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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 139 di venerdì 14 luglio 2023

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA

La seduta comincia alle 9.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

STEFANO VACCARI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 12 luglio 2023.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 67, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare d'inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere.

PRESIDENTE. Comunico che, in data 12 luglio 2023, il Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare d'inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, il senatore Giorgio Salvitti, in sostituzione della senatrice Michaela Biancofiore, dimissionaria, e la senatrice Clotilde Minasi, in sostituzione del senatore Massimiliano Romeo, dimissionario.

Modifica nella composizione della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza.

PRESIDENTE. Comunico che, in data 13 luglio 2023, il Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza la senatrice Liliana Segre, in sostituzione del senatore Peppe De Cristofaro, dimissionario.

Discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 maggio 2023, n. 57, recante misure urgenti per gli enti territoriali, nonché per garantire la tempestiva attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per il settore energetico (A.C. 1183-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 1183-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 maggio 2023, n. 57, recante misure urgenti per gli enti territoriali, nonché per garantire la tempestiva attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per il settore energetico.

Ricordo che nella seduta del 7 giugno sono state respinte le questioni pregiudiziali Ilaria Fontana ed altri n. 1 e Bonelli ed altri n. 2.

(Discussione sulle linee generali - A.C. 1183-A​)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

Il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento.

Le Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) si intendono autorizzate a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire la relatrice per la I Commissione (Affari Costituzionali), deputata Augusta Montaruli.

AUGUSTA MONTARULI , Relatrice per la I Commissione. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, l'Assemblea è chiamata oggi a esaminare il disegno di legge di conversione del decreto-legge 29 maggio 2023, n. 57, recante misure urgenti per gli enti territoriali, nonché per garantire la tempestiva attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per il settore energetico, come risultante a conclusione dell'esame in sede referente da parte delle Commissioni riunite I e V.

Segnalo che due dei quattro articoli che costituivano il testo del decreto-legge trasmesso dal Governo, e precisamente gli articoli 1 e 2, sono stati trasfusi nell'articolo 6, comma 2-bis, nonché negli articoli 12-bis e 12-ter del decreto-legge n. 51 del 2023, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 luglio 2023, n. 87, che ha contestualmente provveduto ad abrogare le suddette disposizioni del provvedimento al nostro esame, facendo salvi gli effetti prodottisi e i rapporti giuridici sorti sulla base delle disposizioni abrogate.

Faccio, d'altra parte, presente che il comma 2 dell'articolo 1 del disegno di legge di conversione abroga l'articolo 1 del decreto-legge n. 79 del 2023, il cui contenuto è confluito nel provvedimento in esame.

Quanto al contenuto del decreto-legge al nostro esame, che consta ora di 9 articoli, alla luce delle proposte emendative approvate in sede referente, ricordo che l'articolo 3 riapre, fino al 29 luglio 2023, i termini per la presentazione di istanze di autorizzazione alla realizzazione ovvero all'esercizio, anche a seguito di ricollocazione, di unità galleggianti di stoccaggio e rigassificazione. Tali istanze sono presentati ai commissari straordinari del Governo incaricati della realizzazione delle opere finalizzate all'incremento delle capacità di rigassificazione e già nominati ai sensi del comma 1 dell'articolo 5 del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2022, n. 91. Rammento che, allo stato, con decreti del Presidente del Consiglio dei ministri dell'8 giugno 2022, sono stati nominati commissari straordinari per i rispettivi territori i presidenti pro tempore delle regioni Toscana ed Emilia-Romagna.

L'articolo 3 modifica la disciplina in materia di autorizzazione da parte dei commissari straordinari delle unità galleggianti di stoccaggio e rigassificazione contenuta nel medesimo articolo 5 del decreto-legge n. 50 del 2022. Con una modifica introdotta nel corso dell'esame in sede referente, si è precisato che i commissari nominati ai sensi del decreto-legge n. 50 del 2022 provvedano con tempestività agli obblighi di pubblicazione previsti dal decreto legislativo n. 33 del 2013, segnatamente ai commi 1 e 3. È esteso da 130 a 200 giorni il termine di conclusione del procedimento di autorizzazione, prevedendo ora che esso includa le valutazioni ambientali da cui la disciplina precedente prevedeva l'esenzione (comma 2). Il comma 4 inserisce le opere e le infrastrutture finalizzate all'incremento della capacità di rigassificazione nazionale mediante unità galleggianti di stoccaggio e rigassificazione tra i progetti che concorrono al raggiungimento degli obiettivi fissati dal Piano nazionale integrato per l'energia e il clima considerati di pubblica utilità, indifferibili, urgenti, ai sensi dell'articolo 7-bis, comma 2-bis, del decreto legislativo n. 152 del 2006. In relazione a tali progetti, ai fini della valutazione dell'impatto ambientale statale, il supporto al Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica è fornito dalla Commissione tecnica PNIEC-PNRR.

L'articolo 3-bis è stato introdotto, insieme ai successivi, da 3-ter a 3-octies, nel corso dell'esame in sede referente e, come anticipato, trasfonde nel provvedimento in esame l'articolo 1 del decreto-legge n. 79 del 2023. Tale articolo 3-bis, al comma 1, prevede che, per il terzo trimestre 2023, le agevolazioni riconosciute ai clienti domestici economicamente svantaggiati sulle tariffe per la fornitura di energia elettrica e di gas e le agevolazioni riconosciute ai clienti domestici in gravi condizioni di salute relative alla fornitura di energia elettrica - i cosiddetti bonus sociali - siano rideterminate dall'Autorità di regolazione per energia reti e ambienti (ARERA), nel limite di 110 milioni di euro per l'anno 2023, inclusi gli effetti derivanti dall'estensione della soglia ISEE da 20.000 a 30.000 euro per l'accesso da parte dei nuclei familiari numerosi al bonus sociale per disagio economico. Il comma 2 conferma, sempre per il terzo trimestre 2023, l'azzeramento delle aliquote delle componenti tariffarie relative agli oneri generali di sistema per il settore del gas, mentre il comma 3 provvede alla compensazione degli oneri derivanti dalle misure previste ai commi 1 e 2. Il medesimo articolo 3-bis, al comma 4, proroga la riduzione dell'aliquota IVA al 5 per cento, in deroga all'aliquota del 10 o 22 per cento prevista, a seconda dei casi, dalla normativa vigente, alle somministrazioni di gas metano usato per combustione per usi civili e industriali, contabilizzate nelle fatture emesse per i consumi stimati o effettivi dei mesi di luglio, agosto, settembre 2023. Il comma 5 prevede la riduzione al 5 per cento dell'aliquota IVA anche in relazione alle forniture di servizi di teleriscaldamento, nonché alle somministrazioni di energia termica prodotta con gas metano in esecuzione di un contratto servizio energia. Ricordo, a tale proposito, che il contratto di servizio energia è un contratto che, sulla base di requisiti e prestazioni determinati, disciplina l'erogazione dei beni e servizi necessari alla gestione ottimale e al miglioramento del processo di trasformazione e di utilizzo dell'energia. Il comma 6 reca la quantificazione degli oneri derivanti dai commi 4 e 5 e indica le fonti di copertura finanziaria.

L'articolo 3-ter, sostituendo il comma 8 dell'articolo 24 del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, prevede la definizione, da parte di ARERA, dei prezzi minimi garantiti ovvero integrazione dei ricavi conseguenti alla partecipazione al mercato elettrico per la produzione di energia da impianti in esercizio alla data di entrata in vigore della presente disposizione, alimentati da biogas e biomassa, che beneficiano di incentivi in scadenza entro il 31 dicembre 2027 ovvero che, entro il medesimo termine, rinuncino agli incentivi per aderire al nuovo regime.

L'articolo 3-quater integra l'articolo 1 del decreto legislativo 11 febbraio 2010, n. 22, in materia di ricerca e coltivazione delle risorse geotermiche. La disposizione riguarda, in particolare, la realizzazione di impianti pilota per la produzione di energia elettrica e calore, con reiniezione del fluido geotermico utilizzato nelle stesse formazioni di provenienza. Con la modifica introdotta dal comma 1 dell'articolo 3-quater del testo in esame, i soggetti titolari di permessi di ricerca finalizzati alla realizzazione di detti impianti, trascorsi 5 anni dall'inizio dei lavori e tenuto conto dei risultati sperimentali in termini di ore annue di funzionamento e nell'ambito della successiva richiesta di concessione, possono presentare istanze di potenziamento, con una variazione del programma dei lavori. In tal caso, si prevede non si applichi il limite di 5 megawatt di potenza nominale installata, né il limite di 40 annui di energia immessa nel sistema elettrico, previsti dalla normativa vigente per detti impianti.

L'articolo 3-quinquies modifica il regime autorizzatorio applicabile agli impianti di produzione di biometano previsto dall'articolo 8-bis del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28. In particolare, si prevede che siano sottoposti a procedura abilitativa semplificata gli interventi di parziale o completa riconversione della produzione di biometano, di impianti di produzione di energia elettrica alimentati a biogas, gas di discarica o gas residuati dai processi di depurazione. Sono, inoltre, indicate le condizioni al sussistere delle quali gli interventi su impianti per la produzione di biometano già in esercizio possono essere sottoposti a procedura abilitativa semplificata, anziché ad autorizzazione unica. Si estendono, infine, ai gasoli paraffinici ottenuti da sintesi o idrotrattamento, utilizzati in sostituzione del gasolio, le agevolazioni previste a favore del gasolio commerciale dal testo unico sulle imposte, sulla produzione e sui consumi. L'articolo 3-sexies introduce alcune disposizioni volte a semplificare l'iter autorizzativo per la realizzazione delle infrastrutture strategiche in ambito energetico.

In particolare, secondo quanto previsto dal comma 1, per il perseguimento di finalità di sicurezza degli approvvigionamenti energetici nazionali, costituiscono infrastrutture strategiche le infrastrutture lineari energetiche individuate come appartenenti alla rete nazionale dei gasdotti, nonché gli oleodotti facenti parte della rete nazionale di trasporto, la cui realizzazione ovvero il cui efficientamento siano volti ad assicurare l'approvvigionamento e il trasporto lungo la direttrice nazionale Sud-Nord, ovvero lungo i corridoi infrastrutturali energetici europei. Tali infrastrutture strategiche sono dichiarate di pubblica utilità, urgenti e indifferibili, ai sensi delle normative vigenti. Pertanto, come disposto dal medesimo comma 1, le amministrazioni a qualunque titolo interessate nelle procedure autorizzative per la realizzazione ovvero per l'efficientamento delle sopradescritte infrastrutture strategiche attribuiscono ad esse priorità e urgenza nel quadro degli adempimenti e delle valutazioni di propria competenza.

Inoltre, secondo quanto previsto dal comma 2, per la realizzazione ovvero per l'efficientamento di tali infrastrutture strategiche, le proroghe, per casi di forza maggiore o per altre giustificate ragioni, dei termini previsti dal testo unico per gli espropri possono essere disposte anche d'ufficio prima della scadenza del termine per l'emanazione del decreto di esproprio e per un periodo di tempo complessivo non superiore a 8 anni.

Il comma 3 dell'articolo 3-sexies, da ultimo, apporta alcune modifiche al citato testo unico degli espropri, prevedendo, tra l'altro, che l'autorità espropriante, nei casi in cui l'avvio dei lavori rivesta carattere di urgenza, ovvero qualora sussistano particolari ragioni di natura tecnica ovvero operativa, possa, in tutto o in parte, delegare al soggetto proponente l'esercizio dei poteri espropriativi, determinando con chiarezza l'ambito della delega nell'atto di affidamento, i cui estremi devono essere specificati in ogni atto del procedimento.

L'articolo 3-septies, integrando il disposto dell'articolo 5, comma 1, lettera e), del codice del Terzo settore, di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, nonché dell'articolo 2, comma 1, lettera e), del decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 112, qualifica come attività di interesse generale svolta dagli enti del Terzo settore e dalle imprese sociali la produzione, l'accumulo e la condivisione di energia da fonti rinnovabili ai fini di autoconsumo.

