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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 201 di giovedì 23 novembre 2023

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FABRIZIO CECCHETTI , Segretario, legge il processo verbale della seduta del 21 novembre 2023.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 89, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,35).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10.

La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 10.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 899 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 settembre 2023, n. 132, recante disposizioni urgenti in materia di proroga di termini normativi e versamenti fiscali (Approvato dal Senato) (A.C. 1551​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1551: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 settembre 2023, n. 132, recante disposizioni urgenti in materia di proroga di termini normativi e versamenti fiscali.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1551​)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno.

Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo respinto l'ordine del giorno n. 9/1551/53 Ubaldo Pagano e che risulta accantonato l'ordine del giorno n. 9/1551/35 Zan.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1551/54 Orlando, sul quale vi è un parere favorevole, ove riformulato. Il deputato Orlando accoglie la riformulazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1551/55 Bonafe' c'è un parere favorevole con riformulazione. Deputata Bonafe', accoglie la riformulazione?

SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Sì, Presidente, accolgo la riformulazione, però chiedo che l'ordine del giorno riformulato venga messo in votazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Giorgianni. Ne ha facoltà.

CARMEN LETIZIA GIORGIANNI (FDI). Presidente, vorrei anche anch'io sottoscrivere quest'ordine del giorno. Sono felice che l'orientamento del Governo sia quello di velocizzare le pratiche di rimborsabilità.

PRESIDENTE. Colleghi, mettiamoci in ordine. Prego, prosegua.

CARMEN LETIZIA GIORGIANNI (FDI). Dicevo, Presidente, che sono felice che il Governo abbia in qualche maniera accolto l'indicazione di velocizzare le pratiche di rimborsabilità di Enhertu che - come sappiamo - è un farmaco che riduce, fino al 33 per cento, la possibilità di morte di queste donne. È un farmaco assolutamente fondamentale per la cura di questi tumori.

Aggiungo solo due piccolissimi dettagli perché è quasi da tre mesi, come dall'illustrazione, che il Comitato prezzi Aifa, chiamato a definire il prezzo e la rimborsabilità, tarda a pronunciarsi, eppure la direttiva di definizione per l'anno 2023 degli indirizzi e delle priorità di Aifa, ai punti 2 e 3, è molto chiara sui tempi e sull'importanza di farmaci innovativi e, ad oggi, è stata ampiamente disattesa. Anche il decreto Balduzzi prevede un iter di approvazione ridotto a 100 giorni per farmaci di eccezionale rilevanza terapeutica e sociale e, in casi come quello di Enhertu, ai fini della rimborsabilità da parte del Sistema sanitario nazionale, Aifa è tenuta a valutare tali farmaci in via prioritaria, dando agli stessi precedenza rispetto ad altri procedimenti pendenti. Avevo anche presentato un'interrogazione in Commissione affari sociali, alla quale aveva risposto anche il Sottosegretario Gemmato.

L'ultimo dato che aggiungo è che sembrerebbe che a San Marino il farmaco sia già rimborsabile e molte donne sono costrette ad andare lì a curarsi, quindi è assolutamente importante accelerare l'iter perché la vita di queste donne è più importante di qualsiasi negoziazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Quindi, riassumendo, lei chiede di poter sottoscrivere l'ordine del giorno a prima firma Bonafe' e ha svolto una dichiarazione di voto a favore? È corretto? Sì.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Malavasi. Ne ha facoltà.

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Innanzitutto, siamo contenti della sottoscrizione da parte della collega - lo dico anche a nome della collega Bonafe'- perché crediamo che questo sia un tema importante. Condivido molto le riflessioni che la collega ha fatto, nel senso che c'è un tema di priorità su cui dobbiamo insistere. È vero che questo farmaco HER2+ è stato approvato nel 2022 dall'Agenzia europea e l'iter della rimborsabilità è terminato in Italia nel 2023. Ovviamente, per quanto riguarda invece HER2Low, l'approvazione è stata fatta solo nel febbraio 2023 all'interno dell'Agenzia europea e quindi l'iter della rimborsabilità non è ancora concluso: siamo alla fase di negoziazione del prezzo e auspichiamo quindi che venga chiusa entro l'anno, visto che poi Aifa è sottoposta a tutta una serie di riforme, che speriamo non vadano ad allungare ulteriormente questa che è un'urgenza. Lo dico perché i farmaci sono tutti importanti, ma è chiaro che qui parliamo di un farmaco che può salvare la vita delle persone e può cambiare decisamente la qualità e anche la durata della vita. Crediamo davvero che sia una priorità e, quindi, ci fa piacere questa sottoscrizione. Invitiamo davvero il Governo a fare la propria parte, per quanto di competenza, per accorciare questo processo e permettere alle donne di fruire di questo farmaco così importante (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1551/55 Bonafe', nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Sull'ordine del giorno n. 9/1551/56 Fossi c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Deputato Fossi, la accoglie?

EMILIANO FOSSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non accolgo la riformulazione e chiedo che l'ordine del giorno sia messo in votazione. Quest'ordine del giorno ha un oggetto molto chiaro, cioè mira a procedere all'immediata sospensione delle scadenze fiscali, contabili e contributive per le zone che sono state colpite dall'evento alluvionale di circa 15 giorni fa in Toscana. Questa richiesta è stata fatta dagli enti locali colpiti e dalle associazioni di categoria: è una proposta di buon senso…

PRESIDENTE. Chiedo scusa se la interrompo, ma chi presiede non ha capito se non accoglie o accoglie la riformulazione.

EMILIANO FOSSI (PD-IDP). Non accolgo e chiedo che l'ordine del giorno sia messo in votazione.

PRESIDENTE. Va bene. Prosegua.

EMILIANO FOSSI (PD-IDP). …anche perché la riformulazione è troppo evasiva e generica, invece c'è bisogno di risposte concrete e immediate. Noi, nell'ordine del giorno a mia prima firma, proponiamo anche un possibile spazio contenitore dove inserire questo tipo di provvedimento. Per quanto riguarda il Governo è in discussione al Senato - è calendarizzato la settimana prossima, naturalmente è una proposta - il DL Anticipi e quello potrebbe essere il contesto nel quale introdurre un provvedimento di questo tipo. Questa è la richiesta che facciamo: è una richiesta - ripeto - di buon senso, una richiesta assolutamente necessaria per quelle realtà, per quelle popolazioni e per quelle imprese colpite dall'evento alluvionale. Se andate sul sito web di un importante quotidiano nazionale, che ha una risonanza importante in Toscana, La Nazione, vedrete un video con un imprenditore locale che, di fronte al bravissimo sindaco, Simone Calamai, di Montemurlo, un comune della provincia di Prato, piange e si lascia andare a un grido di dolore, dicendo appunto: “Ci stiamo rimboccando le maniche, stiamo spendendo soldi nostri per ripartire. Non lasciateci soli, come istituzioni”.

Naturalmente è un grido di dolore rivolto al sindaco che è lì in prima linea, che è lì a metterci la faccia, che è lì ad abbracciarlo e a farlo sentire prossimo nel suo dolore. Quel grido di dolore non facciamolo diventare rassegnazione e, quindi, diamo segnali conseguenti. Per questo, non possiamo accettare questa riformulazione e chiediamo di porre in votazione l'ordine del giorno a meno che non vi siano ulteriori ripensamenti da parte del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Signor Presidente, ringrazio i presentatori di quest'ordine del giorno perché portano all'attenzione dell'Aula un problema serio e reale. Ringrazio il Governo per la disponibilità alla riformulazione e, quindi, ad accogliere l'ordine del giorno riformulato in modo corretto. Mi prendo pochi secondi per entrare nello specifico. Ci sono scadenze, alcune fiscali e alcune contributive, che le aziende colpite dall'alluvione, fisicamente, non possono pagare in tempo. È un problema non soltanto di quelle aziende, ma di tutta una filiera, perché spesso sono fornitori anche di grandi aziende, di grandi marchi della moda o anche piccoli marchi, ma si rischia di bloccare una filiera. Il problema è reale e il Governo sta cercando soluzioni, ma c'è un problema molto concreto. Così com'è stata perimetrata inizialmente la richiesta al Governo da parte della regione Toscana, si tratta di 1,8 miliardi: 800 milioni contributivi e 1 miliardo di rinvii fiscali. Essendo a dicembre, c'è un problema oggettivo di cassa. In queste condizioni, 1,8 miliardi significano mettere in crisi le casse dello Stato, non è un problema di bilancio - la disponibilità e la volontà del Governo c'è -, ma un problema oggettivo di cassa.

Allora, il Governo, in collaborazione con la regione Toscana, nello specifico l'assessore Monni, si sta impegnando particolarmente, stanno cercando di riperimetrare le zone colpite perché - esempio concreto, io che abito a Prato - a Mezzana non c'era nemmeno una pozzanghera la mattina dopo, mentre in altre zone di Prato sono rovinati. Campi Bisenzio, per esempio, che il presentatore conosce bene, è uno dei comuni più colpiti dall'alluvione, ma il territorio di Campi Bisenzio è coinvolto - se non sbaglio, mi può smentire - sotto il 70 per cento come estensione ed è tra i territori più colpiti. Pertanto, prevedere il rinvio per tutte le province coinvolte vuol dire andare a incidere sulla cassa dello Stato in modo inadeguato, ma incidere anche sulle aziende colpite, perché andremmo a prevedere il rinvio anche per aziende che non hanno avuto alcun danno, mettendo in difficoltà il sistema. Vista, quindi, la buona collaborazione istituzionale che c'è, in questo momento, tra Governo e regione per trovare una soluzione urgente per queste aziende, mi permetto di dire - ai presentatori dell'ordine del giorno - che è più utile un ordine del giorno, magari messo in votazione, ma approvato all'unanimità dall'Aula, che stimola il Governo e la regione Toscana a trovare una soluzione per queste aziende, che un ordine del giorno bocciato per fare una polemica politica, ma che non stimola le istituzioni a trovare una soluzione. Il mio appello ai presentatori, oltre al ringraziamento, è quello di accettare la riformulazione per dare la possibilità a queste aziende di fidarsi delle istituzioni, e alle istituzioni, Governo e regione Toscana, di trovare insieme la soluzione perché a portata di mano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Furfaro. Ne ha facoltà.

MARCO FURFARO (PD-IDP). Grazie Presidente, abbiamo ascoltato con attenzione le parole del collega Donzelli e siccome abbiamo vissuto tutti sulla nostra pelle quello che è accaduto in quei giorni terribili e che sta accadendo tuttora, non ci sottraiamo all'appello di lavorare insieme e di collaborare. Però, tramite la Presidenza, vorrei spiegare all'onorevole Donzelli che l'unico modo per collaborare oggi è provare ad approvare quest'ordine del giorno congiuntamente perché Donzelli, lo dico tramite il Presidente, e lo dico anche alle forze di destra, capisco benissimo persino l'appunto sui 1,8 miliardi sulle casse dello Stato, quello che, probabilmente, sfugge a lei e a chi ha fatto questa valutazione, forse perché magari conosce poco il territorio in cui vive e abita, è che questo non riguarda semplicemente le imprese alluvionate. Solo nella mia zona, il distretto pratese, sono 120 le aziende alluvionate, quelle coinvolte direttamente. Ma come immagino saprà anche l'onorevole Donzelli, lo dico tramite la Presidenza, si tratta di distretti che hanno bisogno di certezze immediate in quanto eccellenze mondiali che lavorano nel campo della moda. Non solo, quei distretti hanno delle peculiarità: le aziende si tengono le une con le altre, se un'azienda fallisce e non riesce a pagare ora i tributi e va in difficoltà, non fallisce e va in difficoltà solo quell'azienda, va in difficoltà tutta la filiera collegata a quell'azienda. Questo significa che ci rimette tutta la comunità.

Sui soldi che non volete dare per un elemento di cassa, fino a poco tempo fa il Donzelli che conoscevo avrebbe incendiato metaforicamente l'Aula; oggi, invece, parla come se fossimo ai tempi dell'austerity, e non si possono prendere un po' di soldi da dare agli alluvionati.

Tralascio il fatto che siamo molto preoccupati, perché le stesse promesse le avevate fatte per l'Emilia-Romagna e quegli alluvionati sono ancora lì, dopo sei mesi, ad aspettare quei soldi. Ma non è il tempo delle polemiche, oggi è il tempo del “qui e ora”, di aiutare la nostra gente, di dargli risposte e qui dentro c'è una dicitura molto precisa ed è “impegnare il Governo ad inserire, nel primo provvedimento utile, la sospensione”. Per questo motivo non si può valutare l'opportunità, non si può raccomandare, ci si raccomanda a Dio, non al Governo. Le persone alluvionate hanno bisogno di risposte ora (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo «Perri Pitagora» di Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro, che sono qui ad assistere ai nostri lavori. Gli facciamo i nostri auguri di rito (Applausi). Ha chiesto di parlare il deputato Barabotti. Ne ha facoltà.

ANDREA BARABOTTI (LEGA). Signor Presidente, io credo che il centrodestra abbia rivolto al Partito Democratico un appello di buon senso dovuto alla volontà vera di lavorare insieme su un tema che sta a cuore a tutti gli italiani. Mi sorprende che la riformulazione proposta dal Governo non sia accolta dal deputato Fossi perché, all'interno dell'atto di indirizzo in discussione, si dà conto di quella che è stata l'interlocuzione fra regione e Governo, si dà conto, quindi, della riperimetrazione che sta avendo luogo, di concerto fra commissario per l'emergenza e Dipartimento della Protezione civile e Governo. Si dice proprio che, all'esito di tale istruttoria, in una nota ufficiale, il 16 novembre Palazzo Chigi ha precisato che si rende necessario completare l'elenco dei comuni interessati, in presenza di una riserva della regione di indicarne altri. La rimessione in termini per gli adempimenti fiscali e contributivi sarà inserita nel primo provvedimento utile. Il Governo si è già, quindi, ufficialmente impegnato, all'esito di tale istruttoria, a sospendere i termini dopo che le nostre istituzioni avranno contezza delle province e dei comuni coinvolti. Non capisco per quale motivo si debba continuare, come abbiamo visto anche qualche giorno fa, a strumentalizzare questo tema per fare polemica politica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata La Porta. Ne ha facoltà.

CHIARA LA PORTA (FDI). Signor Presidente, mi duole dover intervenire di nuovo su questo argomento e mi duole soprattutto che ci sia un ennesimo tentativo di far polemica politica su un provvedimento che il nostro territorio aspetta, un'azione che le nostre aziende stanno aspettando e che le associazioni di categoria ci stanno stimolando ad affrontare. Voglio solamente sottolineare che, certo, siamo pienamente consapevoli della filiera, ma proprio per questo è importante, fondamentale perimetrare le aziende colpite e intervenire su quelle, perché se il nostro sistema di filiere è concatenante allora è proprio sulle aziende in difficoltà che si devono destinare le risorse, per farle ripartire e per non fare subire conseguenze ad altri soggetti.

È stato detto che si sta provvedendo a intervenire, che c'è collaborazione fra il Governo e la regione. Chiediamo, proprio per questo motivo, che ci sia un'istruttoria più precisa e più puntuale sugli interventi e ci dispiace che ci sia questa chiusura. Noi, comunque, continueremo a lavorare affinché si possa intervenire e dare risposte al territorio, perché questo è quello che ci interessa, ossia far ripartire il nostro distretto, far ripartire il nostro territorio e non far fermare il meraviglioso territorio che rappresentiamo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gianassi. Ne ha facoltà.

FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io trovo paradossale che i parlamentari toscani della destra stiano chiedendo ai parlamentari toscani del Partito Democratico di rivedere la richiesta che abbiamo presentato in quest'Aula, richiesta che confermiamo, rivolta al Governo di intervenire subito per sospendere i carichi pendenti sui cittadini toscani alluvionati, anziché rivolgere al Governo, che loro sostengono, la richiesta di accogliere quest'ordine del giorno, che chiede di dare immediato sostegno alle popolazioni toscane alluvionate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Il Parlamento deve decidere se esprimere una valutazione politica rivolta al Governo e la nostra valutazione è che il Parlamento deve chiedere al Governo di intervenire subito a sostegno delle popolazioni alluvionate e ci sembra incredibile che la destra non si associ alla nostra richiesta proponendoci, invece, di accogliere una riformulazione con la dicitura introduttiva: “al fine di valutare l'opportunità di” che, da quanto ha spiegato l'onorevole Donzelli, non è una riformulazione semantica, ma è dovuta al fatto che il Governo ritiene di non avere risorse per intervenire. Il Governo le trovi, come le trova per il ponte o per altre opere che non sono necessarie, e lo faccia subito, a sostegno dei toscani, che non possono aspettare ancora (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Mi sembra giusto intervenire nel rispetto dei deputati di opposizione, ma anche di quelli di maggioranza, soprattutto del territorio toscano, per chiarire che davvero in questo caso la riformulazione indica una concentrazione di impegno massimo del Governo rispetto al reperimento delle risorse, con la ricognizione di esse per procedere verso un provvedimento ad hoc che vada in questa direzione auspicata.

Quindi, io chiaramente rivolgo nuovamente l'invito all'onorevole Fossi di scrivere una bella pagina oggi e di non dividerci su questi temi, rassicurandolo sul massimo impegno del Governo nella direzione da lei auspicata, onorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ziello. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie, Presidente. Anzitutto, ringrazio la Sottosegretaria Siracusano, per aver specificato che il Governo sul tema del sostegno alla Toscana è più che favorevole. Lo ha dimostrato tempestivamente stanziando i primi 5 milioni per il disbrigo degli affari più immediati e correnti; lo ha confermato poi quando il Ministro degli Affari esteri si è recato nel distretto industriale pratese, mettendo a disposizione 100 milioni a fondo perduto per le aziende.

Per cui, non è necessario un ordine del giorno - per suo tramite, Presidente, lo voglio ricordare a me stesso e anche alle colleghe e ai colleghi del Partito Democratico -, che non serve a niente, perché non ha alcuna efficacia da un punto di vista legislativo, ma solo per innescare una polemica in Toscana, per andare ad aizzare gli animi della nostra popolazione in ginocchio, piegata dall'emergenza. Ciò è veramente disgustoso (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), non soltanto per la Toscana, ma per l'intera Nazione, perché si dà un messaggio devastante che, per cercare quasi di racimolare qualche voto in più, si fa una polemica strumentale su un ordine del giorno sul quale non c'è stato un parere contrario da parte del Governo, ma c'è stato un parere favorevole con una riformulazione. Dunque, con un parere favorevole con riformulazione ci andate a dire che il Governo non sarebbe favorevole ad aiutare una popolazione in ginocchio? Se fosse così, non ci sarebbe stata neanche la proclamazione dello stato di emergenza. Nel prossimo provvedimento utile, esattamente com'è successo per l'Emilia-Romagna, ci saranno tutte quelle misure, all'interno di un pacchetto, per rialzare il nostro territorio toscano colpito.

Per cui, per favore, evitiamo di dividerci su una disgrazia come questa e lavoriamo, da un punto di vista istituzionale, per il bene dei nostri territori (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fabrizio Rossi. Ne ha facoltà.

FABRIZIO ROSSI (FDI). Grazie, Presidente. Io credo che con l'ultimo intervento del Partito Democratico si perda davvero una grande occasione. Il Sottosegretario ha specificato davvero le intenzioni del Governo, quindi ponendo questa mano verso l'ordine del giorno, che - ripeto - è soltanto un ordine del giorno. Il Governo sta già lavorando e l'ha già dimostrato, perché 5 milioni sono stati subito messi a disposizione. Ora stiamo aspettando dal governatore Giani, nonché commissario della regione Toscana, un conto credibile, un conto non approssimativo, ma un conto vero dei danni che ci sono stati, soprattutto nelle zone di Prato e di Campi Bisenzio.

Quindi, non si capisce perché si continua a fare polemica. Cioè, non si comprende davvero perché questa sinistra preferisce la polemica anche su un ordine del giorno. Diciamo la verità: forse, allora, dobbiamo girare un po' la frittata, dobbiamo dire chiaramente che anche il commissario non ha fatto il suo lavoro, dobbiamo dire chiaramente che ancora questo conteggio non c'è, dobbiamo dire chiaramente che la sinistra preferisce la strumentalizzazione politica rispetto alle cose che devono essere fatte su quel territorio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Simiani. Ne ha facoltà.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo anch'io in questo dibattito che, secondo me, è veramente paradossale. Noi, Presidente, non siamo disgustosi. Noi, in questo momento, facciamo l'interesse delle aziende e dei cittadini toscani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) e lo dico con rispetto verso il Governo e verso tutti noi. Proprio stamani guardavo la rassegna stampa e i video di tantissimi imprenditori che oggi hanno bisogno di risorse per poter ripartire. Per questo è utile, da subito, fare un provvedimento che sia legato all'alluvione in Toscana, una sorta di Alluvione 2, che è indicato da subito attraverso quest'ordine del giorno, perché nella discussione che abbiamo fatto in occasione del decreto Alluvione in Commissione ambiente noi abbiamo assistito a una tiritera, una discussione sgradevole nell'ambito dei conti e dei numeri, in cui si è detto più volte che non ci sono 8,5 miliardi di danni, che sono di meno o che sono di più. Oggi si sono rilevati, ma, ad oggi, la regione Emilia-Romagna ha visto neanche il 10 per cento di quello che le spetta.

Ora in Toscana c'è la stessa situazione. Noi vorremmo solamente che si decidesse, attraverso quest'ordine del giorno, di dare risorse minime, perché con 5 milioni non si compra neanche la benzina per i mezzi, Presidente. Ma di che si parla? Per questo diamo una scossa, in questo caso insieme, al Governo, cercando di trovare le risorse e troverete il Partito Democratico al lavoro con voi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Sottosegretaria Siracusano, vuole aggiungere qualcosa, prima degli altri interventi? Vediamo se c'è un'ipotesi risolutiva.

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Voglio offrire un'altra opportunità di condivisione di questa esigenza, che vi assicuro che è comune, proponendo un'altra riformulazione che elimina le parole: “ad inserire nel primo provvedimento utile” e aggiunge le parole: “a prevedere”. Quindi, togliendo le parole: “a valutare l'opportunità di” e mantenendo le parole: “nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”. Quindi: “a prevedere la sospensione dei termini”, proseguendo, poi, con il resto dell'impegno, e “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Quindi toglieremmo la formula: “a valutare l'opportunità di”, cosa che rafforza ulteriormente l'impegno del Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Deputato Fossi, accetta questa riformulazione? Prima di passare agli altri interventi, penso sia importante recepire il suo giudizio.

EMILIANO FOSSI (PD-IDP). Presidente, ringrazio per il suo tramite la Sottosegretaria per lo sforzo e la riflessione, nonostante il dibattito che si è animato, anche abbastanza peculiare e particolare. Insomma, ho sentito dire, da un lato, che gli ordini del giorno non servono a niente, quando io credo che tutti noi dobbiamo avere rispetto del ruolo e della funzione che svolgiamo e della discussione che facciamo qui; e, quindi, se non servono proprio a niente, se sono privi di significato, tanto valeva, allora, approvarli e votarli così come presentati.

Anche la riformulazione ulteriore che ha fatto la Sottosegretaria stride un po' con le parole del collega Donzelli quando dice, appunto, che di fatto le risorse non ci sono, mancano. Evidentemente, appunto, attraverso un'ulteriore riflessione e approfondimento, ci si accorge che forse è bene rifletterci e fare un passo avanti, come abbiamo fatto nella discussione della settimana scorsa sulla rateizzazione delle bollette. Quindi, per quanto riguarda la riformulazione proposta, dico che l'accettiamo e proponiamo di metterla al voto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.

C'è un'accettazione della nuova riformulazione.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Sì, ho seguito, Presidente, grazie. Ogniqualvolta in quest'Aula sentirò un esponente di Fratelli d'Italia o della Lega che richiama al senso di responsabilità, che dice “voi volete aizzare e fare strumentalmente della propaganda addirittura in maniera disgustosa”, io mi alzerò e ricorderò l'indegna propaganda fatta per due anni, durante il COVID, da quei banchi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), quando il segretario di un partito non sapeva neanche come mettersi la mascherina e diceva “ma come, me la devo mettere veramente?”. Quando l'attuale Presidente del Consiglio gridava alla dittatura sanitaria, quando c'erano i morti negli ospedali e i negozi chiusi e, qui, si faceva di ogni ordine del giorno una strumentalizzazione. Si volevano dare soldi a tutti: eh, non li trovate 1.000 euro da dare a tutti? Allora, vuol dire che volete il male degli italiani!

Quindi, ogniqualvolta sentirò l'indegna faccia di bronzo di parlamentari che si alzano e richiamano alla responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

TOMMASO FOTI (FDI). Questo non lo può dire!

RICCARDO RICCIARDI (M5S). …io mi alzerò e farò questo identico discorso, perché è davvero inaccettabile questa cosa e vi dovete vergognare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

TOMMASO FOTI (FDI). Ti devi vergognare tu!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montemagni. Ne ha facoltà.

ELISA MONTEMAGNI (LEGA). Grazie, Presidente. Intanto, chiederei al proponente di poter sottoscrivere l'ordine del giorno nella sua ultima formulazione e, poi, voglio ringraziare il Sottosegretario Siracusano per averci permesso e aver trovato il modo di portare un atto unitario, atto unitario che è dovuto al territorio. Oggi, per la seconda volta nell'arco di una settimana, ci troviamo a discutere di un ordine del giorno e a trattare di come qualcuno vuole o non vuole strumentalizzare il territorio.

Allora, nella dichiarazione di voto voglio fare solo una piccola considerazione e mi domando, e domando tramite il Presidente, se è normale che i deputati del Partito Democratico intervengano senza aver letto l'atto che hanno proposto all'Aula, perché in questo atto c'è scritto chiaramente che nella nota del 16 novembre di Palazzo Chigi viene riportata proprio la dicitura che, secondo quanto loro sostenevano, noi non volevamo nell'ordine del giorno, e cioè: “ (…) la rimessione in termini per gli adempimenti fiscali e contributivi sarà inserita nel primo veicolo normativo utile”. Questo l'ha detto Palazzo Chigi una settimana fa. Per cui, ora, che si voglia far passare che il centrodestra non vuole aiutare il territorio o, piuttosto, si oppone al territorio, io credo sia un errore da non compiere, soprattutto se viene scritto nello stesso atto che il Partito Democratico propone.

Quindi, inviterei anche i colleghi del Partito Democratico a leggere prima di intervenire, perché è proprio nella loro proposta che si parla di quanto ha deciso di fare il Governo, in accordo con la regione, perché stiamo lavorando fianco a fianco con la regione Toscana, pur essendo governata da Eugenio Giani, che certo è del PD, ma questo non ci impedisce di cercare una soluzione e di dare aiuto a quei territori colpiti.

