Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 152 di mercoledì 2 agosto 2023

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'

La seduta comincia alle 9.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FILIBERTO ZARATTI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 77, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Nomina del presidente della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 3, comma 1, della legge 5 maggio 2009, n. 42, in data 1° agosto 2023, il Presidente della Camera, d'intesa con il Presidente del Senato, ha nominato presidente della Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale il deputato Alberto Stefani.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,09).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Seguito della discussione congiunta dei documenti: Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2022 (Doc. VIII, n. 1); Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2023 (Doc. VIII, n. 2).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione congiunta dei documenti: Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2022 e Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2023.

Ricordo che, nella seduta del 14 luglio, dopo la relazione del Questore, deputato Paolo Trancassini, si è svolta e conclusa la discussione congiunta.

(Repliche – Doc. VIII, n. 1 e Doc. VIII, n. 2)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Questore, Filippo Scerra.

FILIPPO SCERRA, Questore. Grazie, Presidente e onorevoli colleghi. Nel replicare agli interventi svolti in sede di discussione generale, desidero innanzitutto ringraziare i colleghi che sono intervenuti per l'attenzione dedicata ai documenti in esame e per gli apprezzamenti espressi sul progetto di bilancio che l'Ufficio di Presidenza presenta all'Assemblea e, più in generale, sulla gestione finanziaria della Camera.

Gli apprezzamenti hanno riguardato la correttezza e il rigore di questa gestione e, inevitabilmente, di quella precedente. Questi apprezzamenti sono ricalcati da alcuni dati, richiamati dai colleghi, quali la percentuale molto elevata degli impegni di spesa rispetto agli stanziamenti, l'esigenza di mantenere un adeguato avanzo di amministrazione e la capacità di fare fronte ai maggiori oneri dovuti all'inflazione.

Per altro verso, è stata più volte sottolineata la rinnovata attenzione all'ottimizzazione della spesa della Camera, nella prospettiva di accrescere il livello qualitativo dei servizi offerti a supporto delle attività parlamentari.

Per quanto concerne in particolare i profili finanziari, nel corso della discussione generale è stata sottolineata l'importanza della decisione di mantenere inalterata la dotazione finanziaria della Camera. Merita ribadire che la dotazione della Camera, che nel 2012 era pari a 992,8 milioni di euro, nel 2013 è stata ridotta a 943,16 milioni di euro. Questa cifra è rimasta invariata negli anni e la confermiamo anche nel triennio che stiamo analizzando, al netto quindi delle difficoltà derivanti dalla congiuntura economica che il nostro Paese ha attraversato.

Tale considerazione acquista particolare significato soprattutto negli ultimi due anni, in particolare nel 2022, in cui ci sono state spinte inflazionistiche molto alte, come ben sappiamo. Mantenere invariata la dotazione in termini nominali significa che la dotazione si riduce in termini reali quando ci sono tassi così alti d'inflazione.

In questa legislatura è stato possibile mantenere la dotazione invariata soprattutto grazie al risparmio di circa 50 milioni di euro l'anno, legato al taglio del numero dei parlamentari. Senza questa innovazione storica, votata dal Parlamento e poi confermata con un referendum costituzionale dai cittadini, sarebbe stato praticamente impossibile mantenere invariata la dotazione.

Un altro risparmio consistente, che ha permesso di contenere i costi e dunque ha salvaguardato la dotazione, è il blocco dell'adeguamento delle indennità dei parlamentari, cioè il mancato adeguamento al trattamento dei magistrati presidenti di sezione della Corte di cassazione. Questa scelta, confermata da questo Ufficio di Presidenza, permette un risparmio annuo di 30 milioni di euro.

Cito, quindi, un terzo dato: mi riferisco all'accantonamento delle risorse per i vitalizi degli ex parlamentari, ricalcolato in maniera più equa nella passata legislatura grazie alla delibera Fico. L'accantonamento al bilancio è pari a circa 17 milioni di euro, con un risparmio significativo sul quale ci saranno degli ordini del giorno che saranno discussi a breve.

Significativa e da sottolineare è la prevista diminuzione della spesa di funzionamento della Camera, cioè della spesa complessiva, al netto delle spese previdenziali che, nel 2023, è prevista al ribasso rispetto al 2022 di 32,4 milioni di euro e che prosegue nella sua diminuzione anche negli anni 2024 e 2025.

Oltre a questi profili di carattere generale, i colleghi intervenuti nella discussione hanno sollevato alcuni temi specifici, che poi sono stati ripresi anche in appositi ordini del giorno che discuteremo a breve. Nel rinviare al parere sugli ordini del giorno, mi limito ad alcune sintetiche considerazioni.

In primo luogo, un tema di grande rilievo è quello della destinazione di eventuali risparmi registrati nel bilancio della Camera alla ricostruzione dei territori e al sostegno delle popolazioni colpite dagli eventi alluvionali di maggio.

Intendo, innanzitutto, sottolineare il carattere assolutamente meritorio e la piena condivisione delle finalità proposte dai colleghi De Maria e Vaccari; al tempo stesso, sarà impegno del Collegio dei questori valutare, sulla base dei risultati della gestione relativa all'esercizio in corso, come poter dar seguito alla proposta con le modalità adottate in passato.

Un'altra questione portata all'attenzione in sede di discussione generale riguarda la possibilità per i collaboratori parlamentari di avere accesso alle sedi della Camera dei deputati per svolgere al meglio il proprio lavoro. È un tema condivisibile che va inserito in un progetto complessivo di razionalizzazione della totalità dei titoli di accesso della Camera. Si tratta di un'esigenza fra l'altro coerente con la nuova disciplina dei collaboratori dei deputati, che ha sicuramente rappresentato un importante passo avanti per assicurare la piena regolarità dei loro rapporti di lavoro. Su questa materia comunque sono stati presentati diversi ordini del giorno che verranno discussi a breve.

Infine, sono state svolte considerazioni di più ampia prospettiva, relative all'esigenza di riflettere sul ruolo e sulla funzione del Parlamento nel contesto dell'attuale assetto istituzionale e dei mutamenti sociali e tecnologici in corso, soprattutto alla luce della ricorrenza del 75° anno dall'entrata in vigore della Costituzione. Sono temi di fondamentale rilevanza per il futuro del nostro Paese e, per quanto riguarda il più limitato ambito di competenza e le possibilità di intervento del Collegio dei questori, non possiamo che ribadire il nostro pieno impegno e promuovere tutti gli interventi, sempre con la massima attenzione all'equilibrio finanziario, che possano assicurare all'istituzione nel suo complesso e ai deputati che ne fanno parte il migliore supporto per lo svolgimento dei compiti essenziali che la Costituzione attribuisce al Parlamento.

(Esame degli ordini del giorno - Doc. VIII, n. 2)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Con riferimento all'ammissibilità, ricordo che i relativi criteri, secondo la prassi consolidata, fanno riferimento ai principi generali dell'ordinamento e al quadro regolamentare delle competenze degli organi della Camera.

Tali criteri sono, in particolare, riconducibili all'esigenza di assicurare la compatibilità degli ordini del giorno con l'ordinamento interno, in termini di rispetto delle sfere di competenza e di autonomia attribuite ai vari organi parlamentari.

Essi sono inoltre funzionali a garantire che le decisioni dell'Assemblea non prefigurino interventi in contrasto con i principi generali dell'ordinamento, come individuati anche dalla giurisprudenza della Corte costituzionale, o con limiti di contenuto o garanzie procedurali fissati dalla legge.

Avverto quindi che, tenuto conto dei richiamati i criteri, è da ritenersi inammissibile l'ordine del giorno n. 9/Doc VIII, n. 2/27 Francesco Silvestri, limitatamente alla prima parte del dispositivo fino alle parole “e, comunque”, in quanto volto ad attribuire all'Ufficio di Presidenza funzioni di iniziativa legislativa finalizzata a modificare la legge n. 1261 del 1965, nella parte relativa al parametro di determinazione dell'indennità parlamentare e della sua rivalutazione, oggetto, ai sensi dell'articolo 69 della Costituzione, di espressa riserva di legge. Com'è noto, l'iniziativa legislativa è nel nostro ordinamento costituzionale attribuita, tra gli altri, ai singoli parlamentari e dunque anche ai singoli membri dell'Ufficio di Presidenza (che potranno valutare eventuali iniziative al riguardo), ma non all'organo collegiale “Ufficio di Presidenza” nel suo complesso.

L'ordine del giorno n. 9/Doc VIII, n. 2/47 Alessandro Colucci può essere considerato ammissibile ove interpretato in senso conforme alla Costituzione, escludendo che esso possa essere inteso nel senso di prevedere l'assunzione, da parte della Camera dei deputati, del personale esterno ivi richiamato in contrasto con il principio costituzionale dell'accesso per pubblico concorso e con l'articolo 51 del Regolamento dei servizi e del personale della Camera. Spero di essere stato chiaro.

Se nessuno chiede di illustrare gli ordini del giorno, chiedo al Questore, deputato Alessandro Manuel Benvenuto, di esprimere i pareri.

ALESSANDRO MANUEL BENVENUTO, Questore. Grazie, Presidente. Prima di entrare nel merito degli ordini del giorno, desidero svolgere alcune precisazioni a nome del Collegio dei questori.

Ricordo che, sulla base della prassi ormai consolidata, tutti gli ordini del giorno debbono intendersi quale invito rivolto al Collegio dei questori o all'Ufficio di Presidenza a valutare l'opportunità di operare nel senso indicato dai rispettivi dispositivi. In questo stesso senso, sono formulate anche le proposte di modifica che il Collegio si accinge a proporre ai presentatori di alcuni degli strumenti di indirizzo.

PRESIDENTE. Colleghi, per favore…

ALESSANDRO MANUEL BENVENUTO, Questore. Preciso, inoltre, che il giudizio formulato in merito agli ordini del giorno ha riguardo esclusivamente alle parti dispositive. Per quanto attiene alle parti motive, anche in questo caso sulla base di una prassi consolidata, il Collegio non proporrà alcuna riformulazione per ragioni di economia procedurale, senza che ciò comporti adesione o meno alle affermazioni ivi contenute. Alle premesse il Collegio farà riferimento esclusivamente nei casi in cui lo ritenga funzionale ad una più compiuta argomentazione delle motivazioni poste a base dei pareri formulati.

Resta inteso che, ove le riformulazioni proposte non siano accolte dai presentatori degli ordini del giorno, si intenderà che il parere sugli stessi è contrario.

Cominciamo quindi con gli ordini del giorno.

L'ordine del giorno 9/Doc. VIII, n. 2/1 Gallo è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità di adottare, nel rispetto dei limiti derivanti dall'autonomia negoziale, alla quale è demandata la definizione dei rapporti di lavoro tra i gruppi parlamentari ed i loro dipendenti, iniziative volte a valorizzare le competenze professionali del personale di cui all'Allegato A della deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 227 del 2012, con particolare riferimento ai dipendenti cosiddetti inoptati”.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/2 Pastorino è accolto con la seguente riformulazione: “invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei questori a valutare l'opportunità di dare attuazione n. 9/Doc. VIII, n. 10/10, accolto nella seduta del 27 luglio 2022, verificando la possibilità di affrontare il tema nella prossima contrattazione, una volta esaurito il confronto sulle materie individuate come prioritarie dagli organi di direzione politica”.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/3 Pastorino è accolto con la seguente riformulazione: premettere agli impegni le parole “valutare, per i profili rispettivamente interessati, l'adozione delle seguenti iniziative, ferme restando le esigenze di trasparenza, tutela dei diritti personali e valorizzazione delle professionalità dei collaboratori”.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/4 Pastorino è accolto con le seguenti riformulazioni: premettere agli impegni le parole “valutare, per i profili rispettivamente interessati, l'adozione delle seguenti iniziative, ferme restando le esigenze di trasparenza, tutela dei diritti personali e valorizzazione delle professionalità dei collaboratori”; al punto 1) la seguente riformulazione: “a valutare una rivisitazione della disciplina per meglio contemperare l'esigenza di supporto funzionale connessa al ruolo dei collaboratori rispetto all'esercizio del mandato parlamentare, nell'ambito di una complessiva analisi volta anche a una semplificazione e razionalizzazione dei tipi di accesso”; al punto 2) aggiungere, infine, le parole “compatibilmente con la verifica degli oneri connessi al reperimento degli ulteriori spazi”.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/5 Pastorino è accolto con la seguente riformulazione: “a proseguire nell'approfondimento della posizione economica dei collaboratori dei deputati e delle relative misure finanziarie, secondo linee di sostenibilità e semplificazione”.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/6 Soumahoro è accolto per i primi due impegni, con la medesima riformulazione già indicata per l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/3 Pastorino e con la soppressione dell'ultimo impegno.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/8 Cavandoli è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità di adottare iniziative volte a valorizzare le competenze professionali acquisite dai soggetti iscritti all'Allegato B della deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 227 del 2012 e a consolidarne la continuità occupazionale”.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/9 Zaratti è accolto e lo sarà anche l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/29 Ilaria Fontana, avente lo stesso oggetto. Preciso in proposito che l'intervento è in corso di attuazione.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/10 Zaratti è accolto compatibilmente con la tipologia dei locali che si prestino all'utilizzo di tali temporizzatori.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/11 Zaratti è accolto.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/12 Zaratti è accolto, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di proseguire nel reperimento di spazi per il parcheggio di biciclette e di prevedere il ripristino a Palazzo Montecitorio degli spazi, utilizzati per altri fini durante la pandemia, da destinare a spogliatoi e deposito di caschi ed altri oggetti da parte di soggetti che utilizzano biciclette e monopattini”.

Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/13 Maccanti e n. 9/Doc. VIII, n. 2/14 Sbardella sono accolti.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/15 Caiata è accolto, con la seguente riformulazione che vale anche per l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/49 Semenzato: “a valutare l'opportunità di introdurre specifiche disposizioni volte a prevedere che l'abbigliamento dei deputati, dei dipendenti e di tutti gli altri frequentatori delle sedi della Camera sia consono alle esigenze di rispetto della dignità e del decoro dell'Istituzione”.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/16 Magi è accolto con la seguente riformulazione, che vale anche per gli identici ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/42 Ubaldo Pagano, n. 9/Doc. VIII, n. 2/43 Lacarra, n. 9/Doc. VIII, n. 2/44 Stefanazzi e n. 9/Doc. VIII, n. 2/46 De Monte: premettere agli impegni le parole “valutare, per i profili rispettivamente interessati, l'adozione delle seguenti iniziative, ferme restando le esigenze di trasparenza, tutela dei diritti personali e valorizzazione delle professionalità dei collaboratori”; con riferimento al 4° impegno: “a proseguire nell'approfondimento della posizione economica dei collaboratori dei deputati e delle relative misure finanziarie, secondo linee di sostenibilità e semplificazione”; con riferimento al 5° impegno, al punto 1), riformulare nel seguente modo: “a valutare una rivisitazione della disciplina per meglio contemperare l'esigenza di supporto funzionale connessa al ruolo dei collaboratori rispetto all'esercizio del mandato parlamentare nell'ambito di una complessiva analisi volta anche a una semplificazione e razionalizzazione del tipo di accesso”; al punto 2) aggiungere, infine, le seguenti parole: “compatibilmente con la verifica degli oneri connessi al reperimento degli ulteriori spazi”.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/17 De Maria è accolto compatibilmente con la recettività delle strutture di ristorazione in orari idonei a evitare situazioni di sovraffollamento e criticità in ordine ai profili di sicurezza sul luogo di lavoro.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/18 Casu è accolto con la stessa riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/4 Pastorino, punto 2).

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/19 De Maria è accolto per il 1° impegno, mentre per il 2°, il 3° e il 4° impegno vale la riformulazione già indicata per l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/8 Cavandoli.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/20 De Maria è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità, sulla base dei risultati della gestione dell'esercizio in corso, che troveranno evidenza nel relativo conto consuntivo, di destinare le risorse che eventualmente si renderanno disponibili alla ricostruzione dei territori e al sostegno delle popolazioni colpite dagli eventi alluvionali del mese di maggio 2023”.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/21 De Maria è accolto con la riformulazione già indicata per il punto 1) dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/4 Pastorino.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/22 De Maria è accolto.

Sugli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/23 Benigni e n. 9/Doc. VIII, n. 2/24 Nevi c'è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/25 Patriarca è accolto. Al riguardo, faccio presente che la misura è in corso di attuazione.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/26 Francesco Silvestri, così come l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/53 Foti, avente il medesimo oggetto, sono accolti.

Sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/27 Francesco Silvestri, limitatamente alla prima parte dell'impegno, fino alle parole “e comunque”, c'è un invito al ritiro, altrimenti è inammissibile. È accolta, invece, la seconda parte dell'impegno.

Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/28 Marianna Ricciardi, n. 9/Doc. VIII, n. 2/29 Ilaria Fontana e n. 9/Doc. VIII, n. 2/30 Pavanelli sono accolti.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/31 Ascari è accolto, nel senso che l'iniziativa illustrata nell'ordine del giorno sarà oggetto di esame da parte del Comitato per le pari opportunità dell'Ufficio di Presidenza, in via di ricostituzione, nell'ambito di una riflessione più complessiva in ordine alle diverse misure da intraprendere in materia.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/32 Fede è accolto, nel senso che saranno attivati gli opportuni contatti con le autorità comunali, trattandosi di area non nella disponibilità della Camera dei deputati.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/33 Cafiero De Raho è accolto.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/34 Caramiello è accolto compatibilmente con l'individuazione di locali da dedicare alla consumazione dei pasti sulla base della disponibilità degli spazi esistenti.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/35 Sergio Costa è accolto, nel senso che sarà valutata l'adozione di un progetto complessivo sulla mobilità sostenibile, le cui misure attuative saranno oggetto di informativa periodica al Collegio dei questori.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/37 Sportiello è accolto.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/38 Sportiello è accolto, nel senso di prevedere un impegno a valutare, nell'ambito di una riflessione complessiva, soluzioni come quelle dello “spazio bimbi” già esistente.

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Benvenuto. Colleghi, dovreste, per cortesia, fare silenzio, perché, se non ascoltate le riformulazioni, poi non sapete cosa votate. Quindi se, per cortesia, osservate silenzio, prendiamo nota delle riformulazioni. Aspetti, onorevole Benvenuto. Colleghi di Fratelli d'Italia, ce l'ho con voi, se non vi è chiaro. Onorevole Benvenuto, vada avanti, mi scuso.

ALESSANDRO MANUEL BENVENUTO, Questore. Grazie, Presidente.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/39 Dell'Olio è accolto, ferme restando le attribuzioni regolamentari e organizzative dei competenti organi.

L'ordine del giorno 9/Doc. VIII, n. 2/40 Donno è accolto con la seguente riformulazione: “invita, per le rispettive competenze, l'Ufficio di Presidenza e il Collegio dei Questori - ferme restando le attribuzioni regolamentari e organizzative dei competenti organi - a prevedere soluzioni tecnologiche idonee a favorire sia in Commissione che in Assemblea un migliore coordinamento dei tempi tra la messa a disposizione digitale dei testi e i termini per le attività di competenza dei deputati e dei gruppi parlamentari, con specifico riguardo ai seguenti aspetti (…)”.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/41 Iaria è accolto.

Per gli identici ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/42 Ubaldo Pagano, n. 9/Doc. VIII, n. 2/43 Lacarra, n. 9/Doc. VIII, n. 2/44 Stefanazzi e n. 9/Doc. VIII, n. 2/46 De Monte si rinvia al parere con riformulazione già reso per l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/16 Magi.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/47 Alessandro Colucci è accolto, a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di prevedere meccanismi volti a valorizzare l'esperienza professionale acquisita da parte del personale esterno anche nell'ambito della più generale istruttoria relativa all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/52 Messina”. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/48 Bicchielli è accolto, subordinatamente alla sussistenza di spazi disponibili e alla definizione di nuovi criteri da parte…

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Benvenuto. Colleghi, che devo fare? Un ordine del giorno per il silenzio?

SALVATORE CAIATA (FDI). Buona idea!

PRESIDENTE. Abbiate un po' di rispetto, per favore! Prego.

ALESSANDRO MANUEL BENVENUTO, Questore. Grazie, Presidente. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/48 Bicchielli è accolto, subordinatamente alla sussistenza di spazi disponibili alla definizione di nuovi criteri da parte del Collegio dei Questori per l'assegnazione degli spazi ai gruppi parlamentari.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/49 Semenzato è accolto, con la medesima riformulazione già indicata per l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/15 Caiata.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/50 Romano è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di modificare le vigenti disposizioni adottate dall'Ufficio di Presidenza sulla ripartizione del contributo unico e onnicomprensivo a carico del bilancio della Camera in favore dei gruppi, al fine di prevedere che le stesse, ferme restando le iniziative di competenza della Giunta per il Regolamento volte a riformare l'articolo 15 anche al fine di renderlo più omogeneo con le corrispondenti disposizioni del Regolamento del Senato, consentano l'attribuzione di una quota del citato contributo in misura fissa a tutti i gruppi, al fine di soddisfare le esigenze minime comuni, e la restante quota in proporzione alla rispettiva consistenza numerica”.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/51 Lupi è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di avviare un confronto con i competenti organi del Senato della Repubblica volto a verificare la possibilità di una convergenza della disciplina degli istituti comuni ai due rami del Parlamento, ferme restando le competenze della Giunta per il Regolamento sulla modifica delle norme regolamentari”.

Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/52 Messina e n. 9/Doc. VIII, n. 2/53 Foti sono accolti.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/54 Mari è accolto con la seguente riformulazione: “a valutare la possibilità di adottare, nel rispetto dei limiti derivanti dall'autonomia negoziale, alla quale è demandata la definizione dei rapporti di lavoro tra gruppi parlamentari e i loro dipendenti, iniziative volte a valorizzare le competenze professionali del personale di cui all'allegato A alla deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 227 del 2012”.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/55 Squeri è accolto con la medesima riformulazione già indicata per l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/5 Pastorino.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/56 Mollicone è accolto con la seguente riformulazione: “proseguire l'attività di valorizzazione e promozione del proprio patrimonio artistico, nella prospettiva della massima fruibilità al pubblico”. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Solo una precisazione, onorevole Benvenuto. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/27 Francesco Silvestri, limitatamente alla prima parte dell'impegno fino alle parole “e, comunque”, è inammissibile. Non c'è un invito al ritiro. È accolta, invece, la seconda parte dell'impegno.

Colleghi, ricordo anche - lo ripeto e lo sottolineo – che, ove le riformulazioni proposte non siano accolte dai presentatori degli ordini del giorno, si intende che il parere sugli stessi è contrario. Quindi, evitiamo di chiedere cambi di parere, perché non è possibile farlo rispetto al parere già definito sugli ordini del giorno.

A questo punto, passiamo all'esame degli ordini del giorno, acquisiti i pareri dei signori Questori.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Mi segnalano che è ancora in corso la riunione della Commissione monocamerale di inchiesta relativa agli infortuni sul lavoro, che è in congiunta con la Commissione monocamerale del Senato. I colleghi chiedevano la cortesia di avere 5 minuti di sospensione, in modo da poter arrivare alle 9,40.

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, diamo il tempo ai colleghi di raggiungere la Camera. Il tempo richiesto dal collega Fornaro mi sembra congruo.

Quindi, sospendo la seduta, che riprenderà alle 9,40 con l'esame e i voti sugli ordini del giorno.

La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 9,40.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - Doc. VIII, n. 2)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno.

Sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/1 Gallo c'è una proposta di riformulazione. Collega Gallo?

FRANCESCO GALLO (MISTO). Accetto la riformulazione, grazie.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/2 Pastorino è accolto con riformulazione, che viene accettata.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/3 Pastorino è accolto con riformulazione, accettata.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/4 Pastorino è accolto con riformulazione, accettata.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/5 Pastorino è accolto con riformulazione, accettata.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/6 Soumahoro è accolto con riformulazione. La accetta?

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Gentilmente, se è possibile risentirla.

PRESIDENTE. Certo, se ci fosse stato silenzio avremmo evitato. Onorevole Benvenuto?

ALESSANDRO MANUEL BENVENUTO, Questore. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/6 Soumahoro è accolto per i primi due impegni con la medesima riformulazione già indicata per l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/3 Pastorino e con la soppressione dell'ultimo impegno.

PRESIDENTE. Dovrebbe leggerla, per cortesia.

ALESSANDRO MANUEL BENVENUTO, Questore. Accolto con le seguenti riformulazioni: premettere agli impegni le parole “valutare, per i profili rispettivamente interessati, l'adozione delle seguenti iniziative, ferme restando le esigenze di trasparenza, tutela dei diritti personali e valorizzazione delle professionalità dei collaboratori” e sopprimere il terzo impegno del dispositivo.

PRESIDENTE. Le è chiaro, onorevole Soumahoro?

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Sopprimere il terzo impegno del dispositivo?

PRESIDENTE. Sì, esatto, sopprimere il terzo impegno.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Sì, va bene.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/8 Cavandoli è accolto con riformulazione, che viene accettata.

Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/9, n. 9/Doc. VIII, n. 2/10 e n. 9/Doc. VIII e n. 2/11 Zaratti sono accolti.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/12 Zaratti è accolto con una riformulazione che viene accettata.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/13 Maccanti è accolto.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/14 Sbardella è accolto.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/15 Caiata è accolto con riformulazione. La accetta?

SALVATORE CAIATA (FDI). Presidente, posso chiedere di rileggere la riformulazione, perché non ero ancora in Aula?

PRESIDENTE. Prego.

ALESSANDRO MANUEL BENVENUTO, Questore. Grazie, Presidente. Accolto a condizione che il dispositivo sia così riformulato: “a valutare l'opportunità di introdurre specifiche disposizioni volte a prevedere che l'abbigliamento dei deputati, dei dipendenti e di tutti gli altri frequentatori delle sedi della Camera sia consono alle esigenze di rispetto della dignità e del decoro dell'Istituzione”.

PRESIDENTE. Poiché la proposta di riformulazione, onorevole Caiata, coincide con quella proposta anche con riferimento all'impegno dell'ordine del giorno dell'onorevole Semenzato, il n. 9/Doc. VIII, n. 2/49, questi ordini del giorno saranno esaminati consecutivamente. Quindi intanto chiedo a lei, onorevole Caiata, se intenda accogliere la proposta di riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/15.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Sì, accolgo la riformulazione ed esprimo l'auspicio che si possa arrivare a una regolamentazione, naturalmente dando fiducia al Collegio dei questori, perché c'è stata qualche battuta e qualche polemica su quest'ordine del giorno, ma in realtà era esclusivamente volto a dare rispetto e tutela a questo ambiente, e credo che sia una cosa sulla quale dovremmo essere tutti d'accordo. Per cui chiedo che venga messo in votazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Perfetto. Chiedo intanto all'onorevole Semenzato se intenda accettare la proposta di riformulazione del suo ordine del giorno: la accetta.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Se viene messo in votazione, chiederei di intervenire per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Prego.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Quest'ordine del giorno ha una premessa e anche una riformulazione che noi condividiamo, ovvero che l'istituzione è portatrice di una sacralità che trova fondamento, prima, nello Statuto Albertino e, poi, nella nostra Costituzione, che sancisce il principio base di ogni istituzione democratica secondo cui forma e sostanza sono strettamente collegate e, laddove una di esse viene meno, perisce la sua credibilità e fondamento. Benissimo, però viene meno non solo, quindi, con la forma, anche con la sostanza. Allora, quando, in un momento in cui gli italiani soffrono per andare a fare la spesa nei supermercati (Commenti dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier), nell'altro ramo del Parlamento si vogliono reintrodurre i vitalizi, non c'è una perdita di credibilità e di decoro per le istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti)?

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, per favore! Il collega Ricciardi sta facendo…

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Non è una mancanza di credibilità? Parlo di credibilità…

PRESIDENTE. Si rivolga a me, onorevole.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). ...e di decoro, com'è detto nella premessa, nella forma e nella sostanza. Per noi, una Ministra che arriva in Senato e mente al Senato è una questione di decoro sostanziale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Per noi, un Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti che insulta un prete antimafia è una questione di decoro sostanziale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Onorevole Ricciardi, mi scusi, capisco l'iperbole, anche il cappello, però non può diventare un sombrero, perché poi andiamo fuori tema. Cerchiamo di stare sull'ordine del giorno, grazie (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE - Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Stiamo sul tema dell'ordine del giorno, altrimenti diventa altro, capisce?

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Presidente, nel momento in cui si dice che queste istituzioni devono riacquisire un decoro e che il decoro è mettersi la cravatta e non avere paura di togliere a 169.000 famiglie un reddito con un sms (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), e che questo non è decoro ed è decoro la cravatta, penso che siamo fuori dal mondo. Allora noi ci mettiamo tutti la cravatta, veniamo tutti vestiti di tutto punto, però cominciamo a rispettare davvero queste istituzioni e a rispettare davvero questa democrazia perché se, in giacca e cravatta, riuscite a sputare sulle istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), come fate, allora potete venire pure in smoking ma il decoro non lo acquisterete mai, perché il decoro, appunto, è nella forma e nella sostanza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Per un chiarimento, signor Presidente: nella riformulazione proposta dal Collegio dei questori si dice: “a valutare l'opportunità di introdurre specifiche disposizioni”. A me risulta che ci siano specifiche disposizioni, in questo momento: non è che noi possiamo entrare in quest'Aula come vogliamo. Quindi, volevo capire la riformulazione a che cosa si riferisce, perché: “a valutare l'opportunità di introdurre specifiche disposizioni” presupporrebbe il fatto che non ci siano disposizioni, mentre al momento abbiamo delle disposizioni. Mi sembra che sia una riformulazione francamente poco comprensibile e vorrei avere un chiarimento.

PRESIDENTE. Non so se i Questori intendono ulteriormente intervenire, un attimo solo…

Prego, onorevole Benvenuto.

ALESSANDRO MANUEL BENVENUTO, Questore. Grazie, Presidente. Sì, le disposizioni in questo momento sono relative ai visitatori della Camera dei deputati, quindi, per questo motivo c'è questa indicazione su quest'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Presidente, abbia pazienza, ma io sono basito. Se io, adesso, mi tolgo la giacca…

PRESIDENTE. No, no, non lo faccia, se no succede (Applausi ironici)… magari qualcuno apprezza.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Non lo faccio per rispetto ai colleghi, ma se io mi togliessi la giacca lei mi richiamerebbe. Non è vero che non ci sono disposizioni. Gli uomini non possono entrare senza giacca. L'unica differenza rispetto al Senato, parliamoci chiaro, è la cravatta, ma in nessun'Aula parlamentare l'uomo può entrare senza, quindi le disposizione ci sono. Non è vero che ci sono soltanto per le persone che vengono da fuori.

Francamente, non capisco che cosa significhi e lo dico con intendimento neutro. È solo per capire cosa andiamo a votare.

PRESIDENTE. Onorevole Fornaro, come lei sa, per prassi, la Presidenza ha sempre richiesto il ricorso alla giacca nell'Aula per motivi sui quali, se vogliamo, possiamo anche fare due o tre ore di dibattito, ma che non sfuggono a nessuno, in quest'Aula. La prassi è questa. Sul resto, l'ordine del giorno impegna a una valutazione che sarà successivamente fatta in sede di Ufficio di Presidenza, d'accordo con gli altri, ma è una valutazione che inizia.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Maerna. Ne ha facoltà.

NOVO UMBERTO MAERNA (FDI). Presidente, vorrei sottoscrivere l'ordine del giorno 9/Doc. VIII, n. 2/15 Caiata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Presidente, in realtà volevo intervenire, se è possibile, sull'ordine dei lavori, per chiederle la possibilità di intervenire senza essere corretti da battute, com'è accaduto a un mio collega, mentre stava intervenendo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) su un concetto che, ovviamente, viene politicizzato, non c'è ombra di dubbio. Ma quando si parla di decoro, effettivamente, questo è un qualcosa che può essere visto sotto più punti di vista, quindi, il mio collega stava semplicemente dando un'espressione con un perimetro più ampio rispetto a quello che è il nostro concetto di decoro, che è evidente che non è il loro, su questo mi sembra che siamo tutti d'accordo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Quindi, le volevo chiedere la possibilità di lasciar intervenire i miei colleghi nel merito degli ordini del giorno senza essere interrotti.

PRESIDENTE. Onorevole Francesco Silvestri, lei sa che nessuno come chi presiede in questo momento sta molto attento al fatto che tutti siano messi nelle condizioni di intervenire con tranquillità e senza essere interrotti.

SALVATORE CAIATA (FDI). Per fortuna!

PRESIDENTE. L'unica cosa che ribadisco adesso all'Aula è, negli interventi, pur nella comprensibile ampiezza del ragionamento, di stare il più possibile sul tema degli ordini del giorno. Perché a nessuno sarà consentito, com'è sempre stato, di interrompere, di fare versi, ci mancherebbe altro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)-M). Presidente, per quanto riguarda gli ordini del giorno all'attenzione della Camera in questo momento, ricordo che uno dei due è stato presentato dalla collega Semenzato, a nome del gruppo Noi Moderati. Vorrei tranquillizzare alcuni colleghi su questo argomento; è vero che ci sono già delle regole codificate all'interno della Camera per partecipare, per frequentare gli ambienti, è altrettanto vero che ci sono, ad esempio, delle diversità rispetto al Senato, ma lei ha ben puntualizzato, dicendo che queste valutazioni si faranno in Ufficio di Presidenza, all'interno del quale sono rappresentati tutti i gruppi parlamentari, quindi non ci potrà essere una valutazione unilaterale.

Ricordo però ai colleghi che, magari cercano di fare interventi strumentalmente diversi rispetto all'argomento all'ordine del giorno, tutti i temi possono essere oggetto sia di dichiarazioni di voto sull'ordine del giorno che nella fase delle dichiarazioni di voto sugli strumenti di bilancio che andiamo a votare quest'oggi.

Quindi, se ci dedichiamo esclusivamente al tema dell'abbigliamento, vorrei ricordare a tutti che prima della pandemia, rischiavamo di essere oggetto da parte dei giornali di critiche e di valutazioni rispetto all'abbigliamento di alcuni colleghi e di alcune colleghe.

Quindi mi sembra che non ci sia nulla di scandaloso nel chiedere dignità e decoro nell'intervenire in una delle Istituzioni più importanti del Paese che è la Camera dei Deputati.

Nessuno ne abbia timore, ma che si abbia l'orgoglio di entrare in questo ambiente in modo assolutamente adeguato, perché non è sempre così ed è sotto gli occhi di tutti noi!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Maria. Ne ha facoltà.

ANDREA DE MARIA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Come hanno già fatto i due colleghi del Partito Democratico che fanno parte dell'Ufficio di Presidenza, noi siamo contrari a quest'ordine del giorno e quindi voteremo in modo contrario.

Riteniamo che, come ricordava il collega Fornaro, ci siano già norme che comunque garantiscono il decoro e il modo in cui noi stessi ci dobbiamo presentare in Aula e nei diversi uffici della Camera.

Pertanto la riformulazione proposta a nostro avviso apre una discussione non necessaria. L'abbiamo già detto in Ufficio di Presidenza e quindi voteremo, se la riformulazione venisse messa in votazione, in modo contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Questore Trancassini. Ne ha facoltà.

Successivamente darò la parola all'onorevole Zaratti.

PAOLO TRANCASSINI, Questore. Intervengo solo per chiarire questo passaggio al collega Fornaro e a chi mi ha preceduto.

Ricordo che dal 1982 in poi ci sono stati una serie di interventi in Ufficio di Presidenza su questa tematica ma che in realtà non c'è nulla di codificato. Non esiste un ‘passaggio' regolamentare che per esempio imponga la giacca o che escluda la cravatta.

Allora abbiamo accolto l'ordine del giorno del collega 9/Doc. VIII, n. 2/15 Caiata con la riformulazione di valutare l'eventualità di darci delle regole. Si tratta di una valutazione che faremo con il Collegio dei questori e che porteremo in Ufficio di Presidenza; però per chiarezza, bisogna dire che non ci sono regole, quanto piuttosto tutta una serie di interventi non univoci che sono avvenuti in Ufficio di Presidenza dal 1982 in poi.

Quindi, considerata la richiesta dell'onorevole Caiata, riteniamo opportuno valutare questa possibilità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Grazie, Onorevole Trancassini.

Vedo degli strani gesti in Aula: in attesa della valutazione dei Questori ricordo che la prassi rimane e quindi indossiamo la giacca ed evitiamo… onorevole Zaratti prego.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, Presidente. Capisco che negli ultimi anni vi sia stata l'insana abitudine ad “autofustigarci” sempre, ma, insomma, in questo caso mi sembra che si ecceda, perché devo dire che, a mio parere, i colleghi e le colleghe che frequentano la Camera si vestono tutti quanti in modo consono (cioè come ci si veste normalmente in qualunque posto di lavoro di una certa rilevanza, dove è necessario ovviamente mantenere anche un decoro).

Quindi, questa iniziativa, pur comprendendone le ragioni certamente positive, non vorrei che comportasse poi che nel Paese si dica che, oltre al fatto che i deputati sono eccessivamente pagati, non fanno nulla eccetera eccetera eccetera…i deputati e le deputate vestono in modo non adeguato.

Non credo sia così e per queste ragioni noi voteremo contro quest'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Matone. Ne ha facoltà.

SIMONETTA MATONE (LEGA). Sarò brevissima, io ritengo che il rispetto verso chi ci ha eletto passa anche attraverso l'abbigliamento, che è un codice di comportamento ed è un messaggio che noi mandiamo a chi ci ha eletto.

Quindi, se è vero che per prassi, gli uomini entrano con la giacca, ritengo irrispettoso venire qui in abbigliamenti da spiaggia (mi riferisco alle donne) e in abbigliamenti sportivi, come le scarpe da ginnastica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Noi non stiamo facendo footing, votiamo ed esprimiamo quello che gli elettori ci hanno chiesto di esprimere…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore! Colleghi dei 5 Stelle, però se chiedete giustamente che i vostri interventi siano ascoltati in silenzio, fate svolgere le considerazioni alla collega senza interrompere, vi prego. Prego, onorevole Matone.

SIMONETTA MATONE (LEGA). Solo per comunicare che intendo sottoscrivere l'ordine del giorno del collega Caiata (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Nel mio caso, mi è capitato di stare sia al Parlamento europeo sia al Senato che sono, diciamo, due poli ben lontani per quanto riguarda l'abbigliamento in Aula, e credo - ho ascoltato la riformulazione - che un invito generale al contegno e al decoro ci possa stare.

Però, sottolineo due cose rispetto all'ordine del giorno. Il termine “scarpe da ginnastica” è anche un po' démodé, nel senso che nel frattempo la calzatura, cosiddetta da ginnastica, si è un po' evoluta. Io, poi, devo difendere il presidente del mio gruppo, Schullian, che notoriamente e abitualmente indossa un abbigliamento molto casual, con le scarpe da ginnastica, ma sempre con la giacca.

Per quel che riguarda l'obbligo di cravatta, credo che sarebbe un anacronismo; è vero che al Senato c'è ma, ripeto, sarebbe un anacronismo. E lo dico anche ribadendo il ricordo di Roberto Cicciomessere che, alla fine degli anni Settanta e inizio degli anni Novanta, deputato radicale, ottenne dall'Ufficio di Presidenza la fine dell'obbligo della cravatta: la giacca ce l'abbiamo tutti, chi vuole tiene la cravatta, chi non vuole no, perché mi sembrerebbe eccessivo.

Il richiamo generico va bene: come diceva Fornaro, peraltro, le regole ci sono già. Evitiamo di eccedere perché l'anacronismo non può essere la cifra di un Parlamento che guarda all'innovazione e che guarda avanti.

PRESIDENTE. Farò una precisazione succinta sul tema. Noi non stiamo discutendo di obbligo di cravatta o di scarpe da tennis; l'ordine del giorno è una valutazione complessiva, che eventualmente dovrà fare l'Ufficio di Presidenza, quindi non vi sono indicazioni precise su cosa «sì» e cosa «no». Intanto, ascoltiamo l'onorevole Rosato, prego.

ETTORE ROSATO (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Colleghi, vi assicuro che intervengo con grande rispetto per chi ha presentato questi ordini del giorno e per chi ha partecipato a questo dibattito. Però suggerisco, in punta di piedi, di ricalibrare la nostra discussione perché in questi giorni di questioni importanti ne abbiamo molte; ma non voglio fare nessun intervento di carattere retorico, proprio nessuno.

Penso che nel nostro ordinamento abbiamo istituito l'Ufficio di Presidenza che, non a caso, ha rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari per discutere dell'organizzazione anche di questi dettagli, che non sono irrilevanti. Però, sono questioni che attengono veramente all'organizzazione della Camera e dei nostri lavori. Discutere in quest'Aula di questi temi non fa bene al Parlamento, non fa bene alle Istituzioni (Applausi). Io rimanderei all'Ufficio di Presidenza.

PRESIDENTE. Onorevole Gruppioni, prego. Dovrebbe alzarsi, per cortesia, non per decoro, ma per Regolamento. Si deve alzare, se vuole parlare.

NAIKE GRUPPIONI (A-IV-RE). Volevo solo sottoscrivere l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ne prendiamo atto. Onorevole Gruppioni, li sottoscrive entrambi? Entrambi. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carmina, prego.

IDA CARMINA (M5S). Presidente, sembrerà inusuale quello che dico: è la mia prima legislatura, quando sono entrata in quest'Aula ho pensato che fosse un tempio sacro, laico però. Mi è sempre stato insegnato che c'è tempo e luogo per ogni cosa e che bisogna adattare il proprio abbigliamento alle circostanze: se vado in discoteca metto la minigonna, il tacco a stiletto, la giacca e vado come voglio. Io mi rifaccio molto a determinati riferimenti come, per esempio, il giudice Livatino. Una volta che rivestiamo un ruolo, questo ruolo lo dobbiamo rispettare anche fuori dal Parlamento, quindi io mi regolo così.

Si parla tanto dell'abbigliamento degli uomini che già con la giacca, secondo me, assumono un contegno rigoroso; io inviterei la Presidenza - premesso che concordo con l'onorevole Rosato sul fatto che, con tutti i problemi che abbiamo oggi in Italia, parlare di queste cose sembra alquanto riduttivo - a declinare regole anche per le donne, in modo che, per parità di condizioni, siano previsti determinati criteri come, per esempio, andare sbracciati o senza giacca (Commenti)… Abbiamo i minuti contati, scusate, mi richiamano all'ordine, interrompono anche loro…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore!

IDA CARMINA (M5S). Come dicevo, direi di guardare anche all'aspetto femminile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, essendo stata accolta la riformulazione su entrambi gli ordini del giorno ed essendone stata richiesta la votazione, li pongo in votazione congiuntamente.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, congiuntamente sugli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/15 Caiata e n. 9/Doc. VIII, n. 2/49 Semenzato, come riformulati, con il parere favorevole del Collegio dei questori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Passiamo ora all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/16 Magi sul quale è stato espresso un parere favorevole, come riformulato. Poiché il contenuto di tale ordine del giorno è identico a quello degli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/42 Ubaldo Pagano, n. 9/Doc. VIII, n. 2/43 Lacarra, n. 9/Doc. VIII, n. 2/44 Stefanazzi e n. 9/Doc. VIII, n. 2/46 De Monte e su di essi è stata proposta la medesima riformulazione, tali ordini del giorno saranno esaminati consecutivamente. Chiedo, dunque, al deputato Magi se intenda accogliere la riformulazione. L'accoglie.

Onorevole Ubaldo Pagano, accoglie la riformulazione del suo ordine del giorno?

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ringrazio il Collegio dei questori per la riformulazione proposta. È sicuramente un risultato minimale che, preannuncio, personalmente accetto, anche se devo essere sincero: ritenevo che almeno su alcuni impegni ci potesse essere un minimo di coraggio in più. Ad esempio, quello di garantire la stessa possibilità di mobilità ai collaboratori dei parlamentari, che in moltissimi casi sono personale altamente qualificato; almeno garantirne la possibilità di mobilità al pari dei portatori di interessi perché, da questo punto di vista, vi è una sperequazione talmente evidente che, paradossalmente, non diamo un bell'esempio anche all'esterno.

Comunque, penso e spero che la formulazione volontariamente generica sia prodromica a una decisione che, in realtà, vada nel merito degli impegni che avevamo proposto e sottolineato, sapendo peraltro che il passo in avanti che abbiamo fatto, anche rispetto al riconoscimento economico e al trattamento retributivo riconosciuto ai collaboratori parlamentari, sicuramente rappresenta una qualificazione maggiore della funzione che da sempre hanno svolto e che, purtroppo, soltanto da pochissimo tempo finisce per diventare motivo anche di orgoglio per aver dato anche a loro quanto dobbiamo riconoscere a tutti gli straordinari dipendenti della Camera dei deputati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Onorevole Ubaldo Pagano, mi è chiaro quindi che lei accoglie la riformulazione dell'ordine del giorno; non mi è altrettanto chiaro, visto che ha fatto una dichiarazione di voto, se chiede di metterlo ai voti. Chiede che sia posto in votazione.

Onorevole Lacarra, lei accoglie la riformulazione? Sì. Onorevole Stefanazzi? Sì. Anche l'onorevole De Monte la accoglie.

Essendo stata accolta la riformulazione su tutti e cinque gli identici ordini del giorno ed essendone stata richiesta la votazione dal collega Ubaldo Pagano, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, congiuntamente, sugli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/16 Magi, n. 9/Doc. VIII, n. 2/42 Ubaldo Pagano, n. 9/Doc. VIII, n. 2/43 Lacarra, n. 9/Doc. VIII, n. 2/44 Stefanazzi e n. 9/Doc. VIII, n. 2/46 De Monte, come riformulati, con il parere favorevole del Collegio dei questori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/17 De Maria è accolto.

Sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/18 Casu c'è una riformulazione. Onorevole Casu la accetta?

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione, se ho ben inteso, che si limita a inserire, come nell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/4 Pastorino, al punto 2, l'inciso “compatibilmente con la verifica degli oneri connessi al reperimento di ulteriori spazi”. Se è questo, assolutamente lo condivido, dato che, come quelli precedenti, si tratta di un ordine del giorno che va nella direzione di riconoscere adeguate dotazioni informatiche al personale che lavora anche per i parlamentari, che voglio ringraziare ancora una volta, insieme al personale della Camera. Chiederei di metterlo ai voti per rendere ancora più importante l'impegno che assumiamo oggi nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/18 Casu, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Collegio dei questori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Sugli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/19, n. 9/Doc. VIII, n. 2/20 e n. 9/Doc. VIII, n. 2/21 De Maria ci sono delle riformulazioni. Le accetta tutte, onorevole De Maria? Sì.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/22 De Maria è accolto.

Sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/23 Benigni c'è un invito al ritiro altrimenti parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Patriarca. Ne ha facoltà.

ANNARITA PATRIARCA (FI-PPE). Grazie, Presidente. C'è la volontà di ritirare l'ordine del giorno, però facendo una precisazione. Ritiriamo l'ordine del giorno, ma è un tema a cui non rinunciamo, perché riteniamo fondamentale la valutazione inerente ai gruppi.

I gruppi sono l'architrave dell'attività parlamentare e la riduzione del numero dei parlamentari ha comportato anche un aumento di lavoro dei gruppi. Per cui riteniamo di dover affrontare, in prosieguo, il tema della valorizzazione del lavoro dei gruppi e dei dipendenti dei gruppi, per tenere presente che la qualità del lavoro e delle competenze va tenuta in considerazione.

PRESIDENTE. Chiarissimo, intanto lo ritiriamo.

Anche sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/24 Nevi c'è un invito al ritiro. Onorevole Patriarca?

ANNARITA PATRIARCA (FI-PPE). Lo ritiriamo, tenendo presente che, comunque, anche questo è un tema a cui teniamo e chiediamo che sia tenuto in considerazione.

Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/25 Patriarca e n. 9/Doc. VIII, n. 2/26 Francesco Silvestri sono accolti.

Onorevole Silvestri, chiede di intervenire sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/26?

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Sì, Presidente. Chiedo se possa essere messo al voto, perché proprio in tema di decoro, ritengo che l'Aula debba esprimersi. Stiamo parlando del mantenimento del lavoro che è stato fatto dal Presidente Fico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) rispetto a un tema che, in questi giorni, secondo me, non ha fatto fare una gran bella figura all'altro ramo del Parlamento, in una storia tipica italiana. È un Senato che si rimette i vitalizi. Di chi è la colpa? Non si sa, perché ovviamente li hanno rimessi quelli della scorsa legislatura. Quindi, in un momento in cui il Paese viene da una pandemia, da una crisi economica e dagli effetti di una guerra, il Senato si rimette i vitalizi. Chi li ha votati? Boh, no lo so! Allora, in questo senso, credo che un'espressione chiara di questo Parlamento, per evitare che accada quello che in Senato è accaduto, sia legittima. In tal senso ho visto anche - e, lo dico con sincerità, mi ha fatto anche piacere - che la maggioranza, almeno, nel gruppo di Fratelli d'Italia, il presidente Foti ha presentato un emendamento simile. Lo dico con sincerità, sono contento che su questo, almeno da questa parte del Parlamento, vi sia una chiarezza di intenti.

Ora, il punto è questo. A parte che vedere Fratelli d'Italia che difende Fico mi mette anche un certo orgoglio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ma il punto è: non è che la questione etica è in un ramo del Parlamento e nell'altro no. Quindi, la cosa importante, dopo aver votato quest'ordine del giorno, sarebbe quella di alzare il telefono, chiamare il Presidente La Russa e chiedere di convocare un Ufficio di Presidenza per ripristinare nuovamente la situazione ante Commissione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), per ristabilire una certa equità, sempre che il Presidente La Russa non sia impegnato con qualche rogito, ma lì vediamo che il tempo a disposizione per i rogiti è di 40-50 minuti, quindi lo troviamo libero (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Però, detto questo, politicamente sarebbe importante che l'altro ramo del Senato, dove c'è una Presidenza del centrodestra, si muovesse e rispondesse alla richiesta del MoVimento 5 Stelle per riconvocare quell'Ufficio di Presidenza e fare in modo che ciò che avviene da questa parte abbia una certa coerenza, e si finisca questa pagliacciata all'italiana per la quale si ripristinano i vitalizi e i cittadini non sanno con chi prendersela, come al solito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/26 Francesco Silvestri, con il parere favorevole del Collegio dei questori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/27 Francesco Silvestri.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà. Ricordo che la prima parte è inammissibile.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Grazie, Presidente. Sì, noi ovviamente accogliamo la parte ammissibile di questo impegno, però intendiamo comunque intervenire in dichiarazione di voto. Abbiamo sentito il problema delle 169.000 famiglie che si sono viste arrivare, con un sms, la comunicazione che il reddito di cittadinanza non verrà più dato. Altre 80.000 famiglie si aggiungeranno entro la fine del mese di agosto. Stiamo parlando di 250.000 famiglie, a cui si aggiungono 200.000 lavoratori a cui bisogna integrare quello stipendio per cercare di arrivare alla fine del mese. Stiamo parlando di 600-700.000 persone in Italia.

In questo momento, nei testi originali degli impegni di questa maggioranza ce n'era uno che addirittura chiedeva di equiparare le indennità e, quindi, anche gli stipendi, insomma gli importi di tutti i deputati, a quelli dei senatori. Ergo, essendo le indennità dei senatori di 500 euro al mese in più rispetto a quelle dei deputati, c'era un ordine del giorno e, quindi, un impegno, che tendeva ad equiparare e, quindi, a dare 500 euro in più ai deputati. Noi lo troviamo assolutamente scandaloso. È come se, nel fresco di quest'Aula, alcuni deputati si siano messi a rincorrere i senatori, perché, dopo che loro hanno provato - e ci riusciranno, se non intervenite - a ripristinare il massimo dei vitalizi, qui si dice: noi vogliamo 500 euro in più a deputato.

SALVATORE CAIATA (FDI). Ma che dici!

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Noi crediamo che questo sia assurdo. Tra l'altro, in un momento così delicato, dove questa maggioranza non riesce a mettere a terra politiche di investimento industriale per creare posti di lavoro, state togliendo il lavoro a chi ce l'ha e state togliendo da mangiare a chi non riesce a lavorare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Noi chiediamo una cosa semplice. Chiediamo un paletto: l'adeguamento degli importi delle indennità dei parlamentari non può che avvenire per riduzione, quindi non ci può essere più un adeguamento al rialzo. Lo chiediamo ancora di più perché in questo periodo crediamo che sia un dovere morale, per chi rappresenta i cittadini nelle istituzioni in questo momento così difficile, andarsi ad avvicinare al loro problema e non certo ad allontanarsi.

Presidente, colleghi dell'Assemblea, dalle mie parti c'è un adagio che dice: il sazio non crede al digiuno. Voi state facendo la corsa a ripristinare i vitalizi, ad aumentare gli stipendi, ad equiparare le indennità dei deputati ai senatori, 500 euro in più al mese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), invece noi crediamo che sia assurdo che, contemporaneamente, andiate a dire agli occupabili di andare a lavorare e che l'elemosina non serve! Quindi, per piacere, passiamoci la mano sulla coscienza e tutti assieme votiamo favorevolmente questo impegno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/27 Francesco Silvestri, per la parte ammissibile, con il parere favorevole del Collegio dei questori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

Sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/28 Marianna Ricciardi, accolto dal Collegio dei questori, ha chiesto di parlare l'onorevole Ricciardi. Ne ha facoltà.

MARIANNA RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente, giusto due parole. Volevo ringraziare il Collegio dei questori e l'Ufficio di Presidenza per la sensibilità su questo tema perché - sembrerà una piccolezza, ma non lo è - Greenpeace Italia, nell'ultima rilevazione, ha detto che la politica parla troppo poco dell'emergenza ambientale del nostro tempo. In particolare, i politici ne parlano nello 0,6 per cento delle dichiarazioni nei TG e nel 2,5 per cento dei loro post su Facebook. Quindi, credo che cogliere anche l'occasione di poterne parlare adesso che discutiamo il bilancio della Camera e iniziare proprio noi, qui, a dare un primo segnale di lotta agli sprechi, partendo da un risparmio di carta, credo sia importante e quindi voglio ringraziare per questa sensibilità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/29 Ilaria Fontana e n. 9/Doc. VIII, n. 2/30 Pavanelli sono stati accolti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole De Raho. Ne ha facoltà.

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Scusi, Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori. Alle ore 10,25 si ebbe lo scoppio di quell'ordigno esplosivo straordinario che uccise 85 persone.

Vorrei che la Camera lo ricordasse e che lei facesse alzare tutti in piedi (Applausi - L'intera Assemblea e i membri del Governo si levano in piedi).

PRESIDENTE. Onorevole Cafiero De Raho, facciamo così: alle 10,25 ci fermiamo per un momento di riflessione. Avremo la commemorazione successivamente ma alle ore 10,25 ci fermiamo per un momento di raccoglimento.

Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/31 Ascari, n. 9/Doc. VIII, n. 2/32 Fede, n. 9/Doc. VIII, n. 2/33 Cafiero De Raho e n. 9/Doc. VIII, n. 2/34 Caramiello sono stati accolti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole De Raho. Su cosa vuole intervenire?

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Vorrei fare un piccolo intervento sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/33.

PRESIDENTE. Prego.

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno è finalizzato esclusivamente a fare in modo che prosegua quella iniziativa che già aveva avuto avvio nella scorsa legislatura. Una mostra fotografica era stata già intitolata a Giovanni Falcone, a Paolo Borsellino, a Pio La Torre e al nostro generale e prefetto Dalla Chiesa. Ebbene, nell'ordine del giorno si chiede al Collegio dei questori, che ha espresso parere favorevole, che venga proseguita un'iniziativa di questo tipo. È fondamentale, Presidente, che non solo gli studenti ma tutti coloro che entrano in questo Palazzo possano avere i simboli della reazione, di una sorta di ribellione che c'è stata alle mafie e anche al terrorismo, una ribellione importante da parte di uomini che molto spesso svolgevano un ruolo normale, come lo stesso Libero Grassi, di sacerdoti come don Pino Pugliesi e don Peppe Diana e poi di tanti appartenenti alle Forze dell'ordine e di magistrati. Ecco, il rispetto e la memoria sono impegno, non solo ricordo, e responsabilità. Questo serve anche a noi, Presidente, serve anche a noi perché, nell'ambito del nostro lavoro, dobbiamo ricordare sempre che vi sono tanti uomini e tante donne nel nostro Paese che danno la vita (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ci ha ferito molto, Presidente, l'offesa che è stata arrecata a don Luigi Ciotti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ci ha ferito tanto perché, quando ci sono uomini, sacerdoti, che danno tanto ai giovani e alla nostra società per difenderla dalle mafie e vengono accusati di fare qualcosa addirittura di contrario alla legalità, siamo di fronte a un sovvertimento e questo è un esempio per le mafie che bisogna muoversi e orientarsi in una direzione diversa da quella di don Luigi Ciotti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Noi invece crediamo che quella sia la direzione giusta. Parlare e dare piena libertà alla voce di tutti è fondamentale. Questo Parlamento è appunto il tempio della democrazia e della libertà e per questo abbiamo chiesto un percorso di questo tipo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/34 Caramiello e n. 9/Doc. VIII, n. 2/35 Sergio Costa sono stati accolti.

ANGELO BONELLI (AVS). Presidente!

Nel quarantatreesimo anniversario della strage di Bologna.

PRESIDENTE. Raccogliendo la sollecitazione dell'onorevole Cafiero De Raho e avendo l'Assemblea accolto il suo invito, a questo punto fermiamo i nostri lavori, nel modo che ritiene l'Assemblea, nel ricordo dell'anniversario della strage di Bologna del 2 agosto 1980. Vi ricordo che avremo comunque una commemorazione e un ulteriore momento di raccoglimento durante i nostri lavori, più avanti (Il Presidente i leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea e i membri del Governo - L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Applausi).

Si riprende la discussione del Doc. VIII, n. 1 e del Doc. VIII, n. 2.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - Doc. VIII, n. 2)

PRESIDENTE. Riprendiamo i nostri lavori.

Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/37 e n. 9/Doc. VIII, n. 2/38 Sportiello e n. 9/Doc. VIII, n. 2/39 Dell'Olio sono stati accolti.

Sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/40 Donno c'è una riformulazione, che viene accettata.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/41 Iaria è stato accolto.

Gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/42 Pagano, n. 9/Doc. VIII, n. 2/43 Lacarra, n. 9/Doc. VIII, n. 2/44 Stefanazzi sono identici ad altri precedenti.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/47 Alessandro Colucci è accolto con riformulazione, che viene accettata.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/48 Bicchielli è accolto.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/49 Semenzato lo abbiamo già esaminato in precedenza.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/50 Romano è accolto con riformulazione, che viene accettata.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/51 Lupi è accolto con riformulazione.

L'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/52 Messina è accolto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Messina. Ne ha facoltà.

MANLIO MESSINA (FDI). Presidente, chiedo che venga messo in votazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Grazie. Visto che viene posto in votazione, noi intendiamo dichiarare il voto contrario a quest'ordine del giorno perché questo impegno cerca di affidare servizi e beni della Camera dei deputati attraverso società in house. Le società in house bisogna ricordare che sono società di diritto privato, longa manus dell'amministrazione controllante. Sono quindi soggetti che, per esempio, possono tranquillamente assumere i loro lavoratori secondo le regole del diritto privato e non più attraverso quelle del diritto pubblico. Ancora, noi non crediamo che ci possa essere un risparmio economico o un'efficienza nel servizio e nel bene servito perché crediamo invece che questa si possa ottenere attraverso un bando pubblico, quindi una concorrenza pienamente aperta all'esterno e trasparente. C'è poi il capitolo della spesa. Va dotata di una capacità finanziaria questa società. Che dire poi se questa società in house dovesse avere delle perdite? Ancora, questa società in house da chi verrebbe gestita? Dall'Ufficio di Presidenza e dal Collegio dei questori? Certamente non si potrebbe affidare soltanto alla maggioranza di questo ramo del Parlamento. È molto complessa questa materia. Tra l'altro non è detto che ci sia un risparmio, come ho detto. Noi invece crediamo che vadano fatti dei bandi, per esempio per tutelare di più i lavoratori che sono esternalizzati.

