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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 218 di giovedì 21 dicembre 2023

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNARITA PATRIARCA, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 88, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere.

PRESIDENTE. Comunico che, in data 20 dicembre 2023, il Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, il senatore Pierantonio Zanettin, in sostituzione del senatore Francesco Silvestro, dimissionario.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,34).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10.

La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 10,05.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

Sull'ordine dei lavori e per richiami al Regolamento.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il presidente della Commissione bilancio, onorevole Mangialavori. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE TOMMASO VINCENZO MANGIALAVORI, Presidente della V Commissione. Grazie, Presidente. In considerazione dell'esigenza di concludere l'esame in sede consultiva della proposta di legge relativa alla “Ratifica ed esecuzione dell'Accordo recante modifica del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità, fatto a Bruxelles il 27 gennaio e l'8 febbraio 2021” (A.C. 712​), chiedo all'Assemblea di rinviare di 40 minuti i lavori dell'Aula in maniera tale da dare la possibilità alla Commissione di ultimare i lavori.

PRESIDENTE. Alla Presidenza era giunta l'informazione secondo la quale c'era convergenza da parte dell'opposizione, però ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Posto che, ovviamente, riteniamo giusto ritornare in Commissione e che ci sembrava assurdo discutere in 20 minuti di una vicenda così importante - e per questo noi abbiamo suggerito di sospendere i lavori di Commissione e venire in Aula a trattare questo argomento -, però, mi faccia dire che c'è un punto politico e c'è un punto di merito. Siamo davanti a un uso un po' assurdo di un parere che non è della Commissione bilancio, in quanto la sede referente è la Commissione affari esteri; ci troviamo davanti a un parere che non è sugli effetti diretti e indiretti del MES, ma sull'uso delle Camere, ossia sul fatto che vi sia il rischio, in qualche modo, che le Camere non vengano consultate.

Allora, lo dico solo perché siamo davanti a un precedente unico. Io capisco la difficoltà. Giorgia Meloni, ieri, ha detto che eravamo davanti a un buon compromesso. Oggi, invece, la sua maggioranza ha bocciato l'accordo dell'Ecofin. Peccato che, in qualche modo, questa vicenda dimostri tutta l'inadeguatezza non solo della maggioranza, ma di chi il giorno prima aveva spiegato che l'accordo tra Francia e Germania non sarebbe stato ratificato, poi, forse, si è mangiato, con un selfie, troppi crauti e troppo champagne, e la patriota ha cambiato identità. Però, Presidente, a lei pare normale che il Ministro e il Sottosegretario rinviino la decisione in Commissione, non prendendo un parere? Io credo che siamo davanti a un fatto incredibile: oggi Giorgetti viene dimissionato dalla sua maggioranza. Io non so se vi è chiaro.

Noi siamo d'accordissimo, ovviamente, sul fatto di rinviare adesso in Commissione, però le chiedo formalmente se il parere che abbiamo davanti - che, di fatto, non mette in campo un giudizio sul MES, quindi sugli effetti diretti e indiretti - sia una pratica lecita in quest'Aula. Se è così, questo precedente è davvero grave. Ma resta il nodo politico: questo Governo, di fatto, è stato smentito dalla sua maggioranza e il compromesso fatto ieri è un bruttissimo compromesso che rischia di mettere, un'altra volta, il cappio al collo a questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti del liceo scientifico Enrico Medi, di Senigallia, in provincia di Ancona, che assistono ai nostri lavori dalle tribune. Per questo vi ringraziamo (Applausi).

Ha chiesto di parlare, per un richiamo al Regolamento, il deputato Fornaro.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Per un richiamo al Regolamento, articolo 8 e seguenti. Il testo del parere in discussione in Commissione bilancio ha tutti i caratteri di un parere di merito non su questioni riguardanti la stessa Commissione bilancio. Quindi, noi non abbiamo, signor Presidente, alcuna obiezione al rinvio del provvedimento in Commissione bilancio da parte dell'Aula, però la invitiamo, in questi minuti, ad assicurarsi che vi sia una verifica rispetto proprio a quel parere, perché creeremmo un precedente assolutamente devastante. In altri termini, se adesso la Commissione bilancio può entrare nel merito e non limitarsi alle sue competenze, qualsiasi provvedimento già licenziato dalla Commissione di merito può essere rimesso in discussione. Io credo che si siano esorbitati i poteri e le competenze della Commissione. La invito, signor Presidente, a intervenire e, se del caso, ovviamente…

PRESIDENTE. Perdoni se la interrompo. Colleghi siete pregati di prendere posizione ai vostri banchi e di far cessare questo brusio per consentire agli oratori di svolgere il proprio intervento. Colleghi! Prego, collega Fornaro, prosegua.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). La ringrazio, Presidente. Credo di svolgere il mio intervento davvero in una logica non di parte in questo momento, che non riguarda l'oggetto della discussione. È un tema procedurale che riguarda il Regolamento. Ricordo che la Commissione esteri è la Commissione di merito e ha già espresso il suo parere, esattamente come avviene per tutti gli altri provvedimenti. Dopodiché si passa in Commissione bilancio e la Commissione bilancio può rilevare problematiche legate alle coperture, a questioni di bilancio e a questioni finanziarie. La lettura - se volete, ve lo leggo - del parere proposto con queste problematiche non ha alcuna attinenza. Lo leggo, signor Presidente, se mi dà cortesemente un minuto in più.

Il parere proposto è: “La V Commissione, esaminata la proposta di legge A.C. 712​, recante ratifica (…), ritenuto che la proposta di legge sia carente di meccanismi idonei a garantire il coinvolgimento del Parlamento nel procedimento per la richiesta di attivazione del MES, con ciò escludendo le Camere da procedure di significativo rilievo sul piano delle scelte di politica economica e finanziaria e che tale esclusione potrebbe pregiudicare la possibilità per il Parlamento di monitorare il versamento ulteriore del capitale sottoscritto esprime (…)”.

Qui c'è un richiamo, su cui siamo anche disponibili a ragionare, a un procedimento rafforzato per essere molto chiari - come è già avvenuto in altri Paesi - per l'attivazione, ma questo è nel merito: se ne deve discutere nella Commissione di merito. Sul ruolo del Parlamento, la Commissione bilancio non ha competenze, è quest'Aula che deve esprimersi e, se del caso, ovviamente la Commissione di merito. Stiamo veramente introducendo un precedente gravissimo - mi rivolgo ai colleghi della maggioranza - perché stiamo dando un potere esorbitante, esondante il Regolamento, alla Commissione bilancio. Quindi davvero la invito, signor Presidente, a verificare la correttezza dell'iter che si sta svolgendo in Commissione bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. La ringrazio. Le comunico, oltretutto, che ha finito con un minuto di anticipo, quindi non ha consumato un tempo aggiuntivo e la ringrazio anche per questo. Prima di passare la parola al deputato Marattin, vorrei precisare che ovviamente tutto è legittimo, soprattutto quando si interviene sul Regolamento e sull'ordine dei lavori, ma questa è una discussione che potremmo fare dopo la sospensione, perché mi pare che, se c'è accordo sul ritorno in Commissione, dovremmo andare in Commissione e poi tornare qui e fare la discussione di merito.

Ha chiesto di parlare il deputato Marattin. Ne ha facoltà. Mi affido a lei.

LUIGI MARATTIN (IV-C-RE). Non so se fa bene, Presidente, comunque grazie. Oltre a condividere quanto detto dalle altre forze di opposizione, vorrei segnalare all'Aula che c'è un ulteriore problema. Presidente, non concordo con lei: dobbiamo fare questo avvertimento prima che emergano responsabilità non da poco, perché, presidente Mangialavori, questo parere lo firma lei indipendentemente da come la sua forza politica voterà. Quando voi dite: “Può darsi che ci sarà una ricapitalizzazione del MES”, io, per farvi un favore, non vi ricordo che ieri il Governo Meloni ha escluso che ci sarà una ricapitalizzazione del MES. Siamo di fronte a un paradosso: ieri il MEF ha detto che non ci sarà alcuna ricapitalizzazione e poi voi stamattina dite: “quando ci sarà una ricapitalizzazione (…), il Parlamento non potrà monitorare versamenti ulteriori del capitale sottoscritto”. C'è un problema: quando la Repubblica italiana fa versamenti ulteriori di capitale sottoscritto verso il MES o qualsiasi altra organizzazione internazionale o una banca - l'abbiamo fatto con MPS e non solo - questi non possono non passare attraverso un'autorizzazione legislativa del Parlamento italiano (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) tramite un incremento del saldo netto da finanziare e del fabbisogno, non indebitamento, perché è una partita sotto la linea.

La nostra Costituzione dice che cose del genere non possono avvenire senza autorizzazione legislativa. Quindi, noi non possiamo tornare in Commissione e votare un parere che chiede di coinvolgere il Parlamento, altrimenti… Siamo al di là della politica e del MES. Quindi, Presidente, attenzione a quello che state facendo, perché una cosa del genere la Commissione bilancio non solo non l'ha votata mai, ma non l'ha mai neanche concepita, quindi chiedo un supplemento di attenzione anche alle strutture tecniche di questa Camera e al Quirinale, perché state per fare qualcosa che non si è mai visto, nella storia di questa Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Richetti. Ne ha facoltà.

MATTEO RICHETTI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Solo per sottolineare e riprendere il concetto che ha espresso il collega Fornaro, perché il precedente di un utilizzo, strumentale, del parere della Commissione, non di merito, esula dal tema maggioranza-opposizione. Qui il paradosso è che il soggetto più in difficoltà è il presidente della Commissione bilancio, che è chiamato a fare un mestiere improprio, creando un precedente, entrando in un dibattito, del quale fra un po' sarà investita quest'Aula, nel quale la maggioranza sarà liberissima di bocciare quel provvedimento, ma non supportata dalla contrarietà del parere della Commissione bilancio. Su questo io penso che ci debba essere, da parte della Presidenza, un richiamo rispetto al funzionamento di quella Commissione. Se, infatti, andiamo ad approvare questa proposta di parere, creiamo un vulnus troppo significativo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Sono esauriti gli interventi sull'ordine lavori e per richiami al Regolamento. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 11. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 10,15, è ripresa alle 11.

Modifica nella costituzione di una Commissione permanente.

PRESIDENTE. Comunico che, nella seduta del 20 dicembre 2023, la III Commissione (Affari esteri e comunitari) ha proceduto all'elezione del deputato Emanuele Loperfido a segretario, in sostituzione del deputato Salvatore Caiata, dimissionario.

Dichiarazione di urgenza del disegno di legge n. 1620.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca: Dichiarazione di urgenza del disegno di legge n. 1620.

Comunico che, a norma dell'articolo 69, comma 1, del Regolamento, è stata richiesta dal Governo la dichiarazione di urgenza per il disegno di legge n. 1620: Ratifica ed esecuzione del Protocollo tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio dei ministri della Repubblica di Albania per il rafforzamento della collaborazione in materia migratoria, fatto a Roma il 6 novembre 2023, nonché norme di coordinamento con l'ordinamento interno.

Su questa richiesta, a norma dell'articolo 69, comma 2, del Regolamento, non essendo stata raggiunta in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo la maggioranza dei tre quarti dei componenti della Camera, l'Assemblea è chiamata a deliberare con votazione palese mediante procedimento elettronico con registrazione dei nomi.

Sulla dichiarazione di urgenza, a norma dell'articolo 45 del Regolamento, darò la parola a un deputato per ciascuno dei gruppi che ne facciano richiesta.

Per il gruppo Lega-Salvini Premier ha chiesto di intervenire il deputato Alberto Stefani. Ne ha facoltà.

ALBERTO STEFANI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, stiamo per votare la dichiarazione di urgenza sul disegno di legge di ratifica dell'Accordo con l'Albania. Una scelta che risponde all'interesse politico di dare una risposta, oggi, al tema della gestione dei flussi migratori e di controllo dell'immigrazione. Questo lo facciamo sulla base di quanto già stabilito e previsto all'articolo 19 del Trattato tra Italia e Albania del 1995. Lo vogliamo fare tenendo ben in testa la situazione internazionale in cui ci troviamo, ben consapevoli del fatto che ci ritroviamo in un contesto internazionale con un aumento dell'instabilità e con conseguente aumento dei rischi di traffico di esseri umani e di immigrazione clandestina.