Spero che da qui in avanti ci sia una collaborazione reale e vera e che le strumentalizzazioni si riducano a zero, perché di questo hanno bisogno quei territori, di sentire che tutta la politica è vicina (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Amato. Ne ha facoltà.

Ricordo che c'è stata una riformulazione della riformulazione da parte del Governo. In linea di massima, mi pare che tutti siamo d'accordo su questa linea.

GAETANO AMATO (M5S). Presidente, la ringrazio. La mia è solo una considerazione. Questa lotteria, capita in tutta Italia, è toccata alla Campania, alla Romagna, alla Toscana e, ogni volta, noi discutiamo se fare o non fare un ordine del giorno. Io vengo dal mondo del lavoro esterno e probabilmente nella prossima legislatura non ci sarò, ma resto indignato quando davvero si fanno corporazioni politiche sulle esigenze e sui bisogni di cittadini che si trovano in grandissima difficoltà. Noi dovremmo essere un corpo unico quando succede qualcosa, in qualsiasi regione d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), non nella Toscana o nella Campania, perché ogni tre mesi c'è qualcuno che cede dei morti a questa lotteria. Quindi, la dovremmo finire. Chiedo ai colleghi della maggioranza e chiedo ai colleghi dell'opposizione: lavoriamo insieme per tutelare il territorio, siamo pagati per tutelare i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Deborah Bergamini. Ne ha facoltà.

DEBORAH BERGAMINI (FI-PPE). Presidente, vorrei ringraziare la Sottosegretaria Matilde Siracusano per aver ulteriormente dimostrato qual è la linea del Governo attraverso la nuova riformulazione dell'ordine del giorno presentato che, a nome di Forza Italia, vorrei sottoscrivere, così come nuovamente riformulato e così come accettato dal proponente.

Io credo che anche dai peggiori drammi si possano imparare delle lezioni, soprattutto, per chi si occupa della cosa pubblica e per chi ha un ruolo, come quello che abbiamo noi, di legislatore, in questo Paese.

Non credo che si possa mettere in dubbio in alcun modo, anche per gli intenti proprio più piccoli, più strumentali, la volontà del Governo, così com'è stato fatto prontamente in Emilia-Romagna, di intervenire in maniera concreta e immediata sul danno enorme che la nostra regione, la Toscana, purtroppo, ha dovuto subire, con danni che sono ancora in corso di quantificazione. Ci auguriamo che la regione Toscana possa quantificarli a breve, perché senza quella quantificazione non si può andare avanti.

Tuttavia, vorrei anche ricordare che in drammi come questi si lavora tutti assieme, non ci si piega a logiche di parte, si collabora, così come il Governo sta facendo con i vertici della regione; si danno segnali concreti immediati, così come ha fatto il nostro Ministro degli Esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, che si è recato, all'indomani del dramma, proprio a Prato, con grande concretezza, con 300 milioni di euro a fondo perduto per aiutare le imprese e le famiglie messe in ginocchio da questo dramma.

Dobbiamo imparare l'alfabeto della collaborazione e ricordarcelo sempre, perché purtroppo temo che ci troveremo ad affrontare ancora problemi come questi e da ogni dramma dobbiamo imparare come si lavora assieme.

Quindi, io direi, bene la riformulazione di quest'ordine del giorno, bene che l'abbia accettato il collega proponente e bene che ci apprestiamo a continuare a lavorare per la salvaguardia dei nostri concittadini, delle nostre imprese e delle nostre famiglie con uno spirito unitario, senza mai cedere alla tentazione di piccole, medie o grandi strumentalizzazioni (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata La Porta, che è già intervenuta su quest'ordine del giorno. Avendo preso la parola la Sottosegretaria Siracusano, quindi, avendo riaperto la discussione, lei ha minuti residui, quindi, può prendere la parola.

CHIARA LA PORTA (FDI). Grazie, Presidente. Vorrei ringraziare anch'io il Governo per quest'atto, che, evidentemente, dimostra quello che stavamo dicendo, che il Governo sta lavorando e ha a cuore le nostre aziende e il nostro territorio. Nel ringraziare ancora il Governo, vorrei chiedere di sottoscrivere l'ordine del giorno a nome di tutto il gruppo di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1551/56 Fossi, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1551/57 Scarpa, su cui c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo: è accettata.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1551/58 Cuperlo, su cui il parere del Governo è contrario.

Ha chiesto di parlare il deputato Cuperlo. Ne ha facoltà.

GIANNI CUPERLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno chiede di predisporre alcune misure per ripristinare condizioni di esecuzione della pena detentiva fuori dal carcere. Sono condizioni già sperimentate durante gli anni difficili e terribili della pandemia e con risultati positivi. Chiediamo di farlo nel rispetto della Costituzione sul valore rieducativo della pena e, soprattutto, per non spezzare percorsi di integrazione e reinserimento.

Alla base del problema, e immagino anche, Sottosegretaria Siracusano, del parere contrario del Governo, ci sono i tagli della manovra per l'anno in corso e per quella per il 2024 che hanno colpito il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria.

Il risultato, però, colleghi, è stato che soggetti ammessi da tempo a un regime di semilibertà e che non avevano mai mancato agli obblighi derivanti da quella condizione sono tornati a dormire in un carcere, a volte dopo anni, con le conseguenze che potete immaginare. Il tutto senza troppa cura del fatto che, secondo tutte le statistiche, le misure alternative alla detenzione sono efficaci e con tassi molto bassi di recidiva.

Allora, il punto qual è? Il punto è che assecondate un impianto culturale preciso, quella concezione della pena, quel panpenalismo, come si dice, che aumenta i reati in una logica che poco o nulla attiene alla sicurezza e moltissimo alla propaganda, dal decreto Rave all'ultimo su Caivano, lasciatemelo dire in questo passaggio, sino a scavalcare il codice Rocco, per la prima volta nella storia della Repubblica, e mettere in carcere madri recidive con creature di pochi mesi. Come definirlo: un capolavoro di inciviltà. In questi mesi, lo avete fatto, avete perseguito questo disegno con una certa coerenza, questo va detto, passando, vado un po' a memoria, per incendi boschivi, incentivi all'anoressia, acquisto di merce contraffatta, dispersione scolastica, baby gang, omicidio nautico, imbrattamento dei muri, gestazione per altri e la cosiddetta “stesa”, che, come sapete, è il reato dei camorristi che corrono in motocicletta sparando per aria. Colleghi, tutto questo avrà effetti assolutamente inconsistenti sul fronte della sicurezza reale.

Anche se, Sottosegretaria Siracusano, lo voglio dire per onestà nei vostri confronti, almeno in via di principio, non è da escludere che, prima della fine della legislatura, possiate vedere comminare l'ergastolo all'esponente di una baby gang, fuggito da scuola per organizzare un rave, sorpreso a incendiare il bosco del raduno, per cancellare le tracce del banchetto di merce contraffatta, e arrestato dopo avere imbrattato il muro della caserma ed essere scappato in sella a una moto, sparando per aria e colpendo per disgrazia un motoscafo, causando la collisione con un traghetto di linea.

In tutto questo, spiace che il Ministro Nordio sia transitato dalla sua vita precedente di sincero garantista, contrario alla moltiplicazione delle fattispecie di reati penali, a una sorta di nuovo Torquemada, ma su questo risponderà alla sua coscienza. Volevamo indurre il Governo a rispondere a una domanda di vera sicurezza anche con il recupero di persone che la società non può e non deve respingere, perché, scegliendo di ripiombare quelle donne e quegli uomini nell'isolamento, nella fragilità, nega loro una speranza, ma soprattutto nega alla nostra democrazia quei principi fondamentali, scolpiti un paio di secoli fa non dagli antenati del Governo Meloni, ma da un galantuomo milanese. Si chiamava Cesare Beccaria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Provenzano. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE PROVENZANO (PD-IDP). Non potendo ripetere, parola per parola, l'intervento dell'onorevole Cuperlo, mi limito a sottoscrivere l'ordine del giorno, se è d'accordo.

PRESIDENTE. Tutto il gruppo del Partito Democratico sottoscrive l'ordine del giorno n. 9/1551/58 Cuperlo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1551/58 Cuperlo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1551/59 Gianassi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1551/60 Simiani, su cui c'è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Simiani. Ne ha facoltà.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. In quest'ordine del giorno, parliamo ancora di Toscana. Con riferimento al maltempo, abbiamo visto che, com'è successo in altre regioni o comunque nelle zone del cratere, da parte dei Governi precedenti, ma anche di questo Governo, vi sono state azioni utili per la proroga dei bonus edilizi e del superbonus 110 per cento. Con quest'ordine del giorno, vorremmo che fossero prorogati il superbonus e i bonus edilizi fino al 30 giugno 2024, viste le cause oggettive nelle zone alluvionate, in questo caso, indicate nello stato di emergenza.

Non credo che sia una cosa sbagliata e non capisco come mai anche il Governo abbia dato parere contrario su quest'ordine del giorno. Vorrei che fosse fatta una verifica, anche perché con il decreto-legge n. 61, in Emilia-Romagna è stata fatta la stessa cosa, così come il Governo ha approvato un decreto quando ci fu la proroga nelle zone del cratere. Credo sia un fatto oggettivo che oggi le imprese, in quelle aree, non sono in funzione, ma sono ferme, che i lavori sono fermi.

Mi sembra strano che il Governo non possa approvare un ordine del giorno che mi sembra normale. Nel futuro decreto, che spero sia adottato, credo che potrebbe essere fatta una norma in tal senso.

Ecco perché invito il Governo ad accantonare e rivedere, magari anche riformulandolo, quest'ordine del giorno che potrebbe essere utile ai cittadini, in questo momento in mezzo al fango ma, soprattutto, a quelle imprese che sono ferme con il lavoro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere quest'ordine del giorno, se il collega è d'accordo, e per fare anche una considerazione di carattere generale. Visto che, purtroppo, il dissesto idrogeologico e questi problemi, probabilmente, ci saranno anche in futuro, dovrebbe diventare una prassi quella della sospensione, di garantire le proroghe per i lavori legati ai bonus edilizi, ogniqualvolta avvenga un fenomeno di dissesto idrogeologico o una causa che, oggettivamente, può bloccare questi lavori. Farlo puntualmente per ogni disastro che, purtroppo, accade in Italia è una soluzione, ma potrebbe essere proprio una considerazione di carattere generale che, magari, il Governo potrebbe anche inserire nella possibile proroga che, forse, farà in finanziaria.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1551/60 Simiani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Ordine del giorno n. 9/1551/61 D'Alfonso, parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato D'Alfonso. Ne ha facoltà.

LUCIANO D'ALFONSO (PD-IDP). Grazie, Presidente. So che questa iniziativa parlamentare si inserisce nel complesso e risalente dossier del superbonus, del suo destino, della sua utilità. Io mi iscrivo ai non perplessi con riferimento all'utilizzo di questo istituto: non sono stato entusiasta all'inizio, non sono risentito né perplesso adesso. Avverto soltanto, dall'inizio a oggi, un bisogno di un piano di interventi che consenta alle abitazioni di non essere bare, venendo da una regione nella quale, a più riprese, il terremoto, probabilmente Sant'Emidio - io sono un credente -, hanno voluto che si conoscesse l'esperienza del dolore e della bara in coincidenza delle abitazioni e delle strutture di vita collettiva.

Qui l'iniziativa riguarda il superamento delle barriere architettoniche. Se fossimo in un'aula di tribunale dove il tema è il diritto penale, ci sarebbe una domanda: se non si fa questo, cosa si fa? Se non si accetta il valore di questa iniziativa, scritta qui sotto forma di ordine del giorno D'Alfonso (togliamo il cognome, togliamo l'appartenenza, manteniamo il tema), non si coglie lo strumento dell'ordine del giorno. È immaginabile che uno dei flussi finanziari o della coesione o del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti possa riguardare il tema del superamento delle barriere architettoniche, programmando, decennalizzando, coinvolgendo anche la finanza della proprietà delle abitazioni, evitando l'emotività, che fu il problema della misura del superbonus? Governare, si diceva, a Barcellona, in Catalogna, non è asfaltar, ma, molte volte, governare richiede di intervenire, risanare, prevenire, coltivare precauzione.

Consentire all'edilizia privata e all'edilizia pubblica di non avere l'ostacolo delle barriere architettoniche significa civiltà. La civiltà non si fa con i convegni, indossando magliette; si fa realizzando, superando, organizzando per collocare dietro i problemi che hanno impedito, fino ad oggi, di vivere in sicurezza le abitazioni. Per questa ragione, affido al destino della democrazia quest'ordine del giorno. L'importante è che nasca una riflessione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Pavanelli. Ne ha facoltà. La avviso che ha 1,30 minuti, più o meno. Prego.

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Chiedo al collega se posso sottoscrivere l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha impiegato decisamente meno tempo.

Ha chiesto di parlare il deputato Santillo. Per sottoscrivere? Prego.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). No, Presidente, per una brevissima dichiarazione di voto e per chiedere la sottoscrizione anche al collega D'Alfonso perché, poi, sono i disabili a soffrire di incapienza fiscale, bisogna dirlo. Ci sembra assurdo che i disabili e le persone che non possono permettersi di abbattere barriere architettoniche nelle proprie case, non avendo soldi, non possano far ricorso a un superbonus proprio per cercare di tornare alla normalità quotidiana nelle proprie case. Quindi, anche noi chiediamo un supplemento di riflessione al Governo e ci uniamo al voto favorevole di quest'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. C'è una segnalazione di due sottoscrizioni da parte dei deputati Fenu, Stefanazzi, Dell'Olio, L'Abbate.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1551/61 D'Alfonso, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Ordine del giorno n. 9/1551/62 Lai, parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Lai. Ne ha facoltà.

SILVIO LAI (PD-IDP). Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Tre minuti.

SILVIO LAI (PD-IDP). Tre minuti, benissimo, ne userò di meno. Vorrei soltanto segnalare all'Aula il senso di quest'ordine del giorno, perché con 80 ordini del giorno e più, probabilmente, sfugge anche l'analisi delle singole proposte.

In quest'ordine del giorno si riconosce che in questo provvedimento è stata consentita la proroga del lavoro in modalità agile a coloro che - lavoratori dipendenti pubblici e privati - sono affetti da patologie o condizioni individuate da un apposito decreto ministeriale, e si arriva sino al 31 dicembre. Sino al 31 dicembre, poi, si arriva anche con riferimento alla modalità di lavoro agile per le madri di ragazzi che hanno sino ai 14 anni, cioè quelli che sono in età scolare. Segnaliamo che, mentre di anno in anno può essere, magari, anche ragionevole - io dico non tanto - la proroga del lavoro agile per alcuni tipi di lavoratori, per le lavoratrici madri, pensare che a dicembre possa terminare questa possibilità e che, a gennaio, con la ripresa dell'anno scolastico, che si conclude a giugno, debbano ripartire da capo, mi pare un esercizio molto complesso, che, soprattutto, non viene incontro, non pensa minimamente alle ragioni dei sistemi familiari, perché trovare un meccanismo di organizzazione durante l'anno scolastico è non solo costoso, ma anche particolarmente complicato.

Qui si chiedeva al Governo di individuare, nel prossimo provvedimento possibile, uno spazio per prorogare la possibilità di lavoro agile per le madri che hanno ragazzi sino ai 14 anni almeno sino alla fine dell'anno scolastico. Mi dispiace il parere negativo, lo ritengo, in qualche modo, coerente con le politiche della famiglia che questa maggioranza tende a declamare, ma poi, a non realizzare, se si dice “no” a un ordine del giorno di questo genere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1551/62 Lai, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Ordine del giorno n. 9/1551/63 Toni Ricciardi: il parere del Governo è favorevole.

Ordine del giorno n. 9/1551/64 Stefanazzi, parere contrario del Governo: si vota.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1551/64 Stefanazzi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Ordine del giorno n. 9/1551/65 De Luca, parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato De Luca. Ne ha facoltà.

PIERO DE LUCA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Devo dire che, purtroppo, ormai, non ci stupisce più l'atteggiamento del Governo rispetto ad alcuni temi che stiamo ponendo in modo serio e concreto, non ideologico, da qualche mese. L'ordine del giorno tocca nuovamente, perché ne abbiamo discusso in altre occasioni, il tema delle zone economiche speciali e della riforma che il Ministro Fitto e il Governo hanno approntato nelle scorse settimane. Questa riforma si inserisce nell'ambito di una strategia più ampia, purtroppo, del Governo, che è una strategia chiaramente antimeridionalista.

Il Governo e la maggioranza, ricordiamo, nelle scorse ore, con una forzatura inimmaginabile, hanno portato la Commissione bicamerale per le questioni regionali a dare un parere senza un'istruttoria completa sulla proposta di autonomia differenziata che il Ministro Calderoli sta portando avanti. Questa proposta è stata poi approvata nelle scorse ore in Commissione affari costituzionali al Senato ed è una proposta che per noi, lo ribadiamo ancora una volta, rappresenta uno scempio assoluto, perché spacca e divide il Paese, rompe l'unità e la coesione nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Vorremmo ancora una volta essere chiari su questo punto e invitiamo, ancora una volta, i colleghi del Mezzogiorno, ma di tutto il Paese, anche della maggioranza, a farsi carico di questo problema reale e a non far finta di nulla. Infatti, il tema esiste, lo hanno rilevato tutti i più importanti osservatori istituzionali, non solo il Partito Democratico, dall'ex Governatore della Banca d'Italia, ai saggi che si sono dimessi dal Comitato CLEP. Manca la definizione preliminare dei livelli essenziali delle prestazioni, manca la previsione di un fondo perequativo adeguato, manca tutto ciò che è necessario e che la Costituzione richiede per mantenere salda l'unità e la coesione nazionale.

Ma non vi siete fermati a questo. Avete bloccato l'erogazione di oltre 26 miliardi di euro dei Fondi sviluppo e coesione, che spettano alle regioni del Mezzogiorno nella programmazione 2021-2027. Oggi, purtroppo, siamo quasi alla fine del 2023, e queste risorse ancora non sono state assegnate alle regioni del Mezzogiorno, che rischiano di non poter spendere i Fondi di coesione. Peraltro, queste risorse sono necessarie anche per il cofinanziamento indispensabile all'utilizzo e alla messa a terra delle risorse dei Fondi strutturali europei.

A questo avete aggiunto la proposta, inserita nel decreto Sud, di modifica delle zone economiche speciali. Le zone economiche speciali sono uno strumento creato dal Governo Gentiloni nel 2017 e stavano portando risultati estremamente importanti in termini di attrazione degli investimenti, di attività economiche, di sviluppo e, quindi, di lavoro e occupazione nel Sud e nel Mezzogiorno. I dati di uno studio del Forum Ambrosetti, negli scorsi giorni, parlavano solo della ZES Campania come lo strumento che ha consentito di creare, negli ultimi anni, 8.000 occupati, di incentivare 2 miliardi di investimenti, di assicurare resilienza e quindi salvaguardare oltre 22.000 posti di lavoro e generare valore aggiunto per 23 miliardi di euro. Tutto questo grazie all'impostazione e all'impianto iniziale delle zone economiche speciali, in vigore prima della riforma Fitto che, dietro lo schermo, la scatola vuota e il titolo di una ZES unica, in realtà ha cancellato le ZES nel nostro Paese. Questa è la verità. Perché dello strumento ZES, che si nasconde dietro questa locuzione di ZES unica, non rimane più nulla.

Sono tre gli elementi che caratterizzano le zone economiche speciali: semplificazione burocratica e amministrativa, incentivazione fiscale e rafforzamento infrastrutturale del Mezzogiorno. Voi avete accentrato a Palazzo Chigi, con una nuova struttura di missione di 60 persone, le autorizzazioni che dovreste dare per oltre 15.000 potenziali richieste di investimenti nei prossimi anni nel Mezzogiorno. Creerete un imbuto e bloccherete l'attrazione di investimenti nel Mezzogiorno, così come state bloccando il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Secondo uno studio, questa struttura di missione dovrebbe rilasciare 5 o 6 autorizzazioni l'ora nei prossimi anni, per ogni attività economica che si dovesse intraprendere o aprire in tutto il Mezzogiorno. È una follia assoluta solo immaginare che si possa realizzare un qualcosa del genere.

Ma non contenti dell'accentramento burocratico e del blocco - quindi tutto, fuorché la semplificazione - avete fatto un'altra cosa: avete cancellato l'unico strumento di attrazione fiscale degli investimenti che aveva consentito di portare aziende nel Mezzogiorno e, vi ricordiamo, anche di salvare una vicenda che ci trascinavamo da anni, quella dell'ex Whirlpool.

PRESIDENTE. Concluda.

PIERO DE LUCA (PD-IDP). E siamo orgogliosi del risultato ottenuto, perché abbiamo salvato centinaia di posti di lavoro, centinaia di famiglie, grazie a uno strumento che ha consentito di trovare un nuovo investitore che rilevasse l'azienda.

Voi avete cancellato l'unico strumento di attrazione fiscale, che era il dimezzamento dell'Ires per le nuove attività economiche che si aprono in zone economiche speciali. Vi chiediamo con quest'ordine del giorno di ripristinarlo, perché altrimenti l'acronimo ZES…

PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo.

PIERO DE LUCA (PD-IDP). …rimarrà un'altra formula che vuol dire zero economia al Sud. Voi state distruggendo lo sviluppo dell'economia, degli investimenti e dell'occupazione nel Mezzogiorno e dovreste farvene carico, altro che chiacchiere e propaganda (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

PRESIDENTE. Hanno sottoscritto il suo ordine del giorno anche i deputati Ubaldo Pagano, Carmina e Lacarra. Gli altri possono venire a sottoscriverlo anche qui.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1551/65 De Luca, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Sull'ordine del giorno n. 9/1551/66 Barbagallo c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo.

Ha chiesto di parlare la deputata Marino. Ne ha facoltà.

MARIA STEFANIA MARINO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Accolgo la riformulazione ma chiedo che l'ordine del giorno venga messo ai voti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1551/66 Barbagallo, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

Sull'ordine del giorno n. 9/1551/67 Lacarra c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo: deputato Lacarra, viene accolta?

MARCO LACARRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Accolgo la riformulazione, ma chiedo che l'ordine del giorno venga messo ai voti e, nel contempo, di svolgere una dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Prego, prosegua.

MARCO LACARRA (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Ancora una volta, con quest'ordine del giorno, vogliamo richiamare l'attenzione su un tema serissimo, che riguarda decine di migliaia di baresi e non solo. Mi riferisco allo stato di totale indifferenza in cui versano più di 70.000 persone, azionisti e piccoli risparmiatori della Banca Popolare di Bari, che hanno visto praticamente azzerato il valore delle loro azioni dopo il commissariamento.

L'inchiesta, aperta 4 anni fa per falso in bilancio e ostacolo alla vigilanza, ha chiarito in questi anni le responsabilità dell'istituto rispetto a queste persone: famiglie che hanno perso tutto perché sono state indotte a sottoscrivere azioni spazzatura, insomma perché sono state truffate, signor Presidente, punto e basta.

Se, da un lato, lo Stato giustamente è sceso in campo per salvare la banca, che ancora oggi è un punto di riferimento per l'economia meridionale, nulla è stato fatto per queste persone, perché né le azioni legali nei confronti della Popolare, né le pronunce dell'arbitro per le controversie finanziarie, sono servite a far valere quel diritto al risarcimento, che pure è stato riconosciuto in ogni sede. E allora, le persone, la povera gente, le famiglie baresi, sono rimaste le sole a sopportare questo disastro.

Nel lontano 2018, con l'istituzione del Fondo indennizzo risparmiatori (FIR), abbiamo dato una speranza a chi, come queste famiglie, ha perso tutto, perché si è visto portare via tutto. Il Fondo è stato finanziato per più di 1 miliardo e mezzo di euro e ha permesso di riconoscere un sacrosanto indennizzo alle migliaia di risparmiatori truffati dalle banche venete.

Lo scorso giugno, il Governo si è accorto che nel Fondo c'erano delle risorse inutilizzate e ha aumentato gli indennizzi a chi ne aveva già beneficiato. Intendiamoci, è una misura giusta, giustissima, ma proprio perché i diritti dei truffati non hanno né colore, né provenienza geografica, abbiamo chiesto più e più volte, con decine di emendamenti, per la verità anche nella scorsa legislatura, di aprire le porte del FIR anche agli azionisti e ai risparmiatori della Banca Popolare di Bari, perché, torniamo a ripeterlo, per un assurdo cavillo giuridico, a quelle 70.000 persone è negato questo diritto. A loro non è andato nemmeno un centesimo del miliardo e mezzo che lo Stato ha stanziato per casi del tutto analoghi.

Sempre questo giugno, sullo stesso decreto-legge Enti pubblici, abbiamo presentato, con il collega Pagano, un ordine del giorno identico a questo, ci è stata proposta una riformulazione che abbiamo rifiutato e poi il Governo ha cambiato parere, dicendosi favorevole all'impegno che avevamo proposto. Da quando l'ordine del giorno è stato accolto, però non si è mosso nulla, a ulteriore riprova che questi ordini del giorno valgono oramai meno di niente.

In questo decreto, voi intervenite di nuovo sul tema del FIR e noi, con quest'ordine del giorno, vi chiediamo ancora una volta uno sforzo, uno sforzo di coraggio e di coerenza, per rispettare lo stesso impegno che avete preso nemmeno sei mesi fa. Davvero voglio sperare che questa volta le risposte che attendono 70.000 cittadini italiani - sottolineo, italiani - vengano finalmente date. Non aggiungiamo un'altra beffa a quella che questa povera gente ha già subito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1551/67 Lacarra, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

L'ordine del giorno n. 9/1551/68 Giorgianni è stato accolto come raccomandazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/1551/69 Matera c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, che viene accolta. L'ordine del giorno n. 9/1551/70 De Bertoldi è accolto come raccomandazione: va bene. Deputato De Bertoldi, a integrazione, il Governo ieri ha precisato la formula aggiuntiva di eliminare il riferimento al primo provvedimento utile, quindi, per correttezza, la informo: va comunque bene. L'ordine del giorno n. 9/1551/71 Ambrosi è stato ritirato. Sull'ordine del giorno n. 9/1551/72 Congedo c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/1551/73 Testa il parere del Governo è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1551/74 Ciocchetti c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/1551/75 Iaia c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, che viene accolta. Sull'ordine del giorno n. 9/1551/76 Steger c'è un parere contrario del Governo.

Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1551/76 Steger, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Sull'ordine del giorno n. 9/1551/77 Casu c'è un parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, onorevoli colleghe, rappresentante del Governo, chiedo veramente un attimo di attenzione e di riflessione collettiva su quest'ordine del giorno e sul sistema che sta affrontando. Noi abbiamo avviato un percorso - lo abbiamo fatto nelle Commissioni lavoro e affari costituzionali - per cercare di dare alla pubblica amministrazione tutte le nuove energie di cui ha bisogno. L'abbiamo fatto in un'ottica di collaborazione istituzionale fra maggioranza e minoranza perché, quando si tratta di far funzionare meglio la pubblica amministrazione, non ci possono essere differenze di colore politico. Noi dobbiamo cercare di fare quello che serve al Paese e di farlo insieme. Da questo punto di vista, ringrazio la Sottosegretaria Siracusano, perché è stata presente ai lavori di Commissione quando abbiamo presentato alcuni emendamenti che hanno consentito, attraverso lo strumento delle convenzioni, di attingere alle graduatorie in corso di validità per mettere in campo risposte: abbiamo avuto un ultimo scorrimento di 5.000 posizioni, nelle ultime settimane. Ora, qual è la situazione per cui noi chiediamo veramente che quest'ordine del giorno venga preso in considerazione? La fotografia è chiara: abbiamo 300.000 persone in quiescenza da oggi al 2026, un milione di persone che lasceranno, nei prossimi 10 anni, la pubblica amministrazione e abbiamo alcune decine e decine di migliaia di ragazze e ragazzi che hanno già fatto un concorso, che sono idonei, un personale altamente qualificato di funzionari e assistenti pronti a entrare in campo e a dare il proprio contributo oggi, subito. Alcune di queste graduatorie sono in scadenza, sarebbe necessaria una proroga per consentire questi scorrimenti, ma queste risorse dovrebbero entrare subito perché già oggi, se proviamo a fare la carta d'identità in un comune o a rivolgerci alla pubblica amministrazione, c'è una fame di personale, che si traduce in servizi peggiori per tutti i cittadini e l'esigenza del turnover non va risolta dopodomani, ma oggi.

Di fronte a questi numeri, il Ministro Zangrillo ha annunciato, rispondendo anche alle nostre interpellanze, 340.000 assunzioni in questo biennio, ma stiamo parlando di un milione di persone solo da sostituire per quanto riguarda i prossimi 10 anni. Non c'è un'alternativa tra procedere allo scorrimento delle graduatorie e i concorsi: servono sia lo scorrimento delle graduatorie che i nuovi concorsi! Non possiamo fare questa guerra tra poveri: fa male al Paese e rischia di mandare a sbattere la pubblica amministrazione, rischia veramente di fermare quello che è un processo fondamentale!

Da questo punto di vista, la nostra richiesta è: avete bocciato gli emendamenti, abbiamo votato e abbiamo argomentato dall'opposizione; voi potete bocciare gli emendamenti, come avete fatto, ma almeno dovreste accogliere quest'ordine del giorno e il relativo impegno, pensando quanto sarebbe fondamentale cambiare orientamento, da questo punto di vista e aprire uno spiraglio, non solo per le decine di migliaia di ragazzi e ragazze che hanno già fatto un concorso e che, se farete un altro concorso, lo rivinceranno, perché molti di loro sono plurivincitori e persone che hanno dedicato una vita di studi a fare questo, ma per tutti i cittadini italiani, che vivono un servizio sempre più difficile, perché manca il personale della pubblica amministrazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Non servono nuovi fondi, quando si tratta di turnover - le risorse ci sono già - ma servono nuove persone e le persone ci sono, basta dire loro: entrate! Ora, da questo punto di vista, la richiesta che rivolgo è: prendiamoci il tempo che serve, anche nei prossimi provvedimenti; si fanno tanti decreti, se ne può fare uno in più su questa che è davvero un'emergenza, davvero nel rispetto della Costituzione. Veramente, non diamo il segnale politico sbagliato di essere contrari al rinnovamento e al rafforzamento della PA.

Da questo punto di vista, un'ultima considerazione: se poi invece - non voglio pensarlo perché voglio bene alla Repubblica e penso che sarebbe un danno per tutti e per tutte - si è contrari, almeno ci sia un intervento politico della maggioranza che ci spieghi il perché, dato che non riesco a capire quale possa essere il motivo della contrarietà a quest'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Colleghi, cerchiamo cortesemente - lo dico ai deputati che stanno un po' in disordine - di riacquisire la posizione propria e, soprattutto, di consentire agli oratori di svolgere in tranquillità il proprio intervento.

Ha chiesto di parlare la Sottosegretaria Siracusano. Ne ha facoltà.

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Grazie, Presidente. Volevo dire all'onorevole Casu che posso cambiare il parere in favorevole qualora accettasse di espungere dal dispositivo la parte relativa alla proroga delle graduatorie, mantenendo, in questo caso, lo scorrimento, quindi di espungere soltanto la frase relativa alla proroga. In questo caso, il parere cambia in favorevole.

PRESIDENTE. Deputato Casu, accetta la proposta di riformulazione?

ANDREA CASU (PD-IDP). Posso provare a dire (Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia)… Non posso neanche provare a dire.

PRESIDENTE. Deputati, questo è un compito che appartiene a me. Il deputato Casu ha qualche secondo per esaurire i 5 minuti a sua disposizione e quindi ha il diritto di sfruttarlo. Prego (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

ANDREA CASU (PD-IDP). Ringrazio il Presidente. Ringrazio il Governo per l'apertura. Da questo punto di vista, il tema però essenziale è questo: alcune di queste graduatorie, che sono essenziali per gli scorrimenti, vanno in scadenza a febbraio.

Se voi avete intenzione di fare gli scorrimenti, la proroga è necessaria e quindi è collegata allo scorrimento. Se invece non avete intenzione di farlo, basta dirlo e almeno smettiamo di presentare atti tutte le volte, e affronteremo l'argomento in altre sedi. Però, i due argomenti si tengono insieme e, quindi, rinunciare all'uno vorrebbe dire anche perdere di efficacia nell'altro.

PRESIDENTE. Quindi, non accetta la proposta del Governo? Traduco perché non l'ha detto ancora.

ANDREA CASU (PD-IDP). Non accetto la proposta del Governo.

PRESIDENTE. Sta bene.

Prima di passare agli altri interventi, colgo l'occasione per salutare studenti e insegnanti dell'Istituto comprensivo Perri Pitagora di Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro. L'abbiamo già fatto prima, ma si tratta di un secondo gruppo, sono qui in tribuna ad assistere ai nostri lavori (Applausi).

Ha chiesto di intervenire il deputato Carotenuto. Ne ha facoltà.

DARIO CAROTENUTO (M5S). Signor Presidente, francamente, anche noi troviamo che l'apertura sia, per carità, un bel gesto, ma insufficiente, perché parliamo di carenze strutturali che vanno colmate subito. Non vorremmo che tutto questo poi si riduca a uno spot propagandistico per fare poi nuove assunzioni chissà fra quanto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Abbiamo letto le dichiarazioni di Zangrillo che parla di 340.000 nuove assunzioni. Guardate che sono insufficienti: qua ce ne vogliono almeno un milione di nuove assunzioni. Bisogna garantire, quindi, lo scorrimento rapido delle graduatorie in essere, ma anche una proroga per colmare quanto prima queste carenze.

Io vengo da una città come Napoli che ultimamente ha visto crollare il numero dei dipendenti del comune: pensate, da 20.000 si è passati nel giro di pochi di pochi mesi a 4.800. Adesso, per fortuna, con la giunta Manfredi qualcosa si sta riuscendo a fare, ma comunque una città come Napoli, la terza città d'Italia, ha una carenza strutturale enorme di dipendenti, e questo si traduce in mancanza di servizi per i cittadini.

Allora, quest'apertura ci sembra veramente troppo poco, francamente. Peraltro, parliamo di un'età media dei dipendenti di 54-55 anni ed è chiaro che, rispetto anche alle tecnologie che avanzano e a tutto quello che sappiamo sull'intelligenza artificiale che abbiamo potuto vedere proprio questo fine settimana, abbiamo bisogno veramente di cambiare paradigma. Lo diceva prima il collega Amato: noi dobbiamo cominciare a cambiare questa idea di fare ognuno il proprio interesse, perché altrimenti questo Paese va a rotoli, sta andando a rotoli.

Le vostre proposte vanno veramente in un senso che non riusciamo a capire. Anche sull'autonomia differenziata mi rivolgo ai colleghi del Sud: ma come pensate di tornare nelle vostre regioni e nei vostri comuni quando c'è una sperequazione così enorme tra i servizi che ci sono al Sud e quelli che ci sono al Nord? E adesso, in più, ci aggiungiamo quest'autonomia differenziata. Dove vogliamo andare? Dobbiamo trasferirci tutti quanti al Nord, a questo punto! Ci sarà anche un problema di collegi alle prossime elezioni di questo passo.

C'è un problema serio anche nelle aree interne, in particolare, dove per comuni di qualche decina di migliaia di abitanti ci sono quattro o cinque dipendenti.

Allora, veramente chiedo di nuovo al Governo di ripensarci. Oltre a garantire, ci mancherebbe altro, lo scorrimento rapido delle graduatorie, pensiamo a una proroga dei termini, per favore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Alfonso. Ne ha facoltà.

LUCIANO D'ALFONSO (PD-IDP). Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere, avvalorare e impegnare ulteriormente la nostra riflessione sul contenuto dell'iniziativa del collega Casu. Io penso che quest'ordine del giorno sia a favore proprio del Governo e leggo in uno, sia l'ordine del giorno che questo libro bellissimo, quasi educativo, che scrive la Mazzuccato: i Governi che si rendono “infantili” per mancanza di competenze e di risorse umane facendo la scelta delle consulenze esterne. Tutte le volte che non ci si attrezza per avere numeri adeguati dentro le pubbliche amministrazioni arrivano le invasioni dei suggeritori, dei consulenti strategici esterni e fa dire, non solo in Italia, ma in Europa, che questo produce infantilismo decisionale, progettuale e procedurale. Le graduatorie sono risorse al pari dei soldi; le graduatorie in vita, in giacenza, sono risorse anche per rinnovare l'età media della pubblica amministrazione.

Degli ospedali si dice che l'età media genera il rating, ma anche della pubblica amministrazione l'età media troppo avanzata genera inadeguatezza nel prendere impegni. Vi dico una cosa, l'ultima a favore del Governo. Gli impegni del PNRR sono di rendicontazione, non di appalto o di conclusione dei lavori, e chi ha fatto amministrazione tra voi (almeno un terzo) sa la distinzione. La rendicontazione richiede personale motivato che utilizzi la tecnologia, che ragioni progettualmente. Non ce la farete a rendicontare se non avrete e non avremo i numeri adeguati.

Diceva il capo del partito dello Stato (una volta si chiamava così), Oberdan Forlenza: siamo 3.600.000 i dipendenti della PA. Non bastano. Parametrandoci ad altri Paesi avanzati europei…

PRESIDENTE. Concluda…

LUCIANO D'ALFONSO (PD-IDP). Concludo. Lo scorrimento è necessario, ma è necessario mantenere in vita le graduatorie perché vi serviranno. Quindi, evitiamo atteggiamenti da “pochismo” e da infantilismo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mari. Ne ha facoltà.

FRANCESCO MARI (AVS). Signor Presidente, intervengo solo per sottoscrivere l'ordine del giorno del collega Casu.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Scotto. Ne ha facoltà.

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere ovviamente l'ordine del giorno del deputato Casu e per ricordare a quest'Aula e alla Sottosegretaria Matilde Siracusano, che conosce benissimo la materia, avendo seguito insieme a noi i due decreti sul cosiddetto rafforzamento della PA, che questo Parlamento ha già votato due volte ordini del giorno identici (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Si vuole modificare ora questo terzo ordine del giorno in una fase ancora più emergenziale, come ha detto l'onorevole Casu, una fase emergenziale che vede una pubblica amministrazione in affanno, una fase emergenziale che vede ad esempio un corto circuito che si è già aperto (il Governo lo sa benissimo), dopo che avete introdotto una riforma peggiorativa della Fornero nel settore pubblico con questa legge di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Quindi, stiamo assistendo a un anticipo da parte di tanti lavoratori verso la pensione.

Suggerirei alla Sottosegretaria di accantonarlo perché il passaggio che lei chiede di cassare è un passaggio inevitabile in questo momento, visto che nei mesi precedenti non si è fatto nulla per sbloccare le graduatorie. Dunque, se quelle graduatorie non vanno in proroga, quest'ordine del giorno rischia di non servire a nulla (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato D'Alessio. Ne ha facoltà.

ANTONIO D'ALESSIO (AZ-PER-RE). Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere e ribadire l'importanza di quest'ordine del giorno. Chiunque si trovi a interfacciarsi con le pubbliche amministrazioni si rende conto dell'inefficienza, dell'inadeguatezza, delle carenze di organico che si riverberano su tempi poco ragionevoli e sulla qualità della vita dei cittadini. Chiediamo anche noi e anch'io di sottoscrivere l'ordine del giorno, invitando il Governo a un'ulteriore riflessione (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Carmina. Ne ha facoltà.

IDA CARMINA (M5S). Signor Presidente, mi permetto anch'io di insistere e chiedo al collega Casu di poter sottoscrivere il suo ordine del giorno, e lo dico anche da ex sindaco e da persona che si è occupata direttamente dell'emergenza migranti.

Noi abbiamo, infatti, una sostanziale carenza d'organico, dappertutto. La prefettura di Agrigento, che si occupa praticamente di coordinare il primo soccorso e l'accoglienza ai migranti, è al 50 per cento dell'organico. Lo Stato italiano ha indetto - la pubblica amministrazione - 4 maxi concorsi dal 2020 al 2021. La graduatoria del concorso per 20.000 funzionari amministrativi che sono stati dichiarati idonei, anche se non vincitori, e lì, è pronta, e scadrà nei primi mesi del 2024. Quindi, abbiamo la disponibilità immediata e, come ha dichiarato lo stesso Ministro Zangrillo, in questi anni occorrerà reimpiegare 340.000 persone. C'è, poi, l'emergenza della messa a terra del PNRR. Quindi, questo avvantaggia l'Italia tutta e anche il vostro Governo, cui è legata la possibilità di sviluppo della nostra Nazione.

Ci sono queste persone: non teniamo in secondo ordine le persone e tutti quelli che hanno una legittima aspettativa - così si chiama, giuridicamente - allo scorrimento della graduatoria e sperano nella proroga, perché hanno anche sostenuto dei costi per poter affrontare i concorsi. Forse voi non ve ne rendete conto, ma ogni giovane, ogni persona che va a fare un concorso sostiene costi per la preparazione, per lo spostamento, per il pernottamento. Ora, noi abbiamo tutte queste persone, che potrebbero costituire linfa vitale nuova, che potrebbero sopperire alle gravissime carenze d'organico per lo stato di emergenza migratorio, che potrebbero dare immediatamente una mano nei comuni e in tutte le amministrazioni e, invece, che facciamo? Pensiamo di non prorogare e dello scorrimento che cosa sarà? Varrà un mese e mezzo? Allora, io penso che un Governo oculato, che abbia veramente a cuore l'interesse dell'Italia, non possa fare a meno di assentire a quest'ordine del giorno e prorogare immediatamente queste graduatorie.

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Accantono l'ordine del giorno (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Pertanto, c'è l'accantonamento dell'ordine del giorno n. 9/1551/77 Casu.

Sui successivi ordini del giorno n. 9/1551/78 Gusmeroli e n. 9/1551/79 Comaroli c'è il parere favorevole del Governo. Sull'ordine del giorno n. 9/1551/80 Mari c'è il parere contrario da parte del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1551/80 Mari, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Sull'ordine del giorno n. 9/1551/81 Borrelli c'è il parere contrario da parte del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Chiedo di intervenire perché questo argomento è stato oggetto anche di un mio intervento nella discussione generale e la maggioranza e il Governo avevano detto qualcosa su quest'ordine del giorno. In realtà, con questo strumento noi chiediamo, in un prossimo provvedimento, successivo alla conversione in legge del presente decreto-legge, la proroga, per tutto l'anno 2024, della garanzia, per lavoratrici e lavoratori affetti da particolari patologie e in condizione di particolare fragilità, di proseguire la propria attività in modalità agile, cioè in smart working.

Non riusciamo a capire il motivo di una simile richiesta sull'ordine del giorno. Però, su questo vorrei dire una cosa a chi molto spesso interviene, sia dai banchi della maggioranza che della minoranza, dicendo che gli ordini del giorno non servono. Io non ritengo che sia così, perché sono un momento di confronto parlamentare, di discussione, di possibilità, soprattutto per le minoranze, di aprire almeno dei temi e di poter incanalare una discussione democratica su alcune vicende. È chiaro che non sono emendamenti e che non portano a immediate risoluzioni, ma in alcuni casi sono stati oggetto di visioni che hanno preceduto interventi normativi, e faccio un esempio su tutti, che riguarda, ovviamente, l'attività del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra. Noi, diversi mesi fa, avevamo posto il problema di un intervento nella zona dei Campi Flegrei, ancor prima che ci fosse il rischio, poi rientrato in sole 24 ore, di passare dalla zona gialla alla zona arancione, per fare un intervento strutturale sulla zona bradisismica e l'avevamo fatto prima qui e poi in Commissione finanze, dando tutti gli elementi che avrebbero permesso probabilmente di evitare anche determinate posizioni o brutte figure da parte di alcuni dei protagonisti degli ultimi mesi su questa vicenda.

In questo caso a noi non appare chiaro perché non è possibile fare una proroga, perché si continua a non dare una possibilità. Anzi, noi abbiamo limitato la misura, perché l'avremmo dovuta fare anche per le donne che hanno bambini piccoli da accudire, e non si capisce perché questa modalità, che è assolutamente moderna e che funziona, almeno per determinate categorie, non è più possibile prorogarla. Se sì, allora non si capisce perché il Governo non ha dato un parere positivo. Noi riteniamo che la qualità di una buona pubblica amministrazione si veda proprio in queste situazioni, nel sostegno, nell'aiuto e, soprattutto, nella possibilità di continuare a lavorare anche in modalità smart working.

Quindi noi chiediamo al Governo eventualmente di ripensare a questo diniego o di accantonare, altrimenti chiediamo il voto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1551/81 Borrelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1551/82 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Sull'ordine del giorno n. 9/1551/83 Bonelli c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, che viene accolta.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1551/83 Bonelli, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

Dobbiamo ora tornare agli ordini del giorno accantonati n. 9/1551/35 Zan e n. 9/1551/77 Casu.

Invito la Sottosegretaria Siracusano a esprimere il parere, cominciando dall'ordine del giorno n. 9/1551/35 Zan.

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Presidente, sull'ordine del giorno n. 9/1551/35 Zan si propone una riformulazione, che prevede la soppressione delle premesse e la riformulazione del dispositivo con le seguenti parole: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di predisporre interventi normativi volti a regolare le telefonate solo con riferimento ai detenuti comuni e a dare maggiore autonomia ai direttori per numero chiamate in riferimento sempre ai detenuti comuni”.

PRESIDENTE. Viene accettata, deputato Fornaro?

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). No, Presidente, non l'accettiamo. Ringraziamo la Sottosegretaria per la consueta disponibilità, però riteniamo che la riformulazione in realtà sia regressiva rispetto alle norme già in vigore e, quindi, chiediamo di votare l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1551/35 Zan, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1551/77 Casu.

Il parere del Governo?

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, ho chiesto all'amministrazione di riferimento uno sforzo aggiuntivo per modificare la formulazione del dispositivo, però, il contenuto è analogo rispetto alle vostre richieste, per quanto riguarda le proroghe, non cambia nella sostanza, quindi, le ripropongo di accettare il parere favorevole con l'espunzione delle proroghe. Non posso, purtroppo, cambiare altro.

PRESIDENTE. Deputato Casu? Non può fare un intervento, può soltanto dire se è d'accordo o no sulla precedente riformulazione.

ANDREA CASU (PD-IDP). Nel ringraziare la Sottosegretaria Siracusano per l'ulteriore sforzo, ribadisco che essendoci un ordine del giorno analogo già approvato negli scorsi mesi, sia a giugno sia a luglio, riformularlo in questa maniera significherebbe rivotare un ordine del giorno che abbiamo già votato. Quindi, considerato che quell'impegno c'è già, oggi, chiedevamo semplicemente di tenere conto di questa necessità delle proroghe.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Presidente, intervengo solo per sottoscrivere l'ordine del giorno, a nome di tutto il gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1551/77 Casu, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

PRESIDENTE. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori il deputato Marco Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Presidente, come lei sa, con diversi colleghi, negli scorsi giorni, abbiamo chiesto un'informativa urgente a Giorgia Meloni e al Ministro Urso sul destino dell'automotive italiano, sul destino del monoproduttore, ahimè, Stellantis, sul destino di…

PRESIDENTE. Deputato Grimaldi, scusi se la interrompo. Aspettiamo un secondo che si faccia un po' di ordine in Aula. Colleghi deputati, chi intende conversare può farlo fuori dall'Aula. Se avete bisogno di allontanarvi, potete farlo senz'altro, senza però disturbare il collega Grimaldi, che sta effettuando il suo richiamo all'ordine dei lavori.

Prego, prosegua.

MARCO GRIMALDI (AVS). Dieci giorni fa, abbiamo chiesto a Giorgia Meloni di venire davanti a quei cancelli della Lear, cancelli di un'azienda che produce sedili e che potrebbe riconvertire parte del suo futuro. Ricordo che la fine del motore endotermico, con quella crisi, non c'entra nulla. Quei lavoratori non l'hanno vista davanti ai cancelli, non hanno visto né lei, né il Ministro Urso. Hanno preso un pullman ieri mattina, per venire qui, davanti al MIMIT, a chiedere spiegazioni a quell'azienda, a questo Governo e a Stellantis. La risposta è che, per la prima volta, la Lear dice che non è esclusa la parziale o totale chiusura dello stabilimento.

Ecco, siamo davanti a un atto inaccettabile, perché quel sito può essere riconvertito, perché pretendiamo di dire, pensare e ottenere, anche da questo Governo, che si potranno continuare a produrre sedili anche in futuro, in Italia. Lo ripetiamo.

Ma, oggi, proprio oggi, Stellantis presenta la sua re-factory, a Torino. Fatemi dire che per me non è un imbarazzo passare da produrre auto a smontare auto. Il punto è con quale occupazione. Quando succederà tutto questo con la piena e buona occupazione? L'intesa con la cinese CATL per produrre le batterie al litio ci dice che ci sarà una quinta gigafactory in Europa. Ci stiamo battendo per portarla qui o pensiamo che sia normale che vada in Polonia, in Serbia o in Repubblica Ceca? Vogliamo un'opinione da parte di questo Governo, vogliamo sapere dove verrà prodotta, banalmente, la 500 elettrica. Ditecelo; ancora a Mirafiori o, magari, in Turchia, in Polonia o in Marocco? Tutto ci dice, meno che di un vero impegno concreto di questo Governo e di Stellantis a produrre qui. E, dico di più: l'hub torinese che annunceranno oggi non ha un nuovo occupato, una nuova assunzione. E cosa sta succedendo in queste settimane? Semplicemente, che ci sono lettere che chiedono ai dipendenti di Stellantis di andarsene via prima. Siamo davanti a un'inesorabile fine ed è ora di dire basta a questo mono-produttore che di italiano non ha più nulla. È ora di dire basta - Presidente, concludo -, e lo dico perché questo mono-produttore non ha niente di italiano, non difende gli interessi dell'Italia, non paga le tasse e gli utili in Italia, ma, dico di più: Urso dove sei? Sei il Ministro del made in Italy, avevi detto che entro luglio avreste annunciato un milione di auto prodotte in Italia; l'estate è finita, winter is coming; patrioti, dite qualcosa, ditela a questo Paese. Noi sappiamo da che parte stare, dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori della Lear e dell'indotto di Stellantis, perché loro sono gli unici a difendere l'interesse di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Chiedo scusa, siccome questo è un richiamo all'ordine dei lavori, qual è la pertinenza con l'ordine dei lavori?

MARCO GRIMALDI (AVS). Chiediamo che il Ministro Urso e la Prima Ministra, anzi, la Presidente di questo Governo, vengano, qui, in Aula, a riferire non solo sulla crisi della Lear, ma di tutto l'indotto e di Stellantis.

PRESIDENTE. Grazie, era soltanto il pezzo mancante al suo intervento.

Ha chiesto di parlare la deputata Gribaudo. Ne ha facoltà.

CHIARA GRIBAUDO (PD-IDP). Presidente, mi unisco e mi associo alla richiesta; ancora una volta, in quest'Aula, ci uniamo, come Partito Democratico, alla richiesta di far venire in Aula il Ministro del cosiddetto made in Italy e che, per ora, come ha ricordato il collega Grimaldi poc'anzi, non si sta dimostrando per niente attento ai bisogni, non solo, dei lavoratori, ma anche delle imprese italiane.

Il caso della Lear è emblematico, perché è un pezzo dell'automotive in Italia che, appunto, rischia di scomparire. Guardate che ci sono 300 lavoratori che a fine anno finiranno gli ammortizzatori sociali, senza un'alternativa, perché quell'alternativa non è stata messa in campo, anche se c'è un core business che potrebbe essere applicato in Italia, ma naturalmente, per ora, da quello che sappiamo, l'azienda sceglie di investire in Paesi diversi dal nostro.

Allora, il Governo dei patrioti non solo dovrebbe venire in Aula, ma doveva presentarsi davanti ai lavoratori e alle lavoratrici, badate bene, lavoratori e lavoratrici che hanno, in media, più di 50 anni; ci sono tantissime donne, anche in questo stabilimento, e non solo, che lavorano nell'automotive e che rischiano - lo sappiamo benissimo - a quell'età di non avere altri spazi per ricollocarsi nel mercato del lavoro e ancora sono, lavoratrici e lavoratori, molto lontani dall'opportunità di andare in pensione.

Allora, da un lato, c'è questo elemento. Noi su questo, come opposizioni - io, il collega Grimaldi e la collega Appendino siamo stati davanti a quei cancelli -, chiediamo che anche il Governo ci vada, perché i lavoratori e le lavoratrici e i sindacati, che ringrazio, hanno tenuto alta l'attenzione nonostante il Governo, dopo gli impegni presi nell'estate, non sia stato minimamente fedele a quegli impegni presi.

Allora, noi chiediamo, non solo, che venga data risposta alle nostre interrogazioni parlamentari, ma che il Governo venga in Aula a discutere di qual è il futuro dell'Italia nell'automotive, perché quello che sta accadendo in questo Paese è che si stanno smantellando le politiche industriali e non c'è un disegno, non c'è una visione di Paese, non c'è una visione industriale e lo vediamo sull'automotive, lo vediamo sull'Ilva e lo vediamo sulla Tim.

Insomma, su tutte le grandi questioni manca un dibattito e manca nelle sedi opportune (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Le sedi opportune sono quelle anche parlamentari.

