato per sostenere l'economia europea nel contesto delle conseguenze della guerra della Russia contro l'Ucraina; le misure in favore del settore dell'autotrasporto, a fronte degli accresciuti costi del carburante, per le quali è richiamato il necessario rispetto della normativa europea in materia di aiuti di Stato; le misure di sostegno al settore turistico Pag. 155(articoli da 102 a 106). Tra queste ultime segnala in particolare l'articolo 103 in materia di recupero degli aiuti di stato COVID corrisposti in eccedenza dei massimali e contestuale riconoscimento di nuove misure di aiuto da destinare alle imprese tenute alla restituzione.
  Osserva che risultano di interesse per la Commissione le misure in materia di mezzi di pagamento. In particolare, il comma 1 dell'articolo 69 prevede l'innalzamento da 1.000 a 5.000 euro del tetto all'utilizzo del denaro contante. Ricorda in proposito che la limitazione all'utilizzo del contante rientra tra le misure adottate con il decreto legislativo n. 231 del 2007, emanato in attuazione della direttiva 2005/60/CE, concernente la prevenzione dell'utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo, nonché della direttiva 2006/70/CE che ne reca misure di esecuzione. La soglia di utilizzo del contante non è peraltro fissata in modo uniforme a livello europeo, bensì rimessa alla determinazione dei singoli stati membri.
  Il comma 2 del medesimo articolo 69 limita ai pagamenti di importo superiore a 60 euro le sanzioni amministrative previste in caso di mancata accettazione dei pagamenti a mezzo di carta di pagamento da parte di soggetti che effettuano attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi.
  Osserva che per entrambe le misure descritte, che, favorendo l'uso del denaro contante, riducono la tracciabilità dei pagamenti, andrebbe verificata l'assenza di profili di incoerenza con l'obiettivo di contrasto all'evasione fiscale previsto nel PNRR e, in particolare, con lo specifico traguardo, previsto per l'anno in corso, riguardante «l'entrata in vigore di sanzioni amministrative efficaci in caso di rifiuto da parte di fornitori privati di accettare pagamenti elettronici». Ricorda inoltre che tra le raccomandazioni specifiche per l'Italia formulate dalla Commissione europea nel 2019 era menzionato il contrasto all'evasione mediante «il potenziamento dei pagamenti elettronici obbligatori, anche mediante un abbassamento dei limiti legali per i pagamenti in contanti».
  In materia di finanza locale, richiama come di particolare interesse della Commissione l'articolo 141 che rinvia ulteriormente l'avvio della riforma dei meccanismi di finanziamento delle spese delle regioni a statuto ordinario basati sui criteri del federalismo fiscale. Ricorda in proposito che tra gli obiettivi del PNRR è inclusa l'attuazione del federalismo fiscale regionale, da realizzare entro il primo quadrimestre dell'anno 2026.
  Sono inoltre previsti procedimenti per la semplificazione delle procedure di adozione dei fabbisogni standard e per la determinazione dei LEP ai fini dell'attuazione dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, concernente l'attribuzione di forme e condizioni particolari di autonomia a Regioni a statuto ordinario.
  Segnala in ultimo, tra le disposizioni di particolare interesse della Commissione, l'articolo 126 che stanzia le risorse a favore del Commissario unico per realizzare gli interventi sui sistemi fognari e depurativi volti a dare esecuzione alle sentenze di condanna della Corte di giustizia dell'Unione europea sul trattamento delle acque reflue urbane.
  Per quanto riguarda la Sezione II del disegno di legge di bilancio (richiamata dagli articoli da 155 a 173 dell'articolato), ricorda che essa contiene lo stato di previsione delle entrate e gli stati di previsione delle spese relative ai Ministeri con portafoglio, specificati poi nelle 16 tabelle. La tabella n. 2, relativa allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, è quella di maggiore interesse per le competenze della Commissione.
  In particolare, segnala in primo luogo lo stanziamento relativo al Programma n. 1.3, in cui è riportata la dotazione finanziaria spettante alla Presidenza del Consiglio dei ministri, a cui attinge anche il Dipartimento per le politiche europee per il suo funzionamento, pari per il triennio 2023-2025, rispettivamente, a 1322,5, 1.104,2 e 1.166,1 milioni.
  Segnala inoltre come di particolare interesse la missione 3, «L'Italia in Europa e del mondo», con uno stanziamento complessivoPag. 156 di competenza pari a 88,5 miliardi per il 2023, 35,0 miliardi per il 2024 e 34,1 miliardi per il 2025, pressoché interamente assorbito dal Programma 3.1 sulla «Partecipazione italiana alle politiche di bilancio in ambito UE», mentre risorse residuali sono destinate al programma 3.2 «Politica economica e finanziaria in ambito internazionale» (0,8 miliardi nel 2023 e 0,6 miliardi sia nel 2024 che nel 2025).
  Rientrano nel citato programma 3.1, «Partecipazione italiana alle politiche di bilancio in ambito UE», due principali azioni: «Partecipazione al bilancio UE», con una dotazione di circa 22,6 miliardi annui, che comprende i finanziamenti da versare al bilancio dell'Unione a titolo di risorse proprie basate sul reddito nazionale lordo e sull'IVA e di risorse proprie tradizionali (cfr. rispettivamente i capitoli 2751 e 2052); «Attuazione delle politiche comunitarie in ambito nazionale», con una dotazione complessiva di 65,2 miliardi per il 2023, 11,7 miliardi per il 2024 e 10,7 miliardi per il 2025, in cui risulta ricompreso, in particolare, il Fondo di rotazione per l'attuazione del Next generation EU Italia. Ricorda che si tratta di un fondo istituito nel 2021 con una dotazione triennale, di cui residua in bilancio l'ultimo esercizio, il 2023, con uno stanziamento pari a 56,3 miliardi, al fine di consentire l'erogazione di anticipazioni per la realizzazione degli interventi previsti nel PNRR oggetto di finanziamenti a valere sul dispositivo europeo Recovery and resilience facility (RRF). Tra gli altri capitoli di spesa inclusi in tale azione ricorda il «Fondo di rotazione per l'attuazione delle politiche comunitarie: finanziamenti nazionali» (cap. 7493), con una dotazione di 8,1 miliardi annui per il biennio 2023-2024 e 6,2 miliardi per il 2025; il «Fondo per l'avvio di opere indifferibili», con una dotazione di 2,4 miliardi nel 2023, 2,6 miliardi nel 2024 e 3,6 miliardi nel 2025, inclusi i rifinanziamenti disposti dalla Sezione I del provvedimento; il Fondo per Eutalia s.r.l. relativo alle spese di valutazione e controllo connesse con la realizzazione del PNRR (cap. 2812), con una dotazione annua di 2,5 miliardi. Ricorda infine il Fondo per il recepimento della normativa europea (di cui all'articolo 41-bis della legge n. 234 del 2012), il Fondo per il pagamento delle sanzioni derivanti da sentenze di condanna della Corte di giustizia UE e il Fondo per i pagamenti anticipati dalla tesoreria e non riconosciuti a consuntivo dalla UE come aiuti relativi alla politica agricola comunitaria.
  Ricorda in ultimo, come di interesse per la Commissione, la missione 20 «Sviluppo e riequilibrio territoriale» che si compone di un unico programma, «Sostegno alle politiche nazionali e comunitarie rivolte a promuovere la crescita ed il superamento degli squilibri socioeconomici territoriali», e di un'unica azione «Politiche di coesione», dotata per il 2023 di risorse in conto residui pari a 46,2 miliardi per il 2023, relativi al ciclo di programmazione 2014-2020, cui si aggiungono le dotazioni di competenza relative al ciclo di programmazione 2021-2027 pari a 11,3 miliardi per il 2023, 13, 9 miliardi per il 2024 e 15,5 miliardi per il 2025, al netto della riduzione della dotazione operata dalla sezione II del bilancio, per un importo pari a 0,6 miliardi per il 2023, 0,4 miliardi per il 2024 e 2 miliardi per il 2025.
  Nel ringraziare i colleghi della coalizione che hanno condiviso i temi segnalati, si riserva di presentare una proposta di parere in esito al dibattito in Commissione.

