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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 274 di venerdì 5 aprile 2024

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata Segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

GILDA SPORTIELLO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 86, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per la semplificazione.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Senato della Repubblica ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per la semplificazione il senatore Antonio Nicita, in sostituzione del senatore Lorenzo Basso, dimissionario.

Svolgimento di interpellanze urgenti.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Chiarimenti in merito alla richiesta di annullamento di una delibera di sospensione della didattica di una scuola di Pioltello, in provincia di Milano - n. 2-00350)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interpellanza urgente all'ordine del giorno, Manzi ed altri n. 2-00350 (Vedi l'allegato A).

Chiedo alla deputata Manzi se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

IRENE MANZI (PD-IDP). La ringrazio, signora Presidente. Saluto la Sottosegretaria Frassinetti. Con questa interpellanza abbiamo voluto portare anche in quest'Aula una vicenda che ha destato grandi polemiche nelle scorse settimane e che riguarda l'istituto Iqbal Masih, di Pioltello che - con una delibera addirittura votata nel maggio 2023, quindi quasi un anno fa, peraltro all'unanimità, sia dal collegio dei docenti che dal consiglio d'istituto, composto, lo ricordiamo, anche da rappresentanti dei genitori, quindi, da tutta la comunità scolastica - ha deciso di chiudere la scuola e di sospendere le lezioni in occasione della festa di fine Ramadan, il 10 aprile. Una scelta risalente nel tempo, che pure ha destato polemiche molto accese e molto forti, innestate dal partito del Vicepremier Salvini e del Ministro dell'Istruzione, Valditara, che in questo caso hanno messo nel mirino l'attività e le decisioni prese dalla scuola - decisioni peraltro assunte da quell'istituto nell'esercizio della propria autonomia scolastica; del resto, è lo stesso testo unico dell'istruzione del 1994 che stabilisce, tra le competenze del consiglio di istituto, l'adattamento del calendario scolastico alle specifiche esigenze ambientali - soprattutto contravvenendo a un principio, interpretando e strumentalizzando quella che era una decisione dell'istituto. È stato ricordato sia dal dirigente scolastico sia dai docenti, i quali, di fronte alle tante polemiche che hanno dovuto subire in queste settimane, si sono trovati costretti a pubblicare addirittura una lettera aperta, in cui hanno spiegato le decisioni che stavano alla base di quella sospensione. Tale scelta - lo voglio ricordare, votata all'unanimità da docenti e dal consiglio d'istituto - è stata esclusivamente didattica, non motivata da presunte decisioni di carattere religioso o dall'istituzione di nuove feste all'interno del nostro calendario scolastico e nel Paese, come invece, strumentalmente, alcune istituzioni, tra cui anche lo stesso Presidente del Senato, spiace ricordarlo, hanno voluto evidenziare.

Si tratta, quindi, di una scelta esclusivamente didattica che nasce dall'analisi del contesto di Pioltello, una realtà multiculturale in questo caso, ma anche dal contesto di quell'istituto che ha un'utenza multiculturale, con una predominanza araba e pachistana, nonché da un'osservazione della realtà dei fatti negli anni scolastici passati, in cui, proprio in occasione della festa di fine Ramadan, una parte consistente di studenti non ha preso parte alle lezioni. Quindi, proprio per garantire una piena serenità e continuità dell'attività didattica, oltre che la possibilità, per tutti i bambini e le bambine, le ragazze e i ragazzi, di frequentare e di avere una piena attività scolastica, era stata sospesa. Ed era stata sospesa, anche nel rispetto delle decisioni e delle previsioni che, del resto, lo stesso Ufficio scolastico regionale e la stessa regione Lombardia, in questo caso, riconoscono e prevedono, secondo cui le istituzioni scolastiche e formative possono disporre gli opportuni adattamenti del calendario scolastico e di istituto, motivati e deliberati, com'è accaduto, dal consiglio d'istituto.

Eppure, nelle settimane passate, abbiamo assistito a una sorta di tempesta perfetta intorno a questo istituto. Un istituto che, voglio ricordarlo, è intitolato proprio a un martire dei diritti dell'infanzia, Iqbal Masih, un testimone dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, il quale, proprio attraverso lo strumento dell'educazione e dell'istruzione, aveva avuto grandi opportunità di emancipazione culturale, personale e sociale contro lo sfruttamento lavorativo e personale subito fino a quel momento. Noi abbiamo assistito davvero a una tempesta perfetta, con dichiarazioni, tweet, e con la minaccia, come poi è avvenuto, da parte del Ministro Valditara di un'ispezione a carico dell'istituto. Un'ispezione - ed è proprio questo l'oggetto della nostra interpellanza - che ha portato alla decisione e alla richiesta dell'Ufficio scolastico regionale, come ribadito anche nel comunicato pubblicato dal Ministero, di rivedere le decisioni assunte dal consiglio d'istituto per irregolarità presunte - di cui oggi chiediamo chiarimenti - all'interno di quella delibera allora votata.

Questi sono i fatti, tra l'altro superati dagli eventi successivi alla presentazione della nostra interpellanza, visto che sappiamo bene che il consiglio d'istituto si è nuovamente riunito e ha nuovamente deliberato all'unanimità di sospendere le attività didattiche nella giornata del 10 aprile. Ma qui non è solo una questione di fatti.

Riteniamo sia qualcosa di molto più grave quello che è avvenuto ai danni di quell'istituto scolastico e ai danni, soprattutto, della comunità cittadina e della comunità scolastica, la quale è stata oggetto di un vero e proprio tam-tam mediatico e anche di un assedio mediatico nei giorni e nelle settimane passate. Un assedio mediatico che ha portato alle gravi minacce, di cui è stato oggetto il dirigente scolastico, rispetto alle quali, devo dire, ci ha lasciato abbastanza colpiti amaramente l'atteggiamento del Ministro, proprio perché da un Ministro dell'Istruzione ci saremmo aspettati, magari, una visita a Pioltello, in quei giorni, per andare in primo luogo a presentare e a prestare solidarietà e vicinanza alla comunità scolastica e a un dirigente scolastico che è stato oggetto di minacce pesanti in queste settimane.

