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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 283 di martedì 23 aprile 2024

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'

La seduta comincia alle 9,40.

PRESIDENTE. La seduta è aperta. Mi scuso per il ritardo.

Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

STEFANO VACCARI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 18 aprile 2024.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 87, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Annunzio di petizioni.

PRESIDENTE. Invito il deputato Segretario a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.

STEFANO VACCARI, Segretario, legge:

Eleonora Panella, da Pisa, e altri cittadini chiedono iniziative per la tempestiva attuazione della delega conferita ai sensi della legge n. 106 del 2022, nella parte in cui prevede il superamento dell'utilizzo degli animali nei circhi e negli spettacoli viaggianti (681) - alla VII Commissione (Cultura);

Stefano Fuschetto, da Gallarate (Varese), chiede la dematerializzazione della tessera elettorale e dei registri utilizzati per le elezioni nonché la soppressione della distinzione tra uomini e donne nei medesimi registri (682) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

Antonio Minardi, da Cosenza, chiede l'introduzione dell'obbligo, da parte dell'Istituto nazionale della previdenza sociale, di accertare che gli enti formatori eroghino effettivamente i corsi dovuti, prima di interrompere l'erogazione dell'indennità di disoccupazione (683) - alla XI Commissione (Lavoro);

Rodrigo Tindaro Foti, da Milazzo (Messina), chiede modifiche alle norme in materia di sanzioni disciplinari per il personale scolastico al fine di renderle pienamente conformi alla Costituzione (684) - alla XI Commissione (Lavoro);

Fabio Canclini, da Valdisotto (Sondrio), chiede l'estensione dell'obbligo di fatturazione elettronica ai contribuenti con sede legale od operativa nel comune di Livigno (685) - alla VI Commissione (Finanze);

Maurizio Scazzeri, da Torchiarolo (Brindisi), chiede:

norme in materia di assunzione in ruolo del personale docente su posto di sostegno (686) - alla XI Commissione (Lavoro);

l'estensione della cosiddetta «carta del docente» a tutti i docenti con contratto a tempo determinato (687) - alla XI Commissione (Lavoro);

Moreno Sgarallino, da Roma, chiede:

norme in materia di sicurezza della circolazione dei ciclisti su strada e sulle piste ciclabili (688) - alla IX Commissione (Trasporti);

iniziative volte a promuovere la ricerca nelle scuole, anche tramite l'istituzione di appositi premi (689) - alla VII Commissione (Cultura);

Alessio Paiano, da Cavallino (Lecce), chiede:

l'introduzione della possibilità di presentare petizioni in via telematica (690) - alla Giunta per il Regolamento;

iniziative per la completa informatizzazione delle procedure per la richiesta della carta di identità elettronica (691) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

il rafforzamento del ruolo della società Cassa depositi e prestiti a sostegno delle aziende in difficoltà (692) - alla VI Commissione (Finanze);

Alberto Pratesi, da Lecce, chiede l'abrogazione di norme obsolete dell'ordinamento giudiziario, di cui al regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12, in conflitto con la Costituzione (693) - alla II Commissione (Giustizia);

Aniello Traino, da Neirone (Genova), chiede:

norme a tutela degli utenti del Servizio sanitario nazionale, con particolare riferimento alle informazioni concernenti gli obblighi e le sanzioni relativi alla mancata disdetta di appuntamenti per prestazioni sanitarie, alla compilazione dei moduli di richiesta dell'esenzione dal ticket sanitario e alla tutela degli utenti contro gli atti di accertamento di violazioni amministrative in materia di sanità (694) - alla XII Commissione (Affari sociali);

modifiche alle norme in materia di assegno di inclusione (695) - alle Commissioni riunite XI (Lavoro) e XII (Affari sociali);

iniziative volte a prevedere che i pacchi di aiuti umanitari paracadutati in zone di conflitto siano dotati di segnalatore acustico (696) - alla III Commissione (Affari esteri);

Francesco di Pasquale, da Cancello e Arnone (Caserta), chiede:

il rafforzamento dei controlli sull'attività amministrativa dei comuni (697) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

disposizioni in favore delle persone in attesa di giudizio (698) - alla II Commissione (Giustizia);

che la cosiddetta «rottamazione» delle cartelle di pagamento sia estesa a tutti gli enti impositori (699) - alla VI Commissione (Finanze);

iniziative per la tutela della foresta amazzonica (700) - alla III Commissione (Affari esteri);

misure a tutela dei titolari di conti correnti nei procedimenti di espropriazione forzata (701) - alla II Commissione (Giustizia).

Modifiche nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 18 aprile 2024, il deputato Lorenzo Cesa, già iscritto al gruppo parlamentare Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Misto.

Comunico che, con lettera pervenuta in data 19 aprile 2024, il deputato Antonino Minardo, già iscritto al gruppo parlamentare Lega-Salvini Premier, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Misto.

Svolgimento di interrogazioni.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni.

(Iniziative di competenza volte a considerare nell'ambito dei consulenti tecnici d'ufficio le figure dei pedagogisti e degli educatori professionali socio-pedagogici e socio-sanitari - n. 3-00929)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno, Dori n. 3-00929 (Vedi l'allegato A).

Il Sottosegretario di Stato per la Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, ha facoltà di rispondere.

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole interrogante, che permette di rassicurare le figure professionali dei pedagogisti, degli educatori professionali socio-pedagogici e degli educatori professionali socio-sanitari.

Infatti, l'onorevole interrogante chiede che tali figure professionali siano espressamente contemplate e inserite nell'elenco dei consulenti tecnici d'ufficio.

Per rispondere compiutamente e articolatamente alle domande dell'onorevole interrogante, è necessario premettere che, con il decreto del Ministero della Giustizia n. 109 del 2023, segnatamente con l'Allegato A, sono state individuate ulteriori categorie dell'albo dei consulenti tecnici rispetto a quelle già previste. Quanto all'indicazione delle singole categorie professionali inserite nell'Allegato A, che concerne i consulenti d'ufficio, è necessario precisare che, pur con talune modifiche assolutamente necessarie, le categorie e i settori di specializzazione individuati erano quelli già contemplati nei sistemi informatici dell'apparato e del sistema della giustizia, al fine di garantire l'interoperabilità dei predetti sistemi e di procedere, in tempi celeri, per raggiungere gli obiettivi del PNRR. Pur tanto premesso, sono state individuate 87 categorie professionali suddivise in più di 900 settori di specializzazione.

Per quanto riguarda le categorie professionali specificatamente oggetto dell'interrogazione dell'onorevole interrogante, è bene precisare che, dalla definizione di educatore professionale sociosanitario e di educatore socio-pedagogico, si evince che tali figure sono ricomprese comunque in quella non già fumosa, come indicato nell'interrogazione, ma più generica figura professionale dell'educatore professionale. Tuttavia, i comitati preposti alla formazione permanente degli albi del CTU in ogni caso potranno inserire nelle stesse categorie generali anche l'educatore professionale socio-pedagogico e il pedagogista, per rispondere compiutamente alla domanda dell'onorevole interrogante. Tanto premesso, credo che possiamo rassicurare le predette figure professionali in ordine al fatto che siano ricomprese nella figura professionale dell'educatore professionale e che, quindi, potranno svolgere senza pregiudizio alcuno, né per se stesse né per le parti procedimentali, il ruolo di consulenti tecnici d'ufficio presso tutti i tribunali d'Italia. In ogni caso, è in programma una prossima revisione del regolamento con la quale si provvederà, anche a seguito della puntuale segnalazione dell'onorevole interrogante, al formale e separato inserimento di dette figure all'interno dell'elenco dei consulenti tecnici d'ufficio, come nuove professioni ordinistiche.

Conclusivamente, non vi è pregiudizio alcuno né per le parti del procedimento, tanto meno per le figure professionali indicate, perché rientrano nella più generica definizione. È pur vero che dovere di precisione impone di inserire nella programmata revisione dell'elenco dei consulenti tecnici d'ufficio, specificatamente e dettagliatamente le figure professionali indicate dall'onorevole interrogante.

PRESIDENTE. Il deputato Dori ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Ringrazio il Sottosegretario per la risposta. Questa interrogazione, infatti, era proprio finalizzata a ottenere un chiarimento circa la portata applicativa del decreto interministeriale n. 109 del 2023, che - com'è stato ricordato opportunamente poco fa - si occupa delle categorie professionali ricadenti nell'albo dei consulenti tecnici d'ufficio e anche dei relativi settori di specializzazione.

La risposta del Ministero, di fatto, conferma i nostri dubbi circa la necessità di una formulazione più chiara e più esplicita, perché effettivamente la definizione utilizzata di “educatore professionale”, per quanto sia stato precisato essere comprensiva di queste categorie professionali, in questo momento, non è più una definizione attuale, quindi rischiava di essere fuorviante.

Ad ogni modo, prendo atto chiaramente di questa risposta e di questo chiarimento che ritengo quindi positivo, a maggior motivo che, pochi giorni fa, il 9 aprile 2024, è stato approvato al Senato, in via definitiva, il disegno di legge a prima firma della collega D'Orso che ha istituito l'albo e l'ordine delle professioni pedagogiche ed educative.

Quindi, da un lato, accolgo positivamente questo chiarimento insieme alla rassicurazione che queste figure professionali a oggi continuano ad essere incluse rispetto a questo tipo di attività come consulenti tecnici d'ufficio, dall'altro, il fatto che si procederà con una revisione e quindi con un'esplicita indicazione, che è quello che sostanzialmente chiedono; allo stesso momento, noi - parlo al plurale, perché non solo io ho depositato un'interrogazione di questa natura - continueremo a vigilare affinché questo avvenga e venga effettivamente realizzato dal Ministero in tempi rapidi.

(Iniziative di competenza in relazione alla vicenda dell'utilizzo di un telefonino da parte di detenuti nel carcere di Poggioreale - n. 3-01158)

PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per la Giustizia, Andrea Delmastro Delle Vedove, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Sarracino e Borrelli n. 3-01158 (Vedi l'allegato A).

ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie Presidente. Intanto ringrazio gli onorevoli interroganti, che permettono di intervenire su un tema particolarmente critico, che è quello della permeabilità di taluni nostri istituti all'ingresso di oggetti non previsti, fra questi i cellulari, e dell'utilizzo dei cellulari all'interno degli istituti per mandare messaggi esterni, quantomeno di adesione a stili di vita deviati e devianti.

Condivido ciò che dicono gli onorevoli interroganti in ordine al fatto che quel video registrato nell'istituto penitenziario di Poggioreale contenesse affermazioni deliranti - aggiungerei delinquenziali e criminali - inaccettabili; condivido che si tratti di un fatto di una gravità assoluta e non di un atto di goliardia, tanto è vero che in ogni caso abbiamo trasferito immediatamente tutti e tre i detenuti - e non solo colui che si è professato il proprietario del videofonino, evidentemente per salvare i correi e i compartecipanti -, sono stati tutti immediatamente trasferiti. Sono stati deferiti tutti e tre all'autorità giudiziaria e hanno già avuto tutti e tre un iter disciplinare con conseguente sanzione interna all'istituto penitenziario. Infatti, questa è una prima immediata risposta che deve essere data a tutti coloro che credono di poter utilizzare strumenti, tipo i telefonini, all'interno degli istituti penitenziari.

Sotto questo profilo, abbiamo raccolto un'eredità disarmante in ordine alla permeabilità dei nostri istituti penitenziari: è un tema sul quale mi sono confrontato sin dall'inizio del mio mandato. Vi posso assicurare che è ferma e ferrea volontà del Governo Meloni mettere in sicurezza gli istituti penitenziari d'Italia, ripristinare ordine, legalità e sicurezza, non solo e non tanto per il tramite di nuove figure di reato all'interno degli istituti, non solo e non tanto con nuove circolari, quanto e soprattutto per il tramite di investimenti che, nel tempo, purtroppo, non furono fatti e che personalmente ritengo essere la prima causa dello stato attuale della permeabilità dei nostri istituti penitenziari.

Allora, posso dare atto che questo Governo ha già investito 12 milioni di euro in impianti di sorveglianza all'interno dei nostri istituti penitenziari e non sfuggirà che l'impianto di videosorveglianza interna consente di rilevare più facilmente e più agevolmente l'ingresso e l'utilizzo di oggetti non consentiti, nel caso di specie di telefonini. Non solo: sono stati individuati 40 istituti penitenziari per i quali è stato sviluppato un programma per la dotazione di sistemi di difesa anti-drone, nel tentativo di scongiurare la mala prassi che abbiamo ereditato e che dobbiamo fronteggiare della possibilità di trasferire oggetti per il tramite dei droni.

In questo caso, in questi 40 istituti penitenziari, per la difesa del sistema anti-droni è stata autorizzata l'ulteriore spesa di 5 milioni di euro. Ho immediatamente istituito un gruppo di lavoro con diverse professionalità all'interno del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, perché venissero individuate l'acquisizione di una migliore strumentazione tecnologica anti-drone di protezione.

Ancora, abbiamo in corso sperimentazioni di strumentazioni tese a contrastare il sorvolo dei droni per il tramite dei quali entrano oggetti nei nostri istituti, in questo momento, presso la casa circondariale di Torino, presso la casa di reclusione di Sulmona, presso la casa circondariale di Roma Rebibbia nuovo complesso, presso la casa circondariale di Napoli Secondigliano, presso la casa circondariale di Rovigo, presso la casa circondariale di Velletri e presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere.

Inoltre, stiamo proseguendo nella analisi di tutte le tecnologie oggi sul mercato sempre per fronteggiare il tema dei droni. Ovviamente, è necessario per ogni istituto penitenziario tenere conto di elementi strutturali, dell'estensione dell'istituto penitenziario e della localizzazione dello stesso istituto penitenziario all'interno, per esempio, di contesti intensamente abitati o in contesti dov'è possibile introdurre, per esempio, jammer che consentano l'interruzione di ogni tipo di comunicazione, più difficile, in centro a Milano, più facile nella casa circondariale di Vercelli, che si trova all'esterno del perimetro abitato.

Abbiamo noleggiato sistemi anti-drone di tipo itinerante, attualmente utilizzati presso le sedi di Napoli Secondigliano, di Asti, di Siracusa e di Catania.

Abbiamo sottoscritto un protocollo di intesa con ENAC necessario per sviluppare una collaborazione per l'implementazione delle attività di sorvolo tramite drone dei nostri istituti penitenziari. Inoltre, abbiamo non solo abbiamo predisposto modelli organizzativi con ENAC, ma anche istituito la specializzazione dell'operatore di aeromobili a pilotaggio remoto, specializzazione che prima non esisteva e non consentiva ai nostri operatori di Polizia penitenziaria di sviluppare questa specialità per contrastare il sorvolo dei droni all'interno dei nostri istituti e, avendo istituito la specializzazione, abbiamo già terminato il primo corso per istruttore pilota, perché non ci faremo formare i nostri piloti dei droni della Polizia penitenziaria da autorità terze, ma abbiamo fatto un corso di istruttori (chiamiamolo così, per comprenderci) nella pancia del Corpo di Polizia penitenziaria, per procedere più speditamente a formare tutti gli operatori di Polizia penitenziaria che verranno addetti al pilotaggio di aeromobili remoti - tradotto - di droni, a loro volta anti-droni.

Grazie ai nuovi ispettori, si potrà conseguire più rapidamente l'abilitazione dei conduttori di droni da parte di tutto il personale della Polizia penitenziaria.

Ancora, abbiamo ridefinito il perimetro delle aree interdette al volo all'esterno degli istituti penitenziari per consentirci di intervenire prima dell'individuazione dei droni che tendenzialmente portavano e portano, fra le altre cose, i telefonini all'interno degli istituti.

In aggiunta. per quanto riguarda i controlli interni agli istituti per scongiurare il fenomeno che entrino oggetti non consentiti in maniera più tradizionale, cioè per il tramite dei controlli, abbiamo acquistato (e già distribuiti) 300 metal detector a portale, 240 rivelatori portatili di cellulari (già distribuiti), 1.000 apparati radio portatili, 200 apparati radio veicolari, 100 rilevatori fissi di cellulari (già distribuiti). Abbiamo in fase di distribuzione altri 110 metal detector a portale. Sono in fase di collaudo 1.000 metal detector manuali e 250 apparati radio-veicolari.

Sì, perché, evidentemente, anche per il tramite dei canali più tradizionali, cioè dell'ingresso di persone all'interno di istituti, diventava difficile il controllo se la Polizia penitenziaria era sprovvista delle più banali ed elementari dotazioni per effettuare i controlli.

Venendo poi, più nel dettaglio, alla strumentazione in uso presso la casa circondariale di Napoli Poggioreale, dove si è verificato l'evento tempestivamente e opportunamente segnalato dagli onorevoli interroganti, mi piace ricordare che, in questo momento, presso la casa di Napoli Poggioreale, vi sono 7 metal detector a portale, 9 metal detector e cell phone detector a portale, 21 metal detector manuale a paletta, 11 metal detector e cell phone detector manuale a paletta, 3 metal detector e cell phone detector ad asta, un rilevatore di trasmissioni radio, 3 rilevatori manuali di cellulari, un rilevatore manuale di cellulari, 5 macchine ai raggi X per il controllo pacchi, ciò per rendere più agevole, da parte del nostro Corpo di Polizia penitenziaria, i controlli, in entrata, ai parenti dei detenuti o a coloro che vanno a colloquio con i detenuti, oltre ai pacchi che vengono trasmessi ai detenuti, per sigillare sempre più i nostri istituti e renderli sempre più impermeabili all'ingresso di oggetti preclusi dal regolamento penitenziario.

Si aggiunge che, il 30 gennaio 2024, si è conclusa con risultati più che soddisfacenti, presso la casa circondariale di Napoli Poggioreale, un sistema di inibizione cellulare attraverso jammer di tipo attivo; credo che questo sia - lo dico in coda alla mia risposta - lo strumento del futuro per contrastare l'odioso e criminale fenomeno di video tik tok o di messaggi per il tramite di telefoni cellulari che provengono dall'interno degli istituti. Un jammer di tipo attivo significa schermare completamente l'istituto penitenziario, fare una white list di telefoni che possono funzionare, ovverosia dalla Polizia penitenziaria a tutti gli operatori professionali all'interno degli istituti, e per il resto schermare completamente le comunicazioni.

Ovviamente, non sfuggirà agli onorevoli interroganti che bisogna verificare talune condizioni di profilassi sanitaria per i rischi della salute dei lavoratori stessi, ma, qualora verificate con esito positivo, il jammer con lista bianca di pochi cellulari che possono essere utilizzati da parte degli operatori è l'obiettivo finale di questo Governo. La traduco in maniera comprensibile, anche per chi, eventualmente, da casa, volesse ascoltarci: per la denegata ipotesi che ancora entrino cellulari, ci potranno giocare come con le macchinine, qualora riuscissimo a mettere in campo questo sistema, perché quei cellulari non saranno più utilizzabili come cellulari all'interno degli istituti.

Credo di aver dato atto agli onorevoli interroganti, nella maniera più puntuale, pur con la fatale tirannia del tempo di ogni interrogazione, dell'enorme sforzo posto in campo da questo Governo per rendere impermeabili i nostri istituti, per tutelare e presidiare ordine, legalità e sicurezza nei nostri istituti, svolto silenziosamente, com'è dovere del Governo, nonostante - lo debbo dire, onestamente - un'eredità in termini di investimenti sotto questo profilo, sia strutturale che di dotazione, che di figure professionali e mi riferisco, per esempio, all'inesistenza prima di piloti di droni della Polizia penitenziaria, che francamente era raccapricciante.

Stiamo risalendo la china, può essere un impegno sicuro del Governo Meloni quello di rendere impermeabili i nostri istituti, di garantire ordine, legalità e sicurezza all'interno dei nostri istituti, di impedire a criminali, pur privati della loro libertà, di svolgere attività criminali dall'interno degli istituti. Sono assolutamente contento di questa interrogazione degli onorevoli interroganti, perché pone un tema serio che vogliamo affrontare nei termini prima indicati.

PRESIDENTE. Il deputato Sarracino ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

MARCO SARRACINO (PD-IDP). Grazie, Presidente, ringrazio il Governo per la risposta e anche per la reazione da parte delle istituzioni nei confronti di quello che si è verificato, però francamente vorrei che tutti quanti capissimo la gravità di quello che è successo.

Noi siamo di fronte a un episodio molto grave, perché, Presidente, questo atto di sindacato ispettivo nasce proprio sulla base di una notizia che ha destato enorme scalpore e sconcerto nella pubblica opinione, non solo di Napoli, ma, credo, in tutti quelli che hanno letto e hanno visto quel video. Infatti, si fa riferimento a un video registrato da un telefonino, da parte di alcuni esponenti del carcere di Poggioreale, che si sono esibiti in una serie di deliranti affermazioni, e quel video, purtroppo, è diventato virale - questo, poi, è un altro aspetto - in pochissimo tempo.

Allora, Presidente, noi non siamo di fronte soltanto a un episodio di goliardia, ma siamo di fronte a una sfida nei confronti delle istituzioni. Questo è il punto, secondo me, su cui noi dobbiamo anche aprire una riflessione, cioè il fatto che noi siamo di fronte a una sfida da parte di chi era a Poggioreale, ha fatto quel video e ha sfidato lo Stato e le istituzioni. Per questo la domanda che noi abbiamo posto al Governo è, innanzitutto, come sia stato possibile non solo che quel cellulare si trovasse lì, ma anche che poi si sia girato un video e che quel video sia diventato virale. Questa è una delle questioni che abbiamo posto e abbiamo chiamato il Governo qui, oggi, per chiarire sulle responsabilità dei mancati controlli, perché evidentemente ci sono stati mancati controlli se quel cellulare è arrivato lì, sul rischio di possibili connivenze, perché questo, poi, è un altro tema, e su cosa intendiamo fare rispetto al modo di contrastare culturalmente quei messaggi assurdi e inaccettabili.

Il Governo ci ha raccontato qual è la strategia in futuro o su quello che si sta facendo rispetto a quello che è avvenuto. Il punto che noi, però, ribadiamo è cosa si sta facendo, oltre a quello che si è fatto, rispetto a ciò che è avvenuto, perché questo è anche il tema. Purtroppo, come sa il Governo, altri casi simili si sono registrati anche in altre strutture penitenziarie: è successo in Sicilia e quello che ci preoccupa è la possibilità di innescare un meccanismo di emulazione, da un lato, ma anche di condivisione di propaganda, visto che, Presidente, quei video sono assolutamente facilmente reperibili sui social e sono molto semplici da recuperare. Cioè, se uno vuole trovare quei video va sui social e li trova molto facilmente. Questo è un altro punto di discussione su cui dovremmo provare un attimo a riflettere, perché è assurdo non solo che quel video sia stato girato, ma anche che abbia avuto una risonanza enorme. Inoltre, quel video - ne sono abbastanza convinto - credo che sia uno schiaffo a tutte quelle realtà, anche associative, impegnate quotidianamente sui territori, particolarmente in realtà urbane difficili, come, appunto, quella di Napoli, che promuovono una cultura della legalità e di contrasto a quei modelli sbagliati, che sono proprio, purtroppo, quelle immagini che sono emerse in quel video.

Allora, noi dobbiamo dirci la verità, Presidente, approfittando anche del fatto che il Sottosegretario ci ha risposto ed è qui, e la verità, purtroppo, è che il sistema penitenziario italiano soffre di gravi carenze. Questa è la verità e ce la dobbiamo dire. Si parte dalle carenze degli organici della Polizia penitenziaria, come denunciato dalle organizzazioni sindacali e dal personale del DAP, fino alle carenze di figure specialistiche che possono essere di supporto. L'associazione Antigone ha rappresentato, nel suo rapporto, una situazione di totale sovraffollamento: abbiamo oltre 13.000 detenuti in più rispetto ai posti letto disponibili e il tutto, ovviamente, si riflette sulla vivibilità all'interno degli istituti penitenziari italiani, che poi è anche causa di alcuni mancati controlli, perché se c'è troppa gente è evidente che è molto difficile controllare.

Proprio nella giornata di ieri - e concludo, Presidente - i parlamentari del Partito Democratico hanno ispezionato un numero importante di istituti penitenziari e il quadro che emerge è assolutamente preoccupante, perché siamo in emergenza. Ieri c'è stato l'ennesimo suicidio in carcere. Siamo di fronte a un'emergenza anche su questo tipo di problema, perché il combinato disposto di carceri ridotte come gironi danteschi, da un lato, e azioni come quella del video oggetto di questa interrogazione, dall'altro, rendono plasticamente l'idea di un corto circuito in cui si trova oggi il sistema carcerario italiano, per non parlare della vergogna che riguarda i bambini figli di detenute, bambini di 3-4 anni costretti a vivere in carcere e a crescere in carcere. È una vergogna, su cui bisogna assolutamente intervenire.

Allora, Presidente, noi chiediamo - e chiudo - che episodi del genere non si verifichino più e che vengano aumentati i dispositivi di controllo, come è stato anche detto dal Sottosegretario, perché il messaggio che viene fuori, purtroppo, è devastante. Al tempo stesso, chiediamo, però, che le carceri vengano rese rispettose della dignità umana e che vengano rafforzati gli organici in servizio in tutti gli istituti penitenziari italiani, a partire da quello di Poggioreale.

Il Partito Democratico continuerà a incalzare il Governo anche su questi punti, perché ne va del rispetto della nostra Carta costituzionale e, io credo, soprattutto della credibilità del nostro Paese.

(Iniziative volte a garantire la piena inclusione scolastica agli alunni con disabilità - n. 3-01160)

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Caso ed altri n. 3-01160 (Vedi l'allegato A).

La Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito, Paola Frassinetti, ha facoltà di rispondere.

PAOLA FRASSINETTI, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole Caso, interrogante. Ricordo preliminarmente che, per dare una tempestiva risposta alle esigenze degli studenti con disabilità, il Ministero ha espletato lo scorso anno - dunque per le assunzioni del corrente anno scolastico 2023-2024 - una procedura speciale per le immissioni in ruolo, riservata ai docenti inseriti nella prima fascia da GPS su posto di sostegno, che ha fatto registrare una percentuale pari al 74,1 per cento di copertura dei posti del contingente su posto di sostegno rispetto al 53,2 per cento di copertura nell'anno scolastico 2022-2023, per un totale di circa 18.000 posti autorizzati su sostegno, i quali, al fine di garantire la continuità didattica agli alunni con disabilità, sono vincolati per almeno 3 anni. Nell'ambito di tale procedura è stata prevista anche la possibilità di utilizzare l'istituto della cosiddetta call veloce, che ha consentito agli aspiranti docenti, iscritti nella prima fascia GPS, di poter concorrere anche sui posti rimasti vacanti e disponibili all'esito dello scorrimento delle suddette graduatorie in altre province. Tale opzione è stata esercitata da circa 2.000 docenti, i quali, in assenza di tale misura, avrebbero potuto concorrere solo per le supplenze, mentre, in tal modo, occupano già da questo anno scolastico un posto destinato a consolidarsi a tempo indeterminato, a beneficio anche dei propri alunni, che vedono così assicurata una maggiore continuità didattica.

In vista del prossimo anno scolastico, sono già stati banditi due concorsi sulla quasi totalità dei posti vacanti e disponibili sul sostegno, pari a circa 16.000. Sul punto aggiungo che, in sede di conversione in legge del decreto-legge PNRR 4, è stato approvato un emendamento, proposto dal Ministero dell'Istruzione e del merito, che consentirà ancora la procedura di assunzione di docenti iscritti nelle GPS prima fascia su quei posti che, come sappiamo già, non verranno coperti dalle citate procedure assunzionali. Anche per il prossimo anno scolastico, dunque, il Ministero ha messo in atto tutti gli strumenti per favorire l'assunzione del maggior numero possibile di docenti di sostegno. Aggiungo che con il disegno di legge Semplificazione abbiamo introdotto un intervento che rappresenta un'ulteriore risposta alle esigenze degli alunni con disabilità nel caso in cui, pur a fronte delle politiche assunzionali di cui si è detto, dovesse esserci ancora l'esigenza della nomina di un docente precario. In tali casi, infatti, secondo questa proposta normativa le famiglie potranno chiedere la conferma del docente, con il consenso di questi e previa positiva valutazione del dirigente scolastico.

Con riferimento agli strumenti didattici per gli alunni con disabilità, rappresento che è attiva la piattaforma Strumenti e ausili didattici per la disabilità, mediante la quale le scuole possono richiedere strumentazioni idonee a facilitare l'apprendimento di alunni e studenti con disabilità sulla base dei loro specifici bisogni formativi, avvalendosi altresì della consulenza dei centri territoriali di supporto e/o delle ausilioteche regionali, per un supporto di natura tecnica. La piattaforma, inoltre, costituisce uno strumento prezioso anche nell'ottica delle indicazioni degli ausili e sussidi necessari alla realizzazione dei progetti di didattica inclusiva, già a partire dalla redazione del piano educativo individualizzato (PEI). Nell'ottica del razionale utilizzo delle risorse, è stata istituita l'Anagrafe nazionale degli strumenti e degli ausili per la didattica degli alunni con disabilità, finalizzata alla ricognizione delle dotazioni in possesso delle istituzioni scolastiche, nonché ai fabbisogni di adattamento e trasformazione degli stessi.

