CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 9 novembre 2022
7.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione speciale istituita il 19 ottobre 2022, ai sensi dell'articolo 22, comma 2, del Regolamento
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Mercoledì 9 novembre 2022. — Presidenza del presidente Roberto PELLA. – Interviene la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze, Lucia Albano.

  La seduta comincia alle 13.

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2022.
Doc. LVII, n. 01-bis, Integrazione, Annesso e Allegati.
(Esame e conclusione).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Roberto PELLA, presidente e relatore, informa preliminarmente che la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NADEF) costituisce uno degli strumenti fondamentali del ciclo della programmazione economica e finanziaria del Paese. L'articolo 7, comma 2, della legge n. 196 del 2009 in materia di contabilità e finanza pubblica ne prevede la presentazione alle Camere per le conseguenti deliberazioni parlamentari, mentre l'articolo 10-bis ne disciplina i contenuti. Questi riguardano, in particolare, l'aggiornamento delle previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica, l'aggiornamento degli obiettivi programmatici individuati dal Documento di economia e finanza (DEF), le eventuali modifiche e integrazioni al DEF conseguenti alle raccomandazioni del Consiglio dell'Unione europea relative al Programma di stabilità e al Programma nazionale di riforma, l'obiettivo di saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato e di saldo di cassa del settore statale, l'indicazione dei principali ambiti di intervento della manovra di finanza pubblica per il triennio successivo, l'indicazione di eventuali disegni di legge collegati.
  Ciò premesso, avverte che la NADEF approvata il 4 novembre 2022 e oggi all'esame della Commissione rivede e integra quella approvata dal Governo Draghi alla fine di settembre, in cui venivano fornite le previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica a legislazione vigente e si rinviava al futuro Governo l'elaborazione dello scenario programmatico. Venendo dunque all'illustrazione del contenuto del provvedimento in oggetto, rappresenta quanto segue.
  Con riguardo al primo semestre del 2022, la Nota di aggiornamento rileva un andamento complessivamente positivo dell'economia italiana, nonostante le tensioni geopolitiche, il rincaro dei prezzi dei beni energetici e l'inflazione. Grazie al buon Pag. 6andamento del primo semestre, la previsione di crescita del PIL per il 2022 sale al 3,3 per cento, rispetto al 3,1 previsto dal DEF di aprile.
  La dinamica positiva del PIL è stata sostenuta soprattutto dalla domanda interna al netto delle scorte, mentre la domanda estera netta, condizionata dalla crisi energetica, ha contribuito negativamente al PIL. È risultato positivo, nel primo semestre, anche l'andamento degli investimenti. A questi si associa una ripresa del settore dei servizi, grazie all'allentamento delle misure restrittive adottate al fine di contrastare la pandemia e all'aumento dei flussi turistici.
  L'anno in corso si è caratterizzato, tuttavia, per un consistente incremento dei prezzi delle materie prime, già iniziato dalla metà del 2021 a causa delle difficoltà nelle catene di approvvigionamento di alcuni prodotti semilavorati, e successivamente intensificatosi a causa soprattutto del conflitto in Ucraina. Dalla metà del 2022 si è assistito a una impennata delle quotazioni del gas naturale e dell'energia elettrica, la quale, combinata agli aumenti dei prezzi delle materie prime, soprattutto alimentari, si è riflessa sull'incremento sia dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività, che ha toccato il picco dell'11,9 per cento su base annua nel mese di ottobre, sia dell'indice armonizzato dei prezzi al consumo, che ha registrato un nuovo picco del 12,8 per cento su base annua a ottobre.
  La Nota di aggiornamento presenta due scenari di previsioni macroeconomiche, uno tendenziale e l'altro programmatico, coerenti con lo scenario aggiornato riguardante le variabili esogene internazionali. Lo scenario programmatico incorpora altresì l'impatto sull'economia delle nuove misure che saranno adottate con la prossima legge di bilancio per il 2023.
  La prima Nota di aggiornamento presentata a fine settembre 2022 dal Governo Draghi recava uno scenario macroeconomico tendenziale che ha ottenuto la validazione dell'Ufficio parlamentare di bilancio il 30 settembre 2022.
  Il nuovo scenario macroeconomico tendenziale contenuto nella NADEF di novembre 2022, rivista e aggiornata sulla base dei più recenti dati congiunturali, è stata validata dall'UPB per gli anni 2022 e 2023 lo scorso 4 novembre 2022. In proposito, nel corso della sua audizione svoltasi questa mattina congiuntamente presso le Commissioni speciali di Camera e Senato, la Presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio, Lilia Cavallari, ha riferito che l'organismo da lei presieduto ha provveduto alla validazione anche del quadro macroeconomico programmatico per l'anno 2023 contenuto nella integrazione alla NADEF 2022.
  La Nota di aggiornamento di novembre reca uno scenario tendenziale aggiornato rispetto a quello presentato nella NADEF dello scorso settembre, alla luce delle più recenti tendenze dell'economia italiana, che sono risultate più positive del previsto.
  Nella NADEF presentata a settembre, la previsione di crescita del PIL per il 2022 era rivista al rialzo, al 3,3 per cento dal 3,1 per cento del DEF di aprile. A settembre, tuttavia, le prospettive economiche per la seconda metà dell'anno apparivano meno favorevoli, in ragione della registrazione, nei mesi estivi, di un peggioramento della fiducia delle imprese e di una flessione di diversi indicatori congiunturali, tra cui l'indice della produzione industriale. Dopo il buon andamento del primo semestre dell'anno in corso, nella NADEF di settembre il PIL trimestrale era atteso ridursi marginalmente sia nel terzo che nel quarto trimestre dell'anno.
