CAMERA DEI DEPUTATI
Lunedì 5 dicembre 2022
20.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 42

SEDE CONSULTIVA

  Lunedì 5 dicembre 2022. — Presidenza del vicepresidente Paolo FORMENTINI. – Interviene il Sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Giorgio Silli.

  La seduta comincia alle 14.45.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Paolo FORMENTINI, presidente, comunica che è stata avanzata la richiesta che la pubblicità dei lavori sia assicurata mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

DL 169/2022: Disposizioni urgenti di proroga della partecipazione di personale militare al potenziamento di iniziative della NATO, delle misure per il servizio sanitario della regione Calabria, nonché di Commissioni presso l'AIFA. Differimento dei termini per l'esercizio delle deleghe in materia di associazioni professionali a carattere sindacale tra militari.
C. 664 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alle Commissioni IV e XII).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Paolo FORMENTINI, presidente e relatore, dà conto delle sostituzioni.
  Passando all'esame del provvedimento in titolo, rileva che le norme di interesse per la III Commissione si rinvengono all'articolo 1, comma 1, che dispone la prosecuzione, fino al 31 dicembre 2022, della partecipazione di personale militare alle iniziative della NATO per l'impiego della forza ad elevata prontezza, denominata Very High Readiness Joint Task Force (VJTF): segnala che tale iniziativa era stata già prorogata fino al 30 settembre 2022 dall'articolo 1, comma 1, del decreto-legge Pag. 43n. 14 del 2022, recante misure urgenti sulla crisi in Ucraina.
  Ricorda che la Very High Readiness Joint Task Force (VJTF) è costituita da una brigata multinazionale capace di entrare in azione in sole quarantotto ore, guidata a rotazione dai Paesi dell'Alleanza (Italia 2018, Germania nel 2019, Polonia nel 2020, Turchia nel 2021, Francia 2022), per un totale di circa 6 mila uomini. La Forza non ha una base fissa, ma si avvale di cinque basi situate in Romania, Polonia e Paesi baltici.
  Sottolinea che, analogamente a quanto previsto dal richiamato decreto legge n. 14 del 2022, il contributo italiano consiste in 1.350 unità di personale militare, 77 mezzi terrestri, 2 mezzi navali e 5 mezzi aerei ed è articolato in: un comando di componente per operazioni speciali; un'unità del genio militare per il supporto alle operazioni terrestri; aeromobili per la ricerca e soccorso di personale isolato, la raccolta informativa, il trasporto tattico e il rifornimento in volo. Le unità navali in prontezza sono invece già associate ai dispositivi navali permanenti dell'Alleanza.
  Evidenzia che, come precisato nella relazione di accompagnamento allegata al disegno di legge di conversione del decreto legge, l'area geografica di intervento si estende all'area di responsabilità della NATO, preminentemente sul fianco Est, con sedi da definire in tale area.
  Più in generale, ricorda che successivamente all'aggressione militare della Russia nei confronti dell'Ucraina del 24 febbraio scorso, l'Alleanza atlantica ha dispiegato migliaia di unità supplementari da entrambe le sponde dell'Atlantico. Oltre 40 mila unità, insieme a significativi mezzi aerei e navali, sono ora sotto il diretto comando della NATO nella parte orientale dell'Alleanza, supportate da altre centinaia di migliaia di unità provenienti dai dispiegamenti nazionali degli Alleati. La NATO ha inoltre istituito quattro nuovi gruppi tattici multinazionali in Bulgaria, Ungheria, Romania e Slovacchia, oltre ai gruppi tattici già esistenti in Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia. Gli otto gruppi tattici si estendono ora lungo tutto il fianco orientale della NATO, dal Mar Baltico a nord al Mar Nero a sud. Inoltre, al Vertice di Madrid del giugno 2022, gli alleati hanno concordato un cambiamento fondamentale nella deterrenza e nella difesa della NATO, che prevede il potenziamento dei gruppi tattici nella parte orientale dell'Alleanza, la trasformazione della Forza di risposta della NATO e l'aumento del numero di forze ad elevata prontezza a oltre 300 mila unità.
  Osserva che il comma 3 dell'articolo in esame precisa che dall'attuazione di tali disposizioni non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, dal momento che i costi vengono assorbiti dalle minori esigenze finanziarie generate a seguito della rimodulazione temporale dei numeri di personale immesso o da immettere nel teatro operativo per l'intero periodo (1° aprile 2022 – 31 dicembre 2022). La relazione tecnica, infatti, precisa che la quantificazione della spesa fino al 30 settembre risulta essere pari a circa 64,9 milioni e dal 1° ottobre al 31 dicembre è pari a circa 21 milioni: pertanto, i relativi oneri sono coperti dall'autorizzazione di spesa pari a 86,1 milioni di euro prevista dall'articolo 1, comma 1, del citato decreto legge n. 14 del 2022.
  Segnala che nel corso dell'esame presso il Senato è stata introdotta una disposizione – l'articolo 1-ter – relativa alle acquisizioni di beni e cessioni a titolo gratuito nell'ambito delle attività di politica militare. Più specificamente, si prevede che per le iniziative aventi finalità di mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, nonché per le iniziative umanitarie e di tutela dei diritti umani, il Ministero della Difesa, nel rispetto delle disposizioni in materia di contratti pubblici e nei limiti delle risorse assegnate, sia autorizzato, per la successiva cessione a titolo gratuito, all'acquisizione dei seguenti materiali: macchine, programmi informatici, oli e carburanti, attrezzi, mobili, utensili, viveri, foraggi, medicinali, vestiario, equipaggiamento e manufatti in genere, combustibili, materie prime, merci, mezzi e tutti gli altri beni destinati al servizio istituzionale; evidenzia che sono invece esclusi dall'ambito di applicazione della norma i materiali di cui all'articolo 2 della legge Pag. 44n. 185 del 1990, ovvero i materiali di armamento e gli equipaggiamenti per uso militare.
  Alla luce di queste considerazioni, formula una proposta di parere favorevole sul provvedimento in esame (vedi allegato).

