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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 249 di mercoledì 21 febbraio 2024

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA

La seduta comincia alle 9,35.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO COLUCCI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 101, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione delle mozioni Piccolotti ed altri n. 1-00235, Orrico ed altri n. 1-00244, Grippo ed altri n. 1-00245, Faraone ed altri n. 1-00246, Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247 e Gianassi ed altri n. 1-00248 concernenti iniziative in materia di tutela della professione giornalistica e della libertà di informazione.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Piccolotti ed altri n. 1-00235, Orrico ed altri n. 1-00244, Grippo ed altri n. 1-00245, Faraone ed altri n. 1-00246, Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247 e Gianassi ed altri n. 1-00248 concernenti iniziative in materia di tutela della professione giornalistica e della libertà di informazione (Vedi l'allegato A).

Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di martedì 20 febbraio 2024, sono state presentate le mozioni Grippo ed altri n. 1-00245, Faraone ed altri n. 1-00246, Amorese, Miele, Paolo Emilio Russo, Pisano ed altri n. 1-00247 e Gianassi ed altri n. 1-00248, che sono già state iscritte all'ordine del giorno.

Il rappresentante del Governo ha facoltà di intervenire, esprimendo, altresì, il parere sulle mozioni presentate.

ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, intervengo per chiederle la possibilità di un differimento di mezz'ora per completare la formazione del fascicolo, che stiamo terminando in questi minuti.

PRESIDENTE. Va bene. Allora, visto che sono le ore 9,45, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 10,15.

La seduta, sospesa alle 9,45, è ripresa alle 10,20.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Preavviso di votazioni elettroniche.

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito dell'esame delle mozioni concernenti iniziative in materia di tutela della professione giornalistica e della libertà di informazione.

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di intervenire, esprimendo altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Per quanto riguarda la mozione Piccolotti ed altri n. 1-00235 sugli impegni nn. 1), 2), 3), 4) e 5) il parere è favorevole. Con riferimento all'impegno n. 6) c'è una richiesta di riformulazione, quindi, il parere è favorevole previa riformulazione nel senso che le norme unionali non operano un espresso riferimento alla categoria dell'identità di genere. Quindi, in buona sostanza, dal punto n. 6) degli impegni c'è da togliere l'ultima parte dove si dice: “e rispetto all'orientamento sessuale e di genere”. Sull'impegno n. 7) il parere è favorevole.

PRESIDENTE. Sottosegretario, il parere sulle premesse della mozione Piccolotti ed altri n. 1-00235?

ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Sulle premesse non ho rilievi.

PRESIDENTE. Quindi, il parere è favorevole.

ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Sì, esatto.

Per quanto riguarda la mozione Orrico ed altri n. 1-00244 abbiamo qualche problema anche sulle premesse. Quindi, chiediamo che venga tolta la premessa n. 10), così come le premesse nn. 17), 27), 35), 36), 38), 39), 40), 41), 42), 43), 44), 45), 46), 47), 48) e 49). Queste che ho elencato vanno tolte.

PRESIDENTE. Quindi il parere è favorevole se vengono tolte queste premesse…

ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Sì, se vengono tolte queste premesse. In più, per quanto riguarda gli impegni, sull'impegno n. 1) il parere è contrario. Sull'impegno n. 2) il parere è favorevole previa riformulazione, nel senso di escludere per i giornalisti professionisti e pubblicisti iscritti al relativo albo, limitatamente ai procedimenti concernenti i fatti coperti dal segreto di Stato, la tutela del segreto, in quanto ai nomi delle persone dalle quali i medesimi hanno ricevuto notizie a carattere fiduciario nell'esercizio della loro professione, la cosiddetta fonte (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) … Scusate ho un testo predisposto dagli uffici che sto leggendo.

PRESIDENTE. Le chiedevano se quella che ha fatto lei è una riformulazione o se stava leggendo un altro testo. La sua riformulazione quale sarebbe?

ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Presidente, facciamo così. Passiamo alle altre, faccio subito una verifica e accantoniamo il punto n. 2).

Sui punti nn. 3), 4) e 5) il parere è favorevole, mentre sul punto n. 6), anche qui, dobbiamo togliere l'ultima parte “e rispetto all'orientamento sessuale e di genere”, sempre per quanto abbiamo detto prima, nel senso che le norme unionali non operano (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

PRESIDENTE. Mi dicono che non c'è questa parte a cui lei si riferisce. Forse sta leggendo un'altra mozione.

ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Io ho come riferimento la mozione n. 1-00244 Orrico.

PRESIDENTE. Però, al punto n. 6) degli impegni non c'è questo riferimento alla diversità di genere.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Presidente, forse se sospendiamo per 5 minuti, sarebbe meglio ...

PRESIDENTE. Allora, visto che mi sembra ci sia qualche problema, sospendiamo l'Aula per 5 minuti per vedere come organizzare meglio il lavoro.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 10,30, è ripresa alle 10,40.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa. Ha chiesto di parlare il Sottosegretario Ostellari.

ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Signor Presidente, intervengo, innanzitutto, per chiedere scusa. Vi chiedo la cortesia di accogliere le mie scuse (Applausi), ma c'è stato un problema, evidentemente, relativo alla sovrapposizione di testi di mozioni diverse nel medesimo fascicolo. Consentitemi solamente di fare questa nuova verifica tra le premesse e gli impegni delle singole mozioni per consentirmi di ritornare in Aula ed essere più preciso, ripartendo sostanzialmente dall'inizio. Ho capito che nelle premesse e negli impegni c'è stato un accavallamento, non so spiegarmi come. Insomma, sono io a rappresentare il Governo oggi, quindi chiedo io scusa a voi e vi chiedo, quindi, di pazientare ancora una mezz'oretta.

PRESIDENTE. Sta bene. A questo punto, sospendiamo la seduta…

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Signor Presidente, volevo semplicemente dire: utilizziamo questo tempo per fare qualcosa che dobbiamo fare poi a seguire? No, va bene, chiedo scusa io a voi.

PRESIDENTE. Allora, possiamo sospendere, magari per 10 minuti, per parlare con i gruppi per vedere se son tutti d'accordo, altrimenti, attendiamo la mezz'ora che ci ha chiesto il Sottosegretario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Orrico. Ne ha facoltà.

ANNA LAURA ORRICO (M5S). Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori. Noi eravamo in Aula alle 9 del mattino, le mozioni sono state depositate tutte ieri sera entro le ore 20. È imbarazzante l'atteggiamento del Governo, come si può lavorare in quest'Aula e garantire il buon andamento di questo Parlamento se il Governo non fa il suo lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? È imbarazzante e va stigmatizzato! Non è possibile, onestamente, non è rispettoso nei confronti di tutte le forze politiche che hanno lavorato sulle mozioni. Siamo pronti per fare le dichiarazioni di voto da stamattina alle 9, siamo pronti per votare e il Governo ci rinvia di 10 minuti in 10 minuti. Presidente, io le chiedo veramente di garantire il buon andamento di quest'Aula, ma non rinviando di 10 minuti in 10 minuti. Se il Governo oggi non è in grado di esprimere i pareri sulle mozioni, che riguardano un diritto sacrosanto, sancito dalla nostra Costituzione all'articolo 21, ce lo dica e si rinvia, perché non è possibile perdere tempo in questo modo (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe)! È una mortificazione continua che questa maggioranza e questo Governo perpetuano nei confronti soprattutto delle opposizioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grippo. Ne ha facoltà.

VALENTINA GRIPPO (AZ-PER-RE). Signor Presidente, senza nulla togliere al Sottosegretario Ostellari, mi unisco alle riflessioni svolte dalla collega Orrico. Si lavora tutti e ci sta che si facciano errori anche materiali, ma oggi in quest'Aula noi parliamo non di un argomento a caso, ma del diritto di informazione nella nostra Repubblica, parliamo della governance del sistema radiotelevisivo. Al di là della qualità e del modo con cui stiamo organizzando la discussione su questo tema, il rischio è che vengano dati pareri, sbagliando, sul fatto se si debba o meno cambiare la proprietà della Rai o se si debba o meno garantire a un giornalista di potersi difendere da accuse diffamatorie. Parliamo, dunque, di cose estremamente serie. Io forse sarò all'antica, ma su questo tema mi sarei aspettata la presenza della Presidente del Consiglio. Non c'è lei, però almeno un'attenzione un pochino più “pesante” da parte del Governo - parlo istituzionalmente -, proprio come tempo di riflessione dato a questa discussione, che, come è stato correttamente detto, è all'ordine dei lavori da qualche tempo, francamente ce la saremmo aspettata (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Presidente, anch'io mi unisco alle osservazioni svolte dalle colleghe. Siamo in una situazione imbarazzante. Io capisco, Sottosegretario, che lei chieda scusa, credo siano delle scuse dovute, ma dobbiamo prendere atto che il Governo, dopo tanto tempo che queste mozioni sono state depositate, non riesce a darci i pareri su un tema molto complesso, molto sentito e molto importante come quello della libertà di informazione, che nel nostro Paese, come sappiamo anche dalle statistiche internazionali, non brilla.

Faccio notare - l'ho fatto anche ieri - che quest'Aula è chiamata continuamente a discutere di provvedimenti che hanno una centralità marginale e non molto complessi. Non abbiamo discusso in queste settimane riforme molto complicate dal punto di vista tecnico. Abbiamo discusso dell'agricoltore custode, ieri delle rievocazioni storiche (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), più tardi discuteremo della mototerapia ed abbiamo istituito non so più quante giornate celebrative, più o meno su qualsiasi cosa.

Presidente, io la prego di chiedere che ci sia il rispetto di quest'Aula e di questo Parlamento, perché altrimenti funziona così: i provvedimenti importanti e centrali per la vita delle persone li fa il Governo, li porta in Aula e mette la fiducia e questo Parlamento non può discuterne; dobbiamo discutere di questioni del tutto marginali, a volte anche pretestuose, per le quali non servirebbe il Parlamento ma basterebbe qualche decreto ministeriale e poi, quando si discute di mozioni su temi importanti, ci troviamo in una situazione come quella di stamattina, con pareri che non si capiscono, continui rinvii e anche pareri sbagliati. Francamente non vedo serietà da parte di questo Governo e, quindi, Presidente, le chiedo di richiamare tutti i membri dell'Esecutivo ad avere maggiore rispetto per i nostri lavori. Lo dico anche perché questa mattina noi ci siamo alzati presto, alle 6, per leggere le mozioni che i colleghi avevano depositato ieri alle 20 (Commenti). Sì, mi sono alzata presto per venire qui. Ero qui alle 8 e, quindi, francamente penso che potessero farlo anche i membri del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Conosciamo il collega Ostellari come persona seria e lo ha dimostrato anche questa mattina chiedendo scusa, ma il problema non è lui. Purtroppo questo, a mio giudizio, è un evidente esempio di come il Parlamento sia trattato dall'Esecutivo. Questo è il punto, ma riguarda tutti. Su mozioni relative a questioni importanti - e il tema della libertà di stampa credo sia un tema caro a tutti - non si può avere da parte degli uffici dei Ministeri questa sciatteria. È una mancanza di rispetto nei confronti del Parlamento. Credo che questa vada segnata e, quindi, le chiedo di rinviare alla prossima settimana questo punto all'ordine del giorno, perché questo deve essere un segnale per tutti gli uffici legislativi di tutti i Ministeri. Questo è il Parlamento della Repubblica e va rispettato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

Alle 11, o quando sarà, faremo il punto sulla mototerapia e questo punto è rinviato alla prossima settimana, perché giustamente il Sottosegretario è al telefono da 10 minuti. Non vogliamo pareri raffazzonati, perché è un tema importante. Così qualcuno magari nei Ministeri si dà la sveglia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Candiani. Ne ha facoltà.

STEFANO CANDIANI (LEGA). Grazie, Presidente. Trovo molto enfatica e veramente anche un po' pedante questa polemica che è stata innestata dalle opposizioni (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il Sottosegretario Ostellari ha esordito ponendo le proprie scuse all'Aula a nome del Governo. Quanto meno questo è un atteggiamento di serietà e onestà, per il quale io ringrazio l'onorevole Ostellari. Possono capitare queste cose. Qualcuno di voi ha già avuto anche esperienza di Governo e sa benissimo che trovarsi su quei banchi e rappresentare l'attività che viene fatta alle spalle è cosa assai onerosa.

Dopodiché, se qualcuno vuole prendere l'occasione per dire che si alza presto al mattino, sappia che non è una cosa così eroica, perché siamo anche pagati per farlo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Pur ringraziando dell'onestà il Sottosegretario Ostellari, e chiaramente un errore lo si perdona a chiunque, però, ovviamente, serve anche da parte del Governo - e lo richiedo - maggiore attenzione e rispetto dell'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe, Alleanza Verdi e Sinistra e Italia Viva-il Centro-Renew Europe). Ma ringrazio per l'onestà l'onorevole Ostellari, perché un errore, comunque, dobbiamo anche riconoscerlo, ci può sempre stare e può capitare.

Se siamo tutti d'accordo, propongo di sospendere la seduta fino alle ore 11,15, per poi riprendere i lavori con l'esame della proposta di legge in materia di mototerapia e chiaramente bisognerà vedere un po' gli accordi tra i gruppi. Quindi, se a questo punto non ci sono obiezioni, sospendo la seduta che riprenderà alle ore 11,15 con immediate votazioni.

La seduta, sospesa alle 10,50, è ripresa alle 11,20.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'

Seguito della discussione della proposta di legge: Panizzut ed altri: Disposizioni per il riconoscimento e la promozione della mototerapia (A.C. 113-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 113-A: Disposizioni per il riconoscimento e la promozione della mototerapia.

Ricordo che nella seduta del 20 febbraio si è conclusa la discussione generale e il relatore è intervenuto in sede di replica, mentre il rappresentante del Governo vi ha rinunciato.

La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.

(Esame degli articoli - A.C. 113-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge (Vedi l'allegato A). Colleghi, stiamo per votare, lo dico per chi poi corre da fuori verso dentro.

Poiché non sono state presentate proposte emendative, li porrò direttamente in votazione.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 113-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Colleghi, è stato dato il preavviso. Eravamo tutti avvertiti, quindi, per favore, velocemente.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 113-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 113-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 113-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 113-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale. Ha chiesto di parlare il deputato Faraone. Ne ha facoltà.

DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Presidente, noi abbiamo votato contro tutti gli articoli e voteremo contro il provvedimento. Siamo molto preoccupati dal precedente che questo Parlamento sta provocando rispetto a un tema…

PRESIDENTE. Un attimo, onorevole, stoppiamo il tempo in attesa che i colleghi le diano la facoltà di parlare nel silenzio che pretende quest'Aula. Colleghi, la modalità è sempre la stessa: o si fa silenzio o non si va avanti, fate un po' voi. Colleghi di Fratelli d'Italia, colleghi del Partito Democratico, dovete fare silenzio. Prego, onorevole Faraone.

DAVIDE FARAONE (IV-C-RE). Presidente, ho molto rispetto per chi pratica quest'attività e per chi all'Ospedale Regina Margherita di Torino ha riscontrato effetti benefici per i malati oncologici che hanno potuto praticarla. Il problema è un altro: noi non possiamo dare delle validazioni scientifiche e non possiamo dare rilevanza di intervento sanitario a proposte che sono figlie di questionari (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe). Alla base di questo provvedimento di legge c'è un questionario, ossia ci sono 50 persone interrogate che hanno detto che hanno avuto un beneficio dalla mototerapia. Dopo che c'è stato questo questionario, è stata presentata da alcuni parlamentari una proposta di legge, senza che l'Istituto superiore di sanità, che è l'unico istituto che dovrebbe dare, a me risulta, validazione scientifica agli interventi messi in atto, abbia dato parere favorevole. Credo che questo, che noi oggi stiamo producendo, sia un precedente alquanto preoccupante.

Dire che questa è un'iniziativa meritoria, sicuramente lo posso dire se la associo a un intervento ludico. Se affido alle amministrazioni liberamente la possibilità di sostenere economicamente progetti di questo tipo, ci può stare: è un intervento ludico, lo si costruisce insieme ad associazioni del Terzo settore prevedendo, all'interno di questi progetti, la presenza di professionalità di un certo tipo. Allora, quel filone sta in piedi, così com'è accaduto a Milano, dove si è tenuta un'iniziativa, che si dice che sia andata bene e ha avuto effetti positivi, così come a Torino, con quell'altra iniziativa a cui ho accennato poco fa.