  Le informazioni congiunturali più recenti, riportate dalla Nota di novembre, indicano invece, contrariamente alle aspettative, che la dinamica del PIL si è mantenuta positiva anche nel terzo trimestre dell'anno, sebbene in rallentamento rispetto alla performance del primo semestre, facendo registrare una crescita dello 0,5 per cento rispetto al trimestre precedente. La fase espansiva del PIL è proseguita, dunque, per il settimo trimestre consecutivo, portando la crescita acquisita per l'anno in corso al 3,9 per cento, 4 decimi di punto percentuale in più rispetto al dato riportato nella NADEF di settembre.Pag. 7
  Tale dato riflette, dal lato della produzione, un aumento marcato dei servizi, mentre l'industria manifatturiera e le costruzioni hanno subito una moderata contrazione. Il miglioramento del PIL va ascritto a un rimbalzo congiunturale della produzione industriale registratosi in agosto (+2,3 per cento), nonché a un robusto recupero della produzione nel settore delle costruzioni (+2,7 per cento).
  A tali fattori la Nota di aggiornamento aggiunge, inoltre, gli effetti positivi derivanti dal calo del prezzo all'ingrosso del gas naturale registrato a ottobre, sia a livello europeo sia sul mercato italiano, pur in un quadro inflazionistico ancora persistente.
  Nel quadro aggiornato delle prospettive di crescita dell'economia italiana per il 2022, presentato nella Nota del 4 novembre, la stima di crescita del PIL nello scenario tendenziale a legislazione vigente è stata pertanto rivista al rialzo al 3,7 per cento, rispetto al 3,3 per cento ipotizzato a settembre. Rispetto al dato programmatico del DEF di aprile, si registra un miglioramento pari a +0,6 punti percentuali.
  Malgrado il buon andamento dei dati congiunturali, la Nota ribadisce che l'evoluzione del contesto economico risulta ancora fortemente condizionata dalla persistenza di rilevanti rischi al ribasso, legati soprattutto all'intensificarsi delle tensioni inflazionistiche e all'indebolimento del ciclo economico internazionale. Rischi, questi, già esposti e analizzati nella NADEF di settembre.
  Per quanto riguarda, in particolare, l'andamento del prezzo dell'energia, nella NADEF di settembre si evidenziava il persistente aumento della bolletta energetica per imprese e famiglie italiane nei mesi estivi, nonostante gli interventi di calmierazione di bollette e carburanti adottati nel corso del 2022. Ad agosto, i prezzi all'ingrosso dell'energia hanno raggiunto un picco di 12 volte superiore alla media del quinquennio 2016-2020 nel caso del gas naturale, e di circa 11 volte nel caso dell'energia elettrica.
  Rispetto alle previsioni contenute sul punto nella NADEF di settembre, la Nota di novembre sottolinea che il prezzo nazionale del gas naturale, pur attestandosi ancora su livelli elevati, risulta recentemente in forte calo rispetto al picco di agosto. In particolare, il prezzo del gas sul mercato virtuale italiano è risultato inferiore a quello scambiato sul mercato europeo di riferimento TTF, complici l'elevato livello di stoccaggio raggiunto a fine settembre e le temperature sopra la media, che hanno ridotto la domanda di gas. Malgrado le recenti diminuzioni, i prezzi dell'energia restano elevati ed esposti al rischio di una nuova impennata nel corso dei mesi invernali, soprattutto in ragione del fatto che l'approvvigionamento di gas dell'Italia si basa principalmente su flussi di importazione soggetti a rischi nell'attuale scenario geopolitico.
  Il rialzo dei prezzi all'importazione dell'energia si è trasferito sui prezzi alla produzione e, conseguentemente, sull'inflazione al consumo di ottobre, che ha raggiunto, secondo l'indice armonizzato dei prezzi al consumo riportato nella Nota, un nuovo picco del 12,8 per cento.
  La Nota rileva, pertanto, che il positivo andamento dell'attività economica nel terzo trimestre si inserisce, tuttavia, in un contesto gravato dal peggioramento del clima di fiducia delle imprese e dei consumatori, già prefigurato nella NADEF a fine settembre.
  Permangono, in generale, le attese di un rallentamento del ciclo economico a livello globale per il 2023, evidenziato da una revisione al ribasso delle più recenti previsioni degli organismi nazionali e internazionali, dettate dalle persistenti tensioni inflazionistiche e dai corposi rialzi dei tassi-guida da parte delle principali banche centrali, decisi in risposta ai dati dell'inflazione, che impattano sui bilanci delle famiglie e delle imprese.
  Per il 2023, il nuovo quadro macroeconomico tendenziale prospetta una perdita di slancio dell'attività economica, per effetto dell'indebolimento del ciclo internazionale ed europeo, con un tasso di crescita del PIL rivisto al ribasso (+0,3 per cento rispetto al +0,6 per cento contemplato dalla NADEF di settembre). Con riferimento alla previsione programmatica del DEF, la crescitaPag. 8 attesa per il 2023 risulta fortemente ridimensionata (-2,1 punti percentuali). Per il biennio 2024-2025 la NADEF di novembre conferma, invece, la previsione di crescita del PIL di fine settembre, rispettivamente all'1,8 e 1,5 per cento.
  Il ridimensionamento della crescita del PIL nel 2023 rispetto alla NADEF di settembre dipende essenzialmente da cambiamenti intervenuti nelle principali variabili esogene incidenti sulla previsione, che risultano ora più sfavorevoli, sia rispetto ad aprile, sia rispetto a settembre. In particolare, l'impatto più rilevante della revisione delle variabili esogene proviene dalla nuova previsione di crescita del commercio mondiale, rivista nettamente al ribasso.
