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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 211 di giovedì 7 dicembre 2023

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNARITA PATRIARCA , Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 97, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,38).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy (A.C. 1341-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1341-A: Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy.

Ricordo che nella seduta di ieri si è concluso l'esame degli ordini del giorno.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1341-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Maria Chiara Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Le imprese che esportano nel nostro Paese ci hanno consentito di raggiungere quest'anno risultati molto importanti: nel 2023 l'export italiano supererà in valore i 660 miliardi, più 6,8 per cento rispetto al 2022. Questi dati molto favorevoli sono dovuti a tanti settori trainanti del made in Italy: pensiamo al tessile, alla chimica, alla meccanica strumentale, passando per l'importanza del settore agroalimentare del nostro made in Italy o del mondo dell'arredo e della moda. Questi numeri, però, devono essere accompagnati da altre valutazioni, osservando quello che accade negli altri Paesi del mondo.

Nello stesso periodo di tempo, la Germania ha raggiunto 1.564 miliardi di export, il 14 per cento in più. I nostri dati e le stime ci dicono che le nostre esportazioni cresceranno, nel prossimo anno, del 4,6 per cento e, nel biennio, del 3,8 per cento. Questi dati sono stati presentati pochi giorni fa da SACE e ci dicono, da un lato, che dobbiamo essere orgogliosi del nostro made in Italy ma, dall'altro, che dobbiamo mettere in campo una serie di misure organiche che possano davvero sostenere le nostre imprese, sicuramente nelle esportazioni ma anche nelle produzioni dedicate al nostro mercato interno.

Lo dicevo, i settori sono tanti. Questo provvedimento che ci apprestiamo a votare ha un titolo sicuramente importante: “Dispoizioni recanti disciplina organica per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy”. Di disposizioni organiche, signor Presidente, Vice Ministro, abbiamo davvero visto molto poco anche nel dibattito in Commissione e nel dibattito relativo agli emendamenti che non sono stati approvati in Aula ieri. Questo provvedimento conta 59 articoli, 59 scatole vuote, una serie di articoli che contengono marchi e speriamo che questi marchi non diventino - poi spiegherò il perché - una serie di marchette. Uso il vezzeggiativo, però credo che, spiegando, poi, nel merito il contenuto di questo provvedimento, chi ci sta ascoltando, forse, qualche preoccupazione dovrebbe averla. Sono pacchi vuoti, scatole vuote. Siamo vicini al Natale, in questo provvedimento ci sono scatole vuote ma ci sono anche tanti nastri perché tutti questi articoli che sono contenuti nel provvedimento hanno, credo, un'unica intenzione. L'unico obiettivo di questo Governo, infatti, è fare tante inaugurazioni, rimanere sulla carta. Ci siamo fermati ai titoli ma per il nostro made in Italy non ci sono misure organiche né strutturali. Questo è un provvedimento che alterna misure di sistema a micromisure settoriali, come ai vecchi tempi - chi ci sta ascoltando, forse, se ne ricorderà - delle “leggi mancia” che inserivano nella legge di bilancio emendamenti da un milione di euro, 2 milioni di euro, provvedimenti che non avevano, però, una organicità.

L'altro elemento che devo dire è abbastanza preoccupante di questo provvedimento, su cui non abbiamo avuto una risposta da parte da parte del Governo, è la questione che riguarda la gestione di tante misure. Non siete stati contenti delle assunzioni fatte nei tanti Ministeri, perciò in questo provvedimento si nomina una serie di commissioni e di fondazioni e si demanda l'attuazione di tante di queste misure a soggetti esterni. Quindi, ulteriori nomine che, probabilmente, accontenteranno amici e speriamo anche non solo parenti.

Insomma, un provvedimento che non ha un'organicità. Io mi scuso con chi ci sta ascoltando se anche il mio intervento non avrà un'organicità, perché mi limiterò a descrivere soltanto alcuni degli articoli che sono contenuti in questo disegno di legge, in queste disposizioni, per far comprendere che, appunto, di organico non c'è nulla rispetto alle scelte importanti che, invece, devono essere fatte per sostenere le nostre imprese. Al momento, è ancora sulla carta e, ovviamente, non c'è in questo testo la proroga ma, soprattutto, il potenziamento di Industria 4.0. Se nel rapporto SACE si dice che le nostre imprese che esportano di più e meglio sono quelle innovative, noi dobbiamo fornire gli strumenti e le basi per consentire questa innovazione.

Nel provvedimento si inseriscono misure microsettoriali. Ne cito una: i fondi legati alla transumanza, alle aree interne, montane e periferiche del Paese. Sono vice presidente della Commissione agricoltura e so quanto sia importante sostenere quella tipicità dei tanti nostri territori delle aree montane. A chi fa transumanza, a chi fa attività in alpeggio servono le infrastrutture, servono addirittura le infrastrutture immateriali, la banda larga, servono gli investimenti, non serve un milione di euro per il 2024.

Poi, ci sono diversi fondi che sono semplicemente una partita di giro. Non abbiamo compreso perché alcuni fondi debbano essere ricreati e perché non siano stati rifinanziati altri che avevano dimostrato una loro organicità. Ne cito uno: il fondo per l'imprenditoria femminile. Nella legge di bilancio 2021 erano stati stanziati 40 milioni di euro, a cui sono state aggiunte le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Perché creare un nuovo fondo che ha, però, una platea più ristretta, una platea più piccola che, per esempio, esclude le autonome e le professioniste? Soprattutto, perché non rifinanziare fondi esistenti? Perché li aveva fatti un Governo precedente? Forse sarebbe un buon messaggio per il Paese dire che, se ci sono misure che hanno funzionato, lavoriamo insieme per rifinanziarle, per potenziarle.

L'altro punto che ha destato grande stupore nel dibattito in Commissione e in quest'Aula, ma credo anche nell'opinione pubblica, è l'articolo che riguarda il fondo sovrano. Io non pensavo di essere nel Parlamento dell'ex Unione Sovietica. È la misura più importante di questo provvedimento, nel quale ci sono micromisure da un milione, 2 milioni o 3 milioni di euro. Questo articolo, invece, prevede una dotazione di 700 milioni di euro che sono stati prelevati da altri fondi. Dovete spiegarci perché sono stati prelevati da quei fondi. Non funzionavano? Volete fare un vostro fondo sovrano? Come ha ricordato ieri anche l'onorevole Boschi, noi davvero non comprendiamo perché sia stata fatta la scelta di finanziare un fondo che, di fatto, sarà sostenuto con capitale pubblico. Questo è un Governo che ha sempre professato di essere a favore del mercato e ora abbiamo risorse pubbliche che entrano nel capitale di imprese private che devono avere sede in Italia ma non viene specificato che debbano avere anche la sede operativa in Italia. Quindi, volendo introdurre misure che sostengano l'occupazione, che ci consentano di mantenere nel nostro Paese tante attività di impresa rilevanti, forse avremmo dovuto pensare non soltanto alla sede legale ma anche alla sede operativa.

Un'altra misura su cui noi abbiamo provato, in un'ottica di collaborazione, in un'ottica positiva, ad intervenire è quella che riguarda l'incentivazione dei brevetti, il famoso voucher 3I. Siccome siamo al 7 dicembre, dovete spiegarci perché sono stati stanziati 8 milioni di euro per l'anno 2023 - ripeto, siamo al 7 dicembre 2023 e questo provvedimento ancora deve andare al Senato - per sostenere, giustamente, le imprese, le startup, i giovani imprenditori che devono accedere, a vostro dire, ai servizi di consulenza per la brevettabilità dei prodotti. Questo è importantissimo in un'ottica di innovazione e di inserimento sul mercato di nuovi prodotti. Quindi, 8 milioni di euro per il 2023, che è quasi finito, e, per l'anno 2024, un milione di euro: questo è il supporto che viene dato alle imprese.

Se dobbiamo andare sulle misure di tipo settoriale, a me, oggettivamente, osservando l'elenco di questi articoli, sembra molto che queste famose disposizioni organiche siano tanto lo svuota-cassetti dei diversi Ministeri. Andiamo al Fondo per l'incentivo alla nautica da diporto sostenibile. Anche qui, 3 milioni di euro soltanto per il 2024 e noi siamo un Paese che ha 8.000 chilometri di coste.

Che dire del liceo made in Italy? Un liceo che non avete avuto il coraggio di chiamare “istituto tecnico”, che non dotate di risorse. Noi abbiamo bisogno di competenze tecniche e professionali e voi avete fatto un'ennesima scatola vuota, a risorse invariate.

L'ultima chicca è quella della certificazione del ristorante italiano nel mondo. Anche qui, non abbiamo ben compreso chi dovrà certificare questi ristoranti italiani nel mondo, perché sappiamo che alcune cose sono certificabili - per esempio, l'utilizzo di alcune materie prime - ma altro è andare a certificare le ricette tradizionali italiane, le corrette prassi. Anche qui, ci sarà semplicemente una grande inaugurazione, ci saranno grandi visite a tanti ristoranti ma tutto ciò non lascerà nulla di concreto e di effettivo.

Concludo, signor Presidente, anche se avremmo potuto dilungarci ampiamente, visto che si tratta di 59 scatole vuote. Di made in Italy rimane traccia - c'è una canzone molto nota dei Ricchi e Poveri, di quella rimane traccia - ma sicuramente di questo provvedimento per le nostre imprese non rimarrà alcuna traccia. Quindi, annuncio il contrario del gruppo Italia Viva.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cavo. Ne ha facoltà.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signori del Governo, quando parliamo di made in Italy

PRESIDENTE. Mi perdoni, onorevole Cavo, ha il solito problema con il microfono, quindi, per cortesia, se si può spostare. Prego.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Mi scusi, speravo fosse stato risolto.

PRESIDENTE. Lo ripariamo per Natale.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Quando parliamo di made in Italy - riprendo - non ci riferiamo soltanto a un prodotto finito ma a un processo produttivo che va dall'idea alla sua realizzazione.

Ci riferiamo alla maestria e alle maestranze, alla capacità di tramandare e non disperdere tradizioni e a quella di innovare, di spostare le sfide sempre un po' più in là. Ci riferiamo a qualcosa di riconosciuto in tutto il mondo, al pari del patrimonio culturale e artistico. Il brand Italia è un valore in sé. Non è soltanto il risultato della sommatoria di know-how di eccellenza in differenti segmenti economici e produttivi che storicamente caratterizzano i nostri territori. Si tratta, quando parliamo di made in Italy, di qualcosa in più e qui sto leggendo un passaggio dell'indagine conoscitiva voluta e condotta dalla X Commissione, la Commissione attività produttive, che pur ha voluto questa indagine sul made in Italy. Ci riferiamo a qualcosa di più pervasivo, capace di attingere non solo alle caratteristiche fisiche, meccaniche ed estetiche di un bene o un servizio, ma anche alla dimensione più intima e caratteristica dell'umanità che ci sta dietro, fatta di e da persone, con tutto il suo portato di cultura, dinamiche sociali, tradizioni e capacità di innovare. Perché il made in Italy non è soltanto un modo di fare ma soprattutto un modo di essere.

Ho voluto citare una delle tante frasi raccolte nell'indagine conoscitiva della X Commissione sul made in Italy perché questo provvedimento, questo disegno di legge nasce da lì, dall'ascolto e da un'indagine, che ho seguito come Vicepresidente, che ha rappresentato un momento di ascolto importante con oltre 130 soggetti auditi e 120 associazioni rappresentative di realtà produttive che hanno portato il loro contributo e che è stata propedeutica alla presentazione di questo disegno di legge. Un'indagine per valutare l'incidenza dei fenomeni globali sul comparto produttivo italiano, per verificare lo stato di avanzamento della digitalizzazione dei processi produttivi, logistici, di stoccaggio, per analizzare i diversi comparti produttivi, valutando i principali ostacoli alla competitività delle imprese italiane. La Commissione ha voluto anche porre una particolare attenzione al futuro, al tema della formazione, analizzando anche le sfide per le startup. È un'analisi complessa di ascolto da cui nasce questo provvedimento articolato, di politica industriale, che ha come obiettivo quello di rimediare ai problemi che gravano sul sistema produttivo italiano - la burocrazia, la lunghezza dei processi amministrativi e giudiziari, la logistica, il dimensionamento delle imprese - per aumentarne il valore.

Il risultato è quello di questo provvedimento, fortemente voluto dal Governo Meloni e dal Ministero delle attività produttive, dal Ministro Urso, con diversi focus settoriali ma che prevede misure concrete e di rapida implementazione, perché i numeri dell'export continuano a migliorare ma si confrontano nella bilancia commerciale con gli aumenti dei costi energetici. Bisogna agire in fretta a sostegno dell'internazionalizzazione ed ecco che il testo prevede lo stanziamento, già da quest'anno, di una prima tranche di 700 milioni su un miliardo per il nuovo fondo sovrano nazionale partecipato dal MEF e aperto ad altri fondi privati, che investirà nelle filiere strategiche fin dalla fase dell'approvvigionamento delle materie prime. È questo il cuore e il motore finanziario del provvedimento. Ma vi sono, per esempio, nuovi strumenti per combattere la contraffazione dei prodotti e strumenti per tutelare i brand storici in crisi con il subentro gratuito del MIMIT al fine di salvaguardarne la continuità. Anche questo è tutelare la storia e la cultura del nostro Paese e non solo gli asset economici. I focus settoriali frutto dell'ascolto delle categorie hanno prodotto misure specifiche, per esempio, per il settore conciario, per la valorizzazione dell'olio d'oliva e per la nautica.

In questo campo una misura importante è quella finalizzata a incentivare l'elettrificazione dei motori della nautica da diporto, con un emendamento presentato dai relatori al disegno di legge del made in Italy in X Commissione, che ho votato e sostenuto nella sua elaborazione e approvazione, che ha dato una risposta a un settore che attendeva da tempo l'attivazione di fondi per la conversione green; 3 milioni di euro per il 2024, finalizzati alla sostituzione di motori endotermici alimentati da carburanti fossili con motori ad alimentazione elettrica. Il contributo verrà riconosciuto appunto per l'acquisto di un motore elettrico, con la contestuale rottamazione. Ho sentito dire in Aula da certa opposizione che 3 milioni sono ridicoli. Peccato che non siano mai stati stanziati e che anche quando i fondi erano previsti, teoricamente, non siano mai arrivati i decreti attuativi per dare risposte. Ora questa risposta attesa da un comparto che rappresenta il nostro made in Italy c'è.

Un altro importante risultato per il settore della nautica da diporto, in particolare per le imbarcazioni sotto i 10 metri, è l'approvazione dell'emendamento che permetterà ai proprietari di un natante da riporto di navigare nelle acque degli Stati UE (parliamo di quelle imbarcazioni per cui non è prevista immatricolazione obbligatoria in Italia) che non consentono più la navigazione alle unità non targate (ad esempio, Slovenia, Croazia e Grecia) e di presentare una semplice dichiarazione di possesso del proprietario con l'attestazione dei dati tecnici contenuta nella dichiarazione di costruzione. Si tratta di una semplificazione che eviterà l'obbligo di immatricolazione con tutti i gravami burocratici connessi e arginerà, contemporaneamente, il fenomeno delle fughe di immatricolazioni semplificate all'estero, con benefici fiscali per lo Stato italiano. Anche qui ho sentito parlare da parte dell'opposizione di liberalizzazione dei mega yacht e di facilitazione del traffico dei natanti rubati. Ma di cosa stiamo parlando? Qui si vuole regolamentare ma per trattenere in Italia le imbarcazioni con un vantaggio per la nostra fiscalità. Una misura composita che va a sostegno del mercato della nautica da diporto ovvero di un settore prezioso per il nostro made in Italy, funzionale al settore turistico e a favore delle famiglie proprietarie di piccole unità. Come Noi moderati abbiamo visto anche l'approvazione in Commissione di due importanti emendamenti di valorizzazione delle identità locali considerate minori, al fine della promozione turistica, e del riconoscimento delle produzioni agricole di pregio, anche attraverso l'istituzione della figura del manager di destinazione e del Registro delle associazioni nazionali delle città di identità. Uno sviluppo economico più omogeneo di tutto il territorio nazionale passa proprio dall'emersione delle innumerevoli realtà ed eccellenze e alla messa in rete di tutte le produzioni. Si tratta di lavorare come sistema Italia per ottimizzare la conoscenza e la distribuzione sui mercati internazionali.

La formazione, però, resta uno dei tasselli fondamentali quando si parla di crescita e di innovazione. È la fabbrica del futuro ed è per questo che ritengo importante l'approvazione di un subemendamento, che ho convintamente sostenuto, per fare in modo che il liceo del made in Italy, istituito con questo disegno di legge, sia implementato con l'insegnamento delle discipline STEM. Competenze e conoscenze basilari che forniscono capacità analitica di problem solving e che sono state dichiarate importanti proprio nelle audizioni che abbiamo svolto. Permetteranno alle imprese del settore di avere i professionisti che cercano in grado di seguire l'innovazione e di stare sul mercato italiano ed estero: un'esigenza chiara; non poteva non mancare. Abbiamo con convinzione sostenuto come Noi moderati l'importanza anche degli ITS Academy, quegli istituti tecnici post-diploma che specializzano i nostri studenti creando figure sostanzialmente super tecniche, anche nel campo del made in Italy, e su cui ha investito molto il nostro PNRR. La riformulazione dell'articolo 13, che ha accolto molte proposte emendative, prevede il rafforzamento delle competenze trasversali e per l'orientamento anche nel collegamento tra i licei e gli ITS.

Quindi, sostanzialmente, gli ITS vengano reinseriti nella rete rispettando le esigenze che sono state rese note dagli imprenditori e dalle categorie ascoltate.

Ci sono molte misure in questo disegno di legge: l'incentivazione per le startup, i voucher per l'acquisizione di servizi di consulenza utile all'ottenimento dei brevetti, il sostegno per l'imprenditoria femminile con 15 milioni di euro, l'attivazione e l'esposizione permanente, la valorizzazione del made in Italy, la valorizzazione e la tutela del patrimonio immateriale, il contrasto alla contraffazione.

Per tutto questo, per quanto articolato in questo provvedimento, per il segnale, per il sostegno che dà a tutto il settore del made in Italy, per tutti questi motivi che abbiamo e che ho cercato di illustrare, dichiaro il voto favorevole da parte di Noi moderati (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e di deputati Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Signor Presidente, il disegno di legge che stiamo per votare dovrebbe avere - sottolineo dovrebbe - l'ambizione di sostenere lo sviluppo delle imprese italiane e delle filiere di eccellenza, legate al made in Italy e quello di promuovere - lo scrive il Governo con una certa dose di enfasi retorica - le radici culturali nazionali.

L'esame del disegno di legge, soprattutto in Commissione, ha consentito di apportare a questo testo, piuttosto disordinato, alcuni miglioramenti a cui hanno contribuito diversi emendamenti approvati, proposti da Alleanza Verdi e Sinistra, a prima firma Eleonora Evi.

Rimane però, comunque, un testo con diverse ombre e temo, soprattutto, poco efficace. È un provvedimento corposo che, ad appesantire il tutto, prevede l'emanazione di almeno 35 provvedimenti attuativi tra decreti e linee guida; 35 provvedimenti attuativi che probabilmente saranno anche di più, perché nel testo più volte si riporta la locuzione “con uno o più decreti”. Quindi, sarà importante vedere come il Governo lavorerà a questi provvedimenti attuativi, e ci auguriamo che, a differenza di quello che ha fatto, ad esempio, con l'indennità di intermittenza per i lavoratori dello spettacolo, sia capace, almeno questa volta, di un reale coinvolgimento dei portatori di interessi rispetto alle disposizioni, delle associazioni professionali, della realtà economica a cui questo provvedimento guarda.

Siamo anche davanti a un testo che, dopo l'esame in Commissione, è arrivato a 59 articoli. È un testo che ha tentato di tenere dentro un po' di tutto, un po' di più anche, e un po' tutti gli ambiti produttivi. Probabilmente, anche un po' troppo - questo pensiamo noi - con il rischio evidente di annacquare l'efficacia del provvedimento e le misure di sostegno che vengono previste. Ci sono, di fatto, pochissime risorse, spalmate su tanti progetti e tanti comparti. Insomma, è forte davvero la sensazione che si sia cercato di dare un po' a tutti, per non lasciare fuori e non scontentare nessuno, ma senza riuscire a dare una linea forte, chiara e a fare interventi decisivi.

E così si passa dall'istituzione della Giornata nazionale del made in Italy, che appare più un momento di autocelebrazione che un vero e proprio provvedimento di promozione di queste produzioni, all'istituzione del nuovo Liceo del made in Italy, da misure di sostegno della filiera nazionale del legno al settore della ceramica e della nautica da diporto, per poi passare al sostegno del cibo di qualità, ai prodotti artigianali, allo sviluppo delle imprese culturali e creative e al sostegno del settore fieristico.

Si potrebbe continuare su questa lista ancora per un bel po'. Il problema è che a questa lunga elencazione di comparti produttivi da promuovere in vario modo - e noi, dobbiamo dirlo, saremmo anche d'accordo nel sostenere questa finalità - però non seguono, se non in pochi casi, misure efficaci a sostenerli realmente in maniera strutturale. Il risultato è che ci troviamo di fronte a una gran parte di norme talmente deboli che sono, di fatto, poco più che norme manifesto.

A questo si aggiunga che vengono stanziate pochissime risorse e solo per uno o due anni: quindi, ovviamente, non cambieranno minimamente le sorti dei diversi ambiti produttivi e di certo non sosterranno una seria politica industriale nel nostro Paese. Solo qualche esempio: per il sostegno all'imprenditorialità femminile si stanziano 15 milioni di euro per il solo anno 2024. La misura si traduce in mutui agevolati e investimenti; la finalità è condivisibile, ma finanziarla per il solo 2024 è davvero poca cosa, davvero imbarazzante. Non capiamo come la maggioranza non se ne renda conto.

La stessa cosa accade con la filiera del legno nazionale. Si stanziano alcune risorse, ma sono solo per il 2024, solo per il prossimo anno. A proposito della filiera del legno ci fa anche piacere ricordare che un emendamento di Alleanza Verdi e Sinistra, a prima firma dell'onorevole Evi, è stato approvato e prevede che il Ministero debba promuovere lo sviluppo delle certificazioni di gestione forestale sostenibile: un piccolo tassello di ambientalismo ed ecologia in un provvedimento in cui davvero in merito c'è poca attenzione.

