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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 116 di giovedì 8 giugno 2023

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'

La seduta comincia alle 16,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FILIBERTO ZARATTI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 10 maggio 2023.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 79, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 660 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 aprile 2023, n. 39, recante disposizioni urgenti per il contrasto della scarsità idrica e per il potenziamento e l'adeguamento delle infrastrutture idriche (Approvato dal Senato) (A.C. 1195​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1195: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 aprile 2023, n. 39, recante disposizioni urgenti per il contrasto della scarsità idrica e per il potenziamento e l'adeguamento delle infrastrutture idriche.

Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge in esame, nel testo della Commissione.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1195​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dieter Steger. Ne ha facoltà.

DIETER STEGER (MISTO-MIN.LING.). Spettabile Presidente, onorevoli colleghi, come in altre circostanze, anche questa volta devo rammentare che il Parlamento non è stato messo nelle condizioni di fare fino in fondo il suo lavoro. Un procedimento legislativo non può dirsi soddisfacente se una delle due Camere deve ratificare quello che l'altra Camera ha deciso con la fiducia in prima lettura. Fino a prova contraria, il Parlamento è composto da due Camere, con uguali diritti e uguali doveri. E, a questo punto, voglio nuovamente ricordare le parole del Presidente della Repubblica, dopo una legge di bilancio, quando invitava tutte le forze politiche a rispettare il ruolo e le prerogative del Parlamento.

Nel merito, il decreto-legge, il cui testo è stato modificato nel corso dell'esame del Senato, contiene disposizioni per il contrasto della scarsità idrica e per il potenziamento e l'adeguamento delle infrastrutture. Un atto importantissimo e necessario per cercare, in breve tempo, di iniziare ad arginare criticità che sempre più interessano il nostro Paese e i nostri concittadini.

La crisi idrica è il tema del momento e lo era anche lo scorso anno. Il 2022, infatti, è stato l'anno peggiore degli ultimi 70 anni, sotto il profilo climatico e dell'idraulicità. Una crisi che è anche ambientale e che necessita di azioni concrete e pragmatiche. È necessario, quindi, smettere di utilizzare le tematiche ambientaliste come cavallo di battaglia e ideologico. È necessario sempre più, invece, fare squadra, condividere soluzioni puntuali, efficaci e immediate ma, soprattutto, proiettate al futuro, attraverso scelte lungimiranti che sappiano mettere in rete gli interessi dell'ambiente con quello delle popolazioni, delle attività produttive e dei territori, in primis dei territori di montagna.

Abbiamo apprezzato, quindi, come componente delle minoranze linguistiche del gruppo Misto, l'azione del Governo, messa in atto con questo decreto. Un'azione che ha previsto doverose e cogenti norme di contrasto al cambiamento climatico. È necessario, però, implementare ulteriormente la derogabilità e le semplificazioni a molte norme, che purtroppo vincolano, sotto il profilo procedurale e tecnico, gli urgentissimi interventi infrastrutturali che questo Paese aspetta e di cui necessita. Sinceramente, signor Presidente, siamo convinti che nel decreto che andiamo oggi a votare ci siano già importanti semplificazioni come, ad esempio, quelle previste all'articolo 4, commi 1 e 2, che modificano sensibilmente le procedure volte alla realizzazione delle infrastrutture idriche, o all'articolo 6, che, al comma 1, inserisce nell'elenco degli interventi in edilizia libera le piccole vasche di raccolta fino a 50 metri cubi per gli usi agricoli: un importante segnale per il mondo agricolo. Ma pensiamo che, nel corso di applicazione del decreto, alcuni aggiustamenti e implementazioni dovranno essere ancora fatti. Ad esempio, estendere a tutti i bacini esistenti, e non solo a quelli già oggetto di situazioni emergenziali, rimessi ai poteri del commissario, la gestione delle terre in tutte le opere di scavo e manutenzione degli invasi sul territorio nazionale.

Auspichiamo - ma saremo attenti osservatori - che i ruoli della cabina di regia e del commissario salvaguardino sempre le peculiarità, le specificità e le competenze primarie in materia di risorse idriche della regione autonoma Valle d'Aosta e delle province autonome di Trento e di Bolzano. Quanto sopra perché sono proprio le aree di montagna che hanno maggiormente risentito in questi ultimi anni dei cambiamenti climatici, non solo a causa delle limitate precipitazioni, ma soprattutto per la diminuzione degli spessori dei nostri ghiacciai, per la riduzione sempre maggiore del permafrost e per l'aumentata fragilità dei versanti in pendenza. Infatti, signor Presidente, non bisogna dimenticare che, tra i servizi ecosistemici forniti dalle montagne, in connessione con le aree a valle, le pianure e le aree costiere, vi è quello, importantissimo, di serbatoi d'acqua. Le montagne forniscono acqua e nutrienti alle pianure, compensando la riduzione delle precipitazioni estive, tipica del clima italiano.

Non possiamo, quindi, che dare un giudizio positivo all'impianto normativo che andremo a votare, anche se avremmo auspicato una maggiore attenzione ai nostri emendamenti presentati. Pertanto, come componente delle minoranze linguistiche del gruppo Misto, voteremo a favore della fiducia e a favore del provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Semenzato. Ne ha facoltà.

MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, proprio mentre questo decreto Siccità approdava alle Camere, ci siamo ritrovati ad affrontare la drammatica alluvione che ha colpito l'Emilia-Romagna, ai cui cittadini voglio nuovamente esprimere tutta la nostra vicinanza e il nostro sostegno. Dopo 18 mesi di siccità, che hanno causato innumerevoli danni al settore agricolo, in 36 ore, su un'area di 800 chilometri quadrati, sono piovuti 350 milioni di metri cubi d'acqua. L'ennesima calamità, cui la popolazione, per fortuna, ha saputo prontamente reagire grazie anche al pronto intervento del nostro Governo, della Protezione Civile, dei Vigili del fuoco, delle Forze dell'ordine, ma anche ai tanti volontari di cui lo Stato deve essere fiero.

Siccità e alluvione sono due facce della stessa medaglia. Dobbiamo prendere pragmaticamente atto che il clima sta cambiando. A prescindere dalle cause, tutti oggi ne vediamo gli effetti. Considerata la complessità del clima, non possiamo determinare con certezza quanto l'uomo e le emissioni di CO2 impattino su questo cambiamento, ma di sicuro sappiamo che una Nazione di 60 milioni di persone, come la nostra, non può, da sola, essere effettivamente in grado di invertire la rotta adottando rigide politiche di decarbonizzazione se, poi, Paesi come la Cina e l'India non fanno altrettanto. Sicuramente, però, possiamo e dobbiamo fare la nostra parte, attraverso una corretta gestione dei territori, per preservarli dagli effetti devastanti delle calamità, che provocano ingenti danni, non solo ambientali, ma anche sociali, mettendo in ginocchio l'economia di interi territori. Oltre all'evidente problema per l'agricoltura, pensiamo, ad esempio, a quanto la siccità abbia influito, lo scorso inverno, sulla stagione sciistica, con conseguenti ripercussioni sull'indotto turistico-ricettivo montano.

Di fronte al clima che cambia, anche la politica deve cambiare rotta: serve un approccio meno orientato all'emergenza e più focalizzato sulla prevenzione del rischio e sulla programmazione.

Diventano priorità, allora, la cura costante del territorio e la manutenzione dei bacini e delle infrastrutture idriche e si rende necessaria la costituzione di nuove grandi opere, volte sia a mettere in sicurezza gli agglomerati urbani, sia a garantire alle aree agricole un corretto afflusso e deflusso dell'acqua. Dobbiamo ragionare in un'ottica prospettica. Dobbiamo pianificare in anticipo importanti interventi strutturali guardando al futuro, per evitare che i nostri figli debbano un giorno pagarne le spese. Si tratta di una sfida importante che va affrontata con la massima serietà e collaborazione da parte dei diversi livelli istituzionali, dal Parlamento ai comuni, passando per le regioni e le autorità di bacino. È fondamentale ascoltare e coordinarsi con gli enti locali che ben conoscono i territori e le loro esigenze e riescono sempre ad avere il polso della situazione.

Il provvedimento, su cui oggi votiamo la fiducia, mira a creare un sistema di governance più efficiente, una cabina di regia sotto la Presidenza del Consiglio e con un commissario straordinario che avrà il compito di fare una ricognizione e una rimodulazione delle risorse attualmente disponibili e non ancora impegnate, per individuare, poi, le opere infrastrutturali idriche più urgenti e, dunque, più meritevoli di essere finanziate.

Non si prevedono risorse aggiuntive, ma un'ottimizzazione della spesa già nella disponibilità delle amministrazioni competenti. Il PNRR già prevede lo stanziamento di 4,4 miliardi di euro per le infrastrutture idriche, di cui 2 miliardi per opere nuove e 900 milioni da ripartire sulle opere esistenti, sulla digitalizzazione e sul monitoraggio integrato delle reti per diminuire le perdite d'acqua che, ricordo, corrispondono, in media, al 42 per cento.

Altri 800 milioni di euro sono destinati al potenziamento e all'ammodernamento dei sistemi di irrigazione, ad esempio sviluppando il “goccia a goccia”, in modo da ridurre gli sprechi di acqua in agricoltura, settore che potrà finalmente riutilizzare anche le acque reflue, purché, ovviamente, siano opportunamente depurate, per cui sono previsti altri 600 milioni di investimento.

Tante risorse che vanno assolutamente spese bene, selezionando i progetti validi da concretizzare in tempi rapidi, motivo per cui si prevede un accorciamento delle tempistiche autorizzative e la semplificazione delle procedure di affidamento delle gare.

L'Italia deve procedere a snellire la burocrazia, in tema di ambiente, con ancora più efficacia. L'acqua è un bene prezioso e strategico in molti ambiti, dall'agricoltura all'industria, dall'uso civile alla produzione di energia idroelettrica, e per questo non va sprecata.

Con questo provvedimento vogliamo facilitare la realizzazione, da parte dei privati, di tutte quelle infrastrutture che possono ottimizzarne l'utilizzo. Ad esempio, la realizzazione di vasche di raccolta di acqua per uso agricolo potrà avvenire in regime di edilizia libera. Vengono poi semplificate le disposizioni per la gestione delle acque reflue e dei fanghi di depurazione. Ci sono, infine, molte norme volte a favorire la realizzazione e la manutenzione degli invasi e la realizzazione di impianti di desalinizzazione dell'acqua di mare, impianti usati senza problemi da anni in tutto il mondo (penso a Israele o agli Emirati Arabi), che possono diventare infrastrutture strategiche nei momenti di crisi. Anche a questo una classe politica lungimirante deve pensare.

