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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 236 di martedì 30 gennaio 2024

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FILIBERTO ZARATTI , Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 89, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di interrogazioni.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.

(Iniziative, anche in sede europea, per salvaguardare il naviglio italiano in relazione alla definizione dei requisiti volti al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione - n. 3-00943)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Frijia n. 3-00943 (Vedi l'allegato A). Il Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti, Tullio Ferrante, ha facoltà di rispondere.

TULLIO FERRANTE, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, onorevoli colleghi, in riferimento al quesito posto rispondo anche sulla base degli elementi pervenuti dal Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica.

Le misure internazionali di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra sono inserite nella strategia dell'Organizzazione internazionale marittima (IMO). Tale documento è elaborato dal Marine environment protection committee (MEPC), che, nel giugno del 2021, ha deliberato l'inserimento, all'interno dell'Allegato VI della Convenzione Marpol, di specifiche misure, rispettivamente di tipo tecnico e operativo, volte al miglioramento dell'efficienza energetica delle navi; nello specifico, dell'Energy efficiency existing ship index (EEXI) e del Carbon intensity indicator (CII). Quest'ultimo indice è costituito dal rapporto tra il quantitativo annuo di emissioni dei gas ad effetto serra per miglio nautico percorso e per tonnellata di carico trasportata, rilasciate da ogni nave di stazza lorda pari o superiore alle 5.000 tonnellate. Nello specifico, il valore dell'indicatore di intensità di carbonio attribuito ad una nave la collocherà all'interno di una delle 5 “classi” di efficienza previste, che partono dalla lettera A, cioè la classe di emissione migliore, giungendo sino alla lettera E, che rappresenta, invece, quella peggiore. L'attribuzione di una nave ad una classe bassa implica la necessità, per l'armatore, di intraprendere azioni correttive per acquisire un rating migliore entro un lasso di tempo prestabilito.

Tale metodologia di calcolo di suddetto indice è stata stigmatizzata anche dall'armamento italiano, in quanto la metrica utilizzata non terrebbe conto di fattori che incidono in maniera significativa sulle emissioni, ma che non sono di diretta gestione degli operatori o imputabili alla nave, come ad esempio le condizioni metereologiche, la sosta in rada prima di poter attraccare in porto oppure il tempo in cui la nave sosta in porto, che è dettato soprattutto dalla tipologia di servizio effettuata dalla stessa e dalla durata delle riconnesse operazioni commerciali. Può, quindi, registrarsi il paradosso che navi più recenti e più efficienti, che stazionino nei porti o nelle rade per un tempo abbastanza prolungato, facciano registrare un valore dell'indicatore di intensità di carbonio peggiore rispetto ad una nave più vecchia e tecnologicamente meno efficiente.

Per tali motivi è stato richiesto all'Organizzazione internazionale marittima di adottare dei coefficienti di correzione per tenere conto di questa e di altre situazioni che possano comportare una penalizzazione dell'indicatore di intensità di carbonio pur in presenza di navi dall'alta efficienza energetica. Allo stato attuale, non sono stati ancora adottati dei fattori correttivi da parte dell'Organizzazione internazionale marittima, per la mancanza di sufficienti dati disponibili utili a individuare in modo puntuale dei possibili correttivi. Tuttavia, è stata già prevista una revisione di tale indice entro il 2026, alla luce dei dati e delle considerazioni scaturite dall'applicazione della metrica di calcolo dell'indicatore di intensità di carbonio in questa prima fase di applicazione la cui conclusione è prevista entro la fine del 2025. Di tale circostanza è stato, peraltro, dato formale atto nella delibera del 31 luglio 2023 del Comitato interministeriale delle politiche del mare della Presidenza del Consiglio dei ministri, di approvazione del Piano del mare per il triennio 2023-2025.

A tal proposito, per poter superare la problematica relativa alla mancanza di dati, nel corso delle riunioni presso l'Organizzazione internazionale marittima, il Governo italiano, assieme agli altri Paesi dell'Unione europea, ha promosso una revisione del sistema di comunicazione delle informazioni, introducendo un maggior dettaglio dei dati da comunicare, al fine di giungere alla revisione del 2026 con i dati necessari a consentire una più efficace valutazione di possibili coefficienti correttivi, consentendo quindi di correggere le distorsioni precedentemente richiamate, pur nel pieno rispetto delle finalità ambientali dell'indice.

Il Comando generale del Corpo delle Capitanerie di porto, per gli aspetti di competenza, sta promuovendo tutte le opportune iniziative volte a mitigare le criticità relative alla metrica dell'indicatore di intensità di carbonio, al fine di addivenire, nel prossimo futuro, ad un fattore di calcolo che miri a raggiungere, in modo coerente, gli obiettivi di sostenibilità del settore del trasporto marittimo e per fornire un contributo attivo nella formulazione di proposte da portare avanti a livello unionale e in sede di Organizzazione internazionale marittima.

In conclusione, in merito alle iniziative presso le competenti sedi europee, mi preme sottolineare che, in occasione del Consiglio dell'Unione dei trasporti del 4 dicembre 2023, cui ha preso parte il Ministro Salvini, si è discusso sulla proposta di modifica della direttiva 2009/16/CE sul controllo dello Stato di approdo.

Nel corso del negoziato è stata recepita l'indicazione degli Stati membri, fra cui il nostro, sul fatto che l'indicatore di intensità di carbonio non costituisce necessariamente un indicatore di prestazioni insufficienti o di non conformità in termini di emissioni proprio per le condizioni esogene suddette e, pertanto, non dovrebbe essere preso in considerazione nel calcolo del profilo di rischio della nave.

Tale circostanza ha, quindi, condotto allo stralcio parziale del considerando 12 della direttiva, in particolare della parte in cui prevedeva che il profilo di rischio della nave fosse aggiornato per tenere conto delle questioni ambientali, compresa anche l'intensità di carbonio operativa delle navi ispezionate.

La posizione italiana, per le successive fasi del negoziato, ha come obiettivo il mantenimento del testo dell'orientamento generale adottato dalla citata seduta del Consiglio del 4 dicembre 2023.

Confermo, dunque, l'impegno del Governo tutto al costante monitoraggio della situazione e all'individuazione, nelle sedi deputate, delle soluzioni più adeguate a tutela del naviglio italiano.

PRESIDENTE. L'onorevole Frijia ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

MARIA GRAZIA FRIJIA (FDI). Grazie, Presidente. Voglio ringraziare il Sottosegretario e il Governo per la risposta di questa mattina, perché è una risposta comunque importante, che dimostra la grande attenzione di questo Governo alle tematiche legate al trasporto marittimo, soprattutto in questa fase di grandi cambiamenti dettati dalla necessità di rispondere alle esigenze della transizione ecologica, con i relativi obiettivi da raggiungere in termini di scadenze sempre più stringenti.

Dico ciò perché questo argomento, molto tecnico apparentemente, che riguarda il trasporto marittimo italiano, se applicato così com'era previsto, avrebbe avuto delle conseguenze importanti sulla vita quotidiana degli italiani, e quindi la grande attenzione che il Sottosegretario ha dimostrato con la sua risposta è un segnale di grande importanza, perché la sosta prolungata delle navi in porto - fenomeno aggravato, tra l'altro, da un'atipicità tutta italiana, perché, ad esempio, per quanto riguarda le isole della Sardegna e della Sicilia, questo fenomeno è molto sentito con l'applicazione nel 2023 del carbon intensity indicator - avrebbe penalizzato proprio il naviglio italiano.

E se oggi i temi della continuità territoriale e della valorizzazione delle rotte tracciate con le autostrade del mare sono due temi strategici, non solo per l'Italia, ma per l'Europa, monitorare attentamente questa situazione è una questione di grande importanza, soprattutto per il cluster marittimo portuale italiano.

Ma voglio anche aggiungere - e questo argomento già affrontato in Aula mi dà l'opportunità di farlo - che affrontare queste questioni significa riconoscere il ruolo strategico del trasporto marittimo nel sistema economico italiano.

Lo vediamo anche relativamente a quanto sta avvenendo nel Mar Rosso, con le possibili pesanti ricadute sull'economia della nostra Nazione. Monitorare il sistema marittimo per puntare a renderlo sempre più efficiente ha un grande valore per una Nazione, come l'Italia, dove il settore rappresenta il 3 per cento del PIL nazionale, con un valore prodotto superiore a 8 miliardi, e un sesto di tutta l'economia del mare. Tra l'altro, l'Italia detiene il primato europeo dello short sea shipping e il 39 per cento della quota nel Mar Mediterraneo.

Oggi, quindi, siamo chiamati ad affrontare le criticità di questo comparto - ed è quello che sta facendo bene questo Governo - alla luce delle modifiche normative che si stanno introducendo; altrimenti, se non continuiamo a fare quello che stiamo già ben facendo con questo Governo, che sta attenzionando tutto il sistema del trasporto marittimo, rischiamo di soffrire la concorrenza di altre realtà, dall'Europa del Nord alla Grecia, alla Spagna, al Nordafrica, e questo non possiamo permettercelo.

(Iniziative in ordine alla carenza di personale di Polizia penitenziaria presso la casa circondariale di Bellizzi Irpino, in provincia di Avellino – n. 3-00609)

PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per la Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Toni Ricciardi n. 3-00609 (Vedi l'allegato A).

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. L'onorevole interrogante affronta la questione della carenza di organico di Polizia penitenziaria e dei problemi di edilizia penitenziaria, partendo, come occasione, ahimè infausta, da una rissa che si è verificata fra detenuti nella casa circondariale di Bellizzi Irpino, in provincia di Avellino, al cui esito un detenuto presentava ferite lacerocontuse provocate dal morso e dal distacco di un pezzo del naso da parte di un altro detenuto.

Sedata la rissa, i detenuti rientravano nelle rispettive sezioni, mentre quelli feriti venivano visitati e condotti presso il locale nosocomio per le cure del caso. Anche due appartenenti alla Polizia penitenziaria venivano inviati presso il locale nosocomio, ricevendo ognuno una prognosi di giorni 5.

A seguito di tale episodio, 4 detenuti coinvolti nei disordini sono stati trasferiti presso altre sedi del distretto, e naturalmente veniva data la notizia alla procura della Repubblica per le assunzioni delle migliori ed autonome determinazioni.

La lamentata carenza di organico, oggetto dell'interrogazione dell'onorevole interrogante, consente al sottoscritto, con un non celato pizzico di orgoglio, di dare conto della imponente, oserei dire, azione che questo Governo ha posto in essere in tema carcerario, tanto di edilizia quanto di assunzioni, e delle diverse misure messe in campo per fronteggiare la criticità ereditata della carenza di organico, tanto in relazione al carcere di Avellino quanto in relazione alla più generica carenza di organico in tutta Italia.

Per quanto riguarda, nel dettaglio, il carcere di Avellino, mi fa piacere sottolineare che nel settembre del 2023 sono state nominate delle figure apicali nella persona del direttore del carcere e del comandante del carcere, perché anche ad Avellino, come in tutti gli istituti penitenziari d'Italia, stiamo archiviando l'infausta stagione dei comandanti e dei direttori a scavalco, non fissi, non titolari, che facevano venire meno, evidentemente, la catena di comando all'interno degli istituti.

Sempre per quanto riguarda, nel dettaglio, il carcere di Avellino, attesa anche la situazione di criticità - ripeto, ereditata - il 27 settembre 2023 è stato disposto l'invio in missione di un contingente di 15 unità del Gruppo operativo mobile per il periodo dal 5 al 30 ottobre 2023. Mi permetto di ringraziare il Gruppo operativo mobile, il cosiddetto GOM, per il prezioso supporto che ha dato al carcere di Avellino e per il prezioso supporto che dà in genere a tutti gli istituti d'Italia quando chiamato per affrontare delle criticità.

Sempre per quanto riguarda le carenze di organico nel carcere di Avellino, si può dire che siano quasi colmate in questo periodo, perché, a fronte di una pianta organica di 297 unità, l'organico amministrato è pari a 284 unità. Le vacanze risultano essere: ancora una nel ruolo dei funzionari, una nel ruolo degli ispettori, una nel ruolo dei sovrintendenti e 12 nel ruolo degli agenti.

Giova ricordare che questo Governo è fortemente impegnato per dare una svolta a decenni di abbandono e trascuratezza, che, dopo anni di tagli e razionalizzazioni dovute alla sciagurata stagione della riforma Madia, hanno portato gli istituti penitenziari al collasso, con piante organiche distanti dal fabbisogno reale e con la mancanza di stabili catene di comando, perché non avevamo neanche più un direttore e un comandante per istituto.

Avevamo promesso, come Governo, che entro il dicembre del 2023 avremmo traguardato l'importante, ambizioso, epocale e storico obiettivo di avere un direttore titolare per ogni istituto. Lo abbiamo traguardato a novembre del 2023, con un mese di anticipo, al netto di quanto accaduto dolorosamente in alcuni istituti per morti premature di alcuni direttori, che dovremo evidentemente colmare.

Con riferimento ai concorsi in essere, siamo fortemente impegnati in una politica di massiccia assunzione di nuovo personale per far fronte alle esigenze del turnover e per aumentare l'organico complessivo della Polizia penitenziaria e del comparto Funzioni centrali. Ripeto: c'è una massiccia politica di assunzioni, di cui cercherò di dare sommariamente e velocemente conto, evidentemente per motivi di tempo, che è sempre tiranno rispetto alla possibilità del Governo di articolare esattamente tutto quello che è stato posto in essere in questo anno e tre mesi.

Con riferimento alla carriera dei funzionari di Polizia penitenziaria, si rappresenta che il 18 dicembre 2023 è iniziato il settimo corso di formazione relativamente al concorso pubblico per 120 posti, elevati a 132, per allievo commissario, al cui esito si provvederà alla distribuzione delle risorse sul territorio nazionale, anche in ragione delle vacanze organiche previste. Quanto al ruolo degli ispettori, è in essere un concorso per 411 posti, all'esito del quale si provvederà evidentemente alla distribuzione sul territorio nazionale. Quanto ai sovrintendenti, in esito al concorso già espletato e concluso di 583 posti, sono stati assegnati alla casa circondariale di Avellino 4 unità maschili. Per quanto riguarda, infine, il ruolo degli agenti assistenti, sono attualmente in essere il 182° ed il 183° corso. Sono fiero di dire che il 182° corso è di 248 unità, mentre il 183° corso è di 1.870 nuovi agenti di Polizia, che stiamo formando e che entreranno negli istituti. Aggiungo, per completezza di informazioni e nuovamente con un pizzico di orgoglio, che è già partito l'iter concorsuale per l'assunzione di altri 1.713 agenti di Polizia penitenziaria. Credo, sotto questo profilo, che lo sforzo di questo Governo non abbia pari, né precedenti, negli ultimi 15 anni perché lo Stato, in termini di legalità e sicurezza, anche all'interno degli istituti penitenziari non arretra più, nell'intima convinzione che il trattamento di un segmento della sicurezza non possa essere fatto senza una cornice adeguata di sicurezza, che viene rappresentata dagli uomini e dalle donne in divisa, che noi oggi stiamo assumendo all'interno degli istituti.

Per quanto riguarda più nel dettaglio Avellino, la pianta organica della casa circondariale è stata incrementata di 20 unità maschili, mediante lo scorrimento della graduatoria del piano di mobilità del 2021, appositamente adottato per Avellino, con provvedimento del 9 marzo 2023, e di ulteriori 20 unità, di cui 14 uomini e 6 donne, nel mese di luglio 2023. Anche in questo caso, penso di poter dire, senza eccessive autocelebrazioni, che 40 assegnazioni nel giro di pochi mesi per un istituto penitenziario siano un fatto decisamente rilevante, che non ha avuto pari, ahimè, nella flagellata storia della Polizia penitenziaria, dopo l'infausta stagione della Madia, che ha inginocchiato l'organico della Polizia penitenziaria. In tema di edilizia penitenziaria, altro tema sollevato correttamente dall'onorevole interrogante Toni Ricciardi, vi è da dire che questo Governo ha approvato interventi per 166 milioni, ai quali vanno aggiunti 84 milioni di euro previsti nel PNRR per 8 nuovi padiglioni detentivi. A seguito di questi interventi, credo di poter anticipare in questa sede un dato che il Ministero non ha ancora diffuso - e mi fa piacere poterlo anticipare a seguito dell'interrogazione dell'onorevole interrogante -, ossia che la massa di questi interventi prevede una stima di nuovi 7.000 posti detentivi. Orbene, l'onorevole interrogante, che è attento alle dinamiche carcerarie, sa che il sovraffollamento carcerario, che è uno dei grandi temi di cui discute questa Nazione, deriva dalla mancanza di 10.000 posti detentivi. In un anno e qualche mese di Governo abbiamo trovato le risorse per rendere disponibili 7.000 nuovi posti detentivi e quindi si può immaginare che, nel corso del mandato, affronteremo, traguarderemo e supereremo anche il problema del sovraffollamento carcerario. Circa gli interventi volti invece, più nel dettaglio, a dare risposta alle criticità del carcere di Avellino, merita segnalare che, di recente, sono stati ultimati i lavori per l'installazione delle docce nelle camere di pernottamento delle sezioni ad alta sicurezza, che la struttura edilizia è stata di recente sottoposta a diagnosi energetica e che è stata avviata l'attività di analisi e studio finalizzata all'individuazione delle soluzioni progettuali migliori, in termini di intervento di efficientamento energetico, per una spesa di 2 milioni di euro. In termini di sicurezza penitenziaria, nel corso del 2022, si è provveduto anche all'implementazione di taluni impianti di videosorveglianza interna, segnatamente nell'infermeria, nell'isolamento, nel teatro e nella chiesa.

Con riguardo alle altre azioni poste in campo sempre in termini di edilizia, beni e servizi, in data 23 giugno 2023, è stata disposta l'assegnazione di 162.601 euro per il provveditorato campano per la fornitura, l'installazione e la configurazione di un impianto anti-drone presso la casa circondariale di Avellino. L'impianto risulta essere stato installato ed attivato: anche ad Avellino abbiamo messo in sicurezza l'istituto penitenziario rispetto ad una delle cose che più flagellano gli istituti penitenziari e li rendono permeabili, ovverosia i droni, per il tramite dei quali riescono a penetrare cellulari, piuttosto che sostanze stupefacenti e anche questo credo che sia un traguardo di cui lo stesso onorevole interrogante non potrà che complimentarsi. Infine, nell'ambito del documento di programmazione territoriale 2023-2025, sono state sostituite 6 porte blindate del reparto isolamento e si è proceduto all'installazione di serrature di sicurezza motorizzate, per rispondere alle criticità più nel dettaglio avanzate dall'istituto penitenziario di Avellino. Credo di aver dato atto, pur con la necessaria sinteticità dovuta a ragioni di economia di tempo, del percorso svolto da questo Governo, in termini di assunzioni e di edilizia penitenziaria, tanto a livello nazionale quanto più nel dettaglio riguardo al carcere di Avellino.

PRESIDENTE. Il deputato Toni Ricciardi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ringrazio il Sottosegretario per il dettaglio degli interventi svolti sul carcere circondariale di Bellizzi Irpino. Mi ha colpito l'enfasi con la quale il Sottosegretario ha sottolineato tutta una serie di passaggi, però, in tutta onestà, Presidente, suo tramite - lo dico con il garbo istituzionale dovuto al Sottosegretario -, non mi reputo soddisfatto per una semplice ragione. Ella, Sottosegretario, giustamente ha ricordato gli interventi fatti rispetto a una condizione di carenza strutturale che c'era, e a tutta una serie di anomalie, però mi dispiaccio molto del fatto che Ella non mi abbia spiegato perché - parliamo del 17 maggio 2023, quando questo Governo era in carica e nel pieno delle sue funzioni -, su 320 detenuti, fossero presenti solo 5 unità di guardie penitenziarie e due unità d'ufficio.

I fatti menzionati sono accaduti per questa ragione, la rissa è accaduta per questa ragione e perché, nei giorni precedenti, c'erano stati dei blackout, c'era stata carenza d'acqua e tutta una serie di vicende che hanno creato queste difficoltà. Dopodiché Sottosegretario - sempre suo tramite, Presidente -, capisco l'enfasi, ma come diceva Voltaire - è una citazione iperabusata, che lei conoscerà sicuramente meglio di me -: “La civiltà di un Paese si misura dalle sue carceri”, questo è un tema molto attuale. Anche se questo atto di sindacato ispettivo è stato presentato a giugno dell'anno scorso, oggi ci ritroviamo esattamente all'indomani di due fatti legati al sistema carcerario che ci devono far riflettere. Uno è quello del povero pastore sardo, che si è sempre professato innocente, ma la cui innocenza si scopre dopo 30 anni e l'altro, molto più grave, è quello di Ilaria Salis.

Le scene le abbiamo viste tutti, tutta l'opinione pubblica ne parla e stiamo parlando di un Paese, l'Ungheria, con il quale, mi permetto di ricordarglielo, il suo partito e la sua Presidente del Consiglio hanno un rapporto a doppio, triplo mandato. Ora, se un'insegnante di 39 anni, di quella dimensione e statura, è in grado di rendersi pericolosa, picchiando due neonazisti, rischia una pena di vent'anni e viene trattata così, in quelle condizioni, credo che noi dovremmo interrogarci su quale sia il modello verso il quale questo Governo propende. Perché dico questo? Perché, a proposito del carcere di Bellizzi lei, giustamente, Sottosegretario, mi ha fatto l'elenco di tutti gli interventi infrastrutturali, e già questo è un grande passo in avanti e gliene do atto, peccato, però, che lei non mi abbia parlato della carenza totale dei servizi psichiatrici e psicologici, della carenza totale dei servizi sanitari, dell'assistenza sanitaria che viene reclamata in quella casa circondariale, come in tante altre realtà, da tempo. Ora, noi possiamo scaricare le responsabilità su tutti i Ministri precedenti e su tutte le riforme precedenti, però, io credo che a distanza di quasi un anno e mezzo bisogna dire anche delle parole di verità. Io sono contento per le assunzioni, Sottosegretario, però, vorrei capire queste assunzioni come avvengono, perché la domanda che mi pongo è: se nella prima legge di bilancio e fino al 2025 abbiamo grosso modo un taglio strutturale in media di 10 milioni sul comparto della giustizia e sul previsionale arriviamo potenzialmente a un taglio di un miliardo di euro, io vorrei capire come immaginate di intervenire. Lei ha sottolineato un altro passaggio, quello del sovraffollamento delle carceri. Noi abbiamo una media di sovraffollamento delle carceri che rischia di riportarci a sfiorare i 67.000 detenuti e che fu la ragione per la quale fummo condannati dalla Corte europea. Ora, mi chiedo, se aumentano i reati, se si depotenziano le pene da poter assolvere al di fuori del reticolo e del perimetro delle carceri, quale sarà la soluzione? Il trend è già scritto, Sottosegretario. A proposito di sovraffollamento, lei lo sa meglio di me, abbiamo una media del 117 per cento nazionale, con regioni, come la Puglia, che superano il 150 per cento, o case circondariali, come a Brescia, che arrivano al 200 per cento. Allora, in relazione a tutto questo, cosa si fa e come si interviene sui suicidi? Noi siamo arrivati a quota 12 da inizio anno, erano 68 l'anno scorso, l'età media era di 40 anni e 15 di questi non avevano 30 anni. Allora, va bene tutto, Sottosegretario, noi la possiamo raccontare come vogliamo. La pena detentiva e il carcere servono anche alla rieducazione, di fatto, dei detenuti, peccato che nella scorsa legislatura il suo partito, presumibilmente l'ha scritta lei, viste le competenze in materia che ha, a prima firma Giorgia Meloni, aveva presentato la modifica all'articolo 27 della Costituzione per cancellare la modalità rieducativa in Carta costituzionale. Purtroppo, questi sono fatti, Sottosegretario…

PRESIDENTE. Concluda.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Mi avvio a concludere. Io mi auguro che si possa ragionare con toni pacati, come stiamo facendo in questo momento, Sottosegretario, perché il tema è molto delicato e va approfondito, però, mi consentirà di chiudere citando De André: “Prima pagina, venti notizie, ventuno ingiustizie e lo Stato che fa? Si costerna, s'indigna, s'impegna, poi getta la spugna con gran dignità”. Ecco, Sottosegretario, noi speriamo che questo Stato, questo Paese non getti mai la spugna rispetto alla rieducazione e rispetto anche a riqualificare un processo detentivo che deve soprattutto rieducare chi nella vita ha sbagliato e ha commesso reati.