Insomma, l'unica disposizione che vede uno stanziamento effettivamente consistente è l'istituzione del Fondo nazionale del made in Italy, un Fondo che dovrebbe avere l'obiettivo di sostenere le filiere strategiche, con un occhio all'attività di approvvigionamento, riciclo e riuso di materie prime critiche, e di agevolare la transizione energetica e l'economia circolare. Uno stanziamento di risorse abbastanza importante rispetto alle altre di cui abbiamo parlato (che durano solo un anno), che però vengono prese dal Fondo per le startup, che viene completamente svuotato, e questo è evidentemente un problema per l'innovazione e per i giovani del nostro Paese. Anche questa volta il Governo fa il gioco delle tre carte, toglie da qualche parte per mettere da un'altra, facendo annunci dopo annunci, ma, di fatto, senza mettere in campo nulla di forte, di netto, di fattivo e concreto.

Infine, dobbiamo ricordare, lo abbiamo già fatto ieri, che siamo completamente stupiti da come si sia prevista l'istituzione del Liceo del made in Italy. Siamo stupiti perché questo Governo, fin dall'inizio, ha parlato di nuova valorizzazione degli istituti tecnici e professionali, e poi, quando deve investire sul made in Italy, non investe sugli istituti tecnici già esistenti con questo indirizzo, ma invece inventa un liceo, come se il liceo fosse l'unico modo di nobilitare questi studi. Non solo inventa il liceo, ma non ci investe realmente, perché non ci sono nel provvedimento le risorse economiche che servirebbero per far funzionare davvero questa previsione.

Comunque si mette anche a rischio - questo ci ha molto preoccupato e ci sono state mobilitazioni in tutta Italia - il liceo economico sociale, che invece ha dato buonissimi risultati, perché si vuole passare da un orientamento a connotazione umanistica, che mira a valorizzare le scienze sociali, giuridiche ed economiche, a un orientamento in cui invece prevale la logica imprenditoriale, la conoscenza delle lavorazioni industriali e artigianali e un orientamento finalizzato all'immediata collocazione dei giovani nel mondo della produzione, subordinando ancora una volta - ma questo a destra è un classico - la scuola al tessuto socio-economico locale.

Dalla formazione dei ragazzi intesi come cittadini e persone autonome, con un senso critico, una capacità di lettura della realtà, alla formazione di meri lavoratori al servizio del tessuto economico del territorio. Quindi noi siamo, come abbiamo detto, completamente contrari a questa logica, che consideriamo propagandistica e imbarazzante. Non ci convince nemmeno la Fondazione denominata “Imprese e competenze”, che con questo provvedimento istituite, perché rappresenta uno strumento per il coinvolgimento diretto delle aziende nel processo di formazione dei giovani.

Voglio segnalare che questi processi sono pericolosi perché danno ai ragazzi delle competenze che possono diventare molto velocemente obsolete. Può esserci il distretto delle scarpe in quel territorio e si possono formare i ragazzi a occuparsi di scarpe, ma 10 anni dopo il distretto può essere magari un ricordo del passato, e quei ragazzi avranno problemi ad aggiornare le loro competenze.

Quindi, ancora una volta, anche sull'istruzione e la formazione, una linea completamente sballata e completamente orientata non da pedagogisti ed esperti di educazione, ma più da Confindustria e da chi di educazione non dovrebbe occuparsi, lasciando il campo ai veri esperti e a chi si è formato e ha studiato in merito alla formazione dei più giovani.

Per tutte queste ragioni, noi voteremo contro questo provvedimento, e voteremo contro ricordando che l'idea di investire sull'Italia che lavora, produce e mette in campo elementi di innovazione non può essere utilizzata per meri scopi propagandistici e nazionalistici, ma invece deve diventare anche il fulcro di una seria politica industriale, capace anche di tutelare il lavoro, di cui, purtroppo, da parte di questo Governo non si vede alcuna traccia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.

FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Oggi discutiamo e facciamo le dichiarazioni finali su un provvedimento che, a nostro avviso, è una grande occasione persa.

Ed è una grande occasione persa perché, alla luce di un grande lavoro fatto in Commissione, ci saremmo aspettati un provvedimento molto diverso.

La X Commissione, di cui vanno ringraziati il presidente e i componenti, ha lavorato in questo primo anno lungamente, anche con un'indagine conoscitiva sul made in Italy. Ha audito decine di stakeholder, non solo le grandi categorie, le associazioni di impresa, ma anche le piccole realtà che rappresentano davvero l'eccellenza del made in Italy. Quindi, decine di pagine di relazioni dove sono state evocate richieste, istanze nonché le esigenze del mondo produttivo e non solo rispetto alla valorizzazione del made in Italy. Dico non solo perché abbiamo capito da questa indagine come il made in Italy sia trasversale a tantissimi settori, che non sono solo i più eccellenti della moda, della manifattura e del mondo imprenditoriale, ma anche al turismo e all'agroalimentare e abbiamo evocato anche il Terzo settore, lo spazio e tantissimo altro.

Alla luce proprio di questo grande lavoro, della grande disponibilità di lavoro in Commissione, è stupefacente trovarsi oggi un provvedimento così vuoto, nonostante questo buon lavoro con cui si è ragionato anche sugli emendamenti, grazie alla disponibilità dei relatori. Oggi noi ci troviamo a votare, invece, un vero e proprio “mappazzone”, perché 59 articoli contengono tutto e il contrario di tutto e sicuramente il titolo di questo disegno di legge avrebbe dovuto essere cambiato da disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy a disposizioni per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy, perché di organico qui non c'è niente. Non c'è l'organicità, non c'è una visione, non c'è una struttura rispetto alle risposte che ci chiedevano quegli stakeholder che abbiamo audito negli scorsi mesi.

Poche idee ma confuse, a partire dai costi e dai fondi che sono a disposizione di questo provvedimento, perché la prima cosa che si dice è che, se vogliamo davvero valorizzare e vogliamo davvero dare risposte al tessuto imprenditoriale, per farlo servono fondi. Invece, in questo caso, come all'autogrill, avete usato il gioco delle tre campane, cioè avete spostato alcuni fondi esistenti per creare nuovi fondi, ma alla fine la sostanza è che la somma, tolta la riga in fondo, è la medesima. Che sia la medesima si vede nelle coperture finali dove, appunto, andate a togliere risorse a quei fondi già esistenti che stavano funzionando - o perlomeno così immaginavamo - per inserire nuovi fondi e nuove strutture, anche con la distribuzione di fondi a grappolo - un milione qui, 2 milioni lì - senza un'organicità e una visione, tra l'altro moltiplicando gli sforzi per rendere inefficiente e inefficace quella che potrebbe essere la spesa di quei fondi all'interno di una visione globale.

Oltre ad accontentare tutti e nessuno, inserite questo Fondo sovrano, che poi viene chiamato Fondo nazionale perché avete anche compreso che, insomma, la mania di grandezza del Fondo sovrano non corrispondeva alle coperture di questo Fondo che ha anche una ratio condivisibile, cioè l'idea che sia il Paese a occuparsi di tutelare il made in Italy anche attraverso investimenti diretti. Il tema è che avete inserito in questo Fondo sovrano, sempre togliendo risorse da altri fondi già esistenti, 700 milioni per il 2023 e 300 per il 2024. Sono cifre davvero stupefacenti, se pensiamo che solo in Spagna parliamo di 15 miliardi, a Malta di 17 e in Grecia di 7, per non paragonarci ai Paesi al nostro livello che hanno fondi molto più ampi. Non solo. Non c'è alcuna… Scusate…

PRESIDENTE. No, non è lei che si deve scusare, sono i colleghi che adesso si scusano e la fanno continuare, in silenzio. Prego.

FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Oltre a non mettere nuovi fondi, non si capisce perché tutto sia demandato al futuro, a decreti ministeriali per capire chi gestirà questi fondi, come saranno gestiti e a chi verranno erogati. Oggi creiamo un Fondo e blocchiamo gli altri, ma senza la capacità di dire come interverrà questo Fondo, per fare cosa e a chi saranno diretti gli interventi. Questo lo avete fatto in tanti punti, davvero in tanti. Abbiamo duplicato enti, bollini, certificazioni, tutte cose esistenti che non si capisce perché non vengono valorizzate e che, al contrario, sono duplicate. Parlo anche del Fondo sull'imprenditoria femminile. Esiste già e invece di valorizzare quello, invece di rimpinguarlo se ne crea un altro, peraltro riducendo la platea delle donne che possono parteciparvi.

Noi avevamo davvero delle richieste di tutela del made in Italy, delle richieste da parte degli stakeholder, da parte del nostro sistema Italia di promozione, valorizzazione e tutela delle eccellenze del made in Italy. Poi, ci mettiamo a inventare un ennesimo nuovo marchio, un nuovo marchio in cui non mettete un euro. Anzi, nelle coperture c'è scritto che si immagina di guadagnare con chi, per accedere a quel marchio, pagherà allo Stato per farsi certificare che è made in Italy, senza che ci sia oggi ancora un criterio per farlo. Ci inventiamo una favolosa Giornata del made in Italy che è aleatoria. Si immagina che le amministrazioni, le scuole e gli enti locali debbano promuovere in una giornata il made in Italy attraverso i ragazzi e i bambini, ma davvero questa misura ha poca ratio rispetto alla promozione del made in Italy reale, vero e proprio. Avete bocciato degli emendamenti per coinvolgere gli istituti di commercio estero, le ambasciate, il nostro sistema di tutela del made in Italy nel mondo e in questa giornata, invece, immaginate una scatola vuota, come è questa iniziativa.

Istituiamo una fondazione del made in Italy, che è un'ennesima scatola vuota, che ha pochissime risorse - 1,5 milioni nel 2024 e 0,5 milioni nel 2025 - ed è sostanzialmente un ente per creare un nuovo board dove nominare qualcuno. Di che cosa si occuperà? Dell'esposizione nazionale permanente del made in Italy, che non si capisce cosa sarà, che non si capisce, pur essendo affidata alla fondazione, dove e cosa mostrerà, in che modo sceglierà e che conferirà l'ennesimo premio Maestro del made in Italy. Io penso che oramai potremmo collezionare i premi per il made in Italy. Ne creiamo un altro, ma rispetto nelle decine di ore di audizioni che abbiamo svolto tutto ci veniva chiesto tranne che creare una fondazione per fare un ennesimo premio. Duplichiamo anche alcuni enti, creando burocrazia e inefficacia dei provvedimenti. Penso ai distretti del prodotto tipico italiano che, in realtà, già esistono con i distretti del cibo, già esistono con alcuni distretti attuali, e anche qui mettiamo 2 milioni, 20.000 euro per distretto. Io voglio capire come pensiamo di promuovere davvero l'agroalimentare con queste cifre. Tutte queste misure spesso sono vuote. Si tratta di 59 articoli non collegati, inefficaci e - io penso - anche peggiorativi e burocratici per le aziende.

Arrivo al pasticcio finale, quello del liceo del made in Italy. Le aziende ci hanno chiesto, in maniera esplicita, di investire sulla formazione professionale. Alle aziende del made in Italy servono eccellenze, prestazioni molto professionali e, quindi, ci hanno detto di guardare in una direzione, che sono gli ITS. Invece, in questo provvedimento non c'è mai la parola “ITS”. Ci siamo inventati un nuovo liceo, il liceo del made in Italy, che inizialmente avrebbe dovuto addirittura sostituire il liceo economico sociale, che funzionava, che sta funzionando. Perciò, avete dovuto fare una marcia indietro dopo che è stato lo stesso mondo della scuola a dirvi: perché ci imponete questo cambiamento? Oggi creiamo un liceo, ancora molto teorico, che porterà fuori tanti ragazzi e ragazze che studieranno in questi licei e che, però, non avranno quella professionalità richiesta dal mondo dell'impresa. Ancora una volta, costituirà il discrimine tra i licei e gli istituti professionali.

Chiudo con le ultime due osservazioni. In tutto questo noi ci aspettavamo la promozione nel mondo e qui c'è un capitolo davvero vuoto. C'è un pezzo fondamentale, un emendamento che è passato in Commissione - che dobbiamo ringraziare - che potenzia gli staff diplomatici nel mondo a supporto delle imprese, a supporto dei cittadini ma anche a supporto del turismo in entrata. È una tra le poche misure qui dentro che è condivisibile e che davvero porterà a un risultato sul territorio. Anche in questo caso, non arriva dal Governo ma arriva, in realtà, dall'attività della Commissione. Non c'è nulla sulla competitività delle imprese a tutela del made in Italy e stiamo ancora aspettando che rifinanziate il Fondo Industria 4.0 che poi oggi è Industria 5.0, allargato alla transizione ecologica e alla transizione digitale.

Per noi questo “mappazzone” non è assolutamente condivisibile. È una grande occasione persa su cui annuncio il voto contrario di Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tenerini. Ne ha facoltà.

CHIARA TENERINI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Vice Ministro, con il provvedimento che oggi votiamo si realizza un punto importante del programma di Governo del centrodestra, che vede nella tutela degli interessi italiani e del made in Italy uno dei suoi fondamenti. Negli ultimi anni il nostro Paese ha giocato un ruolo di retroguardia che non rende onore alle tante eccellenze che siamo in grado di esprimere.

L'Italia, a causa di politiche di sviluppo commerciali deboli e miopi, è stata costretta a muoversi al traino degli altri Paesi. Questa maggioranza intende muoversi nella direzione opposta; la coalizione di centrodestra intende lavorare per far ripartire il sistema Paese, riportando l'Italia al centro della scena internazionale. Vogliamo che i nostri prodotti, la nostra creatività e le nostre competenze abbiano il posto che meritano a livello globale. L'Italia ha ali più grandi del nido in cui l'hanno confinata anni di recessione politica. Lavoriamo affinché il nostro Paese possa tornare a crescere e a sviluppare tutte le proprie potenzialità sul mercato esterno.

Il disegno di legge in questione è stato dichiarato, nel DEF 2023, un provvedimento collegato al bilancio 2023-2025; sarà presto legge, entro la fine di quest'anno, per rispettare i tempi di due misure cardine: il Fondo nazionale del made in Italy e il nuovo liceo del made in Italy.

Mi preme innanzitutto osservare che il testo del Governo è frutto di un'importante indagine conoscitiva; la Commissione attività produttive ha tradotto quest'opera di ascolto in un documento conclusivo di oltre 60 pagine, di cui le ultime 6 sono diventate parte di questo provvedimento. Quindi, mi preme sottolineare che, per chi, in quest'Aula, si diverte a sostenere che vi sia scarso potere di intervento, il Parlamento in questo caso è stato centrale, in questo provvedimento, nella fase preparatoria e anche in sede di esame. Molte sono state le istanze dell'opposizione accolte, proprio a dimostrazione del fatto che, se si mettono da parte le demagogie, si può lavorare per il bene del Paese. È con questo spirito che Forza Italia ha ampiamente contribuito a rafforzare la tutela delle imprese italiane e delle tipicità che caratterizzano il nostro Paese.

Merito di questo disegno di legge è, in primo luogo, la definizione chiara e puntuale di cosa rappresenta il made in Italy; cito, riprendendo il lavoro della Commissione: “Il made in Italy è un segno distintivo esclusivo del nostro Paese, è un segno universalmente riconosciuto di bellezza e qualità, un patrimonio, anche in termini reputazionali, costruito nei secoli, grazie anche all'impegno dal lavoro costante e creativo degli italiani in ogni settore. Chi, nel mondo, compra un prodotto italiano compra una parte d'Italia, una realtà universalmente conosciuta e riconosciuta, al punto che il made in Italy è tra i primi tre marchi al mondo come notorietà”.

È una definizione politica, un impegno programmatico che abbiamo assunto, dal quale scaturiscono le misure contenute nel provvedimento. Il loro obiettivo comune è valorizzare e promuovere, in Italia e all'estero, le nostre eccellenze, le nostre radici e il nostro patrimonio culturale, fattori da preservare e rafforzare non solo per tutelare la nostra identità, ma anche per promuovere la crescita dell'economia nazionale. Le eccellenze che contraddistinguono l'Italia nel mondo devono essere valorizzate nell'ambito di un progetto di sviluppo di tutto il sistema Paese, che stia al passo con i cambiamenti e con le sfide globali. A quest'obiettivo rispondono i 50 articoli del disegno di legge in esame, 11 dei quali aggiunti in Commissione, con un impegno finanziario complessivo pari a 728,2 milioni di euro nel 2023 e 417,7 milioni di euro nel 2024. In particolare, il Fondo nazionale del made in Italy ha una dotazione iniziale di 700 milioni di euro per il 2023 e di 300 milioni di euro per il 2024, destinato a sostenere, da un lato, la crescita e il consolidamento delle filiere strategiche nazionali e, dall'altro, il tessuto economico industriale del Paese, in un momento cruciale di cambiamento strutturale delle filiere produttive, in virtù delle nuove sfide economiche internazionali. Accanto a questo importante stanziamento di risorse, sono rilevanti le misure a tutela dei marchi nazionali, con la possibilità che il Ministero delle imprese e del made in Italy possa acquisire marchi registrati da almeno 50 anni che intendano cessare definitivamente l'attività svolta, ovvero i marchi che risultano essere inutilizzati da almeno 5 anni.

Rilevanti anche le misure a tutela della proprietà industriale e il rafforzamento del contrasto alla contraffazione di prodotto e al fenomeno dell'italian sounding, che ha un volume di affari stimato in 100 miliardi l'anno, anche mediante l'introduzione di moderni sistemi di etichettatura e tracciatura, così come le misure per la tutela e lo sviluppo del sistema agroalimentare, per la diffusione della cultura agroalimentare italiana nel mondo, così come per il rafforzamento delle filiere di produzioni tipiche italiane, con il pieno coinvolgimento delle istituzioni locali delle aree di produzione. Vi sono poi misure per le singole filiere, come quelle della ceramica, del legno, del settore termale e del turismo, della cultura, dello spettacolo e della moda, rispetto alla quale ci si è preoccupati della necessità di una maggiore sostenibilità e dell'importanza di trasferire le competenze alle nuove generazioni.

Rispetto al settore termale mi preme evidenziare, con particolare soddisfazione, l'approvazione di due proposte a mia prima firma, volte a tutelare e promuovere il comparto. La prima prevede l'inasprimento delle pene nel caso di uso improprio della parola “termale” in varie declinazioni, per evitare che l'utente finale possa essere tratto in inganno in merito alle prestazioni terapeutiche di cui usufruisce. La seconda mira a incentivare la promozione all'estero del nostro rinomato patrimonio termale. È stata poi promossa l'opzione made in Italy nell'ambito dell'articolazione del sistema dei licei al fine di promuovere le conoscenze, le abilità e le competenze connesse al nostro saper fare, con un occhio particolare per lo sviluppo delle nuove tecnologie. In quest'ambito rientra la tutela dei creatori digitali, ovvero di coloro che sviluppano opere originali ad alto contenuto digitale. Sul fronte opposto, vi è l'attenzione alla conservazione delle opere culturali nel loro formato originale.

Si è cercato di favorire la sinergia istituzionale nel promuovere l'immagine dei prodotti italiani nel mondo, con il coinvolgimento di più Ministeri e con uno sguardo particolare all'export e alla partecipazione alle filiere internazionali. Restando in ambito internazionale, voglio menzionare l'approvazione di un altro emendamento, a mia prima firma, che prevede l'attivazione di un approccio sinergico coordinato tra gli enti pubblici nazionali e locali con la rete consolare internazionale per la promozione e la valorizzazione del made in Italy.

La legge che ci apprestiamo a votare va incontro alle esigenze del mondo produttivo, nel suo complesso - industria, impresa e artigianato insieme -, per sostenere un patrimonio universalmente riconosciuto: il made in Italy. Si è riusciti a fare molto senza oneri eccessivi per le casse dello Stato o, peggio, contributi a pioggia, a dimostrazione che le nostre filiere sanno camminare da sole e che il compito del legislatore è principalmente quello di sgomberare il campo da ostacoli, limitando gli incentivi a quei settori che devono svilupparsi o sostenere la competizione internazionale.

Inauguriamo un modello di tutela innovativo che potrà essere integrato più avanti con ulteriori iniziative legislative, ma che rappresenta già oggi una risposta strutturata alle esigenze delle nostre imprese, fornendo le misure necessarie a sostenere il sistema imprenditoriale italiano, dotandolo di nuove risorse, nuove competenze e nuove tutele.

Prima di concludere, Presidente, mi preme ringraziare il Vice Ministro Valentino Valentini, non solo per il sostegno durante l'iter di approvazione di tutto il provvedimento, ma soprattutto per averci consegnato, con questo testo, un nuovo approccio nella comprensione del made in Italy, con una visione sistemica, a 360 gradi, che mette insieme realtà più diverse, dall'allevatore di pecore alle startup più innovative, che compongono le nostre eccellenze e che, pur nelle loro diversità, affrontano analoghe difficoltà e necessitano di soluzioni di largo spettro.

Allo stesso modo, al contempo, anche il lavoro che sta portando avanti il Ministro Tajani per rilanciare l'export e favorire l'internazionalizzazione delle imprese è un ulteriore tassello dell'impegno di questo Governo per il made in Italy in Italia, la crescita economica e il rafforzamento del nostro Paese sulla scena mondiale.

Per tutti questi motivi, Presidente, annuncio soddisfazione per il lavoro svolto e il voto favorevole di Forza Italia a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pavanelli. Ne ha facoltà.

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, Vice Ministro, non è mai semplice intervenire per commentare i provvedimenti adottati da questo Esecutivo. Non è semplice perché nel merito si può dire davvero sempre molto poco. Al netto delle denominazioni assegnate, come di consueto molto strategiche, ad alto effetto, sfogliando l'articolato, non c'è quasi nulla. Questa volta la vera impresa è stata quella di aver emanato un provvedimento che consta di ben 48 articoli, senza riuscire a introdurre alcuna misura realmente utile per le nostre imprese e per i cittadini. Iniziamo dalle coperture.