Potrebbero essere tranquillamente dei bandi che mirino a prevedere penali, ad avere tutele per i lavoratori e, perché no, ad assicurare un salario minimo a chi viene a prestare beni e servizi presso quest'Amministrazione. Per questo motivo, il nostro voto è contrario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vaccari. Ne ha facoltà.

STEFANO VACCARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Per esprimere, a nome del Partito Democratico, il voto contrario a quest'ordine del giorno, come abbiamo già avuto modo di rappresentare in Ufficio di Presidenza, dove abbiamo chiesto, al Collegio dei Questori, di eliminare il riferimento esplicito alla costituzione di una società in house. L'auspicio volto a valutare l'opportunità di svolgere un approfondimento sulla gestione di attività non direttamente strumentali della Camera ci trovava favorevoli, ma il riferimento esplicito a uno strumento come la società in house era indicativo di quale fosse l'obiettivo reale.

Noi crediamo che non sia lo strumento che serve a quest'organo costituzionale per la gestione dei propri servizi, non crediamo che sia la soluzione più efficace, efficiente e anche economica per dare le risposte, anche sul piano dei diritti dei lavoratori, dei soggetti terzi con i quali la Camera ha a che fare, perché per fare questo basta scrivere i bandi di gara in un certo modo, per garantire salari, condizioni, orari più favorevoli ai lavoratori e alle lavoratrici.

Crediamo, invece, che l'anomalia che si andrebbe a costituire con questa società in house rischi di mettere la Camera nelle condizioni di avere una maggiorazione di costi che non necessariamente andrebbe a favore dei lavoratori, sui quali, invece, si vuole giustamente, anche da parte nostra, insistere. Quindi, per tali ragioni, noi crediamo che l'approfondimento vada fatto, ma che lo strumento non sia quello adeguato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, Presidente. Io vorrei ricordare all'Aula, ai colleghi e alle colleghe che, quotidianamente, usufruiamo di servizi e dell'aiuto di decine e decine di lavoratori e di lavoratrici alla Camera dei deputati e questi lavoratori e lavoratrici spesso hanno emolumenti di cui c'è un po' da vergognarsi: ci sono persone che lavorano 20 ore a 600 euro al mese. Adesso non voglio citare il servizio, perché sarebbe facilmente individuabile, ma queste cose le sappiamo tutti, e sappiamo che è poco dignitoso che alla Camera dei deputati possano lavorare persone in queste condizioni. Lo dico io che sono un esponente di un partito che si sta battendo per il salario minimo, lo vogliamo in tutto il Paese e per tutti i lavoratori e per tutte le lavoratrici e lo vogliamo anche per i lavoratori e le lavoratrici che lavorano alla Camera dei deputati (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Io lo voglio dire con chiarezza questo!

Oltretutto, quando si parla di società in house, io vorrei ricordare ai colleghi e alle colleghe che c'è il cosiddetto controllo analogo, nel senso che una struttura che è al 100 per cento di proprietà pubblica, seppure operi in regime di diritto privato, deve avere il controllo analogo e, cioè, adottare le stesse procedure di controllo della pubblica amministrazione ed è sottoposta anche al controllo della Corte dei conti. Per essere chiari, altrimenti non ci capiamo. Dopodiché, la società in house è uno strumento efficace per garantire dignità ai lavoratori e alle lavoratrici? Verifichiamolo e vediamo se questo è possibile.

Dopodiché, lasciatemi dire che per l'esperienza che ho avuto nella pubblica amministrazione, che l'esternalizzazione dei servizi ha comportato, nel 90 per cento dei casi, un aumento dei costi e non una riduzione dei costi. E voglio ricordare che non è possibile negli appalti garantire ulteriormente i diritti dei lavoratori, perché alla ditta, all'azienda, alla cooperativa che vince la gara non gli si può imporre un aumento dei contratti rispetto ai contratti nazionali vigenti, che, come noi tutti - specialmente l'opposizione - diciamo, spesso sono sotto la soglia di povertà.

Noi questo non lo possiamo ammettere, non possiamo permettere che i lavoratori che lavorano al nostro fianco e che ci permettono di svolgere questa funzione siano sottopagati, sotto il livello di povertà. Questo non è accettabile (Applausi). È per questo che noi vogliamo verificare se i Questori ci daranno una proposta che possa risolvere questo problema dopo decine di anni che in questa Camera si parla di questi lavoratori e non si è fatto nulla (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il presidente Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Francamente mi stupiscono alcune osservazioni in negativo su quella che, peraltro, vorrei ricordare - e ringrazio l'onorevole Messina assieme agli altri firmatari di quest'ordine del giorno - non è una costituzione già decisa, è un'ipotesi. Quindi, già si boccia un'ipotesi rispetto ad una realtà dei fatti che attesta come, all'interno della Camera dei deputati, che dovrebbe essere un modello gestionale per quanto riguarda la gestione pubblica, quanto meno, dei rapporti con il personale che utilizza. È notorio come vi sia una situazione che vede queste persone in una condizione, per le cooperative, per quanto può sussistere in termini di accordi, che lede quella che può essere un'equa retribuzione.

Io penso che sostenere che, mettendo in capo alla Camera questa responsabilità, anziché demandarla all'esterno attraverso un appalto, su cui l'incidenza, poi, è molto, molto relativa, anche in termini di obblighi cogenti, significhi, di fatto, tradire alcuni discorsi che ho sentito nella scorsa settimana da alcuni banchi, per cui si voleva garantire per legge un salario minimo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). In questo caso diciamo che il salario minimo deve valere per tutti, meno per coloro i quali lavorano alla Camera dei deputati. Evviva la giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia – Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Io mi ricollego ad alcune delle cose che sono state dette dai colleghi, prima dal collega Zaratti e, adesso, anche dal collega Foti. Apprezziamo lo sforzo del Collegio dei questori per affrontare una questione che è evidente. Chi conosce e frequenta questi spazi sa che molto del nostro lavoro è possibile per il contributo indispensabile dei funzionari e dei dipendenti della Camera e c'è una parte di questo lavoro che viene svolto da personale che non è dipendente della Camera e le condizioni di lavoro di questo personale diciamo che non rendono onore a questo luogo, spesso per le valutazioni di carattere retributivo che il collega Zaratti già diceva.

Il problema è stato affrontato in numerosi Uffici di Presidenza nel passato e soluzioni adeguate non sono mai state trovate, nonostante ci sia sempre stato l'impegno della struttura e dei Collegi dei Questori che anche hanno preceduto questo.

Oggi noi, in coerenza con quanto fatto dal collega Giachetti in Ufficio di Presidenza, ci asterremo su questa scelta. Noi non siamo innamorati delle società in house per definizione, diciamola così, in maniera semplice, però che ci sia un'assunzione di responsabilità da parte del Collegio dei Questori su questo tema è una buona cosa. E il fatto che il Collegio dei Questori abbia deciso di prendersi in carico questo problema è una cosa ancora migliore. Quindi, diamo fiducia al Collegio dei Questori, che cominci questo percorso e mi auguro che, durante questo percorso, si riesca a trovare una unanimità anche tra i gruppi parlamentari in Ufficio di Presidenza, perché è evidente che non si tratta di una decisione che riguarda un pezzettino di questa legislatura, ma è una decisione che ha un impatto molto importante sulla vita di questa istituzione (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Questore Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI, Questore. Grazie, Presidente. Credo che ci debbano essere delle precisazioni, che abbiamo già fatto nell'Ufficio di Presidenza, ma che io ritengo opportuno fare per evitare le semplificazioni di comunicazione.

Con quest'ordine del giorno noi ci impegniamo a valutare l'opportunità di migliorare l'efficienza della gestione dei servizi, innalzando le garanzie retributive dei nostri dipendenti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) - questo è - e, tra tutte le ipotesi, a valutare anche l'eventualità di fare una società in house. Aggiungo che i Questori non hanno il potere di fare una società in house. Noi abbiamo il dovere di verificare la fattibilità di migliorare l'efficienza dei servizi e delle retribuzioni, ma la società in house, com'è stato detto in precedenza, qualora si decidesse di realizzarla passa per l'Ufficio di Presidenza, in cui sono presenti tutti i partiti.

Come tutto questo possa spaventare e preoccupare io faccio fatica a capirlo, perché, in maniera molto provocatoria, nell'Ufficio di Presidenza io ho detto: ritiro il parere favorevole e lo cancelliamo. In questo momento, se noi ritiriamo quest'ordine del giorno, continueremo a dirci che è un tema, continueremo a dirci che qui c'è gente sottopagata, ma non abbiamo preso l'impegno di occuparcene. A questo proposito, io ricordo anche che c'è stata un'epoca, non troppo lontana, in cui tutto in questo palazzo era “casta”. Poi, nel tempo la “casta” si è ristretta, ma tutti quelli che lavoravano qui dentro erano considerati “casta”.

Allora, poiché il problema è veramente molto serio e in questi mesi io ho ascoltato tutti i dipendenti di questo Palazzo, io sono a disposizione, per i colleghi del Partito Democratico e per i colleghi del MoVimento 5 Stelle, a darvi queste buste paga di 400 e di 600 euro di gente che lavora qui dentro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Io penso che sia un tema del quale noi dobbiamo occuparci e dobbiamo farlo nel migliore dei modi, ottimizzando le risorse e, molto probabilmente, anche portando a casa un risparmio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Maria. Ne ha facoltà.

ANDREA DE MARIA (PD-IDP). Presidente, ho sentito questo intervento del Questore, ma segnalo un tema, cioè che nella riformulazione che siamo chiamati a votare è indicato già lo strumento, che è quello dell'in house (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quindi, per noi se c'è un approfondimento generale, senza già indicare la strada dell'in house, è un discorso; invece, se il testo rimane così, cioè indicando già un riferimento a una modalità che noi non condividiamo, come abbiamo detto in Ufficio di Presidenza, allora manterremo il voto contrario.

PRESIDENTE. Nell'ordine del giorno è scritto: “anche mediante l'eventuale”.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Lei ha già parlato prima, onorevole Santillo. Prego, dica, onorevole Santillo.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Se è eliminato il riferimento alla società in house anche noi siamo per la non discriminazione. Basta lavorare e portare a casa il salario minimo legale. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno è riformulato ed è scolpito in tal senso. Come sa, non si può riformulare e l'abbiamo detto per due volte, all'inizio.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/52 Messina, con il parere favorevole del Collegio dei questori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

Ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/53 Foti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Donzelli. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Chiedo che quest'ordine del giorno venga messo in votazione, perché finalmente arriva un momento di chiarezza. Arriva un momento di chiarezza dopo che per settimane, circa 3, abbiamo sentito le consapevoli menzogne di Giuseppe Conte e del MoVimento 5 Stelle che hanno (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

PRESIDENTE. Non ha detto una parola sconveniente: ha detto menzogne. Non ha detto chissà che (Proteste del deputato Alfonso Colucci, che gesticola all'indirizzo della Presidenza)! Onorevole Alfonso Colucci, non mi indichi e si sieda immediatamente! Si sieda e non indichi la Presidenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

Onorevole Donzelli, prego.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Abbiamo sentito, Presidente, le consapevoli menzogne di Giuseppe Conte (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Dico consapevoli perché…

PRESIDENTE. Colleghi, fate svolgere l'intervento. Avrete modo di replicare, se volete, a ciò che sta dicendo l'onorevole Donzelli, che sta nel perimetro di parole convenienti e politicamente ineccepibili. Quindi, per favore, ascoltiamole e poi replicate. Se deborda, sarà mia cura (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)… Colleghi, stiamo molto attenti, perché la pazienza ha un limite. Non mi indicate! Non assumete atteggiamenti poco (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)… Colleghi, non assumete atteggiamenti poco rispettosi nei riguardi della Presidenza, perché io non tollero che non si rispetti la Presidenza. State molto attenti (Proteste del deputato Donno). Onorevole Donno, la richiamo all'ordine (Proteste del deputato Donno)! Onorevole Donno, la richiamo per la seconda volta all'ordine.

Prego, onorevole Donzelli.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Parlavo di consapevoli menzogne di Giuseppe Conte, perché? Perché, essendo professore di diritto, credo che fosse consapevole di mentire quando diceva che era il Governo ad aver ripristinato i vitalizi, perché un professore universitario sa benissimo che il Consiglio di garanzia non è il Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e sa anche, essendo leader del MoVimento 5 Stelle, che la reintroduzione dei vitalizi era avvenuta con il voto contrario di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e con il voto contrario della Lega, ma con il voto favorevole di Ugo Grassi, che è in Parlamento perché i cittadini di Benevento hanno votato MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, c'è la consapevole menzogna di Giuseppe Conte, che per tre settimane ha raccontato che tornavano i vitalizi per colpa del Governo, quando, invece, la colpa è del MoVimento 5 Stelle, che ha portato in Parlamento Ugo Grassi, che aveva votato a favore.

Ma oggi arriva la verità e oggi, con l'ordine del giorno presentato dal capogruppo Foti, si chiarisce che Fratelli d'Italia è contraria ai vitalizi e che quanto è successo al Senato, con la contrarietà del partito di Governo Fratelli d'Italia, invece alla Camera non potrà avvenire, grazie all'ordine del giorno Foti e grazie al voto che ci sarà in questo momento in Aula. Allora, dovrete e potrete tornare a raccontare, magari ai cittadini, quello che non avete fatto quando eravate al Governo per i cittadini e quello che provate a impedire che faccia di buono per i cittadini questo Governo di centrodestra, senza essere costretti a inventare bugie e menzogne per provare inutilmente a creare una tensione sociale, che non serve alla Nazione e che non serve nemmeno a voi, perché nessuno vi crede (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD-IDP). Grazie. Non inseguirò, ovviamente, l'onorevole Donzelli in questa polemica. Voglio motivare perché io non voterò a favore su quest'ordine del giorno, che replica sostanzialmente l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/26 Francesco Silvestri, sul quale ho votato contro, perché - lo dico con rispetto per tutti i colleghi, ma chiedo rispetto per le mie opinioni - facendo politica da molti anni ho sempre considerato la demagogia uno dei pericoli più grandi per la credibilità della politica nel rapporto coi cittadini.

Io penso che quest'ordine del giorno, come gli ordini del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/26 e n. 9/Doc. VIII, n. 2/27 Francesco Silvestri, corrisponda a un impianto demagogico e populista, che consente di continuare ad alimentare una campagna contro il Parlamento e contro la politica, da cui non verrà nulla di buono a questa nostra istituzione e neanche al nostro Paese. Segnalo, peraltro, che sulla delibera del 2018, che è intervenuta sui vitalizi, il Consiglio di giurisdizione della Camera, dovendosi pronunciare, ha sollevato molti dubbi di legittimità e, fino ad oggi, non si è ancora pronunciato.

Ricordo che il sistema retributivo è sparito dal 2012, per cui da allora è sempre in vigore il sistema contributivo, per tutti. Inoltre, vorrei solo far notare che in questo Paese a nessun cittadino si applica retroattivamente una condizione previdenziale che altera quelle che erano le condizioni previdenziali nel momento in cui andava in pensione.

Peraltro, proprio perché sono contrario a ogni forma di demagogia, vorrei sottolineare che giustamente, e sottolineo giustamente perché non sia equivocato quello che sto per dire, nessuno di noi pensa di intervenire retroattivamente sulle pensioni di un'alta burocrazia che sono enormemente più alte di quelle dei parlamentari (Applausi), perché c'è un principio di non intervento retroattivo su condizioni acquisite che è stato sancito ripetutamente, nel corso degli anni, dalla Corte costituzionale, oltre che da mille altri gradi di giurisdizione, a partire dai TAR.

Quindi, da questo punto di vista, penso che quest'ordine del giorno, come i due precedenti, corrisponda a un intento politico di carattere demagogico, che non condivido, e per questo voterò contro (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Grazie, Presidente. Volevo fare un attimo di chiarezza perché non sto capendo. Suo tramite, il collega Donzelli attacca il MoVimento 5 Stelle in una dichiarazione su un ordine del giorno che chiede il mantenimento di una cosa che ha fatto il MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Ora va bene la labirintite, però mi sembra un po' paradossale, lei ne converrà.

Tra l'altro, sulla questione Grassi, anche qui, ci sono un po' di problemi, perché il collega Donzelli, sempre suo tramite, attacca il MoVimento 5 Stelle, e vedevo la Lega applaudire, dai, che applaudivano tutti quanti in questo Parlamento. Ma poi, dopo che Grassi è andato via dai 5 Stelle, qui c'è stata una contesa vera per chi dovesse accaparrarsi l'intelligenza di quest'uomo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che è passato alla Lega, che applaudiva Donzelli mentre insultava Grassi, forse se ne sono accorti a un certo punto. Poi è passato da quest'altra parte, a Noi Moderati, che poi adesso è Noi di Centro, poi Noi di Centro Moderati, non ho ben capito, e anche loro tutti ad applaudire. Allora, ragazzi, suo tramite, parlatevi, parlatevi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Ora prendo anche spunto sull'ordine dei lavori, perché si faceva anche un richiamo alla competenza. Visto che è stato fatto un richiamo alla competenza, e mi sembra anche giusto, volevo chiedere un chiarimento nel merito sull'ordine del giorno, perché l'atto richiama opportunamente la delibera n. 14, quindi la delibera Fico. Poi, proprio in tema di competenza, riporta però l'istituto dell'indennità di fine mandato. Delle due l'una, se posso chiedere un chiarimento alla competenza scesa in terra sul fatto che c'è un richiamo alla delibera Fico, ma poi riporta l'istituto dell'indennità di fine mandato, volevo capire se l'errore è intenzionale o immagino sia tecnico.

Se posso chiedere questo chiarimento, visto che è stato fatto questo grandissimo richiamo, e mi è sembrato uno degli interventi più confusi del collega Donzelli negli ultimi anni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Oddio, sicuramente il secondo, non il primo, sicuramente il secondo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bagnasco. Ne ha facoltà.

ROBERTO BAGNASCO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Ho ascoltato con interesse, ma soprattutto con approvazione quasi totale, se non totale, l'intervento dell'onorevole Fassino, che ha avuto il coraggio di dire le cose come sono, perché tutti noi lo sappiamo, sia quelli che hanno votato in un modo sia quelli che hanno votato in un altro. Queste cose ce le diciamo in privato, le diciamo quando parliamo agli amici, ma non solamente agli amici, e quando arriviamo in quest'Aula, chissà poi perché, tutti voi lo sapete e tutti noi lo sappiamo, cambiamo totalmente atteggiamento.

Per quanto riguarda la situazione specifica, tutti noi sappiamo che l'organismo del Senato, che ha fatto la scelta in piena autonomia, è un organismo che con la politica e con i partiti non ha niente a che fare, non ha niente a che fare! È un qualcosa che va al di là e al di fuori. Noi lo sappiamo, ma al momento giusto, invece, diamo la colpa o agli uni o agli altri per il modo con cui questo o altri organismi di questo genere si sono espressi in questi anni. Quindi, signori, basta con questa demagogia e con questo populismo, che è veramente qualcosa di squallido e che (Proteste del deputato Donno)… No, squallido (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Guardo voi, guardo tutti!

PRESIDENTE. Onorevole Bagnasco…

ROBERTO BAGNASCO (FI-PPE). E guardo soprattutto voi!

PRESIDENTE. Onorevole Bagnasco, guardi me, che non sarò bello, però, per Regolamento, guardi me. Onorevole Bagnasco, la prego. Onorevole Bagnasco (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Colleghi del MoVimento 5 Stelle, per favore! Onorevole Bagnasco! Spinga il bottone, onorevole Bagnasco.

ROBERTO BAGNASCO (FI-PPE). Purtroppo, quando non abbiamo avuto il coraggio delle nostre azioni, e sono uno di quelli che non lo ha avuto, abbiamo fatto dei danni al nostro Paese (Commenti del deputato Donno). Abbiamo fatto dei danni al nostro Paese! Questa è la mia posizione, questa è la posizione di molti amici, e non solamente di molti amici di Forza Italia, ne sono convinto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, innanzitutto mi sia consentito di ricordare, sotto il profilo del primo intervento che vi è stato in materia di vitalizi, che avvenne in occasione di una legislatura dove i Presidenti di Camera e Senato erano entrambi del centrodestra (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Lo dico per una questione di riferimento storico, perché, quando poi si vuole cercare di buttare in politica decisioni che sono di organi in cui la politica è rappresentata, ma rimangono organi terzi rispetto alla disputa politica, è fondamentalmente errato.

Dico questo anche perché mi risulta - lo dico molto chiaramente - che quelle due decisioni vennero assunte all'unanimità da entrambi gli Uffici di Presidenza dei due rami del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questa fu una decisione. Lo dico perché legittimamente ci si può opporre a quello che può essere oggi un ordine del giorno, ma è un ordine del giorno che promana da una storia.

Signor Presidente, il collega Donzelli ha toccato un nervo scoperto, ed è inutile far finta di non sentire, perché in realtà - ed è la seconda volta che capita - anche su un altro argomento il presidente Conte, nelle sue dichiarazioni, gioca a mischiare atti parlamentari con atti del Governo. Sicché le sue dichiarazioni - il Governo ha reinserito i vitalizi - al di là dell'errore per competenza e per materia, direi un errore da matita blu, una volta avrebbero detto, che diventa un'aggravante nel momento in cui l'onorevole Conte, per gli uffici che ha ricoperto, sa benissimo che il Governo è incompetente al riguardo, e quindi evidentemente esercita il dolo, non la colpa, nel momento in cui fa queste affermazioni. Ma egli ha messo anche un altro asso che mi permetto di dire a tutti voi, quando ha iniziato, a proposito della vicenda del salario minimo, a dire “la Presidente Meloni dica ai deputati di Fratelli d'Italia di non andare in ferie”, perché questa è stata la seconda aggravante.

Perché chi era, come lei, nella Conferenza dei presidenti di gruppo può informare quest'Aula che il capogruppo di Fratelli d'Italia è stato l'unico a dire che, per quanto ci riguardava, la chiusura doveva essere l'ultimo giorno della settimana che precede il Ferragosto, e cioè il 12 di agosto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle)! Questo noi lo abbiamo detto nella Conferenza dei presidenti di gruppo. Non voglio riferire…

PRESIDENTE. Se torniamo sull'ordine del giorno...

TOMMASO FOTI (FDI). …al presidente Conte quali sono state le reazioni, ma chi c'era lo sa. Oggi andremo, stabiliremo il calendario d'Aula, ma voglio riferire che il calendario d'Aula al 2 di agosto o al 3 di agosto è stato stabilito in ragione del materiale che avevamo a nostra disposizione, e non di altro.

PRESIDENTE. Onorevole Foti, va bene, però così usciamo un attimo fuori.

TOMMASO FOTI (FDI). Riferito a quest'ordine del giorno, devo una risposta cortese al collega Silvestri, perché me l'ha posta. Mi dicono…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore, perché è un passaggio…

TOMMASO FOTI (FDI). …che quella perifrasi che egli contesta sia stata suggerita per chiarezza dagli uffici, ma voglio essere chiaro sul punto.

Il dispositivo riguarda, ovviamente, come si dice, il calcolo esattamente contributivo e, come voi sapete, quello del trattamento di fine lavoro, o dell'indennità finale va, invece, secondo quella che è la mensilità, una mensilità per ogni anno di legislatura.

Quindi, volevo essere chiaro sul fatto che l'ordine del giorno è chiaro; mi è stato detto che, per una questione di “comprensibilità”, bisognava aggiungere quelle tre parole, ma, per quanto mi riguarda e per quanto riguarda il contenuto dell'ordine del giorno, questo non sarebbe applicabile diversamente, se non nel caso che il provvedimento in esame disciplina (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Così, peraltro, è stato inteso dall'Ufficio di Presidenza, che ha espresso parere favorevole. La ringrazio per la precisazione, onorevole Foti.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Io credo che su questo tema si debba fare un po' di chiarezza. Prima ancora di parlare dell'ordine del giorno dei colleghi, sul quale l'onorevole presidente Foti ha fatto alcune precisazioni, io vorrei parlare del male originario, che è esattamente la deliberazione n. 14/2018, che è stata pubblicizzata in un modo assolutamente scorretto e che non corrisponde alla realtà. Infatti, nel 2018 non si è eliminato alcun vitalizio, perché i vitalizi sono stati eliminati nel 2012 dal centrodestra che governava Camera e Senato (Applausi dei deputati dei gruppi Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), ma visto che l'obiettivo è sempre e solo quello di fare propaganda e chi ha responsabilità in quest'Aula dovrebbe sapere in che modo comunicare ed essere corretto nei confronti, non solo, dei propri elettori, ma di tutti gli elettori italiani, ricordo che nel 2018 si è fatta quella deliberazione in un Ufficio di Presidenza di cui io facevo parte, il cui Presidente era il Presidente Fico, e sulla quale cinque componenti dell'Ufficio di Presidenza, ovvero l'onorevole Gregorio Fontana, l'onorevole Carfagna, l'onorevole Scoma, l'onorevole Pastorino e il sottoscritto, non hanno partecipato al voto. Per quale ragione? Perché si interveniva su trattamenti pensionistici di ex parlamentari in modo illegittimo, scorretto, inopportuno e barbaro (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE), per una sola ragione, Presidente e cari colleghi, perché immediatamente dopo quella deliberazione abbiamo avuto sentenze della giustizia interna che hanno criticato in ogni aspetto quella deliberazione, abbiamo avuto - così lo sapete - centinaia di interventi di riaggiustamento degli assegni vitalizi, perché era talmente una barbarie che persone di un'età straordinariamente anziana hanno chiesto, per ragioni di anzianità e ragioni sanitarie, di avere il riaggiustamento di quel trattamento pensionistico, che è stato riaggiornato. È talmente superata quella deliberazione che bisognerebbe prendere coscienza, nell'Ufficio di Presidenza, di ridefinirla e di rientrare seriamente nel merito, oramai, di un sistema che è incomprensibilmente punitivo e utilizzato solo per fare uno slogan.

Allora, io sono molto critico su quello che fece la Presidenza Fico e credo che anche i continui riaggiustamenti successivi, fatti per modificare norme che sono attaccate da tutti i punti di vista, dimostrino una grande fragilità; tutto ed esclusivamente per fare propaganda e slogan.

Io credo che sia stato un grave errore, che tutti devono rispettare le norme, a cominciare da chi fa parte dell'Ufficio di Presidenza e fa le norme, e credo che chi ha fatto quella delibera, quando definitivamente ci sarà il timbro di illegittimità, dovrà anche pagare le conseguenze di scelte fatte sulle spalle di povera gente e, soprattutto, prendendo in giro gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Io non capito, nel finale dell'intervento precedente, chi fosse la povera gente a cui si riferiva e a cui è stato reintrodotto il vitalizio, me lo farò spiegare.

Presidente, con tutto il rispetto, si può parlare di tutto, quindi, si può parlare delle dichiarazioni del presidente Conte, tranquillamente, e aprire un dibattito (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) perché, se è così…

PRESIDENTE. Per favore, colleghi…

RICCARDO RICCIARDI (M5S). …allora, lo facciamo, perché sia il collega Donzelli sia il collega Foti hanno parlato delle dichiarazioni del presidente Conte.

Volete far passare che in questi organi, indipendenti dalla politica, ci sono persone che non rispondono a niente, che non parlano a un capogruppo, che non parlano a un segretario di partito, che sono assolutamente avulse dal contesto politico nel quale sono e prendono decisioni in modo completamente indipendente e autonomo; non ci prendete in giro, per favore! Questi sono organi che chiaramente hanno un collegamento politico, perché vengono costituiti attraverso elezioni di tipo politico e rispondono a un indirizzo politico; allora quando si dice… il Governo, la maggioranza, il Parlamento… c'è un indirizzo politico… Noi riteniamo vergognoso che, in un momento in cui stiamo facendo una battaglia sul salario minimo, e ci si dica che è un provvedimento da Unione Sovietica, contemporaneamente si aumentino i vitalizi e si ripristinino i vitalizi, noi lo riteniamo vergognoso!

MARCO PERISSA (FDI). Deve rivolgersi alla Presidenza!

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Riteniamo che una maggioranza di Governo, una Presidenza del Consiglio, un Governo possano subito tornare indietro su questa cosa, perché è inaccettabile e non si debba stare a vedere la competenza di un organo anziché di un altro, perché si tratta di responsabilità politica.

Poi, se vi riferite al 2012, mettetevi d'accordo anche qui sulla responsabilità politica. Infatti, non va bene che, come centrodestra, sosteniate: c'eravamo noi nel 2012 quando sono stati aboliti i vitalizi però, quando nel 2012 è stata approvata la legge Fornero, che ha fatto una macelleria sociale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), voi non c'eravate, perché se eravate responsabili politici del taglio dei vitalizi allora eravate responsabili politici anche della legge Fornero. Se, si dice, le dichiarazioni del presidente Conte… ma qui c'era l'attuale Presidente del Consiglio, Meloni che diceva che il Governo Conte aveva attivato il MES (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), quando non era assolutamente vero in sede di Consiglio europeo e lo diceva qui! Menzogne! Quando si facevano provvedimenti per contenere il contagio parlava di “dittatura sanitaria”. Ma di cosa stiamo parlando?

Ora non potete ora giocare a quelli che arrivano adesso e fanno finta che tutto quello che è successo prima non sia accaduto. Quindi, noi rimaniamo nel merito, voi rimanete nel merito e dico anche ai colleghi che fanno parte della maggioranza, quando parlano di populismo e tutto quant'altro: perché guardate noi? L'ordine del giorno è un ordine del giorno a firma Foti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Fate un dialogo, in maggioranza, tra voi e parlate tra voi e non di noi. Non c'entriamo niente su questo: è un ordine del giorno a firma Foti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Onorevole Silvestri, lei non potrebbe intervenire però mi dica.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Chiedo di intervenire sull'ordine dei lavori, per un chiarimento sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII n. 2/51 Lupi.

PRESIDENTE. Si sta rivolgendo ai Questori.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Volevo capire - mi rivolgo anche alla Presidenza - volevo capire come mai l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII n. 2/51 Lupi non risulti precluso rispetto alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/27 Silvestri, il mio, che in un qualche modo lo riguardava. Quest'ultimo chiariva un aspetto che poi però è stato reintrodotto con l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/51 sull'equiparazione del trattamento dei deputati, dei Gruppi parlamentari e dei loro collaboratori a quello previsto dal Senato. Ora se è vero che l'ordine del giorno approvato impegnava il Governo a non rivedere in alcun modo al rialzo gli stipendi dei deputati, non capisco come questo non renda precluso l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/51 Lupi, che invece coinvolge ed equipara i deputati ai senatori. Quindi volevo semplicemente questo chiarimento, probabilmente sto sbagliando io.

PRESIDENTE. Nella riformulazione del Collegio dei questori – poi, onorevole Trancassini, se eventualmente non sarò chiaro, mi aiuterà anche lei - è stato fatto riferimento alla disciplina di istituti comuni dei due rami del Parlamento, comprendendo qui una pluralità di soggetti rispetto a quanto inizialmente previsto; quindi, non c'è preclusione, non so se è chiaro. Non c'è contraddizione. Prego.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Dalla vostra risposta prendo atto che, quindi, l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/51 Lupi non riguarda e non riguarderà le indennità e gli stipendi dei deputati. Sto capendo questo…

PRESIDENTE. È una gamma…

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). ...altrimenti quella parte sarebbe preclusa.

PRESIDENTE. È una gamma di modifiche rispetto ai Regolamenti di Camera e Senato. Infatti, si chiarisce che è un confronto con i competenti organi per verificare la possibilità di una convergenza. Però, magari, il Questore Trancassini vuole aggiungere qualcosa, prego.

PAOLO TRANCASSINI , Questore. Sì, grazie. Il Presidente ha detto bene: ci si riferisce agli istituti comuni. Però, se mi posso permettere, collega Silvestri, io mi sono appuntato il suo intervento iniziale su questo tema e lei stesso lo ha auspicato - lo semplifico - dicendo: avete chiamato il Senato per dire quello che succede qua? Cioè, lei stesso nel suo intervento ha auspicato che ci sia un confronto fra Camera e Senato per cercare di fare le medesime cose, in questo e nell'altro ramo del Parlamento. Quindi, si può anche considerare che l'ordine del giorno vada incontro a questa che è stata una sua esigenza nella dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Onorevole Silvestri, prego.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). È assolutamente auspicabile che la Camera dei deputati si confronti col Senato sul tema dei vitalizi. Non ho compreso se vale ancora il nostro ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/27 Francesco Silvestri, e se, quindi, automaticamente l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/51 Lupi esclude quella parte che l'ordine del giorno Francesco Silvestri trattava.

PRESIDENTE. Onorevole Silvestri, lì si fa riferimento a una gamma di istituti, quindi nella pluralità di istituti intervengono varie voci, tra cui immagino ci sia eventualmente anche quella. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Messina, prego.

MANLIO MESSINA (FDI). Grazie, Presidente. Solo per chiederle che venisse messo a verbale in maniera chiara e decisa quanto dichiarato poc'anzi dall'onorevole Ricciardi, a cui vorrei che lei riferisse che si è appena denunziato, ha appena denunciato il Movimento 5 Stelle di commettere praticamente un reato. Perché le cose sono due: o l'onorevole in questione non sa che all'interno degli organi terzi vi sono, sì, persone nominate dalla politica, ma sono assolutamente indipendenti, e quindi non conosce la materia, ed è grave per un deputato della Repubblica; oppure ha appena confessato che tutti i componenti degli organi terzi indipendenti vengono automaticamente messi dal Movimento 5 Stelle per determinare posizioni politiche del loro capo di partito, cioè Giuseppe Conte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Allora, le cose sono due, Presidente, lo ribadisco: o non sanno cosa sono gli organi terzi oppure hanno commesso un reato.

Allora, vorrei che venisse chiarito questo, soprattutto dal Movimento 5 Stelle, perché è gravissimo che un parlamentare della Repubblica dica che la Corte di cassazione segua le linee del partito perché ci sono nomi indicati dal partito. È una cosa gravissima quella che ha appena detto l'onorevole Ricciardi, Presidente, e vorrei che venisse messo a verbale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Non è che “vorrebbe”: c'è uno stenografico per cui lì si trova.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/53 Foti, con il parere favorevole del Collegio dei questori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/54 Mari, su cui vi è una proposta di riformulazione. Onorevole Mari, accoglie la riformulazione? Grazie.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/55 Squeri, su cui vi è una proposta di riformulazione. Onorevole Squeri, accoglie la riformulazione? Grazie.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/56 Mollicone, su cui vi è una proposta di riformulazione. Onorevole Mollicone, accoglie la riformulazione? Chiede di intervenire, prego.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Sì, Presidente, soltanto per esprimere soddisfazione. Accolgo la riformulazione con l'auspicio che, insieme alla Presidenza e al Segretariato generale, lavoreremo per la realizzazione del museo di Montecitorio, vista l'importante collezione che abbiamo.

PRESIDENTE. Onorevole Mollicone, chiede di votarlo o no? Sì, va bene. Onorevole Messina, prego.

MANLIO MESSINA (FDI). Presidente, solo per sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/ 54 Mari come gruppo parlamentare, se fosse possibile.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/54 Mari vi è la sottoscrizione del gruppo di Fratelli d'Italia.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/56 Mollicone, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Collegio dei questori.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

Colleghi, si è così concluso l'esame degli ordini del giorno.

(Dichiarazioni di voto - Doc. VIII, n. 1 e Doc. VIII, n. 2)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sul Conto consuntivo che, per prassi, avranno luogo congiuntamente a quelle sul Progetto di bilancio. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Benedetto Della Vedova. Ne ha facoltà, prego.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Come componente politica +Europa voteremo a favore. Ringrazio il Collegio dei questori per il lavoro svolto e, come membro del Comitato per la comunicazione e l'informazione esterna, di cui lei è Presidente, voglio sottolineare due cose: l'ottimo lavoro che viene svolto sulla comunicazione e i progressi che sono stati compiuti anche di recente.

La Camera, grazie all'impegno dei servizi e dell'ufficio stampa, è sempre più accessibile, il sito è sempre più accessibile ai cittadini elettori e agli addetti ai lavori. Siamo ovviamente sulle piattaforme social, la trasmissione in diretta web tv sul canale satellitare è di buona qualità - salvo un punto su cui mi soffermerò tra poco -, anche sulle dirette delle Commissioni, oltre che degli eventi che hanno luogo nelle sedi della Camera.

Il lavoro di accessibilità e di fruibilità è positivo, realizzando il principio della pubblicità vera dei lavori di questa Camera e del Parlamento. Su questo occorre investire, lo dico ai Questori. In particolare, se noi vediamo quello che accade per le dirette degli altri Parlamenti, occorre investire anche sulla qualità delle riprese, magari superando un po' la timidezza della neutralità, cioè nessuna regia; se guardate quello che accade nelle dirette degli altri Parlamenti - Westminster, Francia e Germania - vedete che c'è un minimo di regia che rende meno asfittiche le immagini e più coinvolgente il seguire le sedute in diretta.

Infine, un altro punto che riguarda la comunicazione: si tratta della nuova sezione del sito della Camera: europa.camera.it. È stato fatto un lavoro sui materiali che già c'erano, ma che diventano realmente fruibili su tale sezione, che riguarda la fase ascendente della produzione normativa europea. Gli atti dell'Unione europea, i dossier che vengono prodotti dai Servizi della Camera e il materiale editoriale prodotto consentono, per chi lo voglia, anche dal sito della Camera, la possibilità di seguire i lavori del Parlamento europeo e delle Istituzioni europee per quanto riguarda, ripeto, la fase ascendente, cioè di produzione della normativa europea che poi ricadrà anche nell'ordinamento italiano.

Con queste considerazioni, ribadisco il voto favorevole della componente +Europa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. I documenti che sono all'attenzione dell'Aula quest'oggi vedono da parte del gruppo di Noi Moderati il parere favorevole, sia sul Conto consuntivo per l'esercizio 2022 che per il Bilancio di previsione per il 2023. E aggiungiamo a questi anche il giudizio positivo sul bilancio pluriennale 2023-2025, che è allegato al Bilancio di previsione. Noi diamo un giudizio positivo non solo perché sono strumenti contabili, ma in particolar modo per una serie di indirizzi che ci sono dietro i numeri, indirizzi di tipo politico.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA (ore 11,25)

ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)-M). Ringrazio il Presidente Fontana e il Collegio dei Questori per questo lavoro, per l'attenzione che è stata posta nei confronti di alcune tematiche, verso cui noi siamo particolarmente sensibili, alcune delle quali sono state ben scandite nella relazione che ha fatto il Questore Trancassini all'inizio della discussione e dell'approfondimento di questi documenti economico-finanziari. Il Questore Trancassini ha, infatti, utilizzato dei termini in cui ci rivediamo molto rispetto alla spesa delle risorse del bilancio della Camera: ha parlato di spendere meglio, spendere in modo appropriato ed efficace le risorse pubbliche, spendere bene. In sintesi, un termine: l'ottimizzazione delle risorse. Ci rivediamo in questi termini, perché noi non pensiamo che sia necessario evocare il termine “risparmio” giusto per darlo in pasto all'opinione pubblica o per fare qualche comunicato stampa in cui ci si fa vanto di risparmi indipendentemente da dove li si è fatti. Noi crediamo che sia necessario - e su questo ci batteremo sempre - tagliare gli sprechi, perché noi, su questo, siamo profondamente convinti che sia una responsabilità, quando si gestisce un'amministrazione importante come la Camera. Quindi, non tagli per annunci, ma tagliare per evitare gli sprechi.

Ma siamo anche per “investire”: tutto ciò che viene risparmiato, deve essere investito su due voci principali: il personale e i servizi a disposizione dell'attività parlamentare. Per quanto riguarda il personale, non possiamo non ringraziare i dipendenti dell'amministrazione Camera dei deputati, a cominciare dal Segretario generale e tutte le persone che si impegnano, che certe volte emergono poco ai nostri occhi, ma sappiamo il valore che hanno: i consiglieri parlamentari, i documentaristi, i segretari, gli assistenti parlamentari, anche gli autisti. Io credo che tutti noi beneficiamo della professionalità, della dedizione, della lealtà e della capacità dei dipendenti dell'amministrazione Camera dei deputati, caratteristiche che non sempre si trovano nella pubblica amministrazione. E bene abbiamo fatto ad aiutare chi oggi è in forza all'interno della Camera dei deputati, varando i concorsi. C'è chi ha visto questa iniziativa come una grande iniziativa portata avanti - questo è successo nella scorsa legislatura - quasi prefigurando una forma di lassismo da parte dei precedenti gestori della Camera rispetto alla volontà di fare i concorsi. Vorrei ricordare a chi ha fatto vanto di aver varato i concorsi nella scorsa legislatura, che c'è qualcuno che ha voluto attribuire il giudizio di casta ai dipendenti della Camera e che per decenni non si sono fatti concorsi alla Camera dei deputati perché c'erano dipendenti della Camera che venivano inseguiti dalle telecamere, che dovevano rendere conto dei loro stipendi. Questa è stata un'ulteriore barbarie a cui abbiamo assistito (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE)!

In quel caso si parlava di casta, ma, improvvisamente, quando ci si è resi conto dell'inefficienza che si generava senza fare concorsi, quando ci si è resi conto che era necessario iniettare risorse umane all'interno della Camera, allora improvvisamente si sono fatti i concorsi e chi li ha fatti è diventato un eroe. No, chi li ha fatti è stato reo, quando, nel passato, senza conoscere l'amministrazione Camera, ha individuato i dipendenti di quest'amministrazione come se fossero componenti della casta. Finalmente, venendo al contatto con la realtà, ci si è, invece, resi conto dell'alta professionalità e finalmente abbiamo dato vita a queste iniziative.

Ed è anche venuta a cadere quella strana protezione intorno ad alcuni termini. Come, ad esempio, finalmente, si è varato anche il concorso per gli autisti. Infatti, io credo che quando si parla di servizi a disposizione della Camera, dei parlamentari e di questa istituzione, si devono considerare tutti i servizi. Tutto è a supporto, affinché funzioni bene l'amministrazione della Camera dei deputati.

Così com'è giusto, con alcuni ordini del giorno, essere intervenuti sui numerosi dipendenti che operano all'interno della Camera per conto di società esterne. Ho ascoltato le parole del Questore Trancassini sul tema della società in house. Magari non è lo strumento migliore, ma certamente è un intelligente strada per cercare di dare la giusta dignità, da un punto di vista dello stipendio e dei diritti lavorativi, a chi oggi è dipendente delle aziende e lamenta condizioni di lavoro e stipendiali non adeguate. E qua si inserisce all'ordine del giorno a mia firma, che reputo molto importante, perché ci sono dipendenti di società esterne, in quest'amministrazione, che, quando incontriamo e quando si relazionano con i parlamentari, tutti pensiamo che siano dipendenti della Camera per la loro competenza e per la loro professionalità, mi riferisco a chi svolge attività amministrative. Allora io avevo proposto un'assunzione, magari in modo improprio, perché, giustamente, mi è stato fatto rilevare che lo strumento è inappropriato, ci sono delle procedure, ci mancherebbe altro, ma l'istinto di voler inglobare all'interno dell'amministrazione chi oggi svolge le funzioni in modo veramente identico ad altri dipendenti mi ha portato, probabilmente, a una soluzione - che meglio è stata corretta dal Collegio dei Questori e poi votata dall'Ufficio di Presidenza - che è quella di includere questa categoria di dipendenti esterni all'interno del processo di definizione della società in house: un percorso che, anche in questo caso, restituisce dignità e stabilità a chi contribuisce, al pari di altri, all'attività della Camera dei deputati.

Io credo che sia molto importante il tema dei servizi a sostegno della nostra quotidianità e dei nostri lavori. Penso allora che l'ordine del giorno sulla dotazione minima ai gruppi parlamentari, che ha presentato l'onorevole Romano, ridefinito con riformulazione dall'Ufficio di Presidenza, sia una strada giusta per cercare di dare quegli strumenti necessari ai gruppi per operare nell'interesse della collettività.

Come Noi Moderati, abbiamo un obiettivo: infrastrutturare e sostenere l'attività dei gruppi attraverso risorse e strumenti che ci possano far lavorare bene, come, ad esempio, gli uffici legislativi, che, dal nostro punto di vista, possono contribuire, insieme ai funzionari dell'amministrazione della Camera e alle Commissioni, a fare delle leggi valide e buone per i cittadini.

Così come ci sembra molto importante il tema dell'equiparazione, presente nell'ordine del giorno Lupi, della Camera al Senato. Oggi, ancor di più che in passato, abbiamo reso identico il corpo elettorale del Senato a quello della Camera. Il nostro è un sistema democratico bicamerale perfetto, non si capisce perché ci debbano essere distinzioni fra Camera e Senato e crediamo che su questo si debba lavorare molto per far tornare la Camera ai livelli di autorevolezza a cui siamo sempre stati abituati nel passato. Così come l'ordine del giorno del collega Bicchielli sul tema degli spazi. Noi, nella scorsa legislatura, abbiamo votato contro il taglio dei parlamentari e rivendichiamo quella scelta, perché vediamo oggi tutti i limiti che, purtroppo, tale scelta ha determinato. Ma crediamo che, se vi sono spazi in più conseguenti a quella scelta, debbano essere utilizzati proprio in ragione della necessità di lavorare nel migliore dei modi.

Io penso, Presidente, e mi avvicino alla conclusione, se pure molti altri sarebbero i temi da affrontare, che dobbiamo uscire da questa posizione in cui abbiamo timore di fare qualsiasi scelta. Con autorevolezza e con decisione - e su questo so che il Presidente Fontana è convinto ed è garante - dobbiamo far ritornare la Camera dei deputati ai livelli di autorevolezza e di considerazione del passato. Questo è un ambiente dove i cittadini non ci criticheranno mai, se le risorse vengono spese bene, e se vengono spese risorse che danno dei risultati che migliorano la loro vita e la qualità della vita delle loro famiglie e delle imprese dove lavorano. E quindi credo che insieme - anche se so che questo appello non verrà accolto, visto il clima che ho ascoltato durante gli ordini del giorno - dobbiamo lavorare affinché questa istituzione, che è il luogo della democrazia, torni ad essere attrattiva, autorevole e un orgoglio per gli italiani. Lo sarà se lavorerà bene, attraverso la qualificazione e il sostegno del personale e dei servizi a supporto dell'amministrazione e dei parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, Presidente. Colleghi Questori, colleghe e colleghi, noi voteremo a favore del Conto consuntivo per il 2022 e del Progetto di bilancio presentato dal Collegio dei questori. Ovviamente, un dato positivo è il fatto che da molti anni ormai c'è una tendenza al risparmio da parte della Camera dei deputati - quest'anno ben 317,2 milioni -, dopodiché vogliamo, però, ricordare che i costi della Camera dei deputati sono i costi della democrazia.

Questo è il luogo nel quale siedono i rappresentanti del popolo sovrano del nostro Paese, che sono chiamati - diciamo così - a prendere delle decisioni fondamentali per il destino e il futuro del nostro Paese. La democrazia ha un costo - lo voglio ricordare – e, quindi, maggiore è l'efficienza di questa Camera, maggiore è la possibilità dei singoli deputati e delle singole deputate di svolgere il loro lavoro e maggiore è il risultato positivo per il Paese.

Per questo, non sempre il risparmio è un valore. Non misuriamo la capacità della Camera di interpretare i bisogni del Paese e di trovare delle soluzioni da quanti soldi si risparmiano, ma da quante leggi e da quante soluzioni si trovano per risolvere i problemi dei cittadini.

Dico questo perché, qualche tempo fa, la scorsa legislatura, si è proceduto al taglio dei parlamentari e io credo che sia stato un grandissimo errore (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra); io credo che quella diminuzione dei deputati abbia rappresentato una minore rappresentanza del Paese in quest'Aula e che abbia diminuito l'efficienza del Parlamento e della Camera dei deputati, per affrontare i problemi.

Dopodiché, sul risparmio, peraltro abbastanza piccolo, dovuto al minor numero di deputati, io penso che dobbiamo lavorare, perché è del tutto evidente che, mantenendo intatte le funzioni della Camera, grazie a Dio, mantenendo inevitabilmente in campo il numero delle Commissioni e delle Commissioni bicamerali, oggi è evidente che il deputato debba avere a disposizione maggiori servizi.

Non si tratta, cari amici e care amiche, colleghi e colleghe, delle indennità o dei vitalizi, ma della possibilità di lavorare qui dentro. I deputati e le deputate devono avere servizi, devono avere collaboratori. Si deve far riferimento ai colleghi degli altri Paesi europei. Io faccio semplicemente un esempio: in Germania ogni deputato gode di un servizio legislativo eguale a quello di un gruppo parlamentare; ripeto: ogni deputato e ogni deputata. Per svolgere la complessità delle funzioni che dobbiamo svolgere, per onorare l'incarico che i cittadini ci hanno voluto concedere è necessario che ci siano date le possibilità: collaboratori e spazi adeguati a quello che dobbiamo fare. Ci troviamo - lo dico al Presidente e ai colleghi Questori - in una situazione quasi identica a quella della legislatura precedente per quanto riguarda i servizi e gli spazi assegnati ai singoli deputati e alle singole deputate. Così non va.

Permettetemi di ringraziare i dipendenti della Camera, dal Segretario generale a tutti gli altri, gli assistenti parlamentari, i documentaristi e i consiglieri parlamentari, che davvero ci permettono, tante volte, di ovviare a questa mancanza di servizi e di possibilità di svolgere il nostro mandato. Proprio la loro abnegazione, la loro voglia di partecipare e di sentirsi parte di una causa comune, ci permette di lavorare. Io li voglio ringraziare davvero tutti.

Penso che abbiamo fatto qualche passo in avanti anche con l'approvazione degli ordini del giorno che sono stati presentati. Mi riferisco a quello sulla possibilità di valutare se la società in house possa essere uno strumento giusto perché - lo voglio ricordare e già l'ho detto - queste lavoratrici e questi lavoratori ci permettono, anch'essi, di svolgere la nostra funzione e non è possibile che debbano continuare a vivere con stipendi sottopagati, sotto la soglia di povertà. Non è accettabile perché abbiamo bisogno anche di loro - e soprattutto di loro - per svolgere il nostro mandato.

Ecco, questi sono i punti importanti. Dopodiché, ritengo che dobbiamo fare un passo in avanti, dobbiamo fare in modo che la Camera dei deputati diventi un esempio di efficienza e di efficacia, perché i cittadini e le cittadine ci chiedono questo. Non ci chiedono di risparmiare 1.000 lire, non ci chiedono di risparmiare 10 euro, ci chiedono di fare bene il nostro lavoro, di arrivare alla soluzione dei problemi e di indicarli davvero, e credo che questo sia l'obiettivo che, nel prossimo bilancio, in questa legislatura, Presidente, ci dobbiamo porre.

Dopodiché, è chiaro che alcune questioni vanno anche armonizzate con il Senato della Repubblica. Voglio fare un esempio: per rapporti e per accordi tra le due Camere - lo voglio dire anche ai colleghi 5 Stelle perché, siccome sono molto appassionati della vicenda dei vitalizi, è bene che studino le cose fino in fondo -, se un deputato è in carica per due legislature alla Camera e per una al Senato, il suo vitalizio viene pagato dal Senato, secondo le modalità e le regole del Senato. Viceversa, se una persona viene eletta due volte senatore e poi magari deputato, viene pagato dalla Camera dei deputati, secondo gli accordi intercorsi tra le due Camere. C'è un piccolo problema: a fine anno bisogna fare le compensazioni, cari colleghi. Ciò significa che la Camera, per colui che è stato deputato per due legislature e poi senatore, a fine anno, dovrà dare i soldi al Senato in base alle regole del Senato. Quindi, noi abbiamo due tipologie di persone che prendono il vitalizio: quelli che sono stati anche senatori e vengono pagati dal Senato, percependo un vitalizio pieno secondo le regole del Senato e quelli che non sono stati senatori. Ma, allora, questi problemi devono essere risolti o no? O facciamo finta di niente, perché ci piace soltanto parlare dal microfono al Paese, con un eccesso di populismo che giustamente più di qualcuno qui ha criticato?

È necessario affrontare i problemi per quello che sono, per cercare di rendere la nostra istituzione moderna e per fare in modo che torni ad essere rispettata dal Paese. Ricordo un tempo nel quale la parola “onorevole”, non soltanto era un titolo onorifico del quale i deputati e le deputate si potevano fregiare, ma era un titolo che veniva riconosciuto anche dal Paese, dalle persone, dai cittadini e dalle cittadine. Ecco, noi dobbiamo tornare a quel tempo, per far sì che coloro che rappresentano il Paese in quest'Aula siano stimati. Per fare questo è necessario che aumentiamo le nostre competenze e la nostra capacità di lavorare e di produrre leggi.

Da questo punto di vista, spero insomma che ci sia anche un'inversione di tendenza rispetto a quello che sta accadendo in questi anni: non è possibile porre 25 volte la fiducia; non è possibile che un Governo ci impedisca di svolgere il nostro lavoro presentando emendamenti - e vado a concludere - in modo continuativo quando discutiamo i nostri provvedimenti, senza soluzione di continuità. Questo non aiuta il Parlamento.

Dobbiamo ricostruire la dignità di questo luogo e lo dobbiamo fare ovviamente partendo da noi stessi; prima di tutto, avendo stima di noi stessi. Questa è una delle battaglie che, secondo me, dobbiamo fare.

Credo che ci sia la possibilità che questa legislatura possa arrivare a centrare questi obiettivi per noi importanti e, quindi, è con fiducia che votiamo il Progetto di bilancio della Camera (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sottanelli. Ne ha facoltà.

GIULIO CESARE SOTTANELLI (A-IV-RE). Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo al posto del collega Giachetti, membro dell'Ufficio di Presidenza, che, purtroppo, ha avuto un piccolo incidente. A lui auguriamo una pronta guarigione: che possa tornare qui con noi il prima possibile (Applausi).

Oggi siamo chiamati a esprimere il nostro voto sul documento di bilancio contenente il conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2022, il progetto di bilancio per l'anno 2023 e l'allegato al bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025.

Per quello che concerne il primo documento, va sottolineato, come già emerso in fase di discussione con la relazione del Questore e collega Paolo Trancassini e dalle parole degli altri colleghi intervenuti, che il dato principale è l'avanzo di amministrazione di 317 milioni di euro per l'anno 2022, ottenuto dai risultati di gestione di competenza e dalla cancellazione dei residui attivi e passivi dei bilanci precedenti, così da portare a un incremento di 33 milioni rispetto all'anno precedente. Un lavoro di contenimento che, quindi, ha rispettato le stime e le valutazioni previste dalle previsioni di spesa e, in alcune voci, anche oltre le previsioni.

Nel dettaglio, la gestione di competenza per il 2022 si è chiusa con un avanzo di 18,2 milioni, scaturito soprattutto dalla fine anticipata della legislatura e in base al numero dei deputati, che era di 630, calcolato per tutti i 12 mesi. Risultano in linea con quanto era già stato fatto negli anni precedenti le somme impegnate, che corrispondono al 96,84 per cento della previsione di spesa, che sono frutto di una gestione rigorosa ed attenta, che ha dovuto reagire anche alle difficoltà emerse con l'emergenza pandemica, permettendo, comunque, agli organi della Camera di continuare ad eseguire i propri compiti. Un risultato da ritenersi, dunque, oggettivamente - perché sono i numeri che lo dimostrano - e decisamente positivo. La Camera chiude, nel 2022, con 18,2 milioni di attivo ed è un risultato importante, se si considera che, nel 2022, sono stati spesi ben 17,8 milioni di euro per acquistare dall'INAIL l'immobile di Castelnuovo di Porto e per realizzare il collegamento stabile con il complesso di Vicolo Valdina, una parte di spesa in conto capitale su cui tornerò anche dopo, che, quindi, non si ripeterà nei prossimi anni, consentendo risparmi sui canoni di affitto che non saranno più pagati.

Passando, invece, al documento del bilancio di previsione 2023 e del triennio 2023-2025, il primo dato che emerge è che si mantiene la giusta attenzione in termini di monitoraggio sulla gestione delle risorse, con un totale di spesa previsto, per il 2023, pari a 970 milioni, 20,7 milioni in meno rispetto alla previsione 2022.

Vi è una riduzione della spesa per il funzionamento, nel 2023, di 32,4 milioni in meno rispetto al 2022 - una riduzione della spesa per i deputati dovuta al numero inferiore dall'inizio di questa legislatura e una riduzione per il personale dipendente -, ma, al tempo stesso, ci sono aumenti di spesa dovuti a elementi generali che riguardano tutto il Paese che, per esempio, determinano un aumento dei prezzi per beni e servizi che sono necessari al funzionamento della Camera o altri aumenti che sono, invece, stati determinati con apposte decisioni, come la nuova disciplina relativa ai collaboratori parlamentari.

Proprio per questo, per l'allinearsi tra alcune riduzioni e incrementi di voci di spesa e per cause diverse, la dotazione contenuta nel bilancio, sottoposto al voto di quest'Aula, resta la stessa e consiste in 943 milioni di euro, per ciascun anno del triennio 2023-2025, importo stabilito per il 2013, a seguito di una riduzione di 50 milioni annui, e rimasto sempre stabile per tutti gli esercizi successivi.

Questo equilibrio tiene conto del fatto che, per il triennio, si registra un andamento crescente della spesa e una tendenza alla diminuzione della spesa di funzionamento che portano a un avanzo di amministrazione, al termine del triennio, di 291 milioni di euro, con cui si possa far fronte, in modo adeguato e consistente, a garantire l'autonomia finanziaria della Camera dei deputati, anche a fronte di esigenze di carattere straordinario e, quindi, a coprire spese oggi non prevedibili.

Scorrendo rapidamente e in maniera più generale le principali voci contenute nel progetto di bilancio, oltre alla riduzione della spesa per il 2023, dovuta ai minori oneri di indennità e ai rimborsi dei deputati, sulla spesa del 2025 incidono anche gli effetti che scaturiscono dal contenimento in materia di indennità parlamentare, di rimborso delle spese di soggiorno e di rimborso dell'esercizio del mandato, contenimento che è stato prorogato dall'Ufficio di Presidenza per evitare l'aumento di 29 milioni di euro che ci sarebbe stato.

Si riduce, per il 2023, di 4,8 milioni, rispetto al 2022, anche la spesa per il personale dipendente, che ridurrà di ulteriori 1,8 milioni nel 2024 e 7,1 milioni nel 2025. Approfitto qui per ringraziare il lavoro che, quotidianamente, tutto il personale della Camera fa per consentire che i lavori nostri, dell'Aula e di tutte le Commissioni vadano nel migliore dei modi possibili (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

La spesa per l'acquisto di beni e servizi aumenta di 4,2 milioni per l'intera categoria e resta, tuttavia, contenuta, considerato il fatto che l'incremento è dovuto all'aumento della spesa specifica di energia elettrica e gas, nella fattispecie pari a 4,6 milioni. C'è, poi, la spesa in conto capitale, con incrementi per interventi straordinari che sono stati realizzati sugli impianti di areazione nelle sale di Montecitorio e nelle aule delle Commissioni e per l'adeguamento, soprattutto, degli impianti di sicurezza nell'edificio di Castelnuovo di Porto che, come dicevo prima, è stato acquistato dalla Camera nel 2022.

Potremmo passare ore ad analizzare le singole voci del progetto di bilancio, sul buon lavoro di contenimento delle spese e, al tempo stesso, di mantenimento dei livelli qualitativi dei servizi, resi anche attraverso alcuni aspetti della riorganizzazione, cosa che è stata fatta anche per la redazione e successiva presentazione degli ordini del giorno che i singoli gruppi parlamentari hanno elaborato in un'ottica di mantenimento di efficienza e di autonomia finanziaria della Camera dei deputati. Per tutti questi motivi, il voto di Azione-Italia Viva sarà favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Patriarca. Ne ha facoltà.