L'articolo 3-octies introduce, nell'articolo 9 del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199, un nuovo comma 6-bis, il quale dispone che per le procedure d'asta indette dal gestore dei servizi energetici per l'assegnazione di incentivi agli impianti eolici, fotovoltaici, idroelettrici e alimentati da gas residuati dai processi di depurazione, a decorrere dall'entrata in vigore della disposizione in esame, i valori delle tariffe di riferimento siano aggiornati in fase di pubblicazione dei singoli bandi, da parte del gestore dei servizi energetici, su base mensile, facendo riferimento all'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività, per tenere conto dell'inflazione media cumulata tra il 1° agosto 2019 e il mese di pubblicazione del bando. All'attuazione di tale disposizione si provvede senza nuovi oneri o maggiori oneri per la finanza pubblica.

Da ultimo, l'articolo 4 dispone che il decreto-legge in esame entri in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, vale a dire il 30 maggio 2023.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, deputato Gilberto Pichetto Fratin, rinuncia ad intervenire.

È iscritta a parlare la deputata Silvana Comaroli. Ne ha facoltà.

SILVANA ANDREINA COMAROLI (LEGA). Grazie, Presidente. La recente crisi energetica, frutto del combinato tra il rimbalzo dell'economia dopo il crollo del 2020 e il conflitto russo-ucraino, ha reso manifesta la vulnerabilità dell'Italia e delle famiglie economicamente svantaggiate alla variazione dei prezzi energetici, al punto che - segnala l'Istat nell'ultima relazione annuale - nel periodo compreso fra il secondo semestre del 2020 e il corrispondente semestre del 2022, quando le quotazioni dell'elettricità e del gas sono balzate, rispettivamente, del 40,3 per cento e del 76,1 per cento, l'Italia è stata uno dei Paesi più colpiti dagli aumenti, soprattutto per l'elettricità, il cui prezzo ha registrato nell'arco di due anni un incremento così ampio, più 72,4 per cento, da diventare il più alto tra le maggiori economie europee.

Come è oramai tristemente risaputo, dall'inizio della crisi energetica, l'effetto più grave degli aumenti ha interessato i ceti produttivi e il mondo imprenditoriale, come hanno denunciato, da mesi, le associazioni di categoria e le imprese in crisi per i continui rincari diventati insostenibili. Si tratta di una situazione grave in tutta Europa, ma che si fa soprattutto sentire in Italia, come emerge da uno studio di Confcommercio che ha fotografato una situazione davvero allarmante. Le imprese del terziario italiano hanno pagato il 70 per cento in più di energia, rispetto alle omologhe francesi, e il 27 in più rispetto a quelle spagnole; una differenza che, unita ai problemi atavici del nostro Paese, come la pressione fiscale e la burocrazia, incide sulla competitività del nostro sistema produttivo.

Dopo le imprese, un'altra delle categorie più colpite è, certamente, quella delle famiglie: si stima che la spesa per la famiglia tipo per l'elettricità, nel periodo compreso fra il 1° ottobre 2022 e il 30 settembre 2023, sarà di circa 1.150 euro, ovvero il 7,3 per cento rispetto ai dodici mesi equivalenti dell'anno precedente. Il peso degli aumenti è, dunque, ancora notevole.

Alla luce di questo scenario, ben vengano le misure a sostegno delle imprese e delle famiglie contenute in questo decreto. Penso, in particolare, all'azzeramento degli oneri generali di sistema per il settore del gas; all'applicazione di un'aliquota IVA ridotta, pari al 5 per cento, alle forniture di gas metano usato per la combustione, nonché alle forniture di servizio di teleriscaldamento; alla proroga anche per il terzo trimestre 2023 delle agevolazioni relative alle tariffe per la fornitura di energia elettrica e gas riconosciute a oltre 6 milioni di italiani economicamente svantaggiati e in gravi condizioni di salute. Al riguardo, l'Istat ha certificato che l'importo di questi bonus sociali si è attestato, nel 2022, a 992 euro per singola famiglia beneficiaria e che i nuclei ancora in povertà energetica, dopo aver ricevuto l'agevolazione, hanno avuto una riduzione, passando dal 27,1 al 25,1 per cento.

Considerate le risorse stanziate per questo decreto, pari a circa 800 milioni di euro, nel 2023, considerando tutte le misure approvate fino ad oggi, il Governo ha stanziato per il pacchetto energia oltre 30 miliardi, un livello corrispondente all'1,3 per cento del PIL e, su questo, permettetemi di fare una brevissima digressione.

In campagna elettorale, la Lega è stato l'unico partito ad invocare uno scostamento di bilancio di 30 miliardi per aiutare gli italiani a lavorare, a tenere aperte fabbriche e negozi, a pagare le bollette, e ci fa piacere che ora tutti possano riconoscere, seppure un po' in ritardo, che la cifra che rivendicavamo in campagna elettorale non era la solita promessa per strappare qualche voto in più, ma si basava sulle reali esigenze del Paese.

Come dicevo, ben vengano tutte queste misure, ma purtroppo rimane un problema di fondo: l'Italia, pur essendo tra i Paesi che ha stanziato più risorse per contrastare il caro energia si è trovata ad avere le bollette più care e possiamo fare quanti decreti Energia vogliamo, il quater, il quinquies, il sexies, ma se il problema non verrà risolto all'origine si tratterà sempre di misure utili per far fronte all'emergenza, ma assolutamente inadeguate per risolvere il vero problema del nostro Paese che, soprattutto nell'ultimo decennio, sconta l'errore di non aver diversificato maggiormente le fonti di energia e i nostri fornitori. Infatti, al di là dei fantasiosi racconti che certa politica ha fatto circa i vari rapporti fra la Lega e Putin, è bene ricordare che, mentre Enrico Letta era a Palazzo Chigi e guidava il Governo italiano, in appena 12 mesi, l'Italia ha quasi raddoppiato la sua dipendenza dal gas russo, che passò dal 25 per cento del 2013 al 45,3 per cento del 2014, appunto, con il Governo Letta, arrivando a 28 miliardi di metri cubi di gas su 62 miliardi totali. E ricordiamoci che fu lo stesso Letta, a novembre 2013, a siglare, in presenza dello stesso Putin, ben 28 intese commerciali, con la partecipazione di amplissime delegazioni ministeriali. Inutile dire che la parte del leone di quel mega accordo riguardò esattamente il settore energetico, consegnando così il nostro Paese a una devastante dipendenza energetica da Mosca.

Per contrastare tale dipendenza, il Governo ha fatto e sta facendo tanto; in questo decreto abbiamo prorogato i termini per la presentazione di istanze di autorizzazione alla realizzazione di unità galleggianti di stoccaggio e rigassificazione. Si tratta di una norma che, è bene ricordarlo, si innesta sulla scia di quanto già fatto per i rigassificatori di Ravenna e Piombino, due strutture fondamentali che stiamo costruendo per garantire al nostro Paese di superare i prossimi inverni.

Il rigassificatore di Ravenna, che sarà operativo entro l'autunno 2024, permetterà all'Italia di avere 5 miliardi di metri cubi di gas in più disponibili ogni anno, ovvero circa l'8 per cento del fabbisogno nazionale. Sempre per favorire una maggiore indipendenza energetica, in questo decreto, grazie a un emendamento della Lega, tutte le infrastrutture lineari energetiche, come i gasdotti e gli oleodotti, saranno automaticamente considerati infrastrutture strategiche del nostro Paese e, pertanto, dichiarate di pubblica utilità, nonché urgenti e indifferibili. In tal senso, le amministrazioni della pubblica amministrazione interessate dalle procedure autorizzative per la realizzazione di tali opere dovranno attribuire alle stesse priorità e urgenza nel quadro degli adempimenti e delle valutazioni di propria competenza. Ma fin dal suo insediamento questo Governo ha adottato numerose misure rivolte al contrasto della dipendenza energetica. Ricordo, in tal senso, la norma che permetterà agli operatori di muoversi oltre le 9 miglia marine e dentro le 12 che segnano le acque territoriali per giacimenti con un potenziale sopra i 500 milioni di metri cubi. Grazie a queste misure si dovrebbero estrarre tra 1,5 e 2 miliardi di metri cubi di gas all'anno, che dovrebbero coprire buona parte del fabbisogno delle aziende gasivore facenti parte principalmente della filiera del vetro, della ceramica, dell'acciaio e della carta, al fine di salvaguardare la produzione nazionale e mantenere i livelli attuali di occupazione. Il contributo di 1,5 miliardi di metri cubi all'anno di gas in più può non sembrare molto rispetto ai circa 70 miliardi consumati in un anno in Italia, ma con una produzione nazionale che per il 2022 è arrivata a circa 3 miliardi di metri cubi la nuova produzione rappresenterebbe un 50 per cento in più dopo 20 anni di crescita negativa. Ovviamente, anche le rinnovabili rappresentano un passaggio fondamentale per arrivare all'indipendenza, anche se bisogna ancora accelerare e semplificare. Lungo l'iter autorizzativo della pubblica amministrazione, infatti, stazionano ad oggi 780 progetti di fotovoltaico di grande taglia, ovvero impianti superiori ai 10 megawatt, che nel complesso possono valere 32,8 gigawatt di potenza. Ma soprattutto questo Paese deve interrogarsi seriamente sul tema del nucleare di ultima generazione. L'Italia è l'unica nel G8 senza energia nucleare e nell'Unione europea sono funzionanti 128 centrali sicure e pulite, di cui 58 sono in Francia. È importante ricordare che il nucleare è stato finalmente inserito nella tassonomia dell'Unione europea degli investimenti sostenibili. In altre parole, il nucleare di ultima generazione è una fonte energetica utile alla transizione ecologica dell'Unione europea e può avere, a determinate condizioni, l'etichetta dell'Unione europea per gli investimenti verdi. Abbiamo detto “no” al nucleare e poi il Veneto ha le centrali nucleari a 200 chilometri. La Francia le ha, la Germania idem, anche se viene presentata come la patria delle rinnovabili. Non possiamo dipendere dalla Russia, né da qualunque altro Paese. Il nucleare di ultima generazione è fondamentale a lungo termine perché, se vogliamo veramente decarbonizzare, è una fonte che ci permette di produrre energia in modo continuo e non altalenante, come fanno invece fotovoltaico ed eolico. Per questo valutiamo estremamente positiva la lettera d'intenti siglata a marzo di quest'anno tra Ansaldo Energia e Ansaldo Nucleare assieme a EdF, primo produttore mondiale di elettricità dall'atomo, il cui scopo è valorizzare nell'immediato le competenze della filiera nucleare italiana, di cui Ansaldo Nucleare è capofila, e al contempo avviare una riflessione sul possibile ruolo del nuovo nucleare nella transizione energetica in Italia.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Presidente, onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, Ministro, relatrice, siamo di fronte all'ennesimo decreto-legge del Governo Meloni, ormai abbiamo perso il conto, siamo a oltre 30 in 8 mesi e mezzo. E anche su questo provvedimento non penso di sorprendere nessuno se ipotizzo che sarà posta per l'ennesima volta la questione di fiducia. Un altro record, poco invidiabile, record di decreti, record di fiducie. E pensare che questo Governo doveva essere il primo Governo politico dopo tanti anni, il primo che avrebbe dovuto garantire una maggioranza certa e forte in ambedue le Camere. Purtroppo, le Camere stanno vivendo una situazione senza precedenti. Non nasce in questa legislatura, ma mai come in questa legislatura si era ricorso alla decretazione d'urgenza, alla fiducia, agli emendamenti che stravolgono i decreti, andando in una direzione totalmente opposta al monito del Presidente della Repubblica, Mattarella. Non è certo questo un segno di buona salute di questa maggioranza che meno di un anno fa ha vinto le elezioni e raccolto la maggioranza dei parlamentari, ma, non dimentichiamolo, non rappresenta la maggioranza degli elettori del Paese, tra l'altro neanche la maggioranza degli elettori, perché tantissimi non sono andati a votare.

