CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 3 agosto 2023
156.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO
Pag. 101

ALLEGATO 1

Delega al Governo per la riforma fiscale. C. 1038-B, approvato dalla Camera e modificato dal Senato.

PARERE APPROVATO

  La XI Commissione,

   esaminato, per quanto di competenza, il disegno di legge C. 1038-B, recante delega al Governo per la riforma fiscale, già approvato dalla Camera e modificato dal Senato;

   ricordato che la Commissione si è già pronunciata favorevolmente in sede consultiva sul provvedimento durante l'esame in prima lettura alla Camera;

   preso atto delle modifiche apportate dal Senato, in particolare, per quanto concerne le norme di interesse della XI Commissione, di quelle all'articolo 16, nella parte in cui si prevede di rafforzare la specializzazione e la formazione professionale continua del personale dell'Amministrazione finanziaria, con particolare riferimento alle attività di contrasto alle frodi e all'evasione fiscale, all'utilizzo delle nuove tecnologie digitali, anche applicate alle attività economiche, all'utilizzo dei big data e al relativo trattamento, alla sicurezza informatica e ai nuovi modelli organizzativi e strategici delle imprese, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

Pag. 102

ALLEGATO 2

5-01223 Gribaudo: Iniziative volte a salvaguardare i lavoratori della AFS Service s.r.l. licenziati a seguito della comunicazione da parte di Amazon a AFS Service della cessazione del contratto di gestione del polo logistico di Orbassano.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo con cui si chiede quali iniziative di competenza si intenda assumere relativamente alla vicenda che interessa la società AFS Service S.r.l. e i suoi lavoratori, sentite la regione Piemonte e le Direzioni Generali competenti del Ministero, rappresento quanto segue.
  La società AFS Service srl – socia consorziata della AFS Società Consortile a responsabilità limitata – è una società commerciale avente ad oggetto l'esecuzione di servizi di facchinaggio, trasporti e manipolazione di merce di qualsiasi genere per conto proprio o di terzi, che ha concluso con la Amazon UE srl un contratto di smistamento e cross docking merci.
  La società ha svolto il suddetto servizio presso un magazzino sito nell'interporto di Orbassano (TO), con n. 87 dipendenti assunti a tempo indeterminato — di cui 83 assunti con CCNL Logistica, Trasporti e Spedizioni, e n. 4 assunti con CCNL Imprese di pulizia e Servizi integrati/multiservizi — e 50 in somministrazione con la qualifica di operaio.
  A seguito di comunicazione formale, da parte di Amazon UE srl, di cessazione del citato contratto a far data dal 31 luglio 2023, la società AFS srl, il 14 giugno 2023, ha comunicato alle rappresentanze sindacali dei lavoratori, alla regione Piemonte, ai Ministeri del lavoro e delle politiche sociali e delle imprese e del made in Italy, nonché all'ANPAL l'intenzione di procedere alla chiusura dello stabilimento sito in Orbassano e il conseguente avvio della procedura prevista dall'articolo 1, commi 224 e seguenti, della legge n. 234 del 2021, al fine di garantire la salvaguardia del personale ivi impiegato pari a 137 unità.
  In data 27 luglio 2023, la Società ha presentato – ai sensi dell'articolo 1, comma 231, della legge n. 234 del 2021 – un Piano finalizzato a limitare le ricadute occupazionali ed economiche derivanti dalla chiusura dello stabilimento di Orbassano. Tale Piano sarà oggetto di esame tra le Parti con la partecipazione anche di rappresentanti del Ministeri del lavoro e delle politiche sociali e delle imprese e del made in Italy, della regione Piemonte e dell'ANPAL, con l'obiettivo di individuare soluzioni e strumenti che possano salvaguardare il tessuto occupazionale e produttivo.
  La regione Piemonte si è resa disponibile, anche tramite l'approvazione di un ordine del giorno del 25 luglio 2023, a partecipare all'esame congiunto con l'azienda, le parti sociali e i Ministeri competenti, al fine di salvaguardare i posti di lavoro dei dipendenti, oltre che a esprimere il proprio parere sul piano presentato dalla AFS Service S.r.l., e a disporre affinché ai lavoratori sia erogato, secondo quanto stabilito dalla normativa in vigore, un intervento regionale finalizzato all'inserimento nel programma Garanzia di occupabilità dei lavoratori (GOL).
  Allo stesso tempo, la regione Piemonte ha comunicato che il comune di Orbassano (TO) ha fatto presente che i lavoratori interinali hanno cessato le attività alla data del 31 luglio 2023, mentre i Pag. 103lavoratori a tempo indeterminato sono stati sospesi dalle attività.
  Dalle informazioni assunte dalla regione, inoltre, emerge che l'azienda in questione sia intenzionata ad impiegare circa 15 lavoratori per le attività inerenti allo smantellamento del sito.
  Rappresento, in ogni caso, che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nell'ambito delle proprie competenze, è disponibile a collaborare e confrontarsi con le altre Amministrazioni interessate per garantire la tutela dei lavoratori in parola.