Ancora, in attuazione dell'investimento 1.4, al fine di ridurre i divari di apprendimento e il fenomeno della dispersione scolastica, con il decreto del Ministro dell'Istruzione e del merito n. 41 del 2024, sono stati destinati 25 milioni di euro per la realizzazione di interventi di accessibilità e inclusione scolastica con idonei ausili e strumenti tecnologici, che consentono l'accesso agli apprendimenti e al materiale didattico dalla scuola dell'infanzia fino alla scuola secondaria di secondo grado in favore delle studentesse e degli studenti con disabilità.

Concludo dando piena assicurazione che il tema dell'inclusione degli studenti con disabilità costituisce una priorità indiscussa dell'azione del Ministero dell'Istruzione e del merito, che è comprovata dalle iniziative serie e concrete di cui si è dato sinteticamente conto in risposta a questo atto ispettivo.

PRESIDENTE. Il deputato Caso ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. La ringrazio, Sottosegretario. Prendiamo atto della sua risposta, ma purtroppo non possiamo ritenerci del tutto soddisfatti. Nonostante questo - voglio chiarirlo subito - il tema è ovviamente molto delicato e siamo ben consapevoli che richieda la massima collaborazione istituzionale possibile da cui non vogliamo assolutamente esimerci. Proprio per questo, lungi da me, lungi da noi creare polemica politica su un argomento così sentito dalle famiglie e dalla comunità scolastica e non solo, però, i dati parlano chiaro; i divari territoriali esistono e, purtroppo, invece di diminuire si acuiscono e questo è stato in effetti il motivo principale che ci ha spinti a presentare quest'interrogazione, perché è necessario intervenire con urgenza.

Vorrei anche sottolineare come questa mia interrogazione sia stata presentata più di due mesi fa, lo ricordo, a più di un anno di distanza dall'annuncio fatto a favore di telecamere da parte del Ministro Valditara poco dopo il suo insediamento in cui annunciava la volontà di avviare una riforma strutturale del sostegno, dichiarando chiaramente di volerla avviare quanto prima altrimenti - testuali parole - “sono solo chiacchiere”. Ebbene, è passato più di un anno e il quadro drammatico illustrato dall'Istat parla chiaro; a più di un anno di distanza questa annunciata riforma è assente, non ce n'è assolutamente traccia o, meglio, qualcosa si è mosso, l'abbiamo sentito, ma i numeri continuano a peggiorare. Abbiamo sollevato il problema da mesi, ma abbiamo ricevuto, devo dirlo, solo porte chiuse, dopo aver bocciato, ad esempio, la nostra proposta in legge di bilancio di incremento di 15.000 unità per la dotazione organica sul sostegno.

Mi consenta, Sottosegretario, di sottolineare che è troppo facile presentarsi ora senza aver affrontato veramente il problema per mesi. Abbiamo ascoltato le soluzioni proposte, dalla proroga delle assunzioni delle graduatorie in prima fascia, inserita, ricordiamolo, in fretta e furia con un emendamento al decreto-legge PNRR 4, alla “call veloce”, dalle iniziative portate avanti dal PNRR al recente avvio del IX ciclo del TFA sostegno. Mi consenta di dire che sono tutte misure che già esistevano, che sicuramente contribuiscono a rallentare il fenomeno del precariato, ma che non lo risolvono. Lo ripeto, si tratta di misure che esistono da anni, nulla di nuovo, e, quindi, è lecito domandarsi: effettivamente questa riforma strutturale annunciata dal Ministro dov'è?

Ci chiediamo come sia possibile, se andiamo avanti con gli stessi strumenti, visto che la situazione si sta aggravando, iniziare veramente a colmare il divario presente tra Nord e Sud. Ci chiediamo come fare a restituire dignità alla professione del docente, rendendola veramente attrattiva per non restare, poi, con le carte scoperte ogni anno. Oppure, ci chiediamo come garantire veramente la continuità didattica degli alunni con disabilità. E mi permetto di dire che, di certo, la soluzione non è derogare in parte alle graduatorie di merito in nome di una non meglio identificata scelta da parte dei genitori, indicata, come diceva il Sottosegretario nel decreto-legge Semplificazioni, dando la possibilità ai genitori, come una sorta di Grande Fratello, di scegliere il docente: andiamo in un campo molto pericoloso per quanto ci riguarda.

Mi avvio alla conclusione, Presidente. Da parte nostra devo apprendere che siamo un po' alle solite: con interventi spot o cose già esistenti il problema non lo risolviamo e non diamo una vera risposta alle famiglie.

Mi permetto, in conclusione, di fare un piccolo off topic; resto in realtà sempre nell'ambito della scuola e sempre nell'ambito dei lavoratori della scuola che anche nel sostegno sono importanti. Parlo dei 6.000 collaboratori scolastici che ricordo essere a casa dal 15 aprile e che stanno aspettando di capire cosa ne sarà di loro. È stato annunciato da parte del Ministro che nel primo decreto utile si prorogheranno, si faranno nuovi contratti, però, penso che, così come giustamente stiano tempestando me di domande, lo stiano facendo anche con voi. Quindi, questi 6.000 lavoratori cosa si devono aspettare? Quando sarà il primo provvedimento utile? Quando potranno ritornare al lavoro? Ricordo che non abbiamo tutto questo tempo davanti e che parliamo di dignità delle persone e di dignità delle famiglie.

(Iniziative di competenza volte a promuovere l'utilizzo dei giacimenti di litio esistenti in Italia nel contesto della transizione energetica - n. 3-01161)

PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy, Massimo Bitonci, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Colombo n. 3-01161 (Vedi l'allegato A).

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Grazie, Presidente, grazie, onorevole Colombo. Come ricordato, sono state individuate in Italia diverse miniere di litio, si pensi ai giacimenti nei pressi del lago di Bracciano, su cui sono stati avviati dei progetti di esplorazione da parte di importanti imprese del settore. Ci aspettiamo che il settore subisca una forte crescita nei prossimi anni e stiamo elaborando gli strumenti più idonei per assistere le imprese italiane ed estere interessate a investire in Italia, anche al fine di contribuire all'autonomia strategica europea sulle materie prime critiche. Ricordo, infatti, che il litio è nell'elenco delle materie prime critiche, allegato al nuovo regolamento europeo Critical Raw Materials Act, approvato lo scorso 18 marzo, poiché esso è usato, insieme al cobalto e al nichel, per la produzione di batterie.

La normativa europea mira a un approvvigionamento sicuro e sostenibile delle materie prime critiche fondamentali per l'industria europea, con l'obiettivo di non dipendere più per oltre il 65 per cento da un solo Paese terzo. A tal fine, il regolamento stabilisce tre parametri di riferimento per la copertura del consumo annuo: il 10 per cento da estrazione locale, il 40 per cento da trasformare nell'Unione europea e il 25 per cento da materiali riciclati.

Con l'entrata in vigore del regolamento verranno dunque introdotte nel nostro ordinamento misure a sostegno del settore, mirate a velocizzare le tempistiche per l'ottenimento dei permessi per i progetti strategici (come nel caso del litio) nel massimo rispetto dei più alti standard ambientali e sociali. In vista della sua entrata in vigore, il Governo sta predisponendo un decreto-legge sulle concessioni minerarie per assicurare una catena di attuazione e di approvvigionamento delle materie prime critiche sicura, nonché per promuoverne il riciclo.

Infatti, al giorno d'oggi, le nuove tecnologie consentono di riattivare le miniere che sono state chiuse per oltre trent'anni e di sfruttare i rifiuti minerari accumulati nei decenni passati.

Per il rilancio del settore minerario è stato anche istituito (articolo 4 della legge n. 206 del 2023) il Fondo nazionale del made in Italy, con dotazione iniziale di 700 milioni di euro per l'anno 2023 e di 300 milioni di euro per il 2024, con lo scopo di sostenere investimenti strategici per il rafforzamento e il rilancio della filiera strategica nazionale delle materie prime critiche.

Tra le ulteriori misure volte a promuovere la ricerca e l'adozione di tecnologie innovative per l'estrazione e il riciclo delle materie prime critiche segnalo anche il nuovo regime di aiuti che l'Italia ha notificato alla Commissione europea al fine di recepire, nell'ambito dello strumento agevolativo dei contratti di sviluppo, le nuove disposizioni del “Quadro temporaneo Ucraina” della stessa Commissione a sostegno degli investimenti in settori strategici per la transizione verso un'economia a zero emissioni nette.

Il nuovo regime di aiuti è stato approvato; pertanto, i contratti di sviluppo possono ora agevolare programmi finalizzati alla produzione di dispositivi utili al fine della transizione verso un'economia a zero emissioni (ovvero batterie, pannelli solari, turbine eoliche, pompe di calore, elettrolizzatori e dispositivi per la cattura e lo stoccaggio di carbonio), alla produzione di componenti chiave di questi dispositivi, nonché all'estrazione e al recupero di materie prime strategiche necessarie per la produzione di questi dispositivi e loro componenti chiave.

PRESIDENTE. La deputata Colombo ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.

BEATRIZ COLOMBO (FDI). Grazie, Presidente. Onorevole Sottosegretario, replico per esprimere la mia soddisfazione per la risposta fornita all'interrogazione posta sull'estrazione del litio in Italia, che conferma l'impegno del Governo verso la realizzazione di progetti di esplorazione e l'avvio di iniziative decisive per il settore minerario, come attestato dalle risorse destinate al Fondo nazionale per il made in Italy e dagli sforzi mirati all'adozione di tecnologie innovative per l'estrazione e il riciclo del litio. Questa risposta sottolinea la visione strategica dell'Italia nel contribuire all'autonomia europea sulle materie prime critiche e nel garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile, inserendosi armoniosamente nel nuovo regolamento europeo Critical Raw Materials Act.

È fondamentale sottolineare l'importanza di procedere con vigore e determinazione sulla strada intrapresa, enfatizzando l'importanza di un'azione congiunta tra Governo, comunità locali e settore privato verso la realizzazione di un'economia a zero emissioni nette.

La transizione energetica rappresenta un pilastro fondamentale per il futuro del Paese e del continente e l'impegno del Ministro delle Imprese e del made in Italy in questa direzione rafforza l'azione dell'Italia verso una maggiore indipendenza energetica e una crescita ecosostenibile.

Inoltre, l'azione del Governo - come sottolinea nella risposta il Ministro - evidenzia un significativo impegno verso il sostegno del made in Italy. Gli investimenti strategici e le politiche mirate all'innovazione nel settore delle materie prime critiche, come il litio, non solo promuovono l'autonomia e la sostenibilità energetica, ma anche rafforzano il posizionamento internazionale dell'Italia come leader nell'ambito della produzione di alta qualità e dell'innovazione tecnologica. Questo dimostra ulteriormente l'importanza assegnata dal nostro Governo al concetto di qualità e di eccellenza, ovviamente sempre nel rispetto degli standard ambientali e sociali, che rappresentano i principi cardine del made in Italy nel mondo.

In questo quadro risalta l'approccio proattivo del Governo, che non si limita a reagire alle sfide, ma agisce con lungimiranza per anticipare e risolvere i problemi prima che questi si manifestino. L'iniziativa di promuovere l'estrazione e il riciclo del litio in Italia è un esempio lampante di questa strategia, posizionandoci come un Paese all'avanguardia nella gestione delle risorse critiche necessarie per la transizione energetica e dell'industria del futuro.

Questa visione anticipatoria conferma l'impegno del nostro Governo a proteggere gli interessi nazionali e a garantire la sicurezza economica e ambientale del Paese e dell'Europa. Quindi, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative in relazione ai termini e alle condizioni per il deposito dei brevetti industriali, in particolare ai fini della tutela dell'attività di ricerca svolta nell'ambito di un rapporto di lavoro con università ed enti pubblici di ricerca - n. 3-01159)

PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy, Massimo Bitonci, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Toni Ricciardi n. 3-01159 (Vedi l'allegato A).

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Grazie, Presidente. Grazie, onorevole Ricciardi. Colleghi, l'interrogazione sollevata riguarda l'opportunità del termine di 6 mesi previsto dalla legge n. 102 del 2023 per il deposito delle domande di brevetto da parte delle strutture di appartenenza, in risposta alla comunicazione dell'invenzione da parte degli inventori.

È importante considerare che il termine dei 6 mesi è stato stabilito dopo una consultazione informale con il sistema universitario, al fine di consentire alle strutture di appartenenza di condurre valutazioni tecniche dettagliate e di svolgere gli adempimenti amministrativi necessari. Questo tempo permette una ponderata valutazione sull'opportunità di procedere con il deposito della domanda di brevetto, considerando aspetti cruciali come la novità dell'invenzione e il suo potenziale impatto.

Inoltre, è fondamentale sottolineare che il comma 2 dell'articolo 65 del codice della proprietà industriale evidenzia l'importanza di preservare la novità dell'invenzione per evitare conflitti e contestazioni. Pertanto, le strutture di appartenenza devono condurre una verifica preliminare accurata per garantire che l'invenzione soddisfi i requisiti richiesti dalla normativa.

Parallelamente, è necessario considerare il processo decisionale dei soggetti coinvolti e la valutazione delle motivazioni, delle sfide e del valore dell'innovazione stessa nel contesto specifico in cui si inserisce. Questo processo richiede tempo e risorse adeguate per garantire una valutazione equilibrata e accurata.

Infine, il termine dei 6 mesi consente alle autorità competenti delle strutture coinvolte di deliberare in modo ponderato sulla decisione di procedere con il deposito della domanda di brevetto. Questo garantisce un processo trasparente e conforme alle normative vigenti.

In conclusione, l'attuale normativa è volta a preservare la novità delle invenzioni e garantire una valutazione accurata del loro valore. Resta fermo che saranno valutate eventuali proposte volte a semplificare il processo, ove necessario.

PRESIDENTE. Il deputato Toni Ricciardi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ringrazio il Sottosegretario Bitonci, però, francamente, non mi reputo soddisfatto, Presidente, Sottosegretario. Apprezzo la franchezza rispetto alla risposta che ella mi ha dato, Sottosegretario, tuttavia mi sarei aspettato che si entrasse un po' nel merito materiale, perché lei sa meglio di me che un conto sono gli aspetti normativi formali, un conto, poi - come diremo -, sono l'applicazione pratica della norma e la prassi consolidata.

Lei, giustamente, sottolineava il processo decisionale e le risorse adeguate, ed è esattamente su questi due punti che si focalizzava l'interrogazione. Infatti, noi siamo dinanzi a una questione che, di fatto, si occupa, di cosa? Di tutelare l'invenzione che è stata elaborata da ricercatrici e ricercatori. Noi conosciamo benissimo la farraginosità e, a volte, anche l'eccesso di burokratia che abbiamo nel sistema universitario italiano: le difficoltà, molte volte, sono date dal fatto che molte università dovrebbero istituire uffici appositi per fare questa verifica preventiva che prende 6 mesi, in molti casi dovrebbero consorziarsi con altri istituti, dovrebbero avere risorse adeguate - quindi, lo sforzo pubblico -, ma, soprattutto, è messa a repentaglio la riservatezza dell'invenzione stessa.

Sottosegretario, con riferimento a chi brevetta e a chi inventa, mi verrebbe quasi la citazione per cui la ricerca è anarchia allo stato puro, perché l'invenzione dell'innovazione è immaginare e vedere cose che il resto della comunità scientifica non è in grado di vedere e, in molti casi, la stessa comunità scientifica tende - ed è un fatto - anche a ritardarne il processo. Sappiamo come funziona questo mondo, lo dice uno che viene dal mondo dell'università.

L'elemento che non mi soddisfa è il fatto che ho la sensazione che si preveda la tutela di una sorta di legge dirigistica per cui, nonostante sia prevista l'autonomia decisionale delle singole università, di fatto, questa verticalizzazione eccessiva tende a produrre e a prorogare dei ritardi. E lei sa meglio di me che, nel mondo nel quale viviamo, con i processi di accelerazione, con tutti gli elementi di copyright, di plagio, eccetera, si rischia che la legge, nonostante sia stata pensata oggettivamente in maniera positiva per tutelare l'inventore o l'inventrice dello stesso brevetto, rischia, tuttavia, di essere insoddisfacente e di non assolvere alla funzione stessa della tutela.

Da questo punto di vista, Sottosegretario, io mi permetto di consegnare a lei la richiesta di molte ricercatrici e molti ricercatori, perché c'è un altro elemento che è divenuto prassi: molte volte, il ricercatore comunica l'oggetto dell'invenzione al proprio referente in una maniera informale e riesce a depositare e ad avere, poi - mi avvio a chiudere -, un controllo ex post. Da questo punto di vista, probabilmente, Sottosegretario, la invito ad immaginare una norma suppletiva o correttiva che possa abbreviare i tempi e che possa, per legge, normare quella che è una prassi, ovvero il fatto che il ricercatore dà una comunicazione alla propria istituzione, intanto l'iter è come se ponesse una sorta di diritto di prelazione o di deposito; dopodiché, nel frattempo, intanto la proprietà intellettuale è tutelata e, successivamente, stando a quello che lei ha detto e che io condivido, vi sarà il vaglio adeguato e sostanziale da parte dell'università (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

(Iniziative di competenza volte a rendere più efficiente il servizio postale di consegna della stampa periodica - n. 3-01068)

PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy, Massimo Bitonci, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Traversi n. 3-01068 (Vedi l'allegato A).

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Grazie, Presidente. Grazie, onorevole Traversi. L'interrogazione ha per oggetto le criticità nella consegna delle pubblicazioni periodiche da parte di Poste Italiane.

Nel merito, occorre osservare che le attività di monitoraggio, controllo e verifica del rispetto degli standard di qualità del servizio postale universale, nonché di vigilanza sull'assolvimento degli obblighi a carico del fornitore del servizio universale, sono esercitate dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. A questo riguardo, l'Autorità in parola provvede, altresì, all'erogazione di sanzioni dovute a violazioni degli obblighi connessi all'espletamento del servizio universale.

Sentiti gli uffici del MIMIT, con particolare riguardo ai segnalati ritardi nella consegna di alcune pubblicazioni periodiche in abbonamento sul territorio nazionale e in particolare in Liguria e Piemonte, si evidenzia che il recapito dei prodotti editoriali, e in particolare dei periodici, è oggetto di attenzione da parte dell'azienda. Gli uffici di Poste Italiane hanno, infatti, comunicato che, da inizio del 2023, sono stati attivati dei sondaggi, con interviste mirate sui medi e grandi clienti mittenti, con l'obiettivo di verificare il grado di soddisfazione dei servizi di spedizione dei prodotti di corrispondenza indescritta, cioè non a firma (quale ad esempio le stampe periodiche, la posta massiva e la posta commerciale), su tutta la filiera logistica, dall'accettazione al recapito. In alcuni casi, i sondaggi hanno fatto emergere, per il mancato recapito, che le dimensioni delle pubblicazioni periodiche non sempre sono compatibili con le cassette del destinatario; in altri, che gli indirizzi riportati sulle testate risultano incompleti o non aggiornati. In questi casi, espletare correttamente il servizio di recapito risulta particolarmente difficoltoso.

Preme sottolineare che quasi tutte le pubblicazioni periodiche non sono caratterizzate dal servizio di tracciatura al civico: diventa, quindi, non fattibile effettuare un'analisi puntuale per l'asserito mancato recapito. Per quanto riguarda i lamentati disagi riferiti dall'interrogante, compresi anche quelli riferiti alle testate citate nell'atto, risultano circoscritti a un ristretto arco temporale. Infatti, solo durante il periodo di fisiologico aumento dei volumi di traffico, ultimi 2 mesi dell'anno coincidenti con il black friday e le festività natalizie, si è assistito a un aumento di reclami da parte degli editori e delle testate di periodici: in questi casi l'azienda, oltre alle verifiche con le strutture territoriali volte a ripristinare la corretta operatività, ha calendarizzato degli incontri specifici con i clienti mittenti. Gli interventi esperiti in maniera tempestiva hanno portato alla risoluzione delle criticità emerse: infatti, tutti i clienti mittenti, sentiti nuovamente a valle degli incontri, hanno testimoniato un rientro complessivo del servizio nei livelli attesi dagli stessi. Ad oggi, dalle verifiche effettuate da Poste Italiane, lo svolgimento del servizio di recapito in Liguria e in Piemonte può, dunque, ritenersi migliorato.

PRESIDENTE. Il deputato Traversi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

ROBERTO TRAVERSI (M5S). Grazie, Presidente. Ringrazio il Governo e il Sottosegretario Bitonci per la risposta molto puntuale. Prendo atto e, appunto, verificheremo. Si parlava soprattutto di ritardi, più che di mancata spedizione, perché talvolta un periodico - da quello che mi è stato segnalato - arriva veramente molto, molto tardi. E quindi, pur aver accettato questa risposta che è condita da molti elementi, tuttavia la mia interrogazione nasceva prima di tutto dal discorso che abbiamo fatto nell'ultimo mese in Commissione. Credo, infatti, che la situazione non riguardi più, forse, l'editoria periodica, ma che adesso il problema sia un po' più grande: in Commissione abbiamo, infatti, trattato anche la privatizzazione di una parte di Poste. Questo francamente mi preoccupa, in quanto l'editoria periodica dev'essere sicuramente tutelata, però il servizio offerto da Poste Italiane dev'essere migliorato. Ma la soluzione e il miglioramento, che sembra si stia attuando, riguardano una nuova privatizzazione. Comprendiamo che c'è un problema di enorme debito, che ovviamente non è nato da questo Governo, ma la strada per renderlo sostenibile non può essere sicuramente la cessione di servizi strategici, perché è una mossa che poi finirà solo per indebolire lo Stato, con una svendita di partecipazione. Questo, a mio avviso, non è molto lungimirante, perché le Poste rappresentano una sicurezza pubblica per molti italiani, che si avvalgono non solo di servizi postali veri e propri, ma anche di un servizio di pensioni e di servizi finanziari e assicurativi. E questo servizio strategico con la Cassa depositi e prestiti gestisce anche i dati personali di 35 milioni di italiani, che affidano 180 milioni di risparmi. Quindi, sia l'Ufficio parlamentare di bilancio, che la Corte dei conti, hanno messo in luce i possibili rischi relativi alla difficoltà di realizzazione di un programma di privatizzazione, che è ambizioso, ma è di dimensioni che non si sono mai raggiunte nel recente passato. Ovviamente, oltre a Poste, intendo parlare di altre vertenze. Soltanto nel periodo 2018-2023, l'impatto sul PIL di Poste è stato di 65 miliardi di euro: questo per rappresentare anche come i numeri siano enormi. Si può, dunque, facilmente comprendere che la cessione di una quota di minoranza - perché tale quotazione comporta, appunto, l'adesione a regole di trasparenza e di efficienza - non rappresenti un buon Governo. Ovviamente, affronterò ancora la discussione con le varie associazioni e cercherò di capire se questo servizio, come si dice nella risposta, sia migliorato. Tuttavia, la pagina che, forse, resta più problematica è capire poi, dopo, questa privatizzazione cosa comporterà, sia per quanto riguarda gli sportelli ad esempio dell'entroterra, che erano fondamentali anche per i cittadini e, soprattutto, per le persone più anziane, perché era un vero e proprio servizio sociale, sia per quanto riguarda anche le spedizioni. Quindi, per adesso prendiamo atto della risposta, la riferiremo al territorio, però vigileremo che poi questo processo, che è stato innescato, non susciti problemi più grossi.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Roberto Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). La ringrazio, signor Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori affinché venga fatta richiesta al Ministro della Giustizia, Nordio, di venire a riferire in Aula circa quanto oggi, di sconcertante, è pubblicato su tutti i quotidiani nazionali e che noi dobbiamo sempre prevedere vada verificato e accertato da chi è deputato a farlo, ossia dalla magistratura: mi riferisco a quanto è accaduto nel carcere minorile milanese, dove 13 agenti si sono resi responsabili di una serie di reati, qualora fossero dimostrati, nei confronti di detenuti minori. Ovviamente, l'inchiesta spetta alla magistratura e certo non sarà il Ministro che viene a raccontarci effettivamente cosa, dal punto di vista giudiziario, sia in corso. Dunque non potremo che aspettare le sentenze, affinché siano effettivamente individuate delle responsabilità. Sicuramente, però, ci sarà, da parte del Ministero, già una serie di informazioni ricevute, sulla base di ispezioni che sono state svolte e di tutta una serie di attività che la stessa Polizia penitenziaria ha attivato per arrivare a questa conclusione. Però c'è anche un dato politico, signor Presidente, che vorrei che facesse parte dell'informativa del Ministro. Infatti, il dato inquietante, al di là del fatto in sé, è che questo fatto avviene in una situazione carceraria di sovraffollamento. Poco fa c'è stata un'interrogazione che metteva in evidenza il fatto che continua la scansione dei suicidi, giorno dopo giorno, nelle nostre carceri per il tema del sovraffollamento: tema che, drammaticamente, riguarda anche le carceri minorili. E leggendo i giornali, oggi l'Avvenire, che non è certamente un giornale sovversivo, riporta un dossier di Antigone, associazione da sempre impegnata nel mondo delle carceri, che in particolare, in questo caso, parla del mondo del carcere minorile e dice che l'inizio del 2024 ha fatto segnare un picco di ingressi negli istituti penali minorili: sono circa 500 gli under 18 presenti nelle carceri minorili italiane (era il bilancio dei primi 2 mesi del 2024). Da oltre 10 anni non si raggiungeva una simile cifra: gli ingressi negli IPM sono in netto aumento: se sono stati 835 nel 2021, ne abbiamo avuti 1.143 nel 2023, la cifra più alta almeno negli ultimi 15 anni.

I ragazzi in IPM in misura cautelare erano 340 nel gennaio 2024, mentre erano 243, cioè 100 di meno, un anno prima, segno evidente degli effetti del cosiddetto decreto Caivano. Quindi, signor Presidente, non solo chiedo che il Ministro venga a ragguagliarci su un episodio che fa rabbrividire già quando accadono episodi di questo tipo nell'ambito delle carceri con detenuti maggiorenni. E comunque c'è sempre un problema, che queste cose accadono in luoghi dove lo Stato dovrebbe certamente tenere recluse delle persone, ma anche tutelarle, e invece queste persone subiscono atti di questo tipo, ma quando questo accade addirittura in carceri minorili la cosa è ancora più drammatica.

Però, accanto a questo, non è meno drammatica l'idea di un sistema che pensa che i minori possano essere, come se niente fosse, portati dentro un carcere.

Spesso e volentieri basterebbe parlare con i giudici di sorveglianza, basterebbe parlare con coloro che poi si occupano, e ho finito, Presidente, della traduzione dei minori in carcere per capire che, quando parliamo di minori, spesso e volentieri, quando accadono determinate cose - non ci vuole Einstein per capirlo -, si tratta di un disagio reale, di un disagio psichico, di un disagio sociale che in tutti i modi si può trattare, ma certamente il carcere non aiuta a risolverlo e, soprattutto, quello che sembra essere accaduto nel carcere milanese certamente non risolve.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Anche Alleanza Verdi e Sinistra chiede un'informativa urgente al Ministro della Giustizia per i gravi fatti, anzi, gli orrori che si sarebbero consumati nel carcere minorile Beccaria di Milano. Non si tratta soltanto di una vicenda giudiziaria davvero inquietante, che ha portato all'arresto di 13 agenti di Polizia penitenziaria, accusati di tentata violenza sessuale, tortura, lesioni e maltrattamenti, ma qui è investita direttamente la politica che non può certamente sottrarsi non solo dal denunciare la situazione nelle carceri, ora anche quelle minorili, ma anche e soprattutto dal trovare soluzioni immediate. Non stiamo parlando di uno o due soggetti che hanno agito, ma di 13 persone, quindi pare un vero e proprio sistema che danneggia, tra l'altro, in primis anche la stessa Polizia penitenziaria onesta che ogni giorno fa sacrifici per gestire queste situazioni difficili.

Quindi la politica ha responsabilità anche quando si mostrano cedimenti nei confronti del reato di tortura (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), ed è il motivo per il quale il Ministro deve chiarire, e lo deve fare qui, in Aula, una volta per tutte, se intende abrogare o depotenziare il reato di tortura, perché le sue risposte lasciano sempre, in questo senso, troppi spazi di ambiguità.

Se questi fatti, infatti, escono dalle mura della paura e dell'omertà è anche perché c'è il reato di tortura a presidio finale di queste situazioni estreme. Quindi le indagini facciano chiarezza, ma anche la politica faccia chiarezza, perché sono le stesse amministrazioni penitenziarie a pretendere e a volere che questi fatti non succedano, ma, se gli istituti restano per anni e anni senza una guida, un direttore, le amministrazioni sono indebolite.

Il procuratore Marcello Viola proprio ieri ha detto che lo Stato ha interesse a fare luce, perché il carcere, come vediamo, davvero è sempre più lontano da quel senso rieducativo a cui dovrebbe aspirare la pena.

