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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 56 di mercoledì 22 febbraio 2023

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA

La seduta comincia alle 15.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

BENEDETTO DELLA VEDOVA, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 14 febbraio 2023.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, il Ministro della Giustizia e il Ministro per la Pubblica amministrazione.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Intendimenti del Governo in relazione al piano industriale di ITA ed alla valorizzazione della compagnia aerea e degli aeroporti strategici nazionali – n. 3-00191)

PRESIDENTE. La deputata Ghio ha facoltà di illustrare l'interrogazione Barbagallo ed altri n. 3-00191 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

VALENTINA GHIO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, con questa interrogazione siamo a chiedere intendimenti rispetto a un tema molto importante, come quello degli aeroporti strategici e della compagnia Ita. Il Governo ha ripreso il percorso per la privatizzazione della società per azioni, rivedendo integralmente, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 22 dicembre 2022, le modalità di dismissione della partecipazione pubblica attraverso una cessione delle quote, anche di minoranza, in più fasi e prevedendo l'afflusso dei proventi ricavati dalla vendita direttamente a Ita come aumento di capitale.

Le trattative, in esclusiva, sono partite il 27 gennaio con Lufthansa e tramite trattativa diretta si definirà il piano industriale, con l'obiettivo, più volte dichiarato, di potenziare lo sviluppo degli hub nazionali e delle rotte strategiche. Quindi, i temi riguardano fortemente le infrastrutture del nostro Paese. Il fattore tempo risulta decisivo, e, quindi, noi siamo a chiedere quali siano gli intendimenti del Governo in relazione al piano industriale e alla valorizzazione degli aeroporti strategici con riferimento alle rotte nazionali e internazionali e al numero di tratte effettuate.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.

MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, onorevoli colleghi, preliminarmente - lei lo saprà meglio di me - sottolineo che il dossier Ita è gestito da un altro Ministro e da un altro Ministero. È sul tavolo del Ministero dell'Economia e delle finanze, però rispondo per quanto di mia personale e limitata competenza.

Lei ricordava l'intervento di dicembre, l'importante è porre fine a un pozzo senza fondo che, da troppi anni, prevede che siano i cittadini italiani, senza che la compagnia, i dipendenti e la crescita ne abbiano particolare giovamento, a mettere centinaia di milioni di euro nella compagnia di bandiera.

Il piano industriale di sviluppo e crescita di Ita, che, come Governo, abbiamo chiesto debba tenere conto della stabilità dell'assetto proprietario, della valorizzazione degli hub nazionali, dell'ingresso in mercati strategici, dell'incremento delle rotte a lungo raggio e della salvaguardia ed eventuale incremento successivo dei livelli occupazionali, posa su questi pilastri. Con nota del 27 gennaio 2023, il MEF ha comunicato di avere sottoscritto la lettera di intenti di Deutsche Lufthansa per acquisire una quota di minoranza di Ita Airways.

L'intero processo di privatizzazione è gestito dal MEF, come dicevamo, in qualità di socio. Per quanto di competenza del mio Ministero, le linee di sviluppo del trasporto aereo e della rete aeroportuale nazionale saranno stabilite dal Piano nazionale degli aeroporti, su cui stiamo lavorando.

Tali linee prevedono di potenziare la competitività del sistema economico complessivo del Paese e garantire una migliore offerta di mobilità per persone e merci. Ricordo, in particolare, gli interventi che stiamo portando avanti, anche in sede europea per la continuità territoriale da garantire per gli utenti di Sicilia e Sardegna, in attesa di un collegamento stabile, almeno per quello che riguarda la Sicilia. In particolare, al 2035, orizzonte temporale del Piano, la domanda potenziale nel nostro Paese è stimata in circa 305 milioni di passeggeri annui.

In conclusione, stiamo lavorando per valorizzare gli hub nazionali, nessuno escluso. Nell'ultimo question time al Senato, ho parlato dell'importanza del sistema aeroportuale toscano, che prevede la necessità di crescita, sia per Firenze che per Pisa. L'obiettivo comune è di raggiungere significativi incrementi di traffico, consolidare le rotte nazionali, internazionali e intercontinentali, consentendo a Ita di riacquisire il ruolo strategico che le spetta nel traffico aereo.

PRESIDENTE. Il deputato Barbagallo ha facoltà di replicare.

ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Prendiamo atto della risposta del Governo e non possiamo non notare che, sulla vicenda Ita-Lufthansa, come già accaduto negli ultimi giorni a proposito del superbonus e del taglio delle accise, il Governo Meloni ha cambiato completamente idea rispetto alle affermazioni e alle promesse della campagna elettorale.

Da leader dell'opposizione, infatti, il Presidente Meloni si opponeva strenuamente a ogni ipotesi di vendita di Ita, anzi, rimproverava al Premier Draghi di liquidare un pezzo della nostra identità. Ed ancora, lo stesso Presidente Meloni, il 14 ottobre 2021, celebrava l'ultimo volo di Alitalia, dicendo che l'idea - cito testualmente - di svendere domani ai tedeschi di Lufthansa era l'approdo naturale delle politiche scellerate della sinistra.

Nel merito della sua risposta, Ministro Salvini, seguiremo con particolare attenzione le dinamiche dell'acquisizione e delle eventuali opzioni anche per la maggioranza della società. Seguiremo con particolare attenzione le garanzie occupazionali, se saranno rispettate o meno, con particolare riferimento ai dipendenti di Alitalia che chiedono di essere riassunti in Ita, agli adeguamenti salariali, alle 1.200 assunzioni già annunciate dalla società, ai 39 velivoli della nuova annunciata flotta.

Sul Piano nazionale degli aeroporti, già siamo pronti a formulare le prime osservazioni e speriamo che, alle affermazioni, seguano i fatti, in particolare sul dichiarato poc'anzi incremento delle rotte nazionali e internazionali, non solo, Presidente, per la qualità del servizio, ma anche perché il numero delle tratte incide su un tema che, ahimè, è di grande attualità, ed è quello del caro voli, in particolare per le destinazioni del Mezzogiorno.

L'equazione è semplice: più tratte ci sono, più scende il prezzo. E, poco prima di Natale, solo a seguito del nostro atto ispettivo e della mobilitazione del Partito Democratico, ITA si è decisa ad aumentare il numero di voli. Quindi, com'è evidente, Presidente, non ci dichiariamo per nulla soddisfatti e saremo vigili sull'operato del Governo, anche nei prossimi mesi e nelle prossime settimane, con specifici atti ispettivi.

(Iniziative volte a potenziare la sicurezza stradale e a contrastare il fenomeno dell'incremento degli incidenti e delle vittime della strada – n. 3-00192)

PRESIDENTE. La deputata Maccanti ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-00192 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

ELENA MACCANTI (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, il numero degli incidenti stradali in Italia ci consegna, purtroppo, un quadro drammatico e preoccupante: aumentano i morti sulle strade extraurbane, ma aumentano anche quelli sulle strade urbane. In Italia, muore un pedone ogni 14 ore. In queste prime settimane del 2023, sono già 78 i pedoni investiti mortalmente, più di 300 nel 2022, per lo più persone anziane e soggetti fragili; sono, invece, giovanissime le vite spezzate tra le lamiere durante i fine settimana: 150 dall'inizio dell'anno.

Per questo, le chiediamo quali urgenti iniziative intenda intraprendere per fermare questa strage silenziosa, a cui lei, signor Ministro, ha deciso di dar voce sin dal primo giorno del suo insediamento, mettendo in campo anche importanti iniziative, su cui è fortissimo l'impegno della Lega.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.

MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie per l'interrogazione, a cui rispondo da Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti e da padre. Ovviamente non sto ad aggiungere dati a dati sulle mortalità fra pedoni, ciclisti, utenti del monopattino, utenti incolpevoli, che sono più della maggioranza di coloro che perdono la vita per colpa della distrazione - stando buoni - altrui. Cosa stiamo facendo? Innanzitutto, stiamo lavorando su due fronti: sul fronte educazione, educazione stradale vera, stiamo lavorando con il Ministro dell'Istruzione per portare l'educazione stradale in maniera costante sui banchi degli studenti, dando anche un punteggio premiale sulla patente al conseguimento della stessa.

Ho convocato per marzo una riunione con associazioni di volontariato, con l'Associazione familiari e vittime della strada, Polizia Municipale, Polizia stradale e tutti i soggetti previsti, dai ciclisti agli automobilisti e agli autotrasportatori. Quindi, prevenzione ed educazione, da un lato - stiamo investendo 4 milioni di euro per campagne di sensibilizzazione - e sanzione, dall'altro, perché l'incremento degli incidenti causati da chi guida sotto effetto di stupefacenti, in particolare cocaina, è sconfortante, come di quelli causati da chi guida ubriaco, in condizioni indecenti. Quindi, stiamo lavorando per una revisione delle sanzioni non solo penali, ma anche accessorie per chi uccide sotto effetto di alcol o stupefacenti, perché non possa più compiere simili reati per il resto dei suoi giorni.

Stiamo lavorando per una revisione del codice della strada, che è vecchio di 30 anni, su monopattini e biciclette per la sicurezza di chi li guida e di chi ci ha a che fare, casco, immatricolazione, targa e frecce per garantire maggiore sicurezza. Stiamo lavorando per presentare un disegno di legge delega per la riforma del codice della strada, dopo che verrà approvato, entro il 31 marzo, il nuovo codice degli appalti.

Infine - l'ho scoperto da poco - al Ministero che ho l'onore di guidare, ci sono 2.300 unità di personale che, stando a quanto previsto dal codice della strada, hanno la qualifica e la tesserina di Polizia stradale, quindi possono valutare lo stato delle strade e possono anche elevare contravvenzioni.

Piccolo problema: l'ultimo corso specifico risale al 2008. Quindi, entro l'anno in corso, faremo dei nuovi corsi per 1.000 persone in più che, oltre ad avere il tesserino in tasca e, quindi, a viaggiare in metropolitana e in autostrada in una certa maniera, possano effettivamente portare maggiore sicurezza lungo le strade italiane, e questo verrà fatto a partire dai prossimi mesi, dopo 15 anni di assoluto silenzio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. La deputata Maccanti ha facoltà di replicare.

ELENA MACCANTI (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, a nome del gruppo della Lega, ma anch'io da mamma, da donna, da figlia, la ringrazio davvero per l'impegno che sta attuando, ripeto, sin dall'inizio del suo mandato per fermare questa strage di vite umane. Saremo al suo fianco, la sosterremo in ogni iniziativa che vorrà intraprendere e la sosterremo, soprattutto, in quello che ha annunciato: una riforma finalmente organica del codice della strada, perché, nella precedente legislatura - il gruppo della Lega lo ha denunciato e combattuto con forza -, il Parlamento ha legiferato in modo decisamente schizofrenico su questo tema, con interventi spot, sino a meritare, addirittura, il richiamo del Capo dello Stato. Penso, ad esempio, all'equiparazione tra monopattini e biciclette, introdotta con un blitz in manovra finanziaria durante il Governo giallo-rosso, penso alle cosiddette case avanzate, al bonus dei monopattini introdotto nel cosiddetto decreto Rilancio. Insomma, una vera e propria giungla di norme, per lo più, dobbiamo dirlo, ideologiche, che, in assenza di regole certe, ha trasformato le nostre città in un far west. Perché - lo dico pensando ad alcuni sindaci di alcune grandi città italiane - disegnare una striscia sull'asfalto non significa certo realizzare una pista ciclabile (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), non significa incentivare la mobilità dolce, ma significa soltanto mettere a repentaglio l'incolumità di pedoni, di automobilisti e, soprattutto, di ciclisti.

È necessario intervenire rapidamente come lei ha detto, e la ringraziamo, e saremo, come ho detto, al suo fianco con convinzione e determinazione in ogni iniziativa che intenda assumere per garantire una mobilità sicura ai cittadini. Grazie e buon lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Iniziative volte al contrasto della precarietà abitativa tramite il rifinanziamento del Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione e del Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli – n. 3-00193)

PRESIDENTE. Il deputato Mari ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00193 (Vedi l'allegato A).

FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, Presidente. Questa interrogazione riguarda un'altra grande, grave forma di precarietà, quella abitativa, di cui si parla poco, ma che, soprattutto, sembra scomparsa dai radar del Governo, visto che nella legge di bilancio il Governo ha azzerato le risorse del Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni e il Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli, che erano, in realtà, gli unici ammortizzatori sociali esistenti su questa materia e alleviavano una condizione di difficoltà che riguarda migliaia e migliaia di famiglie. Ricordo solamente che, ogni anno, partecipano ai bandi comunali milioni di cittadini italiani con redditi bassi ed è assolutamente prevedibile che, visto che questo dato è in crescita, noi avremo anche dal punto di vista degli sfratti, dati in crescita già nella verifica del 2022.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.

MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie. Mi è assolutamente chiaro il tema dell'emergenza casa, tanto che dal primo mese di insediamento stiamo lavorando perché, nell'arco della legislatura, mi auguro con il contributo dei deputati e dei senatori, abbia vita un nuovo piano casa a livello nazionale. Non è più con un intervento sporadico, una tantum, o con bonus che si può risolvere un problema che, come lei ricordava, riguarda milioni di famiglie. Milano e Roma, per citare due grandi città, devono poter essere vissute non solo da chi se lo può permettere, ma anche da chi sceglie, per lavoro, per studio o per necessità, di vivere in queste città.

Quindi, tutelare la famiglia significa prevedere un nuovo grande piano di edilizia residenziale pubblica a livello nazionale, cosa a cui al Ministero che ho l'onore di presiedere non si lavora da qualche decennio, a quanto mi consta; ma ci stiamo lavorando e spero che anche lei possa dare un contributo in questo senso.

Nell'ambito della programmazione strategica del MIT rientra il Programma di recupero e razionalizzazione di alloggi e immobili di edilizia residenziale pubblica, a cui lei faceva cenno, che ha messo a disposizione 814 milioni di euro per recuperare alloggi degradati.

Al 31 dicembre 2022 gli alloggi ammessi a finanziamento sono stati più di 44.000. Poi, è chiaro che noi diamo fondi alle regioni e c'è chi li usa bene e c'è chi li usa meno bene. Io ringrazio ALER Lombardia che, ad esempio, ha recuperato 6.500 alloggi sfitti, perché poi autonomia significa premiare chi lavora e usa bene i soldi che lo Stato mette a disposizione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). È chiaro che noi possiamo solo sperare che regioni e comuni investano al meglio.

Comunque, come dicevo, l'approccio una tantum, con il bonus e con il fondo ad hoc, non basta più. Quello a cui spero anche il Parlamento contribuirà è un nuovo ambizioso, rivoluzionario e visionario piano casa che permetta l'affitto e l'acquisto anche nelle grandi città - e anche con il contributo di fondi privati che sono disposti ad investire nella casa in Italia - di una casa a prezzo calmierato per tutti. In mancanza di questa visione di insieme, ad ogni legge di bilancio ci inseguiremo per qualche milione in più o in meno che non risolverà il problema.

È essenziale - e chiudo - che questa strategia sia condivisa con tutti gli enti territoriali. Per questo nei primi 4 mesi al Governo ho già ricevuto più di 200 sindaci al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, e della casa, che dovrà essere sempre di più il Ministero dei comuni e degli enti locali. Quindi, spero che, alla fine di questa legislatura, ci siano decine di migliaia di nuovi alloggi di edilizia residenziale pubblica - penso ai genitori separati, penso ai single, penso agli studenti, penso ai disabili e alle Forze dell'ordine - che possano essere messi sul mercato per risolvere, una volta per tutte, un problema che, da qualche decennio, non mi sembra sia affrontato con la dovuta visione e chiarezza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il deputato Mari ha facoltà di replicare.

FRANCESCO MARI (AVS). Ministro, mentre mettete fino all'approccio una tantum, ci sono 40.000 famiglie con la sentenza di sfratto. Questo è il dato che abbiamo di fronte. Togliere le risorse per tutto il 2023, nell'attesa di un piano, è una scelta fortissima e molto dura. Sembra quasi che consideriate fannulloni anche quelli che non possono comprare una casa o quelli che non sono capaci di trovare un lavoro. Siamo di fronte ad un dato molto preoccupante dal punto di vista sociale e lo dobbiamo leggere anche in combinato disposto con la fine del reddito di cittadinanza, perché gli occupabili che perderanno il reddito nel corso di quest'anno perderanno anche quel diritto all'integrazione al contributo alloggiativo.

Quindi, una situazione assolutamente esplosiva. Fate riferimento alle regioni e ai comuni, ma questa situazione ricadrà, dal punto di vista del peso sociale, proprio sui comuni che sono, tra l'altro, gli erogatori dei contributi alloggiativi. Quindi, viene scaricato sui comuni il peso di questa situazione molto grave. Il Governo ha respinto tutti gli emendamenti e tutti gli ordini del giorno su questa materia e se c'era l'idea di fare un piano - che, lo sottolineo, dovrà assolutamente passare dal Parlamento e dal confronto con le parti sociali - a maggior ragione andavano rifinanziati i fondi per il 2023.

Quindi, secondo me, siamo di fronte ad una situazione molto grave che vede la disattenzione del Governo e una scelta ideologica molto simile a quella che viene fatta nei confronti dei poveri, atteso che 880.000 famiglie in condizioni di povertà sono, appunto, in affitto. Quindi, pagano sempre gli stessi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

(Iniziative di competenza volte ad assicurare tempestività e continuità nella realizzazione delle opere infrastrutturali per l'alta velocità e l'alta capacità ferroviaria previste nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza – n. 3-00194)

PRESIDENTE. La deputata Semenzato ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-00194 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Ministro, i 25 miliardi di euro destinati dal PNRR allo sviluppo delle infrastrutture per l'alta velocità e l'alta capacità ferroviaria sono indubbiamente una grande opportunità di rilancio per tutto il Paese. Noi crediamo nelle grandi opere e che lo sviluppo delle infrastrutture sia fondamentale per unire l'Italia dal Nord al Sud, creando posti di lavoro e opportunità di crescita economica.

Garantire ai cittadini che le opere vengano fatte nei tempi previsti, oltre che, ovviamente, fatte a regola d'arte, riteniamo debba essere una priorità. Il fatto che il Governo abbia introdotto misure volte a semplificare le procedure per gli investimenti è sicuramente positivo.

Alla luce di queste considerazioni, le chiediamo quali iniziative intenda assumere per garantire il rispetto del cronoprogramma previsto dal PNRR e la continuità dei lavori delle grandi opere e se l'elevata concentrazione dei lavori in capo a pochi soggetti aggiudicatari non metta a rischio il raggiungimento degli obiettivi.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.

MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie. Vorrei innanzitutto ricordare che il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti è responsabile, nell'ambito PNRR, di 57 tra traguardi e obiettivi, di cui 47 investimenti e 10 riforme. Per quanto riguarda gli investimenti a cui lei faceva cenno in ambito ferroviario, RFI rappresenta il principale soggetto attuatore di questi investimenti con circa 24 miliardi di euro: alta velocità al Sud, alta velocità al Nord, connessioni diagonali, potenziamento linee regionali, piano stazioni, sicurezza ferroviaria e altro. Tutti questi investimenti, ovviamente, richiedono procedure europee di gara, in aderenza al codice dei contratti pubblici. Nel secondo semestre 2022, la società RFI ha bandito 44 gare per un valore complessivo di oltre 10 miliardi di euro. Ad oggi risultano aggiudicate 10 gare, per complessivi 3 miliardi di euro, e 2 di queste gare, per complessivi 1,6 miliardi, sono state aggiudicate a raggruppamenti temporanei di impresa, cui partecipa la società Webuild Italia. Nel 2023 RFI dovrà svolgere ulteriori 55 procedure di affidamento per le opere PNRR per altri 3,8 miliardi.

Preoccupazioni? Ad oggi no! Ad oggi non si ravvisano elementi di criticità legati a una potenziale sovraesposizione di un solo contraente, tale da pregiudicare il rispetto delle scadenze del piano. Ovviamente, dobbiamo rispettare la normativa vigente sugli appalti. Va precisato che tutti gli appalti in corso prevedono l'alta sorveglianza della società Italferr del gruppo FS. A questo, si aggiunge il sistema di monitoraggio implementato dal Ministero che guido, in qualità di amministrazione centrale titolare degli interventi.

Quindi, le preoccupazioni al momento tali non sono. Aggiungo una riflessione. Il nuovo codice dei contratti, che proprio questa settimana le Commissioni di Camera e Senato hanno approvato, prevede una suddivisione in lotti dei cantieri per permettere una partecipazione la più ampia possibile delle aziende, con una quota riservata alle piccole e medie imprese, perché il PNRR deve essere un vantaggio soprattutto a livello territoriale per le piccole e medie imprese del territorio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché il monopolio nel pubblico e nel privato non è mai una buona condizione di mercato.

La ringrazio per l'interessamento e ci aggiorneremo in corso d'opera, perché un conto è avere i soldi messi a bilancio e un conto è che questi soldi diventino cantieri. A chi parlava prima di povertà, ricordo che 1 miliardo di opere pubbliche significa la creazione di 17.000 posti di lavoro veri e io faccio il Ministro per creare lavoro vero, non lavoro finto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il deputato Lupi ha facoltà di replicare.

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente, e grazie, signor Ministro. Lei sa quanto l'intera coalizione di centrodestra ed il gruppo Noi Moderati siano sensibili a questi temi. Come ha appena ricordato, l'investimento in infrastrutture ha un doppio valore: quello di superare un gap fondamentale nel collegamento tra i territori per rendere competitiva la nostra impresa e quello di creare valore aggiunto, come lei ha ricordato, dando lavoro e producendo ricchezza. E' inoltre fondamentale l'impostazione che lei ha dato - che condividiamo - ed era lo scopo dell'interrogazione che le abbiamo rivolto.

È fondamentale avere grandi player e monitorare giorno dopo giorno - questo è il suo lavoro e sappiamo che lo sta svolgendo, sin dall'inizio, con grande attenzione -, perché la sfida delle sfide è non lasciare a bilancio, come sempre abbiamo avuto, le risorse stanziate ma calarle nella realtà, ossia fare i cantieri, inaugurare e realizzare le opere che servono a questo Paese. È fondamentale seguire questo tipo di strada ed è fondamentale - e lo sappiamo - che il principale player in questo caso sia Ferrovie dello Stato. Quindi, ci fanno molto piacere i dati che ci ha comunicato sull'andamento delle gare che seguono gli obiettivi che dobbiamo raggiungere.