Ieri ero presente a quel tavolo, all'ex Mise, che, oggi, si chiama Ministero del Made in Italy. Naturalmente, i parlamentari non possono intervenire, ma quello che ho sentito, come ricordava il collega Grimaldi, è gravissimo. Per la prima volta, abbiamo sentito parlare, da parte dei vertici dello stabilimento di Stellantis, della chiusura dello stabilimento, quindi, come a dire, chiusura parziale o totale.

Sappiamo che con l'unica commessa presente non si può andare avanti, eppure ci risulta, e anche qui lo voglio dire che in altre sedi è utilizzato il lavoro interinale e non si ragiona di spostare altre committenze, invece, a Grugliasco e, dunque, a Torino.

Allora, per questo, soprattutto lo dobbiamo a quei lavoratori e a quelle lavoratrici, chiediamo che ci sia una seria discussione sul futuro dell'automotive in questo Parlamento e che si venga in quest'Aula a spiegare alle opposizioni ma, in generale, ai parlamentari della Repubblica italiana, quali siano le strategie di questo Governo, perché il tempo degli annunci è finito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Appendino. Ne ha facoltà.

CHIARA APPENDINO (M5S). Grazie, Presidente, per associarmi anch'io a quanto detto dai colleghi e dalle colleghe, perché quello che sta accadendo sul nostro territorio è una questione non solo piemontese, ma riguarda l'intero Paese. Francamente quello che è accaduto ieri al tavolo è molto grave. Questa gravità, in realtà, l'avevamo già capita, bastava andare davanti a quei cancelli, parlare con quei lavoratori e quelle lavoratrici che dal 7 novembre sono in presidio permanente e che, a fronte di una preoccupazione dovuta a una mancanza di commesse, da mancanza di lavoro, cosa hanno trovato dall'altra parte? Il silenzio assordante dell'azienda, che, per giorni, non si è fatta trovare, che non ha detto nulla, che non ha specificato nulla, che non ha spiegato nulla, e un Governo totalmente assente. Infatti, Presidente, è da luglio che i lavoratori e le lavoratrici chiedevano il tavolo. Il tavolo è avvenuto ieri, com'è stato ricordato, e quel tavolo, purtroppo, conferma le preoccupazioni che avevamo già, le preoccupazioni di lavoratori e lavoratrici che vedono uno stabilimento che sostanzialmente è già in parte dismesso, con l'azienda che finalmente parla e dice chiaramente che c'è l'ipotesi di dismissione totale di quell'impianto, da un lato, e, dall'altro, un altro tema rilevante, e cioè lavoratori e lavoratrici che vedono i propri ammortizzatori sociali scadere a fine anno.

E il Governo dov'è? Il Governo che cosa fa? Perché questa è una vicenda emblematica di un settore che è in piena crisi. Allora, forse, anziché fare la battaglia ideologica contro la transizione ecologica, anziché andare nei salotti televisivi e additare l'elettrico come il male di questo Paese, forse questo Governo avrebbe il dovere di costruire un piano alternativo per trasformare quell'opportunità della transizione, quel rischio in opportunità, la possibilità di perdere posti di lavoro nella creazione di nuovi posti di lavoro.

Perché, se questo Governo continua così, con nessun piano industriale, nessuna offerta reale, nessuna visione, è certo che i posti di lavoro non ci saranno e si perderanno, ma ci sarà un solo colpevole. Non i lavoratori, che sono pronti a fare formazione continua, non i lavoratori e le lavoratrici, che hanno dedicato la propria vita a quell'azienda, 20 o 30 anni dentro quella realtà, che è una comunità, che hanno lavorato durante il COVID. No, loro sono pronti, loro sono a disposizione.

L'unico colpevole sarà questo Governo, che non è capace di costruire piani industriali seri che tutelino i lavoratori, le lavoratrici e le imprese del nostro Paese. Quindi, Presidente, la prego, anche noi ci uniamo, venga velocemente il Ministro a riferire e ci dica realmente cosa vuole fare per il settore automotive del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 1551.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1551​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare la deputata De Monte. Ne ha facoltà.

ISABELLA DE MONTE (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Come sempre, a distanza di sole 24 ore, ci ritroviamo a discutere di fiducia e di voto finale rispetto a provvedimenti che ormai sono diventati sistematici, un po' l'abitudine di questo Governo.

Già ieri, a dire il vero, anticipandolo, abbiamo espresso il voto di astensione di oggi, ma facendo, com'è normale, anche alcune considerazioni in merito alla questione di fiducia. Oggi vorrei fare anche questo, nel senso di fare un piccolo passo indietro, perché ritengo sia opportuno stigmatizzare ancora una volta questo ricorso ormai abitudinario alla fiducia e a questi decreti, che oltretutto non danno una continuità nell'agire del Governo.

Questo, a mio avviso, rappresenta un segno di grande debolezza di questa maggioranza, perché ci ritroviamo di fronte anche a questo contenuto che risulta essere particolarmente frammentario. È frammentario, oltretutto, anche nel modo in cui sono stabilite queste proroghe, che non sono di natura organica. Ma, ancora una volta, desidero sottolineare questo record di fiducie, di cui ormai abbiamo perso perfino il conteggio, e che però mettono anche in difficoltà noi stessi dell'opposizione, perché avremmo potuto dare decisamente un contributo diverso.

La motivazione dell'astensione è anche questa, perché sostanzialmente sono compressi i diritti, sono compresse le prerogative dell'opposizione. Oltretutto, evidenziamo anche questo modo di dividere le stesse proroghe addirittura in due decreti.

Ma, tornando al tema, alla fine non abbiamo potuto contribuire in questa sede, perché abbiamo avuto la formazione di questo decreto con i suoi emendamenti, devo dire anche numericamente superiori al testo originario, al Senato.

Quindi, poiché in questo periodo si parla molto di riforme costituzionali, Presidente, le evidenzio quest'aspetto: abbiamo un cambiamento della Costituzione di fatto, abbiamo un monocameralismo di fatto, abbiamo un cambiamento addirittura nel fatto che si possano o meno presentare emendamenti.

Ma, oltretutto, assistiamo - e questo è un tema invece più politico - a un problema evidentemente tutto interno alla maggioranza. Lo abbiamo visto in questi giorni al Senato proprio in tema di legge di bilancio, perché qui parliamo di proroghe fiscali, ma siamo nel pieno dell'iter della legge di bilancio. Ebbene, in quella sede, la stessa maggioranza, da una parte, propone emendamenti, poi è costretta a trasformarli in ordini del giorno per problemi tutti interni, ripeto, alla maggioranza.

Ma poi, sempre nei rapporti tra maggioranza e opposizione, non possiamo continuare ad assistere a questo agire, chiamiamolo, muscolare, perché credo sia controproducente anche per la stessa maggioranza. Noi, in questo decreto, chiaramente non abbiamo potuto fare alcune modifiche, non abbiamo, tra virgolette, “toccato palla”.

Questo è un peccato, perché, una forza politica qual è la nostra, che, viceversa, ha un approccio non di tipo ideologico, avrebbe potuto contribuire nella sostanza in senso migliorativo, anche perché il voto di astensione, naturalmente, è motivato dal fatto che certe misure le consideriamo anche condivisibili. Avremmo potuto partecipare al dibattito, avremmo potuto dire quali scelte sono condivisibili e quali, invece, avremmo ritenuto di modificare. Invece, ancora una volta, abbiamo un provvedimento che è del tutto striminzito, raffazzonato e anche spezzettato.

Questo tipo di approccio, purtroppo, ci porta anche a evitare dibattiti in merito ai singoli articoli e anche ai singoli emendamenti che sarebbero assolutamente necessari e anche opportuni. Quindi, signor Presidente, per suo tramite, invitiamo la maggioranza a ragionare su questo modo di fare, a riragionare, a ripensare questo modo di agire e risolvere quei conflitti che, se risolti, potrebbero essere produttivi per tutto il dibattito di carattere parlamentare.

Andando più nei contenuti del decreto, che si sarebbe potuto accorpare, del resto, a quello precedente, abbiamo anche qui un modo un po' eterogeneo di agire, perché abbiamo, al contempo, anticipi dei termini per utilizzare crediti di imposta, il tema del lavoro agile, la proroga sulla questione degli organi Aifa, tutte le questioni relative al pagamento delle supplenze dei precari della scuola, e ancora attività emergenziali, sulla crisi in Ucraina, ma anche la cessione dei complessi aziendali.

Il nostro approccio sarebbe stato, tutto sommato, propositivo, quindi avremmo potuto analizzare la proposta singolarmente, articolo per articolo. Questo, naturalmente, per quello che noi siamo chiamati a fare come Parlamento e cioè guardare all'interesse del Paese. Devo dire, in alcuni casi si potevano risolvere alcune difficoltà che certamente permangono.

Quanto al tema proroghe, abbiamo un provvedimento che si chiama Milleproroghe. È ovvio che, in alcuni contesti, è necessario ricorrere alle proroghe, per contesti che magari non erano prevedibili nel momento in cui si sono adottati i provvedimenti, per il fatto che c'è un contesto economico al quale è necessario dare immediate risposte, però non può diventare un sistema di agire. Ad esempio, ci sono due temi - mi riferisco al payback e al tema del lavoro agile o smart working - che sicuramente sono argomenti molto importanti, che andrebbero affrontati in modo senz'altro diverso.

Riguardo a tali argomenti dovremmo assolutamente aprire un dibattito; magari, abbiamo posizioni diverse, ma non possiamo continuare ad agire metro a metro, passo a passo, dobbiamo guardare lontano. Tutto sommato è ancora l'inizio di una legislatura, quindi ha senso che su questi temi ci si metta davvero, anche fisicamente, intorno a un tavolo per valutare le soluzioni migliori nell'interesse dei lavori o, comunque, di un'economia quali quella medica e farmaceutica. Anche in questo senso, abbiamo un tema che è stato rinviato. Quindi, chiediamo ancora una volta che ci sia un atteggiamento di visione rivolto al futuro e che, in questo senso, ci sia un dibattito assolutamente aperto tra maggioranza e Paese. In questo, devo dire, signor Presidente, troviamo la maggioranza in ritardo ed è un ritardo non comprensibile, perché si è affrontato l'inizio della legislatura con una maggioranza che è tuttora - lo vediamo nei voti - assolutamente solida e chiara e, quindi, non ha senso che si agisca in questo modo. La cosa grave, a nostro avviso, è che si sta agendo in ritardo non soltanto sulle risposte e sulle soluzioni, ma, addirittura, sulle proposte.

In conclusione, evidenziamo certamente elementi di fragilità, ma manifestiamo ancora una volta la disponibilità a contribuire al dibattito, nonché alla formazione delle norme con le nostre proposte in modo costruttivo e appunto di visione. Per cui, signor Presidente, pur condividendo alcune parti di questo provvedimento, che possono essere condivisibili, riteniamo, comunque, di astenerci in sede di votazione proprio per dare un segnale al Governo di affrontare questi provvedimenti in maniera diversa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signori del Governo, in questi giorni abbiamo ascoltato, in più occasioni, l'opposizione lamentare l'assenza dei requisiti per decretare l'urgenza o l'omogeneità, che sono le caratteristiche tipiche di un decreto-legge. A una prima lettura del decreto si potrebbe essere disorientati dal fatto che queste misure sono destinate a imprese, famiglie in difficoltà, lavoratori fragili, amministrazioni regionali, giovani e, quindi, si potrebbe avere l'idea che l'omogeneità non è prevista nel decreto. In realtà, noi reputiamo che di omogeneità ce ne sia e ce ne sia tanta, perché la si trova nella ratio delle misure contenute, che è quella di dover dare tempo e respiro a famiglie e imprese, in particolar modo perché da troppo tempo stiamo vivendo una crisi permanente. Non voglio definirla cronica, perché abbiamo sempre la speranza e la fiducia - ed è la forza al nostro Paese - nelle iniziative e negli strumenti che portiamo avanti come maggioranza e come Governo, però è sotto gli occhi di tutti che il contesto che ci circonda sia appesantito dalle conseguenze della pandemia - quando c'è stata la frammentazione della catena di approvvigionamento di beni e di materie prime -, come dal grande tema della crisi energetica dovuta alla guerra in Ucraina, che il Governo ha affrontato con grande determinazione, crisi che ha creato difficoltà sulle bollette che pagano famiglie, sui costi dell'energia che pagano le imprese e sulla bilancia commerciale.

Non dimentichiamo, poi, l'inflazione che, grazie a Dio, sta rallentando anche in ragione di un Governo che si è adoperato in questa direzione. Ancora, i tassi di interesse, che non abbiamo incrementato noi, li ha fatti crescere la Banca centrale europea, comportando una riduzione del potere d'acquisto delle famiglie e, non da ultimo, anche un peggioramento delle casse dello Stato. Per, poi, arrivare all'ultima delle grandi difficoltà che creano una profonda incertezza, ossia le tensioni nel Medio Oriente.

Tutti questi fenomeni si abbattono nella quotidianità di cittadini, lavoratori, imprenditori, soggetti fragili, erodono il potere d'acquisto, i risparmi, gli investimenti, la liquidità. Gli italiani hanno reagito - come sempre è abituato il nostro popolo - con una capacità di resilienza che noi conosciamo molto bene, ma la politica ha il dovere di ridurre l'impatto di questi elementi che determinano grande difficoltà. È per questo che il decreto Proroghe di termini legislativi e fiscali ha la sua urgenza e rappresenta una serie di omogeneità, con interventi alcuni dei quali, tra l'altro, condivisi dall'opposizione. Faccio l'esempio di alcune iniziative. Penso alla possibilità di richiedere l'accesso alle garanzie statali per l'acquisto della prima casa, estese fino all'80 per cento del capitale a favore di giovani di età inferiore a 36 anni e giovani coppie con ISEE non superiore a 40.000 euro annui. La casa: uno dei principali pilastri per la sicurezza delle famiglie italiane. Penso anche alla proroga della disciplina relativa allo smart working per i lavoratori fragili oppure al differimento dei termini per il versamento di tributi considerati tempestivi per i soggetti colpiti da eventi meteorologici eccezionali oppure, ancora, la possibilità di spesa, fino a quasi 56 milioni di euro per l'anno 2023, per consentire il pagamento dei contratti di supplenza breve e saltuaria del personale scolastico. Aggiungo a tutto questo, che merita menzione, gli interventi a favore delle imprese energivore e gasivore anche con riferimento alla prosecuzione delle attività emergenziali connesse alla crisi ucraina. Quindi, lo scopo complessivo è quello di alleviare la pressione fiscale su alcune categorie di cittadini e di imprese particolarmente in difficoltà, diluendo i termini dei versamenti e ampliando, invece, le tempistiche a disposizione per usufruire di facilitazioni e garanzie.

Mi sembra che, con questo elenco e con queste finalità, l'omogeneità cui ho fatto riferimento inizi ad apparire agli occhi di tutti. Queste misure contenute nel testo, infatti, sono coerenti con tutta l'azione di Governo. Quindi, l'omogeneità è sul contenuto, ma anche nel nostro obiettivo e nel nostro lavoro come maggioranza, che ha un unico comune denominatore, ovvero la capacità di dare risposte tempestive - è qui che c'è l'omogeneità -, di intervenire chirurgicamente, laddove serve, tagliando, anche con coraggio, misure a pioggia populistiche e non popolari, come il reddito di cittadinanza e il superbonus; la determinazione di affrontare i problemi su più piani, intervenendo sulle cause, come sugli effetti, l'abilità di conservare sempre la linea politica anche negli interventi di emergenza. Questa, credo, sia l'omogeneità che possiamo ritrovare in tutti i provvedimenti, dall'inizio di questa legislatura, che sono stati interessati da decreto-legge.

In questo credo che lo Stato e il Governo stiano dando una risposta importante rispetto al ruolo del fisco che non può essere più considerato un soggetto sgradevole, socio della propria attività. Anche attraverso la delega fiscale e i conseguenti decreti attuativi, noi stiamo cercando di trasformare quell'idea che gli italiani e le imprese hanno di un fisco nemico in un fisco amico, in uno Stato che può essere socio, che può aiutarti, uno Stato che non ti lascia da solo. Con questo provvedimento, il Governo ribadisce l'idea che lo Stato c'è e sta dalla parte del cittadino, di chi è più fragile, di chi vuole intraprendere un progetto di famiglia, di chi crede in questo Paese tanto da investire qui il proprio impegno, le proprie risorse, speranze e sogni.

Come Noi Moderati, Presidente, da sempre, abbiamo profuso il nostro impegno nel sostegno alle famiglie, alle giovani coppie, alle imprese, in particolare piccole e medie, alle amministrazioni locali. Condividiamo fortemente il disegno di una modifica radicale degli elementi portanti del rapporto fra Stato e cittadino, fra Stato e imprese. Riteniamo fondamentale che anche nel sistema fiscale si dia valore e considerazione al contributo essenziale degli imprenditori al benessere sociale e allo sviluppo economico del Paese. Noi consideriamo il provvedimento di oggi, all'interno di questa omogeneità che ho descritto, un tassello all'interno di un quadro più ampio che questo Governo ha ben chiaro, anche nell'urgenza di dare risposte tempestive. È questo il valore aggiunto di una maggioranza politica, coesa e unita, sulla base di un programma politico chiaro. Non ci si perde in misure incoerenti, non si perde mai di vista l'obiettivo macro, la visione per il futuro, anche quando si interviene in maniera puntuale. Per tutte queste ragioni, Presidente, come già anticipato, annuncio il voto favorevole del gruppo di Noi Moderati (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Luana Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. Rappresentante del Governo, colleghe e colleghi, con riferimento al provvedimento di conversione del decreto-legge in materia di proroga di termini normativi e versamenti fiscali in esame, si è, purtroppo - è stato sottolineato più volte -, all'ennesimo vulnus istituzionale. Sullo stesso è stata posta, anche alla Camera, la fiducia. Di nuovo, su un testo approvato dal Senato, la Camera non ha potuto approvare alcuna modifica, ma solo veder confermata la volontà del Governo e della maggioranza di praticare, di fatto, un monocameralismo, il quale affida ormai al solo ramo del Parlamento nel quale viene incardinato per la prima lettura il provvedimento la possibilità di esercitare la funzione legislativa costituzionalmente attribuita, negandola all'altro. Un decreto-legge, tra l'altro entrato al Senato con 17 articoli e uscito con 41, diventa di fatto un altro provvedimento, ma noi, com'è noto, come è già stato sottolineato anche dal collega Grimaldi nel corso della dichiarazione di voto sul voto di fiducia, non abbiamo il tempo materiale nemmeno di prenderlo in considerazione, nella sua articolazione e complessità. Non c'è il tempo. È un provvedimento su cui le opposizioni avevano dato ampia disponibilità al confronto, ma non interessa nulla, basta portare a casa, in una delle due Camere, il risultato e l'altra è, in un certo senso, delegata al silenzio.

Si è preferito riaprire i termini per aderire al ravvedimento speciale, uno dei condoni previsti dalla scorsa legge di bilancio per sanare alcune irregolarità in sede di dichiarazione dei redditi, ispirato a quella clemenza fiscale sulla base della quale, in un solo anno, il Governo ha deliberato ben 17 sanatorie. Sono condoni che intaccano in modo diretto i meccanismi di tassazione e incoraggiano condotte evasive ed elusive, questo è risaputo. Così come si proroga il termine di versamento dell'imposta sostitutiva sulle cripto-attività, ossia ancora più tempo per chi detiene attività che violano gli obblighi di monitoraggio fiscale o abbia omesso i relativi redditi in dichiarazione. Si è, però, negato qualsiasi confronto sulla proroga del superbonus: non si è voluto prevederla neanche limitatamente a quelle aree recentemente colpite da eventi alluvionali. Sono stati previsti, invece, 338 milioni nel 2024 per il Ministero del Lavoro e 400 milioni nel 2023 e 2024 per il MEF, diretti a incrementare le dotazioni di personale e gli incarichi degli uffici di diretta collaborazione dei Ministri. Ripeto, 338 milioni e 400 milioni. Si è, però, negato un confronto sul prolungamento della mini proroga prevista, che consentirà, solo per ulteriori 4 mesi, cioè sino alla fine dell'anno, ai lavoratori fragili sia del settore privato che del pubblico, la possibilità di svolgere l'attività in modalità agile. Così come si è negato un confronto e non si è data risposta al superamento dell'elevata incidenza del precariato nelle pubbliche amministrazioni, valutando la proroga dei termini entro cui è possibile maturare i requisiti di 36 mesi alle dipendenze della pubblica amministrazione, nonché i termini entro cui le pubbliche amministrazioni possono attivare le procedure di stabilizzazione del personale avente un contratto a tempo determinato in essere con le amministrazioni stesse.

Ieri sera, durante l'esame degli ordini del giorno, si è aperto un dibattito su quello presentato dalla collega del nostro gruppo, Alleanza Verdi e Sinistra, Francesca Ghirra, relativo al Fondo per la continuità territoriale aerea della Sicilia e della Sardegna. Il Governo, sostenuto dalla maggioranza, ha ritenuto che non poteva impegnarsi a incrementare per i prossimi anni il Fondo, ma può ben impegnare miliardi e miliardi nel progetto del ponte sullo Stretto.

Il Governo, invece di adottare in maniera tempestiva tutte le iniziative utili al fine di accelerare la chiusura e la successiva riconversione degli impianti di produzione energetica altamente inquinanti, alimentati a carbone e a olio combustibile, e a produrre un netto cambio di passo rispetto agli attuali livelli di installazioni di rinnovabile, proroga alcune deroghe previste per i gestori degli impianti di generazione di energia elettrica alimentati a carbone, con potenza nominale superiore a 300 megawatt, deroga priva di ogni motivazione, considerate le riserve di gas pari al 97,22 per cento della capacità di stoccaggio, il clima ancora mite e il calo di domanda energetica dovuta alla crisi economica: tutti fattori che non indicano imminenti pregiudizi alla sicurezza energetica del Paese, tali cioè da dover giustificare ulteriori deroghe per l'esercizio di impianti altamente inquinanti che contribuiscono in maniera decisiva all'aumento dei gas climalteranti, maggiormente responsabili dell'aumento delle temperature globali e della connessa crisi climatica in corso.

Così come ci si limita a prevedere, al fine di consentire la continuità del servizio di trasporto pubblico locale, che le regioni siano tenute a comunicare al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti l'elenco dei veicoli a motore delle categorie M2 ed M3, adibiti per il trasporto pubblico locale, alimentati a benzina o a gasolio, con caratteristiche anti inquinamento Euro 3, per i quali si chiede l'esonero dal divieto di circolazione previsto a decorrere dal 1° gennaio 2024, senza prevedere un limite temporale di tale esonero; un settore dei trasporti responsabile di oltre un quarto delle emissioni climalteranti nel nostro Paese e primo settore per emissioni, nonché l'unico che, dal 1990, non le abbia ridotte, ma le ha, anzi, addirittura aumentate del 3 per cento.

Per queste e altre ragioni, il gruppo dichiara di astenersi rispetto al voto finale su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ne approfitto per salutare gli studenti e gli insegnanti del liceo scientifico Enrico Fermi, di Aversa, in provincia di Caserta, che assistono dalla tribuna ai nostri lavori. Siamo nella fase delle dichiarazioni di voto e tra non molto si procederà alla votazione finale (Applausi).

Ha chiesto adesso di parlare, sempre per dichiarazione di voto, il deputato Giulio Sottanelli. Ne ha facoltà.

GIULIO CESARE SOTTANELLI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Sottosegretario, onorevoli colleghi, arriva all'attenzione dell'Aula l'approvazione finale del decreto-legge recante disposizioni urgenti in materia di proroga di termini normativi e versamenti fiscali. Purtroppo, non è il primo di proroga termini e non sarà neanche l'ultimo per l'anno 2023.

È comunque l'ennesima fiducia, la trentottesima signor Sottosegretario, che sta riducendo di fatto il nostro bicameralismo perfetto a un monocameralismo imperfetto.

Così come abbiamo un altro record, un record storico, oltre a quello delle questioni di fiducia: siamo arrivati alla trentottesima fiducia e questo è il quarantaseiesimo decreto-legge, tutto questo in un anno di governo. Allora, una maggioranza che si presenta agli elettori con un proprio programma e dichiara di essere pronta a governare, alla quale i cittadini confermano la fiducia, dando i numeri per poter arrivare a formare un Governo (uscito, quindi, con un programma unico dalle elezioni), certamente non può, nella maniera più assoluta, superare i Governi tecnici nel ricorso ai decreti-legge e alle fiducie; mentre questo Governo - il Governo Meloni - in un anno ha posto più fiducie di quelle del Governo Monti, del Governo Draghi e di tutti i passati Governi tecnici. Certamente, questo non è un modo di rispettare il Parlamento.

Quando l'onorevole Lollobrigida, oggi Ministro, era ai banchi dell'opposizione insieme al nostro Presidente del Consiglio di oggi, ogni volta che i Governi tecnici di allora ponevano la fiducia, gridava allo scandalo e all'azzeramento del Parlamento. Notiamo che invece oggi, al Governo, Meloni e Lollobrigida fanno molto peggio dei Governi tecnici. Capiamo che, spesso, il modus operandi di alcune persone - che poi si riflette anche, nel caso dei Ministri, nell'utilizzo improprio del potere, come nel caso della fermata ad hoc del treno - testimonia anche un modo di essere e di interpretare il potere, che sta avvilendo ovviamente il ruolo del Parlamento.

Io mi rivolgo ai colleghi di maggioranza perché, se dall'opposizione sempre costruttiva di Azione si alza un grido di allarme, sono anche preoccupato per i colleghi della maggioranza, che addirittura devono sottostare alla non presentazione, nel caso della legge di bilancio, di emendamenti. Poi, magari, un collega parlamentare o un senatore forse dimentica quest'appello, presenta tre emendamenti ed è costretto, nel giro di 24 ore, a ritirarli.

Quindi, noi siamo molto preoccupati perché si sta calpestando per l'ennesima volta la nostra Costituzione, in particolar modo l'articolo 77 sul ricorso puntuale alla decretazione d'urgenza. Queste osservazioni, signor Sottosegretario - ovviamente mi rivolgo al Presidente - non le fa solo Azione o il deputato Giulio Sottanelli; addirittura l'Osservatorio sulla legislazione della Camera dei deputati conferma alcune tendenze negative: il forte ricorso ai decreti-legge, la conversione del bicameralismo in monocameralismo e l'intreccio che purtroppo avviene dove c'è la confluenza di decreti in altri decreti. Tutto questo sta creando ovviamente un disordine nella produzione legislativa che rende difficoltoso il lavoro, ma soprattutto testimonia il fatto che il Governo non ha un quadro chiaro, non definisce delle linee strategiche per lavorare quotidianamente e perseguire e raggiungere gli obiettivi, ma corre purtroppo dietro alle emergenze. E quando si governa l'Italia, o un'azienda, o si riesce a pianificare e ad anticipare i problemi, o altrimenti si viene governati dalle emergenze.