Tutti noi vogliamo fare luce, e allora venga il Ministro Nordio qui, in Aula, a riferire. Quindi ribadisco, Presidente, la richiesta di un'informativa urgente (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso tema, l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Naturalmente anche il Partito Democratico ribadisce in questa sede la richiesta di informativa e sottolinea il fatto che immediatamente, a prima firma di Michela Di Biase, capogruppo PD in Commissione bicamerale per l'infanzia e l'adolescenza, è stata presentata dal Partito Democratico un'interrogazione a Nordio per chiedere urgentemente al Ministro della Giustizia di fare piena luce sui fatti drammatici avvenuti che hanno portato poi all'arresto di 13 agenti di Polizia penitenziaria e altri 8 sospesi per le violenze e le torture all'interno del carcere minorile Beccaria di Milano.

Da questo punto di vista, è fondamentale che si faccia piena luce e chiarezza subito e che all'interrogazione del Partito Democratico e di tutte le altre forze dell'opposizione venga data immediatamente risposta.

PRESIDENTE. Onorevole Casu, ovviamente ho ascoltato con attenzione ciò che per primo l'onorevole Giachetti ha richiesto ed è stato poi ribadito dall'onorevole Dori e adesso da lei. Sarà cura della Presidenza informare immediatamente il Governo per vedere quando sarà possibile avere l'informativa urgente.

Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15. Ricordo, però, che alle ore 12,30 il Parlamento è convocato in seduta comune per procedere alla votazione per l'elezione di un giudice della Corte costituzionale. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 10,55, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 89, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 15,01).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Andrea De Maria. Ne ha facoltà.

ANDREA DE MARIA (PD-IDP). Grazie Presidente. Non solo nel nostro Paese, ma anche fuori dai nostri confini, cresce lo sconcerto per la vera e propria censura che è stata messa in atto dalla RAI rispetto all'intervento di Antonio Scurati sul 25 aprile per non meglio specificati motivi editoriali.

Chiediamo al Governo, nella persona della Presidente del Consiglio o in quella del Ministro dell'Economia e delle finanze, di riferire alla Camera in merito.

Ricordo che, tramite il MEF, il Governo è azionista della RAI.

Chiediamo poi alla Commissione di vigilanza RAI di mettere in atto tutte le iniziative di propria competenza.

Le libertà di informazione e di espressione sono infatti un elemento fondamentale della libera dialettica democratica e di una democrazia degna di questo nome. Vogliamo essere certi che non vi siano state interferenze da parte del Governo e della maggioranza, anche perché sono sempre più inquietanti i segnali di una logica per cui l'occupazione della TV pubblica prevale sull'impegno a fare servizio pubblico.

Se anche vi fosse stata semplicemente la volontà di accreditarsi con il Governo e le forze di maggioranza, saremmo di fronte a un fatto di una gravità straordinaria. Nel suo intervento Scurati ha posto due temi di grande rilievo.

Il primo intervento - che non ha potuto fare in televisione, ma che abbiamo letto tutti in tanti giornali e in tante occasioni - è la chiarezza sulla natura del fascismo, movimento che ha fatto della violenza il tratto distintivo fin dalle origini, che è stato il primo esempio di un fenomeno europeo che ha portato anche alla nascita del nazismo in Germania, le cui responsabilità storiche non si interrompono dalla fondazione dei Fasci di combattimento fino alla complicità della Repubblica sociale italiana con la barbarie nazista.

Il secondo pone un tema per me di grande attualità, cioè la richiesta alla destra italiana di fare pienamente i conti con la storia del fascismo. Sono convinto - lo dico anche avendo avuto l'onore di essere stato per due mandati sindaco di Marzabotto - che oggi sia giusto unire tutto il sistema politico su valori condivisi. Questo però non può che voler dire riconoscerci tutti nella Costituzione antifascista nata dalla Resistenza. Nell'antifascismo ci sono le radici della nostra libertà e ribadirlo oggi significa dare più forza e più autorevolezza alla nostra democrazia in una fase storica così difficile.

Presidente e colleghi, si avvicina il 25 aprile: ci aspettiamo e chiediamo che chi governa il Paese, avendo giurato sulla nostra Costituzione, in quell'occasione dica parole nette e chiare sul valore dell'antifascismo e sulle responsabilità storiche del fascismo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Abbiamo ricevuto la richiesta di informativa, l'abbiamo appena ascoltata, nelle sue articolazioni, dal deputato De Maria. Ha chiesto di parlare sempre sullo stesso argomento la deputata Elisabetta Piccolotti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie Presidente. Anche noi di Alleanza Verdi e Sinistra siamo molto turbati e molto preoccupati da quello che sta accadendo in questo Paese. Qualche settimana fa, abbiamo discusso lunghe mozioni sulla libertà di stampa: erano il nostro modo di porre un tema che ci sembra diventare sempre più macroscopico. Quanta libertà c'è, in Italia, di esprimere la propria opinione e quanta libertà c'è, in Italia, oggi nel servizio pubblico radiotelevisivo?

Ce lo chiediamo ogni giorno, perché i casi di querele temerarie, prima contro i giornalisti e poi contro importanti e autorevoli intellettuali, come il professor Canfora, la professoressa Di Cesare, prima lo scrittore Saviano, si configurano come un quotidiano e violento attacco alla libertà di espressione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra) e come il tentativo di intimidire voci considerate scomode dal Governo. L'ultimo caso, quello forse più eclatante, perché si verifica in concomitanza con il 25 aprile, che è il giorno della Liberazione italiana dal nazifascismo, è quello di Antonio Scurati, un grandissimo scrittore italiano - il cui libro è diventato un bestseller in Italia e all'estero: ha venduto più di 600.000 copie - e una voce autorevole della cultura italiana, a cui viene negato uno spazio in una trasmissione televisiva per recitare un monologo che ha scritto sul tema dell'antifascismo.

Ebbene, è gravissimo l'atto di censura - e noi lo stigmatizziamo -, ma, forse, ancora più grave è il fatto che la Presidente del Consiglio Meloni, in un Paese in cui la Rai dovrebbe essere libera da pressioni politiche, si permetta, a valle di questa censura - come hanno riportato molti giornali ,- di chiamare i vertici, i direttori, per provare a concordare una linea con cui insabbiare le reali motivazioni di questo atto censorio (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Lo si fa, provando a infangare la figura di uno scrittore, come Scurati, che aveva tutto il diritto - come tanti altri - di avere un compenso in Rai, provando a instillare tra i cittadini e le cittadine l'idea che la vera ragione dell'atto censorio fossero i 1.800 euro di compenso che Scurati aveva pattuito per il proprio monologo.

Ecco, allora, mi chiedo come mai quest'atto censorio non si sia rivolto, per esempio, a una personalità - chiamiamola così - come Fabrizio Corona, a cui sono stati pagati 8.000, 10.000 o 12.000 euro per un'intervista sulla RAI (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Ci chiediamo come mai la Presidente Meloni non abbia fatto le stesse telefonate per impedire la partecipazione di cantanti o influencer che prendono decine di migliaia di euro per essere presenti per pochi minuti.

Ecco, allora, c'è bisogno di chiarire e c'è bisogno che la Presidente del Consiglio venga in Aula e che ci spieghi che cosa intenda fare per garantire libertà e pluralismo nel servizio pubblico radiotelevisivo, come, lo voglio ricordare, ci impongono, tra l'altro, le recenti norme del Media Freedom Act approvato in Europa. E vogliamo non solo che chiarisca, ma che venga qui e che pronunci per la prima volta in maniera netta e forte la parola “antifascista” (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), perché rappresenta la nostra Repubblica, la nostra Costituzione, le nostre istituzioni. Ed è bene - e concludo - che la Presidente del Consiglio si metta nella condizione di rappresentare i valori più alti di questa Nazione, che sono espressi, per l'appunto, in un testo costituzionale che nasce - ed è stato vergato - grazie alla lotta di liberazione di milioni di cittadini italiani che si sono detti antifascisti e che continueranno - e continuano - a farlo, ancora oggi, ogni 25 aprile e ogni giorno dell'anno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Puntuale, ogni 25 aprile, arriva la polemica, ma semplicemente perché c'è una parte di Paese che non riesce a riconoscere il 25 aprile come festa nazionale. È questo il tema.

Vedete, noi non abbiamo paura che ritorni il fascismo, noi non abbiamo paura di vedere la Meloni col fez, che dà olio di ricino alla gente, non c'è questo timore.

Il timore è quello che già esiste, ovvero la parodia del fascismo, perché questa è una parodia del fascismo. Infatti, a questo funzionario della Rai, servo sciocco probabilmente, non credo sia arrivata la telefonata dalla Meloni. Credo che, come ogni servo sciocco, tema il potere e che, quindi, faccia un favore a un concorrente e a Scurati stesso, perché il monologo di Scurati, probabilmente, l'avrebbero letto molto meno persone se non fosse accaduta questa cosa, ma per compiacere il potere, che non riconosce il 25 aprile come festa nazionale, compie quest'atto di censura vergognoso. Quali sono state le contro argomentazioni - queste sì - scandalose dalla Presidente del Consiglio in giù? Innanzitutto, attaccare sul compenso. Allora, voi vi dovete mettere nella testa che il lavoro intellettuale è un lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Scrivere è un lavoro, non è una cosa che uno fa così la sera che scrive il suo “diarietto” e ogni tanto e butta qualcosa lì. È fatica lo scrivere, che vi piaccia o no, c'è un compenso per il lavoro intellettuale, che sia il professore, lo scrittore, l'artista. C'è un compenso e il compenso, giustamente, viene pagato ed evito di dire tutti i soldi che la RAI meloniana sta spendendo in programmi che non vede nessuno, ma evito, questa è una politica aziendale che gli si sta palesemente ritorcendo contro. Allora, noi vorremmo vivere in un Paese dove si dica che l'antifascismo è stato divisivo? Vivaddio, se è stato divisivo, anche la Rivoluzione francese fu divisiva, tutte le feste nazionali furono divisive, perché in quel momento c'era un Paese che stava da una parte e una parte di Paese che stava dall'altra. Era divisiva, ma dopo anni ci si unisce intorno a quella festa, diventa valore comune quella festa e vorremmo vivere in un Paese dove si possa dire che, sì, magari mio nonno era fascista, ma era una brava persona, certo, perché sicuramente c'erano persone fasciste brave persone, sicuramente. C'era il partigiano che ha commesso in guerra un qualcosa di feroce? Sì, sicuramente, ma vorremmo vivere in un Paese in cui si fa questo dibattito senza rimettere in discussione il fatto che il partigiano fosse dalla parte giusta della storia e il fascista fosse dalla parte sbagliata della storia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Poi ognuno, se ne la propria memoria individuale ha le sue esperienze, nulla deve mettere in discussione questo. Quindi, chiediamo l'informativa perché la Meloni che ricopia il monologo di Scurati, guardate, bastava dire semplicemente una cosa, una frase di pochissime parole, non c'è bisogno di fare polemiche: “sì, sono antifascista”. Bastava questo, qualche parola e le avremmo fatti tutto un plauso, perché io capisco che sia complicato fare i conti con un proprio passato politico che evidentemente esiste, però oggi bisogna riunirci tutti e tutti gli anni fate queste polemiche perché per quel giorno, per molti di voi, non è stata una vittoria, ma è stata una sconfitta, perché eravate dalla parte sbagliata della storia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Grippo, sempre sullo stesso argomento. Ne ha facoltà.

VALENTINA GRIPPO (AZ-PER-RE). Grazie Presidente. Mi unisco alla richiesta di sentire il Governo su questo argomento e mi unisco, devo dirlo, malvolentieri, perché non avrei voluto fare in quest'aula questo intervento, perché sono d'accordo quando ci diciamo, quando ci viene detto, che si tratta di un dibattito anacronistico. È, sì, un dibattito anacronistico, sono, sì, discussioni che non vorremmo dover più fare nel merito, nel metodo e nel contenuto. Il 25 aprile è una festa nazionale, lo hanno detto i colleghi che ci hanno preceduto, non dovremmo voler discutere di chi ci crede, di chi si sente antifascista. Vorremmo che fosse un prerequisito per chiunque va a guidare il Paese l'aver superato quella fase della storia e sentirsi fortemente dalla parte della democrazia. Quello che ci preoccupa ancor di più e lo dico in due parti, da una parte, sul merito. In queste settimane la quantità di occasioni nelle quali ci troviamo a dover parlare di ingerenze governative sulla programmazione culturale, sui contenuti dell'informazione - ho sentito i colleghi che l'hanno illustrato -, addirittura su iniziative che smentiscono profondamente tutto il lavoro che abbiamo fatto in questi due anni. Voglio ricordare una mozione votata all'unanimità da quest'Aula, che ha visto proposte di tutte le parti politiche, volte a regolamentare e tutelare i giornalisti, dove tutti ci siamo detti volenterosi di intervenire, per esempio, sulle querele temerarie, sull'autonomia della Rai, salvo poi vedere che quella stessa Fratelli d'Italia che, qui con noi, aveva votato favorevolmente quella iniziativa del Parlamento, al Senato poi proponeva il carcere per i giornalisti per poi tornare indietro in pochissime ore. Allora, io come deputata, ma anche come cittadina, mi chiedo come mai ogni giorno c'è un attentato a un diritto costituzionale? Oggi è l'articolo 21, ieri era l'aborto, il diritto all'immigrazione. Siamo in campagna elettorale e la Premier Meloni non è in grado di dare risposte al proprio elettorato sui temi di politica economica e il documento che analizzeremo domani è aria fritta, perché non c'è la capacità di fare una programmazione elettorale che risponda al suo elettorato. Quindi, si attacca ciò che sembra più facile attaccare - ed è paradossale -, ovvero i diritti, quei diritti che la Costituzione garantisce e che sembra che invece per il Governo sia così semplice metterli alla berlina ogni singolo giorno. Quindi, sì, ci uniamo alla richiesta di audizione della Premier, soprattutto perché ci aspettiamo, specialmente nel semestre di guida da parte dell'Italia, con i grandi temi internazionali, che ci dovrebbero vedere seri e coerenti, che non si giochi sui diritti delle persone come degli argomenti collaterali (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Abbiamo esaurito gli interventi su questo argomento. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori, su un argomento diverso, il deputato Soumahoro. Ne ha facoltà.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente. Yu Yang, detenuto cinese, presso il carcere Regina Coeli. Omar Dia, detenuto presso il carcere di Opera. Ivano Lucera, detenuto presso il carcere di Foggia. Michele Scarlata, detenuto presso il carcere di Imperia. Alam Jahangir, detenuto presso il carcere di Cuneo. Stefano Bonomi, detenuto presso il carcere di Rieti. Stefano Voltolina, detenuto presso il carcere di Padova. Ahmed Adel Elsayed, detenuto presso il carcere di Rossano Calabro. Antonio Giuffrida, detenuto presso il carcere di Montorio. Luciano Gilardi, detenuto presso il carcere di Poggioreale. Andrea Napolitano, detenuto presso il carcere di Poggioreale. Fabrizio Pullano, detenuto presso il carcere di Isola di Capo Rizzuto. Matteo Concetti, detenuto presso il carcere di Ancona. Mahmoud Ghoulam, detenuto presso il carcere di Poggioreale. Jeton Bislimi, detenuto presso il carcere di Castrogno. Alvaro Nunez Sanchez, detenuto presso il carcere di Torino. Susan John detenuta presso il carcere di Torino. Azzurra Campari, detenuta presso il carcere di Torino. Ciro Picariello, agente penitenziario, che è il terzo appartenente alla Polizia penitenziaria che si toglie la vita nel 2024.

Presidente, questo è l'elenco di alcune delle persone che si sono tolte la vita negli istituti penitenziari del nostro Paese. È il quadro drammatico, vergognoso, incivile e disumano quello delle carceri nel nostro Paese. Nel 2023 sono state almeno 70 le persone che si sono tolte la vita all'interno di un istituto di pena nel nostro Paese.

Negli istituti penitenziari italiani vi è un diffuso disagio psichico, che rimane una delle problematiche, secondo l'osservatorio di Antigone. Il 12 per cento delle persone detenute, quasi 6.000 persone, ha una diagnosi psichiatrica grave. L'uso massiccio di psicofarmaci rimane lo strumento principale con cui in carcere viene gestita la salute mentale e parliamo di 15.000 persone che regolarmente fanno uso di stabilizzanti dell'umore, antipsicotici e antidepressivi. Le carceri italiane, insomma Presidente, sono sempre affollate. L'Italia è stata più volte condannata dalla Corte europea dei diritti dell'uomo per i trattamenti inumani e degradanti che riserva ai suoi detenuti. A proposito, Carmelo Musumeci, che in cella ha passato parecchi anni, dichiara: “Il carcere è l'inferno in terra, perché questo inferno plasma l'esistenza e i comportamenti della sua popolazione” e concludo, Presidente.

Per tutte queste ragioni chiedo al Governo, che ancora nulla ha fatto per alleviare le condizioni di sofferenza di molte persone, di venire in Aula a riferire, e questo è un appello che rivolgo a tutto il Parlamento. La situazione nei nostri istituti penitenziari è una vergogna, è una condizione che dimostra il livello di inciviltà in cui versano, vivono e continuano a vivere le persone all'interno dei nostri istituti. Basta! Bisogna porre fine a questa inciviltà, a questa disumanità e a questa vergogna (Applausi di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori, su altro argomento, il deputato Candiani. Ne ha facoltà.

STEFANO CANDIANI (LEGA). Presidente, velocemente, perché ritengo che il Parlamento debba essere informato e soprattutto il Parlamento si debba interessare di un fatto che è stato riportato nei giorni scorsi dalle cronache di alcuni giornali, con un'inchiesta giornalistica che è apparsa e ha relazionato in merito a finanziamenti ricevuti da un'associazione italiana, che, a sua volta, ne ha ricevuti da una associazione svedese collegata al magnate Soros. Abbiamo appreso dai giornali che i finanziamenti sarebbero stati poi erogati e, in ultima analisi, sono andati a favore di esponenti candidati nelle liste della sinistra e del Partito Democratico in particolare. È un fatto molto grave, Presidente, perché qui si tratta, con ogni fattispecie, di un'intromissione…

PRESIDENTE. Le chiedo scusa se la interrompo. Lei è un deputato esperto e dovrebbe soltanto farci capire l'attinenza con il richiamo all'ordine dei lavori.

STEFANO CANDIANI (LEGA). Sa, Presidente, il fatto che ci sia un'intromissione da parte di uno straniero o di una fondazione straniera che mette soldi nella politica italiana per condizionare la vita democratica del Paese credo sia un tema su cui il Parlamento si debba interrogare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché il meccanismo con cui arrivano questi finanziamenti è opaco e va chiarito. Deve intervenire il Comitato per la sicurezza della Repubblica e il Governo si deve interessare della questione, perché non è ammissibile che certe informazioni passino sui giornali e restino come acqua che scorre sul marmo.

PRESIDENTE. La ringrazio per la precisazione.

Seguito della discussione della proposta di legge: Molinari ed altri: Disposizioni in materia di partecipazione popolare alla titolarità di azioni e quote delle società sportive (A.C. 836-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 836-A: Disposizioni in materia di partecipazione popolare alla titolarità di azioni e quote delle società sportive.

Ricordo che nella seduta del 25 marzo si è conclusa la discussione generale e il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato a intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 836-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge e delle proposte emendative presentate (Vedi l'allegato A).

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo, in particolare, a votazioni per principio o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare. A tal fine, il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra è stato invitato a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 836-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative, segnalate per la votazione.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 836-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

ROSSANO SASSO , Relatore. Presidente, sugli emendamenti 2.8 Caso, 2.1001, 2.1000 e 2.1003 Berruto il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 2.8 Caso.

Ha chiesto di parlare il deputato Caso. Ne ha facoltà.

ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Questo emendamento era, in realtà, di buonsenso, perché ricordiamo che l'articolo a cui facciamo riferimento è stato quasi interamente riscritto da emendamenti del Governo e del relatore, in molti casi migliorandone, sì, la scrittura, ma, alla fine, tenendo fuori, tra i soggetti per cui prevedere la partecipazione popolare, le associazioni sportive, la cui inclusione per noi è fondamentale. Va di conseguenza che, qualora non fosse approvato questo emendamento, per noi è impossibile votare di fatto l'articolo e, quindi, di conseguenza ci asterremo.

Pertanto, chiedo un ripensamento al Governo e, magari, di rivedere il parere in senso favorevole, perché, lo ripeto, si aggiungono semplicemente le associazioni.

PRESIDENTE. Non vi sono altre richieste di intervento e il Governo non cambia opinione, dunque, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.8 Caso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1001 Berruto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo all'emendamento 2.1000 Berruto. Il parere del Governo e della Commissione è contrario.

Ha chiesto di parlare il deputato Berruto. Ne ha facoltà.

MAURO BERRUTO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo, in realtà, per un commento su questo emendamento e anche su quello precedente, a prima firma dell'onorevole Caso. Gli emendamenti che noi abbiamo presentato a questo articolo hanno due obiettivi, il primo dei quali riguarda l'allargamento della possibilità della partecipazione popolare anche alle ASD. Evidentemente, per un fatto culturale, e avrò modo poi di tornarci sugli emendamenti e nelle dichiarazioni di voto, questa è una proposta di legge che noi appoggeremo e voteremo, ma che ha prima di tutto un significato simbolico. Siamo molto distanti da altri modelli di partecipazione popolare ai quali farò poi riferimento e che sono certamente più evoluti, però, con riferimento al parere sull'emendamento precedente, evidentemente per ragioni che non comprendo, il Governo ha deciso di non voler allargare questa operazione, lo ribadisco, soprattutto culturale, anche alle associazioni sportive.

Tuttavia, ci sono altri temi che riguardano la simbolicità di questo provvedimento; in primo luogo, mi riferisco, ed è ciò che riguarda questo emendamento, alla possibilità di aumentare questa quota, davvero simbolica, dell'1 per cento con una proposta, che è quella a mia prima firma, che la porterebbe al 5 per cento. Tanto per dare un'idea ai colleghi, che, magari, sono un po' meno avvezzi a questa questione, se prendiamo come riferimento la partecipazione popolare nel calcio tedesco, parliamo di un modello che prevede il 50 per cento più 1; ed è un tema sul quale non è intervenuta la politica, ma è intervenuta la lega. Quindi, se una società di calcio vuole iscriversi alla Bundesliga deve avere il 50 per cento più 1 di partecipazione popolare. Noi chiediamo di passare dall'1 al 5, la quota resta simbolica, ma è un pochino più incentivante anche per chi vuole esercitare questa possibilità.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1000 Berruto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Salutiamo, a questo punto, la delegazione di studentesse, studenti e docenti dell'Istituto professionale “Pellegrino Artusi” di Roma, che partecipa oggi a una visita di studio a Palazzo Montecitorio e che sta assistendo ai nostri lavori dalla tribuna (Applausi).

Passiamo all'emendamento 2.1003 Berruto.

Ha chiesto di parlare il deputato Berruto. Ne ha facoltà.

MAURO BERRUTO (PD-IDP). Grazie, Presidente, così lo spieghiamo anche agli studenti che ci stanno ascoltando. Leggo testualmente la nostra proposta e chiedo davvero che, se è possibile, venga spiegato il parere contrario, tanto della Commissione, quanto del Governo, su questo emendamento, che richiede, leggo: “venga previsto nei relativi statuti l'esercizio del diritto civico generalizzato e l'istituzione, nel relativo sito istituzionale, di un'apposita sezione denominata «società sportiva trasparente», contenente i dati economici, finanziari e di bilancio, nonché quelli relativi ai contratti di lavoro sportivo stipulati ai sensi del decreto legislativo 28 febbraio 2021, n. 36”.

Signor Ministro, abbiamo fatto un percorso molto complesso anche per far entrare in vigore quest'ultimo passaggio della trasparenza sui contratti di lavoro sportivo, anzi, ancora prima, per far diventare reale la possibilità di avere un contratto di lavoro sportivo; prima non lo era. Riguardo alle righe di cui sopra, dov'è il problema? Qual è la difficoltà per alcune società sportive di istituzionalizzare una sezione del sito - questo chiede l'emendamento - denominata «società sportiva trasparente», contenente dati economici, finanziari e di bilancio? Forse, questo è uno dei punti che danno fastidio a qualche società molto strutturata, ma se vogliamo - come spesso sentiamo dire anche da lei, anzi, soprattutto, da lei, signor Ministro, e in questo ovviamente trova il nostro appoggio - fare tutti un passo verso una gestione più trasparente dei bilanci, in particolare dei bilanci del calcio, onestamente, non comprendo e mi sorprende il parere negativo su questo emendamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1003 Berruto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 836-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

ROSSANO SASSO, Relatore. Sugli emendamenti 3.1000 Berruto, 3.15, 3.13 e 3.14 Piccolotti, 3.4 e 3.5 Zaratti, 3.6 e 3.8 Caso, 3.1001 Berruto, 3.9 Caso e 3.11 Piccolotti, il parere è contrario. Sull'emendamento 3.1002 Latini il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Bene, allora passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1000 Berruto, con il parere contrario della Commissione, del Governo e anche della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.15 Piccolotti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.13 Piccolotti, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.14 Piccolotti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.4 Zaratti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo all'emendamento 3.5 Zaratti.

Ha chiesto di parlare il deputato Berruto. Ne ha facoltà.

MAURO BERRUTO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Anche in questo caso, mi riferisco sia a questo emendamento dell'onorevole Zaratti, di cui sono sottoscrittore, sia a quello precedente. E anche qui sono sorpreso, perché, se vogliamo leggere insieme il testo di questi emendamenti, quello precedente parlava di campagne di sensibilizzazione e di educazione contro forme di discriminazione, quello che stiamo votando parla campagne di sensibilizzazione e di educazione contro la violenza di genere. Sono tutti temi sui quali, ripetutamente, sentiamo dichiarazioni da parte del Ministro per lo Sport, Andrea Abodi. Quindi, ci sorprende che, ogni volta, nelle agenzie, questi temi siano sempre presenti, mentre, alla prima occasione in cui si può fare un passettino, ripeto, nella simbolicità di tutto ciò di cui stiamo ragionando, queste proposte vengano, sempre e inevitabilmente, respinte al mittente. Mi chiedo se dobbiamo credere alle agenzie o se dobbiamo credere alle cose sulle quali questo Parlamento si esprime (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Prendo atto che la deputata Gribaudo sottoscrive l'emendamento.

Ha chiesto di parlare la deputata Piccolotti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. Io vorrei spendere due parole su questo emendamento e sull'altro che, purtroppo, abbiamo appena respinto. Sono emendamenti la cui bocciatura, Ministro, risulta del tutto incomprensibile, ma che, se volessimo dare una lettura politica un po' più attenta, risulta un colpevole atto di omissione rispetto a temi fondamentali.

L'emendamento precedente impegnava a fare campagne di sensibilizzazione e di educazione contro qualsiasi forma di discriminazione, quello che stiamo per votare fa la stessa cosa in termini di educazione contro la violenza di genere. Siccome, in quest'Aula, ma anche all'esterno - l'ha ricordato anche il collega Berruto -, ogni volta sentiamo magnificare la funzione educativa dello sport, la possibilità che lo sport sia volano di inclusione e anche elemento di educazione contro le discriminazioni in generale e anche quelle di genere, davvero non si comprende per quale motivo sia stato dato parere negativo, non si comprende per quale motivo l'Aula respinga un emendamento su un tema così sensibile, come la violenza contro le donne, che, come sappiamo, è una piaga che uccide oltre 100 donne l'anno, in questo Paese e lo sport potrebbe essere anche un volano per una riflessione su un diverso rapporto fra i sessi finalmente libero dalla violenza.

Quindi le chiedo - non so se sia possibile - di cambiare questo parere e provare ad approvare almeno questo emendamento contro la violenza di genere, perché sarebbe un bel segnale di quest'Aula, mentre, una sua reiezione rappresenterebbe, anche nei confronti delle tante donne e associazioni di donne mobilitate su questo tema, davvero, purtroppo, un clamoroso schiaffo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Intervengo per sottoscrivere, a nome di tutto il gruppo del Partito Democratico, e chiedere al Governo e al relatore la possibilità di accantonare questo emendamento, credo che ce ne siano tutte le motivazioni. Non ha un carattere strumentale questa richiesta, ma, considerando le cose che abbiamo detto, in più occasioni e a più riprese, in quest'Aula e sapendo quale è la situazione drammatica rispetto a queste questioni, questo sarebbe un bel segnale, di tutto il Parlamento. Quindi, io chiedo formalmente l'accantonamento di questo emendamento e, nel caso in cui non fosse accantonato, chiedo di porlo in votazione.

PRESIDENTE. Sentiamo cosa risponde il relatore. Il relatore è contrario. Dobbiamo quindi votare la proposta di accantonamento.

Prendo atto che il deputato Casu sottoscrive l'emendamento.