In questi casi, come intervento ludico, sono dell'idea che si possono sostenere iniziative di questo tipo, ma non dell'idea che, invece, questa iniziativa diventi un'iniziativa di impronta scientifico-sanitaria, infatti - Presidente, lei lo sa meglio di me - per entrare nelle linee guida e anche nei livelli essenziali di assistenza alcune iniziative devono avere criteri scientifici che hanno caratteristiche precise e puntuali. A me non risulta che tutto questo iter sia stato fatto. Lo chiedo eventualmente alla Ministra, non c'è il Ministro della Salute. Ai sensi di quali principi scientifici stiamo decidendo che sottraiamo risorse? Infatti, Presidente, è vero che questo provvedimento è a invarianza di spesa, però quando si dice, nell'ambito sanitario, che le risorse le si devono andare a trovare, ciò vuol dire che, comunque sia, dando il via a questa terapia, si dovranno sottrarre risorse ad altri interventi che, invece, hanno validazioni scientifiche, ed è una grande follia; cioè, noi non abbiamo le risorse nei livelli essenziali di assistenza per finanziare gli interventi attraverso il metodo ABA per le persone con autismo, noi non abbiamo le risorse per finanziare i centri di logopedia, noi non abbiamo le risorse per finanziare la psicomotricità, noi non abbiamo le risorse per finanziare gli interventi in ospedale per le persone con disabilità che hanno bisogni specifici, non abbiamo risorse per tutto questo e chiediamo di prendere alcune risorse che destineremmo ad attività con validazioni scientifiche e di trasferirle per la mototerapia, che non sappiamo minimamente che tipo di effetti può avere nei confronti dei pazienti.

Per cui, Presidente, credo che questo Parlamento stia sbagliando a trattare con superficialità temi così delicati, stia sbagliando a metterli all'ordine del giorno con questa approssimazione e con questa superficialità. Nessuno di noi, né il sottoscritto, né i presentatori di questa legge e nessun altro, in questo Parlamento, ha la preparazione e la formazione per dare valutazioni scientifiche dei provvedimenti che portiamo a votare in quest'Aula.

Per cui io mi sarei aspettato, Ministra, una maggiore attenzione. Su questi temi non ci sono colori politici; non è che se c'è un collega di partito che le dice “ho un amico che mi ha detto che la mototerapia funziona” si presenta una proposta di legge e lei dice che va bene: stiamo parlando di cose delicate, la legge n. 328 del 2000, che prevede la costruzione di percorsi che devono essere sostenuti lungo l'intera esistenza delle persone con disabilità o con fragilità, lei sa benissimo che ha difficoltà a essere finanziata, perché prendersi in carico una persona dalla diagnosi fino al dopo di noi costa. Disperdere le risorse per iniziative così, Ministra, è veramente un peccato, è veramente incredibile, anche perché, Ministra, la prossima volta potrà avvenire che vi sia chi dice che anche con i cavalli funzionano le terapie e quindi anche in quel caso bisognerà trovare le risorse, e lo dirà qualcuno non validamente sostenuto dall'Istituto superiore di sanità, ma lo dirà un parlamentare perché magari c'è un'associazione amica che dice che un bambino ha avuto un effetto benefico da un certo intervento. Ci può stare che questo accada, ma far assurgere queste vicende a questioni generali, che devono poi essere sostenute con le risorse del Ministero della Salute a me sembra una cosa incredibile.

Per cui noi, signora Ministra, voteremo contro questo provvedimento e io spero che l'Aula voti contro questo provvedimento, ma non perché io voglia male al collega che ha presentato il provvedimento; penso che ci sia tutta la buona fede e la bontà massima nella volontà di occuparsi delle persone più fragili, però su questi temi non ci può essere superficialità, non possiamo andare a trattare temi così delicati in questo modo.

Per cui l'auspicio, anche se non ho grande fiducia in questo, è che il Parlamento voti contro questo provvedimento e che questo tema venga affrontato, signora Ministra, con un percorso diverso; non dico che non si debba fare, si chiama l'Istituto superiore di sanità, si presenta un progetto e si chiede cosa ne pensi, quale validazioni scientifiche ci sono, di predisporre le linee guida, e su queste linee guida si presentano i provvedimenti anche alle regioni, questo è il percorso, non è né il questionario, né il parlamentare meritevole che ci porta un progetto di una associazione.

Stiamo creando un precedente, secondo me, gravissimo. Spero che questo Parlamento dia un segnale in dissenso rispetto a questo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Martina Semenzato. Ne ha facoltà.

MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, chi vi parla è una motociclista, una harleysta; oggi magari sembrerà normale, ma quando ho conseguito la patente, trent'anni fa, ero l'unica donna a presentarsi all'esame. La moto è una passione straordinaria, ma essere motociclisti significa conoscere le regole, il rigore e anche la disciplina della strada, significa scoprire che ciò che ci circonda con gli occhi del viaggiatore, ma significa soprattutto rispettare gli altri e, quando necessario, essere in prima fila ad aiutare chi è in difficoltà. Ed è con questo spirito che nel mio curriculum da centaura, oltre che tantissimi e bellissimi viaggi in moto, metto le straordinarie esperienze che mi sono rimaste maggiormente nel cuore, anche quelle tante attività fatte negli orfanotrofi, nei centri anziani, per regalare a bambini e persone malate un momento di leggerezza: questa, in sintesi, è la mototerapia. Si tratta di una vera e propria metodica innovativa, che utilizza la moto come strumento terapeutico. Ideata da Vanni Oddera, uno dei massimi esponenti del freestyle motocross nel mondo, mira a migliorare l'esperienza nell'ospedalizzazione, contribuendo al percorso riabilitativo dei pazienti e accrescendo l'autonomia e il benessere psicofisico dei bambini, dei ragazzi e degli adulti con disabilità. L'idea di base è semplice, ma potente: dare la possibilità di condividere e far vivere la passione per la moto con chi non può sperimentarla, offrire un senso di libertà e di normalità a chi spesso si trova a lottare contro le barriere fisiche e sociali. Le moto diventano così porte verso una vita più attiva e piena di possibilità. Ricordiamoci che i bambini con disabilità sono innanzitutto bambini e la mototerapia permette loro di sognare e di sorridere. Tanti sono gli ospedali, come il Gaslini di Genova, il Regina Margherita di Torino, il San Matteo di Pavia, il San Gerardo di Monza e il San Paolo di Savona, che già da tempo utilizzano la moto come porta di vita per i piccoli pazienti, coinvolgendo volontari esperti, con l'obiettivo di far vivere ai pazienti e, soprattutto, ai bambini un'esperienza di libertà e di gioia.

La proposta di legge che votiamo oggi, a prima firma del collega Panizzut, che voglio ringraziare personalmente, è finalizzata a dare un livello normativo, un riconoscimento formale alla mototerapia come terapia complementare, un'iniziativa che merita la nostra attenzione e il nostro sostegno poiché rappresenta un passo importante verso l'inclusione e il benessere delle persone con disabilità. Perché è necessaria una legge? Non penso sia solo una questione economica, lo è principalmente per due motivi: in prima battuta, per garantire che la mototerapia rimanga gratuita per gli utenti finali, per le loro famiglie, gli ospedali e i pazienti e, in seconda battuta, per gestire correttamente l'attività e la formazione degli operatori, garantendo l'uso di moto adeguate.

In conclusione, il provvedimento che ci accingiamo a votare rappresenta un passo importante verso il riconoscimento ufficiale della mototerapia come pratica che, per quanto sia sconosciuta ai più, può fare la differenza nella vita di molte persone con disabilità. Proprio per questo, come Martina centaura, come Coraggio Italia e come gruppo parlamentare di Noi Moderati, crediamo che sia importante sostenere questa proposta di legge. La mototerapia non è solo una terapia, ma è un modo di restituire speranza e gioia a chi ne ha bisogno. Votiamo a favore di questa PdL e facciamo la differenza nella vita di molti pazienti, alcuni giovanissimi (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo Aldo Moro, da Calcinate, provincia di Bergamo, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Benvenuti alla Camera dei deputati.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Presidente. Nel nostro Paese, che vede un Servizio sanitario nazionale abbandonato ogni giorno da medici e infermieri, che vede senza contratto i lavoratori del Servizio sanitario nazionale stesso, che vede il Governo proseguire nel definanziamento, in pratica, del Servizio sanitario nazionale mentre si espande il ricorso a privati o cooperative persino per avere una visita del medico di base, per non parlare poi dei limiti che ormai sono evidenti per servizi basilari quali la fisioterapia, noi oggi discutiamo di mototerapia, una innovazione nel campo medico e nelle terapie a sostegno e a contrasto delle disabilità. Certamente, si tratta di capire in Parlamento - in Commissione affari sociali ne abbiamo discusso - anche la motivazione di fondo per cui dovremmo interessarci a questa presunta terapia invece che fare nostre le preoccupazioni del Paese circa le problematiche strutturali e programmatiche che rendono difficile pensare a una piena attuazione dell'articolo 32 della Costituzione.

Ma entriamo nel merito. La proposta di legge si riferisce alla mototerapia, una terapia che prevede esibizioni di motocross freestyle, con moto e mezzi similari preparati appositamente, sia all'aperto sia all'interno degli ospedali - non so come si possano effettuare queste esibizioni all'interno degli ospedali - coinvolgendo direttamente bambini, ragazzi e adulti con disabilità o con gravi patologie. A detta del relatore - oggi ho sentito anche una conferma di questa posizione da parte della collega Semenzato, esperta e addirittura centauro da tanti anni - che è anche primo firmatario della proposta di legge, la mototerapia rappresenta momenti di serenità e spensieratezza attraverso la possibilità per pazienti e persone con disabilità di essere trasportati o anche di guidare una moto sotto la supervisione di piloti esperti in sicurezza. Attraverso questa attività si svilupperebbero capacità fisiche, affettive, cognitive e sociali in grado di accrescere il senso di autonomia e di autosufficienza dei partecipanti. Con tali motivazioni il provvedimento in esame propone il riconoscimento della mototerapia come strumento di inclusione sociale delle persone con disabilità.

Questo è il passaggio, diciamo, discutibile, anche perché, come detto giustamente dal collega Faraone, sulla sperimentazione della mototerapia, fino ad oggi o, perlomeno, per quanto a mia conoscenza, esiste uno studio da parte di un'équipe medica del reparto di oncologia pediatrica dell'ospedale Regina Margherita di Torino. La direzione è della dottoressa Franca Fagioli. Tale studio confermerebbe, a suo dire, che la mototerapia produce effetti tangibili positivi nel miglioramento della qualità della vita dei pazienti pediatrici e dei loro familiari. Questa indagine è stata pubblicata sull'European Journal of Integrative Medicine. È stato monitorato un campione di 50 pazienti con età media di 9,2 anni, per il 43 per cento maschi e per il 73 per cento affetti da leucemia, di 50 genitori con età media di 33,2 anni, per l'83 per cento femmine, e di 25 operatori sanitari. Questo è stato il test. Lo studio, in particolare, aveva come obiettivo di misurare, attraverso un questionario, la percezione del dolore nei bambini, le loro emozioni e sensazioni e la percezione del grado di autonomia e di autosufficienza. Negli adulti, invece, sono stati valutati il livello di stress e le emozioni. Questo studio afferma che, grazie alla mototerapia, la percezione del dolore e il livello di stress si riducono, le emozioni negative si affievoliscono, quelle positive aumentano. A detta dello studio, quindi, la mototerapia sembra aiutare i piccoli pazienti e le loro famiglie a sopportare meglio le terapie. Si tratta di un percorso progettuale che da circa dieci anni ha trovato una sua attuazione presso l'istituto Gaslini, a partire dal reparto di emato-oncologia. A detta del direttore sanitario del Gaslini, l'esperienza condotta in questi anni di offerta dell'attività mototerapica nei reparti oncologici pediatrici indica come questa possa essere classificabile come un'attività di intrattenimento complementare al processo di cura e sia da considerare sicura ed efficace nel contribuire ad assicurare un miglioramento complessivo nell'esperienza di ricovero e, in generale, nella qualità della vita dei bambini ospedalizzati e dei loro familiari. Mi chiedo quante altre attività, se fossero sottoposte a uno studio o a studi analoghi, potrebbero essere reputate della stessa qualità e della stessa portata della mototerapia che oggi è sotto la nostra attenzione.

Da queste basi - piuttosto esili, oserei dire - la proposta di legge in esame prende le mosse e prevede il riconoscimento e la promozione dell'attività di mototerapia quale terapia complementare per rendere più positiva l'esperienza dell'ospedalizzazione, per contribuire al percorso riabilitativo dei pazienti e per accrescere l'autonomia, il benessere psicofisico e l'inclusione dei bambini, dei ragazzi e degli adulti con disabilità. Dispone, inoltre, che, con accordo in sede Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, siano approvate le linee guida per la corretta applicazione degli interventi, disciplinando le necessarie misure di sicurezza e igienico-sanitarie, i requisiti dei motocicli e delle attrezzature utilizzate, il coinvolgimento di medici, infermieri e familiari nonché la direzione dei progetti e dei percorsi formativi degli operatori. Concludendo, sottolineo come particolare attenzione debba essere data non solo da parte dei Ministri interessati e coinvolti ma anche dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano su due aspetti sui quali le linee guida dovranno essere molto chiare. Mi riferisco ai protocolli di sicurezza e alle misure igienico-sanitarie da garantire.

Infatti, due questioni sono molto sensibili, unitamente alla verifica degli effettivi benefici che la mototerapia produrrà, si spera. Infine, la promozione dell'organizzazione degli eventi, dei progetti di mototerapia, è configurata come facoltà per le amministrazioni interessate, le quali potranno e dovranno provvedere alle relative attività, a valere sulle risorse disponibili a legislazione vigente. Però, resterà ferma la possibilità di fare ricorso anche a risorse private. Quindi, augurandomi che ci sia effettivamente una verifica oggettiva rispetto agli effetti concreti di questo tipo di terapia, annuncio da parte del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra il voto di astensione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i professori dell'Istituto comprensivo statale Giovanni Cena, di Cerveteri, che oggi sono in visita alla Camera dei deputati. Benvenuti (Applausi).

Ha chiesto di parlare, per la sua dichiarazione di voto finale, l'onorevole Elena Bonetti. Ne ha facoltà.

ELENA BONETTI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Ministra, colleghe e colleghi, confesso un certo imbarazzo nel fare questa dichiarazione di voto. Colgo il portato, il vissuto, nelle parole di questo testo di legge, di tante famiglie e, soprattutto, di genitori di bambini che sono stati e che sono ancora ricoverati nei reparti dell'ospedale e che hanno vissuto un'esperienza positiva, importante, di sollievo, attraverso l'utilizzo di questa pratica, di cui oggi stiamo discutendo in questo progetto di legge. E penso che a queste famiglie, al loro dolore e a ogni piccolo gesto o passo che questo Paese può mettere in campo debba corrispondere sicuramente un impegno sempre maggiore e consequenziale. E quindi, non solo nel rispetto della loro esperienza e del loro dolore, ma anche della creatività e dell'attenzione che il mondo della sanità, dei medici, degli infermieri, insieme al Terzo settore e alle associazioni, ogni giorno mettono in campo, credo che questo Parlamento debba dare le risposte che meritano, ma soprattutto le opportunità per avere strumenti sempre più in grado di rispondere all'esigenza di accompagnamento, troppo spesso, nel dolore, ma soprattutto di ricerca di un benessere che va perseguito. Ed è un diritto che dobbiamo avere sempre presente anche dal punto di vista della tutela del diritto costituzionale, e integrale, alla salute della persona.

Tuttavia, ritengo che la prassi - secondo la quale un'esperienza positiva e certificata come tale, come quella della mototerapia in vari reparti ospedalieri, debba essere portata a regime di una terapia riconosciuta per legge - crei una distorsione nel nostro sistema legislativo, che rischia di arrivare a una degenerazione. Già i colleghi prima di me hanno richiamato alcuni di questi punti. Non può essere un testo di legge a dare una valutazione medico-scientifica ad una terapia. Noi l'abbiamo detto e mi stupisce che, per alcuni, invece, ci sia una volta sì e un'altra volta no. Ad esempio anche la valutazione scientifica che l'Agenzia europea del farmaco ha fatto nel percorso di approvazione dei vaccini per il COVID-19 non può essere oggetto di valutazione di un'Aula parlamentare o di un'aula di una Commissione parlamentare. Altrettanto, condividiamo, in modo coerente, che questo testo di legge non possa diventare una valutazione scientifica o medico-scientifica che fa assurgere a terapia una pratica che ha avuto riscontri positivi. E mi riferisco anche ad altri testi di legge che hanno portato all'istituzione di terapie. Noi dobbiamo essere molto chiari e in questo mi rivolgo, tramite lei, anche al Governo: oggi c'è una legge delega sulla disabilità e c'è la possibilità di definire linee guida puntuali, che vadano a creare quelle condizioni necessarie e di qualità da garantire in modo uniforme sul territorio nazionale, e che lo si faccia in modo serio. Altrimenti, colleghe e colleghi, ci troveremo qui a dover votare, in teoria, su ogni singolo protocollo di terapia che i singoli ospedali mettono in campo. Ci troveremo a fare cosa? A dare un'affermazione rispetto a un tale farmaco o a quell'altro, in quest'Aula parlamentare? Io lo dico: credo che qui nessuno abbia le competenze per farlo ed è molto pericoloso che si assegni al legislatore e al Parlamento il compito di definire protocolli che devono essere attribuiti nella comunità scientifica, promuovendo la necessaria partecipazione.

