CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 23 marzo 2023
82.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-00501 Boldrini: Sulla repressione in atto in Tunisia.

TESTO DELLA RISPOSTA

   La Tunisia attraversa una congiuntura politica, economica e finanziaria molto critica, con potenziali ripercussioni sul funzionamento della sua democrazia. Giovani istituzioni democratiche già messe alla prova dai rivolgimenti politici degli ultimi mesi.
   Il percorso di riforme intrapreso dal Presidente della Repubblica, Kais Saied, nel luglio 2021 con la dichiarazione dello stato di emergenza si è formalmente concluso il 29 gennaio, con il secondo e ultimo turno delle elezioni parlamentari. La scarsa affluenza alle urne, così come i provvedimenti nei confronti degli oppositori politici o le accuse di interferenze straniere sono segnali non positivi.
   Ma l'ordinato svolgimento del voto ha comunque restituito al popolo tunisino un nuovo Parlamento, che ha tenuto la sua sessione inaugurale il 13 marzo. Si tratta di un traguardo importante, seppure parziale, che l'Italia ha costantemente invocato per consentire il ripristino dell'ordine costituzionale nel Paese. Dobbiamo continuare a monitorare attentamente il percorso intrapreso.
   Assieme ai principali partner in ambito G7 e Unione europea, abbiamo svolto in questi mesi un ruolo di primo piano nel ribadire alle autorità tunisine l'importanza di preservare le importanti conquiste democratiche dell'ultimo decennio e di assicurare il pieno rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali. Lo abbiamo fatto innanzi tutto nell'interesse del popolo tunisino. Ma anche per la credibilità internazionale di Tunisi.
   Proprio per confermare l'impegno dell'Italia al fianco del popolo tunisino e spingere l'Unione europea ad offrire un supporto concreto per il superamento dell'attuale crisi, il Ministro Tajani ha chiesto, e ottenuto, che la Tunisia fosse inserita all'ordine del giorno del Consiglio degli Affari Esteri di lunedì.
   Sugli esiti del Consiglio lo stesso Ministro riferirà tra poche ore davanti alle Commissioni Esteri riunite.
   A Bruxelles è emerso un generale consenso sulla gravità della situazione politica, economica e migratoria della Tunisia e sull'urgenza di un maggiore sostegno, anche finanziario, dell'Unione. Cui dovrà corrispondere l'impegno delle autorità tunisine a proseguire il percorso delle riforme.
   Il Governo italiano intrattiene un dialogo costante con le controparti tunisine, esortandole a mantenere un atteggiamento costruttivo tanto nei rapporti con la Comunità Internazionale – il cui sostegno è particolarmente importante in questa fase di crisi economica (pensiamo al negoziato con il Fondo Mondiale Internazionale) – quanto in quelli con la società civile tunisina, tra le più dinamiche e plurali della regione.
   Dopo la missione di gennaio con il Ministro Piantedosi, il Vice Presidente del Consiglio Tajani ha intensificato nelle ultime settimane i contatti con i suoi omologhi tunisini, in particolare con il nuovo Ministro degli Esteri Ammar.
   Pur nel pieno rispetto della sovranità tunisina, abbiamo a più riprese rappresentato la nostra preoccupazione per i provvedimenti restrittivi adottati nei confronti di personalità dell'opposizione nelle ultime settimane, ricordando l'importanza, non solo di proteggere i diritti e le garanzie previste dalla nuova Costituzione del luglio 2022, ma anche di astenersi da iniziative suscettibili di incrinare l'impegno della Comunità Internazionale a sostegno dell'economia tunisina.

   
   Il Governo sta inoltre rafforzando la collaborazione con la Tunisia nel settore Pag. 38migratorio, attraverso una serie di interventi anche in collaborazione con alcune Agenzie delle Nazioni Unite. Sostegno alle autorità tunisine nella lotta contro i trafficanti di esseri umani. Rimpatri volontari assistiti verso i Paesi di origine dei migranti vulnerabili. Promozione di opportunità di lavoro e sviluppo che possano offrire alternative valide all'emigrazione.
   Anche l'Alto Rappresentante Borrell ha ricordato al Consiglio Affari Esteri di lunedì come la situazione nel Paese abbia ricadute preoccupanti in termini di flussi migratori irregolari, stigmatizzando allo stesso tempo le recenti dichiarazioni del Presidente Saied nei confronti dei migranti subsahariani nel Paese.
   È fondamentale quindi mantenere un approccio calibrato che tenga conto delle sensibilità del popolo tunisino ma anche dell'importanza di aiutare il Paese a uscire dalla crisi per la tenuta della giovane democrazia tunisina e per l'importante ruolo della Tunisia nella regione mediterranea.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-00502 Boldrini: Sul riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele.

