CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 5 ottobre 2023
177.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
ALLEGATO
Pag. 200

ALLEGATO 1

DL 124/23: Disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione, per il rilancio dell'economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese, nonché in materia di immigrazione. C. 1416 Governo.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La XIV Commissione,

   esaminato, per i profili di competenza, il disegno di legge in titolo, di conversione in legge del decreto-legge n. 124/2023, recante disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione, per il rilancio dell'economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese, nonché in materia di immigrazione (C. 1416 Governo);

   considerato che il provvedimento introduce specifiche misure finalizzate alla crescita ed al consolidamento economico delle aree dell'Italia meridionale, con l'obiettivo di renderle più idonee per lo sviluppo e per la crescita dimensionale del sistema produttivo;

   atteso che il provvedimento al nostro esame è composto di 23 articoli, suddivisi in sei Capi, il primo dei quali reca misure volte ad assicurare un più efficace coordinamento tra le risorse europee e nazionali per la coesione e quelle del Piano nazionale di ripresa e resilienza, da un lato, e le risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione del ciclo di programmazione 2021-2027, dall'altro, nonché a razionalizzare l'utilizzo delle risorse delle politiche di coesione nazionali;

   considerato che il Capo II reca disposizioni in materia di strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne ed interventi in favore del comune di Lampedusa e Linosa, istituendo presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, la Cabina di regia per lo sviluppo delle aree interne, presieduta dal Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR e composta dai ministri competenti e dai rappresentanti degli enti territoriali, con funzioni di indirizzo e di coordinamento per la promozione e lo sviluppo delle aree interne del Paese;

   richiamate le specifiche disposizioni per la realizzazione dei punti di crisi, cosiddetti hotspot, e dei centri governativi di prima accoglienza, nonché in merito allo smaltimento delle imbarcazioni utilizzate dai migranti, evidenziando che per le predette opere sono previste semplificazioni in tema di valutazioni ambientali e in materia paesaggistica;

   evidenziata l'opportunità che, in questo quadro normativo, possa essere definita una soluzione intesa ad un potenziamento delle strutture operative delle forze di polizia della Provincia di Agrigento, direttamente investite dall'emergenza migratoria;

   richiamato il Capo III dal provvedimento, che reca la disciplina dell'istituzione e del funzionamento della Zona economica speciale unica per il Mezzogiorno, pienamente coerente con le finalità perseguite dalla misura contenuta nella proposta di revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, comprensiva del capitolo REPowerEU;

   condivisa l'impostazione sottesa alla disciplina dettata dall'articolo 14 che prevede che i progetti inerenti alle attività economiche ovvero all'insediamento di attività industriali, produttive ed economiche all'interno della ZES unica, siano di pubblica utilità, indifferibili e urgenti e siano soggetti ad autorizzazione unica;

   valutata positivamente, altresì, la previsione del riconoscimento, fino al 2026, di un credito d'imposta nella misura massima consentita dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027 per l'acquisizione dei Pag. 201beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive;

   auspicato che questa nuova strumentazione possa consentire il superamento dei notevoli ritardi infrastrutturali che condizionano pesantemente alcune aree del Mezzogiorno, come nel caso della Sicilia centro-meridionale (province di Agrigento e Caltanissetta), tuttora priva di un hub aeroportuale;

   rilevato che il Capo IV del provvedimento reca disposizioni relative al rafforzamento della capacità amministrativa in materia di politiche di coesione, il Capo V, composto dagli articoli 20 e 21, detta norme in materia di trattenimento presso i centri di permanenza per i rimpatri nonché in materia di realizzazione delle strutture di prima accoglienza, permanenza e rimpatrio, mentre il Capo VI, composto dal solo articolo 22, in conseguenza dell'istituzione della ZES unica per il Mezzogiorno, prevede, a decorrere dal 1° gennaio 2024, l'adeguamento della normativa vigente sulle ZES attraverso l'abrogazione e la modifica di alcuni articoli del decreto-legge n. 91 del 2017;

   rilevato che il provvedimento non evidenzia profili di criticità in ordine alla compatibilità con il diritto dell'Unione europea,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