E su questo richiamo anche lavori importanti che abbiamo fatto, in modo trasversale, nell'ambito oncologico, per esempio sul tema dei PRO, cioè di partecipazione, per esempio, dei pazienti nell'approvazione di questi protocolli, delle associazioni dei pazienti coinvolti, delle associazioni che erogano questo tipo di servizio. Questo dovrebbe fare oggi il legislatore: un disegno di legge quadro, un'attuazione di questo tipo di linee guida, che devono essere garantite e che colgano anche la creatività e l'innovazione di alcune forme sperimentali di terapia, come la mototerapia, ma che rientrino in un sistema di governance complessivo, che non può essere frammentato nella singola legge che coglie la sensibilità dell'uno invece che dell'altro.

In ragione di queste motivazioni, io dichiaro il voto di astensione del gruppo Azione-PER-Renew Europe. Ci mettiamo a disposizione del Governo e della maggioranza, affinché questo lavoro sinergico, strutturale e sistemico venga portato in campo, perché riteniamo che il valore aggiunto che questo potrebbe dare al sistema complessivo delle terapie, soprattutto nell'ambito delle terapie croniche, della disabilità e anche, lasciatemelo dire, purtroppo, di quelle malattie drammatiche dell'oncologia pediatrica che colpiscono troppe famiglie, possa rappresentare anche una luce di speranza per il nostro Paese e per le tante famiglie che oggi stanno soffrendo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, intervengo a sostegno di questa iniziativa parlamentare che dimostra una volta in più la grande attenzione riservata alla salute e al benessere dei cittadini. La proposta di legge in materia di mototerapia rappresenta un importante passo in avanti verso una sempre più moderna concezione della salute e del Welfare State, una concezione in cui la cura del paziente e l'attenzione al percorso di cura non sono limitate al trattamento della malattia, ma pongono al centro l'obiettivo di alleviare la sofferenza e il disagio di chi si trova ad affrontare problematiche complesse, nella direzione di garantire il completo benessere della persona. Un concetto che si ispira, dunque, a una filosofia olistica di presa in carico globale della persona e della sua salute. Ciò è tanto più vero quando abbiamo a che fare con i piccoli pazienti e, dunque, in ambito pediatrico.

La mototerapia è un progetto di recupero e sostegno, dedicato inizialmente ai ragazzi disabili, che nasce nel 2009. Negli anni il progetto si è evoluto, passando dal semplice intrattenimento, con l'esecuzione di spettacoli ed esibizioni da parte dei piloti, a vere e proprie lezioni di guida, che danno la possibilità ai piccoli pazienti di sperimentare l'emozione di cavalcare, in tutta sicurezza, con l'assistenza di istruttori esperti, motociclette elettriche. Anche la platea dei pazienti che beneficiano di questa importante iniziativa si è ampliata in modo considerevole, coinvolgendo oggi diffusamente pazienti oncologici e soggetti autistici.

I risultati positivi del trattamento sono evidenti e confermati da diversi studi. Uno studio preliminare, condotto nel 2020 presso l'ospedale Regina Margherita di Torino su un campione di 50 bambini adolescenti, che ha coinvolto anche i relativi familiari e 25 operatori sanitari, ha dimostrato un significativo miglioramento delle condizioni di benessere e, in generale, della qualità della vita dei piccoli pazienti, verificato attraverso indicatori soggettivi che misurano la percezione del dolore e le emozioni positive. I dati di questo studio preliminare sono confermati da tutte le realtà sanitarie che hanno introdotto la mototerapia nei percorsi di cura.

Il 12 settembre scorso, in sede di audizione in Commissione affari sociali, il professor Raffaele Spiazzi, direttore sanitario dell'Istituto Gaslini di Genova, ha riferito che l'esperienza condotta in questi anni nei reparti oncologici pediatrici indica che l'attività di mototerapia sia da considerare sicura ed efficace nel contribuire ad assicurare un miglioramento complessivo dell'esperienza di ricovero. Risultati importanti si sono raggiunti anche nei percorsi che riguardano soggetti affetti da disturbi dello spettro autistico. La motocicletta è stata descritta come attivatore emozionale, sensoriale, motorio, attentivo e cognitivo, con risvolti molto positivi rispetto alla tolleranza ai rumori, all'aumento dei tempi di attenzione e del contatto oculare e, in definitiva, sull'autonomia del bambino e sulla propensione alla socialità. Gli evidenti successi del trattamento, ormai da annoverare appieno nella categoria delle attività complementari e di sostegno al percorso di cura, meritano certamente un riconoscimento legislativo, con l'obiettivo di incentivarne una diffusione capillare su tutto il territorio nazionale. Per queste ragioni, Forza Italia voterà a favore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marianna Ricciardi. Ne ha facoltà.

MARIANNA RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. La proposta di legge in esame, recante disposizioni per il riconoscimento e la promozione della mototerapia, è finalizzata a riconoscere la mototerapia quale terapia complementare per rendere più positiva l'esperienza dell'ospedalizzazione, per contribuire al percorso riabilitativo dei pazienti e per accrescere l'autonomia, il benessere psicofisico e l'inclusione dei bambini, dei ragazzi e degli adulti con disabilità.

Sono nobili intenzioni, colleghi, che concettualmente condividiamo, perché, come più volte abbiamo ricordato in quest'Aula, i bambini che portano il peso gravoso di malattie invalidanti, sia che esse siano croniche, sia nel caso in cui necessitino di cure lunghe e invasive, come quelle oncologiche, insieme alle loro famiglie, hanno il diritto di essere seguiti nei percorsi di cura, non solo, da un punto di vista prettamente farmacologico ma, anche, per quanto riguarda il sostegno psicologico e integrando tutto quello che può concorrere a un benessere generale, anche emotivo. Perché, ricordiamolo una volta in più, una persona non si identifica con la sua malattia.

Come ben sappiamo, esiste una vasta casistica di patologie, tra cui quelle oncologiche, che costringono a lunghe degenze e trasformano il rapporto con gli altri, minando la sicurezza in se stessi e nel futuro, mettendo in pausa tutta la socialità e la vita stessa. Tutti i percorsi di terapie integrative, tra cui anche la clownterapia e la pet terapia nascono proprio dal desiderio di aumentare il sostegno ai bambini e agli adolescenti in cura e ai loro familiari, in modo che il periodo della degenza, vissuto lontano dal proprio ambiente domestico, possa essere affrontato riducendo al massimo il disagio, favorendo nuovi legami sociali e valorizzando il più possibile le energie e le risorse personali, ma anche semplicemente per generare inaspettati momenti di spensieratezza.

Di certo, strumenti in grado di creare momenti di collettività e socialità sono fondamentali anche per tutte quelle categorie che possiamo definire in modo generico come portatrici di disabilità. La malattia e la disabilità non sono difficili da vivere solo per barriere esterne, ma anche e, forse, prima, per barriere interne, perché il concetto di limite diventa più grande di quello di possibilità, minando alla base un altro concetto, che è quello di normalità. Non a caso, il bisogno maggiormente espresso dai ragazzi oncologici, per esempio, è proprio quello di ottenere una normalità di vita. Ecco, perché non mettiamo in discussione l'intenzione che sta alla base di questa proposta di legge. Nessuno di noi, infatti, vorrebbe mai negare, a chi vive momenti di estrema sofferenza o a chi porta il peso della disabilità, la gioia di emozioni come quelle di un sorriso, un abbraccio, un momento di inclusione, in cui viene meno il limite e si rafforza la possibilità. Negli ultimi anni possiamo dire di aver fatto tanti passi avanti in questa direzione, se pensiamo che alla fine degli anni Settanta le teorie del dottor Patch Adams risultavano come teorie di un pazzo visionario. Oggi, invece, l'importanza delle cure palliative in ambito medico è assolutamente riconosciuta ed esse sono considerate indispensabili nel percorso di guarigione dei piccoli pazienti. In questo tipo di approccio il centro dell'attenzione non è la malattia, ma, appunto, il bambino e i suoi bisogni. Troppo spesso questi piccoli pazienti trascorrono molto tempo nei reparti ospedalieri, restando lontani dalle loro abitazioni e dallo svolgimento delle attività quotidiane, come il gioco e la scuola. La mototerapia, in questo conveniamo con voi, è dedicata proprio a chi, appesantito da limiti sopravvenuti o congeniti, è portatore di bisogni speciali. Essa consiste nello svolgimento di esibizioni di motocross freestyle all'aperto o all'interno degli ospedali per i ragazzi con disabilità e i pazienti, in particolari pediatrici, con gravi patologie, nonché l'opportunità per gli stessi di salire in sella a una moto a trazione elettrica, in caso di ingresso in ospedale, per vivere un'esperienza nuova sotto il controllo di un pilota esperto, in accordo con genitori e medici curanti. Parliamo, dunque, di un progetto di recupero e sostegno che nasce nel 2009 dall'idea di Vanni Oddera, pilota di motocross freestyle, a cui sicuramente va riconosciuto merito per il suo impegno nel sociale e vi confesso che quel suo motto: “Se si salta da soli è solo un sogno, se si salta insieme è la vita che inizia davvero”, mi ha fatto emozionare. In questi giorni, ho visto tanti video delle varie iniziative che sono state organizzate e, sinceramente, sono immagini che mi hanno riempito il cuore, sia come cittadina, sia anche come medico, perché ritengo che sia fondamentale consentire l'integrazione dei nuclei familiari negli ospedali, così come fuori da essi, e favorire rapporti personali, autonomia e benessere. Ma, mentre per le altre tipologie di terapie, come per esempio la clownterapia, la pet therapy e l'immaginazione guidata esiste una vasta letteratura scientifica, che va a definire un corposo perimetro di evidenze provate da numerosi studi, per la mototerapia, invece, non disponiamo che di un unico studio, condotto dall'équipe medica del reparto di oncologia pediatrica dell'Ospedale Regina Margherita di Torino. Protagonista di questa indagine è stato un campione di soli 50 pazienti, 50 genitori e 25 operatori sanitari tra medici e infermieri e, sinceramente, un unico studio ci pare troppo poco, se parliamo di evidenze scientifiche. Riteniamo, dunque, che in futuro questo aspetto vada sicuramente implementato e rafforzato, precisando che non solleviamo in merito alcuna contestazione ostativa, anzi, auspichiamo che nei prossimi anni si possa intervenire al riguardo in maniera scientificamente incidente, aspetto che aiuterebbe a creare anche percorsi formativi e, quindi, a coinvolgere personale dedicato. Ma, al di là di questo aspetto, c'è anche un altro punto che ha sollevato i nostri dubbi, che riguarda le risorse da investire per l'applicazione di questa disciplina integrativa. L'articolo 4 della proposta di legge in esame, ovvero l'articolo che riguarda le disposizioni finanziarie, prevede che agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge si provveda mediante corrispondente riduzione del Fondo per far fronte ad esigenze indifferibili che si manifestano nel corso della gestione. Sinceramente, ci ha lasciato qualche perplessità il fatto che per una proposta di legge, che tocca un aspetto importante della vita di piccoli pazienti, non siano state previste risorse dedicate. Il punto è che dovranno essere definiti con linee guida e successivamente elaborati dei progetti, solo allora si potrà presentare richiesta di finanziamento a un Fondo che di per sé è esiguo e al quale si può attingere per tantissime altre occasioni. Il rischio concreto è che nel momento in cui sarà definito il progetto, sarà negato il conseguente finanziamento per esaurimento del Fondo. L'impressione, purtroppo, è che ormai alle proposte di legge di iniziativa parlamentare sia relegata la sola possibilità di definire, possiamo dire, progetti bandiera. Penso, ad esempio, al provvedimento recentemente approvato in questo ramo del Parlamento che istituisce il Maestro dell'arte della cucina italiana, che prevede il finanziamento con l'importante cifra di 2.000 euro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Si tratta di progetti senza risorse e, quindi, senza effettiva ricaduta pratica sulla quotidianità degli italiani. In conclusione, colleghi, la nostra astensione non sia letta da questa maggioranza come elemento di impedimento, bensì come intenzionale incoraggiamento a miglioramenti, sia strutturali, sia di indagine scientifica, affinché questo nuovo strumento vada a integrare quelli già a disposizione per contribuire al benessere di chi, purtroppo, la condizione di benessere non si trova a viverla adeguatamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Panizzut. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO PANIZZUT (LEGA). Grazie, Presidente, e buongiorno a tutti i colleghi. Innanzitutto, permettetemi di ricordare che questa proposta di legge era stata già da noi presentata durante la scorsa legislatura attraverso il collega Mauro Sutto e ripresentata in questa con la condivisione del Ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, che saluto. Volevo fare un inciso: l'ippoterapia esiste già, c'è anche un centro al Niguarda a Milano, dove fanno anche la terapia con gli asinelli, per dire. Tornando a noi, la mototerapia è una terapia complementare, non alternativa, che prevede lo svolgimento di esibizioni di motocross con moto e mezzi similari, appositamente predisposti, all'aperto e all'interno di ospedali, all'interno degli ospedali con moto elettriche - in effetti, anche io non ci credevo, finché non ho visto le immagini -, coinvolgendo direttamente bambini, ragazzi e adulti con disabilità o con gravi patologie. In quanto complementare, la mototerapia non ha natura e finalità clinico-terapeutica diretta, bensì costituisce un'attività ricreativa e di intrattenimento volta ad alleviare e a rendere più positiva l'esperienza dell'ospedalizzazione, a contribuire al percorso riabilitativo, nonché ad accrescere l'autonomia, il benessere psicofisico e l'inclusione dei pazienti, dei bambini, dei ragazzi e degli adulti con disabilità e dei loro familiari, che sono i destinatari delle iniziative e dei progetti in esame.

I progetti di mototerapia nascono dall'intuizione di Vanni Oddera, pilota di motocross, che anni fa ha scelto di mettere il proprio talento al servizio delle persone più fragili, con disabilità e con malattie cronico-degenerative, per regalare a tutti momenti di serenità e di spensieratezza ma soprattutto per offrire un'opportunità di autostima e favorire le reazioni positive. Nel corso del tempo questa attività è diventata preziosa per tanti bambini con patologie oncologiche, per molti pazienti gravi e persone con disabilità. L'attività svolta da Oddera e dai suoi collaboratori è stata impostata sul rigore, sulla sicurezza e su protocolli sanitari condivisi con molti ospedali e diffusi su tutto il territorio. Hanno offerto la possibilità a tante persone di vivere momenti speciali e spensierati, di essere trasportati in moto da piloti esperti, professionisti in sicurezza, sviluppando capacità fisiche, affettive, cognitive e sociali in grado di accrescere il loro senso di autonomia. Tutto ciò è stato fatto anche nei momenti più difficili della pandemia, con famiglie e ospedali, attraverso l'utilizzo di mezzi e protocolli adeguati. Sono state effettuate ricerche specifiche in questi anni e altre sono ancora in corso, a conferma degli effetti positivi e tangibili che stimolano il miglioramento nell'approccio alla vita quotidiana soprattutto dei pazienti pediatrici e nelle persone con gravi disabilità, coinvolgendo, come detto, anche i loro familiari. È stata pubblicata una ricerca, diretta da un'équipe medica dell'ospedale Regina Margherita di Torino, che ha confermato quello che per gli operatori era chiaro sin dall'inizio: la mototerapia produce effetti tangibili e positivi nel miglioramento della qualità della vita dei pazienti e dei loro familiari. I risultati hanno mostrato una riduzione rilevante della percezione media del dolore nei pazienti e sono stati rilevati aumenti delle emozioni positive, attestati da medici e infermieri.

Alla luce di quanto esposto, delle innumerevoli testimonianze di genitori, medici, piloti e pazienti, raccolte nell'arco di oltre 12 anni da tantissime realtà sul territorio e, soprattutto, grazie alla disponibilità dell'ospedale Gaslini di Genova, che da anni ospita la mototerapia nei propri reparti, con la presente proposta di legge intendiamo dare un riconoscimento formale a questa importante attività, che manca proprio di conoscenza da parte degli operatori e dei cittadini. Capisco che non sia facile raccontare a voce come lavorano i piloti e i volontari e quale emozione provano i ragazzi. Mi permetto di invitare tutti a visionare i video sui canali social e in rete e quello che vedrete vale più delle mie parole. Ricordo l'evento importante che si è tenuto in piazza Città di Lombardia a Milano nel maggio di due anni fa e quello all'ExpoAid di Rimini dello scorso anno. Tali eventi hanno rappresentato un esempio di civiltà, solidarietà e vera inclusività che deve essere preso a modello. L'auspicio è che questi momenti di reazione positiva, gioia e grande emozione possano diffondersi ulteriormente negli ospedali, presso le strutture sociosanitarie e assistenziali ma anche nelle piazze delle città italiane, nelle quali la realizzazione di eventi di mototerapia riscuote un grandissimo successo e può costituire uno strumento importante per agevolare il processo di inclusione sociale delle persone con diversa abilità.

