CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 7 giugno 2023
123.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-00861 Toccalini: Sulla tutela della filiera industriale della carta da macero.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Riguardo la questione posta, al fine di tutelare il comparto industriale della carta da macero, il Ministero dell'ambiente si è prontamente attivato convocando le principali associazioni di categoria, invitandole a rappresentare le proprie istanze relativamente al testo della proposta di Regolamento presentato dalla Commissione europea, in vista della predisposizione dei commenti nazionali da rappresentare nell'ambito delle riunioni del Gruppo Ambiente del Consiglio dell'Unione europea.
  Come rappresentato dall'onorevole interrogante, le associazioni di categoria hanno evidenziato la criticità circa la mancata previsione, a livello europeo, di un principio di mutuo riconoscimento tra gli Stati membri degli End of Waste stabiliti, ai sensi della citata direttiva europea, sulla base di criteri nazionali o criteri caso per caso, atti a determinare la cessazione della qualifica di rifiuto per una sostanza o un oggetto.
  Pertanto, le stesse associazioni si sono fatte promotrici tramite il Ministero di proposte di modifica volte a ribadire suddetto principio al fine di consentire, in tal modo, la libera circolazione degli End of Waste all'interno del territorio europeo, ovvero che lo strumento degli End of Waste trovi un'interpretazione uniforme e armonizzata all'interno dell'Unione europea.
  Tali proposte, ritenute condivisibili, sono state poste all'attenzione della Commissione europea, della Presidenza di turno del Consiglio dell'Unione e degli altri Stati membri nelle diverse fasi del processo negoziale di revisione del Regolamento, nell'ambito del Gruppo Ambiente del Consiglio.
  In particolare, in ogni occasione di esame e discussione dell'articolo 28 del Regolamento, recante «Disaccordo in merito alla classificazione dei rifiuti», è stata ribadita la necessità di accogliere le proposte di emendamento in tal senso che, tuttavia, non hanno ricevuto il necessario sostegno da parte della Commissione e degli altri Stati membri.
  Vieppiù, la Commissione europea e il Servizio giuridico del Consiglio dell'UE hanno più volte argomentato che la disciplina giuridica degli End of Waste e l'introduzione di un eventuale principio di mutuo riconoscimento degli stessi tra gli Stati membri possono essere discussi soltanto nell'ambito di un eventuale tavolo di lavoro finalizzato alla revisione della Direttiva quadro sui rifiuti.
  Ciò nonostante, questo Ministero, in occasione di un recente incontro bilaterale ad hoc richiesto alla Presidenza svedese, ha ulteriormente ribadito l'intenzione di reiterare le proposte di emendamento relative agli End of Waste in quanto gli stessi rivestono un carattere di obiettivo nazionale di primaria importanza, presentando a valle dell'ultima riunione del sopracitato Gruppo Ambiente una nuova proposta di emendamento alternativa dell'articolo 28 che, attraverso una formulazione meno diretta e impattante, possa fornire delle opportunità di accordo tra gli Stati membri nel caso di spedizioni di End of Waste.
  Si fa presente, da ultimo, che si è in attesa di verificare se nella nuova versione del testo di compromesso della proposta di Regolamento sulle spedizioni di rifiuti che la Presidenza condividerà prima dell'invio della stessa al COREPER per la sua adozione le proposte sugli End of Waste da parte italiana siano state incluse.

