CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 15 marzo 2023
78.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie. Testo unificato DOC. XXII n. 11 Battilocchio, n. 14 Zaratti, n. 16 De Maria, n. 19 Alfonso Colucci e n. 20 Lupi.

PARERE APPROVATO

  La VIII Commissione,

   esaminato, per le parti di competenza, il testo unificato come risultante dalle proposte emendative approvate, recante l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie (DOC. XXII n. 11 Battilocchio, n. 14 Zaratti, n. 16 De Maria, n. 19 Alfonso Colucci e n. 20 Lupi);

   apprezzate le finalità istitutive della Commissione, in considerazione dell'esigenza di svolgere un'inchiesta ai sensi dell'articolo 82 della Costituzione sulle questioni riguardanti le condizioni di sicurezza e lo stato di degrado delle città e delle loro periferie;

   considerata la diffusione degli affitti brevi di abitazioni ad uso residenziale nelle città,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con la seguente osservazione:

   valuti la Commissione di merito l'opportunità che la Commissione d'inchiesta, nell'ambito della sua attività, analizzi anche la situazione degli affitti brevi di abitazioni ad uso residenziale, tenuto conto della loro diffusione nelle città.

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ALLEGATO 2

Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera relativo all'imposizione dei lavoratori frontalieri, con Protocollo aggiuntivo e Scambio di lettere, fatto a Roma il 23 dicembre 2020, b) Protocollo che modifica la Convenzione tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera per evitare le doppie imposizioni e per regolare talune altre questioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio, con Protocollo aggiuntivo, conclusa a Roma il 9 marzo 1976, così come modificata dal Protocollo del 28 aprile 1978 e dal Protocollo del 23 febbraio 2015, fatto a Roma il 23 dicembre 2020, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno. C. 859 approvato in un testo unificato dal Senato e abbinata C. 567 Quartapelle Procopio.

PARERE APPROVATO

  La VIII Commissione,

   esaminato, per le parti di competenza, il progetto di legge C. 859 approvato dal Senato, recante ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera relativo all'imposizione dei lavoratori frontalieri, con Protocollo aggiuntivo e Scambio di lettere, fatto a Roma il 23 dicembre 2020, e del Protocollo che modifica la Convenzione tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera per evitare le doppie imposizioni e per regolare talune altre questioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio, con Protocollo aggiuntivo, conclusa a Roma il 9 marzo 1976, così come modificata dal Protocollo del 28 aprile 1978 e dal Protocollo del 23 febbraio 2015, fatto a Roma il 23 dicembre 2020, nonché norme di adeguamento dell'ordinamento interno;

   considerato che nella premessa dell'Accordo relativo all'imposizione dei lavoratori frontalieri si precisa che l'intento di eliminare le doppie imposizioni sui salari, sugli stipendi e sulle altre remunerazioni analoghe ricevute dai lavoratori frontalieri tiene conto dei costi sostenuti dalle aree di frontiera per infrastrutture e servizi pubblici a essi connessi e dell'importante contributo che i lavoratori forniscono, a vari livelli, all'economia delle aree di frontiera in cui lavorano;

   valutata positivamente l'istituzione del Fondo per lo sviluppo economico, il potenziamento delle infrastrutture e il sostegno dei salari nelle zone di confine italo-elvetiche di cui all'articolo 11 del progetto di legge di ratifica,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

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ALLEGATO 3

D.L. 11/2023: Misure urgenti in materia di cessione dei crediti di cui all'articolo 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77. C. 889 Governo.

PARERE APPROVATO

  La VIII Commissione,

   esaminato, per le parti di competenza, il disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 16 febbraio 2023, n. 11, recante Misure urgenti in materia di cessione dei crediti di cui all'articolo 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77 (C. 889 Governo);

   considerato che:

    l'articolo 1, comma 1, lettera a), introduce dal 17 febbraio 2023 – data di entrata in vigore del provvedimento in esame – il divieto per le pubbliche amministrazioni, di cui all'articolo 1, comma 2, della legge n. 196 del 2009, di essere cessionari dei crediti di imposta derivanti dall'esercizio delle opzioni per la cessione del credito e dello sconto in fattura;

