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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 138 di mercoledì 12 luglio 2023

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA

La seduta comincia alle 9.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO COLUCCI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 69, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,05).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sulla tragica scomparsa di due fratellini a Manfredonia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carla Giuliano. Ne ha facoltà.

CARLA GIULIANO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per portare in quest'Aula la tragica vicenda che ha interessato in queste ore la provincia di Foggia, tra Manfredonia e Zapponeta, perché ieri pomeriggio si erano perse le tracce di due bambini di 6 e 7 anni, di cui i genitori avevano denunciato la scomparsa, e questa notte, purtroppo, questi due bambini sono stati ritrovati annegati in un vascone dell'irrigazione. Quindi, giunga a tutta la comunità rumena, perché i genitori erano rumeni, a tutta la comunità della Capitanata e a tutti i genitori che in quelle ore sono stati in apprensione per questi due bambini, il cordoglio, e ai genitori stessi l'abbraccio della Camera dei deputati. E un pensiero e un saluto a questi due bambini, che, speriamo, anzi ne sono certa, saranno andati nel migliore dei mondi possibili (Applausi).

PRESIDENTE. Anche la Presidenza si unisce al cordoglio per la scomparsa dei due bimbi.

Ha chiesto di parlare l'onorevole La Salandra, sullo stesso argomento. Ne ha facoltà.

GIANDONATO LA SALANDRA (FDI). Grazie, Presidente. A nome mio e del gruppo Fratelli d'Italia, non posso che associarmi all'intervento della collega, manifestando il profondo cordoglio. Un intervento breve, perché qualunque altra parola si addenserebbe di retorica.

PRESIDENTE. Per la sensibilità di tutta l'Aula, ringrazio sia lei sia la collega Giuliano.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Gadda, sullo stesso argomento. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (A-IV-RE). Presidente, volevo unirmi, a nome del gruppo di Azione-Italia Viva, alle condoglianze alla famiglia e all'intera comunità, e alle parole molto sentite che la collega del MoVimento 5 Stelle ha pronunciato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fassino. Ne ha facoltà.

PIERO FASSINO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Per unirmi, naturalmente, al cordoglio che è già stato espresso per la tragedia di questa notte, la quale, ancora una volta, ci mette di fronte a un tema cruciale, cioè come siamo in grado di tutelare e di garantire i minori, gli adolescenti e, soprattutto, i bambini, nella loro vita quotidiana. Naturalmente, ci stringiamo intorno alla famiglia e a tutta la comunità, che stanno vivendo, in questo momento, questa tragedia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gatta. Ne ha facoltà.

GIANDIEGO GATTA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Quale appartenente alla comunità di Manfredonia, che oggi vive con sgomento e con dolore profondo questo lutto per la perdita di due fratellini di 6 e 7 anni, e a nome di tutto il gruppo di Forza Italia, esprimo il più vivo cordoglio alla famiglia distrutta dal dolore e all'intera comunità sipontina, che perde oggi due suoi figli, annegati, purtroppo, in un vascone.

Possiamo soltanto confidare nella grazia di Dio e, soprattutto, a che ciò non si verifichi più, in nessuna comunità del mondo. Piangiamo oggi due angeli e speriamo che veglino su tutta la nostra comunità per gli anni a venire (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gusmeroli. Ne ha facoltà.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Grazie, Presidente. Anche a nome del movimento della Lega, ci uniamo al cordoglio e alle condoglianze alla famiglia, ed esprimiamo la vicinanza a tutta la comunità del Foggiano e di Manfredonia. Ovviamente, siamo costernati da questa terribile tragedia ed esprimiamo tutta, tutta la nostra vicinanza alla famiglia.

PRESIDENTE. La Presidenza ringrazia l'Aula per la sensibilità mostrata e si unisce al cordoglio.

Se nessun altro chiede di intervenire, non essendo ancora decorso il termine di preavviso per le votazioni mediante procedimento elettronico, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 9,25.

La seduta, sospesa alle 9,10, è ripresa alle 9,30.

Seguito della discussione del disegno di legge: Delega al Governo per la riforma fiscale (A.C. 1038-A​) e dell'abbinata proposta di legge: Marattin e Enrico Costa (A.C. 75​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1038-A: “Delega al Governo per la riforma fiscale” e dell'abbinata proposta di legge n. 75.

Ricordo che, nella seduta di ieri, è stato da ultimo approvato l'articolo 11.

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 1038-A​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Onorevole Amato, non ho capito, vuole intervenire sul complesso degli emendamenti?

GAETANO AMATO (M5S). No, Presidente, voglio segnalare che non è attiva la postazione.

PRESIDENTE. Va bene, mandiamo il tecnico.

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il Vice Ministro dell'Economia e delle finanze, onorevole Maurizio Leo, ad esprimere il parere.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI, Relatore. Parere contrario su tutte le proposte emendative ad eccezione dell'emendamento nuovo dei relatori…

PRESIDENTE. Per completezza glieli elenco? Solo per chiarezza di tutti i colleghi.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI, Relatore. Diciamo che ieri non lo abbiamo fatto.

PRESIDENTE. Perfetto, va bene. Allora parere contrario su tutti, ad eccezione…

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI, Relatore. …ad eccezione del parere favorevole sull'emendamento presentato dai relatori, che è passato in Comitato dei nove ieri sera.

PRESIDENTE. L'emendamento 12.500 della Commissione?

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI, Relatore. Sì.

PRESIDENTE. Il Governo?

MAURIZIO LEO, Vice Ministro dell'Economia e delle finanze. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Onorevole Silvestri? L'onorevole Giuliano non si sente bene. Sospendiamo per 5 minuti la seduta. L'onorevole Giuliano non si sente bene, un attimo, cortesemente, sospendo la seduta per 5 minuti.

La seduta, sospesa alle 9,33, è ripresa alle 9,41.

PRESIDENTE. Facciamo i migliori auguri di pronta guarigione alla collega Carla Giuliano (Applausi). Sarà mia premura far conoscere all'Aula l'esito della vicenda sanitaria.

(Ripresa esame dell'articolo 12 - A.C. 1038-A​ e abbinata)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 12. Il parere è contrario su tutti gli emendamenti all'articolo 12, eccetto il parere favorevole sull'emendamento 12.500 della Commissione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.1 Sergio Costa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.4 Sergio Costa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.12 Sergio Costa, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo all'emendamento 12.13 Grimaldi, su cui vi è il parere contrario della Commissione e del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Per noi è uno degli emendamenti più importanti non solo perché crediamo che la sfida alla crisi climatica sia una delle sfide globali ed epocali di questo secolo ma perché pensiamo che il giudizio universale climatico sia già qui presente. Davanti all'estate più calda degli scorsi anni - ma forse anche la più fresca dei prossimi anni - dobbiamo in qualche modo intervenire ed essere conseguenti anche in materia fiscale. Solo nel 2022, Presidente, il numero dei voli privati in Italia è aumentato del 61 per cento, con un conseguente raddoppio delle emissioni di CO2. Pensi anche che solo 4 ore di volo di un jet privato emettono la stessa quantità di CO2 prodotta in media da un cittadino italiano, come lei e come tutti noi.

L'emendamento si muove in questo solco, nell'applicazione del principio in base al quale chi inquina di più paga, facendo ricomprendere i servizi di aerotaxi tra quei voli privati non di linea soggetti al pagamento dell'accisa sul cherosene, essendone, appunto, a tutt'oggi esenti. Io credo che questo scandalo - perché è uno scandalo -, con gli elitaxi che raggiungono vette sempre più inaccessibili, con quel bianco che rappresenta anche il fatto che la fine dell'era delle nevi, accessibili a tutti, è un monito per tutti noi, così come la trasformazione delle Alpi in un parco giochi per soli ricchi con i loro petrodollari, rappresenti la fine di un'epoca. Non si può parlare di turismo sostenibile e poi continuare a consentire questo scandalo; non si possono vedere ogni giorno i cittadini di tutto il Paese compressi in alcune metropolitane sovraffollate e pensare che c'è qualcuno invece che vive lì in alto nei cieli e, invece di prendere i treni ogni giorno, pensa di privatizzare anche l'aria.

Per questo, Presidente credo che sia necessario dare un segno di equità; per questo, insieme al gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, abbiamo proposto diverse modifiche alle leggi e abbiamo presentato una proposta di legge proprio su questa materia, ma crediamo che anche nella delega fiscale possa essere introdotto un principio di equità, intanto dicendo che chi inquina di più paga, ma che soprattutto quei jet privati devono essere tassati di più (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.13 Grimaldi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.21 Evi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.500 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 12.01 Marattin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 1038-A​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI, Relatore. Parere contrario o invito al ritiro su tutti gli emendamenti.

PRESIDENTE. Il Governo?

MAURIZIO LEO, Vice Ministro dell'Economia e delle finanze. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 13.1 Quartini. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Tramite lei, mi rivolgo al Vice Ministro e ai relatori di questa delega fiscale che, con una certa attenzione, durante la discussione generale hanno ascoltato l'intervento specifico che ho fatto sul tema dell'azzardo. Abbiamo tutti chiaro - penso - quanta ipocrisia ci sia rispetto al tema dell'azzardo. Già il fatto che quest'articolo, tra parentesi, riporti scritto “Giochi” la dice lunga perché, guardate, i giochi sono divertimento, l'azzardo invece è pericolo, rischio e stress e non andrebbe chiamato gioco, come abbiamo detto durante la discussione generale. L'ipocrisia sta anche nel fatto - ricordiamocelo sempre - che ciò che incassiamo con l'azzardo lo spendiamo tutto, interamente, nella cura delle conseguenze che l'azzardo determina. Ecco la prima ipocrisia: facciamo cassa sul dolore e sulla sofferenza di almeno un milione e mezzo di famiglie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo non è accettabile e dobbiamo vincere questa ipocrisia. Noi rivendichiamo che nel decreto Dignità abbiamo eliminato la pubblicità sull'azzardo, ma io non riesco a chiamarlo “gioco”, è una cosa impossibile chiamarlo “gioco” perché si sta parlando di qualcosa di drammatico. Oltretutto, ci siamo inventati - ecco un'altra contraddizione - l'idea del gioco lecito, perché non si poteva chiamare “gioco d'azzardo” dal momento che l'azzardo è un reato penale. Quindi, ecco un'altra contraddizione, una specie di ossimoro, e si va a far cassa su questa roba. È esploso il gioco d'azzardo, non a caso, quando si è cercato di fare cassa per ricostruire dopo il terremoto d'Abruzzo - non so se vi ricordate - e proprio in Abruzzo, proprio a L'Aquila, abbiamo la situazione più martoriata in termini di soggetti affetti da disturbo da azzardo. Questo è un dato di fatto. Su quest'emendamento noi puntiamo molto in termini di capacità del sistema di tutelare gli interessi pubblici e soprattutto in tema di salute e di prevenzione, per prevenire l'illegalità legata all'azzardo e l'azzardo minorile, che, secondo alcune stime, stanno crescendo in maniera preoccupante e significativa, e anche per prevenire il riciclaggio dei proventi di attività criminali. Con quest'emendamento, quindi, noi chiediamo di dar seguito essenzialmente a ciò che ci suggeriscono la Corte dei conti e l'Osservatorio per il contrasto della diffusione del gioco d'azzardo. Chiediamo semplicemente questo. Nonostante quello che ho detto e nonostante sia assolutamente discutibile, da un punto di vista etico e morale, fare cassa su questa roba, noi vi chiediamo almeno di vigilare. Del resto, la salute dovrebbe essere sempre un elemento sovraordinato rispetto alla natura fiscale dei provvedimenti. Questa ci sembra assolutamente una richiesta di buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Pavanelli. Ne ha facoltà, per un minuto.

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Intanto vorrei sottoscrivere questo emendamento e vorrei ricordare a quest'Aula e al Governo che il problema del gioco d'azzardo minorile - ma non solo minorile - è una piaga della nostra società. Nelle nostre regioni e nelle nostre città c'è, in questo momento, tra l'altro, di crisi economica, una situazione critica: i giovani e i meno giovani stanno purtroppo spendendo i loro soldi con la speranza di poter fare ingenti vincite. È anomalo che un Governo non punti a far approvare questo emendamento, che va proprio nella direzione della tutela dei cittadini, della tutela dei più fragili e della tutela dei minori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, per sottoscrivere questo emendamento e far presente una cosa che abbiamo discusso anche in Commissione finanze e che voglio ripetere in Aula. Noi non comprendiamo perché, come ci è stato detto, in Commissione finanze, uno dei motivi per cui si implementa e, comunque, si investe ancora sul gioco d'azzardo sia quello di combattere la criminalità. La nostra domanda è: perché, invece, si dice “no” alle droghe leggere, che sono un modo per combattere in modo concreto la criminalità (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)? Se vale per il gioco d'azzardo, dovrebbe valere per tutto. Questo ci lascia estremamente perplessi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.1 Quartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo all'emendamento 13.2 D'Alfonso.

Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alfonso. Ne ha facoltà.

LUCIANO D'ALFONSO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per cercare di facilitare una lettura coordinata tra le ragioni che hanno portato questo emendamento e l'articolo di riferimento all'interno della legge delega di riordino del sistema fiscale. Come mai, all'interno di una legge delega che si occupa di riordino fiscale, compare il tema-titolo della raccolta del gioco pubblico, l'articolo 13 (Giochi)? Perché, attraverso la raccolta del gioco pubblico si contribuisce alla pretesa, alla raccolta fiscale, alla raccolta erariale. Quale è la ragione di questo emendamento? L'emendamento, che sottoscrivo ma che è condiviso anche dai colleghi del gruppo parlamentare di appartenenza, pone il tema di un'urbanistica da favorire e deliberare, con il protagonismo degli enti locali, per quanto riguarda l'apertura di questi siti per la raccolta del gioco pubblico. In tal modo si intende evitare che, nei luoghi frequentati da soggetti portatori di fragilità e debolezza, come possono essere i bambini, gli adolescenti e coloro i quali non hanno strumenti di lettura critica della realtà, e in corrispondenza di scuole e di ospedali, nascano o possano sorgere punti di raccolta del gioco pubblico.

Questo emendamento compone la norma scritta dal Governo e dalla maggioranza con questa norma innovativa, stabilendo che gli enti locali possano procedere a inibire, evitare, disciplinare questa commistione, perché si tratterebbe di una commistione che rende bersaglio coloro i quali sono portatori di debolezza e fragilità. Mi ricordo la velocità, l'istantaneità con cui i relatori, anche con lo sguardo degli uffici partecipi istruttori, dissero di no. Io vorrei dire al rappresentante del Governo, al Vice Ministro Leo e, di nuovo, ai relatori di fare una riflessione su questo. Altrimenti, si verificherà, come tante volte accade, che quando poi si determinano vicende drammatiche, tragiche, come quella che ha riportato il collega dei 5 Stelle per L'Aquila, in Abruzzo, ma anche altre vicende che generano l'istituto utilizzato della patologia o, addirittura, al livello di alcuni territori, di vera e propria rottura di civiltà, siamo portati a fare norme neroniane, emotivamente indotte. C'è il dramma e procediamo a una norma spintonata. Cogliamo l'occasione adesso, ragionando, ragionevolmente, soppesando, proporzionando, per dire che sarebbe giusto dare luogo a competenze compiute agli enti locali che conoscono il territorio e sanno com'è fatto il territorio. I metri quadrati sono conosciuti dai sindaci. Si sente?

PRESIDENTE. Chiedo scusa, se i tecnici vogliono cortesemente intervenire per farci capire cosa è successo. Onorevole D'Alfonso, può cambiare microfono, per cortesia? Proviamo con l'altro microfono se funziona meglio. Prego, lo alzi. Passi all'altro. Proviamo. Non va bene. Abbia pazienza un attimo, i tecnici cortesemente. Chiedo scusa, i tecnici mi dicono che c'è bisogno di una piccola sospensione, diciamo 5 minuti, per passare al sistema di riserva dell'audio, visto che il principale non va. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle 10,10.

La seduta, sospesa alle 10,03, è ripresa alle 10,12.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Prego onorevole D'Alfonso.

LUCIANO D'ALFONSO (PD-IDP). (…). Escludo che siano state le lobby delle realtà di raccolta del gioco pubblico a bloccare la tecnologia al servizio della democrazia e della Repubblica.

Con l'emendamento si proponeva di precisare la competenza in capo agli enti locali della cosiddetta materia dell'urbanistica dei centri di raccolta del gioco pubblico, poiché soltanto i comuni hanno la compiutezza conoscitiva, i dati, le informazioni e il quadro delle carte dell'edilizia e dei documenti tecnici che permettono di sapere dove sono le scuole e gli ospedali e quali sono le distanze. Voglio dire a quest'Aula e anche alla memoria storica di quest'Aula, nonché alla competenza dell'attuale rappresentante del Governo, che noi, financo per l'apertura delle tabaccherie, rispettiamo il distanziamento. Non so quanti dei presenti abbiano contezza di questo: per aprire una tabaccheria c'è bisogno di un distanziamento di 100 metri dalla tabaccheria più vicina. E perché non sarebbe immaginabile organizzare una limitazione nella densità urbanistica tra sale di raccolta del gioco pubblico, scuole e strutture che erogano il diritto alla salute? Con l'emendamento, sottoscritto e condiviso non solo dal Partito Democratico, chiediamo che, all'articolo 13, ci sia questo irrobustimento di poteri, di doveri e di competenze in capo agli enti locali.

Ho richiamato anche la sollecitudine eccessiva con la quale i pareri istruttori hanno detto di no. Io penso che sarete voi, del Governo, e chi seguirà questo dossier per conto della maggioranza parlamentare a riesaminare questo dossier e, magari, lo dovrete fare sotto l'impulsività di qualche tragedia, di qualche vicenda che metterà, purtroppo, alla berlina anche la questione della fragilità che esplode in alcune città del nostro Paese.

PRESIDENTE. Onorevole, concluda.

LUCIANO D'ALFONSO (PD-IDP). Ha richiamato prima - e concludo - il collega dei 5 Stelle che a L'Aquila c'è stato un primato negativo da questo punto di vista. Allora, l'emendamento, se potete, riconsideratelo alla luce di queste sottolineature.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Chiedevo solo se posso sottoscrivere quest'emendamento e ricordare anche un caso specifico della nostra regione, il Piemonte, e anche della città di Torino. Nel 2016, è stata approvata una legge che restringeva la possibilità di aprire sale gioco e limitava tantissimo l'apertura di questo tipo di attività, specialmente se legata alla vicinanza a luoghi sensibili. Vi ricordo solo un dato: dopo l'approvazione di questa legge, nel 2016, si è risparmiato circa mezzo miliardo di euro di gioco d'azzardo (in meno), che è tantissimo. Quindi, questo tipo di attività funziona.

Purtroppo, l'attuale giunta di centrodestra della regione Piemonte ha ribaltato questa legge e siamo tornati al solito far west dell'apertura di sale slot machine e di aumento del gioco d'azzardo. Quindi, non capisco perché tutto questo favoritismo verso questo problema, che esiste e che, tra l'altro, attacca le persone più fragili e più povere delle nostre città.

Tra l'altro, all'epoca, anche la minoranza di centrodestra di Fratelli d'Italia della giunta Cirio era favorevole a non riaprire questo tipo di far west e a eliminare questo vincolo della distanza. Adesso mi sembra, invece, che qui in Parlamento, forse pensate di far cassa con questo tipo di attività e avete cambiato idea.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Sì, a titolo personale, per sottoscrivere l'emendamento del collega D'Alfonso e chiedere al Governo e al relatore un supplemento di riflessione. Mi pare che, nell'ambito di una legge delega, ci possano stare assolutamente questo riferimento e questo ampliamento specificativo della delega alle scuole e ai centri frequentati dai soggetti più vulnerabili. Si tratta di una questione molto importante. Questo emendamento non è strumentale. Dunque, chiedo davvero che il Governo e il relatore possano ripensarci.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Merola. Ne ha facoltà.

VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). Sempre a titolo personale, per caldeggiare una riflessione ulteriore del Governo su questo tema perché, con quest'emendamento, insistiamo che deve essere prioritaria la tutela degli interessi pubblici generali in tema di salute e introduciamo un concetto per quanto riguarda le scuole e i centri frequentati dai soggetti più vulnerabili che, oltretutto, è già compreso negli accordi con la Conferenza Stato-regioni che, dal 2017, attendono un'applicazione.

PRESIDENTE. Prendo atto che anche l'onorevole Gribaudo intende sottoscrivere l'emendamento. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere, a nome di Alleanza Verdi e Sinistra, quest'emendamento e per chiedere l'accantonamento, se è possibile, e un'ulteriore riflessione. Credo che sulla pelle dei più deboli e dei più fragili si sia già giocata una partita davvero truccata, una partita che ci dice che in un Paese in cui per anni si è discusso se aggiungere o no un casinò in ogni regione, si è passati, invece, ad avere un casinò a ogni angolo della strada.

Chiediamo da tempo di ridurre i tempi di apertura di quei luoghi, chiediamo da tempo i distanziometri dai luoghi sensibili, chiediamo da tempo una riflessione su quella tassa che è una tassa sulla povertà, una tassa sulla crisi che è ancora più alimentata dall'inflazione.

Chiediamo a tutti voi di non essere ipocriti su un tema così sensibile come il gioco d'azzardo patologico. Per questo, siamo onorati di sottoscrivere questo emendamento e vi chiediamo un'ulteriore riflessione sul gioco d'azzardo patologico.

PRESIDENTE. Visto che è stato richiesto l'accantonamento, chiedo ai relatori il parere rispetto alla richiesta di accantonamento fatta dall'onorevole Grimaldi. Prego, onorevole Gusmeroli.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI, Relatore. Parere negativo.

PRESIDENTE. Onorevole Grimaldi, lei insiste per votare la richiesta di accantonamento? No.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.2 D'Alfonso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Prima di proseguire oltre, colgo l'occasione per salutare, a nome di tutta l'Assemblea, il professor Federico Faggin (Applausi - L'Assemblea e i membri del Governo si levano in piedi), che assiste ai nostri lavori dalle tribune, accompagnato dalla moglie Elvia Sardei. Ricordo all'Assemblea che il professor Faggin è l'unico italiano presente al Computer History Museum di Mountain View e ha ricevuto la medaglia nazionale per la tecnologia e l'innovazione dal Presidente degli Stati Uniti d'America, Barack Obama, per l'invenzione del microprocessore. Grazie, professore.

Passiamo alla votazione dell'emendamento 13.3 Quartini.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Ci tocca constatare che il Governo e la maggioranza fanno opposizione all'opposizione, come spesso ho detto in quest'Aula, perché il fatto che ci sia questo meccanismo di ostilità assoluta nei confronti di emendamenti di buonsenso è veramente imbarazzante. Si sta parlando di una piaga così importante, qual è quella dell'azzardo, in riferimento alla quale sicuramente, in una legge delega, dovremmo riuscire a definire perimetri per contenerla in termini di disagio; eppure non se ne fa niente, per quanto riguarda gli emendamenti che vengono proposti.

Pensiamo, per esempio, al fatto che l'Italia, pur essendo al dodicesimo posto per reddito, ha un triste primato, è al primo posto in Europa per spesa al gioco d'azzardo e al quarto posto nel mondo. Al primo posto ci sono gli Stati Uniti d'America, al secondo la Cina, al terzo il Giappone e, poi, arriva l'Italia, con una raccolta attuale di circa 130 miliardi; di questi 130 miliardi, il 25 per cento viene distribuito tra concessionarie e cassa dello Stato. È una cosa inaccettabile, lo ripeto, inaccettabile. Oltre tutto, quello che lo Stato recupera lo deve spendere a causa delle conseguenze dell'azzardo.

Allora, Presidente, in un'ottica che rivendichiamo di antiproibizionismo - ma antiproibizionismo non vuol dire: libera tutti; non vuol dire assolutamente che lo Stato, poi, se ne lava le mani, anzi, in un'ottica antiproibizionista, lo Stato cerca di normare i fenomeni -, in questo emendamento, chiediamo di provare a contenere e limitare i danni da azzardo, da “azzardo”, ricordatelo, non da gioco, ma da azzardo, perché di questo si tratta. Dovrebbero essere chiamate sale scommesse, sale dell'azzardo, non sale giochi, ricordiamocelo sempre.

Noi chiediamo, per esempio, in questo emendamento, che vengano fatti un monitoraggio e un contenimento della raccolta; si suggerisce che vengano fatte tessere personali obbligatorie, in assoluta tracciabilità dei dati, anche per consentire un rafforzamento dell'autoesclusione per chi ha sviluppato un problema importante; chiediamo che vengano previsti tetti di spesa collegati al reddito; chiediamo che venga presa in considerazione la possibilità di limitare i massimi per ogni puntata; chiediamo che la durata delle giocate e delle partite sia un po' più lunga, perché sappiamo benissimo che il sistema di implementazione e di induzione del gioco risponde ai tempi di latenza delle varie puntate, rispetto a quando si gioca, e al loro esito e, quindi, da questo punto di vista si cerca di dare un ordine di contenimento.

È un emendamento di buonsenso e voglio ricordare che, oltre a questo, si chiede anche che vengano eliminate in maniera totale le scommesse su competizioni riservate ai minori. Perché avviene anche questo; ancora oggi, si possono fare scommesse anche su competizioni che riguardano i minori. Quindi, la questione è di assoluto buonsenso. È veramente imbarazzante che non si riesca a capire quanto possa essere significativo dare un segnale in questa direzione. Quindi, chiedo al Governo di fare di nuovo una riflessione su questo; del resto, non si è mai entrati nel merito di queste questioni, né in Commissione, Presidente, né in Aula, in sede di discussione generale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.3 Quartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Prima di andare oltre, informo l'Aula che la collega Giuliano si è ripresa e, probabilmente, rientrerà in Aula (Applausi).

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.5 Quartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.6 Quartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo all'emendamento 13.7 Quartini. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Presidente, ancora nella logica di contenere i problemi legati all'azzardo, sottolineo il fatto che l'invarianza di gettito ci mette davvero in una difficoltà enorme perché, per rendere il gettito invariato, ovviamente, ci tocca indurre il gioco d'azzardo, addirittura, lo stiamo facendo anche per la ricostruzione delle zone alluvionate. Si sta facendo, di nuovo, lo stesso errore che avevamo fatto per il terremoto dell'Abruzzo.

In questo emendamento, nella logica che riteniamo assolutamente virtuosa e di buonsenso, ossia contenere i danni da azzardo, chiediamo che il Governo possa assumere in questa delega un ruolo importante rispetto alle possibilità di controllo. Infatti, sappiamo che, nell'ambito dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, i controlli sui vari luoghi dove vi sono le scommesse vengono fatti ogni 10 o 12 anni, il che vuol dire che ci sono fughe importanti, anche rispetto alle norme attuali che ne consentono l'autorizzazione. Quindi, da questo punto di vista, ci sembra assolutamente doveroso fare un paio di operazioni per favorire questi maggiori controlli; una, è quella di ridurre il numero dei luoghi dove si può azzardare e concentrarli, in maniera tale che i vari controlli si possano espletare più rapidamente e più velocemente, riducendo una diffusione così capillare, come quella che riscontriamo oggi, in termini di sale scommesse; l'altra cosa che si suggerisce è che questi luoghi si specializzino in tipologie specifiche di servizi di azzardo, perché si è visto che, laddove si mescolano le varie possibilità di servizi di azzardo, c'è più probabilità che si faccia un passaggio da un servizio a un altro.

Mi spiego meglio: se in una sala scommesse di tipo ippico ci si mettono anche le slot e i “Gratta e Vinci” è evidente che c'è uno stimolo, un continuo rinforzo ad azzardare di più. Quindi, l'emendamento va in questa direzione: dà un perimetro di possibilità di contenimento e di controllo rispetto alle sale d'azzardo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Pavanelli. Ne ha facoltà.

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei chiedere di poter sottoscrivere questo emendamento e vorrei solo chiedere al Governo di poter riconsiderare questo emendamento. Le nostre regioni, per la maggior parte gestite e governate da questa stessa maggioranza, spendono una grande quantità di fondi proprio per contrastare la ludopatia, e alcuni comuni governati sempre dal centrodestra hanno emanato regolamenti comunali o regionali valutando un distanziamento tra centri di gioco d'azzardo. E allora, se lo fanno i comuni e lo fanno anche le regioni, e sappiamo anche che il costo per contrastare la ludopatia è un costo sociale, che ricade su tutti i cittadini, forse anche il Governo dovrebbe rivedere la propria posizione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Sì, per sottoscrivere l'emendamento e per sottolineare una cosa. Ci è stato detto che uno dei motivi per cui si implementa il gioco d'azzardo è per contrastare la criminalità, eppure in questo emendamento si chiede di fare controlli pesanti. Trovo un po' contraddittorio esprimersi da una parte in un modo e poi, rispetto a controlli e a possibilità di fare verifiche in modo serrato, poiché sappiamo benissimo che la criminalità si annida assolutamente in questo mondo, invece non si esprime parere favorevole a questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Grazie, Presidente, solo per apporre la mia firma a questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pellegrini. Ne ha facoltà.

MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente, per sottoscrivere l'emendamento.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.7 Quartini, con il parere contrario della Commissione e Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Passiamo all'emendamento 13.8 Quartini. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Mi riallaccio a quanto ha detto il collega onorevole Borrelli…

PRESIDENTE. Cambi microfono, per favore.

ANDREA QUARTINI (M5S). Presidente, va bene così?

PRESIDENTE. No, non va bene. Chiedo lumi ai tecnici. Abbia pazienza un attimo, onorevole Quartini, chiediamo ai tecnici. Provi con uno dei due estremi, cortesemente.

ANDREA QUARTINI (M5S). Mi sembra che vada bene adesso?

PRESIDENTE. Adesso sembrerebbe di sì…no, no, non va, non va. Provi il primo della fila, per cortesia, su uno dei due lati. No, dobbiamo sistemarlo. Tecnici, per cortesia. Colleghi, dobbiamo sospendere di nuovo, per 5 minuti. Sospendo la seduta fino alle ore 10,41.

La seduta, sospesa alle 10,36, è ripresa alle 10,50.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Siamo all'emendamento 13.8 Quartini. Aveva chiesto di intervenire l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà. Onorevole, ci riproviamo. Prego.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente mi sembra che ora stia andando bene il microfono…

PRESIDENTE. Non lo diciamo, non lo diciamo…

ANDREA QUARTINI (M5S). Poc'anzi, mi stavo riallacciando a quanto ha evidenziato l'onorevole Borrelli, che suggeriva come fosse sostanzialmente in contraddizione l'idea stessa dell'azzardo legale, rispetto al contenimento di fenomeni di criminalità. A parte il fatto che nessuno è riuscito a dimostrare questo, anzi, ciò è solo presuntivo, com'è stato detto anche dalla Procura nazionale; generalmente, si è visto, invece, che i fenomeni criminosi della criminalità organizzata, soprattutto in un'ottica anche di riciclaggio di denaro sporco, in realtà infiltrano in maniera pesante proprio il gioco d'azzardo legale, ripeto, proprio l'azzardo legale. Allora, in questo senso - e, se la Presidenza me lo consente, con questo intervento faccio delle considerazioni anche sugli emendamenti 13.9 e 13.10 - e in questo contesto, presentiamo questi tre emendamenti, proprio con lo scopo di arginare il rischio della criminalità organizzata, nell'ambito dell'azzardo legale.

PRESIDENTE. Colleghi, ascoltiamo l'onorevole Quartini, per cortesia. Mi scusi, onorevole Quartini. Prego, prosegua.

ANDREA QUARTINI (M5S). L'emendamento 13.8, infatti, chiede, in questa delega fiscale, di dare piena applicazione alle indicazioni che sono emerse dalle Commissioni bicamerali antimafia della XVII e XVIII legislatura, in particolare sull'antiriciclaggio. Questo è l'emendamento che voteremo a breve. L'emendamento successivo, il 13.9, chiede di estendere le richieste dei requisiti delle normative antimafia a tutti i partner contraenti appalti o subappalti, rispetto alle concessioni, mentre l'emendamento 13.10 chiede di fare controlli preventivi sul personale, istituendo anche registri, per esempio, nell'ambito della prevenzione del cosiddetto “doppio gioco”.

Spesso è stato osservato che alcuni soggetti che lavorano nelle sale dell'azzardo deviano gli utenti anche nell'ambito dell'illegalità. In tal senso, sono 3 emendamenti che contrastano la criminalità organizzata, che si è infiltrata - come ben sappiamo, ci sono diversi esercizi che sono stati chiusi in Sicilia e in Puglia, proprio per infiltrazione criminale - nell'ambito dell'azzardo legale. Anche soltanto pensare di non prendere in considerazione questi emendamenti è in piena e assoluta idiosincrasia e in assoluta contraddizione rispetto al fatto che vogliamo promuovere la legalità. Da che parte sta la maggioranza? Da che parte sta il Governo? Dalla parte della legalità o dalla parte dell'illegalità? Noi chiediamo norme specifiche per contrastare il fenomeno mafioso e criminale all'interno del gioco d'azzardo, anzi, all'interno dell'azzardo, che sta creando problemi immensi al minimo, per un milione e mezzo di famiglie e per due milioni e mezzo di famiglie aggiuntive in termini di problematicità, con danni enormi, oltre che alle famiglie, all'erario stesso! In questa contraddizione, accettare l'ipotesi di contrastare le mafie nell'ambito dell'azzardo è il minimo sindacale che noi chiediamo al Governo e alla maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Ma da che parte state?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Cafiero De Raho. Ne ha facoltà.

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente, a titolo personale, non solo per sottoscrivere l'emendamento, ma anche per sottolineare quanto importante sarebbe che nelle norme fosse inserita la necessità che tutti coloro che operano nella filiera dei giochi, quindi anche i cosiddetti installatori, i produttori e i distributori, rispondano ai requisiti di cui all'articolo 94 del codice degli appalti. Quindi, la previsione che non ci siano cause di decadenza, di sospensione e via dicendo e non ricorra una delle condanne per reati di mafia ed altro. Sarebbe necessario anche per i dipendenti all'interno delle case da gioco, per tutti nell'ambito delle slot machine. Ultimi due spot: tessera sanitaria per tutti, per chiunque voglia usare slot machine e, terzo punto, banca dati dei giocatori d'azzardo. Questo lo lancio qui così, ma poi ne parleremo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà. Per sottoscrivere, credo di aver capito.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. Se i presentatori sono d'accordo, vorrei sottoscrivere, a nome di tutto il gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, e vorrei anche ricordare che, in tema di gioco d'azzardo, ci sono state dichiarazioni ambigue e preoccupanti del Ministro Abodi sul tema del cosiddetto - da lui - diritto alle scommesse sportive. Quindi, ritengo particolarmente importante che l'Aula approvi questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Aiello. Ne ha facoltà.