(Iniziative per il superamento delle criticità presso la casa circondariale di Foggia, con particolare riferimento all'adeguamento dell'organico del personale della Polizia penitenziaria, sanitario e amministrativo e alla situazione di sovraffollamento carcerario – n. 3-00717)

PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato, Andrea Delmastro Delle Vedove, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Gatta e Pittalis n. 3-00717 (Vedi l'allegato A).

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Quella relativa all'istituto penitenziario di Foggia è un'interrogazione a cui abbiamo posto particolare attenzione, attesa anche la situazione dell'istituto stesso che vede un sovraffollamento del 197 per cento. È bene precisare subito che, nonostante questa evidente criticità ereditata, fortunatamente, vengono rispettati i parametri minimi di vivibilità della detenzione stabiliti dalla CEDU, atteso che tutti i detenuti hanno a loro disposizione nel corso della detenzione lo spazio indicato dalla CEDU.

Riguardo alla situazione specifica dell'istituto di Foggia, nel programma di edilizia penitenziaria è previsto l'avvio del procedimento di ristrutturazione completa della “Sezione Reclusione”, per un importo di 445.000 euro, a cura del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. Ciò precisato, meritano anche di essere segnalati i numerosi interventi già avviati nell'ambito di competenza territoriale del PRAP per la Puglia e la Basilicata e finalizzati all'aumento della capacità detentiva, poiché attraverso il potenziamento delle strutture limitrofe si potrà dare evidentemente una risposta anche all'istituto penitenziario di Foggia che è uno di quelli che soffrono maggiormente, oggi, in Italia. In tema di edilizia penitenziaria, come ho già avuto modo di precisare al precedente onorevole interrogante, l'intervento del Governo Meloni credo che non abbia precedenti. In poco più di un anno di Governo, sono state trovate risorse in termini di 166 milioni di euro per l'edilizia penitenziaria, a cui vanno aggiunti, come dicevo prima, gli 84 milioni di euro per 8 nuovi padiglioni detentivi previsti all'interno del PNRR. Come già ho detto in precedenza, ciò consentirà di realizzare 7.000 nuovi posti detentivi. Allora, questa è la Nazione in cui da anni si discute di sovraffollamento; il sovraffollamento è stimato nella mancanza di 10.000 posti detentivi e in meno di un anno e mezzo di Governo abbiamo trovato le risorse per 7.000 nuovi posti detentivi, per affrontare e risolvere il 70 per cento del problema costituito dal sovraffollamento.

Con riferimento particolare al PRAP Puglia-Basilicata, si segnala la realizzazione di una Sezione a custodia attenuata nella casa circondariale di Lecce, presso l'ex istituto penale per i minorenni di Lecce Monteroni. Il primo lotto dei lavori è stato recentemente ultimato ed è attualmente in corso la progettazione relativa al secondo lotto. L'attivazione di tale sezione, che recherà cerca 30 nuovi posti detentivi, è tuttavia subordinata all'esecuzione delle opere di ristrutturazione di tutte le aree esterne ad essa pertinenti, che sono a carico del provveditorato interregionale delle opere pubbliche. Anche presso le carceri di Potenza e Brindisi si sono conclusi importanti lavori di ristrutturazione, con la demolizione e la ricostruzione di un padiglione detentivo e degli annessi spazi per attività trattamentali per ulteriori 30 posti detentivi.

Quanto al problema sollevato con garbo, ma anche con precisione, accuratezza e profondità di analisi, da parte dell'onorevole interrogante, in ordine al problema dei detenuti psichiatrici, occorre, ahimè, tenere a mente che si tratta di competenze, ai sensi della Costituzione, delle regioni, poiché si tratta di materia di salute. Naturalmente il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria negli anni ha intrapreso diverse iniziative finalizzate a realizzare azioni integrate con le regioni e le Aziende sanitarie locali, per predisporre gradualmente interventi in merito. Con il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari, è stata prevista l'attivazione delle Articolazioni di salute mentale gestite dal servizio sanitario regionale, destinate all'accoglienza di persone ristrette in carcere affette da patologie di natura psichiatrica accertata o da verificare. Il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari è indubbiamente un risultato di civiltà giuridica. Erano un buco nero della coscienza italiana, non può però essere sottaciuto che non credo che nella mente di coloro che volevano superare gli ospedali psichiatrici giudiziari si intendesse prendere evidentemente queste persone e - fra virgolette - “buttarle” all'interno degli istituti.

Infatti, questo, ahimè, è capitato per la mancanza di risorse e di coordinamento con le regioni per la realizzazione tempestiva delle REMS che avrebbero dovuto ospitare i detenuti psichiatrici.

I soggetti con difficoltà psichiche detenuti in carcere, per mancanza di posti o perché privi dei requisiti per accedere alle REMS, hanno necessariamente bisogno di misure trattamentali ad hoc e negli istituti di pena non è possibile assicurare loro lo stesso trattamento medico-sanitario che riceverebbero in strutture specializzate. La presenza di questi soggetti, con le loro particolari esigenze, complica anche il lavoro della Polizia penitenziaria, perché molto spesso creano dei disordini o, peggio, a volte, vengono utilizzati dalla stessa criminalità organizzata per innescare rivolte o sommosse all'interno degli istituti.

Allora, è evidente che si tratta di un tema di civiltà giuridica, di trattamento sanitario e di sicurezza dei nostri istituti penitenziari.

Allo stato, in tutti gli istituti penitenziari è assicurata la presenza di uno psichiatra o di un servizio psichiatrico con l'obiettivo di individuare, possibilmente fin dall'ingresso, le persone con disagio, con patologia psichiatrica o con rischio suicidiario, per attivare immediate azioni di sostegno con l'azienda sanitaria locale.

Ciò precisato, presso la casa circondariale di Foggia, sono attivi un presidio tossicodipendenti, l'assistenza medica nell'intero arco giornaliero, il cardiologo, lo psichiatra, lo psicologo e il radiologo. Inoltre, è presente una sezione per disabili dove, alla data del 19 ottobre 2023, risultano collocati 5 detenuti.

Passando all'annosa problematica della carenza degli organici, come ribadito in altre occasioni e anche prima, il Ministero è orgoglioso delle azioni poste in campo dal Governo Meloni, non solo per garantire un efficace turnover del personale, ma anche per invertire il trend di questi anni in termini di assunzioni.

Come è noto, con la sciagurata stagione della legge Madia, era stata rimodulata al ribasso la dotazione complessiva del Corpo di polizia penitenziaria. Abbiamo inginocchiato una Forza di polizia all'interno dei nostri istituti penitenziari. L'impegno è, quindi, per una notevole inversione di tendenza, a cui abbiamo già iniziato a dare risposte di cui siamo evidentemente orgogliosi. Si segnala che, nella prima manovra finanziaria del Governo Meloni, quella affrontata in 60 giorni, è stato previsto l'incremento della pianta organica, con extra assunzioni per 1.000 posti di agenti di Polizia penitenziaria. È stato già ribadito prima - ma piace nuovamente ribadirlo, perché so con quale attenzione l'onorevole Pittalis segue le dinamiche anche della Polizia penitenziaria - che, oltre al 181° corso, con il quale abbiamo assunto 1.479 agenti già assegnati tra luglio e settembre 2023 all'interno dei singoli istituti, abbiamo già attivato un altro corso per 248 unità, il 182° corso. È in corso l'altro concorso per 1.870 unità, il 183° corso. Ancora, abbiamo attivato l'iter concorsuale per altri 1.713 allievi agenti di Polizia penitenziaria.

Se la matematica non è un'opinione, senza considerare i ragazzi del 181° corso, che approfitto per salutare per il prezioso supporto che stanno dando alla Polizia penitenziaria, ma senza considerare quegli allievi e senza considerare le altre 1000 extra assunzioni, abbiamo in piedi corsi per 3.800 assunzioni di agenti di Polizia penitenziaria.

Allo stesso modo, non ci sfugge che è necessario elevare anche le altre figure. Quindi, in termini di funzionari di Polizia penitenziaria, abbiamo un concorso pubblico per 120 posti, elevato a 132, per allievi commissari.

Quanto gli ispettori, è in essere un concorso pubblico per 411 posti, al termine del quale si provvederà alla distribuzione delle unità di personale sul territorio e, quindi, evidentemente, anche presso la Casa circondariale di Foggia che, a fronte di un organico previsto di 261 unità, ha un organico amministrato vero di 251 unità, rispetto a un sovraffollamento carcerario che, come abbiamo detto prima, sfiora, purtroppo, il 200 per cento. Quindi, è un istituto penitenziario che stiamo attenzionando particolarmente.

Inoltre, per quanto riguarda i 1.479 allievi agenti che abbiamo assunto con il 181° corso, è bene precisare che sono arrivate anche unità al carcere di Foggia, che peraltro ha beneficiato recentemente anche di 4 unità maschili e 4 femminili di nuovi ispettori. Ancora, per quanto riguarda il corso dei sovrintendenti (che è stato terminato), dei 583 nuovi sovrintendenti, 2 sono stati assegnati al carcere di Foggia. Per quanto riguarda il ruolo degli agenti assistenti, il carcere di Foggia è stato incrementato di 27 unità maschili e di 6 femminili provenienti proprio dal 181° corso di cui parlavo prima.

Debbo dire, onorevole Pittalis, che il carcere di Foggia è stato quello che ha maggiormente beneficiato della ricaduta degli allievi del 181° corso perché, appunto, ne sono stati assegnati 27. Questo, in virtù di una precisa volontà politica del Governo Meloni che è perfettamente a conoscenza della particolare gravità della situazione in cui versa l'istituto penitenziario foggiano, al quale è stato recentemente assegnato anche un nuovo comandante, perché è finita la stagione dei comandanti e dei direttori a scavalco. Un comandante che ha 2 o 3 istituti è un comandante che non riesce a dedicarsi, come dovrebbe, al singolo istituto. Un direttore che ha 2 o 3 istituti è un direttore che non riesce a garantire la presenza che merita ogni istituto. Anche quella stagione è terminata, è definitivamente archiviata.

È un onore per questo Governo dire che ci eravamo assunti l'impegno di raggiungere il risultato storico ed epocale di un direttore per ogni istituto entro il dicembre del 2023: al netto di 4 istituti e per ragioni di natura eccezionale, lo abbiamo raggiunto nel novembre del 2023, un mese prima della scadenza che ci eravamo dati.

Oggi, nell'istituto di Foggia, abbiamo anche un vicedirettore, sempre per dimostrare la particolare attenzione che stiamo dando ad esso, con le varie criticità emerse e con l'enorme problema di sovraffollamento in cui versa.

Circa una settimana fa è stato definitivamente assegnato il nuovo comandante che era già stato mandato in missione dal dicembre del 2023.

Per quanto riguarda l'area dei funzionari, atteso l'approccio significativamente intelligente della sua interrogazione - ho terminato Presidente - perché si rende conto perfettamente che bisogna…

PRESIDENTE. C'è il tempo necessario.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Lo dicevo per non rubare troppo tempo. Dicevo che bisogna miscelare trattamento e sicurezza all'interno degli istituti e che un istituto funziona non solo se fa sicurezza, ma se, per il tramite del trattamento, restituisce alla società persone diverse, tali per cui si possa scongiurare il rischio della recidivanza. Ho il piacere di dire che, anche nell'area dei funzionari del profilo giuridico-pedagogico, sono state assegnate 4 unità al carcere di Foggia e, soprattutto, che ne arriveranno, perché abbiamo bandito, anche in questo caso, un concorso per 104 posti, elevati a 236. Il concorso terminerà a febbraio o marzo del 2024 e avremo saturato le piante organiche anche dei funzionari giuridico-pedagogici, perché c'è chi parla di trattamento e c'è chi assicura le figure professionali che possono fare il trattamento all'interno degli istituti. Questo Governo privilegia non parlare di trattamento, ma assumere persone che lo facciano, in modo che il trattamento non sia retorica, ma sia realtà all'interno dei nostri istituti.

PRESIDENTE. Il deputato Pittalis ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Signor Presidente, ho condiviso con l'onorevole Giandiego Gatta l'interrogazione alla quale il Sottosegretario ha dato una risposta, devo dire, esaustiva ed esauriente. Questa prende lo spunto dalla situazione del carcere di Foggia, che rappresenta l'emblema della gravissima situazione in cui versa il sistema carcerario italiano. Lo diciamo subito in premessa: è una situazione gravissima di cui non è responsabile il Governo in carica. Anzi, io devo dare atto - data anche la testimonianza che posso dare come componente della Commissione giustizia, che si occupa di queste questioni in particolare - a questo Governo, al Ministro Nordio e al Sottosegretario Andrea Delmastro Delle Vedove, che ha la delega sul dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, di un'attenzione quale non si era mai vista, soprattutto negli ultimi 15 anni.

Il sistema carcerario era ritenuto, nelle politiche di tutti i Ministri, soprattutto degli ultimi Ministri e dei Governi che si sono succeduti, una sorta di settore residuale dell'amministrazione della giustizia. Questo Governo sta dimostrando una rinnovata attenzione verso un sistema rispetto al quale davvero non si vedevano interventi precisi, chiari e mirati con riguardo alle condizioni di vita, vivibilità e civiltà all'interno delle carceri per i detenuti, per i quali la detenzione deve rappresentare anche il momento per la risocializzazione e la rieducazione, e soprattutto per la Polizia penitenziaria, che deve poter operare e fare il proprio lavoro in quelle condizioni di benessere che sono assolutamente alla base per poter assolvere adeguatamente i propri compiti.

È per questo motivo che sono soddisfatto di questa sua risposta.

Certamente so che la casa circondariale di Foggia - come tante altre case circondariali - è il quarto istituto in Italia e il primo in Puglia per tasso di sovraffollamento, come lei ha ricordato, onorevole Sottosegretario, che è pari a circa il 200 per cento della sua capienza, perché vi sono costretti 680 detenuti, a fronte di una capienza di 360 persone. Oggi, è facile denunciare una situazione di questa natura, ma noi la portiamo all'attenzione del Ministro della Giustizia con la consapevolezza che finalmente si sta invertendo una situazione, perché i dati che lei ha riferito sono risposte serie e concrete.

Voglio solo ricordare, signor Sottosegretario, che Forza Italia ha proposto, in sede di Commissione giustizia, un'indagine conoscitiva proprio sullo stato delle carceri italiane, auspicando che ciò possa aiutare a risolvere le criticità sullo status della Polizia penitenziaria, sulle condizioni dei detenuti, sull'adeguatezza del modello organizzativo e gestionale sotto il profilo custodiale e trattamentale. Noi riteniamo che la strada che il Governo ha imboccato sia quella giusta, soprattutto perché noi puntiamo, con voi, alla previsione di un modello di esecuzione penale che dia, sì, certezza della pena, ma assicuri anche la dignità della detenzione.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà, secondo le recentissime sopravvenute intese tra i gruppi, alle ore 12,30.

La seduta, sospesa alle 10,25, è ripresa alle 12,30.

Preavviso di votazioni elettroniche.

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 12,50.

La seduta, sospesa alle 12,31, è ripresa alle 12,51.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Provenzano. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE PROVENZANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere un'informativa urgente del Governo sul caso di Ilaria Salis e affinché da parte dell'Italia tutta, da tutto questo Parlamento si alzi una voce forte di condanna nei confronti dell'Ungheria di Orbán. Le immagini di ieri di Ilaria Salis nell'aula del tribunale di Budapest hanno fatto il giro del mondo e mi dispiace che un Ministro della Repubblica oggi abbia dichiarato di non averle viste. Gliele ricordo. La docente, di 39 anni, è stata tradotta dal carcere con i ceppi ai polsi e alle caviglie, una cintura intorno alla vita, da cui partiva un guinzaglio, come una bestia, come nel Medioevo.

Sono scene che stanno scandalizzando l'intera Europa, evidentemente non il Governo italiano, perché quelle immagini sono solo la testimonianza di quello che sapevamo e che abbiamo denunciato: un anno di detenzione in condizioni inumane e degradanti, con prevaricazioni fisiche e psicologiche, colloqui negati per 7 mesi, un trattamento che, in Italia, nemmeno al 41-bis (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

A Ilaria Salis è stato negato il pieno diritto alla difesa secondo le norme europee per un'accusa, ricordiamolo, di lesioni nei confronti di due neonazisti che stavano manifestando per celebrare le SS, lesioni giudicate guaribili in 5 giorni e per le quali rischia 24 anni di carcere quando, in Italia, ne rischierebbe al massimo 4. Salis si dichiara innocente, ma qui bastava dire che serve un giusto processo e l'Ungheria ne viola i principi basilari.

Perché tutto questo silenzio, signori del Governo e della maggioranza? Perché, dopo le prime denunce da parte del padre, già a dicembre il Partito Democratico aveva presentato un'interrogazione sul caso e lo abbiamo fatto nuovamente nei giorni scorsi, come PD e con i colleghi Fratoianni e Della Vedova. Non abbiamo ricevuto ancora risposta.

Finalmente, ieri, dopo quelle immagini, il Governo si è palesato con un tweet del Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale in cui si chiedeva, genericamente, il rispetto dei diritti umani che l'Ungheria di Orbán sta chiaramente violando. Mentre ieri, colleghi della maggioranza - per suo tramite, Presidente - la propaganda meloniana celebrava il grande successo dell'Italia nel mondo, era l'Europa che stava perdendo la faccia di fronte al mondo a causa del comportamento dell'Ungheria contro una cittadina italiana (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

Dopo mesi di difesa e di complicità con Orbán, anche di fronte alle gravi accuse europee sul rispetto dello Stato di diritto, con riferimento alle quali, in tutte le sedi, la Presidente del Consiglio ha sempre difeso il suo amico ungherese e suo sodale di partito alle europee, persino di fronte al veto al bilancio europeo e agli aiuti all'Ucraina, oggi è giunto il momento - e per questo chiediamo un'informativa urgente - per fare chiarezza, quella chiarezza che il Governo non ha nemmeno chiesto all'ambasciata italiana in Ungheria.

Ora un'occasione l'avete, è semplice. Io lo dico con le parole più semplici: riportare in Italia Ilaria Salis (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra). Lo prevede una decisione quadro del Consiglio europeo del 2009 che offre la possibilità, in attesa di un processo, di applicare misure alternative al carcere, tra cui gli arresti domiciliari nel Paese di cittadinanza. Riportate in Italia Ilaria Salis. Non servono i tweet, serve che Giorgia Meloni alzi il telefono, chiami il suo amico Orbán e gli comunichi questa decisione, manifestando tutto lo sdegno dell'Italia. Se lo farà, avrà tutto il Parlamento, io credo, a sostenerla, perché sarà pure un suo amico, Orbán, ma più amica dovrebbe essere la cultura giuridica italiana ed europea, se non la dignità come italiani e come europei (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Angelo Bonelli, sullo stesso argomento. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. Le immagini che abbiamo visto ieri sono immagini indecenti, che hanno colpito tutti noi, ma non solo tutti noi. E io, noi, il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, che già ha presentato diverse interrogazioni in merito, riteniamo che oggi, da quest'Aula, queste immagini debbano essere riproposte affinché arrivino anche al Parlamento ungherese…

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Bonelli. Colleghi, per favore, chi non è intenzionato a seguire, esca dall'Aula. Se no, deve stare in silenzio. E non vorrei ripetermi. Prego.

ANGELO BONELLI (AVS). …affinché queste immagini possano arrivare, da questo Parlamento, anche al Parlamento ungherese, anche a chi non le ha viste. Signor Presidente, questa è Ilaria Salis in catene, questa è un'italiana, un'italiana che ha le catene ai piedi, alla vita, ai polsi, è tradotta al guinzaglio. Così si trova anche in carcere. Chiederei ai parlamentari distratti o a chi non l'ha vista, di guardare questa immagine (Il deputato Bonelli mostra delle foto): è un'immagine inaccettabile, che offende tutti noi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

E su questo, la Premier Meloni non può essere silente. Oggi - non domani! - deve chiamare il Presidente ungherese Orbán e dire che queste immagini offendono la civiltà giuridica dell'Europa e che tutto ciò è inaccettabile. Ilaria Salis deve essere liberata: 5 giorni di prognosi, 11 mesi di carcere preventivo.

E vogliamo sottolineare un comportamento che per noi va censurato, che è quello dell'ambasciata italiana in Ungheria: da 11 mesi sapeva, il papà aveva avvertito, e solo dopo, quando il padre ha chiamato la troupe del TG3, allora ci siamo attivati. Non può funzionare così (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)! Non ci possono essere due pesi e due misure. Ilaria Salis è un'italiana che va liberata e questi comportamenti sono inaccettabili. Premier Meloni, mi rivolgo a lei: chiami oggi stesso il Premier Orbán (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)!

PRESIDENTE. Sullo stesso argomento, ha chiesto di parlare la deputata Carmela Auriemma. Ne ha facoltà.

CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie, Presidente. Ieri una giovane donna, un'insegnante, un'italiana, è stata trascinata in catene e col guinzaglio davanti alla Corte che la dovrà giudicare. Sono immagini inaccettabili in uno Stato di diritto, che pongono dei quesiti. Noi da tempo abbiamo depositato un'interrogazione sul caso di Ilaria Salis, ma oggi chiediamo qui, per suo tramite, un'informativa urgente alla Premier, perché gli interrogativi che si pongono oggi sono tanti. La Premier sapeva? La Premier cosa ha fatto in questo tempo, visto che Ilaria è detenuta nelle carceri ungheresi da oltre un anno? E non ci rassicurano di certo le dichiarazioni del Ministro Tajani, che sono state immediatamente smentite dal padre di Ilaria, Roberto Salis, il quale ci dice che quella di ieri era la quarta udienza in cui la nostra Ilaria veniva portata in Aula in catene, con una lesione non soltanto del diritto di difesa - ricordiamo che gli avvocati non riescono ad accedere neanche alle immagini detenute dall'accusa, quindi c'è una lesione importante del diritto di difesa - ma anche della dignità di Ilaria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, vogliamo assolutamente che la Premier venga qui a rispondere a questi quesiti, ma anche ad altri dubbi che ci vengono su come sono tutelati i nostri connazionali che attendono un giudizio in altri Paesi, in Paesi lontani su cui non c'è un riflettore che, ahimè, ponga l'attenzione. Siamo davvero preoccupati. Vogliamo che l'appello del padre di Ilaria non cada nel vuoto e che Ilaria ritorni qui, in Italia, ad esercitare appieno il suo diritto di difesa senza catene e con la sua dignità integra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, la deputata Elena Bonetti. Ne ha facoltà.

ELENA BONETTI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Ilaria Salis è una cittadina italiana. Ilaria Salis è una cittadina europea. Ma ancora prima, Ilaria Salis è una giovane donna a cui sono stati lesi quei diritti fondamentali che la nostra Costituzione prevede e che sono alla base del diritto internazionale e del diritto europeo.

Le immagini che ieri hanno fatto il giro del mondo non possono rimanere un fatto di cronaca e devono non solo sollecitare le coscienze di un'Aula ancora troppo distratta rispetto alla gravità di quanto abbiamo visto e, ancora più, di quanto accaduto, ma pretendono, in modo imperativo, un'azione da parte del Governo italiano e della Premier Meloni.

Io non mi iscrivo alla schiera di chi, oggi, sollecita la Presidente Meloni ad alzare il telefono e chiamare il suo amico Orbán. In realtà, la Presidente Meloni, in quest'Aula, ha detto al Parlamento italiano: “Tranquilli, ho un ottimo rapporto con il Presidente Orbán e questo favorirà il rapporto tra i nostri due Stati”.

Non mi interessano i rapporti, né politici, né personali, della Premier con il Presidente Orbán. Quello che mi interessa è che oggi vi sia un Governo italiano chiamato a difendere e a tutelare i diritti di una cittadina italiana, ma, ancor più, a farsi voce in Europa affinché, nell'Unione europea, nella nostra Europa, i diritti fondamentali vengano riconosciuti e tutelati a tutte le cittadine e a tutti i cittadini europei. Questo è mancato. Ed è mancato nel silenzio - certo, anche pubblico - di una Premier che non è intervenuta, ma non può mancare nella voce di quest'Aula. Anche noi chiediamo che la Presidente Meloni venga a riferire in Aula, non solo in merito a quanto è accaduto - ad esempio: è vero o non è vero che l'ambasciata italiana aveva gli elementi per poter conoscere le condizioni disumane in cui versa e versava la nostra concittadina e nulla ha fatto? -, ma, ancora di più, con riferimento a cosa intenda fare il Governo italiano per andare in Europa e pretendere che l'Europa imponga all'Ungheria di essere uno Stato che rispetti i principi fondamentali su cui l'Europa si è costituita e vuole continuare a costituirsi.

