CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 20 settembre 2023
169.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Trasporti, poste e telecomunicazioni (IX)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-01345 Caroppo: Disfunzioni nella visione dei canali RAI nelle province di Brindisi e Lecce.

TESTO DELL'INTERROGAZIONE

   CAROPPO, D'ATTIS e DALLA CHIESA. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   da diversi giorni nelle città di Brindisi e Lecce, e nei territori circostanti delle rispettive province si registrano gravi disfunzioni relative alla percezione del segnale televisivo con l'impossibilità da parte degli utenti di vedere i canali Rai;

   nonostante le segnalazioni inviate al servizio clienti la Rai non ha fornito motivazioni né soluzioni in merito all'impossibilità di accedere alla visione dei propri canali;

   tale disfunzione si è già verificata diverse volte in passato e il suo ripetersi, oltre a negare il diritto di accesso alla visione della televisione pubblica, arreca un ingiusto danno economico ai cittadini interessati che versano il canone di abbonamento per intero –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare il Ministro interrogato al fine di tutelare il diritto degli utenti alla visione dei canali della televisione pubblica e se non intenda valutare, per quanto di competenza, la possibilità applicativa di una forma risarcitoria proporzionale alle giornate di oscuramento dei canali Rai.
(5-01345)

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ALLEGATO 2

5-01345 Caroppo: Disfunzioni nella visione dei canali RAI nelle province di Brindisi e Lecce.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Garantire la qualità del servizio radio televisivo su tutto il territorio nazionale rappresenta un obiettivo importante per il Governo. A riguardo, evidenzio che anche alla luce del vigente contratto di servizio tra il Ministero delle imprese e del made in Italy e la Rai, quest'ultima deve garantire la diffusione di tutti i contenuti audiovisivi di pubblico servizio, assicurando la ricevibilità gratuita del segnale al 100 per cento della popolazione via etere o, quando non possibile, via cavo e via satellite.
  A tal fine la Rai utilizza la piattaforma digitale gratuita Tivùsat e, con riguardo a quelle zone del territorio nazionale non raggiunte completamente dal digitale terrestre, deve fornire una smart card della stessa piattaforma, senza costi aggiuntivi agli utenti che siano titolati a farne richiesta.
  Pertanto, con riferimento al disservizio oggetto dell'interrogazione in parola è stata sentita la Concessionaria del servizio pubblico, che ha comunicato quanto segue.
  Le problematiche lamentate durante il periodo estivo, circa la difficoltà di ricezione in alcune limitate zone del territorio nazionale, sono da attribuire alle caratteristiche proprie del segnale radioelettrico.
  Infatti, nell'eccezionalità climatica di questo periodo dell'anno vengono favoriti fenomeni di anomala propagazione del segnale causate delle variazioni nell'indice di rifrazione dell'atmosfera. I fenomeni sopra descritti favoriscono l'arrivo in loco, anche per sole frazioni di tempo, di segnali di alcuni trasmettitori posti a lunga distanza, favorendo situazioni di auto-interferenze, non altrimenti riscontrate.
  Inoltre, si segnala che l'ispettorato Puglia Basilicata e Molise del MIMIt è stato interessato da un'unica segnalazione riguardante il territorio brindisino ed in particolare il territorio di Torchiarolo (BR), e si è intervenuti prontamente con un sopralluogo tecnico effettuato congiuntamente al segnalante.
  Le verifiche effettuate non hanno evidenziato particolari problemi di ricezione televisiva in quanto i segnali televisivi Rai erano regolarmente ricevibili ed esenti da disturbi. Dell'esito delle verifiche svolte sul campo sono stati resi edotti i reclamanti entrambi residenti della zona di Torchiarolo. Allo stato non risulterebbero altre segnalazioni a riguardo.
  Gli Ispettorati Territoriali, ove richiesto, potranno in ogni caso effettuare ulteriori accertamenti, eventualmente anche a campione, ove si rinvenisse la necessità.
  Tale situazione interferenziale dovuta alle particolarità climatiche – a parere della Concessionaria pubblica – potrebbe conoscere una soluzione definitiva con l'introduzione del DVT-T2 che inizierà ad inizio 2024.
  Infine, alla luce della normativa attualmente vigente, per consentire la copertura televisiva in zone non servite dagli operatori di rete, si ricorda che gli enti locali possono procedere anche alla ripetizione dei suddetti programmi, presentando la richiesta di autorizzazione all'attivazione di specifici ripetitori.
  Ad ogni modo rimane ferma la disponibilità del Governo a valutare ogni soluzione idonea a garantire la copertura del servizio pubblico su tutto il territorio nazionale nonché di prevedere adeguate forme a tutela degli utenti, ove necessarie.

