Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 192 di giovedì 9 novembre 2023

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ROBERTO TRAVERSI , Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 99, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,35).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10.

La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 10,10.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Abbiamo iniziato un po' in ritardo perché abbiamo consentito che la Conferenza dei presidenti di gruppo si svolgesse e, appena è finita, siamo arrivati in Aula.

Iniziamo i nostri lavori salutando gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto di istruzione Superiore Cine-TV Roberto Rossellini, di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune. Benvenuti alla Camera dei deputati (Applausi)!

Seguito della discussione della proposta di legge: Carloni ed altri: Disposizioni per la promozione e lo sviluppo dell'imprenditoria giovanile nel settore agricolo (A.C. 752-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 752-A: Disposizioni per la promozione e lo sviluppo dell'imprenditoria giovanile nel settore agricolo.

Ricordo che, nella seduta del 27 ottobre, si è conclusa la discussione generale e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 752-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge e delle proposte emendative presentate (Vedi l'allegato A).

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 752-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 752-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

ATTILIO PIERRO , Relatore. Grazie, Presidente. Onorevole Sottosegretario e onorevoli colleghi, in merito all'articolo 2 l'unico emendamento presente è quello della Commissione, su cui si esprime parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Grazie, Presidente. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.2000 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 752-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

ATTILIO PIERRO, Relatore. Grazie, Presidente. La Commissione esprime parere contrario su tutti gli emendamenti all'articolo 3.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Grazie Presidente. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 3.1 Vaccari.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Rossi. Ne ha facoltà.

ANDREA ROSSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Prima di entrare nel merito specifico dell'emendamento, mi sia consentita una premessa che inquadra un po' in modo complessivo anche gli altri emendamenti che abbiamo presentato all'articolo 3. Parto ovviamente dal presupposto che l'iniziativa legislativa a prima firma del presidente Carloni è sicuramente lodevole anche perché non sfugge a nessuno come, tra i problemi strutturali del comparto agricolo, c'è proprio quello concernente la scarsa presenza di giovani capi d'azienda visto che, rispetto alla media europea del 12 per cento, in Italia sono il 9 per cento. Così come la presenza di capi d'azienda over 65 è pari al 43 per cento, quando la media europea è del 33 per cento. Questi sono numeri che dimostrano, dal mio punto di vista, un sentimento popolare negativo e quindi, da un punto di vista culturale, diventa importante comprendere qual è oggi l'iniziativa che si può mettere in campo, anche a partire da quest'Aula, per sostenere aziende che nascono da giovani agricoltori. Quindi, dicevo che la lodevole iniziativa messa in campo dal presidente Carloni e da questa maggioranza, poi alla fine, quando deve trovare svolgimento completo in un articolato di legge, anche rispetto alla prima proposta presentata, viene completamente svuotata. Viene svuotata a partire da questo articolo 3, perché il dato più significativo - che riguarda il cuore di una proposta come questa, che è la capacità in un Paese come il nostro, di un Governo di destinare risorse importanti per incentivare appunto l'investimento rispetto alle aziende guidate da giovani capi - è che, da una proposta iniziale di 100 milioni, si passa a 15 milioni, quando paradossalmente, se dovessimo fare anche qualche riferimento a qualche situazione simile anche di tipo regionale, ci sono regioni - penso all'Emilia-Romagna - che, rispetto ad alcune filiere di investimento del PSR, investono qualcosa come 30 milioni, quindi il doppio di quello che oggi questo Governo vorrebbe investire rispetto al tema dei giovani agricoltori.

Relativamente poi all'altro aspetto dell'emendamento, chiediamo che comunque questo articolato e questo investimento, in termini economici, siano conseguenti e coerenti con le altre iniziative finanziarie presenti, a partire dal soggetto, Ismea, che sappiamo sta ponendo in essere, con Più Impresa, Generazione Terra, politiche per incentivare i giovani per quanto riguarda l'impresa e l'imprenditoria agricola. Per questo, con questo emendamento chiediamo una cosa molto semplice, ossia costruire elementi di coerenza con gli strumenti finanziari esistenti già oggi con il soggetto Ismea (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Vaccari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo all'emendamento 3.1001 Evi.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Evi. Ne ha facoltà.

ELEONORA EVI (AVS). Grazie, Presidente. Questo emendamento vuole cercare di compiere quella rivoluzione non più rimandabile e necessaria nel settore dell'agricoltura, ovvero avviarci speditamente verso un'agricoltura che possa essere libera da chimica, libera da pesticidi. Ecco perché abbiamo cercato, con questo emendamento, di orientare l'erogazione di sostegni e di fondi a quei giovani imprenditori che potrebbero cercare di avviare la loro attività imprenditoriale nel campo agricolo e che vogliono mirare a mettere in campo misure di agroecologia e cercare quindi di liberarsi, una volta per tutte, dal giogo della chimica e dei pesticidi. È un'opportunità sul piatto da cogliere per fare la trasformazione del settore dell'agricoltura, che oggi sappiamo bene è un problema e che, da problema, può e deve diventare soluzione, mettendo in campo misure che anche dall'Europa, tra l'altro, arrivano con grande chiarezza. Penso alla strategia Farm to Fork e alla strategia sulla biodiversità e quindi gli obiettivi di riduzione del 50 per cento dell'uso di pesticidi con lo scopo appunto di ridurli e - io credo anche sostenendo sempre più un modello agroecologico che guarda anche all'agricoltura biologica - liberarsene definitivamente.

Questa è un'occasione, soprattutto, da mettere nelle mani dei più giovani, dei giovani agricoltori donne, uomini, giovani che intendono abbracciare questo nuovo modello agricolo, e non farlo oggi significa un po' perdere questa opportunità di trasformazione di questo settore, così importante per il nostro Paese.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1001 Evi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo all'emendamento 3.1003 Evi.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Evi. Ne ha facoltà.

ELEONORA EVI (AVS). Grazie, Presidente. Anche questo emendamento si ricollega un po' al tentativo che sì voleva cercare di fare con l'emendamento precedente, ovvero cercare di disegnare un'agricoltura e un allevamento diversi da quelli a cui siamo abituati oggi e che hanno un impatto così forte e pesante sull'ambiente, ma anche sul clima. In particolar modo, parlando di allevamenti intensivi, non possiamo più chiudere gli occhi di fronte all'enorme impatto che questi hanno sulle emissioni in atmosfera, segnatamente con l'enorme contributo di ammoniaca che deriva da questi e che si trasforma, in atmosfera, in polveri sottili, molto pericolose per la salute umana. Ma non possiamo nemmeno sottacere l'enorme problema che riguarda l'inquinamento dei suoli e delle acque nella gestione, ad esempio, dei liquami che provengono in particolar modo da un settore zootecnico intensivo.

Ecco, questo emendamento cerca di guardare oltre l'ostacolo, di disegnare un nuovo modello di allevamento che punta a una riorganizzazione produttiva delle attività zootecniche, mirando a una riduzione del numero dei capi allevati e, contestualmente, introducendo norme, ormai non più rinviabili come, ad esempio, l'esclusione delle gabbie per l'allevamento e, quindi, in linea con quanto richiesto, ormai qualche anno fa, da oltre un milione e 600.000 cittadini europei che, con un'iniziativa, hanno chiesto alla Commissione di legiferare proprio in materia di abbandono dell'uso delle gabbie nell'allevamento, per disegnare un modello diverso, abbandonando lo status quo e dando, anche in questo caso, ai più giovani, ai giovani agricoltori e allevatori, strumenti per poter mettere in campo queste nuove modalità di allevamento che dovrebbero essere e che potranno essere più in linea con un determinato sviluppo - e pure qui anche con le raccomandazioni europee e con gli impegni europei - e, al contempo, assicurare e favorire un giusto reddito e un giusto guadagno per chi si affaccia in questo in questo importante settore.

Non possiamo più permetterci di finanziare con soldi pubblici lo status quo e quindi un modello assolutamente basato sullo sfruttamento di esseri viventi, sullo sfruttamento indiscriminato di animali.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1003 Evi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo all'emendamento 3.4 Vaccari.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Andrea Rossi. Ne ha facoltà.

ANDREA ROSSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Anche qui un po' il filo conduttore è il rapporto che si vuole costruire in questo provvedimento tra il Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e l'Ismea. In particolar modo, noi riteniamo, con questo emendamento, di portare all'attenzione dell'Aula e del relatore due aspetti che riteniamo fondamentali. Il primo è quello di un coinvolgimento nella predisposizione dei criteri di ripartizione delle risorse delle regioni, in accordo con Ismea e, quindi, rovesciare l'ordine degli addendi rispetto direttamente a un impegno principale del Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Il secondo aspetto è collegare quello che sarà il provvedimento successivo che il Ministero metterà in campo - anche questo sarà attuato di concerto con la Conferenza tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano - con piani di investimento e sviluppo che, proprio in virtù della particolarità dell'attività imprenditoriale giovanile, con soggetti che sono più predisposti a mettere in campo anche politiche sostenibili, innovative, sia capace di valutare le pratiche innovative relative alle forme di coltivazione e di allevamento, della silvicoltura e delle attività di manutenzione del sistema del territorio. Quindi, si tratta di andare maggiormente a tematizzare quello che poi sarà il decreto di stanziamento dei 15 milioni di euro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.4 Vaccari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo all'emendamento 3.1000 Vaccari.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Andrea Rossi. Ne ha facoltà.

ANDREA ROSSI (PD-IDP). Signor Presidente, sarò molto breve.

Anche qui il punto è un po' - come dicevo prima - il filo conduttore rispetto a un coordinamento dei vari strumenti che noi oggi abbiamo in campo e dei vari soggetti che concorrono, in particolar modo, a sostenere le politiche agricole nel nostro territorio. In questo caso, con questo emendamento chiediamo che si faccia riferimento al tema delle politiche già previste all'interno della PAC 2023-2027. Stiamo parlando di una politica agricola comune che ha investito fortemente rispetto al tema dei giovani agricoltori, tant'è che c'è una premialità del 10 per cento per quanto riguarda i fondi che possono essere investiti dalle imprese guidate da capi d'azienda giovani. Noi riteniamo che, proprio per queste ragioni, inserire all'interno di questo articolo anche un legame rispetto al tema dell'insediamento dei giovani agricoltori, che è previsto all'interno della PAC, dia valore a un maggior coordinamento dei diversi strumenti che attualmente concorrono per sostenere, appunto, la politica agricola dei giovani.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1000 Vaccari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 752-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 752-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 752-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e dell'unico articolo aggiuntivo ad esso presentato (Vedi l'allegato A).

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

ATTILIO PIERRO, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ATTILIO PIERRO, Relatore. Sull'articolo 6 c'è una proposta emendativa.

PRESIDENTE. Sì, è l'articolo aggiuntivo. Adesso ci arriviamo, un passo alla volta.

Passiamo all'articolo aggiuntivo 6.01000 Vaccari.

Qual è il parere della Commissione?

ATTILIO PIERRO, Relatore. Sull'unica proposta emendativa presentata, 6.01000 Vaccari, si esprime parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Grazie, Presidente. Parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Vaccari. Ne ha facoltà.

STEFANO VACCARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con questo emendamento abbiamo in sostanza provato a ripristinare la stesura dell'articolo 6 che era uscita dalla Commissione. Come ricordava il collega Andrea Rossi all'inizio di questo nostro dibattito, il provvedimento approvato in Commissione agricoltura era infatti molto diverso da quello che ci siamo ritrovati in Aula. L'articolo 6 è uno di questi articoli perché della definizione che abbiamo concordato e approvato all'unanimità in Commissione è rimasta soltanto la parte che abbiamo appena votato, ossia quella del credito d'imposta per le spese relative alla partecipazione ai corsi di formazione. Manca, invece, tutto un pezzo che noi abbiamo provato a reinserire attraverso questa proposta emendativa che riguarda l'esonero dagli obblighi contributivi per i giovani agricoltori. Se è vero, com'è vero, che anche l'Europa si è posta il tema, con la PAC 2023-2027, di sostenere i giovani agricoltori, destinando loro interventi per il sostegno complementare al reddito e favorire l'insediamento di nuovi giovani agricoltori, questa era una misura senza dubbio molto importante. Infatti, tra i temi che l'Europa ci segnala, che sono tra le principali sfide che devono affrontare oggi i giovani e le donne in agricoltura, ci sono proprio quelli dei prezzi elevati dei terreni, della difficoltà di accesso alla terra, della scarsa redditività e della difficoltà di accesso al credito. Quindi, prevedere di concedere ai coltivatori diretti e agli imprenditori agricoli professionali minori di 41 anni che si iscrivono per la prima volta alle gestioni previdenziali alcune misure di esonero era una delle strade che potevano consentire di sostenere l'avvio e anche i passaggi generazionali all'interno del mondo agricolo. Tuttavia, questo non è stato perché, appunto, rispetto alla legge che avevamo approvato in Commissione ce ne siamo ritrovati un'altra molto diversa e molto meno efficace rispetto a quella che avevamo condiviso. È per questa ragione che abbiamo voluto riproporre tante parti di quella legge che avevamo approvato insieme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 6.01000 Vaccari, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 752-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo a esprimere il parere.

ATTILIO PIERRO, Relatore. Sull'emendamento 7.1 Vaccari il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 7.1 Vaccari.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Forattini. Ne ha facoltà.

ANTONELLA FORATTINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Che non siamo un Paese per donne e per giovani l'abbiamo più volte ribadito in quest'Aula, ma voler approvare un progetto di legge che è svuotato di tutti quegli strumenti finanziari utili, appunto, ad agevolare e a consentire ai giovani di rimanere in agricoltura è veramente paradossale, quei giovani che dovrebbero essere impiegati, appunto, per favorire il ricambio generazionale e per venire in aiuto anche a una manodopera che scarseggia sempre di più nel settore agricolo. Tuttavia, questa maggioranza e questo Governo sono sordi rispetto a questi provvedimenti.

Quindi, con questo emendamento chiediamo semplicemente di ricomporre la proprietà fondiaria, appunto per cercare anche di rigenerare quei terreni che oggi sono soggetti a colture sempre più insistenti su quei territori. Con questo emendamento vogliamo dare la possibilità ai giovani di andare ad acquistare questi terreni, magari quelli vicini alle loro proprietà, a un prezzo comunque agevolato e soprattutto con imposte ipotecarie più basse di quelle oggi previste.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.1 Vaccari, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

Onorevole Pierro, il suo parere contrario si estende anche all'articolo aggiuntivo 7.01000 Vaccari?

ATTILIO PIERRO, Relatore. Sì, confermo, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Parere conforme, Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo aggiuntivo 7.01000 Vaccari.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vaccari. Ne ha facoltà.

STEFANO VACCARI (PD-IDP). Presidente, insistiamo nel sottolineare come alcune misure di questo provvedimento, che potevano dare una grande mano ai giovani e alle donne che vogliono avviare un'attività agricola o l'hanno già avviata, e potevano invece avere strumenti in grado di agevolare e sostenere la propria attività, sono state cassate. In particolar modo questo riguarda il credito d'imposta per investimenti in beni strumentali, quindi tutti quei beni che possono consentire alle imprese di migliorare la propria attività, investire sul futuro della propria attività o anche per costruire azioni in grado di aumentare la multifunzionalità della propria impresa.

