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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 185 di giovedì 26 ottobre 2023

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

BENEDETTO DELLA VEDOVA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 99, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,40).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Articolazione dei lavori per il periodo 27-31 ottobre 2023, calendario dei lavori per il mese di novembre e conseguente aggiornamento del programma.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo del 25 ottobre 2023, è stata convenuta la seguente articolazione dei lavori per il periodo 27-31 ottobre 2023:

Venerdì 27 ottobre (ore 10,30)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 752 - Disposizioni per la promozione e lo sviluppo dell'imprenditoria giovanile nel settore agricolo.

Discussione sulle linee generali della mozione Polidori ed altri n. 1-204 concernente iniziative per la prevenzione e la cura del tumore al seno.

Venerdì 27 ottobre (ore 13, con votazioni non prima delle ore 15)

Esame del disegno di legge n. 1416 - Conversione in legge del decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124, recante disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione, per il rilancio dell'economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese, nonché in materia di immigrazione (da inviare al Senato – scadenza: 18 novembre 2023) (per l'eventuale posizione della questione di fiducia).

Lunedì 30 ottobre

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1416 - Conversione in legge del decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124, recante disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione, per il rilancio dell'economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese, nonché in materia di immigrazione (da inviare al Senato – scadenza: 18 novembre 2023).

(ore 11,30)

per le dichiarazioni di voto sull'eventuale questione di fiducia.

(ore 13)

per la votazione per appello nominale sull'eventuale questione di fiducia.

(ore 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)

per l'esame degli ordini del giorno.

Martedì 31 ottobre

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1416 - Conversione in legge del decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124, recante disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione, per il rilancio dell'economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese, nonché in materia di immigrazione (da inviare al Senato – scadenza: 18 novembre 2023).

(ore 9-11)

per l'eventuale seguito dell'esame degli ordini del giorno.

(ore 11)

per le dichiarazioni di voto finale (con ripresa televisiva diretta degli interventi dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto) e la votazione finale.

Il termine per la presentazione degli ordini del giorno al disegno di legge n. 1416 è fissato alle ore 15 di venerdì 27 ottobre.

È stato altresì convenuto il seguente calendario dei lavori per il mese di novembre 2023:

Lunedì 6 novembre (ore 10, con votazioni non prima delle ore 16)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1324 ed abbinata - Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati nonché di divieto della denominazione di carne per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali (approvato dal Senato).

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 893 e abbinate - Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale in materia di prescrizione.

Esame del disegno di legge S. 878 - Conversione in legge del decreto-legge 15 settembre 2023, n. 123, recante misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 14 novembre 2023).

Martedì 7 (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), mercoledì 8 (ore 11,30-13,30 e 16-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e giovedì 9 novembre (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)

Seguito dell'esame del disegno di legge S. 878 - Conversione in legge del decreto-legge 15 settembre 2023, n. 123, recante misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 14 novembre 2023).

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1324 ed abbinata - Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati nonché di divieto della denominazione di carne per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali (approvato dal Senato).

Seguito dell'esame delle mozioni Semenzato, Vietri, Loizzo, Casasco ed altri n. 1-132, Furfaro ed altri n. 1-163 e Quartini ed altri n. 1-170 concernenti iniziative volte alla prevenzione e alla cura dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 893 e abbinate - Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale in materia di prescrizione.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 752 - Disposizioni per la promozione e lo sviluppo dell'imprenditoria giovanile nel settore agricolo.

Mercoledì 8 novembre (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

Venerdì 10 novembre (ore 9,30)

Svolgimento di interpellanze urgenti.

Nella giornata di mercoledì 8 novembre alle ore 9,30 sarà convocato il Parlamento in seduta comune per l'elezione di un giudice della Corte costituzionale.

Lunedì 13 novembre (ore 10, con votazioni non prima delle ore 16, con prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali della mozione in materia di subappalti e sicurezza sul lavoro (in corso di presentazione).

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1342 - Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2022-2023.

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 836 ed abbinate - Disposizioni in materia di partecipazione popolare alla titolarità di azioni e quote delle società sportive, nonché delega al Governo per l'introduzione di agevolazioni per la gestione di strutture sportive.

Esame del disegno di legge n. 1437 - Conversione in legge del decreto-legge 29 settembre 2023, n. 131, recante misure urgenti in materia di energia, interventi per sostenere il potere di acquisto e a tutela del risparmio (da inviare al Senato – scadenza: 28 novembre 2023).

Martedì 14 (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), mercoledì 15 (ore 9,30-13,30 e 16-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e giovedì 16 novembre (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1437 - Conversione in legge del decreto-legge 29 settembre 2023, n. 131, recante misure urgenti in materia di energia, interventi per sostenere il potere di acquisto e a tutela del risparmio (da inviare al Senato – scadenza: 28 novembre 2023).

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame della mozione in materia di subappalti e sicurezza sul lavoro (in corso di presentazione).

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1342 - Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea – Legge di delegazione europea 2022-2023.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 836 - Disposizioni in materia di partecipazione popolare alla titolarità di azioni e quote delle società sportive, nonché delega al Governo per l'introduzione di agevolazioni per la gestione di strutture sportive.

Seguito dell'esame della mozione Polidori ed altri n. 1-204 concernente iniziative per la prevenzione e la cura del tumore al seno.

Mercoledì 15 novembre (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

Venerdì 17 novembre (ore 9,30)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge S. 899 - Conversione in legge del decreto-legge 29 settembre 2023, n. 132, recante disposizioni urgenti in materia di proroga di termini normativi e versamenti fiscali (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 28 novembre 2023).

Discussione sulle linee generali della mozione Ilaria Fontana ed altri n. 1-207 in materia di politiche per il clima e impegni per la 28a conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (COP28) di Dubai.

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 218 e abbinate - Interventi per la prevenzione e la lotta contro il virus dell'immunodeficienza umana (HIV), la sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), il papilloma virus umano (HPV) e le infezioni e malattie a trasmissione sessuale.

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1057 ed abbinata - Disposizioni concernenti il concorso statale al finanziamento della spesa per la partecipazione a viaggi di istruzione e la fornitura gratuita dei libri di testo.

Lunedì 20 (ore 14-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e martedì 21 novembre (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)

Seguito dell'esame del disegno di legge S. 899 - Conversione in legge del decreto-legge 29 settembre 2023, n. 132, recante disposizioni urgenti in materia di proroga di termini normativi e versamenti fiscali (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 28 novembre 2023).

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame delle proposte di legge nn. 712 e 722 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo recante modifica del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità, fatto a Bruxelles il 27 gennaio e l'8 febbraio 2021.

Seguito dell'esame della mozione Ilaria Fontana ed altri n. 1-207 in materia di politiche per il clima e impegni per la 28a conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (COP28) di Dubai.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 218 e abbinate - Interventi per la prevenzione e la lotta contro il virus dell'immunodeficienza umana (HIV), la sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), il papilloma virus umano (HPV) e le infezioni e malattie a trasmissione sessuale.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1057 ed abbinata - Disposizioni concernenti il concorso statale al finanziamento della spesa per la partecipazione a viaggi di istruzione e la fornitura gratuita dei libri di testo.

Mercoledì 22 (ore 9,30-13,30 e 16-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), giovedì 23 novembre (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e venerdì 24 novembre (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)

Esame del disegno di legge n. 1458 - Conversione in legge del decreto-legge 5 ottobre 2023, n. 133, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione e protezione internazionale, nonché per il supporto alle politiche di sicurezza e la funzionalità del Ministero dell'interno (da inviare al Senato – scadenza: 4 dicembre 2023).

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nelle giornate di lunedì 20 e martedì 21 novembre e non conclusi.

Mercoledì 22 novembre (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

Lunedì 27 novembre (antimeridiana e pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1474 - Conversione in legge del decreto-legge 12 ottobre 2023, n. 140, recante misure urgenti di prevenzione del rischio sismico connesso al fenomeno bradisismico nell'area dei Campi Flegrei (da inviare al Senato – scadenza: 11 dicembre 2023).

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 153 e abbinate - Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche.

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1341 - Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy (collegato alla manovra di finanza pubblica).

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 823 e abbinata - Modifiche al codice penale e altre disposizioni in materia di illeciti agro-alimentari.

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 709 - Conferimento della medaglia d'oro al valor militare alla memoria al personale delle Forze armate e di polizia caduto a causa dell'emergenza epidemiologica da COVID-19.

Martedì 28 novembre (ore 9,30)

Svolgimento di interpellanze e interrogazioni.

Martedì 28 (ore 12-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), mercoledì 29 (ore 9,30-13,30 e 16-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e giovedì 30 novembre (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24 ed eventualmente nella giornata di venerdì 1° dicembre)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1474 - Conversione in legge del decreto-legge 12 ottobre 2023, n. 140, recante misure urgenti di prevenzione del rischio sismico connesso al fenomeno bradisismico nell'area dei Campi Flegrei (da inviare al Senato – scadenza: 11 dicembre 2023).

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1275 ed abbinate - Disposizioni per l'istituzione del salario minimo.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 153 e abbinate - Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche.

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1341 - Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy (collegato alla manovra di finanza pubblica).

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 823 e abbinata - Modifiche al codice penale e altre disposizioni in materia di illeciti agro-alimentari.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 709 - Conferimento della medaglia d'oro al valor militare alla memoria al personale delle Forze armate e di polizia caduto a causa dell'emergenza epidemiologica da COVID-19.

Mercoledì 29 novembre (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

Venerdì 1° dicembre (ore 9,30)

Svolgimento di interpellanze urgenti.

Il Presidente si riserva di inserire nel calendario dei lavori l'esame di ulteriori progetti di legge di ratifica deliberati dalle Commissioni e di documenti licenziati dalla Giunta per le autorizzazioni.

L'organizzazione dei tempi per la discussione degli argomenti iscritti nel calendario sarà pubblicata nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

L'organizzazione dei tempi per l'esame dei progetti di legge n. 893 e abbinate, n. 1342, n. 836 e abbinate, n. 218 e abbinate, n. 1057 ed abbinata, n. 153 e abbinate, n. 1341, n. 823 e abbinata, n. 709 sarà definita dopo la conclusione dell'esame in sede referente.

L'organizzazione dei tempi per l'esame della mozione in materia di subappalti e sicurezza sul lavoro sarà definita dopo la sua presentazione.

Il programma si intende conseguentemente aggiornato.

Non essendo ancora decorso il termine di preavviso di 20 minuti, previsto dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento, per le votazioni con il procedimento elettronico, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 10. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 9,50, è ripresa alle 10,05.

Seguito della discussione del disegno di legge: D'iniziativa del Governo: “Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica” (A.C. 1294-A​) e delle abbinate proposte di legge: Bonetti ed altri; Ascari ed altri; Ferrari ed altri; Polidori ed altri (A.C. 439​-603​-1245​-1377​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1294-A: “Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica” e delle abbinate proposte di legge nn. 439-603-1245-1377.

Ricordo che nella seduta del 23 ottobre si è conclusa la discussione generale e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 1294-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge e delle proposte emendative presentate (Vedi l'allegato A).

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

Avverto che fuori dalla seduta l'emendamento 11.4 Bonetti è stato ritirato dalla presentatrice.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 1294-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

CIRO MASCHIO , Relatore. Grazie, Presidente. Sull'emendamento 1.100, a prima firma Ghio, diamo parere favorevole a condizione che sia accettata la seguente riformulazione: al comma 3, lettera a), sopprimere le parole “609-bis” ovunque ricorrano.

PRESIDENTE. Il Governo?  

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.100 Ghio. Sentiamo se la deputata Ghio accoglie la proposta di riformulazione avanzata dal Governo. Prego, a lei la parola.

VALENTINA GHIO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo perché credo che con questo articolo, e anche con questo emendamento così riformulato, sia stato fatto un passo avanti importante su questo tema. La violenza di genere, com'è stato detto in più occasioni in quest'Aula, non è un fenomeno emergenziale, ma strutturale, profondamente radicato nella nostra società, ed è evidente che occorrano cambiamenti significativi, cambiamenti importanti e interventi multiformi.

In particolare, questa proposta di legge nasce anche da un percorso che ha caratterizzato la legislatura passata. Credo che questo che trattiamo oggi sia un tema molto significativo per tutti noi. Dicevo che la proposta di legge nasce da un percorso che ha caratterizzato la legislatura passata, anche con il contributo della Commissione femminicidio, cui il Partito Democratico ha dato un suo forte contributo. Con questo emendamento, che è stato riformulato e che condividiamo nella riformulazione, abbiamo provato anche…

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Presidente!

PRESIDENTE. Colleghi, riusciamo a metterci ciascuno nella propria postazione e a evitare di disturbare gli oratori mentre svolgono la propria dichiarazione di voto? Aspettiamo qualche secondo. Prego, prosegua.

VALENTINA GHIO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Dicevo che, su un tema così importante, come la violenza di genere, la violenza sulle donne, che caratterizza in negativo, in modo strutturale, la nostra società, abbiamo provato a presentare i nostri contributi per migliorare ulteriormente questa proposta, che comunque, come dicevo, nasce da un percorso condiviso anche nella legislatura precedente.

In particolare, con questo primo emendamento, che è stato riformulato dal Governo e di cui accettiamo la riformulazione, abbiamo accolto, presentandola, una richiesta forte dei rappresentanti sul territorio, quelli che sul territorio si occupano costantemente del tema, come appunto i centri antiviolenza, coloro che si prendono cura delle donne vittime di violenza, le supportano in momenti di estrema difficoltà, anche con riferimento alla tenuta psicologica, le sostengono a intraprendere il percorso giusto. Essi sono stati auditi in Commissione e hanno più volte sollevato questo tema.

Quindi la richiesta era proprio questa, ossia che venisse escluso lo strumento amministrativo dell'ammonimento del questore, in particolare per fattispecie di reato significative come la violenza sessuale - avevamo inserito e abbiamo indicato anche il tema del revenge porn, che poi magari proporremo, con un percorso da monitorare, attraverso un ordine del giorno - perché riteniamo che sia uno fra i reati più gravi contro le donne, un reato che va già in codice rosso. Pensiamo che siano reati che debbano essere ascritti da subito alla sfera penale, non a un semplice ammonimento, che li derubrica e magari pregiudica anche la tutela delle donne. Quindi, siamo contenti di questo risultato, pensiamo che sia un risultato sostanziale che risponde a una delle richieste che tanti soggetti che si occupano della tutela della salute e della sicurezza delle donne sul territorio chiedono da tempo.

Presenteremo, come dicevo, un ordine del giorno per fare un monitoraggio di questo nuovo assetto normativo e per prevedere anche l'estensione al reato del revenge porn dell'esclusione dell'ammonimento, ma credo comunque che oggi, con l'accoglimento di questo emendamento, si sia fatto un grande passo avanti per la tutela della sicurezza delle donne (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Quindi, se non ho capito male, accetta la riformulazione e ha fatto la dichiarazione di voto, quindi mi appresto a porre in votazione l'emendamento 1.100…

Ha chiesto di parlare il deputato Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Con questo emendamento davvero si compie un grande passo in avanti rispetto alla formulazione del testo attuale, che lo allinea quindi alla Convenzione di Istanbul. È chiaro che, come ha detto la collega in precedenza, nella nuova formulazione non rientra il reato di revenge porn, però poi auspico davvero l'approvazione di un ordine del giorno che permetta un lavoro anche in quella direzione.

Chiedo, se è d'accordo la collega, di poter sottoscrivere, a nome di tutto il gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ascari. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Chiediamo di sottoscrivere l'emendamento 1.100 della collega Ghio.

PRESIDENTE. Ovviamente la richiesta, per quello che ci riguarda, è accolta, dipende dal parere del primo firmatario. Non ci sono altre richieste di intervento.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 Ghio, nel testo riformulato, con il parere favorevole di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1) (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).  

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 1294-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 1294-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 1294-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 1294-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 1294-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

CIRO MASCHIO, Relatore. Grazie, Presidente. Sull'articolo 6 c'è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Quindi, stiamo parlando di tutte le proposte emendative, compreso l'articolo aggiuntivo.

Il Governo?

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 6.2 Ferrari.

Ha chiesto di parlare la deputata Ferrari. Ne ha facoltà.

SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Accoglierò l'invito al ritiro ma voglio dare una motivazione. Vi è stato un percorso, in Commissione giustizia, che ha progressivamente portato a quella collaborazione, che abbiamo sempre auspicato, di tutte le forze politiche, in particolare rispetto al tema della formazione degli operatori. Il Governo è passato da un atteggiamento iniziale di totale chiusura a un apprezzabile e apprezzato atteggiamento di collaborazione e anche di presa d'atto. Tutte le audizioni che abbiamo potuto seguire in Commissione hanno sottolineato come il nostro Paese abbia una legislazione, misure e strumenti di contrasto alla violenza sulle donne molto avanzati ma poi qualcosa non funziona. Ciò che non funziona è l'applicazione corretta di quegli strumenti, tanto che il nostro Paese è stato ripreso e multato più volte per l'incapacità di applicare quegli strumenti, cioè per l'incapacità di fare una valutazione del rischio delle condizioni in cui si trovano le donne, spesso anche dopo aver denunciato.

Ciò che in realtà tutti gli auditi hanno chiesto è di insistere sulla formazione degli operatori e dei professionisti che, a vario titolo, hanno a che fare con le donne nel loro percorso, che dev'essere un percorso di fuoriuscita dalla violenza e di salvaguardia della loro sicurezza. Tutto questo personale dev'essere adeguatamente formato. Così oggi non è, c'è formazione, sì, ma spesso è disomogenea e non coerente fra i vari professionisti e, soprattutto, non è obbligatoria.

Questo articolo 6, che è stato inserito nella normativa, è il risultato della condivisione che c'è stata all'interno della Commissione, che pure ha ignorato ciò che in questo emendamento ho cercato di riproporre alla vostra attenzione, cioè che il presupposto fondamentale della prima prevenzione, della prevenzione primaria, è l'educazione, in particolare quella scolastica. Allo stesso tempo, vi è la necessità di predisporre misure volte ad accrescere la consapevolezza e a fornire corretti strumenti interpretativi rispetto all'utilizzo commerciale e sessuale dell'immagine del corpo della donna. Tuttavia, nonostante questi elementi siano stati espunti dalla nostra proposta, ciò che è importante è che sia entrata nella normativa - prima non c'era - quest'attenzione, necessaria e fondamentale, alla formazione dei professionisti e della magistratura, in particolare.

Quindi, accolgo l'invito al ritiro dell'emendamento, così come condiviso in Commissione, e annuncio che ci sarà, poi, un ordine del giorno in merito che andrà a specificare meglio i termini di questo accordo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Quindi, l'emendamento 6.2 Ferrari si intende ritirato.

Passiamo all'emendamento 6.102 Ascari.

Deputata Ascari, accetta l'invito al ritiro del suo emendamento?

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. No, non accetto l'invito al ritiro perché, nonostante la riformulazione fatta in Commissione, riteniamo che l'emendamento, per com'è redatto, sia ancora troppo timido rispetto alla versione che abbiamo proposto al Governo e alla maggioranza, versione che riteniamo più completa anche alla luce di un piano capillare e più incisivo in cui abbiamo ricompreso insegnanti, personale sanitario, magistrati e magistrate, lavoratori delle aziende, personale degli enti pubblici e ogni altro soggetto che si trovi a gestire il tema della violenza di genere, quali avvocate e avvocati. Riteniamo che la versione che noi proponiamo rappresenti di più la rete che si trova a operare nel contrasto della violenza di genere, con una maggiore attenzione sicuramente per gli organi giudicanti, anche e soprattutto alla luce delle ultime sentenze che hanno suscitato molte perplessità e anche censure da parte dell'Unione europea. Mi riferisco, per esempio, a una richiesta di assoluzione nei confronti di un uomo maltrattante di nazionalità del Bangladesh nei confronti della moglie, a sua volta vittima di matrimonio forzato che è stato ritenuto una sorta di giustificazione dettata dalla cultura, dalle radici culturali, non considerando, invece, i comportamenti dell'uomo come vessatori e, ovviamente, come una violenza sotto tutti i punti di vista. Allo stesso modo, ricordo la recentissima sentenza di un uomo sessantenne che ha messo la mano dentro i pantaloni, dentro le mutande di una studentessa e non è stato tenuto in considerazione il mancato consenso della studentessa perché, di fatto, è risultato che l'uomo non ha provato piacere sessuale.

Queste sono sentenze che devono assolutamente far riflettere e perciò è necessaria una formazione molto più incisiva, anche alla luce del fatto che la magistratura deve essere consapevole che una sentenza non si limita a definire chi ha torto e chi ha ragione nel caso singolo ma ha il potere di creare la realtà, orientando proprio l'indirizzo della nostra società. Quindi, se anche la violenza di genere non viene punita nelle aule dei tribunali, significa che lo Stato la sta legittimando e giustificando e in questo modo ogni nostro sforzo di avviare un cambiamento culturale sarà vano. Questa obbligatorietà, che deve riguardare anche la magistratura, che ha un'enorme responsabilità, è fondamentale, proprio perché dev'essere in grado di decostruire stereotipi e pregiudizi e di sradicarli. Per questo motivo riteniamo che questa versione sia più idonea (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Anche noi, come Alleanza Verdi e Sinistra, avevamo presentato un analogo emendamento in Commissione, analogo a questo e anche al precedente emendamento della collega Ferrari, che poi è stato ritirato. La soluzione che è stata trovata in Commissione è comunque un passo in avanti - questo davvero va riconosciuto - però non è sufficiente. È chiaro che per tutti questi operatori, Forze di Polizia, personale del settore giudiziario e, in particolare, la magistratura, personale sanitario e via di seguito c'è già una formazione su questi temi.

Però, l'obiettivo sarebbe arrivare a una formazione, a un aggiornamento, a una riqualificazione che siano obbligatori, continui e permanenti. Quindi, io penso che comunque debba essere un tema sul quale, al di là di questo provvedimento, dovremmo continuare a lavorare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.102 Ascari, con parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo all'emendamento 6.1 Boldrini su cui c'è un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare la presidente Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ministra, colleghi e colleghe, su questo emendamento vorrei soffermarmi perché, è vero che è sullo stesso tema già presentato da emendamenti precedenti, ma vorrei partire dal concetto di violenza. Vedete, la violenza che esercitano gli uomini sulle donne possiamo dire che oramai è una strage quotidiana, una grave violazione dei diritti umani, come dice il nostro Presidente Mattarella. Lo dice il Presidente Mattarella anche perché questo principio è incardinato, è principio fondamentale della Convenzione di Istanbul, che è legge di questo Stato. Come si manifesta, Presidente, la violenza? La violenza ha varie facce, varie forme. Vi è quella fisica, certamente, quella che conosciamo dalle cronache, ma c'è anche quella psicologica - “no, non capisci niente, sei stupida, stai zitta” - e quella economica - “resta a casa, che ci penso io a portare i soldi” - e anche quella dell'odio in rete, cioè lo stalking, lo stupro e il femminicidio, cioè l'uccisione di una donna in quanto donna, come forma di disprezzo massimo nei confronti di una donna. È il suo annientamento, perché in questo modo l'uomo afferma il proprio potere.

Presidente, alcuni passi in avanti sono stati fatti, certamente, ma si può sempre migliorare. Io dico, però, che la violenza è sotto gli occhi di tutti e non si ferma. Gli atti violenti si manifestano continuamente. Questo perché non sono letti con le lenti giuste da chi potrebbe fermare questi atti di violenza, cioè da chi è preposto a intercettarli, a prevenirli, a combatterli e a farlo in tempo utile perché vengano scongiurate queste tragedie. Qualche giorno fa, qui, davanti a Montecitorio, c'era una donna che forse avrete incontrato anche voi, colleghi e colleghe, Emanuela Petruzzelli, che è in un processo che va avanti da sette anni e che ancora non si è chiuso e vive nel terrore dell'uomo che l'ha massacrata più e più volte. Sapete che mi ha detto? Mi ha detto: “Noi vittime di violenza non vogliamo le fiaccolate alla memoria ma vogliamo essere aiutate da vive”. Dunque, la violenza va riconosciuta e le donne vanno sostenute. Ancora oggi, però, andare a sporgere denuncia diventa quasi quasi un azzardo, perché poi c'è sempre qualcuno delle forze dell'ordine che ti dice: “Signora, forza, vada a casa, ma lasci stare, queste cose si accomodano, no?”. Quindi, c'è anche chi minimizza e questa minimizzazione, a volte, ha conseguenze drammatiche. Allora, vanno assolutamente evitate le sottovalutazioni, che esistono anche nei tribunali, perché capita spesso che i giudici attenuino le condanne perché l'atto violento è interpretato come reazione a un comportamento della vittima. Quindi, è ritenuto… Presidente, lei mi perdonerà, ma io non continuo se qui non c'è un po' di silenzio, perché non ho le corde vocali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Colleghi, sono costretto a un nuovo richiamo. Prego, prosegua.

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Grazie, signor Presidente, anche perché il tema penso che debba suscitare l'attenzione dei colleghi e delle colleghe in quest'Aula.

Dicevo che anche i giudici attenuano le condanne perché è come se ci fosse in qualche modo l'idea che la donna abbia provocato l'atto violento e sia colpa della donna. C'è questa idea che l'atto violento non nasca per brutalità ma perché la donna l'ha in qualche modo istigato. Come si fa a invertire questa tendenza? Come si fa, Presidente, a invertire queste interpretazioni che veramente stupiscono, perché a volte non si capisce come sia possibile arrivare a certe sentenze? Bisogna fare la formazione, la formazione dei magistrati, delle Forze dell'ordine, degli avvocati, degli assistenti sociali, dei consulenti tecnici dei tribunali, perché sono necessarie competenze specifiche in materia di violenza di genere e anche nell'ascolto del minore. Ci sono teorie che sono completamente ascientifiche, come l'alienazione parentale, che purtroppo fanno dottrina nelle aule dei tribunali e queste teorie - totalmente ascientifiche secondo il mondo accademico, l'Organizzazione Mondiale della Sanità e la comunità scientifica internazionale che hanno definito questa come una pseudo teoria e una scienza spazzatura - vengono applicate anche nei nostri tribunali. Se ci fosse formazione adeguata, questo non avverrebbe. Dunque, bisogna che la formazione sia fondamentale se vogliamo sradicare la violenza.

Allora, mi dispiace veramente che questo emendamento non abbia ottenuto un parere favorevole. Io me l'aspettavo perché se il Governo vuole fare sul serio per sradicare la violenza non può continuare a fare solo misure repressive, perché quella violenza nasce da un'idea, che persiste nella società, per cui l'uomo che si sente rifiutato ha il diritto di arrivare a sopprimere la donna, perché in fondo lei se l'è cercata. Come osa lei dire di no? Se non si fa la formazione, se non sradica questa idea non si sradica neanche la violenza.

Ministra mi rivolgo a lei che si è impegnata con noi nel ritornare su questo tema. Ministra, io mi sto rivolgendo a lei. È così? Lei mi conferma che si è impegnata a ritornare su questo tema, a mettere come centrale il tema della formazione e a stanziare le risorse necessarie perché la formazione non è a costo zero? Presidente, proprio in nome di questa fiducia che vogliamo dare, di questa collaborazione che ci deve essere, perché sulla violenza degli uomini contro le donne non ci si dovrebbe mai e poi mai dividere, in nome di questo atto di fiducia, io accetto l'invito al ritiro di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. È andata un po' lunga ma va bene così.

L'emendamento 6.1 Boldrini si intende ritirato.

Passiamo alla votazione dell'articolo 6.

Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Sull'articolo 6?

VALENTINA D'ORSO (M5S). Signor Presidente, vorrei fare la dichiarazione di voto sull'articolo, se mi è concesso.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Intervengo per annunciare il voto di astensione del MoVimento 5 Stelle su questo articolo perché siamo soddisfatti del fatto che sia stato posto il tema in Commissione e perché, questo non vi sfuggirà, è un articolo aggiuntivo che prima non c'era, nel testo originario di iniziativa governativa, e che viene inserito in Commissione. Quindi, è sicuramente un passo in avanti, sicuramente stiamo quindi aggiungendo qualcosa che finora mancava, però, come ben spiegava la collega Ascari illustrando il nostro emendamento, ci si aspettava e si poteva fare qualcosa di più.

Questa Questa formulazione a noi sembra ancora un po' troppo blanda, un po' troppo evanescente, perché parla soltanto dell'adozione di linee guida, si fa riferimento, in generale, a operatori che, a diverso titolo, entrano in contatto con le donne vittime di violenza. Ripeto, come ricordava la collega Ascari, noi volevamo un passo ulteriore, uno slancio ulteriore, mettendo la formazione del personale dei vari comparti - declinando, tra l'altro, quei comparti - della pubblica amministrazione quale obiettivo nella pianificazione e nella programmazione delle amministrazioni pubbliche, in modo che potesse essere un obiettivo misurabile. Questo era un punto importante, perché avrebbe segnato davvero un cambio di passo e avrebbe sicuramente contribuito a quel mutamento culturale che dobbiamo mettere in campo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 6.0101 Serracchiani, su cui è stato espresso un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare la deputata Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Chiederei all'Aula un momento di attenzione, perché questo articolo aggiuntivo, questa richiesta è il frutto di una vicenda accaduta nel 2009. Federico, un bambino di 9 anni, venne ucciso con 37 coltellate dal padre, poi suicidatosi, durante un incontro protetto. Questo articolo è il frutto di un disegno di legge proposto - dalla senatrice Valeria Valente - e la voglio ringraziare - al Senato, che riprende proprio quella vicenda, che - apro una piccola parentesi - non ha visto ancora riconosciuto alcun colpevole, perché si trattava di un incontro protetto presso una struttura pubblica, si trattava di un incontro protetto rispetto al quale si immaginava che quel bambino fosse nella totale sicurezza e fosse nelle mani dello Stato. Ebbene, quel bambino è morto, con 37 coltellate.

Ancora oggi, quando parliamo di affidamento di minori, purtroppo, manca un coordinamento serio tra il giudice penale, il giudice minorile e il giudice civile e, molto spesso, questa mancanza di coordinamento fa sì che non si tenga conto pienamente della violenza e delle dichiarazioni di violenza che la mamma dice di aver subito, al punto che, molto spesso, quando si tratta dell'affidamento di minori, purtroppo, le parole della mamma possono essere considerate utili a evitare che la mamma possa partecipare a quegli incontri o che la mamma stia esagerando rispetto all'affidamento del minore. Qui si chiede solo di fare attenzione, di coordinare meglio questo lavoro così delicato, di prevedere un affidamento del minore, certamente non in istituti ma, laddove è possibile, presso parenti o familiari.

L'attenzione che dobbiamo, e che non c'è stata, nel caso di Federico, la disattenzione che non deve esserci nel caso di alcun bambino credo che oggi debbano imporci la massima considerazione rispetto a questa richiesta, che è una richiesta semplice, di modificare, non come spesso si fa, il codice penale, ma di modificare il codice civile e di inserire l'articolo 317-ter come articolo che possa, in qualche modo, dare quelle garanzie che nel caso di Federico non ci sono state (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra). Per questo motivo, Presidente, ringrazio anche la Ministra Roccella, perché so che sul tema ha prestato la massima attenzione, anche se oggi, purtroppo, l'invito è al ritiro. Me ne dispiaccio, perché credo che, invece, quest'Aula, proprio su questo provvedimento, avrebbe potuto fare un passo in più, più coraggioso.

Accetto la richiesta di ritiro dell'articolo aggiuntivo, però, davvero, invito ciascuno di noi a riflettere su quello che è successo e su quello che non dovrà più succedere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Quindi, è accettato l'invito al ritiro: l'articolo aggiuntivo non c'è più e, quindi, non ci sono altri interventi possibili.

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 1294-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Prego, relatore, presidente Maschio.

CIRO MASCHIO, Relatore. Grazie, Presidente. Anche su tutti gli emendamenti all'articolo 7, il parere è un invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Compreso l'articolo aggiuntivo 7.01 Ascari.

Il Governo?

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Parere conforme, anche questa volta.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 7.102 Gianassi, c'è un invito al ritiro: viene accolto?

Ha chiesto di parlare il deputato Gianassi. Ne ha facoltà.

FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. No, non accolgo l'invito al ritiro e presento l'emendamento sul quale chiedo che si esprima l'Aula. Questo provvedimento che oggi noi esaminiamo attiene a tematiche molto importanti e rappresenta uno sforzo delle istituzioni repubblicane per aumentare i livelli di contrasto alla violenza di genere. Anche l'articolo rispetto al quale presentiamo l'emendamento è sicuramente importante, perché introduce il tema dei termini temporali per la valutazione della misura cautelare da parte del pubblico ministero ed è apprezzabile l'introduzione, all'interno del codice, dell'articolo 362-bis, che attiene alle misure urgenti per la protezione della persona offesa.