La proposta di legge non ha costi per l'erario e, se qualcuno non l'avesse visto, abbiamo cambiato l'articolo 4. L'attività è svolta da personale volontario. In merito all'individuazione dei soggetti abilitati all'esecuzione dei progetti in mototerapia e alla presenza di medici, di personale sanitario e dei familiari della persona e di altre figure eventualmente coinvolte il progetto di legge rinvia alle linee guida da stilare in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome. Ciò al fine di promuovere una maggiore uniformità nell'attivazione dello svolgimento dei progetti anche dal punto di vista dei protocolli di sicurezza e delle misure socio-sanitarie.

Sono convinto che questo strumento di benessere vada valorizzato per costituire insieme ai processi di inclusione che coinvolgano sempre di più le persone in percorsi meno frammentati e più condivisi. Troppo spesso noi familiari siamo quasi affannati nel voler trovare o portare i nostri ragazzi a un susseguirsi di terapie, quasi annullando il loro bisogno di svago e socialità. Le persone hanno bisogno non solo di cure e aspetti sanitari ma anche di relazioni, emozioni, tempo ricreativo e sorrisi e questa è una grande occasione per farlo insieme.

Concludo, dicendo che non siamo qui a fare cose straordinarie ma a mettere qualche mattoncino per costruire assieme l'opportunità per chi ha diverse abilità affinché possa provare emozioni che danno attimi di serenità e possono anche fare del bene nell'ambito della salute. Ancora adesso, dopo le parole dei colleghi, vi è la condivisione da parte di tutti i gruppi di una proposta che è trasversalmente umana. Al rilievo lecito di alcuni colleghi riguardo al fatto dei pochi studi benefici, dico solo che i risultati accertati finora devono essere il punto di partenza per dare una regolamentazione in merito alle procedure, affinché non si rischi che ognuno vada per conto suo e si possa poi proseguire nell'accertamento dei benefici. Infine, dichiaro il voto favorevole del gruppo Lega - Salvini Premier al provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Malavasi. Ne ha facoltà.

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, Ministra, ci apprestiamo a fare la nostra dichiarazione di voto a nome del Partito Democratico con molto rispetto per le persone alle quali questa proposta di legge si rivolge. Lo dico perché ci siamo interrogati molto sulla correttezza di questo percorso legislativo ma anche nel merito della questione, facendo alcune riflessioni sia di metodo sia di merito. Di metodo, perché abbiamo alcune perplessità nel voler fare una proposta di legge per riconoscere dal punto di vista formale questa mototerapia come una medicina, come una terapia complementare volta a rendere più positiva l'esperienza, a volte lunga, traumatica e dolorosa, dell'ospedalizzazione e a contribuire in modo positivo a un percorso difficile di cura e di riabilitazione dei pazienti, proprio nell'ottica di voler accrescere il benessere della persona. Mi riferisco a quel benessere psicofisico che sappiamo essere importante anche durante le cure, a volte pesanti, che i pazienti, bambini, ragazzi e adulti, hanno nei loro percorsi di vita. Ma abbiamo anche la perplessità di farci portavoce di una proposta che, in questo caso, ha davvero basi abbastanza fragili dal punto di vista scientifico, con un ruolo che non può essere incardinato dal Parlamento. Non può certamente essere una legge a dare validazione scientifica ad una terapia sperimentale e innovativa, che guardiamo con attenzione ma che ha sicuramente bisogno di autorevoli fonti scientifiche per poter essere validata, anche per evitare di dare una versione distorta di questa proposta di legge che guarda invece con attenzione ad un'innovazione interessante. Lo dico perché avremmo preferito - condivido in questo la riflessione fatta dalla collega Bonetti - avere magari una linea guida complessiva che guardi alle tante possibili terapie innovative. Abbiamo parlato in Commissione di tante terapie differenti, anche innovative, e forse dentro questo quadro avremmo potuto insieme lavorare, visto che lei sta lavorando anche all'attuazione della legge delega e inserire, in modo non frammentato ma complessivo, alcune linee guida, un protocollo complessivo che vada a dare dignità a tutte queste proposte che hanno a che fare con il benessere delle persone, perché sono tantissime. Abbiamo parlato in altri contesti di clownterapia e di pet therapy ma tutte le attività che possono dare benessere, sviluppare emozioni e garantire socialità ai pazienti sono importanti, dal teatro alla danza, dalla musica a tutte le attività sportive e a tutte quelle attività che sviluppano inclusione, che generano socializzazione. Crediamo che siano altamente importanti e che tutte abbiano la finalità di garantire benessere. Sappiamo bene come la salute psicofisica sia importante nei percorsi di cura e non va certamente sottovalutata. Da questo punto di vista la proposta di legge che il collega Panizzut, primo firmatario, ha portato in Aula è forse una proposta che ha basi scientifiche ancora un po' fragili e rischiamo di dare anche un messaggio sbagliato. Un conto sono le attività di socializzazione che generano benessere e che vanno sostenute, grazie anche all'attività preziosa del volontariato e del Terzo settore, altro conto è riconoscere ad esse un valore terapeutico quasi come fossero una scelta farmacologica per questi pazienti. Quindi, sono cose molto diverse. Un conto sono le politiche sanitarie e un altro conto sono le politiche socio-sanitarie che hanno sicuramente una valenza importante.

Si propone un atto legislativo con una sperimentazione breve, in quanto lo studio che sta nella relazione ha coinvolto 50 pazienti ed è uno studio comunque esiguo. Quindi, questa sperimentazione al momento non offre le garanzie - ad essa guardiamo, però, con attenzione - per dichiarare questi effetti positivi. Crediamo sia da attenzionare ma abbiamo una perplessità rispetto alla scelta di utilizzare una legge. Lo dico perché crediamo che siano tutte bellissime esperienze. Il collega che mi ha preceduto ha parlato di emozioni e di sentimenti.

Noi crediamo che siano cose importanti, che facciano bene alle persone che hanno disabilità, alle persone che possono avere malattie oncologiche anche molto gravi e ci rendiamo conto come queste attività, portate all'interno degli ospedali, possono far sorridere i bambini, i ragazzi, ma anche gli adulti.

Per questo motivo, guardiamo con molto rispetto a questa proposta di legge. Tuttavia, crediamo anche che ci sia da fare attenzione rispetto a un eccesso di voglia di legiferare di questo Parlamento, che rischia, secondo me, di distorcere un po' il ruolo del Parlamento stesso a discapito di una scelta più complessiva che avremmo preferito fare, andando ad approvare linee guida più complessive in un quadro più articolato che vada a riconoscere tutti questi progetti e queste iniziative, che fanno bene alle persone e che danno quell'idea di umanità e di socializzazione di cui i pazienti hanno bisogno nel loro percorso di cura.

Ci sembra una proposta di legge prematura con un utilizzo che va a frammentare questa proposta e questo progetto rispetto ai tanti altri. Crediamo, infatti, che sia sbagliato fare una proposta singola su questa mototerapia, come la potremmo fare sull'importanza del teatro per i disabili, sull'importanza dello sport, sull'importanza della danza, sull'importanza della musica, sull'importanza degli animali proprio dentro agli ospedali, cioè tutti quegli elementi che possono sviluppare un benessere psicoterapeutico che aiuta sicuramente a garantire quella felicità di vita che è un diritto sicuramente di tutte le persone.

Ci siamo, quindi, avvicinati e abbiamo discusso, anche in Commissione, di questa proposta di legge proprio per rispetto ai pazienti che possono aver trovato un beneficio da questa sperimentazione, ai loro genitori, ma anche agli operatori sanitari, che hanno sostenuto questa sperimentazione e che oggi ci permettono di articolare qualche pensiero, ma crediamo, prima di tutto, che ci debbano essere basi scientifiche e che il Parlamento non possa arrivare a fare una proposta di legge così frammentata, che non dà un quadro complessivo di queste tante attività che, invece, possono garantire un benessere a questi pazienti.

Tra l'altro, abbiamo parlato tante volte anche con lei, Ministra, perché sappiamo bene che sono tantissime le esigenze dei ragazzi che hanno disabilità o anche dei pazienti malati, perché dentro agli ospedali ci sono anche reparti pesanti dal punto di vista umano e sappiamo bene quanta sia la sofferenza di queste persone, ma anche quanta sia l'aspettativa che queste persone hanno verso la politica, una politica che, prima di tutto, deve scegliere quali priorità sostenere, come investire le risorse e quanto sia necessario oggi garantire una politica per la sanità pubblica efficace che possa garantire prese in carico multidisciplinari, diagnosi precoci, appropriatezza della cura, efficacia e che sappia investire sulla ricerca come investimento, sapendo di garantire, quindi, le migliori terapie farmacologiche, addirittura con le terapie avanzate, innovative e geniche. Quindi, sappiamo bene quanta sia l'aspettativa su quello che questo Parlamento deve legiferare e quante siano le esigenze oggi per garantire quella sanità che sta alla base anche di queste sperimentazioni.

Quindi, in un momento in cui sappiamo bene quanto siano alte nel Paese le esigenze di risorse di personale, di attuazione delle leggi, ma anche dei piani nazionali, crediamo che sia un messaggio sbagliato e deviante concentrarci su questa singola sperimentazione, togliendoci la possibilità, invece, di avere un quadro più ampio, con un'unica linea guida che possa dare la stessa dignità a tutte queste iniziative importanti che possono agevolare il benessere delle persone.

Certo, ci interessa il benessere delle persone e vogliamo mettere al centro di questa discussione le persone con tutti i loro diritti, ma dobbiamo anche creare, come politica e come legislatori in questo caso, tutte le condizioni che permettono ai pazienti di vivere positivamente le loro esperienze in ospedale, prima di tutto garantendo risorse, garantendo personale, garantendo, quindi, tutti quei prerequisiti che sono indispensabili anche per sperimentare progetti nuovi, ai quali guardiamo con interesse.

Crediamo che la salvaguardia della sanità pubblica venga prima di qualsiasi altra cosa, che rappresenti una condizione imprescindibile per garantire a tutti i cittadini quel diritto alla cura e quel diritto al benessere di cui oggi stiamo parlando.

Quindi, da un lato, siamo perplessi sullo strumento legislativo. Nel merito, guardiamo con attenzione e per questo motivo, sperando che si possa discutere in modo più ampio di tutte queste attività che sono importanti momenti di inclusione e di socializzazione, esprimiamo il nostro voto di astensione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maccari. Ne ha facoltà.

CARLO MACCARI (FDI). Grazie, Presidente. Signor Presidente, signor Ministro, rappresentanti del Governo, colleghi, anticipo subito che il voto del gruppo di Fratelli d'Italia sul provvedimento relativo alla cosiddetta mototerapia sarà favorevole. In discussione generale, siamo intervenuti ed è intervenuta la collega Vietri, che ha illustrato i profili del provvedimento con precisione, profili che adesso vado brevemente a ricordare.

Come i colleghi hanno già rappresentato e da un'esperienza condotta in un importante ospedale italiano, il Gaslini di Genova, nonché dall'intuizione e dalla disponibilità di tanti volontari, in particolare del campione di motocross Oddera, emerge in modo chiaro - ed è per quello che oggi siamo qui - la necessità di normare e di rendere replicabile e fruibile a più soggetti e in più strutture, con standard operativi codificati e condivisi, un'esperienza i cui frutti sui pazienti, in particolare quelli di giovane età, con gravi e gravissime malattie, si sono manifestati e sono stati rilevati in un secondo lavoro, un secondo egregio lavoro svolto presso il “Regina Margherita” di Torino, che ha evidenziato positività e notevoli benefici per i giovani pazienti e per le loro famiglie dalla mototerapia.

Si tratta, quindi, della possibilità di offrire, sia presso i reparti stessi, sia presso i piazzali antistanti i nosocomi, esperienze ed esibizioni motoristiche che coinvolgano direttamente, come si usa dire, familiari, ragazzi e pazienti, addirittura anche in sella. È l'applicazione moderna di quello che già più volte si è ripetuto in una sorta di concezione olistica, con un approccio alla salute del paziente che non è solo interessato a debellare la malattia in sé, ma coinvolge il contorno, l'ambiente e il benessere psicofisico, stimolando emotività e reazioni positive, in un ambiente, quello ospedaliero, che, soprattutto per i più piccoli, è spesso percepito, in particolare, come un ambiente austero, severo, opprimente e tale, talvolta, da ridurre in assoluto i benefici del percorso di cura stesso.

Sono, peraltro, molteplici le esperienze che per questo scopo hanno coinvolto di volta in volta terapie complementari volte a migliorare il benessere e il benessere psicofisico, come, ad esempio, il coinvolgimento in reparto degli animali domestici dei ricoverati e l'ippoterapia. Io mi ricordo, quando, più di 20 anni fa, nel mio comune insisteva un centro socioeducativo e venne inaugurato - allora, ero sindaco - un centro di ippoterapia per i ragazzi, l'entusiasmo dei familiari e dei ragazzi stessi e anche tanta curiosità da parte degli operatori sanitari. Oggi, nessuno è in condizione di mettere in discussione quali benefici hanno portato, in questi anni, e portano queste terapie complementari.

Non c'è alcun dubbio ormai che il concetto di salute nel senso stretto e letterale di assenza di malattia sia, in verità, un vestito stretto, sia rispetto alla metodica utilizzata per affrontare il tema della salute, sia rispetto alla malattia stessa. Peraltro, proprio a queste latitudini, più di 2000 anni fa, lo stesso poeta della latinità Virgilio citava la salute come prima ricchezza, però la citava come risultato di un incrocio positivo di stili di vita, di cibo, di alimentazione, di paesaggio, di ambiente e di meditazione. Per questo motivo, in questo quadro, offrire la possibilità ai pazienti, durante il soggiorno ospedaliero, di emozionarsi, con operatori specializzati e formati, in un percorso riabilitativo che sia in grado di ridurre il dolore, di contenere lo stress e di favorire il recupero psicofisico risulta essere un'azione prodromica anche a migliorare il quadro clinico complessivo. La mototerapia, per quanto conosciuto e per quanto detto, risulta, quindi, essere una freccia in più all'arco della medicina, per offrire a giovani pazienti, anche afflitti da gravi e da gravissime patologie, un contesto positivo, uno stimolo forte e reattivo. Tra l'altro, l'interesse a questo tipo di supporto complementare è costantemente in crescita anche nei mondi della disabilità non solo residenti presso gli ospedali, e il coinvolgimento e la promozione delle associazioni di volontariato e del Terzo settore ne garantiscono e ne garantiranno un capillare sostegno. In sostanza, senza aggiungere ulteriori considerazioni, queste sono le motivazioni del sostegno al progetto di legge e del voto positivo del gruppo Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Su un lutto del deputato Dario Iaia.

PRESIDENTE. Comunico che l'onorevole Dario Iaia è stato colpito da un grave lutto: la perdita del padre.

La Presidenza della Camera ha già formulato ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.

Si riprende la discussione.

(Coordinamento formale - A.C. 113-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 113-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 113-A: "Disposizioni per il riconoscimento e la promozione della mototerapia".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

Saluto il Forum dei Giovani di Baronissi, in provincia di Salerno, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna (Applausi).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Comunico che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, il seguito degli ulteriori argomenti iscritti all'ordine del giorno della seduta odierna è rinviato alla parte pomeridiana della seduta di martedì 27 febbraio, secondo l'ordine di iscrizione previsto dal vigente calendario dei lavori dell'Assemblea e, quindi, a partire dal disegno di legge in materia di florovivaismo, già rinviato nella seduta di ieri.

Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 12,30, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dell'Interno, il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, il Ministro della Giustizia e il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative volte a ripristinare lo stanziamento originario del fondo destinato ai comuni con meno di mille abitanti – n. 3-01003)

PRESIDENTE. La deputata Ruffino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01003 (Vedi l'allegato A).

DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signora Presidente. Signor Ministro, sono a illustrare un aspetto che lei ben conosce, ossia gli ingenti tagli a discapito dei comuni con mille abitanti. Siamo passati, nel 2024, da 80.000 euro a 58.000 euro, seguiranno altri tagli di 44 milioni nel 2024, 14 nel 2025 e 26 per il 2027. Sono risorse assolutamente decisive per interventi essenziali nei territori, sono tagli che reputiamo ingiustificati. Chiediamo il ripristino di questi fondi nel primo provvedimento possibile (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere.

MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Grazie, Presidente. Va premesso che, con la riduzione delle risorse previste dall'articolo 30, comma 14-bis, del decreto-legge n. 34 del 2019, disposta dall'ultima legge di bilancio, si è inteso dare copertura finanziaria al mancato ritorno al bilancio dello Stato delle risorse straordinarie finalizzate a mitigare gli effetti della congiuntura economico-finanziaria già assegnate agli enti locali nel biennio 2020-2021 e trattenute nei loro bilanci.