  Il sottosegretario Giorgio SILLI si associa alle considerazioni testé svolte dal relatore.

  Vincenzo AMENDOLA (PD-IDP), chiedendo di valutare con più attenzione i tempi di convocazione della Commissione, in quanto i lavori dell'Assemblea si sono appena conclusi, preannuncia l'astensione del Partito democratico sulla proposta di parere del relatore, in coerenza con la valutazione espressa in Senato. A suo avviso, il provvedimento in esame è eccessivamente eterogeneo e riguarda materie – come l'Agenzia italiana del farmaco (AIFA) – che richiederebbero ben altro livello di approfondimento, coinvolgendo nella riflessione anche le Regioni. Sottolinea che i Ministri degli Esteri, Tajani e della Difesa, Crosetto, avrebbero dovuto opporsi alla scelta di inserire nel decreto-legge disposizioni afferenti le materie di propria competenza, anche per garantire un esame parlamentare più accurato, omogeneo e coerente.

  Arnaldo LOMUTI (M5S), preannunciando l'astensione del proprio gruppo, si associa alle considerazioni del collega Amendola circa la eccessiva eterogeneità del provvedimento in esame e sottolinea l'opportunità di approfondire le criticità relative al nuovo assetto di governance dell'AIFA. Per altro verso, esprime apprezzamento per una norma introdotta nel corso dell'esame presso il Senato – l'articolo 1-bis –, che amplia il novero dei servizi, relativi alla partecipazione a missioni internazionali, per i cui contratti di fornitura il Ministero della Difesa è autorizzato ad avviare fin dall'anno precedente le procedure di affidamento.

  Alessandro BATTILOCCHIO (FI-PPE), preannunciando il voto favorevole di Forza Italia, sottolinea che la prosecuzione, fino al 31 dicembre 2022, della partecipazione di personale militare italiano alla Very High Readiness Joint Task Force si inserisce a pieno titolo nel quadro delle nuove strategie dell'Alleanza atlantica concordate nell'ultimo vertice di Madrid del giugno 2022.

  Giangiacomo CALOVINI (FDI), ringraziando il relatore per l'accurato lavoro svolto, preannuncia il voto favorevole del proprio gruppo alla sua proposta di parere.

  Simone BILLI (LEGA) preannuncia il voto favorevole della Lega.

  La Commissione approva, a maggioranza dei presenti, la proposta di parere formulata dal relatore.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Paolo FORMENTINI, presidente, avverte che, per prassi, la pubblicità dei lavori della seduta odierna è assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025.
C. 643-bis Governo.
(Relazione alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Paolo FORMENTINI, presidente, segnala che la Commissione è chiamata ad esprimere il parere entro il prossimo 7 dicembre, data in cui è previsto il termine per la presentazione degli emendamenti in Commissione Bilancio. Il 20 dicembre è previsto l'inizio dell'esame in Assemblea.
  Ricorda che il disegno di legge di bilancio è composto di due sezioni: nella prima sono riportate le disposizioni in materia di entrata e di spesa aventi ad oggetto misure quantitative funzionali a realizzare gli obiettivi di finanza pubblica; nella seconda sono Pag. 45invece indicate le previsioni di entrata e di spesa, espresse in termini di competenza e di cassa, formate sulla base della legislazione vigente, apportando a tali previsioni le variazioni derivanti dalle disposizioni della citata prima sezione, alle quali è assicurata autonoma evidenza contabile.
  Sottolinea che saranno quindi esaminate dalla III Commissione, oltre alle disposizioni di propria competenza contenute nella prima sezione, anche la Tabella n. 6, relativa allo stato di previsione del MAECI, contenuta nella seconda sezione.
  Evidenzia che l'esame si concluderà con l'approvazione di una relazione, corredata da eventuali osservazioni e condizioni, sulle parti di competenza del disegno di legge di bilancio e con la nomina di un relatore o di una relatrice. Segnala che potranno essere presentate relazioni di minoranza che, unitamente alla relazione approvata dalla Commissione, saranno trasmesse alla Commissione Bilancio.
  Rileva, inoltre, che i relatori o le relatrici, anche di minoranza, potranno partecipare ai lavori della Commissione bilancio per riferire circa i lavori svolti presso questa Commissione.
  La Commissione potrà inoltre esaminare gli emendamenti riferiti alle parti di sua competenza.
  Riguardo al regime di presentazione degli emendamenti, ricorda che gli emendamenti che riguardano parti di competenza della III Commissione potranno essere presentati sia in questa sede, sia direttamente presso la Commissione bilancio. La stessa regola è peraltro applicata in via di prassi anche agli emendamenti compensativi all'interno di parti di competenza di questa Commissione.
  Osserva che gli emendamenti approvati saranno inclusi nella relazione della Commissione, mentre gli emendamenti respinti potranno essere successivamente ripresentati presso la Commissione bilancio, anche al solo scopo di consentire a quest'ultima di respingerli ai fini della loro ripresentazione in Assemblea. Gli emendamenti approvati saranno inclusi nella relazione della Commissione.
  Sottolinea che la valutazione circa l'ammissibilità degli emendamenti presentati presso la III Commissione sarà effettuata dalla presidenza della stessa prima che gli stessi vengano esaminati e votati, secondo le previsioni del Regolamento della Camera e della legislazione vigente in materia, fermo restando che, come da prassi, gli emendamenti che saranno ripresentati in Commissione bilancio, ivi compresi quelli approvati, saranno comunque sottoposti, analogamente a quelli presentati direttamente in V Commissione, ad una puntuale valutazione di ammissibilità da parte della presidenza della medesima V Commissione, ai fini dell'esame in sede referente.
  In particolare, ricorda che sono previste specifiche regole per l'emendabilità della prima e della seconda sezione del disegno di legge di bilancio, nonché per gli emendamenti volti a modificare, con finalità di compensazione, contemporaneamente la prima e la seconda sezione, ferme restando le regole ordinarie sulla compensatività, a seconda che si tratti di oneri di parte corrente o in conto capitale. Riguardo a tali specifiche regole, rinvia alle linee guida di carattere procedurale – contenute nella lettera della Presidenza della Camera del 25 ottobre 2016 – adottate in occasione della prima applicazione della riforma della legge di contabilità e finanza pubblica introdotta dalla legge n. 163 del 2016.
  Come anticipato in sede di Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, lo scorso 30 novembre, dati i tempi ristretti per l'esame del disegno di legge, segnala che il termine di presentazione degli emendamenti è fissato a domani, martedì 6 dicembre, alle ore 10.
  Con riferimento alla presentazione degli ordini del giorno, ricorda, infine, che presso le Commissioni di settore possono essere presentati tutti gli ordini del giorno riferiti alle parti di rispettiva competenza del disegno di legge di bilancio. Gli ordini del giorno accolti dal Governo o approvati dalla Commissione saranno allegati alla relazione trasmessa alla Commissione bilancio. Gli ordini del giorno respinti dalle Commissioni di settore o non accolti dal Governo potranno essere ripresentati in Assemblea.Pag. 46 Gli ordini del giorno concernenti l'indirizzo globale della politica economica devono invece essere presentati direttamente in Assemblea.