  Piero DE LUCA (PD-IDP) esprime la contrarietà del suo gruppo rispetto a questa manovra che considera inefficace e inadeguata per diversi motivi.
  Evidenzia in primo luogo che essa penalizza i più fragili, indebolendo le misure di sostegno alla povertà, nonostante la crisi economica dovuta prima al COVID-19 e poi all'aumento dell'inflazione colpisca maggiormente proprio le categorie economicamente più svantaggiate, accrescendone il fabbisogno di sostegni.
  Considera del tutto insufficienti le misure a sostegno del lavoro, che si limitano a confermare la riduzione del cuneo fiscale già prevista dal governo Draghi, incrementandola di un solo punto percentuale, a fronte di esigenze ben maggiori, segnalate in particolare dalla Confindustria, per una politica di effettivo sostegno all'occupazione.Pag. 157 Nessun intervento è inoltre previsto in materia di introduzione del salario minimo.
  In materia di sistemi di pagamento, stigmatizza le misure introdotte per favorire l'utilizzo del contante, a scapito dei pagamenti elettronici, in quanto palesemente finalizzate a favorire l'evasione fiscale, rischio tra l'altro segnalato anche nelle audizioni della Banca d'Italia e della Corte dei conti.
  Per quanto riguarda la flat tax, misura che non ha nulla a che vedere con quanto annunciato in campagna elettorale, osserva che essa aumenta la disparità di trattamento tra diverse categorie di percettori di reddito a parità di capacità contributiva.
  Reputa del tutto insufficienti gli interventi in materia di scuola, sanità e infrastrutture, mentre osserva che le misure in materia di contrasto al caro energia, benché quantitativamente rilevanti, hanno efficacia unicamente nel brevissimo periodo, mentre è del tutto assente un intervento di carattere strutturale, volto ad incidere sulla futura evoluzione dei prezzi mediante l'accelerazione della fase di transizione verso fonti di energia rinnovabile.
  Preannunciando un parere convintamente negativo del suo gruppo, si riserva di illustrarne ulteriormente le motivazioni in sede di dichiarazione di voto.

  Isabella DE MONTE (A-IV-RE), ribadendo l'approccio costruttivo che il suo gruppo intende mantenere nell'esame di tutti i provvedimenti, esprime apprezzamento per la trasparente segnalazione da parte della relatrice delle tematiche attinenti alle questioni europee. In particolare condivide la necessità di verificare la coerenza del nuovo limite previsto per l'obbligatorietà di utilizzo del POS con gli obiettivi del PNRR e con le raccomandazioni europee. Occorre, infatti, scongiurare il rischio di pregiudicare conseguimento delle risorse europee, condizionate al rispetto degli obiettivi da noi stessi dichiarati nel PNRR.

  Elisa SCUTELLÀ (M5S), intervenendo da remoto, esprime la contrarietà del suo gruppo sulla manovra che, a suo avviso, favorisce gli evasori e agisce in direzione contraria rispetto alle indicazioni della Commissione europea e agli impegni assunti dal nostro Paese con il PNRR. Si riserva di esprimere in sede di dichiarazioni di voto ulteriori valutazioni alla base dell'orientamento contrario del suo gruppo.

  Alessandro GIGLIO VIGNA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.30.