Invece, abbiamo assistito a un crescendo di polemiche, che addirittura hanno portato il Ministro a utilizzare in modo sbagliato e strumentale i dati Invalsi riferiti a quell'istituto, dimenticando, in primo luogo, come i docenti hanno dichiarato e ricordato, che quella scelta era nata dall'analisi e dalla valutazione del contesto territoriale, sociale e culturale, in questo caso; e soprattutto, dimenticando che quei dati Invalsi - strumentalmente e astrattamente utilizzati dal Ministro per giustificare, in qualche modo, una presunta incapacità di insegnamento, mi si passi il termine, e quindi per suffragare a scopo essenzialmente politico una visione distorta del prezioso lavoro condotto quotidianamente, con silenzio e pazienza, dal dirigente scolastico e dai docenti -, che lui stesso ha citato, in realtà non vanno presi astrattamente, ma sono elaborati attraverso comparazioni, con uno specifico indicatore, per esempio, che definisce lo status sociale, economico e culturale delle famiglie e degli studenti esaminati, che andrebbe valutato.

E se andiamo a leggere proprio quei dati Invalsi, che cosa notiamo? Voglio citarli, in quest'Aula proprio per rendere giustizia al lavoro che quei docenti e quella comunità scolastica quotidianamente compiono a favore dei propri studenti, arrivando anche a predisporre uno specifico protocollo, per esempio, per l'integrazione degli studenti con background migratorio, a testimonianza del lavoro serio e quotidiano che essi compiono; quel lavoro che lo stesso Presidente della Repubblica ha riconosciuto, rispondendo a una lettera riservata della vicepreside dell'istituto - tra l'altro insignita dell'onorificenza di cavaliere della Repubblica per il lavoro importante prestato durante la pandemia da COVID-19 - richiamando proprio il compito prezioso e particolarmente impegnativo che i docenti svolgono ogni giorno in quell'istituto.

Questo lavoro ha portato a dei risultati Invalsi che, con la comparazione che richiamavo poco fa, evidenziano un livello ben superiore, rispetto a istituti che si trovano nella stessa condizione, per esempio nelle prove di matematica (più 23,3 punti), nelle prove di inglese (più 27,6 punti) e inferiori soltanto di 0,1 punti nelle prove di italiano. Questo perché, tra l'altro, in quell'istituto ci sono anche numerosi studenti nuovi arrivati in Italia - con l'acronimo NAI, a cui spesso si fa riferimento in questo caso - a favore dei quali si garantisce un piano di studi personalizzato proprio in attuazione di quelle linee guida ministeriali.

In quest'Aula, con questa interpellanza, stiamo chiedendo delle puntualizzazioni alla Sottosegretaria Frassinetti e spiace, nonostante il grande rispetto verso la Sottosegretaria, che non sia qui il Ministro a rispondere rispetto a quelle sollecitazioni e a quel tradimento - mi si consenta la parola - del ruolo istituzionale che un rappresentante delle istituzioni, ancor più un Ministro dell'Istruzione e del merito dovrebbe svolgere, evitando di cadere nella polemica e nella propaganda politica e di prendere di mira un singolo istituto.

Il Ministro Valditara parla giustamente anche in quest'Aula - lo abbiamo richiamato più volte - della necessità di proteggere i docenti rispetto ad episodi di violenza. Ebbene, di fronte alla violenza verbale che ha purtroppo coinvolto e che ha messo nel mirino quell'istituto di Pioltello, il dirigente scolastico e i docenti, devo dire che abbiamo assistito con abbastanza sconcerto al silenzio o comunque alla scarsa partecipazione del Ministro dell'Istruzione e del merito.

Poche ore fa, insieme anche al collega Ricciardi, ero a Prato ad ascoltare delle testimonianze importanti e positive di esperti, ma anche di tante comunità locali che, da Milano alla stessa città di Prato, lavorano quotidianamente e si impegnano nell'attività di integrazione a favore degli studenti con background migratorio per la costruzione di una scuola che non sia solo inclusiva, ma sia soprattutto aperta al multiculturalismo, al confronto e al lavoro quotidiano.

È un lavoro molto faticoso - nessuno sottovaluta quanto sia complesso per le comunità mettersi alla prova - ma è anche un lavoro importante, necessario e stimolante, che dà grandi e grandissime soddisfazioni. E noi vorremmo proprio che il Ministero andasse a riprendere dal cassetto quegli orientamenti interculturali che lo stesso Ministero dell'Istruzione, solo 3 anni fa, nel 2022, ha pubblicato e che riguardano in realtà l'azione che, rispetto agli interventi a favore degli studenti con background migratorio e agli studenti neo-arrivati in Italia, si dovrebbe mettere in atto: più insegnanti di cattedra A023, più attività di mediazioni culturali, più risorse a favore ovviamente dell'istruzione. Molto spesso in quest'Aula abbiamo fatto risuonare in realtà questi richiami e questi appelli.

Noi vorremmo che sinceramente, in questo momento - archiviando la questione con questa interpellanza e avendo i chiarimenti che abbiamo richiesto anche al Ministero rispetto a queste presunte irregolarità di carattere formale che addirittura hanno portato all'annullamento della delibera e ad un intervento repentino dell'ufficio scolastico regionale -, nel restituire a quella comunità la serenità e la tranquillità che merita, si colga anche l'opportunità di avviare un dialogo e un confronto serio e costruttivo con il Ministero rispetto a quelle che dovrebbero essere politiche e interventi a favore degli studenti con background migratorio; quelle politiche e quegli interventi che non possono essere più caratterizzati e rappresentati come di natura emergenziale, ma richiedono una strategia seria, concreta e programmata, ascoltando il mondo della scuola e creando appunto una scuola che risponda ai bisogni e alle esigenze quotidiane con cui ci si confronta al suo interno.

Ecco, vorremmo davvero che il Ministro in questo momento lasciasse da parte i tweet e le polemiche e si concentrasse sull'ascolto del mondo della scuola, magari iniziando proprio ad andare a Pioltello ad ascoltare direttamente il lavoro che in quell'istituto docenti, dirigenti scolastici e anche famiglie, che si mettono costantemente in ascolto, portano avanti. E, allora, forse avremmo davvero delle azioni e degli interventi seri, concreti ed efficaci che non si rimettono alla propaganda, ma che vogliono fare qualcosa di costante e quotidiano a favore dell'istruzione, a favore dell'integrazione reciproca e a favore del bene comune (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. La Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito, Paola Frassinetti, ha facoltà di rispondere.

PAOLA FRASSINETTI, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, onorevole Manzi, in merito alla vicenda dell'Istituto comprensivo Iqbal Masih di Pioltello e alla decisione assunta dal consiglio d'istituto di sospendere le attività didattiche in occasione della festa di fine Ramadan, prevista per il prossimo 10 aprile, rispondo con gli elementi forniti dall'ufficio scolastico regionale per la Lombardia.