  Alessandro BATTILOCCHIO (FI-PPE), relatore, in premessa, richiama brevemente il quadro normativo di contabilità pubblica all'interno del quale s'inseriscono le misure previste dalla legge di bilancio.
  Segnala che con la riforma operata dalla legge n. 163 del 2016 sulla disciplina di contabilità e finanza pubblica, i contenuti delle previgenti leggi di bilancio e di stabilità sono stati ricompresi in un unico provvedimento, costituito dalla nuova legge di bilancio, riferita ad un periodo triennale ed articolata in due sezioni.
  La I Sezione svolge essenzialmente le funzioni dell'ex disegno di legge di stabilità; la II Sezione assolve, nella sostanza, quelle del disegno di legge di bilancio.
  Rileva che nella II Sezione le previsioni di spesa del bilancio, formate sulla base della legislazione vigente, tengono conto: dell'aggiornamento delle dotazioni finanziarie relative alle spese per oneri inderogabili e di fabbisogno; delle rimodulazioni compensative tra fattori legislativi (o tra fattori legislativi e fabbisogno); dei rifinanziamenti, definanziamenti o riprogrammazioni delle dotazioni finanziarie di spesa previste a legislazione vigente relative ai fattori legislativi.
  Osserva che alle previsioni di entrata e di spesa della II Sezione, così determinate, si aggiungono, infine, gli effetti finanziari derivanti dalle disposizioni contenute nella I Sezione, formandosi in tal modo il dato di bilancio «integrato».
  Sottolinea che l'integrazione in un unico documento dei contenuti di quelli che erano i disegni di legge di bilancio e di stabilità persegue la finalità d'incentrare la decisione di bilancio sull'insieme delle entrate e delle spese pubbliche, anziché sulla loro variazione al margine come avveniva allora, portando al centro del dibattito parlamentare le priorità dell'intervento pubblico, considerato nella sua interezza.
  Evidenzia che, come usualmente avviene, il disegno di legge di bilancio è un testo molto articolato che consta di ben 172 articoli, al netto degli articoli stralciati, e presenta misure attinenti ai diversi ambiti settoriali, come dimostrano i Titoli in cui esso è articolato.
  In termini generali rispetto ai saldi a legislazione vigente, la manovra di finanza pubblica – composta sia degli effetti del disegno di legge di bilancio che di quelli recati dal decreto-legge 18 novembre 2022, n. 176 (cosiddetto «Aiuti-quater») – comporta un peggioramento del saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato di circa 23,7 miliardi nel 2023. Ciò è dovuto all'effetto congiunto atteso di un lieve aumento delle entrate finali (+8 miliardi) e un incremento delle spese finali (+31,8 miliardi) rispetto alla legislazione vigente, dovuto agli interventi adottati con la manovra.
  Rileva che negli anni successivi al 2023, la manovra determina minori entrate sia nel 2024 che nel 2025, rispettivamente, di -2,4 e -2,5 miliardi.
  Osserva, inoltre, che in coerenza con gli obiettivi programmatici di deficit fissati dalla Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (pari, in rapporto al PIL, al 4,5 per cento PIL nel 2023, al 3,7 per cento per il 2024 e al 3 per cento per il 2025), il disegno di legge di bilancio in esame fissa, all'articolo 1, il saldo netto da finanziare nel limite massimo di 206 miliardi nel 2023, 138,5 miliardi nel 2024 e 116,5 miliardi nel 2025, in termini di competenza.
  Rimarca preliminarmente che la manovra finanziaria 2023 riflette nel complesso un approccio prudente e realista che tiene conto della situazione economica, anche in relazione allo scenario internazionale, e allo stesso tempo sostenibile per la finanza pubblica, concentrando gran parte delle risorse disponibili per interventi a sostegno di famiglie e imprese per contrastare il caro energia e l'aumento dell'inflazione.
  Segnala che altre risorse sono state stanziate per il taglio del cuneo fiscale, riduzione dell'IVA per alcuni prodotti, aumento dell'assegno unico per le famiglie, agevolazioni per le assunzioni a tempo indeterminato per donne under 36 e per percettori di reddito di cittadinanza, proroga delle agevolazioniPag. 47 per acquisto prima casa per i giovani, la flat tax incrementale.
  In materia fiscale, sottolinea che viene stata estesa la flat tax fino a 85 mila euro per autonomi e partite IVA, la detassazione ai premi dei dipendenti, un intervento di «tregua fiscale» per cittadini e imprese che in questi ultimi anni si sono trovati in difficoltà economica anche a causa delle conseguenze del COVID-19 e dell'impennata dei costi energetici.
  Sul fronte delle pensioni, evidenzia, oltre alla conferma di Opzione donna rivisitata ed APE sociale, l'indicizzazione delle pensioni al 120 per cento del trattamento minimo e l'introduzione per l'anno 2023 di un nuovo schema di anticipo pensionistico che permette di uscire dal lavoro con quarantuno anni di contributi e sessantadue anni di età e prevede bonus per chi invece decide di restare a lavoro.
  Tra le altre misure, rileva che è prevista una manutenzione straordinaria del reddito di cittadinanza, che si avvia verso la sua abolizione, con un periodo transitorio nel 2023 con maggiori controlli su di chi lo percepisce e riceve offerte di lavoro.
  Passando all'illustrazione della I Sezione, illustra il contenuto degli interventi rilevanti per gli ambiti di competenza della III Commissione, senza soffermarmi sul complesso delle misure economico-finanziarie, per l'analisi delle quali rinvia alla documentazione predisposta dai servizi di documentazione del Parlamento.
  Osserva che le misure si concentrano nel titolo XI del disegno di legge dedicato alle misure per la partecipazione dell'Unione europea e ad organismi internazionali: in particolare, l'articolo 129 proroga in primo luogo per tutto il 2023 l'autorizzazione di spesa per l'invio di militari dell'Arma dei Carabinieri per la tutela e la sicurezza degli uffici all'estero. Prevede inoltre una serie di misure per il personale in servizio all'estero, disponendo che, con decreto interministeriale del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e del Ministero dell'economia e delle finanze, vengano individuate sedi particolarmente disagiate caratterizzate da condizioni di straordinaria criticità.
  Segnala, inoltre, le nuove previsioni riguardanti la disciplina dei congedi e permessi per il personale del MAECI all'estero, un aumento della soglia massima della maggiorazione rischio e disagio (MRD) dell'indennità di servizio all'estero nelle sedi caratterizzate da comprovate difficoltà di copertura, l'erogazione di provvidenze scolastiche per i figli dei dipendenti in servizio all'estero ed il rimborso delle spese per i viaggi di trasferimento da e per le sedi all'estero.
  Sottolinea che l'articolo 130 dispone il finanziamento delle attività logistiche e organizzative relative alla presidenza italiana del G7 del 2024, per le quali viene autorizzata una spesa di 5 milioni di euro per il 2023, di 40 per il 2024 e di 1 milione per il 2025. Viene inoltre prevista l'istituzione, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, di una delegazione per la Presidenza italiana del G7 che dovrà svolgere le suddette attività connesse a questo importante esercizio multilaterale entro il 31 dicembre 2025.
  Per i profili di competenza della III Commissione evidenzia anche le previsioni normative di cui all'articolo 116, riguardante i soccorsi alla popolazione ucraina, intese, in primo luogo, a prorogare dal 31 dicembre 2022 al 3 marzo 2023 la durata dello stato di emergenza di rilievo nazionale in relazione all'esigenza di assicurare soccorso ed assistenza alla popolazione ucraina. Inoltre, segnala che viene soppresso il riferimento alla data del 31 dicembre 2022 come termine di durata massima del contributo di sostentamento in favore delle persone titolari di protezione temporanea che hanno provveduto ad autonoma sistemazione.
  Rileva che, da ultimo, si autorizza il Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio a rimodulare, sulla base delle effettive esigenze, le misure di assistenza e accoglienza in favore dei profughi ucraini previste dal decreto-legge n. 21 del 2022 per fronteggiare la situazione emergenziale.
