CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 29 novembre 2022
16.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
COMUNICATO
Pag. 39

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 29 novembre 2022. — Presidenza del presidente Alberto Luigi GUSMEROLI.

  La seduta comincia alle 15.30.

DL 173/2022: Disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri.
C. 547 Governo.
(Parere alla I Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 23 novembre 2022.

  Alberto Luigi GUSMEROLI, presidente, ricorda che nella seduta dello scorso 23 novembre, dopo l'illustrazione della relazione introduttiva, è intervenuto in discussione l'on. Peluffo.

  Enrico CAPPELLETTI (M5S) con riguardo al riordino delle attribuzioni dei ministeri, osserva che il decreto-legge, appare essere finalizzato più a trovare una quadra nella spartizione delle poltrone, che nella necessità di aumentare i livelli di efficienza ed efficacia dell'azione amministrativa.
  Ha l'impressione che il Governo e la maggioranza si sia sforzata di cambiare molti nomi più che altro per gettare fumo negli occhi dell'opinione pubblica senza un reale cambiamento. Ma così facendo, osserva, sono state cancellate anche molte cose utili agli italiani, come il Ministero della transizione ecologica, ridenominato Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica. Ritiene che con ciò venga data al Paese una indicazione esattamente contraria a quella che sarebbe invece opportuna. Rileva, peraltro, che tale indicazione risulta purtroppo in linea con l'altrettanto stigmatizzabile previsione contenuta nel cd. decreto «Aiuti quater», nella parte in cui quest'ultimo cancella e sostituisce la parola «decarbonizzazione» con l'espressione, che ritiene piuttosto ipocrita, di «ottimizzazione energetica». Crede che ciò sia criticabile in quanto con con tale ultima espressione sembra che si debba intendere un corretto mix di fonti energetiche, svincolato tuttavia dagli obiettivi di riduzione delle emissioni clima alteranti e quindi dall'azione di una progressiva decarbonizzazione delle fonti energetiche nel nostro Paese.Pag. 40
  Evidenzia inoltre che tra le motivazioni che giustificano il cambio del nome, vi sarebbe «la necessità di individuare e attuare le misure atte a garantire la sicurezza, la flessibilità e la continuità degli approvvigionamenti di energia». In realtà, ritiene che è proprio per garantire la sicurezza, la flessibilità e la continuità degli approvvigionamenti di energia che è necessario procedere nella transizione ecologica ed in particolare nella transizione energetica verso fonti energetiche sostenibili. Sottolinea, peraltro, che attualmente vi sono nel nostro Paese richieste di realizzazione di impianti – di solo fotovoltaico – per 300 giga watt di potenza e che, purtroppo, tali richieste sono ferme in quanto in attesa di autorizzazione. Rileva altresì che esse sono presentate da investitori pronti ad investire che eventualmente di fronte a tale inerzia potrebbero andarsene ad investire all'estero. Tutto ciò, sottolinea, mentre la maggioranza e il Governo perde tempo su argomenti come le trivelle e il nucleare.
  Con riferimento a quanto ricordato nella relazione del deputato Caramanna a proposito del cambio di denominazione del Ministero dell'istruzione, in «Ministero dell'istruzione e del merito», osserva che di per sé il «merito» ha una valenza certamente positiva, ma solo laddove, crede, oltre ai principi, si fornisca anche qualche buon esempio, appunto, di merito. A tal proposito si chiede quale sia l'idea di merito presente nella mente del Governo: auspica che tale idea di merito non sia legata ai comportamenti di alcuni membri del medesimo Governo che, vuoi per episodi connessi a vicende di liquidazione giudiziale delle proprie imprese, come nel caso del ministro Santanché, vuoi perché connessi all'inesistenza di titoli di studio pur avendo dichiarato di possederli, come nel caso del ministro Crosetto, ovvero, ancora legati ai comportamenti del Sottosegretario alla cultura Sgarbi che, nonostante la condanna per il reato di falso e truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato mentre era dipendente del Ministero dei Beni culturali ora addirittura lo rappresenta in posizione di rilievo.
  Entrando più nello specifico, degli articoli di stretta competenza della Commissione, esprime talune altre perplessità sul provvedimento in titolo. In tal senso, con riferimento all'articolo 1, come precedentemente ricordato, considera un grave errore l'abbandono di ogni riferimento alla «transizione ecologica» nella nuova denominazione del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica. Ritiene che con questa modifica si annuncia il ritorno ad una nuova centralità delle fonti fossili, più inquinanti, costose e, crede, antitetiche a qualsiasi strategia di autonomia energetica.
  Per quanto riguarda l'articolo 4, che integra le competenze del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica con l'attribuzione della funzione relative alla predetta sicurezza energetica, ritiene che ciò segni la fine del perseguimento dell'obiettivo della decarbonizzazione, che invece è un processo prezioso per contrastare le nefaste conseguenze del mutamento climatico, peraltro purtroppo anche in questi giorni drammaticamente sotto gli occhi di tutti. Sottolinea, infatti, che la promozione e l'impiego di fonti energetiche sostenibili ha proprio la finalità di garantire quella sicurezza, flessibilità e continuità degli approvvigionamenti di energia che, erroneamente, si vorrebbe continuare a garantire con il ricorso a fornitori esteri di fonti fossili. A suo avviso, si tratta di approvvigionamenti inidonei a favorire nel nostro Paese l'obiettivo dell'autonomia energetica e della riduzione delle emissioni ad effetto serra, come pure, in fin dei conti, la competitività delle nostre imprese.
  Infine, con riferimento a quanto stabilito all'articolo 7, si dichiara perplesso sul fatto che per rendere possibile il rafforzamento della struttura per le politiche spaziali e aerospaziali, obiettivo comunque condivisibile, sia necessario procedere al conferimento di incarichi dirigenziali, in deroga ai limiti di legge vigenti. Ritiene infatti che se la legge non va bene questa possa essere modificata, ma in via generale e non per uno specifico caso. Peraltro già ora, ricorda, è consentito alle amministrazioni statali di conferire incarichi dirigenziali a soggetti esterni, non appartenenti ai ruoli Pag. 41delle amministrazioni, nel rispetto di determinati limiti percentuali. Sottolinea che si ha l'impressione che se la deroga a questi limiti viene fatta solo in questo caso, viene da pensare che sia funzionale a favorire uno o più candidati esterni, dei quali probabilmente già si conosce il nome.