Non sono solo i decreti che si moltiplicano, se stiamo al fenomeno dell'assorbimento, con una facilità inaudita. Il Parlamento sta diventando un vero e proprio passacarte dell'Esecutivo, una buca delle lettere, dove il Governo trasmette testi da convertire. Lo fa a ripetizione, lo abbiamo visto con il decreto Lavoro, il primo decreto Lavoro, il decreto Enti, il secondo decreto Lavoro sulla pubblica amministrazione. Veramente è una sequela senza fine. Nel frattempo cosa succede nel Paese? L'inflazione cresce, la crescita rallenta, è un momento in cui tanti, tantissimi, famiglie e imprese fanno sempre più fatica. E invece di cercare di ascoltare questo sentimento del Paese, il Governo sembra fare di tutto per frapporre nuovi ostacoli e levare di mezzo quei pochi interventi pubblici a sostegno dei più fragili che già assistevamo. Nel titolo del decreto di oggi affrontavamo il tema del Piano nazionale di ripresa e resilienza, una grande opportunità, un'opportunità straordinaria, lo abbiamo sempre detto, l'abbiamo difesa, 200 miliardi per le grandi transizioni che attendono il Paese. Però, noi non stiamo capendo, parlando di come questo Piano di ripresa e resilienza sarà portato avanti: progetti in stallo, due rate da circa 35 miliardi complessivi bloccate chissà dove, obiettivi mancati, il Ministro che affronta questo tema nei convegni, ma si sottrae ai dibattiti parlamentari. E, come se non bastasse, per non farci mancare nulla, le attenzioni del Governo devono essere invece indirizzate ad affrontare gli scandali, uno al giorno: un Sottosegretario indagato per rivelazioni di segreto d'ufficio e una Ministra che va in Parlamento e dice delle cose che veramente preoccupano e spaventano e le inchieste continuano a denunciare come possa essere, anche solo considerata, la possibilità che sue società abbiano fatto un uso sconcertante della cassa integrazione COVID, mentre, nello stesso momento, non venivano lesinati per se stessa e per altri compensi milionari. Anche solo questo ci dovrebbe far riflettere, sul fatto cioè che non ci sia un impeto di fronte a questo rischio e a questa possibilità.

Da ultimo, uno scontro con la magistratura che non ha eguali nel recente passato: veline anonime che producono attacchi frontali, senza alcun rispetto per le istituzioni e per la postura di rispetto e correttezza che donne e uomini di Governo dovrebbero sempre garantire. Se arriviamo, poi, al provvedimento in esame oggi, abbiamo a che fare con l'ennesima matrioska di decreti dal contenuto assolutamente irrisorio. Due decreti in sostanza, uno per i rigassificatori e uno per prorogare solo alcune delle misure che hanno accompagnato la crisi energetica dell'ultimo anno. Partendo proprio dal rigassificatore, continuiamo a sostenere, come abbiamo fatto anche con il precedente Governo, che, in un contesto tanto complesso e articolato come quello che è originato dalla crisi che segue l'invasione russa dell'Ucraina, di fronte alla quale è fondamentale che il nostro Paese mantenga sempre l'atteggiamento e il posizionamento di sostegno per la democrazia e per la libertà del popolo ucraino, ricorrere a strumenti straordinari è possibile. E nel momento in cui ci siamo trovati davanti all'esigenza di interrompere una dipendenza eccessiva con un Paese in guerra, siamo stati tutti concordi nell'aumentare le nostre fonti di approvvigionamento, anche attraverso i rigassificatori.

Oggi, però, con la stessa nettezza con cui abbiamo sempre sostenuto e continuiamo a sostenere questa posizione politica di responsabilità, possiamo dire di avere fatto molti progressi su questo fronte ed è necessario porre limiti e condizioni, perché noi dobbiamo sapere che in emergenza non possiamo lasciare da solo il Paese di fronte alle difficoltà, ma non dobbiamo dimenticarci che c'è una grande emergenza che è quella climatica e in queste emergenze il ricorso sfrenato alle fonti fossili non può essere una soluzione permanente e strutturale.

Per questa ragione abbiamo fatto alcune proposte in Commissione ma, purtroppo, le nostre proposte non sono state accolte. In primo luogo, abbiamo chiesto di limitare questo genere di approvvigionamento di gas esclusivamente nei casi in cui sia a rischio la sicurezza energetica nazionale, perché deve continuare a essere inderogabile il nostro impegno nella direzione della decarbonizzazione del sistema energetico nazionale a favore di un aumento dell'energia prodotta da fonti rinnovabili.

In secondo luogo, abbiamo chiesto di raddoppiare le misure compensative destinate alle comunità locali, perché se è vero che l'autosufficienza energetica del Paese è fondamentale per tutti, è altrettanto vero che c'è chi sta pagando un prezzo più alto per garantire un beneficio comune. Perciò, abbiamo proposto di aumentare le compensazioni, raddoppiandole dall'1 al 2 per cento del valore complessivo dell'opera. Sarebbero risorse di grande utilità per la tutela dell'ambiente e per garantire la crescita sostenibile dei territori interessati. Oggi queste misure riguarderebbero gli enti dell'Emilia e della Toscana, due regioni che dobbiamo tutte e tutti ringraziare per la scelta, forte e netta, di sostegno all'intero sistema Paese che hanno scelto di mettere in campo e che hanno scelto di affrontare. Però, in questo momento i rigassificatori saranno presenti lì, ma in futuro questi benefici - questa richiesta che noi facciamo - potranno essere allargati a tutti i comuni coinvolti dalla presenza di nuove infrastrutture energetiche. Non lasciamo sole le nostre comunità locali che affrontano per tutti noi questo tipo di interventi. Un'attenzione particolare volevamo dedicarla anche a Piombino, istituendo un Fondo da 800 milioni di euro per il suo rilancio. Anche su questa proposta non c'è stato verso.

Sul versante delle misure per contenere le bollette, invece, ci ritroviamo davanti a un decreto monco, che dimentica una buona parte degli interventi che sono stati più utili al Paese. Per esempio, vi siete dimenticati dei crediti di imposta energetica e di azzerare gli oneri generali di sistema per il settore elettrico, analogamente a quanto fatto per il gas, come se quelli non fossero costi da sostenere per le imprese, al pari di quelli per le bollette elettriche. Occorre, infatti, ricordare che, nonostante le materie siano avviate verso un percorso di progressiva normalizzazione, i prezzi delle forniture al dettaglio restano ancora su livelli eccezionalmente alti rispetto a quelli pre-crisi. La spesa energetica delle imprese del solo terziario, come ha ricordato la Confcommercio in queste settimane, si attesterà, nel 2023, intorno a 38 miliardi di euro, in calo rispetto ai 41 miliardi del 2022 ma quasi il triplo rispetto ai 13 miliardi del 2021. Questo significa che la sterilizzazione degli oneri generali di sistema elettrici per imprese e famiglie dovevano essere mantenuti almeno fino alla stabilizzazione dei prezzi, così come avreste dovuto ripristinare i crediti di imposta energetici, proprio in considerazione del divario emerso tra il prezzo dell'energia elettrica nel trimestre di riferimento e i valori registrati nel 2019. Avete rigettato tutti questi emendamenti, così come avete respinto tutte le nostre proposte per promuovere la produzione di energia elettrica rinnovabile. Avevamo proposto, ad esempio, di istituire un Fondo di 50 milioni di euro per incentivare l'autoconsumo delle piccole e medie imprese, attraverso un contributo a fondo perduto per la parziale copertura delle spese per realizzare gli impianti. Al pari, avete negato misure di sostegno agli enti locali, anche loro alle prese con i costi energetici e con il rischio di dover sacrificare l'erogazione di servizi fondamentali per far fronte a tali costi.

Infine, avete dimenticato un passaggio fondamentale, ossia il ruolo straordinario che tutti noi, cittadine e cittadini utenti, possiamo svolgere. Tutti noi, come consumatori di energia elettrica, possiamo avere un ruolo cruciale nel rendere più facile, attraverso una rimodulazione dei nostri consumi, il funzionamento del sistema elettrico, senza attivare centrali che hanno bisogno di combustibili fossili dannosi per il clima, perché oggi il grande tema, che l'Europa e il mondo stanno affrontando, è capire come ridurre il ricorso alle centrali a gas anche rispetto al loro ruolo di scorta quando vento e sole sono temporaneamente insufficienti a servire tutti i consumatori. Ma per fare questo dobbiamo modificare tutti noi le nostre abitudini, i nostri orari di consumo e il nostro modo di vivere, come ci ha ricordato anche questa settimana Michele Governatori con la trasmissione Derrick Energia su Radio Radicale, partendo da un articolo del The Guardian che descrive le sessioni di risparmio attraverso le quali il gestore della rete elettrica inglese paga centinaia di migliaia di consumatori che sono disponibili a limitare i propri consumi nei momenti in cui c'è meno disponibilità di fonti rinnovabili.

I consumatori partecipano attraverso i propri fornitori e spostano nel tempo i consumi, nel caso, naturalmente, in cui ciò sia possibile senza disagi, come, per esempio, per i consumi di elettrodomestici come le lavatrici e le lavastoviglie. Molti di noi già decidono di farlo in autonomia, ma si possono e si devono - in tanti Paesi si fa - incentivare queste scelte, che fanno bene all'intero sistema Paese. È così che le persone possono contribuire agli obiettivi energetici e climatici e diventarne protagonisti diretti, perché la sfida energetica climatica cammina sulle nostre gambe, sulle gambe di tutte e di tutti noi. Non dobbiamo solo sostenere i consumi delle famiglie e delle imprese, ma dobbiamo anche orientarli nella direzione più sostenibile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Insomma, signor Presidente, Ministro, colleghe e colleghi, ci troviamo a commentare ancora una volta provvedimenti a metà, misure scarne quando non dannose, e - lasciatemelo dire da parlamentare di opposizione - su un tema come questo ci dispiace perché per noi viene sempre al primo punto l'interesse della Repubblica, delle persone e del Paese. Qui stiamo parlando non solo di energia ma di famiglie, di imprese e di lavoro. Stiamo parlando di un Paese che è energivoro per eccellenza, perché tutte le attività che noi portiamo avanti hanno bisogno di energia, perché noi non siamo un Paese produttore di materie prime. Noi siamo un Paese che trasforma le materie prime, che le trasporta, che le scalda, che le raffredda, e, quindi, abbiamo bisogno di energia per le nostre imprese.

Sul turismo finalmente stiamo tornando ai numeri pre-pandemici, ma il turismo è l'industria energivora per eccellenza, perché c'è bisogno di energia in tutta le fasi del turismo e dell'accoglienza. Quindi, noi siamo consapevoli di quanto sia strategico questo tema e ci saremmo aspettati e avremmo sperato che ci fossero alcune delle risposte, almeno alle domande che avevamo presentato con i nostri emendamenti di miglioramento. Purtroppo, non le troviamo in questo decreto. Intorno a noi lo scenario è quello di un'inflazione che continua a mordere le caviglie degli italiani e l'assenza di azioni di questo Governo comincia a pesare. Comincia a pesare l'assenza delle azioni e anche la presenza di azioni. Abbiamo visto, per esempio, come si cerchino di correggere determinati errori - l'avevamo denunciato - allorché si è voluta togliere l'unica forma di sostegno che ha consentito a milioni di famiglie di fronteggiare la crisi, cioè il reddito di cittadinanza, per finanziare una mancata promessa, anche se la riduzione delle tasse sul lavoro durerà solo per pochi mesi. Noi sapevamo che tutto questo non sarebbe potuto durare e così è stato. Infatti, si è deciso di provare a intervenire e si è messa una pezza, che, però, è peggiore del buco che si era generato con lo strappo di poche settimane prima. È stata una misura annunciata con grande enfasi: 380 euro una tantum per 5 mesi nel 2023, che significano 2,5 euro al giorno a famiglia per fare la spesa. Se li spalmiamo su un anno, stiamo parlando di un euro al giorno. Questa è la social card.

