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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 157 di mercoledì 6 settembre 2023

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI

La seduta comincia alle 15.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO COLUCCI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e il Ministro delle Imprese e del made in Italy.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative urgenti volte a sostenere le famiglie in relazione all'incremento dei costi previsti per l'acquisto di libri scolastici - n. 3-00612)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno, Caso ed altri n. 3-00612 (Vedi l'allegato A).

La deputata Orrico ha facoltà di illustrare l'interrogazione di cui è cofirmataria, per un minuto.

ANNA LAURA ORRICO (M5S). Grazie, Presidente. La povertà educativa in Italia dilaga: 1.400.000 minori sono in povertà assoluta, 2.200.000 sono quelli in povertà relativa. Si tratta di bambini e ragazzi che non riescono ad acquistare i libri, che non sono mai andati al cinema o al museo. L'Associazione nazionale presidi, poche ore fa, ha affermato che il rincaro dei costi dei libri arriva al 15 per cento. Quindi, alla piaga della povertà educativa si aggiunge il rincaro del costo dei libri, per cui le famiglie italiane arriveranno addirittura a spendere più di 1.200 euro per mandare i propri figli a scuola.

Dunque, vorremmo sapere dal Governo - al di là degli annunci, che speriamo finalmente siano finiti - cosa intenda fare per supportare le famiglie, considerato anche il recente taglio del reddito di cittadinanza, che non consentirà a tanti di frequentare la scuola, affinché la scuola non diventi un privilegio per pochi, ma possa essere quel diritto costituzionalmente garantito a tutti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Colleghi deputati, rispondo all'interrogazione presentata sulla base degli elementi che mi ha fornito il Ministro dell'Istruzione, che si scusa per non potere essere presente.

In primo luogo, si ricorda che, per quanto riguarda la scuola primaria, i libri di testo e gli altri strumenti didattici sono forniti gratuitamente a tutte le alunne e a tutti gli alunni dagli enti locali grazie a risorse statali. Inoltre, secondo quanto previsto all'articolo 27 della legge n. 448 del 1998, sono i comuni a provvedere alla copertura, totale o parziale, delle spese per l'acquisto dei libri di testo per gli studenti meno abbienti in obbligo di istruzione, di cui all'articolo 1 della legge n. 296 del 2006, nonché alla fornitura di libri di testo, da dare anche in comodato gratuito, agli studenti della scuola secondaria superiore.

La definizione delle modalità di ripartizione delle citate risorse tra i comuni spetta alle singole regioni, nel rispetto del riparto delle competenze statali e regionali delineato dall'articolo 117 della Costituzione. Per quanto attiene alle competenze statali, il Governo contribuisce, nell'ambito di più generali trasferimenti alle regioni, all'individuazione dei fondi, che per l'anno scolastico 2023-2024 sono pari a 133 milioni di euro, destinati alla fornitura dei libri di testo, ripartiti tra le regioni attraverso un apposito decreto.

Alla luce di quanto illustrato, si desidera rassicurare fin d'ora che ogni iniziativa finalizzata a sostenere le spese delle famiglie nell'attuale congiuntura inflazionistica ha il più convinto supporto di questo Governo. L'impegno in tal senso riguarderà innanzitutto la prossima legge di bilancio, in vista della quale il Ministro dell'Istruzione e del merito ha già allo studio una pluralità di proposte volte a intervenire sul tema della detrazione delle spese per i libri di testo e, contestualmente, sull'adeguamento dei tetti di spesa, nonché sull'incremento dell'attuale stanziamento del contributo dello Stato per l'acquisto dei libri di testo.

PRESIDENTE. Il deputato Caso ha facoltà di replicare, per due minuti.

ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Ministro, i vostri “faremo” e “diremo”, dopo un anno di Governo, sono ormai scaduti. Forse il Ministro Valditara non si è reso conto che ormai siamo a settembre, la scuola è iniziata e gran parte delle sue promesse sono rimaste promesse. È da un anno, ad esempio, che annuncia i concorsi per l'assunzione di nuovi docenti, che, anche se partissero oggi, sarebbero in ritardo. Infatti, ci troviamo dinanzi un anno che partirà con oltre 200.000 supplenze annuali. Per non parlare del vostro dimensionamento scolastico, che porterà al taglio di oltre 1.000 istituzioni scolastiche penalizzando soprattutto il Sud, degli annunci sulle riduzioni delle classi pollaio che, anch'essi, sono rimasti annunci, o dei problemi sul sostegno.

Ma veniamo al caro scuola. Nell'ultimo anno, per le famiglie italiane è aumentato tutto: le energie, i carburanti, i mutui, il carrello della spesa. Era facile prevedere anche il caro libri, ma, pure in questo caso, vi sono stati solo annunci. E intanto la scuola è iniziata con il costo dei libri che è aumentato fino al 15 per cento, è di oggi l'appello dell'Associazione nazionale presidi, per non parlare poi di tutto il materiale scolastico. Sapete cosa significa questo per tante famiglie italiane, per le 200.000 famiglie a cui avete tolto il reddito di cittadinanza con un sms, o per i 3 milioni di persone, che, pur lavorando, sono poveri, perché non esiste un salario minimo legale? Significa privare i loro figli del sacrosanto diritto allo studio. E, infatti, proprio in questo momento, in tutta Italia, i cittadini stanno tentando di organizzarsi con mercatini dell'usato, dove provare a scambiare libri, per cercare di risparmiare qualche euro proprio per poter mandare i propri figli a scuola.

Chiudo, Presidente. Vi suggerisco due nostre proposte di legge, a firma 5 Stelle, proprio su questi temi. Il Ministro Valditara se le vada a sbirciare, sfrutti pure il favore delle tenebre, ma le legga e provi a mettere in campo qualche fatto, oltre alle chiacchiere. E può stare anche tranquillo, vi lasceremo il merito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative di competenza volte al superamento delle criticità emerse a seguito della recente interruzione del traffico nel Traforo del Frejus e dei lavori di manutenzione programmati per il Traforo del Monte Bianco - n. 3-00613)

PRESIDENTE. Il deputato Orsini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00613 (Vedi l'allegato A) per un minuto.

ANDREA ORSINI (FI-PPE). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signor Ministro, la frana che il 27 agosto ha reso inutilizzabile l'autostrada del Frejus ha messo in luce la fragilità del sistema delle infrastrutture che garantiscono l'interconnessione del nostro Paese con l'Europa al di là dell'arco alpino. Solo l'immediata interlocuzione attivata con il Governo francese ha scongiurato conseguenze irreparabili. La programmata chiusura del tunnel del Monte Bianco, coniugata al blocco del Frejus e anche all'inagibilità del tunnel ferroviario del Gottardo, avrebbe significato la paralisi dei collegamenti internazionali, con conseguenze drammatiche. La ringrazio di questo immediato intervento, signor Ministro, ma credo sia evidente che esiste una questione strutturale di valorizzazione di queste due infrastrutture, Frejus e Monte Bianco, essenziali per il nostro sistema produttivo, come per l'industria turistica. Su questo le chiedo di voler illustrare alla Camera come il Governo ha in animo di agire.

PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

ANTONIO TAJANI, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie, Presidente. La frana che ha interessato il lato francese del traforo del Frejus, interrompendo la circolazione stradale e ferroviaria, ha reso necessario adottare misure per ripristinare il regolare flusso di persone e merci con la Francia.

Il Governo si è mobilitato con tempestività fin dai primissimi giorni, attraverso i contatti che ho attivato con la Ministra degli Esteri francese, Colonna, che ho incontrato a Toledo lo scorso 30 agosto, e i colloqui promossi dal Vicepresidente del Consiglio, il Ministro Salvini, con il titolare dei Trasporti francese, Beaune.

La chiusura del traforo del Monte Bianco per lavori di manutenzione straordinaria, da tempo calendarizzata dal 4 settembre al 15 dicembre, è stata immediatamente sospesa.La decisione è stata presa proprio per tutelare le popolazioni transfrontaliere e il comparto produttivo italiano che, attraverso i due tunnel, esporta i propri prodotti in Francia e in Europa. Rimaniamo in stretto contatto con le autorità francesi per seguire tempi e modalità di ripristino della viabilità lungo l'asse del Fréjus. Per evitare ulteriori disagi, si sta valutando di mantenere il traforo del Monte Bianco aperto per tutto il tempo necessario a garantire il regolare traffico dei veicoli. Ho voluto convocare domani una riunione straordinaria a livello tecnico della Conferenza intergovernativa per il traforo del Monte Bianco. In funzione della tempistica dei lavori necessari al ripristino del Fréjus verrà valutata, su mia richiesta, la riprogrammazione degli interventi di manutenzione previsti per il traforo del Monte Bianco. Per quanto necessarie ed urgenti, queste misure non sono, però, sufficienti. La fragilità del sistema delle infrastrutture transalpine di collegamento è emersa con ancora maggiore evidenza in occasione di quest'ultimo evento che ha interessato il Fréjus. L'esigenza di un rafforzamento delle interconnessioni con la Francia non è più rinviabile ed è pertanto una priorità per il Governo. La buona notizia è che il raddoppio del Fréjus, su cui si sta lavorando da tempo, sarà operativo nel corso del primo semestre 2024. Il Governo ritiene assolutamente necessario cominciare a lavorare - ne ho parlato con il Ministro Colonna - per dar vita ad una seconda canna per il traforo del Monte Bianco. A breve mi recherò a Parigi per continuare il dialogo. Il progetto dovrà essere in linea con le più moderne infrastrutture europee.

PRESIDENTE. Il deputato Orsini ha facoltà di replicare, per 2 minuti.

ANDREA ORSINI (FI-PPE). Grazie, signor Ministro. Io sono davvero pienamente, e non formalmente, soddisfatto della sua risposta, che non soltanto conferma l'immediato impegno del Governo di fronte all'emergenza, ma dimostra anche la consapevolezza strategica, sua e dell'Esecutivo, della gravità del problema delle interconnessioni non solo con la Francia, ma con l'Europa occidentale e centrale. Lei, però, oggi, signor Ministro, ci ha detto anche qualcosa di più e sono cose molto importanti e molto concrete: ci ha detto che i lavori di manutenzione del traforo del Monte Bianco saranno probabilmente riprogrammati tenendo conto della situazione che si è determinata e senza compromettere i flussi turistici legati al Natale. Ci ha detto che il raddoppio del Fréjus, che aspettavamo da tanti anni, sarà finalmente operativo nel primo semestre del prossimo anno. Ci ha detto - cosa forse ancora più importante - che è in corso un'interlocuzione con la sua collega francese, il Ministro Catherine Colonna, per realizzare la seconda canna del traforo del Monte Bianco, che costituirebbe una svolta davvero decisiva per i trasporti transalpini. Queste sono notizie molto importanti, signor Ministro. Per troppi anni, in Italia, i Governi hanno subito i veti della cultura del “no”, quella che, per esempio, ha rallentato in modo irresponsabile la realizzazione della Torino-Lione - e adesso ne vediamo le conseguenze -, ma anche di altre opere, come, per esempio, il famoso ponte sullo Stretto. Il Governo Meloni rappresenta un cambio di passo anche rispetto a questo settore. Lei, signor Ministro, con le sue dichiarazioni ha confermato ancora una volta, come Vice Presidente del Consiglio e come Ministro degli Affari esteri, di essere un uomo del fare, ha confermato di rappresentare autorevolmente quella grande cultura di governo che costituisce la lezione non dimenticata del Presidente Berlusconi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

(Intendimenti in ordine al Memorandum di intesa tra Unione europea e Tunisia, alla luce dell'incremento degli sbarchi e delle criticità relative al rispetto dei diritti umani in tale Paese – n. 3-00614)

PRESIDENTE. IL deputato Della Vedova ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00614 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, torniamo sul tema che avevamo sollevato a luglio, poco dopo la firma del Memorandum. Noi, lì, esprimevamo riserve circa un pacchetto di aiuti a un autocrate, come quello attuale tunisino, che non aveva voglia di introdurre alcun tipo di riforma. A noi sembrava chiaro, oggi lo è. A un mese e mezzo di distanza, il numero degli sbarchi continua ad aumentare, l'hotspot di Lampedusa è in grande sofferenza. L'unica previsione che si è avverata è che la Tunisia non farà mai da guardia di frontiera, come ha detto Saied. La condizione interna peggiora, gli immigrati vengono spinti, dopo vessazioni, nel deserto, verso la Libia, si incarcerano gli oppositori politici. La domanda è, signor Ministro, rivolta a lei e al Governo: ma siete ancora convinti che si tratti di uno storico Memorandum, modello per accordi con i Paesi terzi?

PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, ha facoltà di rispondere, per 3 minuti.

ANTONIO TAJANI, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Il Memorandum tra l'Unione europea e la Tunisia nasce dall'urgenza di sostenere il Paese nordafricano, che rischia un tracollo economico e subisce una crescente pressione di migranti irregolari in transito per l'Italia e l'Europa. Questi flussi senza precedenti sono provocati dalle crisi che sempre più affliggono il continente africano. L'azione congiunta della Polizia e della Guardia marittima tunisine sta, comunque, contribuendo, anche in queste settimane, a prevenire migliaia di partenze e, quindi, di morti potenziali, arrestare i trafficanti, sequestrare imbarcazioni, motori, carburanti, dispositivi di comunicazione. Proprio nelle ultime ore, ci sono notizie positive sulla chiusura di un cantiere che forniva imbarcazioni utilizzate per il traffico di esseri umani. Con i fondi europei previsti dal Memorandum queste operazioni dovranno essere intensificate. Stiamo spingendo in questa direzione.

L'Italia ha svolto un ruolo significativo per la conclusione dell'Accordo, anche in ragione della forte cooperazione bilaterale con Tunisi e, grazie all'impulso del nostro Governo, l'approccio è condiviso da tutti i partner europei. Siamo al lavoro per una rapida e piena attuazione del Memorandum. Evitare il collasso della Tunisia non significa certo dimenticare l'importanza dei diritti e delle libertà fondamentali: essi rappresentano il patrimonio più prezioso della democrazia tunisina nell'ultimo decennio. L'Italia, assieme ai partner europei, continuerà ad insistere con le autorità di Tunisi affinché queste conquiste siano preservate.

L'Europa e l'Italia hanno un interesse strategico nella stabilità e nella prosperità del vicino Sud, di cui la Tunisia è un tassello fondamentale. Stabilità e prosperità sono, del resto, indispensabili per una gestione dei migranti rispettosa della dignità umana. Per questo, come Italia, abbiamo voluto che il Memorandum non riguardasse solo l'assistenza e la gestione dei flussi migratori, ma rilanciasse il partenariato con la Tunisia in diversi settori, dalla formazione dei giovani alla transizione energetica, dalla produttività agricola alle infrastrutture strategiche, quali l'elettrodotto sottomarino Elmed. Vogliamo, insomma, assicurare un futuro al popolo tunisino. Il Memorandum segue, quindi, un approccio a più dimensioni, combinando sviluppo economico e sociale, lotta ai trafficanti e potenziamento dei canali di immigrazione legale. È in questo senso che l'Accordo con la Tunisia vuole porsi come modello per il rilancio dei partenariati tra Unione europea e Paesi del vicinato Sud. È lo stesso spirito che ha animato la Conferenza di Roma su sviluppo e migrazioni del 23 luglio. L'Europa chiede sempre di più all'Europa di dotarsi di una politica migratoria che assicuri soluzioni concrete e bilanci responsabilità e solidarietà. I Paesi di primo approdo non possono più essere lasciati soli.

PRESIDENTE. Il deputato Della Vedova ha facoltà di replicare, per 2 minuti.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Grazie, signor Ministro, io non sono soddisfatto e confermo le mie critiche, non tanto a lei come Ministro degli Affari esteri e al Ministero che lei dirige, quanto al Presidente del Consiglio, Meloni, per l'enfasi con cui Meloni ha voluto salutare quell'Accordo, che sta chiaramente fallendo. Gli sbarchi sono raddoppiati: io non farò, come ha fatto e come farebbe Meloni oggi, alzandomi in Aula e accusando il Governo per il raddoppio degli sbarchi, l'incapacità del Ministro Piantedosi, come è stato fatto nei confronti del Ministro Lamorgese, così come non dirò che il Governo vuole raddoppiare gli sbarchi perché vuole la sostituzione etnica. Dico una cosa più precisa, però: che questo tipo di Memorandum, questo tipo di rapporto fallisce, questo tipo di accordo sta fallendo, perché i migranti vengono respinti nel deserto libico, dove muoiono di stenti, sta fallendo perché Saied non sta facendo alcuna riforma economica, sociale e di democrazia. Saied non sarà un fattore di stabilizzazione della Tunisia, sarà un grande fattore di destabilizzazione e, poi, noi ci troveremo ad avere a che fare con una destabilizzazione molto pericolosa non solo in termini di immigrazione. Questo Memorandum è il fallimento di una strategia.

Chiudo, signora Presidente. La Primo Ministro Meloni aveva salutato questo Memorandum dicendo che non voleva occuparsi della politica interna di migrazione e, quindi, dei movimenti secondari - perché, lì, ungheresi, polacchi e tutti gli amici suoi sono contrari -, ma solo delle frontiere esterne.

Sulla frontiera esterna, l'accordo con la Tunisia è un esempio di fallimento mentre sul fronte interno, interno all'Unione europea, l'Italia incassa silente l'egoismo di tutti gli altri Paesi.

(Elementi ed iniziative in ordine alla recente missione in Cina, con particolare riferimento agli scambi commerciali e alla tutela delle imprese italiane, anche con riferimento al Memorandum di intesa sulla "Via della Seta" – n. 3-00615)

PRESIDENTE. Il deputato Bicchielli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-00615 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per un minuto.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Signor Ministro, si è appena conclusa la sua missione in Cina dove ha avuto incontri bilaterali con il Ministro del Commercio Wang Wentao e con il Ministro degli Esteri Wang Yi e ha presieduto con quest'ultimo l'XI sessione plenaria del Comitato intergovernativo Italia-Cina. Dal 2004, i rapporti tra Italia e Cina sono inquadrati nel partenariato strategico globale, a cui si è sovrapposto, nel 2019, il Memorandum di intesa sulla Via della Seta di cui è prevista la scadenza nel marzo 2024. La Cina, nei suoi rapporti con alcune minoranze etniche e religiose e verso la popolazione di Hong Kong, ha messo in atto e persegue tuttora azioni da cui risultano gravi violazioni dei diritti umani. Comunque la Cina è un interlocutore indispensabile per affrontare le attuali sfide globali e gli scenari di crisi, a partire dall'aggressione russa all'Ucraina. La Cina è per l'Italia un partner economico e commerciale di primaria importanza, con cui occorre riequilibrare la bilancia commerciale anche con una maggiore promozione e tutela del made in Italy e parità di trattamento alle nostre imprese che operano in Cina. Pertanto, signor Ministro, le chiediamo quali sono stati gli esiti della missione a Pechino e quali iniziative il Governo intenda intraprendere per sviluppare le relazioni bilaterali, riequilibrare la bilancia commerciale e salvaguardare gli importanti interessi delle nostre imprese in Cina, anche con riferimento al memorandum d'intesa sulla Via della Seta.

PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, ha facoltà di rispondere, per tre minuti

ANTONIO TAJANI, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. La mia missione a Pechino ha inteso segnare l'inizio di una nuova fase di cooperazione rafforzata tra Italia e Cina. Nei colloqui con i Ministri degli Esteri e del Commercio abbiamo condiviso l'importanza di rilanciare il partenariato strategico globale avviato già nel 2004 su iniziativa del Presidente Berlusconi. È questo il quadro di riferimento della cooperazione bilaterale che può contare anche sullo strumento del Comitato intergovernativo che ho presieduto a Pechino - come lei ha ricordato - con il Ministro degli Esteri Wang Yi. Il partenariato strategico abbraccia tanti settori, direi tutti i settori, ed è quindi più importante di singoli accordi bilaterali come quello sulla Via della Seta, memorandum che, dal nostro punto di vista, ha prodotto fin qui risultati non soddisfacenti in termini di esportazioni e di investimenti. Comunque, ho detto agli interlocutori cinesi che il Governo italiano deciderà la propria posizione anche dopo aver ascoltato il Parlamento. Questa è una valutazione che ho condiviso, a nome del Governo italiano, con i miei interlocutori ai quali ho sottolineato il comune interesse a sviluppare e a non pregiudicare l'ampio potenziale del partenariato. Ho incontrato anche una qualificata delegazione delle 1.600 imprese italiane operanti in Cina (grandi gruppi e piccole e medie imprese, manifatture e servizi) e tutte hanno evidenziato l'importanza del sostegno governativo per l'efficacia della loro azione. Ho assicurato che la nostra priorità è appunto la diplomazia della crescita, la promozione delle esportazioni e la tutela degli investimenti italiani. Alle autorità cinesi ho espresso la necessità di lavorare per riequilibrare la bilancia commerciale, attrarre investimenti qualificati nei settori di interesse, rafforzare la tutela del made in Italy e facilitare l'accesso di nuovi prodotti italiani. Abbiamo appena ottenuto importanti aperture dal mercato cinese ad alcune nostre eccellenze agroalimentari e lavoriamo per ulteriori progressi. I prossimi mesi vedranno diverse missioni di esponenti del Governo che culmineranno con la visita del Presidente del Consiglio e con quella, il prossimo anno, del Capo dello Stato in occasione dei 700 anni dalla morte di Marco Polo. Questo anniversario simbolico offrirà l'occasione per valorizzare anche la cooperazione culturale. Tra le altre cose, abbiamo anche discusso degli scenari di instabilità in Africa e concordato sui rischi che questi comportano. Ho insistito anche con le autorità cinesi affinché facciano sentire la propria influenza sulla Russia per una pace giusta e duratura in Ucraina. Ciò significa rispettare i principi del diritto internazionale e la sovranità di Kiev (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Il deputato Lupi ha facoltà di replicare, per 2 minuti.

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). La ringrazio, signor Ministro, anche a nome del gruppo parlamentare Noi Moderati, anche perché, nella sua risposta, ha evidenziato un doppio aspetto. In primo luogo, l'importanza fondamentale per il nostro Paese - ma credo per l'intera Europa - della diplomazia, della diplomazia della crescita, del dialogo e della cooperazione rafforzata in tutti i Paesi del mondo anche con un interlocutore importante come quello cinese, strategico nel mondo. In secondo luogo, però, percorrere la strada della diplomazia non vuol dire non guardare e non analizzare i dati e i risultati di una collaborazione che negli anni si è sviluppata. Una posizione forte e coerente dell'Italia non fa venir meno la voglia e la necessità di un dialogo, anzi la può rafforzare. Non a caso, lei ha citato - e ci soddisfa - i risultati insoddisfacenti di un trattato, il cosiddetto Trattato sulla Via della Seta, che tra l'altro l'Italia è stata la prima, tra i Paesi del G7, a firmare, nel 2019, e che doveva avere degli obiettivi che, estrapolati invece da un contesto generale, come lei ha sottolineato, non ha raggiunto. Tra l'altro, nel concludere la nostra replica - ha fatto bene a sottolineare che coinvolgerà il Parlamento in un dibattito e chiedo che ovviamente, come ha già fatto, i suoi uffici possano fornire tutti i dati su cui ha basato la sua risposta - evidenziamo che è vero che c'è stato un aumento, dal 2019 al 2022, dei rapporti bilaterali tra Italia e Cina, ma - lo dico anche per chi ci ascolta - il problema è che questo aumento è stato a vantaggio non dell'Italia ma della Cina. Nel 2019, l'import dei prodotti cinesi verso l'Italia era pari a 31 miliardi, oggi è pari a 57 miliardi; nel 2019, l'export delle imprese italiane verso la Cina era pari a 13 miliardi, nel 2022 è diventato pari a 16 miliardi. Gli investimenti cinesi nel nostro Paese - la cosa più importante è attrarre investimenti internazionali nel Paese perché così si crea occupazione - sono assolutamente diminuiti e sono tendenti allo zero. La Cina è il primo importatore in Europa, addirittura per il 20,8 per cento. Allora, dire con chiarezza che la via della diplomazia è fondamentale e che l'Italia deve essere protagonista in Europa…

PRESIDENTE. Deve concludere.