Sostanzialmente, l'articolo prevede che, in procedimenti penali per gravi reati, il pubblico ministero, effettuate le indagini, valuta senza ritardo e, comunque, entro 30 giorni dall'iscrizione del nominativo della persona offesa nel registro delle notizie di reato, la sussistenza dei presupposti per l'applicazione delle misure cautelari. In ogni caso, poi, il PM, anche qualora, in un primo momento, non ravvisi l'esistenza dei presupposti per la richiesta della misura cautelare, continua a effettuare le indagini e si riserva anche valutazioni diverse, qualora emergano elementi nuovi. È certamente un principio importante ed è opportuno che sia inserito nel codice, tuttavia, con questo emendamento, proponiamo una modifica ai termini lessicali, per rendere più stringente il termine entro il quale effettuare la valutazione. Quindi, proponiamo di sostituire le parole: “senza ritardo e comunque entro 30 giorni”, con le parole: “con immediatezza”.

Anche in relazione alla seconda parte, quella in forza della quale il pubblico ministero è obbligato a continuare l'esercizio delle indagini, pronto anche a rivalutare l'esistenza dei presupposti, valutando eventuali nuovi elementi, proponiamo una modificazione che rafforzi l'obbligo del pubblico ministero di perseguire le verifiche sui presupposti della misura cautelare e modificare la valutazione, qualora ritenga siano emersi elementi nuovi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.102 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo all'emendamento 7.101 Di Biase, c'è un invito al ritiro: viene accolto?

Ha chiesto di parlare la deputata Di Biase. Ne ha facoltà.

MICHELA DI BIASE (PD-IDP). No, Presidente, io non accolgo la richiesta di ritiro e chiedo che venga messo ai voti, anche se su questo - devo darne atto al presidente della Commissione - dei passi in avanti sono stati fatti. Noi reputiamo, però, che i 10 giorni attualmente previsti siano troppo pochi, ne chiedevamo 30. Quindi, è un segnale. Anche se, poi, verrà votato un emendamento che li aumenta a 20, per noi non è sufficiente, avremmo voluto davvero che si facesse di più e, quindi, chiedo che venga messo ai voti.

PRESIDENTE. L'invito al ritiro non è stato accolto.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.101 Di Biase, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 7.100 Lacarra sul quale vi è un invito al ritiro, che non viene accolto. Lo pongo dunque in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.100 Lacarra con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo all'articolo 7. Se non ci sono richieste di intervento, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 7.01 Ascari.

Ha chiesto di parlare la deputata Ascari. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Non accolgo l'invito al ritiro e chiedo che sia posto in votazione. Ritengo sia una proposta emendativa importante, su cui ci deve essere comunque un supplemento di riflessione, perché qui si chiede una maggiore responsabilizzazione da parte dei magistrati e delle magistrate nell'ascolto, soprattutto nell'ascolto diretto dei minori, prevedendo la dicitura: “avvalendosi anche”. Purtroppo, succede troppo spesso che si tende a delegare e questo può provocare un cortocircuito e anche un'inversione di ruoli tra ausiliari del giudice, consulenti tecnici d'ufficio, assistenti sociali, e queste loro relazioni possono avere un peso come un macigno, tanto da arrivare a diventare vere e proprie sentenze, meramente controfirmate. Questo è un problema presente nel settore civile, ma anche in quello penale.

Alla lettera b) dell'articolo aggiuntivo si prevede poi che qualora la persona offesa sia stata sentita dalla Polizia giudiziaria, quindi in modo attento, formulando una denuncia completa e ricca di elementi, dando al PM tutti gli strumenti per intervenire e per adottare le idonee misure cautelari, non c'è bisogno di risentirla a distanza di pochi giorni, vista anche la natura della violenza e la difficoltà della vittima ad arrivare a sporgere denuncia e raccontare anni e anni di vessazioni che, come si è detto in precedenza, non sono solo fisiche - i lividi si vedono -, essendoci anche le violenze psicologiche, le violenze economiche e le violenze assistite. Quanto previsto in questo articolo aggiuntivo viene richiesto, tra l'altro, dagli stessi operatori del diritto all'interno delle aule del tribunale, i quali sono a contatto tutti i giorni con le vittime di violenza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 7.01 Ascari con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 1294-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 1294-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Ha chiesto di parlare la deputata D'Orso. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Noi voteremo in modo convinto a favore di questo articolo in quanto al suo interno è stato inserito un nostro emendamento, che sembra un intervento chirurgico, ma il cui effetto è importantissimo, dirompente e positivo per rafforzare la tutela delle donne.

Cosa prevediamo? Si prevede un innalzamento della pena massima edittale da 3 anni a 3 anni e 6 mesi per il reato di cui all'articolo 387-bis, rubricato come violazione dell'ordine di allontanamento o violazione del divieto di avvicinamento. In assenza di questo innalzamento della pena edittale, cosa succedeva? Accadeva che non era possibile applicare la misura degli arresti domiciliari, oppure addirittura la custodia cautelare in carcere, nel momento in cui veniva violato quest'ordine di protezione, questa ulteriore misura comminata all'autore di reati quali lo stalking e i maltrattamenti. Ebbene, cosa facciamo, allora? Consentendo di bloccare definitivamente, potremmo dire così, il soggetto destinatario, l'autore, il presunto autore di queste condotte, finalmente tuteliamo la donna. Sono, purtroppo, tante le vicende e gli episodi di cronaca che ci dicono che, malgrado il soggetto fosse destinatario di una misura, quale, ad esempio, il divieto di avvicinamento, questi, in violazione di quel divieto, raggiungeva le donne, con epiloghi anche tragici. Noi, ora, abbiamo dato uno strumento ai magistrati per bloccare effettivamente questo genere di condotte. Pertanto, siamo assolutamente contenti e convinti del risultato raggiunto, grazie - lo devo ammettere - alla sensibilità dei colleghi commissari in Commissione giustizia, cosicché tutti, in modo compatto, abbiamo voluto e raggiunto questo risultato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 1294-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10, al quale sono stati presentati solo articoli aggiuntivi (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

Invito ora il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 10.

CIRO MASCHIO , Relatore. Grazie Presidente, Sull'articolo aggiuntivo 10.03 Bonetti si formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Il parere è, invece, favorevole, se ne raccomanda quindi l'approvazione, sull'articolo aggiuntivo 10.0200 della Commissione. Si formula, infine, un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario sugli articoli aggiuntivi 10.04 Serracchiani, 10.0100 Ascari e 10.01 D'Orso.

PRESIDENTE. Il Governo?

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo aggiuntivo 10.03 Bonetti, su cui c'è un invito al ritiro: è accolto? No, lo votiamo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.03 Bonetti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.0200 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 10.04 Serracchiani, su cui c'è un invito al ritiro.

La deputata Serracchiani chiede di parlare. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intanto credo che quello precedente sia stato un voto molto importante. Ringrazio la Ministra Roccella e anche i Ministri Nordio, Piantedosi e tutti i Ministri che, in qualche modo, hanno lavorato a questo testo perché si potesse raggiungere quest'obiettivo.

Certamente noi avremmo preferito - lo hanno detto tante colleghe prima di me - un testo più coraggioso ed è per questo che avevamo chiesto un articolo esplicito che riguardasse il fermo e che si potesse, in qualche modo, utilizzare la figura giuridica del fermo anche fuori dalle ipotesi oggi previste, ossia al di fuori del pericolo di fuga e della flagranza. Purtroppo, questo coraggio è mancato e ci dispiace, perché, invece, sarebbe stato uno strumento utile e importante per la prevenzione, chiesto anche dai tanti che abbiamo audito e dalle tante persone e associazioni che si occupano in prima persona del contrasto alla violenza di genere. Dispiace, quindi, che non si sia arrivati a prevedere proprio la figura del fermo, però ringraziamo perché l'emendamento precedente, quello della Commissione - e voglio ringraziare per il lavoro fatto anche il presidente della Commissione, Maschio - è comunque un punto di equilibrio importante. Ringrazio anche l'onorevole Carolina Varchi, perché comunque anche lei si è impegnata su questo, insieme alla Ministra Roccella. Credo che sia un punto di equilibrio davvero importante rispetto a un'esigenza di prevenzione che è l'unico strumento che abbiamo per combattere e contrastare la violenza di genere. Quindi, ringrazio davvero tutti. Non accetto, però, l'invito al ritiro e chiedo che su questo ci si esprima con un voto perché confido ancora che, nel prossimo provvedimento utile, si possa arrivare anche a prevedere il fermo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.04 Serracchiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 10.0100 della deputata Ascari, che chiede di parlare. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Anch'io non lo ritiro e chiedo che venga messo in votazione, perché ritengo che questo sarebbe stato uno strumento nuovo messo nella disponibilità del pubblico ministero: il fermo di una persona indiziata del delitto, quando vi sia il pericolo di reiterazione di reati violenti, sarebbe stato sicuramente uno strumento decisivo per intervenire tempestivamente in via preventiva, prima che le tragedie si consumino. E ci tengo anche a ricordare che, da parte di tutti gli auditi, questo è stato definito lo strumento salvavita per eccellenza. Quindi, ritengo che l'articolo aggiuntivo debba essere messo in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.0100 Ascari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 10.01 della deputata D'Orso, che chiede di parlare. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Questo emendamento non fa altro che recepire uno dei suggerimenti arrivati da autorevoli auditi che abbiamo ascoltato in Commissione giustizia. Ci avevano rappresentato come questo intervento potesse essere utile, prospettando, tra le altre cose, che avrebbe avuto l'effetto di un maggiore coinvolgimento della persona offesa rispetto a una fase del processo, devo dire, fin troppo marginale. E ci avevano appunto suggerito di far sì che, ogni qual volta la richiesta di incidente probatorio pervenisse dalla persona offesa, il pubblico ministero non dovesse filtrare con una sua determinazione ulteriore questa richiesta, ma che, in conformità alla richiesta giunta dalla persona offesa, chiedesse al GIP la celebrazione dell'incidente probatorio. Questa modifica, pur sembrando piccola - è sicuramente una modifica chirurgica -, avrebbe potuto, però, essere utile per dare maggiore centralità alla persona offesa durante questa fase del processo penale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.01 D'Orso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

(Esame dell'articolo 11 - A.C. 1294-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

CIRO MASCHIO , Relatore. Grazie, Presidente. Anche su tutte le proposte emendative riferite all'articolo 11 c'è un invito al ritiro oppure parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 11.100 Gianassi, su cui c'è un invito al ritiro: è accolto? No, lo votiamo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.100 Gianassi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

L'emendamento 11.4 Bonetti è stato ritirato.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.101 Ferrari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 1294-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

CIRO MASCHIO , Relatore. Grazie, Presidente. Su entrambe le proposte emendative riferite all'articolo 12 c'è un invito al ritiro oppure parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 12.3 della deputata Ascari, che chiede di parlare. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Questo era un emendamento molto delicato perché andava a coprire uno dei tanti vuoti di tutela che sono presenti e si possono verificare nel percorso che una vittima di violenza affronta. Il problema principale dell'articolo 310 del codice di procedura penale con riferimento alla violenza di genere si sostanzia nel fatto che, quando il GIP in prima battuta rigetta la richiesta di misura cautelare e il PM propone appello, anche se l'articolo prevede dei termini, questi ultimi sono ordinatori e non perentori, perché non c'è il rinvio all'articolo 309, comma 10, del codice di procedura penale che, in relazione alla corrispondente previsione di riesame, nei casi di misure effettivamente adottate, nel caso di superamento dei termini - particolarmente stretti - determina la caducazione della misura. Questo cosa comporta? Che innanzitutto non ci sono - lo ribadisco ancora una volta - dei termini perentori per la celebrazione del giudizio di appello nel caso in cui il PM decida di impugnare il provvedimento del GIP che ha rigettato la richiesta di misura e a ciò si deve aggiungere che i provvedimenti emessi in sede di appello non sono immediatamente esecutivi e dunque, per poter essere eseguiti, laddove vengano accolti, è necessario attendere la loro definitività e cioè, nella stragrande maggioranza dei casi, la decisione della Cassazione. Questo determina un periodo di tempo significativamente lungo, nel corso del quale la vittima è totalmente priva di tutela, pur essendo state riconosciute le sue ragioni nel giudizio di appello. Questo ovviamente può provocare un rischio effettivo e concreto per la sua sicurezza. Mi dispiace che non ci sia stato un supplemento di riflessione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.3 Ascari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 12.02 Ascari, su cui la Commissione ha formulato un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare la deputata Ascari. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Su questa proposta emendativa non si comprende sinceramente perché sia stato espresso un parere contrario, essendo tra l'altro a costo zero. Riguarda le disposizioni in materia di misure cautelari reali e soprattutto riguarda il sequestro conservativo del patrimonio dell'autore del reato, che oggi è previsto solo nei casi di omicidio e non nelle altre fattispecie riconducibili a violenza domestica e a violenza di genere. Questo era uno strumento utile proprio per conservare le garanzie patrimoniali al fine del riconoscimento del risarcimento dei danni alle vittime. Cosa succede durante il processo? Succede che, quando questi imputati vedono che si arriva a sentenza, alla definizione del giudizio, normalmente fanno completamente sparire tutto quello che hanno in termini di disponibilità materiali ed economiche, cioè le danno in donazione o le vendono in modo da risultare nullatenenti e di conseguenza di non adempiere alle obbligazioni dovute. Ciò comporta un'ulteriore violenza, economica, nei confronti della vittima e questo è inaccettabile.

Questa era una proposta emendativa veramente a costo zero a tutela delle vittime (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 12.02 Ascari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 1294-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

CIRO MASCHIO , Relatore. Grazie, Presidente. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Onorevole Cafiero De Raho, accetta l'invito al ritiro del suo emendamento 13.2?

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente. Questa nostra iniziativa voleva sottoporre alla Camera la problematica relativa alle indagini in relazione a reati che riguardano, non solo la violenza domestica, ma anche la violenza sessuale, la violenza di gruppo, l'adescamento di minori, gli atti sessuali con minorenni e vari altri reati a questi legati, laddove nel corso delle indagini non viene mai invitata la persona offesa a conoscere gli atti per potersi esprimere. Quindi, si arriva alla conclusione delle indagini preliminari con il rinvio a giudizio senza che abbia mai parlato la persona offesa e che la stessa abbia mai conosciuto gli atti, cioè si arriva alla conclusione soltanto sulla base di quello che dice l'indagato, cioè colui che è accusato di reati gravissimi. L'articolo 415-bis attualmente prevede l'avviso alla persona offesa solo per i reati di atti persecutori e di maltrattamenti in famiglia, non per gli altri reati. Ecco, noi chiedevamo semplicemente di integrare questa disposizione per allargare la possibilità alla persona offesa, con riguardo a questi reati gravissimi, di esprimersi, di intervenire, di offrire ulteriori elementi alla lettura degli atti, dopo che sono state effettuate tutte le indagini. Invece, si arriva poi in dibattimento senza che la persona offesa abbia mai potuto interloquire ed evidenziare fatti importanti con cui contraddire ciò che è stato riferito dall'indagato. Questo è un vulnus procedimentale che riguarda in generale la persona offesa ma più specificamente questi reati. Ecco, noi chiedevamo soltanto un'integrazione dell'avviso di conclusione delle indagini. Per questo chiedo la votazione di questo emendamento, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.2 Cafiero De Raho, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

(Esame dell'articolo 14 - A.C. 1294-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 e delle proposte emendative ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

CIRO MASCHIO , Relatore. Grazie, Presidente. La Commissione formula un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Si dovrebbe alzare in piedi, cortesemente.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Scusate. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.101 Gianassi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

Sull'articolo aggiuntivo 14.0101 Forattini c'è un invito al ritiro: si insiste per la votazione.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 14.0101 Forattini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

(Esame dell'articolo 15 - A.C. 1294-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

CIRO MASCHIO , Relatore. Grazie, Presidente. Sull'emendamento 15.101 Forattini c'è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 15.101 Forattini.

Ha chiesto di parlare la deputata Forattini. Ne ha facoltà.

ANTONELLA FORATTINI (PD-IDP). Grazie, Presidente, per mettere in votazione questo emendamento con il quale chiediamo semplicemente un ampliamento dei criteri relativi all'indennizzo in favore di orfani di omicidio, in quanto ad oggi non è previsto che vengano contemplate le coppie di fatto, quindi le unioni civili. È semplicemente un ampliamento che ci pareva corretto inserire, in quanto è in linea con i tempi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.101 Forattini, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

(Esame dell'articolo 16 - A.C. 1294-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere sugli articoli aggiuntivi.

CIRO MASCHIO , Relatore. Grazie, Presidente. Sugli articoli aggiuntivi all'articolo 16 i pareri sono tutti di invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo aggiuntivo 16.0105 Ascari.

Ha chiesto di parlare la collega D'Orso. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Chiederei al relatore e al Governo un ripensamento su questo emendamento perché è uno di quelli su cui abbiamo dibattuto un po' in seduta e c'era stata una certa disponibilità da parte, tra l'altro, credo proprio del Sottosegretario. Mi ricordo che il Sottosegretario Delmastro era presente in quella seduta. Tanto è vero che non sfuggirà al relatore e al Sottosegretario che abbiamo anche modificato nel senso un po' concordato in seduta la formulazione di questo emendamento. Cosa prevede questo emendamento? Prevede che ogni anno l'Autorità politica delegata per le politiche della famiglia, la natalità e le pari opportunità, sentiti i Ministri dell'Interno, della Giustizia, della Salute e dell'Istruzione e del merito, presenti una relazione al Parlamento sugli effetti applicativi della normativa in materia di prevenzione e contrasto della violenza di genere e domestica. La modifica che ci avevate richiesto era quella di sfumare un po' il coinvolgimento dei Ministeri, per evitare forse un appesantimento, non so bene. Quindi noi lo abbiamo sfumato mettendo la formulazione “sentiti”.

Perché è importante, per noi, questa attività di monitoraggio? Non andiamo a fare altro che quello che fece, in occasione dell'introduzione del codice rosso, l'ex Ministro Bonafede, che predispose un'attività presso il proprio Ministero, di monitoraggio degli effetti di quella normativa, perché è chiaro che, se vogliamo capire, comprendere quanto sia incisiva questa normativa che stiamo ponendo in campo, non possiamo fare altro che monitorarne l'applicazione.

Quindi, davvero non comprendiamo la difficoltà di accogliere questo emendamento, perché ci consentirà di orientarci, di capire cosa eventualmente va integrato perché ancora manca, di capire cosa funziona e, magari, cosa non dovesse funzionare. Ripeto, non ha nulla di ideologico, nulla di complicato, quindi faccio una richiesta esplicita al relatore di accantonare questo emendamento per ripensare il parere.

PRESIDENTE. Relatore Maschio, c'è una proposta di accantonamento. Non so se intende recepirla.

CIRO MASCHIO, Relatore. Grazie, Presidente, non vedo, per ora, le condizioni per un accantonamento.

PRESIDENTE. Bene, allora lo votiamo. La deputata Ferrari lo sottoscrive.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.0105 Ascari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Salutiamo studenti e insegnanti dell'Istituto comprensivo Perri-Pitagora, di Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro, che sono qui in tribuna ad assistere ai nostri lavori (Applausi). Li ringraziamo e gli facciamo i nostri auguri.

Passiamo all'articolo aggiuntivo 16.0106 Ravetto, su cui c'è un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare la collega Ravetto. Ne ha facoltà.

LAURA RAVETTO (LEGA). Grazie, Presidente. Sono un po' dispiaciuta dell'invito al ritiro da parte del Governo, perché questo era un emendamento che semplicemente mirava a fare una cosa, secondo noi, essenziale. Abbiamo compreso ormai tutti che il problema della violenza di genere e dei femminicidi è un problema culturale, e questo era un emendamento volto a introdurre, sin dalle elementari, l'insegnamento del rispetto della donna, la lotta agli stereotipi. È provato che alcune bambine già a 6 anni ritengono di non poter accedere a determinati lavori, quindi, secondo noi, è un impegno che bisognerebbe prendere come maggioranza.

Comprendiamo che non aiuti il dibattito la posizione dell'opposizione, che, invece di voler perseguire l'obiettivo, lo allarga, inizia a parlare di educazione sessuale, introduce elementi divisivi, che quindi poi portano chiaramente al non perseguimento dell'obiettivo perché, come sanno benissimo dall'opposizione, il centrodestra ritiene che l'educazione sessuale, soprattutto in tenera età, sia assolutamente competenza della famiglia. Spiace, avevo dato un termine di 120 giorni per l'attuazione, che ovviamente poteva essere eliminato. Il costo era zero, perché avevo previsto questa cosa nell'ambito dell'educazione civica, quindi senza oneri finanziari. Lo trasformerò in un ordine del giorno. L'auspicio, però, è che vi sia una riflessione a tutto tondo del Governo. Naturalmente ho già depositato una proposta di legge anche nell'ambito dell'istruzione e spero nell'ascolto del Ministro dell'Istruzione.

PRESIDENTE. Bene, quindi registriamo e certifichiamo il ritiro dell'articolo aggiuntivo 16.0106 Ravetto. Non si possono fare interventi, perché non esiste più l'articolo aggiuntivo.

Dobbiamo passare all'articolo aggiuntivo 16.0101 Dori, su cui c'è sempre un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare il collega Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Io non accetto l'invito al ritiro. Qui apriamo davvero le danze sul tema dell'educazione all'affettività e alla sessualità, già introdotto dalla collega Ravetto poco fa, ed è, tra l'altro, una piacevole coincidenza, effettivamente, che proprio mentre ne parliamo sia presente una scolaresca.

Questo emendamento, in realtà, è un vero e proprio intervento di chirurgia legislativa, perché si inserisce all'interno di una norma già esistente, di una disciplina esistente, che è quella riguardante la cittadinanza e la Costituzione, nonché l'educazione civica, che noi qui, nella scorsa legislatura, abbiamo approvato.

Scritto in questo modo l'emendamento non ha bisogno di coperture, perché si vanno ad aggiungere alcune materie, già previste, all'interno di quella disciplina trasversale che è quella del contrasto alla violenza sulle donne e alla violenza domestica, che è il titolo di questo disegno di legge, e, quindi, non comprendo il motivo per cui non inserirle. Questo è il primo tema.

Con riguardo al secondo tema, invece, andiamo a inserire le parole: “l'educazione all'affettività e alla sessualità”. Io adesso davvero non riesco a comprendere - ho sentito poco fa l'intervento della collega - come questo tema possa essere divisivo. Addirittura, ho sentito dire che questo tema deve essere di esclusiva competenza della famiglia.

Ma qui noi vogliamo andare alla radice del problema a livello culturale. Quindi, per noi davvero l'ambito scolastico può essere un'occasione, perché è lì che i ragazzi sviluppano le prime occasioni di socialità. Stiamo parlando di sessualità e non so cosa vada a provocare il tema sessualità a livello governativo per poter avere un'opposizione su un emendamento il cui contenuto lo troveremo poi anche in altri emendamenti. Se noi a livello culturale non cominciamo ad agire, possiamo inserire tutte le norme a livello procedurale, anche le ottime norme che ci sono in questo provvedimento, ma non andiamo lì, alla radice. Questo è l'unico strumento che ha chiaramente uno sviluppo anche a lunga scadenza.

Quindi, noi riteniamo che soltanto attraverso l'introduzione nei percorsi scolastici di questa materia, di queste discipline e di questi argomenti si possano davvero superare gli stereotipi e i preconcetti, cioè quella volontà di possesso nei confronti degli altri che ci fa concepire le altre persone come oggetto di proprietà.

Quindi, io chiedo davvero un ulteriore momento di riflessione, accantonando questo articolo aggiuntivo, che non ha bisogno di coperture. Non nascondiamoci questa volta dietro al MEF - a parte che anche il MEF, ogni tanto, qualche sforzo di natura finanziaria potrebbe anche farlo - perché qui non c'è necessità. Andiamo a inserire il titolo del disegno di legge nella legge sull'educazione civica e inseriamo, sì, le parole “educazione all'affettività e alla sessualità”, che per noi non sono motivo di divisione, non sono elementi divisivi, ma sono fondamentali per costruire una cultura del rispetto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la presidente Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Voglio intervenire per dire che vorrei sottoscrivere questo emendamento, proprio perché ritengo che la formazione sia essenziale a ogni livello, specialmente quando si tratta di ragazzi e ragazze. Se noi non cominciamo a educare i nostri giovani al rispetto delle donne e delle ragazze, poi non possiamo sorprenderci di quello che accade nella realtà, perché abbiamo visto come i giovani vengono a conoscenza dei rapporti sessuali attraverso il porno online. Questa dimensione disumanizza le donne, le rende oggetto, come se fossero dei pezzi di carne. Allora, come mai il Governo non capisce che questa questione, cioè il rispetto della figura della donna e il rispetto reciproco, è una questione essenziale da trattare nelle scuole? Abbiamo visto questa estate questi orrendi, terrificanti e angoscianti stupri di gruppo commessi da adolescenti. Ma cosa aspetta il Governo a ricorrere a dei rimedi e cosa meglio della scuola può essere il luogo del confronto, dell'apprendimento e del dibattito?

Perché, Ministra Roccella, non pensa che sia utile parlare di queste tematiche nella scuola, che è il luogo della formazione? Cosa vi impedisce di trattare queste tematiche che sono all'ordine del giorno e della cronaca, ahimè, e che meritano di essere discusse con i giovani? Non bisogna lasciare ai giovani la formazione attraverso uno schermo senza nessun controllo, per acquisire l'idea che con le ragazze possono fare quello che vogliono; e le ragazze, quindi, a subire questi comportamenti e questa pressione inaccettabile.

Io sottoscrivo l'emendamento e penso che il Governo farebbe bene a rifletterci, perché dimostra una grande miopia, una colpevole miopia a non prendere atto della situazione attuale e, quindi, dei bisogni che ci sono di parlare ai giovani, a cominciare dalla scuola (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Ferrari. Ne ha facoltà.

SARA FERRARI (PD-IDP). Posso?

PRESIDENTE. Prego, parli. C'è una sovrapposizione con un suo collega, che, invece, vuole sottoscrivere l'emendamento. Prego, deputata Ferrari.

SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Sì, intendo sottoscrivere ma anche intervenire nel merito, perché voglio precisare che la proposta di legge del Partito Democratico conteneva, ben prima del deposito del testo del Governo, l'invito all'utilizzo di quello strumento che la Convenzione di Istanbul, che il nostro Paese ha sottoscritto, individua fra gli obblighi per il contrasto alla violenza, ossia la prevenzione. La prevenzione non è solo quella secondaria, come si fa oggi con questo provvedimento, cercando di evitare che dalla violenza si passi al femminicidio, ma c'è una prevenzione primaria, che è quella che cerca di debellare la violenza dalla nostra società, la violenza maschile sulle donne, perché è di quello che stiamo parlando.

Ogni volta che partecipiamo a una fiaccolata in memoria di una donna che è appena stata uccisa ci diciamo tutti che il problema è culturale. Allora, il problema culturale si debella con l'educazione, con l'educazione nelle scuole.

PRESIDENTE. Concluda.

SARA FERRARI (PD-IDP). La Ministra Roccella si è impegnata in Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio a parlare di questo e ad affrontare questo tema in un'altra occasione. Noi immaginiamo, speriamo, auspichiamo e siamo certi che terrà fede a questo impegno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.0101 Dori, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Passiamo alla votazione dell'emendamento dell'articolo aggiuntivo 16.012 Ascari.

Ha chiesto di parlare la deputata Ascari. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Qualora non ci sia un supplemento di riflessione da parte del Governo, io già rappresento che questa proposta emendativa la proporremo da qui alla fine della legislatura fino a quando non verrà approvata, perché l'introduzione dell'educazione affettiva e sessuale in modo sistemico e continuativo non è più rinviabile. Questo deve essere chiaro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Sono oltre 40 anni che si scrivono leggi, si fanno miglioramenti, si fanno degli interventi, così come questo testo che è in votazione, ma da gennaio a oggi sono 94 le donne che non ci sono più perché sono state ammazzate per mano di uomini e questo è inaccettabile. Si tratta proprio di non voler capire che la violenza di genere è anche e soprattutto un problema culturale, perché si nutre, ancora oggi, di quelli che sono pregiudizi, stereotipi e patriarcato sociale rispetto a una dote pesante, che noi ci portiamo ancora dietro, di violenza istituzionalizzata, in cui il matrimonio riparatore era legittimo, ossia uno stupro legalizzato.

Il matrimonio veniva a sanare un rapporto violento in cui la vittima veniva violata, così come il delitto d'onore, un omicidio in cui non c'era di fatto alcuna conseguenza se tu ammazzavi la moglie, se era considerata infedele, così come il diritto del pater familias di picchiare la moglie e i familiari. Noi dobbiamo ricordarci che ci portiamo dietro questa dote pesantissima, che è anche la causa per cui oggi c'è una donna uccisa ogni 3 giorni, nel nostro Paese. Se non vengono date informazioni, se non viene data un'educazione, questa viene trovata in un altro modo e in un altro modo vuol dire molto spesso nel web, nella rete in cui si trova la pornografia, in cui viene dato un significato distorto dell'affettività e della sessualità, con conseguenze gravissime, in cui uno stupro di gruppo viene visto come normale e viene fatto un video e messo in rete, pensando di ottenere like e, addirittura, un compenso economico. C'è un totale analfabetismo emotivo, ed è per questo che grazie all'educazione possiamo fornire un alfabeto gentile delle emozioni, per far riconoscere, già dalla primissima età, le emozioni, far capire il consenso e sradicare fin dall'origine tutti quei germi dell'intolleranza che, purtroppo, degenerano in violenza e, nelle ipotesi più gravi, nel femminicidio. Da qui, fino alla fine proporremo l'introduzione dell'educazione affettiva e sessuale. Ve lo dico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sasso. Ne ha facoltà.

ROSSANO SASSO (LEGA). Signor Presidente, suo tramite, vorrei dire alle sinistre, ma, in particolare al MoVimento 5 Stelle, che, legittimamente, vorranno presentare un emendamento con cui autorizzare l'insegnamento dell'educazione sessuale fino al termine della legislatura, che il centrodestra e, in particolare, la Lega, fino alla fine di questa legislatura farà muro a quella che io definisco una nefandezza nelle nostre scuole per i bambini fino a 6 anni (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE – Vive proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista MoVimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra).

Vede, Presidente, stiamo per approvare una norma che va a contrastare la violenza sulle donne e la violenza domestica. Capisco che a sinistra dia un leggero fastidio il fatto che sia la destra e che sia la Lega, però la realtà è questa. Gli italiani, il 25 settembre dello scorso anno, ci hanno consegnato la maggioranza, noi legiferiamo, voi potete decidere se votare insieme a noi, ma di sicuro non inserendo l'educazione sessuale. Presidente, fino a questo punto c'è stato un dibattito parlamentare importante, ricco di spunti e di contenuti, però, purtroppo, ecco che, puntuale e inopportuno, come spesso accade in quest'Aula, è arrivato un contenuto che io definisco degradante, perché è, per me, sinonimo di degrado (Vive proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra - Proteste del deputato Bonelli)… è sinonimo di degrado pensare ancora una volta…

PRESIDENTE. Deputato Bonelli, si contenga.

ANGELO BONELLI (AVS). No, lui si deve contenere!

PRESIDENTE. Si contenga, lei ha diritto di parlare quando ha la parola. Prego… (Commenti del deputato Bonelli). Non ha detto niente di sconveniente, siamo vigili e attenti. Ha espresso una sua legittima opinione e questo è un Parlamento libero, dove chiunque può esprimere il proprio parere, nei confini del regolamento, che non sono stati oltrepassati (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro-MAIE). Prosegua.

ROSSANO SASSO (LEGA). Posso continuare Presidente? Grazie. Io rivendico la mia libertà di opinione nel definire degradante la possibilità di insegnare, ad esempio… o meglio, Presidente, per suo tramite, invito i colleghi a recarsi di fronte all'uscita questa mattina di una qualunque scuola della capitale e provare a chiedere a una mamma e a un papà cosa ne pensano dell'educazione sessuale al loro figlio di 6 anni. Provateci, poi tornate qui e continuiamo il dibattito (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle).

