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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 245 di giovedì 15 febbraio 2024

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 9.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato Segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

RICCARDO ZUCCONI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 92, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2023, n. 215, recante disposizioni urgenti in materia di termini normativi (A.C. 1633-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge n. 1633-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2023, n. 215, recante disposizioni urgenti in materia di termini normativi.

(Discussione sulle linee generali - A.C. 1633-A​)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

I presidenti dei gruppi parlamentari Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle ne hanno chiesto l'ampliamento.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) si intendono autorizzate a riferire oralmente.

Ha facoltà di intervenire il relatore per la Commissione affari costituzionali, deputato Paolo Emilio… no, deputato Alessandro Colucci.

ALESSANDRO COLUCCI , Relatore per la I Commissione. Grazie, Presidente. Capisco l'incertezza iniziale perché siamo quattro relatori, due della I Commissione e due della II Commissione, che saluto e ringrazio per il lavoro che abbiamo svolto in questi intensi giorni. Ovviamente, ai ringraziamenti per i colleghi si aggiungono quelli nei confronti delle due Commissioni, in particolar modo alla dottoressa Febonio, al dottor Tabacchi, ai funzionari e all'amministrazione, che, anche in orari abbastanza delicati e particolari, a notte fonda, hanno dato un supporto importante e fondamentale, così come il Governo e tutti coloro che hanno fatto uno sforzo importante per un decreto-legge che reca “Disposizioni urgenti in materia di termini normativi” ed è alla Camera in prima lettura.

Il termine per la conversione in legge scade il 28 febbraio 2024. L'esame in sede referente è stato affrontato, come dicevo, dalla I Commissione (Affari costituzionali) e dalla V Commissione (Bilancio), è stato avviato nella seduta dell'11 gennaio 2024 e si è concluso il 14 febbraio.

Il testo originariamente era composto da 20 articoli e consta ora, a seguito delle modifiche apportate in sede referente, di 29 articoli. Io provvederò ad illustrare sinteticamente - e poi consegnerò la relazione, come credo i miei colleghi - dal primo al quarto articolo, escludendo il terzo perché è di competenza della V Commissione. Poi, il collega Russo, la collega Frassini e il collega Rossi proseguiranno con l'illustrazione.

L'articolo 1, comma 1, è relativo a una serie di proroghe - la stragrande maggioranza delle quali al 31 dicembre - e affronta il tema dei segretari comunali e provinciali e dell'utilizzo temporaneo di queste figure da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri-Dipartimento della funzione pubblica. I successivi commi si riferiscono ad assunzioni, a procedure di concorso e a procedure di comando o distacco del personale. I commi 2 e 3 sono sempre relativi a proroghe per il comparto della sicurezza-difesa e per il Corpo dei Vigili del fuoco. Grande attenzione è stata data a questo ambito, così come nei commi successivi. Il comma 3-bis interviene sugli enti locali e sulle facoltà assunzionali. Il comma 4 proroga i termini per l'assunzione nelle pubbliche amministrazioni. Il comma 5 dispone una proroga al 31 dicembre per l'assunzione di personale della carriera prefettizia di livello dirigenziale e non dirigenziale dell'amministrazione civile dell'Interno, e poi proroghe, sempre nello stesso ambito, con riferimento ad assunzioni dello stesso personale. Il comma 7 è riferito a questa materia, come il comma 6, con riferimento alla stipula di convenzioni per l'impiego di lavoratori socialmente utili; allo stesso comma vi è anche l'aspetto dell'assunzione. Il comma 6-bis introduce la possibilità di stabilizzare, da parte degli enti locali della regione Sicilia (in precedenza parlavamo della regione Calabria), lavoratori inseriti nell'elenco della stessa regione Sicilia relativo a soggetti già svolgenti lavori socialmente utili. I successivi commi, dal 7 al 15 e dal 19 al 23, dell'articolo 1, estendono le facoltà assunzionali relative al Ministero dell'Interno, alla Ragioneria centrale dello Stato, al Ministero dell'Economia e al Dipartimento delle finanze: tutto ciò dedicato al PNRR. I commi 16 e 17 dell'articolo 1 prorogano al dicembre 2024 il pagamento di sanzioni e di interessi in caso di mancato versamento, da parte delle pubbliche amministrazioni, dei contributi previdenziali relativi ai rapporti di collaborazione coordinata e continuativa. Il comma 18 consente, anche per il 2024, all'Avvocatura dello Stato di avvalersi di personale in posizione di comando, senza dover ricevere il nulla osta dall'amministrazione di appartenenza. Sempre l'articolo 1, al comma 22, affronta la possibilità, per la regione Calabria, dell'assunzione del personale non dirigenziale a tempo indeterminato. Il comma 22-ter proroga al 2024 la possibilità di stabilizzare il personale con profilo di assistente sociale.

Poi, come dicevo in apertura, in sede referente abbiamo inserito altri articoli. L'articolo 1-bis estende al 2024 la previsione che l'inconferibilità di incarichi di livello regionale non si applichi con riferimento ai componenti dei consigli dei comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti, nonché ai componenti dei consigli in una forma associativa, sempre con il limite dei 15.000 abitanti.

L'articolo 1-ter proroga importi e quantitativi massimi complessivi degli strumenti di acquisto e di negoziazione realizzati dalla Consip Spa al 28 febbraio 2023.

L'articolo 1-quater differisce dal 16 dicembre 2023 al 16 giugno 2024 il termine entro il quale i produttori dei dispositivi di comunicazione elettronica - questo è Caivano - operanti in Italia devono informare l'utente sulla possibilità e sull'importanza di utilizzare applicazioni di controllo parentale. È un peccato andare così rapidamente su articoli così delicati, avremo in sede politica l'occasione e la possibilità, ovviamente, di approfondirli, ma sono particolarmente qualificanti.

L'articolo 2 proroga al 31 dicembre 2024 il termine a decorrere dal quale acquistano efficacia le disposizioni che consentono, anche a cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea, purché regolarmente soggiornanti in Italia, di utilizzare le dichiarazioni sostitutive. Il comma 2 proroga, sempre alla fine del 2024, i termini per la gestione in forma associata delle funzioni fondamentali dei piccoli comuni, assecondando le molte istanze delle amministrazioni locali. Il comma 3 differisce al 31 dicembre 2024 l'applicazione di procedure semplificate per l'accesso alla carriera di segretario comunale e il comma 4, lettera a), proroga al 31 dicembre 2024 la graduatoria della procedura speciale di reclutamento nella qualifica di vigile del fuoco, riservata al personale volontario del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, approvata con decreto ministeriale nel 2019.

Abbiamo ancora, nello stesso articolo, l'estensione al 2024 della possibilità di utilizzare le risorse del 2021, destinate al contributo economico per i familiari del personale delle Forze di Polizia e del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco e delle Forze armate: è stata veramente data grande attenzione a questi comparti. Il comma 4-bis, introdotto in sede referente, consente in via sperimentale e fino al 31 dicembre 2024, di avviare la sperimentazione dell'uso di armi di impulsi elettrici (i cosiddetti taser), da parte delle polizie municipali. Il comma 5 consente l'applicazione di dispositivi volti a facilitare il conferimento degli incarichi di segretario e vicesegretario comunale nei piccoli comuni, altra vicenda annosa. I commi 6-bis e 6-ter recano norme contabili concernenti la gestione dei residui passivi. Il comma 6-quater estende al 2023 l'applicazione delle norme concernenti l'utilizzo delle quote accantonate e vincolate del risultato di amministrazione, dettate dalla legge di bilancio 2019 e le estende, per il medesimo anno, anche alle regioni a statuto speciale. I commi 7 ed 8 destinano risorse per il pagamento delle prestazioni di lavoro straordinario dei Vigili del fuoco - siamo nello stesso contesto - e l'articolo conclude con la previsione che la disciplina concernente modalità di autenticazione, autorizzazione e di registrazione degli eccessi e delle operazioni effettuate sulla banca dati nazionale unica della documentazione antimafia sia detenuto in un decreto di natura non più regolamentare.

L'articolo 3 lo affronteranno i colleghi della V Commissione.

L'articolo 4, sinteticamente, reca proroghe sul tema della salute, previste per quanto riguarda le sanzioni amministrative, prevedendone la sospensione ed estende al 2024 la disciplina che consente ai laureati in medicina e chirurgia abilitati di assumere incarichi provvisori o di sostituzione dei medici di medicina generale. Il comma 3 dispone la proroga a tutto il 2024 del termine di validità dell'iscrizione nell'elenco nazionale di soggetti idonei alla nomina di direttore generale delle ASL o delle aziende ospedaliere. Il comma 4 consente alle aziende e agli enti del Servizio sanitario nazionale di utilizzare, anche nel 2024, alcuni strumenti straordinari - previsti nel periodo emergenziale legato al COVID-19 - e interviene su alcune carenze di personale con lavoratori autonomi o a tempo determinato che possono impegnarsi in sanità con conferimento di incarichi a tempo determinato. Il comma 5 stabilisce ulteriori proroghe al 31 dicembre 2024 delle disposizioni che consentono alle aziende e agli enti del Servizio sanitario nazionale di procedere - in deroga alla normativa vigente in materia di gestione del personale delle pubbliche amministrazioni - al reclutamento a tempo determinato di laureati in medicina e chirurgia abilitati all'esercizio della professione medica e iscritti agli ordini professionali. Si sospende sino al 31 dicembre 2024 l'efficacia delle disposizioni del regolamento recante la disciplina per l'attività di raccolta di sangue ed emocomponenti da parte dei laureati in medicina e chirurgia abilitati.

Ci sono tanti altri aspetti, come la modifica di una disposizione della legge finanziaria specifica per la collaborazione dei volontari ed il conferimento ad aziende del Servizio sanitario nazionale di incarichi sempre per il lavoratore autonomo. Insomma devo dire che, nell'ambito sanitario, ci sarebbe veramente molto da dire, ma mi affido alla relazione, che consegno alla Presidenza della Camera, ed è particolarmente qualificante e invito i colleghi, lasciando la parola al mio collega, a leggerla approfonditamente.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il relatore per la Commissione affari costituzionali, deputato Paolo Emilio Russo.

PAOLO EMILIO RUSSO , Relatore per la I Commissione. Grazie Presidente. All'articolo 5 il cosiddetto decreto Milleproroghe reca proroghe in materia di istruzione: proroga dunque, per il 2024, una spesa di 250.000 euro in favore della fondazione “I Lincei per la scuola”; proroga agli anni scolastici 2024/2025 e 2025/2026 la definizione della disciplina relativa alle graduatorie provinciali per le supplenze e prevede una disciplina derogatoria in materia di dimensionamento della rete scolastica.

L'articolo 6 reca proroghe in materia di università e così il comma 1 innalza da due a tre anni la validità temporale dei soggetti nell'ambito dei quali sono nominati i componenti del consiglio direttivo dell'ANVUR; differisce al 31 dicembre 2024 il termine per l'erogazione delle somme residue di mutui concessi da Cassa depositi e prestiti per interventi di edilizia universitaria. Il comma 3 estende a tutto il 2024 la possibilità di svolgimento degli esami di Stato per l'abilitazione ad alcune professioni, introdotti durante l'emergenza della pandemia da COVID-19, mentre il comma 4 proroga al 31 luglio 2024 la possibilità per alcune istituzioni universitarie di conferire assegni di ricerca. Il comma 8 interviene sulle facoltà assunzionali delle AFAM ed estende al 2024 lo stanziamento in favore dei collegi di merito. Viene prorogata per l'anno 2024, per un importo pari a un milione di euro, l'autorizzazione di spesa in favore della Fondazione di ricerca EBRI.

L'articolo 7 reca proroghe in materia di cultura: estende così al 2024 il regime semplificato fondato sulla SCIA per gli spettacoli dal vivo e le proiezioni cinematografiche, innalzando da 1.000 a 2.000 il numero massimo di spettatori che possono partecipare a tali eventi perché ci si possa avvalere del regime semplificato. Il comma 5-bis proroga al 31 dicembre 2024 il termine finale di durata della disciplina che consente alle fondazioni lirico sinfoniche di accedere ad assunzioni a tempo indeterminato di personale. Il comma 6 proroga all'anno 2024 la disciplina derogatoria di ripartizione della quota del Fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo, mentre l'articolo 7 prevede un contributo di 2 milioni di euro, per il 2024, per favorire la conversione in digitale e la conservazione degli archivi multimediali delle imprese radiofoniche private. L'articolo 8 reca proroghe in materia di infrastrutture e trasporti; in particolare, mi piace citare la proroga temporale al 31 dicembre 2024 per l'adempimento di alcune opere necessarie a favorire la cantierabilità dei lavori dell'Aeroporto di Firenze, mentre i commi 2 e 3 prorogano di tre mesi l'attività delle agenzie per la somministrazione e la riqualificazione del lavoro nei porti. Il comma 3 estende al 2024, rifinanziandolo con 2 milioni di euro, la possibilità delle autorità di sistema portuale di erogare risorse residue in favore di fornitori di lavoro messi in difficoltà, o comunque in connessione con la recente crisi in Medio Oriente nel Mar Rosso, in aggiunta al conflitto bellico ucraino. Il comma 4 proroga di un anno alcuni termini previsti nel decreto MIT sulla sicurezza delle gallerie ferroviarie e proroga di 6 mesi la disposizione del decreto-legge cosiddetto Scudo erariale, che limita in via transitoria la responsabilità erariale di amministratori e dipendenti pubblici e privati cui è affidata la gestione di pubbliche risorse. Il comma 6 stabilisce la dilazione di una pluralità di termini, in relazione ai termini temporali da osservare per la riduzione della circolazione dei veicoli particolarmente inquinanti nel settore dei trasporti pubblici.

