CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 27 dicembre 2023
223.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
ALLEGATO
Pag. 679

ALLEGATO 1

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026, per le parti di competenza C. 1627 Governo, approvato dal Senato e relativa Nota di variazioni C. 1627/I Governo, approvato dal Senato.

RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La XII Commissione,

   esaminato, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, per le parti di competenza, il disegno di legge recante il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2024 e il bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026 (C. 1627 Governo, approvato dal Senato);

   evidenziato, in particolare, che:

    il comma 217 dell'articolo 1 prevede un incremento del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato, nella misura di 3 miliardi per l'anno 2024, di 4 miliardi per il 2025 e di 4,2 miliardi annui a decorrere dall'anno 2026, da destinare anche al finanziamento delle specifiche finalità individuate nei commi successivi, quali il rinnovo dei contratti per il personale sanitario, la rideterminazione dei tetti della spesa farmaceutica e le nuove modalità di distribuzione dei medicinali, l'abbattimento delle liste d'attesa, l'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza (LEA), il potenziamento dell'assistenza territoriale;

    la dotazione del Fondo per l'Alzheimer e le demenze viene incrementata di 4,9 milioni per il 2024 e di 15 milioni per ciascuno degli anni 2025 e 2026 (comma 247);
    è istituito il Fondo nazionale di intervento per la lotta alla droga, con una dotazione di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024-2026 (comma 186);

    il Fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza viene incrementato di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026 e di 6 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2027 (comma 187);

    si prevedono, inoltre, incrementi dello stanziamento relativo all'istituzione e al potenziamento dei centri di riabilitazione per il recupero degli uomini autori di violenza di genere (comma 188), delle risorse per la realizzazione di centri contro la violenza nei confronti delle donne (comma 189) e del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità, al fine di rafforzare la prevenzione della violenza nei confronti delle donne e della violenza domestica (comma 190);

    il comma 210 istituisce il Fondo unico per l'inclusione delle persone con disabilità, con una dotazione pari a 552,2 milioni di euro per l'anno 2024 e a 231,8 milioni di euro annui a decorrere dal 2025;

    si prevede un incremento del buono per il pagamento di rette relative alla frequenza di asili nido e per forme di supporto domiciliare per bambini aventi meno di tre anni di età e affetti da gravi patologie croniche (commi 177-178) e si introducono nuove e più favorevoli misure in materia di congedi parentali (comma 179),

DELIBERA DI RIFERIRE
FAVOREVOLMENTE.

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ALLEGATO 2

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026, per le parti di competenza. C. 1627 Governo, approvato dal Senato e relativa Nota di variazioni C. 1627/I Governo, approvato dal Senato.

PROPOSTA ALTERNATIVA DI RELAZIONE

  La XII Commissione,

   esaminato, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, del Regolamento, il disegno di legge n. 1267, già approvato e modificato in Senato e recante il «Bilancio di previsione per l'anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026», per le parti di propria competenza;

   esaminati gli stati di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, limitatamente alle parti di competenza, del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, limitatamente alle parti di competenza, e del Ministero della salute;

   evidenziato il grave ritardo con il quale il disegno di legge di bilancio è stato presentato alla Camera dei deputati, che sta impedendo nei fatti un esame approfondito delle disposizioni, onde evitare l'esercizio provvisorio di Bilancio che recherebbe un grave danno all'economia del Paese;

   esaminati, quanto alla spesa sanitari, i rilievi particolarmente critici della Corte dei conti, dell'Istat e dell'UpB proprio con specifico riferimento alla impostazione particolarmente recessiva della predetta spesa e comunque non risolutiva dei problemi conclamati del SSN;

   premesso che:

    quanto alle questioni in tema di salute:

     il rinnovo del CCNL della dirigenza medica e sanitaria e comparto sanità, a valere sul fabbisogno sanitario nazionale che viene incrementato di 3 miliardi di euro per il 2024, 4 miliardi di euro per il 2025 e 4,2 miliardi di euro per il 2026, è un atto senz'altro dovuto che tuttavia lascia ben poche risorse per le altre necessità del SSN; le risorse per il CCNL avrebbero dovuto essere, quindi, ulteriori rispetto alle necessità conclamate e insoddisfatte del SSN;