    l'articolo 2, comma 1, sancisce, a partire dal 17 febbraio 2023, il divieto di optare, in luogo della fruizione diretta della detrazione, per un contributo anticipato sotto forma di sconto dai fornitori dei beni o servizi o per la cessione del credito corrispondente alla detrazione spettante per alcuni interventi di recupero del patrimonio edilizio, efficienza energetica, adozione di misure antisismiche, disciplinando – ai commi 2 e 3 del medesimo articolo – talune deroghe volte ad escludere dall'applicazione di tale divieto alcuni interventi in corso per i quali si verifichino le condizioni ivi elencate;

    valutata con favore l'esigenza di introdurre misure per la tutela della finanza pubblica nel settore delle agevolazioni fiscali ed economiche in materia edilizia;

    rilevata l'opportunità di prevedere specifiche deroghe per gli interventi effettuati dagli IACP per il miglioramento dell'efficienza e della sicurezza del patrimonio edilizio residenziale pubblico, nonché per gli interventi oggetto delle detrazioni ordinarie per la riqualificazione energetica e l'adozione di misure antisismiche,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

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ALLEGATO 4

D.L. 11/2023: Misure urgenti in materia di cessione dei crediti di cui all'articolo 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77. C. 889 Governo.

PROPOSTA ALTERNATIVA DI PARERE DEL GRUPPO MOVIMENTO CINQUE STELLE

  La VIII Commissione,

   esaminato, per le parti di competenza, il disegno di legge A.C. 889 di conversione in legge del decreto-legge 16 febbraio 2023, n. 11, recante «Misure urgenti in materia di cessione dei crediti di cui all'articolo 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77»;

   premesso che,

    il decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77 (cosiddetto Decreto Rilancio), ha introdotto nel nostro ordinamento giuridico la possibilità di usufruire delle agevolazioni fiscali in materia edilizia e di efficientamento energetico sotto forma di sconti sui corrispettivi, ovvero prevedendo la facoltà per il beneficiario della detrazione di cedere il corrispondente credito a un soggetto terzo, comprese banche e intermediari finanziari; tale meccanismo ha contribuito in modo determinante al rilancio dell'intero settore e al perseguimento degli obiettivi fissati nel PNRR;

    la disciplina del cosiddetto Superbonus 110 per cento si colloca infatti all'interno del quadro complessivo delle politiche fiscali per l'ambiente, attraverso il ricorso a ecoincentivi specifici finalizzati a dare concretezza alle esigenze di riqualificazione energetica e adeguamento antisismico del patrimonio edilizio;

    successivamente all'introduzione della misura agevolativa, tuttavia, si sono susseguite diverse e copiose modificazioni normative rispetto all'impianto originario, tra cui quelle introdotte con il decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4 (decreto Sostegni-ter) e il decreto-legge 21 marzo 2022, n. 21 («decreto Ucraina»); da ultimo, le modifiche del decreto-legge 18 novembre 2022, n. 176 (cosiddetto decreto Aiuti-quater) e dalla Legge 29 dicembre 2022, n. 197 (legge di bilancio 2023);

    con il decreto-legge in esame il Governo è nuovamente intervenuto sulla materia dei crediti d'imposta di cui all'articolo 121 del citato decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34;

    in particolare, all'articolo 1, oltre a circoscrivere il campo di applicazione della responsabilità solidale del fornitore che ha applicato lo sconto e dei cessionari, introduce il divieto per le pubbliche amministrazioni di acquistare i crediti di imposta derivanti dall'esercizio delle opzioni per la cessione del credito e dello sconto in fattura;

    con la disposizione di cui all'articolo 2 ha inoltre inibito, a far data dal 17 febbraio 2023, qualsiasi possibilità di utilizzare una forma alternativa alla detrazione del 110 per cento, riconoscendo limitate deroghe a tale principio e abrogando anche una serie di norme che, nella disciplina previgente, già riconoscevano la possibilità di cessione del credito per interventi edilizi. Inoltre, ha disposto il blocco delle opzioni della cessione e dello sconto in fattura per i bonus cosiddetti ordinari, già presenti nel nostro ordinamento, ricorrendo ad una abrogazione tout court, senza prevedere alcun regime transitorio o deroghe di sorta. Ci si riferisce, in particolare, ai meccanismi previsti dagli 14 e 16 del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63 nonché al sismabonus-acquisti relativamente a tutti i contratti preliminari o definitivi di compravendita dell'immobile stipulati a partire dal 17 febbraio 2023;