Pag. 104

ALLEGATO 3

5-01220 Soumahoro: Iniziative volte a scongiurare
comportamenti lesivi del diritto di sciopero dei lavoratori.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'Onorevole interrogante chiede quali iniziative di competenza, in relazione allo sciopero ferroviario del 13 luglio 2023, si intende intraprendere per garantire la gestione delle relazioni sindacali al fine di evitare possibili comportamenti lesivi dei diritti dei lavoratori che esercitano il diritto di sciopero ai sensi dell'articolo 40 della Costituzione.
  Sul punto, si rappresenta che sono stati acquisiti elementi da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
  Al riguardo, le Organizzazioni sindacali di categoria (FILT CGIL, FIT CISL, UIL-Trasporti, UGL Ferrovieri, Orsa Ferrovie e FAST Confsal) avevano proclamato uno sciopero del personale dipendente della società Trenitalia e delle società Italo-Ntv, Trenitalia Tper e Trenord, dalle ore 03.00 del 13 luglio alle ore 02.00 del 14 luglio.
  In data 12 luglio 2023, Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ha convocato le parti sociali al fine di favorire il confronto in ordine alle problematiche sottese alla proclamazione di tale sciopero.
  Nel corso dell'incontro, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti aveva invitato le OO.SS. a ridurre la durata delle azioni di sciopero, in considerazione dei pesanti effetti sull'utenza, anche in relazione all'allerta meteo per ondate di calore che avrebbero interessato le principali città italiane, con conseguenti rischi per la salute dei cittadini.
  Su tale questione è intervenuta anche la Commissione di Garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali che con nota del 12 luglio 2023, ha invitato le Organizzazioni sindacali proclamanti lo sciopero ad evitare la concentrazione delle azioni di protesta, al fine di ridurre gli effetti pregiudizievoli per l'utenza connessi all'intensificarsi dei flussi dei passeggeri nel periodo estivo.
  Tuttavia, le Organizzazioni sindacali non hanno accolto la raccomandazione di evitare il coinvolgimento negli scioperi (di portata nazionale) di entrambe le aziende del trasporto ferroviario che operano nell'alta velocità.
  Per tale ragione, la Commissione di Garanzia ha invitato il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti a valutare l'opportunità dell'adozione di un provvedimento ai sensi dell'articolo 8, comma 1, della legge 146 del 1990, ai fini di una eventuale riduzione della durata delle astensioni.
  Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, anche in considerazione dei rilievi mossi dalla Commissione di Garanzia, ha emanato l'ordinanza n. 193T del 12 luglio 2023 con cui ha disposto la riduzione degli scioperi in argomento a dodici ore (dalle ore 03:00 del 13 luglio alle ore 15:00 del 13 luglio 2023).
  La diminuzione dell'orario degli scioperi ha garantito l'equo contemperamento tra l'esercizio del diritto di sciopero e il godimento al diritto della libera circolazione e in tal modo sono stati ridotti i disagi per l'utenza, anche in ragione dell'intensificarsi dei flussi ferroviari in questo periodo estivo.

