Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 251 di martedì 27 febbraio 2024

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 11.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FILIBERTO ZARATTI , Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 103, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di una interpellanza e interrogazioni.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e interrogazioni.

(Intendimenti del Governo in ordine alla riqualificazione degli stadi di Roma Capitale - n. 3-00377)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Zaratti n. 3-00377 (Vedi l'allegato A).

Il Ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, ha facoltà di rispondere.

ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. Grazie, Presidente. Ringrazio anche l'onorevole Zaratti, che mi offre l'opportunità di affrontare un tema di stretta attualità che non riguarda soltanto la città di Roma, ma riguarda il tema della infrastrutturazione sportiva di alto livello, ma direi anche di base, a partire da quello scolastico. Quindi, entro subito nel merito del tema.

Bisogna premettere che, nella piena consapevolezza delle riflessioni esposte dall'onorevole interrogante, soprattutto in merito alla necessità delle valutazioni riguardo la sostenibilità di tali interventi in tutti i suoi aspetti, da quello ambientale a quello sociale, urbanistico e finanziario, le riflessioni che vengono in rilievo, quando si discute dell'opportunità o meno di investire su opere come quelle relative ai grandi impianti sportivi, sono molteplici e devono saper contemplare, coniugare e contemperare tutti i possibili intenti, diritti, doveri e aspettative in campo.

Al di là, infatti, del piano delle norme e delle competenze (com'è noto, la disciplina che riguarda l'impiantistica sportiva è anche di competenza degli enti territoriali, regioni e comuni, in primis dei comuni interessati), non mi sottraggo al confronto su un tema che mi è sempre stato caro e che ritengo chiave per lo sviluppo e la sostenibilità di un intero sistema. Un tema che, d'altronde, è stato anche oggetto di una delle direttive della recente riforma dell'ordinamento sportivo, in attuazione della legge delega n. 86 del 2019, il cui articolo 7 è stato interamente dedicato alla materia della costruzione e all'ammodernamento degli impianti sportivi e che ha visto una importante integrazione con l'articolo 3 del decreto legislativo n. 120 del 2023, recentemente entrato in vigore.

Quello della sostenibilità ad ampio spettro, a partire dalla dimensione ambientale, rimane un tema cruciale che va infatti valutato complessivamente, nell'ambito delle considerazioni che devono tendere all'equilibrio di uno sviluppo ragionevole, come quello che riguarda la riqualificazione e la rigenerazione urbana, anche e soprattutto quando si tratta di una porzione periferica della nostra capitale; considerazioni che devono potersi ponderare, senza eccessi di rigidità o dogmatismi, con aspettative e diritti in gioco, come quelli della libera impresa e della sostenibilità del sistema sportivo, valutandone anche l'impatto sociale sul territorio.

Personalmente, in linea di principio, ritengo che le società calcistiche debbano poter ambire ad avere uno stadio di proprietà, che possa essere acquisito a patrimonio e diventarne una voce importante, aspetto che, viceversa, non è conciliabile con il sistema delle concessioni.

In Italia, infatti, si parla troppo spesso della sostenibilità del sistema sportivo senza considerare, però, che lo stesso si trova, da troppo tempo, ad affrontare problemi gravissimi in quest'ottica, come quello delle strutture vecchie e inadeguate sotto il molteplice profilo della sostenibilità energetica, tecnologica e della accessibilità, soprattutto in materia di disabilità e dimensione inclusiva.

Dall'altra parte, nella nostra Nazione sono solo 2 le società professionistiche, su 100, che hanno definitivamente uno stadio di proprietà. Da questo punto di vista, non ritengo che ci si possa mettere dalla parte di chi intende limitare l'impresa privata, soprattutto se legata allo sviluppo urbano e della dimensione sociale che gli impianti sportivi, anche di questo profilo, tendono a portare con sé.

Ciò premesso, non rientra certo tra le attribuzioni del Ministro per lo Sport negare l'autorizzazione a progetti urbanistici che rispettino tutte le prescritte normative di legge, anche in materia di sostenibilità ambientale.

Va, infatti, evidenziato che l'impiantistica sportiva italiana, con particolare riferimento agli stadi delle società di calcio professionistiche, risulta affetta per la gran parte - ma questa non è certo una notizia - da una oggettiva e poco dignitosa obsolescenza, tanto da necessitare, in numerose ipotesi, di specifiche deroghe per poter ospitare manifestazioni di alto livello, sia nazionali che internazionali.

L'afflusso di capitali privati, finalizzati alla realizzazione di stadi di proprietà delle società calcistiche, può rappresentare, senza dubbio, una delle soluzioni più pratiche per porre rimedio a una simile situazione. Questo risulta ancor più necessario e indifferibile se ci poniamo in relazione alla qualità diffusa degli stadi in tutti gli altri Paesi europei.

Pertanto, soluzioni come quella della costruzione di uno stadio di proprietà di una delle 2 società calcistiche di alto livello della capitale, a mio parere, vagliate tutte le implicazioni e fatti tutti i ragionamenti sul piano ambientale e della sostenibilità urbana, sociale e finanziaria, andrebbe incoraggiata e supportata, così come tutte le altre progettualità volte a modernizzare il “parco stadi”.

Per quanto concerne la potenziale problematica sollevata dall'interrogante in merito alla possibilità che nella città di Roma coesistano 4 stadi di calcio (ipotesi che, ad oggi, appare invero abbastanza remota), faccio presente che, sempre e comunque nel rispetto delle scelte delle amministrazioni locali e degli enti coinvolti, sussistono soluzioni che garantiscono un diverso utilizzo degli stadi.

A tal riguardo, a titolo esemplificativo, ricordo che lo stadio Olimpico si appresta, nella prossima estate, a ospitare gli Europei di atletica 2024 e ha una lunga tradizione di ospitalità di grandi eventi sportivi anche non calcistici (a partire dal Sei Nazioni al Golden Gala), nonché di concerti e altre manifestazioni sportive e culturali.

Pertanto, mi pare, devo dire, piuttosto riduttivo e improprio limitare il ruolo degli stadi a mero teatro di manifestazioni calcistiche, come più volte detto. Dal dilettantismo al professionismo, gli impianti sportivi svolgono un ruolo ben più ampio, come sede di aggregazione e di socialità, indipendentemente dalla coesistenza con strutture private, che rispondono, per loro stessa natura, ad altre logiche di utilizzo.

PRESIDENTE. Il deputato Zaratti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, Presidente. Voglio ringraziare il Ministro Abodi per la gentilezza e il garbo con cui ha deciso di rispondere a questa mia interrogazione su una delle questioni che riguardano la città di Roma ma, giustamente, anche nel tenore della risposta data dal nostro Ministro, concernente un po' in generale la politica che il Governo intende mettere in atto rispetto alla tematica degli stadi.

Ora, io espongo semplicemente alcune questioni generali, rispetto a uno dei temi toccati dal Ministro, che riguarda l'ineluttabilità e la necessità degli stadi di proprietà, che è in linea rispetto a quello che avviene nel resto d'Europa.

Però, vorrei far presente che 2 società sono proprietarie di stadi in Italia, di cui una, la Juventus, è contemporaneamente anche la squadra più indebitata d'Italia. Questo per dire che non sempre il fatto di avere la proprietà, e poter patrimonializzare lo stadio, consente un'efficace politica patrimoniale che, in qualche modo, possa essere additata come esempio. Quindi, è evidente che bisogna fare qualcosa di diverso, cambiare anche la natura delle società, a cominciare dall'introduzione dell'azionariato popolare, a differenza di quello che avviene, invece, in Europa, dove l'azionariato popolare è una pratica diffusa: uno dei più grandi club del mondo, per esempio, il Barcellona, ha 110.000-120.000 soci, i quali, quando scelgono il presidente, fanno le elezioni come se si trattasse di scegliere il sindaco. E devo dire che, su questo modello, forse, il Governo dovrebbe dare delle risposte più precise e presentare una proposta compiuta di riforma del calcio in generale e delle società sportive in modo particolare. Su questo ci confronteremo.

Voglio anche dire che la possibilità che a Roma si realizzino quattro stadi e ci si ritrovi con quattro stadi non è così remota come dice il Ministro, perché uno stadio è l'Olimpico, un altro stadio è il Flaminio, e questi già esistono, un altro ancora è in via di autorizzazione a Pietralata e se, come sembra, lo stadio Flaminio non è adatto a ospitare un impianto calcistico adeguato a una grande società calcistica è presumibile che anche la società Lazio decida di chiedere di poter realizzare lo stadio in un'area della città. Una città di 2.700.000 abitanti con quattro stadi è un unicum, non nel mondo ma sicuramente in Europa. Si fa l'esempio di Londra, ma quest'ultima è una città di 15 milioni di abitanti e, quindi, il fatto di avere 6 o 7 stadi di proprietà delle singole società che si trovano a Londra è assolutamente compatibile con il numero di abitanti.

Nello specifico, io voglio dire una cosa. Lei ha opportunamente annunciato una ristrutturazione dello stadio Olimpico, che noi apprezziamo naturalmente, perché si basa su principi di sostenibilità. È una spesa di circa 80 milioni di euro che permetterà di trasformare la copertura per la produzione di energia pulita attraverso il fotovoltaico, che permetterà anche di abbassare, a quanto ho capito, la copertura per permettere nuovamente la visione di Monte Mario, che è una cosa molto interessante e molto bella dal punto di vista paesaggistico. Contemporaneamente, lo stadio Flaminio sarà ristrutturato. C'è una proposta di Cassa depositi e prestiti e, comunque, se non lo dovesse fare Cassa depositi e prestiti lo dovrà fare il comune, perché non possiamo pensare che nel centro di Roma possa rimanere uno stadio che in poco tempo è destinato, forse, addirittura a crollare, se non sarà giustamente manutenuto.

Quindi, con l'intervento pubblico si spenderanno quasi 200 milioni di euro per due stadi che non saranno praticamente mai utilizzati, perché la Lazio avrà il suo e la Roma avrà il suo, e con questi due stadi chissà cosa ci faremo. Inoltre, si consumerà ulteriore suolo. In modo particolare, lo stadio autorizzato, che è quello di Pietralata, insiste su un'area pubblica - non si capisce quale sia la pubblica utilità - e sarà attaccato all'ospedale Sandro Pertini. Quindi, immaginiamo il giorno della partita per i poveri malati che si trovano al Sandro Pertini e, se c'è un'emergenza, immaginiamo come ci si potrà arrivare. È un'area verde che fa parte della rete ecologica del comune di Roma. Inoltre la viabilità non consente di arrivare con i mezzi pubblici perché su quel tratto non c'è il ferro. Quindi, francamente, mi stupisce alquanto che si possa pensare di realizzare uno stadio a Pietralata. Non serve, perché sono sufficienti due stadi e, contemporaneamente, l'area è assolutamente inadatta a ospitare un impianto di questo genere. Vorrei che il Governo si occupasse anche di questo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

(Iniziative di competenza, anche di carattere normativo, volte al contrasto dei fenomeni di discriminazione e razzismo nello sport e all'interno degli stadi - n. 3-00928 e n. 3-01016)

PRESIDENTE. Passiamo alle interrogazioni Soumahoro n. 3-00928 e Caramiello e Morfino n. 3-01016, che, vertendo sullo stesso argomento, saranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A).

Il Ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, ha facoltà di rispondere.

ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. Grazie, Presidente. Ringrazio anche gli onorevoli interroganti per la questione posta di grande interesse sociale e, per quanto mi riguarda, di interesse nei giorni normali e non soltanto nei giorni in cui la cronaca ci mette di fronte a situazioni educativamente e culturalmente incresciose, come quelle oggetto di queste due interrogazioni.

Ci tengo subito a ribadire ciò che ho sempre pensato e sostenuto in tutte le occasioni nelle quali mi è capitato di contribuire al dibattito, non solo in occasione di fatti come quello in questione, e cioè che l'unica considerazione che può emergere e l'unico atteggiamento che si può assumere da cittadini e da rappresentanti delle istituzioni a fronte di simili deprecabili eventi sono la più totale indignazione e un sentimento di contrarietà verso ogni forma di discriminazione. Ma, nel ruolo del Governo che mi è stato affidato, questi sentimenti non bastano a soddisfare il senso del dovere. L'occasione di poter discutere congiuntamente, a seguito dell'abbinamento, i quesiti n. 3-00928 e n. 3-01016, ci fornisce, una volta ancora, l'opportunità di sottolineare come non vi possa essere alcuna differenziazione di valori di fronte alle forme di discriminazione, che possano classificarsi di tipo etnico, come nel primo caso, o di tipo, per così dire, territoriale, come nel secondo. La lotta e il contrasto a ogni forma di atteggiamento discriminatorio devono essere assoluti, senza frontiere e quotidiani.

Venendo ai fatti, ricordo come, per quanto riguarda l'increscioso episodio di discriminazione razziale che ha interessato il calciatore del Milan Mike Maignan, di cui al primo quesito, per quanto attiene alla dimensione della giustizia sportiva, questa sia prontamente intervenuta. Il giudice Mastrandrea ha deciso di comminare alla società sportiva Udinese calcio, sulla base del comunicato ufficiale della Lega Serie A del 23 gennaio scorso, la sanzione prevista dall'articolo 28, comma 4, del codice di giustizia sportiva, ovvero l'obbligo di disputare una gara a porte chiuse.

Dalle rilevazioni svolte, risulta che sono stati effettuati due annunci con altoparlante nonché una prima interruzione del gioco, per circa un minuto, e, successivamente, un'ulteriore sospensione della gara, per circa 5 minuti. È stato, altresì, rilevato - questo è uno dei punti sui quali sarà necessario e doveroso intervenire ancora - che non sono state riportate chiare manifestazioni di dissociazione da parte dei sostenitori, elemento che, ne sono convinto, deve essere uno dei motori della svolta in questo senso.

D'altro canto, è stato rilevato dal giudice sportivo che il comportamento attivo e la disponibilità manifestata dalla società Udinese calcio a collaborare per l'individuazione dei responsabili, peraltro prontamente avvenuta, ha reso possibile, per un evento di tale portata e gravità, l'applicazione immediata della sanzione. La società Udinese calcio ha poi ritenuto di presentare reclamo alla corte sportiva di appello nazionale della Federcalcio, la quale ha accolto in parte e parzialmente riformato la decisione impugnata, rideterminando la sanzione che, in ogni caso, ha previsto l'obbligo di disputare due gare con il settore curva nord privo di spettatori.

Al riguardo, d'altronde, premesso e ribadito che l'interesse superiore e primario è quello della prevenzione, anche culturale, e, ove necessario, della repressione a tutto campo rispetto al presentarsi di questi deprecabili fenomeni di intolleranza, in un'occasione come quella che ha riguardato un club come l'Udinese calcio, tradizionalmente impegnato nella costruzione di un tifo sano anche investendo nella sperimentazione tecnologica per il riconoscimento facciale, è fisiologico che vengano anche in rilievo le considerazioni sul livello della responsabilità che per simili fatti gravi sia ascrivibile alle società sportive.

Tuttavia, com'è noto, è il sistema della giustizia sportiva che ha il compito, per primo, di applicare le regole disciplinari e le conseguenti sanzioni in occasioni di questo tipo, fermo restando sempre che, a fronte di inqualificabili comportamenti di una parte di presunti tifosi, nei confronti dei quali la risposta sanzionatoria, anche e soprattutto in termini di prevenzione e sensibilizzazione, deve essere la più diretta e inequivocabile, l'indipendenza e l'autonomia del giudizio sportivo rimangono - ed è giusto che sia così - fuori dal vaglio dell'autorità politica.

In riferimento, invece, a quanto accaduto in occasione della gara di Champions league Milan-Napoli del 12 aprile 2023, durante la quale alcuni tifosi milanisti hanno esposto uno striscione recante “Via Raffaele Stasi 40/46 (NA)”, anche qui si è trattato, per quanto il messaggio fosse all'apparenza criptico e insignificante, di un chiaro, deprecabile messaggio razzista. Il riferimento è a un civico dove è ubicato un negozio di una società italiana operante nella grande distribuzione organizzata di saponi.

Come emerso dalle valutazioni tecniche e dalle indagini che sono state effettuate dai soggetti competenti, in primis il Ministero dell'Interno, sebbene il contenuto letterale dello striscione non violasse di per sé la norma di cui all'articolo 2-bis del decreto-legge n. 8 del 2007, che vieta e sanziona l'introduzione e l'esposizione di striscioni o cartelli che incitino alla violenza e che contengano ingiurie e minacce, ribadisco, come ho detto in premessa, che non può esserci atteggiamento diverso dall'assoluta condanna a tutto campo nei confronti di simili comportamenti. Non c'è e non potrebbe esserci una scala di valori tra una discriminazione razziale e una territoriale, tra una chiara e manifesta e una criptica e velata.

Va inoltre ricordato che esiste un Osservatorio nazionale per le manifestazioni sportive il quale, a partire dall'inizio della scorsa stagione 2022-2023, ha avviato una rilevazione del fenomeno degli atti discriminatori in occasione delle manifestazioni, con un focus specifico sui comportamenti riconducibili al razzismo, all'antisemitismo e alle discriminazioni territoriali. Dal monitoraggio sono stati elaborati dati, sulla base delle segnalazioni pervenute dalle questure, che ci restituiscono uno scenario che impone un lavoro e un'attenzione costanti e corali: nell'anno 2022 ci sono stati 26 episodi di discriminazione razziale, 10 episodi di discriminazione antisemita e 15 episodi di discriminazione territoriale; nell'anno 2023 ci sono stati 43 episodi di discriminazione razziale, 12 episodi di discriminazione antisemita e 28 episodi di discriminazione territoriale; nell'anno 2024 ci sono stati 4 episodi di discriminazione razziale, 1 episodio di discriminazione antisemita e 3 episodi di discriminazione territoriale.

Sulla base di queste rilevazioni e nella consapevolezza dell'importanza del compito, la Direzione centrale della polizia di prevenzione del Dipartimento della Pubblica sicurezza svolge una costante attività di impulso e coordinamento info-investigativo delle DIGOS al fine di prevenire e reprimere ogni atto improntato alla discriminazione e alla violenza razzista e antisemita in ambito sportivo.

Purtroppo, con riferimento soprattutto ai contesti più oltranzisti delle tifoserie calcistiche, i dati confermano il ripetersi di condotte di natura discriminatoria realizzate negli stadi, da cui non sono esenti nemmeno le categorie dilettantistiche, e ci dicono che dobbiamo continuare a lavorare in questo senso.

Al riguardo, proprio recentemente, seguendo gli ultimi incresciosi fatti, ho preso parte a una riunione organizzata dal Ministro Piantedosi al Ministero dell'Interno, d'intesa con il sottoscritto, alla quale sono intervenuti anche i vertici del calcio italiano riuniti per un confronto sulle modalità attraverso le quali rendere ancora più efficace e tempestivo il contrasto al razzismo negli stadi. È stato ribadito che il razzismo, in tutte le sue deprecabili forme, non è solo un problema morale ma è un problema di ordine pubblico. Vanno valutate tutte le possibili opzioni per rendere, come già menzionato, più efficace e tempestiva la nostra azione corale e va aumentato il livello della nostra attenzione su tutte le forme di discriminazione. Dobbiamo dedicare tutte le nostre energie per contrastare e debellare questa piaga culturale e fare in modo che chi non comprende le regole del gioco esca dallo stadio.

Per quanto attiene alle specifiche iniziative in materia, è stato costituito un gruppo di lavoro che si sta focalizzando sulla struttura del Daspo, valutandone anche la tracciabilità nei documenti personali dei soggetti coinvolti.

Cercheremo, poi, di intervenire per associare il Daspo ad altre forme di recupero sociale delle persone che incorrono in certi errori non più tollerabili.

Inoltre, cercheremo di trovare altri strumenti di promozione e valorizzazione del ritiro del gradimento allo stadio di certi soggetti da parte dei club, ma questo è un compito anche e soprattutto delle società, delle leghe e della Federazione. A questo proposito, tengo a segnalare che lo strumento di non gradimento è stato già utilizzato positivamente da alcune società professionistiche, come l'Udinese e la Juventus, e va ulteriormente promosso.

Per quanto attiene ad altre iniziative di analogo tenore, voglio ricordare che anche con la comunità ebraica di Roma ho avviato, fin dall'inizio del mio mandato, una proficua collaborazione finalizzata ad azioni comuni da intraprendere per prevenire e, ove necessario, contrastare episodi di razzismo e antisemitismo nel mondo del calcio e dello sport in generale. Voglio ribadire, ancora una volta, quanto sia di fondamentale importanza presidiare il presente con efficacia e tempestività, ma rilanciare la sfida della promozione culturale e sportiva legandola a tutto il percorso scolastico. Dobbiamo lavorare su una comunicazione permanente e la scuola può e deve diventare il motore principale, rendendo strutturali i programmi educativi e formativi per la promozione della cultura del rispetto.

Condivido e sottoscrivo le parole dell'onorevole Maiorano nell'intervento di fine seduta, in Aula, dello scorso 31 gennaio, secondo le quali “lo sport deve rimanere un momento di condivisione, di fratellanza, di solidarietà e di rispetto per il prossimo, valori che vanno manifestati sia in campo che sugli spalti, indipendentemente dai colori della propria squadra, dalla razza o dalla religione”. Con questo spirito e con queste premesse ha proposto l'istituzione, per il 2 febbraio di ogni anno, della Giornata contro la violenza negli stadi, dedicata all'ispettore Filippo Raciti, affinché rappresenti un monito di riflessione sul fenomeno.

In merito alle iniziative di carattere normativo, desidero segnalare anche la proposta di legge relativa all'istituzione della Giornata nazionale contro la violenza nello sport, a prima firma dell'onorevole Nisini, che è stata assegnata alla VII Commissione, il cui presidente, Mollicone, ha già espresso supporto per la calendarizzazione. La proposta prevede che vengano responsabilizzate tutte le istituzioni e soprattutto le scuole, affinché promuovano iniziative per celebrare il valore della sana competizione e dello spettacolo al quale si assiste, rispettando le regole e ricordando le vittime della follia mascherata da tifo, che tale non dovrà essere riconosciuto.

Lo sport, per i suoi valori pedagogici e culturali e per la sua diffusione, costituisce una chiave di integrazione, prevenzione e contrasto dei fenomeni discriminatori e di violenza e l'attività sportiva rappresenta uno dei pilastri delle prassi educative.

In questa direzione si concentra la mia azione, nell'esercizio delle deleghe che mi sono state attribuite, e del nostro Dipartimento per lo sport, attivo, nello specifico, su vari tavoli nazionali e internazionali: dal 2022 aderisce al progetto del Consiglio d'Europa Combating hate speech in sport, cui partecipano anche Grecia, Macedonia, Spagna, Francia e Germania. L'obiettivo del progetto è di arrivare alla stesura di linee guida europee per il contrasto al fenomeno che possano fungere da strumento ma anche da pungolo per l'adozione in tutta Europa di misure efficaci e condivise; partecipa all'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, istituito presso il Viminale; nel 2022 ha siglato un accordo con l'Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull'origine etnica quale importante strumento volto alla prevenzione e al contrasto dei fenomeni di discriminazione e violenza in tutte le loro forme nei contesti sportivi.

Segnalo, inoltre, che sono stati finanziati, grazie a un avviso pubblico aperto a tutte le associazioni sportive dilettantistiche, circa 40 progetti, per un importo complessivo di un milione di euro, finalizzati al contrasto delle discriminazioni e alla realizzazione di azioni positive che utilizzino lo sport quale strumento per la prevenzione e il contrasto al razzismo, all'intolleranza e alla xenofobia.

Infine, concludendo, voglio sottolineare che proprio in questi giorni, alla luce degli incresciosi episodi di razzismo, stiamo lavorando, insieme al Ministro dell'Interno Piantedosi, e studiando ulteriori proposte di attività, iniziative e progetti per cercare di precedere la cronaca e non seguirla e, quindi, subirla. Come ho già ribadito più volte, il tema è della più assoluta importanza e merita interventi perentori, coordinati e largamente condivisi.

PRESIDENTE. Il deputato Soumahoro ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro per le parole che sono state espresse nell'introduzione al suo intervento, quando il Ministro dichiara che si è sentito indignato come persona per quanto subito dal portiere del Milan Mike Maignan.

Però, qui vorrei rivolgermi, Presidente, al Ministro in quanto membro del Governo. Come egli stesso ha ribadito, non basta l'indignazione, perché la politica deve agire. Allora, faccio mie le parole di Mike Maignan la stessa sera, quando, al termine della partita, ha reso queste dichiarazioni dopo gli insulti razzisti subiti. Mike Maignan dice: “Non è il giocatore ad essere stato attaccato. È l'uomo. È il padre di famiglia”.

È tutto un sistema che deve assumere e prendere le proprie responsabilità, è tutto un sistema che deve cambiare e il sistema in questione parla del mondo del calcio, in particolar modo, in relazione ai fenomeni di atti di discriminazione e di razzismo all'interno degli stadi.

Però, Presidente, gli stadi sono parte della società, gli stadi sono pezzi della società e la complessità della società è ciò che si esprime all'interno degli stadi. Si chiama razzismo e il razzismo si esprime attraverso il pensiero della “bianchizzazione” che è quel pensiero che ritiene che la luce è bianca mentre l'oscurità è nera, l'ignoranza è nera e l'intelligenza è bianca, la capacità di elaborazione è bianca mentre quando il nero inizia ad agire, a pensare, ad elaborare e a riflettere viene circoscritto, esce dalla sua sfera di naturalità, perché ciò che è naturale è bianco.

Allora, voglio parlare qui di come noi, la politica e il Governo intendiamo affrontare il tema della “bianchizzazione” del pensiero perché è quello stesso pensiero che si manifesta attraverso il linguaggio della politica, di una certa politica, quando utilizza il termine della sostituzione etnica, quando utilizza il termine dell'equazione tra migrazione e criminalità, quando utilizza il termine dell'equazione tra Islam e terrorismo, quando utilizza il termine dell'equazione tra ciò che viene ritenuto civile e luce e ciò che viene ritenuto buio e oscurità, cioè tutto ciò che si manifesta al di fuori del bianco.

Sappiamo tutti, Presidente, e il Ministro su questo converrà con me, che siamo di fronte a una costruzione sociale che gerarchizza la società, che non riesce a dare una lezione ai bambini, a quel mondo del calcio, ai giovani e ai piccoli che, guardando ciò che avviene negli stadi, si pongono la domanda: quand'è che avremo in Italia, nei nostri stadi, un allenatore nero, un arbitro nero? Quand'è che avremo in Italia, all'interno del nostro Parlamento, un onorevole che si alza e fa un intervento e non viene preso a insulti, con versi da scimmie, come è successo a Mike Maignan, come è successo a Lukaku e come è successo in questo Parlamento?

Concludo, Presidente, invitando il Governo a istituire un codice etico contro il razzismo, non solo negli stadi, ma nella società, in questo Parlamento. La ringrazio, lei ha detto che gli autori sono stati individuati, ma ancora siamo in attesa, da quasi un anno, dell'individuazione di chi ha avuto un linguaggio razzista nei miei confronti in quest'Aula. Non era nei miei confronti ma nei confronti dei nostri figli, dei bambini, dei giovani, di quella Italia plurale e multietnica che guarda al Parlamento come all'espressione più alta della democrazia. Lavoriamo, affrontiamo il tema del razzismo. Non possiamo avere, ancora nel 2024, una legge come la Bossi-Fini nel nostro Paese.

PRESIDENTE. Concluda.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Concludo. Non possiamo avere nel 2024 bambini nati e cresciuti nel nostro Paese senza cittadinanza. Il razzismo si combatte materialmente ma, soprattutto, culturalmente.

PRESIDENTE. Il deputato Caramiello ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro per la risposta. Ben vengano gli osservatori, le cabine di regia, i gruppi di lavoro. Però, evidentemente non bastano. Quando parliamo di razzismo, pensiamo immediatamente a una spregevole forma di discriminazione basata sul colore della pelle. In realtà, Ministro, questo fenomeno ha una sfaccettatura più variegata in un Paese che da decenni, sempre più spesso, tende a guardare dall'alto verso il basso la popolazione meridionale. Sento ancora pulsare nelle orecchie i fischi piovuti all'indirizzo di Geolier a Sanremo, tanto per fare un esempio recente.

Dal 1860, Presidente, si sono stratificati stereotipi, miti e leggende che inquadrano il cittadino meridionale, purtroppo spessissimo, alla stregua di un cittadino inferiore e, quindi, meritevole di invettiva, ghettizzazione e scherno. Onorevole Ministro, chi ha dovuto abbandonare il Meridione per motivi di lavoro, emigrando in altre parti del Paese, almeno una volta nella vita ha toccato con mano il razzismo che serpeggia verso chi è nato al Sud. Potrei fare decine di esempi di amici, di colleghi, di parenti che hanno subito forme di razzismo. Personalmente, Ministro, per anni ho lavorato a Torino e volutamente, da campano, parlavo nella mia lingua proprio per far sentire forte la mia provenienza geografica, con la fierezza di chi appartiene a un popolo che ha plasmato gli ultimi millenni di civiltà. Mi aspettavo che qualcuno mi chiamasse terrone, così da poter raccontare la nostra storia, partendo soltanto da Ruggero il normanno, passando per Federico II, fino a Francesco II. Prima, insomma, che nascesse la questione meridionale.

Purtroppo, Presidente, questo atteggiamento discriminatorio si riversa in tanti ambiti, nel mondo lavorativo come nelle scuole, fino a toccare anche il mondo calcistico, dove spesso gli arbitri, così come i commissari di campo, fanno finta di non vedere o non sentire certi cori, certi atteggiamenti, certi comportamenti discriminatori contro i tifosi delle squadre meridionali. Non so quante volte i supporter del Sud sono stati accolti dai tifosi locali con sacchetti della spazzatura, striscioni di chiara matrice razzista e cori vergognosi, come il più noto “Vesuvio lavali con il fuoco”. Spesso si bolla questo atteggiamento come un mero sfottò, una burla da stadio. Presidente, questo ormai è diventato inconcepibile e non è più tollerabile. Onorevole Ministro, quando si invoca la morte della popolazione napoletana e vesuviana, o quando ci definiscono terroni terremotati, questo non è calcio, non è sport ma è un problema culturale.

Lei, Ministro, nel perimetro delle sue competenze, deve mettere in campo tutte le azioni necessarie per rafforzare la repressione di questa forma squisitamente italiana di razzismo interno. Ministro, deve sapere che, quando ho messo piede in Parlamento, ho creato un Intergruppo parlamentare dal titolo “Sviluppo Sud, aree fragili ed isole minori”, che ha anche l'obiettivo di tutelare l'immagine della nostra terra, piena di primati nazionali e internazionali. Una delle proposte a cui stiamo lavorando è proprio quella di tutelare i campani da una malaugurata eruzione del Vesuvio.

Ebbene, ad oggi le disposizioni in materia di pianificazione dell'emergenza prevedono che, in caso di allarme eruzione, i cittadini che risiedono in zona rossa vengano evacuati verso le regioni settentrionali. Sicuramente i cittadini vesuviani non vogliono lasciare la propria terra, e contestualmente, visti i cori che ci rivolgono, i cittadini residenti al Nord non vorrebbero 600.000 campani nei loro territori. Ma state sereni, abbiamo la fortuna di vivere in una terra baciata dal sole e dal mare, e non abbiamo intenzione di lasciare il Meridione.

Pertanto la nostra proposta è quella di ripopolare le aree interne della regione Campania, così da non desertificare definitivamente la nostra terra sotto il profilo sociale, professionale, imprenditoriale, economico e culturale. Onorevole Ministro, come vede, noi ci stiamo attrezzando per dare una risposta concreta al rischio del Vesuvio. A lei, invece, tocca dare una risposta concreta contro tutte le discriminazioni razziali, contro chi invoca il Vesuvio, contro chi fa allusioni stupide sulla nostra igiene, affinché certi atteggiamenti vergognosi non si verifichino mai più (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Dati e iniziative di competenza in ordine all'applicazione del principio della bigenitorialità in materia di separazione e affido condiviso dei figli - n. 2-00198)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Dalla Chiesa n. 2-00198 (Vedi l'allegato A).

Chiedo alla deputata Dalla Chiesa se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

RITA DALLA CHIESA (FI-PPE). Grazie, Presidente, e grazie, colleghi. L'interpellanza che oggi propongo all'Aula e al Governo vuole affrontare i problemi che spesso emergono durante la gestione dei procedimenti di affidamento dei figli minori nei casi di separazione e divorzio. È un argomento che contiene al suo interno anche questioni molto delicate di carattere relazionale e familiare, sulle quali è difficile esprimersi soltanto con la freddezza del diritto. Quello che è certo è che le decisioni prese dal legislatore su questi problemi possono fare la differenza e avere conseguenze durature sul benessere e sul futuro sia delle famiglie coinvolte sia dei minori coinvolti.

L'interpellanza parte dalle fondamenta della nostra cultura giuridica, richiamando un principio costituzionale sancito all'articolo 30, primo comma, nel quale si può leggere che è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori dal matrimonio. Questo principio costituzionale individua doveri molto precisi che, in teoria, come la stessa Costituzione riporta, dovrebbero superare i problemi di carattere relazionale che poi possano emergere fra genitori, privilegiando i diritti del minore e includendo il rispetto della famiglia come nucleo essenziale della comunità anche fuori dal matrimonio.

Tuttavia, purtroppo, sappiamo bene che la realtà non rispecchia sempre gli ideali e i principi teorici e in questi casi, forse più ancora che in altri, la componente umana può fare la differenza. Se infatti è vero che esistono molti casi in cui gli ex coniugi riescono ad anteporre l'interesse del minore e a coltivare fra loro rapporti solidi e sani, è anche vero l'esatto opposto. Troppo spesso assistiamo a situazioni in cui il conflitto fra i genitori diventa predominante, mettendo da parte l'interesse superiore dei minori.

Addirittura, nei casi peggiori, che purtroppo non sono rarissimi, un figlio viene direttamente usato da un genitore per vendetta contro l'altro. Il ripetersi di questo fenomeno ha portato a una serie di sfide e difficoltà nella gestione dei procedimenti di affidamento, che spesso ha fortemente squilibrato, sia da un punto di vista affettivo, che da un punto di vista economico, la figura del padre. È bene ricordare che la legge n. 54 del 2006 ha introdotto il principio della bigenitorialità e dell'affido condiviso, riconoscendo il diritto di entrambi i genitori di partecipare attivamente alla vita dei propri figli. Questa normativa ha rappresentato un importante passo avanti nel riconoscimento e nella tutela dei diritti dei genitori e dei minori coinvolti in situazioni di separazione e divorzio, apparendo, all'epoca della sua promulgazione, come un provvedimento in armonia e attuativo del principio costituzionale che già abbiamo richiamato. La legge ordinaria poi è nuovamente intervenuta in materia molto recentemente, nel 2022, per mezzo della cosiddetta riforma Cartabia. La riforma ha introdotto significative modifiche in materia di diritto di famiglia, con l'obiettivo di migliorare la gestione dei procedimenti di separazione e divorzio e, ripeto, proteggere il benessere dei minori coinvolti. Tuttavia, nonostante tutti gli sforzi fatti, rimangono ancora molti squilibri, uno dei più grandi è l'alta conflittualità che, molto spesso, si genera nel momento in cui due persone che si sono amate si allontanano. Conflittualità che inevitabilmente poi si riversa interamente anche sui figli e sui procedimenti di affidamento, che talvolta vengono usati a scopo ritorsivo per punire l'ex coniuge di un comportamento ritenuto sleale.

Il primo problema, che è importantissimo, che questa interpellanza vuole affrontare, è l'aspetto affettivo trovando gli strumenti che possano garantire l'effettiva attuazione dell'affidamento condiviso. Nessun minore dovrebbe essere separato da un genitore per volere di un altro genitore, solo per vendetta o per crudeltà. I bambini hanno bisogno di entrambi i genitori, ovviamente, se questi non sono delle figure, chiamiamole così, tossiche, qualsiasi siano i rapporti fra madre e padre. Anzi proprio vedendo il rispetto che può esserci anche fra genitori che non si amano più, il bambino può imparare il rispetto per il prossimo, può imparare a non lasciarsi dominare dall'odio, ma invece a essere sensibile ai problemi degli altri e può imparare il rispetto che deve esistere fra uomo e donna. Inoltre, e veniamo al secondo punto cardine dell'interpellanza, dobbiamo affrontare la questione delle disparità socio-economiche che spesso si verificano fra i genitori. Il genitore cosiddetto non collocatario, ossia quello che non riceve l'affidamento dal giudice, può trovarsi in situazioni di estrema difficoltà economica e abitativa, dopo la separazione o il divorzio. Secondo i dati Caritas, i padri non collocatari si trovano spesso in situazione di estrema difficoltà, in quanto solitamente rimane alla madre la casa familiare e loro devono trovarsi un nuovo alloggio, oltre ad avere l'obbligo di versare un contributo di mantenimento quale partecipazione alle spese per la gestione quotidiana dei figli e una quota parte per le spese straordinarie. Quello di cui spesso non si parla è che per passare un assegno di mantenimento equo alla ex moglie - che spesso pur potendo (succede anche questo) non vogliono lavorare: no, che non possono, non vogliono - viene tolta la possibilità ai padri di vivere in modo decente, di avere una casa dove poter accogliere i figli nei giorni prestabiliti dal giudice, per esempio. Per quei pochi giorni, devono chiedere al comune di appartenenza un alloggio dove poter portare i propri figli per non vergognarsi o chiedere in prestito la casa agli amici. Ho letto di un padre che è stato costretto a cambiare i pannolini alla propria bambina su una panchina del parco e in questo, purtroppo, grande responsabilità, magari, ce l'hanno anche gli assistenti sociali. E non è neanche giusto che i padri non possano incontrare i figli anche tutti i giorni, se lo vogliono, e se i rapporti fra i genitori sono normali o, per contro, magari, devono essere costretti a chiamare la Polizia per poterli vedere, perché al citofono, nei giorni prestabiliti, viene loro risposto che sono ammalati o che magari i bambini non vogliono vedere il genitore e, se escono, guai se ritardano a riportarli a casa anche per soli 15 minuti. Credo che questo sia il punto più importante: un figlio non va privato dell'affetto di un genitore se questo genitore va a vivere da un'altra parte perché i rapporti fra i due ex coniugi si sono interrotti. Ricordiamoci che si rompono i rapporti fra coniugi, ma non si devono interrompere i rapporti con i figli, anche perché i figli poi riverseranno nei loro rapporti futuri tutto il disastro che hanno vissuto nelle loro famiglie di origine. Inoltre, riprendendo un passaggio che tiene insieme sia l'aspetto affettivo che quello socio-economico, la ricerca internazionale comparata ha evidenziato come la non frequentazione di un genitore aumenta il rischio di una interruzione dei rapporti del medesimo con la vita dei figli, con le conseguenze che tutti possiamo immaginare. Nei Paesi, infatti, in cui la giurisprudenza privilegia invece la presenza, sostanzialmente alla pari, delle figure genitoriali, il rischio di perdere di vista dalla propria vita il padre o la madre è significativamente abbassato, riducendo questi casi esclusivamente a quelli in cui si sviluppano in famiglie con relazioni tossiche.