Quello che sta accadendo a questo Governo è proprio questo: non ha una propria fisionomia e le idee chiare, ma viene quotidianamente purtroppo subissato dalle emergenze. Questa seconda proroga dei termini - come dicevo prima, non sarà l'ultima - testimonia proprio questo, perché prorogare i termini in molti casi significa anche non aver fatto i decreti attuativi, pertanto è la dimostrazione dell'incapacità di produrre e di far accadere le cose. Questo, forse ce lo saremmo aspettati - poiché alcuni esponenti del Governo sono alla loro prima esperienza - nelle prime settimane o nei primi mesi, ma non dopo un anno di Governo; e stiamo purtroppo osservando, nostro malgrado che, dopo un anno, questo andazzo va sempre peggiorando. Tutto questo si riflette sulla qualità della produzione legislativa che il Parlamento fa quotidianamente.

Questo è un decreto al cui interno c'è di tutto: è entrato al Senato con 17 articoli e 24 commi, ma a un certo punto è uscito dal Senato con 40 articoli e 86 commi, cioè con il triplo delle norme originarie. Allora, mi viene una riflessione: forse la maggioranza ha deciso di usare questo veicolo legislativo perché non ha avuto la possibilità di produrre emendamenti nella legge di bilancio? Si è utilizzato questo veicolo per fare in modo che alcune bandierine venissero messe dai vari partiti della maggioranza. Allora, anche da qui, capiamo sempre il modo di governare le istituzioni del Governo Meloni.

Noi, come Azione, vogliamo stigmatizzare questo approccio metodologico all'attività legislativa, perché è un approccio che non ci piace, che non ci appartiene, che vorremmo evitare e che l'Italia non si merita, perché tutti questi numeri che ho detto fino adesso sono i peggiori da quando esiste la nostra Repubblica e, quindi, il nostro Parlamento.

Nel merito dei contenuti, ci sono ovviamente degli aspetti positivi e anche delle disposizioni che non condividiamo in maniera assoluta, perché ci sono bandierine specifiche e partitiche, improvvisazioni sul decreto, aumenti di stipendio e regalie varie, tagli alle regioni per 350 milioni, tagli per 200 milioni ai comuni e per 50 milioni alle famose province. Quindi, se nell'altro ramo del Parlamento, al Senato, si sta pensando di riproporre l'istituzione della provincia così com'era prima, adesso con questo decreto andiamo anche a togliere ulteriori risorse.

Ma noi, dal primo giorno, come Azione, abbiamo sempre detto che avremmo intrapreso un'opposizione costruttiva e allora ricordiamo anche alcuni elementi che condividiamo all'interno di questo decreto, come la proroga per la garanzia statale a favore delle banche per l'acquisto delle case da parte delle coppie under 36, la rimessa nei termini di soggetti a causa di eventi atmosferici che hanno colpito di recente l'Italia; la copertura per oltre 55 milioni per le supplenze a scuola; la proroga della legge Sabatini, seppur solo fino al 31 dicembre 2023; la proroga al 31 dicembre del lavoro agile per le persone fragili; le attività legate alle emergenze ucraine.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole, ha esaurito il tempo a sua disposizione.

GIULIO CESARE SOTTANELLI (AZ-PER-RE). Quindi, per tutti questi motivi, signor Presidente, non condividendo nella forma, nella maniera più assoluta, il decreto, ma condividendo solo alcuni provvedimenti inseriti, Azione dichiara il proprio voto di astensione (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Roberto Pella. Ne ha facoltà.

ROBERTO PELLA (FI-PPE). Grazie, Presidente Rampelli. Sottosegretario Siracusano, Sottosegretario Perego, cari colleghi, il decreto-legge che ci accingiamo a votare introduce diverse disposizioni in materia di proroga di termini normativi e di versamenti fiscali e l'esame in prima lettura presso il Senato ne ha notevolmente ampliato il contenuto, con l'inserimento di parecchi commi e articoli aggiuntivi che intervengono, in maniera incisiva, su diversi temi delicati per il Paese e per i comparti più significativi e strategici. Ne è scaturito un provvedimento molto corposo, eterogeneo, una sorta di decreto omnibus che contiene però importantissime misure che hanno urgenza di essere adottate, poiché destinate a prorogare norme che hanno funzionato, colmare lacune, a risolvere situazioni, a rispondere alle esigenze di enti, associazioni e categorie di aziende e a fornire un reale sostegno alle istituzioni ai cittadini e al nostro sistema produttivo. Tra le misure già contenute nel testo varato dal Consiglio dei ministri c'è la possibilità di richiedere l'accesso alle garanzie statali per l'acquisto della prima casa, elevando la misura massima della garanzia rilasciata dal Fondo di garanzia per la prima casa per le categorie prioritarie, dal 50 fino all'80 per cento nella quota capitale qualora in possesso di un ISEE non superiore a 40.000 euro annui per mutui di importo superiore e nientemeno che l'80 per cento del prezzo dell'immobile, comprensivo naturalmente degli oneri.

Nelle categorie prioritarie rientrano, naturalmente, le giovani coppie, i nuclei familiari con figli minori, i conduttori di alloggi IACP e i giovani di età inferiore ai 36 anni, misure che sempre Forza Italia, in qualche modo, ha sostenuto e ha cercato di lavorare per far sì che si potessero trasformare in proposte reali e concrete.

Altra rilevante misura è quella che differisce, al 31 luglio 2023, il termine per la decadenza, per la comunicazione, in caso di variazione del codice IBAN, del nuovo codice con modalità telematica, tramite il portale del fondo indennizzo risparmiatori. Necessaria, in primo luogo, ai fini dell'accredito dell'indennizzo del fondo spettante ai risparmiatori, che hanno in qualche modo subito un pregiudizio ingiusto da parte di banche dal fatto che questo diventava qualcosa di veramente utile. Tale proroga è stata anche dettata dal fatto che, poiché il termine del 31 luglio scadeva in un periodo di ferie, molti risparmiatori non avevano potuto cogliere quest'occasione.

Degna di nota è anche la rimessione in termini di soggetti che, a causa degli eventi meteorologici che hanno colpito il territorio della regione Lombardia nel mese di luglio 2023, sono impossibilitati a effettuare tempestivamente i versamenti dei tributi e dei contributi dovuti alla scadenza del periodo dal 4 al 31 luglio 2023. Tali versamenti si considerano tempestivi, se effettuati proprio senza l'applicazione di sanzioni e interessi in un'unica soluzione, proprio entro il 31 ottobre 2023.

Un'altra importante norma è quella che anticipa, dal 31 dicembre al 16 novembre, il termine entro il quale le imprese energivore e gasivore non possono usufruire, anche tramite compensazione e cessione, del credito d'imposta per la spesa sostenuta per l'acquisto di energia elettrica e del gas, anche in relazione al primo trimestre 2023 e al secondo 2023.

Questa iniziativa è stata fortemente apprezzata da parte delle aziende che, in qualche modo, hanno visto una grande attenzione da parte del nostro Governo su questi temi. Naturalmente, durante l'iter in Commissione del Senato, è stato svolto un notevole lavoro di miglioramento del testo, in maniera positiva, anche con un clima di collaborazione tra maggioranza e opposizione. Il nostro gruppo di Forza Italia ha offerto un contributo molto importante sulle tematiche che richiedevano quelle risposte, alcune delle quali particolarmente urgenti e anche estremamente significative.

Tra gli emendamenti più rilevanti presentati da Forza Italia e approvati al Senato va segnalato sicuramente quello che concerne la riapertura dei termini del cosiddetto ravvedimento speciale, introdotto dalla legge di bilancio 2023, che consente ai contribuenti, entro il termine del 30 settembre, di perfezionare le procedure di regolarizzazione e di sanare la propria posizione mediante il versamento, in un'unica soluzione, del dovuto e, entro il 20 dicembre 2023, anche la rimozione di eventuali irregolarità o emissioni.

Un'altra importante modifica, sempre proposta da Forza Italia, è quella che proroga al 2025 l'obbligo per i comuni di redigere la delibera di approvazione delle aliquote dell'IMU tramite l'elaborazione del prospetto, utilizzando l'applicazione informatica messa a disposizione sul portale del Ministero dell'Economia e delle finanze. Tale proroga, fortemente richiesta dagli enti locali, sulle quali Forza Italia, sempre più di ogni altro, ha un'attenzione molto forte, si giustifica proprio con le criticità riscontrate dai comuni a seguito della fase sperimentale dell'elaborazione del prospetto e con le esigenze anche di tener conto di alcune rilevanti fattispecie, attualmente non considerate dal prospetto.

Sono state, altresì, introdotte norme che rimodulano per gli enti locali la spending review prevista dalla legge del 2021. Infatti, il contributo alla finanza pubblica dovuto a comuni, province e Città metropolitane è ridotto, per ciascuno degli anni 2023 e 2024, a 100 milioni per i comuni e a 50 milioni per le province e le Città metropolitane.

Questa riduzione dei tagli agli enti locali darà loro soprattutto la possibilità di disporre di 150 milioni di euro in più complessivi, da utilizzare in servizi per i cittadini; come diceva il collega, sì, in parte possono anche anticipare la manovra ma, ancora una volta, è la dimostrazione che questo Governo, che questa maggioranza, e, in modo particolare, Forza Italia, hanno una sensibilità per chi governa i territori e per chi risponde ancor prima di noi alle esigenze dei nostri concittadini.

Un altro emendamento di Forza Italia approvato al Senato è quello della proroga, fino al 31 dicembre 2024, della durata dei contratti in scadenza di locazione e di assegnazione in godimento degli immobili residenziali, in regime di edilizia agevolata che rientrano anche nel programma straordinario di edilizia residenziale, che sono concessi ai dipendenti delle amministrazioni dello Stato impegnati nella lotta alla criminalità. Credo sia giusto perché stiamo parlando dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza, della Polizia penitenziaria, dei Vigili del fuoco, del Corpo forestale dello Stato, dei dipendenti del Ministero della Giustizia e dell'Interno, consentendo a loro anche la prelazione sull'acquisto degli immobili che sono posti sul mercato.

Tra le altre norme introdotte va sicuramente l'apporto che come Forza Italia abbiamo voluto dare sulla proroga, al 31 dicembre 2024, delle deroghe previste dal codice della navigazione, per permettere a tutti i contratti di arruolamento dei membri dell'equipaggio del personale del servizio sulle aree di bordo dei motopescherecci, che sono stipulate dal comandante della nave.

Un altro emendamento di Forza Italia è quello che rinvia ulteriormente, dal 30 novembre 2023 al 31 marzo 2024, la disciplina sulle abilitazioni per gli assistenti bagnanti, prorogando, di quattro mesi l'entrata in vigore del decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, proprio relativo alla riforma sui soggetti autorizzati alla tenuta dei corsi di formazione. Occorre poi citare - e, al riguardo, ringrazio il senatore Occhiuto -, in modo particolare, la sinergia con i nostri colleghi della Camera, Cannizzaro e Arruzzolo, su un emendamento che modifica la normativa vigente relativa al sistema sanitario della regione Calabria.

Le disposizioni prevedono proprio la proroga del cosiddetto decreto Calabria che regolamenta il commissariamento del Servizio sanitario regionale fino al 31 dicembre 2024, ben portato avanti dal nostro presidente della regione, Roberto Occhiuto. Saranno così salvaguardate le unità di personale con contratto di lavoro flessibile in servizio alla data di entrata in vigore della legge e si stabilisce, come già accaduto in passato, una nuova scadenza per la conferma dei commissari straordinari a 60 giorni dalla data di entrata in vigore della norma di proroga.

Inoltre, grazie sempre a questo emendamento, sono sbloccati complessivamente 58 milioni di euro di risorse, ex articolo 20 della legge 11 marzo 1988, n. 67, che saranno quindi immediatamente disponibili e, di questi, 19,4 milioni per il 2024, 38,6 milioni per il 2025, che potranno essere destinati al finanziamento dei lavori per completamento dei piani di riorganizzazione delle strutture ospedaliere esistenti e di quelli per la progettazione di nuovi ospedali in Calabria.

Dopodiché, vi è stata una grande attenzione al tema delle regioni ed è stata inserita, proprio nel decreto, la norma che concede anche per gli anni 2023 e 2024 la deroga al patto di stabilità per le regioni virtuose, una norma importante e significativa. Nello specifico, si prevede proprio che, nelle more dell'approvazione della riforma del quadro di governance economica dell'Unione europea, per gli anni 2023 e 2024, continuerà ad applicarsi la metodologia di determinazione dell'indicatore di virtuosità per le regioni a Statuto ordinario ovvero continueremo a ritenere importanti quegli adempimenti che le regioni hanno già registrato in un rapporto uguale o inferiore nella media nazionale fra spese e personale.

Sicuramente, è stata inserita la possibilità, anche per gli enti locali, di utilizzare, senza vincoli di destinazione, quelle risorse derivanti dalla rinegoziazione di mutui e dall'acquisto di titoli obbligazionari.

In conclusione, Presidente, devo dire che il gruppo di Forza Italia ha dato un grosso contributo e l'ha fatto con spirito, come sempre, costruttivo, con stimolo e ascolto del messaggio che arrivava dal territorio, in sinergia con la maggioranza e anche ascoltando, come ho detto prima, le proposte e le osservazioni dell'opposizione.

Per questo annuncio il voto favorevole di Forza Italia sull'approvazione del presente decreto-legge, il cui testo, uscito dal Senato, risulta notevolmente migliorato e più incisivo, in quanto, come ho detto prima, oltre a contenere proroghe urgenti, introduce soprattutto disposizioni necessarie per i cittadini e per diversi settori strategici del nostro Paese che si trovano ancora oggi in crisi e in difficoltà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Daniela Torto. Ne ha facoltà.

DANIELA TORTO (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, ci troviamo ancora una volta in quest'Aula a parlare di quello che poteva essere fatto e non è stato fatto, a parlare di questo Governo che aveva promesso e poi non ha mantenuto.

Intanto, per cominciare, mettiamo a verbale che in realtà ci troviamo di fronte all'ennesimo decreto su cui ci viene imposta l'ennesima fiducia. Ormai questo Governo ha stracciato il record, ogni record, eppure ricordiamo bene le parole di Giorgia Meloni dai banchi dell'opposizione soltanto qualche anno fa. Sa cosa diceva, Presidente, la Meloni? “Un Parlamento è mortificato, l'opposizione non può dire la sua, una deriva davvero preoccupante per la nostra democrazia”. Non ci si crede, vero? Eppure, così recitava nel settembre 2021. Io oggi mi chiedo che cosa direbbe quella Giorgia Meloni a questa Giorgia Meloni che si beffa della nostra Costituzione, che azzera completamente il confronto democratico e che, tra l'altro, scavalca sistematicamente le Camere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Noi ci chiediamo in quale avatar oggi si nasconde la Presidente del Consiglio.

Avete impedito ancora una volta a questo Parlamento di migliorare un provvedimento che non risponde nei fatti a quelle che sono le reali esigenze del nostro Paese. Ma parliamoci chiaro: in questo anno e poco più, quand'è che questa maggioranza si è occupata dei problemi degli italiani? La risposta? Mai, ad oggi ancora mai. Si è preoccupata dei vitalizi dei parlamentari, si è preoccupata di coccolare gli evasori, di coccolare le banche e le grandi compagnie energetiche, ma a famiglie e a imprese italiane vi siete rivelati davvero allergici. La verità è che oggi le avete abbandonate.

Anche in un decreto Proroghe, che serviva proprio a rinnovare le proroghe per il sostegno economico agli italiani, il Governo mostra, ancora una volta, la miopia di cui chiaramente ha dato prova in questo anno. Infatti, Presidente, di fronte a un Paese che è ormai in stagnazione, dove c'è una produzione industriale che a settembre è crollata al 2 per cento, dove i consumi sono crollati, con una crescita economica che è partita da “zero virgola”, ma perde sempre di più la virgola e rimane solo lo zero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), voi che fate? Continuate a schiacciare il popolo italiano.

Vedete, vi siete inventati il buco di bilancio, questo famoso buco di bilancio, per due motivi: da un lato, per nascondere la vostra pavidità e l'incapacità di mettere su una manovra di bilancio giusta - e non solo seria - e, dall'altro lato, perché chiaramente dovevate attaccare una delle misure più volute dal MoVimento 5 Stelle, una misura che ha fatto bene all'economia di questo Paese, il cosiddetto superbonus. Avevate promesso mari e monti agli imprenditori nelle piazze e oggi li lasciate a pane e acqua e sull'edilizia in 12 mesi avete fatto il disastro perfetto. Il buco lo state creando voi, però nelle tasche dei cittadini italiani.

È scaduto anche il tempo di potervi dire: fermatevi, ragionate, riprendete il senno. In questo provvedimento manca proprio la proroga del superbonus, perché - voglio ricordarlo - voi avete palesemente votato contro, più volte in questo Parlamento, sulla proroga del superbonus. Quindi, diciamolo oggi a tutti gli amministratori di condominio, a cui continuate a raccontare balle.

Voi non vi rendete conto dell'enorme danno che state facendo. Perché portare avanti una becera battaglia politica sulla pelle delle persone? Perché non ascoltare il grido d'aiuto di famiglie e imprenditori?

Io poi mi chiedo che figura ci fa Forza Italia. Prima sentivo il collega elogiare il Governo per tutte le proroghe fatte. Ma lì manca la proroga dei superbonus, quella che loro promettevano qualche giorno fa in televisione, e si battevano per questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Guardate, colleghi, vi siete piegati al diktat della vostra Premier in un secondo: è stato facilissimo farlo. Io non so se provate vergogna, se ancora questa cosa sconosciuta vi resta.

Ora sembra che l'unica azione politica - se vogliamo chiamarla in questo modo - portata avanti da questa maggioranza sia spararle sempre più grosse e tentare disperatamente di spostare l'attenzione dai veri problemi del Paese.

In questo decreto - diciamolo bene ai cittadini - vengono sottratti 4,5 miliardi alle imprese. Come? Non rinnovando i crediti d'imposta su formazione e ricerca di Transizione 4.0; inoltre, non prorogate l'ACE, che è un aiuto di crescita alle imprese. Poi, vi stupite che le piazze si riempiono e cercate pure di mettere a tacere il dissenso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questa è la democrazia delle destre.

State tassando qualsiasi cosa. L'IVA sui prodotti di genere femminile e dell'infanzia, passata dal 5 al 10 e al 22 per cento; poi, è tornata al 10 per cento perché il Ministro Giorgetti aveva sbagliato qualcosa e pazienza. Caspita, voi siete i professori del MEF, quelli che sanno scrivere le leggi di bilancio serie! Andiamo proprio bene, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Comunque, adesso sta arrivando una manovra firmata da una donna, da una madre. Eppure, in queste pagine non si legge una misura a favore delle mamme e a favore delle donne; anzi, è pure contro i neonati. Quindi, colleghi, mi rivolgo a quest'Aula: guardate che non basta essere donna per fare politica per le donne, perché a volte il peggior maschilismo si nasconde e si traveste da donna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), e questo mi dispiace perché è davvero triste per il nostro Paese.

Poi, nella legge di bilancio neanche una misura per il caro mutui - figuriamoci - e il caro affitti. Però, poi arriva una misura in compenso, certo: avete rinunciato a prelevare la tassa sugli extraprofitti alle banche. Tanto quei 2 miliardi che volevate recuperare li sfilerete dalle tasche fredde, ormai fredde, dei cittadini italiani.

Quindi, zero crescita, PIL in picchiata, tasse a pioggia: questo è il pacco di Natale che mamma Giorgia e babbo Giorgetti faranno calare nei camini degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Addirittura, avevate promesso la proroga del mercato tutelato, che manca. Ormai, altro che salvaguardare i cittadini, che non ce la fanno più con le loro spese. Voi vi siete rimangiati tutto e avete inventato una nuova categoria: dopo gli occupabili, a cui togliete il reddito di cittadinanza, adesso ci sono i non vulnerabili, che sono quelli che vengono di colpo dati in pasto al mercato libero. Mi chiedo: a vantaggio di chi? Perché a guadagnarci non è lo Stato né il cittadino, ma sono le grandi compagnie energetiche a cui il Governo non ha voluto togliere neppure un centesimo - dico un centesimo - degli extraprofitti accumulati fino a oggi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Le vostre effimere parole se ne sono andate - come dire - via col vento.

Infine, continuate a dire che non ci sono soldi, però poi quando servono per voi, per le cose importanti che voi ritenete tali, li trovate sempre. Facciamo un esempio. Vede, Presidente, per pagare lo staff della Ministra del Lavoro Calderone con questo decreto stanziate quasi 400.000 euro, che - leggo - “serviranno per il conferimento di incarichi di collaborazione, anche in deroga al limite percentuale numerico previsto dalle vigenti disposizioni”. Quindi, per assumere consulenti e collaboratori del gabinetto della Calderone i soldi ci sono, anche in deroga ai tetti di spesa vigenti. Per il Paese, invece, bisogna essere seri e prudenti, come dice la Meloni. Poi, ragionandoci, uno pensa che, se il Ministro del Lavoro ha bisogno di 20 consulenti, vuol dire che è sotto organico, poverina. Però, noi siamo andati a consultare la sezione trasparenza del Ministero, la voce “titolari di incarichi di collaborazione e consulenza”, e abbiamo scoperto che già ci sono 44 consulenti per quasi un milione di euro, a cui si sommano i diretti collaboratori del Ministro, il capo dell'ufficio stampa, la responsabile della segreteria tecnica, eccetera. Quindi, fateci capire: di quanti collaboratori ha bisogno la Ministra Calderone? Cioè, quanti ne deve ancora sistemare in realtà, perché è così (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? E, poi, cosa ci deve fare?

Servono tutti questi funzionari per condannare l'Italia alla precarietà eterna, perché quello è il Ministro della precarietà, altro che del lavoro? Del resto, i soldi per risolvere i problemi del Paese, poi, non ci sono.

Tutto questo a me dispiace, Presidente, perché ritengo che tra i colleghi di maggioranza, di questa maggioranza, non ci siano solo i tifosi dei leader delle correnti, ma ci siano colleghi che iniziano a vivere questo disagio, il disagio di non poter ammettere che si sta facendo una marea di errori. Purtroppo, colleghi, vi dico: benvenuti tra noi, perché questo Governo le opposizioni non le ascolta, ma non ascolta neanche voi, anzi, vi imbavaglia, addirittura. Ora, noi, a differenza vostra, siamo liberi, siamo dalla parte di chi ci ha eletto e, quindi, non saremo complici dell'ennesimo salasso.

PRESIDENTE. Concluda.

DANIELA TORTO (M5S). Presidente, mi avvio a concludere. Il Governo Conte ha lasciato l'Italia su un treno in corsa, voi, oggi, con le vostre politiche, questo treno lo arrestate, lo fermate, non solo a Ciampino, ma anche a Palazzo Chigi e questo è gravissimo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Voteremo “no” a questo scempio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Nicola Ottaviani. Ne ha facoltà.

NICOLA OTTAVIANI (LEGA). Presidente, possiamo, fuori dallo stadio…? Dunque, Presidente, noi come al solito, prima di articolare le nostre conclusioni rispetto alle dichiarazioni di voto, amiamo, come centrodestra, ma soprattutto come Lega, ascoltare quelli che sono i suggerimenti, le proposte, perché siamo dell'avviso che la dialettica parlamentare sia sempre utile per ascoltare, per apprendere, per controdedurre, perché, alla fine, questa è la democrazia, questo è il sale della democrazia. Il problema, però, qual è? È che mi sembra che, negli ultimi mesi, anzi potremmo dire, signor Presidente, nel corso dell'ultimo anno, il mantra sia sempre lo stesso: noi arriviamo qui a parlare di provvedimenti eccezionali - e se non è questo un provvedimento eccezionale, faccio ammenda per mia crassa e somma ignoranza, ma non ne vedo altri -, utilizzando strumentalmente questi provvedimenti per parlare di altro. Quindi, è questa l'efficienza e l'effettività della produzione dell'attività legislativa a cui spesso fanno riferimento i membri della minoranza? Minoranza che, oggi, potremmo definire, signor Presidente, una sorta di sinistra stellata, che poco brilla (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), una sinistra stellata nella quale si continuano, quotidianamente, gli esperimenti della chimica per vedere se, all'interno di quest'atomo, si riescono a fondere elettroni che girano con nuclei molto instabili per riuscire a dire: no, siamo un tutt'uno. Perché, poi, è di questo che stiamo parlando. Tuttavia, qui, ci occupiamo, non solo, di democrazia, ma di sviluppo di modelli democratici e, soprattutto, in questo decreto, di sviluppo di modelli economici.

Ecco, perché, signor Presidente, davvero, ormai non ne possiamo più di richiami impropri all'articolo 77 della Costituzione, perché ci può anche stare, nell'ambito della legittima, differente divisione e visione, anche, delle cose, parlare di eventuale necessità, come lo stesso Capo dello Stato ha evidenziato in passato, di uniformare la materia, più che altro, dire che se c'è un decreto che contiene determinati elementi e la ratio di quel decreto va in una determinata direzione, cerchiamo di non stravolgerlo, ma è cosa diversa dal dire che non si deve ricorrere, come pregiudizio intellettuale, e voglio essere buono nell'utilizzare questo tipo di aggettivo, all'articolo 77, perché comunque tutto va per il percorso ordinario. Dovremmo dire che, nel 1947, quando quel meraviglioso legislatore costituente diede quella possibilità, si era assolutamente distratto o dovremmo dire che ha portato avanti un eccesso di autarchia. E no, non è così, perché se ci sono strumenti diversi per trattare materie e tempistiche diverse, quel legislatore dovrebbe, ogni tanto, essere tirato in ballo. Diceva un grande costituzionalista ai propri allievi: guardate, la Costituzione la potete benissimo cambiare, ci mancherebbe altro, ma almeno una volta, leggetela (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Sa, signor Presidente, perché mi incuriosisce sempre l'esito di queste sedute parlamentari? Perché questa mattina, utilizzando, ancora una volta, un altro strumento parlamentare, che è quello degli ordini del giorno, si è fatta di tutta un'erba un fascio - pardon, intendevo naturalmente riferirmi a quello che è il profilo dell'espressione letteraria e non altro - addirittura delle ZES. Si è riparlato in quest'Aula, oggi, delle ZES, utilizzandole strumentalmente, da parte di alcuni membri della minoranza, per dire che questo Governo è contro il Sud. Ma la vicenda più anomala di questa citazione è che si sarebbero schierati contro questo strumento delle ZES coloro che all'interno della zona unica del Mezzogiorno ci sono finiti. Quindi, coloro che beneficiano di questo tipo di strumento addirittura dicono che è uno strumento da non utilizzare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), come se 1,8 miliardi di euro di stanziamento già da subito - per imprese che non hanno e che non devono avere etichette, che non devono avere tessere di partito, è questa la novità rispetto al passato - fosse uno stanziamento che va contro il Sud e non a favore del Sud. Forse, altre zone del Paese avrebbero potuto dire: ma perché non ci rientriamo anche noi? Quindi, l'eventuale contestazione doveva essere al contrario. Si porta avanti quella che viene definita, spesso, la fiera dell'ovvio, alla fine della quale, però, non credo che ci si possa incensare di gradi e galloni.