MAURIZIO LUPI….non vuol dire non riconoscere le difficoltà e avere un rapporto - e concludo, signor Presidente - alla pari con la Cina, anche per rivendicare alcune questioni che lei ha detto, quali la pace, i diritti, Taiwan, Hong Kong e i temi ambientali. Io credo che questa sia la strada e la ringrazio a nome del nostro gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

(Chiarimenti in merito al corretto utilizzo delle risorse del Fondo di sviluppo e coesione in relazione al definanziamento di interventi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza – n. 3-00616)

PRESIDENTE. La deputata Guerra ha facoltà di illustrare l'interrogazione Ubaldo Pagano ed altri n. 3-00616 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria, per un minuto.

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. La interroghiamo, signor Ministro, sulle implicazioni della proposta di revisione del PNRR, avanzata dal Governo per la parte che prevede un taglio di ben 16 miliardi, di cui 13 specificamente a danno di progetti degli enti locali, molto importanti per il territorio e l'ambiente. Ci viene detto che questi tagli verranno ripristinati anche ricorrendo alle risorse messe a disposizione della programmazione dei fondi strutturali e del Fondo di sviluppo e coesione. Due domande, allora. La prima: poiché questi fondi hanno comunque una loro importante destinazione e gli enti decentrati si sono mostrati più efficienti rispetto ai Ministeri nello spenderli, come si fa a dire che non ne viene compromesso il carattere addizionale, con la conseguenza di privare gli enti locali di un ampio insieme di risorse? La seconda: poiché i 16 miliardi tagliati non rispettano la proporzione 80/20 a favore del Mezzogiorno, che è propria dei fondi con cui li si vorrebbe sostituire, come si risolve questo problema? A danno del Sud, del Nord o di entrambi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)?

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. La proposta di revisione del PNRR riguarda 144 misure di investimento e di riforma. Si compone di modifiche formali, mirate ad agevolare la rendicontazione di obiettivi e traguardi, e di modifiche sostanziali, dovute al mutato contesto internazionale che ha determinato ostacoli oggettivi al raggiungimento di obiettivi e traguardi. Si provvede inoltre alla riallocazione delle risorse verso impieghi più efficienti, che conduce allo spostamento di alcune misure del PNRR ad altre forme di finanziamento.

Il Governo, in adempimento alla risoluzione approvata dal Parlamento il 1° agosto scorso, ha provveduto ad inviare la proposta di revisione del PNRR alla Commissione europea e sono già state avviate le prime interlocuzioni in ordine alle modalità e ai termini per l'attuazione dei successivi adempimenti.

Circa l'integrazione tra il PNRR, il piano complementare e le politiche di sviluppo e coesione, nella relazione sullo stato di attuazione delle politiche della coesione europea e nazionale del 2014-2020, presentata dal Governo al Parlamento nel febbraio 2023, era già stata evidenziata l'esigenza di garantire la complementarietà tra l'utilizzazione delle risorse del PNRR e l'impiego delle risorse destinate alle politiche di coesione al fine di garantire una più razionale ed efficiente utilizzazione delle risorse destinate alle politiche di coesione, ivi comprese le risorse del Fondo sviluppo e coesione.

Le raccomandazioni della Commissione europea - semestre europeo 2023, pacchetto di primavera del 24 maggio del corrente anno - hanno confermato detta esigenza, considerata cruciale per perseguire la transizione verde digitale, aumentare la resilienza economica e sociale e raggiungere uno sviluppo territoriale equilibrato nelle diverse aree del Paese. L'utilizzo del Fondo sviluppo e coesione per assicurare la realizzazione degli investimenti, già finanziati dal PNRR e interessati dalla proposta di revisione, è, dunque, coerente con la natura aggiuntiva delle risorse del Fondo che, come è noto, è già stato impiegato dai precedenti Esecutivi nella misura di 15,6 miliardi di euro per assicurare il cofinanziamento del PNRR.

Quanto al vincolo di destinare l'80 per cento delle risorse al Mezzogiorno, si tratta di un obbligo di legge di cui si intende garantire la piena osservanza (ho quasi concluso, Presidente).

Da ultimo, si evidenzia che, con specifico riguardo all'attuazione degli interventi finanziati con le risorse del Fondo sviluppo e coesione relativi al periodo 2014-2020 e ai cicli precedenti, con il monitoraggio del 30 aprile 2023, l'ultimo disponibile, risultano pagamenti pari al 34 per cento del totale delle risorse messe a disposizione.

PRESIDENTE. Il deputato Ubaldo Pagano ha facoltà di replicare per due minuti.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Presidente, rivolgendomi suo tramite al Ministro, non me ne vorrà: le parole che dirò non sono rivolte alla sua cortese e simpatica esposizione di quello che avrebbe dovuto fare il Ministro Fitto che, nell'approssimarsi di questa seduta, ha scoperto di avere improrogabili impegni e, quindi, ha delegato il Ministro Ciriani. È evidente che quella risposta è una non risposta, ossia non viene dato alcun tipo di segnalazione puntuale con riferimento ai rilievi che abbiamo provato a fare, forse in maniera imprecisa e imperfetta, al Ministro Fitto.

È un po' il tratto distintivo di tutto il suo operato. Le parole d'ordine del suo mandato, infatti, non mi pare siano né “fare”, “attuare” e “realizzare”, ma “accentrare”, “sottrarre” e “impadronirsi”. Sì, perché al suo fianco, Ministro Ciriani, siede un altro Ministro a cui è stata sottratta una parte della responsabilità nella gestione delle politiche per le imprese, soprattutto di alcune grandi imprese.

Peraltro, se stiamo a guardare i fatti, aspettiamo, da più di 9 mesi, il pagamento della terza rata. Della quarta rata non ne parlate più. Invece, le risorse dell'Unione europea che abbiamo incassato si basano, in realtà, semplicemente sulle chiacchiere del Ministro Fitto.

Guardate che il castello, purtroppo, è crollato miseramente. Dei 16 miliardi di euro che dobbiamo ancora ricevere non si vede l'ombra e in tutto questo avete vessato, invece, comuni e regioni con un piano di riformulazione del PNRR che dovrebbe, per forza di cose, efficientare la spesa. Ma efficientare che se su quelle risorse, in realtà, erano già stati assunti impegni di spesa giuridicamente vincolanti? Efficientare che se, in realtà, quelle risorse venivano utilizzate per efficientare le scuole, per creare le case di comunità, per rifare la viabilità distrutta nei comuni a rischio di dissesto idrogeologico e per ammodernare e restaurare beni immobili confiscati alle mafie? Insomma, sono tutte chiacchiere per coprire, invece, un disegno che sembra abbastanza chiaro.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Voi state utilizzando le risorse del Fondo di sviluppo e coesione e di tutta la politica di coesione con un effetto sostitutivo per il Mezzogiorno d'Italia, rischiando di depauperare anche le risorse che erano a disposizione delle regioni meridionali.

Pensavamo che in Puglia fossimo tra i pochi fortunati a conoscere l'incapacità politico-amministrativa del Ministro Fitto, ma, invece, è triste notare, con il passare dei giorni, che si sta guadagnando la stessa fama in tutto il Paese.

PRESIDENTE. Grazie…

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Peccato, però, che il conto in questo caso lo pagherà il sistema Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

(Elementi in ordine allo stato delle interlocuzioni con la Commissione europea in relazione alla proposta di revisione del PNRR, nonché al pagamento della terza e quarta rata - n. 3-00617)

PRESIDENTE. La deputata Mantovani ha facoltà di illustrare l'interrogazione Foti ed altri n. 3-00617 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria, per un minuto.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, colleghi, il Piano nazionale di ripresa e resilienza dell'Italia, come sappiamo, prevede un'ingente mole di riforme e investimenti, pari a 191,5 miliardi di euro, da impiegare entro il 2026. Il lavoro del Governo, in questi mesi, è stato costruttivo e attento, fatto di costanti interlocuzioni con la Commissione europea in ordine all'avanzamento e all'aggiornamento del Piano e al capitolo REPowerEU, con la finalità di armonizzare preventivamente i contenuti con i tempi e i modi previsti.

La proposta di revisione del Piano, resa necessaria dal mutato contesto internazionale, vede modifiche mirate ad agevolare la rendicontazione di obiettivi e traguardi e comporta lo spostamento di alcune risorse dal PNRR ad altre forme di finanziamento.

Signor Ministro, come gruppo di Fratelli d'Italia chiediamo, dunque, quale sia lo stato delle interlocuzioni con la Commissione europea in relazione alla proposta di revisione presentata dall'Italia e, in particolare, alla terza e alla quarta rata, anche alla luce del recente incontro di Bruxelles del 4 settembre 2023 (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Il PNRR prevede la realizzazione, entro giugno 2026, di 132 investimenti e 63 riforme, con una dotazione complessiva di 191,5 miliardi di euro, suddivisi tra 68,9 miliardi di sovvenzioni a fondo perduto e 122,6 miliardi di prestiti.

Fin dal suo insediamento il Governo si è adoperato per creare le condizioni necessarie per l'attuazione del Piano, sia rafforzando la governance sia lavorando in stretta collaborazione con la Commissione europea e con tutte le amministrazioni titolari, a partire dalle regioni e dai comuni. I risultati di questa attività sono contenuti nella terza relazione dello scorso 31 maggio e nelle proposte di revisione del Piano inoltrate alla Commissione lo scorso 7 agosto. Ai fini dell'individuazione delle criticità attuative e delle relative soluzioni, è stata fondamentale l'esperienza relativa alla richiesta di pagamento della terza rata, per la quale era previsto il conseguimento di 39 milestone e 16 target al 31 dicembre 2022. Alla data del 23 ottobre 2022 risultavano conseguiti soltanto 25 obiettivi.

Per il raggiungimento di tutti gli obiettivi connessi alla rata il Governo ha adottato 47 provvedimenti di tipo normativo o amministrativo, alcuni dei quali relativi anche agli obiettivi che si consideravano conseguiti alla data di insediamento; ha completato numerose procedure di aggiudicazione e ha definito attività amministrative molto complesse. Frequenti sono stati i confronti sia con le amministrazioni titolari sia con la Commissione europea. Con quest'ultima, oltre agli incontri in presenza, si sono svolti più di 100 riunioni in modalità conference call.

Dopo aver affrontato e superato, in accordo con la Commissione europea, le criticità relative alle misure Piani urbani integrati (come per i progetti Bosco dello Sport di Venezia e stadio Franchi di Firenze risultati non ammissibili), ed all'offerta di alloggi agli studenti universitari, in data 28 luglio 2023 la Commissione europea ha approvato la valutazione positiva preliminare concernente il conseguimento degli obiettivi della terza rata. Ai fini dell'approvazione finale della richiesta di pagamento, il 28 agosto si è tenuta la riunione del Comitato di politica economica del Consiglio relativa alla valutazione della Commissione e l'11 settembre prossimo si terrà la riunione del Comitato economico e finanziario. La conclusione di questi incontri consentirà all'Italia di ottenere il pagamento della terza rata di 18,5 miliardi di euro all'inizio del mese di ottobre.

Per quanto riguarda la quarta rata, il Governo si è adoperato per individuare per tempo i problemi e le relative soluzioni, modificando 10 dei 27 obiettivi il cui conseguimento poteva essere compromesso da circostanze oggettive. A seguito della riformulazione dell'obiettivo relativo all'offerta di alloggi agli studenti universitari, le proposte di modifica sono diventate 11 per 28 obiettivi, salvaguardando tutti gli obiettivi previsti.

Il 28 luglio scorso la Commissione europea ha approvato le proposte di revisione relative alla quarta rata e ha presentato la relativa proposta al Consiglio UE che si pronuncerà il prossimo 19 settembre mediante l'adozione del provvedimento di modifica. In tal modo sarà possibile presentare, già a partire dal 20 settembre, la richiesta di pagamento della quarta rata di 16,5 miliardi di euro, consentendone la sua erogazione entro la fine del 2023.

L'impegno costante del Governo e la costante e proficua collaborazione con la Commissione hanno dunque consentito il raggiungimento degli obiettivi relativi alla terza e alla quarta rata, nonostante la loro oggettiva numerosità e intrinseca complessità, e il riconoscimento di complessivi 35 miliardi di euro in favore dell'Italia.

PRESIDENTE. Il deputato Giordano ha facoltà di replicare.

ANTONIO GIORDANO (FDI). Grazie, Ministro Ciriani, e vorrei ringraziare, attraverso lei, il Ministro Fitto. Come sempre, quando abbiamo a che fare con questo Ministero, le informazioni sono precise e puntuali; però, come sempre, perdiamo anche il punto di partenza, cioè dimentichiamo che siamo partiti da una disponibilità enorme di soldi chiesti in prestito, perché la maggior parte di questi soldi sono chiesti in prestito e li dovremo restituire, e chiesti con procedimenti molto sommari.

Abbiamo informazioni abbastanza dettagliate sul fatto che i dossier fossero pieni di migliaia di richieste di intervento, non sempre - o spesso - non coerenti con gli obiettivi finali e non in linea con l'organizzazione della burocrazia europea. La burocrazia europea non deve farci paura: la burocrazia europea è una burocrazia competente, ma molto rigorosa. Non uso il termine rigido, ma uso il termine rigoroso. Nel rapporto con l'Europa ti vengono concesse le risorse, ma se, a posteriori, qualche cosa non funziona, ti vengono revocate con effetto retroattivo.

Quindi, se non fossero stati presi questi accorgimenti e non fosse stata dimostrata, con una costante interlocuzione, la capacità di questo Ministro, di questo Ministero e di questo Governo di adattarsi - perché questo è il termine che si usa - alla situazione, noi probabilmente oggi staremmo per ricevere una sonora bocciatura, mentre tutte le informazioni che abbiamo ci dicono che c'è un work in progress sano, regolare e rispettato, perché l'altro elemento che emerge assolutamente evidente è che, quando i rappresentanti europei parlano con l'Italia e quando parlano con il nostro Ministro per l'attuazione del programma europeo, sicuramente c'è tanto rispetto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative circa possibili soluzioni alternative al blocco della circolazione dei veicoli diesel Euro 5 e a sostegno del rinnovo del parco auto circolante – n. 3-00618)

PRESIDENTE. Il deputato Giglio Vigna ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-00618 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

ALESSANDRO GIGLIO VIGNA (LEGA). Il 15 settembre 2023 dovrebbe scattare in 76 comuni del Piemonte, compreso il capoluogo Torino, lo stop alla circolazione delle auto diesel Euro 5. La decisione, devastante per cittadini, lavoratori e imprese, è l'ennesima forzatura turbo-ambientalista di Bruxelles sui temi green. Nel febbraio 2001, la Commissione europea richiedeva alla regione Piemonte, con urgenza, di presentare un piano straordinario per anticipare il rientro delle emissioni nei limiti di legge entro il 31 dicembre 2025, rispetto al 2030, come previsto dal piano originale della qualità dell'aria.

Il 9 giugno 2017 veniva sottoscritto a Bologna, dal Ministero e dalle regioni del bacino padano, Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna, l'Accordo di bacino per l'attuazione di misure congiunte per il miglioramento della qualità dell'aria. Tuttavia, il 10 novembre 2020 la Corte di giustizia europea condannava la Repubblica italiana per il superamento dei valori di concentrazione di PM10. Vi è, in questo momento, un importante braccio di ferro fra regione Piemonte e Bruxelles, ed è intenzione della regione Piemonte non cedere. In Piemonte si è alzato un coro di proteste contro questa ennesima euro-follia. Grazie alla Lega…

PRESIDENTE. Onorevole, deve concludere.

ALESSANDRO GIGLIO VIGNA (LEGA). Concludo. Grazie alla Lega, è in corso anche un confronto fra Governo, regione e Bruxelles per individuare soluzioni che scongiurino il blocco. Sarebbe comunque opportuno e urgente, Governo, anche prevedere misure come incentivi e rottamazione per agevolare famiglie e imprese nel cambio del parco auto.

Chiediamo quali siano le soluzioni alternative al blocco Euro 5 che il Governo sta valutando, glielo chiediamo in questo momento, e se vi siano iniziative di competenza che il Governo intende adottare per il rinnovo del parco auto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.

ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. Il Governo, sollecitato dalla regione, dai comuni e dalle associazioni del Piemonte, e non soltanto, è prontamente intervenuto con la prima riunione utile, quindi quella del 28 agosto scorso, nel corso della quale il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, onorevole Pichetto Fratin, ha svolto un'informativa sulla base della quale sono state date precise indicazioni ai Ministri competenti affinché agissero in intesa con la regione Piemonte e in un confronto positivo e costruttivo con la Commissione europea.

Si è svolta già una riunione tecnica il 30 agosto e posso qui annunciare che, sulla base di questo confronto già in atto, è verosimile che già nella prossima settimana si possa evitare il blocco dei citati veicoli (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).

Resta molto fermo il nostro impegno, l'impegno del Governo e dell'Italia a tutela dell'ambiente, nel solco degli accordi con l'Europa, all'interno di una strategia organica di interventi e misure, in parte attuati, che hanno già consentito di conseguire risultati significativi nella tutela della qualità dell'aria. Occorre proseguire secondo un approccio in grado di tenere conto delle trasformazioni in atto e della stringente regolamentazione europea, senza ricorrere ad azioni estemporanee che rischierebbero di indebolire l'efficacia dell'attuale impianto.

Il Ministero è inoltre impegnato a definire una strategia di rilancio del settore dell'automotive nella complessa e ambiziosa fase di transizione che ha nel tavolo Stellantis uno snodo fondamentale. La negoziazione in corso con quello che, al momento, è l'unico produttore di auto in Italia, appunto Stellantis, consentirà di irrobustire ulteriormente le azioni per la sostenibilità ambientale del settore e di orientare in modo più efficace gli incentivi alla domanda. Abbiamo, in Italia, un quarto dei veicoli circolanti Euro 0, 1, 2 e 3, oltre 11 milioni di autoveicoli circolanti 0, 1, 2 e 3.

Dobbiamo agire, ne siamo consapevoli e lo stiamo facendo. Nel quadro dell'accordo nel tavolo automotive è nostra intenzione aumentare gli incentivi per consentire a chi ne ha davvero bisogno, cioè ai possessori di auto Euro 0, 1, 2 e 3, di poter migliorare il parco circolante.

Va detto in conclusione, e sono qui l'appunto e la sfida che abbiamo davanti, che la revisione degli incentivi deve, da una parte, favorire il passaggio a veicoli più sostenibili ambientalmente rispetto a quelli attualmente circolanti, dall'altra, incentivare la produzione nazionale, perché il consuntivo degli incentivi sinora fatti negli anni precedenti ci testimonia che l'80 per cento degli incentivi è andato ad auto prodotte all'estero e importate in Italia.

PRESIDENTE. Il deputato Giglio Vigna ha facoltà di replicare, per due minuti.

ALESSANDRO GIGLIO VIGNA (LEGA). Grazie, Ministro, grazie, Presidente. Accogliamo con favore queste notizie e sottolineiamo di nuovo il fatto che i cittadini piemontesi non potrebbero permettersi questo blocco, o meglio, la maggior parte dei cittadini piemontesi non possono permettersi questo blocco. Sostanzialmente, chi potrebbe cambiare la macchina in questo momento è chi vive all'interno delle ZTL, quindi chi, evidentemente, come sappiamo, vota Partito Democratico e ha altre priorità rispetto al lavoro (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

Occorre intervenire, certo; le misure di tutela ambientale trovano il nostro favore quando hanno un senso logico e non sono di impostazione ideologica, e, soprattutto, quando tutelano il lavoro dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Noi, oggi, qui ribadiamo che, prima di tutto, vi è la tutela del lavoro dei cittadini piemontesi e dei cittadini di tutto il Paese. Quindi, accogliamo con favore che il Governo stia lavorando in modo importante, insieme alla regione e a Bruxelles, sullo stop di questo scellerato e paventato blocco, e accogliamo con favore anche l'idea e i progressi che state facendo nell'andare verso la direzione di nuovi incentivi. Grazie, Ministro, grazie, Presidente (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

(Iniziative di competenza volte a superare le criticità registrate nel settore del trasporto pubblico non di linea, con particolare riferimento al rilascio delle licenze per l'esercizio del servizio taxi - n. 3-00619)

PRESIDENTE. Il deputato Benzoni ha facoltà di illustrare l'interrogazione De Monte ed altri n. 3-00619 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per un minuto.

FABRIZIO BENZONI (A-IV-RE). Grazie, Presidente; grazie, Ministro. Torniamo su un tema fortemente di attualità, purtroppo, che è quello dei taxi e delle licenze taxi; un tema su cui il Governo ha cercato di intervenire con il decreto-legge n. 104 del 10 agosto 2023, dando la possibilità ai comuni di concedere licenze temporanee e ai capoluoghi di aumentare il numero di licenze fino al 20 per cento.

Si tratta di un provvedimento che non riteniamo per nulla soddisfacente, perché le licenze - è vero - sono un problema effettivo, ma non l'unico. È un settore disciplinato da norme che risalgono al 1992, con numeri del turismo differenti, e vi è anche una tecnologia che sta avanzando. Si tratta di un intervento che non va nella direzione di una maggiore concorrenza e lei, Ministro, peraltro, non ha negato, nelle sue dichiarazioni, di voler frenare le grandi multinazionali, in particolare Uber.

Allora, oggi, le chiediamo quali siano le iniziative di competenza che intende intraprendere qualora i comuni non rilascino le licenze ai sensi delle nuove norme in misura idonea ad incidere sulle evidenti criticità registrate, nonché a garantire l'omogeneità del servizio nelle diverse regioni del Paese.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. Nel decreto-legge n. 104 del 10 agosto 2023 sugli asset strategici abbiamo previsto sostanzialmente tre misure che riguardano, appunto, l'aumento delle licenze dei taxi nel nostro Paese, assolutamente necessario, anche in vista del significativo aumento del traffico internazionale in Italia, dell'afflusso di nuovi turisti internazionali e di eventi straordinari come quelli che avremo davanti a noi: il Giubileo del 2025, le olimpiadi Milano Cortina del 2026, l'Expo - ce lo auguriamo tutti - di Roma nel 2030, il Giubileo straordinario del 2033, quello bimillenario, con centinaia di milioni di nuovi afflussi.

La norma prevede sostanzialmente tre cose. La prima disciplina in modo chiaro lo strumento delle licenze temporanee che potranno essere a questo punto date dai comuni per 12 mesi, prorogabili per un ulteriore anno, così da fronteggiare gli incrementi straordinari della domanda relativi agli eventi che vi ho citato; quindi, licenze temporanee di un anno, prorogabili per un altro anno.

La seconda misura riguarda la guida sostitutiva: l'abbiamo totalmente sburocratizzata e oggi per ottenere la seconda guida sarà sufficiente una semplice comunicazione al comune. Non c'è più bisogno di autorizzazioni, basta che venga comunicata al comune.

La terza misura è ancora più significativa e riguarda l'accelerazione e la semplificazione, come le precedenti, di ogni procedura, in modo specifico per realizzare concorsi straordinari per il rilascio di licenze aggiuntive fino al 20 per cento di quelle che già vi sono, nei comuni capoluoghi, nei comuni metropolitani e nei comuni sedi di aeroporti internazionali.