È altrettanto fondamentale questo investimento, che il PNRR, più in generale mette a disposizione.

C'è un altro dato che ricordo: 34,7 miliardi di euro sono per opere del Sud del nostro Paese che permetteranno di valorizzare e di sviluppare la nostra impresa. Ha fatto bene a dirlo con chiarezza: le concentrazioni a noi non piacciono. Non che non sia importante far crescere player internazionali, ma che ci sia un solo grande attore non va bene, perché si mette a rischio complessivamente anche la prospettiva di crescita del nostro Paese.

Ci piace molto anche la battuta - e concludo, signor Presidente - che lei ha fatto. Sarà una delle sfide di questa legislatura, in particolare sua e del suo Ministero, ma, d'altra parte, con tutto il rispetto, veniamo da una regione, la Lombardia, che della piccola, media e grande impresa e dei distretti industriali ha fatto uno dei suoi fiori all'occhiello. La sfida è quella di creare filiere, di ritornare a sviluppare filiere industriali, le piccole, le medie e le grandi: le grandi che aiutano le medie, le quali fanno sviluppare le piccole. Questo è l'obiettivo che abbiamo ed è l'obiettivo che condividiamo con lei.

Buon lavoro, signor Ministro. Insieme, con i colleghi della coalizione di centrodestra della maggioranza, ma credo con tutto il Parlamento, crediamo che ogni volta ci debba essere questo aggiornamento periodico sui risultati che otterremo (Applausi dei deputati dei gruppi Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e Lega-Salvini Premier).

(Stato degli interventi previsti per incrementare la sicurezza lungo l'autostrada A14, nel tratto tra l'Abruzzo e le Marche – n. 3-00195)

PRESIDENTE. Il deputato Benvenuti Gostoli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Foti ed altri n. 3-00195 (Vedi l'allegato A), che ha sottoscritto in data odierna.

STEFANO MARIA BENVENUTI GOSTOLI (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, numerosi e drammatici incidenti verificatisi sulla A14 rendono sempre più urgente la messa in sicurezza del tratto autostradale tra Abruzzo e Marche. Proprio a causa dei mortali incidenti, il 2022 è stato battezzato l'anno nero della A14 e, purtroppo, il 2023 non è partito meglio.

Nel corrente mese di febbraio, nel tratto ascolano della A14, un grave incidente ha visto coinvolti diversi mezzi nella galleria Castello a Grottammare. Si tratta di una gravissima e inaccettabile situazione. A lanciare l'allarme sono sia le istituzioni locali che le rappresentanze dei lavoratori che viaggiano quotidianamente su quel tratto di autostrada, che è interessato da volumi di traffico particolarmente intensi. Sono stati tempestivamente convocati degli incontri presso il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, finalizzati proprio a porre una soluzione al problema. A seguito di questi incontri con lei, Ministro, con il Vice Ministro Bignami e con i presidenti delle regioni Abruzzo e Marche, Marsilio ed Acquaroli, si sono poste le basi per l'attivazione di un tavolo di coordinamento, in grado di coinvolgere anche i prefetti e l'ANAS.

Tanto premesso, si chiede di conoscere quale sia l'evoluzione dei lavori in merito agli interventi previsti per aumentare la sicurezza dell'arteria e conciliare circolazione e opere lungo la A14.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.

MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie. Come lei ricordava, abbiamo subito convocato al Ministero, lo scorso 9 febbraio, i presidenti delle regioni e la società Autostrade per l'Italia, perché stiamo lavorando per aprire cantieri, però vogliamo avere strade evidentemente moderne e sicure. È già in calendario, per settimana prossima, il 27 febbraio, il tavolo sicurezza permanente A14. Gli obiettivi sono: diminuire fisicamente l'impatto dei cantieri attraverso l'incremento delle lavorazioni, anche in orario notturno; ridurre gli scambi di carreggiata; differire gli interventi per evitare il congestionamento della rete; incentivare l'opera di sensibilizzazione degli automobilisti sulla sicurezza stradale; migliorare la segnaletica di tutti i cantieri aperti.

È chiaro che la manutenzione è necessaria, è doverosa e si attende da anni, ma può e deve convivere con una limitazione dei disagi alla circolazione. Il concessionario, subito interpellato, si è impegnato a soddisfare subito le soluzioni individuate come prioritarie, salvaguardando al contempo le condizioni di sicurezza delle infrastrutture.

È stata poi convocata un'altra riunione, per venerdì di questa settimana, dopodomani, coordinata dal MIT e composta da professionisti, esperti e rappresentanti di AISCAT e ANAS, per definire criteri di programmazione degli interventi di manutenzione e riqualificazione delle opere e delle autostrade e strade ANAS. Tali criteri saranno definiti nel rispetto delle linee guida in materia di sicurezza per ponti, viadotti e gallerie.

L'ascolto dei territori, dunque, non si esaurisce con tre riunioni, ma sta a significare che la costante dell'azione di questo Ministero e di questo Governo è sbloccare tutti i cantieri fermi e concludere il più velocemente possibile tutte le lavorazioni in corso.

Altro discorso riguarda infrastrutture di cui si parla da tanto, troppo tempo; la terza corsia e la ferrovia sull'adriatica, le posso assicurare che sono dossier che, fra i primi, ho tirato fuori dai cassetti sul tavolo del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il deputato Baldelli ha facoltà di replicare.

ANTONIO BALDELLI (FDI). Illustrissimo, signor Presidente, impiegherò solamente pochi istanti del tempo che mi è stato concesso, in quanto il Ministro Salvini è stato pienamente esaustivo e lo ringrazio a nome mio e a nome delle comunità del territorio da cui provengo.

Apprezzo, dunque, la sensibilità dimostrata dal Governo anche in questa occasione.

Orbene, la mancata realizzazione della terza corsia, da lei testé richiamata, della A14, a sud di Porto Sant'Elpidio, tra le Marche e l'Abruzzo, e l'inadeguatezza delle manutenzioni in questo tratto di autostrada costituiscono un grave ostacolo al collegamento tra il Nord e il Sud Italia ed hanno rappresentato un forte freno allo sviluppo sociale, economico e turistico, non solo delle Marche e dell'Abruzzo, ma dell'intera dorsale adriatica.

Il cambio di passo, impresso negli ultimi due anni dai governi delle due regioni interessate e dall'attuale Governo nazionale, è una spinta fondamentale per far sì che questi territori si riaggancino a quelli più dinamici d'Europa. Basti pensare come le stesse Marche siano passate da regione sviluppata a regione in transizione, anche a causa della mancanza di una infrastruttura adeguata, come la A14, con tre corsie nell'intero tratto.

Bene hanno fatto le due regioni, che, a partire dagli ultimi due anni, hanno coinvolto sindaci e categorie economiche e professionali, per affrontare con determinazione l'annoso problema: un grande lavoro che ha portato, appena la scorsa settimana, alla presentazione delle ipotesi progettuali studiate da Aspi, che saranno presto presentate ai territori di riferimento.

Bene ha fatto il Ministero da lei rappresentato, che, dopo gli incontri con i governatori Marsilio e Acquaroli, rispettivamente di Abruzzo e Marche, ha tempestivamente attivato due tavoli di lavoro, da lei testé richiamati.

Ora è necessario continuare con la stessa determinazione e con la stessa energia, messe in campo dalle regioni Marche e Abruzzo e dal suo Ministero, affinché marchigiani ed abruzzesi possano contare su una leva di sviluppo fondamentale, come la A14, moderna, sicura e all'altezza delle esigenze del territorio. La ringrazio, signor Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Intendimenti del Governo in ordine all'esercizio della delega prevista dalla legge di riforma del Consiglio superiore della magistratura e dell'ordinamento giudiziario – n. 3-00196)

PRESIDENTE. Il deputato Enrico Costa ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00196 (Vedi l'allegato A).

ENRICO COSTA (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Signor Ministro Nordio, noi la interroghiamo su un tema di cui oggi non si parla molto. Si parla di tutte altre questioni, ma questo, secondo noi, è un tema centrale nello svolgimento del suo ruolo di Guardasigilli.

Nella scorsa legislatura abbiamo approvato la riforma del CSM. Questa riforma prevedeva alcune norme, immediatamente operative, ed una serie di deleghe su temi molto importanti: il merito nell'assegnazione degli incarichi direttivi e semidirettivi ai magistrati; le valutazioni di professionalità per i magistrati, in modo che non siano piatte e per il 95 per cento favorevoli, ma sulla base del merito; gli incarichi fuori ruolo, molti dei quali al Ministero della Giustizia. Lei dovrà esercitare queste deleghe. Noi chiediamo e auspichiamo che vengano tempestivamente esercitate, per dare anche una coincidenza tra l'esercizio di queste deleghe, queste nuove norme e il nuovo corso del CSM. Nuovo corso fino a un certo punto, perché abbiamo visto ieri una pronuncia di questo CSM, che ha lasciato veramente a desiderare. Però, il nostro auspicio è che ci sia un pacchetto di regole, sulla scia di quello avviato nella scorsa legislatura, che possa finalmente farci voltare pagina.

PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha facoltà di rispondere.

CARLO NORDIO, Ministro della Giustizia. Grazie, signor Presidente e grazie al collega Costa.

In effetti, la legge 17 giugno 2022, n. 71 ha attribuito al Governo questa delega, di cui lei ha fatto ampio ed esauriente riassunto. Naturalmente, la disciplina del Consiglio superiore della magistratura è regolata dalla Costituzione e una sua eventuale revisione, che pure è nei programmi del Governo, richiederà una ovvia procedura, prevista appunto dalla Carta delle leggi.

Per quanto riguarda i principi ispiratori della legge n. 71 del 2022, questo Governo li condivide pienamente. Così come è stato espresso, nel suo programma iniziale, dalla Presidente Meloni, la riforma - cito testualmente - dell'ordinamento giudiziario deve essere diretta a “mettere fine alle logiche correntizie che minano la credibilità della magistratura italiana”. Questo Governo e anche e, soprattutto, questo Ministro, per chi ha letto i miei interventi anche in momenti precedenti, sono profondamente convinti che, soprattutto dopo gli scandali emersi a suo tempo nel cosiddetto affare Palamara, vi sia la necessità di una profonda revisione dell'ordinamento giudiziario. Quindi, è ferma volontà del Governo esercitare la delega contenuta in questa legge, con gli opportuni correttivi che riterremo di adottare. Saranno correttivi più idonei, più orientati, più coerenti con l'iniziativa riformatrice del Governo.

L'ufficio legislativo di questo Ministero ha quindi avviato l'elaborazione della programmazione dell'attività normativa per attuare questi impegni, tra i quali appunto rientrano quelli della legge delegata, nel più breve tempo possibile, tenuto conto della complessità della materia. Quello di giugno è un termine che noi speriamo di poter rispettare, ma nessuno meglio di voi sa che, trattandosi di materia estremamente complessa, potrebbe essere necessaria qualche settimana in più. In ogni caso, questa è una nostra priorità.

PRESIDENTE. Il deputato Enrico Costa ha facoltà di replicare.

ENRICO COSTA (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, lei ha pronunciato la parola “correttivi”; non vorrei che il termine correttivi si traducesse in “rallentamenti”, soprattutto perché - lei lo ha detto - ha affidato la questione all'ufficio legislativo del Ministero e l'ufficio legislativo del Ministero, per la quasi totalità, è composto da magistrati fuori ruolo, ossia tutti soggetti che dovrebbero essere ridotti, colpiti da questa riforma del CSM. Ora, il fatto che vogliano autodichiararsi cessati, come da norma di legge lo vedo un po' dubbio. Nell'intervento che ho fatto in occasione delle sue dichiarazioni programmatiche, avevo detto: signor Ministro, lei avrà molti che cercheranno di rallentare il suo operato; nella sua maggioranza, e lo abbiamo visto, l'ANM, e lo abbiamo visto, la struttura ministeriale, e lo vedremo, perché, se si continueranno ad assumere fuori ruolo nel Ministero - come si sta facendo, basta consultare il bollettino ufficiale del Ministero della Giustizia -, è evidente che questi rallenteranno, poiché loro risponderanno ad una logica diversa; abbiamo nella pancia dell'Esecutivo persone che fanno parte dell'ordine giudiziario, è una sorta di contraddizione in termini.

Dico una cosa: mettiamo nero su bianco le norme, a partire da queste, dall'abuso d'ufficio, dalle intercettazioni, dall'abuso custodia cautelare fino alla prescrizione; mettiamole nero su bianco. Noi ci siamo, abbiamo dato la nostra disponibilità e l'auspicio è davvero che questa riforma venga adottata in tempi veramente brevi, perché c'è un assoluto bisogno per la credibilità del sistema giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

(Iniziative di competenza volte alla revoca dell'incarico al Sottosegretario di Stato Andrea Delmastro Delle Vedove – n. 3-00197)

PRESIDENTE. La deputata D'Orso ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cafiero De Raho n. 3-00197 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Signor Ministro, lo scorso 15 febbraio lei, qui in Aula, ha affermato che il documento contenente le conversazioni tra il Cospito e i due boss di camorra e 'ndrangheta, conversazioni svelate dall'onorevole Donzelli, non è atto coperto da segreto. Ma, signor Ministro, l'articolo 3 del decreto ministeriale n. 115 del 1996 inserisce tra i documenti che non sono accessibili tutte le relazioni di servizio, le informazioni, gli altri atti e documenti la cui conoscenza pregiudichi l'ordine e la sicurezza degli istituti penitenziari e l'attività di prevenzione e contrasto della criminalità organizzata.

Ora, non c'è dubbio che la relazione di sintesi del Nucleo investigativo centrale della Polizia penitenziaria, che riporta quei colloqui tra detenuti in regime di 41-bis, rientri tra i documenti inaccessibili per motivi di ordine e sicurezza pubblica, inaccessibili persino al Sottosegretario Delmastro Delle Vedove, che non ha la delega al trattamento dei detenuti. Questo rende, quindi, la condotta del Sottosegretario ancora più grave. Dunque, signor Ministro, le chiedo cosa intenda fare per rimuovere dall'incarico il Sottosegretario Delmastro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha facoltà di rispondere.

CARLO NORDIO, Ministro della Giustizia. Grazie, signor Presidente. Grazie a lei, onorevole, per la domanda. Breve riassunto: ho già riferito a questa onorevolissima Assemblea la natura dell'atto che è stato oggetto di contestazione. Aggiungo che la classificazione della natura - segreta, riservata, riservatissima o altro - per legge appartiene all'autorità che forma il documento e, quindi, spetta al Ministero, come abbiamo fatto, definire la qualifica degli atti dei quali si sta parlando. Su questi abbiamo già risposto e la rilevata apposizione della dicitura “limitata divulgazione”, di cui si è parlato l'altra volta, rappresenta una formulazione che, di per sé, è inidonea a connotare il documento che è stato trasmesso come atto classificato; quindi, è una mera prassi amministrativa interna.

Aggiungo che, e adesso parlo anche dei giuristi, per quanto riguarda il reato di divulgazione di segreto d'ufficio, la parola “segreto” non può essere interpretata in modo estensivo in malam partem, contro cioè la persona che è indagata. Tutti sanno che la norma penale può essere interpretata in modo estensivo soltanto in bonam partem, quindi quello che è segreto è segreto, quello che non è segreto non rientra tra gli atti dei quali si sta oggi parlando.

Per quanto poi riguarda l'intervento della magistratura, noi siamo rispettosissimi e attendiamo con fiducia l'esito dell'indagine che riguarda l'onorevole Delmastro Delle Vedove, però, se la qualifica della segretezza o meno dell'atto non dovesse più dipendere dall'autorità che forma l'atto, cioè dal Ministero, ma dovesse essere devoluta all'interpretazione della magistratura potrebbe crearsi una problematica che potrebbe e dovrebbe essere risolta in un'altra sede.

Per quanto riguarda le dimissioni dell'onorevole Delmastro Delle Vedove, è un'aspirazione velleitaria e metafisica che la spedizione di un'informazione di garanzia possa costituire un oggetto di dimissione; se così fosse, noi devolveremmo all'autorità giudiziaria il destino politico degli appartenenti a un'Assemblea, che oggi riguarda l'onorevole Delmastro Delle Vedove e un domani potrebbe riguardare ciascuno di voi (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il deputato Cafiero De Raho ha facoltà di replicare.

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Presidente, grazie. Certamente, la collega non ha detto questo, non certamente chi viene colto da informativa deve essere revocato, ma deve essere revocato chi tiene un comportamento scorretto, che viola la legge. E ci meravigliamo, per la verità, Ministro che lei dica che l'atto viene, in concreto, di volta in volta, come dire catalogato nell'ambito di una certa categoria. Esiste la categoria in astratto e l'atto va ricondotto a quella categoria.

Nel caso di specie, l'atto andava ricondotto alla categoria di cui all'articolo 3, comma 1, lettera a), del decreto n. 115 del 1996, perché era un atto finalizzato alla tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica degli istituti penitenziari e dell'attività di prevenzione e repressione della criminalità organizzata. Non solo, il Sottosegretario ha avuto queste notizie per averne fatta richiesta, perché non era legittimato a riceverle, essendo un Sottosegretario al quale lei ha dato una delega esclusivamente per la Direzione generale della Polizia penitenziaria, non anche per i detenuti e i trattamenti. Quindi, non aveva nemmeno l'autorizzazione e la legittimazione.

Noi siamo veramente insoddisfatti, Ministro, non solo perché la sua risposta non è completa, così come in altre occasioni abbiamo rilevato, ma anche perché la sua risposta ci delude proprio perché lei ha anche un obbligo di chiarezza e di completezza e soprattutto perché lei deve intervenire con la lealtà che la Costituzione vuole che il Ministro ponga di fronte alle domande che gli vengono rivolte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Soprattutto, in un momento come questo non è pensabile che si utilizzino e si divulghino notizie riservate alle quali non è consentito l'accesso - e di questo vi è certezza - per attaccare una parte politica avversa. Questo è il vulnus più grave che si possa arrecare alla nostra democrazia. In un'Aula parlamentare questo non è consentito, Ministro (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) ed è per questo che noi l'abbiamo invitata alla revoca del Sottosegretario Delmastro Delle Vedove, perché ha compiuto un atto di una gravità senza pari (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

(Iniziative volte a garantire tempi certi per le procedure concorsuali presso la pubblica amministrazione, anche al fine di rendere maggiormente attrattivo l'impiego presso la stessa – n. 3-00198)

PRESIDENTE. La deputata Bergamini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cattaneo ed altri n. 3-00198 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

DEBORAH BERGAMINI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Signor rappresentante del Governo, la Costituzione italiana prevede che i concorsi siano lo strumento per accedere all'impiego pubblico salvaguardando il principio di imparzialità, ma la storia del nostro Paese ci dice che non sempre questo è avvenuto. Anzi, i concorsi hanno fama di essere procedure lunghe, complesse e farraginose, spesso disordinate, spesso molto parziali. Questo produce, fra i tanti effetti, anche quello di scoraggiare i giovani, le professionalità giovani dall'avvicinarsi all'impiego pubblico come un'opportunità lavorativa. Ciò avviene in un momento in cui la nostra macchina pubblica è alle prese con il grande sforzo di digitalizzare i servizi. Occorrerebbero, quindi, competenze, preparazioni e professionalità nuove e giovani. Chiedo, dunque, al rappresentante del Governo che cosa l'Esecutivo intenda fare, quali azioni intenda intraprendere per rendere i concorsi più efficienti, più brevi e più meritocratici.

PRESIDENTE. Il Ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha facoltà di rispondere.

PAOLO ZANGRILLO, Ministro per la Pubblica amministrazione. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, ringrazio l'onorevole interrogante per l'opportunità che mi viene data di illustrare le azioni che intendiamo intraprendere per rendere le procedure concorsuali più rapide e attrattive per i giovani. Consentitemi, intanto, di rappresentare alcuni dati. Dopo il blocco del turnover e l'uscita dalla pandemia, la ripresa delle attività concorsuali per l'accesso alla pubblica amministrazione ha segnato, proprio grazie alla digitalizzazione delle procedure, una durata media dei concorsi che è passata dai 786 giorni delle procedure bandite nel 2019 ai 189 giorni, nel 2021, fino ai 169 giorni, nel 2022. Quindi, siamo passati, sostanzialmente, dall'essere il fanalino di coda in Europa ad un allineamento con la miglior media europea. A queste offerte di lavoro da parte delle amministrazioni centrali, stando ai dati che sono in nostro possesso, è stata rilevata una media di 102 candidature per ogni posto assegnato. Questo, ripeto, per le amministrazioni centrali. Per quanto attiene agli enti locali e alle amministrazioni diverse da quelle centrali il rapporto è pari a 84 candidature per ogni posto messo a concorso. Per soddisfare il fisiologico turnover della pubblica amministrazione, ricordo che vi abbiamo inserito 157.000 persone nel 2022 e quasi altrettante, cioè 156.400, intendiamo inserirne nell'anno in corso. Questi dati dimostrano quanto sia necessario lo svolgimento di procedure concorsuali organizzate in modo efficiente e in linea con la durata dei concorsi già svolti fino ad oggi, ancorché con procedure semplificate. È proprio in questa prospettiva di efficienza che si colloca l'utilizzo del portale inPA, che è attivo dal gennaio di quest'anno per le amministrazioni centrali e lo sarà, dal mese di giugno, anche per gli enti territoriali. È un portale nel quale sono pubblicati, in modalità digitale, i bandi dei concorsi, le comunicazioni relative alle diverse fasi concorsuali, gli avvisi di mobilità e anche la selezione di professionisti ed esperti. Proprio sull'utilizzo di questo portale e, più in generale, sullo svolgimento delle procedure concorsuali è in definizione lo schema di regolamento di modifica della disciplina dei concorsi, in merito al quale abbiamo avviato una fattiva collaborazione con il Consiglio di Stato e saranno chiamate ad esprimersi anche le Commissioni parlamentari competenti. La digitalizzazione delle procedure istruttorie di svolgimento delle prove concorsuali è l'unica strada che ci consentirà di valorizzare il capitale umano e di rendere la pubblica amministrazione davvero attrattiva per le giovani generazioni. Voglio rassicurare che su questa materia è all'esame dei miei uffici un insieme di proposte finalizzate a ridurre i tempi morti delle procedure concorsuali, per coniugare trasparenza e imparzialità, che, come sapete, sono criteri che devono connotare l'operato della pubblica amministrazione, con tempi certi da dare ai candidati che intendono misurarsi con i concorsi nel pubblico impiego. Si tratta di un intervento prioritario sul quale intendo intervenire con urgenza, garantendo a tal fine che questo percorso consenta di condividere un dialogo con il Parlamento.