Avevamo previsto 30 milioni di euro per il solo anno 2023, che sono, come ripeteva il collega Rossi, le risorse che la sola Emilia-Romagna ha messo a disposizione in termini di misure in questo ambito. Quindi era qualcosa davvero di poco conto rispetto agli impegni che complessivamente questo settore può invece muovere rispetto all'asset strategico dell'economia che rappresenta l'agroalimentare italiano, ed è per questa ragione che abbiamo riproposto questa misura. Purtroppo, ancora una volta, questo Governo e questa maggioranza hanno fatto orecchie da mercante.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7.01000 Vaccari, con il parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 752-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore a esprimere il parere sull'emendamento 8.2000 della Commissione.

ATTILIO PIERRO , Relatore. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.2000 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 752-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e dell'unico articolo aggiuntivo ad esso presentato (Vedi l'allegato A).

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

Chiedo al relatore il parere sull'articolo aggiuntivo 9.01000 Vaccari.

ATTILIO PIERRO , Relatore. Parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo aggiuntivo 9.01000 Vaccari.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Vaccari. Ne ha facoltà.

STEFANO VACCARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. A riprova di quello che abbiamo detto anche nei precedenti interventi, si tratta di un emendamento che il Governo ha soppresso dopo il lavoro importante e condiviso che avevamo svolto in Commissione e riguarda proprio una di quelle misure, ossia le agevolazioni fiscali per i redditi derivanti da agricoltura multifunzionale, che avrebbero potuto, perché non lo potranno più fare, mettere nelle condizioni le imprese agricole, soprattutto quelle guidate da giovani e donne, di diversificare la propria attività anche attraverso la fornitura di beni e servizi, come l'agricoltura sociale, l'enoturismo, l'olioturismo, le fattorie didattiche o la promozione sociale in questo campo. È tutta una parte di redditi che avrebbero potuto essere defiscalizzati, quindi mettere nelle condizioni i giovani e le donne in agricoltura di avere sicuramente un beneficio e di continuare invece a investire per lo sviluppo di queste nuove attività che, come ricordavano i colleghi prima, purtroppo, e ce lo dice l'Istat, hanno visto ridurre il numero di presenze dal 2020 di ben 5 punti in percentuale. Quindi, è una misura in grado di sostenere l'insediamento di nuove imprese e il mantenimento di quelle che c'erano e ci sono, che avrebbe potuto dare un contributo molto importante, soprattutto in alcune parti del Paese dove questa presenza è registrata come inferiore alla media nazionale ed europea.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 9.01000 Vaccari, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 752-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore a esprimere il parere sull'emendamento 10.100 Vaccari.

ATTILIO PIERRO , Relatore. Parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo quindi all'emendamento 10.100 Vaccari.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Forattini. Ne ha facoltà.

ANTONELLA FORATTINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Poiché vogliamo essere un Paese per giovani e per donne, con questo emendamento chiedevamo l'istituzione di un ufficio per la promozione dell'imprenditoria e del lavoro femminile nel settore dell'agricoltura. Quindi, chiedevamo che venisse istituito un ufficio insieme al Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri e al Dipartimento delle politiche giovanili, insieme a chi oggi opera nel settore. Questo al fine di monitorare l'evoluzione di questo progetto di legge, quindi dell'impegno dell'imprenditoria femminile e giovanile in agricoltura, ma capiamo, visto che questo progetto di legge è stato completamente svuotato, che non ci sia la necessità di istituire un ufficio, ma che basti un osservatorio.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.100 Vaccari, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

(Esame dell'articolo 11 - A.C. 752-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e degli articoli aggiuntivi ad esso presentati (Vedi l'allegato A).

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

Chiedo al relatore i pareri sugli articoli aggiuntivi.

ATTILIO PIERRO , Relatore. Il parere è contrario sugli articoli aggiuntivi 11.01000 Vaccari e 11.01001 Zaratti.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo aggiuntivo 11.01000 Vaccari.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Forattini. Ne ha facoltà.

ANTONELLA FORATTINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con questo emendamento chiediamo che vengano stanziate risorse per la ristrutturazione dei fabbricati rurali che rappresentano un patrimonio del nostro Paese. Solo nella nostra regione, la Lombardia, dalla quale provengo, sono 100.000 le cascine da recuperare. Quindi, è un patrimonio storico e culturale per il quale occorrerebbero risorse per valorizzarlo, conservarlo e per renderlo fruibile. Anche il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede in una misura, la M1C3, che venga recuperata l'architettura rurale, ma sappiamo quanto questo Governo tenga al PNRR.

Noi non possiamo demandare solamente alle regioni la possibilità di legiferare in questa direzione: dobbiamo prevedere norme più stringenti, più specifiche per tutelare questo patrimonio.

È per questo che su questo articolo aggiuntivo speravamo ci fosse questa sensibilità, anche perché, ripeto, si tratta di un patrimonio del Paese, di un patrimonio storico e culturale che necessita di essere recuperato e messo a disposizione e i giovani imprenditori potevano renderlo vivo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.01000 Vaccari, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 11.01001 Zaratti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Evi. Ne ha facoltà.

ELEONORA EVI (AVS). Grazie, Presidente. Con questo articolo aggiuntivo, noi vorremmo cercare di dare un maggiore sostegno al settore dell'agricoltura biologica, un settore che, in Italia, ha sicuramente già un suo importante, importantissimo ruolo. Siamo, infatti, tra i leader in Europa rispetto al settore dell'agricoltura biologica, anche in termini di superficie agricola dedicata. Il punto, però, è che c'è molto, moltissimo da fare ancora per raggiungere i target della strategia europea Farm to Fork che ha un obiettivo del 25 per cento di agricoltura e di superfici agricole dedicate al biologico nel 2030, obiettivo che alcune regioni - va detto e riconosciuto - già oggi riescono a garantire ma dal quale altre sono ben lontane.

Con questo articolo aggiuntivo, noi vogliamo proporre di incentivare la produzione di prodotti biologici, anche perché il prezzo più elevato di questi prodotti è diventato oggi il primo fattore che ne ha frenato i consumi, nonostante, in realtà, cresca il numero di persone e di cittadini che preferiscono consumare prodotti liberi da pesticidi. Quindi, anche in questo caso, questa proposta di legge avrebbe potuto - e con questo articolo aggiuntivo potrebbe - riconoscere un sistema di incentivi specifico per i giovani imprenditori del biologico. Per questo abbiamo presentato questo articolo aggiuntivo, che assegna al Governo una delega per introdurre una aliquota IVA agevolata al 4 per cento per tutti i prodotti biologici certificati che possono, potranno, potrebbero essere prodotti dai giovani imprenditori agricoli.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.01001 Zaratti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 752-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 752-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 752-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Sull'ordine del giorno n. 9/752-A/1 Vaccari il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “La Camera, in sede di esame della proposta di legge recante disposizioni per la promozione e lo sviluppo dell'imprenditoria giovanile nel settore agricolo, premesso che l'accesso al credito a favore delle imprese agricole e giovanili risulta un tema fondamentale non solo per il sostegno agli investimenti ma anche e, soprattutto, in questo periodo storico, un supporto per la liquidità aziendale, messa a dura prova negli ultimi anni dalla mancanza di redditività dovuta a condizioni climatiche avverse e al perdurare di situazioni di crisi economica e di mercato, e che il credito diviene, quindi, in certe circostanze vitale per il proseguimento dell'attività di molte aziende agricole, impegna il Governo a valutare la possibilità di prevedere, compatibilmente con i saldi di bilancio, misure per favorire l'accesso al credito dei giovani imprenditori agricoli e l'eventuale istituzione di un fondo per far fronte alle predette misure di agevolazione”.

PRESIDENTE. Sostanzialmente, collega Vaccari, è soltanto l'impegno a essere riformulato. Le premesse sono identiche alla sua formulazione.

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Sull'ordine del giorno n. 9/752-A/2 Forattini il parere è favorevole con la seguente riformulazione, saltando le premesse: “impegna il Governo a verificare la possibilità, compatibilmente con i saldi di bilancio, di individuare altre fonti di risorse, possibilmente stabili nel tempo, a sostegno del Fondo per favorire il primo insediamento dei giovani in agricoltura e a sostenere, tramite Ismea, la nuova imprenditorialità in agricoltura e la crescita dimensionale delle imprese già attive”.

Sull'ordine del giorno n. 9/752-A/3 Marino il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo, al fine di favorire le imprese agricole a prevalente o totale partecipazione femminile, a valutare la possibilità, compatibilmente con i saldi di bilancio, di destinare risorse aggiuntive al Fondo rotativo per favorire lo sviluppo dell'imprenditoria femminile in agricoltura”.

Sull'ordine del giorno n. 9/752-A/4 Andrea Rossi il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare la possibilità di prevedere, compatibilmente con i saldi di bilancio, la concessione di un credito d'imposta in relazione alle spese documentate per investimenti in beni strumentali, materiali o immateriali idonei a migliorare la redditività o la qualità delle produzioni dell'azienda agricola”.

Sull'ordine del giorno n. 9/752-A/5 Ghirra il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare la possibilità, compatibilmente con i saldi di bilancio, di predisporre idonee misure economiche e finanziarie dirette a sostenere i giovani imprenditori agricoli che operino in aree rurali o periferiche, comunque connotate da fenomeni di spopolamento”.

PRESIDENTE. Il resto dell'impegno rimane intatto, il secondo capoverso?

LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. No, è da espungere.

PRESIDENTE. Quindi viene riformulato il primo capoverso dell'impegno ed espunto il secondo capoverso.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/752-A/1 Vaccari. L'onorevole Vaccari accetta la riformulazione, però chiede che sia posto in votazione.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/752-A/1 Vaccari, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

Ordine del giorno n. 9/752-A/2 Forattini. L'onorevole Forattini accetta la riformulazione e chiede che sia posto in votazione.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/752-A/2 Forattini, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

Ordine del giorno n. 9/752-A/3 Marino. L'onorevole Marino accetta la riformulazione e chiede che sia posto in votazione.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/752-A/3 Marino, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

Ordine del giorno n. 9/752-A/4 Andrea Rossi: l'onorevole Andrea Rossi accetta la riformulazione e non chiede di porlo in votazione.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/752-A/5 Ghirra. L'onorevole Ghirra accetta la riformulazione e chiede che sia posto in votazione.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/752-A/5 Ghirra, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 752-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bicchielli. Ne ha facoltà.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signor Sottosegretario, l'Italia detiene più del 30 per cento delle strutture extralberghiere situate nelle aree rurali dell'Unione europea, di cui molti sono agriturismi, una peculiarità tutta italiana.

Il nostro Paese possiede il primato mondiale dei riconoscimenti e delle indicazioni geografiche per cibo e vini, che ormai rappresentano un quinto del valore della produzione dell'export agroalimentare. Ulteriori certificazioni territoriali consentono ai comuni, alle comunità locali e ad enti privati e pubblici di accrescere l'attrattività e, di conseguenza, la competitività dei territori dei prodotti locali. Mi riferisco, ad esempio, alle città del vino, alle città dell'olio, ai presidi slow food, solo per citare i riferimenti più importanti. Anche per questo, mi sono fatto promotore, con tutto il nostro gruppo, Noi Moderati, di una proposta di legge per riconoscere ufficialmente le tante città dell'olio e del vino del nostro Paese.

Perché cito questi dati, signor Presidente? Perché mettono in evidenza un dato incontrovertibile: il settore agricolo e agroalimentare rappresenta un comparto strategico per il futuro dell'economia nazionale. Il settore agricolo e agroalimentare, forse più di ogni altro, presenta un carattere di interconnessione capace di generare ulteriore valore. I numeri cui ho fatto riferimento mostrano, in particolare, le conseguenze positive che il comparto agricolo produce a cascata anche nel settore alberghiero, enogastronomico e soprattutto turistico, valore che, dunque, per moltiplicarsi, necessita sempre più di politiche capaci di rafforzare l'appeal del comparto e, soprattutto, la produttività. Un comparto che, in poche parole, ha necessità di giovani che si impegnano e portano idee innovative, che aprano ulteriori scenari di sviluppo per tutto l'indotto. Non a caso, anche se, secondo i recenti dati Istat nel 2020, le percentuali di aziende agricole con capo azienda giovane sia sceso dall'11,5 al 9,3 per cento, i capo azienda giovani tendono a guidare imprese agricole fortemente caratterizzate da alcuni fattori identificativi: sono aziende più grandi della media, con terreni in affitto e non di proprietà, con almeno un'attività connessa, propense verso la pratica biologica e verso la commercializzazione dei prodotti aziendali e, soprattutto, estremamente digitalizzate e innovative. Infatti, le aziende informatizzate dei giovani sono il 33,6 per cento, contro il 14 per cento di quelle dei non giovani e il 24,4 per cento dei giovani ha realizzato innovazione in azienda, contro il 9,7 dei non giovani.

Il quadro che ne viene fuori mostra come le imprese agricole giovani siano più digitalizzate, multifunzionali e competitive, ma ancora troppo poche per tenere il passo con un settore che offre, invece, molte potenzialità.

Il provvedimento in esame oggi s'inserisce pienamente in tale discorso e ha come obiettivi centrali proprio la promozione e il sostegno dell'imprenditoria giovanile nel settore agricolo e, parallelamente, il rilancio del sistema produttivo agricolo attraverso interventi volti a favorire l'insediamento e la permanenza dei giovani e il ricambio generazionale nel settore agricolo.

L'istituzione di un fondo per favorire il primo insediamento dei giovani in agricoltura con una dotazione di 15 milioni di euro a decorrere dall'anno 2024, un regime fiscale agevolato per il primo insediamento delle imprese giovanili in agricoltura, attraverso il pagamento di un'imposta sostitutiva determinata applicando l'aliquota del 12,5 per cento alla base imponibile, costituita dal reddito d'impresa prodotto nel periodo d'imposta, agevolazioni in materia di compravendita di terreni agricoli e loro pertinenze, credito d'imposta per le spese relative alla partecipazione a corsi di formazione, agevolazioni fiscali per l'ampliamento delle superfici coltivate: sono queste, signor Presidente, le misure contenute nel provvedimento in esame finalizzate ad incentivare gli insediamenti agricoli guidati da giovani.

Se tali misure tendono a incidere direttamente sul campo da gioco, ve ne sono altre che hanno un'incidenza indiretta, ma che necessitano di interventi strutturali. Tra i fattori che ostacolano gli imprenditori agricoli e quelli più giovani in particolare, c'è sicuramente il gap nella digitalizzazione dei territori, soprattutto nelle aree rurali maggiormente popolate da appezzamenti e aziende agricole. E se poi si prendono in considerazione solo le connessioni ad altissima capacità, cioè quelle che arrivano fino alle abitazioni, agli edifici dei clienti finali, l'Italia si colloca, purtroppo, al terzultimo posto a livello comunitario, con un tasso di copertura delle famiglie che supera di poco il 44 per cento, contro una media dell'Unione europea che eccede il 70 per cento.

La disponibilità di questa tipologia di connessioni è ancora minore nelle aree rurali del nostro Paese, dove l'accesso delle famiglie a tale servizio è addirittura al di sotto del 37 per cento. Anche per quanto riguarda la copertura dei posti negli asili nido, aspetto fondamentale per la conciliazione della vita familiare con quella lavorativa, il dato nel nostro Paese del 27 per cento è ancora parecchio al di sotto del target europeo, che è del 33.

Queste e altre misure saranno sicuramente oggetto di studio dell'Osservatorio nazionale per l'imprenditoria e il lavoro giovanile nell'agricoltura, che il provvedimento in esame intende istituire e incardinare presso il Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.