Detto questo, Presidente, io ce l'ho particolarmente con chi parla di convenzioni, con chi parla di indicazioni nazionali, con chi parla, ad esempio, delle linee guida dell'Organizzazione mondiale della sanità, perché questa è un'informazione che io devo dare a quest'Aula, dove, tra le altre cose - e io non vorrei mai che, in quest'Aula, ci fosse anche un solo deputato favorevole a questo tipo di educazione sessuale, però tant'è - che l'OMS stabilisce che, ad esempio, sarebbe opportuno invitare, in classe, alla scoperta del proprio corpo e dei propri genitali. A bambini di 6 anni! È un documento ufficiale, Presidente, poi, per suo tramite, lo farò pervenire alla collega Scarpa. Oppure, la gioia e il piacere nel toccare il proprio corpo, l'invito alla masturbazione infantile.

Presidente, vado a concludere. Non serve appellarsi al fatto che in Europa c'è qualche Paese che lo fa e non serve appellarsi a queste linee guida. Al MoVimento 5 Stelle, a mio modesto e libero parere, non interessa soltanto l'educazione alla parità di genere. Loro hanno una fissa per l'educazione sessuale, l'ha la sinistra tutta, come, peraltro, ha dimostrato, a Roma, il Sindaco Gualtieri. È di questi giorni la notizia che vuole addirittura prevedere un progetto in cui darà la possibilità ad attivisti e a militanti di associazioni LGBT di entrare nelle nostre scuole, di entrare dove non tutte le mamme e i papà sono d'accordo (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle)!

Presidente, concludo, ribadendo un semplice concetto che, se il PD, le sinistre e il MoVimento 5 Stelle intendono fare educazione sessuale, liberi di farlo nelle sedi di partito e vediamo quante mamme e quanti papà vi porteranno i loro figli (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Intanto, anche per stemperare, approfitto per salutare studenti e insegnanti del liceo scientifico Primo Levi, di Roma, che sono in tribuna ad assistere ai nostri lavori. Li ringraziamo e gli facciamo i nostri auguri (Applausi).

Allora, abbiamo una lunga lista di colleghi che hanno chiesto di parlare, anche se dovremmo capire se sia sul merito. Deputata Carmina … Li ho scritti tutti. Quindi, piano piano arriviamo al turno di ciascuno.

La deputata Carmina interviene o rinuncia? Dite voi… Intanto chiedo al deputato Bonelli di prendere la parola, perché successivo alla deputata Carmina, che rinuncia a parlare e poi arriveremo agli altri.

Scusate, non possiamo fare un'assemblea del gruppo per stabilire chi è che deve prendere la parola. Io ho un ordine di richieste. Chi rinuncia, non parla. Chi vuole parlare, parla. È una cosa facile (Applausi).

Deputato Bonelli, poi se volete aggiungervi, non ci sono problemi. Siamo qui per questo.

Prego, deputato Bonelli.

ANGELO BONELLI (AVS). Signor Presidente, io trovo intollerabile che un deputato definisca un emendamento fatto da altri deputati che sono dell'opposizione una nefandezza. È inaccettabile! È volgare! Le è chiaro, deputato (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle – Commenti di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE)? Lei non si può permettere, perché, signor Presidente della Camera, noi qui non siamo a Kabul! È chiaro? Noi siamo nella Repubblica italiana, c'è la democrazia, dove l'informazione sta alla base della nostra democrazia! Lei, deputato Sasso, non ci porterà al Medioevo e all'oscurantismo! Non possiamo permettere, signor Presidente della Camera, che i nostri giovani facciano sulla propria pelle ciò che, invece, dovrebbero essere le istituzioni a insegnare loro. Sa cosa dobbiamo insegnare (Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? State zitti! Devo…

RACHELE SILVESTRI (FDI). I bambini non si toccano!

ANGELO BONELLI (AVS). Signor Presidente, lei mi deve garantire il diritto di parlare!

PRESIDENTE. Colleghi… Deputato Bonelli, intanto lei deve rivolgersi, come sa, alla Presidenza.

ANGELO BONELLI (AVS). E io mi sto rivolgendo a lei e, infatti, l'ho citata più volte.

PRESIDENTE. … quindi non può dire “state zitti!”.

Per gli altri colleghi vale la stessa identica regola, per tutti. Quando si ha la parola, si parla, quando non si ha la parola, si ascolta. Prego, deputato Bonelli, prosegua.

ANGELO BONELLI (AVS). Quello che le istituzioni e anche il Parlamento della Repubblica italiana devono fare è insegnare ai giovani una cosa che si chiama rispetto, rispetto del corpo delle donne (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Azione-Italia Viva-Renew Europe). Non capisco come sia possibile che la Ministra Roccella, su un tema di questo tipo, scappi, fugga, perché il tema oggi è il rispetto, il rispetto del corpo delle donne, che le scuole, insieme alla famiglia, devono insegnare! Oggi, voi non state facendo una cosa giusta.

Detto questo, io trovo - e concludo, signor Presidente - che sia intollerabile che un deputato possa definire un emendamento una nefandezza. È inaccettabile, com'è inaccettabile il loro comportamento (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Azione-Italia Viva-Renew Europe)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Orrico. Ne ha facoltà.

ANNA LAURA ORRICO (M5S). Grazie, Presidente. Per il suo tramite, vorrei dire al collega Sasso che, se c'è una cosa degradante in questo Paese, è che l'89 per cento dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze impari che cos'è il sesso su YouPorn (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra). Questo è degradante! Non che l'educazione affettiva e sessuale si faccia a partire dalle scuole primarie. Collega Sasso, lo chieda a questi studenti che stanno andando via, prima di chiedere loro scusa per lo spettacolo degradante che ha fatto in quest'Aula, definendo porcheria l'educazione sessuale e affettiva (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, Alleanza Verdi e Sinistra e Azione-Italia Viva-Renew Europe)!

Signor Presidente, se c'è una cosa che va detta è che le famiglie non possono essere lasciate sole nell'insegnamento dell'educazione affettiva e sessuale, perché non tutte le famiglie sono uguali. Alcune famiglie vivono il degrado al loro interno, vivono la fragilità e la scuola è l'unica risposta. Se noi mettiamo a disposizione delle nostre studentesse e dei nostri studenti educatori che si occupano di affettività e di sessualità è un valore aggiunto per le generazioni presenti e future. La preistoria è finita circa 4.000 anni fa, se non di più (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, Alleanza Verdi e Sinistra e Azione-Italia Viva-Renew Europe)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Furfaro (Commenti della deputata Di Biase). Ne ha facoltà.

MARCO FURFARO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Nel brusio, non avevo nemmeno…

PRESIDENTE. Chiedo scusa, deputato Furfaro. Ovviamente, la Presidenza, aiutata in questo mestiere da chi di dovere, molto semplicemente stila la lista in base all'ordine in cui si vedono le mani alzate. Quindi, non c'è alcun tentativo di interferire. Lei è iscritta, deputata Di Biase, quando sarà il suo turno, parlerà. Prego, deputato Furfaro, intervenga, mi faccia questa cortesia.

MARCO FURFARO (PD-IDP). Le farò questa cortesia, Presidente. Presidente, mi spiace molto per le parole che sono state utilizzate dal collega Sasso - lo dico tramite lei - non solo perché ci sono dei ragazzi e delle ragazze in tribuna ma perché buon dovere di un parlamentare sarebbe, innanzitutto, studiare e informarsi. Quello che ha detto il collega Sasso sono letteralmente delle bufale. Leggo testualmente un'apertura di un giornale online, che si chiama Fanpage, che non si credo sia di destra o di sinistra (Dai banchi del gruppo Fratelli d'Italia si grida: “Noooo!”): “La bufala della Lega”… Abbiate la decenza di rispettare chi parla e di dare l'esempio a quei ragazzi che ci stanno vedendo (Applausi dei deputati dei Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra e Azione-Italia Viva-Renew Europe). Non siete in grado di parlare di bambine e di bambini, visto che non rispettate mai ciò che dite, che è sempre e solo propaganda.

Ripeto: “La bufala della Lega sui bambini invitati a masturbarsi dall'Organizzazione mondiale della sanità”. È una bufala, il collega deputato non sa nemmeno di cosa stia parlando e l'unica cosa degradante, ed è davvero un'umiliazione per il nostro Paese, è che un tal deputato sia stato Sottosegretario all'Istruzione (Applausi dei deputati dei Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra e Azione-Italia Viva-Renew Europe).

Caro Presidente, tramite lei, informo il collega Sasso che l'educazione all'affettività e al rispetto della parità di genere non c'è nel nostro Paese e, collega Sasso, non c'è nel nostro Paese e in Polonia. Siamo uno dei pochi Paesi europei a non averla. Guardi, glielo dico da padre di un bambino di 3 anni: la invito a frequentare delle scuole, perché i bambini e le bambine e i genitori di questo Paese, le mamme e i papà di questo Paese, sono migliori di quanto voi pensiate, sono pronti ad affrontare la contemporaneità, non per ridurla a una banale ridicolizzazione ma perché sanno che, in un Paese in cui ci sono ogni giorno femminicidi, in cui c'è violenza sulle donne, in cui c'è un sopruso e sopraffazione, educare al rispetto degli uni e degli altri e alla scoperta del proprio corpo non è la ridicola affermazione che avete fatto ma è un avanzamento per il nostro Paese. Per fortuna, c'è un'Italia migliore di quello che pensiate (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra e Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ad adiuvandum, vorrei ricordare ai gruppi che, se arrivasse un elenco di nominativi presentato da un delegato o da un capogruppo, ovviamente per noi sarebbe anche più facile quando gli iscritti sono tanti. In caso contrario, vale la legge di cui all'articolo precedente. Abbiamo i deputati Grimaldi, Mari, Di Biase, Cherchi, Carmina, che si è iscritta nuovamente, D'Orso.

Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. C'è stato un bambino nella mia vita a cui avrei voluto che la scuola dicesse che ognuno può essere libero di essere quello che vuole. Avrebbe voluto solo ballare, Presidente. Peccato che, come ci spiega l'onorevole, non poteva dirlo a casa, non si sentiva di dirlo a casa. A scuola lo sfottevano, era nella classe a fianco alla mia. Non l'ho più rivisto finché, Presidente, quel ragazzo è stato picchiato a sangue.

PRESIDENTE. Concluda.

MARCO GRIMALDI (AVS). Mi chiedo, dopo aver sentito la parola “nefandezza”, se la grammatica non possa essere insegnata al pari della gentilezza, al pari di quello che dobbiamo e possiamo essere, se scelte diverse comporteranno ancora e sempre l'istinto a una difesa.

PRESIDENTE. Concluda.

MARCO GRIMALDI (AVS). Sto finendo.

PRESIDENTE. Ha finito anche il tempo da 20 secondi.

MARCO GRIMALDI (AVS). Presidente, non è vero che gli uomini non piangono mai, che a calcetto possono giocare solo gli uomini, che le donne devono stare a casa (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. La ringrazio.

MARCO GRIMALDI (AVS). Anche questa è educazione sentimentale, altro che nefandezze! Si vergogni (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare il deputato Mari. Ne ha facoltà. Vi prego di restare nei tempi, altrimenti sono costretto a togliere la parola. Gli interventi a titolo personale devono essere calibrati su un minuto, di cui ciascuno dispone. Prego.

FRANCESCO MARI (AVS). Grazie. Molto personale, perché ho fatto il maestro tutta la vita. Presidente, fatta a questo modo, la nostra discussione è arretrata ed è oltraggiosa verso i docenti italiani (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Azione-Italia Viva-Renew Europe).

Quando parliamo di introdurre un insegnamento nella scuola, non è mai una novità, non è vero, è quello che già fanno gli insegnanti italiani, i quali vogliono essere aiutati a sistematizzare il loro lavoro. Quando un insegnante, un maestro o una maestra, in quinta elementare, in scienze, insegnano la riproduzione tra i mammiferi, cercano già tutti i nessi con la sessualità.

Quando, ogni giorno, parliamo di relazioni tra i nostri bambini e nelle loro famiglie parliamo già di affettività.

Quello che chiedono i docenti e le famiglie italiane è un aiuto dal legislatore a mettere nei programmi, a sistematizzare…

PRESIDENTE. Mi dispiace, ma deve concludere.

FRANCESCO MARI… nel loro lavoro le cose che già fanno (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Quindi, questa discussione così come l'avete messa in piedi è…

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Di Biase. Ne ha facoltà.

MICHELA DI BIASE (PD-IDP). Grazie, Presidente. Sono particolarmente turbata da come stanno andando i lavori in quest'Aula. Sono, ripeto, particolarmente turbata perché - e ciò va riconosciuto sia all'onorevole Varchi che al presidente della Commissione - noi abbiamo davvero, con grande fatica, provato a ricondurre anche quelli che potevano essere degli argomenti divisivi perché abbiamo valutato che, su un tema come questo, non fosse accettabile che vi fossero distinguo o frizioni per arrivare, su un provvedimento che riguarda le donne italiane (un numero sempre più preoccupante di donne italiane), a una determinazione che fosse quanto più possibile condivisa e plurale.

È vero che in quest'Aula ognuno ha diritto di dire quello che pensa, ma nei limiti della decenza, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Noi abbiamo assistito a un intervento gretto. Io prego il presidente della Commissione di ristabilire l'ordine perché spetta a voi il decoro di quest'Aula visto il lavoro che abbiamo fatto, altrimenti si cambia atteggiamento. Le opposizioni cambiano atteggiamento, anche rispetto a questo provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Varchi. Ne ha facoltà.

MARIA CAROLINA VARCHI (FDI). Grazie, Presidente. Mi rendo conto che nei miei confronti corre l'obbligo di questo intervento per riportare il dibattito di quest'Aula, o perlomeno provarci, a quel clima di serenità, rispetto e confronto, assolutamente proficuo, che ha caratterizzato i lavori della Commissione giustizia. Lo dico con la consapevolezza che, sui temi che hanno incendiato quest'Aula, proprio chi vi parla si è resa, nel rispetto delle reciproche posizioni, in quest'Aula protagonista di dibattiti assolutamente ferrati, assolutamente prolungati, che hanno portato anche a un clima di contrapposizione politica importante dentro il Parlamento. E questo lo chiarisco perché credo che, proprio alla luce dei precedenti che tutti i colleghi conoscono, il mio intervento assuma una valenza ulteriore oltre al ruolo che il mio partito mi riconosce.

Presidente, noi - e quando dico “noi” intendo tutti i gruppi parlamentari - rispetto a questo provvedimento abbiamo ritenuto di far prevalere ciò che unisce rispetto a ciò che divide (Applausi). Allora, signor Presidente, poiché noi di Fratelli d'Italia, noi del centrodestra, non ignoriamo che i temi sollevati dal collega che è intervenuto all'inizio di questo dibattito meritino un ulteriore approfondimento, abbiamo ritenuto di lasciarli fuori da questo provvedimento. Ecco perché con la serietà che ci contraddistingue abbiamo ritenuto di non dover porre in votazione nessuno degli emendamenti che trattavano questi temi. Perché lo abbiamo fatto, Presidente? Perché su questo disegno di legge ci sono le firme di ben tre Ministri di questo Governo.

I Ministeri dell'Interno, della Giustizia, per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità sono stati impegnati con il Parlamento, con la Commissione, con l'Aula, in un confronto serrato che non ha conosciuto soste, che non ha conosciuto attimi di confronto che non fossero nel perimetro del rispetto delle reciproche posizioni, con la consapevolezza, signor Presidente, che mentre noi oggi parliamo da qualche parte in Italia ci sono donne vittime di violenza (Applausi).

Credo, allora, che lo sforzo importante profuso dal Governo - su tutti dal Ministro Roccella che ha seguito, passo passo, i lavori e l'esame di questo provvedimento alla Camera dei deputati - meriti di proseguire nel clima che c'è stato finora, che non è un clima frutto di prevaricazione della maggioranza sull'opposizione o di ricatto dell'opposizione sulla maggioranza, ma è un clima che si è costruito sui contenuti: noi abbiamo lavorato sui contenuti (Applausi).

Signor Presidente, in conclusione rivendico l'operato che abbiamo portato avanti su questo provvedimento. Sono consapevole del fatto che c'è un ulteriore segmento di attività da affrontare e lo faremo in separati provvedimenti, ma non è questo il giorno.

Signor Presidente, tramite lei, rivolgerei a tutte le forze parlamentari un invito a resettare gli ultimi minuti di discussione per tornare a quello che c'è stato prima, e poi ritrovarci su un altro provvedimento nel quale discuteremo con serietà e con serenità come abbiamo fatto finora (Applausi).

PRESIDENTE. A questo punto, chiederei ai colleghi dei vari gruppi se intendano continuare il dibattito, oppure se possiamo procedere con il voto di questo articolo aggiuntivo. Votiamo? No, presidente Silvestri, mi faccia un cenno, soprattutto lei. Andiamo avanti? Quindi, proseguiamo con tutti gli iscritti (Applausi ironici dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ha chiesto di parlare la deputata Cherchi. Ne ha facoltà, per un minuto.

SUSANNA CHERCHI (M5S). Grazie, Presidente. Per il suo tramite, volevo dire al collega Sasso che la sua visione del sesso, vista attraverso quest'ottica - mi perdoni, non voglio offendere - è un po' distorta, vagamente, come dire, sporcata da una sensazione di assenza di amore, dove c'è soltanto pornografia. Il sesso lui lo vede avulso da qualsiasi idea di amore, di sentimento, di empatia, è quasi una cosa pornografica. Guardi, per la mia esperienza, l'unica nefandezza che ho visto è stato un disegno di un bambino delle scuole elementari che mi ha portato il nonno disperato, che era talmente volgare, perché faceva vedere, onorevole Sasso, un rapporto tra un animale e un uomo (Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Un bambino delle elementari! E io mi sono talmente vergognata che non sono riuscita a guardare negli occhi il nonno.

PRESIDENTE. La ringrazio, ma deve chiudere.

SUSANNA CHERCHI (M5S). E questo è un bambino delle elementari! Questa è l'idea vostra quando non insegnate…

PRESIDENTE. La ringrazio. Allora, così a titolo informativo, faccio l'elenco dei colleghi che hanno chiesto di parlare: Carmina, D'Orso, Casu, Cuperlo, Tucci, Quartini.

Le deputate Bonetti e Ghirra hanno rinunciato. Gli altri sono Dori, Riccardo Ricciardi e Pavanelli. Cuperlo ha rinunciato. Ha chiesto di parlare la deputata Càrmina… no, Carmìna… l'avevo detto bene fino adesso, poi sono scivolato sul più bello. Prego, ne ha facoltà.

IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo a titolo personalissimo, perché, in trent'anni, ho insegnato in una scuola superiore, una scuola di periferia, periferia dove spesso l'unica agenzia educativa è la scuola. E le parole pronunciate dall'ex Sottosegretario all'Istruzione evidenziano come sia necessaria e indispensabile ancor più l'educazione sessuale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché denunciano una visione retrograda e medievale che non comprende che il sesso non è qualcosa di morboso - ed è questo che noi dobbiamo far capire ai nostri alunni -, ma è qualcosa che definisce l'identità di ciascuno di noi e con cui noi comunichiamo all'altro! Il rapporto sessuale non è qualcosa di negativo o in cui ridurre la persona oggetto, ma è quello in cui si fa una comunità.

PRESIDENTE. Concluda.

IDA CARMINA (M5S). E l'educazione emotiva e sentimentale, ancor più legata a quella sessuale, non è qualcosa di negativo, ma la auspichiamo - e concludo - perché sta a fondamento dell'eliminazione della violenza sessuale, della violenza sulle donne, che riduce la donna a mero oggetto. Riscopriamo ciò che siamo, cioè esseri umani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata D'Orso. Ne ha facoltà, per un minuto.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Anch'io per entrare nuovamente nel merito dell'emendamento e, per il suo tramite, dire al collega Sasso, che evidentemente non l'ha letto, che io, purtroppo, non posso rileggerlo, perché non ho il tempo per farlo, ma lo invito a leggerlo. Non possiamo accettare che l'emendamento venga strumentalizzato, in modo veramente strumentale e degradante, quando descrive tutt'altro. E aggiungo anche un'altra cosa: qui c'è proprio un problema di fondo, cioè noi cosa stiamo facendo? Cosa auspichiamo? Quello che c'è da insegnare, quando si parla di affettività ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze, è prima di tutto connettersi con le proprie emozioni, anche quelle negative - rabbia, gelosia, possesso - che sono sentimenti negativi che fanno parte della natura umana, ma devono essere riconosciuti e governati, perché altrimenti saranno essi a governare le nostre azioni. E, ancora, occorre che i nostri ragazzi imparino il rispetto di se stessi, questo c'è scritto. E anche il linguaggio: occorre modificare il linguaggio, il rispetto per la libertà degli altri, per le differenze e la bellezza delle differenze. Insegnare loro come costruire e preservare relazioni sane, profonde, autentiche…

PRESIDENTE. Concluda.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Un attimo …dove al centro ci sia il bene dell'altro…

PRESIDENTE. La ringrazio.

VALENTINA D'ORSO (M5S). No, no, un attimo, finisco (Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)…

PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo. Sta fuori di 20 secondi.

VALENTINA D'ORSO (M5S). No, finisco il concetto…

PRESIDENTE. La ringrazio. Ha chiesto di parlare il deputato Caso. Ne ha facoltà.

Deputata D'Orso, io un margine lo do, però non si può parlare più della metà del tempo a sua disposizione, mi perdoni. Prego, deputato Caso.

ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Sarò velocissimo. Io posso, da un lato, anche provare a comprendere l'appello della collega Varchi e tranquillamente posso qui dire, sempre suo tramite, ai colleghi che, finché il collega Sasso in quest'Aula continuerà a parlare in merito all'educazione affettiva e sessuale in un modo ottuso, primitivo, retrogrado e offensivo per l'intelligenza umana (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), per noi sarà doveroso stare qui a contrastarlo, perché ci sono i fatti. Ci sono i fatti negli altri Paesi che dimostrano che questa cosa funziona. È semplicemente questo (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tucci. Ne ha facoltà, per un minuto.

RICCARDO TUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Sono 6 anni ormai che faccio parte di quest'Aula ed è la prima volta che sento un intervento così carico di omofobia, di odio e di - non so che altro aggiungere - ignoranza, pure. Forse il deputato Sasso, non lo so, ha subito un trauma da piccolo, forse i bambini lo prendevano in giro per via dell'assonanza del cognome…

ROBERTO BAGNASCO (FI-PPE). Ma come ti permetti?

RICCARDO TUCCI (M5S). Deputato Sasso, l'emendamento sull'educazione sessuale non è istituire la pornografia a scuola (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Non è quello! Lei diceva: parlate coi genitori. Io glielo dico da padre di due bambine: io voglio che le mie bambine studino, a tempo debito, l'educazione sessuale a scuola. Non vanno a guardare i film porno a scuola.

PRESIDENTE. Concluda.

RICCARDO TUCCI (M5S). Presidente, mi scusi, lei dovrebbe stigmatizzare che un deputato si permetta di definire nefandezze gli emendamenti delle opposizioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Abbiamo tutti memoria e sappiamo che sono state utilizzate parole ben peggiori. Ha chiesto di parlare il deputato Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Io sono, ancora una volta, costernato all'interno di quest'Aula, perché devo verificare, per l'ennesima volta, che a questa maggioranza e a questo Governo la parola prevenzione, evidentemente, non piace. Questo è il dato di fatto. La prima questione che mi viene in mente - nel sottoscrivere questo emendamento - è che alla maggioranza e a questo Governo la parola prevenzione fa venire l'orticaria, anche in questo caso. Questo è un dato di fatto, perché noi sappiamo benissimo, da tutti gli studi internazionali, che l'educazione affettiva e sessuale è un elemento culturale che può fare la differenza rispetto alla violenza di genere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Lo sappiamo in maniera chiara. Allora, io mi chiedo: quale frustrazione freudiana vi sta assillando (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

PRESIDENTE. Concluda, altrimenti sono costretto a toglierle la parola.

ANDREA QUARTINI (M5S). Quale frustrazione freudiana vi sta assillando (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dori. Ne ha facoltà, per un minuto.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Anzitutto, come Alleanza Verdi e Sinistra ritiriamo le ulteriori richieste di intervento, perché riteniamo che si debba, a questo punto, andare avanti, dato che le posizioni sono, comunque, ormai evidenti e drammaticamente differenti. Il collega Bonelli ha già espresso la nostra posizione, in modo molto netto e chiaro.

Però, vorrei anche precisare che un emendamento non può mai essere percepito come una provocazione. È una nostra prerogativa, in cui inseriamo quello che, chiaramente, ci sta a cuore. Pertanto, dovevamo semplicemente presentarlo e illustrarlo. A provocare, qui, sono stati alcuni interventi da parte della maggioranza.

Ciò detto, adesso noi vorremmo comunque proseguire questo lavoro, convinti che gli interventi della maggioranza che abbiamo sentito in precedenza, eccetto quello della collega Varchi, siano degli insulti non a noi, ma agli insegnanti, perché, evidentemente, non c'è fiducia nei loro confronti (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. La ringrazio, ma è comunque l'ultimo del suo gruppo, quindi non possiamo cancellare altri interventi dopo il suo.

Ha chiesto di parlare il deputato Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. C'è un video che gira su TikTok, dove si vede un bambino che sta per iniziare a gattonare e il padre sessualizza questo atteggiamento, lo vede come se stesse facendo un atto sessuale e dice a questo bambino: dai, dai, continua e poi fumati una sigaretta. Ora, vedere un bambino di 6-7 mesi come un oggetto sessuale è già di per sé terrificante, ma questo bambino da chi riceverà l'educazione sessuale? Da chi la riceverà? Da un padre che lo filma, dice così e poi lo mette in rete? Questa è l'educazione sessuale che riceverà.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Aboliamo la madre e il padre e chiudiamo tutto, allora!

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Collega Varchi, non è un argomento divisivo, questo. Questo è un argomento fondamentale per prevenire la violenza di genere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E se voi non partite da questo, siete responsabili, che lo vogliate o no! Infatti, come si farà a intervenire, poi, a 16 o a 20 anni sul ragazzo? Allora, io domando a tutte le persone che io so che, nella maggioranza, non la pensano come Sasso, che diano un sussulto di dignità e che sappiano che questo è fondamentale. La teoria gender - vi do una notizia - non esiste! È una cosa che non esiste (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

PRESIDENTE. Concluda. Ha esaurito il suo tempo, da un po'.

RICCARDO RICCIARDI (M5S).…di Medioevo. Nel Medioevo erano molto più avanti; andate a leggervi un po' di novelle medievali e capirete che parlavano di sesso in maniera molto più libera di quanto non ne parlino persone che assomigliano a trogloditi (Commenti - Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Pavanelli. Ne ha facoltà.

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Intanto per sottoscrivere l'emendamento in questione. Oggi la maggioranza si appresta a bocciare, tra l'altro per la seconda volta, un emendamento che contrasta la pornografia minorile e la detenzione di materiale pornografico relativamente a minorenni, tramite le intercettazioni.

Questo per sottolineare che le destre non vogliono l'educazione affettiva e sessuale nelle scuole - parlando di richieste oscene dal parte del MoVimento 5 Stelle -, ma forse è il caso che le destre facciano un vero esame di coscienza, perché, se da un lato, non vogliono l'educazione affettiva e sessuale nelle scuole, da un altro lato, non vogliono fare niente contro chi sfrutta i minori e contro la pornografia minorile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cappelletti. Ne ha facoltà.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Grazie, Presidente. La settimana scorsa, un consigliere regionale della Lega della mia regione, tale Barbisan, ha dichiarato, in una nota trasmissione televisiva - lo cito testualmente perché è un rappresentante delle istituzioni, peraltro di lungo corso -: “I ragazzotti neri - bisogna chiamarli di colore adesso - forse alle donne piacciono perché hanno un'altra cosa sotto”. In precedenza, qualche mese fa, un altro consigliere regionale, un altro rappresentante delle istituzioni, questa volta di Fratelli d'Italia, si è reso colpevole di un pesante atto di molestie, per cui si è beccato anche una denuncia da parte di una collega nella sede del consiglio regionale, denuncia che mi pare sia stata ritirata, ma comunque è stato sospeso per 5 giorni. Ora, io mi rivolgo al collega Sasso: forse, alla luce anche di questo, non ritiene che di educazione sessuale ci sia bisogno e soprattutto nelle sedi dei vostri partiti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferrari, ma vi rinunzia. Ha chiesto di parlare la deputata Morfino. Ne ha facoltà.

DANIELA MORFINO (M5S). Da docente che ha svolto per 30 anni questo ruolo, mi sento davvero offesa e costernata dalle parole del collega Sasso, perché, ogni qualvolta fa interventi, reiterati, sull'argomento dell'educazione all'affettività e sessuale, non solo lo fa in maniera provocatoria nei confronti del nostro gruppo, del MoVimento 5 Stelle, ma offende letteralmente i docenti, che sono persone che sanno affrontare questi argomenti in maniera empatica e seria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, lo invito a chiedere scusa a tutta la classe docente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per un richiamo al Regolamento il deputato Cuperlo. Ne ha facoltà.

GIANNI CUPERLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Richiamo al Regolamento, articolo 8, comma 1. Nel corso dell'intervento del collega Sasso, che ha generato la discussione che abbiamo appena ascoltato, mi permetto solo di inserire un elemento, che per noi però non è irrilevante o secondario. Lo faccio nello spirito e nell'apprezzamento per le parole della collega Varchi. A un certo punto del suo breve intervento, il collega Sasso ha, più o meno, pronunciato queste frasi : un anno fa, le elezioni le abbiamo vinte noi e le leggi in questo Parlamento le facciamo noi. Casomai, se volete, vi adeguate. Lei, a fronte di qualche reazione dai banchi dell'opposizione, ha preso la parola, signor Presidente, commentando la necessità di garantire al collega Sasso la libera espressione del suo pensiero, nei limiti del Regolamento della Camera. Ecco, mi permetto di segnalarle, Presidente, che in quel preciso passaggio il collega Sasso ha ampiamente travalicato i limiti del Regolamento di questa Camera (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra), offendendo le opposizioni e traendo una serie di conseguenze dal voto libero espresso dai cittadini italiani un anno fa, che non hanno fondamento nel nostro ordinamento e nel Regolamento di questa Camera. Ci saremmo attesi, da parte del Presidente di turno di quest'Assemblea, una censura, o, comunque, un richiamo nei confronti di un'espressione come quella che avevamo appena ascoltato. In sintesi e a testimonianza di questo nostro punto di vista, di questa nostra opinione e convinzione, quanto al merito della seduta mattutina, verrebbe solamente da chiosare che forse il problema di fondo del collega Sasso non è non avere frequentato un corso di educazione affettiva e sessuale, ma non avere frequentato un corso di educazione politica e istituzionale (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra).

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame dell'articolo 16 – A.C. 1294-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'articolo aggiuntivo 16.012 Ascari il deputato Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Grazie, Presidente. Volevo dire, per suo tramite ovviamente, alla collega Varchi che ovviamente apprezzo il tentativo di sfumare qualcosa che evidentemente - se è stata costretta a intervenire - ha imbarazzato lei e, forse, anche parte del suo gruppo.

Il punto è questo: ognuno può avere punti di vista diversi ed è questo il posto dove esprimere i punti di vista diversi. Non è tollerabile però offendere i gruppi parlamentari su un tema come questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ogni volta che qualcuno userà un tema sensibile per offendere il MoVimento 5 Stelle - ma qualsiasi partito - la reazione sarà politica, dal punto di vista parlamentare e noi ci sentiremo sempre in dovere e in diritto di intervenire continuamente per rivendicare il punto di vista per il quale quest'Aula non può subire questo tipo di arroganze. Quindi, quello che volevo anche comunicare alla Presidenza è la sottoscrizione, da parte dell'intero gruppo del MoVimento 5 Stelle, dell'articolo aggiuntivo 16.012 Ascari.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.012 Ascari, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Passiamo alla votazione sull'articolo aggiuntivo 16.013 Ghirra, su cui c'è un invito al ritiro.

Ha chiesto di parlare la deputata Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Spero che non si riaccenda l'incendio, visto che questa proposta emendativa tratta il medesimo tema, ovvero il tema dell'educazione all'affettività e alla sessualità nelle nostre scuole e nelle nostre università.