PRESIDENTE. La deputata Deborah Bergamini ha facoltà di replicare.

DEBORAH BERGAMINI (FI-PPE). Ringrazio il rappresentante del Governo per una risposta che ci fa senz'altro ben sperare in termini di un miglioramento del rapporto complessivo fra amministrazione pubblica e cittadini italiani. Sono due gli elementi che spiccano nella risposta del Ministro Zangrillo. Il primo è che il Ministro Zangrillo ci dice che va avanti rapidamente il processo di digitalizzazione di tutti i servizi pubblici e, in effetti, anche i concorsi sono un servizio pubblico. Sottolineo sempre la raccomandazione che questo processo di digitalizzazione sia comprensivo anche delle generazioni meno giovani, dunque con minore dimestichezza con i mezzi digitali, che non devono assolutamente restare indietro. Il secondo elemento è che c'è una strategia chiara del Governo, una vera e propria priorità, per fare un salto culturale. Per molti, ancora oggi, l'impiego pubblico equivale al posto fisso ma questa logica non può funzionare e, soprattutto, non può funzionare più in questi tempi. Occorrono dunque un turnover importante e nuove competenze, occorre sviluppare meccanismi di motivazione e anche di senso di appartenenza che consentano all'amministrazione pubblica un forte recupero di efficienza e di efficacia e che aiutino a riscrivere un patto tra servizio pubblico e cittadini che funzioni e che faccia sentire tutelati questi ultimi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Solo per formulare una richiesta in quest'Aula e dirci la verità. Per comprendere quanto, secondo noi, inadeguato e improvvisato sia stato l'intervento del Governo sul superbonus aiuterebbe l'esempio di Roma. Nella capitale si fermerà, infatti, la riqualificazione di alcune migliaia di alloggi di edilizia popolare nelle vituperate periferie di Tor Bella Monaca, Spinaceto, Casal Bruciato e in molte altre ancora. Come avrà sentito, il Governo vuole procedere a una profonda revisione del superbonus che, in buona sostanza, porterà vantaggi solo a chi può permettersi di anticipare i soldi per le ristrutturazioni; per gli altri, zero. Inoltre, le modifiche non tengono conto della direttiva sulla casa green, che esiste e che pone un grande tema nazionale che il Governo pare rimuovere. Proprio su questo strumento, sul superbonus, su quello che si sta dicendo e sui numeri, forse, sarebbe bene che questa discussione, invece di avvenire sulle pagine dei giornali e nelle dirette TV, fosse affrontato in quest'Aula.

Per questo chiediamo a lei, Presidente, che il Ministro Giorgetti venga in Aula a riferire su questi temi e su questa vicenda. Certo, c'è un decreto che presto arriverà e che dovrà essere convertito, ne discuteremo in Commissione, ma noi stiamo chiedendo che a questo Parlamento non venga sottratto il dibattito pubblico e che il Ministro venga a riferire in Aula. E lì chiederemo, ancora una volta, di sbloccare i 19 miliardi di crediti incagliati che mettono a rischio migliaia di imprese e famiglie, e, secondariamente, di ripristinare la cessione del credito, a partire dalle categorie che ne hanno davvero più bisogno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Per associarmi alla richiesta del collega Grimaldi e anche, approfittando della sua presenza, per cogliere proprio questo ragionamento, questa riflessione su questi temi, che sono assolutamente centrali e, troppo spesso, poi, si finisce per parlarne fuori da quest'Aula.

Quando si parla, spesso, di centralità del Parlamento, significa riportare all'interno dello stesso il dibattito, la discussione, il confronto, e anche noi ovviamente auspichiamo la possibilità di ascolto, da parte del Governo, delle ragioni dell'opposizione.

Noi abbiamo richiesto per le vie regolamentari l'approvazione di un'indagine conoscitiva attorno al tema dei costi reali. Sapete che ci sono anche informazioni e dati divergenti tra i diversi istituti di ricerca. Insomma, vorremmo riuscire a capire meglio. Quindi, crediamo che un'informativa del Ministro Giorgetti sia utile e necessaria, sia nel merito della questione, sia, vista la sua presenza, anche in relazione a una centralità del Parlamento che credo debba essere rilanciata.

PRESIDENTE. Sarà mia cura informare il Ministro per i rapporti con il Parlamento della richiesta di informativa urgente da voi rivoltami, che peraltro fa seguito anche ad un'analoga richiesta effettuata nella seduta di ieri da parte del MoVimento 5 Stelle.

Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 17.

La seduta, sospesa alle 16, è ripresa alle 17.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 73, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 452 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi. Proroga di termini per l'esercizio di deleghe legislative (Approvato dal Senato) (A.C. 888​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 888: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi. Proroga di termini per l'esercizio di deleghe legislative.

Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge in esame, nel testo delle Commissioni, identico a quello approvato dal Senato.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 888​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dieter Steger. Ne ha facoltà.

DIETER STEGER (MISTO-MIN.LING.). Presidente, colleghe e colleghi, ancora una volta siamo chiamati a votare un decreto Milleproroghe, uno strumento legislativo che dovrebbe, semmai, essere utilizzato solo in via eccezionale. È un provvedimento che, in un ordinamento maturo e completo, non dovrebbe neanche esistere, invece in Italia è diventato uno strumento indispensabile per dare stabilità a norme importanti in tutti i settori vitali del Paese, dalla sanità al sociale, dalla scuola alla giustizia e all'economia. Tutto, per l'incapacità di Parlamento, Governo e anche pubblica amministrazione di garantire questa stabilità. E quindi, in assenza di stabilizzazione e di programmazione normativa, il Milleproroghe corre annualmente in soccorso a prorogare i termini di vigenza di disposizioni senza le quali si paralizzerebbero interi comparti pubblici e il funzionamento di settori essenziali per imprese, lavoratori e cittadini. E noi dobbiamo votare questo provvedimento senza poter minimamente incidere per migliorarlo. Per l'ennesima volta, in questo Parlamento, si impone il mono al bicameralismo. Condanniamo questo modo di procedere e ricordiamo in quest'Aula le parole pronunciate dal Presidente della Repubblica dopo l'approvazione di una legge di bilancio di alcuni anni fa, quando invitava tutte le forze politiche a rispettare il ruolo e le prerogative del Parlamento. Un Parlamento che, fino a prova contraria, è composto da due rami con eguali diritti e doveri. Un procedimento legislativo non può dirsi di certo soddisfacente, se tutte le volte una delle due Camere è chiamata a ratificare con la fiducia quello che l'altra, con grande fatica, ha approvato in prima lettura.

Nel merito, vedo in questo provvedimento la proroga di tante misure volute e pensate da Governi precedenti, contrastati spesso da almeno parte dell'attuale maggioranza, che, però, mostra in questo modo di apprezzare l'operato anche di altri. Mi riferisco alle norme sul 4.0, con la proroga a novembre del termine di consegna dei macchinari per le imprese che vogliono investire utilizzando i relativi crediti d'imposta, ed alla proroga dei termini per mettere a terra tutte le misure del Family Act. Penso alla conferma dello smart working per i lavoratori fragili. Penso ai fondi per Radio Radicale, per il settore editoriale e alla proroga dei prezzari nell'ambito degli accordi quadro dei lavori pubblici. E penso al pacchetto sanità, che, però, necessiterebbe di sostenere, con le risorse del MES sanitario, sia la riorganizzazione prevista nel PNRR, sia la rinnovata programmazione per il personale sociosanitario, ma che, invece, vede confermati solo i passi avanti decisi da altri.

La proroga della ricetta elettronica al 2024, la proroga dell'incarico ai medici specializzandi per supplire alla carenza di personale medico, la proroga per l'utilizzo del Fondo per la riduzione delle liste d'attesa, la proroga per la stabilizzazione del personale sanitario e amministrativo precario che ha lavorato durante la pandemia: tutte queste proroghe le condividiamo e le sosteniamo. Poi, invece, c'è anche un pacchetto di proroghe che evidenzia un utilizzo strumentale e finanche dannoso per l'Italia. Penso alle norme per allungare fino al 2026 la durata dei diritti sportivi TV, che confermano, dopo la norma “spalma debiti” approvata in legge di bilancio, un latente conflitto di interessi rispetto al mondo calcistico, e lo dico da calciatore. E penso alla proroga delle concessioni per i balneari: così mai viene data una risposta seria agli operatori del settore, ma, invece, viene procurata all'Italia una procedura di infrazione. Lascia, inoltre, disorientati la disapplicazione a piacere della norma sulla concorrenza: no per i balneari, sì, invece, per un settore vitale, ancor più in un periodo di grave crisi energetica, come quello delle grandi concessioni di derivazione idroelettrica. Dietro queste incongruenze non c'è visione strategica, ma il pericoloso intento di rispondere a interessi particolari. Come SVP e Union Valdôtaine, apprezziamo, invece, l'attenzione che il Governo e la maggioranza, in Senato, hanno voluto dedicare ad alcune nostre proposte. Mi riferisco, in particolare, alla proroga per l'utilizzo in compensazione del credito di imposta sul carburante agricolo - una boccata di ossigeno per le aziende agricole colpite dall'esplosione dei costi dell'energia -, così come la proroga al 31 dicembre 2023 del termine per le modifiche statutarie degli enti del Terzo settore necessarie per l'iscrizione al nuovo Registro unico nazionale del Terzo settore; così come apprezziamo la proroga del Fondo nuove competenze, in un Paese con il 30 per cento di persone not in education, employment or training. Costituiscono risposte necessarie, quanto puntuali, che ci ricordano quanto l'Italia in tutti questi settori sia, invece, in attesa degli interventi definitivi e delle riforme strutturali previsti dal PNRR.

In conclusione, Presidente, questo non è il decreto che ci saremmo attesi dal nuovo Governo, che si dichiarava pronto a raddrizzare tutte le storture. Nonostante siano passati diversi mesi, non vedo ancora una chiara strategia. Come si intende sostenere la crescita? Come si intende favorire la competitività del sistema produttivo? Come si vogliono difendere i cittadini e le imprese dal caro energia da aprile in poi? Tutte domande che, purtroppo, non hanno ancora una risposta, spero che Governo e maggioranza la diano presto. E per far bene servirà, naturalmente, anche un Parlamento che ritrovi appieno la sua centralità e che possa svolgere, soprattutto in una fase complessa come quella che viviamo, quanto la Costituzione gli chiede e gli attribuisce. Ed è con questi forti auspici che annuncio il voto di astensione alla fiducia e al provvedimento da parte di SVP e Union Valdôtaine (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Romano. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SAVERIO ROMANO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Io ruberò pochissimo tempo a questa affollatissima Aula per annunciare il voto favorevole del nostro gruppo Noi Moderati alla fiducia richiesta dal Governo su questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, ancora un rinvio, di un anno, prima della messa a gara rispetto ai termini stabiliti dal DL Concorrenza e pretesi, tra l'altro, dalla Commissione europea per garantire proprio quel meccanismo cardine dell'Unione neoliberale, la concorrenza. Scostumati, ma alla luce del sole. Beh, con 7 imprenditori candidati alle ultime elezioni, il fondatore del Papeete a Strasburgo, una bella pattuglia di lobbisti nelle due Camere, che chiameremo per i giornalisti il “Twiga team”, la destra al Governo si sente liberista in autunno, in inverno e primavera, però difende i beni comuni d'estate, quando si parla, di fatto, dei suoi amici. Il fatto è precisamente che quei beni non sono comuni, non ora, mentre dovrebbero esserlo e a venire difeso non è il made in Italy, ma una categoria potente, quanto molto piccola. La Ministra del Turismo, Daniela Santanche', crede che perdere una delega e cedere le sue quote del Twiga Beach di Forte dei Marmi all'amico Flavio Briatore e al compagno Dimitri Kunz d'Asburgo Lorena sia sufficiente per sgomberare il campo da conflitti di interesse. Perciò, eccola lì, in prima fila, a insistere per ulteriori proroghe per le concessioni balneari.

Tutto questo, nonostante una sentenza del Consiglio di Stato, una sentenza della Corte di giustizia europea e una procedura di infrazione dell'Unione europea. Il diritto europeo richiede che le norme nazionali sui servizi assicurino la parità di trattamento degli operatori, promuovano l'innovazione e la concorrenza leale e proteggano dal rischio di monopolio delle risorse pubbliche.

Non preoccupatevi, colleghi, non sarà un deputato, figlio del movimento operaio, a richiamarvi ai principi del liberalismo; lo facciano altri. Quando, tra l'Europa e i balneari, scegli i balneari, poi, non lamentarti se vieni trattato da bagnino negli incontri internazionali: non l'ho detto io, l'ha scritto un noto blogger. Non sono neanche d'accordo: i bagnini svolgono un lavoro onesto, pagano le tasse e salvano le vite, a differenza vostra. Il punto non è nemmeno il conflitto di interessi della Ministra; è l'avidità di chi vuole tutto per sé e la disponibilità di questo Governo a concedere sempre privilegi, mentre nega i diritti. Perché, peggio di una destra liberista, c'è quella che, per i propri interessi, diventa corporativa e clientelare. Ecco quindi che si procede a tutelare le rendite di chi ha privatizzato e sottratto alla maggioranza delle persone chilometri e chilometri di spiagge e, mentre fa tutto ciò, il Governo Meloni non ha alcuna idea di programmazione territoriale.

La proroga delle concessioni costerà carissimo agli italiani, per i canoni molto bassi pagati dagli attuali concessionari, per la sanzione che l'Unione europea potrebbe comminare all'Italia, per i prezzi più alti che i cittadini continueranno a pagare per fruire dei servizi balneari e per il mancato ingresso di tanti soggetti che potrebbero migliorare il settore, magari innovandolo con il sociale, lo sport e la cultura. Lo ricordava ieri l'onorevole Filiberto Zaratti: 8.000 chilometri di costa, poco più di 100 milioni di canone, a fronte di un giro d'affari di 7 miliardi. Ecco l'Italia beach party: è tutto loro quello che luccica, e non è la sabbia.

Ma non solo, con questo incessante mantra del lasciar fare a chi vuole fare, in particolare, a chi ha un diritto acquisito, il Governo continua a produrre danni erariali. Soprattutto, in questo caso, perpetra un danno alle nostre coste, rese inaccessibili, separate dal resto del territorio e ancora aggredibili a livello ambientale. Altro che estendere le concessioni, dovremmo un bel giorno ridurle, restituire il mare alla collettività e imporre ai privati regole ben più precise su come costruire gli stabilimenti, come renderli più inclusivi, ecologici e accessibili al pubblico. Invece no. Mentre venivano bocciati gli emendamenti delle opposizioni sul 110, è arrivato lo stop improvviso allo sconto in fattura, ai crediti di imposta per il superbonus e il divieto per le pubbliche amministrazioni di acquisire i crediti fiscali.

Il Governo Meloni affossa migliaia di aziende e posti di lavoro e, di nuovo, l'elemento più grave è sempre il dettaglio di classe, perché una famiglia di impiegati potrà scontare i lavori, al massimo, per 30.000 euro, mentre chi ne guadagna 10 volte di più riuscirà, come al solito, ad uscirne indenne. Se il 110 aveva un difetto di iniquità fin dall'origine - perché sarebbe stato giusto escludere le seconde case e le villette -, ora il capolavoro è averlo reso più iniquo, limitando la sua utilizzabilità ai soli contribuenti capienti. Il paradosso è che non lo state abolendo, lo state sottraendo alla gran parte della popolazione, quella più povera, perché, se dopo la cancellazione degli sconti in fattura e delle cessioni del credito i lavori già partiti continueranno, i proprietari che potranno beneficiare della detrazione del 90, e non più del 110, compensando lo sconto solo in sede di dichiarazione dei redditi, saranno, appunto, quelli che potranno permetterselo, ossia i redditi più alti. Forse, invece che gettare imprese e lavoratori nel caos, sarebbe stato il momento di chiedersi come rendere più equa e davvero efficiente quella misura, per procedere nel rinnovamento del patrimonio edilizio del Paese in funzione della transizione ecologica. In Italia, ci sono oltre 14 milioni di abitazioni residenziali e oltre 9,7 milioni di edifici sono in classe energetica E, F o G. Migliorarne l'efficienza consentirebbe una riduzione delle emissioni di CO2 di oltre 14 milioni di tonnellate. Abbiamo un patrimonio edilizio, costruito negli anni Sessanta, Settanta, Ottanta, con prestazioni energetiche, a livelli di sicurezza, veramente drammatiche. Riqualificare energeticamente e adeguare alla normativa antisismica l'edificato del Paese dovrebbe essere un obiettivo ineludibile. Ecco perché il bonus non va fermato; va migliorato, vincolato all'uso di tecnologie meno energivore, mantenuto ove vi sia l'abbattimento di barriere architettoniche, utilizzato prioritariamente per gli edifici di edilizia pubblica, concesso e modulato in base al reddito e al criterio della prima o seconda casa, protetto da illeciti o da speculazioni.

Ma sono tante le proroghe che potrebbero andare nella direzione del bene comune che non avete considerato, a partire proprio da Opzione donna. Molti interventi, per esempio, potrebbero porre un argine alla precarietà lavorativa, come la proroga dei contratti di prestazione a termine del personale delle questure, delle commissioni e delle sezioni territoriali o la proroga della validità delle graduatorie del concorso ordinario per insegnanti, oppure la stabilizzazione del precariato storico della pubblica amministrazione.

Per contro, altre proroghe erano decisamente da non fare: per esempio, il rinvio del divieto di circolazione per i veicoli a motore Euro 2, delle categorie M2 e M3 del trasporto pubblico. D'altra parte, come ho già detto, è illusorio immaginare che sappiate guardare più in là del bagnasciuga del Twiga Beach verso una qualche forma di orizzonte. Lo sappiamo dal primo giorno, dall'illuminante trovata del decreto Rave che ha fatto capire fin da subito che l'agenda del Governo sarebbe stata scandita da instant politiche e marchette. Infatti, si è visto ben presto con la manovra, con il vergognoso decreto ONG e con quello sui carburanti, che abbiamo discusso solo ieri.

Un'ultima battuta, Presidente. Avete chiesto la fiducia 8 volte in 4 mesi, utilizzato la decretazione d'urgenza per quasi tutti i provvedimenti, la maggior parte tutt'altro che urgenti. Dall'insediamento del Governo nessuna legge di iniziativa parlamentare ha visto la luce. Oggi ecco la terza richiesta di fiducia in meno di una settimana. È sparito anche il bicameralismo, sostituito da un rapido e indolore monocameralismo di fatto. Si emenda la legge solo in una delle due Camere, relegando la funzione della seconda ad una semplice ratifica. Ho proprio finito. Siamo oltre l'esautorazione del Parlamento. Distrazione, sottrazione, elargizione: vi muovete così, pensando di non essere visti, perché cercate di limitare gli spazi in cui qualcuno può dire quanto siete nudi, ma vi muovete scompostamente, nei vostri privé dell'Italia Beach Club, e vi vediamo lo stesso e lo diciamo lo stesso: voteremo contro questa ennesima fiducia alla luce del sole! Grazie, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sottanelli. Ne ha facoltà.

GIULIO CESARE SOTTANELLI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, membri dell'Esecutivo, il Governo ha posto la fiducia su uno strumento legislativo, cosiddetto Milleproroghe, che dovrebbe - cito la Corte costituzionale - “intervenire con urgenza sulla scadenza di termini il cui decorso sarebbe dannoso per interessi ritenuti rilevanti dal Governo e dal Parlamento”.

Riteniamo che il ricorso a detto strumento sia una sconfitta per le istituzioni del nostro Paese, che causa incertezza del diritto e anche un errore in termini educativi. Infatti, ogni anno il Parlamento si ritrova a prorogare scadenze prefissate negli anni precedenti. Per questo motivo, auspico che, con il lavoro di tutti i rappresentanti qui presenti, si possa fare in modo che il Milleproroghe torni a essere un provvedimento straordinario anziché ordinario, poiché questo vorrebbe dire che le massime istituzioni politiche sarebbero finalmente in grado di rispettare i tempi che si erano prefissati.

Purtroppo, la necessità di questo strumento porta anche, in alcuni casi, a forzature da parte dei Governi che lo utilizzano per inserire sanatorie o altri provvedimenti, approfittando della natura eterogenea del provvedimento. Come hanno potuto constatare i nostri colleghi al Senato, anche questa maggioranza ha provato ad usarlo in maniera impropria, inserendo provvedimenti, successivamente ritirati, quali quelli sui diritti delle trasmissioni televisive e sulle plusvalenze. Queste premesse imporrebbero passaggi parlamentari completi al fine di migliorare il provvedimento, data la sua natura eterogenea.

Nonostante questo, dobbiamo constatare che ancora una volta questo Governo ha fatto ricorso allo strumento della fiducia per ben 10 volte considerando entrambe le Camere, su 17 provvedimenti esaminati in solo 4 mesi di legislatura e ben 2 in questa settimana (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe). È assurdo pensare che solo un anno fa il capogruppo di Fratelli d'Italia in questa Camera, in quest'Aula, ora Ministro, cioè l'onorevole Lollobrigida, diceva: “Il ricorso alla fiducia distorce il processo legislativo. Ricorrere a questo strumento significa saltare il popolo, significa segnare un disprezzo per il popolo e delegittimare il sistema democratico”. Presidente, devo proprio dirlo: mai ci saremmo aspettati, in così pochi mesi di Governo, che le funzioni parlamentari sarebbero state così indebitamente compromesse e sminuite. Una scelta, la vostra, di cui dovrete assumervi la responsabilità nei confronti di coloro che avete illuso, dicendo che con voi al Governo finalmente il Parlamento sarebbe diventato centrale e sarebbe ritornato a esercitare il proprio ruolo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

Vedete, cari colleghi, con questo continuo utilizzo della fiducia per approvare i provvedimenti questo Governo sta riducendo il nostro sistema da bicamerale a monocamerale. Questo era uno dei punti più importanti della riforma costituzionale presentata nel 2016 dal Governo Renzi, che il sottoscritto ha sostenuto con forza fin dal primo istante. Quella riforma avrebbe creato un sistema monocamerale conforme all'assetto costituzionale con i giusti presidi di garanzia, conferendo alle due Camere compiti diversi. Invece oggi assistiamo, grazie a questa maggioranza, alla trasformazione del sistema in monocamerale attraverso il ricorso sistematico alla fiducia, snaturando di fatto il sistema istituzionale attuale. Tutto questo a partire dal Presidente Meloni, dal Vice Presidente Salvini e da tutta Forza Italia, che in passato si erano schierati fortemente contro votando “no” al referendum costituzionale, ennesima dimostrazione che la coerenza politica e istituzionale non è il vostro punto forte.