Per non fare riferimento, poi, a quello che è stato un argomento assolutamente deleterio, signor Presidente, perché qui ogni parlamentare svolge con dignità, tutti noi, maggioranza e minoranza, il proprio mestiere, se possiamo parlare di mestiere per quello che attiene il profilo dell'impegno politico, senza che qualcuno venga a dire: ma i parlamentari del Sud o del Centro-Sud, rispetto a quello che è il profilo dell'autonomia differenziata, dovrebbero vergognarsi. Basta, non ne possiamo più, signor Presidente, perché significa non considerare che l'autonomia differenziata non la stiamo introducendo noi, la vogliamo attuare perché è legge costituzionale di questo Paese, dal 2001 (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! E in quel momento anche erano distratti? Quando c'era un tizio, il presidente della Bicamerale, che anziché portare avanti soltanto quella che era la passione velica, glielo riconosciamo, ci mancherebbe altro, però, come presidente della Bicamerale, Massimo D'Alema, aveva colto l'importanza di differenziare non le economie, ma gli strumenti per intervenire e, quando ebbe quelle intuizioni, lui insieme a tutto il Parlamento - perché una legge costituzionale non passa perché soltanto una persona, in modo monocratico, intende farla passare -, vennero fissati i livelli essenziali delle prestazioni. Scusate, ma per chi vennero indicati quei livelli? Per chi già si trovava all'interno di quei livelli o per chi aveva il diritto, sacrosanto, di raggiungerli (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Ma di che cosa stiamo parlando? È possibile fare tutto e il contrario di tutto, ma negare l'evidenza in questo modo e cercare di strumentalizzare questo decreto, oggi, signor Presidente, anche per dire che, in realtà qui, si è contro il Sud, significa recitare a soggetto e neppure con troppa verve e, soprattutto, successo, perché quando si recita a soggetto bisognerebbe capire che quando si va su un palco c'è il momento del dramma e il momento della commedia, non quello della comicità, perché, davvero, così, andiamo oltre quelle che sono le grandi indicazioni che provengono anche dalla letteratura teatrale e non politica.

Allora, in precedenza, si diceva anche, da parte di qualche altro collega, mi rivolgo sempre a lei, Presidente, per stigmatizzarne l'intervento: ma qui avete sostanzialmente cancellato quella che è stata la grande opportunità del PIL di questo Paese nel corso degli ultimi anni, con riferimento sempre al superbonus, al 110 per cento. Signor Presidente, noi non neghiamo il fatto che uno strumento possa essere utile, il problema è come quello strumento viene utilizzato, perché una Ferrari può correre su un circuito di Formula 1, ma se una Ferrari corre sullo sterrato, non solo, causa danni al pilota, ma causa danni alla collettività che è titolare di quello sterrato.

Questo è il problema che, ancora una volta, sembra essere saltato a piè pari. Perché ha un senso dire: utilizziamo le risorse dell'edilizia per sbloccare la catena economica, perché dall'edilizia viene fuori una serie di altre attività di carattere professionale, di carattere industriale, ci mancherebbe altro; ma, se tutto è concentrato in un periodo assolutamente limitato, non dobbiamo citare Keynes, ma neppure sminuire Smith per capire che, se quelle merci, se quei prodotti devono essere richiesti nel breve volgere di 24 mesi, è chiaro che tutto schizza alle stelle e si creano diseconomie di cui tutto il Paese pagherà le conseguenze ancora per anni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati Torto e Alfonso Colucci). Centosei miliardi, questa…

PRESIDENTE. Colleghi, potete applaudire, ma non potete interrompere.

NICOLA OTTAVIANI (LEGA). …è la vicenda grave, 106 miliardi è costato questo scherzo al Paese. E, come disse un grande statista inglese nel corso della seconda guerra mondiale, non c'è mai stato un caso nel quale è stato speso così tanto per così pochi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Allora, signor Presidente, è o non è materia di decretazione d'urgenza la necessità di portare al 31 dicembre le possibilità degli acquisti, e quindi le garanzie per i mutui per le giovani coppie?

È o non è necessità che debba rientrare in un decreto ad hoc la possibilità per le imprese di utilizzare subito la compensazione o la cessione del credito per quanto riguarda la materia delle attività energivore o gasivore? Questo significa anticipare liquidità alle imprese, dare la possibilità alle imprese di non ricorrere sempre a quel sistema bancario…

PRESIDENTE. Concluda.

NICOLA OTTAVIANI (LEGA). …che spesso vediamo che viene demonizzato, e invece avviene tutt'altro. E allora, signor Presidente, non sto qui a ripercorrere tutti gli elementi che sono stati inseriti all'interno di questo decreto. Mi verrebbe solo da ricordare l'articolo 15 che fa riferimento…

PRESIDENTE. Deve concludere, ha esaurito il suo tempo.

NICOLA OTTAVIANI (LEGA). …alla proroga sull'amministrazione straordinaria, Presidente, delle grandi imprese in crisi. Era, pensate un po', il provvedimento che venne emanato dal Presidente Prodi in una delle poche cose riuscite all'epoca da parte del Presidente. Noi, però, diciamo che quella legge è valida, l'impianto dell'amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi deve essere utilizzato. Vado davvero a concludere. Capisco, Presidente…

PRESIDENTE. No, guardi, ha solo i secondi per dire se il suo gruppo vota a favore o no, perché ha esaurito abbondantemente il suo tempo. Chiuda.

NICOLA OTTAVIANI (LEGA). Concludo, Presidente. Capisco, comprendo l'imbarazzo di tanti colleghi di minoranza oggi perché, il giorno dopo che il Presidente della Commissione europea, che non è certo di centrodestra (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle),

PRESIDENTE. Concluda.

NICOLA OTTAVIANI (LEGA). …ha dichiarato di essere a favore, sostanzialmente, del nostro bilancio, abbiamo capito che, mentre in passato c'era chi di burocrazia faceva perire questo Paese…

PRESIDENTE. Deve chiudere, sono costretto a toglierle la parola, non mi faccia essere scortese!

NICOLA OTTAVIANI (LEGA). …oggi facciamo, invece, gioire questo Paese di democrazia economica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lai. Ne ha facoltà. C'è una tolleranza fisiologica, ma non si possono sforare di un minuto i tempi per una dichiarazione di voto. Prego, deputato Lai.

SILVIO LAI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Colleghe, colleghi, rappresentanti del Governo, lo dico subito: al di là del merito, non vorrei deragliare dal tema che discutiamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), in questo caso almeno, ma mi pare opportuna una fermata straordinaria, non prevista sulla tratta che stiamo percorrendo, almeno per scendere a una stazione, quella sì utile, del senso di quello che facciamo in questo luogo.

Non so se per tutti i componenti della maggioranza, per i colleghi, Presidente, c'è consapevolezza di quanto sta avvenendo, perché vedo un'assuefazione, una mitridatizzazione dei colleghi parlamentari di maggioranza. Non so se ricordate chi era Mitridate, perché è diventato così famoso da dare un nome a uno stato di salute, a un processo biologico.

Mitridate è un re persiano, che ha tenuto sotto scacco la Roma repubblicana per 40 anni, ben più dei 14 anni di Annibale, dei 4 di Pirro, ma più noto per il fatto che negli anni, assumendo costantemente crescenti quantità di veleno, ne è diventato immune, tanto da non riuscire a uccidersi insieme alla sua famiglia nell'ultimo atto della sua lunga vita. Ecco, qui c'è un palese tentativo di mitridatizzazione, di cancellazione. Ci volete, ci vogliono abituare ad accettare l'inutilità del Parlamento.

Quello che abbiamo davanti è un tran tran settimanale che, in sequenza, assorbe un decreto ogni lunedì, finge una discussione, poi si mette la fiducia e, via via, il programma passa alla settimana successiva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). La democrazia parlamentare si sta assuefacendo alla sua cancellazione, il Parlamento accetta non di sostenere, con una maggioranza, un Governo, che è lecito, ma di essere totalmente silenziato da questo e ridotto a un votificio.

E non si dica che è sempre stato così. Sino alla XVII legislatura, solo per fare un esempio, non era mai successo che la legge di bilancio non tornasse in seconda lettura per l'approvazione definitiva alla seconda Camera (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Nella scorsa legislatura, per la prima volta e due volte su quattro, è successo che la legge di bilancio non sia stata vista dai due rami del Parlamento, ma stiamo parlando di un'eccezione, l'anno terribile della pandemia e quello del Governo tecnico, peraltro sostenuto dalla metà dell'attuale maggioranza di Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Ma oggi, con una maggioranza politica che si è presentata alle elezioni compatta e che ha margini enormi di vantaggio sulle opposizioni, quali motivazioni concrete ci sono per evitare un normale processo legislativo che nei primi 70 anni di Repubblica parlamentare non è mai stato tradito? In questa legislatura già due volte su due si procederà con una sola lettura parlamentare. Che senso ha questo vero e proprio abigeato della funzione parlamentare, del potere legislativo da parte dell'Esecutivo, con la settimanale produzione di decreti urgenti - urgenti per chi, ci si potrebbe chiedere - che impegnano il Parlamento, togliendo lo spazio a qualunque attività ordinaria di elaborazione e produzione di leggi strutturate e tematiche?

Che senso ha la continua delega del Parlamento al Governo, quando non decreta, di produrre leggi di riforma, come appare evidente dalla riforma fiscale, dal pessimo esempio del salario minimo, dove l'abigeato si spinge a rubare lo spazio di iniziativa delle opposizioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), oppure da quella sull'autonomia differenziata? Lo dico al Presidente perché lo dica al collega: l'autonomia differenziata è nella Costituzione, ma c'è anche un'altra cosa che si chiama Fondo di perequazione.

E voi non solo non sapete fare un Fondo per l'insularità, ma neanche figurarsi il Fondo per la perequazione. Per finire con il premierato, quest'ultimo un vero proprio acuto nel travisamento delle funzioni perché, a mia memoria, si tratta di un unicum: una legge di riforma costituzionale presentata dal Governo e non dai parlamentari di maggioranza.

Se non per la dignità di parlamentari e del Parlamento, potreste mettere a valore almeno il tema della qualità della legislazione. Lo segnalo perché è evidente che una continua decretazione d'urgenza produce una frammentazione della legislazione che rende poco chiara e trasparente per i cittadini la normativa.

Diventa sempre più difficile conoscere e capire le leggi quanto applicarle. Confido che non sia questo l'obiettivo che questa maggioranza persegue, almeno non di tutta. Prorogare, questo è un decreto di proroghe, ma ci sono due facce della stessa medaglia. È come un treno, si può andare in una direzione oppure in quella opposta, si può andare veloci, si può essere in ritardo, oppure, magari, a semplice richiesta, ci si può fermare, come risulta dai nuovi regolamenti Trenitalia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Ma, oltre alle battute, prorogare può essere un'esigenza dovuta a una grave calamità, e lì è un bene, oppure prorogare può significare non essere in grado di decidere.

In questo decreto c'è poco del primo e molto, solo, del secondo. Fanno parte del primo campo le cose che mancano colposamente e del secondo quelle dolosamente fatte male. Questo è un decreto per sottrazione, confermate una cosa e ne togliete altre due, e lo vediamo nel merito. Del primo fanno parte le promesse mancate sull'alluvione in Emilia, le proroghe, i finanziamenti, promessi e attesi, magari in stivali nel fango, che so; e, del secondo, il sesto rinvio per Aifa o il danno che state facendo sull'Ilva di Taranto.

Purtroppo oggi non siamo in grado di confrontarci, siamo al voto finale, ma questo decreto avrebbe avuto bisogno di un confronto, perché si tratta dell'ultima manovra prima della manovra finanziaria; quella manovra finanziaria che oggi vi assumete a pieno come paternità rispetto a quella dello scorso anno, che avete voluto attribuire al Governo tecnico, salvo il fatto di averla segnata copiosamente con condoni, omaggi vari, regali alle società professionistiche di serie A, pagati, questi sì, con la riduzione dei diritti, stravolgendo “opzione donna” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), dei diritti delle donne e delle madri.

Se penso alla fanfara che ha accompagnato l'annuncio di questo decreto, alle attese che avete generato, oggi vi rendete anche voi conto di quanto sia ridicolo e marginale. Non riuscite a fare neanche un comunicato stampa su questo decreto. Avete sollevato le solite bandierine con categorie ed enti locali e poi avete solo prodotto cocenti delusioni. Parliamo dei comuni? Ai comuni avete dato nuove funzioni senza risorse e, in più, gli togliete nella manovra 200 milioni di euro; e in più si dovranno pagare l'adeguamento del contratto con le loro risorse. Ecco, autonomia senza risorse e senza flessibilità, come chiedeva l'ANCI, che cos'è? Niente, solo un raggiro, una presa in giro.

E non bastano gli interventi fatti dal PD al Senato per riutilizzare fondi. Oppure, parliamo della casa: qui avete riconfermato la possibilità di avere l'80 per cento del Fondo di garanzia per le coppie giovani ma, insieme, gli avete tolto la possibilità delle agevolazioni sulle imposte, il che vuol dire che saranno costi sopportabili solo da quelle coppie che hanno le famiglie alle spalle. Quindi, aiutiamo quelli che già possono e non aiutiamo quelli che realmente ne hanno bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Voi, in qualche modo, vi ponete questo problema? Sapete occuparvi davvero degli ultimi oppure lo volete fare?

A me non sembra, perché l'altro capitolo nel quale avete manifestato la vostra inesistenza è il tema dell'energia: fine del sostegno alle bollette, nessuna proroga del mercato tutelato, come, invece, hanno negoziato molti Paesi europei. Oggi, i cittadini sono sommersi da telefonate incomprensibili e possono già aspettarsi aumenti quantificati del 30 per cento dal prossimo anno. A voi il principio della libera concorrenza serve soltanto quando dovete proteggere aziende che sono superate, non quando dovete proteggere i consumatori, com'è nel diritto europeo.

Avete, poi, respinto tutti i nostri emendamenti che intervenivano sulla situazione critica dell'Emilia-Romagna, nonostante le promesse e, poi, il grande pasticcio dell'Agenzia del farmaco. Ve l'avevamo detto: non si può fare una riforma con un emendamento, una riforma dell'Agenzia del farmaco, che regola il funzionamento della sanità italiana, della farmaceutica italiana. E non eravate così pronti, tanto che, ormai, siete arrivati alla sesta proroga in meno di un anno. Non si fanno così le riforme. Forse non eravate neanche in grado di pensarla, questa riforma.

Infine - e chiudo, Presidente -, con un tratto di penna, avete cancellato la proroga dello stato di avanzamento dei lavori, il SAL, al 30 giugno per il superbonus, aggravando la situazione di decine di migliaia di italiani e italiane a cui, ancora adesso, state facendo promesse.

Avete cancellato le risorse per gli ecobonus, perché siete convinti che, sì, va bene, c'è il cambiamento climatico, ma mica si può rinunciare ai nostri egoisti standard di vita e fare, in 5 anni, quello che, invece, si può fare in 50 anni. Non sono parole mie, sono parole che ho sentito martedì mattina, alle 9, su Radio 1, nella trasmissione diretta dall'ex presidente della Rai Foa, parole espresse dal co-conduttore, liberamente, senza contraddittorio, nella principale trasmissione del mattino di Radio 1. Questo anche no. Ma davvero la Rai può permettersi, senza conseguenze, di dare voce così eclatante al negazionismo climatico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? O credete davvero che il nostro pianeta abbia ancora 50 anni di tempo per ridurre le emissioni di CO2, per realizzare una transizione ecologica ed energetica, per mettere al sicuro quello che resta nel Paese? Su questo, prorogate, sì, ma come se non ci fosse un domani, altro che il resto.

PRESIDENTE. Concluda.

SILVIO LAI (PD-IDP). Per questo - e concludo, Presidente -, al di là della posizione della fiducia di ieri, oggi non possiamo che dire che continuate a dimostrare che eravate pronti solo a fare opposizione, a urlare contro lo Stato, l'Europa, i poteri forti, le forze oscure, gli alieni, ma governare no. Perché governare non è fermare un treno in ritardo dove non dovrebbe fermarsi per andare a presenziare un'inaugurazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Governare è dare l'esempio, rispettare le istituzioni e non piegarle sino al ridicolo delle risposte di Trenitalia di ieri. Governare è decidere, non prorogare e di proroghe e marce indietro ne vedremo ancora molte, purtroppo per il Paese, che ne pagherà il conto.

Noi non ci faremo l'abitudine, nessuna assuefazione ci fermerà dal denunciare il vostro comportamento e le vostre incapacità e per questo, a nome del PD, dichiaro il nostro convinto “no” a questo pessimo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Saluto gli studenti e gli insegnanti del liceo scientifico “Enrico Fermi” di Aversa, in provincia di Caserta - il secondo gruppo -, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Congedo. Ne ha facoltà.

SAVERIO CONGEDO (FDI). Grazie, Presidente. Colleghe colleghi, Sottosegretario Siracusano, questa Camera dei deputati si appresta a votare un decreto che contiene disposizioni urgenti in materia di proroga dei termini normativi e versamenti fiscali, già approvato, in prima lettura, al Senato, e che ha visto un'approfondita discussione a seguito delle puntuali relazioni svolte dal presidente Osnato e dalla collega Lucaselli.

È un provvedimento di fine anno, che consta di 17 articoli, varato per fronteggiare urgenze e necessità in diversi ambiti sociali ed economici. Si tratta di proroghe urgenti, di riaperture e di differimento di termini in materia fiscale, lavorativa, abitativa, sanitaria, monetaria e di trasporto, tutti aventi carattere di urgenza, e questo giustifica la decretazione di urgenza e la posizione della fiducia da parte del Governo.

A una lettura attenta di questo provvedimento, non si può non apprezzare lo sforzo del Governo e della maggioranza nell'affrontare questioni che incidono nella vita quotidiana degli italiani, uno sforzo enorme reso ancora più significativo se inquadriamo questo provvedimento e l'azione complessiva del Governo e anche del Parlamento nel contesto dei tempi complicati e difficili che viviamo. Complicati, perché stiamo vivendo una situazione economica e geopolitica di assoluta e drammatica eccezionalità. Mi riferisco alla guerra in Ucraina, alla situazione in Medio Oriente, alla pesante emergenza energetica, all'inflazione giunta al livello più alto degli ultimi 10 anni, all'inasprimento della politica monetaria da parte della BCE. Senza contare, poi, la situazione dei conti pubblici e l'impatto sulla situazione dei conti pubblici che hanno avuto alcuni provvedimenti varati da precedenti Governi. Mi riferisco ai 29 miliardi del reddito di cittadinanza e agli oltre 100 miliardi, pari a 26-27 miliardi l'anno, quanto una finanziaria varata dal Governo Conte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Risorse sottratte a servizi e investimenti per famiglie e imprese. Da chi ha immaginato e attuato quei provvedimenti credo che questa maggioranza, Fratelli d'Italia, il centrodestra e il Governo non possano ricevere alcuna lezione.

Una questione complicata per i tempi che viviamo e che, nonostante tutto, vede un'azione del Governo precisa, puntuale, e i dati lo confermano. La nostra economia cresce più del previsto e più di molti Paesi dell'Unione europea, a cominciare da Francia e Germania e il dato è confermato, in questi giorni, dalle agenzie di rating, che hanno promosso il percorso economico del Governo. Aumenta l'occupazione, lo spread è sotto controllo, le buste paga dei dipendenti sono più ricche grazie al taglio del cuneo fiscale, l'attuazione del PNRR, checché se ne dica, procede a passo spedito, il Patto di stabilità sta facendo passi avanti, il nostro prestigio e l'affidabilità internazionale sono sempre più forti, come dimostra anche il Piano di azione siglato ieri, in Germania, dal nostro Presidente Giorgia Meloni.

Ciò nonostante, abbiamo avviato la stagione delle grandi riforme utili al Paese: è stata varata quella del fisco ed è in rampa di lancio quella del premierato e della giustizia.

Intanto, il Governo di Giorgia Meloni, di Fratelli d'Italia, del centrodestra va avanti con un atteggiamento del fare e di responsabilità, con lucidità, equilibrio, visione di legislatura, perché, fatevene una ragione: questo è un Governo che ha davanti 5 anni, caratterizzandosi sempre più come il Governo del fare. Sono tratti che si riscontrano anche in questo provvedimento, con misure per famiglie, imprese, enti locali e categorie. Penso alla proroga del Fondo di garanzia per l'acquisto della prima casa, con l'aumento della garanzia dello Stato dal 50 all'80 per cento, un dato particolarmente significativo, anche alla luce dell'impennata dei tassi che riguardano i mutui. Penso alle misure a sostegno di imprese e famiglie colpite da eventi calamitosi. Penso a misure a favore delle imprese e delle società, come la proroga dell'assegnazione della cessione agevolata dei beni ai soci o la proroga della legge Sabatini. Penso al ravvedimento cosiddetto speciale, con riferimento al quale voglio precisare che non si tratta di un condono, ma si tratta di regolarizzare posizioni di contribuenti fedeli che hanno dichiarato il giusto, ma che si trovano in difficoltà nell'adempiere ai loro obblighi di versamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Penso alle proroghe per i comuni nella certificazione degli obiettivi di servizio; penso alla proroga per i comuni nell'elaborazione del prospetto delle aliquote IMU.

Penso a tutte quelle norme inserite nel decreto tese a migliorare la virtuosità della regione, alle proroghe necessarie in materia ambientale ed energetica. Penso alla proroga, anche se è una mini-proroga, del lavoro agile per i lavoratori fragili. Penso alla proroga, ad esempio, dei termini per gli importi dovuti a titolo di payback delle aziende fornitrici del Servizio sanitario nazionale, gentile regalo che ci viene, anche qui, dal precedente Governo. Penso alla riapertura dei termini per i risparmiatori truffati.

Prima di concludere, però, Presidente, vorrei fare alcune valutazioni squisitamente politiche, perché nel dibattito ho sentito, da parte delle opposizioni, come questo provvedimento costituisca, in realtà…

PRESIDENTE. Colleghi… Chiedo scusa se la interrompo, deputato Congedo. Aspettiamo che l'Aula si ricomponga e che i deputati prendano posizione, magari anche non dando le spalle ai banchi del Governo e alla Presidenza. Colleghi, se non disturbiamo… Prego, prosegua.

SAVERIO CONGEDO (FDI). Grazie, Presidente. Dicevo che, dai banchi dell'opposizione, in particolare dal PD, questo provvedimento è stato definito come un lungo elenco di cose che mancano. In realtà, queste cose che mancano, Presidente, non le abbiamo viste arrivare in tanti anni precedenti, anni in cui il PD, seppur senza un suffragio da parte del popolo italiano, è stato al Governo di questo Paese.

Ma voglio anche rivolgere un'osservazione su alcune dichiarazioni che sento da parte del MoVimento 5 Stelle dall'inizio della legislatura e che si ripetono come un disco rotto, come un disco incantato. Definizioni come “Governo che non mantiene le promesse”, “provvedimenti che sono balle, fallimenti, vergogna, scempio”, questi sono i termini usati, arrivando addirittura a immaginare e a dire che la nostra Premier è “un maschilista vestito da donna” (Applausi ironici dei deputati Torto e Alfonso Colucci): siamo veramente al trionfo dell'assurdo. Da quando sento questi aggettivi da parte del MoVimento 5 Stelle, mi convinco sempre di più, Presidente, che si rivolgano al Governo, che si rivolgano alla maggioranza, che si rivolgano a Fratelli d'Italia ma che, in realtà, abbiano in testa la loro stagione di Governo: quella sì, fatta di fallimenti e di macerie che il Governo del Paese sta ancora pagando (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Concludo, Presidente, dicendo che questo provvedimento costituisce una tessera di un puzzle che il Governo Meloni, Fratelli d'Italia e l'intero centrodestra stanno componendo per garantire un reale cambio di passo a questa Nazione, per un'Italia più forte, più ricca, più solidale, più consapevole e, probabilmente, più rispettata, più fiera e orgogliosa. Concludo, quindi, annunciando il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia, ringraziando il presidente Foti e tutto il gruppo per avermi dato l'opportunità di svolgere questa dichiarazione di voto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1551​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1551: S. 899 - “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 settembre 2023, n. 132, recante disposizioni urgenti in materia di proroga di termini normativi e versamenti fiscali” (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15.

La seduta, sospesa alle 13,25, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 90, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 825 - Disposizioni in materia di associazioni professionali a carattere sindacale tra militari, delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale, nonché disposizioni in materia di termini legislativi (Approvato dal Senato) (A.C. 1538​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1538: Disposizioni in materia di associazioni professionali a carattere sindacale tra militari, delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale, nonché disposizioni in materia di termini legislativi.

Avverto che il nuovo schema recante la ripartizione dei tempi per il seguito della discussione è pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta del 21 novembre (Vedi l'allegato A della seduta del 21 novembre 2023).

Ricordo che nella seduta del 20 novembre si è conclusa la discussione generale e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 1538​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge e delle proposte emendative presentate (Vedi l'allegato A).

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 1538​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo a esprimere il parere.

ROBERTO BAGNASCO , Relatore. Grazie, Presidente. Il parere sull'emendamento 1.1 Pellegrini è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MATTEO PEREGO DI CREMNAGO, Sottosegretario di Stato per la Difesa. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.1 Pellegrini.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Pellegrini. Ne ha facoltà.

MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente, intervengo in dichiarazione di voto. Questo emendamento si riferisce all'articolo 1 e, quindi, alla proroga prevista in questo disegno di legge. Con questo emendamento intendiamo abbreviare tale proroga di circa sei mesi. Il motivo è che questa importante legge, la legge n. 46 del 2022, intervenuta a seguito di un'importantissima pronuncia della Corte costituzionale, riguarda la possibilità per i militari di costituirsi in associazioni sindacali. La sentenza della Corte costituzionale che ha reso possibile tutto ciò è del 2018, sono passati cinque anni. Noi proponiamo che la proroga del termine sia fino al 30 aprile 2024 e non di ulteriori sei mesi, come invece prevede questo disegno di legge. Credo che in tal modo andremo incontro alle esigenze dei militari in divisa, i quali hanno tutto il diritto di costituirsi in associazioni sindacali e, quindi, non vorremmo che lungaggini del Governo o del Ministero svuotassero in sostanza questo diritto. Quindi, mi appello a tutto il Parlamento - in questo caso alla Camera - e chiedo di votare favorevolmente su questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Pellegrini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 1538​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo a esprimere il parere.