Ha chiesto di parlare a favore della proposta di accantonamento il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Vorrei sommessamente rivolgermi sia al Governo sia al relatore affinché possa esserci un ripensamento. Signor Presidente, io mi rivolgo a tutti voi: ci sono, chiaramente, posizioni politiche - lo dico in particolare al relatore, che ha seguito, anche con particolare attenzione, lo svolgimento di questo provvedimento in Aula, lo dico al Ministro, che ha dimostrato, in tante occasioni, anche una grande sensibilità -, ci sono questioni sulle quali, obiettivamente, è difficile trovare una composizione, ci sono questioni che, per ragioni magari non inerenti al merito di un emendamento, portano una parte o l'altra a contrapporsi. Ma la richiesta che io faccio - e, intanto, parlo a favore dell'accantonamento - è di cercare di indurre a una riflessione sia il Ministro sia il relatore sul fatto che questo emendamento - io ne sono convinto - raccolga obiettivamente il sentimento di tutti o, quantomeno, raccolga quello che ciascuno di noi ha detto, in moltissime occasioni, rispetto al tema della discriminazione. Ciascuno di noi, quando si trova di fronte a determinate cose, fa dei tweet, fa delle dichiarazioni. Obiettivamente, non si capisce quale è la ragione - o, quantomeno, Governo e relatore ce la spieghino - per la quale si possa essere contrari al fatto che ci siano campagne di sensibilizzazione e di educazione contro qualsiasi forma di discriminazione, quelle che fa, per esempio, il Governo, attraverso gli spot in televisione. Io dico semplicemente che su tante cose ci possiamo dividere, il fatto che l'abbia proposta l'opposizione può essere una cosa non gradita, ma cerchiamo di guardare al merito delle questioni: è esattamente quello che il Governo e la maggioranza propongono, con varie iniziative che fanno in televisione, in diverse altre occasioni, con gli spot e con tante altre cose. Di questo parliamo, solo di questo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sasso. Ne ha facoltà. Contro l'accantonamento?

ROSSANO SASSO, Relatore. No, Presidente. Prendo la parola per esprimere parere favorevole all'accantonamento dell'emendamento 3.5 Zaratti.

PRESIDENTE. Quindi, accantoniamo l'emendamento 3.5 Zaratti. Decadono così anche le richieste di intervento che avevamo in predicato, le faremo svolgere successivamente. Lo dico alla collega Grippo, prima non ci eravamo intesi: quando c'è una richiesta di accantonamento, questa richiesta di accantonamento, a termini di Regolamento, ha la precedenza sulle richieste di parlare, che poi, ovviamente, riprendono, perché, se si procede alla votazione dell'emendamento, gli iscritti a parlare hanno titolo per prendere la parola.

Quindi chi si è prenotato, farà il suo intervento quando verrà richiamato l'emendamento che abbiamo accantonato. Relatore Sasso, viene accantonato anche il successivo emendamento, che si riferisce allo stesso comma e alla stessa lettera, oppure no?

ROSSANO SASSO, Relatore. No, Presidente. L'emendamento 3.4 Zaratti lo avremmo già votato. Noi siamo all'emendamento 3.5 Zaratti adesso, giusto?

PRESIDENTE. Noi siamo all'emendamento 3.5 Zaratti. L'emendamento 3.6 Caso interviene sulla stessa fattispecie, quindi ci si domandava, dato che è sempre sullo stesso punto…

ROSSANO SASSO, Relatore. No, l'emendamento 3.6 Caso è un'altra cosa…

PRESIDENTE. Incide sullo stesso punto del testo. Però, se lei vuole…

ROSSANO SASSO, Relatore. No, questo non lo accantoniamo, perché riguarda tutt'altro.

PRESIDENTE. Allora l'emendamento 3.5 Zaratti è accantonato. Passiamo adesso all'emendamento 3.6 del deputato Caso, che chiede di intervenire. Ne ha facoltà.

ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Come si è capito, anche questo emendamento va ad agire sullo stesso punto. Giusto per fare chiarezza, pure con riferimento agli emendamenti precedenti, tra cui quello accantonato, qui stiamo parlando di come impiegare eventuali utili o avanzi di gestione delle società. Riavvolgo un attimo il nastro sull'emendamento 3.4 Zaratti: l'Aula ha deciso e ha bocciato, per voto della maggioranza, che questi eventuali utili possano essere utilizzati per campagne di sensibilizzazione ed educazione contro qualsiasi forma di discriminazione. A questo è stato detto “no”. Fortunatamente, un po' il senno è tornato e, per quanto riguarda l'emendamento successivo, in cui si parlava di campagne di sensibilizzazione e di educazione contro la violenza di genere, abbiamo accantonato e dopo vedremo. L'emendamento 3.6, a mia prima firma, va ad agire sempre lì. Qui noi stiamo dicendo - sempre per dare un segno reale al concetto di partecipazione popolare, come diceva prima il collega, ad esempio in Germania, dove sono molto avanti - di utilizzare eventuali avanzi di gestione, eventuale quota parte degli utili, per la riqualificazione di impianti sportivi che ne abbiano bisogno, ma soprattutto per sostenere attività sociali e sportive giovanili. Io voglio ricordare che l'ecosistema che si prova a creare con la partecipazione popolare alle società sportive è proprio questo: includere sul territorio tutto l'humus territoriale che c'è. Ne approfitto poi, per non intervenire nuovamente: anche nell'emendamento a seguire, si va, bene o male, in questa direzione, pure se agisce su un altro punto, in quanto si vanno a prevedere - sempre in questo ragionamento di includere la società reale all'interno della gestione delle società sportive - tra i possibili soci sovventori, anche le amministrazioni locali e gli altri stakeholder pubblici e no profit, che, nella maggior parte dei casi, è veramente quello che vogliono fare. E quindi, anche nel mio caso, chiedo per l'emendamento 3.6 un ripensamento da parte del Governo e un accantonamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Grippo. Ne ha facoltà.

VALENTINA GRIPPO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Intervengo su questa proposta emendativa, ma cerco di fare una riflessione che coinvolge anche l'emendamento che abbiamo accantonato e il successivo. Chiederei al relatore e al Ministro, se riescono ad ascoltarmi, perché vorrei fare una proposta…

PRESIDENTE. Penso sia una conversazione attinente al suo intervento, quindi facciamo una piccola deroga, visto che la conversazione è durata pochi secondi. Prego, prosegua.

VALENTINA GRIPPO (AZ-PER-RE). Davvero, non ero ironica. Siccome era una proposta costruttiva, io capisco quali siano, Ministro, le perplessità, penso di interpretare e lo dico anche al collega Sasso. Leggo, però, quale sia la bontà di intenti di questi emendamenti. Qual è la perplessità, che non è estranea neanche a noi? Ossia l'idea che si possano vincolare in modo troppo deterministico gli indirizzi e le scelte di investimento, anche quelle pro bono, anche quelle no profit, che queste realtà associative possano voler fare. Io capisco il timore di ingessare troppo gli obiettivi, che tutti noi speriamo siano di natura mutualistica e positiva. Al contempo, però, ritengo che sarebbe grave se quest'Aula rimanesse fredda o, anzi, negasse in modo tranchant il tema dell'inclusione, della lotta alla violenza di genere o quella del reinvestimento sull'impiantistica, perché sono tutti valori - e ritengo che questo ci accomuni con il Ministro - che ci vedono favorevoli. Quindi, io inviterei, non essendo sottoscrittrice di questi emendamenti - che, però, con l'occasione, chiedo di sottoscrivere a nome del gruppo di Azione-PER -, a fare un lavoro collettivo affinché siano riformulati, in modo che possano essere accolti.

PRESIDENTE. Il relatore vuole dichiarare qualcosa circa l'accantonamento?

ROSSANO SASSO, Relatore. Sì, Presidente. Siamo favorevoli all'accantonamento anche dell'emendamento 3.6 Caso.

PRESIDENTE. Bene, come del resto era stato suggerito al principio, in quanto vi è un'analogia. Passiamo adesso all'emendamento 3.8 Caso.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.8 Caso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'emendamento 3.1001 del deputato Berruto, che chiede di parlare. Ne ha facoltà.

MAURO BERRUTO (PD-IDP). Chiedo di parlare, Presidente, perché questo emendamento è assolutamente in linea con quello appena bocciato dell'onorevole e collega Caso, cioè entrambi chiediamo la possibilità di prevedere l'adesione, in qualità di socio partecipante o sovventore, dell'ente locale laddove ci sia una società sportiva che decide di diventare partecipata dal punto di vista della partecipazione popolare.

Ora, a noi - e credo di interpretare anche le parole del collega Caso - stupisce questa cosa in due occasioni. La prima è che questa proposta era, peraltro, una di quelle contenute nel testo originario della proposta di legge a prima firma dell'onorevole Molinari. Quindi, mi chiedo come eventualmente voterà la Lega su questo emendamento, così come su altri che arriveranno dopo. La seconda è, di nuovo, mi perdoni, un'esplicita dichiarazione, addirittura in questo caso valorizzata da una partecipazione in presenza fisica del Ministro Abodi, in occasione della visita - anzi, una nota di stampa che ho recuperato dice, a febbraio 2023: è la terza volta che ci vediamo - da parte del Ministro Abodi della realtà di Montespaccato, realtà meravigliosa che oggi applica questo principio della partecipazione popolare, e credo che il Ministro ne sia addirittura socio onorario, così come credo che il primo atleta onorario sia il Presidente Sergio Mattarella. Quindi, un lavoro straordinario che mette insieme sport, legalità e territorio, e che ha incluso fra i soci partecipanti Roma Capitale. Ora, io, di nuovo, mi chiedo, con un minimo di principio di coerenza, perché leggiamo dichiarazioni e azioni - che, ripeto, sosteniamo, sono lecite, sono giuste e sono assolutamente da applaudire e di sostegno a una realtà che già sta facendo questa cosa - e poi, in un testo di legge, che questo Parlamento credo e mi auguro approverà all'unanimità, escludiamo dalla possibilità di fare quello che Montespaccato in realtà ha già fatto, ricevendo gli applausi del Ministro e di tutti quanti? Io, onestamente, non capisco e, quindi, chiedo anch'io, in questo caso, l'accantonamento di questo emendamento, che, ripeto, riprende esattamente quello precedente. Nel caso contrario, mi piacerebbe capire di più, perché io proprio non ci arrivo.

PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste di intervento, quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1001 Berruto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.9 Caso, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.11 Piccolotti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1002 Latini, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 16).

Essendo stati accantonati gli emendamenti 3.5 Zaratti e 3.6 Caso, dobbiamo accantonare anche la votazione dell'articolo 3.

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 836-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

ROSSANO SASSO , Relatore. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti 4.1000 Berruto, 4.8 e 4.9 Piccolotti, 4.1001 Berruto, sugli identici emendamenti 4.6 Zaratti e 4.12 Caso e sugli emendamenti 4.10 Piccolotti e 4.13 Caso.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1000 Berruto, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.8 Piccolotti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.9 Piccolotti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1001 Berruto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 4.6 Zaratti e 4.12 Caso, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.10 Piccolotti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione… No, revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare il deputato Berruto. Ne ha facoltà.

MAURO BERRUTO (PD-IDP). Chiedo di sottoscrivere questo emendamento, se l'onorevole Piccolotti me lo consente. Ovviamente, anche in questo caso, vi invito semplicemente alla lettura, ovvero alla redistribuzione, diciamo alla ridestinazione del 25 per cento nel potenziamento di attività sportive per disabili comprensive di attività integrate con i normodotati.

Allargo quest'idea - su cui anche in questo caso invito a riflettere, perché stiamo parlando di sostenere, attraverso una redistribuzione degli utili, un'attività sportiva fondamentale che fra qualche mese ci farà emozionare ai Giochi paralimpici - a un altro emendamento, bocciato anche questo, che aveva un po' lo stesso significato nella direzione dell'allargamento alle attività polisportive, altro tema che credo sia importante.

Però stiamo valutando e votando l'emendamento 4.10, chiedo di sottoscriverlo e chiedo, anche in questo caso, al Governo un ripensamento o un accantonamento, in quanto, torno a leggere, stiamo parlando di potenziamento di attività sportive per disabili e di attività integrate con i normodotati. Sono quelle discipline sportive, peraltro, Ministro, che vogliamo inserire anche nei Giochi della gioventù, come per esempio il sitting volley e altre, il baskin, insomma attività sportive che permettono ad atleti con disabilità e ad atleti cosiddetti normodotati di competere insieme. Quindi credo sia un altro passo in avanti anche dal punto di vista culturale e pedagogico dello sport.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il relatore, il deputato Sasso. Ne ha facoltà.

ROSSANO SASSO , Relatore. Presidente, solo per accantonare l'emendamento 4.10.

PRESIDENTE. Allora l'emendamento 4.10 Piccolotti è accantonato.

Passiamo all'emendamento 4.13 Caso.

Ha chiesto di parlare la deputata Piccolotti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. Vorrei, se l'onorevole Caso è d'accordo, sottoscrivere a nome del gruppo questo emendamento, perché mi sembra che renda palese e specifica una previsione che è giusto inserire, nel senso che si prevede di aggiungere, laddove si investa il 20 per cento degli utili di ciascun esercizio nel potenziamento del settore giovanile della società sportiva, “maschile e femminile”. Credo sia un emendamento importante, perché è bene che questa legge parli non solo agli sport maschili, ma anche a tutte le attività giovanili femminili, a tutti i luoghi e società in cui fanno sport anche le donne, proprio perché l'assenza di un'esplicita previsione può portare qualche società a fare investimenti che vanno in una direzione soltanto. Credo che anche questo emendamento, lo dico anche al Ministro, sia da accantonare; ne chiedo l'accantonamento e penso che dovremmo tutti fare una riflessione per approvarlo unanimemente (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. La deputata Piccolotti ha chiesto l'accantonamento. Gli onorevoli Berruto e Ferrari sottoscrivono l'emendamento.

Volevo ascoltare il parere del relatore sulla proposta di accantonamento, prima di procedere. La risposta è negativa, quindi dovremmo porlo in votazione con una dichiarazione a favore e una contro. Chi parla a favore della proposta di accantonamento? Nessuno vuole parlare? Il deputato Berruto parla a favore della proposta di accantonamento dell'emendamento 4.13, a prima firma del deputato Caso. Prego.

MAURO BERRUTO (PD-IDP). È quasi curioso che debba parlare a favore di una richiesta che rientra veramente nei principi della logica e anche della coerenza rispetto agli emendamenti accantonati precedentemente. A me, purtroppo, questa situazione fa insorgere il sospetto che non si siano letti questi emendamenti, perché capirei una linea magari contraria alle nostre proposte, ma almeno coerente, e invece non capisco l'incoerenza. Quindi, certamente, così come abbiamo sostenuto e avete accettato la possibilità di accantonare l'emendamento precedente, credo che un minimo di principio di coerenza sia quello che serve per accantonare anche questo emendamento.

PRESIDENTE. Non ci sono interventi contro la proposta di accantonamento.

Passiamo ai voti.

Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di accantonamento dell'emendamento 4.13 Caso.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge per 42 voti di differenza.

Possiamo proseguire la discussione.

Ha chiesto di parlare la deputata Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Presidente, non riesco a rendermi conto di come sia possibile non accettare con parere favorevole questo emendamento. Qui si chiede di dare pari opportunità ai ragazzi e alle ragazze con una specifica del tutto legittima. Cosa significa dare parere contrario? Che invece ci deve essere una discriminazione? Sappiamo bene quanto lo sport per le ragazze sia residuale rispetto a quanto avviene per i ragazzi. Vuol dire che si deve mantenere questa situazione? Che la maggioranza e il Governo trovano questa situazione del tutto conforme? Questa presa di posizione, Presidente, ha dello scandaloso. Io veramente faccio fatica a immaginare come la maggioranza possa affermare questo perché tutte le ricerche affermano che c'è una penalizzazione per le nostre ragazze perché mancano le palestre per le nostre ragazze, gli spogliatoi e tutte le strutture necessarie per poter fare sport. Quindi, il fatto che si voglia suggerire di sanare questa discriminazione e che la maggioranza e il Governo dicano “no” e che cioè la discriminazione debba persistere a me sembra del tutto scandaloso. Veramente non si capisce. Io chiedo al Ministro qui presente, mi rivolgo a lei, signor Ministro… Signor Ministro, le sto rivolgendo la parola e gradirei che lei mi degnasse del suo sguardo (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

MAURO ROTELLI (FDI). Parla col Presidente!

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Colleghi e colleghe, cerco di attirare l'attenzione del Ministro, che parlava al banco dei nove - capite bene -, affinché rifletta su questo, perché stiamo facendo tutti quanti e tutte quante in quest'Aula una battaglia per la parità. Ci aiuti, sia anche lei parte attiva! Come si fa a dare un parere contrario quando si cerca di stimolare invece un percorso di uguaglianza nello sport? Vorrei avere una motivazione rispetto a questo, perché si fa veramente molta fatica a capire il senso che sottende a questo parere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caso. Ne ha facoltà.

ANTONIO CASO (M5S). Grazie, signor Presidente. Innanzitutto, da parte mia, è doveroso ringraziare i colleghi che sono intervenuti a sostegno e hanno sottoscritto questo emendamento e resto totalmente basito dalla posizione del Governo e della maggioranza. Penso che sia anche per voi controproducente andare avanti con testardaggine dinanzi a tutte le sottoscrizioni che ci son state e alle dichiarazioni fatte. È palese che si sta dicendo che siamo consapevoli che c'è un notevole gender gap anche all'interno dello sport e quindi, purtroppo, quando si parla di investimenti nello sport giovanile, è necessario sottolineare - purtroppo lo è, purtroppo viviamo in una società in cui è ancora necessario - che parliamo sia di sport maschili, che femminili.

In un mondo normale, in un mondo e in una società ideali questo non sarebbe necessario, sarebbe sottointeso, ma purtroppo non è possibile nello Stato in cui ci troviamo. Più volte in quest'Aula ci siamo trovati a dibattere sulla necessità di intervenire per ridurre le discriminazioni uomo donna; più volte lo abbiamo detto in modo trasversale tutti quanti; poi, quando arriviamo al sodo e quando arriviamo alla pratica - in questo caso parliamo anche di una cosa bella che dovrebbe unire, quale lo sport - cadiamo su posizioni ferme, in modo però secondo me controproducente anche per voi. Quindi vi invito veramente, con tutta la sincerità di questo mondo - lo dico più per voi che per noi, più per salvarvi la faccia piuttosto che per la proposta di legge - a tornare sui vostri passi e ad accantonare questo emendamento e a riparlarne dopo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Ferrari. Ne ha facoltà, per un minuto.

SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per ribadire che la specifica, dopo “giovanile”, di “maschile e femminile” non è un dettaglio. I dati di fatto ci dicono che lo sport femminile non riceve gli stessi finanziamenti dello sport maschile, che non solo le donne non sono incentivate e aiutate a fare sport, ma che, anche quando lo intraprendono, hanno molte più difficoltà: di solito quello che per i maschi è professionismo, o addirittura fonte di guadagno, per le donne è considerato un passatempo anche a proprio carico: di solito le ragazze si devono pagare gli strumenti, si devono pagare gli attrezzi, si devono pagare le borse, le tute, l'iscrizione al campionato, la benzina per poter partecipare allo sport perché non ci sono gli sponsor e, se non ci sono gli sponsor, le società non possono comprare giocatrici e quindi, a maggior ragione, questo investimento va fatto sulle società laddove ci sono donne che fanno sport.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Appendino. Ne ha facoltà, per un minuto.

CHIARA APPENDINO (M5S). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere l'emendamento a nome del gruppo e unirmi agli interventi precedenti. Il silenzio non è una risposta - lo dico ai colleghi di maggioranza - cioè lo sport ha un significato importantissimo che non è solo quello dell'attività sportiva: ha un valore culturale, significa dare un messaggio ai ragazzi e alle ragazze. Diteci chiaramente perché non vi sta bene aggiungere quanto è stato proposto in questo emendamento, perché il silenzio non solo è codardo, ma - vi dico di più - è un messaggio proprio negativo nei confronti di quelle tante donne e giovani ragazze che si mettono in gioco (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), avendo più difficoltà dei colleghi ragazzi. Quindi - vi prego - non c'è niente di ideologico. Date un segnale qui fuori alle ragazze, date questo segnale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Berruto. Ne ha facoltà.

MAURO BERRUTO (PD-IDP). Intervengo per aiutare i colleghi di tutto il Parlamento a rifocalizzare un tema che ovviamente è doppiamente imbarazzante rispetto alla posizione che sta assumendo il Governo. Qui non stiamo parlando di finanziamenti dello sport in generale, stiamo parlando di finanziamenti dello sport che arrivano da società che accettano il percorso della partecipazione popolare. C'è un valore pedagogico: sono società che fanno entrare nel loro interno i gruppi organizzati di tifosi e quindi hanno una doppia responsabilità. Non è solo un tema di denaro che arriva al maschile o al femminile: qui c'è un'azione pedagogica - lo ripeto - della visione dello sport da questo punto di vista; è doppiamente grave. Io invito di nuovo il Ministro a pensare all'accantonamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Anch'io intervengo per chiedere al Ministro e al relatore un approfondimento su questa questione. Mettetevi una mano sulla coscienza. Io spero che questo Governo non voglia essere ricordato come il peggiore Governo rispetto alle politiche femminili. State facendo un sacco di azioni contro le donne (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra) e mi piacerebbe sentire anche il parere delle colleghe di maggioranza. Qui davvero stiamo parlando di uno degli strumenti di maggiore inclusione di cui disponiamo, la pratica sportiva, allora davvero è incomprensibile il perché non vogliate aggiungere questa specifica rispetto alla questione maschile e femminile.

Sappiamo bene quanto lo sport sia orientato soprattutto al mondo e all'universo degli uomini e quanto invece sarebbe importante, anche nell'ottica di quanto abbiamo già detto prima sui temi della violenza, introdurre un'azione che si rivolga specificamente anche alle donne e al mondo femminile attraverso lo sport e politiche di inclusione. Io davvero spero, Ministro, che lei ripensi al parere su questo emendamento, ma più in generale alle politiche che volete portare avanti per garantire una reale parità nel nostro Paese tra uomini e donne (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Pavanelli. Ne ha facoltà.

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Io mi unisco ai colleghi che sono intervenuti prima di me.

Ricordo una campagna elettorale del 2022, durante la quale l'attuale Presidente Meloni decantava lo sport, lo sport per i giovani; anzi, era la soluzione anche per i problemi alimentari dei giovani, che lo sport avrebbe risolto. Sempre a questa maggioranza, che sta proponendo da tempo di introdurre lo sport nella nostra Costituzione, diciamo che noi non siamo assolutamente contrari a promuovere lo sport come strumento di inclusione, soprattutto per i giovani e di chi è in difficoltà, ma quando parliamo di giovani dobbiamo specificare che parliamo di maschi e di femmine, perché le ragazze, ancora oggi, sono quelle più penalizzate in questo settore. Proprio per questo credo sia importante avere almeno una risposta o un commento da parte di questa maggioranza che ci spieghi il perché.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Fornaro, per un minuto. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie Presidente. Hanno già detto i colleghi le ragioni solari di questo emendamento. Io mi rivolgo, però, al Ministro, per il suo tramite. Siamo in Parlamento, è assolutamente legittimo che si abbiano opinioni differenti, spetta anche al Governo esprimere un parere. È così difficile? Mi rivolgo in positivo, sarebbe - io credo - un gesto di attenzione nei confronti delle opposizioni che lei ci spiegasse le ragioni del suo parere contrario. Non mi sembra una richiesta provocatoria, non è una richiesta strumentale, io credo che sia il minimo, di fronte al fatto che si chiede, sostanzialmente, che eventuali avanzi e utili vengano utilizzati per lo sport giovanile, maschile e femminile. Perché il Governo esprime un parere contrario? La invito, veramente, a spiegarci le ragioni e a convincerci, se del caso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la deputata Bakkali, per un minuto. Ne ha facoltà.

OUIDAD BAKKALI (PD-IDP). Signor Presidente, anch'io mi associo a quanto detto dalle colleghe e dai colleghi su questo tema e lo faccio dando un consiglio di approfondimento e di lettura sul tema che proponiamo e anche sulla specifica, perché esiste una specifica sul tema di genere nello sport. Nel 2015, se non ricordo male, è uscita la Carta europea dei diritti delle donne nello sport, un documento costruito da tantissime federazioni sportive e associazioni che va a identificare alcuni punti da toccare, su cui lavorare, su cui provare a migliorare le condizioni che penalizzano le atlete, ma anche di chi si approccia all'attività sportiva di base. Le donne sono discriminate in termini di leadership, sono discriminate in termini di accesso alla pratica sportiva, nella rappresentazione dei corpi femminili, delle sportive nei media, il tema delle tifoserie e del linguaggio sessista. Questo è un tema che va attenzionato; almeno riconoscere, dato che sottolineate sempre la differenza tra i generi, che c'è anche una specificità femminile credo sia importante.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Grippo, per un minuto. Ne ha facoltà. No, lei ha tutto il tempo che desidera. Non esageriamo, sempre 5 minuti.

VALENTINA GRIPPO (AZ-PER-RE). Signor Presidente, anche qui cerco di dare un contributo non ideologico perché penso di comprendere entrambe le posizioni. Io penso che l'idea di dire “non specifichiamo”, quindi, pleonastico aggiungere maschile e femminile, sia comprensibile. Tutti noi auspicheremmo di vivere in un contesto nel quale non c'è bisogno di dover sottolineare che si deve investire nello sport giovanile, maschile e femminile. Presidente, però è estremamente complesso provare a intervenire …

PRESIDENTE. Ha ragione, sì, c'è un po' di distrazione di troppo, che poi produce un chiacchiericcio diffuso e insopportabile. Quindi, lei non parli e insieme aspettiamo che i colleghi deputati decidano di far continuare all'Assemblea i suoi lavori. Prego, riprenda.

VALENTINA GRIPPO (AZ-PER-RE). Dicevo che nel sottoscrivere questa richiesta emendativa, veramente inviterei il relatore e il Ministro, proprio nella mia terzietà, perché non ho scritto questo emendamento, l'ho letto, ho provato a capire il parere contrario, che, evidentemente, appare molto strano. Ripeto, si può comprendere solo se si intenda dire che è implicito … Collega Sasso, però, se anche non è d'accordo, che il relatore ascolti, perché se no, non possiamo ...

ROSSANO SASSO (LEGA), Relatore. Sto ascoltando.

VALENTINA GRIPPO (AZ-PER-RE). Siccome sto facendo una proposta di accantonamento (Commenti del deputato Sasso) … Non è una cortesia all'opposizione, è una considerazione seria. Sappiamo che lo sport è uno degli ambiti dove, ahimè, la parità fra i generi fa più fatica ad affermarsi. Tutti noi vorremmo che fosse un elemento scontato e che non fosse necessario, in una nuova normativa, doverlo sottolineare, ma ahimè con la apposizione di soli due aggettivi, riteniamo che invece siano ancora - e lo riteniamo tutti, unanimemente, in quest'Aula, almeno così affermiamo - necessarie delle politiche attive per raggiungere un investimento paritario. Conosciamo le perplessità sul fatto stesso che esistano degli sport femminili e degli sport maschili, io sono addirittura per il superamento dei campionati e delle categorie divise per genere, ma oggi siamo lontani anni luce da questo risultato.

Quindi, io penso che apporre questi due aggettivi, come correttamente hanno pensato i proponenti di questo emendamento, lo si faccia solo per voler ricordare che l'investimento deve essere equamente ripartito in tutti gli sport, quelli che generano più profitto, che tipicamente sono quelli maschili, e quelli che generano meno profitto, ma che hanno pari dignità e valore costituzionale, che sono quelli femminili. Pertanto, conoscendo la sensibilità del Ministro e di quest'Aula su questi temi, sarei molto sorpresa se non si pensasse a una formulazione - a mio avviso, quella stessa in questo caso proposta può funzionare - per rendere più completa questa norma. Invito alla riflessione e all'accantonamento.

PRESIDENTE. Deputata Grippo, è inutile ricordarle che abbiamo già votato la proposta di accantonamento. Ovviamente, è legittimo reiterare la proposta medesima, il relatore, qui presente, se dovesse avere dei ripensamenti, prenderà la parola e ce lo dirà. Ha chiesto di parlare la deputata Baldino, a titolo personale, per un minuto. Ne ha facoltà.

VITTORIA BALDINO (M5S). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, relatore, saranno Arianna Errigo e Gianmarco Tamberi a guidare la delegazione azzurra nella cerimonia inaugurale delle Olimpiadi del 26 luglio, secondo la delega conferita da Malagò. Un uomo e una donna, come raccomanda il CIO. Arianna Errigo e Gianmarco Tamberi saranno ricevuti anche dal Presidente Mattarella il 13 giugno, un uomo e una donna. Signor Ministro, io mi appello a lei, visto che riconosco la sua sensibilità anche rispetto a questi temi. Io non comprendo il motivo per cui siete così resistenti ad inserire una semplice parola, anzi, due, tre, semplici parole all'interno di una norma, che semplicemente specifichino ciò che è necessario, evidentemente, specificare. Ho poco tempo, ma credo che le donne anche all'interno dello sport si siano ritagliate uno spazio importante. Una parte della storia delle donne nello sport è stata scritta, un'altra parte è ancora da scrivere, signor Presidente. Scriviamola in questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Grimaldi, a titolo personale, per un minuto. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie Presidente, non so se sa questo dato, ma il 67 per cento degli italiani ritiene che le donne siano ancora discriminate. 2 persone su 3 sono penalizzate nelle opportunità, nella carriera e nello stipendio. Poi ci sono dati sullo sport che ci fanno riflettere. La maggioranza degli uomini si dichiara meno favorevole al calcio femminile, perché c'è il divario di gioco, ma soprattutto vorrei dirvi una cosa.