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ALLEGATO 3

5-01351 Iaria: Utilizzo dei fondi del PNRR destinati all'ammodernamento della rete fibra.

TESTO DELL'INTERROGAZIONE

   IARIA, CANTONE, FEDE e TRAVERSI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per l'innovazione in una recente intervista ha dichiarato che le compagnie telefoniche non hanno rispettato gli impegni presi con il Governo riguardo alla copertura di internet veloce e che questa situazione riguarda anche i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) –:

   quale sia lo stato attuale dell'utilizzo dei fondi del PNRR destinati all'ammodernamento della rete fibra, e in che misura siano stati impiegati per affrontare questa situazione di ritardo.
(5-01351)

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ALLEGATO 4

5-01351 Iaria: Utilizzo dei fondi del PNRR destinati all'ammodernamento della rete fibra.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Con riferimento alla question time faccio presente che alla luce del nuovo quadro istituzionale delineato con l'entrata in vigore del decreto-legge 1° marzo 2021, n. 22 recante «Disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri» le problematiche connesse al consolidamento infrastrutturale di reti fisse e mobili e allo sviluppo e di infrastrutture di nuova generazione, esulano dalla diretta competenza del Ministero delle imprese e del made in Italy rientrando nell'ambito della competenza del Dipartimento di innovazione e transizione digitale presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.
  In particolare, gli investimenti relativi all'accelerazione della Banda si muovono nell'ambito del nuovo scenario delineato nella Strategia Nazionale 2023-2026, frutto della consultazione con gli operatori di settore e del lavoro del Comitato Interministeriale per la Transizione Digitale presieduto dal Sottosegretario di Stato Alessio Butti.
  Ad ogni modo, rappresento che all'interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il Ministero delle imprese e del made in Italy è titolare di 11 misure di investimento e di un progetto di riforma, afferenti a quattro delle sei Missioni del Piano.
  L'obiettivo è porre le basi per uno sviluppo duraturo e sostenibile dell'economia, garantendo la rapidità di esecuzione dei progetti attraverso una semplificazione degli strumenti in modo da favorire un aumento della produttività.
  Circa le misure di competenza della missione «Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo», che hanno l'obiettivo di favorire l'innovazione in chiave digitale, sostenendo l'infrastrutturazione del Paese e la trasformazione dei processi produttivi delle imprese, faccio presente che il MiMIT attraverso tali interventi punta a sostenere gli investimenti strategici nell'ambito della Transizione 4.0 (che è una misura in via di evoluzione), i progetti innovativi per le filiere strategiche del Made in Italy, lo sviluppo del settore spaziale nonché il sistema della proprietà industriale.
  Per le citate linee di intervento promosse dal MIMIT nell'ambito della Missione 1 sono stanziati complessivamente 21,528 miliardi di risorse previste dal PNRR e dal Piano Nazionale Complementare (PNC), così ripartite:

   Per la Transizione: 13,381 miliardi PNRR + 5,08 miliardi PNC;

   Competitività e resilienza delle filiere produttive: 750 milioni PNRR;

   Tecnologia satellitare e economia spaziale: 1,487 miliardi PNRR + 800 milioni PNC;

   Investimento nel sistema della proprietà industriale: 30 milioni PNRR.

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ALLEGATO 5

5-01346 Maccanti: Disfunzioni nella visione dei canali RAI in numerose zone del Veneto.