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   rilevato che,

    il decreto-legge in esame sconta una serie di criticità, prima fra tutte la perdurante incertezza sulla portata applicativa delle norme richiamate e sulle inevitabili conseguenze rispetto alla complessiva disciplina di cui all'articolo 119 del medesimo decreto-legge n. 34 del 2020;

    una scelta ponderata e consapevole da parte del legislatore avrebbe suggerito quantomeno il mantenimento del sistema della cessione del credito e dello sconto in fattura per gli interventi di miglioramento sismico e per gli interventi di abbattimento delle barriere architettoniche, di estrema importanza per il nostro Paese considerata l'entità del patrimonio edilizio esposto a rischio sismico elevato (zona sismica 1 o 2), pari a più di 6 milioni di edifici e 22,2 milioni di persone;

    quanto sopra, contrasta con la ratio del provvedimento che, come riportato nel comunicato stampa del Consiglio dei Ministri e nella Relazione illustrativa, avrebbe dovuto porre fine e sbloccare i crediti cosiddetti «incagliati» sulla Piattaforma di cessione dell'Agenzia delle entrate, prevedendo un sistema di incentivi all'acquisto degli stessi. De facto, il summenzionato decreto va nella direzione opposta anche rispetto agli obiettivi che il Paese è chiamato a raggiungere, in relazione al Green Deal e al PNRR, sui temi dell'efficientamento energetico, dell'adeguamento antisismico e della riqualificazione del patrimonio edilizio;

    nonostante il dichiarato intento di porre rimedio e dare soluzioni e agli effetti della misura sulla dinamica del debito pubblico, l'impostazione su cui poggia il decreto si limita a prevedere il totale divieto del trasferimento dei crediti d'imposta sulla base di mere valutazioni ragionieristiche, a totale discapito e detrimento del diritto alla salubrità, vivibilità, messa in sicurezza delle abitazioni e dei luoghi di lavoro, ovvero alla tutela di quegli interessi pubblici che la fiscalità ambientale non può esimersi dal prendere in considerazione in una prospettiva lungimirante e risolutiva;

    tali considerazioni sono tanto più attuali avuto riguardo agli obiettivi fissati dall'Europa con la proposta di «Direttiva case green», tenuto conto che nel nostro Paese, su 12,2 milioni di edifici residenziali, oltre 9 milioni risultano particolarmente energivori e che, secondo un recente studio effettuato da Nomisma, non sarebbero in grado di garantire le performance energetiche richieste (classe minima D entro il 2033). A fronte di questi obiettivi, per sostenere la domanda di 10,3 milioni di famiglie sarà imprescindibile ricorrere alle opzioni dello sconto in fattura e della cessione dei crediti;

    anche solo considerando le ricadute sotto il profilo ambientale, secondo i dati dell'ultimo rapporto annuale sull'efficienza energetica dell'ENEA, il risparmio complessivo generato dagli investimenti effettuati attraverso i bonus edilizi dalla loro prima introduzione ammonta a 2.652 GWh/anno, che si traduce in una riduzione di 979.000 tonnellate di CO2;

    in tale contesto, che richiederebbe la continuità delle agevolazioni in grado di sostenere l'efficientamento del patrimonio edilizio, le previsioni in esame rischiano di determinare l'arresto definitivo dello strumento del Superbonus e con esso la prospettiva economica di migliaia di famiglie e di imprese che verrebbero penalizzate dal blocco degli investimenti, con l'effetto di disincentivare l'ammodernamento di un patrimonio immobiliare vetusto e precario in un Paese dove il rischio sismico è notoriamente elevato;

   atteso pertanto che,

    il provvedimento in esame non offre alcuna soluzione al problema dei cosiddetti crediti incagliati legati ai bonus edilizi, anzi pone ulteriori limitazioni che ne accentuano gli effetti negativi, e non prefigura alcuna strategia di lungo periodo in grado di stabilizzare gli incentivi fiscali finalizzati alla riqualificazione energetica e antisismica del patrimonio immobiliare;

   tutto ciò premesso,

  esprimono

PARERE CONTRARIO.