Non possiamo chiedervi di fermarvi, perché noi possiamo chiedervelo ma non lo farete e, dunque, è anche inutile che ve lo chiediamo. Però, vi chiediamo di abbassare la frequenza dell'enfasi. Non è il momento di annunciare provvedimenti in quel modo, in pompa magna, perché c'è molto poco da essere felici della situazione che sta attraversando il Paese. Sintonizzatevi sul Paese reale, guardate negli occhi i problemi delle persone, ascoltate l'opposizione quando vi suggerisce qualcosa che potrebbe rendere migliore l'azione di Governo e cercate di portare in Parlamento la discussione, perché non possiamo limitarci semplicemente a ratificare decreti. Se farete questo, se vi sintonizzate sul Paese reale e se guarderete negli occhi i problemi delle persone, allora lì ci troverete (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Urzi'. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO URZI' (FDI). Grazie, Presidente. Io non riesco veramente a nascondere l'orgoglio di poter intervenire oggi in Aula su questo provvedimento, perché rappresenta perfettamente lo stile, ma anche il dinamismo del Governo del fare. C'è l'indipendenza energetica al centro di queste misure, ma anche sostegni alle famiglie e alle imprese attraverso il provvedimento Bollette.

Certo, al centro c'è - lo sappiamo - il decreto che, in un certo qual modo, è stato ridenominato Rigassificatore.

Dunque, tutte misure utili a permettere di allacciarsi alla rete di trasporto nazionale, di allacciare queste strutture alla rete di trasporto nazionale e, quindi, a dare un forte sostegno all'azione volta a garantire l'indipendenza energetica del nostro Paese, che è il core business del Governo in carica. I provvedimenti introducono, peraltro, procedimenti assolutamente trasparenti, rigorosi nel metodo, garantendo le valutazioni di impatto ambientale, però con semplificazioni di procedure che assicureranno sostanzialmente il diritto di poter mettere in campo un progetto e realizzarlo, cosa che non è assolutamente stata scontata, nel passaggio. La procedura chiave è certamente assicurare l'entrata in funzione di questi nuovi terminali con le tempistiche necessarie con la necessità di evitare le criticità energetiche per il Paese, questo è il tema fondamentale che talvolta sfugge nel dibattito; viviamo una straordinaria emergenza, ne siamo parzialmente usciti, ma non possiamo considerarci su un terreno sicuro sino a quando l'Italia non avrà completato quel piano a cui stanno lavorando tutti i nostri Ministri e io, qui, devo ringraziare in modo particolare il Ministro Pichetto Fratin, che sta accompagnando questo provvedimento come provvedimento simbolo di questo attivismo del Governo.

I piani di decarbonizzazione del sistema energetico italiano sono fermi, fermissimi nelle volontà del Governo, e su questo c'è stata un'azione di trasparenza assoluta, che evidentemente solo la speculazione politica non permette di vedere. Bisogna, però, garantire, anche all'Italia il diritto alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico - compreso il gas - allo scopo di garantire la sicurezza nazionale e, ovviamente, tutto ciò va conciliato anche con i progetti a medio-lunga scadenza, quindi garantendo anche la possibilità di utilizzo delle strutture che sono già oggi in funzione e di quelle che dovranno essere realizzate in un prossimo futuro per i piani di più ampio respiro.

Io non posso che rilevare, Presidente e signor Ministro, un clima sostanzialmente disteso e forse - posso dirlo - anche pragmatico, a cui ho potuto assistere nelle Commissioni congiunte che hanno affrontato il provvedimento, anche con le opposizioni. Tuttavia, è stato un confronto - e questo ho la necessità di rilevarlo - che ha, ancora una volta, dimostrato una differenza abissale di prospettiva, di visione complessiva del problema fra il Governo del fare e l'opposizione, che - mi permetterete - voglio definire pessimista, negativa, catastrofista e, soprattutto, senza capacità di visione futura.

Questo provvedimento parte da una premessa, che è limpida: l'Europa e l'Italia, con essa, sono in prima linea - lo ribadisco, perché questo è il fulcro del ragionamento - garantire l'indipendenza energetica, dalla Russia in particolare, dopo le ben note vicende, che evidentemente in questa sede non intendo trattare, il che significa diversificare le fonti di approvvigionamento, ma anche e soprattutto - ed è questo il segnale che si sta dando, forte - l'uscita dall'immobilismo decisionale dei Governi precedenti. Italia, insomma, come hub energetico per l'interesse nazionale, ma anche al servizio dell'Europa intera. Questa è una sfida che possiamo considerare strategica fra quelle messe in campo dal Governo; garantire lo spostamento dell'asse dal Nord al Centro e al Sud dell'Europa e garantire che l'Italia possa rivestire, in una proiezione futura, un ruolo strategico al servizio dell'Europa intera, questa è la sfida per mettere il nostro Paese al centro dell'interesse continentale.

Certo, c'è il tema di Piombino, c'è il tema di collegare anche il Sud al Nord c'è il tema delle infrastrutture, sulle quali c'è il dovere di assumere decisioni. L'obiettivo è indubbiamente creare uno spazio di stabilità e prosperità condivisa, anche e soprattutto in questa fase, con i Paesi africani che si affacciano sul Mediterraneo e, quindi, di puntare al Piano Mattei come a un Piano di lunga prospettiva e di stabilità per il nostro continente.

Dunque, noi abbiamo messo in campo chiaramente una visione lucida, che permette di vedere, da una parte, un Paese ottimista che, nonostante le difficoltà oggettive, opera e decide; c'è, invece, un Paese - quello delle opposizioni, lo devo dire - che frena; le dichiarazioni che poco fa ho ascoltato da parte dei colleghi del Partito Democratico, per cui il ragionamento attorno a questo provvedimento di legge si è, infine, concluso nell'appello ai consumatori a rimodulare i loro consumi, facendo quindi approdare l'analisi del problema, ancora una volta, su restrizioni, sul dovere del cittadino di rinunciare, anziché sull'avere coraggio, in una visione di prospettiva capace di essere incisiva nella possibilità di recuperare uno spazio forte in termini di opportunità per il nostro Paese. Ecco, questo appello ai consumatori a ridurre i loro consumi è esattamente l'opposto della nostra visione; agli italiani vanno date garanzie sul loro futuro, sul loro diritto di essere cittadini e con il pieno diritto di poter svolgere il loro ruolo. Certo, tutto questo non è estraneo a una cultura dell'attenzione ambientale, che è parte integrante delle linee guida d'azione del nostro Governo; non a caso è qui presente, oggi, il Ministro Pichetto Fratin, che tutto questo rappresenta.

Presidente, mi si consenta di dire che c'è una visione pseudo-ambientalista per cui l'ambiente, tutto sommato, è un corpo terzo rispetto all'uomo, ed è questa visione che ha condizionato, nel passato, scelte strategiche sbagliate; l'uomo e le sue necessità, invece, sono - e devono essere - considerate una parte del sistema e anche dell'ambiente in cui viviamo; ciò non è in contraddizione, anzi è vero il contrario e io ho potuto verificare come nelle Commissioni si è tentato - e lo si è tentato, anche se marginalmente, in Aula - di mettere in contrapposizione questo progetto, chiaro, interpretato da questo provvedimento che oggi avviamo alla conversione, con il progetto ambientale di rafforzamento delle politiche sul cosiddetto green, sulle fonti energetiche naturali alternative; tutto ciò è frutto esclusivamente di una pregiudiziale; in altre parole, l'Italia non rinuncia alla decarbonizzazione, ma deve anche affrontare, oltre al tema del futuro, il tema del presente. Presidente, i dati che ci sono stati esposti in precedenza dalla collega Comaroli sono estremamente significativi, che non voglio ripetere e appartengono sostanzialmente all'ossatura del ragionamento alla base di questo provvedimento; c'è una profonda situazione di crisi, a cui bisogna rispondere con fatti concreti, oggi e non in un domani lontano. Quindi, la situazione, sicuramente critica, di famiglie e imprese non può essere derubricata a un aspetto secondario. Peraltro, gli interventi compresi in questo provvedimento inseriscono anche i sostegni ai consumi, attraverso il cosiddetto pacchetto bollette, ossia con le agevolazioni ai clienti domestici svantaggiati, l'azzeramento delle aliquote delle componenti tariffarie relative agli oneri generali di sistema per il settore del gas, la riduzione dell'aliquota IVA al 5 per cento alle somministrazioni di gas metano usato per combustione per usi civili e industriali, la riduzione del 5 per cento dell'aliquota IVA anche in relazione alle forniture di servizi di teleriscaldamento.

Anche tutte le altre misure, peraltro elencate in maniera precisa e puntuale dalla relatrice, onorevole Montaruli, sono chiarissime nell'indicare una complessità di visione, per cui c'è bisogno di un intervento immediato di sostegno; dall'altra parte, c'è anche bisogno di una visione strategica che è quella sulla quale si sta lavorando.

Il fatto di concentrarsi sul tema della decarbonizzazione, scorporando il ragionamento da una visione complessiva, ci porta a rischiare di carbonizzare, nel frattempo, solamente il risparmio degli italiani e la vita di troppi italiani e di troppe imprese, facendo perdere di vista, invece, gli obiettivi di media prospettiva, a livello di tempistica, che sono esigenze inderogabili nell'immediatezza.

Presidente, posso solo dire che, certamente, con questo provvedimento, il Governo non solo ha imboccato, ma prosegue sulla strada giusta. Con Giorgia Meloni, anche con riferimento agli impegni di Fratelli d'Italia e dell'intera maggioranza di governo, si guarda all'affrancamento dalla Russia, dal punto di vista dell'approvvigionamento energetico e del gas, a un mercato più ampio, alla diversificazione, alle fonti alternative come una prospettiva di medio-lunga scadenza su cui investire e su cui il Governo ha investito.

Si cambia pagina rispetto ai Governi, a guida Partito Democratico e 5 Stelle, che ci hanno condannato nel recente passato alla vera servitù verso la Russia.

Non possiamo considerarci un Paese libero e indipendente se non rivendichiamo la nostra chiara libertà di approvvigionamento energetico. E la via che abbiamo indicato è proprio questa: la via del riconoscimento della sovranità italiana, che sostanzialmente garantisce il riconoscimento della sovranità dell'intera Europa e l'Italia è in prima fila (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, Presidente. Signor Ministro, colleghi e colleghe, discutiamo oggi di un provvedimento molto importante che ci permette di svolgere una discussione sul nostro Piano energetico, su quello che sarà, diciamo così, il nostro futuro in tale ambito. Concordo: questo è il Governo del fare, del fare male, perché non affronta i problemi che sono sul tappeto e, dal nostro punto di vista, non ha una visione che tenga conto delle complessità delle questioni legate alla gestione del mondo dell'energia.

Concordiamo anche sul fatto che la discussione che si è svolta nelle Commissioni riunite è stata importante e interessante, però, certo, non troppo collaborativa, lo dico al Presidente, rivolgendomi anche ai colleghi della maggioranza che sono intervenuti. Nemmeno uno degli emendamenti presentati dalle opposizioni credo sia stato approvato; quindi, a proposito di collaborazione formale, non vorrei ripetere quello che disse De Gasperi alla conferenza di pace: mi è tutto contrario in quest'Aula tranne la vostra personale cortesia.

Quindi, non vorrei che il modello al quale si siano ispirati i colleghi della maggioranza sia questo, ossia essere cortesi, ma non concedere mai assolutamente nulla. Questa è la fattispecie che si è creata intorno a questo decreto. Pensiamo che sia sbagliato.