TESTO DELL'INTERROGAZIONE

   MACCANTI, ANDREUZZA, BISA, BOF, DARA, FURGIUELE, MARCHETTI e PRETTO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   da circa un anno in molte province del Veneto: Treviso, Veneto orientale da San Donà a Jesolo fino a Portogruaro nonché nei comuni dell'entroterra, si registrano gravi disfunzioni relative alla percezione del segnale televisivo con l'impossibilità da parte degli utenti di vedere i canali Rai;

   la Società concessionaria ha confermato che trattasi di un problema esteso a più province e dai controlli effettuati sugli apparecchi non risultano anomalie, neanche collegabili con il recente switch off, in quanto è il segnale a risultare assente;

   da quanto appreso a livello locale i primi disagi si sono verificati circa un anno fa, si sono acuiti in concomitanza con i mondiali di calcio, ma sono poi proseguiti senza alcun intervento della concessionaria e sempre secondo quanto appreso dagli interroganti il segnale potrebbe essere stato abbassato volutamente per non interferire con quello di regioni vicine;

   al momento del reforming della banda 700 megahertz in Veneto, per limitare la necessità degli utenti di intervenire sugli impianti di ricezione nell'area di Verona e Padova, è stato aggiunto, l'impianto di Velo Veronese alla rete di impianti di diffusione del Multiplex macroregionale e, più recentemente, del Multiplex nazionale B-PNAF02;

   l'articolo 59 del decreto legislativo n. 208 del 2021 definisce i compiti del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale, affidato in concessione alla Rai, e prevede la diffusione di tutte le trasmissioni televisive e radiofoniche di pubblico servizio con copertura integrale del territorio nazionale;

   nel caso di presunto inadempimento degli obblighi, l'articolo 62 del testo unico prevede un'attività di impulso da parte del Ministero delle imprese e del made in Italy verso l'autorità competente e dispone le procedure che l'Agcom deve seguire in termini di procedura istruttoria e sanzionatoria –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda porre celermente in essere per risolvere le criticità esposte in premessa, al fine di garantire a tutti i cittadini il diritto di accesso alle reti del servizio pubblico radiotelevisivo sull'intero territorio nazionale.
(5-01346)

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ALLEGATO 6

5-01346 Maccanti: Disfunzioni nella visione dei canali RAI in numerose zone del Veneto.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Come riferito anche in occasione del precedente question time, garantire la qualità del servizio radio televisivo su tutto il territorio nazionale rappresenta un obiettivo importante per il Governo, anche alla luce del vigente contratto di servizio con la Rai.
  Quest'ultima tuttavia ha evidenziato che in determinate località e in determinati orari del giorno, possono sperimentarsi problemi di ricezione del segnale televisivo, legati a particolari condizioni ambientali e locali.
  Nello specifico caso in parola, per risolvere la problematica di ricezione del canale 37 RAI, verificatasi in alcune zone del Veneto Orientale, dietro istanza della concessionaria pubblica, il Ministero ha espresso parere tecnico positivo temporaneo, nelle more del passaggio al DVB-T2, all'attivazione di un impianto operante nel Comune di Jesolo sul canale 30 in deroga al PNAF19.
  A riguardo, rappresento che sentita la RAI, quest'ultima ha confermato che l'impianto in questione è stato attivato. Questo dovrebbe segnare il superamento delle criticità evidenziate.
  Resta fermo il ruolo del MIMIt nelle attività degli Ispettorati territoriali, organi tecnici che svolgono, su tutto il territorio nazionale, la vigilanza e il controllo dell'uso dell'etere anche mediante sopralluoghi tecnici sui luoghi, su richiesta o a campione, per verificare la copertura del segnale.
  Si ricorda altresì che in merito alla piattaforma tecnologica satellitare la Rai utilizza la piattaforma gratuita Tivùsat e, con riguardo a quelle zone del territorio nazionale non raggiunte completamente dal digitale terrestre, deve fornire una smart card della stessa piattaforma, senza costi aggiuntivi agli utenti che siano titolati a farne richiesta.
  Si prevede che il passaggio alla tecnologia DVB-T2, ormai molto prossimo, previsto per i primi mesi del 2024 risolverà gran parte dei problemi di ricezione locale, di interferenza o disturbo del segnale televisivo.
  Nelle more, saranno adottate tutte le misure idonee a garantire la migliore e più diffusa fruizione del servizio da parte dell'utenza.