Tra gli obiettivi dell'Osservatorio rientra chiaramente la promozione di politiche attive, comprese le attività formative da parte delle amministrazioni degli enti pubblici, per sostenere la crescita dell'imprenditoria agricola giovanile, nonché la promozione di politiche di sviluppo rurale da parte delle amministrazioni degli enti pubblici destinate alle imprese giovanili e alle donne, attraverso la realizzazione di infrastrutture e servizi nei territori rurali, in conformità a quanto previsto dalla normativa europea.

Signor Presidente, se vogliamo arginare lo spopolamento delle aree rurali del nostro Paese e, soprattutto, se vogliamo cercare di invertire il trend di partenza dei nostri giovani verso altre mete, è bene fornire a essi tutti gli strumenti necessari per mettere a frutto i loro talenti e le loro inclinazioni.

Come gruppo di Noi Moderati siamo, sin dall'inizio, al lavoro per agevolare l'accesso dei giovani al mondo imprenditoriale. Siamo, altresì, convinti che i nostri giovani, se responsabilizzati e sostenuti nell'acquisizione delle competenze necessarie per mettere a frutto le loro personali inclinazioni, possano rappresentare quella spinta propulsiva di cui il Paese ha seriamente bisogno, specie in questo particolare momento storico.

Quindi, per tutte queste ragioni, annuncio, il voto favorevole del gruppo Noi Moderati al provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Evi. Ne ha facoltà.

ELEONORA EVI (AVS). Grazie, Presidente. L'agricoltura è un settore sempre più industrializzato. Non possiamo non renderci conto di questa trasformazione, di questo trend che avviene in Italia come in tutta Europa. È chiaro che è così, perché il sistema è sostenuto da troppo tempo da politiche sbagliate. Penso alla PAC, la Politica agricola comune, che, nonostante la recente riforma, continua a mantenere inalterato quel sistema di erogazione delle risorse che vede l'80 per cento del bilancio europeo (che, tra l'altro, ammonta a parecchi miliardi di euro, quasi 400 miliardi di euro fino al 2027), andare al 20 per cento delle aziende più grandi.

Questo, di fatto, ha confermato e continua a confermare un principio sbagliato che vede che, con soldi pubblici, noi cittadini italiani ed europei continuiamo a favorire il gigantismo delle imprese. Così i grandi sono sempre più grandi e i piccoli sono sempre più piccoli e sempre più, giorno dopo giorno, buttati fuori dal mercato le produzioni familiari e su piccola scala, sempre più mortificate e in difficoltà.

Questo ce lo confermano anche i posti di lavoro persi; peraltro, nel corso di questi ultimi anni, milioni di posti di lavoro sono stati persi a livello europeo, a fronte di una superficie agricola, per singola azienda, che è aumentata.

Questo è il quadro in cui ci troviamo a dover decidere e capire come affrontare la trasformazione del settore dell'agricoltura. L'agricoltura ha davanti a sé sfide epocali: la crisi climatica, la crisi di biodiversità, l'inquinamento, la questione idrica, l'abuso di pesticidi, un vortice dove l'agricoltura è, di fatto, responsabile, ma anche vittima, al tempo stesso.

L'agricoltura, quindi, da problema, deve e può diventare soluzione. Oggi, in questo contesto, il ricambio generazionale sembra una missione impossibile. Infatti, questo ricambio generazionale, di fatto, non solo è fermo al palo, ma è addirittura negativo e lo confermano i dati più aggiornati raccolti dai principali istituti di ricerca in Italia e in Europa. Altro che ritorno dei giovani alla terra! Altro che controesodo verso le campagne, di cui spesso si è parlato! Questa è una retorica, purtroppo, priva di fondamento.

Secondo i dati Istat dell'ultimo censimento dell'agricoltura, nel 2020 i capi azienda fino ai 40 anni erano il 9,3 per cento, in calo rispetto all'11,5 per cento del 2010. Ciò significa che gli ingressi dei giovani in agricoltura sono stati molto pochi. Secondo una stima del centro studi Divulga, i nuovi insediamenti sostenuti dai Fondi PAC sarebbero stati circa 20.000 nell'ultimo settennio di programmazione, ossia 3.000 giovani l'anno, mentre, ad esempio, in Francia, Paese in cui il numero di aziende agricole non arriva al 30 per cento di quelle italiane, sono circa 9.000. In sostanza, la categoria giovani occupa una percentuale inferiore sul totale dei capi azienda rispetto a 10 anni fa, nonostante il forte calo del numero di aziende agricole. Quindi, come detto, l'agricoltura da problema deve e può diventare soluzione: per farlo, però, i giovani sono la chiave. Le imprese agricole condotte da giovani imprenditori e imprenditrici sotto i 40 anni, in Italia, sono caratterizzate da un alto grado di innovazione e digitalizzazione, e anche da una maggiore diversificazione delle fonti di reddito grazie alla multifunzionalità: ad esempio, in particolare, molte aziende investono anche in produzione di energia rinnovabile, agricoltura sociale, agriturismi e la vendita diretta di prodotti. I giovani agricoltori dimostrano di essere molto più pronti e predisposti ad abbracciare l'urgente transizione, non più rinviabile, verso un modello agroecologico, un modello di agricoltura fatto di tante realtà, di piccola e media dimensione, biodiverse, indipendenti dalla chimica, orientate al mercato interno. Il ricambio generazionale è una chiave imprescindibile per favorire l'emersione di questo arcipelago di piccole agricolture, alle quali ancorare, attraverso le politiche pubbliche, il diritto di accesso a un cibo di qualità per consumatori urbani e rurali.

Questa proposta di legge poteva essere un passo nella direzione giusta, ma in realtà si è rivelata solo uno specchietto per le allodole, un contenitore vuoto, e delude moltissimo le aspettative di quei giovani che speravano in misure di sostegno concrete. Avremmo potuto e avremmo voluto salutare con favore l'esame in Aula di questa proposta di legge, anche perché è uno dei pochi interventi legislativi di iniziativa parlamentare che restituisce al Parlamento la sua funzione propria, quando, in realtà, questo Parlamento è sempre più costretto a una continua azione di ratifica dei decreti d'urgenza assunti dal Governo, se non fosse, però, come dicevo in precedenza, che ci troviamo di fronte a una legge di intenti, un provvedimento bandiera, che vede infrangersi le buone intenzioni e gli ambiziosi obiettivi di fronte a un Fondo dedicato, che, dagli iniziali 100 milioni, ad esempio, è stato ridotto a soli 15. Una presa in giro ai tanti giovani agricoltori che aspettavano questa legge per avere buone opportunità di sostegno e rischiano, come detto, di rimanere delusi.

La legge, poi, si muove nel solco dell'agricoltura convenzionale, senza porre alcuna attenzione alla necessità di riconversione ecologica dei sistemi agricoli di fronte agli effetti della crisi climatica in atto. Il cambiamento climatico sta avendo un impatto drammatico sull'agricoltura italiana. Secondo un rapporto del WWF, gli eventi climatici estremi hanno causato danni per circa 14 miliardi di euro al comparto, negli ultimi 10 anni. La tendenza alla tropicalizzazione del nostro Paese si manifesta con periodi di caldo sempre più intensi e persistenti, siccità, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed estreme. Le campagne italiane sono allo stremo e più di un quarto del territorio nazionale è a rischio desertificazione. In alcuni casi, i numeri delle perdite sono drammatici: 70 per cento in meno di diverse varietà di frutta e verdura, tra il 50 e il 60 per cento in meno per il mais, tra il 10 e il 30 per cento in meno per il grano. Sarebbe stata, dunque, l'occasione per sostenere l'imprenditoria giovanile nel settore primario, agganciando il sistema degli incentivi al necessario cambiamento di paradigma, previsto anche dalla strategia europea Farm to fork, con la quale la Commissione europea si pone l'obiettivo di intervenire, riconvertendo gli attuali sistemi agricoli in sistemi più sostenibili, ad esempio dimezzando l'uso dei pesticidi, favorendo la rigenerazione dei terreni, promuovendo l'adozione di pratiche agroeconomiche mirate all'incremento della funzionalità ecologica dei territori agrari, implementando il contenuto di sostanza organica nei suoli e favorendo la loro capacità di assorbire le piogge e trattenere umidità e nutrienti. Di tutto questo non c'è traccia in questa legge.

Lo stesso sistema degli allevamenti e delle colture intensive, oltre ad avere impatti importanti sul clima del Pianeta, consuma oltre un terzo di tutta l'acqua usata dal settore agricolo, anche per le grandi estensioni di terreni irrigui dedicati alla produzione di mangimi.

Secondo l'ISPRA, gli allevamenti intensivi producono il 75 per cento delle emissioni di ammoniaca in Italia, rappresentando così la seconda fonte di polveri sottili dopo il riscaldamento. Complessivamente, gli allevamenti causano il 79 per cento delle emissioni di gas serra nel settore dell'agricoltura. Gli animali allevati intensivamente producono elevate quantità di azoto e deiezioni altamente inquinanti e ricche di azoto, fosforo e potassio. Questi rifiuti, quando vengono dispersi nei terreni circostanti o smaltiti illegalmente, possono rappresentare un problema sanitario e inquinare il suolo e le fonti idriche. Anche in questo caso, il sistema degli incentivi poteva essere legato ai processi di riorganizzazione produttiva delle attività zootecniche di tipo intensivo, favorendo la riduzione del numero dei capi allevati e l'impiego di razze a lento accrescimento, escludendo l'utilizzo di gabbie, nel rispetto del benessere animale. Nulla di tutto ciò.

Vengo al biologico, brevemente. Ne abbiamo parlato in precedenza, in sede di discussione degli emendamenti, e su questo abbiamo anche fatto una proposta, purtroppo bocciata, ad esempio di ridurre l'aliquota IVA agevolata al 4 per cento per i prodotti biologici certificati, prodotti dai giovani imprenditori, proprio per dare un ulteriore stimolo. Nulla di tutto ciò.

In conclusione, per queste ragioni e consapevoli della grande occasione persa, non possiamo assolutamente votare favorevolmente a questo provvedimento, e infatti voteremo contro (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Castiglione. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE CASTIGLIONE (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Grazie, signor Sottosegretario. Cari colleghi. Questa è, caro Sottosegretario, l'ennesima occasione perduta. Noi avevamo creduto molto in questa proposta di legge. Avevamo creduto molto in un lavoro che si potesse svolgere in Commissione: un contributo di idee, un contributo affinché i giovani potessero insediarsi in agricoltura e affinché potessero nascere tantissime imprese giovani. Ci avevamo creduto molto. Avevamo creduto a un'inversione di tendenza di un Governo che, ogni giorno, governa con decreti-legge, con voti di fiducia. Avevamo pensato che questo lavoro, quest'attività dedicata, in Commissione agricoltura, potesse essere un segnale positivo. Avevamo colto con grandissima soddisfazione anche le dichiarazioni del presidente Carloni, quando diceva: lo faremo diventare, con questo provvedimento, il mestiere più bello del mondo, attrarremo i giovani, porteremo i giovani a investire in agricoltura. Credevamo che questa proposta di legge, nell'intenzione del Governo, o meglio, nell'intenzione del Parlamento, e quindi del collega Carloni e di tutti coloro che hanno voluto sottoscriverla, potesse essere veramente l'occasione affinché i giovani e, soprattutto, gli strumenti che sono messi a disposizione dei giovani, potessero rappresentare veramente un contributo nuovo, innovativo; l'occasione affinché, finalmente, i giovani potessero vedere nella pubblica amministrazione quel ruolo volto ad agevolarli e inserirli in questo settore: un settore straordinariamente bello, ma che oggi ha difficoltà enormi; un settore che sconta gli effetti della gravissima crisi energetica, che ha pesato enormemente sulle industrie, sulle imprese agricole e sull'impresa agroalimentare.

C'è un tema che riguarda le filiere, che noi vorremmo affrontare, caro Sottosegretario, nella Commissione. C'è un tema che riguarda i cambiamenti climatici. Moltissime iniziative che sono state prese in questi ultimi mesi guardano all'emergenza, a quelle emergenze straordinarie che ci sono state a causa dei cambiamenti climatici. In questa occasione si era detto: vogliamo fare qualcosa di più organico, vogliamo costruire un sistema di norme organiche a favore dei giovani, a favore di quei giovani che oggi sono una parte minimale. I giovani che oggi sono capi azienda e che guidano un'impresa agricola sono una parte minimale. Ed è chiaro, emerge in tutte le statistiche: i giovani che guidano un'impresa agricola sono quelli che investono più nell'innovazione e nella ricerca. Sono le imprese più competitive. A quelle imprese, noi, avremmo voluto guardare, e invece poi ci accorgiamo che, rispetto alle previsioni, nulla di tutto questo è stato inserito in questa proposta di legge. In Aula arriva un provvedimento altro rispetto a quello che abbiamo discusso in Commissione. Noi avevamo collaborato, avevamo contribuito, avevamo, ognuno, espresso e manifestato idee. In quell'occasione, sia il Governo, sia il relatore di maggioranza, che la maggioranza, avevano accolto di buon grado le iniziative che venivano anche da parte dell'opposizione.

Non abbiamo compreso cosa sia successo rispetto a uno stravolgimento della proposta di legge che la Commissione aveva approvato, uno stravolgimento che certamente manifesta una difficoltà all'interno della maggioranza, perché non può il Governo dire in Commissione che è favorevole a quegli emendamenti e poi trovarsi di fatto con 10 emendamenti cassati, addirittura con 10 articoli cassati, addirittura moltissimi riformulati, e avere in Aula un'altra proposta di legge rispetto a quella che avevamo approvato in Commissione. Addirittura, un collega della maggioranza, che non si occupa di agricoltura, poco fa, ha evocato alcuni articoli che non ci sono più nel testo che noi abbiamo testé approvato. Abbiamo parlato di altro rispetto a quello che, invece, sarebbe stato utile per le nostre imprese giovani.

Allora, caro Sottosegretario, è stata l'ennesima occasione perduta, l'ennesima occasione mancata. Già la PAC evidenzia il tema dell'insediamento dei giovani in agricoltura, il tema della senilizzazione della nostra agricoltura. C'è necessità di investire e la PAC fa anche un grande investimento nel settore giovanile: investe sul primo pilastro, investe sul sostegno al reddito agricolo, ma anche sul secondo pilastro, sullo sviluppo rurale; la PAC investe dicendo ai giovani che diamo loro le risorse che servono per poter fare un piano aziendale sostenibile, per poter investire in agricoltura, per far sì che l'agricoltura, e soprattutto l'impresa agricola, tornino a essere competitive, moderne e guidate da giovani che hanno voglia di investire in questo settore. Cosa fa questa proposta di legge? Non fa altro che penalizzare quei giovani che vogliono investire nell'agricoltura; questo disegno di legge si limita addirittura a sostenere quelle imprese che sono ascritte e catalogate all'articolo 2135 del codice civile. Perché non sostenere quelle imprese che vogliono investire nell'agricoltura e che magari hanno fatto altro nella loro vita e nella loro esperienza professionale? Perché non favorire queste imprese e non dare loro un sostegno?

