CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 22 giugno 2023
131.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Disposizioni per la promozione e lo sviluppo delle start-up e delle piccole e medie imprese innovative mediante agevolazioni fiscali e incentivi agli investimenti. C. 107 Centemero.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La XIV Commissione,

   esaminato, per i profili di competenza, il provvedimento in titolo;

   considerato che la proposta di legge interviene sulle agevolazioni fiscali in favore delle start-up e delle PMI innovative (articoli 1-3) e sui requisiti di capitale delle società d'investimento semplice (articolo 4);

   atteso che l'articolo 3, in particolare, chiarisce e specifica l'esenzione delle plusvalenze derivanti da cessione di quote in imprese innovative, al fine di rendere l'agevolazione coerente con i requisiti imposti – con particolare riferimento alle caratteristiche delle imprese innovative – dalla vigente disciplina in materia di aiuti de minimis;

   considerato altresì che l'intervento legislativo è coerentemente volto alla riorganizzazione ed all'efficientamento di una normativa nazionale che è considerata già di eccellenza a livello europeo;

   ritenuto che il provvedimento non evidenzia profili d'incompatibilità con l'ordinamento dell'Unione europea,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

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ALLEGATO 2

Modifiche al codice della proprietà industriale, di cui al decreto legislativo 10 febbraio 2005, n. 30. C. 1134 Governo, approvato dal Senato, e C. 101 Billi.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La XIV Commissione,

   esaminato, per i profili di competenza, il disegno di legge C. 1134, approvato dal Senato, recante modifiche al codice della proprietà industriale, di cui al decreto legislativo 10 febbraio 2005, n. 30, non modificato nel corso dell'esame in sede referente, cui è abbinata la proposta di legge C. 101 Billi;

   atteso che l'intervento si colloca all'interno della riforma del sistema della proprietà industriale, prevista dalla Missione 1 del Piano nazionale di ripresa e resilienza (traguardo M1C2-4), con l'obiettivo, tra gli altri, di rafforzare il ruolo dell'Italia nei consessi europei e internazionali sulla proprietà industriale;

   considerato in particolare che il provvedimento intende rafforzare il sistema di protezione della proprietà industriale; incentivare l'uso e la diffusione della proprietà industriale, in particolare da parte delle PMI; facilitare l'accesso ai beni immateriali e la loro condivisione, garantendo allo stesso tempo un equo rendimento degli investimenti; garantire un rispetto più rigoroso della proprietà industriale; rafforzare il ruolo dell'Italia nei consessi europei e internazionali sulla proprietà industriale;

   evidenziato che l'intervento legislativo riveste carattere d'urgenza in quanto l'entrata in vigore della riforma di cui al citato traguardo M1C2-4 è prevista dal PNRR entro il 30 settembre 2023;

   ricordato che l'articolo 118 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) stabilisce che, nell'ambito dell'instaurazione o del funzionamento del mercato interno, il Parlamento europeo e il Consiglio, deliberando secondo la procedura legislativa ordinaria, stabiliscano le misure per la creazione del diritto dell'Unione in materia di proprietà intellettuale, al fine di garantire una protezione uniforme dei diritti di proprietà intellettuale nell'Unione, e per l'istituzione di regimi di autorizzazione, di coordinamento e di controllo centralizzati a livello di Unione;

   espressa condivisione per la disposizione di cui all'articolo 1, che introduce il divieto di registrazione come marchi di segni evocativi, usurpativi o imitativi di indicazioni geografiche e di denominazioni di origine protette, in base alla normativa statale o dell'Unione europea, inclusi gli accordi internazionali di cui l'Italia o l'UE sono parte;

   preso atto che l'articolo 5 dispone che il brevetto italiano mantenga i suoi effetti e coesista con il brevetto europeo, anche in caso di successivo annullamento o decadenza di quest'ultimo;

   valutato che il progetto di legge non presenta profili di criticità in ordine alla compatibilità con l'ordinamento dell'Unione europea,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

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ALLEGATO 3

Sulla riunione plenaria della COSAC svoltasi
a Stoccolma dal 14 al 16 maggio 2023.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