  Rispetto al forte ridimensionamento della crescita attesa per il 2023 previsto dalla NADEF di settembre, la Nota di novembre prevede una ripresa della crescita congiunturale del PIL già a partire dal secondo trimestre dell'anno prossimo, sostenuta dalla discesa del prezzo del gas naturale e dalla riduzione delle pressioni inflazionistiche, fattore che dovrebbe favorire anche un riassorbimento dell'incertezza di famiglie e imprese sul futuro, nonché dalla ripresa della domanda estera.
  Un apporto importante alla ripresa deriverà, sotto questo profilo, dalla spinta fornita dagli investimenti del Piano di Ripresa e Resilienza (PNRR). La NADEF di settembre osservava che nel 2023 la crescita del PIL beneficerà anche dello slittamento della spesa per investimenti del PNRR, originariamente calendarizzati nel 2022. L'ammontare di risorse effettivamente spese per i progetti del PNRR nel corso del 2022 è infatti inferiore rispetto alle proiezioni contenute nel DEF di aprile, a causa soprattutto del ritardato avvio di alcuni progetti, dovuto sostanzialmente all'impennata dei costi di realizzazione delle opere pubbliche. Nel quadro tendenziale presentato nella NADEF di settembre, la variazione attesa per il 2023 delle spese legate al PNRR dà luogo a un impulso aggiuntivo alla crescita del PIL stimato in maggiori 0,3 punti percentuali, rispetto alle stime del DEF di aprile.
  La recente impennata dell'inflazione nel mese di ottobre ha portato a rivedere al rialzo anche il deflatore del PIL nello scenario tendenziale. Di conseguenza, il PIL nominale risulta più elevato nell'intero arco di previsione rispetto a settembre, con ricadute positive sulle proiezioni di finanza pubblica. Nel 2022 il deflatore del PIL resta invariato rispetto alla NADEF di settembre (3,0 per cento), mentre il deflatore dei consumi sale al 7,0 per cento nel 2022, rispetto al 6,6 previsto a settembre. Nel 2023, invece, la previsione del deflatore del PIL passa al 4,2 per cento (dal 3,7 per cento previsto a settembre) e quella del deflatore dei consumi al 5,9 per cento (dal 4,5 per cento previsto a settembre), mentre le previsioni delle due NADEF risultano sostanzialmente coincidenti, per quanto riguarda questi due indicatori, nel biennio 2024-2025.
  Nella NADEF presentata a settembre dal Governo Draghi non è presente il quadro macroeconomico programmatico, in quanto l'analisi delle tendenze in corso e le previsioni per l'economia e la finanza pubblica italiane si sono limitate allo scenario a legislazione vigente.
  Nella versione rivista e aggiornata della NADEF presentata il 4 novembre invece, il nuovo Governo dichiara di confermare per il 2022 l'obiettivo di deficit del DEF pari al 5,6 per cento del PIL e di utilizzare con un prossimo decreto-legge (c.d. «Aiuti-quater») il risultante spazio di bilancio, quantificabile in poco più di nove miliardi, a copertura di nuove misure di mitigazione del costo dell'energia, quali la riproposizione dei crediti di imposta a favore delle imprese e il taglio delle accise sui carburanti fino al 31 dicembre.
  Per quanto concerne la manovra di finanza pubblica 2023-2025, in considerazione dell'incertezza del quadro economico e della necessità di continuare ad adottare misure di contrasto del caro energia, il Governo ha deciso di richiedere, con la Relazione che accompagna la NADEF 2022, l'autorizzazione del Parlamento a fissare un nuovo sentiero programmatico per l'indebitamento netto della PA rispetto al quadro a legislazione vigente. I nuovi livelli Pag. 9programmatici di deficit in rapporto al PIL sono così fissati al 4,5 per cento per il 2023 (+1,1 per cento), al 3,7 per il 2024 (+0,1 per cento) e al 3,0 per cento per il 2025 (-0,2 per cento). Le risorse della manovra netta saranno impiegate per il contrasto al caro energia nei primi mesi del 2023.
  La manovra di finanza pubblica per il 2023-2025 sarà volta ad assicurare il supporto a famiglie e imprese al fine di contenere l'impatto dell'elevata inflazione sull'attività economica. In particolare, i provvedimenti di politica fiscale saranno orientati a fronteggiare il caro energia e l'aumento delle bollette.
  Nello scenario programmatico, dunque, la crescita del PIL reale è prevista allo 0,6 per cento nel 2023, all'1,9 per cento nel 2024 e all'1,3 per cento nel 2025. Le misure della nuova manovra di finanza pubblica dovrebbero determinare, rispetto allo scenario tendenziale, un incremento del tasso di crescita del PIL di 0,3 punti percentuali nel 2023 e di 0,1 punti percentuali nel 2024.
  Rispetto alla stima a legislazione vigente, la più elevata crescita prevista dal quadro programmatico nel 2023 sarà trainata soprattutto dai consumi delle famiglie, favoriti da un aumento del reddito disponibile nominale e dall'attenuazione dell'inflazione al consumo, indotta dalle misure di contenimento dei prezzi. Inoltre, la più elevata domanda interna comporterà l'attivazione di maggiori importazioni nel prossimo biennio.