Quest'ultimo, in data 18 marzo scorso, ha disposto una verifica amministrativa degli atti della scuola, all'esito della quale sono emerse alcune irregolarità concernenti in particolare la procedura adottata dall'istituzione scolastica in merito all'adeguamento del calendario scolastico rispetto a quanto previsto sul tema dalla delibera n. 3318 del 2012 della giunta regionale della Lombardia.

Come ha sottolineato il Ministro Valditara in più occasioni, il rispetto delle regole deve partire dalla scuola. Dunque, corre l'obbligo di evidenziare che la suddetta delibera regionale prevede, tra le altre cose, un limite massimo di 3 giorni di sospensione delle lezioni ai fini degli eventuali adattamenti del calendario scolastico debitamente motivati e deliberati dall'istituto stesso per esigenze derivanti dal piano dell'offerta formativa.

Ciò detto, la delibera adottata dal consiglio d'istituto prevedeva 4 giorni di interruzione delle attività didattiche anziché 3 ed era inoltre priva di un riferimento alle motivazioni di carattere didattico collegate a tali interruzioni, in ulteriore violazione della determinazione regionale.

La stessa delibera prevedeva in più anche l'anticipazione dell'inizio dell'anno scolastico. Diversamente da quanto riportato nel presente atto ispettivo, dunque, le irregolarità che sono state accertate non sono di mera natura formale, visto che hanno realizzato una violazione della cornice di flessibilità di 3 giorni individuata dalla delibera della regione Lombardia.

Nel quadro sopra delineato si colloca l'azione dell'ufficio scolastico competente, che ha invitato il dirigente scolastico della scuola in argomento a ripristinare la legittimità dell'azione amministrativa, considerando l'opportunità di disapplicare la delibera del consiglio di istituto, ovvero di provvedere a una tempestiva convocazione del consiglio d'istituto per procedere in autotutela all'annullamento della delibera stessa, anche al fine di evitare l'esposizione dell'amministrazione ad eventuali azioni risarcitorie. E così il dirigente scolastico ha ottemperato alle richieste dell'ufficio scolastico regionale con la tempestiva riconvocazione del consiglio di istituto che, nella seduta del 25 marzo 2024, ha adottato una nuova delibera che stabilisce la sospensione delle lezioni in soli due giorni, il 10 e il 26 aprile 2024, in luogo dei quattro inizialmente previsti ed ha finalmente motivato l'atto assunto.

Con la nuova delibera, dunque, il consiglio di istituto ha doverosamente preso atto della legittimità del precedente provvedimento e, nell'ambito della propria autonomia, ha ridefinito il proprio calendario scolastico rispettando questa volta i margini di flessibilità indicati dalla delibera della regione Lombardia. L'intervento del Ministro e del Ministero, dunque, è stato sempre improntato al rigoroso rispetto delle regole e della legalità.

PRESIDENTE. Il deputato Toni Ricciardi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta all'interpellanza Manzi n. 2-00350, di cui è cofirmatario.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, signora Presidente e Sottosegretaria. Mi consenta inizialmente, Presidente, di sottolineare il dovere e il garbo anche istituzionale della Sottosegretaria per come ha esposto la risposta ma mi consenta anche di sottolineare una sorta di abitudine, che rischia di essere una consuetudine, di questo Governo. Infatti, ogniqualvolta i Ministri sono chiamati a confrontarsi rispetto a uscite opportune o meno opportune, questi Ministri non ci sono. La collega Manzi lo ha sottolineato: dinanzi a una vicenda che ha assunto un'attenzione nell'opinione pubblica e ad una quantità di parole spese da parte della stampa, ci saremmo quantomeno aspettati che - me lo consenta, Presidente - sua eccellenza il Ministro Valditara si fosse degnato di venire nel luogo supremo di questo Paese, che è quest'Aula, a discutere con noi delle vicende della scuola di Pioltello.

Sottosegretaria, io la ringrazio, le italiane e gli italiani la ringraziano e rispondo alla domanda, alla cui risposta, giustamente, la Presidente mi porta nel momento in cui mi chiede se sono soddisfatto. No, Presidente, non sono soddisfatto, non siamo soddisfatti della risposta e sa perché, Sottosegretaria? Perché la sua risposta è ineccepibile, sia chiaro, ma ci saremmo aspettati un livello di profondità diverso, vista la tempesta scatenata dalla questione. Ci saremmo aspettati una risposta - glielo dico con il massimo rispetto - meno burocratica. Coloro che ci stanno ascoltando hanno infatti assistito a giorni di discussioni, di dibattiti e a fiumi di inchiostro speso e, alla fine di tutta questa vicenda, la questione sostanziale dove sta? Che un istituto scolastico, anziché restare nel range dei 3 giorni, aveva ipotizzato 4 giorni. Cioè, lei, Sottosegretaria, ci sta dicendo che il Ministro dell'Istruzione e del merito di questo Paese ha montato una questione, che è divenuta dibattito politico profondo e scontro, per un giorno? Perché un istituto scolastico è andato oltre una delibera del consiglio regionale della Lombardia di un giorno?

Lei capirà bene, Sottosegretaria, che siamo di nuovo dinanzi all'ennesima farsa, mi sia consentito, perché si è fatta una disquisizione e il Ministro in persona - non so se il Ministro in persona, spero di sì, lo auspico vista la diversità grammaticale tra gli scritti nei giornali e i tweet su X che abbiamo dovuto commentare - si è incamminato in questa disquisizione sul concetto di identità e su come si potesse e dovesse preservare l'identità non so da quale attacco esterno, dimenticando - e lei, Sottosegretaria, che è una persona seria, lo sa meglio di noi - che oltre il 60 per cento di questi ragazzi sono classificabili come seconde generazioni, come segundos, come persone che sono nate in questo Paese, come persone che parlano, probabilmente, l'idioma lombardo, in questo caso, meglio o quasi meglio di lei, sicuramente meglio di me che non lo comprendo.