Perché, caro Sottosegretario, non troviamo più nella proposta di legge quello che avevamo sostenuto e che avevamo inserito all'interno di quel provvedimento? Per esempio, sul tema dell'esonero contributivo, tutti avevamo lavorato all'interno della Commissione perché questo contributo - l'esonero contributivo per i primi tre anni al 100 per cento - potesse diventare norma e potesse sostanziarsi in una norma a sostegno dei nostri giovani. Non troviamo più traccia di questo emendamento; oltre che dell'esonero contributivo, non troviamo più traccia all'interno della proposta di legge del tema del credito d'imposta: avevamo immaginato tutti insieme - la Commissione aveva immaginato - un credito d'imposta per l'acquisto dei beni strumentali per l'impresa giovane, per i giovani che decidono di investire in agricoltura e anche questa misura è stata espunta.

In questa proposta di legge forse dovremmo oggi sottolineare più le cose che mancano e che sono state sottratte: una sorta di Governo del disfare piuttosto che del fare. Troveremo, nella proposta legge che varerà questo Parlamento, altro rispetto a quello che avevamo immaginato e rispetto al contributo che sarebbe necessario oggi affinché i giovani tornino a insediarsi in agricoltura. Così come non troviamo tantissime altre cose su cui avevamo lavorato in Commissione. Quindi, questo provvedimento, questa proposta di legge, rischia di tradursi in un provvedimento propagandistico, ma soprattutto, al di là della propaganda, non coglie quell'essenzialità e quella voglia di mettere a disposizione dei nostri giovani oltre - come dicevo - agli strumenti previsti dalla PAC, che considerano i giovani fondamentali per la ripresa e la ripartenza dell'impresa agricola, anche gli strumenti - stamattina sono stati richiamati in alcuni emendamenti che purtroppo sono stati bocciati sia dal Governo che dalla maggioranza - che oggi sono messi a disposizione da Ismea - “Più impresa” e “Generazione Terra” -, strumenti importanti per il rilancio e soprattutto per l'insediamento dei giovani in agricoltura.

Non troviamo tutto questo all'interno di questa proposta di legge che il Governo oggi ci propone.

Allora, vogliamo effettivamente che i giovani tornino a insediarsi in agricoltura e che questo provvedimento non si traduca in una grande manovra propagandistica? Vogliamo rafforzare effettivamente il tessuto economico delle aree rurali e l'offerta formativa per le nostre imprese, soprattutto per le imprese giovani e dare un contributo per far sì che la difficoltà dei giovani nell'accesso alla terra si possa superare? Se tutto questo fosse stato oggi come lo avevamo immaginato in Commissione e se tutto questo fosse divenuto norma e se oggi il Parlamento avesse approvato un provvedimento di questo tipo, probabilmente avremmo potuto dare un contributo all'insediamento dei giovani nelle nuove e moderne imprese agricole. Purtroppo, caro Sottosegretario, cara maggioranza, cari relatori, cari colleghi che avete proposto questa iniziativa legislativa, questa sarà l'ennesima occasione perduta (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gatta. Ne ha facoltà.

GIANDIEGO GATTA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Giunge oggi al voto finale questa proposta di legge, che conosco dalla sua genesi, perché l'abbiamo trattata - ed era presente anche il Sottosegretario D'Eramo, che saluto e ringrazio - in Commissione agricoltura. È una proposta di legge cofirmata anche da Forza Italia, che intende promuovere lo sviluppo dell'imprenditoria giovanile nel settore agricolo. Il testo inizialmente prevedeva 18 articoli, poi ridottisi in Commissione, soprattutto per esigenze di finanza pubblica. Il complessivo onere delle disposizioni che andiamo a introdurre si aggira attorno ai 25 milioni di euro, di maggiori oneri o minori entrate, certo insufficienti, ma comunque significativi nell'attuale quadro economico. Ciononostante, l'impianto arrivato all'esame dell'Assemblea conserva una forte valenza in termini di sostegno all'agricoltura giovanile, fornendo un insieme coordinato di norme che si aggiungono a quelle già adottate dai precedenti Governi. Cito le norme sull'autoimprenditorialità, in vigore dai primi anni 2000 (il decreto legislativo n. 185 del 2000); cito la misura “Resto al Sud”, introdotta dall'articolo 1 del decreto-legge n. 91 del 2017, che ha una forte valenza agricola, anche se non solo agricola, essendo collegata alla banca delle terre abbandonate e incolte e alle misure per la valorizzazione dei beni non utilizzati, contenute nell'articolo 3 dello stesso decreto. L'Ismea, che sostiene lo sviluppo rurale italiano, sta gestendo la misura “Più impresa” dedicata ai giovani e alle donne che intendono subentrare nella conduzione di un'azienda agricola, o che sono già attivi in agricoltura da almeno due anni e intendono ampliare la propria impresa. Tale misura, che intende sostenere la competitività delle imprese agricole giovanili e femminili che realizzino piani di investimento fino a un milione e mezzo di euro, va periodicamente rifinanziata, in quanto esaurisce rapidamente le proprie disponibilità.

Dunque, la proposta in esame si aggiunge e finalmente coordina quanto oggi è stato fatto in tema di sostegno all'agricoltura giovanile. Da un'indagine curata dall'Ismea si possono fare tante filosofie, ma poi quello che conta sono i dati matematici, inconfutabili e inoppugnabili, ed è su quelli che dobbiamo ragionare ed è da quelli che dobbiamo partire per una compiuta disamina della crisi che oggi affligge l'imprenditoria giovanile nel settore dell'agricoltura - sulla presenza giovanile nel settore, emerge che le aziende agricole condotte da under 40 sono appena il 9,3 per cento del totale, una quota in calo rispetto all'11,5 per cento del 2010: questi sono i dati del censimento ufficiale dell'agricoltura del 2020. Oggi, appena il 13,4 per cento dei proprietari di azienda agricola - lo sa bene il Sottosegretario - ha meno di 44 anni. Ciò testimonia come l'impegno per un'agricoltura più giovane, un impegno assunto anche nella programmazione PAC, non abbia raggiunto i risultati prefissati.

Il sostegno al ricambio generazionale garantito dall'Unione europea da almeno tre cicli di programmazione comunitaria non è risultato sufficiente. Di contro, i numeri relativi alla redditività per ettaro ci mostrano che le imprese agricole condotte da under 35 presentano una redditività per ettaro maggiore. Le aziende con a capo un giovane sono più grandi, la superficie media è di 18,3 ettari rispetto ai 9,9 ettari di quelle guidate da non giovani. Nelle aziende giovanili - anche di questo dobbiamo parlare - il livello di digitalizzazione è più che doppio rispetto a quelle dei colleghi più anziani e vi è una maggiore propensione agli investimenti innovativi. Tutto questo lo si evince dai tabulati ufficiali che fanno parte del censimento agricoltura. Tale maggiore incidenza si spiega con la naturale propensione dei giovani verso la ricerca, l'innovazione e la multifunzionalità, tutti fattori che devono rappresentare il futuro dell'agricoltura. Inoltre, quasi la metà dei giovani agricoltori ha un diploma di scuola media superiore e il 19,4 per cento ha addirittura una laurea non esclusivamente di tipo agrario, anzi, sono molti i giovani che apportano in agricoltura competenze di discipline diverse. I giovani agricoltori portano con sé un potenziale elevatissimo, in quanto sono portatori di innovazione e presentano maggiore disinvoltura con le nuove tecnologie, ma hanno anche una maggiore propensione e attitudine al rischio, all'investimento, all'export e presentano una maggiore sensibilità per le tematiche sociali e ambientali.

Le imprese giovanili hanno di fatto rivoluzionato il mestiere dell'agricoltore, impegnandosi in attività multifunzionali che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo ma anche alle attività ricreative, all'agricoltura sociale, alla sistemazione di parchi, giardini, strade, alla cura del paesaggio e alla produzione di energie rinnovabili. Tutto questo rende il provvedimento in esame oggi particolarmente importante per un Governo come quello del centrodestra concentrato sui giovani e sulle imprese piuttosto che sulle rendite di posizione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

Della proposta in esame annunciamo i caratteri più salienti, giusto per qualche collega che non avrà letto tutto il testo e che vorrà capire le linee essenziali, le linee guida di questo provvedimento. La proposta in esame dà seguito a tutta l'impostazione che ho appena enunciato. L'articolo 2 contiene la definizione di impresa giovanile agricola o di giovane imprenditore agricolo. Sono tali le imprese, in qualsiasi forma costituite, che esercitano esclusivamente attività agricola, ai sensi dell'articolo 2135 del codice civile, quando il titolare sia un imprenditore agricolo di età compresa tra i 18 e i 41 anni e, nel caso di società di persone o di società cooperative o di società di capitali, quando almeno la metà dei soci o la metà del capitale siano detenuti da imprenditori agricoli di età compresa tra i 18 e i 41 anni.

L'articolo 3 istituisce, nello stato di previsione del Ministero dell'Agricoltura, un Fondo per favorire il primo insediamento dei giovani in agricoltura - solo Dio sa di quanto ve ne sia bisogno - con una dotazione di 15 milioni di euro a decorrere dall'anno 2024. Un intervento finanziabile con le risorse del Fondo è l'acquisto di terreni e strutture necessarie per l'avvio dell'attività. Qui mi sento di rispondere e di contraddire chi mi ha preceduto che ha detto che non vi sarebbe stata l'attenzione dovuta per l'acquisto dei beni strumentali per l'esercizio dell'attività. Ebbene, è sconfessato da una lettura attenta dell'articolo 3. Oltre all'acquisto di terreni e strutture necessarie per l'avvio dell'attività e all'acquisto di beni strumentali, con priorità per tutti quei beni destinati ad accrescere l'efficienza e la produttività aziendale e a produrre innovazioni relative al prodotto - anche su questo l'Italia è leader in Europa - sono previsti l'acquisto di complessi aziendali già operativi e l'ampliamento dell'unità minima produttiva. Per quest'ultimo aspetto, quello relativo all'unità minima produttiva, Forza Italia aveva presentato un emendamento - ben lo ricorda il Sottosegretario che è presente - per la ricomposizione fondiaria, cercando di definire il concetto di unità minima colturale.

Questa idea, legata alla necessità di aumentare le dimensioni delle aziende agricole per aumentarne produttività ed efficienza, sta finalmente passando a livello di Governo, se è vero, com'è vero, che uno dei collegati alla manovra 2024 riguarda, appunto, la ricomposizione fondiaria.

Gli articoli da 4 a 7 contengono misure fiscali: il pagamento di un'imposta sostitutiva del 12,5 per cento per un periodo di 5 anni per i nuovi agricoltori; le agevolazioni in materia di compravendita di fondi rustici con oneri notarili ridotti alla metà per acquisti di valore non superiore ai 200.000 euro; un credito d'imposta per le spese sostenute per la partecipazione a corsi di formazione in favore di giovani imprenditori agricoli, fino a un importo massimo di 2.500 euro per ciascun beneficiario; agevolazioni fiscali per l'ampliamento delle superfici coltivate in caso di acquisto o permuta di terreni con imposte di registro, imposte ipotecarie e imposta catastale nella misura del 50 per cento di quelle previste dalla legislazione vigente.

L'articolo 10 istituisce presso il Ministero dell'Agricoltura - questo è estremamente importante - l'Osservatorio nazionale per l'imprenditoria e il lavoro giovanile nell'agricoltura (ONILGA), composto dai Ministeri competenti, dai rappresentanti delle organizzazioni datoriali, dai rappresentanti dei lavoratori del settore agricolo e delle associazioni dei giovani operanti nel settore agricolo e agroalimentare, a cui si aggiungono l'ISMEA e il CREA. La portata innovativa, direi quasi rivoluzionaria, di questo articolo consiste nel fatto che finalmente si realizza un tavolo di confronto permanente e duraturo sui temi dell'agricoltura e nel campo dell'imprenditoria giovanile in agricoltura.

PRESIDENTE. Deve concludere.

GIANDIEGO GATTA (FI-PPE). Concludo. Per tutti questi motivi riteniamo che il provvedimento che andiamo ad approvare riorganizzi efficacemente e definisca tutte le normative che favoriscono lo sviluppo dell'imprenditoria giovanile in agricoltura, raccogliendo quanto fatto finora e affidando il tutto a un'unica cabina di regia, alla quale i giovani potranno guardare con fiducia e con la certezza di avere una risposta significativa. Per tutte queste ragioni, il gruppo Forza Italia voterà convintamente a favore di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caramiello. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Membri del Governo, onorevoli colleghi, siamo qui oggi per esprimere un voto per quella che puntava a essere una legge rivoluzionaria per il mondo agricolo e, in particolare, per le giovani generazioni che in quel mondo hanno voglia di entrare. Presidente, per colpa di questo Governo miope abbiamo cestinato l'opportunità concreta di aiutare un settore che sta vivendo un momento di crisi profonda, facendo leva sui nostri giovani. Onorevoli colleghi, purtroppo spiace constatare che oggi stiamo discutendo una proposta di legge completamente diversa rispetto a quella approvata inizialmente in Commissione. Rispetto al testo iniziale, Presidente, sono stati soppressi 10 articoli e modificati massivamente altri 8. Dunque, una proposta di legge svuotata sia in termini di contenuti sia in termini economici, con risorse che, invece, sarebbero state fondamentali per portare a casa gli obiettivi che tutta la Commissione si era prefissata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Le finalità della proposta sull'imprenditoria giovanile, tra l'altro a prima firma del presidente della Commissione, Carloni, erano state condivise da tutti i gruppi parlamentari, tanto che durante l'esame in Commissione molte sono state le proposte emendative approvate. Allo stato dell'arte, quindi, tutto il lavoro fatto, le modifiche introdotte, le iniziative accolte positivamente da tutto il mondo agricolo sono state annullate, rendendo la proposta debole e certamente non utile allo scopo che si prefigge, cioè la promozione e il sostegno dell'imprenditoria giovanile nel settore agricolo.

Presidente, è importante sottolineare che nel nostro Paese solo circa il 13 per cento dei proprietari di aziende agricole ha meno di 44 anni, quindi diventa fondamentale incentivare quel ricambio generazionale che è riconosciuto prioritario nell'agenda politica dell'Unione europea, che ha evidenziato il ruolo fondamentale dei giovani per la sostenibilità e la competitività di lungo periodo dell'agricoltura e per la vitalità delle aree rurali. Nello stesso piano strategico della Politica agricola comune si sottolinea che il ricambio generazionale in agricoltura rappresenta una delle maggiori necessità e sfide per il settore, ritenendo quindi fondamentali gli strumenti per sostenere ed attrarre i giovani in agricoltura.