Ho molto apprezzato l'intervento della collega Varchi, che ha richiamato l'Aula a lavorare in un clima di serenità, rispetto e confronto. Sappiamo quali sono stati gli sforzi nelle Commissioni per portare avanti questo importante provvedimento, però ritengo anch'io - come i colleghi e le colleghe che mi hanno preceduto - che sia inaccettabile che un tema come questo venga visto come una provocazione, o, ancor peggio, come una nefandezza o qualcosa di degradante, perché è del tutto evidente che, se i dati che riguardano il nostro Paese rispetto al tema della violenza sulle donne, sono quelli che riporta l'Istat, non è solo con politiche di tipo punitivo e repressivo che possiamo risolvere il problema. È necessario prevenire, e l'educazione e la formazione sono gli unici strumenti che abbiamo a disposizione per farlo.

Non si può pensare di lasciare alle famiglie esclusivamente il compito di formare i giovani all'affettività e al rispetto. Ricordo ancora i dati dell'Istat perché ci dovrebbero far riflettere, sono agghiaccianti e, ogni volta che li rileggo, rimango sconvolta, perché nel nostro Paese il 31,5 per cento delle donne tra i 16 e i 70 anni, corrispondenti a quasi 7 milioni di donne, hanno subìto, nel corso della propria vita, una qualche forma di violenza, che sia fisica o sessuale. Il 20 per cento ha subìto una violenza fisica e il 21 una violenza sessuale. Il 5,4, per cento, oltre un milione, le forme più gravi dalla violenza, come lo stupro o il tentato stupro, e la maggior parte delle volte, nel 62 per cento dei casi, le forme più gravi di violenza arrivano dall'ex partner o dal partner, e in altri casi da amici e parenti.

Allora, è del tutto evidente che bisogna intervenire su questo fenomeno a partire dalle classi più giovani della nostra società. Credo che il disagio giovanile sia ulteriormente aumentato dopo il periodo del COVID e, se noi non interveniamo per tempo, dei fenomeni come il terribile episodio di Caivano non potranno che entrare nell'immaginario delle nuove generazioni.

Noi, con questo emendamento, chiediamo che il Ministro dell'Istruzione e del merito individui delle linee guida per introdurre nelle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado l'insegnamento dell'educazione all'affettività, all'emotività, alla sessualità e il contrasto alla violenza di genere, e che lo stesso venga fatto nelle nostre università. Ciò perché siamo profondamente convinti che l'educazione sia l'unico strumento che abbiamo per ribaltare i terribili dati che caratterizzano ancora il fenomeno della violenza sulle donne nel nostro Paese. Davvero l'atteggiamento di alcuni colleghi che dichiarano di porre un muro rispetto anche semplicemente alla discussione su questo tema di fondamentale importanza non può essere accettato. Confido davvero che possa esserci una riflessione profonda, se non in questa sede, quantomeno in provvedimenti futuri, così come preannunciava la collega Varchi, e si possa arrivare a una sintesi che ci veda concordi sul fatto che sia fondamentale intervenire sulla prevenzione e sull'educazione al rispetto dei nostri giovani (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata D'Orso. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente, per sottoscrivere, se la collega Ghirra lo consente, a nome del gruppo del MoVimento 5 Stelle, questo emendamento. Questo emendamento davvero, in realtà, vi viene in aiuto, vi viene incontro, perché forse non lo avete letto, anche qui, con la dovuta attenzione. La collega Ghirra vi sta offrendo, praticamente sta offrendo ai vostri Ministri, anzitutto al Ministro Valditara, al Ministro dell'Istruzione e del merito, la possibilità di adottare, e dunque scrivere, linee guida su questa materia, su questo nuovo insegnamento. Quindi, cosa vuol dire questo? Vuol dire che in realtà quello che potrebbe essere il contenuto di queste linee guida in qualche modo sarebbe un'operazione lasciata nelle mani dei vostri Ministri.

Tra le altre cose mi viene da sorridere, perché qua mi viene praticamente da dire o che non avete fiducia nei vostri Ministri o che, addirittura, i Ministri stessi non hanno fiducia in loro stessi o proprio c'è un voler mettere la testa totalmente sotto la sabbia rispetto a un tema che si impone quotidianamente nelle case, nelle famiglie, in tutte le famiglie. Approfitto di questo intervento, in cui ho anche un po' più di tempo, per concludere anche il concetto che volevo dire poco fa, nel precedente intervento, perché vi ho in qualche modo illustrato quello che per noi - quindi senza essere interpretati malamente e strumentalizzati dalle parole di altri colleghi - era l'educazione affettiva.

Ora vi racconto cosa potrebbe essere l'educazione sessuale, che tanto vi spaventa, vi allarma o non so cos'altro vi fa suscitare. Potrebbe essere insegnare, finalmente, direi, come vivere bene la sessualità ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze. Guardate un po', potrebbe anche servire a insegnare loro a riconoscere e rispettare i propri tempi e i tempi dei partner che si mettono al proprio fianco. Questo ormai, purtroppo, è qualcosa che non insegna più nessuno, ed è qualcosa che sicuramente la pornografia non insegna, insegna il contrario. Quindi, dico, ma perché volete abdicare (perché di questo si tratta)? Voi volete sottrarvi a un compito educativo che è fondamentale per lasciare che tutto questo tema, che poi riguarda le relazioni umane prima di tutto, anche la propria dignità, il proprio concepirsi, venga lasciato a Internet, a quello che si trova sul web, a quello su cui i nostri ragazzi e ragazze possono incappare. E, allora, veramente non comprendo: da un lato, volete fare la stretta su quel mondo, e poi, però, vi sottraete dal fare una cosa ben più importante, che è orientare, insegnare ai ragazzi a comprendere cosa va bene e cosa va male, come, in qualche modo, si può vivere bene la sessualità.

Davvero non vi comprendo, e dico, davvero, se c'è un emendamento, uno, su cui potete provare a riflettere e fare vostro, è questo, perché lascia a voi, a voi, quindi è un grande venirvi incontro, perché non è che noi ci fidiamo tanto di voi, ma lascia a voi scrivere queste linee guida. Quindi, davvero non capisco. Non lo ha fatto la collega Ghirra, ma lo faccio io: chiedo l'accantonamento (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Chiediamo intanto al relatore il parere sulla richiesta di accantonamento, prima di proseguire con gli interventi. Prego, deputato Maschio.

CIRO MASCHIO, Relatore. Grazie, Presidente. Colgo l'occasione per ribadire anch'io, come era già chiaro a tutta l'Aula e a tutta la Commissione, tranne forse solo a qualcuno, che non a caso, essendo questo provvedimento proposto da tre Ministri, Famiglia, Interno e Giustizia, tra i quali non era presente il quarto Ministro, Valditara, che ha la competenza sulla materia di cui trattano prevalentemente questi emendamenti, era già noto a tutti, tranne a qualcuno, che l'orientamento politico sul tema dell'educazione non era di inserirlo in questo provvedimento, ma era sicuramente, come già ribadito anche dal Ministro Roccella nel Comitato dei nove, quello di mantenere un impegno reciproco tra tutte le forze politiche ad approfondire il tema in un'altra occasione. Questo rende ancora più fuori luogo e fuori contesto, anche nel merito, oltre che nello stile, l'intervento del collega Sasso, dal quale, personalmente, come presidente della Commissione e come relatore del provvedimento, mi dissocio completamente (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva-Renew Europe, Alleanza Verdi e Sinistra e Misto-+Europa, che si levano in piedi)

PRESIDENTE. Prosegua, prosegua il suo intervento e lo concluda.

CIRO MASCHIO, Relatore. Dicevo che, inoltre, è fuori luogo per il modo in cui sono stati commentati e apostrofati alcuni emendamenti, legittimamente presentati dall'opposizione.

Detto questo, cercando di rivolgere un appello ai colleghi dell'opposizione e a tutta l'Aula nel non cadere nelle provocazioni e nel non rovinare il lavoro importante (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle) che abbiamo condotto dall'inizio fino ad oggi, sia in Commissione che in Aula, chiedo di accogliere l'appello che già aveva fatto la capogruppo Varchi, e quindi a deporre le armi del confronto acceso in Aula e a ritornare al clima che avevamo instaurato fin dall'inizio.

Detto questo, e concludo, nel merito mantengo il parere di invito al ritiro, e quindi ovviamente di non essere d'accordo sull'accantonamento dell'emendamento, in coerenza con quello che abbiamo appena detto. Vale per tutti, sia per chi non lo aveva compreso sia per chi, legittimamente, vuole insistere nel sottolineare questo tema, ma è abbastanza chiaro che l'orientamento che è stato preso è quello di non accantonare questo emendamento, perché il tema dell'educazione sicuramente sarà ripreso in quest'Aula in molte altre occasioni (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Va bene, abbiamo ascoltato, quindi non c'è una contrarietà rispetto alla proposta di accantonamento. Vivono le richieste di intervento che sono state prima avanzate.

Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Cherchi. Ne ha facoltà.

SUSANNA CHERCHI (M5S). Grazie. Io ho apprezzato molto quello che ha detto il collega però, siccome non ho potuto concludere il precedente intervento, voglio dire che…

PRESIDENTE. Mi raccomando, si ricordi che ha un minuto. Non si faccia interrompere, che è sempre fastidioso per chi presiede.

SUSANNA CHERCHI (M5S). …la colpa della sessualità distorta è vostra. La sessualità distorta e vagamente pornografica è colpa di persone che vedono il sesso solo e sempre in modo volgare. Non conoscono l'amore, il sentimento e l'empatia. Presidente, dica all'onorevole Sasso che lo compatisco veramente per questa mancanza, perché non capisce che cosa può essere l'amore vero tra due persone. Lo compatisco (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. La ringrazio anche per la precisione.

Ha chiesto di parlare la deputata Ferrari. Ne ha facoltà.

SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per ringraziare il collega Maschio per il suo intervento - non lo vedo, l'avrei fatto personalmente - e per riconoscere che il lavoro che è stato fatto in Commissione, sebbene non sia iniziato nel modo migliore, è terminato, invece, come ho detto prima, con un successo di condivisione, come ha detto la collega Varchi, delle cose che ci uniscono e non di quelle che ci dividono. Noi abbiamo tenuto fede a questo nel momento in cui abbiamo accettato che fosse espunto dalla nostra proposta di legge il tema dell'educazione. Abbiamo accettato questo perché - lo abbiamo condiviso - verrà trattato successivamente.

Voglio precisare che il testo che oggi andiamo a discutere raccoglie le indicazioni che sono state proposte dalla Commissione di inchiesta sul femminicidio nella scorsa legislatura e che sono state votate all'unanimità in tutte le relazioni, anche quelle che riguardano la formazione degli operatori e l'educazione all'affettività e alla sessualità. Sono state addirittura presentate dall'attuale presidente della Commissione di inchiesta sul femminicidio, insieme a chi tra di noi ha voluto partecipare, in una seduta pubblica circa un mese fa. Di fatto in quella sede si è assunta la larga disponibilità a proseguire e a lavorare su questo tema.

Pertanto, oggi respingo l'idea che questo sia un testo esclusivamente della maggioranza. Sono state accolte delle migliorie apportate dai gruppi di opposizione e, pertanto, oggi questo testo non è un testo di qualcuno, è un testo collettivo che noi andremo a condividere fino alla fine, riconoscendo questo approccio di progressione che ha portato qualcuno a rinunciare a qualcosa e qualcun altro ad accogliere quello che inizialmente non voleva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. A nome del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e nello spirito col quale i nostri membri in Commissione hanno partecipato, cogliamo assolutamente in positivo le parole del relatore Maschio, che apprezziamo anche per la correttezza nell'aver preso le distanze da parole che erano fuori luogo rispetto allo spirito con cui è stata costruita questa norma.

Noi riteniamo che si debba andare avanti. Quindi, rinunciamo ad altri interventi e manteniamo questa linea di correttezza che prevede, comunque, com'è stato anche detto da altri colleghi della maggioranza, che poi si farà un provvedimento ad hoc su un tema che è molto importante, soprattutto per le nuove generazioni. Alleanza Verdi e Sinistra vuole fare norme utili per il Paese, nello spirito col quale avevamo concordato questo percorso. Quindi, è giusto evitare di continuare una polemica e di andare nella direzione auspicata anche dal relatore (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Orrico. Ne ha facoltà.

ANNA LAURA ORRICO (M5S). Grazie, Presidente. Io apprezzo l'intervento del collega Maschio, però non possiamo abbandonare una battaglia che stiamo facendo nel merito, perché è una battaglia nella quale crediamo profondamente, e anche nel metodo, perché, a differenza di quello che dice il collega Sasso, siamo in democrazia e chi vince le elezioni non deve avere un comportamento dittatoriale, altrimenti diventiamo un'altra cosa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Allora, per supportare l'emendamento della collega del Partito Democratico, voglio aggiungere un elemento che viene fornito dal Ministero della Salute e non dal MoVimento 5 Stelle o da qualche altra forza politica. Il Ministero della Salute ci dice che in quei Paesi europei dove è stato adottato l'insegnamento dell'educazione affettiva e sessuale si è ridotto progressivamente il numero delle gravidanze nelle adolescenti, si è ridotto il contagio da HIV e si sono ridotti gli abusi e le violenze sessuali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Allora, se Caivano, Palermo, altre periferie e altre situazioni ci hanno insegnato qualcosa è che la prevenzione è fondamentale, non solo la repressione. Iniziamo a lavorare con la prevenzione e tutte le generazioni, presenti e future, ci ringrazieranno e ci ringrazieranno indistintamente dal colore politico e dall'ideologia propagandista che spesso si porta in quest'Aula e che francamente è veramente inutile e noiosa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Presidente, solo per sottoscrivere la proposta emendativa della collega Ghirra.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente…

PRESIDENTE. Intende sottoscrivere l'emendamento?

ANDREA QUARTINI (M5S). È già stato sottoscritto, a nome di tutto il gruppo, precedentemente dalla collega Valentina D'Orso.

PRESIDENTE. Pensavo volesse sottoscrivere. Prego.

ANDREA QUARTINI (M5S). Un minuto, rapidissimo, per sottolineare nuovamente le cose che ha voluto dire la collega Orrico. Effettivamente è proprio così, è proprio così: l'educazione affettiva e sessuale riesce a fare un'operazione aggiuntiva al valore stesso della legge n. 194 praticamente in tutto il mondo. È una legge che, naturalmente, va assolutamente tutelata e protetta. È chiaro, da questo punto di vista, anche un altro aspetto: è insopportabile il fatto che la maggioranza continui a confondere ciò che significa governare e amministrare rispetto a ciò che significa collaborare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Allora, visto che dal nostro punto di vista sia la collega Varchi, in qualche modo, sia il collega Maschio hanno dato un'interpretazione autentica del fatto che tra governare e comandare c'è differenza, io dico anche che noi non possiamo mollare di un centimetro rispetto all'importanza di portare avanti una battaglia sull'educazione affettiva e sessuale nelle scuole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il relatore, il presidente Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO, Relatore. Grazie, Presidente. Intervengo solo nel merito dell'emendamento, avendo espresso un invito al ritiro o parere contrario e un invito al ritiro nei confronti di tutti gli emendamenti sull'educazione, per i motivi che ho specificato prima. Al tempo stesso, sempre per contribuire a richiamare il clima costruttivo con il quale si è lavorato in Commissione, l'intervento che io ho fatto in precedenza era in qualità di presidente, in qualità di relatore e non, ovviamente, a nome di nessuno dei gruppi politici della maggioranza.

Dunque, auspico che si continui a lavorare come si è lavorato bene in Commissione e in tutta la fase iniziale della seduta con i colleghi sia dell'opposizione sia della maggioranza, quindi di Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati. Auspico, quindi, che si siano chiariti tutti gli equivoci, anche verbali, che, sfuggendo di mano al dibattito, si sono generati nei minuti precedenti e che da parte di tutti, ciascuno ritornando nelle proprie posizioni iniziali, si possa proseguire e concludere il dibattito nel clima costruttivo, che sia la maggioranza che la Commissione avevano impostato fin dall'inizio (Applausi).

PRESIDENTE. È un auspicio anche della Presidenza.

Ha chiesto di parlare il deputato Carotenuto, a titolo personale. Ha un minuto a disposizione. Ne ha facoltà.

DARIO CAROTENUTO (M5S). Signor Presidente, apprezzo le parole del collega Maschio, ma intervengo per stigmatizzare una serie di interventi - questo è solo l'ultimo - del collega del collega Sasso. Nel recente passato, il collega ha inteso affermare che noi questa educazione sessuale dovremmo farla nelle nostre sedi, accusandoci, di fatto, di essere dei pedofili, praticamente. Questa è una cosa di una gravità allucinante e ogni pazienza ha un suo limite, Presidente (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ecco perché adesso stiamo continuando a protestare contro questo atteggiamento, che è retrogrado, ignorante e mostra tutti, tutti i limiti di questa maggioranza, francamente, a questo punto, devo dire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, l'articolo aggiuntivo 16.013 Ghirra, con il parere … Revoco l'indizione della votazione.

Vuole parlare, deputato Silvestri?

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Signor Presidente, intervengo molto brevemente sull'emendamento.

PRESIDENTE. Interviene sull'emendamento, immagino.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Si, signor Presidente, e ovviamente anche sul clima che, grazie a un intervento, si è venuto a creare.

L'intervento del presidente Maschio lo apprezzo moltissimo, come ho apprezzato l'intervento della collega Varchi. Io quello che dico è evidente a tutta l'Aula e a tutti i gruppi parlamentari che il clima che si è creato e che può andare avanti è stato generato, fondamentalmente, da un insulto, non da una divisione di idee. Quindi, quello che sto chiedendo è, semplicemente, che uno degli esponenti dei direttivi dei gruppi, e sarebbe anche una cosa gradita, dalla persona che ha rivolto l'insulto, non solo al MoVimento 5 Stelle, al Partito Democratico, all'Aula e a tutti i partiti dell'opposizione, correggesse il suo punto di vista, rientrando nel merito, come si è sempre lavorato in Commissione. Tutti gli esponenti e anche le opposizioni hanno sottolineato di intervenire correggendo il tiro, rimanendo nel merito delle proprie idee - qualora se ne abbiano - e, da questo punto di vista, evitare ogni tipo di insulto, personale o di partito, perché qui siamo tutti in quest'Aula per esprimere le nostre idee e non per farci insultare da un membro di un partito o dell'altro o dall'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Questo chiedo alla Presidenza e rivolgo come appello ai colleghi di maggioranza, che so benissimo essere guidati dal buonsenso, so benissimo come hanno condotto seriamente questi lavori e so benissimo che l'intervento che ha generato tutto questo non è assolutamente nello spirito di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.013 Ghirra, con il parere contrario della Commissione, del Governo, e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 16.017 Zanella. Ha chiesto di parlare la deputata Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente, questo articolo aggiuntivo è teso a contribuire alla soluzione di un problema che non può essere rimosso. Per contrastare la violenza domestica e ogni forma di violenza che, come è noto, può arrivare perfino al femminicidio, è indispensabile operare sul piano della cultura, perché, vedete, c'è un dato che va conosciuto, c'è un concetto che va preso in considerazione e cioè che l'inviolabilità del corpo femminile non si è imposta nella cultura, nella cultura maschile in particolare, ma nemmeno in quella femminile, sempre, non con l'efficacia simbolica necessaria. Vedete, l'inviolabilità della proprietà privata ha funzionato di più di quanto abbia funzionato l'inviolabilità del corpo della donna (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

Quindi, per rimediare a questa drammatica situazione a livello profondo della nostra cultura noi dobbiamo impegnarci a fondo con consapevolezza, anche con capacità di analisi e, quindi, con un piano che vada a incidere a questo livello e vedremo anche per quanto riguarda l'educazione sentimentale, l'educazione sessuale. Noi siamo animali con una sessualità e non dobbiamo avere paura della parola sesso. Il sesso incide pesantemente sulla nostra identità a livello conscio, ma anche a livello inconscio, perché noi siamo animali simbolici, siamo animali complicati, tanto è vero che in nessuna altra specie animale succedono drammatici e terribili cose come all'interno dell'umanità. Quindi, la scommessa, anche del Parlamento, deve essere questa e la Commissione bicamerale sul femminicidio e il contrasto di ogni altra forma di violenza ha questo come obiettivo. Andatevi a leggere gli interventi delle vostre rappresentanti, che sono stati proposti lunedì, nella discussione generale, dove tutti gli interventi e tutte voi, colleghe, parlate di questo aspetto culturale e bisogna articolarlo e non si può certo arrivare all'educazione sentimentale e sessuale a 18 anni. Sarebbe troppo tardi, siamo d'accordo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di palare la deputata D'Orso.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Signor Presidente, per sottoscrivere - se la collega Zanella lo consentirà - questo emendamento, a nome di tutto il gruppo del MoVimento 5 Stelle e per sottolineare, anche questa volta, che la collega Zanella dà un ulteriore contributo a sfumare anche quelli che potrebbero essere aspetti divisivi su questo tema, perché ho notato, leggendo con molta attenzione l'emendamento predisposto dalla collega Zanella, che non c'è la locuzione “educazione sessuale”. Quindi, sgombriamo il campo da quello che in qualche modo tramortisce queste forze di maggioranza.

Quindi, invito a leggere con attenzione - e lo faccio per prima io - questo articolo aggiuntivo, che, tra l'altro, pone, di nuovo, nelle mani della Presidenza del Consiglio dei ministri l'adozione di un piano organico di interventi multisettoriali volti alla prevenzione e all'informazione in merito al fenomeno della violenza contro le donne e della violenza domestica. Mi sembra, quindi, che non faccia tanto di più rispetto a quello che già la macchina è pronta a fare e già fa. Però, cosa dice? Con particolare riguardo alla formazione scolastica “al fine di garantire l'educazione delle nuove generazioni alla parità tra uomini e donne”. Attenzione, questo è un concetto che abbiamo ritrovato nella proposta emendativa Ravetto, quindi penso che la collega Ravetto possa apprezzare questo articolo aggiuntivo. Educare a cosa? “(…) al rispetto, alla relazione e all'affettività, nonché a definire linee guida che forniscano indicazioni per includere nei programmi scolastici di ogni ordine e grado i temi del contrasto alla violenza sulle donne e alla violenza domestica”. Ditemi voi cosa c'è di divisivo in questo articolo aggiuntivo, in questo linguaggio.

C'è anche una lettera b), molto opportuna, che ci richiama a un'ulteriore riflessione, che è quella, ripeto, volta “a fornire corretti strumenti interpretativi rispetto all'utilizzo commerciale e sessuale dell'immagine e del corpo delle donne”. Dunque, questo cosa riguarda? Riguarda come dobbiamo imparare a guardare il corpo delle donne, quindi, comunque, è un'operazione assolutamente culturale. Come vedete, sparisce da questo articolo aggiuntivo la locuzione “educazione sessuale”, per cui, anche qui, non comprendo i motivi della chiusura della maggioranza.

Sottolineo ancora, infine - e concludo -, che non è coinvolto in questo articolo aggiuntivo, da protagonista, il Ministro dell'Istruzione e del merito, che abbiamo compreso non essere tra i Ministri che hanno lavorato a questo disegno di legge. Qui non viene fuori quel coinvolgimento, quindi, anche sotto quel punto di vista, nel merito, viene meno la resistenza che potrebbe esserci. Come vedete, sto cercando di fornire davvero un contributo al dibattito, mi attengo al merito proprio per quello che ci siamo detti. Nulla toglie, però, che ribadisco quanto anche il capogruppo ha detto prima: noi attendiamo ancora delle scuse da parte di chi di dovere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Pavanelli. Ne ha facoltà.

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Intanto, chiedo alla collega Zanella se mi permette di sottoscriverlo, è un articolo aggiuntivo veramente di buonsenso. Poter fare nelle scuole un'educazione sulla parità di genere dovrebbe, oggi, essere assolutamente condivisibile, così come sull'affettività, sulla consapevolezza e sul rispetto dell'utilizzo commerciale e sessuale dell'immagine del corpo delle donne, ma anche degli uomini. Credo che questo articolo aggiuntivo dovrebbe essere assolutamente condivisibile. Pertanto, chiedo al Governo se possa rivedere il proprio pensiero sulla bocciatura di questo articolo aggiuntivo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Marianna Ricciardi. Ne ha facoltà, per un minuto.

MARIANNA RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Giusto per ricordare ai colleghi della maggioranza che la proposta di legge con cui è stata istituita la Commissione di inchiesta sul fenomeno del femminicidio ha tra i suoi compiti prevalenti quello di andare a verificare che siano adottate le misure di prevenzione atte a prevenire questo fenomeno e che siano stabiliti, anche nelle scuole, progetti di educazione. Quindi, visto che anche nell'ufficio di presidenza di questa Commissione la maggioranza è ben rappresentata, mi chiedo come mai ci sia questa preclusione ideologica a questo articolo aggiuntivo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.017 Zanella, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 16.033 Zan.

Ha chiesto di parlare il deputato Zan. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO ZAN (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo articolo aggiuntivo è importante, perché prevede il gratuito patrocinio per i casi di abusi sessuali o violenze domestiche. Con questo vogliamo dare veramente un segnale importante alle donne che si trovano ad attraversare un iter giudiziario complicato, nel quale, molto spesso, sono sole, sono lasciate sole di fronte a questa incombenza pesantissima. Proprio per questo vogliamo ribadire che lo Stato intende farsi carico integralmente di tutti gli oneri di queste vicende, anche economici, derivanti dalla violenza domestica e di genere.

In secondo luogo, questo articolo aggiuntivo, colleghi, è importante perché va a completare quello che è stato fatto di importante nella riforma Cartabia ovvero migliora la disciplina di questa tipologia di procedimenti civili e facilita ulteriormente il dialogo e l'interlocuzione tra il giudice civile e il giudice penale, soprattutto potenziando i poteri istruttori del giudice civile. Questo anche per consentire, colleghi, che, nel procedimento civile, possano essere assunti provvedimenti coerenti, anche con l'interesse dei soggetti più fragili, a partire dai minori che sono coinvolti nella vicenda di violenza domestica e di genere.

Dunque, con l'approvazione di questo articolo aggiuntivo, su cui chiediamo il voto dell'Aula, il quadro si completerebbe anche sul piano del sostegno economico alle vittime che devono sostenere una complessa attività di difesa, che è necessario affrontare in questi casi di violenza di genere e di abusi sessuali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Intervengo sull'articolo aggiuntivo del collega Zan, perché è identico, poi, al successivo, su cui poi non interverrò, 16.031. La finalità è molto chiara, esplicita, cioè quella di estendere, anche ai procedimenti civili, come già avviene per i procedimenti penali, lo strumento, l'istituto del gratuito patrocinio in deroga ai limiti di reddito, nell'ambito degli abusi familiari e quant'altro.

Penso che al riguardo il parere contrario sia determinato esclusivamente non nel merito, perché troverei davvero complicato immaginarne il senso, ma per mancanza di coperture. Quindi, al di là di questo articolo aggiuntivo, che però è estremamente importante, spero che ci sia un impegno da parte del Governo per poter trovare quei fondi che, ad oggi, sembrano non esserci rispetto all'estensione e, quindi, all'ampliamento di questo istituto. Chiedo, pertanto, un accantonamento o un impegno successivo, anche in fase di ordini del giorno, da parte del Governo.

PRESIDENTE. Il presidente Ciro Maschio è stato chiamato in causa. Prego.

CIRO MASCHIO, Relatore. Grazie, Presidente. Per i motivi già molto chiari ed evidenti che ho spiegato in precedenza, non ritengo ci siano le condizioni per un accantonamento, ma che si prosegua come abbiamo stabilito.

PRESIDENTE. Solo per dare una precisazione, questo articolo aggiuntivo è simile, ma non identico a quelli successivi, altrimenti sarebbe stata nostra cura accorparli e farli discutere e votare insieme.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.033 Zan, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Passiamo agli identici articoli aggiuntivi 16.030 Ascari e 16.031 Dori.

Ha chiesto di parlare la deputata Ascari. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Questo è uno degli articoli aggiuntivi che verrà subito presentato nella legge di bilancio, perché avremmo voluto introdurre il gratuito patrocinio sganciato dai limiti reddituali in favore delle donne vittime di violenza anche per i procedimenti civili e, quindi, allineare la normativa a quello che è già previsto sul piano penale.

Ma, soprattutto, sarebbe stato fondamentale perché, molto probabilmente, non avete idea di quante donne, di quante mamme, lì fuori sono soggette ad anni di processi e sono letteralmente messe in ginocchio da una violenza istituzionale, che si consuma purtroppo anche nelle aule dei tribunali. Io vi invito a parlare loro, fuori dal Parlamento c'è spesso un presidio permanente di mamme che quando ti fermano ti raccontano storie veramente di sofferenza, ma soprattutto ti raccontano di quello che hanno vissuto, di un ingiusto e, in alcuni casi, di un illegittimo allontanamento dei propri figli dal contesto familiare. Queste donne, molte volte, nella maggior parte dei casi, sono vittime di violenza che, dopo aver denunciato il loro carnefice e chi ha fatto loro del male, si sono viste, nonostante questo, strappare i propri figli perché non credute, perché colpevolizzate, perché considerate delle madri alienanti sulla base di sindromi che non hanno nessun carattere scientifico, come ha stabilito espressamente la Cassazione, e vengono messe sul banco degli imputati. Sono donne cui viene tolto tutto ciò che hanno e che restano per anni ingabbiate in processi da cui veramente non vedono via di uscita, con danni irreparabili che ricadono soprattutto sui minori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 16.030 Ascari e 16.031 Dori, con parere contrario della Commissione, del Governo e della V (Bilancio) Commissione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 16.02 Ascari, che chiede di parlare.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Chiederei un accantonamento e un supplemento di riflessione perché quest'articolo aggiuntivo ricalca un ordine del giorno che poche settimane fa è stato approvato all'unanimità da quest'Aula parlamentare.

In quest'articolo aggiuntivo si chiede di estendere lo strumento delle intercettazioni ai reati relativi alla detenzione di materiale pornografico. Quest'articolo aggiuntivo è importante perché consentirebbe di scoprire traffici ben più gravi relativi, purtroppo, a scambi, in rete, di materiale contenente violenze e abusi perpetrati anche nei confronti di bambini piccolissimi e di neonati. Quest'articolo aggiuntivo sarebbe di aiuto per tutti i casi come Caivano che riguardano bambini tra i 9-11 anni in cui c'è stata la scoperta di video a contenuto sessuale e di violenze commesse nei confronti di due ragazzine di appena 13 anni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.02 Ascari con parere contrario della Commissione, del Governo e della V (Bilancio)… Revoco l'indizione della votazione. La deputata Ascari ha chiesto l'accantonamento e vuole la risposta, mi pare comunque che l'indicazione data dal relatore sia la stessa su tutte le richieste di accantonamento. Prego, presidente Maschio.

CIRO MASCHIO , Relatore. Grazie, Presidente. Confermo il parere contrario all'accantonamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.02 Ascari con parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 16.05 Ascari. Ha chiesto di parlare la deputata Ascari. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Quello in esame è un articolo aggiuntivo che ritengo veramente fondamentale perché la violenza parte anche dal linguaggio. In questo caso, che cosa si chiede? Ci sono tre articoli all'interno del codice penale - mi riferisco all'omicidio volontario, all'omicidio colposo e all'omicidio preterintenzionale - in cui c'è un termine che andrebbe adattato all'attualità, soprattutto alla luce della Convenzione di Istanbul. L'articolo 575 del codice penale recita: chiunque cagiona la morte di un uomo. No, chiunque cagiona la morte di una persona (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E questo è fondamentale perché le parole sono importanti.

Questo importante intervento - ci tengo a dirlo - avrebbe un'importanza dal punto di vista dell'omogeneità lessicale dal momento che il termine “uomo” viene applicato per i reati più gravi, mentre il termine “persona” per quelli meno gravi. Da un punto di vista culturale e simbolico si sottintende che dietro al termine “uomo” ci sia il termine “donna”, ma a venire uccise - una donna ogni tre giorni - sono le donne in quanto donne, sono violate e stuprate le donne in quanto donne. Questo lessico deve essere aggiornato e attualizzato alla luce, ripeto, della Convenzione di Istanbul e alla luce di un codice che risale ormai agli anni Trenta. Questa sarebbe stata veramente una rivoluzione, anche culturale di quest'Aula del Parlamento, rispetto a tante parole che citano il linguaggio, ma concretamente non si sta facendo niente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere questo importante articolo aggiuntivo rispetto al quale vorrei ricordare che effettivamente è proprio il linguaggio il primo contesto in cui c'è un rischio di discriminazione. Da questo punto di vista, direi che è veramente opportuno. Nuovamente sono meravigliato che non possa essere accolto un testo di questo tipo, una proposta di questo tipo, perché è, sul serio, anti-pregiudizievole, anti-pregiudicante. Riuscire a rimodulare il linguaggio, dando un significato preciso all'idea che non ci debbano essere discriminazioni è una cosa fondamentale. Le stesse persone con disabilità non amano essere definite in maniera diversa da persona, perché persona è neutrale e persona è l'elemento che garantisce il diritto di cittadinanza.