Ci aspettiamo, quindi, che a Ilaria Salis il Governo italiano dia quanto merita, ossia la tutela dei suoi diritti fondamentali, sia in ambito nazionale sia in quello ambito europeo, e, ancora di più, che vi sia chiarezza e, magari, anche un rigurgito di nuova coscienza da parte della maggioranza, in questo Parlamento, rispetto a quelli che sono gli elementi sulla giustizia e la tutela delle garanzie fondamentali della persona, su cui, credo, ciascuno di noi si debba sentire impegnato, proprio perché membro di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Non appena sono state rese pubbliche e hanno fatto il giro del mondo le immagini di Ilaria Salis legata con i ceppi e le catene, neanche fosse una bestia feroce, il nostro gruppo - per firma del capogruppo al Senato, Borghi, e del nostro capogruppo, Davide Faraone - ha richiesto subito un'informativa. Io mi voglio aggiungere proprio perché siamo in Parlamento, nel luogo dove a ciascuno di noi compete la responsabilità di tenere alti i valori, non soltanto della nostra comunità, ma soprattutto i valori fondanti dell'Unione europea. Noi chiediamo, invece, alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di alzare quel telefono e di chiamare il Presidente Orbán, perché non si può essere a corrente alternata, chiamare quelle alleanze, quando fa comodo, e non quando, invece, bisogna andare anche nella direzione di tutelare l'interesse di una cittadina italiana, ma anche l'interesse di tutti noi in Europa. Quelle immagini non sono più ammissibili, non sono più tollerabili. Tutti noi abbiamo il dovere di mantenere alti quel rispetto e quella capacità di garantire a tutti, anche alle persone che sono sottoposte a un giudizio, la loro dignità.

Con l'occasione, mi permetta, Presidente, suo tramite, di ricordare, però, un'altra cosa. Noi dobbiamo garantire a Ilaria Salis la dignità, perché la sua dignità è la libertà di tutti noi, però dobbiamo anche guardare a quello che sta accadendo a casa nostra. Infatti, se oggi dovessimo fare la conta dei tanti suicidi che, dall'inizio dell'anno, in questi 28 giorni, ci sono stati nel nostro Paese, se dovessimo fare la somma, prendendo una calcolatrice, il numero supererebbe abbondantemente (visto che 13 sono i suicidi, ripeto, nei primi giorni del 2024) quello del 2022, che è stato un anno terribile.

E, quindi, colgo l'occasione e ripeto: la Presidente del Consiglio faccia il suo dovere e alzi quel telefono - e lo faccia anche il Ministro degli Affari esteri - con grande fermezza. Però usiamo la stessa fermezza e la stessa determinazione quando dobbiamo decidere cosa succede a casa nostra, quando affidiamo allo Stato persone che hanno commesso dei reati, ma che devono mantenere la loro dignità, soprattutto nelle strutture che sono gestite dallo Stato, le nostre carceri, piene di persone che nel carcere non ci devono stare; mi riferisco a persone che hanno problemi di salute psichica, a quelle con dipendenze. Ci sono i 13 suicidi che sono stati dichiarati come tali, però a questi dobbiamo aggiungere tanti altri morti che ci hanno provocato anche una sanzione da parte della Corte europea dei diritti dell'uomo rispetto alla mancanza di salute, alla mancanza di cure che spesso si riscontra nelle nostre carceri.

Quindi cogliamo quest'occasione, ripeto, per fare un lavoro che possa attuare ogni giorno, nella quotidianità, quello che c'è scritto nella nostra Costituzione, ma che forse è scritto anche nel nostro DNA: quel diritto alla dignità delle persone che deve valere oggi in Italia e deve valere in Ungheria che si trova all'interno dell'Unione europea. Quando un Paese accetta di stare all'interno dell'Unione europea deve rispettarne anche i valori e questo diciamolo molto chiaro in quest'Aula. Chiediamo anche noi, come gruppo di Italia Viva, che vi sia un'informativa urgente rispetto a quanto è successo in Ungheria poche ore fa (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Certamente anche l'Italia ha molto da fare in termini di rispetto dello Stato di diritto, in particolare nelle carceri; sono molto d'accordo al riguardo, ma ieri abbiamo avuto una dimostrazione visiva, tardiva, ma visiva, di quello che sistematicamente succede nel cuore dell'Europa, nella democrazia illiberale di Orbán, populista e sovranista, e non credo che questo sia tollerabile.

Non è tollerabile in generale, ma oggi concentriamoci su quello che di intollerabile sta accadendo alla cittadina italiana Ilaria Salis.

Oggi Emma Bonino, in un'intervista su La Stampa, denunciava la contrarietà non solo ai principi generali, ma alle regole scritte del diritto europeo. Orbán non può permettersi di continuare a calpestare i principi basilari ispiratori dell'Unione europea e le regole dell'Unione Europea e dello Stato di diritto.

Qui c'è un punto in più: Orbán è stato definito più volte - noi lo abbiamo detto da sempre, non oggi - dal Presidente del Consiglio Meloni e dal Vicepresidente del Consiglio Salvini un modello, un amico politico.

Credo che anche per questo oggi occorre che il Presidente del Consiglio e il Vicepresidente del Consiglio direttamente si facciano parte diligente perché, secondo le norme europee, Ilaria Salis possa trascorrere il periodo di arresti domiciliari in Italia, in una condizione di ripristino della civiltà giuridica. Anche noi abbiamo da farci perdonare, subiamo i giudizi del Consiglio d'Europa, ma abbiamo il dovere, a maggior ragione, a mio avviso, hanno il dovere politico coloro che sono amici politici di Orbán e del suo regime, di chiedere che Ilaria Salis torni in Italia per gli arresti domiciliari, come prevedono le regole europee, e credo che sia giusta la richiesta di un'informativa urgente.

Perché quello che accade a Ilaria Salis, come possiamo vedere, purtroppo accade a decine di migliaia di cittadini ungheresi, rei solamente di volere la libertà e il ripristino delle regole democratiche nel loro Paese. Quindi che Giorgia Meloni senta il dovere politico, non solo il dovere istituzionale, di intervenire (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa e Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pittalis. Ne ha facoltà.

PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Esprimo, a nome del gruppo di Forza Italia, la più ferma condanna, lo dico in maniera chiara, senza se e senza ma, per l'ingiusto trattamento, al limite del disumano, che abbiamo, purtroppo, dovuto vedere (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

Immagini che si riferiscono non a un Paese del Terzo mondo, ma a un Paese europeo. Detto questo, però, un invito ai gruppi delle opposizioni a non farne motivo di polemica politica. Penso che questo Parlamento debba dire una parola comune, che è, sì, di condanna, ma anche di apprezzamento per quello che il Governo sta facendo su questo fronte. Infatti, nella giornata di ieri e in quella odierna il Ministro degli Affari esteri Tajani ha detto in maniera chiarissima che questa vicenda non è in linea con la nostra civiltà giuridica, ha detto in maniera chiara che si tratta di violazione delle norme comunitarie e non è in sintonia con la nostra civiltà giuridica.

Il Ministro Tajani è in costante contatto con l'ambasciata italiana in Ungheria, il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha incontrato il padre di Ilaria, Roberto, e sta seguendo da vicino il caso. Mi pare, quindi, che di questo si debba dare anche atto, perché il problema non è sottovalutato, ma è sotto l'attenzione del Governo, e per questo un plauso al Ministro Tajani, che sta seguendo personalmente questa vicenda (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

Dunque, mi pare che possiamo dire una parola comune, e superiamo le questioni, le contrapposizioni politiche, che ogni vicenda, purtroppo, è destinata a portarsi dietro, da parte di chi deve avere a cuore la soluzione del problema. Mi pare che il Ministro Tajani abbia indicato la strada per far sì che Ilaria possa tornare ad essere in una situazione di libertà e soprattutto per essere riportata nel nostro Paese. Questa è la missione del Governo, e, dunque, un grazie e un plauso al Ministro Tajani per questo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Onorevole Pittalis, giusto per il verbale, dunque, anche lei chiede un'informativa al Governo? Onorevole Pittalis, sto parlando con lei. Volevo sapere, anche per il verbale, anche lei chiede, quindi, un'informativa urgente? Siccome è sull'ordine dei lavori.

PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Presidente, su questo ci associamo anche alla richiesta, sapendo che il Governo non potrà che confermare le note positive che abbiamo testé riferito.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellomo. Ne ha facoltà.

DAVIDE BELLOMO (LEGA). Grazie, signor Presidente. Sono un po', da un lato, sorpreso della modalità degli interventi delle opposizioni, perché, se c'è stato un fondamento di tutto il centrodestra, è stato quello di garantire sempre i diritti degli imputati senza se e senza ma, e da quella parte è sempre arrivato, anche nelle riforme della giustizia, invece un atteggiamento nel senso opposto. Mi riferisco, per il suo tramite, ai 5 Stelle, perché, ogni qualvolta si vuole inserire un diritto sacrosanto dell'accusato, non del condannato, soprattutto ad aspettare il processo a piede libero, abbiamo sempre avuto da quel lato dell'Aula una proposta negativa.

PRESIDENTE. Onorevole Bellomo, mi scusi, siccome siamo in una fase, abbia pazienza…

DAVIDE BELLOMO (LEGA). Sì, noi siamo…

PRESIDENTE. No, mi lasci spiegare, se ci parliamo addosso, è peggio di un talk televisivo. Siccome siamo in una fase che riguarda l'ordine dei lavori, se sull'ordine dei lavori lei ha una richiesta da rivolgere alla Presidenza, ne prendo atto. Giusto per capire su che strada ci mettiamo.

DAVIDE BELLOMO (LEGA). La ringrazio, Presidente. Allora, anticipo quello che avrei detto alla fine, nel senso che esprimiamo un parere favorevole sull'eventuale interlocuzione del Governo su questo aspetto, quindi dico adesso quello che avrei detto alla fine. Ho fatto questa premessa perché anche noi vorremmo che in tutta Europa si possa giungere a fare un processo degno di questo nome. Però non possiamo neanche dimenticare il fatto, sia che qualcuno commetta un grave delitto nei confronti di un estremista di destra, sia che lo commetta nei confronti di un estremista di sinistra, Bisogna che tutti vediate il video. Il video di questa signora è il video di 6 o 7 persone che, con un martello, picchiano selvaggiamente una persona. Che poi questa persona sia un estremista nazista, piuttosto che comunista non ci appartiene. Per le leggi ungheresi, questo è considerato anche un atto di terrorismo e per questo si giustificano - in maniera impropria, secondo la nostra visione del diritto - le catene ai polsi e tutto quello che noi abbiamo visto nell'altro video. Quindi, non farei una battaglia di estrema destra, piuttosto che di estrema sinistra. Avrei piacere che si avesse lo stesso atteggiamento in altre circostanze. Quindi, concludo come avevo iniziato, esprimendo un parere favorevole, non però sicuramente per le motivazioni che ho sentito precedentemente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. La Presidenza prende atto di quanto da voi riportato. Il Governo in Aula ha ascoltato e comunque sarà cura della Presidenza sottolineare ulteriormente gli indirizzi che ha espresso l'Assemblea, nella consapevolezza che ognuno di noi ha in questo Parlamento - avendo tutti noi cicatrici indelebili - rispetto a episodi accaduti anche in Italia (ricordiamo il caso di Enzo Tortora del 1983 e quello di Enzo Carra del 1993), che grazie a Dio ci richiamano alla mente immagini che, per maturità della civiltà di questo Paese, sono state messe al bando nel rispetto dei diritti inviolabili e fondamentali dell'uomo, prima ancora che costituzionali, come scolpiti nella nostra Carta (Applausi).

Ha chiesto di parlare il presidente della Commissione bilancio, l'onorevole Giuseppe Mangialavori. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE TOMMASO VINCENZO MANGIALAVORI , Presidente della V Commissione. Grazie, Presidente. Faccio presente che la Commissione da me presieduta, la V Commissione, ancora non ha terminato i lavori e l'esame degli emendamenti dell'A.C. 1630, per cui sono qui a richiedere una sospensione di mezz'ora della seduta per poterci permettere di finire i lavori.

PRESIDENTE. Alla luce di questa richiesta, la seduta potrebbe riprendere alle ore 15, così c'è tutto il tempo per la Commissione di esaminare gli emendamenti. La proposta è di sospendere fino alle 15 per l'esame degli emendamenti riferiti all'A.C. 1630, cui faceva cenno il presidente Mangialavori.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Chiedo semplicemente, se magari ci sarà bisogno di più tempo per far lavorare la Commissione, di pensare alla possibilità di un'inversione dell'ordine del giorno, anticipando l'esame del provvedimento sull'istituzione del premio di “Maestro dell'arte della cucina italiana”.

PRESIDENTE. Onorevole Silvestri, siccome sono le 13,20 avremmo, sì e no, 10 minuti fino alle 13,30, quindi, anche in modalità Speedy Gonzales, probabilmente non ce la faremmo. Conviene ordinatamente riprendere alle 15 - la Commissione ha tutto il tempo, secondo anche ciò che ha richiesto il presidente Mangialavori - secondo l'ordine del giorno. Quindi, a questo punto, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15, con l'esame degli emendamenti riferiti al disegno di legge A.C. 1630​, di conversione del decreto-legge 29 dicembre 2023, n. 212, in materia di superbonus. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 13,20, è ripresa alle 15,05.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 92, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 29 dicembre 2023, n. 212, recante misure urgenti relative alle agevolazioni fiscali di cui agli articoli 119, 119-ter e 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77 (A.C. 1630​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1630: Conversione in legge del decreto-legge 29 dicembre 2023, n. 212, recante misure urgenti relative alle agevolazioni fiscali di cui agli articoli 119, 119-ter e 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77.

Ricordo che nella seduta del 29 gennaio si è conclusa la discussione generale e il relatore e la rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 1630​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, le seguenti proposte emendative già dichiarate inammissibili in sede referente: 1.61 e 1.62 Ubaldo Pagano. Avverto altresì che, fuori dalla seduta, l'emendamento 1.1000 Fenu è stato ritirato dal presentatore.

Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare. A tal fine, il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore e la rappresentante del Governo a esprimere il parere sugli emendamenti segnalati per la votazione.

GUERINO TESTA , Relatore. Grazie, Presidente. La Commissione esprime parere contrario su tutti gli emendamenti.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.3 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.4 Santillo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento penso che stiamo trattando uno dei temi più importanti su cui si soffermano i dibattiti politici e sociali delle comunità del nostro Paese. Stiamo infatti parlando del termine per il completamento dei lavori per cui è riconosciuto l'incentivo fiscale del 110 per cento, che sapevamo essere al 31 dicembre 2023 e, ahimè, tante persone non ce l'hanno fatta. Tra l'altro, questa misura, il superbonus…

Se fosse possibile avere maggiore silenzio, Presidente, per cortesia… Se potesse richiamare i colleghi… Questo tema è molto importante e voglio ricordare che iniziano a registrarsi addirittura alcuni casi di suicidio di persone che non hanno concluso i lavori. È un tema molto importante.

PRESIDENTE. Colleghi, proviamo a fare silenzio, per favore. Lo dico a tutti, anche a coloro che sono in alto, alle sue spalle.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Grazie, Presidente. Quando questa misura è stata inventata, è stata creata, abbiamo pensato di darle un tempo molto limitato, tant'è vero che veniva pubblicata nel maggio 2020 e la scadenza era al 31 dicembre 2021. Anzi, colgo l'occasione per ricordare come all'epoca la spesa prevista fosse pari a circa 35 miliardi. Va da sé che, essendo stata prorogata fino al 31 dicembre 2023, con due anni in più siamo arrivati a circa 100 miliardi; si tratta proprio di una somma che può fare un bambino di terza media. Ma non è questo il problema, quanto il fatto che la forza politica che più di tutte si è ostinata a chiedere una proroga del superbonus per l'ultimazione dei lavori è proprio Fratelli d'Italia. Non sfuggirà ormai più a nessuno l'impegno richiesto al Governo per prorogare l'ultimazione dei lavori al 31 dicembre 2025.

Poi, però, scopriamo, come è accaduto per esempio la scorsa settimana nel corso del Premier time che, ormai, il superbonus è il parafulmine per tutti i mali d'Italia. Per la nostra Presidente Meloni è tutta colpa del superbonus. Va in Europa, si inchina al nuovo Patto di stabilità ed è colpa del superbonus, viene a grandinare ed à colpa del superbonus, tutto è per colpa del superbonus. Ma non finisce nemmeno qui, perché in TV la Presidente Meloni, la settimana scorsa, è arrivata a dire che i bonus fiscali dell'edilizia non hanno funzionato. Ebbene, cari colleghi, Presidente, riguardo a questo basta andare a prendere le dichiarazioni dei redditi di vari componenti di questo Governo, come Valditara, come Zangrillo, come la stessa Meloni e, addirittura, come il Ministro Salvini che si è rifatto un'intera casa con il superbonus 110 per cento. Però, noi abbiamo ancora la nostra Presidente Meloni che arriva a dire che i bonus non hanno funzionato. Ci vuole veramente tanto, tanto coraggio per dire questa stupidaggine.

Voglio ricordare, al di là dei risultati che ormai conosciamo tutti, cioè i risultati economici, il rilancio economico del Paese post-pandemia, i risultati in termini di ecologia e di ambiente e i risultati in termini lavorativi, che ci sono ancora tanti altri risultati che sfuggono all'attenzione della classe politica. Pensate che ENEA ci ha detto che, nel 2022, grazie al solo superbonus 110 per cento si è avuto un risparmio in Italia pari a circa 3 miliardi di euro per le famiglie italiane. Addirittura, il Ministro Pichetto Fratin diceva che non sapeva come fare a trovare dei risultati. ENEA gli ha detto quali sono i risultati.

Voglio anche ricordare che l'Europa stessa sta andando in una certa direzione, come già mi è capitato di ricordare in quest'Aula. Nel 2022 l'energia elettrica prodotta in Europa da fonti rinnovabili è stata addirittura pari al doppio rispetto a quella nucleare ed è stata certamente anche di più di quella prodotta da fonti fossili. Quindi, mettetevi una mano sulla coscienza. Diamo alle persone che hanno fortemente creduto in questa misura e che si sono portate molto avanti con i lavori, che quindi abbiano realizzato, per esempio, come proponiamo noi nell'emendamento, almeno il 60 per cento dei lavori al 31 dicembre del 2023, altri 6 mesi di tempo così che possano concludere questi lavori. Non si tratta di dare la possibilità ad altri di accedere a tale misura, è una misura ormai defunta e noi per primi abbiamo detto che avrebbe dovuto avere un periodo limitato, ma diamo la possibilità a chi è in una fase di avanzamento dei lavori molto elevata, oltre il 60 per cento, di chiudere questi lavori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Congedo. Ne ha facoltà.

SAVERIO CONGEDO (FDI). Grazie, Presidente. Ho sentito, dall'intervento precedente, riferirsi al Presidente del Consiglio in maniera impropria. Il Presidente del Consiglio, cioè, stando a quanto detto dal collega Santillo sarebbe venuta qui a dire chiacchiere e inesattezze rispetto a questa materia e, in particolare, al superbonus. Credo che ci sia una sola strada per fare verità, per fare un'operazione di verità su questo ed è quella prevista dal Regolamento della Camera, all'articolo 144, che prevede la possibilità nelle Commissioni di competenza di avviare un'indagine, anzi, con maggiore esattezza, un'indagine conoscitiva, magari audendo i soggetti interessati. Quindi, le preannuncio, Presidente, che il gruppo Fratelli d'Italia nella VI Commissione (Finanze) chiederà un'indagine conoscitiva per fare chiarezza sulla base di dati di fatto e non delle chiacchiere che sentiamo da troppe settimane e da troppi mesi su questo superbonus, un provvedimento che forse aveva anche, nelle intenzioni dei proponenti, una finalità condivisibile ma che si è rivelato, alla prova dei fatti, un peso enorme per la finanza pubblica, provocando buchi nei bilanci e, soprattutto, non raggiungendo alcuno degli obiettivi che si era prefissato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Per suo tramite, vorrei sommessamente rammentare al collega Congedo, che evidentemente ha perso le tracce perché forse impegnato in altre questioni, che si è già svolta un'indagine conoscitiva, sia presso la Commissione bilancio sia presso la Commissione ambiente, sia per quanto afferisce a tutti gli effetti di retroazione che riguardano i conti pubblici sia per quanto afferisce a tutta la vicenda dell'efficientamento energetico e dei risparmi in termini di consumi e che, ancora oggi, nonostante la nostra pressante richiesta, manca la relazione conclusiva. Allora, evidentemente, se si vuole utilizzare come scusa per supportare il fatto che la stessa maggioranza e lo stesso relatore si siano dovuti rimangiare molti degli emendamenti che andavano nella stessa identica direzione degli emendamenti dell'opposizione, semplicemente perché il Governo ha inteso mettere la museruola su questo argomento, proviamo almeno a non riempirci di ridicolo, dimenticando quanto questo Parlamento e le sue Commissioni hanno già portato avanti con serietà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), peraltro entrando nel merito di dati dettagliati che oggi ci consegnano una realtà che è completamente differente da quella che intendono farci passare semplicemente perché, attraverso una retorica basilare, si vogliono giustificare tutti i tagli, non semplicemente per quanto afferisce al superbonus o ai bonus edilizi in generale ma per quanto riguarda la spesa pubblica.

Allora, smettiamola e assumetevi la responsabilità di dire che non credete in questa misura, nonostante abbiate, durante tutta la campagna elettorale, portato avanti come vessillo la possibilità che, invece, i bonus edilizi sarebbero stati non solo salvaguardati ma addirittura potenziati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Fenu. Ne ha facoltà, per un minuto.

EMILIANO FENU (M5S). Grazie, Presidente. Io integro quanto è stato detto dal collega Congedo e dal collega Pagano. Non solo è stata già svolta un'indagine in Commissione bilancio, ma nella bozza della relazione preparata dalla maggioranza, in realtà, si smentisce quello che ha appena detto il collega Congedo e cioè che la Presidente del Consiglio non direbbe cose inesatte. In realtà, nella relazione c'è scritto che la Presidente del Consiglio ha detto cose inesatte, perché la stima sul superbonus è stata superata, non durante il Governo Conte ma durante il Governo Draghi, dal decreto Semplificazioni-bis in poi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), decreti voluti da tutti, inclusa l'intera attuale maggioranza, e dall'allora Ministro Brunetta che, addirittura, lo ha enfatizzato molto.

Quindi, l'indagine è stata svolta. Se poi il collega si riferiva alla Commissione d'inchiesta, noi siamo assolutamente d'accordo e la voteremo. Però se si riferiva all'indagine, quella è stata fatta e consiglio di leggerla attentamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.4 Santillo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 1.6 Pastorino e 1.7 Simiani.