A questo punto, chiediamo al Governo se non potrebbe essere utile una banca dati presso il Ministero della Giustizia che monitori tutti i dati, anche patrimoniali, relativi ai procedimenti di affidamento. La disponibilità di questi dati ci darebbe una concreta risposta su quanto, effettivamente, stiamo riuscendo ad attuare nella legge sull'affidamento condiviso, riuscendo nel dovere di non discriminare nessuna delle due figure genitoriali. Inoltre, l'interpellanza chiede al Governo se non riterrebbe anche utile l'adozione di un calcolatore istituzionale dell'assegno di mantenimento, sempre ad opera del Ministero della Giustizia. Questo calcolatore, determinando l'importo dell'assegno sulla base di perimetri precisi, toglierebbe una forte parte di discrezionalità e impedirebbe il versamento di cifre che impediscono poi a uno dei due genitori di autosostenersi. Infine, l'interpellanza ipotizza la trasmissione, entro il 31 dicembre di ogni anno, di una relazione al Parlamento sullo stato di attuazione delle nuove disposizioni in materia di diritto di famiglia. Questo lo troverei importante, vista l'evidente distanza fra previsioni di legge e realtà di tutti i giorni che pesa sulla vita dei cittadini. Ripongo fiducia e alte aspettative nell'azione del Governo, dal quale mi aspetto sensibilità sui problemi che abbiamo segnalato. Spero che questa interpellanza possa essere un punto di partenza e segnalo un progetto di legge a mia prima firma, il n. 1615, che tocca uno dei punti di questa interpellanza e che metto a disposizione di tutti coloro che su questo tema ritengono necessario intervenire (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE)).

PRESIDENTE. Il sottosegretario per la giustizia, Andrea Ostellari, ha facoltà di rispondere.

ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo, va posto in risalto che il regime di affidamento e di collocamento del minore è regolamentato da provvedimenti giurisdizionali, che ne disciplinano le concrete modalità di attuazione nelle singole fattispecie, tenuto conto dell'interesse del minore a mantenere un rapporto continuativo con entrambi i genitori, pur nel rispetto di regole dettate per la peculiarità di ciascuna situazione familiare. Trattasi, evidentemente, di valutazioni rimesse all'Autorità giudiziaria competente e rispetto alle quali non è consentita alcuna attività di interferenza, diretta o indiretta, da parte del Ministro della Giustizia, in quanto, nell'esercizio delle funzioni, come noi sappiamo, e nell'interpretazione del contesto normativo di riferimento, la magistratura opera in piena autonomia e indipendenza. Preme, ad ogni modo, rappresentare che come emerge dalla lettura del decreto legislativo n. 149 del 2022, crescente è la rilevanza attribuita all'ascolto del minore in vista dell'adozione, da parte dell'autorità giudiziaria, delle decisioni che direttamente lo riguardano, le più importanti delle quali sono relative al suo affidamento e al suo collocamento presso un determinato genitore, nonché ai tempi di permanenza presso il genitore non collocatario. Io mi riporto alla relazione illustrativa al decreto legislativo n. 149 del 2022, nella quale si è rimarcato che all'istituto dell'ascolto del minore nell'ordinamento è attribuita una rilevanza sempre crescente, anche alla luce della normativa sovrannazionale di riferimento.

In quella relazione, ovviamente, si ricordano la Convenzione di New York del 20 novembre 1989, poi ratificata dal nostro Paese, la Convenzione sulla protezione dei minori e sulla cooperazione in materia di adozione internazionale del 1993, la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea del 2000. In ossequio al dovere di completezza, deve poi essere ricordato il carattere provvisorio e intrinsecamente rivedibile dei provvedimenti emessi in tema di affidamento filiale, questo nel superiore interesse dei minori interessati, affinché, sulla scorta delle sopravvenienze del caso, gli stessi possano essere costantemente rivalutati e ricalibrati, adeguandoli alla specificità della situazione.

Il Dipartimento per la transizione digitale della giustizia ha segnalato che, in ordine alla richiesta di istituzione di una banca dati finalizzata al costante monitoraggio dei dati anche di carattere patrimoniale, relativi alle procedure di affidamento nei casi di separazione e di divorzio in presenza di figli minori e finalizzati al rispetto dei principi della bigenitorialità e della non discriminazione delle figure genitoriali, impone al genitore, che propone ricorso per ottenere la separazione personale o lo scioglimento del matrimonio, l'obbligo di allegare le dichiarazioni dei redditi degli ultimi tre anni e la documentazione attestante la titolarità dei diritti reali immobiliari, mobiliari e le partecipazioni possedute. I sistemi informatici in uso presso gli uffici giudiziari italiani allo stato, pure vigendo l'obbligatorietà del deposito telematico, sia da parte degli atti di parte che di quelli del giudice, non consentono, tuttavia, di acquisire automaticamente i dati relativi alle condizioni patrimoniali dei coniugi e all'entità degli assegni di mantenimento disposti dall'autorità giudiziaria.

L'introduzione dell'obbligo di inserire, nei fascicoli informatici, tali dati richiederebbe un notevole sforzo di adeguamento degli applicativi del sistema civile oggi attualmente in uso. Con riferimento alla prospettata possibilità di adottare un calcolatore istituzionale dell'assegno di mantenimento, si evidenzia che, allo stato, i sistemi informatici in uso presso gli uffici giudiziari italiani non prevedono alcun applicativo che consenta informaticamente il detto calcolo per l'assorbente considerazione che non sono previsti normativamente i criteri per procedere a un siffatto computo in via telematica. A ciò si aggiunga che il Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri, nella nota del 6 dicembre 2023, ha sottolineato, al riguardo, che gli istituti richiamati dall'interpellanza pongono il focus sul tema della genitorialità condivisa e ancora di più sul perseguimento dell'interesse superiore e prevalente del minore. Quest'ultimo, in particolare, rappresenta, oltre che un principio giuridico fondamentale, ratificato sia dalla normativa nazionale sia da quella comunitaria, anche un criterio idoneo a far sì che, nella emanazione di ogni legge, provvedimento o iniziativa pubblica, specie a fronte di situazioni problematiche, l'interesse del bambino e adolescente debba avere una considerazione preminente. Parimenti, tale principio, nel riconoscere ai minori i diritti propri ulteriormente valorizzati dalle previsioni introdotte nel nostro ordinamento dalla cosiddetta riforma Cartabia, costituisce, inoltre, una clausola generale predisposta al fine di consentire al giudice la valutazione concreta delle peculiarità della situazione sottoposta al suo esame, affinché adotti la decisione idonea a realizzare il migliore interesse del minore. Il Governo, quindi, si riserva di valutare l'opportunità di avviare l'iter di una modifica normativa volta a prevedere la trasmissione, entro il 31 dicembre di ogni anno, di una relazione alle Camere sullo stato di attuazione delle nuove disposizioni in materia di diritto di famiglia, modifica la cui effettiva necessità emergerà eventualmente in seguito alla stabile applicazione nel tempo di siffatta disciplina. Aggiungo che questa riserva (ovviamente, riserva tecnica e normativa) può essere dedicata anche in ordine al tema che è stato avanzato relativamente alla realizzazione della cosiddetta banca dati e del calcolatore istituzionale dell'assegno. Una riserva che possiamo aggiungere a quella già individuata sulla opportunità di avviare l'iter di una modifica, ovviamente sempre normativa, relativa alla trasmissione, entro il 31 dicembre, di una relazione alle Camere.

PRESIDENTE. La deputata Dalla Chiesa ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza.

RITA DALLA CHIESA (FI-PPE). La ringrazio per la sua risposta. Spero si possa fare molto, per far superare a queste famiglie e a questi padri separati alcune difficoltà oggettive che incontrano nella vita quotidiana sia nell'incontro con i figli sia nell'evitare di sentirsi umiliati da tutto quello che può succedere loro. Infatti, ho conosciuto molti padri costretti a un posto letto in un dormitorio addirittura, a padri lavoratori in fila per il pacco alimentare. Oltre a tutto questo, magari, c'è anche il fatto che le mamme parlano male dei loro padri, i padri fanno tanti sacrifici e alle madri non importa assolutamente nulla di quello che sta succedendo a queste persone. Quindi, credo che si debbano fare molti sforzi per aiutarli. Ricevo moltissime mail da associazioni, da papà separati e mi rendo conto che ci sono situazioni veramente drammatiche. Per questo, dovremmo fare tutti uno sforzo molto grande per evitare che questi figli, che questi minori abbiano un'idea di un padre che fa molto per loro, ma quasi nessuno fa qualcosa per questi padri. Quindi, la ringrazio infinitamente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

(Iniziative volte a garantire l'immissione prioritaria in ruolo per gli idonei del concorso ordinario 2020 e STEM 2022 - n. 3-01015)

PRESIDENTE. La Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito, Paola Frassinetti, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Caso n. 3-01015 (Vedi l'allegato A).

PAOLA FRASSINETTI, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole Caso per questa interrogazione.

Per rispondere al quesito posto col presente atto di sindacato ispettivo, occorre, preliminarmente, distinguere tra i candidati vincitori della procedura concorsuale, in quanto collocati nelle graduatorie di merito dei concorsi ordinari per il personale docente della scuola dell'infanzia primaria e secondaria di primo e secondo grado, indetti, rispettivamente, con decreti direttoriali n. 498 del 2020 e n. 499 del 2020, entro il numero dei posti messi a bando, e coloro che, invece, sono risultati idonei non vincitori.

Ebbene, i candidati risultati vincitori possono vantare un diritto all'assunzione, che trova un puntuale riferimento sul piano normativo, mi riferisco all'articolo 59, comma 13, del decreto legge n. 73 del 2021.

Con riferimento ai candidati che sono risultati idonei, ma non vincitori, giova ricordare che le graduatorie di merito dei concorsi in questione sono state integrate con l'inserimento dei soggetti che hanno ottenuto il punteggio minimo richiesto dal bando di concorso, consentendo, pertanto, l'assunzione di un numero di docenti superiore rispetto al numero dei posti messi a bando, in presenza delle relative disponibilità autorizzate alle assunzioni. Non solo, ma voglio precisare che si deve a questo Governo, che è intervenuto con un'apposita norma di legge nell'ambito del DL PA-bis, la volontà di garantire che le graduatorie di merito dei concorsi ordinari per il personale docente, di cui ai citati decreti n. 498 e n. 499, e le graduatorie del concorso STEM, integrate con i candidati risultati idonei, venissero prorogate fino al loro esaurimento.

Conseguentemente, a decorrere dall'anno scolastico 2024-2025, fatto salvo il diritto all'assunzione per i vincitori, con riferimento agli idonei, le medesime graduatorie saranno utilizzate, seppur nei limiti delle facoltà assunzionali residuali rispetto alle immissioni in ruolo necessarie al raggiungimento degli obiettivi previsti dal PNRR.

Non si può sottacere, infatti, che per effetto dell'entrata a regime della riforma del reclutamento prevista dal PNRR, sussiste la priorità per i concorsi che sono stati nel frattempo banditi con le nuove modalità, i quali dovranno concorrere a far conseguire l'obiettivo delle 70.000 assunzioni previste entro il 2026. Per tale ragione la possibilità di effettuare nomine in ruolo, anche dal bacino degli idonei del concorso ordinario 2020 e STEM 2022, eventualità che, lo si ripete, è stata resa possibile solo grazie a uno specifico intervento normativo di questo Governo, potrà realizzarsi solo in misura tale da non pregiudicare il predetto obiettivo numerico.

PRESIDENTE. Il deputato Caso ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Grazie Sottosegretario, in realtà conosciamo bene le norme e le modifiche che ci sono state, quello che chiedevamo con questa interrogazione, sollecitati da tutti gli idonei che sono stati anche a manifestare davanti al Ministero ma non sono stati accolti da nessuno del Governo, se c'era effettivamente la possibilità di cambiare approccio, ossia di non essere considerati solo residuali, ma di essere considerati, in qualità di idonei che hanno superato un concorso, come prioritari rispetto ai concorsi che verranno. Dalle sue parole mi sembra di capire che non sarà così.

Voglio fare chiarezza su questo, soprattutto per chi non conosce quel che sono stati in questi anni questi concorsi. Le parla una persona che era un idoneo STEM, non vincitore del concorso, non rientrante nei posti stabiliti, ma che poi, con lo slittamento delle graduatorie, è diventato docente. Qui stiamo parlando di questo, ossia di persone che hanno superato una prova scritta, una prova orale e, in diversi casi, anche una prova pratica, che hanno avuto un'abilitazione, persone quindi idonee alla docenza, abilitate alla docenza, ma che ora si trovano in questo limbo. Quello che si chiedeva è di sapere quanto durerà questo limbo o se resterà per sempre tale. Per queste persone, lo ha detto, che sono docenti a tutti gli effetti, alla fine, sono riservati dei posti in coda, che non sappiamo se ci saranno. Già questo è un dubbio.

Una risposta da dare a queste persone, che si trovano in questo limbo, potrebbe essere: dopo questi concorsi PNRR, comunque ci saranno tot percentuali per chi è in attesa in queste graduatorie. Non è così; quindi la risposta che, dopo oggi, possiamo, a questo punto, continuare a dare a queste persone è: non lo sappiamo, continuate a stare nella situazione in cui siete. Ricordo anche che parliamo di procedure selettive che hanno avuto, in diverse classi di concorso, addirittura un 90 per cento di bocciati alla prova scritta, quindi non prove semplici. È normale che ci sia poi una frustrazione ad aver superato tutte le prove e magari per un punto, mezzo punto, non rientrare nei posti disponibili, sentirsi docenti, perché lo si è, ma poi nei fatti non è così. Ricordo che questa nuova procedura, questi nuovi concorsi, che poi saranno seguiti dalla nuova procedura di immissione in ruolo che prevede i corsi abilitanti, arrecherà probabilmente anche un nuovo danno a queste persone se non si risolve il problema.

Se l'abilitazione permetteva di essere nella parte superiore delle GPS e quindi essere almeno inseriti nel ciclone del precariato scolastico che permetteva bene o male di fare le supplenze, ora la preoccupazione degli idonei è che non solo non sanno chissà quando e semmai entreranno in ruolo, ma dopo le nuove procedure abilitanti, molto probabilmente, non saranno garantite loro neanche le famose supplenze e questo periodo di precariato. È normale che siano preoccupati, è normale che vadano a manifestare davanti al Ministero, soprattutto se poi ci sono ex senatori della Lega, come l'ex collega Pittoni, che sul mondo della scuola cerca di essere sempre presente e continua a fare promesse. Non abbiamo dato una risposta a queste persone, quello che viene fuori da questa interrogazione è: chi vivrà, vedrà, ma, molto probabilmente, quel che vi aspetta è ancora un limbo indefinito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Aggiornamento dei dati relativi alla valutazione del rischio di inondazioni improvvise ed iniziative di competenza volte a contrastare tali rischi, con particolare riferimento al territorio della regione Liguria - n. 3-00561)

PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la sicurezza energetica, Claudio Barbaro, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Traversi n. 3-00561 (Vedi l'allegato A).

CLAUDIO BARBARO, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la sicurezza energetica. Grazie Presidente. La direttiva 2007/60/CE, recepita nel nostro ordinamento con il decreto legislativo n. 49 del 2010, prevede un'attenta valutazione della pericolosità di alluvione, sulla base, in particolare, delle caratteristiche climatiche, idrologiche, idrauliche e geologiche del territorio, nonché degli effetti dei cambiamenti climatici sulle alluvioni future.

La competenza in materia è delle preposte autorità territoriali, nel caso in esame, dell'Autorità di distretto dell'Appennino settentrionale e della regione Liguria. Consta che nel territorio ligure sono effettuate revisioni dei piani territoriali di sviluppo, con vincoli sull'uso del suolo, delocalizzazioni e spostamenti dei servizi essenziali da aree a pericolosità medio-alta ad aree a bassa pericolosità, prima di prevedere nuovi sviluppi edilizi.

La piattaforma ReNDiS di Ispra ad oggi monitora e finanzia 25.101 interventi, 6.647 dei quali sovvenzionati dal MASE (152, su un totale di 1.098, nella sola Liguria); il 10 per cento dei complessivi interventi nazionali è volto alla mitigazione di fenomeni di flash flood e/o piene repentine, con finanziamenti raggruppati per tipologia di dissesto. Nel merito, il regolamento regionale ligure attua, a livello urbanistico, il Piano di gestione del rischio alluvioni dell'Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino settentrionale, approvato con DPCM 1° dicembre 2022, e individua, sulla scorta dei principi e della disciplina da quest'ultimo recata, interventi realizzabili e relative condizioni nelle aree a pericolosità idraulica. Ai sensi dell'articolo 91, comma 1-ter, della legge regionale n. 18 del 1999, l'Autorità di bacino, con nota n. 3516 del 2023, ha espresso parere favorevole senza prescrizioni - preventivo e vincolante - sulla coerenza dello schema di regolamento con la disciplina del PGRA stesso. Ulteriore parere, favorevole senza osservazioni, obbligatorio ai sensi dell'articolo 50, comma 1, dello Statuto regionale ligure, è stato emesso il 29 giugno 2023 dalla commissione consiliare competente per materia.

Il regolamento non è allo stato vigente e la tabella in esso riportata, con i valori delle aree a minore pericolosità relativa rispetto alle piene duecentennali, è applicata dai vigenti Piani di bacino sulla scorta del principio di cautelatività; le soglie sono state individuate dal soppresso comitato tecnico dell'Autorità di bacino regionale, sulla base di specifica consulenza scientifica. Nuovi studi, che rileverebbero soglie minori, sono in fase di valutazione per una mappa completa della pericolosità legata ai fenomeni di flash flood anche sulle UOM (Unities of management) Magra e Regionale ligure, come previsto dall'articolo 25 della disciplina di Piano. Con delibera 23 novembre 2023 n. 1146, la giunta regionale ha, di fatto, affidato alla Fondazione Politecnico di Milano una specifica consulenza tecnico-scientifica, con particolare riguardo alla difesa delle edificazioni e delle aree urbanizzate dalle inondazioni attraverso interventi di gestione del rischio di tipo passivo. L'incarico di consulenza avrà termine il 30 aprile 2024 e, sulla base dei risultati acquisiti, la giunta regionale rivedrà il regolamento in parola ai fini dell'approvazione.

Nelle more, a tutela delle aree soggette a pericolosità di inondazione, il consiglio regionale ligure, in data 21 dicembre 2023, ha approvato una norma, in vigore dal 1° gennaio 2024, che prevede che, entro il 30 giugno 2024, per garantire le condizioni di gestione del rischio idraulico, continuano a trovare applicazione le disposizioni dei Piani di bacino stralcio per l'assetto idrogeologico delle soppresse Autorità di bacino regionale ligure e interregionale del fiume Magra, per quanto non in contrasto con la disciplina del PGRA.

Anche alla luce di quanto esposto, il PGRA rappresenta la base conoscitiva e tecnico-operativa per la corretta programmazione degli interventi di mitigazione del rischio e - alla stregua del suo regolamento attuativo - si prefigge, tra l'altro, il perfezionamento continuo del quadro della pericolosità idraulica, mediante nuovi studi suffragati da dati idrologici aggiornati e tecniche di calcolo e rilievo attuali. Con la norma evocata, approvata dal consiglio regionale, si anticipano, dunque, gli effetti dell'emanando regolamento, per la cui entrata in vigore lo stesso consiglio regionale ha posto quale termine il 30 giugno 2024.

PRESIDENTE. Il deputato Traversi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

ROBERTO TRAVERSI (M5S). Grazie, Presidente. Ringrazio anche il Governo, per la risposta. Non posso ringraziare, purtroppo, per la tempistica, nel senso che stiamo parlando di una interrogazione presentata il 25 luglio scorso, sono passati otto mesi. Purtroppo, però, o forse per fortuna in questo caso, visto che la pagina è ancora aperta, siamo ancora in tempo per parlarne e quindi accolgo quanto mi ha descritto e raccontato il rappresentante del Governo non dico con favore, ma è una buona sintesi di quello che è successo. Ero, ovviamente, aggiornato dal punto di vista territoriale, ma quello che chiedevo era sicuramente uno slancio da parte del Governo, perché ho chiesto, in modo abbastanza determinato, se fossero disposti ad aggiornare i dati - visti i cambiamenti climatici e il nuovo modo, considerando anche il nostro territorio che è molto costruito, di procedere, con le precipitazioni - in maniera importante. E poi chiedevo quali attività e quali iniziative il Governo stesse prendendo in considerazione per evitare di avere questi rischi per le persone esposte nelle zone pericolose. Ovviamente, partivo dal caso ligure, ma è un caso che può essere ripetuto, purtroppo, in altre regioni. Quindi, tutto è iniziato con un parere positivo, come è stato detto, dalla commissione ambiente in regione e dal parere dell'autorità settentrionale di bacino.

Forse questa interrogazione, ma probabilmente anche tutto il movimento popolare che c'è stato in regione, con tutti i comitati ambientalisti e interventi abbastanza mirati di docenti universitari, hanno portato la regione, prima a sospendere la decisione e poi, come dicevate giustamente voi, anche impiegando 74.000 euro di fondi pubblici per affidare al Politecnico di Milano la predisposizione di un parere. Questo fa già capire che, tutto sommato, qualche nostra lamentela è stata presa in esame, anche in modo serio. Quindi, si aspetta questo parere super partes, che attendiamo tutti.

Per spiegare con maggiore semplicità a chi ci ascolta qual è il problema, stiamo parlando dell'introduzione nelle zone rosse - parlo anche per la mia esperienza di tecnico nella vita precedente - anche di nuove costruzioni. Attualmente è possibile solo, al limite, demolirle e ricostruirle. Quindi, questo fatto è eccessivamente impattante e pericoloso. Ci sono, ovviamente, determinate soglie e ci sono anche gli allegati, che permettono di parlare della situazione in maniera un po' più chiara rispetto al tipo di intervento edilizio. Però, rispetto a quello che prima non era consentito, vengono determinate zone nelle quali si parla anche di nuove costruzioni.

Come vi dicevo, da cittadino ligure non devo ricordare in questa sede come la nostra regione sia stata massacrata dal cemento, con una gestione del territorio miope e molto spregiudicata. È una regione dove, dai tempi del fascismo a oggi, vi è stata una serie di costruzioni a dismisura, dove oggi, magari, ci vantiamo perché c'è stato un debole aumento di consumo del suolo in questi anni, ma, in realtà, è famosa perché da 0 a 300 metri è stata quasi interamente costruita. Il 50 per cento di questo territorio è stato già ricoperto da costruzioni e quindi, forse, il resto si salva perché tecnicamente è poco possibile procedere. Oltre ai discorsi sul cambiamento climatico e sui nuovi modi di procedere, per quanto riguarda gli studi idraulici che sono stati fatti, io mi sono fronteggiato con i primi, con le prime perizie idrauliche, forse stanno migliorando le tecnologie dei programmi, dall'altro canto, però, bisogna anche far sì che i dati vengano aggiornati per i nuovi tipi di precipitazioni che ci sono.

La Liguria è al primo posto in Italia per una percentuale di popolazione che vive in aree a rischio frane - oltre la metà degli abitanti è esposta a questo pericolo - ed è fra le regioni più colpite da eventi alluvionali negli ultimi 13 anni: se consideriamo la provincia di Genova, vi è il 17 per cento di edifici a rischio frane, in percentuale, il numero più elevato in Italia.

Quindi, cosa intendevamo ricordare al Ministero? Intanto ribadire che, con il decreto-legge n. 152 del 2006, è assegnata al Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica la funzione della tutela del suolo e del vincolo idrogeologico, e quindi il compito di definire e individuare i metodi e i criteri, anche tecnici, affinché le autorità di bacino possano elaborare i piani di bacino e i piani di stralcio, quale il piano di gestione del rischio alluvioni. Quindi, andiamo a monte di quello che poi può decidere in autonomia il territorio, come è stato detto.

Come indicato nella premessa della mia interrogazione, con il decreto del Presidente del Consiglio del 1° dicembre 2022, è stato approvato il piano per l'Appennino settentrionale. Tuttavia, a causa della mancata indicazione dei metodi e dei criteri tecnici da trasformare in effettive misure di prevenzione, la regione Liguria ha adottato una proposta di regolamento che non solo non prevede la delocalizzazione degli abitati a rischio alluvione, ma vorrebbe consentire addirittura nuove edificazioni in ampliamento dell'esistente.

Quindi, concludo dicendo che come politici - ci mancherebbe altro - siamo sempre i primi a correre quando ci sono disastri, come abbiamo visto, purtroppo, in Emilia e in Toscana ultimamente, però dobbiamo anche fare in modo che questi problemi vengano previsti e risolti prima. Quindi, abbiamo la possibilità di legiferare e cerchiamo, quindi, di prevenire ogni rischio e non poi lamentarci dopo.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.

Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 14.

La seduta, sospesa alle 12,15, è ripresa alle 14.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 87, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche.

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 14,25. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 14,02, è ripresa alle 14,25.

Seguito della discussione del disegno di legge: “Delega al Governo in materia di florovivaismo” (A.C. 1560-A​) e dell'abbinata proposta di legge: Molinari ed altri (A.C. 389​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1560-A: “Delega al Governo in materia di florovivaismo” e dell'abbinata proposta di legge n. 389.

Ricordo che, nella seduta del 20 febbraio, si è conclusa la discussione sulle linee generali e la relatrice e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 1560-A​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge e delle proposte emendative presentate (Vedi l'allegato A).

Avverto che, fuori dalla seduta, l'emendamento 1.100 è stato ritirato dal presentatore.

La Commissione I (Affari costituzionali), in data 20 e 27 febbraio, e la Commissione V (Bilancio), in data 20 e 27 febbraio, hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

Avverto, altresì, che la Commissione ha presentato l'emendamento 2.500 e che la Commissione bilancio ha condizionato, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, il parere favorevole sul testo all'approvazione di tale emendamento.

Avverto inoltre che, contestualmente, la Commissione bilancio ha revocato la prima delle quattro condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione e da porre in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, contenute nel parere espresso lo scorso 20 febbraio, di cui all'emendamento 2.600, collocato a pagina 1 del fascicolo.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 1560-A​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 1560-A​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

MARIA CHIARA GADDA , Relatrice. Sugli emendamenti 2.500 della Commissione e 2.601, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 2.500 della Commissione.

Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.500 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.601, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 1560-A​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 1560-A​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

MARIA CHIARA GADDA , Relatrice. La Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti 4.600 e 4.601, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

PRESIDENTE. Il Governo?

CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.600, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.601, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 1560-A​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1560-A​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Grazie, Presidente. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1560-A/1 Caramiello, mentre esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/1560-A/2 Soumahoro.

PRESIDENTE. Va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/1560-A/1 Caramiello il Governo ha espresso parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1560-A/2 Soumahoro c'è un parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Soumahoro. Ne ha facoltà.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno poneva al centro la necessità di introdurre il codice etico del fiore, che permette una tracciabilità e permette, allo stesso tempo, di tutelare le piccole e medie imprese, insieme ai lavoratori e alle lavoratrici della filiera.

Quest'ordine del giorno propone, allo stesso tempo, un intervento del Governo per sostenere direttamente il settore, soprattutto alla luce della crisi climatica che viviamo, che ormai è strutturale. Questo parere contrario del Governo va in contraddizione - mi scuserà il gioco di parole - rispetto a quello che si va dicendo sempre, di stare dalla parte delle piccole e medie imprese, dei produttori e dei lavoratori. Allo stesso tempo, non si dà loro una mano per far fronte a quella che possiamo definire una imposizione sistemica da parte dei giganti del settore. Per questo motivo, chiedo un ripensamento del Governo, ovviamente chiedendo che sia messo al voto quest'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Il Governo non intende intervenire, dunque passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1560-A/2 Soumahoro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale -1560-A e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Maria Chiara Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Il gruppo Italia Viva esprimerà un voto favorevole su questo provvedimento perché ha una lunga storia, nasce dalla scorsa legislatura ed è frutto di un lavoro lunghissimo di condivisione con la filiera. Mi consenta però, Presidente, di esprimere un rammarico: oggi avremmo potuto votare, non una legge delega al Governo, ma una proposta di legge di iniziativa parlamentare, immediatamente operativa. Quindi, colgo l'occasione per chiedere fortemente al Governo di esercitare questa delega nei tempi più rapidi possibile. Il settore florovivaistico non viene quasi mai citato come filiera eccellente del made in Italy. Invece lo è, come dimostrano i numeri. In Italia, infatti, la superficie coltivata raggiunge i 29.000 ettari, 27.000 sono le aziende produttrici, con un giro d'affari annuo di oltre 3 miliardi, 100.000 sono gli addetti in tutta la filiera e la produzione conta più di 7 milioni di giornate lavorate. Soprattutto il valore della produzione supera il 5 per cento della produzione agricola totale. Quindi, è un settore di eccellenza che forse, più di altri comparti agricoli, ha lavorato in questi anni sull'aggregazione, sulla ricerca, sulla tecnologia, sull'innovazione e soprattutto sugli investimenti. Questo è un settore che ha un'alta densità di investimenti ma, soprattutto, è un settore che poggia le sue radici - è proprio il caso di dirlo - sulla storia del nostro Paese. Il nostro Paese ha un rapporto storicamente virtuoso con il verde, che dobbiamo recuperare anche in questa epoca nella quale sono tante le sollecitazioni e le richieste, da parte dei cittadini, di benessere e di qualità della vita. Dobbiamo recuperare quella capacità che aveva storicamente il nostro Paese di progettare, di pensare il verde non soltanto negli immobili e nelle proprietà private ma anche come verde pubblico, che ha caratterizzato il paesaggio delle nostre città. Il verde storicamente in Italia si progettava, si pensava, perché doveva essere coerente con il costruito, doveva essere coerente con le aspettative e i bisogni dei cittadini.

Oggi siamo in una nuova epoca, nella quale sono tanti gli elementi di fragilità e i grandi nodi che affronta il settore. Partiamo sicuramente dai numeri che ho citato, numeri di eccellenza, ma anche da numerose specificità territoriali. Pensiamo alle regioni trainanti dal punto di vista produttivo e dal punto di vista storico come la Liguria, che ha il primato della coltivazione dei fiori recisi e delle piante in vaso, come la Campania, con riguardo alla coltivazione di fiori in colture protette, come la Lombardia e la Toscana, che sono esempi eccellenti di attività vivaistiche, arbustive e forestali. Quindi, abbiamo una specificità che è diventata anche valore aggiunto del territorio e che è diventata anche un'intera filiera. Questa legge delega prova a intervenire giustamente su un nodo importante, quello della programmazione, una programmazione che deve basarsi su un piano nazionale quinquennale. Non dobbiamo tardare a farlo perché altri Paesi prima di noi lo hanno già fatto non soltanto per la filiera florovivaistica ma anche in tanti altri settori e penso al settore dell'olivicoltura. Se osserviamo, per esempio, competitor internazionali come la Spagna, quella capacità di programmare e di progettare ha poi portato i suoi frutti. Noi dobbiamo riprenderci questa capacità insieme a un altro elemento che è contenuto nella delega, quello della misurazione. Noi abbiamo bisogno di avere report, dati annuali precisi sull'andamento del settore perché avere report annuali precisi rispetto allo stato dell'arte in un settore che vive grandemente la competizione internazionale è fondamentale per correggere gli indirizzi e le difficoltà che il settore può incontrare.

Quindi, come dicevo, ci sono alcuni punti di forza in questo settore, che sono l'elevata specializzazione e l'elevata densità di investimenti, e questo si è visto anche nel dibattito delle scorse settimane, quando Italia Viva, prima di tutti, aveva posto, già da gennaio, la questione dell'Irpef agricola. Nel settore del florovivaismo l'incidenza dell'Irpef agricola si vedeva in maniera preponderante soprattutto per chi coltiva e ha caratterizzato la propria produzione in serra, ad esempio, come gran parte del settore florovivaistico italiano, a partire dalle regioni che ho citato prima.

Oltre a questo, il settore richiede tantissime competenze tecniche. Qui vengo, però, ai punti di debolezza che il settore vive più di altri. Sicuramente gli effetti dei cambiamenti climatici si vedono in agricoltura e si vedono ancora di più in questo ambito in cui la diffusione delle fitopatie è ormai una caratteristica di tante coltivazioni e di tante culture. Pensiamo al punteruolo rosso che colpisce le palme o alla xylella che ha minato fortemente il paesaggio e la competitività di una regione come la Puglia. La diffusione di fitopatie deve essere accompagnata da misure e da interventi sia dal punto di vista legislativo sia dal punto di vista dell'attuazione, per esempio, su un piano nazionale, di controlli che prevengano la diffusione di fitopatie anche rispetto a produzioni importate che non sempre hanno i requisiti delle nostre produzioni.

Poi, c'è un altro tema. Un settore che ha un'alta densità di investimenti e che ha molte coltivazioni in serra ha vissuto, infatti, più di altri l'aumento dei costi di produzione. Quindi, è importante accompagnare il settore anche nella cosiddetta transizione energetica. Pertanto, credo che la legge delega, nella sua attuazione, dovrà dare particolare attenzione anche a questo aspetto. I costi di produzione, però, non sono legati soltanto all'energia, perché ormai abbiamo imparato che la geopolitica interviene moltissimo anche nelle scelte e nella vita quotidiana dei nostri imprenditori agricoli. Per esempio, la crisi in Mar Rosso e i tanti accadimenti nel mondo influiscono sia sulla fluttuazione dei prezzi sia sull'accesso alle materie prime, ai fertilizzanti, ai mezzi tecnici di produzione e alle sementi. Quindi, noi abbiamo bisogno di dare una serie di misure settoriali e, perciò, credo che questa legge delega vada nella direzione giusta. D'altro canto, occorre agire con una presenza di sistema del nostro Paese.

Poi, c'è un altro aspetto di cui raramente si parla. L'inflazione sicuramente ha colpito il potere d'acquisto delle famiglie e ha colpito anche i consumi e gli acquisti di prodotti che talvolta potrebbero essere concepiti come superflui. Quindi, è importante che nella legge delega ci sia una valorizzazione del prodotto e soprattutto bisogna lavorare a livello nazionale per accrescere la consapevolezza che il verde nelle nostre città, il verde urbano, pubblico e privato, e la bellezza legata ai fiori recisi, che si coltivano con grande varietà e specificità nel nostro Paese, contribuiscono non soltanto al prodotto interno lordo italiano ma soprattutto contribuiscono al benessere e alla qualità della vita.

Noi dobbiamo accompagnare i cittadini in questo percorso, perché in altri Paesi hanno investito anche sulla capacità di promozione, che è un altro aspetto che credo sia importante percorrere - ripeto - in tempi celeri, perché il settore attende da tanti anni una legge di riordino, di promozione e di valorizzazione, con una ricognizione dei tanti marchi, certificazioni di processo e di prodotto che, appunto, sono importanti per rafforzare la capacità e la qualità della promozione in Italia e all'estero delle nostre produzioni e per valorizzare gli investimenti.

Ci sono, poi, altri due nodi su cui sarà importante lavorare. Nel nostro Paese ci sono delle eccellenze, come gli istituti tecnici scientifici, gli ITS, ma soprattutto la formazione tecnica è un elemento importante che deve essere valorizzato e su cui devono essere messe delle risorse.

L'ultimo aspetto riguarda i centri per il giardinaggio. Anche qui, i centri per il giardinaggio offrono la possibilità a tanti imprenditori che hanno investito nel nostro Paese di destagionalizzare il prodotto. Insieme alla produzione agricola è importante - come è stata, appunto, la storia di questi centri nel nostro Paese - inserire l'opportunità di un'offerta a 360 gradi di servizi di qualità che riguardano il bello, la qualità della vita e il benessere nelle nostre case e nelle aree urbane.