Ci sono pareri discordanti e solo un 15 per cento - come lei, di fatto, Ministro - dichiara apertamente che il calcio non è uno sport da donne, mentre l'80 per cento di cittadini vede con favore la passione di una bambina per questo sport. Se lei non vuole stare in quel 15 per cento degli italiani ci dica perché non vota a favore di questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e della deputata Boldrini), perché è ora di dire basta a uomini che decidono sulla pelle delle donne e sul futuro delle donne, anche di quelle che vogliono giocare a calcio (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

ROSSANO SASSO (LEGA), Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Vediamo se ci sono novità. Prego, deputato Sasso.

ROSSANO SASSO (LEGA), Relatore. Spero novità gradite, perché possiamo procedere all'accantonamento dell'emendamento 4.13 Caso.

PRESIDENTE. Allora, c'è un ripensamento da parte del relatore. L'emendamento 4.13 Caso è accantonato, così come richiesto. Ovviamente, non possiamo procedere conseguentemente.

Essendo stati accantonati gli emendamenti 4.10 Piccolotti e 4.13 Caso, dobbiamo accantonare anche la votazione sull'articolo 4.

Poiché, per effetto di precedenti accantonamenti, non possono essere posti in votazione neanche gli articoli 5 e 6, chiedo al relatore come intenda procedere. Se ci sono già degli svincoli - diciamo così - sugli articoli precedenti e citati possiamo andare avanti.

ROSSANO SASSO, Relatore. Presidente, chiedo una breve sospensione. 15 minuti dovrebbero bastare (Commenti dei deputati Fornaro e Casu).

PRESIDENTE. Allora, per dare modo alla Commissione di valutare gli emendamenti accantonati e se non ci sono, ovviamente, giudizi negativi, sospendo la seduta. Un quarto d'ora va bene? Ha chiesto un quarto d'ora. Sono le ore 16,35 e, quindi, fino alle ore 16,50.

ROSSANO SASSO (LEGA), Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROSSANO SASSO (LEGA), Relatore. Chiedo scusa, Presidente, è un mio errore. Chiedo 30 minuti, così abbiamo modo di analizzare anche gli ordini del giorno. Facciamo tutto in una volta.

PRESIDENTE. Mi sembra una proposta ragionevole. Si inserisce l'esame degli ordini del giorno, così non dobbiamo provvedere ad altre interruzioni.

Sospendo, quindi, la seduta, che riprenderà alle ore 17,05.

La seduta, sospesa alle 16,35, è ripresa alle 17,10.

(Ripresa esame dell'articolo 3 - A.C. 836-A​)

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione della proposta di legge n. 836-A.

Chiedo al relatore, deputato Sasso, e al rappresentante del Governo, Ministro Abodi, di esprimere il parere sugli emendamenti accantonati 3.5 Zaratti e 3.6 Caso. Prego, relatore Sasso.

ROSSANO SASSO, Relatore. Presidente, per quanto riguarda l'emendamento 3.5 Zaratti il parere è favorevole con una riformulazione. Lo leggo dall'inizio, così è più chiaro: al comma 1, lettera c), dopo le parole: “direttamente connesse” aggiungere le seguenti: “e campagne di sensibilizzazione e di educazione contro la violenza di genere” e rimane tutto così com'era. Poi aggiungiamo: “e” - contro, che è sottointeso - “qualsiasi forma di discriminazione”.

Sull'emendamento 3.6 Caso il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Deputato Zaratti, accetta la riformulazione del suo emendamento 3.5? Affermativo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.5 Zaratti, così come riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.6 Caso, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

(Ripresa esame dell'articolo 4 - A.C. 836-A​)

PRESIDENTE. Torniamo ora agli emendamenti 4.10 Piccolotti e 4.13 Caso, sempre precedentemente accantonati.

Chiedo al relatore e al rappresentante del Governo di esprimere il parere. Prego, deputato Sasso.

ROSSANO SASSO, Relatore. Presidente, grazie. Parere favorevole su entrambi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.10 Piccolotti, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.13 Caso, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 836-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere sugli emendamenti presentati.

ROSSANO SASSO, Relatore. Sull'emendamento 5.1000 Loizzo il parere è favorevole. Sugli articoli aggiuntivi 5.01000 e 5.01001 Berruto il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.1000 Loizzo, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 5.01000 Berruto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Berruto. Ne ha facoltà.

MAURO BERRUTO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intanto, se è possibile, ne approfitto per ringraziare rispetto a un cambio di parere che risponde a un principio di coerenza e di logica, lo apprezziamo. Però, entriamo, qui, in un articolo molto importante, che è quello che definiva la forza e la potenza in azione di questa proposta di legge che, come ho detto fin dal primo istante, noi appoggiamo, riconosciamo nel suo pur essere - diciamo così - un po' simbolica, ovvero, l'articolo 5-bis, la relativa proposta emendativa e anche quella successiva su cui poi ritornerò, che riguardano principi che possono stimolare le società sportive a diventare società con partecipazione popolare, cioè esprimono vantaggi, esprimono quella che rimane una potenzialità, perché, che sia ben chiaro, questa proposta di legge non impone ad alcuna società di calcio, tanto meno di serie A, di adempiere a un modello che, per esempio, come ho detto prima, è quello tedesco, è una scelta, rimane una scelta simbolica. Apre un varco, ma ovviamente quella scelta avrebbe più senso nel momento in cui creasse un vantaggio, un beneficio.

Il primo di questi vantaggi, che è riferito alla proposta emendativa che stiamo valutando, riguarda la possibilità di accedere alla gestione di strutture sportive per le società che decidano di applicare quel modello. Era talmente importante rispetto al contenuto della proposta di legge stessa, che ne dava il titolo, ossia questo articolo aggiuntivo 5.01000, lo dico con un sorriso, non l'ho scritto io, questo è un copia e incolla del testo originario della legge a prima firma dell'onorevole Molinari, che è stato stralciato dall'intervento del Governo, del Ministro, e che ha determinato anche il ritiro di alcuni emendamenti che andavano in questa direzione.

Quindi, in questo caso io non mi rivolgo direttamente al Ministro, la sua intenzione è chiara, mi rivolgo ai colleghi della Lega: questo è il vostro testo, io ho ripresentato le parole che sono state stralciate e che erano nel testo originario della proposta di legge, che condivido, lo ripeto, perché serve un'indicazione a generare un vantaggio affinché più società possano scegliere - ripeto, scegliere - di aderire a questo modello.

Ora, chiedo all'onorevole Sasso, relatore e, naturalmente, rappresentante anche di un gruppo politico, in questo provvedimento, come decideranno di votare, nel senso che mi dispiacerebbe se votassero contro il testo che hanno proposto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.01000 Berruto, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 5.1001 Berruto, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Berruto. Ne ha facoltà.

MAURO BERRUTO (PD-IDP). Presidente, devo ripetermi e autodenunciarmi: non sono l'autore del testo di questa proposta emendativa, l'autore è l'onorevole Molinari, nel senso che, condividendone le finalità, le riprendo, le ripropongo. Fanno riferimento al testo originario della legge, sono una serie di agevolazioni che fungono da stimolo rispetto alla possibilità di decidere di accedere a quel modello e, quindi, ovviamente, averne un vantaggio. Non voglio tornare sulle mie parole, perché ci tornerò poi anche nella dichiarazione di voto, ma stiamo parlando di un piccolo varco che si genera in un modello molto consolidato, che riguarda lo sport e il calcio, in particolare, italiano. Quindi, potete scorrere quali siano queste agevolazioni che fanno ancora riferimento a strutture sportive; lo ripeto, addirittura questo passaggio era previsto nel titolo. Come esempio, segnalo almeno il punto e): detraibilità ovvero deducibilità fiscale dei contributi versati da terzi ai fini della ristrutturazione o della realizzazione di nuovi impianti sportivi. In pratica, chi decide di aderire a quel modello, che ha un impatto molto innovativo rispetto al modello al quale siamo abituati ad assistere nella conduzione delle società sportive e delle società di calcio in particolare, riceve questa possibilità ulteriore. Però, lo ripeto, questo era il testo originario della legge, stralciato dal Governo e che io ripropongo a mia prima firma.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caso. Ne ha facoltà.

ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo giusto per aggiungere qualcosa a quanto appena detto dal collega e per motivare, in questo caso, il voto di astensione del MoVimento 5 stelle. A noi è chiarissima la provocazione, ma non solo, perché poi si va anche nei contenuti, del collega, quando ci viene a dire: noi abbiamo semplicemente reintrodotto parti che erano presenti nel testo originario della proposta di legge, testo originario che, ricordiamo, è stato ampiamente poi modificato nel tempo da interventi emendativi del Governo. Però, in questo caso noi avevamo emendato questa parte, andando ad eliminare il punto a) che prevedeva la deroga agli strumenti e alle norme urbanistiche. Quindi, da parte nostra, in questo caso, c'è il voto di astensione.

PRESIDENTE. Prendo atto che la deputata Gribaudo sottoscrive la proposta emendativa.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.01001 Berruto, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 836-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Ha chiesto di parlare il deputato Berruto. Ne ha facoltà.

MAURO BERRUTO (PD-IDP). Presidente, intervengo semplicemente per dichiarare il voto di astensione su questo articolo, per le ragioni che ho detto prima, nel senso che stravolge il senso iniziale della proposta di legge, che era e che rimane condivisibile per noi, ma che, ovviamente, viene depotenziata dall'impossibilità, lo ripeto, di accedere a un sistema virtuoso - sottolineo virtuoso - che possa permettere a quel modello, effettivamente, di incominciare a esistere, a entrare in azione. Quindi, resta una parte della proposta di legge che identifica, per la prima volta, quel modello, ma viene stralciata una parte fondamentale che si riferiva al vantaggio e allo stimolo che una società possa avere rispetto alla decisione di aderire a quel modello. Ci sembra che eliminare tutta questa parte e, quindi, eliminare il 50 per cento del potenziale di questa legge comporti un passo ulteriore verso il suo essere simbolica. Cioè, resta un'indicazione, ma, tutto sommato, trova poche modalità, poi, per essere stimolata a entrare nell'ordine di idee delle società e, quindi, di sostituire o, almeno, di affiancarsi a un modello assolutamente consolidato, che sommessamente ricordo non avere espresso grandi risultati per ciò che riguarda il calcio italiano, sia in termini agonistici che, soprattutto, in termini di gestione dei bilanci e di vita stessa della società. Quindi, è veramente un peccato, è una grande occasione persa, resta un pezzo interessante di indicazione, ma viene completamente depotenziata la possibilità di vedere questo modello realmente applicato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Grippo. Ne ha facoltà.

VALENTINA GRIPPO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Mi unisco al dispiacere espresso dal collega Berruto per l'occasione mancata che la soppressione di questa parte dell'articolo rappresenta, anche perché, nell'originaria formulazione, si parlava di una possibilità, non di un obbligo. Si prevedeva che gli enti per i quali facciamo questo grande sforzo normativo potessero avere un protagonismo reale nella gestione, nell'organizzazione e nella pianificazione degli interventi. Pur apprezzando e avendo seguito in modo costruttivo l'iter di questa norma, non vorremmo che, com'è accaduto per tante altre proposte che, prima nella nostra Commissione, in VII Commissione, e poi in Aula, ci siamo trovati, in questi anni, a normare, progetti che partono robusti, anche con vincoli seri ed importanti, poi finiscano con l'essere solo dichiarazioni di intenti che non vincolano nessuno perché si tolgono tutte quelle parti che richiederebbero un impegno e un'attivazione immediati. Per questa ragione, anche noi ci asterremo su questo articolo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 836-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 33).

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 836-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Ha chiesto di parlare il deputato Berruto. Ne ha facoltà.

MAURO BERRUTO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Anche in questo caso, intervengo per dichiarare l'astensione del nostro gruppo sia sull'articolo 8 che, lo anticipo, anche sull'articolo 9, che sono i due articoli che riguardano l'invarianza finanziaria di tutto quello di cui abbiamo discusso fino ad ora. L'articolo 8 parla di questo tema, l'articolo 9 sopprime le soglie di incremento delle agevolazioni, ripeto, orientate a promuovere quel modello. Quindi, ripeto quanto detto prima: è un'occasione persa, l'idea è senz'altro interessante, però viene a mancare un aspetto fondamentale, di supporto economico a quell'idea e questo è il motivo per cui noi ci asterremo sia sull'articolo 8 che sull'articolo 9.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà, per un minuto.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Vorrei usare questo minuto per fare una riflessione a tutta l'Aula. Ci troviamo di fronte a una proposta di legge di un collega di maggioranza, ma ormai è in uso il fatto che le proposte di legge parlamentari, alla fine, non debbano produrre maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Io credo sia una questione di rapporti - lo dico al Ministro, per il suo tramite -, in generale, che andrebbe riaffrontata. Non è possibile che i progetti di legge di iniziativa parlamentare, di norma, non possano far derivare nuovi o maggiori oneri. Io credo che abbiamo piena legittimità di proporre - salvo, ovviamente, poi, l'approvazione dell'Aula - proposte di legge che, necessariamente, se vogliono incidere, possano e debbano avere anche costi. Credo, quindi, che ci sia uno sbilanciamento, in questa fase, in misura maggiore - e invito tutti alla riflessione su questo fatto -, per cui il Governo può fare quello che vuole, mentre, quando c'è un progetto di legge di iniziativa parlamentare, guai al mondo che questo possa produrre costi.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 34).

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 836-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 35).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 836-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. Sull'ordine del giorno n. 9/836-A/1 Manes, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/836-A/2 Zanella, parere favorevole con riformulazione… Posso chiedere una sospensione di un minuto?

PRESIDENTE. Una brevissima sospensione di un minuto. Restiamo tutti qui.

La seduta, sospesa alle 17,30, è ripresa alle 17,31.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 836-A​)

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Ministro, a lei la parola, eravamo all'ordine del giorno n. 9/836-A/2 Zanella.

ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. Presidente, mi scuso con l'Aula. L'ordine del giorno n. 9/836-A/2 Zanella è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/836-A/3 Zaratti, il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/836-A/4 Berruto, il parere è favorevole.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/836-A/5 Orfini, n. 9/836-A/6 Lai, n. 9/836-A/7 Ferrari e n. 9/836-A/8 Zingaretti.

Sull'ordine del giorno n. 9/836-A/9 Manzi, il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di” e “nei limiti dei vincoli di bilancio”.

Sull'ordine del giorno n. 9/836-A/10 Sarracino, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di” e “nei limiti dei vincoli di bilancio”.

Sull'ordine del giorno n. 9/836-A/11 Ghio, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di promuovere azioni”.

Sull'ordine del giorno n. 9/836-A/12 Bakkali, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di promuovere progetti di educazione alla lotta al razzismo nello sport”.

Sull'ordine del giorno n. 9/836-A/13 Girelli, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di promuovere una buona alimentazione e diffondere la cultura del movimento e dell'attività sportiva come strumento di prevenzione per la salute”.

Sull'ordine del giorno n. 9/836-A/14 Casu, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di avviare una serie di misure per potenziare le attività di monitoraggio e prevenzione dell'abuso di scommesse sportive e dei connessi fenomeni di ludopatia, con particolare riferimento alla tutela dei minori”.

Sull'ordine del giorno n. 9/836-A/15 Gribaudo, il parere è contrario.

Infine, sull'ordine del giorno n. 9/836-A/16 Soumahoro, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “ad adottare”.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/836-A/1 Manes, il parere è favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/836-A/2 Zanella è accolto come raccomandazione. Va bene? Sì.

Sull'ordine del giorno n. 9/836-A/3 Zaratti, il parere è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, credo che, in questo Paese, sia arrivato il momento di affrontare una questione molto importante per quanto riguarda l'aspetto etico del nostro Paese, ma anche dal punto di vista economico.

Faccio presente che da molti anni esiste un fenomeno per cui gli oligarchi, gli autocrati di mezzo mondo investono nello sport, in modo particolare nel calcio, per riqualificare la propria immagine. Il primo che ha fatto questo tipo di operazione è stato Vladimir Putin: ricordiamo il grande investimento di Abramovich nel Chelsea e in tante altre squadre. Questo metodo, che viene definito sportwashing, è stato continuato dalla Cina, che, per riabilitare la propria immagine screditata dalla feroce repressione nei confronti delle minoranze tibetana e uigura, ha investito nel calcio internazionale con miliardi e miliardi di euro, per poi continuare l'opera, importando campioni di calcio nel proprio campionato, pagandoli con cifre assurde. Voglio ricordare, per esempio, che Carlos Tevez, accettando un'offerta della Cina, guadagnava 800.000 euro a settimana. Il tutto finalizzato, ovviamente, a riscrivere l'immagine di quei Paesi.

Gli ultimi che, invece, sono arrivati a giocare questa partita sono gli Emirati Arabi e i regimi autoritari del Medio Oriente. Ricordo, in questa sede, che il Qatar ha ospitato l'ultimo mondiale e le migliaia e migliaia di morti che ci sono stati nei cantieri del Qatar, con il silenzio del calcio mondiale e di tutti coloro che partecipano a questo sport.

Cosa chiediamo? Chiediamo che ci sia un controllo da parte delle nostre autorità, perché questo è l'aspetto etico che non dovremmo mai dimenticare. Voglio ricordare anche che parliamo di un comparto economico che muove, in modo diretto e indiretto attraverso l'indotto, qualcosa come 10 miliardi di euro, 112.000 posti di lavoro attivati. Ora, che un comparto economico così importante possa diventare l'obiettivo e il fatto che si possa esercitare un controllo su questo comparto da parte degli autocrati di Paesi stranieri, dovrebbe essere un problema che poniamo non solo noi, ma l'intera comunità e il Governo di questo Paese.

Con l'ordine del giorno che presentiamo, non pretendiamo di scrivere il destino di questo comparto economico, di questa realtà così delicata, ma chiediamo un approfondimento da parte del Governo e delle autorità, per quanto riguarda sia l'aspetto etico, sia il controllo su un comparto economico così importante. Non possiamo aspettare che il primo mascalzone internazionale venga qui e, con 1 miliardo di euro, acquisti una società, dove ci sono interessi economici, a volte, ci sono azionisti, perché si tratta di una società quotata in borsa, ma ci sono anche le passioni di milioni e milioni di italiani. Le chiediamo, Ministro - e vado a chiudere -, di fare un approfondimento. È questo ciò che si chiede nel nell'ordine del giorno e lo dovreste fare comunque.

Capisco, infatti, che non si possa intervenire, ma almeno studiamo cosa sta accadendo, almeno lo sappiamo. Ed è per questo che ritengo che, forse, quest'ordine del giorno andrebbe approvato, non nell'interesse di chi lo presenta, ma nell'interesse del Paese e del calcio italiano (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/836-A/3 Zaratti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Sull'ordine del giorno n. 9/836-A/4 Berruto, il parere del Governo è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/836-A/5 Orfini, il parere del Governo è contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/836-A/5 Orfini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/836-A/6 Lai, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/836-A/7 Ferrari, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/836-A/8 Zingaretti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Sull'ordine del giorno n. 9/836-A/9 Manzi c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo: viene accettata. Sull'ordine del giorno n. 9/836-A/10 Sarracino c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo: viene accolta, ma insiste per la votazione.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/836-A/10 Sarracino, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

Sull'ordine del giorno n. 9/836-A/11 Ghio c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo: viene accolta, ma insiste per la votazione.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/836-A/11 Ghio, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

Sull'ordine del giorno n. 9/836-A/12 Bakkali c'è una proposta di riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bakkali. Ne ha facoltà.

OUIDAD BAKKALI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Per chiedere un supplemento di riflessione al Governo. Avete dato parere favorevole all'ordine del giorno n. 9/836-A/16 Soumahoro, che tratta più o meno la stessa questione, ampliandola e usando termini diversi, ma si tratta della stessa questione. Ed è una questione fondamentale, diciamo importante e impellente, che arriva nell'attualità tutte le volte che un giocatore della serie A, che viene insultato dagli spalti e dalle tifoserie, lascia il campo e lascia i grandi campi. Ma c'è una grandissima parte di ragazzi e di ragazze, afro-discendenti e afro-italiani, che non lasciano i campi, ma spesso lasciano lo sport, in quanto sono vittime di razzismo e vengono costantemente insultati. Quindi, quando si tratta di partecipazione popolare, io credo che il tema debba essere messo al centro e che ci debba essere una certa urgenza. Crediamo, infatti, che differire, senza che sia il primo provvedimento utile, non tenga centrale la questione, perché, ripeto, i grandi giocatori lasciano i campi, mentre i giovani negli sport minori spesso, invece, subiscono questo razzismo e dobbiamo stare al loro fianco. Quindi davvero, anche in virtù di tutto il lavoro che si sta facendo, penso all'Osservatorio nazionale contro le discriminazioni, all'ultimo studio che hanno fatto UISP e Lunaria su questo tema, penso che ci sia bisogno di parlare di questi temi, c'è bisogno di parlare di razzismo sistemico, strutturale, anche nello sport, anche nelle tifoserie. e quindi questo va condannato. Lo devono fare le grandi federazioni, lo devono fare le procure, lo devono fare coloro che sono responsabili, come lei e come il Governo, del buon andamento di un ambito così importante, che è entrato anche in Costituzione, come l'attività sportiva. Quindi, davvero la prego di dare parere favorevole e lavorare celermente su questo tema, renderlo centrale nell'attività quando si parla di sport, in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Il gruppo del PD sottoscrive quest'ordine del giorno.

Onorevole Bakkali, non ha accettato la riformulazione, giusto? Deputata Bakkali, la riformulazione del Governo non è accolta, giusto?

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Ha chiesto al Ministro di poter rivedere il parere.

OUIDAD BAKKALI (PD-IDP). Chiedo se, analogamente all'ordine del giorno n. 9/836-A/16 Soumahoro, può dare parere favorevole anche sul nostro.

PRESIDENTE. La parola al Ministro. Ministro, prenda la parola formalmente.

ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. Anche sull'ordine del giorno n. 9/836-A/16 Soumahoro il parere è favorevole con riformulazione, quindi lo abbiamo trattato esattamente alla stessa maniera.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Berruto. Ne ha facoltà.

MAURO BERRUTO (PD-IDP). O abbiamo sbagliato sia io che il collega Casu, ma noi abbiamo recepito un parere favorevole secco all'ordine del giorno n. 9/836-A/16 Soumahoro. O c'è stato un errore nella comunicazione oppure abbiamo sentito male.

PRESIDENTE. Non è possibile che ci sia un errore nella comunicazione perché abbiamo trascritto “con riformulazione” in presa diretta, mentre il Ministro lo segnalava. Quindi, torniamo sull'ordine del giorno n. 9/836-A/12 Bakkali: c'è una proposta di riformulazione e la deputata Bakkali, che ha fatto il suo intervento, ci dovrebbe dire se la proposta è accolta o no.

OUIDAD BAKKALI (PD-IDP). La accogliamo, però chiedo di mettere ai voti l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/836-A/12 Bakkali, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

Sull'ordine del giorno n. 9/836-A/13 Girelli c'è sempre una proposta di riformulazione da parte del Governo: viene accolta, deputato Girelli?

GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Grazie, Presidente. In via preliminare, mi permetto di chiedere al Ministro l'opportunità di rivedere questa posizione, perché nell'ordine del giorno di fatto non si fa altro che riprendere quanto previsto nella riformulazione dell'articolo 33 della Costituzione, dove si è inserito lo sport con le finalità educative e sociali, ma anche come promozione del benessere della persona. In particolare, in un momento come quello che stiamo vivendo, dove, in altri momenti di discussione parlamentare, si parla molto di sistema sanitario e di tenuta dello stesso, e di grande necessità di investimento in prevenzione, impegnarsi, in maniera anche molto puntuale, per fare in modo che lo sport diventi uno dei momenti di grande prevenzione nella tutela del fisico, assieme ad altre attività, credo che debba anche prevedere questa celerità nel farlo.

Quindi, l'indicazione di prevedere, nei primi provvedimenti legislativi, o, meglio, da adesso in avanti, quando si legifera e si tocca un argomento come questo, prevedere, nello specifico, che venga fatto, penso che sia un'urgenza che potrebbe essere mantenuta, così come previsto nella proposta di ordine del giorno.

Chiedo al Ministro se non sia pensabile di accettarlo così com'è, proprio per la natura stessa dell'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Berruto. Ne ha facoltà. Ha ancora un residuo di tempo da consumare.

MAURO BERRUTO (PD-IDP). Sugli ordini del giorno, in realtà, non ho ancora parlato, ma sarò rapido, in ogni caso, per chiedere all'onorevole Girelli di poter sottoscrivere il suo ordine del giorno e ritornare sulla stessa tesi, cioè la promozione del benessere psicofisico delle attività sportive in tutte le sue forme, così come recita il comma che recentemente abbiamo approvato per modificare l'articolo 33 della Costituzione, oggi è diventata un diritto.

Chiedo anche io la possibilità di avere un parere favorevole secco su quest'ordine del giorno, perché, in realtà, c'è un riferimento al primo provvedimento utile, ma il primo provvedimento utile è già passato, perché il 20 settembre 2023 in quest'Aula abbiamo dato vita a questo diritto allo sport, che prevede il suo impatto nella promozione del benessere psicofisico. Quindi ci siamo tornati tante volte, anche a un contestuale risparmio generato al Servizio sanitario nazionale.

È dunque un provvedimento che va nell'ordine di generare un risparmio. Mi sembra incredibile che si faccia un riferimento “all'opportunità di”. Stiamo generando un risparmio, stiamo garantendo un diritto costituzionale nato 6 mesi fa. Lo abbiamo chiesto con fair play sul primo provvedimento utile. Mi sembra pleonastico ripetere che invece questo diritto avrebbe già avuto modo di essere messo in atto. Quindi, chiediamo il cambio del parere.

PRESIDENTE. Il Governo è qui presente, nel caso avesse ripensamenti, ovviamente, prenderà la parola.

Ha chiesto di parlare il Ministro Abodi. Ne ha facoltà.

ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. Il primo provvedimento utile è quello che credo voterete tra qualche settimana, mi riferisco all'approvazione del disegno di legge sui nuovi Giochi della gioventù, che prevede, specificatamente, richiamandolo, il tema dell'alimentazione e della promozione della cultura del movimento. Quindi, questa è una cautela tecnica, ma fondamentalmente è già nell'atto che è stato promosso dall'altro ramo del Parlamento.

PRESIDENTE. Va bene, quindi, rimane tutto come da riformulazione dell'ordine del giorno a firma Girelli. Prego, ci dica se accoglie la riformulazione del Governo.

GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Prendo atto che il Ministro aderisce all'ordine del giorno, pur chiedendo di modificarlo. Per questa ragione, accetto la modifica e chiedo che venga messo al voto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/836-A/13 Girelli, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 44).

Sull'ordine giorno n. 9/836-A/14 Casu c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Presidente, mi rivolgo, per suo tramite, al Ministro, perché spero di avere sentito male la proposta di riformulazione e vorrei che, su questo punto, ci possa essere un chiarimento politico con il Governo. Con quest'ordine del giorno chiediamo un impegno ad adottare una serie di misure per potenziare l'attività di monitoraggio e prevenzione del fenomeno dell'abuso delle scommesse sportive e dei connessi fenomeni di ludopatia, con particolare riferimento alla tutela dei minori. Di fronte a questo, se è necessaria una riformulazione tecnica volta ad espungere il primo provvedimento utile o piuttosto legata al fatto che questo provvedimento… possiamo capire le ragioni.

Quello che veramente considero inaccettabile è la riformulazione “a valutare l'opportunità di”, poiché questo nostro ordine del giorno ha un obiettivo politico, ossia quello di sciogliere un'ambiguità, Ministro. Infatti, nel momento in cui lei, anche pubblicamente, è intervenuto più volte per difendere il diritto alle scommesse e addirittura alla pubblicità delle scommesse sportive, da parte nostra, abbiamo fortemente criticato un rischio, ossia che, attraverso la possibilità della scommessa, se non vi è un opportuno monitoraggio sugli abusi, si contribuisca all'immensa piaga sociale della ludopatia, che può coinvolgere anche i minori.