Infine, l'articolo 9 reca proroghe in materia di Ministero degli Affari esteri; in particolare prevede proroghe a favore delle imprese esportatrici maggiormente colpite dal conflitto russo-ucraino e riassegna al bilancio del Ministero alcuni fondi destinati, fino al 2020, al sostegno delle Forze armate di sicurezza afgane, non più impiegate dopo il ritiro del contingente internazionale e in corso di restituzione.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il relatore per la Commissione bilancio, deputato Angelo Rossi.

ANGELO ROSSI , Relatore per la V Commissione. Grazie, Presidente. Consegnerò una relazione più dettagliata perché, vista la complessità del provvedimento, non potrò toccare i molti aspetti appunto del provvedimento e quindi preannuncio la consegna della relazione.

Illustrerò l'articolo 3 e gli articoli da 10 a 13, mentre la collega, l'onorevole Rebecca Frassini della V Commissione, relazionerà dagli articoli 14 a 20.

L'articolo 3 reca disposizioni di proroga di termini in materia economica e finanziaria. In particolare si proroga di ulteriori 10 mesi, fino al 31 ottobre 2024, il termine, attualmente fissato al 31 dicembre 2023, per la presentazione di specifiche istanze di liquidazione di crediti derivanti da obbligazioni contratte dal comune di Roma.

Nel corso dell'esame in sede referente, al comma 2, è stato inoltre previsto che per portare a conclusione la gestione straordinaria del debito pregresso di Roma capitale, entro il 31 marzo 2024, il commissario straordinario del Governo per la gestione del piano di rientro dà avviso, con ogni forma idonea di pubblicità, della rilevazione definitiva della massa passiva del piano di rientro, assegnando un termine perentorio, a pena di decadenza, non inferiore a 180 giorni, per la presentazione delle richieste di ammissione da parte di titolari di crediti commerciali certi, liquidi ed esigibili ancora in essere al 31 dicembre 2023.

Viene prorogato al 31 dicembre 2024 l'esonero dell'obbligo di fatturazione elettronica per i soggetti tenuti all'invio dei dati al Sistema tessera sanitaria. Si differisce di un ulteriore anno il termine indicato nell'articolo 8, comma 1, della legge 31 agosto 2022, n. 130, riguardante la riforma della giustizia tributaria.

Al comma 6, vengono prorogati di un anno i termini in scadenza al 31 dicembre 2023 e al 30 giugno 2024 per la notifica degli atti emanati per il recupero delle somme relative agli aiuti di Stato e agli aiuti de minimis automatici e semiautomatici, per i quali le autorità responsabili non hanno provveduto agli obblighi di registrazione dei relativi regimi.

Al comma 9, in considerazione dell'attacco ai sistemi informatici della regione Molise in data 7 dicembre 2023, vengono attuate disposizioni ai fini del computo dei termini amministrativi nella medesima regione.

È stata introdotta in sede referente una proroga all'anno 2024 di alcune misure specifiche previste per l'anno 2023 a favore degli enti locali, correlate con le esigenze poste dalle difficoltà determinate dall'emergenza dovuta all'aumento dei costi energetici.

È stata introdotta in corso d'esame l'estensione di un anno dell'ambito di applicazione della norma che consente a regioni ed enti locali di svincolare, in sede di approvazione del rendiconto 2022, le quote di avanzo vincolato di amministrazione riferite a interventi conclusi o già finanziati negli anni precedenti.

Si differisce al 1° gennaio 2025 l'entrata in vigore delle disposizioni di modifica del regime IVA applicabile agli enti del Terzo settore. Si stabiliscono, inoltre, disposizioni in materia di finanziamenti garantiti dal Fondo di garanzia per la prima casa concessi ai soggetti che rispettano i requisiti di priorità anagrafici e reddituali previsti.

Vi sono alcune modifiche della disciplina dettata dalla legge di bilancio 2024 in tema di concorso alla finanza pubblica degli enti locali. Le modifiche sono volte ad escludere dal concorso alla finanza pubblica le risorse che sono state assegnate agli enti locali, quali i contributi per gli investimenti destinati ad opere pubbliche, per l'efficientamento energetico e per lo sviluppo sostenibile del territorio. Si estende la possibilità di usufruire del cosiddetto ravvedimento speciale disciplinato dalla legge di bilancio 2023.

È stata introdotta in sede referente l'estensione del termine per avvalersi dell'agevolazione prevista per l'acquisto della prima casa di abitazione da parte di soggetti con età inferiore ai 36 anni e con valore dell'indicatore della situazione economica equivalente non superiore a 40.000 euro.

È stato introdotto l'articolo 3-bis, che differisce al 15 marzo 2024 il termine di pagamento della prima, della seconda e della terza rata della cosiddetta rottamazione-quater. A tale nuova scadenza è previsto che si applichi il termine di tolleranza di 5 giorni. Inoltre, il comma 2 del medesimo articolo reca un'analoga proroga al 15 marzo per le popolazioni dell'Emilia-Romagna, della Toscana e delle Marche colpite dagli eventi alluvionali del maggio 2023.

È stata introdotta in sede referente la proroga di un ulteriore anno per i contratti di apprendistato, della durata complessiva di 2 anni, stipulati dall'Agenzia Industrie Difesa. È stata introdotta la proroga per l'anno 2024 per la corresponsione dell'assegno sostitutivo dell'accompagnatore militare.

L'articolo 11 reca proroga di termini in materie di competenza del Ministero della Giustizia. In particolare, si sospende fino al 31 dicembre 2024 l'efficacia delle disposizioni riguardanti il requisito della partecipazione a specifici corsi di formazione per l'attribuzione ai magistrati di funzioni direttive o semidirettive. Si prevede, al fine di assicurare il raggiungimento degli obiettivi di smaltimento delle pendenze stabiliti dal PNRR che, se il termine massimo di 10 anni di permanenza dei magistrati presso lo stesso ufficio giudiziario scade in data antecedente al 31 dicembre 2024, esso è prorogato fino alla medesima data. Inoltre, si proroga al 31 dicembre 2024 il divieto di comando, distacco o assegnazioni ad altre amministrazioni del personale non dirigenziale delle amministrazioni della giustizia.

Si proroga dal 15 gennaio 2024 al 30 giugno 2024 il termine a decorrere dal quale troveranno applicazione le disposizioni introdotte dal decreto legislativo n. 150 del 2022, nell'ambito della cosiddetta riforma Cartabia del processo penale, in materia di giudizi di impugnazione nel processo penale. Viene prorogata al 31 dicembre 2024 la possibilità per gli uffici giudiziari di continuare ad avvalersi del personale comunale ivi comandato o distaccato per le attività di custodia, telefonia, riparazione e manutenzione ordinaria.

L'articolo 12 reca proroga di termini in materie di competenza del Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica. In particolare, viene prorogato al 1° gennaio 2025 il termine entro il quale adottare i decreti ministeriali per la ricognizione e la riperimetrazione dei siti contaminati di interesse nazionale. Si proroga di 6 mesi il termine fino al quale è autorizzato, a seguito di un procedimento unico e nel rispetto delle prescrizioni minime previste, dalla regione o dalla provincia autonoma territorialmente competente, il riutilizzo a scopi irrigui in agricoltura delle acque reflue depurate.

Passando all'articolo 13, mi preme sottolineare i molti interventi effettuati dal provvedimento, in particolare la proroga, al 31 dicembre 2024, del termine entro il quale viene consentito alle amministrazioni pubbliche di posticipare al momento del saldo le verifiche richieste nei provvedimenti di elargizione dei sussidi previsti dall'articolo 78 del decreto-legge n. 18 del 2020, per valutare la regolarità della posizione contributiva e fiscale del beneficiario. Il comma 2 proroga al 2024 il termine di cui all'articolo 8-ter, comma 2-bis, del decreto-legge n. 27 del 2019, per l'adozione di alcune misure previste per il contenimento della diffusione del batterio Xylella fastidiosa. Il comma 3 fissa i nuovi termini per la revisione generale periodica delle macchine agricole al fine di sostenere la continuità dell'esercizio delle attività imprenditoriali agricole, garantendo il corretto impiego delle dotazioni meccaniche aziendali. Il comma 3-bis, che è stato introdotto in sede referente, proroga agli anni 2024 e 2025 il regime di agevolazione Irpef dei redditi dominicali e agrari dichiarati da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, introducendo, altresì, alcune specifiche limitazioni. In particolare, si prevede che, per gli anni 2024 e 2025, i redditi dominicali e agrari posseduti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali concorrano, considerati congiuntamente, alla formazione del reddito complessivo nelle seguenti percentuali: fino a 10.000 euro per lo 0 per cento, oltre 10.000 euro e fino a 15.000 euro al 50 per cento, oltre 15.000 euro al 100 per cento.

Inoltre, si proroga al 31 dicembre 2024 il termine per l'attuazione delle azioni previste dai programmi dell'anno 2023 al fine di assicurare il raggiungimento degli obiettivi del Programma nazionale triennale della pesca e dell'acquacoltura 2022-2024. È previsto, inoltre, un incremento delle risorse a tal fine destinate, per un importo pari a 4 milioni di euro per l'anno 2024.

PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire la relatrice per la Commissione bilancio, deputata Rebecca Frassini.

REBECCA FRASSINI , Relatrice per la V Commissione. Grazie, Presidente. Innanzitutto, mi unisco a quanto detto in precedenza, rivolgendo un ringraziamento agli uffici, al Governo e a tutti i colleghi della I e della V Commissione, di maggioranza e di opposizione, per il grande lavoro fatto su un provvedimento che, come ben sappiamo, è molto eterogeneo, ma è molto importante.

Per quanto concerne la mia relazione, mi addentrerò, principalmente, dall'articolo 14 all'articolo 20.

L'articolo 14, modificato nel corso dell'esame in sede referente, reca la proroga di termini in materia di sport. In particolare, il comma 1 proroga di sei mesi, dal 31 dicembre 2023 fino al 30 giugno 2024, il mandato del presidente e degli altri organi in carica dell'Istituto per il credito sportivo, mentre il comma 2 proroga al 31 dicembre 2024 il termine dell'attività dell'Agenzia per lo svolgimento dei Giochi olimpici invernali svoltisi a Torino nel 2006.

Il comma 2-bis, introdotto in sede referente, estende, dal 30 gennaio 2024 al 31 marzo 2024, il termine entro il quale, relativamente a taluni soggetti, nello specifico i direttori di gara e i soggetti che, indipendentemente dalla qualifica indicata dai regolamenti della disciplina sportiva di competenza, sono preposti a garantire il regolare svolgimento delle competizioni sportive, sia riguardo al rispetto delle regole, sia riguardo la rilevazione di tempi e distanze, che operano nel settore dilettantistico, possono essere effettuate, senza incorrere in alcuna sanzione, le comunicazioni al centro per l'impiego e all'interno del Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche, con esclusivo riferimento a quelle relative al periodo luglio-dicembre 2023.

Il comma 2-ter differisce, dal 1° ottobre 2021 al 30 giugno 2024, il termine entro il quale alcune figure professionali operanti in ambito dilettantistico, già iscritte presso il Fondo pensioni per i lavoratori dello spettacolo, hanno diritto di optare per il mantenimento del regime previdenziale già in godimento.

Il comma 2-quater esclude dal campo di applicazione delle ritenute alla fonte del 20 per cento le somme versate a titolo di premio agli atleti partecipanti a manifestazioni sportive dilettantistiche fino al 31 dicembre 2024, nei limiti dell'ammontare complessivo di 300 euro.

L'articolo 15, intervenendo sulla disciplina della cabina di regia per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni, istituita con la legge di bilancio per l'anno 2023, abroga il termine di 6 mesi dall'entrata in vigore della suddetta legge per il completamento dell'attività istruttoria volta alla ricognizione e determinazione dei LEP nelle materie suscettibili di autonomia differenziata e differisce, al 31 dicembre 2024, il termine di predisposizione di uno o più schemi di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri per la determinazione dei LEP e dei correlati costi e fabbisogni standard.

L'articolo 16 definisce i criteri per il riparto delle risorse in favore delle agenzie di stampa di rilevanza nazionale che, alla data del 31 dicembre 2023, risultavano titolari di un contratto stipulato con il Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri, a seguito dell'espletamento della procedura di gara per l'affidamento di servizi giornalistici e strumentali ad agenzie di stampa con rete di servizi esteri e loro diffusione all'estero, che si è svolta nel 2017. Tale disciplina, che è volta ad evitare interruzioni nell'erogazione del servizio, si applica non oltre il 30 giugno 2024. Si prevede, inoltre, che le agenzie di stampa beneficiarie del riparto siano tenute ad erogare i servizi essenziali per il Ministero per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale.

Il comma 4-bis, inserito in sede referente, eleva da 72 a 96 mesi il differimento dell'entrata in vigore dei termini di riduzione dei contributi per l'editoria previsti dalla legge di bilancio per il 2019.

L'articolo 17 autorizza il Commissario straordinario del Governo per gli eventi sismici del 2016 e la struttura di missione per il coordinamento dei processi di ricostruzione e di sviluppo dei territori colpiti dal sisma del 2009 a proseguire gli interventi previsti dal Fondo nazionale complementare al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per la ricostruzione di tali aree, anche in deroga ai termini previsti dal cronoprogramma procedurale degli adempimenti con scadenza al 31 dicembre 2023. A tal fine, i soggetti responsabili degli interventi sono autorizzati ad assumere obbligazioni giuridicamente vincolanti di carattere pluriennale.

Il comma 1-bis, introdotto nel corso dell'esame in sede referente, proroga l'applicazione della norma transitoria, di cui all'articolo 4, comma 4, primo periodo, del decreto legislativo n. 219 del 2016, per ulteriori due mandati degli organi della Camera di commercio delle Marche, specificando che, per la medesima durata, la giunta del medesimo ente è composta dal presidente e da un numero di membri pari a 9.

L'articolo 17-bis, introdotto nel corso dell'esame in sede referente, proroga al 31 dicembre del 2024 il termine di scadenza dello stato di emergenza conseguente all'evento sismico che ha colpito l'area Etna in provincia di Catania.