  Per quanto concerne il mercato del lavoro, la NADEF di settembre sottolinea un andamento positivo nel corso del 2022 grazie alla crescita dell'occupazione. A livello tendenziale, la NADEF di settembre prospettava un indebolimento del mercato del lavoro nella seconda metà del 2022, a causa del rallentamento dell'attività economica e delle prospettive di incertezza sul piano internazionale. Contestualmente, si attendeva un lieve aumento del tasso di disoccupazione (8,2 per cento nel 2022).
  Nella NADEF rivista e integrata di novembre si evidenzia invece una crescita del tasso di occupazione a settembre, nonché un tasso di disoccupazione del 7,9 per cento, invariato rispetto ad agosto e ai minimi dal 2009 a oggi. La previsione del tasso di disoccupazione per il 2023 viene rivista lievemente al ribasso rispetto alla NADEF di settembre (8,1 per cento) ed è confermata all'8,0 per cento nel 2023, al 7,7 per cento nel 2024 e al 7,5 per cento nel 2025.
  Nello scenario programmatico, la Nota di novembre prevede che la maggiore espansione del PIL possa comportare un minor tasso di disoccupazione, il quale risulta minore di 0,1 per cento nel triennio 2023-2025 rispetto a quanto delineato nel quadro tendenziale.
  Il quadro programmatico di finanza pubblica conferma il livello di indebitamento netto per l'anno in corso, pari al 5,6 per cento del PIL riportato nel DEF di quest'anno. Il Governo ha deciso di utilizzare il risultante spazio di bilancio, quantificabile in poco più di nove miliardi, in larga parte a copertura di nuove misure di mitigazione del costo dell'energia, quali la riproposizione dei crediti di imposta a favore delle imprese e il taglio delle accise sui carburanti fino al 31 dicembre.
  Quanto alla manovra 2023-2025 che sarà contenuta nella prossima legge di bilancio, in considerazione dell'elevata incertezza del quadro economico e della necessità di continuare a contrastare il caro energia, il Governo ha deciso di richiedere con la Relazione che accompagna il presente documento l'autorizzazione del Parlamento a fissare un nuovo sentiero programmatico per l'indebitamento netto della PA. I nuovi livelli programmatici di deficit in rapporto al PIL sono posti al 4,5 per cento per il 2023, 3,7 per il 2024 e 3,0 per cento per il 2025. Il confronto con il tendenziale aggiornato evidenzia come i nuovi obiettivi generino uno spazio di bilancio pari all'1,1 per cento del PIL nel 2023 e allo 0,1 per cento del PIL nel 2024, mentre nel 2025, al netto degli arrotondamenti, l'obiettivo di indebitamento netto è inferiore di circa 0,2 punti percentuali rispetto alla stima tendenziale.
  I nuovi obiettivi di deficit sono compatibili con un graduale miglioramento del saldo primario, che diventerà lievemente Pag. 10positivo nel 2024 per poi raggiungere un valore pari a circa l'uno per cento del PIL nel 2025. Inoltre, il saldo strutturale (ovvero il saldo di bilancio corretto per il ciclo e al netto delle misure una tantum), migliorerà lungo tutto il triennio su un sentiero di graduale avvicinamento all'Obiettivo di Medio Termine (OMT). Le nuove stime indicano che il saldo strutturale nel 2025 si colloca su livelli molto vicini a quelli previsti all'interno della NADEF di settembre (da –3,7 per cento a –3,6 per cento).
  In ottemperanza alle norme della legge di contabilità e finanza pubblica sui contenuti obbligatori della NADEF, il Governo precisa che il saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato di competenza potrà aumentare fino a 206 miliardi di euro nell'anno 2023, 138,5 miliardi nel 2024 e 116,5 miliardi nel 2025. Il corrispondente livello del saldo netto da finanziare di cassa potrà aumentare fino a 261 miliardi di euro nell'anno 2023, 180,5 miliardi nel 2024 e 152,5 miliardi nel 2025.
  Per quanto riguarda il debito pubblico, lo scenario programmatico aggiornato conferma una riduzione del rapporto tra debito lordo e PIL nell'anno in corso più accentuata rispetto a quanto previsto nel DEF. L'obiettivo per il rapporto debito/PIL è infatti previsto scendere dal 150,3 per cento nel 2021 al 145,7 per cento nel 2022 (147,0 per cento nel DEF). Anche per quanto riguarda i prossimi tre anni, i nuovi obiettivi programmatici del rapporto debito/PIL sono inferiori in media di circa 0,6 punti percentuali rispetto a quelli del DEF, grazie a una dinamica del PIL nominale programmatico più sostenuta e al miglioramento del saldo primario della PA. Tali fattori migliorativi più che compensano il rialzo del costo implicito di finanziamento del debito risultante da più elevati rendimenti sui titoli di Stato a reddito fisso e dai maggiori adeguamenti all'inflazione per i titoli indicizzati ai prezzi al consumo. Nel 2023 e 2024, il debito lordo della PA nello scenario programmatico è atteso collocarsi rispettivamente al 144,6 per cento e al 142,3 per cento del PIL, mentre nell'anno finale della proiezione, il 2025, è atteso collocarsi al 141,2 per cento, leggermente al di sotto dell'obiettivo del 141,4 per cento del DEF.
  Unitamente alla NADEF, il Governo ha trasmesso al Parlamento la Relazione che illustra l'aggiornamento del piano di rientro verso l'obiettivo di bilancio di medio termine (OMT) ai fini della necessaria autorizzazione parlamentare. La Relazione, adottata ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012, prevede che scostamenti temporanei del saldo di bilancio strutturale dall'OMT siano consentiti in caso di eventi eccezionali, sentita la Commissione europea e previa autorizzazione approvata dalle Camere, a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, indicando nel contempo il piano di rientro verso l'OMT.