  La XIV Commissione ha preso parte ai lavori della LXIX riunione plenaria della COSAC, svoltasi a Stoccolma dal 14 al 16 maggio scorsi. La delegazione della Commissione è stata composta dall'onorevole Stefano Candiani, che ha svolto le funzioni di capo delegazione, e dagli onorevoli Salvatore Caiata ed Isabella De Monte. L'omologa Commissione del Senato è stata rappresentata dalla sen. Elena Murelli, in veste di capo delegazione e dal sen. Pietro Lorefice.
  Dopo l'apertura ufficiale dei lavori e l'indirizzo di saluto del Presidente del Riksdag, Andreas Norlén, i lavori sono stati introdotti da un videomessaggio preregistrato della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che ha sottolineato i tre grandi obiettivi che investono oggi l'Unione europea. In primo luogo, la necessità di ripensare a fondo l'ordine di sicurezza europeo sulla scia della guerra in Ucraina. In secondo luogo, la corsa mondiale alle tecnologie pulite e digitali di domani, in cui si chiedeva una rinnovata attenzione alla competitività globale dell'Europa. In terzo luogo, l'esigenza di proteggere meglio le democrazie europee.
  Per quanto riguarda il primo obiettivo, la Presidente ha affermato che la Russia sta cercando di negare all'Ucraina i suoi diritti più basilari: il diritto di esistere e il diritto di essere liberi. Sostiene che ciò riguarda tutti gli europei e non solo i paesi che condividono le frontiere con la Russia. Ha inoltre fatto presente che l'UE, sin dal primo giorno della guerra, ha intensificato il suo sostegno all'Ucraina e che in tutta Europa sono state aperte le porte per accogliere gli ucraini in fuga dalle bombe di Putin.
  Per quanto riguarda il secondo compito, la Presidente della Commissione ha affermato che anche l'economia globale si trova in un momento di passaggio, dal momento che le principali economie mondiali stanno cercando di sviluppare le tecnologie di domani, tra cui la migliore tecnologia pulita ed i chip più avanzati, e di accedere alle materie prime essenziali.
  Ha sottolineato come l'UE faccia parte di questo processo, osservando che, con il Green Deal, l'UE è stata la prima a stabilire un percorso verso la neutralità climatica. Le imprese europee sono attualmente leader mondiali nella ricerca e nell'innovazione nel campo delle tecnologie pulite e lo scorso anno, per la prima volta, l'Europa ha generato più energia elettrica da energia eolica e solare che dal gas.
  Le catene di approvvigionamento dell'Europa per le materie prime critiche devono essere rafforzate e garantite, dal momento che il 98 per cento dell'approvvigionamento di terre rare proviene dalla Cina. Ciò non è sostenibile: è questo uno dei motivi per i quali la Commissione ha presentato una proposta legislativa sulle materie prime critiche, poiché è giunto il momento di ridurre i rischi delle nostre catene del valore per un'UE più forte e più resiliente.
  Gli autocrati stranieri si rivolgono oggi agli Stati europei, cercando d'influenzare i dibattiti pubblici, non solo attraverso i social media, ma anche nelle università e nelle lobby operanti presso le istituzioni. Gli europei dovrebbero poter sapere se un corso universitario o un presunto studio indipendente sono stati effettivamente finanziati da un regime autocratico straniero.
  La prima sessione, dedicata alle priorità della Presidenza svedese del Consiglio dell'UE, è stata introdotta dall'on. Jessika Roswall, ministra svedese degli Affari europei,Pag. 140 che ha affermato che i Parlamenti degli Stati membri svolgono un ruolo fondamentale per il processo democratico nell'UE.
  Sul versante della prima priorità, quella del sostegno all'Ucraina, l'on. Roswell ha sottolineato come la recente adozione del 10° pacchetto sanzioni costituisca un segnale importante da parte dell'UE. Le sanzioni stanno colpendo la Russia più duramente del previsto, anche se sussiste la necessità di armonizzare le definizioni penali delle violazioni delle sanzioni al fine di attuare correttamente tali misure restrittive.
  Ha fatto inoltre riferimento a due importanti compiti ancora da conseguire nel corso della Presidenza svedese: raggiungere un accordo per una soluzione giudiziaria che consenta di perseguire il crimine di aggressione perpetrato dalla Russia; e trovare il modo di utilizzare i beni russi congelati per contribuire alla ricostruzione dell'Ucraina, per il quale e stato istituito un gruppo ad hoc del Consiglio. Ha fatto inoltre riferimento all'importante accordo raggiunto sull'istituzione di un centro internazionale all'Aja per la lotta ai crimini di guerra commessi in Ucraina.
  La ministra Roswall ha sottolineato come la decisione storica adottata dal Consiglio europeo di concedere all'Ucraina e alla Moldova lo status di paesi candidati abbia posto il processo di allargamento in cima all'agenda dell'UE: entrambi i paesi hanno compiuto notevoli progressi nonostante la guerra in corso ed i tentativi di destabilizzazione.