     particolarmente esecrabile è l'intervento sulle pensioni di buona parte dei dipendenti pubblici e, tra di essi, anche dei medici e sanitari iscritti alla Cassa per le pensioni ai sanitari (CPS), l'intervento postumo e riparatore sulle predette pensioni, effettuato in sede referente al Senato e conseguente ad una clamorosa protesta del personale sanitario e delle opposizioni tutte, rimane non solo insoddisfacente nel merito e nelle soluzioni adottate ma è vieppiù sconcertante nella misura in cui, a copertura di esso, si drenano ulteriori risorse al SSN;

     il predetto incremento del FSN è del tutto insufficiente a soddisfare le necessità di salute dell'intero territorio nazionale, tenuto conto, peraltro, che per circa l'80 per cento, l'incremento è destinato a coprire le risorse necessarie per il rinnovo dei contratti del personale sanitario, non tiene il passo con l'inflazione e segna una netta diminuzione della spesa sanitaria in rapporto al Pil e, come da modifiche introdotte in Senato l'incremento è stato ulteriormente ridotto di 84 milioni di euro per l'anno 2033, 180 milioni per l'anno 2034, 293 milioni per l'anno 2035 e di 340 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2036, per coprire la parziale «riparazione» della disposizione sulle pensioni dei sanitari;

     al netto delle risorse necessarie al rinnovo del contratto di comparto, le rimanentiPag. 681 risorse sono di fatto destinate a foraggiare la sanità privata e la farmaceutica o comunque a finanziare misure non certamente strutturali ma di mero e temporaneo contenimento;

     il piano del Governo per ridurre i tempi d'attesa rischia di essere drammaticamente fallimentare: l'incremento della tariffa oraria per le prestazioni aggiuntive del personale medico e sanitario non solo non risolve il problema della carenza di personale ma anzi criticizza ulteriormente le condizioni lavorative del personale in servizio;

     è evidente come, senza il superamento del tetto alla spesa per il personale, senza incentivi che rendano attrattivo il Servizio sanitario nazionale e senza un piano straordinario di assunzioni, si rischia di non ottenere alcun risultato, come peraltro confermato da un recente sondaggio della Federazione Cimo-Fesmed secondo cui il 58,5 per cento dei medici non è disponibile a lavorare di più per abbattere le liste d'attesa;

     le misure per l'abbattimento delle liste d'attesa consentono alle regioni di avvalersi, oltre che delle prestazioni aggiuntive dei medici, anche delle strutture private accreditate, in deroga ai tetti di spesa per gli acquisti da privati come modificati dalla manovra all'esame;

     l'apertura, dunque, a soluzioni privatistiche per abbattere le liste di attesa delle strutture pubbliche del SSN suggella le vere intenzioni di questo Governo a voler privatizzare la sanità e non fa altro che dare un ulteriore colpo di scure al nostro sistema sanitario pubblico e universalistico;

     appaiono altresì anti-economiche le misure che modificano le modalità di distribuzione dei medicinali, laddove con la riduzione dell'incentivo di 28 centesimi a confezione per la vendita di farmaci generici equivalenti, anche per prodotti il cui brevetto è scaduto, la convenienza per chi vende sarà quella di piazzare il farmaco con il prezzo più alto;

     il vincolo e non già l'aggiunta di risorse per l'aggiornamento dei LEA, oltretutto per la quota irrisoria di 50 milioni di euro per l'anno 2024, confermano la miopia di questo Governo che nulla aggiunge alle necessità insoddisfatte delle persone;

     appare altresì critico l'aumento a 2mila euro del contributo annuale richiesto per l'iscrizione al Servizio sanitario nazionale per chi non ha diritto all'assistenza pubblica;