L'articolo 17-ter, anch'esso introdotto nel corso dell'esame in sede referente, proroga l'operatività di alcune esenzioni fiscali e contributive disposte a favore delle imprese ubicate all'interno della zona franca urbana istituita nei comuni del centro Italia colpiti dal sisma del 2016 che abbiano subìto una riduzione di fatturato in conseguenza del sisma.

L'articolo 18, invece, reca disposizioni relative a termini di competenza del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali. I commi 1 e 2 introducono modifiche che riportano al Comitato previdenza Italia le funzioni ad oggi attribuite ad Assoprevidenza, attribuendo al predetto Comitato il contributo previsto dall'articolo 58-bis del decreto-legge n. 124 del 2019 e disciplinando le modalità di erogazione del medesimo contributo. Il successivo comma 3 sopprime l'articolo 3-bis del decreto-legge n. 75 del 2023, che aveva invece attribuito le funzioni del Comitato previdenza Italia ad Assoprevidenza. Il comma 4 prevede che, a decorrere dal 1° gennaio 2024, le risorse, pari a 5.000.000 di euro già previste dalla legge di bilancio 2020 per l'attività degli istituti di patronato nell'ambito del reddito di cittadinanza e della pensione di cittadinanza - attività queste ultime soppresse a decorrere dal 1° gennaio 2024 -, siano destinate al finanziamento dell'attività svolta dai medesimi istituti di patronato, con riferimento alla presentazione della domanda di assegno di inclusione e alle successive verifiche periodiche.

Il comma 4-bis, introdotto in sede referente, modifica una norma transitoria nell'ambito della disciplina dei contratti di lavoro dipendente a tempo determinato nel settore privato. La norma oggetto di modifica concerne uno dei presupposti di ammissibilità, cosiddette causali, di una durata dei contratti superiore a 12 mesi e, in ogni caso, non superiore a 24 mesi. La causale in oggetto, nella formulazione finora vigente, è costituita da esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva, individuate da atti tra datore di lavoro e dipendente, stipulati entro il 30 aprile 2024. La novella, di cui al comma 4-bis, proroga tale termine al 31 dicembre 2024. I commi 4-ter e 4-quater, anch'essi inseriti in sede referente, modificano la disciplina transitoria che prevede un incentivo all'assunzione da parte di enti del Terzo settore e di altri enti ad essi assimilabili, con contratto di lavoro a tempo indeterminato di soggetti con disabilità e di età inferiore a 35 anni. Il comma 4-quinquies provvede alla quantificazione e alla compensazione degli effetti finanziari derivanti dal precedente comma 4-quater.

L'articolo 19, comma 1, proroga, dal 31 gennaio 2024 al 31 dicembre 2024, i termini di efficacia di alcune disposizioni previste dal decreto-legge n. 7 del 2015 in materia di garanzie funzionali e di tutela anche processuale del personale delle strutture di servizi di informazione per la sicurezza. Si prevede, pertanto, che fino a tale data: il personale dei Servizi sia autorizzato a condotte previste dalla legge come reato, anche in relazione a una specifica serie di delitti con finalità di terrorismo; al personale delle Forze armate adibito alla tutela delle strutture e del personale dei servizi di informazione per la sicurezza possa essere attribuita la qualifica di ufficiale o di agente di pubblica sicurezza con funzioni di polizia di prevenzione; le identità di copertura degli addetti dei servizi di sicurezza possano essere utilizzate negli atti di procedimenti penali, dandone comunicazione all'autorità giudiziaria con modalità riservate; l'autorità giudiziaria, su richiesta dei vertici del DIS, dell'AISI e dell'AISE, autorizzi gli addetti dei servizi di informazione per la sicurezza a deporre, nel processo penale, con identità di copertura, ove sia necessario mantenere celate le loro vere generalità nell'interesse della sicurezza dello Stato o per tutelarne l'incolumità. Il successivo comma 2 proroga, dal 31 gennaio 2024 al 31 dicembre 2024, il termine entro il quale il Presidente del Consiglio può delegare i direttori delle agenzie di informazione per la sicurezza interna ed esterna a svolgere colloqui investigativi con i detenuti, ai fini di prevenzione del terrorismo internazionale.

Infine, Presidente, per concludere, l'articolo 20 dispone che il decreto-legge in esame entri in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, avvenuta il 30 dicembre 2023.

PRESIDENTE. Prima di dare la parola alla rappresentante del Governo, Sottosegretaria Savino, preciso che la Presidenza autorizza tutti i relatori a depositare il testo integrale della loro relazione.

Ha facoltà di intervenire, se lo ritiene la rappresentante del Governo, Sottosegretaria Savino, che rinuncia. È iscritto a parlare il deputato Leonardo Donno. Ne ha facoltà.

LEONARDO DONNO (M5S). Signor Presidente, siamo di fronte all'ennesimo provvedimento di questo Governo che, praticamente, non perde occasione per dimostrare incapacità e inadeguatezza e il problema è che a pagarne le conseguenze sono, purtroppo, i cittadini italiani. Prima di parlare un po' del provvedimento, vorrei raccontare alcuni passaggi dei lavori in Commissione.

Abbiamo assistito, io credo, a momenti veramente imbarazzanti, a lavori in Commissione gestiti veramente, in alcuni passaggi, in maniera irresponsabile e indegna, gestiti anche da presidenti di Commissione non all'altezza della situazione. Ricordo un caso specifico ma ne potrei citare diversi tra quelli accaduti in Commissione durante i lavori, tant'è che, alla fine, siamo stati anche costretti ad abbandonare per una serie di motivazioni. Uno su tutti riguarda la votazione di un emendamento, in particolare, quello che prevedeva la proroga delle sanzioni a chi non avesse fatto il vaccino anti COVID. Che cosa è successo in Commissione su quell'emendamento? Praticamente, arrivati alla votazione di questo emendamento del gruppo Lega-Salvini Premier, a prima firma Bagnai, i colleghi di Forza Italia, in evidente imbarazzo, avevano deciso di astenersi mentre altri colleghi della maggioranza e dei diversi partiti avevano lasciato l'Aula, perché magari erano impegnati in altro. Si è quindi proceduto alla votazione di questo emendamento. Era palese, dalla votazione per alzata di mano, che il Governo e la maggioranza fossero andati sotto, tant'è che il sottoscritto, insieme ad altri colleghi dell'opposizione, ha chiesto la verifica di questa votazione per appello nominale. Ebbene, abbiamo proceduto a questa votazione e lì, poi, è successo un po' di tutto. Il Questore della Camera ha iniziato a inveire contro colleghi dell'opposizione, a “minacciare” che, se si fosse andati avanti con quella richiesta di votazione, ci sarebbero state conseguenze per gli emendamenti che erano in discussione, che probabilmente avrebbero avuto un parere contrario; quindi, sarebbe stato cambiato il parere. Questo è stato il clima e già lì, ovviamente, noi ci siamo opposti. Poi, che cosa è successo? I colleghi della maggioranza che erano fuori hanno iniziato a rientrare in Commissione, cosa che non è consentita. Alla denuncia di questo ai presidenti, il presidente di turno, Mangialavori, ovviamente ha fatto finta di nulla, perché erano necessari quei voti altrimenti il Governo e la maggioranza sarebbero andati sotto. Il clima, poi, si è ovviamente surriscaldato in Commissione. Io credo che questa gestione dei lavori sia stata una delle pagine più brutte, più vergognose di questo Parlamento. Non è possibile che una Commissione venga condotta in quella maniera e che vengano consentiti e, soprattutto, tollerati questi atteggiamenti, che vengano tollerate minacce, tollerate offese nei confronti di colleghi che stavano semplicemente denunciando una scorrettezza e un ordine dei lavori non proprio consono rispetto a quello che si dovrebbe fare all'interno di queste aule. Ci tenevo a denunciare questa cosa, perché questo e altri episodi ci hanno portato poi ad abbandonare i lavori della Commissione, perché non è questo il modo di lavorare. A differenza vostra, noi volevamo discutere nel merito, volevamo lavorare per provare a far passare degli emendamenti di buonsenso presentati dal MoVimento 5 Stelle ma anche da altre forze politiche, sicuramente. Però, voi non avete proprio alcuna intenzione di portare avanti cose che fanno bene ai cittadini, anzi li state continuando a danneggiare.

Arrivo ad alcune delle nostre proposte, a quelle anche un po' più significative. In questo provvedimento, per esempio, ci riferiamo a quelle aziende alle quali voi in campagna elettorale avevate promesso sostegno e supporto. Penso a tutte quelle aziende del settore dell'edilizia che hanno investito sul superbonus 110 per cento e sugli altri bonus edilizi che hanno consentito a tante famiglie, che magari prima non se lo sarebbero potuto permettere, di realizzare lavori, di ristrutturare la casa, di renderla più efficiente dal punto di vista energetico, più accogliente anche per la propria famiglia e per i propri figli. Questo ovviamente ha generato una crescita del PIL, ha generato la crescita di aziende, di posti di lavoro, un boom del prodotto interno lordo, un aumento del 12 per cento, ricordiamolo, nel 2021 e nel 2022, grazie a una serie di misure volute dal Governo Conte 2 e dal MoVimento 5 Stelle. Uno di questi emendamenti si riferiva a quelle aziende che, a causa dei continui stop and go causati da continue modifiche, alle quali noi ci siamo sempre opposti, nella gestione dei cosiddetti crediti fiscali, hanno avuto problemi. Queste aziende, infatti, hanno tenuto “in pancia” nel 2021 e nel 2022 miliardi di euro di crediti e tutto ciò, ovviamente, le sta mettendo in crisi. Alcune hanno già chiuso, altre stanno chiudendo, altre falliranno di qui a breve se non si interviene. Avevate fatto promesse a queste aziende. Io ricordo un tweet della Presidente del Consiglio Meloni, un famosissimo tweet del 23 settembre 2022, quindi, due giorni prima del voto del 25 settembre per le elezioni politiche, in cui diceva che era pronta a tutelare gli interessi degli imprenditori e delle famiglie oneste, che lei non avrebbe abbandonato. Ebbene, ha abbandonato completamente sia le imprese sia i cittadini, tant'è che oggi, come ho detto prima, queste aziende stanno fallendo, altre sono già fallite, e la conseguenza è che avremo costi aggiuntivi che pagheranno tutti i cittadini, per la cassa integrazione, la disoccupazione, per i soldi che non rientreranno più come tasse che magari queste aziende avrebbero dovuto pagare ma che, ovviamente, non avendo i soldi, non pagheranno. Quindi, state creando una serie di danni e non vi rendete nemmeno conto di quello che state facendo.

Allora, abbiamo detto: proviamo a dare la possibilità a queste aziende che avevano “in pancia”, nel 2021 e nel 2022, questi crediti, di utilizzarli magari negli anni successivi, così diamo loro un po' di respiro, le facciamo lavorare, magari gli imprenditori non licenziano e, quindi, si continua a lavorare e così agevoliamo il settore. Niente, su questo, ovviamente, avete preferito non fare nulla.

Un altro provvedimento che si poteva prendere era quello di dare sostegno e aiuto a chi non riesce più a pagare l'affitto. Siccome voi nella legge di bilancio - non in questa ma in quella precedente, quella dello scorso anno - avete praticamente azzerato il Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione e il Fondo per la morosità incolpevole, con un emendamento del MoVimento 5 Stelle chiedevamo di ripristinarli, di mettere, se non erro, 30 milioni di euro per il Fondo per la morosità incolpevole, per dare appunto un aiuto a quei cittadini che hanno avuto difficoltà a pagare l'affitto mensile, non perché erano in malafede ma semplicemente perché non ce la facevano a sostenere anche quella spesa. Anche a questo voi avete detto di no. Anche qui, non riusciamo a capire la motivazione, perché parliamo di famiglie che si ritrovano in difficoltà anche a causa vostra. Ricordiamo che, nel 2023, ogni famiglia italiana - non lo dicono Leonardo Donno e il MoVimento 5 Stelle ma lo dice Codacons - ha subito un aumento delle spese relative all'acquisto dei generi alimentari, all'acquisto della benzina, all'aumento delle bollette, all'aumento delle rate dei mutui, all'acquisto del materiale scolastico per i bambini da mandare a scuola, e così via. Sono cose sulle quali non avete fatto praticamente nulla. Ogni famiglia italiana ha dovuto pagare quasi 2.000 euro in più nel 2023. Capite bene che, in un bilancio familiare in cui magari si deve far fronte, con un solo stipendio, a tutte queste spese, magari l'affitto diventa una spesa a volte insostenibile ed ecco il motivo del Fondo per la morosità incolpevole. Ve lo hanno chiesto anche i sindaci, tramite ANCI. Tutti i sindaci italiani, anche quelli del vostro stesso schieramento politico, i sindaci di destra e di centrodestra che sicuramente non sono espressione del MoVimento 5 Stelle o degli altri partiti dell'area progressista, vi hanno chiesto di ripristinare questi fondi perché i cittadini non vengono da voi, perché voi ormai siete chiusi nei palazzi, vivete in una realtà parallela e, quindi, non siete a contatto con la realtà, come dimostra una serie di avvenimenti, ma discuterò dopo di questo. Voi ignorate quali siano i problemi reali dei cittadini ma i vostri sindaci, anche i vostri sindaci, sanno benissimo quali sono i problemi, perché quotidianamente i cittadini si recano da loro a chiedere aiuto. Avete tagliato il reddito di cittadinanza e avete lasciato oltre 400.000 famiglie senza nulla e, quindi, ovviamente, queste famiglie da chi vanno? Dai sindaci. Avete tagliato il Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione e per il Fondo per la morosità incolpevole e questi cittadini, che non sanno a chi rivolgersi, vanno dai sindaci. Voi non ascoltate neanche la voce dei vostri sindaci, non dico di quelli dell'opposizione ma dei vostri sindaci. Veramente è tutto assurdo e paradossale. Questo è un altro tema che volevamo portare all'attenzione della Commissione, della maggioranza e del Governo e lo avete praticamente ignorato.