Per avere la possibilità di fare questi concorsi straordinari ai comuni è rimasto il solo obbligo di comunicare lo schema di bando all'Autorità di regolazione dei trasporti che deve rispondere entro 15 giorni, poi varrà il silenzio assenso. Quindi, i comuni, da oggi, possono procedere immediatamente a concorsi per il rilascio del 20 per cento di licenze in più. Gli è rimasto un unico obbligo nei confronti dell'Autorità dei trasporti per la congruità del prezzo e, comunque, vi è un termine certo di 15 giorni, perché poi c'è il silenzio assenso. Quindi, tutti i comuni che prima vi citavo, i principali comuni italiani, possono procedere.

Aggiungo ancora che, proprio oggi, si riunisce la Conferenza unificata con gli enti locali e in quella sede, se emergeranno indicazioni e richieste differenti, per esempio se l'associazione dei comuni ci dovesse chiedere di trasformare questa facoltà incentivata in un vincolo, ovviamente il Governo e il Parlamento sono pronti a valutarle in sede di conversione.

Quindi, accelerazione e sburocratizzazione, come vi dicevo, ma anche incentivi per quanto riguarda l'acquisizione di veicoli a basse emissioni di CO2…

PRESIDENTE. Devo chiederle di concludere, Ministro.

ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. In pratica, taxi e NCC avranno un ecobonus raddoppiato proprio per migliorare il clima, l'aria nei nostri centri metropolitani. Semplificazione, accelerazione delle procedure per le licenze dei taxi e, nel contempo, incentivazione a migliorare il parco circolante e renderlo davvero vincolante sul piano ambientale.

PRESIDENTE. La deputata De Monte ha facoltà di replicare, per due minuti.

ISABELLA DE MONTE (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, innanzitutto, le riconosco la capacità di ascolto e di interlocuzione su questo argomento. Però, devo dire che sia la risposta del Governo, con il decreto-legge, sia quella odierna mi lasciano parzialmente insoddisfatta e mi riferisco proprio al contenuto di questo decreto-legge, ma anche alle dichiarazioni che il Governo e anche lei avete fatto in merito proprio ai taxi e al settore dell'aviazione. In particolare, per quanto riguarda la tutela, si è affermato di voler tutelare la categoria dei taxi, ma sono state fatte delle affermazioni abbastanza forti, devo dire, nei confronti di una compagnia di trasporto aereo low-cost.

Ciò che accomuna questi due settori, cioè il trasporto pubblico non di linea, i taxi, e quello aereo, è ovviamente la necessità di avere un servizio migliore e avere anche delle tariffe migliori; in poche parole, significa dare un'immagine maggiormente concorrenziale.

A proposito del settore di cui lei si occupa, proprio quello delle imprese, in questo momento noi abbiamo una domanda che non è coperta sufficientemente. Non c'è un mercato in equilibrio e, quindi, dobbiamo mettere davvero il cittadino al centro dell'attività di governo, ma anche di quella legislativa e mi riferisco, ad esempio, all'emissione obbligatoria delle licenze, ma anche all'apertura a modelli più moderni e innovativi dei sistemi di trasporto come esistono in altre parti del mondo.

In conclusione, vorrei dire che è in campo, come sappiamo, l'AGCM per la tutela della concorrenza, per mettere un po' sotto la lente tutti quei servizi che, appunto, non stanno funzionando. Io penso che come Governo e come legislatori dobbiamo fare di più; noi questo lo faremo e in sede di conversione spero che ci sia una maggiore apertura. Però, pensiamo che il settore dei taxi, del trasporto non di linea, debba essere assolutamente innovato e in questo senso noi opereremo con proposte di legge che, peraltro, sono state già depositate e che vanno proprio nel senso di una risposta che riteniamo più adeguata (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

(Iniziative per una rapida definizione di un accordo quadro per il rilancio della produzione di auto in Italia, la riconversione ecologica e la garanzia occupazionale negli impianti del gruppo Stellantis e della filiera della componentistica – n. 3-00620)

PRESIDENTE. Il deputato Grimaldi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00620 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Ministro, lei sa benissimo che in questi vent'anni la produzione in Italia è calata di un milione di vetture. Sa benissimo che, dopo il vostro accordo, i posti di lavoro persi in Italia saliranno a 11.500 e sa anche che la cassa integrazione in questi anni è aumentata di 15 milioni di ore.

Allora, glielo chiedo così: ma vi siete accorti che, mentre voi chiedevate un'ennesima deroga a Bruxelles, Stellantis disertava proprio gli incontri al MIMIT? Non c'è volontà di confronto sulle prospettive e sulla crisi degli stabilimenti in Italia. La verità è che Stellantis, come FCA, come FIAT, fa profitti sulla pelle degli operai e sulla pelle di questo pianeta.

Che ne è dell'accordo del 2022 per le quattro nuove produzioni elettriche che dovevano essere fatte in Italia? E, nel frattempo, come mai Stellantis, invece, progetta nuovi siti produttivi in Africa, con nuove produzioni già avviate in Algeria?

Ecco, i cambiamenti climatici sono già qui e voi vi comportate come i lobbisti del diesel, continuando a chiedere il ritardo del phase out. Ma davvero credete che procrastinare di un anno o due la fine del motore endotermico fermerà la crisi occupazionale e produttiva italiana? Quali sono le vostre idee, qual è la vostra idea industriale per il futuro di questo Paese?

PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. Sì, è vero: negli ultimi vent'anni e soprattutto negli ultimi dieci anni, quando voi avete governato, la produzione delle auto in Italia è continuamente crollata; la produzione si è ridotta anno dopo anno.

Soprattutto, è evidente che quando è stato costituito il gruppo Stellantis, il Governo italiano di allora - c'eravate voi al Governo, non certamente noi! - non si è confrontato con l'azienda, a differenza di quanto hanno fatto gli altri Governi in Europa. Noi abbiamo dovuto recuperare rispetto ad una situazione di latitanza del Governo che, purtroppo, ha aggravato la situazione. E abbiamo instaurato un rapporto con l'azienda Stellantis con cui ci confrontiamo continuamente: debbo anche aggiungere che non è vero che Stellantis si sia assentata o abbia disertato gli incontri del 24 luglio e dell'8 agosto, perché quegli incontri non erano con Stellantis, che non era stata invitata. Quegli incontri erano col “sistema Italia”, cioè con i sindacati, le regioni e l'associazione che rappresenta l'indotto, proprio per meglio definire il confronto comune - noi vogliamo che tutte le parti siano coinvolte - con la grande multinazionale Stellantis.

Nel merito, voglio dire che questo confronto sta andando bene, che finalmente è sui binari giusti o, se permettete, in questo caso, sulle “strade giuste” e prevede una inversione di tendenza rispetto a quello che è accaduto negli ultimi vent'anni. Prevede che la tendenza, che per il momento è andata sempre a scemare, sia invertita e che l'aumento della produzione dei veicoli in Italia sia garantito, così come l'aumento degli investimenti in prodotti e in veicoli innovativi, in ricerca e sviluppo ed anche il coinvolgimento della straordinaria filiera dell'indotto nel processo di trasformazione industriale. Il piano di lavoro con Stellantis sta per essere definito e, sulla base di quel piano di lavoro, nascerà un “tavolo Stellantis”, quello che si sarebbe dovuto fare negli anni passati. Nascerà finalmente un piano Stellantis che impegnerà la multinazionale a rivedere il piano internazionale in atto per garantire la produzione nel nostro Paese e quindi l'occupazione, che avrebbe dovuto essere garantita in passato, con un monitoraggio continuo che coinvolgerà anche e finalmente i sindacati, anche e finalmente le regioni - tutte le regioni, senza ovviamente differenza di colore - e anche l'associazione che rappresenta l'automotive, perché il “sistema Italia” finalmente possa avere una garanzia su quello che è un asset fondamentale dell'industria italiana a cui noi - noi - non vogliamo certamente rinunciare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Grimaldi per due minuti.

MARCO GRIMALDI (AVS). Intanto, mi consenta uno “sbugiardino”: faccio solo presente al Ministro che, in questi vent'anni, Forza Italia ha governato per il 57,7 per cento, la Lega per il 53 per cento, Alleanza Nazionale e Fratelli d'Italia per il 46 per cento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Il gruppo parlamentare che ha davanti era all'opposizione e ha governato meno del 10 per cento e non dice le balle che ha detto lei davanti agli italiani! Siamo davanti ad un giudizio universale climatico (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), serve la transizione ecologica per fare piena e buona occupazione! Ne abbiamo pieni i polmoni delle vostre balle sulla fine del motore endotermico; la crisi è qui, i cambiamenti climatici sono già qui e nel 2022, per fortuna, l'Europa ha dato lo stop alla produzione di auto endotermiche nel 2035. Dovete smetterla di fare i conservatori di un disastro, un disastro annunciato per il nostro sistema produttivo, per i nostri lavoratori e per il nostro pianeta! Noi non siamo al passo con nessuna di queste trasformazioni e con gli obiettivi; state difendendo un fallimento e invece di fare di tutto per raggiungere gli obiettivi, cercate assi e sponde per allontanarli. Voi siete la continuazione di una lunga stagione di assenza di politiche industriali! Fate i pierre, fate gli addetti stampa di un fallimento! Ma quale made in Italy: l'ha appena detto lei, che non vengono prodotte in Italia quelle auto. Cosa sta difendendo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)? Sta difendendo gli interessi di una multinazionale che non paga nemmeno più le tasse in Italia e lei sarebbe il difensore del made in Italy? Si dovrebbe vergognare per la risposta che ha dato a questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)!

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16.30. A quell'ora è stata differita la commemorazione, come è stato testé comunicato ai gruppi.

La seduta, sospesa alle 16,05, è ripresa alle 16,35.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 77, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 16,36).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

In morte dell'onorevole Michele Achilli.

PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Michele Achilli, già membro della Camera dei deputati dalla IV alla IX legislatura. La Presidenza della Camera ha già formulato ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Commemorazione delle vittime dell'incidente ferroviario di Brandizzo.

PRESIDENTE. Colleghi, colleghe, come sapete, nella notte del 30 agosto si è verificato un gravissimo incidente ferroviario nella stazione di Brandizzo, in provincia di Torino, in cui hanno perso la vita cinque operai: Giuseppe Aversa, Kevin Laganà, Saverio Giuseppe Lombardo, Giuseppe Sorvillo e Michael Zanera, che sono stati travolti da un treno mentre svolgevano alcuni lavori di manutenzione sui binari.

Esprimo profondo cordoglio e sentite condoglianze alle famiglie delle vittime ed auspico che venga fatta al più presto chiarezza sulle cause e sulle responsabilità di questa tragedia.

La dinamica dell'incidente è naturalmente al vaglio degli inquirenti, ma quanto accaduto impone comunque a tutte le istituzioni di mettere ancora di più al centro dell'attenzione il tema della sicurezza sul lavoro e di adottare ogni iniziativa per evitare che tragedie come quella di Brandizzo si ripetano.

Faccio mie le parole del Presidente Mattarella: “morire sul lavoro è un oltraggio ai valori della convivenza. Il lavoro è fonte di vita, di dignità. Non può, non deve tramutarsi in strumento di morte e di dolore”.

Nell'esprimere, a nome mio e di tutta l'Assemblea, un commosso omaggio ai cinque lavoratori che hanno perso la vita, invito l'Assemblea a osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Anche Fratelli d'Italia si unisce allo sgomento e al sentimento di cordoglio nei confronti delle vittime e abbraccia con sincerità le famiglie e gli amici dei cinque operai uccisi nella notte a Brandizzo.

Ma non basta il cordoglio, non basta lo sgomento, non basta l'umana sofferenza. Quello che è avvenuto a Brandizzo non è né una tragedia, né un incidente, è stata una vera e propria strage. Quelle persone non sono state travolte, sono state mandate a morire. Di fronte a quanto accaduto, io credo - e credo che sia il sentimento unanime di quest'Aula - serva una reazione forte, rigorosa, immediata e netta. Certo, sarà la magistratura a individuare le responsabilità penali e ringraziamo la procura per aver accelerato e per essersi subito messa al lavoro nel chiarire, perché, ovviamente, solo la verità può restituire non soltanto la giustizia processuale, ma la giustizia che ogni vita umana merita di fronte a episodi come quelli di Brandizzo.

Ma, al di là della giustizia, che può restituire un procedimento penale, esiste, invece, la giustizia con la “G” maiuscola, che richiede l'impegno di ognuno di noi a fare in modo che, individuate le cause e fatta verità, si vada a porre rimedio.

È vero, si tratta di morti sul lavoro. Siamo stanchi tutti, credo, di commemorare e di celebrare morti sul lavoro. Per questo io credo che questa giornata, questa commemorazione e questo cordoglio abbiano un senso nel momento in cui tutte le forze politiche si uniranno, ed è l'auspicio che noi facciamo ed è il motivo per cui ci mettiamo fin da subito a disposizione dei lavori parlamentari: per fare in modo che si ritrovino subito correttivi volti a far sì che episodi come quelli di Brandizzo, che hanno portato a far morire cinque operai, non debbano più accadere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gribaudo. Ne ha facoltà.

CHIARA GRIBAUDO (PD-IDP). Grazie, Presidente, anche per aver voluto questo momento di commemorazione, che era giusto tenere in quest'Aula, per ricordare a ciascuno di noi la grande responsabilità della rappresentanza di fronte a tragedie come queste. Infatti, la piaga delle morti sul lavoro, più di tanti altri problemi, interroga le nostre coscienze.

Sono stati giorni di cordoglio e dolore, di manifestazioni partecipate e intense, in modo particolare nelle comunità colpite, quella di Brandizzo e di Vercelli, ma in tutto il Piemonte, che è stato nuovamente ferito. Sì, perché la morte di Giuseppe Aversa, di Giuseppe Sorvillo, di Saverio Giuseppe Lombardo, di Michael Zanera e di Kevin Laganà, tre generazioni stroncate sui binari, ci ha fatto ricadere nello sconforto del 2007, in Piemonte, anno di due tragedie enormi, quelle dei sette operai della ThyssenKrupp e dei cinque lavoratori del Molino Cordero; e poi, nel 2021, i tre operai caduti a Torino il sabato prima di Natale. Purtroppo, i morti sul lavoro hanno ormai una cadenza quotidiana nel nostro Paese, ma nella regione Piemonte, ahimè, si registra il triste primato di più morti contemporaneamente: un'autentica tragedia nella tragedia.

Da quest'Aula mandiamo nuovamente un messaggio di cordoglio e vicinanza alle famiglie, in questo caso naturalmente da parte della comunità del Partito Democratico ai familiari delle vittime e ai loro cari, e un ringraziamento particolare al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (Applausi), che, con la sua scelta importante, ha restituito subito l'idea, doverosa, che lo Stato debba essere presente in queste drammatiche situazioni, per lavorare insieme e debellare l'oltraggio alla convivenza civile per l'appunto, perché mai il diritto al lavoro dovrebbe entrare in contrasto con il diritto alla vita.

Oggi è ancora il momento del dolore. Abbiamo bisogno tutti che venga fatta presto luce su questa vicenda. Spero che, di fronte a tragedie simili, la politica tutta, senza divisioni, possa riconoscere che non si può liquidare la faccenda con la solita risposta assolutoria: “È stato un errore umano”. Lo dico perché, al massimo, possiamo parlare di errore disumano.

Serve accertarsi che non vi siano responsabilità di terzi, che, per negligenza o profitto, o per la sempre più ricorrente fretta e urgenza, non abbiano seguito le dovute precauzioni prescritte dalla legge e dagli atti che ne conseguono. Questa è la priorità degli inquirenti della magistratura, che stanno indagando e che ringraziamo per il loro lavoro, in cui abbiamo piena fiducia. Ogni vita spezzata non è un numero che accresce o diminuisce una statistica, è una storia che si interrompe, un dramma per chi resta. Il problema non è più norme o moduli in più da compilare, ma più investimenti e più controlli da far rispettare.

La sicurezza non può essere una pratica burocratica o un costo, bensì un elemento fondante del lavoro. Dai cantieri all'agricoltura, dall'edilizia ai trasporti, ai rider serve smantellare un sistema culturale che crede che tagliare i costi e i tempi non abbia ripercussioni, mentre, purtroppo le ha, e ricadono sui lavoratori e sulle lavoratrici. Da questa tragedia troviamo il coraggio di affrontare il tema dei subappalti negli appalti pubblici e non solo.

Alle famiglie delle vittime e alle comunità ferite dobbiamo dimostrare uno sforzo aggiuntivo, a partire dalla nostra regione - il Piemonte -, uno sforzo che deve vedere uniti sindacati, imprese e istituzioni tutte. Mettiamo un punto, la sicurezza sul lavoro è la priorità del nostro Paese, lo deve essere anche per la Commissione di inchiesta che farà il suo lavoro. Solo così onoreremo i 5 morti in questa tragedia, perché non possiamo solo usare parole, anche se importanti, ma dobbiamo produrre atti coerenti e conseguenti. Noi ci siamo - lo dico alla maggioranza -, perché la sicurezza sul lavoro è un patrimonio di tutte e di tutti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giaccone. Ne ha facoltà.

ANDREA GIACCONE (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, a nome del gruppo della Lega, esprimiamo il nostro cordoglio e la nostra vicinanza ai familiari delle vittime di questa immane tragedia. Kevin Laganà, 22 anni, Michael Zanera, 34 anni, Giuseppe Sorvillo, 43 anni, Giuseppe Aversa, 49 anni, Saverio Giuseppe Lombardo, 52 anni, uomini, lavoratori, vite spezzate dove non dovrebbe succedere, dove non dovrebbe essere possibile: sul luogo di lavoro. Purtroppo, che sia ancora possibile lo dimostrano anche, oltre a questa tragedia, i più di 1.000 morti durante il 2022 e le 559 vittime nei primi 7 mesi del 2023, e questo non è accettabile.

È compito della magistratura far luce sulle cause e sulle responsabilità di questa tragedia, ma è una tragedia che ci lascia ancora più sgomenti quando apprendiamo che, da quello che si è potuto appurare, quegli operai non dovevano essere lì, avendo ricevuto la comunicazione che la linea non era stata ancora interrotta. E questo ci impone domande, ci fa aprire interrogativi sulla differenza tra la sicurezza formale, nel senso di rispetto delle procedure di burocrazia, e la sicurezza di fatto, ossia la realtà che si vive nei cantieri e sui luoghi di lavoro, dove, magari, spinti dalla fretta, si inizia ad operare su una linea senza averne avuto l'autorizzazione.

È compito della magistratura, come abbiamo detto, far luce sulle cause e sulle responsabilità di questa tragedia, ma è compito della politica interrogarsi sulle azioni concrete da mettere in atto. Sappiamo che la sicurezza sul lavoro si migliora e si declina con una pluralità di azioni, lavorando sulla formazione che significa prevenzione, incentivando i controlli per verificare il reale adempimento sul campo delle misure di sicurezza previste dalle procedure, ma credo che sia anche necessario interrogarsi su un modello di sviluppo economico che, troppo spesso, mette produttività e necessità di far presto davanti alla sicurezza. Questo, signor Presidente e onorevoli colleghi, non è il tempo delle parole, ma è il tempo per la politica di lavorare trasversalmente nel luogo deputato, in Parlamento, senza barriere ideologiche, per far sì che queste tragedie non debbano più verificarsi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Voglio esprimere, a nome di tutto il MoVimento 5 Stelle, le più sentite condoglianze ai familiari delle vittime della tragedia avvenuta nei pressi della stazione ferroviaria di Brandizzo. Non è, purtroppo, la prima tragedia con cui la nostra regione deve fare i conti: mi sembra doveroso ricordare il rogo alla ThyssenKrupp, in cui 7 operai persero la vita, il più recente crollo della gru in via Genova, a Torino, che ha visto la morte di altri 3 operai, l'incidente al passaggio a livello di Caluso, costato la vita a un macchinista delle ferrovie e a un dipendente della ditta trasportatrice, più il ferimento grave della capotreno, ed infine la morte per schiacciamento di un macchinista ad Orbassano.

L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, ma non si può e non si deve morire di lavoro. Credo che tutte le istituzioni, ad ogni livello, debbano introdurre tutte le misure necessarie affinché tragedie come questa non debbano più ripetersi. Dove intervenire, quindi? Sicuramente sulla prevenzione: adottare tutti gli strumenti che consentano di prevenire qualsiasi incidente, così come anche le malattie professionali. Sicuramente sulla formazione: la formazione sui temi legati alla sicurezza sul lavoro deve partire dalle scuole. Su questo abbiamo depositato un'apposita proposta di legge per proseguire all'interno delle aziende, tramite gli ordini delle categorie professionali, con costanti aggiornamenti che seguano lo sviluppo delle tecnologie, proposta di legge condivisa con forze politiche della maggioranza. Sicuramente sul rispetto delle regole: le regole vanno sicuramente perfezionate, ma è necessario che queste vengano, poi, rispettate, altrimenti si vanifica la loro stessa esistenza.

Queste sono belle parole, ma dobbiamo passare ai fatti ed è per questo che chiediamo al Governo di portare avanti il nostro disegno di legge depositato in Senato nella scorsa legislatura e riproposto nel corso dell'attuale, che prevede l'istituzione della Procura nazionale del lavoro. Ricordo che il disegno di legge che era condiviso da tutte le forze politiche. La proposta si basa sulla distribuzione dei magistrati in pool specialistici che promuovano sinergie, uniformità d'azione e allocazione di risorse adeguate alle indagini. È importante notare che la principale causa degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali in Italia non è tanto la qualità della legislazione, quanto l'applicazione inefficace delle leggi e la mancanza di controlli adeguati da parte degli organi di vigilanza della magistratura.

Chiudo, ribadendo che, in questo momento di profondo dolore, assicuriamo il nostro impegno totale ed incondizionato al fianco delle famiglie colpite da questa tragica vicenda e vogliamo promuovere un cambiamento tangibile e duraturo affinché nessun'altra famiglia debba mai affrontare una simile sofferenza. Auspichiamo, comunque, che, al più presto e con tempi certi, si possa fare luce su quanto accaduto e vengano accertate tutte le responsabilità (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista

e Alleanza Verdi e Sinistra ).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caroppo. Ne ha facoltà.

ANDREA CAROPPO (FI-PPE). Grazie, Presidente. A nome dei deputati di Forza Italia, anch'io mi associo al dolore ed esprimo le condoglianze e il cordoglio alle famiglie dei 5 operai del tragico episodio, del tragico incidente di Brandizzo. È un episodio che riguarda quelle famiglie - e nessuna nostra parola potrà mai lenire i parenti per la perdita di questi ragazzi, tanti giovanissimi -, ma è anche un episodio che ha turbato l'Italia intera per come è avvenuto, un episodio che sembra quasi un concentrato di una serie di circostanze, di errori umani, ma anche di superficialità, di sottovalutazioni del rischio, di una serie di vicende, ma anche di persone, di uomini e di donne che hanno svolto il proprio lavoro, anche di donne, soprattutto di donne che hanno svolto il proprio lavoro. Infatti, con riferimento a questo, non vogliamo unirci al coro di coloro che intendono dire che oggi tutto il sistema è marcio, che non funziona nulla, che è un incidente generato da un sistema che non funziona. La magistratura valuterà le responsabilità specifiche, lo Stato farà tutto ciò che è nelle sue condizioni per poterlo fare; abbiamo iniziato ieri in Commissione trasporti, qui, alla Camera, audendo i vertici di RFI, audendo i sindacati.

Qual è la strada giusta, allora, per procedere ed evitare che si possano ripetere tragedie di questo tipo? È inasprire ancora di più le norme? Noi non riteniamo che questa sia la strada giusta. Si può ricorrere, invece, ad un'implementazione maggiore, ad un uso maggiore delle nuove tecnologie, evitando, quindi, attraverso l'uso di tecnologie specifiche, che operai siano sui binari e che non ci siano, magari, sistemi che possano arrestare in maniera rapida il percorso di un treno. Si può fare anche attraverso un patto tra cittadini e, soprattutto, tra Stato e imprese, che renda premiante l'investimento in sicurezza. È su questo patto che proveremo a lavorare e a fare in modo che non sia un vincolo, ma un premio la sicurezza sul lavoro. Quindi, senza sparare nel mucchio, senza schiamazzi, senza insinuazioni, riteniamo che l'unico modo per rendere onore ai 5 ragazzi, alle 5 persone che sono morte a Brandizzo sia di lavorare concretamente e fare in modo che tragedie di questo tipo non si ripetano più (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Benzoni. Ne ha facoltà.