In ogni caso, al fine di assicurare la tempestiva erogazione di tali risorse, lo scorso 18 gennaio ho firmato il decreto per l'attribuzione ai comuni con popolazione inferiore ai mille abitanti del contributo per il potenziamento di investimenti per la messa in sicurezza di scuole, strade, edifici pubblici e patrimonio comunale e per l'abbattimento delle barriere architettoniche, nonché per gli interventi di efficientamento energetico e sviluppo territoriale sostenibile. Pertanto, per l'anno in corso, come ricordato dall'onorevole interrogante, è stato assegnato in favore di ciascuno dei 2.014 comuni con popolazione inferiore a mille abitanti un contributo dell'importo di circa 58.590 euro, al fine di consentire l'inizio dell'esecuzione dei lavori entro il 15 maggio prossimo.

La situazione dei piccoli comuni è seguita con particolare attenzione e a riprova di ciò segnalo anche che la parziale riduzione delle risorse in questione è stata controbilanciata da una cospicua implementazione dei fondi straordinari destinati prioritariamente a soddisfare le esigenze dei comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti. In tale direzione, l'ultima legge di bilancio ha previsto l'istituzione di un fondo presso il Ministero dell'Interno con una dotazione di 30 milioni di euro per l'anno 2024 in favore dei comuni delle regioni a statuto ordinario, della regione Siciliana e della regione Sardegna.

Il relativo decreto di riparto, da effettuare d'intesa con il Ministero dell'Economia e delle finanze, è in fase di predisposizione, e, a breve, lo schema sarà sottoposto, in sede tecnica, alla Conferenza Stato-Città ed autonomie locali per la prosecuzione dell'iter. La ripartizione del fondo è prevista anche in favore dei comuni che, per effetto di eventuali fusioni, hanno superato la soglia demografica dei 5.000 abitanti, in modo tale da garantire un ampliamento della platea degli enti beneficiari.

Le esigenze di finanziamento dei piccoli comuni sono prese in considerazione annualmente anche in sede di ripartizione del Fondo di solidarietà comunale previsto dalla legge n. 232 del 2016, ed in particolare la legge prevede un'integrazione di 5,5 milioni di euro annui da destinarsi ai comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti che, dopo l'applicazione dei criteri di riparto, presentano particolari esigenze di compensazione finanziaria.

Nel quadro delle complessive esigenze di equilibrio della finanza pubblica, rimane costante l'impegno del Governo nel reperire risorse da trasferire agli enti locali, con l'obiettivo di promuovere lo sviluppo territoriale, garantire coesione sociale e consentire agli stessi di adempiere efficacemente alle loro funzioni secondo i bisogni e le aspettative dei cittadini, ed in tale contesto il Ministero dell'Interno continua ad assicurare agli enti locali ogni supporto per incrementare e ottimizzare le risorse complessivamente messe a loro disposizione.

PRESIDENTE. La deputata Ruffino ha facoltà di replicare.

DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signor Ministro. Ho ascoltato con attenzione la sua risposta. Devo, però, dirle che lei ha parlato di comuni fino a 5.000 abitanti. Io, ovviamente, parlo di comuni fino a 1.000 abitanti e debbo dirle che, queste risorse, i sindaci le hanno inserite nei bilanci di programmazione pluriennale. Questo Fondo doveva essere raddoppiato, non tagliato, ma per un motivo molto semplice, per l'aumento delle materie prime - conosciamo tutti questo aspetto -, per l'aumento della manodopera, per l'aumento della burocrazia; la semplificazione avviata non ha sicuramente avuto buoni esiti e ci sono ovviamente maggiori costi.

Io penso, signor Ministro, che questo Governo, con questi tagli e con tanti altri tagli indiscriminati, ha quadrato il bilancio dello Stato, ma c'è una disattenzione che riscontriamo sugli enti locali. Sappiamo bene che i sindaci spesso rinunciano alle loro indennità, sappiamo altrettanto bene che per i piccoli comuni c'è un segretario ogni 14-15 comuni, che c'è un territorio complesso da gestire, che c'è una messa in sicurezza da mettere in atto e che se ciò non viene fatto ci troviamo in Aula a discutere di calamità naturali affrontate per non essere intervenuti nei tempi.

Chiediamo chiarezza. Viene da pensare, ogni tanto, che tutto questo sia fatto per portare a esaurimento i piccoli comuni. Non vorremmo ritrovarci un giorno, in quest'Aula, a sentir parlare della soppressione di questi comuni.

Vedete, signora Presidente, signor Ministro, sono stata sindaco, sono ancora consigliere comunale, passo i venerdì, sabato, domeniche e lunedì nei comuni, incontro i sindaci, sono onorata della loro stima e della loro amicizia e in quest'Aula, adesso e in futuro, non posso non riportare la loro voce e la loro preoccupazione (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

(Iniziative volte a ridurre ulteriormente gli sbarchi di immigrati irregolari sulle coste italiane – n. 3-01004)

PRESIDENTE. Il deputato Iezzi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-01004 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

IGOR IEZZI (LEGA). Grazie, Presidente. Ministro, nel biennio 2018-2019, con Salvini al Ministero, si è registrato un drastico calo degli sbarchi. Successivamente, con l'arrivo della sinistra al Governo, è ripreso l'afflusso degli irregolari nel nostro Paese, con effetti che si sono prolungati anche nello scorso anno. Da ottobre, però, c'è stata una svolta e abbiamo visto una netta riduzione degli sbarchi, arrivando a toccare punte di quasi il 70 per cento in meno rispetto all'anno precedente. Il piano anti-sbarchi sembra funzionare.

Noi, Ministro, vogliamo sapere quali sono le misure che il Governo intende adottare per ridurre ulteriormente gli arrivi di immigrati irregolari in Italia.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere.

MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Grazie, Presidente. Come ricordato dall'onorevole interrogante, dall'inizio dell'anno al 19 febbraio scorso, in Italia si registra una netta riduzione del numero dei migranti sbarcati, pari a circa il 65 per cento, ad oggi, rispetto all'analogo periodo dello scorso anno e con un calo anche rispetto ai numeri registrati nel 2022. È ragionevole ritenere che siamo in presenza di un oggettivo segnale positivo, se si considera che, quello in corso, è il quinto mese consecutivo in cui si registra una sensibile riduzione degli sbarchi rispetto all'analogo periodo dell'anno precedente.

L'obiettivo primario del Governo - e lo sottolineo, nel ricordo del dolore per le 94 vittime della tragedia di Cutro, avvenuta un anno fa - è stato, sin dal suo insediamento, quello di contrastare il vergognoso traffico di migranti, a partire dall'adozione di una serie di interventi legislativi, tutti ispirati dalla necessità di affermare un più rigoroso rispetto delle regole in materia di migrazione e questo perché, solo bloccando le partenze gestite dai trafficanti, si evitano le tragedie dei naufragi.

Sul piano delle relazioni internazionali, abbiamo intensificato, sia a livello bilaterale che multilaterale, le iniziative di collaborazione con i Paesi di origine e di transito dei flussi migratori, in particolare con Libia e Tunisia e questo per il rafforzamento della loro capacità operative e di contrasto dell'immigrazione illegale sia via terra che via mare.

Accanto a tali iniziative di cooperazione tecnica di polizia, stiamo lavorando per potenziare i rimpatri volontari assistiti da Libia e Tunisia verso i Paesi di origine, con la collaborazione delle più importanti organizzazioni umanitarie.

Stiamo anche lavorando per incidere sulle cause profonde che alimentano i flussi migratori, promuovendo, a livello internazionale, il sostegno alla crescita economica e sociale dei Paesi di partenza e progettando investimenti di ampio respiro a medio e lungo termine, che potranno trovare un'efficace messa a sistema nell'ambito del cosiddetto Piano Mattei, secondo le direttive del Presidente Meloni.

Un elemento centrale della credibilità delle politiche migratorie resta la fermezza nei confronti di coloro che non hanno titolo a permanere in Italia, mediante l'intensificazione delle azioni di controllo del territorio e delle iniziative di rafforzamento delle attività di rimpatrio degli irregolari. Siamo riusciti a portare avanti e concludere il negoziato europeo sul nuovo Patto sulla migrazione e l'asilo, che era fermo da anni e in cui l'Italia ha sempre svolto un ruolo da protagonista, per affermare una soluzione di equilibrio tra responsabilità e solidarietà che non facesse più sentire soli i Paesi di frontiera dell'Unione, particolarmente esposti alla pressione migratoria. Parallelamente, il Governo ha impresso una svolta anche in tema di migrazione legale, con regole certe, semplici e chiare, ragione per cui abbiamo favorito una migliore programmazione degli ingressi regolari, con numeri e modalità più rispondenti alle esigenze del nostro sistema produttivo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il deputato Iezzi ha facoltà di replicare.

IGOR IEZZI (LEGA). Grazie, Ministro. Noi siamo soddisfatti della risposta e, soprattutto, siamo soddisfatti dei risultati. Finalmente possiamo vedere una svolta reale. In questi mesi, siamo stati attaccati strumentalmente su ogni provvedimento che abbiamo voluto, come Lega, e abbiamo sostenuto, come maggioranza, ispirandoci alla necessità di ripristinare i decreti Salvini cancellati dalla sinistra. Penso a uno dei primi decreti che abbiamo chiesto, quello sulle ONG: la sinistra ci accusava di sostenere un decreto spot. In realtà, anche grazie a quel decreto, che impone regole precise alle navi delle ONG, spesso oggetto anche di indagini della magistratura, sono già una ventina i provvedimenti di fermo amministrativo e le sanzioni elevate, al netto ovviamente dei soliti interventi di magistrati troppo sensibili ai richiami della sinistra (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Penso all'Accordo con l'Albania per la creazione di due centri di identificazione ed espulsione all'estero, alleggerendo così il peso in Italia; per settimane, sinistra e MoVimento 5 Stelle hanno paventato la possibilità di una bocciatura da parte della Consulta albanese, che puntualmente non c'è stata, smentendo ancora una volta l'opposizione. Penso ai due decreti sull'immigrazione, che hanno permesso di aumentare i rimpatri e velocizzare tutte le procedure. Ovviamente sinistra e MoVimento 5 Stelle consideravano questi provvedimenti inutili; il risultato è quello che lei ci ha descritto, con una netta riduzione di sbarchi e arrivi.

Si finge di non capire che questa è una questione di sicurezza nazionale. Fornisco alcuni numeri. A Milano e provincia il 95 per cento dei furti con destrezza è commesso da stranieri, così come il 26,3 per cento dei reati, in Italia, contro la famiglia, il 30,9 dei reati contro la persona, il 31,6 dei reati relativi alla droga. Il 41 per cento delle persone denunciate o arrestate per violenza sessuale sono stranieri. Gli immigrati hanno una propensione al crimine 5 volte maggiore degli italiani. Sono numeri che fanno paura, numeri che impongono di schierarci con le vittime e non con chi entra irregolarmente o con le Coop, che sull'immigrazione lucrano miliardi.

Andiamo avanti, Ministro, in attesa che l'Unione europea passi dalle parole ai fatti, ma a questo ci penseranno i cittadini il 9 giugno, con l'arma più potente che hanno: la matita e il voto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Chiarimenti in ordine ad attività di identificazione di cittadini in occasione di manifestazioni di cordoglio per Aleksej Navalny - n. 3-01005)

PRESIDENTE. Il deputato Pastorino facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01005 (Vedi l'allegato A).

LUCA PASTORINO (MISTO-+EUROPA). Grazie, signor Presidente. Come sappiamo, a seguito della morte di Aleksej Navalny sono state organizzate manifestazioni in sua memoria un po' in tutta Italia, anche a Roma l'altro giorno dove eravamo più o meno tutti, al di là delle esternazioni delle ultime ore di un partito politico di maggioranza. Però, a Milano, come a Genova, vi sono stati episodi di identificazione di chi voleva manifestare cordoglio, che francamente hanno lasciato tanti senza parole. Molte persone hanno denunciato la gravità del messaggio, che in effetti potrebbe intimidire quanti vogliono manifestare cordoglio per la morte del dissidente del regime putiniano e onorarne la memoria.

Il quesito è se voglia chiarire le ragioni delle identificazioni, valutando se siano imprescindibili o se in alcune situazioni, come quelle di cui ho parlato, vi possa essere un grado di tollerabilità differente nel rispetto dell'ordine pubblico, ma anche della pacifica espressione di cordoglio per la morte.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere.

MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Grazie, Presidente. Rispetto all'iniziativa commemorativa dell'attivista Navalny presso i giardini Anna Politkovskaja del 18 febbraio scorso, la questura di Milano ha riferito che l'intervento del personale della Polizia di Stato è stato improntato esclusivamente all'esigenza di assicurare che vi fossero tutte le condizioni di sicurezza per lo svolgimento della manifestazione, a garanzia degli stessi partecipanti e a fronte di informazioni molto sommarie e poco precise circa l'identificazione del promotore e le modalità di svolgimento contenute nel preavviso ricevuto. Solo per questi motivi e non palesandosi il promotore, gli operatori procedevano all'identificazione delle persone presenti all'iniziativa. Non vi è alcuna direttiva ministeriale a cui si sia riferita tale scelta operativa legittima, poiché l'identificazione è una prerogativa delle Forze di Polizia, sempre affidata alla scelta del personale in servizio e alla sensibile valutazione del contesto operativo, ed anche nel caso in questione non aveva evidentemente alcuna finalità di impedire o ostacolare il libero esercizio dell'iniziativa ma anzi di garantirne l'ordinato svolgimento.

Stante questa finalità, in tali frangenti una scelta che può apparire troppo zelante è comunque da preferire ad un atteggiamento che altrimenti potrebbe rischiare qualche sottovalutazione. Analoghe considerazioni valgono per i fatti avvenuti a Genova per i quali la locale questura ha rappresentato che il consolato generale della Federazione russa è da sempre, in quella sede, al pari di ogni altra sede di rappresentanza diplomatica presente nella provincia, incluso nei cosiddetti obiettivi sensibili, vigilato in maniera fissa da circa un anno e mezzo da una pattuglia di militari dell'esercito. Nell'occasione, allorquando i militari dell'esercito hanno segnalato alla questura la presenza sul posto di una donna che si era avvicinata alla sede per motivi che sono stati accertati solo successivamente, il personale della Polizia di Stato, proprio in ragione della sensibilità dell'obiettivo, ha proceduto all'identificazione della donna senza impedire l'iniziativa e accertando l'assenza di situazioni di pericolo. Anche in questa occasione l'intervento delle Forze di Polizia è stato improntato a cautela ed esclusivamente orientato alle esigenze di garanzia della sicurezza pubblica e della tutela dei diritti fondamentali dei cittadini, tra i quali quello di riunione e di libera manifestazione del pensiero. Altre interpretazioni o suggestioni sono lontanissime dalla realtà di un sistema di sicurezza che serve la Nazione e i suoi cittadini con professionalità ed equilibrio. Per questo, colgo anche questa occasione, per rivolgere, alle donne e agli uomini in divisa, il mio sentito ringraziamento per il loro impegno quotidiano, non privo di rischi.

PRESIDENTE. Il deputato Pastorino ha facoltà di replicare.

LUCA PASTORINO (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente e grazie, signor Ministro. Facciamo così: dato che anch'io faccio l'amministratore pubblico sono a ringraziare, come lei, l'operato delle Forze dell'ordine perché fanno parte della mia vita quotidiana, ma non è questo il tema. Il tema è che, a mio modo di vedere, questa roba qua è stata percepita con un po' di squilibrio rispetto ad altre situazioni, che abbiamo conosciuto nel tempo, non ultima la manifestazione di Acca Larentia dove, comunque, non ci si è affrettati, di corsa, ad identificare centinaia di persone col braccio messo in un certo modo. No, si è fatta una cosa postuma.

Stiamo parlando, io parlo della signora di Nervi, del consolato di Nervi. Io abito a Bogliasco, abito lì vicino e conosco bene la zona. Sarà anche un obiettivo sensibile, ma è una strada piccola che conduce verso il mare, verso la passeggiata Anita Garibaldi, e risulta evidente a tutti che una signora, tra l'altro una donna, nella libera espressione della propria parola, quella garantita dalla Costituzione all'articolo 21, si è messa lì, ha messo un mazzo di fiori e si è messa a pregare, in un luogo presidiato, come giustamente ha ricordato lei, da una camionetta dell'esercito. Io credo che due volanti della Polizia che arrivano lì mal si concilino con questo gesto, ed è questo il motivo della nostra preoccupazione, anche e soprattutto alla luce delle esternazioni che abbiamo visto in questi giorni, come distinguo all'interno della maggioranza, da parte della Lega.