ROBERTO BAGNASCO, Relatore. Grazie, Presidente. Il parere è contrario sugli emendamenti 2.1 Graziano e 2.2 Pellegrini.

PRESIDENTE. Il Governo?

MATTEO PEREGO DI CREMNAGO, Sottosegretario di Stato per la Difesa. Grazie, Presidente. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 2.1 Graziano.

Ha chiesto di parlare il deputato Graziano. Ne ha facoltà.

STEFANO GRAZIANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. L'emendamento pone un tema a mio avviso importante - ne abbiamo già discusso in Commissione e lo abbiamo ripresentato in Aula - cioè il riconoscimento del trattamento di fine rapporto ai volontari congedati dopo ferme prolungate, sia quelli iniziali sia quelli triennali e oltre, secondo la normativa vigente per i rapporti di lavoro di natura ordinaria. Questo serve per dare un'uniformità di trattamento di fine rapporto, del cosiddetto TFR. Si rischia, infatti, di escludere coloro i quali hanno un contratto, di fatto, a tempo determinato per una ferma prolungata di un tempo specifico dal trattamento di fine rapporto. Per cui, la richiesta al Governo e alla maggioranza è quella di votarlo favorevolmente perché riteniamo che questi sono comunque ragazzi che hanno svolto un servizio per lo Stato e che, a nostro avviso, devono avere il cosiddetto TFR (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.

MATTEO PEREGO DI CREMNAGO, Sottosegretario di Stato per la Difesa. Grazie, Presidente. Intervengo solo per completezza rispetto alla conformità del parere espresso dal relatore. Ci tenevo a sottolineare, a beneficio degli onorevoli, che i volontari in ferma prefissata iniziale triennale non sono soggetti alla contribuzione a favore del fondo di credito dell'INPS da cui discende l'erogazione del TFS, cioè il trattamento di fine servizio, che differisce per il personale della Difesa rispetto agli altri impiegati pubblici.

Quindi, non solo, da una parte, il beneficio sarebbe limitativo ma nemmeno nell'attuale busta paga del personale in ferma iniziale prefissata c'è la contribuzione per cui, di fatto, non ci sarebbe l'opportunità di fare questa estensione. In secondo luogo, sarebbe necessaria, qualora venisse applicata, anche una copertura finanziaria significativa che non è prevista però in questa sede.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1 Graziano, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Passiamo all'emendamento 2.2 Pellegrini.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Pellegrini. Ne ha facoltà.

MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente. Questo emendamento, che è inerente all'articolo 2, comma 1, prevede una delega al Governo per la revisione dello strumento militare e dà come termine temporale 24 mesi. Noi riteniamo che questa revisione sia davvero importantissima e, quindi, per questo motivo proponiamo di anticipare questo termine di 6 mesi, quindi, invece di 24 mesi, 18 mesi, in modo tale da dar corso e tradurre le parole che si sono dette in questi mesi e che sono state dette anche in Commissione difesa sulla necessità di addivenire quanto prima a questa revisione. Io credo che il termine che noi proponiamo sia bastevole a fare questa revisione e, quindi, in questo senso chiediamo il voto a tutta la maggioranza di questa Camera.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.2 Pellegrini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 1538​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1538​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

MATTEO PEREGO DI CREMNAGO, Sottosegretario di Stato per la Difesa. Il parere è favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1538/1 Graziano. Se mi consente, Presidente, vorrei motivare il parere. Il tema del coefficiente di trasformazione applicato al personale della Difesa, che, come sapete, ha un'età di pensionamento anticipata rispetto agli altri dipendenti pubblici, genera una sperequazione rispetto ai dipendenti pubblici. Per cui, il Governo è impegnato - e quindi in questo senso coglie favorevolmente l'ordine del giorno dell'onorevole Graziano - a mettere in essere - e c'è anche un dialogo aperto, in ambito legislativo, con lo stesso onorevole Graziano e con i senatori Pucciarelli e Gasparri - al fine di provvedere a una norma che possa ridefinire i concetti di trasformazione e possa garantire al personale della Difesa, che va in pensione secondo il regime contributivo, di non avere svantaggi rispetto all'altro personale della pubblica amministrazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1538/2 Dori il parere è favorevole previa riformulazione: “impegna il Governo, anche previa opportuna valutazione della sperimentazione, a verificare l'opportunità di promuovere in tempi rapidi una norma specifica che dia sistematicità e continuità alle attività dei corpi civili di pace, riconoscendo come prioritario l'obiettivo della promozione di una pace” - senza la parola “positiva” - “intesa come cessazione della violenza, ma anche come affermazione dei diritti umani e benessere sociale”.

PRESIDENTE. Sostanzialmente, collega Dori, ci sono delle aggiunte all'inizio e c'è l'espunzione della parola “positiva”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1538/1 Graziano il parere è favorevole.

Ha chiesto di parlare il collega Graziano. Ne ha facoltà.

STEFANO GRAZIANO (PD-IDP). Voglio ringraziare il Governo per aver accolto quest'ordine del giorno che per noi è molto importante, perché noi abbiamo presentato una proposta di legge, come ha detto il Sottosegretario, su cui stiamo ragionando in Commissione, perché è importante creare un coefficiente di rivalutazione di quella che è la pensione. Infatti, oggi si verificano due fatti: il primo è che il militare sostanzialmente va in pensione prima - fatto dettato dalla legge -, ma soprattutto molto spesso arriva dopo a fare il militare, quindi non più a 17, 18 o 19 anni ma, in realtà, un po' più tardi. Questo crea, con la logica del contributivo, uno sfasamento e una pensione che a volte può essere oggettivamente di fame. Quindi, è importante che si tenga presente soprattutto questo versante, che è un versante…

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Graziano. Onorevole Billi! Onorevole Billi, che facciamo? Che vogliamo fare? Ci stiamo ricomponendo, bene. Prego, onorevole Graziano.

STEFANO GRAZIANO (PD-IDP). Capisco che a loro possa non interessare, però è una cosa importante…

PRESIDENTE. Non sa che si è perso, onorevole Graziano, però ascoltiamo lei. Prego.

STEFANO GRAZIANO (PD-IDP). Detto ciò, penso che sia un elemento fondamentale rispetto a quella che è la vita dei militari e, quindi, accogliamo il parere favorevolmente e speriamo che questo possa essere utile nel dialogo volto ad approvare una revisione delle pensioni per i militari, che rischiano, con il contributivo, di avere davvero una grande difficoltà.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carra'. Ne ha facoltà.

ANASTASIO CARRA' (LEGA). Solo per sottoscrivere l'ordine del giorno del collega Graziano.

PRESIDENTE. Sta bene. Il collega Graziano accetta la sottoscrizione. Altri colleghi intendono sottoscrivere o intervenire? Nessuno.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1538/1 Graziano, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

Sull'ordine del giorno n. 9/1538/2 Dori c'è una riformulazione. Prendo atto che l'onorevole Dori accetta la riformulazione e chiede che il suo ordine del giorno sia posto in votazione.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1538/2 Dori, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1538​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare la deputata Isabella De Monte. Ne ha facoltà.

ISABELLA DE MONTE (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Governo, onorevoli colleghi e colleghe, valutiamo con la massima attenzione questo provvedimento, composto da tre articoli, il cui valore incide in modo impattante sulle dinamiche sociali, sulla sicurezza nazionale e sulla sostenibilità ambientale. Poniamo da subito l'attenzione all'articolo 1, dove si estende di 12 mesi il termine per l'esercizio della delega concernente le limitazioni all'esercizio dell'attività sindacale da parte del personale militare. Questa proposta riconosce e garantisce i diritti sindacali delle Forze armate e si pone a sostegno della tutela delle risorse dedicate all'attività operativa, addestrativa, formativa ed esercitativa e questo sia sul territorio nazionale che in operazioni dei contingenti all'estero. La delicatezza di questo tema pone una riflessione approfondita sull'equilibrio tra necessità operative, le loro responsabilità e i loro diritti. Annuncio il nostro voto favorevole, che sottolinea l'impegno a sostenere un contesto lavorativo che consideri tutti questi aspetti e sia più idoneo all'esercizio delle loro funzioni.

Poi, prendiamo in considerazione, con l'articolo 2, una proroga di 24 mesi per l'esercizio di attività legate ad alcune deleghe concernenti la revisione dello strumento militare nazionale. Questo approccio assume un'importanza cruciale nell'ottica di una difesa nazionale moderna ed efficace. Le Forze armate devono essere messe in grado di affrontare nuove sfide e questa proroga fornisce il supporto necessario per un riesame completo il prima possibile, garantendo concretezza e flessibilità alle mutevoli dinamiche geopolitiche.

Per concludere, nell'articolo 3 l'attenzione viene posta sulle fonti energetiche rinnovabili. La proroga del termine per l'esercizio della delega, esteso a 24 mesi dalla sua entrata in vigore, indica chiaramente la volontà di investire in un futuro diverso, e questa visione è stata ulteriormente sostenuta e rafforzata dal Senato, che la sostiene, in collaborazione interistituzionale con il Ministro per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa.

Questa collaborazione è una novità positiva e rappresenta un modello di governance che mira a unire gli sforzi per raggiungere un obiettivo comune più efficace, anche in termini legislativi. Concludo dicendo che voteremo a favore di questo decreto, sostenendo convintamente il progresso nel campo militare e ambientale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bicchielli. Ne ha facoltà.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Presidente, onorevoli colleghi, signor Sottosegretario, il provvedimento su cui ci accingiamo a esprimere il nostro voto tocca una categoria particolare, specie in questo momento di profondi sconvolgimenti sul contesto internazionale, con inevitabili riverberi sulla sicurezza nazionale. Stiamo parlando delle nostre Forze armate, delle donne e degli uomini che quotidianamente sono al servizio del nostro Paese, uomini e donne che sono dei grandi professionisti. Mi riferisco, appunto, alle professionalità e questo provvedimento, come abbiamo già avuto modo di sottolineare in discussione generale, ha tra le sue finalità quella di avviare un profondo percorso di riforma del comparto, sulla stregua della rimodulazione degli organici già deliberata dal Ministero della Difesa con un incremento di 10.000 unità, che mira essenzialmente alla specializzazione delle figure professionali altamente specializzate, con competenze all'avanguardia, al fine di operare anche nei nuovi domini spazio e cyber. Soprattutto nel campo della cybersicurezza, risulta sempre più urgente aggiornare quotidianamente le competenze digitali e le competenze tecnologiche dei nostri comparti di difesa.

Gli attacchi alla sicurezza nazionale non avvengono più solo sul piano prettamente militare e per questo la sicurezza informatica assume, oggi, una rilevanza strategica quasi quanto la difesa dei confini nazionali. Inoltre, emerge chiaramente anche la necessità di una riserva ausiliaria consistente, ben strutturata e in grado di essere mobilitata in tempi brevi per sostenere le esigenze di sicurezza nazionale. Per questo riteniamo occorra da subito intervenire con una revisione della normativa vigente su tutte le tematiche di interesse del mondo della difesa, a partire proprio dalla norma sulla riserva ausiliaria, prevedendo profili di carriera flessibili. Servono strutture agili, pronte, adeguate nella consistenza e altamente qualificate, il tutto per costruire un nuovo modello di difesa moderno e sostenibile, in grado di affrontare le sfide derivanti dalle minacce che, con sempre maggiore intensità, insidiano i confini dell'Europa e dell'Alleanza atlantica. Parallelamente, anche il passaggio dai Cocer alle associazioni sindacali di categoria risulta essere una svolta da seguire con estrema attenzione e delicatezza, anche perché in ballo c'è la maggiore tutela delle esigenze, delle prerogative individuali, dei diritti giuridici ed economici di un intero comparto. Si tratta di un percorso il cui avvio era atteso da tempo e che necessita di tutto il tempo necessario per poter favorire un passaggio ordinato. Su questo, signor Presidente, e su tutte le questioni che riguardano le nostre Forze armate, è sempre auspicabile una trasversalità di consenso di tutte le forze politiche, se non altro perché in gioco c'è la sicurezza di tutti. Insomma, il provvedimento, nel suo complesso, si presenta come l'avvio di un percorso di riforma nel solco dell'innovazione e del consolidamento delle dotazioni delle nostre Forze di difesa. Trattandosi dell'avvio di un percorso, chiaramente, non può presentarsi con i caratteri dell'esaustività.

Signor Presidente, mi permetta di ringraziare il Governo, i Sottosegretari e il Ministro della Difesa, Crosetto, per il lavoro innovativo e coraggioso che stanno portando avanti. Come Noi Moderati e come Commissione difesa, di cui sono membro, siamo al lavoro per supportare tali attività, consapevoli che in ogni divisa di ogni membro dei vari contingenti c'è una persona, ci sono le famiglie, ci sono i figli. Lavoriamo, guardando negli occhi queste persone nella certezza che dai loro occhi, dalle loro mani e dalle loro intelligenze passa la nostra sicurezza. Per tutte queste ragioni, annuncio il voto favorevole del gruppo di Noi Moderati.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Devis Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Il dramma che abbiamo vissuto con la pandemia da COVID-19 e gli eventi meteo estremi che sempre più spesso caratterizzano il nostro Paese, conseguenti alla crisi climatica, devono farci riflettere e ripensare le nostre priorità, nel caso specifico, anche il concetto stesso di difesa. Cosa intendiamo, oggi, con “difesa”? Piuttosto che istituire riserve ausiliarie è necessario un aumento di investimenti a favore della difesa civile, non armata: la Protezione civile, il servizio civile universale, i corpi civili di pace. In questo senso apprezziamo il parere favorevole che il Governo ha dato al nostro ordine del giorno. In questo contesto, l'Esercito può svolgere sempre più un ruolo anche nell'ambito della salvaguardia del nostro martoriato territorio e nelle missioni di peacekeeping. La via italiana al peacekeeping, dal 1980 a oggi, si può individuare in due aspetti: da un lato, la presenza di un'intelligence addestrata e qualificata ad operare nelle missioni fuori area, dall'altro, la capacità dei militari italiani di stringere buoni rapporti con le popolazioni civili. Sono questi gli aspetti che fanno del nostro Esercito, davvero, una forza coerente con l'articolo 11 della nostra Costituzione ed è, qui, quindi, che va investito. Non possiamo ignorare l'inquietudine di tutti noi rispetto all'evoluzione del conflitto provocato dalla Russia di Putin contro l'Ucraina e al nuovo conflitto in Medio Oriente. Di fronte a un'escalation militare, in quest'Aula deve salire con forza la richiesta, invece, verso una de-escalation militare. Occorre lavorare, affinché al più presto le atrocità abbiano termine. Cogliamo, quindi, quest'occasione per rinnovare la richiesta al Governo, affinché promuova tutte le iniziative diplomatiche che siano in grado di trovare le condizioni, innanzitutto, di un cessate il fuoco.

Questo provvedimento rinnova la delega al Governo per ridefinire lo strumento militare nazionale, inserendo alcune previsioni che, lette con gli occhi del 2019, potevano avere un certo senso, ma lette con gli occhi di oggi ne hanno un altro. È importante, quindi, evidenziare che il ruolo di un Esercito moderno, in un Paese come l'Italia, che nella propria Costituzione ha fatto la precisa scelta di ripudiare la guerra, sia anche quello di protezione civile, esempio virtuoso nel recente impegno del personale proveniente dalle Forze armate, in ambito medico, nel corso del periodo pandemico. Voglio ricordare il ruolo importante dei medici e delle professioni sanitarie, così come dei tecnici di laboratorio dell'Esercito militare messi a disposizione delle strutture del Servizio sanitario nazionale, per collaborare insieme in una fase di grandissima carenza, come è stata la fase più acuta della pandemia. Il ruolo dell'Esercito è stato molto importante in quell'ottica e credo che sia giusto ricordarlo con riconoscenza, in questa sede.

Un altro ruolo importante del nostro Esercito è quello che svolge e che potrebbe svolgere sempre di più in futuro nell'ambito della salvaguardia del territorio. Pensiamo, ad esempio, all'utilizzo del Genio militare per la demolizione di opere abusive. In questi compiti, può essere fornito un grosso aiuto al Paese, sia per la salvaguardia ambientale, sia per le esigenze di calamità naturale come quelle che, purtroppo, sono avvenute negli ultimi mesi. È evidente che occorre, quindi, avere la capacità di inserire competenze di altissima specializzazione. Speriamo che il Governo abbia definitivamente archiviato anche l'idea di ripristinare il servizio di leva. Dovremmo, invece, affrontare la questione del servizio civile ed è importante non modificare la logica e l'impostazione che abbiamo dato in questi anni al nostro Esercito, un Esercito professionale, che svolge nelle aree di conflitto internazionale compiti di pace, un Esercito pensato per essere pienamente rispondente all'articolo 11 della nostra Costituzione. Per queste ragioni, come Alleanza Verdi e Sinistra, esprimeremo un voto di astensione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grippo. Ne ha facoltà.

VALENTINA GRIPPO (AZ-PER-RE). Presidente, il provvedimento al nostro esame è una misura, com'è stato illustrato dai colleghi che mi hanno preceduto, essenzialmente di proroghe su provvedimenti che già avevano visto avviare e concludere il loro percorso nella legislatura precedente. Come gruppo di Azione voteremo a favore di questo provvedimento. Però, vogliamo rimarcare, nella nostra dichiarazione di voto, alcuni aspetti che riteniamo importanti. Per quanto riguarda il concedere una proroga al Governo, normalmente siamo sfavorevoli all'idea che si prenda ulteriore tempo su riforme che riteniamo importanti e sostanziali, ma abbiamo recepito e consapevolmente abbiamo condiviso la complessità che è richiesta per il perfezionamento dell'iter delle questioni che vengono affrontate dai tre articoli del disegno di legge e per questo siamo anche favorevoli a concedere, come istituzione, ulteriore tempo, affinché il percorso venga concluso.

Non ripeto il contenuto dell'atto che andiamo a votare, perché lo hanno già fatto i colleghi che mi hanno preceduto, ma voglio, invece, sottolineare quanto sia importante un passaggio che cerca di coniugare, da una parte, la necessaria rigidità organizzativa che sottende al lavoro delle Forze armate, che devono avere, per loro natura, alcune prerogative anche nell'organizzazione dei processi organizzativi e del lavoro diverse dal resto dei comparti dei quali ci troviamo ad occuparci, e, dall'altra, la tutela, la volontà di riconoscere e tutelare i diritti di ogni singolo lavoratore. Parliamo comunque di lavoratori, anche se sono i nostri rappresentanti istituzionali nelle Forze dell'ordine; sono gli uomini e le donne che si occupano della nostra sicurezza nazionale. Quindi, bisogna cercare di contemperare - cosa non banale - queste due differenti esigenze: l'efficacia di reazione della macchina della difesa nazionale e la tutela dei singoli lavoratori e di tutti gli appartenenti delle tante, articolate Forze dell'ordine.

È stata ben illustrata la parte che riguarda le disposizioni in materia di associazioni professionali a carattere sindacale tra militari. Com'è stato ben illustrato dai relatori, evidentemente presenta una complessità che nasce dal fatto che, da una parte, si debba definire un profilo della rappresentanza delle singole associazioni all'interno della singola arma e, dall'altra, si debba, in una sorta di filiera a matrice, vedere quelle organizzazioni che sono trasversali alle diverse armi, affinché ci sia poi un modello che non abbia sperequazione e che sia equo e ugualmente tutelante di tutti i differenti corpi e di tutti i differenti appartenenti ai vari corpi.

Apprezziamo, evidentemente, il fatto che ci sia un sostegno pressoché unanime dell'Aula. Questo atto è il segnale che siamo tutti riconoscenti non solo per il ruolo che svolgono le nostre Forze dell'ordine, ma anche per il lavoro che si sta facendo in questo senso.

Siamo inoltre favorevoli, con riferimento all'articolo 2, a concedere ulteriori tempi per il secondo aspetto, anch'esso strategico per quanto ci riguarda, nel delegare il Governo ad adottare entro 24 mesi uno o più decreti legislativi per la revisione dello strumento militare nazionale.

Riteniamo che si potrà avere l'effetto, com'è stato illustrato nei numeri, di irrobustire le nostre Forze armate e quindi anche su questo aspetto il nostro parere è positivo. Rispetto invece all'articolo 3, e non mi riferisco al merito, perché, anche lì, nulla osta a concedere la proroga dei termini per quel che ci riguarda, lo siamo un po' meno, ma abbiamo occasione di dirlo in tutte le sedi in cui ci viene concesso, rispetto all'idea che vengano forzate insieme materie non del tutto coerenti e omogenee, perché questo rende la riflessione più complessa.

In ultimo, concludo, è stato detto da alcuni colleghi nella discussione generale, un auspicio al Governo: c'è da parte di tutte le forze politiche, anche di quelle di opposizione, mi sembra, una grande disponibilità a ragionare insieme su regole quali quelle della nostra difesa nazionale, dei nostri corpi di difesa, anche interna, a ragionare in modo coerente e unitario.

Auspicheremmo che avvenisse in quest'Aula su tutti i temi e che, quando si entra a riflettere sulle regole del gioco, sulle regole istituzionali comuni - che probabilmente dovranno sopravvivere a questa legislazione, anzi, lo auspichiamo sicuramente - ci fossero sempre lo stesso ascolto e la stessa volontà da parte del Governo di lavorare insieme al Parlamento e a tutte le forze politiche (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carra'. Ne ha facoltà.

ANASTASIO CARRA' (LEGA). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Sottosegretario, vi anticipo che il gruppo Lega-Salvini Premier voterà a favore di questo provvedimento, che contiene misure di proroga dei termini per l'esercizio di deleghe legislative da parte del Governo rispettivamente in materia di sindacati militari e revisione dello strumento militare. La prima proroga si riferisce alla delega a emanare i decreti legislativi che riguardano le particolari limitazioni all'esercizio dell'attività sindacale da parte del personale impiegato in attività operativa, addestrativa e formativa, anche al di fuori del territorio nazionale, inquadrato in contingenti o a bordo di unità navali o distaccati individualmente.

Le associazioni rappresentative in grado di esprimere il parere richiesto sui decreti delegati da adottare ancora non esistono e saranno ragionevolmente riconosciute soltanto nel corso del primo quadrimestre del 2024. La seconda proroga riguarda, invece, i tempi di esercizio della delega attuativa della riforma con la quale si è intervenuti nella scorsa legislatura sulla legge n. 244 del 2012, la cosiddetta legge Di Paola, inizialmente fissati al 2024.

Tale riforma di cui alla legge n. 119 del 2022 è anch'essa l'esito della sintesi di una pluralità di testi normativi di iniziativa parlamentare, il primo dei quali a firma Lega, nati dall'ascolto delle esigenze manifestate dalle massime cariche delle nostre Forze armate e dalle rappresentanze delle varie categorie di militari che le compongono, ascoltate nel corso di una serie di audizioni svoltesi nelle Commissioni.

Le disposizioni delegate relative all'attuazione dei principi e criteri direttivi in materia di rimodulazione a 160.000 unità degli organici delle Forze armate sono in corso di definizione e necessitano di una complessa opera di armonizzazione. Anche per questo si è reso necessario il rinnovo della delega legislativa. La legge n. 119 del 2022 è stata la risposta che il Parlamento ha voluto dare all'esigenza del Paese di avere un modello di difesa efficiente, al passo con le sfide che ci pone il mondo attuale.

Per prima cosa segnalo proprio l'incremento dell'organico fino a 10.000 unità di personale militare nelle carriere iniziali, che privilegerà, in particolare, il reclutamento di soggetti ad alta specializzazione, come medici e personale delle professioni sanitarie. Di grande attualità appare, altresì, l'istituzione di una riserva operativa dello Stato non superiore a 10.000 unità di personale volontario, richiamabile in situazione di grave emergenza per il Paese. È un tema del quale si sta parlando molto in questo periodo.

Anche su questo punto la Lega ha una sua proposta precisa, che è stata in parte ripresa dalla legge approvata lo scorso anno. Siamo quindi orgogliosi di essere stati e di essere ancora tra i promotori di riforme migliorative in questo Paese anche nel comparto difesa e sicurezza, che oggi più che mai necessita di un'attenzione e di un impegno continui e, per quanto possibile, programmati (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Tra i progetti di legge di prossima presentazione vorrei ricordarne uno che stiamo predisponendo come Lega, qui, alla Camera, a prima firma del collega onorevole Eugenio Zoffili, nostro capogruppo in IV Commissione (Difesa).

Si tratta dell'introduzione del servizio militare e civile universale, per noi indispensabile, nonché utile al nostro Paese e in particolare alla formazione soprattutto dei nostri giovani. Ritenendo che il tempo aggiuntivo che il Governo chiede per varare i decreti legislativi di attuazione sia necessario al compimento di un lavoro particolarmente complesso e utile, rinnovo con fermezza il voto del gruppo Lega-Salvini Premier a favore del provvedimento, confermando la scelta già fatta al Senato della Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pellegrini. Ne ha facoltà.

MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghe, colleghi, rappresentanti del Governo, ci accingiamo a votare questo importante atto, questo importante disegno di legge, che è già stato approvato al Senato, e riguarda principalmente i sindacati militari e la revisione dello strumento militare nazionale, oltre a proroghe dei termini per l'esercizio di deleghe legislative in materia di energie rinnovabili.

È appena il caso di evidenziare che, in merito a quest'ultima proroga, il MoVimento 5 Stelle la sostiene convintamente, in quanto consente di procedere con semplificazioni burocratiche funzionali al raggiungimento degli obiettivi fissati sia dal Piano REPowerEU che dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Per ciò che riguarda, invece, l'articolo 1 di questo disegno di legge, che si riferisce all'attuazione della legge n. 46 del 2022, voglio preliminarmente ricordare che quella legge rappresenta un risultato storico, che è stato conseguito nella scorsa legislatura con un lavoro intenso e sinergico delle forze di maggioranza, in particolare del MoVimento 5 Stelle; era una materia che stava molto a cuore a questi gruppi parlamentari e, quindi, siamo riusciti a portarlo a termine.

La legge n. 46 del 2022 intervenne a seguito di un'importantissima sentenza della Corte costituzionale, la n. 120 del 2018, che modificava un consolidato orientamento giurisprudenziale - consolidato fino ad allora - in materia di diritti sindacali. Ebbene, la sentenza innovava l'orientamento e dichiarava l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1475 del codice dell'ordinamento militare, che vietava, prima di allora, ai militari di costituire associazioni professionali a carattere sindacale o di aderire ad altre associazioni sindacali. Quindi, la legge n. 46 del 2022 si fonda proprio su questo nuovo orientamento, proprio sulla sentenza della Corte costituzionale e ha lo scopo di garantire la libertà di esercizio di un diritto fondamentale, come quello sindacale.