ANNARITA PATRIARCA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Colleghi deputati, dalla lettura dei due documenti relativi al conto consuntivo dell'anno 2022 e al progetto di bilancio della Camera per l'anno 2023 il giudizio non può essere che positivo. Entrambi, infatti, proseguono nel solco di oculata amministrazione e di riduzione delle spese che la Camera dei deputati persegue costantemente e progressivamente da oltre un decennio.

Com'è già stato sottolineato dai Questori nelle loro relazioni, il consuntivo 2022 si è chiuso con un avanzo positivo di 18,2 milioni di euro, dato ancor più rilevante, se si tiene conto che, nel corso dell'anno precedente, la Camera ha dovuto effettuare una spesa straordinaria di circa 17 milioni di euro per l'acquisto di un immobile a Castelnuovo di Porto da adibire ad archivio per la conservazione delle schede elettorali. Ulteriore avanzo di amministrazione è stato prodotto, sempre nell'anno 2022, a seguito della cancellazione dei residui attivi e passivi provenienti dai bilanci precedenti.

Il progetto di bilancio 2023, come detto, mantiene invariato il trend di contenimento dei costi, come dimostra il dato della spesa totale stimata in 970,8 milioni di euro, che risulta inferiore a quella del 2022. Risultato niente affatto banale e tanto meno scontato, perché, nel corso di quest'anno, si registrano fenomeni che inducono a un aumento, anche considerevole, di alcune voci di spesa, quali l'aumento dei costi per le materie prime e l'energia, la generale spirale inflazionistica che, purtroppo, connota la nostra economia.

Nonostante questi fattori, come detto, le spese della Camera non aumenteranno e, addirittura, nel 2023 si tagliano traguardi importanti, come quello dei 10 anni nei quali la dotazione che lo Stato eroga annualmente alla Camera è rimasta invariata - 943 milioni di euro - e rimarrà invariata anche negli anni 2024-2025 a seguito di una delibera adottata dall'attuale Ufficio di Presidenza.

Altra costante che merita di essere citata è il mancato adeguamento, previsto per legge, dell'indennità dei deputati per il diciassettesimo anno consecutivo.

Anticipando già che Forza Italia, come, del resto, ha sempre fatto, voterà a favore sia del consuntivo che del bilancio preventivo, mi fermo con l'analisi specifica dei documenti al nostro esame per provare ad ampliare l'orizzonte della riflessione. Il bilancio della Camera non è e non deve essere un documento politico, in cui ci si divide tra maggioranza e opposizione oppure si prova ad assumere rendite di posizione.

Ciò detto, l'esame del bilancio della Camera può e deve essere il luogo per svolgere anche considerazioni, queste sì, di respiro politico. Dal 2011, per un complesso di motivazioni che attengono alla politica ma anche al ciclo economico, si è avviata una fase, che prosegue fino ad oggi, di costante e progressiva riduzione della spesa da parte della Camera dei deputati. Si è passati dal miliardo e 108 milioni di spesa totale del 2011 ai 970 milioni, che ho citato poc'anzi, e, in poco più di un decennio, possiamo dire che la Camera ha tagliato circa 200 milioni di spesa totale. Da quando il bilancio è stato riformulato nella sua struttura, un dato ancora più indicativo è la spesa per il funzionamento: nel 2019 era di 626 milioni; per il 2023 si prevede che sarà pari a 491 milioni, per scendere ulteriormente a 433 milioni nel 2025.

Ma il taglio della spesa in sé rappresenta un dato positivo a prescindere, una sorta di valore assoluto? Se ci uniformiamo al mood populista di questi anni, la risposta è sì. La risposta che, invece, mi sento di dare è: dipende. La riduzione della spesa è giusta, anzi doverosa, dove c'è esubero e spreco. Probabilmente, in quel miliardo e 100 milioni del 2011 c'erano voci di bilancio che potevano e dovevano essere snellite ed è stato giusto farlo. Non è giusto, invece, tagliare quando l'esubero non c'è, perché in quel caso si rischia di intaccare la qualità e l'efficienza dell'azione politica. Da questo punto di vista, pur avendo piena fiducia nel Collegio dei questori e nell'Ufficio di Presidenza, se guardo il lato delle spese di funzionamento, in continuo calo, qualche domanda è necessaria. Se confronto la voce di spesa per il personale dipendente del 2008, pari a 226 milioni, e quella del 2023, pari a 169 milioni, che si ridurranno a 160 nel 2025, qualche preoccupazione rimane.

Bisogna, sì, essere chiaramente consapevoli di quel che si può e si deve razionalizzare, senza, però, incorrere in un ingiustificato senso di colpa per i temi relativi all'amministrazione e alla gestione dell'istituzione parlamentare e della politica in generale. Bisogna avere il coraggio di dire che se si continua a tagliare c'è il rischio di intaccare la carne viva della democrazia e il suo ruolo di tutela delle libertà individuali e collettive. Non è un confuso pauperismo il nostro modello di riferimento, ma una razionale e ragionata analisi delle spese, che si ottiene, anzitutto, con lo studio e non con gli slogan. Forza Italia, con specifici ordini del giorno, alcuni dei quali ritirati, ha voluto provare a suscitare qualche riflessione. Penso al contributo ai gruppi parlamentari, fermo ormai da diversi anni, perché i gruppi sono il cuore pulsante dell'attività parlamentare e, poiché siamo in una situazione nella quale le strutture partitiche sono sempre più fluide, i gruppi sono anche il perno dell'attività politica. Dunque, non può essere considerato uno scandalo anche solo riflettere sulla possibilità di una variazione in aumento di questo contributo, in un'ottica di efficiente valorizzazione di qualità e competenze che esistono nei gruppi. Dico questo in forza di due dati, di cui il primo è la trasparenza. Da diversi anni, i bilanci dei gruppi parlamentari sono pubblici, allegati al bilancio della Camera e pubblicati sul sito istituzionale. Quindi, chiunque può controllare e leggere come sono state utilizzate le risorse messe a disposizione dei singoli gruppi. L'altro dato riguarda l'avanzo di amministrazione con cui ogni anno si chiude il bilancio, che è intorno ai 300 milioni, a seconda degli anni.

Altra questione, che è stata posta con un ordine del giorno dei deputati di Forza Italia in Ufficio di Presidenza, riguarda l'adeguamento delle indennità parlamentari o, meglio, il loro agganciamento allo stipendio dei magistrati di Cassazione. È un adeguamento previsto da una norma di legge che, dal 2006, è stato congelato, provocando un divario significativo non tanto nei numeri quanto nel suo significato politico e istituzionale. È un divario che mortifica la dignità del ruolo dei parlamentari quali rappresentanti e custodi della volontà popolare sovrana e componenti della massima Assemblea legislativa del Paese. Quella che per principio, nel 2006, era nata come una sospensione temporanea de facto, si è via via trasformata, cristallizzandosi secondo il dogma del populismo pauperista, in una sospensione de iure. Dunque, una cesura che non ha fondamenti e che lede l'autonomia e l'indipendenza del massimo organo della Camera, che è, appunto, l'Ufficio di Presidenza.

Se è vero allora, come sentenziava Abramo Lincoln, che la demagogia è la capacità di vestire le idee minori con parole maggiori, dobbiamo prendere atto che tanto le idee quanto le parole, in questo caso, hanno dato prova di avere un deficit di rappresentazione della realtà, perché è profondamente errato e altrettanto ingiusto farne una questione economica, come pure le furiose campagne stampa di quell'epoca si affrettarono subito a cavalcare.

Ma è lo spirito di autoafflizione da cui dobbiamo liberarci, un sentimento di punizione che la classe politica si infligge da troppi anni, quasi che occuparsi della cosa pubblica fosse vissuta come una colpa da espiare e non già, come i grandi testi di scienza politica e di filosofia del diritto insegnano, quale la più alta aspirazione di ogni cittadino libero. Noi siamo per una scelta di rigore e di risparmio che, però, non intacchi la qualità del lavoro parlamentare e la dignità della funzione parlamentare.

Chiudo, colleghi, con un tema che forse avrebbe meritato un ordine del giorno, ma che mi limito a sottoporre, in sede di dibattito, ai Questori e all'Ufficio di Presidenza. La comunicazione della Camera, il suo ufficio stampa, dovrebbe essere più presente nel contrastare le fake news che quotidianamente emergono in danno dell'istituzione Camera dei deputati, anche eventualmente costituendo un'apposita sezione all'interno dell'ufficio stampa. Faccio due esempi: il primo è la gazzarra mediatica orchestrata in merito all'attribuzione dell'indennità di funzione ai presidenti di gruppo, una misura che per la Camera è a costo zero; l'altro esempio riguarda la polemica, che c'è stata a novembre, sulla razionalizzazione di due voci riguardanti le spese di cancelleria e quelle informatiche dei deputati. Anche in quel caso non si verificò alcun aumento di spesa, eppure si parlò, per giorni, di regalo di Natale che i deputati si erano fatti, tramite i Questori. Nulla di più falso (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE)!

Concludo, Presidente. In questi casi oltre ai deputati, che vogliono chiarire o partecipare al dibattito, dev'essere l'ufficio stampa della Camera a intervenire, anche sui canali social, per ribattere, colpo su colpo, a quelle che sono notizie totalmente infondate, a tutela del Parlamento. Concludendo, ribadisco il voto favorevole del gruppo di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Traversi. Ne ha facoltà.

ROBERTO TRAVERSI (M5S). Grazie, Presidente. Oggi trattiamo il progetto di bilancio che l'Ufficio di Presidenza presenta all'Assemblea e, più in generale, la gestione finanziaria della Camera. Ringrazio, innanzitutto, i Questori per il lavoro svolto, in particolare Filippo Scerra e tutti i colleghi che hanno dato dei contributi anche in questa sede, oggi. Sono tutti interventi che, com'è giusto che sia, hanno arricchito il dialogo di questo consesso, perché questa - ricordiamolo sempre - non è solo la nostra casa, ma è la casa di tutti gli italiani. Per utilizzare un termine del diritto privato che mi è caro, questa casa, ovviamente, va preservata, tutelata e soprattutto amministrata con la diligenza del buon padre di famiglia, come faremmo in qualunque nostra casa.

Prima di ogni considerazione, però, non possiamo non ricordare quello che c'è stato fino a oggi, perché la correttezza e il rigore di questa gestione è inevitabile che arrivi da quella precedente e rispettosa, nei confronti della quale, almeno in questa fase, riscontriamo moltissimi punti di continuità. Ricordo che il Presidente Roberto Fico, che ringrazio per l'immenso e costruttivo lavoro svolto nella scorsa legislatura, a fine mandato, dichiarò che era di 300 milioni di euro la quota di risparmio valutata in quel quinquennio e, complessivamente, mezzo miliardo nelle due ultime legislature, cifre che sono significative e che dimostrano un impegno costante rivolto al contenimento dei costi e alla lotta agli sprechi da quando è entrato nelle istituzioni - lasciatemelo dire - il MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La definiamo una piacevole coincidenza.

Si consideri bene, però, che ciò è avvenuto senza tralasciare i necessari investimenti, per rendere il Parlamento sempre più al passo coi tempi, superando addirittura l'enorme sfida della pandemia. Ricordiamo cosa ha significato, anche per questo emiciclo, la pandemia. Sì, mi sto proprio riferendo a quel periodo attraversato dal Paese. Chi era al Governo allora lo salvava e provava ad attuare, nel modo migliore possibile, misure eccezionali, assumendosi tutte le responsabilità del caso e facendolo a testa alta, contribuendo tra l'altro, dopo estenuanti trattative, a portare quelle immense risorse che oggi potrebbero rappresentare, per noi, un vero punto di svolta, una svolta storica se si sarà naturalmente capaci di utilizzarle.

Come se non bastasse, in quell'esercizio, quando si fecero numerose manovre di bilancio e mettendo anche i nostri bilanci in crisi per ovvi motivi, bisognava anche rispondere, però, a un'opposizione che era roboante, che soffiava davvero sulle paure delle persone, che allora erano terrorizzate, e che diceva tutto e il contrario di tutto e che oggi pretende addirittura rispetto perché non si denuncino le responsabilità latenti per le scelte politiche, mosse solo dal furore ideologico e che lasceranno tantissimi cittadini nella disperazione.

Ricordo tutto questo perché naturalmente la pandemia ha influito molto anche sui bilanci per adeguare la Camera al fine di farci lavorare in sicurezza. Ancora oggi ringrazio tutto il personale che è stato ammirevole in quel momento per assisterci (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Nonostante questo, quindi nonostante un aggravio di spesa importante, i tagli alle spese sono stati ugualmente davvero straordinari. Allo stesso tempo, arrivavano in questo consesso nuove energie, nuovi ingressi. Sono entrati a Montecitorio i vincitori di vari concorsi, tra cui i consiglieri specialisti in informatica, e altri e, a seguire, ancora altri ne arriveranno, come abbiamo votato ieri in Ufficio di Presidenza.

Più nel dettaglio, ricordo quindi che la dotazione della Camera, che nel 2012 era pari a 992 milioni di euro, nel 2013 è stata ridotta a 943 milioni di euro, ammontare che poi è stato mantenuto per tutti gli anni successivi e confermato anche per il triennio in esame. Ciò significa che la Camera ha operato, per tutti questi anni, con un ammontare di risorse predefinito e costante indipendentemente dalle esigenze e dalle difficoltà derivanti dalla congiuntura economica di volta in volta attraversata. Com'è stato possibile rendere virtuosa quest'amministrazione? È necessaria una visione che abbia come fari l'ottimizzazione della spesa della Camera, la prospettiva di accrescere il livello qualitativo e anche quantitativo dei servizi offerti a supporto dell'attività dei parlamentari, l'esigenza di mantenere un adeguato avanzo di amministrazione, la capacità di far fronte a maggiori oneri dovuti all'inflazione per il funzionamento dell'istituzione nel suo complesso.

Cosa ha inciso in modo particolare e di cosa va dato merito per arrivare a ottenere questi risultati? Questi risparmi sono arrivati grazie al taglio dei parlamentari che la stampa ha ovviamente etichettato in questi mesi come inutile - strano davvero vi sembrerà, a me no - perché non avrebbe prodotto alcun risparmio. Parliamo a regime di oltre 50 milioni di euro ogni anno. Sono niente per voi? Dovreste andarlo a spiegare ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), soprattutto a quelli che sono andati di corsa al referendum a dare il loro giudizio incondizionato su questa modifica. Ancora oggi, parrebbe, si vorrebbe tentare di tornare indietro.

Altro risparmio consistente, che ha permesso di contenere i costi e dunque ha salvaguardato la dotazione è il blocco dell'adeguamento delle indennità. Oggi comporta un risparmio di circa 30 milioni di euro all'anno.

Altro punto che ricordo è l'accantonamento delle risorse per i vitalizi degli ex parlamentari, ricalcolati in maniera più equa nella passata legislatura dalla delibera Fico. L'accantonamento a bilancio è pari a 17 milioni di euro l'anno e la somma quindi di queste tre componenti che ho ricordato porta a 100 milioni di euro, solo per fare un passaggio veloce.

Abbiamo dato un buon contributo con gli ordini del giorno, quest'oggi. Iniziamo un po' dagli altri e ci ritroviamo a dover contrastare ancora la speranza di qualcuno di ottenere magari i vitalizi - film già visti in Senato - e l'aumento delle nostre indennità, che si ripropone puntualmente appena possibile, l'aumento della possibilità di fregiarsi di più collaboratori, magari come si voleva fare con i capigruppo a spese della collettività, oppure l'aumento dei fondi del gruppo. Le abbiamo sentite anche oggi, in Aula, queste cose.

Un tema di grande rilievo è quello della destinazione di eventuali risparmi registrati nel bilancio della Camera alla ricostruzione dei territori e al sostegno delle popolazioni colpite dagli eventi alluvionali del maggio scorso. Lodevole, ovviamente l'abbiamo condiviso, ci mancherebbe. Ma non è una novità per noi, perché l'abbiamo sempre fatto con le nostre restituzioni, talvolta inviate direttamente alla Protezione civile per le crisi in atto.

Un altro tema in dibattito è l'affidamento in house, anche se dopo la discussione di oggi c'è ancora più confusione. Nell'Ufficio di presidenza è stato presentato, poi siamo tornati un po' indietro, poi, alla fine, visto che c'erano alcune critiche, si è detto di voler fare una sorta di commissione. Si voleva votare e si è votato oggi al buio o, addirittura, con un ulteriore passo indietro del Questore che ha detto che, forse, non si intendeva decisamente in house. Peccato che, appunto, l'abbia scritto. Insomma, è stato chiesto un voto su una cosa inutile sulla quale potevamo al limite anche procedere da soli in Ufficio di Presidenza. In questo contesto, ovviamente, il metodo, senza entrare nel dettaglio. Sentendo dire che questa proposta nasce per eliminare certe paghe da fame, mi domando: ma voi siete gli stessi che questa settimana avete tolto il reddito di cittadinanza e soprattutto allontanato il salario minimo dalla discussione di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Ma vogliamo essere seri?

Le nostre proposte sono state tutte accettate e siamo molto contenti perché raccontano un po' chi siamo e le rivendichiamo con forza. Mi riferisco al mantenimento delle delibere dell'Ufficio di Presidenza della scorsa legislatura che hanno portato tutto quanto dicevo in premessa, cioè alla conferma del blocco degli stipendi che andrebbero equiparati ai magistrati con funzioni di presidenti di sezione della Corte di cassazione, anche questa bloccata, alla riduzione del consumo della carta negli atti, anche quelli relativi al ristorante, con l'utilizzo del QR code, all'installazione di distributori di acqua potabile e all'acquisto di energia elettrica da fonti rinnovabili certificate. Anche riguardo a questo, sono 15 anni che parliamo di energie alternative, non c'era bisogno dell'arrivo di una guerra improvvisa al nostro fianco per renderci conto che qualcosa in questo Paese è stato sbagliato. Continuiamo anche con altre proposte, che possono riguardare la creazione di uno sportello antiviolenza di genere nelle sedi della Camera, spazi da dedicare al parcheggio delle biciclette, l'eventuale posto per poter consumare pasti per i dipendenti che li portano da casa, un piano per la mobilità, come abbiamo cercato di fare nelle nostre città quando eravamo al Governo, quando anche io ero al Governo e ho avuto l'onore di ricoprire quel ruolo per il nostro Paese. Ricordo anche l'accesso dei figli minori, che prima abbiamo ottenuto, all'interno della Camera e adesso sarebbe utile anche avere spazi per l'allattamento, non solo per le deputate, naturalmente, ma anche per gli ospiti e i dipendenti, le piattaforme di digitalizzazione, la diagnosi energetica di Montecitorio e lascio appositamente per ultima la proposta di prosecuzione delle iniziative di natura artistica e divulgativa relative al contrasto alle mafie. È stata molto bella quella che abbiamo ospitato perché, dopo la mostra A testa alta, raccontare con un volto la storia di quegli uomini e di quelle donne che si sono dedicati allo smantellamento, anche culturale, del fenomeno mafioso, in questa casa è fondamentale. Questi siamo noi, no alle mafie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), no agli sprechi, sì all'energia pulita e alla mobilità sostenibile.

Come ultima considerazione - poi chiudo, Presidente - voglio tornare al tema dell'abbigliamento consono, perché mi ha davvero colpito. Spero per voi che nessuno, nella settimana nella quale la maggioranza ha dato un calcio nel lato B, per essere gentile, a una buona fetta della popolazione, per semplice furia ideologica - ogni riferimento al salario minimo e al reddito di cittadinanza è puramente voluto - venga a sapere che la vostra esigenza sia quella dell'abbigliamento consono, magari con la reintroduzione della cravatta a Montecitorio. Che priorità che abbiamo, veramente lodevole, innanzitutto per la decenza di parlare di questi temi in un Paese in sofferenza e, in secondo luogo, perché vi avviso già che anche per questo tema poi sarà necessario magari assumere in house una sorta di Comitato dei nove che valuti se l'abbigliamento degli altri deputati è consono. Anche oggi ho visto qualcuno, che è intervenuto, che poi non era vestito benissimo per me, però questi rapporti sono soggettivi. Circa questo suggerirei di fare allora una cravatta unica, uguale per tutti, perché risolveremmo il problema, magari con la raffigurazione del blocco navale, quel fenomeno che, quando morì, tutti ne vollero una reliquia, anche dipinta, in effigie, in cravatta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cavandoli. Ne ha facoltà.

LAURA CAVANDOLI (LEGA). Grazie, Presidente. Intanto formulo un sentito ringraziamento all'Ufficio di Presidenza e al Collegio dei questori per il lavoro svolto, nonché al Segretario generale e, tramite lui, a tutto il personale della Camera dei deputati per il supporto tecnico che hanno costantemente garantito all'Ufficio di Presidenza ma anche a ognuno dei membri della Camera dei deputati e all'istituzione parlamentare nel suo complesso.

L'esame dei documenti, che sono i primi documenti di questa legislatura, è un'occasione per svolgere un'analisi di quanto fatto sinora, soprattutto per definire la prospettiva anche per il futuro della Camera dei deputati. Stiamo parlando dell'approvazione del progetto di bilancio 2023, che fa riferimento anche al triennio successivo, oltre che del conto consuntivo dello scorso anno. Viene subito in evidenza la responsabile e sana gestione delle risorse economiche, che ci dà sicuramente un quadro rassicurante. È stato ben illustrato prima in Aula dal Questore Scerra e sono altrettanto chiare le relazioni del Collegio dei questori firmate dal presidente Trancassini nel frontespizio, nelle prime pagine dei tomi che sono a disposizione. In questo senso va letto, quindi, questo quadro rassicurante, con il dato dell'invarianza della dotazione finanziaria che dal 2013, data in cui è stata ridotta, è sempre rimasta costante nel suo valore nominale, nonostante il fatto che oggi si debba confrontare, come tutto il Paese, con una congiuntura sfavorevole data dall'inflazione e dall'aumento dei costi energetici.

A tale risultato, quindi, quello dell'invarianza della dotazione, ha contribuito non solo la riduzione di alcune voci di spesa, anche quelle connesse alla diminuzione del numero dei deputati e quelle relative agli oneri del personale, rispetto ai quali la complessiva riduzione è di circa 55 milioni di euro, ma anche una concreta razionalizzazione delle risorse economiche, che ha permesso di garantire i servizi che vengono effettuati a un livello elevato. Senza questi risparmi la Camera avrebbe dovuto aumentare la propria dotazione, e quindi avrebbe dovuto in altro modo fare fronte alla perdita del valore nominale del contributo statale.

Seguendo questa direttrice di fondo, volta a coniugare il rigore nella gestione delle risorse con il loro impiego efficiente, ritengo che l'obiettivo primario da perseguire nei prossimi anni sia quello di imprimere una nuova spinta agli investimenti, finalizzandoli soprattutto a un ammodernamento tecnologico degli strumenti e dei processi del lavoro, nella prospettiva di un ulteriore miglioramento dei servizi previsti per l'utenza parlamentare. Credo che questa attenzione per l'innovazione debba essere molto importante per la nostra istituzione, perché potremmo essere noi un esempio per tutta la pubblica amministrazione. Abbiamo le capacità, abbiamo le risorse, abbiamo, credo, parlamentari, deputati disposti a questo impegno, a questo incarico, competenti e preparati. Per cui possiamo farlo, e sono certa che questa richiesta verrà accolta dall'Ufficio di Presidenza. Su questo fronte - testimonia questa attenzione verso l'innovazione e la spinta verso la digitalizzazione del lavoro - molti interventi sono stati già realizzati e apprezzati, sia presso le Commissioni sia con tutti i servizi digitali di cui noi fruiamo. Auspichiamo che anche in Assemblea queste misure di innovazione e di digitalizzazione possano essere ampliate.

Deve essere, quindi, questo il riferimento per il nostro nuovo impegno, rivolto sì a un risparmio dal punto di vista della carta, ma soprattutto anche a un'implementazione della trasmissione immediata dei riferimenti normativi e dei provvedimenti. E poi c'è la parte relativa alle risorse umane, su cui chiaramente bisogna continuare a investire, è stato detto anche in precedenza. C'è stato un blocco dei concorsi per più di 15 anni, che ha depauperato non solo la consistenza numerica dei dipendenti della Camera, ma chiaramente anche il loro contributo effettivo. La nuova stagione di reclutamento è iniziata, l'abbiamo voluta, l'abbiamo sostenuta nella scorsa legislatura. Ha permesso l'ingresso di nuove risorse umane, che hanno dato un nuovo impulso all'attività della Camera. Quindi, da parte nostra, da parte del gruppo Lega, colgo l'occasione per rivolgere a tutti i neoassunti un caloroso benvenuto e un invito ad affrontare con entusiasmo e passione il loro servizio per quest'amministrazione. D'altra parte, ai dipendenti storici della Camera dei deputati, pur a fronte di una drastica riduzione, che hanno sempre assicurato, con lealtà e professionalità, la piena operatività dell'istituzione, va la nostra profonda gratitudine. Così il nostro ringraziamento va a tutti coloro che collaborano a vario titolo, con impegno e dedizione, con i gruppi parlamentari, con i titolari di incarichi istituzionali e anche con i singoli deputati. Diversi ordini del giorno sono stati rivolti alla loro situazione, uno anche a mia prima firma, che è stato accolto, anzi, con una riformulazione che assicura la continuità, e quindi addirittura migliorativa rispetto alla mia richiesta. Quindi, mantengo una ragionevole fiducia negli organi competenti, l'Ufficio di Presidenza con l'ausilio dei Questori, per affrontare le varie questioni proposte. Alcuni passi avanti sono stati fatti anche in relazione ai collaboratori parlamentari, che ci sollecitano spesso, all'interno delle nostre mail abbiamo spesso i loro richiami. Devo dire che è doveroso andare avanti per valutare altri interventi e per valorizzare le risorse umane che quotidianamente, anche in orari notturni, contribuiscono al funzionamento della Camera e riescono a ottimizzare le nostre proposte parlamentari.

Aggiungo un ringraziamento - forse è off topic in relazione al bilancio - alla gestione della Camera, quindi alla Presidenza e ai Vicepresidenti, che riescono, con una sapiente attenzione ai temi di attualità ma, soprattutto, anche alle dinamiche all'interno dell'Aula, a mantenere un confronto vivo, un confronto vivace, ma mai sopra le righe, nonostante il confronto politico spesso possa inevitabilmente portare a toni accesi.

Per tutto questo io dichiaro il voto favorevole del gruppo Lega sia al conto consuntivo sia al progetto di bilancio per il 2023 (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Maria. Ne ha facoltà.

ANDREA DE MARIA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Colleghi, la relazione del Collegio dei Questori relativamente al conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno 2022 e al bilancio di previsione per l'anno 2023 ha confermato i risultati positivi raggiunti dagli organi di direzione politica della scorsa legislatura e dell'impegno dedicato nell'assicurare la stabilità del bilancio della Camera. Si tratta di numeri che dimostrano che siamo in presenza di un'opera di contenimento dei costi della Camera e di un'attendibilità delle stime e delle valutazioni delle previsioni di spesa. Per effetto dei risultati della gestione di competenza 2022 e della cancellazione dei residui attivi e passivi, nel 2022, si è avuto un avanzo di amministrazione assai rilevante, che incrementa anche quello dell'anno precedente.

Un altro dato da evidenziare è relativo alle somme impegnate, che rappresentano il 96,84 per cento delle previsioni di spesa, un risultato che risulta in linea con quanto riscontrato negli anni precedenti. Un rigore e una gestione finanziaria che hanno dimostrato la capacità delle istituzioni di reagire alle difficoltà e alle esigenze derivanti dall'emergenza pandemica, che ha permesso agli organi della Camera di continuare ad adempiere ai propri compiti istituzionali, in un contesto oggettivamente sconvolto dalla pandemia.

Valutiamo positivamente il fatto che il bilancio di previsione per il 2023 confermi l'attenta opera di monitoraggio relativa alla gestione delle risorse. Si conferma, quindi, un equilibrio fra le esigenze di contenimento della spesa e la necessità che ciò non produca effetti negativi sulla qualità del lavoro svolto dalla Camera.

Siamo soddisfatti di questo andamento e di questi risultati, ma voglio sottolineare la necessità di avere attenzione alla qualità della spesa e non semplicemente a un elemento di pura riduzione, un equilibrio efficace, che non si faccia condizionare dal dibattito sulla politica a costo zero di un certo antiparlamentarismo. Abbiamo sempre sostenuto che la riduzione dei costi, la sobrietà e l'eliminazione di tutti i privilegi ingiustificati debbano viaggiare di pari passo con una ripresa del valore, del prestigio e dell'autorevolezza delle istituzioni democratiche.

Tuttavia, questa occasione può servire, non solo per parlare di costi, ma anche per discutere dell'efficienza di questa istituzione in relazione all'azione legislativa e alla sua capacità di controllo. Credo che dobbiamo soffermarci, seppur brevemente, su quanto si sia rafforzato il peso dell'iniziativa governativa nella legislazione, in particolare con il ricorso ai decreti-legge. Questo Governo ha utilizzato ancora più dei precedenti la decretazione di urgenza e il ricorso al voto di fiducia. Si tratta di fenomeni presenti da tempo, ma che l'Esecutivo Meloni ha accentuato in modo molto rilevante. Sono fenomeni che rischiano di limitare la possibilità del Parlamento di svolgere in modo pienamente efficace la propria attività legislativa. Il ruolo del Parlamento, invece, deve essere centrale; non è centrale solo perché concorre all'assunzione delle decisioni di Governo con l'Esecutivo, ma anche in quanto deve verificare il corretto funzionamento democratico del sistema dei poteri. A questo riguardo, è forte l'auspicio che si intervenga sui Regolamenti parlamentari, in modo da velocizzare le procedure legislative e rendere più dinamico il rapporto con il Governo, in un quadro però di autentico riconoscimento del diritto al controllo da parte dell'opposizione, quale controparte funzionale del Governo in Parlamento.

Anche le funzioni non legislative delle Camere devono essere maggiormente approfondite, perché tali funzioni rappresentano la metà del complesso delle attività parlamentari e costituiscono un indicatore del grado di vitalità dell'istituzione parlamentare, che non può essere compresso.

Un altro aspetto su cui mi preme soffermarmi sono i gruppi parlamentari. In questi anni si sono confrontati con nuove modalità di lavoro; per implementare queste nuove modalità si sono dovuti attrezzare, dotandosi di nuove risorse e di nuovi strumenti, per assicurare a ogni singolo deputato lo svolgimento delle proprie funzioni. Di questo ritengo che si debba tenere conto e colgo l'occasione per ringraziare i dipendenti e i collaboratori dei gruppi parlamentari, per il loro impegno, per la qualità della loro professionalità, perché rappresentano un riferimento fondamentale per la nostra istituzione.

Nell'avviarmi a concludere, vorrei soffermarmi su alcuni degli ordini del giorno presentati. Uno, appunto, riguarda le professionalità a supporto dei gruppi parlamentari, che sono state, negli anni, oggetto di ripetuti interventi da parte dell'Ufficio di Presidenza e del Collegio dei questori. Sono auspicabili iniziative, volte alla salvaguardia dei livelli occupazionali e delle competenze e delle professionalità acquisite nel tempo.

Poi, ne abbiamo discusso molto, oggi, la Camera dei deputati da molti anni esternalizza alcuni servizi accessori, anche di carattere amministrativo, anche con un conseguente risparmio di spesa. È importante affrontare le ricadute che tale risparmio ha avuto su centinaia di lavoratori e sulle articolazioni contrattuali applicate. Come abbiamo detto in altre occasioni, la Camera deve prestare attenzione a tutti i lavoratori impegnati alla Camera stessa, non direttamente assunti dalla nostra istituzione, e alle loro condizioni di lavoro e salariali. Si tratta di una riflessione che non pensiamo che possa essere affrontata attraverso la creazione di contradditori terzi, a cui affidare direttamente la gestione dei servizi, senza averne valutato la sostenibilità finanziaria, l'efficienza, l'economicità e l'efficacia. Soprattutto, non ci convince la nascita di nuovi soggetti se ciò significa la nascita di nuovi consigli di amministrazione e di occasioni di assunzioni fuori da procedure certe di carattere pubblico. Sarà un fatto positivo se l'Ufficio di Presidenza, su questi aspetti, rifletterà, ragionando davvero su un arco di possibilità, come abbiamo sostenuto nel dibattito in quest'Aula.

Infine, ma certamente non da ultimo - ne voglio sottolineare l'importanza -, con un nostro ordine del giorno, condiviso con il collega Vaccari, abbiamo chiesto che la Camera decida di destinare i propri risparmi a favore delle popolazioni colpite dall'alluvione. È una scelta coerente con l'iniziativa, molto importante, che consentì a suo tempo di trasferire 352 milioni proprio alle popolazioni colpite dal terremoto e, oggi, appunto, noi vogliamo che si faccia lo stesso per le popolazioni colpite dall'alluvione in Emilia-Romagna, in Toscana e nelle Marche. Siamo contenti che questo nostro ordine del giorno sia stato accolto.

Con queste considerazioni, confermo il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente, Collegio dei questori. Credo sia importante iniziare questa dichiarazione di voto riportando all'Aula un rammarico personale, perché, Presidente, è stato un po' inimmaginabile quello che è successo prima, nella discussione degli ordini del giorno, ed è stato inimmaginabile perché si sono utilizzati i minuti a disposizione per parlare del bilancio della Camera, per parlare del lavoro svolto e di quello che verrà svolto dai Questori, con argomentazioni e riportando tematiche che nulla hanno a che fare con questo dibattito, per cui, ovviamente, non risponderemo ai colleghi sul salario minimo, sul reddito di cittadinanza, perché non è questa la sede e non è serio affrontare temi così delicati, semplicemente per lasciare la traccia della propria propaganda.

Mi permetta anche di dire, per suo tramite, ai colleghi del MoVimento 5 Stelle che hanno parlato di “banalizzazione” di alcuni temi, come quello affrontato dall'ordine del giorno del collega Caiata, che se dobbiamo considerare come una banalizzazione rispetto ai problemi che ci sono in Italia, in questo momento, l'ordine del giorno del collega, allora, dobbiamo intendere da parte del MoVimento 5 Stelle una uguale se non più grave banalizzazione quando, all'ordine del giorno n. 9/Doc. VIII, n. 2/32 Fede, proprio su questo provvedimento, si pone il problema del parcheggio per i monopattini. Ora, immagino che anche questo, colleghi dei 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), non sia un problema della Nazione e credo invece che sia molto più pertinente quello che ha sollevato il collega Caiata, perché, al di là dei numeri che sono stati già ampiamente approfonditi nel dibattito, da parte di tutti i colleghi delle altre forze politiche, io credo che parlare del bilancio della Camera sia, in realtà, il nostro modo per parlare della democrazia, del modo in cui questa democrazia vuole essere attuata, anche all'interno di questa istituzione.

Proprio per questo motivo mi permetto di ringraziare, a nome di tutto il gruppo di Fratelli d'Italia, la Presidenza, tutto l'Ufficio di Presidenza, il Segretario generale, il Collegio dei questori e mi permetta, al loro interno, di ringraziare con una particolare affezione il collega anziano, il Questore anziano Tracassini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) - collega Trancassini, non me ne vorrà se la chiamo “anziano” perché sappiamo tutti che lei è giovane “dentro” - ma lo facciamo sapendo che questo Collegio dei questori e questa Presidenza hanno una particolare attenzione alla gestione da buon padre di famiglia di questa Istituzione.

Vedete, lo hanno già detto ma è importante ribadirlo: non bisogna semplicemente “tagliare” - quello fa parte della propaganda e di una certa narrazione che si vuole dare all'esterno di questa Istituzione. Noi non dobbiamo parlare di “tagli”, ma dobbiamo parlare dell'utilizzo migliore possibile delle risorse - lo ha detto il Questore Trancassini, nella sua relazione. Dobbiamo ottimizzare, secondo l'ottica di tutto il Governo all'interno di tutte le istituzioni che presiede in questo momento. Razionalizzare la spesa, ottimizzare le risorse: investire, invece che spendere. Un concetto che, sino a questo momento, sembrava al di fuori anche di questa Camera e che invece è importantissimo riportare al centro del nostro dibattito.

Mi piace sottolineare l'attenzione del Collegio dei questori e di questo Ufficio di Presidenza rispetto a un tema che è stato da tantissimi anni al centro dell'attenzione del gruppo di Fratelli d'Italia. Il Presidente Rampelli ne ha fatto una delle proprie battaglie personali, cioè quella dei dipendenti della Camera e della dignità dei lavoratori della Camera: perché, vedete, se non riusciamo a dare dignità ai lavoratori in quest'Assemblea, allora evidentemente non saremmo in grado neanche di interpretare la dignità dei lavoratori al di fuori di queste mura.

Sicuramente occorre una gestione attenta e oculata, anche in un periodo di inflazione e in cui il caro energia ha fatto evidentemente da padrone rispetto alle spese dei cittadini italiani e di questa Camera. Allora, un plauso particolare ai deputati Questori, che hanno una visione di futuro, una visione di futuro che passa attraverso una qualificazione e valorizzazione della spesa della Camera attraverso una ricerca della migliore qualità dei servizi da offrire ai parlamentari non in quanto tali, ma in quanto rappresentanti dei cittadini e che lavorano al servizio dei cittadini. Ecco questo vuol dire guardare al futuro, questo vuol dire fare una programmazione, cosa che, sino a questo momento, è stata sempre rispettata all'interno della Camera dei deputati, ma che dobbiamo utilizzare anche all'esterno. Programmare vuol dire utilizzare nel miglior modo possibile le risorse dello Stato e allora Presidente - mi avvio alla conclusione - annuncio il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia e auguro buon lavoro a questa Presidenza e al Collegio dei questori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire a titolo personale l'onorevole Fassino. Ne ha facoltà per due minuti.

PIERO FASSINO (PD-IDP). Non voglio reiterare le cose che ho già detto precedentemente, ma siccome non abbiamo mai occasione di discutere di questi temi, siccome il bilancio della Camera affronta anche il tema delle indennità: vorrei ancora una volta - e mi rivolgo a tutti i colleghi, chiedendo attenzione - perché uno dei luoghi comuni della campagna che si sviluppa è che i parlamentari, in particolare i deputati godono di stipendi d'oro.

Ho qui con me il cedolino del luglio 2023, che tutti avete ricevuto, da cui risulta che l'indennità lorda parlamentare è di 10.435 euro, da cui giustamente - e sottolineo giustamente - vengono defalcati il prelievo Irpef, l'assistenza sanitaria, la previdenza dei deputati - a proposito dei vitalizi, per la previdenza vengono defalcati 1.000 euro al mese (Applausi) - le addizionali regionali e le addizionali comunali.

Fatti tutti questi giusti prelievi, l'indennità netta di qualsiasi deputato - tutti noi, perché questo cedolino è uguale per tutti - è di 4.718 euro al mese. Va bene così? Sì, e dico che va bene così.

L'unica cosa che chiederei a tutti i colleghi è la seguente: d'ora in avanti, ogni qualvolta sentite dire - e non diciamolo noi per primi - che i deputati godono di stipendi d'oro, occorre dire che non è vero, perché 4.718 euro al mese sono una buona indennità - e va bene così - ma non sono stipendi d'oro.

Per ciò che riguarda il voto, ho chiesto di fare la dichiarazione di voto perché volevo sottolineare anche questo aspetto, non avendo condiviso gli ordini del giorno adottati in materia previdenziale, ma, avendo massima considerazione e massimo rispetto per il lavoro dei Questori per il bilancio che è stato redatto, mi asterrò.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire per un ringraziamento il Questore anziano Trancassini. Ne ha facoltà, onorevole Questore.

PAOLO TRANCASSINI, Questore. Prendo coscienza che non sarò mai più giovane nella vita.

Innanzitutto, volevo ringraziare il Presidente Fontana, per il lavoro che abbiamo fatto in questi mesi e che, a giudicare anche dal tono dei vostri interventi, è stato apprezzato.

Quindi, un grazie a tutti i gruppi e a tutti i colleghi, un ringraziamento ai dirigenti e ai funzionari della Camera e un ringraziamento anche a tutti i dipendenti dell'allegato A, dell'allegato B e a tutti i dipendenti delle clausole sociali e a tutti coloro che lavorano all'interno di questo meraviglioso palazzo che è la Camera dei deputati (Applausi).

(Votazioni - Doc. VIII, n. 1 e Doc. VIII, n. 2)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2022 (Doc. VIII, n. 1).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 9).

Indico la votazione nominale mediante procedimento elettronico sul Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2023 (Doc. VIII, n. 2).

Dichiaro aperta la votazione

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

Seguito della discussione della mozione De Maria ed altri n. 1-00144 concernente iniziative di competenza in relazione alla strage di Bologna, con particolare riferimento al processo di desecretazione degli atti.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della mozione De Maria ed altri n. 1-00144 concernente iniziative di competenza in relazione alla strage di Bologna, con particolare riferimento al processo di desecretazione degli atti (Vedi l'allegato A).

Ricordo che nella seduta di giovedì 27 luglio 2023 si è svolta la discussione sulle linee generali.

Avverto che in data odierna è stata presentata la mozione Mollicone, Cavandoli, Pittalis, Bicchielli ed altri n. 1-00173 (Vedi l'allegato A). Il relativo testo è in distribuzione.

Avverto, altresì, che la mozione De Maria ed altri n. 1-00144 è stata sottoscritta dal deputato Francesco Silvestri che, con il consenso degli altri sottoscrittori, ne diventa il terzo firmatario.

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo, esprimendo altresì il parere sulle mozioni presentate.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Sulla mozione De Maria ed altri n. 1-00144, il parere è favorevole per quanto riguarda le premesse, tranne che sulla penultima e sull'ultima, ossia sui capoversi 19) e 20), su cui vi è parere contrario.

Per quanto riguarda la parte degli impegni, parere favorevole in ordine all'impegno 2) e parere contrario in ordine all' impegno 1).

Per quanto riguarda la mozione Mollicone, Cavandoli, Pittalis, Bicchielli ed altri n. 1-00173, il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Se ho ben inteso, onorevole Delmastro, sulle premesse della mozione De Maria ed altri n. 1-00144, il parere è contrario relativamente ai capoversi 19) e 20)?

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Sì, 19) e 20). Io li ho segnati come penultimo e l'ultimo, delle premesse.

PRESIDENTE. Adesso allineiamo i testi. Quanto al dispositivo, sull'impegno 1) parere contrario e sul 2) parere favorevole?

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Sì.

PRESIDENTE. Perfetto, il parere è invece favorevole per la mozione Mollicone, Cavandoli, Pittalis, Bicchielli ed altri n. 1-00173 ed altri.

Prego, onorevole Fornaro. Adesso capiamo l'inghippo, perché c'è un problema di ordine del giorno, lo capiamo adesso.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Non è la stessa cosa, soprattutto per il capoverso 19): dire “no” a una sentenza della magistratura…

PRESIDENTE. No, non è allineato, si parlerà di 20) e 21). Prego, onorevole Delmastro.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Per quanto riguarda la mozione De Maria ed altri n. 1-00144 sul penultimo e l'ultimo capoverso delle premesse, cioè 20) e 21), il parere è contrario; il parere è poi contrario al capoverso 1) degli impegni; per il resto, sia per le premesse, sia per l'impegno 2), il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Benissimo, abbiamo chiarito.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bicchielli. Ne ha facoltà.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, la storia della nostra Repubblica è fatta, purtroppo, anche di pagine oscure e di pagine oscurate, di fatti che conosciamo solo in parte e di documenti a cui non abbiamo accesso. La ricerca della verità si fa, però, attraverso un'analisi attenta dei fatti e lo studio dei documenti, sine ira et studio.

Quanti iter processuali, che hanno già registrato condanne definitive, non sono, in realtà, ancora conclusi. Oggi è il 2 agosto e la mente corre alla stazione di Bologna, a quanto accadde alle 10,25 di quella mattina, era un sabato del 1980. Ma non è l'unica ferita di cui ancora, purtroppo, non conosciamo i contorni precisi e non conosciamo nemmeno i motivi di quel vile gesto. Noi abbiamo un dovere, soprattutto come parlamentari, quello di andare alla ricerca di quella verità e lo dobbiamo soprattutto alle famiglie di quelle vittime. Nel 2016, in occasione del trentaseiesimo anniversario della strage di Bologna, nel suo messaggio all'Associazione dei familiari delle vittime, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ribadì che: “Permangono ancora domande senza risposta. E la memoria è anche sostegno a non dismettere gli sforzi per andare avanti e raggiungere quella piena verità, che è l'unica premessa di giustizia”.

Signor Presidente, è sempre fondamentale ricercare la verità storica e ampliare le basi documentali, anche e soprattutto attraverso la desecretazione degli atti, e questo per agevolare eventuali ulteriori sviluppi in sede giudiziaria. Per noi è, quindi, urgente e necessario andare alla ricerca della verità storica, attraverso la desecretazione degli atti.

Signor Presidente, rendere possibile, fare luce su questi episodi dovrebbe essere tra le priorità di tutti gli apparati dello Stato, qualsiasi apparato dello Stato a vario titolo chiamato in causa con la finalità di pervenire al superamento di ogni zona d'ombra rispetto ad avvenimenti che hanno lacerato la coscienza civile del nostro Paese.

In questi anni, subito dopo la Seconda guerra mondiale, la declassificazione dei documenti ha sempre permesso di ricostruire molte pagine mancanti e rilevanti della storia italiana del dopoguerra, ma non compiutamente.

La declassificazione degli atti risponde concretamente alla richiesta avanzata dalle associazioni dei familiari delle vittime delle stragi per fare piena luce e giustizia quale contributo indispensabile alla ricostruzione di queste vicende drammatiche che hanno caratterizzato la storia della nostra Repubblica, del nostro Paese. Tutto ciò ha un'esigenza di trasparenza e di conoscibilità ed accessibilità degli atti provenienti dagli storici, dai ricercatori, dagli esperti, tante volte anche dai semplici cittadini, oltre che ovviamente dalla magistratura.

Signor Presidente, queste finalità rappresentano un dovere che deve essere onorato dagli apparati dello Stato, a vario titolo chiamati in causa nella direzione di pervenire al superamento di ogni zona d'ombra rispetto ad avvenimenti che hanno lacerato la nostra coscienza civile. Ed è con queste finalità, con questo scopo che abbiamo presentato come maggioranza una mozione per chiedere al Governo di rinnovare il proprio impegno verso una semplificazione della disciplina del segreto di Stato. Se vogliamo, possiamo dire che è una piccola rivoluzione, ed è quello che noi stiamo chiedendo per far luce sui momenti bui della nostra Repubblica ed operare una completa digitalizzazione dei documenti declassificati. Ciò che, forse, non ha potuto la cronaca, non per incapacità, ciò che ha ostacolato e allontanato la polemica politica, a volte strumentale, deve essere compiuto da noi, deve essere compiuto dallo Stato nel suo complesso e dobbiamo a tutti i costi riportare alla luce la verità.

Non è però sufficiente solo declassificare se poi non è agibile la consultazione dei documenti, perché è fondamentale, una volta declassificati, che i documenti siano realmente nella disponibilità di chi fa indagini.

Signor Presidente, mi avvio alle conclusioni, con questa mozione di maggioranza chiediamo al Governo di impegnarsi per adottare iniziative urgenti, ovviamente anche di carattere normativo, per la riforma della disciplina del segreto di Stato, per la declassifica e la consultabilità dei documenti declassificati e per l'accelerazione del processo di digitalizzazione. Chiediamo anche di rafforzare l'intervento pubblico per gli archivi, puntando alla costituzione di un unico archivio digitale che raccolga tutti i documenti declassificati, esaminati dalle Commissioni d'inchiesta, unificando quindi gli archivi oggi esistenti.

Chiediamo poi un impegno a proseguire in questa importante operazione di verità e trasparenza, facilitando e accelerando il versamento della documentazione all'Archivio centrale di Stato per mettere il più ampio patrimonio informativo a disposizione della collettività e della ricerca storica. Infine, chiediamo un impegno a favorire tutta l'attività del Comitato consultivo sulle attività di versamento all'Archivio di Stato e agli Archivi di Stato sul territorio, valorizzando l'impostazione pluralista nel perseguimento dei suoi fini istituzionali.

Signor Presidente, onorevoli colleghi, è per questo motivo che come gruppo di Noi Moderati voteremo convintamente a favore della mozione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli, ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente, erano le 10,25 del 2 agosto del 1980 e una bomba esplose colpendo la sala d'aspetto di seconda classe della stazione di Bologna: 85 persone furono uccise e 200 furono ferite e mutilate. Oggi il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha pronunciato parole chiare - e lo ringraziamo - al Paese: la strage della stazione di Bologna ha una matrice neofascista. Oggi la prima Presidente, che esprime la destra al Governo di questo Paese, ha deciso di non andare a rendere omaggio alla stazione di Bologna, alla cerimonia, e ha inviato un messaggio che ritengo sia assolutamente in linea con la mozione che oggi questa maggioranza ha presentato e su cui comunico lo sdegno del gruppo parlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

Vi comunichiamo il nostro sdegno e mi rivolgo anche a coloro i quali provengono dalla tradizione della Democrazia Cristiana in questo Paese e che avevano fatto del dialogo politico un elemento molto importante anche nella ricerca della verità: subire il dettato di una mozione che nega la matrice quando oggi stesso il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, esprime parole chiare da questo punto di vista.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE' (ore 12,40)

ANGELO BONELLI (AVS). Io non credevo ai miei occhi quando ho letto la mozione di questa maggioranza che adesso, attraverso il Sottosegretario Delmastro Delle Vedove, dice “no” al primo impegno della mozione delle opposizioni. Lo voglio leggere perché sia chiaro a tutti il livello che avete raggiunto rispetto al tentativo di riscrivere la storia.

Voi potete avere tutti i numeri che avete in questo Parlamento, ma, Sottosegretario Delmastro Delle Vedove, voi non potete riscrivere la storia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)! Voi non la potete riscrivere! Vi sono le sentenze dei tribunali. Non citerò più, per rispetto dell'istituzione della Presidenza della Repubblica, Sergio Mattarella: la matrice neofascista è chiara e il tentativo, da parte vostra, di riscrivere la storia è inaccettabile. Voi avete detto “no” ad un punto, al punto n. 1, che impegna il Governo (leggo testualmente): “fermo restando il diritto sancito dalla Costituzione alla presunzione di innocenza nei confronti delle singole persone coinvolte fino ad eventuale condanna definitiva e al pieno rispetto delle garanzie per gli imputati, ad adottare iniziative volte a garantire, per quanto di competenza, lo svolgimento sereno e senza interferenze dei processi, ancora non conclusi, riguardanti la stagione stragista che ha insanguinato l'Italia e ha visto collaborare insieme neofascisti, logge massoniche segrete ed agenti infedeli degli apparati di sicurezza” (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Cosa vi dà fastidio? Vi dà fastidio che ci sia scritto che l'Italia ha vissuto una stagione stragista con una matrice neofascista? Questo vi dà fastidio? Ma di cosa stiamo parlando?

Voglio ricordare, a questo punto, che il tentativo da parte vostra di riscrivere la storia, proponendo ennesime Commissioni d'inchiesta, come ha fatto il gruppo di Fratelli d'Italia, proprio con il tentativo di riscrivere la storia, va in questa direzione. E penso che sia abbastanza significativa la presa di posizione di Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione dei parenti delle vittime della strage di Bologna: l'istituzione di una Commissione parlamentare - dice Paolo Bolognesi - ha lo scopo solo di riscrivere la storia degli anni del terrorismo e della strategia della tensione per dare una copertura politica che non può essere copertura politica. Infatti, se vogliamo ricercare la verità, prendete ad esempio ciò che il nostro Presidente della Repubblica ha detto. Commissioni d'inchiesta usate come clava per riscrivere la storia, proprio quando si stanno finalmente fornendo prove definitive e ascrivendo responsabilità nelle aule dei tribunali. Ci sembra abbastanza chiaro il gioco messo in atto dalla destra al Governo del Paese. Negli ultimi anni, grazie anche alla desecretazione di alcuni fascicoli e grazie alla digitalizzazione di molti documenti, si sta arrivando sempre più vicino alla verità sulla strage e alla rete di responsabilità dietro agli esecutori materiali, che vedeva coinvolti gruppi neofascisti, P2 e agenti infedeli degli apparati dello Stato. Evidentemente, queste verità sono scomode, Sottosegretario Delmastro Delle Vedove, sono scomode per qualcuno e si cerca, ancora una volta, di rimettere in discussione quelle già acquisite.

Voglio ricordare che il 5 aprile scorso sono state depositate le motivazioni della sentenza della Corte d'Assise di Bologna che, esattamente un anno fa, aveva condannato all'ergastolo, in primo grado, Paolo Bellini, ex militante fascista ed esponente del gruppo di Avanguardia Nazionale per concorso nella strage alla stazione di Bologna. Il processo a Bellini ha definito i mandanti della strage e, secondo l'accusa, nelle sentenze si fa esplicito riferimento al ruolo della loggia massonica segreta P2, di Umberto Ortolani, di Licio Gelli, del faccendiere e braccio destro di Gelli, di Federico Umberto D'Amato, direttore degli uffici affari riservati del Ministero dell'Interno, di esponenti dell'allora Movimento Sociale Italiano e di Mario Tedeschi, storico direttore del giornale di destra, Il Borghese.

Allora, se non avete avuto nemmeno la sensibilità, proprio nel giorno dell'anniversario di questa infame e criminale strage alla stazione di Bologna, di usare parole diverse da quelle che avete sempre usato nella vostra storia, siete rimasti quelli di sempre, purtroppo. Quando sentiamo il senatore Gasparri, ieri, in una trasmissione radiofonica della Rai, Zapping, sostenere che - perché qui il tema del revisionismo si fa sempre più incredibile - l'aereo di Ustica sia stato abbattuto dai terroristi palestinesi e che questo valeva - l'ha detto ieri in diretta il senatore Gasparri - anche per la stazione di Bologna, ecco, noi non ci stiamo. Noi non ci stiamo e, in nome delle vittime e dei familiari, vi diciamo anche: vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)! Ve lo dico con molta franchezza. Questa mozione che avete presentato vi dovrebbe riempire di vergogna e ne abbiamo anche un po' noi, perché siamo parlamentari della Repubblica e avremmo voluto che, in questa Camera, all'unanimità, si fosse approvata una mozione che desse una risposta e che dicesse chiaramente le stesse parole del Presidente della Repubblica! Oggi, Giorgia Meloni ha deciso di non andare a Bologna. Oggi, il Presidente della Repubblica ha deciso di pronunciare parole chiare: la matrice neofascista. È quella parola che voi non avete il coraggio di pronunciare, perché siete legati ancora con un cordone ombelicale a quella storia che non riuscite a interrompere. Su questo, veramente, noi non possiamo che dire e comunicarvi il nostro sdegno (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)! Grazie, Presidente, per la parola data, mi interrompo qui.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gruppioni. Ne ha facoltà.

NAIKE GRUPPIONI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, non è mai facile ricordare, tra l'altro nella triste ricorrenza del suo anniversario, un evento doloroso come la strage di Bologna. Oggi, dopo 43 anni, con i suoi 85 morti e 216 feriti, questo resta l'attentato terroristico più grave della storia dell'Italia repubblicana.

Credo sia importante, però, non solo limitarci al ricordo ma assumere l'impegno di continuare a inseguire la verità. Una verità che pian piano sta cominciando a venire a galla e che non è e non può essere considerata solo verità processuale. Le ultime sentenze e i recenti arresti hanno aggiunto un ulteriore tassello nel complicato puzzle che resta ancora da completare ma che non dobbiamo certo scomporre o pensare di modificare. Credo sia questo il senso della mozione su cui stiamo discutendo, è la volontà di riconoscere e affermare il lavoro portato avanti dagli inquirenti, a volte rallentato da depistaggi e, cosa ancora più deplorevole, da pezzi di apparato dello Stato i quali hanno lavorato per destabilizzare il nostro Paese, per mettere in discussione la democrazia liberale e per porre sotto attacco le istituzioni, tradendole, tradendo i cittadini della nostra Repubblica italiana e tradendo i valori della Costituzione.

Oggi, le parole del Presidente della Repubblica, Mattarella, sono giunte chiarissime. Ne leggo uno stralcio: “La matrice neofascista della strage è stata accertata nei processi e sono venute alla luce coperture e ignobili depistaggi, cui hanno partecipato associazioni segrete e agenti infedeli di apparati dello Stato”. Anche il Presidente del Senato, La Russa, durante il suo intervento, ha espresso lo stesso concetto chiaramente. Onorevoli colleghi, Presidente, rappresentante del Governo, mi dispiace non trovare nella mozione di Fratelli d'Italia le stesse parole (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

Non vogliamo fare alcun tipo di polemica, soprattutto su una vicenda così dolorosa, ma sarebbe stato inaccettabile qualsiasi tentativo di riscrivere la storia. Non vogliamo fare alcun tipo di rappresaglia ma alla storia e soprattutto alle famiglie dobbiamo parole chiare. Al raggiungimento della verità - vale ricordarlo - hanno contribuito la scelta del 2014 dell'allora Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, di declassificare gli atti che erano secretati su molte stragi del nostro Paese e poi la successiva direttiva del Presidente Draghi sullo stesso tema. Il comitato consultivo è stato istituito per monitorare e valutare i contributi di documentazione riguardanti le stragi, in conformità con le direttive del Presidente del Consiglio dei ministri del 22 aprile 2014 e del 22 agosto 2021, destinate all'Archivio centrale dello Stato e agli archivi di Stato. Il suo scopo è quello di analizzare gli attuali versamenti effettuati e quelli previsti per il futuro, al fine di formulare raccomandazioni riguardanti le azioni necessarie per garantire un effettivo accesso e utilizzo di tutta la documentazione disponibile. Ecco perché la decisione, presa senza consultare le associazioni che ne fanno parte, di modificare la composizione di quel comitato non appare un bel segnale.

Il comitato non è un organo inquirente, non deve supportare tesi alternative a quelle della magistratura e non ha il compito di ricercare colpevoli o di scagionare imputati. Sembra invece che si voglia, attraverso una composizione più ampia del comitato, tentare di avvalorare ipotesi e complotti sulle stragi che, ormai, le indagini della magistratura e gli elementi certi acquisiti nel corso delle numerose istruttorie smentiscono nei fatti. Giova ricordare come il processo principale, che ha vissuto un'istruttoria e un dibattimento assai travagliati e funestati da una serie di depistaggi, si è concluso in tutti i suoi gradi di giudizio e sono stati condannati in via definitiva, come esecutori materiali, i terroristi neofascisti dei Nuclei armati rivoluzionari Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini. Il processo ha anche accertato i tentativi di depistaggio attuati dall'allora “gran maestro” della loggia massonica P2, Licio Gelli, dagli ufficiali dei servizi segreti Pietro Musumeci e Francesco Belmonte e dal faccendiere Francesco Pazienza ed ha escluso, fuori da ogni ragionevole dubbio, ogni altra tesi e ogni altra pista che pure correttamente gli inquirenti avevano battuto e verificato. La sentenza collega la bomba alla stazione di Bologna alla strategia della tensione, inaugurata in piazza Fontana, a Milano, nel 1969 e smonta la teoria della strage frutto della semplice azione dello spontaneismo armato di un gruppo di neofascisti. La strage di Bologna ha avuto dei mandanti tra i soggetti che sono indicati nel capo d'imputazione, non indicati genericamente ma individuati con nomi e cognomi e tali soggetti sono Licio Gelli e Umberto Ortolani, mandanti finanziatori, e Federico Umberto D'Amato, l'allora capo dell'ufficio affari riservati del Viminale, quale mandante organizzatore. La sentenza specifica che, essendo tutti deceduti, sono quindi non imputabili e nei loro confronti non è possibile elevare alcuna imputazione formale, ma considera assodato il ruolo storico negli eventi. Le ultime sentenze di condanna del 9 gennaio 2020 di Gilberto Cavallini e del 6 aprile 2022 nei confronti di Paolo Bellini, nonché il recentissimo arresto di quest'ultimo, seppur si tratti di giudizi di primo grado, appaiono supportati da elementi probatori solidi e importanti che hanno permesso di fare ulteriore luce su molti aspetti della vicenda che ben si inseriscono nel solco degli eventi ricostruiti dalla sentenza definitiva del filone principale. Ecco perché non possiamo non condividere la richiesta al Governo, pur nella presunzione di innocenza degli imputati fino a sentenza definitiva, di adottare tutte le iniziative volte a garantire che i processi in corso continuino a svolgersi in serenità e senza interferenze, pur se involontarie, soprattutto se provenienti dalla politica e dalle istituzioni. Il compito della politica semmai è quello di porre in essere tutte le iniziative necessarie per proseguire proficuamente, insieme ai rappresentanti dell'Associazione dei familiari delle vittime, l'attività di desecretazione degli atti delle stragi, superando le criticità, che pure ci sono, e garantendo la digitalizzazione di tutti i documenti interessati dalle direttive e dar loro effettiva fruibilità.