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ALLEGATO 7

5-01347 Ghirra: Contributo per l'acquisto di infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici.

TESTO DELL'INTERROGAZIONE

   GHIRRA. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 1, comma 1, lettera a) del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 4 agosto 2022 ha previsto per l'anno 2022 un contributo per l'acquisto di infrastrutture di potenza standard per la ricarica di veicoli alimentati a energia elettrica da parte di utenti domestici;

   il citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri ha altresì previsto che, con decreto direttoriale del Ministero delle imprese e del made in Italy, vengano individuate le disposizioni procedurali per l'erogazione ai cittadini degli incentivi;

   la misura è stata estesa al 2023 e al 2024 dall'articolo 12, comma 3, del decreto-legge n. 198 del 2022, convertito con modificazioni dalla legge 24 febbraio 2023;

   l'interrogante ha presentato un'interrogazione a risposta immediata (n. 5-00847) svolta in data 24 maggio 2023 nell'ambito dei lavori della competente Commissione Trasporti della Camera dei deputati;

   nel rispondere al quesito posto, il Sottosegretario per le imprese e il made in Italy, onorevole Massimo Bitonci, ha dichiarato come il decreto attuativo fosse ormai in fase di pubblicazione;

   a oggi, nonostante sia trascorso più di un anno dall'entrata in vigore delle misure di favore per i cittadini e più di quattro mesi dalla risposta del sottosegretario, non risulta che il decreto citato sia stato emanato, con la conseguenza che la disposizione non ha mai avuto concreta attuazione e il contributo non è mai stato erogato, con il risultato finale che tutto è rimasto lettera morta e nessuno ne ha potuto beneficiare –:

   quali siano le ragioni dell'inaccettabile ritardo di cui in premessa, e se non si ritenga improcrastinabile dare piena attuazione al contributo previsto più di un anno fa per l'acquisto di colonnine di ricarica per veicoli elettrici, e ancora mai erogato.
(5-01347)

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ALLEGATO 8

5-01347 Ghirra: Contributo per l'acquisto di infrastrutture per la ricarica dei veicoli elettrici.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Com'è stato ricordato con l'interrogazione in parola il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 4 agosto 2022, pubblicato in Guri il 4 ottobre 2022, ha previsto per l'anno 2022 un contributo per l'acquisto di infrastrutture di potenza standard per la ricarica di veicoli alimentati ad energia elettrica da parte di utenti domestici.
  La misura è stata estesa al 2023 e al 2024 dall'articolo 12, comma 3, del decreto-legge n. 198 del 2022, convertito con modificazioni dalla legge 24 febbraio 2023.
  Per quanto concerne la gestione della misura da parte di quest'Amministrazione, il soprarichiamato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 4 agosto 2022, all'articolo 1, comma 2, demanda ad un decreto direttoriale del Ministero dello sviluppo economico l'individuazione delle disposizioni procedurali per l'erogazione dei contributi per l'acquisto delle infrastrutture di ricarica.
  A riguardo, come ricordato anche in occasione di un precedente question time, si rappresenta che sono in corso gli adempimenti amministrativi e tecnici necessari per applicare per la prima volta una misura autonoma destinata a un bacino particolarmente ampio di utenti domestici.
  Attualmente, infatti, la Convenzione, stipulata il 28 giugno 2023 con il soggetto gestore della piattaforma, e il relativo decreto direttoriale di approvazione sono al vaglio della Corte dei conti, che ha formulato alcuni rilievi in merito ai quali sono stati forniti prontamente dei chiarimenti.
  Si è pertanto in attesa delle determinazioni della Corte stessa, che auspichiamo giungere quanto prima, per poter procedere all'attuazione della misura, nell'ottica di garantire l'utenza, in quanto lo sviluppo della rete di infrastrutture di ricarica costituisce una delle principali condizioni abilitanti per la diffusione della mobilità elettrica e il trasporto sostenibile.