Io non vorrei comunque, al di là del fatto che - mi fido della sua parola - non vi è alcuna direttiva, che ci fosse una sensibilità diversa da parte di qualcuno. Questo sarebbe un atto molto grave e anche lesivo, se vogliamo, dei principi costituzionalmente garantiti relativi ai diritti delle persone e che manifesta, lo ripeto, e sottolinea uno squilibrio di iniziative tra fatti molto gravi, come quello che ho citato di Acca Larentia, e quello della signora di Nervi che è andata a posare un mazzo di fiori davanti al consolato generale russo, un luogo sensibile, come descritto, ma sicuramente non centrale e non possibile teatro di sommosse popolari perché non c'è proprio lo spazio fisico. Era solo una signora che ha posato un mazzo di fiori ed ha recitato una preghiera.

(Iniziative di competenza volte a garantire la libertà di manifestazione del pensiero, con riguardo a recenti attività di gestione dell'ordine pubblico e di identificazione di cittadini - n. 3-01006)

PRESIDENTE. Il deputato Fornaro ha facoltà di illustrare l'interrogazione Mauri ed altri n. 3-01006 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Signor Ministro, non è in discussione in questa sede l'impegno, la lealtà, l'affidabilità delle Forze dell'ordine impegnate ogni giorno a tutelare la sicurezza dei cittadini. Tuttavia, episodi come quello appena ricordato dal collega Pastorino o, ancor più, la vicenda di qualche mese fa della identificazione da parte della Digos di un uomo che alla Scala si era permesso di urlare ad alta voce “Viva l'Italia antifascista” preoccupano, perché sono associati anche alla gestione dell'ordine pubblico.

A Torino, il 3 ottobre 2023, a Napoli, il 13 febbraio scorso, e, ancora, a Bologna, il 16 febbraio le reazioni sono state trovate sproporzionate da parte di - diciamo - osservatori indipendenti.

Siamo quindi a chiederle quali siano le direttive impartite alle Forze di Polizia per la gestione dell'ordine pubblico e se nei casi citati sia stato rispettato il principio costituzionale di proporzionalità. Chiediamo anche quali iniziative di competenza intenda lei adottare per garantire in ogni occasione il pieno e sostanziale rispetto della libera manifestazione del pensiero, in tutte le sue forme e modalità, così come previsto dalla nostra Costituzione repubblicana.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha facoltà di rispondere.

MATTEO PIANTEDOSI, Ministro dell'Interno. Grazie, Presidente. In relazione ai fatti di Milano ribadisco la ricostruzione e le considerazioni che ho appena svolto in risposta all'onorevole Pastorino. Gli onorevoli interroganti citano poi nelle premesse, accumulandoli, una serie di episodi diversi nelle loro dinamiche e connessi allo svolgimento di distinte manifestazioni pubbliche, rispetto ai quali va subito respinta ogni suggestione che vi sia un disegno del Governo per reprimere il dissenso politico e che questo disegno sia eseguito dalle Forze di Polizia nel corso dei servizi di ordine pubblico.

L'onorevole Mauri, che è stato Vice Ministro dell'Interno, primo firmatario di questa interrogazione, sa benissimo che non vi è - né mai vi potrà essere - alcuna direttiva ministeriale in tal senso e neanche indicazioni volte a cambiare le regole operative di gestione dell'ordine pubblico, da sempre improntate a cautela, equilibrio e professionalità, a prescindere dal colore politico del Governo in carica. È appena il caso di ricordare che anche nei recenti episodi di Torino, Napoli e Bologna citati, il maggior numero dei feriti, come purtroppo spesso accade, è stato registrato tra gli appartenenti alle Forze di Polizia. La difficile azione delle nostre Forze di Polizia, istituzioni fondamentali di un Paese a democrazia matura come il nostro, è orientata unicamente a garantire che le manifestazioni pubbliche si svolgano in condizioni di piena sicurezza. È per questo che il loro ruolo non può essere rappresentato in termini oppositivi o antagonisti ai manifestanti. La loro presenza è, invece, espressione di un'esigenza fondamentale della democrazia, ovvero che il dissenso, anche quello più aspro, possa essere sempre manifestato senza alcun timore o censure e, come detto, in piena sicurezza.

Un'attenzione scrupolosa è rivolta all'attività formativa degli stessi operatori di Polizia che, a conclusione di specifici percorsi professionali, acquisiscono tecniche di intervento appropriate e costantemente aggiornate.

Detto questo, auspico che non vi sia la tentazione, da parte di alcuno, di trascinare nel conflitto politico il lavoro delle Forze di Polizia, che debbono poter operare, specie nei delicati servizi di ordine pubblico, con la necessaria serenità, fattore imprescindibile per gestire i rischi legati a scenari e contesti impegnativi.

PRESIDENTE. Il deputato Mauri ha facoltà di replicare.

MATTEO MAURI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intanto, Ministro, grazie della risposta. Però, lei prova a fare alcune specificazioni di cui noi non sentiamo la necessità, perché, se c'è qualcuno che, in questo Paese, si è sempre erto a difesa dello Stato, delle sue articolazioni e anche delle Forze dell'ordine e delle tutele e delle garanzie democratiche della Repubblica, diciamo che è ampiamente rappresentato in questi banchi. Perciò, nessuno ci deve convincere del fatto - infatti, l'abbiamo scritto - che le Forze di Polizia sono un baluardo fondamentale a difesa delle garanzie, a tutela delle garanzie democratiche di questo Paese.

Dopodiché, ci guardiamo attorno e mettiamo in fila alcuni elementi. Perché facciamo riferimento a cose molto diverse, a ciò che accade in una scuola, a ciò che accade in piazza e alle identificazioni? A detta sua, forse non erano completamente consapevoli, gli uomini della Digos che, invece, devono essere consapevoli. Noi non pensiamo che ci sia un disegno sovversivo, ma noi pensiamo anche, Ministro, che non è che il Governo ci debba garantire che non ci sono direttive ministeriali per dire alla Polizia di contrastare il dissenso. Noi vogliamo e pretendiamo che il Governo faccia esattamente l'opposto, cioè si erga a difesa di chi ha opinioni diverse e di chi vuole dimostrare il proprio dissenso, il proprio punto di vista diverso, e vuole manifestarlo nelle forme democratiche e deve essere tutelato. Questo, infatti, deve fare il Governo, questo deve fare soprattutto chi è in maggioranza.

Allora, noi svolgiamo il nostro compito fino in fondo, essendo sentinelle, sentinelle attente e anche preoccupate rispetto ad alcune cose che abbiamo visto, consapevoli della forza che lo Stato può dimostrare nella garanzia di quelle tutele democratiche. Però, tutti devono sapere che qui nessuno abbasserà mai di un millimetro la guardia, perché quelle sono questioni rilevantissime per il nostro Paese e nessuno ci potrà semplicemente rabbonire con una pacca sulle spalle (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo Misto-+Europa).

(Iniziative di competenza per garantire la sicurezza degli operatori e dei minori ospiti della casa di accoglienza gestita dalla Fondazione Via Lattea ad Haiti, nonché per fornire assistenza alla popolazione civile - n. 3-01012)

PRESIDENTE. La deputata Gadda ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01012 (Vedi l'allegato A).

MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, Haiti è un Paese di cui non parla mai alcuno: 5 milioni di abitanti su 11 milioni sono in una situazione di povertà assoluta. L'80 per cento dei bambini della capitale non è più tornato a scuola dopo le catastrofi ambientali e dopo il colera, e la situazione politica, dopo l'uccisione del Presidente, versa tra la corruzione, da un lato, e le bande armate, dall'altro, le quali, come nel caso della Fondazione Via Lattea che abbiamo sottoposto, hanno messo in discussione anche quei centri dove l'Italia ha operato. La Protezione Civile, con il Terzo settore, ad Haiti c'è sempre stata. Queste situazioni hanno portato alla chiusura di questa scuola, ma, soprattutto, è incerto il destino di tanti orfani.

Quindi, come Italia Viva, le chiediamo oggi come il Ministero stia affrontando questa situazione, che è legata alla storia e al rapporto del nostro Paese con Haiti, ma, soprattutto, quale sia la nostra posizione nella discussione internazionale, perché manca una missione internazionale che sia efficace ed efficiente, ora.

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha facoltà di rispondere.

LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi. Haiti, come ricordava l'interrogante, è afflitta da una drammatica crisi politica, istituzionale, economica, sociale e sanitaria. Il quadro della sicurezza è davvero precario. Le bande criminali controllano, difatti, larga parte della capitale del Paese. Purtroppo, è la popolazione civile a pagare le conseguenze di una violenza diffusa e tutelare i diritti fondamentali diventa sempre più difficile. La situazione è ulteriormente peggiorata con l'assassinio del Presidente, nel luglio 2021. Mancano le condizioni minime per lo svolgimento delle elezioni e, quindi, per il rafforzamento delle istituzioni.

È in questo difficile contesto che la Farnesina sta seguendo la vicenda dell'orfanotrofio gestito dalla Fondazione Via Lattea. La nostra Ambasciata a Santo Domingo, che è competente anche per Haiti, ha richiesto al Ministero degli Affari esteri un intervento urgente delle autorità locali a tutela delle persone e degli oltre 100 bambini, tra cui 20 disabili, ospitati nel centro. L'Ambasciata è in contatto con la responsabile della Fondazione, la cui struttura costituisce uno degli obiettivi della banda criminale citata, in ragione della sua vicinanza al centro operativo della suddetta banda. Le suore stanno cercando, con grande difficoltà, di ricollocare i piccoli ospiti in luoghi meno a rischio.

Più in generale, il Governo italiano guarda con preoccupazione alla grave situazione di Haiti. È per questo che abbiamo contribuito alla creazione di un meccanismo sanzionatorio europeo, che, unitamente alle sanzioni dell'ONU e degli Stati Uniti, potrà rafforzare la pressione sui membri delle bande e sui loro mandanti. L'Italia supporta le iniziative delle Nazioni Unite e dell'Organizzazione degli Stati americani e contribuisce al Fondo del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo e il rafforzamento della Polizia haitiana e al Programma dell'Organizzazione degli Stati americani per la coesione sociale e la prevenzione della violenza.

Sosterremo, con risorse finanziarie e attività di formazione, la missione multinazionale di Polizia, istituita nell'ottobre 2023 dal Consiglio di sicurezza e in via di schieramento. Abbiamo confermato, infatti, la disponibilità a integrare il Fondo fiduciario istituito dall'ONU per il finanziamento della Forza multinazionale e a svolgere attività di addestramento presso il centro di eccellenza dell'Arma dei Carabinieri di Vicenza. La missione multinazionale, guidata dal Kenya, addestrerà la Polizia nazionale al contrasto delle bande criminali.

Continueremo a fare la nostra parte, specie nell'ambito delle Nazioni Unite, affinché vengano ripristinati gli standard minimi di sicurezza e si creino le condizioni per lo svolgimento delle elezioni e la stabilizzazione del Paese.

PRESIDENTE. La deputata Gadda ha facoltà di replicare.

MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). La ringrazio, signor Ministro, per questa sua risposta e chiedo davvero di tenere alta l'attenzione sul caso specifico che abbiamo sottolineato. Quindi, mi fa piacere che la Farnesina sia informata, ma, soprattutto, che abbia intenzione di seguire passo passo l'evolversi della vicenda rispetto alla Fondazione Via Lattea, perché abbiamo la necessità di mettere in sicurezza quei bambini, ma, soprattutto, di mantenere quel presidio sul territorio che è stato fondamentale in questi anni, non soltanto in un'ottica di accoglienza umanitaria, ma che, soprattutto, è un presidio importante, che ha coinvolto la società civile che ancora esiste ad Haiti e non deve soccombere rispetto alla presenza di queste bande armate.

Proprio quei presidi sono fondamentali per integrare la presenza militare e di formazione, e io chiedo davvero che queste risorse siano effettivamente stanziate in maniera più consistente, perché il fabbisogno, ad oggi, vede uno stanziamento soltanto di circa il 26 per cento delle risorse. Dobbiamo però lavorare sulle prospettive, perché queste gang criminali trovano terreno fertile nella povertà assoluta e, quindi, queste risorse devono essere abbinate a piani strategici. Bisogna fornire non soltanto denaro per la crisi umanitaria, alimentare e sanitaria, ma soprattutto tutti quegli strumenti che consentano a quel Paese di avere produzione agricola, che oggi non c'è, nonché strumenti di formazione che consentano a quella generazione di riprendere in mano il loro Paese e di non dover andare in altri Paesi o scappare da lì. E quindi chiediamo davvero un impegno più consistente, perché, ripeto, l'ho detto all'inizio, questo è un Paese di cui non parla mai nessuno, sembra che la comunità internazionale non sia attenta, invece Italia Viva ci teneva a porre, anche in quest'Aula, una finestra sul mondo, che ha tante complessità e che devono essere risolte oggi e in prospettiva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

(Posizione del Governo in ordine all'ipotesi di revisione della disciplina del reato di tortura - n. 3-01007)

PRESIDENTE. Il deputato Dori ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01007 (Vedi l'allegato A).

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Signor Ministro, pochi giorni fa sono state diffuse le immagini di un gravissimo pestaggio da parte di alcuni agenti di Polizia penitenziaria nei confronti di un detenuto nel carcere di Reggio-Emilia. Si tratta di fatti risalenti all'aprile 2023. Lei, Ministro, e anche il Ministro Piantedosi avete manifestato sdegno, parlando anche di inaccettabili torture. Parallelamente, però, il principale partito di maggioranza ha presentato, sia alla Camera, sia al Senato, disegni di legge volti ad abrogare il reato di tortura. Chiedo, quindi, al Ministro Nordio se intenda, oppure no, sostenere quelle iniziative parlamentari presentate dalla maggioranza di centrodestra, volte ad abolire il reato di tortura, provocando così un allontanamento dell'Italia dalle norme internazionali e dell'Unione europea (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha facoltà di rispondere.

CARLO NORDIO, Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente. E grazie a lei, collega, per la domanda. Ripeto quello che ho detto alla stampa, ossia la reazione di sdegno e di dolore per quanto abbiamo assistito, e la confermo. Naturalmente, la responsabilità penale è personale, come ben sapete, e quindi sarà compito dell'autorità giudiziaria accertare quelle relative.

Vorrei dire che il problema del reato di tortura è un problema esclusivamente tecnico, nel senso che noi ci siamo adeguati alla Convenzione di New York, ratificata con la legge n. 498 del 1988, ma il reato di tortura, così come è stato individuato dalla Convenzione di New York, presuppone il cosiddetto dolo specifico, cioè che il trattamento violento, cattivo deve essere inflitto al fine di ottenere un determinato risultato, mentre nella disciplina italiana è stato disciplinato e inteso come semplice dolo generico, cioè come semplice coscienza e volontà di commettere un determinato reato. Questo non significa affatto che noi stiamo sottovalutando il problema del trattamento, che non può e non deve mai essere inflitto ad alcun detenuto, sia per ragioni giuridiche, sia per ragioni costituzionali, sia per ragioni etiche, sia per ragioni umane. Significa soltanto che stiamo cercando di rimodulare quel determinato reato, adeguandolo proprio alla Convenzione di New York, affinché venga individuato come elemento strutturale e soggettivo - si dice così nel diritto penale - non il dolo generico, ma il dolo specifico.

Detto questo, si tratta anche di vedere se si possa far coincidere il concetto di reato di tortura con il trattamento inumano e degradante. Anche qui, la Corte europea dei diritti dell'uomo ha, in molte occasioni, qualificato come trattamenti inumani e degradanti, e non come tortura, gli eccessi nell'uso della forza da parte degli agenti di Polizia nel corso di manifestazioni o altre operazioni di ordine pubblico. Lo ripeto, questo non significa minimamente che vi sia alcun indirizzo di giustificazione di comportamenti violenti, si tratta semplicemente di una rimodulazione di ordine tecnico, perché questo reato, così come è strutturato adesso, manca di quei caratteri di tipicità, tassatività e determinatezza che dovrebbero renderlo invece adeguato e coincidente con quella che è la Convenzione di New York.

PRESIDENTE. Il deputato Dori ha facoltà di replicare.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Signor Ministro, a fronte dei fatti gravissimi e inquietanti di Reggio Emilia, per quanto lei abbia fatto intendere di non essere d'accordo sull'abrogazione del reato, anche se non l'ha detto esplicitamente, però, noi osserviamo oggettivamente i fatti e riscontriamo alcuni indizi che vanno proprio nella direzione opposta: primo, sia alla Camera sia al Senato, la maggioranza ha depositato due disegni di legge proprio finalizzati all'abrogazione del reato di tortura; secondo, al Senato è iniziato l'esame di quel disegno di legge; terzo, quel disegno di legge è stato firmato da numerosi senatori e, non solo, di Fratelli d'Italia, ma anche, di Coraggio Italia, ed è stato designato - quarto indizio - come relatore del provvedimento un senatore della Lega; sempre della Lega è la presidente della Commissione che ne ha avviato l'esame. Quindi, c'è un appoggio trasversale da parte della destra a quei disegni di legge.