FABRIZIO BENZONI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Grazie, soprattutto, per aver calendarizzato questo momento in quest'Aula molto importante. I recenti avvenimenti di Brandizzo ci hanno profondamente sconvolto, in primis, come persone, come cittadini, come lavoratori, ma anche come istituzioni. La domanda è se si può morire ancora di lavoro in una Repubblica fondata sul lavoro e, purtroppo, la risposta è “sì”.

Quello che è successo a Torino sei giorni fa è l'ultimo atto di una tragedia pubblica, oltre che privata, che solo quest'anno ha fatto 559 vittime. Per questo, oggi siamo qui per commemorare le vittime di Torino e tutti quelli che, come loro, hanno perso la vita, perché il loro diritto fondamentale al lavoro è stato erroneamente trasformato in un dovere insostenibile, privo di condizioni di sicurezza e di dignità. Avevano 23, 34, 43, 49 e 52 anni. Li ha nominati anche lei: Kevin, Michael, Giuseppe, Giuseppe e Saverio Giuseppe: erano uomini di tre generazioni differenti; erano padri, figli, fratelli, amici e cittadini. Allora, lei ha fatto bene, molto bene, a ricordare le parole del Presidente Mattarella, che sono quelle che uniscono quest'Aula, quando ha dichiarato che la morte di quei lavoratori in quanto tali è un oltraggio ai valori della convivenza. Ecco, quel lavoro dignitoso, sano e sicuro è un diritto che rappresenta un pilastro fondamentale della nostra Repubblica democratica e che costituisce anche una pietra angolare dell'equità sociale. In virtù di ciò, come istituzione, ci troviamo investiti del dovere, sia politico che etico e ancorato alla legalità, di impedire che l'avidità del profitto e l'indifferenza calpestino questi diritti fondamentali, ma anche del dovere - e in questo accogliamo l'appello della collega Montaruli - di riportare al centro dell'agenda politica il tema della dignità e della sicurezza sul lavoro. Per questo, oggi siamo uniti in quest'Aula per commemorare ed esprimere piena vicinanza ai familiari delle vittime da parte di tutti i colleghi del gruppo di Azione - Italia Viva, ma anche per ribadire la nostra responsabilità e sancire un impegno unitario e apartitico nel garantire tutela ai lavoratori italiani e nel promuovere attivamente il diritto effettivo e completo al lavoro, su cui il nostro Paese trova fondamento (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mari. Ne ha facoltà.

FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, Presidente. E' stata una strage - lo hanno detto tutti i colleghi - e la dimensione della tragedia ci fa alzare il tasso di indignazione e ci scuote. D'altra parte, non potremmo commemorare qui uno ad uno gli oltre 1.000 caduti sul lavoro che ci sono ogni anno: lo facciamo in questa occasione. La memoria va a un altro momento allo stesso modo triste, quello accaduto nel 2007 alla Thyssenkrupp, quando morirono 7 lavoratori. Noi dobbiamo andare alla radice della questione della sicurezza, dobbiamo indagare in profondità, con tutti gli strumenti che abbiamo (ne abbiamo diversi): le Commissioni permanenti della Camera e del Senato, le Commissioni d'inchiesta, sia di questo ramo del Parlamento che dell'altro. Tra l'altro, il Senato ha deciso di avviare una sessione di discussione sul tema della sicurezza e credo potremmo valutare di fare la stessa cosa alla Camera. Dobbiamo andare in profondità e con onestà, sapendo che gli infortuni sono tanti, sono migliaia, e che, per combattere molti di questi, è necessaria la cultura della prevenzione e la formazione. Ma ci sono incidenti gravi come questo, che, purtroppo, spesso diventano mortali, che hanno cause diverse e precise: gli orari di lavoro, i tempi di lavorazione, i ritmi di lavoro, l'età dei lavoratori, le mansioni dei lavoratori e spesso la catena degli appalti, che ad ogni passo produce un risparmio su qualcosa. Tutto questo - come sappiamo e come abbiamo detto - è ancor più grave quando la stazione appaltante, di fatto, è lo Stato.

Per affrontare questa situazione serve un impegno collettivo: non esiste un provvedimento, né una misura sufficiente a recuperare oltre 30 anni di svalorizzazione del lavoro. Non esiste una sola misura capace di ridare dignità al lavoro.

Ma questo deve essere il nostro cruccio. Questo sarà il modo migliore, il modo giusto di esprimere il nostro cordoglio alle famiglie e ai compagni di lavoro di Kevin, di Michael, di Giuseppe, di Giuseppe, di Giuseppe Saverio e di tutti i caduti sul lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente e onorevoli colleghi. È con particolare sentimento, commozione e trasporto che intervengo per commemorare i tragici fatti di Brandizzo. Fin da subito, voglio esprimere la mia vicinanza e quella di tutto il gruppo di Noi Moderati alle famiglie, ai colleghi e agli amici degli operai coinvolti nella tragedia di Brandizzo. Era la notte del 30 agosto - lo ricordava il Presidente - quando siamo stati raggiunti dalla terribile notizia seguita da dettagli e immagini terrificanti. Cinque dei sette lavoratori impiegati per la manutenzione della tratta ferroviaria Torino-Milano, in prossimità del comune di Brandizzo, sono stati travolti da un treno che viaggiava ad alta velocità che, colpendole alle spalle, non gli ha lasciato scampo.

Ritengo sia doveroso - come ha fatto il Presidente - soprattutto in quest'Aula, ricordare i nomi delle vittime: Kevin Laganà, di 22 anni; Michael Zanera, di 34 anni; Giuseppe Sorvillo, di 43 anni; Giuseppe Aversa, di 49 anni e Giuseppe Saverio Lombardo, di 52 anni, lavoratori, alcuni molto giovani, che lasciano famiglie, figli ed amici.

Di fronte ad un avvenimento terribile come questo, abbiamo il dovere, come uomini e donne delle istituzioni, da una parte, di rispettare le famiglie delle vittime senza strumentalizzazioni, dall'altra, di vigilare che sia fatta giustizia per le stesse famiglie che, sommerse dal dolore della perdita, vogliono risposte e devono avere risposte.

In tal senso, sicuramente ci inquietano ancora di più le immagini che sono state rese pubbliche degli ultimi istanti prima della tragedia. Auspichiamo, quindi, che, anche grazie alla collaborazione di questo Parlamento, che ha già iniziato ad audire le parti coinvolte, le autorità competenti, che ringraziamo, svolgano in tempi rapidi il loro lavoro, identificando e punendo i colpevoli. Tocca, inoltre, a noi, al Parlamento, lavorare ogni giorno su leggi che tutelino sempre di più i lavoratori e la sicurezza sui luoghi di lavoro e soprattutto tocca a noi lavorare sulla cultura del rispetto delle regole, che, se verificata, potrebbe essere la principale causa del disastro. Si tratta di tematiche che non conoscono colore politico e che meritano attenzione e collaborazione.

Presidente, non possiamo permettere che chi esce di casa per recarsi al lavoro poi non vi faccia ritorno. Lo dobbiamo ai giovani, alle madri e ai padri che ogni giorno si sacrificano sul luogo di lavoro per garantire un futuro per se stessi e per le loro famiglie. Ci tengo, infine, a rinnovare il nostro più sentito cordoglio, con l'auspicio che tragedie come queste non avvengano più (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gebhard. Ne ha facoltà.

RENATE GEBHARD (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Anche i deputati della componente Minoranze linguistiche esprimono il loro cordoglio alle famiglie degli operai morti sul lavoro a Brandizzo. Come abbiamo già sentito, vi sono responsabilità gravi che dovranno essere accertate ed emergono condizioni di lavoro del tutto in contrasto con regole e procedure di sicurezza. Ogni deroga consentita, tollerata o comunque posta in essere al sistema di regole che dovrebbe essere a tutela dei lavoratori rende palese come tale sistema sia inadeguato o, di fatto, privo di controlli necessari, il che chiama in causa i doveri ai quali dovrebbero attenersi tutti i soggetti coinvolti in questa, come in altre tragedie sul lavoro.

La piena trasparenza su quanto accaduto è un dovere che dobbiamo alle famiglie delle vittime e, nel contempo, esige interventi strutturali di maggiore tutela a garanzia di tutti i lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. È sempre difficile, in occasione di tragedie come quella di Brandizzo, separare il cordoglio, che riaffermiamo, per le vite ingiustamente spezzate, dal sentimento di rabbia e di frustrazione per morti che, come tutte le morti sul lavoro, sono evitabili. Lei ha giustamente richiamato le parole del Presidente Mattarella sulle morti sul lavoro come oltraggio alla convivenza.

Non tutto è ancora chiaro sulla strage di Brandizzo e non vanno anticipate conclusioni che precorrano quelle di chi sta indagando. Ma era davvero normale - abbiamo visto i video - lavorare sui binari col sorriso e non con la paura, senza aver avuto comunicazioni sull'interruzione della linea e affidando la propria vita ad una sorta di vedetta incaricata di dare l'allarme alla vista del treno? Negli atti del processo per la tragedia di Pioltello c'è un passaggio che riguarda esattamente questo: allora, anche in quel cantiere la sicurezza è stata affidata ad una sorta di vedetta con il fischietto. Anziché parlare di innalzare le pene e di introdurre nuovi reati, operiamo perché, ad esempio, su quei cantieri la sicurezza venga affidata non a metodi e tecnologie che, forse, potevano essere buoni 100 anni fa. Anche questo è reagire all'oltraggio alla dignità civile (Applausi dei deputati del gruppo Misto-+Europa).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Pasqualino Penza. Ne ha facoltà.

PASQUALINO PENZA (M5S). Grazie, Presidente. Mi permetta di esprimere la mia solidarietà alle famiglie delle minorenni vittime degli abusi accaduti a Caivano. Qualche settimana fa siamo stati tutti investiti dai giornali e dalle testate giornalistiche da questa notizia.

Noi chiediamo un'informativa urgente al Governo per conoscere le intenzioni sui fatti accaduti a Caivano, anche se auspichiamo un decreto ad hoc “Rigenera Caivano” che parta dal lavoro e da misure come il reddito di cittadinanza, visto anche il doveroso intervento su Caivano della Presidente Meloni. Ovviamente, è stato limitativo, visto che ha smobilitato 400 uomini delle Forze dell'ordine per un incontro riservato con don Maurizio, il prete anticamorra che da anni vive nel Parco Verde. Quindi, non ha ascoltato le famiglie delle vittime, non ha ascoltato le parti sociali, non ha ascoltato le parti politiche.

Certo, non ci auguriamo che questa sia una passerella, anche perché Caivano è presente anche qui in Parlamento, è presente tra le schiere dei parlamentari del MoVimento 5 Stelle nella persona che adesso vi sta parlando. Quindi, sarò pronto, in ogni occasione utile, a far presente alla Presidente Meloni ogni mancanza, qualora ve ne siano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole. Ovviamente, riferirò al Presidente riguardo alla sua richiesta di informativa.

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Dori e D'Orso; Pittalis ed altri; Maschio ed altri: Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo (A.C. 536​-891​-910-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 536-891-910-A: Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo.

Ricordo che nella seduta del 10 luglio 2023 si è conclusa la discussione sulle linee generali e i relatori e la rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - Testo unificato - A.C. 536-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato delle proposte di legge e delle proposte emendative presentate (Vedi l'allegato A).

La I Commissione (Affari costituzionali) e la V Commissione (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

In particolare, il parere della V Commissione (Bilancio) reca due condizioni, volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sono in distribuzione e che saranno poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

Avverto che le Commissioni hanno presentato l'emendamento 3.200, che è in distribuzione, con riferimento al quale risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione di subemendamenti.

Avverto altresì che le Commissioni hanno presentato il subemendamento 0.3.0100.200, che è in distribuzione, all'approvazione del quale la V Commissione (Bilancio) ha condizionato il parere favorevole sull'articolo aggiuntivo 3.0100 Montaruli.

Avverto, infine, che, fuori dalla seduta, gli emendamenti 3.101 Zanella e 3.102 Sasso sono stati ritirati dai rispettivi presentatori.

(Esame dell'articolo 1 - Testo unificato - A.C. 536-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

DANIELA DONDI , Relatrice per la II Commissione. Sull'emendamento 1.4 Bonetti invito al ritiro o parere contrario.

Il parere è favorevole sull'emendamento 1.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

Sugli emendamento 1.9, 1.16, 1.18, 1.20 e 1.21 Bonetti invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.4 Bonetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.9 Bonetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.16 Bonetti, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.18 Bonetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.20 Bonetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.21 Bonetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo alla votazione dell'articolo 1. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Grazie, Presidente. Brevemente, soltanto per sottolineare l'importanza del provvedimento, in particolare di questo articolo che parla proprio della sensibilizzazione, e per dare una buona notizia all'Aula, perché di fatto è stata proposta su iniziativa della collega Orrico e votata all'unanimità già una risoluzione lo scorso agosto proprio sulla prevenzione del cyberbullismo, in particolare sulle cosiddette social challenge, sulle sfide attraverso la rete, lanciate da ragazzi per ragazzi, che molto spesso hanno uno sfondo sessuale o comunque pericoloso. Su questo c'è stata l'unanimità di questa risoluzione, e tra gli impegni c'è quello alla Rai di produrre e sensibilizzare, con operazioni anche crossmediali rispetto alla fiction e al cinema, su questo tema. Proprio domani verrà presentata a Venezia un'operazione simile di sensibilizzazione, con un cortometraggio, prodotto dalla One More Pictures e proprio dalla RAI su questo tema, su una challenge relativa proprio al cyberbullismo, che si intitola A voce nuda. Credo che sia importante che Parlamento, Rai e tutte le potenziali vie di sensibilizzazione siano attivate. Quindi a sostegno di questo provvedimento siamo già intervenuti come Parlamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Orrico. Ne ha facoltà.

ANNA LAURA ORRICO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo anch'io in dichiarazione di voto sull'articolo 1 rispetto a quanto già annunciato dal collega Mollicone, che ringrazio insieme a tutte le altre forze politiche, perché la risoluzione, a nostra prima firma, sul tema delle social challenge si è arricchita del contributo di tutte le forze politiche in Commissione cultura, a dimostrazione che su questo tema c'è una sensibilità universalmente condivisa all'interno dell'Aula parlamentare. È un tema sul quale bisogna porre una notevole attenzione, senza criminalizzare l'utilizzo degli strumenti digitali, che oggi sono il principale strumento di comunicazione per le giovani generazioni, tant'è che vengono definite appunto native digitali, ma con la consapevolezza che soprattutto la scuola debba avere un ruolo insieme a tutta la comunità educante, formata dalle famiglie, dalle imprese, dalle associazioni del Terzo settore e da tutti quei professionisti che concorrono all'educazione delle giovani generazioni, affinché si sensibilizzino i giovani ad un uso consapevole degli strumenti digitali, delle nuove tecnologie e soprattutto all'utilizzo dei social, che sono, sì, strumenti potenti di comunicazione, ma alle volte generano anche delle distorsioni molto pericolose. Ci auguriamo come MoVimento 5 Stelle che il Ministro, il Ministero dell'Istruzione e del merito e il Governo in generale vogliano dare seguito in maniera molto rapida agli impegni che hanno assunto con la nostra risoluzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

(Esame dell'articolo 2 - Testo unificato - A.C. 536-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere.  

DANIELA DONDI , Relatrice per la II Commissione. Le Commissioni esprimono parere favorevole sull'emendamento 2.100 Zanella.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.100 Zanella, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

(Esame dell'articolo 3 - Testo unificato - A.C. 536-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere.

DANIELA DONDI (FDI), Relatrice per la II Commissione. Le Commissioni esprimono parere favorevole sull'emendamento 3.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, mentre il parere è contrario sull'emendamento 3.8 Bonetti; invito al ritiro, altrimenti parere contrario, sugli emendamenti 3.13 e 3.103 Bonetti e parere favorevole sull'emendamento 3.200 delle Commissioni.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.500, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

L'emendamento 3.8 Bonetti risulta precluso dall'approvazione di questo emendamento.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.13 Bonetti, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.103 Bonetti, per le parti non precluse dall'approvazione dell'emendamento 3.500, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.200 delle Commissioni, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

Passiamo alla votazione dell'articolo 3.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonetti. Ne ha facoltà.

ELENA BONETTI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Intervengo solo per motivare, in sede di votazione, l'astensione su questo articolo, a fronte del fatto che è arrivato ad una formulazione, in un lavoro congiunto anche trasversale di dibattito, di compromesso in Commissione e con un colpo di spugna la Commissione bilancio l'ha svuotato completamente. È una legge che rischia a questo punto di essere vuota, se non per i titoli degli articoli, in virtù del fatto che il Governo afferma e conferma che non vuole mettere adeguate risorse per contrastare un fenomeno grave come quello della violenza sui social e non tra minori. Ciò proprio nel giorno in cui leggiamo a mezzo stampa dichiarazioni, che reputiamo gravi e inaccettabili in uno Stato non solo di garanzia, ma che dovrebbe garantire processi educativi e rieducativi, in particolare dei minorenni, da parte di Ministri e del Governo che sono impegnati, pare, a scrivere un provvedimento che possa portare alla detenzione anche di giovani, di minori di anni 14. O il Governo intende riservare tutte le risorse per questo tipo di provvedimento punitivo oppure ci chiediamo a cosa potrà portare questa legge.

Quindi, confermando, ovviamente, un impianto positivo complessivo della legge, su questo articolo non possiamo che astenerci.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

Passiamo agli articoli aggiuntivi all'articolo 3.

Invito la relatrice ad esprimere il parere, prima sul subemendamento all'articolo aggiuntivo 0.3.0100.200 delle Commissioni.

DANIELA DONDI, Relatrice per la II Commissione. Il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Poi, sull'articolo aggiuntivo 3.0100 Montaruli.

DANIELA DONDI, Relatrice per la II Commissione. Il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.3.0100.200 delle Commissioni, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 3.0100 Montaruli.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Grazie, Presidente. Il 6 settembre 2020 moriva Willy Monteiro Duarte. Il caso vuole che oggi ricorrano esattamente tre anni dalla morte di quel giovane ragazzo e questo emendamento istituisce la Giornata del rispetto proprio in occasione della nascita di questo ragazzo, il 20 gennaio.

Il 20 gennaio nasceva Willy Monteiro, che io posso definire un eroe del nostro tempo, un eroe che ha dimostrato il proprio eroismo nella vita, difendendo un proprio amico dalla prevaricazione, quella prevaricazione di cui il bullismo si alimenta ogni giorno.

La figura di Willy Monteiro è il miglior antidoto ad ogni forma di bullismo ed è per questo che va diffusa nelle scuole. Willy è stato un esempio, l'ho già detto, un esempio che contrappone alla prevaricazione un'altra forza, la forza di chi sa difendere chi è vittima di prevaricazione ad ogni costo, anche a quello della vita.

Ecco, la parola “rispetto” tante volte viene utilizzata nel linguaggio, a cui ormai siamo abituati, di “Gomorra”, come una parola riconducibile a quella prevaricazione; invece, proprio nel combattere il bullismo, noi siamo chiamati a recuperare il termine, il significato originario della parola “rispetto”, ovvero rendere omaggio alla diversità altrui, contro ogni tipo di discriminazione, contro ogni tipo, appunto, di prevaricazione. Grazie Willy (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.0100 Montaruli, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

(Esame dell'articolo 4 - Testo unificato - A.C. 536-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere.

DANIELA DONDI, Relatrice per la II Commissione. Sull'emendamento 4.100 Bonetti, formulo un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.100 Bonetti, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

(Esame dell'articolo 5 - Testo unificato - A.C. 536-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

(Esame degli ordini del giorno - Testo unificato - A.C. 536-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/536-A/1 Giuliano, n. 9/536-A/2 D'Orso, n. 9/536-A/3 Soumahoro, n. 9/536-A/4 Furfaro e n. 9/536-A/5 Ciani.

Sull'ordine del giorno n. 9/536-A/6 Malavasi, il parere è favorevole. Il parere è contrario sugli ordine del giorno n. 9/536-A/7 Girelli, n. 9/536-A/8 Orfini e n. 9/536-A/9 Manzi.

Sull'ordine del giorno n. 9/536-A/10 Berruto, il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”, dopo l'impegno.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/536-A/11 Zurzolo, n. 9/536-A/12 Grimaldi, n. 9/536-A/13 Piccolotti, n. 9/536-A/14 Zanella e n. 9/536-A/15 Bonelli.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/536-A/1 Giuliano, con il parere contrario del Governo.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/536-A/1 Giuliano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Ha chiesto di parlare la relatrice Dondi. Ne ha facoltà.

DANIELA DONDI, Relatrice per la II Commissione. Chiedo se sia possibile sospendere la seduta per cinque minuti, perché qui al tavolo non abbiamo gli ordini del giorno.

PRESIDENTE. Gli ordini del giorno riguardano il rapporto tra il Governo e i presentatori e ciò non è previsto. Sono stati dati i pareri, quindi, non posso sospendere per consentire al Comitato di leggerli. Gli ordini del giorno sono in distribuzione, magari vi diamo il tempo di prenderli.

Ringrazio l'onorevole Caiata che ha consegnato il suo fascicolo di ordini del giorno.

Ricordo che ovviamente sono sempre in distribuzione, però capisco che, mentre dava i pareri, era impegnata in altro. Allora, proviamo a proseguire.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/536-A/2 D'Orso.

Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie Presidente, allora…

PRESIDENTE. Scusi, onorevole D'Orso, devo chiederle di cambiare microfono, perché ha un ritorno di audio complesso. Magari può usare quello vicino a lei.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Presidente, visto quanto è accaduto poco fa in Commissione bilancio, devo dire che un po' mi aspettavo questo parere contrario del Governo sull'ordine del giorno che porta la mia prima firma. Cosa suggerivo al Governo con questo ordine del giorno?

Chiedevo di istituire, in sede di approvazione della legge di bilancio per il 2024, un fondo ad hoc con risorse da trasferire alle regioni, sentita la Conferenza Stato-regioni e province autonome, per l'istituzione, presso gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, dei servizi di sostegno psicologico e di coordinamento pedagogico introdotti dalla presente proposta di legge.

Presidente, sull'introduzione di questi due servizi in modo strutturale - il servizio di sostegno psicologico e il servizio di coordinamento pedagogico -, tutte le forze politiche in Commissione giustizia hanno trovato un consenso. Vi è stata unanimità di vedute sulla ormai improcrastinabile adozione di un intervento del genere, forse la chiave di volta per avere uno strumento concreto di prevenzione del disagio minorile.

Ebbene, abbiamo ottenuto la riformulazione di un emendamento - su cui, ripeto, tutte le forze politiche convergevano -, che, però promuove presso le regioni l'adozione di questi servizi.

E, allora, riteniamo sia necessaria, quantomeno, una compartecipazione da parte dello Stato per sostenere e incoraggiare le regioni ad adottare questi interventi (quindi, a dare vita a queste strutture all'interno delle scuole).

Possiamo dire che ci impegniamo tutti in legge di bilancio a porre questo tema, cioè mettere le risorse su un fondo ad hoc per consentire a tutte le regioni - a quelle che già hanno le possibilità e a quelle che fanno più fatica - di introdurre questi due servizi ormai imprescindibili nelle scuole.