Signor Ministro, si dice che è necessario puntare sull'indipendenza energetica del nostro Paese. A nostro avviso, il modo peggiore di pensare l'indipendenza energetica del nostro Paese è continuare a puntare fortemente sui combustibili fossili. È noto che in Italia non esistono giacimenti di gas significativi: non ci sono giacimenti di petrolio, non ci sono giacimenti di carbone, non ci sono nemmeno giacimenti di uranio. Le uniche cose di cui questo Paese è davvero ricco sono il sole e il vento su cui, forse, dovremmo costruire la nostra indipendenza energetica.

Finora quello che è stato fatto, scusate l'eufemismo, è cambiare spacciatore: prima compravamo il gas da Putin, dalla Russia, adesso lo compriamo da tanti Paesi non proprio riconosciuti, diciamo così, come esempi di democrazia dalla comunità internazionale: dal Qatar alla Nigeria. Quindi, la nostra dipendenza - sempre legata a Paesi il cui regime è discutibile non solo dal punto di vista liberale, ma anche della stabilità - continua a essere marcata dal punto di vista energetico. Ciò che servirebbe davvero è una diversificazione delle fonti di approvvigionamento, prima di tutto, ma, soprattutto, delle fonti energetiche che noi utilizziamo. Se continuiamo a utilizzare combustibili fossili, in modo particolare gas, la nostra indipendenza sarà un mero sogno. Non ci sarà. Continueremo a essere dipendenti, schiavi di questi regimi autoritari che continueranno a venderci il gas e, alla prima polemica, quando ci sarà la prima diversità, ce li chiuderanno, come ha fatto Putin.

Noi dobbiamo fare un'altra cosa: produrre la nostra energia, a casa nostra: energia pulita, energia rinnovabile. Vorrei anche dire al collega Urzi', che mi ha preceduto, che stimo e a cui rinnovo la mia stima: collega, non si fa così, non è questo ciò che serve al nostro Paese: l'indipendenza energetica non si costruisce in questo modo. E non lo diciamo noi, che siamo, come dire, gli pseudo ambientalisti ai quali lei ha fatto riferimento, ma Elettricità futura, che è la branca di Confindustria che si occupa di energia rinnovabile, secondo la quale, in tre anni, se si sbloccano le autorizzazioni degli impianti eolici e fotovoltaici, si realizzeranno 60 gigawatt di energia rinnovabile. Questa, sì, che è indipendenza energetica, oltre ad essere energia pulita; e non ci sarà in alcun modo, da parte dei Paesi autoritari, la possibilità di chiuderci il rubinetto, perché produrremo questa energia a casa nostra. Questa è la strategia sulla quale dobbiamo puntare.

Per autorizzare un gassificatore, signor Ministro, ci mettete 6 mesi; la media per approvare un impianto eolico e fotovoltaico in questo Paese è 6 anni e non c'è un commissario nominato. Perché non iniziate a nominare commissari per quanto riguarda l'autorizzazione degli impianti fotovoltaici ed eolici, quelli off shore, per esempio? Perché non snellite queste procedure? Perché non permettete agli imprenditori di investire in questo settore? Vi sono miliardi a disposizione: lo hanno detto i rappresentanti di Elettricità futura. Ci sono imprenditori pronti a investire miliardi in questo settore e voi glielo impedite, continuando a mantenere una dipendenza energetica del nostro Paese ingiustificabile. Per non parlare del fatto che questa vostra strategia non ci permetterà in alcun modo di raggiungere gli obiettivi della neutralità carbonica entro il 2050.

Questo non è un obiettivo degli pseudo ambientalisti; a parte che mi pare che la maggioranza del Parlamento europeo abbia ribadito proprio in questi giorni la volontà di perseguire questa strada, ma i cambiamenti climatici, colleghi e colleghe, non è un'invenzione di qualcuno che su questo tema ci vuole giocare, non è un'invenzione nemmeno degli ultra-ambientalisti, come si dice. È un dato di fatto, riconosciuto da tutta la comunità internazionale, dagli scienziati di tutto il mondo. C'è necessità che lo ribadiamo noi? Sì, c'è necessità che lo ribadiamo e lo ribadiremo.

Fino a qualche tempo fa, colleghi e colleghe, per vedere i cambiamenti climatici era necessario accendere la televisione: si vedevano alluvioni, disastri dall'altra parte del mondo.

Adesso non è più così, Ministro. È sufficiente aprire la finestra di casa propria per vedere i disastri causati dai cambiamenti climatici. Li abbiamo visti in questi mesi e in questi anni. Nell'ultimo anno, in Italia, ci sono stati più di 100 morti dovuti a catastrofi climatiche, dalla Marmolada, all'alluvione recente nelle Marche, a Ischia. Non potete non fare niente! Per fare qualcosa contro i cambiamenti climatici, prima di tutto, bisogna cambiare il nostro sistema energetico! Prima di tutto! Il fatto di trasformare il nostro Paese in un hub del gas è un atto irresponsabile, nei confronti non delle future generazioni, ma di questa generazione, di questo Paese, perché lo costringe ad essere ancora vassallo dei produttori di gas e, contemporaneamente, determina il fatto che non centreremo mai gli obiettivi di neutralità carbonica. Questo è il dato! Per questo è un atto sbagliato e irresponsabile.

D'altro canto, in Commissione, ferma restando la cortesia, siete riusciti a bocciare anche tutti gli emendamenti che riguardano le comunità energetiche! Quella è invarianza di finanza!. Servivano semplicemente per permettere alle persone di mettere in campo progetti riguardanti le comunità energetiche, per migliorare la capacità performante delle comunità energetiche. Questo avete fatto, con una chiusura cieca! Il fatto che i cittadini si possano organizzare per produrre la propria energia pulita, determina un vantaggio non solo per l'ambiente e per la lotta ai cambiamenti climatici, ma anche per i singoli cittadini, che, quotidianamente, vedono alleggerire le proprie tasche dai costi altissimi dell'energia.

Nel decreto c'è anche un articolo che ha determinato l'abbassamento dei costi delle bollette dell'energia; non entrerò nel merito, ma certamente è un aspetto positivo. Tuttavia, sarebbe stato più positivo, care colleghe e cari colleghi, se i soldi per finanziare questo abbassamento del costo delle bollette energetiche non fossero stati presi dal Fondo bonus sociale. Stiamo facendo la guerra tra poveri! Togliamo i soldi ai poveri, per darli ad altri. Quei soldi dovevano venire fuori dagli extraprofitti, che sono stati incamerati dalle grandi compagnie dell'energia, dalle multinazionali dell'energia, in quest'ultimo anno e mezzo, causando un introito enorme a queste società. Soltanto ENI ha avuto più di 10 miliardi di extraprofitti: solo ENI! Forse, ci sono più di 50-60 miliardi di euro sottratti dalle tasche degli italiani in modo illegittimo! Sono stati rubati, questi soldi agli italiani e alle italiane e sono stati regalati ai potenti delle multinazionali dell'energia. E voi non fate nulla per recuperarli! È lì che dovevamo prendere i soldi per abbassare il costo delle bollette!

Il Governo Draghi aveva fatto un provvedimento per tassare, anche se pur molto parzialmente, questi extraprofitti: bravi voi, che li avete tolti! Bravi voi, che avete tolto anche questo recupero parziale degli extraprofitti delle grandi multinazionali! E guardate che gli extraprofitti, come dicono i più grandi economisti in questo momento, sono il principale motivo dell'inflazione galoppante presente oggi nel nostro Paese. Ed è lì che dovremmo lavorare. È lì che dovremmo cercare di recuperare e di creare un minimo di giustizia, facendo recuperare ai cittadini e alle cittadine i soldi del maltolto.

Qualche giorno fa, la Presidente Meloni ha usato un'espressione: bisogna inseguire i mascalzoni del globo terracqueo. Inseguiamo chi ruba i soldi agli italiani tutti i giorni! Inseguiamo in tutto il globo terracqueo i rappresentanti delle grandi multinazionali che hanno rubato miliardi ai cittadini italiani! Non facciamo finta di niente! Non facciamo la politica dello struzzo!

Ridurre i consumi. Certo, bisogna ridurre i consumi, cominciando a evitare di continuare a sprecare le nostre risorse energetiche. Signor Ministro, soltanto per quanto riguarda il gas, credo che la nostra rete, gestita da ENI, perda dai 3 ai 4 miliardi di metri cubi l'anno, una cosa significativa che equivale al potenziale dei nostri pozzi di gas. Soltanto questo per dire dove sono gli sprechi.

Bisogna efficientare i nostri edifici, cominciando da quelli pubblici, per continuare con quelli privati, affinché non siano un colabrodo. Infatti, teoricamente possiamo produrre anche energia pulita, ma se poi versiamo questa energia dentro un colabrodo, questo colabrodo perderà. Per questo bisogna efficientare. Per questo bisogna ridurre i consumi. Non raccontiamo la favola che vogliamo tornare tutti quanti al camino acceso dentro casa e al lume di candela: non ci crede più nessuno!

Quello che vogliamo è innovazione. Quello che vogliamo è modernità. Puntiamo alla vera libertà energetica di questo Paese. Puntiamo alla sovranità energetica degli italiani e delle italiane, facendo in modo che si producano da soli la propria energia, facendo in modo che ci sia la possibilità di investire nelle energie rinnovabili.

Avete puntato sui rigassificatori dicendo tante cose, le ricordo: siccome c'era l'emergenza, era necessario fare un rigassificatore a Piombino. Ministro, quel rigassificatore non è servito a nulla, perché ancora non funziona. Sta funzionando da poche ore, diciamo così, ma ancora non entra a regime. Ma la crisi energetica che ha determinato l'acquisto, così frettoloso e molto, molto costoso, di quella nave, non è servito a risolvere la crisi energetica che c'è stata 6 mesi fa, così come dicevo 7-8 mesi fa, così come dicevano gli ambientalisti. Non serviva! Non era quella la strada, tant'è vero che la carenza di gas non c'è mai stata, tant'è vero che i prezzi si sono oggettivamente abbassati.

Peraltro, vorrei ricordare al Ministro che, se si abbassano i prezzi del costo del gas al mercato di Amsterdam, sarebbe il caso che si abbassassero pure i costi delle bollette, perché, quando crescevano quei prezzi, le bollette aumentavano. Adesso, che si abbassano i costi sul mercato di Amsterdam, le bollette rimangono alte. C'è qualcosa che non funziona. E chi deve controllare e garantire ai cittadini la giustizia energetica, in questo caso, è il Governo, e il Governo non lo fa. Quindi, Governo del fare, ma del fare male, del fare molto male.

Dovete cambiare strategia. Dovete, in qualche modo, vedere le cose come stanno. Dovete confrontarvi con la realtà, con il fatto che la lotta contro i cambiamenti climatici è fondamentale, che abbandonare i combustibili fossili è una questione fondamentale, che puntare alla sovranità energetica nel nostro Paese è importante, e questo si fa soltanto investendo pesantemente e fortemente sulle energie rinnovabili. Abbiamo un'altra visione rispetto a voi, ma la nostra visione è giusta e nell'interesse dei cittadini e delle cittadine.

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e, pertanto, dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche - A.C. 1183-A​)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la relatrice per la I Commissione, onorevole Montaruli.

AUGUSTA MONTARULI , Relatrice per la I Commissione. Nessuna replica, Presidente, solo per ringraziare i colleghi e tutti i commissari, oltre che i presidenti e il Governo.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin.

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Brevemente, Presidente, solo per ringraziare la Camera e i membri delle Commissioni che hanno trattato il tema. Poi prenderò la parola successivamente.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 1183-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).

(Posizione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1183-A​)

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Ne ha facoltà.