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ALLEGATO 9

5-01348 Pastorella: Finanziamento del Fondo Nazionale Innovazione.

TESTO DELL'INTERROGAZIONE

   PASTORELLA e BENZONI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   nel 2019 veniva istituito il Fondo Nazionale Innovazione – CDP Venture Capital con «l'obiettivo di favorire la crescita delle nuove imprese tecnologiche e supportare l'economia dell'innovazione» con destinatari finali start-up, PMI innovative e fondi di venture capital;

   il 31 maggio 2023 veniva approvato dal Consiglio dei ministri il disegno di legge cosiddetto «Made in Italy», il cui articolo 4, comma 4, lettera b), prevede la revoca di 300 milioni di euro destinati al suddetto Fondo per il sostegno al venture capital costituito presso il Ministero delle imprese e del made in Italy;

   le principali associazioni di categoria, InnovUp e Italian Tech Alliance, hanno espresso preoccupazione per le conseguenze dannose in un settore che nel 2022 ha riportato un fatturato complessivo di 9,5 miliardi di euro, movimentando oltre 2,5 miliardi di investimenti in capitale di rischio e contribuendo alla crescita occupazionale con un saldo positivo pari a 343 mila posti di lavoro;

   le conseguenze negative del taglio di risorse destinato al Fondo Nazionale Innovazione colpiranno sia le start-up già finanziate che necessitino di round successivi di finanziamento, danneggiate anche dal possibile crono nelle valutazioni, sia in generale l'ambiente imprenditoriale e l'ecosistema dell'innovazione in Italia;

   i rischi di una tale iniziativa includono una potenziale migrazione dei founder in Paesi vicini in cui possano reperire i finanziamenti venuti a mancare e, in maniera speculare, una diminuzione negli investimenti dei fondi esteri in Italia, interessati all'acquisto di start-up ma non più alla loro permanenza in Italia;

   il depotenziamento del settore dell'innovazione avrebbe particolari ricadute sul settore ICT. Secondo l'ultimo monitoraggio realizzato da Anitec-Assinform, sono più di 11.000 le start-up e PMI Innovative che operano nel settore ICT, di cui il 70 per cento considerate anche «ICT digitali». I principali filoni di attività per queste imprese sono le soluzioni digitali, le soluzioni di IoT (12,5 per cento), l'intelligenza artificiale e machine learning, l'industria 4.0, le Mobile app, l'e-commerce, i big data & data science, le blockchain e la cybersecurity –:

   quali motivazioni abbiano portato il Governo a prevedere un tale taglio di risorse ad un programma di successo e se si prevedano strumenti alternativi per supportare lo sviluppo di un settore cruciale come quello dell'innovazione, capace di contribuire significativamente alla crescita economica e allo sviluppo di ambiti strategici come l'ICT.
(5-01348)