Rispetto a tutto questo, qual è l'azione che noi poniamo in essere? Qui bisogna tirare in ballo l'articolo 34 della Costituzione, il fatto che la scuola è l'unico luogo in questo Paese, per come era stato immaginato dai Padri e dalle Madri costituenti, che mette tutti sullo stesso piano, senza distinzione di classe, di razza, di religione, di appartenenza - almeno la scuola pubblica di cui sto parlando - e consente a tutte e a tutti la stessa opportunità. La scuola è questo luogo. Sottosegretaria, la questione non è il giorno in più o il giorno almeno, perché alla fine a questo ci siamo ridotti, ma la questione fondamentale è capire se in questo Paese, visto che la categoria è sotto attacco da oltre due decenni, abbia ancora un senso nella società la funzione del docente, del maestro, si sarebbe detto una volta. Nei comuni, 30-40 anni fa, il ruolo del preside o del maestro aveva una funzione sociale, era una persona di riferimento, insieme al parroco, al comandante della stazione Carabinieri, al farmacista, al medico condotto. Erano figure alle quali le persone si rivolgevano per una guida e la funzione della scuola è stata questa. La scuola ha consentito in questo Paese, per oltre mezzo secolo, l'ascensore sociale, ha creato identità, ha creato le italiane e gli italiani, che non sono identificabili nel Palazzo della Civiltà italiana all'EUR, come se esistesse la civiltà italiana. Esiste la civiltà umana, e lei lo sa meglio di me. Per suo tramite, Presidente, chiedo alla Sottosegretaria di far arrivare queste parole e questi concetti al Ministro Valditara.

Quanto alla questione linguistica, è scientificamente comprovato, con riferimento al bilinguismo e al plurilinguismo, che più piccoli sono e prima acquisiscono la padronanza bilingue, trilingue e più sviluppano la competenza linguistica. Addirittura, come lei sa, aiutare la completezza della qualità della propria lingua madre aiuta e migliora l'apprendimento della seconda lingua, in questo caso dell'italiano. Noi siamo quel Paese che si richiama a Dante, che sottolinea l'importanza della lingua, addirittura facendo riferimento alla res romana, però poi, allo stesso tempo, siamo quel Paese che taglia le risorse per l'insegnamento della lingua e della cultura italiana nel mondo e in Italia non capiamo quale sia lo strumento di soft power che possiamo adottare. Qualche mese fa, Sottosegretaria, non qualche secolo fa ma qualche mese fa, noi avevamo chiesto risorse ulteriori per l'insegnamento della lingua e della cultura. Ci avete risposto con il liceo del made in Italy, non ci avete consentito di ridare ossigeno agli enti gestori in giro per il mondo e non facciamo investimenti rispetto agli insegnanti di L1 e L2 in questo Paese. Io vorrei capire la questione dove sta, se la questione sia meramente percettiva perché si vuole utilizzare la scuola per brandire la percezione dell'insicurezza e dell'invasione identitaria nei confronti dell'altro, perché la migrazione è percezione, o se il problema sia un altro. Lei lo sa, noi viviamo nuovamente, anzi, da sempre, in un Paese plurilingue. Sono oltre 120 gli idiomi - mi avvio a chiudere, Presidente - riconosciuti in questo Paese.

Sottosegretaria, Ministro Valditara - parlo così, per categorie dello spirito -, io credo che la scuola meriti rispetto, la scuola meriti approfondimento, la scuola meriti valutazioni che siano scientifiche, che siano empiriche. La scuola non merita l'uso pubblico della storia, la scuola non merita il revisionismo storico, al quale è molto propenso il nostro Ministro dell'Istruzione e del merito, la scuola, soprattutto, non merita - glielo dico con il massimo rispetto istituzionale - un Ministro del genere, non merita un Ministro che assume una posizione che monta una polemica, una tempesta - sentite, sentite - per un giorno in più, per una delibera legittima che, per un giorno, per una questione di un giorno, fa diventare caso nazionale un processo, un modello di integrazione e di convivenza per le più giovani generazioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Saluto gli studenti, le studentesse e i docenti dell'Istituto comprensivo Garibaldi-Leone, di Trinitapoli, in provincia di Barletta-Andria-Trani, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

(Iniziative di competenza in relazione alla carenza di personale amministrativo e togato presso il tribunale per i minorenni di Bologna - n. 2-00351)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Malavasi ed altri n. 2-00351 (Vedi l'allegato A). Chiedo alla deputata Malavasi se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ci tengo in modo particolare a illustrare questa interpellanza perché riguarda un argomento relativo alla mia regione, al mio territorio di provenienza, e anche di elezione, la provincia di Reggio Emilia. Riguarda il racconto di una situazione ormai drammatica in cui versa il tribunale per i minorenni di Bologna, una situazione che ormai possiamo definire di autentica paralisi del funzionamento delle cancellerie e del tribunale per i minorenni nello specifico.

Questa è una situazione, ahimè, abbastanza diffusa sul territorio nazionale, ma il tribunale per i minorenni di Bologna, di cui voglio trattare, soffre di una carenza di organico, soprattutto amministrativo, che è ormai di circa il 52 per cento rispetto all'effettivo fabbisogno per un tribunale che copre l'intera regione Emilia-Romagna, con un bacino di 4,5 milioni di utenti e un carico di 3.500 minori, che riguardano diverse questioni: adozioni, adottabilità e procedimenti legati alla responsabilità genitoriale. Queste sono solamente alcune delle situazioni di cui si occupa il tribunale per i minorenni, che richiedono sicuramente valutazioni adeguate, tempistiche rapide, interventi concisi, sorveglianza della corretta attuazione e applicazione delle misure, perché parliamo di orfani minori, orfani di violenza domestica, di vittime di abusi, di figli di genitori che possono avere problemi di alcolismo, di tossicodipendenza, di bambini stranieri senza famiglia, ma anche di abbandoni scolastici e di delinquenza minorile. Da qui la necessità che ci sia un sistema giudiziario efficace a garanzia dei diritti dei bambini e delle bambine di cui in questo momento ci occupiamo e che stanno al centro della nostra preoccupazione.

In Italia ci sono 29 tribunali per i minorenni e hanno, complessivamente, circa 110.000 fascicoli arretrati o, come si suole dire, pendenti. Nel solo tribunale di Bologna i fascicoli pendenti sono più di 10.000, gli ultimi dati parlavano di 10.106 fascicoli per un tribunale che vede nel suo organico 9 giudici, passati da 7 a 9 solo pochi mesi fa. Dovrebbe avere nell'organico 25 figure amministrative, ma attualmente ce ne sono solamente 11, e non c'è più nessun cancelliere presente, ma ce ne dovrebbero essere 5. È evidente che è una situazione che si è sicuramente generata nel corso degli anni, considerato che il personale di cancelleria, che ha terminato la sua funzione per pensionamento, non è stato sostituito. I magistrati assegnati sono sempre stati pochi rispetto ai procedimenti che sono via via aumentati, andando quindi a creare una situazione di carenza di risorse che ormai è divenuta strutturale e che ha avuto l'effetto di rallentare la durata dei procedimenti, con conseguente difficoltà nella gestione dei fascicoli, che non trovano più nemmeno spazio fisico per una decorosa collocazione. Tutti ricordiamo immagini di pile e cataste di fascicoli ammassati sul pavimento, che non sono degni di un Paese civile e democratico come il nostro. Ho appreso, leggendo diversi articoli, che la presidente del tribunale per i minorenni di Bologna, Gabriella Tomai, ha chiesto al Ministero interpellato un ampliamento dell'organico, proprio per potenziare l'organico; pur rivendicando l'impegno, che apprezziamo, del personale attualmente in servizio, lo stesso, ovviamente, non ha la capacità di far fronte al carico di lavoro, essendo sicuramente proporzionato male e ai minimi termini rispetto alle esigenze dell'intero distretto.