  In relazione al futuro dell'UE, ha fatto presente che un'unione potenzialmente a 35 Stati membri richiede una riflessione sulle modalità di funzionamento e di governance dell'Unione, che sarà anche all'ordine del giorno della riunione informale dei ministri degli Affari europei che si terra a Stoccolma in giugno.
  Ha rilevato che la Presidenza svedese mira a compiere il massimo progresso possibile sul versante del patto sulla migrazione e l'asilo, osservando che i negoziati sono stati condotti a tutti i livelli, anche in sede di Consiglio europeo, e che i leader torneranno sulla questione in giugno.
  Per quanto riguarda l'energia e il clima, l'on. Roswell ha osservato che diverse componenti importanti del pacchetto «Pronti per il 55 per cento» sono state negoziate sotto la guida svedese e sono molto prossime al completamento, osservando che sarebbe un grande successo sia per l'UE che per il clima disporre del pacchetto. Per quanto riguarda l'energia, ha fatto riferimento ai buoni progressi compiuti su diversi fascicoli importanti, tra cui alcuni negoziati conclusi con successo.
  In relazione al commercio internazionale, ha affermato che il processo di conclusione di accordi con la Nuova Zelanda e l'Australia ha avuto successo, richiamando inoltre il prossimo Consiglio UE-USA per il commercio e la tecnologia, che rappresenta un importante forum per coordinare gli approcci alle principali questioni commerciali, economiche e tecnologiche a livello mondiale.
  Ha inoltre osservato che durante la Presidenza svedese sono stati conseguiti progressi sostanziali per fornire un contributo alla riforma del quadro di governance economica dell'UE e che la Presidenza avvierà ora i negoziati in sede di Consiglio sulla base della proposta legislativa presentata dalla Commissione.
  La Ministra ha posto l'accento sull'azione della Presidenza svedese in difesa dei valori democratici e per la promozione dello Stato di diritto, ad esempio avviando il secondo ciclo di dialoghi sullo Stato di diritto in sede di Consiglio. Ha osservato che, nella prossima sessione del Consiglio «Affari generali», si terranno audizioni con Polonia e Ungheria a norma dell'articolo 7 del trattato sull'Unione europea (TUE), dando atto della stretta cooperazione con il Parlamento europeo su tali questioni.
  L'on. Salvatore De Meo, presidente della Commissione per gli Affari costituzionali del Parlamento europeo ha affermato che l'UE può affrontare queste sfide solo con la serie di norme adeguate per gestire i suoi affari interni. Richiamando le conclusioni assunte dalla Conferenza sul futuro dell'Europa (CoFE), ha richiamato in particolarePag. 141 alcune proposte della Conferenza sul futuro dell'Europa, come il rafforzamento delle disposizioni relative allo Stato di diritto o l'aumento dell'efficienza del processo decisionale dell'UE, che potrebbero essere attuate nell'ambito dell'attuale quadro del Trattato.
  Il Parlamento europeo si è fortemente impegnato per promuovere la possibilità di una modifica del Trattato, avendo adottato una risoluzione, a stragrande maggioranza, in cui si chiedeva una convenzione per la revisione dei trattati ai sensi dell'articolo 48 del TUE.
  In tale risoluzione, il consesso europeo ha preso atto delle seguenti priorità: la modifica delle regole di voto dall'unanimità alla maggioranza qualificata nel settore della politica estera; il rafforzamento delle procedure per la protezione dei valori su cui si fonda l'UE (articolo 7 TUE); il conferimento al Parlamento europeo di un diritto di iniziativa legislativa e pieni diritti di codecisione sul bilancio dell'UE; l'adattamento delle competenze attribuite all'Unione nei trattati, in particolare nel settore della salute.
  L'on. De Meo ha fatto presente che le prossime elezioni del Parlamento europeo, previste per giugno 2024, costituiranno un momento di svolta per l'UE e che sono state presentate importanti proposte per garantire che dalle elezioni emerga un Parlamento forte, solido e credibile. Sono necessari, tuttavia, ulteriori sforzi per rafforzare le norme che disciplinano le elezioni, garantire adeguate campagne elettorali transfrontaliere, prevenire le ingerenze straniere e soddisfare le autentiche norme democratiche su cui si fonda l'UE.
  In tale contesto, ringrazia la Presidenza svedese per tutto il lavoro svolto su questi temi complessi e per la sua cooperazione con il Parlamento europeo sulle proposte di una nuova legge elettorale europea; la revisione del regolamento relativo ai partiti politici europei e alle fondazioni politiche europee; e sulla proposta di regolamento relativo alla trasparenza e al targeting della pubblicità politica.
  Nella sua conclusione, l'on. De Meo si è congratulato con la Presidenza svedese per il suo ruolo decisivo nella definizione del quadro negoziale per l'adesione dell'UE alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo e ha espresso la sua speranza personale che l'UE aderisca a breve a questa importante convenzione del Consiglio d'Europa.