Ha chiesto di parlare il deputato Simiani. Ne ha facoltà.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Vorrei molto discutere di questo emendamento, però credo che sia importante prima di tutto puntualizzare alcuni passaggi di quello che è successo in questo anno e mezzo circa di legislatura. Noi abbiamo iniziato questa legislatura proprio nel centro della discussione del superbonus e di tutti i bonus edilizi perché vi ricordo che noi ci stiamo avvicinando piano piano alla scadenza di tutti i bonus edilizi, strumenti fondamentali non solo dal punto di vista dell'efficientamento energetico ma anche sismico, eccetera. Ecco perché è importante oggi assumere, anche da parte di tutto il Parlamento, una definizione chiara di quali vogliono essere i bonus edilizi anche per il futuro. Credo, infatti, che in questa discussione manchino tutta la prospettiva e soprattutto un'analisi oggettiva di quello che sono stati i bonus edilizi in Italia. Credo che quello che stanno facendo oggi la maggioranza di centrodestra e il Governo su questo tema sia completamente sbagliato, non solo perché non si sta facendo un'azione coerente con le scelte che anche molti partiti della maggioranza hanno fatto negli anni passati ma soprattutto per la campagna elettorale. Voi, in campagna elettorale, compreso anche Fratelli d'Italia, avete detto cose diverse da quello che oggi state dicendo. Ecco perché io chiedo di poter fare proprio su questo strumento e non solo su questo, su tutti gli strumenti che oggi riguardano i bonus edilizi, un'analisi vera. Noi l'abbiamo fatta all'inizio della legislatura chiedendo due indagini conoscitive, alla Commissione bilancio e alla Commissione ambiente che, ad oggi, non hanno ancora risposto. Ecco perché sarebbe stato importante avere la relazione di quello che di fatto è successo. Se infatti voi continuate a dire che quello strumento è sbagliato, senza tener conto delle reali e vere condizioni e dello stato dell'arte dei conti pubblici ma anche dell'efficientamento energetico, credo che siate in errore perché credo che voi stiate facendo solamente un'azione iconoclasta che serve soltanto per avere una bandierina politica. Invece, io credo che da parte vostra dovreste non solo aspettare le relazioni delle indagini conoscitive per analizzare il quadro ma, soprattutto, in base a quelle, capire come agire sul futuro. Noi abbiamo bisogno di un futuro che possa dare alle imprese stabilità, abbiamo bisogno di una norma per il futuro che possa permettere di avere, anche per il prosieguo della loro attività, per 15 anni o per 10 anni una certezza per quanto riguarda i bonus edilizi. Soprattutto, è necessaria un'altra cosa, fare un'uscita ordinata, non una proroga ma un'uscita ordinata. È quello che noi vi chiediamo non solo per il superbonus ma anche per gli altri bonus edilizi.

C'è un aspetto di cui anche in questo vostro decreto non tenete conto, ossia che da parte di molte aziende e di molti cittadini c'è una grande aspettativa su questo tema. C'è molto lavoro perché voi, qualche settimana fa, avete esultato - credo sia un fatto importante - per il numero degli occupati in Italia. Ecco, quegli occupati in Italia, 200.000 unità l'anno, lo sono grazie al superbonus (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.6 Pastorino e 1.7 Simiani, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.19 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.24 Merola.

Ha chiesto di intervenire il deputato Merola. Ne ha facoltà.

VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Vorrei aggiungere anch'io che, purtroppo, in questa vicenda continua a mancare una corretta analisi della prospettiva, malgrado gli annunci disattesi di una legge di riordino. Non c'è alcun riordino e oltretutto manca una riconsiderazione obiettiva basata sui dati e sulle indagini conoscitive sugli effetti reali del provvedimento. D'altra parte, la maggioranza, con in testa il Governo, nega il passato anche se ha sostenuto in precedenza questi provvedimenti, e si continua a evitare un'uscita ordinata, che sarebbe necessaria, non con proroghe, che si rivelano una toppa peggiore del buco, aprono contenziosi e lasciano sulle spalle dei cittadini più deboli gli effetti di queste proroghe senza soluzione e certezza.

La vicenda dell'Istituto autonomo case popolari e delle case popolari è emblematica. Se c'è un settore delle nostre abitazioni che ha bisogno di interventi per l'efficienza energetica e antisismici è quello dei quartieri popolari e delle nostre zone di periferia. Negare per questi un'attenzione particolare, che avete negato fin dai primi provvedimenti che avete preso, non è giusto e soprattutto inadeguato rispetto alle esigenze reali che ci sono in larghe fasce della popolazione che vivono nelle case popolari. (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire, a titolo personale, il deputato D'Alfonso. Ne ha facoltà.

LUCIANO D'ALFONSO (PD-IDP). Signor Presidente, vorrei dare anch'io un contributo per recuperare lucidità e razionalità, dopo l'imbarazzo che abbiamo toccato con mano nella Commissione a prevalente competenza, quando abbiamo visto alcuni colleghi di maggioranza costretti al silenzio, all'atteggiamento rinunciatario, per uno spirito di maggioranza e forse di ordinamento che ha dovuto negare la verità della realtà e della situazione. Lo hanno detto con compiutezza i colleghi che hanno parlato. È stata emotiva la norma com'è partita allora, emotiva è questa via di uscita sbagliata, perché secondo me - guardate che non parlo in preda alla teoria che, a volte, si impossessa del punto di vista di molti in quest'Aula - genereremo una quantità di contenzioso davanti alla giustizia civile, e non solo, che ci dovrebbe portare a ragionare su come graduare la via di uscita da questa curiosa e problematica situazione. L'emendamento di cui stiamo parlando - concludo, Presidente - permette una riflessione ragionata per una via di uscita graduata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha approfittato del fatto che si era fermato il cronometro.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.24 Merola, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.13 Ubaldo Pagano.

Ha chiesto di intervenire il deputato Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Signor Presidente, questo emendamento fa un po' il paio con quello precedente del collega Merola. Noi ci rendiamo conto che ormai avete autoalimentano una narrazione per cui tutti i mali dei conti pubblici italiani sarebbero causa del superbonus e, quindi, è evidente che, rispetto a questa narrazione, che è tutta politica, perché non supportata da elementi di dettaglio che possono fondare quanto dite, non possiamo andare, perché è chiaro che la pensiamo in maniera differente. Ma almeno per quanto riguarda gli immobili di proprietà dell'Istituto autonomo case popolari - peraltro, in molti casi, i piani particolareggiati sono stati redatti in complementarietà con le risorse destinate a valere sul Piano nazionale di ripresa e resilienza - c'era una logica unitaria, ma avendo modificato la possibilità della cessione del credito - tutta la disciplina della cessione del credito su quegli immobili -, il rischio evidente è che, su alcune parti di quelle stecche di edilizia residenziale pubblica, possano essere realizzati gli investimenti di efficientamento e di riqualificazione a valere sui fondi del PNRR, mentre su altre stecche, che magari insistono sullo stesso territorio, non si possa più procedere, perché le procedure di gara, che si fondavano sulla possibilità della cessione del credito, non possono più realizzarsi.

In questa maniera andate a realizzare una sperequazione che rischia di diventare odio sociale tra persone che vivono una condizione di fatto afferente allo stesso territorio di riferimento. Se voi continuate su questa perversione il rischio vero è che tra qualche mese, quando le case efficienti di una scala saranno ultimate e quelle affianco, invece, resteranno al palo, qualcuno ve ne renderà conto. Allora, non volete che lo strumento del superbonus sia quello attraverso cui intervenire anche su quelle abitazioni? Immaginate un piano straordinario in cui andate a ristrutturare tutto il patrimonio edilizio, che, peraltro, è di proprietà pubblica. Quindi, tutte le azioni di efficientamento energetico producono non solo un miglioramento delle condizioni di vita in quelle abitazioni, ma anche un risparmio per gli enti territoriali, che sono parte di quella grande attività di contenimento e di efficientamento della spesa di tutto lo Stato. Allora, da questo punto di vista, non potete immaginare semplicemente di affrontare la vicenda di chi ha un reddito e un'abitazione di proprietà, e non invece come quelle categorie di persone che hanno assegnata una casa popolare, che, quindi, è di proprietà pubblica, e che non potrebbero, con le loro risorse, provvedere a efficientare e a ristrutturare la propria abitazione. È per questo che proponiamo una via d'uscita. Peraltro, l'impatto di una misura di questo tipo è molto limitato e probabilmente potrebbe essere anche recuperato dai minori costi che negli anni a venire ci potrebbero essere. Infatti, dall'indagine conoscitiva che abbiamo svolto in Commissione ambiente è emerso che semplicemente gli immobili che sono stati ristrutturati ed efficientati a valere sul superbonus 110 produrranno risparmi per circa 3,5 miliardi di euro ad anno per i prossimi anni. Se immaginiamo che nel prossimo decennio si possa avere in bolletta un risparmio, almeno per gli immobili di proprietà degli enti pubblici, che possa essere di qualche centinaia di milioni di euro in meno rispetto a quella di oggi, solo questo potrebbe già andare a colmare il risparmio o, meglio, la voce di costo che deriva dall'utilizzo delle risorse pubbliche (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.13 Ubaldo Pagano, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.18 Ubaldo Pagano, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.20 Stefanazzi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.17 Stefanazzi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.32 Ubaldo Pagano, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Bonelli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.21 Ubaldo Pagano, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

L'emendamento 1.1000 Fenu è stato ritirato.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.22 L'Abbate, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.23 L'Abbate, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.16 Stefanazzi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo all'emendamento 1.14 Casu.

Ha chiesto di parlare il deputato Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non è la prima volta che affrontiamo questo tema e io penso sia importante che ci fermiamo un attimo, perché non stiamo parlando di superbonus, ma di alcune persone che hanno vissuto una tragedia enorme. Lo scorso 2 giugno, a Roma, c'è stato un incendio a largo Nino Franchellucci, a Colli Aniene: è morta una persona e si è fermata la vita di 24 famiglie. È stato un incendio che ha fermato i lavori, perché in quel palazzo si stavano facendo i lavori ed erano arrivati al 30 per cento. Non sono potuti andare avanti questi lavori, ma non certo per volontà di quelle persone, di quelle famiglie.

Possiamo avere anche posizioni diverse su questo provvedimento, ma su una cosa dobbiamo essere tutti d'accordo, altrimenti si perde anche il senso del valore delle istituzioni, che tutti noi siamo chiamati a rappresentare in quest'Aula: i danni causati dalle catastrofi e dagli incendi non possono essere pagati dai cittadini, dai cittadini più fragili, dai cittadini di Colli Aniene, dai cittadini che vivono in condizioni di gravissima difficoltà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). È inaccettabile politicamente! Non è il tema di essere favorevoli o contrari al superbonus; è il tema di essere favorevoli o contrari ai principi cardine della cultura giuridica. I patti devono essere rispettati e se ci siamo presi un impegno con i cittadini, che poi sono nell'impossibilità di onorarli, questi non possono vivere una tragedia nella tragedia.

Io voglio leggere le parole, che abbiamo appreso dalla stampa locale, di Monica, che vive in quel palazzo e dice: “Ho ancora le cicatrici delle ustioni. Sono scappata dal palazzo avvolta nel fumo e sono viva per miracolo. Non posso lavorare. Con mio marito continuiamo a pagare il mutuo di 400 euro al mese, anche se adesso viviamo da mia madre. Non possiamo assolutamente pagare altre migliaia di euro. Il Governo ci deve aiutare”.

Io penso sia indispensabile dare una risposta a Monica e alle altre famiglie che si trovano in queste condizioni. In Parlamento il 30 novembre maggioranza e opposizione hanno votato un ordine del giorno: abbiamo impegnato il Governo ad intervenire con il primo provvedimento utile.

Dopo quell'ordine del giorno abbiamo presentato un emendamento alla manovra; ma non si è potuto fare in quel contesto. Oggi parliamo di agevolazioni fiscali che dovrebbero riguardare situazioni limite come questa. Non è stato possibile intervenire per via normativa, poi c'è stata un'apertura e ringrazio la Sottosegretaria Albano per aver detto in Commissione finanze: “Facciamo al più presto un incontro con le famiglie per trovare una soluzione immediata”.

Noi chiediamo di non rinviare più questo incontro e di non rinviare più una soluzione. Non possiamo passare dal decreto Campi Flegrei alla manovra finanziaria e, oggi, a questo decreto senza dare una risposta a queste 24 famiglie. E se ci sono altri casi di persone in Italia nelle stesse condizioni non si può assolutamente attribuire loro la responsabilità e scaricare sempre su tali persone oltre al danno dell'incendio anche la beffa di vedere uno Stato che non tiene conto della catastrofe e che va a presentare il conto anche del mancato rispetto di impegni che non potevano essere rispettati. Da questo punto di vista mi auguro non ci siano divisioni politiche (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Milani. Ne ha facoltà.

MASSIMO MILANI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo per una breve risposta rispetto a questo intervento doveroso devo dire. Sicuramente c'è stata un'ampia discussione in Commissione sull'argomento, ma riprendo le parole del collega Casu: non stiamo parlando di superbonus. Si tratta sicuramente di un evento che ha colpito alcune famiglie e che impedisce loro ancora oggi di rientrare in casa. Quindi sicuramente il tema è attenzionato, ne stiamo parlando qui perché si svolgeva, in questo condominio, un intervento di efficientamento energetico, rientrante nel superbonus.

È chiaro che siamo tutti d'accordo nel dire che bisogna trovare una soluzione. Tra l'altro, proprio la Sottosegretaria Albano qui presente si è presa l'impegno di affrontare in altra sede il problema dell'assistenza a queste famiglie.

Mi permetto umilmente e sommessamente di ricordare però che c'è un ente territoriale, il comune di Roma, che, in questo momento, mi sembra non occuparsi del tema. Il Governo la sua parte la fa, la farà sicuramente. Dopodiché c'è un tema anche di assistenza alloggiativa per queste persone in attesa che si definisca la questione. Quindi, non mi pare sia attinente al tema questa materia, ma mi premeva sottolineare che c'è tutta l'attenzione, la volontà di trovare una soluzione anche da parte del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Santillo. Ne ha facoltà.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Speriamo di non scoprire che il comune ha appiccato l'incendio (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

È sconcertante ascoltare questo intervento. Vi sono persone che abitano nelle case colpite dall'incendio e noi stiamo dicendo: “Aiutiamo queste persone”. Quando avete emanato questo decreto-legge vi siete posti il problema - gli effetti saranno catastrofici - di chi aveva un reddito in famiglia inferiore a 15.000. Va bene. Avete detto: vi diamo più tempo, dieci mesi, cerchiamo di aiutare, con un fondo, che è molto esiguo, ma comunque almeno in linea di principio, chi ha un reddito basso, cercando di colmare la differenza tra il 70 per cento di agevolazione, come avrebbero diritto nel 2024, e il 110 per cento.

Questo avete inserito come linea di pensiero in questo decreto-legge. Ora noi diciamo: ci sono alcune famiglie - alcune case in Italia, si conteranno sulle dita delle mani, hanno avuto un problema di origine incendiario - che sono state colpite da una calamità. Accantonate questi emendamenti. Io sto intervenendo anche sul mio emendamento successivo. Vedete, non c'entra niente il superbonus, tant'è vero - noi diciamo - che, se si tratta di un lavoro già in corso, al 90 per cento, continuate a riconoscergli il 90 per cento.

Qui, il problema, collega Milani, è delle persone che non possono rientrare a casa. Sono pochissime in Italia. Quanto costerà? Qualche milione. Fatelo accantonare al Governo, perimetratelo, mettete anche un altro limite di reddito, non lo so, però non usate scuse. Oggi bisogna dare una risposta a queste famiglie, non al prossimo provvedimento utile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Simiani. Ne ha facoltà.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Una cosa veramente assurda di questo dibattito è che oggi esistono veramente eventi catastrofali in tutta Italia: le alluvioni, gli incendi, i terremoti o situazioni di vario genere. Io credo sia necessario questo strumento da parte nostra per chi è rimasto a metà, per chi è rimasto in questo momento in difficoltà, perché non è colpa loro. Non è colpa delle imprese, non è colpa dei cittadini che hanno iniziato i lavori ma di situazioni esterne che oggi vanno gestite. Non che, oggi, onorevole Milani - per suo tramite, Presidente - dobbiamo dare la colpa al comune x o al comune y, oggi la colpa è di eventi che accadono e noi dobbiamo essere pronti, il legislatore deve essere pronto ad agire. Quindi, accantonate o, meglio, abbiate il coraggio di accantonare questo emendamento e votatelo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Madia. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARIA ANNA MADIA (PD-IDP). Mi permetto di insistere sulla richiesta di accantonamento anche per venire incontro al collega Milani. Mi pare evidente il tentativo di apertura da parte sua, ma vi è un muro da parte del Governo.

Chiederei proprio a lei, Presidente Rampelli, proprio a lei, per suo tramite, quando scenderà dallo scranno più alto…

PRESIDENTE. La stavo ascoltando.

MARIA ANNA MADIA (PD-IDP). …di farsi carico di interloquire con il Governo - auspico che questo emendamento verrà accantonato - perché stiamo parlando di superbonus, sì, e stiamo parlando di famiglie della nostra città che stanno pagando una colpa non loro. Basterebbe un po' di buonsenso. Non è un emendamento di parte, è una soluzione che credo, con buonsenso, accantonandolo e prendendo per buone le aperture del collega Milani, possiamo trovare già in questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Lovecchio. Ne ha facoltà per un minuto.

GIORGIO LOVECCHIO (M5S). Grazie, Presidente. In Commissione finanze già avevamo affrontato questo discorso. Si parla proprio di superbonus, dobbiamo intervenire proprio su questo perché, nel caso di Colli Aniene, lo stabile è stato sottoposto a sequestro, quindi non si potranno riprendere i lavori, iniziati con il superbonus, per completare ed efficientare lo stabile.

La normativa in questo momento ha una scadenza e, purtroppo, i cittadini che hanno iniziato quei lavori hanno subito questo evento e non possono far fronte alla scadenza naturale imposta dal Governo per quanto riguarda il superbonus. Noi stiamo chiedendo di sbloccare, oppure sospendere o comunque intervenire solo per alcuni casi - parliamo di pochissime decine di miliardi di euro - come quello dei cittadini di Colli Aniene (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. Intervengo per sostenere questo emendamento e anche per lanciare un appello a tutti i gruppi parlamentari, in particolar modo della maggioranza, perché si tratta di un emendamento di buonsenso che coinvolge e coinvolgerà alcune famiglie in maniera veramente drammatica e che già sono state coinvolte in maniera drammatica. Non si tratta di aprire in questo caso alcuna finestra, si tratta veramente di un caso o di pochissimi casi a cui può essere data una risposta con un voto favorevole o accogliendo la proposta di accantonamento dell'emendamento. Quindi, intervengo per sostenere questa proposta di accantonamento per fare la giusta valutazione di un emendamento che dà una risposta a un evento drammatico che non è dipeso certamente dalla negligenza delle famiglie, perché si tratta di un immobile sottoposto a sequestro giudiziario (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Il relatore ci può dare il suo punto di vista su questa proposta di accantonamento avanzata dai colleghi che sono intervenuti?

GUERINO TESTA , Relatore. No, Presidente, confermo il parere contrario.

PRESIDENTE. I deputati che hanno chiesto l'accantonamento insistono per la votazione? Bene. Allora, come prevede la procedura, passiamo a un intervento a favore e a un intervento contro la richiesta di accantonamento. Chi parla a favore? Deputato Toni Ricciardi, a lei la parola.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Il tema l'abbiamo affrontato, come la Sottosegretaria sa, in Commissione finanze. Abbiamo anche concordato, con le colleghe e i colleghi di maggioranza il numero di casi che in tutta Italia esistono - quindi, non si va a creare un precedente, perché è un fatto già avvenuto - di palazzine e condomìni che erano sottoposti al superbonus e che si sono incendiati. Abbiamo fatto una conta e se non erro - suo tramite, chiedo memoria al collega Filini - erano 2 o 3 in tutta Italia. Questa è la ragione per la quale si chiede, quanto meno, la sensibilità al Governo di poterlo accantonare e fare un'ulteriore verifica. Abbiamo il tempo per farlo nella seduta di oggi e, quindi, gentilmente, accantonatelo e potrete valutare concretamente l'impatto economico che è veramente irrisorio. In questo modo, probabilmente, si troverà una soluzione a favore di queste famiglie, che, altrimenti, con il fermo giudiziario, non sanno e non saprebbero come fare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare contro, il deputato Congedo. Ne ha facoltà.

SAVERIO CONGEDO (FDI). Grazie, Presidente. Solamente perché in Commissione il Governo ha già chiarito che su questa vicenda ci sarà un approfondimento. Ovviamente, occorre avere chiarezza e cognizione. Magari, ci sono anche episodi o situazioni analoghe nel resto del Paese che devono essere affrontati secondo un carattere di generalità. Per cui, credo e ritengo di dover assecondare quello che il Governo ha detto in Commissione, cioè un impegno ad un approfondimento, magari coinvolgendo anche gli enti locali territoriali che potrebbero avere da dire la loro su questa questione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento dell'emendamento 1.14 Casu.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 38 voti di differenza.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.14 Casu, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo all'emendamento 1.15 del deputato Casu, che chiede di parlare. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo emendamento insiste sempre sullo stesso tema di cui abbiamo parlato. Averli uno dopo l'altro ci offre l'occasione di cercare di mettere il punto su alcune questioni. La prima è questa. Nel IV municipio, col presidente Umberti, il comune di Roma, con un atto votato dal consiglio - maggioranza, opposizione e tutte le forze politiche - ha fatto quello che poteva. Le istituzioni locali hanno rappresentato la questione e hanno manifestato. Però c'è un problema legato al fatto che qui siamo nel Parlamento della Repubblica ed esiste un limite allo scaricabarile. Questo limite siamo noi, siamo il Parlamento.

E l'invito che faccio a tutti noi in questa vicenda - nel rispetto, e l'ho detto, ho ringraziato il Governo per l'apertura data in Commissione e ringrazio i parlamentari, anche di maggioranza, che sono intervenuti sul tema - è che, però, poi, alla fine, la discussione finisce e c'è il momento in cui bisogna assumere le decisioni. Fosse stato il primo giorno in cui parlavamo di questo tema in quest'Aula, non avrei chiesto di intervenire, mi sarei limitato a dire: lavoriamo insieme, fuori da quest'Aula, per realizzare. Ma noi, in quest'Aula, abbiamo già votato questo impegno unitariamente, il 30 novembre! Sono passati tre mesi da allora! Dobbiamo essere in grado di dare una risposta immediata! Per questo, la richiesta che noi reiteriamo è: votiamo questi emendamenti, perché potrebbero esserci altre situazioni, oltre a quella di Colli Aniene.

Per tutte queste situazioni, va sancito il principio giuridico per cui: ‘non potete essere voi a pagare i danni dell'incendio e della catastrofe che avete subìto'. Una volta sancito quel principio giuridico, il percorso si può trovare e si può identificare, secondo me, con una riformulazione eventualmente. Ci può essere il modo per sancire il principio giuridico in maniera compatibile con gli impegni del Governo. Non abbiamo neanche, in questo caso, il tema di essere in prima o in seconda lettura, perché, in questo monocameralismo di fatto in cui viviamo, molto spesso abbiamo il problema che il Senato ha già votato in un modo e la Camera non può modificare, ma in questo caso siamo in prima lettura! Se noi aggiungiamo una riga, dicendo che non possono essere le persone che hanno subìto un incendio o una catastrofe a pagarne i danni, poi c'è tutto il tempo e tutto il modo per procedere e fare in modo che questo principio venga garantito.

Quello che, però, è molto, molto, molto importante è che, da questo punto di vista, alle parole seguano immediatamente i fatti. Noi abbiamo avuto l'occasione persa del decreto Campi Flegrei, in cui abbiamo votato un ordine del giorno, ma non si è intervenuto, ed era un fattore straordinario specifico, che riguardava alcune aree e poteva essere esteso. Non lo abbiamo fatto in manovra e, se voterete contro questo emendamento, non lo farà nemmeno il decreto che si doveva occupare proprio di sanare le situazioni emergenziali come questa. È indispensabile che l'impegno - per il quale ringrazio ancora una volta la Sottosegretaria Albano - a fare un incontro con le famiglie per trovare una soluzione immediata, si svolga il prima possibile e che quest'Aula non si debba trovare, di nuovo, a dover affrontare questo argomento, perché - lo ripeto ancora una volta - stiamo parlando di una questione di giustizia e quest'Aula non può macchiarsi di un'ingiustizia!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.15 Casu, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo all'emendamento 1.30 Santillo, su cui c'è il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Ha chiesto di parlare il deputato Santillo. Ne ha facoltà.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Grazie, Presidente. Stiamo cercando di pregarvi in tutti i modi di riflettere. Abbiamo ancora altre due chance, perché gli emendamenti si stanno consumando: erano quattro i principali su questo argomento. Create un fondo, non lo so, sentitevi col MEF, pochi spiccioli, un gettone, e capite poi se e come rimpinguarlo. Non abbandoniamo queste persone. Il decreto-legge fa riferimento a misure urgenti relative alle agevolazioni fiscali. Cosa c'è di più urgente di un fabbricato dove è scoppiato un incendio e le persone non sanno come terminare questi lavori? Che cosa accadrà? Che poi finiranno nella rete dell'edilizia residenziale pubblica, perché non avranno una casa dove abitare? Perché non vi fermate un secondo, per cortesia? Fermatevi. Presidente, faccio richiesta formale di accantonamento e chiedo di metterla ai voti, nel caso in cui non venga accolta dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. C'è quindi una richiesta di accantonamento. Chiediamo il parere del relatore.

