CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 6 dicembre 2022
21.
XIX LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025. C. 643-bis Governo.

RELAZIONE APPROVATA

  La XI Commissione,

   esaminato, limitatamente alle parti di competenza, il disegno di legge n. C. 643-bis Governo, recante il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025;

   considerato che il disegno di legge interviene su numerosi temi riconducibili alle competenze della Commissione;

   premesso che:

    gli obiettivi della manovra finanziaria in oggetto sono la tutela del sistema produttivo nazionale, la sua crescita e parallelamente la volontà di porre argine alle conseguenze dell'aumento dell'inflazione per le imprese e le fasce di popolazione, specialmente quelle con bassi redditi;

    la via seguita per raggiungere questi obiettivi è la valorizzazione del lavoro e dell'occupazione;

    il provvedimento si inserisce in un quadro dove altre norme già emanate hanno provveduto ad aiutare famiglie e imprese in balia delle difficoltà nate da caro energia e inflazione;

    solo considerando anche questo aspetto più generale si può comprendere pienamente quanto oggi l'azione del Governo è mossa dalla convinzione che l'unica via di uscita dalla crisi economica attuale è mettere in sicurezza il sistema «impresa» nazionale ed investire in occupazione e lavoro, dove il «più assumi e meno paghi» è uno dei principi che emerge come filo conduttore;

    anche le norme che prevedono la possibilità di pensionamento anticipato sono un chiaro segnale del rispetto che si deve al lavoro svolto da molte persone che, grazie a questo loro impegno di una vita, potranno accedere anticipatamente alla pensione, mentre di pari passo c'è la facoltà di poter decidere di continuare a lavorare, ma giustamente senza dover continuare a versare contributi, prevedendo così un giusto riconoscimento a chi, anche potendo smettere di lavorare, si sente o ha voglia di continuare a creare ricchezza per la sua Nazione;

    apprezzato l'esonero per il 2023, previsto dall'articolo 52, sulla quota dei contributi previdenziali dovuti dai lavoratori dipendenti, pari al 2 per cento per le retribuzioni fino a 2.692 euro e del 3 per cento per le retribuzioni fino a 1.538 euro al mese;

    condivisa l'introduzione, all'articolo 53, di un'ulteriore fattispecie di pensionamento anticipato (Quota 103) alla quale si può accedere maturando, entro il 31 dicembre 2023, un'età anagrafica di almeno 62 anni e un'anzianità contributiva di almeno 41 anni, a condizione che il valore lordo mensile del trattamento di pensione anticipata non sia superiore a cinque volte il trattamento minimo;

    rilevato che l'articolo 54 prevede, per i lavoratori dipendenti che, pur avendo maturato i requisiti pensionistici della predetta «quota 103», rimangono in servizio, il venire meno dell'obbligo di versamento dei contributi all'ente previdenziale;

    condivisa la proroga al 2023 dell'istituto di pensionamento anticipato denominato «Ape sociale», disposta dall'articolo 55;

    condivisa la previsione, all'articolo 56, del trattamento pensionistico anticipato denominato «Opzione donna»;

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    rilevato che l'articolo 57 introduce un esonero contributivo totale a favore dei datori di lavoro, per dodici mesi, fino a 6.000 euro, in relazione alle assunzioni a tempo indeterminato di percettori del reddito di cittadinanza, effettuate nel 2023;

    preso atto che l'articolo 58 introduce, per gli anni 2023 e 2024, una disciplina speciale per l'indicizzazione dei trattamenti pensionistici che riduce la percentuale applicabile agli importi superiori a quattro volte il trattamento minimo, prevedendo, invece, per le pensioni di importo pari o inferiore al trattamento pensionistico minimo, in aggiunta alla rivalutazione automatica, un incremento dell'1,5 per cento per le mensilità del 2023 e del 2,7 per cento per quelle del 2024;

    apprezzata, all'articolo 59, la modifica della disciplina del reddito di cittadinanza applicabile nel corso del 2023, nelle more di una organica riforma delle misure di sostegno alla povertà e di inclusione attiva;

    apprezzato il rifinanziamento del Fondo sociale per l'occupazione e la formazione, disposto dall'articolo 61;