Siamo così convinti dell'importanza dell'espletamento di questo diritto che avevamo presentato un emendamento a questo disegno di legge che anticipava la proroga, l'abbiamo appena votato. La maggioranza ha inteso non approvare il termine più corto che proponevamo noi. Ne prendiamo atto e, pur non essendo convinti di questa scelta della maggioranza, voteremo comunque a favore di questo provvedimento perché, non votando in favore, si rischierebbe di compromettere, poi, l'effettiva libertà sindacale per cui il MoVimento 5 Stelle tanto si è battuto.

Voglio ribadire ancora una volta che questo è un tema assolutamente sentito dai nostri militari, dagli uomini e dalle donne in divisa perché introduce quella libertà sindacale che, per troppo tempo, è stata loro negata e ingabbiata in strutture di vertice inadeguate a tutelare i diritti di tutti i lavoratori e le lavoratrici in divisa.

Non sottovalutiamo, poi, il fatto che le procedure di riconoscimento delle associazioni rappresentative vanno avanti molto a rilento, perché riconosciamo che sono complesse e articolate: si pensi solo al procedimento di verifica della rappresentatività delle associazioni. Per cui, finché questo percorso non sarà completato, purtroppo non sarà possibile risolvere il problema, che è molto delicato, delle limitazioni all'esercizio della libertà sindacale per il personale che viene impiegato in attività operativa, addestrativa, formativa ed esercitativa anche fuori del territorio nazionale. Davvero noi facciamo un appello a tutti, al Governo, al Ministro della Difesa, affinché questo percorso sia il più breve possibile.

Poi giudichiamo altrettanto necessaria l'altra proroga, che prevede i 2 anni di tempo - in realtà, noi avevamo proposto, invece di 24 mesi, 18 mesi - per procedere all'aumento dell'organico militare di 10.000 unità disposto dalla legge n. 119 del 2022, che consentirà alle Forze armate di far fronte alle esigenze di personale specializzato, in particolare sanitario, logistico e informatico, esigenze che sono emerse dopo l'emergenza COVID, dopo la pandemia, proprio per far fronte alle accresciute esigenze in circostanze di pubblica calamità, come quelle che si sono riscontrate durante la pandemia, e in situazioni di straordinaria necessità e urgenza. Un'ondata di nuove assunzioni che ha lo scopo anche di svecchiare e rendere più operativo ed efficiente il nostro strumento militare in termini di personale, con maggiore attenzione al reclutamento di giovani per la cyberdifesa e destinati a ruoli operativi e specialistici. Mi avvio alla conclusione.

Riteniamo importante avere un lasso di tempo congruo per valutare, altresì, con attenzione un altro importante, ma delicato argomento, compreso in questa delega, che è quello che riguarda l'eventuale creazione di una riserva militare da attivare in caso di conflitto.

Per ragioni che, peraltro, ha ben illustrato il collega Arnaldo Lomuti in sede di discussione generale, il MoVimento 5 Stelle ritiene che su questo tema sia doveroso approfondire il dibattito a livello parlamentare, perché - e voglio citare testualmente le parole del Ministro Crosetto - “questa è una sfida più parlamentare, che di Ministero”. Quindi, auspico, noi auspichiamo, il MoVimento 5 Stelle auspica che di questa materia si occupi il Parlamento, non Crosetto e non il Governo Meloni. E quindi, alla luce di tutto quanto ho appena illustrato, pur con le perplessità innanzi elencate in merito alle proroghe che noi ritenevamo più giusto abbreviare di 6 mesi - e mi riferisco sia all'articolo 1 sia all'articolo 2, comma 1 - e che, appunto, giudichiamo troppo lunghe, sperando che questi termini possano essere, nei fatti, nell'operatività, abbreviati, dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bagnasco. Ne ha facoltà.

ROBERTO BAGNASCO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Presidente, onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, la legge 28 aprile 2022, n. 46, approvata nella passata legislatura, ha delineato la cornice giuridica nell'ambito della quale è possibile istituire associazioni professionali a carattere sindacale tra i militari, conferendo al Governo la delega a emanare uno o più decreti legislativi. Il termine per l'esercizio della delega, originariamente previsto entro 6 mesi dalla data di entrata in vigore della legge, è stato poi differito di ulteriori 12 mesi con il decreto-legge n. 169 del 2022, giungendo a un termine complessivo di 18 mesi, ossia entro il 27 novembre 2023.

Successivamente, con lo schema di decreto legislativo n. 56, è stata data attuazione a una parte della delega, provvedendo ad abrogare le disposizioni legislative e regolamentari che disciplinano gli istituti della rappresentanza militare, novellando poi il codice dell'ordinamento militare e integrando la normativa necessaria.

Non è stata, invece, esercitata la parte della delega relativa al decreto legislativo riguardante le limitazioni all'esercizio dell'attività sindacale in attività operativa, addestrativa, formativa ed esercitativa. Penso che questo sia un fatto particolarmente significativo, essendo necessario sentire il parere delle associazioni rappresentative a livello nazionale, il cui iter - come abbiamo detto più volte - per il riconoscimento della rappresentatività a livello nazionale non si è ancora concluso, e ci auguriamo che possa esserlo a breve. Il procedimento di verifica della rappresentatività delle associazioni risulta, infatti, molto articolato e particolarmente difficile. Al fine, dunque, di consentire l'esercizio di tale delega, la proposta di legge che oggi quest'Aula si accinge - credo con moltissimi voti favorevoli - a votare, estende il termine originariamente previsto dalla legge e poi, come poc'anzi detto, differito con il decreto n. 169 del 2022 di ulteriori 12 mesi, giungendo quindi fino al 27 novembre.

Colgo l'occasione in questo momento, però, per fare una brevissima riflessione sull'operato del Ministro Crosetto e sul ruolo della Difesa. Mi spiace dover constatare una strumentalizzazione delle parole del Ministro da parte di alcuni colleghi dell'opposizione, che, poi, devo dire, questa sera parzialmente non ho sentito e mi fa particolarmente piacere. Un momento storico così delicato quale quello che stiamo vivendo, dovrebbe portarci ad avere una visione unitaria, anche critica, ci mancherebbe altro, ma non manipolatrice della realtà. Durante la discussione generale, ho sentito dire che il Ministro vorrebbe creare una riserva con le Forze di polizia e mandarle a morire al fronte, in qualche caso.

Il Ministro, in realtà, ha detto ben altra cosa, ossia che, se avessimo la malaugurata necessità di attivare una riserva, con le risorse a oggi disponibili dovremmo fare riferimento per forza alle Forze di Polizia, ossia a quegli uomini e a quelle donne già formati ad attività di sicurezza. Ma è evidente che non intendesse dire che il Corpo di Polizia attuale possa formare una riserva.

Una riserva va creata appositamente e va addestrata e sarebbe il caso di pensarci proprio ora in cui tutta la Difesa è in fase di ricostruzione (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

La guerra non è più uno scenario remoto nell'Europa pacifica ma, purtroppo, è reale. Non è ammissibile che si viva con un velo calato sugli occhi. Dobbiamo prendere coscienza che alcune dinamiche e tendenze geopolitiche che si stanno muovendo, da anni ormai, si sono palesate - drammaticamente palesate - e hanno alterato gli equilibri internazionali.

Indietro non si può tornare, per questo occorre una riforma senza un colore politico che lasci ai Governi futuri uno strumento militare efficiente e innovativo dal punto di vista tecnologico. Serve una trasformazione che rivoluzioni i settori del reclutamento, della formazione e dell'addestramento - lo ripeto -, del reclutamento, della formazione e dell'addestramento. Allo stesso tempo, serve una revisione del trattamento previdenziale che oggi penalizza chi ha incarichi più difficili. Tutto questo lo dobbiamo agli uomini e alle donne della Difesa che, ogni giorno, assolvono, con dedizione e coraggio, un compito estremamente arduo a tutela della nostra sicurezza e degli interessi nazionali.

Concludo, esprimendo, ovviamente, un voto pienamente favorevole all'approvazione del provvedimento recante disposizioni in materia di associazioni professionali a carattere sindacale tra militari, delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale, nonché disposizioni in materia di termini legislativi.

Colgo l'occasione per ringraziare tutti quanti, a cominciare dagli uffici della Commissione difesa che hanno lavorato in maniera impegnata, tutti i parlamentari che sono interessati direttamente ed evidentemente il Governo per la parte importante che ha svolto nell'arrivare a questa formulazione finale. Grazie a tutti (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Graziano. Ne ha facoltà.

STEFANO GRAZIANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo è un decreto fondamentalmente di proroghe che consta di tre articoli. In realtà, rinnoviamo la delega al Governo con riferimento a un lavoro che era già stato fatto dai precedenti Governi e che, in particolare all'articolo 1, va nella direzione di attivare la delega sindacale, le associazioni sindacali, superando quindi quelle che, fino ad oggi, sono state le rappresentanze sindacali all'interno del mondo militare, innescando, di fatto, il nuovo sindacato militare.

Su quest'aspetto penso sia giusto dare questa proroga, soprattutto perché, sia dal punto di vista di ogni Arma, sia da un punto di vista trasversale, per le diverse armi, c'è bisogno di un lavoro non facile al fine di costruire questa condizione. Ovviamente, dobbiamo lavorare affinché questo si faccia il più velocemente possibile, affinché si proceda. Ma è giusto che tale proroga ci sia e che, quindi, il termine venga prorogato fino al 27 novembre 2024.

Il nuovo sistema in ambito militare è, ovviamente, ancora in via di perfezionamento e speriamo che si faccia velocemente.

Per quanto riguarda l'articolo 2, che disciplina la delega per la revisione dello strumento militare, anche in questo caso si tratta di un lavoro in corso che deve essere portato a termine il più velocemente possibile. Questa proroga deve essere, allo stesso tempo, un messaggio che mandiamo al Governo per provare ad accelerare quel processo che difatti c'è. Infatti, in questi 24 mesi di proroga del termine, di cui alla legge n. 119 del 2022, c'è bisogno di una revisione secondo i criteri di efficacia, di efficienza e di organicità delle misure conseguite, dell'istituzione di una riserva ausiliaria del Corpo dello Stato non superiore alle 10.000 unità (anche questo era un lavoro già fatto dal precedente Governo) ma, soprattutto, della previsione per i volontari delle forze in ferma prefissata di partecipare ai concorsi per il reclutamento nelle altre categorie di personale delle Forze armate, ovvero di un'introduzione o di un incremento delle riserve di posti di lavoro a favore dei medesimi concorsi.

Questo è un altro elemento, a nostro avviso, molto importante, quindi, prima riusciamo a portarlo a termine meglio è.

La revisione della struttura organizzativa e ordinativa del Servizio sanitario militare è l'altra cosa, a nostro avviso, importante, perché si prevede la possibilità per i medici militari, per il personale militare e delle professioni militari di esercitare l'attività libero professionale intra moenia.

All'articolo 3, si prevede la proroga di una misura importante, ossia la delega del provvedimento del 2001 relativo alle cosiddette energie rinnovabili. Qui, anche se c'è un importante livello di avanzamento del lavori del Trilogo a livello europeo, è fondamentale che una velocizzazione della direttiva RED III, perché aiuta questo processo fondamentale. Tuttavia, dobbiamo fare in modo - e questo è l'altro messaggio che vogliamo dare al Governo - che non si arretri nella velocizzazione delle energie rinnovabili, perché rappresenta un elemento importante anche di autonomia e di difesa rispetto al settore della difesa.

Vorrei fare una sola precisazione sulla riserva ausiliaria. Per noi, la riserva ausiliaria, portata avanti anche nella precedente legislatura, è una delega nella funzione in grado di contribuire alle esigenze della Protezione civile; occorre farla sul piano regionale e in una versione non in condizioni ostili o impegnative, non in modalità combat, ma in modalità di sostegno al retro fronte, per cui si possa dare una mano, da realizzare in condizioni difficili, ovviamente non in teatri diversi da quelli italiani, per quello che ci riguarda. Detto ciò, annunciamo, fin da adesso, il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Ciaburro. Ne ha facoltà.

MONICA CIABURRO (FDI). Signor Presidente, colleghi, sottosegretario Perego, questo provvedimento, presentato dal Ministro Crosetto, che ringraziamo per l'attenzione e la sensibilità dimostrate, e che la Camera si accinge ad approvare per la promulgazione in legge, rappresenta un contributo importante nel processo di revisione del perimetro normativo delle nostre Forze armate, andando a definire in modo precipuo le attività delle associazioni professionali a carattere sindacale tra i militari.

Il passaggio di accompagnamento dai Cocer alle associazioni di carattere sindacale rappresenta l'attuazione di una revisione, non solo dovuta, ma doverosa, in quanto confermata anche dalla giurisprudenza della Corte costituzionale.

Non è una transizione istantanea, tanto meno semplice, perché richiede tempo, che è fisiologico in processi a questo livello di complessità e che con questo provvedimento, al netto delle importanti deleghe legislative al Governo, è garantito anche per permettere a queste nuove associazioni di operare in condizioni di piena agibilità.

Proprio per via della lungaggine che questo processo richiede, la delega legislativa non può essere esercitata in modo frettoloso, né tanto meno miope, prescindendo dal fondamentale contatto e interlocuzione con le rappresentanze delle Forze armate. Per questo, è davvero necessario operare con le proroghe e i differimenti necessari per portare a casa un'attuazione di questo provvedimento che tenga conto di tutti gli interessi in gioco, primo tra tutti, quello di mettere a terra un provvedimento che funzioni.

Signor Presidente, sottosegretario Perego, votiamo a favore di questo provvedimento per quello che esso comporta, ossia una delega temporale per attuare, nel modo migliore, il passaggio da una fase all'altra della vita democratica nella rappresentanza delle Forze armate.

Votiamo a favore, perché ciò consente di attuare meglio, nel tempo, un aumento di organico, ma votiamo a favore anche per un atto di fiducia verso le Forze armate e del comparto sicurezza, difesa e pubblico soccorso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), visto che non ci sono solo le Forze armate ma ci sono anche le Forze di Polizia a ordinamento civile e il Corpo nazionale dei vigili del fuoco (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Le nostre Forze armate sono nel pieno di un processo di profonda riforma per raggiungere i 160.000 militari, con un incremento, quindi, di 10.000 unità delle nostre Forze di difesa. Un passaggio importante che non può essere lasciato a improvvisazioni.

Nel solco di questo scenario il provvedimento in esame rappresenta un tassello, anche se tecnico, di grande rilevanza per l'ammodernamento delle Forze armate, che necessitano sotto ogni fronte di essere adeguate e devono essere all'altezza delle sfide del futuro.

Non smetteremo mai di ringraziare tutte quelle donne e quegli uomini in divisa che quotidianamente operano, anche a rischio della loro vita, in contesti complessi sul territorio nazionale e all'estero per la sicurezza nostra e della nostra Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non smetteremo mai di ringraziarli per preservare pace e portare stabilità dove ci sono tensioni, nonché per essere difensori della dignità e della libertà della persona, perché il giuramento dei nostri militari è per la vita, per tutta la vita, ed è nostro dovere riconoscerlo e rispettarlo, fornendo tutto l'aiuto e tutto il sostegno che la politica e il Parlamento possono offrire.

Per tutti questi motivi, annuncio il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1538​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1538: S. 825 - "Disposizioni in materia di associazioni professionali a carattere sindacale tra militari, delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale, nonché disposizioni in materia di termini legislativi" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Marco Pellegrini. Ne ha facoltà.

MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente. Questo intervento è per sollecitare nuovamente un'informativa urgente del Ministro Giorgetti sulla questione della vendita della rete di telecomunicazione a fondi speculativi esteri. Quindi, illustro la questione.

Il 17 ottobre, come ho appena detto, il gruppo del MoVimento 5 Stelle chiedeva una informativa al Ministro Giorgetti in merito alla vendita della rete di comunicazione, che è attualmente di proprietà di TIM; vendita a fondi speculativi che si possono individuare nel fondo statunitense Kkr e in un fondo emiratino, anzi, per essere più precisi, in un fondo sovrano di Abu Dhabi. Quindi, è in campo sia la vendita della rete di telecomunicazioni terrestre di TIM sia la vendita dei cavi sottomarini, che in questo momento sono di proprietà della società Sparkle che, a sua volta, è di proprietà di TIM.

Ebbene, Presidente, a più di un mese da questa richiesta nulla è successo: né il Governo è venuto a riferire né lo ha fatto il Ministro Giorgetti e, quindi, non hanno inteso farci capire quali sono i dettagli di questa operazione. La cosa è gravissima perché parliamo di asset che riguardano la sicurezza nazionale, la digitalizzazione del Paese, lo sviluppo tecnologico, la possibilità di creare nuovi posti di lavoro. Quindi, vista l'assoluta assenza del Governo su questo tema in Aula, i contorni di quest'operazione vengono resi noti da organi di informazione. Sin da subito, però, è emerso un dato, che è lo squilibrio nella compagine azionaria che governerà la futura società della rete, la cosiddetta Netco.

Il fondo americano Kkr, in compagnia, come dicevo prima, del fondo sovrano di Abu Dhabi, secondo le veline che vengono distribuite dal Governo, tramite i suoi comunicati stampa, dovrebbe avere il 65 per cento della nuova società, mentre il MEF, quindi, il Tesoro, lo Stato italiano, verrebbe relegato in una piccola minoranza del 20 per cento, di non più del 20 per cento.

Adesso, però, emergono altre novità, emergono dei dettagli ancora più preoccupanti, che delineano un ulteriore rafforzamento dei fondi esteri nella società della rete, come hanno confermato delle dettagliate analisi che, appunto, sono state fatte da noti analisti del sistema delle telecomunicazioni. Infatti, il fondo Kkr, anni fa, aveva investito in FiberCop, che sarebbe la società di TIM che detiene la rete di telecomunicazioni cosiddetta secondaria, di cui Kkr detiene il 37,5 per cento.

Quindi, nell'operazione di creazione della nuova società, nella nuova NetCo, saranno appunto conferite sia la cosiddetta rete primaria, sia la cosiddetta rete secondaria. In questo caso, siccome negli ultimi anni il valore della rete secondaria che è in FiberCop è aumentato, quando la NetCo vedrà la luce, sia Kkr sia il fondo emiratino potrebbero anche sborsare di meno rispetto alle previsioni che si sono fatte finora…

PRESIDENTE. Concluda.

MARCO PELLEGRINI (M5S). Mi avvio a concludere. E, quindi, potrebbero avere una quota molto maggiore di quella che si ipotizza finora, tra il 73 e il 75 per cento. Quindi, in queste condizioni il Tesoro non potrà esercitare il minimo, anche il più vago, presidio pubblico, e immaginarlo è semplicemente utopico, appartiene al genere fantasy.

Concludo, Presidente, dicendo che la situazione è ancora più grave per quello che riguarda Sparkle, perché detiene, come dicevo, i cavi sottomarini che connettono l'Italia a tutto il resto del mondo. Finora, sul tavolo è arrivata solo ed esclusivamente l'offerta di Kkr che è stata giudicata, peraltro, da TIM insufficiente e, quindi, ora si aspetta che ne arrivi un'altra, cioè stiamo con il piattino in mano e aspettiamo che arrivi un'altra offerta.

Quindi, quello che il Governo ci sta dicendo - ma solo a mezzo stampa, perché non viene qui in Aula a riferirlo, a dirlo o a spiegarcelo - è che non ci sono problemi e non ci dobbiamo preoccupare. Invece, siccome noi ci preoccupiamo moltissimo di questa vicenda, reiteriamo la nostra richiesta al Ministro Giorgetti di venire a riferire, qui, in Aula.

Concludo, davvero, Presidente, dicendo che il Governo non punti su nostre dimenticanze e su nostre stanchezze. Noi seguiremo questo dossier fino a che tutti i contorni saranno chiari, affinché sia assicurato un controllo pubblico vero su questo importante asset (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che, secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, il seguito dell'esame degli ulteriori argomenti iscritti all'ordine del giorno della seduta odierna è rinviato alla prossima settimana.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Toni Ricciardi. Ne ha facoltà, per due minuti.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Tra poco più di tre ore, cadrà il quarantatreesimo anniversario di quella che la storia ha definito la più immane tragedia della storia repubblicana, di quello che è passato alla storia come il terremoto dell'Irpinia: 2.914 vittime, 9.000 feriti, quasi 300.000 sfollati.

Fu un momento spartiacque della storia di questo Paese, che ebbe conseguenze sociali. Fu l'ultimo momento di grande solidarietà nazionale, fu il momento di grande investimento e, se vuole, Presidente, il momento nel quale i fari del Paese si accesero su pezzi di territorio dove, se volessimo citare Levi, Cristo non era nemmeno arrivato.

C'è stata la ricostruzione, nacque la Protezione civile, ricordiamo ancora oggi Zamberletti che la volle; e, poi, ci fu il dibattito politico, lo scontro politico e ci fu una stagione che fu derubricata.

A distanza di 43 anni che cosa resta, Presidente? Resta il dolore delle famiglie, resta uno squarcio indelebile di generazioni l'una diversa dall'altra che non conoscono quei minuscoli paesini come li conoscevano i propri padri o i propri nonni. È stata la stagione delle generazioni nate, cresciute, che si sono sposate, che hanno messo su famiglia nei prefabbricati, ma è stato anche il capitolo della spesa di un'industrializzazione che non c'era e che, grazie a quell'evento tragico, arrivò. Oggi, a distanza di 43 anni, noi ci ritroviamo, e parlo della zona del cratere, con paesini che vivono il vero pericolo, duplice: lo spopolamento ormai atavico e la necessità di una verifica immediata del patrimonio edilizio, figlio di quella stagione, che andrebbe rivalutato e riverificato.

Allora, per questa ragione, Presidente, stringendomi e stringendoci tutte e tutti, e credo di poter parlare a nome di tutta l'Aula, in ricordo e memoria di quelle quasi 3.000 vittime, credo sarà opportuno, sarebbe opportuno riflettere veramente sulla possibilità di istituire una Commissione d'indagine conoscitiva che, a distanza di 43 anni, possa fare luce definitiva su quella pagina di storia, non per riscrivere la storia, Presidente, ma per immaginare di dare un contributo di conoscenza affinché quella storia, quella tragedia non abbia più a ripetersi in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Tramite la sua persona, vorrei invitare il Governo e i rappresentanti del Governo a muoversi sulla vicenda di Caivano in modo diverso. Mi spiego meglio: non voglio entrare nella polemica, che ovviamente abbiamo letto tutti sui giornali, del Ministro che ha fatto fare una fermata straordinaria al treno perché era in ritardo, salvo poi adesso apprendere dalle agenzie che la sua presenza non era fondamentale in quanto il parco che andava a inaugurare, da quello che abbiamo letto dalle agenzie, era un parco strutturato e realizzato dai Carabinieri.

Quindi diciamo che era una cerimonia importante, ma sicuramente non fondamentale o tale da fare quell'atto. In ogni caso, quello che mi preoccupa molto è che non vorrei che, come nel libro Cristo si è fermato a Eboli, il Governo si fermasse a Caivano, perché sta diventando una sorta di pellegrinaggio. Tutti a Caivano, ma, a fianco a Caivano, vorrei far presente, tramite la sua persona, ci sono il Rione Salicelle ad Afragola, la 167 di Melito, Monterusciello a Pozzuoli, tutte realtà dove c'è bisogno di una grande presenza di Ministri.

Non vorrei che Caivano venisse perimetrata e utilizzata solo esclusivamente … premesso che ero anche presente quando è venuto la prima volta il Premier, quindi non ho alcun preconcetto, ma, attenzione, non concentriamoci solo in uno show continuo e costante, ma quegli interventi strutturali da parte del Governo vengano fatti in tutto l'hinterland napoletano, altrimenti rischiamo di non fare una cosa positiva.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 24 novembre 2023 - Ore 9,30:

(ore 9,30, con votazioni non prima delle ore 12,30)

1. Discussione del disegno di legge:

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 ottobre 2023, n. 133, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione e protezione internazionale, nonché per il supporto alle politiche di sicurezza e la funzionalità del Ministero dell'interno. (C. 1458-A​)

Relatori: MICHELOTTI, per la maggioranza; MAGI, di minoranza.

La seduta termina alle 16,15.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 3 la deputata Onori ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi dal voto;

nella votazione n. 6 il deputato Lovecchio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 11 i deputati Penza e Russo P.E. hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 13 il deputato Fassino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 28 le deputate Ravetto e Carmina hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 1551 - ODG N 55 RIF 258 257 1 129 257 0 76 Appr.
2 Nominale ODG 9/1551/56 RIF 272 272 0 137 272 0 73 Appr.
3 Nominale ODG 9/1551/58 278 237 41 119 84 153 73 Resp.
4 Nominale ODG 9/1551/59 279 276 3 139 121 155 73 Resp.
5 Nominale ODG 9/1551/60 278 276 2 139 123 153 73 Resp.
6 Nominale ODG 9/1551/61 277 275 2 138 118 157 73 Resp.
7 Nominale ODG 9/1551/62 282 278 4 140 122 156 73 Resp.
8 Nominale ODG 9/1551/64 276 272 4 137 119 153 73 Resp.
9 Nominale ODG 9/1551/65 281 278 3 140 123 155 72 Resp.
10 Nominale ODG 9/1551/66 RIF 277 274 3 138 273 1 72 Appr.
11 Nominale ODG 9/1551/67 RIF 280 278 2 140 278 0 72 Appr.
12 Nominale ODG 9/1551/76 286 211 75 106 57 154 70 Resp.
13 Nominale ODG 9/1551/80 270 269 1 135 115 154 70 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale ODG 9/1551/81 272 269 3 135 116 153 70 Resp.
15 Nominale ODG 9/1551/82 275 274 1 138 102 172 70 Resp.
16 Nominale ODG 9/1551/83 RIF 273 269 4 135 266 3 70 Appr.
17 Nominale ODG 9/1551/35 268 264 4 133 117 147 70 Resp.
18 Nominale ODG 9/1551/77 275 271 4 136 120 151 70 Resp.
19 Nominale DDL 1551 - VOTO FINALE 264 252 12 127 155 97 67 Appr.
20 Nominale DDL 1538 - EM 1.1 217 214 3 108 86 128 80 Resp.
21 Nominale ARTICOLO 1 223 181 42 91 181 0 80 Appr.
22 Nominale EM 2.1 233 230 3 116 96 134 79 Resp.
23 Nominale EM 2.2 235 233 2 117 97 136 79 Resp.
24 Nominale ARTICOLO 2 233 225 8 113 225 0 79 Appr.
25 Nominale ARTICOLO 3 235 227 8 114 227 0 79 Appr.
26 Nominale ODG 9/1538/1 229 229 0 115 229 0 79 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 28)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale ODG 9/1538/2 RIF 230 230 0 116 230 0 79 Appr.
28 Nominale DDL 1538 - VOTO FINALE 203 196 7 99 196 0 79 Appr.