GUERINO TESTA , Relatore. Confermo la negatività e la contrarietà su questa richiesta.

PRESIDENTE. Possiamo andare avanti con la richiesta di votazione. Ha chiesto di parlare a favore il deputato Santillo. Ne ha facoltà.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Presidente, come intervento a favore, ritengo che sia il momento giusto, affinché questa maggioranza si assuma la responsabilità: o accantona, e, quindi, decide un momento di riflessione e dedica una riflessione profonda ai casi come la palazzina di Colli Aniene, oppure, come Ponzio Pilato, se ne lava le mani. Non c'è altro da aggiungere, non c'è altro da aggiungere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Nessuno chiede di parlare contro?

Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico, senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento dell'emendamento 1.30 Santillo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 35 voti di differenza.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.30 Santillo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.29 Santillo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Passiamo all'emendamento 1.35 Merola.

Ha chiesto di parlare il deputato Merola. Ne ha facoltà.

VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). La ringrazio, signor Presidente. Solo per ribadire che nelle zone alluvionate, dove ancora, dopo un anno, si stanno attendendo i rimborsi diretti alle famiglie, la situazione non è modificata. Ci sembra opportuno insistere su una proroga per quanto riguarda il superbonus proprio per venire incontro a queste popolazioni colpite, che, a fronte delle promesse del Governo, non hanno ancora avuto i necessari ristori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Grazie, Presidente, solo per rappresentare il quadro riassuntivo. Non solo non avete riconosciuto e inviato i ristori che avevate promesso al 100 per cento per tutte le perdite di tutti quei cittadini delle aree colpite dalle alluvioni, ma addirittura state negando la possibilità che siano sospesi, e quindi recuperati, i termini dell'utilizzabilità dello strumento del superbonus per quei cittadini che, purtroppo, non hanno potuto ultimare, nei termini, i lavori semplicemente perché colpiti da eventi catastrofali. Complimenti, è un bel capolavoro, che, immagino, quando andrete in giro per quei territori, qualcuno vi ricorderà a muso duro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Simiani. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ci sono zone, che conoscete benissimo, perché molti colleghi, anche della maggioranza, abitano in Toscana, così come in Emilia-Romagna, nelle Marche, a Ischia, in cui ci sono stati eventi veramente eccezionali. Noi crediamo che lì dobbiate investire e dare la proroga per questo strumento, perché ci sono famiglie e aziende che si sono bloccate, e voi dovete dare risposte a queste famiglie e a queste imprese.

Non capisco come mai vi impuntiate su un tema molto semplice, che è quello di aiutare quelle aziende e quelle famiglie che non per loro colpa, ma per colpe esterne, oggi non possono portare avanti i lavori, oggi non possono concludere i lavori della propria casa. Guardate che su questo tema credo che molti cittadini vi chiederanno conto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.35 Merola, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo all'emendamento 1.1001 Fenu.

Ha chiesto di parlare il deputato Dell'Olio. Ne ha facoltà.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Grazie, Presidente. A parte apporre la mia firma all'emendamento, volevo spiegare che questa proposta emendativa altro non fa che cercare di rispettare la legge. Sottosegretaria Albano, l'emendamento dice sostanzialmente che devono essere riferite al 31 dicembre 2023 le fatture che rispettano la normativa del DPR n. 633 del 1972, cioè quello che istituisce l'IVA. Voi avete, di fatto, eliminato questa possibilità, state intervenendo su una norma di legge.

In Commissione bilancio avete dato un parere negativo a questo emendamento andando a dire che ci potrebbero essere oneri per la finanza pubblica perché si va ad ampliare ad altri interventi agevolati che non sono oggetto di questo decreto-legge; sostanzialmente state andando a dire che, se si rispetta la normativa, c'è un ampliamento. Ma la normativa dà solo un tempo entro il quale poter andare a inviare la fattura, quindi, di fatto, non possono esserci altri oneri. Questi oneri, se c'erano, dovevano essere concepiti già al momento in cui andavate a valutare il decreto-legge.

Quindi questo decreto-legge si dimostra essere, ancora una volta, un “decretino” del tutto inutile, se non dannoso, come è stato anche per il decreto n. 11 del 2023, quello in cui avete bloccato la cessione dei crediti. La questione, la cosa più importante è che, dopo tutto questo, non state facendo nulla per quanto riguarda l'enorme massa di crediti di imposta che sono in giro e che porteranno, ancora una volta, a fallimenti di aziende, a professionisti e a famiglie che continueranno ad avere problemi, perché su questo voi non state intervenendo.

Di fatto, non andando ad approvare questo emendamento, voi sperate di andare a ridurre la massa di crediti che dovreste dare. In pratica, voi continuate con questi decreti a intervenire per far vedere agli italiani che state facendo qualcosa sul superbonus, dietro a fantomatici deficit, fantomatici default, che non ci sono, ma in realtà non andate a portare il risultato a casa e lasciate gli italiani con questa massa di miliardi di crediti di imposta che non si sa ancora come fare a gestire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1001 Fenu, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Passiamo agli identici emendamenti 1.26 Del Barba e 1.1002 Fenu.

Ha chiesto di parlare il deputato Del Barba. Ne ha facoltà.

MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Presidente, onorevoli colleghi, con questo provvedimento si mette probabilmente la parola “fine” al tema del superbonus. Il termine “probabilmente” è però necessario in quanto, verosimilmente, ce ne dovremo ancora occupare per quanto attiene ai controlli che negli anni successivi seguiranno, e, visto che siamo pienamente consapevoli di avere un quadro normativo ancora fragile, verosimilmente questo Parlamento sarà di nuovo interessato, però veniamo all'oggi.

La maggioranza su questa materia così delicata e importante è stata fin qui risoluta, ma non risolutiva, e c'è una certa differenza. Se, da un certo punto di vista, è anche apprezzabile che una maggioranza esprima in modo chiaro il suo posizionamento, nella fattispecie, però, non essere risolutivi significa che questa risolutezza la maggioranza l'ha messa sulle spalle dei cittadini.

E questo, dal nostro punto di vista, se volete, è l'unico elemento che nel dibattito di oggi vogliamo sottolineare, perché ci sarebbero tante questioni che vengono poste con gli emendamenti, ma riteniamo che, a questo punto del dibattito, diventi stucchevole continuare a sottolineare questioni che semplicemente portano i cittadini di inganno in inganno. Quindi, tutto ciò è stucchevole, se non ingannevole.

Però, c'è un aspetto rispetto al quale ci sentiamo ancora oggi di richiamare la maggioranza, ossia quello che attiene ai cosiddetti debiti incagliati. È un problema che la maggioranza aveva promesso di risolvere e che deriva dal fatto di aver scelto di essere risoluti ma non risolutivi; è un problema rispetto al quale in precedenti provvedimenti addirittura il Ministro dell'Economia e delle finanze e molti esponenti della maggioranza hanno dichiarato che si sarebbe trovata la soluzione al di fuori di queste Aule con il fantomatico veicolo ed è un problema che ricade sulle imprese e sulle famiglie.

Con questo emendamento analizziamo in modo particolare la gravità del fatto nel momento in cui questo problema ricade sulle famiglie. Di che cosa si tratta? Abbiamo famiglie che, senza usare la facoltà dello sconto in fattura, hanno assunto su di sé una spesa in tempi non sospetti, quando c'era ancora la possibilità di cedere il credito e comunque quando la politica, sia da una parte, che dall'altra, per quello che ho appena ricordato, prometteva che questo credito sarebbe stato assorbito.

Ora sappiamo che questo credito non viene assorbito, sappiamo che c'è un grande problema di liquidità per le imprese, per le quali potremmo dire, usando le parole del Ministro Giorgetti, che ognuno deve calcolare i propri rischi di impresa, però non possiamo dire alle famiglie che devono calcolare il proprio rischio di famiglia. È veramente politicamente scorretto questo comportamento: ci sono famiglie che hanno crediti verso lo Stato, che speravano di poter esigere attraverso il meccanismo che era dato loro per legge e che, qualora non fossero capienti, vedrebbero semplicemente annullarsi questi crediti, con perdite nel reddito familiare anche di decine di migliaia di euro. Pensate addirittura al caso in cui il capofamiglia perde il lavoro: andrebbe a perdere, oltre al reddito, anche i crediti che aveva maturato, magari facendo prestiti per la famiglia.

Noi chiediamo che almeno alle famiglie, laddove siete stati risoluti e non risolutivi, si dia la possibilità non di avere in anticipo questi soldi - abbiamo superato quell'epoca -, ma di diluire questo credito, non più in 4 anni, ma almeno in 10 anni, e di poterne fruire. Anche perché - scusate - abbiamo fatto tutta questa pantomima per via del fatto che questi crediti sono stati classificati come payable e poi li rendiamo noi stessi not-payable. Vedete, domani, di non crearci il problema alla rovescia con Eurostat (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fenu. Ne ha facoltà.

EMILIANO FENU (M5S). Grazie, Presidente. L'emendamento è lo stesso e non si comprende perché la maggioranza non lo condivida, visto che si è impedito in questi ultimi anni alle famiglie soprattutto di cedere i propri crediti perché i canali iniziali - e quindi poste e banche - hanno smesso di acquistare. I motivi li abbiamo detti più volte, alcuni sono palesi, altri nascosti.

Il problema è che in mezzo sono rimaste queste famiglie che hanno eseguito i lavori, però sono rimaste con le detrazioni in pancia, non riescono a trasformarle in crediti e quindi probabilmente li perderanno.

La soluzione proposta, anche da alcuni di voi della maggioranza, è di assoluto buonsenso perché è l'ultima occasione per non far perdere queste detrazioni alle famiglie e consentire loro di spalmare, visto che non hanno capienza fiscale sufficiente, le detrazioni in 10 anni. Questa è una soluzione che almeno consente di salvare queste detrazioni e non pesa così tanto sullo Stato perché queste - come tutte le vecchie detrazioni che riguardano le ristrutturazioni, ad esempio degli immobili - sono appunto spalmabili in 10 anni e quindi pesano di meno anche sul bilancio dello Stato.

Quindi questa è una soluzione di buonsenso: conviene alle famiglie, che almeno non rimangono in qualche modo incastrate in questo meccanismo; conviene allo Stato, che spalma queste detrazioni in più anni; conviene sempre allo Stato perché - come ricordava il collega Del Barba - la riclassificazione di questi crediti e quindi del bilancio dello Stato è stata fatta sulla base di una promessa fatta dal Governo ad Eurostat.

La promessa era che i crediti incagliati sarebbero stati riassorbiti. Siccome i crediti incagliati purtroppo non sono stati riassorbiti e quindi l'entità di questi crediti è ancora molto elevata, se non si riassorbono in qualche modo - e questa è una soluzione - Eurostat chiederà, a giugno 2024, al Governo di riclassificare nuovamente i crediti e il bilancio, ma non del 2024 - come pensa di farci credere il Ministro Giorgetti - ma dal 2020 al 2023. È questo il problema. Noi lo sappiamo, Eurostat lo sa e continueremo a ribadirlo fino alla fine (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Santillo. Ne ha facoltà, per un minuto.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Grazie, Presidente. Se si sbloccano questi crediti e si dà un po' di tempo anche ad altri componenti del Governo di farsi i lavori a casa con i bonus edilizi, magari ne potrà usufruire anche lo stesso Sgarbi, visto che è stato colpito da una condanna di 2.000 euro per diffamazione dell'ex sindaca Virginia Raggi. Chissà, magari, in compensazione dei crediti d'imposta, potrà onorare la multa nei confronti della Raggi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.26 Del Barba e 1.1002 Fenu, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Passiamo all'emendamento 1.31 Ubaldo Pagano.

Ha chiesto di parlare il deputato Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. A differenza dei bonus edilizi, con i quali ci eravamo confrontati quando sono nati - perché è evidente che la creazione di questo strumento di politica attiva di rigenerazione e di efficientamento non è risalente semplicemente agli anni post pandemia -, subito dopo la pandemia, era stata introdotta la possibilità dello sconto in fattura e soprattutto della cedibilità del credito. Questo aveva di fatto reso la misura, che negli anni precedenti veniva utilizzata soltanto da chi aveva capienza fiscale, utilizzabile anche da quelle fasce di popolazione che in realtà non avevano la capienza fiscale per beneficiarne e che in realtà non si sarebbero potuti portare in detrazione qualsiasi credito di imposta.

Che cosa avete fatto voi? Avete tolto la possibilità della cessione del credito e dello sconto in fattura e li avete sostituiti con uno strumento che lascia un contributo per i nuclei familiari che abbiano un reddito ISEE non superiore ai 15.000 euro.

Anche questo livello è profondamente basso rispetto all'operatività e avete inserito la soglia dei 15.000 euro semplicemente perché vi siete resi conto che questa misura avrebbe tirato molto poco, cioè avrebbe avuto un costo molto limitato. Tanto è vero che una parte di quelle somme che avevate destinato per questo contributo, con il cap a 15.000 euro, le state riutilizzando per permettere di continuare a utilizzare lo sconto in fattura e la cessione del credito anche a coloro i quali non abbiano ultimato i lavori al 31 dicembre del 2023.

Ora noi, con questo emendamento, vi chiediamo di aumentare almeno la soglia a 25.000 euro, importo che è molto più conferente rispetto alla realtà della famiglia media italiana, e di dare la possibilità di democratizzare e rendere meno regressiva una misura che già esisteva, ma che poteva essere utilizzata soltanto da chi magari aveva le risorse e i soldi per farlo a proprie spese. Allora, se è vero, come è vero, che probabilmente siamo andati un po' oltre rispetto a quello che era il preventivabile dei costi per lo Stato, almeno proviamo a salvaguardare quelle fasce di popolazione che in realtà non hanno la possibilità di efficientare i propri immobili, perché, semplicemente, non hanno la possibilità di portare i lavori in detrazione.

Tutte le statistiche ci dicono che, su 12 milioni di unità immobiliari in Italia, ben 8 milioni sono a classe energetica più bassa e, di quegli 8 milioni di unità immobiliari a classe energetica più bassa, circa il 90 per cento è rappresentato da famiglie che hanno un reddito molto, molto basso. Ecco perché entrare nel merito della possibilità di una proroga dello sconto in fattura e della cessione del credito, almeno per quelle che hanno fino a 25.000 euro è una misura perequativa che non va troppo a incidere sui conti pubblici; si rende così più giusta una misura rispetto all'obiettivo di efficientare entro il 2035 il maggior numero di abitazioni che oggi hanno un'altissima dispersione energetica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Santillo. Ne ha facoltà.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Grazie, Presidente. Spero che possiate accogliere l'appello lanciato dal deputato Pagano, ma la riflessione che voglio lanciare a quest'Aula è la seguente: se abbiamo un condominio con 40 unità immobiliari e 20 hanno un ISEE e un reddito sopra una certa soglia e l'altra metà, invece, ce l'ha inferiore, ci spiegate che cosa succede? Cosa facciamo, a macchia di leopardo? Allora, uno sostituisce l'infisso e l'altro no, non ce la fa, perché non riesce a sfruttare l'incentivo al 110 per cento.

Questa osservazione è seria, qualcuno ci può dare una risposta? Cosa accade nei condomini? Facciamo l'ISEE medio condominiale? E se facciamo l'ISEE medio condominiale poi ci troviamo una sproporzione tra chi lo supera e chi no; quindi, una persona che ha un ISEE o un reddito inferiore ad una certa soglia, che è all'interno di una casa unifamiliare, ne può usufruire, mentre invece se lo ha ed è all'interno di un condominio che però supera la soglia dell'ISEE medio condominiale, non può usufruire del 110 per cento.

Vi siete resi conto che strada avete preso? Prima di andare avanti, per cortesia, potete accantonare un emendamento di questo tipo e cercare di trovare una convergenza, una risposta concreta, prima che sia troppo tardi; perché, voglio ricordarlo, ormai ci sono centinaia di migliaia di condomini oggetto di sequestro, da milioni di chilometri quadrati di ponteggi, e fra poco vi ritroverete anche cause per questo motivo, perché in qualche condominio qualcuno dirà: ma io ce l'ho potuta fare perché il Governo mi ha dato la possibilità, con un contributo, di usare l'incentivo dal 70 al 110 per cento; invece, qualcun altro, che è figlio di un Dio minore, dovrà purtroppo accontentarsi del 70 per cento e se non ha il 30 per cento per saldare il lavoro lascerà la sua casa, magari, senza finestre. Avremo le case senza finestre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.31 Ubaldo Pagano, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.25 Stefanazzi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.27 Borrelli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1003 Fenu, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Passiamo all'emendamento 1.36 Fenu.

Ha chiesto di parlare il deputato Fenu. Ne ha facoltà.

EMILIANO FENU (M5S). Presidente, questo emendamento cerca di correggere una stortura simile a quella che era stata introdotta in legge di bilancio. Mi riferisco al contributo per chi ha un reddito sotto i 15.000 euro. Anche qui si è introdotta questa misura e si è detto, appunto, che chi non è riuscito a terminare i lavori entro il 31 dicembre, ma ha fatto il 60 per cento dei lavori, ha diritto a un contributo, se ha un reddito inferiore ai 15.000 euro. Sorgono, però, una serie di problemi. Innanzitutto, quello dello stanziamento delle risorse. Come ripetete in continuazione, le detrazioni comunicate a ENEA sono miliardi e miliardi; all'incirca, dovrebbe essere pari a 100 miliardi l'ammontare complessivo, da quando è nato il superbonus, delle detrazioni comunicate. L'importo stanziato per questo contributo è di 16 milioni di euro, quindi, fate voi le proporzioni. Secondo voi è un contributo sufficiente per consentire a queste persone di terminare i lavori, oppure è una presa in giro delle stesse persone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Questi 16 milioni di euro complessivi sono una presa in giro e, infatti, probabilmente nessuno accederà a questo tipo di contributo.

L'altro problema che sorge è relativo alla capacità che hanno queste persone di portare a termine i lavori, perché le spese, gli importi, li dovrebbero anticipare, ma uno che ha 15.000 euro di reddito annuo, secondo voi, è in grado di anticipare queste risorse e portare a termine i lavori di efficientamento energetico? Anche questo è un altro problema.

L'altro problema, ancora, è relativo a come verranno suddivisi in un condominio questi contributi, come verranno considerati. Ci sarà, come suggeriva prima il collega, un reddito millesimale diviso in base ai millesimi di competenza di ogni condomino? Ecco, questi sono problemi che ci fanno capire che altro che ultimo provvedimento! Ci dovrete ritornare, eccome, per spiegarci queste cose. Poi, c'è l'ultimo problema che è un po' più generale, cioè come pensate di far rispettare in Italia la direttiva - che saremo obbligati a rispettare - sulle case green? Saremo obbligati a far fare il salto di due classi a circa un milione di case. Poiché ho letto alcune delle soluzioni che stanno circolando negli ambiti della maggioranza, una soluzione, lo dico anche per chi ascolta da casa, è quella di far indebitare i condomini, ad esempio i pensionati, per fare questi lavori. Ecco, se queste sono le soluzioni, ditelo apertamente e chiaramente a quegli stessi pensionati a cui state dicendo che li aiuterete (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.36 Fenu, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.37 Borrelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

L'emendamento 1.38 Bonelli non è segnalato.

Passiamo all'emendamento 1.39 D'Alfonso.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.39 D'Alfonso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.42 Lomuti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.43 Lomuti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.44 Grimaldi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.45 Lomuti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.46 Toni Ricciardi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

Chiedo scusa, revoco l'indizione della votazione. Ha chiesto di intervenire il deputato Fenu. Ne ha facoltà.

EMILIANO FENU (M5S). Signor Presidente, non c'era neanche bisogno di revocare la votazione. Chiedevo soltanto di aggiungere la firma all'emendamento del collega Toni Ricciardi 1.46 e, se posso già anticipare i due successivi, per non intervenire nuovamente, intenderei aggiungere la firma anche sugli emendamenti 1.47 e 1.53 del collega Toni Ricciardi.

PRESIDENTE. Sta bene, li diamo per firmati.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.46 Toni Ricciardi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.47 Toni Ricciardi, con il parere contrario della Commissione, del Governo, nonché della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.48 Fenu, con il parere contrario della Commissione, del Governo, nonché della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.53 Toni Ricciardi.

Ha chiesto di parlare il deputato Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Signor Presidente, questo è l'ultimo degli emendamenti che si collega ai precedenti, però è quello più generale. Mentre gli altri intervenivano sulle capienze economiche e sulle variazioni economiche, se me lo consente, Presidente, questo lo definirei un emendamento di cornice o di contesto. Si tratta di un emendamento che fotografa la realtà e che prevede una deroga nei tempi di finalizzazione - quindi, non apre nuove opportunità - rispetto a quei cantieri, in itinere, in corso nel Mezzogiorno d'Italia. Perché prima ho utilizzato l'espressione fattuale, concreto e oggettivo, Presidente? Perché, se fotografassimo la realtà del Mezzogiorno oggi, avremmo un pezzo di territorio dove la grande finanza o, se volete, le grandi reti del sistema economico-finanziario e bancario sono sparite, non esistono più. Ci sono realtà, questo non vale solo per il Mezzogiorno, ma soprattutto nel Mezzogiorno, dove, colleghe e colleghi, i crediti vengono acquistati al 68, al 74, addirittura, al 60 per cento su 110. Ora, questa è la vita reale, la vita concreta delle persone e delle famiglie che, pur di recuperare parzialmente questi crediti, li svendono a queste realtà, a favore di coloro che hanno capienza economica e la possibilità di poterli acquistare. Quindi, con questo emendamento non si chiede un ulteriore carico di spesa, ma si chiede semplicemente di consentire a queste persone, ubicate in realtà territoriali che vivono difficoltà strutturali, di avere tempo ulteriore per completare semplicemente i lavori.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.53 Toni Ricciardi, con il parere contrario della Commissione, del Governo, nonché della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.54 Alifano. Ha chiesto di parlare la deputata Alifano. Ne ha facoltà.

ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, signor Presidente. Con questo emendamento, di fatto, siamo a chiedere qualcosa in più rispetto alla disciplina previgente, addirittura osiamo, però quando c'è una buona causa, bisogna osare. La buona causa è rappresentata dall'attenzione agli enti del terzo settore, alle ONLUS, alle organizzazioni di volontariato, alle associazioni di promozione sociale, che hanno beneficiato della disciplina del superbonus e hanno potuto efficientare energeticamente strutture obsolete. Hanno potuto adeguarle alla normativa antisismica. Ora c'è un'altra criticità che riguarda gli immobili delle ONLUS ed è che sono spesso di grandi dimensioni, anche perché sono atti ad accogliere delle collettività. A questo ha pensato il legislatore del decreto rilancio e, infatti, ha stabilito un limite di spesa superiore in rapporto alla superficie proprio per questa tipologia di immobili che però devono essere posseduti o a titolo di proprietà o di nuda proprietà ovvero di usufrutto o in comodato d'uso.

Con questo emendamento noi chiedevamo che questa maggiorazione del superbonus si applicasse anche agli immobili degli enti del Terzo settore, detenuti in locazione oppure posseduti in base ad altro titolo concessorio. Si tratta di un emendamento di buonsenso, che oltretutto dà un riconoscimento all'opera che gli enti del Terzo settore svolgono nel tessuto sociale soprattutto occupandosi di compiti che le pubbliche amministrazioni non riescono ad assolvere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.54 Alifano, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.55 Fenu, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.56 Iaria. Ha chiesto di intervenire il deputato Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Signor Presidente, fosse vera la balla che il superbonus è solo per i ricchi, voi che dall'inizio legislatura avete fatto favori a ricchi e potenti dovreste prorogarlo fino al 2030. Ma il superbonus non era fatto solo per i ricchi, non era fatto affatto per i ricchi, scusate il gioco di parole. Con questo emendamento andiamo a spiegare una delle grandi opportunità che si davano ai comuni e anche agli enti del terzo settore di lavorare insieme nel recuperare degli immobili per poterli utilizzare a fini sociali. In questo emendamento noi andiamo, oltretutto, a specificare che con questa indicazione precisa di definizione di comodato d'uso gratuito, convenzione o concessione disposta ad enti locali, permettiamo anche di diradare la nebbia che ha creato l'Agenzia delle entrate nell'interpretare questo tipo di proposta di superbonus. In sintesi, praticamente potevamo col superbonus, se approvato questo emendamento, riuscire a fare in modo che degli enti locali che avevano dato in concessione non onerosa a un costo di canone bassissimo degli immobili per poter fare questo tipo di funzione molto utile alla collettività, di poter utilizzare il superbonus per riuscire a ristrutturare l'immobile stesso e fare le attività che erano state previste, tra l'altro, che funzionavano anche molto bene, come anche il recupero, rigenerazione urbana in certi quartieri. Voi non accantonando questo emendamento praticamente chiudete la porta a tutta una serie di progetti che sono già iniziati, mettendo in difficoltà sia i comuni sia le ONLUS che erano partite con queste modalità. Quindi, cosa succederà? Succederà che questi progetti non andranno avanti, che queste aree rimarranno degradate e che i comuni saranno costretti, magari in alcuni casi, anche a revocare la concessione, perché non si riuscirà a portare avanti l'oggetto per cui era stata data questa stessa concessione.