DAVIDE AIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo a titolo personale per sottoscrivere l'emendamento. Lo ritengo molto importante, perché si chiede al Governo di recepire le indicazioni da parte della Commissione bicamerale antimafia della XVII e della XVIII legislatura in tema di contrasto al fenomeno del gioco d'azzardo, un campo in cui le associazioni criminali sono molto presenti e, soprattutto, riescono a riciclare enormi quantità di denaro. Quindi, ci aspettiamo da parte del Governo un cambio di parere su questo emendamento. Ovviamente, intendo sottoscriverlo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colosimo. Ne ha facoltà.

CHIARA COLOSIMO (FDI). Grazie, Presidente, per chiedere al Governo se c'è la disponibilità ad accantonare l'emendamento in questione, per poterlo verificare insieme.

PRESIDENTE. Chiedo ai relatori della Commissione sulla richiesta di accantonamento dell'onorevole Colosimo.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI, Relatore. Mi spiace, parere contrario (Commenti)… Anzi no, mi scusi, accantoniamolo.

PRESIDENTE. Governo?

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Va bene, accantonarlo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Presidente, prendo atto che è accantonato, ma volevo sottoscriverlo a nome del gruppo.

PRESIDENTE. Va bene. Avverto che il gruppo MoVimento 5 Stelle ha esaurito tutti i tempi previsti dal contingentamento, Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari a un terzo rispetto al tempo originariamente assegnato al gruppo medesimo dal contingentamento.

Allora, mi comunicano che il 13.9 va accantonato, perché insiste sulla questione. Quindi, diamo per acquisito l'accantonamento degli emendamenti 13.8 e 13.9 Quartini. Relatori, prendete nota? Perfetto.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.10 Quartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 13.11 Quartini.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Con questo emendamento, ritorniamo sul tema delle distanze, dai luoghi sensibili, delle sale d'azzardo, delle sale scommesse, dei luoghi dove si azzarda.

Sappiamo benissimo che la strategia utilizzata è fare cassa da parte dei vari soggetti che vogliono implementare e indurre l'azzardo; spesso, le troviamo in aree molto sensibili, per esempio, vicino ai compro oro oppure alle scuole oppure alle chiese oppure a luoghi particolarmente frequentati. Sono concesse e autorizzate le aperture delle sale scommesse anche vicino ai bancomat. Interveniamo anche in sostegno a evidenze. Il collega Iaria, prima, segnalava l'evidenza importante della prima regione che ha adottato una legge regionale di contrasto all'azzardo - il Piemonte - che, proprio grazie a queste misure, ha dimostrato che si può contenere molto il gioco, perché è la disponibilità che genera la possibilità e induce all'azzardo. La stessa cosa è successa in Toscana, che è la seconda regione che ha condotto un'operazione importante in termini di osservatorio sull'azzardo.

Allora, nel sostenere questo, credo che lo Stato debba dare indicazioni più precise e più adeguate rispetto al concetto di proteggere i soggetti fragili, vulnerabili e a rischio dall'induzione all'azzardo. Semplicemente questo. È una cosa già provata, già sperimentata, non è una misura nuova, ed è virtuosa. Mi meraviglia davvero che non ci sia questa sensibilità da parte della maggioranza e del Governo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciani. Ne ha facoltà.

PAOLO CIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Approfitto di quest'ultimo emendamento sull'azzardo, non solo per ringraziare il collega e i colleghi che li hanno presentati, ma per fare qualche piccola riflessione su questo argomento. In questi anni, nel nostro Paese questo tema è stato presentato in maniera molto diversa. Già 10 anni fa, il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali parlava del gioco di azzardo patologico come di una dipendenza comportamentale, eppure noi, in questi 10 anni, abbiamo assistito in Italia a una sorta di normalizzazione dell'offerta, cioè a un cambiamento culturale rispetto a questo tema. Il collega parlava già del termine gioco: il gioco non è niente di più bello e di più innocente di quello che svolgevamo da bambini; il gioco non porta a disturbi mentali o a dipendenze comportamentali. Quindi, c'è una parte di Paese - se voi visitate il sito dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli scoprite che c'è una parte dedicata al gioco - che ci presenta tutte le varietà e le possibilità legali del gioco d'azzardo. Ma poi c'è un'altra parte di Stato - il Ministero della Salute, l'Istituto superiore di sanità, i centri antiusura delle diocesi - che conosce il gioco d'azzardo patologico sotto un'altra lente. In questi anni, il nostro Paese è andato avanti in questa doppia veste. Non parlo del tema della possibile criminalità organizzata - anche se ringrazio la presidente della Commissione Antimafia di aver acceso un faro, almeno accogliendo la richiesta di accantonamento di questi temi - però vorrei sottolineare come tutto questo non sia normale e non possa essere vissuto nella quotidianità come se non colpisse tantissimi nostri concittadini, tante persone normali e comuni. Esiste ormai una certa letteratura di persone, figli, mogli e coniugi che raccontano la vita di persone che si sono rovinate, quotidianamente. E poi permettetemi di dire che in questi ultimi anni - lo diceva molto bene il collega D'Alfonso - si è discusso sul distanziometro all'interno delle città, ma questo riguarda il tema della normalizzazione della proposta perché, se un bambino esce da scuola e si trova davanti tutte le macchinette, se a un anziano che va al centro anziani succede la stessa cosa, è normale che si entri e che si giochi, si tratta di un'offerta come tante altre. Ma questa non è un'offerta come tante altre, poiché conduce a una vera e propria malattia.

L'ultimo punto che vorrei sottolineare è quello dei lavoratori. Soprattutto in questi anni di pandemia, ci è stato detto che bisognava aiutare questo settore economico, perché c'era un grave problema per i lavoratori. Ditemi, fatemi vedere o portatemi in un bar o in una tabaccheria che ha assunto un lavoratore per mettere le macchinette: non ce n'è uno. Allora, questo è un tema falso. Inoltre, bisogna tutelare i lavoratori delle sale scommesse perché andate a vedere come lavorano; andate, la sera tardi, in una periferia delle nostre città, entrate in una di quelle sale e vedete come lavorano quei lavoratori, oltre gli orari di lavoro, occupandosi di tutto. Allora, non usiamo questo argomento dei lavoratori. L'azzardopatia non è un gioco e, come tale, va affrontata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.11 Quartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Prima di passare alla votazione dell'articolo 13, chiedo ai relatori e al Governo i pareri sugli emendamenti 13.8 e 13.9 Quartini, precedentemente accantonati.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 13.8 Quartini ed esprime parere favorevole sull'emendamento 13.9 Quartini.

PRESIDENTE. Il Governo?

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Il parere del Governo è conforme a quello dei relatori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colosimo. Ne ha facoltà.

CHIARA COLOSIMO (FDI). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere l'emendamento 13.9 Quartini, ringraziare il relatore e il Governo e segnalare all'Aula che queste sono le azioni che insieme possiamo fare per combattere nei fatti la mafia e la criminalità organizzata, in tutti i suoi gesti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.8 Quartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.9 Quartini, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19).

Rinvio della convocazione della Commissione parlamentare d'inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere.

PRESIDENTE. Comunico che, d'intesa con il Presidente del Senato, la seduta costitutiva della Commissione parlamentare d'inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, già prevista per oggi, mercoledì 12 luglio 2023, alle ore 14, è rinviata a martedì 18 luglio 2023, alle ore 13.

Nomina dei componenti della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza ed annunzio della sua convocazione.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza i deputati Mario Berruto, Michela Vittoria Brambilla, Michela Di Biase, Carmen Di Lauro, Grazia Di Maggio, Devis Dori, Valentina D'Orso, Giovanna Iacono, Patty L'Abbate, Giorgia Latini, Maria Anna Madia, Lucrezia Mantovani, Marina Marchetto Aliprandi, Giovanna Miele, Fabrizio Rossi, Daniela Ruffino, Gloria Saccani Jotti, Rossano Sasso, Rosaria Tassinari e Imma Vietri.

Il Presidente del Senato della Repubblica ha chiamato a far parte della stessa Commissione i senatori Paola Ambrogio, Maria Cristina Cantù, Giulia Cosenza, Stefania Gabriella Anastasia Craxi, Peppe De Cristofaro, Cecilia D'Elia, Graziano Delrio, Marta Farolfi, Elena Leonardi, Simona Malpezzi, Filippo Melchiorre, Lavinia Mennuni, Andrea Paganella, Luca Pirondini, Stefania Pucciarelli, Elena Sironi, Domenica Spinelli, Daniela Ternullo, Julia Unterberger e Giusy Versace.

Comunico inoltre che, d'intesa con il Presidente del Senato, la Commissione è convocata per mercoledì 19 luglio 2023, alle ore 8,30, presso la sede di Palazzo San Macuto, per procedere alla propria costituzione.

Nomina dei componenti della Commissione parlamentare per il contrasto degli svantaggi derivanti dall'insularità ed annunzio della sua convocazione.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare per il contrasto degli svantaggi derivanti dall'insularità i deputati Tommaso Antonino Calderone, Giuseppe Castiglione, Francesco Maria Salvatore Ciancitto, Francesca Ghirra, Dario Giagoni, Silvio Lai, Francesco Mura, Barbara Polo, Valeria Carmela Maria Sudano e Alessandra Todde.

Il Presidente del Senato della Repubblica ha chiamato a far parte della medesima Commissione i senatori Concetta Damante, Aurora Floridia, Antonino Germanà, Antonio Guidi, Marco Meloni, Dafne Musolino, Antonio Nicita, Salvo Pogliese, Raoul Russo e Antonella Zedda.

Comunico inoltre che, d'intesa con il Presidente del Senato, la Commissione è convocata per mercoledì 19 luglio 2023, alle ore 14, presso la sede di Palazzo San Macuto, per procedere alla propria costituzione.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 1038-A e abbinata.

(Esame dell'articolo 14 - A.C. 1038-A​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A). Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI, Relatore. Invito al ritiro, altrimenti parere contrario, su tutte le proposte emendative.

PRESIDENTE. Il Governo?

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Quindi, tutti pareri contrari. Passiamo all'emendamento 14.1 D'Alfonso.

Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alfonso. Ne ha facoltà.

LUCIANO D'ALFONSO (PD-IDP). Grazie, Presidente. L'emendamento corrobora e si collega all'articolo 14, laddove si dispone e si dettaglia in ordine ai procedimenti dell'amministrazione finanziaria e agli adempimenti dei contribuenti.

È un dato ormai cognito a tutti il fatto che la riuscita di un ordinamento tributario è costruita sulla seguente coppia: regole semplici e facili e adempimento leale e collaborativo da parte del contribuente. Chi sono i contribuenti? Persone fisiche e persone giuridiche; poi, c'è il grande ruolo della raccolta fiscale coincidente con i beni e le cose, dopodiché abbiamo la raccolta fiscale derivante dall'utilizzo dei beni demaniali e dalla raccolta del gioco pubblico. Questi sono gli elementi che danno luogo alla copertura del fabbisogno economico e finanziario dello Stato. Qual è la ragione di questo emendamento del gruppo dei Democratici? Fare sì che il contratto sociale, in ordine alla semplicità, in ordine alla compliance, all'atteggiamento collaborativo, ponga, però, l'incasso, la valorizzazione di tutto il patrimonio tecnologico a cui siamo pervenuti che, poi, genera - permettetemi - il vero e proprio godimento dell'utilizzo degli indici sintetici di affidabilità. Che cosa sono? Praticamente, la forma più riuscita e più estesa di dialogo collaborativo tra ordinamento e contribuente, perché c'è la prefigurazione di quanto e di dove si collochi la corresponsione, la corrispondenza tra la ricchezza del privato, la ricchezza della persona giuridica e l'aspettativa dell'ordinamento.

Che cosa si scrive nell'emendamento? Determiniamo tutto quello che possiamo costruire in ordine alla facilità e alla semplicità; dall'altra parte, però, applichiamo gli indici sintetici di affidabilità fiscale.

Dove ci troviamo noi, attualmente, quanto all'ordinamento tecnologico, digitale, alla conoscibilità dei fattori e dei fatti? Noi ci troviamo in una condizione che adesso mi permetto di rubricare davvero come vostro patrimonio. Nel 2000, quando ci fu il Giubileo di Giovanni Paolo II, un riuscito Giubileo, l'allora direttore dei servizi Gabrielli, con l'allora direttore dell'agenzia che si occupa dei nostri dati, l'ingegner Cannarsa, riuscirono, attraverso la composizione dei dati, a prefigurare il quantitativo degli arrivi per il Giubileo del 2000 per il 98 e 92 per cento degli arrivi. Cioè, noi siamo in grado di prefigurare con esattezza ciò che accade, quando l'ordinamento si muove e quando la cittadinanza si muove, e non dovremmo più avere problemi, per esempio, nella riscossione fiscale. Eppure, abbiamo ancora un magazzino fiscale di oltre 1.000 miliardi di inesigibile, cioè di materia, di credito fiscale che diventa roba da buttare, come sanno tutti i componenti della Commissione finanze di Camera e Senato.

Gli indici sintetici di affidabilità non sono le mandibole odiose di un ordinamento che va contro la cittadinanza, ma l'architettura, l'organizzazione che rende certi i numeri dei documenti contabili dello Stato per rendere certi i diritti, le comodità, le opportunità, le misure di crescita e di sviluppo.

Io continuo a studiare, da oltre dieci anni, le zone economiche speciali ma, se non ci sono le risorse finanziarie, sono materia di convegni, di quella maledetta economia di slide and catering che sono i convegni sulle misure economiche. Servono risorse: questo strumento garantisce le risorse certe, nei tempi certi, per consentire allo Stato di fare lo Stato e alla società di fare la società (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.1 D'Alfonso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.2 D'Alfonso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.3 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Passiamo all'emendamento 14.5 Stefanazzi.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Guerra. Ne ha facoltà.

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo emendamento è importante, perché la proposta del Governo contiene un'ipotesi di concordato preventivo destinato a soggetti con redditi da lavoro autonomo o redditi di impresa, che, sostanzialmente, è reso possibile - ci viene detto dal Ministero, in particolare dal Vice Ministro Leo - dal fatto che l'amministrazione dispone, ormai, di tutti i dati per potere fare un'ipotesi assolutamente aderente alla realtà della condizione economica del soggetto e, quindi, preventivamente, concordare con lui quanto deve pagare.

Siccome è importante avere questi dati, è giusto che finalmente li si utilizzi; però, neppure il Governo più bravo è dotato di preveggenza e, quindi, può sapere cosa succederà nel biennio successivo. Un concordato espone il contribuente al rischio di trovarsi ad avere concordato un'imposta ed avere, invece, un reddito più basso, così come espone l'erario al fatto di avere concordato una tassazione bassa e trovarsi di fronte a un contribuente che avrebbe potuto pagare di più.

È evidente che, se io devo concordare in anticipo, concorderò al ribasso, ma questo è un elemento di assicurazione che, oggettivamente, non può essere negato a nessuno.

Allora non ci piace questa scelta, non ci piace proprio per niente, perché va ulteriormente a confermare un sotto pagamento in campi in cui, a causa dell'evasione fiscale, abbiamo una sotto tassazione dei redditi, come sappiamo, molto, molto elevata.

Noi proponiamo una via alternativa. Seguiamo il Vice Ministro quando ci dice che l'amministrazione dispone, ormai, di tutti i dati per poter conoscere compiutamente la condizione economica dei soggetti e seguiamo anche il Vice Ministro quando ha in mente - e ce l'ha sicuramente in mente - un'ipotesi di semplificazione.

Quindi, proponiamo uno strumento alternativo: non già un concordato preventivo, ma una dichiarazione precompilata, in modo tale che il lavoratore o la piccola impresa, perché è di queste che parliamo, non si debba preoccupare di seguire la complessa materia fiscale, ma abbia a disposizione un documento compiutamente compilato dall'amministrazione che - ripeto - conosce già tutto del contribuente, e debba solo limitarsi a fare quella cosa che, purtroppo e per fortuna anche, tutti dobbiamo fare, cioè pagare le imposte dovute (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.5 Stefanazzi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

(Esame dell'articolo 15 - A.C. 1038-A​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI, Relatore. Parere contrario o invito al ritiro.

PRESIDENTE. Quindi, parere contrario su tutti. Il Governo?

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Il parere del Governo è conforme.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 15.1 Guerra.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Guerra. Ne ha facoltà.

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Presidente, quest'emendamento è importante come il precedente. Stiamo parlando di procedure per favorire l'accertamento e non ho niente in contrario rispetto alla previsione dell'adempimento collaborativo. Sarà importante capire, ovviamente, l'estensione e le caratteristiche che poi tale intervento effettivamente assumerà. L'emendamento, come vedete, è piuttosto complesso, perché interviene su vari punti. La finalità principale è limitare e definire meglio l'adempimento collaborativo, in modo da evitare che diventi non una procedura di accertamento con un elemento anche di accordo, cioè, quindi, concordato, perché si chiama, appunto, adempimento collaborativo ma, invece, un modo per andare incontro a comportamenti non accettabili.

In particolare, i punti che richiamo rapidamente sono il fatto di non prevedere che il soggetto che accede all'adempimento collaborativo decada una volta che sia stata appurata una violazione fiscale. Il testo prevede che se la violazione fiscale non è grave - però capite che si tratta di un concetto molto generico - il contribuente non decade dall'adempimento collaborativo. Io credo, invece, che il patto debba essere molto serio: ti sei preso un impegno, lo hai violato e non hai più l'accesso a questa misura di semplificazione e di aiuto. Nel secondo punto si riduce l'applicazione di sanzioni, fino alla totale esclusione per i soggetti che si erano comportati bene. È vero che tenere conto del fatto che i soggetti si siano comportati bene è un'abitudine e, in generale, quando si comminano sanzioni, sia amministrative sia penali, si può tener conto del fatto che uno sia incensurato, però arrivare a prevedere la totale esclusione significa che se io mi comporto bene per un certo numero di anni mi guadagno la possibilità di compiere violazioni fiscali. Secondo me e secondo noi, questo è profondamente sbagliato. Inoltre, si prevedono degli alleggerimenti di sanzioni nei casi di dichiarazione infedele. Anche su questo punto bisogna, invece, presidiare il fatto che la dichiarazione infedele deve essere sanzionata. Poi si annunciano future definizioni agevolate che, come fondamentalmente sappiamo, vogliono dire condoni nella nostra bella lingua italiana.

Si introduce il concordato preventivo, ma di questo ho già parlato nel precedente intervento, e si limita la possibilità di fare riferimento, nella valutazione di quanto è dovuto al fisco, ai valori di mercato nelle transazioni. Quindi, questo Governo esprime una certa allergia al fatto di fare riferimento a valori veri. Lo fa con riferimento alla riforma del catasto che non vuole e, quindi, ci costringe tutti a pagare imposte su valori delle case puramente casuali, come se tirassimo fuori una pallina da un pallottoliere per sapere quanto dobbiamo pagare, ed estende i casi in cui non si può disconoscere un valore che è stato contrattato fra le parti quando la valutazione di mercato è estremamente difforme.

Quindi, tutti questi elementi sono compresi in quest'emendamento, che li sopprime, in modo chirurgico, all'interno dell'adempimento collaborativo che, invece, è un istituto che verrebbe comunque salvaguardato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.1 Guerra, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Passiamo all'emendamento 15.3 Merola.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Merola. Ne ha facoltà.

VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Con quest'emendamento noi proponiamo di sopprimere il concordato preventivo. I sistemi digitali attuali permettono di sostituire il concordato preventivo con una dichiarazione precompilata, che aiuta il contribuente. Insistere con il concordato preventivo significa mettere in previsione una riduzione delle entrate, cosa che non ci pare adeguata anche rispetto all'equità con gli altri contribuenti e con la situazione del nostro Paese.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.3 Merola, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.7 Merola, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

(Esame dell'articolo 16 - A.C. 1038-A​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI, Relatore. Invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Il parere del Governo è conforme.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 16.1 Guerra.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Guerra. Ne ha facoltà.

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Una delle innovazioni importanti su cui bisogna richiamare l'attenzione, perché se n'è parlato pochissimo in questa delega, riguarda la riscossione. Io riconosco che in questa delega ci sono anche strumenti che possono rendere più efficace l'accertamento, come l'utilizzo delle banche dati e le analisi del rischio, che sono tutte cose importanti.

Però, l'accertamento diventa inutile - inutile! - quando tu hai accertato un'imposta e non ti preoccupi di riscuoterla; quando questo si scopre, nessuno paga le imposte, perché, anche se ti arriva la cartella esattoriale, ma sai che non dovrai pagare, se sei sano di mente, non paghi.

Allora, questo è quello che può succedere. Infatti, viene introdotto un istituto che si chiama pianificazione fiscale ed è una cosa su cui richiamo veramente la vostra attenzione, perché è un unicum, dal mio punto di vista: mentre è ovvio che pianifichi l'accertamento, perché non puoi accertare tutti, non è per niente ovvio che tu, che sei un creditore e sai per certo, perché l'accertamento è stato completato e la cartella è stata inviata, che hai un credito da riscuotere, decidi che, invece, ne riscuoti solo una percentuale. È scritto in modo tale che sia il Ministero a dare gli indirizzi - cioè quest'anno solo le lavanderie, quest'altro anno solo chi ha crediti superiori ai 20.000 euro, quest'altro anno solo chi è biondo, non so quali saranno i criteri -, ma all'Agenzia sia precluso di fare qualsiasi cosa che non sia dentro questa pianificazione fiscale.

Abbiamo bisogno di potenziare gli strumenti e il personale a disposizione dell'Agenzia delle entrate-Riscossione, abbiamo bisogno - e ne parleremo nei prossimi emendamenti - di prevedere rateizzazioni, allentamenti per i contribuenti che sono in difficoltà economica, ma non capisco perché dobbiamo rinunciare a cercare di portare a casa un credito, che è stato, ormai, appurato, dopo che abbiamo speso altrettanti soldi con l'Agenzia delle entrate per andare ad appurare se questo credito sia dovuto o no. È dovuto, lo sappiamo, abbiamo fatto la cartella, però, ne prenderemo solo una parte, concentreremo l'attività della riscossione solo su una parte e siccome, dopo cinque anni, sei a posto, perché i crediti vengono restituiti, mi chiedo: chi pagherà più le imposte? Chiederò, in futuro, che anche i lavoratori dipendenti, anche i pensionati escano dal sostituto d'imposta e possano godere di questo Paese del Bengodi in cui si può non pagare le imposte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.1 Guerra, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Avverto che il gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari a un terzo rispetto al tempo originariamente assegnato al gruppo dal contingentamento.

Passiamo all'emendamento 16.2 D'Alfonso, con il parere contrario del Governo e della Commissione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alfonso. Ne ha facoltà.

LUCIANO D'ALFONSO (PD-IDP). Presidente, quest'emendamento è costruito sulla volontà di rafforzare, in corrispondenza dell'articolo 16, per quanto riguarda le attività tecnicamente raccontabili come “discarico”, i diritti dei crediti da riscuotere, scrivendo: “a condizione che siano state esperite azioni di riscossione che si siano rivelate infruttuose”. Allora, si sostiene che c'è una grande differenza tra gli enti locali, quando riscuotono, e lo Stato, quando riscuote. Lo Stato ha impiegato quasi 130 anni dall'Unità d'Italia per imparare a riscuotere. C'è un bellissimo studio di Raffaele Colapietra, che ha insegnato storia del Mezzogiorno a Salerno, a proposito dell'incapacità di riscuotere degli staterelli preunitari. Centotrent'anni dopo la nascita dell'Unità d'Italia, abbiamo imparato a riscuotere. Siamo arrivati all'età della maturità, quando la tecnologia si è messa al servizio. La fatturazione elettronica è stata una grande conquista che, mi pare, accomuni tutti; non solo sul piano della falegnameria di questa geometria, ma anche sul piano proprio della riflessione giuridica e culturale, nessuno più mette in discussione la fatturazione elettronica.

L'attività di discarico, come diritto di riscossione, è percepita come discussa, poi, discutibile e si pone a discarico un punto di certezza nei documenti contabili, per evitare che accada quello che abbiamo anche ereditato, come i miliardi di euro che si verificano inesigibili.

La condizione che poniamo è che sia chiaro, sia doveroso che si possa dimostrare che si è svolta un'azione di riscossione di cui c'è traccia documentale, altrimenti rischia di essere il contrario di un'azione della statualità. Lo Stato deve organizzare il rispetto dei doveri contrattuali.

Che cos'è che può accadere? Ve lo dico in cifre. Il problema è quello che si verifica con gli enti locali; non so quanti di voi abbiano fatto gli amministratori locali, ma in Italia pochissimi pagano gli accessi ai passi carrabili. Il credito da riscuotere c'è, ma non c'è la capacità dell'amministrazione di riscuotere! La si affida a terzi e a quarti, ma non accade allo stesso modo, tant'è che molte volte, poi, si decide di rinunciare. Ma anche le società dell'acqua non fanno pagare, hanno difficoltà, soprattutto al Sud. È così che si comincia a demolire, a svilire, a debilitare la capacità di un ordinamento di pretendere l'adempimento.

Non è stato alla Camera dei deputati, Norberto Bobbio, ma è stato al Senato della Repubblica; come si genera l'obbligatorietà della norma? La norma ha la capacità di meritare obbligatorietà se c'è l'invito, l'educazione! Il contrario dell'educazione all'obbligatorietà dell'adempimento normativo genera un lassismo che fa sembrare lo Stato un autogrill: chi vuole ci entra e adempie, chi non vuole non ci va e non adempie. Questo è il rischio nascosto, recondito, all'interno di un pezzo dell'articolato di quest'articolo 16, se non si determina la certezza documentata e riscontrabile con memoria remota che si è provato, che si è determinato a realizzare l'adempimento con la “forzosità” della riscossione.

Mi avvio a concludere. Vengo da una regione nella quale c'è stato il problema di Rigopiano; una delle dieci ragioni è che mancavano le risorse nei primi titoli di bilancio degli enti locali deputati e la copertura di quei primi titoli di bilancio deriva dalla certezza dell'affluenza delle risorse che hanno a che fare solo con l'“erarialità” dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.2 D'Alfonso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Passiamo all'emendamento 16.3 Tabacci.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Guerra. Ne ha facoltà.

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Presidente, qui il problema riguarda sempre la riscossione, perché è di questo che stiamo parlando. Ora, è possibile prevedere di stabilizzare una situazione in cui, una volta che tu non hai pagato quello che dovevi pagare, ma non ti sei autodenunciato, né hai dichiarato di essere in difficoltà, altrimenti avresti avuto una rateizzazione dall'Agenzia delle entrate in fase di accertamento (no, hai aspettato di essere scoperto), a quel punto, chiedi una rateizzazione. Ma è possibile che si arrivi a una stabilizzazione di dieci anni? Dieci anni, per pagare? Ma, scusate, quelli che pagano le imposte ogni mese, cosa devono pensare di fronte al fatto che uno, che ha cercato di farla franca ed è stato trovato, abbia dieci anni per saldare il suo debito nei confronti dello Stato? Questo è quello verso cui andiamo a regime. È una cosa priva di senso e, mi scuserà, deputato Merola, poi potrà aggiungere considerazioni, se parlo anche dell'emendamento successivo, perché è collegato, così la faccio più breve.

Mettiamoci un criterio che dia la rateizzazione condizionata a una verifica sull'oggettiva difficoltà a pagare perché, se c'è un'oggettiva difficoltà a pagare, sia chiaro, sono la prima e tutti noi siamo i primi a dire che, quando uno non può, devi andargli incontro, ma lo dico anche da economista. Ma qual è quel creditore scemo che uccide il debitore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? Gli dà la possibilità di pagare, ma se sei in una condizione economica difficile, non a tutti, a tutti indiscriminatamente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.3 Tabacci, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.4 Merola, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 16.5 Scotto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

(Esame dell'articolo 17 - A.C. 1038-A​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI, Relatore. Invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente, il parere del Governo è conforme.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 17.1 Merola. Ha chiesto di parlare l'onorevole Guerra. Ne ha facoltà.

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Presidente, qui siamo di fronte ad un'altra cosa veramente sconvolgente, cioè una delega che già prevede che poi si possa derogare ai principi che va introducendo, prevedendo futuri spazi per quelle che vengono chiamate amichevolmente definizioni agevolate. Il problema è questo, noi siamo in generale contrari ai condoni, alle definizioni agevolate, eccetera, ma prevederle addirittura in anticipo! Sto dicendo a un contribuente: guarda, paga le imposte, però poi vediamo, se proprio succede qualcosa, forse, vediamo, ti daremo un condono. Francamente sono cose che non si possono vedere. Quindi, questo emendamento cancella i riferimenti alle definizioni agevolate in alcuni di questi passaggi dell'articolo 17.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 17.1 Merola, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 36).

(Esame dell'articolo 18 - A.C. 1038-A​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI, Relatore. Invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 18.1 Merola. Ha chiesto di parlare l'onorevole Merola. Ne ha facoltà.

VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Con questo emendamento noi proponiamo di sopprimere la lettera b) della parte che riguarda le sanzioni, perché in materia di sanzioni penali ci pare opportuno sopprimere il riferimento, in particolare, alla sopravvenuta difficoltà a pagare.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.1 Merola, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Passiamo all'emendamento 18.4 Merola. Ha chiesto di parlare l'onorevole Merola. Ne ha facoltà.

VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Insistiamo, in subordine, perché sia mantenuta la punibilità almeno nei casi in cui siano state compiute azioni che dimostrano solidità patrimoniale, quali l'erogazione di dividendi, l'incremento di compensi agli amministratori, la partecipazione a gare ad evidenza pubblica. Ci parrebbe un criterio per fare in modo che la punibilità resti una cosa seria.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.4 Merola, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Passiamo all'emendamento 18.5 Marattin. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Noi ripresenteremo questo emendamento al Senato perché credo che siate d'accordo anche voi. Ci avete detto che è già nel testo, ma non è nel testo. Noi chiediamo semplicemente di evitare che le sanzioni si cumulino, arrivando a un multiplo del tributo. La sanzione si eleva una volta sola e si esige il pagamento anche con gli strumenti di agevolazione, sui quali noi concordiamo, a differenza di alcuni colleghi. È un emendamento di buonsenso, al Senato non ci sarà il relatore attuale, quindi non ci sarà il giochino di volerselo intestare lui. Perché non ce lo prendete?

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.5 Marattin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 40).

(Esame dell'articolo 19 - A.C. 1038-A​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A). Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI, Relatore. Invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Parere conforme, Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 19.1 Marattin, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

(Esame dell'articolo 20 - A.C. 1038-A​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI, Relatore. Parere contrario o invito al ritiro.

PRESIDENTE. Il Governo?

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 20.1 Toni Ricciardi. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alfonso. Ne ha facoltà.

LUCIANO D'ALFONSO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Penso che, in corrispondenza dell'articolo 20 e dello sforzo, che noi poniamo in essere, di emendarlo, ci sia il riassunto di tutta la battaglia che abbiamo provato ad alimentare già dai tempi del lavoro istruttorio in Commissione.

Se fossi un lettore del teologo von Balthasar, direi che il tutto è in questo frammento, che equivale alla bellezza del rapporto tra la parte e l'intero. Perché in questa parte c'è la grande questione dell'iniziativa normativa che è stata adottata? Perché si pone il tema: ma la copertura finanziaria? Per fare in modo che la copertura finanziaria non venga sussunta da tagli di diritti, che sono già statuiti attraverso l'ordinamento in essere e in esercizio, come si procede? Come si può garantire che l'attuale spesa del benessere sociale, del welfare, non venga ridotta per generare il rinvenimento della copertura finanziaria occorrente ai nodi normativi che questa legge delega dispiega in capo alla decisione pubblica della nostra Repubblica?

Vedete, io non credo che possano esistere decisioni pubbliche che non collochino risorse. Ci sono cause davanti alla Corte dei conti, nelle quali, per poter essere vinte da parte di avvocati bravi a prevalere, si cerca l'argomento volto a dimostrare che quella decisione, assunta da quel tale ente locale, non ha collocato risorse. Solitamente, la giurisprudenza più pacifica della Corte dei conti racconta, precisa e stabilisce che non esistono deliberazioni dell'ordinamento pubblico che non collochino risorse, cioè che non utilizzino risorse. È vero che ci stiamo abituando ad attività di indirizzo anche quando deliberiamo in sede legislativa, ma noi siamo anche portati a quella - permettetemi - ariosità deliberativa di “verificare alla condizione che”.

Qui non si tratta di un ordine del giorno, ma di una legge delega, che, per forza di cose, ha bisogno di copertura. Come si determina la copertura? Poniamo, nell'emendamento, di mettere al riparo il patrimonio dei diritti garantiti. A cosa mi riferisco? Provate a immaginare se adesso gli interventi riguardanti la reazione della Protezione civile alle catastrofi e ai disastri ponessero in essere una procedura che dice: saranno le assicurazioni private a reagire. Circola, anche nelle stanze di questo importante Palazzo rappresentativo, la volontà di creare oggi un documento, domani un convegno, dopodomani una proposta, che dicano che non è più la Protezione civile, con i titoli di bilancio dei documenti pubblici dello Stato, ma è un'assicurazione. In un comune che fa parte della cintura urbana di Chicago, Burr Ridge, i marciapiedi e le illuminazioni si pagano, come si può dire, in house, ad opera di chi ha le case lì, ognuno provvede da sé, una specie di ‘tana libera tutti', per quanto riguarda l'uniformità della vivibilità, della certezza delle comodità e della sicurezza.

Allora, per fare in modo che questa legge delega non rinvenga la copertura attraverso tagli, il gruppo del PD fa un emendamento scritturato come norma di primo grado che dice che non ci saranno tagli alla spesa sociale: vi sentite di assumere impegni? È chiaro che questo emendamento punta ad una rieducazione. Nei processi penali, quello che dice l'avvocato, oralmente, punta ad avere una educazione in capo al magistrato giudicante: io te lo dico, anche se non lo scrivo. Ascoltiamo un dibattito di questo tipo per orientare le menti di coloro i quali stabiliranno, dopo, quale sarà la sorte del patrimonio dei diritti ad oggi garantito. A questo serve la discussione in Parlamento. Nei primi Parlamenti, dove non si deliberava, tutto si riduceva a discutere: era un tiro alla fune sulla giustezza delle posizioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 20.1 Toni Ricciardi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Passiamo alla votazione dell'articolo 20.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Guerra. Ne ha facoltà.

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Presidente, vorrei intervenire in dichiarazione di voto sull'articolo 20 che lei porrà in votazione. Perché intervengo sull'articolo? Perché l'articolo 20 è il disvelamento dell'imbroglio dell'intera delega fiscale.