Pag. 105

ALLEGATO 4

5-01221 Mari: Ulteriori iniziative a tutela
dei lavoratori per fronteggiare le occasionali ondate di calore.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Ringrazio gli Onorevoli interroganti che chiedono al Governo chiarimenti in merito alle misure da adottare a tutela della salute dei lavoratori con riferimento all'emergenza caldo.
  In via preliminare, sottolineo che il tema della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro rappresenta una fondamentale priorità governativa.
  Il Ministero che rappresento ha inteso pertanto dare risposte immediate e importanti per la tutela e la sicurezza dei lavoratori anche con riferimento all'emergenza climatica, soprattutto in quei settori in cui gli stessi lavoratori sono maggiormente esposti alle temperature più elevate.
  Per questo, con il decreto-legge n. 98 del 28 luglio 2023 si è estesa anche ai lavoratori del settore edile, lapideo e delle escavazioni la previsione che i periodi di sospensione o riduzione dell'attività lavorativa, oggetto di trattamento ordinario di integrazione salariale per eventi oggettivamente non evitabili, e connessi dunque alle eccezionali emergenze climatiche, non siano computati per il calcolo del tetto massimo dei periodi concedibili.
  Con riferimento, poi, ai lavoratori agricoli, particolarmente colpiti dall'emergenza caldo, lo stesso decreto-legge 98 del 2023, ha riconosciuto la possibilità di richiesta della CISOA non solo per l'intera giornata ma ad ore, in particolare per la metà della giornata lavorativa; inoltre, con la stessa norma si è stabilito che la concessione del trattamento erogato avvenga da parte della sede INPS territorialmente competente e che l'istituto eroghi direttamente il contributo.
  Informo poi gli Onorevoli interroganti che è in fase di emanazione una circolare INPS che fornisce chiarimenti in merito.
  Mi preme sottolineare, inoltre, che secondo quanto disposto dalla normativa vigente, in caso di sospensione o riduzione dell'attività lavorativa in conseguenza delle temperature elevate, il ricorso al trattamento di integrazione salariale con la causale «eventi meteo» è invocabile dal datore di lavoro laddove le suddette temperature risultino superiori a 35° centigradi. Tuttavia, anche al di sotto di tale temperatura può essere adottato un provvedimento di concessione della cassa integrazione, in quanto viene considerata la cosiddetta temperatura «percepita». Elemento di rilievo per una positiva valutazione dell'integrabilità della causale è proprio la tipologia di lavorazione e la relativa modalità.
  Il decreto-legge 98 ha previsto, inoltre, misure per favorire la sottoscrizione di intese tra organizzazioni datoriali e sindacali per l'adozione di specifiche linee guida a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori che sono esposti alle emergenze climatiche. Tali intese possono essere recepite con decreto dei Ministri del lavoro e della salute.
  La misura del protocollo d'intesa costituisce un valido intervento, per questo è già stata presentata una prima ipotesi di protocollo predisposta con il Ministero della salute, quale strumento per avviare un percorso di condivisione sulle misure da mettere in campo al fine di contrastare, anche nel medio e lungo periodo, gli effetti dell'emergenza climatica.
  Ricordo, inoltre, che il decreto legislativo n. 81 del 2008 dispone, all'articolo 28, che il datore di lavoro ha l'obbligo di valutare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari.Pag. 106
  Il rischio legato all'aumento dell'intensità e della durata delle ondate di calore rientra nell'ambito della valutazione dei rischi di cui alla citata norma e richiede pertanto l'individuazione e l'adozione di misure di prevenzione e protezione.
  Proprio la consapevolezza dei rischi cui risultano esposti i lavoratori, insieme con l'attenzione costante alla tutela della salute e sicurezza di questi ultimi, ha determinato un ingente incremento, da parte delle strutture preposte, delle iniziative di sensibilizzazione e comunicazione, nonché dei controlli.
  Senza dubbio, e come già evidenziato nel corso degli incontri che il Ministro ha tenuto con le parti sociali nelle scorse settimane, in tema di emergenza climatica occorre ragionare in termini più ampi, stante la frequenza degli eventi climatici avversi, valutando l'adozione di misure di carattere strutturale.
  Da ultimo, il Governo si è impegnato, con l'accoglimento alla Camera dei deputati di un ordine del giorno come raccomandazione in sede di conversione del decreto-legge n. 75 del 2023, ad attivare tutte le misure idonee a tutela dei lavoratori e della loro sicurezza e salute e a reperire le risorse necessarie per attivare l'automatico ricorso alla cassa integrazione in caso di temperature elevate per quei settori in cui i lavoratori sono maggiormente esposti.