Quindi, io ribadisco il voto favorevole del gruppo di Italia Viva, con una richiesta al Governo: facciamo in fretta i decreti attuativi, ma soprattutto inseriamo anche delle risorse, perché una legge delega che affida al Governo tante responsabilità in materia di programmazione, di interventi e di investimenti deve essere, però, accompagnata da risorse e non può essere una scatola vuota (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cavo. Ne ha facoltà.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signori del Governo, l'andamento del settore florovivaistico è in continua crescita. Nel 2022 ha registrato un più 11,4 per cento rispetto all'anno precedente, nonostante le forti difficoltà dovute agli effetti del rincaro dei prezzi energetici, superando i 3 miliardi di euro di valore, di cui 1,5 miliardi per fiori e piante in vaso e quasi 1,7 miliardi per i vivai.

Il settore rappresenta il 4,5 per cento della produzione a prezzi di base dell'agricoltura italiana. Sono oltre 45.000 gli ettari di terreno dedicato al florovivaismo, 17.000 le aziende con circa 100.000 addetti; sono questi numeri di un tassello del grande mosaico del made in Italy che coinvolge gran parte del territorio nazionale con differenti specializzazioni.

Tra le regioni con maggior volume e valore produttivo per quel che riguarda la coltivazione di fiori in piena aria si conferma al vertice la Liguria con 435,6 milioni di euro, con un più 11,7 per cento, seguita da Sicilia e Campania. Per le attività vivaistiche, ornamentali, arbustive e forestali, invece, al primo posto si trova la Toscana, seguita da Lombardia e Sicilia, ma tra le regioni italiane che registrano il più alto valore di produzione ci sono anche Lazio, Puglia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte.

La produzione florovivaistica italiana è uno dei fiori all'occhiello - è il caso di dirlo - del nostro export. L'Italia è seconda esportatrice europea del prodotto orto-florovivaistico, dietro i Paesi Bassi e davanti a Germania e Spagna, e vale 1,23 miliardi di euro come valore di produzione.

Questi dati positivi non cancellano le difficoltà intrinseche del settore. Negli ultimi 10 anni si è registrata una contrazione significativa dovuta non solo alle contingenze esterne ma anche a problemi strutturali come il dimensionamento delle imprese.

A sostegno del settore il Governo è già intervenuto in più di un'occasione sostenendo le imprese florovivaistiche a fronte delle maggiorazioni dei costi energetici, con uno stanziamento di 25 milioni di euro.

Inoltre, il cosiddetto bonus verde ha consentito un recupero della spesa sostenuta del 36 per cento per la sistemazione delle aree verdi private e condominiali.

C'è poi un capitolo che ci sta molto a cuore, che riguarda il rafforzamento della parità di genere. Secondo il V Rapporto nazionale Unioncamere sull'imprenditoria femminile, su 700.000 totali, sono 206.000 le imprese agricole a conduzione femminile e in base all'andamento economico hanno reagito meglio alle difficoltà del periodo pandemico, registrando, nel 2022, un aumento del fatturato. D'altro canto, però, risultano meno propense a investimenti nella digitalizzazione e nella sostenibilità ambientale, fondamentali all'evoluzione del comparto. È allora di particolare importanza proprio supportare la crescita di questo segmento, con il rafforzamento del fondo rotativo per favorire lo sviluppo dell'imprenditoria femminile in agricoltura.

Fatte queste premesse riferite agli interventi già avvenuti, il florovivaismo è un settore che attendeva da tempo una legge quadro volta a sostenere e promuovere la produzione. Un quadro normativo coerente e organico in materia di coltivazione, commercializzazione, valorizzazione e incremento della qualità e dell'utilizzo dei prodotti del settore florovivaistico e della filiera florovivaistica. È il compito che questa legge delega assegna al Governo.

Entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore, su proposta del Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, l'Esecutivo dovrà adottare uno o più decreti legislativi volti a fornire ciò di cui necessita il settore. Al fine di porre rimedio all'incertezza e alla disomogeneità normativa, il quadro normativo che ne dovrà risultare dovrà rispettare alcuni principi.

La disciplina dovrà innanzitutto riguardare tutta l'articolazione della filiera florovivaistica, comprendendo sia le attività agricole sia le attività di supporto alla produzione, quali quelle di tipo industriale e di servizio, e definire l'attività agricola florovivaistica in coerenza con le disposizioni dell'articolo 2135 del codice civile e del decreto legislativo n. 99 del 2004, recante disposizioni in materia di soggetti e attività, integrità aziendale e semplificazione amministrativa in agricoltura, nonché prevedere l'applicazione dei contratti di coltivazione ai diversi comparti del settore.

Finalmente si introduce un coordinamento nazionale finalizzato a fornire misure di indirizzo al settore, anche mediante l'istituzione di un ufficio per la filiera del florovivaismo di livello dirigenziale non generale presso il Ministero dell'Agricoltura, al fine di garantire l'efficace gestione del settore e la valorizzazione delle attività.

La strategia sarà definita dal Piano nazionale del settore florovivaistico, elaborato con periodicità quinquennale, in coordinamento con la Strategia nazionale del verde urbano, che dovrà individuare, tra le altre iniziative, azioni innovative per la comunicazione e la promozione dei prodotti, nonché la competitività e lo sviluppo delle aziende florovivaistiche, tenendo in considerazione la peculiarità delle stesse.

Si dovranno poi prevedere strumenti di coordinamento finalizzati ad adottare atti di indirizzo e coordinamento attraverso la collaborazione degli esperti del tavolo tecnico di settore.

Per poter agire con tempestività e precisione sarà fondamentale la conoscenza capillare delle criticità e delle opportunità di crescita, predisponendo un sistema di rilevazione annuale dei dati statistici del settore.

Uno degli ambiti che presenta le maggiori difficoltà è sicuramente quello della logistica. Ecco perché uno dei princìpi previsti dalla delega impone di pianificare e istituire a livello nazionale piattaforme logistiche per macroaree - Nord, Centro, Sud e Isole - ai fini dell'efficiente movimentazione e distribuzione dei prodotti della filiera florovivaistica verso gli Stati membri dell'Unione europea e i Paesi terzi, tenendo conto dell'attuale collocazione dei distretti florovivaistici e dei mercati.

Serve, inoltre, flessibilità per fare in modo che il settore agroalimentare contribuisca alla transizione energetica. In particolare, si stabilisce di prevedere misure per la riconversione degli impianti delle serre destinate al florovivaismo in siti agroenergetici e per l'incremento della loro efficienza energetica, nonché della loro sostenibilità ambientale, al fine di contrastare il connesso degrado ambientale e paesaggistico.

Made in Italy, lo sappiamo, è un vero e proprio marchio, una garanzia di qualità, e la delega prevede che sia realizzata una ricognizione dei marchi nazionali esistenti per certificare il rispetto dei livelli qualitativi di processo e di prodotto, eventualmente promuovendo, a cura del Ministero dell'Agricoltura, l'istituzione di un marchio unico distintivo che garantisca le produzioni nazionali in conformità alla regolamentazione europea internazionale, previa adozione di disciplinari di qualità e confezionamento dei prodotti floricoli e vivaistici ornamentali da interno e da esterno, ovvero destinati all'arredo urbano, nonché forestali.

Per avere un quadro completo ed esaustivo del settore si prevede la disciplina dei centri per il giardinaggio e la definizione della loro collocazione all'interno della filiera e delle figure professionali che operano nel comparto, compresi i settori del verde urbano e periurbano, nonché i parchi e i giardini storici, prevedendo il loro inquadramento nel sistema di classificazione delle professioni adottato dall'Istituto nazionale di statistica.

Quello del capitale umano e della formazione adeguata è un aspetto cruciale per lo sviluppo di ogni settore, anche di questo. È essenziale, dunque, quanto prevede la delega in termini di promozione dell'attivazione di ulteriori percorsi formativi, coerenti con l'ambito tecnologico di riferimento presso gli ITS Academy e mediante corsi di specializzazione presso i dipartimenti universitari e le facoltà di agraria. Per ovviare alla frammentazione del tessuto imprenditoriale ci si pone l'obiettivo di favorire l'aggregazione tra produttori, attraverso la semplificazione delle procedure volte alla costituzione di organizzazioni dei produttori del settore florovivaistico.

Si prevedono poi specifici criteri di premialità per le aziende da inserire nell'ambito dei piani di sviluppo regionale e si disciplinano le condizioni per la produzione di materiali forestali di moltiplicazione nei vivai di proprietà privata, allo scopo di sostenere le attività di rimboschimento, ricostituzione forestale e restauro di forestazione urbana, nonché di perseguire gli altri fini di interesse forestale.

Nell'ambito della transizione green, per favorire investimenti nell'innovazione del patrimonio agroalimentare nazionale si prevede di includere anche il vivaismo orticolo e frutticolo esercitato ai fini della produzione e della moltiplicazione di materiale vegetale certificato. Sono questi i punti nodali che dovrà rispettare la legge quadro e che il Governo è delegato ad attuare. Verrebbe da dire finalmente; finalmente si mette al centro dell'attenzione un segmento della produzione italiana particolarmente importante, per individuarne punti di forza e debolezza e per agire con gli strumenti giusti e rapidi.

Per questi motivi, a nome del gruppo di Noi Moderati, annuncio il voto favorevole sul provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evi. Ne ha facoltà.

ELEONORA EVI (AVS). Grazie, Presidente. Ricordo che l'anno scorso questa Assemblea ha votato, a marzo, per trattare questa proposta di legge con urgenza. Eppure, poi fermi tutti, ci siamo dovuti fermare perché è arrivato il Governo, che, ancora una volta, calpesta le prerogative di questo Parlamento, proponendo un suo disegno di legge. Ormai non si contano più le volte che ci sono stati voti di fiducia, con l'abuso della decretazione d'urgenza. Adesso anche sulle proposte di legge questo Parlamento deve attendere il Governo, deve attendere il disegno di legge del Governo. Tra poco faremo di questo Parlamento veramente una Camera secondaria, una Camera per passare delle carte, perché, sì, già sta arrivando anche una riforma sul premierato, l'ennesimo colpo alla democrazia in questo Paese. Invece, quest'Aula, questo Parlamento dovrebbe poter lavorare, legiferare e decidere con tutto il diritto e con tutta la dignità che questa istituzione porta con sé, eppure non è così.

Venendo al merito della proposta di questo testo che votiamo oggi, il settore florovivaistico sicuramente è un settore importante del nostro Paese, che ha bisogno di risposte, e questo è innegabile. Che in questo modo, con questo testo, con questa proposta, sarete in grado di darle, e in tempi ragionevoli, francamente è piuttosto improbabile, dal momento che questo disegno di legge concede ulteriori 24 mesi al Governo per fare la sua proposta, quando, come dicevo prima, avremmo potuto lavorare e adottare una legge in Parlamento e non perdere altro tempo, se la fretta o comunque l'urgenza era sul tavolo. Invece, si è voluto perdere ulteriore tempo.

Nel merito, gli impegni nelle deleghe al Governo sono anche, in larga parte, condivisibili. Va benissimo il Piano nazionale del settore florovivaistico come strumento programmatico e strategico, è sicuramente qualcosa che serve al Paese. Va benissimo il tema delle statistiche, delle rilevazioni annuali dei dati statistici del settore. Vanno benissimo i percorsi formativi coerenti con questo settore e va benissimo prevedere misure per la riconversione degli impianti serricoli che sono destinati al florovivaismo, che sicuramente hanno criticità sul tema della gestione dell'energia e quindi interventi per efficientare queste strutture e renderle, dunque, sostenibili: è sicuramente importante. Ma sul fatto che tutto questo sia sufficiente, francamente, nutriamo alcune perplessità.

Come dicevo, il settore è sicuramente importante per il Paese, lo dicono già oggi i numeri, ma se facciamo una panoramica della situazione del verde urbano, delle iniziative per la riforestazione, in particolare penso agli impegni presi nel PNRR per la piantumazione dei famosi 6,6 milioni di alberi, punto drammaticamente arenato e pure ridimensionato da questo Governo, la fotografia, in realtà, è impietosa. Consumo di suolo che sembra procedere inarrestabile, senza sosta, anno dopo anno, e manca ancora all'appello una legge nazionale per arrestare questa catastrofe silenziosa, e su questo tutto tace. E ancora, in agricoltura - perché questo chiaramente è un settore che rientra a pieno titolo in quello dell'agricoltura - l'uso dei fitofarmaci è ben lungi dal diminuire. Anzi, manca all'appello, da anni, il PAN, il Piano d'azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari: o, meglio, manca il suo aggiornamento, che è obbligatorio per legge e in base anche alle regole europee; su questo ancora tutto tace.

Forse bisogna anche un po' mettersi d'accordo su cosa volete fare, su cosa questa maggioranza e questo Governo vogliono fare. Da un lato, questo Governo e la sua maggioranza ripetono che il settore è strategico, fondamentale eccellenza italiana, da sostenere, bene, benissimo. Ma, dall'altro, si continuano le politiche di sempre, ancorate alla cementificazione, alle grandi opere inutili, a modelli industriali tutti vocati a produttività, profitto e grandi numeri. Quindi, quale spazio per la tutela della natura, delle aree verdi, della biodiversità? Interessante è il Libro Bianco del verde 2023 e chissà se il Governo e questa maggioranza lo hanno letto. Eppure, anche lì, le grandi associazioni di categoria chiedono di investire nel verde e cito, testuali parole: “Invitiamo a riflettere - ha affermato la Presidente di Assoverde, Sgaravatti - quanto sia necessario investire nel verde. Metà della popolazione mondiale risiede in contesti urbani e tutelare la salute è un diritto di tutti. Oggi, le aree verdi urbane sono fondamentali ed ecco come un investimento diventa un risparmio, se ben progettato, curato e certificato. Ci vuole la pianta giusta al posto giusto, non solo la messa a dimora, ma anche curata e potata da professionisti”. Il messaggio che sottende questo appello è molto chiaro, bisogna cambiare approccio, bisogna cambiare paradigma, bisogna veramente cercare di avere una diversa visione, perché fino a che, sia il pubblico che il privato, sia per i grandi investimenti che per gli interventi di più modesta entità, saranno sempre e solo fortemente orientati a contabilizzare i metri quadri di verde e il numero - soprattutto il numero - di piante messe a dimora, piuttosto che a far vivere bene, a conservare e a rinnovare il patrimonio arboreo, con tutte le conseguenze positive e i benefici che, a cascata, questo comporta, in termini di riduzione dell'inquinamento, di riduzione delle temperature nei centri urbani, e quindi di lotta alla crisi climatica, di assicurare uno spazio per la biodiversità, oggi tremendamente in crisi, di difesa di una risorsa preziosa e non rinnovabile, come il suolo, di aumento dei posti di lavoro nella cura e manutenzione del verde e, non da ultimo, di dare il giusto peso anche agli aspetti di benessere psicofisico che le aree verdi hanno sulle persone, se non sapremo cogliere tutto questo, non avremo inquadrato il problema e messo a fuoco le soluzioni che un settore come quello florovivaistico può contribuire a dare.

Quindi, noi non possiamo sostenere il testo che votiamo oggi ed esprimeremo un voto di astensione. Fortunatamente, però, oggi la buona notizia è che, a livello europeo, una legge importantissima sul ripristino della natura è stata approvata da parte del Parlamento europeo, segnando una strada importante, nonostante le falsità e la mistificazione che le forze che compongono questo Governo di destra hanno portato avanti, cercando di affossare questa legge così importante, che darà un contributo fondamentale nel ripristinare la natura nel nostro continente e anche nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Castiglione. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE CASTIGLIONE (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Grazie, Sottosegretario. Anticipo che noi su questo provvedimento ci asterremo. Avremmo voluto, caro Sottosegretario, votare favorevolmente, così come avevamo annunciato già nel marzo scorso, allorquando il Governo e il Parlamento tutto votarono l'accelerazione, la procedura d'urgenza per il settore florovivaistico, per un disegno di legge che desse organicità, che rilanciasse il settore, che desse conto di quanto è importante per l'Italia, per il nostro Paese, il settore florovivaistico. Quindi, avevamo salutato, caro Sottosegretario, con grandissimo interesse l'accelerazione, la velocizzazione, addirittura la procedura d'urgenza a un percorso che, a nostro avviso, il Paese attende. Cosa arriva oggi? Oggi arriva un'ulteriore legge delega, affidiamo ulteriormente al Governo la scrittura dei temi portanti del florovivaismo e oggi, caro Sottosegretario, non c'è il Ministro dell'Agricoltura, non c'è alcuno dei due Sottosegretari per l'Agricoltura, ci dobbiamo accontentare del Sottosegretario per il Lavoro - e sappiamo che lei segue con grandissimo interesse il settore florovivaistico, quindi, noi la salutiamo e la ringraziamo -, però avremmo preferito che un Sottosegretario di Stato per l'agricoltura si dedicasse a questo appuntamento (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe). Allora, significa che voi non credete che si possa fare una legge organica, non credete al rilancio di un settore e, soprattutto, al sostegno vitale, importante, a un settore che attende una disciplina organica, e lo avevate testimoniato anche voi, con la procedura d'urgenza, quindi un settore che appunto attende questo provvedimento. Allora, che cosa è successo? Diteci cosa è successo, perché si è negata la procedura d'urgenza, si è negata una legge ordinaria e ci si è serviti della legge delega. Perché si affidano ancora al Governo, oltre ai decreti-legge che ogni settimana registriamo, anche in questo caso, addirittura uno o più decreti legislativi? E, a mio avviso, saranno tanti i decreti legislativi che derivano da questa legge delega.

È un settore economico, caro Sottosegretario, importantissimo e strategico per il nostro Paese, uno dei fiori all'occhiello del made in Italy, un settore che vale 3,1 miliardi di euro, un settore quello vivaistico che ha 100.000 addetti, un settore che impegna 45.000 ettari di territorio. L'Italia rappresenta addirittura il 15 per cento della produzione comunitaria e quindi, nel panorama europeo, l'Italia ha un ruolo fondamentale nel settore florovivaistico. È un settore che non solo abbisognava e abbisogna di una legge organica, ma che deve affrontare oggi le nuove sfide. È un settore che deve affrontare il tema della globalizzazione dei mercati, e lei sa quanto è importante il tema della globalizzazione dei mercati, soprattutto nel settore florovivaistico. È un settore che oggi soffre per la crescita dei costi, i costi dell'energia, i costi dei mezzi tecnici e i costi della manodopera. È un settore che ha necessità anche di guardare a nuovi prodotti, a nuovi fattori produttivi, con i mutamenti climatici che incidono soprattutto nel settore florovivaistico. Abbisogna anche di investimenti, per avere una floricoltura più sostenibile, e di una innovazione assolutamente necessaria, con investimenti nella ricerca. Ci vuole una nuova strategia per lo sviluppo del verde nelle nostre città, per la progettazione, per la realizzazione di aree verdi nelle nostre città. Allora, penso che sia assolutamente poco quello che oggi voi offrite a quest'Aula e a questo Parlamento, con questa delega che diamo in bianco al Governo, con 20 criteri direttivi e con 20 punti fondamentali. E meno male che, grazie all'ausilio del Ministero dell'Economia e delle finanze, abbiamo risolto un nodo cruciale, che penso fosse quello che stava più a cuore, quello che vi ha fatto litigare, che non ha avuto la piena convergenza o meno del Governo, e che punta a qualificare, almeno in base all'articolo 2135 del codice civile, come centri per il giardinaggio le sole imprese agricole che già possiedono i requisiti di cui appunto all'articolo 2135 del codice civile e che operano nel settore specializzato del giardinaggio e del florovivaismo; quindi, non centri, così come si poteva pensare con il precedente testo, dediti esclusivamente alla commercializzazione di prodotti ornamentali, di oggettistica. Avremmo potuto avere addirittura Leroy Merlin, che diventa un'impresa agricola, che ha le caratteristiche richieste dall'articolo 2135 del codice civile, come attività agricola. Non serve certo quello che avete immaginato, un altro coordinamento nazionale, per dare un indirizzo alla filiera florovivaistica. Non serve, caro Sottosegretario, un nuovo ufficio per dare forza alla filiera, addirittura con un altro dirigente.

È stata appena riorganizzata - forse il Sottosegretario non so se sarà stato informato, ma sicuramente dovrebbe esserlo stato - la macchina del MASAF, quindi, la struttura amministrativa e burocratica del MASAF. Oggi, in questa legge delega, addirittura prevediamo un nuovo dirigente che vada a sovrintendere alla filiera florovivaistica, non appena varata la riorganizzazione del MASAF. Faremo l'ennesimo tavolo di filiera - lo dico perché sono stato Sottosegretario in alcuni Governi precedenti -, ma già esistono i tavoli di filiera, esiste un tavolo della filiera florovivaistica. Facciamo l'ennesimo tavolo: è il florilegio - si può dire - di tavoli di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

Ci si affida anche a un piano strategico che dovrà essere realizzato, un piano strategico che è veramente qualcosa di straordinario, un'opera imponente, che si dovrà occupare di aggiornamento normativo, di formazione professionale, di formazione delle nuove qualifiche professionali, di innovazione tecnologica, di processi agricoli a basso impatto ambientale, di certificazione di prodotti, di internazionalizzazione; dovrà occuparsi della filiera, della logistica, di azioni innovative e di promozione, per rendere le nostre imprese sempre più competitive; addirittura dovrà occuparsi della riconversione degli impianti serricoli in siti agroenergetici. Lei immagina, Sottosegretario, oltre a quello che abbiamo fatto, oltre ai parchi agrisolari, ai parchi agrivoltaici, abbiamo anche questo grande piano che metteremo in piedi per riconvertire i siti serricoli in siti agroenergetici.

Poi, caro Sottosegretario, me lo lasci dire: c'è anche questa ricognizione dei marchi esistenti, per fare un altro marchio. Abbiamo bisogno di marchi? Dobbiamo lanciare sempre un nuovo marchio, ma che ne sarà - ho fatto una piccola ricerca - di alcuni marchi? Piante e fiori d'Italia? Questo marchio, che abbiamo salutato addirittura, è un marchio disciplinato da norme europee, da norme nazionali, da norme regionali. Che ne sarà del marchio Piante e fiori d'Italia? Che ne sarà del marchio Fiore d'Italia? La regione Toscana ha promosso il marchio Fiore d'Italia, ma che ne sarà di questo marchio? Che ne sarà del marchio tanto caldeggiato, portato in tante conferenze stampa, in tante occasioni, come occasione di grande promozione del settore florovivaistico, del marchio Vivaifiori, sviluppato e redatto seguendo il regolamento (UE) n. 1305/2013? Vivaifiori addirittura nasce dal tavolo di settore, il tavolo che voi volete istituire esisteva già al Ministero e, tra le grandi innovazioni che aveva fatto, vi era anche questo marchio che segue il regolamento dell'UE. In questa legge delega immaginiamo un nuovo marchio e spero che attorno a questo marchio non ci siano ulteriori divisioni, diatribe. Allora, un'Associazione nazionale, quella di tutela del marchio dei Vivaifiori. Ci sono i criteri di premialità. Nella legge delega, nell'ambito dei piani di sviluppo rurale, vengono immaginate premialità.

Forse, anzi, mi permetto di dire che sono certo che già alcune premialità sono state adottate per il settore florovivaistico. È necessaria, a mio avviso, non una legge regionale o piani di sviluppo rurale regionali, ma una nuova legge nazionale. Prevedete statistiche sui prezzi di produzione e, addirittura, nella legge delega elaborate norme di dettaglio sui prezzi di produzione e, quindi, dovremmo far uscire le statistiche dai prezzi di produzione. Di positivo certamente c'è anche il richiamo ai vivai forestali, poco attenzionati ma, a mio avviso, molto importanti. Infatti, è bene dire che pianteremo tanti alberi nelle nostre città ma occorre, caro Sottosegretario, una strategia. Bisogna investire sulle piante autoctone del territorio.

Quindi, noi pensiamo che questa sia una grande occasione perduta. I 24 mesi previsti sono tantissimi, perché il settore necessita di una legge organica, di una legge che rilanci il nostro settore florovivaistico e che dia agli imprenditori la forza di competere sui mercati internazionali (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gatta. Ne ha facoltà.

GIANDIEGO GATTA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Signor Sottosegretario, onorevoli colleghi, innanzitutto, in premessa, diciamo che, quando si parla di florovivaismo, ci si riferisce ad un'eccellenza del saper fare italiano. Si tratta di un contesto strategico e questo è indubbio soprattutto per alcune regioni italiane che vantano siti produttivi di rilevanza nazionale ed internazionale. Questo settore è riconosciuto e apprezzato all'estero per le sue qualità, trovandosi a primeggiare nel mercato internazionale per superfici coltivate, per fatturato, per varietà prodotte.

Siamo di fronte ad una produzione che è in costante sviluppo, con un valore importante. Pensate, 2,8 miliardi e un settore che vale il 4,6 per cento di tutta l'agricoltura nazionale. La bilancia commerciale dei prodotti del florovivaismo evidenzia aspetti positivi che non possiamo non sottolineare. Oltre il 50 per cento delle nostre produzioni è esportato. Secondo l'ultimo censimento sull'agricoltura, le aziende che producono fiori e piante in vaso sono circa 8.000, mentre l'attività vivaistica coinvolge circa 9.000 aziende - dico 9.000 aziende - per una superficie complessiva che supera i 40.500 ettari. Il numero totale delle aziende, compreso l'indotto - questi numeri lei li conosce bene, signor Sottosegretario - è di 67.000 unità, con un fatturato di oltre 4 miliardi di euro.

Tuttavia, non mancano gli elementi negativi. Negli ultimi dieci anni, il settore floricolo ha registrato una contrazione significativa, soprattutto per quanto riguarda la coltivazione di fiori e piante, con una riduzione del 40,6 per cento in termini di numero di imprese e del 30,7 per cento per quanto riguarda la superficie coltivata. A ciò si è aggiunto il COVID che ha colpito con forza il florovivaismo.

Dobbiamo, quindi, intervenire per dare al settore la capacità di riprendersi con una continua evoluzione delle cultivar e con un adeguamento tecnologico, prestando particolare attenzione agli investimenti. Nell'indagine conoscitiva sul made in Italy dello scorso anno si riconosce l'importanza di sostenere gli eventi fieristici legati al florovivaismo, favorendo l'incontro tra domanda e offerta, nell'ottica di sviluppare l'esportazione. Il documento conclusivo di quella indagine sottolinea la necessità di perseguire nuove politiche di tutela del marchio italiano la cui unicità risiede nelle peculiarità dei singoli territori e nelle modalità tradizionali di lavorazione. Nel PNRR, che ha, tra gli altri, l'obiettivo di sviluppare una filiera agroalimentare sostenibile, l'investimento 2.1 è destinato a sviluppare logistica per i settori agricoli, ivi compresi la silvicoltura, la floricoltura e il vivaismo, con uno stanziamento di ben 800 milioni di euro. Questo perché l'Italia presenta un forte divario infrastrutturale nelle filiere, è diciottesima al mondo - duole constatarlo - nella classifica del World Economic Forum 2019 sulla competitività delle infrastrutture. Il PNRR intende, allora, colmare questa lacuna nel Paese, intervenendo sulla logistica delle filiere agricole in quei settori caratterizzati da forti specificità. Rammento che la legge sul made in Italy, la n. 206 del 2023, prevede sia uno stanziamento per lo sviluppo del settore fieristico sia un Fondo nazionale del made in Italy, con una dotazione iniziale di 700 milioni di euro per l'anno 2023 e di 300 milioni di euro per l'anno 2024. Si tratta, sostanzialmente, di 1 miliardo di euro con finalità di sostegno alla crescita, al rafforzamento e al rilancio delle filiere strategiche nazionali. In questo contesto e con questo quadro di interventi già in corso si inserisce il testo al nostro esame, che risulta alleggerito rispetto a quello che era stato approvato dalla Camera nella scorsa legislatura. In particolare, si è provveduto - lodevolmente, aggiungo - a correggere un'eccessiva estensione della definizione di impresa florovivaistica e a ridurre drasticamente il numero di organi di settore che si sarebbero dovuti costituire. Restano, però, intatti gli elementi principali e cioè la stesura di un piano nazionale concertato con gli operatori del settore e le regioni, la ricognizione dei marchi nazionali e la promozione di un marchio unico distintivo nonché la riconversione degli impianti serricoli dismessi, da effettuare con le risorse del PNRR.

Quanto alla pianificazione dei percorsi formativi, constatata la mancanza di norme specifiche sulla formazione di figure nel campo professionale florovivaistico nel campo sia della produzione sia della distribuzione, con questa legge si apre la strada alla creazione di percorsi dedicati e al rilascio di qualifiche riconosciute nel settore. Penso, ad esempio, al floral designer, figura molto richiesta soprattutto per quanto attiene al comparto delle cerimonie e degli eventi ma mai finora regolamentata in Italia. Il disegno di legge sottolinea, inoltre, l'importanza del valore del verde nella qualità della vita, nella lotta all'inquinamento, sia all'aperto sia negli spazi chiusi, nella riqualificazione delle città.

La rilevanza di questi aspetti è stata riscoperta ed esaltata dall'epidemia da COVID, che ci ha obbligati a ripensare ai modelli delle nostre città, così come dalle alterazioni climatiche in corso, che stanno trasformando i nostri centri urbani in bolle di calore. Un'attenta realizzazione di spazi verdi costituisce e deve costituire un freno a questa deriva. Di qui, la necessità di coordinare il piano per il florovivaismo con la strategia nazionale per il verde urbano. Sotto questo aspetto auspichiamo un maggior coinvolgimento dei cittadini nella cura del verde urbano, ampliando le esperienze degli orti urbani, che sono stati realizzati su aree pubbliche in diverse città, ma anche delle imprese, che potrebbero contribuire, magari con contratti di sponsorizzazione, ad attrezzare e a riqualificare aree verdi. Il verde urbano accompagna la quotidianità di tutti noi cittadini e favorisce la sensibilizzazione dei nostri giovani, dei nostri ragazzi e anche dei più piccoli verso il tema del rispetto dell'ambiente. Il cosiddetto bonus verde, prorogato fino al 2024, ha inciso positivamente sulle aziende florovivaistiche e ha consentito, fino ad ora, di creare 2,6 milioni di metri quadri di verde nelle città, di piantare - pensate - 100.000 nuovi alberi e di organizzare 5.400 nuovi terrazzi, con piante e fiori, in abitazioni, uffici e condomìni.

Nel testo proposto si definisce l'operatività dei centri di giardinaggio che rappresentano uno dei punti terminali della filiera del florovivaismo, in grado di interfacciarsi direttamente con l'utente finale, con un rapporto privilegiato e di fiducia.

Va ricordato che, ad oggi, i centri di giardinaggio specializzati in Italia sono circa 1.100, con circa 12.000 addetti impiegati e con un fatturato che va stimato in oltre 1 miliardo all'anno. Forza Italia, dunque, esprime un voto favorevole a questo testo, snello e rigorosamente coordinato con le competenze regionali e con il contesto della legislazione già vigente. Mi riferisco, oltre alla strategia del verde urbano, anche alla legge forestale, cui si fa riferimento laddove si prevede la promozione di attività di forestazione, soprattutto nei comuni minori, e di promozione del vivaismo forestale. In questi giorni, il Governo ha approvato la cosiddetta legge sulla montagna, in cui ampio spazio è previsto per la cura delle foreste italiane che versano sostanzialmente in uno stato di abbandono, mentre invece andrebbero fortemente valorizzate, sia sotto forma di strumento di lotta alle estremizzazioni del clima, che per la loro corretta manutenzione ed intercettazione di CO2. Anche in questo caso, dobbiamo all'azione del Governo, segnatamente del Ministro Pichetto Fratin, la piena attivazione dello strumento dei registri di carbonio agroforestali, che ci consentirà di raggiungere più facilmente gli obiettivi climatici dell'Unione europea. Dunque, il testo che approviamo oggi si inserisce in una manovra di più ampio respiro, che il Governo sta portando avanti, sia per quel che riguarda il pacchetto di misure di sostegno ai settori produttivi nazionali, sia in termini di valorizzazione del made in Italy.

PRESIDENTE. Dovrebbe concludere, per favore.

GIANDIEGO GATTA (FI-PPE). Concludo, Presidente. Questo testo - lo abbiamo detto - ha pertanto risvolti notevoli anche in tema ambientale, e lo fa con l'approccio pragmatico, responsabile, non ideologico e non ideologizzato tipico del centrodestra responsabile: nessun divieto, nessuna sanzione, ma incentivi e indirizzi che mostrano alle imprese e ai cittadini la convenienza di un approccio che migliora l'ambiente, la città e dà capacità ad un importante settore produttivo, capace di stare sui mercati internazionali. Ecco perché il voto di Forza Italia sarà convintamente favorevole a questo testo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caramiello. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Membri del Governo, onorevoli colleghi, per settimane gli agricoltori hanno manifestato, da nord a sud, e sono scesi in piazza. Nei giorni scorsi, erano qui, a Roma, e hanno manifestato il loro dissenso contro alcune politiche europee, ma soprattutto contro alcune scelte scellerate di questo Governo. Vorrei ricordarvi che questo Governo ha cancellato le decontribuzioni ai giovani imprenditori agricoli, tagliato il credito di imposta che noi avevamo introdotto con Agricoltura 4.0, tagliato il credito d'imposta sul gasolio agricolo e annullato in legge di bilancio l'esenzione Irpef sui terreni agricoli, presente dal 2017 al 2023, per poi fare una parziale retromarcia nel decreto Milleproroghe. Milioni di agricoltori hanno assistito alla marcia di centinaia di trattori e di migliaia di agricoltori, scesi in strada per protestare contro un Governo che non sta fornendo risposte adeguate. Hanno manifestato pacificamente, Presidente, per esprimere il loro dissenso, così come hanno fatto i giovani studenti a Pisa. E non c'era bisogno di manganellarli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Su questo ultimo evento, come su quello di Firenze, il Ministro Piantedosi e la Meloni devono venire qui, in Aula, a riferire.

Ma ritornando al provvedimento in oggetto, in un altro Paese, per molto meno, il Dicastero dell'Agricoltura avrebbe avuto già un nuovo inquilino. Persino Matteo Salvini, un Ministro di questo Esecutivo, ha messo in risalto l'inadeguatezza del cognato della Meloni, scatenando la sua ira funesta. Salvini stia attento a non fare la fine di Gianfranco Fini: ha tuonato il Ministro Lollobrigida. Insomma, stiamo già alla guerra tra bande. Poi, Presidente, abbiamo visto i risultati in Sardegna. Tra l'altro, non è chiaro se Salvini stia cercando di sostituire il “cognato d'Italia” Lollobrigida al Ministero dell'Agricoltura. Invece di dedicarsi al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e ai tanti problemi che ha il suo Dicastero, Salvini non perde occasione di sbugiardare politicamente il Ministro dell'Agricoltura. Salvini, per l'ennesima volta, sui social attacca la farina di insetti, mentre Lollobrigida, in un question time, qui, in quest'Aula, dichiara che gli insetti sono elementi naturali, presenti nell'alimentazione di altri Paesi, ritiene che non mettano in pericolo il nostro modello alimentare e che, se l'Europa autorizza un alimento, visto che l'Italia fa parte dell'Unione europea, ha il dovere di autorizzare. Quindi mi chiedo se in Consiglio dei ministri si parlino, se si mettano d'accordo, chi sa che cosa si dicono.

Onorevoli colleghi, in un momento storico in cui le proteste dei nostri agricoltori si fanno udire nelle piazze di tutto il Paese, non possiamo più permettere che l'orgoglio e la forza dei nostri agricoltori vengano calpestati da un Governo che dimostra totale disinteresse per il loro benessere. Presidente, fatte queste dovute premesse, entriamo nel merito del provvedimento di cui stiamo discutendo, ovvero la delega al Governo in materia di florovivaismo.

Dopo aver approvato una legge monca sull'imprenditoria giovanile in ambito agricolo, che non permetterà il ricambio generazionale di cui ha bisogno il comparto e dopo aver approvato provvedimenti vuoti, come la carne coltivata, Masterchef e l'agricoltore custode, mi preme ricordarvi cosa siete stati capaci di fare sul florovivaismo, un comparto che sta aspettando una legge da tempo. Nella scorsa legislatura, una proposta di legge era già stata approvata alla Camera e trasmessa al Senato, il cui iter legislativo si è poi dovuto interrompere a causa dello scioglimento anticipato delle Camere. Ad ogni buon conto, Presidente, il 15 marzo dello scorso anno, il collega della Lega Bergamini intervenne in quest'Aula, richiedendo la procedura d'urgenza proprio per una proposta di legge in materia di florovivaismo. Tuttavia, dopo la presentazione degli emendamenti in Commissione agricoltura, di quel provvedimento, annunciato come pronto e che sarebbe stato votato dall'Aula della Camera entro 15 giorni, si sono perse le tracce ed è passato, Presidente, quasi un anno. Talmente era percepito come impellente che, da quel momento, il testo è rimasto riposto in qualche scrivania del Ministero agricolo e sovrano.

Cari amici del settore florovivaistico, sapete che cosa significa? Che, anziché procedere immediatamente con l'approvazione della proposta di legge, l'Esecutivo verrà delegato ad adottare, entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, su proposta di Lollobrigida, uno o più decreti legislativi. Presidente, per la Lega talmente era urgente questa proposta che ha concorso a farla morire a livello parlamentare, affidandola nelle grinfie del Ministro Lollobrigida, che avrà due anni di tempo per approvare i decreti attuativi. Vi rendete conto? Due anni, quando potevamo approvarla subito.