Un altro tema importante era quello della protesta degli agricoltori, come abbiamo visto in questi giorni, in queste settimane. Su questo voi siete partiti dritti, siete andati avanti, avete tolto una serie di agevolazioni, perché avete fatto cassa su tutti. Ormai non c'è una categoria sulla quale non avete fatto cassa, anzi, sì, forse qualcuna c'è, ma ci arriverò tra poco. Avete fatto cassa sui pensionati, perché, da qui ai prossimi 20 anni, ci sarà un taglio delle rivalutazioni delle pensioni degli italiani che varrà quasi 60 miliardi di euro. Qui avete fatto rabbrividire anche la Fornero. La Fornero è arrivata a dire che avete fatto peggio di lei.

Siete arrivati al Governo con le magliette “stop Fornero” e la Fornero oggi ha già fatto le magliette dove dice “stop Salvini”, perché avete fatto peggio di quello che è riuscita a fare la Fornero nel Governo Monti. Quindi, oggi le magliette le dovrebbe fare la Fornero per dire “stop Salvini”, “fermatevi”. Non vi rendete conto che avete promesso delle cose in campagna elettorale e avete fatto il contrario quando siete arrivati al Governo, perché dovevate abolire la legge Fornero e avete vinto le elezioni con queste promesse. Senza citare, poi, il blocco navale. Quindi, anche in quel caso, “stop ai migranti” e poi tutte le altre buffonate che avete raccontato in campagna elettorale, ma non ne avete mantenuta una di promessa. C'è la flat tax e potrei citarne veramente tante, ma forse, Presidente, non basterebbe il tempo a disposizione di tutti i colleghi questa mattina per citare le tante cose che avete promesso e che non avete mantenuto.

Ritornando, però, al punto, avete fatto cassa sui pensionati, come ho detto, avete fatto cassa sui cittadini in difficoltà, perché avete tolto il reddito di cittadinanza, risparmiando quasi 2 miliardi di euro all'anno, avete fatto cassa sugli imprenditori, perché non gli date la possibilità di utilizzare i crediti incagliati, i crediti bloccati negli scorsi anni, nel 2021 e nel 2022 e, quindi, anche su di loro fate cassa. Avete messo due miliardi di euro di nuove tasse nella scorsa legge di bilancio.

Voi giustificate questo vostro atteggiamento con la solita narrazione della coperta corta e, quindi, coperta corta anche per gli agricoltori. Avete fatto cassa anche sugli agricoltori italiani, lavoratori, cittadini, imprenditori che si svegliano la mattina - anche la notte - alle 3 o alle 4, che vanno a lavorare nei mercati e poi vanno a lavorare nei campi per tutto il giorno fino al tramonto, gente che si spacca la schiena veramente dalla mattina alla sera.

Dicevate di essere dalla loro parte, ma nei fatti, invece, cosa avete fatto? Avete tagliato l'Irpef agricola, avete tolto le agevolazioni sull'Irpef agricola per 250 milioni, salvo poi fare una piccola marcia indietro per lanciare uno specchietto per le allodole per le elezioni europee, ma poi tra due anni ritornerà tutto come avete previsto. Adesso per una piccola categoria, per una piccola fascia avete dato questa esenzione, ma è solo una presa in giro.

Avete tolto le agevolazioni per chi lavora in questo settore, quelle agevolazioni sul gasolio agricolo, sulla benzina agricola, che valgono dai 150 ai 200 milioni a trimestre e anche lì, ovviamente, avete fatto cassa. Quindi, non ci sono più questi aiuti per questi imprenditori.

Avete poi previsto altri tagli e credo sia questa la cosa più vergognosa: ai nostri ragazzi e ai nostri giovani vi permettete di dire, dall'alto della vostra supponenza, che devono andare a lavorare e che non devono stare a casa sul divano. Ebbene, c'erano a disposizione quasi 80 milioni di euro per i giovani imprenditori under 36 che decidevano di aprire un'attività, di investire in un'attività lavorativa nel settore agricolo. Quindi, era prevista una serie di agevolazioni fiscali e vi erano soldi a disposizione, ma avete tagliato anche quelli. Allora, fatemi capire: se uno vuole un aiuto da parte dello Stato o da parte del Governo, che dovrebbe tendere la mano, dove deve andare a prendere le risorse, se voi le togliete? Quindi, come vedete, anche sugli agricoltori avete fatto cassa e li avete abbandonati.

Ma arrivo al punto più clamoroso, che è quello sui mutui. Sui mutui si apre un capitolo enorme. C'erano diverse proposte del MoVimento 5 Stelle, ma una su tutte si concentra sui giovani. Sui giovani voi cosa avete fatto nella scorsa legge di bilancio? Avete tagliato le agevolazioni per i giovani under 36 e per coloro che hanno un ISEE inferiore ai 40.000 euro che decidono di acquistare casa. Poi, però, parlate di natalità. Allora, con che coraggio parlate di natalità ai giovani? Volete spingerli a mettere su famiglia e a fare figli ma poi, quando devono andare ad acquistare la prima casa, gli togliete pure le agevolazioni e gli aumentate le tasse.

Fatemi capire, cosa dovrebbe pensare una famiglia, magari monoreddito, che ha un salario da fame, sulla quale avete deciso di non far nulla? Perché vi abbiamo detto che c'è anche un altro problema in Italia, se non ve ne siete accorti, o fate finta di non volerlo vedere: vi sono 4 milioni di lavoratori poveri, tra i quali tantissimi giovani e tantissime giovani coppie, che percepiscono uno stipendio da fame che non basta a nulla, che non basta a sopravvivere, non a vivere.

È una cosa inaccettabile, perché si lavora, mentre solitamente prima si pensava che uno non lavora e, quindi, è povero - purtroppo, oggi abbiamo una contraddizione enorme che solo voi non vedete -, ripeto, si lavora, si fanno sacrifici, si sta tutto il giorno fuori di casa a spaccarsi la schiena, però, purtroppo, non si riesce a uscire da una situazione di povertà dalla quale si potrebbe uscire se solo voi apriste gli occhi e accettaste di condividere la proposta che ha fatto tutta l'opposizione unita (quasi tutta) per dire di introdurre un salario minimo. È una battaglia del MoVimento ma che non è del MoVimento dal 2013 ma è di tutti i cittadini, perché noi vogliamo dare voce a quelle che sono le cose giuste per i cittadini. Dunque, un salario minimo a 9 euro lordi che non consente ai cittadini di costruirsi i castelli, di fare chissà che, di comprarsi lo yacht o di andare in vacanza chissà dove, ma semplicemente di avere una vita dignitosa, come anche dice la nostra Costituzione. Quindi, un salario decente che consenta ai cittadini di mantenere la propria famiglia, di condurre una vita dignitosa e magari anche di far fronte alle rate dei mutui e dei prestiti che, anche grazie a voi, sono aumentate. Anche qui sulla proposta di riconfermare e di reintrodurre queste agevolazioni per i giovani under 36 avete detto “no”.

Proprio qui, allora, sta tutto il vostro operato, l'operato di questo Governo, perché raccontate la favoletta della coperta corta e quindi, purtroppo, servono sacrifici e bisogna tagliare perché la coperta è corta. Abbiamo visto che è corta per i pensionati, per i lavoratori, per i giovani, per gli agricoltori e per una serie di categorie. Ma questa coperta, guarda caso, si allunga e diventa proprio chilometrica, tanto che sulla linea dell'orizzonte non si vede quanto diventa lunga, quando si tratta di mettere 1,5 miliardi nella legge di bilancio per nuove armi e armamenti, quando bisogna fare nuovi invii di armi, che costano centinaia di milioni di euro ai cittadini italiani, in Ucraina. Diventa lunghissima quando bisognerebbe andare a colpire - in questo caso sì - quelli che hanno fatto dei profitti ingiusti sulla pelle dei cittadini e, invece, voi non avete il coraggio di farlo.

A che cosa mi riferisco? Alla famosa tassazione sugli extraprofitti. Qui credo si siano consumati, insieme agli altri fatti, la più grande presa in giro e il più grande tradimento nei confronti dei cittadini italiani, perché ad agosto 2023 - e voglio citare testualmente per evitare di fare citazioni non corrette - dopo mesi, tutti noi del MoVimento 5 Stelle, da febbraio, marzo 2023, insieme al nostro capogruppo Francesco Silvestri, abbiamo presentato una proposta per andare a tassare gli extraprofitti che ingiustamente stavano facendo le banche, sfruttando l'aumento, ormai fuori controllo, dei tassi da parte della Banca centrale europea, ma anche su questo non avete detto una parola.

Oggi timidamente qualcuno di voi dice qualcosa, ma dovevate andare a fare la battaglia in Europa. Certo, visti i risultati delle battaglie fatte sul Patto di stabilità forse è meglio che siete rimasti a casa a non fare le battaglie, perché, altrimenti, forse, sarebbe stata anche peggiore la situazione. Siete andati a fare una battaglia per i migranti e abbiamo avuto il record di migranti e del blocco navale, che avevate promesso, praticamente non se ne parla più. È sparito dai radar, è sparito dal globo terracqueo, anzi, per citare le parole della Presidente del Consiglio.

Dovevate andare a fare una battaglia sul Patto di stabilità e siete tornati con un pacco per tutti i cittadini italiani che ci costerà, da qui ai prossimi anni, 12 miliardi di euro di tasse o di tagli.

E che cosa saranno questi tagli? Tagli alla sanità, altri tagli alla sanità, che già avete definanziato in legge di bilancio, perché voi avete dato 2 miliardi alla sanità privata, questo siete voi. Definanziamento alla sanità pubblica, finanziamenti per 2 miliardi alla sanità privata e in più andate in Europa a fare le battaglie e tornate qui con l'austerità. Siete diventati una brutta copia del duo Monti-Fornero. Ormai, guardando Salvini e Meloni, mi sembra di vedere la brutta copia, che sarà anche un male per questo Paese, perché ci aspettano anni veramente duri.

Tornando al tema degli extraprofitti, ad agosto 2023, quindi dopo mesi in cui noi sollecitavamo un intervento da parte del Governo e ormai tante famiglie non stavano più pagando le rate dei mutui a tasso variabile, abbiamo ascoltato la Presidente del Consiglio dire “tasseremo gli extraprofitti delle banche, perché non intendo difendere le rendite di posizione”.

E aggiungeva ancora la Premier Meloni che il profitto ovviamente è il motore dell'economia, ma questo vale quando il profitto deriva dall'intraprendenza imprenditoriale, perché la Presidente del Consiglio considerava, e noi ovviamente su questo eravamo d'accordo, che, alzando la Banca centrale europea i tassi di interesse, le banche, senza praticamente fare nulla, stavano guadagnando su quell'aumento dei tassi. Praticamente, stavano facendo un profitto extra rispetto allo scorso anno, perché la propaganda e le parole si perdono con il vento, ma poi i numeri sono quelli che inchiodano davanti alla realtà e non possono essere smentiti.

Nel 2022, le banche hanno fatto utili per poco più di 20 miliardi. Nel 2023, a causa dell'aumento dei tassi, hanno fatto utili per oltre 40 miliardi di euro. Come hanno fatto questi utili? Sfruttando l'aumento dei tassi. Quindi, hanno fatto un extraprofitto? La Presidente del Consiglio Meloni, ad agosto 2023, riteneva che avessero fatto un extraprofitto, e quindi aveva deciso di applicare una tassazione. Finalmente, una cosa giusta, dopo tanti mesi al Governo, l'avevano fatta.

A rafforzare questa posizione della Presidente del Consiglio Meloni c'era poi il Vicepresidente del Consiglio, nonché Ministro, Matteo Salvini, che diceva “sugli extraprofitti delle banche indietro non si torna, anzi, noi andiamo dritti”, diceva il Vicepresidente del Consiglio, “perché nei primi 6 mesi del 2023 le banche hanno fatto 20 miliardi di utili, quindi a fine anno ce ne saranno 40 di miliardi”. La previsione era giusta, una giusta l'ha detta ogni tanto il Ministro Salvini, ha indovinato la previsione.

Le banche hanno fatto oltre 40 miliardi di euro di utili, ma, diceva anche il Vicepremier, “di questi soldi derivanti dalla tassazione una piccola parte la potremmo usare per aumentare le pensioni e gli stipendi dei lavoratori italiani, e quindi, se alle banche andiamo a prendere qualche miliardo di euro, non è un problema”. Vorrei ricordare intanto, quando si dice extraprofitti, di che cosa stiamo parlando? Stiamo parlando dei soldi dei cittadini e delle imprese italiane, che stanno pagando rate dei mutui raddoppiate, aumentate in alcuni casi del 75 per cento, e non ce la fanno più a pagarle, perché ci sono studi di fine 2023 che ci dicono che oltre 200.000 famiglie italiane e imprese italiane ormai non erano riuscite più a pagare una o più rate di mutuo a tasso variabile.