  Nel corso del dibattito sono intervenuti 34 oratori che, nel complesso, hanno espresso un ampio sostegno a favore delle priorità operate dalla Presidenza svedese. In tema di gestione delle politiche migratorie l'on. Candiani ha evidenziato che le priorità non hanno riservano attenzione adeguata a una questione cruciale per l'intera Unione, quella dei rapporti con il Mediterraneo. La guerra in Ucraina, al contrario, ha reso ancora più evidente la nostra interdipendenza con la sponda sud del Mediterraneo per l'approvvigionamento energetico, l'autonomia strategica, la lotta al terrorismo e alla criminalità internazionale e la gestione dei flussi migratori.
  Per garantire sicurezza, stabilità e prosperità del nostro continente, come sottolineato nelle conclusioni della Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti di Praga, l'on. Candiani ha sottolineato l'esigenza di rafforzare il dialogo e la cooperazione con i Paesi vicinato meridionale, a partire dalla gestione dei flussi migratori. Occorre agire con determinazione anzitutto per tutelare le vite e i diritti dei migranti, che sono vittime di condotte criminali abiette quanto remunerative quali il traffico e la tratta di essere umani. Così come dobbiamo evitare che i flussi migratori diventino uno strumento sempre più potente di destabilizzazione delle nostre democrazie da parte di Paesi terzi. Non appare dunque accettabile rinviare lo sviluppo di una reale politica migratoria comune, in coerenza con i principi della equa ripartizione degli oneri e della solidarietà iscritti nei Trattati, lasciando soli l'Italia e gli altri paesi di primo approdo.
  È urgente una strategia organica in due direzioni. Per un verso, va consentito l'accesso al nostro continente, attraverso vie sicure, a chi ne ha titolo: ad esempio, mediante la creazione di centri nei Paesi di transito, gestiti direttamente dall'UE e dall'UNHCR, che effettuino in loco l'istruttoria Pag. 142per identificare gli aventi diritto alla protezione internazionale.
  Per altro verso, occorre un intervento di medio e lungo periodo sulle cause stesse delle migrazioni, accompagnando lo sviluppo in senso sostenibile dei Paesi di provenienza dei migranti.
  La seconda sessione, dedicata ai trent'anni del Mercato unico, è stato trattato da un primo oratore principale, l'on. Othmar Karas, primo vicepresidente del Parlamento europeo, il quale ha osservato come esso costituisca il progetto di più lunga data del progetto d'integrazione europea, che non dovrebbe essere dato per scontato ed i cui benefìci dovrebbero essere massimizzati.
  Ha fatto poi riferimento alle prossime elezioni del Parlamento europeo, alle quali parteciperanno un numero molto elevato di persone (450 milioni): questo e stato anche il numero di persone che appartenevano al mercato interno e una cifra superiore a quella della popolazione nordamericana.
  L'UE rappresenta il più grande mercato interno integrato al mondo, essendo responsabile della creazione di 660 000 posti di lavoro nell'ultimo anno: ha evidenziato come abbia garantito una sana concorrenza, un'economia e un'industria più forti, una migliore selezione di beni di qualità disponibili a prezzi più accessibili, ma ha anche reso molto più semplice viaggiare, vivere, studiare e lavorare nell'UE.
  Inoltre, l'on. Karas ha individuato altri importanti risultati del mercato unico, quali una maggiore giustizia e coesione sociale, il programma Erasmus, il riconoscimento reciproco dei diplomi, l'eliminazione delle tariffe di roaming, le aree di pagamento unico (SIPA) o l'eliminazione dei blocchi geografici.
  Il mercato interno non è ancora completato, come dimostrano le varie crisi che ha dovuto affrontare negli ultimi anni (Brexit, pandemia, inflazione, crisi energetica e la brutale guerra di aggressione russa contro l'Ucraina).
  Nonostante alcune iniziative a livello dell'UE (Unione dell'energia, Unione della sicurezza, Unione della difesa, digitale, sanità o unione sociale), il parlamentare europeo ha osservato che esiste un notevole potenziale inutilizzato (ad esempio i mercati dei capitali e l'unione bancaria), il che comporta costi e ostacoli al mercato unico.
  Per diventare un attore realmente globale in termini di nuove tecnologie verdi, vi è, a suo parere, una chiara esigenza d'indipendenza nelle politiche in materia di concorrenza e commercio, anche come risposta all'Inflation Reduction Act degli Stati Uniti.
  Infine, l'on. Karas ha affrontato il potenziale che l'UE potrebbe generare attuando il Green Deal, NextGenerationEU, REPowerEU, le proposte sui mercati digitali, i servizi digitali, la strategia industriale dell'UE, lo strumento per le emergenze nel mercato unico, la legge europea sui semiconduttori, la legge sulle materie prime critiche, l'intelligenza artificiale e la resilienza informatica. Ha concluso il suo intervento ribadendo che i 30 anni di mercato unico hanno avuto un grande successo, anche se e stato fatto molto per ottenere risultati ancora maggiori nei prossimi decenni.