La situazione, incredibilmente, è peggiorata addirittura dal 1° luglio 2023, con l'introduzione del processo telematico. In modo paradossale, proprio quello strumento telematico, che avrebbe dovuto velocizzare ed evitare anche l'accesso fisico degli avvocati alle cancellerie, non funzionando, se non in entrata, ha invece rallentato la lavorazione dei fascicoli da parte delle cancellerie stesse e la possibilità di visura o anche di visibilità da parte degli avvocati. Gli ulteriori pensionamenti e i trasferimenti di personale hanno ridotto sempre di più un organico che già era decisamente molto scarno.

Una delle ultime notizie riguarda i cancellieri. L'ho citato prima, all'inizio del mio intervento: dovrebbero esserci 5 cancellieri nell'organico ma oggi non ce n'è nemmeno uno, e al posto dei cancellieri ci sono delle borse lavoro. Una situazione, quindi, al limite dell'insostenibilità della gestione dello stesso tribunale per i minorenni. A partire dai mesi di marzo e aprile si è aggiunta, come dato di preoccupazione, la limitazione, a soli 2 giorni a settimana, dell'apertura per le cancellerie civili e adozioni e a un solo giorno a settimana per gli articoli 31, che riguardano i ricongiungimenti familiari. Dopo il 1° luglio la limitazione è proseguita e da settembre del 2023 non è stato più possibile l'accesso per molto tempo alle cancellerie civili e adozioni. Le cancellerie sono, di fatto, rimaste chiuse sia all'utenza sia agli avvocati. Inoltre, le modalità di accesso alle cancellerie adozioni sono tuttora inaffrontabili. Gli avvocati, così come gli utenti privati, devono prendere un appuntamento telefonico, che, se funzionasse, sarebbe già una risposta. In realtà, i numeri che sono stati indicati risultano occupati o non risponde nessuno. Ho avuto la testimonianza di un avvocato che poche settimane fa, nello stesso giorno, ha chiamato 13 volte e poi ha desistito, senza mai ricevere nemmeno una risposta. Da poche settimane, per essere corretti nella ricostruzione, è entrato in funzione un sistema di prenotazione degli accessi alla cancelleria civile tramite un applicativo, che è stato introdotto, in accordo con la presidente del tribunale, dopo molte insistenze e molte proteste anche degli avvocati. Si tratta di una situazione fuori controllo, altamente compromessa, nonostante l'impegno di chi ci lavora, proprio a causa del carico di lavoro eccessivo e smisurato, che ha comportato evidenti disfunzioni sia a danno della professionalità e della capacità professionale degli avvocati, sia soprattutto a danno dei diritti dei minori che dovrebbero essere la priorità della presa in carico del tribunale per i minorenni. Faccio alcuni esempi delle conseguenze di queste disfunzioni che gravano pesantemente sull'operatività quotidiana del tribunale. Parto dalla mancata possibilità di vedere i fascicoli da parte degli avvocati, con la conseguente compromissione del diritto di difesa dei minori e degli adulti, relativamente a problematiche gravi, legate, magari, ad abusi, a diritti alla salute, all'integrità psicofisica, all'istruzione, all'educazione, al rispetto della vita familiare; diritti fondamentali, costituzionalmente garantiti e indisponibili, che rischiano di essere compromessi da queste lungaggini burocratiche a causa della mancata possibilità di accedere ai fascicoli. Oppure la tardività nell'accoglimento delle istanze urgenti da parte dei magistrati. Tardività che riguarda le dimissioni, ad esempio, di minori e di madri da strutture comunitarie, con un danno sia per i minori sia per i genitori, ma anche per l'erario, perché ricordiamo che le spese, che sono a carico degli enti locali pubblici, sono spesso spese ingenti che gravano anche pesantemente sui bilanci degli enti locali. Oppure l'irreperibilità di alcuni fascicoli per settimane, a volte per mesi, che non permette la visura, la visibilità, e, di conseguenza, anche la verifica sul deposito di nuovi atti o di nuovi documenti. Addirittura, a volte, il giudice onorario o il magistrato designato hanno dovuto rinviare l'udienza ad altra data, non trovando il fascicolo. Oppure la tardiva e la mancata notifica dei provvedimenti e di date di convocazione delle udienze. Alcune udienze vanno deserte in quanto, pur essendo fissate dal magistrato, poi non vengono notificate alle parti o vengono notificate tardivamente. Una sorta di paradosso: non si trovano i fascicoli e, quando si trovano, vengono fissate le udienze, ma non vengono comunicate alle parti in causa e conseguentemente le udienze vanno deserte. O, ancora, la tardiva o la mancata definizione di procedimenti già istruiti, a volte non inviati al pubblico ministero per il parere conclusivo.

Sono tantissimi gli esempi che si potrebbero fare e cito l'ultimo, avviandomi alla conclusione. Le relazioni socio-sanitarie, che devono essere inserite nei fascicoli (sappiamo bene quanto la rete dei servizi sociali sia preziosa nella collaborazione stringente con il tribunale dei minori), sono inviate tramite PEC, ma poi nessuno scarica le PEC e, quindi, nessuno, concretamente, inserisce la relazione fatta dai servizi all'interno dei fascicoli. Si tratta di relazioni importanti, preziose e indispensabili per un'analisi approfondita della situazione e del contesto del minore e anche del contesto familiare o genitoriale. Per non parlare delle adozioni, che sono praticamente paralizzate.

È, quindi, una situazione che ci preoccupa, perché lede, pesantemente, i diritti dei minori che dovremmo tutelare in primis e che sono al centro dell'attenzione di questo Governo.