È una delega fiscale - ci viene detto - molto ambiziosa, perché effettivamente interviene su tantissimi temi. Però, è una delega fiscale che non è sostenibile. È una delega fiscale che non è finanziata. È una delega fiscale che, ad ogni passaggio, promette sconti e regali di notevole entità, ma non ha, al suo interno, praticamente alcuna fonte di autofinanziamento. E lo fa, non già prevedendo subito, ma promettendo primi passi verso una flat tax, prevedendo possibili forme di flat tax incrementale, riservate ad alcuni, mentre ad altri si riservano alcune agevolazioni su piccole componenti di reddito di lavoro dipendente, come abbiamo già più volte ricordato. Si promettono diminuzioni dell'IVA, perché i nostri emendamenti volti ad evitare l'erosione fiscale sono stati bocciati. Si prevede il superamento dell'IRAP. Si prevede la possibilità di compensare, senza limiti, le minusvalenze contro i redditi di capitale, e così via.

Ma la cosa più grave di tutte è che un insieme di provvedimenti, di cui abbiamo parlato stamattina, promette anche di chiudere gli occhi nei confronti dell'evasione fiscale e di scassare il sistema della riscossione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Quindi, noi ci troveremo con una delega che, se fosse mai realizzata, creerebbe un buco insostenibile nelle finanze dello Stato, compromettendo in modo radicale il finanziamento non solo e principalmente del sistema di welfare, ma probabilmente la sostenibilità della spesa pubblica.

D'altra parte, Presidente, ricordo che un emendamento che chiedeva semplicemente di garantire il finanziamento ordinato della spesa pubblica, attraverso un sistema fiscale uniforme e razionale, è stato bocciato da questo Parlamento.

E, quindi, la finalità è chiara: mettere in assoluta crisi il nostro sistema fiscale e, con esso, l'intervento pubblico. E l'intervento pubblico che ci è più chiaro - lo ha ricordato pochi secondi fa l'onorevole D'Alfonso - è quello del welfare, con cui si cerca di rimediare alle grandi storture che si realizzano sui mercati e che noi, con altri provvedimenti voluti da questa maggioranza e da questo Governo, non vogliamo correggere, laddove si formano.

Quindi, dichiaro il mio e il nostro voto contrario a questo articolo 20, che è la somma di tutte queste brutture (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marattin.

LUIGI MARATTIN (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Intervengo per dichiarare il nostro voto favorevole a questo articolo - è il nostro primo voto favorevole sugli articoli, oggi - per una ragione sorprendentemente semplice: è uno dei non pochi casi in cui le norme sono state interamente copiate, dalla prima parola all'ultimo punto, dall'articolo corrispondente - il 10 - della riforma Draghi, fatta dal Governo in cui colei che ha parlato prima di me era Vice Ministro dell'Economia.

E non vale dire che in quell'occasione non vi erano potenziali impegni di spesa. Nella delega Draghi vi erano, parimenti, potenziali decrementi di pressione tributaria, controbilanciati da principi contenuti all'interno di quel disegno di legge. Possiamo non essere d'accordo su quei principi ma la tecnica di copertura normativa di questa legge delega è identica alla tecnica di copertura normativa prevista nella legge delega Draghi. Io capisco tutto quello che è stato detto, ma arrivare a rimangiarsi anche la tecnica di copertura legislativa che è stata usata un anno fa, in quest'Aula, con il voto favorevole di chi ha parlato prima di me mi sembra una concessione un po' eccessiva all'ideologia, rispetto al servizio che stiamo facendo al Paese (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mancini. Ne ha facoltà.

CLAUDIO MANCINI (PD-IDP). Presidente, per un minuto, a titolo personale, solo per ricordare all'Aula, visto che siamo in amarcord della scorsa legislatura, che l'attuale presidente della Commissione finanze, che porta questo provvedimento in Aula, al presidente Marattin, che presiedeva la Commissione finanze nella scorsa legislatura, occupò l'Aula. Mi pare che noi siamo in un atteggiamento ben diverso.

MARCO OSNATO (FDI). Non è vero (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 44).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1038-A​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il Sottosegretario per l'Economia e le finanze, onorevole Federico Freni, a esprimere il parere. Come concordato, il Sottosegretario chiamerà il numero e il riferimento per il parere. Ho compreso bene, Sottosegretario?

Per favore, un po' di silenzio che dobbiamo registrare i pareri (Il deputato Osnato si dirige verso la parte sinistra dell'emiciclo - Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. No, no, per favore, colleghi, colleghi (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Azione-Italia Viva-Renew Europe)! Colleghi, per cortesia, non sono ammessi spostamenti di questo genere in Aula. Rimaniamo concentrati sui pareri e andiamo avanti, ché il tempo stringe.

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Presidente, ma è venuto a insultarci (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Prego, Sottosegretario Freni.

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Ordine del giorno n. 9/1038-A/1 Casu, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/1038-A/2 De Monte, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1038-A/3 Sottanelli, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1038-A/4 Centemero, parere favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato con “a valutare l'opportunità di procedere compatibilmente con i saldi di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/1038-A/5 Andreuzza, parere favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato con “a valutare l'opportunità di prevedere, compatibilmente con i saldi di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/1038-A/6 Barabotti parere favorevole, a condizione che sia riformulato con “a valutare l'opportunità di rivedere, compatibilmente con i saldi di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/1038-A/7 Ambrosi, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1038-A/8 Mollicone, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1038-A/9 Lucaselli, parere favorevole. L'ordine del giorno n. 9/1038-A/10 Loperfido dovrebbe essere ritirato.

PRESIDENTE. Sottosegretario Freni, mi scusi, il parere sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/10 Loperfido dovrebbe essere invito al ritiro o contrario.

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Sì, invito al ritiro o parere contrario; chiedo scusa. Ordine del giorno n. 9/1038-A/11 Rampelli, parere favorevole a condizione che all'impegno sia premesso “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/1038-A/12 Deidda, parere contrario. Parere favorevole sugli ordini del giorno n. 9/1038-A/13 Congedo e n. 9/1038-A/14 Riccardo Ricciardi. Ordine del giorno n. 9/1038-A/15 Fenu, parere favorevole ad eccezione dell'ultimo impegno, che va espunto. Ordine del giorno n. 9/1038-A/16 parere favorevole a condizione di espungere il primo impegno e di premettere al secondo impegno la formula “a valutare l'opportunità di”. Parere contrario sugli ordini del giorno n. 9/1038-A/17 Barzotti e n. 9/1038-A/18 Lovecchio. Ordine del giorno n. 9/1038-A/19 Torto, parere favorevole. Parere contrario sugli ordini del giorno n. 9/1038-A/20 Cafiero De Raho e n. 9/1038-A/21 Raffa. Ordine del giorno n. 9/1038-A/22 Francesco Silvestri, parere favorevole a condizione che l'impegno sia riformulato complessivamente come segue: “nell'ambito della riforma fiscale di cui alla delega e della razionalizzazione delle agevolazioni fiscali, a valutare l'opportunità di potenziare le detrazioni fiscali sulle spese connesse a mutui prima casa”, espungendo quindi tutta la parte residua degli impegni. Parere contrario sugli ordini del giorno n. 9/1038-A/23 Auriemma e n. 9/1038-A/24 Santillo. Parere favorevole sugli ordini del giorno n. 9/1038-A/25 Dell'Olio, n. 9/1038-A/26 Baldino, n. 9/1038-A/27 Aiello, n. 9/1038-A/28 Carmina e n. 9/1038-A/29 Alfonso Colucci. Parere contrario sugli ordini del giorno n. 9/1038-A/30 Caso e n. 9/1038-A/31 Orrico. Ordine del giorno n. 9/1038-A/32 Sergio Costa, parere favorevole a condizione che sia premesso all'impegno “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/1038-A/33 Cappelletti, parere favorevole a condizione che sia permesso all'impegno “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/1038-A/34 Quartini, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1038-A/35 Carotenuto, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/1038-A/36 D'Orso parere favorevole a condizione che sia permesso all'impegno “a valutare l'opportunità di”. Parere contrario sugli ordini del giorno n. 9/1038-A/37 Donno, n. 9/1038-A/38 Ascari, n. 9/1038-A/39 Caramiello e n. 9/1038-A/40 Onori. Ordine del giorno n. 9/1038-A/41 De Palma, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1038-A/42 Rubano, parere favorevole a condizione che sia premesso all'impegno “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/1038-A/43 Mule', parere contrario. Ordine del giorno n. 9/1038-A/44 Squeri, parere favorevole a condizione che sia premessa la formula “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/1038-A/45 Nevi, parere favorevole a condizione che siano premesse le formule “a valutare l'opportunità di” e “compatibilmente con i saldi di finanza pubblica”. Parere contrario sugli ordini del giorno n. 9/1038-A/46 Casasco e n. 9/1038-A/47 Tassinari. Ordine del giorno n. 9/1038-A/48 Mazzetti, parere favorevole a condizione che sia premesso all'impegno “a valutare l'opportunità di” e “compatibilmente con i saldi di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/1038-A/49 Cortellazzo, parere contrario. Parere favorevole sugli ordini del giorno n. 9/1038-A50 Osnato, n. 9/1038-A/51 Cuperlo e n. 9/1038-A/52 Cattaneo. Ordine del giorno n. 9/1038-A/53 Caretta, parere favorevole a condizione di premettere all'impegno “compatibilmente con i saldi di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/1038-A/54 Gebhard, invito al ritiro o parere contrario. Ordine del giorno n. 9/1038-A/55 Bicchielli, parere favorevole a condizione che sia premesso all'impegno “a valutare l'opportunità di”. Ordine del giorno n. 9/1038-A/56 Romano, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1038-A/57 Brambilla, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/1038-A/58 Cavo, parere favorevole a condizione che sia espunta l'ultima parte dell'impegno da “e di prevedere (…)” sino al termine. Ordine del giorno n. 9/1038-A/59 Lupi, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1038-A/60 Gadda, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/1038-A/61 Richetti, parere favorevole. Parere contrario sugli ordini del giorno n. 9/1038-A/62 Fratoianni e n. 9/1038-A/63 Ciaburro. Ordine del giorno n. 9/1038-A/64 Cavandoli, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1038-A/65 Gusmeroli, parere favorevole a condizione che sia premesso all'impegno “compatibilmente con le esigenze di cassa e di finanza pubblica”. Parere contrario sugli ordini del giorno n. 9/1038-A/66 Borrelli, n. 9/1038-A/67 Grimaldi, n. 9/1038-A/68 Bonelli e n. 9/1038-A/69 Zanella. Ordine del giorno n. 9/1038-A/70 Ruffino, parere favorevole a condizione che sia premesso all'impegno “a valutare l'opportunità di” e “compatibilmente con i saldi di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/1038-A/71 Zaratti, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/1038-A/72 Patriarca, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/1038-A/73 Toni Ricciardi, parere contrario.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, all'ordine del giorno n. 9/1038-A/1 Casu, su cui vi è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, rappresentante del Governo, intervengo sull'ordine del giorno chiedendo al Governo - dando fin da subito la disponibilità anche per un'eventuale riformulazione - di ripensare su questo parere contrario.

Proverò a spiegare la ragione politica, perché l'ordine del giorno in realtà non fa altro che suggerire l'impegno di una metodologia che sta avendo grande successo in tanti Paesi, che è stata sperimentata in maniera positiva, con effetti molto benefici…

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Presidente, però non è che può funzionare così…

PRESIDENTE. Abbia pazienza, onorevole Casu, c'era una questione collegata all'ordine del giorno. Un attimo. Aspetti un attimo, onorevole Casu.

ANDREA CASU (PD-IDP). Mi sto rivolgendo proprio al Governo, così è complicato da questo punto di vista.

PRESIDENTE. Chiedo la cortesia di lasciare libero il banco del Governo perché il Governo deve poter ascoltare. Vi prego. Onorevole Casu, le chiedo scusa e la prego di proseguire.

ANDREA CASU (PD-IDP). Allora, provo a dirlo in poche parole. Proprio la delega che stiamo affrontando in questo momento parla di contemperamento degli interessi pubblici generali in tema di salute con quelli erariali sul regolare afflusso del prelievo tributario gravante sui giochi, nonché con la prevenzione del riciclaggio dei proventi di attività criminose. Quello che chiede il nostro ordine del giorno è che vengano sperimentate delle metodologie efficaci per rendere nota una possibilità che è già prevista dall'ordinamento dal 2019, che è il Registro…

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). E allora!

PRESIDENTE. Per cortesia (Commenti). Colleghi vi prego!

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente e grazie ai rappresentanti del Governo. Chiedo anche, dato che abbiamo i tempi contingentati, che il conteggio dei tempi tenga conto del fatto che non ho ancora potuto cominciare.

PRESIDENTE. Assolutamente.

ANDREA CASU (PD-IDP). Allora provo a ricominciare per l'ennesima volta. La questione è semplice. Noi abbiamo dal 2019 uno strumento molto utile, il Registro unico delle autoesclusioni. Cos'è il Registro unico delle autoesclusioni? Un giocatore, che si rende conto che i suoi comportamenti stanno diventando patologici - si rendono conto lui, la famiglia, le persone con cui entra in rapporto - può iscriversi a un Registro ed essere autoescluso dal gioco a distanza. È una cosa molto positiva. È chiaro che c'è la ludopatia, che è un fenomeno che cresce e che coinvolge oltre un milione di persone; è chiaro che esiste anche il gioco pulito e sano, ma esistono tante persone che scivolano verso un comportamento che può diventare patologico. Ora qual è il vero problema? Che questa possibilità esiste solo sulla carta; in realtà nessuno sa di questo Registro, in pochissimi si iscrivono ed in pochissimi utilizzano questo strumento utile introdotto nel 2019 dall'ordinamento. Quello che chiede questo ordine del giorno è - dato che esiste la teoria delle spinte gentili che dal 2008 sta intervenendo sulla possibilità di contribuire alla decisione pubblica modificando l'architettura delle scelte, cioè creando un contesto in cui non ci siano solamente obblighi, divieti e incentivi di natura economica, ma ci sia anche la condivisione di informazioni e di interventi che parlano ai nostri processi cognitivi, non solo al sistema lento, riflessivo, razionale, che studia le norme, ma anche al sistema veloce e immediato influenzato dalle relazioni sociali - che queste metodologie siano utilizzate per fare sì che le persone possano sapere che esista questo Registro unico delle autoesclusioni e possano essere messe nelle condizioni di porsi a propria tutela in questa posizione. Ora, dato che questa è una metodologia molto importante e viene utilizzata in tutto il mondo, si potrebbe valutare anche qui, di rinunciare anche a valutare l'opportunità di considerare questo metodo, che è veramente il minimo sindacale per dire che si ha intenzione in qualche modo di far sapere alle persone che esiste il Registro unico delle autoesclusioni, altrimenti significa semplicemente volere che il Registro unico delle autoesclusioni continui a esistere solo sulla carta e che non si faccia nulla per cercare di fermare, con l'autocontrollo ed il contributo delle persone e delle famiglie, dei sistemi sociali e dei sistemi sanitari, il fatto che molte persone scivolino dal gioco verso una dimensione patologica che crea danni incredibili al Paese.

Io chiedo veramente al Governo di ripensare a questo parere contrario e di prendersi il tempo che serve. Se intende proporre una riformulazione, siamo disponibili, ma continuare a negare la possibilità di utilizzare uno strumento che già esiste nell'ordinamento, che è il Registro unico delle autoesclusioni, e non fare veramente nulla per mettere le persone nelle condizioni di procedere penso sia un errore grave e mi auguro veramente che oggi il Parlamento non lo commetta.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/1 Casu, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/2 De Monte c'è un parere favorevole. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ziello. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Presidente, per comunicare che accettiamo, come gruppo della Lega, tutte le riformulazioni degli ordini del giorno.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/3 Sottanelli, c'è un parere favorevole, andiamo oltre. Sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/4 Centemero, c'è una riformulazione, che viene accettata. Sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/5 Andreuzza c'è una riformulazione, che viene accettata. Sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/6 Barabotti c'è una riformulazione che viene accettata. Sugli ordini del giorno n. 9/1038-A/7 Ambrosi, n. 9/1038-A/8 Mollicone e n. 9/1038-A/9 Lucaselli il Governo ha espresso parere favorevole. L'ordine del giorno n. 9/1038-A/10 Loperfido è stato ritirato. Sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/11 Rampelli, c'è una riformulazione, che viene accettata. L'ordine del giorno n. 9/1038-A/12 Deidda è stato ritirato. Sugli ordini del giorno n. 9/1038-A/13 Congedo e n. 9/1038-A/14 Riccardo Ricciardi il parere del Governo è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/15 Fenu, c'è un parere favorevole con riformulazione: viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/16 Alifano, c'è un parere favorevole con riformulazione. Onorevole, accetta la riformulazione?

ENRICA ALIFANO (M5S). Presidente, con la riformulazione, di fatto, il Governo chiede di espungere il primo impegno e, relativamente al secondo impegno, a premettere la locuzione: “a valutare l'opportunità di” su un tema che secondo me è di estrema urgenza e di estremo interesse. Parliamo del tema della casa che, tra l'altro, viene descritto come una delle priorità nel disegno di legge delega che, in questo ordine del giorno, si coniuga anche con il tema salariale, della difesa dei salari dei lavoratori. Oramai è notorio che c'è una direttrice Sud-Nord di spostamento della popolazione in cerca di lavoro, quindi molti lavoratori non restano nel luogo di residenza abituale, ma si trasferiscono per lavoro al Nord e si ritrovano quindi a pagare anche dei canoni di locazione estremamente importanti e rilevanti. È stato più volte precisato che il rapporto tra la retribuzione e il canone di locazione non dovrebbe superare il 30 per cento, ciò significa che, dinanzi a una retribuzione di 1.500 euro, perché vi sia equilibrio del bilancio familiare, il canone di locazione non dovrebbe superare i 450 euro, ma spesso non è così. Soprattutto nelle grandi città, anche per l'affitto di un appartamento di 80 metri quadrati si paga più di 700 euro mensili come canone di locazione.

Per il vero, le disposizioni vigenti prevedono detrazioni di imposta proprio per gli affitti, nella misura massima di 991,60 euro annui, quindi, comunque, c'è già stata un'attenzione, da parte del legislatore, su questo tema. Con questo ordine del giorno, noi chiedevamo, innanzitutto, di estendere la platea dei lavoratori che possono utilizzare queste detrazioni, quindi non solo i lavoratori con un contratto di lavoro dipendente, ma anche lavoratori che hanno altre forme contrattuali - si pensi, ad esempio, ai Cococo, che hanno, tra l'altro, minori garanzie - e, nello stesso tempo, con il secondo impegno, che, però, si è tradotto, nella lettura del Governo, in qualcosa di estremamente labile, di procedere quanto prima al riordino della materia delle detrazioni per i canoni d'affitto. Quindi, si chiede che venga messo in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/16 Alifano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Ordine del giorno n. 9/1038-A/17 Barzotti, su cui vi è parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Barzotti. Ne ha facoltà.

VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Io invito il Governo a rivalutare il parere su questo ordine del giorno, perché è fondamentale; parla, sostanzialmente, della necessità di andare a rivisitare tutta la normativa sui fringe benefit. Come sappiamo, il lavoro in questo Paese è tassato tantissimo, i lavoratori non hanno gli strumenti né gli stipendi adeguati per fare fronte alle esigenze quotidiane della loro vita, e sapete benissimo i problemi che ci sono in questo momento, anche in termini di inflazione, per cui è necessario utilizzare tutti gli strumenti possibili per ridurre il carico fiscale nei loro confronti e, soprattutto, per permettergli di avere un reddito decente. Quindi, cortesemente, chiedo al Governo di rivedere il parere, diversamente chiediamo di mettere in votazione l'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/17 Barzotti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Ordine del giorno n. 9/1038-A/18 Lovecchio, parere contrario del Governo: onorevole Lovecchio o chi per lui?

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/18 Lovecchio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Ordine del giorno n. 9/1038-A/19 Torto, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/1038-A/20 Cafiero De Raho, parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Cafiero De Raho. Ne ha facoltà.

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno chiedeva semplicemente un impegno del Governo a escludere condoni in materia di imposte, quindi qualcosa di molto generico, molto ampio, ma, soprattutto, fondato su un quadro, che quello che già è stato disegnato dal decreto-legge 30 marzo 2023, n. 34, il cosiddetto decreto Bollette, che, per i delitti di omesso versamento di ritenute, di indebita compensazione di crediti d'imposta inesistenti o non spettanti - reati sanzionati penalmente dal legislatore, con pena, addirittura, fino a 6 anni -, prevede la causa di non punibilità, purché venga seguita una procedura di regolarizzazione e, quindi, di pagamento nel termine della sentenza di appello, Presidente, cioè, fino all'ultimo giorno, nel momento in cui ancora non è maturata la prescrizione. Quindi, il processo è stato portato avanti per anni, finalmente si riesce ad arrivare all'ultimo momento alla sentenza, non può essere più emessa la sentenza perché inizia una procedura, una procedura sulla quale, peraltro, era stata chiesta la sospensione, nell'ambito di un emendamento presentato dal MoVimento 5 Stelle, della prescrizione, e anche quello non è stato accolto.

La Relazione sull'economia non osservata e sull'evasione fiscale contributiva del 2022, allegata alla NADEF - quel gap che è stato studiato, evidenziato e, ripeto, allegato alla NADEF - ha analizzato come vi sia stato un rapporto fra imposta potenziale, propensione all'evasione e PIL del 67 per cento. Sono numeri incredibili. Questo, peraltro, fa pendant con quello che la nostra Procuratrice europea ha accertato nell'ambito del primo anno di attività, in cui l'Italia, nell'ambito dei 6,7 miliardi di euro di evasione e, quindi, di reati accertati nell'ambito di quei procedimenti penali, occupa ben i due terzi del totale. Per cui, l'Italia risponde di procedimenti penali per i propri imputati per reati di evasione. L'evasione, quindi, è dilagante nel nostro sistema. Pertanto, noi volevamo sottolineare al Governo l'importanza di pensare all'esclusione di condoni. Ci saremmo aspettati un parere favorevole e, invece, addirittura, c'è stato un parere contrario. Eppure, ricordiamo che la Presidente del Consiglio, quando venne qui, a rappresentare il proprio programma, disse: tre pilastri: mafia, corruzione, evasione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), la nostra guerra. Ecco la vostra guerra, invece, quando vi si presenta un ordine del giorno - non un emendamento, un ordine del giorno -, in cui vi si richiama a una responsabilità, quella di impedire l'evasione, per potere offrire servizi, salute pubblica, per persone che non hanno capacità di portare avanti la propria vita perché non hanno più anche il minimo reddito. Ebbene, l'evasione alimenta tutto questo, tutte le mancanze sono alimentate dall'evasione. E noi cosa chiedevamo, in fondo? Che, nell'ambito di una disciplina di questo tipo, si impedissero soltanto altri condoni. E su questo abbiamo un parere contrario, Presidente: significa che il Governo vuole dare altri condoni. Noi siamo contrari a qualunque condono (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), noi vogliamo che tutti, come dice la nostra Costituzione, partecipino, nell'ambito di una progressione economica, al pagamento delle imposte, perché il nostro Paese sia gioia per tutti, non solo per i ricchi, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/20 Cafiero De Raho, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/21 Raffa c'è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Raffa. Ne ha facoltà.

ANGELA RAFFA (M5S). Grazie, Presidente. Io chiedo al Governo di ripensare il parere su quest'ordine del giorno, magari anche riformulandolo. Con questo ordine del giorno, infatti, non chiedo altro che incentivare l'utilizzo dei pagamenti elettronici per far venir fuori tutto il nero e fare in modo che l'Italia sia al passo con gli altri Paesi europei, visto che siamo indietro e siamo il Paese europeo con il minor numero di transazioni digitali; soprattutto utilizziamo il contante.

Magari, lo ripeto, anche con una riformulazione, togliendo le parole “finalizzate a limitare l'utilizzo del contante” ma a incentivare l'utilizzo degli strumenti digitali, perché è veramente assurdo che, nel 2023, ancora stiamo facendo queste discussioni in cui il Governo si rifiuta di incentivare l'utilizzo delle transazioni digitali che permettono, appunto, di far venir fuori tutte quelle transazioni ibride o, comunque, che non vengono neanche registrate, perché magari di basso importo. Magari il Governo potrebbe parlare anche con l'ABI per trovare un accordo con le banche e far diminuire il costo delle transazioni per i commercianti.

È in questa direzione che bisognerebbe andare, anche perché abbiamo visto che con il cashback, che è stato portato avanti dal MoVimento 5 Stelle quando era al Governo, si erano ottenuti ottimi risultati. Quindi, ci sono le possibilità per portare avanti questa politica verso una fiscalità più equa e anche contrastando l'evasione fiscale, però a quanto pare voi continuate a essere sordi a tutto ciò.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/21 Raffa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/22 Francesco Silvestri il parere è favorevole, con riformulazione.

Onorevole Francesco Silvestri, accetta la riformulazione?

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Ovviamente, non la prendo nemmeno in considerazione, visto che è l'ottava volta che mi chiedete di valutare l'opportunità di (…). Si tratta del tema dei mutui e delle politiche sbagliate, a nostro avviso, che sta portando avanti la BCE. A nome della forza politica che rappresento, sono venuto in quest'Aula il 15 marzo e lì davanti, proprio in quel posto, c'era il Presidente Meloni. Si tratta, come dicevo, di un tema importante che sta colpendo la nostra società, con riferimento al quale, per effetto delle politiche della BCE, alcuni stanno facendo utili importanti - quindi, alcune banche - mentre altri, invece, stanno subendo questi effetti, con rate che sono aumentate fino al 75 per cento.

Quindi, che cosa abbiamo proposto? Una cosa piuttosto semplice: per un periodo tassiamo quegli extraprofitti che alcune banche stanno facendo, per effetto, ovviamente, delle politiche della BCE, e attuiamo una politica di redistribuzione su chi non riesce ad arrivare a fine mese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quel giorno vi dissi anche che, in quel momento, si stava verificando un aumento delle rate fino al 40 per cento, che era ovvio che sarebbero aumentati i tassi di interesse e non intervenire avrebbe comportato effetti sociali molto importanti. Che cosa è successo dopo 118 giorni in cui non avete fatto assolutamente nulla? Che le rate sono aumentate fino al 75 per cento, che un milione di cittadini non riesce a pagare la rata del proprio mutuo e, a marzo 2023, le rate non pagate sono arrivate quasi a 7 miliardi. Complimenti!

A questo punto voi che soluzione avete proposto o state facendo trapelare? Quella di dare la possibilità di rinegoziare i mutui, cioè aumentare i tempi del debito, e, quindi, aumentare, in questo senso, anche i pagamenti degli interessi. Ma che soluzione è? Prima di tutto già si può fare. In secondo luogo, non è una soluzione che aiuta. Voi, da una parte, state precarizzando il lavoro, però dite: qualche cosa a tempo indeterminato in questo Paese ve la lasciamo, cioè i debiti dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

In queste 8 volte che il 5 Stelle è venuto qui a fare una proposta semplice voi avete risposto con: “valuteremo”, “stiamo capendo”, “stiamo osservando”.

Però, vorrei farvi notare che voi non siete un osservatorio, ma siete un Governo e, quindi, voi dovete agire. Ma se tanto vi piace questa parte istruttoria dopo un anno, io vi do una mano e vi porto, ad esempio, il caso di Maria, che, con uno stipendio di 1.207 euro - questa è la busta paga -, ha visto un aumento della propria rata del mutuo da 618 euro a 982 euro. Questa è la sua realtà: valutatela, se vi riesce (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Vanessa, visto che state osservando, ha, invece, uno stipendio di 1.247 euro e ha visto un aumento da 830 a 1.312 euro. Osservate anche Vanessa! Posso andare tranquillamente oltre, perché ho altri 10 esempi.

Presidente, concludo. Voi ci state riempiendo di comunicati stampa contro la BCE - Salvini e Meloni - rispetto a quelle che sono le politiche, però io vi do una notizia: quando una persona va a fare la spesa, alla cassa non gli chiedono i comunicati stampa; gli chiedono soldi che non si riusciranno ad avere nemmeno con la vostra ignobile idea della social card (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che è la vostra mancettina con cui volete lavarvi la coscienza rispetto al tema del reddito di cittadinanza, perché ne state capendo gli effetti. Quindi, vi dico che servono soluzioni e non comunicati stampa!

Dunque, le chiedo di accantonare l'ordine del giorno, di non prendere l'esempio del suo collega di Governo, Sangiuliano, che lancia la moda che prima si vota e poi si legge. Vi chiedo di leggerlo, perché lì dentro ci sono soluzioni. Altrimenti, se non lo applicate, le vostre politiche sono fumo e, visto che il fumo nuoce gravemente alla salute, voi rischiate di nuocere gravemente ai risparmi delle persone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sottosegretario Freni, accoglie la richiesta di accantonamento dell'ordine del giorno n. 9/1038-A/22 Francesco Silvestri?

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Esprimo parere contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/22 Francesco Silvestri, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/23 Auriemma, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/24 Santillo c'è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fenu. Ne ha facoltà.

EMILIANO FENU (M5S). Grazie, Presidente. Dieci minuti fa io, altri colleghi e il presidente Conte siamo andati a sostenere gli esodati del superbonus che stanno presidiando il marciapiede antistante il Ministero dell'Economia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Credo che adesso il Ministro Giorgetti abbia deciso di ascoltare una delegazione degli esodati, insieme al presidente Conte e al collega Santillo, che, infatti, è là. Nel frattempo, abbiamo sentito qualche storia di questi esodati. Erano più che altro famiglie che hanno fatto affidamento su una norma tributaria, nonché su quel principio che è nello statuto del contribuente e che andrebbe elevato a rango costituzionale, ma non lo si è fatto. Ma non è questo ciò che voglio dire, quanto i fatti che ci hanno raccontato. La storia più ricorrente è quella in cui c'erano imprese e professionisti disposti ad acquistare i crediti di queste famiglie, dato che le imprese e i professionisti avrebbero comunque ricavato un 20 per cento di risparmio sulle imposte da pagare, ma non l'hanno fatto, perché questo Governo, il Governo Meloni e prima il Governo Draghi hanno volutamente fatto terrorismo mediatico per impedire che vi fosse anche una circolazione spontanea di questi crediti di imposta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, non è soltanto un problema di banche: è un problema di strategia finalizzata a disincentivare questo strumento.

Con questo ordine del giorno chiediamo lo sblocco dei crediti, perché era un impegno che il Governo aveva assunto col decreto in materia di cessione dei crediti del febbraio 2023.

Il Governo dovrebbe cercare di rispettare questo impegno, non soltanto nei confronti di queste famiglie che ora si ritrovano quasi sul lastrico - alcune sul lastrico - ma lo dovrebbe fare perché la diversa contabilità, la diversa classificazione dei crediti e la diversa contabilizzazione del deficit sono state consentite proprio sulla base della promessa di sblocco di questi crediti. Questi crediti sono stati dichiarati pagabili, proprio perché il Governo, insieme ad Istat, ha garantito ad Eurostat che avrebbe sbloccato i crediti.

Quindi, anche per evitare, poi, conseguenze sul bilancio dello Stato, è bene che il Governo si muova con la piattaforma che aveva promesso di promuovere per lo sblocco dei crediti e, soprattutto, cerchi di venire incontro a queste famiglie e a queste imprese, soprattutto, che sono davvero in difficoltà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/24 Santillo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

L'ordine del giorno n. 9/1038-A/25 Dell'Olio ha parere favorevole, andiamo oltre. L'ordine del giorno n. 9/1038-A/26 Baldino ha parere favorevole, andiamo oltre. L'ordine del giorno n. 9/1038-A/27 Aiello ha parere favorevole, andiamo oltre. L'ordine del giorno n. 9/1038-A/28 Carmina ha parere favorevole, andiamo oltre. L'ordine del giorno n. 9/1038-A/29 Alfonso Colucci ha parere favorevole, andiamo oltre.

L'ordine del giorno n. 9/1038-A/30 Caso ha parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.

ANTONIO CASO (M5S). Presidente, in realtà, intervengo per chiedere di metterlo al voto, ma anche per ricordare una cosa semplice a quest'Aula. Con questo ordine del giorno andavamo in una direzione che tutti, tutti, avevamo votato illo tempore con una mozione: parliamo del caro affitti degli studenti universitari, problema che, assolutamente, non è stato risolto, né tantomeno è scomparso.

Ricordo che, da quanto si legge sui giornali, proprio il target relativo agli alloggi universitari è uno dei motivi ostativi al rilascio della terza rata del PNRR. Quindi, mi meraviglia che assolutamente venga dato un parere totalmente contrario a questa misura, a questa proposta che prova a mettere una pezza all'emergenza che abbiamo: è, a tutti gli effetti, un'emergenza.

Si chiede, infatti, semplicemente, di ridurre l'aliquota relativa ai canoni degli affitti degli studenti universitari e fare in modo che questo vantaggio vada agli studenti. Ebbene, con tutta la sincerità di questo mondo, dico che provo un po' di vergogna a far parte di un'Assise che, fintanto che ci sono le tende fuori dalle università in protesta, vota in un modo, poi, alla prova dei fatti, va in direzione totalmente opposta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/30 Caso, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

L'ordine del giorno n. 9/1038-A/31 Orrico ha un parere contrario del Governo.

Onorevole Orrico? Insiste per la votazione, bene.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/31 Orrico, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

L'ordine del giorno n. 9/1038-A/32 Sergio Costa ha un parere favorevole previa riformulazione. È accettata.

L'ordine del giorno n. 9/1038-A/33 Cappelletti ha un parere favorevole previa riformulazione. Onorevole Cappelletti, l'accetta?

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). No, Presidente, non accettiamo la riformulazione. Nella sostanza, quest'ordine del giorno invita il Governo ad adottare una revisione della fiscalità per le vetture finalizzata alla transizione e alla decarbonizzazione nel settore dei trasporti. Ora, la riformulazione proposta dal Governo dice che va bene l'impegno, però, propone di metterci: a valutare l'opportunità di perseguire una strategia di decarbonizzazione del settore trasporti. Tuttavia, credo che il momento di valutare se sia il caso di procedere o meno in quella direzione è adesso. Quando siete stati in campagna elettorale avete detto a milioni di italiani: siamo pronti a governare il Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), e adesso siamo qui, dopo nove mesi di Governo, a discutere di un ordine del giorno che dice: dobbiamo valutare se sostenere o meno la decarbonizzazione nel settore della mobilità.

Per cui, Presidente, chiedo che venga messo al voto. Si rischia di vanificare naturalmente la strategia, che è una strategia nazionale, ma anche internazionale, di decarbonizzazione, in un settore fondamentale. Complimenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/33 Cappelletti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Avverto che il gruppo MoVimento 5 Stelle ha esaurito anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La Presidenza consentirà - per cortesia, colleghi - a ciascun deputato appartenente a tale gruppo, ove richiesto, lo svolgimento di un breve intervento di un minuto per dichiarare il proprio voto sull'ordine del giorno in discussione, da imputare ai tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale.