In Commissione bilancio abbiamo assistito alla chiusura anche su una piccola modifica terminologica - da “possono adottare” a “adottano” -, proprio perché c'è stata una rigidità rispetto all'appostamento da parte del Governo di risorse per questo tipo d interventi.

E allora mi chiedo cosa davvero intendiamo fare in materia di prevenzione e di contrasto non solo e non tanto al bullismo e al cyberbullismo, ma, in generale, al disagio minorile che vediamo esplodere un po' dappertutto nel nostro territorio nazionale con episodi più o meno gravi. E non si tratta di episodi isolati, nelle periferie, per cui dovremmo tutti porci veramente come priorità questa emergenza. Se non ora, quando?

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/536-A/2 D'Orso, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/536-A/3 Soumahoro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/536-A/4 Furfaro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 9/536-A/5 Ciani.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciani. Ne ha facoltà.

PAOLO CIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Vorrei chiedere al Governo di rivedere il parere o, al limite, di accantonare quest'ordine del giorno, perché, in questi lunghi mesi di fruttuoso lavoro comune, molto spesso abbiamo posto l'attenzione sull'importanza di un dialogo sempre più largo su questi temi e quindi a favore di politiche che integrino e coinvolgano tutti gli attori sociali, istituzionali ed educativi, compreso il grande mondo dell'associazionismo che tanto fa per contrastare fenomeni di bullismo e cyberbullismo.

Quindi, in questo senso, mi ha un po' stupito questo parere contrario e chiederei al Governo se ci fosse la possibilità di una rivalutazione.

PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per la Giustizia, onorevole Delmastro Delle Vedove, mi fa cenno di un parere contrario anche sull'ipotesi di accantonamento.

Indìco pertanto la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/536-A/5 Ciani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/536-A/7 Girelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Sull'ordine del giorno n. 9/536-A/6 Malavasi vi è un parere favorevole.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/536-A/8 Orfini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/536-A/9 Manzi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Sull'ordine del giorno n. 9/536-A/10 Berruto il parere è favorevole con riformulazione: accetta la riformulazione.

L'ordine del giorno n. 9/536-A/11 Zurzolo è stato ritirato dalla presentatrice.

Sull'ordine del giorno n. 9/536-A/12 Grimaldi il parere è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Devis Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Chiedo al Governo di accantonare questo ordine del giorno, perché qui chiediamo soltanto di diffondere l'iniziativa delle panchine gialle antibullismo, considerato che tra l'altro, proprio qui alla Camera, nel chiostro di Palazzo Valdina, il 6 febbraio scorso, abbiamo installato una panchina gialla antibullismo. Certo, ha un valore simbolico, un po' come già avviene con le panchine rosse sulla violenza di genere. Quindi non comprendiamo il parere contrario verso un'iniziativa, tra l'altro, che si può stimolare anche in accordo con l'ANCI, quindi con il coinvolgimento sia dei comuni sia delle istituzioni scolastiche.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. No.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/536-A/12 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/536-A/13 Piccolotti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Devis Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Anche in questo caso chiedo al Governo di accantonare questo ordine del giorno o di modificare il proprio parere. Qui stiamo parlando di un progetto dell'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, un interessante progetto che, al momento, ha coinvolto 13 istituti scolastici. È un progetto che introduce anche nel mondo della scuola il metodo della mediazione, quindi sarebbe utilissimo, proprio in occasione di conflitti come nei casi di episodi di bullismo. Tra l'altro, l'Autorità garante ha elaborato anche un manifesto per le scuole riparative. L'obiettivo, quindi, sarebbe quello di incentivare questo metodo, soprattutto dal momento che poi entrerà in vigore anche tutta la riforma della giustizia riparativa. Quindi, poter utilizzare il metodo della mediazione con soggetti esperti anche nel mondo della scuola, secondo noi, è estremamente importante e darebbe un aiuto proprio nella prevenzione e nella gestione, anche a scuola, di episodi di bullismo.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. No.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/536-A/13 Piccolotti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/536-A/14 Zanella, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/536-A/15 Bonelli.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Onorevole Dori, ha parlato già due volte e non posso darle di nuovo la parola.

Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/536-A/15 Bonelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - Testo unificato - A.C. 536-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Semenzato. Ne ha facoltà.

MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, la proposta di legge che discutiamo oggi è un esempio di come le forze politiche, collaborando, possono raggiungere obiettivi importanti nell'interesse del Paese. È quindi un risultato importante, frutto di una battaglia di civiltà, alla luce soprattutto dei fatti recenti di cronaca e del ruolo controverso del web e dei social nella veicolazione dei contenuti.

La tutela dei minori e il contrasto al bullismo in tutte le sue manifestazioni, incluso il cyberbullismo, sono temi trasversali di grande rilevanza sociale e fenomeni di grande attualità, sintomi di un disagio diffuso che riguarda, purtroppo, tanti giovani. Quando si parla di bullismo, si parla di casi di vera e propria violenza interpersonale, non di banali scherzi o di giochi innocui. Si tratta di situazioni che rischiano…

PRESIDENTE. Mi scusi, collega Semenzato. Colleghi, se avete bisogno di parlare, uscite dall'Aula, altrimenti restate in silenzio in Aula, perché io non riesco a sentire la collega Semenzato, c'è veramente troppo brusio. Chi deve uscire, esca in silenzio. Prego, collega, può proseguire.

MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Si tratta di situazioni che rischiano di sfociare in qualcosa di più grave, se non si interviene. Risulta, quindi, importante creare le condizioni affinché si possano intercettare e fare emergere tali fenomeni quando si verificano, così come è fondamentale trasmettere maggiore consapevolezza circa la gravità di certi comportamenti, troppo spesso sottovalutati in passato.

Oggi, fortunatamente, è cresciuta l'attenzione della politica alle vulnerabilità e alla fragilità dei giovani. Questo provvedimento è un piccolo tassello verso la costituzione di una società del futuro, fondata sul rispetto reciproco e non sulla violenza e la denigrazione altrui.

Le conseguenze del bullismo spesso passano sotto traccia, tra sorrisetti derisori, commenti offensivi sui social e dal vivo, e azioni di isolamento del gruppo. Frequentemente, le differenze altrui determinano un clima omertoso, che rischia di lasciare cicatrici profonde nelle vittime e avere conseguenze a lungo termine sulla loro salute mentale e sul loro benessere.

Il tema è a me particolarmente caro. L'Intergruppo parlamentare body shaming e disturbi alimentari, di cui mi sono fatta promotrice, affronta anche queste dinamiche, nella consapevolezza che, come legislatori, dobbiamo vedere il problema a 360 gradi, tenendo conto di tutto ciò che può derivare da un atto di denigrazione. Molti casi di disturbi alimentari sono scatenati da situazioni di questo tipo. In alcuni casi si alimentano degenerazioni molto gravi, che provocano pesanti conseguenze psicologiche per la vittima, con episodi che possono sfociare persino nel suicidio. All'interno dell'Intergruppo cybersicurezza, promosso dal collega, onorevole Alessandro Colucci, una cospicua sezione riguarda proprio il cyberbullismo, con un'attenzione particolare ai giovani e ai giovanissimi, e alla loro formazione sul tema.

Da un recente studio dell'Istat, emerge che frequentemente bullismo e cyberbullismo si iscrivono in un quadro più ampio di disagio sociale. L'esperienza di episodi vessatori è più frequente tra le ragazze e tra gli adolescenti e, in particolare, tra i ragazzi di famiglie povere o molto povere. Anche tra coloro che non vanno bene a scuola, gli episodi di bullismo sono più diffusi. Secondo l'ultima rilevazione del Sistema di sorveglianza Italia, il fenomeno colpisce in Italia circa il 15 per cento dei ragazzi, con una percentuale che sfiora il 20 per cento dei bambini di 11 anni, ben 1 su 5, e fortunatamente scende al 10 per cento nei ragazzi più grandi.

Di fronte a queste evidenze, occorre proporre soluzioni concrete, in grado di arginare il fenomeno. La risposta che, come legislatori, vogliamo dare consiste, da un lato, in una serie di misure di carattere educativo e preventivo nei confronti degli autori di questi atti di violenza e, dall'altro, in attività di messa in guardia delle potenziali vittime. Risulta fondamentale coinvolgere il servizio radiotelevisivo pubblico e sviluppare iniziative sul fronte comunicativo, come campagne di sensibilizzazione e pubblicità progresso, in grado di raggiungere gli adolescenti in maniera veloce ed efficace.

A livello normativo, in sintesi, la proposta di legge apporta modifiche alla legge n. 71 del 2017, che si occupa solo di cyberbullismo, estendendola anche al bullismo e ponendo l'accento sulle azioni di carattere preventivo, privilegiando quelle di carattere formativo ed educativo. È quanto mai necessario intercettare situazioni a rischio di disagio in tutti i luoghi di aggregazione sociale frequentati da bambini e adolescenti. E per quanto la scuola non sia l'unico luogo dove si verificano atti di bullismo, essa può giocare, insieme alla famiglia, un ruolo fondamentale.

Si prevede, pertanto, che ogni istituto scolastico, nell'ambito della propria autonomia, recepisca una serie di procedure volte alla prevenzione e al contrasto del bullismo e del cyberbullismo e istituisca un tavolo permanente di monitoraggio, partecipato dai rappresentanti degli studenti, degli insegnanti, delle famiglie e degli esperti del settore.

Viene, inoltre, incentivata l'istituzione, negli istituti scolastici, di servizi di sostegno psicologico agli studenti volti a prevenire situazioni di disagio, nonché di servizi di tipo pedagogico volti ad agire nelle relazioni interpersonali e sulle dinamiche di gruppo. Viene, altresì, delineato, per il dirigente scolastico, un ruolo ancora più incisivo nella gestione dei casi di bullismo, favorendo, nei casi più problematici, eventuali segnalazioni alla procura della Repubblica presso il tribunale per i minorenni.

Per i minori, anche al di sotto dei 14 anni, che pongano in essere condotte aggressive nei confronti di persone ed animali viene previsto un progetto di intervento educativo con finalità rieducativa e riparativa. Si tratta di uno strumento che riguarda lo svolgimento di attività di volontariato sociale e laboratori creativi indirizzati al recupero della persona, un percorso da intraprendere più che una vera e propria condanna.

Tra i vari interventi previsti e vi è, poi, il potenziamento del numero pubblico Emergenza infanzia-114, gestito da Telefono Azzurro.

Rimanendo in ambito telefonico, inoltre, nei contratti di telefonia mobile sarà fatto esplicito riferimento alle responsabilità civili dei genitori per i danni provocati dai figli minorenni in rete.

In definitiva, senza entrare nei dettagli normativi, potremmo riassumere questo provvedimento in 5 punti cardine: sensibilizzazione, prevenzione, emersione, contrasto e monitoraggio. Su questi aspetti crediamo che occorra agire per creare le condizioni affinché sia possibile contrastare i fenomeni di bullismo in maniera veramente incisiva, a vantaggio di tutti i giovani.

Alla luce di queste considerazioni, Presidente, annuncio il voto favorevole del gruppo Noi Moderati (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. I recenti episodi di violenza che in modo preoccupante hanno visto protagonisti minorenni o, comunque, ragazzi molto giovani, con violenze contro le persone e contro gli animali, dimostrano l'urgenza di affrontare le multiformi manifestazioni del disagio giovanile, che evolvono rapidamente, anche in considerazione delle potenzialità delle tecnologie digitali.

Con questa proposta di legge affrontiamo frontalmente il dramma del bullismo e del cyberbullismo nella consapevolezza che, parallelamente, è necessario affrontare anche altre problematiche, come quelle delle baby-gang; e questo lavoro lo stanno già svolgendo i nostri colleghi al Senato e, a breve, anche il Governo.

Trovo che sia corretto affrontare i temi singolarmente, perché hanno delle specificità e l'approccio è necessariamente differente. Nel caso del bullismo e del cyberbullismo, l'approccio deve essere anzitutto di natura educativa e preventiva, senza, però, escludere anche interventi più incisivi, che, infatti, sono previsti in questa proposta di legge.

Il 15 febbraio scorso, quest'Aula ha approvato all'unanimità la trattazione con urgenza di questa proposta antibullismo, consapevole che non ci sia un solo giorno da perdere. Ora, dopo mesi di lavoro, ci apprestiamo ad approvare - auspico nuovamente all'unanimità - una proposta di legge, che ha avuto il suo primo impulso nella scorsa legislatura, con un testo approvato nel gennaio 2020, ma che ora risulta arricchito grazie al contributo di tutti i gruppi parlamentari.

Noi, oggi, stiamo scrivendo una bella pagina di storia parlamentare, sia perché il Parlamento torna ad essere protagonista, sia perché ogni forza politica, di maggioranza e di opposizione, ha favorito questo risultato. Ognuno ha fatto singolarmente un passo indietro per consentire a tutti di compiere insieme un grande passo in avanti. Questo risultato non era affatto scontato ed è, quindi, frutto di un collettivo senso di responsabilità politica che ognuno di noi sente nei confronti dei nostri giovani.

Prevenzione, contrasto, emersione, monitoraggio, sensibilizzazione: non esiste una ricetta unica per affrontare un problema grave come il bullismo. Pertanto, dobbiamo mettere in campo contemporaneamente tutti gli strumenti possibili, nessuno escluso, senza preclusioni ideologiche, strumenti che con questa proposta di legge vengono potenziati.

Noi, oggi, stiamo compiendo un ulteriore, significativo passo in avanti rispetto alla normativa vigente. Non si tratta del primo intervento normativo in materia: già con la legge n. 71 del 2017 si era fatto il primo grande sforzo di inquadrare il fenomeno del cyberbullismo. La proposta di legge che ora ci accingiamo ad approvare, in continuità con la legge n. 71, rappresenta un ulteriore intervento verso una più ampia disciplina, che, certamente, permette di dotarci della più completa normativa antibullismo d'Europa.

Chiaramente, nessuna legge sarà mai in grado di risolvere da sola una ferita sociale. La legge può agevolare quel percorso, velocizzarlo, indirizzarlo. Un drammatico fenomeno sociale come il bullismo va sconfitto agendo, anzitutto, a livello culturale, ma la legge può certamente contribuire a favorire questo percorso.

Con questa proposta di legge estendiamo la legge n. 71, che attualmente si occupa solo di cyberbullismo, anche al bullismo, anche in considerazione del fatto che il bullismo è ben più diffuso del cyberbullismo. Il bullismo off line è estremamente insidioso, perché passa sottotraccia, si nasconde tra i sorrisi di derisione, tra le offese sussurrate, tra le azioni di isolamento dal gruppo.

Con questa proposta di legge prevediamo che ogni istituto scolastico, nell'ambito della propria autonomia, adotti un codice interno per la prevenzione e il contrasto del bullismo e del cyberbullismo e che istituisca un tavolo permanente di monitoraggio, del quale fanno parte i rappresentanti degli studenti, degli insegnanti, delle famiglie ed esperti del settore. Prevediamo che nei regolamenti di istituto vengano recepite le procedure da adottare per la prevenzione e il contrasto del bullismo.

Con questa proposta di legge si riconosce l'importanza di prevedere ed incentivare l'istituzione negli istituti scolastici sia di servizi di sostegno psicologico agli studenti per prevenire fattori di rischio e situazioni di disagio, sia di servizi di coordinamento pedagogico per contribuire al pieno sviluppo delle potenzialità, di crescita, di inserimento e partecipazione sociale, agendo, in particolare, sulle relazioni interpersonali e sulle dinamiche di gruppo.

Con questa proposta di legge, al dirigente scolastico viene riconosciuto un ruolo più incisivo e strutturato per la gestione di episodi di bullismo che coinvolgono gli studenti, anche segnalando i casi più gravi alla procura della Repubblica presso il tribunale per i minorenni per l'attivazione di misure di natura amministrativa.

Con questa proposta di legge si compie un vero e proprio restyling delle misure amministrative del tribunale per i minorenni. Questo è, a mio parere, il cuore pulsante del testo di legge. Mi riferisco all'aggiornamento dell'articolo 25 del regio decreto-legge n. 1404 del 1934, per renderlo uno strumento operativo efficace. Le misure amministrative possono intervenire in caso di bullismo, ma non solo, a fronte di tutte le condotte aggressive, anche in gruppo, anche per via telematica, nei confronti di persone, animali o cose, agite da minorenni, anche infraquattordicenni, perché queste misure sono applicabili anche ai minorenni non imputabili in quanto non sono sanzioni penali.

Queste condotte aggressive vanno attenzionate e non sottovalutate, perché sono già in sé indice di un disagio o di una pericolosità sociale che va gestita prima che sfoci in qualcosa di più grave.

Con il nuovo articolo 25 si crea un nuovo strumento chiamato “Progetto di intervento educativo”, sotto la direzione e il controllo dei servizi sociali, anche con la possibile partecipazione del nucleo familiare. Ha una finalità rieducativa e riparativa e può prevedere - lo indichiamo esplicitamente - anche lo svolgimento di attività di volontariato sociale, la partecipazione a laboratori teatrali, laboratori di scrittura creativa, corsi di musica, lo svolgimento di attività sportive e artistiche. Quindi, non c'è una condanna in senso stretto, ma un percorso da dover intraprendere.

Le misure amministrative del tribunale per i minorenni così congegnate, anche con l'esplicito riferimento ai possibili percorsi di mediazione, con il coinvolgimento della vittima, nella misura in cui lo sceglie liberamente, possono essere il giusto equilibrio tra prevenzione e contrasto del bullismo.

Con questa proposta di legge prevediamo il potenziamento del numero 114-Emergenza infanzia gestito da Telefono Azzurro. Con questa proposta di legge stabiliamo monitoraggio periodico da parte dell'Istat che, ogni 2 anni, deve svolgere una rilevazione su bullismo e cyberbullismo per misurarne le caratteristiche fondamentali ed individuare i soggetti più esposti al rischio. Con questa proposta di legge prevediamo l'inserimento di un esplicito riferimento nei contratti di telefonia mobile delle responsabilità civili dei genitori per i danni provocati dai figli minorenni in conseguenza di atti illeciti posti in essere attraverso l'uso della rete.

Con questa proposta di legge istituiamo la “Giornata del rispetto”, in onore a Willy Monteiro Duarte, a cui dedichiamo questa proposta di legge (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), proprio a 3 anni esatti dalla sua morte, il 6 settembre 2020, ucciso proprio nel tentativo di difendere un amico in difficoltà.

E, poi, ancora, la previsione di periodiche campagne informative, di prevenzione e di sensibilizzazione sull'uso consapevole del web da parte della Presidenza del Consiglio.

Quindi, lo ribadisco, prevenzione, contrasto, emersione, monitoraggio, sensibilizzazione: mettiamo in campo tutto.

Auspico che la proposta di legge che stiamo approvando possa avere, dopo il passaggio alla Camera, un iter veloce al Senato per giungere ad una rapida approvazione definitiva. Nel capolavoro letterario di Saint-Exupéry, Il piccolo principe, si legge: “Tutti i grandi sono stati bambini una volta, ma pochi di essi se ne ricordano”. Ecco, in questi mesi, lavorando sul tema del bullismo qui, abbiamo cercato di ricordare di essere stati tutti noi dei bambini, consapevoli di quanti solchi positivi o negativi si creano a quell'età. Approviamo questo testo proprio nella settimana in cui ricomincia l'anno scolastico, quindi questo è per noi anche un modo per augurare a tutti gli studenti italiani un proficuo anno scolastico. Auguriamo alle nostre studentesse e ai nostri studenti di affiancare alle conoscenze e alle competenze che vanno acquisite una profonda crescita umana attraverso il rispetto altrui. Per vincere questa sfida bisogna combattere l'anticultura del preconcetto, dello stereotipo, della perfezione a tutti i costi, comprendendo che sono proprio le nostre imperfezioni a renderci unici e speciali. Dobbiamo dire con forza che il bullismo non è un gioco, non è uno scherzo, ma è violenza, che lascia ferite profonde e la causa di qualsiasi forma di violenza sono l'ignoranza, l'indifferenza, l'omertà e i pregiudizi. Per tutto questo c'è una sola soluzione: la cultura, la cultura della legalità e la cultura del rispetto, nel rispetto di se stessi, degli altri, di ogni essere vivente e della natura che ci ospita. Annuncio pertanto il voto favorevole del gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bonetti. Ne ha facoltà.

ELENA BONETTI (A-IV-RE). Grazie Presidente. Colleghe e colleghi, io sono profondamente convinta che ci siano dei momenti particolari nella nostra attività legislativa e nell'attività di Governo - e saluto il rappresentante presente - che impongono uno sguardo nuovo e la capacità di intuizione anche dell'inedito, di qualcosa che ci costringe ad uscire dal nostro oggi per proiettarci in avanti per liberare quelle opportunità e quel futuro delle più giovani generazioni a cui noi ci rivolgiamo. Questi momenti sono quelli nei quali noi approviamo le leggi, scriviamo le leggi e discutiamo, che riguardano non solo l'organizzazione del nostro oggi, ma permettono ai cittadini di domani di vivere in un'Italia migliore. Fare oggi questo dibattito e arrivare all'approvazione di questa legge - è stato richiamato: esattamente a tre anni dalla morte di Willy - impone a quest'Aula di ricordare il senso di drammaticità di quel momento, ma anche di dire che, a distanza di tre anni, noi scegliamo che l'Italia diventi un'Italia diversa e nuova. Ogni volta che quest'Aula parla di educazione e di nuove generazioni è importante che ci ricordiamo qual è il moto dell'anima, dell'intelligenza e del discernimento che deve guidare questa nostra azione. Credo che serva innanzitutto uno sguardo di verità, di profonda verità e di consapevolezza sulla realtà dei fatti e delle cose, ma non una verità di parte o di una parte, ma una verità che si compone delle sensibilità e degli spiriti diversi. Il lavoro fatto in Commissione - e ringrazio per questo il presidente Cappellacci ed il presidente Maschio che hanno in questi mesi guidato il lavoro insieme ai relatori della legge e ai colleghi che hanno portato le loro proposte in questa legge - ha avuto questo stile: divergenti punti di vista, ma anche capacità di composizione per arrivare ad una proposta che anche io auspico abbia un'approvazione unitaria. Serve però anche che il mondo adulto assuma uno sguardo diverso nei confronti della vita e del vissuto dei più giovani, innanzitutto nel rispetto di un tempo di vita che è il loro tempo di vita e che esige al nostro essere adulti di inchinarci all'opportunità delle bambine, dei bambini, delle ragazze e dei ragazzi di potere in qualche modo avere un'animazione…

PRESIDENTE. Per favore, colleghi!

ELENA BONETTI (A-IV-RE). Grazie Presidente, ma siamo abituati a parlare in aule rumorose; questa devo dire che è particolarmente rumorosa: a volte gli adulti sono peggio dei più giovani nelle aule universitarie.

Torno al discorso che in qualche modo stavo cercando di portare avanti. C'è però un rischio grandissimo che noi abbiamo: è il rischio della retorica dei titoli delle leggi, dei titoli dei giornali, che esplodono quando purtroppo la cronaca dice di ferite, di violenze e lacerazioni. Allora, colleghe e colleghi, non siamo stanchi noi, ma l'Italia è stanca di questo atteggiamento vuoto della politica. Se si fa una legge di contrasto serio al bullismo e al cyberbullismo, non ci si sottrae per esempio dal mettere le risorse necessarie perché questa legge assuma una concretezza nel vissuto del Paese. Spiace che la maggioranza abbia voluto svuotare di risorse questo provvedimento; ci faremo noi carico di questo nella legge di bilancio, sperando in un nuovo movimento anche da parte della maggioranza per rimettere quelle risorse e quindi conseguentemente reintrodurre quei punti che sono stati stralciati da questa legge.