Dato che la formulazione del nostro ordine del giorno è molto equilibrata e va nella direzione indicata dall'articolo 33 della Costituzione, quando ci invita a riconoscere il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dello sport, visto che l'abuso di scommessa significa calpestare questo principio e strumentalizzare lo sport per alimentare il gioco d'azzardo patologico e altre forme che, di fatto, stravolgono l'obiettivo della Costituzione, vorremmo che almeno quel “valutare l'opportunità di” non venisse considerato e si venga detto che siamo tutti d'accordo nel senso di andare nella dimensione del monitoraggio e del contrasto degli abusi: almeno su questo non vorremmo una divisione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Ministro Abodi. Ne ha facoltà.

ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. Anche in questo caso, siamo addirittura in una situazione già consolidata. Nel decreto che il Governo ha approvato poche settimane fa, relativo al riordino del settore online delle scommesse sportive, in particolare, si fa specifico riferimento al contrasto alla ludopatia e a tutti gli abusi della scommessa sportiva.

Verrà reiterata la stessa modalità anche per il riordino del settore fisico. La terza norma, che è prevista e che riguarda il coordinamento tra le prime due, riprodurrà esattamente l'effetto di ciò che lei sta chiedendo. Quindi, solo per questa ragione, abbiamo chiesto una riformulazione, ma, di fatto, abbiamo già aderito, anticipando l'effetto del suo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Quindi, su questa proposta di riformulazione, per le ragioni esposte dal Ministro…

ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. Per me va bene, possiamo approvarlo così com'è stato formulato.

PRESIDENTE. Deputato Casu, vuole parlare lo stesso? Non si vota. Chi vuole sottoscriverlo, può segnalarlo: lo hanno fatto i deputati Vaccari e Grippo. Il Governo chiede ancora di poter precisare, prego.

ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. Mi rivolgo al Parlamento, ma faccio mio l'impegno, sottolineando la necessità di contrastare quantomeno parimenti il gioco illegale. Infatti, ci stiamo concentrando su quello legale relativamente alla patologia della ludopatia, ma credo che un impegno ancor più forte o diversamente forte dovrà essere destinato al contrasto del gioco illegale che alimenta l'economia criminale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Deputato Casu, è favorevole?

ANDREA CASU (PD-IDP). Intervengo per ringraziare il Ministro e per dire che naturalmente la nostra critica va nei confronti di tutte le forme, in particolar modo, nei confronti del gioco illegale, che vogliamo condannare. Se la riformulazione andasse in quel senso, noi l'accetteremmo. Così lo ringraziamo, perché il fatto di aver tolto “a valutare l'opportunità di” ci ha aiutato a sciogliere quella che poteva essere veramente un'ambiguità.

PRESIDENTE. Quindi, l'ordine del giorno n. 9/836-A/14 Casu ha ottenuto il parere favorevole da parte del Governo.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/836-A/15 Gribaudo: il parere è contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/836-A/15 Gribaudo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Passiamo all'ultimo ordine del giorno n. 9/836-A/16 Soumahoro: c'è una proposta di riformulazione. Deputato Soumahoro, l'accetta? A lei la parola.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Presidente, nel primo intervento del Governo, ho sentito che il parere era favorevole, non mi risulta che il Governo abbia espresso… Conferma il Governo? Era un parere favorevole secco.

PRESIDENTE. C'è una proposta di riformulazione e siccome, fino a prova contraria, c'è una Presidenza, quest'ultima ha trascritto la riformulazione esattamente come l'ha definita il Ministro.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Posso gentilmente sentire la riformulazione, Presidente?

PRESIDENTE. Ministro, gentilmente, ripeta la riformulazione.

ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. Ho esattamente espresso parere favorevole e, dopo un secondo, ho detto: con riformulazione.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Non si sente, Presidente.

PRESIDENTE. Qual è la riformulazione?

ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. La riformulazione è la seguente: “a valutare l'opportunità di”, esattamente come per l'ordine del giorno n. 9/836-A/12.

PRESIDENTE. “A valutare l'opportunità di”: l'accetta?

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). La accetto, però vorrei fare un intervento.

PRESIDENTE. Allora, poi dobbiamo comunque votarlo.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). E chiedo di mettere l'ordine del giorno in votazione.

PRESIDENTE. Quindi, accetta: prosegua, faccia la sua dichiarazione di voto, ha un minuto e mezzo a disposizione.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente. Novembre 2005: Marc André Zoro esce dal campo per i continui “buu” razzisti; ottobre 2010: Samuel Eto'o viene coperto dai cori razzisti; gennaio 2013: Kevin Prince Boateng viene preso da ululati razzisti; febbraio 2016: Kalidou Koulibaly, difensore del Napoli, viene insultato con insulti razzisti; aprile 2017: Sulley Muntari, giocatore del Pescara, insulti razzisti; dicembre 2018: Kalidou Koulibaly, ancora una volta insulti razzisti; aprile 2018: Moise Kean, cori razzisti; aprile 2023: Romelu Lukaku, cori razzisti; maggio 2023: Dusan Vlahovic, insulti razzisti; gennaio 2024: Mike Maignan, insulti razzisti.

Quest'ordine del giorno - ringrazio il Governo - è una dimostrazione che insieme dobbiamo dare un segnale, perché insieme dobbiamo far valere quei principi della nostra Carta costituzionale. Proprio in forza di questi princìpi e di questi valori, chiedo che quest'ordine del giorno riformulato, con il parere favorevole del Governo, sia messo al voto (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/836-A/16 Soumahoro, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 46).

PRESIDENTE. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 836-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata De Monte. Ne ha facoltà.

ISABELLA DE MONTE (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, Vice Ministro, colleghi e colleghe, oggi purtroppo la frase più pronunciata è stata: “un'occasione persa”. Devo dire che è un vero peccato perché quando si parla di sport notoriamente non ci sono bandiere di partito. Quindi, è evidente che è un peccato che oggi non si raggiunga l'unanimità, come dire indossare la maglia della Nazionale su un argomento che è sicuramente significativo e importante…

PRESIDENTE. Prego, prosegua. Colleghi, facciamo silenzio per ascoltare l'intervento della deputata De Monte. Chi vuole accomodarsi fuori dall'Aula per conversare può farlo, a patto che lo faccia comunque in silenzio, nel rispetto del lavoro dei deputati. Prosegua.

ISABELLA DE MONTE (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Annuncio che il nostro voto sarà di astensione, non tanto per una non condivisione della finalità del provvedimento, che sicuramente è importante, quella dell'azionariato, della partecipazione all'attività delle società e associazioni sportive, quanto per il modo in cui è stato fatto. Ed è un peccato, anche perché il lavoro condotto in Commissione, quindi anche con cambiamenti significativi, avrebbe potuto proseguire per trovare una certa unanimità.

Ci sono alcuni aspetti, secondo me, che però ci devono portare alla realtà. Mi riferisco a una modifica soppressiva e, cioè, all'articolo 6 del testo esaminato in Commissione, che riguarda la gestione degli impianti sportivi, da un lato, e il sostegno degli enti territoriali, dall'altro. Chi ha amministrato enti territoriali, chi ha amministrato società sportive sa che queste ipotesi sono un po'fantasiose. Infatti, pretendere che, da parte di una realtà sportiva, ci sia, oltre l'onere, anche il rischio di un'amministrazione, e aggiungere anche per la gestione di impianti sportivi “oneri di ristrutturazione”, io credo che sia un po' fuori dalla realtà. Come anche il tema, ma su questo ritornerò, della partecipazione degli enti territoriali. Ma vorrei fare un discorso un po' più generale per addentrarmi nella motivazione del nostro voto, partendo dagli sport professionistici. Fino al 2014 il CONI riconosceva come sport professionistici il calcio, il basket, il golf, il ciclismo, il motociclismo e la boxe. Poi è intervenuta la crisi economica o, meglio, si è evoluta, purtroppo, con quello che è accaduto dal 2008 in avanti, e questo ha portato a una riduzione degli esiti delle sponsorizzazioni, bisogna dire, anche a una riduzione generale dei tifosi, e oggi abbiamo motociclismo e boxe che non sono più riconosciuti come sport professionistici e, quindi, questi aspetti hanno indubbiamente inciso sul panorama degli sport. Pertanto, oggi, in questo novero abbiamo solamente 4 sport che sono il calcio, il basket, il golf ed il ciclismo. Detto ciò, dobbiamo anche dire che questi sport comunque mantengono una predominanza, soprattutto mediatica, quindi una loro forza, nonostante questo aspetto di crisi. È un peccato perché lo sport dilettantistico dovrebbe essere sostenuto, anche perché è un tessuto numericamente sostanzioso ed è rilevante a livello di socializzazione, crescita e condivisione. Per questo, dico che sicuramente la finalità che viene illustrata, peraltro dall'articolo 1, è da condividersi, cioè il fatto di avere finalità di coesione, aggregazione sociale e fattore di crescita individuale e collettiva, occasione per la formazione e diffusione di una cultura sportiva autentica e rispettosa dei principi di legalità. Come non essere d'accordo su questo? Però, dipende anche dagli strumenti, perché noi dovremo sostenere, invece, in maniera decisamente più vigorosa gli sport dilettantistici. Io definisco addirittura eroica l'attività dei dirigenti e dei volontari che, quotidianamente, si impegnano in queste attività, che sono solitamente di carattere, appunto, volontaristico. Quindi, a loro va sicuramente il merito di tenere in piedi queste realtà. Oltretutto, ciò consente ai giovani di praticare sport e - perché no? - avere la possibilità poi di avviare anche un'attività di carattere agonistico, una pratica di carattere professionistico. Oggi, però, trattiamo questo tema ed è per questo dico che è un peccato non si sia arrivati a una condivisione, perché c'è un riferimento al pubblico. Ebbene, al pubblico io dico dobbiamo guardare come sostegno, che tradizionalmente avviene in altra forma, con la costruzione delle strutture, con gli impianti e anche con i contributi. Poter pensare che vi possa essere poi un'altra forma, che è quella della contribuzione di partecipazione, a mio avviso, si allontana dalla realtà, anche perché, come sappiamo, gli enti territoriali hanno anche vincoli per poter partecipare a quelle realtà che si mantengano in attivo, se non vogliono incorrere anche in sanzioni di altro genere, in particolar modo, contabili.

Quindi, abbiamo un testo uscito dalla Commissione che poteva essere migliorativo, siccome secondo alcuni era meglio quello della Commissione e la maggioranza ritiene che le modifiche intercorse nei rapporti col Governo siano, invece, maggiormente condivisibili. Però, il principio che sicuramente era valido, quello partecipativo, non è stato in realtà accolto come forse si sperava. Mi riferisco, in modo particolare, a quel famigerato modello tedesco a cui un audito, in modo particolare, ha fatto riferimento con illustrazioni piuttosto dettagliate e che non è stato introdotto in questo testo oggi all'esame dell'Aula. Questo modello tedesco farebbe riferimento, sì a realtà virtuose che esistono a livello europeo e che fanno, in particolar modo, riferimento alle polisportive. Credo che questo debba essere il modello giusto da seguire, perché è un modello in cui peraltro gli sportivi possono praticare il loro sport e possono anche cambiare sport senza dover cambiare realtà sociale. Quindi, questo modello, purtroppo, che era sicuramente quello ideale, in realtà, non è quello recepito nel testo della proposta di legge. Un'altra osservazione sul perché non si siano sentite, in queste audizioni, alcune realtà. Prima parlavo del CONI, posso parlare delle federazioni e associazioni. Benissimo aver sentito autorevoli esponenti di questo settore, però forse quelle principali dovevano essere ascoltate anche perché sono realtà senz'altro significative nel mondo sportivo. Riguardo alla disamina degli articoli, fa un po'specie che si parli, sì di partecipazione al capitale sociale, ma poi di valori: come facciamo a misurare questi valori?

Bene annunciarli, ma poi è difficile tradurli nella pratica. Quindi, anche qui abbiamo, più che altro, una manifestazione di intenti e poca concretezza.

Ci spiace che si faccia riferimento alle solite pratiche sportive che hanno una forma di spettacolo, quindi con introito a pagamento. Sappiamo che, in realtà, il mondo è estremamente vario ed esistono anche realtà sportive dove questo introito non avviene. Quindi, purtroppo abbiamo limitato la disciplina in questi contesti.

E poi il fulcro di questo provvedimento, che è rappresentato da questi enti di partecipazione popolare sportiva, che hanno agevolazioni e il diritto di prelazione per l'assegnazione del titolo sportivo. Allora, forse la verità è proprio questa, che si sono voluti introdurre nuovi soggetti, magari destinatari di fondi, in prospettiva futura per la gestione di impianti sportivi, dimenticando che il nostro tessuto è già fragile. A dire il vero, questo viene detto, in modo specifico, anche nelle premesse, con riferimento agli sport professionistici, quando, proprio per quelle finalità ben enunciate nell'articolo 1, avremmo dovuto prestare molta più attenzione a queste realtà, che, di per sé, sono già molto gravose come gestione. Sicuramente, vi sono state modifiche, anche condivisibili per quanto mi riguarda; non ho grande fiducia nella gestione delle realtà sportive degli impianti, perché significherebbe gravare ulteriormente gli impegni, anche di responsabilità. Se vogliamo dirla tutta, anche la riforma del 2021 non è stata poi così accettata e condivisa dalle associazioni sportive, almeno questo è quello che a noi arriva come ritorno. Per cui il dispiacere è che non si sia preso un po' più di tempo per esaminare le varie possibilità e arrivare, attraverso maggiori audizioni, maggiori contributi e a una maggior condivisione tra maggioranza e opposizione, ad un risultato soddisfacente.

Il nostro voto di astensione è determinato da questo, quindi, se vogliamo, anche da un'apertura, ma sostanzialmente da una sollecitazione a fare in modo che, nella successiva lettura, ci possa essere una integrazione più compiuta, che possa portare a un risultato che possa renderci tutti orgogliosi di aver apportato modifiche legislative, così come si è orgogliosi di tifare per la nostra squadra nazionale, che non ha colori e che pertanto deve essere sostenuta con vigore da tutti.

Questo è l'auspicio che abbiamo e la motivazione del voto di astensione del nostro gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pisano. Ne ha facoltà.

CALOGERO PISANO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Negli ultimi due anni, il settore sportivo ha vissuto un significativo momento di crisi dovuto alla persistenza di perdita del bilancio nella maggior parte delle società sportive.

Gli ultimi dati disponibili evidenziano come il settore sportivo incida l'1,3 per cento del PIL, con un valore stimato di 22 miliardi di euro.

La crisi del settore è dovuta principalmente alla fase pandemica che il nostro Paese ha vissuto, caratterizzata dalle chiusure e dalla riduzione di posti a sedere negli stadi. Nei momenti di difficoltà e di incertezza per i club sportivi, sono stati proprio i sostenitori e i tifosi a far sì che le squadre continuassero a vivere. Il tifo, infatti, è un fenomeno sociologico che produce benessere per tutti gli attori coinvolti, è un fenomeno di unità e tradizione che spesso si tramanda di padre in figlio, creando anche veri e propri rituali all'interno delle famiglie. La tifoseria gioca un doppio ruolo da cui traggono beneficio sia tifosi stessi, sia i giocatori e le squadre. Se, infatti, da una parte, i tifosi riescono a socializzare più facilmente guidati dalla condivisione per la passione per la propria squadra, dall'altra, i giocatori si sentono più forti grazie al sostegno che arriva dagli spalti. Il ruolo del tifoso va oltre la mera partecipazione alle partite, come accade in diverse parti del mondo. Infatti, sono proprio i tifosi, organizzati sia in associazioni e compartecipazioni, sia in azioni del club sportivo, a sostenerli, aiutandoli in un momento di difficoltà economica. Paesi come la Germania, la Spagna e l'Argentina da tempo hanno introdotto norme volte a inserire i tifosi all'interno delle società sportive, consentendogli di acquistare azioni, al fine di sostenere economicamente la propria squadra. È noto a tutti il caso del Bayern Monaco, che ha una cospicua quota di partecipazione dei tifosi all'interno della società. È stato anche oggetto di studio a livello europeo il progetto pilota della società Ancona Calcio, che, giunta in un momento di forte crisi finanziaria, ha avviato un processo di inserimento dei tifosi all'interno dell'asset societario già nel 2015. Nonostante esistano in Italia progetti pilota di compartecipazione societaria, non si era mai pensato di iniziare un necessario iter normativo volto a chiarire gli aspetti normativi e a rendere più semplice gli interventi dei tifosi all'interno delle quote azionarie.

Il provvedimento che votiamo oggi vuole proprio colmare questa lacuna normativa, coinvolgendo i tifosi nell'assetto societario delle società sportive attraverso la forma dell'azionariato popolare, che prevede l'ingresso dei tifosi nell'organigramma in qualità di soci investitori della società stessa. L'obiettivo del testo in votazione è quello di promuovere, sostenere e favorire la partecipazione, sia essa diretta o indiretta, al capitale sociale di società sportive, creando un beneficio sia per le società in difficoltà, sia per le amministrazioni territoriali, che spesso hanno dovuto sostenere da sole le società per scongiurarne il fallimento.

Questo provvedimento è un'azione consequenziale all'importanza che questo Governo, da inizio legislatura, ha voluto dare allo sport, inserendo, con la legge 26 settembre 2023, n. 1, lo sport all'articolo 33 della Costituzione.

Convinti che il coinvolgimento dei tifosi possa arrecare un vero beneficio dal punto di vista sociale ed economico, annuncio il voto favorevole del gruppo Noi Moderati (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Elisabetta Piccolotti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Grazie, Presidente. Gentili colleghi e colleghe, il provvedimento in esame, con molti suoi limiti, è almeno un primo tentativo di formulare una regolamentazione normativa a beneficio dell'aggregazione sportiva, funzionale alla riscoperta e alla diffusione dello sport come cultura di partecipazione e coinvolgimento popolare.

In particolare, parliamo, naturalmente, dello sport più diffuso e seguito, cioè il calcio. La circostanza che sia il calcio, pur in assenza - questo va detto - di una sua esplicita menzione, essendo il convitato di pietra di questo provvedimento, rappresenta, in effetti, un ulteriore limite alla norma in generale. Vi sarebbe, infatti, la necessità di fare dell'associazionismo e del sostegno lo strumento della diffusione e della pratica di tutti gli sport e non solo di quello che ad oggi non è solo una pratica sportiva, ma un fenomeno sociale di massa.

Già la legge 8 agosto 2019, n. 86, recante le deleghe al Governo e altre disposizioni in materia di ordinamento sportivo, di professioni sportive, nonché di semplificazione, all'articolo 1, comma 1, lettera n), delegava espressamente il Governo a individuare forme e condizioni di azionariato e altri strumenti di partecipazione popolare per le società sportive professionistiche. Però, va ricordato che la delega, purtroppo, fino ad oggi, non è stata esercitata in alcun modo e che solo dopo l'inizio dell'esame in Commissione e dopo la presentazione degli emendamenti, il Governo ha ritenuto di intervenire con propri emendamenti, introducendo rilevanti modifiche alla proposta di legge attuale tali da trasformarla sostanzialmente in un disegno di legge del Governo. Lo ricordiamo, perché, naturalmente, questo, purtroppo, è accaduto più volte e disegna un rapporto squilibrato tra il Governo e quest'Aula e questo Parlamento.

Il testo che stiamo esaminando oggi in larga parte, infatti, è risultante dagli interventi emendativi del Governo, così come lo era il testo della PdL Molinari, che pure la richiamava espressamente nella relazione, e resta ben distante dal modello partecipativo tedesco, il quale costituisce un esempio e un'esperienza a cui molti si richiamano quando si cercano modelli di riferimento.

È un sistema, quello tedesco, che prevede che la maggioranza delle quote nelle società calcistiche debba essere riconducibile ai tifosi, da cui sono derivati, tanto per citare la stessa relazione alla PdL Molinari, palesi e indiscutibili benefici non solo nell'ambito prettamente sportivo, ma, in misura ben più significativa, con riferimento alla correttezza e alla trasparenza gestionale sul piano economico e dei ricavi e soprattutto per le ricadute in campo sociale e di ordine pubblico. Potremmo citare l'esperienza, che conosciamo bene, del St. Pauli, ma saremmo tacciati forse, in quest'Aula, di sinistrismo radicale. Quindi, citeremo un'altra esperienza, quella del Bayern Monaco, la cui associazione registrata conta oltre 300.000 soci e partecipa per il 75 per cento al capitale della società, mentre le quote restanti sono di proprietà di grandi multinazionali quali Adidas, Allianz e Audi.

Ma la positiva esperienza tedesca è dimostrata non solo da questo dato, il 75 per cento, ma anche da altri due dati: la serie B tedesca quest'anno ha raggiunto una media di spettatori superiore alla serie A, la Bundesliga; la partita di campionato di Serie B femminile - lo cito anche perché abbiamo lungamente discusso di un emendamento che voleva far investire fondi anche sulle giovanili femminili - tra il Meppen e l'Amburgo ha registrato il nuovo record del mondo per spettatori paganti, cioè 5.500.

Questi risultati sono stati possibili grazie al modello partecipativo delle associazioni e se solo di calcio si deve parlare non può che constatarsi che quello italiano, per esempio, rispetto a questo modello tedesco ha perso attrattività, gradualmente e inesorabilmente. Bisognerebbe, quindi, partire dagli errori commessi e iniziare quel cambiamento culturale a tutto tondo che deve interessare l'intero mondo del calcio, i proprietari delle squadre in primis, il management e la difesa dei loro piccoli orticelli. Il sistema calcio in Italia è un settore molto importante, che coinvolge molti aspetti della società. Secondo la FIGC, il fatturato diretto generato dal calcio in Italia è di 4,7 miliardi di euro e questo rappresenta, di fatto, il 12 per cento del PIL del calcio mondiale. Il calcio professionistico italiano è uno dei principali settori industriali e un asset strategico dell'intero sistema Paese, un comparto economico in grado di coinvolgere 12 diversi settori merceologici nella sua catena di attivazione del valore, con un impatto indiretto e indotto sul PIL italiano pari a 10,2 miliardi di euro e oltre 112.000 posti di lavoro attivati. Quindi, non si può pensare, di fronte a questi dati e a questi numeri, di gestirlo prescindendo da quelle regole di trasparenza e di efficienza che sono le uniche che potrebbero consentire di ridurre il gap nei confronti di sistemi più evoluti perché gestiti nel rispetto delle regole di mercato.

Se un'agenzia di rating dovesse emettere un giudizio sul calcio italiano Spa farebbe davvero fatica. Il report calcio, il report annuale sviluppato dal centro studi della FIGC in collaborazione con AREL e PwC Italia, ne è la fotografia lampante. Rispetto al disavanzo economico aggregato di 1,3 miliardi di euro registrato nella stagione 2020- 2021, fortemente impattata dalla pandemia, nella stagione 2021-2022 si è registrata una perdita addirittura superiore, pari a 1,4 miliardi. Si tratta del peggior risultato netto degli ultimi 15 anni, a conferma che il settore continua a manifestare una difficoltà strutturale. Nelle ultime tre stagioni la perdita complessiva prodotta dal calcio professionistico italiano è stata pari quasi a 3,6 miliardi, cioè un mare di debiti. Rispetto ad altre leghe europee, il calcio italiano presenta peggiori parametri economico-finanziari, una maggiore dipendenza dai ricavi televisivi, minori misure a sostegno dei giovani e minori investimenti infrastrutturali. Il deterioramento dei risultati economico-finanziari dei 100 club di serie A, B e C è dovuto, di fatto, a squilibri oramai congeniti, squilibri strutturali che non possono che produrre perdite e debiti, alimentando un circolo vizioso insostenibile. I debiti lordi della Serie A nel frattempo - solo per citare questa serie - sono saliti quasi a 5 miliardi. In particolare, sono più che raddoppiati i debiti tributari e previdenziali.

Vi è, inoltre, un altro fenomeno rilevante e importante, che deve essere evidenziato e contrastato, che è quello dello sportwashing, un termine utilizzato per descrivere la pratica tramite la quale autocrati, corporazioni o Governi si avvalgono dello sport per recuperare reputazioni compromesse e/o pulire le immagini dei loro Paesi, cercando di accrescere o recuperare la propria reputazione e investendo cifre astronomiche nello sport. Abbiamo presentato su questo punto un ordine del giorno, che, purtroppo, è stato bocciato, che impegnava il Governo ad avviare un'indagine approfondita per verificare se il sistema dello sportwashing sia stato una pratica utilizzata anche nella compravendita di società sportive italiane e, comunque, a predisporre tutte le iniziative necessarie, anche normative, al fine di evitare che settori industriali italiani come lo sport, che rappresenta un asset strategico, come ho già richiamato, possano diventare preda di autocrati o di loro prestanome senza scrupoli.

PRESIDENTE. Concluda.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Avevamo presentato anche - e concludo - in Commissione e in Aula, come altri gruppi, emendamenti diretti a recuperare, almeno in parte, la piena finalità del provvedimento alla valorizzazione dell'associazionismo sportivo, anche come strumento di superamento di queste attuali problematiche che ho illustrato, appunto, per fare in modo anche che, contemporaneamente, tutto ciò costituisse un avvio di una rivoluzione culturale capace di trasformare e sviluppare la pratica sportiva. Resta, invece, viste le bocciature di questi emendamenti, purtroppo, un provvedimento timido e lacunoso, ma che, anche con questi limiti, comunque, è un primo tentativo di formulare una regolamentazione normativa a beneficio dell'associazionismo sportivo e per questo il gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra annuncia la propria astensione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Valentina Grippo. Ne ha facoltà.

VALENTINA GRIPPO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Nell'annunciare il voto favorevole del gruppo di Azione, cerco di mettere a parte l'Assemblea di alcune perplessità che avevamo avuto modo di manifestare durante la discussione in Commissione e che abbiamo più o meno richiamato oggi, durante l'analisi degli emendamenti e degli ordini del giorno e che, in minima parte, ancora rimangono anche con la proposta di legge che andiamo a varare oggi. Partiamo da una prima considerazione: come spesso accade quando si decide di disciplinare le società sportive, vi è in Italia una preponderanza, una presenza aggressiva di una disciplina sportiva che tutti amiamo e che è tema nazional-popolare di tifo e di pratica quotidiana per moltissimi cittadini, che è quella del calcio, che però attrae a sé e sovrasta una normativa o una regolamentazione che, nella volontà dei proponenti, forse poteva non essere così e che, invece, riguarderà tutte le discipline. Questa cosa porta con sé una serie di disfunzioni, di degenerazioni nelle applicazioni, perché è evidente che chi doveva poi trovare un punto di equilibrio nell'assetto proprietario, nel modello di governance, nei meccanismi di controllo delle ingerenze del malaffare, rischi che ci sono ogni volta che si apre all'azionariato parcellizzato, si è trovato a dover fare un ragionamento che potesse funzionare per la piccola società di una disciplina meno di mercato, per dire così, e per la grande società quotata di calcio. Evidentemente, sono ambiti del tutto differenti, che richiedono discipline differenti. Peraltro, grazie ad alcuni inserimenti, la norma che noi vediamo oggi è molto diversa da quella che era entrata in Commissione. Alcune cose hanno obiettivamente migliorato la norma, allineandola, raffinandola, altre, ad esempio, lo scorporo dell'aspetto di gestione dell'impiantistica sportiva, a cui si è fatto riferimento o il modello di coinvolgimento degli enti locali, estremamente ambiguo, sicuramente, lasciano ambiti di miglioramento importante, sui quali abbiamo avuto modo di esprimerci durante il commento degli emendamenti e degli ordini del giorno e che rimane al momento importante.

L'azionariato popolare nel calcio, perché questi sono i titoli sui giornali rispetto a questa norma - e, quindi, questo in verità è il core che noi andiamo ad affrontare oggi - funziona, esiste. Ci sono tentativi anche in Italia a livello professionistico, pensiamo all'esperienza del Mantova, del Parma o dell'Ancona, e ci sono a livello dilettantistico, pensiamo all'esperienza del Derthona o del Fasano.

Ed è soprattutto, un modello efficace in Germania. È già stato ricordato il modello tedesco dove, per legge, il 50 per cento più 1 delle società calcistiche deve essere di proprietà dei tifosi, fino ad esempi come quello del Bayern Monaco che è proprietà di un'associazione registrata di 300.000 soci che possiede il 75 per cento della società o pensiamo al modello delle SAD spagnole, la sociedad anonima deportiva, che posseggono squadre come il Real Madrid, il Barcellona o l'Athletic Bilbao. Parliamo di realtà importanti.

Anche in Italia, noi abbiamo avuto modo di audire in Commissione esperienze importanti, come quella del Montespaccato Calcio, che è diventato un modello nazionale, è stato citato nella discussione odierna, come società ad azionariato popolare che ha riscattato un intero quartiere, diventando ispiratrice del cambiamento; parliamo di una società dilettantistica nata per dare un'alternativa ai giovani di un quartiere, società che era finita nelle mani della criminalità e che con l'azionariato popolare, con l'Asilo Savoia, ha visto un riscatto, un riscatto sociale, un riscatto sportivo, un riscatto di modello di governance. Oppure, pensiamo a L'Aquila 1927, salvata dal fallimento dai tifosi al termine della stagione 2018-2019, quando la società abruzzese divenne la squadra della gente. È un modello che piace, che ci piace e ci piace l'idea che possa essere un modello che riguardi tutti gli sport, quindi, che si applichi non solo al mondo del calcio, ma anche alle altre realtà sportive professionistiche e non professionistiche, al basket, al volley e a tutte le altre discipline.