Rimanendo in tema di acqua, di mare e di siccità, vorrei concludere, Presidente, ponendo all'attenzione del Parlamento un problema molto serio che riguarda il mio Veneto e, in particolare, l'area di Rovigo, ovvero quello della risalita del cuneo salino, arrivando addirittura a quasi 30 chilometri dalla linea di costa nell'area del delta del Po. La portata dei fiumi non riesce a contrastare la salita del mare verso l'entroterra, causando l'interruzione dell'irrigazione per l'agricoltura e la salinizzazione delle falde. Poi i terreni non possono essere coltivati per tre anni. All'inaridimento delle zone litorali seguono micro-desertificazioni. A ciò si aggiungono la difficoltà di approvvigionamento degli acquedotti e le modifiche delle caratteristiche biologiche dei fiumi, con gravi conseguenze per la flora e la fauna.

Sotto il profilo economico il problema non riguarda solo l'agricoltura, ma anche gli allevatori di cozze, molluschi e ostriche che registrano perdite di fatturato fino al 30 per cento. Per anni i Governi hanno sottovalutato il problema, ma è ormai evidente che è giunto il momento di intervenire con coraggio e determinazione.

Con questo spunto, proveniente proprio dal mio territorio, e fiduciosa dell'operato di questo Governo, annuncio il voto favorevole del gruppo Noi Moderati (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, il decreto Siccità, in discussione, su cui oggi non voteremo la fiducia al Governo, impone, però, una riflessione al Parlamento e a tutto il Paese rispetto a quello che sta accadendo in Italia. Alcune settimane fa parlavamo di una drammatica siccità, mentre oggi stiamo affrontando, invece, drammatiche alluvioni. È il segno che il clima è cambiato e se ne sono accorti tutti, i cittadini e le cittadine, tranne, però, chi oggi continua a negare gli effetti del cambiamento climatico, a ridurlo e a minimizzarlo. Si tratta del combinato disposto di un'assenza di cura del territorio con eventi meteorologici estremi che aumentano sempre di più e che fanno pagare un prezzo elevato alle popolazioni.

Purtroppo, quello che contestiamo al Governo - e sottolineo “purtroppo”, perché vorremmo avere una visione diversa - è che si affronta un problema strutturale ed epocale, come quello che abbiamo di fronte - ma è lo stile di questo Governo - solo in modo emergenziale, una modalità che certamente potrà dare una risposta, ma non in questo caso per quanto attiene al decreto. Noi dovremmo, come Governo e Parlamento, pensare al futuro delle generazioni che verranno e ciò che manca è proprio una risposta, una dimensione etica della politica nell'affrontare anche problemi così drammatici.

Molte volte la destra in questo Parlamento accusa gli ecologisti - e ha accusato il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra - di non porsi il problema dei ceti sociali più deboli, perché il cambiamento climatico porta conseguenze ai ceti sociali più deboli e un loro impoverimento. È una falsità incredibile, ma su questo punto ritornerò successivamente.

Però, è bene ricordare e dare dei dati, quelli ufficiali e non quelli che ogni tanto leggiamo su qualche giornale, dati molto, molto taroccati. Ebbene, tra il 1980 e il 2019 gli eventi meteorologici estremi nel nostro Paese hanno provocato danni per 72 miliardi di euro. Se a questi aggiungiamo i danni che sono stati causati in Romagna, che, secondo molti sindaci, potrebbero superare i 10 miliardi di euro, capite di che cosa stiamo parlando, e tutto ciò solo per gli eventi meteorologici estremi.

Purtroppo, noi spendiamo - insieme a quel dato drammatico dell'Emilia-Romagna - ogni anno 4 miliardi di euro proprio per i danni che vengono provocati dagli eventi meteorologici estremi, mentre sulla prevenzione spendiamo solo 300 milioni di euro. Questo dato dà la dimensione dell'irresponsabilità di una politica che non fa della prevenzione una politica strutturale, ma, invece, interviene sull'emergenza, andando poi, in quel caso, a prendere, sì, i soldi dai cittadini e dalle cittadine italiane.

Andiamo a parlare anche dei danni alle popolazioni. Solo per gli eventi meteorologici estremi, sempre secondo i dati dell'Agenzia europea dell'ambiente, tra il 2015 e il 2019 sono state 28.000 le persone evacuate. Se aggiungiamo il dato drammatico dell'Emilia-Romagna, si devono aggiungere 36.000 persone. Tutti questi dati comportano un costo pro capite, per quanto riguarda gli eventi meteorologici estremi, pari a 2.000 euro a cittadino ogni anno, a cui dobbiamo aggiungere, ad esempio, la grande questione legata al consumo di suolo, quel consumo di suolo che voi non avete voluto inserire nel decreto. Come mai non è stato possibile? Io non riesco a immaginare - e lo dico anche al rappresentante del Governo - che nel decreto Siccità non si sia inserito il tema del consumo del suolo e non si sia detto stop al consumo di suolo, che viaggia al ritmo di 2 metri quadri al secondo. Pensate che in Sicilia, in un solo anno, vanno via 117 chilometri quadrati a causa della desertificazione.

Queste sono le questioni di cui noi vorremmo parlare, ma che voi non volete affrontare. E non le volete affrontare perché difendete interessi precisi. C'è un egoismo del presente che per noi è assolutamente inaccettabile e quell'egoismo del presente sta ipotecando, in negativo, il futuro delle generazioni che verranno. Per questo dico e diciamo che manca una dimensione etica.

Prima sentivo la collega che diceva che in questo decreto non ci sono risorse e confermo che non ci sono. Aggiungeva, però, che ci sono le risorse del PNRR. Allora, diciamo una cosa, con molta chiarezza, alle italiane e agli italiani che magari ci stanno vedendo in questo momento o che ci vedranno successivamente: il Ministro Fitto ci ha comunicato che c'è anche una difficoltà a spendere quei 4,4 miliardi dedicati nel PNRR perché, sino ad oggi, solo 1,2 miliardi sono stati individuati per essere spesi. Questo è un problema, perché non è possibile che, rispetto a un tema così importante, ci sia il rischio di non spendere queste risorse così importanti per il Paese.

Di fronte a questa drammaticità, c'è anche un'incapacità di spesa rispetto a risorse che ci sono e, quindi, a questo punto la preoccupazione aumenta.

Ma la nostra preoccupazione, signor rappresentante del Governo, deriva anche dal fatto che non siete stati mai in grado di pronunciare una parola, una frase, quella del cambiamento climatico, come se vi provocasse chissà quale irritazione o orticaria. Però, il problema è che noi dobbiamo fare i conti con il cambiamento climatico. Vedete, c'è una strategia, non solo in questo Paese ma in questo Paese è molto forte, che si chiama “strategia del tabacco”. Sapete che cos'è? È quella strategia che nei decenni passati molte lobby hanno messo in campo, utilizzando alcuni pseudoscienziati per dire che il tabacco non faceva male, con studi per dire che, in realtà, le morti da tabacco non derivavano dal tabacco, e mettendo in piedi una strategia incredibile. Oggi, non ci troviamo di fronte alla strategia del tabacco, ovvero a quegli studi pseudoscientifici che venivano finanziati proprio dalle lobby del tabacco, oggi noi ci troviamo di fronte a un negazionismo climatico che viene finanziato dalle lobby del fossile. Non è un caso che proprio molti studi indichino - ad esempio, InfluenceMap - che, nei 3 anni successivi all'Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, le 5 più grandi compagnie petrolifere al mondo - Exxon Mobil, Royal Dutch Shell, Chevron, British Petroleum, Total - hanno investito più di un miliardo di dollari per finanziare campagne di branding e attività di lobbying per screditare l'emergenza climatica. È quello che sta accadendo nel nostro Paese. Di fronte ad eventi di questo tipo, infatti, c'è una volontà precisa che utilizza settori mediatici imponenti, dalle televisioni ai giornali, per dire che il cambiamento climatico non esiste. È come quando si accusavano molti climatologi del fatto che, in realtà, l'inquinamento non esisteva, che le piogge acide erano causate dai vulcani, idem per il buco nell'ozono. In sintesi, una volontà di dire che il cambiamento climatico non esiste. Dobbiamo interrogarci del motivo per cui questo avviene. Avviene anche perché ci sono siti autorevoli - dobbiamo iniziare a fare anche nomi e cognomi dei soggetti che intendono screditare e dire che il cambiamento climatico non esiste - che sono finanziati con centinaia di milioni di dollari e che hanno riferimenti anche in Italia. Ad esempio, il sito Breitbart, quello legato a Steve Bannon, che la Presidente Meloni ha invitato alla sua festa di Atreju come un punto di riferimento. Ebbene, questo sito è il sito principale della veicolazione delle fake news sul cambiamento climatico. Poi ci sono The Western Journal e tanti altri media. Quello che voglio citare, per esempio, è il Townhall Media, sito conservatore finanziato esplicitamente dalla Exxon, una società petrolifera. Poi ci sono anche i russi - non ci facciamo mancare niente - con i media di RT.com e Sputnik News, che fanno proprio del negazionismo climatico un loro modo di agire.

Ma veniamo in Italia. Nella precedente legislatura, il senatore Maurizio Gasparri e Vito Comencini presentarono un documento sul riscaldamento globale, dicendo che, in sintesi, non era dovuto a una conseguenza antropica. Ebbene, in questo documento c'era l'Associazione di scienziati e tecnologi per la ricerca italiana (ASTRI), tutti consulenti che avevano consulenze con compagnie energetiche e petrolifere, come Agip, ENEL e Sogin. Di questo parliamo. Allora, è chiaro che la refrattarietà di chi oggi non vuole parlare di cambiamento climatico e non affrontare la grande questione della modifica di una politica energetica è legata a questo. Concludo dicendo, signor Presidente, che non comprendiamo, come gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, la ragione per la quale in questo provvedimento sia stata inserita una norma che introduce, di fatto, nuovi OGM. Cosa c'entra, da questo punto di vista, aggredire la biodiversità nel nostro Paese ed inserire nuovi OGM? Sarei curioso di chiedere al Ministro Lollobrigida, che parla tanto di sovranità alimentare, la ragione per la quale un suo senatore ha presentato questo. Per queste ragioni, Alleanza Verdi e Sinistra voterà contro la fiducia la ringrazio (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà.

DANIELA RUFFINO (A-IV-RE). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, Governo, con l'emergenza idrica è a rischio il 18 per cento del PIL ma anche la possibilità, l'opportunità di lavorare a un nuovo modello circolare contro gli sprechi per evitare di mettere a rischio 320 miliardi di euro tra imprese idrovore e, poi, ovviamente, anche la filiera estesa dell'acqua.

Alla crisi si può rispondere con un nuovo modello - potrebbe apparire molto semplice -, quello delle 5 “R”: raccolta, ripristino, riuso, recupero e riduzione. La proposta operativa contro gli sprechi e la siccità emerge dal Libro bianco 2023 Valore acqua per l'Italia, realizzato dall'osservatorio istituito dalla community Valore acqua per l'Italia, per l'appunto, che è stata creata nel 2019 per rappresentare la filiera estesa dell'acqua. È una proposta che reputiamo di grande spessore e, soprattutto, realizzabile, se pensiamo che l'acqua è una risorsa fondamentale per l'operatività di un numero importante di imprese: 1.500.000 imprese agricole, circa 330.000 aziende manifatturiere idrovore e oltre 9.000 imprese del settore energetico.