Sono tragedie umanitarie di cui tutti dobbiamo essere consapevoli e contro le quali tutti i partiti del Parlamento dovrebbero combattere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). È doveroso, quindi, accelerare l'iter di questo disegno di legge, nel solco dei rapporti storici che uniscono il nostro Paese all'Albania, e fare un passo in avanti verso quella cooperazione interstatale che rappresenta l'unica soluzione strutturale per risolvere il problema dell'immigrazione clandestina (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). L'Italia non può restare da sola, lo abbiamo sentito dire più volte da destra e da sinistra. Allora, oggi tutti dovremmo essere d'accordo con questa operazione. Oggi abbiamo l'occasione di assicurare al nostro Paese un passo in avanti e soprattutto di farlo nel pieno rispetto del diritto italiano e senza violare il diritto europeo. Mi spiace che qualche collega a sinistra abbia detto il contrario, perché queste dichiarazioni sono state le dichiarazioni del commissario europeo per gli affari interni Johansson, che è un'esponente della socialdemocrazia svedese con cui i nostri colleghi di centrosinistra sono alleati in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Il gruppo Lega, Presidente, ha una posizione molto chiara. È lo stesso gruppo che qualche anno fa, in quest'Aula, ha votato e sostenuto i decreti Sicurezza grazie ai quali il nostro Paese ha ridotto del 90 per cento gli sbarchi clandestini in quegli anni. È lo stesso gruppo, Presidente, che in quegli anni ha sostenuto e sostiene tuttora l'operato di un Ministro dell'Interno, oggi Ministro delle Infrastrutture e leader del nostro movimento politico, che è stato indagato e imputato per sequestro di persona per avere scelto di bloccare gli sbarchi clandestini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), per avere contrastato l'accoglienza indiscriminata, per avere contrastato chi lucrava e chi lucra tuttora - le notizie di cronaca di questi giorni sono ancora a dimostrarlo - sulla pelle di chi viene nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Questo, Presidente, è il gruppo che con coraggio, con fierezza e con orgoglio ha difeso il nostro Paese e lo vuole fare anche oggi con coerenza, ribadendo la sua linea totalmente contraria all'accoglienza indiscriminata e alla non gestione del fenomeno e, invece, promuovendo e sostenendo un'accoglienza regolata e regolare ma, soprattutto, controllata. Soprattutto questo è il gruppo che vuole promuovere un'Italia che non si piega a chi, invece, qualche anno fa voleva svenderla a campo profughi d'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Allora, Presidente e colleghi, è urgente oggi governare l'immigrazione per non farsi governare da chi in Europa e nel mondo da anni rispetto all'Italia si è girato dall'altra parte (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (AVS). Grazie, signor Presidente. Voteremo contro la procedura d'urgenza per diverse ragioni che hanno a che fare con il merito di questo Accordo, su cui dirò qualcosa ma avremo modo e tempo di tornarci, e per ragioni di contesto. Partirei da qui perché, signor Presidente, lo dico ai colleghi e alle colleghe, noi stiamo per votare la procedura di urgenza per la ratifica di un Accordo su cui il nostro interlocutore, il Paese con cui abbiamo stabilito questo Accordo, l'Albania, è in una fase di sospensione.

Abbiamo letto tutti e tutte che la Corte costituzionale albanese sta valutando la costituzionalità di quella firma. Noi, cioè, stiamo per votare la procedura di urgenza sulla ratifica di un Accordo internazionale che in questo momento tecnicamente è sospeso, non esiste, perché è sottoposto alla procedura di verifica della Corte costituzionale albanese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Già questo in un mondo normale, dove si rispettano le relazioni tra Paesi, dove si rispettano le procedure che in ciascun Paese vigilano sul rispetto delle norme, dovrebbe consigliare almeno una qualche prudenza. Dovrebbe consigliare al nostro Parlamento di attendere che l'Albania ci dica, dopo avere fatto tutte le sue verifiche, quelle che le leggi di quel Paese prevedono, che quell'Accordo si può fare. Provate a immaginarvi che gigantesca figura - mi fermo qui - faremmo a livello internazionale se, dopo avere votato la procedura di urgenza il 21 dicembre, scoprissimo, tra qualche giorno, che la Corte costituzionale albanese ritiene quell'Accordo al di fuori dalla sua Costituzione. Questo è il primo punto, ma dovrebbe essere sufficiente in un Paese normale.

Vedo che dalle parti nostre non fa nessun effetto. Allora veniamo al merito. Noi votiamo la procedura di urgenza per fare una bella corsa, c'è un obiettivo chiaro e adesso lo hanno capito anche i sassi. Volete infatti ratificare questo Accordo in tutta fretta perché volete fare in modo che prima delle elezioni europee una nave militare italiana sbarchi in Albania, lasci lì qualche migrante e consenta, con questa gigantesca sceneggiata, di riprodurre quello che in tutti questi anni avete fatto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Avete costruito una vera e propria impresa, avete costruito un'impresa sulla paura, sulla demonizzazione del nemico, dei più fragili, dei migranti, sulla retorica dell'invasione, rinunciando o, meglio, lavorando scientificamente a demolire ogni possibile strumento in grado di affrontare con coerenza e con efficacia un grande fenomeno strutturale, come quello delle migrazioni. Voi volete combattere i trafficanti ma rinnovate, di anno in anno, gli accordi con la Guardia costiera libica che, come ormai è noto in tutto il mondo, di giorno, si mette la giacchetta della Guardia costiera e, di notte, quella dei trafficanti con cui organizza il traffico di vite umane in mezzo al Mediterraneo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

Volete combattere i trafficanti? Sospendete gli accordi con la Libia, evitate di siglarne di nuovi, come avete fatto con la Tunisia, evitate di continuare ad appaltare a regimi che violano sistematicamente i diritti umani fondamentali la gestione dei flussi migratori. A voi di combattere i trafficanti non frega niente. Volete evitare che nel nostro Paese si continui a lucrare sulla pelle di chi è più fragile? Non sarebbe troppo difficile. Sarebbe necessario costruire un sistema d'accoglienza fondato sui piccoli centri e, invece, voi li avete sistematicamente demoliti, spostando tutto sull'emergenza, sui grandissimi centri, dove si concentrano corruzione e sfruttamento. Sarebbe possibile gestire meglio questo fenomeno, lavorando per far uscire dall'ombra, dalla zona grigia chi oggi vive, suo malgrado, in una condizione di clandestinità. Non si è clandestini per scelta, si subisce la clandestinità, è una condizione subita. Invece, voi l'avete moltiplicata, perché difendete una legge come la Bossi-Fini, che è la più formidabile macchina per fabbricare clandestinità che possa esistere.

Noi siamo di fronte all'ennesima truffa, altro che all'ennesimo accordo storico, a una trovata propagandistica che vi servirà solo per fare un pezzo di campagna elettorale, a danno del nostro Paese, a danno delle casse pubbliche del nostro Paese, senza guadagnare un millimetro in più di efficacia nella gestione di un fenomeno così complesso, come quello delle migrazioni (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mauri. Ne ha facoltà.

MATTEO MAURI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Noi siamo qui, oggi, per votare un'urgenza, tra l'altro una procedura assolutamente atipica che bisognerebbe riservare, probabilmente, alle cose veramente urgenti. Voi dite che c'è urgenza, cioè, sostanzialmente, che avete fretta. Non avevate fretta, però, quando dovevate pubblicare i documenti che erano stati firmati, nottetempo, con l'Albania, non avevate fretta quando il Governo albanese aveva già pubblicato sul proprio sito tutto il protocollo dell'Accordo e qui si sono dovuti aspettare oltre 15 giorni per sapere quale fosse il contenuto e non avevate fretta quando dovevate venire in Parlamento a parlare, illustrare, rendicontare rispetto all'Accordo fatto e siamo stati noi, l'opposizione, a imporvi di venire qui. Vi ricorderete quando il Vicepresidente Tajani ha provato anche a spiegare che lo faceva perché era naturale e non lo faceva perché noi l'avevamo chiesto, con il piccolo particolare che diversi esponenti, anche molto rilevanti, della maggioranza e del Governo si erano espressi poco prima proprio per dire esattamente il contrario. Soprattutto, non dovrebbe esserci fretta per fare una cosa sbagliata, inutile e mostruosamente costosa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Tra l'altro, adesso dite di avere fretta ma, in realtà, questo Protocollo è stato fatto il 6 novembre, oltre un mese e mezzo fa, e, di conseguenza, avreste avuto tutto il tempo per costruire le coperture economiche, per fare il disegno di legge e per portarlo, naturalmente, in discussione. Oltre al fatto - vorrei ricordare all'Aula ma anche ai cittadini italiani - che questo Accordo non è maturato il 5 novembre, questo Accordo è maturato durante l'estate, quando la Presidente del Consiglio Meloni è andata in Albania, ha fatto finta di pagare il conto di una cena di due italiani furbetti ma, in realtà, si stava preparando a far pagare il conto alle italiane e agli italiani, ai contribuenti italiani, per una cosa, per la sua campagna elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Qui, infatti, siamo di fronte a un passaggio di mera propaganda elettorale, tra l'altro - lo sottolineo - all'interno di un meccanismo di conflittualità e di competizione tra la Presidente del Consiglio e Fratelli d'Italia, da una parte, e la Lega, dall'altra, che giocano a superarsi a destra su un tema, come quello della gestione dei fenomeni migratori, che avrebbe bisogno di tutto meno che di propaganda e di quelle cose che ho sentito ancora oggi ripetere - come sempre fanno - dall'esponente della Lega. Da un lato, questo Governo e la Presidente del Consiglio, quando parlano di manovra di bilancio, dicono che la coperta è troppo corta ma, dall'altro lato, con l'altra mano buttano i soldi dalla finestra (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Non sono i soldi della maggioranza, sono i soldi dei cittadini e delle cittadine di questi Paesi.

La questione dei costi è assolutamente rilevante e su questo c'è stato un balletto dei numeri in queste settimane molto curioso. Prima, il Ministero dell'Interno nega che le cifre apparse sui giornali - 100 milioni di euro - fossero quelle corrette; poi, il Vicepresidente Tajani ci ha raccontato che sarebbero stati meno di 200 milioni e, cioè, a sua detta, meno delle truffe del superbonus. Mi sa che qui l'unica cosa che torna è il termine “truffa”: quelle erano le truffe del superbonus, questa è l'ennesima truffa contro gli italiani. Quali sono queste cifre? Al netto del fatto che chiarezza, tanto per cambiare, questo Governo non l'ha fatta, dalle cifre che si cerca di desumere dagli atti e anche da una serie di costi occulti stiamo parlando di cifre che vanno dai 650 milioni ai 900 milioni. Stiamo parlando, cioè, di cifre che vanno da oltre il mezzo miliardo di euro fino a quasi il miliardo di euro - di questo stiamo parlando - per fare una cosa che non avrà alcun impatto reale sulla gestione migratoria ma che farà impazzire i costi, sia quelli scritti sia quelli che ci saranno, e che andrà ad alimentare quel racconto di efficientismo supposto che, in realtà, è esattamente il tentativo di coprire il fallimento, evidente a tutti, a tutta la politica e a tutti i cittadini, di questo Governo nella gestione dei fenomeni migratori.

PRESIDENTE. Concluda. Ha esaurito il tempo.

MATTEO MAURI (PD-IDP). Concludo, Presidente. Questa non è urgenza, questa è la solita propaganda che provate a rifilare agli italiani ma di cui gli italiani presto inizieranno a essere stanchi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Faraone. Ne ha facoltà.

DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Premetto che siamo soddisfatti che il provvedimento venga trattato dal Parlamento. Lo avevamo richiesto come forze politiche di opposizione ma non era scontato per il Governo, che aveva messo in dubbio questo. Quindi, oggi almeno votiamo sull'urgenza di un provvedimento che tratteremo in Parlamento e questo lo reputo importante e un nostro successo. Premetto anche che ringraziamo l'Albania e ringraziamo Edi Rama per la generosità e per la solidarietà dimostrata nei confronti del nostro Paese, generosità e responsabilità molto più forti rispetto ad altri Paesi che già sono nell'Unione europea con noi, a partire da Orbán e dall'Ungheria.

Fatte queste due premesse, Presidente, lasciatemi dire che noi non avvertiamo alcuna urgenza di prendere 100 milioni dal bilancio del nostro Stato, sottratti agli italiani, per buttarli su centri che sono assolutamente inutili e ingestibili per il nostro Paese. Utilizziamo 100 milioni per la propaganda elettorale della Premier Meloni e nulla più (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe). Così come non avvertiamo, Presidente, alcuna urgenza di trasferire Forze dell'ordine, militari e Polizia di Stato in Albania, sottraendo queste risorse umane alla sicurezza del nostro Paese. Allo stesso modo, Presidente, da quello che apprendiamo rispetto agli accordi che sarebbero stati presi, proprio ieri, sull'immigrazione, il rischio che avvertiamo è che il nostro Paese, in cambio di risorse economiche, diventi, di fatto, quello che avete sempre detto di voler evitare e, cioè, il campo profughi d'Europa.

Invece di agire sulle questioni che riguardano i rimpatri, invece di agire sulle questioni che riguardano la modifica del Trattato di Dublino, che sono le uniche due cose che dovreste fare per risolvere il problema dell'immigrazione e per evitare che sia in capo tutto al nostro Paese, scambiate il mantenimento dei migranti in Italia per 20.000 euro a migrante. C'è una mercificazione degli uomini e delle donne che sbarcano in Italia e c'è l'idea che l'Italia, in cambio di soldi, diventi il Paese che gestisce da solo questo fenomeno.

Io ricordo quello che gridavate ai Governi del passato, quello che contestavate, ad esempio, al Governo Renzi, quando dicevate che, in cambio della flessibilità economica, noi davamo il via libera al fatto che l'Italia diventasse il campo profughi di Europa. A me sembra che è quello che è accaduto ieri e per questo noi voteremo contro l'urgenza di questo provvedimento, perché le state sbagliando tutte sull'immigrazione e state sbagliando anche sull'Albania (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di palare il deputato Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. È notizia di ieri che Germania e Francia hanno raggiunto l'accordo sul Patto di stabilità e crescita. La Nota spagnola ci dice che il Ministro Giorgetti è stato informato. Ebbene, è evidente che con il Governo Meloni le decisioni non vengono prese più nelle Aule parlamentari, ma l'Italia è relegata lassù, in tribuna, mera spettatrice di decisioni che vengono prese altrove (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Certo, mi chiedo, dov'è finito il patriottismo della Meloni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Parlerà tedesco, Italia über alles dirà, quando questo Patto di stabilità e crescita prevede di nuovo il ritorno all'austerity, politiche procicliche. Dov'è Keynes, che ci ha spiegato che gli investimenti possono essere fattore di crescita?