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie, Presidente. A nome del Governo, autorizzato dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge n. 1183-A: “Conversione in legge del decreto-legge 29 maggio 2023, n. 57, recante misure urgenti per gli enti territoriali, nonché per garantire la tempestiva attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per il settore energetico”, nel testo approvato dalle Commissioni riunite.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Secondo quanto previsto dal vigente calendario dei lavori dell'Assemblea e tenuto conto delle successive intese intercorse tra i gruppi, a seguito della posizione della questione di fiducia sull'articolo unico del disegno di legge n. 1183-A, nel testo approvato dalle Commissioni, la votazione per appello nominale avrà luogo nella seduta di lunedì 17 luglio, a partire dalle ore 13,30, previe dichiarazioni di voto a partire dalle ore 12.

Dopo tale votazione, i lavori proseguiranno a partire dalle ore 15, con l'esame degli ordini del giorno, le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale, da svolgere entro le ore 22.

Ricordo, altresì, che, come già comunicato ai gruppi per le vie brevi, il termine per la presentazione degli ordini del giorno è fissato alle ore 11,30 di oggi, venerdì 14 luglio.

Estraggo a sorte il nominativo del deputato dal quale avrà inizio la chiama.

(Segue il sorteggio).

La chiama avrà inizio dal deputato Carra'.

Discussione congiunta dei documenti: Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2022 (Doc. VIII, n. 1); Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2023 (Doc. VIII, n. 2) (ore 10,22).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione congiunta dei documenti: Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2022 e Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2023.

Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (Vedi calendario).

(Discussione congiunta - Doc. VIII, n. 1 e Doc. VIII, n. 2)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione congiunta.

Ha facoltà di parlare il Questore, deputato Paolo Trancassini.

PAOLO TRANCASSINI, Questore. Grazie, Presidente. A nome dell'Ufficio di Presidenza, il Collegio dei Questori sottopone all'esame dell'Assemblea il conto consuntivo per l'anno 2022, il bilancio di previsione, unitamente all'allegato bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025.

Come indicato nella relazione scritta, occorre, in primo luogo, evidenziare i positivi risultati che emergono dal conto consuntivo per il 2022, dando atto al Collegio dei Questori e, più in generale, agli organi di direzione politica della scorsa legislatura, dell'impegno dedicato nell'assicurare la solidità e la stabilità del bilancio della Camera. La gestione di competenza dell'anno finanziario 2022 si è, infatti, chiusa con un avanzo di 18,2 milioni di euro. Tale risultato è connesso in ampia parte alla conclusione anticipata della legislatura, considerato che le previsioni di spesa facevano riferimento al numero di 630 deputati per tutti i 12 mesi. Merita, al tempo stesso, segnalare che altre voci di spesa hanno registrato rilevanti economie; in particolare, le economie relative alle spese per acquisto di beni e servizi sono complessivamente risultate pari a 5,5 milioni di euro.

In aggiunta ai risultati della gestione di competenza, nell'ambito del conto consuntivo per il 2022 è stata altresì operata la cancellazione dei residui risalenti a esercizi precedenti per i quali non sussistevano più i presupposti per il loro mantenimento in bilancio. L'effetto complessivo dei risultati della gestione 2022 e della cancellazione dei residui provenienti dai bilanci precedenti si è tradotto in un incremento dell'avanzo di amministrazione a fine dell'esercizio, in confronto con quello iniziale, pari a 33,2 milioni di euro.

I risultati finanziari che ci consegna il conto consuntivo per l'esercizio 2022 possono, pertanto, ritenersi decisamente positivi.

Passando a prendere in considerazione il bilancio di previsione per l'anno 2023 e per il triennio 2023-2025, appare opportuno, per poterlo valutare correttamente, individuare in primo luogo gli elementi che ne hanno caratterizzato la predisposizione.

Sotto questo profilo, bisogna tenere conto che, nella quantificazione delle previsioni del bilancio per l'anno 2023, esplicano il loro effetto forti tendenze all'incremento della spesa. Si tratta di aumenti di spesa connessi a fenomeni di carattere generale che interessano tutto il Paese, come è il caso, in modo evidente, dell'inflazione, che ha comportato inevitabilmente il notevole incremento dei prezzi di molti beni e servizi necessari per il funzionamento della Camera. Fenomeno di carattere generale con riflessi significativi sul bilancio della Camera è anche l'andamento della spesa pensionistica. L'aumento di altre voci di spesa è, invece, riconducibile a specifiche decisioni, come la nuova disciplina sui collaboratori dei deputati, volta ad assicurare la piena regolarità dei loro rapporti di lavoro.

In senso opposto, il bilancio per il 2023 registra la riduzione della spesa per le spettanze dei deputati, dovuta alla diminuzione del loro numero a decorrere dall'inizio della nuova legislatura.

In questo contesto, il bilancio che l'Assemblea si accinge a esaminare è stato costruito sulla base del presupposto di mantenere l'ammontare della dotazione invariato per l'intero triennio 2023-2025, come deliberato dall'Ufficio di Presidenza. La dotazione rimane fissata in 943,16 milioni di euro per ciascuno degli anni del triennio. Si tratta dell'importo stabilito nel 2013, per effetto di una riduzione di circa 50 milioni di euro rispetto all'anno precedente e mantenuto stabile per tutti gli esercizi successivi. Occorre riconoscere con franchezza che le spinte all'incremento della spesa sopra evidenziate, in assenza dei minori oneri dovuti alla riduzione del numero dei deputati e di un'attenta gestione finanziaria e amministrativa, non avrebbe reso possibile mantenere la dotazione invariata.

Insieme al dato sulla dotazione, il secondo elemento che merita di essere evidenziato è la diminuzione, nel 2023 rispetto all'anno precedente, del totale della spesa, costituito dalle spese correnti di funzionamento, dalle spese in conto capitale e dalle spese previdenziali. La spesa totale per il 2023 risulta pari a 970,8 milioni di euro. Dal confronto con il dato dell'anno precedente, anche considerato al netto della spesa una tantum per l'acquisto di immobili, si evidenzia una diminuzione di 2,8 milioni di euro. Ancora più evidente è la contrazione della spesa di funzionamento rispetto al 2022, pari a 32,4 milioni di euro.

Proprio alla luce del contesto che, sia pur sinteticamente, si è cercato di delineare, il mantenimento della dotazione al livello del 2013 e la diminuzione della spesa totale per il 2023 sono due aspetti, tra loro correlati, che risultano particolarmente significativi.

Nei due anni successivi del triennio si registra un andamento crescente, ma in misura moderata e gestibile, della spesa totale e, per altro verso, prosegue la tendenza alla diminuzione della spesa di funzionamento.

Nel complesso, anche in prospettiva triennale, trovano conferma le condizioni di stabilità del bilancio della Camera, attestate dall'entità dell'avanzo di amministrazione che, al termine del triennio, è stimato in 291,8 milioni di euro. Riguardo a quest'ultimo aspetto occorre, peraltro, osservare che il mantenimento di un avanzo di amministrazione di adeguata consistenza appare indispensabile in relazione all'esigenza di garantire l'autonomia finanziaria della Camera nella programmazione delle proprie attività, anche di carattere straordinario, oltre che per la copertura di eventuali spese non prevedibili.

Venendo all'analisi delle principali voci di spesa, ci si limiterà a porre in risalto alcuni aspetti più significativi, mentre, per un esame più dettagliato e completo, si rinvia alla relazione illustrativa che correda il progetto di bilancio.

Come già sopra indicato, l'effetto prevalente di riduzione della spesa nel 2023 è dovuto ai minori oneri relativi alle indennità e ai rimborsi per i deputati.

Sulla spesa per il 2025 incidono anche gli effetti di contenimento derivanti dalle misure in tema di indennità parlamentare, rimborso delle spese di soggiorno e rimborso delle spese per l'esercizio del mandato, che l'Ufficio di Presidenza, su proposta del Collegio dei Questori, ha prorogato per il 2025. In mancanza della proroga di tale misura, la spesa per i deputati nell'esercizio 2025 avrebbe registrato un aumento di 29,4 milioni di euro.

Insieme alla minore spesa per i deputati, merita di essere sottolineata anche la diminuzione della spesa per il personale dipendente, che nel 2023 si riduce, rispetto al 2022, di 4,8 milioni di euro. L'andamento decrescente della spesa per il personale dipendente prosegue anche nei due anni successivi, con una riduzione di 1,8 milioni di euro nel 2024 e di 7,1 milioni di euro nel 2025. Se si considera un periodo più ampio e si pone a confronto l'entità della spesa per il personale dipendente prevista per il 2023 con quella per il 2013 (il primo anno della XVII legislatura), emerge una diminuzione di oltre 65 milioni di euro, pari, in termini percentuali, a oltre il 24 per cento.

Anche la spesa per acquisto di beni e servizi fornisce interessanti spunti di osservazione. Nonostante i forti rincari dovuti all'inflazione, infatti, la spesa complessiva relativa all'intera categoria aumenta di 4,2 milioni di euro e tale incremento è dovuto interamente alla maggior spesa per gas ed energia elettrica, pari a 4,6 milioni di euro. Ciò significa, in sostanza, che, al netto dei consumi energetici, la spesa per beni e servizi della Camera rimane stabile e, anzi, si riduce leggermente rispetto al 2022, nonostante la fortissima dinamica dell'inflazione che si è registrata lo scorso anno e che, sia pure a tassi più bassi, ancora perdura. Anche per l'acquisto di beni e servizi è, inoltre, significativo il confronto di più lungo periodo tra le previsioni per il 2023 e quelle del bilancio per il 2013, da cui emerge una diminuzione della spesa di 40,8 milioni di euro, corrispondente a circa il 31 per cento.

Riguardo alla spesa in conto capitale, con particolare riferimento alla spesa per i beni immobili, gli incrementi che si registrano in bilancio dipendono, per un verso, anche in questo caso, dagli effetti dell'inflazione e, per l'altro, dal complesso di interventi straordinari che sono stati posti in essere e che hanno interessato il programma di adeguamento degli impianti di aerazione nelle aule delle Commissioni permanenti e nelle sale di Palazzo Montecitorio e l'adeguamento civile, strutturale e impiantistico - anche con riferimento agli impianti di sicurezza - dell'edificio di Castelnuovo di Porto, acquistato dalla Camera nel 2022.

Un'ultima notazione riguarda la spesa previdenziale, relativa sia ai deputati cessati dal mandato sia ai dipendenti in quiescenza. Si tratta di una voce di spesa in aumento nel corso del triennio. Si può, peraltro, osservare che l'incremento che si registra nei tre anni è in linea con l'evoluzione della spesa pensionistica nazionale, come emerge dal quadro tendenziale esposto nel DEF 2023.

Prima di concludere, appare in questa sede opportuno svolgere alcune considerazioni sull'attività del Collegio dei Questori nei primi mesi della legislatura. Il Collegio si è trovato ad affrontare questioni che erano rimaste aperte alla conclusione della scorsa legislatura, anche per effetto dello scioglimento anticipato delle Camere. Si ricorda, in particolare, che il Collegio dei Questori della scorsa legislatura, in sede di esame in Assemblea degli ordini del giorno riferiti al progetto di bilancio per l'anno 2022, anche quando si è espresso nel senso di accoglierli, ha, in molti casi, rimesso alla valutazione degli organi di direzione politica della successiva legislatura l'istruttoria sull'attuazione.

Nonostante che, per prassi consolidata, nell'esame del primo bilancio della nuova legislatura il Collegio dei Questori non riferisca sull'attuazione degli ordini del giorno accolti nel corso dell'esame del precedente bilancio, in questo caso appare tuttavia opportuno fornire alcune indicazioni almeno su due delle questioni poste dagli ordini del giorno accolti nel corso dell'esame del bilancio per il 2022, che sono state affrontate nella prima fase della legislatura.

Mi riferisco, in particolare, alla facoltà riconosciuta alle deputate di allattare in Aula i figli di età non superiore a un anno e agli indirizzi adottati dal Collegio per promuovere il risparmio energetico, attraverso un complesso di misure coordinate che prevedono sia l'ammodernamento degli impianti sia la razionalizzazione dei criteri di gestione sia, ancora, l'efficientamento energetico degli edifici, fino alla progettazione di un nuovo intervento presso la sede di Castelnuovo di Porto per la realizzazione di un impianto di cogenerazione.