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ALLEGATO 10

5-01348 Pastorella: Finanziamento del Fondo Nazionale Innovazione.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Com'è stato ricordato con l'atto in parola, con la legge 30 dicembre 2018, n. 145 si è prevista un'operazione di rilancio dell'intervento pubblico a sostegno del mercato italiano del venture capital attraverso la razionalizzazione dei diversi interventi nazionali esistenti in materia che sono stati accorpati in un unico grande strumento e l'istituzione, nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, del Fondo di sostegno al Venture Capital, con una dotazione complessiva di oltre 500 milioni di euro.
  Nel contesto di operatività del Fondo, l'articolo 10, comma 7-sexies, del decreto-legge 10 settembre 2021, n. 121, ha previsto che, al fine di favorire il settore del venture capital, il Ministero dello sviluppo economico, nel rispetto della comunicazione della Commissione europea 2014/C 19/04, relativa agli «Orientamenti sugli aiuti di Stato destinati a promuovere gli investimenti per il finanziamento del rischio», fosse autorizzato a sottoscrivere fino a un ammontare pari a ulteriori 2 miliardi di euro da versare al Fondo.
  In forza di tale previsione normativa, il Ministero delle imprese e del made in Italy ha sottoscritto quote per 2 miliardi di euro, destinando a CDP Venture Capital, s.g.r. del gruppo CDP, 1 miliardo e 850 milioni e al Fondo europeo per gli investimenti (FEI) 150 milioni, nel quadro dell'iniziativa «Scale-Up», promossa per sostenere la crescita delle start-up e del mercato del venture capital a livello europeo. A sua volta, CDP Venture Capital si è, al momento, impegnata nei confronti dei Fondi sottostanti per 350 milioni.
  Pertanto, al netto dei 300 milioni destinati al «Fondo sovrano» di cui all'articolo 4, comma 4, lettera b), del ddl cosiddetto «Made in Italy» residuano, al momento, 1 miliardo e 550 milioni di euro, interamente destinati al sostegno delle start-up innovative.
  Rispetto a tale ammontare di risorse disponibili, dall'operatività della misura disciplinata dal suddetto decreto attuativo del luglio 2022 ad oggi, risultano effettuati investimenti in start-up per soli 28 milioni di euro. Appare, dunque, evidente come il rifinanziamento di 2 miliardi di euro operato con il decreto-legge n. 121/2021 si sia rivelato, allo stato, sovradimensionato rispetto all'effettiva capacità di assorbimento del mercato del Venture capital italiano.
  Investire un ammontare di risorse sproporzionato rispetto alle dimensioni del mercato, tramite un unico operatore finanziario, rischia di configurare un intervento distorsivo e spiazzare risorse private piuttosto che attrarle. È necessaria dunque un'allocazione efficace su iniziative meritevoli e innovative e, in tal senso, il rinnovato impegno in questo campo non è affatto smentito dalla scelta di riprogrammare l'importo di 300 milioni di euro – in questo momento – evidentemente non necessario nell'ambito del Fondo nazionale per l'innovazione in favore del nuovo «Fondo sovrano», per dotare il Governo di uno strumento utile ad intervenire in imprese nazionali, inserite in filiere strategiche e ad elevato potenziale, ma già consolidate e diverse dalle start-up innovative, tipico target di un Fondo di venture capital.
  Diversamente, si sarebbe mantenuto un elevato importo di risorse pubbliche completamente immobilizzato, precludendo all'operatore pubblico la possibilità di intervenire a sostegno del rilancio e della crescita di tutte le imprese nazionali, a beneficio della competitività del Paese e dell'intero sistema produttivo.

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ALLEGATO 11

5-01349 Barbagallo: Riduzione dei voli e innalzamento delle tariffe da parte di alcune compagnie low cost.

TESTO DELL'INTERROGAZIONE

   BARBAGALLO, BAKKALI, CASU, GHIO e MORASSUT. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 1 del decreto-legge n. 104 del 2023 vieta la fissazione dinamica delle tariffe aeree, ovvero l'impiego di sistemi automatizzati di revenue management, sulle rotte nazionali di collegamento con le isole quando – nei periodi caratterizzati da picchi della domanda legati alla stagionalità o a situazioni di emergenza – essa conduce all'applicazione di prezzi di vendita dei biglietti aerei o dei servizi accessori superiori del 200 per cento alla tariffa media del volo;

   la disposizione citata è stata contestata con vigore dalle compagnie aeree, che hanno anche inviato una lettera alla Commissione europea, poiché vi ravviserebbero una illegittima compressione della libertà di fissazione delle tariffe, garantita dall'articolo 22 del Regolamento CE 1008/2008 anche se l'Antitrust, in audizione sul provvedimento, ha chiarito che la norma tutela i consumatori vulnerabili e non sussistono limitazioni alla determinazione delle politiche delle tariffe;

   a seguito dell'introduzione del provvedimento, Ryanair ha ridotto del 10 per cento l'offerta sulla Sardegna dichiarando l'intenzione di farlo anche in Sicilia per il periodo invernale;

   il Ministro interrogato ha quindi dichiarato che «L'Italia è un Paese sovrano e non si fa ricattare da alcuno»;

   nonostante la disposizione sia già entrata in vigore, i voli continuano ad avere tariffe vessatorie arrivando a costare anche 410 per un volo Olbia-Roma;