Oggi, comunque, avete dato parere favorevole a un mio ordine del giorno che impegna il Governo ad emanare quanto prima i provvedimenti attuativi suddetti. Colleghi, parliamo di un comparto che sta risentendo fortemente della concorrenza estera, delle difficoltà economiche, dei cambiamenti climatici, che stanno minacciando la sostenibilità di un settore che rappresenta un'essenza stessa della nostra identità nazionale. Del resto, parliamo di un comparto, Presidente, importantissimo, il cui valore della produzione ha raggiunto, solo nel 2021, 2,7 miliardi di euro, rappresentando il 4,6 per cento della produzione, a prezzi di base, dell'agricoltura italiana.

Onorevoli colleghi, in un'epoca in cui l'ecosistema del nostro pianeta è minacciato, sostenere il settore florovivaistico significa difendere la salute del nostro ambiente per le generazioni future, perciò sarebbe stato opportuno offrire un supporto vero ed immediato. Ad esempio, sarebbe stato opportuno adottare ad horas politiche di promozione attive dei prodotti florovivaistici italiani, sia all'interno che all'esterno del nostro Paese, così come valorizzare e difendere la qualità e l'eccellenza dei nostri prodotti, promuovendo veramente il made in Italy, ma, soprattutto, occorreva disporre immediatamente un sostegno finanziario e agevolazioni fiscali.

Onorevoli colleghi, a partire dall'antica Roma i fiori e le piante hanno sempre avuto un significato simbolico. La florigrafia, il cosiddetto linguaggio dei fiori e delle piante, è un modo di comunicazione in cui i fiori vengono utilizzati per esprimere sensazioni o sintetizzare concetti. Ebbene, pensando all'operato politico del Ministro Lollobrigida, facendo una metafora, mi viene in mente soltanto un fiore e mi riferisco al crisantemo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché ormai è evidente che questo Ministro si sia arrogato il diritto di condannare a morte un comparto che sorregge la nostra storia, la nostra cultura, la nostra umanità, la nostra economia.

Presidente, a questo punto, per tutto quello che siete stati capaci di fare anche sul florovivaismo, a malincuore, dichiaro il voto di astensione del MoVimento 5 Stelle. Sarebbe stato un voto contrario ma il comparto necessita di risposte veloci ed esaustive.

Onorevoli colleghi, Leopardi è celebre per aver attribuito nelle proprie opere una grande dignità al mondo agricolo, conferendo alla campagna un ruolo poetico. Nelle opere come Il passero solitario e Il sabato del villaggio il mondo rurale diventa lo specchio dell'io del poeta. Così, per scrivere una sua opera si ritirò nella mia terra, nel Miglio d'oro, precisamente a Torre del Greco, presso una bellissima villa alle pendici del Vesuvio, immersa nella natura, così da lasciarsi ispirare da paesaggi naturalistici. Invito, almeno, il Ministro Lollobrigida a ritirarsi nelle campagne come fece Leopardi. Sono certo che così facendo, e solo in questo modo, non paragoneremo più il Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste a un crisantemo ma, magari, a una bellissima ginestra, simbolo di forza e resilienza, ciò di cui necessita il comparto agricolo e che voi, fino ad oggi, non siete stati capaci di fare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Davide Bergamini. Ne ha facoltà.

DAVIDE BERGAMINI (LEGA). Grazie, Presidente. Grazie al Governo per la presenza in Aula, oggi, che ci porta ad esaminare questo importante disegno di legge. Mi dispiace anche dover sottolineare l'intervento dell'onorevole Caramiello che, come sempre, offre spunti di riflessione all'interno di quest'Aula, quando nomina guerre tra bande all'interno della maggioranza di Governo. Vorrei dire, tramite lei, Presidente, che il gruppo MoVimento 5 Stelle può stare sereno perché all'interno del centrodestra c'è unità, quell'unità che, probabilmente, il MoVimento 5 Stelle non riesce a capire.

Parla di risultati, oggi, in Sardegna, che tutti abbiamo visto, ma il voto in Sardegna è il risultato della democrazia, come quella che dovremmo portare avanti all'interno di quest'Aula, quella democrazia che, probabilmente, il MoVimento 5 Stelle fa ancora fatica a riconoscere dopo il voto delle ultime politiche (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia), non riuscendo a capacitarsi del fatto che ci sia una maggioranza solida che va al di là delle elezioni di una regione e che mette in prima linea l'interesse del Paese. Questo dispiace perché, in un momento come questo, in cui si parla di florovivaismo, interpretare la volontà degli elettori con il voto di una regione diventa anche imbarazzante da ascoltare all'interno di quest'Aula. Poi, come sempre, da parte del MoVimento 5 Stelle c'è l'incubo del Ministro Salvini, probabilmente perché il Ministro Salvini sta lavorando bene all'interno del proprio Ministero e questo il MoVimento 5 Stelle fa fatica a digerirlo. Se ne faccia una ragione, perché questo Governo andrà avanti 5 anni (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia), con una maggioranza solida, e porterà avanti tutti quei provvedimenti che, invece, loro non sono riusciti a portare avanti nel momento in cui hanno governato il Paese.

Ora vorrei entrare nel merito di questo disegno di legge. Voglio ricordare ai colleghi che la proposta di legge abbinata al provvedimento che oggi esaminiamo in Aula è una nostra proposta di legge, a prima firma Lega, che scaturisce dalla precedente legislatura ma che, purtroppo, a causa dello scioglimento anticipato delle Camere, non è andata avanti. È una proposta di legge alla quale, come Lega, teniamo particolarmente perché, finalmente, dopo tanti anni, si va a normare un settore che richiede dignità, richiede di essere ascoltato, perché è un settore molto importante per l'intero made in Italy e per l'intera agricoltura italiana.

Con la procedura d'urgenza si voleva, infatti, dare uno spunto a quest'Aula parlamentare per portare avanti alcune tematiche importanti che gli operatori del settore ci hanno chiesto. Vogliamo ricordare che ci sono regioni - la Liguria in primis, la Toscana, la Lombardia, la Sicilia - che vivono di un'economia legata fortemente al settore florovivaistico e proprio quel settore rappresenta una delle maggiori eccellenze italiane che tutto il mondo riconosce, sia quale fonte occupazionale sia quale settore in cui più si utilizzano la tecnologia e l'innovazione all'interno dell'intero settore agricolo. È un settore che, negli anni, ha conosciuto sicuramente una forte concorrenza da parte di Paesi che spesso portano avanti anche una concorrenza sleale, quindi una concorrenza legata al prezzo e non basata invece sulla qualità che le nostre aziende, invece, hanno sempre messo in prima linea, come aspetto fondamentale per le proprie coltivazioni.

Con questo disegno di legge andiamo a normare un settore che conta numeri importantissimi. Basti pensare che, dall'ultimo censimento agricolo, il settore del florovivaismo conta oltre 17.000 aziende, con 45.000 ettari di terreno coltivati, con una produzione che, solo nel 2022, ha sfiorato i 3,2 miliardi di euro e con esportazioni che arrivano a 1.243 milioni di euro. Quindi, basta pensare a questi numeri per capire quanto questo comparto, che fino ad oggi non era regolamentato in modo specifico, abbia la necessità di una legge che possa favorire un ulteriore sviluppo, che possa difenderlo dalla concorrenza straniera e possa qualificare anche quegli operatori che hanno continuato ad operare nonostante le grandi difficoltà.

Voglio ricordare, fra tutte, le difficoltà del periodo del COVID, che ha visto il settore fortemente penalizzato dalla mancanza di esportazioni, dalla mancanza di eventi, dalla mancanza di possibilità di stare all'aria aperta. Ciò ha portato alcune aziende quasi all'azzeramento del fatturato, un azzeramento che però è stato scongiurato grazie alla volontà degli imprenditori, che non si sono mai tirati indietro, e grazie alla determinazione degli imprenditori italiani, che da sempre è un segno distintivo per la praticità, la voglia di fare e la voglia di mandare avanti le proprie aziende, spesso aziende di tipo familiare, che rappresentano un'economia per i territori. Ci sono territori piccolissimi che però, grazie a queste aziende, riescono a vivere e ad avere la possibilità di occupare la forza lavoro e queste aziende sono spesso anche un supporto all'interno dei piccoli comuni. Questo supporto diventa fondamentale anche per quanto riguarda la green economy. Non dimentichiamo, infatti, che le aziende florovivaistiche sono attori importantissimi all'interno dell'ambiente. Se noi viviamo in città belle e sane, lo dobbiamo a queste aziende che mantengono i giardini, i parchi pubblici e permettono, tramite le loro coltivazioni e la loro ricerca, di darci piante e soprattutto frutti migliorati dal punto di vista della resistenza meteorologica e soprattutto si occupano della ricerca, che negli anni permetterà di ridurre i famosi fitofarmaci e di rendere le piante più resistenti. Anche a loro dobbiamo questo contributo. È una sfida che dobbiamo assolutamente affrontare per riuscire a valorizzare questo settore, per riuscire a riqualificarlo e soprattutto per riuscire a fare in modo che il famoso made in Italy possa mantenere la propria posizione all'interno del commercio internazionale e il primato che, invece, molti Paesi, soprattutto asiatici, vorrebbero toglierci.

Con i decreti legislativi avremo finalmente la regolamentazione di un settore difficile, che richiede regole. Si andranno a disciplinare i centri di giardinaggio all'interno della stessa filiera agricola, si andrà a disciplinare la formazione professionale per qualificare e migliorare le produzioni stesse e avremo la possibilità, specialmente per quelle produzioni legate alla tecnica in agronomia, di avvalerci di investimenti e di innovazioni che permetteranno al settore di progredire verso un futuro che potrà vederci di nuovo attori protagonisti di un mercato che ci ha sempre visti al primo posto. Vi sarà la promozione di coltivazioni a basso impatto ambientale, proprio per quello che dicevo prima, e andremo nella direzione della green economy, ma non di quella green economy che ci chiede un'Europa sempre troppo severa nei confronti della nostra agricoltura, che impone limiti e divieti ma che, allo stesso tempo, non va a preservare le nostre aziende dalla concorrenza straniera. Come Lega, ci siamo sempre battuti e lo continueremo a fare su tutti i provvedimenti che arriveranno in Commissione agricoltura, perché oggi l'agricoltura - come ha sottolineato qualcuno prima di me - chiede risposte precise e credo che questo Governo abbia iniziato un percorso in grado di fornire quelle risposte, soprattutto a livello europeo.

Non dimentichiamoci che oggi non dobbiamo strumentalizzare l'accaduto, per mano di una certa parte politica all'interno di quest'Aula, affermando che la colpa sia di questo Governo: abbiamo ereditato una situazione disastrosa dal passato, abbiamo un'Europa che sicuramente non rappresenta il Governo di questo Paese e che, troppo spesso, se la prende con i nostri agricoltori e con le piccole e medie aziende, a favore invece di grandi gruppi che vorrebbero probabilmente impossessarsi delle nostre tradizioni, della nostra cultura e delle nostre eccellenze italiane (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Con questi decreti si andrà inoltre a promuovere quello che è il marchio unico del florovivaismo in Italia, quindi a dare ovviamente qualità al settore e soprattutto a riconoscere quella qualità e quell'eccellenza italiana che tutto il mondo ci invidia. La concorrenza va normata a difesa delle nostre aziende e, con questo disegno di legge, si andranno a colmare quei vuoti e soprattutto a dare un importante impulso al settore, sia dal punto di vista strategico, che dal punto di vista della competitività. Proprio per questo, a fronte di quello che ho appena elencato, Presidente, voglio dire che, ancora una volta, la Lega manifesta la propria vicinanza a tutte le aziende del settore florovivaistico, a tutta l'agricoltura in generale e, proprio questo, dichiaro il voto favorevole dell'intero gruppo Lega-Salvini Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Antonella Forattini. Ne ha facoltà.

ANTONELLA FORATTINI (PD-IDP). Grazie Presidente e onorevoli colleghi. Non farò un comizio sulla Sardegna perché c'è bastato ascoltare chi ha perso (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra). Ancora una volta, il Governo, interferendo con i lavori parlamentari, ha esautorato la Commissione e il Parlamento, presentando un disegno di legge riguardante una materia su cui la Commissione, attraverso la proposta di legge n. 389, si era già espressa, approvandola anche in un ramo del Parlamento. Tutto questo non per produrre - come la maggioranza ci vuol far credere - un quadro legislativo compiuto, ma per arrivare ancora lunghi su un provvedimento del quale invece avevamo urgente bisogno. La previsione di una legge delega, e di un termine di 24 mesi per l'adozione dei relativi decreti legislativi, non farà che dilazionare ulteriormente i tempi di attuazione di misure attese da tempo dal settore florovivaistico. 24 mesi che, secondo il Governo, serviranno per costituire un quadro normativo organico in materia di coltivazione, promozione, commercializzazione, valorizzazione e incremento della qualità e dell'utilizzo dei prodotti del settore florovivaistico e della filiera florovivaistica, una delega che faticherà a rispettare i tempi, soprattutto sui temi che rimangono controversi, come ad esempio la disciplina dei centri di giardinaggio, tanto che in queste ore sono stati stralciati per evitare appunto maggiori oneri a carico della finanza pubblica e inseriti all'ultimo momento prima di arrivare in Aula. Ecco perché, a nostro avviso, sarebbe stato meglio proseguire l'esame della proposta di legge precedente, appunto la n. 389, che - come già ricordato - ci aveva visto lavorare in maniera proficua e condivisa e aveva generato una fondamentale collaborazione con i soggetti del comparto. Il florovivaismo rappresenta un segmento importante dell'economia agricola nazionale - lo si è già detto - per superfici coltivate (circa 30.000 ettari), numero di aziende (circa 27.000), valore della produzione (oltre 2,7 miliardi di euro, con un più 5 per cento nel 2021), per l'export (oltre 1 miliardo di euro) e anche per occupazione (circa 110.000 addetti). Il comparto può contare su numerosi punti di forza: elevata specializzazione, spiccata capacità imprenditoriale degli operatori, ampia disponibilità di varietà, elevati standard qualitativi. Tutti questi elementi fanno sì che il prodotto florovivaistico nazionale sia molto apprezzato all'estero e l'Italia venga considerata uno dei principali Paesi florovivaistici a livello europeo. Da qualche anno poi, grazie anche all'attività di sensibilizzazione portata avanti dalle organizzazioni del settore florovivaistico, ha dato impulso al green deal europeo: le politiche comunitarie hanno riconosciuto l'importanza di un verde pubblico e privato ben curato e, più in generale, l'importanza di tutelare e valorizzare l'ambiente, sia urbano, che quello delle aree naturali e rurali, anche alla luce delle numerose opportunità che da esso derivano in termini di miglioramento della qualità della vita, salute pubblica, tutela del territorio, crescita dell'occupazione, come valore aggiunto dei vari sistemi territoriali.

Un settore caratterizzato da numerosi punti di forza, ma anche sottoposto a una forte pressione competitiva e minacciato da diversi elementi che rischiano di minare la tenuta del florovivaismo nazionale. Ai problemi ormai noti da anni, quali, ad esempio, l'arrivo e la diffusione delle fitopatologie, dal punteruolo rosso delle palme passando per la Xylella sino ad arrivare alla cocciniglia tartaruga, che sta attaccando i pini, se ne aggiungono altri, a partire dalla costante riduzione dei principi attivi per la difesa fitosanitaria, la non idoneità di alcuni principi attivi alla lotta contro i nuovi patogeni, la mancanza di antagonisti naturali e la previsione di un'ulteriore stretta sulla disponibilità dei principi attivi in seguito alla strategia Farm to Fork. Nell'ultimo periodo, inoltre, le imprese florovivaistiche si sono trovate a fare i conti con numerose altre difficoltà dovute a dinamiche internazionali, quali l'incremento fuori controllo dei costi di produzione, energetici in primis, ma anche di molti altri mezzi tecnici come sementi, piantine, torbe, fertilizzanti e imballaggi, nonché la difficoltà di approvvigionamento di alcune materie prime, le carenze logistiche, l'aumento dei tassi d'interesse, la crescita dell'inflazione e il conseguente crollo dei consumi. Anche l'andamento climatico anomalo ha rappresentato un mix esplosivo che sta determinando una rilevante compressione della marginalità delle imprese e che sta condizionando le scelte produttive aziendali. È altresì importante progettare un nuovo modo di fare florovivaismo che risponda anche a esigenze di sostenibilità, alla luce delle emergenze climatiche in atto e dell'incombente carenza idrica. Su questo punto si ravvisa, inoltre, la possibilità, anche con i fondi del PNRR, di rendere il settore più autonomo, anche dal punto di vista dell'approvvigionamento energetico, consentendo così di ridurre contemporaneamente i fabbisogni di tutte le risorse impegnate nella produzione.

Nel complesso la proposta di legge in esame poteva essere condivisibile, in quanto è necessario riconoscere la filiera del florovivaismo, ma con questa legge delega, come ho già detto, si profila il rischio che i decreti non verranno mai alla luce e questo, più che un rischio, è una certezza. Noi voteremo a favore, anche perché abbiamo contribuito a migliorarla con alcuni emendamenti che sono stati accolti e ci spiace che non ne siano stati accettati altri che avrebbero migliorato ulteriormente il provvedimento. Questa delega in bianco, però, non ci piace. Si sanciscono i principi ma è tutto un prevedere, un definire, un disciplinare sulla base di nessuna certezza. Il nostro sarà un voto, quindi, in fiducia, fiducia affinché il Governo porti a termine il suo compito. Noi vigileremo e vi incalzeremo perché il Governo trovi le risorse necessarie per concretizzare gli impegni che questo provvedimento si è assunto: la formazione professionale, la ricerca, la sperimentazione, l'innovazione tecnologica, la promozione di coltivazioni, l'installazione a basso impatto ambientale, la promozione di azioni di informazione a livello europeo e l'incentivazione dell'avvio delle filiere produttive a livello regionale. Sono tutti provvedimenti che hanno un costo e le cui risorse vanno trovate, come ha evidenziato il servizio bilancio della Camera, se davvero si vuole rilanciare il settore del florovivaismo nel nostro Paese. Per queste ragioni noi voteremo a favore, ma - ripeto - con il fiato sul collo al Governo perché tutto ciò venga approvato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marchetto Aliprandi. Ne ha facoltà.

MARINA MARCHETTO ALIPRANDI (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Sottosegretario, mi sia consentita una sottolineatura: avremo anche perso per una manciata di voti, ma le nostre liste - giusto una chiosa - hanno toccato quasi il 50 per cento dei consensi, a differenza di altre liste (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Questi giorni di grande fermento vedono gli operatori del comparto agricolo scendere in piazza, come non accadeva da anni, per ribadire la contrarietà alle politiche europee che hanno, di fatto, relegato l'agricoltore a un ruolo di marginale importanza.

Il nostro Ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste ha avuto il coraggio di contrastare apertamente a Bruxelles, come a Roma, tali politiche e noi siamo qui a fare la nostra parte e ad assumere una grande responsabilità, ovvero quella di fornire risposte concrete a uno dei settori che più dà lustro alla nostra Nazione e lo facciamo ponendo in discussione la legge delega in materia di florovivaismo. Abbiamo il compito di intervenire con rapidità e capacità per restituire sicurezza a un comparto che riveste un ruolo di grande importanza nell'ambito del panorama agricolo italiano, cresciuto negli anni grazie al particolare dinamismo che lo caratterizza, al continuo adeguamento alla tecnologia, alla scelta di investire in nuove tecniche di produzione e alla particolare attenzione all'evoluzione estetico-qualitativa della domanda.

In ogni Paese europeo e nei principali Paesi extraeuropei la floricoltura italiana ha saputo imporsi per l'alta qualità e la tipicità delle produzioni di piante e di fiori, sebbene l'andamento in termini economici sia stato negativo per almeno un decennio, fino a trovare un po' di respiro nel biennio 2021-2022. Il valore della produzione delle aziende florovivaistiche italiane rappresenta oltre il 5 per cento del valore della produzione agricola totale e deriva per il 50 per cento dal comparto fiori e piante in vaso mentre il restante 50 per cento da piante, alberi e arbusti destinati al vivaismo. Nel contesto europeo, l'Italia è ai primi posti della classifica per dimensione della superficie destinata al vivaismo e a coltivazioni di piante e fiori in genere. Il favorevole clima italiano e la selezione di specie particolarmente resistenti alle alte temperature estive nonché alla carenza di acqua, come quelle tipiche della flora mediterranea, sono le basi dell'evoluto concetto di qualità che contraddistingue la produzione italiana delle piante da esterno. Quindi, non solo piante belle ma anche adatte a un giardinaggio sostenibile e più naturale, in sintonia con le più attuali linee di progettazione paesaggistica.

Il prodotto florovivaistico non ha solamente una valenza ornamentale o decorativa ma, anzi, si appresta a essere di fondamentale importanza per la mitigazione ambientale nei riguardi delle condizioni termometriche, soprattutto in contesti urbani. Infatti, assume sempre più una funzione ecologico-ambientale in quanto equilibra e mitiga gli effetti di degrado, di inquinamento e di impatto ambientale prodotti dalle attività e dalle costruzioni dell'uomo, regolando il microclima e arricchendo il contesto urbano di biodiversità. Il verde, in una condizione di forte antropizzazione, è estremamente funzionale sotto molteplici aspetti dal punto di vista sanitario e per la protezione delle aree a rischio degrado ed è un valore sotto il profilo sociale, ricreativo e culturale e, non da ultimo, ha una funzione estetica e architettonica.

Sebbene, quindi, il settore abbia a tutti gli effetti le potenzialità per rappresentare un elemento portante della transizione ecologica e per giocare un ruolo primario all'interno dei servizi ecosistemici dell'economia circolare e del benessere della collettività, affronta criticità che preoccupano non poco, come l'aumento dei costi di produzione, dei fertilizzanti, degli imballaggi, della plastica dei vasetti, della carta delle confezioni e del gasolio per il riscaldamento delle serre e per il trasporto, che si aggira intorno a un più 28 per cento e che, a sua volta, determina l'aumento dei prezzi di vendita, con una media di più 11,3. Poi, ci sono gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici, in particolare siccità e alluvioni, l'aumento delle importazioni di piante vive e l'assenza di un piano nazionale di rilevazione dei dati statistici del settore. Pertanto, in un'ottica di strategia nazionale, oggi abbiamo il compito di fare un importante passo per restituire agli operatori del florovivaismo la centralità che meritano, fornendo loro quella legge che il settore attende da anni, andando così a definire il quadro normativo organico della filiera florovivaistica.

Fratelli d'Italia sosterrà con convinzione e con un voto favorevole questo provvedimento che è fondamentale per la coltivazione, promozione, commercializzazione, valorizzazione e incremento della qualità e dell'utilizzo dei prodotti del settore e della filiera florovivaistica, che passano attraverso la creazione di un coordinamento nazionale per individuare le misure di indirizzo al comparto in oggetto e l'istituzione di un coordinamento nazionale al fine dell'individuazione delle misure di indirizzo al settore florovivaistico, anche attraverso l'eventuale nascita presso il MASAF di un ufficio per la filiera del florovivaismo di livello non generale per garantire l'efficace gestione del settore e la valorizzazione delle attività.

Poi si prevedono l'elaborazione di un Piano nazionale del settore florovivaistico programmatico e strategico di durata quinquennale, la predisposizione di un sistema di rilevazione annuale dei dati statistici del settore, la creazione di piattaforme logistiche per macroaree, Nord, Centro, Sud e Isole, per garantire la distribuzione/movimentazione della produzione del settore florovivaistico verso l'Unione europea e i Paesi terzi, tenendo anche in considerazione l'attuale collocazione dei distretti florovivaistici e dei mercati nell'ambito del Piano nazionale per il settore florovivaistico. Poi, si prevedono la riconversione in siti agroenergetici degli impianti serricoli destinati al florovivaismo previsti per il contrasto al degrado ambientale e paesaggistico e, infine, la semplificazione delle procedure per costituire organizzazioni di produttori del settore florovivaistico, in modo da favorirne l'aggregazione. In ultimo, e concludo, Presidente, mi corre l'obbligo di ricordare con un certo orgoglio che nella storia italiana i fiori e le piante hanno sempre rivestito un ruolo che non trova uguali in altri Paesi.

Possiamo dimenticare l'emblematica Riviera dei fiori? Già gli antichi romani utilizzavano grandi quantità di fiori in occasione di cerimonie pagane e religiose. La storia poi parla da sé: nei giardini da Nord a Sud della penisola si trovano lusso, arte e bellezza grazie alla bravura dei vivaisti, che si possono considerare gli artisti del verde italiano. Il gusto architettonico nel sistemare i giardini e l'elevata qualità delle produzioni e delle specie italiane sono i pregi di un settore di produzione di eccellenza sempre più apprezzato in Italia e all'estero che oggi noi sosteniamo con estrema convinzione, votando a favore della presente legge delega (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - 1560-A e abbinata)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).  

(Votazione finale ed approvazione - 1560-A e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1560-A:

"Delega al Governo in materia di florovivaismo".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

Dichiaro così assorbita l'abbinata proposta di legge n. 389.

Seguito della discussione delle mozioni Piccolotti ed altri n. 1-00235, Orrico ed altri n. 1-00244, Grippo ed altri n. 1-00245, Faraone ed altri n. 1-00246, Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247 e Gianassi ed altri n. 1-00248 concernenti iniziative in materia di tutela della professione giornalistica e della libertà di informazione.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Piccolotti ed altri n. 1-00235, Orrico ed altri n. 1-00244, Grippo ed altri n. 1-00245, Faraone ed altri n. 1-00246, Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247 e Gianassi ed altri n. 1-00248 concernenti iniziative in materia di tutela della professione giornalistica e della libertà di informazione (Vedi l'allegato A).

Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo martedì 20 febbraio 2024, sono state presentate le mozioni Grippo ed altri n. 1-00245, Faraone ed altri n. 1-00246, Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247 e Gianassi ed altri n. 1-00248, che sono già state iscritte all'ordine del giorno.

Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, Presidente, solo per una precisazione. È sfuggito nella scrittura del punto 6) dell'impegno della mozione a prima firma Gianassi ed altri n. 1-00248: “a promuovere in Parlamento una riforma della governance (…)”. Solo per questo drafting.

PRESIDENTE. Onorevole Fornaro, tecnicamente questa è una riformulazione. Adesso vediamo di capire se e come possiamo metterci una pezza. Adesso ci lavoriamo su e faremo in qualche modo.

Chiedo al Sottosegretario Ostellari se vuole intervenire per esprimere il parere sulle mozioni. Mi scusi, onorevole Ostellari, ma prima di andare avanti c'è una richiesta da parte del gruppo MoVimento 5 Stelle sulla loro mozione. La illustra l'onorevole Cappelletti.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Grazie, Presidente. È una questione minore ma, a seguito di un refuso, si chiede di espungere nella mozione Orrico ed altri n. 1-00244, del MoVimento 5 Stelle, il punto 36) delle premesse.

PRESIDENTE. Quindi, sparisce il punto 36) delle premesse dalla mozione Orrico ed altri n. 1-00244.

Ciò premesso rispetto all'espunzione delle premesse, è possibile ascoltare, a questo punto, il rappresentante del Governo per l'espressione dei pareri sulle mozioni. Prego, Sottosegretario Ostellari.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Presidente!

PRESIDENTE. Onorevole Piccolotti, che succede?  

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. Volevo chiedere di riformulare un punto della mozione Piccolotti ed altri n. 1-00235, il punto n. 7) degli impegni. È scritto “a promuovere iniziative normative volte ad una riforma della governance del servizio pubblico radiotelevisivo” e, invece, la formulazione corretta sarebbe “a promuovere una discussione in Parlamento sulle iniziative normative volte ad una riforma della governance del servizio pubblico”.

PRESIDENTE. Onorevole Piccolotti, in realtà tutto ciò è più o meno irrituale in questa fase. Si poteva fare prima. Però, adesso proviamo ad aggiustare tutto. L'onorevole Ostellari non ha sentito. Onorevole Piccolotti, la mozione è la n. 1-00235, a sua prima firma, al settimo impegno? Certo, adesso il rappresentante del Governo è preparato sulla prima. L'impegno in questione è al punto 7), quello che inizia con “a promuovere iniziative normative volte ad una riforma della governance”, che diventerebbe “a promuovere in Parlamento (…)”. Si aggiungono, cioè, le parole “in Parlamento”. Facciamo ordine. Onorevole Piccolotti, mi può ripetere, cortesemente la riformulazione che vorrebbe del punto 7)?

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). “A promuovere in Parlamento una discussione sulle iniziative normative volte ad una riforma della governance (…)”. Quindi, dopo “a promuovere”, si aggiungono le parole “in Parlamento una discussione (…)”.

PRESIDENTE. Benissimo, tutto il resto rimane.

Onorevole Fornaro, per cortesia, mi ripete la sua riformulazione per favore? È irrituale, tutto complicato, sarebbe da fare in Conferenza dei presidenti di gruppo, però vediamo se troviamo un modo.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Il punto 6) degli impegni sarebbe “a promuovere in Parlamento una riforma della governance (…)”.

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Sottosegretario Ostellari, se lei è pronto, a questo punto ha facoltà di intervenire, esprimendo altresì il parere sulle mozioni presentate.

ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Iniziamo dalla mozione Piccolotti ed altri n. 1-00235. Quanto alle premesse, il parere è favorevole sui punti 1) e 2) e contrario sui punti 3), 4) e 5). Inoltre, è favorevole sui punti 6), 7), 8), 9), 10), contrario sul punto 11), favorevole sul punto 12) e contrario sul punto 13).

Per quanto riguarda gli impegni, il parere è favorevole sui punti 1), 2) e 3), contrario sul punto 4) e favorevole sul punto 5). Sul punto 6) il parere è favorevole, previa riformulazione nel senso che vanno tolte, a nostro avviso, le parole “di genere”. Quindi rimane “a promuovere iniziative normative sulla parità lavorativa e contro il gender pay gap (…)”, e poi rimane uguale. Nella parte finale va tolta l'ultima parte della frase “e rispetto all'orientamento sessuale e di genere”.

PRESIDENTE. Quindi, finisce con “femminile”.

ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Si, signor Presidente.

Infine, il parere è contrario sull'impegno n. 7).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per un richiamo al Regolamento, l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Presidente, io vorrei fare questa considerazione che è a metà tra un richiamo al Regolamento e alle nostre procedure, perché con questo Governo è iniziata una procedura che ritengo assolutamente discutibile. Il Governo non può entrare nel merito delle premesse di una mozione. Può dire se è d'accordo con le premesse della mozione o non è d'accordo ma non è titolato, perché quelle sono considerazioni che assume, in responsabilità, chi propone la mozione. Il Governo può dire se sul punto di un dispositivo è favorevole o meno, ma come fa a sindacare delle considerazioni politiche che faccio io in premessa, che sono le mie e sulle quali il Governo non è minimamente titolato a intervenire? Il Governo è titolato a intervenire sui dispositivi e a dire “io non sono d'accordo su quello” oppure può dire “io non sono d'accordo, chiedo la riformulazione senza le premesse”. Ma come fa il Governo a intervenire su una considerazione che è propria di chi presenta la mozione? Non credo sia mai successo, è una innovazione di questo Governo che, a mio avviso, è del tutto insostenibile (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva-il Centro-Renew Europe, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Giachetti. In realtà, non è una novazione di questo Governo, è già successo in passato e oltretutto è nelle facoltà del Governo, eventualmente, nell'espressione del parere, vincolare alcuni dei pareri rispetto alle premesse. Quindi, su questo mi dispiace, ma non posso in alcun modo intervenire.

Mi scusi, onorevole Ostellari, possiamo ricominciare. Siamo a questo punto alla mozione successiva che, se torna anche a lei, è la mozione Orrico ed altri n. 1-00244.

ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Per quanto riguarda la mozione Orrico ed altri n. 1-00244, sulle premesse il parere è favorevole sui punti 1), 2), 3), 4), 5), 6), 7), 8) e 9). Il parere è contrario sul punto 10), mentre è favorevole sui punti 11), 12), 13), 14), 15) e 16). Il parere è contrario sul punto 17), mentre è favorevole sui punti 18), 19), 20), 21), 22), 23), 24) e 25). Sul punto 26) il parere è favorevole se si ferma alla parola “bavaglio” e sono espunte le parole da “che consenta” in poi. Quindi, rimane da “per arginare” fino a “bavaglio”. Il parere è contrario sul punto 27), mentre è favorevole per i punti 28), 29), 30), 31), 32), 33) e 34). Il parere è contrario sul punto 35), mentre sul punto 36 )…

PRESIDENTE. Il punto 36) è espunto, non c'è più, tamquam non esset.

ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Sì, è espunto. Inoltre, il parere è contrario sui punti 37), 38), 39), 40), 41), 42), 43), 44), 45), 46), 47), 48) e 49). Il parere è favorevole sui punti 50), 51) e 52), contrario sul punto 53) e, infine, favorevole sul punto 54).

PRESIDENTE. Queste erano le premesse, andiamo agli impegni.

ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Per quanti riguarda gli impegni, sul n. 1) il parere è favorevole con una riformulazione che è la seguente “a tutelare la libertà di stampa e il diritto di cronaca quale strumento di estrinsecazione anche del fondamentale diritto di informazione per il cittadino”. Il parere è favorevole sugli impegni nn. 2), 3) e 4). Sull'impegno n. 5) il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “ad assumere iniziative normative per scongiurare, nel caso di azione per presunta diffamazione commessa con il mezzo della stampa o con gli altri prodotti editoriali registrati, eventuali azioni pretestuose”. Sull'impegno n. 6) il parere è favorevole, previa riformulazione: “ad adottare iniziative normative per riformare, alla luce dei principi fissati di recente dalla Corte costituzionale e dalla Corte europea dei diritti dell'uomo, la fattispecie di diffamazione, escludendo la pena detentiva eventualmente da prevedersi solo in casi di eccezionale gravità e prevedendo la comminazione di pene pecuniarie che non risultino eccessive e che siano proporzionate all'offesa cagionata, affinché le stesse non si traducano in concreto in una limitazione della libertà di stampa”. Infine, il parere è favorevole sugli impegni n. 7) e n. 8).

PRESIDENTE. Benissimo è chiaro per me. Poi, eventualmente, se necessario lo rispiegheremo. Sulla mozione Grippo ed altri n. 1-00245?

ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Quanto alle premesse, il parere è favorevole sui punti 1), 2), 3), 4), 5), 6), 7), 8), 9), 10), 11), 12), 13), 14), 15), 16). Sul punto 17) il parere è favorevole previa riformulazione nel senso di espungere il primo capoverso e partire dal secondo capoverso, togliendone la prima parte. Pertanto diventa: “a seguito del monito della Corte costituzionale, diversi disegni di legge (…)”poi uguale fino alla fine.

PRESIDENTE. Quindi, comincia da “a seguito del monito”.

ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere favorevole sui punti 18) e 19) favorevole, contrario sul 20), favorevole sui punti 21), 22), 23) e 24).

Con riferimento agli impegni il parere è favorevole sui punti 1) e 2), contrario sul punto 3), favorevole sui punti 4) e 5), contrario sui punti 6) e 7) e favorevole sul punto 8).

Per quanto riguarda la mozione Faraone ed altri n. 1-00246, per le premesse il parere è favorevole sui punti 1), 2), 3), 4) e 5). Sul punto 6) il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “con particolare riferimento alla RAI e al sistema del servizio pubblico in Italia, la garanzia di un'azienda di informazione pubblica che sia libera dai condizionamenti politici e che garantisca la divulgazione di una pluralità di opinioni, con la dovuta attenzione a quelle delle minoranze, è presupposto fondamentale per il realizzarsi del servizio pubblico e, al proprio interno, per la valorizzazione delle professionalità che esso esprime”.

PRESIDENTE. Ha tolto due righe.

ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Inoltre, il parere è favorevole sui punti 7), 8) e 9).

Per quanto riguarda gli impegni, il parere è favorevole sul punto 1), contrario sul punto 2), favorevole sui punti 3) e 4).

Per quanto riguarda la mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, il parere è favorevole su tutte le premesse e su tutti gli impegni.

Per quanto riguarda la mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, con riferimento alla premesse, il parere è favorevole sui punti 1), 2), 3), 4), 5), 6), 7), 8), 9), 10), 11), 12), 13), 14), contrario sui punti 15) e 16), favorevole sui punti 17), 18), 19), 20), 21) e 22), contrario sul punto 23), favorevole sui punti 24), 25), 26) e 27) e contrario sul punto 28).

Con riferimento agli impegni, il parere è favorevole sul primo impegno, previa riformulazione. Sostanzialmente va tolta solo la parola “finalmente” e diventa “ad adottare, per quanto di competenza, iniziative (…)”.

Sul secondo impegno, il parere è favorevole. Sul terzo impegno, il parere è favorevole previa riformulazione, nel senso che ci fermiamo alla parola “inclusivi”.

Quindi: “ad affrontare (…)”.

PRESIDENTE. Dalla parola “rispetto” in poi, va via.

ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Sull'impegno 4), parere favorevole previa riformulazione. Anche qui vanno tolte solo le parole “di genere”. Quindi, diventa: “a promuovere politiche nel settore dell'informazione” eccetera eccetera.