Per questi motivi, a questo scopo, annuncio convintamente il voto favorevole del mio gruppo parlamentare a questa mozione (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pittalis. Ne ha facoltà.

PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Grazie Presidente. Il 2 agosto 1980 è uno di quei giorni in cui chiunque fosse in grado di conservare memoria sa perfettamente dove si trovasse e cosa stesse facendo, perché la strage di Bologna è stata, purtroppo, un evento che ha fermato il tempo, nel nostro Paese. Nel 1980 non esisteva Internet, non esistevano i canali all news, ma le edizioni straordinarie dei telegiornali della RAI furono sufficienti a trasmettere l'orrore, lo sconcerto e la paura suscitati dal più grave attentato terroristico effettuato in Italia nel dopoguerra. Al termine dell'esame delle mozioni commemoreremo le vittime di quella strage - lo farà, per noi, la collega -, dunque non mi soffermo ulteriormente sulla descrizione di quel maledetto giorno di 43 anni fa. Per quel vile atto criminale ci sono responsabili condannati, con sentenza passata in giudicato, alla pena dell'ergastolo; vi sono altri condannati, sempre con sentenza passata in giudicato, a pene diverse per aver commesso reati diversi, quali, ad esempio, quello di depistaggio. C'è dunque una verità giudiziaria che si può considerare più o meno parziale, ma c'è. Se si conoscono gli esecutori materiali - e conosciamo alcuni che per lo Stato italiano e per la giustizia italiana hanno tentato di depistare e inquinare la ricerca della verità -, non sono ancora noti i cosiddetti mandanti e le motivazioni per le quali è stato posto in essere un attentato che ha posto fine alla vita di 85 persone e ne ha ferite 200. Compito dello Stato, tramite le istituzioni preposte, è continuare a ricercare la verità, che ancora manca, sulla strage di Bologna e sugli altri cosiddetti misteri d'Italia. Finché non verrà fatta piena luce, permane una precisa responsabilità istituzionale e morale. Su questa vicenda - così come su altre, avvolte dall'oscurità delle nebbie - non può e non deve calare il velo del silenzio. Si impone, colleghi, un impegno di verità: lo dobbiamo alle vittime e ai loro familiari, lo dobbiamo in generale all'intera comunità civile. L'impegno alla verità è, infatti, il fondamento inalienabile di ogni sistema democratico; il compito nostro e il compito della politica consiste nell'operare dunque, ad esempio, perché sempre più documenti e atti ufficiali possano divenire pubblici e possano essere consultati da chi lo vorrà. Per tanti anni, fino al 1992, l'Italia è stata terreno di battaglia. In questo contesto - lo voglio ricordare a qualche collega distratto -, vi sono state stragi, sì, di matrice neofascista, e quella di cui parliamo si inquadra in questo filone (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE) e nessuno deve avere difficoltà a riconoscerlo: non l'ha avuta il Presidente Mattarella, non l'ha avuta il Ministro Nordio, non l'ha avuta il Presidente del Senato, La Russa, né il Presidente di questa Camera, Lorenzo Fontana - ci mancherebbe, sono le sentenze che noi rispettiamo che lo scrivono -, ma vi sono stati anche attentati e atti criminali da parte di organizzazioni collegate all'ideologia di un estremismo di sinistra, che ugualmente condanniamo con fermezza e rispetto alle quali sentiamo solo timide voci da certi settori di questo Parlamento. Allora, per noi, gli estremismi sono sempre deleteri e vanno condannati fermamente, senza se e senza ma.

Evitiamo strumentalizzazioni politiche sulla pelle dei defunti una volta per tutte (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE)! Non è stata una guerra convenzionale, ovviamente, ma uno scontro, del quale sovente, nel corso di quegli anni, non ci siamo accorti: quello tra i protagonisti della cosiddetta Guerra Fredda, tra il blocco sovietico e quello occidentale. Su questo fenomeno, nel quale l'Italia, al tempo stesso, è stata fonte di operazioni e parte in causa, si è innestato un altro fenomeno legato alla nostra conformazione geografica, che ci pone come cerniera naturale tra Africa ed Europa.

I Governi italiani, dalla metà degli anni Settanta, avviano una diplomazia indipendente nei confronti dell'OLP, ma anche di soggetti del mondo arabo che si muovono al di fuori di quel fronte. Quella strategia, definita con il nome “lodo Moro”, che aveva come finalità di preservare l'Italia e gli italiani da atti di terrorismo internazionale, da quello che ormai è acclarato in sede storica - nel 2022, voglio ricordarlo, è stato, da ultimo, pubblicato un interessante saggio proprio dal titolo Il lodo Moro -, è consistita nel lasciare libero transito sul territorio italiano a esponenti del terrorismo arabo e, in alcuni casi, in interventi, come la grazia, volti a rimettere in libertà alcuni terroristi catturati. Sigonella stessa, l'episodio nel quale si sfiorò lo scontro armato tra militari italiani e statunitensi, rientra nell'attuazione di questa diplomazia parallela.

È all'interno di questo contesto storico, complessivo e intricato, che vanno, dunque, letti gli eventi verificatisi negli anni Settanta e Ottanta, anni in cui si verificano gravi attentati, come quello dell'Italicus, la strage di Bologna ed eventi come l'esplosione del DC-9 dell'Itavia, per i quali si fronteggiano ancora la tesi della battaglia aerea tra i caccia della NATO e un MiG libico e quella della bomba.

Quindi, diritto sacrosanto dei parenti delle vittime, come dicevo, è pretendere e ottenere la verità, dovere dello Stato è garantire giustizia. La politica può, e deve, favorire la declassificazione dei documenti e la trasparenza degli archivi, mettendo a disposizione materiale prezioso per ricostruire la storia, che può essere utile anche per riaprire o concludere inchieste finite in un vicolo cieco, oppure - per citare il compianto Andrea Purgatori, da poco scomparso - che continuano a rimbalzare sul muro di gomma (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

Ecco perché la mozione della maggioranza, nei propri impegni, persegue proprio questa finalità, prevedendo la riforma della disciplina del cosiddetto segreto di Stato, modificando la normativa in materia di declassificazione e consultabilità dei documenti. Si prevede, inoltre, la messa in rete degli archivi tramite la costituzione di un unico archivio digitale. Si impegna, infine, il Governo a valorizzare l'attività del Comitato consultivo sulle attività di versamento all'Archivio di Stato e agli archivi territoriali. Se questi obiettivi potessero essere realizzati concretamente nell'arco della legislatura in tal senso, mi auguro che il Parlamento voglia far sentire il suo peso con un voto che sia il più ampio possibile. Credo che renderemmo il miglior servizio possibile, per quanto di nostra effettiva competenza, per far finalmente luce su alcune vicende della nostra storia che sono parzialmente o totalmente avvolte dall'oscurità. Non possiamo dividerci su questi temi, non è possibile che su questi temi, oggi, possano essere dette cose all'insegna non dell'unità, ma di un messaggio che rappresenta davvero una sorta di indebolimento della lotta alle criminalità, sia a quelle che hanno matrici politiche sia, soprattutto, a quelle che oggi sono in campo, quindi lotta alle mafie di ogni genere. Per questo, Forza Italia sosterrà la mozione di maggioranza (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cafiero De Raho. Ne ha facoltà.

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente. Il 2 agosto 1980, nella sala d'aspetto della stazione ferroviaria di Bologna venne fatto esplodere un ordigno che determinò la più grande strage d'Italia, i cui riflessi, ancora oggi, si propagano come un segno indelebile nel corpo e nelle menti delle vittime e della collettività tutta. Le indagini, immediatamente, condussero verso gli ambienti dell'eversione neofascista. Dal 28 agosto furono emessi ordini di cattura nei confronti di militanti di estrema destra, dei NAR (Nuclei armati rivoluzionari), di Terza posizione, del Movimento rivoluzionario popolare; furono emessi quasi 80 ordini di cattura per associazione sovversiva e banda armata.

Come per i procedimenti relativi ad altre stragi italiane, anche il procedimento per la strage della stazione di Bologna ha conosciuto un cammino tormentato, caratterizzato da depistaggi e ostacoli di ogni genere, da difficoltà legate all'inadeguatezza degli strumenti a disposizione delle autorità, dalla frammentarietà delle prove, anche perché non tutte le prove e non tutti gli elementi sono mai stati messi a disposizione dell'autorità giudiziaria, se non una parte, peraltro anche spesso omissata, negli ultimi tempi.

Ad accertare determinate verità si è pervenuti, quindi, in modo graduale e con enormi difficoltà. In sede giudiziaria sono state emesse sentenze definitive, che hanno riconosciuto la colpevolezza di esecutori e depistatori. Sono stati condannati quali esecutori materiali i componenti del gruppo terroristico dei Nuclei armati rivoluzionari, ritenuti manovrati da gruppi neofascisti di vecchia data, ordinovisti e membri di Avanguardia Nazionale. I mandanti sono ancora ignoti.

Nell'ultimo processo, poi, è emersa la figura di Paolo Bellini. Essa, ancora una volta, ci spinge ad acquisire quanto più è possibile gli elementi ancora segreti che esistono negli archivi, elementi fondamentali proprio perché Paolo Bellini era un uomo, in qualche modo, legato ai servizi e, comunque, utilizzato dai servizi. E Paolo Bellini è la stessa persona che indica ai mafiosi, a Cosa Nostra, il patrimonio artistico, culturale e archeologico italiano come obiettivo che Cosa Nostra poteva perseguire per fare pressione sul nostro Paese, sul nostro Stato. Quindi, immaginate quali sono i legami che soltanto quella desecretazione potrà, forse, oggi portarci a comprendere.

Sul versante della promozione ed organizzazione dell'evento, sono stati indicati come concorrenti nel medesimo reato, in qualità di mandanti e finanziatori, Licio Gelli e Umberto Ortolani, di mandanti organizzatori, Federico Umberto D'Amato e, di mero coadiutore, Mario Tedeschi. Tutti deceduti, però nei loro confronti si è aperto un quadro di grande importanza, un quadro che evidenzia quali coinvolgimenti di altissimo livello hanno avuto le stragi.

La più recente sentenza sulla strage di Bologna la ricostruisce come strage politica, frutto non dell'esaltazione criminale di una banda di neofascisti disponibili, per fanatismo, agli atti più efferati, ma di un progetto politico-criminale di ampia portata, radicato ai vertici dell'associazione piduista e sostenuto dai silenzi e dalle omissioni di chi aveva la possibilità di sapere e di impedire, ma non lo fece, perché di fatto era al servizio di chi la strage ebbe a sostenerla, finanziarla e promuoverla.

Esiste un diritto alla verità, un diritto a conoscere chi abbia ideato, ispirato e realizzato la strage di Bologna, con quali finalità, chi e per quale ragione abbia organizzato i depistaggi. L'esistenza di un diritto cosiddetto alla verità è stata affermata con forza nell'ambito di giudizi svolti davanti alle corti internazionali, a partire dagli anni Settanta. Il diritto alla verità, com'è stato affermato in alcune sentenze, trova fondamento nella nostra Costituzione, negli articoli 2 e 21. In uno Stato democratico la verità costituisce il cardine, una condizione indispensabile per l'esplicazione libera del pensiero e lo sviluppo di una sana democrazia. Anche lo Stato, nelle sue componenti istituzionali, nei suoi Ministeri, è responsabile quando indebitamente ostacola il corretto operare dell'autorità giudiziaria, in quanto ciò viola non solo i diritti dei singoli, ma anche la dignità dell'intero Paese.

“Ignobili depistaggi”, ha detto oggi il Presidente della Repubblica. Sì, quei depistaggi hanno ostacolato lo sviluppo delle indagini sulle stragi. Gravissimo fu il primo depistaggio del 13 gennaio 1981, mediante la collocazione di una valigia contenente esplosivo analogo a quello impiegato nella strage di Bologna. Insieme a quella valigia, vi erano elementi che portavano a una pista straniera. Si scoprì essere un depistaggio organizzato dal Sismi e per questo depistaggio c'è una condanna definitiva. La lista palestinese e la pista libanese, introdotte nelle prime indagini, sono risultate anch'esse il prodotto di depistaggi finalizzati a ostacolare, o almeno a ritardare, l'accertamento della verità.

La desecretazione, che nel 2014 è stata disposta, con una direttiva del Presidente del Consiglio, appare oggi un elemento straordinario, importantissimo, fondamentale. Nel 2021 viene disposta dal Presidente del Consiglio la desecretazione anche per l'organizzazione Gladio, oltre che per la P2, per tutto ciò che ancora c'era da sapere. Ebbene, proprio sull'attività di desecretazione sono stati fatti investimenti. Erano stati fatti con la prima direttiva, per un importo di quasi 200.000 euro. Con la seconda direttiva abbiamo investimenti ugualmente pari a circa 200.000 euro e un altro investimento è stato posto dal Ministro della Cultura, con 400.000 euro all'archivio centrale del Ministero della Cultura. Tutto questo è indispensabile per andare avanti, ma la Presidenza del Consiglio attuale non ha posto nemmeno un euro di finanziamento. Dunque, ci aspettiamo di comprenderne il motivo.

Ma non c'è solo questo. Nell'ambito del comitato consultivo erano stati invitati - e tuttora partecipano - l'Associazione di Piazza Fontana, l'Associazione tra i familiari delle vittime della strage, l'Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica, l'Associazione familiari dei caduti di Piazza della Loggia e altri (uffici della Presidenza del Consiglio e altre pubbliche articolazioni). La Presidenza del Consiglio attuale ha inserito, senza condividerla con le altre associazioni e, quindi, al di fuori di una riunione e come ulteriore disposizione che scendeva dall'alto, l'Associazione per la verità sul disastro aereo di Ustica, che avalla un orientamento totalmente diverso dagli orientamenti posti fino a oggi. Ancora una volta viene sottolineata e sostenuta una pista straniera. Ebbene, tale inserimento appare come un ulteriore elemento, unitamente alla mancanza di un finanziamento, che lascia dubitare dell'effettiva volontà di andare avanti nella desecretazione. Guardate, questo è tanto più grave in quanto nel 2014, quando il Presidente del Consiglio dispose la desecretazione, l'attuale Presidente del Consiglio, l'onorevole Meloni, intervenne, con una propria affermazione, sostenendo che era importantissima la desecretazione e bisognava sostenerla con tutte le forze e con tutte le istituzioni.

Presidente, noi abbracciamo e sosteniamo in pieno la mozione De Maria ed altri n. 1-00144, mozione che, sia nel primo impegno sia nel secondo, condividiamo pienamente. Invece, non sosteniamo assolutamente la mozione del collega Mollicone, che è una mozione che porta verso altri orientamenti e che vorrebbe spostare l'attenzione dall'area neofascista all'area palestinese o libanese. Ancora una volta, si vuole evitare che l'obiettivo si consegua. Si vuole creare confusione, Presidente, ma la confusione, in un tema come questo, non è possibile, non è consentita, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Noi riteniamo che il Paese debba, attraverso il Governo e le proprie istituzioni, fare tutto ciò che è necessario per arrivare alla verità e che, soprattutto, si aprano tutti gli armadi e tutti si muovano con impegno, senza creare confusione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cavandoli. Ne ha facoltà.

LAURA CAVANDOLI (LEGA). Grazie, Presidente. Oggi ricorre il quarantatreesimo anniversario della strage di Bologna. Non voglio ripetere quanto già detto dagli altri colleghi, ma il pensiero va alla memoria delle 85 vittime e degli oltre 200 feriti e mutilati dalla esplosione e alle loro famiglie, che nella drammatica situazione di dolore hanno il diritto di conoscere la verità e di avere giustizia. Abbiamo letto le sentenze e le conosciamo - alcune, peraltro, non sono ancora definitive - che hanno portato a individuare alcuni responsabili e a determinare alcune dinamiche nella causazione della strage, ma non tutta la realtà dei fatti è stata ricostruita e di questo le Istituzioni non possono disinteressarsi. È la politica, in primis, a doversi impegnare per la ricerca della verità e della giustizia.

La strage di Bologna è, purtroppo, uno dei drammatici eventi stragistici avvenuti sul territorio italiano dal dopoguerra fino al 1992. Solo meno di due mesi prima, il 27 giugno 1980, si consumò la strage di Ustica, con l'abbattimento del volo Itavia 870, che, partito sempre da Bologna, era diretto a Palermo. Ci furono 81 vittime. Quegli anni, che vengono chiamati da alcuni “strategia della tensione”, sono stati oggetto dei lavori anche di alcune Commissioni parlamentari di inchiesta, istituite nelle precedenti legislature, che hanno svolto un grande lavoro di raccolta dati, di recupero di importanti documenti e di testimonianze. Il tutto, chiaramente, è avvenuto senza sovrapporsi al lavoro della magistratura, come deve essere secondo il dettato normativo, il dettato costituzionale che stabilisce la separazione dei poteri dello Stato, in cui la magistratura è indipendente dal potere esecutivo e dal potere legislativo e svolge, in via esclusiva, la funzione giudiziaria.

È la stessa Costituzione, all'articolo 82, che stabilisce la possibilità per ciascuna Camera di disporre inchieste su materie di pubblico interesse. A tal fine, le Commissioni di inchiesta, che possono essere - lo sappiamo bene - monocamerali o bicamerali, procedono nelle indagini e negli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria. Esercitano, quindi, un potere di indagine uguale ma diverso, perché è indipendente e parallelo rispetto a quello della magistratura, come dice la stessa lettera dell'articolo 82 della Costituzione. Non si tratta di un compito, quello delle Commissioni di inchiesta, giudiziario che possa comportare condanne o sentenze, né, a maggior ragione, può costituire un ulteriore grado di giudizio. Fatta questa puntualizzazione, senza alcun intento polemico, personalmente ritengo - e ho sempre ritenuto - importante l'esercizio dell'attività delle Commissioni di inchiesta, perché serve a migliorare l'attività parlamentare in base all'evidente nesso funzionale, sia nel senso di poter porre iniziative normative e legislative e atti di ispezioni correlati alle attività della Commissione di inchiesta, e esse svolgono anche un importante ausilio, che può essere solo eventuale e chiaramente su base volontaria, per l'attività della magistratura.

Oggi parliamo anche di documentazione che viene raccolta e che riguarda anche le Commissioni di inchiesta. Si tratta di una serie di documentazione ulteriore che, con la desecretazione e con il versamento all'Archivio centrale dello Stato, diventa così ostensibile a tutti. L'evoluzione normativa è nota e vi invito a leggere il testo della mozione, in cui è ben specificata. Si inizia nel trentesimo anniversario del rapimento e dell'uccisione di Aldo Moro, nel 2008. Fu l'inizio dell'accessibilità a tutti di documenti, che a suo tempo erano solamente per la magistratura e la Commissione Stragi. Si individua l'Archivio centrale dello Stato, che viene, quindi, indicato anche nel codice dei beni culturali, e la Presidenza del Consiglio si occupa a più riprese di invitare tutte le amministrazioni, centrali e periferiche, a versare i documenti relativi a questi eventi presso l'Archivio. Questo invito è stato fatto nel 2014, com'è stato detto, e, nel 2014, vengono individuati dei criteri che vanno a tutelare specifiche informazioni, proprio per tutelare l'interesse della sicurezza delle persone e la riservatezza di terzi, ovvero le relazioni internazionali. Quindi viene dato un limite alla piena accessibilità dei dati. Questo limite viene, quindi, valutato da questo nuovo comitato consultivo, istituito nel 2016, sull'attività di versamento agli Archivi di Stato e all'Archivio centrale dello Stato, che proprio si occupa di rendere la declassificazione, la desecretazione più ampia possibile, proprio sempre nel rispetto di quel criterio di tutela della sicurezza delle persone e della riservatezza di terzi e delle relazioni internazionali.

Nel 2021, il 2 agosto 2021, quindi due anni fa, e sempre in occasione di questo anniversario, il Governo ha manifestato l'intenzione di rendere ostensibile anche la documentazione relativa all'organizzazione Gladio e alla loggia massonica P2. Questo versamento è stato molto limitato. Molto limitato perché dato con una differente modalità, cartacea o digitale, e soprattutto era pieno di - chiamiamoli così - di omissis, le cosiddette obliterazioni.

È stato quindi necessario che si provvedesse a fare un passo in più per poter rendere gli omissis, le cancellazioni che dovevano essere inserite per tutelare i soggetti che ho sopraindicato, più limitati possibile proprio perché si potesse dare la possibilità, anche su sollecitazione dei familiari delle vittime delle stragi, non solo quella di Bologna, di avere la conoscenza più ampia di questa documentazione. E quindi, proprio il 28 febbraio scorso, la Presidenza del Consiglio dei ministri ha declassificato anche altri documenti relativi ai rapporti fra il SISMI e l'OLP, già coperti da segreto di Stato fino al 2014. Ma, pur essendo desecretati erano conservati altrove. Quindi si va in questa direzione - e questo Governo lo ha testimoniato, e la mozione di maggioranza lo consacra diciamo oggi - anche per rispondere alle richieste avanzate dai familiari delle vittime, perché tutta questa documentazione deve servire per ricostruire un'epoca ed eventi veramente drammatici della storia della Repubblica che devono pertanto avere una realtà, una realtà vera. Una verità che risponda a quella che è la realtà (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Le conclusioni che il comitato consultivo nell'ottobre scorso, al termine della scorsa legislatura, ha fatto emergere è stato questo. C'è stato un grande impegno per la desecretazione e per la digitalizzazione dei documenti e soprattutto un impegno nel limitare il ricorso ai cosiddetti omissis, alle obliterazioni. A marzo del 2023, si è provveduto a integrare il comitato con due professori, due ricercatori, insomma, della materia, oltre a un rappresentante di un'ulteriore associazione che si occupava della strage di Ustica.

L'impegno del Governo, quindi è stato, diciamo, anticipato da questa mozione presentata dall'opposizione e gli impegni della mozione di maggioranza palesano quindi quella che è l'attenzione del Governo verso la desecretazione di atti e documenti che devono servire per aiutare la verità e la giustizia. E anche forse una seppur minima consolazione ai parenti delle vittime. E credo, e lo dico anche a nome della Lega, che questa attività sia di grande supporto anche per le indagini della magistratura che abbiamo detto non essere concluse. Sicuramente non può questa maggiore accessibilità ai documenti essere di impedimento alla ricerca della verità. Né tantomeno si può pensare che nuovi documenti possano interferire con l'attività giudiziaria, se non nel senso positivo di dare la giustizia, la giustizia giusta. E così come devono essere evitate le possibili interferenze, io credo che debbano essere evitate anche le strumentalizzazioni. Strumentalizzazioni di tragedie, strumentalizzazioni di attività del Governo che vanno nella direzione, io credo giusta, di trovare la verità. Perché la verità e la giustizia rappresentano un dovere che deve essere onorato da tutti gli apparati dello Stato chiamati in causa nella direzione di pervenire al superamento di ogni zona d'ombra rispetto ad avvenimenti che hanno lacerato la coscienza civile della Nazione.

Ma ciò che più deve importare oggi è che non torni lo stato di tensione di quell'epoca: purtroppo i giornali lo paventano. Oggi più che mai serve un atteggiamento responsabile della politica, per evitare di far riemergere e fomentare atteggiamenti, lotte ed estremismi che appartengono al passato, riaccendendo riflettori su eventi e scontri, anche ideologici, che non aiutano né la ricerca della verità, né possono calmare il dolore delle famiglie, né possono essere di ausilio all'attività giudiziaria. La Lega ha sempre condannato, condanna e continuerà a condannare la violenza, da qualunque parte, anche politica, provenga, specialmente se è frutto di devianze estremiste di matrice nazionale o internazionale.

Nell'assumerci la responsabilità politica e civile di non fomentare atteggiamenti o discussioni che possono animare comportamenti violenti, auspichiamo che l'intento ampio, concreto e obiettivo, della mozione di maggioranza possa essere favorevolmente accolto anche dalle opposizioni, nel condivisibile e, credo, unitario intento di aiutare la ricerca della verità e di quella giustizia che, dopo anni di depistaggi, deve poter essere consegnata ai familiari delle vittime e a tutto il popolo italiano. Annuncio, quindi, il voto favorevole del gruppo Lega alla mozione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Maria. Ne ha facoltà.

ANDREA DE MARIA (PD-IDP). Grazie, Presidente. In premessa, come gruppo del Partito Democratico, vogliamo esprimere tutto il nostro sconcerto per l'insensibilità istituzionale da parte dell'Esecutivo per avere mandato in sua rappresentanza, a esprimere i pareri su una mozione così delicata, il Sottosegretario Delmastro, che, negli ultimi mesi, si è reso protagonista di atti di oggettiva sgrammaticatura istituzionale per il ruolo ricoperto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e che risulta oggetto di imputazione coatta per rivelazione di segreto d'ufficio.

È un'opinione legittima, credo.

PRESIDENTE. È il rappresentante del Governo, per carità.

ANDREA DE MARIA (PD-IDP). Presidente e colleghi, alle 10,25 di sabato 2 agosto 1980 un ordigno ad altissimo potenziale esplose nella sala d'aspetto di seconda classe della stazione ferroviaria di Bologna. L'esplosione provocò il crollo della struttura sovrastante le sale d'aspetto e di 30 metri di pensilina, investì anche 2 vetture di un treno in sosta al primo binario. L'esplosione causò la morte di 85 persone e il ferimento e la mutilazione di oltre 200. La vittima più piccola aveva solo 3 anni e la più anziana 86. Oggi sono stati condannati in via definitiva come esecutori materiali i terroristi neofascisti dei Nuclei armati rivoluzionari Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, e per attività di depistaggio il Gran maestro della loggia massonica P2 Licio Gelli, gli ufficiali dei servizi segreti Pietro Musumeci, membro della loggia massonica P2, e Giuseppe Belmonte, e il faccendiere Francesco Pazienza.

Con altra sentenza della corte d'assise di Bologna del 9 gennaio 2020, depositata il 7 gennaio 2021, è stato condannato all'ergastolo in primo grado, colpevole di concorso nel reato di strage, Gilberto Cavallini. Mercoledì 5 aprile 2023 sono state depositate le motivazioni della sentenza di primo grado pronunciata il 6 aprile 2022 dalla corte d'assise di Bologna nel cosiddetto processo ai mandanti per la strage di Bologna, che ha condannato all'ergastolo Paolo Bellini, a 6 anni Piergiorgio Segatel, ex capitano dei carabinieri accusato di depistaggio, e a 4 anni Domenico Catracchia, accusato di false informazioni al pubblico ministero al fine di sviare le indagini. Si tratta dell'ex amministratore di condomini di via Gradoli a Roma, dove il gruppo NAR, nel 1981, aveva due covi. In uno dei numeri civici di uno di quei covi segnalo che ha vissuto il capo delle BR Mario Moretti durante il sequestro Moro, nel 1978. È una sentenza di primo grado, ma supportata da elementi probatori importanti, che hanno permesso di far luce su alcuni aspetti cruciali della vicenda. Si è finalmente giunti - si legge nella sentenza, a pagina 1069 - a porre un punto fermo, che considera la strage del 2 agosto a Bologna come un elemento conclusivo della cosiddetta strategia della tensione.

È ormai appurato che la compagine degli esecutori materiali non agiva nel vuoto di strategie e fuori da contesti politici nazionali e, probabilmente, internazionali. Gli esecutori erano strettamente collegati a chi la strage aveva deciso, agevolato e finanziato attraverso una fitta rete di legami e di mediazioni, di cui, tuttavia, si intravede ora il vertice, com'è stato per le stragi politiche dei primi anni Settanta. La sentenza collega, quindi, la bomba alla stazione di Bologna alla strategia della tensione, inaugurata a piazza Fontana, a Milano, nel 1969, e smonta la teoria della strage frutto della semplice azione dello spontaneismo armato di un gruppo di neofascisti.

La sentenza si riferisce, poi, ai mandanti della strage. La strage di Bologna ha avuto dei mandanti tra i soggetti indicati nel capo di imputazione. Non una generica indicazione concettuale, ma nomi e cognomi nei confronti dei quali il quadro indiziario è talmente corposo da giustificare l'assunzione di uno scenario politico caratterizzato dalle attività e dai ruoli svolti nella politica interna e internazionale da quelle figure quale contesto operativo della strage di Bologna, pagina 1070 della sentenza. I soggetti indicati nel capo di imputazione sono Licio Gelli, il capo della P2, e il suo braccio destro Umberto Ortolani, in qualità di mandanti e finanziatori, Federico Umberto D'Amato, capo dell'ufficio affari riservati del Viminale, e il senatore Mario Tedeschi, il primo in qualità di mandante e organizzatore, il secondo principalmente per l'attività di depistaggio. Sono tutti deceduti, e sono quindi non imputabili. Nei loro confronti non è possibile levare alcuna imputazione formale, ma ovviamente è possibile e assai rilevante richiamarne il ruolo nel contesto di un'imputazione riguardante altri. Nella sentenza viene ampiamente ricostruito il ruolo svolto da Mario Tedeschi dal lontano 1965, con l'Operazione manifesti cinesi, fino al 1980. Si ricorda, fra l'altro, il tentativo di depistaggio con la pista palestinese, sostenuta con gli articoli apparsi sul giornale Il Borghese a firma dello stesso Tedeschi e, in qualche modo, sponsorizzata anche da Licio Gelli.

Trovo inaccettabile che la falsa pista palestinese venga riproposta ancora oggi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Infatti, al di là della buona fede di chi la mette in campo, non si aiuta certo così la ricerca della piena verità sulla strage del 2 agosto e il sereno svolgimento dei processi in corso. Così come, insieme alle associazioni dei familiari delle vittime, abbiamo contestato l'idea di Commissioni d'inchiesta che interferiscono con il lavoro della magistratura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Dovremmo, invece, uniti nelle istituzioni e fra le forze politiche, fare i conti con la storia della strategia della tensione e con quello che ha rappresentato per il Paese, e sostenere l'azione giudiziaria che è in atto.

Lo dico anche a chi siede alla destra in quest'Aula: fate la vostra parte fino in fondo per la verità e la giustizia, lo dovete e lo dobbiamo a chi ha perso la vita in quella tragica stagione. Lo dobbiamo alle migliaia di cittadini bolognesi che ancora una volta, oggi, si sono stretti intorno ai familiari delle vittime, e alle istituzioni. Lo dobbiamo alla nostra democrazia. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha detto oggi parole forti e chiarissime sulla matrice della strage, e lo voglio ringraziare per questo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Dispiace davvero, perché ci impedisce anche un'unità in Parlamento, che sarebbe stata importante, che nella mozione del centrodestra non sia stato in alcun modo ricordato il carattere neofascista della strage, accertato dalla magistratura, anche con sentenza definitiva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) - avete scavalcato a destra persino Ignazio La Russa -, come dispiace che nella mozione sia riproposta, nei fatti, la cosiddetta pista palestinese.

Per questo voteremo contro la mozione di maggioranza nel suo insieme, pur condividendo le due mozioni il richiamo al valore della desecretazione degli atti sulle stragi, su cui tornerò in seguito. Dispiace anche che il Governo dia parere negativo sull'impegno della nostra mozione che chiede semplicemente si mettano in campo tutte le iniziative di competenza per garantire il sereno svolgimento dei processi in atto. Un parere che riteniamo estremamente grave. Per consentire la ricostruzione dei gravissimi eventi che negli anni compresi tra il 1969 e il 1984 hanno segnato la storia del nostro Paese, il Presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi, con direttiva del 22 aprile 2014, dispose la declassifica e il versamento anticipato all'Archivio centrale dello Stato e agli archivi di Stato da parte di tutte le amministrazioni interessate, ivi compresi gli organismi di informazione per la sicurezza, della documentazione da questi detenuta relativa alle stragi e agli anni della strategia della tensione.

Al fine di estendere l'ambito oggettivo dell'applicazione della direttiva del 2014 è stata poi adottata la direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi del 2 agosto 2021, con la quale si è stabilito di ampliare i criteri di individuazione della documentazione da sottoporre a desecretazione, comprendendovi i documenti relativi ad altre tematiche oltre a quelle già oggetto della precedente direttiva. In particolare, con la nuova direttiva si rende consultabile la documentazione concernente l'organizzazione Gladio e quella relativa alla loggia massonica P2.

La desecretazione di atti e documenti relativi alle stragi e al terrorismo ha rappresentato una scelta di grande responsabilità e importanza, di cui va garantita la continuità e l'effettiva applicazione. Presidente e colleghi, sono convinto che la lotta delle associazioni dei familiari per la verità sia di straordinario valore. Si tratta di battersi per il diritto alla giustizia delle vittime e, nello stesso tempo, di un impegno fondamentale per rendere più forte la nostra democrazia.

Una democrazia che sarà resa più solida dalla piena consapevolezza e conoscenza di una lunga storia di eversione, di pericolose derive e svolte autoritarie che l'hanno messa in discussione e hanno pesantemente influenzato la vita politica e sociale del Paese.

Per questo abbiamo sostenuto e sosteniamo la forte denuncia dell'Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto sulle dichiarazioni rese in Parlamento dal Ministro Nordio, sui giudici ultrasessantacinquenni delle corti di assise che si sovrapposero oggettivamente alle iniziative processuali in atto. Le due richieste che facciamo al Governo sono note, le avete lette; una riguarda, appunto, il tema delle desecretazioni, e su questa c'è un parere favorevole del Governo, e, quindi, la necessità di proseguire il percorso in atto, l'altra, appunto, era la richiesta che si mettessero in atto per quanto di competenza - ed è il 1° impegno - tutte le iniziative utili a uno svolgimento sereno dei processi. Questo per noi è un impegno di grande valore, perché riteniamo davvero che l'esito positivo, giusto, sereno di quei processi, che ovviamente si concluderanno come decideranno i giudici, nel pieno rispetto delle garanzie previste dalla nostra normativa e dalla nostra Costituzione, sia fondamentale per la nostra democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mollicone. Ne ha facoltà.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Onorevoli colleghi, signor Presidente, rappresentante del Governo, il dolore, come sappiamo, non perdona e nel giorno dell'anniversario della strage di Bologna il pensiero va anzitutto ai familiari, costretti a patire il dolore più grande del vuoto quotidiano, incolmabile, dell'assenza dei propri affetti. Nel linguaggio solenne, la memoria condivisa segue il trauma di anni drammatici, come quelli delle stragi e del terrorismo interno e internazionale. Si compiono gesti destinati a sancire la memoria necessaria alla costruzione definitiva, finalmente, di una comunità nazionale e di un sentimento comune.

Le mozioni, una di maggioranza e una di opposizione, che oggi esaminiamo sono convergenti sugli impegni per la prosecuzione della declassificazione dei documenti segreti. È questo, colleghi, un gesto concreto di riconciliazione, una convergenza inedita nella storia parlamentare su questi temi, che pone un precedente rilevante.

Come è importante la presenza del Ministro Piantedosi, oggi, a Bologna, alla commemorazione, e per questo gli impegni della mozione di maggioranza sono volti a garantire il processo di accelerazione di declassifica e la riforma dell'istituto del segreto di Stato, come richiesto anche dal Copasir nella legislatura precedente, nel rafforzamento dell'infrastruttura degli archivi, arrivando auspicabilmente ad un archivio unico digitale dei documenti, una vera e propria scatola nera della Repubblica.

Così come è fondamentale proseguire in questa importante operazione di verità e trasparenza, facilitando e accelerando il versamento della documentazione all'Archivio centrale dello Stato, per mettere il più ampio patrimonio informativo a disposizione della collettività e della ricerca storica e favorire l'attività del comitato consultivo sulle attività di versamento all'Archivio centrale dello Stato e agli archivi di Stato sul territorio, valorizzando l'impostazione pluralista nel perseguimento dei suoi fini istituzionali.

Colleghi, la declassifica dei documenti ha permesso di ricostruire molte pagine strappate e rilevanti della storia italiana del dopoguerra. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, e il Sottosegretario alla Presidenza, Alfredo Mantovano, hanno dato su questo indicazione di far declassificare e versare in anticipo all'Archivio centrale dello Stato altri 163 documenti, già coperti da segreto di Stato fino al 2014 e, successivamente, classificati e ancora conservati altrove.

Giungere alla verità sulle stragi che hanno segnato l'Italia del dopoguerra passa anche dal mettere a disposizione della ricerca storica il più ampio patrimonio documentale informativo della Repubblica.

Gli impegni della mozione di maggioranza sono, quindi, volti all'accelerazione del processo di verità. La nostra ansia di verità è la vostra, è condivisa, per superare insieme il dolore e la memoria, eliminando coni d'ombra, come ha già fatto il lavoro meritorio del senatore del PD Fioroni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), con la Commissione Moro 2, e del senatore PD Marilotti, presidente della Commissione Archivi.

Dalle Commissioni parlamentari, come la Commissione Moro 2, della XVII legislatura, sono emersi importanti documenti e riscontri che seguono il lavoro della Commissione d'inchiesta Stragi, presieduta dal bravo presidente Pellegrino, e della Commissione Impedian, presieduta da Guzzanti.

Rispettiamo, certamente, le sentenze della magistratura, ma riteniamo altrettanto fondamentale che venga salvaguardato il giusto processo, sempre e comunque, come chiede anche il 1° impegno della mozione delle opposizioni.

Non possiamo e non dobbiamo, tuttavia, accontentarci di cercare la verità storica, oggettiva, documentale e definitiva. Lo dobbiamo esattamente a tutte le vittime delle stragi e ai loro familiari. Non bisogna aver paura della storia, né della rivendicazione del ruolo del Parlamento com'è regolato dall'articolo 82 della Costituzione: “Ciascuna Camera può disporre inchieste su materie di pubblico interesse. (…) La Commissione d'inchiesta procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria”.

Ribadiamo il rispetto del lavoro dei magistrati, ancora una volta, e lo facciamo qui e oggi, ma chiediamo sinceramente a tutti i parlamentari di non mutilare i poteri costituzionali del Parlamento. Come ha detto giustamente, oggi, il Presidente Violante, le Commissioni non devono interferire con i processi e non lo faranno, ma possono portare nuovi documenti e sviluppi fondamentali anche per la storia e la verità italiane. Le Commissioni d'inchiesta, lo ricordo, sono organismi parlamentari composti da maggioranza e opposizione e non esecutivi del Governo in carica.

Colleghi, la dimensione di ciò che è stata la stagione delle stragi trascende la natura nazionale, con profondi risvolti nella contemporaneità. Per questo non è mai abbastanza lo sforzo per la ricerca della verità e, come scrisse Aldo Moro: “Quando si dice la verità non bisogna dolersi di averla detta. La verità è sempre illuminante. Ci aiuta a essere coraggiosi” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Lanciamo, quindi, un appello, colleghi, per il suo tramite, Presidente, ai fratelli d'Italia della sinistra, della sinistra politica, affinché si possa, congiuntamente, come comunità nazionale, costruire finalmente una verità storica condivisa, anche in ragione di un accesso agli atti senza limiti e imposizioni, nella pura e inarrestabile ansia di verità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Dai banchi del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra: “Strage fascista, strage fascista!”).

PRESIDENTE. Colleghi… Collega Bonelli, collega Piccolotti! Basta!

Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Avverto che i presentatori della mozione De Maria ed altri n. 1-00144 hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare le parti su cui il Governo ha espresso parere favorevole distintamente da quelle su cui il Governo ha espresso parere contrario.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla premessa, ad eccezione dei capoversi 20) e 21), e sul capoverso 2) del dispositivo della mozione De Maria ed altri n. 1-00144, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sui capoversi 20) e 21) della premessa e sul capoverso 1) del dispositivo della mozione De Maria ed altri n. 1-00144, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Pongo in votazione la mozione Mollicone, Cavandoli, Pittalis, Bicchielli ed altri n. 1-00173, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione) .

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 13).

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA (ore 13,50).

Commemorazione della strage di Bologna nella ricorrenza del 43° anniversario.

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea e i membri del Governo). Care colleghe e cari colleghi, ricorre oggi il 43° anniversario della strage alla stazione ferroviaria di Bologna.

Alle ore 10,25 di quel tragico 2 agosto del 1980 furono barbaramente uccise 85 persone. I feriti furono oltre 200. La vittima più giovane, una bambina di nome Angela, aveva tre anni.

Di fronte alla follia terrorista, che sentenze definitive hanno stabilito essere stata di matrice neofascista, le istituzioni seppero reagire, dimostrando come la nostra democrazia fosse più forte dell'odio e della violenza.

Ricordare quel massacro significa rendere omaggio alle vittime innocenti, ai sopravvissuti e ai loro familiari. Ricordare l'orrore e lo strazio di quel vile attentato significa anche rinnovare un monito ben preciso per tutti noi.

I principi e i valori della legalità e della democrazia sono alla base della nostra Costituzione. Vanno difesi con fermezza tutti i giorni. A questo obiettivo devono contribuire tutte le istituzioni, le forze politiche e i cittadini.

Nell'esprimere la vicinanza e la solidarietà, mia personale e della Camera dei deputati, ai familiari delle vittime, alla loro associazione, ai sopravvissuti e alla comunità bolognese, invito l'Assemblea a osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio – Prolungati applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. Quarantatré anni fa, alle 10,25, alla stazione di Bologna per 85 persone il tempo si fermò per sempre, 85 vite interrotte, 85 viaggi in treno mai completati.

La strage di Bologna fu l'ultima e la più grave di una serie di azioni criminali che macchiarono di sangue tutta la penisola: Milano, Brescia, Peteano, San Benedetto Val di Sambro, Gioia Tauro. Luoghi uniti da una tragica geografia di un terrore nero ed eversivo.

Bologna fu la più grave strage in Italia in tempo di pace, una strage eseguita da terroristi fascisti, come ha accertato la verità storica e quella giudiziaria.

“Vittime del terrorismo fascista” è scritto sulla lapide alla stazione ed è importante ripetere quelle parole oggi perché sono parole che mancano in tanti discorsi ufficiali, non in quello del Presidente della Camera, che ringrazio (Applausi), non in quello del presidente del Senato, non in quello del Presidente della Repubblica Mattarella. Ma sono parole che mancano oggi purtroppo anche nel messaggio della Presidente del Consiglio Meloni.

È importante ricordare, quindi, quelle sentenze che hanno cominciato a far cadere i muri della vergogna, quelli del depistaggio e del revisionismo. Nel 1995 la Cassazione confermò l'ergastolo per i terroristi neri dei NAR - Nuclei armati rivoluzionari - Francesca Mambro e Valerio Fioravanti e condannò per depistaggio il capo della loggia massonica P2, Licio Gelli, e altri esponenti dei servizi segreti.

Nel 2007, la Cassazione ha condannato anche il neofascista Luigi Ciavardini, all'epoca dei fatti minorenne. Il processo d'appello a Gilberto Cavallini, ex NAR, è in corso dopo una condanna di primo grado all'ergastolo. Paolo Bellini di Avanguardia nazionale è stato condannato in primo grado all'ergastolo, nel filone processuale sui mandanti. Nelle motivazioni della sentenza si legge che all'attuazione della strage contribuirono, in modi non definiti ma di cui vi è precisa ed eclatante prova nel documento Bologna, Licio Gelli e il vertice di una sorta di servizio segreto occulto. Atti, condanne, sentenze che sono come luci che si accendono, una dietro l'altra a illuminare il buio pesto di una stagione del depistaggio che cominciò subito dopo la strage e a cui sono seguite tante campagne revisionistiche e innocentiste che sono ancora in campo. Dalla caldaia difettosa al mozzicone di sigaretta, dalla pista palestinese al KGB, passando per il Mossad, la Cia, la Stasi: una valanga di menzogne ha offeso e offende ancora oggi la memoria delle vittime. Una rete di servitori infedeli dello Stato ha agito e agisce per indebolire la democrazia. Ma è grazie al coraggio di alcuni procuratori e alla determinazione dell'associazione delle vittime della strage di Bologna - a cui va il nostro abbraccio in questo 2 agosto - che abbiamo potuto fare i primi passi nella verità, una verità che è stata difficile e dura da accettare perché mandanti e fiancheggiatori della strage non andavano cercati nei servizi segreti di mezzo mondo ma in casa, in Italia, spesso tra coloro che avevano ruoli apicali nel mondo della politica e delle professioni.

Ancora oggi non è completo il puzzle delle loro responsabilità.

Ancora oggi da molte indagini emergono le tracce di un'attività di depistaggio ancora in essere. Mi riferisco, ad esempio, all'inchiesta della procura di Caltanissetta su una struttura segreta di monitoraggio dell'attività della magistratura sgradita che ha portato ai domiciliari, pochi giorni fa, a Foligno, nella mia città, Stefano Menicacci, avvocato di Delle Chiaie, ed ex deputato missino. È accusato di operare ancora oggi per nascondere la presenza di Paolo Bellini in Sicilia nei giorni delle stragi di mafia e coinvolto anche nei processi di Bologna perché alla fine degli anni Settanta accompagnò e presentò, sempre lo stesso Bellini, all'Aeroclub di Foligno dietro raccomandazione di altri due ex parlamentari missini, Franco Mariani e Antonio Cremisini.

L'opera di occultamento della verità storica è talmente forte ancora oggi che continuamente vengono depositate proposte di legge utili solo a rispolverare le vecchie tesi sostenute da depistatori di ogni risma e già smentite dai documenti e dalle sentenze, come quella della fantomatica pista palestinese. Qualcuno vuole riscrivere una storia più docile, più mansueta, una storia falsa e insignificante, una storia che non scomodi la memoria dei propri precursori politici e delle proprie militanze giovanili. Ebbene, noi saremo qui, ogni giorno, a ricordare quei fatti, a ripetere i nomi dei loro autori, a ripercorrere gli atti di quei processi che hanno svelato i nessi fra politica, logge segrete e criminalità organizzata. La verità è una luce che una volta accesa non si spegne più, nemmeno quando in tanti soffiano forte per farlo (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rosso, ne ha facoltà.

MATTEO ROSSO (FDI). Grazie, Presidente, onorevoli colleghi, Presidente innanzitutto grazie per le sue parole che ha voluto pronunciare in cui il gruppo di Fratelli d'Italia si riconosce completamente, quindi grazie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Io quel tragico giorno avevo 13 anni, chi ha un'età simile alla mia, qualche anno in meno o qualche anno in più, non può non avere, anzi abbiamo certamente, scolpiti nella mente, ma anche nel cuore quei tragici momenti. Non potremo mai dimenticarli, li abbiamo vissuti. Ero un ragazzino, ricordo le immagini alla televisione, ricordo il terrore sul volto dei miei genitori, oserei dire uno stato quasi di disorientamento, venivamo da anni di piombo tremendi, due anni prima c'era stato l'agguato di via Fani e ricordo lo stesso spavento sul volto dei miei genitori e delle persone vicine a noi, momenti davvero drammatici. Io vorrei ricordare, perché è giusto ricordare anche attraverso le parole del Presidente Mattarella, quello che ha detto e che condivido al 100 per cento: fu un atto di uomini vili, di una disumanità senza uguali. Io direi di una crudeltà inaccettabile, tra i più terribili della storia repubblicana. Un attacco terroristico che pretendeva di destabilizzare le istituzioni democratiche e seminare la paura, colpendo persone ignare, colpendo uomini, donne e bambini nella loro vita quotidiana, che si mettevano in viaggio.

Vi sono vari momenti simbolo di quella strage, ma vi sono due momenti particolari che rimangono in chi allora aveva l'età per ricordarlo e dopo lo è rimasto in tanti altri che hanno letto: l'immagine della stazione ferroviaria con l'orologio fermo. Non possiamo dimenticarci quell'orologio fermo, immobile su quell'ora drammatica. C'è, poi, un altro momento simbolo che alcuni ricordano, altri no, l'autobus della linea 37; è giusto anche ricordarlo, l'autobus della linea 37 che era in servizio a Bologna proprio quel 2 agosto alle 10,25 è diventato il simbolo della strage della stazione di Bologna, assieme ad altri, non l'unico, per aver trasportato per 15 ore di seguito feriti e deceduti verso tutti gli ospedali e purtroppo verso gli obitori, uomini, donne e bambini. A guidarlo per ore - gli dobbiamo ancora oggi un'enorme riconoscenza - senza mai fermarsi, c'era Agide Melloni, cui va veramente la nostra riconoscenza (Applausi). Mai dimenticare. Lui ricorda: “Le ambulanze arrivavano e ripartivano, trasportano i feriti verso i Pronto soccorso di tutti gli ospedali e io” - dice lui, che era arrivato in stazione dopo solo 20 minuti dall'esplosione - “mi offrii di guidare il 37 e iniziai così a portare prima chi aveva bisogno di essere portato in ospedale e poi i morti. Dovevamo salvare più persone possibile, ma non potevamo dimenticare i morti” - perché qui c'è la sensibilità vera – “ai quali eravamo coscienti di portare rispetto. E grazie a questo improvvisato modo di trasportare i feriti” - va ricordato, ha proseguito, sempre nel suo racconto Melloni, che non ha mai smesso di guidare, quindici ore di seguito - “fu possibile salvare chi aveva bisogno di cure immediate. Ma fu fatto tutto con sensibilità, con amore, i feriti non vennero” - ricorda – “mai sovrapposti uno sull'altro e riuscimmo a deporli” - chiedo, scusa, c'è un po' di emozione, per chi ricorda quei momenti – “tutti distesi. Ai finestrini poi appendemmo delle lenzuola bianche, per occultare la presenza delle salme”. Tutto ciò esprime il vero dolore di quei momenti. Oggi io vorrei che tutti - almeno io, come medico e noi, come gruppo di Fratelli d'Italia sentiamo di fare - esprimessimo ancora un grande grazie a tutti i soccorritori di quegli anni, a tutti i medici, gli operatori sanitari, i cittadini che si sono offerti volontari di soccorrere i tanti feriti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), di stare vicino ai familiari delle vittime, perché anche in quei momenti un sorriso, una carezza, una dolcezza vale tantissimo per una persona che ha perso il suo caro o sta per perderlo.

Ha detto bene il Presidente Mattarella: «Non tutte le ombre sono state dissipate e forte è, ancora, l'impegno di ricerca di una completa verità». E non bisogna aver paura di cercare la verità - questo è ovvio - e questo lo ha ribadito oggi il Presidente Giorgia Meloni. Il vero fine, l'interesse ultimo - davanti agli 85 morti di Bologna e davanti anche a tutti gli altri morti, feriti e mutilati delle tante stragi che ci sono state e che non hanno avuto ancora un chiarimento in Italia - è la ricerca della verità. Noi questa ricerca della verità la dobbiamo alla memoria delle vittime e dei loro familiari.

Concludo sempre con le parole del Presidente Mattarella: lo dobbiamo per testimoniare che le strategie del terrore mai - e qui lo sottolineo -, mai prevarranno sui valori costituzionali della convivenza civile (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Merola. Ne ha facoltà.

VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). Grazie, Presidente, la ringrazio soprattutto per le parole inequivocabili che ha proferito nella sua commemorazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Come sanno gli altri colleghi e colleghe da tanti anni – 43, per l'esattezza - nella mia città, Bologna, i cittadini camminano insieme il giorno 2 agosto di ogni anno per ricordare l'attentato più grave che la nostra Repubblica ha subito in tempo di pace, la strage fascista, che uccise 85 persone e ne ferì più di 200.

Anche in questo anniversario di oggi, come sapete, il corteo bolognese ci ha richiamato al nostro compito nazionale, che le vittime non vengano dimenticate e che si raggiunga completa verità e giustizia. Prima di tutto, è stato, ancora una volta, un esempio di impegno civico il corteo del 2 agosto, che richiede attenzione e rispetto a tutti noi, ai rappresentanti di tutte le istituzioni della nostra Repubblica. Rispetto nell'essere al fianco di chi ha subito lutti e lottato, in tutti questi anni, per affermarla - la verità giudiziaria e la verità storica -, a cominciare dunque dal rispetto di tutti noi per l'Associazione dei familiari delle vittime del 2 agosto e dal sentito apprezzamento per il loro operato. In tutti questi anni la comunità bolognese ha saputo onorare la medaglia d'oro al valor civile che il Presidente Sandro Pertini assegnò al comune di Bologna nel 1981 per la reazione che ci fu, di solidarietà e di attività piena di tutta una comunità cittadina dopo quella strage. I processi della magistratura hanno fatto, e stanno facendo, ulteriore luce sugli attentatori neofascisti e sui depistaggi. La verità giudiziaria e la verità storica si sono affermate e stanno sempre più convergendo, prima di tutto nella consapevolezza degli italiani e da questa verità non si può, non si potrebbe prescindere nelle valutazioni generali di quel periodo tragico del nostro Paese su come affrontare la ricerca della completa verità nell'immediato futuro.

Commemorare le vittime del 2 agosto richiede che le istituzioni siano unite, che non cedano alle recriminazioni o alla tentazione di interpretazioni alternative, comunque smentite dal lavoro della magistratura, come l'inesistente pista palestinese. Abbiamo bisogno di una memoria condivisa sull'evento tragico del 2 agosto, che non sia più oggetto di dispute e polemiche o di ennesime Commissioni d'inchiesta con il tentativo di riscrivere la storia, i fatti storici, sostituendosi in modo pericoloso alla magistratura.

Non dimenticare, lo sappiamo, è una resurrezione continua della verità. È una luce che può accompagnarci anche nei momenti più difficili e anche in questo senso la completa desecretazione degli atti è un fatto importante da ottenere.

Dunque, in questa Camera dei rappresentanti del popolo italiano, è doveroso saper commemorare le vittime del 2 agosto, sottolineare le conquiste sulla strada della verità e della giustizia e, soprattutto, sarebbe doveroso trasmettere una condivisione completa della verità storica e giudiziaria, senza distinzioni, senza ambiguità, senza omissioni, come purtroppo è avvenuto anche oggi con le parole della nostra Presidente del Consiglio. Concludo, Presidente, riconfermando la solidarietà e la vicinanza, mia personale e del gruppo del Partito Democratico, ai parenti delle vittime della strage fascista del 2 agosto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bergamini. Ne ha facoltà.

DAVIDE BERGAMINI (LEGA). Grazie, Presidente. E grazie per le parole che ha speso per questa giornata all'inizio della seduta. Oggi è il 2 agosto, una data che ci ricorda quel famoso 2 agosto del 1980, quando, alle 10,25, una profonda esplosione all'interno della stazione, per opera di terroristi, provocò la morte di 85 persone e oltre 200 vittime, come lei ha ricordato poc'anzi. Sono passati 43 anni, ma questo ricordo resta ancora indelebile all'interno di quest'Aula. Oggi siamo a commemorare quella giornata in cui ci fu un evento tragico, che ha segnato profondamente il Paese, lasciando un segno indelebile all'interno delle persone dell'epoca, ma anche all'interno di tutte quelle generazioni future che hanno appreso, solamente durante questi giorni di ricorrenza, quel tragico evento di quel giorno. Un episodio violento, che ha colpito il Paese e la nostra società, con la chiara volontà, da parte di chi lo ha commesso, di ferire in modo profondo la nostra democrazia: una democrazia forte come la nostra, che, oggi, con questa commemorazione, vuole ricordare e dimostrare, a distanza di tanti anni, la vicinanza ai familiari e ai parenti di quelle 85 vittime.

Tra quelle 85 vittime vi era anche Paolino Bianchi. Lo cito perché Paolino Bianchi era un cittadino del mio comune, un cittadino di Vigarano Mainarda, in provincia di Ferrara. Paolino Bianchi aveva 49 anni e quel giorno, come faceva quasi tutti gli anni, si stava dirigendo, nei pochi giorni di ferie, in una zona del Trentino per trascorrere qualche giorno. Quindi non aveva nessuna colpa. Quel giorno l'unica sua colpa fu quella di essere presente alla stazione di Bologna per prendere un treno, ha salutato i suoi familiari ed è stato strappato alla vita da questo vile attentato, insieme alle altre 84 vittime di quel giorno. Io credo che sia giusto ricordare questo giorno, lo dobbiamo principalmente alle vittime, ai parenti e ai familiari delle vittime e dei feriti di quel giorno. Ma credo che sia giusto ricordarlo in modo ancora più forte per non abbassare la guardia e combattere qualsiasi forma di estremismo, terrorismo e delinquenza, che metta a repentaglio la democrazia e la tranquillità del nostro Paese. Voglio ringraziare in questo momento anche tutte quelle persone che quel tremendo giorno portarono i primi aiuti, dagli appartenenti alle Forze dell'ordine, ai volontari, agli uomini e alle donne che sono intervenuti per riportare una situazione di normalità, per assistere quelle persone che in quel momento erano in gravi difficoltà e per ricercare vittime e feriti di quella tremenda giornata. Gli stessi uomini e donne che, a distanza di anni, ogni giorno, mettono in campo ogni forma di prevenzione per fare in modo che ciò non succeda più. Infatti, io credo che da questo giorno si debba anche trarre un insegnamento forte: non abbassare mai la guardia nella difesa dei princìpi di questa democrazia, con la convinzione che le istituzioni lavorano nel giusto e che la verità prima o poi emerge sempre. Come ha detto il Presidente Mattarella stamattina, la verità non si estingue. Quindi, a distanza di tanti anni, noi continuiamo con la ricerca di verità, una verità che dev'essere portata fino in fondo, senza tralasciare e senza lasciare indietro una pista che possa individuare tutti i responsabili di questa tremenda giornata. Lo dobbiamo principalmente ai familiari di quelle 85 vittime, ma lo dobbiamo anche perché una grande democrazia non può lasciare indietro nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Lo dobbiamo, in fondo, alle giovani generazioni, per ricordare e dimostrare loro che la giustizia e la verità, se pure a volte richiedano parecchio tempo, se pure richiedano anni, emergono sempre, emergono rafforzando ogni volta, nella società, il concetto e il significato vero delle istituzioni, facendo capire con una netta distinzione il valore della giustizia, il valore delle istituzioni stesse e la differenza fra cittadini onesti e criminalità organizzata. Dobbiamo continuare a lavorare con impegno, fare in modo che questi eventi tragici, come quello del 2 agosto 1980, non si ripetano mai più e restino solamente nella nostra memoria. A nome mio e dell'intero gruppo Lega, ci stringiamo nel ricordo ai parenti delle vittime e dei feriti di quel tremendo giorno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, a Bologna c'è un orologio, nell'ala ovest della stazione ferroviaria, che è rimasto fermo alle 10,25 del 2 agosto 1980. Da 43 anni ci ricorda l'ora esatta in cui un ordigno, che era contenuto in una valigia abbandonata, esplose e provocò una delle più sanguinose stragi che il nostro Paese ricordi: 85 le vittime, oltre 200 i feriti. Come ricordava lei, Presidente, la più piccola, Angela, aveva solo 3 anni. Una ferita che riguarda il Paese intero, che riguarda l'Emilia-Romagna, Bologna, e che, in particolare per noi emiliani, è ancora una ferita dolorosa. Chiunque di noi ha avuto familiari che frequentavano e che frequentano la stazione, chiunque di noi avrebbe potuto essere lì, quel 2 agosto 1980. Me lo ricorda spesso anche mia suocera: lei c'era, lì, quel 2 agosto, ed è viva solo perché il suo treno è partito pochi minuti prima dell'esplosione.