  In relazione alle problematiche pensionistiche dei lavoratori italiani all'estero, segnala che l'articolo 19 estende il regime Pag. 48della ritenuta a titolo di imposta sostitutiva del 5 per cento, operata dagli intermediari residenti che intervengono nella riscossione sulle somme corrisposte in Italia da parte dell'assicurazione invalidità, vecchiaia e superstiti in Svizzera (AVS) e della cassa pensioni elvetica (LPP), anche al contribuente che riceva all'estero l'accredito delle suddette somme, senza intervento nel pagamento da parte di intermediari finanziari italiani.
  Venendo ai contenuti della II Sezione, concernente la parte contabile del provvedimento, ricorda che essa riveste un contenuto sostanziale, potendo incidere direttamente – attraverso rimodulazioni ovvero rifinanziamenti, definanziamenti o riprogrammazioni – sugli stanziamenti previsti a legislazione vigente, ed integrando nelle sue poste contabili gli effetti delle disposizioni della I Sezione.
  Sottolinea che le principali previsioni di spesa di competenza della Commissione Affari esteri si rinvengono, in via prevalente, nello stato di previsione del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale (Tabella 6).
  Rileva che il bilancio della Farnesina si connota, nella sua struttura, per il fatto di essere rappresentato in misura significativa (oltre il 50 per cento) da voci di spesa di natura incomprimibile: spese di personale in Italia e all'estero, contributi a organismi internazionali (ad es. ONU), quote di partecipazione del nostro Paese all'attuazione delle politiche dell'Unione Europea attraverso la contribuzione al Fondo europeo di sviluppo (FES).
  Osserva che se si considerano anche i trasferimenti finalizzati per legge – quali i finanziamenti per l'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (AICS) e l'Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane (ICE), nonché i trasferimenti alla SIMEST S.p.a. per i contributi alle imprese – tale percentuale arriva a quasi il 90 per cento.
  Evidenzia che, peraltro, nell'analisi per missioni e programmi occorre considerare anche il Ministero dell'Economia e delle finanze (Tabella 2), nel cui stato di previsione compaiono poste di bilancio di rilevanza per la materia internazionale.
  Segnala che il disegno di legge di bilancio 2023-2025 autorizza, per lo stato di previsione del MAECI, spese finali, in termini di competenza, pari a 3.282,62 milioni di euro nel 2023, a 3.251 milioni di euro per il 2024 e 3.091 milioni di euro per il 2025, come si evince dalla tabella che segue.
  Sottolinea un lieve decremento rispetto alla legge di bilancio 2022, pari a 22,94 milioni, imputabile ad una riduzione delle spese in conto capitale (-48,5 milioni) a fronte di un aumento delle spese correnti (+26,45 milioni).
  Precisa che gli stanziamenti di spesa del Ministero degli Esteri autorizzati dal disegno di legge di bilancio si attestano, in termini di competenza, nell'anno 2023, in misura pari allo 0,482 per cento della spesa finale del bilancio statale, in linea con le percentuali dell'esercizio precedente.
  Rileva che lo stato di previsione della Farnesina espone, a legislazione vigente, una dotazione complessiva di competenza per l'anno 2023 di 3.304,66 milioni di euro.
  Osserva, altresì, che rispetto alla legislazione vigente, la manovra finanziaria per il 2023 attuata con le due sezioni del disegno di legge di bilancio determina complessivamente una diminuzione delle spese finali di 28,7 milioni di euro.
  Segnala che i rifinanziamenti e le riprogrammazioni delle dotazioni finanziarie a legislazione vigente della II Sezione del disegno di legge di bilancio hanno fatto registrare complessivamente un decremento di 49,2 milioni – tutti di parte corrente – mentre gli effetti finanziari della I Sezione hanno apportato un aumento di 20,5 milioni (dovuti essenzialmente agli oneri apportati dall'articolo 129, relativo al personale in servizio all'estero, e dall'articolo 130, di attuazione degli interventi connessi alla presidenza italiana al G7), anch'essi interamente di parte corrente. Tutto ciò ha prodotto l'ammontare sopra richiamato di 3.282,62 milioni nel progetto di bilancio integrato.
  Evidenzia che lo stato di previsione del MAECI si articola in tre missioni e quattordiciPag. 49 programmi, che, intesi quali aggregati diretti al perseguimento degli obiettivi definiti nell'ambito delle missioni, rappresentano le unità di voto parlamentare.
  Osserva che la missione principale è «L'Italia in Europa e nel mondo» (n. 4), che rappresenta circa l'80,64 per cento del valore della spesa finale complessiva del Ministero medesimo ed è pari a 2.647.32 milioni di euro (-110,92 milioni rispetto al 2022).
  Nell'ambito di questa missione, il programma 4.2, Cooperazione allo sviluppo, dotato di 1.091,61 milioni secondo il bilancio assestato 2022, passa a 1.001,81 milioni nel progetto di bilancio; segue il programma 4.13, Rappresentanza all'estero e servizi ai cittadini e alle imprese, con stanziamenti per 703,2 milioni (rispetto ai 647,12 milioni dell'esercizio 2022). Segue il programma 4.6, Promozione della pace e della sicurezza internazionale, che passa da 464,14 milioni a 479,68 milioni), il programma 4.18, Diplomazia pubblica e culturale, correlato alla nuova Direzione generale, istituita il 1° gennaio scorso attraverso l'integrazione e riunificazione di competenze distribuite presso varie strutture, con stanziamenti per 178,93 milioni di euro.
  Si segnalano poi il programma 4.12, Presenza dello Stato all'estero tramite le strutture diplomatico-consolari (con stanziamenti per 109,82 milioni, con un decremento rispetto ai 145,15 milioni del bilancio 2022) ed il programma 4.8, Italiani nel mondo e politiche migratorie, i cui fondo si riducono, passando da 125,87 milioni a 75,64 milioni.
  Sulla seconda missione, la n. 16, Commercio internazionale ed internazionalizzazione del sistema produttivo, sottolinea che essa afferisce ad un solo programma: «Sostegno all'internazionalizzazione delle imprese e promozione del made in Italy» (16.5), con uno stanziamento di 530,38 milioni, pari al 16,15 per cento delle spese finali (-214,98 rispetto al bilancio assestato 2022).
  Ricorda che l'inclusione nello stato di previsione del MAECI della citata missione n. 16 e del correlato programma 16.5 deriva dall'attribuzione al MAECI d'importanti competenze in materia di commercio estero e internazionalizzazione del sistema produttivo italiano.
  Sul punto evidenzia l'ampia azione dispiegata dal MAECI per favorire la crescita delle esportazioni italiane ed il rilancio del Made in Italy, assicurando il coordinamento delle attività di promozione all'estero condotte dalle varie articolazioni del Sistema-Paese in un contesto profondamente segnato dagli effetti generati, su molti settori produttivi nazionali, dalla crisi pandemica e dalla guerra in Ucraina.
  Infine, sottolinea che alla terza missione – la n. 32, Spese istituzionali e generali delle Pubbliche Amministrazioni, afferiscono due programmi (indirizzo politico e servizi e affari generali per le amministrazioni di competenza) che incidono per il 3,19 per cento sulle spese finali del MAECI, recando stanziamenti per 104,91 milioni, con una riduzione di 24,09 milioni rispetto al precedente esercizio finanziario.
  Rileva, altresì, che nello stato di previsione del MEF (Tabella 2) sono collocati altri stanziamenti di bilancio per il 2023 relativi a materie d'interesse della Commissione Affari esteri.
  Si tratta soprattutto dei fondi allocati su capitoli del programma 4.11, Politica economica e finanziaria in ambito internazionale, ricompreso nell'ambito della missione n. 4 – L'Italia in Europa e nel mondo, al quale afferiscono 769,54 milioni di euro, tra i quali quelli per la partecipazione a banche, fondi e organismi internazionali (32,16 milioni), quelli per la partecipazione italiana agli aumenti di capitale nelle banche multilaterali di sviluppo (90 milioni), per partecipazione ad istituzioni finanziarie internazionali per la cancellazione del debito dei Paesi poveri (93,34 milioni).