Assistiamo ora a questa melina del MES, la maggioranza sta prendendo tempo trincerandosi dietro un parere del MEF, che peraltro è chiarissimo (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), esclusivamente per non fare emergere alle opinioni pubbliche le insanabili contraddizioni all'interno. Eppure, dobbiamo ricordare che il MES è stato inserito dal Governo Berlusconi e Ministro di quel Governo era esattamente la signora Giorgia Meloni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Dobbiamo ricordare che, in campagna elettorale, sia Fratelli d'Italia sia Lega, hanno sempre detto che avrebbero convintamente votato il “no”. È evidente che state facendo esclusivamente melina, state cercando di ritardare, così come avete fatto - è lo stesso protocollo che avete seguito - per il salario minimo, quando avete preso tempo rinviando al CNEL; quello del CNEL un parere già noto, perché i suoi rappresentanti erano stati uditi. Con ciò avete mortificato 3 milioni e 600.000 lavoratori poveri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È la stessa cosa che state facendo con la legge di bilancio, nella quale avete impedito il dibattito e voglio, tra le varie abnormità, ricordare la mortificazione dei medici e degli infermieri, ai quali avete tagliato le pensioni. E dove mandate questi soldi? Dove volete mandare queste centinaia di milioni di euro? Le volete mandare in Albania, in forza di questo Accordo internazionale con il Governo albanese, un Accordo che la Corte costituzionale albanese, sul ricorso, peraltro, dei vostri colleghi di destra albanesi, ha sospeso nelle procedure, per sospetto di incostituzionalità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Un Accordo che, come peraltro vi avevamo già detto nelle Aule parlamentari, riguarderà - ove lo vogliate approvare e ove la Corte costituzionale albanese non lo bocci, come noi pensiamo - esclusivamente i migranti salvati dalle navi militari italiane. Dove? Nelle acque territoriali italiane? No. Dove? Nelle acque extraterritoriali UE? No. Esclusivamente nelle acque territoriali extra UE, una quantità del tutto esigua, così come esiguo è il numero dei migranti che potrà essere ricoverato nei CPR che, a spese degli italiani, vorreste costruire in Albania, 720 migranti al mese, sempre che riusciate ad attuare un pieno turnover, e non riuscirete. Centinaia di milioni di euro, come attestato formalmente dalla nota tecnica della Ragioneria generale dello Stato, che ha così clamorosamente smentito le dichiarazioni rese in Aula sia dal Ministro Piantedosi, da me personalmente interrogato il 6 dicembre ultimo scorso in un question time, il quale diceva che le cifre apparse sui giornali - 300 milioni di euro, in quei giorni - erano sovrastimate e sia, come appena ricordato dal Ministro Tajani. Un costo enorme, questo.

Allora, davvero avremmo bisogno di parlare di temi, in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), avremmo bisogno che quest'Aula fosse, così com'è, un'Aula parlamentare e non uno studio televisivo, così come voi state piegando quest'Aula per basse esigenze di propaganda elettorale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ed è per questo che noi non ravvisiamo alcuna urgenza nella votazione di questo protocollo e voteremo convintamente “no” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti e applausi ironici del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Richetti. Ne ha facoltà.

MATTEO RICHETTI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Vorrei ricordare a tutti noi che non siamo di fronte a un voto procedurale. La procedura di urgenza non determina solo tempi e modi con cui l'Aula affronterà questo provvedimento, ma è un voto che, in qualche modo ci dovrebbe far porre una domanda. Questo provvedimento è corretto che il Parlamento lo valuti in tempi compressi e ristretti? La risposta potrebbe essere “sì” nel momento in cui fossimo di fronte a un Accordo che ha, con chiarezza, definito costi e interventi. Invece, Presidente, rispetto all'Accordo con l'Albania per la gestione dei flussi migratori, noi stiamo leggendo le più disparate opzioni di sviluppo, costi che vanno da 300 a 600 milioni fino al miliardo di euro, e risorse che, Presidente, lo ricordavano i miei colleghi di opposizione, consentirebbero al nostro Paese di rimontare procedure di gestione del fenomeno migratorio in maniera ordinata, non di esternalizzare questo problema nell'Accordo con l'Albania.

Quindi, se il tema dei costi non è un tema che quell'Accordo affronti in maniera chiara come fa il Parlamento a darsi una procedura di urgenza, dentro a questa mancanza di chiarezza? Secondo aspetto. È evidente che l'Alta Corte albanese sta ponendo una questione di legittimità e sostenibilità di questo Accordo - ora, io lo comprendo, perché buona parte di questa maggioranza riteneva che nemmeno dovesse essere investito il Parlamento; siamo a un piccolo passo in avanti perché lo dobbiamo guardare in maniera accelerata -, ma è evidente che se l'altro contraente dell'Accordo pone un problema, finanche di legittimità, questo Parlamento non può essere investito di una procedura di urgenza. Allora, noi Presidente - non aggiungo considerazioni che hanno già fatto i miei colleghi - voteremo contro, e non sarà un voto contrario sulla procedura, ma sarà un voto contrario sul fatto che discuteremo nel merito, manifesteremo la contrarietà, ma chiediamo di farlo nei tempi ordinari previsti dal nostro Regolamento (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Questa è una giornata triste, colleghi, perché nella stessa giornata in cui voi voterete contro la ratifica del MES, state proponendo a quest'Aula di accelerare la ratifica del Trattato con l'Albania. Le due cose non sono separate, sono molto collegate, perché oggi si chiarisce, in quest'Aula e davanti al Paese, qual è la proiezione internazionale dell'Italia che voi avete in mente. Si chiarisce - e questo ci addolora - l'Italietta che state realizzando nel mondo.

Da una parte, avete trascinato, fino all'ultimo, oltre i limiti del ridicolo, la questione del MES (e questo non ci ha rafforzati nelle trattative sul Patto di stabilità, ma ci ha isolati); dall'altra, ci chiedete di accelerare l'esame della ratifica del Trattato con l'Albania.

Ci sono mille motivi per cui noi, come +Europa, voteremo contro questa deliberazione d'urgenza, ne dico alcuni. Intanto un analogo accordo tra Regno Unito e Ruanda è stato già dichiarato illegittimo dalla Corte Suprema inglese e ha portato alle dimissioni della Segretaria agli interni; auspichiamo che l'esito sia lo stesso nel nostro Paese per il nostro Ministro dell'Interno. L'accordo è contrario a ogni norma di diritto internazionale e la Corte europea dei diritti dell'uomo, quando sarà chiamata - speriamo presto - a pronunciarsi, ne sancirà l'illegittimità. Poi dobbiamo notare, colleghi, che questo disegno di legge è molto diverso dai disegni di legge di ratifica che, di solito, abbiamo di fronte e che valutiamo, molto spesso, un po' sbrigativamente, quando arrivano dalla Commissione esteri.

Di solito si tratta di pochi articoli, principalmente l'autorizzazione al Capo dello Stato a ratificare e poi l'ordine di esecuzione. Qui, invece, siamo di fronte a una surrettizia integrazione e parziale riscrittura della legge Bossi-Fini che inserite nel disegno di legge di ratifica. Questa motivazione ci deve portare a un esame estremamente prudente, cioè l'opposto della procedura d'urgenza che chiedete, ma le incongruenze continuano. Cercate quanto costa un volo Italia-Albania, Roma-Tirana, in classe economica: costa 311,74 euro in economica e 381 euro in business. Nella relazione tecnica che accompagna il disegno di legge di ratifica leggo che il costo per il personale Interforze per il trasferimento sarebbe di 200 euro, mentre per il personale prefettizio di 300, compreso il taxi: già qui mi pare che stiamo almeno del 30 per cento sotto la quantificazione che andrebbe fatta. Questo a una sommaria lettura. Quello di cui c'è bisogno è un'attentissima valutazione da parte delle due Commissioni, cui è stato assegnato, e poi di quest'Aula.

Chiederemo, ovviamente, una relazione dettagliata, non un semplice parere, alla Commissione bilancio. Noi andremo in fondo su questo vergognoso accordo, perché, insieme alla bocciatura sulla ratifica del MES, esprime - lo ripeto - la pessima idea di “Italietta” e di proiezione internazionale del nostro Paese che oggi voi ponete di fronte al Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa e Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, con registrazione dei nomi, sulla dichiarazione di urgenza del disegno di legge n. 1620: “Ratifica ed esecuzione del Protocollo tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio dei ministri della Repubblica di Albania per il rafforzamento della collaborazione in materia migratoria, fatto a Roma il 6 novembre 2023, nonché norme di coordinamento con l'ordinamento interno”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

A seguito della dichiarazione d'urgenza testé deliberata, il termine per le Commissioni per riferire in Assemblea è ridotto alla metà, a norma dell'articolo 81, comma 2, del Regolamento.

Inversione dell'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente, visto che, di fatto, è già iniziato il dibattito, chiedo l'inversione di due punti all'ordine del giorno: del punto 3 con il punto 2.

PRESIDENTE. Sulla richiesta d'inversione dell'ordine del giorno, nel senso di passare direttamente al punto 3, che reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 712: “Ratifica ed esecuzione dell'Accordo recante modifiche del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità, fatto a Bruxelles il 27 gennaio e l'8 febbraio 2021”, potrà intervenire, ai sensi dell'articolo 41, comma 1, del Regolamento, un deputato contro e uno a favore, per non più di 5 minuti ciascuno.

Ha chiesto di parlare contro il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente, per un motivo semplice: mi pare chiaro quello che sta succedendo, cioè che Meloni, ieri sera, si affrettava a dire che l'Italia era davanti a un buon compromesso. Oggi direi che le critiche arrivano da tanti fronti. Il primo è quello della maggioranza, che si affretta a voler dare una risposta, una risposta in fretta sul MES proprio per coprire quello che è avvenuto (Commenti della deputata Montaruli). Cosa è avvenuto? È avvenuto che, il giorno prima, Francia e Germania avevano già annunciato un accordo storico; la Meloni si affrettava a dire che non era detto, che non era scontato che finisse così. E poi avete visto l'esito. Qualche settimana fa rimproverava Draghi di farsi troppi selfie e poi, in realtà, le è bastato farsi un selfie a crauti e champagne per dimenticarsi il suo patriottismo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)!

Prima di tutto vogliamo leggerlo, questo Patto di Stabilità, ma facciamo nostre le parole dei sindacati europei, delle associazioni ambientaliste che chiedono: tutta questa solerzia e questa apertura verso gli armamenti non si potevano avere verso la dimensione sociale dell'Europa? Ma perché l'austerità spetta solo ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), alla natura! Perché ci dovremo ricordare della nostra generazione, chiamandola: “c'eravamo tanto armati” (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Utilizziamo i soldi della nostra comunità per armarci fino ai denti, mentre dovremmo uscire - uscire! - da questa dinamica e dire che, se c'era una cosa buona della revisione del Patto, era per gli investimenti green, per la transizione ecologica, per rimuovere tutto quello che ci ha portato a queste crisi, la pandemia! Ecco, voi siete responsabili di aver fatto peggio, peggio di chi veniva prima di voi e per questo, oggi, volete ripulirvi (Commenti del deputato Messina), perché il vostro no ai due provvedimenti delle opposizioni è finto! Volete ritornare in Aula, cambiando poco, ma prima o poi ratificherete pure il MES (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)! Quindi, non partecipiamo a questa sceneggiata, a questa inversione dell'ordine del giorno che serve solo a rifarvi la faccia, dopo quello che avete fatto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)!

Avete sbagliato tutto e, prima o poi, se ne accorgeranno anche gli italiani (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle - Commenti e applausi ironici di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Della Vedova. Essendo state avanzate ulteriori richieste di intervento, la Presidenza consentirà un intervento per ciascun gruppo che ne faccia richiesta, per 5 minuti ciascuno, ai sensi dell'articolo 45 del Regolamento. In forza di questa precisazione, deputato Della Vedova, ha facoltà di intervenire.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Signor Presidente, io in realtà chiedevo di esprimermi a favore. Capisco benissimo le considerazioni del collega che mi ha preceduto, ma noi abbiamo sempre chiesto che il MES arrivasse in Aula (Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che si votasse sul MES e che ciascuno si assumesse la propria responsabilità. Quindi, non ci chiamiamo certo fuori ora. Dunque, noi siamo a favore dell'anticipo del voto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), con una considerazione, colleghi, a voi, al Primo Ministro Meloni, al Vice Primo Ministro Salvini, al Vice Primo Ministro Tajani: voi vi apprestate a comportarvi come nemmeno Orbán ha mai fatto. Orbán, il vostro amico Orbán, si è sempre fermato un millimetro prima del precipizio. Voi state gettando l'Italia nel disdoro, nel discredito, nell'irrilevanza politica, bocciando, dopo mesi e mesi di manfrina, un Accordo che era già stato assunto da tutti gli altri. E lo fate non perché avete delle convinzioni, lo volete fare solo perché avete paura che Fratelli d'Italia venga superato dalla Lega nella propaganda antieuropea. Io capisco che Meloni abbia fatto tutta la sua campagna contro l'euro, negli anni precedenti, ma lo dico al collega Foti, anzi, se posso, mi appello al collega Foti: non fate questo gesto anti-italiano, non buttateci nel discredito, non create una totale irrilevanza dell'Italia sui tavoli della governance economica. Voi state decidendo di affossare l'Unione bancaria. State decidendo che non ci potrà essere il backstop del Fondo unico di risoluzione delle crisi bancarie in tutta Europa, altro che il salvataggio delle banche tedesche che, in questo momento, a partire dalla Deutsche Bank, sono banche molto solide. Voi impedite all'Europa di fare un passo avanti, danneggiando l'Italia, subito, in termini di credibilità, e in prospettiva, qualora ci fosse bisogno non del salvataggio del bilancio pubblico, perché ci sono già gli strumenti del MES attuale, voi impedite all'Italia anche di mettere in sicurezza il sistema bancario e i correntisti. Non assumetevi questa responsabilità solo per le guerre intestine tra di voi, che non sapete comporre politicamente e volete imporre, con un danno rilevante ai cittadini italiani (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa e Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Quello dell'onorevole Della Vedova, a questo punto, era un intervento a favore, quindi correggo, almeno parzialmente, quello che ho detto poco fa.