  La presentazione della Relazione è motivata dal fatto che, tenuto conto del quadro macroeconomico complessivo e del rischio di un rallentamento dell'economia nei prossimi mesi, e a fronte di una previsione di deficit tendenziale della PA del 5,1 per cento del PIL quest'anno e in discesa fino al 3,3 per cento del PIL nel 2025, il Governo ritiene necessario prevedere un rientro più graduale del deficit. Con la Relazione, sentita la Commissione europea, il Governo richiede l'autorizzazione al ricorso all'indebitamento nell'anno 2022 per l'utilizzo del margine di 9,1 miliardi di euro, quale differenza tra l'andamento tendenziale (5,1 per cento) e quello programmatico (confermato al 5,6 per cento) da destinare al finanziamento di interventi di contrasto agli effetti negativi dell'incremento dei prezzi dei prodotti energetici su famiglie, imprese ed enti, nonché altre misure inerenti al settore dell'energia. I livelli massimi del saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato, in termini di competenza e di cassa, saranno conseguentemente rideterminati, come sopra specificato, in considerazione degli effetti delle misure che saranno adottate.
  Inoltre, il Governo chiede, rispetto al precedente quadro programmatico fissato nel DEF 2022 e confermato con le successive Relazioni al Parlamento, l'autorizzazione alla revisione degli obiettivi programmatici di indebitamento netto per un importoPag. 11 in termini percentuali di PIL pari a 0,6 per cento nel 2023, 0,4 per cento nel 2024 e 0,2 per cento del 2025.
  Il livello programmatico di indebitamento netto in rapporto al PIL è pari a 5,6 per cento nel 2022, 4,5 per cento nel 2023, 3,7 per cento nel 2024 e 3 per cento nel 2025, corrispondenti in termini strutturali al 6,1 per cento nel 2022, al 4,8 per cento nel 2023, al 4,2 per cento nel 2024 ed al 3,6 per cento nel 2025. Tali obiettivi comportano la disponibilità di un ammontare di risorse, rispetto alla previsione tendenziale, di oltre 21 miliardi di euro per il 2023 e di circa 2,4 miliardi di euro per il 2024. Queste risorse, con la prossima legge di bilancio, saranno destinate a misure dirette al rafforzamento del contrasto del caro energia per famiglie e imprese.
  Nella NADEF presentata dal Governo Draghi a fine settembre si dà conto, in apposita sezione finale, delle tre Raccomandazioni specifiche del 12 luglio 2022, rivolte all'Italia dal Consiglio dell'Unione europea sulla base di quanto esposto dal Programma Nazionale di Riforma contenuto nel DEF e del Rapporto-Paese sull'Italia redatto dalla Commissione europea.
  A tal proposito, la NADEF di settembre espone le politiche intraprese dal precedente Governo fino a quel momento con riguardo agli ambiti interessati dalle tre Raccomandazioni del Consiglio.
  La prima Raccomandazione invitava l'Italia ad assicurare, nel 2023, una politica di bilancio prudente, limitando la crescita della spesa primaria corrente finanziata a livello nazionale e tenendo conto dei sostegni temporanei e mirati alle famiglie e alle imprese più vulnerabili colpite dagli aumenti dei prezzi dell'energia. Si invitava l'Italia, inoltre, a perseguire, per il periodo successivo al 2023, una politica di bilancio in grado di assicurare una riduzione credibile e graduale del debito e la sostenibilità del bilancio a medio termine.
  A questo riguardo, la NADEF di settembre ha esposto le principali misure di sostegno alla ripresa economica contenute nella legge di bilancio per il 2022, nonché quelle contenute nei provvedimenti d'urgenza adottati successivamente al DEF al fine di contrastare l'incremento dei prezzi. La suddetta Nota ha dato conto dell'orientamento progressivamente meno espansivo della politica di bilancio e del ruolo centrale che sarà assunto dal conseguimento degli obiettivi di risparmio di spesa per le Amministrazioni centrali dello Stato nel triennio 2023-2025.
  La Raccomandazione n. 1 invitava l'Italia, altresì, ad adottare e attuare adeguatamente la legge delega sulla riforma fiscale al fine di ridurre le imposte sul lavoro e aumentare l'efficienza del sistema fiscale. La NADEF di settembre, oltre a dar conto dell'iter del disegno di legge di riforma del sistema fiscale, esaminato nella XVIII legislatura e tuttavia non concluso a causa della fine anticipata della medesima, ha esposto alcune ulteriori misure adottate al di fuori del perimetro della legge delega e finalizzate, principalmente, a garantire la messa a disposizione della dichiarazione IVA precompilata, a migliorare la banca dati delle lettere di conformità e a introdurre sanzioni amministrative per il rifiuto di pagamento elettronico.
  La versione rivista e aggiornata della NADEF, presentata a novembre, evidenzia, per quanto riguarda il fronte dei provvedimenti fiscali, margini di utilizzo dello spazio di bilancio disponibile per la riproposizione dei crediti di imposta a favore delle imprese e il taglio delle accise sui carburanti fino al 31 dicembre 2022, mediante un apposito decreto-legge – si tratta di circa nove miliardi, confermando l'obiettivo di deficit per il 2022 fissato dal DEF.
  Infine, nell'ambito della Raccomandazione n. 1, la NADEF di settembre ricorda le misure intraprese in materia di rischio idrogeologico, con particolare riferimento a quelle volte ad accelerare le procedure per l'elaborazione dei progetti, a semplificarne l'iter realizzativo e di finanziamento, nonché ad aumentare la capacità amministrativa degli organi responsabili alla loro attuazione.