In più, c'è un altro problema, nel 2023 c'è un altro studio che ci dice che quasi un milione di famiglie è in difficoltà per far fronte alle rate dei mutui e dei prestiti. Parliamo di quasi 15 miliardi di euro di soldi che non stanno rientrando, perché, ovviamente, i cittadini e le imprese, che non state aiutando, hanno difficoltà. E, allora, che cosa è successo poi da agosto? È nato un dibattito all'interno della maggioranza. Praticamente, in parole povere, questa tassazione, che doveva portare miliardi di euro nelle casse dello Stato per aiutare i cittadini e le imprese in difficoltà, si è trasformata in una tassazione facoltativa. Siete dei fenomeni! Se domani mattina andiamo in piazza, in un mercato, in un cantiere a chiedere agli imprenditori o ai cittadini “ma voi preferite pagare le tasse, perché è un obbligo, oppure rendiamo le tasse facoltative, e quindi magari questi soldi ve li tenete in pancia, ve li tenete in tasca e potete utilizzarli per patrimonializzarvi?”. Credo che un cittadino o un imprenditore sano di mente direbbe “quasi quasi approfitto di questa occasione che mi state dando, e quindi i soldi me li tengo e faccio altro, investo per il futuro dei miei figli, della mia famiglia, eccetera, eccetera”. Ovviamente, questo non lo consentite ai cittadini, perché sono quelli che avete scaricato e abbandonato. Invece, ritornando al discorso della coperta lunghissima, l'avete resa lunghissima per le banche, perché avete trasformato questa tassazione in una tassazione facoltativa.

Ad oggi, 15 febbraio 2024, lo sapete quanto ha incassato lo Stato dalla grande idea che avete avuto di tassazione sugli extraprofitti facoltativa? Zero. E perché ha incassato zero? Perché ovviamente le banche, alle quali avete dato la possibilità di patrimonializzarsi, hanno tenuto in pancia tutti questi soldi, tant'è che ci saranno dividendi miliardari per tutti i soci delle banche. Solo per citarne alcune, UniCredit, pensate, quest'anno, ha fatto 8,6 miliardi di utile, più 54 per cento rispetto al 2022. Intesa Sanpaolo ha fatto 7,7 miliardi di utili, pensate, più 76 per cento rispetto al 2022. Più 76 per cento! FinecoBank 609 milioni di euro, più 42 per cento di utili rispetto al 2022. Ancora, la Banca Popolare di Sondrio 461 milioni di euro di utili, più 83 per cento rispetto al 2022. E poi c'è un altro caso, quello di Monte dei Paschi di Siena, che, nel 2022, ha fatto meno 200 milioni e, invece, nel 2023, grazie anche alla vostra inattività, ha fatto 2 miliardi di utili. Pensate che boom. Non si poteva andare a chiedere un piccolo sacrificio alle banche che hanno fatto decine e decine di miliardi di utili? Un piccolo sacrificio per aiutare i cittadini in difficoltà.

Ci potevamo sedere attorno a un tavolo, magari stabilire anche alcuni criteri, non dare aiuti a tutti, come volevate fare voi, dando mille euro con un clic. Ma forse abbiamo inteso male, perché, anziché dare mille euro con un clic, volevate dire “dovete darci mille euro con un clic”. Quindi avete aumentato le tasse. Allora qui forse è giustificato quello slogan che avete utilizzato in campagna elettorale, perché avete veramente bastonato i cittadini con le tasse che avete messo nella scorsa legge di bilancio e state continuando a mettere, solamente, però, sui cittadini e sugli imprenditori, perché, come vedete, sulle banche praticamente non fate nulla.

Non avete coraggio e avete anche la faccia tosta di andare a raccontare bugie, anche nelle televisioni. Perché non avete coraggio? Perché, in Spagna, il Governo spagnolo ha deciso, quello sì, di fare una vera tassazione sugli extraprofitti, che era quella che volevamo fare noi. Quanto ha incassato lo Stato in Spagna dalla tassazione sugli extraprofitti? Tre miliardi e mezzo di euro. Perché non lo avete fatto voi? Che differenza c'è? State al Governo, avete detto che siete patrioti, che non avete paura di nessuno, perché fate le battaglie giuste per i cittadini. Abbiamo visto, le battaglie le fate per le banche, questa è la verità.

Quindi, in Spagna hanno avuto il coraggio - chiudo, Presidente - di andare a tassare gli extraprofitti e qui, ovviamente, il coraggio vi è mancato. E poi perché raccontate balle? Perché la Presidente del Consiglio Meloni, qualche giorno fa, è andata in televisione a dire che questa tassazione praticamente consentirà alle banche di patrimonializzarsi e di dare la possibilità alle imprese e ai cittadini di accedere al credito. Peccato, però, che anche qui ha raccontato una bugia colossale, sfruttando “TeleMeloni”, perché vi ricordo che la produzione industriale è calata, quindi altro che i dati economici che dice la Meloni, per cui sta andando bene l'economia.

La produzione industriale nel 2023 è calata del 2,5 per cento, gli investimenti delle imprese sono calati di quasi il 6 per cento - quindi, non è vero che ci sono stati più investimenti -, il credito bancario, secondo Banca d'Italia, quindi, non secondo Leonardo Donno e il MoVimento 5 Stelle, alle famiglie e alle imprese italiane, quello che doveva aumentare secondo la Meloni perché le banche dovevano concedere più finanziamenti ai cittadini e alle imprese italiane, nel 2023 è calato del 2,8 per cento.

PRESIDENTE. Concluda.

LEONARDO DONNO (M5S). Questa è la verità dei numeri, e la propaganda, ovviamente, si schianta davanti alla realtà. Ecco perché, Presidente, noi ci siamo opposti a questo decreto fuffa, l'ennesimo, e, invece, i provvedimenti che servono ai cittadini non li volete portare avanti perché voi preferite aiutare le lobby e le banche, questa è la verità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Approfitto per salutare studenti e insegnanti dell'Istituto di istruzione superiore Vincenzo Capirola, di Ghedi, in provincia di Brescia, che sono qui ad assistere ai nostri lavori (Applausi) . Preciso loro che sono presenti, in particolare, i deputati impegnati nella discussione sulle linee generali e che, a breve, ci saranno le votazioni e, quindi, saranno presenti in Aula anche gli altri deputati.

È iscritto a parlare il deputato Andrea Mascaretti. Ne ha facoltà.

ANDREA MASCARETTI (FDI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, voglio innanzitutto esprimere un grande ringraziamento ai quattro relatori e a tutti i componenti della I e della V Commissione, nonché ai membri del Governo che si sono succeduti e alternati in Commissione per i lavori che hanno portato oggi in Aula il decreto Milleproroghe. Non posso esimermi dal ringraziare i colleghi deputati di Fratelli d'Italia, grazie al cui puntuale lavoro sono stati approvati in Commissione tanti importanti emendamenti a questo decreto.

Un decreto che va dal taglio dell'Irpef agricola per 2 anni, come disposto dal Governo, all'estensione fino a 72 anni di età per i medici in corsia. Sempre per quanto riguarda la sanità, è stato approvato lo scudo penale per tutto il 2024 a tutela del personale sanitario, poi il rifinanziamento del Fondo per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione, ma anche la proroga del contributo per i collegi universitari di merito dopo l'emergenza del caro affitti, oltre a tante altre misure come, ad esempio, l'allungamento dei tempi per fruire dei benefici della zona franca urbana in favore delle imprese e dei professionisti dei comuni colpiti dal sisma del centro Italia.

Tutte queste misure sono una conferma di come il nostro impegno tenga costantemente conto delle istanze dei lavoratori e delle diverse problematiche che arrivano dai territori. Discutiamo, dunque, oggi, nell'Aula di Montecitorio, di un provvedimento di grande importanza, composto da 20 articoli e 119 commi. Consideriamo, inoltre, che quest'anno la manovra finanziaria è stata esaminata in prima lettura al Senato e, quindi, alla Camera c'erano molte aspettative sul decreto-legge Milleproroghe.

Questa volta, però, non si è trattato, come avveniva in passato, di un provvedimento omnibus, con grandi risorse economiche e finanziarie a disposizione del Parlamento, ma di un lavoro attento su tante norme indispensabili e, soprattutto, non onerose.

In un periodo così delicato, abbiamo agito con prudenza, ma con fermezza e puntualità. Di conseguenza, anche le risorse immediatamente disponibili per interventi economici specifici in questo decreto sono state limitate e abbiamo dato, tuttavia, molte risposte alla molteplicità delle istanze provenienti dall'intero Paese.

Consideriamo, ad esempio, i 10 milioni di euro per l'anno in corso stanziati dal Ministero della Salute da destinare a un Fondo per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione. Questi disturbi, come tutti sanno, hanno impatti profondi non solo sulla salute delle persone, ma anche sul loro benessere psicologico e relazionale, le cui ripercussioni hanno spesso un impatto a lungo termine. Questi disturbi, che spesso colpiscono i giovanissimi, danneggiano i rapporti sociali e pesano molto sulle famiglie. La scelta di investire in un Fondo specifico per combattere queste patologie significa riconoscere la necessità e l'urgenza di portare avanti questa lotta ai disturbi della nutrizione e dell'alimentazione. Voglio, dunque, esprimere sincera e piena soddisfazione per l'inclusione di questa misura nel testo del Milleproroghe.

Restando sul tema della salute, oltre al già annunciato rifinanziamento del cosiddetto bonus psicologo, voglio sottolineare come importante e soprattutto di assoluta urgenza sia la misura con cui si prevede, in modo assolutamente volontario, la possibilità per il personale medico di restare in servizio fino a 72 anni. Una misura la cui ratio è da ricercare nelle attuali carenze di personale nel Sistema sanitario nazionale e nella necessità di garantire personale medico qualificato e, soprattutto, esperto, che possa mettere la propria esperienza al servizio di chiunque abbia bisogno di assistenza nei nostri ospedali.

Un particolare spazio di questo mio intervento lo voglio dedicare alla questione degli agricoltori. Se ne è parlato molto in questi giorni, sui giornali e in televisione, e tutti abbiamo in mente quelle immagini che, ormai da settimane, occupano i telegiornali. Sono proteste di un mondo, quello agricolo, che, come è sicuramente noto a tutti, rappresenta un settore fondamentale per l'economia di questo Paese. Ma è anche un settore che da tempo soffre in silenzio e le cui istanze sono rimaste per troppo tempo inascoltate a livello europeo. Quello che gli agricoltori chiedono è in grandissima parte condivisibile e non potevamo restare sordi alle loro richieste. Ed è per questo che si è deciso di mandare loro un segnale, per dire che questo Parlamento è attento alle loro istanze. Infatti, il testo prevede una misura mirata ad aiutare chi di loro ha più bisogno e prevede una riduzione del 50 per cento dell'Irpef per i redditi agrari e per quelli dominicali dichiarati dai coltivatori diretti e imprenditori agricoli al di sotto dei 15.000 euro, nonché una riduzione del 100 per cento, cioè del totale, per tutti i redditi inferiori a 10.000 euro. Misure che dovranno essere applicate non solo per l'anno in corso, ma almeno fino al termine del 2025. Ci tengo, però, a sottolineare come questa sia una misura mirata. I fondi stanziati a questo scopo - si parla di oltre 300 milioni, di cui più della metà per l'anno in corso - non andranno a beneficio delle grandi multinazionali, ma dei piccoli agricoltori, che, forse più di tutti, hanno subito le conseguenze della crisi internazionale. Nella stessa direzione va l'emendamento che posticipa l'entrata in vigore dell'obbligo di assicurazione per i mezzi agricoli: una misura che si stima possa coinvolgere fino a 2 milioni di mezzi, evitando così di obbligare ad assicurare i mezzi agricoli che non circolano su strada, perché non è questo il momento di aggravare i costi delle piccole imprese agricole.

Si conferma, poi, la nostra attenzione verso le nuove generazioni. Infatti, per continuare a combattere il caro affitti, che colpisce in particolare le città universitarie, viene stanziato un Fondo speciale per i collegi universitari di merito. Fondo che, voglio ricordarlo, sarà utilizzato per offrire alloggio a centinaia di studenti, riservato, in particolare, a quei collegi che lo destineranno in agevolazioni e borse di studio per un importo almeno pari a un terzo della somma delle rette incassate. L'attuale momento storico ci impone di garantire stabilità anche attraverso questo provvedimento, che si rivela uno strumento efficace e fondamentale nel nostro arsenale di politiche pubbliche.

Tanti sono gli interventi degli emendamenti del cosiddetto Milleproroghe e con esso ci assicuriamo non solo di contribuire al corretto funzionamento della nostra società ed economia, ma anche di creare spazi di manovra per azioni future. Queste azioni, pianificate con grande attenzione verso i più vulnerabili tra i cittadini, evidenziano l'importanza che abbiamo voluto dare alle politiche sociali ed economiche per il Paese.

Io, Presidente, non posso, a questo punto, però, non sottolineare che - a fronte del grande lavoro che è stato fatto nelle Commissioni, I e V, anche durante la notte - questo lavoro è stato messo in discussione dal comportamento di un collega che è intervenuto prima. Mi sarei aspettato che l'onorevole Donno, intervenendo oggi in quest'Aula, lo facesse per scusarsi con i colleghi per il suo comportamento in Commissione (Applausi dei deputati Angelo Rossi e Comaroli). Presidente, io spero che lei voglia riportare ciò al Presidente della Camera e che il Presidente della Camera acquisisca dai presidenti della I e della V Commissione una relazione su quanto è avvenuto durante la scorsa notte, perché l'onorevole Donno è partito con aggressioni verbali nei confronti di colleghi onorevoli che erano nell'aula della Commissione, puntando il dito verso di loro, intimandoli e gridando loro di uscire da quell'aula. Lo ha fatto anche nei confronti del presidente della I Commissione, l'onorevole Pagano, quindi credo che sia una cosa di una grande gravità, e ha rischiato di compromettere il prosieguo dei lavori. Dunque, non posso che stigmatizzare questo comportamento, assolutamente scorretto, che è avvenuto in aula. Mi spiace che la sua ricostruzione sia stata, in quest'Aula, invece, molto diversa da quanto, in realtà, tutti abbiamo visto ed è accaduto. Spero che vengano presi gli adeguati provvedimenti su quanto successo quella sera durante i lavori in Commissione e che si tenga conto anche delle recidive di alcuni colleghi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. In merito alle sue ultime affermazioni, le ricordo che ci sono strumenti regolamentari che possono essere utilizzati per denunciare gli accadimenti a cui faceva riferimento, al di là del suo legittimo diritto di riportarli anche all'Aula. Quindi, se vuole dare seguito alle sue dichiarazioni, deve formalizzare alla Presidenza i fatti accaduti.