Detto questo, visto che grazie alla vostra posizione politica la riforma costituzionale non è passata e, quindi, il nostro sistema è tuttora bicamerale, consiglierei al Presidente Meloni e a tutta la maggioranza di discutere in entrambe le Camere i provvedimenti per un motivo molto semplice: farlo lascia più tempo all'Esecutivo per mettersi d'accordo, evitando retromarce e, conseguentemente, brutte figure, come, ad esempio, quella sul POS nella legge di bilancio. Abbiamo dimostrato in questi mesi come dai banchi dell'opposizione sia possibile migliorare provvedimenti senza ostruzionismi. Ad esempio, durante la legge di bilancio abbiamo presentato una contromanovra che, senza aumentare il debito pubblico, confermava il taglio delle accise sui carburanti; in tal modo avremmo potuto evitare l'aumento dei prezzi e anche la ricerca del capro espiatorio che ha caratterizzato il DL Carburanti e i giorni che lo hanno preceduto.

Ma non è necessario guardare così indietro. Gli emendamenti presentati dai nostri colleghi del gruppo Azione-Italia Viva al Senato sul Milleproroghe hanno di certo migliorato il testo in esame. Abbiamo portato avanti un emendamento, a firma della senatrice Paita, in materia autostradale, chiedendo che il Parlamento tornasse a essere centrale nelle relazioni con Autostrade, obbligando i concessionari a trasmettere annualmente alle Camere il proprio piano economico-finanziario su cui sono ovviamente legate le tariffe. Abbiamo portato avanti l'emendamento, a firma della collega Fregolent, su un tema importante e delicato come le rinnovabili e così abbiamo fatto sul tema del Family Act. Se non avessimo previsto una proroga dei termini per il Governo, il rischio sarebbe stato che quegli stanziamenti in favore dei figli e delle famiglie non avrebbero potuto essere messi a terra. Vorrei, infine, ricordare quello che, a mio avviso, è stato un emendamento fondamentale presentato dal Terzo Polo e su cui i nostri colleghi del Senato hanno duramente insistito. Mi riferisco all'emendamento a prima firma dell'onorevole Gelmini che proroga per il 2023 il venir meno del vincolo di esclusività degli operatori per le professioni sanitarie, mantenendo il 25 per cento del monte ore in regime di cumulabilità degli impieghi. La sanità è al centro del programma del Terzo polo. Ci batteremo quotidianamente in tutte le sedi, per fare in modo che essa diventi priorità nell'azione politica ed amministrativa del Parlamento, del Governo e delle regioni.

Presidente, per questi motivi di natura formale e soprattutto sostanziale, il gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe voterà “no” alla richiesta di fiducia del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bergamini. Ne ha facoltà.

DEBORAH BERGAMINI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Rappresentante del Governo, colleghi, prima di entrare nel merito di questo provvedimento, intendo fare un chiarimento relativo al collocamento del Presidente Berlusconi e di Forza Italia in politica estera, fin dall'inizio della nostra storia politica che ammonta ormai a quasi trent'anni fa. Collocamento che, con grande linearità e grande coerenza, è sempre stato nel campo dell'Occidente, dell'Europa, del solido filo-atlantismo, della difesa dello Stato di diritto e delle regole del diritto internazionale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE); è sempre stato nel campo dell'intelligenza, senza condizioni e senza ripensamenti. La nostra storia e i provvedimenti che abbiamo votato, anche in tempi molto recenti, parlano per noi. C'è molto chiaro chi è l'aggredito e chi è l'aggressore nella carneficina tra Ucraina e Russia. Ci sono molto chiari le ragioni e i torti di questa guerra. È per questo che con dispiacere sono costretta a fare presente che non ci può essere spazio per fraintendere il sincero auspicio a fare tutto il possibile a favore della pace (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Fratelli d'Italia), con l'inaccettabile sostegno delle ragioni dell'aggressore. Non ci difetta la lucidità per comprendere la differenza fra questi due aspetti e siamo certi che non difetti neppure al Presidente Zelensky. Comunque, l'abbiamo voluta chiarire un'altra volta (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Fratelli d'Italia).

Tornando al provvedimento in esame, Forza Italia, da movimento responsabile e cardine di questa maggioranza di Governo, ha offerto il suo contributo con spirito di concretezza nell'esame di questo provvedimento. Il nostro mandato costituzionale di parlamentari implica la responsabilità di fare le leggi e anche, come in questo caso, di prorogarne l'efficacia. Certo, anch'io, come il collega di Azione, preferirei uno Stato che proroga di meno e innova di più, ma ci dobbiamo lavorare tutti assieme. Lo dico rispettosamente: chi è stato al Governo fino a ieri non so perché ora si scandalizza per il decreto Milleproroghe, visto che ogni anno il decreto Milleproroghe è sempre stato ampiamente votato da chi era al Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Fratelli d'Italia). Ricordiamoci chi siamo e la nostra storia.

Come dicevo, Forza Italia ha voluto concentrarsi al Senato su temi molto concreti e rilevanti, quali la sanità, le amministrazioni locali, la scuola, l'università, argomenti e temi che impattano sulla vita dei nostri concittadini. Prima di ricordare alcune delle nostre iniziative emendative, vorrei soffermarmi su una grande battaglia di Forza Italia, di cui i colleghi che mi hanno preceduto hanno già parlato. Mi riferisco al tema della proroga per le concessioni balneari che - lo dico al collega Steger con rispetto - non sono interessi particolari, a meno che non consideriamo tutti come interessi particolari, anche quelli delle regioni a statuto autonomo o degli impianti di risalita in montagna. Non sono interessi particolari, sono una visione del mondo, che io intendo difendere come convincimento del nostro movimento. So che c'è un forte pregiudizio, che è un tema che non piace a tutti, che buona parte dell'opinione pubblica riconosce come urticante. Però, qualche volta, i pregiudizi vanno anche sfatati e bisogna combattere per cercare di dimostrare che si hanno delle ragioni per poterlo fare. Non è un segreto che Forza Italia sia da sempre in difesa delle imprese e delle imprese che funzionano bene, che costituiscono un motore della nostra economia. Quelle balneari sono imprese piccole italiane, familiari, che vanno avanti da generazioni e fanno un buon lavoro, aumentando l'attrattività del turismo italiano. Queste imprese da molti anni rischiano di non poter più continuare il loro lavoro, non perché siamo cattivi noi o non siamo capaci, ma perché c'è una direttiva europea, che si chiama Bolkestein, che vuole liberalizzare tanti servizi e, fra questi, vuole liberalizzare anche le concessioni demaniali marittime.

Pensiamo che la direttiva Bolkestein non si possa applicare alle concessioni demaniali marittime. Lo pensavamo quindici anni fa e lo pensiamo oggi, perché quella direttiva riguarda i servizi, non i beni. E le concessioni demaniali marittime sono beni. Non lo dice Bergamini, ma è venuto a questo Palazzo, il signor Frits Bolkestein, che è stato l'estensore della direttiva e che ha detto che non si applica alle concessioni demaniali marittime (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Fratelli d'Italia). Ricordiamocele le cose!

Cosa abbiamo fatto? Abbiamo deciso di prorogare la durata di queste concessioni, non per perdere tempo, ma per mettere intanto al sicuro la prossima stagione di queste imprese e per lavorare, affinché possano finalmente avere le certezze che meritano. La direttiva Bolkestein ha un presupposto per essere applicata, ovvero una scarsità di risorse per cui bisogna liberalizzare. Non sono affatto d'accordo col collega Grimaldi che mi ha preceduto. A parte che non sono 8.000, ma sono 7.500 i chilometri di coste, ma siamo sicuri che, con 7.500 chilometri di coste, ci sia scarsità di risorse rispetto alle concessioni demaniali? Non lo sappiamo, perché questo Stato non ha mai fatto una mappatura e, quindi, non lo sa. Utilizzeremo questi mesi per cercare di capire se questo presupposto per l'applicabilità della Bolkestein esista o non esista. Se esisterà, agiremo in un modo e, se non esisterà, agiremo in un altro: è buonsenso.

Il tema dei balneari non è un interesse particolare, ma è un simbolo di quella distanza, spesso enorme, fra le parole e la realtà dei fatti. Si vogliono difendere le imprese italiane o non si vogliono difendere nelle loro specificità, soprattutto quando ci si riferisce al turismo? Si vuole contribuire alla costruzione di un'Unione europea, che sia equa, equilibrata e tenga conto delle specificità che fanno grande l'Europa? Sì o no? Non è che una direttiva europea, siccome è una direttiva europea, è scolpita nel marmo: se è sbagliata, si corregge! Forse, qualcosa sulla Bolkestein non va, dal momento che, sempre a Bolkestein vigente, in Spagna le concessioni balneari marittime sono state prorogate di novant'anni. Allora, come funziona? Credo che qualche riflessione vada fatta, ma partendo da un dato di realtà. Aggiungo - e finisco - che le nostre coste, data la conformazione della nostra penisola, rappresentano la quasi totalità dei nostri confini nazionali. Quindi, anche su questo, forse qualche riflessione in più va fatta. Mi rivolgo ancora al collega Grimaldi: non è che con l'applicazione della direttiva Bolkenstein, come dice lui, le spiagge italiane verranno restituite alla collettività. No, no! Verranno messe in vendita ad imprese straniere e, sinceramente, non sono tanto contenta di andare a chiedere l'accessibilità dei miei confini nazionali alle imprese straniere (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Fratelli d'Italia). Credo che qui i pregiudizi si possano facilmente sfatare.

Abbandono il tema dei balneari per un altro profondo convincimento di Forza Italia: un Paese funziona bene se è ben amministrato, soprattutto a livello locale (siamo la Nazione dei comuni). Questo non dipende solo dalla qualità degli amministratori, ma anche dagli strumenti di cui possono dotarsi, a partire dal personale che deve svolgere il lavoro di amministrazione. Pertanto, alcuni nostri emendamenti hanno dedicato molta attenzione agli enti locali, con misure dedicate a garantire la loro efficienza. Abbiamo previsto una proroga per lo svolgimento delle funzioni di segretari comunali da parte dei vicesegretari comunali nei comuni sotto i 5.000 abitanti oppure in quelli situati nelle isole minori. Abbiamo sancito la proroga della norma, che, nei comuni sotto i 15.000 abitanti, consente l'elezione dei candidati compresi nell'unica lista candidata con il sindaco collegato, a patto che abbia riportato un numero di voti validi non inferiore al 50 per cento dei votanti e il numero dei votanti non sia inferiore al 40 per cento. Questa iniziativa soddisfa la sacrosanta necessità di evitare le cosiddette liste farlocche e di garantire la piena rappresentatività territoriale, che è la prima assoluta premessa per una buona amministrazione. Altro tema su cui ci siamo battuti con grande forza al Senato riguarda il personale che opera negli enti del Servizio sanitario nazionale, prevedendo una serie di misure per garantirne la piena funzionalità. Non c'è nulla di più essenziale e primario della salute e noi dobbiamo garantire un servizio sanitario efficiente. Oggi, si pongono due ordini di problemi. Il primo è come conciliare la funzionalità di un sistema con il fatto che c'è una mancanza cronica di medici e infermieri. Il secondo è non disperdere le competenze acquisite in questi anni drammatici della pandemia. Se me lo consentite, anzi, dobbiamo dimostrare doverosa gratitudine a chi, durante il COVID, è stato in prima linea per garantire la nostra salute e quella dei nostri cari (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Fratelli d'Italia): ricordiamocelo sempre.

Ecco perché siamo fieri di queste norme di proroga inserite nel provvedimento, che consentono ai medici di base di rimanere in attività per 2 anni aggiuntivi, che mantengono in servizio il personale a tempo determinato e per quelle che consentono a questi medici, a questi infermieri e a questi amministrativi di accedere alle procedure di stabilizzazione.

Poi c'è il tema dell'università, su cui il Ministro Bernini sta svolgendo un grande lavoro, e della scuola; anche qui il nostro obiettivo, nel presentare emendamenti, è stato quello di arrivare a fare in modo che siano impegno e merito a prevalere su cavilli e burocrazia anche in questo settore, che è, a dir poco, strategico per il futuro del nostro Paese.

Ecco, la concretezza, il buonsenso e l'umanità hanno rappresentato la bussola con cui Forza Italia si è orientata nel dare il proprio contributo a questa legge, in questo momento storico così difficile.

Mi auguro, quindi, ma penso sia un auspicio condiviso da tutti, di poter tornare presto a discutere di altre scelte, magari di più ampio respiro, e di altre leggi, in un contesto storico, sociale e politico quantomeno di normalità.

È con questo spirito che, a nome del gruppo Forza Italia, dichiaro il voto favorevole sulla questione di fiducia (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Signora Presidente, colleghe e colleghi deputati, rappresentante del Governo. Presidente, mi rivolgo subito a lei e le chiedo: potrò parlare, oggi, senza essere interrotto dalla maggioranza o subirò ancora tentativi di censura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? E, allora, se mi è concesso di parlare, lo dico subito: siamo indisponibili a votare la fiducia sul decreto-legge Milleproroghe. Occorre il confronto parlamentare. Dobbiamo poter discutere, emendare, migliorare i provvedimenti e ciò non solo perché questo monocameralismo di fatto non è conforme alla Costituzione, ma anche perché siamo qui per lavorare, non per percepire stipendi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Il Milleproroghe è del tutto insoddisfacente; ha bisogno di numerosi correttivi. Manca la proroga dei termini per la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni e dei servizi che devono essere assicurati in modo uniforme sul territorio. Avete introdotto l'autonomia differenziata, cioè la distinzione tra cittadini e territori di serie A e cittadini e territori di serie B (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Per mitigare questo “sgorbio normativo” è assolutamente necessario rinviarne l'attuazione. Vi siete scordati la proroga per il credito agricolo. Stanno ormai per scadere le misure straordinarie, varate dal Governo Conte, nel corso della pandemia. Gli imprenditori agricoli hanno urgente necessità di liquidità, ma di ciò non vi è traccia. Che volete fare? Avete prorogato il termine di scadenza delle concessioni demaniali; avremo uno scontro con Bruxelles, con ogni probabilità, sarà avviata nei confronti del nostro Paese una procedura di infrazione per violazione della Bolkestein, così come è accaduto con il Portogallo e, intanto, le imprese del settore restano nell'incertezza, non fanno investimenti, non assumono personale, complimenti! Stessa identica cosa con la direttiva “Casa Green” che il Governo prima approva e poi contesta. Vi chiedo: che linea ha l'Italia?

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA (ore 17,40)

ALFONSO COLUCCI (M5S). Fate chiacchiere da bar (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Ciò è drammatico, perché non siamo al bar, siamo in Parlamento. E, poi, manca la necessaria riflessione sulla politica di coesione 2014-2020. Occorre la proroga di almeno 6 mesi per definire e portare a gara tutti i progetti inseriti nel Piano di sviluppo e coesione, con intere opere già pronte a partire, che dovranno restare ferme in attesa della ricognizione e dell'approvazione dei Piani di sviluppo e coesione 2021-2027, Piani, ad oggi, non completati per l'inerzia del Ministero competente.

Vogliamo, poi, parlare della riapertura dei termini per lo sconto delle accise sui carburanti? Nulla di nulla in questo provvedimento, e ciò avviene nonostante le vostre promesse elettorali. La proroga al 30 giugno dello smart working per i lavoratori fragili, sia nel pubblico, sia nel privato, è un primo, debole passo per l'affermazione di diritti primari. La misura non è sufficiente, molto ancora deve farsi.

Vi siete dimenticati della proroga di Opzione Donna: ciò è gravissimo per le molte lavoratrici che l'attendono e ne hanno diritto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il lavoro dei senatori del MoVimento 5 Stelle, che ringrazio, ha consentito di inserire la proroga al 30 giugno del credito d'imposta per l'acquisto di gasolio agricolo, la proroga per il triennio 2023-2025 degli incentivi per gli investimenti in colture arboree pluriennali, la proroga fino al 30 giugno della validità dei patentini per l'acquisto e l'utilizzo dei prodotti fitosanitari, la proroga al 31 dicembre delle misure di intervento straordinario a favore delle imprese esportatrici colpite dagli effetti negativi in parte derivanti anche dalla guerra russo-ucraina, la proroga per il 2023 delle agevolazioni fiscali a favore del comparto olivicolo colpito dalla Xylella, la proroga della misura sull'occupazione del suolo pubblico nel settore della ristorazione, anche a mezzo di strutture amovibili, ed altro ancora. Grandi sono i risultati dei senatori del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ma noi deputati del MoVimento 5 Stelle, qui alla Camera siamo pronti a fare la nostra parte, ne sentiamo forte il dovere.

Il provvedimento resta insufficiente. Penso al sistema dei bonus edilizi e dei crediti fiscali e allo sconto in fattura bloccati. Non vi avvedete come la stabilizzazione dei bonus edilizi può fondare un piano industriale della casa e, più in generale, del patrimonio immobiliare? Come pensate di conseguire gli obiettivi del Piano europeo Fit for 55? Come pensate di attuare la direttiva sulle case green? Non sembra vero, pensate che al Senato sono stati discussi emendamenti di Forza Italia e di Fratelli d'Italia per la proroga del superbonus (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ma poi, improvvisamente, anzi con il favore delle tenebre, con un ennesimo, maldestro salto carpiato e avvitato in aria, il Governo ha bloccato la cessione dei crediti fiscali e lo sconto in fattura, così affossando l'intero comparto edilizio; tutto ciò è ridicolo.

“Siamo pronti a tutelare i diritti del superbonus e a migliorare le agevolazioni edilizie”. “Sempre dalla parte delle imprese e dei cittadini onesti che si danno da fare per far crescere e migliorare l'Italia”. Chi lo diceva? L'onorevole Meloni. Quando lo diceva? Pensate un po', lo diceva alla vigilia delle elezioni politiche, era il 17 settembre scorso, propaganda elettorale, propaganda (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! E, alla fine, concluse anche le elezioni amministrative, il Governo Meloni impartisce l'estrema unzione al superbonus; questi interventi resteranno accessibili solo al ceto più abbiente, che ha le capacità economiche di anticiparne il costo e la capienza fiscale per operare la detrazione, non a tutti gli altri, la maggior parte, coloro che questi interventi non possono né finanziarli, né detrarli, un bonus che oggi diventa solo per ricchi, privilegio di una élite, quella dei soliti noti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Cari cittadini che ci seguite da casa, vi rivelo che la stessa Presidente Meloni e lo stesso Ministro Giorgetti hanno utilizzato i bonus edilizi, come risulta dalle dichiarazioni dei redditi da loro pubblicate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Loro sì, gli altri no. La Presidente Meloni ha parlato di buco di bilancio; è ormai ben chiaro a tutti, e soprattutto ai cittadini, che si tratta di una bugia colossale; mai, dico mai, tali crediti concorrono alla formazione del debito pubblico. Essi hanno impatto esclusivamente sul disavanzo; si è trattato di una misura economica anticiclica assunta nel periodo della pandemia, che ha determinato la crescita del PIL del 10 per cento in 2 anni, un vero e proprio miracolo economico italiano. Lo stesso onorevole Tremonti dichiarava, a TPI, che la ripresa non è di breve durata ed è dovuta ai bonus del Governo Conte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La verità è che, come questo Milleproroghe dimostra, il Governo Meloni continua a mentire agli italiani, antepone gli interessi di parte rispetto a quelli delle famiglie e delle imprese, non ha né il coraggio, né la capacità di attuare politiche di sviluppo e di investimento, appiattito com'è su un'austerità tecnocratica che ricorda il peggior Governo Draghi.

Avete esaurito tutti i margini di manovra, avete speso 30 miliardi per incentivi sul fossile con danno ambientale e maggiore inquinamento, 3 miliardi per condoni - i cittadini onesti pagano quanto dovuto dagli evasori - e 800 milioni per i debiti spalmati delle società di calcio. Per aprirvi nuovi margini di manovra cosa fate? Abolite il superbonus. Meno male che il Patto di stabilità è ancora sospeso, meno male! L'abolizione del superbonus manifesta la vostra incapacità di pensare e di attuare misure economiche espansive. In questo quadro economico-finanziario, il decreto Milleproroghe rivela in modo chiaro e definitivo l'assoluta insufficienza di questo Governo rispetto ai bisogni del Paese, l'inidoneità di questa maggioranza a governare il Paese. Per tali ragioni, il MoVimento 5 Stelle voterà «no» alla fiducia a questo Governo di destra, targato Giorgia Meloni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ottaviani. Ne ha facoltà.