Basta dare un'occhiata all'articolo 48 del decreto contenente le disposizioni finanziarie per notare che l'ammontare delle coperture per il triennio 2023-2025 è pari a circa 177 milioni di euro. Per il Governo questa è la cifra che dovrebbe valorizzare, promuovere e tutelare - per usare le parole usate dall'Esecutivo - il made in Italy. Per il resto delle coperture, non si tratta di nuove risorse, ma si fa ricorso a quelle già presenti in altri fondi, come nel caso del Fondo per le startup. Il modus operandi è ormai chiaro a tutti: si crea un fondo assegnandoli un nome di impatto, come Fondo nazionale del made in Italy o Fondo sovrano, e lo si finanzia con risorse provenienti da un altro fondo già esistente; praticamente è una mera operazione contabile, lo spostamento di una voce di bilancio, il solito gioco delle tre carte, che però consente di confezionare delle notizie utili alla solita propaganda. E, in effetti, scendendo nel dettaglio, gli stanziamenti sono davvero irrisori: 15 milioni di euro per il sostegno all'imprenditoria femminile, 9 milioni per incentivare l'innovazione e la proprietà industriale, 25 milioni per la filiera del legno, 15 milioni per quella del tessile, settori che avrebbero bisogno di ben altri fondi ma che, secondo il vostro punto di vista, possono ritenersi addirittura fortunati rispetto ad altri settori fondamentali rimasti completamente fuori da questo provvedimento. Per non parlare di alcuni provvedimenti già esistenti, spacciati per novità, come ad esempio i distretti agroalimentari, per i quali avete stanziato soltanto 2 milioni di euro. Il vero punto forte di questo provvedimento è il Fondo sovrano, o Fondo made in Italy, finanziato togliendo 300 milioni di euro al venture capital e quindi all'innovazione tecnologica, un Fondo di cui ad oggi non sappiamo ancora nulla, ma soprattutto di cui non sanno nulla le imprese che ne dovrebbero beneficiare. L'unica cosa che è dato sapere è che si tratta di imprese con sede legale in Italia e non operanti nel settore bancario, finanziario o assicurativo. Tutto il resto - i requisiti, le condizioni, i criteri, persino le tipologie di intervento e la governance - è delegato al Governo, però non sono definiti neanche i tempi di adozione. In buona sostanza, il Governo ancora avoca a sé la possibilità di decidere quando e tra chi ripartire 1 miliardo di euro di risorse pubbliche, senza ritenere neanche opportuno rapportarsi a questo Parlamento. E mi dispiace che, di fronte a tutto questo, dalla maggioranza non si elevi neanche un accenno, un accenno che sarebbe invece doveroso a fronte della continua diaspora delle nostre attribuzioni e alla mortificazione delle nostre prerogative. Personalmente, oggi avrei ritenuto importante una discussione nel merito su questo aspetto, ma anche sulle misure che avrebbero dovuto trovare spazio in questo provvedimento e che invece ne sono rimaste inspiegabilmente escluse. Mi riferisco, in primo luogo, a tutto il prezioso materiale raccolto nel corso dell'indagine conoscitiva sul made in Italy, condotta a inizio legislatura, quando ancora vi trovavate sotto gli effetti della campagna elettorale. Sta di fatto che, all'esito di quell'indagine conoscitiva, è stata adottata una risoluzione votata in Commissione. È curioso che questo Governo non abbia ritenuto opportuno tenere conto di nulla di questo contributo per l'elaborazione del decreto, vertente proprio sulla stessa identica tematica. Eppure, si trattava di proposte e osservazioni effettuate da oltre 80 soggetti qualificati, tra attori istituzionali, associazioni di categoria, esperti del settore, associazione di consumatori o organizzazioni sindacali. A questo punto, colleghi, mi chiedo - e vi chiedo - quale sia l'utilità di un'indagine conoscitiva, se non quella di ascoltare i pareri più autorevoli, al fine di legiferare in maniera utile per imprese e cittadini in un determinato settore, magari con una proposta di legge parlamentare e non governativa. Anche per questo motivo, il presente provvedimento rappresenta l'ennesima occasione sprecata. Ancora una volta, avete preferito fare propaganda rinunciando alla possibilità di introdurre proposte adeguate e strutturali. Il risultato è una serie di misure inconsistenti soprattutto per le stesse imprese, quindi senza una chiara visione di dove si vuole portare l'industria italiana. Badate bene, colleghi, che questa non è un'opinione del MoVimento 5 Stelle, ma è ciò che emerge dalla quantità di relazioni e osservazioni che sono pervenute nella nostra Commissione da decine di imprese, in rappresentanza di interi settori dimenticati. Ad esempio, per mancanza di fondi, avete respinto un mio emendamento a sostegno delle aziende della filiera nazionale della cosmetica, lasciate da sole nelle sfide imposte dalla transizione ecologica. Allo stesso modo, avete respinto tutti gli emendamenti che andavano nella direzione dell'innovazione tecnologica e della sostenibilità ambientale, che era proprio la richiesta che ci avevano fatto le imprese audite in Commissione. E che dire della transizione energetica? Anche questa era una richiesta delle imprese. Sul liceo del made in Italy, fortunatamente avete compreso in tempo le gravi conseguenze che avrebbe generato la norma, così come inizialmente concepita e avete apportato diversi correttivi. Solo un piccolo dettaglio: vi siete dimenticati che la scuola con indirizzo made in Italy già esiste dal 2019 e vi siete scordati i fondi per finanziare questo nuovo corso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Anche a questo proposito, le imprese ci avevano dato indicazioni diverse, cioè implementare gli ITS Academy, necessari per l'ingresso nelle imprese. Per non parlare dell'assurda pantomima, inscenata in spregio a ogni minima regola di correttezza istituzionale con riferimento all'emendamento sul retrofit nautico, del quale siete persino riusciti a prendervi i meriti. In un primo momento, avete respinto il mio emendamento, che dopo due ore è stato praticamente ripresentato quasi identico dai relatori come emendamento governativo, un emendamento che parte da una norma, quella del retrofit nautico, approvata nella scorsa legislatura grazie al MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ora ci aspettiamo di vedere, quanto prima, i decreti attuativi. E dire che continuate a dichiarare che siete contro l'uso dell'elettrico: la solita propaganda, visto che poi proponete emendamenti a favore. Infine, siete persino riusciti ad approvare un emendamento con il quale si consente a chiunque di autodichiarare il possesso di un natante, senza poter verificare tale possesso e dunque di navigare in acque territoriali straniere. Quindi, se ho capito bene, abbiamo un Governo che un giorno dichiara guerra ai trafficanti di tutto il globo terracqueo e un altro introduce un emendamento del genere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma soprattutto sfugge il nesso tra questo emendamento e l'industria italiana che - cito -, all'articolo 1 del provvedimento, è volta a valorizzare le produzioni di eccellenza, le bellezze storiche e artistiche e le radici culturali nazionali a fini identitari e per la crescita dell'economia nazionale e del turismo; non capisco proprio il nesso. In chiusura, non posso evitare di parlare di Expo 2030, una potenziale occasione per promuovere il nostro sistema Paese, sul quale si è consumata una delle più grandi figuracce planetarie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Si può cercare di far finta di nulla, ma l'unico responsabile di questo ennesimo fallimento è soltanto questo Governo, con la sua totale e atavica assenza di programmazione e di visione. Per tutti questi motivi, non posso che dichiarare il voto contrario del MoVimento 5 Stelle al provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gusmeroli. Ne ha facoltà.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Grazie Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, quella sulla valorizzazione del made in Italy è sicuramente una legge importante per una serie di ragioni. La prima ragione è che il Parlamento, che in molti campi viene tacciato di lasciare spazio al Governo e di non avere spazio per incidere sulla vita dei cittadini, in questo caso è il fautore di questa legge. Questa legge nasce grazie a un'indagine conoscitiva fortemente voluta dalla Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), a cui si sono associati tutti i commissari della Commissione attività produttive, che ha ascoltato più di 160 associazioni ed enti rappresentativi di milioni di attività economiche.

Qui abbiamo il risultato di relazioni, interventi, un'opera di ascolto per certi aspetti monumentale. E sappiamo quanto, per scrivere delle buone leggi, bisogna ascoltare i cittadini, chi tutti i giorni fa fatica per far crescere questo bellissimo Paese.

Abbiamo bisogno di crescita, però, lasciatemelo dire, riusciamo a dividerci anche su un tema non divisivo come il made in Italy. Ascoltare certi interventi, onestamente, dopo un'opera di ascolto di 3 mesi, da gennaio a marzo del 2023, con una relazione di 60 pagine, consegnata al Ministro Urso, al Vice Ministro Valentini e al Sottosegretario Bitonci, che è stata integralmente considerata in questa legge… Ci sono i capisaldi: al di là dei mille rivoli, abbiamo un fondo che era nell'indagine conoscitiva, un fondo per sostenere le aziende del made in Italy, abbiamo gli aiuti agli ITS, il liceo del made in Italy, abbiamo il contrasto alla contraffazione con la blockchain, tutte nell'indagine conoscitiva. Quindi, bisogna avere onestà intellettuale. Questo Paese, su temi che fanno crescita economica e che sostengono le eccellenze del made in Italy, non deve dividersi.

Sapere che alcuni movimenti politici si sono astenuti - anzi, l'indagine conoscitiva è stata approvata integralmente con l'astensione di tutti e, in Commissione, questo provvedimento ha avuto l'astensione di una fetta importante della minoranza - e che oggi, invece, le minoranze votano tutte contro, onestamente non è un bel segno per il Paese.

Come dicevo, questo provvedimento è molto importante non solo per il fondo. Io ho onestà intellettuale e dico: sì, è vero, è un fondo abbastanza simbolico, perché pensare di spingere le eccellenze del made in Italy con 1 miliardo, sicuramente, non è quanto necessario, ma è un primo passo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e, se non si fanno i primi passi, non si riesce mai a far crescere questo Paese. Questo Paese ha un bisogno enorme di crescita, perché, se guardiamo agli ultimi trent'anni, siamo sempre cresciuti meno della media europea, con rari casi e sempre fatti non strutturali, ma occasionali.

In questo provvedimento si interviene fortemente sul mismatch tra domanda e offerta di lavoro, perché c'è questa forte domanda di lavoro e, allo stesso tempo, c'è questa forte offerta di lavoro: due eserciti che non riescono a incontrarsi. E perché non si incontrano? Perché manca il sostegno forte alla formazione. Noi anche nella società dobbiamo cambiare idea. Noi stessi genitori dobbiamo pensare che, quando un figlio va a una scuola professionale, non è figlio di un Dio minore. Tutte le strade, esattamente come per quelli che vanno al liceo, possono consentire di fare l'università e di entrare nel mondo del lavoro, perché le scuole professionali italiane non sono seconde a nessuno in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e i docenti che lavorano nelle scuole professionali sono di altissimo livello. Io ho visto scuole professionali che fanno studi di robotica, cose impensabili che forse noi stessi non pensiamo. Allora, la Fondazione Imprese e competenze è molto importante per sostenere le scuole professionali inserite in questo decreto del made in Italy. Perché è molto importante? Perché noi dobbiamo aiutare i giovani a entrare nel mondo del lavoro.

Faccio un inciso: dobbiamo anche sostenere i giovani e le imprese dopo che si sono diplomati e dopo che si sono laureati, altrimenti avremo sempre un'emigrazione verso l'estero e perderemo valore per il sistema Italia.

Con questo provvedimento, per la prima volta, si fa squadra, si fa sistema. Perché? Perché le eccellenze del made in Italy, nel momento in cui trovano dei mercati, non vengono più abbandonate. Quando uno compra italiano, non smette più di comprare italiano. Quando uno compra italiano - e italiano vuol dire eccellenza in tutti i campi, non solo in quelli del made in Italy - viene assolutamente considerato al meglio in tutto il mondo.

Noi, con questo provvedimento, entriamo anche nel tema della contraffazione, che fa danni per decine di miliardi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Abbiamo audito associazioni e imprese che subiscono una contraffazione enorme: non solo l'Italian sounding, cioè l'orecchiamento di prodotti italiani, ma la vera e propria copiatura dei prodotti italiani. Allora, sia nell'indagine conoscitiva, che nella legge sul made in Italy, abbiamo individuato come le nuove tecnologie, la digitalizzazione, la blockchain, quindi la mappatura dal momento della produzione al momento della commercializzazione, possono tutelare il made in Italy. Dunque, questa legge è ancora più importante.

Dire che questa legge non ha visione non è corretto, perché aiutare le eccellenze del made in Italy vuol dire aiutare questo sistema a crescere. Quando aiutiamo la crescita economica, sosteniamo il debito pubblico, aiutiamo le famiglie, aiutiamo l'occupazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Il tema dei giovani e dell'occupazione femminile è centrale in questo provvedimento. Aiutare la formazione dei giovani vuol dire far crescere e dare un futuro a questo Paese. Noi dobbiamo tornare ad essere un po' più orgogliosi del nostro Paese. Se andiamo all'estero, l'italiano, il sistema Italia, è stimatissimo. Cominciamo ad aumentare la nostra autostima. Noi abbiamo delle eccellenze che, se veicolate in sistema con una visione progettuale a medio-lungo termine, non sono seconde a nessuno e possiamo essere i primi al mondo. E ce lo meritiamo anche (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Peluffo. Ne ha facoltà.

VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Rappresentante del Governo, colleghi deputati, desidero innanzitutto, a conclusione dell'iter in prima lettura di questo disegno di legge, dare atto al presidente Gusmeroli e al Vice Ministro Valentini di aver garantito un confronto ampio e approfondito in Commissione. Dovrebbero essere parole in qualche modo scontate, quasi di circostanza, ma le pronuncio per sottolineare quanto risultino in controtendenza con l'atteggiamento tenuto sinora dal Governo e dalla maggioranza, che hanno imbrigliato sistematicamente la dialettica parlamentare, costringendola in una camicia di forza fatta di continua decretazione d'urgenza e di costanti colpi di questioni di fiducia.

Spero che l'iter di questo provvedimento possa convincere i colleghi della maggioranza, invece, ad avere più fiducia nelle prerogative parlamentari, ad avere più fiducia in se stessi, piuttosto che piegarsi alla protervia dei voti di fiducia imposti dal Governo. Per quanto ci riguarda, l'abbiamo sempre detto: quando c'è una discussione nel merito, noi ci siamo.

Lo abbiamo dimostrato con gli emendamenti che abbiamo presentato, molti dei quali sono stati accolti direttamente, altri riformulati. Dobbiamo constatare, però, che l'utilità e l'efficacia del lavoro nel merito si sono fermate in Commissione e registriamo oggi che nessun passo avanti è stato fatto nel passaggio conclusivo in Aula.

Possiamo a questo punto dare una valutazione complessiva di un provvedimento che, nonostante le integrazioni e lo sforzo di miglioramento, rimane prigioniero di tutta la sua debolezza originaria. Eppure, la Commissione attività produttive ha voluto ascoltare il Paese reale, facendo emergere, nel corso delle audizioni svolte nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul made in Italy, problematiche ed esigenze quali quelle dell'automotive, del turismo, delle transizioni digitale e verde, delle risorse del PNRR destinate alle filiere produttive. Il lavoro della Commissione poteva essere importante per mettere a fuoco alcune priorità e alcuni interventi necessari. Il provvedimento in esame, invece, dimostra una sorta di mancato rispetto per il lavoro della Commissione, recando 59 articoli di modestissima portata che, a volte, contengono talmente poco da risultare inutili. Se l'indagine conoscitiva aveva creato aspettative, il testo voluto dal Governo è lontano anni luce da quelle istanze; l'ambizione del titolo del provvedimento è frustrata dall'articolato di legge. Eppure, quando si parla di made in Italy, va ricordato che l'Italia guida la graduatoria mondiale della competitività nell'abbigliamento e negli articoli in pelle e cuoio; è seconda nel tessile e, soprattutto, nel grande macrosettore della meccanica non elettronica; terza nei manufatti di base; quarta nei prodotti alimentari trasformati e nei mezzi di trasporto; quinta nel legno e carta; ottava nella chimica e farmaceutica.

Questi risultati eccellenti sono il frutto di tre fattori vincenti: il primo è l'elevata differenziazione dell'export italiano in termini di prodotti. Il secondo è la tecnologia. Le nostre imprese in questi ultimi anni hanno notevolmente investito in nuovi macchinari, robotica e digitale grazie allo straordinario successo del Piano Industria 4.0 che, ricordo a me stesso e, soprattutto ai colleghi di maggioranza, è un piano ideato, elaborato e finanziato dai Governi a guida del Partito Democratico. Il terzo fattore vincente del made in Italy è la flessibilità. L'export italiano è estremamente diversificato in termini sia di prodotti sia di imprese esportatrici, dinamiche, flessibili. È grazie a loro che l'export italiano è oggi il quinto al mondo, ormai, praticamente, a ridosso di quello del Giappone.

È così che si fa politica industriale, è così che si interviene sul tessuto politico, produttivo nazionale, non con annunci, titoli o con la propaganda pseudo-sovranista di un testo di legge, in cui le risorse, troppo, troppo poche, si disperdono in mille rivoli, appiattite senza priorità, in troppi casi semplicemente spostate da un Ministero all'altro. Esempio lampante di questo vizio è l'articolo 5 sul sostegno all'imprenditorialità femminile: impegno giusto, ma non si è presa la strada maestra, quella più lineare ed efficace. Innanzitutto, la dotazione prevista è davvero troppo esigua, ma, soprattutto, era più opportuno rifinanziare il fondo istituito con la legge di bilancio 2021, la cui dotazione è stata incrementata con i fondi del PNRR per una platea di beneficiari più ampia, includendo anche il lavoro autonomo e professionale. Bastava incrementare quel fondo, senza disperdere risorse e dover ricominciare da capo.

Rimangono aperti tutti i nodi critici che abbiamo sollevato nella discussione in Commissione, a partire dal cosiddetto fondo sovrano all'articolo 4, presentato in pompa magna, poi rubricato più modestamente a Fondo nazionale a sostegno del made in Italy. Del resto, con una dotazione di 700 milioni di euro per l'anno che si sta concludendo e 300 milioni per il prossimo anno non è neanche lontanamente paragonabile agli altri fondi sovrani. Senza scomodare quello norvegese, che, obiettivamente, gioca un altro campionato, non c'è paragone neppure con la dotazione di quello irlandese (15 miliardi), di quello maltese (17 miliardi), di quello spagnolo (15 miliardi).

E non si tratta neppure di nuovi stanziamenti, ma sono presi da altri fondi; in una sorta di partita di giro si prendono dal Fondo Patrimonio destinato, dal Fondo di venture capital.

A che serve questo fondo se, negli ultimi anni, abbiamo già varato il Fondo nazionale innovazione, con il fondo di coinvestimento e il Fondo Rilancio, il Fondo Patrimonio destinato, che si sono aggiunti ai vari veicoli attraverso i quali opera la Cassa depositi e prestiti? Che senso ha istituire un fondo che non ha il fisico per svolgere un ruolo di sistema, non ha obiettivi chiari, si accavalla e pesta i piedi a strumenti già operanti e deve ricominciare da capo?

L'altro nodo critico è l'articolo 18 sul liceo del made in Italy. Ampiamente rimaneggiato dagli emendamenti dei relatori e del Governo, emerge in tutta evidenza come uno spot identitario. Al momento, esistono già nel nostro sistema di istruzione istituti superiori in cui le specialità agroalimentari, la moda, l'arredamento, il design sono materie di insegnamento. Anziché scegliere la strada della valorizzazione di quello che c'è, dell'integrazione con la formazione post-secondaria degli ITS, avete deciso di piantare una bandierina, senza aggiungere risorse e il tutto a scapito del liceo delle scienze umane ad indirizzo economico-sociale, che da 13 anni funziona e ha formato decine di migliaia di studenti.

Nonostante l'evidenza, non avete cambiato nulla, semplicemente perché vi eravate già venduti la pelle dell'orso. È da settimane che suona la grancassa del fondo sovrano, del liceo del made in Italy. Anche se non reggono alla prova della realtà, secondo voi, vanno bene, però, per i social. Ma con i post su Facebook non si fanno politiche industriali.

Questo provvedimento, allora, risulta inevitabilmente un'occasione persa. Del resto, il Dicastero guidato dal Ministro Urso aveva già perso il senso della propria autorevolezza, passando da Ministero dello Sviluppo economico al più modesto Ministero delle Imprese e del made in Italy, Ministero che ha perso la bussola della propria funzione di indicare quali politiche industriali adottare per il Paese. I provvedimenti del Ministro Urso, peraltro, in un anno, spaziano dal decreto Carburanti - con il cartello del prezzo medio regionale, tanto inutile nel ridurre il prezzo della benzina, quanto contestato fino al Consiglio di Stato - al decreto che si occupava dell'ex Ilva, che doveva servire a dare una prospettiva alla filiera dell'acciaio ed oggi facciamo i conti con il rischio concreto della chiusura dello stabilimento di Taranto e della sua riconversione green; per tacere sugli interventi che dovevano contrastare il caro voli e il patto contro l'inflazione, che si è ridotto a logo del “carrellino tricolore”.

Il disegno di legge sul made in Italy, Presidente, nato con tanta ambizione e tante aspettative, è rimasto incastrato nel novero dei provvedimenti senza respiro e senza visione del Ministero del “fu” sviluppo economico. Per questo, Presidente, per le ragioni che ho richiamato, annuncio il voto contrario del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caramanna. Ne ha facoltà.

GIANLUCA CARAMANNA (FDI). Grazie, Presidente. Colleghe, colleghi, grazie, Vice Ministro, ancora una volta, Fratelli d'Italia ha mantenuto la parola data ai suoi elettori. Nel nostro programma elettorale è sempre stata chiara la necessità di promuovere il made in Italy, il brand Italia - uno dei più conosciuti e più amati al mondo - e le eccellenze italiane nel campo culturale, enogastronomico, del design, dell'architettura, del lusso, dell'imprenditoria. Ho ascoltato anche in questi giorni qualche polemica sulla denominazione made in Italy, ma sapete benissimo che il made in Italy è un marchio conosciuto in tutto il mondo, anzi è tra i più ricercati sui motori di ricerca, quindi ben venga questa denominazione. Una certificazione governativa simile al marchio DOC, che intende valorizzare i prodotti italiani e contrastare ogni forma di falsificazione.