È iscritto a parlare il deputato Marco Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Vorrei iniziare questa discussione generale esprimendo solidarietà alla camera del lavoro di Torino, che questa notte è stata imbrattata proprio con tutti i simboli della metamorfosi, possiamo chiamarla così, no-vax, con slogan, simboli e l'immancabile scritta “nazisti”. Ecco, io credo che siano dei vandali del pensiero e dell'azione, che non solo danneggiano il dibattito pubblico da tempo, non solo danneggiano i muri italiani - ma questo direi che è il tema minore - ma hanno reso ancora più grave la discussione in uno dei momenti più difficili del nostro Paese. Lo dico perché non credo che il tema dell'obbligo vaccinale sia un tema superficiale, è un tema che chiama in causa le responsabilità sui temi del dovere di cura e delle libertà personali, ovviamente. Però, mi faccia dire che uno Stato decide di intraprendere una strada, che è quella delle sanzioni e delle multe, per dissuadere in qualche modo dalla non vaccinazione e di solito per ottenere quel cosiddetto effetto gregge che ci rende tutti immuni, che ha reso ovviamente il COVID compatibile con il ritorno alla vita normale, Presidente. Però, mi faccia anche dire, Presidente, che quanto accaduto l'altra notte in Commissione è una cosa grave. È successo che 1.700.000 italiani avevano già ricevuto dall'Agenzia delle entrate l'ingiunzione a pagare quei 100 euro di multa - non parliamo di piccole cifre ma di 150 milioni di euro, Presidente - e il termine di pagamento è stato prorogato, come se peraltro una multa potesse essere prorogata. Diciamo la verità, è una cosa un po' assurda perché eventualmente può essere cancellata ma, allora, bisognerebbe capire tutti quelli che l'hanno pagata perché lo hanno fatto. Ecco, Presidente, questo è un doppio schiaffo, è uno schiaffo a tutti noi, a tutti quelli che si sono vaccinati, a tutti i medici, a chi ha difeso la sanità pubblica e, in generale, le nostre comunità e l'umanità, mi verrebbe da dire, ma anche a quelli che non l'hanno fatto e quella multa l'hanno pagata. Ecco, io credo davvero che questa sia una delle pagine più brutte dell'altra sera, anche perché non si capisce quella proroga dove vada a finire. È stata, quella, una lunga notte, una notte che si è mangiata anche la mattinata, visto che il provvedimento non si è esaurito e, in alcuni casi, rari, ha portato anche consiglio. Le Commissioni bilancio e affari costituzionali hanno, per esempio, approvato gli emendamenti per rinviare al 1° gennaio il regime IVA forfetario per le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale con ricavi non superiori ai 65.000 euro. Un cambio di regime a metà anno, ovviamente, avrebbe danneggiato gravemente soprattutto le piccole associazioni. Secondo l'Istat, Presidente, sono oltre 100.000 gli enti con un giro economico inferiore a 5.000 euro l'anno e oltre 100.000 quelli con bilanci inferiori a 30.000 euro l'anno. Tutti questi enti avrebbero dovuto affrontare il cambio di regime da IVA esclusa a IVA esente, previsto dal decreto del 21 ottobre 2021, la cui entrata in vigore era già stata prorogata al gennaio 2024 e poi al luglio dello stesso anno. Credo - possiamo dirlo tutti insieme - che abbiamo salvato migliaia di piccole associazioni, i circoli Arci e Acli, che animano la nostra vita sociale e culturale e creano, senza profitto, un tessuto di relazioni e sostegno fondamentale per tante e tanti. L'abbiamo fatto come piccolo e parziale riconoscimento anche di quello che è successo a proposito della pandemia. Non so se lo sa, Presidente, ma molti di questi circoli sono stati ovviamente azzerati nella vita sociale. Che cos'è una bocciofila o un circolo senza la possibilità di vedersi? Ovviamente ciò riguarda anche il tema delle restrizioni - a proposito di chi ha fatto con dignità quel passaggio storico - dato che senza comunità, senza aggregazione, senza socialità e senza cultura quei circoli non potevano continuare a vivere e non hanno preso, Presidente, un euro dei cosiddetti ristori. Per questo, è ancora più importante quello che hanno fatto con generosità, dignità, onore e solidarietà: hanno restituito addirittura tutto quello che avevano in più, tutto quello che non guadagnavano e, tra l'altro, rimettevano. La gran parte di quei circoli ha infatti iniziato a fare una cosa straordinaria, che forse è stata poco raccontata dai media, cioè hanno raccolto viveri, hanno raccolto beni di prima necessità e li hanno ridistribuiti a tutta la popolazione. Per questo - lo dico al Sottosegretario che spero che sia d'accordo con me - da domani sarà fondamentale trovare al più presto una soluzione che riporti gli enti del Terzo settore nel regime di esclusione. Le proroghe hanno senso se ci prendiamo il tempo per chiederci che senso abbia che un'associazione, che magari non ha nemmeno un bancone o non fa neanche somministrazione, debba stare dentro quei regimi IVA. Troviamo il modo, entro fine anno, di discutere di questa norma, perché costringere anche gli enti più piccoli a dotarsi di contabilità per le partite IVA, con un aggravio burocratico e amministrativo, è un danno per un settore che spesso supplisce laddove lo Stato non riesce o non può arrivare, un settore che non può essere trattato fiscalmente come le società a scopo di lucro.

Tiriamo un sospiro di sollievo anche per l'approvazione del nostro emendamento sull'editoria. Abbiamo tutelato il pluralismo dell'informazione, mettendo in sicurezza i contributi, per esempio, con riguardo a una radio, come Radio Radicale, che ogni giorno descrive quello che avviene proprio qui alla Camera e credo che tutti noi, a proposito di supplenza dello Stato o delle funzioni pubbliche, siamo felici di quello che è successo. Ma abbiamo anche, Presidente, salvato tantissime cooperative, piccoli editori. Penso a il manifesto ovviamente, per nostra tradizione culturale e politica, ma sono davvero tanti gli editori che avranno un vantaggio da quel nostro emendamento. Anche qui, abbiamo curato per il momento - lo dico alla Sottosegretaria e l'abbiamo detto a Ciriani e ovviamente anche ai Ministri presenti nelle discussioni - il vulnus del taglio progressivo dei finanziamenti, approvato con la legge di bilancio 2019, prorogando la moratoria del taglio ai contributi per l'editoria per altri 24 mesi, proroga che sposta solo l'inizio della riduzione al 2027. Anche in questo caso sia chiaro che il comma 810 dell'articolo 1 della legge n. 30 del 2018 va abrogato, insieme al decreto legislativo di attuazione della delega per riformare la normativa del settore editoriale, prevista dalla legge di bilancio 2024. La salute di una democrazia si misura sulla quantità di voci, soprattutto di voci libere in grado di esprimersi e contribuire al dibattito pubblico.

Se i piccoli, le minoranze culturali e politiche, spesso le avanguardie, scompaiono, peggiora, secondo noi, la salute di tutti ed è lo Stato - non certo il mercato - a dover garantire la sopravvivenza di queste voci.

Per questo, lo diciamo senza difficoltà, riconosciamo al Governo, a questa maggioranza di aver avuto attenzione su questo nostro emendamento, ma siamo disponibilissimi - lo dico a tutti - a rivedere quella norma fatta dal cosiddetto Governo giallo-verde. Sono passati anni da quel taglio, da quelle ipotesi e credo che in tanti abbiano cambiato idea, credo gli stessi interpreti di quel disegno, quindi, per questo siamo disponibilissimi non solo a discutere, ma anche a cambiare anche i criteri di quella vicenda.

È passato anche il nostro emendamento per prorogare il Fondo per il contrasto dei disturbi alimentari, aggiungendo altri 20 milioni per il 2024. Già, perché l'aumento vertiginoso fra i giovani dei casi di anoressia, bulimia - il cosiddetto binge eating - è sotto gli occhi di tutti. Oltre 3 milioni di persone sono coinvolte da questi disturbi. Non riconfermare il Fondo, come è accaduto con l'ultima legge di bilancio, sarebbe stato miope e sbagliato.

Per la stessa ragione, siamo contenti che gli 8 milioni per il bonus psicologo siano diventati 10, ma non basta. Il disagio mentale coinvolge tante, troppe persone e, anche in questo caso, dilaga fra i più giovani, a cui la pandemia ha lasciato ferite ed esperienze dolorosissime.

Non possiamo voltarci dall'altra parte, ecco perché avevamo chiesto tanti interventi a sostegno della scuola pubblica, per esempio, per mantenere le unità di organico per quanto riguarda i dirigenti scolastici e i collaboratori scolastici, anche per dare continuità ai progetti previsti dal PNRR. Soprattutto, avevamo chiesto di aumentare le immissioni in ruolo dei docenti, in particolare per il sostegno, stabilizzando gli specializzandi dell'VIII ciclo TFA, una risorsa professionale indispensabile per l'inclusione scolastica delle alunne e degli alunni con disabilità.

Avevamo chiesto di utilizzare, nella massima capienza, le graduatorie degli insegnanti risultati idonei nel concorso ordinario docenti del 2020 per le scuole dell'infanzia, primarie e secondarie che ancora attendono l'immissione in ruolo. Così come volevamo che si consentisse agli enti di bandire più concorsi per la gestione dei servizi, in particolare dei servizi per l'infanzia. C'è il rischio reale che il prossimo anno educativo scolastico si apra senza aver svolto un numero sufficiente di concorsi e graduatorie scadute. Una vera e propria paralisi dei servizi educativi dei comuni che, per noi, come avrà capito, Presidente, è inaccettabile.

Infatti, sostenere la scuola, come ogni servizio fondamentale, significa tutelare il lavoro e creare occupazione. Su questo, c'è un'unica, buona notizia: l'approvazione del nostro emendamento per la proroga, al 31 dicembre, dei contratti degli operatori culturali. Parliamo, per esempio, di tutti quegli esperti a partita IVA delle sovrintendenze, circa 500 professionisti altamente qualificati: archeologi, architetti, assistenti tecnici, contabili, assistenti tecnici di cantiere, storici dell'arte. Da un anno e mezzo, stavano collaborando con le sovrintendenze in tutta Italia per la tutela del patrimonio archeologico, storico-artistico e architettonico nazionale senza un rinnovo contrattuale. Ma molto di più ci aspettavamo sul fronte del lavoro, dei contratti e delle assunzioni, anche perché, in gran parte, questo Milleproroghe serve a mitigare il disastro in cui versa il personale della pubblica amministrazione, con carenza endemica di profili professionali e inadeguatezza delle retribuzioni.

Le retribuzioni, tema di cui spesso non parliamo a sufficienza, che riguarda - e noi lo sappiamo bene - non solo il salario minimo legale, soprattutto quando parliamo di settori pubblici. Fino a quando rifiuterete di introdurre un piano di stabilizzazione del personale della pubblica amministrazione, continuando ad affidarvi a queste proroghe? E perché non è stato sanato il mancato rinnovo dello smart working per i lavoratori fragili del settore pubblico? Me lo chiedo: che senso ha aver discriminato il settore pubblico rispetto al privato? Il nostro emendamento credo fosse, praticamente, a costo zero ed era anche un modo per riconoscere il fatto che nel pubblico lo smart working è stata un'alternativa, che è entrata in modo dirompente a proposito della pandemia. Manca un elemento di restituzione di una responsabilità che i lavoratori hanno dato con grande generosità. Altro che fannulloni, io credo che lo smart working ci parli di tanto, di possibilità di risparmiare energie, spostamenti, ma, soprattutto, per i lavoratori più fragili significa dare anche possibilità di crescita vera.

Perché non si è voluto estendere il termine per i requisiti necessari, per esempio, alla stabilizzazione, oltre che degli assistenti sociali, anche di altri comparti? Io credo che sarebbe stato un gesto utile a questo dibattito. Perché non si è prorogato l'esonero contributivo per le assunzioni di donne lavoratrici svantaggiate e quello per l'assunzione di giovani under 36? Bene la proroga delle agevolazioni sui mutui per la prima casa, ma non basta. I dati sull'occupazione giovanile e femminile oscurano tutta la baldanza del Governo per i numeri in crescita.

E non saranno, ahimè, le proroghe a tenere in piedi la sanità pubblica. Continuate a prolungare gli incarichi per il personale in quiescenza, ben oltre il COVID. L'immissione di nuovo personale non arriva mai e la revisione del limite delle assunzioni non arriva mai, mentre si continuano ad esternalizzare i servizi. Lo dico alla Sottosegretaria, per suo tramite, Presidente: senza concentrarci solo sugli ultimi 5 anni, in cui, come sapete, abbiamo governato ben poco, a distanza di 20 anni dai numeri chiusi, dal cosiddetto imbuto formativo, è normale che, prima della pandemia, l'80 per cento in più, il 120 per cento in più, il 187 per cento in più, il 280 per cento in più di giovani laureati se ne sia andato all'estero, perché non aveva alternative qui in Italia? È normale - parlo proprio della sanità pubblica - che tantissime persone, medici, infermieri, stiano uscendo dal pubblico per ritornare ad accettare, magari, offerte nel privato? Di solito, si inizia nel privato e, poi, si fa un concorso pubblico, adesso si ritorna nel privato. Avete presente di quale perdita parliamo, se non metteremo in campo alternative per produrre un sistema per cui si vuole andare a fare il medico di base, il pediatra di base, anche in comuni lontani dai propri luoghi di origine o proprio ritornando in quei luoghi?