Insomma, si tratta di indizi, ma, politicamente parlando, per noi queste sono prove, soprattutto perché, come sappiamo, se la maggioranza decide di calendarizzare un disegno di legge, certamente c'è il beneplacito da parte del Ministero della Giustizia.

Ecco, perché non possiamo fidarci fino in fondo rispetto a quello che ci ha detto; o, poi, lei intende sconfessare la sua maggioranza, e questo è il nostro auspicio, oppure, sarà la maggioranza a sconfessare lei, salvo che in realtà quando lei ha parlato di rimodulare, di precisare, di problemi tecnici, in realtà, intendesse proprio andare nella direzione di quei disegni di legge, ossia trasformare il reato di tortura in mera aggravante e, quindi, sostanzialmente arrivare a una abrogazione. È questo, davvero, il nostro timore. Poi, possiamo anche indignarci di fronte alle immagini di disumanità nei confronti di Ilaria Salis in Ungheria, ma se l'Italia dovesse depotenziare o, peggio ancora, abrogare il reato di tortura, sarebbe purtroppo un po' più vicina all'Ungheria (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

(Iniziative volte a modificare la disciplina in materia di amministrazione di sostegno, al fine di garantire adeguate tutele ai soggetti sottoposti a tale istituto – n. 3-01008)

PRESIDENTE. Il deputato Romano ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-01008 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

FRANCESCO SAVERIO ROMANO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Signor Ministro, la legge 9 gennaio 2004, n. 6, ha introdotto nel nostro Paese l'amministratore di sostegno. L'auspicio era che questa legge realmente servisse a dare manforte a tutte quelle famiglie in difficoltà, dovendo gestire un disabile o, comunque, persone che hanno difficoltà a svolgere alcune esigenze quotidiane della persona, come la gestione delle sue cure, del suo patrimonio e della casa in cui vive. Purtroppo, come abbiamo illustrato, non sempre le cose sono andate nel verso giusto e alcune volte questi amministratori di sostegno più che essere di aiuto hanno creato difficoltà, viste le tante proteste che abbiamo raccolto dalle associazioni dei familiari. Vorremmo capire se il Ministero abbia intenzione di mettere mano a questa problematica e di trovare una soluzione che sia risolutiva.

PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha facoltà di rispondere.

CARLO NORDIO, Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente, e grazie a lei, collega. In effetti, io stesso ho avuto una lunga esperienza come pubblico ministero che partecipava a questi colloqui tra il giudice e l'interdicendo, ai quali il giudice poi rispondeva con la nomina di un amministratore di sostegno e non, come accadeva una volta, con quella di un tutore. L'amministratore di sostegno ha un regime giuridico che si colloca su un piano di tutela intermedia ed è nominato dall'autorità giudiziaria. Quindi, naturalmente il Governo e il Ministro della Giustizia su questo non hanno alcuna possibilità di intervenire.

Tutto dipende molto dalla sensibilità, dalla professionalità e dalla capacità del magistrato che è incaricato di questa delicatissima funzione. Molte volte, l'amministratore di sostegno viene surrogato al tutore per ragioni, vorrei dire, quasi umanitarie, nel senso che il provvedimento di interdizione suona così pesante, suona così doloroso che il giudice preferisce questa soluzione intermedia, nominando appunto un amministratore di sostegno che elabori, come si dice, un progetto per l'aiuto di questa persona che si trova in gravissimi disagi psicofisici. Funziona o non funziona? Come tutte le cose umane, soprattutto, come tutte le cose che sono affidate alla sensibilità delle persone, come sapete, è meglio - diceva Platone - avere una legge sbagliata e un giudice intelligente, piuttosto che il contrario. Può darsi che siano avvenute e, in effetti, sono avvenute alcune discrasie in questa applicazione. Allora, qual è la risposta? La risposta è che occorre studiare ancora più a fondo questo problema. A questo proposito posso dirle che, in data 27 novembre 2023, abbiamo istituito un tavolo nazionale sui diritti delle persone fragili, presso l'ufficio di gabinetto del Ministero della Giustizia, finalizzato proprio all'elaborazione di una proposta di modifica normativa all'esito della ricognizione e del monitoraggio dello stato di attuazione della legislazione vigente nella materia dell'interdizione, dell'inabilitazione e, quindi, di conseguenza, dello stesso amministratore di sostegno.

PRESIDENTE. Il deputato Romano ha facoltà di replicare.

FRANCESCO SAVERIO ROMANO (NM(N-C-U-I)-M). La ringrazio, signor Ministro, perché, proprio nella parte finale del suo intervento, viene incontro alla nostra aspettativa, cioè che si possa fare un'analisi approfondita di come ha funzionato questa legge e si possa porvi rimedio, anche modificando alcuni aspetti di questa legge. Ve n'è, ad esempio, uno che dà grande libertà al giudice di nominare alternativamente un familiare oppure un avvocato, un commercialista. Ora, ho ben poco da togliere ai colleghi, anch'io sono un avvocato, ma sarebbe preferibile che la scelta verso i professionisti, che, tra l'altro, sono a pagamento, mentre il familiare è a titolo gratuito, fosse soltanto l'estrema ratio e si preferisse un familiare per svolgere queste attività, perché è veramente più vicino, ovviamente, alle esigenze e ai bisogni della persona che è sottoposta a questa tutela. Infine, voglio dire che sarebbe utile, nel momento in cui si mettesse mano a questa legge, fare in modo che tra quello che realmente auspichiamo e quello che si realizza ci fosse un controllo da parte del Ministero, una sorta di monitoraggio, perché il funzionamento di questa legge, ovviamente in funzione dinamica, può servire molto per gli eventuali accorgimenti che il Ministero stesso può portare avanti.

(Iniziative di competenza volte a contrastare il fenomeno dell'introduzione illegale di telefoni cellulari all'interno degli istituti penitenziari – n. 3-01009)

PRESIDENTE. Il deputato Padovani ha facoltà di illustrare l'interrogazione Foti ed altri n. 3-01009 (Vedi l'allegato A), che ha sottoscritto in data odierna.

MARCO PADOVANI (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, onorevoli colleghi, lo scorso lunedì, durante un convegno organizzato dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali anche straniere, si sono svolte le celebrazioni per i 25 anni di attività del Gruppo operativo mobile della Polizia penitenziaria.

Nel corso del suo intervento, il procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri, ha evidenziato un problema molto diffuso nelle carceri italiane, ovverosia la presenza di cellulari introdotti illegalmente all'interno degli istituti penitenziari. In passato, il Ministero della Giustizia, mediante il proprio canale di informazione online, ha divulgato i relativi dati statistici, dai quali si rileva che, solamente nei primi 9 mesi del 2020, sono stati 1.761 gli apparecchi rinvenuti nelle carceri italiane, requisiti all'interno o bloccati prima del loro ingresso. Nello stesso periodo del 2019, erano stati 1.206.

La disponibilità di telefoni cellulari consente ai detenuti, non solo, di commettere e di commissionare reati, ma, anche, di svolgere una sorta di attività commerciale, permettendo ad altri detenuti di effettuare telefonate alla famiglia, oltre i limiti imposti dall'ordinamento penitenziario. La presenza di telefonini, inoltre, è stata spesso documentata e comprovata attraverso la diffusione sulle piattaforme social di video e immagini registrate all'interno delle celle dei detenuti degli istituti stessi, i quali attraverso tale condotta, continuano noncuranti a compiere violazioni. I molteplici controlli effettuati in tutti i penitenziari italiani hanno sottolineato l'esigenza di imporre ulteriori misure, quali ad esempio la schermatura delle sezioni detentive. Alla luce di ciò, si chiede quali iniziative il Governo, per quanto di competenza, intenda affrontare il fine di contrastare la diffusione di questo fenomeno.

PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha facoltà di rispondere.

CARLO NORDIO, Ministro della Giustizia. Grazie Presidente, grazie a lei, collega, in effetti sono situazioni abbastanza diverse.

Per quanto riguarda la schermatura, parto dall'aspetto forse più delicato, abbiamo avviato una sperimentazione con l'impiego dei jammer reattivi, che sono quelli che dovrebbero appunto schermare. L'esperimento si è concluso nel gennaio del 2024 e abbiamo ottenuto risultati positivi, però non le nascondo che non è un problema molto facile. La gran parte delle nostre carceri è costituita da istituti abbastanza vetusti per i quali la schermatura tecnicamente è molto difficile da far funzionare, per di più rischierebbe di compromettere anche le comunicazioni delle abitazioni circostanti.

Regina Coeli è piazzata nel centro di Roma e le carceri dove questa scrematura funziona, essenzialmente quelle americane, sono piazzate in mezzo al deserto dell'Arizona o dello Utah o del Texas e sono formate da moduli modernissimi che vengono regolati a distanza e lì questa sorta di schermatura è più facile. Dove bisogna allora intervenire? Bisogna intervenire essenzialmente sui controlli preventivi per evitare che vengano introdotti questi telefonini e su questo devo dire che abbiamo provveduto, sin dal 2021, ad acquistare tutta una serie di apparecchiature denominate metal self on detector da utilizzare per impedire proprio questa introduzione illegale.

Abbiamo tutta una serie di dati su questi e sono anche a vostra disposizione (è inutile citarli adesso), ma vi è stato un capillare monitoraggio, proprio effettuato sul territorio, per consentire una individuazione in tempo reale delle situazioni di copertura degli impianti di videosorveglianza e degli istituti di pena. E' la videosorveglianza, a questo punto, che può servire di più come deterrente e questa videosorveglianza si fa attraverso l'acquisizione di droni, attraverso l'acquisizione di telecamere e tutta un'altra serie di strutture moderne che sono in grado di individuare l'uso anomalo di questi telefonini. Quindi, stiamo agendo in due direzioni: quella di potenziare gli strumenti per evitare che vengano introdotti e quella di adottare gli strumenti per individuare l'eventuale uso anomalo.

La jammer, la schermatura, ripeto, l'abbiamo iniziata, ha risultati positivi. In alcuni istituti si può anche fare e in altri mi sembra più difficile.

PRESIDENTE. Il deputato Filini ha facoltà di replicare.

FRANCESCO FILINI (FDI). Grazie Presidente. Signor Ministro, la ringrazio per la risposta. Lei sa benissimo quanto la nostra forza politica, Fratelli d'Italia, tenga molto alle misure di contrasto alle mafie, ne testimonia l'azione di Governo sin dal suo insediamento, a partire dalla conferma del 41-bis, fino ai tanti interventi che sono stati fatti per cercare di stroncare il più possibile fino a vincere la battaglia dello Stato nei confronti delle mafie.

Il parco di Caivano è diventato un po' il simbolo della lotta che sta facendo questo Governo alla criminalità organizzata. Ed è per questo che abbiamo sollecitato, tramite questa interrogazione, il Governo per essere sicuri che si faccia tutto ciò che si può fare per mettere in campo misure che vadano a stroncare questo fenomeno, anche odioso, anche di malcostume, dove abbiamo praticamente alcuni detenuti che sono arrivati anche a fare gli influencer, pubblicando video su Tik Tok. E questa è la parte più di colore.

Poi c'è la parte più importante e grave, come ricordava il collega Padovani che è intervenuto nell'illustrazione, quella della criminalità organizzata che continua a comunicare con l'esterno. Va benissimo continuare, come sta facendo il Governo, nella sperimentazione sui dissuasori di rete, su tutto ciò che consenta, laddove possibile, come diceva giustamente il Ministro, la schermatura dei cellulari e va altrettanto bene insistere anche per far sì che, preventivamente, non vengano introdotti apparati di telecomunicazione. Grazie, signor Ministro, ci riteniamo soddisfatti.

(Intendimenti in merito all'istituzione di una procura nazionale per le indagini relative alle morti sul lavoro – n. 3-01010)

PRESIDENTE. La deputata D'Orso ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01010 (Vedi l'allegato A).

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Signor Ministro, nel 2023 le denunce per incidenti mortali sui luoghi di lavoro sono state 1041, quasi 3 morti al giorno. L'ultimo grave episodio, che ha sconvolto tutti, si è verificato lo scorso 16 febbraio a Firenze, nel cantiere di Esselunga. Vi hanno perso la vita 5 lavoratori e altri 3 sono rimasti feriti. Davanti a questa emergenza occorre rispondere con soluzioni eccezionali. Da tempo, come MoVimento 5 Stelle proponiamo la creazione di una procura nazionale del lavoro, con le relative procure distrettuali, strutture con magistrati specializzati nella materia che possano concentrare tutte le energie investigative nell'accertamento di reati riguardanti gli infortuni sul lavoro ma anche il caporalato. Si garantirebbe maggiore speditezza, si darebbe una risposta di giustizia alle vittime, soprattutto si eviterebbe che questo tipo di processi, che in passato sono stati colpiti dalla scure della prescrizione, tornino ad essere colpiti dalla scure della prescrizione che voi state ripristinando.

Allora, Ministro, le chiedo se lei e il suo Governo intendiate dare seguito alla nostra proposta di istituire una procura nazionale del lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha facoltà di rispondere.

CARLO NORDIO, Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente, e grazie a lei, collega. È quasi banale dire quanto sia sensibile questo Governo a questa problematica. Potrei iniziare dicendo quello che è stato fatto, quantomeno fino adesso: l'inserimento della previsione dell'obbligo per i datori di lavoro di nominare il medico competente, se richiesto dalla valutazione dei rischi, l'introduzione dell'obbligo di formazione specifica in capo al datore di lavoro, nel caso di utilizzo di attrezzature di lavoro per attività professionali, e conseguenti sanzioni in caso di inosservanza, l'inserimento di disposizioni in materia di condivisione dei dati per il rafforzamento della programmazione dell'attività ispettiva. Altre misure sono allo studio per contrastare il lavoro sommerso.

Non credo di rivelare segreti se dico che, proprio stamattina, nel Consiglio dei ministri questo argomento è stato ancora trattato, anche con la prospettazione dell'introduzione di eventuali sanzioni penali. Non è stato trattato il principio - al quale, tra l'altro, sarei personalmente anche abbastanza contrario - dell'introduzione di un omicidio sul lavoro, perché abbiamo l'esperienza dell'omicidio stradale. È stata infatti aumentata a dismisura la pena e gli incidenti stradali non sono affatto diminuiti, anzi, sono aumentati. Quindi, l'effetto deterrente non ci sarebbe. Altra cosa invece è il problema che voi prospettate ed è un problema reale. Esiste, come voi sapete, una circolare del Consiglio superiore della magistratura che dice che è sufficiente la creazione di gruppi di lavoro specializzati presso le singole procure. È la delibera del 16 novembre 2017, un po' vecchiotta, se vogliamo. Io non credo che la creazione di una procura nazionale con compiti, diciamo, universali, con compiti nazionali possa essere più efficace. Ammetto, però, che, con la frammentazione, soprattutto le procure più piccole, dove non esistono questi gruppi specializzati, possano sembrare insufficienti. Il nostro orientamento - glielo dico subito - è quello intermedio, è quello di devolvere alle procure distrettuali - eventualmente, adesso è una materia in discussione - questa competenza, in modo da dare un indirizzo omogeneo, perché questo è l'importante, quantomeno nell'ambito di un distretto. È tutto, ripeto, oggetto di discussione. Tuttavia, anche secondo quanto vediamo, l'esperienza ci insegna che una procura distrettuale centrale non centrerebbe il problema, mentre mi rendo conto che la frammentazione di competenze nelle procure più piccole può confliggere con il principio di specializzazione, che invece dovrebbe essere tipico di ogni ufficio inquirente, proprio perché si tratta di materie che presuppongono una particolare preparazione da parte dei singoli magistrati.

PRESIDENTE. La deputata Barzotti ha facoltà di replicare.

VALENTINA BARZOTTI (M5S). Grazie, Presidente. Ministro, mi spiace dirle che non possiamo essere assolutamente soddisfatti della sua risposta. Anzi, le direi anche: veramente lei ci sta dicendo che gli interventi proposti da questo Governo in materia di salute e sicurezza sul lavoro possono essere considerati soddisfacenti? Veramente lei pensa che non servano un intervento di sistema e, forse, più norme, un corpus analitico di norme straordinarie per far fronte a questa che è una vera e propria emergenza di questo Paese? Sa qual è la verità, Ministro? Che in questo Paese le norme penali in materia di sicurezza sul lavoro non fanno più paura a nessuno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ci sono processi falcidiati dalla prescrizione e penso, ad esempio, al processo Eternit, che addirittura è iniziato con il reato prescritto. Non pensa che sia veramente ora di introdurla questa benedetta procura? Non pensa che sia ora di ascoltare le parole di illustri magistrati specializzati - non le mie parole, ma quelle di illustri magistrati specializzati - in materia di infortunistica sul lavoro, che chiedono questa procura? I fatti umani lavorativi che hanno a oggetto gli infortuni sul lavoro sono complessi e non di rado le indagini sono fermate dalla difficoltà di identificare l'autore o gli autori del reato di omicidio o lesione colposa. La procura serve a questo, a velocizzare le indagini, a specializzare queste indagini. Sicuramente sarebbe soltanto un primo passo perché, come ho detto prima, non basterebbe comunque da sola. Servono più cultura della legalità, più cultura della sicurezza sul lavoro, l'attuazione della patente a punti per le imprese, il divieto di subappalti a cascata che avete liberalizzato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e più ispettori. L'Europa ci chiede un ispettore ogni 10.000 aziende e noi abbiamo un ispettore ogni 39.000 aziende. Questi ispettori devono essere pagati di più, perché altrimenti l'ispettore del lavoro non lo vuole fare nessuno.