PRESIDENTE. Concluda.

ANDREA QUARTINI (M5S). In questo senso, credo sia un articolo aggiuntivo davvero importante (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la presidente Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Velocemente per dire che sostengo questo articolo aggiuntivo. Il linguaggio è sostanza, Presidente, usare una parola invece che un'altra significa indirizzare un messaggio invece che un altro. Dunque, è giusto che il linguaggio sia inclusivo e convintamente chiedo alla collega Ascari di poter sottoscrivere il suo articolo aggiuntivo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Auriemma. Ne ha facoltà.

CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie Presidente, per sottoscrivere e per rimarcare l'importanza delle parole in quest'aula. Sappiamo il peso delle parole: quanto possono essere vuote e quanto possono essere dei macigni. Sottoscriviamo l'articolo aggiuntivo a nome del gruppo del MoVimento 5 Stelle. È importante avviare, da queste modifiche, da queste proposte emendative, una rivoluzione culturale in un settore, in un ambito che è estremamente delicato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferrari. Faccio presente soltanto che - ovviamente è l'Assemblea che decide poi come comportarsi - alle 13,30 è prevista l'interruzione della seduta: potremmo tentare di esaurire le votazioni sugli emendamenti, in modo tale che la ripresa proseguirà con l'iter consuetudinario. Prego, a lei la parola, deputata Ferrari.

SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere a nome di tutto il gruppo e auspicando che, anche se oggi nel merito c'è un parere negativo, se ne possa riparlare nei provvedimenti successivi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Orrico. Ne ha facoltà.

ANNA LAURA ORRICO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo a sostegno dell'emendamento della collega Ascari. Capisco che il centrodestra sull'educazione affettiva e sessuale abbia un punto di vista più ideologico che di analisi nel merito del tema, però, onestamente, con riferimento alla proposta della collega Ascari di sostituire la parola “uomo” con la parola “persona”, mi sembra veramente incredibile che non si voglia accogliere questo emendamento che, nella sua semplicità, scardina tutta una serie di meccanismi legati a un concetto di Stato e di giustizia che metteva al centro solo l'uomo e, quindi, non la persona come titolare di diritti umani fondamentali e imprescindibili (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Aveva chiesto di parlare il deputato Dori, che rinuncia.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.05 Ascari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 16.08 Boldrini.

Ha chiesto di parlare la presidente Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Qui entriamo in uno dei temi più cruciali rispetto alla violenza sessuale, ossia il tema del consenso. Lei sa, Presidente, che non esiste crimine in Italia meno denunciato della violenza sessuale. Quando si vanno a vedere le statistiche, si pensa che in Italia vada tutto bene, invece è tra i crimini più diffusi. Dunque, perché le donne temono la denuncia? Qual è il motivo per cui le donne che subiscono violenza non si rivolgono alla giustizia? Perché le donne hanno timore di non essere credute. Perché, tra le varie convinzioni che volgono a giustificare gli autori e a colpevolizzare le vittime, c'è quella per cui gli uomini sono mossi da un desiderio incontrollabile e le donne, attraverso il loro comportamento, prima li provocano e poi si sottraggono. E quindi, alla fine, la colpa di chi è, Presidente? Della donna. È sempre della donna che li ha provocati. Sottosegretario, lei ride, ma c'è ben poco da ridere su questo meccanismo mentale che induce a pensare che, se una donna viene ammazzata, è perché se l'è cercata. Ecco, io direi che il tema non si presta all'ilarità, se mi consente.

Però si dà il caso che lei dovrebbe ascoltare, invece di parlare con il suo vicino (Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia)...Sì, sì. E allora, le vittime di violenza che cosa devono fare nei tribunali? Devono dimostrare la loro irreprensibilità morale, devono dimostrare anche il loro dissenso, perché, nella maggior parte dei casi, i giudici chiedono ancora oggi (Commenti)

PRESIDENTE. Prosegua.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Scusi Presidente, ma come si permette (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

PRESIDENTE. Ma che succede?

SALVATORE DEIDDA (FDI). ….questo qui ci indica e ci sta provocando (Dai banchi del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista: “Ma questo chi?”)

PRESIDENTE. Deputato Deidda, deputato Deidda, vogliamo andare avanti oppure vogliamo anticipare la chiusura dei nostri lavori? Mi pare che oggi ne siano capitate di diverse, quindi andiamo avanti. Prego, prosegua, deputata Boldrini.

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Sì, grazie Presidente. Le chiederei di non considerare questa interruzione nel calcolo dei minuti.

PRESIDENTE. Mi pare evidente, ha fatto il Presidente prima di me.

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). La ringrazio, Presidente. So che lei è sempre attento. Nella maggior parte dei casi, quindi, la donna deve dimostrare di essere dissenziente. Ma non si tiene in conto che, spesso, le donne si pietrificano, non hanno la forza di reagire, perché a volte sono vittime giovanissime, oppure perché, magari, sono state fatte oggetto di droghe a loro insaputa, come spesso, purtroppo, nelle discoteche accade sempre più frequentemente, caro Presidente. Allora, questa pratica dei giudici che dicono: “dimostra di aver urlato”, “dimostra di aver pianto”, “dimostra di esserti divincolata”, non trova neanche conferma nelle ricerche scientifiche, le quali dicono che, nella gran parte degli stupri, la vittima resta pietrificata dall'aggressione sessuale.

Dunque questo emendamento, Presidente, che cosa vuole fare? Questo emendamento vuole ribaltare quest'idea, questo ragionamento per cui spetta alle vittime dimostrare che non fossero d'accordo. Questo ragionamento è folle e, quindi, si parla di consenso: nel rapporto sessuale ci deve essere consenso, dall'inizio alla fine, perché se non c'è consenso, è stupro.

Mi risulta difficile accettare un parere contrario, Presidente, perché questo emendamento trova due ancoraggi importantissimi: la Corte di Cassazione, nella sentenza del 16 ottobre 2019, dice che il consenso deve essere espresso e perdurare per l'intera durata del rapporto, non potendosi desumere dalla mera mancanza di reazioni esteriori oppositive della vittima; e l'altro ancoraggio è la Convenzione di Istanbul. Dunque, mi chiedo: come fa il Governo a dare parere contrario a un emendamento che si basa su una sentenza della Corte di Cassazione e sulla Convenzione di Istanbul che, lo ricordo, è legge dello Stato? Questo non si può accettare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata D'Orso. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Innanzitutto, mi dispiace che effettivamente ci sia un brusio di sottofondo e che non si sia prestata adeguata attenzione alle parole importanti che sottoponeva la collega Boldrini. Il tema è importante, è delicato ed esiste, noi lo sappiamo bene. È un tema suggerito dalla Convenzione di Istanbul, come ricordava la collega Boldrini. Quindi non c'è dubbio che noi condividiamo le finalità dell'emendamento.

Tuttavia, devo dire che noi esprimeremo un voto di astensione, perché l'inserimento nell'ultimo comma di una definizione così puntuale e così dettagliata di cosa sia il consenso potrebbe, purtroppo, per eterogenesi dei fini, rischiare di restringere lo spazio di apprezzamento che è corretto lasciare al giudice in questa ipotesi di reato e rischiare, quindi, magari veramente per paradosso, di sottrarre alla tutela alcune condotte. Ora, nel diritto penale l'onere della prova è a carico dell'accusa ed è il PM che deve provare la sussistenza di tutti gli elementi costitutivi del reato. Quindi, più elementi inseriamo nella descrizione della condotta più sarà gravoso quell'onere della prova. Su questo emendamento, quindi, ribadisco, ci asterremo. Tuttavia, già preannuncio - così non intervengo dopo - che il nostro voto sarà favorevole, e lo sarà in modo convinto, sull'emendamento della collega Serracchiani, perché, pur inserendo il tema dell'assenza di consenso, che è un tema importante e che ci viene sollecitato, però non sovraccarica la norma di ulteriori elementi. Quindi, questo è il motivo per cui - lo ribadisco - su questo emendamento ci asterremo, mentre sull'emendamento della collega Serracchiani daremo un voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Io ringrazio la collega Boldrini per aver posto un tema, anzi il tema, quello del consenso in una violenza sessuale, che spesso davvero viene utilizzato come strumento contro la donna, non soltanto a livello culturale o mediatico, ma anche nelle aule giudiziarie e spesso anche nelle sentenze. Ecco perché, quindi, il tentativo di delimitare e di circoscrivere a livello anche legislativo questo concetto è assolutamente apprezzabile.

Per questo motivo, come Alleanza Verdi e Sinistra, voteremo a favore (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Pavanelli. Ne ha facoltà.

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Solo per chiedere di sottoscrivere la proposta emendativa della collega Boldrini.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.08 Boldrini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.0100 Serracchiani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.06 Ascari, con il parere contrario della Commissione e del Governo…

Revoco l'indizione della votazione. C'è una richiesta tardiva di parlare da parte della deputata D'Orso. Prego.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Volevo comunque sottolineare l'importanza di questa proposta emendativa che riguarda le ipotesi aggravate di violenza sessuale: noi stiamo mettendo, nero su bianco, un principio, cioè quello di sottrarle al giudizio di bilanciamento tra circostanze attenuanti e circostanze aggravanti. Ricordo che, tra le circostanze aggravanti, vi è anche lo stato di alterazione della persona offesa dovuto ad alcol, sostanze psicotrope o stupefacenti. Ebbene, cosa vogliamo fare con questa proposta emendativa? Garantire che le circostanze attenuanti non possano mai essere considerate equivalenti o prevalenti rispetto alle circostanze aggravanti. Per noi questa è una proposta emendativa comunque importante, che meriterebbe un approfondimento e una riflessione, anche in ragione delle vicende purtroppo accadute nel corso di questa estate.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.06 Ascari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 16.07 Boldrini.

Ha chiesto di parlare la deputata Boldrini. Ne ha facoltà, anche se siamo al confine con le 13,30.

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Sì, Presidente, siamo al confine e, dunque, consapevole di questo, la farò breve, se posso interpretare il suo pensiero. Però, volevo che rimanesse qui in quest'Aula la statistica forse più allarmante del nostro Paese, e cioè - lo dice l'Istat - che una donna su due in Italia ha subito una molestia fisica - ripeto: una donna su due -, oppure un ricatto sul luogo di lavoro.

La cosa preoccupante è che, Presidente, l'81 per cento delle donne che hanno subito queste molestie e questi ricatti sul luogo di lavoro non sporge denuncia, cioè convive con questa situazione perché ha paura di non essere creduta, ha paura di essere giudicata, ha paura di perdere il posto di lavoro.

Allora, nel nostro ordinamento, gli atti sessuali compiuti nell'ambito di un rapporto di lavoro, o comunque sul luogo di lavoro, senza il consenso della vittima non godono di una specifica disciplina e assumono rilevanza penale, integrando il delitto di violenza sessuale, solo qualora siano commessi con abuso di autorità. Allora, le condotte e molestie che non rientrano tra queste e quindi non sono caratterizzate da violenza, minaccia o abuso di autorità, sebbene possano essere numerose e molto gravi per la dignità di una donna, sfuggono alla sanzione penale: c'è un vuoto, un vacuum, una carenza di tutela; manca, quindi, la fattispecie della molestia tout court sganciata dalla violenza sessuale.

L'ultimo punto: i tempi. C'è chi dice: “però ha denunciato la molestia dopo 8 mesi o dopo 10 mesi, quindi è falso”. Ma, Presidente, non esiste un tempo giusto. Ognuno ha il proprio tempo, ha il tempo necessario e noi dobbiamo dare possibilità di accedere alla denuncia. In Francia la denuncia può essere fatta entro 20 anni e nel Regno Unito non c'è scadenza. Allora, io chiedo in questa proposta emendativa di istituire la fattispecie della molestia e di allungare i termini, che oggi sono di 12 mesi, a 36 mesi. Come fa il Governo a non prendere atto di questa necessità? In nome di cosa si rifiuta?

PRESIDENTE. Il deputato Zan ha chiesto di sottoscrivere questa proposta emendativa: va bene.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.07 Boldrini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Sospendiamo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 15 per proseguire l'esame del provvedimento.

Tuttavia, per una questione anche di cortesia istituzionale, non intendo sottrarmi al richiamo al Regolamento svolto dal collega Cuperlo. Non entro nel merito delle cosiddette parole sconvenienti perché chi ha un po' di esperienza sa che questa discussione è sempre stata molto soggettiva; dovremmo fare un albo delle parole che non possono essere citate, così saremmo tutti d'accordo. Solo nella seduta di oggi, oltre alle parole che sono state sottolineate da molti interventi in Aula, sono state anche utilizzate le parole “trogloditi”, “ignominioso”, “ignobile”, “osceno” e “vergognoso”. Quindi l'elenco delle parole che andrebbero perscrutate è lungo, ma ho detto che su questo non mi pronuncio: c'è il Presidente della Camera e ci sono gli organi competenti che possono accertare. Dico che il deputato Sasso, sulla cui legittimità dell'intervento ovviamente non ho nulla da eccepire, ha detto: “Gli italiani, il 25 settembre (…), ci hanno consegnato la maggioranza, noi legiferiamo, voi potete decidere se votare insieme a noi”. Io non ho ritenuto questa locuzione sconveniente o rischiosa per la democrazia (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La seduta è tolta.

La seduta, sospesa alle 13,35, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 100, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 1294-A e abbinate.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 1294-A: “Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica” e delle abbinate proposte di legge nn. 439-603-1245-1377.

(Ripresa esame dell'articolo 16 – A.C. 1294-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Ricordo che prima della sospensione è stato da ultimo respinto l'articolo aggiuntivo 16.07 Boldrini.

Passiamo all'articolo aggiuntivo 16.010 Ascari, sul quale c'è un invito al ritiro, a pagina 24 del fascicolo.

Ha chiesto di parlare la collega Ascari. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Questo è uno degli emendamenti che continueremo a presentare. Questo emendamento è stato suggerito dai presidenti dei tribunali di sorveglianza, i quali in Commissione antimafia, nella scorsa legislatura, ci hanno rappresentato questa grave problematicità, ossia la continuazione dello stalker dal carcere. Questa norma prevede una modifica all'articolo 41-bis della legge 26 luglio 1975, n. 354, e quindi prevede una censura, per quanto riguarda la posta, per gli imputati detenuti per reati di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale, violenza sessuale di gruppo e stalking, perché dal carcere continuano a mandare lettere e messaggi alle loro vittime per continuare la persecuzione.

Questo ovviamente va fermato ed è una norma che è stata espressamente suggerita, trattandosi di una problematica seria e di un'ulteriore violenza che viene commessa nei confronti della vittima (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.010 Ascari, con il parere contrario di Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 16.018 Ascari.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Presidente, si tratta di un emendamento estremamente importante nel controllo, nella prevenzione, nell'aiuto concreto alle vittime di violenza di genere. Mi sorprende che non ci sia stato anche qui un supplemento di riflessione e sarà di nuovo tra gli emendamenti che verranno presentati a tutti i provvedimenti utili disponibili.

In questo emendamento si chiede la nomina di un commissario ad acta nelle regioni inadempienti nelle erogazioni dei fondi ai centri antiviolenza. I centri antiviolenza, che voglio ringraziare perché fanno un lavoro straordinario a supporto delle vittime di violenza, sono spesso il primo approdo a cui una vittima si rivolge, ma hanno bisogno, ovviamente, di risorse per poter sostenere questo percorso; hanno bisogno di aiuti, di soldi che devono arrivare tempestivamente per poter fornire un'alternativa, un aiuto legale, un aiuto psicologico e un'accoglienza. Ma, se i fondi non arrivano o arrivano in ritardo, ci sono volontarie dei centri antiviolenza che di tasca propria aiutano queste donne.

Questo è inaccettabile, l'aiuto dovrebbe essere tempestivo, immediato, perché per le vittime di violenza il tempo non c'è. Quindi, questo è un emendamento che andava accolto “senza se e senza ma”, e vi premetto che verrà sicuramente ripresentato in occasione del primo provvedimento utile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dell'Olio. Ne ha facoltà.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Grazie, Presidente, una cosa al volo perché volevo rimarcare e lasciare agli atti che ancora una volta per questo emendamento è stata utilizzata la Commissione bilancio in maniera strumentale, perché, quando è arrivato questo emendamento, sono stati eccepiti i potenziali oneri. Va bene, al Senato si possono presentare i testi 2, mentre alla Camera si possono presentare i testi riformulati dal Governo. Il Governo avrebbe potuto tranquillamente riformulare dicendo di nominare un commissario ad acta ad invarianza finanziaria. Abbiamo approvato la scorsa settimana il decreto sulla Settimana delle STEM, che è stato infarcito di mille cose senza che ci fossero davvero i soldi.

Si poteva tranquillamente fare una cosa del genere, anche perché questi soldi che sono delle regioni rimangono fermi ed è nell'interesse del Governo che vengano spesi, quindi volevo rimarcare questo punto. Ovviamente il Governo non può entrare nel merito perché la Commissione ha eccepito l'articolo 81, però volevo rimarcare questo utilizzo strumentale che è del tutto sbagliato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ne prendiamo atto, grazie.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.018 Ascari, con il parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Chiedo scusa. C'è stato un errore da parte del gruppo sull'articolo aggiuntivo 16.010 Ascari. Il voto del gruppo del Partito Democratico è contrario.

PRESIDENTE. Va bene. Si deve intendere come contrario il voto del gruppo del Partito Democratico. Lo lasciamo a verbale.

Passiamo all'articolo aggiuntivo 16.019 Ghirra.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Questo emendamento riguarda i tempi di erogazione dei fondi ai centri antiviolenza. Sappiamo che attualmente le regioni a cui vengono assegnati i fondi fanno la richiesta di trasferimento delle risorse al Dipartimento, che poi, in esito alle verifiche, provvede a suddividere le risorse tra le regioni che poi le corrispondono alle strutture con tempi estremamente lunghi e con modalità del tutto disomogenee, che sono state quantificate da ActionAid in un ritardo medio di 14 mesi.

Con questa proposta emendativa, quindi, chiediamo che, trascorsi 90 giorni dall'avvenuta ripartizione delle risorse alle regioni, in caso di ritardo venga nominato un commissario ad acta per l'erogazione dei fondi. Sappiamo bene quanto i ritardi possano incidere sull'attività dei centri e, quindi, è fondamentale che ci sia un'accelerazione. Dunque, confido che l'Aula voglia votare favorevolmente su questa proposta di emendamento (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.019 Ghirra, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Colleghi, l'articolo aggiuntivo 16.022 Zanella è ritirato.

Passiamo all'articolo aggiuntivo 16.039 Ascari.

Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Questo è un ulteriore tema per la tutela delle donne vittime di reati di violenza di genere e di violenza domestica. Quindi, ampliamo un po' lo sguardo e andiamo a toccare un'ulteriore materia. Noi ci siamo posti il tema, appunto, di tutelare quelle donne che a fatica riescono a iniziare una nuova vita, magari trasferendo altrove la propria residenza rispetto alla località dove sono avvenuti gli episodi di maltrattamento, di stalking e quant'altro. Quindi, parliamo di una donna che, già con delle ferite addosso, in qualche modo cerca di cambiare vita prima di tutto trasferendosi altrove. Noi pensiamo che ci sia una lacuna nella tutela di queste donne nel momento in cui, ove loro stesse dovessero farne richiesta, non sia consentito all'ufficiale d'anagrafe, di stato civile di inibire il rilascio della certificazione, in particolare della certificazione relativa alla residenza, al soggetto che sia stato rinviato a giudizio per i reati di cui stiamo discutendo.

Quindi, ci sono elementi rispetto a questo emendamento da evidenziare: sicuramente una forma di tutela che deve essere richiesta dalla persona interessata. In secondo luogo, vi evidenzio che questo tipo di tutela, comunque, riguarderebbe già uno stato avanzato del procedimento, cioè dove non c'è più alcun segreto istruttorio, ad esempio, da dover tutelare e, quindi, non ci sono due interessi contrapposti o due diritti contrapposti. In più, noi cosa prevediamo? Prevediamo anche una motivazione rafforzata circa l'uso che si debba fare del certificato da chiunque venga richiesto e questo perché sappiamo bene che la norma potrebbe essere anche aggirata e qualcun altro potrebbe richiedere il rilascio del certificato di residenza. Allora, occorre che sempre su richiesta dell'interessata - ve lo puntualizzo - sia adottata una sorta di alert, cioè si sappia che per quel soggetto occorre che sia presentata in qualche modo una motivazione rispetto all'uso che della certificazione deve essere fatto. Non è una cosa molto diversa, ad esempio, da quello che viene richiesto in talune ipotesi persino a noi avvocati, ossia esibire atti che magari provano la pendenza di un procedimento per cui abbiamo necessità di avere il rilascio di alcune informazioni anagrafiche. Quindi, ritengo sia una norma di buonsenso. Spero ci sia un supplemento di riflessione e mi auguro che possa trovare accoglimento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.039 Ascari, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 16.040 Zanella.

Ha chiesto di parlare la collega Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. Brevemente, in fondo costerebbe poco - solo 20 milioni - incrementare il Fondo che potrebbe rendere più autonome e indipendenti economicamente le donne vittime di violenza domestica e non solo domestica. Il problema principale delle donne che subiscono violenza, spesso anche nella forma di violenza economica, è proprio questo: il loro essere dipendenti, la loro incapacità e impossibilità psicologica e anche concreta di rendersi un po' più libere, libere di uscire da questo circuito perverso di violenza e di effettuare i primi passi e le prime scelte di libertà. Bisogna investire qualcosa, certo, ma complessivamente i soldi, le risorse delle nostre voci di bilancio già in maniera sproporzionata vanno alle donne. Se dovessimo, anche qui, fare un ragionamento di pari opportunità, vedremmo che come donne siamo in credito, in grande credito. Allora, cerchiamo di riflettere anche da questo punto di vista, almeno per le più bisognose (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere la proposta emendativa della collega Zanella a nome del gruppo MoVimento 5 Stelle. Vorrei fare una premessa, Presidente, perché questa proposta emendativa è importante. Tra l'altro, è anche una proposta di legge pendente in Commissione lavoro e sarebbe veramente un contributo fondamentale perché, secondo il report dell'Istituto nazionale della previdenza sociale sulle prestazioni a favore di vittime di violenza di genere, anno 2021, le donne vittime di violenza di genere che hanno presentato la domanda di congedo ai sensi dell'articolo 24 del decreto legislativo n. 80 del 2015 sono 432, di cui 276 sono donne lavoratrici dipendenti con contratto a tempo indeterminato, 38 sono lavoratrici con contratto a tempo determinato e 106 con un rapporto di lavoro part time a tempo indeterminato. Perché dico questo? Perché la durata del percorso di assistenza e di supporto per le donne inserite nei percorsi di protezione relativi alla violenza di genere può impegnare un arco temporale più lungo della durata del congedo, attualmente prevista nella misura di tre mesi. Quindi, questa estensione a 6 mesi darebbe veramente un aiuto fondamentale per partecipare e usufruire pienamente e liberamente dei percorsi di protezione relativi alla violenza di genere. Questo sarà sicuramente un emendamento che verrà riproposto in tutti i provvedimenti utili (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.040 Zanella, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 16.042 Dori.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Signor Presidente, l'emendamento è già stato illustrato poco fa dalla collega Ascari e prevede proprio questa estensione del congedo per le donne vittime di violenza da tre a sei mesi. Immagino che questo sia ancora determinato da un problema di coperture, visto che comunque nel comma 3 è prevista una valutazione significativa. Quindi, spero davvero che possa far parte di un ragionamento più ampio di fondi da stanziare, ormai non in questo provvedimento, ma in prospettiva futura, sulla prevenzione e contrasto della violenza di genere.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.042 Dori …

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà

STEFANIA ASCARI (M5S). Signor Presidente, intervengo solo per sottoscrivere a nome del gruppo Movimento 5 Stelle l'emendamento del collega Dori.

PRESIDENTE. Quindi, abbiamo la sottoscrizione del gruppo del Movimento 5 Stelle e dell'onorevole Ferrari. Prendo atto che non vi sono altri sottoscrittori.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.042 Dori, con il parere contrario della Commissione, del Governo, nonché della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

(Esame dell'articolo 17 - A.C. 1294-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 55).

(Esame dell'articolo 18 - A.C. 1294-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 e degli identici emendamenti soppressivi (Vedi l'allegato A).

Poiché all'articolo 18 sono riferiti soltanto gli identici emendamenti Dori 18.100 e Di Biase 18.1, integralmente soppressivi dell'articolo medesimo, ai sensi dell'articolo 87, comma 2, del Regolamento, porrò in votazione il mantenimento dell'articolo.

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

CIRO MASCHIO , Relatore. Signor Presidente, confermo l'invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Sta bene. Preciso che il parere del relatore e del Governo, che è contrario su due identici emendamenti soppressivi, naturalmente deve intendersi come un parere favorevole sul mantenimento dell'articolo 18.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Signor Presidente, è semplice questo emendamento dove è chiaro che l'obiettivo è quello di rimarcare il fatto che, purtroppo, in questo provvedimento, non sono stati previsti dei fondi e l'articolo relativo alla clausola di invarianza finanziaria. Questo non significa che, ad oggi, sul tema del contrasto alla violenza di genere non ci siano già fondi stanziati che già oggi si utilizzano. Tuttavia, noi pensavamo alla possibilità di prevederne ulteriori e certamente a copertura di quelle nuove previsioni che sono contenute - e ce ne sono numerose e positive che sosteniamo - e quindi sarebbe stato certamente di grande supporto e aiuto. Questo è il senso dell'emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 18.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 56).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1294-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno - e così mi pare -, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

Signora Ministro, le indicherò il numero degli ordini del giorno, il primo firmatario e lei mi darà il parere con la riformulazione eventuale.

Sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/1 D'Orso?

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Il parere è contrario perché è superato dall'emendamento della Commissione.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/2 Cafiero De Raho?

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Il parere è contrario.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/3 Morfino?

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Accolto come raccomandazione.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/4 Ascari?

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Accolto come raccomandazione.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/5 Giuliano?

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Il parere è favorevole, con la seguente riformulazione dell'impegno “a valutare l'opportunità di introdurre uno strumento che consenta al Pubblico Ministero di disporre, se del caso, il sequestro conservativo dei beni mobili e immobili dell'imputato, a garanzia del risarcimento dei danni subiti dalle vittime in tutte le ipotesi di reato contemplate dall'articolo 362, comma 1-ter del codice di procedura penale”.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/6 Berruto?

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/7 Polidori?

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/8 Orfini?

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Accolto come raccomandazione.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/9 Manzi?

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Accolto come raccomandazione.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/10 Bonetti?

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Il parere è contrario sempre per lo stesso motivo, perché superato dall'emendamento della Commissione.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/11 Bakkali?

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Il parere è favorevole se così riformulato, sempre relativamente all'impegno: “a valutare l'opportunità di rivedere la disciplina dell'istituto di “opzione donna” per estendere la possibilità di accedere all'istituto stesso anche alle caregiver degli orfani di femminicidio”.

PRESIDENTE. Solo per essere tranquilli. Quindi, quando lei riformula soltanto l'impegno vuol dire che sulle premesse non ha alcuna osservazione da fare, onorevole Ministro. È corretto?

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Si, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/12 Serracchiani?

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Il parere è contrario per lo stesso motivo in quanto superato dall'emendamento della Commissione.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/13 Bonelli?

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/14 Borrelli?

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Anche su questo il parere è negativo perché superato in realtà dallo stesso testo di legge, in quanto si supera la questione della disponibilità dei braccialetti elettronici per spostarsi sulla fattibilità tecnica.

PRESIDENTE. Quindi il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/15 Ghirra?

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Il parere è favorevole con questa riformulazione. Intanto, con l'eliminazione dell'ultimo capoverso dell'ordine del giorno dalle parole “nonostante questa cornice” a “questo tenore”, in premessa.

Inoltre, che sia riformulato l'impegno in questi termini: “a porre in essere tutte le misure necessarie per contrastare efficacemente i fenomeni di violenza richiamati in premessa, sia attraverso le politiche attive già delineate dalla Convenzione di Istanbul, sia l'adeguato stanziamento di finanziamenti diretti al sostegno e al potenziamento dei centri antiviolenza e case rifugio e alla tutela delle vittime di violenza previsti dal decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, anche mediante l'adozione di opportune iniziative volte a ridurre i ritardi nella distribuzione delle risorse”.

PRESIDENTE. Mi scusi. Sostanzialmente dalla lettura che ho fatto in parallelo con lei, spariscono le parole “di genere”: o non lo ha detto o le è saltato. Con riferimento alle “vittime di violenza di genere” vanno via le parole “di genere”?

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Dunque, “(…) dei centri antiviolenza e case rifugio e alla tutela delle vittime di violenza (…). Si, spariscono anche le parole “di genere”.

PRESIDENTE. E poi, semplificando, cambia la formulazione dell'impegno nel senso che ha letto lei. Sta bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/16 Ravetto?

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/17 Roggiani?

C'è un po' di suspense, ogni tanto va bene.

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Mi dispiace ma sono lunghissimi e ogni volta per sfogliarli…

PRESIDENTE. Non si preoccupi.

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/17 Roggiani, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione dell'impegno: “valutare l'opportunità di promuovere adeguate forme di accoglienza e presa in carico di donne vittime di violenza con particolari fragilità e bisogni”.

PRESIDENTE. Quindi, questo è l'impegno che sostituisce i tre capoversi dell'ordine del giorno n. 9/1294-A/17 Roggiani. Ordine del giorno n. 9/1294-A/18 Girelli?

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Io ho l'ordine del giorno Ferrari.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno Ferrari è il n. 19. Allora andiamo, per ora, all'ordine del giorno n. 9/1294-A/19 Ferrari e, poi, torniamo indietro.

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/19 Ferrari, il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/20 Brambilla, il parere è favorevole.

Gli ordini del giorno n. 9/1294-A/21 Forattini e n. 9/1294-A/22 Dori sono accolti come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/23 Mari, il parere è favorevole. L'ordine del giorno n. 9/1294-A/24 Piccolotti è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/25 Zanella, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di incrementare il Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità”. Sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/26 Ghio, il parere è favorevole con una riformulazione, nel senso di espungere, dalle premesse, le parole: “ex 609-bis”.

PRESIDENTE. Quindi, siamo all'ultimo capoverso delle premesse, onorevole Ghio: dove dice “tale estensione”, eccetera, eccetera, espungere le parole “ex 609-bis”.

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/27 Di Biase, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di sostenere interventi, anche con il potenziamento di iniziative esistenti, per sostenere economicamente le donne nel loro percorso di fuoriuscita in sicurezza dalla violenza, per favorire l'autonomia abitativa, con adeguati sostegni e con particolare attenzione alle fragilità”. L'ordine del giorno n. 9/1294-A/28 Zan è accolto come raccomandazione.

PRESIDENTE. Signora Ministro, se lei si ritrova l'ordine del giorno n. 9/1294-A/18 Girelli, bene, altrimenti lo accantoniamo e cominciamo a vedere il resto.

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. L'ordine del giorno n. 9/1294-A/18 continuo ad averlo come Ferrari.

PRESIDENTE. Facciamo così, signora Ministra: intanto cominciamo, quando, poi, se lo ritrova, lo decliniamo.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1294-A/1 D'Orso, su cui vi è un parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Sicuramente, c'è stato un significativo passo in avanti rispetto all'obiettivo che ci ponevamo con gli emendamenti, un po' tutte le forze politiche, sul fermo di indiziato, però vorrei evidenziare una cosa e, poi, motiverò anche il tipo di richiesta.

Forse, con un supplemento di riflessione, si poteva riformulare questo impegno, parlando dell'introduzione di un nuovo strumento, che, però, una cosa in più rispetto a quanto abbiamo scritto e condiviso può fare. Non vi sarà sfuggito che il presupposto della nuova misura precautelare che abbiamo introdotto riguardi lo specifico caso della convivenza. Quindi, il presupposto è che il soggetto, che noi allontaniamo d'urgenza, sia convivente rispetto alla vittima, alla persona offesa. Qui, in realtà, c'è ancora spazio per un ulteriore sforzo. Ho compreso che, per motivi di sistematicità, di coerenza del sistema, non si può chiamare “fermo”, però chiamiamolo in un altro modo, scriviamolo con un ulteriore sforzo in un altro modo, ma, comunque, impegniamoci a farlo. Quello che vorrei evidenziare è che ancora uno spazio di tutela da garantire rimane, perché tutte le volte in cui non c'è come presupposto la convivenza tra il soggetto destinatario della misura e la persona offesa il tema continua, in qualche modo, a porsi, di bloccare, comunque, questo stalker, questo maltrattante rispetto alla possibilità di avvicinarsi alla persona offesa. Tutto qui.