  La Raccomandazione n. 2 ha invitato l'Italia a procedere con l'attuazione del PNRR, in linea con i traguardi e gli obiettivi indicati nella decisione di esecuzione del Consiglio UE del 13 luglio 2021, nonché a Pag. 12concludere rapidamente i negoziati con la Commissione sulla programmazione della politica di coesione per il periodo 2021-2027 al fine di avviare l'attuazione dei relativi programmi.
  Per quanto concerne il primo profilo, la NADEF di settembre ha rammentato l'avvenuto conseguimento di tutti i 45 traguardi e obiettivi previsti per il secondo semestre di attuazione del PNRR (primo semestre 2022), consentendo al Ministero dell'economia e delle finanze di avanzare alla Commissione la richiesta di pagamento della seconda rata, pari a 21 miliardi. A tal proposito, il 27 settembre 2022 la Commissione ha espresso una valutazione preliminare positiva sul raggiungimento di tali traguardi e obiettivi.
  I traguardi e gli obiettivi relativi al primo semestre 2022 hanno riguardato la giustizia e la pubblica amministrazione, la digitalizzazione, la cultura, il turismo, l'agricoltura sostenibile e circolare, l'energia rinnovabile e l'idrogeno, l'efficienza energetica, la ricerca per l'impresa, le infrastrutture sociali, nonché la telemedicina. A tal fine, la NADEF di settembre reca specifici focus di esposizione dei principali risultati raggiunti in materia di: riforma della giustizia civile, penale, amministrativa, tributaria e dell'ordinamento giudiziario; riforma della pubblica amministrazione; concorrenza; riforma della normativa in materia di appalti
  Quanto al secondo profilo, relativo alla programmazione della politica di coesione, la NADEF di settembre rammenta che il 15 luglio 2022, a conclusione del negoziato formale avviato il 17 gennaio 2022 dal Dipartimento per le politiche di coesione, è stato approvato l'Accordo di partenariato 2021-2027 dell'Italia, al quale sono collegati 8 programmi nazionali e 38 programmi regionali. Attualmente, tutti i programmi risultano notificati alla Commissione, e alcuni di essi sono stati approvati con Decisione di esecuzione.
  Si tratta, complessivamente, di circa 43,1 miliardi di risorse europee assegnate all'Italia, la gran parte dei quali destinati alle regioni meno sviluppate (oltre 30 miliardi). Ai contributi europei devono aggiungersi le risorse derivanti dal cofinanziamento nazionale, giungendosi così a un totale di risorse finanziarie programmate nell'Accordo di partenariato pari a oltre 75 miliardi di euro.
  Con la Raccomandazione n. 3, infine, il Consiglio UE ha invitato l'Italia a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e a diversificare le importazioni di energia, nonché a sviluppare interconnessioni delle reti di energia elettrica, a rafforzare le proprie capacità supplementari in materia di energie rinnovabili e ad adottare misure per aumentare l'efficienza energetica e promuovere la mobilità sostenibile.
  A questo riguardo, la NADEF di settembre ricorda come la transizione energetica e la riduzione della dipendenza dalle fonti fossili, in particolare dal gas, abbiano acquisito crescente rilevanza nell'agenda di governo. Per quanto concerne lo sviluppo delle rinnovabili, la NADEF di settembre rammenta l'approvazione del Piano per la transizione ecologica (PTE), che fornisce un quadro delle politiche ambientali ed energetiche integrato con gli obiettivi già delineati nel PNRR. In relazione al tema dell'efficienza energetica, la NADEF evidenzia progressi soprattutto nei settori dei trasporti e dell'industria, oltre a ricordare le consistenti risorse dedicate all'efficientamento energetico degli edifici. Infine, con riferimento alla mobilità sostenibile, la NADEF di settembre dà conto del rifinanziamento dei contributi cd. marebonus e ferrobonus per il 2022, della concessione di cd. ecobonus per l'acquisto di veicoli ecologici, della semplificazione delle norme per la realizzazione di punti di ricarica di veicoli elettrici, nonché degli incentivi alla sperimentazione e ricerca per la diffusione dell'idrogeno nel trasporto ferroviario e stradale, una delle sfide principali che derivano dall'attuazione del PNRR.
  Alla Nota di aggiornamento di novembre risultano allegati il rapporto sui risultati conseguiti in materia di misure di contrasto all'evasione fiscale e contributiva, il quale riporta i principali risultati ottenuti dall'attività di recupero del gettito fiscale e contributivo, nonché la relazione sull'economia non osservata e sull'evasione fiscale e contributiva, nella quale sono riportati i Pag. 13dati relativi all'economia sommersa, i risultati conseguiti nell'azione di contrasto dell'evasione fiscale e contributiva e alcune possibili linee di intervento coerenti con gli obiettivi previsti dal PNRR in tema di riduzione dell'evasione.
  Con riferimento, in particolare, all'evoluzione delle dinamiche di evasione fiscale, emerge che nell'arco del periodo compreso tra il 2015 e il 2019, il tax gap si è ridotto in termini assoluti di circa 6,9 miliardi di euro e la propensione al gap (ovvero la misura della propensione all'inadempimento dei contribuenti data dal rapporto tra l'ammontare del tax gap e il gettito teorico) si è ridotta di circa 2,7 punti percentuali. Nel 2019, il gap risulta pari a circa 99,2 miliardi, di cui 86,5 miliardi di euro di mancate entrate tributarie e 12,7 miliardi di euro di mancate entrate contributive. Per la prima volta si può ragionevolmente presumere che la serie storica della propensione al gap dell'IVA si posizioni al di sotto della soglia simbolica del 20 per cento, a conferma degli effetti positivi delle misure di contrasto all'evasione e di miglioramento della tax compliance introdotte negli anni recenti. Viceversa, per quanto concerne le imposte dirette, si osserva un incremento della propensione al gap.