Resta fermo il limite regolamentare di massimo due interventi per ciascun deputato.

L'ordine del giorno n. 9/1038-A/34 Quartini ha parere favorevole, andiamo oltre.

L'ordine del giorno n. 9/1038-A/35 Carotenuto ha il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Carotenuto. Ne ha facoltà.

DARIO CAROTENUTO (M5S). Presidente, intervengo solo per chiedere di dare una nuova valutazione, perché con quest'ordine del giorno chiediamo semplicemente di razionalizzare e uniformare gli interessi per il versamento, la riscossione e i rimborsi di ogni tributo, cercando di fare un poco di chiarezza laddove vige il caos, perché esistono circa sette diversi tassi di interesse applicati, che vanno dal 2 al 5 per cento. Chiediamo una normalizzazione che vada negli interessi dei cittadini, tutto qui.

PRESIDENTE. Sottosegretario, rivaluta il parere? No, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/35 Carotenuto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

L'ordine del giorno n. 9/1038-A/36 D'Orso ha parere favorevole, con riformulazione. Onorevole D'Orso? Accetta la riformulazione, andiamo oltre.

L'ordine del giorno n. 9/1038-A/37 Donno ha il parere contrario del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/37 Donno, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1038-A/38 Ascari, con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà, per un minuto.

STEFANIA ASCARI (M5S). Sarò brevissima. Chiedo gentilmente al Governo un supplemento di riflessione, perché questo è un ordine del giorno, in realtà, che ha una base di fondo estremamente garantista e, soprattutto, chiedo magari una maggiore attenzione proprio nel leggere l'impegno, perché introduce un obbligo generalizzato di informativa al contribuente, dando la massima garanzia in un'ottica di razionalizzare e semplificare il sistema tributario. Quindi, ringrazio e spero in un possibile cambio di parere.

PRESIDENTE. Il Sottosegretario conferma il parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/38 Ascari, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/39 Caramiello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/40 Onori, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.  

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

Sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/41 De Palma il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/42 Rubano il parere è favorevole con riformulazione: si accetta?

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI-PPE). Presidente, per dire che il gruppo di Forza Italia accetta tutte le riformulazioni e ritira gli ordini del giorno n. 9/1038-A/43 Mule', n. 9/1038-A/47 Tassinari e n. 9/1038-A/49 Cortelazzo.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Battilocchio.

Sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/44 Squeri il parere è favorevole con riformulazione, che è stata accettata. Sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/45 Nevi il parere è favorevole con riformulazione, che è stata accettata. Sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/46 Casasco il parere è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casasco. Ne ha facoltà.

MAURIZIO CASASCO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Volevo chiedere al Governo di rivedere il parere su questo ordine del giorno che ho presentato per porre l'attenzione sull'aumento del costo dell'energia di queste settimane, che è evidente e costante, l'impatto che avranno le accise su imprese e famiglie. Imprese che saranno, tra l'altro, impegnate nella transizione ecologica. Quindi chiedo al Governo, sempre attento a imprese e famiglie, di rimodularlo, compatibilmente con le risorse disponibili.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Re melius perpensa, il Governo riformula il parere, premettendo all'impegno: “valutare l'opportunità di e compatibilmente con i saldi di finanza pubblica”, e quindi il parere diventa favorevole con riformulazione.

PRESIDENTE. L'onorevole Casasco accetta la riformulazione. Perfetto, andiamo oltre allora.

L'ordine del giorno n. 9/1038-A/47 Tassinari è ritirato.

Sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/48 Mazzetti il parere è favorevole previa riformulazione: accettata. L'ordine del giorno n. 9/1038-A/49 Cortelazzo è ritirato. Sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/50 Osnato il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/51 Cuperlo il parere è favorevole.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Cuperlo. Ne ha facoltà. Quindi lo vuole mettere in votazione?

GIANNI CUPERLO (PD-IDP). Grazie, sì, vorrei metterlo comunque in votazione e chiedo se posso esporne le ragioni brevemente. Apprezzo e ringrazio il Governo dell'accoglimento di questo ordine del giorno. In qualche modo lo assumo anche come una correzione di rotta, perché, in coincidenza con l'esercizio della delega, l'ordine del giorno impegna il Governo a promuovere una vasta campagna di opinione nel Paese sui danni profondi che l'evasione fiscale procura all'erogazione di beni e servizi essenziali.

Significa ospedali, scuole, trasporti pubblici, l'assistenza. A pagare i costi sociali di un'evasione selvaggia, come sapete, colleghi, sono quelli che i soldi per una clinica privata o per un'istruzione di eccellenza non li hanno. E allora compito dello Stato deve essere spiegare nella maniera più semplice quale truffa, quale tradimento della comunità si determina nel sottrarre le risorse necessarie a rendere concreto, e non solamente teorico, quel secondo comma dell'articolo 3 della nostra Costituzione sulla rimozione degli ostacoli.

Insomma, colleghi, per capirci, è l'esatto opposto - ecco la correzione di rotta - del salire sul palco di una pubblica piazza e dichiarare che le tasse sono un “pizzo dello Stato” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), perché in quel preciso momento, quando dal vertice del Governo, cioè dello Stato, giunge la legittimazione morale ad evadere, viene meno il patto fondamentale della cittadinanza di noi tutti, e prevale un'altra logica, quella che concepisce il consenso come un serbatoio di potere destinato a rinnovarsi nel solco delle peggiori storture di questo Paese.

Ecco perché impegnarsi in una campagna che ristabilisca un ordine dei comportamenti sociali deve essere un traguardo condiviso dentro quest'Aula. Il collega Bruno Tabacci, che è seduto qui sotto a me, intervenendo nel dibattito generale su questo provvedimento, ha spiegato in modo mirabile le ragioni che fanno della fedeltà fiscale una leva etica del vivere civile. Lui ha citato la cattiva prassi di programmi della televisione pubblica fondati sull'azzardo, tema tornato ancora nel dibattito di questa mattina da parte del collega D'Alfonso e di altri, ma l'esempio televisivo del collega Tabacci era un esempio diretto, specifico. Scelgo un pacco e, se qualcuno dall'alto mi protegge, esco più ricco. Ma lo Stato non gioca a poker, lo Stato è una comunità di principi, di valori, e dal suo comportamento, dello Stato, al fondo derivano anche i costumi che quanti in quello Stato si riconoscono applicheranno a se stessi. Guardate, è sempre stato così. Nell'immediato dopoguerra - e chiudo su questo, Presidente - si facevano delle inchieste, non era nulla di impegnativo, erano inchieste di colore, diremmo noi. Si chiedeva agli italiani che cosa avrebbero fatto se avessero vinto una grossa cifra al Totocalcio, e la grande maggioranza degli intervistati rispondeva sempre così: se vincessi una grossa somma di denaro, il mio primo pensiero sarebbe cambiare lavoro e fare finalmente il lavoro che ho sempre sognato nella mia vita. Ma, se oggi voi uscite da qui tra qualche minuto e incrociate una rivendita del Gratta e Vinci, osservate le pubblicità di quell'azzardo. Dicono: vinci una grande somma e smetti di lavorare. A volerla vedere, la differenza è tutta qui, nella capacità di costruire un senso della comunità, un ordine della società, dove la vita dei singoli sia parte di una coscienza comune delle responsabilità in capo a ciascuno. Vale anche per i cittadini comuni, fuori da Ministeri e Parlamento, ma Ministeri e Parlamento, per ottenere quella tensione morale, devono dimostrare giorno per giorno di saperla esprimere, perché, tornando a quella piazza e a quel comizio - ho chiuso, Presidente -, se guidando mi trovo davanti un vigile che mi invita a passare con il rosso, non posso prendermela con il semaforo. Voi oggi siete al Governo del Paese e sommessamente mi permetto di segnalarvi che siete temporaneamente i controllori del traffico, e che, se scegliete di togliere i semafori, forse guadagnerete qualche voto, ne dubito, ma condannerete l'Italia al caos. Anche per questo, grazie per avere accolto questo ordine del giorno. Spero che siate coerenti nel realizzarlo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Per sottoscrivere, a nome di tutto il gruppo del Partito Democratico, l'ordine del giorno a prima firma del collega Cuperlo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI).  Dichiariamo il voto contrario di Fratelli d'Italia a questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/51 Cuperlo, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 62) (Proteste - Dai banchi dei gruppi di opposizione: Buffoni! Dimissioni!).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi dispiace se il Sottosegretario Freni si è allontanato dall'Aula, ma volevamo esprimergli la nostra solidarietà, considerato che aveva espresso un parere favorevole sull'ordine del giorno, del tutto ragionevole, e la sua maggioranza l'ha smentito, con questo voto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Io veramente credo sia un bruttissimo segnale di approccio ideologico e di non volontà di raccogliere, invece, il richiamo positivo che l'onorevole Cuperlo, con la sua proverbiale signorilità, ha posto a tutta l'Aula e al Governo. E prendiamo atto che la maggioranza ha sfiduciato il rappresentante del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - Commenti dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Il dato politico è evidente, ma a me fa sorridere l'oggetto su cui si sono spaccati la maggioranza e il Governo… Non c'è nessuno del Governo?

PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo sta entrando. Prego, rappresentante del Governo, si sieda. Prosegua pure, onorevole Ricciardi.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Il dato politico è che la maggioranza vota contro il Governo su cosa? Su una campagna informativa che dica quanto l'evasione fiscale fa male (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! È questa la cosa davvero incredibile. Facciamo una campagna antimafia e votiamoci contro. Facciamo una campagna antirazzismo e votiamoci contro. Neanche le campagne anti-evasione riuscite a tollerare. E, addirittura, votate contro il Governo, su una campagna informativa, su un ordine del giorno. Io capisco che dobbiate tutelare un vostro… non è un blocco sociale, è un blocco di evasori. Avete davvero gettato la maschera di fronte al Paese, con questo voto, politicamente molto rilevante (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà. Si era prenotato prima l'onorevole Foti? A me risultavano prima gli onorevoli Borrelli e Grimaldi. Chiedo scusa, onorevole Foti. Chi parla dei due? L'onorevole Foti cortesemente lascia intervenire l'onorevole Grimaldi. Prego, onorevole Grimaldi.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Spero che l'onorevole Foti voglia dirci che, in qualche modo, il gruppo di Fratelli d'Italia si è sbagliato e che ha compreso male il senso di questo ordine del giorno, ratificando una sconfitta dal punto di vista culturale. Infatti, comprendo che i partiti di centrodestra siano molto più interessati ai palinsesti della nuova “Tele Meloni”, a quello che la RAI dovrà fare nei prossimi mesi. Siamo, però, davanti a un buco nero, quello dell'evasione fiscale, che incide per 100 miliardi di euro, e credo sia uno dei mali che questo Paese dovrebbe contrastare. E si può fare in tanti modi: intanto, facendo sì che tante imprese, anche italianissime, paghino le tasse in Italia e la smettano di chiedere, poi, condoni posticipati, magari dilazionando in 10 anni quello che non hanno versato. Vale per le multinazionali e vale per tanti che si dichiarano imprenditori del made in Italy e poi si scopre che non hanno pagato le tasse, per fare quello che altri non possono fare. Parlo di lavoratori di piccolissime imprese.

Quindi, credo che il centrodestra non solo si sia sconfessato e abbia sconfessato il Governo, ma abbia fatto vedere il suo volto peggiore, quello che non riesce nemmeno a dire che, davanti all'opinione pubblica, bisogna prendere una posizione. Il pizzo di Stato, di cui abbiamo sentito parlare dal banco del Governo, oggi è stato parzialmente rivisto da un parere favorevole dei Sottosegretari, ma mi pare di aver compreso che il centrodestra abbia voluto rimettere in riga chi ha voluto edulcorare quella posizione. Ahimè, resta agli atti il fatto che, su questo, non ci sia un terreno comune di confronto, che su questo terreno non ci sia nemmeno la volontà di mettere a fuoco uno dei mali peggiori del nostro Paese. Questo provvedimento dimostra che ci sarebbe bisogno di una delega fiscale di tutt'altra natura, che parta proprio da quelle ingiustizie e da chi, ogni giorno, non paga le tasse, per garantire i servizi essenziali e la salvaguardia del sistema sanitario nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Deluderò i colleghi dell'opposizione, ma ribadisco il voto non in relazione al merito, ma all'illustrazione che è stata (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)

PRESIDENTE. Per cortesia, ascoltiamo l'onorevole Foti.

TOMMASO FOTI (FDI). L'educazione non si vende a cartoni e voi non potete fare i grossisti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! L'illustrazione o la dichiarazione di voto che ha fatto il collega Cuperlo è stato un inno all'offesa al centrodestra (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ora, io capisco che lui abbia in tasca la stessa tessera che ha in tasca il numero uno del PD, la prima tessera del PD, come si è sempre vantato di essere, il dottor De Benedetti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), che non mi pare un campione di esatta adempienza fiscale, chiamiamola così, non mi pare un fedele fiscalista (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)

PRESIDENTE. Per cortesia.

TOMMASO FOTI (FDI). Ma, al di là di questo, ho sentito anche dire, come dato storico, che quest'anno il recupero dell'evasione fiscale - non lo dico io, lo dicono i dati degli uffici specializzati - è altissimo. Non lo dico io, ma lo dicono i fatti: l'Agenzia delle entrate sta assumendo, per concorso, 4.200 persone. Non lo dico io, ma lo dicono i fatti: se ci sono 100 miliardi di evasione fiscale, sarà responsabilità di chi ha governato, per 10 anni, negli ultimi 13, o no (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

E, allora, vediamo di leggere gli ordini del giorno, di fare i commenti sugli ordini del giorno, ma non di insultare chi si è sempre comportato coerentemente, anche in materia di lotta all'evasione fiscale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Volevo dire al collega Foti che mi sembra di aver sentito e ascoltato parole di De Benedetti di tutt'altra natura, quindi mi sembra un po' datata la sua riflessione.

Ma io voglio partire da un punto e sottolinearlo, in quest'Aula: oggi il Governo è andato sotto. Non cadrà, per l'amor del cielo, ma immagino che il Vice Ministro Leo abbia di che lamentarsi, perché oggi ha fatto - me lo consenta - una brutta figura, dando parere favorevole a un ordine del giorno che avrebbe raccolto l'en plein dei voti favorevoli. Infatti, è un ordine del giorno sensato, anche appunto come ordine del giorno: c'è l'indicazione al Governo affinché solleciti la RAI a dare un messaggio molto positivo riguardo ai danni che l'evasione fiscale crea a tutti noi e a tutti gli ascoltatori. Quello che io ho capito, però, e che giudico politicamente rilevante e grave, è che, in questa maggioranza, il partito di maggioranza relativa vota, a costo di far andare sotto il Governo, semplicemente per ripicca (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra).

Questo perché non vuole ascoltare argomentazioni, neanche su un testo su cui il Governo ha appena espresso parere favorevole, che esprimano un minimo di polemica.

Siete maggioranza, avete il Presidente del Consiglio, tutti i Ministri. Nessuno mette in discussione questo, ma - porca miseria - arrivare a un voto per ripicca, solo perché il collega ha avuto, peraltro con un intervento molto pacato ed educato, la possibilità di esprimere il suo punto di vista su un testo condiviso, credo che, dal punto di vista della maggioranza, non solo sia unfair, se posso usare una lingua che non è l'italiano, se il Presidente me lo consente, ma anche un segnale direi - me lo consenta il presidente Foti - molto brutto, in quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra).

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 1038-A e abbinata

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A. C. 1038-A​ e abbinata)

PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra ha esaurito i tempi previsti dal contingentamento. Essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo, pari a un terzo rispetto al tempo originariamente assegnato al gruppo medesimo dal contingentamento.

Passiamo adesso all'ordine del giorno n. 9/1038-A/53 Caretta, su cui vi è parere favorevole con riformulazione. Onorevole Caretta, accetta? Perfetto.

L'ordine del giorno n. 9/1038-A/54 Gebhard è stato ritirato.

Sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/55 Bicchielli vi è parere favorevole con riformulazione, che viene accettata.

Sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/56 Romano il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/57 Brambilla il parere è contrario. Prego, onorevole Dalla Chiesa.

RITA DALLA CHIESA (FI-PPE). Grazie, Presidente. A me spiace un pochino che…

PRESIDENTE. Può alzare la voce, per favore?

RITA DALLA CHIESA (FI-PPE). Mi spiace che il Governo abbia valutato in modo non favorevole la nostra richiesta di collocare le prestazioni veterinarie e la cessione degli alimenti per animali da compagnia fra i beni e i servizi assoggettabili ad aliquota ridotta, tutto questo a vantaggio dei cittadini che convivono con i loro animali da affezione, come cani e gatti. Questo sarebbe stato importante anche per limitare l'abbandono. Sappiamo che tantissime famiglie, purtroppo, non ce la fanno. Quindi, noi avremmo voluto che, in qualche modo, questo si fosse potuto votare in modo trasversale, perché l'amore per gli animali, secondo me, non ha una collocazione politica. Comunque, io chiedo di rivalutare la cosa da parte del Governo, ricollocarla, se fosse possibile.

PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha chiesto di intervenire. Ne ha facoltà.

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Presidente, melius re perpensa, il Governo accoglierebbe l'ordine del giorno come raccomandazione, compatibilmente con le risorse disponibili e nel rispetto dei vincoli eurounitari.

PRESIDENTE. Onorevole Dalla Chiesa, accetta?

RITA DALLA CHIESA (FI-PPE). Accetto, grazie.

PRESIDENTE. Prendo atto che gli onorevoli Borrelli e Bonelli sottoscrivono questo ordine del giorno.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1038-A/58 Cavo, su cui vi è favorevole, previa riformulazione. Onorevole Cavo, accetta? Perfetto, andiamo oltre.

Sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/59 Lupi il parere è favorevole, andiamo oltre.

Sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/60 Gadda il parere è contrario. Onorevole Gadda?

Ha chiesto di parlare il rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Il Governo, cambiando il parere, esprime parere favorevole, però premettendo all'impegno “valutare l'opportunità di” e “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”.

PRESIDENTE. Onorevole Gadda, accetta la riformulazione? La accetta, perfetto.

Siamo all'ordine del giorno n. 9/1038-A/61 Richetti il parere è favorevole. Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.

FABRIZIO BENZONI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Io chiedo che venga messo ai voti e voglio brevemente illustrare il motivo. Per il nostro gruppo, questo ordine del giorno è di fondamentale importanza e lo è perché è vincolante per il Governo rispetto a una data, quella del 31 agosto 2023, entro la quale si conclude la possibilità di modificare il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Votando in quest'Aula questo ordine del giorno, noi andiamo ad inserire all'interno del PNRR Industria 4.0 allargandola, però, al Terzo settore, al settore energetico, al settore ambientale e a quei beni che possono aiutare la trasformazione delle aziende nella transizione ecologica, digitale e tecnologica. Industria 4.0 ha oggettivamente modificato il sistema di produttività di questo Paese, l'ha fatto creando crescita economica, l'ha fatto creando investimenti nel sistema produttivo, l'ha fatto aumentando la competitività delle nostre imprese, l'ha fatto creando occupazione. Allora, utilizzare i fondi del PNRR per rifinanziare e allargare il margine di intervento di questa misura non solo permetterà di continuare in questa direzione ma aiuterà anche a raggiungere l'obiettivo compreso nel PNRR di allontanarsi sempre più dalle fonti fossili, per andare verso le fonti rinnovabili. È un impegno molto importante e speriamo che con il voto dell'Aula ci sia un'ampia convergenza su questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/61 Richetti, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 63).

Sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/62 Fratoianni il parere è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (AVS). Grazie, signor Presidente. Abbiamo discusso in questi giorni della delega fiscale, provando a ricordare al Governo e alla maggioranza che il fisco dovrebbe essere, tra l'altro, una leva disponibile per provare a rispondere ai problemi del Paese e alle malattie che lo attraversano. Noi crediamo che una delle malattie più gravi che affliggono questo Paese, non da oggi naturalmente, si chiami diseguaglianza. Nel nostro Paese, secondo diverse stime, la ricchezza in questi anni non è affatto scomparsa, anzi, si è accresciuta in termini complessivi, ma il problema più grave è che la sua distribuzione si è andata accumulando in modo terribilmente diseguale. Secondo questi studi, alla fine del 2019, il 5 per cento più ricco degli italiani deteneva il 41 per cento della ricchezza complessiva; il 20 per cento più ricco deteneva il 70 per cento della ricchezza complessiva; al 60 per cento più povero restava appena il 13 per cento della ricchezza complessiva. Tutto questo accade in un Paese nel quale il potere d'acquisto delle famiglie perde ogni giorno spazi di manovra sotto i colpi dell'inflazione, in un Paese dove il peso dell'evasione fiscale, com'è stato recentemente ricordato, è piombo nelle ali dello sviluppo, della crescita, ma anche della costruzione di un modello di welfare in grado di rispondere alle fragilità sempre più gravi che affliggono la maggioranza delle persone. Abbiamo capito che, di fronte a tutto questo, vi siete impegnati - e duramente - a definire il fisco “pizzo di Stato” dal palco di Catania, come ha ricordato il collega Cuperlo, e a mettere in campo una delega fiscale fatta di strizzatine d'occhio agli evasori e di riduzione ulteriore della progressività, senza alcuna risposta in termini di redistribuzione. Di fronte a questo quadro, c'è un altro grande assente nel dibattito politico italiano, non solo in questa delega: è il tema dell'imposta sul modo con cui, sul terreno patrimoniale, questa diseguaglianza si è accresciuta in modo indecente e impressionante. Badate, però, le patrimoniali in Italia non è che non esistano. Esistono, ma la forma che hanno assunto in questi anni produce ulteriori elementi di regressività, invece che di progressività, e di ineguaglianza, dall'IMU sulla seconda casa all'imposta di bollo. Noi proponiamo una cosa molto semplice. Siccome è una delega, diciamo a voi di scegliere la soglia e di dirci qual è la soglia giusta, ma non è più tollerabile né rinviabile una riforma dell'intero sistema di imposizione patrimoniale. Occorre la definizione di un'unica imposta patrimoniale fortemente progressiva, che preveda una cosa semplice: chi ha tanto, tantissimo, chi ha accumulato fortune indecenti sulla pelle della grande maggioranza dei cittadini deve dare un po' di più. Non è invidia sociale, non è tendenza o vocazione punitiva, si chiama solidarietà, si chiama gestione solidale delle possibilità e dei bisogni di un Paese come il nostro (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/62 Fratoianni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

L'ordine del giorno n. 9/1038-A/63 Ciaburro è stato ritirato. Sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/64 Cavandoli c'è un parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/65 Gusmeroli c'è una riformulazione, che viene accolta.

Sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/66 Borrelli c'è un parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, intervengo, non solo ovviamente perché non comprendo la reazione e il parere del Governo, ma anche per sottolineare che, invece, noi diamo numeri, quelli della Corte dei conti sulla vicenda condoni, che evidenziano che, negli ultimi 22 anni, si è registrata un'inesorabile caduta del tasso annuo di riscossione a mezzo ruoli dei carichi affidati, passato dal 33,8 del 2000 a poco più del 2 per cento del 2022.

Il Presidente della Corte dei conti ha ribadito - cosa che, purtroppo, il Governo e la maggioranza non stanno facendo - la necessità di abbandonare il ricorso a provvedimenti che offrono, per le difficoltà di recupero, forme di definizione agevolata dei debiti iscritti a ruolo. Noi chiediamo al Governo di perseguire, in sede di definizione dei decreti legislativi, l'attuazione della delega di cui all'articolo 16 del provvedimento, con l'obiettivo di arginare il fenomeno riportato in premessa, che è quello che dice la Corte dei conti che, oltre a minare alla radice la credibilità del sistema, sottrae alle imposte il loro significato di strumento democratico di finanziamento della cosa pubblica.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/66 Borrelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

Sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/67 Grimaldi c'è un parere contrario del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/67 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).

Sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/68 Bonelli c'è un parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/4 Centemero, della Lega, che non è quello di cui stiamo parlando, il Governo ha espresso parere favorevole. In quell'ordine del giorno si chiede di rivedere gli effetti della tobin tax per superare la tobin tax stessa. Questa maggioranza ha un problema nel prendere le risorse dove i soldi ci sono e da chi ha fatto grandi speculazioni, come le grandi multinazionali.

Noi chiediamo invece che le risorse si prendano in quella direzione. In questo breve intervento - non me ne voglia la maggioranza - siamo costretti a ricordare le contraddizioni della maggioranza stessa che pagano gli italiani quotidianamente. Ieri è stata presentata la social card “Dedicata a te”, una mancia da un euro al giorno alle famiglie povere italiane, quando in questo Paese si sono accumulate rendite finanziarie miliardarie e quando il Ministro Pichetto Fratin, non più tardi di due giorni fa, ha detto che la tassa sugli extraprofitti non sarà riproposta dal Governo Meloni. Questo è il Governo Meloni.

Dopodiché, apprendiamo oggi dai giornali - spiace ricordare questi aspetti a chi oggi è refrattario e vive con fastidio il ruolo democratico che l'informazione esercita in questo Paese - che il Presidente del Senato e la Ministra Santanche', in 58 minuti, hanno realizzato un profitto di un milione di euro, vendendo un immobile a Forte dei Marmi.

Ecco, questo è il Governo Meloni, su cui si sta aprendo, in particolar modo dentro Fratelli d'Italia, una questione etica molto rilevante e anche la bocciatura di questo ordine del giorno, da parte di chi non vuole far pagare le risorse alle grandi multinazionali che realizzano grandi profitti dalle transazioni finanziarie, ne è un esempio lampante (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/68 Bonelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 67).

Sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/69 Zanella c'è un parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. Il nostro Paese è il secondo consumatore al mondo di acqua minerale in bottiglia dopo il Messico, nonostante le nostre “chiare, fresche et dolci acque”, quelle che il sindaco di ogni comune garantisce.

Noi abbiamo società, che captano e imbottigliano acque minerali, che guadagnano 200 euro per ogni euro corrispondente di canone di concessione, senza considerare l'impatto ambientale a causa di milioni di bottiglie di plastica e di vetro, che non viene riutilizzato.

Pensate che 126 aziende - molte di queste sono multinazionali - pagano complessivamente 20 milioni di euro di canone, a fronte di un business di 3 miliardi di euro: 16 miliardi di metri cubi di acqua praticamente a titolo gratuito. Dieci i principali produttori che concentrano il 68 per cento degli introiti. Pensate: 0,0084 centesimi al litro di canone che viene calcolato non sulla quantità d'acqua, ma sulla superficie.

L'ordine del giorno è teso a chiedere iniziative atte a stabilire un canone di concessione più equo e adeguato ai reali guadagni di un bene che alla fine è un bene comune (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/69 Zanella, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 68).

Sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/70 Ruffino c'è un parere favorevole previa riformulazione, che viene accolta.

Sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/71 Zaratti c'è un parere contrario del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/71 Zaratti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 69).

Ordine del giorno n. 9/1038-A/72 Patriarca, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/1038-A/73 Toni Ricciardi, parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno, noi chiedevamo, sostanzialmente, che il Governo si impegnasse a valutare un riordino, una rimodulazione dell'Irpef, perché guardate, colleghe e colleghi - sarò rapido, promesso, quindi vi chiedo giusto qualche secondo di attenzione -, la questione non è tanto l'ordine del giorno relativo al riordino dell'Irpef, con la tutela di chi ha sempre pagato, delle fasce che continuano a pagare, ma riguarda un po' anche il nostro ruolo e la funzione che abbiamo in questo consesso. Fa specie che, dopo un giorno di dibattito intero, praticamente un dibattito che non c'è stato, gli unici momenti nei quali si è vissuto brevemente un segno di vita, in una discussione che non c'è stata, sono stati quelli sugli ordini del giorno, semplicemente per scontrarsi su prese di posizione. E anche adesso, nel momento in cui io sto parlando, non c'è l'attenzione minima, non perché io stia dicendo cose intelligenti, ma semplicemente, perché, colleghi e colleghe, se noi non acquisiamo la capacità di discutere tra di noi nel momento in cui arriva in Aula un provvedimento così importante, la delega fiscale, la riscrittura di un patto sociale con i cittadini, un momento topico nel quale non le politiche, ma “la” politica ridisegna riscrive la politica, ovvero come immagina questo Paese nei prossimi anni e il rapporto che intercorre tra l'amministrazione pubblica e gli amministrati, io mi chiedo noi cosa ci stiamo a fare qui. Siamo diventati un votificio: l'uno non ascolta l'altro, non si interloquisce, non c'è stato un articolo - se non fosse stato per il collega Marattin, che ringrazio - sul quale ci sia stato il confronto dialettico.

Allora, io mi chiedo: possiamo tutte e tutti, un attimo, rivedere anche come stiamo in questo luogo? Se ha ancora senso spendere tutto questo tempo in ordini del giorno? Forse, sarebbe il caso di dedicarci ad interloquire e a discutere concretamente sui singoli articoli. Lo dico per l'economia e l'utilità di quello che noi compiamo qui, perché, altrimenti, abbiamo messo in scena l'ennesima discussione sterile. Ognuno, l'80 per cento di noi, uscirà, appena finirà questo dibattito, con la frustrazione che si porta addosso da un giorno e mezzo, perché c'è chi parla, chi fa finta di ascoltare e l'unico momento in cui discutiamo sono gli ordini del giorno e ci prendiamo i 5 minuti di emozionalità.

Io credo che noi stiamo discutendo qui uno dei momenti più importanti durante una legislatura, che non è che capiti sempre: la riforma contenuta nella delega fiscale. Allora, Presidente, so che è inutile, ma l'invito è veramente a ripensare anche noi il nostro agire e come siamo in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1038-A/73 Toni Ricciardi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 70).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 16 per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e la votazione finale.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Matera. Ne ha facoltà.

MARIANGELA MATERA (FDI). Grazie, Presidente. Sette anni fa era una calda mattina, proprio come questa. Sui binari che corrono fra Andria e Corato, nell'entroterra pugliese, sono passate da poco le 11. In quei vagoni non viaggiano solo passeggeri e pendolari, viaggiano i progetti di vita, i sogni, le speranze, le gioie e le emozioni di Giuseppe Acquaviva, Serafina Acquaviva, Maria Aloysi, Alessandra Bianchino, Rossella Bruni, Pasqua Carnimeo, Enrico Castellano, Michele Corsini, Salvatore Di Costanzo, Julia Favale, Nicola Gaeta, Jolanda Inchingolo, Benedetta Merra, Donata Pepe, Maurizio Pisani, Giovanni Porro, Fulvio Schinzari, Antonio Summo, Francesco Ludovico Tedone, Gabriele Zingaro, Pasquale Abbasciano, Luciano Caterino, Albino De Nicolo.

Ho voluto chiamarli per nome, a uno a uno, perché non sono 23 morti, sono volti di donne e uomini che, in quella caldissima mattina d'estate, hanno perso la vita in uno scontro tra due treni sulla linea ferroviaria Bari-Barletta, un impatto frontale violentissimo su una tratta a binario unico. Erano padri, madri, fratelli, sorelle, studenti, pensionati, pendolari, lavoratori ferroviari, due di loro erano solo ragazzi. Vite spezzate per sempre, affetti che non sono più tornati a casa, lì dove vi era qualcuno ad aspettarli.

Oggi il mio pensiero, e quello di tutti noi, va alle famiglie delle vittime, ai 51 feriti che, con fatica, cercano di andare avanti dimenticando la tragedia, ma va anche ai responsabili che hanno causato uno dei disastri ferroviari più gravi d'Europa e che portano il peso di quel tragico errore. Dopo quell'episodio, su quella tratta sono in corso lavori di ammodernamento e raddoppio della tratta stessa, nonché investimenti per efficientare i sistemi di controllo, sicurezza e gestione del locale traffico ferrotranviario. Ciò che in quest'Aula mi preme dire, cari colleghi - e concludo -, è che è importante mantenere vivo il ricordo delle 23 vittime, ma, perché non siano morte invano, è necessario che non si tralasci nulla sul piano della sicurezza: servono più risorse per avere trasporti più efficienti, ma, soprattutto, più sicuri. Tutti dobbiamo impegnarci perché certe tragedie non avvengano mai più (Applausi).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Matera, per questo ricordo.

Ha chiesto di parlare il deputato Mari. Ne ha facoltà.

FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, Presidente. La maggioranza ha appena approvato una delega fiscale, su proposta, tra l'altro, del Ministro Giorgetti, che, a nostro avviso, non fa niente per le famiglie, anzi, in realtà, per alcune famiglie sì, e quelle ringrazieranno. Intanto, ci sono 15 miliardi di mutui non pagati dalle famiglie italiane, un milione di famiglie non ha rispettato le scadenze relative a mutui per quasi 7 miliardi, ha il credito debiti per credito al consumo per 3,7 miliardi, 4,3 miliardi per prestiti personali e, poi, ci sono quelli che, intanto, hanno pagato, quelli che hanno dovuto rinunciare ad altre priorità. Gli uni e gli altri senza alcuna responsabilità, per una crescita dell'inflazione che, come sappiamo, è in massima parte da addebitare alla crescita dei profitti, in questo Paese. Si susseguono notizie di stampa, indiscrezioni, anticipazioni, ma, ad oggi, nessun intervento, nessun provvedimento è stato concretamente assunto, a fronte di una situazione di grande sofferenza sul piano sociale.

Per questo chiediamo al Ministro dell'Economia e delle finanze, Giorgetti di riferire a questa Camera sulle intenzioni, sulle iniziative e sui provvedimenti che il Governo intende assumere a fronte di una crescita insostenibile delle rate dei mutui e dei prestiti in generale (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Mari. Riferiremo al Presidente della Camera, ovviamente, in relazione alla sua istanza.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15, per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 13,40, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, la Ministra del Lavoro e delle politiche sociali e il Ministro dell'Istruzione e del merito.

Invito gli oratori a un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative di competenza volte a velocizzare il procedimento autorizzatorio per la realizzazione di impianti fotovoltaici, anche alla luce degli obiettivi posti dal Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (PNIEC) - n. 3-00523)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno, Rosato ed altri n. 3-00523 (Vedi l'allegato A). La deputata De Monte ha facoltà di illustrare, per un minuto, l'interrogazione, di cui è cofirmataria.