    rilevato che l'articolo 62 stanzia 1 miliardo di euro, per l'anno 2023, per l'erogazione di un emolumento accessorio una tantum, pari all'1,5 per cento dello stipendio, da corrispondersi per tredici mensilità, a favore dei dipendenti delle amministrazioni statali, prevedendo che per il personale dipendente da altre amministrazioni gli oneri da destinare alla medesima finalità sono posti a carico dei rispettivi bilanci;

    considerato che l'articolo 64 estende la facoltà di ricorrere a prestazioni di lavoro occasionale;

    apprezzato l'incremento, dal 30 per cento all'80 per cento della retribuzione, dell'indennità per congedo parentale riconosciuto alle lavoratrici dipendenti per un mese entro il sesto anno di vita del figlio, disposto dall'articolo 66;

    apprezzato, all'articolo 107, comma 1, l'incremento delle risorse del Fondo unico a sostegno del movimento sportivo italiano, destinando 1 milione di euro l'anno a decorrere dal 2023 al sostegno della maternità delle atlete non professioniste;

    preso atto che l'articolo 134, comma 21, consente la riapertura dei termini per la stabilizzazione del personale degli enti locali impegnato nelle operazioni di ricostruzione a seguito dei sismi del 2002, del 2009, del 2012 e del 2016;

    considerato che l'articolo 153, comma 12, riduce l'autorizzazione di spesa per il pensionamento anticipato dei lavoratori precoci di 80 milioni di euro per il 2023, 90 milioni di euro per il 2024 e 120 milioni di euro l'anno dal 2025;

    preso atto che l'articolo 153, commi da 15 a 17, istituisce un Fondo per le assunzioni di personale da parte delle amministrazioni centrali dello Stato che hanno conseguito determinati obiettivi di spesa, al fine del potenziamento delle competenze delle medesime amministrazioni in materia di analisi, valutazione delle politiche pubbliche e revisione della spesa,

DELIBERA DI RIFERIRE
FAVOREVOLMENTE.

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ALLEGATO 2

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025. C. 643-bis Governo.

RELAZIONE DI MINORANZA PRESENTATA DAL GRUPPO PD-IDP

  La XI Commissione

   esaminato, per le parti di competenza, il Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025 (C. 643-bis Governo);

   premesso che:

    l'economia italiana si avvicina alla recessione, l'inflazione è vicina al 12 per cento mentre le retribuzioni stanno crescendo di poco più dell'1 per cento, un crollo del potere d'acquisto dei salari e degli stipendi che allarga drammaticamente le disuguaglianze e genera una enorme redistribuzione di reddito a danno anzitutto delle famiglie più povere e più fragili;

    a fronte di questa situazione, il disegno di legge di bilancio presentato dal Governo non solo non risponde alla crisi economica e sociale ma addirittura rischia di aggravarla, perché è inadeguato e iniquo: inadeguato ad affrontare efficacemente la crisi energetica e a scongiurare la recessione e fortemente iniquo perché segnato da scelte ideologiche ed elettoralistiche, come l'inasprimento già per il prossimo anno sul reddito di cittadinanza, i favori agli evasori fiscali con l'aumento del tetto per l'uso dei contanti e l'innalzamento della soglia per i pagamenti con la moneta elettronica, il taglio delle pensioni;

    la verità emerge chiaramente dalla Relazione Tecnica: le norme di condono eufemisticamente denominate «misure di sostegno in favore del contribuente» costeranno oltre 1,1 miliardi di minori entrate nel 2023, mentre gli stanziamenti contro la povertà verranno ridotti di 743 milioni di euro rispetto a quanto previsto a legislazione vigente;

    i 21 miliardi stanziati per il caro bollette basteranno per il solo primo trimestre ed è lo stesso Governo a riconoscere di ignorare come e con quali risorse proseguire nell'azione di sostegno a famiglie e imprese a partire da aprile, mentre già da questo mese il prezzo della benzina e del gasolio aumenterà, poiché il Governo ha ridotto da 25 a 15 centesimi lo sconto sulle accise;

    nella manovra non c'è nulla per rilanciare la crescita, con misure troppo deboli per favorire gli investimenti e l'accesso al credito delle imprese, nessuna risorsa aggiuntiva per gli investimenti pubblici, nessuna strategia per la transizione energetica e una pericolosa incertezza su futuro del PNRR;

    sono largamente insufficienti gli stanziamenti per la sanità, la scuola e il trasporto pubblico, con il rischio che le disuguaglianze territoriali siano aggravate dal progetto di autonomia differenziata, che il Governo intende, peraltro, attuare espropriando il Parlamento, visto che l'adozione dei LEP viene demandata a DPCM;