Pag. 107

ALLEGATO 5

5-01222 Aiello: Misure volte a salvaguardare
salari e diritti per i lavoratori del settore delle telecomunicazioni.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Passo ora all'esame dell'atto di sindacato ispettivo con cui si chiede quali iniziative di competenza si intende assumere al fine di escludere il ricorso alla sottoscrizione dei cosiddetti contratti «pirata» che generano forti riduzioni di salario e di diritti per le lavoratrici e i lavoratori anche nel settore delle telecomunicazioni.
  In data 19 settembre 2019, è stata sottoscritta una specifica convenzione tra Inps, Ini, Confindustria, Cgil, Cisl, Uil per l'attività di raccolta, elaborazione e comunicazione del dato associativo, nonché per l'attività di raccolta del dato elettorale e per la sua ponderazione con il dato associativo.
  La misurazione della rappresentatività delle organizzazioni sindacali di rappresentanza dei lavoratori, che costituisce uno degli obiettivi dell'INL per il triennio 2023-2025, rappresenta un'informazione rilevante per l'individuazione del contratto collettivo nazionale di lavoro da assumere a riferimento ai fini del calcolo dei contributi previdenziali e assistenziali obbligatori.
  Il monitoraggio della contrattazione collettiva nel settore privato risulta fondamentale non solo per la regolazione e l'attuazione della disciplina in materia lavoristica e previdenziale ma anche per l'obiettivo di eliminare, o quanto meno arginare, il fenomeno dei contratti pirata che comportano, per i lavoratori, una perdita sia a livello retributivo sia sul piano dei diritti.
  L'effetto di un contratto pirata, infatti, oltre che sulla riduzione dei minimi tabellari stabiliti, si ripercuote anche sul numero di ore di permesso, sulla possibilità di usufruire di misure di welfare aziendale così come sulla facoltà di accedere alla formazione erogata dagli organismi bilaterali.
  Dopo una fase sperimentale che ha riguardato solo due CCNL, in data 18 gennaio 2023, Confindustria e Cgil — Cisl — Uil hanno sottoscritto una dichiarazione congiunta d'intenti, finalizzata a consentire, entro il mese luglio 2024, la prima certificazione della rappresentanza delle Organizzazioni sindacali per la contrattazione collettiva nazionale di categoria da parte del Comitato di Gestione (costituito, per la prima volta, in base ai criteri previsti al punto 11 dell'accordo di modifica al testo unico sulla rappresentanza del 4 luglio 2017).
  Aggiungo che l'Ispettorato nazionale del lavoro mantiene alta la soglia dell'attenzione in materia di dumping contrattuale; infatti, l'Inl è impegnato nell'ordinaria attività di vigilanza e contrasto a tale annoso fenomeno, radicato in buona parte dei diversi settori merceologici.
  Con specifico riferimento al settore delle telecomunicazioni, infatti, nell'anno 2022, l'ispettorato ha effettuato 545 accessi (tra ispezioni e accertamenti), ha notificato 760 violazioni amministrative e 32 violazioni di natura penale, ha rilevato altresì un tasso di irregolarità complessivo al 58,06 per cento e ha accertato circa 900.000 euro di imponibile contributivo.
  Rappresento altresì che l'articolo 11, comma 1, del decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36, recante: «Codice dei contratti pubblici in attuazione dell'articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78, recante delega al Governo in materia di contratti pubblici» – prevede espressamente che al personale impiegato nei lavori, servizi e forniture oggetto di appalti pubblici e concessioni sia applicato il contratto collettivo nazionale e territoriale in vigore, stipulato dalle associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale e quello il cui Pag. 108ambito di applicazione sia strettamente connesso con l'attività oggetto dell'appalto.
  Il successivo comma 2 del medesimo articolo prevede che le stazioni appaltanti e gli enti concedenti indichino nei bandi e negli inviti il contratto collettivo di lavoro applicabile al personale dipendente impiegato nell'appalto o nella concessione.
  Concludo, facendo presente che l'ANAC, attraverso una consultazione pubblica a cui ha partecipato anche il Ministero del lavoro e delle politiche sociali attraverso le proprie strutture tecniche, ha raccolti contributi di diverse Amministrazioni competenti in materia e delle principali organizzazioni sindacali allo scopo di elaborare apposite linee guida indirizzate alle stazioni appaltanti per consentire loro di applicare con la necessaria uniformità ed efficacia le nuove disposizioni contenute all'articolo 11 del decreto legislativo n. 36 del 2023.
  In particolare, l'Autorità ha ritenuto necessario fornire indicazioni volte ad agevolare l'individuazione del contratto collettivo da indicare nei documenti di gara e lo svolgimento delle valutazioni di competenza, da parte della singola stazione appaltante, in merito all'equivalenza delle tutele nel caso in cui l'operatore economico indichi l'applicazione di un differente contratto collettivo.
  Al riguardo, si fa presente che le predette linee guida (inerente alla Procedura aperta per l'affidamento di contratti pubblici di servizi e forniture nei settori ordinari di importo superiore alle soglie europee con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo) sono state recepite nella relazione illustrativa al Bando tipo n. 1 del 2023 approvato dal consiglio dell'ANAC con delibera n. 309 del 27 giugno 2023 e pubblicato sul sito internet dell'Autorità.