  Kerstin Jorna, direttrice generale della Commissione europea per il Mercato interno, l'industria, l'imprenditoria e le PMI, ha sottolineato come il mercato unico rappresenti un valore europeo condiviso e che è stato altrettanto importante in tempi di pandemia e di guerra come quello di 30 anni fa.
  Ha poi presentato le sue quattro prospettive che caratterizzano le politiche della sua Direzione generale: in primo luogo, «il mercato unico ci protegge»; in secondo luogo, «il mercato unico ci consente»; terzo «Il mercato unico fa sentire la nostra voce»; e in quarto luogo «il nostro mercato unico».
  Per quanto riguarda l'approccio «il mercato unico ci protegge», ha sottolineato i suoi benefici tangibili per l'UE, maggiori opportunità per le persone in termini di viaggi, lavoro o accesso a prodotti migliori e meno costosi, maggiori opportunità per le imprese di realizzare scambi e investimenti transfrontalieri e ha anche aumentato la competitività dell'UE.Pag. 143
  Nel contesto della pandemia di COVID-19, la Direttrice generale ha ricordato la capacità dell'UE di aumentare la produzione di vaccini che è passata da 20 a 300 milioni di dosi nell'arco di sei mesi e ha fatto dell'UE il leader mondiale dei vaccini a mRNA.
  Per quanto riguarda la seconda prospettiva, la dott.ssa Jorna ritiene che la crisi pandemica ha dimostrato come un mercato unico ben funzionante ed un'industria europea forte siano due facce della stessa medaglia. L'industria europea si è trovata di fronte alla più grande sfida mai posta dalla transizione verde e digitale: al fine di decarbonizzare con successo l'industria europea, l'UE ha dovuto padroneggiare le tecnologie a zero emissioni nette, sfruttandone il grande potenziale economico e le opportunità di occupazione e crescita.
  La Direttrice generale ha sottolineato che i partner e i concorrenti dell'UE (Stati Uniti, Cina, India, Giappone) stanno mettendo in atto misure ambiziose, anche aggressive, per garantire parti significative di questo mercato e che è in piena evoluzione una «corsa alle tecnologie pulite».
  Nessuno Stato membro può affrontare da solo questa situazione ed è necessaria la creazione di nuove sinergie, rilevando alcune forme incoraggianti di cooperazione che emergono in molti settori.
  La dottoressa Jorna ha concluso ricordando la necessità di recepire correttamente la legislazione dell'UE a livello nazionale, osservando che una lacuna in uno qualsiasi degli Stati membri costituisce un ostacolo per tutte le imprese. Ha inoltre presentato la task force per l'applicazione del mercato unico che ha affrontato gli ostacoli concreti al mercato unico in tutta l'UE, osservando ad esempio che nel regolamento sulle qualifiche professionali sono stati individuati 800 ostacoli, dato che quasi la metà di tali ostacoli e stata eliminata dagli Stati membri.
  Nel corso del dibattito sono intervenuti 26 parlamentari: quasi tutti hanno riconosciuto e accolto con favore il mercato unico come un grande successo dell'UE, che ha creato nuove opportunità, apportando innovazione e benessere a tutta l'UE.
  L'on. De Monte ha sottolineato come questa sessione rappresenti un'occasione importante per ribadire, in modo non rituale, l'insegnamento dei padri fondatori: soltanto l'integrazione economica, creando una solidarietà di fatto tra popoli e Stati, mostrando concretamente i vantaggi della costruzione europea, può condurci gradualmente verso un'Unione sempre più stretta, anche politica. Non è una affermazione scontata: persino nei segmenti più europeisti delle opinioni pubbliche nazionali sembra essere maturata una indifferenza o addirittura diffidenza verso il mercato interno, i suoi principi e le sue realizzazioni.
  Ne sono testimonianza le tentazioni protezionistiche maturate da diversi anni e consolidatesi con la crisi economica. Le istituzioni europee e nazionali devono, secondo le rispettive competenze, contribuire invece a consolidare il mercato interno, tenendo conto dell'evoluzione del contesto geopolitico, degli sviluppi tecnologici, delle transizioni verde e digitale e della necessità di rafforzare la competitività e la produttività a lungo termine dell'UE. A questo scopo, oltre alle misure specifiche già prospettate dalla Commissione europea, è decisivo a mio avviso regolamentare meglio all'interno dell'Unione la competizione tra ordinamenti, che rimane forte e per alcuni aspetti dannosa e sleale. In particolare, l'on. De Monte ha richiamato tre questioni.