   è urgente e necessaria una politica di regolamentazione del settore delle low cost che protegga il mercato ma che al contempo non crei le condizioni per un difetto di offerta, che possa anche dare spazio alla possibilità di creazione di cartelli tra le compagnie che è uno dei fattori alla base dell'alto costo – ormai strutturale e non episodico – dei collegamenti con le isole –:

   in che modo e con quali iniziative si intenda tutelare i consumatori ed i passeggeri dall'annunciata riduzione dei voli domestici ed innalzamento delle tariffe di alcune compagnie aeree low cost, realizzando una intesa con le compagnie aeree interessate per garantire la stabilità delle tariffe ed il mantenimento del numero di rotte aeree nazionali con le isole.
(5-01349)

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ALLEGATO 12

5-01349 Barbagallo: Riduzione dei voli e innalzamento delle tariffe da parte di alcune compagnie low cost.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Annuncio che il Governo ha presentato un emendamento che sostituisce l'articolo 1 del decreto-legge n. 104 del 2023.
  Si è irrobustito ulteriormente l'impianto normativo creando le condizioni per un penetrante ed efficace controllo sulle speculazioni che alcune compagnie aeree praticano laddove il mercato è oligopolistico e la domanda cresce repentinamente nel periodo estivo, com'è per le isole, con grande pregiudizio per gli utenti che viaggiano per motivi di salute o di lavoro. Le linee di intervento sono le seguenti:

   1. Sconfiggere lo strapotere dell'algoritmo: L'Autorità Garante per la concorrenza avrà finalmente il potere di verificare il comportamento degli algoritmi di fissazione del prezzo e potrà accertare la sussistenza di speculazioni e cartelli anche se questi sono il frutto di una decisione automatica degli algoritmi e non degli uomini. Si tratta di una nuova frontiera del controllo, allineata all'evoluzione tecnologica, che porrà fine alla logica puramente speculativa degli algoritmi. L'incremento del prezzo, oltre il 200 per cento di quello medio, sulle rotte per le isole nel periodo di punta, oppure in situazione di emergenza nazionale, costituiranno indizi qualificati per attivare il potere di accertamento dell'Autorità. Non solo. L'autorità potrà, a valle di una indagine conoscitiva, imporre impegni e vincoli alle compagnie aeree, ove vengano in rilievo comportamenti distorsivi della concorrenza che producano discriminazione sociale, pregiudizio al diritto alla mobilità e alla tutela della salute, soprattutto nelle rotte in cui la competizione è scarsa.

   2. Attenzione ai consumatori: L'emendamento governativo – recependo quanto emerso nei dialoghi bilaterali con le Autorità, gli enti preposti, le realtà di impresa, le altre Amministrazioni – promuove con fermezza il principio di libertà tariffaria nel settore aereo (a beneficio degli utenti) ma al contempo toglie ogni arbitrio ed ogni argomento alle critiche strumentalmente avanzate da alcune compagnie aeree low cost.

   3. Trasparenza: Abbiamo imposto maggiore trasparenza nell'erogazione di sussidi alla compagnie aeree da parte dei gestori aeroportuali. Dal report dell'Autorità per la regolazione dei trasporti emergono, infatti, sussidi per oltre 300 milioni nel 2022 andati per due terzi alla compagnia protagonista nel mercato nazionale (Ryanair). D'ora innanzi i criteri dovranno essere pubblici e conoscibili ex ante, così che tutte le Compagnie possano candidarsi.

  Come affermato nei tavoli ministeriali presieduti dal Ministro Urso e dal Viceministro Rixi, il mercato dei voli non è un far west.

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ALLEGATO 13

5-01350 Cangiano: Telemarketing illegale.