Concludo, Presidente. Secondo noi, si è persa l'ennesima occasione per rispondere alla crisi climatica. Nessuna apertura verso le proposte di incremento del Fondo per lo sviluppo di ciclovie urbane intermodali o di acquisti di autobus extraurbani ad alimentazione elettrica o per il rinnovo del parco autobus. Nessuna volontà di prorogare il mercato tutelato dell'energia, mentre - concludo con le ultime note dolenti - hanno trovato spazio operazioni anti-ambientali Sapete, infatti, a cosa dobbiamo lo sconto alle regioni? A un taglio delle risorse per il decommissioning delle centrali nucleari dismesse. D'altra parte, sappiamo che, per alcuni, l'eredità nucleare non è un problema, anzi è un'opportunità.

E ha trovato spazio, come sempre, l'ennesimo regalo a chi evade: un'altra finestra per il ravvedimento speciale per le violazioni fiscali e una proroga per il pagamento di rate già scadute dalla Rottamazione-quater.

Immancabili anche i soliti deliri securitari. La Lega festeggia l'estensione dell'uso dei taser in tutti i comuni italiani. Una vera conquista, ora sì che possiamo sentirci tutti al sicuro dalla povertà, dalla sofferenza, dalla precarietà, dall'arretramento dei servizi e delle reti di solidarietà. Un taser ci salverà.

Fatemi dire che non è probabilmente dal Milleproroghe che si vede il disegno di un Governo, ma se ne vedono le priorità. Ecco, io spero che, dal nostro lavoro indefesso e senza sconti, ma anche leale nei confronti di questo Parlamento, si sia intravista tutta la volontà di arrivare a degli avanzamenti. Per questo, come sapete, abbiamo votato favorevolmente anche su uno dei punti più delicati, come quello dell'Irpef agli agricoltori.

Con questo concludo, Presidente, mi faccia fare una riflessione. Si possono esentare a 10.000 o a 15.000 euro quei lavoratori o quelle lavoratrici, perché quello sono: non sono altro che lavoratori e lavoratrici di un settore strategico, di un settore che deve continuare non solo a curare noi stessi, ma a curare anche l'ambiente, perché sono loro i protagonisti del cambiamento che dobbiamo mettere in campo, a partire dal rispetto della biodiversità. Ma sarà normale - lo chiedo a lei che è un rappresentante storico di questa forza che in qualche modo determina le scelte di questo Governo - che i tratti non redistributivi di questa discussione, i tratti che rendono più poveri quei lavoratori, si chiedano sempre di prenderli dalle tasse dei cittadini o dalle mancate entrate dei cittadini, dalle mancate tasse, quando non mettiamo mai - e dico mai - al centro quelli che fanno grandi profitti? Anche in questo caso, come nel caso delle compagnie energetiche e delle banche, c'è qualcuno che fa grandi profitti sulla pelle di quegli agricoltori ed è la grande distribuzione, quella grande distribuzione che fa cartello, che abbassa i loro redditi e che impedisce loro di crescere.

Per questo, Presidente, la ringrazio e, annunciando il nostro voto contrario al provvedimento, lanciamo una sfida che dice a tutti voi: parliamo di quello che è stato anche quel movimento dei trattori, ma non prendiamocela con l'ambiente perché non c'entra nulla con questa partita. Non sarà certo continuando a chiedere deroghe sul gasolio o sui fitofarmaci o sulla transizione ecologica che salveremo quegli agricoltori o salveremo il pianeta.

PRESIDENTE. Nel frattempo colgo l'occasione per salutare studenti e insegnanti della scuola secondaria Tiberio Gulluni dell'Istituto comprensivo Don Milani di Colonna, in provincia di Roma, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna (Applausi). Ricordo loro che sono presenti in aula i deputati impegnati nella discussione generale con i propri interventi e si passerà alla fase operativa più in là.

È iscritto a parlare il deputato Barabotti. Ne ha facoltà.

ANDREA BARABOTTI (LEGA). Signor Presidente, gentili colleghi e colleghe, in apertura di questo intervento vorrei, innanzitutto, ringraziare i quattro relatori che hanno seguito e accompagnato i lavori delle Commissioni referenti di questo provvedimento. Grazie al Governo, per l'ascolto e il supporto che ha dato ai nostri lavori, e a tutti i dirigenti. Grazie ai colleghi, a quelli almeno che fino in fondo hanno provato a ragionare e a dialogare nel merito delle cose, quelli che fino in fondo hanno provato, come testimoniano alcuni interventi che abbiamo sentito in quest'Aula, a migliorare un testo di legge, seppur nella sua eterogeneità (come sappiamo, il Milleproroghe tratta tanti argomenti ed è trasversale sul piano delle tematiche), a dare in questo importante lavoro un contributo fattivo. L'intervento che mi ha preceduto, quello del deputato Grimaldi, evidenzia come, insieme, il testo sia notevolmente migliorato rispetto a quello uscito dal Governo.

Devo dire che è un intervento che ho apprezzato nel tono, nei modi e nei contenuti perché, in qualche modo, pur rappresentando una sensibilità politica completamente diversa dalla nostra, da quella della Lega, ha toccato punti importanti e ha attestato il lavoro svolto in Commissione, tant'è che esso stesso ha dichiarato che con questo provvedimento, partendo dall'editoria, per sfiorare tanti altri temi, si sono date e si stanno dando delle risposte al Paese reale.

Purtroppo, lo ricordava il deputato del Movimento 5 Stelle, il collega Donno, in Commissione questo dialogo fra maggioranza e opposizione in alcuni momenti dei lavori è venuto meno. In Commissione io stesso mi sono ritrovato, mio malgrado, al centro di alcune dispute che nel merito sono sempre le benvenute, ma che non devono mai sfociare in atteggiamenti violenti e maleducati come quelli cui ho potuto assistere in prima persona.

La differenza fra noi e certa parte di questa minoranza, in particolare, con il Movimento 5 Stelle, è una differenza di stile. Ora il collega Donno non è in Aula, ma per suo tramite, Presidente, vorrei dire che mai e poi mai noi deputati della Lega andremmo col dito puntato in volto da altri colleghi per affermare le nostre idee. Io credo che, da questo punto di vista, ci sia anche lo spazio, nel prosieguo di questa discussione, per chiedere scusa alla maggioranza che, come oggi attestano i lavori di quest'Assemblea, ha ascoltato e che con il lavoro del Governo ha saputo fare bene il proprio mestiere.

Però, lasciamo da parte le polemiche ed entriamo nel merito del provvedimento. Voglio partire dal tema della sanità che abbiamo affrontato. Tutti noi sappiamo quanto ha sofferto il nostro Paese nel corso e dopo l'emergenza sanitaria. Prima della pandemia, secondo il Censis, 19.600.000 italiani sono stati costretti a rinunciare a una visita medica e a un controllo a causa della lunghezza delle liste di attesa. A fronte di questa criticità, siamo intervenuti in manovra di bilancio con 2 miliardi di euro proprio per intervenire sul tema delle liste di attesa. In questo provvedimento, attraverso un continuo raccordo e dialogo con le regioni, abbiamo voluto offrire un contributo su queste tematiche.

Proroghiamo, ad esempio, per tutto il 2024 la possibilità di consentire ai laureati in medicina e chirurgia di assumere incarichi provvisori o di sostituzione dei medici di medicina generale e ai medici iscritti al corso di specializzazione in pediatria consentiamo di assumere incarichi provvisori o di sostituzione di pediatri di libera scelta convenzionati con il sistema sanitario nazionale. Proroghiamo la possibilità di attribuire incarichi di lavoro autonomo o a tempo determinato ai medici specializzandi e consentiamo ai medici di restare in servizio fino all'età di 72 anni.

Sempre sul tema della carenza del personale sanitario, grazie a un emendamento della Lega, a firma Vanessa Cattoi, il 4.31, consentiamo fino al 31 dicembre 2024, in deroga alla normativa vigente, la possibilità per i cittadini ucraini in possesso di adeguata qualifica di assumere il ruolo di medico e infermiere presso le strutture del nostro sistema sanitario nazionale. Bisogna certamente fare di più in un quadro di complessità, però la ratio di queste misure è contrastare la carenza di tutto il personale sanitario attraverso la valorizzazione di tutte le professionalità. La situazione è questa, lo sappiamo e lo vediamo. Anni di numero chiuso alla facoltà di medicina non hanno prodotto le risposte che invece oggi il Paese chiede, ma arriverà - noi della Lega lo chiediamo da tempo - il momento in cui si metterà mano a questa problematica, perché il numero chiuso a medicina non ha più motivo di essere e deve essere pertanto superato.

Un altro tema estremamente caro alla Lega riguarda il fondo per l'assistenza dei bambini affetti da malattie oncologiche. La legge di bilancio 2018 aveva istituito un fondo a sostegno dei bambini affetti da malattia oncologica e delle loro famiglie. Con questo decreto, grazie a un emendamento della Lega, in particolare, della collega Simona Bordonali, il 4.65, andiamo a incrementare questo fondo per l'anno 2024: 400.000 euro in più, a sostegno di questi bambini e di queste famiglie, non è tanto, ma è un segnale che stiamo andando nella direzione positiva.

Infine, un'ultima riflessione riguarda il tema del contrasto ai disturbi alimentari, già richiamato negli interventi che mi hanno preceduto.

Al di là delle mistificazioni di alcune opposizioni, in questa sede voglio ricordare l'impegno del Governo: grazie a un decreto ministeriale, già dal giugno 2023, gli assistiti affetti da anoressia e bulimia possono vedere soddisfatto il loro diritto ad usufruire, in esenzione, delle prestazioni di specialistica ambulatoriale appropriate per il monitoraggio del disturbo. In particolare, gli assistiti affetti da anoressia e bulimia potranno accedere a 16 nuove prestazioni di specialistica ambulatoriale. Inoltre, in considerazione del livello di gravità e della complessità della situazione clinica, gli assistiti potranno beneficiare dell'assistenza distrettuale ad accesso diretto, con l'impiego di metodi e strumenti basati sulle ultime tecnologie ed evidenze scientifiche disponibili. Con questo provvedimento, grazie anche a un emendamento della Lega, della collega Arianna Lazzarini, diamo un ulteriore segnale di attenzione, andando a rifinanziare con 10 milioni di euro, anche per il 2024, il Fondo nazionale per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione.

Dalla sanità passiamo alla sicurezza, affrontando il tema delle Forze dell'ordine, perché un'efficace politica di sicurezza non può prescindere da una costante attenzione nei confronti degli operatori di Polizia e da un adeguato potenziamento degli organici e delle risorse strumentali. Al riguardo, siamo da tempo impegnati, da un lato, a retribuire adeguatamente il lavoro dei nostri agenti e, dall'altro, a far fronte alla pressante necessità di colmare lo scompenso realizzato con i tagli alle Forze dell'ordine realizzati con la legge Madia. Aumentare gli organici non è un costo ma un investimento, un investimento essenziale per garantire la sicurezza dei nostri cittadini e con il decreto che andiamo a convertire proroghiamo fino al 31 dicembre 2024 la possibilità di effettuare assunzioni di personale delle Forze di Polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, sia ordinarie sia straordinarie, previste dalle norme di settore. Si garantisce così più sicurezza, oltre che l'incremento nell'efficienza degli istituti penitenziari. Un'altra promessa della Lega che abbiamo mantenuto.

Un'ultima riflessione sul tema della sicurezza. Dopo anni di sperimentazione, iniziata quando Matteo Salvini era Ministro dell'Interno, grazie alla Lega è stato introdotto il taser come strumento di difesa e sicurezza in dotazione alle Forze dell'ordine. In circa 24 mesi di sperimentazione, il dispositivo ha dimostrato tutta la sua efficacia come strumento di deterrenza e di buonsenso, tutelando agenti e cittadini e contrastando violenza e criminalità. Un grande successo alla faccia di quella sinistra che in questi anni ha provato in tutti i modi a ostacolarlo, io direi anche immotivatamente. Oggi, grazie all'emendamento della Lega, il 2.16 del collega Igor Iezzi, l'uso del taser sarà possibile per tutti i comuni, a prescindere dalla loro popolazione. Con il nostro emendamento togliamo il limite dei 20.000 e dei 100.000 abitanti e consentiamo a tutte le comunità e a tutti i sindaci attenti al tema della sicurezza di dotarsi di questo importante strumento. Vedo che il tema del taser suscita sempre grande polemica a sinistra, vedo espressioni indignate anche in questo momento. Non capisco che cosa ci sia di male nel consentire alla Polizia municipale delle nostre comunità di utilizzare questo strumento per garantire la propria sicurezza e quella dei cittadini, ma tant'è.

Passiamo ad assegno di inclusione, occupazione e imprese, perché anche su questo fronte interveniamo con il Milleproroghe. Abbiamo visto senza timore di smentita quali e quanti problemi ha creato il reddito di cittadinanza. Senza andare a mettere il dito nella piaga delle molteplici truffe, in questa sede vorrei concentrarmi su un dato: nel 2019, anno in cui ha iniziato ad avere effetto il reddito di cittadinanza, la difficoltà di reperimento di manodopera era al 26 per cento, 14 punti in meno di ora. Il reddito di cittadinanza non aveva ancora espletato i propri effetti. In termini assoluti, nel primo anno di parziale applicazione del reddito di cittadinanza, i lavoratori che le imprese non riuscivano a trovare erano circa 1,2 milioni. Nel 2022, dopo tre anni di reddito di cittadinanza, le imprese non riuscivano a trovare manodopera per 2,1 milioni di unità. Quindi, il reddito di cittadinanza non solo ha mancato l'obiettivo di abolire la povertà, ma ha anche raddoppiato il numero di posti che restavano vuoti per mancanza di candidati. Alla luce di questo scenario, come sapete, il Governo ha deciso di eliminare il reddito di cittadinanza e di sostituirlo con l'assegno di inclusione, una misura ispirata alla cultura del lavoro e che risolve due ordini di problemi: risponde all'attuale carenza di forza lavoro in diversi settori, soprattutto in quello turistico e ricettivo, e smaschera finalmente chi non vuole lavorare e pone una grande differenza con chi non può lavorare. I dati ci stanno dando ragione. Senza più il reddito di cittadinanza, è partita una caccia al lavoro che, come ha certificato lo stesso Istat, a dicembre 2023 ha registrato un nuovo record di occupati, con quasi 24 milioni di lavoratori nel nostro Paese. Oggi, con il provvedimento in esame, smantelliamo anche l'ultimo tassello di una misura deleteria e prevediamo che le risorse destinate agli istituti di patronato per la gestione delle domande relative al reddito di cittadinanza siano destinate sempre agli istituti di patronato ma per la gestione delle domande relative all'assegno di inclusione.