Sull'impegno 5) il parere è favorevole. Sull'impegno 6), il parere è favorevole previa riformulazione: “a promuovere una riforma della governance del servizio pubblico radiotelevisivo, salvaguardandone il carattere pubblico e indipendente nell'interesse generale del Paese e garantendone l'autonomia e la valorizzazione delle professionalità che vi operano all'interno e la sua qualità di strumento centrale per la promozione culturale e sociale del Paese nell'interesse generale di ciascun cittadino a poter usufruire di informazioni libere e accessibili”. Sull'impegno 7), il parere è favorevole.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Grazie, signor Presidente. Mi lasci dire, in apertura di intervento, che non sono minimamente d'accordo con l'interpretazione che lei ha dato rispetto alla ritualità del fatto che il Governo entri nel merito delle premesse, perché, a mio avviso, questo snatura proprio il senso delle mozioni. Diciamo che è rimasta nella disponibilità del Parlamento, in particolare parliamo della Camera, la possibilità di presentare mozioni, dopo che ci è stata sottratta sostanzialmente la possibilità di esaminare proposte di legge, la parte più sostanziosa dell'attività parlamentare. Se addirittura sulla parte che riguarda le mozioni, il Governo interviene a gamba tesa in questo modo, ritengo che non sia minimamente un fatto positivo. È anche un fatto di rispetto nei confronti di chi presenta la mozione. Ripeto: ovviamente, dovendo decidere sul dispositivo, si può stabilire se si è favorevoli o meno sui diversi punti; ma rispetto alle premesse, che sono tutte politiche, intervenire punto per punto con un giudizio sulle singole premesse rischia, paradossalmente, di far approvare una mozione con un ragionamento preventivo diverso da quello che era nelle intenzioni di chi ha preso l'iniziativa della mozione. Detto questo, signor Presidente, ci sono questioni che per noi sono del tutto intoccabili: la libertà di manifestazione del pensiero, prevista dall'articolo 21 della Costituzione, è sicuramente un caposaldo di ogni ordinamento democratico, così come lo è la tutela della libertà di stampa e le garanzie dei giornalisti di operare e compiere liberamente e senza condizionamenti il loro lavoro. Però, cosa inseriamo noi nella nostra mozione, che, guardando anche alle altre, ad alcune delle quali verrò, si distingue? Noi riteniamo che sia necessario un bilanciamento. Infatti, non c'è dubbio che deve essere garantito al giornalista di compiere il proprio lavoro, ma non può non esserci anche la tutela della dignità, della privacy, della identità delle persone oggetto dell'attenzione della stampa. In questo senso, riteniamo che non si possa guardare soltanto alla tutela della funzione di un ordine professionale, ma bisogna necessariamente capire come questa si combacia anche con altri diritti che sono tutelati dalla Costituzione. I valori costituzionali del rispetto della dignità umana, del diritto alla riservatezza, della presunzione di non colpevolezza, della tutela della reputazione e della garanzia alla non divulgazione di notizie che possono ledere l'onore, ma anche al diritto dell'oblio, insomma sono questioni che non è che non pesano nella bilancia dell'ordinamento democratico o che pesino meno delle altre. Quindi, è del tutto giusto salvaguardare le prerogative di chi svolge il mestiere così nobile, come quello del giornalista, ma contemporaneamente anche… io non lo so se c'è un'assemblea dovuta alle elezioni in Sardegna, Presidente, però è veramente complicato, non mi lamento mai, ma diventa complicato…

PRESIDENTE. Ha ragione. Però, vede, io confido sempre nell'educazione e nel rispetto dei colleghi, a volte mi sbaglio…

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). No, ma non mi interessano l'educazione e il rispetto…

PRESIDENTE. …ma mi sono anche un po' stancato, perché ogni volta sembra di stare in una classe elementare. Quindi, se uno sta qua, sta qua e sta buono e zitto, se no esce fuori. Però è umiliante, credetemi, ogni volta, continuamente, perché c'è brusio in Aula. È umiliante per me e per voi. Quindi, decidete che fare. Quando fate silenzio, l'onorevole Giachetti va avanti. Siamo tutti maturi.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Dicevo, c'è un tema, per esempio, che è qualcosa che pesa nel dibattito che noi oggi stiamo affrontando, ma che contemporaneamente pesa anche nel dibattito che almeno il Governo ha detto avrebbe affrontato attraverso il Ministro Nordio in Parlamento, che è quello delle intercettazioni. Io non voglio adesso ridicolizzare il tema, ma quando ormai noi arriviamo al punto che nelle televisioni ci sono degli attori che recitano e interpretano spezzoni di intercettazioni che arrivano, guarda caso, dalle procure della Repubblica, perché da lì arrivano, almeno i vocali o, diciamo, il testo delle intercettazioni non possono che arrivare da lì, adesso, ormai, si fa il film delle intercettazioni. Questo, secondo lei, signor Presidente, e colleghi, è qualcosa che può essere tollerato? Il fatto che intercettazioni di persone terze, che non c'entrano nulla con le inchieste, vengano buttate nelle prime pagine dei giornali, salvo poi scoprire, dopo qualche mese e forse in alcuni casi anche qualche anno, che erano del tutto irrilevanti o del tutto estranee all'oggetto dell'inchiesta. Questo è tollerabile? Perché nelle mozioni - adesso ci arriverò - vedo che ci sono altre questioni.

Per quanto riguarda il tema delle intercettazioni, per esempio, in una mozione - chiedo scusa, ma non ricordo chi sono i firmatari - a un certo punto c'è un passaggio che riguarda le intercettazioni dei giornalisti: a sostenere, nelle competenti sedi, le nuove norme che saranno previste dalla legge europea per la libertà dei media, quelle dirette all'efficace protezione dei giornalisti e dei fornitori di servizi di media e in particolare la tutela dei rapporti tra i giornalisti e le fonti anche da intercettazioni o captazioni di conversazioni e messaggi. Ma noi possiamo, signor Presidente, immaginare che il resto del mondo: ‘intercettateci tutti'. Mi ricordo alcune affermazioni di colleghi che erano nel gruppo e adesso non ci sono più, alcuni, e dico per fortuna nel senso che non fanno danni dal punto di vista legislativo. Intercettateci tutti. E noi stiamo creando il presupposto di ‘intercettateci tutti, tranne alcuni'. Allora forse, sul tema delle intercettazioni e sulle regole attraverso le quali le intercettazioni devono venire usate, è necessario che si faccia un ragionamento complessivo. Infatti, non è che ci può essere qualcuno che ha il semaforo verde e qualcuno che è sempre alla mercé di qualunque tiro di vento e finisce sulle prime pagine dei giornali. Così come a me ha colpito molto - perché tutti abbiamo un minimo di basi di cultura giuridica - quando leggo che ci sta un altro punto, in altre mozioni, in cui si parla dell'esigenza di invertire l'onere, e quindi chi presenta una querela deve dimostrare che non è infondata: è un ribaltamento di quelli che dovrebbero essere dei princìpi costituzionali. Per esempio, spesso noi sentiamo dire: a quello auguro di dimostrare la sua innocenza. Purtroppo non è così, anzi, per fortuna non è così! Cioè, dovrebbe esserci qualcuno che dimostra la sua colpevolezza. Adesso c'è questa attenzione particolare sulle querele temerarie, come se, una volta che io querelo un giornalista perché ritengo che abbia leso la mia dignità, la mia onorabilità e via dicendo, a decidere se io ho ragione a sentirmi colpito oppure abbia ragione il giornalista, dovesse decidere il mio collega di banco, oppure un senatore. Ricordo che c'è un giudice terzo che affronta un dibattimento, che farà delle indagini e delle valutazioni, e deciderà se io sono stato diffamato e quindi ho diritto ad essere risarcito, oppure se io, invece, ho esagerato e sarò costretto a pagare le spese legali. Ma che cos'è quest'inversione della prova che devo dare io, che la mia querela non è infondata? È un ribaltamento completo di come dovrebbero andare le cose nel nostro Paese. D'altra parte, quello delle querele è un tema che, per quanto ci riguarda, sicuramente - e siamo d'accordo con quello che prevedono quasi tutte le mozioni - non può prevedere, se non in casi assolutamente particolari e di gravità particolare, che i giornalisti finiscano in galera.

Questo sicuramente non è accettabile. E se ci sono da fare accorgimenti normativi per impedire che questo accada, ci mancherebbe altro. D'altra parte - e noi lo citiamo nella nostra mozione - sappiamo bene qual è anche il livello di esposizione dei giornalisti, in particolare citiamo il caso di Paolo Berizzi, che è stato messo sotto scorta dal Ministero dell'Interno per le gravi minacce ricevute dalle organizzazioni di estrema destra per il suo lavoro d'inchiesta sulle organizzazioni medesime. Ma ci sono decine e decine di giornalisti sotto inchiesta per quello che hanno raccontato rispetto alla mafia, alla 'ndrangheta, alla camorra, alla criminalità organizzata. È chiaro che noi sappiamo perfettamente quale sia il valore del giornalista e quanto sia importante, nello svolgimento della nostra vita democratica, quel lavoro, che va tutelato. Ma, ripeto, trovando un equilibrio. Per questo noi siamo assolutamente contrari a tutti quei punti delle mozioni che prevedono di rimettere in discussione quella che offensivamente viene chiamata “norma bavaglio”. Quella si chiama “norma dignità” (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe), cioè garantire e fare in modo che chi non c'entra nulla, soprattutto quando c'è un procedimento in corso, non sia impallinato nelle prime pagine dei giornali, per poi scoprire, magari dopo anni, che non c'entrava nulla e al quale si dedicano i trafiletti, che forse neanche per gli annunci mortuari vengono messi in quel corpo.

Vorrei chiudere con una considerazione, Presidente, che è mia personale e che, ovviamente, condivido anche con qualche collega del mio gruppo, ma che voglio lasciare agli atti, perché queste mozioni si intitolano “Iniziative in materia di tutela della professione giornalistica”. Ecco, signor Presidente, la professione giornalistica di quell'esercito di precari che spesso troviamo buttati in mezzo alla strada con le loro telecamere e con i loro taccuini, che ovviamente non hanno alcun contratto e spesso e volentieri sono letteralmente schiavizzati, rientrano o meno nella tutela della professione giornalistica? Dovremmo trovare un modo attraverso il quale - ci sono dei punti in alcune mozioni - sul piano legislativo, cominciamo a garantire a queste persone una vita più dignitosa, dal punto di vista lavorativo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe)?

E chiudo con una considerazione. Nel mondo in cui siamo oggi - e lo chiedo a lei, che è un giornalista, signor Presidente, prima ancora di essere Presidente di questa Assemblea -, sarà arrivato il momento che noi mettiamo in discussione l'esistenza dell'Ordine dei giornalisti? Non è proprio l'Ordine dei giornalisti il primo filtro che non consente - nel mondo d'oggi, con i social, con tanta gente che fa giornalismo sicuramente molto meglio di quanto non fanno giornalisti professionisti - che ci sia un accesso alla professione se non attraverso l'imbuto, per usare un eufemismo, dell'Ordine dei giornalisti? Sarebbe bello fare un dibattito anche su questo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ci vediamo dopo, però, per poterne parlare. Non è una minaccia, anzi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cavo. Ne ha facoltà.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il diritto all'informazione rappresenta un pilastro delle democrazie, garantisce trasparenza e partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e costituisce un pilastro per le democrazie di tutto il mondo, nello specifico per quelle europee, che, soprattutto nel corso degli ultimi anni, si sono impegnate attivamente per bilanciare i contrapposti interessi in essa rappresentati. Il diritto all'informazione ha, infatti, più facce, che rappresentano gli interessi dei vari soggetti coinvolti. C'è la libertà di informazione, intesa come libertà di informare, in cui i soggetti attivi sono i giornalisti e gli editori, ma nel panorama odierno, sempre più digitale e disintermediato, questa platea di soggetti si è notevolmente allargata. C'è poi il diritto ad essere informati: in questo caso, la platea è universale. Tutti i cittadini hanno il diritto ad attingere a un'informazione più libera e pluralista possibile. La garanzia del pluralismo e dell'imparzialità dell'informazione costituisce strumento essenziale per la realizzazione di una democrazia compiuta. È interessante notare come, nella nostra Carta costituzionale, sia facile individuare la tutela del primo di questi due aspetti, nella più generale libertà di manifestazione del pensiero, di cui all'articolo 21 della nostra Costituzione, mentre vi sia un richiamo, non diretto, al diritto di informarsi e, dunque, di poter attingere a più fonti, ma lo si deduca per interpretazione estensiva della nostra Costituzione e da quanto previsto dall'articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.

C'è, però, una terza faccia del diritto all'informazione ed è quella che rappresenta gli interessi di chi è oggetto dell'informazione stessa. In questo campo sono diversi i temi da considerare: c'è un diritto alla privacy, che ovviamente viene meno nei casi in cui si sia trattato di aspetti riguardanti l'attività pubblica di personaggi pubblici; c'è un diritto all'oblio, che diventa particolarmente dirimente nella nostra epoca fortemente digitalizzata; c'è un diritto alla riparazione del danno in casi di informazione scorretta. Sono tutti aspetti toccati nella mozione di maggioranza che noi andiamo a sostenere, come gruppo.

È ovvio che la dimensione di queste tematiche è completamente mutata dal contesto in cui opera non solo l'informazione professionale, ma tutta la vita pubblica e privata oggi. Il web, i social network, la diffusione capillare della disintermediazione stanno travolgendo l'informazione. Quanti di noi, per essere informati immediatamente su un evento in corso, tendono ad aprire prima un social network che un giornale online? Non possiamo nemmeno attribuire a queste nuove frontiere solo giudizi negativi: spesso il web e i social network sono arrivati laddove l'informazione tradizionale non è riuscita ad arrivare e, ancor più spesso, la collaborazione tra i due mondi è assolutamente positiva, soprattutto per chi vuole informarsi. Ma c'è il risvolto della medaglia e, con il web, una notizia sbagliata, volutamente o casualmente, corre più veloce e, in alcuni casi, in maniera inarrestabile. Pongo l'attenzione sugli avverbi “volutamente” e “casualmente”, perché, se nel mondo dell'informazione tradizionale si può sempre arrivare all'origine di una notizia, pur nel rispetto della tutela delle fonti, quando si parla di informazione disintermediata, questo non è possibile e non sempre siamo in grado di comprendere chi e con quali meccanismi vengano diffuse le notizie e gestite le informazioni, insomma se vi sia o meno una regia.

Con la diffusione dell'utilizzo dell'intelligenza artificiale generativa anche nelle redazioni cambia radicalmente l'universo delle questioni etiche e deontologiche che attengono alla professione, ma anche il complesso delle garanzie che spettano a coloro che sono oggetto dell'informazione stessa. Come tutelare un cittadino da una notizia che lo può riguardare e che può essere creata dall'intelligenza artificiale e diffusa all'infinito da algoritmi? Sono riflessioni epocali che, forse, non possiamo sciogliere in questa sede, ma che dobbiamo iniziare a porci, in quanto legislatori, per gestirne gli effetti, senza in alcun modo ledere l'altra faccia del diritto all'informazione. Nella società contemporanea, il giusto equilibrio tra la tutela della professione giornalistica e la salvaguardia dei soggetti interessati dagli articoli riveste un'importanza fondamentale, tuttavia la disintermediazione dell'informazione e l'intelligenza artificiale generativa hanno introdotto nuove sfide, rendendo ancora più importante la certificazione della fonte giornalistica.

Informare è una missione: utilizzare obiettività, imparzialità, capacità di analisi da parte dei giornalisti non è solo un dovere, ma è l'essenza stessa del proprio lavoro. In questo panorama, è sempre più fondamentale il ruolo di un giornalismo serio e affidabile, di approfondimento e di analisi ed è essenziale valorizzare la professionalità dei giornalisti, riconoscendo il ruolo cruciale che essi svolgono nel fornire elementi all'opinione pubblica e nel garantire un'informazione di qualità. Ma la tutela della libertà di stampa deve andare di pari passo con la tutela dei diritti delle persone coinvolte nelle notizie, evitando ogni degenerazione e strumentalizzazione dell'informazione, ed è su questo confine che si muove la mozione che andiamo a sostenere.

Dal confronto in ambito nazionale ed europeo, dalla preoccupazione per l'esponenziale velocità di diffusione delle fake news, con conseguenze spesso molto gravi, e per la crescente assuefazione alle violazioni del diritto d'autore, è nata l'esigenza di porre un primo tassello a livello dell'informazione primaria nel DPCM dell'11 luglio scorso. Fulcro dell'intervento normativo è stata l'introduzione della figura del Garante dell'informazione, con la funzione di assicurare la qualità delle informazioni e di impedire la diffusione delle fake news. È stato anche istituito un comitato tecnico per studiare l'impatto dell'intelligenza artificiale sul sistema dell'editoria e della formazione dal punto di vista dell'occupazione, dell'evoluzione della professione, in ascolto delle istanze delle associazioni di categoria, come specificato nelle premesse della mozione di maggioranza.

È in questo quadro che, a nome di Noi Moderati, dichiaro di sostenere la mozione di maggioranza, con particolare riguardo agli impegni posti al Governo, in termini ampi, di tutela del giornalismo e dell'informazione reale in tutte le sue forme, nel rispetto della dignità umana e del diritto alla riservatezza di ogni cittadino.

Questo è il primo impegno della mozione. Credo che sia un primo impegno che tutti possono condividere e che, ovviamente, mi appartiene in maniera particolare, facendo anch'io parte della categoria dei giornalisti professionisti, ma parlo ovviamente in termini ampi. Ma proprio perché l'informazione è stata anche il mio mestiere, prima dell'impegno politico, sento fortemente il dovere della tutela dei soggetti oggetto dell'informazione stessa e, quindi, mi preme sottolineare, fra gli impegni che costituiscono il dispositivo, la tutela del diritto d'autore del giornalista e dei contenuti editoriali riguardo all'intelligenza artificiale generativa, valorizzando l'apporto umano e la sua unicità. Un principio, quello della tutela del diritto d'autore, fondamentale e non scontato, che dobbiamo avere chiaro e presente. Un recente viaggio che ho avuto modo di fare negli Stati Uniti per il Comitato di vigilanza sull'attività di documentazione a cui appartengo, con visita ai principali player nel campo dell'intelligenza artificiale, ci ha fatto toccare con mano come, in realtà, ci sia stato un tentativo di eliminare il diritto d'autore per quanto riguarda l'applicazione delle norme e delle regole sull'intelligenza artificiale, così si sarebbe voluto. Per fortuna, la bozza di regolamento delle IAT prevede il diritto d'autore: dobbiamo averlo presente, dobbiamo averlo presente a livello europeo e tenerlo molto presente in quest'Aula, a livello nazionale.

Allo stesso tempo rivelo l'opportunità di favorire l'immediata riparazione dell'offesa subita con la pubblicazione di una rettifica dell'interessato, affiancata proprio da questa dicitura che, in un certo senso, provvede a tutelare sia il soggetto che si ritiene offeso sia il giornalista che si ritiene nel giusto.

Ritengo essenziale, inoltre, operare nel campo del diritto all'oblio, rafforzando gli interventi a tutela, nell'ottica di difendere l'onore e la dignità di chiunque sia stato leso dalle notizie circolanti in Rete o su altro mezzo di comunicazione, qualsivoglia sia il suo status, anche professionale. Mi riferisco all'impegno 12) della nostra mozione.

Positivo il coinvolgimento delle scuole per l'avvicinamento dei giovani alla professione e all'informazione e l'impegno per una crescita qualitativa dei corsi di formazione giornalistica, in raccordo con il mondo del lavoro, per avvicinare sempre di più i giovani a un approccio corretto e positivo al giornalismo professionistico e alla sua fondamentale funzione nella società.

Un tema toccato dal dibattito odierno è quello delle liti o querele temerarie, avviate in sproporzione tra un soggetto querelante e il giornalista, con una finalità sostanzialmente intimidatoria. Su questo tema di particolare utilità è l'istituzione di un tavolo interministeriale, con il coinvolgimento dei rappresentanti dell'ordine dei giornalisti, come richiesto nell'impegno della mozione.

Mi preme, inoltre, menzionare la questione della parità di genere da promuovere e sostenere nell'ambito del mondo professionale del giornalismo, con particolare attenzione all'eliminazione di ogni forma di discriminazione, così come l'impegno ad adottare misure per rafforzare la tutela delle fonti, tema chiave per la professione giornalistica.

Nelle premesse della mozione si affronta la questione legata alla legge sulla diffamazione, con riferimento all'esame in corso alla Commissione giustizia del Senato sulle disposizioni in materia di diffamazione e di diffamazione a mezzo stampa. In quella sede è auspicabile si concentri l'attenzione sul raggiungimento dell'equilibrio tra una maggiore tutela della persona lesa, anche tramite una più rapida riparazione dell'eventuale danno, e l'adeguamento, nelle previsioni sanzionatorie, alla giustizia della Corte europea dei diritti dell'uomo e ai pronunciamenti della nostra Corte costituzionale, che ha indicato la necessità di privilegiare rimedi civilistici e riparatori rispetto a quelli in atto, ovvero al sistema sanzionatorio del carcere, da prevedere soltanto per i casi più estremi. Recepisco che il Governo ha dato parere positivo per tutti quegli impegni che stiamo discutendo oggi che prevedono una riforma, una revisione della diffamazione in questo senso.

In conclusione, il raggiungimento di un giusto equilibrio tra la tutela della professione giornalistica, la salvaguardia dei soggetti coinvolti e la valorizzazione della professionalità dei giornalisti è fondamentale per garantire un'informazione etica, accurata e rispettosa dei principi democratici. Questo equilibrio lo riteniamo raggiunto nella mozione di maggioranza che andiamo a sostenere, per cui dichiariamo e dichiaro, a nome di Noi Moderati, il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, come Alleanza Verdi e Sinistra, abbiamo sollecitato questa discussione in Parlamento, presentando una nostra mozione perché siamo convinti e convinte che interventi a tutela della libertà d'informazione in Italia non siano soltanto necessari, ma urgenti e da troppo tempo rimandati. Il nostro Paese sembra infatti ormai assuefatto a una situazione che ha poco a che vedere con quella di una democrazia matura: non si tratta soltanto dell'umiliante classifica stilata da Reporters sans frontières, che ci vede solo al quarantunesimo posto per la libertà di stampa in virtù dei numerosi giornalisti minacciati, sotto scorta o oggetto di querele temerarie, ma si tratta di una situazione che lede il diritto dell'opinione pubblica, cioè di ogni singolo cittadino e singola cittadina, a essere informato in un contesto di pluralismo animato da numerosi voci critiche e capace di riconoscere l'inestimabile valore democratico del giornalismo di inchiesta. In questo Paese, troppo spesso, i giornalisti e le giornaliste sono vissuti come un problema, come una rottura di scatole, come una categoria di aggressori, non solo da larga parte del potere politico, ma anche da tanti poteri di diversa natura, a cominciare da quelli economici. Basta leggere, a tal proposito, la mozione presentata dalle forze di maggioranza per averne conferma, visto che, sulle querele temerarie, propone solo un tavolo interministeriale e anche i pareri del Governo, che sono favorevoli solo alle enunciazioni di principio e contrari a quanti invece nelle mozioni entrano nel merito e propongono delle soluzioni.

Vorrei ricordare che nel nostro Paese c'è un partito, Forza Italia, fondato da un imprenditore della comunicazione che non si è mai fatto problemi a utilizzare le sue TV e i suoi giornali per rafforzare il proprio potere politico e vorrei ricordare anche che un altro editore, l'onorevole Angelucci, siede in Parlamento e ancora che è capitato spesso che parlamentari fossero contemporaneamente anche direttori di giornali.

Nonostante questa situazione, il tema del conflitto d'interesse non è mai entrato nell'agenda del Parlamento: ci entrano però quelle norme che impediscono la pubblicazione di informazioni, come l'ormai famoso “emendamento bavaglio”, che qui anche oggi è stato rivendicato, e ci entrano anche i querelanti seriali e temerari (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), quelli che querelano non per ottenere giustizia, ma per intimorire i giornalisti.

I dati parlano chiaro: la Federazione nazionale della stampa italiana ci dice che 7 querele su 10 contro i giornalisti non arrivano nemmeno in tribunale e 9 su 10 si concludono con un'assoluzione. Chiediamo, per questo, una legge contro le querele temerarie, che permetta ai giudici di archiviarle in tempi brevissimi, quando non ci sono i presupposti di fondatezza per un'azione legale e che, nel caso in cui il querelante insista per la prosecuzione del procedimento, che sia a suo carico l'onere della prova. È la strada più giusta, quella di una giustizia più veloce che, a parole, ma solo a parole, tutti invocano in questo Parlamento. La proposta che avanziamo è equilibrata e difende sia la libertà di informazione che il diritto all'onorabilità della persona e la sua approvazione è urgente, urgentissima.

Giusto per dare un'idea del fenomeno delle querele temerarie, farò un breve elenco, sicuramente non esaustivo, che prende in esame solo gli ultimi mesi. La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, non ha mai ritirato le sue querele contro Saviano, Emiliano Fittipaldi e Stefano Feltri (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), nonostante - come è evidente a tutti - il suo attuale ruolo comporti una sproporzione di potere, che dovrebbe indurla ad astenersi dal portare in tribunale chi l'ha criticata.

E ancora, tra querele e minacce, Giorgetti contro Domani, Affari Italiani e TPI; Durigon ha fatto arrivare i Carabinieri in redazione al Domani per l'incredibile sequestro di un articolo; Roberto Calderoli contro Il Mattino e Il Messaggero; il Ministro Adolfo Urso contro Report e contro Il Tempo; la Ministra Daniela Santanche' ha minacciato tutti, dicendo che si farà un bel gruzzoletto; il Ministro Sangiuliano ha diffidato la trasmissione di Radio 1, Un giorno da pecora, dal fare satira su di lui e, non contento, in un'altra occasione, ha pensato bene di strappare di mano il microfono a un giornalista; l'ex Sottosegretario Sgarbi contro Report e, per la verità, contro chiunque abbia usato nominarlo in modo critico; il Ministro Raffaele Fitto sempre contro Report; Fazzolari contro il Domani; il Ministro Piantedosi contro La Notizia; il Ministro Crosetto ha presentato un esposto per conoscere le fonti dei giornalisti che scrivono su di lui, cercando di violare il diritto alla protezione delle fonti e ha querelato persino un giornale di destra come il Giornale; Bignami contro La Notizia; La Russa ancora contro Report; il Ministro Salvini ha minacciato querela contro chiunque lo tirerà in ballo sul caso Verdini; il Ministro Lollobrigida ha scritto diversi post insultando i giornalisti e, infine, un caso del tutto particolare, il Ministro Valditara, perché credo abbia battuto un record visto che, nella storia della Repubblica, non mi risulta esserci mai stata una querela di un Ministro contro un gruppo di studenti minorenni per un volantino (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Vi pare normale? A noi no e, per la verità, non solo a noi di Alleanza Verdi e Sinistra. Non possono essere sfuggite a nessuno le parole di due direttori, Sallusti e Vecchi, vicini al Governo che hanno scritto così: “Che un Governo di destra, attraverso due dei suoi rappresentanti, provi ad estorcere soldi ai giornali che per loro - e direi “nonostante loro” - hanno combattuto battaglie epocali contro chi li voleva - e li vorrebbe - morti è segno di quanto il potere possa dare alla testa e far perdere lucidità”. Abbiamo quindi una semplice domanda da fare: vogliamo tutelare i giornalisti e le giornaliste dalla perdita di lucidità di chi assume il potere politico? Lo chiediamo anche alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che abbiamo sentito comiziare citando Tolkien e parlando dell'anello del potere, dicendo che è insidioso e che cerca di far perdere il senso della realtà. Come darle torto, dopo aver letto poco fa quella fittissima lista di querele (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)? Non sbaglia su questo la Presidente Meloni, ma sbaglia quando dice che una sola cosa è più forte dell'anello e che quella cosa si chiama “compagnia”: no, Presidente, non è la compagnia la sola cosa più forte dell'anello; affermarlo è un errore fatale di cultura politica, perché le sole cose più forti dell'anello sono lo Stato di diritto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), la democrazia, l'equilibrio dei poteri e delle tutele, in cui si inserisce anche la tutela della libertà di informazione. È quindi la Costituzione Italiana, nata dalla lotta antifascista, l'unica cosa più forte dell'anello del potere (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra) perché, anche con l'articolo 21, tutela la collettività dei cittadini contro le compagnie del potere, anche la sua. Quindi stop alle querele temerarie, stop al carcere per il reato di diffamazione, esigibilità del diritto alla protezione delle fonti, anche quelle dei freelance e degli operatori, tutela dei giornalisti precari, stipendi stabili ed equi a chi svolge questa professione, norme contro la concentrazione editoriale e l'abuso delle posizioni dominanti, norme chiare sul conflitto di interessi, contrasto del gender pay gap anche nel mondo del giornalismo, perché è uno scandalo che le giornaliste siano pagate di meno dei colleghi maschi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra): sono tutte norme che, difendendo la professione giornalistica, difenderebbero i più deboli, i cittadini comuni, contro l'opacità del potere. È per questo che non riusciamo a convincere questa maggioranza a fare passi avanti? Noi di Alleanza Verdi e Sinistra non vogliamo giocare a questo gioco incomprensibile. Vale anche per la RAI, perché è stato sbagliato far passare inutilmente la scorsa legislatura; la nostra proposta di legge sulla governance della RAI c'era anche 5 anni fa - e anche prima, per la verità -, grazie al lavoro di Move on e di tante associazioni e c'è oggi. Lo dico anche i deputati e alle deputate delle altre forze di opposizione, che oggi fanno con noi questa battaglia e di cui condividiamo quasi integralmente le mozioni. Impegniamoci a scrivere alcune proposte comuni a tutela della libertà di informazione e facciamone una battaglia unitaria per la democrazia! In queste settimane, tra festival di Sanremo e trasmissioni correlate, la piaggeria e la paura di far dispiacere il Governo hanno sfiorato il grottesco. La RAI deve essere liberata dai partiti, una volta per tutte: “Libera RAI, in libero Stato”, verrebbe da dire (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), “libera informazione, in libero Stato”. Bisogna esserne all'altezza: lo dobbiamo ai nostri valori, ai tanti che, per raccontarci l'orrore della guerra e del mondo, sono morti, come i tantissimi giornalisti uccisi nella Striscia di Gaza, vittime innocenti di un furore cieco e del disprezzo dei diritti umani. Lo dobbiamo anche a chi rischia di marcire in carcere a vita come Julian Assange, colpevole di aver smascherato le bugie dei Governi occidentali su orribili crimini di guerra dei quali nessuno si è assunto la responsabilità. Lo dobbiamo a tutti loro, lo dobbiamo a tutti i giornalisti minacciati e uccisi dalla mafia anche nel nostro Paese. Dobbiamo esserne all'altezza anche con il voto di oggi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grippo. Ne ha facoltà.

VALENTINA GRIPPO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Presidente, colleghi, membri del Governo, ho qui tra le mani alcune foto tratte dall'archivio dell'ANSA, stampate per il sessantennale dell'ordine dei giornalisti: Enrico Berlinguer e Aldo Moro che si stringono la mano nel 1977 con tutta la stampa intorno, Papa Francesco sul suo aereo con la delegazione di giornalisti nel 2015, Enzo Biagi e Sergio Zavoli nel 1952, Fausto Coppi e Mario Ferretti (era il 1954), Alcide De Gasperi (1951), Giovanni Falcone che entra al CSM nel 1986, il ponte Morandi e potrei andare avanti. Proviamo a immaginare che storia sarebbe quella dell'Italia e quella della nostra democrazia se non ci fossero stati gli sguardi di chi l'ha fotografata, le parole di chi l'ha raccontata con passione, con coraggio e con senso civico. Pensiamo ai giornalisti che dal dopoguerra a oggi hanno perso la vita per garantire il diritto all'informazione nel nostro Paese: Cosimo Cristina, Mauro De Mauro, Giovanni Spampinato, Carlo Casalegno, Peppino Impastato, Mario Francese, Mino Pecorelli, Walter Tobagi, Giuseppe Fava, Giancarlo Siani, Mauro Rostagno, Beppe Alfano, Ilaria Alpi, Enzo Baldoni, Raffaele Ciriello, Maria Grazia Cutuli, Dario D'Angelo, Almerigo Grilz, Miran Hrovatin, Marco Lucchetta, Alessandro Ota, Marcello Palmisano, Guido Puletti, Andrea Rocchelli.

Colleghi, Presidente, è in memoria anche di chi ha dato la vita per informare e per senso civico che dobbiamo prendere sul serio la discussione di oggi e non accontentarci di una chiacchiera o di un cahier delle buone intenzioni, ma fare un ragionamento serio. La questione della libertà del giornalismo, il ruolo dell'informazione, i modi in cui si può tutelare la libertà e l'autonomia dei giornalisti in un'epoca devastata da guerre, propaganda, comunicazione disintermediata, avvento dell'intelligenza artificiale, è la questione centrale non della discussione di oggi, colleghi, ma della stessa tenuta della nostra democrazia e non è una risposta a una domanda scontata, soprattutto non è una risposta che può vederci divisi in un derby calcistico tra chi è per la libertà di stampa e chi per i diritti della persona.

Per questo con il gruppo di Azione-PER abbiamo presentato questa mozione e diversi atti normativi che sono all'attenzione di quest'Aula. Io, in particolare, da giornalista faccio una piccola digressione personale: mi sono specializzata, dopo l'università, sul tema del rapporto fra libertà di informazione e privacy, ormai un cospicuo numero di anni fa, e ricordo proprio in questi corridoi - io ero una dottoranda, ero appena tornata dagli Stati Uniti - il professore che mi seguiva, Stefano Rodotà, con il quale, tornata dagli Stati Uniti, parlavo di questo tema. Erano più di 30 anni fa e passammo un'intera giornata in cui io cercavo di farmi spiegare com'era possibile che negli Stati Uniti la tutela della privacy fosse un diritto inviolabile e graniticamente difeso dalla storica sentenza dei giudici Warren e Brandeis di fine Ottocento ma che, al contempo, la libertà di espressione era al primo emendamento della Costituzione americana, mentre da noi questi due diritti, già allora e anche oggi, come nella discussione che ho ascoltato, sembravano deboli e antagonisti. Mi spiegò all'epoca il professore delle differenze fra il dinamismo del diritto anglosassone e la rigidità dei sistemi di civil law, che a volte imbrigliano i valori stessi che vogliono tutelare. Ebbene, forse quella riflessione la capisco fino in fondo solo adesso, ascoltando la discussione di oggi, ascoltando divaricazioni che, a mio avviso, non hanno fondamento.

Non a caso, ho usato tre parole, parlando di giornalismo: libertà, autonomia e responsabilità. Dobbiamo tutti interrogarci su quale sia la giusta disciplina per garantire queste tre cose e dobbiamo farlo, sì, oggi con questa mozione, ma farlo anche nei prossimi mesi, in modo approfondito, coinvolgendo istituzioni, ordini professionali e associazioni che si occupano del tema a livello globale.

L'ordinamento costituzionale, da sempre - è storica la sentenza del 1969, con cui si definisce la libertà di pensiero, pietra angolare dell'ordinamento democratico -, ha precisato, però, in modo altrettanto inequivoco, che non può dare ombra a dubbi, la necessità di garantire anche tutti quei diritti inalienabili dell'individuo che si esplicano nella tutela dell'onore, della reputazione, dell'integrità personale e della privacy. Una democrazia matura, quindi, si misura anche sulla capacità di saper coniugare, da una parte, il diritto dell'individuo a essere informato, il diritto-dovere del giornalista di informare, ma, dall'altra, l'inalienabile diritto di ogni persona a non veder divulgate le proprie informazioni di natura privata o sensibile o a non vedere ingiustamente lesa la propria reputazione e integrità personale, nonché altri diritti costituzionalmente garantiti, quali la presunzione di innocenza e il diritto all'oblio.

Ma dal 1969 su quell'articolo 21 dobbiamo fare una riflessione. Dice l'articolo 21: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Quindi, nel primo comma parla di tutti, cioè il diritto di tutti a informare, e poi nel secondo comma, invece, si riferisce alla stampa, impedendo la censura della stampa. Quindi, oggi la grande domanda che ci facciamo - altrimenti è l'elefante nella stanza che non stiamo affrontando - è se la libertà di parola, che è conferita a ogni singolo oratore, diventi poi rafforzata, quando quella libertà è esercitata dalla stampa, cioè se esista una prerogativa dei giornalisti di informare in modo più tutelato, più rafforzato e se ci sia un'esigenza democratica per questo. Io ritengo che ci sia per almeno 4 motivi: la stampa partecipa al discorso pubblico, è uno dei motori attivatori del discorso pubblico; poi, è il soggetto principale, nell'accezione più larga che abbiamo oggi, nel 2024, di stampa, che distribuisce informazioni; il terzo punto - non meno importante e, anzi, forse è uno degli aspetti più importanti e lo dobbiamo ricordare bene - è che la stampa è il contrappeso potenzialmente antagonista al Governo e al potere, il famoso watchdog, il cane da guardia nei confronti del potere; in quarto luogo, la stampa sana mantiene viva la sfera pubblica, che altrimenti, nel rumore di fondo che caratterizza questa epoca, si va perdendo. Quindi, dobbiamo analizzare la questione da due punti di vista e scopriremo che sono compatibili.

Dunque, gli allarmi che sono stati citati dai colleghi che mi hanno preceduto, dalla piattaforma per la promozione e la protezione del giornalismo del Consiglio d'Europa, dalle federazioni della stampa europea e dalla federazione italiana hanno un fondamento, perché vi è un continuo degrado della libertà di stampa in tutta Europa, con giornalisti assassinati, imprigionati, aggrediti fisicamente, perseguitati per via giudiziaria o sottoposti a campagne diffamatorie.