L'altro elemento che bisogna evitare è quello della retorica, del paternalismo e dell'autorevolezza, non in grado di essere tale, ma che diventa autorità sterile e vuota e che quindi non permette percorsi realmente educativi. Su questo lasciatemi dire che la legge ritengo abbia spunti importanti, che riprendono un lavoro forte e grande portato avanti da tutti nella scorsa legislatura. Io vorrei ricordare il lavoro importante che ha fatto la Commissione bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza nella XVIII legislatura - tra l'altro la presidente era la senatrice Ronzulli, quindi non certo del mio partito, che però ha svolto una relazione importante, che è entrata tra i documenti di un altrettanto lavoro enorme che abbiamo fatto tutti insieme, che ha portato all'approvazione del cosiddetto V Piano per l'infanzia e l'adolescenza -, un lavoro trasversale che oggi impone delle azioni ai Ministeri, alle amministrazioni e allo stesso Parlamento. Invito, tramite lei, Presidente, il Governo a riprendere in mano questo, che non è un semplice documento, ma è stato adottato con decreto del Presidente della Repubblica ed è previsto a norma di legge. Non bisogna, pertanto, ripartire da zero tutte le volte. Ci sono delle cose da fare: fatele, perché quel Piano merita di essere attuato proprio per l'importanza che ha avuto nel lavoro che insieme abbiamo costruito.

Arriviamo poi al tema del coinvolgimento della scuola, delle famiglie e del Terzo settore. Mi spiace perché probabilmente questo provvedimento avrebbe potuto maggiormente riconoscere il ruolo straordinario che il Terzo settore svolge, soprattutto nell'azione educativa dell'educazione non formale, e accogliere anche emendamenti che avrebbero rafforzato quella necessaria costruzione di una comunità educante, che è l'unico e vero presidio nei contrasti di violenza tra minorenni, tra bambine e bambini, e che prevenga anche quelle azioni purtroppo che abbiamo anche ricordato di profonda violenza. C'è poi il tema del mondo dei social, dove il cyberbullismo è un nuovo fenomeno che si è sviluppato accanto al bullismo. Allora - sia chiaro - il mondo dei social può essere visto come un mondo altro rispetto alla nostra esperienza di cittadinanza o una parte integrante della costruzione della nostra comunità. Perché questo accada però il mondo dei social deve essere, non solo governato da regole opportune - io spero che in questo la legge che abbiamo proposto con alcuni colleghi del gruppo di Azione-Italia Viva proprio di educazione e protezione dei minori sui social possa avere un dibattito in quest'Aula in tempi non troppo lontani -, ma, parimenti, vengano introdotti percorsi educativi per i ragazzi e per il mondo adulto, che insieme ai ragazzi, entra in questo terreno che non può rimanere sconosciuto alla nostra attività legislativa. Per farlo, la scuola è un presidio, il Terzo settore è un presidio, le Forze di sicurezza, che ringraziamo, sono un presidio, ma finché non cambiamo e non disegniamo un approccio integrale e culturale nuovo questo fenomeno non lo potremo mai rimuovere. Ci auguriamo che questa legge possa davvero attivare questi percorsi.

Lasciatemi concludere però con un elemento di preoccupazione; la preoccupazione è quella che arriva - l'ho già richiamato nel mio intervento precedente - dalle parole che riteniamo gravi, che sono arrivate a mezzo stampa. Caivano è stato un fenomeno grave e bene ha fatto la Presidente Meloni ad essere a Caivano e bene fa il Governo ad assumere impegni concreti nei confronti di quel territorio e di quella comunità, ma - sia chiaro - l'Italia non può essere la somma sconnessa di Caivano, nei quali noi andiamo a intervenire dopo che il fatto di violenza è accaduto (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe). Non possono più esistere nel nostro Paese periferie dimenticate, dove ci sono bambine e bambini che vivono in contesti violenti di degrado.

Allora, in quei luoghi dobbiamo certamente garantire spazi di cultura e di educazione, promuovere percorsi riabilitativi, ma dobbiamo anche costruire un'idea di giustizia diversa. La giustizia, nel nostro Paese, non è solo punire chi fa il reato: è prevenire che quel reato venga compiuto e dare una risposta concreta a quelle vittime (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe). Sapremo eradicare completamente il fenomeno del bullismo, del cyberbullismo e della violenza tra minori quando avremo un mondo adulto in grado di essere un contesto positivo educante e quando smetteremo di pensare che l'unico atto di giustizia è quello della punizione. Non si può dire, a proposito di un quattordicenne che agisce con violenza, che basta che venga messo in prigione per risolvere il problema (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe), perché se quel quattordicenne vive in un contesto violento allora la responsabilità è anche nostra e non è soltanto sua. Alla giustizia che vuole solo compensare con la punizione dobbiamo, con forza, contrapporre quella giustizia riparativa che sa ricostruire legami di umanità e di comunità, che sono l'unico luogo nel quale vogliamo che i giovani possano crescere. Per questo confermo il voto a favore del gruppo di Azione Italia Viva-Renew Europe (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pittalis. Ne ha facoltà.

PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Grazie, Presidente. Mi preme, innanzitutto, rivolgere un apprezzamento ai presidenti delle Commissioni Giustizia e Affari sociali, ai relatori e ai colleghi, sia di maggioranza che di opposizione, che in sede referente hanno consentito di licenziare questo provvedimento in tempi rapidi e con un approccio al problema scevro da posizioni preconcette. Mi pare doveroso, altresì, dare atto che nell'adozione del testo unificato, che è oggi al nostro esame, è stato sostanzialmente accolto lo spirito e gran parte del contenuto della proposta di legge a mia prima firma, che esprime, però, l'essenza della posizione di Forza Italia e che - voglio ricordare - è frutto di un sapiente lavoro già proposto nella scorsa legislatura dal gruppo di Forza Italia al Senato, il cui iter è stato interrotto a causa dello scioglimento anticipato delle Camere. Un testo, dunque, che nasce da un comune sentire e dalla necessità non più procrastinabile, avvertita da tutte le forze politiche, di un intervento legislativo, considerata la dimensione sempre più ampia che il fenomeno sta assumendo nelle nostre comunità, soprattutto se si ha riguardo alla sempre più giovane età sia degli autori che delle vittime dei comportamenti di prevaricazione e di sopraffazione, soprattutto tenuto conto del contesto in cui gli stessi possono verificarsi, ossia prevalentemente la scuola, ma anche i luoghi ove si praticano discipline sportive e, più in generale, gli ambienti di aggregazione giovanile.

In questi ultimi anni, la disponibilità diffusa e senza limiti di mezzi di comunicazione come i computer, i tablet e gli smartphone in favore di fasce sempre più giovani della popolazione ha determinato l'emersione di nuove possibili modalità di aggressione con l'invio e la pubblicazione online di messaggi, immagini, video offensivi e qualsiasi altro contenuto pregiudizievole per il soggetto individuato come bersaglio. Non sempre, colleghe e colleghi, si è nella condizione di individuare le cause del bullismo e le motivazioni che portano un soggetto a esprimere violenza verbale, fisica e psicologica su un altro soggetto che ritiene più debole. Sappiamo, però, che molto dipende dalla storia personale di ogni giovane e che le conseguenze sono, dal punto di vista psicologico, molto spesso difficilmente sanabili: autolesionismo e depressione, arrivando, purtroppo, anche al suicidio. Certo è che non si diventa violenti o bulli all'improvviso.

Sappiamo anche che, nel complessivo fenomeno del bullismo, i soggetti coinvolti non sono solo il bullo e la vittima, ma un ruolo importante deve riconoscersi ai terzi che assistono o, comunque, vengono a conoscenza degli atti vessatori. Le loro reazioni agli atti di bullismo, ora con l'approvazione ora con l'indifferenza oppure con la disapprovazione, possono contribuire ad alimentare o, viceversa, a estinguere il fenomeno, che trova una delle sue ragioni d'essere proprio nelle dinamiche del gruppo all'interno del quale il bullo viene ad agire.

Sappiamo anche che molto può e deve essere fatto sul fronte della prevenzione e del sostegno alle vittime e agli stessi autori di atti di bullismo. Scuola e famiglia sono presidi essenziali per assicurare la corretta crescita di bambini e ragazzi e garantire la prevenzione e l'eventuale rapida individuazione di episodi di bullismo.

Allora, come intervenire? È nostra ferma convinzione che gli interventi realmente atti a prevenire e a contrastare gli episodi riconducibili al bullismo in tutte le sue forme non vadano ricercati nella norma penale. Noi di Forza Italia rigettiamo con determinazione, da sempre, il panpenalismo, anche perché non ce n'è bisogno. Le diverse condotte attraverso le quali il fenomeno del bullismo può manifestarsi sono, infatti, riconducibili a molteplici fattispecie di reato già previste dal codice penale. Peraltro, nell'ambito del processo minorile il legislatore ha già apprestato diversi istituti che hanno lo scopo di favorire la rieducazione e il reinserimento sociale del giovane che pure ha sbagliato, privilegiando così percorsi alternativi rispetto all'irrogazione di una sanzione.

Di fronte a una problematica estremamente complessa e che riguarda, come detto, prevalentemente i nostri giovani, riteniamo più consono e adeguato un approccio che guardi alla prevenzione, come suggerito anche dalla Commissione bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza istituita nella scorsa legislatura. Prevenzione, dunque, se vogliamo seriamente contrastare il fenomeno, incentivando gli strumenti per l'emersione, il monitoraggio e la sensibilizzazione. In quest'ottica, si è previsto, ad esempio, che ogni istituto scolastico, nell'ambito della propria autonomia, adotti un codice interno per la prevenzione e il contrasto del bullismo e del cyberbullismo e istituisca un tavolo permanente di monitoraggio, del quale fanno parte rappresentanti degli studenti, degli insegnanti, delle famiglie ed esperti del settore.

Si incentiva l'istituzione negli istituti scolastici sia di servizi di sostegno psicologico agli studenti, per prevenire i fattori di rischio o situazioni di disagio, sia di servizi di coordinamento pedagogico, per contribuire al pieno sviluppo delle potenzialità di crescita, di inserimento e di partecipazione sociale, agendo, in particolare, sulle relazioni interpersonali e sulle dinamiche di gruppo. Allo stesso tempo, viene opportunamente delineato un ruolo più incisivo per il dirigente scolastico nella gestione di episodi di bullismo, anche con esplicito richiamo alla segnalazione di quei casi alla procura della Repubblica presso il tribunale per i minorenni, per l'attivazione delle misure rieducative e di natura amministrativa. Solo nei casi più gravi, ovvero nei casi di condotte reiterate o, comunque, quando le iniziative educative adottate dall'istituzione scolastica non abbiano prodotto esito positivo, il dirigente può coinvolgere i servizi sociali, per individuare percorsi personalizzati di assistenza alle vittime e di accompagnamento rieducativo degli autori degli atti, oppure può riferire alle autorità competenti, anche per l'eventuale attivazione delle misure rieducative previste dall'articolo 25 della legge istitutiva del tribunale per i minorenni.

Mi preme, poi, sottolineare come l'intervento del procuratore della Repubblica non è di natura meramente repressiva bensì educativa e vede coinvolte, salvi i casi di impossibilità, le famiglie, con la possibilità di attivazione di percorsi di mediazione oppure con l'attivazione di progetti di intervento con finalità rieducativa e riparativa, sotto la direzione e il controllo dei servizi sociali, con la possibilità di partecipazione ad attività idonee a sviluppare nel minore sentimenti di rispetto nei confronti degli altri, ad alimentare dinamiche relazionali sane e positive tra pari e forme di comunicazioni non violente.

In conclusione, mi pare che questa legge indichi un giusto percorso e, soprattutto, indichi strumenti adeguati.

Concordo anche con la collega Matone, che ho seguito nel corso del suo pregevole intervento in discussione generale, essendo una grande esperta del settore dei minori, sul fatto che nessuna legge, anche quella più perfetta, è idonea a contrastare il fenomeno senza un deciso cambio di passo culturale e sociale. Su questo, ha ragione la collega Matone. Questo è l'impegno di tutti, questa legge è un tassello che si colloca in quest'ambito e sono queste le ragioni per le quali preannuncio il voto favorevole del gruppo Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata D'Orso. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Presidente, colleghe e colleghi, oggi sono particolarmente emozionata, perché posso dire che questa proposta di legge l'ho vista un po' nascere, crescere, sedimentare, migliorare. E posso dire che oggi giunge all'approvazione di quest'Aula nella versione forse più coerente e più condivisa, perché ciascuna forza politica di buon grado ha rinunciato a qualche propria posizione pur di portare a meta il provvedimento. Durante l'iter la proposta di legge si è infatti spogliata del profilo penalistico, che sin dall'inizio era comunque un profilo residuale, per lasciare spazio prevalentemente ad un approccio educativo e preventivo, lasciando ad altre sedi gli interventi di carattere repressivo.

È una proposta, però, che parte da lontano, quando all'inizio della scorsa legislatura, insieme al collega Devis Dori, abbiamo ritenuto che il disagio minorile fosse un tema prioritario per il nostro Paese. Ebbene, oggi più che mai vale quella riflessione, oggi più che mai è una priorità, perché i numeri di coloro che hanno subito o hanno assistito ad atti di bullismo o di cyberbullismo sono in continua crescita, ed il mondo degli adulti non può più girarsi dall'altra parte, derubricando il fenomeno come ragazzate o assecondando narrazioni che tendono alla normalizzazione di questi episodi, salvo poi, però, battersi il petto dinanzi alle estreme conseguenze cui il bullismo e il cyberbullismo possono portare.

La proposta di legge ha avuto una gestazione abbastanza lunga, perché, già nella sua scrittura originaria, nella scorsa legislatura, abbiamo coinvolto, anche in modo informale, tante professionalità che si occupano del percorso di sviluppo dei minori, come magistrati e avvocati minorili, dirigenti scolastici, servizi sociali minorili, docenti, educatori. Abbiamo coinvolto chi, come Teresa Manes, ci ha regalato la sua forte testimonianza di vita. È una proposta, quindi, che nasce dall'ascolto dei vari attori della comunità educante, proprio al fine di comprendere come raccordarne l'operato, come superare una concezione di interventi a compartimenti stagni. Fare rete: è questo forse il concetto chiave di questa proposta di legge e il delicato equilibrio tra prevenzione e contrasto è la vera sfida cui questa proposta di legge intende rispondere.

Vediamo come. Siamo partiti dalla legge n. 71 del 2017, che di certo ha avuto il merito di portare all'attenzione di questo Parlamento e della società tutta il problema del cyberbullismo, introducendo validi strumenti. Allora, ne abbiamo esteso il perimetro di intervento anche al fenomeno del bullismo, dando finalmente anche una definizione di cosa sia il bullismo, perché, se è vero che i due fenomeni non sono del tutto sovrapponibili e hanno alcune caratteristiche differenti, è pure vero, però, che la dinamica relazionale che si instaura è identica. Vi è, da una parte, un prevaricatore e, dall'altra parte, una vittima, che viene umiliata ed emarginata dal contesto dei pari attraverso atti di violenza fisica, verbale, psicologica.

Dunque, è possibile, anzi è opportuno affrontare con una strategia unitaria i due fenomeni, che spesso vanno a braccetto. Con questa proposta rafforziamo il tavolo tecnico per la prevenzione e il contrasto del bullismo e del cyberbullismo, ampliando il novero dei soggetti qualificati chiamati a farne parte e prevedendo che venga convocato con cadenza semestrale. Prevediamo che le linee guida di orientamento per la prevenzione e il contrasto di bullismo e cyberbullismo adottate dal Ministero dell'Istruzione indichino vere e proprie procedure operative di cui ogni istituto dovrà dotarsi, recependole nel proprio regolamento interno.

In pratica, vi dovranno essere protocolli di base uniformi per tutte le scuole da attivare nel momento in cui è segnalato o emerga un episodio di bullismo, cyberbullismo o una situazione di dipendenza, in modo che non gravi sul dirigente scolastico da solo la scelta su come agire. Una scelta che diviene altrimenti, oltre che assai gravosa sotto il profilo umano, anche assai discrezionale e diversificata da una scuola a un'altra, mentre riteniamo che la risposta degli adulti debba essere sempre coerente, prevedibile ed equa per essere compresa ed essere autorevole.

Prevediamo che gli uffici scolastici regionali adottino convenzioni con le ASP al fine di fornire a tutti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado un servizio di sostegno psicologico. Purtroppo, infatti, uno dei grossi vulnus oggi è l'assenza di una presenza strutturata dello psicologo scolastico. Molte scuole, dobbiamo ammetterlo, grazie ad un esercizio lungimirante della propria autonomia e grazie a una dotazione di risorse che lo consente già riescono a stipulare convenzioni in tal senso, ma, ecco, oggi il legislatore ha deciso di dare, anche in questo caso, un segnale, mettendo nero su bianco che un servizio del genere debba essere una priorità in tutti gli istituti.

Tale servizio deve servire a prevenire e a individuare precocemente i fattori di rischio e le situazioni di disagio, anche attraverso il coinvolgimento delle famiglie. Allo stesso modo, con un emendamento del MoVimento 5 Stelle a mia prima firma, abbiamo messo finalmente nero su bianco che è necessario promuovere la presenza strutturata in tutti gli istituti di ogni ordine e grado di un servizio di coordinamento pedagogico che possa supportare studenti e studentesse, corpo docente e famiglie nell'osservazione e gestione delle relazioni interpersonali, ed in particolare delle dinamiche del gruppo classe, al fine di contribuire alla massima inclusione e partecipazione sociale.

Gli insegnanti, infatti, non possono sobbarcarsi anche questi aspetti; devono essere accompagnati da personale qualificato, come sono i pedagogisti e gli educatori sociopedagogici. Il servizio di coordinamento pedagogico potrà facilitare una più stretta collaborazione tra scuola e famiglie, che è essenziale per garantire efficacia a qualsiasi intervento educativo che possa essere messo in campo. Certo, dispiace un po' notare che il Governo abbia ritenuto di non supportare fino in fondo questi interventi, perché non vi ha messo un centesimo di risorse. Ma andiamo avanti, questo è comunque un primo passo.

Con questa proposta di legge intendiamo intensificare, come dicevo, la sinergia tra scuola e famiglie, e a questa finalità rispondono anche altre disposizioni, come quella di inserire nel cosiddetto Patto di corresponsabilità l'impegno da parte delle famiglie a partecipare ad attività di formazione organizzate dalla scuola con particolare riferimento all'uso della rete Internet e delle comunità virtuali, che sappiamo quanti rischi oggi riservano ai nostri giovani, e collaborare con la scuola per l'emersione degli episodi di bullismo e di cyberbullismo, ma anche delle situazioni di uso e abuso di alcol, di sostanze stupefacenti o altre forme di dipendenza, tra cui oggi possiamo annoverare anche la nomofobia.

E, poi, ancora, non ci siamo sottratti davanti alla necessità di fornire una risposta forte ed efficace innanzi alle condotte più gravi e reiterate di bullismo, ma anche dinanzi a tutte le forme di devianza minorile, ivi inclusa la violenza sugli animali, che ormai è scientificamente provato sia il primo sintomo di una escalation di violenza che culmina con atti contro le persone. E cosa abbiamo fatto? Abbiamo rispolverato e adattato un po' al contesto attuale le cosiddette misure rieducative del tribunale per i minorenni, introducendo, in particolare, i percorsi di mediazione, che hanno l'obiettivo di ricucire la relazione tra il bullo e la sua vittima.

E quando manchino le condizioni per attivare la mediazione, perché, ad esempio, la vittima non presta il consenso, il tribunale potrà disporre lo svolgimento di un progetto d'intervento educativo con finalità rieducativa e riparativa sotto la direzione dei servizi sociali. Abbiamo espressamente previsto che alla stesura del progetto debbano partecipare i genitori e che verso i genitori siano anche adottati percorsi di sostegno all'esercizio della responsabilità genitoriale ove si ravvisino difficoltà, un deficit educativo da parte delle famiglie.

Questo perché siamo fermamente convinti, lo ribadisco, che sia la prevenzione sia il contrasto ai fenomeni del bullismo e del cyberbullismo non possano prescindere dal coinvolgimento delle famiglie. Questi progetti dovranno essere come abiti tagliati su misura per il ragazzo o la ragazza che ne siano destinatari e dovranno avvalersi di certo delle associazioni di volontariato e del Terzo settore, perché spesso fare un'esperienza nel volontariato o comunque nel sociale può essere più formativo e performante di tante altre iniziative.

Con un emendamento del MoVimento 5 Stelle a mia prima firma è stato esplicitato che il progetto di intervento educativo potrà prevedere anche la frequenza di laboratori teatrali, di scrittura creativa, laboratori di musica, attività sportive. Insomma, tutte quelle attività capaci di canalizzare l'aggressività, di insegnare come fare squadra, di sviluppare percorsi di introspezione capaci di offrire opportunità a quei ragazzi e a quelle ragazze che magari per il contesto di provenienza hanno poche opportunità di crescita culturale e ancor meno possibilità ed occasioni di scoprire un proprio talento.

Perché, a volte, per recuperare un disagio, per strappare un adolescente a dinamiche relazionali malsane o a una dipendenza può essere sufficiente far intravedere che esiste un'alternativa migliore. Può essere sufficiente far comprendere che si può essere persone migliori.

L'auspicio è proprio questo: che la cassetta degli attrezzi che questo provvedimento intende fornire possa servire ad evitare a quanti più giovani possibili le ferite che il bullismo, sia agito sia subito, si porta dietro per tutta la vita.

Per tutte queste ragioni esprimo convintamente il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle con l'auspicio che anche al Senato questa proposta di legge possa essere approvata in modo celere e definitivo, così come sta avvenendo qui, alla Camera (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Matone. Ne ha facoltà.

SIMONETTA MATONE (LEGA). Presidente, il testo è stato da noi esaminato e dibattuto per tanto tempo e hanno ragione i colleghi che hanno detto che ha privilegiato gli aspetti di formazione e di educazione piuttosto che quelli di repressione. La grande novità è che non vi sono distinzioni di età per l'applicazione del testo, quindi, astrattamente, potrebbe essere applicato anche ai ragazzini delle scuole medie.

Ci sono grosse novità: si prevede un codice interno ad ogni istituto per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo, un tavolo permanente di monitoraggio, ma, detto così, sembrerebbe l'ennesimo intervento buonista, che lascia il tempo che trova.

Viceversa, devo dire che questo testo contiene una rivoluzione copernicana in ordine all'approccio al tema dei minori difficili, perché il nucleo centrale, a mio giudizio, è l'articolo 2, sul quale mi sono già soffermata in discussione generale, ma su cui voglio tornare perché, secondo me, è l'atto politico più importante. Questo articolo mantiene la definizione già presente nel testo istitutivo del tribunale per i minorenni, il regio decreto-legge n. 1404 del 1934, dove all'articolo 25 si parlava proprio, nel 1934, di minori irregolari per condotta e per carattere, e si consentiva ai magistrati di adottare misure anche forti nei confronti di questi soggetti. Tuttavia, nei confronti di questo articolo c'è stata una sorta di damnatio memoriae perché veniva ritenuto un'eredità del periodo fascista.

La verità è che questa norma non è stata mai abrogata, è rimasta in vigore e i magistrati, per così dire, più coraggiosi l'hanno sempre applicata, a rischio però di essere censurati per un'interpretazione “non codificata”. Dico questo perché, al di là dei minori irregolari per condotta e per carattere, che oggi noi chiamiamo bulli o cyberbulli, esiste anche una galassia di minori irregolari nelle loro condotte, ma i cui genitori non sono suscettibili di censure e che chiedono aiuto ai tribunali per i minorenni; aiuto che di regola non ricevono, non esistendo strumenti normativi per poterli aiutare. Genitori esenti da colpe, ma minori non governabili, non coercibili, che vanno indirizzati, guidati e corretti per il loro bene.