Pag. 202

ALLEGATO 2

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2023. Doc. LVII, n. 1-bis, Annesso e Allegati.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La XIV Commissione,

   esaminata, per le parti di competenza, la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2023 (Doc LVII n. 1-bis, Annesso e Allegati);

   premesso che lo scenario macroeconomico internazionale evidenzia come, in un contesto di crescita globale in rallentamento rispetto alla media dello scorso anno, l'attività economica e le politiche monetarie continuano ad essere influenzate da una dinamica dei prezzi ancora sostenuta;

   considerato che il documento riflette un'impostazione equilibrata, che ha portato ad una revisione delle stime di crescita per il 2023-2024 a causa del rallentamento dell'economia in corso, dovuto sia alla complessa situazione economica internazionale e all'impatto della politica monetaria restrittiva con l'aumento dei tassi d'interesse, sia alle conseguenze della guerra russo-ucraina;

   evidenziato che il quadro macroeconomico e di finanza pubblica programmatico rappresentato dalla NADEF pone come premessa alla manovra di bilancio 2024-2026 la necessità di raggiungere un giusto equilibrio tra l'obiettivo di fornire il sostegno necessario all'economia e quello di assicurare il graduale rientro del deficit al di sotto del 3 per cento del PIL;

   ricordato che la Commissione europea, nelle sue raccomandazioni, ha continuato a porre enfasi sugli investimenti pubblici, in particolare quelli che favoriscono la transizione verde e digitale e che nella riunione dell'Eurogruppo del 13 luglio scorso è stato riaffermato il perseguimento di una politica di bilancio dell'area euro intesa ad un risanamento di bilancio deciso, graduale e realistico che includa riforme strutturali ad aumentare gli investimenti attraverso fonti private e pubbliche.

  Richiamato, quanto all'attuazione del PNRR, come l'azione di riforma del Governo nei mesi scorsi si sia incentrata sull'attuazione delle riforme e degli investimenti previsti dal PNRR e ricordato che è stata avviata una revisione del piano, sulla base di un esame puntuale dei singoli progetti e in vista dell'introduzione di un capitolo RePowerEU;

   ritenuto che le scelte di politica economica delineate nel documento raccolgono pienamente lo spirito della proposta di riforma della governance economica europea, definendo una linea coerente con le posizioni assunte dal nostro Paese, favorevole ad un più forte sostegno europeo agli investimenti ed alle spese inerenti alle priorità dell'Unione, come quelle relative alle transizioni verdi e digitali, alla difesa e per le spese (finanziate da prestiti) incluse nei Piani di ripresa e resilienza,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

Pag. 203

ALLEGATO 3

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2023. Doc. LVII, n. 1-bis, Annesso e Allegati.

PROPOSTA ALTERNATIVA DI PARERE PRESENTATA DAL GRUPPO PD-IDP

  La XIV Commissione,

   esaminata, per gli aspetti di competenza, la Nota di aggiornamento al Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2024-2026 (Doc. LVII, n. 1-bis);

   evidenziato come i numeri della Nota di aggiornamento del DEF 2023 (NADEF) confermano quanto il Governo ha continuato a negare a lungo: nel 2023 l'economia italiana si è fermata e le prospettive per il 2024 sono peggiori rispetto alle previsioni del Governo di sei mesi fa;

   in questo quadro difficile la NADEF si pone in continuità con una politica economica debole e del tutto inadeguata;

   l'incertezza generata da fattori internazionali (inflazione persistente, rialzo dei tassi, tensioni geopolitiche), aggravata dall'improvvisazione e dalle scelte fallimentari del primo anno di Governo (i ritardi e le incertezze nell'attuazione del PNRR, l'assenza di una strategia per aiutare le famiglie a fronteggiare il carovita, quattordici condoni fiscali in meno di dodici mesi e la rinuncia a qualunque iniziativa seria di revisione della spesa), stanno minando la credibilità del Paese e alimentando una forte instabilità come è evidente dall'andamento dello spread, in forte crescita rispetto a pochi mesi fa, e dall'aumento della spesa per interessi sui titoli del debito pubblico. Una situazione che rischia di esporre, tra l'altro, il Paese al rischio di attacchi speculativi e al possibile abbassamento del rating sui titoli del debito pubblico;

   la Nota di aggiornamento in relazione al quadro macroeconomico evidenzia per il 2023 un rallentamento in corso dell'economia superiore alle attese dei mesi scorsi e illustra un ottimistico miglioramento del livello della crescita nel 2024-2025 rispetto alle previsioni tendenziali e soprattutto rispetto a quelle dei principali previsori internazionali;

   le variazioni di crescita nel 2024 e 2025 sono per lo più dovute agli interventi che il Governo intende predisporre nella prossima legge di bilancio e il maggiore contributo è affidato esclusivamente alla ripresa della domanda interna che allo stato attuale non è suffragato da dati e segnali concreti;