ISABELLA DE MONTE (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, nel 2022 in Italia si è assistito a un incremento del numero degli impianti fotovoltaici con potenza media di 6 chilowatt, ma mancano, purtroppo, all'appello i grandi impianti e c'è un lungo iter autorizzativo, che sta bloccando 700 impianti cosiddetti di utility scale, cioè con una taglia uguale o superiore ai 10 megawatt. La durata dell'iter sarebbe di 175 giorni, più 45 per l'integrazione documentale, per arrivare a un numero complessivo di 245 giorni. Però, sembra che i problemi risiedano soprattutto negli atti dei soprintendenti e si può arrivare addirittura a 2 anni. Quindi, la domanda che le rivolgo, signor Ministro, è come intende agire per velocizzare l'iter e garantire l'obiettivo degli 80 gigawatt entro il 2030.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie, Presidente e un grazie agli interroganti. In relazione al quesito posto dagli interroganti, siamo ben consapevoli della necessità di incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili per raggiungere i nuovi target di potenza installata e diversificare le fonti di approvvigionamento. Dinanzi al triplicarsi delle istanze di autorizzazione rispetto al 2021, abbiamo immediatamente potenziato le commissioni tecniche VIA-VAS e PNRR-PNIEC, oltre che gli uffici organizzativi, e semplificato il procedimento unico di autorizzazione con le disposizioni del DL n. 13 del 2023, prevedendo che, nell'ambito dello stesso procedimento, siano compiute anche le valutazioni ambientali, ove necessarie, e che il Ministero della Cultura non si esprima sull'autorizzazione alla costruzione e all'esercizio di un impianto, pur se localizzato in area sottoposta a tutela, se già coinvolto nell'ambito delle procedure di valutazione ambientale.

Un altro impulso all'autorizzazione avverrà dall'adozione delle aree idonee, che garantiscono un iter burocratico più snello, e l'innalzamento delle soglie di potenza degli impianti per le valutazioni ambientali. Non solo abbiamo ampliato il novero delle aree idonee ex lege, con i recenti provvedimenti normativi, ma abbiamo anche sbloccato, di concerto con il MiC e il MASAF, il decreto per la determinazione dei criteri con cui le regioni devono individuare le stesse e che sarà sottoposto alla valutazione della Conferenza unificata (è un provvedimento che verrà trasmesso nella giornata di domani).

Il Ministero ha altresì intrapreso un percorso più spedito verso la digitalizzazione dei processi per efficientare la gestione delle attività connesse ai procedimenti VIA, VAS e AIA. Inoltre, l'adozione a breve della piattaforma digitale unica per la presentazione delle istanze per gli impianti a fonti rinnovabili attraverso modelli unici semplificati garantirà un supporto agli operatori e agli enti territoriali coinvolti per tutto il ciclo di vita degli impianti e delle autorizzazioni.

Tutte queste misure sono i primi passi di un processo volto a eliminare i colli di bottiglia emersi in questi anni, ben consapevoli che il monitoraggio dei procedimenti ci permetterà di efficientare ulteriormente gli adempimenti. Chiudo ricordando che i produttori di energia 15 anni fa erano circa 1.000; oggi sono 1,5 milioni.

PRESIDENTE. Il deputato Rosato ha facoltà di replicare, per due minuti.

ETTORE ROSATO (A-IV-RE). Grazie, Presidente e grazie, Ministro. Intanto, questo è un tema su cui è bene che tutte le forze parlamentari mettano insieme le loro energie e che maggioranza e opposizione siano capaci di dialogare. Lei avrà letto, come noi, la denuncia che Il Sole 24 Ore faceva sui ritardi che noi abbiamo riepilogato, che sono comunque esistenti, nonostante le misure adottate. Sono state adottate prima dal Governo Draghi e poi dal vostro Governo e anche quelle del vostro Governo - anche noi, pur dall'opposizione - le abbiamo sostenute. La drammaticità della situazione, dal punto di vista burocratico, è evidente e uno sforzo aggiuntivo dobbiamo immaginarlo, anche dando maggiori risorse al suo Ministero, se queste sono necessarie, per colmare un arretrato, che spaventa chi vuole investire in questo Paese, soprattutto in questi settori.

Io penso che le considerazioni che lei faceva all'inizio, che sono quelle alla base delle quali abbiamo costruito anche il PNRR, ossia la preoccupazione di voler costruire fonti alternative che siano a basso impatto sull'ambiente e che abbiano anche la capacità di ridurre le tariffe, debbano contraddistinguere il nostro lavoro quotidiano e su questo dobbiamo insistere. Io la invito anche a proseguire sull'attuazione della mozione che impegnava il vostro Governo sull'energia nucleare. La fusione nucleare è una cosa ormai nei fatti, tra una decina d'anni sarà, probabilmente, già industrializzata. Non perdiamo la grande expertise che ha il nostro Paese, le grandi competenze che ha il nostro Paese anche in questo settore.

(Iniziative di competenza a salvaguardia del principio di cautela e per scongiurare l'incremento del rischio alluvionale, in relazione ad un regolamento recentemente approvato dalla giunta regionale della Liguria – n. 3-00524)

PRESIDENTE. Il deputato Bonelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00524 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, Presidente. Saluto il Ministro dell'Ambiente, al quale rivolgo questa interrogazione. Come il Ministro saprà, la regione Liguria ha approvato un regolamento che consente l'edificazione - così è scritto nell'articolo 5 del regolamento – e la nuova edificazione nelle aree inondabili a massima pericolosità. In un Paese e in una regione, in particolar modo, ad alto rischio idrogeologico, di grande fragilità territoriale, la domanda - non solo mia, ma penso tutti gli italiani – è: come sia possibile che, di fronte a drammi, come quello che abbiamo vissuto, ad esempio, in Romagna, si possa consentire l'edificazione in zone ad alta pericolosità di inondabilità.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie, Presidente. Un grazie all'onorevole interrogante. Con riferimento alla questione posta dall'onorevole interrogante, si osserva che, con la deliberazione della giunta regionale della Liguria dello scorso 18 aprile 2023, è stato adottato lo schema di regolamento che contiene alcune disposizioni attuative del Piano di gestione del rischio di alluvioni nel settore urbanistico. Tale schema è stato oggetto di numerosi confronti e tavoli tecnici preliminari tra gli uffici della regione e i tecnici e dall'Autorità di bacino distrettuale, al fine di verificare la coerenza dello stesso con gli obiettivi del Piano di gestione distrettuale, in una logica di cautela e di mitigazione del rischio.

A valle di tali confronti, l'Autorità di bacino ha espresso, nello scorso mese di aprile 2023, parere favorevole sullo schema di regolamento, che recepisce le plurime osservazioni emerse durante i tavoli di lavoro per consentire l'allineamento della normativa ai contenuti del Piano stralcio di bacino.

Inoltre, durante le audizioni svoltesi sul provvedimento presso la IV commissione consiliare Territorio e ambiente, la facoltà di ingegneria dell'università di Genova ha sollevato dei rilievi in relazione alla soglia utile all'individuazione delle aree a minore pericolosità. Sul punto, la regione ha evidenziato che tali valori sono identici a quelli utilizzati per i piani di bacino regionali ad oggi vigenti e individuati sulla base del consulenze tecnico-scientifiche, pur ritenendo utile un approfondimento sul tema per assicurare la massima tutela dell'incolumità pubblica e privata.

I nuovi studi commissionati sono in fase di valutazione da parte degli uffici della regione e gli esiti di tale valutazione verranno tenuti in considerazione prima dell'emanazione del regolamento.

L'Autorità di bacino, costantemente informata in tutte le fasi della procedura di adozione del regolamento, ha rappresentato al Ministero di condividere quanto comunicato dalla regione Liguria, ancorché ciò determini un rinvio dell'entrata in vigore delle disposizioni, che sono, comunque, di esclusiva competenza regionale.

PRESIDENTE. IL deputato Bonelli ha facoltà di replicare.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, Presidente. Signor Ministro, ovviamente, io sono assolutamente insoddisfatto. Io avevo chiesto, nell'interrogazione, quello che il Ministro dell'Ambiente della Repubblica italiana pensa rispetto a un provvedimento di questo genere. Leggere le disposizioni di carte fatte da altri enti è cosa estremamente semplice.

Io penso che lei avrebbe dovuto prendere posizione e dire chiaramente quello che il Ministero dell'Ambiente ritiene e pensa rispetto a un tema fondamentale. Vede, non ci possiamo indignare, quando andiamo alle trasmissioni televisive, dicendo che in Romagna si è costruito nelle aree di esondazione, nelle aree inondabili, quando, poi, c'è un provvedimento, che viene approvato, che consente l'edificazione, una nuova edificazione, signor Ministro, in aree classificate come ad alta pericolosità di inondazione.

Non so se è chiaro: alta pericolosità di inondazione, si consente la nuova edificazione. Su questo mi sarei aspettato una posizione del Ministero dell'Ambiente, quantomeno, interlocutoria, nel senso di dire verificheremo e chiederemo maggiori spiegazioni da questo punto di vista. Francamente, se questa è la modalità di gestione del territorio - mi consenta e concludo, con il massimo rispetto nei suoi confronti, ovviamente -, bisogna essere molto preoccupati per il futuro del nostro Paese. Non si può dire una cosa un giorno e, poi, l'altro giorno, quando una regione fa un provvedimento così devastante, non si ha il coraggio di dire: fermatevi, non solo per il bene dei liguri, ma per il bene del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

(Iniziative di competenza volte a verificare l'utilizzo della cosiddetta cassa integrazione COVID da parte della società Visibilia Editore – n. 3-00525)

PRESIDENTE. Il deputato Toni Ricciardi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Braga ed altri n. 3-00525 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per un minuto.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Signora Ministra, secondo quanto riportato da alcuni giornali nel novembre dello scorso anno e dall'inchiesta televisiva Report, tra le imprese che parrebbe abbiano usufruito impropriamente o percepito impropriamente la cassa straordinaria COVID c'è Visibilia Editore, società quotata in borsa, a suo tempo controllata dall'allora senatrice Santanche'.

Il 22 marzo del 2020 Visibilia Editore comunicava che non avrebbe bloccato la produzione e la vendita dei giornali, ma dalle inchieste pare che sia andata diversamente.

Siamo qui a chiederle, signora Ministra, quali sono le iniziative volte a verificare se, concretamente, Visibilia Editore abbia usufruito o percepito impropriamente la cassa COVID e, soprattutto, quali sono le misure volte a capire se siamo dinanzi a un fatto di imprenditoria o di prenditoria, perché questa è la domanda alla quale noi chiediamo una risposta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. La Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, ha facoltà di rispondere, per 3 minuti.

MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, signora Presidente. Con l'atto di sindacato ispettivo in esame gli onorevoli interroganti chiedono di conoscere quali iniziative di competenza il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali intenda adottare al fine di verificare i comportamenti della società Visibilia Editore Spa in merito alle vicende riportate in questi giorni dagli organi di informazione.

In via preliminare, come è certamente noto agli interroganti, segnalo che, dall'entrata in vigore del decreto legislativo n. 149 del 2015, intervenuta il 14 settembre 2015, il Ministero non ha poteri ispettivi, che sono stati totalmente trasferiti all'Ispettorato nazionale del lavoro-Agenzia unica per le ispezioni del lavoro. Nella materia oggetto della presente interrogazione, ha poi i poteri di verifica anche l'INPS ai fini della valutazione della legittimità della concessione degli ammortizzatori sociali. Su entrambi gli enti il Ministero mantiene esclusivamente poteri e funzioni di vigilanza.

In ordine alla concessione della cassa integrazione guadagni, la normativa vigente, in particolare per la cosiddetta cassa COVID, l'articolo 22-quater del decreto-legge n. 18 del 2020 prevede che, nel caso in cui sia provato l'indebito accesso del datore di lavoro all'utilizzo degli strumenti di integrazione salariale, le somme anticipate siano recuperate con una procedura amministrativa, fatta salva l'eventuale responsabilità penale in caso di commissione di reati connessi alla richiesta di concessione.

Fatte queste doverose premesse, si rappresenta agli onorevoli interroganti che sulle vicende in esame è confermata la piena e costante attenzione del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali in ordine alle attività svolte e in corso di svolgimento da parte degli organismi ispettivi vigilati, sulla quale sarà possibile fare una piena valutazione solo agli esiti delle stesse. Nel contempo, si assicura all'autorità giudiziaria ogni utile collaborazione.

PRESIDENTE. Il deputato Scotto ha facoltà di replicare, per due minuti.

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Signora Presidente, può capitare che la cronaca, quando si tratta della Ministra Santanche', corra troppo spedita persino per l'opposizione. Stamane, il Domani ci racconta di una funambolica speculazione immobiliare in Versilia che coinvolgerebbe moglie e marito, sia Santanche', sia l'amico del cuore La Russa, ma non mi soffermerò sul gioco delle coppie. Io le pongo un fatto ineludibile, signora Ministra, e un giudizio: se hai giurato sulla Costituzione non puoi mentire al Parlamento e restare un minuto in più al tuo posto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Dite “no” al salario minimo per 3 milioni di lavoratori poveri, definite il reddito di cittadinanza “paghetta di Stato”, ma chiudete un occhio su una vostra collega che avrebbe preso i soldi della cassa integrazione COVID, facendo lavorare i propri dipendenti, peraltro, a loro insaputa: è un uso cinico, spregiudicato, delle risorse pubbliche.

Ora, lei non manderà nemmeno un controllo. Ha detto che se ne occupa l'Ispettorato nazionale del lavoro, nel frattempo avete tolto il vertice dell'Ispettorato nazionale del lavoro e non avete nominato nessun altro; se ne occupa l'INPS, ma avete fatto addirittura un decreto per commissariarlo e l'INPS non si sa che cosa faccia. Si limita con insostenibile leggerezza dell'essere ad aggirare la realtà, ma prima o poi qualcuno vi presenterà il conto delle omissioni, delle menzogne e delle fughe.

L'immoralità dei professionisti delle lezioncine morali, quelli alla Santanche', soprattutto verso i più poveri e più indifesi, ha cominciato a stancare anche chi vi ha votato. Per questo ribadiamo al Governo di pretendere una risposta e chiediamo che la Ministra Santanche' si dimetta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

(Orientamenti del Governo in ordine alle iniziative volte ad assicurare una retribuzione minima oraria, anche alla luce della recente sottoscrizione di un contratto collettivo – n. 3-00526)

PRESIDENTE. Il deputato Aiello ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00526 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

DAVIDE AIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Oggi, portiamo all'attenzione del Governo il tema dei salari, tema collegato alla contrattazione collettiva e, quindi, anche alla rappresentatività sindacale. Molti lavoratori si stanno rivolgendo ai giudici per ottenere il diritto a una paga dignitosa, infatti, ad aprile il giudice del lavoro ha accolto il ricorso di una lavoratrice padovana che percepiva una paga di 3,96 euro l'ora, nonostante fosse sotto contratto nazionale di lavoro.

Il 30 maggio è stata firmata un'ipotesi di accordo per il rinnovo contrattuale dei servizi fiduciari e vigilanza privata; anch'esso prevede un rinnovo contrattuale, dopo sette anni e mezzo di mancato rinnovo, di appena pochi centesimi, 28 centesimi l'ora, di aumento.

Tutto ciò rende evidente la necessità di definire un salario minimo per legge, questo lo dicono anche l'Istat, l'OCSE e la direttiva dell'Unione europea sul salario minimo. Per questo chiediamo al Governo quale sia l'indirizzo politico e quali le conseguenti azioni messe in campo al fine di dare piena attuazione all'articolo 36 della Costituzione e, quindi, assicurare una retribuzione minima oraria che tuteli la dignità dei lavoratori e scongiuri la conclusione di accordi sindacali come quello sui servizi fiduciari e vigilanza privata, in attesa di una disciplina organica sulla rappresentatività sindacale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. La Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Signora Presidente, ringrazio gli onorevoli interroganti, perché il tema della contrattazione collettiva e dell'adeguatezza dei livelli salariali è centrale per la tutela delle condizioni di lavoro e rappresenta una delle competenze primarie del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Nel nostro ordinamento, la determinazione di una retribuzione adeguata non è rimessa alla legge, bensì è demandata alla libera negoziazione delle parti sociali, attraverso lo strumento della contrattazione collettiva che definisce per ogni settore le condizioni normative ed economiche applicabili.

La mancata attuazione dell'articolo 39 della Costituzione ha comportato la mancanza di efficacia erga omnes delle clausole retributive dei contratti collettivi. A questa vacanza ha in più occasioni ovviato la giurisprudenza, attraverso il riferimento all'articolo 36 della Costituzione, che riconosce a ogni lavoratore il diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro prestato. Il richiamo a tale principio ha consentito di far riferimento, come parametro per l'individuazione della retribuzione sufficiente, alle clausole retributive dei contratti collettivi, estendendole ai lavoratori.

L'adeguamento dei livelli salariali rappresenta una questione di particolare rilievo, oltre che un tema su cui il Governo sta impegnando la sua attenzione e azione, con la consapevolezza che il susseguirsi delle crisi internazionali - economica, pandemica e, da ultimo, inflazionistica - e l'assenza di strumenti efficaci nelle politiche economiche e sociali introdotte precedentemente hanno determinato un progressivo impoverimento delle famiglie italiane.

Diversi sono gli interventi messi in campo dal Governo a tutela del potere di acquisto delle famiglie e dei lavoratori. Tra i più recenti, ricordo il decreto-legge n. 48 del 2023, che ha disposto l'aumento di ulteriori 4 punti percentuali dell'esonero contributivo per i lavoratori dipendenti pubblici e privati. Con questo intervento, in linea con quanto già stabilito dalla legge di bilancio, si è arrivati, nel complesso, a un taglio del cuneo contributivo di 6 e 7 punti percentuali.

Per quanto attiene al rinnovo del contratto delle guardie giurate e dei servizi fiduciari, sottolineo la notizia della sottoscrizione dell'ipotesi di accordo atteso da anni. La contrattazione collettiva ha il compito di contribuire a migliorare le condizioni retributive dei lavoratori del comparto che, occupandosi di sicurezza, svolgono funzioni di rilievo e delicatezza. Non si comprende, tuttavia, il riferimento fatto dagli interroganti all'assenza di una disciplina della rappresentatività sindacale, dal momento che il rinnovo del contratto citato è stato siglato dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, CGIL, CISL e UIL, così come è chiaramente confermato anche dalla composizione della rappresentanza delle stesse in seno al CNEL.

Fermo restando che la libertà contrattuale delle parti sociali deve essere sempre garantita e nel ribadire la centralità di questo strumento, il Governo può e deve sicuramente fornire ogni utile strumento di impulso e di persuasione volto ad agevolare la celere definizione dei rinnovi contrattuali, ove sia necessario e opportuno, pur non potendo sostituirsi alle parti contrattuali. Sottolineando, pertanto, l'importanza del tema oggetto dell'interrogazione, non posso che confermare la più ampia disponibilità del Ministero ad intraprendere ogni iniziativa che sia di stimolo per la pronta definizione dei rinnovi contrattuali.

Con riferimento, infine, al tema del salario minimo, sottolineo che la direttiva europea che se ne occupa, che dovrà essere recepita entro il 15 novembre 2024, è finalizzata a garantire condizioni dignitose ai lavoratori dell'Unione europea ma non intende istituire un meccanismo uniforme per la definizione e la determinazione dei salari minimi. In tal senso, il recepimento della direttiva potrà rappresentare un'ulteriore occasione per un proficuo dialogo tra le forze politiche e le parti sociali, per prevedere strumenti normativi idonei a migliorare il sistema della contrattazione collettiva, che in Italia assicura una copertura superiore all'80 per cento.

PRESIDENTE. Il deputato Carotenuto ha facoltà di replicare, per due minuti.

DARIO CAROTENUTO (M5S). Grazie, Presidente. Signora Ministro, se ritiene che questa risposta possa in qualche modo rassicurare i lavoratori poveri di questo Paese, o li prende per stupidi o per ignoranti. È ormai chiaro a tutti, infatti, che la sua è una maggioranza che, da un lato, accoglie con silente soddisfazione il ripristino dei vitalizi al Senato e, dall'altro, taglia misure contro la povertà come il reddito di cittadinanza, che peraltro aiutava anche chi, come i lavoratori della vigilanza privata, pur lavorando, non superano la soglia di povertà. Niente, l'avete cancellato. Quindi, non mi dica che fate tutto il possibile, perché non ci crede nessuno. La vostra scelta è molto chiara, il vostro modello economico è quello ben rappresentato da Daniela Santanchè; il vostro modello di economia imprenditoriale è quello della Santanchè che abbiamo visto, ospite fissa dei programmi televisivi, fare la morale ai percettori di reddito, ai padri di famiglia che lei avrebbe forse preferito sfruttare, come ha fatto con i suoi dipendenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), è quello di un liberismo senza regole, se non il principio di dare soldi a chi ha di più e togliere a chi è povero.

Il vostro obiettivo politico, infatti, è aumentare la povertà, che diventa un bacino di manodopera a basso costo, disposta a qualsiasi lavoro, per chi vuol fare impresa speculando sui bisogni delle persone. Volete sapere una cosa? Anche i vostri elettori sanno che serve un salario minimo in questo Paese e, se non volete ascoltare il MoVimento 5 Stelle e tutti i partiti dell'opposizione che hanno sottoscritto la proposta unitaria per un salario minimo, ascoltate almeno i vostri elettori.

Concludo con un appello: dovreste, a mio avviso, chiedere scusa per questa social card, perché è veramente un'elemosina con cui i pochi aventi diritto - perché avete escluso i single, le coppie senza figli, i cassintegrati - non potranno prendere neanche un caffè al giorno. È semplicemente un'offesa alla dignità delle persone in difficoltà per i rincari dovuti all'inflazione che voi non volete contrastare. Perché questo significa avere un Governo di destra, un Governo come il vostro, un Governo che odia i poveri, che disprezza le persone in difficoltà e che amplifica le disuguaglianze. Il MoVimento 5 Stelle è nato proprio per combattere questo e può star certa che non smetteremo di farlo fin quando gli italiani non vi spediranno a casa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative di competenza volte a promuovere a favore dei giovani stage extracurriculari che prevedano un adeguato compenso – n. 3-00527)

PRESIDENTE. Il deputato Pisano ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-00527 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

CALOGERO PISANO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, il 2023 è stato proclamato dall'Unione europea “Anno europeo delle competenze”. Per quanto riguarda il rapporto tra formazione e lavoro, l'ultimo rapporto annuale Istat ha segnalato che il nostro Paese rimane uno degli Stati dell'Unione europea con il più alto tasso di disoccupazione giovanile e che il fenomeno dei cosiddetti NEET riguarda ancora 1,7 milioni di giovani, che naturalmente sono in difficoltà.

Le cause di questo fenomeno sono riconducibili alla debolezza dell'offerta formativa professionalizzante, alla carenza di efficaci politiche attive sul lavoro e a una scarsa dinamicità del mercato. Dopo le modifiche della disciplina degli stage extracurriculari operate dalla legge di bilancio per il 2022, la sentenza n. 70 del 14 aprile 2023 della Corte costituzionale ha sancito l'illegittimità costituzionale di parte delle novità introdotte. Attualmente, la normativa non assicura a tutti i giovani sul territorio nazionale la possibilità di usufruire di stage extracurriculari che prevedano la cosiddetta indennità di partecipazione adeguata.

Tutto ciò premesso, si chiede quali iniziative il Ministro intenda adottare, per quanto di sua competenza, anche nel dialogo con le regioni, per promuovere stage extracurricolari di qualità con un compenso adeguato, che accompagnino l'inserimento nel mondo del lavoro, contrastando l'uso improprio della misura.

PRESIDENTE. La Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, ha facoltà di rispondere.

MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, signora Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti perché la questione sollevata consente di affrontare un tema particolarmente importante per le politiche del Ministero, ossia quello degli interventi in favore dell'occupazione giovanile. Con particolare riferimento ai tirocini extracurricolari faccio presente che si tratta di una materia sulla quale sussiste una competenza esclusiva delle regioni, come previsto dalla nostra Carta costituzionale.

Con riguardo alle disposizioni introdotte dall'articolo 1, commi 271 e 276, della legge n. 234 del 2021, la legge di bilancio 2022, specificamente segnalate dagli interroganti, faccio presente che le linee guida ivi citate non sono state ancora attuate e che, pertanto, a legislazione vigente restano in vigore le previgenti linee guida, adottate il 25 maggio 2017 dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano. Tali linee guida disciplinano gli standard minimi di riferimento per il tirocinio extracurricolare quale misura formativa di politica attiva finalizzata a creare un contatto diretto dei giovani con il mondo del lavoro. Nelle stesse, ferma restando la competenza delle regioni e delle province autonome in materia, è prevista anche la disciplina dell'indennità di partecipazione spettante al tirocinante, che non può essere inferiore a 300 euro mensili. Tale importo può comunque essere incrementato dalle regioni e dalle province autonome nell'ambito della propria regolamentazione delle citate specifiche competenze.

Sul fronte del contrasto al ricorso improprio a questi strumenti, segnalo che l'Ispettorato nazionale del lavoro, con note del 21 marzo 2022 e dell'11 luglio 2022, ha fornito chiarimenti in ordine alle nuove disposizioni in materia di tirocini extracurricolari, ritenendo immediatamente operative le disposizioni riguardanti l'apparato sanzionatorio penale correlato a un uso scorretto e fraudolento del tirocinio.

Ciò posto, mi preme sottolineare che il tirocinio extracurricolare mantiene un ruolo fondamentale nell'ambito più generale delle politiche attive del lavoro. In linea con le misure a sostegno dell'occupazione giovanile, il Ministero, per il tramite dell'ANPAL, è titolare del Programma nazionale Giovani, donne e lavoro 2021-2027, cofinanziato dall'Unione europea con un investimento complessivo di circa 5 miliardi di euro, che prevede, tra le altre misure, proprio la promozione del tirocinio extracurricolare. Nell'ambito del Programma, l'importo minimo dell'indennità da corrispondere al tirocinante è fissato in 500 euro.

Segnalo, altresì, il Programma operativo nazionale Iniziativa occupazione giovani, che vede i NEET tra i principali destinatari e la cui indennità di partecipazione alla misura dei tirocini è stata recentemente adeguata al medesimo importo di 500 euro. L'obiettivo di lungo periodo del Programma è la riduzione del tasso di NEET al 9 per cento. Da ultimo e per completezza di informazioni, faccio presente che, al fine di incoraggiare e sostenere l'occupazione giovanile, il decreto-legge n. 48 del 2023 ha previsto, all'articolo 27, il riconoscimento per i datori di lavoro privati di un incentivo pari al 60 per cento della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali per le nuove assunzioni effettuate dal 1° giugno al 31 dicembre 2023 di giovani inoccupati che non abbiano compiuto il trentunesimo anno di età e siano registrati al Programma operativo nazionale Iniziativa occupazione giovani.

PRESIDENTE. Il deputato Lupi ha facoltà di replicare, per due minuti.

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, siamo soddisfatti della sua risposta, anche perché ha ribadito uno dei punti che sta più a cuore non solo a lei e al Governo, ma a tutta la maggioranza di centrodestra. La sfida per il futuro è mettere al centro il lavoro, perché il lavoro è la dignità, come abbiamo detto più volte.

Mi meraviglia - apro e chiudo una parentesi - avere ascoltato qui, in precedenza, anche per chi ci ascolta, che la social card, che dà la possibilità di acquistare, a chi non ce la fa, degli alimenti, è un'elemosina, mentre per 5 anni c'è stata l'elemosina di Stato di un assistenzialismo becero come il reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati dei gruppi Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE, Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ma proprio questa è la nostra differenza.

Mi fa piacere anche vedere qui il Ministro dell'Istruzione, oltre che lei, Ministro del Lavoro, perché per noi scuola, università, lavoro e giovani sono l'alleanza del futuro.

La questione che abbiamo posto è evidente ed è sotto gli occhi di tutti, e ha fatto bene a sottolineare che è competenza delle regioni, ovviamente, quello che riguarda la formazione, però c'è un tema su cui noi abbiamo l'obbligo di intervenire. Tra l'altro, l'Unione europea ha dato un indirizzo molto chiaro proprio legato ai tirocini, che non possono diventare sfruttamento del lavoro giovanile.

C'è una differenza sostanziale tra le regioni: la regione Sicilia dà, nei tirocini extracurricolari, 300 euro, la regione Lombardia 500, la regione Lazio 800. C'è un grande tema, che questi tirocini - e su questo può intervenire il Governo - devono essere espressamente rivolti o ai neodiplomati o ai neolaureati, ossia dà loro la grande opportunità di introdurli nel mondo del lavoro e per fare questa alleanza fondamentale scuola-lavoro. Abbiamo un altro strumento fondamentale, che è l'apprendistato duale, che si può rivolgere e si deve rivolgere proprio alla modalità per cui non solo i giovani, ma la forza lavoro può essere introdotta nel mercato del lavoro. E, a questo proposito, snellimento burocratico e rafforzamento degli strumenti sono la strada da percorrere. Però il tema dei temi sta a cuore a tutti, penso a maggioranza e opposizione, ma, in particolare, al Governo. Dobbiamo assolutamente far sì che i giovani siano messi nelle condizioni di poter esprimere al meglio le loro potenzialità, e certamente questa alleanza lavoro, scuola e “doposcuola” è la strada fondamentale da introdurre. Anche l'indirizzo che il Governo, pur nelle proprie competenze, può dare alle regioni è fondamentale.

Dobbiamo smetterla di assistere - e concludo, signor Presidente - a quello strumento per cui i tirocini extracurricolari sono diventati - o diventano - il mezzo per rispondere alla carenza di manodopera nelle nostre aziende. Sappiamo quanto sia grande la cultura imprenditoriale e dell'impresa nel nostro Paese e quanto gli imprenditori pensino che il capitale umano e la risorsa lavoro siano fondamentali, ma dobbiamo intervenire laddove - perché questo vuol dire fare una politica seria a favore del lavoro e dei giovani - ci sono distorsioni, sia che le commettano le imprese, sia che le commetta lo Stato o sia ancora che le commetta chiunque altro, perché per noi la dignità del lavoro è la dignità della persona (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

(Iniziative volte a superare il fenomeno del precariato nella scuola – n. 3-00528)

PRESIDENTE. La deputata Dalla Chiesa ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00528 (Vedi l'allegato A), per un minuto.

RITA DALLA CHIESA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Buonasera, Ministro Valditara. Vorrei portare all'attenzione del Ministro l'argomento del precariato per il personale docente, problema che ormai si trascina da anni e che oggi ha raggiunto livelli per i quali un docente - uno su quattro - sarebbe precario. Dicono: non riusciamo mai a mettere radici; e credo che ciò sia molto mortificante per loro. È un problema che riguarda non solo la qualità del lavoro per gli insegnanti, ma anche l'assetto finanziario e organizzativo della scuola.

Fra l'altro, l'aspetto che preoccupa di più è proprio l'effetto che questo produce sugli studenti, perché sono destabilizzati, senza una guida stabile. Ci sono classi elementari che hanno cambiato maestra ogni settimana, supplenti che hanno coperto carenze in quattro scuole diverse in pochi giorni, per poi lasciare quei posti nuovamente vacanti, studenti fragili che hanno cambiato insegnante di sostegno nel corso dell'anno almeno due volte, quasi il 60 per cento, e noi sappiamo quanto siano importanti per i ragazzi gli insegnanti di sostegno - non soltanto nella scuola, ma anche per la famiglia - a cui questi ragazzi vengono affidati.

PRESIDENTE. Onorevole, deve concludere. Aveva un minuto per l'illustrazione. Poi ne avrà due in replica.

RITA DALLA CHIESA (FI-PPE). Perfetto. Allora, io vorrei capire dal Ministro che tipo di strategia pensa di portare avanti, affinché si possa mettere una fine a questo “non essere” del personale docente nei confronti dei ragazzi. È vero, come dicono, gli insegnanti sono persone fantasma, a volte, e bisogna, invece, prenderli in considerazione, giovani e più giovani.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'Istruzione e del merito. Grazie, Presidente. Gentili onorevoli, evidenzio preliminarmente che la questione, oggetto della presente interrogazione, è alla costante attenzione di questo Governo, che ha iniziato a invertire una tendenza, protrattasi per troppi anni, che ha portato lo Stato italiano ad essere addirittura oggetto della procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea sul tema dell'abuso dei contratti a tempo determinato nel sistema scolastico.

Ricordo, inoltre, che il PNRR ha, nel frattempo, introdotto un nuovo modello di reclutamento dei docenti, collegato a un profondo ripensamento della loro formazione iniziale, che potrà rappresentare un antidoto alla creazione di precariato solo dopo che sarà entrato pienamente a regime. Per questo motivo, stiamo ponendo particolare attenzione alla fase di accompagnamento e transizione verso questo nuovo modello di reclutamento, che non può non tenere in conto l'esperienza professionale maturata dal personale docente nell'ambito dei precedenti rapporti di lavoro a tempo determinato. E così, nell'avviare un'importante stagione di nuovi concorsi, da bandire con frequenza annuale, abbiamo fatto in modo che il primo di essi, che sarà bandito a cavallo di questa estate, sia riservato a coloro che hanno già prestato servizio, per almeno 3 anni, negli ultimi 5, presso un'istituzione scolastica, o che abbiano conseguito i 24 CFU secondo il previgente ordinamento.

Inoltre, a riprova della costante attenzione alla valorizzazione del servizio già prestato ai docenti precari, intendiamo favorirne l'accesso ai nuovi percorsi di abilitazione attraverso una significativa quota di riserva, nonché concentrando i contenuti dei percorsi loro riservati soprattutto sulle competenze teoriche ancora da acquisire.

Onorevole, quanto sinteticamente illustrato dimostra l'impegno di questo Governo nel voler anzitutto assicurare ai nostri studenti un innalzamento della qualità dell'offerta formativa: obiettivo che intendiamo raggiungere, senza dimenticare l'esigenza di garantire la continuità didattica, oltre che il più alto numero possibile di docenti di ruolo in cattedra, in modo da ridurre progressivamente il fenomeno del precariato.

PRESIDENTE. La deputata Dalla Chiesa ha facoltà di replicare, per due minuti.

RITA DALLA CHIESA (FI-PPE). La ringrazio. Noi staremo molto attenti. La nostra attenzione resterà alta su quanto lei ha detto, Ministro, perché un ragazzo privo di riferimento dell'insegnante - noi tutti, nella vita, abbiamo avuto maestri, sia nella vita che in aula - è più esposto al rischio di sbagliare, di prendere strade errate, di essere esposto a quei fenomeni di cui noi parliamo sempre, come il bullismo oppure anche la mancanza di rispetto nei confronti degli insegnanti e della famiglia stessa, che possono interessare questi ragazzi. È importantissimo che possano essere seguiti nel loro percorso da insegnanti che siano sempre gli stessi. Io mi ricordo ancora il nome della mia insegnante delle elementari: sono passati tanti anni, però, evidentemente, ha lasciato il segno, me la ricordo ancora.