Pag. 109

ALLEGATO 6

5-01224 Giaccone: Sulla forte carenza di personale
presso le strutture INPS del Veneto.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Ringrazio l'onorevole interrogante per aver portato all'attenzione del Governo le criticità determinate dalle carenze d'organico delle sedi INPS del Veneto.
  Al riguardo, sentito l'INPS, rappresento quanto segue.
  Con riferimento alle problematiche lamentate in materia di dotazione del personale nelle varie sedi dell'istituto, l'INPS ha aggiornato il «Piano triennale dei fabbisogni di personale 2021-2023» proprio al fine di allineare la consistenza del personale con l'assolvimento dei numerosi e complessi compiti istituzionali attribuiti.
  Con deliberazione n. 17 del 14 febbraio 2023 il Consiglio di Amministrazione dell'INPS ha approvato la graduatoria dei vincitori e la graduatoria finale del concorso pubblico a 1.858 posti di Consulente di protezione sociale nei ruoli del personale dell'INPS, area C, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale IV serie speciale «Concorsi ed esami» n. 78 del 1° ottobre 2021.
  Al riguardo, il numero effettivo di neoassunti che è stato assegnato alla Direzione regionale Veneto è di 346 persone, tenuto conto del procedimento di mobilità nazionale, del numero di pensionamenti fino al 2024 e anche del numero di assunzioni effettuabili.
  Rappresento che, a seguito della convocazione per la sottoscrizione del contratto dei primi 4.124 candidati collocatisi in posizione utile in graduatoria, hanno preso servizio presso la Direzione regionale Veneto n. 187 unità di personale.
  Il 5 giugno 2023, con il successivo scorrimento della graduatoria per gli ulteriori 340 candidati collocatisi in posizione utile in graduatoria, hanno preso servizio presso la Direzione regionale Veneto ulteriori 49 unità.
  L'Istituto si appresta, inoltre, ad immettere in ruolo ulteriori risorse, scorrendo la graduatoria nell'ambito del contingente di assunzioni già autorizzato (fino a portare a n. 4.843 unità numero complessivo delle assunzioni a seguito del citato concorso pubblico a 1.858 posti di Consulente di protezione sociale), da destinare alle sedi ancora carenti, tra le quali anche quelle rientranti nella Direzione regionale Veneto.
  L'Istituto ha, pertanto, riferito di aver preso atto delle problematiche evidenziate dall'Onorevole interrogante e ha messo in atto tutte le iniziative del caso, quale il ricorso al reclutamento di personale in assegnazione temporanea, in posizione di comando.
  A tal proposito, si riferisce che alla data odierna, presso la Direzione regionale Veneto, prestano servizio in posizione di comando, n. 27 unità di personale, di cui 26 con profilo amministrativo e 1 con profilo geometra-perito industriale.
  Concludo assicurando l'attenzione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali su quanto evidenziato dagli Onorevoli interroganti affinché sia assicurata ai cittadini l'erogazione dei servizi di competenza dell'INPS, nella maniera più efficiente possibile e in linea con le regole di autorganizzazione dell'Istituto.