Con questo disegno di legge la fiducia degli elettori è stata ripagata. È tempo che l'Italia torni ad essere quella grande e meravigliosa Nazione conosciuta e ammirata in tutto il mondo, dopo tanti anni di Governi di sinistra che tutto hanno fatto tranne che l'interesse del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Finalmente, un Governo che promuove e tutela l'eccellenza italiana. Il disegno di legge sul made in Italy interviene su diversi settori produttivi per valorizzare e promuovere le produzioni di eccellenza, le bellezze storico-artistiche e le radici culturali nazionali quali fattori da preservare e tramandare, non soltanto a fini identitari, ma anche per la crescita dell'economia nazionale, in coerenza con le regole del mercato interno. Inoltre, mette a sistema e coordina al meglio le azioni di promozione, valorizzazione e sostegno, affinché possa darsi linfa a una vera e propria politica industriale del made in Italy. Ricordo anche che è passato un emendamento che in questi giorni sta facendo tanto rumore, quello finalizzato a dare più risorse e personale ai consolati nel mondo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questa è una proposta voluta da Fratelli d'Italia per fare in modo che anche tutte le risorse che sono state messe a disposizione per la promo-commercializzazione possono avere un ritorno. Il made in Italy rappresenta un segno distintivo della Nazione. I prodotti fatti in Italia assicurano una garanzia di eccellenza e di qualità a livello mondiale per la bellezza, il design e la creatività che caratterizzano da sempre il patrimonio italiano, costruito nei secoli grazie all'impegno e al lavoro costante degli italiani in ogni settore. Tra le novità contenute in questo disegno di legge deve essere annoverata l'istituzione del liceo del made in Italy, che vuole garantire il recupero e la sostenibilità generazionale di tradizioni, del sapere, dei sapori così scelleratamente trascurati dalla sinistra, come annunciato dal Presidente del Consiglio a Vinitaly lo scorso aprile. Attraverso il Fondo nazionale per il made in Italy, inoltre, si vuole andare a supporto del sistema produttivo delle eccellenze italiane.

PRESIDENTE. Mi scusi collega Caramanna. Colleghi, per favore, facciamo silenzio.

GIANLUCA CARAMANNA (FDI). Grazie, Presidente. Intendiamo fare incontrare l'offerta di lavoro con una nuova classe dirigente formata alla qualità italiana sotto ogni punto di vista. Per riprendere le parole del nostro Presidente del Consiglio, abbiamo il paradosso di un'alta disoccupazione e la difficoltà di trovare i lavoratori in settori di eccellenza; ritengo strategico cercare di allineare il rapporto tra domanda e offerta facendo una rivoluzione culturale sul ruolo del sapere artigiano insieme all'innovazione.

In quest'Aula ho sentito colleghi dell'opposizione parlare di un provvedimento vuoto e inconsistente. A loro voglio rispondere rappresentando la vera sostanza contenuta in questo provvedimento. Ad esempio, creiamo un Fondo sovrano da un miliardo di euro, definito fondo strategico nazionale del made in Italy. Questo fondo avrà lo scopo di stimolare la crescita e il consolidamento delle filiere strategiche nazionali, anche per la fase di approvvigionamento delle materie prime critiche. Non si tratta di mera propaganda, Presidente, come ha detto più volte la sinistra, perché l'obiettivo di questo fondo è valorizzare e promuovere le produzioni di eccellenza italiana e tutelare il marchio made in Italy. Per farlo abbiamo rafforzato il sistema sanzionatorio per contrastare la contraffazione, per allargare la rete tra i principali attori della promozione e tutela dell'eccellenza italiana. Il Fondo sovrano avrà il compito di promuovere le filiere strategiche e sostenere l'imprenditorialità femminile in agricoltura, tutelare la biodiversità e promuovere i prodotti tipici italiani. Anche sull'imprenditoria femminile potenziamo il ricorso agli strumenti di incentivazione dell'autoimprenditorialità, riservando risorse finanziarie ai soggetti di sviluppo di imprese femminili in tutto il territorio nazionale, anche al fine di superare le difficoltà incontrate dalle neo imprenditrici nell'accesso agli ordinari canali del credito, nell'attuale contesto economico e finanziario segnato anche da un consistente incremento dei tassi sui prestiti alle imprese. Pertanto, è prevista, nell'ambito della misura conosciuta come nuove imprese a tasso zero, la costituzione di un'apposita riserva in favore delle imprese a prevalente partecipazione femminile, mediante il rifinanziamento con un'apposita dotazione di 15 milioni di euro. Anche sull'incentivazione della proprietà industriale riavviamo il voucher 3I e allarghiamo il novero dei soggetti beneficiari comprendendovi, oltre alle startup innovative, anche le micro imprese di più recente costituzione. Vi sono poi la promozione e il sostegno degli investimenti nei settori legno e arredo e viene istituito un fondo, con la dotazione di 25 milioni di euro per il 2024, per la promozione nel campo della vivaistica forestale e per la creazione e il rafforzamento delle imprese boschive e dell'industria della prima lavorazione del legno. Questi interventi promuovono una produzione a impatto zero, rispondendo alle esigenze di un'industria sostenibile per l'ambiente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Vi è poi la valorizzazione della filiera delle fibre tessili naturali e della concia della pelle. Intendiamo costruire le basi per sostenere progetti di ricerca e innovazione volti a fronteggiare le sfide della globalizzazione, sperimentando nuove metodologie per avvantaggiarsi delle opportunità tecnologiche e di mercato, con lo scopo del loro trasferimento nel settore delle fibre tessili naturali e della concia della pelle (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Parliamo di sostenibilità riferita alla filiera dei prodotti tessili naturali e della pelle nel rispetto dell'eticità dei processi di produzione a tutti i livelli, della totale tracciabilità e dell'attenzione alla salute dei consumatori. Anche nella nautica, per promuovere gli obiettivi strategici di sostegno della produzione nazionale nel settore della nautica da diporto e favorire la presenza di aziende italiane della nautica alle fiere nazionali di settore, si prevedono misure di semplificazione destinate alla filiera, in particolare a favore dei natanti battenti bandiera italiana che navigano all'estero, in acque straniere. L'industria nautica, Presidente, vanto del made in Italy, si è dimostrata capace di giocare un ruolo fondamentale nel sostegno alla crescita dell'Italia ma ha bisogno di essere sostenuta sul mercato interno oltre che nella presenza sui mercati esteri e nella crescita delle piccole e medie imprese. Inoltre, è stato previsto il Fondo per la nautica da diporto per la rottamazione dei motori marini nello stato di previsione del Ministero delle imprese del made in Italy, con una dotazione di 3 milioni di euro per l'anno 2024, Tale dotazione è finalizzata all'erogazione di contributi per la sostituzione di motori endotermici alimentati da carburanti fossili con motori ad alimentazione elettrica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). La norma sarà attuata con decreto del MIMIT, di concerto con il Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica e con il MIT, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge. È stata prevista, inoltre, l'istituzione del liceo del made in Italy con l'obiettivo di promuovere le conoscenze, le abilità e le competenze connesse al made in Italy. Tra le materie di interesse di questo istituto sono ricomprese anche quelle STEM. Nelle more prevediamo una disposizione transitoria per istituire la prima classe già dall'anno scolastico 2024-2025. Ancora voglio ricordare ai colleghi dell'opposizione che istituiamo, con orgoglio, la Giornata nazionale del made in Italy (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Il 15 aprile di ogni anno si festeggerà la Giornata nazionale del made in Italy al fine di celebrare la creatività e l'eccellenza italiana presso le istituzioni pubbliche, le scuole di ogni ordine e grado e i luoghi di produzione e di riconoscerne il ruolo sociale e il contributo allo sviluppo economico e culturale della Nazione e del suo patrimonio identitario nonché di sensibilizzare l'opinione pubblica sui temi della produzione e della tutela del valore e delle qualità peculiari delle opere dell'ingegno e dei prodotti italiani.

Il made in Italy per noi, Presidente, non è solo un marchio, è uno stile di vita, un'opportunità economica e diplomatica e abbiamo voluto coglierne tutte le potenzialità. Io voglio ringraziare tutti coloro che hanno lavorato al perfezionamento di questo testo, dal Viceministro alla X Commissione, e voglio ringraziare tutto il Governo Meloni, perché credo che questo sia veramente un grande passo in avanti per uno degli asset fondamentali del nostro Paese, nostro motore trainante dell'economia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). È per questo, Presidente, che annuncio il voto favorevole di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Prima di votare, il relatore, onorevole Gusmeroli, chiede la parola per alcuni ringraziamenti.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI, Relatore. Signor Presidente, volevo ringraziare tutti i membri della Commissione, il Ministro, il Vice Ministro, il Sottosegretario e il Servizio studi della Camera per l'enorme lavoro fatto in quest'anno, propedeutico a questa legge. In particolare, il dottor Volpe e il dottor Menegon, che ci hanno assistito in tutte le fasi (Applausi).

Grazie, è stato un bel lavoro e, sicuramente, sarà una buona legge.

(Coordinamento formale - A.C. 1341-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1341-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1341-A: "Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1) (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 833 – “Disciplina della professione di guida turistica” (Approvato dal Senato) (A.C. 1556​) e dell'abbinata proposta di legge: Dori (A.C. 469​) (ore 10,10).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1556: “Disciplina della professione di guida turistica” e dell'abbinata proposta di legge n. 469.

Ricordo che nella seduta del 6 dicembre si è conclusa la discussione generale e il relatore è intervenuto in sede di replica, mentre la rappresentante del Governo vi ha rinunciato.

Ricordo, altresì, che, secondo quanto deliberato dall'Assemblea nella seduta del 22 novembre scorso, ai sensi dell'articolo 123-bis, comma 3, secondo periodo, del Regolamento, la discussione in Assemblea del disegno di legge in oggetto dovrà concludersi entro giovedì 14 dicembre 2023.

(Esame degli articoli - A.C. 1556​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge e delle proposte emendative presentate (Vedi l'allegato A).

Avverto che fuori dalla seduta l'emendamento Gnassi 6.3 è stato ritirato dal presentatore.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 1556​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere sull'emendamento Gnassi 1.1 riferito all'articolo 1.

GIANLUCA CARAMANNA , Relatore. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Gnassi 1.1.

PRESIDENTE. Il Governo?

DANIELA GARNERO SANTANCHE', Ministra del Turismo. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Gnassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 1556​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

GIANLUCA CARAMANNA , Relatore. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti 2.1 Grippo, 2.2 Pavanelli, 2.3 Caramiello e 2.4 Cappelletti.

PRESIDENTE. Il Governo?

DANIELA GARNERO SANTANCHE', Ministra del Turismo. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1 Grippo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.2 Pavanelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.3 Caramiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo all'emendamento 2.4 Cappelletti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo perché questo è un emendamento particolarmente importante. Indica che l'attività di guida turistica sia svolta a livello nazionale senza limitazioni territoriali, con questa specifica.

È vero che l'articolo 5 della norma in discussione prevede, al comma 4, che agli iscritti all'elenco nazionale è consentito l'esercizio della professione su tutto il territorio nazionale, ma è altresì indicato all'articolo 1, quello relativo alle finalità di questo provvedimento, che le regioni disciplinano la professione di guida turistica, certo nel rispetto dei principi, ma nel rispetto dei principi fondamentali previsti dalla presente legge.

È chiaro che a una prima interpretazione la nostra proposta di emendamento potrebbe sembrare eccessiva, ma è evidente che ci possono essere interpretazioni non univoche rispetto a questo aspetto che è dirimente rispetto all'intero provvedimento. Tant'è vero che le associazioni di categoria che si sono presentate in Commissione al Senato per presentare le istanze e le osservazioni a questo provvedimento hanno dato un segnale - tutte le associazioni - proprio nel senso di avere un'indicazione chiara e trasparente, a prova di difficoltà interpretativa, che sarebbe questa che noi proponiamo o altra analoga.

Per cui prendo atto del parere contrario di Governo e Commissione; chiedo però se questa questione, essendo dirimente, possa essere accantonata per una verifica ulteriore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.4 Cappelletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 1556​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

GIANLUCA CARAMANNA , Relatore. La Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti 3.1 Appendino e 3.2 Dori.

PRESIDENTE. Il Governo?

DANIELA GARNERO SANTANCHE', Ministra del Turismo. Conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 3.1 Appendino e 3.2 Dori, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 1556​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

GIANLUCA CARAMANNA , Relatore. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti 4.1 Todde, 4.2 Caramiello, 4.3 Pavanelli, 4.4 Grippo e 4.5 Gnassi.

PRESIDENTE. Il Governo?

DANIELA GARNERO SANTANCHE', Ministra del Turismo. Conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 4.1 Todde.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Pavanelli. Ne ha facoltà.

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Questo emendamento chiede di introdurre tra le pratiche di esame di abilitazione per le guide turistiche nozioni di primo soccorso. È evidente che questa proposta fa sì che le guide turistiche - che hanno comunque una responsabilità, portando in giro per il nostro Paese bambini, giovani, ma anche persone anziane - possano intervenire, se hanno un minimo di conoscenza del primo soccorso, qualora ci sia un'emergenza, attendendo ovviamente soccorsi professionali.

Mi stupisco che all'interno di questo provvedimento non si voglia aggiungere questo punto -proprio quando si parla di prevenzione, quando stiamo cercando in tutta Italia di far sì che ci siano più servizi per i cittadini - e non si cerchi di abilitare per il primo soccorso anche una guida turistica, con un minimo di conoscenze.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1 Todde, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo all'emendamento 4.2 Caramiello.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Caramiello. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Membri del Governo, non si capisce il parere contrario su questo emendamento. Praticamente, chiedevamo di aggiungere la parola “enogastronomia”. Quindi, in ambito turistico, parliamo di turismo culturale, turismo religioso e turismo balneare, ma parliamo anche di turismo enogastronomico se vogliamo difendere veramente il made in Italy e la sovranità alimentare. Non si capisce perché ci sia un parere contrario su questo emendamento. Quindi, chiedo anche a voi, colleghi, di votare a favore di un turismo anche enogastronomico, per difendere effettivamente il nostro made in Italy e la sovranità alimentare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.2 Caramiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.3 Pavanelli.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Pavenelli. Ne ha facoltà.

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Quest'articolo parla dell'esame di abilitazione. Allora, prima dicevo di provare a introdurre nozioni di primo soccorso e adesso il collega Caramiello ha detto di introdurre nozione di enogastronomia. Con questo emendamento si chiede anche l'inserimento di nozioni di sostenibilità.

Mi stupisce, perché oggi si parla di turismo sostenibile e si cerca di includere questa novità nel panorama del turismo. Dunque, quando si va a parlare di esame abilitante per le guide turistiche, credo che dobbiamo parlare di turismo e di nozioni a 360 gradi.

Oggi, una guida turistica, sì, può avere importanti nozioni culturali, artistiche e storiche del nostro Paese e dei nostri monumenti, ma sappiamo anche che ci sono guide turistiche che, invece, hanno una propensione verso l'ambiente, a raccontare il nostro ambiente, a raccontare il nostro Paese anche dal punto di vista dell'ecosostenibilità. In questi ultimi anni - magari a causa della pandemia -, c'è tanta voglia di stare all'aria aperta e ci sono guide turistiche che portano i cittadini nelle campagne e sulle montagne. Allora, come fanno a non parlare di sostenibilità quando vanno in quei luoghi che non hanno, appunto, monumenti storici, ma hanno, invece, quell'ambiente che fa parte del patrimonio ambientale e culturale del nostro Paese?

Mi dispiace che anche questa volta, quando si vuole aggiungere una parola come “sostenibilità”, si tenda subito a dire di no. Invece, qui stiamo soltanto parlando dell'esame per le guide turistiche e aggiungere una parte che riguarda la sostenibilità credo che oggi sia fondamentale, non importante ma fondamentale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.3 Pavanelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.4 Grippo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.5 Gnassi.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Barbagallo. Ne ha facoltà.

ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Interveniamo per sostenere l'emendamento 4.5 Gnassi, Ne abbiamo già parlato abbondantemente ieri in sede di discussione generale. Come sapete, l'articolo 114 attribuisce il turismo alla specifica competenza regionale. Quindi, l'articolo proposto nel testo va in controtendenza rispetto all'organizzazione, alla promozione e alla valorizzazione del nostro territorio che, appunto, è materia regionale.

Tendenzialmente, nel corso degli anni, le guide turistiche hanno maturato spessore, professionalità e competenze all'interno del territorio, dove hanno esercitato prevalentemente la loro professione. Quindi, riteniamo giusto e opportuno che, in sede di esame di abilitazione, la preparazione della guida turistica, cioè di chi si accinge a esercitare questa professione, venga valutata con uno specifico esame attinente al luogo in cui si vuole esercitare l'attività di guida. È normale che, se una guida vuole illustrare, operare e promuovere il territorio di Mozia, sia preparata su Mozia, così come se vuole operare a Venezia, altrettanto faccia per la Basilica di San Marco.

La bocciatura di questo emendamento comporterebbe definitivamente l'apertura verso un modello di guida generalista e non, invece, una guida che conosce bene il territorio che promuove e che conosce bene le lingue. Insomma, sarebbe uno scivolamento verso il basso, verso il turismo di massa, che non è quello che dovrebbe avere uno dei Paesi più desiderati al mondo, il Paese più visitato al mondo e il Paese che, nel mondo, è al terzo posto per pernottamenti.

Questo emendamento, anche se di poche righe, ha un valore particolare, non soltanto simbolico, e introdurrebbe e conserverebbe un modello diverso di guida di grande spessore, che è quello che merita il Paese.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.5 Gnassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 1556​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

GIANLUCA CARAMANNA , Relatore. Presidente, sugli emendamenti 5.1 Todde, 5.2 Cappelletti e 5.3 Todde il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

DANIELA GARNERO SANTANCHE', Ministra del Turismo. Parere conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.1 Todde, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.2 Cappelletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.3 Todde, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 1556​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

GIANLUCA CARAMANNA , Relatore. Sugli emendamenti 6.1 Gnassi e 6.2 Appendino il parere è contrario (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il Governo?

DANIELA GARNERO SANTANCHE', Ministra del Turismo. Parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.1 Gnassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.2 Appendino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 1556​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

GIANLUCA CARAMANNA, Relatore. Parere contrario sugli emendamenti 7.1 Pavanelli, 7.2 Cappelletti e 7.3 Gnassi.

PRESIDENTE. Il Governo? Stavolta l'ho preceduta.

DANIELA GARNERO SANTANCHE', Ministra del Turismo. Parere conforme.

PRESIDENTE. Nessuno chiedendo di intervenire sull'emendamento 7.1 Pavanelli, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.1 Pavanelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.2 Cappelletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.3 Gnassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Passiamo alla votazione dell'articolo 7.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Gnassi. Ne ha facoltà.

ANDREA GNASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo su quest'articolo in realtà prendendo spunto dall'emendamento appena bocciato, il 7.3, che chiedeva un coinvolgimento delle regioni, anche tramite enti pubblici e privati accreditati in convenzione, per i corsi di aggiornamento delle guide turistiche. Questo intervento e questo emendamento, il 7.3, era… Scusi Presidente, se può…

PRESIDENTE. Colleghi, non disturbate il collega Gnassi. Ha ragione. Dobbiamo ascoltarlo in silenzio e con rispetto. Prego, onorevole Gnassi.

ANDREA GNASSI (PD-IDP). È molto buono, Presidente.

PRESIDENTE. No, no, sono umano, più che buono.

ANDREA GNASSI (PD-IDP). Abbiamo il vento in poppa, come mi disse una volta.

PRESIDENTE. Se lo dice un siciliano, poi…

ANDREA GNASSI (PD-IDP). Speriamo che non ci porti sugli scogli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), comunque va bene.

PRESIDENTE. No, gli scogli bagnati.

ANDREA GNASSI (PD-IDP). Sì, ma sono duri, Presidente. Se vuole, possiamo continuare.

PRESIDENTE. No, ma se mi ingaggia su questo, noi ce ne andiamo a Natale, guardi (Applausi).

ANDREA GNASSI (PD-IDP). Come vuole…

PRESIDENTE. Prego, onorevole Gnassi.

ANDREA GNASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Dicevo che questo intervento è relativo alla bocciatura che è stata appena fatta sul coinvolgimento delle regioni, anche tramite enti pubblici e privati accreditati in convenzione, per i corsi di aggiornamento delle guide turistiche. Direi che c'è una certa coerenza, come dire, nel bocciare senza guardare nel merito, coerente un po' con la fretta con la quale abbiamo potuto sorvolare questo provvedimento, almeno nella nostra Commissione, la X, attività produttive. E direi che - anche con una buona, diciamo così, precisione - la bocciatura di un coinvolgimento delle regioni e, quindi, di un approfondimento delle peculiarità, delle biodiversità delle tante offerte turistiche e culturali che il nostro Paese offre è molto coerente e sta dentro quel solco dell'autonomia indifferenziata che, a questo punto, con il turismo stiamo riscontrando. Infatti, se, da un lato, e lo riconosco, sono necessarie anche impostazioni strategiche di lungo periodo - abbiamo detto “sì” al Piano nazionale strategico del turismo -, c'è bisogno anche “di una certa centralizzazione”, lo dico tra virgolette, perché, altrimenti, andiamo nelle fiere nel mondo, come abbiamo fatto a volte, in una condizione un po' da sagra di Paese. Ma non si può non vedere cos'è l'Italia, dalle Alpi alla Sicilia. Allora, qualcuno avrebbe dovuto spiegare, con ragioni di merito, perché, nell'aggiornamento professionale di figure professionali che qualificano la nostra proposta turistica culturale, non sono state coinvolte le regioni, perché non si tende a fare corsi di aggiornamento, qualificando le nostre guide turistiche sulle peculiarità del territorio. Finisco con questo, Presidente, perché poi il turismo è evocato e snobbato. Il turismo nel nostro Paese è sempre stato evocato come industria dei miracoli, strategica, il nostro petrolio. Bisognerebbe dire che è talmente tanto tempo che lo diciamo che, semmai, è il nostro vento, è la nostra energia sostenibile. Continuiamo a dire che è il nostro petrolio, come dire tanto ci basta l'evocazione. Dopodiché, però, non si ha strutturalmente, spesso una politica industriale.