Quindi, vorrei fare una richiesta, eventualmente, di un accantonamento per provare a riformularlo, dando un'apertura a un ulteriore approfondimento su questo spazio di tutela che ancora possiamo andare a fornire, non in questa sede - quindi, nulla di vincolante, sfumandolo -, ma aprendoci al ulteriormente al tema. Tutto qui.

Quindi, non posso incassare la contrarietà, ma solo perché ritengo che ancora uno spazio di tutela ci sia, una risposta da dare sia possibile. Quindi, solo per questo, pur apprezzando lo sforzo che tutti abbiamo fatto - soprattutto i legislativi, devo ammetterlo, del Ministero - per trovare una soluzione.

PRESIDENTE. Onorevole Ministro, l'onorevole D'Orso le chiede di accantonare l'ordine del giorno. Lei intende aderire o, viceversa, lo mettiamo in votazione? Non intende aderire.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/1 D'Orso, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

Il Ministro è in grado di darci adesso il parere sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/18 Girelli, così completiamo la griglia. Prego, onorevole Ministro Rocella.

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/18 Girelli, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di garantire adeguati stanziamenti finanziari per le case rifugio e per i centri di accoglienza, per gli sportelli dedicati alle donne vittime di violenza, velocizzando e rendendo stabile il percorso dei finanziamenti stessi, anche al fine di assicurare una loro adeguata distribuzione in tutto il territorio nazionale, nonché a ridefinire e aumentare il quantum dell'indennizzo delle vittime di tratta in modo proporzionato alle violazioni patite, svincolandolo dall'accesso necessario alla giustizia penale”.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Ministro.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1294-A/2 Cafiero De Raho.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Cafiero De Raho. Ne ha facoltà.

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno mirava soltanto a richiamare l'attenzione del Governo affinché, nel primo provvedimento utile, si riconoscesse alla vittima dei reati di violenza di genere e di violenza domestica dignità di soggetto del processo. La vittima del reato è spesso trascurata, ma qui, nei procedimenti penali che riguardano violenza di genere o violenza domestica, la vittima ha un ruolo fondamentale, ancor più che altrove, anche perché si tratta di reati che è come se fossero a progressione successiva, via via diventano sempre più gravi. Quindi, avere una continua partecipazione della donna, della vittima del reato, qui diventa ancora più importante.

Cosa si chiede con quest'ordine del giorno? Semplicemente, che l'impegno vada ad assumere, nell'ambito del procedimento penale, una serie di iniziative, di disposizioni, laddove, nell'avviso di conclusione delle indagini preliminari, si dia avviso anche alla vittima del reato, laddove per l'incidente probatorio si attribuisca, ancora una volta, alla persona offesa, vittima del reato, la possibilità di iniziare il processo, fare direttamente una richiesta, partecipare anche all'interrogatorio dell'indagato; vale a dire acquisire, momento per momento, lo sviluppo investigativo che viene acquisito nell'ambito dell'indagine preliminare, dal quale il più delle volte la donna resta estranea. Quindi, il procedimento va in modo autonomo, con l'assoluta ignoranza da parte di chi ha subito quella violenza, che è una violenza, molto spesso, in itinere. La partecipazione della donna qui è fondamentale. Ecco perché l'impegno ci sembrava importante in relazione alla violenza domestica e alla violenza di genere.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/2 Cafiero De Raho, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Ordine del giorno n. 9/1294-A/3 Morfino: onorevole Morfino, accetta la raccomandazione?

Ha chiesto di parlare l'onorevole Morfino. Ne ha facoltà.

DANIELA MORFINO (M5S). Grazie. Sì, Presidente, accolgo la raccomandazione e ringrazio la Ministra per l'apertura verso quest'ordine del giorno, anche se, devo essere sincera, mi aspettavo uno sforzo maggiore vista l'importanza del tema.

PRESIDENTE. Onorevole Morfino, lei sostanzialmente adesso fa un intervento per chiedere la votazione oppure ci fermiamo?

DANIELA MORFINO (M5S). No, stavo ringraziando la Ministra per aver fatto questa apertura verso il mio ordine del giorno.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Morfino. Ordine del giorno n. 9/1294-A/4 Ascari. Chiedo alla presentatrice se accolga la raccomandazione del Governo.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente, non accetto la raccomandazione, per il semplice fatto che in quest'ordine del giorno c'è il cuore della prevenzione nel contrasto alla violenza di genere. Qui viene richiesto un impegno, uno sforzo maggiore per fare un lavoro trasversale da parte di tutte le forze politiche. Se dà così fastidio chiamarla educazione affettiva e sessuale, chiamiamola in un altro modo, chiamiamola prevenzione, chiamiamola emotiva, chiamiamola educazione, l'importante è che venga fatta, perché più tempo passa e più i danni, purtroppo, sono irreparabili. Chiederei, pertanto, uno sforzo maggiore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Nessun altro chiede di intervenire, dunque lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/4 Ascari con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1294-A/5 Giuliano, con il parere favorevole del Governo, se riformulato. Accetta la riformulazione? Chiede di intervenire l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Presidente, volevamo riascoltare la riformulazione perché prima c'era un attimo di confusione e non l'abbiamo proprio sentita, mi dispiace.

PRESIDENTE. Sì, se, per cortesia, la signora Ministro può rileggere la riformulazione. Prego.

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. “A valutare l'opportunità di introdurre uno strumento che consenta al pubblico ministero di disporre, se del caso, il sequestro conservativo dei beni mobili e immobili dell'imputato, a garanzia del risarcimento dei danni subiti dalle vittime in tutte le ipotesi di reato contemplate dall'articolo 362, comma 1-ter del codice di procedura penale”.

PRESIDENTE. Grazie Ministro. Sostanzialmente: c'è l'introduzione “a valutare l'opportunità” e si espunge “con il primo provvedimento”. Prego, onorevole D'Orso.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Accettiamo la riformulazione, però chiediamo che sia posto in votazione, così prendiamo tutti questo impegno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/5 Giuliano, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 60).

Passiamo all'ordine n. 9/1294-A/6 Berruto, sul quale vi è il parere favorevole del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Berruto. Ne ha facoltà.

MAURO BERRUTO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per ringraziare il Governo per questo parere favorevole. Sappiamo che la lotta nei confronti della violenza di genere è un fatto culturale e quest'ordine del giorno, che chiedo sia posto in votazione, che avrà, mi auguro un consenso unanime, dimostra e indirizza in qualche maniera il lavoro di questo Parlamento sul fatto che lo sport possa essere uno strumento culturale.

Difatti, quest'ordine del giorno impegna il Governo in tre azioni, fondamentalmente: la prima è quella di utilizzare le società sportive e i testimonial dello sport, i grandi sportivi e le grandi sportive proprio per trasmettere un valore culturale ai suoi tesserati, ai suoi atleti, ai suoi ragazzi; il secondo impegno è quello di usare i corsi di formazione già esistenti, di tecnici, di allenatori e di dirigenti del mondo dello sport, per introdurre all'interno di quei corsi, oltre all'insegnamento della tecnica, il veicolo, diciamo così, di un messaggio contro la violenza di genere; il terzo impegno riguarda una richiesta che noi rivolgiamo alle grandi società sportive, ai club che hanno comunità di tifosi molto importanti, penso al calcio, ma non solo, penso alla pallacanestro, al rugby, alla pallavolo e così via, affinché possano essere veicolo di comunicazione, rispetto alle comunità dei propri tifosi, di questi stessi valori. Grazie e sono felice di questo consenso unanime su questo tema.

PRESIDENTE. Sull'unanimità, adesso verificheremo, mettendolo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/6 Berruto, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 61).

Ordine del giorno n. 9/1294-A/7 Polidori. L'onorevole Polidori non è presente, chiedo ai colleghi di Forza Italia se insistano per la votazione dell'ordine del giorno su cui vi è un parere favorevole, grazie. I presentatori degli ordini del giorno n. 9/1294-A/8 Orfini e n. 9/1294-A/9 Manzi accolgono le rispettive raccomandazioni.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1294-A/10 Bonetti su cui vi è il parere contrario del Governo. Prego, onorevole Bonetti.

ELENA BONETTI (A-IV-RE). Presidente, chiedo di votarlo, per le analoghe ragioni che ha già espresso la collega D'Orso, perché, sì, è stato parzialmente assorbito, ma quest'ordine del giorno considera una casistica di dimensione più ampia.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/10 Bonetti con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 62).

Ordine del giorno n. 9/1294-A/11 Bakkali, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, se riformulato. Sì. Accetta la riformulazione? Hanno detto di sì.

Ordine del giorno n. 9/1294-A/12 Serracchiani, sul quale vi è un parere contrario. Prego, onorevole, Serracchiani.

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente, come ho già detto questa mattina - e ringrazio la Ministra anche per il lavoro fatto per tentare di trovare un punto di equilibrio rispetto alla contrarietà espressa dai Ministri Nordio e Piantedosi -, abbiamo ottenuto, come ricordava in precedenza anche il presidente della Commissione, una formulazione che ha riguardato tutta la Commissione e che ha introdotto la figura giuridica nuova dell'allontanamento fuori dai casi di flagranza e di pericolo di fuga. Noi però riteniamo, come ho spiegato anche alla Ministra, che sia necessario un passo in più in quei termini di prevenzione, con cui si sono espresse anche le colleghe, poc'anzi. Chiediamo di votare quest'ordine del giorno, auspicando che si arrivi anche a una decisione più coraggiosa, che è quella riguardante il fermo in queste particolari circostanze nelle quali riteniamo sia necessario prevenire la violenza e non intervenire quando la violenza c'è stata.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/12 Serracchiani con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).

Ordine del giorno n. 9/1294-A/13 Bonelli, sul quale vi è il parere favorevole del Governo. Prego, onorevole Bonelli.

ANGELO BONELLI (AVS). Presidente, apprezzo il parere favorevole espresso dalla Ministra e chiedo che sia posto in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/13 Bonelli, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 64).

Ordine del giorno n. 9/1294-A/14 Borrelli, sul quale vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente, intervengo perché nelle motivazioni date dal Governo si dice che nella norma sarebbe già previsto l'aumento dei braccialetti, il che significherebbe che quest'ordine del giorno risulterebbe ultroneo. In realtà, non è così, perché a noi non risulta che ci sia un finanziamento per aumentare il numero dei braccialetti. Mi domando ulteriormente perché dare un parere contrario nel momento in cui c'è già una previsione in questa direzione. Voglio ricordare al Governo che a fronte di circa 27.000 denunce, dato relativo all'ultimo rapporto del Ministero dell'Interno, per i reati legati al cosiddetto codice rosso, sono 928 i braccialetti elettronici attivi in Italia, di questi, secondo i dati forniti dal Viminale, 608 sono stati applicati dai Carabinieri e 321 dalla Polizia. Nel dettaglio, per quanto riguarda i braccialetti elettronici indossati da persone che si trovano agli arresti domiciliari dopo una condanna, 3.319 sono stati applicati dai Carabinieri, 1.121 dalla Polizia e 71 dalla Guardia di finanza.

La richiesta è che questi braccialetti siano decisamente aumentati. Allora, se quest'ordine del giorno - ripeto, è un ordine del giorno - è già previsto, io non lo trovo nella norma e quindi inviterei il Governo a spiegarmi dove sono l'aumento e il maggiore finanziamento. Altrimenti, poiché ritengo che il Governo e il Parlamento possano essere, invece, assolutamente d'accordo, chiedo che venga votato, perché onestamente non riesco a comprendere per quale motivo non dovremmo aumentare la dotazione di braccialetti per le Forze dell'ordine. Ritengo che questa sia una richiesta assolutamente legittima e di buon senso. Quindi, chiedo al Governo, eventualmente, in base anche alla relazione e alle notizie che ho fornito, di cambiare posizione e di dare un parere positivo, oppure chiedo all'Aula, in ogni caso, di votare a favore di quest'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Il Governo intende intervenire. Ministra Roccella, prego, a lei la parola.

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. A quanto sappiamo, a quanto sa il Governo, non esiste un problema di mancanza di braccialetti, non c'è un problema di numero di braccialetti. La mancata applicazione del braccialetto è dovuta ad altri problemi, che abbiamo effettivamente, secondo noi, superato attraverso questa legge. Abbiamo appositamente spostato il problema sulla fattibilità tecnica, perché questo effettivamente è l'eventuale problema che c'è.

PRESIDENTE. Onorevole Borrelli?

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Mi scusi, Ministro, in un primo momento, lei ha detto che questo problema era superato perché era già previsto dalla norma e, quindi, erano già previsti più braccialetti. Adesso ha detto che, invece, non c'è un problema di braccialetti, in Italia. A me risulta, invece, che ci sia, da tempo, da sempre una richiesta, da parte dei magistrati e delle Forze dell'ordine, di aumentare i braccialetti in dotazione. Allora, Ministro, guardi che questo è un tema molto importante. Chi mi conosce, sa bene che io poi vado fino in fondo. Io le ribadisco la richiesta di modificare il parere, perché non mi risulta, in alcun modo, che in Italia, con questo provvedimento, così come è stato previsto, sia stato superato il problema dei braccialetti. Poiché lei si è assunta questa responsabilità, tra 2 mesi, tra 6 mesi, io tornerò in Aula e chiederò se effettivamente sia stato superato tutto, perché questa norma non supera il problema. Noi abbiamo chiesto un impegno. I colleghi sanno bene che io, generalmente, come per i Campi Flegrei e per Ischia, sono molto preciso nelle cose. Il problema del numero di braccialetti elettronici in dotazione nel nostro Paese è serio. Noi stiamo chiedendo l'aumento dei braccialetti a disposizione, che è una richiesta che proviene, da sempre, della magistratura e dalle Forze dell'ordine. Indi per cui io insisto e, ovviamente, mi adeguo al voto dell'Aula.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/14 Borrelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1294-A/15 Ghirra. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Ringrazio la Ministra per l'accoglimento dell'ordine del giorno, con riformulazione. Ho compreso che dobbiamo espungere l'ultimo capoverso delle premesse e le parole “di genere” e “normative”, ma mi è sfuggita la riformulazione delle ultime due righe. Quindi, le chiederei se può ripeterla, grazie.

PRESIDENTE. Signora Ministra, se può rileggerla a partire dalle parole “anche mediante l'adozione” così abbiamo chiara la riformulazione finale.

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Sì, “anche mediante l'adozione di opportune iniziative volte a ridurre i ritardi nella distribuzione delle risorse”.

PRESIDENTE. Onorevole Ghirra? La accetta? Sì, ma insiste per la votazione? Ad abundantiam, va bene.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/15 Ghirra, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 66).

Sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/16 Ravetto, il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/17 Roggiani c'è una riformulazione. Onorevole Roggiani, la accetta? No e chiede di intervenire. Prego, ne ha facoltà.

SILVIA ROGGIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Credo che noi dobbiamo renderci conto del fatto che ci sono donne che non solo sono vittime di violenza, ma non trovano posto nelle case rifugio e nei centri antiviolenza. Ovviamente, la colpa non è né di chi gestisce le case rifugio, né di chi gestisce i centri antiviolenza, ma del fatto che non ci sono risorse adeguate per mettere in piedi una rete territoriale che consenta l'accoglienza anche di donne che non solo hanno subìto violenza, ma, ad esempio, hanno disturbi psichiatrici o fanno uso di sostanze stupefacenti. Ma dobbiamo dirci anche che non viene accolto il 37 per cento delle donne che sono senza fissa dimora, così come non vengono accolti il 20 per cento delle donne vittime di tratta e il 20 per cento delle donne agli ultimi mesi di gravidanza. E, allora, io credo che l'impegno del Governo non possa essere, oggi, quello di pensarci e di capire se riusciamo o non riusciamo, ma che l'impegno del Governo, in una legge che si occupa della lotta alla violenza contro le donne, debba essere molto chiaro: accogliere chi oggi è vittima non solo di violenza, ma anche di altre discriminazioni, intersezionali e multiple (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Onorevole Roggiani, quindi non accetta la riformulazione.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/17 Roggiani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 67).

Sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/18 Girelli c'è una riformulazione. Onorevole Girelli, la accetta? No e chiede di intervenire. Prego, ne ha facoltà.

GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi scuso con il Ministro, ma le devo chiedere se mi può ripetere la riformulazione, perché ho cercato di prendere nota, ma purtroppo non sono riuscito a trovare sul dispositivo il testo.

PRESIDENTE. Prego, Ministra.

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. “A valutare l'opportunità di garantire adeguati stanziamenti finanziari per le case rifugio, per i centri di accoglienza e per gli sportelli dedicati alle donne vittime di violenza, velocizzando e rendendo stabile il percorso dei finanziamenti stessi, anche al fine di assicurare una loro adeguata distribuzione in tutto il territorio nazionale, nonché a ridefinire e aumentare il quantum dell'indennizzo delle vittime di tratta in modo proporzionato alle violazioni patite, svincolandolo dall'accesso necessario alla giustizia penale”.

PRESIDENTE. Onorevole Girelli?

GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ministro, accetto la riformulazione e chiedo che venga votato, però voglio sottolineare due aspetti. Colgo le variazioni che lei ha introdotto, passando dal “garantire” al “valutare l'opportunità”, e tolgo il fatto che, oltre a questo, sia stato tolto l'incremento previsto e auspicabile dei fondi. Io credo che rimangano, comunque, alcune priorità da perseguire e credo che, con riferimento al senso di tutta la discussione e il confronto, anche abbastanza acceso, che abbiamo avuto in queste ore e che ci ha portato, però, a fare il focus sulla violenza subita dalle donne e su cosa bisogna fare per intervenire sotto questo profilo, solo sotto questo profilo, se non interveniamo con rapidità, attraverso i provvedimenti che, a mano a mano, andremo ad approvare, finanziando e prevedendo stanziamenti adeguati per queste realtà, che abbiamo condiviso nell'impegno anche da parte sua, rischiamo davvero di aver fatto semplicemente un esercizio anche molto di parole, ma poco di concretezza. Perciò voglio leggere il suo invito alla riformulazione come un impegno, però, molto concreto e molto determinato affinché questo avvenga. Chiedo che questo ordine del giorno venga votato.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/18 Girelli, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 68).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1294-A/19 Ferrari con il parere favorevole del Governo. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1294-A/20 Brambilla sul quale c'è un altro parere favorevole del Governo.

L'ordine del giorno n. 9/1294-A/21 Forattini è accettato come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Forattini. Ne ha facoltà.

ANTONELLA FORATTINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Accolgo la raccomandazione, ma faccio presente che la disparità di genere sui salari oggi è inaccettabile. Non lo dice, ovviamente, solo il gruppo del Partito Democratico, ma lo dicono molti studi e molti approfondimenti. È consolidato che la dipendenza economica e i salari bassi rendono difficile alle donne, se non impossibile, porre fine alle relazioni violente. Questo lo abbiamo visto nella Commissione sul femminicidio e lo abbiamo approfondito.

PRESIDENTE. Onorevole Forattini, mi scusi se la interrompo. È solo ai fini del Regolamento. Se lei…

ANTONELLA FORATTINI (PD-IDP). Accolgo la raccomandazione. Era per dire che oggi tutte le scelte di questo Governo vanno nella direzione opposta rispetto a quella di colmare questo gap (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/1294-A/22 Dori è accettato come raccomandazione. Il presentatore la accoglie, però chiede che sia messo in votazione.

Onorevole Ministro, siccome è una raccomandazione ed è stato richiesto il voto, dovremmo chiedere al Governo se sia favorevole, contrario o se si rimette all'Aula.

Prendo atto che il presentatore ha rinunciato al voto.

Sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/23 Mari il parere è favorevole e il presentatore non insiste per la votazione.

L'ordine del giorno n. 9/1294-A/24 Piccolotti è accettato come raccomandazione, che è accolta.

Sugli ordini del giorno n. 9/1294-A/25 Zanella e n. 9/1294-A/26 Ghio ci sono riformulazioni, accettate dalle presentatrici.

Anche sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/27 Di Biase c'è una riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Biase. Ne ha facoltà.

MICHELA DI BIASE (PD-IDP). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione però sono rimasta un po' sorpresa dal fatto che si è voluto espungere la vicenda dell'edilizia popolare perché, in realtà, l'edilizia popolare dovrebbe essere destinata proprio alle persone che hanno una maggiore fragilità. Quindi, chiederei comunque di votarlo.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1294-A/27 Di Biase, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 69).

L'ordine del giorno n. 9/1294-A/28 Zan è accettato come raccomandazione, che è accolta.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1294-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare la deputata Semenzato. Ne ha facoltà.

MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Ministra Roccella, presidente Maschio, colleghe e, soprattutto, colleghi maschi, il disegno di legge…

PRESIDENTE. Colleghi, come pensate che la collega Semenzato possa far udire il suo pensiero se le vostre bocche sono così aperte e spalancate?

MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Aspettiamo un attimo, collega Semenzato, che si faccia un po' di silenzio, così lei è in grado di svolgere il suo intervento nella tranquillità e serenità che quest'Aula le deve garantire. Colleghi, per favore. Prego, onorevole Semenzato.

MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)-M). Volevo porre il focus sugli elementi positivi della giornata di oggi e, sicuramente, sull'epilogo di questo disegno di legge che, come sappiamo, partiva, già nella sua genesi, dall'aver unito altre quattro proposte di legge che sono confluite nel testo unico del provvedimento che oggi andiamo a votare e che interviene in maniera puntuale ed efficace sulle misure volte a prevenire il compimento di atti violenti gravi. Questi atti violenti gravi sono la violenza nei confronti delle donne. Io ribadisco il focus della nostra discussione di oggi, la violenza nei confronti delle donne da parte di uomini e, in particolar modo, la violenza domestica.

Sono temi che ci coinvolgono tutti come parlamentari ma, forse, ci coinvolgono ancor più come uomini e come donne, non solo come parlamentari, perché dietro un atto di questa violenza c'è una donna, c'è un uomo e ci sono le famiglie e ci sono bambini. Un lavoro fondamentale è stato fatto per adeguare - guardiamo il lato positivo di questo verbo - le leggi in vigore e renderle più efficaci ma, a mio avviso, anche - ne è testimonianza la lunga discussione di oggi - per appropriarci di nuovi linguaggi che necessariamente devono riguardare la famiglia, la scuola, le Forze dell'ordine e la giustizia. La giustizia che tutela la donna è una giustizia recente. Solo da pochi decenni ogni forma di violenza contro le donne è ritenuta una questione di salute pubblica, una violazione dei diritti umani, un freno alla democrazia e un limite forte allo sviluppo economico. Voi sapete quanto tenga al tema della violenza economica, tema della Commissione che presiedo, e dell'indipendenza economica delle donne e del lavoro.

Il provvedimento in votazione oggi consta di 18 articoli ed è frutto di un grande lavoro di sintesi - sono qui vicini il presidente Maschio e anche l'onorevole Varchi - nella Commissione giustizia ma, se posso permettermi, anche nella mia Commissione, la Commissione parlamentare d'inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere. Questo lavoro di sintesi ha messo alla propria base il confronto e non il conflitto. Ai lavori della Commissione giustizia ho chiesto poi di partecipare, come sostituta, proprio per il mio interesse.

Il disegno di legge interviene su numerosi aspetti della normativa in materia di contrasto alla violenza sulle donne attraverso disposizioni che incidono sia sul rafforzamento della tutela delle vittime sia sulla prevenzione del fenomeno. Nella mia dichiarazione di voto c'era una lunga dissertazione circa la spiegazione di questo disegno di legge che io, francamente, salterei, perché il risultato del lavoro corale è quello più importante.

Se posso permettermi, evidenzio il mio contributo a questo disegno di legge, con l'emendamento 3.2, che è stato accolto, in sede referente, dalla Commissione giustizia. Con tale emendamento chiedevamo che l'articolo 3 del provvedimento, avente a oggetto misure in materia di formazione dei ruoli di udienza e di trattazione dei processi, venisse integrato con l'inserimento, tra i processi per i quali deve essere assicurata una trattazione prioritaria, del reato di interruzione di gravidanza non consensuale, che non risulta ricompreso nella categoria dei reati di genere. È un bene giuridico che abbiamo voluto tutelare, quello della libera determinazione della donna in ordine all'interruzione della gravidanza e, nelle ipotesi aggravate, alla sua salute e a quella del nascituro. Un piccolo tassello nel più ampio quadro normativo a tutela delle donne che sono fiera di aver contribuito a comporre.

Ci tengo a ribadire quello che ho detto in discussione generale, cioè che ritengo che le proposte emendative di opposizione e anche di maggioranza non approvate in Commissione giustizia, pur attenendo alla tematica in esame, deviavano dalle linee tracciate dal disegno di legge, snaturandone i contenuti. Questo non vuol dire che nuove proposte migliorative riguardanti, ad esempio, la vittimizzazione secondaria, la formazione e l'educazione non possano trovare spazio in interventi normativi successivi. La Commissione parlamentare d'inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere si propone proprio come sede dove trovare una sintesi diversa e corale, davvero efficace su nuove proposte legislative, per completare il quadro normativo sul tema della violenza di genere, sul quale stiamo già lavorando tutti e tutte con il continuo coinvolgimento di tutte le forze politiche.

La maggioranza ha fatto la sua parte, però, evidenzio anche la sensibilità del lavoro corale da parte dell'opposizione. Il nostro obiettivo principale rimane e deve rimanere sempre uno solo, la tutela delle donne. È vero, abbiamo lavorato molto più sulle convergenze che non sulle divergenze. Secondo me, questo deve rimanere della giornata di oggi. Dobbiamo lavorare insieme in maniera intelligente e rispettosa, perché questo è l'esempio che diamo, in termini di educazione, alle future generazioni (Applausi), perché, quando parliamo di formazione ai giovani, noi siamo i primi formatori, in quest'Aula.

In quest'Aula - lo dico sempre - è il nostro esempio che diamo alle future generazioni. Dopo tutto, ci giudicheranno i bambini. Quindi, dobbiamo cercare di colmare le lacune che abbiamo ereditato, perché oggi, se parliamo di violenza di genere come di un fenomeno strutturale, vuol dire che tutti abbiamo le responsabilità. Ci è stata data l'occasione puntuale per far vedere che possiamo lavorare insieme e possiamo lavorare bene.

Il voto finale di tutta quest'Aula lo deve dimostrare, per il lavoro che abbiamo fatto in questi mesi e in queste settimane. Quindi, annuncio il voto favorevole di Coraggio Italia e del mio gruppo Noi Moderati (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Presidente, onorevoli deputate e deputati, Ministra, il collega Devis Dori, nell'incipit del suo intervento in sede di discussione sulle linee generali del disegno di legge, ha giustamente affermato: tutto ciò che può evitare anche solo una vittima va bene, anche un nuovo intervento legislativo. L'iniziativa del Governo è condivisibile negli intenti e, sostanzialmente, anche nel contenuto.

Detto questo, non posso non sottolineare, come ha ben fatto e ben argomentato l'avvocata Maria Virgilio, consulente della Commissione sul femminicidio, che, dal 2009, quando ci fu la riforma in materia di stalking, ben 26 volte nel corso di soli 14 anni il Parlamento è intervenuto con provvedimenti legislativi per contrastare e reprimere le violenze maschili sulle donne, prevalentemente in ambito di diritto penale e/o di procedura penale. Al presente, i tre pilastri, prevenzione, protezione e politiche integrate, secondo le disposizioni della Convenzione di Istanbul del 2011, non risultano così solidi nel nostro ordinamento.

È quanto è emerso ed emerge nella maggior parte degli interventi, sia di maggioranza sia di opposizione, ed è stato, e sicuramente sarà oggetto del nostro confronto: guardo la presidente Semenzato della Commissione bicamerale d'inchiesta sul femminicidio e ogni altra forma di violenza sulle donne; siamo d'accordo tutte e tutti sul carattere strutturale del fenomeno. In quanto tale deve essere affrontato, non inseguendo solo obiettivi immediati, magari con interventi disorganici e parziali, ma con politiche appunto integrate, che possano incidere a fondo e provocare mutamenti positivi nella vita sociale, nella vita culturale, nelle istituzioni. Prevenire, contrastare e reprimere le tante forme di persecuzioni e violenze perpetrate dagli uomini contro le donne, dalla violenza domestica, che sembra un ossimoro, economica e psicologica a quella sessuale, ai femminicidi, richiede una grandissima assunzione di responsabilità, soprattutto da parte della popolazione maschile.

Una rinnovata presa di coscienza, che ho rintracciato nelle parole di molti colleghi, del presidente della Commissione, non in tutti, ma non voglio aprire polemiche. Finalmente, mi verrebbe da dire. Venti o trenta anni fa non sarebbe forse accaduto. Eppure, già nel 1976, 2.000 donne, provenienti da ogni parte del mondo, si riunirono a Bruxelles per dare vita al Tribunale internazionale dei crimini contro le donne.

Simone de Beauvoir lo definì uno dei momenti che, più di ogni altro, ha tracciato la via di una mobilitazione e tra i più incisivi per la libertà femminile, perché, colleghe e colleghi, Presidente, di questo si tratta e troppo poco si dice, della libertà della donna, delle donne (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), imprevista nell'universo simbolico e nel mondo reale di origine patriarcale. Le donne, ormai la stragrande maggioranza, non stanno più nel posto in cui era previsto fossero collocate, si sottraggono al controllo e al dominio maschile sulla loro vita, rivendicano indipendenza, autonomia, autodeterminazione.

Il desiderio di lei non passa, né si soddisfa nell'identificarsi con il desiderio di lui, e dal personale il passaggio è stato, nel corso del secolo scorso, specie nella seconda metà, al politico. Il movimento delle donne irruppe nella storia e realizzò una rivoluzione senza spargimento di sangue, se non il proprio. Una rivoluzione che si è svolta nelle camere da letto, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nelle università, nei sindacati, nei partiti, nelle piazze. La filosofa Luisa Muraro così spiega: separarsi dalla politica degli uomini per formare gruppi di sole donne fu ovunque un gesto inaugurale della seconda ondata femminista.

Non fu un gesto contro gli uomini, ma un atto d'indipendenza e un esodo dall'ordine simbolico patriarcale. Il patriarcato è finito, non ha più il credito femminile, recita il Sottosopra rosso, un documento del gennaio 1996 della Libreria delle donne di Milano, che non ignora quanto un ordine simbolico e sociale in crisi conclamata e inarrestabile possa produrre conseguenze drammatiche e pericolose in ogni parte del mondo. Lo constatiamo anche oggi, guardiamo all'Iran, ma anche agli Stati Uniti, in Europa e qui in Italia.

Gli uomini che violentano, stuprano e uccidono sono quelli che più resistono al cambiamento, non intendono accettare la libertà delle donne, non ne vedono i vantaggi per sé, anzi, si accaniscono nella difesa a oltranza di quello che ritengono gli appartenga per diritto: il potere sulle donne, un dominio da detenere e mantenere costi quel che costi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). La morte di lei, della prole, di se stesso, è uno strascico patriarcale terribile. Il contesto culturale in cui la resistenza maschile alle ragioni delle donne si sviluppa e si nutre va tenuto in debito conto.

Per questo, abbiamo insistito oggi con i nostri emendamenti, perché abbiamo cercato e cerchiamo di darci gli strumenti per favorire un vero cambio di civiltà. Dobbiamo realizzare l'educazione sessuale e sentimentale nelle scuole, predisporre percorsi di formazione destinati a tutte le figure che operano sul fronte della prevenzione, del contrasto, della repressione di ogni forma di violenza sulle donne. La vittimizzazione secondaria è una realtà ancora drammaticamente presente nelle nostre istituzioni giudiziarie.

Le donne vittime di violenza che hanno il coraggio di denunciare, e sono ancora la minoranza, rischiano di non essere prese sul serio, di non essere credute, di essere lasciate sole. Guardate come la legge n. 54 del 2006, se ne parlava anche oggi, è applicata. E dell'invenzione della cosiddetta sindrome di alienazione parentale cosa ne pensate? Sconfessata anche dalla sentenza n. 13274 del 2019 della Corte di cassazione.