Se non ci sono altre richieste di intervento, passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di inversione dell'ordine del giorno, nel senso di passare direttamente all'esame del punto 3 dell'ordine del giorno, che prevede il seguito della discussione della ratifica ed esecuzione dell'Accordo recante modifica del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità, fatto a Bruxelles il 27 gennaio e l'8 febbraio 2021.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva per 219 voti di differenza.

Seguito della discussione della proposta di legge: De Luca e Bonafe': “Ratifica ed esecuzione dell'Accordo recante modifica del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità, fatto a Bruxelles il 27 gennaio e l'8 febbraio 2021” (A.C. 712​) e dell'abbinata proposta di legge: Marattin ed altri (A.C. 722​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 712: “Ratifica ed esecuzione dell'Accordo recante modifica del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità, fatto a Bruxelles il 27 gennaio e l'8 febbraio 2021” e dell'abbinata proposta di legge n. 722.

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi per il seguito della discussione è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (Vedi calendario).

Avverto, inoltre, che, con lettera trasmessa in data 12 dicembre 2023, il Presidente della Commissione affari esteri ha comunicato che uno dei due relatori, il deputato Vincenzo Amendola, ha rinunciato al mandato e che le funzioni di relatrice saranno svolte dalla deputata Lia Quartapelle Procopio.

Ricordo che nella seduta del 5 luglio è stata approvata la questione sospensiva Foti, Molinari, Barelli, Lupi ed altri n. 1 e che, conseguentemente, la discussione della proposta di legge è stata sospesa nei termini previsti dalla questione sospensiva approvata.

(Esame degli articoli - A.C. 712​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge. Poiché non sono stati presentati emendamenti, li porrò direttamente in votazione.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 712​ e abbinata)

Passiamo all'esame dell'articolo 1 (vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Quella che si sta consumando oggi, qui, è una tripla ferita: la prima è una ferita istituzionale, la seconda è una ferita politica, e la terza, quella che più mi sta a cuore, è la ferita del modo in cui stiamo insieme, in questa Repubblica.

Della ferita istituzionale abbiamo già parlato in precedenza: voi siete arrivati, questa mattina, a questo appuntamento con una brutta, brutta, violazione delle regole con cui funziona la Commissione bilancio, perché ieri il Governo - il Governo - è venuto a dirvi, tramite il Ministero dell'Economia, che non c'è alcun rischio sui conti pubblici, non c'è alcun incremento della probabilità di versare quei famosi 125 miliardi, e questa mattina avete fatto votare alla Commissione bilancio un parere in cui, praticamente, si dice esattamente questo. Un parere, fra l'altro, che non è di competenza della Commissione bilancio, perché si parla anche di coinvolgimento del Parlamento. Un parere che è sgrammaticato dal punto di vista istituzionale, perché, se mai l'Italia dovesse davvero essere chiamata a versare quote aggiuntive, e voi stessi lo avete negato ieri, nel parere del MEF, questo non potrebbe non avvenire con un'autorizzazione legislativa. Quindi, avete fatto della Commissione bilancio uno strumento di propaganda politica.

La seconda ferita, ancor più grave - ma la più grave ancora sarà la terza -, è una ferita politica che state infliggendo: per una scaramuccia all'interno dello schieramento populista, Fratelli d'Italia e Lega, o, forse, per una rappresaglia al fatto che l'intesa sul nuovo Patto di stabilità vi ha visti invitati per ultimi, perché l'Accordo lo hanno fatto Francia e Germania e poi hanno chiamato Giorgetti e gli hanno detto “firma”, qualsiasi cosa sia quello che state facendo, voi state per spaccare la maggioranza di Governo non su una questione minore, perché quello che stiamo per votare non è un Trattato di amicizia con qualche Paese, ma è un Trattato di riforma di una delle dimensioni dell'integrazione europea, e mostrare la maggioranza spaccata su una cosa del genere è una ferita grave all'unità politica del Governo della Repubblica italiana. Il Governo non vi appartiene. Il Governo della Repubblica italiana è patrimonio dei cittadini italiani e quando il Governo assume una posizione del genere nei confronti dell'Assise europea, e lo fa in maniera così spaccata, sta creando una un meccanismo tale per cui siamo legittimati a chiederci che ne è della maggioranza, se si spacca su una cosa del genere.

E mi si consenta, Presidente, tramite lei, di rivolgermi anche a una parte della maggioranza, una parte che cerca costantemente di guadagnare consenso dell'elettorato dicendo: noi non siamo come loro, noi siamo responsabili. Sto parlando del gruppo parlamentare, del Partito di Forza Italia, che cerca di battersi come un pesce in una tonnara, dicendo: guarda che loro sono quelli che fanno tutte queste cose, noi siamo seri, siamo quelli del Partito Popolare Europeo; partito che, con questa scelta poco coraggiosa, è forse il peggior responsabile di quello che sta per accadere, perché vi professate tanto europeisti e tanto proni all'idea di integrazione europea, quando state per consentire una sciagura dal punto di vista dei rapporti con gli altri Stati europei e dal punto di vista di quello che potrebbe accadere a chi, tutti i giorni, ci presta 450-500 miliardi di euro per andare avanti.

Ma a me ciò che interessa di più è l'ultima ferita che state per infliggere: vi abbiamo parlato della ferita istituzionale, usando la Commissione bilancio in quel modo scorretto; vi abbiamo parlato della ferita politica, con una maggioranza che si spacca su una cosa così importante; vi abbiamo parlato della questione dei rapporti interni alla vostra maggioranza, ma la ferita più grande che questa vicenda ci infligge è la ferita al nostro modo di stare insieme come Repubblica, al nostro modo di stare insieme come rappresentanti dei cittadini. Ne abbiamo viste tante in questi anni, ma non c'è stata alcuna vicenda, come quella della riforma del MES, che sia stata la sublimazione dell'immagine di politica come marketing e come pubblicità; non c'è stata alcuna vicenda, come quella del MES, per la quale si siano raccontate più balle ai cittadini, in quest'Aula e fuori da quest'Aula. Ricordo quando questa pantomima cominciò, nel 2019, per responsabilità dei 5 Stelle e della Lega con il Governo “Conte 1”. In quei mesi di dicembre del 2019, Matteo Salvini, che anche allora era Vice Premier, andò sulla TV pubblica nazionale, di fronte a milioni di telespettatori, a dire che votava contro la riforma del MES, perché il MES è una banca privata; un organismo internazionale nel cui consiglio d'amministrazione siedono i Ministri dell'economia degli Stati membri, a capitale interamente pubblico veniva definito come una banca privata. L'ha ripetuto anche pochi giorni dopo in un'intervista a La Stampa, se non ricordo male. Da allora in poi, da parte di tanti, questa vicenda del MES è stata un insieme di bugie senza precedenti. Perché è successo? Perché la politica italiana, da un po' di tempo a questa parte, aveva bisogno di trovare un cattivo. Dieci anni fa, quando il MES è intervenuto per salvare i Paesi dell'eurozona che erano nei guai - Grecia, Irlanda, Portogallo e Cipro -, per salvare quei Paesi che avevano perso l'accesso al mercato…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

LUIGI MARATTIN (IV-C-RE). Quanti minuti avevo?

PRESIDENTE. Sta molto, molto avanti…

LUIGI MARATTIN (IV-C-RE). Pensavo fossero dieci. Concludo. Avevate bisogno di un cattivo e allora il cattivo in quel momento, dal punto di vista pubblicitario, è diventato il MES e allora vi siete legati a questa narrazione del MES cattivo, dalla quale non siete riusciti a uscire. Ma guardate che, facendo così, non fate un danno a noi e non fate un beneficio ai vostri sondaggi; fate un danno alla cosa più preziosa che abbiamo, che è il modo di far politica nell'interesse dei cittadini, senza fare propaganda di quarto livello (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bonetti. Ne ha facoltà.

ELENA BONETTI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Molto rumore per nulla: questo è il titolo dell'ennesima commedia che si trasformerà in tragedia per il Paese e che la maggioranza sta svolgendo in quest'Aula, una maggioranza che ha giocato su questo capitolo davvero tutte le parti in commedia. All'inizio, Forza Italia dice: “Il MES va ratificato” e Salvini e Meloni dicono: “Mai, dovrete passare sul nostro corpo”. Poi si cambia di nuovo opinione, Giorgetti dice: “Deciderà il Parlamento il 14 dicembre”, La Meloni dice: “Deve decidere il Parlamento” e oggi la Commissione ritorna al “no” al MES con il voto contrario. Nella vostra confusione, forse, non è chiaro a tutte e a tutti cosa si sta consumando: si consuma lo scempio della vostra incapacità di governare il Paese, perché siete sotto ricatto della pulsione europeista che in qualche modo ancora pervade i banchi della maggioranza. Noi non sappiamo se abbiate davvero contezza delle ripercussioni che avrebbe un voto contrario al MES in questo Parlamento; ripercussioni economiche, finanziarie, di credibilità e di politica internazionale. Noi ci appelliamo alla responsabilità, l'unica, finora troppo sottovoce, dei colleghi di Forza Italia che si sono astenuti in Commissione bilancio, di fatto spaccando la maggioranza, perché facciano invece sentire con più forza la loro voce rispetto ai ricatti di Salvini e del palco di Firenze, che sta pervadendo la nostra Repubblica. Siamo sotto ricatto di quel palco che ha definito l'Europa occupata da abusivi. Ci avete preso in giro, ci ha preso in giro anche la Presidente Meloni - ci spiace dirlo -: del MES nulla interessava all'Ecofin, tant'è che il Trattato lo hanno fatto Francia e Germania con un accordo da cui l'Italia è stata completamente esclusa.

Il Ministro Giorgetti parla per ultimo, balbettando un “sì”, perché sa che non ha il sostegno della sua maggioranza, Ministro Giorgetti la cui serietà è stata accompagnata - lasciatemelo dire - alla porta e invitata alle dimissioni dalla sua stessa maggioranza e dal suo stesso partito (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe). Oggi ci troviamo con un'Italia che rischia di essere isolata in Europa, che rischia di essere l'unico Paese a non ratificare questo provvedimento perché è governata da una maggioranza che - non c'è nulla da fare - alla fine, fa prevalere quel partito del “no euro” che ancora oggi ha la maggioranza purtroppo tra i vostri banchi e tra le vostre fila. Oggi, l'Italia si ritrova più debole in Europa, oggi è un Paese nel quale - e cito dall'altra parte il Sottosegretario Fazzolari - quei presunti tifosi dell'Italia debole brinderanno alla faccia di un vostro voto contrario al MES, perché da oggi l'Italia sarà più sola e di questo isolamento e di questa irresponsabilità il Governo Meloni dovrà rendere conto al Paese. D'altra parte, il Governo Meloni e questa maggioranza altro non sono che la brutta copia di Orbán, cioè portano avanti la politica del veto contro l'Europa e contro l'interesse degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bagnai. Ne ha facoltà.

ALBERTO BAGNAI (LEGA). Grazie, Presidente. Nella breve discussione che ha preceduto il mio intervento ho sentito parlare di balle e di disinformazione. Allora è venuta alla mia mente una vicenda del maggio del 2019 che vorrei condividere con lei e, per suo tramite, con l'Aula. Il 3 maggio di quell'anno, un giornalista particolarmente autorevole e prestigioso in materia economica, che ha anche la condizione necessaria per esprimersi con autorevolezza in materia economica - che è non avere una laurea in economia nel nostro Paese - intervenne in televisione facendo questa dichiarazione che mi preme ricordare qui, perché evidenzia un punto di merito e un punto di metodo che ci servono per addivenire a una decisione sul punto di cui stiamo trattando. Disse: “Mi sono accorto che, facendo tutti i calcoli, purtroppo i decessi dei bambini da 0 a 10 mesi di età sono aumentati di 700: sono morti 700 bambini in più in Grecia di quanti ne sarebbero morti se la mortalità infantile fosse rimasta quella di prima della crisi. Il modo in cui è stata gestita la crisi in Grecia ha avuto questo effetto drammatico. Decisi di non scriverlo perché gli anti europei sono pronti a usare come una clava qualsiasi materiale contro una democrazia basata sulle istituzioni e sulle regole”.

Questa dichiarazione è particolarmente interessante e, secondo me, attinente al dibattito che stiamo facendo qui, perché quello che colpisce non è solo la volontà deliberata di nascondere un fatto che è una conseguenza delle forsennate politiche di austerità imposte dai vari programmi e dai vari memorandum di salvataggio imposti alla Grecia. Ce ne sono stati almeno tre: quello del 2010, quello del 2012 e quello del 2015. Questi salvataggi hanno funzionato; le regole che qui si dice di venerare funzionano. Ecco, questo problema non attraversava minimamente la mente dell'illustre operatore dell'informazione nostrana, ma noi ora retrospettivamente possiamo vederlo e quindi possiamo affermare quello che avevamo anche affermato e previsto prospettivamente. I memorandum che imponevano questi sacrifici, le chiusure degli ospedali, i tagli alla sanità, i tagli all'istruzione, quei memorandum ci raccontavano che, intorno al 2024, il rapporto debito-PIL in Grecia, grazie ai sacrifici, sarebbe planato verso il 100 per cento del PIL, ma siamo ancora al 166 per cento.