  Osserva che alcuni capitoli afferiscono invece al programma 4.10, Partecipazione italiana alle politiche di bilancio in ambito UE (87,76 miliardi per il 2023), mentre, con riferimento alla partecipazione italiana alle missioni internazionali di pace segnala il Fondo per la partecipazione italiana alle missioni internazionali le missioni internazionali di pace, sul quale sono appostati Pag. 50per il 2023 risorse pari a 1,54 miliardi di euro.
  Ricorda che tali risorse sono ripartire con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta dei Ministri degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, della Difesa, dell'Interno e dell'Economia e delle finanze, tra le missioni internazionali indicate nella relazione analitica sulle missioni che entro il 31 dicembre di ogni anno il Governo presenta alle Camere, come risultante a seguito delle relative deliberazioni parlamentari.
  Sempre in relazione allo stato di previsione del MEF, evidenzia il capitolo riguardante, in base alle leggi n. 16 del 1980 e n. 137 del 2001, la corresponsione d'indennizzi a cittadini e imprese italiane che hanno perduto beni o diritti all'estero, in territori – tra i quali aree della ex Jugoslavia – prima soggetti alla sovranità italiana: il capitolo, nel disegno di legge di bilancio integrato, è dotato anche per il 2023 di 7,84 milioni.
  Segnala, inoltre, che le previsioni di bilancio integrate recano, per il 2023, residui presunti pari a 28,67 milioni. Le autorizzazioni di cassa coincidono con la competenza, attestandosi anch'esse a 3.282,62 milioni. La massa spendibile (residui più competenza) ammonta pertanto a 3.311,29 milioni; il coefficiente di realizzazione – che dà conto della capacità di spesa – si attesta quindi sul valore di 99,13 per cento – risultando dal rapporto tra autorizzazioni di cassa e massa spendibile. Ricorda che le autorizzazioni di cassa condizionano la possibilità di effettiva erogazione di quanto impegnato in sede di competenza, con rilevanti conseguenze sull'andamento dell'esercizio finanziario.
  Richiama, infine, il quadro delle risorse programmate per il 2023 a supporto di due importanti ambiti d'intervento di grande interesse per la III Commissione, quali la cooperazione allo sviluppo e la promozione delle comunità italiane nel mondo.
  Al riguardo, sottolinea che con la piena attuazione della riforma di settore della cooperazione sviluppo, anche il sistema di finanziamento ha subito una profonda ristrutturazione: la maggior parte delle somme inerenti alla cooperazione a dono afferiscono ora ai capitoli destinati al finanziamento dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo.
  Per quanto concerne quest'ultima, le risorse totali ammontano a 663,8 milioni, laddove, come accennato, lo stanziamento di competenza previsto dal bilancio integrato registra, a carico dell'intero Programma 4.2, 1.001,81 milioni di euro per il 2023.
  Osserva che utili indicazioni vengono inoltre all'apposito allegato allo stato di previsione del MAECI che riporta, secondo quanto opportunamente previsto dall'art. 14 della legge n. 125 del 2014, tutti gli stanziamenti, distinti per ciascuno stato di previsione della spesa dei singoli Ministeri, destinati, anche in parte, al finanziamento di interventi a sostegno di politiche di cooperazione allo sviluppo.
  Rileva che un esame analitico dell'allegato sui finanziamenti all'aiuto pubblico allo sviluppo consente una valutazione più precisa di questa tipologia di spese, in quanto nell'allegato sono riportati anche numerosi capitoli imputabili ad altri Programmi dello stato di previsione del MAECI, nonché capitoli riconducibili a stati di previsione di altri Dicasteri.
  Sottolinea che il totale degli interventi esposti dall'allegato sull'aiuto pubblico allo sviluppo – stanziamenti di competenza 2023 – raggiunge pertanto la somma di 6.183,4 milioni, a fronte dei 5.208,61 milioni dell'anno precedente.
  Tra gli stanziamenti per interventi afferenti all'aiuto pubblico allo sviluppo ricompresi nello stato di previsione del MAECI, segnala: il capitolo 2306, che espone la somma di 263,13 milioni per l'esecuzione degli accordi di cooperazione tra l'Unione Europea da un lato e gli Stati dell'Africa, Caraibi e Pacifico dall'altro, oltre alla partecipazione italiana alle iniziative della UE nei confronti dei paesi inclusi nella Politica di Vicinato; il capitolo 3393, che reca contributi alle spese della Nazioni Unite, dell'OSCE e del Consiglio d'Europa, pari nel complesso a circa 149,69 milioni; il capitolo 3109, recante fondo da ripartire per i Paesi Pag. 51africani coinvolti dalle rotte migratorie verso l'Europa, con l'importo di 30 milioni.
  Evidenzia che nello stato di previsione del Ministero dell'Interno, che espone un totale riferito alla cooperazione allo sviluppo pari a 1.507,85 milioni, si segnalano in particolare, nell'Allegato, sempre con riferimento al 2023, i seguenti capitoli: il capitolo 2351 recante spese per servizi di accoglienza in favore di stranieri, con un importo 855,59 milioni; il capitolo 2352, Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo, 501,93 milioni; il capitolo 2353, Fondo per l'accoglienza minori stranieri non accompagnati, 117,77 milioni.
  Osserva che nello stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle finanze, il cui totale nell'Allegato ammonta per il 2023 a 2.846,57 milioni, si segnalano i seguenti capitoli: i capitoli 2751-2752, contributo alla quota del bilancio UE destinata all'aiuto pubblico allo sviluppo indicata dall'Italia (unitamente alla Commissione UE), 2.168,12 milioni; il capitolo 7175, partecipazione a banche, fondi ed organismi internazionali, 432 milioni; il capitolo 7179, partecipazione agli aumenti di capitale nelle banche multilaterali di sviluppo, 90 milioni; il capitolo 7182, iniziative per la cancellazione del debito dei Paesi poveri, 93,34 milioni; il capitolo 1649, oneri per la partecipazione all'IFFM (campagne vaccinali di massa), 27,5 milioni.
  Come già accennato, precisa che il Programma 4.8 dello stato di previsione del Ministero degli Affari esteri è dedicato agli italiani nel mondo e alle politiche migratorie: nel disegno di bilancio integrato lo stanziamento per il 2023 ammonta a 75,64 milioni di euro – pari al 2,3 per cento delle spese totali del MAECI, a fronte dei 125,87 milioni delle previsioni assestate 2022.
  Evidenzia che gli stanziamenti di maggiore incidenza sono collocati nel capitolo 3108, contributi obbligatori ad organismi internazionali (15,1 milioni); nel capitolo 3109, Fondo per interventi straordinari volti a rilanciare il dialogo e la cooperazione con i Paesi africani e con altri Paesi di importanza prioritaria per i movimenti migratori (30 milioni); e nel capitolo 3110, fondo di premialità per le politiche di rimpatrio (10 milioni).
  Auspica che la III Commissione possa approvare alcune condivise proposte emendative intese a rafforzare la presenza di personale in servizio presso la rete all'estero e per promuovere quel patrimonio linguistico e culturale nazionale, che rappresenta uno dei principali fattori di soft power di cui dispone il nostro Paese rendendo ancora più forte ed autorevole la candidatura della città di Roma ad ospitare l'Esposizione universale del 2030.
  Ricorda, infatti, che la III Commissione, già in occasione di precedenti manovre di bilancio è intervenuta, con soluzione mirate, per potenziare la funzionalità della nostra presenza diplomatico-consolare, chiamata oggi a promuovere gli interessi del nostro Paese in nuove aree di crescente importanza strategica.
  Conclusivamente, preannuncia la presentazione di una relazione favorevole sul provvedimento in titolo, esprimendo la piena disponibilità ad integrarne il testo sulla scorta delle indicazioni che emergeranno nel corso del dibattito ed a concorrere, con i colleghi di tutti i gruppi, alla predisposizione delle prospettate proposte emendative.