Nel 2021, il ciclo idrico esteso, composto dai gestori del Servizio idrico integrato e dai provider di tecnologia, software, macchinari, impianti e componentistica, ha generato un valore aggiunto di oltre 9 miliardi di euro con una crescita media annua del 4,3 per cento nel periodo che va dal 2010 al 2021 - 10 volte la manifattura italiana - e occupa 92.400 persone. Questa filiera vale quasi quanto l'industria farmaceutica e oltre il doppio dell'abbigliamento. Quello dell'acqua è un comparto composto per la quasi totalità - il 97,7 per cento - da aziende con un fatturato inferiore ai 50 milioni di euro, che contribuiscono solo marginalmente ai ricavi complessivi, mentre le grandi imprese generano un contributo ai ricavi del 63,5 per cento, nonostante rappresentino solo il 3,3 per cento del totale.

Accompagnare la transizione dell'industria dell'acqua italiana verso i nuovi scenari imposti dalla crisi climatica richiede uno sguardo a tutti i settori contigui e interessati, insieme ad una governance territoriale adeguata. A nostro parere, è necessario per questo un sistema di allocazione dinamico capace di mantenere la produttività della risorsa anche in caso di scarsità: un elemento per cui non servono solo infrastrutture ma, soprattutto, una programmazione istituzionale.

Un fattore, in questo frangente, deve essere la tecnologia, in un settore come quello idrico in cui esiste l'incertezza sui dati, ad iniziare da quelli della risorsa disponibile. Allora, creare reti intelligenti e capaci di gestire al meglio i momenti di siccità è uno strumento importante per fronteggiare le sfide future. Quindi, ancora una volta, tecnologia e innovazione sono la chiave anche per l'agricoltura, che rimane il principale consumatore di acqua fra i comparti economici. Sia l'introduzione di nuovi metodi di irrigazione sia il miglioramento dei metodi tradizionali possono avere ricadute importanti sui consumi idrici e sulla resilienza delle aziende agricole, superando le prime tensioni, che già si sono manifestate nell'estate 2022 fra consumi privati, produzione di energia idroelettrica e bisogni del settore primario.

Voglio anche parlare delle condizioni infrastrutturali della filiera estesa dell'acqua italiana, insieme alla sempre crescente pressione sulla risorsa idrica, resa drammatica dagli effetti del cambiamento climatico: impongono, ovviamente, tempi rapidi e un cambio di paradigma. Qui ribadisco ancora la semplicità del modello raccolta, ripristino, riuso, recupero e riduzione dei prelievi e dei consumi, ed ovviamente anche delle perdite.

Il MIT studia l'apertura dei cantieri, assunzione di personale dedicato, pulizia dei bacini e un efficace riutilizzo delle acque depurate, misure, queste, immediate, dice il Ministro Salvini, contro la crisi idrica. Azione e Italia Viva pensano a scelte efficaci e rapide. In quali tempi le misure che ho citato e con quale certezza di risorse?

Palazzo Chigi e il Ministero delle Infrastrutture devono fare i conti con gli enti gestori del servizio idrico e delle fognature. Sono tanti, sono 2.033 circa, cioè ci sono 2.033 direttori, responsabili, tecnici e amministrativi, e magari anche CdA, che devono garantire l'efficienza. Tutto questo accade? Allora, di fronte a questa burocrazia così mastodontica, viene da ricordare la battuta anni addietro di Rino Formica sull'Acquedotto Pugliese, il più grande d'Europa. Disse: ha dato più da mangiare che da bere. Tutto questo ovviamente è significativo.

In Italia un metro cubo della preziosa risorsa costa in media 1,87 euro, in Belgio 3,66, in Francia 3,67, in Germania 4,98. Gli italiani sono, quindi, più fortunati rispetto agli altri Paesi? No, niente affatto. Da noi oltre il 35 per cento della popolazione acquista acqua in bottiglia, con milioni di tonnellate di plastica da smaltire, mentre negli altri Paesi dell'Unione le percentuali non superano il 15-17 per cento, quindi, doppiamo gli altri Paesi. E poi ancora l'Italia è il fanalino di coda per gli investimenti nelle infrastrutture idriche. Investiamo 40 euro per abitante/anno contro una media dell'Europa di 94 euro: la Norvegia ne investe 179, la Germania 86, la Francia 96.

L'acqua è un bene pubblico, come ci ricordano, ogni due per tre, i populisti, però senza investimenti pubblici e privati quel bene sarà sempre meno pubblico e sempre più per privilegiati.

C'è la consapevolezza da parte del Governo che alla tropicalizzazione del clima occorre organizzarsi per raccogliere l'acqua nei periodi più piovosi, per renderla disponibile nei momenti di difficoltà? C'è la volontà - e questa è un'altra domanda - di replicare e finanziare con stanziamenti adeguati azioni virtuose, come il progetto, ad esempio, elaborato dall'ANBI, Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio? Una rete di piccoli invasi, diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l'acqua e distribuirla, quando è necessario, ai cittadini, all'industria e all'agricoltura.

Cito questa rete perché è completamente operativa e perché, ovviamente, realizzare questi invasi ha un costo molto basso. Chiedo al Governo di prendere in considerazione questa strategia davvero efficace. Voglio ancora ricordare che, negli ultimi 70 anni, in Italia si è registrato un significativo aumento delle zone che sono state colpite da siccità estrema, ovviamente determinato dalla riduzione delle precipitazioni e dall'incremento delle temperature, oltre che dall'aumento dei fenomeni atmosferici estremi, quali piene, siccità e, ovviamente, anche ondate di caldo. È evidente che, in questo contesto, bisogna incrementare la spesa pubblica per investimenti mirati sulle infrastrutture idriche, per aumentare l'efficienza dell'utilizzo dell'acqua in tutti i settori, civile, industriale, energetico e agricolo.

Concludo, signor Presidente, dicendo che rimarchiamo il nostro rammarico, come gruppo Azione-Italia Viva, per la posizione dello strumento della fiducia per un provvedimento che ha visto nei lavori in Commissione - e qui ci sono colleghi in Aula con cui si lavora con grande serenità - un atteggiamento propositivo, con la ferma volontà di collaborare e di lavorare in modo concreto. Due posizioni di fiducia in una settimana sono un record e, ovviamente, anche un segnale grave, perché impedisce una serena discussione su una misura così importante, che coinvolge ogni cittadino italiano e categoria.

Dichiaro, quindi, per il gruppo di Azione-Italia Viva, il voto contrario alla fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battistoni. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BATTISTONI (FI-PPE). Signor Presidente, onorevoli colleghi, il gruppo di Forza Italia, invece, voterà con convinzione la fiducia al provvedimento sulla siccità, con il quale finalmente si avvia un processo virtuoso per la gestione della risorsa acqua nel nostro Paese.

È interessante notare come questo Governo sia passato dall'emergenza siccità all'emergenza alluvioni, e come, in entrambi i casi, abbia saputo rispondere con assoluta determinazione, dando risposte immediate, che sono sotto gli occhi di tutti. Siccità e alluvioni: sembra di vivere in una sorta di ossimoro climatico, invece sono facce di una stessa medaglia, che ci impongono di agire.

Gli effetti del cambiamento climatico sono chiari. Stiamo sperimentando lunghi periodi di siccità e forti precipitazioni piovose che, in poche ore, concentrano la pioggia di mesi. L'alluvione delle province dell'Emilia-Romagna, delle Marche e della Toscana ha reso evidente, nella sua tragicità, il tema della gestione dell'acqua. Nel bacino del Mediterraneo vivono 510 milioni di persone e la prospettiva per il 2050 è che la domanda di acqua sarà raddoppiata o addirittura triplicata. Vari scenari prevedono una riduzione delle precipitazioni del 15-20 per cento.

Nei prossimi anni, un progressivo aumento dell'intensità e della durata degli eventi siccitosi fa paventare un aumento del rischio di crisi idrica, che va dal 30 per cento in Italia e Francia ad oltre il 35 per cento in Spagna, per superare il 40 per cento in Marocco e Algeria. Tutto ciò si traduce in una diretta minaccia alla sicurezza alimentare della regione mediterranea, con tutti i riflessi che ne possono derivare in termini di profughi climatici. È necessaria una pronta risposta a questo problema ed è proprio ciò che è stato fatto da questo Governo; un'azione efficace e di sistema che ha visto Forza Italia e tutto il centrodestra dimostrare, come sempre, grande coesione, grazie alla nostra capacità di saper governare bene.

Tornando al decreto Siccità oggi qui in discussione, le opposizioni ci accusano di avere presentato un provvedimento di corto respiro e privo di risorse adeguate. È vero l'esatto contrario. Siamo passati dal governo dell'emergenza, alla programmazione. Con la cabina di regia, centralizziamo la gestione della risorsa irrigua, raggruppando le competenze che, fino ad oggi, erano parcellizzate in materia di gestione e di raccolta. È nominato un commissario straordinario, che, in questi mesi, avvierà tutti gli interventi più urgenti, selezionando i progetti più appropriati e facendo in modo che dai progetti si passi ai cantieri e alle opere realizzate.

Ci sono poi le norme per favorire la manutenzione degli invasi, misura proposta mesi fa da Forza Italia al Ministro Pichetto, che ringraziamo per l'attenzione e la sollecitudine, che è del tutto innovativa, perché prevede il ribaltamento della qualificazione dei prodotti di pulizia degli invasi da rifiuti speciali a materie prime da utilizzare nell'edilizia, nell'industria e per finalità ambientali. Ispirate da Forza Italia anche le norme sul partenariato pubblico-privato e sulla dichiarazione di pubblica utilità delle opere di pulizia degli invasi e delle realizzazioni di dissalatori.

Gli aspetti ambientali nelle attività di realizzazione dei dissalatori, che avevano portato al divieto della loro realizzazione nella legge Salva mare, saranno presto superati da nuove tecnologie, tramite le quali i materiali di risulta del processo potranno a loro volta essere considerati come materie prime secondarie. Il decreto, poi, contiene molte previsioni per velocizzare le procedure, superare il dissenso e mettere in atto i poteri sostitutivi in caso di inerzia e ritardo.

Sempre sul versante delle semplificazioni ci sono misure per facilitare la realizzazione di vasche di raccolta acqua per uso agricolo, che potranno essere compiuti in edilizia libera, così come sono semplificate le disposizioni per la gestione delle acque reflue e dei fanghi di depurazione. Siamo peraltro molto soddisfatti della norma sulle tecniche di evoluzione assistita, le cosiddette TEA, da noi fortemente volute, tramite le quali è possibile trasferire un genere di resistenza in una varietà sensibile della stessa specie, rendendo di fatto queste piante più resistenti agli eventi siccitosi e, quindi, proteggendo le nostre colture.