  Quanto alla riscossione, il risultato annuale relativo all'obiettivo di riscossione complessiva svolta dall'Agenzia delle entrate è pari a 13,7 miliardi di euro, di cui 4 miliardi derivano dalla riscossione coattiva, 8 miliardi dai versamenti diretti (somme versate a seguito di atti emessi dall'Agenzia delle entrate o accordi per deflazionare il contenzioso) e 1,7 miliardi dalle iniziative relative all'attività di promozione della compliance.
  Nel prendere atto che nessuno chiede di intervenire nella discussione generale del provvedimento in titolo, avverte pertanto che sarà direttamente posto in votazione il conferimento del mandato al relatore a riferire favorevolmente all'Assemblea sul provvedimento medesimo, previa dichiarazione di voto da parte di coloro che intendessero farlo.

  Ubaldo PAGANO (PD-IDP) rileva preliminarmente che – come peraltro già evidenziato da taluni dei colleghi intervenuti nel corso dell'audizione del Ministro dell'economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, svoltasi questa mattina – la NADEF 2022, come integrata dal Governo Meloni con l'introduzione del quadro programmatico di finanza pubblica risulta del tutto omissiva rispetto alla funzione precipua che la vigente normativa affida a tale delicato strumento di programmazione economico-finanziaria che, lungi dal costituire un mero atto di carattere formale, dovrebbe bensì rappresentare una decisione politicamente sensibile da parte del Governo in carica. Esprime pertanto stupore per il fatto che il Governo Meloni non abbia colto tale occasione per esporre, attraverso l'integrazione della NADEF 2022, i propri indirizzi in materia economico-finanziaria e per indicare, al tempo stesso, gli intenti dell'attuale maggioranza parlamentare circa le concrete misure da adottare con il prossimo disegno di legge di bilancio, la cui presentazione alle Camere – come riferito dal Ministro Giorgetti nel corso della predetta audizione – potrebbe avvenire tra circa due o tre settimane a far data da oggi.
  Ritiene infatti che il Ministro Giorgetti nella suddetta sede abbia fornito solo taluni orientamenti di massima, che impediscono allo stato attuale di svolgere una sia pur minima valutazione degli interventi che troveranno effettiva traduzione normativa nell'ambito del prossimo disegno di legge di bilancio. In particolare, osserva che tanto nella NADEF 2022, come integrata, quanto nell'intervento svolto in audizione dal Ministro Giorgetti è assente qualsiasi indicazione in merito alla necessità di continuare nella direzione di una sempre maggiore riduzione del cuneo fiscale, misura quest'ultima a difesa della quale preannunzia un deciso impegno in sede parlamentare da parte del suo gruppo e rispetto alla quale sarebbe stato invece lecito attendersi una posizione di maggior coraggio da parte del Governo Meloni, proprio alla luce delle spesso roboanti affermazioni in proposito rilasciate da esponenti del centrodestra nel corso della recente campagna elettorale. Osserva inoltre come risultino del tutto Pag. 14assenti indicazioni in ordine alle reali intenzioni del Governo relativamente alla questione del cosiddetto superbonus in materia edilizia, rispetto al quali l'Esecutivo in carica si è limitato a lanciare annunci a suo avviso dannosi in merito al varo di una prossima, ennesima modifica della disciplina normativa vigente, con ciò creando i presupposti per un sostanziale indebolimento di una misura che si è invece rivelata determinante nella difficile fase congiunturale attraversata dall'Italia nel senso di un sostegno concreto all'economia reale del nostro Paese, tanto più in considerazione di un quadro in continua evoluzione, caratterizzato da forti spinte inflazionistiche e dalla previsione di una probabile fase recessiva a livello non solo nazionale.

  Emiliano FENU (M5S), nel ricollegarsi alle considerazioni già espresse nel corso dell'odierna audizione del Ministro Giorgetti, ribadisce come a suo avviso lo scostamento di bilancio richiesto dal Governo con la presentazione al Parlamento, ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012, della apposita Relazione annessa all'integrazione della NADEF 2022, appaia del tutto insufficiente nel suo ammontare, dal momento che i circa 9,5 miliardi di euro di maggior debito previsti per l'anno 2022 non sarebbero chiaramente in grado di fronteggiare le diverse emergenze che attendono il nostro Paese, augurandosi pertanto che da parte dell'Esecutivo in carica possano nel prossimo futuro far seguito ulteriori richieste di scostamento di bilancio. Ritiene, altresì, che il Governo Meloni non abbia sinora dimostrato una reale volontà di affrontare la delicata questione relativa ai cosiddetti bonus in materia edilizia, che vede coinvolte circa 30.000 imprese del nostro Paese, rispetto alla quale occorre invece intervenire con tempestività al fine di risolvere le numerose criticità che si sono di recente registrate in fase attuativa, ad esempio sollecitando un atteggiamento di rinnovata disponibilità da parte di Cassa depositi e prestiti spa e Poste italiane spa nell'acquisto dei crediti ceduti. Nel dichiarare il voto contrario del suo gruppo sul conferimento del mandato al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea sul provvedimento in esame, preannunzia altresì che il suo gruppo, da un lato, esprimerà un voto favorevole sulla risoluzione che sarà presentata in Aula per l'autorizzazione al maggior indebitamento richiesto, per quanto di ammontare eccessivamente esiguo, dall'altro, presenterà una propria risoluzione sulla NADEF 2022, di cui non condivide, per le ragioni dianzi esposte, contenuti ed impostazione.