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ALLEGATO 5

D.L. 11/2023: Misure urgenti in materia di cessione dei crediti di cui all'articolo 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77. C. 889 Governo.

PROPOSTA ALTERNATIVA DI PARERE DEL GRUPPO PARTITO DEMOCRATICO – ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA

  La VIII Commissione,

   premesso che:

    il decreto-legge in esame stabilisce che, a decorrere dal 17 febbraio 2023, non sarà più possibile optare, in luogo della fruizione diretta della detrazione, per un contributo anticipato sotto forma di sconto dai fornitori dei beni o servizi o per la cessione del credito corrispondente alla detrazione spettante per alcuni interventi agevolati in materia edilizia, salvo alcune limitate eccezioni;

    dalla medesima data, inoltre, è fatto divieto per le pubbliche amministrazioni di essere cessionari dei crediti di imposta derivanti dall'esercizio delle opzioni per la cessione del credito e dello sconto in fattura, facendo repentinamente venir meno la possibilità di intervento di uno dei soggetti su cui potevano far legittimo affidamento i cittadini e gli operatori privati;

    queste misure produrranno, per un verso, una drammatica crisi dell'edilizia e dell'indotto e, per un altro, il blocco degli interventi di riqualificazione energetica e sismica per i prossimi anni;

    una revisione dei bonus edilizi, volta a razionalizzare e armonizzare il complesso degli incentivi vigenti, è sicuramente opportuna ma, anziché scegliere questa via, il Governo ha deciso di bloccare definitivamente e con effetto immediato misure che hanno contribuito in modo significativo alla crescita del PIL negli ultimi anni, mettendo a rischio decine di migliaia di cantieri, imprese e posti di lavoro;

    quel che è peggio, si è scelto di intervenire con decretazione di urgenza senza il necessario confronto con i soggetti interessati, imprese e rappresentanti dei lavoratori, e lo si è fatto senza alcuna distinzione, andando a colpire anche gli interventi nelle aree sismiche e quelli relativi al superamento delle barriere architettoniche, danneggiando le fasce sociali più deboli, dal momento che la cessione del credito consentiva di usufruire delle agevolazioni fiscali in materia edilizia indipendentemente dalle capacità finanziarie. La riprova della fallacia dell'intervento è data dall'annunciata disponibilità del governo ad intervenire con sostanziali correttivi – i cui effetti, tuttavia, si produrranno solo successivamente all'eventuale data di conversione del decreto in oggetto – dopo i primi incontri con i rappresentanti economici;

    senza la cessione del credito, i bonus saranno effettivamente utilizzabili solo da chi ha le disponibilità finanziaria e fiscale per anticipare il capitale necessario e recuperarlo negli anni successivi, con evidenti riflessi negativi sul rispetto del principio di equità previsto dal nostro ordinamento e con effetti perversi sotto l'aspetto sociale e ambientale, proprio nel momento in cui è in corso di approvazione la nuova Direttiva UE cosiddetta «Case Green» sulla prestazione energetica degli edifici, che prevede il raggiungimento della classe energetica E entro il 2030 e in classe D entro il 2033 per gli immobili e ha come obiettivo la neutralità assoluta entro il 2050, particolarmente impegnativa per l'Italia, che ha un patrimonio immobiliare vetusto ed energivoro;

    occorre, proprio in quest'ottica, contrariamente a quanto prevede il decreto in Pag. 79esame, garantire la continuità, il rafforzamento e una maggiore efficacia degli strumenti di finanziamento degli interventi di riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare pubblico del Paese, prestando particolare attenzione alla riqualificazione degli edifici con le peggiori prestazioni energetiche;

    il decreto in esame non affronta, peraltro, il principale problema, quello degli oltre 15 miliardi di euro di crediti fiscali incagliati, come da mesi chiedono invano le associazioni dei costruttori e degli artigiani, e anzi esclude il coinvolgimento degli enti territoriali, che ne avrebbe facilitato lo smobilizzo;

    è necessario, invece, reintrodurre la possibilità di cedere parte dei futuri crediti fiscali, secondo criteri di selettività basati sulle condizioni economiche dei beneficiari, sugli interventi da agevolare, sul tipo di immobile, aprendo un confronto con le parti interessate,

  esprime

PARERE CONTRARIO.