Per questo motivo, abbiamo presentato questa interpellanza urgente, per chiedere al Ministro se sia a conoscenza di questa situazione che, ahimè, è molto simile in molti tribunali dei 29 tribunali dei minori e, qualora ne sia a conoscenza, quali siano le misure urgenti che sono state adottate o che pensa di adottare, al fine di colmare queste carenze di personale, soprattutto amministrativo nel caso di Bologna, ma, in generale, una carenza di personale, insieme a una mancanza di risorse finanziarie e organizzative indispensabili per il pieno funzionamento del processo telematico e del tribunale dei minori, al fine di garantire al meglio il servizio della giustizia minorile presso il tribunale in tempi utili, che non pregiudichino i diritti dei cittadini e in primis i diritti dei minori, che sono al centro di questa nostra riflessione e anche della nostra preoccupazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. La Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito, Paola Frassinetti, ha facoltà di rispondere.

PAOLA FRASSINETTI, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito. Grazie, Presidente, onorevoli colleghi, con l'atto di sindacato ispettivo indicato, si chiede di conoscere quali urgenti misure siano state adottate o siano state programmate dal Ministero della Giustizia per colmare le carenze di organico del tribunale per i minorenni di Bologna.

Occorre premettere che il Governo, pienamente consapevole delle criticità di questo, come degli altri uffici giudiziari in Italia, sta lavorando intensamente per porvi rimedio, sia attraverso una massiccia opera di reclutamento per rinforzare gli organici, sia assumendo tutte le necessarie iniziative per proseguire speditamente nel processo di completa digitalizzazione dei procedimenti giudiziari, in funzione di un servizio che diventi finalmente più rapido ed efficiente.

Va innanzitutto precisato che i più recenti interventi ministeriali sugli organici dei magistrati ordinari hanno inciso, per la prima volta in modo significativo, anche sulle piante organiche degli uffici minorili.

Col decreto ministeriale del 14 settembre 2020, i presìdi minorili hanno beneficiato dell'incremento di 18 posti per i tribunali per i minorenni e di 7 posti per le procure della Repubblica presso i tribunali per i minorenni. Con il citato provvedimento, la pianta organica del tribunale per i minorenni di Bologna è stata incrementata di 2 unità, passando da 7 a 9 magistrati (più 29 per cento).

L'importanza dell'intervento emerge, in maniera più evidente, se si considera che Bologna ha beneficiato dello stesso ampliamento di 2 unità realizzato in favore di realtà minorili più complesse e di maggiori dimensioni, come quelle degli uffici di Roma, Milano e Napoli. Per quanto concerne il coefficiente di copertura di detta pianta organica, va evidenziato che, attualmente, l'ufficio di Bologna risulta essere a pieno organico. Indubbi benefici per detto ufficio giudiziario, invece, potranno derivare dall'introduzione delle piante organiche flessibili distrettuali, una vera e propria task force da destinare a supporto degli organici esistenti per rispondere, con maggiore efficacia, alle esigenze di smaltimento dell'arretrato per far fronte a eventi di carattere eccezionale per ciascun distretto di corte d'appello.

Col decreto ministeriale del 23 marzo 2022, che ha istituito le piante organiche flessibili distrettuali, si sono dunque individuati sia il contingente nazionale complessivo, sia i contingenti destinati ai singoli distretti di corte d'appello. Al distretto di corte d'appello di Bologna è stata assegnata una pianta organica flessibile di 9 unità, 6 per le funzioni giudicanti e 3 per le funzioni requirenti.

In generale, giova sottolineare l'importante attività di reclutamento nei ruoli della magistratura ordinaria condotta da questo Governo.

Il Ministero della Giustizia è attualmente impegnato in ben 4 procedure concorsuali: concorso a 500 posti, bandito con decreto ministeriale del 1° dicembre 2021, per il quale sono in corso gli esami orali, cui sono stati ammessi 626 candidati e che si concluderanno entro la prossima estate. In proposito, va, peraltro, evidenziato che, per effetto delle modifiche normative apportate per l'ampliamento delle prerogative assunzionali del signor Ministro della giustizia, con decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13, convertito con legge 21 aprile 2023, n. 41, potranno essere assunti 600 neo-magistrati, i quali assumeranno le funzioni entro 12 mesi dalla nomina; concorso a 400 posti bandito con decreto ministeriale del 18 ottobre 2022, per il quale sono in corso le operazioni di correzione delle prove scritte, che si concluderanno entro la primavera, sicché l'intera procedura si chiuderà entro la fine del 2024, con assunzione, in caso di positivo superamento delle prove, di 480 neo-magistrati, sempre per effetto dell'ampliamento consentito dal predetto intervento normativo; concorso a 12 posti riservati agli uffici giudiziari della provincia autonoma di Bolzano, bandito con decreto ministeriale del 9 maggio 2023, per il quale si è in attesa della delibera di nomina dei magistrati da parte del CSM e in cui, all'esito delle prove orali, sono risultati idonei 11 candidati; concorso a 400 posti di magistrato ordinario, indetto con decreto ministeriale 9 maggio 2023, per il quale sono in corso le operazioni di correzione delle prove scritte. Infine, è prossima la pubblicazione del decreto ministeriale di indizione delle prove scritte relative a una nuova procedura di concorso da 400 posti, le cui prove avranno luogo entro il 2024.

Pertanto, come si evince dal quadro appena delineato, il Governo sta dedicando il massimo impegno a colmare, nel più breve tempo possibile, le carenze dell'organico di magistratura ordinaria che si registrano a livello nazionale, sebbene, lo si ribadisce, quanto all'ufficio del tribunale per i minorenni di Bologna, attualmente il pieno organico risulta essere già stato raggiunto.

Venendo agli organici del personale amministrativo, occorre premettere che l'attuale scopertura media nazionale si attesta al 27,62 per cento. Tale dato non tiene conto delle 8.719 unità di personale a tempo determinato (addetti all'ufficio per il processo e personale a supporto UPP), assunto nel corso degli anni 2021-2024.

Per far fronte alle gravi scoperture, questo Dicastero ha già avviato un'importante attività di reclutamento a livello nazionale, che ha consentito, a partire dall'anno 2020, di assumere circa 10.261 risorse complessive. Alle succitate 10.261 assunzioni, vanno aggiunte le 12.751 unità a tempo determinato relative al profilo di addetto all'ufficio per il processo, di personale a supporto dell'UPP, arrivando così a un totale di circa 23.012 assunzioni.

Con specifico riferimento al distretto di Bologna, rispetto a una pianta organica di 2.001 unità, risultano coperti 1.388,5 posti, con una scopertura del 30,61 per cento. La percentuale di scopertura cala all'8,72, se si tiene conto anche delle posizioni di distacco, di comando e del personale assunto a tempo determinato.