  In primo luogo occorre evitare che strumenti come il Quadro temporaneo di crisi e transizione per gli aiuti di Stato si traducano in un iniquo vantaggio competitivo per i Paesi con maggiori risorse fiscali disponibili per sostenere il proprio sistema produttivo. In secondo luogo va rafforzata, già in occasione della riforma della governance economica in corso, la sorveglianza sugli squilibri macroeconomici, segnatamente sui surplus eccessivi della bilancia commerciale di alcuni Stati membri. In terzo luogo occorre un maggior coordinamento dei sistemi di tassazione nazionali al fine di prevenire la concorrenza fiscale dannosa. Ciò non soltanto ai fini del corretto funzionamento del mercato unico ma anche per assicurare l'equità del carico fiscale tra i diversi fattori della produzione.Pag. 144
  La sen. Elena Murelli ha richiamato nel suo intervento le attuali proposte legislative, tra cui il pacchetto «Pronti per il 55%», quale futuro onere per l'industria, le famiglie e il settore pubblico, affermando che gli obiettivi dovrebbero essere limitati al minimo.
  La seconda sessione è stata integrata da una sezione interattiva, moderata da Katarina Areskpug Mascarenhas, presidente del consiglio di amministrazione del Centro studi europei dell'Università di Lund: ai lavori hanno preso parte Anna Stellinger, vicedirettrice generale per gli affari internazionali e dell'UE della Confederazione delle imprese svedesi, Therese Svanstrom, presidente della Confederazione svedese dei lavoratori professionisti.
  Una volta terminato il dibattito sui risultati dei sei quesiti, incentrati sulle potenzialità del mercato unico e rivolti alla platea dei partecipanti alla riunione, la moderatrice ha sottolineato come le risposte ai quesiti abbiano dimostrato che non esistono soluzioni rapide a questioni difficili, come nel caso del mercato unico. Sfide quali la transizione verde e la digitalizzazione potrebbero trasformarsi in opportunità per l'Europa di competere a livello mondiale, per cui l'istruzione e rimasta uno strumento fondamentale.
  Prima delle ultime due sessioni, si è tenuta una riunione riservata ai capidelegazione, riguardante la discussione delle proposte emendative al contributo ed alle conclusioni della riunione COSAC, progetti che erano stati distribuiti a tutte le delegazioni il 28 aprile.
  A seguito di un'articolata discussione nel corso della quale le delegazioni – tra le quali quella italiano – hanno espresso le loro opinioni sui diversi emendamenti, il progetto di conclusioni e un testo modificato del progetto di contributo della COSAC sono stati concordati per consenso, senza necessità di votazione.
  La terza sessione, svoltasi alla presenza della principessa ereditaria Vittoria, si è incentrata sulla transizione vedere, ed è stata introdotta dall'on. Helén Fritzon, componente della Commissione Ambiente del Parlamento europeo, che ha ricordato come la Svezia sia riuscita quasi a dimezzare le emissioni del paese in poco più di un decennio. Ha sottolineato inoltre che, negli anni Novanta, Goran Persson, ex primo ministro svedese, aveva lanciato l'idea di uno Stato sociale svedese verde basato sull'idea di una transizione giusta in cui tutti fossero coinvolti nella creazione di una società migliore e più sostenibile.
  L'on. Frtizon ha fatto inoltre riferimento ad Anna Lindh, ex ministro svedese dell'Ambiente e successivamente ministro degli Affari esteri, che aveva sollecitato la strategia dell'UE per combattere l'acidificazione e una legislazione più rigorosa in materia di sostanze chimiche.
  L'on. Fritzon ha sottolineato come la parità di genere e la transizione verde debbano andare di pari passo, in quanto le donne si assumono molta responsabilità per la transizione nella loro vita quotidiana, ma sono anche più colpite dai rischi che essa comporta. Tuttavia, si prevede che entro il 2030 il 75 per cento dei nuovi posti di lavoro verdi a livello mondiale sarà stato destinato agli uomini. Occorre pertanto garantire che un maggior numero di donne sia in grado di partecipare alla transizione verde.
  In terzo luogo, affinché la transizione abbia successo, è essenziale che diventi il percorso verso un'Europa più equa e democratica, che richiederebbe riforme redistributive e sostegno alle famiglie e alle imprese. L'on. Fritzon ha concluso affermando che vi è un grande ed importante lavoro davanti ai responsabili politici dell'UE, che dovrebbe essere affrontato insieme come un'Europa unita, affrontando le crisi aumentando la democrazia, la libertà e la sostenibilità.
  L'altro oratore principale, Daniel Mes, membro del Gabinetto del vicepresidente esecutivo Timmermans, ha aperto il suo intervento chiedendo di valutare se l'obiettivo di un futuro sostenibile possa essere raggiunto grazie a un successo a breve termine che consenta di confidare nel fatto che l'approccio è corretto e, in ultima analisi, nella realizzazione di obiettivi a lungo termine.Pag. 145
  A tal fine potrebbero essere pertinenti tre elementi: l'importanza degli obiettivi per innescare la transizione, i limiti degli obiettivi senza un piano realistico per conseguirli e dare voce a tutti coloro che hanno incontrato difficoltà o difficoltà a realizzare tale transizione.