Sicuramente, l'azionariato popolare nelle società sportive rappresenta un'opportunità unica per coinvolgere i tifosi in maniera diretta e significativa nella vita e nelle decisioni della propria squadra del cuore. È evidente che questo approccio non solo rafforzi il legame emotivo fra i tifosi e la squadra, ma contribuisca anche a promuovere una maggiore trasparenza e responsabilità all'interno dei club, all'interno delle squadre. Non ci sfugge neanche il senso di appartenenza, di maggiore appartenenza - che già è alto - e il coinvolgimento che l'azionariato popolare può generare fra i tifosi. È chiaro che quando i sostenitori di una squadra di calcio, ma anche di un altro sport diventano azionisti, si sentono, non solo, parte integrante della storia della squadra, ma, anche, protagonisti del futuro, co-creatori del successo o corresponsabili di un fallimento e questo aumenta il livello di partecipazione e di sostegno da parte dei tifosi; può essere anche una modalità per finanziare di più e meglio, col merchandising, garantendo un sostegno finanziario più stabile.

In via di principio noi siamo favorevoli, siamo favorevoli a questo percorso, siamo favorevoli a questo impianto, siamo favorevoli al ragionamento che sottende. Lanciamo una preoccupazione: non solo, quella dello sportswashing, che è stata menzionata da più colleghi che sono intervenuti, ma anche quella delle infiltrazioni. I meccanismi di controllo, quando l'azionariato diventa diffuso e parcellizzato, devono essere molto severi. La soglia di attenzione deve essere molto alta, perché la partecipazione popolare, sicuramente, consente a qualsiasi tifoso di entrare nel governo della propria squadra del cuore, ma potrebbe - purtroppo, ci sono dei casi che sono stati verificati in altre realtà dove l'azionariato popolare nelle squadre è già una realtà consolidata - diventare un'opportunità di zone d'ombra per infiltrarsi da parte di realtà criminali che nulla hanno a che fare con il calcio.

Questa norma poteva essere migliore? Sì. Vediamo dei rischi nella traduzione di questa norma sic et simpliciter, senza un accompagnamento e senza quelle cautele che vari ordini del giorno ed emendamenti avevano suggerito? Sì. Contestualmente, però, pensiamo che sia un passaggio che andava fatto e che il Parlamento italiano sia l'organo deputato a fare questo passaggio e sicuramente vediamo con maggiori rischi il fatto che questo avvenga in modo non legiferato e, quindi, non omogeneo e non normato per tutti. Una nostra attenzione, secondo il nostro modello, il modello che Azione ha dimostrato in questi due anni in VII Commissione quando si tratta di sport e in quest'Aula, è di stare attenti alla messa in pratica di questa norma. Come dicevo, è una norma che mette insieme il campo sportivo con la squadra che gioca in Champions: la differenza la farà la messa in pratica e noi monitoreremo perché sia fatta in modo equo, a livello più alto e a livello più dilettantistico (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pella. Ne ha facoltà.

ROBERTO PELLA (FI-PPE). Grazie, Presidente Rampelli. Vice Ministro Gava, colleghi, naturalmente saluto e ringrazio, anche se non è in questo momento presente, il Ministro Abodi per avere lavorato fortemente sul provvedimento, in modo particolare, per aver accolto emendamenti che sono arrivati oltre che dai banchi della maggioranza, anche da quelli dell'opposizione, anche con riferimento alle riformulazioni importanti degli ordini del giorno presentati dai diversi colleghi.

Indubbiamente, quando si parla di azionariato popolare nel mondo dello sport, immediatamente si pensa al calcio, perché, è vero, da un lato, è lo sport che movimenta il maggior volume d'affari, mentre, dall'altro, in Europa esistono, ormai da anni, grandissimi e blasonatissimi club, quali Real Madrid, Barcellona, Bayern Monaco solo per citare i più famosi, che sono ad azionariato popolare. La legge che ci apprestiamo ad approvare, però, non riguarda esclusivamente il mondo del calcio, ma direi tutto il settore dello sport nazionale, sia in ambito dilettantistico sia in ambito professionistico. Credo che questo sia un aspetto importante, quello cioè di mettere alla pari il professionismo e il dilettantismo. E la finalità principale è sicuramente di individuare una legge che individui uno strumento per consentire ai milioni di appassionati italiani di partecipare attivamente ed in maniera anche trasparente alla gestione economica e amministrativa della propria squadra del cuore o della società sportiva, che, in un comune o in una provincia, rappresenta una sorta di istituzione territoriale per la tradizione e, magari, per i titoli vinti nell'ambito dello sport di appartenenza. Credo che chiunque di noi abbia fatto l'amministratore locale abbia vissuto questo aspetto sulla propria pelle. Io penso a quando abbiamo rincorso la richiesta di avere, per quanto riguarda la mia città di Biella, il titolo che ci era stato tolto per un fallimento, che, poi, grazie ad una sinergia proficua con la Federazione italiana gioco calcio, allora presieduta dal presidente Abete, si era riportato, ma partendo da una categoria molto inferiore e non rispondendo alle esigenze e alle istanze del territorio. Ho citato Biella, ma potrei citare tante città e chi di noi ha fatto l'amministratore sa quanto questi eventi si verifichino quotidianamente, anche perché oggi c'è sempre più difficoltà nel reperire risorse e sponsor per finanziare il mondo dello sport. In Italia devo dire sono molte le discipline sportive che stanno registrando sempre un maggiore interesse anche del pubblico, anche grazie ai risultati ottenuti in campo internazionale: pensiamo alle recenti vittorie importanti e significative nel basket, nella pallavolo o nel rugby. Dico nel rugby perché la partecipazione della nostra nazionale al torneo delle “Sei Nazioni” rappresenta un vero e proprio evento che, ormai abitualmente, riempie in ogni ordine di posto lo stadio Olimpico di Roma. E con l'azionariato popolare sarà possibile sostenere e, magari, garantire maggiori risorse rispetto a quelle attuali a un club di rugby, di basket o di calcio anche femminile, contribuendo, quindi, in parte anche allo sviluppo dell'intero movimento sportivo. Il legame tra lo sport, la passione e il territorio è individuato proprio nel soggetto che la proposta di legge definisce come ente di partecipazione popolare sportiva e sarà, quindi, tramite questo strumento che potrà avere la forma di società o associazione che le persone, i tifosi e gli appassionati potranno entrare, in maniera più o meno ampia, all'interno del capitale di una società sportiva, ma con una condizione, che è quella della rappresentatività dell'appartenenza della società stessa. E tale rappresentatività si ha se gli appartenenti all'ente di partecipazione popolare corrispondono ad almeno il 30 per cento della media degli spettatori paganti della squadra registrata negli ultimi 3 anni.

È evidente, dunque, che l'azionariato popolare non dovrà essere uno strumento per fare affari, ma dovrà porre in primo piano l'amore per la squadra, la passione per uno sport, consentendogli anche di svolgere quel ruolo sociale che, oggi più che mai, lo sport rappresenta nei nostri territori e, in modo particolare, nei piccoli e piccolissimi territori. In questo senso, è opportuno fare riferimento al mondo del calcio per due motivi: il primo, perché consiste nel fatto che questo mondo è profondamente cambiato, in particolare proprio sotto l'aspetto economico e finanziario: dai singoli imprenditori che, con loro, cercano le risorse, oggi per avere la possibilità di acquistare e gestire una squadra, come alcuni presidenti importanti degli anni Ottanta - penso a nomi che ricordano un po' anche la storia, come Costantino Rozzi, che seguiva il suo Ascoli direttamente dalla panchina, portando anche scaramanticamente calzini rossi, o Romeo Anconetani, che spargeva sale prima delle partite del suo Pisa - siamo passati alla proprietà di grandi gruppi industriali e, successivamente, a fondi di investimento internazionale. Se noi oggi guardiamo le nostre società, non solo calcistiche, molte sono di proprietà di fondi che, ovviamente, hanno un interesse esclusivamente economico e non di valorizzazione delle peculiarità di un'appartenenza ad uno sport stesso. Quindi, le società che non hanno alle spalle simili investitori vedono le loro possibilità di competere sul campo fortemente ridotte. In questo senso, l'azionariato popolare, come hanno dimostrato le esperienze esterne, potrebbe aiutare a ridurre, in parte, questo gap. Diciamocelo onestamente, noi che siamo il partito di Forza Italia-Silvio Berlusconi Presidente: credo che l'unico, vero e grande imprenditore che abbia investito di tasca propria nel mondo del calcio, con grande passione e con grande determinazione, portando il Milan ad arrivare a livelli altissimi, vincendo le più grandi competizioni europee, è stato proprio Silvio Berlusconi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), che ha fatto dello sport non solo la propria passione, ma la volontà di coinvolgere i tifosi, rendendoli protagonisti, ma, soprattutto, dando loro quelle soddisfazioni, mentre molti altri imprenditori hanno utilizzato lo sport solamente a fini economici o per abbattere gli utili delle proprie socialità, buttandoli sullo sport con altri interessi.

Allo stesso tempo, il tifoso, in maniera direttamente proporzionale, è anche colui che noi dobbiamo, in qualche modo, difendere, dobbiamo anche rendere partecipe, anche perché, comunque, molti tifosi seguono le squadre non solo direttamente negli stadi, ma anche con l'abbonamento alla pay-tv, per cui, in qualche modo, hanno un significato profondo e importante, se guardiamo soprattutto allo sviluppo che hanno avuto negli Stati Uniti, in Cina o in Arabia Saudita. Quindi, le società sportive che decideranno di avvalersi dell'azionariato popolare, che ovviamente è un'opzione e non un obbligo, potranno ricostruire anche un legame forte di appartenenza e di identificazione con i propri tifosi e, naturalmente, con il proprio territorio.

Concludendo, Presidente Rampelli, noi sottolineiamo che questa proposta di legge, avanzata dai colleghi della Lega, in modo particolare dal capogruppo Molinari, è importante perché consente una prelazione a parità di altre condizioni, che, soprattutto, viene riconosciuta a queste società ad azionariato popolare per l'acquisto di quei titoli sportivi liberatisi a seguito di un fallimento, che rappresentano per un territorio veramente una bandiera, una storia, un riconoscimento nel passato, nel presente e nel futuro. Purtroppo, anche il quadro che ho avuto modo di descrivere, con i fallimenti nel mondo del calcio, ma anche in altri sport, come la pallacanestro, la pallavolo, anche nelle serie minori, è alquanto frequente e, in questi casi, il posto liberato all'interno di un campionato potrà essere rivendicato in via prioritaria da una società sportiva proprio ad azionariato popolare.

Concludendo davvero, Presidente, l'approvazione di questa proposta di legge rappresenta un fatto positivo per l'intero movimento sportivo italiano ed è per questo che Forza Italia voterà a favore di questo provvedimento, ancora una volta auspicando non solo che si possa trovare chi possa investire attraverso un impegno dei tifosi, ma anche che ci siano nuovamente quegli imprenditori, che ormai mancano da troppo tempo nel mondo sportivo italiano, che sicuramente sono stati rappresentati, ancora una volta, dall'unica, vera appassionata persona che non solo credeva nello sport, ma che ci teneva a dare valore e anche soddisfazioni, ai propri tifosi, che era il nostro Presidente Silvio Berlusconi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Antonio Caso. Ne ha facoltà.

ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. La proposta di legge che abbiamo in discussione e che ci accingiamo a votare oggi è una di quelle proposte che, come purtroppo spesso accade nel nostro Paese, arrivano un po' troppo tardi rispetto al resto d'Europa. Stiamo parlando della possibilità di introdurre nel nostro ordinamento strumenti idonei a coinvolgere i tifosi nelle squadre sportive italiane all'interno dell'assetto societario delle società sportive, sia professionistiche che dilettantistiche, seguendo di fatto il modello più diffuso, quello dell'azionariato popolare, il quale prevede, per esempio, l'ingresso dei tifosi nell'organigramma, in qualità di soci investitori della società stessa.

Come abbiamo potuto leggere nella relazione illustrativa della proposta di legge originaria - e ci tengo a sottolineare, originaria, poi mi soffermerò più avanti sul burrascoso iter che ha caratterizzato questa proposta - si rileva che, negli anni più recenti, il modello gestionale dello sport italiano, più specificatamente quello calcistico - anche se, dobbiamo ricordarlo sempre, stiamo legiferando dello sport in generale, non solo del calcio -, ha subìto effetti negativi derivanti proprio dalla persistenza di perdite nei bilanci della maggioranza delle società sportive, nonché dalla diminuzione della presenza dei tifosi negli stadi, così come anche delle vendite dei diritti di trasmissione audiovisiva degli eventi sportivi. A ciò si aggiungono, poi, in molti casi, l'insufficienza di risorse economiche e la lentezza burocratica in relazione alla gestione degli impianti sportivi, con ripercussioni non solo sulle medesime società sportive, ma anche, molto spesso, sulle amministrazioni territoriali.

Questo provvedimento ha, quindi, l'obiettivo di dettare regole e dare definizioni a quello che, ormai, in Europa, lo ricordo, è diventato un esempio virtuoso di connessione tra la squadra di un territorio e gli appassionati della stessa. Infatti, l'idea che ogni tifoso possa prendere in mano le redini del proprio club del cuore, anche dal punto di vista gestionale e finanziario, ritorna in auge qui ogni volta che una società rischia il fallimento o quando un ricco presidente dimostra, poi, di essere in realtà non così ricco come si credeva. Per fare esempi, quando si parla di azionariato popolare nello sport, non si possono non citare Paesi come la Germania e la Spagna, come abbiamo sentito anche abbondantemente dagli interventi che mi hanno preceduto. La Germania, infatti, ha introdotto questa tipologia di gestione nel 1999, con la celebre regola del 50 più 1, secondo la quale più della metà delle azioni delle società sportive dev'essere detenuta da un'assemblea di tifosi. E il senso del provvedimento è proprio evitare che le sorti di società secolari siano legate alle fortune o alle disgrazie di mecenati “spendaccioni”. In quasi tutte le maggiori società tedesche, come il Borussia Dortmund o il Bayern Monaco, l'azionariato popolare trova un elevato, elevatissimo, consenso. Il Bayern appartiene, infatti, per il 75 per cento proprio ai tifosi, che sono circa 293.000 soci, mentre poi, per il resto, ha 3 grandi sponsor. Come ci hanno ricordato molti auditi, durante l'esame in Commissione, i risultati dicono che, dopo un ventennio di azionariato popolare, i club tedeschi sono proprio quelli che, dal punto di vista finanziario, sono i più in forma del vecchio continente, in quanto la Lega tedesca, per fatturati, è proprio la più ricca dopo la Premier League. Il capitale generato dall'enorme partecipazione viene, poi, reinvestito nelle strutture giovanili e sportive per creare i campioni del futuro, anche poi di fatto con grande risparmio per lo Stato sociale. La forza del modello tedesco è proprio il porre al centro la persona, sia quella che pratica sport, sia quella che tifa. Nel modello tedesco, infatti, i soci possono partecipare alla quotidianità dell'associazione sportiva, sia in qualità di soci attivi, che praticano direttamente l'attività fisica, sia diversamente, come soci passivi, sostenendo però in maniera comunque incisiva e concreta, quindi non solo economica, il settore giovanile.

Seguendo questo modello, lo sport diviene accessibile a tutti. Ogni associazione sportiva, infatti, poi permette a chiunque ne abbia voglia di fare attività fisica grazie all'istituzione di più squadre. Ed è soprattutto attraverso il modello della polisportiva che si concede poi ai soci l'opportunità di praticare più discipline sportive, anche se poi il club di riferimento lo è in una sola, comunque c'è questo ragionamento un po' più ampio per cui con un unico tesseramento si mette sotto il nome della stessa associazione e, di fatto, si viene a creare un legame sempre più stretto e indissolubile tra i tifosi, che in questo caso possono essere anche i soci, e i colori del proprio club.

Per quanto riguarda la Spagna, i soci del Blaugrana, sparsi nel mondo, hanno, invece, la possibilità di eleggere a suffragio universale il presidente, una grande manifestazione di partecipazione, pagando una quota minima annuale che è anche inferiore ai 200 euro. Insomma, una forma di democrazia diretta che per molti soci rappresenta proprio una dichiarazione identitaria che va oltre il semplice tifo. Sono esempi virtuosi che dimostrano come questa partecipazione popolare non sia solamente e puramente economica, ma soprattutto culturale: qui parliamo di una questione identitaria.

Tuttavia, in Italia la situazione è ben lontana da queste realtà che ho appena descritto. Ci sono stati diversi tentativi di introdurre questo modello di gestione, alcuni purtroppo fallimentari, altri comunque no, però senza mai aver avuto una legge che desse almeno una parvenza di regolamentazione unitaria ed omogenea. Si può citare, ad esempio, il Bologna che, tra il 2010 e il 2011, sperimentò la nascita di 4 associazioni di piccoli soci, divisi in tifosi, artigiani, commercianti e professionisti, i quali entrarono nel capitale della società, con rappresentanza poi nel consiglio di amministrazione. L'esperienza durò tre anni. Nel 2014, però, la società è passata all'imprenditore catanese Saputo e la quota per i piccoli azionisti, di fatto, è stata diluita.

Un esempio virtuoso arriva poi dal basket: nel 2019, infatti, i tifosi brianzoli della Pallacanestro Cantù rilevarono il club dalle mani di un ex cestista russo e in due anni saldarono anche tutti i debiti: un esempio di patrimonio storico e identitario che si sarebbe perso e che, invece, è stato preservato proprio grazie all'amore dei propri tifosi.

Questa proposta di legge, quindi, si può considerare un buon punto di partenza, però vorrei fare alcune considerazioni più nel metodo che, però, purtroppo, di conseguenza, come sempre accade, si riflette anche nel merito. Questo provvedimento, infatti, è stato oggetto di numerose modifiche. È incardinato ormai non ricordo da quanti mesi nella Commissione. Ci sono state soppressioni e aggiunte da parte della maggioranza, in particolare proprio dal Governo.

Ricordo che questa proposta parte da un deputato di maggioranza. Diciamo spesso che preferiamo che un provvedimento veda la luce con più calma, in modo tale che si possa godere di tutta l'attenzione necessaria da parte dei colleghi di maggioranza e di opposizione, affinché si legiferi meglio per il Paese. Però qui non c'è stato un iter calmo. Nei tempi è stato lungo, poi vi è stato un continuo rimbalzo all'interno della stessa maggioranza, dobbiamo dirlo, tra il Governo e i rappresentanti in Parlamento, che ha generato, ad un certo punto, una notevole confusione e incoerenza su molte delle tematiche che riguardano il provvedimento, come per esempio la possibilità, da parte delle società assoggettate a partecipazione popolare, di gestire gli impianti sportivi, come abbiamo visto durante la discussione degli emendamenti; oppure la delega per introdurre agevolazioni proprio su questo punto, che era presente all'inizio, poi è stata risolta, reinserita e tolta nuovamente.

Si stratta di due disposizioni che erano, come stavo dicendo, presenti nella legge originaria, ma che poi sono state soppresse dallo stesso Governo. Allora, uno immagina che per ora, tra il Governo e la maggioranza, la questione della gestione degli impianti non possa essere discussa. Non si sa la posizione effettivamente quale sia, ma anche questo, di fatto, rappresenta una posizione.

Oggi, poi, ci siamo ritrovati a votare un emendamento della maggioranza che reintroduce la delega soltanto per recepire, poi, un parere espresso dalla Commissione finanze, una delega riscritta - diciamolo - molto peggio rispetto a quella originale, trattandosi di fatto, a tutti gli effetti, di una sorta di delega in bianco.

E allora quello che mi chiedo è: come pensiamo di poter intervenire invertendo la rotta, di poter finalmente rimettere al centro la persona che pratica sport, la persona che lo ama, riportando la gente allo stadio e ponendo l'accento non soltanto sulla parte economica, come purtroppo spesso si fa, che ad oggi è diventata prioritaria, ma proprio sui valori dello sport, sull'inclusività, la comunità, l'uguaglianza, se poi non si riesce nemmeno a legiferare in maniera pulita e rispettosa in quest'Aula?

PRESIDENTE. Ha esaurito il suo tempo.

ANTONIO CASO (M5S). Arrivo alla conclusione, Presidente. Da parte del MoVimento 5 Stelle ci sarà un voto favorevole, nonostante le perplessità e i dubbi che ho espresso, però, anche alla luce dei nostri emendamenti che sono stati approvati, lo consideriamo comunque un punto di partenza su cui però è necessario continuare a lavorare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sasso. Ne ha facoltà.

ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente. Quello che arriva oggi alle battute finali è un provvedimento che la Lega ha fortemente voluto, un provvedimento a prima firma del capogruppo Molinari (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). È una proposta di legge che la Lega aveva già depositato nella passata legislatura e ne ha fortemente voluto la calendarizzazione in questa nuova legislatura, perché siamo convinti che nel nostro Paese, Presidente, sia necessario fare un passo avanti nell'amministrazione, nella gestione e nella governance dello sport e soprattutto del calcio.

Negli anni più recenti il modello gestionale italiano ha subito gli effetti negativi derivanti dalla persistenza di perdite nei bilanci della maggioranza delle società sportive, nonché dalla diminuzione delle presenze dei tifosi negli stadi, così come dalle vendite dei diritti di trasmissione audiovisiva degli eventi sportivi. A ciò si aggiungano in molti casi l'insufficienza di risorse economiche e la lentezza burocratica in relazione alla gestione degli impianti sportivi, con ripercussioni non solo sulle medesime società sportive, ma anche sulle amministrazioni territoriali.

È quindi diventato indispensabile introdurre strumenti idonei a coinvolgere i tifosi nell'assetto societario delle società sportive professionistiche, ma anche dilettantistiche, quali l'azionariato popolare, che prevede l'ingresso dei tifosi nell'organigramma in qualità di soci e investitori della società stessa. Questo particolare modello di governance permetterebbe ai tifosi di una determinata società sportiva di entrare nella sfera di proprietà diffusa del club mediante una partecipazione azionaria. Alcuni esempi di club che sono stati fatti in quest'Aula, club ad azionariato popolare, sono presenti in altri Paesi non solo europei, anche extraeuropei.

Talvolta la quota di capitale posseduta dai tifosi, però, arriva ad assumere un ruolo e un peso specifico decisamente rilevanti per la gestione e l'organigramma della società sportiva, anche se molto spesso le quote di azionariato popolare, pur presenti, rimangono marginali, dando vita in tal modo alle associazioni di piccoli azionisti dei club. È stato citato il sistema tedesco che, pur con alcune eccezioni, ha adottato il modello partecipativo, prevedendo che la maggioranza delle quote nelle società calcistiche debba essere riconducibile ai tifosi.

Ne sono derivati indiscutibili benefici non solo nell'ambito prettamente sportivo, ma, in misura molto più importante, con riferimento alla correttezza e alla trasparenza gestionale, sul piano economico e dei ricavi, e soprattutto per le ricadute in campo sociale e di ordine pubblico. Esperienze simili sono state verificate anche in Spagna e in Argentina, dove tale sistema, pur essendo meno frequente e non generalizzato, coinvolge comunque realtà sportive di primaria importanza.

In Italia un importante passo in avanti sul tema fu fatto con la legge n. 89 del 2019, recante deleghe al Governo e altre disposizioni in materia di ordinamento sportivo, di professioni sportive, nonché di semplificazione, con cui si delegava espressamente il Governo a individuare forme e condizioni di azionariato e altri strumenti di partecipazione popolare per le società sportive.

Voglio sottolineare come sostenere e favorire la partecipazione, diretta o indiretta, al capitale sociale e alla gestione delle società sportive da parte dei sostenitori sia in primis una splendida forma di coesione e aggregazione sociale e comunitaria, nonché un importante fattore di crescita collettiva e di diffusione di una cultura sportiva autentica e rispettosa dei principi di legalità.

Il testo che ci apprestiamo ad approvare è il frutto di un proficuo lavoro svolto in VII Commissione (Cultura), con l'aiuto dell'opposizione, con la massima convergenza della maggioranza e del Ministro per lo Sport. Ad esempio, all'articolo 1, prevediamo misure volte a promuovere, sostenere e favorire la partecipazione, leggo testualmente proprio il dispositivo di legge, per il tramite dell'ente di partecipazione popolare sportiva. Questa è una grande novità e davvero mi piace rimarcare che la firma sia del capogruppo della Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) a questa proposta di legge.

Ribadisco l'importanza anche per noi delle forme di partecipazione popolare alla titolarità di azioni e di quote nelle società sportive, nonché, altra novità molto importante, degli enti pubblici di partecipazione popolare sportiva, che diventano utilizzabili anche dagli enti territoriali e dagli altri enti pubblici. Presidente, siamo a meno di 24 ore da un grande evento sportivo, che ha attratto l'attenzione di milioni di italiani, tifosi dell'Inter o del Milan. Molto più modestamente, domenica scorsa, mi sono recato presso lo stadio Tonino D'Angelo, che magari a molti colleghi non dirà nulla, ma è lo stadio della mia città, Altamura, dove una piccola squadra, organizzata grazie a un gruppo di imprenditori coraggiosi, è riuscita a portare i colori bianco e rosso dall'Eccellenza alla Lega Pro, alla serie C.

E penso a loro, penso al loro sforzo, e penso a quanto potrebbe essere utile una legge che preveda l'azionariato popolare di una realtà piccola, ma operosa, come quella della mia città, ma posso pensare a Brescia, posso pensare a tante piccole, ma grandi realtà (mi piace pensare anche a Lamezia Terme, come ricorda il collega Furgiuele), una legge che sostenga e tuteli i piccoli. Mi piace pensare ad una legge che dia ai tifosi delle piccole realtà di provincia dell'Italia profonda la possibilità di diventare protagonisti di una grande passione, che, nel caso di Altamura, ha mobilitato qualche migliaio di persone. Non saranno i milioni di tifosi interisti e juventini, ma vi assicuro che ciascuno di voi, nella propria piccola patria, ha una bella dose di sostenitori che non vedono l'ora di entrare a far parte della società in maniera costruttiva, utile e proficua. E questo, se sarà possibile, sarà possibile grazie alla PdL del collega Molinari e grazie alla Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Berruto. Ne ha facoltà.

MAURO BERRUTO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Il Partito Democratico, lo anticipo, voterà favorevolmente su questa proposta di legge, che porta anche il mio nome fra i sottoscrittori, a testimonianza del fatto che lo sport resta un terreno dove, quando lo si vuole, si può agire verso obiettivi condivisi. Lo abbiamo fatto, votando l'approvazione della modifica dell'articolo 33 della Costituzione, lo abbiamo fatto, votando una proposta di legge che riguarda la lotta alla pirateria digitale, fenomeno che interessa soprattutto il calcio. Lo faremo presto, spero, quando voteremo una proposta di legge per il ripristino dei Giochi della gioventù, e dobbiamo anche accelerare per far sì che questo succeda già dal prossimo anno scolastico.

Lo facciamo anche oggi, almeno per ciò che ci riguarda, votando questa proposta di legge, che vuole introdurre il tema, fino ad oggi sconosciuto nel nostro Paese, della partecipazione popolare nelle società sportive. Mi permetto di sottolineare partecipazione e non azionariato, come spesso si è detto, perché l'azionariato è una cosa diversa ed è una cosa seria.

Lo facciamo, però, su sollecitazione - è bene ricordarlo per onestà intellettuale - di un grande lavoro e di una propositiva richiesta di una serie di associazioni di tifosi che, loro sì, molto più di quanto accada in quest'Aula, hanno messo da parte le bandiere del tifo e si sono dati un nome comune, NOIF, acronimo che sta per “Nelle Origini Il Futuro”. NOIF è, infatti, un consorzio di associazioni di tifosi di calcio del Torino, della Roma, del Milan, del Parma, del Modena, del Cosenza, dell'Alessandria, con la lodevole partecipazione del Montespaccato, prima e unica società calcistica romana che la partecipazione popolare già la pratica, che insegna calcio e legalità, che utilizza impianti rigenerati dai beni confiscati alle mafie, il cui primo atleta onorario è il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Sono stati loro a spingere la politica verso questo passo, e li ringrazio. Tante volte chi ama lo sport ha condiviso l'idea che occorra rigenerare un legame affettivo fra le società sportive, i tifosi e il loro territorio. Un legame, quello fra sport e territorio, che fonda la storia dello sport italiano ed europeo e che è minacciato da una deriva iperliberista orientata solo agli obiettivi di bilancio che spesso diventano di “sbilancio”. Una deriva che, qualche tempo fa, si è manifestata in una posizione radicale, di strappo di quelle radici, da parte di alcuni club calcistici verso il progetto della Superlega, al momento rientrato, probabilmente anche grazie al posizionamento dei tifosi che hanno rifiutato quell'idea.