  Il sottosegretario Giorgio SILLI, associandosi alle considerazioni del relatore, sottolinea che le risorse stanziate dalla legge di bilancio per il MAECI rappresentano un investimento a lungo termine, in grado di produrre ampi benefìci per tutto il Paese a livello economico, commerciale e culturale. Ribadisce, inoltre, che gran parte delle voci di spesa hanno natura incomprimibile e, pertanto, non possono essere oggetto di una spending review al pari di altri Dicasteri: peraltro, sarebbe del tutto illogico operare dei tagli al nostro corpo diplomatico, che rappresenta una eccellenza italiana nel mondo.

  Fabio PORTA (PD-IDP), pur ringraziando il relatore ed il sottosegretario per l'esaustiva esposizione, esprime rammarico per l'impossibilità di esaminare la legge di bilancio alla luce delle comunicazioni del Pag. 52Ministro Tajani sulle linee guida del proprio Dicastero: a suo avviso, infatti sarebbe stato opportuno acquisire preliminarmente le valutazioni del Ministro, al fine di valutare la coerenze delle scelte operate con la legge di bilancio. In particolare, esprime forti riserve sulla scelta di ridimensionare le risorse destinate alla cooperazione allo sviluppo, un asset strategico per il nostro Paese, preannunciando l'intenzione del proprio gruppo di presentare proposte emendative finalizzate a ripristinarne l'importo: a suo avviso, i tagli alla cooperazione sono del tutto incoerenti con l'obiettivo, più volte ribadito dal Governo, di supportare la crescita nei Paesi di provenienza dei migranti.
  Dichiara, altresì, la disponibilità a supportare eventuali, ulteriori emendamenti mirati a colmare le lacune di organico del Ministero degli Affari esteri – anche con riferimento alla regolarizzazione del personale a contratto –, nonché a rafforzare le politiche per gli italiani all'estero, inclusi i finanziamenti per i Comitati per gli italiani all'estero (Com.It.Es) e per il Consiglio Generale degli Italiani all'Estero (CGIE).
  Da ultimo, preannuncia il pieno sostegno del Partito democratico alla candidatura di Roma per Expo 2030.