Quindi, stiamo parlando di regole che non funzionavano e stiamo parlando di un approccio, quello punitivo, di cui il MES è diventato l'effige, che non ha funzionato. Voglio ricordare che il tasso di disoccupazione è ancora a due cifre, ma voglio ricordare anche un altro dato importante: nel 2007, la popolazione della Grecia era di 11,1 milioni di abitanti e, adesso, è scesa a 10,3. I greci, quelli che sono nati, naturalmente, escludendo dal computo quelli che, a seguito di questi salvataggi, non sono neanche nati, se ne stanno andando. Il salvataggio ha portato la Grecia, dal terzultimo, all'ultimo posto nella classifica del reddito pro capite dei Paesi dell'Eurozona.

Vorrei che ricordassimo che stiamo parlando di questa roba qui, non di un'altra roba. Ci piace questa roba? Credo che a molti di noi non piaccia. Dopodiché, seguiamo tutti gli accorati appelli dei colleghi: cara, non è come pensi tu, cara, questa volta è diverso, abbiamo capito che l'austerità è stata un errore. Sentiamo illustri esponenti dell'opposizione utilizzare eleganti forme impersonali, parlare di “al tempo in cui si chiudevano gli ospedali”, come se un ospedale potesse prendere le proprie chiavi e chiudersi da solo. Al tempo in cui i volenterosi carnefici dell'austerity chiudevano gli ospedali.

Allora, vorrei essere molto chiaro su un punto: qui stiamo semplicemente aiutando la sinistra a essere coerente con se stessa. Ci sta dicendo, con insistenza, da qualche settimana, perché la conversione è sicuramente sincera, ma sicuramente altrettanto recente, che l'austerità è stata un errore? Bene, allora non si capisce, perché questo favor - concludo, Presidente - verso un Trattato che le regole dell'austerità ancora le incorpora tutte (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Orsini. Ne ha facoltà.

ANDREA ORSINI (FI-PPE). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, non posso che condividere la posizione da lei assunta, quella di rimettersi all'Aula su una votazione che è stata caricata di significati impropri, strumentali, assolutamente tattici. L'opposizione ha voluto a tutti i costi portare in Aula questa ratifica, non perché la questione sia importante o sia urgente, ma con la speranza, o meglio, con l'illusione di mettere in imbarazzo il Governo su un tema che si ritiene divisivo.

Per la verità, i primi a essere divisi siete proprio voi, colleghi dell'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), se è vero che il Partito Democratico è favorevole per motivi sbagliati e il MoVimento 5 Stelle è contrario per motivi altrettanto sbagliati. Entrambe le posizioni caricano questo tema di significati impropri, ma la prima cosa impropria da parte di un'opposizione che spesso prova a impartire lezioni di senso dello Stato, di cultura di Governo, di grammatica istituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), è il tentativo di usare una questione istituzionale e internazionale per indebolire il Governo.

Un tentativo vano, destinato a finire nell'irrilevanza, tuttavia, un tentativo rivelatore. Pur di conseguire un vantaggio tattico, vero o presunto, quest'opposizione non esita a sacrificare l'interesse nazionale. A noi, invece, il presidente Berlusconi ha insegnato, e non lo dimenticheremo mai, che l'interesse della Nazione viene prima dell'interesse del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). I nostri avversari, evidentemente, non sono d'accordo.

Onorevoli colleghi, non condividiamo affatto quest'accelerazione, non intendiamo in nessun caso prestarci all'alternativa fra due soluzioni sbagliate.

Lo diciamo anche ai nostri colleghi e amici del centrodestra: la nostra opinione su questa materia è almeno in parte diversa dalla loro.

Lo abbiamo detto fin dal principio, con la franchezza che è possibile, anzi doverosa, fra alleati che lavorano insieme da decenni e che continueranno a farlo, non illudetevi, per molti anni a venire, a sostegno del Governo Meloni e dell'alleanza di centrodestra (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), che è parte imprescindibile della nostra identità e nella quale crediamo fermamente. Onorevoli colleghi, noi, lo ripeto, non condividiamo quest'accelerazione, perché in verità parlare del MES è semplicemente un espediente.

Quello che rende questa discussione quasi surreale è che, in effetti, non stiamo affatto discutendo della ratifica del MES, che è uno strumento che esiste da anni e che continuerà ad esistere e, se necessario, a operare. È uno strumento al quale siamo naturalmente favorevoli (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)… non preoccupatevi, sono abituato.

PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza.

ANDREA ORSINI (FI-PPE). Si discute, invece, oggi di un nuovo regolamento, senza il quale il MES continuerà a funzionare con le vecchie norme, ed è un regolamento che contiene alcune criticità che avrebbero meritato una riflessione più approfondita.

Siamo di fronte a un vero paradosso, se pensate che, se c'è un'istituzione europea che dovrebbe essere tenuta rigorosamente indipendente dal potere politico, questa è la Banca centrale europea. Eppure la signora Lagarde, ogni trimestre, si confronta con la commissione economica del Parlamento europeo, ogni anno deve riferire all'Assemblea in seduta plenaria, e oltre a questo, in caso di crisi o di altre emergenze, può essere convocata dai parlamentari europei ogni volta che ne ravvisino la necessità.

Ebbene, abbiamo chiesto che per il MES valga almeno lo stesso tipo di controllo della Banca centrale europea. Questo significa che siamo contrari al MES? Nessuno, e ripeto nessuno, può dire in buona fede una cosa del genere.

Il MES è uno strumento importante, che è bene che ci sia, che serve nelle emergenze e che speriamo che nessuno debba mai utilizzare. La nostra è una posizione ragionevole, rispettosa dell'interesse italiano e di quello europeo. Oggi, invece, colleghi dell'opposizione, avete posto il Parlamento davanti a un'alternativa sbagliata e imprudente tra un rifiuto ingiustificato e un'approvazione frettolosa e incondizionata (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).

Ve ne assumete la responsabilità comunque vada, perché comunque vada sarà un errore. Per questo, signor Presidente (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle)… sono lieto di mettere di buon umore i colleghi dell'opposizione, che non hanno molti altri motivi per essere di buon umore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE - Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Colleghi, non interloquite con l'oratore, per cortesia.

ANDREA ORSINI (FI-PPE). Per questo, signor Presidente - mi scuso -, Forza Italia esprimerà un voto di astensione, un'astensione responsabile da una votazione irresponsabile (Commenti e applausi ironici dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Italia Viva-il Centro-Renew Europe). E da domani noi ricominceremo a lavorare con serietà, con rigore e con impegno, come sta facendo ogni giorno il Ministro Tajani, per i veri temi che riguardano il futuro dell'Europa e il futuro dell'Italia nell'Unione europea.

In Italia, torneremo a occuparci di tasse, del costo dell'energia, della possibilità di trovare lavoro, della giustizia. In Europa, dobbiamo ricominciare ad affrontare il tema del mercato dei capitali (Commenti del deputato Donno)

PRESIDENTE. Deputato Donno, è la terza volta, se può usarci la cortesia di ascoltare in silenzio. Prego, deputato Orsini, prosegua.

ANDREA ORSINI (FI-PPE). Grazie, Presidente. In particolare, dovremo cominciare ad affrontare il tema dell'Unione bancaria, del quale il MES è soltanto un corollario. In questi giorni, colleghi, dall'Europa ci sono giunte importanti notizie positive.

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA ORSINI (FI-PPE). È stato approvato il Patto di stabilità e crescita, accogliendo molte delle nostre richieste. È stato concluso un accordo sull'immigrazione che risponde alle questioni poste dal nostro Paese. Chi avrebbe detto, solo 2 mesi fa, che questi fossero obiettivi raggiungibili? Non sono successi della maggioranza, sono successi dell'Italia, e, quindi, dovremmo festeggiare tutti, maggioranza e opposizione.

PRESIDENTE. Deve concludere.

ANDREA ORSINI (FI-PPE). Concludo, Presidente, dicendo che di queste cose mi piacerebbe si discutesse nell'Aula del Parlamento, che, su queste cose, mi piacerebbe che ci fosse un confronto alto fra maggioranza e opposizione. Ma oggi, colleghi dell'opposizione, avete creato le condizioni, perché questo non sia possibile.

PRESIDENTE. Non mi costringa a toglierle la parola, per cortesia, sta fuori con i tempi, abbondantemente, quindi concluda. Le lascio il tempo per una frase conclusiva.

ANDREA ORSINI (FI-PPE). Noi abbiamo fatto tutto il possibile per evitarlo, voi ve ne assumete la responsabilità di fronte al Paese e di fronte all'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. È un passaggio importante quello che ci ha apprestiamo a fare ed è importante che - l'ha detto anche il collega Orsini - il Governo, proprio per l'importanza che ha questo passaggio parlamentare, si rimetta all'Aula. Lo dico anche, in particolare, a una parte dell'opposizione, vedo che c'è molta agitazione. Bisogna portare su questi temi, dovremmo portare profondo rispetto e ascoltare le ragioni l'uno dell'altro. Stiamo parlando di trattati internazionali, stiamo parlando della partecipazione insieme alla costruzione e al rilancio di un'istituzione, quella in cui, da sempre, crediamo, che si chiama Europa.

Ed è evidente, non nascondiamoci, perché i trattati internazionali - lo sanno, Presidente, attraverso lei, il collega Amendola e il presidente Conte - vedono il confronto tra i diversi Paesi, l'arte nobile del compromesso e la capacità di trovare una sintesi rispetto agli obiettivi che, nella costruzione dell'Europa, di un'Europa che deve diventare sempre più rivolta verso il futuro ed aiutare sempre più l'interesse di tutte le Nazioni che la compongono, vede in questo passaggio un momento di sintesi, che possa proiettarsi verso il futuro.

A turno lo ha sperimentato chi, in questi anni, rispetto a questi trattati internazionali (è inutile nascondercelo), ha avuto la responsabilità di Governo. È corretto, da una parte, dirlo - lo ribadisco - all'interno della maggioranza, che da un anno guida con responsabilità, con serietà, con protagonismo e senza alcuna divisione in Europa, e quello che è accaduto ieri rispetto al Patto di stabilità, con la modifica del Patto di stabilità, quel nobile compromesso che c'è stato, dovrebbe farci capire che quella è la strada. Invece, ho visto reazioni da parte dell'opposizione, che in ogni caso, siccome deve fare l'opposizione, deve sminuire un passaggio fondamentale, cioè la possibilità che si faccia un passaggio dall'austerità alla crescita e si tenga conto che la sfida per tutti i Paesi - non è il massimo, ma è un compromesso - possa essere quella di lavorare in questi anni perché quella crescita effettivamente possa avvenire, poiché è l'unica strada per rispondere, ad esempio nel nostro Paese, al fardello di un debito pubblico che non abbiamo creato noi, che siamo oggi rappresentati in quest'Aula.

Dicevo che è evidente che nel corso degli anni le posizioni rispetto alla ratifica di questo strumento, il MES, sono state diverse: sono state diverse all'interno di questa maggioranza, ma sono state diverse anche all'interno di quella che oggi rappresenta l'opposizione. Lo ricorda il Presidente Conte, perché si trovò davanti, nei suoi Governi, un momento drammatico, che era quello di affrontare con forza la sfida di un nemico invisibile, che aveva messo in ginocchio non solo l'Italia, ma anche l'intera Europa. Lo ricorderà benissimo, perché in quest'Aula Forza Italia e Noi Moderati chiesero il MES - e lo dico anche per chi ci ascolta -, che non era una cosa nuova, ma una cosa che già esisteva ed era lo strumento che l'Europa si era data per affrontare le emergenze. In quest'Aula noi chiedemmo a quel Governo di portare in Europa la sensibilità e la proposta che si utilizzasse il MES per dare risposta alla crisi drammatica che il Paese stava attraversando. Il Presidente Conte ritenne che quella non doveva essere la strada. Noi ritenevamo che quello strumento, invece, poteva essere l'idea evidentemente utile per affrontare quei problemi.

Dunque, la posizione della Lega e di Fratelli d'Italia è sempre stata molto coerente e molto chiara rispetto a questo. Noi, con chiarezza, abbiamo sempre sostenuto che il MES è uno strumento importante, è uno strumento fondamentale (Commenti del deputato Donno)… Mi scusi, mi perdoni: lei è molto agitato e dovrebbe portare rispetto per tutti! Non è accettabile che lei faccia questo (Applausi dei deputati dei gruppi Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e Fratelli d'Italia)! Signor Presidente, mi scusi (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

PRESIDENTE. Collega… Colleghi deputati!

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). Se vuole, le insegno il rispetto delle istituzioni (Scambio di apostrofi tra deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e MoVimento 5 Stelle - I deputati Rotelli e Caiata scendono nell'emiciclo e si dirigono animosamente verso i banchi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle, trattenuti dagli assistenti parlamentari - Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Deputato Lupi!

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). Io ho il diritto (Commenti del deputato Donno - Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)… e lei la deve smettere, la deve smettere! Non è possibile!

PRESIDENTE. Deputato Rotelli, torni al suo posto! Deputato Rotelli, deputato Caiata, deputato Trancassini, deputato Cangiano. Deputato Donno, io l'ho già richiamata. La richiamo ufficialmente per la seconda volta. Prego, prosegua il suo intervento, deputato Lupi.