NICOLA OTTAVIANI (LEGA). Grazie, signor Presidente. Credo che, ancora una volta, il dibattito che si registra all'interno della nostra Aula parlamentare debba essere necessariamente adattato e alimentato a seconda degli input che provengono nel corso della discussione e delle dichiarazioni di voto. Ho ascoltato alcuni dei gruppi di minoranza - perché mi piace definirla minoranza e non opposizione precostituita e preconcetta, perlomeno questo è il nostro approccio alla democrazia parlamentare - ricordare come questa, quella del cosiddetto Milleproroghe, sia un'esperienza che sembrerebbe promanare esclusivamente dal centrodestra. Voglio ricordare, per esegesi e, quindi, anche per dare un minimo di certezza alla storia di questo dibattito parlamentare, che la prima ipotesi, la prima vera e propria legge di conversione del decreto-legge Milleproroghe risale addirittura al 2001 e di certo non è attribuibile a quella che poteva essere un'unica maggioranza politica. Non solo, per ironia della sorte - mi riferisco a quando, in precedenza, il gruppo MoVimento 5 Stelle faceva riferimento all'autonomia differenziata - è proprio nel 2001 che viene inserita all'interno della nostra Costituzione, all'articolo 17, lettera m), la riforma di quella autonomia differenziata che oggi vogliono demonizzare: nel 2001 (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Non solo, pensate un po' la legge del contrappasso a che cosa ci porta: quell'inserimento, nel 2001, fu soltanto la fine di un percorso iniziato nel 1999, con la bicamerale di un signore che si chiamava D'Alema e che non era iscritto al centrodestra, essendo il Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). A questa sorta di ennesimo approccio del doppiogiochismo e del doppiopesismo, tale per cui, se le riforme le fa una parte, sono riforme super partes e, se sono proposte dal centrodestra, diventano riforme di basso profilo, non crede più nessuno. Stiamo parlando di una desuetudine sotto il punto di vista della ricostruzione delle novità del dibattito parlamentare che di certo appassionano pochi. Probabilmente, ciò che dà fastidio è che, ancora una volta, è stato utilizzato da parte del centrodestra uno strumento che può anche essere improprio, quello del Milleproroghe, per arrivare a centrare obiettivi che erano inseriti all'interno del programma di Governo su cui si sono espressi i cittadini, non quattro anni fa, ma appena quattro mesi fa. A che cosa ci stiamo riferendo? Alla proroga dello scorrimento delle graduatorie delle Forze dell'ordine, 2.000 unità. Però, se si parla di sicurezza, quest'ultima non è un concetto filosofico o epicureo.

La sicurezza la si fa con i dipendenti, con le assunzioni che, stranamente, in passato non venivano fatte, forse perché ad alcuni poteva far comodo alimentare la strategia dell'insufficienza della risposta dello Stato, lo Stato legale, lo Stato legittimo, lo Stato che tutela il rigore e il rispetto delle regole per tutti.

Per passare alla sanità, la proroga della possibilità per gli infermieri e per il personale sanitario di svolgere attività libero professionale fino al 31 dicembre garantisce che queste risorse professionali non escano dal settore pubblico. Questo significa dare una risposta alla sanità pubblica mentre altri, in passato, hanno volto lo sguardo solo alla sanità privata (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questo è l'approccio del centrodestra, questo è l'approccio della Presidente Meloni e, sicuramente, del nostro Vice Presidente Matteo Salvini.

Quanto all'altra questione, quella che attiene alle liste d'attesa, per ridurre i tempi delle liste d'attesa che non rientrano all'interno dei LEP, ai quali spesso si fa riferimento, ma neppure all'interno dei LEA, quindi all'interno dei livelli essenziali minimi di assistenza sanitaria, abbiamo portato avanti la possibilità di prorogare l'acquisto di prestazioni perché i pazienti vanno tutelati. Le liste d'attesa vanno smaltite e, per noi, la sanità non significa soltanto assegnazione di primariati con la tessera di un determinato partito politico (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Quanto al Fondo di garanzia per i mutui per la prima casa, per le giovani coppie, non solo tale Fondo arriva al giugno di quest'anno ma, questione ancora più importante, questo tipo di proroga fa pendant con l'indicazione che ancora oggi il nostro Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti ha evidenziato e rappresentato, ossia la necessità di portare avanti, dopo trent'anni, un piano casa in un Paese in cui anche e soprattutto l'edilizia pubblica residenziale deve avere la stessa dignità dell'edilizia privata (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questo è il nostro approccio sociale, questo è il nostro approccio che rientra appieno nel nostro programma di Governo.

Allo stesso modo, nel settore scuola la proroga per l'immissione in ruolo dei dirigenti scolastici significa avere dirigenti in grado di portare avanti anche l'insegnamento ma, soprattutto, la disciplina nelle scuole. Se manca la disciplina nelle scuole diamo un pessimo insegnamento di behaviour, di abitudine ai nostri ragazzi che, in alcuni casi, potrebbero essere convinti che la scuola sia solo un passaggio e non una formazione, soprattutto quando questa è obbligatoria.

Passo velocemente ai tirocini semplificati per le professioni. Negli anni del COVID è successo di tutto e di più. I liberi professionisti non erano soggetti che possedevano averi in paradiso, non erano soggetti che, solo per essere iscritti come partita IVA, potevano ricevere qualcosa dallo Stato senza lavorare, non avevano una sorta di reddito di cittadinanza professionale ma avevano la dignità di laurearsi, avevano la dignità di iniziare le professioni. Quindi, quei tirocini professionali semplificati, in questo momento, è giusto che almeno al 31 dicembre, dopo il COVID, possano continuare.

Passo poi, velocemente, all'argomento di cui spesso si riempiono la bocca coloro che, in alcuni casi, rimproverano a noi una scarsa attenzione verso la giustizia, addirittura quasi in modo interessato. Quando mai, in passato, negli altri Milleproroghe, era stata fatta una proroga, come in questo caso, per arrivare al 31 dicembre 2026 per l'assunzione di dirigenti e cancellieri? Perché noi i processi, quelli veri e quelli giusti, vogliamo che vengano trattati (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), vogliamo che i procedimenti siano definiti, senza parzialità, dalle persone che vengono assunte all'interno delle istituzioni di carattere giudiziario.

Altro argomento è quello dello stop alla sospensione della modifica unilaterale per i contratti di luce e gas. Abbiamo dimostrato, con la proroga di questo stop unilaterale, che non siamo abituati a fare i forti con i deboli e i deboli con i forti. Anche in questo, caso rispetto alle grandi compagnie energetiche abbiamo tutelato il consumatore, abbiamo tutelato chi non ha la forza per tutelarsi da sé.

Ultima questione, last but not least, è sicuramente quella che sta continuando a tornare all'interno di quest'Aula e che riguarda i balneari. Anche in questo caso il Parlamento, e soprattutto la maggioranza, hanno esercitato le proprie prerogative costituzionali, perché, al di là del fatto che la Bolkestein viene recepita nel 2010, ma parte con una direttiva del 2006, tra il 2006 e il 2023 c'è un mondo che è cambiato, c'è un'economia che è mutata, c'è un Paese che è andato verso altre direzioni. E chi non si vuole rendere conto di questo, significa che è innamorato del pregiudizio, non è interessato assolutamente all'evoluzione o alla involuzione dell'economia. Ebbene, dicevo prima perché il Parlamento sta esercitando le proprie prerogative: perché siamo massimamente rispettosi del principio della separazione dei poteri. Ma questo deve valere sempre. Siamo rispettosi delle indicazioni del Consiglio di Stato ad adunanza plenaria, ma qualcuno ci spiegherà come sia possibile che un organo di giurisdizione amministrativa fissi una data perentoria entro e non oltre la quale un Parlamento, che è sovrano, che non è figlio di un Dio minore, debba esercitare le proprie prerogative (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Questo ce lo spiegheranno gli esperti di diritto costituzionale.

E andiamo quindi a concludere, Presidente. L'auspicio, anzi, l'assunzione di obbligazione morale e giuridica che noi oggi portiamo avanti votando la fiducia a questo decreto è quella che il centrodestra possa nei prossimi anni restituire certezza al diritto, rispetto alla precarietà nell'esercizio del diritto a cui era stata abituata la democrazia, che dal 2011 non aveva più avuto la possibilità di eleggere legittimamente i propri rappresentanti parlamentari. Questo è il motivo per il quale, avendo avuto la necessità di mettere assieme velocemente delle norme per arrivare a delle riforme strutturali nei prossimi anni, votiamo in modo convinto la fiducia a questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Guerra. Ne ha facoltà.

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo Milleproroghe è in primo luogo un'occasione mancata. Poteva essere utilizzato per iniziare a sciogliere alcuni dei tanti nodi lasciati aperti da una legge di bilancio assolutamente inadeguata alla situazione, ma non è stato così.

Mi riferisco, ad esempio, al sottofinanziamento della sanità, perché in legge di bilancio non si è tenuto conto degli effetti dell'inflazione sui costi dei beni e servizi, la cui offerta ai cittadini rischia, quindi, di essere drasticamente ridotta.

Mi riferisco al nodo dell'energia, per la quale si è adottata una prospettiva di brevissimo respiro. Ricordo, infatti, che le risorse stanziate in legge di bilancio finiscono il 31 marzo e dal 1° aprile non si sa cosa succederà. Il pasticcio che il Governo ha fatto con l'intervento sulle accise e sui carburanti non fa ben pensare.

Penso poi al superamento della pesante ingiustizia operata su Opzione Donna, una misura già molto penalizzante per le donne, che sono state ulteriormente castigate dalle decisioni discriminatorie adottate in legge di bilancio. La considerazione della maternità a fini pensionistici, che potrebbe utilmente essere declinata con il riconoscimento dei contributi figurativi e, quindi, tradursi in pensioni più alte per le madri, riconoscendo così il valore del tempo che esse hanno dedicato alla cura, viene invece declinata in termini punitivi nei confronti delle donne che madri non sono diventate. La Ministra Calderone si era impegnata a dare una soluzione a questo problema il prima possibile. Nell'attesa di questa soluzione abbiamo chiesto con forza almeno il ripristino delle condizioni precedenti. Siamo rimasti inascoltati. Ma anche laddove le risposte sono state date, specialmente grazie al lavoro dei nostri colleghi al Senato, si è trattato molto spesso di risposte parziali, che, come tali, hanno creato discriminazioni irragionevoli. Questo è vero, ad esempio, nel caso delle proroghe del diritto allo smart working per i lavoratori fragili e per i lavoratori con figli al di sotto dei 14 anni. Le proroghe concesse, pure importanti, discriminano ingiustamente i lavoratori del settore pubblico rispetto a quelli del settore privato, perché solo a questi ultimi è riconosciuto il diritto allo smart working in presenza di figli con meno di 14 anni. E discriminano ingiustamente anche, fra i lavoratori fragili, quelli che possono e quelli che per mansione non possono accedere allo smart working. Questi ultimi perdono il diritto, prima riconosciuto, a vedere equiparata l'assenza dal lavoro, resa necessaria dalla loro fragilità, al ricorso ospedaliero. Rischiano così di superare il numero di giornate di malattia a cui hanno diritto e rischiano, quindi, il licenziamento.

Che questo decreto crei discriminazioni è vero anche per il percorso di stabilizzazione dei lavoratori del comparto sanitario. Il decreto riconosce, giustamente, la stabilizzazione del personale sanitario e amministrativo assunto durante l'emergenza COVID, e questo è un risultato importante che condividiamo. Ma è ingiusto e incomprensibile che rimanga escluso dalla stabilizzazione il personale tecnico e professionale, tra cui, ad esempio, tutti gli assistenti informatici. Allo stesso modo, ingiustizie si sono create per le risorse che sono state doverosamente trovate per l'accoglimento dei migranti nel comune di Lampedusa e Linosa, ma che mancano drammaticamente per altri comuni impegnati sullo stesso fronte, fra cui, ad esempio, sempre in Sicilia, Porto Empedocle e Pozzallo. Mancavano i soldi per sanare queste ingiustizie? Eppure, 70 milioni, di cui 24,5 nel solo 2023, sono stati facilmente trovati per coprire i costi di un'ulteriore dilatazione dei 12 condoni fiscali già previsti in legge di bilancio, a cui ci eravamo strenuamente opposti.

Il Milleproroghe estende agli enti territoriali la facoltà di utilizzare per i propri tributi alcuni istituti cosiddetti di deflazione del contenzioso, quali la regolarizzazione agevolata di omessi pagamenti di rate dovute, e amplia le loro opportunità di scelte relativamente al ricorso al saldo e stralcio. Viene, in particolare, riconosciuta ai comuni la possibilità di ricorrere non più solo allo stralcio parziale, come prevedeva la legge di bilancio, ma anche allo stralcio integrale, comprensivo non solo di sanzioni e interessi, ma anche della quota capitale.

Questa decisione di affidare ai comuni la scelta di adesione totale o parziale ai condoni relativi ai propri tributi e di differire ulteriormente i tempi di questa scelta pone i cittadini dei vari territori in condizioni molto diverse, da un lato, e molto incerte, dall'altro, contribuendo ad alimentare le iniquità del nostro sistema fiscale e del nostro sistema di riscossione. Pone, inoltre, i territori in concorrenza l'uno con l'altro.

Signor Presidente, con le sue mille proroghe, questo decreto avrebbe dovuto prioritariamente confermare quei provvedimenti temporanei, adottati in passato, che hanno dato un buon risultato e che andrebbero mantenuti in vista di una loro sistemazione in norme permanenti. Avrebbe poi dovuto confermare quei provvedimenti per i quali continuano a sussistere le ragioni che ne avevano determinato la necessità. Lo si è fatto solo in parte. Sono stati, infatti, abbandonati interventi che avevano mostrato la loro efficacia. Mi riferisco, ad esempio, alle due misure alternative alla detenzione in carcere introdotte in periodo pandemico per contrastare il sovraffollamento delle carceri e che si rivolgono sia ai detenuti che già godono di licenze o permessi premio straordinari, sia a quelli in regime di semilibertà con pena residua di durata inferiore ai 18 mesi. Nessuno, dico nessuno, di coloro che hanno beneficiato di queste misure, ha reiterato condotte illecite, né nel 2021, né nel 2022, nei 2 anni, cioè, in cui la misura è stata in vigore. Si tratta, quindi, logicamente, di misure preziose che andrebbero messe a regime, senza costi per lo Stato, con benefici per la collettività. E invece questo Governo non ne ha voluto sapere, bocciando le nostre proposte. Perché? Allo stesso modo non si è proceduto a prorogare il personale del Ministero dell'Interno che nelle prefetture si occupa delle procedure di protezione internazionale. Si è così rinunciato, ad un tempo, alla tutela di questi lavoratori, a fronteggiare l'emergenza ucraina che ancora dura e a dare risposte in tempi certi a chi richiede protezione, rendendo più efficace l'accoglienza nel nostro Paese. Anche in questo caso, una miopia di cui non si capisce il senso.

L'arbitrio e la casualità nel prolungamento dei contratti dei lavoratori precari - a te “sì” e a te, invece, “no” - si sono poi accompagnati al balletto delle graduatorie, alcune prorogate e altre no, senza alcuna logica. E ancora, un numero rilevante di piccoli comuni si troveranno a non poter prorogare l'incarico di vice segretario affidato a funzionari con adeguati requisiti, perché la nostra proposta di proroga da 24 a 36 mesi non è stata accolta, e questo a fronte della nota carenza di segretari comunali nelle more della conclusione dei corsi di formazione avviati a seguito delle procedure concorsuali terminate e di quelle già autorizzate.

Come faranno questi piccoli comuni, molti dei quali montani, ad approvare i bilanci nei tempi previsti dalla legge? Abbiamo scampato qualche pericolo, signor Presidente, ad esempio per quanto riguarda l'approvazione in Commissione al Senato della proroga dei diritti televisivi sul calcio da 3 a 5 anni, su cui si è, poi, dovuto fare marcia indietro. Si è, invece, deciso di non decidere sulle concessioni balneari, congelando la situazione in essere per un ulteriore anno. Ciò lascia gli operatori dell'impresa balneare, per un altro anno, in una situazione di incertezza sulla propria attività e, quindi, sulla possibilità di investire in essa. Questa non decisione non è neppure di aiuto per gli utenti che potrebbero beneficiare di una migliore qualità e/o di un minor costo dei servizi che acquistano. Il rinvio di un anno, inoltre, è una soluzione che ci espone a difficoltà nei confronti dell'Unione europea, com'è avvenuto, puntualmente, per la Spagna.

Sulla non legittimità dell'inserimento di provvedimenti di questo tipo in sede di conversione di un decreto-legge andrebbero, poi, ascoltati i rilievi critici del Comitato per la legislazione della Camera che ha reso un parere molto esplicito in questo senso: parere ignorato.

Tante altre cose si potrebbero aggiungere, Presidente, ma, in conclusione, posso dire che, pur in presenza di alcune norme positive, alla cui approvazione abbiamo dato il nostro concorso, siamo di fronte ad un provvedimento che si è dedicato più ai mille rivoli d'interesse particolari che ad affrontare, in termini trasparenti, equi ed efficienti, il tema delle proroghe. Un provvedimento che ha creato nuove ingiustizie e dato poche risposte, un provvedimento che tradisce, ancora una volta, l'improvvisazione e l'insufficienza di questo Governo, a cui noi del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista oggi confermeremo con convinzione la nostra non fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giorgianni. Ne ha facoltà.

CARMEN LETIZIA GIORGIANNI (FDI). Onorevole Presidente, colleghi, nella discussione generale di ieri ho già toccato svariati temi che richiamerò per sommi capi nel seguito. Vorrei però, innanzitutto, esprimere un'osservazione - anche se non lo vedo in Aula - che ho appuntato a proposito delle considerazioni proposte ieri dal collega Giachetti che lamentava un monocameralismo di fatto, recriminando sull'occasione persa con la riforma costituzionale respinta nel 2016 dagli italiani. Senza pretendere di esprimere, qui, una posizione organica e ufficiale sul miglior disegno istituzionale, a nome di Fratelli d'Italia, vorrei attenuare il rimpianto un po' distratto di Giachetti, facendo notare che con 2 Camere, quand'anche una sola di esse per volta riesca ad incidere attivamente sui provvedimenti, a parità di tempo, è possibile, comunque, dedicare il doppio dello studio e dell'attenzione all'esame dei provvedimenti rispetto a quanto sarebbe possibile con una sola Camera dotata di piena facoltà legislativa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Il provvedimento qui in conversione, come tutti sapete, ha la sua ragione d'essere nell'affrontare con un unico atto una serie di termini che, altrimenti, dovrebbero essere definiti separatamente, con proroghe di scadenze e rinvii dell'entrata in vigore di talune disposizioni, al fine di garantire quella continuità dell'azione amministrativa, la cui rottura potrebbe provocare seri problemi per cittadini, imprese e istituzioni. Ciò spiega perché, per la maggioranza delle sue componenti, il Milleproroghe difficilmente accenda la fantasia popolare e ringrazio i relatori per l'esaustiva presentazione in dettaglio svolta ieri.

Vale la pena per noi sottolineare il valore politico, comunque, presente in un testo che riconferma la manifesta volontà di Fratelli d'Italia e del Governo di centrodestra di proseguire sulla strada della concretezza e degli investimenti per il futuro del Paese. In coerenza con quanto affermato nel nostro programma, siamo intervenuti per colmare pericolosi vuoti che si sarebbero creati, prima di tutto, nella sanità, in cui siamo riusciti a tutelare moltissimi cittadini che, durante l'emergenza pandemica, hanno dato un contributo fattivo sia nei reparti che negli uffici amministrativi e che, dopo tutto questo, si ritrovano in una situazione lavorativa precaria. Proroghiamo norme che consentono alle aziende e agli enti del Servizio sanitario nazionale di procedere al reclutamento, a tempo determinato, di laureati in medicina e chirurgia, abilitati all'esercizio della professione medica e iscritti agli ordini professionali per fronteggiare l'emergenza pandemica, che danno la possibilità di attribuire alcuni incarichi ai medici iscritti ai corsi di formazione specialistica e agli enti e alle aziende del Servizio sanitario nazionale quella di conferire incarichi di lavoro autonomo a medici specializzandi, nonché incarichi individuali, a tempo determinato, al personale delle professioni sanitarie e ad operatori sociosanitari.

Prolunghiamo un efficace ed apprezzato strumento alternativo al promemoria cartaceo: la ricetta elettronica trasmessa via e-mail; prolunghiamo al 2025 la possibilità per medici e infermieri stranieri di esercitare presso strutture del Servizio sanitario nazionale in Italia e in deroga alla disciplina di riconoscimento delle qualifiche professionali. E, naturalmente, richiamo le considerazioni fatte ieri sulla facoltà di elevare, in via transitoria, da 70 a 72 anni, il limite massimo di età per lo svolgimento dei rapporti di convenzione dei medici con il Servizio sanitario nazionale nel caso manchi offerta di personale medico convenzionato collocabile e sull'estensione all'intero 2023 della possibilità, per infermieri, ostetriche, tecnici sanitari e altro personale, di svolgere attività libero professionale anche presso strutture diverse da quelle di appartenenza o presso la medesima struttura in regime di esclusività, elevando da 4 a 8 il monte ore settimanale consentito. Inoltre, abbiamo guardato con ottimismo al recupero delle risorse del territorio, con particolare attenzione ai comuni, soprattutto nel Sud.

Alcune occasioni, per via dei tempi stretti, non si sono potute cogliere, tuttavia importanti rinnovi nella giusta direzione sono stati fatti, come quello dei mutui agevolati per le giovani coppie o la proroga del termine per completare gli investimenti in beni strutturali acquistati dalle piccole e medie imprese con Transizione 4.0.

Per l'importanza che ha per me la battaglia per i diritti dei risparmiatori truffati, condotta ben prima di entrare a far parte di questa Assemblea (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), permettetemi di menzionare la proroga al 30 giugno 2023 dell'operatività della commissione tecnica del FIR (Fondo indennizzo risparmiatori) e quella dell'attività di segreteria tecnica svolta da Consap a supporto della commissione tecnica per l'esame delle domande e l'amissione all'indennizzo del FIR. Continuiamo nell'opera di sbloccare le cessioni delle spese sostenute per i bonus edilizi nel 2022 e delle rate residue non fruite di spese fatte nel 2020 e nel 2021, con la trasmissione dell'opzione all'Agenzia delle entrate entro il 31 marzo del 2023. Il Fondo nuove competenze proseguirà la sua opera fino a tutto il 2023.

Scorrimenti, proroghe di graduatorie, semplificazioni dei concorsi aiuteranno la Polizia di Stato, i Vigili del fuoco e le Forze armate. Si risponderà alle esigenze delle scuole per dirigenti scolastici e per le graduatorie comunali del personale scolastico. Si offrirà la possibilità di tenere i lavoratori con contratti di somministrazione fino al 30 giugno 2025 anche oltre i 24 mesi previsti.

Si proroga al 31 dicembre 2026 il termine entro il quale è possibile per gli enti pubblici di ricerca ricorrere alle tipologie di stabilizzazione del personale e giunge la proroga alle concessioni balneari fino al 31 dicembre 2024 e, a certe condizioni, fino al 31 dicembre 2025.