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ALLEGATO 2

5-00863 Cappelletti: Sui progetti e le riforme del piano REPowerEU.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il Regolamento REPowerEU n. 435 del 2023, entrato in vigore il 1° marzo, consente agli Stati membri di modificare i Piani nazionali di ripresa e resilienza anche con l'aggiunta di un nuovo capitolo dedicato alle nuove azioni volte a conseguire gli obiettivi del piano REPowerEU, volto a promuovere e consolidare l'indipendenza, la sicurezza e la sostenibilità dell'approvvigionamento energetico dell'Unione.
  Si sottolinea che l'iniziativa REPowerEU è stata attuata dalla stessa Commissione anche mediante l'introduzione di opportune modifiche ai programmi legati alle politiche di coesione, allo scopo di renderli idonei a fronteggiare l'emergenza energetica; vi è difatti la possibilità di utilizzare le risorse della programmazione 2014-20 per finanziare misure eccezionali a supporto di PMI e famiglie, unitamente ad un uso flessibile del FESR e del FSE (cosiddetta Iniziativa SAFE).
  Riguardo le tempistiche di presentazione del pacchetto REPowerEU, l'unico termine da osservare è il 31 agosto 2023, indicato nella Comunicazione della Commissione del 3 marzo scorso e recante gli «Orientamenti sui piani PNRR nel contesto di REPowerEU», appunto come «termine legale» per la presentazione dell'aggiornamento del PNRR.
  Si premette che la nuova governance in materia di PNRR, così come da decreto-legge n. 13 del 2023, ha qualificato la Cabina di Regia, istituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, quale sede privilegiata e naturale per il confronto ed il dialogo tra il Governo, le regioni, gli enti locali e le parti sociali in materia di PNRR, ivi compreso il nuovo capitolo REPowerEU.
  L'Italia, in linea con le indicazioni della Commissione, il 6 febbraio scorso ha avviato la consultazione con i principali stakeholders, ovvero società pubbliche, le amministrazioni centrali e, in appuntamenti successivi, le regioni, enti locali e parti sociali, al fine precipuo di ricevere proposte condivise e coerenti con le finalità del capitolo REPowerEU e realizzabili entro i termini previsti dal dispositivo di ripresa e resilienza.
  Al riguardo, occorre considerare che il RepowerEU, al momento, ha una dotazione finanziaria di 20 miliardi derivanti dalle quote ETS.
  La quota italiana dei fondi REPower è pari a 2,7 miliardi di euro, ai quali si può aggiungere fino al 7,5 per cento dei fondi relativi alla programmazione 2021-2027 della politica di coesione.
  Conseguentemente, è indispensabile che il capitolo REPower sia costituito da riforme e investimenti realizzabili entro l'arco temporale del PNRR, e in grado di contribuire a realizzare gli obiettivi di diversificazione dell'approvvigionamento energetico, di aumento della resilienza, sicurezza e sostenibilità del sistema energetico, così come declinati dall'articolo 21-quater, paragrafo 3, del Regolamento n. 241 del 2021.
  Il Governo ha avviato, costanti interlocuzioni con la Commissione in ordine all'avanzamento dell'istruttoria relativa all'aggiornamento del PNRR e al capitolo REPowerEU, al fine di concordarne preventivamente i contenuti, i tempi e i modi.
  A conclusione dell'attività istruttoria svolta dal gruppo tecnico istituito a livello interministeriale per la valutazione delle proposte, il 18 maggio scorso è iniziato il confronto con la Commissione europea su alcune misure che si intende inserire nel REPowerEU e verificarne l'ammissibilità.
  Quanto ai progetti e alle misure ricompresi, si rappresenta che, essendo ancora in corso l'attività istruttoria, non è possibile allo stato fornire elementi di dettaglio.Pag. 156
  Tuttavia, si può anticipare che sarà composto da un elenco organico di proposte dirette a rafforzare l'autonomia energetica e la transizione ambientale, mediante interventi quali:

   misure relative alle reti di trasmissione e distribuzione, affrontando il complessivo rafforzamento strategico delle reti di distribuzione di energia, anche riferite al gas, nella prospettiva della conversione degli impianti al trasporto di idrogeno;

   misure relative alla produzione di energie rinnovabili e alla riduzione della domanda di energia o alla sua riqualificazione verso fonti rinnovabili, stimolando l'autoconsumo, l'autoproduzione e la riduzione dell'impatto ambientale anche da parte delle PMI e promuovendo l'efficientamento energetico degli immobili e la sostenibilità del trasporto;

   misure di sostegno alle catene del valore, per la competitività del sistema Italia e per la promozione delle filiere dell'energia rinnovabile, soprattutto nella prospettiva dell'economia circolare e del recupero dei materiali rari.

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ALLEGATO 3

5-00864 Peluffo: Sul meccanismo di formazione del prezzo di «gas release».