   in relazione al quadro programmatico di finanza pubblica si prevede un forte peggioramento di tutti i principali indicatori sia rispetto alle previsioni tendenziali a legislazione vigente, sia rispetto alle previsioni programmatiche del DEF 2023;

   sul fronte delle entrate prosegue l'azione di erosione della base imponibile, iniziata con la legge di bilancio dello scorso anno, con l'estensione dell'applicazione della Flat tax, e di allargamento del divario tra i contribuenti che adempiono regolarmente agli obblighi tributari e coloro che al contrario hanno evaso tali obblighi, prevedendo nei confronti di questi ultimi ulteriori interventi quali la reiterazione di definizioni agevolate, sconti, concordati fiscali e altri interventi della medesima natura;

   sul fronte della spesa preoccupano i preannunciati tagli alle amministrazioni centrali e, soprattutto, alla spesa sanitaria che è prevista scendere dal 6,6 per cento del Pil del 2023, al 6,2 per cento nel 2024 e nel 2025 e al 6,1 per cento nel 2026;

   altrettanta preoccupazione destano gli annunci in merito all'intenzione di reperire Pag. 20420 miliardi di euro da non meglio specificate privatizzazioni di partecipate pubbliche;

   la NADEF manca di visione e prospettive per le politiche del welfare, di sostegno alle famiglie, a partire da quelle a basso reddito, e per le politiche di sviluppo economico del Paese nei prossimi anni di fronte alle importanti sfide della transizione ambientale e digitale e della conseguente riconversione industriale delle produzioni;

   in assenza di scelte politiche incisive – una legge sul salario minimo, iniziative per favorire il rinnovo dei contratti di lavoro scaduti, interventi per contenere la dinamica degli affitti, dei carburanti e delle bollette – la pur necessaria proroga del taglio del cuneo fiscale non basterà a difendere il potere d'acquisto dei redditi;

   il Piano nazionale di ripresa e resilienza PNRR è fermo e, nonostante i reiterati annunci, rischia di rinviare o perdere del tutto il conseguimento delle rate spettanti al nostro Paese, a partire dalla 4a e 5a rata, mentre in conseguenza delle modifiche proposte al PNRR, sono stati sottratti agli enti locali interventi per circa 13 miliardi di euro;

   la politica industriale risulta da mesi assente e con effetti disastrosi per il Paese. Le vicende degli stabilimenti ex-Ilva, della Tim e di ITA/Alitalia, e da ultimo quello della Magneti Marelli, con la rinuncia alla salvaguardia di importanti imprese di interesse strategico nazionale determina la perdita di migliaia di posti lavoro e di qualificati centri di produzione e di ricerca;

   a fronte del rallentamento dell'economia servirebbero politiche efficaci e incisive, mentre quella che emerge dalla Nota è invece una manovra indefinita, di corto respiro, finanziata in gran parte a deficit, assolutamente non in grado di rilanciare gli investimenti e sostenere i consumi,

  esprime

PARERE CONTRARIO.

De Luca, Guerini, Iacono, Letta Madia.

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ALLEGATO 4

Proposta di regolamento sulla trasparenza e sull'integrità delle attività di rating ambientale, sociale e di governance (ESG). COM(2023)314 final.

DOCUMENTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La XIV Commissione,

   esaminata, ai fini della verifica di conformità con il principio di sussidiarietà, la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla trasparenza e sull'integrità delle attività di rating ambientale, sociale e di governance (ESG);

   tenuto conto degli elementi di conoscenza e di valutazione emersi nel corso delle audizioni svolte nell'ambito dell'esame della proposta;

   premesso che:

    è complessivamente condivisibile l'obiettivo generale della proposta di definire un quadro normativo dell'UE volto a rafforzare l'integrità, la trasparenza, la responsabilità, la buona governance e l'indipendenza delle attività di rating ESG, contribuendo alla trasparenza e alla qualità dei rating ESG e al buon funzionamento del mercato interno;