Per il contenimento degli aumenti delle bollette, si prorogherà fino al 30 giugno 2023 la sospensione dell'efficacia, salvo il caso di rinnovo a scadenza, delle clausole contrattuali che consentono all'impresa fornitrice di energia elettrica e gas naturale di modificare unilateralmente le condizioni generali di contratto relative alla definizione del prezzo. Rivendichiamo, inoltre, con orgoglio l'istituzione, per gli anni 2023 e 2024, nello stato di previsione del Ministero della Salute, di un fondo denominato Fondo per l'implementazione del piano oncologico nazionale 2023-2027, che ci sta veramente particolarmente a cuore (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

Estendiamo fino al 2025 l'applicazione della norma che consente agli enti territoriali di utilizzare, senza vincoli di destinazione, le risorse derivanti da operazioni di rinegoziazione di mutui e dal riacquisto dei titoli obbligazionari emessi e permettiamo anche, nel 2023, al Ministero dell'Economia e delle finanze di bandire concorsi per l'assunzione di personale in relazione all'attuazione del PNRR, ovvero per rafforzare le strutture della Ragioneria generale dello Stato, delle ragionerie territoriali dello Stato, delle commissioni tributarie e del Dipartimento delle finanze-Direzione della giustizia tributaria del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria.

Per tutte queste buone ragioni annuncio il nostro convinto voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) del gruppo di Fratelli d'Italia sulla questione di fiducia posta sulla conversione del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198 (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato convenuto che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 18,30, sospendo la seduta fino a tale ora.

La seduta, sospesa alle 18,15, è ripresa alle 18,30.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 888​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo delle Commissioni identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata già effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri.

La chiama avrà inizio dalla deputata Eliana Longi.

Avverto che la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino ad un massimo del 3 per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo, oltre a quelle dei membri del Governo già pervenute.

Per agevolare le operazioni di voto invito i deputati ad avvicinarsi al banco della Presidenza, seguendo il proprio turno di votazione, che è evidenziato sul tabellone elettronico, evitando, quindi, di stazionare nell'emiciclo e di rendere così più difficoltose le operazioni di voto.

Invito i deputati segretari a procedere alla prima chiama.

(Segue la chiama).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo delle Commissioni, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti: ………………... 330

Votanti: ………………… 326

Astenuti: ………………...... 4

Maggioranza: …………... 164

Hanno risposto : ……… 198

Hanno risposto no: ……... 128

La Camera approva.

Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Almici Cristina

Ambrosi Alessia

Amich Enzo

Amorese Alessandro

Andreuzza Giorgia

Antoniozzi Alfredo

Arruzzolo Giovanni

Bagnai Alberto

Bagnasco Roberto

Baldelli Antonio

Barabotti Andrea

Battilocchio Alessandro

Battistoni Francesco

Benigni Stefano

Benvenuti Gostoli Stefano Maria

Benvenuto Alessandro Manuel

Bergamini Davide

Bergamini Deborah

Bicchielli Pino

Bignami Galeazzo

Bisa Ingrid

Bof Gianangelo

Bordonali Simona

Brambilla Michela Vittoria

Bruzzone Francesco

Buonguerrieri Alice

Calderone Tommaso Antonino

Calovini Giangiacomo

Candiani Stefano

Cangiano Gerolamo

Cannata Giovanni Luca

Cannizzaro Francesco

Caparvi Virginio

Cappellacci Ugo

Caramanna Gianluca

Caretta Maria Cristina

Carloni Mirco

Caroppo Andrea

Carrà Anastasio

Casasco Maurizio

Cattaneo Alessandro

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Cavo Ilaria

Cecchetti Fabrizio

Centemero Giulio

Cerreto Marco

Cesa Lorenzo

Chiesa Paola Maria

Ciaburro Monica

Ciancitto Francesco Maria Salvatore

Ciocchetti Luciano

Coin Dimitri

Colombo Beatriz

Colucci Alessandro

Comaroli Silvana Andreina

Comba Fabrizio

Congedo Saverio

Coppo Marcello

Cortelazzo Piergiorgio

Dalla Chiesa Rita

Dara Andrea

D'Attis Mauro

De Bertoldi Andrea

De Corato Riccardo

De Palma Vito

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

Di Giuseppe Andrea

Di Maggio Grazia

Di Mattina Salvatore Marcello

Dondi Daniela

Donzelli Giovanni

Ferrante Tullio

Filini Francesco

Fitto Raffaele

Formentini Paolo

Foti Tommaso

Frassinetti Paola

Frassini Rebecca

Frijia Maria Grazia

Furgiuele Domenico

Gardini Elisabetta

Gatta Giandiego

Gemmato Marcello

Giaccone Andrea

Giagoni Dario

Giglio Vigna Alessandro

Giordano Antonio

Giorgianni Carmen Letizia

Iaia Dario

Iezzi Igor

Kelany Sara

La Porta Chiara

La Salandra Giandonato

Lampis Gianni

Latini Giorgia

Lazzarini Arianna

Leo Maurizio

Loizzo Simona

Lollobrigida Francesco

Longi Eliana

Loperfido Emanuele

Lupi Maurizio

Maccanti Elena

Maccari Carlo

Maerna Novo Umberto

Maiorano Giovanni

Malagola Lorenzo

Malaguti Mauro

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Marchetti Riccardo Augusto

Marchetto Aliprandi Marina

Marrocco Patrizia

Mascaretti Andrea

Maschio Ciro

Matera Mariangela

Matone Simonetta

Matteoni Nicole

Mattia Aldo

Maullu Stefano Giovanni

Mazzetti Erica

Messina Manlio

Michelotti Francesco

Miele Giovanna

Milani Massimo

Molinari Riccardo

Mollicone Federico

Montaruli Augusta

Montemagni Elisa

Morgante Maddalena

Morrone Jacopo

Mulè Giorgio

Mura Francesco

Nevi Raffaele

Nisini Tiziana

Osnato Marco

Ottaviani Nicola

Padovani Marco

Pagano Nazario

Patriarca Annarita

Pella Roberto

Pellicini Andrea

Perissa Marco

Pierro Attilio

Pietrella Fabio

Pisano Calogero

Pittalis Pietro

Pizzimenti Graziano

Polidori Catia

Polo Barbara

Pozzolo Emanuele

Pretto Erik Umberto

Prisco Emanuele

Pulciani Paolo

Raimondo Carmine Fabio

Rampelli Fabio

Ravetto Laura

Rizzetto Walter

Roccella Eugenia

Romano Francesco Saverio

Roscani Fabio

Rossello Cristina

Rossi Fabrizio

Rosso Matteo

Rotelli Mauro

Rotondi Gianfranco

Rubano Francesco Maria

Ruspandini Massimo

Russo Gaetana

Russo Paolo Emilio

Sala Fabrizio

Sasso Rossano

Sbardella Luca

Schiano Di Visconti Michele

Schifone Marta

Semenzato Martina

Siracusano Matilde

Sorte Alessandro

Sudano Valeria

Tassinari Rosaria

Tenerini Chiara

Testa Guerino

Tirelli Franco

Toccalini Luca

Tosi Flavio

Trancassini Paolo

Tremaglia Andrea

Tremonti Giulio

Urzì Alessandro

Vietri Imma

Vinci Gianluca

Volpi Andrea

Ziello Edoardo

Zinzi Gianpiero

Zoffili Eugenio

Zucconi Riccardo

Zurzolo Immacolata

Hanno risposto no:

Aiello Davide

Alifano Enrica

Amato Gaetano

Appendino Chiara

Ascari Stefania

Auriemma Carmela

Bakkali Ouidad

Baldino Vittoria

Barbagallo Anthony Emanuele

Benzoni Fabrizio

Berruto Mauro

Boldrini Laura

Bonafè Simona

Bonelli Angelo

Bonetti Elena

Bonifazi Francesco

Borrelli Francesco Emilio

Boschi Maria Elena

Bruno Raffaele

Cafiero De Raho Federico

Cappelletti Enrico

Caramiello Alessandro

Carfagna Maria Rosaria

Carmina Ida

Carotenuto Dario

Caso Antonio

Castiglione Giuseppe

Casu Andrea

Cherchi Susanna

Colucci Alfonso

Conte Giuseppe

Costa Enrico

Cuperlo Gianni

Curti Augusto

D'Alessio Antonio

D'Alfonso Luciano

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Micheli Paola

De Monte Isabella

Della Vedova Benedetto

Dell'Olio Gianmauro

Di Biase Michela

Di Sanzo Christian Diego

Donno Leonardo

Dori Devis

D'Orso Valentina

Evi Eleonora

Faraone Davide

Fede Giorgio

Fenu Emiliano

Ferrari Sara

Fontana Ilaria

Forattini Antonella

Fornaro Federico

Furfaro Marco

Gadda Maria Chiara

Ghio Valentina

Ghirra Francesca

Giachetti Roberto

Gianassi Federico

Girelli Gian Antonio

Giuliano Carla

Gnassi Andrea

Graziano Stefano

Grimaldi Marco

Grippo Valentina

Gruppioni Naike

Gubitosa Michele

Guerini Lorenzo

Guerra Maria Cecilia

Iaria Antonino

Lai Silvio

Laus Mauro Antonio Donato

Letta Enrico

Lomuti Arnaldo

Lovecchio Giorgio

Malavasi Ilenia

Mancini Claudio

Manzi Irene

Marattin Luigi

Mari Francesco

Marino Maria Stefania

Mauri Matteo

Merola Virginio

Morassut Roberto

Morfino Daniela

Orfini Matteo

Orlando Andrea

Orrico Anna Laura

Pagano Ubaldo

Pastorella Giulia

Pastorino Luca

Pavanelli Emma

Pellegrini Marco

Peluffo Vinicio Giuseppe Guido

Penza Pasqualino

Provenzano Giuseppe

Quartini Andrea

Raffa Angela

Ricciardi Marianna

Ricciardi Riccardo

Ricciardi Toni

Roggiani Silvia

Rosato Ettore

Rossi Andrea

Ruffino Daniela

Santillo Agostino

Sarracino Marco

Scarpa Rachele

Scotto Arturo

Serracchiani Debora

Silvestri Francesco

Simiani Marco

Sottanelli Giulio Cesare

Soumahoro Aboubakar

Speranza Roberto

Sportiello Gilda

Stumpo Nicola

Tabacci Bruno

Todde Alessandra

Torto Daniela

Traversi Roberto

Tucci Riccardo

Vaccari Stefano

Zanella Luana

Zaratti Filiberto

Zingaretti Nicola

Si sono astenuti:

Gebhard Renate

Manes Franco

Schullian Manfred

Steger Dieter

Sono in missione:

Albano Lucia

Ascani Anna

Bellucci Maria Teresa

Billi Simone

Bitonci Massimo

Braga Chiara

Cirielli Edmondo

Colosimo Chiara

Costa Sergio

Del Barba Mauro

Ferro Wanda

Freni Federico

Gava Vannia

Giorgetti Giancarlo

Gusmeroli Alberto Luigi

Magi Riccardo

Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo

Mazzi Gianmarco

Meloni Giorgia

Minardo Antonino

Molteni Nicola

Nordio Carlo

Orsini Andrea

Pichetto Fratin Gilberto

Richetti Matteo

Rixi Edoardo

Rossi Angelo

Scerra Filippo

Silvestri Rachele

Tajani Antonio

PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 888​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Ricordo che, secondo quanto convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo del 15 febbraio scorso, nella seduta odierna l'esame degli ordini del giorno sarà limitato alle fasi dell'illustrazione e del parere del Governo.

Il deputato Antonino Iaria ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/888/83.

Scusate, colleghi, siamo nella fase dell'illustrazione degli ordini del giorno. Quindi, serve silenzio. Prego, onorevole Iaria.

Prendo atto che l'onorevole Iaria ha rinunciato ad illustrare il suo ordine del giorno.

PRESIDENTE. L'onorevole D'Orso ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/888/78.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei richiamare l'attenzione di tutti su questo ordine del giorno, a mia prima firma, che riguarda le norme sulla magistratura onoraria introdotte con la legge di bilancio per il 2022. In quella legge di bilancio abbiamo stabilito che i magistrati onorari, in servizio alla data di entrata in vigore della legge Orlando, possano essere confermati a domanda fino al compimento del settantesimo anno di età e, ai fini della conferma, dovranno accedere a procedure valutative da tenersi con cadenza annuale. La prima procedura valutativa, che riguarda coloro che hanno maturato già oltre 16 anni di servizio, è già stata avviata e addirittura sono già pervenute le prime comunicazioni di conferma all'esito della procedura.

Ebbene, i magistrati onorari sono chiamati a decidere, entra 30 giorni, se optare per il regime di esclusività o meno rispetto alle funzioni onorarie. Però, non sono stati ancora messi nella condizione dal Ministero di conoscere esattamente sia l'inquadramento giuridico, ossia la qualificazione giuridica, economica e previdenziale dell'instaurando rapporto, soprattutto con la specificazione delle differenze sotto l'aspetto retributivo, previdenziale/assistenziale, fiscale, delle mansioni e dell'orario di lavoro tra il regime di esclusività e il regime di non esclusività delle funzioni. Inoltre, segnalano anche di non avere ricevuto alcun chiarimento sui trasferimenti di sede e di ufficio, sul ricongiungimento dei contributi versati alle casse di previdenza private e sul codice di disciplina che dovrà essere loro applicato. Chiedono, inoltre, di conoscere le modalità con cui devono comunicare l'opzione e se sia operante la norma che prevede che, in assenza dell'espressa opzione, sarà applicato il regime della non esclusività.

Ebbene, con questo ordine del giorno chiedo al Governo di impegnarsi ad emanare urgentemente una circolare con cui possa fornire tutte queste informazioni, che giustamente devono essere tenute in considerazione nel prendere una scelta di vita così tanto importante. I magistrati onorari, quindi, attendono una risposta e l'attendono celermente, perché - ripeto - alcuni di loro proprio in questi giorni dovranno esercitare questa opzione. Dunque, chiedo anche di prorogare il termine di 30 giorni dalla comunicazione dell'avvenuta conferma, quindi di differire questo termine, prevedendone uno più ampio per dare loro la possibilità di una scelta ponderata e consapevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. L'onorevole Carla Giuliano ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/888/82.

CARLA GIULIANO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine del giorno n. 9/888/82 da me presentato relativo ad una questione che riguarda moltissimi uffici giudiziari e che potrebbe in futuro paralizzarne l'attività. In molti uffici giudiziari mancano i dirigenti generali di prima fascia: mancano oppure sono in procinto di andare in pensione, maturando i requisiti di anzianità contributiva o di anzianità anagrafica, o entrambi, nel corso del 2023. La loro assenza comporta la paralisi totale di tutte le attività amministrative, di gestione amministrativa e contabile degli uffici giudiziari. Vi sono alcuni uffici giudiziari, tra cui quelli del mio circondario, il tribunale di Foggia, che addirittura hanno un solo dirigente amministrativo per entrambi gli uffici, per la procura presso il tribunale, cioè la procura della Repubblica, e per il tribunale.

Allora, il mio ordine del giorno invita il Governo ad applicare anche agli uffici giudiziari una norma che il Governo ha inserito nel decreto Milleproroghe relativamente al Ministero della Cultura. Mi riferisco, in particolare, all'articolo 1 del comma 18-ter che prevede la possibilità per il Ministero della Cultura di procedere, per così dire, ad assunzioni con contratti di collaborazione per garantire la funzionalità delle sovrintendenze per valorizzare i beni culturali.

Per non lasciare nel panico gli uffici giudiziari, i cui dirigenti generali di prima fascia andranno in pensione nel corso del 2023, nelle more dell'avvio delle necessarie procedure per sostituirli e quindi per nominare i nuovi dirigenti generali di prima fascia, chiedo al Governo di prevedere, nel primo provvedimento utile, una norma similare a quella inserita nell'articolo 1, comma 18-ter per il Ministero della Cultura. Chiediamo di consentire l'avvio temporaneo di procedure esterne per individuare figure apicali che, nelle more della selezione dei nuovi dirigenti, possano sopperire alla loro carenza oppure di prevedere la possibilità per il Ministero della Giustizia di prorogare, ovviamente per chi lo vorrà, i contratti dei dirigenti che andranno in quiescenza, anche oltre il limite dell'età di anzianità contributiva e di anzianità anagrafica, valida ai fini della quiescenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. L'onorevole Ruffino ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/888/8.

DANIELA RUFFINO (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Nell'ordine del giorno mio e del nostro gruppo parliamo della norma che concede ulteriori due mesi agli enti locali per l'aggiudicazione dei lavori e per il rispetto degli obiettivi del PNRR per la messa in sicurezza, la ristrutturazione, la riqualificazione o anche la costruzione di edifici di proprietà comunale, destinati ad asili nido, scuole dell'infanzia e, comunque, servizi alla famiglia. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza si pone inoltre degli obiettivi. Ad esempio, importantissimi sono l'incremento dell'offerta formativa, il contrasto alla dispersione scolastica e una migliore conciliazione dei tempi lavorativi per le famiglie che incentivi l'occupazione femminile.

Per fare questo è evidente che deve essere rafforzato il tempo pieno, come peraltro avevamo riportato in modo molto chiaro anche sul nostro programma. Sono necessarie attività che rafforzino le competenze trasversali ed è necessaria l'apertura delle scuole nel pomeriggio. Ricordo un record molto poco positivo: nelle nostre mense, ad esempio, attualmente, sul territorio nazionale, il 26,2 dei comuni non possiede una mensa scolastica. Perché è importante rafforzare il tempo pieno e concederlo ai comuni e ai territori che lo richiedono? Perché, senza tempo pieno, si abbandonano gli edifici scolastici che non hanno questo servizio e li si destina a morte certa e a chiusura dei plessi. Credo ci debba essere una grande attenzione del Governo su questo aspetto. Spero che nel parere del Governo non ci sia spazio per una non attuazione. Noi chiediamo ulteriori risorse nazionale proprio per garantire il tempo pieno scolastico su tutto il territorio nazionale. Credo sia una scelta di civiltà, un servizio che deve essere offerto alle famiglie, una grande opportunità che deve essere dedicata alle bambine e ai bambini dei nostri territori (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. L'onorevole Sasso ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/888/100.

ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno, che sto per illustrare in quest'Aula, riguarda la nostra comunità scolastica. Riguarda la comunità scolastica tutta, sia nella componente studentesca sia in quella dei lavoratori, e, nello specifico, la sicurezza nell'ambiente di lavoro e di apprendimento e la relativa copertura assicurativa, che, ahimè, ancora oggi è penalizzata da un vuoto normativo che il Governo deve assolutamente colmare. L'assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali dei docenti e degli studenti, infatti, è ancora regolata da un decreto del Presidente della Repubblica, che risale a circa sessant'anni fa, al 1965, che disciplina esperienze ormai anacronistiche. Questa disposizione non è aggiornata alle nuove esigenze, alle molteplici attività programmate dalle scuole del sistema nazionale di istruzione e formazione, alle attività della formazione professionale e degli ITS Academy. La frequenza di drammatici eventi, in cui alcuni nostri ragazzi hanno perso la vita durante i tirocini formativi e i percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento ci impongono di garantire che la tutela assicurativa sia la più aggiornata, sicura e più ampia possibile. Da legislatori e soprattutto da genitori, siamo obbligati a rendere la scuola preventivamente un luogo più sicuro, sia in classe sia dove avviene l'alternanza scuola-lavoro. Nella malaugurata - davvero malaugurata - ipotesi di ulteriori incidenti e disgrazie per un nostro studente, non possiamo più tollerare che possa accadere ciò che è avvenuto alla famiglia di Giuliano, un giovane studente morto lo scorso 16 settembre, durante l'alternanza scuola-lavoro, ovvero non possiamo più tollerare che lo Stato - lo Stato! - non abbia corrisposto alla famiglia un risarcimento, perché Giuliano non era inquadrato come lavoratore. Questo lo trovo indegno. E anche se nessun risarcimento - tra l'altro neanche richiesto dai genitori di Giuliano - potrà mai cancellare il dolore per una perdita simile, in uno Stato civile questo vuoto normativo non può più essere tollerato. La norma, infatti, Presidente, va assolutamente cambiata e, come Lega, insieme al Ministro dell'Istruzione del merito e al Ministro del Lavoro, siamo impegnati in questo senso.

Con questo ordine del giorno, che mi auguro possa avere la condivisione di tutte le forze politiche, vogliamo inoltre superare quell'odioso fenomeno che spesso coinvolge, all'inizio dell'anno scolastico, le famiglie degli studenti, chiamate a sostenere il costo della copertura assicurativa e integrativa. Ma non solo: il personale scolastico, Presidente, non gode della stessa tutela contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, oggi garantita al resto dei lavoratori dipendenti.

Questo ordine del giorno - che, ripeto, mi auguro possa avere la condivisione di tutta l'Aula - impegna il Governo a valutare l'opportunità di assumere le più adeguate e urgenti iniziative volte a estendere la tutela assicurativa, di cui in premessa, illustrata fino a questo momento, al fine di garantire ai nostri studenti e a tutto il personale scolastico di vivere in un ambiente il più sicuro possibile - ambiente di lavoro e di apprendimento - e che la relativa copertura assicurativa non sia più a carico delle famiglie, ma a carico dello Stato. Basta chiedere, all'inizio di ogni anno scolastico, i contributi assicurativi ai genitori, che hanno già da fare ben di conti in tasca! Basta con gli infortuni in itinere per il nostro personale scolastico che non è più coperto, non è più assicurato! Ci vuole più Stato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. L'onorevole Nisini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/888/16.

TIZIANA NISINI (LEGA). Grazie, Presidente. Il mio ordine del giorno riguarda il lavoro in somministrazione. Di fatto, riguarda le agenzie del lavoro, che da più parti vengono indicate come quel comparto che può aiutare anche lo Stato e il Ministero del Lavoro nelle politiche attive, quelle di cui il nostro Paese ha bisogno.