  Luigi MARATTIN (A-IV-RE) preannunzia il voto favorevole del suo gruppo sulla risoluzione che sarà presentata in Assemblea per l'autorizzazione allo scostamento di bilancio richiesto dal Governo, come del resto, a parti invertite, nella passata legislatura è più volte accaduto da parte delle forze politiche di opposizione in merito alle richieste di scostamento che si sono susseguite dal 2020 in poi a fronte delle diverse emergenze – sanitaria ed energetica – affrontate dal nostro Paese. Rispetto alla NADEF 2022, come integrata dall'attuale Esecutivo, non può invece che attendere la presentazione in Assemblea della risoluzione di maggioranza, considerati gli esigui contenuti della citata Nota di aggiornamento, in merito ai quali anche l'attuale maggioranza non avrebbe certo lesinato nella passata legislatura, quando occupava allora i banchi dell'opposizione, critiche assai aspre. Intende, ad esempio, riferirsi agli oneri connessi all'implementazione della cosiddetta flat tax, in merito ai quali – secondo quanto costantemente sostenuto in passato dalle forze politiche che compongono l'attuale squadra di Governo – si ipotizzava che gli stessi avrebbero potuto essere ampiamente compensati dalla presunta crescita del volume di attività economica generata dall'agevolazione fiscale in argomento. Pone quindi l'accento sul carattere a suo avviso eccessivamente prudente delle prospettive di crescita contenute nell'integrazione della NADEF 2022 presentata dal Governo, dalla quale, soprattutto, non è dato evincere quale sia effettivamente l'impostazione di politica economica perseguita dal nuovo Esecutivo né, a maggior ragione, la puntuale definizione delle misure che entreranno a far parte del prossimo disegno di legge di bilancio, che Pag. 15di quella impostazione dovrebbero costituire la conseguente traduzione sul piano legislativo. Per tali motivi, preannunzia che il suo gruppo si riserva di presentare in Assemblea una propria risoluzione sulla NADEF 2022, come successivamente integrata.

  Paolo TRANCASSINI (FDI) esprime sorpresa per le posizioni manifestate nel corso del presente dibattito dai gruppi di opposizione, che sembrano rimproverare all'attuale maggioranza quanto non è stato ancora realizzato ad appena due settimane circa dall'insediamento del nuovo Governo, laddove proprio quelle medesime forze politiche, fino a poco tempo fa alla guida del Paese, hanno lasciato una assai pesante eredità sul piano economico e sociale. Ritiene che ciò costituisca un vero e proprio paradosso, se non la riproposizione di quel «teatrino della politica» più volte evocato in passato in un'accezione deteriore.
  Tanto premesso, dichiara il proprio apprezzamento per il senso di responsabilità e per la lucidità sottesa all'analisi dei diversi problemi che il nostro Paese è chiamato sin da ora ad affrontare dimostrata in numerosi passaggi dell'intervento svolto questa mattina in audizione dal Ministro dell'economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti. Osserva, in proposito, come già a partire dalla prossima sessione di bilancio le varie forze politiche rappresentate in Parlamento avranno naturalmente modo di confrontarsi apertamente, avanzando proposte e possibili soluzioni alle tante problematiche in corso, ma evidenzia come ciò presupponga necessariamente che le attuali forze di opposizione abbandonino il tradizionale atteggiamento volto alla demonizzazione degli avversari politici e si pongano piuttosto sul terreno di un serio confronto politico, di cui il Paese ha urgente bisogno. A suo avviso infatti, come peraltro già chiaramente indicato nel discorso di insediamento del nuovo Governo tenuto dal Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, da oggi la politica torna ad essere attore principale della scena pubblica, anche grazie alle proposte che saranno elaborate dall'attuale maggioranza parlamentare, capace di esprimere una visione unitaria e coraggiosa del futuro del nostro Paese, rispetto invece ad uno schieramento di opposizione caratterizzato da evidenti divisioni al proprio interno. Ritiene che un simile cambio di passo sia esattamente ciò di cui necessita in questo difficile momento il nostro Paese, chiamato a superare le numerose criticità ereditate dal precedente Esecutivo, come quelle ad esempio registrate in relazione ai cosiddetti bonus edilizi, rispetto ai quali il Governo e la coesa maggioranza parlamentare che lo sostiene sono già al lavoro, proprio al fine di risolvere una insostenibile situazione di impasse che si è venuta a determinare. Tutto ciò considerato, preannunzia il voto favorevole del suo gruppo sul conferimento del mandato al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea.

  Alberto Luigi GUSMEROLI (LEGA) preannunzia il voto favorevole del suo gruppo sul conferimento del mandato al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea.

  Pino BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M) preannunzia il voto favorevole del suo gruppo sul conferimento del mandato al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea.

  La Commissione delibera di conferire il mandato al relatore a riferire favorevolmente all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Roberto PELLA, presidente, essendosi così esauriti i lavori assegnati, in sede referente, alla competenza di questa Commissione, che ha avuto l'onore di presiedere, ringrazia sentitamente tutti i suoi componenti per l'impegno profuso e per lo spirito collaborativo da ciascuno manifestato, che ha tra l'altro consentito di apportare talune non trascurabili modificazioni al testo del decreto-legge n. 114 del 2022 esaminato dalla Commissione medesima, alcune delle quali sostenute da consenso unanime e sottoscritte da tutti i Capigruppo, altre invece provenienti da gruppi parlamentari di opposizione.

  La seduta termina alle 13.25.