Noi abbiamo il dovere, in quest'Aula del Parlamento, di ricordare tutte le persone che non ci sono più e che hanno ferite indelebili. Però, questo non basta. Noi dobbiamo raccontare tutta la storia e per farlo dobbiamo parlare anche dei responsabili, perché qui non si è trattato di una tragedia inevitabile, qui si parla di una folle strategia neofascista della strage indiscriminata, così come ha scritto Paolo Bolognesi, il presidente dell'associazione dei familiari delle vittime della strage. Si tratta di un attentato compiuto da terroristi neofascisti, finanziato dalla loggia massonica P2 e coperto, fin da subito, con depistaggi che continuano fino ai giorni nostri. È bene ricordare che, da ultimi, sono stati condannati Gilberto Cavallini, ex ordinovista, in primo grado, come esecutore; così come Paolo Bellini, estremista di destra, ex Avanguardia Nazionale, per quanto riguarda il processo sui mandanti esterni. È bene rappresentare che i processi ancora in corso stanno aprendo degli spiragli di verità. Ed è importante e doveroso fare un ringraziamento, oltre all'associazione dei familiari delle vittime della strage, al suo presidente, Paolo Bolognesi e alla procura generale di Bologna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che sta portando avanti un lavoro importante. Dobbiamo proseguire su questa strada, però è fondamentale mettere i magistrati in condizione di lavorare bene e di avere tutti gli strumenti di cui hanno bisogno.

Per questo, dobbiamo dare risorse alla giustizia e ai tribunali, per quanto riguarda i magistrati, il personale amministrativo e l'organico, incentivare la collaborazione con la giustizia, potenziare gli strumenti informatici, rafforzare le intercettazioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) - abbiamo visto che da ultimo Paolo Bellini è stato arrestato grazie alle intercettazioni - e rafforzare i reati spia. Questi strumenti vanno tutelati e non abbattuti, se si vuole fare un serio lavoro di prevenzione e di contrasto alle mafie e al terrorismo. Chiudo Presidente, dicendo che desidero oggi unire la mia voce e quella del mio gruppo a quella dei familiari delle vittime che non hanno mai smesso di cercare la verità. Ci tengo a ribadire - come rappresentante delle istituzioni - che continueremo a smantellare e a indagare nelle trame terroristiche e mafiose, proprio per squarciare quel muro di omertà che ancora oggi persiste, perché abbiamo il dovere di consegnare alle future generazioni tutta la verità sulla strage di Bologna, giustizia per le vittime ed i familiari e per l'Italia intera. È un atto che dobbiamo alla democrazia (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tassinari. Ne ha facoltà.

ROSARIA TASSINARI (FI-PPE). Grazie, Presidente e onorevoli colleghi. Ci troviamo oggi qui riuniti per commemorare uno dei momenti più tragici e dolorosi della nostra storia, la strage di Bologna del 2 agosto 1980, un atto di violenza inqualificabile che ha segnato profondamente la nostra Nazione e ha annientato la vita di 85 persone innocenti. Ci sono ferite che appaiono incurabili: quando qualcuno viene colpito con una tale violenza, ci si sente sopravvissuti e si prova un senso di smarrimento. Poi la vita ci fa andare avanti - dobbiamo andare avanti -, ma dentro, nel cuore di ognuno, ci sentiamo sopravvissuti, quasi in colpa rispetto a qualcuno che non c'è più. Questa strage, che sentenze definitive hanno definito di matrice neofascista, messa in atto con la massima ferocia e crudeltà, ha colpito al cuore una città amata da tutti noi, Bologna, una città ricca di storia e cultura, dove i giovani studenti di una delle più antiche università d'Europa, l'Alma Mater Studiorum, dove anch'io ho studiato, rappresentano il futuro, la speranza il progresso.

Tra le vittime di quella giornata vi erano anche numerosi bambini e tanti giovani, vite spezzate prima ancora di aver avuto la possibilità di vedere realizzati i loro sogni. Uno per tutti, voglio ricordare Giovanni, un ragazzo di 18 anni, che era di Bari e faceva l'elettricista. Stava trascorrendo un periodo di vacanza con il fratello a casa di amici a Rimini, dove avevano conosciuto alcune ragazze straniere. La mattina del 2 agosto in auto, insieme al fratello e ad un amico, aveva accompagnato alla stazione di Bologna le ragazze che dovevano tornare in Patria. Parcheggiata l'auto, entrarono in stazione e si diressero verso il primo binario, dove era in sosta il treno per Basilea. Giuseppe accelerò il passo e si ritrovò molto vicino all'esplosione che lo uccise. Il fratello, che si era attardato ad aspettare un amico, fortunatamente si salvò.

Sono stati loro, i nostri giovani, ad essere colpiti con particolare spietatezza e il loro ricordo continuerà a vivere nei nostri cuori, come un costante monito a non dimenticare mai il valore prezioso della vita e l'importanza di proteggerla.

In questo giorno solenne, desidero esprimere il più profondo cordoglio e la solidarietà, a nome di tutto il mio gruppo, alle famiglie delle vittime (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), ai loro amici e a tutte le persone che hanno vissuto questo trauma e il dolore della perdita. Non possiamo tornare indietro nel tempo per cambiare gli eventi, ma possiamo assicurarci che la memoria di questi cari venga onorata e che il loro sacrificio continui a illuminare il cammino della giustizia e della pace.

Dobbiamo ricordare che il terrorismo e la violenza non hanno alcuna giustificazione: nessuna causa può mai giustificare l'uccisione di persone innocenti. Come rappresentanti e difensori della democrazia, dobbiamo unirci e lavorare instancabilmente per garantire che il nostro Paese rimanga saldamente ancorato ai valori fondamentali della libertà, della giustizia e della solidarietà.

La strage di Bologna ha lasciato un segno indelebile nella nostra storia, ma è attraverso il ricordo delle vittime e il loro coraggio che possiamo trarre insegnamenti per il futuro. Rinnoviamo il nostro impegno per un mondo più pacifico, dove le ideologie vengano superate dalla tolleranza, dalla comprensione e dalla civile e pacifica convivenza.

Onorevoli colleghi, è nostro dovere continuare a lottare affinché tragedie simili non si ripetano mai più. Impegniamoci a costruire un futuro migliore per le generazioni future, un futuro in cui la pace, la solidarietà e la coesione sociale possano trionfare sugli orrori della violenza. Alla memoria delle 85 vittime della strage di Bologna dedichiamo questo momento di riflessione e di raccoglimento: che la loro memoria sia un faro luminoso nella nostra lotta contro ogni forma di odio e terrore!

Occorre però dire che questa ferita amarissima, ancora aperta nel cuore dei familiari e quindi di tutti coloro che si sono stretti in questa solidarietà nazionale di allora e di oggi, deve restare aperta anche nel cuore dell'Italia, senza mai smettere di cercare verità, perché il nostro dovere - come ci chiedono la nostra coscienza e la nostra Costituzione - è quello di non arrendersi mai di fronte al male dell'ingiustizia.

Come sostiene il nostro Presidente della Repubblica, la ricerca della verità è un dovere che non si estingue, ma è anche in gioco la credibilità delle istituzioni democratiche e, con Bologna e con l'Emilia-Romagna, sentiamo la responsabilità di difendere sempre i principi di libertà e democrazia che hanno fatto dell'Italia un grande Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (A-IV-RE). Grazie, Presidente. In realtà anche oggi abbiamo perso un'occasione, se non fosse per le sue parole, Presidente, per le quali anch'io la ringrazio - lei in fondo è il nostro rappresentante -, quelle del suo omologo al Senato e ovviamente del Presidente Mattarella. Abbiamo perso un'occasione per dire tutti la stessa cosa in quest'Aula e per sentirci tutti parte di una storia condivisa. Anche l'intervento in questa commemorazione di Fratelli d'Italia si è, fra virgolette, limitato a condividere le sue parole, Presidente. È come quando, in Ghost, Demi Moore dice: “ti amo” e Patrick Swayze risponde: “idem”, non riesce a dire “ti amo”; o come quando Fonzie - oggi solo citazioni dotte, Presidente - non riesce a dire “mi scuso”. Voi la frase riguardante la matrice di questa strage, in quest'Aula, oggi, non siete riusciti a ripeterla e mi chiedo, colleghi di Fratelli d'Italia, onestamente il perché non riusciate a ripeterla. È come se vi sentiste chiamati in causa, ma qui non c'è nessun fascista.

Per quanto mi riguarda - e credo di non essere il solo - qui non c'è nessun fascista, qui non c'è nessun erede dei Nuclei armati rivoluzionari. Perché non riuscite a dire quello che una sentenza ha sancito in maniera definitiva? La strage di Bologna - ne ho anche per qualcun altro, del resto la nostra funzione è quella di non riconoscerci - è quella più oscura della nostra storia repubblicana. È stato accertato che a mettere la bomba sono stati Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini e poi vi sono due condanne non definitive, sulla seconda delle quali tornerò brevemente perché è interessante, ma la strage di Bologna non è come le altre.

Di quello che è capitato nel nostro Paese dal 1969 al 1978 noi sappiamo, ma non abbiamo le prove, per fare questa volta una citazione un po' più dotta: sappiamo che quella fu una strategia, la cosiddetta strategia della tensione, per evitare che l'Italia scivolasse nell'altro campo della guerra fredda, un obiettivo giusto, ma realizzato in modo criminale. Questo è quello che sta dietro piazza Fontana, questo è quello che sta dietro piazza della Loggia, questo è quello che sta dietro il rapimento di Moro, la cui storia in gran parte deve ancora essere scritta.

Giovanni Pellegrino, non propriamente un neofascista, che ha presieduto una grandissima Commissione d'inchiesta parlamentare, ha detto chiaramente una frase che condivido in pieno, cioè che nel 1980 il contesto internazionale era diverso, non richiedeva più la strategia della tensione: c'era già stato il rapimento Moro, c'era già stato l'attentato a Berlinguer che, secondo alcuni, era sulla stessa riga del rapimento Moro, il PCI si era già ritirato nella diversità comunista, la Guerra Fredda stava scricchiolando a livello internazionale.

La strage di Bologna non sappiamo perché è avvenuta e io non credo che sia stato per installare in Italia una dittatura fascista. Io credo che gli estremisti di estrema destra, la Banda della Magliana, la mafia, la 'ndrangheta, in questo Paese, in quei decenni, servivano come manovalanza al servizio di qualcosa di diverso dalle istituzioni repubblicane, giustamente, fra l'altro. Questo è quello che è capitato. Ciò non toglie che a mettere quella bomba, secondo la nostra giustizia, siano stati terroristi neofascisti. E, ancora oggi, mi chiedo perché non riusciamo a dirlo tutti insieme, dicendo, contemporaneamente, che quella una storia strana quella di Bologna.

Noi non sappiamo perché quell'attentato avvenne, non sappiamo che legame c'era con il DC-9 partito da quella stessa città poco più di un mese prima. Non sappiamo un sacco di cose, ma questo non ci deve esimere da continuare a cercare la verità, perché, in quest'Aula, noi non abbiamo niente, tutti insieme, se non il patrimonio di una storia condivisa e viviamo in un Paese che, da Portella della Ginestra in poi, di storia condivisa non ne ha neanche un grammo, perché quello che capitò a Bologna probabilmente ha avuto i riflessi fino alle stragi, che abbiamo commemorato da poco, del 1992 e del 1993. Una Repubblica che non ha chiarezza sul proprio passato non capirà mai il proprio presente e non sarà mai in grado di costruire il futuro. Perché non possiamo fare tutti insieme questa battaglia, anche oggi, rimane per me un mistero (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cavo. Ne ha facoltà.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, è significativo che molti colleghi abbiano citato nei loro interventi, in questa importante commemorazione, l'immagine dell'orologio, quell'orologio fermo alle 10,25, la prima che torna alla memoria, che torna a tutti alla memoria, pensando alla strage del 2 agosto di 43 anni fa, almeno a chi non era lì, a chi alla stazione di Bologna, quel giorno, non ha perso un volto caro, un affetto insostituibile. Nella memoria di costoro, il dolore non ha mai trovato il sollievo della verità o di tutta la verità. Abbiamo da poco discusso una mozione per chiedere di adottare iniziative urgenti, anche di carattere normativo, per la riforma della disciplina del segreto di Stato, per la desecretazione e la consultabilità dei documenti declassificati. Se anche solo un frammento della verità fosse contenuto in documenti in possesso di apparati dello Stato e se questi documenti, una volta declassificati, potranno fare luce su una pagina così dolorosa della storia della nostra Repubblica, è dovere di tutte le istituzioni collaborare affinché si possa renderli più facilmente consultabili dopo la desecretazione.

Dopo più di 40 anni non vi è più la foga della cronaca né ancora la quiete della storia, ma vi può essere la riflessione dell'analisi. La verità è un diritto per le vittime e per i familiari, è un principio di civiltà per il nostro Paese, ma non certo un'arma, come spesso è stata utilizzata, nella polemica politica di questi anni. La dignità della verità è il dovere di tutte le istituzioni verso gli italiani.

Oggi, il nostro Presidente della Repubblica ha ricordato come la matrice di questa strage sia una matrice neofascista, come questa matrice neofascista sia stata accertata nei processi, ma ha anche ricordato come la ricerca della verità completa è un dovere che non si può estinguere a prescindere dal tempo trascorso.

Oggi è il giorno della memoria, è il momento per ricordare, onorare, commemorare le vittime: 85 vite spezzate, 200 feriti, un'intera comunità lacerata.

È il giorno per ricordare che l'Italia ha battuto il terrorismo, che quel sentimento di paura e di insicurezza che il terrorismo tenta di instillare nel quotidiano l'abbiamo rifiutato, respinto, vinto. Lo dobbiamo alla forza dei singoli, a chi si è sacrificato, a chi è stato in prima linea, ma lo dobbiamo anche alla forza morale e all'unità della nostra comunità nazionale.

Oggi il pensiero torna in quel luogo, in quel minuto. Credo che tutti coloro che abbiano visto quell'orologio abbiano avuto voglia, almeno per un attimo, di riportare indietro quella lancetta di poco, giusto il tempo perché quanto è accaduto non accadesse. Forse è per questo che quell'orologio significa così tanto e così tanto ci è rimasta impressa quell'immagine. Ma, invece, è accaduto e accettarlo non vuol dire rassegnarsi. Oggi esprimiamo la nostra vicinanza alle famiglie delle vittime, a chi non ha mai smesso di combattere affinché il ricordo rimanesse vivo, affinché fosse trovata una risposta a tutte le domande, ma anche alla comunità di Bologna, colpita e rialzatasi, forte nella fragilità del dolore, lucida e determinata nella volontà di non piegarsi alla paura. L'auspicio è che, dopo 43 anni, l'immagine di quell'orologio riporti tutti in una commemorazione e in un doveroso, completo, complessivo ricordo, con uno spirito di unità. A nome di Noi Moderati, esprimo cordoglio e vicinanza a chi piange le vittime e solidarietà alla città di Bologna e ai suoi cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 14,35, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dell'Università e della ricerca e il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica.

Invito gli oratori a un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative volte a ripristinare nell'immediato l'erogazione del reddito di cittadinanza, anche in considerazione delle criticità e delle ricadute sui servizi sociali e sui centri per l'impiego - n. 3-00575)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Fratoianni n. 3-00575 (Vedi l'allegato A).

Chiedo al deputato Fratoianni se intenda illustrare la sua interrogazione o se si riservi di intervenire in sede di replica.

NICOLA FRATOIANNI (AVS). Grazie, signor Presidente. Signora Ministra, che volesse togliere il reddito di cittadinanza lo sapevamo, dato che era la proposta forte della vostra campagna elettorale al grido “siamo pronti”. Tuttavia, una domanda sorge spontanea: dopo averlo deciso, prima in legge di bilancio e poi col decreto Lavoro, che cosa avete fatto in tutto questo tempo? Nella vostra geniale testa non è passata neanche per un attimo l'idea che forse andasse preparato questo passaggio? Invece no! Avete mandato un sms a 169.000 persone e famiglie, da un giorno all'altro, e gli avete detto: sapete che c'è? Sono affari vostri. Noi non ci occupiamo di voi più. Anzi, avete avuto anche l'ideona di scaricare tutto sui servizi sociali, rischiando di mettere in crisi amministrazioni comunali e locali di qualsiasi colore.

Allora, la domanda è semplice: rimettete il reddito di cittadinanza o almeno rinviate, prorogate la sua eliminazione, finché non sarete in grado di offrire soluzioni dignitose a persone che hanno bisogno di sostegno, a persone che hanno bisogno di sostegno!

PRESIDENTE. Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, ha facoltà di rispondere.

MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Sono lieta di poter rispondere oggi sui temi posti dall'onorevole Fratoianni, lieta, in particolare, perché quest'occasione mi consente di descrivere, seppure in breve, il lavoro complesso e serio - lo assicuro - che il Ministero che rappresento sta svolgendo in relazione alle misure di superamento del reddito di cittadinanza.

Le misure introdotte da questo Governo con il decreto Lavoro, in particolare l'assegno d'inclusione e il supporto per la formazione e il lavoro, sono volte a tutelare le persone e i nuclei con fragilità, nonché a sostenere i soggetti, di età compresa tra i 18 e i 59 anni, appartenenti a nuclei vulnerabili nella ricerca di un'occupazione.

All'attuazione di queste misure, come ha chiarito anche l'INPS con un messaggio del 31 luglio, il Ministero, le regioni, i servizi sociali, i centri per l'impiego e l'INPS stanno collaborando per garantire a ciascuno, in relazione ai propri bisogni, il beneficio economico e il supporto necessario nei percorsi di inclusione sociale e lavorativa. Sul punto si è tenuto ieri un tavolo di aggiornamento sui lavori in corso, con la presenza di rappresentanti delle regioni, di ANPAL e ANPAL Servizi, per fare il punto insieme sullo stato di attuazione delle misure, soprattutto in vista della data del 1° settembre prossimo, con l'avvio del supporto per la formazione e il lavoro.

Con riferimento alla sospensione del reddito di cittadinanza per chi ha già fruito di 7 mensilità e dei riflessi del nuovo impianto normativo, alcune regioni hanno evidenziato di aver già avviato una proficua collaborazione con le sedi territoriali dell'INPS. Per quanto riguarda, invece, i nuclei in condizione di fragilità particolare, i servizi sociali hanno già avviato la fase della valutazione multidimensionale successiva alla presa in carico, avvenuta, sin dai primi giorni del mese di luglio, per 88.000 soggetti.

Successivamente. questa platea, dopo una fase transitoria nella quale continuerà a percepire il reddito di cittadinanza fino al 31 dicembre 2023, beneficerà, senza alcuna interruzione, dell'assegno di inclusione, a partire da gennaio 2024. In proposito, pur rimanendo confermata la previsione generale relativa al riconoscimento della misura nel limite massimo di 7 mensilità e, comunque, non oltre il termine del 31 dicembre 2023, il decreto Lavoro dispone che i percettori di reddito di cittadinanza non attivabili al lavoro, per i quali venga comunicata la presa in carico da parte dei servizi sociali entro il termine di 7 mesi e, comunque, non oltre il 31 ottobre, potranno continuare a fruire del beneficio fino al 31 dicembre 2023.

Al fine di velocizzare il più possibile la presa in carico di tutti i potenziali beneficiari delle nuove misure, il Ministero del Lavoro, peraltro, sta seguendo, con particolare attenzione, il potenziamento della rete territoriale dei centri per l'impiego, in linea con gli obiettivi del PNRR. Ricordo che, al 31 dicembre 2022, 327 centri per l'impiego presentano uno stato di avanzamento delle attività superiore al 50 per cento. Tra i 327, 274 hanno completato al 100 per cento almeno la metà delle attività programmate a livello regionale.

PRESIDENTE. Concluda, Ministro.

MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Quanto alla capacità dei centri per l'impiego di sostenere e gestire il patto di servizio personalizzato, si rappresenta che, al 30 giugno 2023, dall'avvio del programma GOL, sono state prese in carico 1,3 milioni di persone.

Da questa disamina, dunque, può risultare chiaramente all'interrogante che il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali è concentrato con attenzione ed estrema scrupolosità. Posso garantire che non si trovano precedenti in altre esperienze di Governo in ciascuna di queste questioni poste, agendo direttamente e coordinando le azioni di tutti i soggetti istituzionali coinvolti. Si tratta di un lavoro articolato che vede già i suoi risultati, come gli ultimi dati sull'occupazione attestano.

PRESIDENTE. La ringrazio.

MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Quindi, voglio dire all'interrogante che questo Governo, attraverso l'incentivo al lavoro e il sostegno necessario ai nostri concittadini più fragili, impiega ogni ora del suo tempo per contrastare e ridurre quel disagio sociale…

PRESIDENTE. Grazie, Ministro. Deve concludere.

MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. …su cui qualcuno soffia, cercando di costruire dissenso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Fratoianni ha facoltà di replicare.

NICOLA FRATOIANNI (AVS). Ministra, la ringrazio per la lunga risposta, ma non sono affatto soddisfatto. Abbiamo ascoltato una lunga sfilza di locuzioni: stiamo svolgendo un lavoro, stiamo collaborando per garantire, stiamo facendo il punto, si è attivata una fase di valutazione, stiamo seguendo il potenziamento; stiamo, anzi state. Nel frattempo, mentre state, le persone stanno per strada. È chiaro? Bisogna che l'abbiate chiaro, perché mentre voi state pensando, facendo, svolgendo e monitorando, le persone sono disperate. Qui non c'è qualcuno - noi, le opposizioni - che soffia sul fuoco, perché il fuoco lo avete appiccato voi. Voi avete sparso benzina e ci avete buttato l'accendino (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle). È chiaro? Avete appiccato il fuoco e non c'è bisogno di soffiare. Avete appiccato il fuoco quando mandate un sms per dire che da domani sono fatti vostri e poi venite qui a raccontare, in diretta televisiva a quelle famiglie e al Paese, che però, intanto, ve ne state occupando in vista del 1° settembre.

Le faccio una domanda, Ministra, una domanda cui può rispondere magari dopo, perché ci sono altri question time. Ma da qui al 1° settembre, ad agosto, quelle famiglie che fanno? Ci avete pensato che cosa significa, per chi è disperato, fare i conti con un mese di fronte in cui non sa dove sbattere la testa? No, non ci avete pensato, perché la verità è che questa scelta, quella che avete fatto, eliminando il reddito di cittadinanza, esattamente come la scelta che fate, rinviando la discussione sul salario minimo, dopo aver pensato di abbatterlo con l'emendamento soppressivo, ed esattamente come le scelte che avete fatto reintroducendo i voucher e aumentando la possibilità del ricorso ai contratti a tempo determinato, è la scelta di chi pensa che le fragilità, le debolezze e la povertà siano una colpa. Voi fate la guerra ai poveri e non alla povertà.

PRESIDENTE. Si avvii a concludere.

NICOLA FRATOIANNI (AVS). Ho finito, Presidente. Mi prendo non quanto ha preso la Ministra, ma solo qualche secondo in più.

PRESIDENTE. L'ho solo avvisata.

NICOLA FRATOIANNI (AVS). Non ne dubitavo. Lo volevo solo dichiarare per correttezza nei suoi confronti e nei confronti dell'Aula. Voi dovete fare i conti con la responsabilità delle vostre scelte. Smettetela di prendervela con le opposizioni, che - lo ripeto - non soffiano su alcun fuoco. L'unico fuoco è quello che avete appiccato voi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Fateci i conti e prendete dell'acqua per spegnerlo. Quell'acqua si chiama capacità di empatia, si chiama capacità anche di tornare indietro. Del resto, dal primo minuto avete fatto i conti con l'impossibilità di eliminare forme di sostegno. Allora ripensateci: reintroducete il reddito, perché del reddito c'è bisogno. Anzi, andrebbe allargato, altro che cancellato (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative volte a ripristinare l'erogazione del reddito di cittadinanza, anche in relazione alla situazione delle fasce più deboli dei beneficiari e all'attuale contesto sociale - n. 3-00576)

PRESIDENTE. La deputata Barzotti ha facoltà di illustrare l'interrogazione Francesco Silvestri ed altri n. 3-00576 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Ministra, lei e il suo Governo 8 mesi fa avete iniziato a smantellare il reddito di cittadinanza e gli avete dato il colpo di grazia con il decreto Primo maggio, trasformando l'Italia nel primo Paese europeo senza una tutela universalistica per le fasce più povere della popolazione.

Vi siete accaniti contro le persone che considerate occupabili, pur sapendo che la maggior parte di loro non ha neanche la licenza media. Avevate promesso l'attivazione dei fantomatici corsi di formazione. E avevate anche promesso che se questi corsi di formazione non fossero partiti non avreste tolto loro il reddito di cittadinanza. Venerdì scorso 169.000 famiglie hanno ricevuto un messaggino per la sospensione del reddito di cittadinanza da parte di INPS. In tutta Italia ci sono presidi spontanei per quello che è un disastro sociale annunciato.

Cosa intendete fare per ripristinare il reddito di cittadinanza, evitando il diffondersi delle proteste e il rischio di episodi di violenza (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra)?

PRESIDENTE. La Ministra del Lavoro e delle politiche Sociali, Marina Calderone, ha facoltà di rispondere. La prego di stare nei tre minuti, grazie.

MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie Presidente, mi sia consentito un breve passaggio di metodo. L'onorevole Barzotti intervenendo ieri in quest'Aula sull'ordine dei lavori ha detto, e lo cito testualmente: “ Per noi è inaccettabile che la Ministra non si degni di venire in quest'Aula a parlare di questo tema”.

Bene, desidero rassicurare l'onorevole Barzotti: non ho mai pensato di sottrarmi al confronto con il Parlamento sui temi di cui mi occupo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) per il rispetto istituzionale che contraddistingue il mio operato. Al contrario, dedico sempre il massimo impegno allo scopo di fornire puntuali e complete risposte ai quesiti che mi vengono posti anche quando gli stessi muovono esclusivamente da ragioni di parte, talvolta propagandistica.

Per entrare nel merito del quesito: il primo riguarda le tensioni e le iniziative di protesta che, cito testualmente l'interrogazione, rischiano di far esplodere una bomba sociale. Sul punto faccio presente che, sulla scorta di informazioni ricevute dal Ministero dell'interno, contrariamente a quanto sostenuto nel testo dell'atto di sindacato ispettivo, al momento non sono state fornite indicazioni alla rete delle prefetture in relazione alle motivazioni evocate. Più nello specifico, nel corso del 2023 si sono registrate 39 iniziative, di cui 3 dal 28 luglio, le quali nel complesso non hanno fatto rilevare particolari turbative. Anche il presidio di Napoli del 31 luglio, nei pressi della sede INPS, ha visto la partecipazione di circa 30 persone. Sul punto il Ministero dell'Interno seguirà con attenzione l'evolversi della situazione.

Il secondo punto riguarda la questione relativa alla presa in carico presso i servizi sociali per continuare a percepire il reddito di cittadinanza fino al 31 dicembre. In proposito faccio presente che, in sede di conversione del decreto legge n. 48, è stato chiarito che il limite temporale dei 7 mesi, previsto nella legge di bilancio, non si applica ai percettori del reddito di cittadinanza che, prima della scadenza di questo limite temporale, sono stati presi in carico dai servizi sociali in quanto non attivabili al lavoro. Per questa platea i servizi sociali, non oltre il 31 ottobre 2023, comunicano all'INPS, tramite la piattaforma GePi, l'avvenuta presa in carico. In assenza di questa comunicazione, l'erogazione è sospesa, ma potrà essere riattivata. Infine è evidente, peraltro, una forte attenzione del Governo a garantire un sostegno continuo ai nuclei familiari più vulnerabili sino all'entrata in vigore del nuovo assegno di inclusione.

Il terzo punto, su cui vorrei porre l'attenzione, riguarda la circostanza per cui la deroga al limite dei 7 mesi per la percezione del reddito di cittadinanza ha come riferimento i soggetti non attivabili al lavoro e dunque coloro i quali necessitano di un supporto continuo. Per le persone attivabili al lavoro dal 1° settembre 2023 sarà attiva la specifica misura del supporto per la formazione e il lavoro, fermo restando l'impianto delle politiche attive, già previsto dal decreto n. 150. Con riferimento ai 159.000 nuclei, di cui si parlava, 112.000 di questi sono attivabili sul patto del lavoro e il 35 per cento di questi ultimi risulta iscritto a una delle misure di politiche attive previste e quindi godrà del beneficio dal 1° settembre. Questo è l'obiettivo che il Governo non intende mancare e che è stato trascurato per anni da chi oggi agitando gli animi evoca disordini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il presidente Conte ha facoltà di replicare.

GIUSEPPE CONTE (M5S). Abbiamo ascoltato la sua risposta, in linea con lo stile di Palazzo Chigi: freddo burocratese. Siamo passati da Giorgia Meloni, che prometteva 1.000 euro con un clic a tutti, a un sms che cancella tutto per 169.000 famiglie abbandonate a se stesse. Oggi nelle città italiane da Nord al Sud c'è rabbia, confusione e sfiducia. C'è un disastro sociale, state lasciando sindaci, assistenti sociali, funzionari dell'INPS, esposti a questo disastro sociale, e siete gli unici responsabili (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra)! Non cercate distrazioni, non cercate altrui responsabilità (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra). State spaccando consapevolmente il Paese, perché avete illuso queste persone di voler rimpiazzare il reddito di cittadinanza con corsi di formazione per potere lavorare. Ebbene, li avete illusi e li avete anche insultati chiamandoli divanisti, dicendo che non volevano lavorare. Dopo 9 mesi, Ministra Calderone, abbiamo scoperto che chi non vuole lavorare è questo Governo che non ha fatto nulla (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra)! Divanisti siete voi!

Non avete offerto nulla! Corsi di formazione e sostegno, alternative, nulla di nulla, abbandonandoli a se stessi. Ministra Calderone, noi ce lo ricordiamo bene. Lei aveva promesso già per il gennaio di quest'anno un decreto nuovo per le politiche attive. Cosa ha fatto in 7 mesi?

Dall'ultimo report dell'Ufficio parlamentare di bilancio scopriamo che 100.000 famiglie, quelle prive di protezione, hanno anche all'interno minori, anziani e disabili. Un appello al Governo: ripensateci, convocate un Consiglio dei ministri, fermate questo scempio, differite i termini, cerchiamo di gestire questa vicenda. Cercate di gestirla con maggiore attenzione e responsabilità. Mandate un nuovo sms a tutte queste persone e chiedete scusa (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra)!

(Intendimenti in ordine al superamento delle condizioni in cui versano i nuclei familiari coinvolti dalla sospensione dell'erogazione del reddito di cittadinanza – n. 3-00577)

PRESIDENTE. La deputata Guerra ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00577 (Vedi l'allegato A).

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ministra, anche gli altri le hanno posto questo problema, glielo propongo con forza. Siamo di fronte ad un'urgenza determinata da un vostro ritardo. Avevate 7 mesi per prepararvi, siete arrivati impreparati. La comunicazione dell'INPS non è colpa dell'INPS, ma di una mancata rete di protezione che voi avete creato. Ci sono persone, in condizioni di disagio sociale, che ancora non sanno se verranno prese in carico dai servizi sociali; ci sono persone che voi chiamate occupabili che, bene che gli vada, devono aspettare di capire quando e come verrà attivato un sostegno temporaneo e legato solo alla fortuna di essere attivato in un corso di formazione. Ci sono persone che, fra poco, glielo dico in anticipo, Ministra, perché non arrivi impreparata, si troveranno a perdere sia il reddito di cittadinanza che l'assegno di inclusione, pur essendo occupabili secondo i vostri criteri, perché avete abbassato il limite di reddito per accedere al beneficio.

Noi riteniamo che il problema sia urgente e che ci voglia un provvedimento urgente. Fate un decreto mentre aspettate di dare una risposta più adeguata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. La Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, ha facoltà di rispondere.

MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie Presidente. Rispetto ai contenuti dell'interrogazione, faccio presente che, in aggiunta a quanto già detto in risposta ai precedenti quesiti in ordine ai numeri dei percettori dei soggetti presi in carico dai servizi sociali, le misure adottate dal Governo risultano chiare e definite sin da subito senza che si possa sostenere la sussistenza di nessuna situazione di incertezza o di abbandono dei nuclei familiari e delle persone che percepivano il reddito di cittadinanza.

Com'è noto, le previsioni della legge di bilancio del 2023 prevedevano il generale riconoscimento del reddito di cittadinanza fino al 31 dicembre 2023, fermo restando le deroghe, anche queste espressamente previste dalla legge per i nuclei più vulnerabili, la presa in carico dei servizi sociali, il riconoscimento di 7 mesi.

Con il messaggio 2835 del 31 luglio, l'INPS ha contribuito a fare chiarezza sulla dinamica in atto per i percettori del reddito di cittadinanza. Si richiama la previsione generale relativa al riconoscimento della misura nel limite massimo di 7 mensilità, confermata dal decreto Lavoro. In secondo luogo, si ricorda che il limite di 7 mesi non si applica per coloro che vengono presi in carico dai servizi sociali in quanto non attivabili al lavoro. Più precisamente, l'Istituto afferma che la fruizione della misura potrà proseguire non oltre il 31 dicembre 2023, senza il limite delle 7 mensilità, per i nuclei presi in carico dai servizi sociali.

A questa platea di non attivabili al lavoro, che possono fruire del reddito oltre il limite dei 7 mesi, si aggiunge quella composta da nuclei familiari con persone disabili, minorenni o persone con almeno 60 anni di età, che continueranno a percepire il reddito fino al 31 dicembre 2023, senza soluzione di continuità. Ritengo, in definitiva, che non vi sia alcuna incertezza normativa né abbandono delle strutture territoriali volte a prendere in carico i beneficiari, prima del reddito di cittadinanza e poi delle nuove misure di inclusione sociale e lavorativa.

Si ribadisce, infatti, che dal 1° settembre 2023 sarà attivo il supporto per la formazione e il lavoro e dal 1° gennaio 2024 l'assegno di inclusione, rispetto a cui evidenzio che sono già in corso attività di comunicazione radio e TV rivolte all'utenza e informazione attraverso help desk dedicato sul sito del Ministero, nonché, con particolare riferimento all'assegno di inclusione, webinar formativi per gli operatori dei comuni e degli ambiti territoriali.

Stiamo lavorando in sinergia, con spirito di leale collaborazione, a tutti i livelli istituzionali, per garantire servizi sempre più efficaci ed efficienti, e tutti i soggetti stanno collaborando per garantire a ciascuno, in relazione ai propri bisogni, il beneficio economico e il supporto necessario nei percorsi di inclusione sociale e lavorativa, senza dimenticare il ruolo rilevante che hanno, oltre ai centri per l'impiego, anche i servizi privati per il lavoro, nonché gli enti del Terzo settore. In questo stesso spirito di collaborazione, auspichiamo atteggiamenti responsabili almeno da parte di quelle forze di opposizione, come quella cui aderisce l'onorevole interrogante, che hanno pubblicamente espresso non poche critiche sul reddito di cittadinanza, di cui dovrebbero quindi accogliere con favore il superamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Furfaro ha facoltà di replicare.

MARCO FURFARO (PD-IDP). Cara Ministra, non siamo per niente soddisfatti della sua risposta, e non possiamo esserlo perché in questi giorni tutto il Paese ha visto davanti a sé la disperazione di centinaia di migliaia di persone. E me lo lasci dire, è veramente sconfortante che lei parli di nessun abbandono, perché dimostra di non sapere nemmeno che Paese sta amministrando (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Vi abbiamo posto un quesito non retorico, ma preciso e circostanziato, per capire come intendevate gestire le difficoltà che stanno subendo le persone in povertà e che non avranno più aiuti.

La sua risposta è stata vaga, incerta, un panegirico di parole, per non ammettere una semplice verità: avete tolto il reddito di cittadinanza fregandovene delle conseguenze, perché il tema era solo fare cassa sulla pelle delle persone in difficoltà. Il buonsenso, non l'opposizione, avrebbe consigliato almeno un rinvio. Dalla sua risposta comprendiamo che non ne volete sapere, avete deciso di governare con l'algoritmo della cattiveria. Non solo l'sms per comunicare a gente che non ha un euro che sarà lasciata sola, non solo a 400.000 famiglie italiane nei prossimi mesi non arriverà più nessun aiuto, la cosa più grave è che i nuovi strumenti, anche per coloro che ci rientreranno, scatteranno da settembre. Sa cosa significa, cara Ministra? Significa che ad agosto lei, Giorgia Meloni e compagnia cantante sarete al Twiga, magari a spalmarvi creme solari su lettini da centinaia di euro al giorno, da una che non paga i dipendenti, ma i poveri saranno al chiodo, senza un euro da spendere nemmeno per mettere un piatto a tavola. Complimenti vivissimi. Pochi mesi fa avete colpito 630.000 famiglie, definanziando il Fondo affitti. Ora, dal 1° agosto, decine di migliaia di famiglie non avranno più nemmeno un aiuto al reddito.

Con un freddo sms e con una comunicazione fraudolenta avete scaricato tutto su enti locali, comuni e assistenti sociali, è una drammatica realtà. Vi abbiamo chiesto un decreto immediato, una proroga, un rinvio, un modo per accompagnare e aiutare chi rischia di non avere nemmeno un euro per mangiare. A voi non interessa. Concludo, Presidente: siete insensibili al dolore sociale, nonostante i proclami urlati a squarciagola in campagna elettorale. Siete passati da “prima gli italiani” a “i poveri devono soffrire”.

Fate una colpa dell'essere poveri. Sa, Ministra, cos'è la responsabilità? Non solo i vostri e i suoi appelli retorici. La responsabilità di un Governo, in una democrazia compiuta, è non lasciare indietro nessuno, non appiccare incendi e lasciare nel dolore le persone più fragili. Siate responsabili e dimostrate di essere all'altezza della Nazione e della Patria che dite di governare, non lasciate indietro nessuno (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra)!

(Iniziative di competenza per potenziare l'assistenza di carattere psicologico a favore degli studenti in ambito universitario – n. 3-00578)

PRESIDENTE. Il deputato Pella ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00578 (Vedi l'allegato A).

ROBERTO PELLA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Buongiorno a lei, Ministro Anna Maria Bernini, e naturalmente a tutti i cittadini che ci stanno seguendo in diretta TV.

I dati sulla fragilità emotiva e psicologica degli studenti universitari evidenziano la crescita di stati d'ansia, depressione, attacchi di panico. Secondo uno studio condotto dall'Università Statale di Milano, quasi il 32 per cento degli studenti è insoddisfatto o estremamente insoddisfatto della qualità della propria vita, il 48 per cento mostra ansia di prestazione, difficoltà a concentrarsi, inquietudine, tendenza a somatizzare, il 47 per cento di loro ha dichiarato di avere cercato una forma di aiuto o supporto e il 24 per cento ha intrapreso un percorso di psicoterapia. Quindi, il disagio psicologico, in forma più o meno grave, sembra colpire uno studente universitario su tre. Ci troviamo di fronte a una generazione che si rivela fragile e sola, nonostante i social, nonostante l'apparente, costante e continua connessione con il resto del mondo, anche il più lontano. Per questa ragione intendiamo rivolgerci a lei, Ministro, per sapere quali iniziative il suo Ministero dell'Università e della ricerca intenda porre in essere per potenziare e rendere effettive le prestazioni di assistenza, di aiuto e di ascolto in ambito psicologico, affinché il contesto universitario sia pronto a individuare e a prevenire le potenziali situazioni di difficoltà.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, ha facoltà di rispondere.

ANNA MARIA BERNINI, Ministro dell'Università e della ricerca. Grazie, Presidente. Grazie, onorevole Pella, buongiorno anche a lei. Grazie a lei e al gruppo parlamentare che rappresenta per averci fornito l'occasione di aggiornare il Parlamento sulle iniziative avviate dal Ministero dell'Università, della ricerca e dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica a tutela del benessere psicologico delle studentesse e degli studenti. Il tema esiste, eccome. Non solo i casi di cronaca, ma anche gli studi e le esperienze ci dicono che troppi studenti hanno sperimentato, negli ultimi anni, livelli altissimi di stress, solitudine e alienazione.

Le risposte da dare devono essere tempestive o non sono risposte; le azioni, per essere efficaci, devono essere immediate o sono inutili. Ci siamo attivati immediatamente per una ricognizione delle iniziative già esistenti nei vari atenei - circa una sessantina di atenei ha già iniziative in corso - e poi per introdurre una figura in grado di guidare all'utilizzo di specifici servizi di sostegno psicologico. Non ci siamo fermati qui, perché è necessario consentire alle università e alle AFAM, cioè l'alta formazione artistica e musicale, di programmare iniziative stabili e solidamente finanziate.

Per questo motivo abbiamo pubblicato un bando per la presentazione di progetti di ricerca che offrano nuove soluzioni di sostegno agli studenti. Lo stesso concetto di benessere ha mille sfaccettature: è cura dell'anima, ma anche del corpo; è cura dei rapporti interpersonali, ma anche di un regolare percorso di studi; è prevenzione e spesso contrasto alla diffusione di tante forme di dipendenza. Per questo abbiamo già stanziato, qui e ora, 40 milioni di euro destinati a finanziare almeno 16 iniziative di ricerca promosse dalle università e dalle istituzioni AFAM, per un valore medio di 2,5 milioni di euro ciascuna. I bandi prevedono la creazione di strutture stabili di supporto - quindi, onorevole Pella, il provvedimento è strutturale, non è un bonus, non è congiunturale -, l'adozione di modalità innovative di sostegno e il potenziamento dei servizi di psicoconsulenza. E ancora, la realizzazione di attività di informazione e orientamento per creare consapevolezza sulla diffusione del disagio psicologico. Attività che contribuiranno all'emersione dei bisogni espressi o più spesso latenti. Sarà dato rilievo anche a iniziative capaci di valorizzare le discipline sportive nei percorsi di miglioramento del benessere psicofisico ed emotivo, ove le studentesse e gli studenti lo ritenessero opportuno. E, ancora, non ci siamo fermati qui.

Per la prima volta, abbiamo risorse per 37 milioni di euro nel riparto del nostro Fondo di finanziamento ordinario per l'anno 2023 destinati a servizi e interventi per promuovere l'inclusione degli studenti, l'attivazione o il consolidamento di servizi di supporto al benessere psicologico, i tirocini curriculari e il piazzamento dei laureandi e dei laureati entro un anno dal conseguimento del titolo, il sostegno agli studenti fuori sede con condizioni socio-economiche disagiate; sono le prime iniziative e non saranno le ultime.

Ci impegniamo a continuare nella direzione tracciata, forti del sostegno di tutto il Governo per offrire soluzioni e strumenti mai sperimentati e per curare antiche e soprattutto nuove fragilità.

PRESIDENTE. Il deputato Pella ha facoltà di replicare.

ROBERTO PELLA (FI-PPE). La ringraziamo, signora Ministra Bernini, e ci riteniamo più che soddisfatti della sua risposta. È indubbio che queste forme di disagio sono maggiormente diffuse dopo la pandemia da COVID, che ha, oltre alle difficoltà legate alla didattica, di cui spesso abbiamo parlato anche in quest'Aula, determinato l'interruzione della socialità e della crescita personale che deriva dal confronto tra pari, aspetto assai rilevante e parte integrante del percorso formativo di un giovane, portando con sé anche una mancanza di condivisione del malessere, delle paure e del senso di inadeguatezza che, a volte, colpisce le ragazze e i ragazzi.

La comunità di noi adulti non può rimanere insensibile, dobbiamo ascoltare, non possiamo essere sordi a questi campanelli di allarme, perché l'aspetto più doloroso di questa difficoltà a confrontarci con la vita è dato dal numero di suicidi tra i giovani studenti. L'Istat ci presenta, infatti, un panorama drammatico: ogni anno, sono quasi 500 i suicidi nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni, di cui 200 tra gli under 24. L'interruzione di una vita così giovane da quale immenso dolore, da quale insormontabile difficoltà può essere generata?

Signora Ministra, conosciamo la sua sensibilità e la sua determinazione sull'argomento che, ancora una volta, dimostra sempre con i fatti e non solo con le parole. Come Forza Italia, già nella scorsa legislatura, ci siamo impegnati in tal senso, anche per quanto riguarda gli interventi nelle scuole primarie e secondarie, presentando proposte di legge e interventi emendativi che vanno nella direzione proprio di istituire lo sportello psicologico per studenti e operatori scolastici, consci del fatto che un intervento dello stesso possa preservare dall'insorgenza di successivi stati di disagio e di disturbi di natura psicologica.

Con un emendamento approvato lo scorso giugno, presentato da Forza Italia, ma sollecitato da lei - e, quindi, la ringraziamo anche di questo -, abbiamo voluto ampliare il concetto di integrazione degli studenti, introducendo la più ampia previsione di azioni specifiche dirette proprio a promuovere l'inclusione degli studenti, compresi l'attivazione e il potenziamento dei servizi per il sostegno del benessere psicologico nell'ambito - come lei giustamente ha detto - dell'università e dell'AFAM, coordinate da un docente a tal fine delegato.

Per questa ragione, davvero, Ministro, la ringraziamo ancora una volta per la sensibilità dimostrata e, nell'augurarle buon lavoro, siamo certi che, ancora una volta, saprà dare quelle risposte così tanto attese dagli studenti che vedono in lei un vero punto di riferimento e una persona capace e saggia nel rispondere alle esigenze (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

(Stato di attuazione del cosiddetto programma "Erasmus italiano" e iniziative di competenza volte a favorirne la piena realizzazione – n. 3-00579)

PRESIDENTE. La deputata Semenzato ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-00579 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Ministro, il programma Erasmus è sinonimo di gioventù, di integrazione europea e di apertura culturale. Dal 1987, è un'occasione irripetibile di crescita umana e anche scientifica e permette lo sviluppo delle competenze e delle conoscenze e di fare un'esperienza lontana da casa.

Su tale rodato modello di scambio internazionale, recentemente è stato introdotto il programma “Erasmus italiano”, che permetterà agli studenti di integrare il proprio percorso universitario tramite il riconoscimento dei crediti formativi di esami sostenuti in altri atenei del nostro Paese. Entro il 30 novembre 2023, gli atenei dovranno adeguare i propri regolamenti didattici per renderlo effettivo.

Le chiediamo, pertanto, Ministro, quale sia lo stato di attuazione di questa importante innovazione del sistema universitario italiano e quali siano le azioni poste in essere da parte degli atenei italiani per favorire la sua piena realizzazione.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, ha facoltà di rispondere.

ANNA MARIA BERNINI, Ministro dell'Università e della ricerca. Grazie, Presidente; ringrazio l'onorevole Semenzato e il suo gruppo parlamentare per l'opportunità di raccontarvi l'“Erasmus italiano”. Ha ragione, onorevole Semenzato, la base di partenza è il programma di scambio internazionale Erasmus, che ha formato intere generazioni di studenti, compresa la mia, un'era geologica fa.

L'“Erasmus italiano”, però, è qualcosa di diverso, come lei ha correttamente ricordato, è un modo, prima di tutto, per consentire agli studenti di muoversi tra i diversi atenei italiani, creando figure professionali e accademiche quanto più possibile transdisciplinari e multidisciplinari. L'idea è, quindi, di realizzare un mix delle diverse offerte formative dei diversi atenei, che valorizzi le loro competenze, che sono tante e multiformi, dando una risposta importante e concreta alle nuove esigenze del mondo del lavoro.

Gli studenti possono scegliere di unire le offerte formative di diversi atenei, in questo modo, garantendo una mobilità, una mobilità interessante anche sotto un diverso profilo, perché rappresenta un'occasione per studenti che si muovono, oggi, quasi esclusivamente sull'asse Sud-Nord, una tendenza che, con l'“Erasmus nazionale”, possiamo contenere, invertire forse è un po' troppo, sicuramente tentare di contenere.

Venendo, agli aggiornamenti richiesti, il decreto che lo istituisce è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 27 luglio scorso. L'“Erasmus nazionale”, quindi, non solo è possibile, ma è una realtà, un'opportunità davvero accessibile per tutti e vi dico che già alcuni consigli di amministrazione di università, vi faccio un esempio tra tutti, ma potrei farne altri, come quelle di Bergamo e di Reggio Calabria, hanno adottato progetti pilota, coinvolgendo le lauree magistrali in ingegneria e scienze della formazione primaria; un altro esempio: un biologo che comincia a studiare biologia in un'università del Nord e finisce con biologia marina in un'università del Sud (non faccio nomi per evitare di alterare le dinamiche dei diversi atenei).

Per quel che riguarda il recepimento generale da parte delle università, è in corso di valutazione l'adozione di un meccanismo semplificato per l'adeguamento dei regolamenti didattici di ateneo, proprio entro la data del 30 novembre 2023. Questo faciliterà anche il moltiplicarsi dei progetti su tutto il territorio.

È nostra intenzione dare ulteriore sostegno a questa misura, reperendo risorse da destinarvi già in occasione della prossima legge di bilancio. Creare una mobilità virtuosa è il nostro obiettivo. È nella circolazione delle idee che prende vita l'innovazione; dobbiamo preparare gli studenti a fare lavori che, oggi, ancora non conosciamo appieno, di cui intravediamo il perimetro, ma di cui non conosciamo completamente il contenuto (per esempio, il medico che non è più solo medico, ma diventa medico-ingegnere, perché lavora con la robotica, con l'intelligenza artificiale e con le tecnologie quantistiche).

PRESIDENTE. Concluda.

ANNA MARIA BERNINI, Ministro dell'Università e della ricerca. La dimensione multidisciplinare della formazione è quindi la chiave per il mondo del lavoro contemporaneo e futuro. Per innovare bisogna provare cose mai fatte e dare soluzioni nuove alle sempre più sfidanti richieste del mondo del lavoro.

PRESIDENTE. La deputata Cavo ha facoltà di replicare.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente, grazie, Ministro. Ovviamente, ci riteniamo soddisfatti per la sua risposta, Ministro, perché dimostra e conferma di credere molto in questa misura, in questo strumento che - lo ha dichiarato lei – sostanzialmente è una realtà. Chiaramente, bisognerà dare corpo ed essere di stimolo alle università, agli atenei, perché sia sempre più compiuta questa misura, che è poi un modo per permettere agli studenti una mobilità piena all'interno del territorio nazionale, in questo caso, ovviamente prendendo e mutuando un'esperienza che è nata a livello internazionale, facendone tesoro e permettendo - questo è quello che ci immaginiamo e questa, da quello che lei ci ha confermato oggi con le sue parole, può essere la forza del progetto - la valorizzazione delle eccellenze dei nostri atenei, dando la possibilità ai nostri studenti di andare a scegliere alcuni moduli, alcuni corsi, senza rinunciare al proprio ateneo di vocazione e di residenza, ma potendo andare a specializzarsi, laddove ci siano uno o più corsi di specializzazione, diventando così figure con più competenze, con un mix di competenze e andando, così, incontro a quello che il mercato del lavoro sta chiedendo alle figure attuali che già mancano o alle figure future che, forse, oggi, non riusciamo, come lei diceva, ancora a immaginare.

Tutto questo creerà e dovrà creare sicuramente un dinamismo virtuoso, la possibilità anche, in questo flusso di studenti, cosa che prima non era possibile, di creare anche un flusso di ricerca nuovo, un flusso di dottorati nuovo, un flusso di idee ovviamente nuovo e sicuramente positivo.

Per cui non possiamo che sostenere tutto questo. Il progetto pilota parte da due facoltà che, non a caso, sono quelle dove l'innovazione e anche la ricerca nel mondo del lavoro sono più forti, vale a dire Scienza della formazione e Scienze ingegneristiche. Ci sarà bisogno di risorse e l'appuntamento è sicuramente fissato per il 30 novembre per i regolamenti di ateneo ma anche per la prossima legge finanziaria, perché sarà importante dare sostegno a chi vorrà da un ateneo spostarsi provvisoriamente per cercare moduli e corsi specializzati in un altro ateneo.

Quindi saremo a stimolare e a monitorare la misura (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

(Iniziative per l'adattamento del Paese ai cambiamenti climatici, con particolare riferimento all'annunciato piano del Governo, e intendimenti in merito all'istituzione di una cabina di regia nazionale, anche attraverso il ripristino dell'unità di missione «Italia sicura» – n. 3-00580)

PRESIDENTE. La deputata Boschi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00580 (Vedi l'allegato A).

MARIA ELENA BOSCHI (A-IV-RE). Ieri, in quest'Aula, il Ministro Fitto ha confermato che verranno tagliati 16 miliardi di euro dal PNRR che erano destinati a ridurre i rischi di alluvioni e a contrastare il dissesto idrogeologico. Peraltro, incalzato dal nostro gruppo parlamentare, non è stato in grado nemmeno di dire se, come e quando verranno trovate risorse alternative per non rinunciare del tutto agli interventi previsti con quei 16 miliardi di euro. Il piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici presentato alla consultazione pubblica il 16 febbraio è completamente sparito dall'agenda di Governo. Non si sa se sia confermato e quali siano le azioni che si vorranno intraprendere né se verrà finanziato e in che modo.

A questo si aggiunge un generico impegno del Governo, a fronte dei nostri impegni in Aula con ordini del giorno e richieste, di ripristinare una cabina di regia nazionale, l'unità di missione Italia Sicura che avevamo istituito col Governo Renzi e che è stata smantellata dal Governo gialloverde del Presidente Conte, in grado di coordinare la spesa proprio per gli interventi contro il dissesto idrogeologico e di sbloccare opere ferme da anni.

Ci chiediamo, Ministro, se con lei avremo maggiore fortuna e se oggi avremmo da lei risposte ai quesiti ai quali ieri non ha saputo rispondere il Ministro Fitto.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere.

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti. In relazione a quanto esposto dagli onorevoli interroganti voglio rassicurare che non ci sarà alcuna perdita di risorse finanziarie da destinare agli interventi di dissesto idrogeologico che continuano la loro piena attuazione senza soluzione di continuità all'interno dei programmi di finanziamento originari, in quanto progetti in essere precedentemente finanziati con norme nazionali ed inseriti successivamente all'interno del PNRR. Anzi, proprio il permanere di tali progetti all'interno del Piano potrebbe comportare la mancata realizzazione, considerate le regole restrittive dello stesso, con l'evidente rischio di stralcio di quote progettuali.

In base agli ultimi dati aggiornati al luglio 2023, l'elenco dei progetti in essere, per come selezionati con le amministrazioni regionali, risulta pari a 638 interventi per un importo complessivo pari a oltre un miliardo di euro - un miliardo e 86 milioni - di cui 524 milioni derivanti dai Fondi di sviluppo e coesione.

Il piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, il cui decreto finale di VAS è già stato firmato dal sottoscritto e trasmesso al ministero della Cultura per la relativa firma, potrà contare su queste risorse e sull'ulteriore linea di finanziamento specifico che dovranno naturalmente anche entrare in fase di programmazione dei Fondi di sviluppo e coesione 2021- 2027.

Il tema della governance e della capacità di spesa è centrale tant'è che nell'ambito del PNRR è stata conseguita con una serie di provvedimenti attuativi nel 2021 - M2C4 Riforma 2.1 - finalizzati a superare le carenze esistenti a livello di governance dei rischi idrogeologici, semplificando le procedure attuative e rafforzando il coordinamento tra i diversi livelli di governo coinvolti. La programmazione 2022 delle risorse è stato il primo test applicativo del nuovo quadro regolatorio che andrà affinato sulla base dei risultati che otterremo. Sulla base di questi ultimi valuteremo tutte le soluzioni che possono migliorare la governance e il coordinamento tra i vari soggetti erogatori, nell'ottica di una migliore pianificazione, controllo e massimizzazione e, quindi, della capacità di spesa che naturalmente tutti ci auguriamo.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la deputata Boschi.

MARIA ELENA BOSCHI (A-IV-RE). Onorevole Ministro, mi dispiace ma non sono soddisfatta dalla sua risposta e le garantisco che non lo sarebbe neanche Giorgia Vasaperna, la ragazza per le cui lacrime si è commosso a Giffoni. Vede, io da un punto di vista umano posso comprendere la sua commozione; da un punto di vista istituzionale, però, mi aspetto da un Ministro una reazione e un'azione nelle sedi opportune. Lei ha accettato che venissero tagliati 16 miliardi di euro per la prevenzione del dissesto idrogeologico e il rischio alluvione senza aprire bocca! Ancora oggi ci dice: non vi preoccupate, quelle risorse ci sono già, nessun intervento verrà tagliato. Ecco, Ministro, non solo non ne siamo convinti noi ma non ne è convinto nemmeno il Ministro Fitto. Quindi, o non si dice la verità lei o non ce la dice il Ministro Fitto, mettetevi d'accordo! Il Ministro Fitto addirittura ha parlato della possibilità di far ricorso ai fondi sviluppo e coesione per evitare di tagliare quegli interventi. Le segnalo che oggi i Presidenti di tutte le regioni, tutte, anche di quelle governate dal centrodestra, con il Presidente Fedriga in testa, sono in agitazione perché temono che quei 16 miliardi di tagli non vengano ripristinati e se si andasse a toccare il Fondo sviluppo e coesione verrebbero tagliati altri interventi già previsti, bloccando appalti cantieri e opere essenziali per le nostre comunità sul territorio.

Se c'è chi, come il Ministro Salvini, nega la scienza e nega i cambiamenti climatici, purtroppo ci sono fatti che sono oggettivi, insuperabili e sotto gli occhi di tutti. I cambiamenti climatici ci sono e ne paghiamo tutti un prezzo e ne piangiamo tutti le vittime, purtroppo, dagli incendi in Sicilia, alle alluvioni in Emilia Romagna. Allora, occorre fare qualcosa e farla subito per non lasciare sole quelle comunità, per non stringerci semplicemente intorno ai soccorritori che fanno un lavoro straordinario e per dare risposte vere con risorse, con una cabina di regia nazionale come l'Unità di missione Italia Sicura e con risorse vere per il piano contro il cambiamento climatico che oggi lei ci ha confermato, Ministro, ancora non ci sono. Allora, se il suo Governo vuole assumersi la responsabilità, con la Presidente Meloni, di tagliare gli investimenti, di non fare niente su questi temi, sicuramente lo farà non a nome nostro e non con la nostra complicità (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

(Iniziative di competenza in ordine all'operatività della Commissione tecnica PNRR-PNIEC, al fine di garantire il raggiungimento degli obiettivi relativi all'energia rinnovabile da produrre entro il 2030 – n. 3-00581)

PRESIDENTE. Il deputato Pastorino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00581 (Vedi l'allegato A).

LUCA PASTORINO (MISTO-+EUROPA). La Commissione tecnica per il progetto del PNRR per il Piano nazionale integrato per l'energia e il clima, dalla sua costituzione ad oggi, mostra evidenti gravi ritardi. Al 31 luglio 2023 - abbiamo aggiornato i dati a due giorni fa - le istanze protocollate relative alle sole iniziative fotovoltaiche in procedura di VIA statale sono 814, di cui solo il 2,7 per cento concluse in via definitiva. Quindi, solo 22 su 814. Fra queste rientrano anche i progetti per impianti superiori a 20 megawatt, impianti che produrranno energia a prezzo di mercato necessaria per realizzare maggiore autonomia energetica e maggiore concorrenza a beneficio dei cittadini e delle imprese. Il ritardo accumulato crea ovviamente un chiaro scoraggiamento tra gli operatori del mercato che dirottano i propri investimenti. Inoltre, la realizzazione e l'esercizio degli impianti rinnovabili sono da considerarsi di interesse pubblico prioritario, anche per il centrodestra direi. Lo stallo, quindi, rappresenta un blocco degli investimenti e comporta pesanti ricadute sul sistema Italia. Stime confindustriali prevedono 200.000 posti di lavoro mancati e ulteriori 30.000 in meno per i servizi connessi.