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ALLEGATO 6

Deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane. C. 977 approvato dal Senato.

PARERE APPROVATO

  La VIII Commissione,

   esaminato, per le parti di competenza, il disegno di legge C. 977 approvato dal Senato, recante deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane;

   considerato che il disegno di legge disciplina alcune deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane, delineando in tale ambito una riforma articolata e complessiva volta, tra l'altro, a realizzare uno degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR);

   evidenziato che, tra i principi e criteri direttivi generali di delega di cui all'articolo 2, rientra quello della riqualificazione dei servizi di semiresidenzialità, di residenzialità temporanea o di sollievo e promozione dei servizi di vita comunitaria e di coabitazione domiciliare;

   valutati positivamente i principi e i criteri direttivi specifici di cui ai numeri 5) e 6) della lettera a) del comma 2 dell'articolo 3, a cui il Governo deve attenersi nell'esercizio della delega riguardante gli interventi per l'invecchiamento attivo e la promozione dell'autonomia delle persone anziane,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

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ALLEGATO 7

Indagine conoscitiva sull'impatto ambientale degli incentivi in materia edilizia

PROGRAMMA

  Le detrazioni fiscali per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio, per l'adeguamento antisismico e quelle per la riqualificazione energetica hanno rivestito un ruolo via via crescente nel mercato delle costruzioni. Nel 2020 gli interventi agevolati detenevano una quota di oltre la metà degli investimenti nel rinnovo residenziale. Dalla loro introduzione, nel 1998 fino al dicembre 2020, essi hanno veicolato una spesa per investimenti di quasi 348 miliardi di euro. Secondo le stime del CRESME dal 2013 al 2020, ogni anno, con l'eccezione del 2015 e del 2020, sono stati investiti mediamente 28 miliardi di euro, 24 dei quali negli interventi di recupero edilizio e circa 4 miliardi negli interventi di riqualificazione energetica. Nel 2021 i lavori incentivati sono stati pari a 66 miliardi di euro.
  Le predette misure di incentivazione, introdotte anche con l'obiettivo di far emergere il lavoro irregolare nel settore dell'edilizia, si sono caratterizzate come misure anticongiunturali e, successivamente, di stimolo al risparmio energetico attraverso il finanziamento di interventi per migliorare l'efficienza energetica (cosiddetto ecobonus). Le modifiche introdotte nel tempo hanno inoltre riguardato l'agevolazione di interventi relativi all'adozione di misure antisismiche (cosiddetto sismabonus), tenuto conto della vetustà del patrimonio edilizio e della fragilità e vulnerabilità del territorio, e, fino al 2022, anche di interventi volti a favorire il decoro delle facciate dei fabbricati nelle aree centrali dei comuni.
  A maggio 2020, il decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, ha introdotto il cosiddetto «superbonus», ossia una detrazione del 110 per cento per alcune tipologie di interventi, e la possibilità di cedere i crediti d'imposta (cessione del credito e sconto in fattura) per quasi tutti gli interventi di manutenzione e ristrutturazione incentivati. A tale agevolazione il PNRR (Missione 2, componente 3, Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici) destina complessivamente 13,95 miliardi di euro, unitamente ad altri 4,56 miliardi di euro stanziati con il Fondo Complementare al PNRR, al fine di incentivare interventi che contribuiscano all'incremento del livello di efficienza energetica degli edifici. In particolare, il PNRR fissa già per il secondo trimestre del 2023 l'obiettivo del completamento della ristrutturazione di edifici per almeno 12.000.000 mq, che si traduca in risparmi di energia primaria di almeno il 40 per cento e nel miglioramento di almeno due classi energetiche nell'attestato di prestazione energetica, nonché della ristrutturazione di almeno 1.400.000 metri quadri per scopi antisismici.
  In questa prospettiva, anche alla luce dell'evoluzione della normativa europea in materia di prestazioni energetiche degli edifici per il raggiungimento dell'obiettivo di azzeramento delle emissioni al 2030 e al 2050, appare importante valutare l'efficacia degli incentivi fiscali in materia edilizia, compreso il «superbonus», in relazione al raggiungimento degli obiettivi climatici, al risparmio energetico, alla promozione dell'autonomia energetica da fonti rinnovabili, nonché alla messa in sicurezza sismica del patrimonio edilizio. In tale contesto, appare importante valutare anche l'efficacia degli strumenti regolatori degli incentivi edilizi, con particolare riferimento agli adempimenti burocratici richiesti, ai fini di una migliore fruibilità delle agevolazioni e del bilanciamento tra esigenze di controllo e necessità di semplificazione.
  In questo quadro, e tenuto conto della necessità di cittadini e imprese di operare in un quadro normativo coerente e stabile nel tempo, la Commissione ambiente ha convenuto sull'opportunità di svolgere un'indagine conoscitiva sull'impatto ambientale degli incentivi in materia edilizia. Scopo dell'indagine è quello di valutare gli effetti delle predette agevolazioni, con particolare riguardo anche al cosiddetto superbonus:

   sull'efficienza energetica e sulla sostenibilità ambientale, in termini di riduzione del consumo di energia da fonti fossili e delle emissioni di CO2, nonché di promozione dell'autonomia energetica da fonti rinnovabili, anche alla luce della distribuzione territoriale degli incentivi e della distinzione tra le abitazioni principali e le altre per quanto concerne l'edilizia residenziale; in tale ambito, si collocherebbe inoltre una prima verifica dello stato di attuazione delle misure in materia di riqualificazione energetica degli edifici previste dal PNRR, con particolare riferimento alle stime relative al loro impatto ambientale in termini di riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di gas serra;

   sul raggiungimento degli obiettivi di ristrutturazione e di miglioramento dell'efficienza energetica del parco immobiliare nazionale, in vista dell'obiettivo di neutralità climatica al 2050, anche al fine di approfondire le prospettive di sviluppo degli strumenti incentivanti alla luce altresì del dibattito a livello europeo sulla proposta di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia;

   sulla messa in sicurezza sismica del patrimonio edilizio, anche al fine di stimare eventuali risparmi che potrebbero derivare per la realizzazione degli interventi di ricostruzione a fronte di eventi calamitosi;

   sul miglioramento dell'efficienza energetica per gli interventi riguardanti gli edifici pubblici e l'edilizia residenziale pubblica, anche al fine di valutare se e in che misura gli strumenti di incentivazione (fiscale ma anche di altro tipo) già contemplati per gli interventi di recupero e ristrutturazione edilizia ed energetica di natura puntuale possano essere oggetto di revisione ovvero costituire un modello applicabile anche ad operazioni di rigenerazione urbana di più vasta portata;

   sull'aumento dei prezzi dei materiali e delle materie prime, anche tenuto conto delle esperienze degli altri Paesi europei.

  L'indagine si articolerà in una serie di audizioni che coinvolgerà i seguenti soggetti:

   rappresentanti del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica;

   rappresentanti degli enti territoriali;

   rappresentanti dell'Agenzia delle entrate;

   rappresentanti dell'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (ARERA);

   rappresentanti del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (CNEL);

   rappresentanti del Gestore dei servizi energetici (GSE) e di Terna;

   rappresentanti dell'Istituto nazionale di statistica (ISTAT), dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), dell'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA), del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) e di altri istituti di ricerca del settore;

   rappresentanti di imprese e di altri soggetti operanti nel settore;

   organizzazioni rappresentative del mondo delle imprese e della cooperazione, nonché dei proprietari delle abitazioni;

   rappresentanti di associazioni ambientaliste;

   rappresentanti degli ordini e delle categorie professionali;

   rappresentanti delle organizzazioni sindacali;

   esperti della materia.

  L'indagine conoscitiva dovrebbe concludersi entro il 30 giugno 2023.