Onorevoli colleghi, l'agricoltura rappresenta ancora oggi uno dei pilastri della nostra economia, e avvicinare i giovani è essenziale, per garantire un futuro prospero e sostenibile. Tuttavia, le nuove leve si trovano spesso di fronte a numerose sfide che ostacolano il loro ingresso nel settore. Uno dei principali ostacoli è l'accesso al credito e al finanziamento. Avviare oggi un'attività agricola richiede capitali significativi per l'acquisto di terreni, macchinari, attrezzature e altri input necessari, e i giovani imprenditori spesso lottano per ottenere finanziamenti dalle banche o per accedere a programmi di sostegno finanziario adeguati. Invece, questo Esecutivo è intervenuto in maniera diametralmente opposta, depotenziando il lavoro effettuato dalla Commissione e pugnalando alle spalle ogni misura benefica a sostegno dell'imprenditoria giovanile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Mi chiedo e, soprattutto, vi chiedo, colleghi, ma la maggioranza di Governo e la maggioranza parlamentare si parlano? Tra di voi dialogate? Mi immagino il presidente Carloni a colloquio con il Ministro Giorgetti, tra l'altro appartenenti allo stesso partito, disquisendo sulle risorse da aggiungere nella proposta di legge. Voglio immaginare che si siano confrontati e che il presidente Carloni abbia avuto rassicurazioni dal Ministro anche sulle risorse economiche: tranquillo, Mirco, la proposta la portiamo a casa. E poi, invece, nemmeno il tempo di ritornare in Commissione e si ritrova soltanto con 15 milioni, con un taglio sulle risorse previste di 85 milioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Purtroppo, Presidente - lo dico a lei, così, per suo tramite, lo può dire alla maggioranza - questa non è la prima retromarcia del Governo sull'agricoltura. Basta ricordare la figura politica barbina fatta sulla proposta di legge sul florovivaismo. Mesi fa, Presidente, il collega Bergamini venne in quest'Aula chiedendone la deliberazione d'urgenza, cioè entro 15 giorni la proposta doveva arrivare in Aula ed essere approvata. Ricordo che questa proposta arrivò in Commissione, venne approvata, dopodiché è stata ritirata con la motivazione che da lì a poco sarebbe arrivato un decreto ministeriale d'urgenza per il settore. Ma sono passati mesi ormai, il settore attende risposte e questa proposta è sparita dai radar politici di questa maggioranza. Parimenti, Presidente, anche in questo caso devo registrare un nuovo cortocircuito tra la maggioranza e il Governo.

Onorevoli colleghi, c'è un dato chiaro e inconfutabile: la proposta a sostegno dei giovani agricoltori non è sostenuta dalla maggioranza stessa che, riducendo da 100 milioni a 15 milioni il Fondo per favorire il primo insediamento dei giovani in agricoltura, di fatto distrugge tutta l'ossatura della legge. Presidente, non solo: ha fatto venire meno l'introduzione di misure per le quali sarebbe stato necessario investire decine di milioni di euro, quali l'esonero dagli obblighi contributivi per gli imprenditori agricoli under 41, il credito d'imposta per gli investimenti in beni strumentali e gli incentivi per la pluriattività, nonché le agevolazioni per i redditi da agricoltura multifunzionale, ma soprattutto le fondamentali misure a favore dell'accesso al credito e al microcredito.

È stralciato dal testo finale anche il contributo di costruzione in agricoltura, inserito grazie a un nostro emendamento, con il quale anche i coltivatori diretti, così come oggi avviene per gli imprenditori agricoli, avrebbero potuto avvalersi delle agevolazioni relative alla costruzione di abitazioni rurali o manufatti strumentali all'esercizio delle attività agricole.

Ad aggravare poi il quadro della situazione è anche il fatto che le Camere non vengano ascoltate nemmeno quando una Commissione approva un testo all'unanimità, peraltro concertato con tutte le organizzazioni di rappresentanza del settore primario, e state andando avanti ormai a decretazione d'urgenza.

Ho ascoltato con attenzione tutti gli interventi in discussione generale, e, in particolare, l'intervento del collega La Salandra, il quale ha dichiarato che 15 milioni sono sicuramente meglio di zero. Sarei d'accordo con lui in linea di principio ma, facendo un ragionamento, anche mio nonno era un agricoltore, nella città di Ercolano, ma lo era negli anni Quaranta, negli anni Cinquanta. All'epoca si seminava a schiena piegata ed erano altri tempi. Altri miei parenti sono agricoltori da generazioni, ma ad Alessandria. E confrontandoci, con dati alla mano, con chi la terra la vive ogni giorno da 60 anni e ha vissuto tutta la sua evoluzione, con queste cifre un giovane difficilmente riuscirà a far partire un'impresa agricola. Oggi parliamo di agricoltura di precisione, di tecnologie all'avanguardia, che hanno un costo molto elevato. Presidente, inoltre personalmente lavoro da quasi 25 anni per il terzo costruttore di veicoli al mondo, una delle società più importanti, che produce anche macchine agricole. Onorevoli colleghi, vi chiedo: lo conoscete il prezzo di una macchina agricola? Con questa proposta di legge come vogliamo dare la possibilità ai giovani di entrare nel mondo agricolo? Cento milioni erano già pochi, ma 15 sono praticamente nulla, perché in questi fondi dovrebbero rientrare tutti gli investimenti in macchine agricole, come dicevo in precedenza, trattori o macchine da raccolta, e attrezzature che possiedano i seguenti requisiti: devono essere strumentali all'attività di impresa e parte del ciclo produttivo aziendale. Poi il terreno, la costruzione di capannoni e tanto altro.

Sostenere l'imprenditoria giovanile agricola significa investire nel futuro dell'Italia, significa creare posti di lavoro, promuovere la sostenibilità ambientale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È un investimento che porta benefici a lungo termine non solo per i giovani imprenditori stessi, ma per l'intera comunità e per le future generazioni. Purtroppo, però, spiace constatare che il vostro provvedimento rema in direzione contraria. Il vostro atteggiamento, infatti, tarpa le ali anche a tutti quegli studenti che, faticosamente, portano avanti i propri studi con la speranza, un giorno, di affermarsi nel settore, che rappresenta uno dei pilastri su cui si regge il nostro Paese.

Vado a concludere, Presidente. Onorevoli colleghi, per questo e per tutti i motivi sopra descritti annuncio il voto contrario del MoVimento 5 Stelle sul provvedimento in esame, con la speranza che durante la lettura in Senato trovino spazio gli interventi che qui ci è stato impedito di portare avanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Colleghi, salutiamo i giovanissimi ospiti della Camera dei deputati, sono una rappresentanza degli allievi della scuola primaria, fanno la quinta elementare, dell'Istituto San Giuseppe al Trionfale, di Roma (Applausi). Benvenuti, ragazzi, alla Camera dei deputati.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bergamini. Ne ha facoltà.

DAVIDE BERGAMINI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Governo, oggi siamo qui per votare la proposta di legge Atto Camera n. 752, relativa alla promozione e allo sviluppo dell'imprenditoria giovanile in agricoltura. Non nego che per me, oggi, è una grande soddisfazione essere in quest'Aula per esprimere la dichiarazione di voto su questo provvedimento. Vorrei ringraziare innanzitutto il presidente della Commissione agricoltura, onorevole Carloni, che è primo firmatario di questa proposta di legge (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), per l'importante lavoro di coordinamento fatto in Commissione e che ha permesso di arrivare oggi in Aula con la proposta definita. Voglio ringraziare anche i colleghi della Commissione, che hanno dato un contributo alla costruzione di questo importante risultato, e il Governo, che oggi è rappresentato qui dal Sottosegretario D'Eramo. Si tratta di un importante risultato, ottenuto attraverso l'ascolto delle imprese e delle associazioni del settore, e credo di poter dire che è un risultato di grande valore, perché oggi ci apprestiamo a votare una proposta di legge che va ad aiutare i giovani agricoltori e tutti quei giovani che intendono svolgere la loro attività nel settore agricolo.

L'agricoltore e l'agricoltura sono un grande valore da preservare: rappresentano da sempre le nostre tradizioni e la nostra storia e, soprattutto, il nostro Paese. Pertanto riteniamo sia fondamentale trasmettere questi importanti valori ai nostri giovani e a tutte le future generazioni. Non possiamo, poi, dimenticare il valore dell'agricoltura durante il periodo del COVID e non possiamo sicuramente dimenticare il valore della nostra agricoltura come fattore fondamentale e indispensabile per tutte le eccellenze del made in Italy, che hanno reso e rendono il nostro Paese, ogni giorno, un vero punto di riferimento nel mondo e all'interno del settore agroalimentare. Quindi, siamo da sempre definiti un'eccellenza all'interno del settore agroalimentare a livello mondiale e questo proprio grazie alle materie prime che la nostra agricoltura ci fornisce quotidianamente con il loro lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Dico questo, Presidente, perché con questa proposta di legge andremo a favorire l'ingresso di giovani nel settore agricolo, favoriremo quel famoso cambio generazionale di cui tutti hanno parlato, di cui tutti parliamo, ma che, purtroppo, in questo Paese, fino ad oggi, non ha prodotto numeri rassicuranti, creando un'evidente debolezza strutturale all'interno del settore. Basti pensare ai numeri che sono stati riportati durante le audizioni, anche dal collega, onorevole Pierro, relatore di questa proposta di legge, che ci dicono che solo il 9 per cento dei giovani oggi risulta a capo di un'azienda, contro una media europea del 12 per cento, mentre tutte quelle aziende guidate da over 65 rappresentano nel nostro Paese il 43 per cento, contro il 33 per cento di media europea.

Credo che già due dati siano sufficienti questi per farci riflettere sull'importanza di questa legge, che potrà essere sicuramente un utilissimo strumento per fare in modo che questi dati, nei prossimi anni, inizino finalmente a cambiare, permettendo ai giovani iniziare un'attività o, meglio, quella nobile attività - come l'ha definita l'onorevole Carloni durante la sua presentazione - che non ha dimenticato di ricordare l'importanza degli strumenti necessari per aiutare i giovani, che hanno diritto a ottenere un giusto profitto dal lavoro dell'agricoltura e dalla loro voglia di fare impresa all'interno del settore.

Dico questo, perché andremo a introdurre una serie di misure - nonostante ciò che alcuni colleghi dell'opposizione hanno ribadito prima di me - che riguardano la promozione e lo sviluppo delle imprese giovani, agevolazioni fiscali, facilità di accesso al credito e una serie di esenzioni su trasferimenti e agevolazioni per l'acquisto di terreni e primi insediamenti. Credo che sia un cambio di direzione fondamentale, che si potrà avere anche a fronte di un'agricoltura che richiede sempre più innovazione tecnologica, conoscenze ambientali, conoscenza dei mercati e, soprattutto, dei nuovi competitor che stanno arrivando anche sul nostro mercato nazionale.

Sono caratteristiche che i giovani sicuramente riusciranno a interpretare meglio delle precedenti generazioni, mantenendo un'agricoltura al passo con i tempi, al passo con tutte le strumentazioni nuove che oggi vengono utilizzate in agricoltura, ma preservando, soprattutto, quelle tradizioni trasmesse dalle famiglie, che hanno rappresentato un vero valore aggiunto del nostro sistema economico e sono un elemento fondamentale per mantenere quel primato nel settore agroalimentare che tutto il mondo ci invidia, sia in termini di qualità dei prodotti che di distintività degli stessi.

Auspico che questa legge possa ottenere il consenso di tutta quest'Aula, perché si tratta di un importante passo a fianco dei nostri agricoltori e di tutte le future generazioni che rappresenteranno nel settore nei prossimi anni e che potranno, a termine dell'iter parlamentare, contare su una legge che faciliterà il loro ingresso e la permanenza nel settore.

Certo, dispiace vedere che alcuni colleghi dell'opposizione, che sono intervenuti prima di me, abbiano definito questa legge uno specchio per le allodole, quando, invece, con questa legge daremo la possibilità a molti giovani di iniziare un percorso verso la creazione di nuove imprese. Si parla tanto di transizione ecologica e di tutela del territorio e, proprio per questo, voglio ricordare a quei colleghi che l'hanno definita “specchio per le allodole” che i nostri agricoltori e, soprattutto, i futuri agricoltori saranno le persone che riusciranno a mantenere vive le aree interne con il loro lavoro quotidiano e che, senza di loro, probabilmente, il nostro Paese, oggi, avrebbe problemi strutturali a livello ambientale maggiori di quelli che si sono presentati soprattutto nell'ultimo periodo. I giovani, pertanto, daranno sicuramente una maggiore forza a tutto il comparto.

Con questa legge Carloni - mi permetta di chiamarla con il nome del presidente, perché so che l'ha fortemente voluta fin dall'inizio di questa legislatura -, si avrà finalmente una legge di iniziativa parlamentare che da tanti anni, invece, mancava all'interno di quest'Aula per l'intero settore agricolo.

E a quei colleghi che hanno criticato la legge, dicendo che le risorse sono poche, vorrei dire che sicuramente si poteva anche fare di più, ma vorrei ricordare anche all'onorevole Caramiello, che è intervenuto prima, che sono previsti 156 milioni dal 2024 al 2029 e che, dal 2030, ci sarà la creazione di un fondo strutturale di oltre 27 milioni di euro annui. Certo, si poteva fare di più e, magari, se non avessimo avuto sprechi, come quelli del reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia), probabilmente, già da quest'anno ci sarebbero state maggiori risorse anche a favore dei nostri imprenditori agricoli.

E dispiace anche vedere che chi ha ricoperto ruoli di Governo oggi critichi questa proposta in modo, a mio parere, sterile, non avendo preso, invece, iniziative, quando, ricoprendo anche incarichi importanti all'interno dei Governi precedenti, non si è nemmeno iniziato a fare un primo passo in questa direzione. Questo è un primo passo, con riferimento al quale sono orgoglioso oggi di dichiarare, per tutto il gruppo Lega-Salvini Premier e a nome mio, il voto favorevole, anche perché è una legge che andrà a definire in modo strutturale misure utili all'agricoltura e ai giovani all'interno del nostro Paese. Grazie, Presidente, ribadisco il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vaccari. Ne ha facoltà.

STEFANO VACCARI (PD-IDP). Signor Presidente, Sottosegretario D'Eramo, onorevoli colleghi e colleghe, in un colpo solo, con la proposta di legge sull'imprenditoria giovanile nel comparto agricolo, che oggi sarà approvata da quest'Aula, il Governo e la maggioranza sono riusciti nell'intento di perdere l'ennesima occasione per fare qualcosa di utile per il Paese. Nei fatti, è il primo provvedimento d'iniziativa parlamentare che approda in Aula sull'agricoltura da quando è cominciata la legislatura e voi ne avete fatto carta straccia, come carta straccia diventeranno gli ordini del giorno che avete assentito poco fa per lavarvi la coscienza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Il testo che voi state per approvare - e sottolineo voi - avrebbe dovuto essere diverso, poiché, in Commissione agricoltura, un lavoro certosino e responsabile tra tutte le forze politiche aveva consentito di trovare l'accordo tra maggioranza e opposizione per rispondere concretamente alla necessità di favorire, promuovere e dare prospettiva all'ambizione e all'impegno di tanti giovani che avrebbero voluto cimentarsi in agricoltura, mettendosi a capo di un'impresa. Sì, perché ci sono questioni che meritano di essere affrontate in Parlamento senza la giacca dell'appartenenza politica, ma solo con l'ottica di rispondere agli interessi della parte più debole del Paese, come in questo caso i giovani. Sapere di offrire una speranza di futuro non poteva che portarci a lavorare all'unisono su un provvedimento che porta il nome del presidente di Commissione, Carloni, ma questo fatto non ha precluso la necessità di superare le differenze e anche le diffidenze tra i diversi gruppi politici. Quel testo, grazie all'impegno di tutti, è stato integrato, migliorato, rafforzato, anche se avremmo preferito che fosse accolta la nostra proposta di ricomprendere all'interno anche l'imprenditoria femminile, sulla quale rimane, comunque, depositata una nostra specifica proposta.