Proprio per rinsaldare il rapporto fra sport, tifosi e territorio, ci auguriamo che questa idea alternativa, la partecipazione popolare, possa andare oltre il calcio ed estendersi anche a realtà sportive legate al basket, alla pallavolo e, speriamo, anche ad altre discipline.

Insomma, “fino qui tutto bene”, come si ripeteva, durante il volo, l'uomo che cadeva dal palazzo, citato nella scena iniziale del film L'odio di Kassovitz. Sì, perché purtroppo il calcio - e ci riferiamo al calcio di vertice - lo diciamo ancora una volta, sta precipitando dal 50° piano di un palazzo e, durante il volo, si ripete, in una specie di mantra per darsi il coraggio, “fino a qui tutto bene”. Ma il problema, com'è noto, non è il volo, ma l'atterraggio.

Purtroppo, non sarà questo provvedimento, già di per sé simbolico all'inizio, ma reso omeopatico dall'intervento del Governo, ad attutire l'impatto dell'atterraggio. Spiego cosa intendo con un piccolo benchmark di riferimento, che credo necessario. La partecipazione popolare nel calcio non è un'utopia, ma è la normalità in Argentina, in Spagna, in Germania, che peraltro sono le Nazioni le cui rispettive squadre nazionali hanno vinto 7 degli ultimi 13 mondiali di calcio. Pensate al Boca Juniors in Argentina, fondato nel 1905 da immigrati italiani nel quartiere popolare La Boca, a Buenos Aires: è una delle squadre più famose e più riconoscibili al mondo, i cui tifosi, ancora oggi, a testimonianza di quel legame radicale col territorio, si chiamano Xeneizes, i Genovesi. Il Boca è un'associazione senza scopo di lucro che non può avere un unico proprietario: la sua proprietà è attualmente condivisa fra 315.879 soci, 100.000 dei quali hanno il diritto di scegliere il presidente ogni quattro anni. Avrete certamente letto della vera sollevazione popolare che ha destato il tentativo ultraliberista di Milei di cancellare quel modello.

In Spagna la situazione è netta: o una squadra è totalmente in mano ai privati o è un'associazione no profit in mano ai propri soci con la regola “un socio, un voto”. Real Madrid, Barcellona, Osasuna, Athletic Bilbao sono tutte associazioni no profit, composte da migliaia di soci, che si trasmettono perfino nelle loro ultime volontà il passaggio della tessera di socio, di generazione in generazione. Le ripeto: Real Madrid, Barcellona, Osasuna, Athletic Bilbao. Diciamo che questo modello ha generato un senso di appartenenza indistruttibile e non ha certamente compromesso la qualità dei risultati agonistici.

In Germania, è stato più volte citato, vi sono Union Berlino, Friburgo, il mitico St. Pauli, società fatte al 100 per cento di tifosi, ma in Germania il sistema prevede un'autoregolamentazione della Lega, per cui chiunque voglia partecipare alla Bundesliga deve attuare un modello societario che prevede il 50 per cento più 1, in quel caso sì, di azionariato popolare: è scritto nel regolamento della Lega calcio, non serve la politica.

Insomma, se il calcio è un fatto sociale totale, come dice Bruno Barba, antropologo e grande studioso di calcio, parafrasando Marcel Mauss, e se il calcio è dei tifosi, come dice qualche volta qualcuno un po' retoricamente, questo provvedimento che ho definito “omeopatico” serve giusto ad aprire una strada. Nel testo, infatti, si parla della possibilità di introdurre nelle società sportive una quota dell'1 per cento di partecipazione popolare; non il 100 per cento, non il 50 più 1, come nei modelli che ho citato, ma un 1 per cento, che però vogliamo considerare una specie di cellula sana, che faccia il suo lavoro in un organismo un po' malato e si possa riprodurre in futuro.

Il Governo ha stralciato passaggi che erano fondamentali per dare forza a questa proposta, dagli incentivi fiscali, all'incentivo forse più grande, ossia la possibilità di ristrutturare e gestire impianti sportivi. Resta fortunatamente nel testo l'indicazione al reinvestimento di una percentuale di utili nei settori giovanili: ne abbiamo a lungo discusso e noi del Partito Democratico abbiamo chiesto anche che questo possa avvenire in una vocazione polisportiva e che rispetti il principio dell'equità di genere. Certo, viene facile la battuta: per reinvestirli, quegli utili, bisognerebbe farli in un mondo che invece sopravvive esclusivamente facendo debito.

Questo provvedimento è anche un fatto pedagogico per i tifosi, perché, per poter esprimere quella piccola rappresentanza in società, occorre costruire un'associazione che raccolga un numero di soci pari, per il primo anno, al 10 per cento e poi, per il secondo, al 20 per cento della presenza media allo stadio.

Per esempio, i tifosi del mio Torino, che ha una presenza media allo stadio di 22.000 spettatori, per poter arrivare a quell'1 per cento di partecipazione societaria dovrebbero esprimere un'associazione composta da 2.000 tifosi il primo anno e 4.000 il secondo. L'Inter o il Milan, che hanno una presenza media che supera i 70.000 spettatori a partita, 7.000 tifosi il primo anno e poi 14.000 dal secondo. Numeri difficilissimi da raggiungere, che da una parte sembrano un deterrente, ma in realtà sono anche una garanzia della qualità di quella rappresentanza. I numeri dei gruppi di tifosi che i problemi al calcio li creano sono infinitamente più piccoli, purtroppo problemi di cui questo Parlamento non sembra volersi far carico, rinviando all'infinito una Commissione d'inchiesta sulle violenze e sui malaffari in un modo distorto di vivere il tifo calcistico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Denunciare e fermare chi delinque, chi usa il calcio per seminare odio razziale e territoriale e invece premiare, con il coinvolgimento nella società, la parte maggioritaria dei tifosi, magari passionali, ma perbene, sarebbe un grande passo in avanti nella qualità del rapporto fra tifosi e società.

Questo provvedimento, dunque, apre una strada, genera un piccolo varco, afferma un principio e quando alle cose dai un nome quelle iniziano ad esistere. Mi viene in mente l'incipit di Gabriel García Márquez in Cent'anni di solitudine, dove le cose non esistevano e quindi la gente le indicava con il dito, perché non c'era il nome. Un comitato di tifosi che davvero crede che nelle origini del calcio ci sia il futuro ha indicato con il dito e questo ramo del Parlamento oggi dà il nome a quella cosa, la partecipazione popolare inizia a vivere. Sarà molto interessante vedere cosa succederà al Senato, dove siedono, fra i banchi della maggioranza, un presidente di una squadra di calcio e l'amministratore delegato di un'altra. Sarà interessante capire se il Senato fermerà una proposta che, mi auguro, qui possa trovare largo consenso, perché assistiamo regolarmente a piagnistei di rappresentanti dei vertici del calcio, che sostengono che la politica odi il calcio. Mi verrebbe da dire però che, senza dubbio, il calcio ama la politica, pensando a quei colleghi e senatori che citavo, per i quali è difficile parlare di conflitto di interessi, perché la parola conflitto non ha più senso. Non c'è conflitto, c'è solo l'evidenza di interessi, così, alla piena luce del sole, senza alcun senso del limite o delle istituzioni.

Colleghi della maggioranza, dovrete, un giorno, confrontarvi con un Ministro dello Sport, che avete scelto voi, che annulla il lavoro parlamentare, com'è successo in questa proposta di legge, che impallina, com'è successo, l'iter di proposte di legge, anche trasversali, per finanziare lo sport sociale, a favore esclusivo del calcio. Per noi, i diritti sono una cosa diversa e, in attesa di quel confronto, il Partito Democratico voterà a favore di questa proposta di legge, che propone modelli più radicati nel territorio rispetto a quello del singolo imprenditore o padrone che, talvolta per amore, spesso per gloria o per interesse, si prende in carico una squadra di calcio utilizzando i tifosi come spettatori o, peggio, come clienti. Voteremo, dunque, a favore, perché questa proposta nasce da loro, dai tifosi che non vogliono arrendersi all'idea di un calcio che vuole strappare le proprie radici (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Roscani. Ne ha facoltà.

FABIO ROSCANI (FDI). Grazie, Presidente, onorevoli colleghi, Vice Ministro Gava, secondo i dati del Rapporto Sport 2023, realizzato dal Credito Sportivo Italiano e da Sport e salute, il PIL dello sport italiano nel 2022 viene quantificato in circa 22 miliardi di euro, pari all'1,3 per cento del PIL nazionale. Questi numeri si traducono, in termini di occupazione, in 400.000 lavoratori sportivi impiegati in oltre 15.000 imprese private e circa 82.000 enti non profit, a cui vanno aggiunti circa 900.000 volontari. Oltre 10 miliardi di PIL dello sport provengono da attività strettamente connesse, come la produzione e la vendita di attrezzature e abbigliamento sportivo e altri 8 miliardi e 400 milioni da comparti connessi allo sport in senso lato, quali i media sportivi, i servizi turistici di trasporto e quelli medici. L'84 per cento del valore del mercato deriva, dunque, dall'indotto attivato, a conferma della capacità moltiplicativa del business sportivo.

Questi dati ci dimostrano quanto il legame tra gli italiani e lo sport sia sempre più solido e abbia, non soltanto un carattere ludico, ma rappresenti un importante volano per l'economia sotto molti aspetti, oltre all'aspetto ovviamente sociale. Partendo da questa premessa, quindi, risulta evidente come il modello gestionale attuale dello sport italiano, soprattutto se pensiamo al calcio, sia in un certo qual modo da superare. Anche a causa della crisi post pandemica e di tutto lo scenario anche internazionale, le società sportive si sono trovate sempre più spesso a gestire grosse perdite di bilancio, dovute a una diminuzione dei tifosi tanto nelle competizioni dal vivo quanto come fruitori di trasmissioni audiovisive dei diversi eventi, considerati molto spesso come semplici clienti e non, piuttosto, come una parte fondamentale del mondo sportivo.

È su questo presupposto che si basa la proposta di legge a prima firma del collega Molinari, che ci apprestiamo a votare in quest'Aula. In qualsiasi sport i tifosi rappresentano una sorta di prolungamento dello sportivo fuori dal campo di gioco, dal campo di gara, e non a caso nel calcio i tifosi sono stati considerati e vengono considerati tuttora il dodicesimo uomo in campo in grado di cambiare, nel bene e nel male, anche il volto di una partita (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questo coinvolgimento non è, ovviamente, appannaggio di un solo sport, né di una sola categoria, anzi introdurre nella nostra legislazione alcuni strumenti utili a permettere ai tifosi di intervenire nell'assetto societario delle società sportive, siano esse professionistiche o dilettantistiche, consentirebbe non solo di sostenere le società in difficoltà, anche a causa di alcune lungaggini burocratiche, ma anche di sentirsi parte di un progetto che molto spesso rappresenta il proprio territorio e la propria identità.

Con questo modello di gestione e di governance i tifosi diventeranno, attraverso un investimento anche di entità modesta, di fatto azionisti delle società che vogliono sostenere, entrando nell'organigramma e potendo avere anche potere decisionale e di voto sulle iniziative economiche e manageriali della stessa. Questa novità permetterebbe anche alle società sportive italiane di contrastare il sempre più diffuso, anche se a volte necessario, acquisto da parte di grossi gruppi stranieri, che porta, il più delle volte, ad allontanare i tifosi, che non si sentono più rappresentati, e ad alimentare quel circolo vizioso per cui le società raggiungono ogni anno punti di deficit sempre più alti.

Va detto anche che questa proposta non rappresenta un unicum nel mondo dello sport. Infatti, sono diversi gli esempi di legislazioni europee, anche citate prima di me, in quest'Aula e non solo, che permettono ai tifosi di incidere sulle scelte dei club. In particolare, l'esempio più noto e più virtuoso nel mondo del calcio è senza dubbio quello del Bayern Monaco, dove un'associazione di circa 300.000 soci gestisce il 75 per cento della società. Più in generale, la Germania ha un modello di management che dal 1999 prevede per legge la gestione della società da parte dei tifosi per il 50 per cento più uno. Questo modello non è soltanto il più aderente alla definizione di azionariato popolare, ma è anche considerato un perfetto equilibrio tra la necessità di ingresso di capitale e mantenimento dell'identità del club. Inoltre, da questo meccanismo di partecipazione sono derivati benefici palesi, oltre che a livello sportivo, anche a livello di correttezza e trasparenza gestionale sul piano economico e a livello di sicurezza e controllo sul piano dell'ordine pubblico.

Nel Regno Unito, nel 2000, dopo i numerosi salvataggi di club da parte dei tifosi attraverso associazioni private, è stata adottata l'attività dei cosiddetti supporter's trust, inglobati nella disciplina che regolamenta le CBS, cooperative registrate che conducono affari a beneficio delle loro comunità reinvestendo gli utili prodotti, corrispondente inglese dell'impresa di utilità sociale italiana. Da allora i tifosi inglesi, quindi, hanno la facoltà di incidere direttamente sulle sorti della propria società sportiva, convertendola in CBS e con l'obbligo di operare su base democratica, con la regola una testa un voto.

Da questo breve excursus è evidente come l'Italia fino ad oggi sia stata indietro rispetto all'apertura dell'azionariato popolare. Nonostante, infatti, esistano alcuni esempi di società partecipate dai tifosi o esperimenti di questo tipo, non esiste ancora una normativa che non solo definisca in modo chiaro le varie forme di azionariato, ma che ne incentivi anche l'adozione. La legge n. 89 del 2019 reca la delega al Governo a individuare forme e condizioni di azionariato e altri strumenti di partecipazione popolare per le società sportive professionistiche. Tuttavia, la proposta di legge che ci accingiamo a votare oggi è la prima vera disposizione che regola questo modello di mercato.

Entrando brevemente nel merito del provvedimento, è importante sottolineare tre aspetti che mirano a modificare in modo significativo il sistema gestionale delle società sportive. Innanzitutto, prevede la modifica dello status giuridico che, in caso di azionariato popolare, passa necessariamente da semplice associazione a società a responsabilità limitata o a società per azioni. In secondo luogo, prevede alcune condizioni essenziali che vanno rispettate per poter mantenere lo status di società a partecipazione popolare, come, ad esempio, la redistribuzione degli utili tra i soci o l'obbligo di reinvestire almeno il 20 per cento degli utili nei settori giovanili. La terza modifica sostanziale introdotta da questo provvedimento riguarda il peso del tifoso che decide di diventare azionista. Egli avrà, infatti, diritto di voto, a prescindere dal numero di azioni o dal valore della quota societaria che possiede e questo vuol dire che il voto degli azionisti di maggioranza avrà lo stesso peso di quello del tifoso azionista e permetterà, come abbiamo già detto, non solo, una partecipazione attiva e consapevole del supporter, ma anche una trasparenza maggiore nei processi decisionali.

A queste modifiche sostanziali il progetto normativo in discussione aggiunge tutta un'altra serie di novità che vanno dalla rappresentanza del tifoso azionista nel CdA delle società alle agevolazioni amministrative o ai bonus fiscali per le società che scelgono questo modello gestionale.

Con questa proposta di legge, insomma, l'Italia, oltre a mettersi al passo delle altre Nazioni europee, dimostra ancora una volta un'attenzione particolare al mondo dello sport, non solo, professionistico, di cui riconosce il valore economico, sociale e culturale. Questo non è il primo e non sarà l'ultimo provvedimento che questa maggioranza varerà su questo tema, già nei mesi scorsi abbiamo dimostrato quanto il settore sportivo sia al centro della nostra agenda politica.

Siamo, quindi, certi che coinvolgere gli italiani nei processi decisionali e gestionali, non solo, nel mondo dello sport, sia il modo giusto per aumentare sempre di più quel cammino nazionale di comunità che il Governo Meloni ha intrapreso fin dal suo insediamento e che sta portando l'Italia a ritornare tra le Nazioni più credibili, più affidabili e più guardate soprattutto dai nostri partner europei. Annuncio, quindi, per questo, il voto favorevole di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 836-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 836-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 836-A: “Disposizioni in materia di partecipazione popolare alla titolarità di azioni e quote delle società sportive”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 47) (Applausi).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse, il seguito dell'esame degli ulteriori argomenti iscritti all'ordine del giorno della seduta odierna è rinviato alla seduta di giovedì 2 maggio.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 23 aprile 2024, la deputata Eleonora Evi, già iscritta al gruppo parlamentare Alleanza Verdi e Sinistra, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista.

La Presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Filippo Scerra. Ne ha facoltà.

Prego i colleghi deputati di fare silenzio. Chi volesse defluire dall'Aula lo facesse, cortesemente, in silenzio, perché i nostri lavori proseguono.

Prego, a lei la parola, deputato Scerra.

FILIPPO SCERRA (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori. Presidente, oggi è successa una cosa importante per il futuro del nostro Paese a livello di Parlamento europeo. È stato approvato un Patto di stabilità e crescita dal quale, fra l'altro - nota importante politica -, le forze di maggioranza si sono astenute.

Che cosa è successo in questi anni a livello europeo, Presidente? È successo che abbiamo avuto, nel 2020, l'emissione di debito comune, Next Generation EU, grazie al lavoro enorme da parte di Giuseppe Conte, c'è stato un cambiamento di paradigma a livello europeo. Negli anni successivi, purtroppo, questo paradigma è stato modificato al contrario. E che cosa è successo? Che dal 2022 in poi, Giorgia Meloni e Giorgetti hanno seguito le trattative sul Patto di stabilità e crescita. Ci aspettavamo da parte loro, secondo quello che dicevano, che la pacchia per l'Europa sarebbe finita; che finalmente per un Paese come l'Italia ci sarebbero state tantissime risorse; e che, dopo i 200 miliardi di Conte, avrebbero fatto arrivare miliardi e miliardi per il nostro Paese. La verità è, Presidente, che con la votazione di oggi si sancisce l'austerità per i prossimi anni per il nostro Paese, questa è la verità, caro Presidente, e la responsabilità di questo è di Giancarlo Giorgetti, del Ministro dell'Economia, il quale è stato platealmente sfiduciato - sfiduciato - dalla sua maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E con l'astensione da parte dei deputati di maggioranza si tenta di nascondere la responsabilità di una persona che doveva incidere ai tavoli europei e questa persona è il Presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che ha la responsabilità di un Patto di stabilità che ci costerà 12 miliardi di euro per i prossimi 7 anni, il che significa maggiori tasse e minori servizi per i nostri cittadini. In questo scenario desolante, solo una forza politica si è opposta e questa forza politica si chiama MoVimento 5 Stelle, Presidente: l'abbiamo detto da sempre che sul Patto di stabilità ci giocavamo il futuro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. La sua proposta, cortesemente, sull'ordine dei lavori.

FILIPPO SCERRA (M5S). Questo Governo sta rovinando il futuro degli italiani: è una vergogna! Chiediamo per questo che venga a riferire in Parlamento con una comunicazione da parte del Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare il deputato Caso. Ne ha facoltà.

ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Nelle ultime settimane è ripresa, con una certa intensità, l'attività sismica nei Campi Flegrei legata al fenomeno del bradisismo. Stanno ritornando preoccupazione e paura tra i cittadini, che vengono, purtroppo, però, amplificate da servizi televisivi, come quello andato in onda sulla TV pubblica svizzera RSI, che ha creato un inutile allarmismo, ipotizzando imminenti eruzioni distruttive, scenari apocalittici e una distruzione totale dei Campi Flegrei. Non si può di certo impedire a nessuno di fare informazione, sia chiaro, ma chiedo a tutti la massima attenzione nella comunicazione del fenomeno, ce lo siamo ripetuti più volte. E chiedo a tutti, in particolare al Ministro Musumeci, di accelerare le verifiche di vulnerabilità sismica sui fabbricati, perché, diciamocelo, 11 mesi in questa situazione sono decisamente troppi. Così come chiediamo di intensificare la campagna di informazione e formazione sia dei cittadini che degli addetti ai lavori.

Infine, chiedo soprattutto di potenziare l'attività di studio, ricerca, monitoraggio e un rafforzamento della pianta organica dell'Osservatorio vesuviano, così come da mio ordine del giorno approvato a larga maggioranza in questa Camera.

Presidente, per suo tramite, dica al Ministro come noi del MoVimento 5 Stelle stiamo continuando a lavorare nel solco di quella collaborazione che avevamo promesso fin dal primo giorno. Una cosa, però, deve essere chiara: bisogna fare presto e lavorare con un solo obiettivo, ossia permettere a tutta la cittadinanza flegrea, a tutto il settore economico di convivere, nella massima sicurezza possibile, con il fenomeno del bradisismo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Chiara La Porta. Ne ha facoltà.

CHIARA LA PORTA (FDI). Grazie, Presidente. Ieri era la Giornata nazionale della salute della donna. Vorrei ringraziare tutte le associazioni che si sono spese in questi giorni, in queste settimane e in questo mese, e lo fanno per fortuna durante tutto l'anno, sul tema della prevenzione delle malattie delle donne, ma anche degli uomini, e su quanto sia importante prevenire e cercare di prevenire certe malattie. Anche se a volte non basta, dobbiamo dare speranza anche nei momenti in cui queste associazioni fanno accompagnamento a queste malattie difficili da superare. Quindi, grazie a queste associazioni. Cerchiamo di fare più informazione possibile riguardo alla prevenzione e al sostegno alle malattie. E con l'occasione, vorrei salutare Brodo Sandro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Jacopo Morrone. Ne ha facoltà, per due minuti.

JACOPO MORRONE (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il 28 aprile ricorre la Giornata mondiale in ricordo delle vittime dell'amianto. Come sappiamo, l'amianto è stato largamente utilizzato nel passato nel settore industriale e dell'edilizia. Purtroppo, con il passare degli anni, è risultato nocivo per la salute umana. Le sue fibre, disperse nell'ambiente, se inalate, possono determinare gravi e spesso irreversibili patologie. Riconosciuta la pericolosità dell'amianto, sono state emanate norme per vietarne l'impiego, a partire dalla legge n. 257 del 1992, e per lo smaltimento controllato. È stata prevista una mappatura della presenza di amianto sul territorio nazionale, il Piano nazionale amianto, per procedere poi agli interventi di bonifica, e in sua funzione è stata predisposta una banca dati amianto, dove rientrano circa 108.000 siti che tuttavia non darebbero ancora una copertura omogenea dell'intero territorio nazionale.

Lo smaltimento dei rifiuti derivanti dalla rimozione, in condizioni di sicurezza sanitaria e ambientale, dell'amianto è inoltre tuttora problematico.

Tra i siti da bonificare, ce ne sono alcuni in cui l'amianto costituisce il principale inquinante: tra questi, i siti Eternit, di Casale Monferrato, e Fibronit; in questa località si conterebbero oltre 2.000 decessi a causa dell'Eternit.

Una delegazione della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari, che presiedo, sarà a Casale Monferrato sabato 27 aprile per una missione dal duplice obiettivo: effettuare un primo sopralluogo di verifica della situazione e testimoniare la solidarietà alle famiglie e alle persone colpite da lutti e malattie (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Tramite la sua persona, vorrei chiedere che la Camera dei deputati solleciti il Ministro competente, la prefettura e la questura di Napoli a fare un piano straordinario di contrasto alla microcriminalità sul nostro territorio. Le voglio soltanto riferire gli ultimi tre episodi avvenuti nelle ultime 48 ore. Ad un battesimo ad Afragola, per una lite precedente al Capodanno, 5 persone si sono sparate: una mega sparatoria in mezzo alla gente, avvenuta domenica. Sempre domenica, a San Giorgio a Cremano, un ragazzino di 13 anni, che aveva sedato un litigio, è stato seguito e pestato selvaggiamente da 20 ragazzi, 20 piccoli delinquenti, che lo hanno ridotto in una condizione tale per cui lo hanno portato all'ospedale Santobono di Napoli, dove hanno fatto una prognosi di 15 giorni per il pestaggio che ha subito. Questa mattina, è tornata per la prima volta nell'area giochi di piazza Italia, a Fuorigrotta, la signora Luisa, la quale, 15 giorni fa, è stata colpita per sbaglio da due baby gang che si sono sparate; questa mamma era con suo il bambino che per fortuna non è rimasto ferito.

Continuo ad ascoltare l'arrivo di nuovi mezzi, di nuovi uomini, di nuovi militari. Però poi non vediamo nulla di concreto. Si chiudono le caserme sul nostro territorio, non ci sono uomini. Gli esponenti delle Forze dell'ordine continuano a lamentare una cosa: si annunciano soltanto gli arrivi di nuovo personale, senza specificare che, nella gran parte dei casi, se non nella totalità, sostituiscono semplicemente gli uomini e le donne che vanno in pensione. Quindi non siamo neanche a saldo zero! È necessario un intervento urgente, Presidente, perché la situazione è assolutamente fuori controllo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 24 aprile 2024 - Ore 9:

1. Discussione del Documento di economia e finanza 2024 (Doc. LVII, n. 2).

Relatore: CANNATA.

(ore 15)

2. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

La seduta termina alle 19,35.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni nn. 10 e 11 il deputato Provenzano ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nelle votazioni dalla n. 15 alla n. 17 la deputata De Micheli ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 20 la deputata Auriemma ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 25 la deputata Matone ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 42 la deputata Matone ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 46 il deputato Cerreto ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale PDL 836-A - ARTICOLO 1 257 243 14 122 243 0 77 Appr.
2 Nominale EM 2.8 260 256 4 129 107 149 75 Resp.
3 Nominale EM 2.1001 252 250 2 126 112 138 75 Resp.
4 Nominale EM 2.1000 262 259 3 130 114 145 74 Resp.
5 Nominale EM 2.1003 266 256 10 129 109 147 74 Resp.
6 Nominale ARTICOLO 2 264 147 117 74 146 1 74 Appr.
7 Nominale EM 3.1000 265 261 4 131 114 147 73 Resp.
8 Nominale EM 3.15 268 252 16 127 105 147 73 Resp.
9 Nominale EM 3.13 267 251 16 126 103 148 73 Resp.
10 Nominale EM 3.14 265 251 14 126 104 147 73 Resp.
11 Nominale EM 3.4 266 260 6 131 111 149 73 Resp.
12 Nominale EM 3.8 269 253 16 127 105 148 73 Resp.
13 Nominale EM 3.1001 271 265 6 133 114 151 72 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale EM 3.9 268 266 2 134 119 147 72 Resp.
15 Nominale EM 3.11 270 264 6 133 115 149 72 Resp.
16 Nominale EM 3.1002 270 262 8 132 261 1 72 Appr.
17 Nominale EM 4.1000 271 268 3 135 121 147 72 Resp.
18 Nominale EM 4.8 272 255 17 128 105 150 72 Resp.
19 Nominale EM 4.9 272 254 18 128 104 150 72 Resp.
20 Nominale EM 4.1001 270 263 7 132 114 149 72 Resp.
21 Nominale EM 4.6, 4.12 271 263 8 132 111 152 72 Resp.
22 Nominale EM 3.5 RIF 245 245 0 123 245 0 69 Appr.
23 Nominale EM 3.6 246 246 0 124 246 0 69 Appr.
24 Nominale ARTICOLO 3 244 231 13 116 231 0 69 Appr.
25 Nominale EM 4.10 249 249 0 125 249 0 69 Appr.
26 Nominale EM 4.13 251 243 8 122 243 0 69 Appr.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale ARTICOLO 4 249 241 8 121 241 0 69 Appr.
28 Nominale EM 5.1000 252 214 38 108 214 0 69 Appr.
29 Nominale ARTICOLO 5 248 233 15 117 232 1 69 Appr.
30 Nominale ART AGG 5.01000 257 249 8 125 100 149 68 Resp.
31 Nominale ART AGG 5.01001 258 212 46 107 62 150 68 Resp.
32 Nominale ARTICOLO 6 254 147 107 74 146 1 68 Appr.
33 Nominale ARTICOLO 7 258 244 14 123 244 0 68 Appr.
34 Nominale ARTICOLO 8 257 160 97 81 153 7 68 Appr.
35 Nominale ARTICOLO 9 256 151 105 76 151 0 68 Appr.
36 Nominale ODG 9/836-A/3 255 252 3 127 99 153 68 Resp.
37 Nominale ODG 9/836-A/5 254 245 9 123 95 150 68 Resp.
38 Nominale ODG 9/836-A/6 241 234 7 118 88 146 68 Resp.
39 Nominale ODG 9/836-A/7 242 237 5 119 93 144 68 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 47)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale ODG 9/836-A/8 251 244 7 123 96 148 68 Resp.
41 Nominale ODG 9/836-A/10 RIF 256 253 3 127 251 2 68 Appr.
42 Nominale ODG 9/836-A/11 RIF 252 250 2 126 249 1 68 Appr.
43 Nominale ODG 9/836-A/12 RIF 256 255 1 128 254 1 68 Appr.
44 Nominale ODG 9/836-A/13 RIF 251 250 1 126 249 1 68 Appr.
45 Nominale ODG 9/836-A/15 245 243 2 122 100 143 68 Resp.
46 Nominale ODG 9/836-A/16 RIF 239 232 7 117 230 2 68 Appr.
47 Nominale PDL 836-A - VOTO FINALE 222 214 8 108 214 0 64 Appr.