Come diceva il nostro presidente Silvio Berlusconi, che oggi voglio ricordare una volta di più, noi dobbiamo avere degli obiettivi umani, soprattutto, non tanto ambiziosi quanto umani. Grazie, comunque, per averci ascoltato e spero che lei manterrà quanto ha detto oggi in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

(Stato di avanzamento degli interventi in materia di asili nido e scuole dell'infanzia previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e iniziative volte a preservare i relativi investimenti - n. 3-00529)

PRESIDENTE. La deputata Miele ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00529 (Vedi l'allegato A), per 1 minuto.

GIOVANNA MIELE (LEGA). Grazie, Presidente. Ministro, gli asili nido e le scuole dell'infanzia, oltre ad essere fondamentali per l'educazione, la socialità e lo sviluppo di bambine e bambini fino a 6 anni di età, costituiscono un servizio essenziale per le famiglie e, quindi, per le donne che lavorano. Il PNRR, con la Missione 4-C1 - Investimento 1.1, ha inteso aumentare l'offerta educativa nella fascia 0-6 su tutto il territorio nazionale, attraverso la costruzione di nuovi asili nido e nuove scuole dell'infanzia o la messa in sicurezza di quelle esistenti, in modo da migliorare la qualità del servizio. Il 30 giugno 2023 scadeva una milestone importante, ovvero il termine di aggiudicazione degli appalti in essere PNRR per gli asili nido. Sappiamo che in questi giorni il Governo ha avuto delle interlocuzioni con la Commissione europea. È interesse del Parlamento conoscere con tempestività e trasparenza i dettagli del Piano asili nido e scuole dell'infanzia e, soprattutto, gli eventuali interventi e correttivi che lo riguardano. Si chiede di conscere lo stato di avanzamento degli interventi previsti dal PNRR.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha facoltà di rispondere, per 3 minuti.

GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'Istruzione e del merito. Signor Presidente, gentili onorevoli, ringrazio l'onorevole interrogante perché, con il suo quesito, mi consente di ricordare che, sin dall'inizio del mio mandato, ho lavorato con grande determinazione a questo tema, un obiettivo strategico per il nostro Paese - l'ho ricordato anche questa mattina, in occasione della presentazione dei dati Invalsi - proprio perché strettamente collegato alle iniziative volte a favorire l'inclusione scolastica. È proprio dagli asili che s'inizia a favorire la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e al mondo del lavoro, a favorire la natalità e, quindi, ovviamente, anche a favorire la famiglia.

Sono particolarmente orgoglioso di comunicare, anche in questa sede, che la Commissione europea, proprio ieri, ha valutato positivamente la percentuale di aggiudicazione dei lavori da parte degli enti locali sinora effettuata - oltre il 91 per cento - ritenendo dunque sostanzialmente centrato il target del 30 giugno, grazie ad una straordinaria collaborazione fra Governo, comuni, ANCI, e grazie a una significativa opera di semplificazione normativa adottata, su impulso del Ministero dell'Istruzione e del merito, da questo Governo, a febbraio, nel decreto Semplificazioni. Sono tante le misure: il modello Genova, la possibilità per i piccoli comuni di avvalersi di altre strutture, la task force costituita, Invitalia. Un dato che ritengo particolarmente significativo è che, prima di queste misure, i tempi per l'aggiudicazione degli appalti in materia di edilizia scolastica erano di 3 anni, sino a 1 milione di euro, e di 4 anni, da 1 a 5 milioni di euro; a seguito di queste misure, i tempi sono stati abbattuti a 7-9 mesi. Nella valutazione di Bruxelles, ai fini del giudizio positivo da noi acquisito, ha indubbiamente rilevato anche il forte incremento dei prezzi nel settore dell'edilizia, che in alcune regioni ha superato il 50 per cento, che non poteva non incidere sulle tempistiche di aggiudicazione.

Con riguardo al tema del raggiungimento del target finale della misura, ci siamo posti ora l'obiettivo di individuare e finanziare ulteriori interventi, in modo da raggiungere un target più coerente con le effettive esigenze del nostro Paese. A tale riguardo, sono orgoglioso di comunicare, comunque, che abbiamo già superato gli obiettivi del Consiglio di Barcellona, che prevedeva il raggiungimento del target del 33 per cento, in merito alla copertura del servizio da 0 a 6 anni. Questa è la riprova di un impegno concreto che dimostra, diversamente da quanto affermato da taluni in modo strumentale, come questo Governo, non solo non abbia rinunciato ad alcun finanziamento del PNRR, ma sia anzi pronto a individuare anche nuove ed ulteriori misure volte a consolidare e a incrementare l'offerta di asili, accogliendo convintamente la sfida postaci da Bruxelles.

PRESIDENTE. La deputata Miele ha facoltà di replicare, per 2 minuti.

GIOVANNA MIELE (LEGA). Grazie, Presidente. Ministro, la ringrazio a nome del gruppo Lega-Salvini Premier per la sua puntuale risposta ma soprattutto per il suo operato. Azioni concrete, fatti, quelli che ha annunciato oggi, che rappresentano la capacità del Governo di supportare le famiglie nella gestione della quotidianità della vita. Questo è quello che ci chiedono i cittadini, segni tangibili di vicinanza alle criticità reali. Le dobbiamo un plauso, perché lei, Ministro, ha veramente reso possibile, insieme a questo Governo, andare a favore del PNRR, grazie a questa maggioranza che ha iniziato un dialogo costruttivo in Europa. Finalmente, oggi l'Europa ci riconosce un valore reale. Solo grazie a questo Governo questa misura PNRR risulta una componente innovativa del nostro sistema welfare, decisiva per le prospettive del nostro Paese. Ministro, sin dal suo insediamento ha dimostrato una visione chiara dell'importanza dell'educazione e dell'istruzione come volano sociale e come produttività. Con l'autorevolezza, l'efficacia normativa e la tutela delle figure educative, il suo Ministero sta investendo sulla formazione e sull'istruzione. È un Governo, il nostro, che ha messo la famiglia e la persona al centro della propria azione. La costruzione di nuovi asili nido e di scuole dell'infanzia è molto attesa, perché i posti gestiti dai comuni attualmente non bastano ad accogliere tutti i bambini e le bambine. Questa situazione di reale difficoltà fa sì che le famiglie veramente non riescano ad organizzare la propria vita e soprattutto le donne, spesso, si trovano a dover scegliere tra il lavoro e l'accudimento dei bambini. In poco tempo lei, Ministro, ha dato supporto a dirigenti, insegnanti, personale amministrativo e alunni. Questo Governo promuove l'uguaglianza di genere, il lavoro femminile, il miglioramento della rete scolastica, economica e sociale, soprattutto nel Mezzogiorno e nelle aree interne, contro la dispersione scolastica. Attraverso il vostro e il nostro operato vogliamo incentivare la natalità. Ministro, mentre le minoranze presenti in Aula passano il loro tempo a investire su polemiche inutili, chiedendo ogni giorno le dimissioni di un Ministro diverso, noi lavoriamo e otteniamo risultati concreti, soprattutto per i nostri figli, perché - non dimentichiamolo mai - questi sono soldi che ci vengono dati in prestito e, quindi, dobbiamo spenderli e spenderli bene, perché è giusto che i nostri figli abbiano un futuro, ma un futuro migliore (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Iniziative volte a promuovere nel sistema di istruzione e formazione l'apprendimento delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche (STEM) – n. 3-00530)

PRESIDENTE. Il deputato Cangiano ha facoltà di illustrare l'interrogazione Foti ed altri n. 3-00530 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario, per un minuto.

GEROLAMO CANGIANO (FDI). Grazie, Presidente, grazie, Ministro. In questi mesi abbiamo più volte evidenziato e apprezzato l'interesse di questo Governo e del suo Ministero nei confronti delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche, meglio note come STEM, per le quali la legge di bilancio ha previsto un graduale inserimento nel sistema scolastico a partire già dalla primissima età e che sono oggetto di un interessamento europeo per la qualità delle competenze in uscita che possono offrire agli studenti ma anche per le molteplici occasioni lavorative che possono rappresentare. Il limite su cui intervenire resta il divario di genere degli alunni che si approcciano alle STEM, che vede un numero sensibilmente più significativo di studenti a discapito di quello delle studentesse. Tale è il contesto di riferimento cui dovrebbero afferire le linee guida previste dalla legge di bilancio e attese entro il 30 giugno, che dovrebbero altresì contribuire a sensibilizzare le famiglie e gli studenti e a promuovere lo studio delle discipline STEM, anche attraverso protocolli d'intesa con altri enti istituzionali. Chiediamo, quindi, se si siano state adottate le suddette linee guida e quali iniziative sono state attuate a valere sui fondi del PNRR al fine di sviluppare e rafforzare le competenze STEM.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

GIUSEPPE VALDITARA, Ministro dell'Istruzione e del merito. Signor Presidente, gentili onorevoli, premetto che, su iniziativa del Ministero e grazie al proficuo contributo delle forze politiche della maggioranza, in sede di esame parlamentare nella legge di bilancio 2023 abbiamo introdotto misure volte a valorizzare e potenziare le discipline STEM, individuando nelle linee guida, proprio a tale fine, lo strumento specifico per raggiungere detto obiettivo. In attuazione di quanto previsto dalla legge di bilancio, le linee guida sono state predisposte nei tempi previsti.

Esse mirano ad introdurre nel Piano triennale dell'offerta formativa delle istituzioni scolastiche dell'infanzia, del primo e del secondo ciclo di istruzione, e nella programmazione educativa dei servizi educativi per l'infanzia azioni dedicate a rafforzare lo sviluppo delle competenze matematico-scientifiche, tecnologiche e digitali, legate agli specifici campi di esperienza, anche attraverso metodologie didattiche fortemente innovative. Le linee guida, dopo il doveroso passaggio sindacale, sono state trasmesse al Consiglio superiore della pubblica istruzione che ha espresso proprio ieri un parere pienamente favorevole.

Occorre ricordare al riguardo che le linee guida attuano anche la riforma inserita nel Piano nazionale di ripresa e resilienza che investe importanti risorse, pari a 600 milioni di euro, per rafforzare l'educazione e la formazione degli alunni e degli studenti, e 450 milioni di euro per la formazione dei docenti, ripartiti rispettivamente con i decreti ministeriali n. 65 e n. 66 del 12 aprile 2023. Pertanto, nei prossimi giorni, subito dopo un ultimo confronto con la Commissione europea, firmerò il decreto che approva le linee guida.

Aggiungo che, parallelamente al lavoro svolto sulle linee guida, il Ministero, nell'ambito dell'investimento Scuola 4.0 e del relativo piano Scuola 4.0, ha definito specifiche misure per la creazione di ambienti innovativi per la didattica delle STEM e di laboratori per le professioni digitali del futuro, in linea con le ricerche e con le raccomandazioni dell'OCSE.

Onorevole, ribadisco che l'attenzione e la sensibilità, che il Governo pone su questo tema, sono massime, come testimonia anche il fattivo contributo del Ministero a supporto delle iniziative normative attualmente in esame in Parlamento, che mirano a promuovere ulteriori iniziative finalizzate a consolidare gli obiettivi posti dal PNRR, oltre l'ambito temporale dello stesso Piano nazionale di ripresa e resilienza.

PRESIDENTE. La deputata Schifone ha facoltà di replicare, per due minuti.

MARTA SCHIFONE (FDI). Grazie, Ministro. La promozione dell'ambito STEM è, da molti anni ormai, una battaglia di Fratelli d'Italia e del movimento giovanile e universitario del nostro partito. È un punto che campeggia fiero nel nostro programma politico, un punto qualificante fortemente voluto da Giorgia Meloni e da tutto il centrodestra.

Siamo profondamente persuasi dalla carica di opportunità che queste discipline possono imprimere nel mercato del lavoro, afflitto naturalmente da criticità ereditate. Penso alla povertà educativa, penso alla dispersione scolastica, penso ai NEET, penso ai cervelli in fuga. STEM è davvero un fenomeno, STEM è il più grande catalizzatore di lavoro di cui siamo in possesso. Dobbiamo solo saperlo raccontare ai giovani che paradossalmente non lo scelgono o lo scelgono poco, specie le ragazze. Per invertire questo paradigma, bisogna lavorare sull'emersione comunicativa di questo fenomeno. Proprio in questa direzione va la proposta di legge, a firma mia e del presidente Foti, per l'istituzione della settimana nazionale delle STEM, dal 5 all'11 febbraio, 7 giorni dedicati completamente alla comunicazione, alla divulgazione, alla sensibilizzazione e all'orientamento; 7 giorni di manifestazioni, di convegni e di incontri. Questo è proprio il vero snodo: la narrazione di questo fenomeno. Si tratta di mettere in campo quella che chiamiamo call to action, coinvolgendo i principali agenti del cambiamento, le istituzioni, la scuola, l'università, le imprese e anche i luoghi di cultura.

Siamo chiamati a questa sfida, l'accettiamo e la dovremo vincere. Dobbiamo contribuire al processo di formazione delle nuove professioni e dei professionisti del futuro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16.

La seduta, sospesa alle 15,55, è ripresa alle 16.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 70, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 1038-A e abbinata.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 1038-A: “Delega al Governo per la riforma fiscale” e dell'abbinata proposta di legge n. 75.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1038-A​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Benedetto Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Vede, la parte portante di questa delega, quello che è rimasto, è senz'altro riconducibile al lavoro fatto nella legislatura precedente con il Governo Draghi. C'è una parte che è stata espunta - a dire la verità, già venne tolta dalla prima versione, quando guidava Palazzo Chigi Mario Draghi - che attiene alla digitalizzazione del catasto. Venne messo in campo un disegno di legge ad hoc, ma voi l'avete completamente tolto dal tavolo ed io credo che questo sia stato un errore e un cedimento. Le tasse sulla casa sono state aumentate senza la digitalizzazione del catasto; si potrebbe digitalizzare il catasto facendo cosa buona e giusta, senza aumentare le tasse sulla casa. Certamente, però, c'è un punto: anche dando per assodato - non è proprio così, ma in qualche misura lo è - che la delega replichi la delega del Governo Draghi, per me un conto è delegare il Governo Draghi, un conto è delegare il Governo Meloni. Il Governo Meloni sui temi dell'economia più generalmente intesa, è il Governo del “no al MES” ed è il Governo della confusione sul PNRR.

Ma c'è un'altra ragione per la quale noi non voteremo a favore di questa delega, che pur contiene aspetti che condividiamo: non solo perché è la delega a voi - e abbiamo visto stamattina cambiare un orientamento di voto sulla base di un intervento, quindi con un voto di ripicca - ma perché in questa delega è rimasto un punto per me inaccettabile, perché ideologicamente qualificante la vostra delega e la vostra visione e, quindi, un punto che squalifica questa delega. Mi riferisco all'articolo 5 e alle parole “nella prospettiva della transizione del sistema verso l'aliquota impositiva unica”. Io credo, signor Vice Ministro, che già scrivere questo sia un'autodenuncia di impotenza. Voi avete voluto mantenere il timbro ideologico della flat tax, ma non avete voluto misurarvi con la realtà e quindi lasciate questa traccia, questo marker ideologico, pagate la cambiale agli elettori, illudendoli - perché poi andrete a fare i comizi dicendo che avete introdotto la flat tax come avevate promesso -, ma non avete voluto misurarvi con la realtà, non siete voluti venire a spiegare al Parlamento su quali principi intendiate impostare la vostra flat tax, come volete effettivamente mantenere il criterio di progressività e dire dove mettete e dove togliete. Vice Ministro Leo, non bisognava fare riferimento alla flat tax e allora si poteva cambiare anche il giudizio, ma voi lasciate questo marker ideologico, senza il coraggio di spiegare cosa e come volete fare, e questo per me non è accettabile. E non va bene neanche dire che tanto parlate di flat tax, ma non la introdurrete mai, no perché questo, a maggior ragione, sarebbe inaccettabile. Non ci dite niente di cosa volete fare con questa flat tax, però la mettete lì e io credo che il Parlamento questo non lo possa accettare in questo modo, perché qui non c'è nessun range di valutazione della flat tax al 10, al 20 o al 30 per cento, non vi siete presi la briga di spiegarlo, non vi siete presi la briga di confrontarvi con l'opposizione su questo tema, su come volete fare e non volete spiegare perché riteniate che sia possibile mantenere i criteri di progressività. Vado a chiudere, signora Presidente. Conservate un regime per il quale, a seconda di come il reddito viene acquisito, se dal lavoratore dipendente o dal libero professionista, la tassazione del reddito è cambiata, e neanche questo è accettabile. Quindi, per tutte queste ragioni, ma soprattutto - ripeto - per questo punto specifico su cui non si può passare sopra, credo che questa delega non sia quello che serve in termini di chiarezza e di prospettiva; è una delega sostanzialmente in bianco, perché, in base a questo articolo 5, potete fare tutto e il contrario di tutto. Quindi, per queste ragioni, non voteremo a favore della delega.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gebhard. Ne ha facoltà.

RENATE GEBHARD (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. La legge delega per riformare il fisco ha tre obiettivi che non si possono non condividere: ridurre il carico fiscale sulle famiglie per favorire la natalità e la crescita economica, aumentare l'efficienza della struttura dei tributi e individuare meccanismi fiscali a sostegno di famiglie, lavoratori e imprese. Dovrebbe essere una riforma strutturale del nostro sistema tributario - dalla tassazione sui redditi, a quella finanziaria, alle imposte di natura patrimoniale, senza, tuttavia, aumentare la pressione fiscale - un obiettivo condivisibile e strategico, ma certamente una missione non semplice. È importante aver previsto di attribuire priorità alle famiglie, ai costi per la crescita dei figli, alla tutela della casa e della salute delle persone, all'istruzione, alla previdenza complementare e al miglioramento dell'efficienza energetica.

Condividiamo i principi contenuti nella delega: ridurre gradualmente l'Irpef con la corrispondente riduzione e rimodulazione delle aliquote, processo già avviato dal Governo Draghi, con la legge di bilancio 2022, rispettare la progressività del sistema fiscale, anche tramite l'implementazione di specifiche detrazioni e rivedere le agevolazioni che riducono il prelievo sui contribuenti, per garantire la finalità della spesa.

Come Autonomie, ricordiamo che alle regioni a statuto speciale e alle province autonome di Bolzano e Trento è attribuita una quota del gettito delle imposte erariali riferite al proprio territorio, che assicurano l'esercizio e il finanziamento delle competenze a loro attribuite. Per questa ragione, si rende necessaria la compensazione delle eventuali perdite di gettito derivanti dall'applicazione della delega, al fine di garantire l'equilibrio di bilancio delle stesse. Tale questione, per noi essenziale, dovrebbe entrare fra le misure che saranno trattate al Senato. Non posso che criticare il fatto che il Governo non abbia neanche accettato un nostro ordine del giorno in questa direzione.

Queste le motivazioni del nostro voto di astensione, come espressione della nostra posizione di attesa per le disposizioni relative alla tutela del nostro territorio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Saverio Romano. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SAVERIO ROMANO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, quando il cittadino italiano comincerà a considerare il fisco o l'Agenzia delle entrate come un amico, questa nostra riforma attraverso la legge delega avrà compiuto tutti i suoi passaggi, perché una legge delega deve poi vedere i decreti legislativi, deve essere realizzata nel solco del quadro che questo Parlamento e questo Governo intendono tracciare. La prima domanda che ci poniamo è: serviva una riforma?

Certamente serviva: se ne è preso carico il Parlamento nella scorsa legislatura. Serve e serviva, perché la nostra società nel tempo è mutata e diversi interventi, che si sono realizzati nel tempo a macchia di leopardo, hanno determinato superfetazioni, finendo per ingigantire il mostro fisco, così come viene definito oggi dai cittadini italiani. Noi dobbiamo ridimensionare questo mostro, lo dobbiamo far diventare un docile animale e, come i docili animali che diventano domestici, dobbiamo farlo diventare un animale amico.

Qualcuno in passato diceva che pagare le tasse è bello. Io non sono molto lontano da quel pensiero, ma pagare le tasse è bello quando si paga il giusto e quando, rispetto al pagamento delle tasse, lo Stato offre quei servizi e quella disponibilità di cui ha bisogno il cittadino per realizzare i sogni della sua vita, per realizzare la sua vita.

Questa legge delega va in questa direzione, signor Ministro, perché ha una visione della società ed è un intervento strategico quello che il Parlamento sta realizzando. Io capisco che alcuni colleghi dell'opposizione puntino il dito su una visione della società che non condividono e io lo comprendo - non mi riferisco al collega Della Vedova; ho ascoltato il dibattito anche questa mattina -, ma questa è la nostra visione della società e su questa visione della società noi vogliamo realizzare macro obiettivi e certamente la riforma fiscale è un obiettivo che segnerà questa legislatura.

Quindi, non è soltanto un esercizio che determina da dove si prende e a chi si dà, ma è quella visione della società aderente al nostro pensiero politico e, per questo, in larga parte rappresentativa degli italiani. Ma vogliamo fare di più, perché non soltanto è rappresentativa di coloro che la pensano come noi e ci hanno dato questo mandato, ma è rappresentativa di tutti gli italiani, perché riteniamo che questa legge delega consegua obiettivi giusti.

Le parole chiave sono razionalizzare, semplificare e controllare. Chi non potrebbe essere d'accordo che nel nostro Paese c'è bisogno di pagare almeno le tasse una o due volte l'anno al massimo? Razionalizzare: è inimmaginabile quanti sono gli adempimenti cui è sottoposto oggi il contribuente, proprio perché non si è mai posto mano alla razionalizzazione. Semplificare: fare in modo che il contribuente non debba necessariamente avere uno stuolo di consulenti e commercialisti per vivere la propria vita e ciò non soltanto per le imprese, non soltanto per le piccole e medie imprese che rappresentano la stragrande parte del tessuto economico del nostro Paese e che non si occupano del loro core business poiché devono inseguire le mille questioni legate agli adempimenti fiscali.

Poi controllare: ciò perché nel nostro Paese, signor Ministro - lei lo sa bene - e onorevoli colleghi, abbiamo una grande evasione. Controllare significa poter anticipare questo evento e poi contrastare la parte residuale, perché chiudere il recinto quando i buoi sono scappati è sempre un'operazione molto ardua. Lo vogliamo fare come? Riducendo, intanto, il prelievo fiscale sulle imprese che effettuano investimenti qualificanti in nuove assunzioni, perché ciò è collegato direttamente alla risposta che vogliamo dare al mondo del lavoro. Le imprese sono il motore economico del nostro Paese e lo sono nel momento in cui i loro investimenti hanno anche la possibilità di rendere vivo e operativo ciò che è sancito nella nostra Costituzione nella quale il lavoro è centrale, quel lavoro che nobilita l'uomo e che viene costruito dalle imprese. Dobbiamo aiutare le imprese che vanno in quella direzione e non fanno speculazione.

Poi, un graduale procedimento verso la global minimum tax, un livello di imposizione fiscale minimo globale per quei gruppi multinazionali di imprese e quei gruppi nazionali su larga scala.

Signor Ministro, nel 2022, mentre le nostre piccole e medie imprese hanno registrato ancora grande difficoltà, tant'è che abbiamo fatto una norma che congelava ai fini giuridici le perdite di bilancio sul patrimonio netto del 2022, le grandi aziende, quelle energetiche e quelle bancarie, hanno realizzato utili: Intesa, UniCredit, 500 milioni di utili distribuiti agli azionisti; così come le aziende energetiche.

Noi dobbiamo immaginare che il nostro Paese, invece, sia costituito da tutte quelle piccole e medie imprese che non ce l'hanno fatta e che rappresentano la stragrande parte del nostro tessuto economico e per questo vanno aiutate.

Inoltre, super deduzione dell'imponibile legata, di volta in volta, ai soli investimenti in beni strumentali e a nuove assunzioni. Lei stesso ha detto: “Cambiamo il sistema nell'interesse del Paese”.

La delega fiscale, da lei fortemente voluta e approvata in Commissione, è stata anche migliorata (diciamoci le cose come stanno). La sua disponibilità a entrare nel merito su ogni questione ha fatto sì che questa delega fosse anche migliorata. Anche noi abbiamo dato il nostro piccolo contributo su temi che ci stanno molto a cuore, come quelli della famiglia, della natalità e dei giovani, che devono essere messi nelle condizioni di essere cittadini attivi prima ancora che contribuenti.

Semplificare vuol dire anche agevolare i controlli. Dunque, misure più semplici. Più le scadenze agevolano il cittadino e non lo massacrano, più è facile far emergere il sommerso e perseguire chi evade. La misura tocca una platea di 4,5 milioni di attività economiche potenziali, oltre a dipendenti e pensionati con altri redditi. Per la prima volta in 50 anni le imposte si potranno pagare per metà ad anno trascorso e a reddito guadagnato. È un emendamento voluto dalla Lega che noi abbiamo sostenuto con grande determinazione, perché siamo convinti che nel nostro Paese ci sia un bug, come si usa dire in inglese, cioè si pagano le tasse su quello che forse un tempo si potrà guadagnare. Noi, invece, vogliamo che i nostri cittadini paghino le tasse su quello che realmente hanno guadagnato. Capisco che è un'operazione che ha bisogno di tempo, perché abbiamo un bilancio di competenza e di cassa e quei soldi della cassa servono a pagare le spese di funzionamento del nostro Stato, ma dobbiamo arrivare, nel corso del tempo, a quell'obiettivo, talché il cittadino non si senta penalizzato da questa scelta, che è quella di anticipare, con i propri soldi e con le proprie risorse, un impegno a guadagnare nel futuro che forse non ci sarà.

Io avrei tante altre cose da dire, signor Ministro, però il tempo è tiranno. Questa è una delega veramente importante che intendiamo sostenere e votare, nonché seguire passo dopo passo ed essere - mi consenta - nei suoi confronti anche garbati sollecitatori nella definizione dei decreti legislativi, perché a quel punto sarà importante capire in che modo il nostro fisco, come ho detto in premessa, diventerà un amico del contribuente anziché un nemico, come oggi viene considerato. Noi Moderati voteremo a favore sulla delega fiscale posta all'esame del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Marattin. Ne ha facoltà. Mi scusi, ho sbagliato…

Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Emilio Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Ringrazio il collega Marattin, che è un galantuomo, che subito si è reso conto dell'errore.

Innanzitutto, al di là delle differenze delle posizioni, voglio ringraziare il presidente della Commissione, Osnato, nonché il Vice Ministro e il Sottosegretario per il lavoro che abbiamo fatto. Ovviamente, noi siamo su posizioni radicalmente diverse, però credo che, anche se su posizioni radicalmente diverse, ci debba sempre essere quel rispetto e quella capacità di continuare il dialogo, anche quando oramai si sono intraprese strade, secondo noi, profondamente sbagliate.

Qualcuno prima diceva che il fisco deve essere considerato “amico”, deve essere visto come un fratello maggiore, i cittadini non devono sentirsi vessati. In onore di Milan Kundera, che è morto oggi, potremmo dire: “l'insostenibile leggerezza del fisco”, oppure “l'uomo che sussurrava al fisco”, invece che ai cavalli, oppure, parafrasando Troisi, “pensavo fosse amore e invece era una cartella esattoriale”; vogliamo metterla così? Non è una battuta, mi sembra più una prova estetica quella che si sta facendo.

Io ho partecipato praticamente a tutti i lavori della Commissione. In alcuni momenti ho condiviso il lavoro con il collega Marco Grimaldi e ci siamo resi conto che c'è un'idea molto chiara, probabilmente non realizzabile, che in buona parte è dovuta a una promessa - irrealizzabile, dal nostro punto di vista - che forse, sotto alcuni punti di vista, sarà addirittura dannosa per i cittadini. Sono sicuro che la categoria dei commercialisti, che svolge un lavoro fondamentale nel nostro Paese, avrà da lavorare molto di più dopo questa delega e dopo che il Governo avrà emesso le sue norme, perché non riscontriamo una capacità di efficientamento.

Infatti, non vorrei sembrare un nostalgico dei tempi andati, ma se volessimo sostenere un motto sarebbe: pagare meno, pagare tutti, il giusto. Invece, qui si sono sentiti degli interventi quasi in difesa di una categoria, ho sentito più volte dire: in difesa della ricchezza. Sia chiaro, noi siamo assolutamente contenti se una persona, un imprenditore o un gruppo di imprenditori capaci guadagnano, guadagnano il giusto, svolgono attività nel nostro Paese e in modo corretto pagano le tasse nel nostro Paese. Viva questo tipo di imprenditori. Quelli che non sopportiamo sono i furbetti o, casomai, le grandi aziende che fanno super extraprofitti e, poi, non pagano le tasse; casomai, le pagano i poveracci, perché ci sono alcune categorie, mettiamola così, che non possono in alcun modo evadere o avere scappatoie di fronte al fisco e altre, invece, che sono da sempre e sempre più aiutate, in alcuni casi, a evadere, a ritardare.

D'altronde, l'ha detto la Corte dei conti: le sanatorie fiscali determinano iniquità. Allora, ciò che vi abbiamo proposto con tutti i nostri emendamenti sono state equità e proposte operative, in vista di un Paese moderno. Ma per quale ragione non si è voluto mettere mano al catasto, come abbiamo proposto in un nostro emendamento? È una cosa di grande equità, eppure, emendamenti e ordini del giorno al riguardo sono stati bocciati.

Abbiamo detto “no” ai futuri condoni. Temiamo che di fatto questa delega sarà l'ennesima occasione per venire incontro ad esigenze in parte anche comprensibili, ma in altre parti no, perché è vero che ci sono alcuni contribuenti in difficoltà e che possono avere dei problemi, ma è anche vero che c'è un numero impressionante di furbetti che noi, invece di combattere, eleviamo ad esempio. Oggi, nel modo di parlare di molti cittadini fregare il fisco è quasi motivo di orgoglio, come quei genitori, su TikTok, che vanno in 3 sullo scooter o che hanno il braccialetto perché sono agli arresti domiciliari e si fanno i video.

Perdonatemi, ma un tempo non seguire le regole era motivo di vergogna, non di esaltazione. Noi stiamo proponendo un modello sbagliato e stiamo dicendo a chi casomai ha evaso anche in modo truffaldino il fisco: “eh, va be', comunque dobbiamo capire, il fisco è cattivo”. Ma il fisco va modificato e va sostenuto come un elemento di equità, se pagano tutti il giusto; tutte le altre cose che mettiamo in campo sono molto spesso soltanto aiuti e aiutini.

Voglio aggiungere anche altre due cose che ci hanno molto colpito in negativo. Abbiamo proposto una serie di operazioni che vanno incontro a una visione moderna del Paese, come la defiscalizzazione per la transizione ecologica. Noi vogliamo veramente immaginare che, tra cento anni, l'Italia possa andare avanti su un'idea del carbone? O che le energie rinnovabili o tutto ciò che riguarda l'ambiente e la sua difesa non debba essere sostenuto? Lo stesso vale per un altro emendamento che ci è stato bocciato; e sono contento di aver firmato, con il collega Bonelli, l'ordine del giorno fatto da alcuni colleghi della maggioranza (il Governo aveva precedentemente bocciato tale proposta), concernente il rispetto del benessere animale, con una serie di interventi di defiscalizzazione per chi ha un animale e per chi vive con i nostri amici a quattro zampe.

Voglio aggiungere ancora un'altra cosa: abbiamo parlato di defiscalizzazione per chi vive nelle aree interne. Sia chiaro, dovrebbe essere un tema fortemente sentito e sostenuto da chi ne ha fatto una battaglia, una battaglia fortissima, anche di carattere politico, ma ci è stato detto: no, è vero quello che dicono i colleghi del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, però, noi faremo una norma ad hoc. Non ho capito perché, quando avanziamo delle proposte, vale una sorta di benaltrismo legislativo, cioè si possono mettere tutte le cose che dico io, però, in altri casi, pur se hai ragione, pur se proponi cose logiche, ne parleremo dopo. Ma, guardate, noi non lo abbiamo fatto soltanto per una questione economica. Noi facciamo un ragionamento semplice: lo spopolamento delle aree interne non è soltanto un problema demografico, è anche un problema ambientale e sociale, perché in tutte quelle aree interne molto spesso le persone difendono il territorio e lo curano e, se le abbandoniamo, diventerà un problema. Non sappiamo più come dirlo.

D'altronde, l'abbiamo detto in più occasioni, non al Ministro Leo, ma ad altri Ministri competenti; e abbiamo spiegato che per noi il dissesto idrogeologico e la messa in sicurezza del territorio sono alcuni dei punti fondanti sui quali ci batteremo e ci continueremo a battere all'interno del Parlamento. Eppure, anche su questo c'è stata una risposta negativa.

Noi siamo preoccupati, ovviamente, perché con questa delega non vediamo alcuna prospettiva. So che sembrerà un paradosso: chi sta in minoranza deve sempre augurarsi che il Governo sbagli per trarne un vantaggio elettorale, ma ci auguriamo di aver sbagliato noi, ci auguriamo di rimanere stupiti. Fino ad oggi, come spesso dice il collega Grimaldi, rimaniamo stupiti in negativo. Ci vengono promesse cose inenarrabili e, poi, non si riesce a fare neanche l'ordinario.

Si tratta di una delega fiscale, dal nostro punto di vista, disattenta, profondamente di parte, iniqua, ideologica, profondamente diversa da quello che ci aspettavamo da questa maggioranza.

Soprattutto, c'è una cosa che ci ha colpito profondamente e che noi ribadiremo sempre: vicino ai diritti ci sono anche i doveri. Molti amano parlare della patria: questa si fonda sui diritti e sui doveri di ogni cittadino. Se noi diamo l'idea che esistano solo i diritti e non esistano i doveri, diamo un messaggio profondamente sbagliato.

Infine, e concludo, sulla questione del gioco d'azzardo, perdonatemi, lo voglio ribadire: trovo veramente incredibile quello che mi è stato detto rispetto al fatto che il Governo intervenga ancora più profondamente nella gestione del gioco d'azzardo anche per fare la lotta alla criminalità organizzata.

Lo voglio dire: io non sono per lo Stato etico, né per lo Stato moralista. E l'ho detto in Commissione: ma perché, allora, oltre al gioco d'azzardo, non abbiamo regolamentato le droghe leggere? Anche quelle sono un modo per combattere la criminalità organizzata. Ma no, perché lì c'è l'ideologia; sul gioco d'azzardo va bene, perché va bene alla mia ideologia, sull'altro, invece, no…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Noi riteniamo che sia un errore, un errore grave, ma ovviamente quello che continueremo a fare è cercare di portare avanti un'idea di fisco equa, ma che tutti paghino il giusto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole, e mi scusi ancora per l'errore.