Voglio ricordare che, grazie a questa norma, oggi l'Italia diventa il primo Paese dell'Unione europea ad autorizzare la sperimentazione in campo di queste nuove piante. È un risultato straordinario per la qualità dei prodotti e per l'ambiente, andando di fatto a rendere meno necessari tutti i trattamenti con i pesticidi, senza contare i vantaggi in termini di produttività per tutte le nostre imprese agricole. È questa l'innovazione, è questo il progresso di cui il nostro Paese ha bisogno, dopo anni di inutile ed ideologico ostruzionismo.

Quanto poi alla carenza di risorse, il Piano nazionale di ripresa e resilienza destina alle infrastrutture idriche circa 4,4 miliardi, una cifra consistente, non poco, come si dice. Questi soldi andranno spesi in modo puntuale, posto che 2 miliardi di euro sono destinati a nuove infrastrutture idriche; 900 milioni di euro sono indirizzati alla ripartizione, alla digitalizzazione e al monitoraggio integrato delle reti per diminuire le perdite di acqua; ulteriori 800 milioni di euro sono destinati al potenziamento e all'ammodernamento del sistema irriguo a servizio della nostra agricoltura; altri 600 milioni di euro sono finalizzati agli investimenti per gli impianti di depurazione di acque reflue che possono essere riutilizzati sia in agricoltura che dall'industria manifatturiera. A queste risorse si devono aggiungere 482 milioni, da spendere entro il 2023, derivanti dalla programmazione REACT-EU, cui si sommano ulteriori disponibilità di 169 milioni di euro da parte del dipartimento di coesione.

Con questa programmazione di spesa si riprende un percorso virtuoso con l'obiettivo di compiere una ricognizione sullo stato delle opere di mitigazione del rischio idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, al fine di accelerarne la realizzazione.

Il decreto, che oggi andiamo ad approvare, getta tutte le basi di lavoro necessarie per avviare questa gigantesca opera di modernizzazione del nostro Paese e programmare la cura e il benessere dei nostri territori. Quando si parla di garantire l'acqua alle future generazioni, ci si riferisce al dovere di assicurare l'accesso ad una quantità e qualità sufficiente di acqua per le generazioni future. Ciò implica adottare politiche e misure adeguate per preservare e gestire in modo sostenibile le risorse idriche. Questo deve includere l'investimento in infrastrutture sostenibili, la promozione di pratiche agricole industriali responsabili nei confronti dell'acqua, la sensibilizzazione e l'educazione della popolazione sull'importanza della gestione sostenibile delle risorse idriche, nonché la collaborazione internazionale per la tutela delle risorse condivise.

Con questo provvedimento - vado a concludere, Presidente - facciamo un ulteriore passo nella direzione di una vera riforma strutturale del settore, passando da provvedimenti emergenziali ad una lungimirante programmazione di ampio respiro.

Siamo assolutamente soddisfatti del lavoro svolto, soprattutto perché l'idea di acqua come risorsa preziosa e bene comune arriva oggi in Aula dopo un intenso lavoro fra Camera, Senato e Governo. Il risultato di queste positive interlocuzioni si traduce oggi nel decreto Siccità, un provvedimento atteso dai territori, dai cittadini e dal sistema Paese, che potranno contare su atti concreti e visibili e non su proclami ideologici, privi di contenuti e utili solo per alimentare una sterile e noiosa propaganda. Per tutto questo, Forza Italia con convinzione voterà la fiducia al provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.

PATTY L'ABBATE (M5S). Grazie, Presidente. Governo, colleghi, oggi dovrei intervenire in dichiarazione di voto del MoVimento 5 Stelle sulla fiducia al Governo per il decreto Siccità, ma dare la fiducia a un Governo è qualcosa di molto serio, quindi, noi dobbiamo sentirci di dare questa fiducia. Ma in base a cosa? Che cosa c'è in questo decreto? Per noi non va assolutamente bene che questo decreto Siccità non abbia una visione, una programmazione e che non ci sia prevenzione. Eppure, quello che sta accadendo è sotto gli occhi di tutti.

Non ci sono investimenti in mitigazione e adattamento al cambiamento climatico, anzi, probabilmente, da parte del Governo, a volte, forse, c'è una certa incertezza nel capire che cosa sia il cambiamento climatico, nel seguire quello che la scienza ci sta dicendo, quello che a marzo il report dell'IPCC ha detto, ovvero che non abbiamo più tempo, quello che i ragazzi ci dicono ogni giorno nelle piazze e con le loro manifestazioni, a volte, venendo anche visti come quelli che fanno qualcosa che non dovrebbe essere fatto. Io a volte penso che quello che non deve essere fatto avviene qui (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Voi spesso dite: “Va bene la sostenibilità ambientale, però al primo posto viene la sostenibilità economica”. Ma guardiamo cosa sta facendo la siccità, guardiamo cosa sta facendo l'altra faccia della medaglia, l'alluvione. Secondo voi in Emilia-Romagna, dal punto di vista economico, come apriranno la stagione estiva? Questo lo avete capito. E i danni del cambiamento climatico chi li paga? I cittadini con le loro tasche? In questo decreto mi aspettavo prevenzione, non mi aspettavo la costruzione di dissalatori, perché questa è un'altra scatola vuota, come il ponte. Cosa facciamo, mettiamo altri 15 miliardi sui dissalatori, come abbiamo fatto sul ponte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

Se ascoltiamo la scienza, i dissalatori possono anche andare bene in alcune regioni dove hanno problematiche differenti; magari se li possono permettere, perché hanno un problema diverso. In Italia no, non è così! In Italia, se andiamo a fare un calcolo chiaro, anche sugli impatti ambientali, a noi non servono i dissalatori. A noi non servono nemmeno le centrali atomiche, perché sapete di quanta acqua avranno bisogno le centrali? Noi qui stiamo parlando di tutela dell'acqua, stiamo parlando di una risorsa importantissima. Solitamente in tutte le parti del mondo ci sono le guerre per l'acqua; l'Italia non è che sia messa molto meglio di altri Stati, se andiamo a vedere le regioni più critiche. Ho letto stamattina un rapporto dell'ISPRA: le regioni più critiche sono quelle centrali per siccità, ma anche tutte le altre sono critiche; non c'è una regione con una parte verde che sta a indicare che lì non vi sono problemi. Quindi, la cosa è veramente seria e per noi tutto quello che avete scritto non va bene. Cosa per noi, invece, andava bene che fosse inserito all'interno del decreto? Iniziare a incentivare industria 4.0, l'agricoltura di precisione, l'agricoltura 4.0, per risparmiare acqua. Occorre procedere verso le innovazioni, anche per creare lavoro utile. Un lavoro utile significa far lavorare una serie di lavoratori in un settore green, in un settore che faccia veramente questa transizione ecologica. L'abbiamo fatto in questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Non mi sembra che sia stato fatto, non mi sembra.

Poi c'è un altro punto che è giusto che i cittadini sappiano e che è la lotta al consumo del suolo.

Ora, io vengo dalla scorsa legislatura, ero in Senato, e in Senato il MoVimento 5 Stelle, per tutta la legislatura, ha tentato di portare avanti una legge sul consumo del suolo, per evitare, appunto, il consumo del suolo. Da chi è stata ostacolata? Da tutti i partiti di destra. È inutile, lo dobbiamo dire! È stata ostacolata, non è andata avanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), quella era prevenzione! Perché, poi, ci siamo trovati con i problemi di Ischia e dell'Emilia-Romagna. Infatti, anche la siccità è collegata strettamente a un suolo che ha problemi, a un suolo che non è nemmeno più fertile, sta perdendo la fertilità e sapete perché? Perché all'interno c'è il 2 per cento di plastica.

Qui, torniamo a un qualcosa che abbiamo rivisto nei giorni scorsi, perché noi, la Giornata mondiale dell'ambiente, la festeggiamo tutti, vero? Il 5 aprile festeggiamo la Giornata mondiale dell'ambiente, poi, ci dimentichiamo, gli altri giorni, che l'ambiente è un qualcosa dove noi viviamo e che, quindi, dalla salute dell'ambiente dipende la salute anche dei cittadini; noi lo dimentichiamo. Quel giorno era dedicato alle plastiche. Se non facciamo una lotta alle plastiche e, quindi, evitiamo che si disperdano nell'ambiente, queste andranno nel nostro suolo e il suolo diventerà poco fertile. Questi sono i problemi che vengono fuori.

Un'altra cosa che volevo dirvi è il perché si tratta di cambiamento climatico e non di maltempo: perché sono caduti 100 millimetri di pioggia in due settimane. Sono precipitazioni che dovevano cadere in sette o otto mesi. Allora, adesso ditemi se questo è maltempo, se tutti gli scienziati stanno dicendo cavolate, se - non so - i ragazzi ci dicono cose che non vanno bene o se, qui, qualcuno fa finta di non sentire? Poi, fare finta di non sentire per cosa? Per tutelare il made in Italy? Per tutelare le imprese italiane? Forse, non abbiamo capito: qui, non ci sarà un modello economico, qui, non c'è un'economia, se non tutelo le mie risorse, se non tutelo il territorio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Abbiamo cifre esorbitanti - le troviamo nel rapporto dell'IPCC - di quello che paghiamo in salute, perché la salute dei cittadini viene messa proprio a dura prova; abbiamo un mare di soldi e quello è un danno ambientale, ci troviamo una marea di soldi nella sanità, in medicinali, in cure per i cittadini che sono, appunto, purtroppo, soggetti a quello che sta avvenendo al loro territorio.

Mi avvio a concludere. Come dicevo, siccità e alluvioni hanno un unico nome: cambiamento climatico. Cerchiamo questa volta veramente di capirlo, ma questo Governo, purtroppo, non ascolta la scienza. Noi siamo qui non per fare opposizione, giusto perché siamo seduti da questa parte, noi siamo qui e cerchiamo ogni giorno, con i nostri emendamenti e con i nostri ordini del giorno, di dirvi quello che sarebbe giusto fare. Per tutelare chi? Per tutelare i cittadini, che vi stanno raccontando ogni giorno il loro malessere e il loro disagio; lo raccontano con le vite che non ci sono più, lo raccontano con la casa che hanno perso, lo raccontano col negozio che hanno sotto l'acqua: ve lo raccontano ogni giorno.

Questo Governo, quindi, non può avere la nostra fiducia. Pertanto, com'è evidente dalla dichiarazione che sto portando avanti, il MoVimento 5 Stelle darà un voto contrario alla fiducia su questo decreto, che assolutamente non risolverà nulla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Davide Bergamini. Ne ha facoltà.