    è necessario più coraggio per affrontare la crisi energetica e il crollo del potere d'acquisto dei redditi, con maggiori aiuti alle famiglie e alle imprese, un rafforzamento del taglio del cuneo fiscale, un potenziamento della quattordicesima pensionistica, l'accelerazione dell'attuazione del PNRR, il rilancio degli investimenti privati e pubblici, privilegiando quelli per la transizione ecologica, maggiori risorse sulla sanità, sulla scuola, sul trasporto pubblico e sugli enti locali, che la legge di bilancio rischia di mandare in forte sofferenza finanziaria, una seria azione di contrasto dell'evasione fiscale;

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   considerato che:

    sul piano della difesa del potere di acquisto di stipendi e pensioni le misure approntate dalla manovra di bilancio appaiono del tutto inadeguate e parziali, basti pensare all'esiguità della riduzione degli oneri contributivi a carico del lavoratore, pari solo al 2 per cento per retribuzioni fino a 35 mila euro e del 3 per cento per redditi fino a 20 mila euro. Ancora più grave appare il taglio alle indicizzazioni delle pensioni che colpiranno circa 4,3 milioni di pensionati, oltre un terzo degli 11,2 milioni delle pensioni di vecchiaia, tagli che produrranno, come si evince dalla relazione tecnica, risparmi pari a 35,8 miliardi negli anni 2023-2032. Allo stesso tempo, manca ogni riferimento al tema del salario minimo nonostante la recente evoluzione anche dell'ordinamento comunitario;

    in materia pensionistica la legge di bilancio, non solo non supera la riforma Fornero, ma si limita a reiterare interventi di natura sperimentale, per l'uscita anticipata come nel caso della cosiddetta quota 103 o con le inopinate misure sull'istituto di Opzione donna, entrambe drasticamente riduttive rispetto al regime previgente ed entrambe fortemente penalizzanti per le lavoratrici. In particolare, le modifiche dei requisiti anagrafici e soggettivi per l'accesso ad Opzione donna comportano la sostanziale cancellazione di tale forma di flessibilità pensionistica, con ulteriori tagli sulle pensioni dei soggetti più deboli;

    anche sul fronte del contrasto alla povertà, la manovra appare orientata ad una visione ideologica per la quale il contrasto deve essere orientato contro i poveri. Infatti, nonostante la prospettiva sostanzialmente recessiva del prossimo anno, si ipotizza un taglio del sussidio per i percettori di reddito «occupabili» a soli otto mesi nel corso del 2023, come se, nonostante gli interventi restrittivi già apportati nella scorsa legge di bilancio, la condizione di inoccupazione possa essere addebitabile al percettore del reddito e non alla difficoltà di occupazione di soggetti che vanno sostenuti nel percorso d'uscita dalla povertà;

    la ratio ideologica della riproposizione dei voucher per una platea più ampia di imprese e per importi superiori è chiarito dalla stessa relazione tecnica governativa, nella quale si evidenzia come «..., ferma restando la domanda di lavoro, il maggior ricorso ai CPO sottrarrà, verosimilmente, contratti di altra natura (lavoro a tempo determinato, lavoro stagionale)»;

    la visione patriarcale e recessiva della manovra è confermata dalla disposizione che prevede l'incremento dal 30 per cento all'80 per cento dell'indennità per congedo parentale per le sole lavoratrici dipendenti nel limite massimo di un mese da usufruire entro il sesto anno di vita del figlio, mentre nulla si prevede per il padre lavoratore sia per quanto concerne il suddetto congedo sia per quanto riguarda il congedo di paternità;

    anche per quanto concerne il comparto del pubblico impiego, nella manovra non compaiono le necessarie risorse per il rinnovo dei contratti dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni centrali, regionali e degli enti locali, così come mancano le misure finalizzate a prorogare il processo di stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione,

DELIBERA DI RIFERIRE
IN SENSO CONTRARIO.

Laus, Fossi, Gribaudo, Sarracino, Scotto.