E concludo con le parole di un pericolosissimo sovranista alimentare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) per far capire quanto, invece, sarebbe necessario un approfondimento al riguardo e che, ad esempio, il barocco di Scicli, di Modica è una cosa straordinaria, insieme al sito UNESCO delle Dolomiti, e sono cose straordinarie i paesaggi del crinale appenninico. “Il paesaggio è la sede della nostra anima collettiva” - diceva questo sovranista - “il luogo dove le nostre identità hanno preso forma, rapportandosi continuamente con la natura. L'Italia è ricca di una diversità multiforme per via della sua posizione, del suo clima, della sua conformazione. Le genti e l'umanità, le agricolture, il cibo l'arte e il bello, la storia, che si sono formati attraverso il lavoro degli italiani, in un lento, meticoloso, spesso faticoso, ma costruttivo rapporto con il contesto naturale, hanno pochi eguali al mondo”.

Questo sovranista si chiama Carlin Petrini, è un sovranista alimentare. Ci dovete spiegare, con qualche minima cognizione di causa, perché non coinvolgete le regioni, perché non volete approfondire la qualità, l'eccellenza, la straordinarietà dei nostri territori dentro una strategia ovviamente di sistema Paese. Se sentissimo una spiegazione, potremmo capirla; non l'abbiamo sentita. Sosteniamo gli emendamenti che abbiamo fatto e ci asteniamo su questo articolo, perché condividiamo la filosofia di fondo di dare una certezza e una prospettiva a molte guide turistiche presenti nel nostro Paese, che non potranno però formarsi come dovrebbero e come il Paese dovrebbe far fare loro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 1556​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e dell'unica proposta emendativa presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

GIANLUCA CARAMANNA , Relatore. Emendamento 8.1, parere contrario.

PRESIDENTE. Governo?

DANIELA GARNERO SANTANCHE', Ministra del Turismo. Conforme.

PRESIDENTE. Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.1 Appendino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 1556​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 1556​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e dell'unica proposta emendativa presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

GIANLUCA CARAMANNA , Relatore. Emendamento 10.1 Dori, parere contrario.

PRESIDENTE. Governo?

DANIELA GARNERO SANTANCHE', Ministra del Turismo. Conforme.

PRESIDENTE. Passiamo dunque all'emendamento 10.1 Dori. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Questo emendamento è relativo all'articolo 10 che parla di compensi professionali. È chiaro che sul contenuto dell'attuale articolo 10, nel quale si parla di prestazioni professionali proporzionate alla durata, al contenuto e alle caratteristiche della prestazione, siamo ovviamente tutti d'accordo; peraltro ciò è stabilito direttamente dalla nostra Costituzione, all'articolo 36. Qui, però, l'obiettivo dell'emendamento era quello di fare un passo in più, un passo in avanti. Poche settimane fa, qui in Aula, abbiamo approvato - poi è stata approvata anche al Senato - una proposta di legge sull'equo compenso. Nel caso specifico era per la professione di avvocato. Stiamo parlando di due professioni con un ordinamento diverso, molto diverso, però l'obiettivo, la ratio è la stessa, ossia tutelare il professionista rispetto a quei soggetti più forti che possono imporre, anche grazie alla loro forza economica, condizioni di lavoro, di compensi che possono essere davvero sottopagati, anche di sfruttamento. Quindi, l'emendamento tratta di prestazioni in favore di imprese non rientranti nelle categorie delle micro imprese o delle piccole e medie imprese, come definite dalla raccomandazione, eccetera eccetera. Quindi, sostanzialmente l'obiettivo è quello di dare un'ulteriore garanzia, questo è stato richiesto anche dalle associazioni di guide turistiche, per dare una garanzia in più a questi professionisti (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo d'intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.1 Dori, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

(Esame dell'articolo 11 - A.C. 1556​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

GIANLUCA CARAMANNA , Relatore. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti 11.1 Grippo e 11.2 Gnassi.

PRESIDENTE. Il Governo?

DANIELA GARNERO SANTANCHE', Ministra del Turismo. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.1 Grippo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.2 Gnassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione… Revoco l'indizione della votazione, perché ha chiesto di parlare l'onorevole Gnassi. Prego, onorevole Gnassi.

ANDREA GNASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Riteniamo che, all'articolo 11 “obblighi di comportamento”, sia giusto fornire all'utente informazioni trasparenti sui costi della prestazione professionale. Sempre con quello spirito che guarda all'industria del turismo come a un'industria strategica, alla quale anche tecnicamente si possono dare contributi, proponiamo questo emendamento per un semplice motivo: l'obbligo d'informazione è giusto, ma non sempre è una responsabilità della guida, perché a volte il servizio è intermediato ad esempio da un'agenzia. Quindi, con questo nostro emendamento, obblighiamo l'intermediario a dare informazioni. Anche su questo una granitica opposizione priva di argomenti è stata posta in sede di discussione. Dovreste spiegare magari alle guide, che fanno un servizio intermediato da un'agenzia, perché la loro agenzia non debba avere obblighi d'informazione, quando magari l'utente se la prende e si arrabbia con la stessa guida. Se potessimo sentire le argomentazioni, potremmo anche cambiare idea (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.2 Gnassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 1556​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 36).

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 1556​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

GIANLUCA CARAMANNA , Relatore. La Commissione esprime parere contrario su entrambi gli emendamenti.

PRESIDENTE. Il Governo?

DANIELA GARNERO SANTANCHE', Ministra del Turismo. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.1 Pavanelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.2 Gnassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 39).

(Esame dell'articolo 14 - A.C. 1556​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 40).

(Esame dell'articolo 15 - A.C. 1556​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1556​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

DANIELA GARNERO SANTANCHE', Ministra del Turismo. Grazie, Presidente. Le chiederei, gentilmente, 5 minuti di sospensione, per avere il tempo di valutare gli ordini del giorno.

PRESIDENTE. Ci mancherebbe. È anche una sospensione tecnica per tutti noi.

La seduta è sospesa e riprenderà alle 11,50.

La seduta, sospesa alle 11,45, è ripresa alle 11,55.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. A questo punto, invito la Ministra del Turismo, Daniela Garnero Santanche', ad esprimere i pareri sugli ordini del giorno presentati.

DANIELA GARNERO SANTANCHE', Ministra del Turismo. Sugli ordini del giorno n. 9/1556/1 Barbagallo e n. 9/1556/2 Dori il parere è contrario.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1556/1 Barbagallo, su cui il parere è contrario. Il collega Barbagallo non è in Aula, dunque passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1556/1 Barbagallo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1556/2 Devis Dori, che chiede di parlare. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Sono veramente sorpreso per questo parere contrario. Evidentemente, non è stato letto, quindi, lo leggo assieme a voi. Si è visto, probabilmente, di chi era la firma - AVS - e, quindi, è stato bocciato. Qui, oltretutto, si va a sconfessare anche il Ministro Sangiuliano, che, invece, l'estate scorsa, si era espresso in maniera netta…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Mi scusi onorevole, Dori. Colleghi, l'onorevole Dori non ha neanche un timbro baritonale, quindi, come dire, non passa facile. Se per giunta parliamo, è ancora più difficile. Quindi, per favore, colleghi, vi prego. Prosegua, onorevole Dori.

DEVIS DORI (AVS). La ringrazio, Presidente. Quindi, dicevo che lo stesso Ministro Sangiuliano… Ecco, se posso avere l'attenzione della Ministra…

PRESIDENTE. Chiedo scusa...

DEVIS DORI (AVS). Se posso avere l'attenzione della Ministra, poiché mi stavo rivolgendo…

PRESIDENTE. Certo, ci mancherebbe.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Ministra. Stavo dicendo che questo parere contrario, in realtà, sconfessa anche il Ministro Sangiuliano, quindi, altro membro del Governo. È vero che lì stiamo parlando del Ministro della Cultura, mentre qui c'è il Ministro del Turismo, quindi, evidentemente, c'è anche una prospettiva differente. Però, se leggete bene l'impegno, noterete che non c'è scritto di bloccare tutti gli eventi al Circo Massimo - ci mancherebbe altro! Chiaramente, non chiedo al Governo di bloccarli, ma di interloquire con il comune di Roma -, ma solo quelli incompatibili. Quindi, se date un parere contrario, è come dire che a voi vanno bene anche quegli eventi incompatibili con la tutela dell'area archeologica e del Parco archeologico del Colosseo, dato che è tutto connesso; tra l'altro, è il sito più visitato al mondo, con quasi 10 milioni di visitatori lo scorso anno.

Vi assicuro che, nella scorsa estate, più di un concerto di una certa tipologia ha creato un grande allarme, provocando vere e proprie scosse per oltre mezz'ora e generando un allarme anche negli ospedali stessi. Quindi, davvero sono basito. Mi aspetterei almeno una riflessione o un'interlocuzione con il comune di Roma. Si crea un allarme sociale, ma anche un rischio per la tutela dei beni archeologici.

Sono davvero molto, molto stupito, perché non si sta chiedendo di eliminare gli eventi, ce ne sono tantissimi: pensiamo alle corse non competitive, a quelle per la prevenzione del tumore al seno e a tante altre iniziative lodevoli, che è giusto che vadano avanti e si svolgano anche al Circo Massimo. In questo caso, stiamo parlando di certi eventi che, come ho detto, sono incompatibili. Quindi, votando contro, sostanzialmente, anche la maggioranza - e ne sono davvero dispiaciuto - dice: non ci interessa nulla, anche se ci saranno eventi che possono provocare non solo un allarme sociale, ma anche un danno ai nostri beni archeologici. Peccato (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)!

PRESIDENTE. Il Governo non intende mutare il parere.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1556/2 Dori, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

PRESIDENTE. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1556​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare il deputato Steger. Ne ha facoltà. Nel silenzio dell'Aula.

DIETER STEGER (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. La componente Minoranze linguistiche condivide la struttura, l'architettura e la sostanza di questo disegno di legge. Ci rammentiamo, però, che due emendamenti da noi proposti al Senato e ripresentati qui alla Camera sono stati bocciati, emendamenti che avrebbero reso più chiara la competenza su alcune tematiche, come, ad esempio, l'esame di abilitazione e rilascio del tesserino personale di riconoscimento di guida turistica. Noi avremmo proposto che avvenisse secondo gli ordinamenti delle province autonome di Bolzano e di Trento per garantire il rispetto sia della lingua italiana che della lingua tedesca in questo territorio. L'altro emendamento bocciato prevedeva l'indizione e l'organizzazione dei corsi di specializzazione e aggiornamento da parte della provincia autonoma di Bolzano, anche qui, per garantire l'uso sia della lingua italiana che della lingua tedesca. Siccome, però, il Governo ha proposto nell'articolo 1 una generale clausola di salvaguardia delle competenze delle province autonome, noi riteniamo di non dover votare contro questo provvedimento. Ci asterremo e ribadisco che, sul contenuto, sulla sostanza e sull'architettura della norma, noi siamo anche favorevoli (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Monte. Ne ha facoltà.

ISABELLA DE MONTE (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Anticipo le conclusioni, in quanto riteniamo che questo provvedimento sia da approvare, però approfitto della presenza della Ministra, perché raramente parliamo di turismo. Io sono tra coloro che sono entusiasti del fatto che ci sia finalmente un Ministro del Turismo, perché ne parliamo sempre - prima il collega diceva che il turismo è come il petrolio - però, alla fine, non siamo mai conseguenti. Quindi, io sono molto contenta che ci sia un turismo dedicato, anche perché il turismo, si dice sempre, rappresenta il 10 per cento del PIL, ed è un 10 per cento che, è vero, è diretto e indiretto, e oltretutto dà anche molti posti di lavoro. Certo, dobbiamo lavorare sulla riqualificazione.

Oggi parliamo della professionalità delle guide turistiche, però aggiungo anche un fatto, di cui non si tiene, forse, conto in maniera sufficiente: il turismo non delocalizza; è quell'industria, quell'impresa nella quale investiamo e, se investiamo nel turismo, davvero pensiamo che sia un investimento a lungo termine, che possa dare i suoi frutti in Italia che ha gran bisogno di valorizzare questo settore. Al tempo stesso, però, dobbiamo focalizzare, forse, un po' meglio la nostra offerta, soprattutto nei confronti dei Paesi terzi, e questo significa che dobbiamo specializzarci nelle lingue dei Paesi terzi, ma, come diceva poco fa anche il collega, tener conto anche delle nostre specialità. Faccio presente che noi, purtroppo, in Italia, siamo ancora in attesa del recepimento della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie. Si dice che l'Italia è bella perché è varia, perché ha tante caratteristiche, anche culturali e linguistiche, e questo è motivo senz'altro di attrattività.

Colgo l'occasione anche per parlare di un'altra questione. Noi stiamo parlando di chi è già arrivato, di chi si affida alla guida turistica, però dobbiamo anche tutelare la nostra immagine di Paese. Io sono sicura, signora Ministra, che lei mi capisce e sicuramente tiene conto del fatto che noi dobbiamo tener presente l'accoglienza del turista che arriva, e faccio riferimento, in modo particolare, al trasporto pubblico non di linea. A proposito della regolamentazione che è stata data a questo settore, io non sono soddisfatta, perché, se noi parliamo di concorrenza, dobbiamo tenerne presente un po' a tutto campo. Teniamo presente che la concorrenza nell'aviazione si è sviluppata nel 1991, nel settore ferroviario nel 1997 e, poi, che cosa succede? Abbiamo un collo di bottiglia, perché quando il turista arriva, che sia un trasporto nazionale o internazionale, trova il blocco. Certo non è una bella immagine italiana e questo è un disagio che, purtroppo, si riscontra in questi termini solamente in Italia.

Un'altra considerazione. Si tratta di un obbligo del PNRR, ce lo chiede l'Europa, è diventato improvvisamente qualcosa di interessante, però c'era anche un altro precedente, numerose sentenze, per cui anche alcuni obiettivi erano realizzati…

PRESIDENTE. Scusi, onorevole De Monte. Torno a chiedere, per cortesia il rispetto e il silenzio dell'Aula verso i colleghi che intervengono. Quindi, vi prego, chi deve parlare va fuori.

ISABELLA DE MONTE (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Continuo e devo dire anche, signora Ministra, che le fa onore il fatto di aver continuato un lavoro, che era già stato avviato nella scorsa legislatura dal Ministro Garavaglia. Questo ha risolto dei problemi pluriennali e, quindi, questo provvedimento deve essere accolto con favore anche per questo aspetto: perché dà un inquadramento giuridico e lavorativo alle guide turistiche.

Io dico che la professionalità delle nostre guide deve essere salvaguardata. La loro preoccupazione, che hanno manifestato, è la concorrenza da parte di Paesi terzi. Ciò, anche con lo sviluppo delle tecnologie, obiettivamente, è possibile sia per la conoscenza dei luoghi sia anche per la questione linguistica a cui accennavo prima. Però, perché siamo qui, oggi, con questo provvedimento? Perché, da un lato, c'è un aspetto più regionale in termini di competenza concorrente in materia di turismo, dall'altro, come dicevo, c'è la questione della concorrenza che, invece, è di competenza esclusiva statale.

In conclusione, Presidente, mi rivolgo tramite lei, alla signora Ministra, per dire che si tenga conto delle peculiarità italiane, anche in materia di ricettività, perché, sia per quanto riguarda il trasporto locale sia per quanto riguarda la ricettività, non tutto il turismo riguarda le capitali, i grandi centri o le località turistiche più sviluppate; il turismo è qualche cosa che appartiene a tutta Italia, anche alle zone più periferiche. Non possiamo, quindi, trattare alla stessa stregua la ricettività - che stiamo affrontando con riferimento alla limitazione delle giornate di permanenza e alla questione del trasporto regolamentato - che si ha a livello di una capitale con quella che sia ha a livello di un comune periferico, perché nei comuni periferici, nei comuni, magari, meno serviti, il turismo può rappresentare davvero una risorsa importante. Credo, comunque, che questo provvedimento vada nella direzione giusta, pertanto preannuncio il voto favorevole del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Semenzato. Ne ha facoltà.

MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, Ministro, oggi ci accingiamo a colmare una lacuna, a correggere un'anomalia del sistema Italia. Nonostante il settore del turismo valga il 13 per cento del PIL, infatti, manca una regolamentazione di una delle figure centrali: proprio la guida turistica, lo dico da cittadina di una città turistica, che è Venezia. La cultura, le conoscenze e la capacità di narrazione e di divulgazione e quella straordinaria abilità di appassionare con la propria stessa passione sono le competenze che fanno parte del bagaglio professionale delle nostre straordinarie guide turistiche. La definizione di una disciplina della professione della guida turistica risponde, quindi, innanzitutto, all'esigenza di riconoscere e valorizzare queste figure, ma anche all'esigenza di dare una precisa attuazione al Piano nazionale di ripresa e resilienza; risponde, infine, alle richieste della stessa categoria, che attendeva questa riforma: si tratta di circa 17.000 abilitati all'esercizio all'attività di guida turistica.

Il disegno di legge stabilisce, in maniera puntuale, l'attività della professione di guida turistica e soprattutto la figura della guida turistica, che risulta centrale anche nel contribuire a preservare la memoria e l'identità nazionale e territoriale, sensibilizzando i visitatori rispetto all'importanza e anche alla fragilità del nostro patrimonio e alla necessità di rispettarlo. Una funzione che potremmo dire educativa, ma anche volta ad includere, ponendo attenzione alle esigenze di tutti i turisti in relazione alle loro diverse necessità.

Il provvedimento reca poi alcuni principi importanti riguardo proprio all'esercizio della professione di guida turistica e si precisano poi i requisiti per l'ammissione e la modalità di svolgimento dell'esame di abilitazione della professione, tutto proprio per garantire la professionalità e la competenza della figura e si prevede anche l'istituzione di corsi di specializzazione, nonché obblighi di aggiornamento professionale per le guide turistiche stesse. Definire gli standard vuol dire garantire i turisti, ma anche i professionisti che già operano.

La figura della guida turistica è, come ho detto, particolarmente importante per i nostri territori, per le nostre città, per i nostri enti locali. Ne deve conoscere la storia, la peculiarità, il costume, oltre che il patrimonio artistico e culturale, senza dimenticare le specificità e le produzioni locali. Le guide turistiche possono portare i turisti alla scoperta di quella cifra culturale e produttiva che chiamiamo made in Italy. Non si tratta solo del riconoscimento del valore di una professione, dell'apertura di nuove opportunità lavorative basate sulla preparazione e la specializzazione.

Avviandomi alla conclusione, ci tengo a sottolineare come proprio adesso, dopo tanti tentativi infruttuosi, ci avviamo finalmente a colmare questo vuoto regolamentare. A mio avviso, lo si deve all'esistenza di un disegno più ampio, di una visione di insieme molto più ampia. L'attenzione al made in Italy, che abbiamo votato oggi, la valorizzazione di tutto il patrimonio culturale, tradizionale e innovativo italiano, portato avanti con convinzione da questa maggioranza, fornisce una cornice necessaria a definire anche un particolare come questo, che potrebbe sembrare piccolo, ma non lo è.

Per queste motivazioni, il gruppo Noi moderati voterà favorevolmente (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Devis Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Signor Presidente, l'Italia possiede un patrimonio storico, artistico e culturale di straordinaria rilevanza a livello mondiale. In Italia abbiamo ormai 59 siti riconosciuti patrimonio UNESCO, siamo il primo Paese al mondo, da questo punto di vista, al secondo posto abbiamo la Cina con 57, ma ha un territorio che è ben trenta volte più esteso di quello italiano.

L'Italia poi possiede uno dei più grandi patrimoni culturali a livello mondiale, migliaia di musei, aree archeologiche, chiese soggette a tutela, dimore storiche. Il 18 per cento del territorio italiano è sottoposto a tutela da parte dello Stato. Inoltre, secondo il Country Brand Index, che calcola la reputazione e l'immagine di una Nazione, il marchio Italia è al primo posto proprio nella classifica relativamente ai parametri sul turismo e i beni culturali.

Quindi, il numero dei fruitori del patrimonio culturale italiano è in costante aumento e così anche, chiaramente e conseguentemente, gli incassi, l'indotto prodotto. Va considerato, lo dicevo poco fa, che il Colosseo ormai, se dovesse essere considerato un museo, sarebbe il museo più visitato al mondo, perché l'anno scorso ha sfiorato i 10 milioni di visitatori a fronte dei poco più di 7 milioni e mezzo del Louvre.

Quindi, davvero i dati evidenziano una dinamicità del settore e oltretutto con ampi margini di crescita e l'identità nazionale italiana si basa proprio anche su questa consapevolezza di essere custodi di un patrimonio culturale, unico e ineguagliabile. La tutela dei beni culturali e naturalistici del nostro Paese rappresenta, tra l'altro, un dovere sancito dalla nostra Costituzione all'articolo 9 e per tali ragioni lo Stato deve predisporre interventi e azioni proprio che favoriscano la loro conoscenza, la tutela, la valorizzazione e la fruizione.

L'offerta culturale turistica italiana costituisce un elemento fondamentale per l'economia nazionale anche dal punto di vista occupazionale. Quindi, è davvero necessario riconoscere, come stiamo facendo, il ruolo fondamentale dei professionisti del settore. Valorizzare il patrimonio culturale presente sul nostro territorio non può prescindere dal ruolo strategico delle guide turistiche.

La guida turistica ha un ruolo fondamentale, svolge un'importante azione anche educativa e di promozione del territorio, contribuisce a rendere i visitatori consapevoli dell'importanza storica, culturale e sociale del patrimonio stesso. Negli ultimi anni, si stanno anche diffondendo varie forme di turismo rivolte ai diversi aspetti del territorio, vengono costruiti anche percorsi specifici legati a luoghi come percorsi enogastronomici, storici, architettonico-artistici, religiosi, musicali, naturalistici, antropologici, letterari eccetera. Quindi, diversi itinerari culturali che permettono di riscoprire il nostro territorio e tale approccio consente di trasformare, tra l'altro, anche grazie alle guide turistiche, un percorso in un'avventura stimolante, davvero in una forma di fruizione molto accattivante.

La complessità di un settore in continua evoluzione, però, impone anche proprio un approccio attento alle modalità di accesso alla professione di guida turistica. Effettivamente, con questo testo di legge si va nella direzione giusta perché, con un intervento legislativo risolutivo, si vanno a tutelare le guide turistiche, anche quelle già abilitate, e la loro professionalità e si regolamenta l'accesso alla professione di guida turistica. Soprattutto, anche attraverso il vaglio del legislatore statale si riconosce la possibilità - anche se avremmo voluto in modo più esplicito che fosse indicato su tutto il territorio nazionale.