Il 2022 è stato senza dubbio segnato dalla guerra in Europa, ma anche da una serie di metodi, sia nuovi che consolidati, per mettere a tacere il giornalismo indipendente, tra cui il ricorso a strumenti di sorveglianza e spyware, molestie legali, arresti, detenzioni e continui casi di impunità.

Al tempo stesso, però, non possiamo non fare una riflessione critica su alcuni aspetti dell'informazione per una serie di fattori interconnessi, legati, fra l'altro, alla crisi economica del settore informativo, all'assenza di un quadro normativo organico e moderno che supporti nella sostanza il giornalismo libero, alla precarietà del lavoro nel settore, all'interferenza della politica e alla presenza di portatori di interessi nella proprietà editoriale. Pertanto, il panorama mediatico internazionale e italiano presenta uno scenario allarmante sotto il profilo della libertà di stampa e del libero esercizio del diritto di cronaca. Quindi, è altrettanto importante questo secondo aspetto, cioè l'indipendenza.

Secondo la relazione sullo Stato di diritto 2023 - concludo, Presidente -, l'Italia è considerata dalla Commissione europea uno dei 16 Stati a rischio elevato per la crescente politicizzazione del servizio pubblico radiotelevisivo, con un rischio elevato di influenza commerciale nella proprietà dei contenuti editoriali, presentando un rischio anche in merito all'indipendenza politica dei media.

Con gli impegni che abbiamo illustrato - poi commenteremo quelli sui quali il parere è stato negativo - abbiamo cercato di segnare una road map per far capire che il derby non è tra chi difende la libertà della stampa e chi difende i diritti dell'individuo, ma il derby è tra chi crede ancora nella possibilità di attuare una democrazia sostanziale, dove tutti i diritti costituzionali sono garantiti, e chi si vuole arrendere. Spero che, su questo argomento, in quest'Aula, possiamo sederci tutti dalla stessa parte (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paolo Emilio Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO EMILIO RUSSO (FI-PPE). Presidente, onorevoli colleghi, la stampa è il cane da guardia della società, e la libertà di espressione che ogni Paese riconosce a chi esercita la professione del giornalismo è uno degli indicatori di salute di una democrazia. Il giornalismo del 2024, quello di oggi, non è più quello eroico dei reportage e delle interviste mitiche del secolo scorso, alla Oriana Fallaci, e nemmeno quello dei retroscena delle grandi inchieste che in qualche modo ho conosciuto, prima da giovane pubblicista, poi come praticante, infine come professionista alla fine degli anni Novanta.

Oggi, scommetto che nessuno farebbe più ciò che ha fatto Vittorio Feltri, che ha raccontato lui stesso in un'intervista qualche settimana fa, cioè lasciare un posto di lavoro sicuro per intraprendere una carriera in un settore che oggi sembra diventato l'emblema dell'incertezza e della precarietà. Ringrazio, pertanto, i colleghi di AVS per avere sollecitato questa discussione in Parlamento e creato un'occasione preziosa per fare il punto su ciò che è stato fatto e su quanto ancora possiamo fare, per restituire la libertà di informare ai giornalisti e un'informazione di qualità, professionalizzata e verificata agli italiani.

L'adrenalina dei cronisti di 20 anni fa era svegliarsi alle 4 del mattino per comprare il giornale cartaceo in una delle poche edicole notturne e scoprire se si era preso o dato un buco alla concorrenza. Oggi, quell'adrenalina è sostituita dall'ansia di perdersi un pezzo nel bombardamento continuo di informazioni che, attraverso la rete e i social, restituiscono maggiore velocità alla circolazione delle notizie, ma non offrono più alcuna garanzia sulla qualità. Chiunque oggi può scrivere una cosa e non è detto che quella cosa sia vera, e non tutti i nuovi lettori sono capaci di discernere, e ancora, purtroppo, non hanno inventato un'intelligenza artificiale capace di spegnere le fake news.

Sta tutto qua, in questa debolezza del settore, in un sovraccarico quotidiano di lavoro dei colleghi e in una precarizzazione estrema, il pericolo per la nostra libertà. Sono molti, è vero, i potenti o presunti tali che, consapevoli delle fragilità di un settore caratterizzato da bilanci in rosso e calo vertiginoso delle copie, utilizzano la querela o una semplice minaccia - perché talvolta è sufficiente una minaccia - per cancellare un racconto che non fa comodo, anche se magari quel racconto è corrispondente alla realtà.

Il fenomeno opposto, non meno grave e spesso addirittura letale, come abbiamo visto nelle ultime settimane, è quello di spararla grossa, senza le necessarie verifiche o risparmiandoci di contattare gli interessati per una replica, pur di arrivare prima e fare il pieno di clic.

La rete, purtroppo, con le leggi attuali garantisce, per un determinato tempo, la libertà di diffamare. La querela temeraria di cui tratta la mozione è un problema che va affrontato rapidamente, però - Presidente, mi rivolgo a lei - voglio dire alla collega Piccolotti che questo problema non si può certo risolvere consentendo l'impunità a chi diffama o querela, oppure scrive una cosa diffamatoria su un'altra persona, perché l'impunità che daremmo in questo caso e che lei in qualche modo ha evocato non premia la professionalità dei colleghi che fanno il lavoro, facendo verifiche o rispettando le regole, anche deontologiche.

Quindi, sarebbe assolutamente sbagliato immaginare che un politico non possa fare una querela, perché ci sarebbe un abuso di potere. È un magistrato che deve valutare se si è rispettata la realtà, se c'è quindi una diffamazione o meno. Bisogna modificare la disciplina per le rettifiche e prevedere tempi più rapidi e strumenti più efficaci, imponendo regole anche all'informazione online, che presto resterà la sola sopravvissuta. Abbiamo presentato, a questo scopo, lo scorso settembre una proposta per riformare la legge sulla stampa, un intervento che vuole riproporre anche la questione della possibilità che un giornalista possa finire in carcere.

Oggi, è ancora possibile, com'è noto. La riforma della normativa sulla diffamazione a mezzo stampa nelle ultime tre legislature ha rappresentato una sorta di fiume carsico, che emerge in superficie sulla scorta delle emozioni, a seguito di fatti eclatanti, come un direttore o un giornalista noto che rischia concretamente di finire in carcere, per poi inabissarsi per un lungo periodo, quando il clamore per certi motivi o per diversi motivi viene meno. La nostra proposta prevede un tempo estremamente accelerato di 12 ore per la rettifica sulle testate online e anche il diritto all'oblio, che già esiste in molti Paesi.

Chi si ritenga diffamato può domandare dunque l'eliminazione dai siti Internet e dai motori di ricerca di contenuti diffamatori o dei dati personali trattati in violazione della legge. La lotta contro interferenze e liti temerarie ovviamente non si fa solo con questo veicolo. È necessario che Governo e istituzioni lavorino per rafforzare il comparto, sostenendo la transizione digitale. Con il decreto Milleproroghe, che abbiamo approvato proprio una settimana fa, abbiamo rinviato i tagli al settore che erano già stati decisi da altri e, anzi, investito alcuni milioni su emittenti private che puntino sulla tecnologia. È necessario cambiare le regole - lo diceva prima il collega Giachetti - per accedere all'Ordine dei giornalisti, i cui membri hanno titolo a rivendicare il segreto professionale per tutelare le fonti. Con lo stesso decreto abbiamo posticipato di sei mesi il rinnovo del prossimo consiglio dell'ordine subordinando proprio questo rinvio alla sperimentazione di strumenti digitali che possano allargare la platea dei votanti e la partecipazione, per promuovere una riforma complessiva di uno strumento che evidentemente non sa più rispondere alle nuove esigenze.

Con la riforma del contributo alle agenzie di stampa che offrono servizi alla pubblica amministrazione, il Dipartimento per l'informazione e per l'editoria, guidato da un giornalista, il senatore Alberto Barachini, ha subordinato il sostegno pubblico al numero congruo di giornalisti dipendenti e alla qualità dei contratti e dello stipendio loro riconosciuto. Per una volta perfettamente in tempo, è stata costituita una commissione per esaminare l'impatto dell'intelligenza artificiale sul sistema dell'informazione, in modo da attrezzarci per prevenire furti del diritto d'autore, plagi o fake news. Il Dipartimento sta collaborando a livello europeo nella scrittura della direttiva per la libertà dei media e alle campagne del Consiglio d'Europa sull'importanza del giornalismo. Come su altri temi che riguardano democrazia, diritti e libertà, questo Parlamento ha la possibilità - e io credo il dovere - di muoversi unito, senza distinguo. Forza Italia ha sempre seguito questa strada perché ci crede e anche perché, tra l'altro, è il movimento fondato da un grande editore, Silvio Berlusconi, un uomo visionario, che ha sempre lasciato la massima libertà ai giornalisti che lavoravano nelle sue testate e che ha investito sulla competenza e la versatilità dei giornalisti in ogni campo. È dunque un onore e una soddisfazione, per esempio, avere oggi qui, in Parlamento, l'onorevole Rita Dalla Chiesa, ma anche la mia collega Deborah Bergamini, e poi chi mi ha dato la parola, il Presidente e direttore onorevole Giorgio Mule'(Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Per tutte queste ragioni, il gruppo di Forza Italia ha collaborato alla scrittura e voterà la mozione per la tutela del lavoro giornalistico. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Grazie a lei, anche della citazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Orrico. Ne ha facoltà.

ANNA LAURA ORRICO (M5S). Grazie, Presidente. L'ultimo rapporto sullo Stato di diritto pubblicato dalla Commissione europea a inizio luglio dello scorso anno aveva evidenziato, con riferimento al nostro Paese, più di una preoccupazione sul fronte della libertà di stampa, tra cui le condizioni di lavoro precarie di molti giornalisti, la protezione delle fonti giornalistiche, la legislazione sulla diffamazione, i casi di aggressioni fisiche e intimidazioni. In particolare, l'Italia, a detta della Commissione europea, è uno dei 16 Stati a rischio elevato per la crescente politicizzazione del servizio pubblico radiotelevisivo.

In un contesto globale dipinto a tinte sempre più fosche, la libertà di stampa in Italia continua ad essere minacciata dalla criminalità organizzata, soprattutto nel Meridione, oltre che da vari gruppi estremisti violenti. Attacchi che sono notevolmente aumentati durante la pandemia e continuano a ostacolare il lavoro dei professionisti dell'informazione, soprattutto durante le manifestazioni. A condizionare il lavoro dei giornalisti è la crescente precarietà, che mina pericolosamente il giornalismo, il suo dinamismo e la sua autonomia.

Una ventina i giornalisti sotto protezione delle Forze dell'ordine 24 ore su 24, dopo essere stati oggetto di intimidazioni e aggressioni. D'altronde, in Italia gli alti costi di gestione dei giornali e delle televisioni provocano l'esclusione di coloro che non sono in grado di competere economicamente. La conclusione è l'assorbimento di più testate giornalistiche da parte di società e gruppi editoriali che in questo modo riescono a controllare l'informazione per metterla al servizio dei propri interessi economici e/o politici.

Purtroppo, la storia del nostro Paese è costellata da momenti bui rispetto alla libertà di stampa. Il regime fascista fu certamente il momento culminante ma, per fortuna, i padri e le madri costituenti hanno saputo far tesoro degli errori del passato, codificando nell'articolo 21 della nostra Costituzione la libertà di espressione e di manifestazione del pensiero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), dunque, sancendo la tutela della libertà di stampa che è divenuta garanzia dello Stato di diritto. Tuttavia, le riforme necessarie per mettere in sicurezza la professione e la missione del giornalista dai condizionamenti della politica e di interessi pericolosi non hanno tenuto il passo con l'evoluzione della nostra società e con il progresso tecnologico. Ancora molto abbiamo da migliorare per tutelare le nostre giornaliste e i nostri giornalisti dalle querele temerarie, dalla paura di subire conseguenze giudiziarie perché scomodi ai poteri di turno. Conosciamo bene le crociate che certe lobby e alcune forze politiche del nostro Paese hanno condotto contro la libertà di stampa. Particolarmente difficile, da questa prospettiva, il ventennio berlusconiano, culminato nel tristemente noto editto bulgaro e condito dalle urla di una politica che denunciava una congiura di sistema quando venivano toccati nervi scoperti, come potevano essere le questioni riguardanti il conflitto di interessi. Oggi viviamo in un altro momento storico difficile. La crisi sociale ed economica generata dalla pandemia, aggravata da quella energetica e umanitaria prodotta da conflitti come quello russo-ucraino e israelo-palestinese, sta mettendo a dura prova la tenuta di un sistema culturale dove la libertà di espressione è sempre stata un caposaldo. Assistiamo, invece, spesso e volentieri, al tentativo di mistificare le dichiarazioni di chi esprime preoccupazione verso l'inasprirsi di certi conflitti e disastri umanitari, etichettate come contrarie al normale senso di giustizia mentre in realtà rappresentano ragionevoli dubbi sulla vocazione costituzionale che il nostro Paese si è dato ripudiando la guerra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Stiamo assistendo, dall'insediamento del Governo Meloni, a diversi tentativi di imbavagliare la stampa, di sopire il dissenso, iniziando dalle scuole per arrivare alle manifestazioni nelle pubbliche piazze. Non a caso, il Ministro dell'Istruzione e del merito ha recentemente dichiarato di voler consolidare la prassi della bocciatura per gli studenti che protestano e occupano le scuole. Paradigmatica è la punizione inflitta allo studente di una scuola di Modena che ha ricevuto una esemplare sospensione, di 12 giorni, per aver dichiarato in un'intervista le ragioni della protesta studentesca della quale era portavoce. Lo stesso Ministro, un anno fa, era intervenuto su una dirigente scolastica poiché aveva scritto un'accorata lettera ai suoi studenti per spiegare quanto alcuni tentativi di reprimere il dissenso con la violenza serpeggino pericolosamente nella nostra società e quanto dunque sia fondamentale ricordare i valori antifascisti sui quali si fonda la nostra Repubblica e non sottovalutare la pretesa che spinge alcuni a voler zittire le altrui legittime opinioni. E poi ci sono Pisa, il richiamo di Mattarella e decine di studenti manganellati, triste pagina per la storia della democrazia. Ad essere bocciata è solo e soltanto la politica, senza se e senza ma (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Poi ci sono la censura che avanza verso gli artisti e le malsane critiche, spesso anche lesive della dignità personale, che alcuni politici muovono contro scrittori e giornalisti, le cui dichiarazioni, evidentemente scomode, non sono gradite. Ma fin dove un politico, aiutato dalla velocità dei social media e dalla loro immediatezza, può spingersi a minacciare, attraverso la querela per diffamazione, qualunque giornalista, scrittore o artista che esprima il suo punto di vista su ciò che la politica dice e fa o non dice e non fa? Solo di recente, proprio sul palco del Festival di Sanremo, in diretta Rai, abbiamo assistito alla censura di alcuni artisti rei di aver espresso la propria idea su un tema come quello della guerra in Medioriente. Anzi, c'è chi tra le file della maggioranza vorrebbe addirittura vietare agli artisti che partecipano alle trasmissioni del servizio pubblico di esprimere il proprio punto di vista sull'attualità mentre, se un loro collega deputato porta la pistola a una festa e da questa vengono esplosi dei colpi, rischia di venire in qualche modo persino giustificato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il tentativo di indebolire la libertà della stampa non è nuovo a certe destre, così come quello di ridurre sempre di più il lavoro di inchiesta di giornalisti e giornaliste, attraverso leggi come l'ultimo provvedimento previsto nella riforma del Ministro Nordio che di fatto impedirà alla stampa di riportare correttamente le intercettazioni e le ordinanze di custodia cautelare, se non facendo un sunto che implicherà una ricostruzione parziale dei fatti, dunque soggettiva.

Ciò a discapito di chi è indagato o imputato e soprattutto dei cittadini, che non potranno essere correttamente informati. Ma si sa, per questo Governo una giustizia snella si ottiene imbavagliando la stampa e una giustizia giusta è quella sommaria e parziale che colpisce chi è debole e non ha mezzi per difendersi.

A difesa della libertà di stampa e del sacrosanto principio di un'informazione libera e obiettiva abbiamo lavorato in Commissione vigilanza Rai per tutelare il giornalismo di inchiesta che, a nostro avviso, dovrebbe essere la punta di diamante del servizio pubblico radiotelevisivo. Abbiamo ottenuto che tale principio fosse rafforzato nel contratto di servizio tra Governo e Rai e continueremo a batterci affinché il giornalismo di inchiesta cresca nel servizio pubblico e formi le nuove leve del giornalismo italiano.

Il servizio pubblico ha bisogno di una riforma che parta dal Parlamento, che ascolti e recepisca l'esperienza di chi ha costruito negli anni la TV pubblica, che accolga e rielabori le considerazioni di categorie e organizzazioni, parti sociali, lavoratrici e lavoratori, maestranze, giornaliste e giornalisti, che hanno contribuito in tutti questi decenni al servizio pubblico radiotelevisivo. Per questo, da tempo proponiamo che si dia vita agli Stati generali del servizio pubblico radiotelevisivo, affinché tutte le forze politiche e tutte le parti interessate possano lavorare a una riforma della governance che renda finalmente il servizio pubblico autonomo e indipendente, scevro da condizionamenti e nomine politiche, così come vorrebbero gli italiani, le associazioni che rappresentano il mondo della stampa e dei media dell'Unione europea. Crediamo fermamente che tale riforma sia possibile solo se il Parlamento sarà protagonista e per questo non possiamo accettare le riformulazioni proposte dal Governo alla nostra mozione, perché il Governo ha un'idea diversa, per non dire opposta, su temi così delicati, come i diritti e le libertà, la giustizia e il servizio pubblico radiotelevisivo.

Sulle altre mozioni, Presidente, mi consenta un sorriso, sebbene amaro, relativo alla mozione di Italia viva, che chiede un servizio pubblico radiotelevisivo scevro dai condizionamenti del Governo, quando fu proprio la riforma Renzi a far sì che il Governo avesse un piede pesante all'interno del servizio pubblico radiotelevisivo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e la Repubblica, un giornale che sicuramente non può essere definito grillino, scriveva, nel 2015, “dalla Rai del Parlamento alla Rai del Governo”, a proposito della riforma voluta da Renzi nel 2015. Per questo, in segno di protesta, alzeremo le tessere e non voteremo questo voltamento di faccia che fa Italia viva.

Infine, Presidente, un'ultima considerazione. La qualità della vita in una società democratica non si può misurare solo attraverso il PIL, poiché il rischio è che guardando solo ai dati economici si perdano di vista quei diritti che rendono meritevole il nostro Paese agli occhi di chi nel mondo ci ha sempre considerato culla di civiltà. La felicità e il benessere si misurano attraverso i diritti e le libertà fondamentali, delle donne e degli uomini. Fra queste, la libertà di espressione che non può essere barattata con nulla. Ne va della dignità delle persone, della dignità di questo Parlamento e della nostra democrazia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Miele. Ne ha facoltà.

GIOVANNA MIELE (LEGA). Signor Presidente, rappresentante del Governo, onorevoli colleghi…

PRESIDENTE. Collega, facciamo un cambio di microfono, perché c'è un problema acustico. Deve proprio cambiarlo, onorevole Miele, si scambi con l'onorevole Loizzo, che si sposta.

GIOVANNA MIELE (LEGA). Presidente, è il bello della diretta.

PRESIDENTE. Pensi se fossimo in differita …

GIOVANNA MIELE (LEGA). Signor Presidente, rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, il giornalismo ha radici profonde risalenti all'antica Roma, all'antica Grecia e per noi è elemento saliente della ricostruzione della storia, essenza della nostra democrazia, evoluzione del concetto di comunicazione, chiave delle relazioni umane attraverso le quali siamo parte di una comunità moderna e civile. L'importanza della comunicazione di massa (radiocomunicazioni, televisioni e, infine, i social) è connessa al concetto di opinione pubblica, quella rappresentanza che una comunità vuole dare di sé e degli altri.

Gli organi di informazione svolgono un ruolo importante nella diffusione di messaggi che aiutano significativamente la formazione del giudizio critico nelle persone e tra le persone.

In un articolo della rivista Time, i giornalisti vengono definiti i guardiani della libertà, un'accezione che trovo assolutamente calzante per esprimere il concetto che il partito della Lega vuole difendere: il diritto alla libera espressione. Ricordiamo tristemente le morti di tanti, troppi giornalisti, fatti tacere per le loro inchieste di guerra, crimine organizzato, violenze, che sarebbero anche rimaste celate alla storia, senza questo lavoro. Hanno oltrepassato i confini della censura e delle dittature; giornalisti che hanno perso la loro vita, perché fermamente convinti dell'importanza di questo lavoro al servizio della verità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Tanti rapiti e minacciati anche dai lavoratori precari, per non parlare delle donne spesso vittime di aggressione sessiste quando impegnate in prima linea.

L'importanza del giornalismo risiede nella sua capacità di formare coscienze, giudizio critico del cittadino, perché la conoscenza è la vera arma della libertà, non si può pensare di imbavagliarla. Piuttosto corre l'obbligo di lanciare una riflessione politica sulla differenza tra informazione di qualità, racconto fantasioso, o peggio fazioso, che spesso veicola molto più velocemente, soprattutto sui social ed è il vero pericolo, nonché la sfida etica ed educativa che dobbiamo combattere per i nostri giovani.

Si tratta di una questione complessa, perché il confine tra riportare una notizia e diventare strumento, magari inconsapevolmente, di propaganda di un messaggio ostile è molto sottile. Ci rendiamo conto di quanto sia difficile trovare il giusto equilibrio ed è su questo che auspichiamo vada il dibattito politico legislativo. L'importanza che diamo al sensazionale va di pari passo con la capacità delle news di diffondersi e diventare virali ed è per questo che siamo convinti di dover valorizzare la professionalità etica e di qualità.

Pensiamo ai discorsi d'odio e di discriminazione che non risparmiano nemmeno i bambini e di cui sono vittime, spesso e volentieri, anche gli stessi giornalisti e, perché no, diciamolo, anche noi politici e che attraggono l'opinione pubblica, la dividono spesso e volentieri e diffondono e acuiscono diffidenza, distacco l'uno verso gli altri. Risultato? Un'inculturazione che si allontana dalla missione giornalistica alta e nobile alla quale noi crediamo fermamente e alla quale il partito della Lega si affida.

Nella nostra società sempre più digitalizzata il diritto all'informazione assume un'importanza via via crescente. L'attività di informare e di informarsi che oggi non si realizza con l'impiego di un unico canale, ma con strumenti e mezzi diversificati che cambiano continuamente anche il modo di comunicare ci spinge a puntare a una formazione professionalizzante sempre più rigorosa. Infatti, gli stessi professionisti del settore sono spesso soggetti a intimidazioni, molestie online o aggressioni. Il nostro dovere è quello di poter permettere loro di svolgere un lavoro in maniera dignitosa, anche attraverso il riconoscimento di un salario equo e di una stabilità lavorativa sempre meno perseguibile, visto il calo delle vendite della carta stampata, che impone agli imprenditori del settore di cercare nuove strategie per essere al pari con i cambiamenti repentini.

Tra questi, l'avanzamento delle tecnologie e l'avvento dell'intelligenza artificiale, che apre a un dibattito politico circa i vantaggi e gli svantaggi che offre la sua applicazione. Sta a noi determinare il ruolo da offrirgli, un ruolo che per la Lega è strumento di supporto al lavoro del giornalista e mai di sostituzione. Per questo promuoviamo un approccio equilibrato, che garantisca il rispetto dei principi etici, della responsabilità sociale e dei diritti dei lavoratori giornalisti. Un bilanciamento che metta sempre la tecnologia al servizio dei valori umani. Protezione dell'occupazione in primis. Siamo già da tempo al lavoro per questo. Riconoscere l'importanza assoluta della libertà di stampa è per la Lega un caposaldo della politica che ci vede al fianco del giornalismo e dei giornalisti, di un giornalismo costruttivo, attento ad analizzare i problemi e alla ricerca di soluzioni, un giornalismo sempre aperto al dialogo, perché il suo contributo alla diffusione di fatti verificati e di dati affidabili è fondamentale per combattere le fake news che tendono a polarizzare la società e, spesso, nella loro disinformazione, hanno anche causato la morte di giovani, vittime di notizie fabbricate ad arte. Infatti, il presente, nella sua dinamicità, ci permette un accesso alle notizie facilitato, ma anche sempre meno approfondito. Il sovrapporsi di narrazioni spesso anche in contraddizione tra loro ci pone al centro di un bombardamento che rischia di allontanare le giovani generazioni dallo sviluppo del pensiero critico e costruttivo sulla nostra società e sui nostri valori.

Lo studio, l'esperienza scolastica e l'interazione sana con il mondo social e il giornalismo sono più che mai una risposta all'impatto che i social media hanno sulle capacità sociali degli adolescenti, sicuramente, anche attraverso l'attivazione di PCTO nelle scuole, l'incentivazione dei giornalini studenteschi, l'utilizzo consapevole delle risorse online affidabili, svolti in collaborazione con testate giornalistiche, per sensibilizzare i giovani a un uso consapevole della tecnologia, e non solo.

Ci dispiace che spesso si utilizzano anche i canali social per divulgare notizie artatamente create per strumentalizzare i ragazzi, anche attraverso mobilitazioni fatte per affermare posizioni ideologiche superate e figlie di un tempo passato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), che nessuno di noi vuole riportare in auge, nell'interesse del Paese.

La nostra missione è educare al dialogo e promuovere la vicinanza alla politica e la fiducia verso i suoi rappresentanti, esaltando le differenze, mai demonizzando il confronto sano. Alcuni esempi sono le estremizzazioni avvenute in manifestazioni recenti, in cui l'istigazione all'odio è evidente. Tutto questo indebolisce la democrazia e non rappresenta in alcun modo la manifestazione della libertà di pensiero e il rispetto delle istituzioni. A tal proposito ricordiamo l'articolo 21 della nostra Costituzione, che stabilisce che tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. Nel contempo, l'articolo 27 sancisce che l'imputato non può essere considerato colpevole fino a condanna definitiva. La tutela del giornalismo e la libertà di informazione sono strettamente interconnesse e reciprocamente rafforzanti, per garantire la trasparenza e la partecipazione democratica all'interno di una società che, Presidente, ci teniamo a sottolinearlo, deve proteggere ogni singolo cittadino nel suo onore e nel suo valore (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). La libertà di informazione è un diritto fondamentale che consente ai cittadini di accedere alle informazioni di interesse pubblico. Questo diritto implica anche il libero accesso ai mezzi di comunicazione e la possibilità di tutelare le fonti e diffondere senza censura le informazioni.

Una libera opinione pubblica è un'esigenza irrinunziabile per la democrazia italiana, ma per noi occorre bilanciarla con la tutela della reputazione individuale, prospettando un'auspicata riforma legislativa, complessiva, che sostanzi sempre la tutela dei diritti dell'uomo, condanni l'istigazione all'odio, alla violenza e l'utilizzo della menzogna, tutti i comportamenti lesivi della democrazia, che deve permettere sempre la valutazione giudiziale in ordine alla gravità del fatto, come enunciato dalla Corte costituzionale. Non si deve escludere ex ante la possibilità di far valere le proprie ragioni. Le attuali leggi sulla diffamazione, ad esempio, cercano di trovare un equilibrio tra libertà di stampa e protezione della reputazione individuale. Il credito sociale, diritto soggettivo, è inviolabile. La ratio delle norme non è di certo quella di limitare arbitrariamente la critica legittima e l'indagine giornalistica; del resto, più volte, la Corte di cassazione ha ribadito che il diritto di cronaca possa essere esercitato anche quando ne derivi una lesione alla reputazione, costituendo così causa di giustificazione della condotta, a condizione che vengano rispettati i limiti della verità, della continenza e della pertinenza della notizia, cosa in cui noi crediamo fermamente.

L'intento della nostra azione politica è che la democrazia venga tutelata, cercando di garantire un'opinione pubblica attiva in un dibattito pubblico aperto e pluralistico, nel rispetto della dignità e dei diritti di tutti gli individui coinvolti. Potremmo citare esempi eclatanti di professionisti del settore indebitamente accusati di diffamazione, così come altrettanti casi di soggetti pubblici o privati ingiustamente trascinati sulle pagine dei giornali e dei social network. Dove pende la bilancia della giustizia, in questi casi? Dove la tutela della privacy? Quante vite rovinate e quanti posti di lavoro persi?

L'impegno che chiediamo è quello di garantire una tempestiva tutela al soggetto offeso dalla diffamazione, attraverso sistemi legali realmente efficaci e rapidi per proteggere i diritti. Ciò implica avere tribunali strutturati, procedure semplificate per la presentazione dei reclami e tempi di risposta ragionevoli da parte delle autorità giudiziarie, in definitiva un impegno a garantire una tempestiva tutela della protezione e della reputazione individuale e la salvaguardia della libertà di stampa. Garantire l'accesso alla giustizia è un diritto tutelato dall'articolo 47 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, che sancisce che ogni individuo ha diritto che la sua causa sia esaminata equamente e ogni persona ha la facoltà di farsi consigliare, difendere e rappresentare. Ci stupisce che alcuni partiti rappresentativi delle minoranze di questo Paese, in maniera strumentale, perseguano una politica basata sulla negazione di questo diritto, che è uno strumento che abilita e dà forza alla realizzazione di altri diritti fondamentali.

La Lega e il centrodestra non vogliono impegnare il Governo a dividere, a decidere chi sia buono o cattivo, chi meriti più tutela, ma vogliamo agire secondo i dettami costituzionali ed europei, senza ideologie preconcette o politiche di ricerca del consenso. Per questo siamo fermamente convinti che sia nel bilanciamento fra diritto di cronaca e diritto all'educazione che si sostanzi una democrazia matura.

Per tutti i motivi qui esposti, il voto che esprimo, a nome del gruppo Lega, è favorevole alla mozione presentata (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bakkali. Ne ha facoltà.

OUIDAD BAKKALI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, rappresentanti del Governo, quando i padri e le madri costituenti scrissero la nostra Costituzione, diedero all'articolo 21 la funzione di cardine del nostro regime democratico, diedero alla libertà di manifestare liberamente il proprio pensiero, al divieto di censura o autorizzazione alla stampa, ai media liberi e indipendenti, la funzione non solo di pilastro della democrazia, ma anche di perno per il bilanciamento dei poteri. Si può assumere, come più volte ribadito nella giurisprudenza della Corte costituzionale in numerose sentenze, che la libertà di manifestazione del pensiero è condizione del modo di essere del nostro Paese e cardine di democrazia nell'ordinamento generale. La libertà di manifestazione del pensiero non è conseguenza della democrazia o funzionale ad essa. Questa libertà afferma il nostro Stato democratico. E allora non stupisce che lo scivolamento verso autocrazie, regimi illiberali e democrature, diventi evidente e tangibile quando a venire compressi sono gli spazi del pensiero dei media e della libertà di informazione, proprio ora, in questo momento storico, nel peggior momento per la libertà di stampa in giro per il mondo. Secondo il World Press Freedom Index, che valuta lo stato dei media in 180 Paesi, la situazione è diventata molto grave in 31 Paesi, rispetto ai 21 di solo due anni fa. Proprio ora questa discussione è necessaria, perché chiede a questo Parlamento, oggi, in Italia, di unirsi intorno a princìpi che riaffermano e fondano la nostra Repubblica, a partire dall'articolo 21.

Le sfide che si declinano in queste mozioni, come nella nostra mozione, sono cruciali per il futuro della libertà di stampa nel nostro Paese, che ancora oggi è segnato da urgenti questioni che condizionano pesantemente il lavoro di giornaliste e giornalisti, esposti a intimidazioni, minacce e crescente precarietà. Tutto questo silenzia voci, lede il diritto di tutte noi e tutti noi, cittadine e cittadini italiani, alla corretta informazione, con una lesione diretta all'articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea.

Allora, signor Presidente, al centro di questa mozione poniamo queste minacce e cerchiamo anche quelle che possono essere le questioni che vanno finalmente affrontate. Penso a quella sulle querele temerarie, ne hanno parlato molto i colleghi e le colleghe che mi hanno preceduto; su questo l'Europa ci ha fornito due strumenti, che pensiamo segnino un solco che anche noi dobbiamo fare nostro, nel nostro ordinamento e nella nostra cultura. Penso al testo negoziale sulle nuove norme per tutelare giornalisti, media e attivisti dalle querele vessatorie, e quindi le azioni legali strategiche contro la partecipazione pubblica, che sono note con l'acronimo SLAPP, e l'European Media Freedom Act, che tutela il pluralismo e l'indipendenza dei media. A questo contesto europeo va aggiunto quello italiano, che, dal punto di vista delle norme, in questo momento sembra tornare indietro, pesantemente indietro, attraverso iniziative legislative che incidono pesantemente sulla libertà dei giornalisti, così come il clima, che sentiamo, di insofferenza verso il giornalismo di inchiesta o qualsiasi forma di critica per mezzo stampa, che sta portando alla proliferazione di denunce e attacchi diretti e personali anche da parte di chi esercita il potere esecutivo, e poco fa abbiamo sentito un lungo elenco in tal senso, fornito dalla collega Piccolotti.

In Senato procede l'esame dei vari testi depositati, sperando che riprenda la strada che, nella scorsa legislatura, aveva portato alla quasi approvazione della proposta di legge che riformava la disciplina della diffamazione a mezzo stampa, intervenendo sulla legge n. 47 del 1948, sui codici penale, civile e di procedura penale e civile, prevedendo - lo abbiamo detto in tanti - l'estensione dell'applicazione della legge sulla stampa alle testate giornalistiche online registrate presso le cancellerie dei tribunali, la riforma della disciplina del diritto di rettifica, la riforma delle pene previste per la diffamazione a mezzo stampa e l'eliminazione della pena della reclusione, così come ci chiede la Corte costituzionale.

E ancora, la violenza e le intimidazioni che la criminalità organizzata orienta sistematicamente contro i giornalisti e le giornaliste italiane: in questo momento, 250 giornalisti sono sotto vigilanza e 22 sotto scorta, e noi dobbiamo stare affianco a loro, affianco a chi denuncia collusione e corruzione, e proteggerli istituzionalmente, ma anche culturalmente.

Dobbiamo essere all'altezza - questo lo chiediamo nella mozione - delle nuove sfide del futuro. Penso all'intelligenza artificiale: quali conseguenze, quale futuro per l'informazione, quali opportunità positive, mentre è in crescita l'applicazione di questa tecnologia che cambierà il modo di trovare, produrre e distribuire contenuti; come garantire l'integrità dei contenuti e del diritto d'autore. I giornalisti e le giornaliste ci hanno indicato una via nella Carta di Parigi sull'intelligenza artificiale, lanciata lo scorso novembre dal RSF, che indica alcune questioni: la necessità di regole precise e princìpi etici per offrire benefici a tutta l'umanità, condizione essenziale, se vogliamo proteggere il diritto all'informazione; il giudizio umano, quale elemento centrale delle decisioni editoriali; i media come aiuto per la società e per chi usufruisce di questa informazione, affinché impari a distinguere tra contenuti autentici e contenuti sintetici.

E poi il passaggio - per noi importantissimo - sul tema delle politiche di genere e il giornalismo. Ho trovato imbarazzanti le riformulazioni del Sottosegretario - ora è impegnato - sul tema del genere. Sottosegretario? Salve! Ho trovato imbarazzanti le riformulazioni sul tema delle politiche di genere, che cancellano la parolina “genere”, perché per voi il genere - o gender, che, vi diamo una notizia, è semplicemente la traduzione in inglese - è un fantasma (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), che, tra l'altro, vedete solo voi e spaventa solo voi, mentre invece sono reali le minacce, sono reali le disparità e le discriminazioni di genere: lo sono nell'ambito della retribuzione, lo sono nell'ambito della rappresentanza femminile e della crescita delle donne nelle redazioni. Abbiamo audito, l'altra settimana, esaminando il testo unico dei servizi di media audiovisivi, l'associazione Giulia, e questi dati devono essere chiari. Prima di eliminare la parola “genere”, ricordatevi che, su 57 direzioni dei quotidiani nazionali, abbiamo 2 direttrici, il 3 per cento. Il Global media monitoring project ci avvisa che solo il 12 per cento (Una voce dai banchi del Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista: Presidente, il Governo!)…

PRESIDENTE. Allora, colleghi, siccome è un esercizio che ogni tanto fate anche voi, abbiate pazienza, voleva soltanto un chiarimento. Prego.

OUIDAD BAKKALI (PD-IDP). Quindi, 2 direttrici su 57 quotidiani nazionali, il 12 per cento è il numero a cui arrivano le esperte sui media italiani, quindi delle voci che si ritengono esperte, solo 1 su 10 è una voce femminile. Manca, dunque, la voce delle donne, e anche questa è una violazione del diritto a un'informazione integra e plurale, anche questa è una violenza e una discriminazione di genere. Ricordatevi questa parola.

E poi il precariato nella professione giornalistica, anche questo è un tema importante: 9.000 testate giornalistiche non iscritte al tribunale, 20.000 giovani che lavorano e svolgono informazione senza essere disciplinati e tutelati, 5.000 precari con retribuzioni sotto la soglia della dignità.