Ha chiesto di parlare il deputato Marattin, ora sì. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Il ridisegno dell'Irpef in chiave di alleggerimento e semplificazione dell'imposta, della struttura dell'imposta, con la revisione dell'elefantiaco sistema delle tax expenditure, deduzioni, detrazioni e spese fiscali, la riforma della tassazione dei redditi finanziari, eliminando la distinzione fra due categorie, che vuol dire che una persona può compensare gli interessi che deve pagare su dividendi con le minusvalenze realizzate su quel titolo, l'abolizione dell'IRAP e le modalità con cui si vuole farlo e garantire il pieno finanziamento del Servizio sanitario nazionale, la riforma dell'IVA, nel senso di semplificare e ridurre sia il numero delle imposte, razionalizzarle che la misura delle aliquote, la semplificazione della struttura dell'Ires, l'avvicinamento fra il bilancio civilistico e il bilancio fiscale - oggi l'imprenditore fa due bilanci, uno per il codice civile e uno per il fisco - l'idea che possa progressivamente sempre più farne uno solo, la possibilità per gli autonomi di versare le imposte dirette in maniera mensile, se lo vogliono, l'Iri, cioè il fatto che, se organizzo la mia società come società di persone o come società di capitali, non devo passare dal 24 al 43 per cento di tassazione degli utili - è indifferente la forma giuridica rispetto a quanto lo Stato si prende del mio utile -, la codificazione, ossia il raggruppare la normativa tributaria in testi unici affinché sia possibile andare a recuperarla - oggi non è neanche più possibile sapere dove sono tutte le norme tributarie - e il mantenimento saldissimo del principio di progressività, che fra l'altro è anche sancito a livello costituzionale.

Ve ne ho citati 11, potevo continuare. Sono tutti principi di delega che erano contenuti nella riforma fiscale del Governo Draghi e nel lavoro fatto nella scorsa legislatura, e che troviamo, praticamente identici, in questa delega Meloni; in alcuni casi, è il caso dei redditi finanziari o della copertura che citavo in precedenza, durante la discussione; copia e incolla. Certo, sono principi di delega, quindi tutto sta a vedere come verranno implementati, ma delega era quella e delega è questa. Anche sulla riscossione ci sono alcuni principi che vengono direttamente dalla delega Draghi e, ancor più, dal lavoro che fecero le due Commissioni finanze della scorsa legislatura, una guidata dal sottoscritto, l'altra dall'allora senatore, ora deputato, Luciano D'Alfonso. Scrivemmo che la riscossione doveva diventare un'attività manageriale, qui troviamo il concetto dell'orientamento al risultato della riscossione, l'asimmetria degli interessi, quello che lo Stato ti applica e quello che lo Stato riceve quando è debitore o creditore, la proporzionalità delle sanzioni, la migliore gestione del magazzino, il superamento della distinzione fra Agenzia delle entrate e Agenzia delle entrate-Riscossione. Tutti concetti che c'erano nel lavoro della scorsa legislatura e che ci sono in questa delega Meloni. Poi ci sono alcune aggiunte sulla riscossione. È vero, c'è l'allargamento della cooperative compliance e il concordato preventivo biennale, che ha fatto alzare qualche sopracciglio, ma al momento l'Irpef da lavoro autonomo è evasa per il 64 per cento. Su ogni 3 euro di gettito fiscale proveniente dal lavoro autonomo, 2 sono evasi. Vuol dire che tutto quello che abbiamo provato finora non ha funzionato, e se riusciamo a provare qualcosa di differente, che non è un regalo, ma è dire “guarda, adesso ti vedo con la fatturazione elettronica, cerchiamo di dare certezza al gettito nei prossimi 2 anni”, può essere benvenuto.

Ma, soprattutto, ci sono due cose qui, nella delega Meloni. Una è il superamento del ruolo e della cartella di pagamento, che rende più veloce la riscossione del dovuto, meno burocratica, meno dilazionata, più rapida, appunto. E poi c'è il principio dell'automazione delle procedure di pignoramento nei rapporti finanziari. Avete capito perché avevate avuto bisogno di fare quella sceneggiata in precedenza, sull'ordine del giorno dell'evasione? Perché avete fatto la campagna elettorale promettendo condoni a tutti e qui dentro avete messo due cose che neanche Vincenzo Visco si era sognato di mettere. E perché parte dell'opposizione, invece di sottolineare le due cose che vi ho citato, la velocizzazione della riscossione e l'automazione del pignoramento del conto corrente se non si pagano le tasse, invece di dire “guardate che i voti li avete presi promettendo il condono e ora fate queste cose giuste”, continui a raccontare che questa è una delega fiscale che favorisce gli evasori, rimane, ai miei occhi mortali, un imperscrutabile mistero. La delega riprende interamente quei principi della disciplina internazionale dell'Unione europea, ma anche dell'OCSE, che in campagna elettorale era rappresentata come la burocrazia internazionale che ci opprime; viene ripresa interamente. Certo, c'erano anche tanti errori, il più grande lo abbiamo tolto noi. L'unica flat tax che esiste in questa delega fiscale ora non esiste più. La flat tax incrementale per i dipendenti è stata sostituita, con un emendamento del terzo polo, dalla detassazione dei premi di produttività. Poi sono stati accolti tanti nostri emendamenti, l'agevolazione per i giovani, l'inclusione dei redditi finanziari nel valutare la condizione di un soggetto se dovremo decidere cosa fare sulle tax expenditure, il coinvolgimento delle associazioni familiari, lo Statuto del contribuente come principio generale e come criterio di interpretazione della legislazione, la stessa famosa mensilizzazione del pagamento delle imposte da parte degli autonomi, la riduzione dell'Ires per gli utili che vengono destinati agli schemi di partecipazione dei dipendenti. Infatti, è bello dire aumentiamo i salari, se poi non spieghiamo come. Questo è un modo attraverso cui i salari possono aumentare. Certo, avremmo messo altre cose. L'Ires, come dicevo ieri, non ci convince del tutto, avremmo inserito agevolazioni per il secondo percettore di reddito, la detassazione della contrattazione di secondo livello, la revisione dell'ISEE, ma lo schema di gioco che hanno scelto PD e 5 Stelle in questa occasione non ci convince per niente; tutto fatto di parole d'ordine ideologiche che non hanno alcuna ragion d'essere e che si rimangiano il lavoro fatto nella scorsa legislatura da PD e anche dai 5 Stelle.

Un esempio per tutti: si continua a dire della progressività. Dal 1974, dove c'erano 32 aliquote, l'Irpef è divenuta più progressiva, non meno progressiva. L'aliquota media per il 20 per cento più povero della popolazione è scesa ed è salita per il 10 per cento più ricco. Sono parole di Massimo Baldini, che mi risulta sia un collega di dipartimento di Maria Cecilia Guerra, a Modena.

Ci sono due Governi Meloni. Il primo Governo Meloni è in assoluta continuità (Commenti del deputato Fornaro)… No, ho citato un dato, Federico. Sì, sì, ma non penso che me lo debba ricordare tu, dove sono.

PRESIDENTE. Collega Fornaro, consenta al collega Marattin di continuare.

LUIGI MARATTIN (A-IV-RE). Ho citato alcuni dati, se vuoi confrontarti su quelli ci siamo. Ho il sospetto che tu non lo possa o non lo voglia fare.

PRESIDENTE. Collega Marattin, si rivolga alla Presidenza e prosegua.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Però la Presidenza non faccia interrompere!

PRESIDENTE. Ho richiamato il deputato Fornaro in precedenza. Deputato Giachetti, forse non mi ha sentito.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Non ce ne siamo accorti, eravamo distratti.

PRESIDENTE. L'ho richiamato e gli ho chiesto di far proseguire Marattin. Prego.

LUIGI MARATTIN (A-IV-RE). Non è un problema, grazie. Ci sono due Governi Meloni. Il primo è in assoluta continuità con il Governo Draghi e con i principi di una grande democrazia liberale. Quello che fate sui conti pubblici, sull'energia, sulla guerra in Ucraina, il disegno di legge sul mercato dei capitali che è all'esame del Senato, che è preso interamente dal Libro verde del Ministero dell'Economia durante il Governo Draghi, quello che fate o avete annunciato sulla giustizia e il fisco. Il secondo Governo Meloni, invece, non ce la fa a rinunciare a populismo, a confusione e approssimazione. È quello che fa quello spettacolo indegno sul MES, è quello che sulla concorrenza assume un atteggiamento tipico dei Cobas degli anni Settanta, è quello che parla di rave party, è quello che fa le sceneggiate, come oggi su quell'ordine del giorno contro l'evasione. Quando mettete in scena il secondo tipo di Governo Meloni, troverete in noi i vostri più duri oppositori, più duri di tanti altri, lo abbiamo dimostrato. Quando mettete in onda il primo Governo Meloni, quello che va in continuità con il Governo Draghi e con i principi della democrazia liberale, troverete in noi quelli che vi incoraggiano ad abbandonare definitivamente sovranismi, populismi e conservatorismi, come incoraggiamo chi intende il progressismo come riformismo liberale per questo secolo e non per il secolo precedente.

Il sistema fiscale italiano è stato concepito, nei suoi tratti strutturali, prima che l'uomo mettesse piede sulla Luna. Nella scorsa legislatura, tutti insieme iniziammo un percorso per arrivare a una riforma che portasse il nostro fisco nel XXI secolo e non lo lasciasse nel secolo precedente, e che fosse fattore di crescita, equità e competitività. Un percorso accidentato, ma che ci porta qui oggi; ci porta a ricordarci che, per quanto possa essere duro lo scontro politico, noi amiamo ancora il nostro Paese più di quanto amiamo i nostri partiti politici. Italia Viva e Azione annunciano il voto favorevole a questa delega fiscale.

Vigileremo fin dal passaggio in Senato e saremo il vostro incubo nella predisposizione dei decreti legislativi, glielo prometto, signor Vice Ministro. Una preghiera, quasi personale: non ci fate pentire di questo voto perché, in caso contrario, la nostra delusione, anche personale, sarebbe ben poca cosa rispetto al danno fatto al nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rubano. Ne ha facoltà.

FRANCESCO MARIA RUBANO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, meno vorace, più equo, finalmente razionale, più semplice, in grado di garantire il funzionamento della macchina statale, senza indebolire le imprese e il sistema produttivo e, soprattutto, con il contribuente che sia soggetto attivo e non suddito: questo è il fisco che vuole Forza Italia, che vuole la maggioranza di centrodestra e che, da decenni, chiede l'Italia, questo è il fisco che questa legge delega disegna nei suoi numerosi articoli.

Sovente si usa a sproposito il termine riforma, ma non è questo il caso. Quella che ci accingiamo ad approvare è una riforma strutturale del sistema fiscale, dall'alfa all'omega, una riforma che, come ha più volte detto il Vice Ministro Leo, guarda all'arco dell'intera legislatura, tra approvazione della delega e varo dei decreti delegati.

Il sistema fiscale, introdotto nel 1971, è stato parzialmente modificato e integrato con la riforma Visco del 1997, con quella Tremonti del 2003 e con quella del 2014, ma ha anche reso complesso l'affastellarsi, attraverso decreti-legge e leggi di bilancio, di una serie di norme agevolative ed esenzioni di vario genere, nell'assenza di un disegno organico.

Se mi passate l'affermazione, potremmo parlare di abusivismo legislativo, perché, come purtroppo avviene in molte città, sono state innestate norme su norme, detrazioni che inseguono sanzioni, che si avvicendano a balzelli vari, il tutto senza più una logica. Come avviene sul territorio, il paesaggio scompare, il contribuente si trova ai piedi di un mostro normativo, in alcuni casi feroce e affamato e, quasi sempre, incomprensibile e autoritario.

Questo disegno di legge delega è una sorta di ruspa che prova ad azzerare l'ecomostro normativo e a ricostruire da zero con razionalità e logica. Non è un'operazione facile, siamo noi i primi a esserne consapevoli, ma il rischio, che pure esiste, di non riuscire a centrare gli obiettivi prefissati non è una giustificazione per non tentare.

Il Governo ha fatto un grande lavoro a monte, costruendo questo disegno di legge, ma molto è stato fatto anche in Commissione con il lavoro dei gruppi al quale Forza Italia ha partecipato da protagonista. Mi sia consentito, non per la liturgia, di ringraziare il Presidente della Commissione Finanze, l'onorevole Marco Osnato, i relatori Sala e Gusmeroli, i funzionari e tutti i capigruppo della Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE) per il lavoro impegnato con dispendio di energie giornaliere.

Tra gli obiettivi principali di questa riforma ho citato la crescita. Proprio su questo fronte, sono state diverse le misure approvate in Commissione. Penso alla norma che prevede lo stimolo alla crescita economica e alla natalità attraverso la riduzione del carico fiscale, che dovrà essere articolato soprattutto per aiutare le famiglie, in particolare quelle in cui siano presenti persone con disabilità, nonché per sostenere i lavoratori, le imprese e i giovani che non hanno compiuto i trent'anni di età. Penso all'inserimento della previsione della possibilità di destinare alla compensazione della riduzione della pressione fiscale le risorse, accertate come permanenti, derivanti dal miglioramento dell'adempimento spontaneo degli obblighi tributari che, secondo la relazione del marzo 2023 sull'attività dell'Agenzia delle entrate, nel solo anno 2022 ha fatto incassare allo Stato circa 3,2 miliardi di euro.

C'è poi l'attenzione al Sud dell'Italia, del quale sono fiero di essere figlio, con l'introduzione di meccanismi volti a favorire lo sviluppo economico del Mezzogiorno e la riduzione dei divari territoriali esistenti nel nostro Paese, proprio tramite la semplificazione del sistema di agevolazioni fiscali verso le imprese finalizzato al sostegno degli investimenti, con particolare riferimento a quelli nelle Zone economiche speciali (ZES).

Un contribuente soggetto portatore di diritti e non suddito da vessare. Ebbene, in tal senso è fondamentale la revisione dello statuto dei diritti del contribuente. Vi è poi il rafforzamento dell'obbligo di motivazione degli atti impositivi, principio fondamentale per passare dal “tu intanto paga, perché lo dico io, e poi vediamo” ad un sistema nel quale l'imposizione viene spiegata nelle sue motivazioni, consentendo al contribuente di scegliere la sua condotta, e il rafforzamento del diritto di accesso da parte del contribuente agli atti del procedimento tributario, oltre a un contraddittorio più equilibrato. Proprio su tale materia, grazie all'approvazione di un emendamento presentato da Forza Italia è stata aggiunta, tra i criteri direttivi per la revisione dello Statuto, la disciplina della consulenza giuridica, distinguendola dalla disciplina dell'interpello. Sempre con riferimento allo statuto dei diritti del contribuente, un altro emendamento di Forza Italia, approvato durante l'esame in Commissione, stabilisce che le disposizioni dello Statuto costituiscono principi generali dell'ordinamento e criteri d'interpretazione adeguatrice della legislazione tributaria. Altra modifica inserita, anche grazie all'apporto di Forza Italia, è l'istituzione di una figura unica nazionale, in sostituzione dei Garanti territoriali dei contribuenti.

C'è poi il tema della semplificazione degli adempimenti a carico dei contribuenti. Si prevede, infatti, di razionalizzare gli obblighi dichiarativi in vista di un graduale superamento degli indici sintetici di affidabilità e di rivedere il calendario fiscale delle scadenze, introducendo una moratoria per quelle ricadenti nel mese di agosto.

Nell'ottica di un maggior rispetto dei contribuenti e dei professionisti che li assistono, si prevede anche la sospensione, nei mesi di agosto e dicembre, dell'invio, da parte dell'amministrazione finanziaria, di comunicazioni, inviti e richieste di dati e documenti e l'esclusione della decadenza dai benefici fiscali in caso di inadempimenti formali o di minore gravità.

Per quanto riguarda la riduzione della pressione fiscale sull'IRPEF, si dispone, innanzitutto, la revisione e la graduale riduzione dell'imposta, nel rispetto del principio di progressività e nella prospettiva di transizione del sistema verso l'aliquota impositiva unica.

Dunque, la direzione verso la quale s'indirizza la delega in ordine ad una delle principali imposte del nostro sistema fiscale è quella della riduzione.

Grazie a un emendamento di Forza Italia, è stato, altresì, inserito il principio di prevedere agevolazioni per interventi di rigenerazione urbana e rifunzionalizzazione edilizia, tenendo conto anche delle esigenze di tutela, manutenzione e conservazione dei beni culturali vincolati.

La legge delega prevede, inoltre, che la revisione dell'intero meccanismo di tassazione del reddito delle persone fisiche dovrà essere attuata in modo da perseguire gradualmente l'obiettivo dell'equità orizzontale, attraverso, tra l'altro, l'individuazione di un'unica no tax area e di un medesimo onere impositivo, a prescindere dalle diverse categorie di reddito prodotto.

Con un emendamento del Governo, approvato in Commissione, l'introduzione della flat tax incrementale per i lavoratori dipendenti è stata sostituita con l'applicazione, in luogo delle aliquote per scaglioni di reddito, di un'imposta sostitutiva dell'IRPEF e delle relative addizionali in misura agevolata sui premi di produttività, sulle retribuzioni per il lavoro straordinario eccedenti una determinata soglia e sui redditi riconducibili alle tredicesime mensilità.

Per quanto riguarda l'IRES, accanto all'aliquota ordinaria del 24 per cento, si prevede la riduzione della stessa aliquota al 15 per cento per le imprese che, entro i due periodi di imposta successivi a quello nel quale è stato prodotto il reddito, impieghino risorse in investimenti o in nuove assunzioni, a patto che gli utili non siano distribuiti o destinati a finalità estranee all'esercizio dell'attività di impresa, presumendo che la loro distribuzione sia avvenuta se accertata l'esistenza di componenti reddituali positive non contabilizzate o di componenti negative inesistenti.

La riduzione dell'Ires si potrà applicare anche alle imprese che destinano risorse in schemi stabili di partecipazione dei dipendenti agli utili.

In Commissione, è stata introdotta la rilevante disposizione che prevede, per le imprese che non intendano beneficiare dell'aliquota Ires ridotta, la possibilità di fruire degli eventuali incentivi fiscali mediante un super ammortamento degli investimenti qualificati e una maggiore deducibilità dei costi relativi a nuove assunzioni.

Il provvedimento dispone una revisione organica dell'imposta regionale sulle attività produttive, volta al graduale superamento dell'Irap, battaglia storica di Forza Italia, e alla contestuale istituzione di una sovraimposta determinata con le medesime regole dell'Ires.

PRESIDENTE. Onorevole, ha esaurito il suo tempo. Le devo chiedere di andare alla conclusione.

FRANCESCO MARIA RUBANO (FI-PPE). A questo punto, annuncio il voto favorevole del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente, ricordando il Presidente Berlusconi e interpretando, anche in maniera fiscale, le sue grandi idee, oggi portate avanti da noi e dal presidente Tajani (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fenu. Ne ha facoltà.

EMILIANO FENU (M5S). Grazie, Presidente. Annuncio, fin da ora, il voto contrario del MoVimento 5 Stelle sulla proposta di legge del Governo in materia fiscale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Sinceramente, non mi sento di definirla riforma fiscale, perché siamo lontani da una riforma organica paragonabile all'ultima grande riforma di cinquant'anni fa. Si tratta, in realtà, di un insieme caotico di misure, che, nonostante le enunciazioni di principio, renderanno il nostro sistema fiscale ancora più complicato, stratificato, iniquo, non sostenibile.

Sono tante le contraddizioni. Si enuncia il principio di equità orizzontale, quel principio in base al quale, a parità di reddito, ognuno dovrebbe pagare le stesse imposte, ma s'introduce una serie di nuove imposte sostitutive all'Irpef, che si aggiunge a quelle già esistenti, imposte proporzionali e non progressive, che frammentano il sistema in micro tipologie di reddito, facendo sì che, alla fine, ogni contribuente pagherà quello che gli capita.

Si enuncia il principio di progressività ed equità del sistema tributario, ma, nei fatti, la progressività diventa sempre più una riserva indiana per lavoratori dipendenti e pensionati, ormai sempre più soli nel sostenere l'Irpef.

Si parla di riduzione della pressione fiscale, ma senza costi per lo Stato, come previsto dall'articolo 20, e senza nemmeno provare ad intercettare nuove fonti di reddito e di prelievo. Non appare credibile, né serio, parlare di riduzione della pressione fiscale.

Non si prova nemmeno a disegnare nuove forme di prelievo, ad esempio, sull'economia digitale o sui cosiddetti guadagni inaspettati, windfall profit, cioè su quegli extraprofitti conseguiti su eventi imprevisti, come quelli conseguiti dall'industria farmaceutica per effetto della pandemia, dall'industria bellica per effetto della guerra o dal sistema bancario per effetto dell'aumento dei tassi d'interesse (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Se non si trovano nuove fonti di reddito, dove si prendono i soldi per ridurre la pressione fiscale? È del tutto evidente che siamo di fronte a proclami non realizzabili. È del tutto evidente che, anche con questa delega, si stanno prendendo in giro i cittadini.

Noi, Presidente, abbiamo formulato le nostre proposte sotto forma di emendamenti. Abbiamo proposto di realizzare un registro unico dei dati che i contribuenti cedono a colossi e piattaforme Web, per arrivare a una giusta tassazione dell'economia digitale, visto che i nostri dati - ormai lo sappiamo un po' tutti - costituiscono il nuovo petrolio con il quale vengono generate ricchezze mai viste prima.

Abbiamo proposto un meccanismo di tassazione strutturale degli extraprofitti, quando questi sono generati in seguito ad eventi imprevedibili ed emergenziali. Su queste fonti di ricchezza, il Governo avrebbe dovuto agire per reperire le risorse necessarie per ridurre la pressione fiscale e generare la crescita. Invece, nessuno di questi emendamenti è stato accolto. Il Ministro dell'Economia inizialmente aveva aperto sugli extraprofitti bancari, salvo poi rimangiarsi tutto al cospetto di ABI.

In tema di equità, di redistribuzione e di riduzione della pressione fiscale, abbiamo proposto l'elevazione della no-tax area a 12.000 euro e abbiamo proposto un'agevolazione fiscale per le imprese che hanno un rapporto non superiore ad 1 a 50 tra il salario più basso in azienda e lo stipendio complessivo del manager più alto in grado: un rapporto che, negli anni, è aumentato in maniera incontrollata, passando da 1 a 12 negli anni Sessanta, ad 1 a 45 negli anni Ottanta, fino ad 1 a 649 nel 2020. La proposta non è stata minimamente presa in considerazione dal Governo.

Sulla semplificazione, contrariamente all'ennesima enunciazione, con questo termine che è stato molto abusato, abbiamo assistito al proliferare di imposte sostitutive, che hanno avuto, come effetto paradossale, quello di coniugare il difetto dell'imposta piatta, e cioè l'iniquità, con il difetto della progressività basata su una moltitudine di aliquota, la complessità. La stessa tassa piatta, la flat tax, è scomparsa dalla delega, per lasciare il posto a tante tasse piatte, e si è riusciti a rendere complessa persino l'unica tassa piatta già esistente nel nostro ordinamento, l'Ires, introducendo un'addizionale in sostituzione dell'Irap, che genererà, anch'essa, iniquità, perché sarà pagata soltanto dalle società di capitali, ed un'ulteriore aliquota, una mini Ires, nell'intento di agevolare gli investimenti e le assunzioni, scritta con un bizantinismo normativo che renderà, di fatto, la norma inapplicabile o genererà un enorme contenzioso, vista la sua complessità. Sarebbe stato sufficiente conservare i crediti d'imposta per gli investimenti, come Transizione 4.0, e gli sgravi contributivi per le assunzioni: misure che hanno dimostrato di funzionare molto bene.

La complessità che persiste in questa proposta di delega costringerà i contribuenti a ricorrere alle richieste di chiarimenti e alle istanze di interpello. Peccato che il Governo abbia deciso di far pagare ai contribuenti le istanze di interpello (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). L'esigenza di chiarimenti si soddisfa e si attenua, rendendo le norme più semplici e intellegibili, non facendo pagare gli interpelli ai contribuenti.

Tra gli obiettivi della proposta, è prevista la razionalizzazione delle cosiddette tax expenditures, che sarebbero le deduzioni e detrazioni, e anche i crediti d'imposta. Però, è chiaro a tutti - perché è emerso - che questa razionalizzazione consisterà in un taglio di deduzioni e detrazioni, che avrà, come conseguenza implicita, l'aumento della pressione fiscale per i destinatari.

Tra i nostri emendamenti, abbiamo proposto il cashback fiscale, un meccanismo per accreditare direttamente sul conto corrente dei contribuenti le detrazioni fiscali e per monitorare e semplificare realmente le tax expenditures. Un meccanismo che era entrato anche nella proposta di delega fiscale del precedente Governo, ma anche questo emendamento è stato bocciato. Il Governo non intende, come ho detto, razionalizzare e semplificare le tax expenditures, ma solo tagliarle.

Nulla è stato previsto sui crediti d'imposta, se non la volontà di eliminarli. Lo strumento dei crediti d'imposta, prima che fosse bloccato da questo Governo, aveva dimostrato di funzionare e ha consentito di rendere subito fruibili le risorse, anche quelle del PNRR, ed impattare positivamente sulla crescita e sul rapporto debito-PIL, così come ha affermato lo stesso consulente economico dal Ministro Giorgetti, Zanetti. Non è un caso se gli Stati Uniti hanno deciso di farne lo strumento principale nell'ambito dell'Inflation Reduction Act.

Abbiamo presentato un emendamento per proporre una disciplina generale per stabilizzare la circolazione ordinata dei crediti d'imposta, ma il Governo lo ha bocciato. Sui crediti, evidentemente, si preferisce raccontare qualche bugia in patria su inesistenti buchi di bilancio, salvo poi usare i crediti in gran segreto per alterare i parametri di bilancio da comunicare in Europa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Sul contrasto all'evasione, il Governo porta avanti, ormai, un atteggiamento da induzione all'evasione fiscale, sia nelle parole della Presidente del Consiglio, che parla di pizzo di Stato, ma anche nella proposta di delega. Si propone ai contribuenti minori un concordato preventivo, che è vecchio di vent'anni: un procedimento complesso che già il Ministro Tremonti introdusse nel 2003-2004 nel nostro ordinamento, ottenendo scarse adesioni e scarsi risultati; una sorta di condono preventivo destinato alle imprese minori, che pagherebbero la stessa imposta per due anni, a prescindere dall'utile conseguito, ma che potrebbero fuoriuscire dal regime con facilità, al minimo errore, a differenza di ciò che succede alle grandi imprese e ai grandi evasori, che possono accedere al molto più confortevole cooperative compliance. L'evasione fiscale non si previene con queste improbabili promesse di condono. Si previene con una migliore redistribuzione, con una reale riduzione del carico fiscale, con la semplificazione del sistema tributario, con la graduale eliminazione dell'uso del contante, con la tecnologia, che deve essere usata per rendere più facile la vita del contribuente e delle imprese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Stimo il relatore, collega Gusmeroli, ma avantieri nella sua relazione parlava di riduzione delle scadenze e degli adempimenti e, nel far questo, faceva riferimento al suo emendamento, che prevede la rateazione delle imposte che si pagano a novembre. Noi siamo sempre stati favorevoli e abbiamo anche votato l'emendamento per misure di sostegno ai contribuenti in difficoltà anche con forme di dilazione dei debiti tributari. Ma questa è una misura di dettaglio, non da delega fiscale.

Vorrei far notare al collega, che parla di riduzione delle scadenze, che la rateazione comporta un aumento delle scadenze e degli adempimenti. Il fatto di avere considerato una semplice rateazione come se fosse una vera e propria rivoluzione fiscale dà l'idea di ciò che dicevo all'inizio: questa non è una riforma, è soltanto un insieme disorganico di misure fiscali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

In conclusione, Presidente, per tutte queste ragioni, ribadisco il voto contrario del MoVimento 5 Stelle a questa proposta di delega fiscale. Io credo che la velocità del progresso tecnologico, che sta condizionando fortemente anche l'economia, richieda maggiore visione e maggiore coraggio, e che richieda al legislatore una maggiore spinta innovatrice. Questa proposta rischia, invece, di costituire l'ennesima stratificazione di un sistema di norme vecchio di cinquant'anni. Le stesse nuove misure proposte - la flat tax e il concordato preventivo, per fare due esempi - sono state già proposte vent'anni fa.

Non voteremo questa proposta di delega perché non è una riforma, ma un déjà-vu (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gusmeroli. Ne ha facoltà.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, oggi vince la gente e la semplificazione: questo credo sia chiarissimo a tutti. Infatti, la più alta imposta, che paghiamo tutti, che pagano i cittadini e ancora più quanti sono in difficoltà, è la complicazione fiscale.

In questi cinquant'anni, nella forsennata lotta all'evasione, il legislatore è stato preso dal furore della complicazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e il cittadino in questi cinquant'anni è diventato un eroe, ha sopportato di tutto. Sopporta 1.500 scadenze all'anno, 200 nel mese di agosto. Se gli arrivano le cartelle esattoriali prima di Natale, deve anche pagarle oppure, se vuole avere degli oneri deducibili, si deve leggere 500 pagine di istruzioni. Ha sopportato, questo cittadino, che un Ministro dell'Economia e delle finanze del PD gli mettesse una tassa sulle perdite (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier),

l'IRAP, perché, se sei in perdita, lo Stato ti aiuta tassando! Questo è accaduto in questi cinquant'anni: il furore della complicazione e il furore della tassazione.

Allora, in questa delega per la riforma fiscale, c'è tanta, tanta Lega. L'abolizione delle micro tasse: era una proposta di legge della Lega. L'abolizione dell'IRAP: la prima proposta è addirittura di due legislature fa e, come dicevo, è una tassa sulle perdite. Uno, non essendo magari esperto di fisco, potrebbe stupirsi: una tassa sulle perdite? Sì, quando sei in perdita, con questo meccanismo astruso arrivi anche a pagare delle imposte, e tante attività economiche in difficoltà negli anni hanno pagato delle imposte.

È stato detto che la rateizzazione dell'acconto è un palliativo, ma simbolicamente è la prima volta, in cinquant'anni, che le tasse si possono pagare a reddito guadagnato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), nell'anno successivo, da gennaio a giugno, e contemporaneamente si riduce la ritenuta d'acconto che attualmente è del 20 per cento sul fatturato, non sul reddito. La ritenuta d'acconto a regime si può tranquillamente abolire perché, se le tasse si pagano ratealmente nell'anno successivo, per metà, e quindi si abolisce l'acconto di novembre, il saldo e l'acconto sono già rateizzati e le ritenute d'acconto per un milione di professionisti possono essere tranquillamente abolite.

Il reddito da lavoro autonomo si avvicina al reddito da lavoro dipendente perché è vero che i dipendenti pagano tutti i mesi e, anche in questo caso, pagherebbero tutti i mesi i lavoratori autonomi, ma ad anno finito e a reddito guadagnato.

C'è Lega, quando si parla di cedolare secca sugli affitti commerciali (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché la Lega è l'unico movimento che l'ha introdotta nel 2018 per un anno; certo, l'avevamo fatto solo per un anno, ma adesso entra in delega a tutto titolo.

Si prevede che l'IMU sia inviata dal comune al cittadino: il cittadino non deve più sostenere spese per farsi compilare l'IMU e pagare, e c'è anche qui il buon senso della Lega. Ed è prevista la graduale abolizione degli studi di settore che si chiamano ISA (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Un Governo del PD ha detto “aboliamo gli studi di settore”, ma gli ha solo cambiato nome.

E, poi, ci sono gli incentivi alle assunzioni; incentivi nella logica di dedurre una quota in più rispetto al costo sostenuto che, se fatti bene nel decreto attuativo, possono permettere di agevolare il datore di lavoro che, allo stesso tempo, può agevolare il dipendente senza mettere a rischio i conti dell'INPS.

C'è tanta Lega - dicevo - in questa delega per la riforma fiscale. C'è un riequilibrio del rapporto cittadino-fisco perché non è possibile che, quando ci si trova in difficoltà economica, con le sanzioni, si venga considerati esattamente come pericolosi evasori (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Bisogna colpire l'evasione, ma bisogna aiutare, anche rateizzando a 10 anni, chi si trova in difficoltà economica perché può capitare a tutti.

Sulla casa ci sono grandi differenze. Non diciamo che questa delega è uguale alla delega Draghi: là c'erano 10 paginette generiche, in relazione alle quali i decreti attuativi potevano fare tutto e il contrario di tutto; qua ci sono articoli generali - perché i principi cardine sono tre: semplificazione, riduzione graduale della pressione fiscale e riequilibrio nel rapporto cittadino-fisco, con la valorizzazione dello statuto del contribuente -, mentre là c'erano 10 pagine, di cui una fittissima sul catasto. Allora, lo dico anche ai colleghi del PD: siete stati al Governo 5 anni di fila, perché non avete fatto la riforma del catasto? Ve lo dico io perché non l'avete fatta (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Si deve rivolgere alla Presidenza, collega Gusmeroli.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Non l'avete fatta perché, quando avete visto le cifre che saltavano fuori a prezzo di mercato, vi siete spaventati, dal momento che erano più tasse per tutti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Collega Gusmeroli, si rivolga alla Presidenza.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Presidente, suo tramite (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi! Colleghi, consentite al collega Gusmeroli di svolgere il suo intervento, e lei, collega Gusmeroli, si rivolga alla Presidenza.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Togliamo l'alibi, Presidente, che bisogna fare la riforma del catasto per accatastare le case abusive o per far sì che le case di grande valore nei centri storici vengano accatastate regolarmente. È già possibile: non c'è bisogno di tassare la casa degli italiani per fare queste due cose (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Ebbene, questo Paese può primeggiare se il fisco è una leva anche per la crescita e questa delega fiscale va in quella direzione. Spinge, infatti, a far sì che diminuisca l'evasione che danneggia tutti, ma con una logica totalmente diversa, cioè con un contrasto all'evasione che aggiunge ai controlli la semplificazione e la graduale riduzione della pressione fiscale. Perché? Perché abbiamo visto, anche con provvedimenti spot di anni precedenti, che se si semplifica il fisco e si riduce la tassazione si ottiene, insieme ai controlli, l'emersione, ed è lì che si vuole andare. Allora, la Lega da subito ha sostenuto convintamente la delega per la riforma fiscale e ha osteggiato, allo stesso modo, la delega precedente del Governo Draghi. Ha pagato anche un tributo di voti per non aver voluto l'aumento delle tasse su alcuni beni patrimoniali importanti (come ho detto, sulla casa).