Quanto poi alla particolare situazione del tribunale per i minorenni di Bologna, col decreto ministeriale 20 luglio 2020 - concernente l'incremento di 194 unità del ruolo organico del profilo professionale dell'assistente giudiziario e la redistribuzione di 272 unità complessive di tale profilo tra gli uffici centrali e periferici dell'amministrazione giudiziaria -, la pianta organica del tribunale per i minorenni di Bologna è stata incrementata di 1 posto di assistente. Le ulteriori necessità organiche degli uffici per i minorenni dislocati sul territorio nazionale dovranno essere nuovamente considerate, nel loro complesso, alla luce della riforma che istituisce il tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie, in riferimento al quale dovranno essere ridefinite le piante organiche del personale di magistratura amministrativa afferenti a ciascun presidio territoriale, come previsto dal decreto legislativo n. 149 del 2022.

Venendo alle attuali scoperture di organico, a fronte di una dotazione organica di 26 unità, prestano servizio 14 risorse, una scopertura del 46 per cento, che salirà al 50 per cento in virtù del prossimo trasferimento a seguito di interpello di un funzionario giudiziario del distacco presso altro ufficio di un direttore amministrativo. Quattro unità di personale prestano la loro attività in regime di part time a domanda.

Le vacanze di organico riguardano le seguenti figure: 2 scoperture su 4 nel ruolo di assistente giudiziario, 1 scopertura su 2 nel ruolo di conducente di automezzi e 1 scopertura su 7 nel ruolo di funzionario giudiziario. Risultano completamente coperte le posizioni di operatore giudiziario e direttore amministrativo e risultano scoperte le figure di ausiliario, di cancelliere e di contabile. Si registra, infine, la presenza di un centralinista telefonico non previsto in organico.

Al fine di dare un forte impulso all'immissione di nuovo personale, l'amministrazione ha presentato formale richiesta al Dipartimento della funzione pubblica per attingere dalla graduatoria di merito del concorso RiPAM per la selezione di 2.293 unità di personale, area seconda, al fine di assumere 2.200 unità di personale da inquadrare come assistenti giudiziari e da destinare agli uffici giudiziari del territorio nazionale. Nello specifico, per il distretto di Bologna è prevista l'assunzione di 70 unità.

Inoltre, è di prossima pubblicazione il bando di mobilità ex articolo 30 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, per la copertura di complessivi 107 posti, di cui 74 nell'area Assistenti e 33 nell'area Funzionari, per i distretti di corte d'appello di Venezia, Bologna, Firenze, Milano, Brescia, Torino, Emilia-Romagna e Toscana, riservato al personale già in servizio presso gli uffici giudiziari in forza di convenzioni stipulate con gli enti regionali e/o in forza di leggi regionali. Del resto, come evincibile dal Piano triennale dei fabbisogni 2024-2026, è precisa volontà di questo Dicastero di sopperire quanto più possibile alle carenze nel fabbisogno di personale, non solo, attraverso procedure volte alla stabilizzazione del personale assunto a tempo determinato, ma, anche, tramite la previsione, in deroga alla normativa vigente, della validità delle graduatorie dei concorsi svolti in periodo pandemico, affinché nulla dell'impegno svolto rischi di essere vanificato. A ciò si aggiunga, poi, la predetta imponente attività di reclutamento che terminerà nel 2025 e che auspichiamo possa portare all'ingresso di un consistente numero di nuovi assunti.

Tra le possibili e ulteriori iniziative si segnala anche la disponibilità di questo Dicastero alla sottoscrizione di accordi quadro con le regioni interessate per sviluppare forme di collaborazione in tema di selezione e reclutamento di personale, attraverso il perfezionamento di procedure concorsuali uniche per il soddisfacimento dei reciproci coincidenti fabbisogni e/o il convenzionamento per l'utilizzo reciproco delle graduatorie in relazione ai concorsi direttamente espletati dal Ministero della Giustizia e dalle regioni.

Quanto, infine, alle criticità evidenziate nell'interpellanza con riferimento al processo di migrazione in atto dal sistema SIGMA al sistema SICID, preme innanzitutto rimarcare l'impegno che il Dicastero sta mettendo sul fronte della digitalizzazione dei procedimenti, ivi compresi quelli pendenti dinanzi ai giudici minorili. L'obiettivo è quello di offrire all'utenza un servizio più rapido ed efficiente e, quindi, in grado di rispondere più efficacemente alle istanze di giustizia provenienti dal territorio. Nello specifico, con riferimento al tribunale per i minorenni di Bologna, il Dicastero ha offerto ampia collaborazione all'ufficio nel lavoro di migrazione suddetto, assegnandogli 2 risorse dedite esclusivamente al servizio di bonifica dei registri. Tale attività ha avuto inizio il 1° settembre 2023 ed è ancora in corso. La conclusione è prevista per la fine del prossimo mese di maggio.

Come riferito dal presidente del tribunale per i minorenni di Bologna, al 14 febbraio il dato complessivo dei provvedimenti bonificati era pari a 2.642, mentre risulta un residuo di procedimenti ancora da bonificare pari ad oltre 5.200. In quest'attività, dunque, l'ufficio non è stato assolutamente lasciato solo dall'amministrazione, che si è invece fatta carico di destinare apposito personale aggiuntivo proprio allo scopo di impedire che le risorse dell'ufficio fossero distolte dagli ordinari compiti istituzionali.

PRESIDENTE. La deputata Malavasi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza.

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ringrazio la Sottosegretaria per questa lunga e articolata risposta che ha permesso di riassumere il lavoro in campo e, anche, tutti i concorsi che dovrebbero vedere, prima o poi, la fine per permettere, quindi, di inserire negli organici nuovo personale, non tanto giurisdizionale, per quanto riguarda Bologna, ma, soprattutto, di tipo amministrativo, che lei stessa ha ricordato essere carente per oltre il 50 per cento.

È una situazione comunque grave che tengo a sottolineare di nuovo, perché, mentre finiranno questi concorsi, rimarrà una situazione precaria, non sostenibile, a danno dei diritti dei bambini. Per citare un esempio, le adozioni legittimanti, internazionali o anche di altri casi particolari sono praticamente paralizzate. Cosa succede? Succede che molti minori non ricevono, ad esempio, il cambio del cognome, che non è solamente un atto formale, ma diventa un atto sostanziale per la loro vita; non assumono, quindi, lo status giuridico di figlio della coppia o del singolo che attende la sentenza di adozione. Ne consegue anche un altro danno erariale, in quanto l'ente locale, sino a quando il minore non risulta figlio adottato, continua a versare contributi mensili alla famiglia che lo accoglie. Quindi, le sentenze di adozione devono poi, successivamente, essere trascritte all'anagrafe e tutto ciò avviene tardivamente, con la conseguenza che il minore rimane comunque privo del cognome dell'adottante e non gli viene assegnato il codice fiscale.