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). Mi perdoni, Presidente. Mi perdoni se non mi sono rivolto a lei, però ascolto sempre con molta attenzione le ragioni anche di coloro che esprimono opinioni totalmente diverse dalle mie e questa continua ironia non ci aiuta, perché non è rispetto delle istituzioni e perché il collega, attraverso lei, non ha la verità in tasca.

Allora, volevo concludere il mio intervento dando le ragioni per cui Noi Moderati, come Forza Italia, si asterrà, perché quello strumento, che per noi è fondamentale, viene allargato e viene allargato (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

PRESIDENTE. Chiedo scusa: non si può interloquire con il Governo. Prego.

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). Vedete, colleghi, quello che sta accadendo dimostra che del MES non gliene frega niente a nessuno dell'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE). A loro interessa semplicemente dimostrare che la maggioranza può essere divisa, che in Europa non siamo autorevoli eccetera. Io credo che noi dovremmo fare tutti il tifo nella stessa direzione e credo, per quanto riguarda noi, che la domanda - non condivido alcune affermazioni che ho sentito: se non si ratifica questo MES l'Unione bancaria viene messa in discussione, c'è la fragilità - non è se siamo favorevoli o contrari al MES. Siamo favorevoli al MES, ma l'allargamento di questo strumento anche all'aspetto finanziario e bancario è stato fatto con lo stesso criterio con cui è nato il MES? Cioè, in un'Europa che vede diversi protagonisti, la Banca centrale europea, i Governi e il Parlamento europeo, su passaggi fondamentali, come sempre sono stati il MES, l'emergenza, eccetera…

PRESIDENTE. Concluda.

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). …dev'essere attivato il Parlamento e ci sono procedure che devono vedere il Parlamento europeo coinvolto. Su questo passaggio, che è altrettanto delicato, perché riguarda le banche e il sistema finanziario, il Parlamento europeo non è coinvolto. Dire che debba essere coinvolto il Parlamento europeo…

PRESIDENTE. La ringrazio.

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). …e dire che il Parlamento italiano debba essere coinvolto è dire essere contro il MES o dire che lo si vuole migliorare nell'interesse di tutti, di tutti e non solo dell'Italia?

PRESIDENTE. Concluda. Deve chiudere!

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). È questa la ragione per cui non scappiamo - concludo Presidente; sono stato interrotto diverse volte - davanti alla responsabilità, ma per assumerci una responsabilità ancora maggiore la nostra posizione oggi, in una situazione in cui non avremmo mai voluto trovarci…

PRESIDENTE. Deve chiudere, deputato Lupi!

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). …è quella dell'astensione, come quella dei colleghi di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Amendola. Ne ha facoltà.

VINCENZO AMENDOLA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ascoltando gli interventi con molta calma e molta razionalità, io sfido chiunque, in quest'Aula, a dire che non conosce il percorso storico del MES. Lo trattò il presidente Tremonti nel 2012, durante il Governo Berlusconi e con Meloni Ministro…

GIULIO TREMONTI (FDI). Io non c'ero!

VINCENZO AMENDOLA (PD-IDP). C'eri, presidente. Poi lo trattò il Governo “Conte 1”, col Ministro Tria, e ci assumiamo la nostra responsabilità: noi lo finalizzammo dopo una lunga discussione, con il Governo “Conte 2”. Ci fu un voto parlamentare - nessuna oscurità delle tenebre - e, nel dicembre 2020, il Parlamento diede mandato al Governo di andare in Europa. Non c'è alcuno, in quest'Aula, che non possa non raccontare la storia del MES e sappiamo benissimo che stiamo discutendo della riforma di un meccanismo e sappiamo altrettanto benissimo che noi da tempo chiediamo - e continueremo a farlo - che questi meccanismi diventino più europei, meno intergovernativi e più europei (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Ma il problema che abbiamo, cari colleghi, non votando questo articolo è il tema dell'interesse nazionale. Cari colleghi di Fratelli d'Italia, vi sfido a discutere di interesse nazionale, perché quando si va in un negoziato in Europa non si urla prima nelle Camere: Italia tradita, Italia svenduta, l'orgoglio italiano, e poi si vanno a firmare compromessi al ribasso rispetto a quello della Commissione europea, così come ieri (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe, Alleanza Verdi e Sinistra e Italia Viva-il Centro-Renew Europe), per poi venirci a dire qui che l'interesse nazionale è difeso.

Io mi aspettavo una cosa semplice dalla Presidente Meloni (guardi come sono ingenuo, Presidente). Ha detto: faremo la chiusura del compromesso sul Patto di stabilità e ratificheremo il MES. Ero tanto ingenuo. Allora, qui c'è una domanda che vi faccio: vuol dire che il compromesso sul Patto di stabilità non vi è piaciuto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), perché se oggi non si ratifica il MES, voi ci state dicendo che il patto firmato ieri non vale ed è un Patto contro l'Italia. Dunque, è questo l'interesse nazionale? È questa l'Italia svenduta in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)?

Io, con molto rispetto, dico che noi possiamo fare tutto. Ogni partito è responsabile. Io apprezzo quello che ha detto l'onorevole Lupi. Questo è un passaggio delicato, perché è chiarificatore della natura di un Governo. Voi siete uniti dal potere, ma il potere per il potere non fa una politica. Un Governo che si presenta senza politica estera in Europa non è un Governo. L'abbiamo sempre saputo e un Governo che non ha una posizione unita sulle scelte in Europa non è un Governo che, con orgoglio, rivendica il suo ruolo.

Oggi è un passaggio delicato, cari colleghi. Ognuno farà quello che vuole. Noi, per la storia di questo Paese, per la serietà politica di questo Paese, lo ratificheremo. Voi scegliete un'altra direzione, ma non parlateci più di Italia svenduta, di Italia tradita, di Italia in ginocchio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), perché l'Italia che in Europa va a testa alta è quella che si comporta di conseguenza!

Io lo vorrei dire con molto rispetto, perché non mi piacciono le frasi ad effetto, ma un Ministro, come quello dell'Economia sbugiardato da quest'Aula, sbeffeggiato dal suo leader di partito e dal suo partito, è un Ministro degli affari economici che firma qualcosa che non doveva firmare, come ha detto qualcuno qui in quest'Aula. È quello che è andato all'Ecofin e ha detto: noi ratificheremo il MES perché il Parlamento si muoverà e lo farà. Un Ministro come quello che abbiamo - e lo dico con massimo rispetto, perché è stato un collega di Governo -, dinanzi a questo voto, dovrebbe trarre le conseguenze (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, Alleanza Verdi e Sinistra, Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe e Italia Viva-il Centro-Renew Europe), perché si può essere realisti, si può essere difensori dell'interesse nazionale, ma la parola in Europa è una. Non è una qui? È una in Europa e, se si dice “no” si dice “no” qui, come in Europa. Questo non sta avvenendo.

Caro Presidente, con il massimo rispetto, ognuno di noi su questo Trattato può dire quello che è successo: chi ha più memoria storica, come il presidente Tremonti, che io rispetto, chi, in quest'Aula, è stato Ministro, Presidente del Consiglio. Sappiamo quanto sia faticoso il negoziato europeo, ma, attenzione, l'interesse nazionale, quello che viene tanto decantato con questa elegia della retorica, è l'interesse al compromesso e al negoziato. E, quando un negoziato va male, si dice, quando un negoziato non funziona, si viene in quest'Aula e si dice. Ma il ricatto di dire “non ratificheremo il MES perché facciamo il Patto di stabilità”, ieri, si è svelato e il contrasto tra realtà e propaganda è quello che abbiamo oggi: una maggioranza che va in Europa e dice “noi non decidiamo, noi non ci assumiamo responsabilità”. Per questo, io credo che la crisi politica non stia nei numeri, ma nella natura di questo Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, Alleanza Verdi e Sinistra e Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Mi associo all'intervento del collega Amendola, a quello del collega Marattin. Io ho ascoltato con grande attenzione il collega Bagnai ripetere cose che ha detto tantissime volte, gliene do atto, in televisione, altrove. Semplicemente, quelle cose, con il voto di oggi, non c'entrano assolutamente nulla e Bagnai lo sa, perché parla del MES, che c'è. Poi, possiamo aprire una discussione su come è stato utilizzato, dove ha funzionato meglio, dove non ha funzionato bene e perché, ma quello di cui lei ha parlato oggi non c'entra assolutamente nulla con la discussione di oggi, anzi dirò di più: lei vuole esattamente che si mantenga nelle virgole quello che lei ha criticato e volete impedire la riforma, che migliora perfino i passaggi su cui lei ci ha intrattenuto.

Ma questo spiega perché state portando, come diceva il collega Amendola, a una scelta antinazionale. Anzi, signor Presidente, io spero che i colleghi almeno dell'opposizione, ma spero anche della maggioranza, siano d'accordo: io chiedo che venga il Primo Ministro Meloni in questa fase così delicata, venga e spieghi perché ha cambiato ripetutamente atteggiamento su questa cosa, non scappi da quest'Aula. Ieri ha presenziato ad alcuni appuntamenti e ad alcuni no. Venga in quest'Aula - se è in Italia, se è a Palazzo Chigi - e ci spieghi perché il Governo sta prendendo quella decisione. Venga qui, con la stessa verve con cui fustiga le minoranze e le opposizioni, venga e ci spieghi perché. Non c'entra assolutamente niente.

E se questa, collega capogruppo della maggioranza, è solo una diatriba interna alla vostra maggioranza, allora ha perfettamente ragione il collega Amendola. Se voi non avete il coraggio di fare la cosa che sapete sarebbe giusta per l'Italia, cioè ratificare questa correzione del MES, e non lo fate solo perché, altrimenti, la Lega guadagnerebbe qualcosa, state facendo un errore clamoroso, perché qui non c'è in discussione quello che diceva Bagnai, non c'entra niente, e chiudo. Ieri, il Ministro Giorgetti, della Lega, ha firmato, buon ultimo, il Patto di stabilità - secondo me, ha fatto benissimo a firmarlo - che, se non lo avete letto, colleghi, o non avete letto le sintesi, prevede l'analisi di sostenibilità del debito pubblico. Altro che MES.

PRESIDENTE. Concluda.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Oggi - e chiudo, signor Presidente - in gioco, casomai, c'è l'Unione bancaria, c'è il backstop per il Fondo di risoluzione unico delle crisi bancarie, che servirebbe ai correntisti italiani che, oggi, sarebbero a rischio in caso di una crisi bancaria.

Questa è la modifica. E voi fate peggio di Orbán: Orbán almeno tratta, ma un millimetro prima del baratro, come ho detto prima, si ritira. Voi state facendo un danno alla Nazione e non lo fate per convinzione, lo fate per ignavia, perché non avete la forza - voi di Fratelli d'Italia - di sfidare la Lega su questo, vi accodate e fate un danno (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa

e Italia Viva-il Centro-Renew Europe ).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sottanelli. Su cosa? Per il suo gruppo c'è già stato un intervento.

GIULIO CESARE SOTTANELLI (AZ-PER-RE). Sull'ordine dei lavori, Presidente.

PRESIDENTE. Su cosa?

GIULIO CESARE SOTTANELLI (AZ-PER-RE). Articolo 8 e seguenti.

PRESIDENTE. Allora, è un richiamo al Regolamento.

GIULIO CESARE SOTTANELLI (AZ-PER-RE). Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Se richiama l'articolo 8 e seguenti, sta facendo un richiamo al Regolamento, non un intervento sull'ordine dei lavori.

GIULIO CESARE SOTTANELLI (AZ-PER-RE). No, sull'ordine dei lavori, Presidente.

PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori, quindi niente articolo 8 e seguenti. Prego.

GIULIO CESARE SOTTANELLI (AZ-PER-RE). Visto come si stanno sviluppando i lavori in Aula e come si sono già sviluppate, in base alle agenzie di stampa, le dichiarazioni di voto dei vari gruppi di maggioranza, ritengo sia corretto e giusto, rispettoso del Parlamento, che venga qui il Ministro Giorgetti, il Ministro dell'Economia e delle finanze, perché così guarda con i suoi occhi come la sua maggioranza lo sta sfiduciando rispetto al suo operato che ha fatto in Europa e in Italia. Chiediamo la presenza del Ministro in Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. La ringrazio per questa sua puntuale proposta. Il Governo è presente, come può constatare.

Ha chiesto di parlare il presidente Conte. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE CONTE (M5S). C'è sempre un momento, il momento della verità, in cui ci si confronta, la propaganda va via e rimane la realtà delle posizioni e dei fatti ed è arrivato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Giorgia Meloni ha detto che avevamo fatto passare il MES con il sangue degli italiani, senza un dibattito parlamentare, con il favore delle tenebre. Se oggi siamo qui e dovete votare, vuol dire che tutto questo non è vero, ha mentito al Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Solo oggi decidiamo, decidete sul MES e vi assumete le vostre responsabilità. Noi lo abbiamo rifiutato quando tutti lo volevano (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), quando tutti volevano costringere l'Italia a prendere questo strumento costruito per shock asimmetrici, che assolutamente non serviva in pandemia, ed è per questo che siamo riusciti a costruire una rivoluzione che ha portato 209 miliardi qui, in Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

MANLIO MESSINA (FDI). Ha portato 209 miliardi di buco!