È tempo di fare, non è tempo di informare il Consiglio dei ministri. È tempo di mettere in pratica azioni concrete. Ministro, morire sul lavoro non è degno di un Paese civile e morire sul lavoro senza giustizia è veramente una vergogna di Stato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative per un tavolo di confronto con il settore tessile, in relazione all'introduzione delle discipline relative alla responsabilità estesa del produttore e alla cessazione della qualifica di rifiuti - n. 3-01011)

PRESIDENTE. La deputata Mazzetti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01011 (Vedi l'allegato A).

ERICA MAZZETTI (FI-PPE). L'introduzione della responsabilità estesa del produttore e la disciplina che regolamenta la cessazione della qualifica di rifiuti rappresentano una tappa decisiva del processo evolutivo dell'economia circolare. Per entrambe la filiera del tessile italiano, a fronte di queste proposte fatte a livello europeo, è molto preoccupata, soprattutto perché si andrebbero ad avvantaggiare tutti i soggetti a valle della filiera, spesso soggetti esteri e commerciali, rispetto al manifatturiero italiano, che è a monte.

Pertanto, per quanto riguarda questo tema chiedo al Ministro se non sia indispensabile fare immediatamente un tavolo di tutto il manifatturiero italiano per dare spazio a questa mansione importantissima per il nostro Paese.

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere.

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie, Presidente, e grazie all'interrogante. Con riferimento a quanto indicato dall'onorevole interrogante in relazione all'EPR tessile, nel relativo schema di decreto ministeriale, sottoposto a consultazione lo scorso anno, è previsto un ruolo attivo dei sistemi EPR nelle varie fasi di raccolta e gestione dei rifiuti, riconoscendo, di fatto, il coinvolgimento dei consorzi anche nella fase di gestione funzionale alla preparazione per il riutilizzo.

Sullo stesso tema l'Italia sta partecipando attivamente ai lavori di revisione della direttiva quadro sui rifiuti, contenente, tra l'altro, articoli rilevanti per l'armonizzazione dei sistemi EPR tessile - questo su scala europea - al fine di contribuire alla definizione di un testo unionale condiviso che valorizzi le posizioni che emergono dagli operatori del settore.

Il MASE intende, comunque, procedere a una seconda consultazione, una volta verificata la congruenza tra la bozza di decreto e il testo della proposta di direttiva.

L'obiettivo è tutelare le esigenze e gli interessi dell'attuale struttura della filiera tessile italiana caratterizzata da sistemi di raccolta già attivi, da una forte vocazione alla preparazione per il riutilizzo, nonché dal coinvolgimento dei consorzi volontari all'istituzione del regime EPR.

In merito alla seconda questione, quella relativa al regolamento EoW Tessili, il MASE ha predisposto lo schema di regolamento, la cui consultazione si è conclusa lo scorso gennaio. Anche su questo tema la Commissione europea sta predisponendo un apposito regolamento al fine di pervenire a una proposta normativa con l'assistenza tecnico-scientifica del centro di ricerche congiunto, nel cui studio sono considerate tra i possibili end of waste anche le fibre tessili prodotte a seguito di trattamento riciclo meccanico e di riciclo termico, in analogia col testo predisposto da questo Ministero. Anche su questo argomento l'obiettivo è valorizzare le filiere produttive nazionali ed europee, senza alcun aggravio dei costi e adempimenti burocratici.

Per concludere, anche considerando il proficuo dialogo con gli operatori avvenuto in sede di predisposizione degli schemi dei decreti succitati, si conferma la disponibilità di questo Ministero a continuare il confronto con il settore manifatturiero tessile nazionale anche attraverso la costituzione di un apposito tavolo permanente sulle due tematiche sollevate.

PRESIDENTE. La deputata Mazzetti ha facoltà di replicare.

ERICA MAZZETTI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Soprattutto, grazie Ministro per l'esaustiva risposta che ci ha dato, perché vi posso garantire che tutta la filiera del tessile, in particolare quella che rappresento nel mio collegio di Prato, è molto preoccupata, perché si sente emarginata da queste scelte, soprattutto, per quanto riguarda la responsabilità estesa del produttore, dove si va ad avvantaggiare tutto quello che è a valle, che, come ho detto, molto spesso è commerciale, è gestito all'estero ed è a discapito del manifatturiero nazionale.

Pertanto, mi fa molto piacere che lei, come tutti i tecnici del Ministero, sia presente in Europa per quanto riguarda la tutela delle nostre aziende e il “fine rifiuti”. Da tanto tempo, a livello nazionale, aspettavamo un regolamento che desse la qualifica di “fine rifiuto”. Sicuramente questo che sta arrivando dall'Europa è in contrasto con quello nazionale per cui fondamentale sarà un tavolo di confronto con le categorie nazionali, ma, soprattutto, con quelle del manifatturiero italiano, che è ben rappresentato, proprio per non rimanere emarginati anche con riferimento a tutte quelle tecnologie che da decenni il nostro Paese sta sviluppando per quanto riguarda il riciclo e il riuso. Per cui, fondamentale è la sua risposta, fondamentale è il suo lavoro, come quello di tutti i tecnici in Europa, affinché la filiera nazionale del tessile sia ancora parte integrante dell'economia nazionale.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 102, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che, con distinte lettere in data 20 febbraio, i presidenti delle Commissioni XII (Affari Sociali) e I (Affari costituzionali) hanno rappresentato l'esigenza, sulla quale hanno convenuto all'unanimità dei presenti gli uffici di presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi delle medesime Commissioni, di rinviare al prossimo calendario dei lavori l'avvio dell'esame in Assemblea - attualmente previsto dal vigente calendario dei lavori a partire da lunedì 26 febbraio - dei seguenti progetti di legge: n. 1532-ter recante disposizioni in materia di politiche sociali e di enti del Terzo settore; n. 304 recante disposizioni in materia di conflitti di interessi.

Secondo le intese intercorse tra i gruppi, l'esame di tali provvedimenti non sarà pertanto iscritto all'ordine del giorno della seduta di lunedì 26 febbraio.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare il deputato Benzoni. Ne ha facoltà.

FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Vorrei tanto non dover intervenire anche questa settimana sul tema delle carceri ma, purtroppo, dall'ultimo intervento della settimana scorsa alla lunga lista dei suicidi in carcere si aggiungono un sessantaquattrenne nel carcere di Pisa e un quarantanovenne nel carcere di Lecce. Sono 20; oggi i suicidi sono 21, se contiamo quello di una guardia carceraria, guardie carcerarie che dimentichiamo sempre di considerare nel nostro dibattito politico.

È una situazione oramai intollerabile. Siamo solo a febbraio e, se la tendenza sarà quella di questi primi 2 mesi, avremo quasi raddoppiato il numero di suicidi all'interno delle carceri rispetto all'anno scorso, nel silenzio intollerabile della politica anche di fronte alle denunce dei garanti e delle associazioni rispetto alla mancanza sempre maggiore di fondi, di risorse, di operatori, di personale. Noi chiediamo semplicemente che quest'Aula torni a parlare di questo tema e continueremo a fare interventi di fine seduta ogni settimana per denunciare questo suicidio di massa (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sasso. Ne ha facoltà.

ROSSANO SASSO (LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo per esprimere solidarietà a tre ragazzi di 20 anni, a tre studenti dell'Università Bocconi, la prestigiosa Università di Milano che, stando a quanto riportato dagli organi di informazione, sarebbero stati sospesi per 6 mesi. Niente lezioni, niente esami, niente diritto allo studio per 6 mesi. E per quale motivo? Cos'hanno fatto di così grave questi tre studenti?

Hanno commentato sui social, con sprezzante ironia e un pizzico di goliardia, un'iniziativa dell'Università Bocconi con cui si inaugurava un bagno gender neutral. Non voglio qui commentare nel merito l'iniziativa della Bocconi, però voglio ricordare ai vertici dell'Università l'articolo 21 della Costituzione, che recita che tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, con lo scritto e con ogni altro mezzo di diffusione.

I tre studenti, Presidente, avranno certo esagerato con l'ironia e con battute di cattivo gusto su quella iniziativa che non condividevano, ma non sono degli omofobi.

Sei mesi di sospensione sono una cosa abnorme. La Lega non vuole alcuna punizione per nessuno studente, compreso lo studente, attivista di sinistra, che aveva denunciato i suoi tre colleghi e che aveva, egli stesso, avuto uno scivolone sui social, ironizzando sulla morte di alcune persone.

Non vogliamo che nessuno venga punito perché incriminare qualcuno per una battuta non è lottare contro l'omofobia, non è lottare per i diritti civili. È consegnare ad un tribunale woke la libertà di espressione di tre studenti, perché, Presidente, se dico che un uomo deve andare nel bagno dei maschi e una donna deve andare nel bagno delle femmine, non sono omofobo, esprimo un'opinione.

E se a dirlo è uno studente, non può essere sospeso per 6 mesi, con 200 ore di rieducazione, neanche fossimo in Cina, con l'aggravante dello stigma dell'omofobia. Lo dico a chi chiede rispetto: bisogna avere rispetto per chi la pensa diversamente. Per questo motivo, e concludo, Presidente, la Lega non ci sta. Non accettiamo, come se fossimo in un romanzo di Orwell, la psicopolizia.

Per questo, sempre nella speranza che l'Università Bocconi riveda le proprie decisioni, abbiamo presentato un'interrogazione parlamentare urgente al Ministro dell'Università e della ricerca. Concludo dicendo, Presidente, lo dico qui, dalla Camera dei deputati: viva la libertà di espressione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Saluto studenti, studentesse e docenti dell'Istituto tecnico economico Carlo Matteucci di Forlì, che assistono ai nostri lavori dalle tribune.

Ha chiesto di parlare la deputata Longi. Ne ha facoltà.

ELIANA LONGI (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo oggi in quest'Aula per dare informazioni sulla spiacevole vicenda e piaga che affligge numerose città della Sicilia, giustamente sollevata ieri dal collega Borrelli. È quella delle corse clandestine che si tengono in diverse città della Sicilia. Volevo dare notizia che le istituzioni locali, nella persona del sindaco Trantino e del questore Bellassai, neoinsediati negli ultimi mesi del 2023, sono assolutamente informate e in prima linea nella lotta contro questo orribile fenomeno.

Sin dai primi mesi del loro insediamento si sono occupati della vicenda, e questo lo dimostrano le ultime due operazioni condotte dal sostituto commissario Andronico della squadra a cavallo e cinofila, tenutesi in data 14 gennaio presso il quartiere di San Cristoforo, dove sono stati sequestrati cavalli; sono state sequestrate stalle abusive anche il 6 febbraio a Picanello. Le istituzioni ci sono e anche la nostra Commissione bicamerale, di cui facciamo parte sia io che Borrelli, sta trattando il tema, promosso dal gruppo di Fratelli d'Italia, a tutela degli animali, contro le corse clandestine, le lotte di cani e anche il traffico illecito dei cuccioli.

Quindi, le istituzioni ci sono e Fratelli d'Italia è sempre dalla parte degli animali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Furgiuele. Ne ha facoltà.

DOMENICO FURGIUELE (LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo in Aula per denunciare un paradosso che si sta verificando presso il centro meccanizzato di smistamento posta di Lamezia Terme. Una situazione che rischia di paralizzare un servizio fondamentale per l'intera regione. Qui, infatti, il mancato rinnovo dei contratti per i lavoratori a tempo determinato che scadono il 31 gennaio 2024 sta provocando, nonostante l'impegno degli altri lavoratori che hanno potuto mantenere il posto di lavoro, disagi incommensurabili, mettendo a serio rischio un servizio che dovrebbe essere degno di un Paese civile. Sono centinaia i chili di posta accantonati, sono decine di migliaia i pacchi che non possono essere lavorati e smistati. Consapevole di ciò e confrontatomi anche con gli organi sindacali della CISL, che hanno dato immediatamente manforte ai lavoratori, ho deciso di sensibilizzare il Governo, proponendo un'interrogazione parlamentare che vada nella direzione di fare chiarezza. Voglio ribadire che il mancato rinnovo di questi contratti, dove peraltro sono richiesti gli operai, dove è richiesta la manodopera, sta cagionando un dramma al sistema postale calabrese. Non è una vicenda che riguarda soltanto la regione Calabria, perché Poste Spa si sta comportando in questo modo in tutta Italia, ma evidentemente, ad una latitudine come quella calabrese, dove magari ci sono anche famiglie monoreddito e quel reddito deriva proprio da quel posto precario, la cosa può diventare veramente drammatica.

Signor Presidente, andremo a fondo della vicenda, e lo faremo ricordando a noi stessi, e ricordando soprattutto a Poste, che lo Stato per la cosa pubblica destina oltre 260 milioni di euro alla Spa, e dunque è giusto che si abbia un servizio degno di un Paese civile, e un servizio degno di un Paese civile si ha soltanto se c'è una manodopera che è stata formata e che deve essere rinnovata (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Per segnalare all'Aula un episodio - per fortuna che si è risolto, ma si è risolto perché si è sollevato un caso pubblico - di discriminazione nei confronti, per l'ennesima volta, di bambini fragili nelle nostre scuole. Un padre scrive: ho un bambino autistico, che è iscritto regolarmente alla scuola “Eugenio Montale” a Scampia e frequenta la V elementare. L'anno prossimo deve fare la prima media e abbiamo fatto l'iscrizione presso la stessa scuola, visto che ha materna, elementari e medie. Stamattina - cioè l'altro giorno - mi hanno chiamato dalla scuola, dicendomi che si è formata solo una classe per le medie e che per legge possono ammettere solo un disabile, e hanno scartato - la parola “scartato” mi lascia molto inquieto - mio figlio, preferendo un altro bambino disabile, usando come criterio quello della logistica. Al di là che mio figlio abita nello stesso CAP della scuola, a pochi isolati da essa, ma, oltre a questo criterio, ce ne sono anche altri di cui tenere conto, come quello che, se nella stessa scuola sono iscritti anche altri membri del nucleo familiare, dovrebbero essere ammessi. Il problema - e chiudo - è che oggi, mentre ero al lavoro, mi hanno comunicato di averlo scartato e mi hanno dato un'ora di tempo per trovare una scuola in sostituzione, altrimenti mio figlio restava senza scuola l'anno prossimo.

Ebbene, la vicenda si è conclusa con la scuola che si è dovuta scusare dicendo di avere fatto un errore, dopo che tutte le mamme della sezione hanno detto che non avrebbero iscritto i loro bambini, tra virgolette, “normali”, in quella classe. Presidente, siamo nel 2024 e noi dobbiamo ancora assistere a comportamenti del genere. Sa qual è la cosa che hanno formalizzato dalla scuola dopo tutto questo delirio? Che avevano capito che il bambino stava in un altro comune, quello stesso bambino che era stato precedentemente iscritto per 3 anni nella stessa scuola.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 26 febbraio 2024 - Ore 10:

1. Discussione sulle linee generali delle mozioni Boschi ed altri n. 1-00241, Girelli ed altri n. 1-00242 e Sergio Costa ed altri n. 1-00243 in materia di sindrome fibromialgica .

2. Discussione sulle linee generali della proposta di legge:

RIZZETTO ed altri: Modifica all'articolo 3 della legge 20 agosto 2019, n. 92, concernente l'introduzione delle conoscenze di base in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro nell'ambito dell'insegnamento dell'educazione civica.

(C. 630-A​)

e dell'abbinata proposta di legge: BARZOTTI ed altri. (C. 373​)

Relatore: CANGIANO.

La seduta termina alle 16,15.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 il deputato Schiano di Visconti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni dalla n. 1 alla n. 4 il deputato Fassino ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nelle votazioni n. 2 e n. 3 il deputato Gnassi ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 3 i deputati Dell'Olio e Pastorella hanno segnalato che non sono riusciti ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 4 la deputata Latini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 5 la deputata Auriemma ha segnalato che non è riuscita ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 5 il deputato Baldelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 5)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale PDL 113-A - ARTICOLO 1 246 145 101 73 137 8 83 Appr.
2 Nominale ARTICOLO 2 248 145 103 73 137 8 83 Appr.
3 Nominale ARTICOLO 3 232 138 94 70 132 6 83 Appr.
4 Nominale ARTICOLO 4 249 145 104 73 137 8 83 Appr.
5 Nominale PDL 113-A - VOTO FINALE 224 134 90 68 129 5 81 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.