Dopo quel lavoro, conclusosi con voto unanime, il Governo, con il braccio armato del MEF, con un colpo di teatro degno del peggior trasformismo, ha utilizzato il parere di Commissione bilancio per imporre la cancellazione di una decina di articoli e la correzione dei rimanenti otto, stravolgendo, nei fatti, il provvedimento e calpestando il lavoro parlamentare come se nulla fosse. Abrogati gran parte degli impegni di spesa, che non permetteranno di dare concretezza e sostanza alle lodevoli intenzioni di favorire in agricoltura il ricambio generazionale, non a caso riconosciuto come priorità all'interno dell'agenda politica dell'Unione europea e punto di forza del Piano strategico della PAC. Dei 100 milioni previsti inizialmente, dopo la sforbiciata governativa, ne rimangono solo 15, assolutamente insignificanti per una legge cornice che si poneva obiettivi di lunga gittata, in grado di mantenere e aumentare i posti di lavoro e il numero di imprese giovani in agricoltura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

I numeri, per comprendere le ragioni dell'insignificanza di un provvedimento su questo tema, ce li offre l'Istat, con il 7° Censimento generale sull'agricoltura, pubblicato a dicembre 2022. Sarebbe bastato essere conseguenti con quei dati. Le aziende agricole guidate da giovani in Italia sono poche e sempre di meno: nel 2020, rappresentavano il 13 per cento del totale del comparto, contro il 17 per cento di 10 anni prima. Per di più, l'Istat ci segnala che due giovani su tre non hanno mai partecipato ad alcun corso di formazione agricola.

Le giovani aziende sono in percentuale maggiore nel Meridione: quasi 60.000 imprese contro le 16.000 del Centro e le poco più di 30.000 nel Nord; lo stesso trend si osserva per la superficie coltivata, molto più estesa al Sud; sono 12.000 le aziende con titolari under 40 con almeno un'attività connessa, fra cui agricoltura sociale, fattorie didattiche, produzione di energia rinnovabile, poche però, davvero poche. Se ampliamo lo sguardo sul totale delle imprese, sono il 5,7 per cento, una crescita molto ridotta negli ultimi dieci anni e per molti aspetti troviamo queste criticità anche in altri Paesi europei, anche se le risposte che tentano di dare in quei Paesi sono ben piantate anche nelle previsioni economiche degli Stati. Anche l'Europa - quindi, meglio di voi - si è posta il problema con la PAC 2023-2027, prevedendo diversi interventi specificatamente destinati al giovane agricoltore: sostenere il complementare al reddito per i giovani agricoltori, l'insediamento di nuovi giovani agricoltori, nonché l'avvio di nuove imprese rurali. L'Europa ci segnala che, tra le principali sfide che devono affrontare oggi i giovani e le donne, figurano la difficoltà di accesso alla terra, i prezzi elevati dei terreni, la scarsa redditività, la difficoltà di accesso al credito, le difficoltà per i giovani e le donne agricoltrici con famiglie di accedere ai servizi essenziali quali: l'approvvigionamento idrico, i servizi igienico-sanitari, le telecomunicazioni, la banda larga, oppure i servizi di sostegno sociale e sanitario, come l'assistenza a lungo termine, gli asili nido e le scuole.

Con la legge approvata in Commissione, poi falcidiata dal Governo, si davano significative risposte a questi temi, ma il Governo, stravolgendo il testo condiviso, ha mortificato il lavoro del Parlamento snaturando, di fatto, l'impostazione di questo provvedimento: sono state soppresse quelle parti che prevedevano significativi investimenti e risorse per la promozione e il consolidamento dell'imprenditoria giovanile; sono venute meno misure che avrebbero consentito un vero e proprio cambio di passo, quali l'esonero degli obblighi contributivi per gli imprenditori agricoli under 41, il credito d'imposta per gli investimenti in beni strumentali, le agevolazioni fiscali per i redditi derivanti da agricoltura multifunzionale, è saltato il recupero delle spese per la riqualificazione di fabbricati rurali, ma, soprattutto, le fondamentali misure per favorire l'accesso al credito e al microcredito.

Queste critiche non ve le facciamo solo noi, ma vengono direttamente anche dal mondo agricolo. CIA e Copagri vi hanno chiesto di fermarvi nell'operazione stralcio, spiegando le ragioni del mantenimento del testo base. Per di più c'è un combinato disposto molto grave, come segnala la CIA, perché nella legge di bilancio, presentata dal Governo, è saltata pure la decontribuzione INPS per i giovani in agricoltura per i primi due anni di attività, in vigore dal 2016, si tratta di 6-7.000 euro in media ogni due anni per ogni giovane imprenditore che non ci saranno più, ed è saltata pure la misura «Più impresa» di ISMEA sull'imprenditoria giovanile e femminile, da 20 milioni a zero. Insomma un disastro, da una parte il Governo e il Ministro si sperticano tutti i giorni in roboanti dichiarazioni sulla centralità del comparto agroalimentare quale asse strategico dell'economia del Paese, sulla necessità di favorire le nuove generazioni, e, poi, di fronte a provvedimenti condivisi che vanno in tale direzione, ci si nasconde dietro al MEF che impedisce che ciò si realizzi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), perché non ci sono né le coperture finanziarie, né le coperture politiche per poterlo fare. Dal Governo delle chiacchiere e distintivo non ci si poteva aspettare altro, tanto che comprendiamo lo stupore dei deputati di centrodestra che, appresa la notizia in Commissione dello stravolgimento della proposta di legge, hanno cercato di manifestare invano il loro disagio e imbarazzo. Si tratta di un precedente pericoloso, Presidente, che mette in discussione la centralità del Parlamento rispetto ai poteri dell'Esecutivo, una situazione intollerabile con i parlamentari di centrodestra costretti a fare da passacarte a Palazzo Chigi. D'altronde, il Ministro Lollobrigida, ormai in campagna elettorale personale per le prossime elezioni europee, ha solo la necessità di mettere bandierine sul nulla, come nel caso della carne coltivata o sull'istituzione di una medaglia di cartone per i cuochi italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Un'altra cosa la sa fare molto bene: nominare commissari sulle varie emergenze e istituire Commissioni per allargare il fronte degli amici, nel frattempo evoca il made in Italy e poi si dimentica, di fatto, l'agricoltura nella prossima legge di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Presidente, onorevoli colleghi, noi non ci arrenderemo mai a questa logica parolaia e propagandistica, e sulla legge di bilancio continueremo a incalzare il Governo affinché sia riconosciuto il giusto protagonismo all'agricoltura italiana lungo il cammino della transizione ecologica e per proporre misure strutturali al fine di rispondere ai cambiamenti e alle trasformazioni che il sistema agroalimentare sta vivendo per garantirne un futuro duraturo e sostenibile, oltre le logiche degli spot e delle emergenze.

Per tutte queste ragioni, con tanta amarezza per l'ennesima occasione persa in oltraggio al ruolo del Parlamento, il gruppo del Partito Democratico voterà convintamente «no» a questa brutta e insignificante legge (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole La Porta. Ne ha facoltà.

CHIARA LA PORTA (FDI). Grazie Presidente. Sottosegretario, colleghi, ci avviamo ad approvare la proposta di legge che prevede «Disposizioni per la promozione e lo sviluppo dell'imprenditoria giovanile nel settore agricolo». Vorrei partire da due considerazioni. La prima, dopo l'approvazione del decreto Caivano, che responsabilizza e sensibilizza i nostri giovani, con la proposta di legge in oggetto questa maggioranza riporta al centro dell'attenzione e del dibattito e dell'azione legislativa i giovani, al fine della valorizzazione del nostro futuro andando a promuovere politiche di inserimento, nel primo settore, di imprenditori dai 18 ai 40 anni per combattere sempre di più la disoccupazione e l'inoccupazione giovanile che, sebbene in calo, rimane comunque sempre sopra il 20 per cento in media nazionale.

La seconda considerazione, oltre al lavoro costante del Ministro Lollobrigida, anche in quest'Aula si torna a dare la giusta considerazione, che l'agricoltura merita, al settore primario, che secondo le più recenti stime conta oltre un milione di occupati, numero che aumenta se viene considerato anche l'indotto, ma che ha perso fascino per le nuove generazioni a fronte di possibilità di sviluppo invece importanti. Ci fissiamo, quindi, l'obiettivo di porre la giusta attenzione sul mondo agricolo e questo provvedimento, volto ad aumentarne e svilupparne la consistenza e la rappresentanza, ne è la riprova, perché, nonostante l'agroalimentare valga più del 2,2 per cento del PIL, con quasi 42 miliardi nel 2022, cresce in qualità ma non cresce il volume; è, quindi, necessario intervenire per dare continuità e per stimolare nuovi insediamenti: si pensi che, sul totale delle aziende, solo il 9 per cento di imprese registra a capo giovani, a fronte del 45 per cento a guida di over 65.

Entriamo nel merito: in primo luogo, verranno stanziati fondi finalizzati all'acquisto di terreni e strutture necessarie per l'avvio dell'attività imprenditoriale agricola, all'acquisto di beni strumentali, con priorità per quelli destinati ad accrescere l'efficienza aziendale e introdurre innovazioni relative al prodotto, alle pratiche di coltivazione e di manutenzione naturali dei terreni, dettaglio quest'ultimo più che necessario e di così drammatica attualità, e al processo di coltivazione dei prodotti attraverso tecniche di precisione, nonché all'ampliamento dell'unità minima produttiva al fine di promuovere l'efficienza aziendale.

E poi, semplificazione, semplificazione, semplificazione. Semplificazione nel regime fiscale, in quanto i soggetti interessati potranno optare per l'aliquota del 12,5 per cento alla base imponibile, costituita dal reddito d'impresa prodotto nel periodo d'imposta. La finalità è chiara, che è poi quella alla base anche della delega fiscale: lo Stato non è nemico del cittadino imprenditore, soprattutto giovane, anzi esiste la ferma volontà di utilizzare una flessibilità tributaria per ragioni di incentivo al fine di incoraggiare il settore.

Semplificazioni anche per l'accesso ai bandi, tramite la costituzione dell'Osservatorio nazionale per l'imprenditoria e il lavoro giovanile nell'agricoltura, che vedrà tra suoi compiti quello di aiutare i giovani agricoltori a orientarsi nel mondo del lavoro e ai tanti bandi cui poter accedere per consentire di formarsi ed entrare nel mondo occupazionale con ancora più forza e solidità. L'Osservatorio permetterà di avere un'istituzione di raccordo tra il tessuto produttivo e gli apparati amministrativi e sarà investito anche di grandi responsabilità: stimolerà l'azione del Governo sul tema, promuoverà il settore agricolo nelle società attraverso campagne informative e seguirà la corretta applicazione della legge promuovendo anche ulteriori modifiche e migliorie normative.

Attraverso le rinnovate risorse umane e grazie a imprenditori lavoratori formati si potrà provvedere inoltre alla cura del territorio - il nostro territorio - , combattere l'abbandono di aree agricole interne troppo spesso dimenticate, si potrà puntare a dare nuova vita ad aree potenzialmente produttive, ma purtroppo ad ora abbandonate, anche attraverso incentivi per il recupero di fondi rustici e relative politiche di sviluppo per il futuro.

Troppo spesso ci dimentichiamo che, senza la cura del territorio, le conseguenze di danni irreparabili possono essere tragiche.

Inoltre - e concludo -, non negandomi alle critiche, sicuramente all'origine di questo provvedimento immaginavamo di avere più risorse economiche rispetto a quelle che poi abbiamo finanziato. Vorrei ricordare però a coloro che oggi criticano non solo che questo Governo è in carica da solo un anno e che non si può e non si deve estrapolare questa proposta di legge dal quadro complessivo degli interventi che stiamo mettendo in campo, come lo sblocco, finalmente, di “Generazione terra”, che permette di acquistare nuovi terreni, o il provvedimento in uscita per l'acquisto di nuove attrezzature tecnologiche di Ismea. È che se fosse stato loro a cuore, quelli che oggi qui tuonano e criticano, il futuro occupazionale dei giovani in un settore così strategico per il nostro Paese, avrebbero potuto, quantomeno, approvarlo loro un provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) al riguardo, visto che hanno governato - lo ricordo sempre - negli ultimi vent'anni.

È, invece, nostra questa proposta di legge che ho illustrato, la prima pdl rivolta ai giovani agricoltori. Un segnale tanto atteso dalle categorie, che ringrazio per la collaborazione, una speranza per i giovani che, avendo garanzia di lavoro nel presente, potranno porre così fondamenta nel futuro, non certo senza sacrificio, non vi stiamo dicendo che il lavoro nel settore agricolo sia privo di sacrifici, ma con soddisfazioni che solo il lavoro più bello del mondo può dare.

Per questo, annuncio convintamente il voto favorevole mio e del gruppo di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 752-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale e approvazione – A.C. 752-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 752-A: "Disposizioni per la promozione e lo sviluppo dell'imprenditoria giovanile nel settore agricolo".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 32) (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Chiara Appendino. Ne ha facoltà.

CHIARA APPENDINO (M5S). Grazie, Presidente. Interveniamo, perché chiediamo al Governo di venire a riferire in Aula, poiché c'è un fatto molto grave, ma vorrei tornare indietro di qualche anno, Presidente. Mentre siamo qui, ci stiamo forse dimenticando che, nel lontano 2020, il nostro Paese stava vivendo uno dei momenti più difficili della storia. Il Paese era al collasso, Presidente, e l'allora Presidente del Consiglio, che non voleva rassegnarsi al fatto che il nostro Paese fallisse, andò in Europa con una speranza - era molto solo - che si trasformò in una battaglia, che si trasformò in una proposta concreta, in un progetto concreto, che sono i 209 miliardi del PNRR (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che oggi l'Italia ha disposizione. Presidente, un'occasione unica per ammodernare il nostro Paese, per ridurre le disuguaglianze, per unire il Nord al Sud, per creare posti di lavoro, perché, diciamolo, il PNRR, cos'è: sono asili nido nuovi, sono aree verdi riqualificate, sono trasporti accessibili, sono biblioteche, sono periferie rigenerate, sono spazi nuovi per la nostra sanità al collasso, sono aiuti alle imprese, sono nuovi posti di lavoro. Ebbene, questo Piano, che ha unito il Paese, che ha unito lo Stato, le regioni, i comuni, le aziende e i sindacati, ha visto tutti rimboccarsi le maniche, tutti, perché c'erano i soldi ottenuti dal Presidente Conte, perché c'erano migliaia di progetti pronti, fatti da sindaci e dipendenti della pubblica amministrazione che hanno fatto straordinari che voi oggi state, punendo tagliandogli la pensione! Questo è il ringraziamento che state dando a questi dipendenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Vede, Presidente, c'è un unico grande assente, ormai da 14 mesi a questa parte, e l'unico grande assente, in questa sfida, si chiama Governo Meloni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Errori, ritardi, tagli su tagli, perché è un fastidio per voi, una frittata fatta. Ebbene, questa vostra incapacità sta generando un effetto devastante e sa, Presidente, la notizia di oggi qual è? La notizia di oggi è che la Corte dei conti, quella che questo Governo voleva silenziare, certifica un fatto chiaro. Sapete - sento qualcuno che ulula da quelle parti - a che punto siete con la messa a terra del PNRR? Sapete quanti miliardi dei 31 previsti per quest'anno avete speso? Ve lo dico io: 2,4. Siete sotto l'8 per cento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Un fallimento totale.