  Per quanto riguarda l'importanza degli obiettivi, il dottor Mes ha osservato che la direzione è stata stabilita nella legge europea sul clima, che ha istituito un obbligo giuridicamente vincolante di conseguire collettivamente la neutralità climatica entro il 2050.
  Ha affermato che l'UE non si limita a definire gli obiettivi, ma definisce la legislazione per conseguirli. Ritiene tuttavia che gli obiettivi abbiano dei limiti e che l'adozione del pacchetto sul clima alcuni mesi prima sia solo l'inizio. Ha menzionato la Svezia e i Paesi Bassi come esempi di leader in collaborazione con le PMI innovative e le ha messe in contatto con imprese più grandi interessate alle loro soluzioni.
  Il terzo oratore principale, Johan Kuylenstierna, direttore generale, Formas – Consiglio di ricerca per lo sviluppo sostenibile, ha osservato che la transizione verde si sta verificando in tutto il mondo e che sono necessari cambiamenti di sistema per far uscire la popolazione mondiale dalla povertà e verso un futuro più verde.
  A titolo di esempio, ha ricordato gli impatti in Europa derivanti dalla siccità e dalle inondazioni, ma anche che gli impatti indiretti sull'Europa derivanti da tali problemi altrove potrebbero essere altrettanto gravi.
  Ha avvertito che, anche se tali circostanze sono a breve termine, nel lungo periodo si può vedere un cambiamento importante in termini di innalzamento del livello del mare, cambiamenti nella circolazione atmosferica, ecc., che potrebbero comportare cambiamenti difficili da affrontare per la società moderna.
  L'approccio dall'alto verso il basso del Green Deal ha comportato un ampio quadro non solo per quanto riguarda la transizione climatica, ma anche per tutta la sua dimensione socio-economica, garantendo che tutte le persone siano coinvolte e sperimentino un cambiamento reale.
  Il dottor Kuylenstierna ha sottolineato l'importanza che la forza dal basso emerga dalle città e dalle regioni che hanno realmente investito nel futuro, in quanto tendenza in trasformazione per il clima, ma anche molte altre sfide cui devono far fronte le comunità locali.
  Ha osservato inoltre che il settore delle imprese sta passando dal parlare di clima e biodiversità come responsabilità ambientale a considerarle invece opportunità commerciali orientate al mercato per il futuro.
  Ha sottolineato che sono emerse anche nuove sfide in termini di materie prime: si tratta dell'economia circolare e dell'efficienza delle risorse, che si applicavano anche alle biorisorse – foreste, sicurezza alimentare ecc.
  I Parlamenti nazionali hanno un ruolo fondamentale in tal senso, in quanto si trovano nell'incrocio tra le politiche dell'UE e quelle globali, e la forza dal basso verso l'alto delle imprese e delle comunità locali.
  Nel corso del dibattito sono intervenuti 25 parlamentari che hanno concordano sul fatto che la transizione verde sia assolutamente essenziale per realizzare un futuro più verde e la sostengono pertanto. Un numero significativo di oratori ha menzionato gli aspetti sociali della transizione verde e l'importanza del Fondo sociale per il clima. Si è sostenuto che la transizione verde non dovrebbe comportare un onere per i cittadini e portare alla povertà energetica, in quanto ciò colpirebbe i cittadini più vulnerabili dell'UE, come ha ricordato anche il sen. Pietro Lorefice.
  L'on. Stefano Candiani ha ricordato come il dibattito di questa sessione abbia confermato che tutti, con sfumature diverse, condividono nella sostanza obiettivi della transizione ecologica ma hanno posizioni differenziate in merito agli strumenti e all'arco temporale entro cui perseguirli. Egli si è detto convinto, anche alla luce delle dinamiche inflattive e del costo dell'energia, che questi obiettivi andrebbero declinati secondo un percorso graduale e flessibile, ispirato al principio di neutralità Pag. 146tecnologica e rispettoso delle diversità dei sistemi economici e sociali nazionali. Purtroppo, molte delle proposte del pacchetto Fit 55 seguono un approccio ideologico e troppo rigido, imponendo il passaggio, con scadenze troppo ravvicinate, ad un modello tecnologico e industriale unico che genererebbe oneri eccessivi per cittadini e imprese. Ciò rischia sia di ridurre il necessario consenso alla transizione sia di alterare il funzionamento del mercato interno e la competitività della nostra economia. Per queste ragioni, la Camera nei primi mesi della nuova legislatura ha avviato un esame rigoroso di diversi progetti legislativi dell'Unione in materia. Ha emesso pareri motivati sulle proposte di regolamento relative ad imballaggi, veicoli pesanti ed «euro 7», ritenendole contrarie ai princìpi di sussidiarietà e proporzionalità. La Camera dei deputati italiana ha inoltre chiesto, con una pronuncia dell'Assemblea, una profonda modifica della direttiva sulla prestazione energetica degli edifici.
  L'obiettivo ultimo è quello di definire un approccio più graduale e realistico, combinando la giusta ambizione con la salvaguardia dei bisogni primari dei cittadini e con una conversione graduale e tecnologicamente neutra dei sistemi produttivi.