Quindi, da questo punto di vista l'emendamento potrebbe essere anche oneroso o non oneroso, ma il tema fondamentale è che ogni soldo speso per recuperare immobili che hanno una finalità sociale e che aiutano le attività del Terzo settore o le attività sociosanitarie è un euro speso molto bene e che darà sicuramente risultati ottimi di risparmio a tutte le altre partite a cui gli enti locali devono sopperire e su cui devono spendere attingendo ad altri finanziamenti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.56 Iaria, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.57 Ubaldo Pagano, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.58 Morfino.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dell'Olio. Ne ha facoltà.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Grazie, Presidente. Chiedo di aggiungere la firma e voglio intervenire su questo emendamento, perché è quanto meno strano che il Governo su questo emendamento non abbia riproposto una sua riformulazione. Sostanzialmente, cosa è successo? Il Governo non ha impugnato la legge regionale della Basilicata, governata dal centrodestra, che permetteva di intervenire e cercare di acquistare quei famosi crediti di imposta del superbonus che nella realtà stanno circolando - anzi stanno fermi; c'è una massa di oltre 20 miliardi - e accanto la Basilicata si sono aggiunte: la Calabria, governata dal centrodestra, l'Abruzzo, governato da Fratelli d'Italia e, quindi, sempre dal centrodestra, il Veneto, con Zaia della Lega, il Piemonte anche, se non mi ricordo male, con Forza Italia e la Puglia, con il governatore Emiliano del PD.

Con questo emendamento si andava a chiedere di permettere di utilizzare sempre quelle strutture, quindi di fare il lavoro che stanno facendo i vari governatori di regione per permettere di cercare di consumare quei crediti di imposta che erano in giro. Quindi, il Governo magari poteva intervenire, non dire che è sempre ammessa la cessione, modificare in qualche maniera, ma fare qualcosa che non ha fatto finora, cioè contribuire a ridurre. È chiaro che con l'intervento di queste regioni probabilmente si andranno a prendere 600, 700 o 800 milioni, che rispetto ai 20 miliardi sono poca cosa, però significa andare a superare i problemi attuali, cioè un ammasso di crediti incagliati.

Quindi, io chiedo al Governo di riverificare questa norma. Dunque, chiedo di accantonarla e di rivederla, perché non si può dire, come è stato detto in Commissione bilancio, che questa norma va a creare nuovi o maggiori oneri, perché non ha nuovi o maggiori oneri, perché questi crediti di imposta verrebbero utilizzati da enti statali o dal Ministero, che vanno a utilizzarli per la compensazione dei crediti fiscali, di fatto non va a creare nuovi o maggiori oneri, anzi, se vogliamo, va a semplificare qualcosa che per fortuna il Governo non ha bloccato quando si è trattato della regione Basilicata, tanto che altre regioni - guarda caso le regioni governate dal centrodestra - lo stanno facendo e lo stanno portando avanti.

Pertanto, richiedo al Governo di accantonare questo emendamento, di rivederlo anche per una modifica che possa permettere almeno alle regioni di poter intervenire su questo problema, su cui finora il Governo non è intervenuto. Quindi, io richiedo l'accantonamento.

PRESIDENTE. Relatore Testa, qual è il suo parere sulla richiesta di accantonamento?

GUERINO TESTA , Relatore. Confermo il parere contrario sull'accantonamento.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Presidente, richiedo a questo punto il voto sull'accantonamento, perché è corretto che il Governo e la maggioranza si prendano carico di questo mancato accantonamento, visto che, guarda caso, tutte le regioni…

PRESIDENTE. Sì, adesso lo ascolteremo magari dal deputato che farà l'intervento a favore della richiesta di accantonamento, fermo restando che questa, lo rammento, è la terza richiesta di accantonamento. Conoscete le consuetudini e, quindi, ci regoleremo di conseguenza perché dopo tre richieste di accantonamento non si procederà alle votazioni.

Ha chiesto di parlare a favore il deputato Dell'Olio. Ne ha facoltà.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Parlo io stesso a favore di questo accantonamento. Quello che stavo dicendo prima è che, se non si permette al Governo di intervenire, di mettere da parte questo emendamento e cercare di capire come intervenire anche eventualmente modificandolo, di fatto tutta la maggioranza qui presente va a sconfessare quello che i loro partiti nelle varie regioni stanno facendo, cioè cercare di risolvere un problema. Per cui, votando contro su questo emendamento vi state ponendo in contrasto con le vostre regioni, con i vostri presidenti e, quindi, di fatto anche contro quella che forse è stata una benevolenza del Governo che non ha impugnato la legge della regione Basilicata, gestita in questo momento ancora da Forza Italia, proprio perché forse voleva permettere alle regioni di intervenire. Quindi, sta a voi prendere la responsabilità di non permettere neanche al Governo di intervenire e modificare questo emendamento per renderlo ammissibile.

PRESIDENTE. Prendo atto che non c'è nessuno che intende parlare contro la richiesta di accantonamento.

Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento dell'emendamento 1.58 Morfino.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 48 voti di differenza.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.58 Morfino, con il parere contrario della Commissione, della V Commissione (Bilancio) e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.59 Donno, con il parere contrario della Commissione, della V Commissione (Bilancio) e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.60 Torto, con il parere contrario della Commissione, della V Commissione (Bilancio) e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

I due successivi emendamenti sono inammissibili.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.02 Raffa, con il parere contrario della Commissione, della V Commissione (Bilancio) e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1 Curti, con il parere contrario della Commissione, della V Commissione (Bilancio) e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 2.3 Pastorino, 2.4 Simiani e 2.5 Santillo.

Ha chiesto di parlare il deputato Simiani. Ne ha facoltà.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Noi rimaniamo veramente colpiti perché, nelle audizioni, ci sono stati alcuni dati importanti che il Parlamento - in questo caso, la Camera - dovrebbe sapere. Da quello che vedo, si fa finta o nessuno li analizza. In questi anni, il risparmio energetico che c'è stato proprio in base ai bonus edilizi è stato di 10.000 gigawatt all'anno, che è pari al 3,3 per cento del consumo energetico. Come sapete benissimo, in Commissione ambiente alla Camera - ma non solo, anche al Senato - abbiamo preso atto della direttiva Case green che ci dice chiaramente che dobbiamo riuscire a ridurre i consumi, arrivando a un risparmio energetico del 16 per cento entro il 2030 e del 20-22 per cento nel 2035. Ora io vi chiedo: come pensate di poter arrivare a questi traguardi o, addirittura, all'azzeramento delle fonti fossili nel 2050 se oggi non fate un'uscita ordinata dal superbonus e da tutti i bonus edilizi? Mi spiegate come farete? Perché ad oggi questi sono dati reali, oggettivi, che dovete cominciare a mettervi in testa. Se non fate questo, vuol dire non solo che non c'è da parte vostra l'obiettivo di arrivare ai traguardi che l'Europa ci ha dato ma, soprattutto, che volete ridurre la crescita che oggi gli strumenti dei bonus edilizi hanno dato. Vi piaccia o non vi piaccia, il PIL di questo strumento è stato del 2 per cento e credo che questo sia un fatto oggettivo. Ecco perché noi crediamo che anche di questo emendamento sia utile un possibile accantonamento e, soprattutto, una vostra votazione perché, se oggi non prendete atto, in questo momento, dei dati che stanno emergendo dalle varie audizioni che ci sono state in sia in Commissione bilancio e in Commissione ambiente, non riuscirete ad arrivare a quegli obiettivi che tutti noi - compresi voi - ci siamo dati verso l'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.3 Pastorino, 2.4 Simiani e 2.5 Santillo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.7 Borrelli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.8 Curti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.9 Toni Ricciardi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.10 Curti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.12 Lovecchio, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.13 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Passiamo all'emendamento 2.1000 Fenu, parere contrario. Ha chiesto di parlare il deputato Dell'Olio. Ne ha facoltà.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento abbiamo cercato di chiedere che il divieto di opzione per lo sconto in fattura o la cessione del credito non si dovesse applicare per gli interventi, effettuati nei territori colpiti dagli eventi sismici, dagli IACP, dalle cooperative di abitazione a proprietà indivisa e dalle organizzazioni non lucrative di utilità sociale o di volontariato. Questo perché, nel momento in cui non permettiamo una cosa del genere, questi soggetti non hanno la possibilità di scontarselo o di portarselo in detrazione, quindi questa è l'unica maniera per permetterlo a questi soggetti che, magari, hanno capacità limitata e che, dal punto di vista reddituale, probabilmente, sono persone che hanno quel poco che serve per riuscire a creare una cooperativa di abitazione, questi, sì, hanno necessità di poter fare la cessione del credito o lo sconto in fattura. Non permetterlo significa ridurre la possibilità per loro di intervenire.

L'emendamento era chiaramente volto a permettere ciò a questi soggetti, per tutto ciò che riguarda prima di questo decreto-legge. Su questo avevamo chiesto di intervenire. Anche in questo caso la risposta del Governo è stata che c'era la possibilità di amplificare, ma, nella realtà, se si deve intervenire su queste cose, lo si deve fare per facilitare, per andare verso le fasce più povere della popolazione, visto che avete detto, ingiustamente, che il superbonus andava verso le fasce alte della popolazione. Ecco perché avevamo chiesto di intervenire con questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1000 Fenu, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 2.01 Curti. Ha chiesto di parlare il deputato Curti. Ne ha facoltà.

AUGUSTO CURTI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Anch'io intervengo per chiedere un accantonamento per rivedere il parere e dico anche perché, altrimenti, possiamo passare direttamente al voto. Con questo articolo aggiuntivo si chiede di intervenire nella parte del superbonus riservata ai comuni del cratere sismico del 2016. Oggi la legge prevede, per quei comuni - i comuni del cratere - la possibilità di utilizzare in modo integrale la misura del 110 per cento per tutti gli edifici che sono stati dichiarati inagibili alla data del sisma del 2016. Va detto anche che la misura del 110 per cento, per quelle realtà, di fatto, è una misura aggiuntiva alle risorse che sono state stanziate per la ricostruzione, ma una misura aggiuntiva che si è resa necessaria per fare in modo che non ci fosse, di fatto, un accollo per i terremotati.

Il problema nasce dal fatto che questa misura, che è stata concessa con un precedente provvedimento, stabilisce che i lavori dovranno terminare entro il 2025.

Sappiamo anche, per i dati che abbiamo circa la ricostruzione che sta avvenendo nel Centro Italia, che questi cantieri durano molto di più rispetto ai due 2 anni che servono per arrivare al 2025. Ecco perché, con questo articolo aggiuntivo, chiediamo la possibilità di posticipare la data del 2025 al 2029, proprio per consentire ai cittadini di usufruirne. Diversamente, noi andremo verso un blocco della ricostruzione. E porto un esempio. Quest'anno, alla data del 31 dicembre 2023, anche per via di una scadenza giusta che è stata imposta dalla struttura commissariale, sono stati presentati tutti i progetti che riguardano la ricostruzione della prima abitazione. Diversi di questi progetti prevedono l'utilizzo del 110. Di conseguenza, se noi non diamo loro la proroga, non riusciranno a terminarli entro i 3 anni e non potranno, di fatto, partire con la ricostruzione. Per questi motivi, chiedo la possibilità di un accantonamento - approfittando anche della presenza della Sottosegretaria Albano, con delega alla ricostruzione - in modo da consultare, magari, in questa fase, il Commissario alla ricostruzione, che credo non possa che condividere, onestamente, questa richiesta di proroga (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Solitamente, su alcuni argomenti, in quest'Aula, anche nel passato, abbiamo sempre avuto modo e occasione di trovare un filo di congiunzione che non distinguesse la maggioranza dall'opposizione, perché fare in modo che le aree colpite da sisma importanti possano essere ricostruite in fretta e, soprattutto, secondo criteri antisismici che non sottopongano quelle popolazioni a nuovi eventi che possano dissipare il lavoro importante di ricostruzione, era sempre stato un tratto distintivo che ci aveva legato.

Ora, dinanzi a questo appello - che non è di parte, ma è semplicemente di buonsenso, che sconta la realtà dei fatti e che prende atto dello storico degli ultimi 5 anni in questo Paese -, è possibile che nessuna voce sensibile, che so essere presente nella maggioranza, possa farsi interprete di questa nostra esigenza e possa anche invitarci a una trattativa o, che so, al ritiro dell'emendamento per trasformarlo in ordine del giorno, ripetendolo in un prossimo provvedimento utile?

PRESIDENTE. Concluda.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Ma bocciarlo significa assumersi una responsabilità enorme rispetto alla sensibilità che abbiamo sempre avvertito in quest'Aula su temi così delicati.

PRESIDENTE. Come avevo preavvisato, la Presidenza ha già posto in votazione nella giornata odierna 3 richieste di accantonamento sugli emendamenti 1.14 Casu, 1.30 Santillo e 1.58 Morfino, con il parere contrario del relatore, che sono state respinte dall'Assemblea. Preso atto dell'orientamento negativo del relatore su tali proposte, come già fatto in precedenti analoghe occasioni, a partire dalla prossima richiesta, in presenza di un avviso negativo dei relatori, non chiamerò più l'Assemblea a decidere con una votazione. Chiederei, a questo punto, il parere del relatore e poi darò la parola al deputato Giachetti. Relatore Testa, il parere sulla richiesta di accantonamento?

GUERINO TESTA , Relatore. Confermo il parere contrario.

PRESIDENTE. Aveva chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Sull'ordine dei lavori o per un richiamo al Regolamento?

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Esattamente sull'affermazione che lei ha fatto poc'anzi, Presidente, perché lei ha testualmente detto che, da questo momento, lei non metterà più in votazione alcuna richiesta di accantonamento. Le rivolgo una domanda solo per capire: quindi, se ora si alza il collega Foti e le chiede di accantonare un emendamento, lei ha già detto che non lo mette in votazione?

PRESIDENTE. No, se c'è un parere contrario e, quindi, una richiesta di votazione, non va in votazione.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). No, perché le volevo significare che le richieste che sono state avanzate, sono state avanzate da rappresentanti di un gruppo. Questo è un gruppo diverso che può portare motivazioni diverse. Quindi, a mio avviso, ma ovviamente poi affido alla sua valutazione, noi non dobbiamo ragionare come maggioranza e opposizione, ma dobbiamo ragionare su quelle che possono essere le valutazioni politiche. Se è stato dichiarato, per tre volte, il voto su quello che propone e le ragioni che ha messo il MoVimento 5 Stelle nel proporre il rinvio in Commissione, io penso che, almeno una volta per quanto riguarda altri gruppi che non sono il MoVimento 5 Stelle, lei avrebbe, come dire, la possibilità di farlo e, forse, anche l'interesse a farlo. Ovviamente è una sua decisione, che immagino lei affiderà ai precedenti. Però le significo che è una cosa diversa, perché non possiamo uniformare tutto, in quanto la volontà dell'Aula, al di là delle veggenze, non è sempre e comunque prevedibile.

PRESIDENTE. Grazie a lei, sempre, per i suoi stimoli alla riflessione sull'interpretazione del Regolamento. Come ha potuto constatare, si procede per prassi. Fermo restando che in questo momento non ho la declaratoria di tutte le votazioni sulle proposte di accantonamento che sono state fatte da che esiste il Parlamento italiano, tuttavia mi dicono - e ho ragione di credere alle indicazioni che mi vengono date - che, comunque, la prassi è esattamente nell'indirizzo che io ho dato nella lettura.

Quindi, poiché abbiamo ascoltato il parere negativo del relatore, passiamo direttamente alla votazione dell'articolo aggiuntivo 2.01 Curti.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.01 Curti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.02 Fenu, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.1 Furfaro, 3.2 Fenu e 3.3 Del Barba, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.4 Malavasi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Passiamo all'emendamento 3.5 della collega Alifano, che chiede di parlare. Ne ha facoltà.

ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, Presidente. Tra l'altro, c'erano degli emendamenti più o meno di uguale tenore, che erano a firma dei colleghi. Mi preme intervenire - perché ho visto che non ci sono stati altri interventi di questo tenore - per sottolineare che, di tutte le modifiche che sono state introdotte con questo intervento normativo, questa sicuramente è la più odiosa. Perché? Perché restringe l'ambito di applicazione dei bonus - prevista a legislazione vigente, prima dell'entrata in vigore di questo provvedimento - per l'eliminazione delle barriere architettoniche. Incredibile: si è arrivato anche a fare questo, perché viene in campo il tema della disabilità, su cui, tra l'altro, nella delega fiscale - almeno così, a chiacchiere - dovrebbe essere posta all'attenzione del legislatore. E infatti, con la lettera a) del comma 1 dell'articolo 3 di questo provvedimento, viene ristretto l'ambito oggettivo dell'agevolazione, che viene limitata a questi interventi: scale, rampe, installazione di ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici, cioè il minimo sindacale. Tra l'altro, viene stabilito che il pagamento debba essere effettuato tramite bonifico parlante, con l'indicazione della causale, del codice fiscale del contribuente che sostiene le spese e la partita IVA dell'azienda che effettua i lavori. Questo significa, ovviamente, che il minimo errore, poi, alla fine, chiuderà la partita e non darà diritto a usufruire del bonus. Con la lettera c), poi, veniamo all'altro punto, una norma della quale si chiede la soppressione, che cosa si fa?

Si abroga una norma previgente, che ricomprendeva proprio nel beneficio dell'abbattimento delle barriere architettoniche, anche gli interventi che riguardavano l'automazione di alcuni impianti; si può pensare, per esempio, alle persiane automatiche, tra l'altro, e in caso di sostituzione di questi impianti anche allo smaltimento e alla bonifica dei materiali che sono poi stati sostituiti. Sono modifiche oggettivamente odiose perché non tengono in nessun conto le esigenze delle persone che, ahimè, vivono una condizione di disabilità e, al contempo, non tengono nemmeno conto di quanto le aziende hanno fatto magari per riconvertire diverse linee in nuove linee produttive. Per questo si chiede la soppressione di queste due lettere del comma 1 dell'articolo 3 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.5 Alifano, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Passiamo all'emendamento 3.6 Malavasi.

Ha chiesto di parlare la deputata Malavasi. Ne ha facoltà.

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ci tengo a intervenire su questa proposta di emendamento, indipendentemente dal parere che è stato dato, perché torniamo su un tema già espresso, che riguarda l'eliminazione delle barriere architettoniche. Ben sappiamo quanto sia importante sostenere tutti gli interventi edilizi che possono agevolare, aiutare a migliorare le condizioni di quella vita quotidiana a volte così complessa per persone con disabilità. Evidentemente questo è un Governo che ha poco a cuore i disabili.

Lo abbiamo visto fin dalla legge di bilancio, fin dal decreto Anticipi, con un taglio di 350 milioni, peggiorato nella legge di bilancio con un taglio di ulteriori 50 milioni, e oggi anche una restrizione ulteriore legata ai sostegni per le barriere architettoniche, con una restrizione degli interventi che vengono agevolati, quasi che la parte che riguarda le pavimentazioni e gli infissi non sia altrettanto importante di tutti gli altri strumenti che possono essere utili alle famiglie. Credo che ci voglia una maggiore attenzione a queste fasce di fragilità, che necessitano davvero di tutta la nostra attenzione, anche perché servono sì delle risorse, ma servono anche delle agevolazioni, dei contributi, dei bonus, dei sostegni che possano aiutare le famiglie in questi interventi di riqualificazione. Davvero non capiamo l'atteggiamento del Governo, che continua a penalizzare le persone che hanno delle differenti abilità, e crediamo, invece, che ci voglia un'attenzione più forte, che vada nel rispetto della dignità delle persone e dei diritti anche all'abitazione, con delle pari opportunità per tutti. Quindi chiediamo davvero un'attenzione e anche un ripensamento rispetto a questo emendamento, che vuole cogliere anche la preoccupazione delle associazioni delle famiglie delle persone con differenti abilità, che sono molto preoccupate rispetto a quest'attenzione del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.6 Malavasi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.16 Zanella, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1000 Fenu, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.20 Lovecchio, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.22 Furfaro, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.23 Alfonso Colucci, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.24 Grippo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.25 Alfonso Colucci, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 67).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.27 Fenu, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 68).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.28 Borrelli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 69).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.30 Bonelli, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 70).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.31 Merola, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 71).

Passiamo all'emendamento 3.34 Grippo.

Ha chiesto di parlare la deputata Grippo. Ne ha facoltà.

VALENTINA GRIPPO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Semplicemente per chiedere al Governo di rivalutare il giudizio su questo emendamento. So che si è proceduto in blocco, però, nella fattispecie, con questo emendamento non facciamo altro che, nell'ambito della definizione, dire che tra le patologie che possono… però chiederei al Governo, dal momento che sto chiedendo una rivalutazione, di ascoltare.

PRESIDENTE. Prego, non era una collega, ma sono gli uffici che hanno bisogno di informazioni da parte del Governo per il prosieguo dei nostri lavori. Prego, prosegua.

VALENTINA GRIPPO (AZ-PER-RE). Auspico che sia per la rivalutazione. Tenevo a precisare questo: dal momento che per le deroghe che con questo atto diamo alle persone con disabilità per l'abbattimento delle barriere architettoniche, correttamente, e noi lo condividiamo, si stabiliscono parametri molto stretti di quali siano gli interventi e con quali caratteristiche si acconsente ad agire in deroga, l'Organizzazione mondiale della sanità ha equiparato gli anziani con patologie, che hanno più di 70 anni, nell'attuale definizione di persona con disabilità. Purtroppo, il Governo non ha ancora completato e provveduto all'emanazione dei decreti attuativi della legge quadro sulla disabilità, lo farà a breve, sappiamo, quindi questo articolo diventerà in qualche modo scontato.

Viceversa, in questo momento, si crea una vacatio che farà sì che c'è un comportamento non allineato alla normativa europea e a quella che avremo a breve. Quindi, qui non si amplia la platea, semplicemente si amplia la definizione dei soggetti che hanno diritto ad adire all'abbattimento delle barriere architettoniche, rendendolo omogeneo al resto della legislazione. Quindi, dal momento che vedo il relatore distratto e il Governo altrettanto distratto (Commenti), magari, potremmo accantonarlo un secondo e provare a capire se si può intervenire, lo ripeto, su un aspetto che è meramente definitorio, ma che, laddove non si intervenga, si crea una vacatio che potrà creare molti danni alle persone con disabilità, che si trovano in questa situazione.

PRESIDENTE. La deputata Grippo ha chiesto, dunque, l'accantonamento del suo emendamento 3.34. Attendiamo, dunque, l'espressione del parere su questa proposta, da parte del relatore Testa.

GUERINO TESTA, Relatore. Confermo la contrarietà all'accantonamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.34 Grippo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 72).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.36 Grippo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 73).

Passiamo all'emendamento 3.40 Fenu. Ha chiesto di parlare il deputato Fenu. Ne ha facoltà.

EMILIANO FENU (M5S). Grazie, Presidente. Con questa norma, il Governo ha cercato di porre rimedio a una stortura che aveva creato - lo stesso Governo - a marzo dello scorso anno, quando si sono lasciate maglie larghe sull'agevolazione che riguardava l'abbattimento delle barriere architettoniche, per cui, effettivamente, ci sono stati abusi, soprattutto sull'installazione di infissi che, con alcuni codici, sono stati considerati come idonei ad abbattere le barriere architettoniche. Quindi, anche a chi non aveva in casa disabili è stato concesso questo beneficio.

Il Governo ha creato questa stortura e come l'ha risolta? Impedendo con questa norma ai disabili di installare infissi che siano idonei ad abbattere le barriere architettoniche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo per far capire come il Governo affronta i problemi e le storture che crea lui stesso.