Questa galassia era indefinita, perché comprendeva tanto minori con genitori pessimi, tanto minori con genitori assolutamente non censurabili, e l'applicazione di quest'articolo era rimessa all'ideologia del singolo magistrato. Come funzionava? Il PM lo applicava in via d'urgenza, il tribunale, se voleva, lo ratificava oppure no. Questa galassia era talmente indistinta che faceva sì che questi provvedimenti potessero essere applicati fino al ventunesimo anno di età. Io stessa personalmente ho collocato forzatamente in comunità terapeutiche soggetti che non ci volevano andare, giocando su un'ambiguità: io sono il magistrato e decido per te. Il minore non capiva, ci andava e, poi, è tutto bene quel che finisce bene. Ciò ovviamente con l'accordo dei genitori, ma era, se volete, un imbroglio.

Viceversa, questa norma - e sono stata io a farla correggere - si sofferma finalmente sul ruolo importante del procuratore della Repubblica presso il tribunale per i minorenni che è un ufficio semisconosciuto ai più, un ufficio che storicamente nella storia giudiziaria del Paese ha sempre privilegiato gli aspetti penalistici della repressione del soggetto minorenne, senza capire che la vera portata del suo lavoro era la titolarità del potere di azione e di intervento nei confronti del tribunale. Quindi, inserire questo articolo 2, dal titolo “Misure rieducative”, all'interno di una legge come quella sul cyberbullismo, in una formula così ampia, ma anche così descrittiva, è un atto, secondo me, assolutamente rivoluzionario - permettetemi l'ardire di questa affermazione - e comprende persino le sevizie nei confronti degli animali che purtroppo sono all'ordine del giorno; abbiamo visto tutti quanti quello che è successo alla capretta e al coniglietto.

Il pubblico ministero, prima di interessare il tribunale, può disporre un percorso di mediazione (anche questa è una grandissima novità), oppure può chiedere l'ascolto del minore, e qui è molto importante il fatto che quest'ultimo deve essere sempre obbligatoriamente ascoltato, ma il suo volere può non essere rispettato. Quindi, se tu in comunità non ci vuoi andare, ci vai lo stesso, perché non occorre la tua adesione a questo tipo di progetto. La volontà del minore conta fino a un certo punto, ma questo è un intervento preventivo che viene fatto dal procuratore e molto saggiamente si è deciso, prima, di provare - tra virgolette - con le “buone”, attraverso una gradualità di interventi.

Poi, qui, entra in gioco un elemento fondamentale che è quello della scuola. Io sono personalmente molto convinta di tutti gli interventi che il Ministro Valditara sta facendo, non perché faccia parte della stessa coalizione e lui sia espressione della mia parte politica, ma semplicemente perché i provvedimenti che adotta sono estremamente ragionevoli ed estremamente anche capiti e condivisi dall'opinione pubblica.

La scuola è un elemento fondamentale perché gli irregolari per condotta e per carattere a scuola non ci vanno o, se ci vanno, vi si recano un giorno sì e tre no. La progressività prevede che dopo questi tentativi di mediazione si possa passare all'affidamento del minore al servizio sociale. Il minore resta in famiglia ma viene gestito dal servizio sociale, e se questo sistema non funziona il ragazzo può essere collocato in comunità. Quindi, si è un po' copiato il modello della messa alla prova che andrebbe quasi, secondo me, offerto a tutti coloro che delinquono al di sotto dei 18 anni, perché il tasso di recidiva dei soggetti sottoposti alla messa alla prova, pochi lo sanno, si avvicina al 5 per cento; il 95 per cento di chi viene sottoposto a questo “trattamento” - tra virgolette - non delinque più, e questo è un dato che fa riflettere.

Altra cosa importante è che i provvedimenti non sono calati dall'alto, ma sono deliberati in camera di consiglio e in questa fase sono obbligatori la presenza del minore, l'ascolto del minore - ribadisco, non vincolante nei contenuti - e il parere del pubblico ministero.

Quindi, ci troviamo dinanzi a una grande sfida, perché per la prima volta affrontiamo un tema come questo; un tema che ci sta esplodendo tra le mani, in una maniera tecnica, ragionevole, ma anche assolutamente politica. Perché dico “politica”? Perché la filosofia dell'intervento è radicalmente cambiata e, quindi, a nome della Lega, esprimo la mia dichiarazione di voto favorevole all'approvazione di questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ciani. Ne ha facoltà.

PAOLO CIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Oggi, arriva in Aula questo provvedimento, in un giorno particolare. Infatti, esattamente tre anni fa, qui alle porte della nostra capitale, alle porte di Roma, veniva barbaramente ucciso Willy Monteiro Duarte, un giovane italiano di origine capoverdiana, medaglia d'oro al valore civile alla memoria, ucciso per un gesto semplice di umanità, quello di intervenire per difendere una persona in difficoltà.

Forse, è per quegli strani casi della vita che proprio oggi arriva in Aula un provvedimento a cui stiamo lavorando da molti mesi; un provvedimento per i giovani, un provvedimento, quello sul bullismo e il cyberbullismo, a cui abbiamo dedicato molto lavoro. Molto opportuno, peraltro, dopo un'estate drammatica, per le vicende che hanno riguardato i ragazzi e gli adolescenti; un'estate in cui i ragazzi adolescenti sono stati vittime e anche carnefici di gesti e reati tremendi.

Sono vicende distinte dalla norma di cui oggi ci occupiamo, ma che hanno connessioni di fondo importanti. La presenza e la comprensione della vita quotidiana e reale dei ragazzi, dei giovani, da parte degli adulti, fossero essi genitori, insegnanti o, più in generale, istituzioni.

Quando la cronaca ci mostra gli aspetti più drammatici e violenti della vita dei nostri ragazzi - è sicuramente la vicenda degli stupri di quest'estate, ma anche la storia di suicidi che talvolta riguardano giovanissimi - è come se ci si aprissero improvvisamente gli occhi su aspetti della vita dei giovani che non conosciamo o non vogliamo vedere. E su di essi è tuttavia chiara l'urgenza di conoscere e intervenire.

Durante l'intervento di inaugurazione dello scorso anno scolastico, il Presidente della Repubblica Mattarella ha fatto un lungo discorso. Da pochi giorni era morto un ragazzo, giovanissimo, suicida e il Presidente ha detto: “la sua morte ha colpito e commosso la pubblica opinione. Un ragazzo pulito, esasperato da angherie, insulti e minacce da parte di coetanei. Una vita spezzata dal bullismo! Fenomeni del genere sono purtroppo diffusi e interrogano non solo il mondo della scuola ma l'intera società. Desidero sollecitare una profonda riflessione sui fenomeni del bullismo e della sua forma telematica - il cyberbullismo - chiedendo un grande impegno per contrastarli con determinazione”. Fin qui le parole del Presidente Mattarella.

Presidente, questo fenomeno si è diffuso molto, in questi anni, nel nostro Paese, in Occidente, ed è un fenomeno, purtroppo, in grande crescita. Alcune ricerche rilevano che un giovane su quattro, tra i 6 e i 17 anni, almeno una volta nella vita ha subìto un episodio di bullismo. Il cyberbullismo è anch'esso in aumento e spesso i social network sono il principale strumento utilizzato per il cyberbullismo seguiti dalle chat, dai messaggi e dai videogiochi online. I ragazzi che subiscono bullismo o cyberbullismo spesso tacciono e non denunciano gli episodi. Secondo altri studi, solo il 5 per cento delle vittime lo segnala alle autorità competenti: peraltro, coloro che hanno sperimentato episodi di bullismo o cyberbullismo hanno maggiori probabilità di sviluppare difficoltà relazionali, di sentirsi depressi, soli e ansiosi, di avere scarsa autostima o sperimentare pensieri suicidari. Ma anche i bulli possono spesso sviluppare problemi psicologici a lungo termine.

Spesso nell'opinione generale e dei ragazzi stessi, ma spesso anche degli adulti, si sottovaluta il fenomeno; spesso si pensa siano ragazzate. Ecco, non è così: in questa norma noi parliamo di violenza. Vorrei riprendere alcune definizioni: “qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d'identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti online aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore, il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori, ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso o la loro messa in ridicolo”; “l'aggressione o la molesta reiterate, da parte di una singola persona o di un gruppo di persone, in danno di un minore o di un gruppo di minori, idonee a provocare sentimenti di ansia, di timore, di isolamento o di emarginazione, attraverso atti o comportamenti vessatori, pressioni o violenze fisiche e psicologiche, istigazione al suicidio all'autolesionismo minacce o ricatti furti o danneggiamenti, offese o derisioni”. Quelle che ho letto ora sono le definizioni di cyberbullismo e di bullismo che introduciamo in questa normativa.

No, Presidente, non si tratta di ragazzate o di scherzi; è violenza, violenza diffusa, rivolta soprattutto a giovani e giovanissimi. Quasi sempre, infatti, questa forma di aggressione vede come vittime i minori che frequentano le scuole o che sono coinvolti in attività di gruppo; normalmente, le vittime si sentono totalmente vulnerabili e incapaci di difendersi autonomamente. L'aggressione può essere fisica nei confronti di persone o beni di proprietà, oppure verbale, sia diretta sia indiretta. Ecco, questa normativa è una nuova disciplina che si inserisce nel solco tracciato dalla legge n. 71 del 2017, ad opera della nostra collega Elena Ferrara. Essa rafforza, oggi, la prevenzione del fenomeno del bullismo e del cyberbullismo attraverso una serie di nuove misure diversificate che mirano a prevenire il fenomeno e a rieducare i soggetti coinvolti in tali comportamenti aggressivi.

In quest'ottica, il tavolo tecnico per la prevenzione e il contrasto del bullismo e del cyberbullismo istituito da questa normativa prevede la presenza di esperti dotati di specifiche competenze in campo psicologico, pedagogico, delle comunicazioni sociali e telematiche, nominati dai vari Ministeri di riferimento.

Sì, bisogna fare un focus specifico: dobbiamo ricordare sempre che, trattandosi di bambini e di ragazzi, la principale forma di prevenzione di atteggiamenti aggressivi deve restare l'esempio degli adulti. Ma non è sempre così e capita, sempre più spesso, che i piccoli crescano con modelli di riferimento violenti, sia nelle parole che negli atteggiamenti.

Sugli adulti va poi aggiunta una piccola nota specifica: quando soprattutto parliamo di cyberbullismo, si tratta di tecnologie in continua evoluzione e gli adulti arrivano sempre in ritardo. Colpisce molto parlare con i genitori di adolescenti, anche con i compagni di classe dei nostri figli, e capire quanto poco si conosca dell'evoluzione della tecnologia a disposizione dei ragazzi. Internet e cellulari sono diventati potenziali mezzi attraverso cui compiere o subire prepotenze e soprusi. E bisogna ricordare che tanti dei device utilizzati dai nostri ragazzi sono intestati ai loro genitori, che non controllano quello che fanno i loro figli. Mi colpiva rileggere alcune testimonianze in cui alcuni ragazzi vittime di bullismo raccontavano: per noi quando tornavamo a casa terminava tutto. Ecco, attraverso il bullismo online, quello che uno subisce a scuola ha una continuazione perenne e non si sa mai quando possa finire. Questo è un aspetto di cui dobbiamo tenere particolarmente conto.

Nel concludere - lo hanno detto i nostri colleghi - vorrei ricordare che questa legge ha conosciuto il contributo di tanti; è una legge che vedrà il nostro Parlamento unito nell'approvazione - e questo è molto importante, perché quando si fanno leggi così importanti è determinante lavorare insieme - dal momento che tanti hanno lavorato con passione e con grande competenza, come è stato detto. Per questo ringrazio molto gli altri relatori, ringrazio le Commissioni, i presidenti e ringrazio per la volontà di arrivare a un testo condiviso, perché, di fronte all'emergenza dei nostri giovani, non bisogna far valere le proprie posizioni ma una posizione condivisa. Credo che il nostro lavoro sarà un sostegno importante per i nostri ragazzi, per gli adulti e per le istituzioni che devono occuparsene.

Per questo motivo esprimo il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista sul provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Onorevoli colleghi, oggi va a conclusione, con un esito molto positivo, il percorso delle nostre proposte di legge per la prevenzione e il contrasto al bullismo e al cyberbullismo.

Sappiamo che, solitamente, fa più rumore l'albero che cade della foresta che cresce e che fanno più notizia gli scontri e le polemiche rispetto al dialogo e alla collaborazione.

In questo caso possiamo invece essere orgogliosi di dire che sul bullismo abbiamo scritto assieme una bella pagina parlamentare perché si è realizzata una collaborazione trasversale tra tutte le forze politiche, tra maggioranza e opposizione, non per buonismo ma accomunati dalla volontà di dare una risposta rapida e più efficace ad un problema così sentito da tanti cittadini, perché tocca da vicino tanti ragazzi, tante famiglie, tante scuole, tante persone fragili.

Anch'io mi sento di dire grazie a tutti i colleghi, ai relatori, a tutti i componenti della Commissione, al collega presidente della XII Commissione, perché ognuno di noi ha saputo aggiungere qualcosa e, soprattutto, rinunciare a qualcosa di proprio per arrivare ad una sintesi comune. Credo che abbiamo fatto bene, sfruttando anche lo strumento dell'urgenza previsto dal Regolamento della Camera, a dare subito una risposta rapida, perché i dati dell'Istat ci dicono che più del 50 per cento degli intervistati tra gli 11 e i 17 anni ha riferito di essere rimasto vittima, nel corso della propria vita, di qualche episodio offensivo, violento e irrispettoso con caratteristiche simili al bullismo e più del 20 per cento dei ragazzi ha dichiarato di esserne stato vittima o di aver assistito a episodi con una cadenza anche mensile.

Troppo spesso si consumano in silenzio delle tragedie che sfociano negli atti più estremi: ragazzi che si tolgono la vita o che si ammalano, persone fragili che vengono picchiate o ferite gravemente. Sono tragedie che partono, come sappiamo, da lontano e che, prima, di arrivare alle conseguenze più estreme si accumulano in un crescendo di azioni persecutorie e di atti di bullismo, appunto, che vengono protratti nel tempo. Il nostro obiettivo era ed è quello di fermare il bullismo e il cyberbullismo e di farlo prima che arrivi alla distruzione fisica o psicologica delle vittime. Per fare questo, abbiamo voluto ragionare su strumenti il più efficaci possibili, non solo nel monitoraggio ma anche nella prevenzione, strumenti che possano essere efficaci anche per i minori, quindi al di là e oltre le norme penali e la soglia dell'imputabilità. Molti di questi strumenti sono già stati citati, li sintetizzo velocemente. Innanzitutto, è stata modificata e aggiornata la buona legge che già esiste, la legge n. 71 del 2017 in materia di cyberbullismo, ed è stata aggiunta alla prevenzione del cyberbullismo anche quella del bullismo, che non era menzionata e di cui abbiamo codificato una definizione chiara, che può essere utile anche nell'ambito applicativo penale ed extrapenale. Abbiamo inoltre stabilito di dotare ogni istituto scolastico di un codice interno di prevenzione e contrasto dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo, di un tavolo permanente di monitoraggio, di strumenti di sostegno psicologico agli studenti e di servizi di coordinamento educativo e pedagogico. All'articolo 2, come già detto, abbiamo modificato e rivitalizzato gli strumenti del regio decreto n. 1404 del 1934 con le misure coercitive di intervento non penale, con un percorso che segue un crescendo: in primo luogo, il tentativo di coinvolgere il minore in un progetto educativo che può concludersi con un esito positivo e, in mancanza di questo, prevedere l'affidamento del minore ai servizi sociali e, solo nei casi più estremi, come estrema ratio, il collocamento del minore in una comunità. Sono misure che, esulando dall'ambito strettamente penale, possono consentire un'applicabilità anche ai ragazzi under 14, al di fuori della soglia dell'imputabilità. Abbiamo inoltre previsto una delega al Governo per coinvolgerlo e impegnarlo ad adottare, entro 12 mesi, decreti attuativi su alcuni aspetti fondamentali come, ad esempio, l'attivazione di servizi di sostegno psicologico per gli studenti presso le istituzioni scolastiche e piattaforme di formazione e di monitoraggio e un potenziamento del servizio per l'assistenza alle vittime, anche con il numero pubblico 114 che potrà essere facilmente e gratuitamente utilizzato per chiedere aiuto in tempo reale e costantemente. Abbiamo dato valore anche agli strumenti di rilevazione del bullismo e del cyberbullismo, coinvolgendo gli istituti competenti. Altra misura importante è quella della responsabilizzazione dei genitori per i danni cagionati dai figli minori nell'utilizzo delle piattaforme informatico-telefoniche, intervenendo sui contratti dei fornitori. Ovviamente, in aggiunta a questo, ci saranno importanti campagne informative, di prevenzione e di sensibilizzazione. Possiamo, quindi, dire sicuramente che sono state aggiornate, proposte o introdotte misure importanti di prevenzione, di emersione del fenomeno, di sensibilizzazione e di educazione, oltre che di assistenza e supporto psicologico.

Fratelli d'Italia, per contribuire ad arrivare a una sintesi, ha rinunciato a una parte delle proprie proposte che prevedevano misure più incisive ed efficaci anche dal punto di vista sanzionatorio. Riteniamo, infatti, che le misure preventive, educative e alternative siano importanti ma, di fronte ai casi in cui c'è il rifiuto di seguire questi percorsi, è giusto che ci siano delle regole e delle sanzioni che abbiano un'efficacia anche deterrente. Abbiamo, alla fine, scelto di estrapolare questa parte più strettamente penalistica da questo provvedimento ma confidiamo che l'imminente approvazione, da parte del Consiglio dei ministri, del decreto Caivano, che coinvolge anche i fenomeni più gravi e più criminali delle babygang e della delinquenza minorile, possa dare anche una risposta penale efficace, perché talvolta, purtroppo, le misure preventive ed educative non bastano a dare giustizia alle vittime e a svolgere anche un effetto deterrente nei confronti dei giovani potenziali delinquenti. Nonostante questo, come sintesi, penso di poter dire che, con l'approvazione, oggi, di questa proposta - che speriamo il Senato voglia a sua volta rapidamente approvare - noi possiamo dotare il nostro ordinamento di una legislazione in materia di contrasto del bullismo e del cyberbullismo probabilmente tra le più efficaci e complete a livello europeo. Quindi, è sicuramente un ottimo segnale, un ottimo risultato, un ottimo passo in avanti.

In chiusura, Presidente, anch'io esprimo un grande apprezzamento perché si è scelto, grazie a un emendamento della collega Montaruli, anche di trovare un simbolo che rappresenti tutti i ragazzi, tutte le vittime del bullismo e del cyberbullismo e della violenza, con un pensiero grande a Willy Monteiro, che ne è il simbolo, e con l'introduzione della Giornata del rispetto, che sarà un'occasione per sensibilizzare i giovani e le scuole.

Credo che con oggi si possa essere orgogliosi del risultato che abbiamo raggiunto. Ai ragazzi, alle famiglie e alle tante persone più fragili che ogni giorno sono vittime di bullismo, di persecuzioni e di prevaricazione possiamo dire: da oggi siete meno soli, perché lo Stato è dalla vostra parte e quindi dovete avere la forza e il coraggio, assieme a noi, di ribellarvi e di aiutarci a contrastare ogni episodio di bullismo e di cyberbullismo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - Testo unificato - A.C. 536-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - Testo unificato - A.C. 536-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato delle proposte di legge nn. 536-891-910-A: "Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 33) (Applausi).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Gabinetto dei Ministri dell'Ucraina sulla cooperazione di Polizia, fatto a Kiev il 10 giugno 2021 (A.C. 922-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 922-A: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Gabinetto dei Ministri dell'Ucraina sulla cooperazione di Polizia, fatto a Kiev il 10 giugno 2021.

Ricordo che, nella seduta del 19 luglio, si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

Avverto che, con lettera in data 4 settembre, il presidente della Commissione affari esteri ha comunicato che il relatore Emanuele Loperfido ha rinunciato al suo mandato e che le funzioni di relatore saranno svolte dal deputato Francesco Mura.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 922-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica. Poiché non sono state presentate proposte emendative, li porrò direttamente in votazione.

Passiamo all'articolo 1. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

Passiamo all'articolo 2. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

Passiamo all'articolo 3. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 36).

Passiamo all'articolo 4. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 37).

Passiamo all'articolo 5. Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 922-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bicchielli. Ne ha facoltà.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole del gruppo Noi Moderati e chiedere di essere autorizzato a depositare l'intervento.

PRESIDENTE. È autorizzato. Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Anche noi per annunciare il nostro voto favorevole al provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Per dire che voteremo a favore. Questo Accordo è stato sottoscritto prima dell'inizio dell'invasione dell'Ucraina e oggi ha un valore ancora più rilevante alla luce del fatto che questo è un pezzo del percorso di adesione dell'Ucraina all'Unione europea. Penso sia importante sottoscriverlo, sia importante ratificarlo, sia importante che ci sia un voto unanime di tutto il Parlamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Per annunciare il voto favorevole di Forza Italia e consegnare la dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lomuti. Ne ha facoltà.

ARNALDO LOMUTI (M5S). Grazie, Presidente. Annuncio il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Billi. Ne ha facoltà.

SIMONE BILLI (LEGA). Grazie, Presidente. Anche noi riteniamo che questo Accordo meriti di essere approvato quanto prima, anche come segno di ulteriore vicinanza e amicizia al popolo ucraino. Pertanto, esprimo il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Per ribadire il sostegno a questo provvedimento di tutto il gruppo di +Europa. È un tema importante quello del percorso europeo dell'Ucraina, lo è nonostante la pressione russa del regime putiniano ed è anche un orgoglio perché l'avvio di questo percorso è dovuto in buona misura al forcing che a suo tempo fece il Governo italiano guidato da Mario Draghi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Porta. Ne ha facoltà.

FABIO PORTA (PD-IDP). Presidente, rappresentante del Governo, consegnerò il mio intervento, ma voglio, con un paio di osservazioni, sottolineare all'Aula che questo Accordo, per motivi che non sfuggiranno a nessuno, riveste un significato rilevante per i rapporti che intercorrono tra l'Italia, l'Unione europea in particolare e questo Paese, anche nella prospettiva di un'adesione, sulla quale, come sappiamo, vi è stato già un pronunciamento ufficiale da parte del Consiglio europeo. Quindi, una risposta concreta - vogliamo leggere l'Accordo anche in questo senso - ad un popolo che chiede pace e giustizia e, per questo, annuncio il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pozzolo. Ne ha facoltà.

EMANUELE POZZOLO (FDI). Grazie, Presidente. Nell'annunciare il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia, mi riservo di depositare l'intervento.

PRESIDENTE. È autorizzato. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 922-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 922-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 922-A: "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Gabinetto dei Ministri dell'Ucraina sulla cooperazione di Polizia, fatto a Kiev il 10 giugno 2021".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 39).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, l'esame dei successivi punti iscritti all'ordine del giorno della seduta odierna si intende rinviato alla seduta di domani, giovedì 7 settembre.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signora Presidente. Intervengo sulla questione dell'alluvione in Emilia-Romagna.

Ad oggi, dei 4,3 miliardi di euro promessi dal Governo Meloni purtroppo non c'è traccia sul territorio dell'Emilia-Romagna, tranne quelle risorse che sono servite a coprire le risorse già anticipate dagli enti locali della regione Emilia-Romagna. Non è stato trasferito al commissario Figliuolo il miliardo di euro inutilizzato per gli ammortizzatori sociali e il Fondo Export, come chiesto tra l'altro dal presidente Bonaccini. Se ciò non avvenisse, i fondi sarebbero 3 miliardi, e non 4, come indicato dal Governo.