TESTO DELLA RISPOSTA

   Sulla richiesta di riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele, la posizione dell'Italia è coerente con quella comune dell'Unione europea. Essa riconosce l'aspirazione di entrambe le parti ad avere la propria capitale a Gerusalemme, in linea con le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Le risoluzioni numero 242 e 2334 sanciscono l'inaccettabilità di qualsiasi modifica unilaterale alle linee di demarcazione dopo il 4 giugno 1967.
   Per questo, l'Italia non riconosce l'annessione ad Israele di Gerusalemme Est, né riconosce Gerusalemme come capitale di Israele.
   La posizione italiana è stata ribadita, da ultimo, dal Presidente del Consiglio Meloni nell'incontro a Roma con il Primo Ministro di Israele Netanyahu il 10 marzo scorso.
   Il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli affari esteri Tajani ha trasmesso lo stesso messaggio nel corso degli incontri istituzionali avuti durante la sua visita in Israele dal 12 al 14 marzo scorsi.
   L'Italia vuole essere il migliore amico di Israele in Europa, ma con l'Europa vogliamo lavorare per una pace secondo la formula «due popoli, due Stati». E nel quadro di questa formula, andrà considerato anche il tema della capitale di Israele.
   L'Italia intende contribuire al rilancio del processo di pace. Il Governo ha rivolto – e continuerà a rivolgere – l'appello a entrambe le parti a evitare ogni azione che possa ulteriormente deteriorare le condizioni essenziali per la realizzazione di una soluzione a due Stati.
   L'invito a tenere una linea di moderazione è funzionale all'obiettivo di rilanciare il dialogo politico e riportare le parti al tavolo negoziale. L'Italia ha ribadito il proprio impegno a favorire ogni processo politico tra Israele e Autorità Palestinese, per riprendere un sentiero di dialogo e fiducia reciproca.

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ALLEGATO 3

DL 16/2023: Disposizioni urgenti di protezione temporanea per le persone provenienti dall'Ucraina. C. 939 Governo.

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La III Commissione (Affari esteri e comunitari),

   esaminato, per le parti di competenza, il disegno di legge C. 939, d'iniziativa del Governo, di conversione del decreto-legge 2 marzo 2023, n. 16, recante disposizioni urgenti di protezione temporanea per le persone provenienti dall'Ucraina;

   segnalato che, secondo i dati dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), aggiornati a gennaio 2023, in Italia sono stati accolti oltre 171 mila profughi dall'Ucraina, a fronte di circa 1 milione di arrivi in Germania, 118 mila in Francia e 168 mila in Spagna;

   ricordato, altresì, che il 4 marzo 2022 l'UE ha attivato la direttiva sulla protezione temporanea (direttiva 2001/55/CE), che conferisce agli sfollati in fuga dalla guerra in Ucraina la possibilità di fruire, almeno fino a marzo 2024, di una serie di diritti nel territorio dell'Unione europea, tra cui il permesso di soggiorno, l'accesso al mercato del lavoro e ad alloggi adeguati, l'assistenza medica e l'accesso all'istruzione per i minori;

   evidenziato che l'articolo 1-bis proroga fino al 31 dicembre 2023 lo stato di emergenza per intervento all'estero in conseguenza degli accadimenti in atto nel territorio dell'Ucraina;

   apprezzato che, in via generale, il provvedimento proroga fino al 31 dicembre 2023 le misure di assistenza e accoglienza già disposte in favore della popolazione ucraina in attuazione del decreto-legge n. 21 del 2022, come successivamente rafforzate e rimodulate mediante i decreti-legge n. 50 e n. 115 del 2022;

   preso atto che l'articolo 5 dispone che alla copertura degli oneri derivanti dall'attuazione degli interventi previsti dal provvedimento in esame, quantificati in 299.388.800 euro per l'anno 2023, si provveda, quanto ad euro 276.588.800, mediante corrispondente riduzione degli stanziamenti delle Missioni e dei Programmi di spesa di taluni Ministeri, tra cui il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.