     le «residuali» misure in materia di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e dell'assistenza territoriale sono inadeguate e imbarazzanti, in primis poiché consentono il reclutamento di personale da parte delle regioni solo a partire dal 2025 e poi perché finanziate nell'ambito delle risorse del FSN già ritenute insufficienti; anche per le cure palliative non si aggiungono risorse ma si vincolano quelle esistenti; ugualmente, il vincolo delle risorse sugli obiettivi riguarda le risorse del FSN esistenti e comunque il loro impiego sarà consentito solo dall'anno 2025;

    quanto alle questioni in tema di politiche sociali:

     le misure per il sostegno degli indigenti e per gli acquisti di beni di prima necessità, attraverso un incremento della dotazione del Fondo relativo alla Carta «Dedicata a te», rimangono misure del tutto insufficienti tenuto conto, peraltro, che non potranno ricevere il beneficio i percettori di altri sussidi; l'importo complessivo del sostegno, fissato per ogni famiglia in un valore pari a 382,50 euro e destinato solo all'acquisto dei beni alimentari di prima necessità e ai carburanti/mezzi di trasporto, e non anche ai farmaci, ad esempio, rimane una misura carente e poco lungimirante delle effettive necessità delle famiglie indigenti che da quest'anno sono state private anche del reddito di cittadinanza;

     l'incremento della misura di supporto per il pagamento di rette relative alla frequenza di asili nido, calcolato per i nuclei familiari con un valore ISEE fino a 40.000 euro, contrasta con la concomitante misura che esclude i titoli di Stato e i prodotti finanziari di raccolta del risparmio,Pag. 682 fino al valore complessivo di 50.000 euro, dal calcolo dell'ISEE; escludere i titoli di Stato dal calcolo ISEE è infatti una misura fortemente iniqua tenuto conto che l'ISEE serve per valutare in maniera equa e confrontare la situazione economica dei nuclei familiari che intendono richiedere una medesima prestazione sociale agevolata; dunque non si comprende perché per accedere alle prestazioni sociali agevolate, come ad esempio agli asili nido, non si debba tener conto, ai fini reddituali, dei soldi investiti in prodotti finanziari; in questa maniera si mettono sullo stesso livello coloro che non possiedono alcun risparmio e coloro che lo posseggono e lo hanno investito in prodotti finanziari;

     l'intervento che estende di un solo mese l'indennità all'80 per cento per congedo parentale per l'anno 2024, e in via strutturale solo nella misura del 60 per cento della retribuzione, rimane una misura timida e non risolutiva delle necessità delle famiglie;

     confonde la diffusa re-istituzione dei Fondi già esistenti, come ad esempio l'istituzione del Fondo nazionale di intervento per la lotta alla droga, già esistente, le cui dotazioni non solo rimangono insufficienti o invariate ma diventano prive di adeguate, eque e trasparenti regole di ripartizione;

     emblematica della predetta confusione è l'istituzione, nello stato di previsione del MEF, del Fondo unico per l'inclusione delle persone con disabilità che contempla, contestualmente, anche l'abrogazione dei seguenti Fondi: Fondo per l'inclusione delle persone con disabilità, Fondo per l'assistenza all'autonomia e alla comunicazione degli alunni con disabilità, il Fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare, Fondo per l'inclusione delle persone sorde e con ipoacusia;

     l'operazione di presunta «unificazione» di Fondi, destinando le predette risorse a talune finalità e demandando quindi a successivi decreti l'utilizzo del Fondo unico, appare scellerata nella misura in cui di fatto, in via strutturale, riduce le risorse che erano originariamente stanziate con i Fondi che si vogliono abrogare e soprattutto perché azzera finalità e modalità di riparto precedenti, con il rischio concreto di sacrificare nel prossimo riparto necessità consolidate;

     l'unificazione dei fondi per le persone con disabilità aveva oltretutto prodotto un incredibile ed ulteriore taglio alle risorse per i disabili ed il temporaneo ripristino, solo per l'anno 2024, fatto in sede referente al Senato, non sembra recuperare tutte le risorse in via strutturale;

    considerato che:

     per salvaguardare il Servizio sanitario nazionale, garantire una sostenibilità economica effettiva ai livelli essenziali di assistenza (LEA) e soddisfare in modo più efficace le esigenze di pianificazione e di organizzazione, nel rispetto dei princìpi di equità, di solidarietà e di universalismo, l'incidenza della spesa sanitaria sul prodotto interno lordo (PIL) dovrebbe essere in linea con la spesa dei Paesi del G7 e, comunque, non inferiore alla media europea;

     per superare la sperequazione esistente sul territorio nazionale, si poteva intervenire affinché, in sede di ripartizione del Fondo sanitario nazionale, avessero il giusto peso gli indicatori ambientali, socio-economici e culturali e l'indice di deprivazione economica, così da tener conto delle carenze strutturali presenti nelle regioni o nelle aree territoriali di ciascuna regione;

     si poteva rivedere il criterio di calcolo per la definizione del numero di posti letto in ragione delle esigenze epidemiologiche e della riorganizzazione territoriale, comunque assicurando un numero di posti letto di degenza ordinaria non inferiore alla media europea, pari a circa 500 per 100.000 abitanti, e un numero di posti letto di terapia intensiva non inferiore a 25 per 100.000 abitanti;

     per salvaguardare realmente il SSN, doveva superarsi il tetto di spesa per l'assunzione di personale, consentendo, nelle Pag. 683more del predetto superamento, che la spesa per il personale sanitario, a livello regionale, venisse incrementata di un importo pari ad almeno il 30 per cento (attualmente è al 10 per cento);

     per abbattere le liste di attesa le regioni si poteva prevedere l'adozione un piano operativo, con la specificazione degli obiettivi da raggiungere, dei modelli organizzativi prescelti, dei tempi di realizzazione, di un dettagliato cronoprogramma e della destinazione delle risorse, con uno specifico monitoraggio da parte del Ministero della Salute e una conseguente penalizzazione in caso di mancata attuazione;

     poiché l'accesso alle prestazioni in intramoenia rappresenta sempre più spesso una tappa obbligata a causa delle lunghe liste di attesa e delle inefficienze del SSN, per abbattere le liste di attesa si dovrebbe intervenire in maniera decisa sulla libera professione intramoenia per garantire la necessaria trasparenza alle prestazioni sanitarie erogata in regime libero-professionale nelle strutture pubbliche;

     occorreva rendere effettivo e inderogabile l'obbligo di pubblicazione, sui siti istituzionali, dell'attività intramoenia prevedendo che la stessa venisse autorizzata solo a condizione che: non comporti un incremento delle liste di attesa per l'attività istituzionale; non contrasti o pregiudichi i fini istituzionali del Servizio sanitario nazionale o regionale; non contrasti o pregiudichi gli obiettivi aziendali;

     per ovviare all'utilizzo inappropriato delle risorse del SSN, salvaguardare il SSN pubblico e universalistico e rendere equilibrato il rapporto pubblico/privato, occorreva riordinare il sistema dell'autorizzazione, accreditamento e stipulazione degli accordi contrattuali per l'esercizio di attività sanitarie e socio-sanitarie e rendere uniformare sull'intero territorio nazionale il sistema di rilevazione del fabbisogno territoriale e gli elementi essenziali da ricomprendere all'interno degli accordi contrattuali, garantendo la necessaria trasparenza e un efficace piano di controlli;

     tenuto conto che attualmente i soggetti della sanità integrativa sono tenuti a riservare solo il 20 per cento alle prestazioni non comprese nei LEA, per salvaguardare il SSN pubblico e universalistico si poteva intervenire sulla sanità integrativa ed invertire le predette percentuali prevedendo che le prestazioni non comprese nei LEA fossero pari all'80 per cento, mentre le prestazioni comprese nei LEA ed erogate da strutture pubbliche fossero pari al 20 per cento;

     si poteva incrementare il FSN al fine di mantenere e potenziare gli ambulatori e servizi di continuità assistenziale sul territorio, intercettando i bisogni di salute dei cittadini, fornendo loro prestazioni ed esami di base, deflazionando così l'attività ed il carico dei pronto soccorso; occorreva altresì ampliare la rete di consultori esistenti sul territorio, in modo proporzionato alla popolazione, per rispondere adeguatamente ai bisogni della popolazione e garantire il rispetto dei LEA;