Gli organi di direzione politica sono poi intervenuti sulla delibera adottata dall'Ufficio di Presidenza il 4 ottobre 2022 relativa alla disciplina dei collaboratori dei deputati, allo scopo di rendere tale disciplina più flessibile e rispondente alle esigenze sia dei collaboratori sia dei deputati, nel rispetto delle tutele e delle garanzie introdotte nella scorsa legislatura.

L'attività del Collegio in questa prima fase della nuova legislatura non si è tuttavia limitata ad affrontare questioni che già in passato erano state portate all'attenzione degli organi di direzione politica. Ha assunto anche iniziative in ambiti nuovi o muovendo da una prospettiva diversa rispetto al passato.

Nel complesso dell'attività finora svolta, il Collegio ha seguito come principio di riferimento l'ottimizzazione delle risorse del bilancio della Camera e dell'utilizzo che ne viene fatto, al fine di migliorare il livello dei servizi offerti a supporto dei deputati e dell'istituzione nel suo complesso. In modo sintetico, si potrebbe dire che la nostra costante preoccupazione è stata quella di spendere meglio.

L'impegno dedicato alla razionalizzazione e qualificazione della spesa della Camera trova riscontro negli indirizzi impartiti e nelle deliberazioni assunte dal Collegio in diversi ambiti. Si possono richiamare le misure finalizzate a rendere la dotazione strumentale dei deputati più rispondente alle loro effettive esigenze, rimodulandone le possibilità di utilizzo, senza tuttavia incrementarne l'importo. Ai medesimi obiettivi di maggiore flessibilità ed efficacia si è orientata anche la già richiamata revisione della disciplina dei collaboratori, che è stata effettuata utilizzando le risorse già stanziate. Meritano, altresì, di essere ricordati gli interventi adottati per potenziare e migliorare la qualità della diffusione mediante Internet dei lavori parlamentari delle Commissioni.

Un esempio assai significativo dell'attività svolta dal Collegio per migliorare la qualità dei servizi resi è rappresentato dalla riorganizzazione - sia pure, in questa prima fase, a titolo sperimentale - della ristorazione. Si è trattato un intervento assai complesso e impegnativo che, a parità di spesa, ha permesso di incrementare notevolmente il livello qualitativo dell'offerta, come è dimostrato dall'aumento del numero degli utenti e dei volumi di attività.

Anche alla luce di questi risultati, è ferma intenzione del Collegio proseguire sulla strada intrapresa dedicando il massimo dell'attenzione a utilizzare nel modo più efficace e appropriato le risorse pubbliche a disposizione della Camera.

Alla luce di questo e oltre a questo, signor Presidente, mi permetta di fare alcune considerazioni. Io penso che se presentiamo il bilancio familiare ai nostri congiunti, così come se presentiamo il bilancio dell'azienda ai nostri soci, noi non sottolineiamo principalmente l'aspetto dei tagli e, cioè, non ci vantiamo di aver decisamente risparmiato. Nella nostra famiglia, nelle nostre aziende, quello che noi diciamo e cerchiamo di sottolineare per fare, appunto, un'ottima figura è di aver speso bene, aver speso meglio, aver ottimizzato la spesa e, cioè, di aver fatto con un euro il massimo che si potesse fare o nell'acquisto degli alimenti o nell'acquisto dei vestiti. Ecco, io penso che questa debba essere la nostra stella cometa. Il tema è l'ottimizzazione ma l'ottimizzazione della spesa è una sfida molto complessa, perché noi dobbiamo anche superare una stagione, la stagione nella quale questo palazzo doveva essere decrepito, una stagione nella quale tutti quelli che lavoravano qui dentro facevano parte di una casta immonda, una stagione nella quale il tema principale, come dicevo prima, era solo e soltanto quello dei tagli e non dell'ottimizzazione. È molto più semplice tagliare, è più difficile ottimizzare.

Sinceramente, per cultura personale - lo dico anche dopo aver fatto per tanti anni il sindaco - mi ribello a questa logica così decadente e lo faccio anche perché, più svolgo quest'attività, più mi rendo conto, invece, di quanta percezione di importanza ci sia, nella Nazione, per questo palazzo. Vi invito a vedere, la prima domenica mattina del mese, quando noi facciamo “Montecitorio a porte aperte”, le famiglie che entrano qui dentro. Fanno la fila con gioia, con entusiasmo, con il desiderio di toccare con mano e vivere un palazzo che ha storia, ha importanza e nel quale si celebra la nostra democrazia.

Ci muoviamo in un ambito molto complicato. Basta pensare a ieri. Per avere istituzionalizzato una delibera che c'è dal 2012, senza aumento di spesa - è dal 2012 che i capigruppo possono essere pagati dai propri gruppi, noi l'abbiamo semplicemente istituzionalizzata, senza aggiungere un euro, senza fare alcuna variazione di spesa -, oggi siamo finiti sui giornali. Peccato che non ci sia nessuno che si preoccupi e si domandi se tutte le persone che lavorano qui dentro guadagnino il giusto, se gli uomini delle pulizie abbiano il giusto monte ore, se riescano ad arrivare alla fine del mese. Ecco, io penso che sia nostro compito, non solo e non soltanto leggere i numeri, non solo riferire con una relazione ma alzare il livello della sfida. Questo credo che sia quello che noi dobbiamo fare e questo è quello che noi cercheremo di fare. Fratelli d'Italia presenterà un ordine del giorno per valutare la possibilità di creare una società in house per gestire direttamente una serie di servizi che oggi vengono appaltati, nella convinzione che, così facendo, se ci riusciremo, daremo un miglior servizio, ottimizzeremo la spesa, arriveremo persino ad avere un risparmio di spesa e, soprattutto, cercheremo di dare maggiore dignità a tutti coloro che lavorano all'interno della Camera.

Mi permetta, Presidente - e ho finito - di ringraziare tutti i dipendenti della Camera, tutti coloro che lavorano qui dentro, tutte le persone che assistono i nostri lavori, perché anche qui, nel tempo, ho toccato con mano la professionalità, la dedizione al lavoro e la straordinaria capacità dei nostri funzionari e dirigenti. Li ringrazio anche personalmente, perché ci seguono, mi seguono e mi sopportano rispetto anche a tutte queste volontà di innovare e, insieme a me e insieme a noi, sono sempre pronti ad accettare una sfida molto complicata, molto complessa, visto il clima nel quale lavoriamo, che è appunto quella dell'ottimizzazione della spesa.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Angelo Rossi. Ne ha facoltà.

ANGELO ROSSI (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, desidero innanzitutto esprimere, a nome del gruppo Fratelli d'Italia, un sentito apprezzamento per il lavoro svolto, già in questi primi mesi della legislatura, dal Presidente della Camera, dal Collegio dei Questori e dall'Ufficio di Presidenza, a cui va ascritto il merito di avere individuato le misure più adeguate a consentire il migliore utilizzo delle risorse pubbliche a disposizione della Camera, con l'obiettivo finale di assicurare il buon funzionamento dell'istituzione nel suo complesso.

L'esigenza di riflettere sulla politica amministrativa interna della Camera nasce dalle caratteristiche proprie che i documenti di bilancio oggi in discussione sono destinati ad assumere. Essi, infatti, vanno a svolgere una funzione programmatica per quel che riguarda i criteri di gestione delle risorse e i relativi indirizzi attuativi.

Il conto consuntivo relativo all'esercizio 2022 e il progetto di bilancio di previsione della Camera dei deputati per l'anno 2023, unitamente all'allegato bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025, assumono una valenza che va al di là del mero dato contabile.

Non a caso, l'attuale gestione amministrativa della Camera è chiamata a un cambiamento nella direzione di una riqualificazione della spesa pubblica che tenga conto della quantità e qualità dei servizi, delle prestazioni e delle funzionalità. Da qui l'opportunità di assicurare nel tempo le migliori condizioni per svolgere il mandato parlamentare in prospettiva pluriennale. D'altronde la programmazione della spesa pubblica costituisce ormai il normale modello dell'azione amministrativa e caratterizza anche il bilancio interno della Camera, sia pure con le particolarità proprie del corpo politico.

Il Questore Trancassini, nella sua chiara relazione, ha illustrato gli aspetti di maggiore interesse dei documenti in esame, che indicano l'ammontare dei fondi a disposizione della Camera e le modalità con cui verranno spesi negli anni successivi. Aggiungerò, quindi, solo alcune brevi riflessioni con riferimento al contenuto dei documenti presentati.

I dati esposti dimostrano, infatti, che siamo di fronte a un lavoro significativo che, a parità di oneri, mira a rendere più efficiente l'attività amministrativa della Camera, facendo migliore uso delle risorse a disposizione.

Questo lavoro ha comportato l'individuazione dei reali bisogni della Camera, così da poter programmare interventi virtuosi di contenimento e trasparenza della spesa. Opera non facile da realizzare, soprattutto alla luce dei maggiori oneri derivanti dall'inflazione e dall'aumento dei costi per beni e servizi. Questa delicata e complessa attività di controllo e razionalizzazione della spesa pubblica ha portato a risultati che risultano evidenti sin dai primi interventi rendicontati.

Mi riferisco, in particolare, alla cancellazione dei residui attivi e passivi rinvenienti dalla gestione del precedente anno finanziario, per i quali non sussistevano più i presupposti per il loro mantenimento in bilancio, che ha determinato un immediato incremento dell'avanzo di amministrazione finale 2022, già significativo per effetto della conclusione anticipata della legislatura, peraltro riferita al numero di 630 deputati per tutti i 12 mesi.

Il risultato complessivo sulla gestione 2022 è l'incremento di avanzo di amministrazione, a fine esercizio 2022, di ben 33,2 milioni di euro. Il dato è quindi ampiamente positivo. Ai predetti già significativi dati relativi alla gestione di competenza 2022 devono aggiungersi le previsioni contenute nel bilancio di previsione per l'anno 2023, così come quelle per il triennio 2023-2025, che sono state programmate con le finalità di proseguire il percorso di consolidamento dell'attività amministrativa della Camera e delle sue professionalità.

In particolare, quanto alle previsioni del bilancio per l'anno 2023, si è tenuto conto, da un lato, dell'aumento di alcune voci di spesa, come l'andamento della spesa pensionistica, dall'altro, della riduzione di altre voci di spesa, come, ad esempio, i minori oneri relativi alle indennità e ai rimborsi per i deputati in conseguenza della riduzione del loro numero a decorrere dall'inizio della nuova legislatura, nonché la riduzione degli oneri per le attività degli organi parlamentari.

Quanto al triennio 2023-2025, il bilancio previsionale è stato elaborato con le finalità di mantenere inalterato l'ammontare della dotazione finanziaria per l'intero triennio 2023-2025, quindi per garantire una dotazione di 943,16 milioni di euro per ciascuno degli anni del triennio. Ciò significa che, nonostante i notori incrementi dei costi per beni e servizi e la necessità di adeguarsi alle attuali esigenze, la dotazione economica della Camera non necessita di rimodulazione al rialzo, ma resta fissata al medesimo livello che, sin dal 2013, è stato ritenuto tale da rispondere con continuità alle esigenze che caratterizzano la gestione della Camera stessa.

Si conferma, quindi, il mantenimento di un equilibrio tra il contenimento della spesa e l'ottimizzazione del funzionamento dell'istituzione. Anche questo risultato è frutto di un'attenta visione di insieme, ma non è tutto. A tali ultimi dati deve, infatti, aggiungersi, sempre nella prospettiva del prossimo triennio, l'obiettivo di mantenere un avanzo di amministrazione di adeguata consistenza che è indispensabile in relazione alle esigenze di garantire l'autonomia finanziaria della Camera nell'ottica della programmazione delle proprie attività e della copertura di eventuali spese non prevedibili.