Con questo emendamento, Presidente, e concludo, chiediamo una semplice modifica: consentiamo a chi ha in famiglia un soggetto in condizioni di disabilità accertata di installare un infisso che sia idoneo ad abbattere le barriere architettoniche. Il buon senso ci dice che le porte sono elementi importanti per abbattere queste barriere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il deputato Dell'Olio sottoscrive l'emendamento. Così come i deputati Carmina e Ubaldo Pagano.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.40 Fenu, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 74).

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1630​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Presidente, essendo arrivati gli ordini del giorno fino agli ultimi minuti, chiedo 40 minuti per poterli valutare tutti.

PRESIDENTE. Comunico, per informazione dell'Aula, che gli ordini del giorno sono 20, di cui alcuni sono arrivati nei termini regolamentari ma, comunque, adesso. Questa tempistica è sicura, possiamo accorciarla? No, va bene.

Allora, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 18,10.

La seduta, sospesa alle 17,25, è ripresa alle 18,10.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1630​)

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno legge n. 1630. Invito la rappresentante del Governo, Sottosegretaria Lucia Albano, ad esprimere il parere sugli ordini del giorno.

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/1630/1 Cappelletti, il parere è favorevole con riformulazione dell'impegno “a valutare l'adozione di misure che, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, consentano di calcolare i risparmi energetici conseguiti grazie agli impianti fotovoltaici”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1630/2 Filini il parere è favorevole, mentre sull'ordine del giorno n. 9/1630/3 Fenu il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1630/4 Santillo il parere è contrario sul primo impegno e viene accolto il secondo impegno. Sull'ordine del giorno n. 9/1630/5 Curti il parere è contrario, mentre sull'ordine del giorno n. 9/1630/6 Andrea Casu il parere è favorevole e sull'ordine del giorno n. 9/1630/7 Guerra il parere è contrario.

L'ordine del giorno n. 9/1630/8 Rubano è ritirato; mentre sugli ordini del giorno n. 9/1630/9 Testa e n. 9/1630/10 Cavandoli il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1630/11 Furgiuele il parere è favorevole con riformulazione dell'impegno: “a valutare la possibilità di individuare misure di monitoraggio che consentano di verificare l'impatto delle disposizioni in esame nei confronti delle fasce più deboli della popolazione che non hanno ancora concluso i lavori”.

Sugli ordini del giorno n. 9/1630/12 Grimaldi, n. 9/1630/13 Bonelli, n. 9/1630/14 Evi, n. 9/1630/15 Borrelli e n. 9/1630/16 Ghirra il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1630/17 Zanella il parere è favorevole con riformulazione dell'impegno come il secondo capoverso dell'ordine del giorno n. 9/1630/9 Testa, ossia con riguardo “agli interventi edilizi relativi alle barriere architettoniche, a valutare la possibilità di introdurre misure volte a tutelare maggiormente i nuclei familiari dei contribuenti dove è presente un soggetto in condizioni di disabilità grave accertata ai sensi dell'articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104”.

Sugli ordini del giorno n. 9/1630/18 Merola e n. 9/1630/19 Barbagallo il parere è contrario.

Infine, sull'ordine del giorno n. 9/1630/20 Malavasi il parere è favorevole con riformulazione dell'impegno esattamente come l'ordine del giorno n. 9/1630/17 Zanella e il secondo capoverso dell'ordine del giorno n. 9/1630/9 Testa, “con riguardo agli interventi edilizi…”, stessa formulazione.

PRESIDENTE. Sta bene.

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1630/1 Cappelletti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole a condizione che sia riformulato.

Chiedo al presentatore se accetta la proposta di riformulazione.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Grazie, Presidente. Ringrazio il Sottosegretario ma non posso accettare questa proposta di riformulazione per la presenza di quella locuzione “a valutare”. La riformulazione, di per sé, sarebbe anche da me condivisa e sostenuta, ma non posso considerare un impegno su un ordine del giorno che viene preceduto dalle parole …

PRESIDENTE. Sta facendo la dichiarazione di voto, immagino.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Quindi, procederei a fare una dichiarazione di voto, stante la situazione, giusto per inquadrare di cosa stiamo parlando.

Stiamo parlando di un dato che è stato reso pubblico da ENEA, recentemente, secondo il quale lo Stato italiano ha raggiunto un risparmio record - è un dato positivo di cui dovremmo essere tutti lieti -, parliamo di 3 miliardi di euro di risparmio sulla fattura energetica nazionale nel 2022. Questo è un risultato straordinario dovuto, ovviamente, alle detrazioni fiscali in buona parte afferenti al superbonus. Nel dettaglio del rapporto annuale di ENEA, tuttavia, non sono considerati in questo calcolo i risparmi generati dalla presenza, grazie al superbonus, di oltre 341.000 impianti fotovoltaici e di oltre 329.000 sistemi di accumulo. Contabilizzando anche questi impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo, secondo una stima cautelativa, il risparmio generato in bolletta con gli interventi del superbonus ammonterebbe a 2 miliardi di euro, da considerare, naturalmente, ogni anno. Ora nella struttura del Ministero dell'ambiente e degli altri enti come ENEA e CSEA sono presenti sia le competenze, sia i dati per effettuare questi calcoli sui risparmi generati dagli impianti fotovoltaici da sistemi di accumulo nella fattura energetica nazionale. Per questo motivo si invitava il Governo a rendere pubblici questi calcoli. Mi pare evidente, da questo parere contrario o da questa riformulazione con la parola “a valutare l'opportunità di”, che il Governo, nonostante sia in possesso dei dati sui benefici apportati dal superbonus in termini di minore bolletta energetica, non intenda tuttavia diffonderli, perché non si può in Italia far sapere al Paese quanti miliardi il superbonus ha fatto risparmiare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Questo è un dato che i cittadini non devono sapere e questo voto contrario che ci sarà, probabilmente, e questo parere contrario su quest'ordine del giorno non è altro che la conferma che i dati positivi sui superbonus il Governo non vuole diffonderli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1630/1 Cappelletti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 75).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1630/2 Filini, con il parere favorevole del Governo.

Ha chiesto di intervenire il deputato Filini.

FRANCESCO FILINI (FDI). Signor Presidente, volevo mettere ai voti l'ordine del giorno n. 9/1630/2 Filini.

PRESIDENTE. Se non ci sono altre richieste di intervento, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1630/2 Filini, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 76).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1630/3 Fenu, con il parere contrario del Governo.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1630/3 Fenu, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 77).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1630/4 Santillo, su cui vi è il parere contrario del Governo sul primo impegno e il parere favorevole sul secondo impegno.

Prendo atto che il presentatore non accetta la proposta di riformulazione e pertanto passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1630/4 Santillo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 78).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1630/5 Curti, con il parere contrario del Governo.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1630/5 Curti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 79).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1630/6 Casu, con il parere favorevole del Governo.

Ha chiesto di intervenire il deputato Casu.

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Nel ringraziare il Governo per aver ribadito con questo parere l'impegno ad organizzare, in tempi rapidi, vista la gravità della situazione, un incontro con le famiglie coinvolte e con i parlamentari interessati per trovare una soluzione alla questione di cui abbiamo parlato anche oggi in Aula, mi auguro che questo intervento, per chiedere all'Aula un voto, un impegno che chiediamo di rinnovare, sia l'ultimo su questo argomento, perché questa soluzione rapida possa arrivare col voto di quest'ordine del giorno e con la discussione che abbiamo svolto tra la Commissione finanze e quest'Aula.

PRESIDENTE. Prendo atto che i deputati Milani e Filini chiedono di sottoscrivere l'ordine del giorno.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1630/6 Casu, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 80).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1630/7 Guerra su cui il parere è contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1630/7 Guerra, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione…

Revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare il deputato Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Abbiamo rilevato con stupore il parere contrario del Governo su quest'ordine del giorno perché, mentre approvavamo in Commissione bilancio gli emendamenti e il parere per il DL Superbonus, ci siamo resi conto di un'incomprensibile disparità di trattamento, che in questo decreto era consacrata, tra chi aveva optato per lo sconto in fattura o la cessione del credito e chi, invece, intendeva portare in detrazione i crediti maturati. Abbiamo rilevato alla Sottosegretaria presente in Commissione questa disparità e abbiamo chiesto le ragioni di questa disparità di trattamento, che peraltro è paradossale. Vede, dopo un'interruzione protratta per diversi minuti, la Sottosegretaria ci ha riportato la ratio secondo cui il Governo avrebbe partorito questa disparità e ha anche ammesso che, quando ad aprile si cristallizzerà tutto il corpo previsto per le dichiarazioni dei redditi, quindi allorché i soggetti interessati potranno optare e beneficiare della detrazione, il Governo, entro quella data, si renderà parte attiva per affrontare e risolvere questo tema. Non a caso avevamo redatto quest'ordine del giorno riprendendo le assicurazioni che la Sottosegretaria aveva riportato in Commissione e su cui avevamo avuto un dibattito anche un po' sul merito di quello che lei stava dichiarando.

Ora, stando semplicemente a quello che era stato detto in Commissione, avreste dovuto dare semplicemente un parere favorevole magari non sulle premesse, perché possono essere politicamente anche opinabili, ma almeno sull'impegno, visto che era lo stesso impegno che la Sottosegretaria aveva assunto e che sicuramente con onestà intellettuale i colleghi commissari della Commissione bilancio potranno confermare anche in quest'Aula.

È per questo motivo che non riesco a comprendere la ragione. Evidentemente la Sottosegretaria Albano, che è qui presente e non era in Commissione, non ha sentito la necessità di interfacciarsi con la collega, forse per carenza di tempo. Per questo sto intervenendo rammentando alla Sottosegretaria quello che avevamo detto durante la riunione della Commissione e soprattutto chiedendo l'ausilio dei colleghi della Commissione bilancio per poter entrare nel merito di quello che facciamo nelle Commissioni, che poi sovente qui in Aula viene sconfessato dai Sottosegretari di turno.

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Intervengo per un chiarimento sull'ordine del giorno n. 9/1630/7 Guerra firmato anche da lei, onorevole Ubaldo Pagano.

Il parere del Governo è contrario perché si fa presente che, proprio nell'ambito della disposizione in vigore, che è limitata ai soggetti che hanno esercitato l'opzione, la ratio è dovuta alla circostanza che questi soggetti, con una certa probabilità, hanno realizzato gli interventi in mancanza di adeguata dotazione finanziaria, cosa che invece non si è verificata per i contribuenti che hanno scelto di operare la detrazione in dichiarazione. Pertanto, questa posizione, questa scelta è per tutelare di fatto gli incapienti. Quindi, la ratio è in questo.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Prendo atto delle parole della Sottosegretaria, ma io non me lo sono inventato. In Commissione bilancio la Sottosegretaria presente ha detto, invece, che, rendendosi conto del problema, ma non avendo ancora contezza della misura che determinava questo problema, avrebbero rinviato a un prossimo provvedimento, da assumersi entro il mese di aprile, la risoluzione della questione.

Per questo l'ordine del giorno era in quella direzione. Ora se avete cambiato idea vi prego di dircelo, perché possiamo anche prenderne atto, però non mi si venga a dire che in realtà quello che diciamo nelle Commissioni può non avere alcun tipo di senso per quest'Aula, altrimenti il rischio vero è che, nei prossimi appuntamenti, ci chiederete di ritirare emendamenti o di chiudere alcune interlocuzioni, sul presupposto che poi si vada nella direzione di un ordine del giorno ma, arrivati qui in Aula, si resterà smentiti, verranno meno la fiducia e l'affidamento sulla parola data.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1630/7 Guerra, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 81).

L'ordine del giorno n. 9/1630/8 Rubano è ritirato.

Sugli ordini del giorno n. 9/1630/9 Testa e n. 9/1630/10 Cavandoli il parere del Governo è favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/1630/11 Furgiuele è accolto con una proposta di riformulazione.

Ha chiesto di parlare il deputato Furgiuele. Ne ha facoltà.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione e approfitto della dichiarazione di voto per ringraziare il Governo per il lavoro che è stato fatto, in realtà per ringraziare tutti coloro che sono intervenuti per i contributi che sono stati dati, molti dei quali interessanti, che probabilmente hanno aperto anche ulteriori riflessioni. Abbiamo sentito parlare dei vantaggi che sarebbero derivati dall'efficientamento energetico e abbiamo sentito chiamare in causa anche l'Eurostat.

Per fare un po' di chiarezza, signor Presidente, dobbiamo ricordare, anche fornendo un contributo dalla nostra parte, che tutte le cessioni di credito che sono state effettuate costituiscono, in realtà, debito, perché costituiscono mancate entrate per lo Stato e l'Eurostat, appunto, ce le ha fatte contabilizzare come debito e, nel nostro caso, si tratta di 100 miliardi di euro da contabilizzare in quote da 20-24 miliardi di euro all'anno.

Poi, abbiamo sentito dire anche che c'è stato un grande movimento del PIL, un grande spostamento in avanti, ma mi viene da dire che questo è evidente: se prendi 20-25 miliardi di euro e li metti nel mercato è chiaro che probabilmente qualcosa si smuoverà. Non è tanto quello che si è smosso e quello che si è prodotto in termini di PIL ma è quanto probabilmente si sarebbe potuto produrre se quelle quote fossero state messe in altri settori (magari ci sarebbe stato un effetto moltiplicatore diverso).

La realtà è che questo provvedimento, che era stato pensato bene, effettivamente si è rivelato non adatto a sostenere quelle fasce di popolazione per cui era stato pensato, perché nei fatti questo provvedimento ha toccato meno del 4 per cento dell'intera popolazione italiana e di questa popolazione soltanto coloro che appartenevano a fasce medio-alte.

Allora, abbiamo sentito anche chiederci il perché non vengono esplicitati i risultati relativi a determinate indagini conoscitive. È giusto richiederli ma, nel frattempo, ci sono altri dati che si possono evincere e sono quelli che, però, sono più vicini alla carne viva della popolazione.

Sono quelli che si riscontrano nei cantieri e nelle ferramenta, dove chi conosce quella realtà ha potuto notare come tra il 2020 e il 2021 ci siano stati sbalzi di costi economici per determinate materie che hanno distrutto un mercato che oggi è in piena difficoltà.

Dobbiamo ricordare, se vogliamo dei dati, per chi non lo sapesse, per chi non sa di cosa parla, che, per esempio, un cappotto termico di 8 centimetri, che prima del superbonus costava, con la finitura e con il ponteggio, fino a 50 euro, oggi, con il superbonus è stato pagato fino a 110 euro; il ferro è aumentato del 230 per cento; il PVC del 71 per cento. Questi sono i dati, signor Presidente, che possiamo immediatamente riscontrare, per il resto, attenderemo con ansia. Sta di fatto che fare il parlamentare è un mestiere molto difficile e, forse, andare dove c'è la carne viva del Paese, dove il lavoro è vero e dove realmente si fanno i conti con la realtà potrebbe aiutare a prendere decisioni migliori nel futuro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Avverto che è stata chiesta dal gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista la votazione per parti separate, nel senso di votare distintamente le premesse dall'impegno.

Avverto che le premesse saranno poste in votazione solo nel caso di approvazione dell'impegno.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1630/11 Furgiuele, limitatamente all'impegno, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 82).

Essendo stato approvato l'impegno, passiamo alla votazione delle premesse.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1630/11 Furgiuele, limitatamente alle premesse, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 83).

Ordine del giorno n. 9/1630/12 Grimaldi, parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Pochi secondi per dire che siamo costretti a ribadire la necessità di salvare, prima di tutto, le imprese coinvolte in questa impasse, soprattutto i professionisti che hanno investito risorse economiche, intellettuali e i tantissimi committenti proprietari di immobili oggetto di intervento. Per questo, la vicenda dei crediti incagliati detenuti dalle imprese esecutrici e dai professionisti, maturati con il sistema del cosiddetto sconto in fattura, rappresenta per noi una delle maggiori emergenze, cui va data immediata risposta, cosa che non fa questo provvedimento. Lo diciamo perché dobbiamo evitare un grave disastro socioeconomico, tra l'altro, con possibili ricadute anche in termini di fallimenti a cascata di società e imprese, con conseguente perdita di posti di lavoro, parliamo di migliaia di posti di lavoro.

Per questo, chiederei di accantonare quest'ordine del giorno o, almeno, di ripensarci, perché chiede semplicemente al Governo di intervenire affinché le aziende e le società controllate dallo Stato siano attivate per l'immediata acquisizione di quei crediti maturati con sconto in fattura da parte delle imprese esecutrici. Se ci pensate, Poste Italiane fa questo. Noi lo diciamo perché sia per i crediti detenuti dai professionisti e dai beneficiari committenti per i benefici fiscali in materia edilizia, sia per le aziende esecutrici si può fare. Non capiamo perché il Governo non abbia provato, almeno su questo punto, a trovare soluzioni alternative (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere quest'ordine del giorno, se il collega è d'accordo e per evidenziare che il problema dei crediti incagliati delle persone che hanno creduto in questa misura è grave e viene sempre sottovalutato.

Vorrei anche fare alcune precisazioni rispetto a quello che ha detto prima il collega Furgiuele, tramite lei, Presidente, perché ha raccontato una versione del mondo dell'edilizia, che, mi permetto di dire, anch'io conosco, che non è proprio reale, non è proprio veritiera. Infatti, l'aumento dei prezzi è dovuto ad altri fattori: c'è una guerra che ha fatto aumentare i costi delle materie prime, ci sono stati 2 anni di COVID, in cui le materie non sono arrivate, non c'era magazzino. Quindi, la semplificazione che si fa nel dare al superbonus la colpa dell'aumento dei prezzi è sbagliata. Ricordo anche che l'aumento dei prezzi, del superbonus, non poteva essere all'infinito, perché si faceva riferimento a prezziari, che si usano anche per quantificare il costo delle opere pubbliche, quindi non era un aumento esponenziale dei prezzi. E mi ricordo anche - parlo anche da professionista - che il superbonus, per la prima volta, ha immesso nell'economia reale - quella di cui parlava prima anche il collega -, la carne viva del Paese, una dose di finanziamento pubblico che ha permesso veramente di creare un indotto, creare esternalità positive. Quando diciamo che il superbonus, rispetto ad altri interventi, è stato utile, lo diciamo anche per questo motivo, perché, per una volta, lo Stato ha investito, dopo tanti anni, in maniera keynesiana, sull'economia reale, ha investito per riprendersi da uno shock, che era quello del COVID, ha investito sul settore dell'edilizia, con la transizione ecologica, con il risparmio energetico, e voleva anche partire con un grande investimento sulle infrastrutture pubbliche e sulle case popolari - quindi, per i poveri, cosa che voi non dite mai -, che avrebbe permesso veramente un rilancio, che avrebbe trascinato grandi settori del Paese.

Non raccontate frottole. Avete deciso di investire i soldi in altra maniera. Posso dire anche che è legittimo - se uno vince le elezioni, è legittimo -, però non dite che non si poteva fare, non dite agli esodati del superbonus che voi non potevate risolvere questo problema. Dite che governerete 4 anni: in questo anno e mezzo, invece di dare soldi al ponte sullo Stretto di Messina o alle squadre di calcio, avreste potuto risolvere i problemi degli esodati, avreste potuto risolverli in maniera molto veloce e, tra l'altro, non con questi decreti, che non servono assolutamente a nulla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1630/12 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 84).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1630/13 Bonelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 85).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1630/14 Evi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 86).

Ordine del giorno n. 9/1630/15 Borrelli, parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, ho chiesto di intervenire perché vorrei sottolineare la posizione schizofrenica del Governo su questa vicenda che, tra l'altro, mi colpisce, in particolare, per un aspetto: un ordine del giorno simile lo votammo alcuni mesi fa - parliamo, ovviamente, del fenomeno del bradisismo nell'area flegrea -, in cui, unitariamente, maggioranza e minoranza avevano dato l'ok al fatto di partire con un progetto straordinario di sisma bonus e abbiamo fatto, addirittura, alcune audizioni con la regione, con l'Osservatorio vesuviano, con i comuni, e così via. Tuttavia, nonostante tutto questo lavoro - che è stato svolto, secondo me, in modo corretto e al di là delle casacche politiche -, alla fine, non si è risolto nulla. Addirittura, abbiamo avuto una dichiarazione, secondo me, improvvida, quando è stato annunciato che si sarebbe fatto in 60 giorni quello che non era stato fatto in 60 anni sui Campi Flegrei. Qualcosa di incredibile che, infatti, non è avvenuto. Però ci tengo a sottolineare una cosa. Non chiedo al Governo di rivedere la posizione né, tanto meno, voglio convincere qualcuno.

Però, per onestà intellettuale, visto che so che ci sono molti colleghi, nonché il Presidente della Commissione finanze, con il quale abbiamo fatto un buon lavoro, penso che questo sia uno degli elementi di brutta figura che facciamo tutti quanti assieme. Ciò per un motivo molto semplice: abbiamo fatto un percorso, un percorso unitario, sostanzialmente, che ha messo d'accordo minoranza e maggioranza - non posso non riconoscerlo ai colleghi della Commissione finanze, allo stesso Presidente e allo stesso Governo, con il quale abbiamo lavorato -, che attribuiva a quell'area in particolare un contributo straordinario, concordato assieme, votato assieme, sul quale abbiamo ragionato assieme, fatto delle audizioni, un percorso e così via.

Oggi, con riferimento a questo lavoro, non l'attuale esponente del Governo, ma un altro aveva detto: “Alla prima occasione utile cominceremo anche con un finanziamento”. E ciò aveva raccolto il plauso, perché era una cosa che era partita dal basso, cioè dagli amministratori locali. Io credo che ci facciamo tutti una figura non bella, tipo quella che è stata fatta quando, nel giro di 24 ore, siamo passati dalla massima allerta rossa a quell'incontro in cui si è detto: “No, probabilmente non ci sono grandi problemi nei Campi Flegrei”.

Credo che, indipendentemente dalle visioni politiche, la difesa, la tutela e la prospettiva di un territorio debbano essere interesse comune. Il fatto di respingere il secondo ordine del giorno, dopo che il primo era stato precedentemente votato, rispetto al quale c'è stato pure un certo percorso in Commissione - un percorso concordato con il Governo, io mi sono anche premurato di sentire i Ministri competenti al riguardo -, secondo me non migliora la qualità, in generale, della politica.

Mi auguro di essere smentito nei prossimi mesi da un'azione del Governo, dell'attuale maggioranza, che ovviamente sosterrei, di mantenere coerenza, di essere coerenti rispetto a quello che abbiamo votato, ossia di dare questo contributo alle popolazioni dei Campi Flegrei che, in questo momento, meritano tutto, tranne che essere prese in giro (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caso. Ne ha facoltà.

ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere, se il collega è d'accordo, quest'ordine del giorno. Ha ben detto e ricostruito l'iter, quando abbiamo trattato l'argomento dei Campi Flegrei in quest'Aula e, ancor prima, nelle Commissioni, prima che si arrivasse con un decreto-legge. Il messaggio è chiaro, abbiamo fatto un buon lavoro, in parte anche unitario, per far arrivare le risorse ai Campi Flegrei e poter contrastare una situazione non bella, che sta vivendo il territorio: mi riferisco, lo ricordo, alle scosse costanti, che vi sono state per diversi mesi sul territorio, con la relativa paura dei cittadini. Ora la situazione è apparentemente più calma, ovviamente dal lato scientifico, però nulla è possibile dire sul futuro che ci aspetta relativamente a quel territorio.

Nonostante il lavoro abbastanza buono fatto con il decreto, resta un vuoto, chiaro, che poi ricordo a tutti portò il nostro gruppo ad astenersi in sede di votazione, proprio perché definimmo quel provvedimento un buon punto di partenza, che, però, andava completato. E come? Andava completato con un'operazione come quella che sta chiedendo il collega ora, con quest'ordine del giorno e che abbiamo abbondantemente chiesto prima.