  L'ultima sessione, dedicata alla guerra in Ucraina, è stata aperta dall'on. Ivanna Klympush-Tsintsadze, presidente della Commissione per l'integrazione dell'Ucraina nell'UE del Parlamento ucraino che ha sottolineato come il popolo ucraino stia lottando anche per i valori dell'UE. Ha accolto con favore il sostegno umanitario all'Ucraina, la pressione esercitata sulla Russia attraverso le sanzioni adottate e gli inviti a rendere conto dei crimini commessi, sottolineando l'importanza del sostegno militare, che consente al Paese di resistere ai ripetuti attacchi russi contro le città ucraine.
  Ha osservato che l'obiettivo comune deve essere quello di garantire la vittoria ucraina e la sconfitta della Russia, paese che sta cercando di distruggere l'ordine internazionale post-guerra fredda.
  Ha fatto presente che sono necessari immediatamente 14 miliardi di dollari per coprire le esigenze di base, di cui 3 miliardi saranno forniti dal Governo ucraino, mentre i restanti 11 miliardi dovrebbero provenire dalla Comunità internazionale, sottolineando che il fabbisogno complessivo di ricostruzione è stimato in 400 miliardi di dollari.
  Anders Ahnlid, presidente del gruppo ad hoc del Consiglio europeo sui beni congelati e mobilitati per sostenere la ricostruzione dell'Ucraina ha affermato che il gruppo ad hoc del Consiglio è stato istituito in febbraio e sta perseguendo un approccio olistico – che effettua valutazioni giuridiche, finanziarie, economiche e politiche – alla questione dei beni congelati e immobilizzati.
  Il dottor Ahnlid ha illustrato i tre diversi filoni di lavoro in corso: in primo luogo, comprendere i dati relativi al valore, alla proprietà, al tipo e all'ubicazione dei beni congelati e immobilizzati. Ha dichiarato che, secondo le stime, 300 miliardi di dollari di beni pubblici sono stati congelati e immobilizzati nei paesi del G7, mentre i beni privati delle persone fisiche ammontavano a circa 20 miliardi di dollari. In secondo luogo, valutare la fattibilità e l'adeguatezza delle diverse opzioni relative ai beni congelati e immobilizzati. Sebbene la confisca dei beni privati di persone giudicate colpevoli di reati fosse fattibile, le opzioni relative ai beni pubblici sono rese più complicate alla luce del principio dell'immunità dello Stato. La terza componente riguardava la cooperazione internazionale e il coordinamento con il lavoro svolto da altri paesi del G7.
  L'ultimo oratore, Jean-Erik De Zagon, capo della rappresentanza della Banca europea per gli investimenti in Ucraina ha fornito alcuni dati sui danni diretti causati dagli dagli attacchi della Russia in Ucraina dall'inizio dell'invasione su vasta scala nel febbraio 2022, pari a 115 miliardi di dollari.
  Ha affermato inoltre che il fabbisogno di ricostruzione e stimato a 411 miliardi di dollari: questa cifra più elevata è dovuta agli standard più moderni e più elevati da utilizzare nella ricostruzione.
  Il fabbisogno immediato per i prossimi 18 mesi e stato stimato a 14 miliardi di Pag. 147dollari, di cui la comunità internazionale dovrebbe contribuire con 11 miliardi di dollari. Ha osservato che la priorità principale per la ricostruzione è costituita dagli investimenti del settore pubblico e dal ripristino delle infrastrutture critiche, che consentiranno alle persone di tornare in Ucraina e attirare investimenti privati. Tra le sfide principali, ha sottolineato la limitata capacità di assorbimento dell'Ucraina, nonché la necessità di garantire finanziamenti agevolati al fine di garantire la sostenibilità del debito.
  Nel corso del dibattito che segue intervengono 23 oratori, molti dei quali hanno chiesto che l'UE continui a sostenere l'Ucraina fino alla vittoria del paese e al ripristino del controllo ucraino su tutto il territorio all'interno dei suoi confini internazionali. In particolare, l'on. Salvatore Caiata, si è chiesto: di fronte al conflitto russo-ucraino «where is Europe? where European Union will be?». Di fronte alle sfide poste dalla ricostruzione, ha evidenziato come la nazione Italia, come parte dell'Europa, senta il bisogno di riportare al centro il nostro impegno, soprattutto come Paese fondante dell'Iniziativa Centro-Europea.
  Per questo ha sottolineato l'esigenza di accelerare le procedure per quei paesi, come l'Ucraina, che non aspettano altro che essere un tutt'uno con l'Europa. Accelerare i processi di integrazione significa avere maggiore possibilità di successo per una pace più duratura e sostenibile. Ha ricordato che l'Italia, come paese fondatore dell'InCE, intende svolgere la sua parte ed essere al centro della ricostruzione.
  L'on. Hans Wallmark, presidente della Commissione Affari europei del Riksdag, ha concluso la riunione sottolineando le proficue discussioni tenute. I testi del contributo e delle conclusioni della riunione LXIX COSAC, distribuiti a tutte le delegazioni, sono stati adottati per consenso.