    è di particolare importanza consentire agli investitori di prendere decisioni di investimento più informate con riferimento agli obiettivi di sostenibilità e alle imprese di comprendere meglio le proprie prestazioni al riguardo, nonché fare maggiore chiarezza sulle operazioni dei fornitori di rating ESG, in particolare per prevenire e attenuare i potenziali rischi associati ai conflitti di interesse;

    rilevato, con riferimento al rispetto del principio di attribuzione, che la proposta è correttamente fondata sull'articolo 114 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), in quanto mira a garantire il buon funzionamento del mercato interno, anche eliminando gli ostacoli che rendono difficile ai partecipanti al mercato, quali i fornitori di rating ESG o gli investitori, sfruttare appieno i vantaggi del mercato interno;

   considerato che la proposta risulta complessivamente conforme al principio di sussidiarietà, in quanto:

    l'intervento a livello europeo è necessario per colmare una lacuna nella disciplina degli investimenti e dei mercati finanziari dell'Unione. Allo stato infatti né l'Unione né gli Stati membri dispongono di una normativa che disciplini il funzionamento dei fornitori di rating ESG né le condizioni alle quali essi forniscono rating ESG;

    è evidente il valore aggiunto di una disciplina comune a livello europeo in quanto gli Stati membri potrebbero intervenire individualmente per migliorare l'affidabilità e la trasparenza dei rating ESG, ma le misure introdotte a livello nazionale differirebbero notevolmente e con ciò potrebbero determinarsi livelli divergenti di trasparenza, ostacoli per i partecipanti al mercato e difficoltà per coloro che operano a livello transfrontaliero, oltre a limitare la comparabilità tra i rating;

    considerato che la proposta risulta complessivamente coerente anche con il principio di proporzionalità. Tuttavia si ritiene che occorra valutare più approfonditamente se le misure specifiche introdotte per tutelare i fornitori di rating ESG che abbiano natura di piccole e medie imprese (PMI) siano effettivamente in grado di evitare un impatto sproporzionato della normativa su di essi in termini di maggiori costi regolamentari e di vigilanza nonché di perdita di quote di mercato. Sono certamente apprezzabili le specifiche misure in Pag. 206favore delle PMI prospettate dalla proposta in esame. Appare invece persuasiva solo in parte l'argomentazione della Commissione europea secondo la quale tali costi sarebbero compensati a medio e lungo termine con una crescita del mercato conseguente alla maggiore reputazione dei rating e alla fiducia degli investitori. Pur essendo tale crescita prevedibile, non è chiaro, in assenza di una più puntuale analisi e stima, in quale misura essa apporterebbe beneficio a tutti gli operatori del settore o soltanto ad alcuni di essi di maggiori dimensioni;

    osservato, inoltre, che alcune disposizioni della proposta attribuiscono alla Commissione europea il potere di adottare atti delegati ed esecutivi volti a disciplinare aspetti molto rilevanti della nuova normativa, tra i quali la procedura per l'imposizione e l'applicazione di sanzioni e la tipologia di contributi da versare. Occorre valutare attentamente se l'ambito e la portata di tali disposizioni sia coerente con i limiti previsti dagli articoli 290 e 291 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, anche al fine di introdurre eventualmente nel testo della proposta principi e criteri per la delimitazione dell'ambito oggettivo dei poteri delegati o esecutivi;

    rilevato che l'articolo 15, paragrafo 1, lettera b), della proposta, per evitare potenziali conflitti di interessi, stabilisce che i fornitori di rating ESG non possono svolgere attività di emissione e vendita di rating del credito. Tale soluzione appare troppo rigida ed in contrasto con gli obiettivi di accrescere la qualità e la competenza nel mercato dei servizi di rating ESG. Occorre pertanto valutare se, in luogo della rigida separazione prevista dall'articolo 15, non sia possibile ammettere l'esercizio delle attività ivi contemplate da parte dei fornitori di rating ESG rafforzando ulteriormente gli obblighi di trasparenza;

    sottolineata, pertanto, l'opportunità di operare, nel prosieguo dell'esame della proposta, un'analisi approfondita dei profili richiamati in precedenza, anche aggiornando ove appropriato le valutazioni di impatto svolte dalla Commissione europea;

    rilevata l'esigenza che il presente documento sia trasmesso al Parlamento europeo, al Consiglio e alla Commissione europea,

VALUTA CONFORME

   la proposta al principio di sussidiarietà di cui all'articolo 5 del Trattato sull'Unione europea.