In una risposta a una recente interrogazione del collega Rosato del 12 luglio, lei ha ammesso l'esistenza del problema, elencando una serie di misure adottate che tuttavia, stanti i dati, ad oggi non hanno prodotto la necessaria accelerazione. Quindi, la domanda è se intenda valutare un intervento sulla capacità della commissione, non solo in termini di implementazione ma anche di sveltimento delle procedure.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, onorevole Gilberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere.

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Con riferimento al quesito posto si evidenzia che, nel contesto internazionale dettato dalla crisi energetica che ha accelerato i processi di transizione, il ruolo della Commissione PNRR-PNIEC è incrementato notevolmente e ha riguardato ambiti che vanno oltre il settore energetico. Basti pensare alle procedure abbreviate con tempi contingentati e improrogabili per la valutazione di opere riguardanti il Giubileo o le Olimpiadi di Milano-Cortina.

Il notevole incremento delle istanze totali pervenute al Ministero, che vanno dalle 286 pervenute nel 2017 alle 1.354 dello scorso anno, hanno imposto una riflessione sulla composizione delle Commissioni tecniche di valutazione, a tal punto che si è deciso di incrementare le professionalità a disposizione della commissione PNRR-PNIEC, insediatasi il 18 gennaio 2022, con 20 commissari, divenuti progressivamente 44 e che raggiungeranno le 70 unità previste per legge.

È evidente che il solo incremento del numero delle professionalità non è sufficiente a garantire un miglioramento della performance della commissione, il cui lavoro è stato spesso rallentato anche dalle costanti modifiche normative che sono seguite in materia di procedimenti. Si pensi alla famosa sospensione delle procedure di VIA per la preventiva verifica preliminare dell'interesse archeologico, poi modificata con il DL n. 13 del 2023. Di conseguenza, un quadro normativo più stabile, che tenga conto di una programmazione a monte nello sviluppo dell'energia rinnovabile, faciliterebbe anche il ruolo della commissione.

Per questo, lo scenario disegnato dal PNIEC, insieme all'individuazione delle aree idonee da parte della regione, con tutte le facilitazioni progettuali che ne conseguono e la predisposizione di procedimenti unici semplificati statali, sono tutte leve sulle quali agire per consentire alla commissione di innalzare i ritmi di approvazione dei progetti e per consentire il rispetto dei target europei. Aggiungo anche che la struttura del Ministero, che deve analizzare le pratiche a fianco della commissione, ha ancora la struttura di 30 persone, che era quella di 4 anni fa e si sta procedendo, naturalmente, con i relativi concorsi per integrarla, perché, naturalmente, era tarata su un numero di istanze che era un decimo, anzi, meno di un decimo, di quelle attuali.

PRESIDENTE. Il deputato Pastorino ha facoltà di replicare.

LUCA PASTORINO (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Grazie, signor Ministro. Il senso di questa interrogazione è proprio stimolare la risoluzione del problema. Io mi rendo anche perfettamente conto che il collega Rosato ha posto più o meno lo stesso quesito il 12 luglio, oggi siamo al 2 agosto e non è che i numeri possono essere tanto cambiati, tant'è vero che alcuni elementi della risposta che ha dato a Rosato, li ha dati anche a me e a noi, oggi. E quindi la percezione del problema mi pare sia del tutto evidente. È vero anche che gli operatori del mercato sono cresciuti e quindi c'è l'esigenza di aggredire questo problema, in un settore assolutamente strategico.

Noi abbiamo anche alcune proposte di riforma, che sono state anche portate dagli operatori, ad esempio: rafforzare ulteriormente la struttura della commissione tecnica; completare, magari il prima possibile, il quadro normativo relativo alle aree idonee (si tratta di un aspetto che è stato già affrontato, anche se il tema, poi, di fondo è che, molto spesso, le normative nazionali non si coordinano con le normative regionali o comunali, per essere chiari); revisionare il DPCM, che ha introdotto la nuova procedura della verifica archeologica preventiva, rendendo tale verifica come endoprocedimento dell'iter di VIA; prevedere, all'avvio delle attività di cantiere post autorizzazione, che il titolo di concessione possa essere dato ex post, anche dopo la realizzazione dei lavori, a fronte del titolo autorizzativo già acquisito; armonizzare la normativa inerente il vincolo preordinato all'esproprio (VPE), estendendola anche al fotovoltaico, così come avviene per le altre tecnologie FER, ai sensi del decreto legislativo n. 387 del 2003, in quanto il fotovoltaico è riconosciuto di pubblica utilità come le altre FER; e poi, evidentemente, occorre maggiore coordinamento anche tra i gestori di reti.

Quindi, io non so se sarò l'ultimo a porre il tema, magari lo faremo con una cadenza un po' più diluita nel tempo, ma è del tutto evidente che occorre agire e anche in fretta, non solo per gli obiettivi che abbiamo, ma anche per i numeri che impattano sia sull'occupazione sia sulle potenzialità delle imprese, ma anche sui benefici che possono ricadere sulle famiglie e sugli utenti.

(Intendimenti in merito alla perimetrazione del Parco nazionale di Portofino sulla base della proposta della regione Liguria - n. 3-00582)

PRESIDENTE. Il deputato Bruzzone ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00582 (Vedi l'allegato A).

FRANCESCO BRUZZONE (LEGA). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro. Il Parco di Portofino esiste dal 1935, trasformato poi in parco regionale, ripreso con confini certi, quelli del 1935, con una legge regionale del 2002. Nella legge di bilancio del 2018 è stato previsto che il Parco, da regionale, diventasse nazionale. Mai nessun problema fino a quel momento. Però, nel 2021, arriva una perimetrazione provvisoria, con un decreto ministeriale, che porta il Parco da 1.000 ettari a 5.000 ettari, contro la volontà delle amministrazioni locali, della gente e della regione. Le assicuro, in qualità di testimone diretto - io allora ero presidente del consiglio regionale - che la regione diede una sorta di intesa politica, a condizione che i confini fossero rimasti quelli che erano in precedenza. Ebbene, questo Parco così grande è osteggiato da tutti i comuni, che aprono un contenzioso giuridico contro il decreto ministeriale, perché il Parco dev'essere necessariamente orientato e inquadrato in quel modo. Sono 9 comuni, evito di fare l'elenco. Il 17 maggio scorso, la regione Liguria propone al Ministero un'intesa per dei confini, che sono quelli storici del Parco di Portofino, limitatamente all'area di Portofino. Chiedo di conoscere se il Ministero sia intenzionato a riportare sulla retta via, cioè sui binari giusti, ossia ripristinare i confini storici del Parco di Portofino.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere.

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie, Presidente. Grazie agli interroganti. Riguardo al quesito posto dall'onorevole interrogante, si rappresenta che il decreto ministeriale avente ad oggetto la perimetrazione e zonizzazione provvisoria del Parco nazionale di Portofino, nonché le relative misure di salvaguardia, risale al 6 agosto 2021, come citato nella sua presentazione, e deriva dall'ottemperanza ad una sentenza del TAR Lazio. Sia il decreto di perimetrazione che quello istitutivo del comitato di gestione provvisoria del Parco sono stati impugnati presso il TAR Liguria dalla regione Liguria e da diversi comuni ricadenti nei confini provvisori del Parco.

Nelle more della definizione del giudizio, il Ministero ha, comunque, riattivato con la regione l'iter ordinario di istituzione del Parco nazionale di Portofino. La più recente proposta, pervenuta proprio dalla regione Liguria, risale allo scorso 17 maggio e include il progetto di perimetrazione aggiornato a seguito di un incontro di carattere tecnico, tenutosi con i competenti uffici del Ministero. La proposta in questione interessa la superficie dei tre comuni di Portofino, Camogli e Santa Margherita Ligure, per un totale di oltre 1.500 ettari per la parte terrestre e 350 ettari per l'area protetta marina.

Pertanto, ad oggi, l'iter procedurale di perimetrazione definitiva del Parco di Portofino è in una fase avanzata di approfondimento istruttorio. Anche in data odierna, questa mattina, alle 11, onorevole, durante un incontro avuto con il presidente della regione Liguria, Giovanni Toti, abbiamo ribadito l'apertura a trovare una soluzione condivisa tra tutti gli attori istituzionali e le associazioni, al fine di riperimetrare il Parco in modo definitivo, giungendo in tal modo anche all'estinzione del contenzioso amministrativo in essere.

PRESIDENTE. Il deputato Bruzzone ha facoltà di replicare.

FRANCESCO BRUZZONE (LEGA). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro. La risposta è abbastanza chiara. Mi pare che emerga una volontà di riportare sulla retta via questa moltiplicazione territoriale del Parco di Portofino. È noto in Italia che un Parco fatto contro la volontà della gente, contro i comuni (praticamente tutti: ce n'era uno, quello di Camogli, che aveva una posizione, ma oggi non ce l'ha più perché ha cambiato amministrazione), contro la volontà della comunità locale e contro la regione, sia destinato a fallire in partenza. E a poco serve che qualcheduno, magari, dia qualche parere scientifico, faccio riferimento ad Ispra o ad altri che si trovano, magari, a 500 chilometri da quella realtà, senza sapere che oggi c'è anche un'urgenza, Ministro, affinché i confini ritornino quelli giusti, perché sono aree importanti, aree di carattere turistico, aree che devono essere urgentemente liberate anche rispetto ad un problema di eccessiva presenza di fauna selvatica invasiva, la quale addirittura sta ostacolando il turismo.

Liberare quelle aree dal parco vuol dire anche dare la possibilità di intervenire in modo più lineare, certo e concreto rispetto a questo tipo di problema. Ricordo peraltro che quelle zone sono abbastanza interessate e vicine anche al problema di carattere sanitario, con riferimento al quale il parco rischia di avere una responsabilità e mi riferisco agli interventi necessari per far fronte alla peste suina.

Quindi, la ringrazio, Ministro, per la risposta. Spero che venga rispettata al più presto la volontà della regione, che venga raggiunta un'intesa sulla riperimetrazione definitiva o eventualmente provvisoria del parco; certamente non si può andare avanti così. I comuni lo hanno detto, sono andati tutti in tribunale, quindi c'è una sorta di unanimità rispetto a una posizione che è giusto venga rispettata, perché i territori, alla fine, meritano di avere maggiore rispetto anche per quanto riguarda la protezione di carattere ambientale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Iniziative urgenti in merito alla proroga delle concessioni geotermiche, con particolare riferimento all'istituzione di un tavolo tecnico – n. 3-00583)

PRESIDENTE. Il deputato Fabrizio Rossi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Foti n. 3-00583 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

FABRIZIO ROSSI (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, le centrali geotermiche, concentrate prevalentemente in Toscana (circa 34 impianti) hanno una produzione elettrica annua pari a circa 5,5 miliardi di kilowatt e il loro indotto genera importanti effetti virtuosi in ambito economico. Nella sola Toscana la produzione elettrica annua di energia geotermica soddisfa il 35 per cento del fabbisogno energetico e rappresenta il 75 per cento della produzione da FER realizzata sul territorio regionale. È urgente una strategia di sviluppo del settore per recuperare una situazione di completo stallo sul fronte degli investimenti, derivante dal clima di incertezza normativa in merito al rinnovo delle principali concessioni di coltivazione.

Occorre rimodulare in aumento la durata delle concessioni fino a un massimo di 20 anni, a fronte della presentazione di un idoneo piano industriale. Pertanto, chiedo al signor Ministro quali tempestive iniziative intenda adottare al fine di delineare una proposta condivisa in merito alla proroga delle concessioni geotermiche e se intenda istituire un tavolo istituzionale.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere.

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie Presidente e grazie agli onorevoli interroganti. Il Governo, sia in attuazione degli impegni assunti a livello comunitario per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030, sia per fronteggiare la crisi energetica scaturita dal conflitto russo-ucraino, sta ponendo in campo ogni possibile misura per sostenere la più ampia diversificazione energetica attraverso lo sviluppo e la diffusione di impianti di produzione di energia rinnovabile.

Con riguardo specifico alla geotermia, si evidenzia che, grazie alla presenza storica di tale tecnologia in Italia, esistono competenze industriali e scientifiche avanzate sia in ambito geologico, sia per quanto attiene alla conversione dell'energia. L'Italia è infatti tra i leader europei con una potenza nominale superiore a 800 megawatt e una produzione elettrica annua di circa 6 terawattora - vorrei dire che 6 terawattora sono il 2 per cento della produzione nazionale, quindi un dato rilevante -, con ulteriori prospettive di crescita in termini di potenza installata e di energia prodotta al 2030, così come abbiamo previsto anche nell'ambito dell'aggiornamento del PNIEC.

Si rileva pertanto l'importanza del contributo di tale tecnologia, anche alla luce delle innovazioni tecnologiche che consentono di garantire un minore impatto della stessa in termini emissivi. Non a caso, tale tecnologia è ricompresa anche nel novero degli impianti che saranno oggetto di incentivazione nel cosiddetto decreto FER2 che, purtroppo, giace ancora nell'ambito della Commissione da molto tempo.

La proroga del termine di scadenza delle concessioni geotermiche al 31 dicembre 2025, avvenuta con la conversione del decreto-legge n. 51 del 2023, consentirà di avviare un tavolo tecnico al Ministero con tutti i soggetti interessati al fine di valutare gli opportuni interventi, anche di carattere normativo - aggiungo -, volti quindi a garantire al settore un quadro regolatorio stabile, che possa consentire lo sviluppo degli investimenti con ricadute positive sia per lo sviluppo e la tutela ambientale dei territori coinvolti, sia in termini di maggiore apporto alla decarbonizzazione del Paese.

Aggiungo che le moderne tecniche per la geotermia sono tali da poterla estendere ben oltre la Toscana, che in questo momento è il cuore della geotermia nazionale, quindi in molte parti d'Italia, dando un contributo notevolissimo alla produzione energetica nazionale.

PRESIDENTE. Il deputato Zucconi ha facoltà di replicare.

RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, signor Presidente. Intanto, Ministro, vorrei ringraziarla per il supporto che ha dato all'approvazione dell'emendamento di Fratelli d'Italia, presentato recentemente, che ha prorogato di un anno, quindi al 2025, la scadenza delle concessioni geotermiche. Però non basta evidentemente e lei converrà con me che la domanda fondamentale che dobbiamo farci è questa: può l'Italia rinunciare alle sue fonti di energia rinnovabile più importanti? No, non lo può fare; il geotermico e l'idroelettrico vanno tutelati e vanno messi in sicurezza. Non può farlo perché sono oltretutto fonti rinnovabili costanti e programmabili, a differenza di altre fonti di energia rinnovabile, che non lo sono.

Noi ci chiediamo: perché siamo l'unico Paese europeo che manda all'asta questi impianti FER? Questo è assurdo, ingiusto e contrario all'interesse nazionale. Questa è la domanda fondamentale e la risposta non può essere che questa. Lei citava gli obiettivi 2030: decarbonizzazione, sì, ma dobbiamo incentivare le fonti rinnovabili. Efficientamento: ma nessuno efficienterà centrali geotermiche e idroelettriche che hanno la prospettiva di andare avanti ancora per un anno, non lo farà nessuno, non è possibile. Sicurezza di approvvigionamento: queste sono le fonti più sicure per il nostro futuro. Possono i comuni, che usufruiscono attualmente di risorse per ospitare impianti e centrali idroelettriche, andare avanti senza risorse? No, perché ormai sono abituati e hanno bisogno di queste risorse. Oltretutto, nel contrasto alle logiche NIMBY, sicuramente la strada più giusta è quella di riconoscere ai territori le giuste risorse per ospitare le centrali. Allora, il geotermico in Toscana produce il 33 per cento del fabbisogno. Chi si è assunto in passato la responsabilità di non tutelare e di non mettere in sicurezza questi settori si è assunto una grandissima responsabilità, prima di tutto, nei confronti delle famiglie e poi delle aziende. Se queste centrali, in mancanza di sviluppi sicuri, dovessero essere dismesse, vogliamo sapere cosa potrebbe sostituirle. Allora, la ringrazio per la risposta che mi pare che ci dica che il Ministero si sta muovendo proprio per arrivare ad una proposta condivisa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 17. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 16,10, è ripresa alle 17.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 77, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza.

PRESIDENTE. Comunico che, in data odierna, il Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza la senatrice Giulia Cosenza, in sostituzione della senatrice Simona Petrucci, dimissionaria.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 755 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 13 giugno 2023, n. 69, recante disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi derivanti da atti dell'Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano (Approvato dal Senato) (A.C. 1322​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1322: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 13 giugno 2023, n. 69, recante disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi derivanti da atti dell'Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano.

Ricordo che, nella seduta del 1° agosto, il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.

Ricordo altresì che, secondo quanto convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo del 27 luglio scorso, la votazione per appello nominale avrà luogo a partire dalle ore 18,30. Dopo tale votazione, i lavori proseguiranno, a partire dalle ore 19,30, con l'esame degli ordini del giorno, le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale, da svolgersi entro le ore 24.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1322​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Semenzato. Ne ha facoltà.

MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il decreto-legge su cui oggi votiamo la fiducia ha l'obiettivo di agevolare la chiusura di diverse procedure di infrazione avviate da parte dell'Unione europea nei confronti dell'Italia, dunque di evitare l'apertura di nuovi, ulteriori procedimenti.

Le procedure di infrazione sono quei provvedimenti che vengono avviati nei confronti degli Stati che non adeguano il proprio ordinamento a quello comunitario. Se, nonostante i richiami e i contenziosi questo non avviene, si può arrivare anche alla condanna e al pagamento di sanzioni economiche, cosa che, ovviamente, non vogliamo, perché ciò, alla fine, si tradurrebbe in un maggiore onere per i cittadini. Molti, forse, non sanno, ma, negli ultimi 10 anni, le infrazioni ci sono costate oltre 800 milioni di euro e, quindi, è fondamentale affrontare in maniera responsabile e pragmatica questo tema, evitando di sprecare preziose risorse che potrebbero essere destinate ad altro.

Le procedure che riguardano il nostro Paese si trovano, in molti casi, in stato avanzato. Il Governo ha scelto, quindi, di intervenire utilizzando la decretazione d'urgenza in modo da evitare l'emanazione di imminenti sanzioni. È chiaro che, trattandosi di procedimenti lunghi, se ci troviamo oggi a dover affrontare questi problemi a livello comunitario, non è certo colpa del Governo guidato da Giorgia Meloni, ma, evidentemente, da chi, in passato, non ha trovato soluzioni adeguate. In ogni caso, è corretto far notare che, a livello europeo complessivo, nell'Unione europea, le procedure di infrazione attualmente in corso risultano, comunque, 1.750 e oltre il 10 per cento di queste è in fase di contenzioso presso la Corte di giustizia europea, cioè è nella fase più avanzata e rischiosa. L'Italia ha 82 procedure di infrazione in corso, la Spagna fa peggio con 100; superano l'Italia in questa classifica negativa anche Belgio, Bulgaria, Polonia e Grecia. E non si pensi che Germania e Francia siano esenti: la prima conta, infatti, 68 procedure di infrazione a proprio carico, mentre la seconda, 61.

Il provvedimento punta a definire e portare alla risoluzione circa 35 tra procedure di infrazione e pre-infrazione, un numero consistente di interventi che, oltre a dimostrare l'impegno italiano nell'adempimento degli obblighi comunitari, mira, sostanzialmente, a scongiurare il rischio connesso di incorrere in deleterie sanzioni. Quello che potrebbe apparire, peraltro, un provvedimento meramente tecnico ha, in realtà, un duplice significato politico: in primo luogo, perché fornisce la cifra del rapporto di collaborazione continua e proficua tra le istituzioni italiane e le istituzioni comunitarie al fine di elaborare percorsi condivisi per risolvere situazioni problematiche, nonché le evidenti difficoltà, comuni a tutti gli Stati membri, di ricezione dei tempi richiesti da normative comunitarie che toccano, ormai, diversi ambiti, su cui è richiesto l'intervento del legislatore. In secondo luogo, per una ragione molto pratica: affronta di petto questioni annose, applicando a esse soluzioni adeguate, in alcuni casi, dopo anni di attendismo. Soluzioni, signor Presidente, che hanno in diversi casi rilevanza nell'attuazione del mercato unico, nel sostegno della crescita e nell'occupazione, nel creare condizioni più eque di concorrenza e nel riconoscere reciprocità e rispetto del made in Italy alla nostra tecnologia e alla nostra ricerca. Soluzioni concrete, dunque, che permettono di configurare il provvedimento come un vero e proprio atto di giustizia, affrontando e dirimendo situazioni che in passato hanno recato danni, anche seri, a settori importanti del nostro sistema Paese. Mi riferisco, ad esempio, ai diversi fallimenti bancari che hanno letteralmente messo in ginocchio intere famiglie, che hanno visto scomparire i risparmi di una vita. A tal proposito, a protezione dei risparmiatori, l'articolo 1, comma 1, del presente provvedimento introduce una nuova procedura che rafforza le garanzie dei depositanti nell'ipotesi del mancato rimborso dei medesimi da parte di una banca, predisponendo il coinvolgimento diretto della Banca d'Italia per far sì che i depositanti possano accedere al recupero dei propri depositi, entro i limiti ordinari previsti, tramite i sistemi di garanzia.

Altro aspetto importante toccato dal provvedimento riguarda la tutela dell'ambiente, come le misure di prevenzione da adottare per contrastare gli effetti negativi prodotti dall'alta concentrazione del gas radon in particolari territori. A tal fine, gli articoli 7 e 8 prevedono una serie di misure per il finanziamento di interventi di individuazione delle aree in cui si stima che la concentrazione media annua di attività di radon in aria superi il livello di riferimento in un numero significativo di edifici. Altro tema relativo alla tutela dell'ambiente riguarda le misure finalizzate a favorire la realizzazione delle attività di tutela ambientale e sanitaria e di interventi di decarbonizzazione negli stabilimenti di interesse strategico nazionale. È il caso dell'Ilva di Taranto, oggetto di una procedura di infrazione, che ha portato all'adozione di un serrato piano ambientale volto a limitare la quantità di produzione annua di acciaio a 6 milioni di tonnellate, fino al completamento di tutti gli interventi di risanamento ambientale. Una misura importante che permette di compiere un passo avanti, dando una risposta importante dopo anni di gestione e scelte a dir poco discutibili sul tema. Infine, Presidente, mi preme sottolineare alcune misure molto importanti nel campo dell'educazione, della scuola, dell'alta formazione musicale e artistica, in particolare la disciplina per il reclutamento del personale AFAM per gli anni accademici 2023 e 2024. Insomma, signor Presidente, il provvedimento sul quale ci accingiamo a votare la fiducia presenta un orizzonte vasto, sorretto, però, da una ratio unitaria: armonizzare la normativa nazionale con quella comunitaria, ma, soprattutto, ridurre il numero di procedure di infrazione o pre-infrazione che gravano sul nostro Paese e introdurre anche, in tale contesto, la logica della concretezza della risoluzione delle difficoltà, che è la cifra dell'azione che questo Governo sta portando avanti, con determinazione, in più settori. Cifra e metodo che, come gruppo di Noi Moderati, condividiamo appieno. Per queste ragioni, annuncio il voto di fiducia sul provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. Il decreto-legge sulle infrazioni europee dovrebbe avere lo scopo di recepire le direttive europee e porre riparo alle procedure di infrazione. In realtà, in molti articoli di questo provvedimento, si scrive tutt'altro.

Faccio alcuni esempi. Nell'articolo 9 di questo decreto-legge si modifica il codice della strada, che non era oggetto delle procedure di infrazione e non si capisce perché, in realtà, questo articolo non sia messo nella modifica del codice della strada. Dunque, che cosa si fa? Si fa una cosa molto grave: si smantellano le ZTL. So che questo acronimo non piace molto alla destra (le zone a traffico limitato). Si smantellano, permettendo ai sindaci di poter consentire gli accessi in determinati orari e per alcune tipologie di autovetture, quindi andando a modificare il codice della strada, cioè esattamente il contrario di quello che dice la direttiva in materia di qualità dell'aria.

In precedenza sentivo parlare molti esponenti della destra e intervenire, in particolar modo, in maniera molto significativa per quanto riguarda la questione Ilva. Voglio ricordare che ci sono tre procedure di infrazione, sulle quali questo decreto-legge non interviene, anzi complica, e ciò sarà oggetto di una nostra iniziativa presso la Commissione europea, perché il Governo si sta assumendo - anzi si è assunto - la responsabilità di fare una proposta che va nella direzione opposta rispetto a quella della procedura di infrazione. Mi riferisco, ad esempio, al tanto decantato processo di decarbonizzazione o, ancora, all'immunità penale, immunità penale su cui, come comunico all'Aula, è già intervenuta la Commissione europea, a nome di Didier Reynders, che praticamente comunica che l'Unione europea ha avviato una procedura di verifica sulla norma approvata dal Parlamento e proposta dal Governo sull'immunità penale nello stabilimento Ilva. Quindi, cosa accade? Che per evitare il deferimento da parte della Commissione europea alla Corte di giustizia voi non esitate a far diventare legge uno strumento fraudolento, con cui raggirate le istituzioni europee, alle quali voi trasmetterete la nuova legge dicendo che ormai la decarbonizzazione degli impianti è cosa decisa e, quindi, si possono chiudere tutte le procedure di infrazione. Purtroppo, non è così, ahimè non è così, e non potete, diciamo, raggirare l'Unione europea, perché poi la verità viene a galla, e noi comunicheremo all'Unione europea qual è il nostro punto di vista. L'unica cosa certa, però, è che presso il Ministero dell'Ambiente pende una richiesta di autorizzazione integrata ambientale per i prossimi 12 anni, che il Ministero si accinge ad autorizzare, dove è previsto che gli impianti andranno avanti solo a carbone. Quindi, per favore, raccontate la verità. Ciò che ho detto fornisce proprio alla Commissione europea la prova di come sia urgente il deferimento dell'Italia alla Corte di giustizia europea.

Lo ripeto: state raggirando l'Unione con queste norme, che impediscono, ad esempio, al sindaco di Taranto di esercitare un suo diritto-dovere previsto dalla legge, ovvero emanare ordinanze contingibili ed urgenti a tutela della salute. Tutto questo, insieme all'immunità penale per chi viola le leggi a tutela dell'ambiente e, quindi, anche a tutela della salute, avete ritenuto di doverlo far cadere, come una mannaia, sulla popolazione tarantina.

Vedete, io ho ascoltato con molta attenzione, oggi e, in particolar modo, ieri, il dibattito sulle pregiudiziali e ho ascoltato alcuni parlamentari della destra che sono intervenuti. Io voglio, in maniera speculare rispetto a quello che abbiamo ascoltato ieri, rappresentare quanto segue. Anche noi rappresentiamo la comunità tarantina e sono basito per quello che abbiamo ascoltato. Chiedo anch'io scusa ai tarantini e alle tarantine per quello che abbiamo ascoltato ieri in Aula. Come è possibile che si continui a sostenere che a Taranto va tutto bene, come un deputato della Repubblica ha affermato, in quest'Aula? “Se l'Ilva avesse inquinato sarebbe stata chiusa”, ha affermato. Allora, glielo spiego io evidentemente - ma lo sanno benissimo -, perché non si può ingannare il Paese e certamente una popolazione come quella tarantina. Vede, l'Ilva ha continuato la sua attività grazie a numerosi decreti Salva Ilva - sono stati decine e se ne è perso il conto - che hanno garantito, per legge, la libertà di inquinare e l'impunità, con l'immunità penale da voi voluta. In alcun Paese del mondo democratico questo è consentito o sarebbe consentito. La giudice Todisco, il 26 luglio 2012, aveva sequestrato l'acciaieria, perché provocava malattie e morte. In questi anni, l'Ilva ha continuato a svolgere questa attività assolutamente incontrollata, in particolar modo per le emissioni fuggitive, e nessuno è intervenuto. Nessuno è intervenuto perché vi erano i decreti Salva Ilva. Pensate che nel 2018 nella masseria Fornaro si sono registrati valori di diossina pari a 7,06 TEQ picogrammi per metro quadrato, un aumento pari al 916 per cento rispetto all'anno precedente. Pensate che la procura della Repubblica di Taranto aveva aperto un'inchiesta, ma poi si è dovuta fermare, perché c'era l'immunità penale, che voi, invece, avete ulteriormente ampliato. Quando venite in Aula a dire che questo scudo penale non modifica, non impedisce e non ha impedito l'azione penale della magistratura, in realtà è accaduto esattamente il contrario: diverse inchieste sono state fermate a causa di questo scudo penale, il cui prezzo lo pagano proprio le famiglie che vivono una situazione molto, molto complicata.

Allora, io voglio farvi un esempio e lo farò sempre. Andrò a braccio, perché lo ricordo e posso dire tranquillamente cosa è oggi Taranto e di come si sarebbero dovuti comportare un buon padre e una buona madre di famiglia (mi rivolgo all'esponente di Governo qui presente in Aula). Se domani la Sottosegretaria, qui presente, decidesse di partire per le vacanze con la propria famiglia e i propri figli e a un certo punto, durante il tragitto, la propria macchina si dovesse riempire di fumi, cosa fa un buon padre o una buona madre di famiglia? Si ferma, accosta, mette in sicurezza la propria famiglia, chiama il carro attrezzi, parla con il meccanico e gli dice: “Cosa devo fare di questa macchina, perché entrano i fumi? Io non posso viaggiare, perché è rischioso per la sicurezza della mia famiglia”. Il meccanico dirà: “Guardi, la possiamo aggiustare in 30 giorni” o “ la possiamo aggiustare in 60 giorni” oppure “non la possiamo aggiustare”. Ebbene, quello che è accaduto a Taranto è proprio questo: i legislatori, che si sono resi responsabili di questa attività legislativa con i decreti Salva Ilva, sapevano che le emissioni fuggitive andavano a inquinare una città e non le hanno fermate. Questo non è accaduto a Duisburg, per esempio, dove le cokerie sono state fermate, abbattute e ricostruite lontane dai centri abitati. Avete ritenuto opportuno avviare una strategia di questo tipo, che non è un comportamento da buon padre o da buona madre di famiglia, ma è evidente: nessuno abita là. Che ci importa di cosa succede al quartiere Tamburi o al quartiere Paolo VI se le quantità di diossina o di inquinanti vanno a determinare un peggioramento della qualità della vita?

Poi sono arrivate le grandi multinazionali e qualcuno ha pensato di dire: adesso arriva ArcelorMittal. Voglio ricordare, a chi ha fatto quel pessimo affare per il Paese, che oggi noi lo paghiamo. Questo non lo dico io ma, per esempio, lo dice anche Il Sole 24 Ore, che è il quotidiano che esprime il parere di Confindustria. Ebbene, ArcelorMittal ha messo 70 milioni di euro nella procedura di acquisizione, mentre tutto il resto - un miliardo e oltre - l'ha messo lo Stato. È come dire di socializzare le perdite e privatizzare i profitti, da questo punto di vista. Ma chi è ArcelorMittal lo voglio dire al Governo. Noi lo sapevamo già da molto tempo e bastava chiederlo all'ex Presidente della Repubblica francese, François Hollande, quando Arcelor, gruppo siderurgico francese, fu rilevato da Mittal, gruppo multinazionale indiano. Dovevano garantire la tenuta dei complessi siderurgici con un accordo con la CGT, il sindacato francese, ma quell'accordo non fu rispettato.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, Presidente. Allora, cosa accadde? Accadde che chiusero le fabbriche.

Ciò detto, noi ci troviamo di fronte a una situazione in cui, con questo decreto-legge, voi pensate di aggirare le procedure di infrazione. In realtà, non le state aggirando; le state ampliando, non solo perché il nostro gruppo scriverà all'Unione europea per quello che fate, per i diritti e i doveri che levate a un sindaco, che, in nome della legge, può emanare ordinanze contingibili e urgenti, ma perché l'inquinamento ancora c'è, ci sono picchi di benzene e voi non potete, attraverso una legge, ancora una volta mortificare una città che ha pagato un prezzo altissimo per lo sviluppo di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Castiglione. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE CASTIGLIONE (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Signor Sottosegretario, onorevoli colleghi, discutiamo sulla conversione dell'ennesimo decreto-legge per l'attuazione degli obblighi che derivano dagli atti dell'Unione europea e dalle procedure di infrazione che ci sono, quelle procedure di infrazione che noi vorremmo poter evitare. Dunque, un ulteriore decreto-legge, l'ennesimo decreto-legge. Torniamo a ricordare che ormai il Governo abusa della decretazione d'urgenza.

Anche su un atto come quello di oggi, caro Sottosegretario, avremmo potuto evitare che ci fosse un decreto-legge. Avremmo potuto fare una proposta legge, portarla in Commissione, svolgere un dibattito, affrontare il tema delle infrazioni europee, perché oggi dobbiamo ricordare che ben 85 infrazioni europee sono state comminate al nostro Paese. Con questo provvedimento, ne affrontiamo 8, ma prevediamo di non affrontare altre 12 procedure d'infrazione.

È chiaro: l'intervento che il Governo vuole fare è molto limitato e soprattutto molto parziale. In quest' occasione, avremmo preferito che ci fosse una legge ordinaria, che ci fosse un dibattito parlamentare e che le Commissioni si potessero esprimere con maggiore rigore e puntualità, soprattutto potessero affrontare tante questioni. In questo decreto-legge, ne sono messe in campo tantissime, si spazia a largo raggio, dai giudici ordinari alla tutela dei risparmiatori, da un fondo per il ripristino ambientale, dove ci sono emissioni importanti, nelle aree dove ci sono maggiori concentrazioni di emissioni.

Ancora una volta, si interviene sull'Ilva, è stato detto, è stato ripetuto da più parti. Grazie anche al nostro intervento, al nostro contributo al Senato della Repubblica, grazie anche al senatore Lombardo e all'iniziativa della maggioranza, si affronta il tema del precariato, della scuola dell'alta formazione artistica e musicale. Quindi, abbiamo voluto dare un nostro contributo importante. Finalmente, si spera di chiudere, almeno nel prossimo anno, questa grave piaga del precariato. Però, caro Sottosegretario e caro Presidente, non s'interviene in molte altre procedure di infrazione.

Penso ad alcune, ne cito alcune certamente non irrilevanti, non di poco conto. Le procedure d'infrazione che riguardano il trattamento dei rifiuti pericolosi, su questo, il Governo, non interviene. Non interviene sulle procedure d'infrazione che trattano il tema dei rifiuti inquinanti, c'è il tema dell'infrazione sulle discariche, sulle acque reflue urbane. Ci sono tanti argomenti, e, quindi, il tema europeo e il tema dell'adempimento nazionale meriterebbero una maggiore attenzione anche da parte del Governo, pur sapendo che l'intervento di oggi era assolutamente necessario e importante.

Ma, caro Sottosegretario e Presidente, vorremmo poter capire cosa c'entra l'Agea in questo provvedimento, cosa c'entra intervenire in un lunghissimo contenzioso che si è chiuso con una sentenza della Corte di giustizia europea. Si è chiuso e riguarda un lunghissimo periodo - c'è una sentenza definitiva - che va dal 1995-1996 al 2008-2009. Perché oggi il Governo decide di intervenire sul tema di Agea? Lo Stato già è stato condannato ad addebitare il prelievo supplementare dovuto, assicurando il pagamento da parte dei debitori. Su questo c'è una precisa sentenza.

L'amministrazione dello Stato su questo argomento ha già fatto un piano di azione, ha già reso noto un piano di azione di come far sì che i debitori possano assolvere al loro debito rispetto a questo prelievo supplementare che è stato fatto. E, allora, qualsiasi normativa, ma anche un provvedimento di carattere amministrativo, caro Sottosegretario, si deve porre all'interno di quel quadro e di quel piano di azione che l'amministrazione dello Stato ha già presentato alla Commissione europea.

In questo caso. la Commissione potrebbe dare corso ad una nuova procedura di infrazione. Interveniamo con un decreto-legge per evitare una procedura d'infrazione e rischiamo seriamente che ne sia attivata una nuova contro il nostro Paese. In altre occasioni, abbiamo subordinato - ci sono anche alcuni casi, molto concreti, di rateizzazione dei debiti - l'efficacia della norma al parere della Commissione europea. In questo caso, il Governo ha deciso di non chiedere nemmeno il parere alla Commissione europea prima di dare efficace attuazione a questa norma.

Non ci vuole una legge per applicare una sentenza definitiva. Quella della Corte di giustizia europea è una sentenza definitiva. Le sentenze definitive prevedono anche le modalità di adempimento. Quindi, caro Sottosegretario, le disposizioni di cui al comma 3 dell'articolo che riguarda l'Agea sono prive di senso logico, sono una grave sperequazione tra i produttori che hanno evaso e tutti gli altri produttori e allevatori. Come la metteremo con gli allevatori che hanno pagato? Sono più di 30.000 gli allevatori che hanno pagato. Come facciamo rispetto a coloro che hanno evaso e che non hanno adempiuto al loro debito?

Il rischio di una nuova procedura di infrazione per inadempimento è di assoluta evidenza. Creerà un ulteriore contenzioso, perché immagini lei un ricalcolo cosa comporterà: un gravissimo aggravio anche per l'amministrazione dello Stato, un gravissimo aggravio delle procedure per quanto riguarda l'Agea, dall'Avvocatura dello Stato all'Agenzia delle entrate.

A mio avviso, ci sarà anche il rischio di una richiesta di risarcimento da parte degli allevatori che hanno pagato. Allora, ritengo che, su questo punto, il Governo debba fare un'ulteriore riflessione.

Non comprendiamo la ragione per cui, ogni qualvolta al Governo ci va una parte politica, si riprenda sempre il tema dei contributi agli allevatori e, soprattutto, questa gravissima sperequazione nei confronti degli allevatori che hanno pagato.

Per questo non voteremo la fiducia, ma non la voteremo neanche per le cose che ha detto ieri il Ministro, per le rassicurazioni che ci ha dato, per quelle rassicurazioni che non hanno assolutamente rassicurato. Stamattina il vicesindaco di Catania a chi gli poneva il problema del definanziamento diceva: avanti tutta, noi andiamo avanti a oltranza.

Ma come si andrà avanti a oltranza? Come si parlerà di riequilibrare o di riprendere le risorse per il dissesto idrogeologico, per l'efficienza energetica, per la rigenerazione urbana, per i piani urbani integrati che sono stati già messi in campo? Dove troveremo le risorse? Noi molto spesso, nella passata programmazione, abbiamo visto casi di risorse che passano da un fondo all'altro. Quindi, se saranno allocate al Fondo di sviluppo e coesione, vorremmo conoscere quel provvedimento, quell'atto che destina le risorse, per far fronte a tutti gli impegni che sono stati portati avanti.

Chi ha esperienza di Governo si renderà conto che introdurre un finanziamento a un ente con una particolare procedura significa cambiare procedura, cambiare l'ente di riferimento e soprattutto l'aggravio dei tempi e la mancata realizzazione, che poi sarà di assoluta e di tutta evidenza. Perché quando penso - l'ha detto ieri il Ministro - alle 39.000 opere, alcune delle quali certamente sono di pochissimo spessore economico, di pochissima valenza, immagino i tanti comuni che si sono messi in fila per far sì che il tema dell'assetto idrogeologico possa essere affrontato, soprattutto per dare alle piccole comunità le risposte di fronte alle gravi emergenze e ai cambiamenti climatici che stiamo vivendo in questi giorni.

Sul tema del caos dei trasporti, in questi giorni abbiamo visto la fragilità del sistema dei trasporti, e non possiamo pensare che le prime opere che il Governo definanzia siano addirittura due lotti importantissimi della Palermo-Catania: un definanziamento che crea una grandissima preoccupazione. Lo abbiamo visto con la vicenda dell'aeroporto di Catania: il sistema dei trasporti è andato in tilt con la chiusura dell'aeroporto di Palermo, con le autostrade che, a oggi, non sono state completate.

Quando abbiamo posto il tema al Ministro, gli abbiamo chiesto come faremo sul tema del definanziamento della Palermo-Catania, il Ministro ci ha risposto sul ponte sullo Stretto. Noi siamo convinti che il ponte sullo Stretto debba essere fatto, ma oggi c'è un sistema infrastrutturale che oggi deve essere adeguato, e le risorse devono essere destinate per adempiere e per assolvere a tutte queste carenze di carattere infrastrutturale che riguardano il Mezzogiorno, ma la Sicilia in particolare (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gatta. Ne ha facoltà.

GIANDIEGO GATTA (FI-PPE). Presidente, onorevoli colleghi, Sottosegretario Castiello, il gruppo di Forza Italia voterà convintamente per la conversione in legge del decreto-legge n. 69 del 2023, il cosiddetto Salva infrazioni. Per rimettere la discussione nel giusto alveo lungo il quale dovrebbe poi muoversi il dibattito, ritengo opportuno preliminarmente precisare che in via ordinaria - non è stato detto - sono la legge europea e la legge di delegazione europea i due principali strumenti con cui l'Italia adegua periodicamente l'ordinamento nazionale a quello dell'Unione europea.

Tuttavia, l'articolo 37 della citata legge n. 234 del 2012 dispone che il Presidente del Consiglio dei ministri o il Ministro per gli Affari europei possa proporre al Consiglio dei ministri l'adozione di provvedimenti, anche urgenti, diversi dalle leggi citate, necessari a far fronte a obblighi derivanti dall'ordinamento dell'Unione europea, da sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea o dall'avvio di procedure di infrazione.

La finalità del decreto-legge al nostro esame, quindi, non è quella di discutere delle tratte ferroviarie o di ciò che ancora non va in ordine alle disfunzioni del nostro sistema Italia, ma quella di ridurre invece il numero delle procedure di infrazione già avviate nei confronti dell'Italia e di evitare l'apertura di nuove procedure o l'aggravamento di quelle esistenti.

Sicuramente, siamo di fronte a uno strumento straordinario - una misura a cui da tempo l'Italia non faceva ricorso - ma legittimo, e che ben si inserisce nella volontà di questo Governo e della sua maggioranza di agevolare la chiusura del maggior numero possibile di procedure di infrazione e dei casi di pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano.

Lo voglio ricordare, perché va detto: al momento dell'insediamento del Governo Meloni il numero di procedure di infrazione pendenti era di 83, a fronte di una media europea di 66. Ora, e il dato è aggiornato allo scorso luglio, le procedure di infrazione aperte a carico dell'Italia risultano pari a 84, la maggior parte delle quali riguardano l'ambiente e gli affari economici e finanziari.

Ogni anno, l'Italia paga milioni e milioni di euro a seguito di condanne inflitte dalla Corte di giustizia dell'Unione europea per il mancato allineamento dell'ordinamento interno a quello unionale.

Con questo decreto-legge e con le modifiche apportate al Senato si introducono nel nostro ordinamento, anche a seguito delle positive interlocuzioni intercorse con la Commissione europea, disposizioni che possono portare alla chiusura di circa 35 tra procedure di infrazione e pre-infrazione. Si tratta di un numero elevato, che dimostra l'impegno italiano nell'adempimento degli obblighi europei.

Questo provvedimento e il disegno di legge di delegazione europea approvato lo scorso giugno dal Consiglio dei ministri, che consentirà il recepimento di 19 direttive e l'adeguamento dell'ordinamento nazionale a ben 4 regolamenti europei, sono il biglietto da visita di un Governo credibile, affidabile e con una visione precisa del progetto europeo; un Governo che ha la ferma volontà di raggiungere in tempi ragionevolmente brevi la media europea delle 66 infrazioni.

Rispetto al testo di 27 articoli pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il Senato ha inserito ulteriori 12 articoli. Complessivamente, quindi, si tratta di un provvedimento corposo, che interviene su diverse tematiche, con misure spesso attese da anni. Entrando rapidamente nel contenuto del testo al nostro esame, vorrei ricordare l'intervento normativo che introduce modifiche di carattere tecnico alla disciplina bancaria, prevedendo un termine entro il quale effettuare la valutazione sull'incapacità della banca di adempiere ai rimborsi dei depositi per cause connesse alla propria situazione finanziaria.

Incrementiamo, così, in modo significativo - e mi dispiace che non sia stato detto da chi mi ha preceduto - la tutela dei risparmiatori in caso di mancato rimborso dei depositi da parte della banca di riferimento, e ciò prima che sia stata aperta la procedura di liquidazione coatta amministrativa.

Vi è, poi, l'articolo 2, che riguarda l'imposta di registro sulla prima casa. La norma adegua l'ordinamento nazionale alle censure della Commissione nell'ambito di una procedura di infrazione ormai di fronte alla Corte di giustizia. L'intervento estende l'imposta di registro agevolata prima casa - quella con l'aliquota al 2 per cento, tanto per intenderci - all'acquirente che si sia trasferito all'estero per ragioni di lavoro e che abbia risieduto o svolto la propria attività lavorativa in Italia per almeno cinque anni, per un acquisto effettuato nel comune di nascita o in quello in cui aveva la residenza o lavorava prima del trasferimento.

Diverse sono le misure rivolte anche al mondo della scuola. Per l'anno 2023, la carta elettronica per l'aggiornamento e la formazione del docente di ruolo delle istituzioni scolastiche - tanto per intenderci la carta del docente, quella con un importo invariato di 500 euro - è riconosciuta anche ai docenti con contratto di supplenza annuale su posto vacante e disponibile. Un'attenzione che, quindi, grazie a questo emendamento, viene rivolta a una platea più ampia, che riguarda 83.000 supplenti annuali.

Significativi sono, poi, anche gli interventi volti a scongiurare il deferimento dell'Italia dinanzi alla Corte di giustizia per la violazione della disciplina sui rapporti di lavoro a tempo determinato. Il decreto Salva infrazioni introduce il riconoscimento integrale del servizio pre-ruolo, ai fini della ricostruzione di carriera per i docenti della scuola secondaria e dell'AFAM - che, lo ricordo a me stesso, è un acronimo che sta per Alta formazione artistica e musicale - e per il personale ATA, a partire dall'anno scolastico 2023-2024.

Durante l'esame al Senato è stato approvato anche un emendamento che riguarda le assunzioni straordinarie del citato AFAM, per cui, a decorrere dall'anno accademico 2024-2025, i posti che residueranno dalle immissioni in ruolo saranno assegnati con una procedura concorsuale straordinaria.

Altro articolo aggiuntivo introdotto dal Senato riguarda le “quote latte”. Con questa disposizione, si stabilisce un nuovo criterio di ricalcolo da parte di Agea, l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura, per il supplemento del latte per i soggetti destinatari di una sentenza definitiva che abbia annullato l'imputazione originaria, le cosiddette multe latte, o nei confronti di coloro che abbiano posto in essere ricorsi avverso i provvedimenti sanzionatori. Mi dispiace che chi mi ha preceduto abbia ritenuto inconferente la competenza dell'Agea, perché più che mai in questo caso proprio l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura dovrebbe essere competente a effettuare il ricalcolo a favore dei nostri allevatori e produttori di latte.

Tuttavia, vi sono altri articoli inseriti dal Senato che vanno citati, signor Presidente, perché le verità bisogna dirle tutte, in questa sede, e non sottacere quelli che invece sono degli aspetti estremamente significativi ed interessanti del decreto-legge che oggi viene a noi per la conversione.

Tra i 12 articoli inseriti dal Senato, grazie ad emendamenti firmati dalla maggioranza e, quindi, anche dal gruppo di Forza Italia, ricordo il 18-bis, in tema di mandato di arresto europeo. Modificando la disciplina vigente, si intende garantire l'applicazione di condizioni precise in caso di mandato d'arresto e di procedure di consegna tra Stati membri nei confronti di cittadini italiani o stranieri, nel rispetto della Costituzione e delle norme internazionali.

Voglio ancora citare l'articolo 20, che introduce una nuova disciplina relativa al rilascio e al ritiro del passaporto ai genitori che abbiano figli minori e che non adempiono ai precisi doveri stabiliti dall'autorità giudiziaria, e Dio sa quanti casi vi sono di genitori che non adempiono ai loro doveri nei confronti dei figli minorenni o dei soggetti fragili. Grazie ad un emendamento apportato proprio dal gruppo di Forza Italia, si consente la trasmissione del provvedimento che inibisce il rilascio del passaporto alle autorità interessate.

E ancora: come non citare il potenziamento delle dotazioni organiche del Corpo nazionale dei vigili del fuoco - 350 unità con la qualifica di vigile del fuoco e 200 con quella di operatore, con l'aggiornamento della normativa vigente in tema di impiego dei volontari?

Per ultimo, ma non ultimo, non può essere sottaciuto quanto previsto in materia di diritti e doveri dei passeggeri ferroviari che ridisegna il meccanismo dei reclami degli utenti dei servizi ferroviari e prevede tutele speciali per i passeggeri con disabilità o mobilità ridotte, semplificando così l'apparato sanzionatorio.

Signor Presidente, avviandomi a concludere, devo dire che Forza Italia è soddisfatta, molto soddisfatta per le misure previste dal decreto, nel quale sono state accolte diverse proposte dei nostri colleghi senatori. Con questo importante provvedimento si conferma la volontà e la determinazione del Governo Meloni di ridurre considerevolmente il numero complessivo delle procedure di infrazione pendenti sul nostro Paese. L'Esecutivo, con il convinto appoggio della sua maggioranza, è impegnato e determinato in questa direzione. Mi auguro che, con la ripresa dei lavori a settembre, il Parlamento possa rapidamente licenziare anche il tassello successivo di questo programma, ovvero la legge di delegazione europea.

Grazie al lavoro prezioso svolto dal Governo e al lavoro altrettanto prezioso svolto dal Parlamento, il gruppo parlamentare di Forza Italia ribadisce il proprio voto convintamente favorevole a questo provvedimento legislativo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Donno. Ne ha facoltà.

LEONARDO DONNO (M5S). Grazie, Presidente. Mi rivolgo, tramite lei, alle destre al potere: venite qui oggi, ancora una volta, a chiedere l'ennesima fiducia. Mi chiedo, però: quale fiducia potremmo mai avere nei vostri confronti, voi che tutelate gli evasori, voi che abbandonate 169.000 famiglie, cancellando il reddito di cittadinanza, voi che state mettendo a rischio i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, voi che state bloccando la crescita del nostro Paese? Altro che fiducia.

Sono mesi che stiamo registrando una totale assenza da parte del Governo verso i bisogni reali dei cittadini. Vi siete autoproclamati pronti, ma fin da subito questa parola ha iniziato a tornarvi indietro, insieme a tutte le retromarce e al peso della vostra assenza e inadeguatezza. Lo abbiamo visto ai tavoli internazionali, dove il vostro sovranismo si è dissolto, per lasciare spazio agli inchini e alla subordinazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È caduta la vostra maschera - diciamoci la verità - siete “svenditori” della Patria, altro che patrioti.

La vostra propaganda si è tradotta in mancanza di coraggio, continuate a piegarvi ai poteri forti, come nella tutela delle grandi compagnie assicurative o energetiche. Questa è la verità, che provate a mascherare perché avete paura, evidentemente, di perdere quel consenso di cui vi siete abbuffati in campagna elettorale, a suon di urla e di promesse truffaldine (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ve ne ricordo solo qualcuna: il famoso blocco navale, i 1.000 euro a tutti con un clic, l'abolizione delle accise sui carburanti. Un grande bluff, questo siete. Altro che gli appunti di Giorgia, gli italiani stanno prendendo nota di ogni singola vostra figuraccia e di ogni vostra singola promessa tradita, e la lista già lunga (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ricordate il vostro programma elettorale? Avete tradito gli elettori che vi hanno creduto - milioni di italiani che vi hanno ascoltato -, ma che per voi oggi sono invisibili, avete cancellato il reddito di cittadinanza, liquidando le famiglie in maniera vergognosa con un sms. Come se non bastasse, continuate a dire che chi può deve lavorare; proprio voi, che non avete mai fatto partire i corsi di formazione, che avete approvato un decreto che incentiva il precariato, voi che non date risposte neanche sul salario minimo; eppure, continuate a dire che il lavoro c'è ma lo sapete, fuori da questo palazzo, quanto sia difficile riuscire a ottenere un contratto, uno stipendio decente per consentire ai giovani, magari alle famiglie, un futuro dignitoso? Evidentemente no, non lo sapete. Queste sono le difficoltà e, allora, andate a chiederlo magari ai sindaci, ai vostri sindaci che state abbandonando e che state lasciando soli. Parlate con chi, grazie al reddito, riusciva a mettere insieme il pranzo con la cena, parlate con chi, a stento, arrivava alla fine del mese, integrando un salario o una pensione troppo bassa. Allora, con quale coraggio, pensate che la social card possa rappresentare un aiuto concreto? Si tratta di una vergognosa mancetta da un euro al giorno e nemmeno per tutti, questa è la verità. Con la cancellazione del reddito di cittadinanza non solo colpite 169.000 famiglie, che saranno poi, nei prossimi mesi, molte di più, ma causate un grave danno anche agli imprenditori. Infatti, il taglio del reddito di cittadinanza, a regime, porterà a danneggiare i consumi per una cifra pari a un miliardo di euro, secondo uno studio di Confesercenti, anche questo è il prezzo della vostra furia ideologica: siete pavidi, scappate dai problemi, ma, cosa ancor più grave, è che fuggite anche dalle soluzioni, come, per esempio, sul tema del rialzo dei tassi dei mutui. Come MoVimento 5 Stelle, da mesi abbiamo presentato la nostra proposta: tassare gli extraprofitti delle banche per creare un fondo a supporto dei cittadini che, incolpevolmente, non riescono a pagare le rate del mutuo. Anche su questo siete muti, non avete risposto e, allora, mi sorge un dubbio: ma ci siete, ci fate o tutte e due le cose? Fatemi capire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Una cosa è certa però, ovvero che dei diritti dei cittadini non vi importa nulla. Non vi preoccupate di nulla, non vi preoccupate dei più deboli, non vi preoccupate nemmeno della salute dei cittadini e lo state dimostrando con questo decreto, ancora una volta.

La vostra priorità non è la decarbonizzazione dell'acciaieria più grande d'Europa, no figuriamoci; l'importante per voi è incrementare i profitti a ogni costo. Vi rendete conto a quale futuro state condannando i cittadini di Taranto? Voi, Governo e parlamentari di centrodestra, dovete chiedere scusa per quello che state approvando. Dimenticate le sentenze della giustizia europea di condanna per violazione dei diritti dell'uomo; dimenticate la sentenza del tribunale di Taranto per disastro ambientale; dimenticate le sentenze di condanna che hanno accertato il nesso causa-effetto tra inquinamento, malattie e morti, anche e soprattutto di tanti bambini. Avete reintrodotto lo scudo penale, autorizzato la continuità di impianti sotto sequestro, nonostante le confische per danni ambientali e sanitari. Dimenticate, inoltre, che il prossimo 23 agosto scadrà l'autorizzazione integrata ambientale e vi accingete ad autorizzarla per altri 12 anni. Come? Concedendo l'autorizzazione a continuare a produrre a carbone, aumentando la produzione a 8 milioni di tonnellate, riaccendendo tutti gli altiforni, convertendo l'altoforno 2 - pensate un po'- in un grande inceneritore dove poter bruciare oltre 60 mila tonnellate di plastiche. E allora - è certo - dimenticate evidentemente le raccomandazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità sui limiti degli inquinanti e sulla necessità di introdurre una valutazione preventiva e integrata dell'impatto ambientale e sanitario.

Infine, tramite lei, Presidente, mi rivolgo al deputato Iaia, che non vedo in Aula - sicuramente avrà altro di meglio da fare che parlare del futuro del suo territorio, ce ne siamo resi conto ieri, dalle sue dichiarazioni -, ma, oltre che al collega Iaia, mi rivolgo anche a tutti gli altri parlamentari di centrodestra eletti del territorio. Ricordate che l'ONU ha definito la città di Taranto una zona di sacrificio e allora - e lo ribadisco ancora una volta - sono i parlamentari di Taranto di destra che hanno tradito il territorio e devono chiedere scusa ai cittadini tarantini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Questa città non può più permettersi di subire altre malattie e altre morti. E ricordo che il MoVimento 5 Stelle - questo deve essere ben chiaro -, in Parlamento e sul territorio, ha sempre sostenuto la chiusura delle fonti inquinanti. Purtroppo, su questo tema in Parlamento non abbiamo, ahimè, mai avuto pieno sostegno da parte delle altre forze politiche.

Siamo pronti - noi sì - a votare provvedimenti se si parla di chiusura delle fonti inquinanti. E, allora, abbiate il coraggio, colleghi del centrodestra, un po' di spina dorsale - dimostratelo un po' di coraggio -: presentate una proposta in questo senso, noi saremo magari anche pronti a ragionarci su.

Fino ad ora avete solo dimostrato che non vi interessa nulla del bene dei tarantini. Però, dovete andarlo a spiegare alle madri e ai padri che, se tutto va bene, vedranno crescere con enormi difficoltà i loro figli in quel territorio. Andatelo a raccontare a chi, invece, i propri figli e i propri cari li ha visti ammalarsi, oppure morire, e andatelo a spiegare a chi vorrebbe costruire un futuro su quel territorio ma oggi, purtroppo, non può.

Concludo, Presidente. State minacciando la crescita del nostro Paese e il futuro dei tarantini, i quali vi hanno detto appena ieri: se ci volete morti, sparateci. Per voi è normale tutto questo? È accettabile tutto questo? Sicuramente per il MoVimento 5 Stelle no. Questo è molto grave e di certo non meritate la nostra fiducia. Allora io ve lo dico con forza: di certo noi siamo al fianco di Taranto e non vi daremo tregua (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Candiani. Ne ha facoltà.

STEFANO CANDIANI (LEGA). Grazie, Presidente. È questione di fiducia, c'è chi ce l'ha e c'è chi non ce l'ha. Noi ce l'abbiamo, da parte del Paese, e certamente qualcuno dovrà farsene una ragione (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

Dopodiché, è anche questione di contenuto perché, come spesso accade - lo dicevo già ieri e lo ribadisco ancora oggi - questa è un'Aula parlamentare e tutti i discorsi e tutti gli interventi servono a portare utile dibattito. Occorrerebbe anche un po' - come giustamente diceva stamattina il Vicepresidente Mule' - che questo grande cappello, con cui si fa ombra a tutto, non diventi poi uno sterminato ombrellone (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia) sotto cui si mette ogni polemica pur di far polemica - che è un po' lo spirito dell'intervento che mi ha appena preceduto - e pur di far polemica contro, al netto di una relazione col contenuto di questo provvedimento di legge.

Presidente, noi oggi ci apprestiamo a dare la fiducia al Governo, che il Governo ha richiesto per chiudere questo provvedimento che riguarda il rischio che il nostro Paese ha di incorrere in ulteriori infrazioni rispetto alle direttive e ai regolamenti europei. Il Governo ha scelto questa strada, mettere la fiducia per abbreviare il percorso, tenendo conto che si tratta di un decreto-legge e che i tempi di conversione stringono. Questa è una scelta che il Governo fa non con arroganza, imponendo la fiducia perché non vuole il dibattito, ma è una scelta naturale in funzione di un provvedimento che rispetta il dettame della Costituzione. Qualunque altro Governo, a parti invertite, il loro incluso, avrebbe fatto la stessa cosa. Solo che, se la facciamo noi, siamo quelli arroganti che mettono la fiducia, se la fanno loro, non bisogna disturbare il manovratore perché deve andare velocemente in goal. Su questa disparità di vedute, lascio a lei, Presidente, trarre le debite conclusioni su chi è intellettualmente onesto e su chi, invece, ci marcia.