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con l'articolo 16 del decreto-legge n. 17 del 2022, al fine di contribuire al rafforzamento della sicurezza degli approvvigionamenti di gas a prezzi ragionevoli per i clienti finali e, contestualmente, alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti, è stata introdotta una misura in forza della quale il Gestore dei servizi energetici (GSE) o le società da esso controllate avviano, su direttiva del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, procedure per l'approvvigionamento di lungo termine di gas di produzione nazionale dai titolari di concessioni di coltivazione di gas, per successivamente mettere a disposizione tali quantitativi al sistema industriale a forte consumo di gas.
  Per effetto della successiva modifica della disciplina avvenuta con il decreto-legge n. 176 del 2022 si è previsto che il GSE stipuli con i produttori contratti di acquisto di diritti di lungo termine sul gas in forma di contratti finanziari per differenza rispetto al punto di scambio virtuale (PSV), di durata massima pari a dieci anni, con verifica dei termini alla fine del quinto anno.
  Il prezzo è determinato in considerazione della copertura dei costi totali effettivi delle singole produzioni, inclusi gli oneri fiscali e di trasporto, nonché un'equa remunerazione, applicando una riduzione percentuale, anche progressiva, ai prezzi giornalieri registrati al punto di scambio virtuale, e comunque nel limite di livelli minimi e massimi quantificati, rispettivamente, in 50 e 100 euro per MWh.
  Inoltre, nelle more della conclusione delle procedure autorizzative, a partire dal 1° gennaio 2023 e comunque fino all'entrata in produzione delle quantità aggiuntive di gas, i titolari di concessioni di coltivazione di gas naturale mettono a disposizione del Gruppo GSE un quantitativo di diritti sul gas corrispondente, fino al 2024, ad almeno il 75 per cento dei volumi produttivi attesi.
  I volumi di gas oggetto della maggior produzione sono poi offerti dal GSE al prezzo di acquisto ai soggetti industriali a forte consumo di gas.
  Come evidenziato dall'interrogante, la riduzione delle tensioni sugli approvvigionamenti in Europa e in Italia, favorita da una diversa strategia basata anche su un ricorso più intenso alle forniture di GNL, e una riduzione dei consumi complice una contrazione della produzione e un inverno particolarmente mite, hanno prodotto una stabile riduzione dei prezzi del gas verso la media dei 45 euro a MWh, al di sotto del prezzo minimo indicato dal legislatore di 50 euro.
  Pur condividendo le illustrate finalità di aumento della produzione nazionale e di sostegno al settore produttivo a forte uso del gas, si deve evidenziare che il valore del tetto del prezzo di 10 euro/MWh proposto non appare supportato da elementi di certezza in ordine alla sua quantificazione, nonché rischia di compromettere la finalità della misura in ordine all'obiettivo del rafforzamento della sicurezza degli approvvigionamenti di gas naturale, anche alla luce della situazione geopolitica.
  Tutto ciò premesso, si rappresenta che sono in corso di valutazione approfondimenti al fine di individuare le più opportune proposte di modifica alla misura oggetto dell'interrogazione, volte a contemperare le esigenze di un'equa remunerazione della maggiore produzione nazionale, pur nei limiti delle condizioni di maggior favore previste la coltivazione ed estrazione di gas nel territorio nazionale, con il beneficio comunque atteso dai settori produttivi connotati da un intenso consumo di gas che hanno subito le conseguenze dell'aumento del prezzo della materia prima.

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ALLEGATO 4

5-00945 Squeri: Su questioni attinenti alla transizione green, con particolare riferimento alle biomasse.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il PNIEC rappresenta uno strumento imprescindibile per indirizzare la politica energetica e ambientale del nostro Paese verso la decarbonizzazione, in un'ottica di sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
  Lo stesso Piano è fondamentale per indirizzare e mobilitare gli ingenti investimenti necessari a soddisfare l'ambizione collettiva della neutralità climatica e realizzare una transizione equa e giusta, preservando allo stesso tempo la sicurezza e l'accessibilità economica dell'energia.
  Riguardo il maggior contributo che le biomasse possono apportare al raggiungimento degli obiettivi europei, si rappresenta che al 2021 le biomasse hanno contribuito per il 6 per cento nella produzione lorda di energia elettrica rinnovabile, mentre per quanto concerne l'energia termica rinnovabile consumata le biomasse incidono per il 64 per cento.
  È opportuno evidenziare come, nell'ambito dei lavori per l'aggiornamento del PNIEC, sono in corso di valutazione tutte le opzioni tecnologiche, in un'ottica di neutralità, pertanto compreso l'apporto delle biomasse nel raggiungimento degli ambiziosi obiettivi.
  Del resto, nella Comunicazione della Commissione sugli orientamenti agli Stati membri per l'aggiornamento dei piani nazionali per l'energia e il clima pubblicata lo scorso dicembre 2022 viene posta attenzione sul miglioramento della pianificazione per i settori dell'uso del suolo, della silvicoltura e dell'agricoltura.
  Vieppiù, con riguardo all'uso del suolo, è suggerita anche la promozione e attuazione di misure di efficienza energetica relative alla biomassa, compresa la fornitura di biomateriali isolanti.
  In riferimento alla necessità di esplicitare con la massima evidenza possibile costi e impatti su famiglie e imprese della transizione verde nell'ambito delle attività di revisione del Piano, la stessa Comunicazione sopra richiamata raccomanda formulazioni su base analitica completa, aggiornata e dettagliata che tengano conto degli effetti economici, occupazionali, sociali, nonché in termini di ricerca, innovazione, competitività e ambiente.
  Pertanto, i piani nazionali aggiornati hanno altresì il compito di stabilire priorità chiare ai finanziamenti destinati a una transizione equa, alla riqualificazione e al miglioramento delle competenze, oltre che al sostegno agli adeguamenti del mercato del lavoro, nonché di prendere in debita considerazione le modalità per affrontare efficacemente le sfide che pongono la transizione energetica e climatica.