Ricordo che nel decreto sono state previste risorse per la verifica della vulnerabilità sismica anche dell'edificato privato, ma è stato previsto il nulla per il dopo. Per capirci: quando verranno fatte, mi auguro presto, queste verifiche all'edificato privato, se si dovesse riscontrare qualche vulnerabilità, i cittadini sono lasciati a se stessi. Molto probabilmente, gran parte dei cittadini non avrà risorse per intervenire sull'abitazione, quindi cosa resta? Cosa si fa? Finiscono per strada? Restano come senzatetto? E, allora, la soluzione più ovvia era intervenire con un meccanismo di bonus che, nei vari incontri anche fatti con il Ministro, si era detto di rinviare a provvedimenti successivi. Ebbene, facciamolo. Facciamolo, diamo questo segnale a una terra che ne ha bisogno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1630/15 Borrelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 87).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1630/16 Ghirra, su cui vi è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare la deputata Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Chiedo di metterlo ai voti, però vorrei fare prima una breve dichiarazione di voto. A me sorprende, continua a sorprendere l'atteggiamento miope e direi anche un po' irresponsabile dal Governo nei confronti del superbonus. Noi siamo i primi a sostenere che andassero rivisti i criteri, modificati, per evitare le storture cui abbiamo assistito. Sono stati citati, ad esempio, i casi di rappresentanti dello stesso Governo che ne hanno beneficiato e che avrebbero potuto fare gli interventi sulle proprie abitazioni senza gravare sulle casse dello Stato.

Sicuramente, i fondi sarebbero potuti essere utilizzati meglio per l'edilizia pubblica, ad esempio. Però lo stato dell'arte è quello che conosciamo e, quindi, questa indisponibilità a prorogare il superbonus almeno per le spese sostenute fino al 30 giugno 2024, almeno per quegli interventi che abbiano completato lo stato dei lavori per il 60 per cento, non è comprensibile, visto che sappiamo che potrebbe salvare circa 25.000 cantieri, evitando anche che ci possano essere incompiute, e che potrebbe evitare di mettere in difficoltà oltre 220.000 famiglie.

Signora Sottosegretaria, forse non le interessa quanto sto dicendo, però credo sia quantomeno opportuno valutare anche gli effetti positivi che questa misura ha avuto, non solo per il rilancio dell'economia del nostro Paese, che era fortemente in crisi nel settore dell'edilizia, e che ha creato numerosissimi posti di lavoro, ma anche rispetto alle questioni che ci stanno più a cuore, sulla riqualificazione dell'edilizia privata del nostro Paese, che è, per lo più, molto antiquata e inefficiente e che, grazie a questo intervento, è stato possibile riqualificare.

Io confido ancora nella possibilità di un ripensamento rispetto alle vostre posizioni rigide; non ne sono convintissima, comunque chiedo di mettere ai voti l'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1630/16 Ghirra, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 88).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1630/17 Zanella, su cui c'è una proposta di riformulazione, che viene accolta. Passiamo quindi all'ordine del giorno n. 9/1630/18 Merola, su cui vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Merola. Ne ha facoltà.

VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Come sappiamo, di recente la Commissione europea ha stanziato 1,2 miliardi di euro dei Fondi del PNRR in soccorso alle popolazioni alluvionate e dell'Emilia-Romagna. Come sappiamo, sono risorse importanti, che sono benvenute, ma sono investimenti pubblici, che richiederanno tempi di attuazione, speriamo i 3 anni previsti dal PNRR. Tuttavia, non essendo investimenti, come sapete, non sono utilizzabili anche per i rimborsi a famiglie e imprese.

Continuiamo a pensare che sia necessario che venga risarcito il 100 per cento dei danni, inserendo i beni mobili fra quelli rimborsabili. Dopo tutti questi mesi, 8 mesi e passa, non è ancora così, malgrado i cittadini e le aziende chiedano di essere aiutati e ascoltati. E non è ancora così, anche se il Governo ha promesso il 100 per cento dei rimborsi. Noi chiediamo perciò e continueremo a chiedervi di rispettare gli impegni.

Con quest'ordine del giorno vi chiediamo di prorogare l'applicazione del superbonus per le zone alluvionate per il semplice motivo che con l'alluvione molte delle procedure in essere non sono potute andare avanti, sono state ostacolate e hanno avuto dei ritardi.

Sono certo che il vostro voto contrario anche a quest'ordine del giorno ci confermerà che, dopo la propaganda e le passerelle con gli stivaloni, non c'è volontà reale di aiutare le popolazioni alluvionate dell'Emilia-Romagna e di altre regioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1630/18 Merola, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 89).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1630/19 Barbagallo sul quale vi è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Barbagallo. Ne ha facoltà.

ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. L'obiettivo dell'ordine del giorno a mia firma è quello di spingere il Governo e la maggioranza a una riflessione sul tema del sisma-bonus, non evidentemente per questo provvedimento, ma per la futura attività normativa.

Il tema non è soltanto quello che è stato sviscerato nell'ambito della questione superbonus e quindi dell'efficientamento energetico del patrimonio edilizio del Paese. Il tema è anche un altro, a nostro giudizio prevalente rispetto all'efficientamento, ed è quello della messa in sicurezza del patrimonio edilizio del Paese; messa in sicurezza del patrimonio edilizio che ricade nelle zone sismiche del Paese, in particolare quelle della zona 1, che coincide con una parte del territorio di 8 regioni che versa in una condizione di grave rischio sismico.

Credo che, di fronte a questo tema, a queste problematiche, il Governo non possa voltarsi dall'altra parte, e non esistono scuse o ragioni per non affrontare il tema.

Oggi, in Aula, abbiamo sentito parlare il collega Furgiuele della questione dell'inflazione sui costi, eccetera, ma allora, perché salgono i costi, non si deve affrontare il problema? Si deve affrontare il problema individuando una misura di sostegno non per coloro che possono attivare il sisma-bonus in modo ordinario, attivando la detrazione in 5 anni e che hanno un reddito tale che lo permetta. Occorre individuare una soluzione che consenta di mettere in sicurezza il patrimonio edilizio del Paese, ricadente in zona 1, quindi quella in grave rischio sismico, anche per coloro che hanno un reddito basso, non hanno misure di sostegno adeguate, e quindi lo Stato deve intervenire.

Credo, signor Ministro, che questo sia un problema importante, il Governo non può fuggirlo, quindi il voto e l'appello all'Aula è anche da questo punto di vista, auspicando che, anche nei prossimi interventi normativi, vi siano adeguati strumenti di confronto normativo dentro e fuori dall'Aula per individuare una risorsa e uno strumento efficace - e francamente anche tempestivo - per poi non ritrovarci più in quest'Aula a commentare disastri, terremoti, alluvioni, e con interventi tempestivi provare ogni tanto veramente a fare prevenzione nell'interesse di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1630/19 Barbagallo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 90).

Passiamo all'ultimo ordine del giorno n. 9/1630/20 Malavasi, su cui c'è una proposta di riformulazione. È accettata?

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione perché spero e auspico che ci sia uno spiraglio per monitorare gli effetti della norma che stiamo introducendo, soprattutto per quanto riguarda gli elementi di fragilità che abbiamo sottolineato in Commissione e che abbiamo posto all'attenzione dell'Aula con gli emendamenti. E ciò, proprio per cercare di contribuire a trovare soluzioni alternative a tutela delle persone con disabilità rispetto alle discipline delle detrazioni fiscali per l'eliminazione delle barriere architettoniche, ma anche per supportare le famiglie, che possono riscontrare maggiori difficoltà dal punto di vista economico e soffrire di fragilità sociale, ad affrontare comunque riqualificazioni delle proprie abitazioni per migliorare le condizioni di vita e la qualità della vita di queste persone.

Quindi accolgo la riformulazione e chiedo che venga messo ai voti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1630/20 Malavasi, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 91).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Siamo giunti alle ore 19. Dovremmo ora passare alle dichiarazioni di voto finale. Alla Presidenza risultano iscritti a parlare 10 deputati per una durata massima di un'ora e quaranta minuti, che quindi ci porterebbe oltre le ore 20, orario di conclusione della parte pomeridiana della seduta, così come concordato dalla Conferenza dei presidenti di gruppo.

Chiedo, quindi, ai gruppi come intendano procedere. Posso dare un aiutino? O si stabilisce che si rinvia alla seduta di domani o si stabilisce che si procede.

Se non vi sono obiezioni, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento. Se non ci sono proposte… Prego, deputato Fenu.

EMILIANO FENU (M5S). Presidente, noi proponevamo di andare avanti fino alle ore 20, per noi è la soluzione migliore, per poi interrompere alle ore 20.

PRESIDENTE. Penso che lei non abbia ascoltato la mia premessa, cioè le dichiarazioni di voto ci porterebbero alle ore 20,40 più o meno. Non possiamo ovviamente essere precisi perché i deputati possono anche fare dichiarazioni di voto più brevi, però questa è la previsione.

Siccome non si arriverà alle ore 20,10, ma alle ore 20,40, sono 40 minuti oltre l'orario concordato per la conclusione della seduta attuale. Quindi, se non c'è un'intesa, dobbiamo interrompere.

Ha chiesto di parlare il deputato D'Alessio. Ne ha facoltà.

ANTONIO D'ALESSIO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Una soluzione di compromesso potrebbe essere quella di comprimere un pochino gli interventi (Applausi).

PRESIDENTE. Per l'appunto ho chiesto se ci fosse un accordo da parte dei gruppi. Siccome non c'è, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, mercoledì 31 gennaio, a partire dalle ore 9,30, con lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e la votazione finale.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare la deputata Ascari. Ne ha facoltà.

Colleghi, questo è il momento più delicato di una seduta. Ci sono alcuni deputati che devono svolgere il loro intervento e hanno bisogno del vostro silenzio, del nostro silenzio. Quindi, o rimanete nelle vostre postazioni in buon ordine oppure, sempre in buon ordine e in silenzio, vi allontanate dall'Aula per consentire alla deputata, in questo caso la deputata Ascari, di fare il proprio intervento.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Ci tengo a fare questo intervento anche in chiusura di seduta perché lo ritengo fondamentale, anche perché le immagini che abbiamo visto ieri sono terribili, aberranti e riguardano una nostra concittadina che, da quasi un anno, si trova in un carcere di massima sicurezza in Ungheria. Abbiamo visto che è stata trascinata con le catene, con le manette alle mani e ai piedi e, soprattutto, è stata con le catene per tutta la durata del processo. Io voglio ricordare che la famiglia e la stessa Ilaria Salis hanno denunciato più volte le condizioni disumane di detenzione, in una camera di pernottamento lurida, con topi, cimici e scarafaggi. Ha passato i primi 35 giorni senza avere un cambio di indumenti, in isolamento, senza sapone, carta igienica e assorbenti.

Quello che sta avvenendo alla nostra concittadina è inconcepibile e, soprattutto, è inconcepibile che avvenga in un Paese membro dell'Unione europea, perché in questo modo viene violata ogni norma che dà ai cittadini la possibilità di assistere all'udienza senza alcun vincolo, liberi, e soprattutto di conferire con i propri legali. Qui è violato anche il diritto alla difesa, ha la difficoltà di accedere agli atti per difendersi, la difficoltà di parlare con i suoi legali, la difficoltà di parlare con la propria famiglia. Ovviamente, non è civile celebrare un processo equo in queste condizioni.

Tuttavia, ancora più grave è che i rappresentanti del Governo fingano di non sapere nulla, quando il caso di Ilaria è veramente su tutte le pagine dei giornali. Per questo, ribadisco anche con questo intervento il dovere del Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Tajani, di venire a riferire in Aula per spiegarci cosa il Governo italiano stia facendo per tutelare, soprattutto, la dignità della nostra concittadina Ilaria Salis. Chiedo anche che la Presidente Meloni, patriota solo quando le conviene, non anteponga la sua amicizia con Orbán, alla tutela della nostra concittadina e si faccia sentire per riportare subito in Italia Ilaria. È una vergogna inaccettabile quella che sta avvenendo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ghirra. Ne ha facoltà, per due minuti.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Vorrei portare all'attenzione della Camera una vicenda che ci ha profondamente colpiti e turbati. Parlo dalla storia del clamoroso errore giudiziario che ha tenuto per 33 anni in carcere, da innocente, Beniamino Zuncheddu, pastore di Burcei che al momento dell'arresto aveva solo 27 anni. Beniamino Zuncheddu venne indicato come artefice della strage di Sinnai, avvenuta l'8 gennaio del 1991 all'ovile Cuile is Coccus, dall'unico sopravvissuto alle fucilate e condannato all'ergastolo.

Beniamino Zuncheddu, dopo 26 anni di carcere, come tutti i condannati all'ergastolo, aveva la possibilità di uscire con la libertà condizionale. Per ottenerla, però, avrebbe dovuto ammettere di aver commesso il reato e di essersi pentito. “In carcere mi dicevano sempre: se ti ravvedi, ti diamo la libertà, però non ho accettato perché non c'entro niente. Perché mi sarei dovuto ravvedere se non ho fatto nulla?” ha raccontato.

Nel 2016, l'avvocato Mauro Trogu avvia indagini difensive, raccoglie testimonianze e commissiona perizie che mettono in dubbio la colpevolezza dell'imputato. Le moderne tecnologie dimostrano l'inesattezza delle testimonianze, portando la procura di Cagliari a riaprire il caso. La revisione del processo avviene dopo che il sopravvissuto alla strage ammette di aver mentito e il 29 novembre 2023, dopo 33 anni di carcere, lo ripeto, Beniamino Zuncheddu viene finalmente liberato, per essere assolto con formula piena due mesi dopo, il 26 gennaio.

Beniamino è stato un detenuto modello e uno dei rarissimi detenuti che non ha mai avuto nessun richiamo. In un mondo così aggressivo, violento e vendicativo, mi ha molto colpito la sua pacatezza e la totale assenza di rancore verso la profonda ingiustizia che ha subito. Ora inizia una nuova fase della battaglia per i risarcimenti, anche se nessuno potrà restituire a Beniamino Zuncheddu gli anni che gli sono stati negati.

Il Parlamento, il Ministero della Giustizia e l'intero Governo devono porgergli le loro scuse, impegnarsi perché possa ottenere quanto prima i risarcimenti che gli spettano e augurargli una lunga e felice vita. Buona vita, Beniamino (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Morrone. Ne ha facoltà.

JACOPO MORRONE (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, con il mio intervento voglio portare all'attenzione del Governo e dell'Aula un'iniziativa di natura politica, promossa dalla direzione sanitaria dell'ASL della Romagna a Rimini e dall'amministrazione comunale, intitolata Rimini for Gaza. Credo che trasformare la sanità pubblica in un palcoscenico per politiche faziose e unilaterali sia gravissimo, non solo perché si offende la memoria dei martiri ebrei del 7 ottobre ma anche nell'ottica del preoccupante e risorgente antisemitismo in Italia, in ambienti della sinistra e dell'estrema destra. Guai a veicolare una visione distorta e parziale di un teatro di guerra dove si contrappongono uno Stato democratico, Israele, e l'organizzazione terroristica palestinese di Hamas che, com'è scritto nella sua carta fondativa, propugna la distruzione di Israele e l'eliminazione di tutto il popolo ebraico.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 31 gennaio 2024 - Ore 9,30:

(ore 9,30 e ore 16,15)

1. Seguito della discussione del disegno di legge (per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e per la votazione finale):

Conversione in legge del decreto-legge 29 dicembre 2023, n. 212, recante misure urgenti relative alle agevolazioni fiscali di cui agli articoli 119, 119-ter e 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77. (C. 1630​)

Relatore: TESTA

2. Seguito della discussione del disegno di legge:

Istituzione del premio di "Maestro dell'arte della cucina italiana".

(C. 1419-A​)

Relatrice: LA PORTA.

3. Seguito della discussione della Relazione della XIV Commissione sulla Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2023, sul Programma di lavoro della Commissione per il 2023 e sul Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea. (Doc. LXXXVI, n. 1-A))

Relatore: GIORDANO.

4. Seguito della discussione della mozione Caso, Manzi, Piccolotti ed altri n. 1-00208 concernente iniziative in ordine alla revoca della nomina a Sottosegretario di Stato di Vittorio Sgarbi .

5. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

CAPARVI ed altri; MOLLICONE: Disposizioni in materia di manifestazioni di rievocazione storica e delega al Governo per l'adozione di norme per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale. (C. 799​-988-A​)

Relatore: AMORESE.

6. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

SERRACCHIANI; COMAROLI ed altri; GATTA; BARZOTTI; RIZZETTO e LUCASELLI; TENERINI: Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche.

(C. 153​-202​-844​-1104​-1128​-1395-A​)

Relatore: GIACCONE.

7. Seguito della discussione delle mozioni Schlein ed altri n. 1-00233, Francesco Silvestri ed altri n. 1-00222 e Rosato ed altri n. 1-00234 concernenti iniziative in merito alla crisi in Medio Oriente .

8. Seguito della discussione della proposta di legge (previo esame e votazione delle questioni pregiudiziali di costituzionalità e della questione pregiudiziale di merito presentate):

MOLINARI ed altri; BIGNAMI ed altri; FARAONE ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2 (Approvata, in un testo unificato, dalla Camera e modificata dal Senato). (C. 384​-446​-459-B​)

Relatrice: BUONGUERRIERI.

(ore 15)

9. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

La seduta termina alle 19,10.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 le deputate Comaroli e Di Maggio hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 1 il deputato Fassino ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nelle votazioni nn. 17 e 34 il deputato Penza ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 34 i deputati Auriemma e Alfonso Colucci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 43 il deputato Mascaretti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 76 la deputata Madia ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 80 il deputato Caiata ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 80 la deputata Lucaselli ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 1630 - EM 1.3 230 181 49 91 44 137 83 Resp.
2 Nominale EM 1.4 253 250 3 126 99 151 77 Resp.
3 Nominale EM 1.6, 1.7 255 254 1 128 104 150 77 Resp.
4 Nominale EM 1.19 255 254 1 128 105 149 77 Resp.
5 Nominale EM 1.24 257 257 0 129 103 154 73 Resp.
6 Nominale EM 1.13 261 260 1 131 107 153 73 Resp.
7 Nominale EM 1.18 261 260 1 131 107 153 73 Resp.
8 Nominale EM 1.20 261 258 3 130 105 153 73 Resp.
9 Nominale EM 1.17 265 264 1 133 108 156 73 Resp.
10 Nominale EM 1.32 265 264 1 133 107 157 73 Resp.
11 Nominale EM 1.1 264 207 57 104 51 156 73 Resp.
12 Nominale EM 1.21 266 262 4 132 104 158 73 Resp.
13 Nominale EM 1.22 261 261 0 131 104 157 73 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale EM 1.23 266 263 3 132 106 157 73 Resp.
15 Nominale EM 1.16 266 265 1 133 107 158 73 Resp.
16 Nominale EM 1.14 259 258 1 130 115 143 72 Resp.
17 Nominale EM 1.15 264 263 1 132 112 151 70 Resp.
18 Nominale EM 1.30 271 268 3 135 116 152 69 Resp.
19 Nominale EM 1.29 268 266 2 134 115 151 69 Resp.
20 Nominale EM 1.35 267 265 2 133 107 158 69 Resp.
21 Nominale EM 1.1001 268 264 4 133 116 148 69 Resp.
22 Nominale EM 1.26, 1.1002 266 262 4 132 121 141 69 Resp.
23 Nominale EM 1.31 266 255 11 128 108 147 69 Resp.
24 Nominale EM 1.25 260 248 12 125 105 143 69 Resp.
25 Nominale EM 1.27 268 265 3 133 108 157 69 Resp.
26 Nominale EM 1.1003 262 250 12 126 107 143 69 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale EM 1.36 260 193 67 97 49 144 69 Resp.
28 Nominale EM 1.37 261 192 69 97 49 143 69 Resp.
29 Nominale EM 1.39 260 250 10 126 106 144 69 Resp.
30 Nominale EM 1.42 262 242 20 122 97 145 69 Resp.
31 Nominale EM 1.43 263 260 3 131 106 154 69 Resp.
32 Nominale EM 1.44 264 204 60 103 51 153 69 Resp.
33 Nominale EM 1.45 262 260 2 131 107 153 69 Resp.
34 Nominale EM 1.46 259 249 10 125 101 148 69 Resp.
35 Nominale EM 1.47 265 255 10 128 106 149 69 Resp.
36 Nominale EM 1.48 265 255 10 128 106 149 69 Resp.
37 Nominale EM 1.53 259 248 11 125 102 146 69 Resp.
38 Nominale EM 1.54 260 204 56 103 57 147 68 Resp.
39 Nominale EM 1.55 263 257 6 129 108 149 68 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale EM 1.56 267 263 4 132 115 148 68 Resp.
41 Nominale EM 1.57 273 270 3 136 109 161 67 Resp.
42 Nominale EM 1.58 264 253 11 127 107 146 67 Resp.
43 Nominale EM 1.59 263 258 5 130 104 154 67 Resp.
44 Nominale EM 1.60 268 263 5 132 105 158 67 Resp.
45 Nominale ART AGG 1.02 269 264 5 133 105 159 67 Resp.
46 Nominale EM 2.1 260 258 2 130 103 155 67 Resp.
47 Nominale EM 2.3, 2.4, 2.5 265 263 2 132 105 158 67 Resp.
48 Nominale EM 2.7 263 195 68 98 46 149 67 Resp.
49 Nominale EM 2.8 261 247 14 124 100 147 67 Resp.
50 Nominale EM 2.9 265 255 10 128 104 151 67 Resp.
51 Nominale EM 2.10 270 259 11 130 106 153 67 Resp.
52 Nominale EM 2.12 271 210 61 106 49 161 67 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale EM 2.13 272 210 62 106 50 160 67 Resp.
54 Nominale EM 2.1000 265 261 4 131 105 156 67 Resp.
55 Nominale ART AGG 2.01 270 258 12 130 106 152 67 Resp.
56 Nominale ART AGG 2.02 268 256 12 129 104 152 67 Resp.
57 Nominale EM 3.1, 3.2, 3.3 270 258 12 130 111 147 67 Resp.
58 Nominale EM 3.4 268 256 12 129 106 150 67 Resp.
59 Nominale EM 3.5 271 268 3 135 113 155 67 Resp.
60 Nominale EM 3.6 271 268 3 135 113 155 67 Resp.
61 Nominale EM 3.16 268 265 3 133 110 155 67 Resp.
62 Nominale EM 3.1000 273 270 3 136 115 155 67 Resp.
63 Nominale EM 3.20 274 271 3 136 115 156 67 Resp.
64 Nominale EM 3.22 271 268 3 135 113 155 67 Resp.
65 Nominale EM 3.23 274 272 2 137 117 155 67 Resp.


INDICE ELENCO N. 6 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale EM 3.24 274 272 2 137 118 154 67 Resp.
67 Nominale EM 3.25 270 268 2 135 114 154 67 Resp.
68 Nominale EM 3.27 275 271 4 136 118 153 67 Resp.
69 Nominale EM 3.28 275 272 3 137 116 156 67 Resp.
70 Nominale EM 3.30 276 218 58 110 63 155 67 Resp.
71 Nominale EM 3.31 276 271 5 136 116 155 67 Resp.
72 Nominale EM 3.34 274 271 3 136 116 155 67 Resp.
73 Nominale EM 3.36 272 269 3 135 114 155 67 Resp.
74 Nominale EM 3.40 268 265 3 133 112 153 67 Resp.
75 Nominale ODG 9/1630/1 236 230 6 116 82 148 65 Resp.
76 Nominale ODG 9/1630/2 234 226 8 114 147 79 65 Appr.
77 Nominale ODG 9/1630/3 238 236 2 119 94 142 65 Resp.
78 Nominale ODG 9/1630/4 241 234 7 118 90 144 65 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 7 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nominale ODG 9/1630/5 241 234 7 118 86 148 65 Resp.
80 Nominale ODG 9/1630/6 242 241 1 121 239 2 65 Appr.
81 Nominale ODG 9/1630/7 243 240 3 121 100 140 65 Resp.
82 Nominale ODG 9/1630/11 IMP RIF 236 224 12 113 222 2 65 Appr.
83 Nominale ODG 9/1630/11 PREM 240 235 5 118 151 84 65 Appr.
84 Nominale ODG 9/1630/12 236 231 5 116 93 138 65 Resp.
85 Nominale ODG 9/1630/13 241 239 2 120 97 142 65 Resp.
86 Nominale ODG 9/1630/14 237 236 1 119 92 144 65 Resp.
87 Nominale ODG 9/1630/15 239 237 2 119 82 155 65 Resp.
88 Nominale ODG 9/1630/16 245 244 1 123 85 159 65 Resp.
89 Nominale ODG 9/1630/18 246 244 2 123 93 151 65 Resp.
90 Nominale ODG 9/1630/19 244 241 3 121 87 154 65 Resp.
91 Nominale ODG 9/1630/20 RIF 244 243 1 122 241 2 65 Appr.