Ecco per questi motivi, davvero riteniamo che la professione di guida turistica sia di fondamentale e preminente importanza per lo sviluppo culturale, ma anche economico nel nostro Paese. La ratio del disegno di legge è condivisibile, anzi era auspicabile, ed io stesso, nella scorsa legislatura, avevo presentato una proposta di legge, che è stata poi abbinata al disegno di legge governativo. Anzi, immagino che anche il fatto di arrivare oggi con questo disegno di legge sia il frutto di un percorso iniziato nella scorsa legislatura e vi ricordate anche le proposte di legge abbinate al Senato, anche grazie al contributo dato dalle associazioni di guide turistiche. Quindi, immagino sempre che questi percorsi, anche legislativi, non inizino e finiscano all'interno di un'unica legislatura, ma che siano il frutto di un continuo percorso, iniziato anche con altri Governi, ma che si conclude, adesso, considerato il termine per il PNRR.

A fronte di questi elementi positivi, tra i quali sbloccare una situazione - sapete che, a oggi, in questo momento, non era possibile abilitarsi senza una legge statale in vigore, non è possibile, no si può accedere alla professione di guida turistica. Quindi, si sblocca anzitutto una professione e si creano opportunità di lavoro. Una stima è che in Italia abbiamo attualmente circa 17.000 guide abilitate; però, provate a immaginare quante ce ne sono in nero che esercitano purtroppo senza abilitazione, a danno di coloro che sono abilitati e della qualità del lavoro.

Pertanto, davvero era auspicabile questo intervento normativo, perché aumenta anche il livello e lo standard di qualità delle guide turistiche ma, allo stesso tempo, le garantisce, le tutela e, grazie a questa garanzia che hanno, si possono davvero creare anche opportunità di lavoro e diventerà anche sicuramente una professione appetibile per tanti giovani e non solo.

Quello che ci preoccupa, invece, è il fatto che, a fronte di un disegno di legge (questo è normale, ma è un elemento di preoccupazione), dovranno essere emanati poi anche decreti attuativi. Abbiamo approvato poco fa un disegno di legge sul made in Italy che prevedeva ben 35 decreti attuativi e sappiamo quanti ne mancano ancora. Quindi, il timore è che vadano poi in coda ed io davvero auspico che il Ministero del Turismo e la Ministra presente possano davvero dare un input rapido, per attuare poi il contenuto di questo disegno di legge.

Altra preoccupazione, è rappresentata dell'esercizio temporaneo e occasionale da parte di coloro che si sono abilitati all'estero (articolo 3, comma 2, di questo disegno di legge) e arrivano in Italia a esercitare; quindi, un esercizio temporaneo e occasionale, che non deve essere chiaramente a danno di coloro che invece fanno un percorso di qualità in Italia.

Secondo me, sarà necessario intervenire - ed era la ratio del mio emendamento - anche rispetto alla tutela dei compensi, proprio per evitare che, rispetto ai soggetti economici forti, le guide turistiche possano accettare, loro malgrado, condizioni di lavoro davvero basse e non dignitose.

Quindi, per concludere, come Alleanza Verdi e Sinistra, vediamo positivamente il fatto che ci sia finalmente una legge in vigore che possa dare il via e sbloccare una situazione ferma da troppo tempo. Abbiamo, comunque, posto - e le abbiamo fatto anche con gli emendamenti -, preoccupazioni e criticità. Ciò non toglie, chiaramente, che il nostro voto non sarà contrario.

Ci asterremo, come Alleanza Verdi e Sinistra, ma davvero spero che sia il punto di partenza rispetto a una norma che possa sbloccare, dare opportunità di lavoro e consentire alle guide turistiche, che ci mostrano quello che molto spesso un occhio non attento non vede, di abituarci a una maggiore sensibilità (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.

FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Mi permetta di prendere qualche secondo, tramite lei, per un ringraziamento sincero alla Ministra, perché credo abbia dato un grande insegnamento di rispetto istituzionale, in questo caso, con la sua presenza in Aula oggi e la sua presenza anche durante la discussione generale di ieri. Non siamo più abituati a vedere il Governo in Aula, e, quindi, la vorrei ringraziare (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe). Evidentemente, ha avuto maggiore rispetto di questo importante provvedimento dei suoi colleghi rispetto al salario minimo e al made in Italy, che non abbiamo visto in quest'Aula.

Con questo doveroso ringraziamento, parto nel dire perché è importante questo provvedimento. È importante non solo perché è atteso da 10 anni da tutto il mondo delle guide turistiche, ma anche perché oggi porta in quest'Aula un lavoro di compattamento di tante proposte.

È un lavoro che va in continuità con i precedenti Governi. È un lavoro che assorbe anche proposte che arrivano dal Parlamento, da tanti gruppi politici, e che oggi, grazie al suo lavoro, fa sintesi e arriva finalmente in Aula.

Chi, prima di me, è intervenuto ha già raccontato l'importanza del settore turistico, ne parliamo spesso anche nella nostra Commissione: il 13 per cento del PIL, la potenzialità di crescere e di investire, l'inserimento, come abbiamo fatto poche ore fa, nel made in Italy, nei valori di promozione dell'Italia nel mondo, anche attraverso la valorizzazione turistica.

Le guide turistiche non sono altro che il primo contatto di tutti quei turisti che dal mondo arrivano e che accedono all'Italia, e quindi la loro valorizzazione è fondamentale. Non arrivo da Venezia, che è una città turistica, ma da Brescia, che ha imparato ad essere turistica, anche diventando capitale della cultura, insieme a Bergamo, quest'anno. Abbiamo imparato l'importanza delle guide turistiche come persone che sono punto di riferimento per tutti quei turisti che arrivano nelle nostre città.

E non lo sono solo nell'esposizione, nella spiegazione nozionistica delle opere culturali, delle opere monumentali che costituiscono il nostro patrimonio nazionale, ma lo diventano in quel turismo esperienziale di cui abbiamo tanto parlato, che vuole essere l'investimento nel futuro e su cui le guide sono coloro che diventano anche le persone di fiducia per il turismo agroalimentare, per il turismo esperienziale, che tanto può offrire.

Quindi, con questo provvedimento, oggi, stiamo dando una valorizzazione, lo diceva prima il collega Dori, stiamo alzando il livello dell'offerta turistica del nostro Paese, e lo facciamo a partire da quelle persone che sono il punto di riferimento.

Vogliamo un turismo di eccellenza, e quindi partiamo da lì, anche, con questo provvedimento, combattendo l'abusivismo e la concorrenza sleale che c'è in questo settore, che oggi avrà un elemento in più per essere sconfitta. Lo avrà attraverso la creazione di un codice Ateco, che evidentemente fa sì che le guide turistiche siano censite e che abbiamo una bella differenziazione tra chi è una guida turistica autorizzata e chi non lo è, ma fa sì anche che si differenzi finalmente quella figura professionale, che è la guida turistica, dall'accompagnatore turistico, che sono due figure completamente diverse e che oggi, grazie a questa legge, continueranno a esistere, ma nella differente valorizzazione dei ruoli, che sono molto differenti.

Aggiungo l'importanza dell'omogeneizzazione nazionale di queste norme. Fino ad oggi, la diversificazione regionale creava grandi problemi per le guide. Ieri, il collega Dori raccontava come, in alcune regioni, da anni, non si poteva accedere alla professione, perché era bloccata, e, quindi, tutto questo aiuterà ad avere maggiori occasioni per chi vuole avvicinarsi a questo importantissimo mestiere e regole uguali per tutti, regole e requisiti chiari per tutti, requisiti all'altezza di un livello turistico sempre più alto, possibilità di accesso per tanti giovani, che potranno trovare occasioni di lavoro e potranno essere protagonisti della valorizzazione del nostro patrimonio, e non solo.

Non solo requisiti per chi entrerà, ma c'è un pezzo fondamentale, che forse è il più importante, che è la formazione continua delle guide all'interno del percorso della loro vita lavorativa, perché non possiamo dimenticare che l'evoluzione, anche tecnologica, digitale, l'evoluzione del mercato del turismo è sempre più veloce, così come il mercato del lavoro, e, quindi, la formazione continua triennale diventerà fondamentale per avere un turismo sempre all'altezza, non solo delle nuove guide, ma anche di chi già oggi è guida e che deve essere sempre aggiornato.

Quindi le annuncio, Ministro, il nostro voto favorevole a questo provvedimento, il voto favorevole di Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe.

Speriamo che sia un primo passo nella valorizzazione turistica di questo Paese. Noi aspettiamo con grazia che questo Parlamento sia chiamato ad altri provvedimenti che lei ha annunciato, su cui, senza ideologia, vorremmo poter dare un contributo, e che sono fondamentali per raggiungere quegli obiettivi che ho citato. Sicuramente, oggi partiamo con un primo passo molto importante, quindi la ringraziamo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Squeri. Ne ha facoltà.

LUCA SQUERI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Stiamo andando a votare un provvedimento importante, non solo perché fa parte delle riforme vincolanti riferite al PNRR, ma proprio nel merito dell'argomento che tratta. Si considera che questo provvedimento andrà a incidere su oltre 20.000 soggetti, e abbiamo visto quanto sia importante. Tra l'altro, ne approfitto per manifestare vero apprezzamento e fare i complimenti al Ministro per il forum internazionale organizzato a Baveno 2 settimane fa, dove abbiamo visto, a trecentosessanta gradi, quanto sia importante questo settore.

Si parla del 13 per cento del PIL, 255 miliardi in valore assoluto, l'11 per cento degli occupati. Dunque, questo è un intervento che va ad arricchire uno strumento di attrazione turistica ancora più qualificata per il nostro settore. È un provvedimento che cerca, e ci riesce in maniera sostanziale, di migliorare la frammentazione derivante dalla normativa concorrente con le regioni, per cui, mentre, adesso, le guide erano inserite in un contesto regionale, finalmente, con questa legge, si fa sì che la norma sia nazionale, ci sia un unico standard di qualificazione di questa funzione.

Oggettivamente, nella sostanza, è un intervento che prevede che ogni guida abbia un apposito tesserino, che gli consentirà di entrare nei vari luoghi dove svolge la propria funzione, dunque, contribuirà, in maniera concreta, a contrastare l'abusivismo presente in questo settore. Sono previsti 3 anni di corsi di specializzazione, di aggiornamenti, anche dal punto di vista delle competenze digitali, perché sappiamo quanto l'argomento turistico sia legato a questo tipo di comunicazione.

Sembra una cosa marginale, ma non lo è: finalmente l'attribuzione di un unico codice Ateco a questo mestiere. Per cui, tutti interventi importanti che faranno sì che il settore turistico abbia nelle guide turistiche un biglietto da visita, il primo biglietto da visita, uno dei più importanti, che si interfaccia con tutti i turisti che verranno a visitare il nostro splendido Paese.

Io mi riservo di depositare l'intervento completo, già preparato, per consentire un'accelerazione dei tempi. Io sono di Milano, per cui oggi, per i deputati milanesi poter accedere ai mezzi di trasporto per ritornare a casa a festeggiare Sant'Ambrogio non è irrilevante. Comunque, complimenti, signor Ministro: una legge concreta, che sicuramente fa bene al turismo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Grazie, Presidente. Gentili colleghi e colleghe, signora Ministro, il provvedimento in esame, sulla disciplina delle professioni di guida turistica, si inserisce in un contesto economico che è evidentemente di grande rilevanza e interesse, come quello, appunto, del turismo italiano. Il settore del turismo genera direttamente circa il 5 per cento del PIL e incide indirettamente addirittura sul 13 per cento dello stesso. Rappresenta direttamente il 6 per cento e, indirettamente, addirittura il 15 per cento dell'occupazione totale del nostro Paese. Quindi, l'imponenza di questo settore economico si deve in buona parte all'enorme patrimonio storico, artistico e naturale italiano. Nel 2020, si contavano 4.265, tra musei e istituzioni similari pubblici e privati aperti al pubblico, oltre 3.000 musei, quasi 300 le aree archeologiche e oltre 600 i monumenti e i complessi monumentali. I comuni italiani che ospitano almeno una struttura a carattere museale sono addirittura 2.400.

Insomma, in questo quadro la professione della guida turistica evidentemente assume un ruolo estremamente importante, centrale per la valorizzazione culturale ed economica del nostro Paese. Per disciplinarla, ahimè, abbiamo dovuto attendere una discussione, che è iniziata già nella scorsa legislatura, e una previsione che è ora inserita nell'ambito delle riforme del PNRR. Questo è un provvedimento che, come MoVimento 5 Stelle, abbiamo in qualche maniera auspicato, inserendolo addirittura all'interno del nostro programma elettorale, ed era stato oggetto di un disegno di legge che è stato abbinato.

Con l'emanazione di questo provvedimento finalmente si potrà, dunque, dare spazio alla crescita di nuovi operatori nell'ambito delle professioni di guida turistica, anche con la creazione di nuovi posti di lavoro.

Nel merito, il provvedimento regolamenta i principi fondamentali della professione di guida turistica, definisce uno standard omogeneo dei livelli di prestazione per tutto il territorio nazionale e rafforza il contrasto contro l'abusivismo. Viene introdotto il superamento di un esame di abilitazione nazionale come requisito per l'esercizio della professione di guida turistica, indetto dal Ministero del Turismo, con cadenza almeno annuale. Per inciso, non si comprende bene come questa proposta possa conciliarsi con l'attuale discussione in Parlamento sull'autonomia differenziata - e mi rivolgo soprattutto ai colleghi della Lega -, ma, dal nostro punto di vista, come MoVimento 5 Stelle, guardiamo con favore all'abilitazione nazionale. Viene introdotto un elenco nazionale delle guide turistiche, la cui iscrizione è condizione necessaria per svolgere l'attività di guida. Viene introdotta l'attribuzione di uno specifico codice Ateco da parte dell'Istat e viene introdotta la possibilità per le guide di conseguire ulteriori specializzazioni su tematiche territoriali e l'obbligo di aggiornamento professionale. Viene introdotta anche la previsione di sanzioni, da applicare in caso di esercizio abusivo della professione.

Quindi, su questo provvedimento il MoVimento 5 Stelle ha presentato diverse proposte emendative, sia in Senato che in questa Camera, con la finalità di migliorare un testo che va nella giusta direzione. Certo, prendiamo atto del fatto che la maggioranza ha negato dialogo e confronto, bocciando, di fatto, tutte le nostre proposte. Noi siamo convinti che sia opportuno intervenire con una regolamentazione della professione. Riteniamo che il settore del turismo vada fortemente sostenuto per gli enormi benefici che potrebbe alimentare.

Certo, c'è ancora molto da fare. La conferma della patrimoniale sulle case adibite alle attività ricettive, che il Governo e la maggioranza stanno sostenendo, mostra, però, qual è la considerazione rispetto al comparto, come anche, ahimè, non aiuta lo sviluppo del turismo la presenza di un Ministro un poco imbarazzante. Ricordo, ad esempio, che a promuovere in giro per il mondo l'immagine del nostro Paese è una Ministra che ha dichiarato: “Rivendico, con orgoglio, di essere fascista” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Insomma, sono tutti elementi che fanno ritenere che non vi sia una seria volontà del Governo di investire sul rilancio dell'immagine del nostro Paese e di questo comparto strategico, nel mondo.

Ad ogni buon conto, diamo atto che il provvedimento va nella giusta direzione. Dispiace, al contempo, dover fare presente che ogni tentativo che è stato fatto per migliorare il testo, che avrebbe potuto facilmente essere migliorato, non ha dato buon frutto e non si tratta - attenzione - solo di questioni di secondaria importanza. Avremmo preferito ribadire, ad esempio, in modo chiaro e inequivocabile la dimensione nazionale dell'esercizio della professione turistica, cioè evitare anche il rischio interpretativo oppure il rischio di introduzione di deroghe o limitazioni geografiche per l'esercizio della professione. Non si è ritenuto di farlo e non si è ritenuto di mettere una parola di chiarezza su questo punto, evidentemente dirimente e richiesta dalle associazioni di categoria. Poi, ci sono anche questioni che sono apparentemente minori, come la proposta, che a noi è parsa di buonsenso, di prevedere l'inserimento, ad esempio, delle nozioni di primo soccorso tra le materie attinenti all'esame di abilitazione. Sono state tutte proposte rigettate, senza alcuna motivazione. Ancora, ogni nostro tentativo di fare un focus sulla necessità di considerare e promuovere il turismo sostenibile è stato rigettato, come anche il tentativo di coniugare la temporaneità dell'esercizio della professione con la stagionalità dell'esercizio della professione stessa.

In conclusione, Presidente, pur condividendo l'opportunità di questo provvedimento, avremmo preferito vedere apportati alcuni correttivi nel corso della trattazione, sia in Commissione che in Aula. Rimane, certo, una norma che va nella giusta direzione, ma auspichiamo anche che possa, in un prossimo futuro, essere ulteriormente migliorata. Per questo motivo dichiaro il voto di astensione del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Mattina. Ne ha facoltà.

SALVATORE MARCELLO DI MATTINA (LEGA). Grazie, Presidente. Ministro, onorevoli colleghe e colleghi, oggi il Parlamento è chiamato a dare un segnale importante nei confronti di un settore, quale quello del turismo, che costituisce una colonna portante della nostra economia. L'imponenza di questo comparto scaturisce dall'enorme patrimonio artistico e naturale che il nostro Paese può vantare, una ricchezza che siamo chiamati a difendere, a valorizzare e a promuovere in ogni modo, per far sì che continui a esprimere la sua grande capacità attrattiva sullo scenario internazionale.

I numeri, per fortuna, sono dalla nostra parte. Si continua a crescere e le percentuali di questo 2023 sono molto incoraggianti. Non bisogna cullarsi, però, e occorre non lesinare alcun impegno a favore di iniziative che possono e devono migliorare la qualità del nostro sistema. In tal senso il disegno di legge di iniziativa del Governo che si prefigge di disciplinare la professione di guida turistica va proprio in questa direzione e contribuisce a realizzare una delle riforme fissate dal PNRR nel rispetto dei tempi previsti. Un atto dovuto nei confronti degli oltre 17.000 italiani che svolgono questa attività, una via d'uscita per una normativa finita in una situazione di stallo, dopo 9 anni di attesa e di sterili discussioni, ma anche una grande opportunità di lavoro per chiunque voglia affacciarsi a questo mondo, soprattutto per tanti nostri giovani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Un passo in avanti importante, che garantirà standard professionali elevati, un investimento prezioso sulle qualità umane di professionisti appassionati che contribuiscono a preservare e a diffondere la conoscenza del nostro immenso patrimonio artistico e culturale, ma anche un vigoroso segnale contro l'esercizio abusivo di questa professione.

Dopo l'approvazione in Senato tocca a noi, oggi, dare quindi pieno compimento a un percorso iniziato già nella scorsa legislatura. E qui mi preme sottolineare come la Lega abbia sempre dimostrato grande sensibilità verso il comparto turistico. È una priorità programmatica per noi, se pensiamo alla determinazione con cui il nostro Partito ha voluto che questo Dicastero potesse recuperare la propria autonomia, tornando a svolgere in pieno la sua funzione strategica, a distanza di quasi 30 anni dalla sua abolizione e dagli accorpamenti che ne sono conseguiti. Fu, infatti, nel 2021 che il Ministero del Turismo tornò a pieno titolo nella composizione del Governo, proprio grazie alla ferma volontà del nostro gruppo che, con il Ministro Massimo Garavaglia, seppe dare un forte impulso a questo settore (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e iniziò appunto a farsi carico dell'urgenza di un provvedimento che potesse riformare adeguatamente questa figura professionale, così com'è accaduto in questa legislatura dove, anche nel passaggio in Senato, non è mancata la nostra azione propositiva grazie ai colleghi senatori Centinaio, Garavaglia, Bergesio, il cui contributo è stato assorbito in un unico testo condiviso con il Governo.

Alla fine, riteniamo si sia realizzato un buon impianto normativo che fa sintesi delle esigenze manifestate in tutti questi anni dagli operatori e dalle associazioni di categoria, i quali possono guardare al futuro con maggiore serenità e con maggiore ottimismo. Ad ogni buon conto, continuare a ripetere che l'Italia è il Paese più bello del mondo non deve farci sentire appagati; bisogna infatti continuare a promuovere nuove modalità di fruizione turistica del patrimonio del nostro Paese e basarle sul rinnovamento e ampliamento dell'offerta turistica delle destinazioni strategiche nonché sulla valorizzazione di nuove mete e nuovi prodotti per accrescere il benessere economico, sociale e sostenibile e rilanciare così, su basi nuove, la leadership dell'Italia sul mercato turistico internazionale.

La normativa che convintamente approveremo oggi, con la quale rendiamo dignità e merito a una figura che mi piace definire essenziale in questo settore, per la capacità di promuovere al meglio ogni luogo del nostro territorio, un prezioso anello di congiunzione tra l'accoglienza e la trasmissione della nostra cultura, dimostra che, come Governo e come maggioranza, abbiamo scelto il senso di marcia giusto con regole e norme che mirano a rafforzare e a rendere sempre più competitivo il turismo italiano. Tutto questo per rimarcare, con un pizzico di orgoglio, che la Lega continuerà a fare la propria parte, con il consueto senso di responsabilità e, di fronte alle grandi sfide che attendono questo importante segmento della nostra economia, la risposta che vogliamo dare è quella di un turismo di qualità, sempre più professionale e lungimirante. Per questo motivo annuncio il voto favorevole del gruppo della Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gnassi. Ne ha facoltà.

ANDREA GNASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intanto, anche io mi vorrei associare alla sottolineatura in senso positivo riguardo alla presenza del Ministro, che ha seguito il provvedimento, e direi che, rispetto all'abitudine adottata in quest'Aula, è una sorta di novità; la vogliamo cogliere come un segno di attenzione. Ecco, mi sono appena smentito…

PRESIDENTE. Sì guardi, onorevole Gnassi, solo un attimo, solo perché c'è una cosa da chiarire.

ANDREA GNASSI (PD-IDP). Mi devo fermare, Presidente?

PRESIDENTE. No, no, vada avanti.