L'ordine del giorno è necessario perché, a causa di un emendamento del MoVimento 5 Stelle, inserito nel decreto-legge Fiscale del 2021, si sono messi a rischio 120.000 posti di lavoro a tempo indeterminato in somministrazione. Questo emendamento, di fatto, ha portato a un limite delle missioni presso le aziende utilizzatrici di questi lavoratori a tempo indeterminato e, sottolineo, a tempo indeterminato. Grazie alla Lega, nei vari provvedimenti che si sono succeduti, sono stati portati all'approvazione dell'Aula e delle Commissioni emendamenti per posticipare l'applicazione di questa misura. In ultimo, in prima lettura del decreto Milleproroghe, grazie ancora a un emendamento della Lega e, in particolare, del senatore Romeo, primo firmatario, l'applicazione di questa misura è stata posticipata al 30 giugno 2025.

L'ordine del giorno, di fatto, chiede la riapertura di un tavolo presso il Ministero del Lavoro, con la partecipazione della parte politica, ma, soprattutto, delle associazioni sindacali e datoriali che già nella passata legislatura presso il Ministero del Lavoro avevano partecipato a un tavolo aperto dalla sottoscritta e, al di là del MoVimento 5 Stelle, che si oppone alla salvaguardia di questi lavoratori, tutti erano concordi nel dire che questa misura è sbagliata e dannosa; questo tavolo va convocato urgentemente dal Governo, proprio per dare sicurezza a queste 120.000-130.000 famiglie che stanno vivendo con la paura e con l'incertezza di un non futuro. Questo tavolo serve, è indispensabile per dare una soluzione definitiva e strutturale e porre rimedio a questo problema, provocato da una certa parte politica e arrivare così a una soluzione definitiva (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. L'onorevole Caso ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/888/72.

ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno non voglio tanto soffermarmi sulla proroga delle concessioni balneari contenuta in questo atto, e neanche sui ritardi dell'applicazione della direttiva Bolkestein, né, tanto meno, sul fatto che avete deciso, di fatto, di ignorare la pronuncia del Consiglio di Stato, come anche i rischi e le sanzioni da Bruxelles. E non voglio neanche sottolineare quanto - è questo è noto a tutti - sono irrisori i ricavi dai canoni demaniali rispetto, invece, agli enormi profitti generati dalle attività e, quindi, nemmeno parlare dei mancati incassi per lo Stato. Non voglio neanche ricordare che, di fatto, le numerose proroghe disposte negli anni hanno portato a un risultato abbastanza chiaro, ossia una silenziosa, ma costante privatizzazione di fatto delle spiagge. La situazione è complessa, lo sappiamo tutti, occorre attenzione, ma quello che, secondo me, occorre principalmente è una nuova visione.

Con questo ordine del giorno, è proprio questo che voglio fare, parlare del mondo che stiamo generando, del modello di società che state portando avanti, perché anche quando ci occupiamo di concessioni balneari parliamo di visione dello Stato, della società. Stiamo parlando, infatti, anche in questo caso, di ambiente, paesaggio, opportunità e - purtroppo, purtroppo - anche di disuguaglianze e di diritti negati.

Fino ad oggi, il dibattito sulle concessioni balneari è sempre andato in un'unica direzione, un'unica e sola direzione: si è sempre e solo parlato quasi esclusivamente di sfruttamento economico e commerciale della linea di costa, di regole di mercato e di concorrenza. In realtà, però, dobbiamo iniziare a capire che le nostre coste sono anche un patrimonio ambientale, paesaggistico, culturale di enorme, enorme valore e, quindi, non può e non deve essere assolutamente sminuito, questo patrimonio, trattandolo semplicemente dal punto di vista economico. Dobbiamo iniziare a introdurre nuovi concetti, nuove parole chiave, come il diritto al mare, la fruizione pubblica del mare, delle spiagge, dobbiamo parlare di accessibilità.

E, se andiamo a leggere l'ultimo rapporto spiagge di Legambiente, ha dati chiari, che sono anche disarmanti: le concessioni balneari superano la quota di 12.000, il 46 per cento delle coste sabbiose è soggetto ad erosione, il 7 per cento circa è interdetto alla balneazione perché inquinato. Se andiamo poi nel dettaglio, in alcune regioni addirittura il 70 per cento di spiaggia è occupato dalle concessioni e, sembra assurdo, ma in alcuni comuni si arriva al 90 per cento.

Non c'è bisogno che ve lo dica io, penso sappiamo tutti ora quanto costa per una famiglia italiana andare al mare in uno stabilimento anche semplicemente per un giorno: 20, 30 ma anche 40, 50 euro; e non devo dirlo io che tante, tante famiglie italiane questo costo non possono permetterselo.

Quindi, con questo ordine del giorno proponiamo concetti basilari; chiediamo di: stabilire a livello nazionale che in ogni comune il limite massimo per le concessioni sia del 50 per cento, con regole chiare per garantire la completa e libera accessibilità al mare per 24 ore al giorno e tutti i giorni; concedere maggiori premialità, nell'affidamento delle concessioni, ai progetti attenti alla qualità ambientale, all'utilizzo di materiali naturali e di strutture amovibili; aggiornare i canoni di concessione, ampliando le differenze in base alle vere caratteristiche delle località, con premialità e penalità legate al modello di gestione e a interventi di riqualificazione ambientale, che sono fondamentali; e, soprattutto, riservare parte degli introiti dei canoni ai comuni, in modo che poi si possa magari, oltre a questo, anche creare un fondo nazionale per interventi di riqualificazione e valorizzazione ambientale della nostra costa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. L'onorevole Barbagallo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/888/29.

ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con l'ordine del giorno n. 9/888/29 chiediamo al Governo di rimuovere gli ostacoli che in questo momento stanno impedendo concretamente al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti di erogare il cosiddetto mare bonus. Nonostante la misura sia stata finanziata fino al 2026, in questo momento ci sono due ostacoli: il primo è quello del parere della Commissione europea, che prevedeva l'erogazione di queste risorse esclusivamente fino ad agosto del 2022, e quindi è un primo ostacolo che il Ministero è chiamato a rimuovere; il secondo è che c'è questa istruttoria, particolarmente farraginosa, degli uffici, che devono valutare beneficiari, aiuti, modalità e procedure, anche per mezzo di un concessionario, che sta arrecando notevoli problemi. Inutile dire che si tratta di una misura che ha avuto grande apprezzamento e grandi ritorni. Se il Ministero non espleta questa attività di definizione delle procedure nel più breve tempo possibile, rischiamo di vanificare quella che è stata una stagione di sostegno a questo settore, culminata poi nella legge di bilancio del 2022 con una serie di iniziative, come i 471 milioni per l'ultimo miglio degli scali nazionali, per l'elettrificazione delle banchine portuali con 700 milioni e gli 800 milioni per il rinnovo del naviglio. Sono misure che, nel tempo più difficile, quello del COVID e della ripresa dopo il COVID hanno consentito alle imprese, alle aziende, ai lavoratori del settore un adeguato ristoro. Non possiamo perdere questa occasione, quindi, con questo ordine del giorno, invitiamo caldamente il Governo a finanziare ed erogare concretamente il mare bonus, che è uno strumento assolutamente apprezzato non soltanto dalle associazioni di categoria, ma unanimemente, in tutto il Paese.

PRESIDENTE. L'onorevole Alifano ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/888/61.

ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, Presidente. Allora, siamo in materia di giustizia. C'è questa norma del comma 8 dell'articolo 8 del Milleproroghe che interviene, tra l'altro, sul giudizio in Cassazione e, di fatto, richiama la disciplina emergenziale, che prevedeva il giudizio cartolare in Cassazione anche per i giudizi per i quali era prevista la pubblica udienza. Nel frattempo, è intervenuta la riforma Cartabia che, invece, ha modificato totalmente la disciplina. Si pone, tra l'altro, un difetto di coordinamento tra la disciplina stabilita dal decreto Ristori che adesso viene prorogata al 30 giugno 2023 - parliamo sempre dei giudizi in Cassazione - e la riforma Cartabia. Tale contrasto è stato risolto solo recentemente - non so se il rappresentante del Governo lo sa - dal primo presidente della Corte di cassazione. La stessa Cassazione non riusciva a comprendere quale norma si dovesse applicare ai giudizi per i quali era prevista l'udienza tra il 1° gennaio 2023 e il 30 giugno 2023. C'è una relazione, un bel report, sul sito della Corte di cassazione - la relazione n. 8 dell'8 febbraio 2023, quindi recentissima - che poneva proprio questi dubbi interpretativi, che sono tanti e non si limitano al giudizio per Cassazione. Infatti, sono tanti anche quelli che riguarderanno il giudizio di cognizione di primo grado.

Bisogna fare un'altra premessa, cioè che, ahimè, la legge di bilancio ha anticipato l'entrata in vigore della riforma Cartabia al 28 febbraio 2023, laddove prima era prevista al 30 giugno 2023, disattendendo i voti della magistratura e dell'avvocatura. Praticamente, c'è un fronte compatto che dice che è necessario un momento di riflessione. Non ci sono i mezzi per far partire così precipitosamente la riforma Cartabia e mi riferisco ai giudizi di cognizione di primo grado che porranno molteplici dubbi interpretativi.

Con questo ordine del giorno si chiede al Governo di riflettere e di ripristinare il precedente termine di decorrenza della riforma Cartabia - non più dal 28 febbraio, quindi, ma dal 30 giugno - e, nello stesso tempo, di istituire un tavolo, che veda coinvolte la magistratura e l'avvocatura, dove possano essere discusse le criticità - sono molteplici, vi posso assicurare - della riforma Cartabia ed eventualmente possano essere prospettate alcune soluzioni. Nello stesso tempo, sempre nell'ordine del giorno si chiede di istituire anche un ufficio che possa monitorare gli effetti della riforma Cartabia. Ovviamente, è sentita l'esigenza di velocizzare il processo civile; se ne parla da tanto tempo, è giusto che ci sia una riforma che possa portare a un'efficacia maggiore del processo e una velocizzazione dei tempi. Però, bisogna anche riflettere sul fatto che non bisogna correre su alcune tematiche, perché questo genererà dubbi interpretativi e finirà con l'aggravare il caos che inevitabilmente si realizzerà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. L'onorevole Cappelletti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/888/68.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno n. 9/888/68 ha per oggetto il FIR, il Fondo indennizzo risparmiatori, rispetto al quale sono già intervenuto più di una volta in quest'Aula. Il provvedimento in esame, il Milleproroghe, proroga anche l'attività della commissione tecnica per l'esame delle domande e l'ammissione all'indennizzo da parte di questo Fondo, del FIR. La questione centrale - Presidente, per suo tramite mi rivolgo naturalmente al Governo - non è tanto questa, ma il fatto che la proroga della commissione tecnica serve per la distribuzione degli ulteriori 500 milioni che sono l'avanzo, non ancora distribuito, del FIR previsto dalla norma che l'ha istituito. Della somma stanziata di 1.575 milioni, infatti, risultano oggi distribuiti circa 1.000 milioni; quindi, c'è un residuo, appunto, di 500 milioni. Il sottoscritto aveva già presentato in legge di bilancio un ordine del giorno in cui si invitava il Governo a dare attuazione ad una legge, che è già legge dello Stato, che impone, fino al completamento ed esaurimento del Fondo, di procedere alla distribuzione anche delle rimanenze. A quell'ordine del giorno il Governo diede parere contrario, tant'è che non venne accolto.

Ora, però, c'è una novità. Ad una mia interrogazione in question time il Governo ha risposto evidentemente cambiando idea, cambiando approccio rispetto alla questione, dicendo che che si rendeva disponibile a tenere conto delle richieste emerse, al fine di valutare le più opportune iniziative da assumere per aumentare la percentuale di indennizzo. Aumentarla significa corrispondere anche questa cifra in più. Siccome quest'ultima non è definita nei suoi termini quantitativi, questo ordine del giorno farebbe compiere un passo in avanti nella direzione che è stata delineata dal Governo in risposta al question time e anche nella direzione che è stata individuata dal Governo nell'accoglimento di un analogo ordine del giorno al Senato. Quindi, si chiede al Governo un impegno affinché la somma residua, di 500 milioni circa, venga distribuita agli aventi diritto, in linea con quello che mi pare di intendere sia la mutata valutazione del Governo rispetto all'esecuzione di questa norma di legge (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. L'onorevole Cherchi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/888/73.

SUSANNA CHERCHI (M5S). Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno è molto importante, secondo me, perché - sto parlando della mia terra, la Sardegna - tratta di un argomento molto particolare che credo non tutti conoscano. Esso è finalizzato a valorizzare e a tutelare un fenomeno oggetto di studi scientifici, in quanto è un fenomeno unico al mondo. La Sardegna, per la sua posizione chiave nel Mediterraneo, rappresenta un'arena di studio ideale per biologi, evoluzionisti, genetisti e archeologi. L'isolamento che è stato imposto dalla geografia e il basso numero di abitanti rendono l'isola un laboratorio di genetica a cielo aperto. Perché è così importante investire nella ricerca e nello studio del patrimonio genetico? È importante per tutti, è importante perché, citando uno studio demografico degli studiosi Pes e Poulain sulla longevità umana, pubblicato da Experimental Gerontology, è emerso che nella provincia di Nuoro, in particolare, nei paesi montani della subregione Barbaricina della Barbagia di Ollolai, c'è l'area con la maggior concentrazione di centenari al mondo. Per questo è stata classificata come una delle cinque zone blu presenti in tutto il mondo. Ogni 100.000 europei, ci sono 8 persone che vivono, grosso modo, fino a cento anni; in Sardegna, invece, le persone che superano i 100 anni sono 22 ogni 40.000. Sono dati rilevanti, se si tiene conto che l'intera popolazione dell'isola è costituita da poco più di mezzo milione di persone. Il segreto - lo si sta studiando perché ancora non si capisce come mai siamo così anziani e così longevi - della vita straordinariamente lunga risiede nella mancanza genetica di un enzima, il G6PD, correlata al fatto che gli isolani sono stati sempre molto isolati. Il G6PD è il glucosio-6-fosfato deidrogenasi, un enzima proteico che serve a catalizzare i processi biologici e a stabilizzarli. Non sto qui a farvi la lezione di scienze perché è il tema è un po' complicato. Però, la mancanza di questo enzima ha fatto sì che gli abitanti di quella zona della Sardegna raggiungessero un'età altissima. Soprattutto, non sono vecchi ma sono uomini e donne di 110 anni, non voglio dire aitanti, ma quasi. L'età sembra quasi che si sia fermata. Oltre a questo, naturalmente la longevità dipende dal clima, dall'aria pulita e ovviamente dal cibo. Pensate che molti di loro hanno detto che non hanno mai assaggiato prodotti di importazione perché preferiscono le ricette e i prodotti locali come il latte di capra, che previene i problemi cardiaci, il pane carasau, che chi frequenta la Sardegna conosce, che riduce il rischio del diabete, l'orzo e le mandorle. Chi di voi non ha mai mangiato gli amaretti sardi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Son fatti con le mandorle e le mandorle normalizzano la pressione sanguigna. La Sardegna, insomma, non è soltanto il mare. Oltre a ciò, gli studi dimostrano che la Sardegna rappresenta un'anomalia nel panorama genetico europeo, perché l'80 per cento dei genomi mitocondriali dei sardi provengono esclusivamente dal patrimonio materno e appartengono a rami genetici che non si trovano in nessun altro posto del mondo, se non nella nostra isola.

PRESIDENTE. Concluda.

SUSANNA CHERCHI (M5S). Un attimo soltanto, taglio. Questi studi che ho cercato di portare all'attenzione dell'Aula - perché è importante che noi sappiamo anche queste cose - possono essere osservati solo in Sardegna. La Sardegna può essere ancora un'incubatrice per studiare questo fenomeno, che vengono a studiare da tutto il mondo, vengono dalla Svezia! Per questo motivo fa invidia al mondo, perché non è mica poco trovare l'elisir di lunga vita in Sardegna.

Per questi motivi, chiedo al Governo di impegnarsi a stanziare ulteriori fondi rispetto a quelli previsti, per investire in attività di ricerca del patrimonio genetico sardo, perché questi studi, signori, potrebbero aiutare a comprendere le cause dell'invecchiamento cellulare, e questo interessa alle signore e ai signori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. L'onorevole Pellegrini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/888/90.

MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente. La legge di bilancio che è stata approvata lo scorso dicembre, quindi la legge di bilancio per il 2023, ha prorogato al 30 giugno 2023, ovviamente con il consenso degli interessati e per il personale in servizio al 31 dicembre 2022, la durata della ferma dei medici e degli infermieri militari reclutati negli anni 2020 e 2021 con un concorso straordinario in relazione all'emergenza scoppiata per la pandemia da COVID-19. Questa disposizione si era resa necessaria al fine di poter continuare ad avvalersi di questo personale in possesso di specifica esperienza acquisita e maturata sul campo, così da non disperdere le risorse che erano state impiegate per la selezione dello stesso personale, per il suo addestramento, per il suo equipaggiamento e anche in prospettiva di un ulteriore rafforzamento della campagna vaccinale. Tra il 2020 e il 2021 sono stati arruolati complessivamente 220 ufficiali medici con il grado di tenente e 370 sottufficiali infermieri con il grado di maresciallo, in servizio temporaneo con delle ferme della durata di un anno. La legge delega 5 agosto 2022, n. 119, ha delegato al Governo la possibilità di incrementare l'organico, non superiore a 10.000 unità, anche con riferimento ai medici e al personale delle professioni sanitarie, proprio per corrispondere alle accresciute esigenze in circostanze di pubblica calamità e, comunque, nelle circostanze di straordinaria necessità e urgenza, e quindi adottando la necessaria disciplina di adeguamento.

Quindi io ho inteso presentare questo ordine del giorno, che impegna il Governo ad adottare, nel prossimo provvedimento utile, nelle more dell'attuazione della legge delega n. 119 del 2022 che ho appena citato, tutte le iniziative di carattere normativo volte all'ulteriore proroga della ferma dei medici e degli infermieri militari arruolati negli anni 2020 e 2021. Ciò, ribadisco, al fine di non disperdere il patrimonio di esperienza che è stato maturato da questi soggetti, che tanto hanno fatto per il nostro Sistema sanitario nazionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. L'onorevole Giagoni ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/888/18.

DARIO GIAGONI (LEGA). Grazie, signor Presidente. Intervengo per illustrare l'ordine del giorno n. 9/888/18, che impegna il Governo a non tardare nell'emanazione del decreto, con riferimento a quanto citato all'articolo 1, comma 893, della legge 30 dicembre 2021, n. 234, per il contenimento della diffusione del Coraebus undatus, un coleottero, quindi parassita, che colpisce le sugherete. In particolar modo, giusto per illustrare anche in termini geografici, l'area che viene colpita è quella del nord est della Sardegna, la Gallura. In Gallura, luoghi come Calangianus, Luras e Tempio Pausania sono le capitali del sughero, sono le nostre campagne, sono quelle che hanno dato e continuano a dare posti di lavoro. C'è una tradizione dietro. Chiunque di voi, quando è a tavola tra amici o al bar, apre una bottiglia di vino, quella piccola cosa che si chiama tappo. Dietro a quel tappo c'è tanto lavoro, c'è tanto sudore e c'è dietro, come ho detto prima, una grande tradizione. Il sughero da noi viene lavorato in diversi modi, viene usato anche per coibentare. Il sughero viene estratto nel mese di maggio e quindi, come gruppo Lega, chiediamo al Ministro di valutare l'opportunità, con l'avvicinarsi del mese di maggio, di emanare il decreto nell'immediato, in modo tale da andare a tutelare un prodotto che, purtroppo, viene danneggiato per colpa di questo coleottero che crea e scava cunicoli lunghi 2 metri in verticale, comportando un deprezzamento del sughero di quasi il 75 per cento. Quindi, questo intervento da parte del Governo è fondamentale.

C'è stato anche un accordo tra l'università e il Governo per mettere in campo circa 150 mila euro, con riferimento a un gruppo di lavoro volto all'individuazione di misure di emergenza per cercare di superare questa criticità. In questo momento, l'unico strumento per superare questa criticità è la bollitura, che adesso, tramite il Milleproroghe, è stata sospesa per circa un annetto. Riteniamo, quindi, attraverso il decreto, di far sì che questo prodotto abbia l'opportuna tutela, oltretutto visto che in quest'Aula, credo, tutti abbiamo sempre rimarcato la sensibilità ambientale. Ma questa sensibilità ambientale si lega perfettamente alla produttività, perché noi non andiamo ad abbattere delle querce da sughero, ma andiamo a togliere un vestito che dopo 10 anni si ripresenta sempre più rigoglioso e sempre pronto per essere lavorato, per dare valore e per dare la possibilità di tutelare quei posti di lavoro di cui la nostra isola ha veramente tanto bisogno. Infatti già paghiamo il dazio dell'insularità, che grazie a quest'Aula, durante la passata legislatura, è stata inserita in Costituzione, ma paghiamo anche il dazio della discontinuità, quella discontinuità che purtroppo pesa sulla testa degli imprenditori, delle famiglie sarde e non solo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. L'onorevole Carmina ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/888/70.

IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, l'articolo 10, al comma 10-ter, di questo decreto, in considerazione dello straordinario aumento del numero di sbarchi di migranti dell'anno 2022, assegna un contributo al comune di Lampedusa pari a 2 milioni e mezzo di euro di spesa corrente per l'efficientamento dalle entrate proprie. Intanto, vi do una notizia: in questi due mesi dall'entrata in vigore del decreto ONG, gli sbarchi, nel mese di gennaio, sono quasi raddoppiati, nel mese di febbraio - ad oggi, 22 febbraio 2023 - siamo già a 7.704, a fronte di 2.439 del febbraio dello scorso anno, quindi addirittura triplicati, secondo i dati dello stesso Ministero dell'Interno-Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione.

Altra notizia, i migranti non si teletrasportano da Lampedusa ai punti assegnati come destinazione dal Ministero dell'Interno, ma passano tutti per alcuni comuni, uno in particolare. Ma questi comuni vedono anche la sussistenza di sbarchi autonomi, ci sono stati anche naufragi proprio davanti alle coste di questi comuni siciliani, e non solo, prestano la prima assistenza per quello che riguarda le allocazioni dei minori non accompagnati. Ad esempio, oltre Porto Empedocle, a Siculiana, che è vicinissima, su un comune di 5.000 abitanti, c'è un centro che accoglie 400 migranti.