  Riccardo ZUCCONI (FDI), replicando a quanto osservato nel precedente intervento sottolinea che, nell'azione del Governo e nel provvedimento all'esame, la transizione energetica, non è affatto sparita essendo piuttosto affrontata in modo più efficiente ed efficace. Crede peraltro che il tema delle fonti rinnovabili debba essere affrontato in tutti i suoi aspetti tenuto conto degli interessi del Paese cosa che, ritiene, i Governi della scorsa legislatura non hanno voluto o saputo fare come dimostra la vicenda delle concessioni idroelettriche di grande derivazione oggetto di procedure di messa all'asta quando la normativa europea non obbligava a farlo e, soprattutto, quando importanti Paesi a noi vicini, come la Francia, si accingevano a prorogare le relative concessioni fino al 2050.
  Con riferimento all'asserita inutilità delle attribuzioni e delle denominazioni ministeriali recate dal provvedimento in titolo ritiene, solo per fare un esempio, che un paese che possiede 8.000 km di costa difficilmente può privarsi di un ministero che si occupi di mare. Per tali motivi crede che il Governo e la maggioranza stiano dando prova che si volta pagina con decisione, che si sta perseguendo una linea innovativa che, peraltro, non compromette e non cancella gli obiettivi della transizione energetica.

  Andrea GNASSI (PD-IDP) fa notare che la presunta innovazione di cui parla è stata l'attività principale dell'ex ministro Cingolani nel Governo Draghi, soggetto ora chiamato a collaborare dal nuovo Governo.

  Riccardo ZUCCONI (FDI) osserva che Roberto Cingolani è stato un ministro tecnico capace ma mal guidato dalla politica. Conclude stigmatizzando gli attacchi personali svolti utilizzando argomenti insussistenti ed estranei al merito dell'esame del provvedimento, di cui sono stati oggetto taluni membri del Governo da parte del deputato Cappelletti.

  Andrea ORLANDO (PD-IDP) ricorda che, pur essendo la campagna elettorale finita, per non far torto alla verità, che l'ex ministro Cingolani è stato assunto come punto di riferimento per le politiche energetiche dal Governo in carica.
  Invita quindi la maggioranza e il Governo attuali a non voltare la testa dall'altra parte e a guardare utilmente alle esperienze del recente passato poste in essere dal Governo precedente, sottolineando che tali spunti possono giovare anche al lavoro della Commissione.