ANDREA GNASSI (PD-IDP). Dicevo: cogliamo in senso positivo la presenza del Ministro rispetto a questo provvedimento. Vorremmo inquadrare il provvedimento nell'ambito di una riflessione più generale che vogliamo fare su una delle industrie evocate come strategiche per il Paese. Intanto, cominciamo con il dire che, per il Partito Democratico, il turismo rappresenta davvero un'industria strategica per il Paese e, facendo riferimento anche alla sostanza che dà senso a questa affermazione, possiamo rilevare che, rispetto al contributo al PIL, diretto e indiretto, come hanno detto i colleghi, il turismo contribuisce per il 13-14 per cento. È quindi uno dei principali motori dell'economia; tra l'altro, il turismo, forse, tra i settori produttivi, i prodotti materiali e immateriali, è quello che ha maggior capacità di integrare altre dinamiche, altri settori; pensiamo alla logistica, alla tecnologia, al digitale; pensiamo alla riqualificazione urbana; è quel settore che, in qualche modo, richiede una visione persino di riqualificazione di contesti territoriali.

Negli ultimi anni, il turismo ha dato una mano al Paese, quando è stato attraversato, ad esempio, dalla crisi della pandemia da COVID, che sappiamo quanto abbia colpito il turismo più di altri settori; ha colpito quell'industria che è concentrata e centrata sulle relazioni tra le persone e centrata sugli spostamenti. Ora ci troviamo in un momento in cui, considerati anche i contesti drammatici, geopolitici, come la guerra in Ucraina e altri contesti molto problematici, la crisi economica ed energetica, il turismo entra davvero in una nuova fase: è una fase che è cambiata rispetto a come il COVID ha cambiato l'attitudine delle persone rispetto alle relazioni umane, agli spostamenti, alla capacità delle stesse persone di vivere, in modo diverso, lo spostamento per business, per lavoro o anche per fruire di una vacanza.

C'è, in qualche modo, più consapevolezza. La tecnologia e il digitale cambiano l'attitudine di ognuno di noi; grazie ai nostri telefoni possiamo raggiungere destinazioni in tutto il mondo, nel senso che non ci sono più barriere di tempo e spazio che possano “proteggere”, lo dico tra virgolette, il nostro patrimonio artistico, culturale e naturale da altre destinazioni. Siamo in un contesto, quindi, completamente nuovo.

Quello che riscontriamo è che si tratta di un provvedimento - lo diciamo e lo dirò anche dopo -, necessario, auspicato, che si pone dentro gli obiettivi del PNRR e, già nella precedente legislatura, era stato individuato un testo unificato in merito. Quindi, da questo punto di vista, lo consideriamo necessario, ma sono mancate alcune cose che lo potevano rendere migliore.

Lo dico perché, se è vero quanto abbiamo semplicemente abbozzato, ma avremo tempo per approfondimenti ulteriori, penso che il turismo, se lo guardiamo come industria strategica, se diciamo che, tutto sommato, è stato un grande settore per il nostro Paese, ma abbandonato in qualche modo al “fai da te” - e guardate, qui non c'è una storia che vuole attribuire le responsabilità a una parte politica, ma è la storia del nostro Paese, se guardate al contesto normativo, alle risorse date a settori industriali strategici del nostro Paese, come la siderurgia, la meccanica, il tessile - non sia stato considerato con la dovuta intensità, con quegli impianti normativi.

Per questo mi accingerei - lo dico alla Ministra che è qui -, anche rispetto agli ultimi dati emersi in Commissione, recentemente, sull'andamento del turismo e sulla complessità di questo settore, a considerare il tema con un approccio più problematico, più articolato, nel senso che i Governi, noi parlamentari, i Ministri passano, quindi mettere l'enfasi su alcune piccole dinamiche trova il tempo che trova; se vogliamo irrobustire il turismo dobbiamo dotarlo di una politica industriale, che vuol dire ricerca e sviluppo; è il primo tassello di una politica industriale. Ciò vuol dire individuare un impianto normativo per far sì che sia vera l'innovazione di processo e di prodotto, che nel turismo è materiale e immateriale, con strumenti per l'aggregazione di impresa, per la riqualificazione urbana e, infine, per la promo-commercializzazione.

Perché dico questo? Non è una critica. Provo a mettere un po' di pensiero rispetto a quello che possiamo provare a proporre. Attenzione ad enfatizzare, perché sentiamo parlare di distintivi, di marchi, di timbri, di “targhette” made in Italy; ormai siamo diventati un timbrificio, con premi al maestro dell'arte culinaria, a cui si dà una medaglia di bronzo.

Qualcuno poi deve spiegare perché la diamo di bronzo; se vogliamo lavorare sulla qualità, lo si deve premiare in qualche altro modo. Abbiamo visto il made in Italy, che è una pioggerellina di provvedimenti sparsi che si intersecano anche con il turismo. Attenzione ad enfatizzare; abbiamo sentito dire dei grandi, mirabili risultati che il Paese ha ottenuto nel turismo grazie alla promozione della Venere di Botticelli.

Avendo frequentato un po' questa dimensione, non sono critico a priori rispetto alla Venere - perché tutte le campagne sono state contestate -, ma avrei suggerito magari come benchmark nel mondo il Colosseo, siccome è l'emblema più riconosciuto fisicamente nel mondo, magari ragionandoci, se quella era la logica. Ma qui entriamo tra gli allenatori della Nazionale: ognuno dice e propone la sua. Però, attenzione: se poniamo riflessione e pensiero, non si può dire che il turismo adesso si sta riprendendo perché abbiamo utilizzato la Venere, come in qualche modo, a proposito di distintivi, il Governo tende a fare perché, dopo il COVID, c'è stata una ripresa, nel mondo, degli arrivi internazionali, cioè le persone dotate di disponibilità economica hanno preso di più gli aerei. Attenzione alla domanda interna a fine anno: gli italiani, colpiti dall'inflazione e da salari bassi, si sono spostati di meno, quindi, se aumentano gli arrivi internazionali, attenzione a mettersi il distintivo dei più bravi del mondo. L'Europa, da sempre, è la metà più frequentata del mondo, nella quale ci sono più arrivi internazionali. Dentro l'Europa, il Sud Europa è la meta più frequentata e visitata: la Francia e la Spagna - ho sentito poco fa le dichiarazioni dei Ministri di Francia e Spagna - anche loro dicono che non è mai stato come quest'anno. Attenzione, perché dobbiamo porre puntualità nel dotare il turismo di strumentazioni normative, di interventi e di azioni per qualificarlo nella sfida competitiva mondiale, che vedrà - secondo i dati dell'Organizzazione mondiale del turismo - 2 miliardi di persone spostarsi entro il 2030. Non mi addentro qui a irridere anche la debolezza di quella campagna: al netto della Venere che portavamo, l'intelligenza artificiale ha persino tradotto, in modo maldestro, Camerino come Garderobe, Fermo come Stillstand e Scalea come Treppe, ossia scalinata. Attenzione perché, se poniamo, in qualche modo, accenti enfatici, poi però dobbiamo entrare nel merito. Dotiamo il turismo di una politica industriale. Guardiamo alle presenze medie e alla spesa media degli arrivi internazionali. Se guardiamo i dati del 2019, quelli di Francia e Spagna sono più alti rispetto a quelli italiani; parlo del 2019 perché sono dati consolidati. Stiamo recuperando nel 2023, ma non grazie alla Venere di Botticelli, ma grazie a un sistema che ha bisogno, dal nostro punto di vista, di un'impostazione strategica anche con un coordinamento che viene dallo Stato centrale e ovviamente, sicuramente, con un coinvolgimento delle regioni e dei territori.

Cosa non abbiamo visto in questo provvedimento, che è dentro - ho finito - gli obiettivi del PNRR? Un punto che manca, un punto su cui il Governo non ha saputo rispondere e in relazione al quale si è visto l'imbarazzo dei colleghi di maggioranza è il seguente: se siamo un Paese di questo tipo, con tanta biodiversità, dalle Alpi alla Sicilia, se abbiamo il barocco della Valle di Noto e i paesaggi straordinari della Tuscia e degli Etruschi, per citare paesaggi e contesti minori rispetto ai grandi hub, vogliamo provare a coinvolgere, nella formazione delle guide turistiche, gli enti territoriali e i territori? Questo per accrescere, per qualificare e per attribuire alle guide turistiche, a cui oggi diamo un ordinamento, un codice Ateco, un riconoscimento e anche gli strumenti per poter esercitare, stabilendo una relazione con l'utente, magari quando lo straniero arriva a visitare il Colosseo e mantenendo questa relazione anche dopo. Questo fa la differenza. Non abbiamo coinvolto gli enti territoriali nella specializzazione delle guide turistiche: ci dovete spiegare perché non è successo. Perché non abbiamo coinvolto gli enti convenzionati di formazione? Perché non facciamo, dentro un albo nazionale, vivere quell'esperienza turistica per la quale un visitatore internazionale può visitare la Toscana, sapendo della Toscana, perché qualcuno gli racconta la Toscana? In questo senso, le nostre critiche sono state costruttive su questo provvedimento. Capendo che questo è indispensabile ed è frutto anche di un lavoro che viene da prima, il nostro voto è di astensione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giovine. Ne ha facoltà.

SILVIO GIOVINE (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e signor Ministro, il DDL in discussione oggi mette mano a un settore, quello turistico, vettore di sviluppo principale per vaste aree, se non per la quasi totalità del nostro Paese. È un comparto che conta 2,7 milioni di occupati, l'11 per cento della forza lavoro nazionale e che porta un contributo, diretto e indiretto, di 255 miliardi, pari al 13 per cento del PIL nazionale.

A maggior ragione, dopo la pandemia, occorreva - e occorre - riportare all'attenzione di quest'Aula un tema che ci riguarda sempre più precipuamente, quello della qualità dei servizi turistici offerti tout court dall'Italia. È una disciplina apparentemente semplice quella per l'esercizio della professione di guida, che tuttavia si è trasformata, negli anni, in uno stillicidio di norme contrastanti, conflitti di attribuzione fra Stato e regione, pronunce giudiziarie da parte dei TAR e dei tribunali di tutt'Italia, inadempimenti palesi della disciplina uniforme europea sulle professioni, con il conseguente inizio di una procedura di infrazione. È una disciplina che arriva dopo quasi 30 anni di dibattiti, apertisi con l'approvazione della legge quadro per il turismo e interventi per il potenziamento e la qualificazione dell'offerta turistica del 1983, passando poi per una pronuncia della Corte costituzionale, che ha da tempo sostenuto che la disciplina delle guide turistiche rientri in quella relativa alle professioni, di competenza concorrente, per cui, al di là del settore nel quale l'attività professionale si esplica, rimane in capo allo Stato la potestà di fissare una disciplina uniforme che sia coerente con i principi dell'ordinamento dell'Unione europea.

Il provvedimento di oggi cerca quindi di mettere la parola fine a quella che, in ultima analisi, è stata una situazione di diffusa incertezza, che rischia - e ha rischiato - di minare la credibilità di un settore e di una professione esercitata da migliaia di lavoratori in tutta Italia, che rendono un servizio inestimabile per il Paese. Peraltro, il disegno di legge oggi in discussione dà fondamentale attuazione al Piano nazionale di ripresa e resilienza, laddove, tra le riforme da attuare, viene contemplato appunto l'ordinamento delle professioni delle guide turistiche. Colleghi, oggi sono le guide il biglietto da visita della nostra Nazione e la cartina di tornasole della qualità dei servizi turistici nazionali e svolgono un ruolo fondamentale nella promozione, nella diffusione e nel racconto delle risorse artistico-culturali del nostro Paese, un ruolo che non sarà mai sostituito della tecnologia che, seppur ci aiuta e ci agevola anche nella conoscenza delle destinazioni, non potrà mai sostituire la narrazione svolta dall'esperto conoscitore dell'offerta culturale, paesaggistica, enogastronomica e artigianale. L'azione delle guide inoltre, dialogando con i tour operator delle agenzie, consente anche di stimolare proposte alternative sul territorio circostante alle destinazioni più frequentate e solide, in particolare a quelle che soffrono e subiscono il cosiddetto overtourism. Suggerire quindi itinerari e luoghi da visitare, oltre a quelli - diciamo così - scontati rientra senza dubbio nelle competenze di una professione che - come la guida turistica - oltre a svolgere l'attività lavorativa, si dedica anche all'aggiornamento continuo, fino a oggi probabilmente in maniera spontanea, ma che da oggi sarà reso più omogeneo e stabilizzato in quanto previsto dal provvedimento che ci apprestiamo a votare.

Per troppi anni, si è trascurata l'esigenza, segnalata da più parti dalle associazioni di categoria di settore, di predisporre una disciplina uniforme che potesse anche porre rimedio a sacche di abusivismo diffuso pressoché ovunque nel Paese, lasciando sole centinaia di amministrazioni e istituzioni culturali e locali nella gestione di un tema fondamentale per la politica turistica nazionale. Devo dire che sono davvero tante le misure introdotte dal provvedimento, coerenti con questa visione: il superamento di un esame di abilitazione nazionale, l'istituzione di un elenco nazionale, l'attribuzione di uno specifico codice Ateco da parte dell'Istat per definire una specifica classificazione delle attività inerenti alla professione, la possibilità di conseguire ulteriori specializzazioni tematiche e territoriali e l'obbligo di aggiornamento professionale, le sanzioni da applicare in caso di esercizio abusivo della professione o di avvalimento di soggetti non iscritti nell'elenco nazionale per lo svolgimento di visite guidate.

Infine, Presidente, una menzione particolare evidentemente per il Ministro Santanche', che ringraziamo, per il Governo Meloni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), un Governo che, nell'arco di un solo anno, è riuscito a imprimere una svolta epocale rispetto a un asset, quello del turismo, che vogliamo - e abbiamo l'ambizione - di rendere quanto prima la prima industria nazionale. Lo dico provenendo peraltro da una regione, il Veneto, che è, sì, la locomotiva d'Italia, ma che vede proprio nel turismo la prima industria regionale, con una movimentazione economica di circa 18 miliardi di euro annui. In conclusione, possiamo dire senza timore di smentita, che, per la prima volta forse nella sua storia, il turismo italiano può confidare su una strategia chiara e lungimirante, frutto di una seria concertazione con gli stakeholder e di una precisa visione industriale ed è per questo che la ringraziamo particolarmente, Ministro Santanche'. Per tutti questi motivi, annuncio il voto favorevole di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per un breve ringraziamento la Ministra del Turismo, Daniela Garnero Santanche'. Ne ha facoltà.

DANIELA GARNERO SANTANCHE', Ministra del Turismo. Grazie, Presidente e onorevoli colleghi. Sento il dovere di ringraziare l'opposizione perché, in quest'anno, ha contribuito nei lavori di Commissione a portare a casa quella che tutti avevamo ben presente fosse una necessità assoluta (Applausi dei deputati dei gruppi dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE), il disciplinare relativo alla professione delle guide turistiche.

Ringrazio la maggioranza per tutto il lavoro che ha fatto, ringrazio i funzionari della X Commissione della Camera, ringrazio gli uffici del Ministero per il grande lavoro che hanno svolto in quest'anno, perché non è stato così semplice definire una disciplina della quale - sottolineo, come avete già rimarcato negli interventi sia della maggioranza sia dell'opposizione - da oltre dieci anni si sentiva la necessità. Voglio ringraziare, per il grande lavoro che hanno svolto, anche le regioni e gli enti locali, perché senza il loro contributo, forse, non avremmo saputo quello che oggi stiamo per votare, una disciplina che si rende conto delle necessità e che ha tenuto conto di tutto quello che è stato espresso e che, soprattutto, hanno espresso le associazioni di categoria nei tantissimi incontri che abbiamo fatto al Ministero.

Quindi, ringrazio ancora tutti voi, perché credo che, quando si parla dell'Italia e del turismo, le differenze dovrebbero non esserci, perché credo che tutti dovremmo indossare la maglia della Nazionale (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1556​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1556: S. 833 - "Disciplina della professione di guida turistica" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 44) (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

Dichiaro così assorbita la proposta di legge n. 469.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse tra i gruppi, il seguito dell'esame degli ulteriori argomenti all'ordine del giorno della seduta odierna è rinviato alla prossima settimana.

Nuova articolazione del vigente calendario dei lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stata stabilita la seguente nuova articolazione dei lavori per le giornate dal 12 al 14 dicembre 2023:

Martedì 12 dicembre (ore 11-16, con votazioni non prima delle ore 13,45)

Esame del disegno di legge S. 912 - Conversione in legge del decreto-legge 18 ottobre 2023, n. 145, recante misure urgenti in materia economica e fiscale, in favore degli enti territoriali, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 17 dicembre 2023)

(ore 11)

Discussione generale.

(a seguire)

Esame e votazione di eventuali questioni pregiudiziali.

(al termine)

Posizione della questione di fiducia (entro le ore 16).

Martedì 12 dicembre (ore 16)

Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre 2023 (dopo l'intervento del Presidente del Consiglio, sarà prevista una sospensione di un'ora per consentire la consegna del testo delle Comunicazioni al Senato).

Mercoledì 13 dicembre

Seguito dell'esame del disegno di legge S. 912 - Conversione in legge del decreto-legge 18 ottobre 2023, n. 145, recante misure urgenti in materia economica e fiscale, in favore degli enti territoriali, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 17 dicembre 2023).

(ore 13)

Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

Mercoledì 13 dicembre (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

Mercoledì 13 dicembre

Seguito dell'esame del disegno di legge S. 912 - Conversione in legge del decreto-legge 18 ottobre 2023, n. 145, recante misure urgenti in materia economica e fiscale, in favore degli enti territoriali, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 17 dicembre 2023).

(ore 16,15)

Votazione per appello nominale sulla questione di fiducia.

(ore 17,15- 20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)

Esame degli ordini del giorno.

Giovedì 14 dicembre (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)

Seguito dell'esame del disegno di legge S. 912 - Conversione in legge del decreto-legge 18 ottobre 2023, n. 145, recante misure urgenti in materia economica e fiscale, in favore degli enti territoriali, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 17 dicembre 2023) (per l'eventuale seguito dell'esame degli ordini del giorno, le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale).

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1342 - Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2022-2023.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 823 - Modifiche al codice penale e altre disposizioni in materia di illeciti agro-alimentari.

Seguito dell'esame delle proposte di legge nn. 712 e 722 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo recante modifica del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità, fatto a Bruxelles il 27 gennaio e l'8 febbraio 2021.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 893 e abbinate - Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale in materia di prescrizione.

Il termine per la presentazione di eventuali questioni pregiudiziali riferite al decreto-legge S. 912 è fissato alle ore 15 di lunedì 11 dicembre, mentre il termine per la presentazione degli ordini del giorno su tale provvedimento è fissato alle ore 16 di martedì 12 dicembre.

Nella seduta di martedì 19 dicembre alle ore 8,30 avrà luogo lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo in merito alle recenti dichiarazioni relative alla magistratura rilasciate alla stampa dal Ministro della difesa.

Al termine dell'informativa urgente, secondo quanto già stabilito dal vigente calendario, si svolgerà il seguito dell'esame del disegno di legge n. 1555.

È stato altresì convenuto che la discussione della relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla domanda di autorizzazione all'utilizzo di captazioni informatiche nei confronti di Cosimo Maria Ferri (deputato all'epoca dei fatti) nell'ambito di un procedimento disciplinare (Doc. IV, n. 1-A) sarà iscritta all'ordine del giorno della seduta di martedì 19 dicembre, al termine dell'esame del disegno di legge n. 1555. La relativa organizzazione dei tempi sarà pubblicata nell'Allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Mercoledì 17 gennaio 2024, alle ore 15, avrà luogo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata con la partecipazione del Presidente del Consiglio dei ministri.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà, per due minuti.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Oggi, 7 dicembre, ricorre purtroppo l'uccisione, la morte di una giovane mamma, donna, Anna Rosa Fontana, che ha lasciato tre figli in tenerissima età. Ho conosciuto Anna Rosa grazie alle parole della sorella Antonella e proprio tramite la sua associazione - Anna Rosa “una di noi” - che fa un'opera di prevenzione e di educazione all'interno delle scuole di ogni ordine e grado. Anna Rosa ha fatto tutto quello che lo Stato chiede di fare: ha denunciato, si è rivolta per chiedere una mano e per essere protetta. Sapeva benissimo che pendeva una condanna a morte sulla sua vita, avendo un compagno estremamente violento e brutale. Però, quella mano non è arrivata, tanto che il suo ex compagno è stato rimesso in libertà, purtroppo, quasi subito, ha continuato a perseguitarla e ha terminato il lavoro che aveva iniziato, uccidendola.

Dal 2013, purtroppo, continuano a morire altre donne, una ogni due giorni dall'inizio dell'anno, è una strage. Tanti passi in avanti sono stati fatti in tema di legislazione a livello punitivo ma manca il tassello più importante, l'educazione, l'insegnamento dell'educazione affettiva e sessuale dai primi banchi di scuola (Applausi). Se non si fa questa rivoluzione culturale, se la politica non capisce l'importanza di educare, non faremo mai un'opera utile per salvare tutte le altre donne che oggi si trovano in pericolo e saremo sempre una di meno (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Presidente, in 25 anni di lavoro nelle agenzie delle Nazioni Unite, spesso anche in missione nei teatri di guerra, non ho mai, mai visto tanti morti civili in così poco tempo, in risposta a un attacco terroristico. Gaza quasi non c'è più. Presidente, senza precedenti. Senza precedenti è il numero di vite umane cadute a Gaza in 2 mesi di conflitto. Parliamo di 16.000 persone, tra cui 6.387 bambini, 4.257 donne, il 70 per cento e oltre dei morti, un numero più alto di quello che, in 2 anni, si è avuto nella guerra in Ucraina.

Senza precedenti è lo spostamento forzato di 1.800.000 persone, circa l'80 per cento dell'intera popolazione di Gaza, senza che ci sia un luogo sicuro verso cui potersi dirigere. Queste persone - più di un milione - hanno cercato rifugio e protezione nelle strutture gestite dall'UNRWA all'interno della Striscia di Gaza.

Senza precedenti è una popolazione che viene bombardata senza la possibilità di fuggire altrove, al di fuori della Striscia. Presidente, è come se si trattasse di una trappola, capisce? Topi in una trappola e, invece, sono degli esseri umani. Senza precedenti, in tempi contemporanei, è l'assedio di una popolazione a cui viene negato l'apporto di derrate alimentari, acqua potabile, medicine e materiale sanitario.