Vede, Presidente, ha presente Re Mida? Re Mida tutto quello che toccava diventava oro. Bene, questo Governo, il Governo Meloni, è il Re Mida al contrario: tutto quello che vede, lo trasforma in cenere, ma sa qual è il problema, Presidente? Il problema è che questa maggioranza sta buttando al vento la più grande occasione di rilancio di questo Paese e a pagarne il prezzo non è il MoVimento 5 Stelle, non è il Presidente Conte, non è l'opposizione, sono tutti gli italiani e le italiane, noi questo non lo possiamo accettare. E, allora, Presidente, noi siamo qui, di nuovo, a tendere la mano al Governo, lo abbia fatto tante volte, a tendere la mano, a dire che ci siamo, perché lo vogliamo aiutare, il Governo, però serve un'operazione verità, ed è per questo che deve venire il Ministro Fitto in aula, perché basta menzogne, Presidente, basta con le finte rassicurazioni, basta con le finte rimodulazioni che sono tagli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

SALVATORE DEIDDA (FDI). È già venuto!

CHIARA APPENDINO (M5S). Basta con l'“arriverà domani” e poi continua a non arrivare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Il Paese merita rispetto, merita chiarezza e merita che il PNRR venga messo a terra, tutto. Per questo, Presidente, e chiudo, il MoVimento 5 Stelle chiede al Ministro Fitto di venire velocemente in Aula (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) a dirci a che punto è e a dire veramente come stanno le cose (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente, come abbiamo chiesto nella Conferenza dei capigruppo, continuiamo a chiedere che Giorgia Meloni venga qui in Aula, venga a rispondere ai question time. La Presidente Giorgia Meloni non è venuta negli ultimi 6 mesi, è venuta una sola volta, nell'intero anno, ma le chiediamo anche di uscire dalla sua ideologia conservatrice, quella che continua a chiedere deroghe, quella che continua a non affrontare le gravi crisi industriali di questo Paese. Gliene dico due delle ultime ore, tutte nel nostro territorio torinese. La prima: ha chiuso lo stabilimento di Maserati senza una parola - senza una parola - del Governo. Sposteranno tutta la produzione dentro Mirafiori. È uno stabilimento in vendita - in vendita! - su www.immobiliare.it! Non è Lercio! È oggetto di una crisi inesorabile. Ma gliene dico un'altra, visto che la Presidente del Consiglio si è permessa di irridere le questioni che Angelo Bonelli le ha posto nell'ultima discussione, proprio sul Consiglio europeo. Guardate che l'ideologia folle è quella che non vede già oggi la crisi dei posti di lavoro, quella che continua a spostare sulla transizione ecologica la grande crisi, non vedendo quello che succede.

Gliene dico un'altra di crisi? Proprio a Torino, in queste ore, i lavoratori della Lear si stanno mobilitando, perché, a fine anno, scadono - scadono - gli ammortizzatori sociali; sono più di 400 famiglie. Sa che cosa fanno, Presidente? Fanno sedili, appunto, per la Maserati. Ma guardi che i sedili esisteranno anche con la fine del motore endotermico, perché do una notizia alla Presidente del Consiglio: i sedili si faranno, appunto, anche con l'elettrico. Abbiamo, però, un grave problema di indotto, vero.

Noi non stiamo mettendo le risorse, a proposito del PNRR, proprio su quella transizione che serve all'indotto italiano, ma serve anche, in una discussione generale, paritaria con il Governo francese, a dirci dove saranno fatti gli investimenti di Stellantis, dove verranno fatte le gigafactory, se in Italia o in Spagna.

Noi chiediamo un'informativa urgente alla Presidente del Consiglio, per parlare di politiche industriali, per dirci qual è il suo punto di vista, con multinazionali che non fanno gli interessi del nostro Paese. L'abbiamo vista dialogare con Elon Musk, a braccetto. Gli dica di portare qui la produzione di auto elettriche, siamo disponibili, perché questa autarchia italiana per cui abbiamo un monoproduttore, che non è più italiano, che non paga le tasse in Italia e a cui non frega niente del destino industriale di questo Paese, deve finire! E noi siamo qui per dirvelo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Luca. Ne ha facoltà.

PIERO DE LUCA (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Per riallacciarmi a quanto detto dalla collega Appendino. È di queste ore il rapporto della Corte dei conti sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. I dati che emergono da questo rapporto sono estremamente preoccupanti. Sono dati estremamente preoccupanti perché ci danno un segnale di ritardo drammatico rispetto all'attuazione del cronoprogramma di impegni, investimenti e attuazione di interventi previsti in settori così delicati e strategici per il rilancio dell'Italia. Sulla rata e sugli obiettivi legati alla quinta rata, attualmente in corso di scadenza, tra qualche settimana, il 31 dicembre, sono stati realizzati e oggi raggiunti solo 10 obiettivi, sui 69 inizialmente previsti. Non abbiamo notizie del negoziato con la Commissione europea rispetto all'approvazione delle modifiche, di cui abbiamo ascoltato dal Ministro Fitto, di 144 progetti sui 349 rimanenti. Non abbiamo notizie rispetto al pagamento della quarta rata, che pure è stata richiesta a Bruxelles. Non è tollerabile questo stato di incertezza e di fumosità che arriva rispetto all'attuazione di un Piano strategico per la ricostruzione e il rilancio del Paese in settori decisivi che, ricordiamo, sono quelli della cura del territorio e della messa in sicurezza del territorio. Altro che il negazionismo del cambiamento climatico. Ci sono interventi rivolti alla riqualificazione e alla messa in sicurezza del territorio, che andrebbero attuati, avviati e messi a terra in modo tempestivo ed efficace. Ci sono progetti legati alla digitalizzazione del Paese. Ci sono progetti legati all'efficientamento energetico e all'intervento sulle energie rinnovabili. Ci sono interventi legati alla coesione sociale e territoriale, legati agli asili nido, alle palestre, alle mense scolastiche, al tempo pieno, soprattutto negli edifici scolastici del Mezzogiorno, che sono più in ritardo rispetto a quelli di altre aree del Paese. Ci sono interventi legati agli investimenti nella sanità, e voi avete, sulla carta, cancellato 500 progetti di investimento in case e ospedali di comunità. Un disastro assoluto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) su quello che, invece, dovrebbe essere un settore rispetto al quale dovremmo rafforzare gli investimenti - e non tagliarli - per la cura delle persone, la rete sanitaria pubblica e le cure universali gratuite e garantite a tutti. Su questi investimenti voi state continuando a perdere tempo.

C'è, poi, un altro elemento sul quale credo sia doveroso tenere alta l'attenzione, perché, anche lì, le notizie che ci arrivano dal Governo sono state contrastanti: sono più di 13 miliardi di euro di risorse, di fondi già previsti e attribuiti ai comuni per interventi di riqualificazione del territorio e di riqualificazione delle periferie. Li avete cancellati, li avete definanziati pochi mesi fa, dicendo che avreste trovato altre risorse per coprire questi fondi che, in realtà, sono decisivi per interventi che i nostri cittadini aspettano da anni nelle grandi città e nei nostri piccoli centri. Sono interventi che danno e che daranno risposte alle esigenze di riqualificare le aree più marginalizzate del nostro territorio. Ancora oggi non si sa che fine abbiano fatto quelle risorse e ci sono comuni che si trovano in una situazione di stand-by drammatica, perché non sanno se procedere ai progetti già avviati, se procedere con i lavori, se procedere con l'affidamento dei lavori già appaltati o se rischiare, addirittura, dei buchi di bilancio qualora queste risorse non dovessero essere trovate e le coperture assicurate.

Abbiamo necessità, il Paese ha necessità di sapere. Ci vuole un'operazione di trasparenza e verità. Il Piano non appartiene - lo ripetiamo ancora una volta - ad alcuna forza politica. È un Piano di rilancio che appartiene all'Italia, ai cittadini italiani e al nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Per questo chiediamo anche noi che il Ministro Fitto venga in Parlamento a fare chiarezza e a dire qual è lo stato dell'arte su tutti i dati e le informazioni di cui oggi siamo all'oscuro e che attengono al futuro del nostro Paese, su cui abbiamo bisogno di risposte e abbiamo bisogno di verità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Richiamando l'intervento del collega Grimaldi, ci associamo alla richiesta che la Presidente del Consiglio venga in Aula a riferire attorno alla questione dell'automotive. È stato sottolineato poc'anzi come ci sia la necessità di avere chiarezza sui progetti e sugli investimenti che il principale - ahinoi, unico - gruppo automobilistico italiano di dimensioni da player europeo, che è Stellantis, farà nel nostro Paese. Continuano, a intervalli irregolari, annunci - a cui, tendenzialmente, però, non seguono i fatti - circa gli investimenti e le risorse, in un settore che è al centro - può piacere o meno, si può essere d'accordo o non d'accordo, ma è un dato oggettivo - di una delle grandi rivoluzioni in atto, quella della transizione ecologica. Da questo punto di vista, è essenziale - e noi siamo disponibili a dare il nostro contributo - che il Paese Italia affronti il tema della politica industriale sull'automotive, che non è solo Stellantis, lo ricordo: noi siamo leader in tutto il settore dell'indotto e della cosiddetta componentistica (buona parte delle auto tedesche hanno componentistica italiana). È un mondo che sta cambiando profondamente e che, con il passaggio all'elettrico, subirà un cambiamento epocale. Occorre un intervento dello Stato. Occorre una seria politica industriale. È di queste cose che dovrebbe anche occuparsi il Parlamento, mentre si continua a ragionare, troppo spesso, soltanto in termini di comunicazione e di spot, tutti funzionali al sondaggio della settimana prima o di quella dopo, mentre abbiamo appunto bisogno di programmare un settore fondamentale come quello dell'automotive, nella prospettiva della transizione ecologica.

Quindi, ribadisco la necessità che su questi temi ci possa essere, ripeto, con spirito costruttivo e collaborativo, un dibattito in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Silvestri. Ne ha facoltà. Sempre sull'ordine dei lavori?

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Grazie, Presidente. Sì, sull'ordine dei lavori, perché, in queste settimane, più volte, abbiamo richiesto la presenza del Presidente Meloni, qui: chi sul caso Stellantis, chi sulla vergognosa posizione del Governo italiano circa l'astensione sul conflitto israelo-palestinese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) - e quindi, tra l'altro, sempre noi -, chi sugli effetti politici della telefonata che ha avuto il Presidente Meloni, scambiando una persona per un'altra, e non tanto sull'imbarazzo, ma sulla differenza di quello che il Presidente Meloni dice, quelle pochissime e rarissime volte che viene qui in Parlamento, rispetto alle sue occasioni private (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Adesso, delle due, l'una: se questo Parlamento e questa Camera dei deputati hanno ancora un senso e un valore, sta all'opposizione, visto che la maggioranza addirittura si fa fare i comunicati da Palazzo Chigi, dicendo che non interverranno in sede emendativa - e li fa Palazzo Chigi, dicendo quello che farà la maggioranza, che è una cosa umiliante dal punto di vista della maggioranza -, e visto che non viene mai richiesta la presenza del Presidente Meloni in Aula, noi, come opposizione, abbiamo assolutamente interesse affinché quest'Aula mantenga una sua dignità. Sono settimane, sono mesi che stiamo chiedendo un Premier question time e informative su questioni serie che riguardano il nostro Paese. I comici russi ne sanno più di noi! I comici russi ne sanno più di noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Non è più tollerabile!

Quindi, io le annuncio - visto che non abbiamo ricevuto nemmeno una risposta: non è né un “sì”, né un “no” -, come ho già annunciato, in capigruppo, e al Presidente della Camera, che la prossima settimana l'atteggiamento dell'opposizione sarà molto più disordinato (Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché alla mancanza di rispetto si risponde con mancanza di rispetto, dato che probabilmente è l'unico linguaggio che questo Governo conosce (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà. Sempre sull'ordine dei lavori? Basta che non è sullo stesso argomento, perché avete già parlato in due.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per richiedere un'informativa del Ministro Sangiuliano. Tra l'altro, ieri presiedeva lei durante il question time sullo scandaloso poltronificio che si fa nello sport, con l'assunzione del figlio di Tajani, l'assunzione della figlia di Giorgetti, poi i fratelli La Russa all'Automobile Club di Milano e a Milano Cortina 2026 (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

MARCO PERISSA (FDI). Pensa ai vostri!

PRESIDENTE. Per favore…

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Ieri, non siamo riusciti a finire il question time sul poltronificio, e oggi leggiamo che sempre Geronimo La Russa, figlio del Presidente del Senato, è stato assunto, dopo l'Automobile Club d'Italia, al Piccolo Teatro di Milano. Ora, noi vogliamo sapere qual è la competenza di Geronimo La Russa in campo teatrale e ce lo deve venire a dire il Ministro Sangiuliano.

Siete vergognosi - lo ripeto, vergognosi - siete peggio della Prima Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! E infamare un'istituzione come il Piccolo Teatro - che Strehler probabilmente si rivolta là dove sta - con Geronimo La Russa, che non ha sicuramente alcuna competenza in campo teatrale, è un qualcosa che il Ministro Sangiuliano ci deve venire a dire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Colleghi, come già in Conferenza dei presidenti di gruppo notava il presidente Silvestri, la vicenda della presenza della Presidente del Consiglio è stata affrontata e il Ministro per i Rapporti con il Parlamento si è impegnato a dare una data nella quale la Presidente verrà in Aula. Quanto alle altre richieste, sarà mia cura informare il Presidente della Camera per le successive determinazioni.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare l'onorevole Soumahoro. Ne ha facoltà.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente. Vorrei portare all'attenzione di tutta l'Aula la testimonianza di Hammad: è una giovane donna di 24 anni, incinta, e attualmente sotto le bombe nella Striscia di Gaza, in Palestina. Queste sono le sue parole: non ho idea di dove partorirò mia figlia e di come l'accoglierò in questo mondo, senza riparo né vestiti, non ho niente. Queste sono le parole di Hammad, giovane donna incinta, attualmente sotto le bombe nella Striscia di Gaza.

Presidente, care colleghe e cari colleghi, come Hammad ci sono altre 50.000 donne nella sola Striscia di Gaza che vivono in uno stato che le costringe a dover affrontare un parto incerto, sotto le bombe o in ospedali sovraffollati, senza nulla, neanche igienizzanti per il parto.

Presidente, attualmente a Gaza sta crollando la nostra umanità, ascoltiamo il grido di silenzio, il silenzio “gridante” di 4.000 bambini uccisi, in una popolazione di oltre 11.000 persone uccise dal 7 ottobre scorso ad oggi…

PRESIDENTE. Deve concludere.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Mi avvio a concludere. Ascoltiamo il grido silenziato di uomini e donne sotto le bombe. A Gaza non è in gioco l'esistenza di uno Stato palestinese indipendente, ma è in gioco la nostra stessa umanità. Siamo, qui, genitori, padri, figli e nipoti, chiamati oggi ad affrontare con urgenza una sola richiesta: un cessate il fuoco immediato, umanitario, perché a Gaza sta crollando la nostra umanità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sasso. Ne ha facoltà.

ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente. Il 9 novembre del 1989 cadeva il muro di Berlino, simbolo dell'orrore e della cultura comunista, che nella privazione della libertà vedeva e vede ancora oggi uno dei suoi principi fondamentali. Un muro che ha diviso la città in due per 28 anni, dividendo famiglie, amici e affetti, dividendo chi ebbe la sfortuna di vivere nella parte Est della città dalla libertà.

Migliaia di tedeschi furono arrestati nel tentativo di varcare quel muro e in centinaia morirono. Perché, Presidente, il comunismo è quell'ideologia di morte che ti impone un modello sociale, che ti toglie la libertà e che ti ammazza, se osi ribellarti.