  Chiara APPENDINO (M5S) esprime talune perplessità in relazione a quanto recato dagli articoli 9 e 11 del provvedimento all'esame. Prende atto che l'articolo 9 istituisce il Comitato interministeriale per il made in Italy nel mondo con il compito di indirizzare e coordinare le strategie in materia di promozione e internazionalizzazione delle imprese italiane, al fine di valorizzare il made in Italy nel mondo con riferimento anche a quanto riguarda la programmazione delle risorse. Tuttavia pur apprezzata la volontà di massima condivisione delle azioni delle amministrazioni, crede che possa risultare controproducente che nella cabina di regia siano presenti tutti quegli elencati Ministeri perché si può correre il rischio che taluni di essi possano depotenziare la missione di altri dicasteri. Osserva, ad esempio, che le missioni perseguite dal Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste possono trovarsi in contraddizione con le esigenze connesse alla competitività delle imprese di altri settori ed essere distorsive di particolari aspetti della concorrenza.
  Evidenzia che è essenziale valutare bene chi è presente in cabina di regia, non dovrebbero essere a suo avviso escluse, ad esempio, le organizzazioni sindacali ovvero gli esponenti del mondo delle start-up. Segnala anche che sembra essere presente un problema legato alla rappresentatività, tematicaPag. 42 che in questi ultimi anni è molto cambiata rispetto al passato. In tal senso crede che sia necessario allargare le categorie presenti e orientarsi, con una opportuna modifica legislativa, a prevenire una consultazione pubblica.
  Infine, relativamente a quanto previsto nell'articolo 11, esprime forti perplessità circa l'eliminazione dell'obbligo di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale delle deliberazioni del Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE), disposizione che a suo avviso rende opaco ciò che invece dovrebbe essere massimamente trasparente. Conclude invitando quindi a reintrodurre le predette forme di pubblicità.

  Giorgia ANDREUZZA (LEGA) preannuncia che il suo gruppo si esprimerà con voto favorevole sulla proposta di parere che il relatore ha già anticipato e che si appresta a formulare. Ritiene che il provvedimento all'esame costituisca un valido aiuto per le prospettive del made in Italy sia in funzione della sua tutela che di una suo sempre maggiore sviluppo. Crede altresì che il provvedimento possa essere un valido supporto all'intero Paese e per il futuro delle imprese italiane per quanto riguarda la sicurezza energetica.

  Gianluca CARAMANNA (FDI), relatore, formula una proposta di parere favorevole (vedi allegato).

  Emma PAVANELLI (M5S), evidenziato che il suo gruppo ha tentato di attivare una discussione sul merito della proposta di parere di cui il relatore non ha ritenuto di dover minimamente tenere conto, annuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere come formulata.

  Vinicio Giuseppe Guido PELUFFO (PD-IDP) annuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore. Rinviando a quanto ha avuto modo di osservare nell'intervento tenuto in occasione della seduta precedente, ribadisce, associandosi peraltro a quanto già rilevato da altri commissari, le forti perplessità concernenti la ridenominazione dell'ex Ministero dello sviluppo economico che nella nuova denominazione sembra avere una missione più ristretta rispetto alla precedente affievolendo non solo una prospettiva più globale dello sviluppo del Paese ma sottovalutando anche precisi settori importanti delle attività economiche italiane quali le telecomunicazioni e, soprattutto, l'approccio che in questi anni si è avuto con Industria 4.0. Conclude osservando che il provvedimento all'esame sembra debole su tali aspetti proprio in un momento nel quale è necessario cambiare non solo in materia di siti produttivi ma anche rivedere filiere e distretti.

  Luca SQUERI (FI-PPE) annuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore. Invita a non sopravvalutare, in sé, il nome di un Ministero in quanto non è la mera definizione ad essere decisiva sulle cose quanto i comportamenti che saranno tenuti. Ricorda peraltro che a breve saranno in grado di ascoltare direttamente i ministri competenti e solo allora la Commissione sarà in grado di capire meglio.

  Ilaria CAVO (NM(N-C-U-I)-M) annuncia il voto favorevole del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore. Ritiene che il provvedimento all'esame possa costituire un'efficace opportunità per aiutare le imprese e la manifattura italiane. Conclude esprimendo parole di apprezzamento anche relativamente alle ridenominazioni dei ministeri recate dal provvedimento in titolo.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore (vedi allegato).

  La seduta termina alle 16.05.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Martedì 29 novembre 2022.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 16.05 alle 16.10.