Come abbiamo detto, daremo la fiducia al Governo, perché sappiamo che questo provvedimento è necessario per riuscire a ricondurre velocemente ad una gestione alcune situazioni che hanno generato infrazione o che possono portare a sanzioni per il nostro Paese. Ci fa piacere che, nelle scorse ore, il Governo abbia presentato a questa Camera il disegno di legge che riguarda la legge di delegazione europea, nella quale sono contenute altre deleghe che il Governo chiede per poter riassorbire altre infrazioni e altre direttive europee. È il percorso che avevamo chiesto: andare velocemente a chiudere questo e riportare il resto velocemente alle Camere. Quindi, ci ritroveremo, con la riapertura, a settembre, ad affrontare il tema delle altre direttive e degli altri regolamenti europei.

Nel frattempo, però, c'è chi su questa faccenda sta speculando. Sentivo dire prima: voi siete i sovranisti. Sì, siamo quei sovranisti che fanno l'interesse del Paese e lo difendono a tutti i livelli (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Sì, siamo noi. E ancora: voi siete quelli che abbandonano i sindaci. No, noi siamo quelli che hanno i sindaci e sono a fianco dei sindaci. Magari qualcun altro, se facesse l'esperienza di amministrare almeno in un consiglio comunale (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia), prima di venire in Parlamento, o almeno in un'assemblea di condominio, potrebbe entrare in quest'Aula con un po' più di coerenza rispetto a ciò che dichiara e alla realtà che sta fuori. Ancora: voi siete quelli che tolgono il reddito di cittadinanza e lasciano ai cittadini la disperazione. No, noi siamo quelli che, avendo approvato il reddito di cittadinanza e avendo visto poi la deformazione a cui l'avete portato, proseguendo quell'esperienza col Governo del PD, hanno detto stop a questa schifezza, stop a qualcosa che non dà serenità alle persone ma che rende il voto di scambio qualcosa di istituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Noi siamo quelli che dicono ai cittadini: non lasceremo indietro nessuno e chiunque abbia possibilità di lavorare deve essere messo nelle condizioni di trovare nel lavoro la propria libertà e non di essere costretto ad andare ad elemosinare al politico di turno un reddito di cittadinanza che lo tiene dipendente a vita dallo Stato. Questa è la differenza tra noi e loro, Presidente.

Noi siamo quelli che non promettono e non truffano, che non vanno a dire agli altri: state lì, perché vi metteremo comunque un reddito dentro al cassetto. No, queste cose noi non le facciamo. Queste cose, se qualcuno ancora le vuole fare, fino a quando ci sarà questo Governo - la Lega è in questo Governo per cambiare le cose in questo Paese - non si faranno e non si faranno più. Quindi, stia tranquillo e stia sereno chi pensa di poter andare a fomentare le folle su questi argomenti. Noi daremo il lavoro e con il lavoro, come a Taranto e come nel resto del Paese, la garanzia e la tutela della salute delle persone. Non lasciamo indietro nessuno, Presidente, come diciamo al Governo che deve essere fatto, tramite questa fiducia.

C'è un PNRR, che è argomento a latere rispetto a quello che stiamo affrontando ma che è entrato sgomitando in questo dibattito. Anche in quel caso - lo abbiamo ribadito in tutti i modi nelle scorse ore e lo confermiamo in questa circostanza - il Governo ha la nostra fiducia perché sappiamo che, se l'impegno è non definanziare alcun provvedimento e non lasciare alcun comune e alcuna amministrazione senza il necessario supporto per terminare quei progetti, siamo certi che il Governo lo farà. Su queste basi noi diamo la fiducia al Governo.

Presidente, non occorrono altre parole. Gli interventi poi proseguiranno e andremo, dopo l'approvazione degli ordini del giorno, anche alle dichiarazioni di voto finale, con le quali rientreremo nel merito. Lo farà il mio collega Giglio Vigna. La Lega dà fiducia al Governo per proseguire questo percorso, facendo ovviamente tutto quello che si può per dare risposta alle infrazioni europee ed impedire che il nostro Paese sia, ovviamente per sfortuna di qualcuno, nell'elenco dei Paesi più refrattari al diritto europeo. Noi assorbiamo il diritto europeo quando questo non entra in conflitto con l'interesse nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Noi siamo i primi a dire chiaramente: se le direttive e i regolamenti europei vanno contrastati, lo faremo a livello parlamentare, europeo o nazionale, ma certamente il momento di confronto è qui in Parlamento. Da questo non ci sottraiamo e diciamo al Governo di continuare su questa strada (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, per rispondere idealmente, per il suo tramite, al collega che mi ha preceduto, voglio premettere che in questo intervento non riserverò nemmeno un secondo a quelle norme che davvero evitano o salvano il nostro Paese dalle procedure di infrazione europea, perché è chiaro che saremo sempre concordi sul fatto che il nostro ordinamento rispetti il diritto comunitario e sempre d'accordo nell'evitare qualsiasi tipo di sanzione al nostro Paese.

Tuttavia, al netto di quelle norme, in questo decreto c'è un elefante che chiunque abbia una coscienza libera e democratica non può far finta di non vedere. Quell'elefante è di nuovo la città di Taranto, ancora una volta presa in ostaggio da un destino a cui tanto tempo fa è stata condannata. Sì, perché il decreto che state approvando, che voi state approvando, ribadisce che quella sentenza di condanna ha cancellato una serie di importanti passi in avanti che erano stati fatti negli ultimi due anni. Quando diciamo, infatti, che questo Governo non conosce ritegno né vergogna evidentemente abbiamo elementi per dire di non essere in errore. Infatti, se pensavamo di aver visto il limite più basso alla dignità politica e all'accanimento contro una comunità, con il decreto che avevate approvato a inizio anno sempre sul siderurgico di Taranto, in queste settimane abbiamo dovuto ricrederci. Prima avete immaginato un emendamento killer, di quelli all'ultimo istante, depositato in sordina e che nulla c'entra con i contenuti del provvedimento che era nato dalle stanze del Governo.

Sì, perché dovreste avere il rigore intellettuale di smetterla di raccontarci la favola delle infrazioni sanate grazie a questo intervento. Anzi, sia ben chiaro e resti agli atti: le norme che avete scritto non chiudono alcuna procedura ma, all'opposto, gettano i presupposti - quelli sì - per nuove infrazioni ben più gravi delle precedenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Avete il coraggio di porre la fiducia su un testo che definire Arlecchino è qualcosa di sicuramente riduttivo. La fiducia su cosa? Su chi? Chi si fida più di un Governo che ormai calpesta la nostra Carta costituzionale? Chi può fidarsi di un Governo che continua sadicamente a infliggere su un'intera comunità una pena capitale? Sì, voi della maggioranza di questa responsabilità - rammentatelo - ve ne dovete fare una ragione anche negli anni a venire.

Con l'articolo 9-bis fate tre cose aberranti giuridicamente, ma soprattutto moralmente. La prima: mettete a tacere chiunque non sia sotto il vostro diretto controllo; sembrano prassi da regime, eppure anche in un Paese democratico come il nostro ci capita di viverle.

Con le vostre intuizioni legislative legate le mani alla procura della Repubblica, al tribunale penale e a quello amministrativo, che non potranno mai più permettersi di mettere il becco nel perimetro degli stabilimenti siderurgici. Sì, perché accade che lì dentro tutto quello che avviene diventa di esclusiva competenza diretta del Governo nazionale, come se si fosse in una repubblica indipendente, alle dirette dipendenze di qualche Ministro in crisi di ipertrofia caratteriale.

Umiliate l'articolo 25 della nostra Costituzione, portando a Roma la sede del processo di appello nel malaugurato caso - dice la relazione - che un giudice si sogni di revocare l'autorizzazione a produrre acciaio. Sì, perché con queste norme, se dall'acciaieria domani iniziassero a fuoriuscire i fumi più neri e più tossici, capaci di fare ammalare o uccidere più di quanto non abbiano già fatto - cito sentenze passate in giudicato -, chi potrebbe intervenire se non il Governo nazionale? Ciò che in tutto il resto d'Italia è giustamente garantito, quindi un giudice terzo che possa intervenire per tutelare gli esseri umani a Taranto è scientemente negato.

Schiacciate l'ASL e l'ARPA, ossia quegli unici enti che davvero con terzietà possono dire se le emissioni dell'Ilva nuocciono all'ambiente o alla salute umana e - cosa peggiore - li sostituite con un Comitato scelto direttamente dal Governo. Per metterci chi? I soliti amici degli amici, per essere sicuri che nessuno mai potrà alzare la mano e dire: “fermi c'è qualcosa che non va” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)?

Ma, se questo non bastasse, vi è il paradosso dei paradossi: cosa dovrebbe fare questo Comitato? Udite, udite: dovrebbe controllare l'effettiva attuazione delle prescrizioni ambientali e sanitarie. Un organismo pagato da chi gestisce gli impianti, che deve rispettare quelle prescrizioni, avrebbe il compito di controllarlo? Il controllore è pagato dal controllato? Capite che qui si va ben oltre l'assurdo? Capite che, se non è idiozia, non può che trattarsi di puro sadismo e di crudeltà?

Infine, il sindaco: per non farvi mancare niente, mettete un bel bavaglio anche al primo cittadino. Niente più ordinanze sindacali, anche lui è espropriato della sua funzione legale di tutela della salute della comunità tarantina. Nessuno - e sottolineo: nessuno - potrà più dire una parola sull'ex Ilva.

La seconda aberrante novità è l'affossamento dei progetti di decarbonizzazione. Qui potete smettere di nascondervi e dirlo: avete ammazzato definitivamente la decarbonizzazione dell'ex Ilva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) perché, togliendo il finanziamento o proponendo - così utilizziamo un termine più affine al linguaggio del Ministro Fitto - lo stralcio del miliardo di euro, che con fatica eravamo riusciti a destinare a valere sul PNRR, rinviate alle calende greche l'avvio degli interventi.

Ma c'è di più: come se questa prospettiva fosse un gioco, ci avete persino tenuto a specificare che il DPCM attuativo dovrà stabilire un termine entro cui realizzare gli interventi. Ecco, qui la presa in giro è completa, visto che un termine, così come previsto dal PNRR, c'era già ed era il 30 giugno 2026, data in cui si sarebbero dovuti concludere gli interventi.

Ma non bastava: mancava anche un pizzico di perversione alle sciocchezze che andate dicendo in queste settimane e così tendete una mano al gestore, permettendogli di essere parte integrante della decarbonizzazione, addirittura potendo proporre nuovi progetti.

Vi siete, insomma, genuflessi al nemico numero uno della decarbonizzazione dell'ex Ilva, a coloro che, sin da quando se ne parla, non fanno altro che ostacolarne la transizione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Avete fatto questo regalo a chi continua a fregarsene dell'azienda, della sicurezza dei lavoratori, dell'ambiente e della salute dei tarantini; voi gli date la golden share (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), come se negli ultimi 5 anni non fosse successo nulla, come se gli interessi del socio privato non si fossero capiti in maniera precisa.

Terza mossa aberrante è nascondere dietro il bilanciamento dei diritti il vostro totale menefreghismo per quelli che occorre tutelare: il diritto a respirare un'aria salubre, il diritto a vivere in un ambiente pulito, il diritto a non ammalarsi, il diritto a non dover piangere una madre, un figlio o un amico che muore anzitempo per un male che non avrebbe dovuto mai avere.

Tra le tante sentenze, anche quelle che la storia vi riserverà, ce n'è una che vi è particolarmente in odio, ossia la n. 58 del 2018 della Corte costituzionale: andate a rileggerla perché quella sentenza afferma un principio che per voi non ha alcun valore, ossia che l'interesse dell'attività produttiva non può mai prevalere su diritti costituzionali inviolabili, come la tutela della salute e della vita stessa.

L'obiettivo è evidente e a breve sarà chiaro anche a tutti i tarantini: volete riaprire i forni chiusi e riportare in alto la produzione, magari anche sopra gli 8 milioni di tonnellate, che sarebbero tollerabili, e questo ben prima di avere una nuova AIA, quando ancora non avete chiuso la procedura relativamente alla precedente.

Concludo, signor Presidente. La questione dell'Ilva sarà ricordata in futuro come uno dei più atroci scandali industriali del nostro Paese, di cui, senza nascondersi, tutti hanno responsabilità evidenti e per cui, pur non essendo direttamente responsabile, non finirò mai di scusarmi.

Da quando il Governo Meloni si è insediato, tutti gli sforzi fatti negli ultimi anni sono stati smantellati, uno alla volta. Avevamo costruito i contorni di un futuro differente, un futuro in cui davvero la produzione di acciaio potesse convivere con il rispetto per le persone, il mare, l'aria e non rappresentare un'atroce alternativa.

Viene da chiedersi: perché fate tutto questo? Perché Taranto ha ragione di esistere solo finché si produce acciaio? Perché deve essere un posto in cui la Costituzione e le leggi non valgono niente? Perché si devono per forza chiudere gli occhi? Perché a Taranto la vita deve valere meno?

Nella vana attesa di risposte, dichiaro che il Partito Democratico voterà, ancora una volta, contro la fiducia a questo Governo e - mi permetta, Presidente - contro le indecenti parole che abbiamo sentito dire con fierezza da alcuni colleghi, proprio ieri in quest'Aula.

A Taranto - secondo questi colleghi - andrebbe tutto bene e il nostro sarebbe solo allarmismo. Ecco, vorrei dire a questi onorevoli colleghi, per il suo tramite, Presidente, di andarlo a dire al figlio di Celeste Fortunato, morta la scorsa settimana, dopo anni di lotte insieme ai malati oncologici di Taranto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), o di andarlo a dire ai genitori dei bambini nati con malformazioni, o a cui viene diagnosticato un tumore in età pediatrica 150 volte di più rispetto a quanto non avvenga in altre parti del Paese; di andarlo a dire ai familiari delle 400 persone morte prematuramente negli ultimi 10 anni. Ditelo a loro che a Taranto va tutto bene, se ne avete il coraggio, guardandoli negli occhi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giordano. Ne ha facoltà.

ANTONIO GIORDANO (FDI). Grazie Presidente, grazie colleghi e grazie rappresentante del Governo. Volevo entrare subito nel merito, ma un piccolo pensiero lo devo condividere.

Ho assistito, nel penultimo intervento, ad un fuori tema spettacolare, con 7 minuti di insulti, per poi arrivare vagamente all'argomento: andatelo a raccontare, andatelo a dire, andatelo a chiedere. Stiamo votando la fiducia al Governo: andatelo a chiedere all'enorme quantità di italiani che ha fiducia nel nostro Premier e che continua ad aumentare il livello di fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Andatelo a chiedere al Presidente degli Stati Uniti (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) che testimonia - se dovesse essere ancora necessario - un'ulteriore apertura di fiducia nei confronti dell'Italia grazie al nostro Premier e al nostro Governo.

Il disegno di legge che ci accingiamo a votare riguarda la conversione in legge del cosiddetto decreto Salva-infrazioni, che prevede l'adozione di provvedimenti necessari, quasi obbligatori, anzi, sono obbligatori, derivanti dall'ordinamento dell'Unione europea. La ratio del provvedimento è di ridurre al più presto il numero delle procedure di infrazione già avviate nei confronti dell'Italia e l'urgenza è di evitare l'apertura di nuove procedure o l'aggravamento di quelle già esistenti, con conseguenti irrogazioni di sanzioni pecuniarie.

Il numero delle procedure di infrazione a carico dell'Italia, a seguito delle ultime decisioni adottate dalla Commissione europea il 14 luglio 2003, è pari a 81, di cui 62 per violazione del diritto dell'Unione e 19 per mancato recepimento di direttive dell'Unione europea. Il decreto-legge in esame consente di agevolare la chiusura di 8 procedure d'infrazione. Ci porta, quindi, molto veloci vicino alla media europea che, ad oggi, dovrebbe essere circa di 66 infrazioni per Stato membro. La chiusura di 8 casi di pre-infrazione certifica senz'altro il trend che l'Italia sta avendo verso la riduzione dei procedimenti di infrazione e verso la media europea. Inoltre, si previene l'apertura di nuove procedure di infrazione, provvedendo ad adeguare immediatamente l'ordinamento nazionale ad alcuni regolamenti, complessivamente 9, e a una direttiva.

Questo provvedimento guarda ad un orizzonte vasto che presenta soluzioni coerenti per numerose procedure di infrazione aperte e insolute da tempo o in fase di pre-infrazione e, in alcuni casi in formazione, ma sicuramente agevolmente prevedibili. Parallelamente, con un percorso più ordinario, in data 15 giugno, è stato approvato dal Consiglio dei ministri il disegno di legge di delegazione europea, complementare al presente provvedimento ed attualmente all'esame della Camera, che consentirà il recepimento di 19 direttive e l'adeguamento, con interventi di carattere sistemico, dell'ordinamento nazionale relativamente a 4 regolamenti europei.

Non siamo messi malissimo tutto sommato perché ho avuto cura di prendere il documento, a disposizione dagli uffici del Governo e, nel range in cui ci stiamo attestando, a valle dell'adozione di questo provvedimento, siamo sullo stesso piano di tanti Paesi - e ce ne sono tanti - che sono in una condizione peggiore della nostra. Però, il fatto che il numero delle infrazioni europee, in media, sia 66 indica che c'è una seria difficoltà di tutte le Nazioni ad adeguarsi nei tempi richiesti e in toto ai provvedimenti europei.

Qualcuno ha descritto come “alluvionalità” l'attività dell'Unione europea, che entra in dettaglio, quindi, mano a mano che entra in profondità sicuramente crea maggiori difficoltà di adattamento. Per questo è importante continuare il nostro percorso, già iniziato dalla nostra Commissione, dall'inizio di questa legislatura, di analisi severa dei requisiti di sussidiarietà.

Questa quota di adempimenti è sicuramente superiore ad analoghi interventi effettuati in passato, ma tutti fanno riferimento a positive interlocuzione con la Commissione europea, ad ulteriore dimostrazione del costante e proficuo dialogo che il nostro Governo sta portando avanti con successo con le istituzioni europee per migliorare la qualità e la diffusione del lavoro, salute dei cittadini, rispetto dell'ambiente, sostenendo la diversificazione ecologica e la sicurezza energetica ed esprimendo una forte attenzione ai problemi del mondo giovanile e della scuola.

Mi preme evidenziare che il provvedimento Salva-infrazioni sottende una visione chiara dei rapporti tra gli Stati membri dell'Unione, la loro sovranità e la necessaria dimensione europea nel pieno rispetto del principio di sussidiarietà. È un percorso, quello di adeguamento alla normativa europea, che risponde a una visione e a un mandato preciso che la nostra maggioranza sta cercando di realizzare, costruendo un profilo inedito della nostra dimensione europea, che non deriva la propria attendibilità da organismi esterni, ma dalla credibilità e dall'autorevolezza di scelte legislative rese possibili da una piena legittimazione democratica.

In questo senso, il provvedimento - ed è una novità di estremo rilievo - rinvia ad una nuova metodologia di lavoro a livello istituzionale attraverso il coordinamento con l'Unione europea e un confronto preventivo con la Commissione, che riduce il rischio di apertura di procedure di infrazione.

Su questo devo fare una piccola annotazione personale. Questo Governo ha cambiato passo: sicuramente non è più un Governo che va con i compiti a chiedere le correzioni; è un Governo che va con proposte serie, è disponibile a mettere attenzione. Io ho avuto un trascorso con il Ministro Fitto e devo riconoscere che mi ha insegnato come muovermi a livello europeo. Il Ministro Fitto ha una tecnica: tende ad avere sempre ragione. E il suo modo per avere sempre ragione è: non ho ragione e, quindi, cambio la mia posizione; ho ragione e, quindi, con una pazienza e una gentilezza infinite, convincerò gli altri che ho ragione; oppure, abbiamo tutti e due ragione e trovo un punto di mediazione.

Questo è l'atteggiamento che non solo il Ministro Fitto, ma tutto il Governo ha nei confronti dell'Unione europea (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e l'apprezzamento, ormai pubblico dei membri della Commissione, è sicuramente il riconoscimento al Governo - che non potrebbe essere diversamente senza la guida che ha nel Presidente Meloni - di caratteristiche nuove.

Quindi, abbiamo una definizione più ampia e strategica degli accordi tra Unione europea e Nazioni africane, il cosiddetto Piano Mattei, in cui si coniuga la cooperazione sul contrasto ai trafficanti e una forte accelerazione nei rapporti economici, finalizzati a un miglioramento delle condizioni di vita in situ, in quelle Nazioni, e nelle politiche di approvvigionamento, sempre più differenziato in energia sostenibile. A questo fa parimenti riferimento la recente ed importante apertura della Commissione al progetto della zona economica speciale del Mezzogiorno, in una prospettiva di lavoro, di successo, di futuro e non più di assistenza senza speranza.

In conclusione, vorrei fare rapidamente riferimento - i colleghi che mi seguiranno in dichiarazione di voto entreranno più nel dettaglio - all'amministrazione straordinaria delle grandi imprese nel caso di stabilimenti industriali dichiarati di interesse strategico nazionale. E questa è una espressione che va sottolineata: “dichiarati di interesse strategico nazionale”. Si consente di proseguire l'attività di modernizzazione e decarbonizzazione dello stabilimento di Taranto.

Per tenermi nei tempi, passo ad un argomento che mi interessa particolarmente, che è la stabilizzazione del personale docente delle istituzioni dell'Alta formazione artistica, musicale e coreutica che abbia maturato anzianità di servizio di almeno 3 anni tramite una prova selettiva che ne valuti le abilità e i chiarimenti in ordine al riconoscimento del servizio pre-ruolo dei docenti al fine della partecipazione a procedure selettive. È un segnale molto bello nei confronti di questi professionisti che hanno la caratteristica di essere persone che hanno svolto un'attività di formazione terribile, perché un professore del conservatorio è un signore che, per anni, oltre alle scuole normali, ha fatto 4, 5, 6 ore al giorno di esercizio. Lo dico con particolare emozione perché, per un lungo periodo, ho fatto parte anche io di questa categoria.

Infine, il mondo dello sport, con le agevolazioni che vengono riconosciute alle federazioni sportive che non avranno il problema di formare reddito imponibile Ires o IRAP, se sono riconosciute dal CONI.

Credo che sia un passo importante per lo sport. È per questo motivo che annuncio, da parte dei Fratelli d'Italia, la fiducia serena a questo Governo, auspicando che possa continuare il suo lavoro nella stessa direzione in cui lo sta portando oggi. Rivolgo, poi, un apprezzamento alla Commissione di cui faccio parte, che è sempre più coinvolta nelle attività di valutazione di sussidiarietà e farà ancora più approfonditamente questo lavoro perché va ridotto il numero delle infrazioni, non necessariamente acquietandosi a un eccesso legislativo ma aiutando a definire quali sono i limiti della legislazione che va apportata all'interno delle singole Nazioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato convenuto che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 18,30, sospendo la seduta fino a tale ora.

La seduta, sospesa alle 18,20, è ripresa alle 18,30.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1322​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata già effettuata dalla Presidenza nella seduta di martedì 1° agosto.

La chiama avrà quindi inizio dalla deputata Elisabetta Piccolotti.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti: .......................... 332

Votanti: ………………… 328

Astenuti: ……………….. 4

Maggioranza: …………... 165

Hanno risposto : ……… 204

Hanno risposto no: …….. 124

La Camera approva.

Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Albano Lucia

Almici Cristina

Ambrosi Alessia

Amich Enzo

Amorese Alessandro

Andreuzza Giorgia

Antoniozzi Alfredo

Arruzzolo Giovanni

Bagnai Alberto

Bagnasco Roberto

Baldelli Antonio

Barabotti Andrea

Barelli Paolo

Battilocchio Alessandro

Battistoni Francesco

Bellomo Davide

Bellucci Maria Teresa

Benigni Stefano

Benvenuti Gostoli Stefano Maria

Benvenuto Alessandro Manuel

Bergamini Davide

Bergamini Deborah

Bicchielli Pino

Billi Simone

Bisa Ingrid

Bitonci Massimo

Bof Gianangelo

Bordonali Simona

Bruzzone Francesco

Buonguerrieri Alice

Caiata Salvatore

Calderone Tommaso Antonino

Calovini Giangiacomo

Candiani Stefano

Cangiano Gerolamo

Cannata Giovanni Luca

Cappellacci Ugo

Caramanna Gianluca

Caretta Maria Cristina

Carloni Mirco

Caroppo Andrea

Carra' Anastasio

Casasco Maurizio

Cattaneo Alessandro

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Cavo Ilaria

Centemero Giulio

Cerreto Marco

Cesa Lorenzo

Chiesa Paola Maria

Ciaburro Monica

Ciancitto Francesco Maria Salvatore

Ciocchetti Luciano

Cirielli Edmondo

Coin Dimitri

Colombo Beatriz

Colosimo Chiara

Colucci Alessandro

Comaroli Silvana Andreina

Comba Fabrizio

Congedo Saverio

Coppo Marcello

Cortelazzo Piergiorgio

Crippa Andrea

Dalla Chiesa Rita

Dara Andrea

D'Attis Mauro

De Bertoldi Andrea

De Corato Riccardo

De Palma Vito

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

Di Giuseppe Andrea

Di Maggio Grazia

Di Mattina Salvatore Marcello

Dondi Daniela

Donzelli Giovanni

Ferrante Tullio

Ferro Wanda

Filini Francesco

Fitto Raffaele

Formentini Paolo

Foti Tommaso

Frassinetti Paola

Frassini Rebecca

Frijia Maria Grazia

Furgiuele Domenico

Gardini Elisabetta

Gatta Giandiego

Gava Vannia

Gemmato Marcello

Giaccone Andrea

Giagoni Dario

Giglio Vigna Alessandro

Giordano Antonio

Giorgianni Carmen Letizia

Giovine Silvio

Iaia Dario

Kelany Sara

La Porta Chiara

La Salandra Giandonato

Lampis Gianni

Lancellotta Elisabetta Christiana

Latini Giorgia

Lazzarini Arianna

Loizzo Simona

Lollobrigida Francesco

Longi Eliana

Lucaselli Ylenja

Lupi Maurizio

Maccanti Elena

Maccari Carlo

Maerna Novo Umberto

Maiorano Giovanni

Malagola Lorenzo

Malaguti Mauro

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Marchetto Aliprandi Marina

Marrocco Patrizia

Mascaretti Andrea

Maschio Ciro

Matera Mariangela

Matone Simonetta

Matteoni Nicole

Mattia Aldo

Maullu Stefano Giovanni

Mazzetti Erica

Mazzi Gianmarco

Messina Manlio

Michelotti Francesco

Miele Giovanna

Milani Massimo

Mollicone Federico

Molteni Nicola

Montaruli Augusta

Montemagni Elisa

Morgante Maddalena

Mura Francesco

Nevi Raffaele

Nisini Tiziana

Nordio Carlo

Orsini Andrea

Osnato Marco

Ottaviani Nicola

Padovani Marco

Pagano Nazario

Palombi Alessandro

Panizzut Massimiliano

Patriarca Annarita

Pella Roberto

Pellicini Andrea

Perissa Marco

Pierro Attilio

Pietrella Fabio

Pisano Calogero

Pittalis Pietro

Polidori Catia

Polo Barbara

Pozzolo Emanuele

Pretto Erik Umberto

Prisco Emanuele

Pulciani Paolo

Raimondo Carmine Fabio

Ravetto Laura

Rixi Edoardo

Rizzetto Walter

Roccella Eugenia

Roscani Fabio

Rossi Angelo

Rossi Fabrizio

Rosso Matteo

Rotelli Mauro

Rotondi Gianfranco

Rubano Francesco Maria

Ruspandini Massimo

Russo Gaetana

Russo Paolo Emilio

Saccani Jotti Gloria

Sasso Rossano

Sbardella Luca

Schiano Di Visconti Michele

Schifone Marta

Semenzato Martina

Siracusano Matilde

Squeri Luca

Stefani Alberto

Tajani Antonio

Tassinari Rosaria

Testa Guerino

Toccalini Luca

Tosi Flavio

Trancassini Paolo

Tremaglia Andrea

Tremonti Giulio

Urzi' Alessandro

Vietri Imma

Vinci Gianluca

Volpi Andrea

Ziello Edoardo

Zinzi Gianpiero

Zoffili Eugenio

Zucconi Riccardo

Zurzolo Immacolata

Hanno risposto no:

Aiello Davide

Alifano Enrica

Amato Gaetano

Appendino Chiara

Ascari Stefania

Auriemma Carmela

Bakkali Ouidad

Barzotti Valentina

Berruto Mauro

Boldrini Laura

Bonafe' Simona

Bonelli Angelo

Bonetti Elena

Bonifazi Francesco

Borrelli Francesco Emilio

Braga Chiara

Bruno Raffaele

Cafiero De Raho Federico

Cantone Luciano

Cappelletti Enrico

Caramiello Alessandro

Carfagna Maria Rosaria

Carmina Ida

Caso Antonio

Castiglione Giuseppe

Casu Andrea

Ciani Paolo

Colucci Alfonso

Conte Giuseppe

Cuperlo Gianni

Curti Augusto

D'Alessio Antonio

D'Alfonso Luciano

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Micheli Paola

De Monte Isabella

Del Barba Mauro

Della Vedova Benedetto

Dell'Olio Gianmauro

Di Biase Michela

Di Sanzo Christian Diego

Donno Leonardo

Dori Devis

D'Orso Valentina

Fassino Piero

Fede Giorgio

Fenu Emiliano

Ferrari Sara

Forattini Antonella

Fornaro Federico

Fossi Emiliano

Fratoianni Nicola

Furfaro Marco

Gadda Maria Chiara

Ghio Valentina

Ghirra Francesca

Gianassi Federico

Girelli Gian Antonio

Graziano Stefano

Gribaudo Chiara

Grimaldi Marco

Grippo Valentina

Gruppioni Naike

Gubitosa Michele

Guerra Maria Cecilia

Iacono Giovanna

Iaria Antonino

L'Abbate Patty

Lacarra Marco

Lai Silvio

Laus Mauro Antonio Donato

Lomuti Arnaldo

Lovecchio Giorgio

Madia Maria Anna

Magi Riccardo

Malavasi Ilenia

Manzi Irene

Mari Francesco

Marino Maria Stefania

Mauri Matteo

Merola Virginio

Morassut Roberto

Morfino Daniela

Onori Federica

Orfini Matteo

Orlando Andrea

Orrico Anna Laura

Pagano Ubaldo

Pastorino Luca

Pavanelli Emma

Peluffo Vinicio Giuseppe Guido

Penza Pasqualino

Piccolotti Elisabetta

Porta Fabio

Provenzano Giuseppe

Quartapelle Procopio Lia

Quartini Andrea

Ricciardi Marianna

Ricciardi Riccardo

Ricciardi Toni

Roggiani Silvia

Rosato Ettore

Ruffino Daniela

Santillo Agostino

Sarracino Marco

Scarpa Rachele

Scerra Filippo

Scotto Arturo

Serracchiani Debora

Silvestri Francesco

Simiani Marco

Sottanelli Giulio Cesare

Soumahoro Aboubakar

Speranza Roberto

Stefanazzi Claudio Michele

Tabacci Bruno

Todde Alessandra

Torto Daniela

Traversi Roberto

Vaccari Stefano

Zan Alessandro

Zaratti Filiberto

Zingaretti Nicola

Si sono astenuti:

Gallo Francesco

Manes Franco

Schullian Manfred

Steger Dieter

Sono in missione:

Ascani Anna

Bignami Galeazzo

Cecchetti Fabrizio

Costa Enrico

Costa Sergio

Evi Eleonora

Freni Federico

Gebhard Renate

Giorgetti Giancarlo

Guerini Lorenzo

Gusmeroli Alberto Luigi

Leo Maurizio

Letta Enrico

Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo

Meloni Giorgia

Minardo Antonino

Molinari Riccardo

Mule' Giorgio

Pastorella Giulia

Pellegrini Marco

Pichetto Fratin Gilberto

Rampelli Fabio

Richetti Matteo

Sportiello Gilda

Varchi Maria Carolina

Zanella Luana

PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1322​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

RAFFAELE FITTO, Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/1322/1 Santillo il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a proseguire, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, con gli interventi finalizzati ad incrementare misure e investimenti per assicurare il rispetto dei limiti massimi dei livelli di inquinamento da PM2.5 e da PM10 imposti dalla normativa europea, al fine di consentire un miglioramento della qualità dell'aria e ridurre drasticamente l'esposizione della popolazione ad inquinanti responsabili di gravi patologie”. Sull'ordine del giorno n. 9/1322/2 Ilaria Fontana il parere è contrario.

Sugli ordini del giorno n. 9/1322/3 Pavanelli, n. 9/1322/4 L'Abbate, n. 9/1322/5 Bruno, n. 9/1322/6 Scerra, n. 9/1322/7 Scutella' e n. 9/1322/8 Donno il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1322/9 Tucci il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, di adottare, nell'ambito delle proprie competenze, ogni misura utile per monitorare e favorire tutti gli interventi finalizzati al superamento delle citate procedure di infrazione nel territorio nazionale, con particolare attenzione alla regione Calabria che registra la situazione più critica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1322/10 Nevi il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di escludere l'applicabilità dell'obbligo di sottoscrivere un accordo quadro a quei rapporti commerciali nei quali l'acquirente rientri nella categoria delle microimprese e, quindi, ha meno di 10 occupati e un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro; a valutare l'opportunità di prevedere, nell'ambito del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 198, che, nei contratti di cessione con consegne su base periodica, nei casi in cui le parti abbiano convenuto di ancorare la decorrenza dei termini di pagamento al periodo di consegna, in assenza di un accordo tra le parti circa il periodo di consegna, i termini di pagamento decorrono dalla data dell'ultima consegna del mese”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1322/11 Nazario Pagano il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di estendere l'applicazione della borsa di studio a tutti i medici iscritti ai corsi di specializzazione medica sino all'anno accademico 1990/1991, per la frequenza a partire dal 1° gennaio 1983”.

Sugli ordini del giorno n. 9/1322/12 Bonelli e n. 9/1322/13 Evi il parere è contrario.

L'ordine del giorno n. 9/1322/14 Mari è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1322/15 Donzelli il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1322/16 Vietri il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a verificare gli effetti applicativi della disposizione richiamata in premessa e, se del caso, a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di assumere ulteriori iniziative di competenza, anche di carattere normativo e nel rispetto del diritto dell'Unione, volte a riconoscere una riduzione delle imposte e dei costi sostenuti per l'estinzione anticipata di contratti di crediti al consumo”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1322/17 Bordonali il parere è favorevole.

Sugli ordini del giorno n. 9/1322/18 Ubaldo Pagano e n. 9/1322/19 Stefanazzi il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1322/20 Caretta il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1322/21 Ciaburro il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “nell'ambito delle proposte normative dell'Unione europea relative all'efficientamento dei beni immobili, a tutelare il mercato immobiliare italiano valutando la possibilità di prevedere, previo congruo ed adeguato dialogo con i servizi dell'Unione e compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, idonee misure compensative e finanziamenti per i cittadini italiani a fronte degli impegni europei per la cosiddetta transizione verde di cui al Fit for 55”.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE' (ore 19,37)

PRESIDENTE. Onorevole Santillo, accoglie la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1322/1? Chiede che l'ordine del giorno sia posto in votazione.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1322/1 Santillo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colleghi, è la prima votazione, dopodiché la Presidenza non attenderà più.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Onorevole Ilaria Fontana, il parere sul suo ordine del giorno n. 9/1322/2 è contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.

PATTY L'ABBATE (M5S). Grazie, Presidente. Sarò brevissima. Intervengo per ribadirvi che troviamo assurdo tutto questo, con quello che sta succedendo in tutta Italia e, quindi, con le problematiche chiare sul cambiamento climatico e sulla tutela degli ecosistemi; stiamo solo chiedendo al Governo di attuare la strategia nazionale sulla biodiversità, quella che, come sapete, è stata già condivisa a livello di Unione europea, per la lotta per la mitigazione e l'adattamento al clima, chiaramente per tutelare i nostri ecosistemi, il nostro territorio. Chiediamo solo questo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1322/2 Ilaria Fontana, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1322/3 Pavanelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1322/4 L'Abbate.

Ha chiesto di parlare l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.

PATTY L'ABBATE (M5S). La ringrazio, Presidente. Con questo ordine del giorno torniamo sull'Ilva di Taranto e, visto che sicuramente passerà quello che è stato inserito nell'articolo 9-bis, chiediamo di valutare e di rendere obbligatoria la valutazione dell'impatto sanitario non solo per l'Ilva di Taranto, ma anche per tutte quelle imprese che sono di valore strategico a livello nazionale, per una tutela del diritto alla salute dei cittadini e dei lavoratori.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1322/4 L'Abbate, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1322/5 Bruno.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bruno. Ne ha facoltà.

RAFFAELE BRUNO (M5S). Brevemente, Presidente, con la speranza di un cambio di parere sul mio ordine del giorno. Il mio ordine del giorno affronta il problema dell'abuso dei contratti a tempo determinato, in merito al quale la Commissione europea ha avviato una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia. L'abuso dei contratti a tempo determinato è questione molto grave, perché non permette alle cittadine e ai cittadini di realizzare una cosa che sta alla base di una vita piena e felice, cioè programmare il proprio futuro. Una società in cui vivono donne e uomini che, fiaccati dalla continua e frustrante ricerca di un'occupazione stabile e dignitosa, non riescono a vivere una vita che non va al di là della sopravvivenza non è una società solidale, non è una società umana; è una società piena di frustrazione, rabbia e tristezza.

Se davvero teniamo a cuore la felicità dei giovani, delle nostre figlie, dei nostri figli, tutte e tutti dovremmo fare il possibile per sanare questa dolorosa ferita. Credo che, se esiste una parte forte che opprime e una parte debole che è oppressa, i parlamentari non dovrebbero avere alcun dubbio da quale parte stare. Tutte e tutti noi dovremmo aiutare e sostenere gli oppressi, al di là di ogni colore politico, ma soltanto ubbidendo a qualcosa che dovrebbe accomunarci tutti quanti: il senso di solidarietà, che ci rende tutte e tutti veramente umani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1322/5 Bruno, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1322/6 Scerra, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1322/7 Scutella', con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1322/8 Donno, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Sull'ordine del giorno n. 9/1322/9 Tucci c'è una proposta di riformulazione, che non viene accettata.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1322/9 Tucci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).  

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Sull'ordine del giorno n. 9/1322/10 Nevi c'è una proposta di riformulazione, che viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/1322/11 Nazario Pagano c'è una proposta di riformulazione: la accetta? Mi dica, innanzitutto, se la accetta e poi mi dirà il resto. Prego.

NAZARIO PAGANO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Intendo accettare la riformulazione e aggiungo che questo è un tema che riguarda migliaia di medici che hanno avuto il problema di aver svolto la scuola di specializzazione in un periodo nel quale il Governo italiano purtroppo aveva deciso di non pagare questi medici. Ci sono poi stati ovviamente provvedimenti anche da parte della Corte di giustizia europea, che ha detto che l'Italia doveva adeguarsi a tutti gli altri Paesi europei, e, pertanto, questa lesione, che ha riguardato alcuni medici specializzandi, soprattutto dal 1983 al 1992, doveva essere sanata.

Una sentenza della Corte di giustizia europea del 2022 ha chiarito questo aspetto. Vedo che adesso il Governo, sia pure con una riformulazione, ha accolto questo parere. Credo che sia un segno di giustizia, ma anche di equiparazione con tutti gli altri medici, perché la verità è che chi si è specializzato in quegli anni non è stato pagato rispetto a coloro i quali si sono specializzati successivamente. Quindi, credo che debba essere assolutamente votato a favore.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno è sottoscritto dall'onorevole Patriarca.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappellacci. Ne ha facoltà.

UGO CAPPELLACCI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Per sottoscriverlo a nome di tutto il gruppo di Forza Italia.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1322/11 Nazario Pagano, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1322/12 Bonelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1322/13 Evi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

L'ordine del giorno n. 9/1322/14 Mari è accolto come raccomandazione: viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/1322/15 Donzelli il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1322/16 Vietri vi è una proposta di riformulazione: viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/1322/17 Bordonali il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1322/18 Ubaldo Pagano il parere è contrario: intende votarlo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1322/18 Ubaldo Pagano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1322/19 Stefanazzi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Sull'ordine del giorno n. 9/1322/20 Caretta il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1322/21 Ciaburro vi è una proposta di riformulazione: viene accolta.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1322​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare il deputato Pisano. Ne ha facoltà.

CALOGERO PISANO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Il testo che ci apprestiamo a votare, che ho seguito personalmente in qualità di relatore…

PRESIDENTE. Colleghi, la sera vale quello che vale la mattina, cioè, quando cominciano le dichiarazioni di voto, si fa silenzio. Chi vuole uscire lo fa più o meno in punta di piedi, come fosse Cenerentola che esce dalla sala da ballo. Prego, onorevole Pisano.

CALOGERO PISANO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Il testo che ci apprestiamo a votare, che ho seguito personalmente in qualità di relatore, approdato dal Senato in Commissione politiche dell'Unione europea, e per cui ringrazio intanto tutti i colleghi e il presidente della mia Commissione, è di estrema importanza.

Il presente testo è stato adottato in forza dell'articolo 37 della legge n. 234 del 2012, che permette misure urgenti per far fronte agli obblighi europei il cui termine è anteriore alla data di adozione della legge di delegazione europea.

Il fulcro di questo provvedimento sta soprattutto nell'ottimo lavoro di mediazione tra il Governo italiano e le istituzioni europee, rapporto credibile ed autorevole che ci consentirà di chiudere una serie di infrazioni pendenti verso il nostro Paese. Questo lavoro ci consente, infatti, di andare sotto la media degli altri Paesi dell'Unione. Adottare questo provvedimento, quindi, significa dare risposte concrete per il bene del Paese affinché nessun cittadino sia lasciato indietro.

Il testo in votazione agisce su temi di importanza cruciale per la vita quotidiana di ogni cittadino, come la sanità, il lavoro, l'ambiente, i giovani e la scuola. Agisce anche su temi fondamentali per le nostre imprese, che sono il cuore pulsante dell'Italia. Anche grazie al continuo confronto con le istituzioni, siamo in grado di sostenere la crescita dell'occupazione e creare condizioni più eque di concorrenza a tutela dei nostri prodotti.

Nello specifico, questo provvedimento agisce sulle misure in tema di tutela ambientale e sanitaria.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

CALOGERO PISANO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente, per lo scampanellio.

PRESIDENTE. Lei deve decidere se lo vuole in do maggiore o in la minore, lo faccio come vuole.

CALOGERO PISANO (NM(N-C-U-I)-M). Faccio scegliere a lei, Presidente. Dicevo, nello specifico questo provvedimento agisce sulle misure in tema di tutela ambientale e sanitaria, avendo come unico obiettivo la salute dei cittadini. Ed è in questo senso che è nato l'emendamento Ilva, volto a mettere in sicurezza e risolvere tutte le questioni rimaste per troppo tempo critiche ed irrisolte. Alle problematiche noi vogliamo rispondere con le soluzioni, e quindi adottare provvedimenti che contengano misure di decarbonizzazione, di governance e di attuazione.

Vorrei soffermarmi anche sul tema del sostegno all'educazione, tema fondamentale per Noi Moderati e per cui ci battiamo quotidianamente al fianco delle scuole statali e paritarie e del personale che ogni giorno lavora senza sosta per garantire, con competenza, la crescita delle nuove generazioni.

Il provvedimento, infatti, si occupa di dare maggiore risalto all'alta formazione artistica, musicale e coreutica attraverso la disciplina per il reclutamento del personale specializzato.

L'articolo 11 agisce, infatti, nel pieno rispetto del diritto al riconoscimento per intero come servizio di ruolo, ai fini giuridici ed economici, del servizio non di ruolo prestato presso le istituzioni.

Infine, questo provvedimento si occupa anche dello sport, che ha un ruolo chiave all'interno delle nostre comunità e contribuisce alla crescita dei giovani, avvalorandoli, oltre che promuovere il benessere ed uno stile di vita sano.

In particolare, con l'articolo 19 del testo in discussione andremo a modificare quanto stabilito dalla legge di bilancio, prevedendo che le agevolazioni fiscali concesse in favore delle federazioni sportive nazionali riconosciute dal CONI siano subordinate alla destinazione del 100 per cento (anziché del 20) degli utili al finanziamento delle attività statutarie non commerciali.

L'obiettivo da perseguire, infatti, vuole essere quello, espresso anche dal Governo, di escludere che la misura possa falsare, o minacciare di falsare, la concorrenza, ossia che la stessa possa in qualche modo favorire le attività commerciali svolte dalle federazioni sportive.

Mi preme sottolineare come questo provvedimento rinvii a una nuova metodologia di lavoro, che per noi è stata già vincente e lo abbiamo visto con il PNRR, tipologia che si basa sul coordinamento preventivo con la Commissione al fine di evitare aperture di procedure di infrazione e consentirci di agire per tempo aggiustando eventualmente il tiro. Un approccio innovativo frutto dei negoziati e del duro lavoro di questo Governo, che non può e non vuole sbagliare.

Per questo motivo votiamo favorevolmente al provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, signor Ministro, il provvedimento che l'Aula si appresta a votare è la conversione in legge dell'ennesimo decreto-legge proposto o, per meglio dire, imposto dal Governo, ripetendo e anzi rafforzando quella prassi che parte di questa maggioranza e la stessa Presidente, quando nella scorsa legislatura erano sedute tra i banchi dell'opposizione, denunciavano, protestando con grande forza contro il ricorso esagerato alla decretazione d'urgenza e ai voti di fiducia, che comprimevano, come comprimono oggi, il ruolo delle opposizioni e impedivano, come impediscono oggi, il libero dibattito parlamentare.

Vedo che Presidenza e maggioranza stanno facendo molto di più: in questi 9 mesi, sono stati battuti tutti i record di emanazione di decreti-legge e di voti di fiducia. Complimenti, davvero.

Il provvedimento si compone di 39 articoli su materie del tutto eterogenee tra loro, non proprio finalizzate a far fronte a obblighi europei. L'obiettivo del decreto-legge dovrebbe essere quello di ridurre il numero delle procedure di infrazione aperte dall'Unione europea, riducendole da oltre 80 a circa 60. In realtà, gli strumenti legislativi idonei a questa finalità già esistono e sono la legge europea che, insieme alla legge di delegazione europea, rappresenta uno dei due strumenti legislativi volti ad adeguare periodicamente l'ordinamento nazionale a quello dell'Unione europea.

Peraltro, proprio nei giorni scorsi, il Governo ha presentato la sua legge di delegazione europea 2022-2023, che è stata assegnata a questo ramo del Parlamento. Non si comprende, quindi, il perché di questo provvedimento o, purtroppo, sì, siamo di fronte all'ennesimo decreto omnibus, dove sono state introdotte, durante l'esame al Senato, numerose norme e disposizioni di legge intruse, dall'acquisto della prima casa alle procedure di infrazione nel processo minorile, dal settore del pubblico impiego ad ambiti quali l'educazione e la scuola, dall'inquinamento atmosferico allo smantellamento delle ZTL, come ricordava il collega Bonelli, norme non sempre chiare e che non sempre rispondono a un'effettiva volontà di dare una risposta risolutiva ai rilievi e alle procedure di infrazione aperte dall'Europa.

Consentitemi una breve parentesi: a proposito di procedure di infrazione e di rispetto delle norme europee, voglio ricordare che il nostro Paese ha attualmente 83 procedure di infrazione a proprio carico, di cui 59 per violazione del diritto dell'Unione e 24 per mancato recepimento di direttive. Voglio sottolineare che la stragrande maggioranza delle procedure riguarda il settore ambientale. Dei sei atti dai quali è derivato il pagamento di sanzioni per poco meno di 880 milioni alla fine del 2021, poi salite a oltre un miliardo a marzo del 2023, quasi 680 milioni di euro riguardano, infatti, contenziosi in ambito ambientale. L'Italia è tra i Paesi europei più in difficoltà su questo fronte. Il nostro Paese, infatti, occupa il sesto posto per numero di infrazioni a proprio carico; sale, però, al primo posto, se si considerano le procedure che si trovano nello stadio più avanzato, ossia quelle più vicine all'emanazione di sanzioni, una spesa che rischia di sottrarre importanti risorse ad altri ambiti, come la sanità e le politiche sociali, ad esempio.

Per quanto riguarda il decreto in discussione, ricordo che come gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, abbiamo proposto alcune modifiche al testo, di cui alcune accolte dal Senato. Tra queste, abbiamo proposto delle integrazioni all'articolo 11 sul riconoscimento del servizio agli effetti della carriera per il personale delle istituzioni dell'AFAM, l'Alta formazione artistica musicale e coreutica, attraverso la progressiva stabilizzazione del personale precario con almeno tre anni di servizio.

PRESIDENTE. Ministro Fitto, se potesse dare un attimo di attenzione alla collega Ghirra…

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Così come abbiamo presentato un emendamento che interveniva sull'articolo 14 in materia di riconoscimento del servizio agli effetti della carriera per il personale docente e ATA delle istituzioni scolastiche, a tutela del personale precario e del rispetto del principio di non discriminazione dei lavoratori a tempo indeterminato e a tempo determinato.

Sempre in tema di pubblica amministrazione, abbiamo presentato questa sera un nostro ordine del giorno, accolto come raccomandazione, sulla ormai cronica carenza di organico del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, una carenza che rischia di non garantire in molte aree del nostro Paese il soccorso tecnico urgente e le attività amministrative alla cittadinanza, mettendo nel contempo a rischio la stessa sicurezza e la salute degli operatori. La tragica alluvione in Emilia-Romagna e i recenti incendi in Sicilia e in altre parti del Paese, solo per ricordare gli ultimi in ordine di tempo, hanno mostrato per l'ennesima volta il ruolo decisivo e fondamentale svolto dal Corpo dei vigili del fuoco e come sia indispensabile un potenziamento del loro organico. La CGIL propone di portare la dotazione organica operativa a 40.000 unità e quella amministrativa a 5.000. Su questo chiediamo un impegno preciso al Governo nel trovare le risorse e programmare un vero piano di assunzioni. Abbiamo, infine, presentato solamente un emendamento soppressivo, abbiamo chiesto la completa soppressione dell'articolo 9-bis sull'ex Ilva, un articolo davvero indigeribile, nato da un emendamento presentato al Senato dal Governo e approvato durante l'esame del disegno di legge in Commissione referente, che non solo ha confermato la garanzia di impunità che questo Governo aveva già previsto con il decreto n. 2 del 2023, ma che ora estende l'ambito di applicazione dello scudo penale e lo amplia anche alla realizzazione degli interventi di decarbonizzazione del ciclo produttivo dell'acciaio nello stabilimento siderurgico. Si tratta dell'ennesimo golpe, che ritarda la messa a norma dell'acciaieria di Taranto e, quindi, il futuro economico della città e la salute dei suoi cittadini. Di fatto, state legalizzando la possibilità di inquinare. In pochi mesi di legislatura è già almeno la terza volta che il Governo interviene con provvedimenti di urgenza sulla questione Ilva, prima, con un prestito pubblico a favore degli stabilimenti siderurgici, poi, con la prosecuzione e il rafforzamento dello scudo penale. Ancora il vecchio tema dello scudo penale che viene, ora, ancora una volta, riproposto da questo provvedimento con nuove e diverse declinazioni, una tutela penale che non solo è una previsione di legge incostituzionale, ma nulla c'entra con questo decreto-legge e che non è certamente una risposta alle procedure di infrazione aperte dall'Unione europea nei nostri confronti. Ora, lo scudo penale lo estendete e lo rendete possibile anche per gli interventi legati alla decarbonizzazione, proprio quel programma di decarbonizzazione e riduzione dell'inquinamento dell'ex Ilva che viene pesantemente azzoppato da questo stesso Governo, laddove, nelle sue proposte di revisione del PNRR, dimezza e taglia di ben un miliardo le risorse finalizzate a sostenere l'utilizzo dell'idrogeno in settori hard-to-abate, ossia quei settori - leggasi Ilva - più inquinanti e difficili da riconvertire e che utilizzano i combustibili fossili come fonti di energia. Questo dimostra, ancora una volta, quanto poco la riconversione produttiva in senso ecologico degli impianti sia al centro dell'attenzione di questo Governo. Questo taglio di risorse fa sì che progetti di decarbonizzazione su impianti dello stabilimento siderurgico ex Ilva, già affidati per la loro attuazione, proprio a causa di questo definanziamento assisteranno a un inevitabile stop, speriamo solo temporaneo.

La promessa del Ministro Fitto e del Governo è che questo finanziamento non sarà perso, ma verrà solamente spostato su un altro fondo, probabilmente sul Fondo per lo sviluppo e la coesione. Sta di fatto, però, che la certezza di questa sforbiciata di un miliardo si scontra con l'assoluta indeterminatezza che effettivamente queste risorse siano recuperate e stanziate per lo stesso importo e spese con la medesima tempistica prevista dal PNRR. A rimetterci maggiormente saranno, prima di tutto e ancora una volta, gli abitanti del territorio di Taranto. Viene, inoltre, limitata la possibilità del sindaco di Taranto di emanare ordinanze contingibili e urgenti nei confronti dell'ex Ilva, in pratica si centralizzano ancora di più i poteri e le decisioni sull'acciaieria, sottraendo parte di queste proprio al sindaco. Siamo di fronte a un intervento normativo che non ha finalità di dare soluzione a procedure di infrazione aperte, come ci saremmo aspettati, visto l'ambito sul quale interviene questo decreto-legge, ma il quasi esclusivo scopo di estendere lo scudo penale e consentire un maggiore accentramento di poteri a Palazzo Chigi, per gestire il futuro dello stabilimento siderurgico. Per tutti questi motivi, il gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra voterà contro il provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Monte. Ne ha facoltà.

ISABELLA DE MONTE (A-IV-RE). Presidente, signor Ministro, colleghi, io vorrei iniziare questo mio intervento, parlando della Commissione della quale faccio parte, cioè la XIV Commissione, perché penso - e signor Ministro, lei lo sa senz'altro - che davvero i temi europei siano assolutamente centrali. L'abbiamo visto negli anni, tanto più in questa legislatura per il peso anche economico che hanno e che li rendono veramente determinanti. Quindi, questo lavoro della XIV Commissione è fondamentale nella sua fase discendente di attuazione, ma anche nella fase ascendente in cui interloquisce con la normativa europea. Sappiamo che questa interlocuzione riguarda ovviamente i Parlamenti nazionali, il Comitato delle regioni, riguarda soprattutto i Governi. Questo vorrei dirlo perché nella nostra Commissione - io faccio un po' un paragone calcistico sia pure con gli opportuni distinguo - indossiamo tutti un po' la maglia della nazionale, perché in quel contesto non si parla di Governi ma si parla di Stati nazionali. Vorrei arrivare a queste considerazioni con questa premessa: noi siamo tutti per l'Italia ovviamente in questo contesto, quando parliamo di infrazioni, parliamo dell'Italia. Quindi io trovo veramente disdicevole che si intervenga con un decreto-legge perché non è una posizione governativa, è una posizione del Paese. E poi - l'hanno detto anche i colleghi in varie occasioni - non mi piace che si faccia questo abuso della decretazione d'urgenza, perché questo poteva essere comprensibile quando c'erano dei Governi tecnici, dove c'era la necessità di una tenuta politica. Ma qui c'è una chiara maggioranza, c'è un mandato elettorale molto chiaro e quindi non va bene che si agisca per decreti-legge. Direi che il nostro lavoro dovrebbe essere un altro: io penso che questo Parlamento possa lavorare in maniera diversa. Qualcuno ha detto al Governo che il Parlamento lavora poco: quello stesso Governo che viene in Parlamento a porre le questioni di fiducia, a presentare dei decreti-legge da convertire in tempi stretti, ovviamente secondo la Costituzione. Penso che qui ci sia davvero una strategia dietro: un po' amplio il discorso, signor Presidente, per dire che non mi appassionano tanto i discorsi di riforme costituzionali, nel momento in cui non affrontiamo principalmente il tema di come deve lavorare quest'Aula. Allora io dico - e sono sicura che il Ministro in questo mi può capire - se ci sono dei regolamenti che invece funzionano, io credo che dobbiamo guardare a quello perché dobbiamo far funzionare queste Camere perché noi rappresentiamo il popolo italiano. È come dire che siamo in un Parlamento ammutolito e silenziato e questo è, purtroppo, un ossimoro.

Vengo a un altro discorso: io penso che qui servisse una legge europea e del resto il Governo avrebbe potuto intervenire con disegno di legge in tal senso. Questo perché? Innanzitutto perché ci sono realmente solamente tre casi urgenti; secondariamente si sarebbe potuto intervenire anche con il coinvolgimento delle regioni. Questa maggioranza parla spesso del coinvolgimento dei territori e di autonomia differenziata, e questo era il momento di coinvolgere quei territori e quelle regioni. L'articolo 29 della legge n. 234 del 2012 prevede proprio questo coinvolgimento delle regioni per valutare la conformità degli ordinamenti nazionali rispetto al livello europeo; inoltre sarebbe stato necessario il parere della Conferenza Stato-regioni. Oltre a tutto questo, avremmo anche potuto inserire nel disegno di legge quei casi che avrebbero richiesto un maggior coinvolgimento parlamentare, oltre a valutare meglio i casi di precontenzioso, magari al fine di proseguire l'interlocuzione con la Commissione europea. Perché, vede, noi abbiamo, sì, dei casi in cui certamente la Commissione ha ragione e quindi ci dobbiamo adeguare, ma è altrettanto vero che, in alcuni casi, nel passato si è verificato che invece la posizione dello Stato membro, in particolare dell'Italia, fosse corretta. Questo si sarebbe potuto fare, come pure inserire i casi più avanzati di infrazione che in questo decreto-legge non ci sono e tener conto delle tredici procedure ex articolo 260 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, che prevedono addirittura sanzioni pecuniarie: ci sono dei casi in cui noi stiamo già pagando per questi casi, signor Presidente. Quindi, vorrei valutare per così dire lo stato della febbre a questo punto, perché quando si interviene con un decreto-legge vuol dire che c'è naturalmente un'urgenza. Allora guardiamo che cosa è avvenuto nel passato. Effettivamente nel 2012 le infrazioni erano oltre 200 e quindi non eravamo certamente in una bella posizione, però i dati ci dicono che i risultati migliori - è vero che questo Governo è appena all'inizio e quindi non possiamo fare questo tipo di raffronti - si sono avuti durante i Governi Renzi e Gentiloni, probabilmente perché c'era una struttura di missione molto efficace , quindi lì, magari, dobbiamo anche guardare per risolvere i problemi.

Oggi siamo nella media e questo è un dato positivo; un altro dato incoraggiante è che nel 2022 ci sono state solamente aperture di 12 casi di infrazione.

Quello su cui non andiamo bene sono i casi di EU Pilot, vale a dire i casi di precontenzioso su questioni tecniche. Cosa fa questo decreto-legge? Interviene, speriamo in senso positivo, su 13 procedure di infrazione su un totale di 84, di cui 9 casi di precontenzioso e un caso di aiuto di Stato.

Vorrei riportare però anche i fatti positivi: in questo senso, vorrei ringraziare anche il collega senatore Marco Lombardo, perché ha inserito due emendamenti molto importanti che riguardano nell'un caso il tabacco riscaldato perché siamo soddisfatti che, in sede di IV Commissione al Senato, sia stato sciolto il nodo relativo alla norma sul tabacco riscaldato per l'estensione del divieto di immissione nel mercato di prodotti con aromi caratterizzanti, perché questo ha un notevole impatto nel nostro sistema produttivo e vorrei ricordare che in questo settore lavorano 40.000 persone in prodotti altamente innovativi; l'altro caso - il secondo emendamento - riguarda l'abuso dei contratti a tempo determinato, nell'ambito dell'alta formazione artistica e musicale. Quindi, in questo senso, diciamo che i passi compiuti ci sono: io preannuncio il voto di astensione del gruppo parlamentare di Azione-Italia Viva-Renew Europe dicendo che comunque è un fatto positivo che si risolvono dei casi, almeno così auspichiamo.