Tutto ciò per dire come la tempestività e l'efficacia di questi procedimenti abbiano una conseguenza davvero pesante, quasi invalidante, sulla vita dei bambini e delle bambine e dei minorenni, in questo caso. Sentiamo spesso parlare, con grande entusiasmo, della volontà di questo Governo e di questa maggioranza di difendere i minori e anche di ascoltarli, ma - uso questa parola - credo ci voglia coerenza. Possiamo istituire tutte le giornate celebrative per difendere i diritti dei bambini, ma se poi non abbiamo il personale negli uffici, tanto negli uffici dei servizi sociali, di cui ieri abbiamo parlato e a cui sono state negate comunque risorse aggiuntive per le adozioni in deroga, quanto, nei tribunali dei minorenni, abbiamo poco da istituire giornate nazionali dell'ascolto dei bambini, come quella istituita ieri, perché non c'è coerenza.

I bambini vengono ascoltati se c'è personale dedicato che nei luoghi deputati e corretti abbia la capacità veramente di ascoltarli e di farsi carico dei problemi che questi bambini portano. Tra l'altro, abbiamo parlato spesso di minorenni e questo - non me ne voglia la Sottosegretaria Frassinetti che ringrazio per l'accurata risposta - è un Governo dei grandi proclami; abbiamo fatto grandi proclami su Caivano, per andare a salvarlo, giustamente, a causa del degrado che c'era, abbiamo fatto decreti contro i minorenni che sono profughi nel nostro Paese, quindi, facciamo proclami e piantiamo bandierine, ma in realtà, poi, non siamo in grado di avere uffici efficaci che sappiano gestire le criticità.

Parliamo tanto di natalità, parliamo tanto di famiglia e, poi, dopo, lasciamo sguarnito il tribunale dei minori, che è un luogo importantissimo per garantire la tutela dei diritti dei bambini e la piena fruizione dei diritti da parte dei bambini e delle bambine, ma anche delle famiglie, ad esempio, delle famiglie adottanti.

Quindi, credo davvero che questo sia un impegno prezioso, importante e qualificante della qualità democratica del nostro Paese, proprio perché ne va, davvero, dei diritti fondamentali, indisponibili e garantiti dalla Costituzione, dei cittadini, indipendentemente dalla loro età. Li ricordo: il diritto alla salute, al benessere, all'integrità psicofisica, all'istruzione, di cui abbiamo prima parlato con l'interpellanza della collega Manzi, all'educazione, al rispetto della vita familiare, ai ricongiungimenti familiari. Anche questo vuol dire occuparsi di famiglia, anche questo vuol dire occuparsi di minorenni e dei loro diritti.

Quindi, al netto dell'impegno messo in campo e della buona fede, che riconosco, comunque, nel proporre e presentare i concorsi, per far andare avanti una macchina amministrativa complessa, credo che nella cogenza della situazione qualche soluzione in più vada trovata, perché prima che finiscano i concorsi (lei ha parlato di concorsi che dovrebbero finire entro la fine dell'anno), rimangono comunque le carenze, quindi, rimarranno fascicoli pendenti, avvocati che faranno fatica ad accedere ai fascicoli per continuare la loro attività anche professionale, che è un loro problema, ma al centro e dietro l'attività professionale degli avvocati abbiamo comunque famiglie che aspettano risposte, con situazioni sicuramente anche di sofferenza, di dolore, a volte situazioni di abusi che non possono aspettare un'ora in più, non un giorno in più, un'ora in più rispetto a una presa in carico seria, che è doverosa e che penso debba essere messa in campo in uno Stato come il nostro.

Quindi, pur ringraziandola, esprimo comunque tutta la nostra preoccupazione per una situazione che ha davanti, ancora, mesi di difficile attuazione, proprio perché i numeri che lei ha detto necessiteranno di tempo per essere comunque realizzati e per arrivare a quella pienezza e completezza di organici di cui ogni tribunale ha bisogno.

Lo dico portando ad esempio il tribunale di Reggio Emilia, da cui provengo, che ha in carico una figura professionale che viene data in mobilità dai comuni, che certamente non sono proprio gli enti che hanno più organico di tutti, perché da anni e anni il tribunale non riesce a bandire un concorso per quella figura.

Quindi, ci sono dei paradossi nel sistema della giustizia italiana e abbiamo la necessità di avere una giustizia efficace e che funzioni. Penso che sia il modo migliore per garantire pienezza di fruizione dei diritti da parte di tutti i cittadini, ma anche di dimostrare che uno Stato che funziona ha anche una giustizia efficace e puntuale che sa difendere i propri cittadini anche in casi di abusi, di questioni attinenti ricongiungimenti familiari o di situazioni incresciose, che a volte si verificano nelle famiglie, perché, ahimè, la famiglia, di cui voi tanto parlate, è un bene prezioso, ma nelle famiglie ci sono anche situazioni disastrose e i bambini vanno tutelati prima di tutto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che, con lettera in data 4 aprile, il presidente della Commissione bilancio ha rappresentato l'esigenza - sulla quale ha convenuto l'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi della Commissione medesima - di posticipare a lunedì 15 aprile l'inizio dell'esame in Assemblea del disegno di legge n. 1752, di conversione in legge del decreto-legge n. 19 del 2024, in materia di PNRR, attualmente previsto dal vigente calendario dei lavori dell'Assemblea quale ultimo argomento della seduta di venerdì 12 aprile.

Secondo le intese intercorse tra i gruppi, l'esame del disegno di legge in oggetto non sarà pertanto iscritto all'ordine del giorno della seduta di venerdì 12 aprile.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 8 aprile 2024 - Ore 15:

1. Discussione sulle linee generali delle mozioni Casasco, Caramanna, Andreuzza ed altri n. 1-00253 e Sergio Costa ed altri n. 1-00266 in materia di revisione dei meccanismi di tassazione delle emissioni di carbonio (CBAM) per le importazioni a tutela della competitività delle aziende europee .

2. Discussione sulle linee generali della mozione Scotto ed altri n. 1-00265 in materia di politiche del lavoro, con particolare riguardo alle iniziative volte alla lotta al precariato .

La seduta termina alle 10,30.