Come già sottolineato, i dati che emergono dal complesso dell'esame finora svolto confermano come obiettivo per l'avvenire la razionalizzazione delle risorse del bilancio della Camera e, al tempo stesso, il miglioramento del livello dei servizi offerti a supporto dei singoli e degli organi che operano quotidianamente al servizio dell'istituzione.

Nei documenti esaminati l'ottimizzazione della spesa è considerata uno dei pilastri portanti dell'attività di gestione finanziaria, finalizzata a superare inefficienze e sprechi nella spesa pubblica, in modo da ridurne l'ammontare e reperire risorse per offrire più servizi.

Già in questi primi mesi di legislatura sono state quindi intraprese importanti scelte per il futuro. In definitiva e per concludere, i dati finanziari in esame e gli obiettivi programmatici fissati dimostrano come l'indirizzo di gestione impartito e le direttive della futura programmazione economica della Camera siano ampiamente in grado di garantire a ciascun deputato, ai gruppi parlamentari e all'istituzione stessa lo svolgimento efficace delle rispettive funzioni. È infatti innegabile che i dati suesposti non possono essere valutati solo nei loro aspetti finanziari, in termini cioè di apporto al bilancio della Camera, che pure non è un dato del tutto trascurabile, quanto piuttosto per le loro ricadute sul piano amministrativo, e dunque per il contributo che potranno dare alla solidità della vita dell'istituzione.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Vaccari. Ne ha facoltà.

STEFANO VACCARI (PD-IDP). Presidente, colleghe e colleghi, il conto consuntivo della Camera per l'anno 2022, sottoposto alla nostra attenzione, dimostra che siamo in presenza di un'opera di contenimento dei costi e di un'attendibilità delle stime, delle valutazioni e delle previsioni di spesa, come il collega Trancassini, a nome del Collegio dei Questori, prima ci ha descritto. Per effetto, infatti, dei risultati di gestione di competenza 2022 e della cancellazione dei residui attivi e passivi, nel 2022 si è avuto un avanzo di amministrazione pari a 317,2 milioni di euro, determinando un incremento rispetto all'anno precedente di 33,2 milioni.

Altro dato da evidenziare è quello relativo alle somme impegnate, che rappresentano il 96,84 per cento delle previsioni di spesa. Un risultato, quest'ultimo, che risulta in linea con quanto riscontrato negli anni precedenti. Un rigore e una gestione finanziaria che hanno dimostrato la capacità delle istituzioni di reagire alle difficoltà e alle esigenze derivanti dall'emergenza pandemica, che hanno permesso comunque agli organi della Camera di continuare ad adempiere ai propri compiti istituzionali in un contesto oggettivamente sconvolto dalla pandemia. Per questa ragione mi associo ai ringraziamenti a tutto il personale, agli uffici della Camera e ai dipendenti della Camera dei deputati, che hanno garantito il rispetto dei compiti istituzionali (Applausi del deputato Casu).

Il bilancio di previsione per il 2023 conferma l'attenta opera di monitoraggio relativo alla gestione delle risorse. Il totale della spesa si attesta a 970,8 milioni di euro, 20,7 milioni di euro in meno rispetto alla previsione del 2022. Nello specifico, si riduce la spesa per il funzionamento, si riduce la spesa per i deputati, si riduce la spesa per il personale dipendente. Si conferma, quindi, un equilibrio tra l'esigenza di contenimento della spesa e la necessità che ciò non produca effetti negativi sulla qualità del lavoro svolto dalla Camera. Siamo anche noi soddisfatti di questo andamento e di questi risultati, anche se, come sempre, nel corso di questi interventi, abbiamo sottolineato la necessità di continuare ad avere attenzione alla qualità della spesa, e non soltanto, semplicemente, a un elemento di pura riduzione.

Ma, prima di entrare nel merito di alcuni aspetti legati al documento di bilancio in esame, mi siano consentite alcune riflessioni sul ruolo del Parlamento, di cui oggi esaminiamo il bilancio di una delle due Camere. Lo scorso 26 maggio il Presidente Mattarella, incontrando i Presidenti dei due rami del Parlamento, è nuovamente tornato sullo stato di salute della nostra legislazione, e, in particolare, sull'eccesso di decretazione, sulle dinamiche dei rapporti tra Parlamento e Governo, sulla crescita del ruolo dell'Esecutivo, con una sostanziale condizione di subalternità del Parlamento, di cui è espressione anche la riduzione dei tempi del dibattito parlamentare.

Preoccupazioni confermate nell'ultimo Rapporto sulla legislazione, predisposto dall'Osservatorio sulla legislazione del Servizio studi della Camera, il quale conferma tendenze già evidenziate negli anni precedenti.

Le emergenze di questi anni, la pandemia prima, la guerra russo-ucraina poi, hanno accentuato fenomeni già presenti nella produzione normativa. Innanzitutto il forte ricorso alla decretazione d'urgenza, in secondo luogo la prevalenza, in particolare per la conversione dei decreti-legge e per la legge di bilancio, di una sorta di monocameralismo alternato, in cui diventano molto rari i casi di modifiche nel secondo ramo parlamentare di esame, e, in terzo luogo, il ricorso a diverse forme di intreccio tra decreti-legge contemporaneamente all'esame delle Camere.

Tali tendenze sono confermate anche nel processo attuativo del PNRR.

Ma a parlare sono i numeri: dall'inizio della legislatura e fino al 30 giugno 2023, risultano approvate 43 leggi; di queste, 25 sono leggi di conversione di decreti-legge, 5 sono altre leggi di iniziativa governativa, 12 sono leggi di iniziativa parlamentare e una è una legge di iniziativa mista. Questa concentrazione dell'attività legislativa sui decreti-legge, che assume dimensioni maggiori e carattere sempre più multisettoriale e frammentato, ha un impatto significativo sulla qualità della legislazione, ma anche sulle procedure parlamentari e sull'attività parlamentare.

I Parlamenti, espressione della sovranità popolare e sedi della rappresentanza generale, se non reagiscono, acquisendo la capacità di governo del sistema di produzione delle regole, rischiano di essere emarginati a favore di oligarchie tecnocratiche ed economiche. L'occasione per dare risposte a queste criticità è sicuramente la riforma del Regolamento della Camera. Lo stesso Presidente Fontana, lo scorso 18 gennaio nella riunione della Giunta per il Regolamento, ha delineato cinque possibili obiettivi: la razionalizzazione del lavoro parlamentare, quale, ad esempio, la valorizzazione del ruolo delle Commissioni, con un miglioramento della qualità del lavoro in quella sede, per riqualificare, conseguentemente, anche l'attività dell'Assemblea, restituendo ad essa il ruolo di sede privilegiata di svolgimento di dibattiti di carattere politico sulle scelte fondamentali di adozione delle deliberazioni finali sui testi ad essa sottoposti; l'innovazione e l'apertura all'esterno, quali, ad esempio, le forme di interlocuzione delle istituzioni con i cittadini, anche con piattaforme di dialogo fra Commissioni e società civile; il controllo, quale, ad esempio, l'introduzione di strumenti di monitoraggio delle politiche pubbliche; la qualità della legislazione, anche attraverso il rafforzamento del ruolo del Comitato per la legislazione e introducendo strumenti che favoriscono il recepimento dei suoi pareri; da ultimo, la manutenzione del Regolamento, con il suo aggiornamento con riferimento a istituti, strumenti e denominazioni ormai del tutto superati e modificati nell'ordinamento. Sono obiettivi auspicabili per raggiungere i quali siamo disposti a collaborare, perché contribuirebbero a valorizzare il ruolo e la funzione del Parlamento.

La ricorrenza dei 75 anni dall'entrata in vigore della Costituzione ci sollecita, quindi, a una riflessione su quel patto fondamentale della nostra vita democratica, su quell'eredità preziosa ed esigente. Ci sollecita a riaffermare concretamente quei princìpi e tra questi quello relativo al ruolo e alle funzioni del Parlamento, un Parlamento reattivo ai nuovi mutamenti sociali e tecnologici in corso. Il Parlamento costituisce il cuore del sistema politico e un Parlamento più forte rende più forte i Governi, più fiduciosi i cittadini e più certo l'avvenire delle generazioni future e delle nostre istituzioni. Dunque, la discussione sul funzionamento del Parlamento è un'occasione utile anche per interrogarsi sui nuovi modi di far lavorare il Parlamento e le sue articolazioni.

Tornando, quindi, ai documenti di bilancio in esame, vorrei soffermarmi brevemente su alcuni aspetti, sui quali abbiamo presentato, come gruppo, degli ordini del giorno che rispondono all'impostazione di fondo che ho fin qui ricordato per una migliore funzionalità dell'attività della nostra Assemblea e dei gruppi. In particolare, per quanto riguarda i gruppi parlamentari, crediamo sia giusto affrontare due aspetti: il primo è quello relativo al personale iscritto negli allegati A e B, i quali racchiudono professionalità a supporto dei gruppi. Queste professionalità sono state negli anni oggetto di ripetuti interventi da parte dell'Ufficio di Presidenza e del Collegio dei questori e sarebbero auspicabili iniziative volte alla salvaguardia dei livelli occupazionali, delle competenze e delle professionalità acquisite nel tempo; il secondo aspetto riguarda la possibilità degli stessi di poter accedere a servizi come quelli di mensa e self-service presso Palazzo Montecitorio. Per quanto riguarda i collaboratori parlamentari accreditati, riteniamo, invece, meritevole di attenzione la proposta di consentire loro di poter accedere, al fine di poter svolgere meglio il loro lavoro presso tutte le sedi della Camera.

Nel 2016, se ricordo bene, la Camera decise, infine, di destinare anche i propri risparmi a favore delle popolazioni colpite dal terremoto in Emilia-Romagna. Coerentemente con quella lodevole iniziativa, che consentiti di trasferire 352 milioni per fronteggiare quell'emergenza, abbiamo presentato un ordine del giorno con il quale proponiamo di destinare, qualora dal bilancio della Camera dovessero risultare dei risparmi eventuali, tali risparmi a favore delle aree interessate dall'alluvione in Emilia-Romagna, Toscana e Marche.

Infine, voglio sottolineare come la Camera dei deputati da molti anni esternalizza alcuni servizi accessori anche di carattere amministrativo, con conseguente risparmio di spesa. Sarebbe auspicabile, da parte nostra, affrontare le ricadute che taluni risparmi hanno avuto sui diritti e sui redditi di centinaia di lavoratori e sulle articolazioni contrattuali applicate, riflessione che non pensiamo, a differenza del collega Trancassini, possa essere affrontata attraverso la creazione di contenitori terzi a cui affidare direttamente la gestione di servizi, senza avere, invece, valutato la sostenibilità finanziaria, l'efficienza, l'economicità e l'efficacia di questi strumenti e contratti.

Ci auguriamo che questo dibattito, le decisioni che assumeremo e gli ordini del giorno che approveremo, contribuiscano all'obiettivo che ci può e ci deve unire tutti, cioè quello di promuovere l'autorevolezza della nostra Assemblea, fondamentale presidio della nostra democrazia, a partire dai compiti e dalle responsabilità che ci assegna la nostra Carta costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e, pertanto, dichiaro chiusa la discussione congiunta.

Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Modifica nella composizione del Comitato consultivo sulla condotta dei deputati.

PRESIDENTE. Comunico che in data 13 luglio ho chiamato la deputata Francesca Ghirra a far parte del Comitato consultivo sulla condotta dei deputati, a norma del paragrafo VI, primo comma, del codice di condotta dei deputati, in sostituzione della deputata Chiara Braga che, dimessasi dalla carica di Segretaria di Presidenza, ha cessato di far parte del Comitato.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 17 luglio 2023 - Ore 12:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 maggio 2023, n. 57, recante misure urgenti per gli enti territoriali, nonché per garantire la tempestiva attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per il settore energetico. (C. 1183-A​)

Relatori: MONTARULI, per la I Commissione; OTTAVIANI, per la V Commissione.

La seduta termina alle 10,55.