Insopportabile: donne punite dopo aver denunciato il partner violento in nome del diritto di bigenitorialità, che rischiano di perdere le proprie creature. Abbiamo il dovere di conoscere, con molta cura e a fondo, la realtà. La Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio ha un ruolo e una responsabilità cruciale e ci aspettiamo dal Governo che siano messe a disposizione le risorse ora negate, nonostante i nostri emendamenti, per il sostegno dei centri antiviolenza, le case rifugio, le attività di educazione e formazione e quanto necessario, perché è importante operare a livello di forma mentis degli uomini ma anche delle donne, nei tribunali, nell'avvocatura, nelle istituzioni, nel mondo dei media e nella società in generale. Lo sforzo è poderoso e andrà finanziato, perché è necessario e urgente.

Noi voteremo a favore sul disegno di legge anche in virtù dell'accoglimento dei nostri ordini del giorno e, in particolare, di un emendamento importante del collega Dori, che ha come oggetto il riconoscimento e l'accreditamento degli enti e delle associazioni abilitati a effettuare i corsi di recupero degli autori di reati di violenza sulle donne e di violenza domestica. Ringrazio le colleghe e i colleghi per il lavoro che abbiamo fatto e che faremo insieme (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonetti. Ne ha facoltà.

ELENA BONETTI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Ministra, colleghe e colleghi, tutte le donne vittime di violenza devono sapere che non sono sole e che le istituzioni ci sono, sono al loro fianco, non solo per raccogliere la denuncia della violenza subita ma per proteggere loro, i loro figli e creare quelle condizioni di sicurezza e di opportunità perché si sentano accompagnate e protette nel ricominciare una vita autonoma e libera. Sta a noi il compito di usare tutti gli strumenti a nostra disposizione per tutelare la loro salute, la loro integrità fisica e psicologica, la loro libertà.

Tante volte in quest'Aula, nel corso delle legislature, abbiamo sentito risuonare parole come queste, a cui è seguito un coro unanime di impegno, ma tante volte, colleghi, abbiamo anche dovuto riconoscere nella nostra coscienza che ogni passo in avanti fatto, ogni singolo impegno, seppur necessario, rischiava e rischia di non essere sufficiente se non integrato in un sistema complessivo e integrato, con un approccio sistemico, di contrasto alla violenza. Allora, la storia dei provvedimenti legislativi e dei piani che si sono susseguiti nel contrasto alla violenza contro le donne segna un solco importante per il nostro Paese, a cui segue, come passo fondamentale, questa nostra discussione e l'approvazione di questa legge. Cito alcuni dei momenti cardine: l'introduzione del reato di stalking, il codice rosso, approvato nella scorsa legislatura, la definizione strutturale, per legge, di un piano nazionale di contrasto alla violenza contro le donne, a cui sono conseguite la strutturalità dei fondi destinati nonché l'introduzione, nella scorsa legislatura, del reddito di libertà, del microcredito di libertà. Ringraziamo il Governo perché pare che abbia accolto la nostra proposta di finanziare il reddito di libertà con un aumento strutturale di 6 milioni di euro nella prossima legge di bilancio.

La legge che stiamo discutendo oggi nasce nel solco di questo percorso ed è saldamente ancorata e incardinata alla Convenzione di Istanbul, quella convenzione che il nostro Paese è stato tra i primi a ratificare nel 2013 e che, finalmente, anche l'Unione europea è arrivata a ratificare, sebbene - spiace anche qui - non con il voto unanime del nostro Paese, perché una parte dell'attuale maggioranza non l'ha voluta sostenere. Nasce nel solco di quella Convenzione perché è una legge che modifica, sì, il codice penale ma, come è stato richiamato, lavora sulle prime due “p” della Convenzione di Istanbul, quelle della prevenzione e della protezione delle vittime.

Non nascondo che oggi si compie anche un percorso che abbiamo tutti insieme iniziato nella scorsa legislatura. Tutti i testi oggi in discussione prendono le mosse da quell'iniziativa del Governo Draghi che avevo costruito con la Ministra Carfagna e con la Ministra Gelmini. In particolare, lasciatemi qui ricordare e citare il grande lavoro che hanno fatto, in questo senso, la Ministra Lamorgese e la Ministra Cartabia, a cui oggi vanno il mio personale ringraziamento e, spero, anche il riconoscimento di un grande lavoro fatto che poi lei, Ministra, il Ministro Piantedosi e il Ministro Nordio avete ripreso, insieme all'importante lavoro che aveva svolto anche la Commissione di inchiesta sul femminicidio, sempre nella scorsa legislatura.

Quello stesso testo era stato ripresentato da noi il 24 ottobre 2022 - praticamente un anno fa - e a quel testo sono seguiti i testi delle altre opposizioni e delle forze di maggioranza. Avevamo chiesto una calendarizzazione urgente, sulla quale il Governo sarebbe potuto intervenire con emendamenti e miglioramenti, come poi è accaduto nel lavoro in Commissione e nella rielaborazione. Si è scelto di non farlo, come, invece, è stato fatto in altri passaggi: citiamo la legge n. 46 del 2021 e la legge n. 162 del 2021. Stavolta si è deciso di provvedere in un altro modo e di attendere il provvedimento del Governo. Pensiamo che sia stato un errore ma accogliamo, invece, con favore il lavoro di mediazione e di sintesi che il Governo ha fatto, insieme a tutte le forze parlamentari. A questo riguardo, lasciatemi davvero ringraziare, in particolare, il lavoro della Commissione e del relatore, il presidente Maschio, che ha seguito e ha messo in atto un'opera di regia in modo estremamente opportuno. Credo che se oggi porteremo a casa, come mi auguro, il risultato di un voto all'unanimità, vada dato conto sicuramente del lavoro importante che il Governo ha fatto, insieme anche al lavoro dei colleghi dell'attuale maggioranza.

Lasciatemi anche tornare un po' ai toni accesi di questa mattina, che sono spiaciuti all'interno di un clima, invece, di forte condivisione, di sintesi e di mediazione. Io appartengo a una minoranza, forse, di persone che ritiene che in politica si fa una cosa ben fatta quando qualcuno, dopo di noi e magari al nostro posto, porta avanti i provvedimenti che noi abbiamo iniziato, li compie e li fa proseguire. Questa è la cifra di una politica generativa che cambia il Paese e lo cambia in meglio. Quindi, oggi io ritengo che tutti insieme possiamo dire che abbiamo compiuto un passo importante anche in termini di maturità della politica, cercando, invece, di dimenticare quella tensione che stamattina è nata su un intervento che anch'io stigmatizzo come del tutto inopportuno. Vorrei infatti ricordare all'onorevole Sasso - che non è in Aula ma per suo tramite, Presidente - che per decreto del Presidente della Repubblica - la Ministra Roccella lo sa bene - e, quindi, non certo per una forza di minoranza, il 25 gennaio 2022 è stato promulgato il Piano nazionale infanzia e adolescenza che prevede esattamente la misura dell'introduzione dell'educazione affettiva e sessuale, ai sensi della Convenzione di Istanbul, nelle nostre scuole (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra). Quindi, io credo che si debba solo richiamare all'attuazione di un piano che non è certo una prerogativa della minoranza attuale.

Questo è un provvedimento importante che fa passi in avanti nella sicurezza delle donne. Li abbiamo già citati: la custodia cautelare, il rafforzamento dell'ammonimento, il braccialetto elettronico. È una sintesi importante, per cui anch'io ringrazio la Ministra per quanto riguarda l'allontanamento dalla dimora familiare. Ricordo poi la reintroduzione - era stata tolta nel testo del Governo, ma è stato accolto il nostro emendamento - della vigilanza dinamica, per proteggere le donne e i loro figli quando denunciano, l'introduzione di una provvisionale per le donne e un primo passo sulla formazione delle Forze dell'ordine e della magistratura competente. È, quindi, un impianto organico, forte, alto ed estremamente coraggioso nella giurisprudenza del nostro Paese e io credo che, a partire da questo provvedimento, davvero potremo dire che il nostro Paese ha scelto con forza un contrasto e un ripudio fattivo ed effettivo della violenza contro le donne.

Spiace constatare che, per esempio, l'obbligatorietà della formazione non sia stata considerata, così come si sia deciso di rimandare - ma abbiamo fiducia che accadrà presto - un tema di introduzione, come dicevo, nell'ambito educativo, perché sappiamo tutti che la violenza contro le donne si insidia e nasce da quella subcultura di prevaricazione del maschile contro il femminile che è contraria non solo a un tema di giustizia sociale ma a qualsiasi principio democraticamente dichiarato nella nostra Costituzione. Questo più volte il Presidente Mattarella lo ha ricordato.

Allora, colleghe e colleghi, nel confermare il voto favorevole del nostro gruppo e auspicando che sia un voto che raccolga l'unanimità del consenso dell'Aula parlamentare, vorrei ricordare a me e a noi stessi che questo provvedimento deve essere, da un lato, dedicato alle tante donne del domani, alle giovani donne che devono avere, da oggi in poi, una maggiore fiducia e speranza che le istituzioni siano loro accanto, nel riconoscere il lavoro straordinario che, per esempio, la rete dei centri antiviolenza sta facendo nel nostro Paese, dall'altro, anche nei confronti di quelle donne che, invece, non siamo stati in grado di proteggere fino in fondo, anche perché mancavano gli strumenti necessari per farlo. In ragione di quelle loro vite, noi oggi dobbiamo rendere non solo un voto di impegno, ma anche la certezza che il nostro Paese potrà davvero essere migliore e compiere i princìpi costituzionali, se da questa legge il nostro impegno porterà a un'attuazione fattiva che possa, per queste donne e per i loro figli, rendere la speranza di un futuro migliore. Confermo quindi il nostro voto favorevole e nuovamente ringrazio le colleghe e i colleghi, il lavoro della Commissione, il Presidente e la Ministra, che è stata oggi sempre presente durante il nostro dibattito, e credo che da qui al 25 novembre potremmo dire che un passo avanti lo abbiamo fatto. Tanti ancora sono da fare. Non fermiamoci qui (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Patriarca. Ne ha facoltà.

ANNARITA PATRIARCA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Governo, il provvedimento oggi in esame è un altro tassello fondamentale nella lotta alla violenza contro le donne, vittime incolpevoli di una primitiva visione del mondo e del rapporto di genere, rispetto alla quale non bastano solo le misure di punizione, ma che necessita di una più ampia e profonda rivisitazione dei modelli culturali e sociali che sottendono al rapporto uomo-donna. Negli ultimi tempi si è alzato sempre di più il livello di attenzione nei confronti di atteggiamenti fisici, psicologici ed emotivi che opprimono l'universo femminile e che coinvolgono specularmente quello maschile. Un livello di attenzione che, per la maggiore diffusione e velocità delle informazioni nell'epoca del villaggio globale, si è trasformato ormai in un grido di allarme generalizzato, in una richiesta di aiuto disperato che non è solo nostro dovere raccogliere e, in tal senso, sottolineo, con convinto apprezzamento, la collaborazione leale tra tutte le forze politiche in Commissione, che ha portato a un arricchimento del testo secondo le specifiche sensibilità di ognuno, ma che ha assunto ormai i contorni netti e marcati di un'emergenza strutturale ed endemica (Applausi).

I numeri, infatti, ci dicono, ad esempio, che i casi di femminicidio sono sostanzialmente stabili, negli ultimi anni. Ci si trova, quindi, di fronte non a un'emergenza estemporanea, come può erroneamente trasparire dai singoli episodi che fanno capolino sui mass media e che vengono raccontati con più o meno particolari, ma un vero e proprio problema endemico, un problema di sicurezza e un problema contemporaneamente sociale, che è trasversale rispetto al livello culturale ed economico dei suoi protagonisti ed è indipendente dal luogo in cui si verifica. Eppure dalla ratifica della Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e sulla lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la sopraffazione domestica l'Italia ha fatto passi da gigante. Si è compresa, grazie anche al lavoro delle precedenti legislature, la necessità di contrastare un crimine odioso, che certamente non è compatibile con il contesto di progresso culturale, sociale, economico e scientifico di una società occidentale. E, allora, fondamentali sono stati l'entrata in vigore della legge sul cosiddetto codice rosso, ma anche la legge n. 134 del 2021, che ha previsto un'estensione delle tutele per le vittime di violenza domestica e di genere e la legge n. 53 del 2022, che ha potenziato la raccolta dei dati statistici sulla violenza di genere, attraverso un maggiore coordinamento di tutti i soggetti coinvolti. Il codice rosso però, come tutte le nuove disposizioni normative, ha avuto bisogno di essere testato e corretto e migliorato sul campo. Con la legge n. 122 del 2023 si sono emendati aspetti importanti, come la procedura da seguire nei procedimenti per i delitti di violenza domestica e di genere, ovvero l'obbligo per il pubblico ministero di assumere informazioni dalla persona offesa o da chi ha denunciato i fatti di reato entro tre giorni dall'iscrizione della notizia di reato. C'è un quadro normativo specifico e aggiornato, ma, nonostante questo, qualcosa non funziona, se le donne non risultano completamente protette anche quando hanno denunciato. C'è un bug di sistema, una falla nella catena operativa, che lascia indifesa la vittima e libero di agire il suo aguzzino. Questo ci fa capire che la strada è ancora lunga e allora ben venga questo provvedimento, che intende, ancora una volta, lanciare un segnale chiaro e preciso a chi ha fatto della violenza la propria unica forma di linguaggio. Un provvedimento che vede uniti Governo e Parlamento su un unico percorso, che intende rafforzare i poteri delle Forze dell'ordine e dell'autorità giudiziaria affinché si prevengano nuove tragedie, non solo sotto l'aspetto repressivo, ma anche sotto quello preventivo. E, in quest'ottica, è apparso fondamentale, ad esempio, lavorare al miglioramento dell'istituto dell'ammonimento e il questore, anche in assenza di querela, potrà disporre una sorta di cartellino giallo all'autore del fatto. Ma non solo: potrà intervenire sulla base di un numero maggiore di reati, dalla violenza privata, passando dalla diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, fino al danneggiamento, comprendendo così reati legati anche al cosiddetto revenge porn. E, ancora, in materia di allontanamento d'urgenza dalla casa familiare anche al di fuori dei casi di flagranza a carico di chi è gravemente indiziato di fattispecie delittuose tipiche della violenza di genere, misura che punta a neutralizzare il rischio di condotte criminose reiterate e a salvaguardare l'integrità fisica della persona offesa o, comunque, a scongiurare situazioni di imminente pericolo.

Nel corso del dibattito in Commissione ci siamo trovati a riflettere su un tema che resta una delle grandi criticità di questo fenomeno, la mancanza delle denunce. Le vittime difficilmente la fanno e quando si decidono spesso è troppo tardi; e non la fanno perché sono convinte di essere sole, di non avere alternative, perché sono paralizzate di fronte alla violenza e vanno così incontro al loro destino da sole. Diventa allora fondamentale che chi è preposto a cogliere i segnali di questi fenomeni così complessi e impercettibili debba essere opportunamente formato e, conseguentemente, debba sapere individuare i percorsi più adatti per offrire un aiuto concreto, per evitare da un lato episodi di vittimizzazione secondaria e per rendere efficace l'azione successiva alla denuncia. Si è ribadita l'importanza della formazione specifica di chi si interfaccia con la donna vittima di violenza denunciante, non ci si può affidare al caso o alla cosiddetta empatia del singolo operatore o del singolo professionista. C'è un ulteriore aspetto che andava opportunamente disciplinato e migliorato nel suo funzionamento e nella sua architettura logica e normativa: la reazione da parte dello Stato quando la denuncia c'è. Per questo, si è deciso di intervenire sui termini per la valutazione delle esigenze cautelari, accelerazioni doverose per rispetto delle tante vittime di femminicidio.

Molte volte, davanti a un atto di violenza contro una donna si scopre che ad assistere ci sono anche i figli: quindi, una tragedia nella tragedia. Figli che rimarranno traumatizzati a vita per quello che hanno visto e vissuto. Tutto ciò rende fondamentale la definizione di violenza assistita volta a tutelare anche chi non è vittima in prima persona di atti di violenza, ma che comunque è vittima di un'inaudita violenza psicologica ed emotiva.

Questi sono alcuni degli spunti fondamentali che questa legge offre, una legge che interviene e rende più efficaci misure di repressione e prevenzione e che punta ad affrontare il tema della violenza di genere nel suo complesso, tanto nell'immediatezza di una violenza, quanto nei suoi possibili sviluppi futuri, a tutela delle donne, dei minori e direi a tutela della società tutta, perché ogni donna che muore per mano di un compagno, un marito, un amico comporta una perdita per tutti quanti noi e non può essere una storia di qualcun'altra, ma è una storia che ci riguarda, è una storia di cui siamo responsabili per il ruolo che abbiamo e che ci coinvolge come persone.

Per questa ragione dobbiamo sentirci legate, tutte, da quel sottile filo rosso dell'impegno, della consapevolezza e dell'assunzione di responsabilità.

Questa cosa, negli anni, si è evidenziata, perché tutti gli sviluppi, tutte le novità normative che si sono succedute negli anni sono il risultato dell'impegno di tante parlamentari e di tante donne che, nelle associazioni, nella vita quotidiana, si mettono in prima linea, assumendosi l'impegno e tenendosi per mano, perché la storia di una è la storia di tutte quante noi.

Voglio ringraziare, ancora una volta, tutte le parlamentari - non le cito - della scorsa e delle altre legislature che, con il loro impegno, hanno determinato una serie di passi avanti nella legislazione a tutela delle donne. Oggi parliamo di cose che tanti anni fa non erano concepibili, lo dobbiamo a tante battaglie che si sono fatte. Voglio ricordare un intervento, su un altro provvedimento, di Luana Zanella, politicamente lontana da noi, ma che, quando ha fatto l'intervento sulla procreazione assistita, ci ha ricordato le battaglie che le donne hanno fatto per arrivare al grado di emancipazione a cui siamo oggi.

Non dobbiamo lasciarci, dobbiamo insieme - questo è il grande passo di questo provvedimento, come altri ce ne sono stati -, all'unanimità, ritenere questo sottile filo rosso e portare avanti, ancora una volta, in un unicum con tutte le legislature che ci hanno anticipato, queste battaglie di civiltà, per il nostro Paese, per tutte le donne, per i nostri figli. Grazie, Presidente, ribadisco l'impegno di Forza Italia e il voto favorevole su questo provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Fratelli d'Italia e della deputata Zanella).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Grazie, Ministra, colleghe, colleghi, nel nostro Paese viene uccisa una donna ogni 3 giorni; dall'inizio dell'anno, sono 94 le donne ammazzate per mano di uomini. Dietro questi dati, ci sono famiglie devastate e, nella maggior parte dei casi, ci sono bambini e bambine costretti a crescere senza una madre.

Da tempo, chiediamo un intervento deciso al Governo e questo provvedimento che stiamo per votare contiene tante soluzioni che abbiamo proposto nel corso degli anni in una proposta di legge a mia prima firma, e sono molto contenta che siano state recepite e inserite. Penso, per esempio, all'arresto differito; penso al contrasto della violenza economica, con la possibilità di dare tempestivamente l'indennizzo agli orfani e alle vittime di femminicidio; penso al beneficio della sospensione condizionale della pena, che è dato solo all'esito di un percorso positivo del maltrattante presso un centro per gli uomini maltrattanti, quindi, in modo che lo Stato possa toccare con mano che ci sia stata un'effettiva presa di consapevolezza e per evitare, ovviamente, un pericolo di recidiva. Abbiamo inserito linee guida, l'accreditamento degli enti che fanno questi corsi per verificare chi sono e, soprattutto, il lavoro che viene fatto. E, ancora, penso al miglioramento all'articolo 387-bis, inserendo l'arresto obbligatorio in caso di violazione dei reati del divieto di avvicinamento e dell'ordine di allontanamento; penso alla formazione, che deve essere obbligatoria per tutti gli operatori che ruotano attorno al fenomeno della violenza di genere, anche alla luce delle ultime pronunce giudiziarie.

Bene quello che c'è, perché, comunque, è stato recepito anche dai nostri provvedimenti, lo ripeto, ma guardiamo ancora a quello che manca. Per esempio, l'accesso alle informazioni anagrafiche: questo è un pericolo che deve essere corretto. Con una marca da 16 euro, oggi, chi ti fa del male, il persecutore, può andare all'anagrafe e sapere dove si trova la vittima e, quindi, continuare a perseguitarla e a fare del male. Penso al sequestro conservativo del patrimonio dell'autore del reato perché, per i reati di violenza di genere, chi vive le aule del tribunale sa che questi soggetti si liberano del proprio patrimonio, lo danno in donazione, per risultare nullatenenti, non dare nulla alle vittime, e questa è un'ulteriore violenza economica. Penso al gratuito patrocinio sganciato dai limiti reddituali in favore delle donne vittime di violenza, anche per i procedimenti civili. E qui vi invito veramente a parlare con donne vittime di violenza che, dopo aver denunciato il proprio carnefice, si sono viste strappare i propri figli, perché non credute, colpevolizzate, messe sul banco degli imputati. Sono donne cui viene tolto veramente tutto ciò che hanno e che restano, per anni, ingabbiate in processi da cui non vedono via di uscita.

Ed ancora, abbiamo chiesto di cambiare il lessico del codice penale, di cambiare il termine “uomo” con il termine “persona”. Omicidio volontario, articolo 575 del codice penale: “Chiunque cagiona la morte di un uomo”. No: “Chiunque cagiona la morte di una persona” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e della deputata Boldrini). Questo da un punto di vista culturale, simbolico e lessicale, perché si presume che dietro un uomo ci sia una donna, ma, alla luce della Convenzione di Istanbul, oggi, ogni 3 giorni, viene uccisa una donna in quanto donna e questo codice va attualizzato, visto che è del 1930.

Adesso, voglio arrivare al vero vuoto di questo provvedimento, ossia la non approvazione di un fondo per introdurre, in modo sistemico e continuativo, l'educazione affettiva e sessuale dai primi banchi di scuola. Continuate a negare un diritto. Vi voglio ricordare che, tra i diritti umani, ci sono i diritti sessuali e, tra i diritti sessuali, c'è il diritto a ricevere un'educazione adeguata all'affettività e alla sessualità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e della deputata Boldrini). Vi abbiamo sentito dire in quest'Aula del Parlamento un fatto veramente gravissimo, ossia che l'educazione affettiva e sessuale è una porcheria. Soprattutto, vi abbiamo sentito dire che fare educazione all'affettività e alla sessualità vuol dire educare alla pornografia, all'autoerotismo, alla masturbazione, al gioco del dottore a insegnare la teoria gender. Chi dice queste cose, dice porcherie, dice delle nefandezze (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e della deputata Boldrini)! È gravissimo all'interno delle aule del Parlamento, perché questo insegnamento va garantito. Quando? Va garantito da subito, dall'inizio. Come? Con un'informazione neutrale, competente. Dove? Nella scuola, a partire dalla scuola dell'infanzia, proprio perché gli stessi insegnanti ci dicono che, se queste informazioni non vengono date, c'è una solitudine, perché, spesso, in contesti familiari anche difficili e fragili, è un tabù parlare di sessualità, quindi le risposte vengono cercate altrove, nel web, nella Rete, dove c'è il pericolo di pornografia, con tutti gli effetti distorsivi che ne conseguono (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e della deputata Boldrini). Sono gli stessi insegnanti a dirci che già a 10 e 11 anni i bambini accedono ai siti porno e lì scoprono il sesso, condividendo immagini e video con gli altri.

Cosa significa fare educazione affettiva e sessuale fin dalla scuola dell'infanzia? Significa parlare di un corpo che cambia e si trasforma, di relazioni, di amori, di sentimenti, con un linguaggio adatto all'età, costruendo una cultura del consenso, del rispetto di sé, del rispetto dell'altro e, soprattutto, allenando già i più piccoli a riconoscere le emozioni, fornire un alfabeto gentile delle emozioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e della deputata Boldrini). “Maestra, lui mi vuole abbracciare e io non voglio”: bene, lavoriamo su questo. Insegniamo che l'altro ha il diritto di non voler essere abbracciato e toccato, ma di essere ugualmente mio amico o mia amica, in un modo, ovviamente, diverso.

Come si riconosce il consenso, se non si sa nemmeno cosa sia e non si comprende che dire un “no” vuol dire “no” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e della deputata Boldrini)? Come si ascolta l'altra persona, se si crede che il sesso sia una prestazione ed è tutto dovuto, compreso stuprare, fare un video e metterlo in Rete per guadagnare like e soldi? Come si fa ad avere relazioni paritarie, senza una geografia del corpo e un'educazione al rispetto di sé e dell'altro? Come si fa a prevenire le gravidanze indesiderate senza una prevenzione o una formazione, senza parlare di contraccezione, di malattie sessualmente trasmissibili?

Questo è diritto alla salute, che è un diritto fondamentale, che devono godere anche gli adolescenti, così come il diritto a una sana, serena e libera vita sessuale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Negare la presenza del sesso nella vita degli adolescenti significa negare la realtà. Quei ragazzi e quelle ragazze, che arrivano all'adolescenza bombardati da falsi messaggi, incapaci di costruire una relazione vera, di gestire un rifiuto, di gestire la rabbia, di controllarla, li rendiamo analfabeti emotivi. Non si possono chiudere gli occhi di fronte a questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La violenza sulle donne è un fenomeno criminale, ma, soprattutto, culturale.

Sono oltre quarant'anni che scriviamo leggi, ma ancora oggi viene uccisa una donna ogni tre giorni perché ancora oggi manca una rivoluzione culturale per abbattere quel patriarcato sociale che purtroppo è ancora presente in tutti i settori. E questo è un fallimento perché, oltre al dolore per le vittime, non si tiene conto del grave fallimento della società e delle istituzioni che non hanno saputo educare i bambini di ieri che sono diventati i carnefici di oggi. Questo è veramente un grande fallimento.

Vi faccio presente che porteremo avanti questa battaglia fino alla fine e spero che ci sia una rete, un lavoro veramente costruttivo per portare a casa questo risultato di prevenzione e di educazione.

Ci tengo a dire - e chiudo - che questo provvedimento continua un percorso che mi sta particolarmente a cuore, che è il percorso iniziato con il codice rosso, di cui sono stata relatrice… Scusate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Voglio ringraziare tutte le persone che mi hanno aiutato, la loro voce è qui. Abbiamo cercato di fare il possibile per tutelare tutte le vittime di violenza di genere e continueremo a farlo.

Preannunzio il voto favorevole del Movimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista – Deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle si levano in piedi).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Ascari, grazie davvero. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ingrid Bisa. Ne ha facoltà.

INGRID BISA (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Ministro Roccella, 268 omicidi, 96 vittime sono donne, 76 uccise in ambito familiare e affettivo, 49 di queste uccise per mano del partner o dell'ex partner: sono i dati che ci arrivano nei primi dieci mesi di questo 2023, numeri che hanno subito un incremento rispetto al medesimo periodo dell'anno scorso e ancora di più rispetto ad un decennio fa.

Questo non deve creare, però, timore e bisogna spronare e continuare a spronare le donne vittime di violenza a denunciare. Ci deve essere fiducia nelle istituzioni e nella giustizia. Questi dati devono essere utili a fornirci elementi su cui lavorare ed elaborare tutele per queste donne e linee guida per gli operatori del settore. Questi dati di incremento non possono semplicisticamente tradursi in immagini plastiche del dolore, del terrore, del senso di impotenza, della solitudine, della rassegnazione che costellano la spirale costante di violenza che si registra nel nostro Paese.

L'8 marzo scorso è stato pubblicato un rapporto a livello europeo che afferma di aver raccolto dati in venti Stati. Da questo rapporto emerge che sono colpite da violenza di genere purtroppo tutte le donne europee: una donna su tre, dai 15 anni in su, solo per fare un esempio, ha subito violenze fisiche o sessuali. Dunque, è un problema, quello della violenza sulle donne, che investe tutta l'Europa. I dati, però, sono parziali perché alcuni Paesi non includono la violenza di genere e ci sono purtroppo ancora violenze sommerse perché ci sono donne che non hanno il coraggio di denunciare.

Il rapporto testimonia che in molti Paesi si è registrato un picco di femminicidi nell'immediato periodo post pandemia e anche qui serve una riflessione. Il problema non è, quindi, solo italiano.

Ricordo che nella nuova Strategia dell'Unione europea 2020-2025 sui diritti delle vittime dei reati si presta particolare attenzione alle vittime di reati di violenza di genere. Si legge, infatti, che l'Unione europea farà tutto il possibile per prevenire e combattere le violenze di genere e per sostenere e proteggere le vittime di tali reati. Ed è dalle sollecitazioni partite dal Consiglio d'Europa di adeguare il nostro ordinamento agli standard richiesti che è partito l'iter che ha condotto alla redazione e promulgazione della legge nota come codice rosso. Questa legge, infatti, ha ulteriormente consolidato il quadro normativo introdotto a partire dalla ratifica della Convenzione di Istanbul. La violenza di genere ha un costo sociale altissimo con ripercussioni economiche sulla società che, in Europa, sono stimate in 290 miliardi di euro annui.

C'è poi, però, il costo personale pagato dalle vittime, che non ha prezzo. E anche in questo caso, sempre secondo i dati dell'Unione europea, ritroviamo un cortocircuito relativo alla mancata denuncia perché solo il 22 per cento delle vittime denuncia la violenza da parte del partner e oltre l'80 per cento non cerca l'aiuto di un professionista.

Dalla Convenzione di Istanbul ci sono stati una serie di interventi, fino ad arrivare al 2019, quando è stata approvata la legge n. 69, cui accennavo sopra, sul codice rosso, fortissimamente voluta dalla Lega. Questa legge ha rappresentato una pietra miliare, un salto di qualità nell'ordinamento italiano, non solo in difesa della donna che ha subito violenza, puntando in estrema sintesi a trasformare i reati di violenza contro le donne da reati di “serie B” a reati di “serie A”, ma prevedendo anche aumenti di pena per alcuni delitti e corsie di priorità in caso di pericolo per l'incolumità delle donne maltrattate.

C'è poi la questione della formazione degli operatori. Già nel codice rosso si prevedeva un punto fondamentale: quello della formazione per tutte le Forze dell'ordine in modo da avere più unità con capacità di reazione alle denunce. Misure, queste, che puntano ad avvicinare la giustizia alle donne, rendendola più amica. In questo testo, il concetto di formazione degli operatori è stato ripreso, come bene ha ricordato in discussione generale la collega Ravetto, che ringrazio per aver presentato un ordine del giorno, accolto dal Governo, che si impegna ad introdurre l'educazione alle pari opportunità femminili nell'educazione civica nelle scuole.

La formazione, però, dev'essere adeguata e omogenea per gli operatori che entrano in contatto con questi casi e, in particolare, per i magistrati. Già nel rapporto Un anno di Codice Rosso si è letta la necessità di una formazione più adeguata e costante di tutti gli addetti ai lavori, per garantire una tutela più qualificata delle vittime nell'ambito dell'intero percorso della presa in carico da parte delle istituzioni. Il Governo e il Parlamento italiano stanno dando, anche con questo disegno di legge, una risposta alla richiesta di ulteriori misure di perfezionamento del sistema di prevenzione e contrasto della violenza di genere e della violenza domestica, attraverso una formazione di alta specializzazione dei suoi operatori.

Dopo il codice rosso, il legislatore non si è comunque fermato. La legge n. 134 del 2021 di riforma del processo penale ha previsto più tutele per le vittime di violenza. A rafforzare la previsione del codice rosso è, poi, intervenuta nuovamente la Lega, sempre in prima linea a tutela delle donne che subiscono violenza, con la legge n. 122 del 2023 (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), il cosiddetto codice rosso rafforzato, fortemente voluto dalla senatrice Giulia Bongiorno, presidente della Commissione giustizia del Senato. Sono state previste, infatti, un'ulteriore velocizzazione dei tempi di presa in carico della donna abusata, un'accelerazione del percorso davanti al giudice e più garanzie di ricevere una risposta in tempi adeguati. La norma prevede, infatti, che, se la donna è in pericolo e non può essere ascoltata entro i 3 giorni previsti, l'assegnazione del fascicolo che la riguarda può essere revocato e assegnato ad un magistrato che possa intervenire subito. Quindi, formazione, tempestività, sanzioni più cogenti, certezza di norme: le misure previste anche in questo disegno di legge vanno nella direzione di tutelare i soggetti deboli abusati e salvare vite.