GIUSEPPE CONTE (M5S). Nel dicembre del 2020, in questo Parlamento, noi abbiamo chiarito la nostra posizione, abbiamo lavorato finanche per migliorare uno strumento che, nel 2011, molti di voi - eravate anche Ministri - hanno portato qui, in Italia. Voi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Lo abbiamo anche migliorato con il backstop, ma abbiamo detto che per il nostro Paese non era sufficiente. Abbiamo detto: dobbiamo lavorare per migliorare, introdurre l'EDIS, lo schema assicurativo per i depositi bancari, per l'Unione bancaria, dobbiamo rendere il MES da accordo intergovernativo un accordo comunitario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e, soprattutto, dobbiamo lavorare per stravolgere il Patto di stabilità e crescita (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Poi, con orgoglio ci avete mandato a casa, è arrivato Draghi e, poi, siete arrivati voi: l'orgoglio italiano. Diteci: da queste costruzioni, da queste rivoluzioni cosa avete ottenuto? Ditecelo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Ve lo diciamo noi: ieri siete tornati e dovevate dire che in Europa la pacchia era finita. Siete tornati col “pacco” di stabilità e decrescita (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ma, guardate, quella è una decrescita infelice, perché l'accordo franco-tedesco - del quale voi, che vi vantate della vostra rilevanza in Europa, siete stati meramente spettatori - sarà un disastro per la nostra economia. Ritorneremo peggio della logica dell'austerity, avremo manovre rispetto alle quali le due che già avete fatto saranno un felice ricordo.

Lacrime e sangue: tagli alla sanità, tagli alla scuola, tagli al sociale, grazie al vostro patriottismo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier)!

PRESIDENTE. Se fosse possibile evitare questi ululati, visto che siamo in un'Aula parlamentare e non in un mercato.

GIUSEPPE CONTE (M5S). Oggi avete portato alla chetichella, in fretta e furia, la votazione sul MES, che nascondevate nei meandri delle Commissioni. Oggi siete qui e pensate che gli italiani siano così stupidi che col voto di oggi - se sarà un “no” come immaginiamo - voi maschererete i vostri fallimenti sull'immigrazione, sulla stabilità e sulla crescita? Ma avete perso gli italiani per un popolo di stupidi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

Vedete, ci meravigliate tanto perché siete veramente dissociati. Vi vediamo nelle vostre feste ad Atreju e siete dei leoni (Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

MANLIO MESSINA (FDI). Come ti permetti?

MARCO OSNATO (FDI). Presidente, basta!

LUCIANO CIOCCHETTI (FDI). Presidente!

PRESIDENTE. Colleghi, non mi pare che dissociazione sia un insulto. Prego, prosegua, presidente Conte.

GIUSEPPE CONTE (M5S). Non vi dovete offendere se vi dico che siete dei leoni nelle vostre feste di partito, come abbiamo visto ad Atreju. Abbiamo visto Giorgia Meloni, ancora una volta, che diventa paonazza, si scompone. Ma perché non si scompone in Europa? Perché non diventa paonazza in Europa, dove fate i docili agnellini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Non avete raggiunto alcun risultato e quella rivoluzione che abbiamo avviato è stata una restaurazione. Avete reso il Patto di stabilità un “pacco” di stabilità e di decrescita. Non avete ottenuto nulla sull'EDIS, sull'unione bancaria, il MES rimarrà, grazie a voi, un accordo intergovernativo e non comunitario, quello che avevamo preannunciato. Noi siamo coerenti, noi votiamo contro a causa della vostra incapacità, della vostra incompetenza, della vostra imperizia e purtroppo denunciamo questa vostra pantomima antipatriottica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Deputati si levano in piedi)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Filini. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FILINI (FDI). Grazie, Presidente. Ho sentito con molta attenzione gli interventi dei vari gruppi in merito a questo argomento che sembra che sia diventato il crocevia della vita o della morte della Nazione. Chissà perché con anni di ritardo si porta questa discussione in Aula e con tutta questa urgenza. Però, volevo approfittare, Presidente, di rimettere un attimo in fila le questioni perché ho sentito delle cose che non tornano esattamente con quello che poi ci dice la storia. Si è più volte detto che il MES è stato portato nel 2011 dal Governo Berlusconi. Ebbene, se si intende il MES - come il più volte citato professor Tremonti che è qui in Aula - come strumento per emettere eurobond, allora sì, con orgoglio rivendichiamo che nel 2011 (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) il Ministro dell'Economia, il professor Tremonti, trattò il MES come strumento per emettere eurobond; carta canta. Poi cosa è successo? Conosciamo tutti la storia, quel Governo fu fatto cadere - su questo servirebbe e sarebbe utile un'ampia discussione parlamentare - e nel 2012 è arrivato un Governo tecnico, il Governo Monti, che ha firmato il MES senza quella visione che era stata proprio detta dal professor Tremonti, quando era Ministro dell'Economia. Poi che accade? Accade che, quando un Governo firma un trattato internazionale, ha una maggioranza per ratificarlo. Tant'è che fu cotta e mangiata la questione, firmato il MES, nel 2012, fu immediatamente ratificato da quell'ampia maggioranza che sosteneva il Governo Monti, e su questo avete detto di Giorgia Meloni. Giorgia Meloni non votò quel giorno e vi dirò di più. Qualche anno dopo (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)… Non votò, non votò, andate a studiare. Non votò e qualche mese dopo fondò Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) con un cofondatore che era Guido Crosetto, che era in Aula e votò contro proprio all'istituzione del MES (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questa è la storia, signori, che state cercando in maniera anche piuttosto goffa e, permettetemi, anche un po' ridicola - non si offenda nessuno - di riscrivere. Poi succede che nel 2019 si comincia a discutere della riforma di questo Trattato, per estenderlo anche al salvataggio delle banche, il cosiddetto Fondo salva banche. Quando noi dicevamo che serviva a salvare più le banche che gli Stati, guai! Che cosa state dicendo? Sovranisti, cattivi. Oggi, invece, stiamo discutendo proprio di questo. Nel 2019 inizia questa discussione che sembrava infinita, su cui c'era, in particolare, il MoVimento 5 Stelle - anche qui basta andare a prendere i programmi elettorali e le dichiarazioni che facevano contro la riforma del MES e contro il MES, eccetera - che sembrava non essere favorevole al MES. Ci fu quella molto discussa conferenza stampa in cui il Presidente Conte raccontava che non avevano assolutamente firmato il MES, che guardavano gli italiani negli occhi e tante altre belle storie, proprio nei giorni in cui raccontava agli italiani, tra le tante cose, anche quali fossero i loro diritti. Se lo ricorda, Presidente Conte, durante la pandemia? Tutto molto bello.

Poi succede che c'è qualcuno che va a firmare questo Trattato, lo firma - vado alle conclusioni, Presidente - a gennaio 2021. Quando lo fa? Lo fa il 27 gennaio l'ambasciatore, quando quel Governo era caduto. Ecco, si dice no, non è vero, perché abbiamo dato mandato - c'è il famoso fax di Di Maio - quando eravamo ancora nei pieni poteri. No, Presidente, perché lei forse dimentica che quel Governo fu fatto cadere, il 13 gennaio, da Renzi che tolse i Ministri dall'Esecutivo e le tolse la maggioranza. Quindi, lei ha firmato il MES quando non aveva una maggioranza parlamentare a sostenerlo (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier). Qual è la gravità della questione? È che non è non è stato capace di ratificare quel Trattato …

PRESIDENTE. Concluda.

FRANCESCO FILINI (FDI). Mi dia altri 30 secondi, Presidente.

Non è stato capace di ratificare quel Trattato, come nessuno dei leoni che oggi ci vengono a rendere conto ha mai presentato la proposta di legge di ratifica del MES, quando eravate in maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). La presentate oggi, da opposizione. Ecco, siete totalmente incoerenti ma guardate bene che gli italiani hanno capito benissimo qual è il vostro giochetto. Non volete parlare delle cose che sta facendo questo Governo perché, evidentemente, vi mettono in imbarazzo e la buttate su un tema ideologico. Guardate, noi non abbiamo paura, ve l'abbiamo detto più volte, non abbiamo davvero nulla da nascondere agli italiani. Più volte ci avete sfidato, dicendo...

PRESIDENTE. Deve chiudere, ha esaurito il suo tempo abbondantemente.

FRANCESCO FILINI (FDI). Finisco, un attimo, Presidente.

Ci avete sfidato dicendo: tanto dovete venire qui a votare il MES, vi aspettiamo qui. Ecco, accomodatevi, guardate pure come si comporta un partito che fa dell'orgoglio e del rispetto degli interessi degli italiani il proprio tratto distintivo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia che si levano in piedi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Santillo. A che titolo vuole parlare?

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Grazie, Presidente, intervengo per un richiamo al Regolamento, articolo 8 e seguenti. Abbiamo assistito pochi minuti fa a una scena indecorosa del Parlamento. Ci sono stati dei deputati che sono arrivati fin sotto i banchi del nostro settore a minacciare i nostri colleghi (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Li ho richiamati, ho richiamato loro e ho richiamato voi.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Presidente, con gesti che invitavano a un confronto personale. Per lei questo è normale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

E poi, Presidente noi chiediamo che vengano valutati dei provvedimenti al riguardo. Questa non è la prima volta che accade e pure c'è stata qualche piccola parolina quando c'è stato l'intervento dell'onorevole Lupi. Quindi, ci meravigliamo che non siano già stati presi dei provvedimenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Mi dispiace per questa sua considerazione perché, come potrà constatare anche consultando lo stenografico, io ho richiamato sia i deputati che si sono recati al centro dell'emiciclo sia quelli che invece interrompevano (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Essendo stato respinto l'articolo 1, che reca l'autorizzazione alla ratifica dell'Accordo recante modifica del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità, il provvedimento si intende respinto nel suo complesso (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier). Non si procederà, pertanto, alle ulteriori fasi di esame.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, chiedo se, per quanto riguarda il seguito dei punti all'ordine del giorno, l'Aula sia d'accordo di rinviarne l'esame al 9 gennaio, anche perché, sulla proposta di legge che seguiva questo provvedimento, penso sia necessaria ancora una riflessione rispetto ad alcuni emendamenti soppressivi che risultano agli atti della nostra seduta.

PRESIDENTE. Sulla richiesta di rinvio, ci sono obiezioni?

Ha chiesto di parlare contro questa proposta il deputato Faraone. Ne ha facoltà.

DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Sì, perché, Presidente, può anche andare bene la proposta dell'onorevole Foti di non trattare il provvedimento che era all'ordine del giorno successivamente, però ce ne sta un altro dopo, che è quello sulla prescrizione, che noi, invece, vorremmo trattare. Per cui, se dovessimo decidere di cambiare l'ordine dei lavori, lo facciamo in questa direzione, secondo noi.

PRESIDENTE. Poiché il deputato Faraone ha avanzato una richiesta d'inversione dell'ordine del giorno, nel senso di passare direttamente al punto 4, che reca il seguito della discussione della proposta di legge in materia di modifica del codice penale e del codice di procedura penale, concernenti la prescrizione, tale richiesta potrà essere posta in votazione solo in caso di reiezione della proposta di rinvio del seguito dell'esame di tutti gli argomenti iscritti all'ordine del giorno alla seduta del 9 gennaio.

Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinvio del seguito dell'esame degli ulteriori argomenti iscritti all'ordine del giorno della seduta odierna alla seduta di martedì 9 gennaio.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva per 121 voti di differenza.

La richiesta di inversione dell'ordine del giorno avanzata dal deputato Faraone deve intendersi pertanto preclusa.

Su un lutto della deputata Carla Giuliano.

PRESIDENTE. Comunico che la collega Carla Giuliano è stata colpita da un grave lutto: la perdita del padre. La Presidenza della Camera ha già formulato ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore che desidera ora rinnovare, anche a nome dell'Assemblea.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Carotenuto. Ne ha facoltà.

DARIO CAROTENUTO (M5S). Sì, Presidente, grazie. Intervengo per chiedere un'informativa urgente, l'ennesima richiesta che facciamo al Ministro Calderone, perché le scelte che si stanno facendo, in questo Paese, in tema di politiche attive, si stanno rivelando ciniche e dannose. Siamo passati da una legislatura di solidarietà nei confronti di chi è in difficoltà a questa che, invece, rischia di passare alla storia per il record di nuovi poveri. Per giunta, questo è dovuto a scelte che, dal nostro punto di vista…

PRESIDENTE. Deputato Carotenuto, la interrompo. aspettiamo un secondo che si faccia silenzio, perché altrimenti è impossibile proseguire. Capisco l'euforia, colleghi deputati, però siete pregati di stare in silenzio, perché stiamo lavorando in quest'Aula: chi vuole conversare, si può recare al di fuori dell'Aula, ma mentre lo fa, per cortesia, lo faccia in silenzio.

Prego, deputato Carotenuto, a lei la parola.

DARIO CAROTENUTO (M5S). Tra l'altro, sarebbe meglio che ascoltassero, dal nostro punto di vista, perché vede...

PRESIDENTE. Questo non possiamo obbligarlo; il silenzio sì.

DARIO CAROTENUTO (M5S). No, no, per carità. Ma è un consiglio. Il supporto formazione-lavoro, tanto decantato dalla signora Ministro, si sta rivelando una fregatura per chi partecipa. A fronte di 120.000 domande, gli ex percettori che sono stati chiamati a fare questi corsi di formazione sono stati circa 40.000 e meno della metà stanno ricevendo l'assegno promesso. Si tratta di persone che, già in stato di difficoltà economica, si trovano a sostenere anche i costi degli spostamenti per andare a fare questi corsi di formazione. Per di più, sappiamo che questi corsi di formazione - lo dice l'ANPAL, attraverso fonti anonime, ma c'è da fidarsi, francamente - non daranno luogo ad alcun lavoro. Le politiche attive di questo Governo stanno veramente danneggiando gli italiani. Se non bastasse questo, anche per quanto riguarda l'assegno di inclusione, stiamo vedendo le regole per ottenere questo assegno. Ebbene, è una corsa a ostacoli e molti non lo possono ricevere perché non hanno completato un corso di studi, il che è una scelta folle, guardate. È proprio una scelta folle.