Ricordo ancora quella giornata autunnale di 34 anni fa, quando, terminata la scuola e tornato a casa, vidi dalle immagini del telegiornale delle scene di gioia, delle scene di libertà: era finito il comunismo. Vidi ragazze e ragazzi che erano in piedi su quel muro, chi si abbracciava, chi con il piccone in mano iniziava ad abbatterlo. Stava crollando quel maledetto muro, il cui crollo, appunto, rappresentò l'inizio di un sogno e la morte dell'ideologia della falce e del martello.

Oggi celebriamo il 34° anniversario della caduta del muro di Berlino. Oggi, come ieri, dobbiamo difendere quel sogno di libertà e di sovranità dei popoli europei. La chiamavamo Europa dei popoli, anche se l'Europa di oggi, purtroppo, non è quella che sognavamo da ragazzi; non è la nostra Europa questa, quella in mano a pochi potenti che fanno gli interessi di pochissimi contro i diritti di tanti. Un'Europa che non difende le proprie radici e la propria identità, un'Europa che non difende i propri confini a sud dall'invasione di immigrati, è una Europa - e concludo, Presidente - che non tutela gli interessi del popolo italiano.

Trentaquattro anni fa cadeva il muro di Berlino e noi ci liberammo dal comunismo; oggi, lottiamo, insieme a tutto il centrodestra, per liberare quest'Europa da chi non fa gli interessi del popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Loperfido. Ne ha facoltà.

EMANUELE LOPERFIDO (FDI). Presidente, il 9 novembre si ricorda l'anniversario della caduta del muro di Berlino, evento simbolo, spartiacque della storia. Da lì, dalla breccia nel muro di Berlino del 9 novembre, la brezza della libertà si è fatta largo nei Paesi dell'Est, ancora vittime del giogo sovietico, ed ha abbattuto i regimi comunisti, che nel nome del socialismo reale opprimevano e soggiogavano i popoli che avevano avuto la sola malaugurata sorte di essere dalla parte sbagliata del muro. Un muro che ha diviso popoli, famiglie. Un muro che ha mietuto centinaia di vittime tra chi ha cercato di scavalcarlo e chi, ad Est, ha lottato strenuamente per la libertà.

Ecco perché, se il 9 maggio è la festa dell'Europa, ricorrendo e ricordando la fine della Seconda guerra mondiale, è importante ricordare il 9 novembre perché finalmente l'Europa ha iniziato a essere libera.

Il 9 maggio 1945, infatti, non poteva soddisfare i Paesi dell'Europa orientale: a quei Paesi veniva assegnata la sfera d'influenza sovietica. Il 9 maggio per loro non ha significato libertà, anzi, è stato l'inizio di un'altra occupazione. Da quel giorno sino al 9 novembre 1989, l'Europa ha assistito a migliaia di vittime, a repressioni. Dalle foibe al confine orientale - ma non è oggi che ne vogliamo parlare - alle invasioni con i carri armati delle capitali europee.

Ma di fronte a ciò, a queste barbarie liberticide oltre confine, abbiamo assistito alla strenua lotta della gioventù europea, da Praga a Berlino, da Roma a Varsavia, da Buda a Stettino, con giovani che invocavano l'Europa libera dal giogo comunista, arrivando finanche all'estremo gesto, come Jan Palach, ventunenne studente cecoslovacco (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) che nel 1969 si diede fuoco, spirando dicendo “per protestare contro la mancanza di libertà di parola, di stampa e di tutto il resto”.

E di fronte a questa lotta, tra chi anelava alla libertà e chi con i carri armati la reprimeva, chi siede da questa parte dell'Aula è sempre stato, senza indugi, dalla parte di Jan Palach, dalla parte della libertà, dalla parte della democrazia, dalla parte dell'Europa libera. Noi, sì (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Come oggi siamo dalla parte dell'Ucraina e siamo dalla parte di Israele. Ecco perché siamo anche a fianco di chi lotta e soffre contro i totalitarismi, contro i totalitarismi comunisti e non solo, esistenti ai giorni nostri, da Cuba alla Cina, al Laos e alla Corea del Nord.

Chi parla, signor Presidente, è nato e cresciuto a 80 chilometri dalla cortina di ferro. Mi permetto, con commozione, di dire: fortunatamente, dalla parte giusta. Al di qua, non al di là. Dalla parte della libertà, non dalla parte dell'oppressione. Ho ben presente l'insegnamento di chi, da questi banchi, e mi riferisco al compianto e mai dimenticato onorevole Teodoro Buontempo, disse: “L'Italia vuole che si ricordi che la libertà non è regalata da nessuno, ma è una conquista dei popoli europei”.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

EMANUELE LOPERFIDO (FDI). Ecco perché, signor Presidente - e concludo - in sintonia con la legge approvata nel 2005, che riconosce il 9 novembre come Giorno della Libertà, confidiamo che sempre più vengano annualmente organizzate cerimonie commemorative ufficiali e momenti di approfondimento nelle scuole per illustrare il valore della democrazia e della libertà, evidenziando obiettivamente gli effetti nefasti dei totalitarismi passati e presenti, in modo che sempre più ragazzi crescano senza avere il dubbio su quale parte stare…

PRESIDENTE. Grazie…

EMANUELE LOPERFIDO (FDI). …se con Jan Palach o con i carri ungheresi, e contribuiscano a dare forza al vento della libertà che dal 1989 abbatte i regimi comunisti e rende i popoli liberi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Latini. Ne ha facoltà.

GIORGIA LATINI (LEGA). Grazie, Presidente. Colleghe, colleghi, volevo richiamare l'attenzione di quest'Aula sulla negazione del diritto alla vita della piccola Indi. Ieri l'Alta corte di Londra ha deciso di staccare la spina alla bambina e ha negato addirittura la possibilità ai genitori di portarla a casa. Lo stop è previsto per oggi pomeriggio, alle 15, ora italiana, e, dopo una lunga battaglia da parte dei genitori, anche la Corte europea dei diritti dell'uomo si è dichiarata, ancora una volta, incompetente a interferire.

Però, una speranza nei cuori di questi genitori c'è stata grazie all'Italia, grazie al nostro Paese, e per questo voglio ringraziare, anche a nome dei miei colleghi, il Governo che, nel corso di una seduta d'urgenza del Consiglio dei Ministri, ha concesso la cittadinanza italiana alla piccola Indi. Voglio ringraziare anche il presidente del Bambino Gesù Tiziano Onesti - sappiamo che quest'ospedale è un'eccellenza in campo europeo - che ha dato la disponibilità a prendersi cura della piccola.

Quindi, ci dobbiamo porre delle domande, Presidente: perché non viene rispettato il diritto dei genitori di decidere della vita della propria figlia? Perché la piccola, oggi, che è cittadina italiana, non può essere trasferita al Bambino Gesù? Lo Stato britannico si renderà autore di una sentenza di morte di una cittadina italiana, Presidente. Infatti, la sentenza di un tribunale non può sostituire il desiderio di una mamma e di un papà di far vivere e curare la propria figlia, perché questo è quello che fanno i genitori naturalmente: si prendono cura dei propri figli. Nonostante l'impegno dell'Italia, sembra che il valore della vita, l'etica e il diritto dei genitori di decidere sulla vita della propria figlia - ma neanche la ragione - abbiano prevalso su questa sentenza di morte. Quindi, ti vogliamo chiedere scusa, Indi, perché non siamo riusciti a difenderti, e scusa anche per coloro che hanno dimenticato che la vita va sempre difesa e tutelata. Una preghiera per lei e per i genitori (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Orrico. Ne ha facoltà.

ANNA LAURA ORRICO (M5S). Grazie, Presidente. Oggi finalmente arriva una buona notizia, perché il Vaticano ha deciso di riconoscere il battesimo ai figli delle famiglie arcobaleno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e finalmente consentirà a trans e gay di essere madrine e padrini di battesimo e testimoni di nozze. Dunque, Papa Francesco ancora una volta dimostra di essere molto più inclusivo di tanti opinionisti e fanatici politici ma, soprattutto, dimostra di conoscere il mondo e il tempo nel quale viviamo, a differenza di qualcuno, ahimè, in quest'Aula. D'altronde, questo ci dimostra quanto sia davvero importante educare all'affettività e alla sessualità le giovani generazioni.

ActionAid e Ipsos, proprio qualche settimana fa, hanno rilasciato dati sulla percezione che i nostri ragazzi hanno sulla violenza e, secondo i nostri ragazzi, i motivi di violenza spesso e volentieri - nel 50 per cento dei casi - sono dovuti alle caratteristiche fisiche, nel 40 per cento dei casi all'orientamento sessuale e nel 36 per cento dei casi all'appartenenza di genere. Per questo diventa fondamentale introdurre l'educazione affettiva e sessuale nelle nostre scuole.

Poi, mi viene da chiedere, a tutti quanti noi e a tutti quanti voi, cosa ne pensa, allora, il collega Sasso, ora che l'istituzione più antica e conservatrice apre a un riconoscimento di diritti civili fondamentali. A proposito di muri che cadono, questo sì è un muro che vale la pena che cada (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carotenuto. Ne ha facoltà.

DARIO CAROTENUTO (M5S). Presidente, semplicemente per sollecitare la risposta a due interrogazioni, che riguardano, tra l'altro, la medesima zona della città di Napoli. Mi riferisco all'interrogazione n. 3-00593, a prima firma Marianna Ricciardi, che concerne la bonifica dei terreni di via Mastellone, a Barra, nel comune di Napoli. È una zona densamente popolata dove ci sono roghi tossici ormai continui, ci sono fumarole che provengono da questi terreni e, insomma, destano evidente preoccupazione nei cittadini. C'è anche fetore e tutto ciò, quindi, rende la vita proprio complicata in quelle aree. Quindi, sollecitiamo una risposta su questo strumento.

Allo stesso modo, sollecitiamo una risposta con riferimento all'interrogazione n. 4-00221: in particolare chiediamo risposte al Ministro dell'Istruzione perché c'è un'associazione, Maestri di Strada, che attende ben 140.000 euro dal Ministero dell'Istruzione. Noi abbiamo appena finito di approvare il decreto Caivano, nel quale abbiamo cercato di parlare delle periferie delle nostre città e di affrontarne i problemi. Sappiamo bene che dove non ci sono gli assistenti sociali interviene il Terzo settore ma, se lo Stato neanche evade i suoi debiti nei confronti delle associazioni, allora queste vengono meno e poi ci troviamo di fronte ai disastri sociali che conosciamo e che vediamo tutti i giorni.

Allora, c'è veramente la necessità di sapere almeno dal Ministero che cosa intenda fare con questi 140.000 euro, se intenda finalmente estinguere questo debito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Intervengo su una vicenda di cui ho già sollevato la problematica in precedenza al Ministro Piantedosi, ma sembra che non sia riuscito a ottenere risultati positivi. Due giorni fa Napoli è stata messa a ferro e fuoco dai tifosi tedeschi dell'Union Berlino. Poco fa ho letto che c'è stata una grande soddisfazione su com'è stata gestita la vicenda tra l'Italia e la Germania, perché hanno detto che le Forze di Polizia si sono coordinate. Allora, vorrei capire, perché la città è stata messa a fuoco e sono stati bruciati autobus e negozi. Oggi mi è arrivata una nota che voglio leggere, perché mi fa particolarmente male: “Siamo cittadini che pagano le tasse e stamattina abbiamo trovato la nostra auto sfondata. Abbiamo un bambino disabile. Avevamo conservato i soldi per portarlo in vacanza questo Natale; non lo potremo fare, perché dobbiamo aggiustare l'auto”.

Io mi permetto di dire, in primo luogo, che quei tifosi o, meglio, quei pseudo-tifosi, quegli esseri che sono scesi giù non avevano nemmeno i biglietti e, quindi, per me un lavoro di intelligence significava non farli proprio scendere nella città di Napoli o cacciarli immediatamente dopo e questo sarebbe stato un buon risultato. In secondo luogo, ho chiesto al Ministro Piantedosi di prevedere - io credo che potrebbe essere addirittura una norma votata all'unanimità - un fondo per i rimborsi ai cittadini, ai negozianti e anche ai comuni (perché il comune di Napoli ha avuto 100.000 euro di danni, a quanto mi dicono) che vengono devastati da questi sottosviluppati che, in nome del tifo, distruggono le nostre città.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 10 novembre 2023 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti .

La seduta termina alle 12,50.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni nn. 14 e 15 il deputato Borrelli ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nelle votazioni nn. 22 e 23 il deputato Carotenuto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 22 e 27 il deputato Fede ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 27 la deputata Montemagni ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 27 il deputato Toccalini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 32 la deputata Lazzarini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale PDL 752-A - ARTICOLO 1 229 217 12 109 135 82 90 Appr.
2 Nominale EM 2.2000 237 225 12 113 140 85 88 Appr.
3 Nominale ARTICOLO 2 244 231 13 116 144 87 87 Appr.
4 Nominale EM 3.1 245 240 5 121 100 140 87 Resp.
5 Nominale EM 3.1001 246 235 11 118 98 137 87 Resp.
6 Nominale EM 3.1003 248 246 2 124 44 202 87 Resp.
7 Nominale EM 3.4 246 242 4 122 105 137 87 Resp.
8 Nominale EM 3.1000 247 243 4 122 106 137 87 Resp.
9 Nominale ARTICOLO 3 249 237 12 119 144 93 87 Appr.
10 Nominale ARTICOLO 4 249 236 13 119 142 94 87 Appr.
11 Nominale ARTICOLO 5 245 233 12 117 139 94 87 Appr.
12 Nominale ARTICOLO 6 250 237 13 119 143 94 87 Appr.
13 Nominale ART AGG 6.01000 245 245 0 123 108 137 87 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale EM 7.1 245 243 2 122 107 136 87 Resp.
15 Nominale ARTICOLO 7 246 233 13 117 141 92 87 Appr.
16 Nominale ART AGG 7.01000 247 243 4 122 107 136 86 Resp.
17 Nominale EM 8.2000 248 236 12 119 141 95 86 Appr.
18 Nominale ARTICOLO 8 247 234 13 118 141 93 86 Appr.
19 Nominale ARTICOLO 9 246 233 13 117 140 93 86 Appr.
20 Nominale ART AGG 9.01000 249 248 1 125 111 137 86 Resp.
21 Nominale EM 10.100 247 231 16 116 93 138 86 Resp.
22 Nominale ARTICOLO 10 248 235 13 118 144 91 86 Appr.
23 Nominale ARTICOLO 11 246 234 12 118 143 91 86 Appr.
24 Nominale ART AGG 11.01000 247 244 3 123 104 140 85 Resp.
25 Nominale ART AGG 11.01001 246 242 4 122 102 140 85 Resp.
26 Nominale ARTICOLO 12 244 235 9 118 143 92 85 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 32)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale ARTICOLO 13 242 240 2 121 140 100 85 Appr.
28 Nominale ODG 9/752-A/1 RIF 235 234 1 118 234 0 85 Appr.
29 Nominale ODG 9/752-A/2 RIF 235 234 1 118 234 0 85 Appr.
30 Nominale ODG 9/752-A/3 RIF 241 240 1 121 240 0 85 Appr.
31 Nominale ODG 9/752-A/5 RIF 242 240 2 121 240 0 85 Appr.
32 Nominale PDL 752-A - VOTO FINALE 220 214 6 108 135 79 85 Appr.