DAVIDE BERGAMINI (LEGA). Presidente, Governo, onorevoli colleghi, oggi siamo chiamati a dare il via libera definitivo al decreto Siccità presentato dal Governo, un decreto presentato per far fronte a una delle problematiche probabilmente più urgenti degli ultimi anni e che il nostro Paese sta affrontando. È un problema che merita sicuramente il nostro impegno convinto, un problema che si chiama “siccità”, un problema che, in pochissimo tempo, abbiamo visto trasformarsi da siccità ad alluvione. Pertanto, è giunto il momento di affrontarlo con pragmatismo e determinazione, perché la siccità rappresenta in modo significativo per il nostro Paese e per i nostri territori un problema vero, che va a colpire soprattutto alcuni comparti del nostro Paese. Tra i primi, c'è sicuramente il comparto agricolo. Gli effetti del cambiamento climatico si fanno sentire sempre di più, come ha detto qualcuno che mi ha preceduto, e negli ultimi anni abbiamo assistito sicuramente a fenomeni climatici che stanno mettendo a rischio le nostre risorse idriche e tutte quelle attività che hanno necessità di questa importante risorsa naturale che si chiama acqua, una risorsa che serve a molte aziende per produrre.

L'agricoltura, in primis, dipende dall'acqua. Un'agricoltura senza acqua, Presidente, non può produrre o forse può produrre meno, con gravi ripercussioni sull'intera economia nazionale e sull'intera filiera agroalimentare che, a sua volta, avrebbero effetti negativi sul mondo del lavoro, con posti di lavoro che rischiano di essere messi a repentaglio ogni giorno.

È un problema che, se non affrontato con determinazione e velocità, andrebbe a penalizzare le nostre aziende, le nostre economie e sicuramente ne gioverebbero solamente le economie straniere in molti comparti.

È nostro dovere, pertanto, agire con determinazione per contrastare questo fenomeno, iniziare un percorso per garantire un futuro sostenibile al nostro Paese. Il decreto Siccità proposto dal Governo va assolutamente in questa direzione, affrontando in modo concreto, tempestivo ed oggettivo questa problematica, fornendo misure efficaci per la gestione delle risorse idriche. Accogliamo, pertanto, positivamente, come già confermato in altre sedi, la costituzione di una cabina di regia che vede impegnati i vari Ministeri interessati e che finalmente avrà la possibilità di confrontarsi costantemente sulla tematica e di fornire azioni concrete, con la figura del Commissario, che potrà mettere in campo azioni efficaci nel pieno rispetto del contesto ambientale, ma mettendo al primo posto le esigenze del Paese e degli italiani in tempi celeri. Finalmente, parliamo di tempi celeri.

Apprezziamo, inoltre, gli sforzi di questo Governo e l'intervento del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti che, tramite il Ministro Salvini, ha messo a disposizione subito risorse per oltre 100 milioni per interventi urgenti da eseguire in alcune regioni che ne avevano necessità impellente. Queste azioni vanno dalla realizzazione di nuovi invasi all'adeguata manutenzione dei corsi d'acqua, a un miglioramento della tenuta idraulica, passando per la promozione e la ricerca di tecnologie che permettano di arginare il problema della siccità. Finalmente, avremo meno burocrazia e tempi più rapidi per la realizzazione delle infrastrutture necessarie. Si inizia, finalmente, in questo Paese, a parlare di prevenzione; è un primo passo, ma, finalmente, iniziamo a parlare di prevenzione.

Oggi, abbiamo finalmente un Governo che affronta il problema in modo pratico, abbandonando quella strada intrapresa in passato dalla politica del no. Diciamo finalmente basta alla politica dei no, a quella politica che, in nome dell'ambiente, ha bloccato opere per anni, ha impedito di analizzare con oggettività i problemi presenti sui nostri territori, nascondendosi troppo spesso dietro slogan ambientalisti. Sono sicuro che stasera o domani - ma l'abbiamo già sentito alcuni istanti fa - qualcuno ci accuserà di non avere fatto abbastanza, di essere distanti dalla salvaguardia dell'ambiente, cercando di distogliere l'attenzione dei media da tutto ciò che di buono invece contiene questo decreto. Lo abbiamo già sentito prima: qualcuno forse ci accusa di non gestire il meteo. Purtroppo, questo non riusciamo ancora a farlo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Siamo un Governo che lavora, un Governo diretto, un Governo che sta cercando di compiere azioni importanti per far fronte a questo problema, ma il meteo non riusciamo ancora a controllarlo. A costoro vorrei chiedere, però, una cosa: avete fatto una legislatura intera, ma cosa avete fatto per risolvere il problema quando eravate al Governo, cari colleghi del MoVimento 5 Stelle?

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA (ore 17,30)

DAVIDE BERGAMINI (LEGA). Una delle disposizioni principali del decreto riguarda l'implementazione di misure di risparmio idrico e di riutilizzo delle acque reflue. Queste iniziative sono fondamentali per ottimizzare l'utilizzo delle risorse, riducendo sprechi e garantendo una gestione responsabile e oculata delle risorse disponibili. Questo si chiama rispetto per l'ambiente, anche quando qualcuno sostiene che rispetto per l'ambiente il centrodestra non ne abbia.

Il decreto promuove investimenti nella modernizzazione delle infrastrutture idriche e nel potenziamento di sistemi di monitoraggio che sono essenziali per una gestione efficiente e preventiva della siccità.

In definitiva, si può affermare che questo è un decreto che finalmente dà una risposta concreta a un problema che mai prima d'ora era stato affrontato in modo adeguato, corretto, oggettivo e soprattutto con equilibrio e attenzione, quell'equilibrio e quell'attenzione che sono mancati in passato e che a qualcuno oggi dell'opposizione deve essere sfuggito. Infatti, abbiamo sentito dichiarazioni di colleghi del centrosinistra criticare quello che, a nostro parere, è invece uno strumento fondamentale per il Paese, oggi. Ormai siamo abituati alle critiche di una sinistra che, come spesso accade, si dimostra indifferente ai problemi veri di chi lavora, ai veri problemi degli italiani che lavorano e che ci chiedono risposte ogni giorno all'interno di quest'Aula.

E, come ho già dichiarato in altri interventi all'interno di quest'Aula, diciamo “sì” all'ambiente, ma diciamo “no” ad un ambientalismo estremista perché, con l'ambientalismo estremista, poi arrivano risultati come quelli che, purtroppo, abbiamo visto, Presidente, nell'ultimo mese. Ed è sotto gli occhi di tutti quello che, poche settimane fa, è accaduto nei territori colpiti dall'alluvione, perché il problema legato alla gestione delle risorse idriche non riguarda solo la siccità - come ha detto qualcuno che mi ha preceduto - ma porta con sé una serie di conseguenze annesse a quelle che, purtroppo, gli abitanti dell'Emilia-Romagna, delle Marche e della Toscana hanno dovuto subire a seguito dell'alluvione.

Voglio approfittare di questo momento per esprimere e rinnovare la mia, la nostra vicinanza a quelle persone che hanno vissuto momenti terribili e che stanno lavorando ancora oggi per riportare alla normalità quella situazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Gestire il problema della siccità significa realizzare infrastrutture idonee che ci permetteranno di gestire al meglio anche i cambiamenti climatici in corso e che potranno essere un utile supporto anche a fronte delle forti precipitazioni che sempre più frequentemente colpiscono il nostro Paese. Per concludere, Presidente, credo che oggi all'interno di quest'Aula si debba andare oltre il normale dibattito politico: serve la responsabilità di ognuno di noi - e mi rivolgo ai colleghi dell'opposizione -, una responsabilità di analisi, una responsabilità che, con coerenza, possa dimostrare agli italiani che ci hanno dato la loro fiducia in momenti in cui bisogna fare squadra per risolvere i problemi veri, per far ripartire il Paese, interpretando le esigenze di chi ci ha voluto oggi all'interno di quest'Aula. Pertanto, Presidente, a nome mio e dell'intero gruppo Lega-Salvini Premier, desidero esprimere, in modo convinto e granitico, il nostro voto favorevole alla fiducia richiesta dal Governo sul decreto Siccità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Simiani. Ne ha facoltà.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Illustre Presidente, cari colleghi e care colleghe, il problema della siccità è una priorità per il nostro Paese. Secondo l'Osservatorio ANBI, l'Associazione nazionale consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue, tra il 1991 ed il 2020, la media della pioggia annualmente caduta sull'Italia ha sfiorato i 255 miliardi di metri cubi, è stata cioè il 18 per cento in meno rispetto alla soglia indicata nel 1970. L'anno scorso i danni provocati dalla mancanza di acqua nelle campagne furono stimati in 6 miliardi di euro. Molti comuni, la scorsa estate, dovettero ricorrere all'approvvigionamento esterno con le autobotti e, per quest'anno, le previsioni sono ancora peggiori. Nonostante ciò, ci troviamo di fronte ad un provvedimento secondo noi vuoto, inutile e per alcuni aspetti dannoso. Le associazioni ambientaliste, tutte e indistintamente, hanno criticato il testo, rimarcando come il decreto sia basato esclusivamente su interventi infrastrutturali, sull'estensione dell'approccio commissariale e su un'ulteriore artificializzazione del reticolo idrico già prossimo al collasso.

Condividiamo pienamente questo giudizio. Per affrontare la crisi idrica, il Governo ricorre, ancora una volta, a commissari, a deroghe a norme di tutela ambientale e a una nuova ondata di cemento sul territorio. Una strategia nazionale integrata, in un'ottica di bacini idrografici e la promozione di nuove pratiche e misure volte a ridurre la domanda di acqua e ad evitare gli sprechi: questa è la scelta che noi dobbiamo seguire. Occorre agire sugli ostacoli alla rimozione delle perdite idriche e adottare, per ogni bacino idrografico, piani di bilancio idrico, con misure di gestione della siccità che devono essere inserite nella pianificazione territoriale e tenute in considerazione per il rinnovo delle concessioni idriche, in modo da superare definitivamente l'attuale approccio emergenziale. Mancano, quindi, visione e programmazione, perché la siccità - come vorrebbero farci credere alcuni esponenti della destra - non è un fenomeno passeggero o un capriccio ideologico degli ambientalisti, ma è una problematica ricorrente anche e soprattutto nei nostri territori.

La scienza del clima ci mostra da tempo che l'Italia, inserita nel contesto di un hotspot climatico come il Mediterraneo, risente, più di altre zone del mondo, dei recenti cambiamenti climatici di origine antropica e dei loro effetti, non solo sul territorio e sugli ecosistemi, ma anche sull'uomo e sulla società relativamente al suo benessere, alla sua sicurezza, alla sua salute e alle sue attività produttive. Sappiamo, quindi, che il cambiamento climatico esiste e che il nostro Paese deve imparare a limitarlo e a gestirlo attraverso programmi e soluzioni adeguate. Il Partito Democratico, nel corso della discussione parlamentare del provvedimento, ha avanzato proposte specifiche in questa direzione. Mi riferisco, ad esempio, in primo luogo, ad un maggior coordinamento tra gli interventi della cabina di regia e le altre iniziative già intraprese per contrastare gli effetti della scarsità idrica e agli interventi e alle opere relative alle infrastrutture idriche, già approvate e finanziate dalle politiche di investimento nazionali ed europee, come in particolare il PNRR.