Su questo ricordo un libro di Lucio Luca, Quattro centesimi a riga. Morire di giornalismo, che ricorda la storia di Alessandro Bozzo, un giovane calabrese morto di precariato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), morto di minacce da parte della 'ndrangheta, che ha deciso di porre fine alla sua vita. Ricordiamo, parlando di precariato, anche quello che è successo, la notte di Capodanno, a 17 giornalisti e giornaliste dell'agenzia stampa Dire che, tramite e-mail, sono stati sospesi e questo dà il senso, la precarietà, appunto, di questo mestiere in questo momento, in questo Paese.

E con riferimento al tema della governance del servizio pubblico, la mozione dice chiaramente quello che, come opposizione, stiamo provando a costruire. Abbiamo anche depositato una nostra proposta per una riforma di iniziativa parlamentare - una discussione all'interno di queste Camere - che metta in sicurezza il servizio pubblico, restituisca valore alla professionalità e alle competenze e consenta di non trasformare la Rai in un canale di propaganda meloniana. Una riforma della governance del servizio pubblico radiotelevisivo che ne salvaguardi il carattere pubblico e indipendente, una Rai che torni ad essere casa di tutti e di tutte, grazie alla conservazione di memoria, che abiti le sfide del futuro dei media e che non sia un luogo sotto al quale, se si manifesta, si rischiano manganellate o censure o, ancora, con Sottosegretari che, addirittura, invochino il Daspo per gli artisti che esprimono le proprie idee.

PRESIDENTE. Concluda.

OUIDAD BAKKALI (PD-IDP). Quindi, questa mozione - arrivo alla conclusione - ci deve portare ad agire con responsabilità, disciplina e onore a difesa, anche nel nostro Paese, della libertà di stampa, nella sua indipendenza, pluralità del servizio pubblico. E, come con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento, come vi ha ricordato il Presidente della Repubblica sui fatti di Pisa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)

PRESIDENTE. Onorevole Bakkali, deve concludere.

OUIDAD BAKKALI (PD-IDP). Un minuto, sono stata anche interrotta, non sono riuscita a…

PRESIDENTE. No, è già fuori di 2 minuti, allora la chiudiamo adesso, la ringrazio. È fuori di 2 minuti, 2 minuti (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Se risponde così, non va bene.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Amorese (Reiterate proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)… Colleghi, le regole valgono per tutti. Hanno tutti parlato per non più di 20 secondi in più. La vostra collega è di 2 minuti fuori. Io sono paziente, 2 minuti su 10. Allora, se io intervengo per concludere, scampanello, le chiedo di concludere e la risposta è questa (Commenti)… Scusate, 2 minuti, non 20 secondi, ma 2 minuti, è un margine di tolleranza ben oltre il consentito (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier). Ha parlato 2 minuti in più. Ho dato la parola all'onorevole Amorese. Prego (Vive proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Colleghi, non protestate, perché, purtroppo, vi siete messi dalla parte del torto. Vi ho dato 2 minuti in più.

ALESSANDRO AMORESE (FDI). Grazie, Presidente. Ora le diranno che lei è complementare a una legge bavaglio…

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Amorese. Scusate, vi ripeto: ho dato 2 minuti in più, non 20 secondi, 2 minuti.

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Non si tratta di essere pazienti, si tratta di avere buonsenso!

PRESIDENTE. Chi è che urla? Così non si urla. Per il Sottosegretario, io ho interrotto per 12 secondi netti, ho dato 2 minuti. Sapete che io ho la massima flessibilità, l'ho sempre avuta. Se però la risposta a un mio richiamo per concludere è questa, mi costringete ad essere, purtroppo, severo (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier), cosa che a me, come sapete, non solo non piace (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)… Vi ho fatto parlare per 2 minuti in più, allora, cosa mi richiamate in quel modo (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)?

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Ha perso 3 minuti...

PRESIDENTE. È stata interrotta e, infatti, non è che ho dato 30 secondi, 40 secondi o un minuto, ma 2 minuti in più, va bene? Non ho capito, qual è il problema? A posto così, non abbiamo più nulla da dirci. Prego, onorevole Amorese.

ALESSANDRO AMORESE (FDI). Grazie, Presidente. Ora le diranno che lei contribuisce alla legge bavaglio, ma se ne faccia una ragione (Proteste del deputato Mauri)

PRESIDENTE. Basta! Onorevole Mauri, la richiamo all'ordine, la sto richiamando all'ordine. È il secondo richiamo all'ordine. Onorevole Mauri, è il secondo richiamo all'ordine, la prego di avere contegno e rispetto, non si rivolga così alla Presidenza (Il deputato Mauri gesticola e urla verso la Presidenza)! Le mani le mette in tasca o sotto la ribaltina, chiaro? Non si rivolga così alla Presidenza (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier - Proteste dei deputati Toni Ricciardi e Mauri)!

Non vi rivolgete, se non con rispetto, alla Presidenza, è chiaro? Vi ho dato 2 minuti (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! L'onorevole Mauri si è rivolto a me in maniera non consona, l'onorevole Toni Ricciardi si è rivolto a me in maniera non consona e io non intendo, ripeto, che voi non abbiate il rispetto assoluto che mi dovete. Vi ho dato 2 minuti, non 20 secondi e adesso voglio andare avanti con i lavori. Onorevole Amorese, prego (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

ALESSANDRO AMORESE (FDI). Grazie, Presidente. Vede, anche oggi aggiungiamo una puntata a una rubrica che, ormai, è molto cara in quest'Aula, che ha il titolo “da che pulpito viene la predica”, perché, se vero, come è vero ed è verissimo, che la categoria dei giornalisti è una delle categorie più minacciate nel mondo, noi ricordiamo - e non sono passati decenni - il leader del MoVimento 5 Stelle, solo pochi anni fa, chiedere, invocare una giuria popolare contro le balle pubblicate da giornali e TV. Cittadini - chiedeva - scelti a sorte a cui vengano sottoposti gli articoli dei giornali e dei servizi sui TG. Tanto che, cito un deputato del Partito Democratico - ora siete allegramente alleati -, tra l'altro presente qui, seduto: “Una democrazia è più debole quando un leader politico invoca giurie popolari contro stampa e TV. Grillo spieghi se il suo modello è Erdogan”. Da che pulpito viene la predica. Ma questo come inciso, così, per iniziare.

Le mozioni che oggi affrontiamo sono quelle concernenti iniziative in materia di tutela della professione giornalistica, ed è giusto così.

Viviamo, dal punto di vista della categoria dei giornalisti - come il sottoscritto, ne fanno parte tantissimi colleghi in quest'Aula -, un momento epocale e, quindi, ci sembra che la mozione di maggioranza sia, anche in questo, la più completa, quella che affronta seriamente quello che accade nel mondo in questo momento. Certo, l'Italia annaspa in questa classifica sulla libertà di stampa, tra l'altro, nell'ultimo anno e mezzo abbiamo anche risalito delle posizioni, ma le minacce ai giornalisti ci pongono tra gli ultimi in Europa, ci pongono dei temi fondamentali, come quello dell'intelligenza artificiale, non possiamo non parlare di questo. Il Governo Meloni lo sta affrontando e anche al G7 ha fatto bene a porlo come tema fondamentale.

Nel mondo, nelle redazioni, spesso assistiamo già a sostituzioni vere e proprie di redazioni, di poligrafici; assistiamo a una non affermazione e tutela del diritto d'autore, quando poi, soprattutto in Italia, la creatività ci ha fatto unici nel mondo e nessuna intelligenza artificiale potrà sconfiggere la creatività, la risorsa umana, l'originalità. Ma questo è un tema fondamentale, è un rischio che noi non potevamo non inserire nella mozione. Ricordo la Commissione cultura, la legge Mollicone sulla pirateria - anche questo è tutela della libertà di stampa e del giornalismo -, la nostra risoluzione di Fratelli d'Italia per tutelare il diritto d'autore davanti all'intelligenza artificiale generativa e, poi, l'ottimo lavoro dei Sottosegretari Barachini e Butti. E sono contento che questo Governo abbia rafforzato la tutela delle edicole, perché esiste un tema di carta stampata, della crisi della carta stampata. Possiamo non parlarne? Potevamo non mettere in questa mozione, nella mozione di maggioranza, questo tema? Evidentemente, è fondamentale farlo.

Prima, qualcuno ha citato alcuni giornalisti che sono mancati, che sono stati uccisi: ha fatto bene e sono contento perché è una rarità sentire quel cognome. L'onorevole Grippo, mi pare, ha citato Almerigo Grilz (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), io lo voglio fare con forza, perché, quando si parla di libertà di stampa, la destra ha dato tanto, ha dato sangue, ha dato onore, ha dato gloria a questa categoria. Vedete, Almerigo Grilz, per anni, non si è potuto firmare con il proprio nome proprio perché veniva da queste fila e, quando gli andava bene, si firmava come Alberigo Grilli, quando gli andava bene. È il primo caduto in Italia nel mondo come reporter di guerra, nel 1987, in Mozambico. Quest'anno ricorrerà il trentesimo anniversario, a marzo, della morte di Ilaria Alpi e la ricorderemo.

Venendo al tema più delicato di questa denominata “legge bavaglio”, dico subito che non c'è una legge bavaglio, non esiste una legge bavaglio, c'è stato un emendamento serio di civiltà che noi abbiamo con forza votato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che tra l'altro viene da un esponente del centrosinistra, e che ci dice una cosa molto chiara, ossia che il diritto di cronaca è fondamentale ma che deve essere contemperato evidentemente, nella Costituzione e nel codice penale, con il diritto all'onore, alla reputazione e alla privacy; sono tutti i diritti che non possono essere vivisezionati, sono diritti fondamentali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) che, anche il vero giornalismo, quello puro e analitico, vuole garantire e tutelare. Allora - mi chiedo - tutta questa campagna mediatica che c'è stata da quando è stato votato questo emendamento ? Ma questo emendamento, riporta, signori, le norme al pre-2016 e non mi pare che, nel pre-2016, ci fossero Governi liberticidi, altrimenti bisognava parlare di “regime” anche sotto i Governi Letta, Renzi, Gentiloni, Monti e insomma credo che avreste votato con difficoltà la fiducia a determinati Governi. E allora, non si fa un servizio positivo al giornalismo se si continua a parlare solo di una legge bavaglio, che evidentemente non esiste, perché esiste la storia degli ultimi 20 anni, che è fatta di fango mediatico, di processi mediatici e non è questo che il mondo del giornalismo dovrebbe difendere. Vogliamo fare dei nomi ? È stata fatta, anche recentemente, un'intervista su un quotidiano a un ex senatore del Partito Democratico, la cui vita è stata rovinata da intercettazioni che poi la Corte costituzionale ha determinato come illegittime. Chi ripaga gli anni di fango a questa persona (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Chi ha chiesto scusa a Carlo Fidanza per il fango e per le trame che lo hanno schiaffato in tutte le televisioni (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE)? Ci hanno provato recentemente - guarda caso a due giorni dall'archiviazione - anche con il nostro capogruppo Tommaso Foti.

Vedete, la differenza tra noi, che siamo una comunità politica umana, che sta attorno alle persone che vengono infangate e che subiscono queste trame, e altri è che spesso gli altri vengono lasciati soli; ma noi non lasciamo soli coloro che sappiamo essere nel giusto. Allora, contemporaneamente, il fango mediatico, il processo mediatico, ha rovinato delle vite e dei percorsi e si è scagliato contro - ci possiamo davvero passare tutti e ci sono passati esponenti di tutti i gruppi - una classe politica, che avrà le sue colpe, ma non merita di essere processata prima sui giornali e poi nei tribunali, perché spesso alcuni di questi personaggi - vi ho citato il senatore Esposito - sono stati infangati prima di finire in un'aula e spesso senza nemmeno finire nelle aule. E allora noi chiediamo un diritto al ristoro giusto - perché spesso le rettifiche, quando ci sono, sono dei trafiletti di cui non si accorge nessuno, non si accorgono le famiglie che vengono rovinate, né i lavoratori che vengono rovinati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) -, perché spesso non c'è un diritto al ristoro e spesso non c'è un diritto all'oblio, che è fondamentale, perché nella rete profonda, neanche tanto spesso, viaggiano notizie che non hanno più senso di esistere. E allora c'è chi ha posto il tema dell'obiezione di coscienza con riferimento alla possibilità di pubblicare, o meno, un'intercettazione - badate, è vietato il copia e incolla, non è vietata un'analisi di quello che i PM spesso passano, insomma sappiamo tutti come certe cose viaggiano -, ma l'obiezione di coscienza che alcuni giornalisti ventilano - legittima, per carità di Dio - a me fa venire in mente, invece, delle fattispecie di obiezione di coscienza molto più coraggiose. Ne cito due e chiudo - esprimendo già il voto favorevole di Fratelli d'Italia alla mozione di maggioranza -: mi viene in mente - con riferimento a politici distanti da noi - quando i radicali facevano veramente l'obiezione di coscienza e quanti giornalisti sono stati in carcere per non essere voluti andare militari, nei carceri militari, non nei bed and breakfast. E chiudo veramente - ho 20 secondi - ricordando coloro che l'obiezione di coscienza l'hanno fatta sbattendo in faccia la propria libertà di informazione e di comunicazione davanti alla criminalità organizzata.

Noi, da giornalisti, da deputati e da italiani, dobbiamo rendere omaggio a queste persone, non al copia e incolla (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Colleghi, sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

Poiché il gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe ha chiesto di procedere alla votazione per parti separate di ciascuna premessa e di ciascun impegno di ognuna delle mozioni presentate, dovremmo procedere a 195 voti complessivi. In vista di tale rilevante numero di votazioni e allo scopo poi di iniziare per andare fino alla fine, sospendo brevemente la seduta, che riprenderà alle ore 18,15.

Raccomando a tutti di essere puntuali alla ripresa della seduta perché si procederà a immediate votazioni. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 18,10, è ripresa alle 18,15.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

A seguito della richiesta di votazione per parti separate di tutti i testi delle mozioni, per ciascuna di esse saranno posti in votazione, dapprima, ciascun capoverso degli impegni - ripeto: degli impegni - e, a seguire, ciascun capoverso delle premesse.

Passiamo alla votazione della mozione Piccolotti ed altri n. 1-00235.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 1° capoverso degli impegni della mozione Piccolotti ed altri n. 1-00235. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 2° capoverso degli impegni della mozione Piccolotti ed altri n. 1-00235. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 3° capoverso degli impegni della mozione Piccolotti ed altri n. 1-00235. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 4° capoverso degli impegni della mozione Piccolotti ed altri n. 1-00235. Il parere del Governo è contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 5° capoverso degli impegni della mozione Piccolotti ed altri n. 1-00235. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

Ricordo che non è stata accettata la riformulazione del 6° capoverso degli impegni della mozione Piccolotti ed altri n. 1-00235.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 6° capoverso degli impegni della mozione Piccolotti ed altri n. 1-00235. Il parere del Governo è contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 7° capoverso degli impegni della mozione Piccolotti ed altri n. 1-00235. Il parere del Governo è contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 1° capoverso delle premesse della mozione Piccolotti ed altri n. 1-00235. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 2° capoverso delle premesse della mozione Piccolotti ed altri n. 1-00235. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 3° capoverso delle premesse della mozione Piccolotti ed altri n. 1-00235. Il parere del Governo è contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 4° capoverso delle premesse della mozione Piccolotti ed altri n. 1-00235. Il parere del Governo è contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 5° capoverso delle premesse della mozione Piccolotti ed altri n. 1-00235. Il parere del Governo è contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 6° capoverso delle premesse della mozione Piccolotti ed altri n. 1-00235. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 7° capoverso delle premesse della mozione Piccolotti ed altri n. 1-00235. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'8° capoverso delle premesse della mozione Piccolotti ed altri n. 1-00235. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 9° capoverso delle premesse della mozione Piccolotti ed altri n. 1-00235. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 10° capoverso delle premesse della mozione Piccolotti ed altri n. 1-00235. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'11° capoverso delle premesse della mozione Piccolotti ed altri n. 1-00235. Il parere del Governo è contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 12° capoverso delle premesse della mozione Piccolotti ed altri n. 1-00235. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 13° capoverso delle premesse della mozione Piccolotti ed altri n. 1-00235. Il parere del Governo è contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Passiamo, colleghi, alla votazione della mozione Orrico ed altri n. 1-00244.

Ricordo che non è stata accettata la riformulazione del 1° capoverso degli impegni della mozione Orrico ed altri n. 1-00244.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 1° capoverso degli impegni della mozione Orrico ed altri n. 1-00244. Il parere del Governo è contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 2° capoverso degli impegni della mozione Orrico ed altri n. 1-00244. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 3° capoverso degli impegni della mozione Orrico ed altri n. 1-00244. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 4° capoverso degli impegni della mozione Orrico ed altri n. 1-00244. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

Ricordo che non è stata accettata la riformulazione del 5° capoverso degli impegni della mozione Orrico ed altri n. 1-00244.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 5° capoverso degli impegni della mozione Orrico ed altri n. 1-00244. Il parere del Governo è contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Ricordo che non è stata accettata la riformulazione del 6° capoverso degli impegni della mozione Orrico ed altri n. 1-00244.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 6° capoverso degli impegni della mozione Orrico ed altri n. 1-00244. Il parere del Governo è contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 7° capoverso degli impegni della mozione Orrico ed altri n. 1-00244. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'8° capoverso degli impegni della mozione Orrico ed altri n. 1-00244. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 1° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 2° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 3° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 4° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 5° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 6° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 45).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 7° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'8° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 47).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 9° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 48).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 10° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244. Il parere del Governo è contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'11° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).  

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 12° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 13° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 52).  

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 14° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 53).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 15° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 54).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 16° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 55).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 17° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 18° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 57).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 19° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 58).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 20° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 59).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 21° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 60).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 22° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 61).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 23° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 62).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 24° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 63).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 25° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 64).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 26° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 27° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 28° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 67).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 29° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 68).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 30° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 69).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 31° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 70).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 32° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 71).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 33° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 72).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 34° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 73).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 35° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 74).

Il 36° capoverso delle premesse è espunto.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 37° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 75).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 38° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 76).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 39° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 77).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 40° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 78).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 41° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 79).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 42° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 80).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 43° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 81).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 44° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 82).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 45° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 83).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 46° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 84).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 47° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 85).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 48° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 86).  

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 49° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 87).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 50° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 88).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 51° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 89).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 52° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 90).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 53° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 91).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 54° capoverso delle premesse della mozione Orrico ed altri n. 1-00244, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 92).

Passiamo alla mozione Grippo ed altri n. 1-00245.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 1° capoverso degli impegni della mozione Grippo ed altri n. 1-00245, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.  

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 93).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 2° capoverso degli impegni della mozione Grippo ed altri n. 1-00245, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 94).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 3° capoverso degli impegni della mozione Grippo ed altri n. 1-00245, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 95).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 4° capoverso degli impegni della mozione Grippo ed altri n. 1-00245, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 96).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sul 5° capoverso del dispositivo della mozione Grippo ed altri n. 1-00245, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 97).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 6° capoverso del dispositivo della mozione Grippo ed altri n. 1-00245, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 98).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 7° capoverso del dispositivo della mozione Grippo ed altri n. 1-00245, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 99).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'8° capoverso del dispositivo della mozione Grippo ed altri n. 1-00245, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 100).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 1° capoverso delle premesse della mozione Grippo ed altri n. 1-00245, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 101).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sul 2° capoverso delle premesse della mozione Grippo ed altri n. 1-00245, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 102).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 3° capoverso delle premesse della mozione Grippo ed altri n. 1-00245, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 103).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 4° capoverso delle premesse della mozione Grippo ed altri n. 1-00245, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 104).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 5° capoverso delle premesse della mozione Grippo ed altri n. 1-00245, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 105).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 6° capoverso delle premesse della mozione Grippo ed altri n. 1-00245, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 106).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 7° capoverso delle premesse della mozione Grippo ed altri n. 1-00245, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 107).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'8° capoverso delle premesse della mozione Grippo ed altri n. 1-00245, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 108).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 9° capoverso delle premesse della mozione Grippo ed altri n. 1-00245, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 109).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 10° capoverso delle premesse della mozione Grippo ed altri n. 1-00245, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 110).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'11° capoverso delle premesse della mozione Grippo ed altri n. 1-00245, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 111).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 12° capoverso delle premesse della mozione Grippo ed altri n. 1-00245, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 112).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 13° capoverso delle premesse della mozione Grippo ed altri n. 1-00245, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 113).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 14° capoverso delle premesse della mozione Grippo ed altri n. 1-00245, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 114).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 15° capoverso delle premesse della mozione Grippo ed altri n. 1-00245, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 115).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 16° capoverso delle premesse della mozione Grippo ed altri n. 1-00245, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 116).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 17° capoverso delle premesse della mozione Grippo ed altri n. 1-00245, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 117).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sul 18° capoverso delle premesse della mozione Grippo ed altri n. 1-00245, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 118).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 19° capoverso delle premesse della mozione Grippo ed altri n. 1-00245, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 119).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 20° capoverso delle premesse della mozione Grippo ed altri n. 1-00245, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 120).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 21° capoverso delle premesse della mozione Grippo ed altri n. 1-00245, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 121).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 22° capoverso delle premesse della mozione Grippo ed altri n. 1-00245, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 122).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 23° capoverso delle premesse della mozione Grippo ed altri n. 1-00245, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 123).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 24° capoverso delle premesse della mozione Grippo ed altri n. 1-00245, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 124).

Passiamo alla votazione della mozione Faraone ed altri n. 1-00246.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 1° capoverso degli impegni della mozione Faraone ed altri n. 1-00246, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 125).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 2° capoverso degli impegni della mozione Faraone ed altri n. 1-00246, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 126).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 3° capoverso degli impegni della mozione Faraone ed altri n. 1-00246, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 127).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 4° capoverso degli impegni della mozione Faraone ed altri n. 1-00246, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 128).

Passiamo alla votazione delle premesse della mozione Faraone ed altri n. 1-00246.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 1° capoverso delle premesse della mozione Faraone ed altri n. 1-00246, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 129).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 2° capoverso delle premesse della mozione Faraone ed altri n. 1-00246, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 130).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 3° capoverso delle premesse della mozione Faraone ed altri n. 1-00246, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 131).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 4° capoverso delle premesse della mozione Faraone ed altri n. 1-00246, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 132).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 5° capoverso delle premesse della mozione Faraone ed altri n. 1-00246, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 133).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 6° capoverso delle premesse della mozione Faraone ed altri n. 1-00246, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 134).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 7° capoverso delle premesse della mozione Faraone ed altri n. 1-00246, con il parere favorevole del Governo

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 135).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'8° capoverso delle premesse della mozione Faraone ed altri n. 1-00246, con il parere favorevole del Governo

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 136).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 9° capoverso delle premesse della mozione Faraone ed altri n. 1-00246, con il parere favorevole del Governo

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 137).

Passiamo alla mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 1° capoverso degli impegni della mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 138).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 2° capoverso degli impegni della mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 139).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 3° capoverso degli impegni della mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 140).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 4° capoverso degli impegni della mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 141).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 5° capoverso degli impegni della mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 142).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 6° capoverso degli impegni della mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 143).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 7° capoverso degli impegni della mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 144).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'8° capoverso degli impegni della mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 145).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 9° capoverso degli impegni della mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 146).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 10° capoverso degli impegni della mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 147).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'11° capoverso degli impegni della mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 148).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 12° capoverso degli impegni della mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 149).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 13° capoverso degli impegni della mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione (Commenti).

Annullo la votazione.

Indìco nuovamente la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 13° capoverso degli impegni della mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 151).

Passiamo alla votazione delle premesse.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 1° capoverso delle premesse della mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 152).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 2° capoverso delle premesse della mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 153).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 3° capoverso delle premesse della mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 154).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 4° capoverso delle premesse della mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 155).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 5° capoverso delle premesse della mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 156).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 6° capoverso delle premesse della mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 157).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 7° capoverso delle premesse della mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 158).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'8° capoverso delle premesse della mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 159).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 9° capoverso delle premesse della mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 160).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 10° capoverso delle premesse della mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 161).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'11° capoverso delle premesse della mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 162).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 12° capoverso delle premesse della mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 163).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 13° capoverso delle premesse della mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 164).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 14° capoverso delle premesse della mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 165).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 15° capoverso delle premesse della mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 166).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 16° capoverso delle premesse della mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 167).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 17° capoverso delle premesse della mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 168).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 18° capoverso delle premesse della mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 169).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 19° capoverso delle premesse della mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 170).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 20° capoverso delle premesse della mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 171).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 21° capoverso delle premesse della mozione Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 172).

Passiamo alla mozione Gianassi ed altri n. 1-00248.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 1° capoverso degli impegni della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 173).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 2° capoverso degli impegni della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 174).

Sul 3° capoverso degli impegni della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248 non è stata accettata la riformulazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 3° capoverso degli impegni della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 175).

Sul 4° capoverso degli impegni della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248 non è accettata la riformulazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 4° capoverso degli impegni della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 176).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 5° capoverso degli impegni della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 177).

Sul 6° capoverso degli impegni della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248 non è stata accettata la riformulazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 6° capoverso degli impegni della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 178).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 7° capoverso degli impegni della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 179).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 1° capoverso delle premesse della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 180).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 2° capoverso delle premesse della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 181).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 3° capoverso delle premesse della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 182).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 4° capoverso delle premesse della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 183).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 5° capoverso delle premesse della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 184).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 6° capoverso delle premesse della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 185).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 7° capoverso delle premesse della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 186).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'8° capoverso delle premesse della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 187).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 9° capoverso delle premesse della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 188).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 10° capoverso delle premesse della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 189).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'11° capoverso delle premesse della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 190).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 12° capoverso delle premesse della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 191).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 13° capoverso delle premesse della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 192).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 14° capoverso delle premesse della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 193).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 15° capoverso delle premesse della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 194).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 16° capoverso delle premesse della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 195).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 17° capoverso delle premesse della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 196).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 18° capoverso delle premesse della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 197).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 19° capoverso delle premesse della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 198).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 20° capoverso delle premesse della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 199).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 21° capoverso delle premesse della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 200).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 22° capoverso delle premesse della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 201).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 23° capoverso delle premesse della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 202).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 24° capoverso delle premesse della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 203).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 25° capoverso delle premesse della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 204).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 26° capoverso delle premesse della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 205).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 27° capoverso delle premesse della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 206).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul 28° capoverso delle premesse della mozione Gianassi ed altri n. 1-00248, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 207).

Colleghi, mi pare ci sia un'intesa nel senso di rinviare gli ulteriori argomenti iscritti all'ordine del giorno alla seduta di domani, mercoledì 28 febbraio, a partire dalle ore 9,30. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Signor Presidente, per il rispetto che si deve alla Presidenza, ma che anche i parlamentari debbono avere, vorrei ritornare un attimo sull'episodio di qualche minuto fa. Io credo che i resoconti parlamentari siano pieni di richiami dei Presidenti di turno al rispetto dei tempi: è un “balletto” tipico di questo Parlamento. Nel merito, non è in discussione il fatto che la collega potesse essere andata fuori tempo, come è capitato a decine di oratori. Le devo dire, però, con rispetto verso la sua persona e il suo ruolo, che non abbiamo compreso il tono nei confronti di una collega che stava svolgendo, in maniera assolutamente tranquilla e rispettosa, il suo intervento e che non aveva avuto, nei confronti della Presidenza, alcun fattore di attacco o di mancanza di rispetto, nei suoi confronti o nei confronti dei colleghi: devo dire - francamente glielo dico, riconfermando anche stima nei suoi confronti - non una bella pagina. E vorremmo sinceramente che episodi come questi non dovessero più capitare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Onorevole Fornaro, il primo ad essere dispiaciuto per quello che è accaduto prima sono io. E lo sono perché, come sapete voi e come sanno tutti i colleghi, io cerco in tutti i modi di essere flessibile e di dare non solo poco tempo, ma tutto il tempo necessario affinché i discorsi possano essere conclusi. Nel caso di specie, la collega Bakkali è assolutamente innocente rispetto a quello che è accaduto, diciamo che è una vittima collaterale di quello che è accaduto.

Ciò nel senso che, quando io l'ho richiamata (prima scampanellando perché mancava 1 minuto, dopo è andata oltre 1 minuto, dopo è andata oltre 2 minuti), ci sono stati degli atteggiamenti da parte di alcuni suoi colleghi che non è che non mi sono piaciuti, mi sono parsi poco rispettosi rispetto a quello che è accaduto. Nella concitazione dell'Aula - come lei sa - può anche capitare a chi è seduto qui di male interpretare, peraltro, degli atteggiamenti, che io ho interpretato in un modo e, poi, mi è stato riferito dai suoi colleghi essere, invece, diversi per come erano partiti.

Ciò posto - come sa - io avevo anche proposto una conciliazione, che andava nel senso di un richiamo all'ordine dei lavori, dando la possibilità alla collega Bakkali di ulteriormente andare oltre i 2 minuti che le erano stati dati. Capisco che non è stata accettata, però, ripeto, il primo ad essere dispiaciuto, per come sono improntati i nostri rapporti dall'inizio della legislatura, sono io. Quindi, per quanto mi riguarda, io, ulteriormente, farò in modo che questo non accada. Vi prego soltanto, lo dico non solo a lei, ma, ci mancherebbe, a tutti i gruppi, se il Presidente richiama qualcuno, non è necessario che ci siano trambusto e movimento, perché, ripeto, la flessibilità e la capacità mia di ascolto e di dare tempi supplementari è risaputa e riconosciuta da tutti.

Quindi, per il futuro, io farò in modo, ulteriormente, di dare questa prova. Vi prego soltanto di collaborare ancora di più, come fate sempre, come avete fatto adesso, essendo capaci di fare 200 e passa votazioni nell'arco di pochissimo tempo. Quindi se, in qualche modo, la collega Bakkali si è sentita offesa o in qualsiasi modo turbata, le mie scuse sono immediate (Applausi).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Stefanazzi. Ne ha facoltà.

Lo dico subito, siccome sono parecchi gli interventi di fine seduta, non sono di 2 minuti, come dovrebbero essere in teoria. Lei ha un minuto e venti secondi, poi abbiamo i tempi supplementari. Cominciamo e, poi, andiamo strada facendo. Prego, onorevole Stefanazzi.

CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere che il Ministro Fitto venga quanto prima in Aula per spiegarci che cosa sta accadendo all'attuazione del PNRR. L'ultima relazione semestrale del Governo ha evidenziato che abbiamo speso meno della metà delle risorse che abbiamo ottenuto - 21 su 41 -, risorse che il Governo aveva indicato come spesa nella NADEF e, quindi, chiaramente, questa mancata spesa ha una ripercussione sullo sviluppo del Paese.

Come se questo non bastasse, dobbiamo sorbirci il solito, ridicolo scaricabarile del Ministro Fitto, che ormai è ribattezzato il Ministro “non è colpa mia”, che, appena qualche giorno fa, in conferenza stampa, ha tenuto a farci sapere che il problema della mancanza della spesa, chiaramente, non è suo, della sua capotica attività di riorganizzazione della governance del PNRR, ma è legato al fatto che le amministrazioni locali non aggiornano la piattaforma ReGiS. Siamo letteralmente alle comiche, Presidente, perché il Ministro Fitto si è impegnato, in questo ultimo anno e mezzo, in un'attività di smantellamento delle prerogative degli enti locali nella spesa dei fondi, sul presupposto che gli enti locali non spendono.

Ora, dalla sua stessa relazione, si evince che, in realtà, non spendono le amministrazioni centrali e viene a dirci quello che diciamo da un anno e mezzo, Presidente e, cioè, che lo stato di avanzamento del PNRR, fotografato dal ReGiS, non corrisponde al reale stato di avanzamento, come dice il presidente Decaro, come dicono i sindaci, come dicono i presidenti di regione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Quindi, in questo momento, il problema del ReGiS diventa il problema con cui il Ministro Fitto si lava la coscienza.

Questo è vergognoso, Presidente, come è vergognoso che un Ministro della Repubblica continui a sottrarsi ad un confronto con il Parlamento su un tema cruciale come il PNRR (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Continueremo ad aspettare il signor Ministro Fitto. Nel frattempo, mi permetto di fare un appello alla maggioranza: salvate il soldato Fitto, liberatelo dai suoi molteplici dossier prima che sia troppo tardi per il nostro povero Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lacarra. Ne ha facoltà. Anche per lei, un minuto e venti secondi.

MARCO LACARRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Signor Presidente, onorevoli colleghi, quest'Aula, giustamente, ogni giorno, è terreno di confronto e di scontro tra di noi, talvolta, però, diventa un luogo di memoria per ricordare quelle persone che hanno saputo dare un contributo sincero e sano al nostro Paese.

Oggi invece vorrei dedicare qualche minuto della nostra attenzione al ricordo di un ragazzo che non ha avuto la fortuna di assurgere agli onori della ribalta, un ragazzo semplice, un ragazzo modesto, un ragazzo della Bari Vecchia, che è venuto a mancare lo scorso sabato e che ha fatto di quell'impegno una ragione di vita: si chiamava Tommaso Rossini, era un caro amico e un giovane militante del Partito Democratico.

Sognava un giorno di arrivare fin qui, di partecipare al gioco della democrazia, nel suo più alto grado di espressione. Tommy è nato a Bari Vecchia e, sin da giovanissimo, si è speso in politica e nel sociale tra le persone e per le persone. Prima nella rete universitaria nazionale, poi nel Partito Democratico, Tommaso ha dato il suo instancabile apporto alla nostra comunità, dimostrando con i fatti - e non solo a parole - la sua grande bontà d'animo, la sua onestà, la sua viva e concreta vicinanza ai problemi delle persone. Insomma, Tommy era un militante vero e, sempre con grande umiltà, ha coltivato la sua passione politica attraverso l'ascolto, la gentilezza e la partecipazione.

Molti di noi qui dentro sono partiti con quella sua stessa luce negli occhi, con la stessa forza che lo ha animato fino all'ultimo dei suoi giorni. Si è spento improvvisamente, a nemmeno 38 anni, ma non si è spenta quella luce. Ieri, la Cattedrale di Bari era gremita: in tantissimi hanno voluto dire “grazie” e rendere l'ultimo saluto sulle note di Bella Ciao, accompagnato dalla bandiera dell'organizzazione giovanile per cui tanto si era speso. Oggi vorrei che il suo ricordo ravvivasse quel dovere ideale di ciascuno di noi verso le tantissime ragazze e i tantissimi ragazzi che, nel nostro Paese, come Tommy, sognano di arrivare qui e di servire, dal punto più alto, i bisogni grandi e piccoli delle comunità che rappresentiamo. Ciao Tommy, questo dolore non passerà e noi non ti dimenticheremo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Michelotti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO MICHELOTTI (FDI). Grazie Presidente. Accade nei giorni scorsi a Firenze: un avvocato penalista chiede l'accesso a un fascicolo penale nel corso di un procedimento e scopre, prima che la discussione avvenga - o sia avvenuta -, che una sentenza sia già stata scritta da quel collegio giudicante. È un episodio che ha avuto un risalto mediatico importante, non solo a Firenze e in Toscana, e che è un brutto segnale, che noi riteniamo di voler denunciare proprio in quest'Aula. Senza entrare nel merito della questione in sé, crediamo che serva una riflessione, che vada intanto nell'ottica di una solidarietà doverosa per l'avvocatura, non soltanto per quell'avvocato che non ha potuto fare la discussione perché quella sentenza era già decisa, decisa ancora prima che il pubblico ministero avesse concluso la sua arringa e avesse chiesto la sentenza di condanna o la sentenza di assoluzione.

È un brutto segnale, che auspichiamo rimanga isolato, ma che ci deve far riflettere; è una brutta pagina, che potrebbe squalificare il nostro ordinamento. Noi chiediamo da questi banchi rispetto per il ruolo dell'avvocatura, così come hanno fatto le camere penali fiorentine e così come hanno fatto altre camere penali della Toscana, perché la discussione finale all'esito di un dibattimento non è - come hanno ben scritto gli avvocati penalisti - un inutile orpello e un ozio per chi la deve ascoltare, ma è principio cardine del giusto processo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Chiediamo dignità per l'avvocatura, dignità per la magistratura requirente, dignità e soprattutto rispetto dei diritti dell'imputato e della parte civile, che in quel contesto devono poter esplicare le proprie funzioni; quel rispetto per l'avvocatura che spesso è lo stesso rispetto che anche l'Associazione nazionale magistrati chiede, quando in quest'Aula si parla di riforma della magistratura e di separazione delle carriere, è quel rispetto che oggi l'avvocatura chiede. Auspichiamo che questa pagina brutta rimanga isolata e che ci sia rispetto per le parti del processo, per i principi del giusto processo, per gli avvocati e per i magistrati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Signor Presidente, voglio far sapere a quest'Aula che la situazione di Gaza è completamente allo stremo. Secondo alcune testimonianze, le persone, affamate e disperate, mangiano animali morti che trovano per strada o concime per bestiame. Il paradosso sconcertante è che file chilometriche di camion pieni di aiuti attendono fuori dal valico di Rafah, nel lato egiziano, perché l'Esercito israeliano non dà il permesso di entrare. Quelli che riescono a entrare sono pochissimi, 15 al giorno, e vengono presi d'assalto da una popolazione disperata e affamata, talmente disperata da dar vita a sommosse e violenze. Presidente, siamo al punto del collasso dell'ordine pubblico e delle conseguenze drammatiche che questo implica. Gli agenti della Polizia palestinese non sono più in grado, in questa situazione, di garantire la protezione dei convogli, che sono spesso anche oggetto di attacchi mirati da parte dell'Esercito israeliano.