Pag. 207

ALLEGATO 5

Schema di decreto legislativo di modifica e integrazione del decreto legislativo 17 marzo 2023, n. 42, in attuazione del regolamento (UE) 2021/2116 sul finanziamento, sulla gestione e sul monitoraggio della politica agricola comune e che abroga il regolamento (UE) n. 1306/2013, recante l'introduzione di un meccanismo sanzionatorio, sotto forma di riduzione dei pagamenti ai beneficiari degli aiuti della Politica agricola comune. Atto n. 72.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La XIV Commissione,

   esaminato per i profili di competenza, lo schema di decreto legislativo in titolo che, in attuazione del Regolamento (UE) 2021/2116 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 2 dicembre 2021, sul «finanziamento, sulla gestione e sul monitoraggio della politica agricola comune e che abroga il regolamento (UE) n. 1306/2013» recante l'introduzione di un meccanismo sanzionatorio, sotto forma di riduzione dei pagamenti, modifica ed integra il decreto legislativo del 17 marzo 2023, n. 42;

   considerato che i regolamenti che disciplinano la Politica agricola comune (PAC) 2023-2027, non prevedono un sistema sanzionatorio a carico dei beneficiari degli aiuti PAC e che lo stesso è, quindi, rimesso alla disciplina dei singoli Stati;

   ritenuto che è dunque compito degli Stati membri adottare le misure legislative, regolamentari e amministrative per garantire l'efficace tutela degli interessi finanziari dell'Unione, imponendo, tra l'altro, sanzioni effettive, proporzionali e dissuasive in conformità del diritto dell'Unione;

   considerato che al fine di armonizzare il regime sanzionatorio, sotto forma di riduzione o di esclusione dai pagamenti ai beneficiari degli aiuti della PAC, si rende necessario aggiornare ed implementare il predetto sistema sanzionatorio introdotto dal sopra richiamato decreto legislativo n. 42 del 2023 ed individuare il meccanismo sanzionatorio anche per alcuni interventi settoriali, quali, in particolare, quello vitivinicolo, ortofrutticolo, dell'apicoltura, dell'olio di oliva e delle olive da tavola;

   evidenziato che il provvedimento in esame, finalizzato a conformare il nostro ordinamento alle previsioni del regolamento 2021/2116, non presenta profili di incompatibilità con il diritto dell'UE,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

Pag. 208

ALLEGATO 6

Schema di decreto legislativo recante adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) n. 2018/848, relativo alla produzione biologica e all'etichettatura dei prodotti biologici, e alle disposizioni del regolamento (UE) 2017/625, relativo ai controlli ufficiali e alle altre attività ufficiali effettuati per garantire l'applicazione della legislazione sugli alimenti e sui mangimi, delle norme sulla salute e sul benessere degli animali, sulla sanità delle piante nonché sui prodotti fitosanitari. Atto n. 73.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La XIV Commissione,

   esaminato, per i profili di competenza, lo schema di decreto legislativo in titolo predisposto al fine di dare attuazione alla delega conferita al Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste quale autorità competente ai sensi dell'articolo 10 della legge n. 127 del 2022 per l'adeguamento alle disposizioni del regolamento 2018/848 in materia di produzione biologica e di etichettatura dei prodotti biologici e alle disposizioni del regolamento 2017/625, in materia di controlli ufficiali e altre attività ufficiali effettuati per garantire l'applicazione della legislazione sugli alimenti e sui mangimi, delle norme sulla salute e sul benessere degli animali, sulla salute delle piante e sui prodotti fitosanitari;

   considerato che il decreto legislativo in esame – emanato anche in attuazione della delega al Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste quale autorità competente, ai sensi dell'art. 19 della legge n. 23 del 2022 –, revisiona, aggiorna e rafforza il sistema dei controlli in materia di produzione, commercializzazione, importazione e certificazione dei prodotti biologici e il sistema sanzionatorio sulla produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico, e adotta misure volte ad assicurare una maggiore trasparenza e tutela della concorrenza mediante la definizione di strumenti di superamento e soluzione dei conflitti di interessi esistenti tra controllori e controllati;

   considerato che si è rilevata l'opportunità di predisporre un unico provvedimento al fine di conferire maggiore coerenza all'intero sistema normativo;

   rilevato che l'attuale quadro normativo nazionale relativo alla produzione agricola, agroalimentare e dell'acquacoltura con metodo biologico è disciplinato dalla legge n. 23 del 2022;

   preso atto che il sistema dei controlli delle attività di produzione, trasformazione, commercializzazione, importazione di prodotti ottenuti secondo il metodo di agricoltura biologica e la relativa disciplina sanzionatoria è disciplinato dal decreto legislativo n. 20 del 2018 che lo schema di decreto legislativo in esame intende abrogare;

   evidenziato che il provvedimento in esame non presenta profili di incompatibilità con il diritto dell'UE,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.