Come spiega una relazione del 2022 della Corte dei conti, quella stessa Corte che avete silenziato due giorni fa, il PNRR mette in campo quasi 4 miliardi di euro per investimenti per migliorare il cosiddetto servizio idrico nazionale, ossia l'insieme dei servizi pubblici per la gestione e la distribuzione dell'acqua sul suolo nazionale. Due miliardi di euro circa sono destinati a interventi per l'approvvigionamento di acqua e poco meno di un miliardo sarà investito negli acquedotti, mentre un altro miliardo circa è destinato a misure per le fognature e la depurazione delle acque.

Ora che la Corte dei conti non potrà più relazionare sugli appuntamenti e sugli interventi che ci saranno nei prossimi anni, starà a voi aggiornarci sullo stato di avanzamento di questi progetti, ma starà a noi vigilare sul vostro operato, perché noi crediamo che questo del PNRR sia un appuntamento che non deve fallire e noi saremo pronti anche a intervenire con le azioni parlamentari che in questo caso ci sono permesse.

Un'altra proposta riguarda una serie di interventi strutturali per rendere efficiente il funzionamento del ciclo idrico integrato e permettere la riduzione delle perdite di rete e completare gli interventi sulla depurazione, con l'adozione quindi di iniziative volte a evitare gli sprechi, sia dal punto di vista delle dispersioni, sia in relazione all'uso della risorsa idrica per implementare il riuso delle acque reflue depurate in agricoltura e a fini industriali, attraverso le modifiche normative necessarie. In Italia, infatti, sprechiamo 104.000 litri di acqua al secondo; basta fare un rapido calcolo per scoprire che si tratta di ben 9 miliardi di litri al giorno; lo spreco di acqua potabile è pari al 42 per cento dell'acqua che scorre lungo 500.000 chilometri di reti di acquedotti.

Un'ulteriore proposta riguarda l'istituzione di un Fondo straordinario per le misure urgenti sulla rete fluviale: si tratta di un Fondo che ha come obiettivo la realizzazione di interventi per restituire spazio ai fiumi, per ampliare le casse di espansione e per ridurre la canalizzazione, ripristinando le connessioni tra gli alvei e le pianure inondabili, anche rimuovendo e modificando parte degli sbarramenti esistenti, per favorire interventi finalizzati alla ricarica degli acquiferi nel sottosuolo nei periodi di surplus idrico.

Queste sono proposte strutturali che hanno una visione e non si limitano ad interventi emergenziali. Niente di tutto questo è stato fatto ed è già ampiamente sufficiente per giustificare il nostro “no” al provvedimento. Ma ci sono, purtroppo, altre due ragioni che aggravano la situazione: questo decreto oltre a essere, come ho detto, vuoto e inutile, è tardivo e non venite a ripeterci la solita litania: “Perché non lo avete fatto quando eravate voi al Governo?”. Farei notare che i partiti che hanno fatto parte dell'attuale maggioranza e i loro autorevoli esponenti hanno governato per anni nell'ultimo decennio - Forza Italia con il Governo Letta 1, Renzi 1 e Draghi e la Lega con i Governi Conte 1 e Draghi - addirittura per due anni e mezzo negli ultimi quattro anni. Infatti, esattamente un anno fa, proprio il governatore Draghi, intervenendo con piani di emergenza regionali sulla siccità, aveva stanziato risorse ed era pronto a varare un apposito decreto con le misure di contrasto alla scarsità d'acqua e di adeguamento alle infrastrutture idriche. Lo stesso Salvini, proprio nel giugno dello scorso anno, lanciava il suo grido di dolore e affermava: “L'emergenza per le famiglie è rinnovare lo sconto benzina e quello di luce e gas, e poi un decreto Siccità perché ci sono agricoltori che non ce la fanno più. Lo chiedo formalmente al Governo Draghi. Queste misure non servono alla Lega, ma agli italiani. Spero che il Governo non perda altri giorni”.

Lui certamente non ha perso tempo e, infatti, dopo pochi giorni, ha fatto cadere il Governo, penalizzando gli italiani ancora una volta.

Questa sì, è stata veramente una misura che è servita alla Lega. Senza che le elezioni anticipate ci fossero, la Lega sarebbe stata ridimensionata e oggi forse si sarebbe parlato di un'altra storia.

Ma non finisce qui. La stessa Premier Meloni, dai banchi dell'opposizione, accusava smaniosa il Governo Draghi di aver agito in ritardo e di avere addirittura ignorato un documento scientifico dell'Unione europea, pubblicato a marzo 2022, sull'emergenza della crisi idrica.

Infatti, in questo caso, anche lei dichiara: non hanno prestato ascolto, non solo agli allarmi provenienti da diverse parti, ma anche ad uno studio dello scorso marzo della Commissione europea, riguardante addirittura la pianura padana. Questo lo affermava direttamente Giorgia Meloni. Proprio lei, che ha un capogruppo al Senato negazionista e per il quale il cambiamento climatico non è un dogma. Proprio lei, che, in questi mesi, al Governo, ha fatto propaganda contro tutti i documenti dell'UE sul clima, dalle auto green alle case green. Da giugno 2022, per colpa della destra, siamo passati al giugno 2023 e abbiamo perso un intero anno, senza aver fatto niente e soprattutto senza alcuna misura strutturale.

Questo decreto - e mi avvio a concludere -, oltre ad essere inutile e tardivo, è stato anche umiliato dal Parlamento: non solo al Senato, dove la maggioranza ha ritirato molti emendamenti pur di far votare gli identici presentati dall'opposizione, evidenziando, quindi, una censura incomprensibile e controproducente alla discussione parlamentare, ma anche alla Camera, il cui atteggiamento è stato addirittura peggiore. La votazione di quasi 160 proposte emendative è stata confusa, si è svolta in Commissione velocemente. La decretazione d'urgenza non può, in ogni caso, esautorare il Parlamento.

Signori deputati, dobbiamo capire che questo è un problema e lo dico soprattutto ai colleghi della destra, affinché abbiano, almeno su questo, un moto d'orgoglio. Noi dobbiamo discutere e dobbiamo far sì che questo Parlamento possa arrivare a discutere sui vari emendamenti. Infatti, la maggioranza sembra ormai solida. Lo capisco, siete tanti, anche nei numeri, e non capisco francamente, non comprendiamo questa evidente e continua sottomissione nei confronti del vostro Governo. Non lo capiamo.

Ecco perché pensiamo che questo decreto sia sbagliato nel metodo e nel merito, nei contenuti e nella forma. E credo che sia, inoltre, l'ennesima retromarcia di una Premier che ha perso ogni briciolo di coerenza rispetto a quando sedeva nei banchi dell'opposizione.

Per questi motivi, annuncio il voto contrario da parte del Partito Democratico sulla fiducia e su questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cerreto. Ne ha facoltà.

MARCO CERRETO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, è da qualche anno che l'Italia è attraversata da eventi atmosferici estremi, tanto che l'eccezionalità di tali fenomeni è diventata ormai la norma: il verificarsi di lunghi periodi siccitosi, ai quali si susseguono improvvise precipitazioni e copiose grandinate. Tali fenomeni producono danni ingenti alle strutture e alle infrastrutture in diversi settori economici, tra cui l'agricoltura e le sue produzioni.

Tra la fine del 2022 e il primo quadrimestre del 2023, abbiamo avuto un periodo di lunga siccità, che al Nord ha portato ai minimi storici, da settant'anni a questa parte, il lago di Garda, il lago di Como, il lago d'Iseo e il Lago Maggiore. Abbiamo assistito a un livello idrometrico del Po a meno 3,5 metri, con le sponde ridotte a distese di sabbia all'altezza di Pavia, come non si vedevano da anni. Piogge intense e persistenti hanno comportato il verificarsi di frane, smottamenti e alluvioni, devastando interi territori e colpendo, com'è successo in Emilia-Romagna, migliaia di persone, seminando morte e devastazione, cui corre immediata la nostra memoria. Ma anche nel resto del Paese, della Sicilia al Trentino, si vive un enorme disagio dovuto alle condizioni meteorologiche.

Ma l'Italia è anche il Paese che presenta un altro tipo di evidenza: un'emergenza tutta strutturale, con la quale nessuno ha voluto fare i conti almeno da vent'anni a questa parte.

Vede, Presidente, questo è un Paese che riesce a trattenere solo l'11 per cento delle acque piovane sul territorio, il restante 89 per cento va a finire in mare. Questo è un Paese i cui acquedotti perdono, in media, il 50 per cento dell'acqua che viene dispersa a causa di una serie di fattori che non sono più ignorabili. Alla luce di questi fattori, grazie al Governo Meloni, per la prima volta, si affronta il problema della siccità in modo strutturale, in modo da offrire una risposta concreta all'emergenza climatica e idrogeologica che affligge il nostro Paese.

Questo provvedimento contribuisce, in maniera decisiva, a risolvere il problema della frammentarietà, delle molteplici competenze, dei conflitti di attribuzione, della lentezza burocratica e dell'assenza di programmazione, che ha contribuito - e non poco - a un sistema, quello della gestione idrica, che appare oggi più che mai lento ed eccessivamente appesantito da passaggi burocratici che stridono irrimediabilmente con i princìpi di pragmatismo e di efficientismo con i quali, oggi, un Paese, come l'Italia, è necessariamente chiamato a gestire lo scenario sin qui descritto.

Ed è in questo senso che il decreto n. 39 del 2023, che quest'Aula si appresta ad approvare con voto di fiducia dopo il passaggio in Senato del 31 maggio scorso, assume una portata storica, perché questo decreto ha finalmente adottato provvedimenti strutturali decisivi per affrontare la problematica della carenza idrica e le sue ripercussioni sul territorio, sull'ambiente e sui sistemi produttivi. In altri termini, si tratta di uno strumento che si pone l'obiettivo della salvaguardia della risorsa idrica, attraverso il potenziamento e l'adeguamento delle infrastrutture idriche del nostro Paese in un quadro strategico di medio e di lungo periodo.

È da salutare con grande favore l'istituzione di una cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, presieduta dal Presidente Meloni, che eserciterà funzioni di indirizzo, di coordinamento e monitoraggio, superando così le frammentazioni e, se mi consente, Presidente, anche le asimmetrie strutturali presenti nel Paese, che spesso vengono sottaciute (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

La cabina di regia potrà effettuare la ricognizione delle opere e degli interventi di urgente realizzazione, affidando ad un commissario straordinario, dotato finalmente di poteri sostitutivi, la realizzazione di interventi strategici, consentendo l'accelerazione della spesa: sì, l'accelerazione della spesa, perché sempre più spesso assistiamo a somme destinate a progetti che poi giacciono per anni in cassa e non vengono spesi, a danno della realizzazione di opere che non vedranno mai la luce.