Questa situazione dovrebbe spingere il nostro Governo a impegnarsi per il cessate il fuoco, cosa che non sta facendo, nonostante lo abbia chiesto un voto di questa Camera e nonostante lo abbia chiesto anche il Presidente Mattarella, durante la sua visita a Cipro. Ma questa drammatica e disumana condizione che vive la popolazione di Gaza dovrebbe anche spingere i 16 Governi, come il nostro, che hanno interrotto i finanziamenti all'UNRWA a rivedere questa scelta. L'UNRWA ha 30.000 dipendenti e dal 1950 assiste profughi palestinesi, non solo a Gaza, in Cisgiordania, ma anche in Giordania, in Siria e in Libano. Se non si sbloccano i finanziamenti all'UNRWA da parte dell'Unione europea e dei Paesi donatori che li hanno sospesi, alla fine del mese di marzo, quindi fra poco tempo, non ci saranno più fondi per pagare gli stipendi dei dipendenti, per svolgere le attività di assistenza, per avviare l'anno scolastico in tutti i Paesi e i territori in cui l'Agenzia opera e alla disperazione si aggiungerà altra disperazione. È questo che vogliamo, Presidente? Non basta quello che sta accadendo?

Allora, io chiedo al Governo italiano di sbloccare i finanziamenti che gli competono e di agire in sede europea e internazionale perché lo facciano tutti gli altri attori e tutti gli altri donatori. Non possiamo assumerci la responsabilità di provocare un terremoto di drammatico impatto sociale, che si trasformerebbe in ulteriore instabilità in tutta la regione e anche in ulteriore odio. Quindi, veramente mi auguro che prevalga il buonsenso e che non si arrivi a uno scenario drammatico che non si sa dove potrebbe portare l'intera regione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Antonio Caso. Ne ha facoltà.

ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Mi rivolgo a lei per una comunicazione importante, che spero trasferisca al Ministro Musumeci, visto che il Ministro al momento non ha dato risposte alle varie sollecitazioni che ho fatto, né via posta elettronica, né attraverso un'apposita interrogazione in Commissione. Parlo dei Campi Flegrei, dove il fenomeno del bradisismo di fatto non aspetta il Ministro. Ricordo a tutti che nell'estate-autunno scorso Pozzuoli e i Campi Flegrei, aree ad alto rischio vulcanico, sono stati interessati da una grave crisi sismica, caratterizzata da numerosi terremoti, con un'intensità che è arrivata fino a 4,2 punti di magnitudo. La preoccupazione e la paura tra i cittadini era arrivata ad altissimi livelli - lo ricordo - e non si dormiva più la notte.

Diversi sono stati i miei interventi in quest'Aula, tra cui due ordini del giorno che, poi, sono stati approvati a larga maggioranza da quest'Aula, proprio per portare la questione all'attenzione del Governo e, di fatto, ho apprezzato l'interessamento da parte del Ministro Musumeci, che ha accolto, in effetti, l'urgenza e la criticità del problema, facendo adottare in Consiglio dei Ministri il decreto 12 ottobre 2023, n. 140, il cosiddetto decreto Campi Flegrei. Addirittura, a inizio novembre, lo ricordo, in diverse occasioni, il Ministro Musumeci, dopo avere ascoltato la Commissione grandi rischi, ha paventato la possibilità di alzare il livello di allerta allo stato di preallarme per rischio eruzione, fortunatamente, poi, salvo ritornare sui suoi passi. Fortunatamente, fino all'anno scorso, il sollevamento ha subito un rallentamento, con conseguente diminuzione dell'attività sismica.

A gennaio, però, quindi il mese scorso, il suolo ha ripreso a innalzarsi e sono ritornate le scosse. Ricordo che tra le varie misure previste dal decreto vi è la redazione e l'attuazione di un piano straordinario per il monitoraggio e l'analisi della vulnerabilità delle zone edificate, sia per quanto riguarda il pubblico che per il privato, che sono ovviamente interessate direttamente dal fenomeno del bradisismo, così come c'è la redazione e l'attuazione di un piano di comunicazione per la popolazione, la verifica della funzionalità delle infrastrutture di trasporto e altro.

In particolare - arrivo al punto - il Piano straordinario doveva essere approvato entro 90 giorni, quindi entro il 12 gennaio 2024. Ebbene, siamo al 27 febbraio e di questo decreto non c'è traccia, così come di diverse attività previste dal decreto. Quindi, porto qui la voce dei cittadini flegrei, che mi chiedono che fine hanno fatto le varie operazioni, soprattutto il controllo sull'edificato privato, sull'edificato pubblico, ma anche il Piano di comunicazione, perché, caro Presidente, glielo dica al Ministro, il bradisismo non aspetta.

Non sono qui a fare allarmismo, sia chiaro, ma bisogna tenere chiaro in mente che l'obiettivo deve essere sempre quello di poter permettere ai cittadini flegrei di convivere con il fenomeno nella massima tranquillità possibile, perché in alternativa ne va della sicurezza sia dei cittadini che del tessuto economico. Ebbene, se non mettiamo mano a tutto quello che ci eravamo detti di fare, non andiamo da alcuna parte. Caro Presidente, lo dica al Ministro, il bradisismo non aspetta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Soumahoro. Ne ha facoltà.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente. Presidente, nella giornata odierna 2 operai sono morti sul lavoro: Francesco Albanese, 23 anni, e Gaetano Mastroieni, 66 anni. Sono le ultime vittime di una strage continua. Presidente, quando, 77 anni fa, l'Assemblea costituente festeggiò il compromesso sull'articolo 1 della nostra Carta costituzionale, venne scritto, come del resto oggi risulta agli atti, che l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, non una Repubblica fondata sui morti sul lavoro.

In soli due mesi, circa 200 morti sul lavoro. Si esce dalla propria casa per andare a lavorare e per poter rientrare, per abbracciare i propri figli, per abbracciare i propri cari. Il lavoro dovrebbe consentire di costruire vita, ma oggi il lavoro si è trasformato in un campo di guerra. È una guerra alla classe operaia, è una guerra al lavoro. Presidente, quello che sta succedendo non deve lasciare alcuno indifferente, e non bastano le dichiarazioni di circostanza, non bastano le dichiarazioni di cordoglio. Occorre agire adesso, per fermare questa guerra, occorre agire adesso per consentire al nostro Paese di essere davvero e rimanere, sia oggi che per il futuro, una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Ma, con questi morti e con questi numeri, possiamo soltanto constatare che la nostra democrazia è malata, la nostra democrazia è sfregiata, la nostra democrazia sta crollando.

Presidente, è giunto il momento di chiamare il Governo in Aula. Assumiamo insieme, per una volta, quelle misure capaci di rafforzare la prevenzione e la sicurezza sui luoghi di lavoro.

Assumiamo per una volta insieme le basi per tenere in piedi l'architettura della nostra Repubblica perché se viene a crollare l'architettura, vale a dire, il lavoro, la sicurezza sul lavoro, la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori e chi genera attività lavorativa, vuol dire che è la Repubblica che crolla.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sasso. Ne ha facoltà.

ROSSANO SASSO (LEGA). Signor Presidente, intervengo per esprimere solidarietà a quelle donne e a quegli uomini che la mattina indossano una divisa, salutano i propri cari ed escono di casa, senza sapere se la sera faranno ritorno a casa integri, perché, Presidente, queste donne e questi uomini per lavoro devono garantire la sicurezza dei cittadini, devono garantire l'ordine, anche a discapito della propria incolumità fisica, per poco più di 1.400 euro al mese.

Sto parlando dei poliziotti, dei carabinieri, di tutti gli appartenenti alle Forze dell'ordine, che negli ultimi giorni stanno ricevendo attacchi senza precedenti dopo quanto accaduto a Pisa. Indossi la divisa, questo sabato pomeriggio sei di servizio per l'ordine pubblico a Pisa, non sai ancora bene cosa accadrà, perché nessuno ha informato la questura, nessuno ha chiesto l'autorizzazione. Ad un certo punto, ti arriva l'ordine di recarti presso una determinata piazza e insieme ad altri colleghi la presidi. Sta per arrivare un corteo non autorizzato, sono studenti e tra loro ci sono anche esponenti dei centri sociali. Qualcuno cerca di ragionare con loro, per dirgli che di lì no, di lì non si può passare. La legge ti autorizza a farlo, ma loro che sono bravi ragazzi, loro che manifestano per la pace, quei bravi studenti educati e di buona famiglia non ci stanno. Iniziano ad insultarti, a spingerti, qualcuno chiede ad altri di continuare a spingere, vogliono sfondare il cordone di polizia per andare chissà dove e tu che indossi una divisa sei preoccupato, perché se per caso riescono a passare e combinano qualcosa tu potresti passare anche dei guai. Gli urli di stare indietro, li allontani con lo scudo, ma loro niente. Qualcuno di loro inizia anche a tirare calci e pugni, vedi un tuo collega che finisce a terra, così per alcuni interminabili minuti. A quel punto, arriva l'ordine di far partire una carica di alleggerimento, come prevede la legge. Hai fatto solo il tuo dovere, ma da quel momento in poi (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)…

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Sasso. Colleghi, facciamolo finire.

ROSSANO SASSO (LEGA). Hai fatto solo il suo dovere, ma da quel momento in poi tu diventi un mostro, diventi un picchiatore di bravi ragazzi, diventi un sadico violento stile Arancia meccanica. A reti unificate, sei già stato condannato. Cosa avresti dovuto fare, caro poliziotto? Farti da parte e dire: prego, accomodatevi. Avresti dovuto continuare a fare quello che il mainstream ti chiede, cioè continuare a farti picchiare, sputare, insultare e magari la prossima volta, appunto, toglierti di mezzo. So che ti verrebbe da dire, caro poliziotto, “fatevelo voi, cari politici, che ci state insultando da giorni, l'ordine pubblico”, ma non lo farai (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché hai giurato fedeltà alla Repubblica, allo Stato e alle leggi. Anche se lo so che siete stanchi …

PRESIDENTE. Per favore, colleghi.

ROSSANO SASSO (LEGA). Siete stanchi di subire, siete stanchi di essere giudicati, siete stanchi di finire sotto processo. Ma non lo farete, non vi farete da parte, perché appunto avete giurato con questo motto: sub lege libertas.

A voi, ragazze e ragazzi che indossate una divisa, la massima solidarietà, mentre a qualcun altro - e concludo Presidente, nonostante le intemperanze del MoVimento 5 Stelle - vorrei ricordare una splendida poesia di Pier Paolo Pasolini (Commenti)… Ascoltate Pasolini almeno, colleghi…

PRESIDENTE. Sì, però …

ROSSANO SASSO (LEGA). Chiedo scusa, Presidente, per suo tramite. “Avete facce di figli di papà. (…) Avete lo stesso occhio cattivo. Siete paurosi, incerti, disperati (…), ma sapete anche come essere prepotenti, ricattatori e sicuri: prerogative piccolo-borghesi, amici. Quando (…) avete fatto a botte coi poliziotti, io simpatizzavo coi poliziotti! Perché i poliziotti sono figli di poveri”, venuti dal Sud e voi siete i ricchi piccoli borghesi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier – Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Roberta Repetto aveva 40 anni ed è morta per le metastasi di un cancro alla pelle curato con tisane, erbe e bagni purificatori, dopo essere stata sottoposta, senza anestesia, all'asportazione di un neo maligno, sul tavolo della cucina di un centro olistico, dove parrebbe essere stata plagiata con tecniche di manipolazione mentale.

Di questi giorni è la sconcertante notizia dell'assoluzione del leader spirituale del centro olistico che era stato accusato di omicidio colposo.

Sempre nelle ultime settimane c'è stato un fatto aberrante: il massacro di Altavilla Milicia, dove un uomo, sostenuto dalla figlia, avrebbe ucciso la moglie, dandola alle fiamme, e gli altri due figli, strangolandoli. Si sarebbe trattato di un rito per purificare, liberare la casa da presenze demoniache a cui l'uomo sarebbe stato istigato da una coppia di conoscenti fanatici religiosi.

Vorrei porre una domanda all'interno di quest'Aula del Parlamento e soprattutto al Governo: innanzitutto, quanti sono gli italiani e le italiane che potrebbero essere coinvolti in organizzazioni settarie? Ovviamente, mi riferisco all'aspetto patologico del fenomeno, ossia a quei gruppi di natura criminogena legati al compimento di abusi e di manipolazioni psichiche.

Si parla tra i 2 e i 4 milioni di persone. Non lo sappiamo con esattezza, perché i dati riportati dal Ministero dell'Interno sono fermi al 1998; sono 26 anni che non abbiamo informazioni su un fenomeno sommerso e questo è un limite, un problema serissimo, perché non consente al legislatore di realizzare politiche dedicate, ma soprattutto di portare a conoscenza questo fenomeno criminale.

Ci tengo a dire che, sin dalla scorsa legislatura, il primo atto che ho presentato nel 2018 è stata una proposta di legge per l'istituzione di una Commissione di inchiesta sul fenomeno settario.

Chiedo, alla luce di questi fatti e di quel sommerso che ancora non è venuto alla luce, che sia calendarizzata, perché, nel silenzio, le sette proliferano ed è compito delle istituzioni intervenire per arginare questo fenomeno pericolosissimo, purtroppo, ma anche diffusissimo, anche perché non possiamo permetterci di non fare nulla, mentre centinaia di migliaia di famiglie sono ingabbiate nell'inferno delle sette e non trovano via di fuga (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Do ora lettura dell'ordine del giorno della seduta di mercoledì 28 febbraio…

DARIO CAROTENUTO (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Siamo a fine seduta, però. Semmai dovrebbe essere un intervento per fatto personale, ma non ora. Va fatto comunque prima. Anche prima un collega di Fratelli d'Italia voleva intervenire esattamente sullo stesso tema, ma non gli ho dato la parola, perché sono interventi di fine seduta che si qualificano per questo, non danno luogo a dibattito; viceversa, sarebbe un prosieguo di seduta che invece la caratteristica di fine seduta non dà.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 28 febbraio 2024 - Ore 9,30:

(ore 9,30 e ore 16,15)

1. Seguito della discussione della proposta di legge:

S. 170-292-312-390-392 - D'INIZIATIVA DEI SENATORI: GASPARRI; PARRINI; MENIA ed altri; BIANCOFIORE e PETRENGA; PUCCIARELLI: Istituzione della Giornata dell'Unità nazionale e delle Forze armate. (Approvata, in un testo unificato, dal Senato). (C. 1306​)

e delle abbinate proposte di legge: DE LUCA e GRAZIANO; DEIDDA ed altri. (C. 527​-644​)

Relatore: NAZARIO PAGANO.

2. Seguito della discussione della proposta di legge:

ROTELLI ed altri: Legge quadro in materia di interporti. (C. 703-A​)

Relatore: CAROPPO.

3. Seguito della discussione delle mozioni Boschi ed altri n. 1-00241, Girelli ed altri n. 1-00242, Sergio Costa ed altri n. 1-00243, Bonetti ed altri n. 1-00251 e Ciancitto, Lazzarini, Benigni, Brambilla ed altri n. 1-00252 in materia di sindrome fibromialgica .

4. Seguito della discussione della proposta di legge:

RIZZETTO ed altri: Modifica all'articolo 3 della legge 20 agosto 2019, n. 92, concernente l'introduzione delle conoscenze di base in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro nell'ambito dell'insegnamento dell'educazione civica.

(C. 630-A​)

e dell'abbinata proposta di legge: BARZOTTI ed altri. (C. 373​)

Relatore: CANGIANO.

(ore 15)

5. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

La seduta termina alle 19,35.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 7 la deputata De Micheli ha segnalato che non è riuscita ad astenersi dal voto;

nelle votazioni nn. 7, 47 e 180 la deputata Matone ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 12 e 130 il deputato Stefani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni dalla n. 12 alla n. 16, n. 50 e n. 197 il deputato Bellomo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 31 il deputato Centemero ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 70 la deputata Marino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 71, 101, 115 e 151 il deputato Soumahoro ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nelle votazioni nn. 97 e 163 il deputato Pierro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 112 il deputato Alfonso Colucci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 124 e 201 il deputato Fede ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 144 il deputato Fede ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi dal voto;

nella votazione n. 196 il deputato Centemero ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 16 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 1560-A E ABB - ARTICOLO 1 233 182 51 92 182 0 71 Appr.
2 Nominale EM 2.500 245 143 102 72 143 0 70 Appr.
3 Nominale EM 2.601 252 147 105 74 147 0 70 Appr.
4 Nominale ARTICOLO 2 253 198 55 100 198 0 70 Appr.
5 Nominale ARTICOLO 3 251 199 52 100 199 0 70 Appr.
6 Nominale EM 4.600 253 145 108 73 145 0 70 Appr.
7 Nominale EM 4.601 246 143 103 72 143 0 70 Appr.
8 Nominale ARTICOLO 4 253 200 53 101 200 0 70 Appr.
9 Nominale ARTICOLO 5 253 200 53 101 200 0 70 Appr.
10 Nominale ODG 9/1560-A E ABB/2 257 245 12 123 99 146 70 Resp.
11 Nominale DDL 1560-A E ABB - VOTO FINALE 262 210 52 106 210 0 68 Appr.
12 Nominale MOZ 1-235 - DISP 1 244 243 1 122 237 6 64 Appr.
13 Nominale MOZ 1-235 - DISP 2 256 256 0 129 255 1 63 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 16 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale MOZ 1-235 - DISP 3 263 256 7 129 256 0 63 Appr.
15 Nominale MOZ 1-235 - DISP 4 267 252 15 127 106 146 63 Resp.
16 Nominale MOZ 1-235 - DISP 5 270 253 17 127 251 2 63 Appr.
17 Nominale MOZ 1-235 - DISP 6 268 263 5 132 115 148 63 Resp.
18 Nominale MOZ 1-235 - DISP 7 272 269 3 135 117 152 63 Resp.
19 Nominale MOZ 1-235 - PREM 1 272 261 11 131 259 2 63 Appr.
20 Nominale MOZ 1-235 - PREM 2 273 269 4 135 262 7 63 Appr.
21 Nominale MOZ 1-235 - PREM 3 277 263 14 132 104 159 63 Resp.
22 Nominale MOZ 1-235 - PREM 4 274 261 13 131 111 150 63 Resp.
23 Nominale MOZ 1-235 - PREM 5 274 265 9 133 101 164 63 Resp.
24 Nominale MOZ 1-235 - PREM 6 276 273 3 137 270 3 63 Appr.
25 Nominale MOZ 1-235 - PREM 7 276 274 2 138 272 2 63 Appr.
26 Nominale MOZ 1-235 - PREM 8 275 270 5 136 264 6 63 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 16 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale MOZ 1-235 - PREM 9 277 273 4 137 267 6 63 Appr.
28 Nominale MOZ 1-235 - PREM 10 275 271 4 136 271 0 63 Appr.
29 Nominale MOZ 1-235 - PREM 11 276 254 22 128 104 150 63 Resp.
30 Nominale MOZ 1-235 - PREM 12 268 258 10 130 256 2 63 Appr.
31 Nominale MOZ 1-235 - PREM 13 278 272 6 137 121 151 63 Resp.
32 Nominale MOZ 1-244 - DISP 1 276 268 8 135 107 161 63 Resp.
33 Nominale MOZ 1-244 - DISP 2 276 271 5 136 260 11 63 Appr.
34 Nominale MOZ 1-244 - DISP 3 273 268 5 135 260 8 63 Appr.
35 Nominale MOZ 1-244 - DISP 4 276 272 4 137 269 3 63 Appr.
36 Nominale MOZ 1-244 - DISP 5 274 264 10 133 102 162 62 Resp.
37 Nominale MOZ 1-244 - DISP 6 276 261 15 131 108 153 62 Resp.
38 Nominale MOZ 1-244 - DISP 7 276 271 5 136 268 3 62 Appr.
39 Nominale MOZ 1-244 - DISP 8 277 272 5 137 272 0 62 Appr.


INDICE ELENCO N. 4 DI 16 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale MOZ 1-244 - PREM 1 276 276 0 139 276 0 62 Appr.
41 Nominale MOZ 1-244 - PREM 2 275 272 3 137 267 5 62 Appr.
42 Nominale MOZ 1-244 - PREM 3 278 269 9 135 269 0 62 Appr.
43 Nominale MOZ 1-244 - PREM 4 277 274 3 138 274 0 62 Appr.
44 Nominale MOZ 1-244 - PREM 5 278 276 2 139 271 5 62 Appr.
45 Nominale MOZ 1-244 - PREM 6 276 274 2 138 274 0 62 Appr.
46 Nominale MOZ 1-244 - PREM 7 275 273 2 137 273 0 62 Appr.
47 Nominale MOZ 1-244 - PREM 8 275 273 2 137 273 0 62 Appr.
48 Nominale MOZ 1-244 - PREM 9 277 273 4 137 273 0 62 Appr.
49 Nominale MOZ 1-244 - PREM 10 279 269 10 135 116 153 62 Resp.
50 Nominale MOZ 1-244 - PREM 11 279 277 2 139 276 1 62 Appr.
51 Nominale MOZ 1-244 - PREM 12 280 279 1 140 279 0 62 Appr.
52 Nominale MOZ 1-244 - PREM 13 281 279 2 140 279 0 62 Appr.


INDICE ELENCO N. 5 DI 16 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale MOZ 1-244 - PREM 14 279 272 7 137 272 0 62 Appr.
54 Nominale MOZ 1-244 - PREM 15 278 270 8 136 270 0 62 Appr.
55 Nominale MOZ 1-244 - PREM 16 279 275 4 138 269 6 62 Appr.
56 Nominale MOZ 1-244 - PREM 17 279 259 20 130 105 154 62 Resp.
57 Nominale MOZ 1-244 - PREM 18 282 278 4 140 274 4 62 Appr.
58 Nominale MOZ 1-244 - PREM 19 281 278 3 140 275 3 62 Appr.
59 Nominale MOZ 1-244 - PREM 20 279 271 8 136 269 2 62 Appr.
60 Nominale MOZ 1-244 - PREM 21 277 274 3 138 274 0 62 Appr.
61 Nominale MOZ 1-244 - PREM 22 279 276 3 139 276 0 62 Appr.
62 Nominale MOZ 1-244 - PREM 23 279 274 5 138 268 6 62 Appr.
63 Nominale MOZ 1-244 - PREM 24 276 272 4 137 265 7 62 Appr.
64 Nominale MOZ 1-244 - PREM 25 279 274 5 138 267 7 62 Appr.
65 Nominale MOZ 1-244 - PREM 26 279 264 15 133 102 162 62 Resp.


INDICE ELENCO N. 6 DI 16 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale MOZ 1-244 - PREM 27 275 263 12 132 101 162 62 Resp.
67 Nominale MOZ 1-244 - PREM 28 280 270 10 136 265 5 62 Appr.
68 Nominale MOZ 1-244 - PREM 29 276 272 4 137 270 2 62 Appr.
69 Nominale MOZ 1-244 - PREM 30 278 275 3 138 274 1 62 Appr.
70 Nominale MOZ 1-244 - PREM 31 278 275 3 138 275 0 62 Appr.
71 Nominale MOZ 1-244 - PREM 32 283 281 2 141 281 0 62 Appr.
72 Nominale MOZ 1-244 - PREM 33 280 277 3 139 277 0 62 Appr.
73 Nominale MOZ 1-244 - PREM 34 278 276 2 139 276 0 62 Appr.
74 Nominale MOZ 1-244 - PREM 35 283 269 14 135 105 164 62 Resp.
75 Nominale MOZ 1-244 - PREM 37 282 267 15 134 102 165 62 Resp.
76 Nominale MOZ 1-244 - PREM 38 281 274 7 138 109 165 62 Resp.
77 Nominale MOZ 1-244 - PREM 39 282 219 63 110 54 165 62 Resp.
78 Nominale MOZ 1-244 - PREM 40 281 265 16 133 103 162 62 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 16 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nominale MOZ 1-244 - PREM 41 280 259 21 130 101 158 62 Resp.
80 Nominale MOZ 1-244 - PREM 42 281 274 7 138 102 172 62 Resp.
81 Nominale MOZ 1-244 - PREM 43 280 273 7 137 101 172 62 Resp.
82 Nominale MOZ 1-244 - PREM 44 281 274 7 138 100 174 62 Resp.
83 Nominale MOZ 1-244 - PREM 45 279 272 7 137 100 172 62 Resp.
84 Nominale MOZ 1-244 - PREM 46 280 273 7 137 100 173 62 Resp.
85 Nominale MOZ 1-244 - PREM 47 280 273 7 137 102 171 62 Resp.
86 Nominale MOZ 1-244 - PREM 48 279 271 8 136 101 170 62 Resp.
87 Nominale MOZ 1-244 - PREM 49 280 273 7 137 100 173 62 Resp.
88 Nominale MOZ 1-244 - PREM 50 282 278 4 140 266 12 62 Appr.
89 Nominale MOZ 1-244 - PREM 51 281 277 4 139 276 1 62 Appr.
90 Nominale MOZ 1-244 - PREM 52 280 277 3 139 276 1 62 Appr.
91 Nominale MOZ 1-244 - PREM 53 282 277 5 139 124 153 62 Resp.


INDICE ELENCO N. 8 DI 16 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nominale MOZ 1-244 - PREM 54 283 280 3 141 278 2 62 Appr.
93 Nominale MOZ 1-245 - DISP 1 278 274 4 138 274 0 62 Appr.
94 Nominale MOZ 1-245 - DISP 2 274 270 4 136 270 0 62 Appr.
95 Nominale MOZ 1-245 - DISP 3 282 277 5 139 128 149 62 Resp.
96 Nominale MOZ 1-245 - DISP 4 279 275 4 138 273 2 62 Appr.
97 Nominale MOZ 1-245 - DISP 5 280 277 3 139 277 0 62 Appr.
98 Nominale MOZ 1-245 - DISP 6 281 238 43 120 89 149 62 Resp.
99 Nominale MOZ 1-245 - DISP 7 282 231 51 116 75 156 62 Resp.
100 Nominale MOZ 1-245 - DISP 8 281 275 6 138 270 5 62 Appr.
101 Nominale MOZ 1-245 - PREM 1 280 276 4 139 275 1 62 Appr.
102 Nominale MOZ 1-245 - PREM 2 276 273 3 137 273 0 62 Appr.
103 Nominale MOZ 1-245 - PREM 3 280 277 3 139 277 0 62 Appr.
104 Nominale MOZ 1-245 - PREM 4 282 231 51 116 231 0 62 Appr.


INDICE ELENCO N. 9 DI 16 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 117)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
105 Nominale MOZ 1-245 - PREM 5 279 272 7 137 272 0 62 Appr.
106 Nominale MOZ 1-245 - PREM 6 279 273 6 137 273 0 62 Appr.
107 Nominale MOZ 1-245 - PREM 7 270 265 5 133 265 0 62 Appr.
108 Nominale MOZ 1-245 - PREM 8 279 275 4 138 275 0 62 Appr.
109 Nominale MOZ 1-245 - PREM 9 275 272 3 137 272 0 62 Appr.
110 Nominale MOZ 1-245 - PREM 10 278 273 5 137 273 0 62 Appr.
111 Nominale MOZ 1-245 - PREM 11 275 272 3 137 271 1 62 Appr.
112 Nominale MOZ 1-245 - PREM 12 277 273 4 137 273 0 62 Appr.
113 Nominale MOZ 1-245 - PREM 13 277 273 4 137 176 97 62 Appr.
114 Nominale MOZ 1-245 - PREM 14 277 273 4 137 272 1 62 Appr.
115 Nominale MOZ 1-245 - PREM 15 275 271 4 136 271 0 62 Appr.
116 Nominale MOZ 1-245 - PREM 16 275 271 4 136 271 0 62 Appr.
117 Nominale MOZ 1-245 - PREM 17 RIF 273 268 5 135 268 0 62 Appr.


INDICE ELENCO N. 10 DI 16 (VOTAZIONI DAL N. 118 AL N. 130)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
118 Nominale MOZ 1-245 - PREM 18 272 268 4 135 268 0 62 Appr.
119 Nominale MOZ 1-245 - PREM 19 275 271 4 136 271 0 62 Appr.
120 Nominale MOZ 1-245 - PREM 20 276 181 95 91 26 155 62 Resp.
121 Nominale MOZ 1-245 - PREM 21 276 192 84 97 186 6 62 Appr.
122 Nominale MOZ 1-245 - PREM 22 276 271 5 136 269 2 62 Appr.
123 Nominale MOZ 1-245 - PREM 23 276 263 13 132 263 0 62 Appr.
124 Nominale MOZ 1-245 - PREM 24 269 263 6 132 263 0 62 Appr.
125 Nominale MOZ 1-246 - DISP 1 274 270 4 136 270 0 62 Appr.
126 Nominale MOZ 1-246 - DISP 2 239 234 5 118 72 162 62 Resp.
127 Nominale MOZ 1-246 - DISP 3 274 270 4 136 172 98 62 Appr.
128 Nominale MOZ 1-246 - DISP 4 272 267 5 134 264 3 62 Appr.
129 Nominale MOZ 1-246 - PREM 1 274 271 3 136 270 1 62 Appr.
130 Nominale MOZ 1-246 - PREM 2 268 264 4 133 264 0 62 Appr.


INDICE ELENCO N. 11 DI 16 (VOTAZIONI DAL N. 131 AL N. 143)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
131 Nominale MOZ 1-246 - PREM 3 276 263 13 132 227 36 62 Appr.
132 Nominale MOZ 1-246 - PREM 4 275 263 12 132 225 38 62 Appr.
133 Nominale MOZ 1-246 - PREM 5 277 272 5 137 271 1 62 Appr.
134 Nominale MOZ 1-246 - PREM 6 RIF 277 231 46 116 231 0 62 Appr.
135 Nominale MOZ 1-246 - PREM 7 273 224 49 113 224 0 62 Appr.
136 Nominale MOZ 1-246 - PREM 8 275 269 6 135 269 0 62 Appr.
137 Nominale MOZ 1-246 - PREM 9 271 267 4 134 267 0 62 Appr.
138 Nominale MOZ 1-247 - DISP 1 278 169 109 85 169 0 62 Appr.
139 Nominale MOZ 1-247 - DISP 2 273 167 106 84 167 0 62 Appr.
140 Nominale MOZ 1-247 - DISP 3 275 167 108 84 167 0 62 Appr.
141 Nominale MOZ 1-247 - DISP 4 275 175 100 88 175 0 62 Appr.
142 Nominale MOZ 1-247 - DISP 5 275 176 99 89 176 0 62 Appr.
143 Nominale MOZ 1-247 - DISP 6 276 271 5 136 175 96 62 Appr.


INDICE ELENCO N. 12 DI 16 (VOTAZIONI DAL N. 144 AL N. 156)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
144 Nominale MOZ 1-247 - DISP 7 277 178 99 90 176 2 62 Appr.
145 Nominale MOZ 1-247 - DISP 8 269 168 101 85 168 0 62 Appr.
146 Nominale MOZ 1-247 - DISP 9 275 173 102 87 173 0 62 Appr.
147 Nominale MOZ 1-247 - DISP 10 273 170 103 86 170 0 62 Appr.
148 Nominale MOZ 1-247 - DISP 11 277 273 4 137 175 98 62 Appr.
149 Nominale MOZ 1-247 - DISP 12 279 176 103 89 175 1 62 Appr.
150 Nominale MOZ 1-247 - DISP 13   Annu.
151 Nominale MOZ 1-247 - DISP 13 268 266 2 134 172 94 62 Appr.
152 Nominale MOZ 1-247 - PREM 1 274 164 110 83 163 1 62 Appr.
153 Nominale MOZ 1-247 - PREM 2 273 164 109 83 164 0 62 Appr.
154 Nominale MOZ 1-247 - PREM 3 276 180 96 91 180 0 62 Appr.
155 Nominale MOZ 1-247 - PREM 4 274 171 103 86 171 0 62 Appr.
156 Nominale MOZ 1-247 - PREM 5 272 175 97 88 175 0 62 Appr.


INDICE ELENCO N. 13 DI 16 (VOTAZIONI DAL N. 157 AL N. 169)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
157 Nominale MOZ 1-247 - PREM 6 275 176 99 89 176 0 62 Appr.
158 Nominale MOZ 1-247 - PREM 7 278 165 113 83 165 0 62 Appr.
159 Nominale MOZ 1-247 - PREM 8 278 173 105 87 173 0 62 Appr.
160 Nominale MOZ 1-247 - PREM 9 275 171 104 86 171 0 62 Appr.
161 Nominale MOZ 1-247 - PREM 10 274 173 101 87 173 0 62 Appr.
162 Nominale MOZ 1-247 - PREM 11 277 183 94 92 174 9 62 Appr.
163 Nominale MOZ 1-247 - PREM 12 276 220 56 111 174 46 62 Appr.
164 Nominale MOZ 1-247 - PREM 13 276 272 4 137 174 98 61 Appr.
165 Nominale MOZ 1-247 - PREM 14 280 178 102 90 177 1 61 Appr.
166 Nominale MOZ 1-247 - PREM 15 276 168 108 85 168 0 61 Appr.
167 Nominale MOZ 1-247 - PREM 16 278 264 14 133 166 98 61 Appr.
168 Nominale MOZ 1-247 - PREM 17 277 174 103 88 171 3 61 Appr.
169 Nominale MOZ 1-247 - PREM 18 278 269 9 135 171 98 61 Appr.


INDICE ELENCO N. 14 DI 16 (VOTAZIONI DAL N. 170 AL N. 182)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
170 Nominale MOZ 1-247 - PREM 19 277 271 6 136 171 100 61 Appr.
171 Nominale MOZ 1-247 - PREM 20 273 214 59 108 172 42 61 Appr.
172 Nominale MOZ 1-247 - PREM 21 279 237 42 119 176 61 61 Appr.
173 Nominale MOZ 1-248 - DISP 1 271 262 9 132 261 1 61 Appr.
174 Nominale MOZ 1-248 - DISP 2 274 271 3 136 271 0 61 Appr.
175 Nominale MOZ 1-248 - DISP 3 279 274 5 138 122 152 61 Resp.
176 Nominale MOZ 1-248 - DISP 4 276 268 8 135 115 153 61 Resp.
177 Nominale MOZ 1-248 - DISP 5 276 271 5 136 266 5 61 Appr.
178 Nominale MOZ 1-248 - DISP 6 278 271 7 136 117 154 61 Resp.
179 Nominale MOZ 1-248 - DISP 7 270 266 4 134 264 2 61 Appr.
180 Nominale MOZ 1-248 - PREM 1 273 268 5 135 267 1 61 Appr.
181 Nominale MOZ 1-248 - PREM 2 270 267 3 134 267 0 61 Appr.
182 Nominale MOZ 1-248 - PREM 3 275 270 5 136 270 0 61 Appr.


INDICE ELENCO N. 15 DI 16 (VOTAZIONI DAL N. 183 AL N. 195)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
183 Nominale MOZ 1-248 - PREM 4 274 271 3 136 271 0 61 Appr.
184 Nominale MOZ 1-248 - PREM 5 274 271 3 136 271 0 61 Appr.
185 Nominale MOZ 1-248 - PREM 6 275 271 4 136 270 1 61 Appr.
186 Nominale MOZ 1-248 - PREM 7 274 271 3 136 271 0 61 Appr.
187 Nominale MOZ 1-248 - PREM 8 272 269 3 135 269 0 61 Appr.
188 Nominale MOZ 1-248 - PREM 9 275 271 4 136 271 0 61 Appr.
189 Nominale MOZ 1-248 - PREM 10 274 271 3 136 271 0 61 Appr.
190 Nominale MOZ 1-248 - PREM 11 268 265 3 133 265 0 61 Appr.
191 Nominale MOZ 1-248 - PREM 12 268 264 4 133 264 0 61 Appr.
192 Nominale MOZ 1-248 - PREM 13 276 273 3 137 273 0 61 Appr.
193 Nominale MOZ 1-248 - PREM 14 269 265 4 133 265 0 61 Appr.
194 Nominale MOZ 1-248 - PREM 15 275 270 5 136 101 169 61 Resp.
195 Nominale MOZ 1-248 - PREM 16 275 269 6 135 106 163 61 Resp.


INDICE ELENCO N. 16 DI 16 (VOTAZIONI DAL N. 196 AL N. 207)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
196 Nominale MOZ 1-248 - PREM 17 274 271 3 136 269 2 61 Appr.
197 Nominale MOZ 1-248 - PREM 18 271 269 2 135 269 0 61 Appr.
198 Nominale MOZ 1-248 - PREM 19 272 268 4 135 268 0 61 Appr.
199 Nominale MOZ 1-248 - PREM 20 268 265 3 133 265 0 61 Appr.
200 Nominale MOZ 1-248 - PREM 21 268 266 2 134 266 0 61 Appr.
201 Nominale MOZ 1-248 - PREM 22 269 266 3 134 266 0 61 Appr.
202 Nominale MOZ 1-248 - PREM 23 275 268 7 135 110 158 61 Resp.
203 Nominale MOZ 1-248 - PREM 24 274 271 3 136 268 3 61 Appr.
204 Nominale MOZ 1-248 - PREM 25 269 266 3 134 264 2 61 Appr.
205 Nominale MOZ 1-248 - PREM 26 273 269 4 135 266 3 61 Appr.
206 Nominale MOZ 1-248 - PREM 27 267 265 2 133 264 1 61 Appr.
207 Nominale MOZ 1-248 - PREM 28 274 270 4 136 119 151 61 Resp.