TESTO DELL'INTERROGAZIONE

   CANGIANO, RAIMONDO e LONGI. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

   il registro pubblico delle opposizioni è uno strumento importante a tutela degli utenti. Inizialmente si applicava alle numerazioni riportate in elenchi di abbonati;

   con diverse modifiche normative, l'applicazione è stata estesa alle numerazioni nazionali fisse e mobili così come riportato nel decreto del Presidente della Repubblica 27 gennaio 2022, n. 26;

   com'è stato evidenziato in diverse occasioni anche dal Governo, tale strumento funziona bene verso le imprese iscritte al servizio ma ha limiti di intervento verso il cosiddetto telemarketing illegale;

   sussistono infatti alcune criticità relative alle tecniche di mascheramento della numerazione (spoofing) e all'utilizzo di numerazioni virtuali attive solo per chiamate in uscita;

   queste tecniche illegali riescono ad aggirare il sistema di controllo e sanzioni che è stato previsto a riguardo;

   senz'altro appare necessario un coordinamento con il Garante per la protezione dei dati personali, il quale – com'è stato riferito in risposta a precedenti interrogazioni – stava predisponendo, in collaborazione con gli operatori del settore, un codice di autoregolamentazione degli attori della filiera per arginare il ricorso a soggetti che non rispettano le regole;

   gli interroganti considerano fondamentale tutelare i cittadini dal fenomeno del telemarketing aggressivo –:

   alla luce della funzione di monitoraggio esercitata dal Ministro interrogato, quale sia lo stato dell'arte in materia di applicazione di tale strumento.
(5-01350)

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ALLEGATO 14

5-01350 Cangiano: Telemarketing illegale.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

  Con l'atto in parola si fa riferimento al Registro pubblico delle opposizioni (RPO), e si chiede di conoscere quale sia lo stato dell'arte dell'applicazione del servizio, di fondamentale importanza per tutelare i cittadini dal fenomeno del telemarketing aggressivo.
  Come noto, con il Registro pubblico delle opposizioni, i cittadini dispongono di un nuovo strumento per tutelare l'utilizzo della propria numerazione telefonica per fini di telemarketing, teleselling e ricerche di mercato.
  Attualmente, sono registrate al servizio RPO più di 28 milioni di numerazioni di contraenti telefonici (3 milioni richieste dai cittadini e 25 milioni iscrizioni di default relative alle numerazioni fisse non presenti negli elenchi telefonici pubblici) e circa 1.000 operatori.
  Tuttavia, come ricordato dall'interrogante, il Registro tutela dalle chiamate effettuate nel rispetto della legge ma non può impedire la ricezione di telefonate illegali, effettuate da soggetti che raccolgono i dati in maniera illecita e contattano gli utenti senza aver raccolto apposito consenso. Le aziende che non verificano le numerazioni periodicamente oppure non consultano il Registro prima dell'avvio di ogni campagna vanno individuate e sanzionate, come previsto dalla normativa vigente.
  Il 9 marzo scorso, l'Autorità Garante per la protezione dei dati personali ha approvato il Codice di condotta per le attività di telemarketing e teleselling che stabilisce che, nei contratti stipulati dall'operatore con l'affidatario del servizio, dovrà essere prevista una penale o la mancata corresponsione della provvigione per ogni vendita di servizi realizzata a seguito di contatto promozionale senza consenso.
  Conseguentemente, il Ministro delle imprese e del made in Italy ha emanato il decreto 12 maggio 2023 che fissa le tariffe per l'accesso al Registro pubblico delle opposizioni da parte degli operatori, in modo da favorire la consultazione periodica del servizio.
  È stato realizzato, inoltre, un sistema per verificare che i call center dichiarati al gestore del RPO siano registrati, secondo la normativa vigente, presso il Registro degli operatori di comunicazione dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM).
  Al fine di impedire comportamenti scorretti, il 19 luglio scorso, il Ministro delle imprese e del made in Italy ha incontrato il Garante per la Privacy per parlare della necessità di ulteriori e più efficaci interventi in grado di contrastare l'uso illecito del telemarketing e il mancato rispetto del Registro delle opposizioni, accrescendo in questo modo le tutele a favore della privacy dei consumatori.
  Al fine di contrastare tali fenomeni attraverso un approccio diversificato il Ministero, di concerto con le due Autorità, sta valutando nuovi interventi atti a garantire il rispetto delle regole, ivi comprese possibili proposte normative volte ad agevolare l'identificabilità delle chiamate promozionali, onde evitare che gli operatori svolgano la propria attività alterando il numero chiamante, senza verificare preventivamente le numerazioni con il Registro pubblico delle opposizioni.