Noi vogliamo che i decreti attuativi seguano questa direzione: semplificazione graduale, riduzione della pressione fiscale e riequilibrio nel rapporto tra cittadino e fisco. Questa è una grande sfida dopo 50 anni, perché oggi, grazie alla Lega, grazie al Governo di centrodestra e grazie al Ministro, al Vice Ministro e al Sottosegretario, noi cominciamo il grande cammino di riforma di un fisco che ha reso eroici gli italiani, che hanno sopportato davvero di tutto. Per questo motivo oggi vincono la gente e la semplificazione e indietro non si torna. Oggi è il momento del cambiamento, il vero momento del cambiamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Merola. Ne ha facoltà.

VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Saluto il signor Vice Ministro Leo. Care colleghe e cari colleghi, noi la pensiamo in modo diverso da quanto abbiamo ascoltato appena adesso. A nostro avviso, stiamo per votare una legge delega che non riforma il nostro sistema fiscale, ma sancisce che non si vuole uscire da questo presente, ingiusto e preoccupante, per inseguire un consenso immediato, a scapito degli interessi generali degli italiani. La legge delega di questo Governo, infatti, vuole dare a ciascuno il suo interesse particolare e ogni categoria o associazione chiede, nei fatti, di pensare solo al proprio interesse di parte, senza ingerenze nel proporre qualcosa nell'interesse generale del Paese e di tutti i cittadini. Così si rende istituzionale il sistema corporativo, colleghi della destra, cosa legittima, ma pericolosa e inadeguata in un Paese avanzato e moderno come il nostro. La legge delega del Governo è senza una prospettiva di fondo, senza un obiettivo di interesse nazionale e senza un'idea di copertura generale e questo mentre le entrate fiscali stanno diminuendo con il vostro Governo, come già è stato anticipato dai 12 condoni nella vostra prima legge di bilancio.

Ma guardiamo ai fatti e ai consumi, ossia all'area più sintomatica dell'evasione con le imposte indirette, quelle sui consumi come l'IVA. Qui l'aumento nominale del giro d'affari del sistema Italia è del 12 per cento. Dunque, le entrate nominali sarebbero dovute crescere del 12 per cento se tutto fosse andato come un anno fa, ma le entrate da imposte indirette sono addirittura diminuite, in quantità di euro, rispetto a un anno fa. Erano di 69,8 miliardi fra gennaio e aprile 2022 e sono di 69,7 miliardi nello stesso periodo di quest'anno, quindi, mancano all'appello oltre 8 miliardi e anche qui ci sono le solite attenuanti, probabilmente, è l'effetto del bonus casa, certo, ma questo non sembra spiegare tutto. L'IVA, tra gennaio e aprile, è cresciuta del 5,25 rispetto a un anno prima, quando appunto avrebbe dovuto essere più alta del 12 per cento. Quindi, vi insinuo il sospetto che la flat tax non abbia portato a un aumento delle entrate fiscali come recupero dell'evasione, ma il contrario. Forse qualche italiano, in questi mesi, deve essersi convinto che adesso con le tasse non c'è bisogno di fare troppo sul serio. Può avere interpretato così i segnali che sono arrivati dal Governo: l'aumento della soglia di contante consentito per gli acquisti fino a 5.000 euro, il tentativo di far saltare l'obbligo di accettare la carta anche per piccoli pagamenti nei negozi, il concordato fiscale preventivo, previsto dalla delega fiscale, che viene interpretato da tanti come una specie di condono fiscale preventivo, infine, segnali politici come l'infelice frase della Presidente Meloni sulle tasse come pizzo di Stato e, ultimo, proprio qui, oggi, il voto contrario di Fratelli d'Italia a un ordine del giorno che impegna il Parlamento e il Governo all'informazione contro l'evasione fiscale.

Dunque, la politica economica di questo Governo si impernia sulle riduzioni delle aliquote promesse con la legge fiscale. Penso che i nodi verranno al pettine con la legge di bilancio, questo autunno, ma se le entrate e il fabbisogno continuano così, mi sa che questa legge delega resterà nei cassetti a prendere la polvere. Un sistema fiscale ha uno scopo fondamentale, come mi insegnate, in un Paese democratico: assicurare il diritto alla sanità, ai servizi sociali, alla casa, alla scuola pubblica, alla sicurezza. Da qui, il dovere di pagare le tasse, il dovere di pagare le tasse per il bene comune del nostro Paese. Ma il vostro sistema fiscale non può riuscire a garantire questo, avete solo avanzato una promessa di crescita economica e di una razionalizzazione delle spese fiscali. Sarà interessante verificare cosa farete sulle spese fiscali, considerato il lungo elenco di priorità da salvaguardare, che assicurate di mantenere. Del resto, la spia che non sarà una revisione seria la possiamo già dedurre dal fatto che avete respinto il nostro emendamento che proponeva di riservare le risorse ricavate da questa eventuale revisione ai lavoratori, ai pensionati e a chi paga l'Irpef.

È evidente che ridurre la pressione fiscale in uno dei Paesi più indebitati del mondo, come, purtroppo, è il nostro, si può fare solo in due modi: o redistribuendo il carico fiscale a favore del lavoro e dell'impresa, a scapito delle rendite, insieme a una lotta serrata all'evasione, al lavoro nero e illegale, o tagliando le spese per il welfare, come avete già cominciato a fare, riducendo la spesa sanitaria per il prossimo anno e abolendo i fondi per il sostegno all'affitto e alla morosità incolpevole. Quali principi sulla casa rivendicate - li ho appena sentiti rivendicare – quando, nei fatti, il primo provvedimento è stato questo?

La nuova maggioranza di destra, quindi, secondo noi, non propone, Presidente, una lotta seria, organizzata, metodica all'evasione fiscale diffusa - purtroppo, non concentrata, diffusa - che coinvolge tanti cittadini in un Paese che spende tantissimo nel consumismo indotto da stili di vita individualistici, di status, e in lotterie.

Si preferisce parlare di concordato preventivo o di pianificazione fiscale, cioè decidere di volta in volta quali settori controllare per gli accertamenti evitando, magari, controlli su chi si vuole salvaguardare, piuttosto che pianificare obiettivi di equità fiscale attraverso lo sviluppo di tutti gli strumenti esistenti per colpire l'evasione.

Per questo, signora Presidente, attraverso lei invito a riflettere il collega Marattin, con stima e affetto. Che ci siano parti nella delega fotocopie del testo del Governo Draghi non basta a dare un giudizio positivo, perché almeno a me è evidente che il Governo non va in questa direzione, ma in tutt'altra.

Mi è evidente che l'originale è meglio della fotocopia e sicuramente credo o meglio temo che il Terzo Polo dovrà pentirsi, perché non ci sono due Governi Meloni. Ce n'è uno, basta e avanza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Dunque questa maggioranza e questo Governo dimostrano con i fatti che non si vuole sanare l'ingiustizia di fondo, non si vuole rimediare al fatto eclatante, evidente, certificato che oltre l'85 per cento dell'Irpef è pagato solo dai lavoratori dipendenti e dai pensionati.

Non si vuole allargare la base imponibile Irpef, ma continuare a proporre e attuare imposte sostitutive sui diversi settori della nostra società; e non si vuole perché è la sola imposta certamente progressiva, che chiede a ognuno di contribuire in proporzione al proprio reddito. Sappiamo che il lavoro è troppo tassato in questo Paese, e non sarà una tassa piatta a dargli sollievo e sostegno, perché è già dimostrato che le tasse piatte sono adatte a Paesi senza welfare e senza servizi universali, come invece noi vogliamo resti, ad esempio, il nostro sistema sanitario. Bisogna, invece, aumentare i salari e gli stipendi, riducendo davvero in modo stabile, e non a termine, il cuneo fiscale.

PRESIDENTE. Collega, ha esaurito il suo tempo. Devo chiederle di concludere.

VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). Concludo. Vedremo la prossima legge di bilancio, su questo vi aspettiamo al varco. Sappiamo che una flat tax per i lavoratori autonomi, senza detrazioni fiscali e senza le tutele sociali dei lavoratori dipendenti, è solo un modo di dividere il mondo del lavoro. Noi lavoreremo per unirlo, a partire dalla proposta alternativa che abbiamo presentato, che cercheremo in tutti i modi e con passione di fare vivere nel Paese, per contrastare questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Congedo. Ne ha facoltà.

SAVERIO CONGEDO (FDI). Presidente, signor Vice Ministro, colleghe e colleghi, siamo giunti alla fine di una lunga maratona, durata 2 giorni, per la legge delega che quest'Aula è stata chiamata ad esaminare in prima lettura e che fa seguito a un lavoro svolto in Commissione, guidata sapientemente dal presidente Osnato, che ringrazio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che ha visto una lunga fase di audizioni - con rappresentanti delle istituzioni, articolazioni dell'amministrazione finanziaria, del sistema bancario, delle associazioni di categoria, degli ordini professionali - e la presenza costante del Governo, e qui ringrazio il Vice Ministro Leo, insieme ai Sottosegretari Albano e Freni; attività che è stata caratterizzata da un approccio costruttivo, qualificato, competente di tutti i colleghi di Commissione, che ringrazio, a cominciare da quelli di Fratelli d'Italia.

E' un dato che secondo me merita di essere sottolineato perché indica la consapevolezza dell'importanza del provvedimento che stiamo discutendo in quest'Aula. Un provvedimento destinato a qualificare questa legislatura e a lasciare il segno nella Nazione. Si tratta, infatti, di mettere mano all'impianto del nostro sistema fiscale, vecchio e obsoleto, datato anni Settanta, con l'obiettivo di abbassare la pressione fiscale per famiglie e imprese, semplificare un sistema farraginoso e barocco, mettere ordine in una giungla di norme, adempimenti e procedure che pesano sull'esistenza quotidiana di cittadini e aziende.

Una riforma complessiva necessaria e non più rinviabile, considerato che l'Italia è in testa alla non invidiabile classifica dei Paesi europei non solamente per pressione fiscale, ma anche per burocrazia fiscale. Una tassa occulta e odiosa che soffoca lo sviluppo e la crescita del sistema Paese. E non è un caso che, pur non essendo ricompresa nel perimetro delle azioni previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, la riforma fiscale, insieme a quella della giustizia e della pubblica amministrazione, sia tra quelle individuate dal Piano per realizzare obiettivi di equità sociale e miglioramento della competitività del sistema produttivo.

Ricordo un dato politico: questa riforma fiscale era fra le priorità del programma di Governo di Giorgia Meloni, di Fratelli d'Italia e di tutto il centrodestra che, sulla base di quel programma, hanno chiesto e ottenuto la fiducia degli italiani. E questo provvedimento è figlio di quel consenso e la logica conseguenza di quel mandato che il popolo italiano ci ha dato.

Infatti, pur essendo una legge delega - quindi, una legge che, per definizione, è una legge di principi e di criteri -, questa riforma ha un'anima politica, perché si avverte chiara l'impronta di un Governo finalmente politico con un chiaro mandato elettorale, forte di una maggioranza solida, in grado di dare stabilità e prospettive al Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), precondizioni per fare le riforme necessarie per creare condizioni di sviluppo e di occupazione.

L'Istat, nel rapporto annuale presentato proprio qui, alla Camera dei Deputati la settimana scorsa, ha evidenziato come l'Italia, nonostante il rincaro delle materie prime e dell'energia e l'inflazione galoppante, registri una crescita economica superiore a tutte le altre economie dell'area euro. Merito del Governo di Giorgia Meloni, di Fratelli d'Italia e del centrodestra? Mi verrebbe da dire di sì. Dico semplicemente: anche. Perché, diciamo la verità, in Italia, da quando c'è questo Governo, si respira un clima nuovo e positivo, con una ritrovata credibilità dell'Italia, anche a livello internazionale. Tuttavia, siamo consapevoli che questo non basti, che la crescita deve essere sostenuta con misure concrete.

Qualche giorno fa, questa Camera ha approvato in via definitiva il decreto sul lavoro con l'introduzione dell'assegno di inclusione e il taglio del cuneo fiscale.

Ieri, è stata presentata la Carta a sostegno di circa un milione e mezzo di persone, con 500 milioni di stanziamento.

Oggi, avviamo la riforma del sistema tributario. In solo nove mesi dalla nascita del Governo di Giorgia Meloni, avvenuto, come ricordate tutti, il 22 ottobre, questo Governo è riuscito in ciò che altri Governi e altre maggioranze non sono riusciti a fare in intere legislature (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), e, a giudicare dalle controriforme di cui abbiamo sentito parlare in queste ore, direi: vivaddio! Infatti, abbiamo visto controriforme, tutte tasse, con l'aumento della tassa sulla casa, con l'aumento delle tasse sulle donazioni e sulle successioni e sulle aziende.

Più assumi, meno paghi; più investi, meno paghi e non disturbare chi vuol fare: questi, che sono sembrati slogan elettorali (siamo stati anche accusati di questo), sono, in realtà, principi programmatici del centrodestra che Giorgia Meloni ha ribadito in quest'Aula il 25 ottobre in sede di dichiarazioni programmatiche.

Sono veri e propri pilastri di una rivoluzione per un fisco più equo, più semplice, più vicino ai cittadini, sostenibile, certo, che premia chi investe, che premia chi produce, chi crea sviluppo e occupazione, chi fa innovazione, che aiuta chi è leale con lo Stato e bastona chi evade. In altri termini, è una riforma per un fisco amico e non amico di famiglie e imprese.

Dicevo prima che questa legge delega è una riforma che ha un'anima politica. E in effetti sono tanti i criteri e i principi dettati da una linea politica. Penso all'abbassamento del carico fiscale già dal 2024, con la riduzione dell'Irpef, con l'aumento della no-tax area e la riduzione delle tasse su tredicesime, straordinari e premi di produttività per i lavoratori dipendenti. Penso alla rivisitazione delle rendite finanziarie, con l'eliminazione della distinzione tra redditi diversi e redditi di capitale. Penso alla semplificazione del regime delle esenzioni fiscali, che preserva, però, le classi meno abbienti e quelle spese sensibili, come spese sanitarie, mutui e istruzione, che rateizza gli acconti e che contiene una revisione delle ritenute. E sul fronte delle società, una riduzione dell'Ires per le aziende che investono in beni strumentali e innovativi e che assumono, che consente la partecipazione dei dipendenti agli utili, con una graduale eliminazione dell'Irap, con un'imposta agevolata al 24 per cento anche per gli imprenditori individuali, e, di pari passo, l'introduzione della global minimum tax per quelle multinazionali che hanno sede in Paesi con fiscalità privilegiata. E poi, bilanci più semplici per le società, con l'eliminazione del doppio binario tra criteri civilistici e criteri fiscali. Sul fronte IVA, razionalizzazione del numero e delle misure delle aliquote, revisione del super bollo auto, una battaglia importante di Fratelli d'Italia. E ancora, due misure particolarmente care alla destra e a Fratelli d'Italia: mi riferisco ai regimi agevolati per chi assume giovani sotto i trent'anni, per chi consente il rientro dei cervelli e dei giovani dall'estero e per chi prevede agevolazioni per quei nuclei familiari numerosi e con persone, all'interno del nucleo, con disabilità. Grandi novità, ma soprattutto elementi di grande civiltà.

PRESIDENTE. Deve concludere. Ha 1 minuto.

SAVERIO CONGEDO (FDI). Mi affretto. Un aspetto importante, poi, riguarda il sistema sanzionatorio, di accertamento e di lotta all'evasione, all'insegna del principio “più prevenzione, meno repressione”, che premia chi è leale e responsabile con il concordato preventivo per le piccole e medie imprese e con l'adempimento collaborativo per le grandi imprese. E poi il testo unico, con il rafforzamento dello statuto del Garante del contribuente.

In altri termini, Presidente - e veramente chiudo -, una riforma che riscrive le regole e il rapporto tra fisco e contribuente. Un rapporto non più vessatorio, ma paritetico, all'insegna del dialogo e della collaborazione. Una vera e propria - e concludo veramente, Presidente - rivoluzione epocale per una nuova idea di fisco, per un'Italia più moderna e competitiva, che è il senso e il peso anche di un dovere adempiuto e di un impegno mantenuto con quei milioni di elettori italiani che hanno scelto Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni e il centrodestra, e anche di speranza per quelli che hanno fatto una scelta diversa, ma oggi vedono nel Governo di Giorgia Meloni e in questa maggioranza una speranza per il futuro e guardano veramente a questo Governo con fiducia e ottimismo.

Per questo e per tanto altro, che il tempo a disposizione non mi consente di illustrare, annuncio il voto favorevole del gruppo di Fratelli d'Italia, ringraziando il presidente Foti e l'intero gruppo di Fratelli d'Italia per avermi dato l'opportunità di intervenire in questo provvedimento così importante (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare il Vice Ministro Leo per un ringraziamento. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LEO, Vice Ministro dell'Economia e delle finanze. Grazie, Presidente. Solamente per rivolgere un sincero e sentito ringraziamento a tutti i rappresentanti delle forze politiche presenti in quest'Aula. Dobbiamo avere tutti la consapevolezza di aver scritto una pagina importante nel nostro sistema tributario. Voglio ringraziare il presidente della Commissione finanze, il presidente Osnato, i funzionari della Commissione, ringrazio i relatori, ringrazio il capo di Gabinetto, il capo dell'ufficio legislativo e il capo della segreteria del MEF (Applausi). Abbiamo fatto un lavoro importante. Grazie a tutti voi e, sicuramente, nelle successive fasi, penso che, tutti insieme, saremo orgogliosi di quanto fatto (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Anche il relatore Gusmeroli ha chiesto di intervenire per un ringraziamento. Ne ha facoltà.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI, Relatore. Mi aggiungo ai ringraziamenti che ha fatto il Vice Ministro, quindi al Ministro Giorgetti, al Vice Ministro Leo, al Sottosegretario Freni, ma, in generale, a tutti e al presidente Osnato. L'ho già fatto lunedì, ma aggiungo anche i funzionari che spesso sono dietro le quinte, e, quindi, Donatella Cerminara, Mauro Mascia e tutti i funzionari del Ministro e del Vice Ministro del MEF. Quindi, grazie veramente a tutti e grazie a tutto il Parlamento, perché questa è una bella pagina parlamentare (Applausi).

(Coordinamento formale - A.C. 1038-A​ e abbinata)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale e approvazione - A.C. 1038-A​ e abbinata)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1038-A: "Delega al Governo per la riforma fiscale".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 71) (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

Dichiaro così assorbita la proposta di legge n. 75.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse tra i gruppi, l'esame degli ulteriori argomenti iscritti all'ordine del giorno della seduta odierna è rinviato, nel medesimo ordine, alla seduta di martedì 18 luglio, a partire dalle ore 14.

Colleghi, prego chi deve uscire di farlo, come sempre, in silenzio.

Per fatto personale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per fatto personale, il deputato Osnato. Ne ha facoltà. Scusi un attimo, presidente Osnato, ribadisco l'invito ad uscire in silenzio, altrimenti è impossibile sentirla. Prego.

MARCO OSNATO (FDI). Grazie, Presidente. Stamattina vi è stato un intervento tanto estemporaneo quanto provocatorio, da parte dell'onorevole Mancini, che ha ritenuto di ricordare a suo modo - o meglio di non ricordare - quello che secondo lui accadde nella scorsa legislatura. L'ha fatto in un intervento che sicuramente non rimarrà negli annali della Camera, né dal punto di vista sintattico-lessicale né per i contenuti. Io leggo, seppure in bozza, il resoconto stenografico: “Presidente, per un minuto, a titolo personale, solo per ricordare all'Aula, visto che siamo in amarcord della scorsa legislatura, all'attuale presidente della Commissione finanze” - che ritengo essere io -, “che porta questo provvedimento in Aula, al presidente Marattin, che presiedeva la Commissione finanze nel corso della legislatura, occupò l'aula”. Mi pare che noi siamo in un atteggiamento ben diverso”.

Orbene, io non ho capito perché ha ritenuto di intervenire, ripeto, in modo così estemporaneo. Sicuramente ha detto una falsità. Ha detto una falsità, perché in Aula non ci fu nessuna occupazione. Se forse riteneva, rivolgendosi al presidente Marattin, che si trattasse della Commissione, io ricordo - scusi se prendo il telefono, ma ho preso il resoconto della seduta del 6 aprile del 2022, che si aprì alle 13,45 - che alle 22,10, quindi, dopo una giornata piuttosto complessa, Marattin, presidente e relatore - leggo anche qui testualmente - “annuncia una sospensione della seduta”. Ergo la seduta era sospesa e non c'era più attività. Tra parentesi il resoconto riporta: (Vive proteste e contestazioni da parte dei deputati dei gruppi della Lega, di Forza Italia, di Fratelli d'Italia e del gruppo Misto. Alcuni deputati si avvicinano al banco della presidenza.) - io dichiaro che ero tra quelli - (Seguono alterchi, nel corso dei quali, ad opera di deputati avvicinatisi al banco della presidenza, vengono scaraventati a terra degli oggetti, tra i quali la campanella e il microfono del presidente)”.

Ora, com'è noto, non fui io a fare questa azione. I colleghi del PD, che me ne hanno gentilmente fatto copia anche stamattina, hanno il video di quell'occasione: fu un ex Sottosegretario del MoVimento 5 Stelle a fare ciò.

Continuo nella lettura del resoconto: “Il presidente relatore Marattin dispone l'immediata convocazione di una riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi”.

Quindi, il termine della seduta. Ora è evidente a tutti che, dal resoconto, si capisce che non ci fu nessuna occupazione: ci fu una discussione anche veemente. Il collega Marattin - che non so se è più in Aula - e io abbiamo avuto una discussione perché lui riteneva di dover sospendere la seduta di Commissione perché non c'era più una maggioranza in aula, mentre io sostenevo che, essendo in dichiarazione di voto su un emendamento molto complesso, dovesse continuare la seduta della Commissione. Evidentemente quanto avvenuto attiene ai rapporti tra me e il presidente di allora Marattin, che ci siamo ampiamente chiariti già al tempo. Quindi non ho capito perché oggi il collega Mancini abbia deciso di accusarmi e di far rimanere a verbale un atteggiamento che io non ho avuto.

Ora è vero che de minimis non curat praetor, però evidentemente io non tollero che, nel resoconto stenografico di questa istituzione, ci sia un'accusa di questo tipo.

Siccome - ripeto - non aveva alcuna attinenza con la discussione in essere, credo che sia l'ennesima volta che, in mancanza di una contestazione politica, di una controproposta politica o di un'osservazione politica, si usa questa istituzione per attaccare in modo delegittimante l'avversario (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Allora, siccome spesso ci viene detto che noi dobbiamo osservare, nel nostro ruolo, i paradigmi di onore e dignità, onore dignità vorrebbero che l'onorevole Mancini si scusasse o, almeno, visto che non c'è, che qualcuno che lo rappresenta qui in quest'Aula si scusasse (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) perché per me è molto offensivo, ma credo che anche per la dignità delle istituzioni sia offensivo che un deputato si alzi e accusi un altro deputato di falsità e lo faccia rimanere a verbale (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su cosa? Su questo argomento?

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Sì. Allora, collega Osnato…

PRESIDENTE. Deputato Zaratti - mi perdoni - per fatto personale tendenzialmente non si apre una discussione.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Sì, mi scusi.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie Presidente. A partire dal 2 luglio, le autorità tunisine hanno espulso fra i 500 e i 700 migranti provenienti dall'Africa centrale e occidentale richiedenti asilo, fra cui bambini, neonati e donne incinte. Li hanno condotti nei pressi di una zona militarizzata ai confini con la Libia, in cui l'accesso è interdetto a giornalisti, agenzie, ONU e società civile. Come avrete letto dai giornali, si parla di minacce, pestaggi, violenze, naturalmente mancanza di assistenza medica e ostetrica, sequestro di cellulari e distruzione di passaporti da parte delle Forze di sicurezza tunisine. Tutto ciò per noi è inammissibile. Con questo pretesto, le autorità tunisine hanno effettuato appunto negli scorsi giorni un'ondata di arresti, seguiti da deportazioni forzate e illegali, con l'obiettivo di epurare le città da ogni persona di origine subsahariana. Per questo, chiediamo, Presidente, un'informativa urgente da parte della Presidente Meloni, che ha annunciato nuovi accordi internazionali con la Tunisia, perché il diritto europeo non può dissolversi nelle sabbie del deserto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barzotti. Ne ha facoltà. Un attimo, onorevole. Colleghi, vi ribadisco l'invito, se avete l'esigenza di parlare, di uscire per consentire di svolgere gli interventi in un clima di silenzio. Prego, onorevole Barzotti.

VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie Presidente. Oggi ho appreso dalle notizie di stampa che nella città di Lodi, la città dove abito, un operaio ha perso la vita mentre stava lavorando, mentre tracciava la segnaletica sull'asfalto sotto il sole. Ieri erano 40 i gradi percepiti e c'era proprio caldo, c'era una cappa di caldo e non si riusciva a respirare.

Questo operaio probabilmente non ha retto il caldo, ha avuto un malore ed è stato portato all'ospedale e lì si è detto che la persona era morta. Io faccio questo intervento perché ci tengo a fare le condoglianze alla famiglia, agli amici e ai suoi colleghi. Penso che si tratti di un'altra vittima sui luoghi di lavoro, che nel 2023 sono già 501.

Credo che questo Parlamento debba attenzionare sempre di più questo tema e per questo motivo chiedo due cose: in primo luogo, che venga accelerato l'iter di discussione della nostra proposta di legge sull'introduzione della cultura della sicurezza sul lavoro nelle scuole, che è in discussione, perché si tratta, sì, di un problema di controlli ma anche di cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro; poi, chiedo che ogni santo giorno in questo Parlamento si dedichi un minuto di silenzio per riportare al centro del dibattito il tema del lavoro e della sicurezza, perché non è più accettabile che si muoia sui luoghi di lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata D'Orso. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Nell'attesa che venga dato seguito alla richiesta di informativa urgente della Presidente Meloni, che è stata formulata ieri dal collega Cafiero De Raho a nome del MoVimento 5 Stelle, perché la Presidente Meloni deve venire qui, in Aula, a risponderci e non può di certo servirsi di una conferenza stampa a Vilnius - per rispetto del Parlamento deve venire qui - per dare delle risposte che attendiamo, nell'attesa, appunto, che venga qui chiedo la calendarizzazione, a nome del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle, della mozione di censura del Sottosegretario Delmastro Delle Vedove, che è stata da noi presentata il 2 febbraio scorso. Infatti, Presidente, oggi abbiamo un elemento nuovo, cioè l'imputazione coatta del Sottosegretario per rivelazione del segreto d'ufficio, che rinnova l'attualità di quella mozione e, anzi, impone a quest'Aula di discuterla quanto prima.

Voglio essere chiara. Qui il problema non è giudiziario, perché il piano su cui discutere è prettamente politico e riguarda l'inadeguatezza conclamata del sottosegretario Delmastro Delle Vedove a rivestire il ruolo che ricopre. Il problema è la mancanza di istituzioni e la spregiudicatezza con cui sono state maneggiate delle informazioni coperte da segreto, perché quando un esponente del Governo non si comporta da istituzione ma da militante del proprio partito, quando si piegano le condotte di un'istituzione alle logiche di partito, alle esigenze della propaganda e si usa il proprio ruolo per attaccare, in modo anche becero, l'avversario politico, allora questo è un serio pericolo per la democrazia sana e l'episodio non può essere derubricato a dialettica politica, perché non va bene. Quindi, ribadisco, per tutte queste ragioni, che è diventato urgente discutere la mozione di censura del Sottosegretario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole. Come lei sa, la sede nella quale chiedere la calendarizzazione della mozione di censura è la Conferenza dei presidenti di gruppo e certamente avrete modo di farlo, attraverso il vostro capogruppo, in quella sede.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 14 luglio 2023 - Ore 9:

1. Discussione del disegno di legge:

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 maggio 2023, n. 57, recante misure urgenti per il settore energetico. (C. 1183-A​)

Relatori: MONTARULI, per la I Commissione; OTTAVIANI, per la V Commissione.

2. Discussione congiunta sulle linee generali dei documenti:

Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2022. (Doc. VIII, n. 1)

Progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2023. (Doc. VIII, n. 2)

La seduta termina alle 17,50.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 2 la deputata Patriarca ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 3 il deputato Alfonso Colucci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 10 la deputata Gribaudo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 14 il deputato Morrone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 18 la deputata Marino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 21 la deputata Auriemma ha segnalato che non è riuscita ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 22 i deputati Amich e Longi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 28 la deputata Patriarca ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 33 il deputato Alessandro Colucci ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 34 la deputata Comaroli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 37 la deputata Carfagna ha segnalato che non è riuscita a votare;

nella votazione n. 40 il deputato Iaria ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 41 il deputato De Corato ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 42 il deputato Di Sanzo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 45 il deputato Candiani ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 45 il deputato Paolo Emilio Russo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 46 il deputato Battistoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 48 il deputato Rubano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 56 e 63 il deputato Bonelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 57 il deputato Maullu ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 58 il deputato Baldelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 62 il deputato D'Alfonso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 1038-A E ABB. - EM. 12.1 280 217 63 109 41 176 52 Resp.
2 Nominale EM. 12.4 279 219 60 110 43 176 52 Resp.
3 Nominale EM. 12.12 280 274 6 138 98 176 52 Resp.
4 Nominale EM. 12.13 290 286 4 144 111 175 51 Resp.
5 Nominale EM. 12.21 290 272 18 137 106 166 51 Resp.
6 Nominale EM. 12.500 287 166 121 84 166 0 51 Appr.
7 Nominale ARTICOLO 12 277 268 9 135 162 106 51 Appr.
8 Nominale ART. AGG. 12.01 288 182 106 92 19 163 51 Resp.
9 Nominale EM. 13.1 290 289 1 145 107 182 51 Resp.
10 Nominale EM. 13.2 294 294 0 148 107 187 49 Resp.
11 Nominale EM. 13.3 300 300 0 151 111 189 49 Resp.
12 Nominale EM. 13.5 301 300 1 151 49 251 49 Resp.
13 Nominale EM. 13.6 302 239 63 120 49 190 49 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale EM. 13.7 301 241 60 121 52 189 49 Resp.
15 Nominale EM. 13.10 303 301 2 151 44 257 49 Resp.
16 Nominale EM. 13.11 299 299 0 150 109 190 49 Resp.
17 Nominale EM. 13.8 299 298 1 150 124 174 49 Resp.
18 Nominale EM. 13.9 300 299 1 150 296 3 49 Appr.
19 Nominale ARTICOLO 13 282 278 4 140 174 104 49 Appr.
20 Nominale EM. 14.1 298 249 49 125 79 170 49 Resp.
21 Nominale EM. 14.2 295 261 34 131 75 186 49 Resp.
22 Nominale EM. 14.3 294 291 3 146 75 216 49 Resp.
23 Nominale EM. 14.5 297 297 0 149 108 189 49 Resp.
24 Nominale ARTICOLO 14 281 276 5 139 171 105 49 Appr.
25 Nominale EM. 15.1 297 294 3 148 107 187 49 Resp.
26 Nominale EM. 15.3 300 297 3 149 108 189 49 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale EM. 15.7 299 260 39 131 74 186 49 Resp.
28 Nominale ARTICOLO 15 281 273 8 137 165 108 49 Appr.
29 Nominale EM. 16.1 299 296 3 149 108 188 49 Resp.
30 Nominale EM. 16.2 301 297 4 149 108 189 49 Resp.
31 Nominale EM. 16.3 295 257 38 129 72 185 49 Resp.
32 Nominale EM. 16.4 296 259 37 130 72 187 49 Resp.
33 Nominale EM. 16.5 297 294 3 148 78 216 49 Resp.
34 Nominale ARTICOLO 16 282 274 8 138 169 105 49 Appr.
35 Nominale EM. 17.1 293 290 3 146 106 184 49 Resp.
36 Nominale ARTICOLO 17 279 271 8 136 165 106 49 Appr.
37 Nominale EM. 18.1 294 292 2 147 106 186 49 Resp.
38 Nominale EM. 18.4 301 280 21 141 108 172 49 Resp.
39 Nominale EM. 18.5 300 227 73 114 58 169 49 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale ARTICOLO 18 279 271 8 136 169 102 49 Appr.
41 Nominale EM. 19.1 303 231 72 116 63 168 49 Resp.
42 Nominale ARTICOLO 19 283 276 7 139 171 105 49 Appr.
43 Nominale EM. 20.1 300 297 3 149 107 190 49 Resp.
44 Nominale ARTICOLO 20 300 294 6 148 187 107 48 Appr.
45 Nominale ODG 9/1038-A/1 274 274 0 138 102 172 47 Resp.
46 Nominale ODG 9/1038-A/16 293 272 21 137 105 167 47 Resp.
47 Nominale ODG 9/1038-A/17 294 272 22 137 105 167 47 Resp.
48 Nominale ODG 9/1038-A/18 294 291 3 146 103 188 47 Resp.
49 Nominale ODG 9/1038-A/20 291 287 4 144 105 182 47 Resp.
50 Nominale ODG 9/1038-A/21 291 289 2 145 106 183 46 Resp.
51 Nominale ODG 9/1038-A/22 292 289 3 145 106 183 46 Resp.
52 Nominale ODG 9/1038-A/23 293 290 3 146 106 184 46 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale ODG 9/1038-A/24 294 290 4 146 105 185 46 Resp.
54 Nominale ODG 9/1038-A/30 292 273 19 137 103 170 46 Resp.
55 Nominale ODG 9/1038-A/31 294 224 70 113 55 169 46 Resp.
56 Nominale ODG 9/1038-A/33 290 285 5 143 104 181 46 Resp.
57 Nominale ODG 9/1038-A/35 293 222 71 112 55 167 46 Resp.
58 Nominale ODG 9/1038-A/37 287 286 1 144 72 214 46 Resp.
59 Nominale ODG 9/1038-A/38 290 288 2 145 121 167 46 Resp.
60 Nominale ODG 9/1038-A/39 291 273 18 137 58 215 46 Resp.
61 Nominale ODG 9/1038-A/40 284 280 4 141 116 164 46 Resp.
62 Nominale ODG 9/1038-A/51 287 279 8 140 131 148 46 Resp.
63 Nominale ODG 9/1038-A/61 283 282 1 142 278 4 46 Appr.
64 Nominale ODG 9/1038-A/62 280 194 86 98 13 181 46 Resp.
65 Nominale ODG 9/1038-A/66 284 281 3 141 101 180 45 Resp.


INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 71)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale ODG 9/1038-A/67 284 233 51 117 53 180 45 Resp.
67 Nominale ODG 9/1038-A/68 281 237 44 119 61 176 45 Resp.
68 Nominale ODG 9/1038-A/69 273 271 2 136 98 173 45 Resp.
69 Nominale ODG 9/1038-A/71 275 274 1 138 100 174 45 Resp.
70 Nominale ODG 9/1038-A/73 273 256 17 129 92 164 45 Resp.
71 Nominale DDL 1038-A E ABB. - VOTO FINALE 285 279 6 140 182 97 46 Appr.