  Laura BOLDRINI (PD-IDP), riservandosi di approfondire taluni profili della esposizione del relatore, stigmatizza la consistente riduzione delle risorse stanziate per l'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, quantificabile in circa 50 milioni per il 2023 e 74 milioni per il 2024.
  Tale scelta è del tutto incoerente con l'impegno assunto dall'Italia nell'ambito dell'Agenda 2030 di raggiungere lo 0,7 per cento del prodotto interno lordo investito nelle attività di cooperazione entro il 2030, nonché con la strategia della Presidente del Consiglio Meloni di elaborare un «Piano Mattei» per gli investimenti in Africa, da ultimo evocata nel corso dei recenti MED Dialogues, svoltisi lo scorso 2 e 3 dicembre a Roma.
  Chiede, quindi, al sottosegretario Silli di fornire delucidazioni su questa scelta, che ritiene incoerente e miope, tenuto conto che l'AICS opera prevalentemente con piani pluriennali quando si avvale della partneship sia delle organizzazioni non governative sia delle agenzie multilaterali: pertanto, potrebbe subire un grave nocumento nel caso di riduzione delle somme stanziate dalla precedente legge di bilancio per il triennio successivo. Inoltre, tale riduzione allontanerebbe ancora di più l'Italia dai livelli di spesa in cooperazione allo viluppo garantiti da altri partner europei come Germania, Francia e Belgio.