Ci sono dei contenuti positivi che sono stati introdotti nel corso dell'iter in Senato: il rammarico è che si sia scelto questo tipo di strumento. Quindi, è un voto di astensione in un senso anche di apertura, auspicando che, nelle prossime occasioni, ci possa essere un coinvolgimento più intenso e consono in coerenza con quanto prevede la legge di questo Parlamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI-PPE). Con il voto di oggi si conclude l'iter di conversione di un importante provvedimento, che ha l'obiettivo di ridurre il numero delle procedure di infrazione già avviate dall'Unione europea nei nostri confronti e di scongiurarne l'apertura di nuove che aggravino ulteriormente la situazione del nostro Paese.

Si procede con un decreto-legge per intervenire tempestivamente; uno strumento di urgenza, quindi, che si inquadra in un più ambizioso percorso del quale fa parte anche la legge di delegazione europea approvata in Consiglio dei ministri a giugno e che mira a portare il numero delle infrazioni aperte dalle attuali 84 ad un numero vicino alla media europea di 66, se non addirittura inferiore.

Con questo decreto-legge, grazie anche alle modifiche introdotte al Senato della Repubblica, se ne potranno chiudere 35, tra procedure di infrazione e di pre-infrazione: un numero significativo, che dimostra la volontà dell'Esecutivo nel mantenere gli impegni europei. Il Governo, con il convinto appoggio della sua maggioranza, è impegnato e determinato in questa direzione.

Con il voto di oggi scongiuriamo ulteriori condanne legate a procedure di infrazione che comportano costi enormi e lunghi contenziosi per il nostro Paese e, contestualmente, uniformiamo il nostro diritto a quello comunitario in settori rilevanti.

Va dato atto e merito al Ministro per gli Affari europei, il Sud e le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, di aver proposto soluzioni puntuali, individuate di concerto con le istituzioni europee, in un confronto costruttivo, propositivo, efficace e proficuo, iniziato fin dall'insediamento del Governo Meloni, che ha dato e sta dando ottimi frutti, è un approccio e una metodologia di lavoro che passano attraverso un continuo coordinamento con l'Unione europea e il confronto preventivo con la Commissione, che limiterà, anche in prospettiva, l'apertura di procedure di infrazione. Signor Ministro, è la strada giusta, continui così.

Venendo al contenuto del provvedimento al nostro esame, in esso non c'è solamente la volontà di sanare le situazioni irrisolte, ma c'è una grande attenzione a creare sviluppo e a tutelare intere categorie e territori.

Forza Italia è soddisfatta per le misure previste dal decreto, nel quale sono state anche inserite proposte dei nostri colleghi di gruppo di Palazzo Madama. Cito l'emendamento che consente alle AFAM, le istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica, di indire procedure di reclutamento straordinarie. Inoltre, di particolare rilievo è sicuramente l'intervento in tema di mandato di arresto europeo, inserito per adeguare l'ordinamento interno alle più recenti interpretazioni della Corte di giustizia dell'Unione europea.

Non posso passare in rassegna tutte le disposizioni del provvedimento, ma vorrei evidenziarne solo alcune: l'agevolazione in materia di imposta di registro per l'acquisto della prima casa, la disciplina del personale volontario e a tempo determinato del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, le disposizioni che riguardano le modifiche al codice della strada volte a ridurre smog e inquinamento, il riconoscimento integrale del servizio di ruolo per i docenti della scuola secondaria AFAM e del personale ATA a partire dall'anno scolastico 2023-2024. Sono norme che rappresentano passi in avanti nella giusta direzione. Ci sono poi una serie di disposizioni positive in materia di sport.

Avviandomi alla conclusione, siamo di fronte a un intervento complessivo, che affronta e pone in sicurezza molteplici aspetti che coinvolgono diversi ambiti di lavoro, categorie e i cittadini. Le soluzioni individuate hanno, in diversi casi, un significativo impatto nell'attuazione del mercato unico, nel sostegno alla crescita e all'occupazione e nel garantire condizioni di giusta concorrenza. Con il provvedimento in esame non solo abbiamo una forte riduzione quantitativa delle procedure attualmente pendenti sull'Italia, ma il decreto facilita l'archiviazione di 3 procedure: una giunta allo stato di messa in mora ex articolo 260 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea e due casi di sentenza ex articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea.

Qualcuno si è lamentato per l'utilizzo della decretazione d'urgenza, peraltro espressamente prevista dall'articolo 37 della legge n. 234 del 2012. Questa volta, a nostro avviso, l'utilizzo del decreto-legge è stato necessario, perché è proprio grazie alla scelta di questo strumento che è stato possibile accelerare la riduzione delle procedure di infrazione a carico dell'Italia.

Il decreto, affiancato dagli strumenti ordinari previsti dalla normativa, legge europea e legge di delegazione europea, è espressione della volontà di questa maggioranza di dare pronta e corretta attuazione agli obblighi europei, in un costante dialogo con la Commissione, allontanando ogni pretestuoso dubbio sull'affidabilità del nostro Paese, che a Bruxelles e nello scenario internazionale è tornato protagonista.

Per tutte queste ragioni, Forza Italia voterà convintamente a favore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scerra. Ne ha facoltà.

FILIPPO SCERRA (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, le procedure di infrazione contro l'Italia attualmente in essere sono 81, la maggior parte delle quali in ambito ambientale. Questo fa dell'Italia uno fra i Paesi europei con il più alto numero di procedure aperte. Il nostro Paese, infatti, occupa il sesto posto per numero di infrazioni a proprio carico e sale al primo posto se si considerano le procedure che si trovano nello stadio più avanzato, a rischio di sanzioni. Non si tratta di una questione di poco conto, se si considera che le multe e le sanzioni pagate dall'Italia in questi anni per alcune di queste procedure ammontano a circa 1 miliardo di euro. Cito quelle più significative: il caso ecoballe in Campania, la procedura sulle discariche abusive o quella sul trattamento delle acque reflue.

In questo contesto nasce il provvedimento in esame, che dovrebbe consentire di chiudere 8 procedure di infrazione. Noi ravvediamo in questo decreto, Presidente, un doppio problema di metodo, oltre che di merito.

Il nostro ordinamento prevede, nella legge n. 234 del 2012, la legge europea quale strumento legislativo per adeguare l'ordinamento interno alle norme dell'Unione europea e chiudere le procedure di infrazione. Gli strumenti, quindi, esistono, ma questo Governo, invece di permettere un pieno coinvolgimento del Parlamento, decide di abusare della decretazione d'urgenza, contro la quale voi, Governo, voi, maggioranza, tuonavate, mentre stavate all'opposizione. Adesso la verità è che siete diventati degli accumulatori seriali di decreti e di fiducie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), e lo fate per risolvere questioni non emergenziali. Questa è la verità. Perché, purtroppo, in questa fase storica, di emergenze ne abbiamo: non c'è un decreto-legge che sia stato usato per affrontare il tema dell'inflazione, non un decreto-legge per il caro affitti, non un decreto-legge per il caro mutui, non un decreto-legge per la benzina che cresce, non un decreto-legge per le tante difficoltà che affliggono i cittadini che hanno stipendi troppo bassi e che non arrivano a fine mese. Questo, fate: utilizzate i decreti in maniera strumentale per andare a distruggere provvedimenti rivoluzionari come il superbonus 110 per cento e il reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che hanno il solo difetto - per voi insopportabile - di essere stati introdotti dal MoVimento 5 Stelle. Questa è la verità. Perché voi governate spinti dal solo furore ideologico, per distruggere tutto quello che hanno fatto gli avversari politici, e chi se ne frega del danno che fate continuamente a questa comunità. Questa è la verità.

Secondo punto di merito. Questa è una domanda che mi faccio e che rivolgo al Ministro: in base a quali criteri si è scelto di trattare queste procedure di infrazione e non quelle più complesse e più dannose economicamente? Mi riferisco, soprattutto, a quelle che riguardano l'ambiente. È sanando le nostre mancanze sui temi ambientali che miglioriamo il nostro Paese e che diamo un futuro ai nostri giovani, sicuramente non con le lacrime da coccodrillo di Pichetto Fratin o negando la crisi climatica un giorno sì e l'altro pure (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La verità è che volete fermare la nostra corsa verso la neutralità climatica, ma noi, questo, non ve lo permetteremo, Presidente.

Parlando poi nello specifico dei contenuti del decreto, avete introdotto l'ennesima norma salva Ilva, che non salva davvero nulla. Di fatto, su Ilva, con questo decreto, il Governo ha deciso di dare un altro schiaffo ai cittadini di Taranto, questa è la verità, inserendo un desolante emendamento con cui sposta, a Palazzo Chigi - e non è la prima volta, c'è sempre questo accentramento verso Palazzo Chigi -, ogni valutazione sugli interventi finalizzati alla decarbonizzazione. Ma quale decarbonizzazione, se, per l'ennesima volta, a questa parola non sono affiancati i tempi, le modalità e le risorse con cui affrontarla? Non lo capisco, non lo capiamo! Sembra che Giorgia Meloni e questo Governo non abbiano alcun interesse a rendere il polo siderurgico di Taranto più sostenibile! Questo è un grosso problema, Presidente.

Ancora, nel merito: al Senato abbiamo visto la maggioranza negare maggiori risorse e investimenti ai Vigili del fuoco. C'è stato anche un mio ordine del giorno, che è stato respinto. Ebbene, mentre nelle regioni del Nord ci sono stati temporali catastrofici, in quelle del Sud abbiamo visto cosa è successo: temperature elevatissime che hanno favorito il propagarsi di incendi che hanno distrutto, purtroppo, case e terreni, e fatto danni enormi. A fronteggiare questa emergenza ci sono i nostri Vigili del fuoco. Quella foto che è circolata la scorsa settimana, Presidente, ritraeva i nostri valorosi uomini, stremati, concedersi un attimo di riposo, dopo aver dato tutto per proteggere dalle fiamme la nostra terra e i nostri concittadini. Si trovavano a Carlentini, nella mia provincia, fortemente colpita dai roghi.

Intanto voglio esprimere un grandissimo ringraziamento all'intero Corpo dei Vigili del fuoco (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che ogni giorno lavorano per proteggere il nostro territorio. Il MoVimento ha chiesto un incremento di risorse e di dotazioni organiche in Sicilia, ma qual è stata la risposta del Governo? Ovviamente, è stata una risposta negativa, perché le norme e le proposte di buonsenso per il Governo, evidentemente, non sono queste. Probabilmente, sono l'innalzamento della soglia del contante, i condoni o i rave party, a testimoniare la qualità di questo Governo. Ma vede, Presidente, questo è un provvedimento che dovrebbe riavvicinarci all'Europa. La verità è che siamo sempre più lontani dall'Europa comunità, per come era stata pensata a Ventotene. Ma forse di questo siete felici. Vi definite patrioti, ma che patrioti siete, se Giorgia Meloni dà ragione a polacchi e ungheresi, quando si schierano contro il nostro Paese o quando non è in grado neanche di spiegare il perché del nostro tricolore? Che patriottismo è questo, facendo figure barbine a livello internazionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

C'è il Ministro Fitto e non posso non menzionare il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Diciamocelo chiaramente, Ministro: modificare 144 obiettivi dei 349 da centrare e stralciare progetti per 16 miliardi di euro, nonostante il suo quasi sorriso, significa una cosa sola: abbiamo perso. Questa è una sconfitta per il Paese, è una sconfitta targata Governo Meloni, dovete ammetterlo! È questo e non lo dico solo io: è una sconfitta suffragata dal fatto che, nel 2023, sono stati spesi solamente 2 miliardi dei 33 previsti, confermata dal fatto che, dei 16 miliardi definanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, 13 sono stati sottratti ai comuni che avevano progetti già in essere, con conseguenze gravissime per le loro casse. E non venitemi a dire che saranno finanziati con altri fondi, perché, al momento, i fondi non ci sono e lo dice pure il servizio Studi della Camera, Ministro, che la sbugiarda clamorosamente.

E adesso che cosa fate? Dato che il servizio Studi Camera ha osato dire una cosa del genere, che volete fare? Abolite il servizio Studi, come avete fatto con il controllo concomitante della Corte dei conti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

Ma dovete bacchettare anche l'Ufficio parlamentare di bilancio, la Conferenza delle regioni, tutti i comuni e tutti coloro che si stanno accorgendo del disastro che state facendo sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, perché è un disastro quello che state facendo!

Ma ammettiamo, Ministro, che in futuro si andassero a utilizzare altri fondi - cosa non vera -, ammettiamo che sia così, questi avranno altre tempistiche ed altri obiettivi, come la coesione territoriale, per esempio, che a loro volta verranno ridimensionati per lasciare spazio a questi investimenti. Questo significa che, come al solito, a pagare sarà il Sud e questa per noi è una vergogna. Ma cosa possiamo aspettarci da un Governo che vuole portare avanti le idee secessioniste di Calderoli? Mi viene il dubbio che, se a Giorgia Meloni avessero chiesto i colori della Padania, forse sarebbe stata più preparata che sul tricolore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

In sintesi, la vostra non è una revisione, è una Caporetto: siete l'inadeguatezza fatta Governo. Anche sugli altri dossier economici c'è il disastro: da mesi aspettiamo il Ministro Giorgetti per sapere in che direzione sta andando la trattativa sul Patto di stabilità e crescita, ma è un Ministro fantasma; da parte sua abbiamo un muro di imbarazzante e irrispettoso silenzio, non ci è venuto a riferire nulla sul Patto di stabilità e crescita. La verità è che il Ministro Giorgetti è consapevole del ruolo assolutamente passivo che, in questa fase, può esercitare il nostro Paese, perché voi siete i protagonisti della restaurazione della politica degli “zero virgola”, dei tagli e della diminuzione della spesa sociale. Questo rappresentate in Europa, questa è l'autorevolezza ed il peso dell'Italia - e chiudo, Presidente - e non sarà certo questo decreto d'urgenza, che di urgente ha veramente poco, a modificare la nostra posizione internazionale. Per questo, annuncio il voto contrario del Movimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giglio Vigna. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO GIGLIO VIGNA (LEGA). Grazie, Presidente, grazie onorevoli colleghi. È un orizzonte vasto quello a cui guarda questo provvedimento, il quale presenta soluzioni a numerose procedure di infrazione. La media europea è di 66 infrazioni rispetto alle 80 pendenti sul nostro Paese, caro onorevole Scerra. Con questo provvedimento, caro onorevole Scerra, andiamo ad abbassare il numero delle infrazioni italiane sotto la media europea.

In generale, notiamo come in questa fase Bruxelles stia legiferando con direttive e regolamenti di non facile recepimento e di non facile digestione per il nostro Paese e per il sistema Paese e come Bruxelles stia prediligendo la strada del regolamento, via che limita l'azione dei Paesi e soprattutto l'azione dei Parlamenti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Diciamo questo anche alle opposizioni: chi realmente sta limitando l'azione dei Parlamenti è proprio Bruxelles, varando più regolamenti che direttive.

Al contrario, in questa fase politica - l'hanno già detto i colleghi della Commissione XIV che sono intervenuti prima di me -, la Commissione della quale io ho l'onore e l'onere di essere presidente in questa fase politica, sta ampliando il proprio orizzonte di impegno nella fase ascendente, quindi con un ascolto importante e un'analisi del sistema Paese e peraltro, più della scorsa legislatura, sta trattando ed entrando nel dibattito del PNRR, con incontri internazionali con le omologhe Commissioni dei Paesi europei, e sta abbracciando il grande tema della politica estera dell'Unione europea, dei rapporti con i Paesi partner e con i Paesi che hanno fatto domanda per entrare nell'Unione europea, affiancando l'importantissimo lavoro della III Commissione - presieduta dall'onorevole Tremonti e, in sua assenza, dal vicepresidente onorevole Formentini della Lega -, non scavalcandolo ed andando ad analizzare in quei rapporti i profili di tipo comunitario e unionale.

Veniamo al metodo perché si è discusso sul metodo: affianco alla discussione su questo decreto-legge Infrazioni, vi è stato un importante dibattito sul metodo fra noi parlamentari, fra gli esperti di politica dell'Unione europea e con il nostro Governo, una discussione che ha visto una fase prima nei corridoi dei palazzi e poi addirittura dentro l'Aula. Allora, vi è stata la divisione fra coloro che erano d'accordo per far arrivare in Aula questo DL Infrazioni e coloro che, invece, avrebbero preferito lo strumento della legge europea. Questa discussione è entrata anche nelle Aule e abbiamo sentito prima l'onorevole Scerra e l'onorevole De Monte che, dal punto di vista dell'opposizione, hanno giustamente detto la loro. Il Ministro sa perfettamente che oggettivamente ero fra coloro che hanno storto il naso quando è arrivato il DL Infrazioni; ho subito chiamato il Ministro e ho chiesto perché non si procedesse con una legge europea. Il Ministro giustamente ha certificato l'urgenza di alcune di queste infrazioni da sanare. Io ho ascoltato le varie parti, ho partecipato ovviamente al dibattito in Commissione, al dibattito adesso qui in Aula e al dibattito che si è svolto anche fra gli esperti di affaire delle politiche dell'Unione europea e devo dire che adesso che stiamo arrivando alla conclusione ho cambiato idea, Ministro, su questo metodo del DL Infrazioni che oggettivamente non mi dispiace perché, a fronte di tutto il lavoro che stiamo facendo nella XIV Commissione per avere un ruolo più importante all'interno di questo Parlamento, sempre all'interno delle nostre competenze, tecnicamente parlando - lo dico all'onorevole De Monte, all'onorevole Scerra e agli altri che hanno partecipato a questa discussione - questo provvedimento permette un'analisi di competenza esclusiva della XIV Commissione e non un'analisi in concorrenza con le altre Commissioni. È una cosa molto tecnica, che forse potrebbe non interessare ai cittadini fuori dalle Aule, ma è una cosa oggettivamente, dal nostro punto di vista, positiva per la rapidità e anche per la semplicità del dibattito. Questo ovviamente non vuol dire che non dobbiamo far arrivare leggi europee e leggi di delegazione europea, vuol dire che questo è uno strumento in più che oggi abbiamo dalla nostra parte.

Quindi, io ringrazio anche tutti i colleghi di maggioranza e di opposizione per aver partecipato a questo dibattito nel dibattito. I temi sono tantissimi all'interno di questo DL Infrazioni: c'è l'articolo 10-bis, che tocca il tema delle quote latte, un tema oggettivamente a me caro perché colpisce ancora molti allevatori del nostro territorio. Facciamo il possibile - più di così in questa fase è difficilissimo fare - e ci impegneremo con tutte le nostre forze per fare ancora di più (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Abbiamo bisogno di tempo e di strumenti, lo dico mandando un grande abbraccio agli allevatori colpiti dal tema delle quote latte.

L'articolo 7 istituisce un fondo di 10 milioni per dare strumenti di prevenzione riguardanti il radon, quindi siamo sui temi ambientali; 10 milioni per il 2023, il 2024 e il 2025.

L'articolo 21 prevede un importante strumento per l'interrompibilità del servizio della rete energetica. Quindi, diamo a Terna un altro strumento per equilibrare la rete energetica in caso di picchi.

Gli articoli 12 e 13 prevedono un aumento di dotazione organica di assunzioni per i vigili del fuoco e per i vigili del fuoco volontari. È una bellissima realtà, chi arriva, soprattutto, da territori, come il mio, di provincia, di montagna sa di che cosa stiamo parlando.

L'onorevole Candiani, che è seduto qui vicino a me, è stato un paladino sia dei vigili del fuoco che dei vigili del fuoco volontari (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e lo ringrazio per tutto quello che ha fatto, perché è una realtà stupenda.

All'articolo 8-bis si prevede un altro fondo, un'altra dotazione di 15 milioni, di nuovo, per altre situazioni di tipo ambientale, la rete Natura 2000.

Poi c'è il tema dell'articolo 9-bis, su cui è stata presentata una pregiudiziale. Tra parentesi, lo dico alle opposizioni, con cui abbiamo un bellissimo rapporto in XIV Commissione: dovevate presentare una pregiudiziale proprio sul tema legge europea o decreto-legge? Così istituzionalizzavamo addirittura quel dibattito, quella discussione. Detto questo, sull'articolo 9-bis, lo sappiamo, è già stato detto molto nella fase delle pregiudiziali, lasciatemi dire ancora due cose, lasciatemi fare ancora due passaggi. In uno degli ultimi commi dell'articolo 9-bis, vi è addirittura la possibilità di interrompere una fase di lavorazione di un segmento dello stabilimento Ilva con un'ordinanza sindacale. All'interno dell'articolo 9-bis il tema ambiente, quello la tutela ambientale, della salute pubblica e della sicurezza urbana sono toccati diverse volte, molte volte in molti temi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), ma nell'articolo 9-bis è toccato anche il tema dell'interesse nazionale, del fatto che l'acciaio sia un asset strategico, cosa che non è stata minimamente toccata nelle due pregiudiziali. Nelle vostre due pregiudiziali non è mai citato asset strategico o interesse nazionale.

PRESIDENTE. Concluda.

ALESSANDRO GIGLIO VIGNA (LEGA). Noi capiamo, l'abbiamo già detto ieri - e vado a concludere, Presidente, non mi scampanelli, per favore -, che qualcuno, da quel lato del Parlamento, molto probabilmente, avrebbe voluto chiudere l'Ilva e tenere in piedi il reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), ma questo è il Governo della Lega, questo è un Governo di centrodestra, questo è un Governo a maggioranza centrodestra e, quindi, noi teniamo aperta l'Ilva e chiudiamo il reddito di cittadinanza (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Contestualmente, io capisco che da un lato del Parlamento c'è chi guarda…

PRESIDENTE. Concludiamo. Onorevole, si rivolga a me. Dobbiamo concludere che siamo fuori di un minuto e mezzo.

ALESSANDRO GIGLIO VIGNA (LEGA). …alla Repubblica popolare cinese come un punto di riferimento (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Ma noi siamo l'Italia, l'Italia l'acciaio lo produce in Italia, non vogliamo finire nell'orbita geopolitica della Repubblica popolare cinese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iacono. Ne ha facoltà.

GIOVANNA IACONO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, signor Ministro, il decreto-legge n. 69 del 2023, il decreto Salva infrazioni, sul quale è stata posta la questione di fiducia, l'ennesima questione di fiducia, facendo battere al Governo ogni record, è inadeguato a risolvere i problemi che l'Europa ci pone e dimostra, ancora una volta, la volontà di questo Governo di voler esautorare il Parlamento, usando questo decreto come una clava per ottenere, peraltro, pochi e confusi risultati.

Con questo decreto, il Governo ha proclamato la volontà di ridurre le infrazioni aperte a nostro carico da 80 a circa 60, imponendo immotivata urgenza su un tema che non risponde, a nostro avviso, a quanto indicato dall'articolo 37 della legge n. 234 del 2012, recante misure urgenti per l'adeguamento agli obblighi derivanti dall'ordinamento dell'Unione europea ed espressamente richiamato nel preambolo del decreto. Esso, infatti, prevede che il Presidente del Consiglio dei ministri o il Ministro per gli Affari europei può proporre al Consiglio dei ministri l'adozione di provvedimenti, anche urgenti, diversi dalla legge di delegazione europea e dalla legge europea, provvedimenti necessari a fronte di atti normativi dell'Unione europea o di sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea ovvero dell'avvio di procedure di infrazione nei confronti dell'Italia che comportino obblighi statali di adeguamento, ma qualora il termine per provvedervi risulti anteriore alla data di presunta entrata in vigore della legge di delegazione europea o della legge europea relativa all'anno di riferimento. Immotivata urgenza con la quale, sia nella Commissione al Senato, come testimoniato in Aula dalle colleghe e dai colleghi, sia in quella alla Camera, ci è stato impedito di avere una discussione franca ed approfondita sugli articoli del testo e sugli emendamenti proposti, che, peraltro, come ormai è prassi consolidata, sono stati tutti respinti. Per non parlare del fatto che, salvo pochissime eccezioni, sono state rifiutate a prescindere tutte le proposte delle opposizioni, a scapito, per esempio, del personale dei Vigili del fuoco, solo per citarne uno.

Avremmo compreso l'urgenza, signor Presidente, se il Governo stesse affrontando esclusivamente procedure di infrazione prossime alla sanzione, invece il decreto punta all'adeguamento a 9 regolamenti e a una direttiva europei, per i quali non appaiono incompatibili la presentazione e l'esame del disegno di legge di delegazione europea, ad agevolare la chiusura di 8 procedure di pre-infrazione che non possono in alcun modo ritenersi urgenti e che, in passato, sono sempre state inserite nelle leggi europea e di delegazione europea, ad agevolare, infine, la chiusura di 8 procedure di infrazione. Eppure, curiosamente, soltanto 2 sono giunte allo stato di sentenza e nessuna di queste rientra tra le 8 procedure che si trovano nello stadio più avanzato del contenzioso ossia quelle al secondo ricorso alla Corte europea.

Troviamo in questo decreto norme o decisioni con finalità opache, che, invece, di prevenirle, come si prefiggerebbe di fare, porteranno ad incorrere in nuove procedure di infrazione da parte dell'Europa.

Sulla questione relativa alla chiusura del procedimento di infrazione sull'Ilva di Taranto, i miei colleghi hanno avuto modo di esporre le nostre perplessità al riguardo. Io voglio semplicemente ribadire che, checché ne dica il Governo, l'emendamento del Governo e, più complessivamente, questo decreto, non vanno verso un vero percorso di decarbonizzazione. L'emendamento del Ministro Fitto, signor Presidente, infatti - lo stesso che, l'altro ieri, ci ha comunicato la cancellazione di progetti legati al PNRR, per un valore di 16 miliardi, finalizzati anche alla transizione ecologica - non vuole la riconversione a Taranto, vuole, invece, modificare la politica industriale e ambientale del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), in barba alle esplicite richieste degli abitanti del territorio, in barba alla tutela della loro salute, alle decisioni prese dopo anni di trattative, alle conquiste dei sindacati e alla sofferenza delle famiglie e dei lavoratori tarantini. Insomma, a nostro giudizio, è un danno incalcolabile.

Continuiamo, quindi, a non capire, non abbiamo ricevuto alcuna indicazione circostanziata da parte del Governo, per quale ragione tali misure di attuazione siano urgenti al punto tale da richiedere il ricorso al decreto-legge, anziché al disegno di legge di delegazione europea. L'unica spiegazione possibile, a questo punto, sembra sia la precisa volontà di scavalcare il lavoro delle Commissioni e del Parlamento, come più e più volte è stato fatto, in questi 10 mesi. Il Governo non può sempre sottrarsi al confronto, soprattutto su temi di così cruciale importanza come il nostro rapporto con l'Unione europea (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Annuncio, pertanto, il voto di astensione del gruppo parlamentare del Partito Democratico su questo decreto-legge. Ci asterremo non perché non riteniamo importanti le questioni poste o perché sottovalutiamo lo straordinario lavoro dei nostri funzionari e del corpo diplomatico che lavora tra Roma e Bruxelles; ci asterremo perché non possiamo e non vogliamo sottrarci alle responsabilità, che abbiamo come partito e come Paese, nei confronti dell'Europa e delle sue istituzioni. Sappiamo che l'Italia è tra i Paesi europei più in difficoltà sul fronte delle procedure di infrazione, ma non possiamo votare questo provvedimento, perché riteniamo che sia l'ennesimo provvedimento che, in modo raffazzonato e poco serio, tenta di affrontare criticità messe in luce dall'Unione europea, senza peraltro riuscirci. Ci asterremo perché da questo Governo, come su molti altri temi, non è arrivata una proposta coerente, seria e ambiziosa per continuare con il buon lavoro fatto dai Governi precedenti al fine di ridurre le procedure di infrazione aperte nei confronti del nostro Paese, l'aggravamento di quelle esistenti, l'apertura di nuove procedure ed evitare l'applicazione di sanzioni pecuniarie. Si tratta, come è noto, di risorse che vengono sottratte di anno in anno dal bilancio pubblico e che potrebbero essere utilizzate in altro modo, nell'interesse del Paese e della collettività.

Questo Governo - lo stiamo constatando anche sul PNRR - ha scelto una via sbagliata, quella di nascondere la polvere sotto il tappeto, sperando di risolvere eventuali problemi o difficoltà strada facendo, senza una strategia chiara e senza una visione a lungo termine. Si tratta di errori che pagheremo molto presto e che pagheranno i nostri concittadini più fragili (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maiorano. Ne ha facoltà.

GIOVANNI MAIORANO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signor Ministro, il decreto che ci apprestiamo a votare è un provvedimento strategicamente importante per il nostro Paese, una misura che mira a soddisfare gli obblighi imposti dall'Unione europea, ma che soprattutto è in grado di dare una rapida risposta alle procedure di infrazione e pre-infrazione che riguardano l'Italia. È un provvedimento che contribuisce alla chiusura di 8 procedure di infrazione e 8 casi di precontenzioso. Diverse sono le procedure che il decreto-legge in conversione risolverà, procedure ritenute dalla stessa Commissione europea particolarmente sensibili e importanti. Ricordo che parliamo di provvedimenti importanti e che per la loro necessaria e urgente risoluzione il Governo Meloni è dovuto ricorrere a un decreto-legge, anziché aspettare la legge europea annuale, cosa che non avveniva dal 2012.

Entro nello specifico, quindi. Questo decreto è una risposta fattiva e concreta, una risposta che smentisce, ancora una volta, chi, in campagna elettorale, sosteneva che un Governo di centrodestra sarebbe stato inadeguato, inascoltato e che non avrebbe avuto nessuna credibilità a livello internazionale. Invece, caro Presidente, eccoci qui. Siamo proprio noi a dover sanare le infrazioni europee, rimediando a un ritardo che si è accumulato nel tempo, chissà, poi, grazie a chi. Con la conversione di questo decreto aumenteremo ancora di più la credibilità dell'Italia, dimostreremo di voler assicurare il rispetto delle direttive, dei regolamenti e delle altre regole sovranazionali, ripristinando, quindi, la correttezza dei rapporti istituzionali tra Unione europea e Stati membri.

Con la conversione di questo decreto daremo una risposta alla precarizzazione dei docenti, garantendo loro maggiore stabilità nell'ambito lavorativo, e daremo risposte nel campo del pubblico impiego, dell'alta formazione musicale e artistica. Ci sono, inoltre, disposizioni riguardanti i prodotti del tabacco non da fumo e, ancora, importanti questioni riguardanti il settore latte, adottando misure che hanno contribuito a garantire migliori condizioni per i produttori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Affrontiamo il tema degli obblighi per i passeggeri nel trasporto ferroviario, rafforzando i diritti e la sicurezza dei viaggiatori. Entriamo nel campo della cooperazione giudiziaria, siamo intervenuti sul mandato di arresto europeo e non abbiamo lasciato indietro nessuno. Daremo anche il via a misure e attività di tutela ambientale e sanitaria, con interventi di decarbonizzazione negli stabilimenti di interesse strategico nazionale. Pensiamo, ad esempio, all'emendamento Ilva, che pone in sicurezza tanti aspetti, tante criticità prodotte da gestioni, talvolta, che, ad essere buoni, sono discutibili.

Sull'Ilva, Presidente, mi permetta solo di aprire una piccola parentesi personale. Sono tarantino e la parola Ilva, ancora prima Italsider, è sempre risuonata in casa mia fin da quando ero piccolo. Sono il figlio di uno dei tanti semplici operai che con quell'umile stipendio sono riusciti, con tanti sacrifici, a portare avanti una famiglia, ma sono anche figlio di una madre che, prima di morire, ha dovuto affrontare una malattia oncologica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Guardo quell'impianto con estrema obiettività; non sarò l'unico, sicuramente, però io lo posso fare. Conosco l'interesse nazionale, l'interesse di un posto di lavoro, ma anche la paura, il dolore e l'ansia che si celano dietro una malattia. Negli ultimi 15 anni ricordo che i partiti che ora siedono davanti ai nostri banchi sono venuti a Taranto, impostando la propria campagna elettorale disegnando arcobaleni che univano le ciminiere del siderurgico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Disegnarono anche le rondini, gli uccellini e le farfalline che ci volavano attorno. E poi sono arrivati loro, sono arrivati i paladini, sono arrivati i campioni, sono arrivati i salvatori, sono arrivati i fuoriclasse della favola, quelli che dicevano che avrebbero chiuso l'Ilva, mantenendo i posti di lavoro e creato un acquapark dove tutti avremmo vissuto felici e contenti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). La gente disperata ha creduto loro, Presidente, li ha votati in massa e con tanta speranza. Sa cosa è cambiato dopo 15 anni di quelle campagne elettorali? Assolutamente nulla. È stata l'operazione di tradimento elettorale più grossa della storia planetaria, e ancora parlano, Presidente, ancora hanno il coraggio di parlare, però la vostra maschera ormai è caduta. Oggi abbiamo un Governo serio. Dal primo giorno Giorgia Meloni ha palesemente dichiarato che avrebbe lavorato non per la propria rielezione, no, ma per il bene dell'Italia. Questo provvedimento ne è la prova, un intervento complesso e di fondamentale importanza per mettere in sicurezza numerose questioni che attanagliano l'Italia e gli italiani. Abbiamo una forte ambizione, che dovrebbe essere comune a tutto questo Parlamento: trasformare l'Italia in una Nazione rinnovata, affidabile, rispettosa degli obblighi europei, senza però mai dimenticare il rispetto delle nostre prerogative e delle nostre esigenze nazionali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Sino ad oggi la nostra Nazione è stata assente nella fase di redazione delle normative europee, non riuscendo, forse non volendo far valere gli interessi nazionali. Si riteneva che ogni decisione presa fuori fosse benefica per l'Italia, che solo i vincoli esterni potessero guidare un processo di crescita del nostro Paese. O forse, Presidente, quella era la cosa più facile e comoda da fare. Ce lo chiede l'Europa, dicevano, dimenticando però che l'Europa siamo anche noi. Nel frattempo, però, altri partner europei hanno pensato bene di tutelare legittimamente i propri interessi nazionali.

Oggi, per fortuna, non è più così, la nostra partecipazione in Europa è attiva e responsabile. Non accettiamo passivamente ogni normativa proposta a livello europeo. Abbiamo un Presidente del Consiglio pronto e preparato che più volte ha dimostrato di agire garantendo che le decisioni prese in ambito europeo siano in linea con i nostri obiettivi nazionali e le necessità del nostro Paese. Questa maggioranza non si è mai tirata indietro e mai lo farà. Quando c'è in gioco l'interesse nazionale, è nostro compito farlo valere, così come fa il nostro Presidente Meloni quando i negoziati sono ancora aperti e si possono ottenere i correttivi necessari.

Non supini all'Europa, ma in Europa a testa alta. Abbiamo lavorato con determinazione e responsabilità per sviluppare un provvedimento che sia all'altezza delle sfide che il nostro Paese deve affrontare. Continueremo a lavorare con dedizione per il bene della nostra Nazione e per il benessere dei cittadini italiani. Siamo determinati a raggiungere ben altri risultati positivi, guidati dalla visione e dalle politiche del Governo Meloni. Grazie alla sua guida possiamo guardare al futuro con rinnovata fiducia, per un'Italia prospera e rispettata nell'arena internazionale. Con Fratelli d'Italia e con questa maggioranza di centrodestra, mai più in Europa a testa bassa.

Per tutte queste ragioni, annuncio il voto favorevole del gruppo Fratelli d'Italia, un voto favorevole a un lavoro di squadra e di Governo che ha l'intento di risolvere le criticità ancora aperte in questo Paese. A noi interessa il bene degli italiani e il bene degli italiani lo si può dimostrare solo con il voto favorevole a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale e approvazione - A.C. 1322​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1322: S. 755 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 13 giugno 2023, n. 69, recante disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi derivanti da atti dell'Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28) (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Marco Grimaldi. Ne ha facoltà.

Colleghi, vi prego di allontanarvi in silenzio, per consentire ai numerosi colleghi che devono intervenire, ben otto, di farlo con la stessa serenità con cui siete intervenuti.

Collega Grimaldi, per favore, inizi a parlare, perché altrimenti non riesco a gestire l'Aula e non vorrei che qualcuno uscisse anzitempo.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Oggi, la stampa pubblica un video impressionante in cui la guardia libica dà da bere a dei migranti sfiniti, sfiniti davvero, abbandonati per giorni nel deserto. Eppure, mi faccia dire, Presidente, che non sono le immagini più scioccanti di questi giorni. Non so se abbia visto Fati e Marie Dosso morte, morte in quel deserto, abbracciate, madre e figlia di trent'anni e sei anni. Come avrà visto, Presidente, quella foto ha fatto il giro del mondo.

Di solito, quando dormono insieme a letto è quella la loro posizione, ha detto il papà di Marie, sopravvissuto, che ha chiesto di riavere quei corpi. Ecco, sono morte di sete, perché il Governo tunisino di Saïed ha espulso e deportato ai confini con la Libia centinaia di migranti provenienti dall'Africa centrale e occidentale richiedenti asilo, fra cui bambini, neonati e donne incinte.

Da quasi un mese, qui alla Camera continuiamo a denunciare questi fatti e si registrano deportazioni di massa, a seguito di arresti arbitrari nella città di Sfax. Le persone sono abbandonate senza acqua né cibo, in zone militari inaccessibili, dopo essere state picchiate o aver subito violenze di ogni tipo da parte delle forze di sicurezza locali.

Presidente, ho finito. Abbiamo depositato un'interpellanza e, oggi, il Governo ci risponde che ritiene pertanto che, nonostante gli sviluppi di queste settimane, la cornice istituzionale del Paese resti sufficientemente robusta da giustificarne la qualificazione quale “Paese sicuro”. Stiamo scherzando?

Stiamo scherzando (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? Questo sarebbe un Paese sicuro? E' una vergogna Presidente, una vergogna! Il ministro dovrebbe venire a riferire in Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gadda.

Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (A-IV-RE). Approfitto della presenza del Ministro Fitto per sottoporre all'attenzione del Governo un fatto drammatico che sta avvenendo in alcuni territori della provincia di Varese e della provincia di Milano.

Le grandinate del 21 e del 24 luglio hanno letteralmente scoperchiato tetti, ci sono dei Comuni - cito l'esempio del comune di Cislago, un comune di poco più di 10 mila abitanti - che ha subìto negli immobili pubblici più di un milione di euro di danni

La regione Lombardia ha chiesto lo stato di emergenza e quindi chiedo al Governo di dare corso nel più rapido tempo possibile alla richiesta di stato di emergenza, ma in questo momento c'è una necessità a cui chiedo doppiamente di dare attenzione, perché non si reperiscono sul mercato e con i mezzi a disposizione dei Comuni le piattaforme per effettuare i minimi interventi di emergenza sugli edifici pubblici e tanto meno sugli edifici privati.

Quindi chiedo davvero un'attenzione particolare da parte delle istituzioni perché si coinvolga il Genio Civile e l'Esercito, anche per prestare vicinanza a queste comunità, soprattutto nella fornitura di attrezzature che sono fondamentali per garantire la sicurezza dei cittadini ma anche perché nei prossimi giorni sono previsti ulteriori fenomeni atmosferici negativi e quindi letteralmente queste famiglie si troveranno l'acqua all'interno delle case.

Quindi chiedo davvero un intervento e una vicinanza concreta sullo stato di emergenza che ha il suo iter, ma soprattutto sulla fornitura di mezzi particolari e speciali per dare una risposta a queste comunità.

PRESIDENTE. Il Governo ha ascoltato le sue considerazioni, onorevole Gadda.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Maiorano, al quale ricordo che il tempo a sua disposizione è di due minuti.

GIOVANNI MAIORANO (FDI). Dagli organi di stampa ci giungono notizie gravi e molto preoccupanti: ieri in provincia di Varese è comparsa una scritta con minacce di morte rivolte al Presidente del consiglio Giorgia Meloni. Oggi in un corteo a Napoli si è urlato: “senza reddito mai più, la Meloni a testa in giù!” Chiari segnali di una situazione che desta allarme e preoccupazione e che non deve essere sottovalutata.

Dobbiamo dirci le cose come stanno: c'è una parte politica di questo Paese che, pur di mantenere il proprio consenso elettorale, fomenta le piazze con odio rabbia e rancore e queste ne sono le indegne conseguenze.

Gli italiani non vanno usati e con i problemi dei cittadini non si gioca: si deve ritornare al più presto a un dibattito politico serio e costruttivo, prima che accada il peggio.

Bene farebbero tutti i gruppi parlamentari a dare un chiaro ed inequivocabile segno di condanna verso queste azioni di minaccia che - ripeto - potrebbero concludersi con azioni ben più gravi. Chiudo, signor Presidente, dicendo che nello stesso corteo a Napoli c'era anche chi gridava: lavoro per tutti! Ed è proprio questo, il lavoro per tutti, uno degli obiettivi del nostro Governo e del nostro Presidente Meloni, alla quale noi di Fratelli d'Italia ci stringiamo con un caloroso abbraccio e con tutta la nostra riconoscenza e sostegno, sempre (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La violenza, che sia verbale o fisica, non è mai accettabile e, quindi, esprimo la solidarietà a chi subisce queste minacce.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciani.

PAOLO CIANI (PD-IDP). Ricordo che il 2 agosto è la giornata europea di commemorazione dello sterminio dei rom e dei sinti - quello che nella lingua romaní è definito Porrajmos o Samudaripen. Uno sterminio al termine di una persecuzione di popolazioni giunte in Europa sin dal tredicesimo secolo perpetrato durante la seconda guerra mondiale e che nella notte tra l'1 e 2 agosto ha visto l'eliminazione fisica e l'uccisione di oltre 4.000 persone nello Zigeunerlager di Birkenau.

Così Piero Terracina, sopravvissuto ad Auschwitz e testimone diretto della liquidazione dello Zigeunerlager, lo raccontò alcuni anni dopo: “Ero rinchiuso ed era notte e c'era il coprifuoco, però ho sentito tutto. In piena notte sentimmo urlare in tedesco e l'abbaiare dei cani, dettero l'ordine di aprire le baracche del campo degli zingari, da lì grida, pianti e qualche colpo di arma da fuoco. All'improvviso, dopo più di due ore, solo silenzio e dalle nostre finestre, poco dopo, il bagliore delle fiamme altissime del crematorio. La mattina, il primo pensiero fu quello di volgere lo sguardo verso lo Zigeunerlager, che era completamente vuoto, c'era solo silenzio e le finestre delle baracche che sbattevano”.

Furono 4.000, in maggioranza donne e bambini, le persone uccise in quell'occasione nelle camere a gas e poi cremate in quella notte. Fin qui la citazione. Questo episodio drammatico fu l'apice di una persecuzione che vide uccidere più di 500.000 persone dai nazisti e dai loro alleati i fascisti in tutto il continente.

Ecco, Presidente, la memoria di questo evento è molto opportuna, perché, purtroppo, l'antigitanismo ancora è presente, è presente nella nostra Italia, è presente in Europa, ed è ancora troppo sconosciuto lo sterminio che questo popolo ha subito durante la Seconda guerra mondiale. Credo che fare i conti con la storia ci aiuti a migliorare il presente e il futuro, e penso che ricordarlo anche nell'Aula istituzionale della Camera sia particolarmente opportuno, e per questo la ringrazio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Antoniozzi. Ne ha facoltà.

ALFREDO ANTONIOZZI (FDI). Grazie, signor Presidente. Intervengo non conoscendo l'argomento che ha trattato poc'anzi l'onorevole Maiorano, ma il mio intervento si inserisce in questo ragionamento, e cioè intervengo per stigmatizzare un fatto gravissimo che questa mattina è accaduto a Bologna, dove il sindaco Matteo Lepore del Partito Democratico si è lasciato andare ad alcune considerazioni estremamente gravi, indicando ad una piazza già attraversata da sensazioni di dolore e di difficoltà - e agitando la piazza in una forma, a mio avviso errata - nome e cognome di chi, secondo lui, sarebbe colpevole di una attività di revisionismo storico. Sarebbe il sottoscritto, Alfredo Antoniozzi di Fratelli d'Italia, che, indicato alla piazza dal sindaco, naturalmente ha subito da parte della piazza una reazione come la si poteva immaginare: fischi, urla, minacce. Questo è il clima dentro il quale avvengono i dibattiti che noi svolgiamo in questo Parlamento? È il clima che, poc'anzi, il collega Maiorano ha denunciato. È dentro questo modo di agire che si alimenta e si agita una spirale di impazienza e di intolleranza e, perché no, di violenza, alla quale purtroppo siamo abituati.

Io ho dato il mio avvocato quanto scritto dalle agenzie di stampa perché possa valutare lui, ma adesso, al di là degli aspetti legali, c'è un dato politico che deve guidare la nostra azione, c'è un senso di civiltà politica che dev'essere la madre di tutte le battaglie. Quello che è avvenuto a Bologna lo considero grave nei miei confronti e nei confronti anche di altri colleghi citati nel suo intervento, un intervento che io definisco intimidatorio, lanciando nella piazza, a persone evidentemente già con una difficoltà emotiva, un nome e un cognome, e indicando a possibili frange di intolleranza, che esistono e che conosciamo, una possibile via per correggere quanto accaduto. Tutto questo avviene in perfetto stile, vorrei dire, stalinista, perché è in questa maniera che si agitano nel nostro Paese e si mettono in moto quelle frange che poi abbiamo visto, ahimè, uscire dal percorso democratico e abbracciare la lotta armata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Ho appena depositato un'interrogazione parlamentare alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni per sapere se la Repubblica italiana chiederà il rinvio alla Grande Camera della Corte di Strasburgo della sentenza Germano contro Italia, emanata il 22 giugno.

La Corte EDU, anche in contrasto con la propria giurisprudenza, ha condannato l'Italia, ritenendo che l'ammonimento ricevuto dal ricorrente Germano per atti persecutori nei confronti della moglie fosse non necessario e spropositato, pur essendo fondato su numerosissimi episodi di violenza fisica e verbale. Si tratta, Presidente, di una sentenza molto pericolosa che ci fa compiere passi indietro notevoli nella lotta ai femminicidi e alla violenza sulle donne, dal momento che esige, tra l'altro, che il sospettato di stalking debba essere previamente avvertito del fatto che il questore stia procedendo contro di lui.

Spero - e chiedo - signor Presidente, che l'Italia si appelli alla Grande Camera per rovesciare questo verdetto, che creerebbe un precedente gravissimo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carotenuto. Ne ha facoltà.

DARIO CAROTENUTO (M5S). Grazie Presidente. Intervengo per dire purtroppo che il Ministro Calderone che quest'oggi, in diretta TV, ha definito giustamente complesso e serio il suo lavoro circa il reddito di cittadinanza, ha detto anche che ieri ha incontrato i rappresentanti delle regioni, di ANPAL e di Anpal Servizi per fare il punto sullo stato di attuazione delle misure in vista del 1° settembre, il D-Day. Presidente, io non trovo affatto serio questo modo di comunicare perché abbiamo potuto appurare, noi campani, nel corso di questo pomeriggio, che ad esempio proprio la regione Campania, guarda caso, ieri a quel tavolo non era presente, come d'altra parte sappiamo anche che, quando ci si riferisce ad ANPAL e ad Anpal Servizi, parliamo di un ente in dismissione e immaginiamo dunque quale sia lo spirito e come sia facile per loro collaborare con il Ministero che li ha appena soppressi, Ministero peraltro che, con nota del 1° agosto 2023, pubblicata sul suo sito Internet, dichiara che, in attesa del 1° settembre, 159.000 nuclei con componenti in età da lavoro, compresa fra 18 e 59 anni, interessati dalla misura dovranno rivolgersi ai centri per l'impiego.

Ebbene, io non so altrove come abbiano preso questa comunicazione, ma certamente so che la regione Campania si è defilata con una nota stampa che cito: “In relazione al reddito di cittadinanza, si precisa che i centri per l'impiego della Campania non hanno il compito, né potrebbero averlo” - sottolineo - “di segnalare ai comuni quanti, nel novero dei cosiddetti occupabili, beneficiari del reddito di cittadinanza, presentino situazioni di particolare disagio per la conseguente presa in carico da parte dei servizi sociali dei comuni. I centri per l'impiego non sono in possesso di informazioni relative alle condizioni di fragilità dei soggetti”.

Allora, Presidente, il lavoro del Ministero è sicuramente complesso, ma a noi appare drammaticamente in ritardo e molto, ma molto poco serio e il problema è che, a partirne le conseguenze, non sono gli ospiti del Twiga o Daniela Santanche', ma cittadini in gravissima difficoltà economica, che non sanno come arrivare alla fine di questo mese. Per questo, vi chiediamo, ancora una volta, di ripristinare subito il reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie Presidente per avermi accordato la parola. Vorrei esprimere la profonda esecrazione da parte del MoVimento 5 Stelle di qualsiasi forma di violenza, anche solo minacciata, nei confronti di chiunque: il Presidente del Consiglio, il titolare di una qualsiasi istituzione, il cittadino privato. Ma voglio precisare che chiunque abbia studiato un minimo di politica sa che il MoVimento 5 Stelle si è contraddistinto sempre per aver indirizzato in forme democratiche il senso di protesta che negli ultimi anni è montato nel nostro Paese ed è stato sempre un cuscinetto democratico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Noi oggi vogliamo rimarcare che diamo il nostro contributo per le politiche del lavoro. Accettate il nostro salario minimo e ripristinate il reddito di cittadinanza perché il grido di dolore che sale dalla popolazione è un grido che trova la sua causa nelle politiche scellerate del Governo. Esecriamo sia qualsiasi forma di violenza, sia le politiche scellerate in materia di lavoro da parte di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Nomina dei componenti del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione i deputati: Virginio Caparvi, Ida Carmina, Andrea Caroppo, Maria Chiara Gadda, Andrea Giaccone, Chiara La Porta, Nicole Matteoni, Manlio Messina, Toni Ricciardi e Rachele Scarpa.

Il Presidente del Senato della Repubblica ha chiamato a far parte dello stesso Comitato i senatori: Giovanni Berrino, Mara Bizzotto, Marco Croatti, Giuseppe De Cristofaro, Antonio De Poli, Graziano Delrio, Matteo Gelmetti, Roberto Menia, Elisa Pirro e Roberto Rosso.

Sui lavori dell'Assemblea e calendario dei lavori per il periodo 3 agosto-8 settembre 2023.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stata convenuta la seguente nuova articolazione dei lavori per il periodo 3-8 agosto 2023:

Giovedì 3 agosto (ore 9,30-13)

Deliberazione in merito alla costituzione in giudizio della Camera dei deputati in relazione a un conflitto di attribuzione elevato innanzi alla Corte costituzionale dal Tribunale di Salerno, di cui all'ordinanza della Corte costituzionale n. 154 del 2023.

Esame e votazione della questione sospensiva riferita alle proposte di legge nn. 141, 210, 306, 1053 e abbinate - Disposizioni in materia di giusta retribuzione e salario minimo.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 249-413-690-744-885-959-1013-1066-1182-1200 - Disposizioni per la prevenzione delle discriminazioni e la tutela dei diritti delle persone che sono state affette da malattie oncologiche.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 418 - Introduzione dello sviluppo di competenze non cognitive nei percorsi delle istituzioni scolastiche e dei centri provinciali per l'istruzione degli adulti, nonché nei percorsi di istruzione e formazione professionale.

Venerdì 4 agosto (ore 8,30, con votazioni non prima delle ore 11,30 e pomeridiana con eventuale prosecuzione notturna e nelle giornate di lunedì 7 e martedì 8 agosto ).

Esame del disegno di legge n. 1038-B - Delega al Governo per la riforma fiscale (collegato alla manovra di finanza pubblica - approvato dalla Camera e modificato dal Senato).

Il termine per la presentazione degli ordini del giorno al disegno di legge n. 1038-B è fissato per domani alle ore 17. Il termine per la presentazione degli emendamenti in Assemblea è fissato alle ore 20 della medesima giornata.

È stato altresì convenuto che i lavori delle Commissioni riprenderanno a partire da lunedì 28 agosto e che i lavori dell'Assemblea per il periodo 5-8 settembre 2023 saranno così articolati:

Martedì 5 settembre (ore 15)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1001 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sullo spazio aereo comune tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e l'Ucraina, dall'altra, firmato a Kiev il 12 ottobre 2021.

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1040 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sulla protezione degli investimenti tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Singapore, dall'altra, fatto a Bruxelles il 19 ottobre 2018 (approvato dal Senato).

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1041 - Ratifica ed esecuzione dell'Atto di Ginevra dell'Accordo dell'Aja concernente la registrazione internazionale dei disegni e modelli industriali, fatto a Ginevra il 2 luglio 1999 (approvato dal Senato).

Mercoledì 6 settembre (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

Mercoledì 6 (ore 16-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e giovedì 7 settembre (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)

Eventuale seguito degli argomenti previsti nella giornata di giovedì 3 agosto e non conclusi.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 536-891-910 – Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo.

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 922 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Gabinetto dei Ministri dell'Ucraina sulla cooperazione di polizia, fatto a Kiev il 10 giugno 2021.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1135 - Modifiche al decreto legislativo 20 febbraio 2006, n. 106, concernenti i poteri del procuratore della Repubblica nei casi di violazione dell'articolo 362, comma 1-ter, del codice di procedura penale, in materia di assunzione di informazioni dalle vittime di violenza domestica e di genere (approvata dal Senato).

Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di deliberazione in materia di insindacabilità, ai sensi dell'articolo 68, primo comma, della costituzione, nell'ambito di un procedimento penale nei confronti di Gianni Tonelli (deputato all'epoca dei fatti) (Doc. IV-ter, n. 12-A).

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 336 - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti accaduti presso la comunità 'II Forteto' (deliberata l'urgenza).

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1001 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sullo spazio aereo comune tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e l'Ucraina, dall'altra, firmato a Kiev il 12 ottobre 2021.

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1040 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sulla protezione degli investimenti tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Singapore, dall'altra, fatto a Bruxelles il 19 ottobre 2018 (approvato dal Senato).

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1041 - Ratifica ed esecuzione dell'Atto di Ginevra dell'Accordo dell'Aja concernente la registrazione internazionale dei disegni e modelli industriali, fatto a Ginevra il 2 luglio 1999 (approvato dal Senato).

Venerdì 8 settembre (ore 9,30)

Svolgimento di interpellanze urgenti.

Nella settimana 11-15 settembre avrà luogo l'esame dei disegni di legge n. 1343 - Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2022 e n. 1344 - Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2023 e l'esame del disegno di legge S. 826 - Conversione in legge del decreto-legge 28 luglio 2023, n. 98, recante misure urgenti in materia di tutela dei lavoratori in caso di emergenza climatica e di termini di versamento (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 26 settembre 2023).

Al termine avrà luogo l'eventuale seguito degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

L'organizzazione dei tempi per l'esame del disegno di legge n. 1038-B e dei disegni di legge di ratifica nn. 1001, 1040 e 1041 sarà pubblicata nell'Allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 3 agosto 2023 - Ore 9,30:

1. Deliberazione in merito alla costituzione in giudizio della Camera dei deputati in relazione a un conflitto di attribuzione elevato innanzi alla Corte costituzionale dal Tribunale di Salerno, di cui all'ordinanza della Corte costituzionale n. 154 del 2023.

2. Esame e votazione della questione sospensiva riferita alla proposta di legge:

CONTE ed altri: Disposizioni per l'istituzione del salario minimo. (C. 1275​)

e delle abbinate proposte di legge: FRATOIANNI e MARI; SERRACCHIANI ed altri; LAUS; CONTE ed altri; ORLANDO; RICHETTI ed altri. (C. 141​-210​-216​-306​-432​-1053​)

3. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:

MARROCCO ed altri; BOSCHI ed altri; RIZZETTO ed altri; BICCHIELLI ed altri; FURFARO ed altri; SPORTIELLO; GARDINI ed altri; CONSIGLIO NAZIONALE DELL'ECONOMIA E DEL LAVORO; PANIZZUT ed altri; ZANELLA: Disposizioni per la prevenzione delle discriminazioni e la tutela dei diritti delle persone che sono state affette da malattie oncologiche. (C. 249​-413​-690​-744​-885​-959​-1013​-1066​-1182​-1200-A​)

Relatrici: BOSCHI e MARROCCO.

4. Seguito della discussione della proposta di legge:

LUPI e ALESSANDRO COLUCCI: Introduzione dello sviluppo di competenze non cognitive e trasversali nei percorsi delle istituzioni scolastiche e dei centri provinciali per l'istruzione degli adulti nonché nei percorsi di istruzione e formazione professionale. (C. 418-A​)

Relatrice: LATINI.

La seduta termina alle 21,20.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 3 la deputata Onori ha segnalato che si è erroneamente astenuta mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 6 la deputata Maccanti ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 7 i deputati Zucconi e Montaruli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 7 la deputata Tenerini ha segnalato che non è riuscita astenersi dal voto;

nella votazione n. 13 la deputata Barzotti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 17 il deputato De Maria ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 20 i deputati Lampis e Polo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 22 il deputato Trancassini ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 24 il deputato Carra' ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DOC VIII N 2 - ODG NN 15 E 49 RIF 293 281 12 141 181 100 52 Appr.
2 Nominale ODG 9/DOC VIII N 2/16 42 43 44 46 RIF 299 298 1 150 298 0 52 Appr.
3 Nominale ODG 9/DOC VIII N 2/18 RIF 297 259 38 130 259 0 52 Appr.
4 Nominale ODG 9/DOC VIII N 2/26 286 257 29 129 254 3 51 Appr.
5 Nominale ODG 9/DOC VIII N 2/27 283 268 15 135 255 13 50 Appr.
6 Nominale ODG 9/DOC VIII N 2/52 299 271 28 136 184 87 50 Appr.
7 Nominale ODG 9/DOC VIII N 2/53 269 245 24 123 240 5 50 Appr.
8 Nominale ODG 9/DOC VIII N 2/56 RIF 294 293 1 147 293 0 50 Appr.
9 Nominale DOC VIII N 1 - VOTO FINALE 291 290 1 146 290 0 48 Appr.
10 Nominale DOC VIII N 2 - VOTO FINALE 290 289 1 145 289 0 48 Appr.
11 Nominale MOZ 1-144 PREM NO 20 E 21 E DISP 2 289 289 0 145 289 0 46 Appr.
12 Nominale MOZ 1-144 PREM 20 E 21 E DISP 1 292 292 0 147 122 170 46 Resp.
13 Nominale MOZ 1-173 289 287 2 144 170 117 46 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale DDL 1322 - ODG N 1 295 295 0 148 115 180 25 Resp.
15 Nominale ODG 9/1322/2 302 287 15 144 103 184 25 Resp.
16 Nominale ODG 9/1322/3 300 297 3 149 103 194 25 Resp.
17 Nominale ODG 9/1322/4 300 298 2 150 102 196 25 Resp.
18 Nominale ODG 9/1322/5 301 301 0 151 119 182 25 Resp.
19 Nominale ODG 9/1322/6 301 288 13 145 107 181 25 Resp.
20 Nominale ODG 9/1322/7 296 294 2 148 117 177 25 Resp.
21 Nominale ODG 9/1322/8 305 303 2 152 103 200 25 Resp.
22 Nominale ODG 9/1322/9 304 303 1 152 120 183 25 Resp.
23 Nominale ODG 9/1322/11 RIF 308 307 1 154 307 0 25 Appr.
24 Nominale ODG 9/1322/12 307 307 0 154 108 199 25 Resp.
25 Nominale ODG 9/1322/13 308 299 9 150 112 187 25 Resp.
26 Nominale ODG 9/1322/18 308 306 2 154 104 202 25 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 28)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale ODG 9/1322/19 305 301 4 151 103 198 25 Resp.
28 Nominale DDL 1322 - VOTO FINALE 264 217 47 109 175 42 25 Appr.