Evidentemente, questa operazione che è stata fatta è sicuramente un'operazione di giustizia, ma il fenomeno migratorio, se proprio lo vogliamo gestire, deve passare anche da una giustizia che pertenga tutta la costa meridionale della Sicilia. E, quindi, ho chiesto al Governo di impegnarsi - avevo presentato un emendamento che è stato bocciato in Commissione bilancio - perché venga fatta giustizia per i comuni della costa della Sicilia. Pensate alla situazione di un comune che vede lo sbarco di centinaia di migliaia di persone, che la subisce da 50 anni e presta, comunque, assistenza e solidarietà sia equiparabile a quella di altri comuni? Non si possono fare parti uguali fra disuguali e dare zero. Pensate che la legge di bilancio ha assegnato, quest'anno, 40 milioni di euro ai comuni che prestano assistenza per i migranti ucraini. Anche loro, al momento sono extracomunitari, non si comprende perché i comuni della Sicilia debbano avere zero.

Un primo riconoscimento su un mio emendamento c'è stato nella legge di bilancio, ma è chiaramente insufficiente, perché questi comuni, fra l'altro, essendo in una situazione di difficoltà economica, riconosciuta anche dai dati Istat, essendo le province ultime per ricchezza della vita in Italia, per reddito medio pro capite, eccetera, eccetera, hanno, poi, difficoltà in termini operativi. Inoltre, ci vorrebbe un impegno del Governo ad aumentare il personale delle prefetture - mi riferisco soprattutto alla prefettura di Agrigento -, dove, in frontiera, c'è il prefetto Rita Cocciufa, che ringrazio per l'opera prestata per lo Stato e per tutta l'Europa, ma certamente è una cosa da considerare non dico in termini immediati, ma come impegno finalizzato alla vera gestione dei flussi migratori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. L'onorevole Onori ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/888/87.

FEDERICA ONORI (M5S). Presidente, gentili rappresentanti del Governo, colleghe e colleghi, sono felice di poter illustrare, sia pure brevemente, la ratio alla base del presente ordine del giorno, affinché il Governo, come spero, possa accogliere questo nostro contributo a beneficio di numerosi cittadini italiani. L'impegno è semplice: si chiede al Governo di adottare con urgenza, nel prossimo provvedimento utile, misure volte a prorogare per l'anno 2023 l'esenzione dall'imposta di bollo relativa all'emissione dei certificati anagrafici digitali già prevista per il 2021 e il 2022, ai sensi dell'articolo 62, comma 3, quinto periodo, del codice dell'amministrazione digitale. Perché questa proroga non può in alcun modo essere considerata né banale né tantomeno marginale?

Una breve premessa: recentemente, a gennaio scorso, attraverso l'adesione di 7.903 comuni italiani all'Anagrafe nazionale della popolazione residente, ANPR, è stato completato un importante processo di riforma del settore. Possiamo dire che finalmente tutti i cittadini italiani, compresi i residenti all'estero, possono verificare e chiedere l'eventuale correzione dei propri dati anagrafici, stampare certificati e fruire dei servizi disponibili online. Immaginiamo l'impatto nella vita quotidiana di tali servizi soprattutto per gli italiani che vivono in altri Paesi. Ma andiamo nel dettaglio. Attraverso il portale dell'ANPR è possibile scaricare 14 tipologie di certificati digitali in maniera autonoma e gratuita, accedendo con la propria identità digitale.

Il summenzionato articolo 62, comma 3, quinto periodo, del codice dell'amministrazione digitale ha previsto che la certificazione dei dati anagrafici in modalità telematica sia assicurata dal Ministero dell'Interno tramite l'ANPR mediante l'emissione di documenti digitali muniti di sigillo elettronico qualificato ed esenti da imposta di bollo per gli anni 2021 e 2022. Un circuito virtuoso, quindi, che invece adesso risulta interrotto. Infatti, da gennaio 2023 la richiesta dei certificati in bollo con esenzione dell'imposta, ai sensi dell'articolo 62 citato, è temporaneamente sospesa, fatto che concretamente comporta notevoli disagi per tutti i cittadini bisognosi di tali certificazioni, ai quali non resta altra scelta che rivolgersi agli uffici di anagrafe, attenzione, presso i loro comuni. E tali non trascurabili disagi risultano oltremodo amplificati se si pensa alla condizione dei nostri connazionali residenti all'estero; condizione in cui, come è facile immaginare, poter fruire di tali servizi è una necessità ancora più cogente. Ricordo velocemente che parliamo di quasi 6 milioni di residenti fuori confine, un numero di persone che più o meno equivale a quello della regione Lazio. Vogliamo ignorarli? E lo dico con rammarico, vogliamo trasmettergli la sensazione, come in passato è già accaduto, che le loro istanze siano tutto sommato irrilevanti agli occhi di chi prende decisioni anche per loro? Mi auguro sinceramente che non sia questa la strada scelta da questo Governo.

Concludo ricordando che il MoVimento 5 Stelle, a prima firma del mio collega Fenu, aveva presentato anche un emendamento su questo tema per porre rimedio alla descritta situazione; tuttavia la proposta è stata purtroppo, e aggiungo inspiegabilmente, respinta. Speriamo dunque che almeno questo ordine del giorno incontri il favore del Governo, trattandosi di un impegno a porre in essere una misura di buon senso, a beneficio di tutti i cittadini italiani, inclusi quelli residenti all'estero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/888/1 Colombo, sull'ordine del giorno n. 9/888/2 Malavasi parere favorevole con riformulazione. Sostituire l'impegno con il seguente: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di individuare misure per favorire la collaborazione tra i comuni e gli enti pubblici e privati finalizzata al benessere dei minorenni e al contrasto alla povertà educativa”. Sull'ordine del giorno n. 9/888/3 Braga parere favorevole con riformulazione, che consiste nel sostituire l'impegno con il seguente: “a valutare l'opportunità di aggiornare le convenzioni in essere con il Milan Center for Food Law and Policy”. Sull'ordine del giorno n. 9/888/4 Faraone parere favorevole con riformulazione. Sostituire nell'impegno le parole: “ad adottare” con le seguenti: “a valutare”. L'ordine del giorno n. 9/888/5 Gadda è accolto come raccomandazione.

Ordini del giorno n. 9/888/6 Manes e n. 9/888/7 Castiglione, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/888/8 Ruffino, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…), compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Ordine del giorno n. 9/888/9 Manzi, parere favorevole con la seguente riformulazione: premettere all'impegno le parole: “a valutare l'opportunità di (…)” e dopo la parola: “attivarsi” inserire le seguenti parole: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”; inoltre, sopprimere le parole: “in ogni caso, non oltre il 30 giugno 2023”.

Ordine del giorno n. 9/888/10 Berruto, parere favorevole con la seguente riformulazione: sostituire le parole da: “a reperire” fino a: “risorse aggiuntive necessarie” con le seguenti: “a valutare l'opportunità di prevedere misure volte a (…)”.

Ordine del giorno n. 9/888/11 Orfini, parere favorevole con la seguente riformulazione: sostituire le parole da: “a reperire” fino a: “ad adeguate” con le seguenti: “a valutare l'opportunità di prevedere misure volte a (…)”.

Ordine del giorno n. 9/888/12 Zingaretti, parere favorevole con la seguente riformulazione, identica alla precedente: sostituire le parole da: “a reperire” fino a: “finalizzati” con le seguenti: “a valutare l'opportunità di prevedere misure volte a (…)”.

Ordine del giorno n. 9/888/13 Roggiani, parere favorevole con la seguente riformulazione (come la precedente): sostituire le parole da: “a reperire” fino a: “adeguate” con le seguenti: “a valutare l'opportunità di prevedere misure volte a (…)”.

Ordine del giorno n. 9/888/14 De Monte, parere contrario.

Ordini del giorno n. 9/888/15 Rosato, n. 9/888/16 Nisini, n. 9/888/17 Cavandoli, n. 9/888/18 Giagoni e n. 9/888/19 Di Giuseppe, parere favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/888/20 Laus è accolto come raccomandazione.

Ordine del giorno n. 9/888/21 Casu, parere favorevole con la seguente riformulazione: sostituire le parole da: “ad intervenire” fino a: “utile” con le seguenti: “a valutare l'opportunità di intervenire”.

Ordine del giorno n. 9/888/22 Peluffo, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/888/23 Serracchiani, parere favorevole con la seguente riformulazione: occorre sostituire l'impegno con: “valutare la revisione, in prossimi provvedimenti legislativi, delle norme che disciplinano l'uscita pensionistica per il tramite della cosiddetta Opzione donna con l'ampliamento della platea delle beneficiarie, compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili”.

Ordini del giorno n. 9/888/24 Ubaldo Pagano e n. 9/888/25 Zanella, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/888/26 Guerra, parere favorevole con la seguente riformulazione: sostituire le parole: “a prevedere con urgenza” con le seguenti: “a valutare l'opportunità di prevedere”.

Ordine del giorno n. 9/888/27 De Luca, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/888/28 Deidda, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/888/29 Barbagallo, parere favorevole se l'impegno viene riformulato come l'impegno dell'ordine del giorno n. 9/888/34 Frijia.

Ordine del giorno n. 9/888/30 Furfaro, favorevole con la seguente riformulazione: sostituire l'impegno con il seguente: “a valutare l'opportunità di individuare le opportune misure per tutelare il diritto all'abitazione delle famiglie più bisognose anche attraverso piani di edilizia residenziale pubblica”.

Ordine del giorno n. 9/888/31 Ghio, parere favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/888/32 Ciani è accolto come raccomandazione.

Ordine del giorno n. 9/888/33 Soumahoro, parere favorevole con la seguente riformulazione: nel primo impegno premettere: “a valutare l'opportunità di (…)”; nel secondo e nel terzo impegno aggiungere: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Ordine del giorno n. 9/888/34 Frijia, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/888/35 Girelli, parere favorevole se l'impegno viene riformulato in modo da risultare identico all'impegno dell'ordine del giorno n. 9/888/11 Orfini come riformulato.

Ordine del giorno n. 9/888/36 Stumpo, parere favorevole.

Ordini del giorno n. 9/888/37 Dori e n. 9/888/38 Bonelli, parere contrario.

Ordine del giorno n. 9/888/39 Giachetti, parere favorevole con riformulazione: occorre sostanzialmente espungere le premesse.

Ordine del giorno n. 9/888/40 Cerreto, parere favorevole.

Ordini del giorno n. 9/888/41 Evi, n. 9/888/42 Grimaldi e n. 9/888/43 Borrelli, parere contrario.

Ordini del giorno n. 9/888/44 Cangiano, n. 9/888/45 Paolo Emilio Russo, n. 9/888/46 D'Attis e n. 9/888/47 Mule', parere favorevole.

Ordini del giorno n. 9/888/48 Pella e n. 9/888/49 De Palma, accolti come raccomandazione.

Ordine del giorno n. 9/888/50 Caroppo, parere favorevole.

Ordini del giorno n. 9/888/51 Rubano e n. 9/888/52 Orsini, accolti come raccomandazione.

Ordine del giorno n. 9/888/53 Squeri, parere favorevole se riformulato: sul primo impegno il parere è favorevole; il secondo impegno va riformulato nel seguente modo: “a prevedere che il versamento di 10 euro per modulo professionale da parte di un soggetto responsabile nel trust di un sistema collettivo, esercitata in luogo del regime di trattenuta operato dal GSE, così come previsto dall'articolo 24-bis del decreto legislativo 14 marzo 2014, n. 49, possa avvenire in forma rateale”. Quindi, il primo impegno è favorevole, mentre il secondo è riformulato in questo modo.

Ordine del giorno n. 9/888/54 Piccolotti, parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…), compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Ordine del giorno n. 9/888/55 Zucconi, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/888/56 Mari, favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di, (…), compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/888/57 Ghirra vi è un parere favorevole con riformulazione; sostanzialmente, è riformulato come l'ordine del giorno n. 9/888/23 Serracchiani, quindi sostituendo l'impegno con il seguente: “valutare la revisione, in prossimi provvedimenti legislativi, delle norme che disciplinano l'uscita pensionistica per il tramite della cosiddetta Opzione donna con l'ampliamento della platea delle beneficiarie, compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili”. Sugli ordini del giorno n. 9/888/58 Zaratti, n. 9/888/59 Curti, n. 9/888/60 Gianassi, n. 9/888/61 Alifano, n. 9/888/62 Amato il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/888/63 Appendino il parere è favorevole con la medesima riformulazione che ho letto poc'anzi; quindi, la ripeto: “valutare la revisione, in prossimi provvedimenti legislativi, delle norme che disciplinano l'uscita pensionistica per il tramite della cosiddetta Opzione donna con l'ampliamento della platea delle beneficiarie, compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili”. Sono tre ordini del giorno formulati con lo stesso testo.

Sull'ordine del giorno n. 9/888/64 Ascari vi è un parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di introdurre misure (…)”. L'ordine del giorno n. 9/888/65 Auriemma è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/888/66 Bruno vi è un parere favorevole con la seguente riformulazione, ossia nell'impegno sostituire le parole da “anche attraverso” fino a “Ministero della Giustizia” con le seguenti: “le iniziative”; e sostituire la parola “abbia” con la seguente: “abbiano”.

L'ordine del giorno n. 9/888/67 Cantone è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/888/68 Cappelletti vi è un parere favorevole con riformulazione: sostituire l'impegno con “a valutare, previa istruttoria in sede tecnica, di assumere le più opportune iniziative anche di carattere normativo per procedere all'incremento della percentuale di indennizzo prevista a favore degli azionisti, già ammessi a beneficiare del FIR, in conformità a quanto già previsto dal citato comma 496 della legge di bilancio 2019”.

Sull'ordine del giorno n. 9/888/69 Caramiello il parere è contrario mentre sull'ordine del giorno n. 9/888/70 Carmina vi è un parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”. Sugli ordini del giorno n. 9/888/71 Carotenuto e 72 Caso il parere è contrario, mentre gli ordini del giorno n. 9/888/73 Cherchi e n. 9/888/74 Alfonso Colucci sono accolti come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/888/75 Sergio Costa il parere è contrario mentre l'ordine del giorno n. 9/888/76 Dell'Olio è accolto come raccomandazione. Sugli ordini del giorno n. 9/888/77 Donno e n. 9/888/78 D'Orso il parere è contrario mentre sull'ordine del giorno n. 9/888/79 Fede il parere è favorevole. Sugli ordini del giorno n. 9/888/80 Fenu, n. 9/888/81 Ilaria Fontana e n. 9/888/82 Giuliano il parere è contrario.

Gli ordini del giorno n. 9/888/83 Iaria, n. 9/888/84 L'Abbate e n. 9/888/85 Lomuti sono accolti come raccomandazione. Sugli ordini del giorno n. 9/888/86 Morfino, n. 9/888/87 Onori, n. 9/888/88 Orrico e n. 9/888/89 Pavanelli il parere è contrario. Gli ordini del giorno n. 9/888/90 Pellegrini e n. 9/888/91 Penza sono accolti come raccomandazione mentre sugli ordini del giorno n. 9/888/92 Quartini e n. 9/888/93 Marianna Ricciardi il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/888/94 Santillo vi è un parere favorevole se si riformula espungendo il secondo impegno; invece il primo impegno va bene così.

L'ordine del giorno n. 9/888/95 Scerra è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/888/96 Sportiello vi è un parere contrario mentre sull'ordine del giorno n. 9/888/97 Torto il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/888/98 Traversi vi è un parere favorevole con la seguente riformulazione: sostituire nell'impegno la parola “prorogando”, con la seguente: “valutando l'opportunità di prorogare (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/888/99 Latini vi è un parere favorevole mentre l'ordine del giorno n. 9/888/100 Sasso è accolto come raccomandazione. Sugli ordini del giorno n. 9/888/ 101 Pierro, n. 9/888/102 Giaccone, n. 9/888/103 Bof, n. 9/888/104 Furgiuele e n. 9/888/105 Cavo il parere è favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/888/106 D'Alessio è accolto come raccomandazione mentre sugli ordini del giorno n. 9/888/107 Cecchetti e n. 9/888/108 Raimondo il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/888/109 Di Sanzo vi è un parere favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere, nei prossimi provvedimenti, l'integrazione finanziaria necessaria a garantire il normale e corretto funzionamento di questi due organismi di rappresentanza degli italiani all'estero”.

Sull'ordine del giorno n. 9/888/110 Toni Ricciardi vi è un parere favorevole con riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere, nei prossimi provvedimenti, l'integrazione finanziaria necessaria a garantire la continuità dei corsi di italiano all'estero”. Sull'ordine del giorno n. 9/888/111 Porta il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere nei prossimi provvedimenti, eventualmente anche recanti disposizioni urgenti per l'attuazione del PNRR, modalità per il transito nei ruoli degli impiegati a contratto in servizio presso la rete estera del MAECI, nella prospettiva di massimizzare le funzionalità e la potenzialità del MAECI”.

PRESIDENTE. Interrompiamo, a questo punto, l'esame degli ordini del giorno. Come convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo del 15 febbraio scorso, nella seduta di domani, giovedì 23 febbraio, avranno luogo, a partire dalle ore 9,30, la votazione degli ordini del giorno, le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale.

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla X Commissione (Attività produttive):

S. 455. – “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 5 gennaio 2023, n. 2, recante misure urgenti per impianti di interesse strategico nazionale” (approvato dal Senato) (908) – Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), IV, V, VI, VIII, XI, XII e XIV.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.

Poiché il suddetto disegno di legge è iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire da lunedì 27 febbraio 2023, ai sensi del comma 5 dell'articolo 96-bis del Regolamento, il termine di cui al comma 4 del medesimo articolo è conseguentemente adeguato.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, ho chiesto di intervenire a fine seduta per portare all'attenzione di quest'Aula il problema della continuità territoriale nelle isole maggiori e, in particolare, in Sardegna. Come sapete, la Sardegna, da anni, soffre per la discontinuità aerea e marittima, in barba al principio, riconosciuto dalla normativa europea e dalla nostra Costituzione, del diritto alla libertà di movimento di cittadine e cittadini.

L'ultimo disservizio è legato all'aggiornamento della piattaforma che ITA Airways utilizza per la gestione delle prenotazioni. In questi giorni, non solo è impossibile effettuare il check-in online tramite l'app e il sito della compagnia di bandiera, con la conseguenza che si stanno creando lunghe code ai banchi di accettazione presenti negli aeroporti, ma, dalle 18 di oggi sino alle 12,30 di domani, non sarà possibile acquistare o modificare i biglietti sulle tratte gestite dai Ita. Non voglio certo mettere in discussione la necessità di quest'aggiornamento, ma sottolineare che queste modifiche si traducono, nell'isola, in una frenata improvvisa della continuità territoriale. Infatti, dal 17 febbraio, ITA gestisce, in maniera esclusiva, in Sardegna, le tratte della continuità territoriale che collegano Cagliari a Roma e Milano e Alghero a Milano e, per oltre 18 ore, non sarà possibile acquistare titoli di viaggio su nessun canale, sito, app, customer center, biglietteria aeroportuale e agenzie di viaggio, con un danno per circa 40 mila viaggiatori.

Presidente, confido che il Governo tenga maggiormente conto, in futuro, degli enormi disagi che la Sardegna ancora vive a causa di continui disservizi sulla continuità territoriale e questo nonostante l'introduzione in Costituzione del principio di insularità (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. A Parma, nei primi giorni di febbraio, 31 lavoratori sono stati sospesi e poi licenziati per aver scioperato in solidarietà a un collega colpito da una sanzione disciplinare. Personalmente, ho partecipato al presidio permanente dei lavoratori davanti al cancello del magazzino Kamila, presso cui opera la cooperativa MD Service. I lavoratori hanno denunciato e mi hanno raccontato di essere stati licenziati a seguito di uno sciopero indetto dal sindacato ADL Cobas e, dunque, in violazione dell'articolo 40 della Costituzione, ma mi hanno raccontato che, negli anni, sarebbero stati sottoposti a condizioni di lavoro pessime, ricatti, punizioni, abusi di potere, discriminazioni razziali, ritmi di produttività disumani, mancato riconoscimento del sindacato, della malattia e degli infortuni; in due parole, caporalato industriale, un fenomeno gravissimo che la mia regione, l'Emilia Romagna, conosce bene. Ho già presentato un'interrogazione parlamentare alla Ministra del Lavoro per sapere quali iniziative intenda adottare per verificare quanto accaduto. Infatti, se tutte queste circostanze dovessero essere confermate, si tratterebbe di un gravissimo caso di licenziamento collettivo ingiustificato e di violazione dei diritti del lavoro.

È bene ricordare in quest'Aula che il lavoro è dignità, il lavoro è rispetto, il lavoro è legalità, perché, se non è così, si chiama sfruttamento ed è fuori dai confini della legalità. La mia vicinanza, signor Presidente, va a chi difende la propria dignità e i propri diritti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 23 febbraio 2023 - Ore 9,30:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 452 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi. Proroga di termini per l'esercizio di deleghe legislative (Approvato dal Senato). (C. 888​)

Relatori: URZÌ, per la I Commissione; PELLA, per la V Commissione.

2. Seguito della discussione delle mozioni Molinari ed altri n. 1-00038, Foti ed altri n. 1-00039, Bonelli ed altri n. 1-00054, Cattaneo ed altri n. 1-00055, Pavanelli ed altri n. 1-00043, Simiani ed altri n. 1-00057, Manes ed altri n. 1-00058 e Ruffino ed altri n. 1-00062 concernenti iniziative in relazione alla proposta di direttiva europea sulla prestazione energetica nell'edilizia .

3. Seguito della discussione delle mozioni Sportiello ed altri n. 1-00051, Bonetti ed altri n. 1-00061, Ciocchetti, Panizzut, Benigni, Semenzato ed altri n. 1-00066, Furfaro ed altri n. 1-00067 e Zanella ed altri 1-00069 concernenti iniziative volte al potenziamento del Servizio sanitario nazionale .

4. Discussione delle mozioni Zucconi ed altri n. 1-00041, Serracchiani ed altri n. 1-00046, Nevi ed altri n. 1-00065 e Molinari ed altri n. 1-00072 concernenti iniziative a livello europeo e internazionale in materia di etichettatura delle bevande alcoliche, nell'ottica della salvaguardia delle produzioni italiane del relativo comparto .

La seduta termina alle 20,40.