Nella vostra idea, le persone tra i 18 e i 29 anni sono solo giovani studenti svogliati, ma non avete considerato che ci sono giovani madri o giovani padri con figli piccoli che, non avendo un sostegno alle spalle, hanno abbandonato la scuola e ora, evidentemente, non hanno le risorse e il tempo per badare alla famiglia. Trovarsi un lavoro e iscriversi anche alla scuola o a un corso di formazione di primo livello diventa impossibile per loro, se devono occuparsi dei figli.

Allora, non sarebbe più logico che, in un percorso successivo all'erogazione del beneficio, loro venissero accompagnati a completare questa formazione? Guardate, queste persone, le giovani madri in particolare, andrebbero sostenute nel percorso familiare e formativo, aiutate a emancipare loro stesse e, al tempo stesso, a sostenere la propria famiglia. Invece, le state abbandonando. Tra l'altro, la crudeltà è che lo stanno scoprendo adesso, sotto Natale, probabilmente passeranno uno dei peggiori Natali della loro esistenza.

Chiediamo un ripensamento, chiediamo al Ministro di venire qui, a spiegarci cosa intenda fare, chiedere di ripensarci, di provare a cambiare, magari già da questa legge di bilancio o nel primo provvedimento utile, questa che è una meschinità, dal nostro punto di vista, perché la povertà - sembra essere sempre questo un po' il ragionamento di sfondo alle vostre proposte - non è una colpa, la povertà è una condizione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Se la pensate, invece, diversamente, allora dovete venire a dirlo, con chiarezza, anche sui territori, nelle periferie delle grandi città, a chi oggi è nella disperazione, a chi vivrà, a causa di queste scelte, un Natale tremendo.

Venga, dunque, in Aula, la Ministra Calderone, a spiegare i motivi che giustificano queste scelte, di abbandonare chi è in difficoltà, queste scelte che sono prodromiche veramente un disastro sociale. A coloro, che oggi, invece, si sentono abbandonati dallo Stato e a giusta ragione, diciamo che saremo sempre al loro fianco (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare il deputato Amorese. Ne ha facoltà, per due minuti.

ALESSANDRO AMORESE (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo nel mare magnum del fenomeno delle violazioni sulle libertà religiose. In questo mare magnum, si segnala, anno dopo anno, l'aumento riguardante le violazioni, le uccisioni, gli stupri e i rapimenti che riguardano i cristiani nel mondo, cristiani sempre più perseguitati.

Siamo davanti a un fenomeno sempre più cruento, sempre più crescente. Cristiani, tra l'altro, spesso colpiti durante le celebrazioni più importanti: la mente va, per esempio, all'anno scorso, durante la messa di Pentecoste, all'attentato avvenuto in Nigeria, ma potrei fare altri esempi. Parliamo anche di fatti che avvengono in ogni continente. I dati sono impietosi su questo. In particolar modo, ciò è evidente in Africa, in Medio Oriente, in Estremo Oriente, ma anche in America Latina e ormai anche in Europa. Non dimentichiamocelo mai: parliamo di civili, ma parliamo di religiosi, di suore: ricordiamoci che è un femminicidio anche questo. Ricordiamoci delle chiese, anche in Francia, incendiate, anno dopo anno. Ricordiamo, però, che, grazie al Governo Meloni, oltre a fatti simbolici, essenziali e fondamentali, c'è stato un primo importante passo in avanti, una discontinuità importante: l'incremento del Fondo della Farnesina per le comunità cristiane dimenticate. Chiudo, perché siamo a pochi giorni dal Natale. Il nostro pensiero va a tutta la comunità cristiana nel mondo, che è perseguitata: a loro, un grande sostegno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Stefano Vaccari. Ne ha facoltà.

STEFANO VACCARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Care colleghe e cari colleghi, sono ancora impresse nei nostri occhi le immagini terrificanti dell'attacco di Hamas ad Israele e alla sua popolazione, avvenuto il 7 ottobre scorso. La condanna dei Paesi occidentali e delle forze democratiche anche in quest'Aula è stata unanime, così come riconoscere allo Stato di Israele il diritto di difendersi da una feroce aggressione. Lo abbiamo sottolineato, anche come Intergruppo parlamentare per la pace tra Palestina e Israele: si trattava e si tratta di bloccare la mano assassina di Hamas, salvaguardando, al tempo stesso, le popolazioni civili, a cominciare da quelle residenti nella Striscia di Gaza, nel rispetto del principio di proporzionalità rispetto all'agguato ricevuto. Così non è stato, purtroppo.

Per mano della reazione dell'Esercito israeliano, sono già morti oltre 19.000 civili palestinesi, e, tra loro, moltissime donne e bambini. Le Forze militari israeliane stanno anche bloccando gli aiuti umanitari e stanno impedendo l'assistenza sanitaria, che è portata in condizioni disumane. Nessuno può rimanere in silenzio di fronte a tutto questo scempio del diritto internazionale. La comunità internazionale e l'Europa devono fermare questo massacro di rivalsa. Occorre fermare le armi, cessare il fuoco e ricostruire una prospettiva di pace, finalizzata al reciproco riconoscimento di due popoli e due Stati, quello di Israele e quello di Palestina. Al Ministro Tajani, che pure ha evidenziato la reazione sproporzionata di Israele, chiediamo di andare oltre a generici appelli e di attivarsi con l'Europa per richiamare lo Stato di Israele alle sue responsabilità e per fermare la rabbia omicida, fino alla possibilità di adottare sanzioni verso il Governo Netanyahu. Il cessate il fuoco umanitario e il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi, visti gli eventi, sono le condizioni preliminari e necessarie.

PRESIDENTE. Concluda.

STEFANO VACCARI (PD-IDP). Come non essere d'accordo con il cardinale Zuppi - e ho concluso, Presidente -, presidente della CEI, che ci segnala il fatto che nella Striscia di Gaza è in corso una strage degli innocenti: “È un Natale di Erode” - sottolinea - “troppi bambini hanno perso la vita”.

Per queste ragioni, chiediamo un impegno più deciso e determinato verso l'Europa e l'ONU per chiedere e sostenere l'immediato cessate il fuoco e l'avvio di un vero negoziato di pace. Mi auguro che il Governo sappia raccogliere questo nostro appello (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Carotenuto. Ne ha facoltà, per due minuti.

DARIO CAROTENUTO (M5S). Grazie, Presidente. Ieri abbiamo tutti convintamente osservato un minuto di silenzio per la morte di Samira Sabzian, condannata a morte e impiccata dal regime iraniano. I dati di Amnesty International ci ricordano, nel rapporto del 2022, che i Paesi che applicano la pena di morte nel mondo stanno aumentando drasticamente le loro esecuzioni negli ultimi due anni. L'Iran è il primo tra questi Paesi e ieri è stato giusto ricordare Samira Sabzian.

Spesso, però, in questo Parlamento, ci dimentichiamo che, subito dietro all'Iran, ci sono due partner dell'Unione europea, come l'Arabia Saudita, che è passata da 65 esecuzioni, nel 2021, a 196, nel 2022, e gli Stati Uniti d'America, che sono passati da 11 a 18. Ora, Samira era una donna, ma era stata una bambina a cui, con la violenza, non è stata data alcuna scelta e a cui, con la violenza e la sete di vendetta, è stata tolta la vita. La stessa sete di vendetta sta muovendo adesso il Governo israeliano, in questi 75 giorni di guerra successivi al 7 ottobre, ad arrivare a uccidere 20.000 civili, dei quali più della metà sono donne e bambini.

L'Unicef ha definito Gaza il posto più pericoloso al mondo per un bambino e Papa Francesco ha denunciato come atto terroristico l'uccisione di due donne nella Chiesa del Patriarcato latino di Gerusalemme da parte di cecchini dell'Esercito israeliano. Senza parlare, tra l'altro, delle violenze che, da anni, le donne palestinesi subiscono da parte dei coloni in Cisgiordania. Di fronte a tutto ciò, sarebbe un atto vile utilizzare la barbara esecuzione di una donna iraniana solo per attaccare i nemici politici dell'Occidente, voltandosi invece dall'altra parte quando a cadere nella barbarie sono gli amici o i partner economici. Se l'Italia vuole ritornare ad avere un ruolo di primato politico e culturale a livello mondiale, deve liberarsi da questi odiosi doppi standard e mostrare che il percorso verso la pace e la democrazia non conosce ambiguità né calcoli geopolitici.

PRESIDENTE. Concluda.

DARIO CAROTENUTO (M5S). Questo lo dobbiamo a tutte le Samira di tutto il mondo, che si trovano a Teheran o nella Striscia di Gaza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Francesca Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Intervengo, perché, nella seduta del 19 dicembre, il Consiglio dei ministri ha deliberato l'impugnazione della legge regionale della Sardegna n. 9 del 23 ottobre 2023, il cosiddetto collegato alla finanziaria, approvato dal consiglio regionale sardo con enorme ritardo e con l'introduzione di numerose norme illegittime.

Si tratta della diciannovesima legge della giunta sarda leghista impugnata dal Governo, la diciannovesima di una stagione legislativa assai povera, che ha visto approvate pochissime leggi e di scarsa qualità. Gli articoli impugnati sono una ventina su 162, ma riguardano tutti i settori fondamentali dei complicati rapporti tra la regione e lo Stato: si va dalla riforma delle province alle nomine dei direttori sanitari, dall'utilizzo degli usi civici per impianti destinati alla produzione di energie rinnovabili alla caccia alla tortora selvatica, dallo status del Corpo forestale al Piano Casa. Tutti interventi, quelli del Governo, assolutamente condivisibili e necessari, se non fosse per una clamorosa lacuna: l'articolo 132 della norma regionale consente, infatti, ampliamenti volumetrici nelle strutture ricettive anche nella fascia costiera dei 300 metri. I nuovi alberghi a cinque stelle potranno ottenere un incremento volumetrico del 25 per cento, mentre quelli già esistenti solo, si fa per dire, del 15 per cento, ma senza aumentare i posti letto. Queste disposizioni sono in contrasto non solo con la legge Salva coste, fortemente voluta dalla giunta Soru nel 2004, e con il Piano paesaggistico regionale della Sardegna, ma soprattutto con la consolidata normativa di tutela delle coste del nostro Paese, che, a partire dalla legge Galasso del 1985, ha sancito la totale integrale della fascia dei 300 metri dalla costa. Presidente, i termini per impugnare la norma regionale scadono tra 2 giorni. Per il suo tramite, chiedo al Ministro Calderoli e all'intero Governo di impugnare questa norma scellerata e incostituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Oggi, la prima pagina de Il Mattino titolava: Pirati ambientali: a rischio il tesoro. Il procuratore generale: va restituito.

Parliamo di uno dei casi più clamorosi di persone che sono state condannate - non che stanno sotto processo - per aver creato uno dei più grandi disastri ambientali della storia d'Europa, non d'Italia. Parliamo della famiglia Pellini. Colpevolmente, la magistratura, con ritardi clamorosi, ha fatto scadere i termini previsti per legge per il sequestro dei beni per 200 milioni di euro. Adesso la Cassazione si sta prendendo tempo, ma questo tempo sta per scadere.

Per il suo tramite, chiedo che il Governo intervenga immediatamente - ne ho già parlato precedentemente con il Ministro dell'Ambiente -, affinché sia impossibile far riavere a chi ha devastato il territorio i 200 milioni di euro illecitamente guadagnati, che hanno causato la morte di persone e la devastazione ambientale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Grazie, Presidente. Chiedo di intervenire perché ci sono 20.000 ex dipendenti Banca Roma che, in questo momento, stanno vedendo una drastica riduzione del 75 per cento del loro assegno integrativo. Allora, ho portato in quest'Aula un'interpellanza urgente. Cosa chiedevo al Governo: fondi? No! Chiedevo semplicemente che il Governo si ponesse come mediatore fra il fondo, fra UniCredit e queste persone, che stanno subendo un'ingiustizia - ma, come per loro, sta accadendo in tante situazioni -, come intermediario per fare in modo che questa sperequazione diminuisse. È venuto il Governo e, con una freddezza allucinante, fondamentalmente ci ha detto che non farà niente. Allora, se nemmeno quando si chiede che lo Stato faccia lo Stato e che il Governo faccia il Governo si riesce ad avere la presenza, una risposta, cosa devono fare queste 20.000 persone per non veder consumata su di loro un'ingiustizia? Detto questo, hanno fatto un esposto e io torno a chiedere in quest'Aula che il Governo riceva questa delegazione, perché è una cosa molto importante che riguarda tantissimi italiani e, con la stessa forza, chiedo in quest'Aula che si possa fare qualcosa affinché questa ingiustizia - come tante - non si consumi, perché vedere uno Stato sempre debole e il settore bancario sempre forte, senza che nessuno si contrapponga a questo, è veramente dirimente e soprattutto allontana le persone dalla politica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 28 dicembre 2023 - Ore 9:

1. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:

S. 926 - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026 (ove trasmesso dal Senato).

(ore 15)

2. Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 926 - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026 (ove trasmesso dal Senato).

La seduta termina alle 13,05.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta è pervenuta la seguente segnalazione in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 2 il deputato Del Barba ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 2)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 1620 - DICHIARAZIONE DI URGENZA 272 272 0 137 162 110 57 Appr.
2 Nominale PDL 712 E ABB - ARTICOLO 1 300 256 44 129 72 184 35 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.