Il decreto si occupa finalmente di affrontare, in maniera efficiente, l'utilizzo dei volumi degli invasi esistenti, ma non solo, anche di completare gli invasi incompiuti e di realizzarne di nuovi. Insomma, dare corpo al tanto invocato Piano nazionale invasi per scopi potabili, irrigui, industriali e idroelettrici, che tante associazioni di categoria hanno richiesto a gran voce, ma alle quali la politica, sino ad oggi, non ha mai saputo dare risposte concrete (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Così come il decreto affronta il problema della dispersione idrica delle reti, fissando un termine ai concessionari e ai gestori delle infrastrutture idriche per effettuare interventi tali da migliorare le capacità delle reti stesse, e, nel caso persistano inadempimenti ingiustificati, è prevista la revoca della concessione.

Il decreto disciplina anche la possibilità di realizzare vasche di raccolta delle acque piovane di 50 metri cubi per ettaro coltivato. Sarebbe, ovviamente, pleonastico spiegare i benefici che questa norma porterà agli agricoltori, tra l'altro senza ulteriori oneri burocratici aggiuntivi.

Così come si potranno realizzare impianti di desalinizzazione, che non saranno più soggetti a valutazione di impatto ambientale a livello nazionale, come oggi, ma soltanto ad una verifica di assoggettabilità alla valutazione regionale. Tali impianti, faccio notare, possono fornire un valido supporto per l'approvvigionamento idropotabile, ove vi sia, evidentemente, una comprovata carenza idrica e, contestualmente, la mancanza di fonti alternative. Vorrei sottolinearlo, per suo tramite, Presidente, alla collega L'Abbate, la quale, tra l'altro, ha confuso il giorno della Giornata dell'ambiente: collega L'Abbate, la Giornata dell'ambiente non è il 5 aprile, bensì il 5 giugno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).Ma comprendo l'evidente lapsus freudiano, giacché il 5 aprile è la giornata internazionale della coscienza e, quindi, probabilmente pensavate, in coscienza, a quello che non avete fatto e a quello che avreste potuto fare negli anni in cui eravate al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Guardiamo, altresì, con estremo favore all'istituzione, sempre contenuta nel decreto, di un osservatorio distrettuale permanente sugli utilizzi idrici, al fine di migliorare i processi decisionali durante le crisi idriche a livello distrettuale, garantendo così una migliore collaborazione tra le autorità competenti, specie nella gestione integrata delle risorse idriche, avendo la capacità di allineare e diffondere i dati sulla disponibilità e l'uso della risorsa idrica nel distretto idrografico di riferimento. Così come riteniamo assolutamente necessarie le misure volte a rafforzare il sistema di sanzioni per l'estrazione illecita di acqua pubblica e per gli inadempimenti nelle attività di manutenzione delle dighe.

Inoltre, questo decreto, Presidente, è stato ulteriormente migliorato durante l'esame parlamentare. Dunque, vorrei porre l'accento su un altro intervento che assume un'importanza straordinaria e, con l'occasione, vorrei ringraziare, a nome del gruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, il presidente della Commissione industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare del Senato Luca De Carlo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), autore di un emendamento che introduce, in questo decreto, le tecniche di evoluzione assistita in agricoltura. La siccità, infatti, non è un fenomeno episodico, purtroppo. Le previsioni scientifiche indicano un costante aumento della temperatura media del Pianeta. Gli sforzi per contrastare questo fenomeno devono individuare soluzioni di lungo periodo. Se per tutti noi la scarsità idrica è un dramma, perché senza acqua non si vive, pensiamo a quanto devastante può essere questo fenomeno per gli agricoltori. Il settore agricolo, infatti, è davvero in grande, grande difficoltà. L'irrigazione, quando è possibile, è uno dei costi più ingenti e le coltivazioni patiscono, comunque, l'eccessivo calore e un terreno particolarmente arido.

Per questo abbiamo voluto introdurre questa misura in questo decreto. Non è una scorciatoia, perché una delle caratteristiche delle piante ottenute tramite le TEA è proprio la resistenza alla scarsità idrica. È una norma che, a giudicare dall'approvazione all'unanimità in Commissione al Senato, rappresenta una svolta epocale nel modo di fare agricoltura (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

L'innovazione genetica in agricoltura si è sempre fatta e ha consentito di ottenere le varietà e i prodotti agricoli di eccellenza che sono un vanto della nostra Nazione, ma occorre fare di più. Mi riferisco alla norma introdotta, che consente la sperimentazione in campo di piante ottenute mediante le tecniche di evoluzione assistita, mutagenesi sito-diretta e cisgenesi, due tecniche la cui applicazione in laboratorio su molte varietà di ortaggi - e non solo - ha dato risultati sorprendenti. Pertanto, sperimentare in campo aperto, pur con tutte le precauzioni del caso, è un atto dovuto e, con coraggio, dobbiamo farlo. Si tratta di tecniche che consentono di ottenere varietà resistenti agli stress ambientali e agli attacchi di parassiti, senza - per suo tramite, Presidente, vorrei sottolinearlo all'onorevole Bonelli - andare a incrociare geni appartenenti a specie diverse, come, invece, avviene negli OGM tradizionalmente conosciuti, che sono un'altra cosa rispetto alle TEA e che sono e resteranno vietati grazie - e lo voglio rivendicare con forza - a una battaglia che si intestò, con coraggio, la destra politica sin dal lontano 2003 (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Qui, al contrario, la ricerca ha lavorato per accelerare quei processi di accoppiamento che prevedono di addivenire a una spontaneità in natura, per il naturale meccanismo di adattamento degli esseri viventi a un ambiente sempre più ostile. Questa norma, che autorizza, mediante una procedura prevista già a livello unionale, la sperimentazione in campo di queste tecniche consente, quindi, alla ricerca e al progresso di compiere un passo ulteriore, un passo che sembrava scontato ma non lo era. Ancora una volta, Presidente, con senso di responsabilità il Governo Meloni e questa maggioranza parlamentare si stanno assumendo l'onere di porre fine a decenni e decenni di inerzia e di immobilismo. È per questi motivi, sin qui esposti, che dichiaro il voto di fiducia del gruppo di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

Poiché, sulla base delle intese intercorse tra i gruppi, è stato convenuto che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 18, sospendo la seduta fino a tale ora.

La seduta, sospesa alle 17,55, è ripresa alle 18.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1195​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è già stata effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri. La chiama avrà quindi inizio dal deputato Ciani.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti: ………………… 317

Votanti: ………………… 314

Astenuti: ………………….. 3

Maggioranza: …………... 158

Hanno risposto : ……… 195

Hanno risposto no: …….. 119

La Camera approva.

Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Almici Cristina

Ambrosi Alessia

Amich Enzo

Amorese Alessandro

Andreuzza Giorgia

Antoniozzi Alfredo

Arruzzolo Giovanni

Bagnai Alberto

Bagnasco Roberto

Baldelli Antonio

Barabotti Andrea

Barelli Paolo

Battilocchio Alessandro

Battistoni Francesco

Bellomo Davide

Bellucci Maria Teresa

Benvenuti Gostoli Stefano Maria

Benvenuto Alessandro Manuel

Bergamini Davide

Bergamini Deborah

Bicchielli Pino

Billi Simone

Bisa Ingrid

Bof Gianangelo

Brambilla Michela Vittoria

Bruzzone Francesco

Buonguerrieri Alice

Calderone Tommaso Antonino

Calovini Giangiacomo

Candiani Stefano

Cangiano Gerolamo

Caparvi Virginio

Cappellacci Ugo

Caramanna Gianluca

Caretta Maria Cristina

Carloni Mirco

Caroppo Andrea

Carra' Anastasio

Casasco Maurizio

Cattaneo Alessandro

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Cavo Ilaria

Centemero Giulio

Cerreto Marco

Cesa Lorenzo

Chiesa Paola Maria

Ciaburro Monica

Ciancitto Francesco Maria Salvatore

Ciocchetti Luciano

Cirielli Edmondo

Coin Dimitri

Colombo Beatriz

Colosimo Chiara

Colucci Alessandro

Comaroli Silvana Andreina

Comba Fabrizio

Congedo Saverio

Coppo Marcello

Cortelazzo Piergiorgio

Crippa Andrea

Dalla Chiesa Rita

Dara Andrea

D'Attis Mauro

De Bertoldi Andrea

De Corato Riccardo

De Palma Vito

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

Di Maggio Grazia

Di Mattina Salvatore Marcello

Dondi Daniela

Donzelli Giovanni

Ferrante Tullio

Ferro Wanda

Filini Francesco

Formentini Paolo

Foti Tommaso

Frassinetti Paola

Frassini Rebecca

Frijia Maria Grazia

Furgiuele Domenico

Gardini Elisabetta

Gatta Giandiego

Giaccone Andrea

Giagoni Dario

Giglio Vigna Alessandro

Giordano Antonio

Giorgianni Carmen Letizia

Giovine Silvio

Iezzi Igor

Kelany Sara

La Porta Chiara

La Salandra Giandonato

Lancellotta Elisabetta Christiana

Latini Giorgia

Lazzarini Arianna

Leo Maurizio

Loizzo Simona

Lollobrigida Francesco

Longi Eliana

Loperfido Emanuele

Lucaselli Ylenja

Lupi Maurizio

Maccanti Elena

Maccari Carlo

Maerna Novo Umberto

Malagola Lorenzo

Malaguti Mauro

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Marchetto Aliprandi Marina

Marrocco Patrizia

Mascaretti Andrea

Maschio Ciro

Matera Mariangela

Matone Simonetta

Matteoni Nicole

Mattia Aldo

Maullu Stefano Giovanni

Mazzetti Erica

Mazzi Gianmarco

Messina Manlio

Michelotti Francesco

Miele Giovanna

Milani Massimo

Molinari Riccardo

Molteni Nicola

Montaruli Augusta

Montemagni Elisa

Morgante Maddalena

Morrone Jacopo

Mule' Giorgio

Mura Francesco

Nevi Raffaele

Nisini Tiziana

Orsini Andrea

Ottaviani Nicola

Padovani Marco

Pagano Nazario

Palombi Alessandro

Panizzut Massimiliano

Pella Roberto

Pellicini Andrea

Perissa Marco

Pierro Attilio

Pietrella Fabio

Pisano Calogero

Pittalis Pietro

Pizzimenti Graziano

Polo Barbara

Pozzolo Emanuele

Pretto Erik Umberto

Prisco Emanuele

Pulciani Paolo

Raimondo Carmine Fabio

Rampelli Fabio

Ravetto Laura

Rizzetto Walter

Roccella Eugenia

Roscani Fabio

Rossi Angelo

Rossi Fabrizio

Rosso Matteo

Rotondi Gianfranco

Rubano Francesco Maria

Ruspandini Massimo

Russo Gaetana

Russo Paolo Emilio

Sala Fabrizio

Sasso Rossano

Sbardella Luca

Schifone Marta

Semenzato Martina

Silvestri Rachele

Siracusano Matilde

Sorte Alessandro

Squeri Luca

Steger Dieter

Tajani Antonio

Tassinari Rosaria

Tenerini Chiara

Tosi Flavio

Trancassini Paolo

Tremaglia Andrea

Tremonti Giulio

Urzi' Alessandro

Varchi Maria Carolina

Vietri Imma

Vinci Gianluca

Volpi Andrea

Ziello Edoardo

Zinzi Gianpiero

Zoffili Eugenio

Zucconi Riccardo

Zurzolo Immacolata

Hanno risposto no:

Aiello Davide

Alifano Enrica

Amato Gaetano

Amendola Vincenzo

Appendino Chiara

Ascari Stefania

Auriemma Carmela

Bakkali Ouidad

Barbagallo Anthony Emanuele

Barzotti Valentina

Benzoni Fabrizio

Berruto Mauro

Boldrini Laura

Bonafe' Simona

Bonelli Angelo

Bonetti Elena

Braga Chiara

Bruno Raffaele

Cafiero De Raho Federico

Cappelletti Enrico

Caramiello Alessandro

Care' Nicola

Carfagna Maria Rosaria

Carmina Ida

Carotenuto Dario

Caso Antonio

Castiglione Giuseppe

Casu Andrea

Ciani Paolo

Colucci Alfonso

Conte Giuseppe

Costa Enrico

Cuperlo Gianni

D'Alessio Antonio

D'Alfonso Luciano

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Micheli Paola

Del Barba Mauro

Dell'Olio Gianmauro

Di Biase Michela

Di Lauro Carmen

Di Sanzo Christian Diego

Donno Leonardo

Dori Devis

D'Orso Valentina

Fassino Piero

Fede Giorgio

Fenu Emiliano

Ferrari Sara

Fontana Ilaria

Fornaro Federico

Fossi Emiliano

Fratoianni Nicola

Furfaro Marco

Gadda Maria Chiara

Ghio Valentina

Ghirra Francesca

Giachetti Roberto

Gianassi Federico

Girelli Gian Antonio

Gnassi Andrea

Graziano Stefano

Gribaudo Chiara

Grippo Valentina

Gruppioni Naike

Gubitosa Michele

Guerini Lorenzo

Guerra Maria Cecilia

Iaria Antonino

L'Abbate Patty

Lai Silvio

Lomuti Arnaldo

Lovecchio Giorgio

Magi Riccardo

Malavasi Ilenia

Manzi Irene

Mari Francesco

Marino Maria Stefania

Mauri Matteo

Merola Virginio

Morassut Roberto

Morfino Daniela

Onori Federica

Orfini Matteo

Pastorella Giulia

Pastorino Luca

Pavanelli Emma

Pellegrini Marco

Peluffo Vinicio Giuseppe Guido

Piccolotti Elisabetta

Porta Fabio

Provenzano Giuseppe

Quartapelle Procopio Lia

Quartini Andrea

Raffa Angela

Ricciardi Marianna

Richetti Matteo

Roggiani Silvia

Rosato Ettore

Rossi Andrea

Ruffino Daniela

Santillo Agostino

Sarracino Marco

Scerra Filippo

Schlein Elly

Scotto Arturo

Serracchiani Debora

Simiani Marco

Sottanelli Giulio Cesare

Speranza Roberto

Stefanazzi Claudio Michele

Tabacci Bruno

Torto Daniela

Tucci Riccardo

Vaccari Stefano

Zanella Luana

Zaratti Filiberto

Zingaretti Nicola

Si sono astenuti:

Gallo Francesco

Gebhard Renate

Manes Franco

Sono in missione:

Albano Lucia

Ascani Anna

Baldino Vittoria

Bignami Galeazzo

Bitonci Massimo

Bordonali Simona

Boschi Maria Elena

Caiata Salvatore

Cantone Luciano

Cecchetti Fabrizio

Costa Sergio

De Monte Isabella

Della Vedova Benedetto

Evi Eleonora

Fitto Raffaele

Freni Federico

Gava Vannia

Gemmato Marcello

Giorgetti Giancarlo

Gusmeroli Alberto Luigi

Lacarra Marco

Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo

Meloni Giorgia

Minardo Antonino

Mollicone Federico

Nordio Carlo

Osnato Marco

Patriarca Annarita

Pichetto Fratin Gilberto

Rixi Edoardo

Rotelli Mauro

Schullian Manfred

Silvestri Francesco

Sportiello Gilda

Traversi Roberto

PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1195​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Ricordo che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, nella seduta odierna l'esame degli ordini del giorno sarà limitato alle fasi di illustrazione, del parere del Governo e delle dichiarazioni di voto sul loro complesso, senza procedere a votazioni.

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

TULLIO FERRANTE, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Sull'ordine del giorno n. 9/1195/1 Giagoni il parere è favorevole con la seguente riformulazione: aggiungere “ove si ravvisino i requisiti per la dichiarazione dello stato di emergenza, secondo le vigenti disposizioni e in esito alle procedure istruttorie previste subordinatamente alla predetta”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1195/2 Amendola il parere è contrario.

L'ordine del giorno n. 9/1195/3 Manes è accoglibile come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1195/4 Caretta il parere è favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/1195/5 Barbagallo è accoglibile espungendo la terza premessa e con la seguente riformulazione dell'impegno: “ad adottare le opportune iniziative volte a verificare, nell'ambito delle proprie competenze sul sistema idrico integrato, la situazione in atto in Sicilia”.

L'ordine del giorno n. 9/1195/6 Ascani è accoglibile come raccomandazione.

Sugli ordini del giorno n. 9/1195/7 Marino e n. 9/1195/8 Forattini il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1195/9 Andrea Rossi il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, di incrementare nel primo provvedimento utile la dotazione finanziaria del Fondo di solidarietà nazionale - interventi indennizzatori, di cui all'articolo 15 del decreto legislativo n. 102 del 2004”.

L'ordine del giorno n. 9/1195/10 Vaccari è accoglibile come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1195/11 Ilaria Fontana il parere è contrario.

L'ordine del giorno n. 9/1195/12 L'Abbate è accoglibile con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1195/13 Santillo il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1195/14 Traversi il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1195/15 Morfino il parere è contrario.

L'ordine del giorno n. 9/1195/16 Sarracino è accoglibile come raccomandazione.

Sugli ordini del giorno n. 9/1195/17 Foti e n. 9/1195/18 Trancassini il parere è favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/1195/19 Simiani è accoglibile come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1195/20 Di Sanzo il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1195/21 Ferrari il parere è favorevole. L'ordine del giorno n. 9/1195/22 Braga è accoglibile con riformulazione, analogamente all'ordine del giorno n. 9/1195/33 Piccolotti. Dunque, la riformulazione è: “a promuovere e sostenere l'adozione di una normativa efficace per il contenimento del consumo di suolo, anche in relazione ai futuri provvedimenti normativi in corso di predisposizione in ambito europeo sulla specifica materia”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1195/23 Curti il parere è contrario.

L'ordine del giorno n. 9/1195/24 Carotenuto è accoglibile con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di rafforzare il coordinamento fra gestori ed enti territoriali, nonché a migliorare l'efficienza delle autorità di bacino di distretto nelle attività di pianificazione e programmazione relative alla difesa, tutela, uso e gestione sostenibile delle acque, intervenendo in maniera incisiva, nel rispetto delle competenze attribuite dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, per garantire una distribuzione equa delle risorse idriche fra i territori anche ricadenti nel medesimo distretto idrografico”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1195/25 Zaratti il parere è contrario.

L'ordine del giorno n. 9/1195/26 Grimaldi è accoglibile come raccomandazione.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1195/27 Borrelli e n. 9/1195/28 Zanella.

L'ordine del giorno n. 9/1195/29 Mari è accoglibile con riformulazione: “impegna il Governo a garantire, coerentemente con la strategia europea per la biodiversità 2030, la piena attuazione degli obblighi di rilascio del deflusso ecologico dei corpi idrici per assicurare una maggior resilienza degli ecosistemi acquatici in condizioni di siccità”

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1195/30 Fratoianni, n. 9/1195/31 Bonelli e n. 9/1195/32 Evi.

L'ordine del giorno n. 9/1195/33 Piccolotti va riformulato come l'ordine del giorno n. 9/1195/22 Braga. Quindi, è accoglibile con la seguente riformulazione: “a promuovere e sostenere l'adozione di una normativa efficace per il contenimento del consumo di suolo, anche in relazione ai futuri provvedimenti normativi in corso di predisposizione in ambito europeo sulla specifica materia”.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1195/34 Dori e n. 9/1195/35 Gribaudo.

PRESIDENTE. Poiché non vi sono iscritti per dichiarazioni di voto sul complesso degli ordini del giorno, interrompiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento, che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, riprenderà nella seduta di domani, venerdì 9 giugno, a partire dalle ore 9,30, per la votazione degli ordini del giorno, le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale, da svolgersi entro le ore 14.

Nomina dei componenti della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie ed annunzio della sua convocazione.

PRESIDENTE. Comunico che ho chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie i deputati Giorgia Andreuzza, Alessandro Battilocchio, Paolo Ciani, Alessandro Colucci, Riccardo De Corato, Andrea De Maria, Antonino Iaria, Igor Iezzi, Franco Manes, Massimo Milani, Augusta Montaruli, Roberto Morassut, Annarita Patriarca, Pasqualino Penza, Marco Perissa, Matteo Rosso, Daniela Ruffino, Michele Schiano Di Visconti, Filiberto Zaratti ed Edoardo Ziello.

Comunico, inoltre, che la Commissione è convocata per mercoledì 14 giugno prossimo, alle ore 14, presso la sede di Palazzo San Macuto, per procedere alla propria costituzione.

Modifiche nella composizione dell'ufficio di presidenza di un gruppo parlamentare e affidamento dei poteri attribuiti dal Regolamento nell'ambito del medesimo gruppo.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 8 giugno 2023, la presidente del gruppo parlamentare Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista ha reso noto che l'assemblea del gruppo ha deliberato, in data 6 giugno 2023, la seguente composizione dell'ufficio di presidenza: vicepresidente vicario: Simona Bonafe'; vicepresidenti: Paolo Ciani, Valentina Ghio, Toni Ricciardi; segretari: Piero De Luca, Sara Ferrari, Roberto Morassut, Silvia Roggiani; segretari d'Aula: Andrea Casu e Federico Fornaro; tesoriere: Andrea De Maria.

Ai deputati Simona Bonafe', Federico Fornaro e Andrea Casu è stato inoltre affidato l'esercizio dei poteri attribuiti in caso di assenza o impedimento del presidente, secondo quanto previsto dall'articolo 15, comma 2, del Regolamento della Camera.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 9 giugno 2023 - Ore 9,30:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 660 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 aprile 2023, n. 39, recante disposizioni urgenti per il contrasto della scarsità idrica e per il potenziamento e l'adeguamento delle infrastrutture idriche (Approvato dal Senato). (C. 1195​)

Relatore: BOF.

La seduta termina alle 19,05.