Ad oggi, le famiglie hanno ricevuto solo 3.000 euro provenienti dalla giunta regionale, mentre le aziende sono in una situazione drammatica e la vicenda dell'imprenditore agricolo Galavotti lo sta ad indicare. Ecco, tra i 4 miliardi in più previsti dal Governo nei prossimi tre anni non c'è traccia dei rimborsi al 100 per cento promessi dal Governo. Dico solo una cosa: i muri delle abitazioni delle popolazioni e delle famiglie alluvionate sono ancora umidi e io chiedo quindi che il Governo venga in Aula a riferire urgentemente perché, dopo quattro mesi, è inaccettabile che un territorio sia abbandonato a se stesso (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra) e che la regione Emilia-Romagna sia l'unico avamposto che, in questo momento, dà risposte a questo dramma. Quindi, è urgente che il Governo venga in Aula e dia una risposta su un fatto per noi inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fassino. Vuole intervenire sempre sullo stesso argomento, onorevole? Sempre sull'ordine dei lavori?

PIERO FASSINO (PD-IDP). Su un altro argomento. Vorrei soltanto ricordare all'Aula che, nella giornata di oggi, ci ha lasciato Giuliano Montaldo, che è stato uno dei grandi protagonisti della storia del cinema italiano. Gli intoccabili, Giordano Bruno, Sacco e Vanzetti, Gott mit uns, L'Agnese va a morire hanno segnato via via la storia del cinema; sono film di grande impegno politico, civile e morale e credo che sia giusto ricordare la figura di questo grande uomo di cultura, di questo grande intellettuale nella nostra Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Sul tema sollevato dall'onorevole Fassino aveva chiesto di intervenire il collega Ricciardi, a cui do, a questo punto, la parola.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questa mattina - come è stato poc'anzi ricordato - si è spento Giuliano Montaldo, nella sua casa di Roma. Nato a Genova nel 1930, genoano - ci teneva a sottolineare questo aspetto -, ho avuto l'onore di conoscerlo nel 2013, in provincia di Foggia, durante un'iniziativa volta a celebrare il Sacco e Vanzetti day, che poi, di fatto, fu il suo grande film, il film che lo rese famoso in tutto il mondo.

Il suo rapporto con il cinema e con il potere è l'elemento che forse, Presidente, più di ogni altro, va ricordato oggi. Dico, anche per i territori che rappresento - mi unisco alla famiglia nel cordoglio più profondo e credo di poter parlare a nome di tutte e di tutti -, che Giuliano Montaldo è stato probabilmente il primo di tanti altri registri a dare lustro alla lunga e tormentata storia delle ingiustizie che l'emigrazione italiana ha subito e ha vissuto nel mondo. Proprio oggi, nel suo ricordo, voglio rendergli grazie per il lavoro che ha fatto e ringraziarlo qui per il grandissimo capolavoro che ci ha regalato nel 1970, Sacco e Vanzetti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Scutella'. Ne ha facoltà.

ELISA SCUTELLA' (M5S). Grazie, Presidente. Io vorrei porre una domanda al Governo e agli eletti calabresi che siedono ai banchi della maggioranza perché, Presidente, sono stati depennati i progetti previsti dal PNRR rivolti ai comuni calabresi. Infatti, questo Governo, con il favore delle tenebre, con una manovra estiva, ha levato quasi un miliardo alla Calabria, soldi previsti per i comuni calabresi. Io gradirei una risposta, ma non la gradirei tanto io, quanto i cittadini calabresi.

Presidente, ci tengo davvero, perché noi aspettavamo la realizzazione di questi progetti. Li aspettiamo veramente da tanto tempo, e parlo, oltre che da rappresentante delle istituzioni, da cittadina calabrese, che vive in Calabria, che vive i disagi della Calabria, della sanità, dei trasporti e i problemi che hanno i comuni calabresi. Quindi, io gradirei una risposta da questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sarracino. Ne ha facoltà.

MARCO SARRACINO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Oggi pomeriggio, mentre noi eravamo in quest'Aula, a Napoli si sono tenuti i funerali del giovane Giovanbattista Cutolo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), colpito a fuoco e ucciso da un ragazzo di 16 anni, per motivi che sono inaccettabili. Voglio nuovamente esprimere le nostre condoglianze e la nostra vicinanza alla famiglia. Oggi tutta Napoli è in lutto, come ha dimostrato l'incredibile partecipazione alle esequie in Piazza del Gesù.

Presidente, non esistono parole dinanzi a una vicenda del genere, ma quello che è accaduto non può essere certamente derubricato a un semplice fatto di cronaca: si tratta di una sconfitta per tutti. A morire è un ragazzo che aveva deciso di costruire il proprio futuro nel luogo in cui era nato. Nessuno potrà restituire Giovanbattista Cutolo alla propria famiglia, alla sua compagna, ai suoi amici, ma oggi noi tutti, in questo Parlamento, siamo chiamati anche ad affrontare due questioni che necessitano risposte non emergenziali, ma strutturali: quella di come la sicurezza delle nostre città diventi realmente una priorità di tutte le istituzioni e quella di una vera e propria emergenza comportamentale, nei confronti della quale occorre una rivoluzione culturale che parta proprio dal ripristino del rispetto e del valore della vita umana, che troppe volte, come dimostrano anche i tragici casi che si sono verificati questa estate, sembra quasi essersi smarrita.

Allora, Presidente, lo striscione che ha accompagnato l'ultimo saluto a Giovanbattista Cutolo riprendeva un celebre verso: “Nessuno muore sulla terra finché vive nel cuore di chi resta”. Io sono convinto che Giovanbattista Cutolo continuerà a vivere nel cuore, nella mente e nell'azione dei tantissimi ragazzi che oggi erano presenti al suo funerale e che avranno la forza di cogliere l'appello fatto da Don Mimmo Battaglia a restare e a cambiare le cose (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ascari. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Desidero sollecitare la risposta a una mia interrogazione a risposta scritta alla Presidenza del Consiglio. Si tratta dell'interrogazione n. 4-01461, che io ho presentato il 3 agosto scorso. Con quell'atto ispettivo ho domandato al Governo se intenda attivarsi affinché la rappresentanza italiana al Consiglio d'Europa chieda il rinvio della sentenza Germano contro Italia alla Grande Camera della Corte di Strasburgo. Con questa sentenza la Corte EDU ha condannato l'Italia per la normativa di prevenzione della violenza di genere, ritenendo che l'ammonimento ricevuto dal ricorrente Germano per atti persecutori nei confronti della moglie fosse non necessario e spropositato, pur essendo fondato su numerosissimi episodi di violenza fisica e verbale. Si tratta di una sentenza improvvida, che creerebbe un precedente gravissimo, facendoci compiere notevoli passi indietro nel contrasto alla violenza sulle donne. Per questo va ribaltata.

Il termine per chiedere l'esame della Grande Camera scade tra poche settimane. Spero che il Governo, alla luce dei numerosissimi casi di violenza sulle donne che quotidianamente riempiono le pagine di cronaca, dia un segnale chiaro e si muova per tempo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

1. Seguito della discussione della proposta di legge:

S. 377 – D'INIZIATIVA DEI SENATORI: BONGIORNO ed altri: Modifiche al decreto legislativo 20 febbraio 2006, n. 106, concernenti i poteri del procuratore della Repubblica nei casi di violazione dell'articolo 362, comma 1-ter, del codice di procedura penale, in materia di assunzione di informazioni dalle vittime di violenza domestica e di genere (Approvata dal Senato). (C. 1135​)

Relatrice: BISA.

2. Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della Costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Gianni Tonelli (deputato all'epoca dei fatti). (Doc. IV-ter, n. 12-A)

3. Seguito della discussione della proposta di legge:

DONZELLI ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità 'Il Forteto'. (C. 336-A​)

Relatrici: LA PORTA, per la II Commissione; LOIZZO, per la XII Commissione.

4. Seguito della discussione dei disegni di legge:

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sullo spazio aereo comune tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e l'Ucraina, dall'altra, firmato a Kiev il 12 ottobre 2021. (C. 1001-A​)

Relatore: FORMENTINI.

S. 454 – Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sulla protezione degli investimenti tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Singapore, dall'altra, fatto a Bruxelles il 19 ottobre 2018 (Approvato dal Senato). (C. 1040​)

Relatore: FORMENTINI.

S. 541 – Ratifica ed esecuzione dell'Atto di Ginevra dell'Accordo dell'Aja concernente la registrazione internazionale dei disegni e modelli industriali, fatto a Ginevra il 2 luglio 1999 (Approvato dal Senato). (C. 1041​)

Relatore: BILLI.

La seduta termina alle 19,30.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: PINO BICCHIELLI, ALESSANDRO BATTILOCCHIO, FABIO PORTA ED EMANUELE POZZOLO (A.C. 922-A​)

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 922-A​). Signor Presidente, Onorevoli colleghi, Signori del governo, è evidente che, allo stato attuale, la ratifica dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Gabinetto dei Ministri dell'Ucraina sulla cooperazione di polizia del 10 giugno 2021 acquisisca una valenza del tutto particolare.

Ogni provvedimento o accordo che ha a che fare con l'Ucraina, in questo preciso momento storico, assume un valore politico ulteriore, perché consente, da un lato, all'Italia di ribadire con forza la propria posizione a sostegno del governo e del popolo ucraino in linea con il nostro storico posizionamento euroatlantista nello scacchiere internazionale e, dall'altro, di assumere misure concrete di sostegno su più livelli.

Tutto questo con il solo fine di non far mancare il necessario supporto anche logistico ad un sistema statale, come quello ucraino, duramente provato dalla guerra attualmente in atto.

Infatti, nel quadro generale dell'accordo tra il Governo italiano e quello ucraino che prevede di promuovere, sviluppare e rafforzare la collaborazione di polizia tra i due Paesi per prevenire e contrastare la criminalità nelle sue varie forme, individuando, reprimendo e svolgendo indagini sui reati, si inserisce la regolamentazione giuridica della cooperazione tra le polizie, sia sotto il profilo strategico sia sotto quello operativo, consentendo di intensificare i rapporti tra gli organismi dei due Paesi preposti all'ordine e alla sicurezza pubblica.

L'Accordo, pur essendo stato concepito e stipulato prima dello scoppio effettivo del conflitto russo-ucraino, si inserisce in un contesto internazionale che richiede, a prescindere dalla guerra in atto, una progressiva e crescente collaborazione bilaterale di polizia più organica per il contrasto della criminalità organizzata transnazionale nelle sue varie forme.

Scambi di informazioni di interesse reciproco in tutta una serie di ambiti, da quelli sui reati, sui gruppi criminali organizzati nonché sulla loro organizzazione, gestione e modalità operative, fino ad arrivare a prevedere la costituzione di gruppi di lavoro congiunti per coordinare azioni comuni nella lotta contro la criminalità: sono questi alcuni dei contenuti più interessanti e importanti che permettono di considerare tale Accordo un vero e proprio atto strategico.

Pertanto, signor Presidente, credo che la ratifica di tale accordo vada esattamente nella direzione intrapresa con forza dal governo italiano e ribadita più volta dal nostro Gruppo di “Noi Moderati” e costituisca un prezioso strumento di sostegno logistico, fondamentale in tale fase.

Inoltre il fatto che la ratifica di un accordo stipulato precedentemente all'invasione russa dell'Ucraina, arrivi oggi, quando la guerra è ancora in atto, vorrei considerarlo anche un atto di speranza.

Speranza, signor Presidente, che, nel più breve tempo possibile, si ripristini una situazione che consenta di realizzare il programma di cooperazione previsto dall'Accordo non in condizioni straordinarie bensì come avviene normalmente tra due Stati che, sia pur sovrani nei propri territori, attuano una politica estera comune nel rispetto delle norme internazionali e in vista della sicurezza internazionale.

Speranza di arrivare nel più breve tempo a pensare e a riflettere sulle modalità di ricostruzione di un territorio messo in ginocchio dal conflitto in atto.

Speranza che la parola pace non rimanga sullo sfondo ma divenga ben presto l'unico vero tema di cui occuparsi, sia per le parti direttamente coinvolte che per tutti gli attori internazionali.

Per tutti questi motivi annuncio il voto favorevole del gruppo “Noi Moderati”. Grazie!

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI-PPE). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 922-A​). Grazie Presidente! Oggi ci accingiamo a votare l'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Gabinetto dei Ministri dell'Ucraina sulla cooperazione di polizia, fatto a Kiev il 10 giugno 2021. Dopo poco più di otto mesi da quella data, il 24 febbraio 2022, le truppe russe avrebbero iniziato l'invasione del territorio ucraino, dando il via ad una guerra che sta ancora sconvolgendo quei territori e che sta contribuendo a modificare gli scenari geopolitici mondiali.

Tornando alla ratifica al nostro esame, va ricordato che la positiva collaborazione fra le forze di polizia dei nostri due Paesi risale ad un accordo intergovernativo del 1993 che è stato rivitalizzato – appunto nel 2021 - alla luce delle nuove sfide e delle molteplici minacce che si è chiamati a fronteggiare.

Il nuovo accordo di cooperazione in materia di sicurezza focalizza la collaborazione su un più ampio novero di reati. L'intesa prevede forme di partecipazione che vanno dallo scambio di informazioni a richieste di assistenza, oltre alla possibilità di sviluppare gruppi di lavoro congiunti, seminari e consultazioni.

Nella collaborazione verrà ricercato anche lo scambio di best practice nella prevenzione e nel contrasto alla criminalità organizzata, al narcotraffico ed al terrorismo. Importanti ambiti di cooperazione sono stati anche individuati nella lotta all'immigrazione irregolare e nella sicurezza cibernetica.

Il 24 febbraio 2022 è una data che ha cambiato la storia dell'Ucraina e dell'Europa. Pochi giorni dopo, il 28 febbraio, il governo di Kiev ha presentato richiesta di adesione all'Unione europea, dando così avvio ad un iter che, fra le prime tappe, ha visto il Consiglio europeo del 24 giugno 2022 accogliere le raccomandazioni della Commissione, concedendo all'Ucraina lo status di candidato all'accesso all'UE. Il percorso sarà lungo e difficile.

Nel frattempo è doveroso che i singoli stati membri e la Commissione continuino a supportare e sostenere il governo ucraino. La rapida ratifica di questo accordo, si può a pieno titolo, considerare un piccolo tassello in questa direzione.

Per questo Forza Italia voterà a favore. Gazie!

FABIO PORTA (PD-IDP). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 922-A​). Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, ci apprestiamo a votare la ratifica di un importante accordo con l'Ucraina sulla cooperazione di polizia. Un accordo che riveste un significato rilevante per i rapporti che intercorrono tra l'Unione europea e questo Paese, anche nella prospettiva dell'adesione sulla quale vi è stato già un pronunciamento ufficiale del Consiglio europeo.

Voglio ricordare, a tal proposito, che il primo trattato di cooperazione tra Kiev e Bruxelles venne firmato nel 1994, a soli tre anni dall'indipendenza, fino ad arrivare allo status di candidato all'adesione il 23 giugno 2022.

Per cui il presente accordo si inserisce su un lungo percorso di avvicinamento tra i Paesi membri dell'Ue e l'Ucraina e va proprio nella direzione e necessità di una più stretta collaborazione tesa a garantire l'ordine pubblico e la sicurezza anche in considerazione dei movimenti umani che ci sono stati e ci sono tra l'Italia e l'Ucraina, soprattutto in questo periodo di crisi.

Oggi, con questa ratifica facciamo un passo avanti nel creare uno spazio futuro di maggiore sicurezza interna nel contesto europeo riconoscendo gli sforzi fatti dall'Ucraina nell'implementare opportune riforme nel settore del contrasto al crimine transnazionale con conseguenti riforme costituzionali e giudiziarie.

L'Italia vanta una grande esperienza nella lotta alla criminalità e la cooperazione tra le forze di polizia potrà sicuramente aiutare a rendere più efficace tale attività a livello internazionale anche attraverso lo scambio di esperti del settore.

L'esistenza di un accordo specifico stabilisce un quadro chiaro di riferimento sia sotto il profilo operativo che strategico come definito nell'art. 1 di tale accordo e viene incontro alla necessità di stabilire un maggior coordinamento internazionale per la repressione e la prevenzione del crimine internazionale che, con la globalizzazione, si evolve in forme ed organizzazioni nuove che richiedono strumenti condivisi, innovativi ed efficaci di contrasto.

Tralascio l'analisi dell'articolato ma voglio sottolineare l'importanza degli aspetti concernenti la formazione delle forze di polizia, il contrasto alla tratta degli esseri umani e l'importanza del rispetto delle procedure per il trattamento dei dati conformemente alle indicazioni contenuto nelle relative direttiva e regolamento dell'Ue.

Sottolineo anche l'importanza della creazione di gruppi di lavoro congiunto che possono aiutare a individuare piste di lavoro più efficaci come già sperimentato in altri contesti.

Si tratta, dunque, di una ratifica alla quale guardiamo con interesse e favore e che presenta una copertura finanziaria di circa 164 mila euro a decorrere dal 2023 ma che porterà sicuramente frutti importanti e una ricaduta positiva nella gestione della sicurezza in Italia e in quell'Europa che vuole comprendere anche l'Ucraina.

Si tratta di una risposta concreta ad un popolo che chiede giustizia e libertà e per questo annuncio il voto favorevole del Gruppo parlamentare del PD.

EMANUELE POZZOLO (FDI). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 922-A​). Signor Presidente, Onorevoli colleghi, nell'affrontare il tema la ratifica e l'attuazione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica Italiana e il Gabinetto dei Ministri dell'Ucraina sulla cooperazione di polizia, stipulato a Kiev il 10 giugno 2021, si affrontano due questioni in una.

Una è una questione squisitamente tecnica, appunto quella della cooperazione in materia di polizia. L'altra è più politica, più simbolica, più carica di significati legati all'attualità.

Questo accordo – oggi più che mai – è di vitale importanza, considerando il contesto geopolitico instabile e il perdurare della guerra russo-ucraina.

Dicevo che c'è un aspetto per così dire “tecnico” a monte di questo Accordo: ed è l'aspetto che vede la regolamentazione dei rapporti tra il Ministero dell'Interno italiano, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, e la Polizia di Stato ucraina.

Si definiscono con precisione i settori in cui la cooperazione di polizia sarà applicata, tra cui la lotta al crimine organizzato transnazionale, la prevenzione dei reati contro la persona e il patrimonio, il contrasto al traffico illecito di droghe e sostanze psicotrope, le indagini sui reati contro la libertà sessuale e l'integrità personale, la tratta di esseri umani e l'immigrazione illegale, e molte altre aree.

E questo elenco non è esaustivo: perché consente l'espansione della collaborazione per affrontare anche eventuali emergenze e sfide prossime e future nel campo della sicurezza.

Vengono stabilite le modalità di cooperazione, tra cui lo scambio di informazioni, la formazione delle forze di polizia, l'uso di strumenti giuridici e scientifici per combattere il crimine e l'analisi delle minacce criminali. Va sottolineato che sono state prese misure rigorose per garantire la protezione dei dati sensibili, in linea con le normative europee.

Si prevede la creazione di gruppi di lavoro congiunti incaricati di coordinare azioni comuni nella lotta contro la criminalità e di affrontare esigenze operative specifiche. E questi gruppi di lavoro svolgeranno un ruolo cruciale nel migliorare la collaborazione e la condivisione delle migliori pratiche tra le forze di polizia delle nostre due nazioni.

C'è poi un secondo aspetto più politico, che non può sfuggire a nessuno in questi tempi di guerra.

L'Ucraina sta attraversando un periodo di cambiamento significativo, sicuramente accelerato dalla guerra in corso. E questo accordo è stato progettato per promuovere una solida cooperazione operativa tra le forze di polizia italiane e ucraine, proprio tenendo conto anche delle sfide legate alla criminalità transnazionale che potrebbe sfruttare momenti di grave instabilità come questo.

Quindi, in un contesto internazionale sempre più frammentato, è fondamentale per l'Unione europea mantenere solide relazioni con i suoi vicini e la ratifica di questo accordo è un segno tangibile del nostro impegno a favore della sicurezza internazionale e della cooperazione a favore della lotta alla criminalità organizzata.

E' per tutte queste ragioni che – come gruppo di Fratelli d'Italia – voteremo a favore della ratifica e dell'esecuzione di questo importante accordo.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 4 il deputato Alessandro Colucci ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 5 il deputato Fede ha segnalato che si è erroneamente astenuto mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 7 la deputata De Micheli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 21 la deputata Lancellotta ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 22 alla n. 24 il deputato Bellomo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 26 il deputato Stefani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 39 la deputata L'Abbate ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale TU PDL 536 E ABB-A - EM 1.4 266 255 11 128 100 155 61 Resp.
2 Nominale EM 1.500 270 167 103 84 167 0 60 Appr.
3 Nominale EM 1.9 274 265 9 133 103 162 59 Resp.
4 Nominale EM 1.16 273 264 9 133 104 160 59 Resp.
5 Nominale EM 1.18 273 264 9 133 63 201 59 Resp.
6 Nominale EM 1.20 273 266 7 134 102 164 59 Resp.
7 Nominale EM 1.21 272 225 47 113 64 161 59 Resp.
8 Nominale ARTICOLO 1 271 271 0 136 271 0 59 Appr.
9 Nominale EM 2.100 274 274 0 138 274 0 58 Appr.
10 Nominale ARTICOLO 2 273 273 0 137 273 0 58 Appr.
11 Nominale EM 3.500 275 165 110 83 164 1 58 Appr.
12 Nominale EM 3.13 274 172 102 87 14 158 58 Resp.
13 Nominale EM 3.103 276 265 11 133 64 201 58 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale EM 3.200 277 277 0 139 277 0 58 Appr.
15 Nominale ARTICOLO 3 276 266 10 134 266 0 58 Appr.
16 Nominale SUB 0.3.0100.200 277 277 0 139 277 0 58 Appr.
17 Nominale ART AGG 3.0100 276 276 0 139 274 2 58 Appr.
18 Nominale EM 4.100 274 233 41 117 12 221 58 Resp.
19 Nominale ARTICOLO 4 274 274 0 138 273 1 58 Appr.
20 Nominale ARTICOLO 5 273 235 38 118 234 1 58 Appr.
21 Nominale ODG 9/536 E ABB-A/1 263 261 2 131 107 154 58 Resp.
22 Nominale ODG 9/536 E ABB-A/2 272 270 2 136 109 161 58 Resp.
23 Nominale ODG 9/536 E ABB-A/3 272 166 106 84 5 161 58 Resp.
24 Nominale ODG 9/536 E ABB-A/4 272 269 3 135 107 162 58 Resp.
25 Nominale ODG 9/536 E ABB-A/5 274 272 2 137 110 162 58 Resp.
26 Nominale ODG 9/536 E ABB-A/7 272 270 2 136 108 162 58 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale ODG 9/536 E ABB-A/8 268 266 2 134 106 160 58 Resp.
28 Nominale ODG 9/536 E ABB-A/9 274 272 2 137 110 162 57 Resp.
29 Nominale ODG 9/536 E ABB-A/12 274 272 2 137 109 163 57 Resp.
30 Nominale ODG 9/536 E ABB-A/13 275 273 2 137 109 164 57 Resp.
31 Nominale ODG 9/536 E ABB-A/14 272 270 2 136 108 162 57 Resp.
32 Nominale ODG 9/536 E ABB-A/15 274 272 2 137 109 163 57 Resp.
33 Nominale TU PDL 536 E ABB-A - VOTO FINALE 262 262 0 132 262 0 56 Appr.
34 Nominale DDL 922-A - ARTICOLO 1 255 255 0 128 255 0 56 Appr.
35 Nominale ARTICOLO 2 251 251 0 126 251 0 56 Appr.
36 Nominale ARTICOLO 3 255 255 0 128 255 0 56 Appr.
37 Nominale ARTICOLO 4 258 258 0 130 258 0 56 Appr.
38 Nominale ARTICOLO 5 257 257 0 129 257 0 56 Appr.
39 Nominale DDL 922-A - VOTO FINALE 256 256 0 129 255 1 55 Appr.