Ministra Roccella, restano, però, due focus: la prevenzione e l'educazione. Voglio qui prendere a riferimento, in particolare, le violenze sessuali di gruppo. Secondo i dati presi dal Ministero dell'Interno nel report del Servizio analisi criminale, relativi al 2022 e ad un periodo parziale del 2023, sulle violenze sessuali di gruppo, le vittime con meno di 25 anni sono oltre il 60 per cento; emerge poi il dato estremamente grave che gli autori di questi reati, di età compresa tra i 14 e i 17 anni, sono il 67 per cento, seguiti da quelli tra i 18 e i 24 anni, il 18 per cento. Emerge, quindi, purtroppo, che le vittime minorenni sono aggredite da coetanei.

C'è, poi, un'emergenza educativa dove famiglie e scuola devono lavorare assieme. Ripeto, devono lavorare assieme: una non esclude l'altra. C'è una carenza educativa, dove non sono contemplati il rispetto della persona, il senso di responsabilità e i valori, patrimonio della nostra civiltà.

Il diritto di essere sicuri con i propri amici, in famiglia, a scuola, nei luoghi di divertimento e per la strada è fondamentale. È un diritto che non si costruisce solo con l'inasprimento delle pene, l'introduzione di nuove fattispecie di reato, la velocizzazione dei tempi della giustizia, la formazione degli operatori e la previsione di specifiche misure cautelari ma anche con l'educazione. Lo Stato deve creare strumenti affinché i genitori possano trascorrere più tempo con i figli per accompagnarli nella crescita e nell'educazione. Noi siamo sempre dalla parte di tutti gli abusati e i maltrattati, puntiamo a tutelarli e a difenderli dai violenti. Si può sempre fare di più e meglio. In questo disegno di legge, il Governo, con il suo ausilio in sede di esame parlamentare, ha fatto il meglio che poteva. Persecutori e violenti devono essere consapevoli che per loro non ci sono sconti né scusanti né indulgenze ma solo inflessibilità e severità. Il gruppo Lega-Salvini Premier, per tutti questi motivi, voterà convintamente il provvedimento in esame perché si pone in un quadro di ulteriore rafforzamento rispetto all'introduzione del codice rosso (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferrari. Ne ha facoltà.

SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. La terribile realtà, in Italia, di una donna uccisa ogni tre giorni, 10 al mese e 120 all'anno negli ultimi anni, dovrebbe da sola darci il senso e l'importanza del passaggio legislativo di oggi: prevenire la violenza quando ormai c'è, aiutare le donne a uscirne in sicurezza ma anche prevenire e salvare loro la vita. La violenza degli uomini sulle donne è una piaga sociale, è un fenomeno pubblico, non privato, di cui le istituzioni devono farsi carico. Il provvedimento che andiamo a votare oggi si inserisce nel solco di un percorso nel quale il Partito Democratico ha fatto sempre la sua parte per promuovere strumenti e misure di contrasto a questo fenomeno atavico, purtroppo ben strutturato e radicato nelle nostre comunità. Anche questa volta siamo stati promotori di una proposta di legge e abbiamo cercato e costruito fin dall'inizio una possibile collaborazione, un confronto con le altre forze politiche e con il Governo per poter dare un contributo costruttivo e utile al testo che oggi andiamo ad approvare. Sappiamo che questo è un fenomeno terribile e complesso, non si può affrontare e sconfiggere in qualunque forma esso si manifesti se non lo si rapporta al tema dell'uguaglianza di genere, della parità e delle pari opportunità, obiettivi ancora, purtroppo, mancati. Ci siamo convinti che questa sia una delle malattie peggiori della nostra comunità, che sta nascosta dentro le nostre famiglie e condiziona le relazioni affettive. Allora dovremmo affrontarla, però, come si fa con i fenomeni complessi, che non possono essere gestiti pezzetto per pezzetto ma che richiederebbero un testo unico che affronti, dalla A alla Z, tutte le caratteristiche del suo manifestarsi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). La Convenzione di Istanbul parla di prevenzione, protezione, procedimento contro i colpevoli e politiche pubbliche integrate. La legge che ci troviamo ad approvare oggi, pur facendo passi in avanti, interveniva, nel suo testo originario, quello del Governo, solo sul rafforzamento e l'estensione delle misure cautelari volte ad evitare che la violenza già presente si trasformi in femminicidio. Interveniva, cioè, per provare a evitare il peggio ma non per prevenire la violenza stessa. Il Governo tende così ad approcciare, anche in questo caso, il problema solo dal punto di vista della prevenzione ex post, della punizione e della condanna, immaginando in chiave di castigo il modo in cui l'istituzione pubblica cerca di fare giustizia di un dolore inferto, ma non lo ripaga e, soprattutto, non lo impedisce. La paura di una pena non è mai un deterrente per un reato, certamente non nel caso del femminicidio che si conclude spesso con la morte stessa del colpevole. Funziona, invece, la capacità di analizzare le caratteristiche del fenomeno e intervenire con le politiche di prevenzione più adeguate, che riguardano in particolare la capacità di fare la valutazione del rischio per la prevenzione secondaria, cioè per evitare che dalla violenza, quella psicologica, economica, fisica e sessuale, si passi all'uccisione. Serve una formazione accompagnata anche dagli interventi di prevenzione primaria che quella stessa violenza cercano di impedire e un'educazione alla relazione di genere, capace di costruire rapporti affettivi corretti e rispettosi delle differenze e della libertà delle donne.

Il testo che oggi è in discussione nasce, come si è detto, dai risultati del lavoro della Commissione di inchiesta sul femminicidio della scorsa legislatura, che ha prodotto ben 12 relazioni finali, andando ad analizzare il fenomeno della violenza nel suo complesso. Purtroppo, siamo qui a raccogliere solo alcune delle piste di lavoro da lì emerse e non tutte. Riconosciamo, tuttavia, alcuni elementi di avanzamento nella proposta di legge del Governo, che abbiamo accolto come testo base su cui lavorare, rinunciando al nostro, che raccoglieva anch'esso il rafforzamento degli strumenti di prevenzione ma anche la necessaria formazione degli operatori, in particolare della giustizia, per metterli in grado di possedere le conoscenze specifiche rispetto a un fenomeno così unico e particolare, per saper poi adottare, nei tempi e nei modi più appropriati, le scelte più utili. Qui non posso che ringraziare il Governo e la Commissione per l'accoglimento di questa nostra proposta, che è diventata addirittura un articolo della legge. Riteniamo positivo in questo testo il rafforzamento generale delle misure di prevenzione, la semplificazione delle procedure di utilizzo del braccialetto elettronico, l'ampliamento della distanza minima, l'aggravarsi della misura in caso di infattibilità tecnica, l'accelerazione dei tempi per la formazione dei ruoli di udienza, la fissazione di un termine per adottare misure cautelari, anche se lo continuiamo a considerare troppo lungo. Se, infatti, da 30 giorni più 30 è diventato di 20 giorni più 20, noi avevamo proposto 5 giorni più 5 (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Riteniamo positivi anche l'estensione della rilevanza penale alla violazione degli ordini di protezione in sede civile, l'arresto in flagranza differita, la risoluzione del problema dell'impossibilità di mantenere la misura cautelare in caso di violazione, il divieto di avvicinamento anche quando non sono raggiunti i limiti di pena attualmente previsti, il potenziamento dell'obbligo di informazione e comunicazione verso la vittima, il vincolo, all'esito favorevole, non più solo alla frequentazione dei corsi per uomini maltrattanti ai fini della possibile sospensione condizionale della pena.

A fronte delle buone intenzioni che hanno portato a queste modifiche, che condividiamo e che erano contenute, come detto, in parte anche nella nostra proposta di legge, ciò che purtroppo rischia di rendere del tutto inefficace il passaggio legislativo di oggi è il rischio di scrivere belle parole che non si trasformano poi in strumenti salvavita, il rischio di non incidere veramente su ciò che oggi non funziona. Cos'è che oggi non funziona? Quello che non funziona non sono gli strumenti, perché quelli su cui si incentra il provvedimento esistono già, non sono nuovi, non li stiamo introducendo oggi - il braccialetto elettronico, il divieto di avvicinamento, l'obbligo di firma - ma vengono, spesso, poco e male utilizzati, nel modo sbagliato e non controllati nella loro reale efficacia. Perché? Perché chi decide come applicarli non è sufficientemente preparato. A prendere le decisioni sull'uso di questi strumenti devono invece essere magistrati specializzati, ma sono ancora troppo pochi in molte procure. L'Italia è stata condannata dall'Europa più volte perché manca una corretta valutazione del rischio, ci sono troppi casi archiviati nella fase preliminare, offre una risposta inefficace e tardiva rispetto alle denunce, fa scarso uso degli ordini di protezione e ha un'alta incidenza della loro violazione, nonostante il nostro ordinamento si sia dotato negli anni di una delle più adeguate ed efficaci normative e misure a livello internazionale.

Qual è allora il baco, il tassello mancante che ancora oggi impedisce che le donne subiscano violenza e che vengano uccise? È la mancanza di una completa e approfondita conoscenza da parte degli operatori del complesso fenomeno della violenza maschile contro le donne, soprattutto con riferimento alle radici culturali che lo connotano e ai pregiudizi di genere che lo sostengono e lo normalizzano. Vuol dire che serve più personale e più personale preparato appositamente.

Per fare questo servono corsi di formazione obbligatoria e serve assumere più personale, ma questo viene vanificato dal fatto che questa norma è a invarianza di spesa. Rischiamo di avere individuato soluzioni possibili senza percorrerle veramente. I soggetti auditi hanno tutti riconosciuto la necessità di intervenire prima che la violenza si manifesti, non solo prima che diventi portatrice di morte, e quindi tutti hanno sollevato la necessità di promuovere un cambiamento culturale, a partire dall'educazione affettiva e sessuale nelle scuole di ogni ordine e grado, che dovrebbe coinvolgere tutti i soggetti di una comunità educante.

Questa era una delle richieste contenute nel nostro disegno di legge. Raccogliamo l'impegno della Ministra Roccella fatto in Commissione femminicidio di parlarne in un successivo provvedimento e speriamo che altrettanto si faccia anche per la questione finanziaria.

Abbiamo apprezzato l'atteggiamento costruttivo e collaborativo in Commissione, che ha visto anche il Governo, insieme al presidente della Commissione e agli altri membri (lo devo riconoscere), passare da un atteggiamento di chiusura rispetto alle nostre proposte a un riconoscimento del loro valore all'interno del testo finale. Riconosciamo, per questo, che la norma che stiamo per licenziare raccoglie anche alcuni nostri interventi migliorativi, in particolare l'articolo sulla formazione, che entra in legge e che prima non c'era, il ricorso a misure cautelari più gravi non solo se l'imputato nega il consenso al braccialetto, ma anche se non c'è fattibilità tecnica, il divieto di ricorrere all'ammonimento in caso di violenza sessuale, l'allontanamento anche fuori dalla flagranza e dal rischio di fuga, la riduzione, seppur modesta, dei tempi, il monitoraggio a 12 mesi degli effetti della nuova disciplina sull'ammonimento per valutare se espungere il revenge porn da quello strumento, linee guida per la formazione obbligatoria di tutti gli operatori che hanno a che fare con le donne e indicazioni alla Scuola superiore della magistratura.

Per questi motivi e con questo spirito propositivo, che speriamo sia riconosciuto e valorizzato anche nei prossimi provvedimenti, dichiaro il parere favorevole del Partito Democratico sul provvedimento odierno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciro Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, mi accorgo di essere l'unico uomo ad aver partecipato a questa fase di dichiarazioni di voto. Quindi, ringrazio il gruppo per avermi indicato nel fare questa dichiarazione. Sicuramente le donne sono più brave, attente e sensibili nel trattare questo argomento, ma il problema della violenza sulle donne non è un problema delle donne: è un problema di tutta la nostra società (Applausi) e noi uomini dobbiamo combattere al fianco delle donne, in Parlamento e nella società, nel dare l'esempio per spazzare via quella subcultura della sopraffazione che alcuni uomini ancora non hanno imparato, e lo vediamo tutti i giorni.

Dal 1° gennaio di quest'anno ad oggi sono stati commessi oltre 266 omicidi, con 94 vittime donne, di cui 77 uccise nell'ambito familiare o affettivo e 49 morte per mano del partner o dell'ex partner. Oltre a questi, sono tanti - decine di migliaia - i fatti e gli episodi di violenza fisica o psicologica che quotidianamente avvengono. Secondo l'Istat, il 31,5 per cento delle donne nella propria vita ha subito una violenza fisica o sessuale. Non sono solo numeri, ma dietro a questi numeri ci sono storie, ci sono traumi che rimangono per tutta la vita. Sono, comunque, numeri allarmanti, che ci confermano che non siamo di fronte a un'emergenza momentanea, ma a un problema strutturale e come tale deve essere affrontato. Non a caso negli anni passati il legislatore ha cercato di affrontare con diversi atti normativi questo problema: la ratifica della Convenzione di Istanbul nel 2013, il codice rosso, la legge n. 69 del 2019, che anche Fratelli d'Italia votò convintamente, pur essendo all'opposizione e pur non vedendosi approvato alcuno dei propri emendamenti, e la recente legge n. 122 del 2023, approvata in questa legislatura. Ma sappiamo che tutto questo, che è molto, non basta e non è sufficiente ad affrontare il drammatico fenomeno che ci troviamo di fronte.

Per questo abbiamo preso l'impegno di rafforzare la normativa di contrasto alla violenza sulle donne e alla violenza domestica e abbiamo preso l'impegno a fare presto, con l'intento di rafforzare una normativa che consenta di fermare i carnefici prima che sia troppo tardi. Penso che abbiamo mantenuto questo impegno a fare presto e a fare bene e per questo voglio dire grazie a tutta la Commissione, alla mia capogruppo Maria Carolina Varchi, a tutta la maggioranza e a tutta l'opposizione, per la capacità di dialogo e di confronto costruttivo che abbiamo avuto in tutto questo periodo.

Sicuramente va detto un grazie anche ai tre Ministri del Governo e, in particolare, alla Ministra Roccella, che è presente qui, oggi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE) e che, con la serietà e la gentilezza che la caratterizzano, si è resa disponibile dall'inizio alla fine, sedendosi al tavolo, con maggioranza e opposizione, in un dialogo costruttivo, che ha sicuramente prodotto ottimi risultati. Come per il bullismo, abbiamo saputo scrivere un'altra bella pagina di lavori parlamentari, sapendo superare gli argomenti di divisione e lavorando assieme per trovare i punti di intesa, accomunati da un obiettivo comune. Credo che esca un buon testo di legge, con misure importanti, che sintetizzo rapidamente. Una su tutte è un rafforzamento importante dello strumento dell'ammonimento del questore e un rafforzamento delle azioni di informazione delle vittime sulle opportunità di protezione che hanno. Un rafforzamento delle misure di prevenzione importante, nel quale si è aggiunta, accogliendo un emendamento dell'opposizione, la misura della vigilanza dinamica, un ampliamento dei reati a cui tutto questo può essere applicato e un rafforzamento dei percorsi di recupero che i violenti e gli aggressori devono fare con misure importanti nel caso che si rifiutino di fare questi percorsi o che questi percorsi non abbiano esiti positivi. È importante anche una integrazione della definizione di violenza domestica nella quale è inserita, in modo chiaro, la violenza assistita. Ricordiamo la citazione che dice: tanto più la mano che ci colpisce ci è cara, tanto più sentiamo il colpo. Quindi, la violenza domestica e la violenza assistita lasciano traumi che restano per tutta la vita.

C'è un potenziamento delle misure di prevenzione personali, con l'estensione, molto efficace e molto incisiva, dell'applicabilità del braccialetto elettronico, dell'obbligo di presentazione periodica alle autorità, dell'obbligo o del divieto di soggiorno, del divieto di avvicinarsi o di frequentare determinati luoghi frequentati dalle vittime. Tutte misure che intervengono prima della fase del processo e quindi, prima che, come spesso avviene, sia troppo tardi. E poi nella fase del processo viene integrata ulteriormente la priorità nella trattazione dei processi su questi reati e anche della priorità nella trattazione della richiesta delle misure di cui parlavo in precedenza, nonché una maggiore specializzazione all'interno dei tribunali e una maggiore rapidità nelle decisioni. Viene introdotto lo strumento importante dell'arresto in flagranza differita, che considera in stato di flagranza soggetti che sono gravemente indiziati e, quindi, con ulteriore rafforzamento delle misure cautelari. Ripeto, come detto in precedenza, anche in questo caso con misure molto efficaci nel divieto di allontanamento o di avvicinamento dei soggetti pericolosi. Un'altra misura sicuramente importante, per la quale dobbiamo dire grazie all'intuizione del ministro Roccella, è l'allontanamento d'urgenza dalla casa familiare della persona gravemente indiziata e, quindi, del soggetto pericoloso.

Da questa legge credo esca un messaggio forte e chiaro. Agli uomini che odiano le donne, ai vigliacchi e ai carnefici che pensano di poter usare violenza fisica o psicologica a una donna diciamo che lo Stato non vi darà scampo. Sarete puniti, sarete allontanati dalle vittime, vi sarà data la possibilità di fare un percorso di recupero e, se non lo farete o se non avrà buon esito, sarete puniti con pene e sanzioni più pesanti, più efficaci e con processi più veloci. Alle donne vittime di violenza, ai minori costretti ad assistere, diciamo che non siete sole, siete meno sole, non abbiate paura, denunciate e chiedete aiuto, perché lo Stato è con voi, le Forze dell'ordine sono con voi, la rete delle strutture di protezione e antiviolenza è con voi.

Per tutto questo, Presidente, auspicando che ci sia, a differenza che in Commissione, un voto unanime di quest'Aula e con la convinzione che questa legge potrà salvare vite umane, dichiaro il voto favorevole di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

Lo dedichiamo a tutte quelle tante, troppe, donne vittime di violenza, uccise, a cui cerchiamo oggi di dare voce, con un impegno, citando una nota scrittrice: “Finché ci sarà una donna minacciata in quanto donna, noi non avremo pace”. E aggiungiamo, finché ci sarà una donna minacciata in quanto donna, noi non daremo tregua ai carnefici e continueremo a batterci per tutto questo (Applausi).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di intervenire per un veloce ringraziamento la Ministra Eugenia Roccella, a cui do la parola. Prego, Ministro.

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Per un veloce ringraziamento, visto che abbiamo fatto abbastanza tardi. Presidente, onorevoli colleghi, io ci tengo a fare questo ringraziamento, perché si fa di abitudine, è rituale ma, in questo caso, è veramente ben poco formale e retorico, perché non è assolutamente il momento di rivendicazioni di primogeniture in quello che abbiamo fatto.

Io mi sono davvero emozionata quando ho visto il primo voto, tutto positivo, dell'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), quando ho visto tutte le lucette verdi che si sono accese, su un tema che mi sta a cuore da sempre, che sta a cuore, penso, veramente, a tutte le donne, ma anche a tutti gli uomini. E mi fa molto piacere che, nell'elaborazione di questa legge e durante il percorso parlamentare, abbiamo visto davvero l'attivismo, la presenza, il coinvolgimento di molti uomini, in particolare, del presidente della Commissione Ciro Maschio. Con questo nome, così simbolico, era molto divertente vedere ogni volta, nei comunicati stampa: “Maschio contro la violenza sulle donne”, lo trovavo estremamente significativo (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier). Cito anche il Sottosegretario Delmastro Delle Vedove e, ovviamente, il Ministro Piantedosi e il Ministro Nordio, con cui abbiamo steso il testo di legge.

PRESIDENTE. Bene…

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Questa legge, ovviamente, non è soltanto frutto di quello che abbiamo potuto fare insieme con i Ministri Piantedosi e Nordio, è frutto di un lavoro pregresso, è frutto di tante analisi, soprattutto. Questo è importante, perché c'è stato nelle analisi sulla violenza contro le donne anche grazie alla Commissione femminicidio - che continuerà il lavoro, essendo diventata, tra l'altro, bicamerale -, grazie ai testi di legge presentati prima di noi, grazie a tutto il lavoro di elaborazione che è stato fatto.

Concludo, voglio dire soltanto che, grazie a tutto questo lavoro, siamo andati avanti nell'elaborazione dei concetti, nel lessico anche, sulla specificità, sull'assoluta specificità della violenza contro le donne, ed è questo che ci ha permesso anche oggi questa convergenza e la capacità, secondo me, di fare una legge che sarà efficace, che sarà salvavita, che darà la possibilità alle donne di non sentirsi sole, di non sentirsi più sole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Signora Ministra, grazie.

EUGENIA ROCCELLA, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità. Dico soltanto un'ultima cosa: grazie anche a questo Parlamento e grazie a un Governo, lo ripeto per l'ennesima volta, che per la prima volta è guidato da una donna (Applausi).

(Coordinamento formale - A.C. 1294-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1294-A​ e abbinate)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1294-A: "Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva all'unanimità (Vedi votazione n. 70) (Applausi).

Dichiaro così assorbite le abbinate proposte di legge nn. 439-603-1245-1377.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Secondo quanto già anticipato ai gruppi, nella giornata di domani, la seduta avrà inizio alle ore 9,30.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Matteoni. Ne ha facoltà, per due minuti.

NICOLE MATTEONI (FDI). Grazie Presidente, oggi ricorre il sessantanovesimo anniversario del ritorno di Trieste all'Italia. Il 26 ottobre 1954 i primi ad entrare a Trieste furono i fanti dell'82° Reggimento, insieme alle divisioni dei bersaglieri e dei carabinieri sotto una pioggia battente e la bora. Infatti, a seguito della sottoscrizione del Memorandum di Londra, Trieste, la città italiana più italiana di tutte, si ricongiungeva finalmente, dopo anni di occupazione straniera, alla madrepatria e il tricolore tornava a sventolare su piazza dell'Unità, le ragazze di Trieste cantavano, piangevano e ridevano, come tante foto d'epoca testimoniano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). In questo doveroso ricordo, oggi voglio esprimere la mia profonda gratitudine ai figli di Trieste, ai figli d'Italia che diedero la loro vita per il futuro della città e per la patria (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Appendino, che non vedo, dunque andiamo avanti. L'onorevole Scotto ha chiesto di intervenire, ne ha facoltà.

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Intervengo per raccontare una storia di successo, una vertenza chiusa finalmente bene dopo tanti anni, in una città difficile come Napoli, dove un posto di lavoro significa strappare pezzi di territorio alla camorra.

Oggi al Ministero delle Imprese e del made in Italy è stato raggiunto finalmente l'accordo definitivo per assumere 312 lavoratrici e lavoratori dell'ex fabbrica Whirlpool (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Tre linee di sviluppo, al centro la sfida della transizione ecologica, un'operazione che guarda al futuro nel cuore della vecchia città industriale. Il merito, innanzitutto, degli operai, che ci hanno creduto, che non si sono rassegnati, che non sono andati via, che hanno lottato per i loro diritti tutti i giorni; i sindacati hanno tenuto unitariamente il punto, hanno interloquito positivamente con le istituzioni e costruito insieme le condizioni, anche legislative, perché ci fosse finalmente uno sbocco produttivo e occupazionale. Tea Tek è un'impresa di Napoli e questo è già di per sé un segno dirompente e un segno di speranza. Resteranno lì, a Ponticelli, a via Argine. Questo significa che il Sud, ancora una volta, ce la può fare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie Presidente, faccio questo intervento affinché, tramite lei, sia informato il Ministro competente per il quale sto preparando un'interrogazione parlamentare in ordine a una truffa, che sta avvenendo nel nostro Paese, sulle finte immatricolazioni di auto.

Si tratterebbe attualmente di 1.500 auto, una parte di queste immatricolate anche nel napoletano. Praticamente, hanno venduto delle auto con dei documenti falsi e, coloro che le hanno acquistate stanno scoprendo, a mano a mano, che avevano dei documenti falsi. Le persone, i cittadini che hanno compiuto questi acquisti, addirittura anche le concessionarie che hanno fatto la compravendita, si trovano in una situazione assurda. Una delle agenzie che ha fatto questi documenti falsi risulta dismessa da due anni, eppure nell'ultimo anno ha continuato, ad esempio alla Motorizzazione civile di Napoli, ad immatricolare, senza che nessuno operasse controlli.

Noi siamo particolarmente preoccupati per due motivi. Il primo, perché le motorizzazioni delle varie città non stanno dando risposte e non ricevono i cittadini che vorrebbero avere notizie e sapere cosa devono fare.

Il secondo è relativo al fatto che, in alcuni casi, è avvenuto il sequestro. Torno a ripetere, si sta facendo una banca dati, ma molti cittadini circolano in questo momento, con 1.500 auto - fino ad ora ne sono state sequestrate circa 100, ma sono stati conteggiati 1.500 casi, per ora, inconsapevolmente -, e rischiano di essere fermati e di ritrovarsi con l'auto, o meglio, con la targa dell'auto e con i documenti sequestrati.

Per questo motivo, preannuncio un'interrogazione al Ministro e, ovviamente, lancio un allarme rispetto alla poca disponibilità da parte delle motorizzazioni civili nel dare informazioni e nell'aiutare i cittadini vittime di questa truffa.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 27 ottobre 2023 - Ore 9,30:

1. Discussione sulle linee generali della proposta di legge:

CARLONI ed altri: Disposizioni per la promozione e lo sviluppo dell'imprenditoria giovanile nel settore agricolo. (C. 752-A​)

Relatore: PIERRO.

2. Discussione sulle linee generali della mozione Polidori ed altri n. 1-000204 concernente iniziative per la prevenzione e la cura del tumore al seno .

(ore 13, con votazioni non prima delle ore 15)

3. Discussione del disegno di legge:

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124, recante disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione, per il rilancio dell'economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese, nonché in materia di immigrazione. (C. 1416-A​)

Relatori: D'ATTIS, LUCASELLI e ROMANO.

La seduta termina alle 17,30.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 3 il deputato Raimondo ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 7 le deputate Marrocco e Dalla Chiesa hanno segnalato che hanno erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbero voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 16 la deputata Morfino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 18 il deputato Lampis ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 31 la deputata Andreuzza ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 32 la deputata Rossello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 34, 40 e 44 il deputato De Maria ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 36 il deputato Porta ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 43 la deputata Rossello ha segnalato che non è riuscita ad astenersi dal voto;

nelle votazioni nn. 49, 50 e 63 il deputato Mari ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 54 e 55 il deputato Carra' ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 67 il deputato Centemero ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 69 la deputata Andreuzza ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 69 il deputato Comba ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 70 il deputato Baldelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 1294-A E ABB - EM 1.100 RIF 230 230 0 116 230 0 83 Appr.
2 Nominale ARTICOLO 1 236 236 0 119 236 0 82 Appr.
3 Nominale ARTICOLO 2 233 233 0 117 232 1 82 Appr.
4 Nominale ARTICOLO 3 236 236 0 119 236 0 82 Appr.
5 Nominale ARTICOLO 4 238 238 0 120 238 0 82 Appr.
6 Nominale ARTICOLO 5 238 238 0 120 238 0 82 Appr.
7 Nominale EM. 6.102 243 240 3 121 103 137 79 Resp.
8 Nominale ARTICOLO 6 248 212 36 107 212 0 79 Appr.
9 Nominale EM. 7.102 246 245 1 123 106 139 78 Resp.
10 Nominale EM. 7.101 250 250 0 126 106 144 78 Resp.
11 Nominale EM. 7.100 250 250 0 126 105 145 78 Resp.
12 Nominale ARTICOLO 7 249 249 0 125 249 0 78 Appr.
13 Nominale ART. AGG. 7.01 250 180 70 91 37 143 78 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale ARTICOLO 8 252 251 1 126 249 2 78 Appr.
15 Nominale ARTICOLO 9 254 254 0 128 254 0 78 Appr.
16 Nominale ARTICOLO 10 252 252 0 127 252 0 78 Appr.
17 Nominale ART. AGG. 10.03 243 241 2 121 113 128 78 Resp.
18 Nominale ART. AGG. 10.0200 253 253 0 127 252 1 78 Appr.
19 Nominale ART. AGG. 10.04 247 245 2 123 107 138 78 Resp.
20 Nominale ART. AGG. 10.0100 248 246 2 124 105 141 78 Resp.
21 Nominale ART. AGG. 10.01 250 240 10 121 97 143 78 Resp.
22 Nominale EM. 11.100 251 251 0 126 107 144 77 Resp.
23 Nominale EM. 11.101 250 249 1 125 105 144 77 Resp.
24 Nominale ARTICOLO 11 252 252 0 127 251 1 77 Appr.
25 Nominale EM. 12.3 249 239 10 120 97 142 76 Resp.
26 Nominale ARTICOLO 12 250 250 0 126 249 1 76 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale ART. AGG. 12.02 252 240 12 121 95 145 76 Resp.
28 Nominale EM. 13.2 252 250 2 126 102 148 76 Resp.
29 Nominale ARTICOLO 13 252 252 0 127 251 1 76 Appr.
30 Nominale EM. 14.101 250 249 1 125 104 145 76 Resp.
31 Nominale ARTICOLO 14 247 247 0 124 244 3 76 Appr.
32 Nominale ART. AGG. 14.0101 246 246 0 124 106 140 76 Resp.
33 Nominale EM. 15.101 244 244 0 123 103 141 76 Resp.
34 Nominale ARTICOLO 15 244 244 0 123 242 2 76 Appr.
35 Nominale ARTICOLO 16 246 246 0 124 246 0 76 Appr.
36 Nominale ART. AGG. 16.0105 250 248 2 125 103 145 76 Resp.
37 Nominale ART. AGG. 16.0101 250 249 1 125 105 144 76 Resp.
38 Nominale ART. AGG. 16.012 239 238 1 120 100 138 75 Resp.
39 Nominale ART. AGG. 16.013 244 244 0 123 99 145 75 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale ART. AGG. 16.017 241 241 0 121 99 142 75 Resp.
41 Nominale ART. AGG. 16.033 243 242 1 122 99 143 75 Resp.
42 Nominale ART. AGG. 16.030, 16.031 240 240 0 121 98 142 75 Resp.
43 Nominale ART. AGG. 16.02 233 232 1 117 92 140 75 Resp.
44 Nominale ART. AGG. 16.05 240 238 2 120 96 142 75 Resp.
45 Nominale ART. AGG. 16.08 239 199 40 100 56 143 75 Resp.
46 Nominale ART. AGG. 16.0100 240 238 2 120 96 142 75 Resp.
47 Nominale ART. AGG. 16.06 235 229 6 115 88 141 74 Resp.
48 Nominale ART. AGG. 16.07 231 225 6 113 86 139 74 Resp.
49 Nominale ART. AGG. 16.010 181 178 3 90 63 115 88 Resp.
50 Nominale ART. AGG. 16.018 184 183 1 92 64 119 87 Resp.
51 Nominale ART. AGG. 16.019 191 191 0 96 69 122 86 Resp.
52 Nominale ART. AGG. 16.039 194 188 6 95 70 118 85 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale ART. AGG. 16.040 200 200 0 101 80 120 85 Resp.
54 Nominale ART. AGG. 16.042 202 202 0 102 82 120 85 Resp.
55 Nominale ARTICOLO 17 204 204 0 103 204 0 85 Appr.
56 Nominale MANTENIMENTO ARTICOLO 18 205 204 1 103 123 81 85 Appr.
57 Nominale ODG 9/1294-A E ABB/1 196 195 1 98 78 117 84 Resp.
58 Nominale ODG 9/1294-A E ABB/2 191 184 7 93 67 117 84 Resp.
59 Nominale ODG 9/1294-A E ABB/4 196 196 0 99 77 119 84 Resp.
60 Nominale ODG 9/1294-A E ABB/5 RIF 198 198 0 100 192 6 84 Appr.
61 Nominale ODG 9/1294-A E ABB/6 200 200 0 101 198 2 83 Appr.
62 Nominale ODG 9/1294-A E ABB/10 198 198 0 100 77 121 83 Resp.
63 Nominale ODG 9/1294-A E ABB/12 197 196 1 99 77 119 83 Resp.
64 Nominale ODG 9/1294-A E ABB/13 199 198 1 100 192 6 83 Appr.
65 Nominale ODG 9/1294-A E ABB/14 195 195 0 98 74 121 83 Resp.


INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 70)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale ODG 9/1294-A E ABB/15 RIF 195 194 1 98 192 2 83 Appr.
67 Nominale ODG 9/1294-A E ABB/17 194 193 1 97 71 122 83 Resp.
68 Nominale ODG 9/1294-A E ABB/18 RIF 193 193 0 97 190 3 83 Appr.
69 Nominale ODG 9/1294-A E ABB/27 RIF 189 189 0 95 185 4 83 Appr.
70 Nominale DDL 1294-A E ABB - VOTO FINALE 190 190 0 96 190 0 81 Appr.