È anche senza precedenti il fatto che Israele vieti l'accesso dei media internazionali nella Striscia di Gaza, è senza precedenti il fatto che Israele vieti ai vertici delle Nazioni Unite di poter entrare a Gaza ed è senza precedenti il numero di operatori umanitari delle Nazioni Unite caduti nel conflitto. Vede, questo è il più alto numero di persone, 112 miei ex colleghi uccisi in un conflitto, in un lasso di tempo così ristretto. Non c'è traccia che questo sia mai accaduto. Ed è anche senza precedenti il numero delle strutture delle Nazioni Unite colpite dai bombardamenti, anche quando adibite a rifugio per la popolazione civile, nonostante le coordinate geografiche siano regolarmente rese note e rammentate all'Esercito israeliano.

Presidente, noi siamo di fronte a gravissimi crimini di guerra. Tra questi, sento il dovere di dire che si tratta di punizione collettiva, si tratta di trasferimento forzato di popolazione, si tratta di privare i civili di beni indispensabili alla loro sopravvivenza, di attacchi intenzionali contro strutture civili, scuole, ospedali.

Mi dia un po' di tempo, Presidente, perché vorrei concludere con un appello al nostro Governo: qualcuno fermi Benjamin Netanyahu, lo faccia, perché questa guerra è devastante non solo per i palestinesi, ma anche per la sicurezza di Israele. Da questo non può che nascere ulteriore odio, che andrà a discapito di tutti noi. Presidente, il terrorismo non si sconfigge uccidendo i civili, ci sono altri metodi.

Allora, io chiedo alla Presidente Meloni, che ha buoni rapporti con Benjamin Netanyahu, di mobilitarsi, di fare tutto il possibile per un cessate il fuoco, di fermare questa carneficina. Gli Stati Uniti hanno deciso anche di non concedere visti ai coloni estremisti che stanno uccidendo i palestinesi in Cisgiordania. La Presidente Meloni chieda all'Unione europea di fare altrettanto, Presidente. E l'Italia collabori con la Corte penale internazionale, che sta indagando sui crimini di guerra commessi da Hamas e dall'Esercito e dal Governo israeliani. Questo penso sia il minimo che si possa chiedere oggi al Governo. Non si può rimanere a guardare (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carmina. Ne ha facoltà.

IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, poco fa la maggioranza si esprimeva con riferimento al made in Italy affermando che è uno stile di vita, e avevano ragione. Abbiamo legiferato sulla professione di guida turistica: il turismo è un'industria strategica per il Paese e contribuisce per il 13-14 per cento alla creazione del PIL. E ciò vale, soprattutto, per il Sud, povero di industrie e di altri tipi di attività, ma ricco di un immenso patrimonio artistico, letterario, paesaggistico ed enogastronomico.

Allora, mi sembra la giusta occasione per sottoporre alla vostra attenzione la notizia di ieri di un accordo sottoscritto dal presidente della regione siciliana e dal presidente e amministratore delegato di EniMed per il progetto “Argo Cassiopea”, che prevede, pensate un po', compensazioni economiche, circa 5 milioni di euro, per le marinerie nissene e agrigentine - sentite un po' - per le interferenze provocate alla pesca da parte delle attività estrattive che si svolgono nel Canale di Sicilia davanti a quelle coste che, se voi non le conoscete - vi invito a visitarle -, sono di una straordinaria bellezza.

Sostanzialmente, invece di prevedere forme di sostegno per le marinerie che agiscono e che svolgono l'attività nel Canale di Sicilia, si danno risorse a fronte del fatto che si impedisce loro di lavorare. Ma questo è un depauperamento per tutti: perdita del pescato significa perdita di sostanze organolettiche. La pesca è un'attività che ha refluenze anche sul turismo, senza considerare i danni all'ambiente e al clima e l'impatto devastante che queste attività di tipo estrattivo per il gas o per il petrolio hanno sugli ecosistemi di cui noi, in Costituzione, prevediamo la tutela.

È molto più avveduto, devo dire, il Presidente della regione di centrodestra, Zaia, e faccio appello al mio presidente della regione siciliana perché non svenda la Sicilia per un piatto di lenticchie. Noi non abbiamo bisogno di poche risorse per le attività dei pescatori; abbiamo bisogno di un sostegno vero alla pesca, di un sostegno vero al Sud e alle attività che si svolgono, perché la Sicilia ha un patrimonio e un potenziale immenso, che finisce sempre per non potersi esprimere grazie a governatori, amministratori e politici che l'hanno sempre svenduta per quattro soldi. Spero che questa maggioranza si ravveda e non consenta questo ulteriore scempio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Signor Presidente, faccio seguito al mio question time di ieri nel quale ho raccontato, rivolgendomi al Ministro competente - che ha detto che ci si è già attivati come Governo - la vicenda relativa a vent'anni di occupazione da parte di una famiglia di pluripregiudicati, con reati anche gravi e gravissimi e con condanne di oltre vent'anni, di un edificio pubblico del Cinquecento. Da vent'anni stanno là dentro e adesso sembra che, finalmente, dopo le denunce di Report e le interrogazioni parlamentari, si cominci a sbloccare qualcosa in questo magma della burocrazia.

Però io oggi, tramite la sua persona, vorrei far sapere al Ministro che, qualche giorno fa, un gruppo di persone, che sempre occupa abusivamente un palazzo comunale, pubblico, ha costruito negli ultimi dieci anni due case - due case! - dentro l'edificio pubblico, al piano terra. Si sono presi gli spazi comuni; non soltanto, hanno cominciato a prendersi tutto il palazzo. Una nonna di 81 anni li ha denunciati. Non li ha denunciati adesso, li ha denunciati in passato, però, adesso che si sono presi altri appartamenti, è rimasta solo lei. Pensate, in questo palazzo, questa signora, la signora Concetta, è l'unica che aveva l'assegnazione regolare ed ha riscattato la casa dove vive: cioè, l'ha comprata dopo trent'anni dal comune. Ebbene, hanno deciso che se ne deve andare e le hanno bruciato l'ingresso della porta di casa, minacciandola ogni giorno. Adesso sono intervenute le Forze dell'ordine, la polizia municipale e la magistratura. Però, tramite la sua persona, vorrei far presente una cosa: al di là delle nuove disposizioni che possiamo approvare, le norme esistono, la signora ha denunciato trenta volte e nessuno è intervenuto finché non siamo andati lì sul posto. Quello che io chiedo, tramite la sua persona, è che la burocrazia non fermi l'intervento immediato delle Forze dell'ordine e della magistratura quando ci troviamo davanti a episodi del genere.

Il paradosso, concludo, è che oggi l'unica persona reclusa è la signora Concetta, perché adesso vanno ogni giorno, tre o quattro volte durante la giornata, a controllare che la signora non venga aggredita dentro casa sua, e non esce più di casa. Questo non credo sia giusto e penso che sia necessario intervenire per tutte le persone nella stessa condizione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Saluto gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto comprensivo statale di Roccadaspide, in provincia di Salerno, che assistono ai nostri lavori dalle tribune. Benvenuti alla Camera dei deputati (Applausi), noi stiamo per concludere i nostri lavori.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Candiani. Ne ha facoltà.

STEFANO CANDIANI (LEGA). La ringrazio, Presidente, ed è proprio un tema relativo alla scuola che voglio portare all'attenzione di quest'Aula. Mi è giunta una missiva, non sono abituato a fare questi interventi di fine seduta, e, se lo faccio, è perché ritengo che ci sia veramente un torto subito. Presidente, negli scorsi giorni, la comunità dell'istituto scolastico superiore Ludovico Geymonat, di Tradate e del comprensivo Galileo Galilei hanno espresso rammarico e costernazione per il modo irrispettoso in cui entrambe le scuole sono state private della dirigente scolastica Adele Olgiati, senza alcun preavviso e senza il minimo riguardo nei confronti della stessa.

Di questa improvvisa, quanto inaudita, decisione sono stati messi al corrente, infatti, soltanto nel pomeriggio del 14 novembre, quando “attraverso il sito dell'ufficio scolastico regionale della Lombardia abbiamo appreso” - scrivono - “che i nostri istituti saranno affidati in reggenza fino al 31 agosto 2024. È assurdo e inconcepibile che di un fatto così importante, destinato a ripercuotersi inevitabilmente sull'attività formativa, oltre che sulle funzioni amministrative o contabili, si possa venire a conoscenza solo tramite un avviso generico pubblicato in rete, senza neanche una comunicazione ufficiale alla singola scuola.

Non è pensabile, né eticamente corretto destituire dall'oggi al domani il dirigente scolastico dal suo incarico, che era stato, fra l'altro, rinnovato il 1° settembre scorso. Ciò dimostra una totale mancanza di rispetto e considerazione…”, firmato gli studenti, le famiglie, gli insegnanti, eccetera.

Questa non è una situazione singola, ho verificato. È successo in parecchi altri istituti, almeno una decina, e mi risulta che siano più o meno una ventina i dirigenti scolastici in questione, ed è una circostanza di cattiva gestione, a mio avviso, del buonsenso che occorrerebbe nell'amministrazione pubblica. Una mancata registrazione da parte della Corte dei conti del contratto rinnovato è stata poi presa dall'ufficio scolastico regionale come una decisione di troncare immediatamente il rapporto di lavoro in essere. Il risultato è quello che in questo caso, come nel caso degli altri dirigenti di cui ho parlato, gli istituti sono rimasti senza la loro dirigenza. Stiamo parlando di parecchie centinaia, in questo caso superano le mille unità. È evidente che occorra buonsenso - mi sono già appellato, in questo caso, anche gli uffici del Ministero dell'Istruzione - da parte di tutti, da parte, ovviamente, di chi deve far quadrare i conti, da parte di chi deve fare rispettare le leggi, da parte di chi si deve porre la domanda se la soluzione che viene applicata, troncare il rapporto, crei minore o maggiore disagio rispetto al mantenere in servizio fino alla fine dell'anno scolastico i dirigenti a cui era stato assegnato il servizio solo poche settimane prima. Su questo, ovviamente, presenteremo un'interrogazione.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 12 dicembre 2023 - Ore 11:

(ore 11, con votazioni non prima delle ore 13,45)

1. Discussione del disegno di legge:

S. 912 - Conversione in legge del decreto-legge 18 ottobre 2023, n. 145, recante misure urgenti in materia economica e fiscale, in favore degli enti territoriali, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili (ove trasmesso dal Senato).

(ore 16)

2. Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri in vista della riunione del Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre 2023

La seduta termina alle 13,20.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: LUCA SQUERI (A.C. 1556​ E ABB.)

LUCA SQUERI (FI-PPE). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1556​ e abb.). Onorevoli colleghi! Con le disposizioni al nostro esame, l'Italia si allinea alla normativa dell'Unione europea, conformando le prestazioni professionali di chi svolge la professione di guida turistica, alla direttiva servizi, la cosiddetta Bolkestein.

L'approvazione di queste norme è legata al Piano di ripresa e resilienza italiano, in quanto è una delle riforme da centrare entro la fine del 2023 e il Governo Meloni ha inserito questa riforma tra i collegati alla Manovra economica.

Nel PNRR, i progetti d'investimento in materia di turismo sono enunciati nella Componente C3 della Missione 1, "Turismo e cultura", in particolare, nell'ambito di intervento 3.4 "Turismo 4.0" sono assegnati complessivi 2,4 miliardi di euro di risorse e nell'ambito dell'intervento 3.2 “Rigenerazione dei siti culturali” 2,73 miliardi di euro di risorse. Parti rilevanti di queste risorse sono destinate alla digitalizzazione dei servizi turistici e alla strategia digitale per il patrimonio culturale.

Le nuove norme si adeguano alle disposizioni dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato e agli indirizzi desumibili da alcune sentenze del Consiglio di Stato.

La indagine svolta nel 2016 dall' Istituto Nazionale Ricerche Turistiche (ISNART) per Confguide ci parla di una platea cui sarà applicata questa legge, composta da oltre 17.000 soggetti, individuati tramite gli elenchi ufficiali disponibili online presso i siti istituzionali delle Regioni e Province italiane, ma è del tutto probabile che oggi il loro numero superi le 20.000 unità.

Nel primo Forum internazionale del turismo tenutosi alla fine di novembre a Baveno sul lago maggiore, il Ministro ha diffuso dati confortanti: l'industria turistica italiana incide sul PIL nazionale per il 13% e vi contribuisce per 255 miliardi di euro e 2,7 milioni di posti di lavoro, pari all'11% degli occupati.

Dal conto satellite del turismo, pubblicato ogni anno dall'ISTAT, si rilevano le connessioni di questo con gli altri comparti economici, dai trasporti all'agroalimentare, dalla cultura allo sport, dal turismo religioso a quello congressuale, al termale, all'esperienziale, senza dimenticare i grandi eventi come le Ryder Cup, le ATP finals e il Giubileo del 2025.

E senza dimenticare i piccoli eventi, come il turismo delle radici o quello del wedding, con decine di migliaia di matrimoni che gli stranieri ogni anno vengono a celebrare nelle nostre prestigiose location.

È evidente che la variabile turismo è quindi molto importante e fondamentale per l'intera economia italiana e in quest'ambito il turismo culturale, con le visite guidate alle città o ai luoghi d'arte, riveste un ruolo fondamentale. Ed è qui che entra in gioco l'attività delle guide turistiche, le quali fino ad oggi hanno pagato la frammentazione dalla competenza concorrente sul turismo tra Stato e Regioni.

Questo provvedimento finalmente stabilisce un unico standard, un'unica normativa nazionale, che si pone sopra le disposizioni regionali in tema. Per esercitare la professione di guida turistica innanzitutto è previsto un esame di abilitazione, che ogni anno vedrà accedere alla professione nuove figure professionali che si aggiungeranno a quelle che già operano in Italia.

Oltre a regolamentare il lavoro della guida turistica italiana, viene normata anche la professione di chi, avendo una qualifica ottenuta all'estero, voglia esercitare la sua professione sul nostro territorio.

Per esercitare la professione di guida turistica, sarà altresì necessario avere la copertura assicurativa a garanzia della responsabilità civile e professionale e iscriversi a un elenco nazionale di professionisti su una piattaforma informatica che verrà costituita il prossimo anno.

Infine, a ciascun professionista autorizzato verrà rilasciato un apposito tesserino dal Ministero del turismo, che da libero accesso ai luoghi della cultura e che contribuirà a marginalizzare gli abusivi.

Come tutti i professionisti, le guide turistiche potranno operare nei limiti della legge, con controlli e garanzie per i clienti che richiedono le loro prestazioni.

Quanto ai livelli di conoscenza delle lingue è stata aggiunta una seconda lingua, seppur con un livello B2, con la previsione quindi di migliorare la media attuale delle competenze linguistiche.

Sono previsti ogni tre anni corsi di specializzazione e di aggiornamento della professione, tematici e territoriali, anche con riferimento alla necessità di acquisire le competenze informatiche necessarie per destreggiarsi nella digitalizzazione dei servizi turistici.

Viene attribuito finalmente uno specifico codice Ateco della professione di guida turistica.

Insomma, creiamo una professione vera e propria, che richiede appunto adeguata competenza e preparazione, standard qualitativi elevati e costante aggiornamento professionale.

Questa professione ha una natura prima di tutto intellettuale e culturale, necessaria per illustrare il valore dei beni che fanno parte del patrimonio storico, culturale, religioso, architettonico e artistico italiano.

Questo aspetto professionale prevalente si deve al nostro enorme patrimonio artistico. Nel 2020 si contavano 4.260 musei e istituti similari aperti, 3.337 musei chiusi, 295 aree archeologiche, 633 monumenti o complessi monumentali. I Comuni italiani che ospitano almeno una struttura a carattere museale sono quasi 2.400.

Oltre a questo sono presenti migliaia di luoghi di culto, borghi medievali, palazzi e residenze di interesse storico disseminati su tutto il territorio nazionale e il maggior numero di siti UNESCO inclusi nella lista del patrimonio dell'umanità.

Ma è importante anche il tema paesaggistico, produttivo ed enogastronomico, proprio di ciascun territorio, di cui la guida si rende interprete.

Il provvedimento al nostro esame getta le basi per lo sviluppo professionale ad esempio nel settore enogastronomico, se consideriamo che 20 milioni di europei e 9 milioni di italiani ogni anno raggiungono o si muovono in Italia per apprezzare i vini, le specialità alimentari e la cucina italiana.

Ma non dimentichiamo la necessità di avere guide specializzate, con competenze tecniche, ma anche storico-paesaggistiche, per i trekkers e i bikers che si avventurano tra le nostre montagne o esperti locali che guidino coloro che intendono visitare le migliaia di borghi caratteristici che costellano il nostro Paese.

Correttamente è stato osservato che la creazione di uno standard nazionale comporta il rischio che la guida operi in un territorio diverso dal suo, mentre sarebbe necessario avere gente formata e specifica sul territorio. Dall'indagine ISNART sopra citata, si rileva che solo il 4% delle guide opera a livello nazionale.

Tuttavia crediamo che il compromesso raggiunto tra lo standard nazionale e la specificità locale, territoriale e anche tematica, siano ciò che ci consente di elevare il servizio e di non infrangere nessuna delle normative europee o nazionali. Sarà evidentemente il mercato a fare la selezione tra chi è competente e chi non lo è.

Infine particolare attenzione è stata posta al requisito dell'occasionalità. Non si tratta di una scappatoia che consente l'esercizio saltuario della professione di guida, senza dover sottostare ai relativi obblighi: ciò che è stato garantito riguarda le aperture straordinarie, organizzate da persone giuridiche ed enti del terzo settore, di siti che non appartengono al circuito dei luoghi di cultura, per le visite svolte senza l'ausilio di guide turistiche, per le quali sia esclusa qualsiasi forma di pagamento.

Per fare un esempio, le Giornate nelle quali il Fondo ambiente italiano (FAI) ci consente di visitare luoghi altrimenti chiusi al pubblico. Ebbene, queste giornate potranno oggi essere autorizzate semplicemente presentando una richiesta trenta giorni prima al Ministero del turismo.

Dunque approviamo un provvedimento importante, che ci mette al passo con la legislazione UE, ma che principalmente intende incrementare la capacità di attrazione turistica dell'Italia.

La guida turistica può diventare il più efficace biglietto da visita per il nostro turismo, la migliore campagna pubblicitaria per il turista che ha passato una vacanza in Italia, che tornerà a casa consapevole di ciò che ha visto e appreso visitando quel grande museo a cielo aperto che è il nostro Paese.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 il deputato Giovine ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 13 la deputata Ambrosi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 25 la deputata Piccolotti ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 30 il deputato De Maria ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 1341-A - VOTO FINALE 239 236 3 119 133 103 81 Appr.
2 Nominale DDL 1556 E ABB - EM. 1.1 236 233 3 117 102 131 81 Resp.
3 Nominale ARTICOLO 1 234 142 92 72 142 0 81 Appr.
4 Nominale EM 2.1 239 186 53 94 54 132 81 Resp.
5 Nominale EM 2.2 236 164 72 83 34 130 81 Resp.
6 Nominale EM 2.3 239 227 12 114 88 139 81 Resp.
7 Nominale EM 2.4 241 235 6 118 99 136 81 Resp.
8 Nominale ARTICOLO 2 241 147 94 74 146 1 81 Appr.
9 Nominale EM 3.1, 3.2 239 232 7 117 102 130 81 Resp.
10 Nominale ARTICOLO 3 241 150 91 76 149 1 81 Appr.
11 Nominale EM 4.1 242 182 60 92 41 141 81 Resp.
12 Nominale EM 4.2 243 241 2 121 106 135 81 Resp.
13 Nominale EM 4.3 242 240 2 121 103 137 81 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale EM 4.4 243 147 96 74 11 136 81 Resp.
15 Nominale EM 4.5 243 234 9 118 98 136 81 Resp.
16 Nominale ARTICOLO 4 244 149 95 75 145 4 81 Appr.
17 Nominale EM 5.1 240 238 2 120 105 133 81 Resp.
18 Nominale EM 5.2 239 181 58 91 47 134 81 Resp.
19 Nominale EM 5.3 242 175 67 88 38 137 81 Resp.
20 Nominale ARTICOLO 5 243 148 95 75 147 1 81 Appr.
21 Nominale EM 6.1 244 239 5 120 104 135 81 Resp.
22 Nominale EM 6.2 245 182 63 92 39 143 81 Resp.
23 Nominale ARTICOLO 6 245 147 98 74 147 0 81 Appr.
24 Nominale EM 7.1 244 241 3 121 36 205 81 Resp.
25 Nominale EM 7.2 243 239 4 120 40 199 81 Resp.
26 Nominale EM 7.3 244 241 3 121 105 136 81 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale ARTICOLO 7 234 142 92 72 142 0 81 Appr.
28 Nominale EM 8.1 238 229 9 115 96 133 81 Resp.
29 Nominale ARTICOLO 8 235 146 89 74 143 3 81 Appr.
30 Nominale ARTICOLO 9 239 147 92 74 147 0 81 Appr.
31 Nominale EM 10.1 240 233 7 117 93 140 81 Resp.
32 Nominale ARTICOLO 10 241 151 90 76 150 1 81 Appr.
33 Nominale EM 11.1 240 233 7 117 4 229 81 Resp.
34 Nominale EM 11.2 239 236 3 119 102 134 81 Resp.
35 Nominale ARTICOLO 11 240 143 97 72 141 2 81 Appr.
36 Nominale ARTICOLO 12 241 144 97 73 143 1 81 Appr.
37 Nominale EM 13.1 238 174 64 88 39 135 81 Resp.
38 Nominale ARTICOLO 13.2 239 230 9 116 97 133 81 Resp.
39 Nominale ARTICOLO 13 239 147 92 74 143 4 81 Appr.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 44)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale ARTICOLO 14 238 141 97 71 141 0 81 Appr.
41 Nominale ARTICOLO 15 239 142 97 72 142 0 81 Appr.
42 Nominale ODG 9/1556/1 229 221 8 111 97 124 80 Resp.
43 Nominale ODG 9/1556/2 230 189 41 95 3 186 80 Resp.
44 Nominale DDL 1556 E ABB - VOTO FINALE 219 139 80 70 139 0 79 Appr.