     per rafforzare la protezione, la promozione e il sostegno dell'allattamento al seno e per garantire il necessario supporto al post–partum, si potevano prevedere le risorse utili ad assicurare il personale adeguato, a cominciare dall'assistenza fornita dalle ostetriche;

     occorreva aumentare la capacità di risposta del SSN nella presa in carico delle persone con cronicità, nell'assistenza psicologica, psicosociologica e sanitaria dei malati oncologici e per le cure palliative;

     per il potenziamento dei servizi di salute mentale dovevano essere stanziate risorse ben più rilevanti che non il timido incremento di 5 milioni di euro operato con il cosiddetto «decreto anticipi» per il bonus psicologico e dovevano essere ripristinati i 25 milioni che i governi precedenti avevano destinato nel post-pandemia per il predetto bonus;

     nell'ottica di garantire la fornitura di farmaci e sostanze altrimenti difficilmente reperibili perché fuori produzione, ritenute non competitive, o la cui richiesta supera momentaneamente la disponibilità, si poteva istituire un'Azienda Farmaceutica pubblica che fosse in grado Pag. 684di rispondere in tempi brevi alle necessità dei suddetti tipi di farmaci;

     per il disagio delle famiglie occorreva rendere strutturale ovvero rifinanziare in maniera congrua e puntuale i fondi per la morosità incolpevole e per l'accesso alle locazioni, introducendo anche le opportune agevolazioni fiscali per le spese di assicurazione del rischio di mancato conseguimento del canone di locazione;

     per i lavoratori dipendenti si poteva ampliare, in via permanente, a due mesi e all'80 per cento, l'indennità per il congedo parentale da usufruirsi entro il sesto anno di vita del figlio ed elevarlo ulteriormente per il lavoratore genitore di figlio con disabilità grave;

     sul congedo di maternità si poteva fare un passo in avanti coraggioso, allineandosi ad altri paesi europei ed incrementando da 5 a 8 mesi il periodo di congedo di maternità obbligatorio, rendendolo parimenti usufruibile da entrambi i genitori;

     quanto al sostegno alle persone con disabilità si poteva estendere l'esonero contributivo per le assunzioni ed incrementare la dotazione del Fondo per il diritto al lavoro dei disabili; parimenti si potevano incrementare le risorse del Fondo per il caregiver familiare, del Fondo «Dopo di noi» e del Fondo per la vita indipendente e del Fondo di solidarietà comunale impiegato per coprire il trasporto scolastico per gli alunni con disabilità;

     per tutelare i lavoratori fragili e non fare distinguo odiosi tra dipendenti pubblici e privati, si doveva consentire in via permanente il lavoro agile ai lavoratori pubblici e privati e consentire l'equiparazione al ricovero ospedaliero dell'assenza dei lavoratori fragili che non possono svolgere le loro mansioni lavorative in modalità di lavoro agile;

     al fine di ridurre i divari territoriali, contrastare la dispersione scolastica e l'abbandono precoce, nonché prevenire processi di emarginazione sociale, occorrerebbe che le risorse del Fondo solidarietà comunale siano utilizzabili per l'assunzione in deroga a tempo indeterminato di assistenti sociali da parte dei Comuni, sino al raggiungimento del rapporto 1 a 6.500 abitanti e per la medesima finalità occorrerebbe incrementare le risorse per le assunzioni medesime,

DELIBERA DI RIFERIRE
IN SENSO CONTRARIO

Quartini, Sportiello, Marianna Ricciardi, Di Lauro

Pag. 685

ALLEGATO 3

DL 161/2023: Disposizioni urgenti per il «Piano Mattei» per lo sviluppo in Stati del Continente africano. C. 1624 Governo, approvato dal Senato.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La XII Commissione,

   esaminato, per le parti di competenza, il disegno di legge di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge n. 161 del 2023, recante disposizioni urgenti per il «Piano Mattei» per lo sviluppo in Stati del Continente africano (C. 1624 Governo, approvato dal Senato),

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.