  Il sottosegretario Giorgio SILLI sottolinea che si tratta di una scelta politica assai sofferta, conseguente, da un lato, alla necessità di adeguarsi al Decreto del Presidente del Consiglio che impone ai Dicasteri una spending review di 3,5 miliardi per il triennio 2023-2025, dall'altro, alla constatazione che gran parte delle spese del MAECI sono, come menzionato, incomprimibili. Precisa, tuttavia, che non si tratta di un taglio in termini assoluti, bensì di una parziale riduzione dell'incremento di spesa previsto in precedenza.

  Ettore ROSATO (A-IV-RE), evidenzia che il proprio gruppo, pur riconoscendo le difficoltà del quadro finanziario, sostiene convintamente la campagna promossa da numerosi soggetti del terzo settore per l'introduzione nella legislazione italiana di un preciso vicolo per il raggiungimento dello 0,70 per cento destinato all'aiuto pubblico allo sviluppo entro il 2030. Sottolinea che tale obiettivo non è solo coerente con gli obblighi internazionali assunti dal nostro Paese, ma anche con la strategia del Governo italiano di potenziare gli investimenti nel continente africano: si tratta di una priorità che l'Italia deve affermare anche in sede europea, al fine di promuovere un comune impegno dell'UE per lo sviluppo dell'Africa.
  Inoltre, evidenzia la scarsa lungimiranza dell'Esecutivo in carica – e dei Governi precedenti – per non aver stanziato risorse tali da consentire un adeguato rafforzamento della rete diplomatica, che rappresenta un vero e proprio volano anche per i processi di internazionalizzazione delle imprese.

  Vincenzo AMENDOLA (PD-IDP) chiede chiarimenti al relatore circa la natura dei Pag. 53fondi destinati al rimpatrio dei migranti, vale a dire se si tratti di risorse destinate alle agenzie multilaterali – come l'Organizzazione mondiale per le migrazioni (OIM) – ovvero per finanziare programmi nazionali. Chiede, inoltre, al sottosegretario Silli di fornire alla Commissione il testo del citato DPCM, al fine di valutare i tendenziali di spesa previsti per ciascun Dicastero.

  Alessandro BATTILOCCHIO (FI-PPE), relatore, associandosi alle considerazioni del sottosegretario Silli sulla natura dei tagli previsti per le attività di cooperazione allo sviluppo, replicando al collega Amendola precisa che i fondi per le politiche di rimpatrio non afferiscono alle attività di organizzazioni multilaterali.

  Paolo FORMENTINI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.45.