Sul tema lavoro vale la pena, infine, soffermarsi sull'emendamento presentato dalla Lega, in particolare dalla collega Tiziana Nisini, che continua a tenere in vigore un'importante deroga al decreto Dignità. Da luglio 2018, il decreto Dignità aveva irrigidito la disciplina del lavoro a tempo determinato, assoggettandolo a rigide causali legali. Noi diamo modo di derogare a queste rigidità del decreto Dignità, dando alle comunità, ai territori e alle aziende la possibilità, in determinati casi, di avere maggiore flessibilità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Passiamo, ora, a un'altra importantissima tematica, quella che riguarda le riaperture dei termini delle scadenze fiscali. Dopo gli anni della pandemia, con una guerra in corso e la crisi energetica, la pace fiscale è un dovere di questo Governo. La proposta della Lega, lanciata già in campagna elettorale, prevedeva, tra le altre cose, una nuova rottamazione. Ecco che la Rottamazione-quater ha avuto e sta avendo, a detta della stessa Agenzia delle entrate, un grandissimo impatto benefico per le casse dello Stato. La Rottamazione-quater ha portato, infatti, a un incasso complessivo, per le prime due rate, intorno ai 7 miliardi, ha coinvolto più di 3 milioni di contribuenti e ha portato alla rottamazione di 26,5 milioni di cartelle esattoriali. Sulla scia di questo successo, con questo decreto, grazie a un emendamento dei relatori, spostiamo al 15 marzo i termini per il pagamento delle prime tre rate della rottamazione. Voglio ricordare che qui non si tratta di condono. Attraverso queste politiche, tutti i cittadini in debito con lo Stato pagheranno il dovuto, ma diamo tempo a chi vuole mettersi in regola di farlo, dando la possibilità di rateizzare. Facciamo respirare le nostre famiglie e le tante imprese, soprattutto quelle più piccole, che in questo periodo sono andate in particolare sofferenza.

Passiamo all'agricoltura. Il comparto agricolo, come sappiamo, è schiacciato in tutti i 27 Paesi dell'Unione da una manovra a tenaglia. Da una parte, le “eurofollie” del Green Deal che mira a ridurre le produzioni agricole - ad esempio, pensiamo al vincolo di lasciare incolto il 4 per cento dei terreni o alla proposta relativa alla riduzione dei fitofarmaci - e, dall'altra, un mercato che non garantisce la remunerazione adeguata a coltivatori e allevatori, i cui margini si sono talmente assottigliati da scomparire. Al riguardo, mi preme sottolineare che il nostro Esecutivo è stato il primo ad aver introdotto una stretta sulle pratiche commerciali sleali, che vieta gli acquisti sottocosto all'origine. Grazie a questo provvedimento, nei prossimi giorni sarà audita dall'Antitrust un'importante multinazionale che ha applicato una modifica unilaterale dei contratti di fornitura e l'ha imposta agli allevatori, con la diminuzione del prezzo contrattualizzato.

Si procederà, quindi, con la valutazione di sanzioni economiche significative e con il ripristino del valore di acquisto all'origine, che non può andare sotto i costi di produzione per garantire una corretta remunerazione del lavoro agricolo.

Mi preme, quindi, sottolineare che, se in Europa queste manifestazioni diffuse degli agricoltori sono partite dalla decisione del Cancelliere Scholz di abolire gli sgravi fiscali per il gasolio agricolo e per l'esenzione del bollo, da noi è accaduto e sta accadendo l'esatto contrario: non soltanto gli sgravi per il gasolio agricolo rimangono inalterati, ma il nostro Governo ha aumentato i fondi all'agricoltura anziché tagliarli.

Oggi con questo decreto diamo un'ulteriore risposta ai contadini scesi in piazza e, grazie a un emendamento del nostro capogruppo Riccardo Molinari, prevediamo che per i prossimi due anni i redditi agrari siano completamente esentati dall'Irpef fino a 10.000 euro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), mentre fra i 10.000 e i 15.000 euro verrà applicata una riduzione del 5 per cento.

Come certificato dal Governo, ricade in questa misura di sostegno oltre il 94 per cento dei nostri agricoltori. Un'esenzione giusta, rivolta alla stragrande maggioranza dei nostri coltivatori e dei nostri allevatori, una vittoria per loro ma anche la testimonianza di una particolare vicinanza della Lega al settore primario.

Un ultimo passaggio, signor Presidente, lo voglio fare su un emendamento che mi sta particolarmente a cuore e di cui sono firmatario, l'emendamento 12.8, approvato in questo decreto a supporto delle strutture turistiche e termali. Il settore ricettivo ha infatti vissuto la tempesta perfetta: prima è arrivata la pandemia, poi la guerra e, con quella, il rincaro energetico. Secondo le stime di Confindustria, il costo dell'energia è passato a incidere sui bilanci dal 5 per cento al 20 per cento nel fatturato delle imprese e questo è chiaramente insostenibile. Proprio per questo ritengo molto importante l'approvazione del mio emendamento che proroga a tutto il 2024 la possibilità di realizzare nuovi impianti fotovoltaici dentro le aree delle strutture turistiche e termali, purché situate al di fuori dei centri storici. Tale facoltà, lo ricordo, è concessa alle strutture ricettive che sono ubicate anche all'interno dei centri storici o soggette a vincoli paesaggistici, a condizione che venga attestato che non siano visibili dagli spazi pubblici esterni limitrofi. L'energia prodotta da queste strutture sarà un'energia pulita e servirà prioritariamente per soddisfare il fabbisogno di queste stesse strutture ricettive.

Concludo, Presidente, dicendo che questo decreto Milleproroghe, che spesso viene tacciato di essere un decreto che contraddistingue e caratterizza il nostro Paese, chiamato ripetutamente e sistematicamente a rivedere le norme di legge che ci diamo, assume quest'anno un sapore assolutamente diverso, perché interviene, in modo certamente trasversale, sulle politiche del Governo, in una cornice strategica che contraddistingue il programma della Lega, il programma del centrodestra e il mandato che questo Governo ha ricevuto dagli italiani. Quindi, da parte della Lega c'è stato e c'è il pieno sostegno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, Governo, partirei con alcuni numeri, Presidente: 1.218 emendamenti, e con una data: 1992. Ormai nell'immaginario collettivo dell'opinione pubblica si è diffusa questa parola “Milleproroghe”, ma in realtà è uno strumento, introdotto come prassi nel 1992, che si chiamava all'epoca “differimento termini”; differimento termini perché si trattava di uno strumento che doveva, in un certo qual modo, cercare di trovare una soluzione immediata e tampone al prolungamento di alcune cose che il legislatore ordinario - passatemi il termine, colleghi - non era stato in grado di fare.

In realtà, poi, questa prassi, che ormai ha toccato quota 30 anni, è divenuta prassi consolidata e, diventando prassi consolidata, ha segnato - mi sia consentito - una sorta di metamorfosi, se volete, colleghi, rispetto a questa democrazia; provvedimenti come questi, che hanno iniziato ad avere una piega nei primi anni Duemila, caricandosi sempre più di cose tutto il contrario di tutto, tenendo insieme più elementi anche in una maniera quasi distonica tra di loro, se me lo consente, Presidente, probabilmente hanno trasformato questa nostra democrazia o Repubblica in una sorta di Repubblica dei bonus, mi verrebbe da dire, in una sorta di Repubblica del click day; cioè se tu in quel dato momento preciso sei davanti a un computer e hai la connessione che funziona e ti apre quel varco, allora sei in grado di usufruire di un servizio o di un diritto, ma se non ci sei rischi di non averlo. Poi, di fatto, questo provvedimento, in molti casi e soprattutto a scadenza o a ridosso di tornate elettorali importanti, diventa anche il momento utile per i partiti in vista delle campagne elettorali. Insomma, si tratta di questo e credo ci debba far riflettere su quello che siamo, su quello che è questa Repubblica e sul fatto che probabilmente sarebbe, colleghe e colleghi, più utile concentrarsi su riforme procedurali e regolamentari piuttosto che immaginare di voler sconvolgere Carte costituzionali o ordinamenti nel quadro generale, ma la dico così.

Perché dico questo? Perché per alcuni osservatori il nostro Milleproroghe è un'anomalia mondiale. Viene accostato all'omnibus bill statunitense, ma, in realtà, sapete meglio di me - ed è stata analizzata anche questa forma comparativa - che, in quel caso, quel provvedimento è prettamente di natura fiscale, quindi, non è comparabile al nostro Milleproroghe. Se volessi utilizzare un linguaggio contemporaneo o moderno, potremmo dire che, col Milleproroghe, questa Repubblica ogni anno fa una sorta di upgrade dell'App. C'è l'aggiornamento: facciamo questo costante aggiornamento del software, per capire come riusciremo a produrre meglio diritti e leggi.

Guardate, credo che il Milleproroghe più che la causa sia il risultato della politica ed è il risultato della politica perché sostanzialmente è nato in una fase storica ben precisa, come dicevo prima, il 1992, nella quale questa Repubblica viveva tra il “non più” e il “non ancora”. Si stava chiudendo faticosamente quella fase storica della quale poi, per come si è chiusa, le storiche e gli storici ancora dovranno scrivere pagine, perché ne è stata fatta una descrizione che molte volte non ha corrisposto alla realtà dei fatti; non era entrata in una dimensione nuova e faceva fatica, in un processo di accelerazione costante, a entrarci. Però, se volessimo analizzare il provvedimento in generale, in questa cornice quadro che sto facendo, probabilmente ci troveremmo dinanzi a due tipologie e credo che i relatori di questo provvedimento lo sappiano meglio di me: proroghe impopolari o proroghe affannose.

Alcuni studiosi che hanno analizzato dal punto di vista politico-giuridico questa tipologia di provvedimento l'hanno definita così. È impopolare perché di solito nel Milleproroghe ci metti quelle cose che fai fatica o si immagina che si faccia fatica a narrare come singolo provvedimento: immaginate l'allargamento o il rinnovo di una precarietà costante, l'utilizzo dei lavoratori socialmente utili o quant'altro.

Sono quelle misure che metti lì e che hanno la loro dignità, anzi probabilmente dovrebbero essere prioritarie in una democrazia compiuta, in una democrazia che si preoccupa di garantire diritti soprattutto a chi vede sempre più scivolare la capacità di restare aggrappata a dei diritti, e, dall'altro, le proroghe affannose, quelle che si definiscono proroghe affannose e che sono quelle proroghe che sono esattamente quello che vi dicevo prima, colleghi, il risultato più che la causa della politica.

E il risultato è il fatto che noi, sostanzialmente, viviamo ormai da più di qualche decennio in una sorta di incompiutezza normativa. Perché dico questo, Presidente? Perché, se analizziamo i provvedimenti, senza distinzione di parte, sia chiaro, degli ultimi decenni, a un certo punto ci ritroviamo sempre dinanzi ad alcune domande per le quali non riusciamo a trovare risposte. Mi spiego, colleghe e colleghi. Valutazioni a monte del provvedimento in sé e per sé, tant'è che tutti sanno, noi ormai non siamo più ossessionati, e la Sottosegretaria lo sa meglio di tutti noi, dalla qualità della norma, ma siamo ossessionati dalla bollinatura della copertura.

L'unica domanda non è quello che stai scrivendo, non è quello che stai immaginando di fare, non è il diritto che immagini di tutelare o concedere, ma la copertura economica. Senza soldi non si cantano messe. In realtà, però, poi ci rendiamo conto che così non è, perché mancano successivamente analisi dell'impatto reale delle misure. Sono mesi e mesi e mesi, non le richiamo, non è una questione di parte, che discutiamo di misure, quanto abbia impattato o meno il superbonus su una cosa, quanto abbia impattato o meno quella misura, quanto abbia impattato o meno quell'altra misura, ma sostanzialmente facciamo fatica ad avere dati scientificamente comprovanti, empiricamente valutabili e, soprattutto, dati riconosciuti terzi.

Allora, questa è la difficoltà strutturale che tu hai, e questa difficoltà strutturale che abbiamo influisce e incide sulla qualità della produzione normativa, ed è la ragione per la quale, purtroppo, quello che doveva essere un differimento di termini, nato nel 1992, è prassi consolidata. È prassi consolidata, se volete, colleghe e colleghi, quella che, se volessimo, potremmo definire, in termini di categorizzazione, manutenzione normativa. Noi stiamo facendo i meccanici, puntualmente, ogni volta, facciamo la manutenzione alla non qualità della produzione legislativa che si mette in atto e in campo da troppo tempo.

Mi sia consentito, e mi avvio a chiudere, di spendere qualche minuto su misure, ma non credo che ci sia nemmeno il clima polemico da dover utilizzare. Guardate, 1.200 e rotti emendamenti, tutti i partiti e tutte le forze politiche hanno contribuito, in un modo o nell'altro, a dare voce e rappresentanza a interessi variegati in questo Paese, e, in molti casi, mi fa sorridere la non capacità, anche durante questa discussione generale, da parte di molte e molti, di poter utilizzare una formula espressiva.

È con un emendamento che abbiamo presentato in condivisione anche con i partiti di maggioranza o di opposizione, in condivisione con gli altri partiti e, care cittadine e cittadini, vi abbiamo dato dimostrazione che, quando c'è il bene pubblico, quando c'è l'interesse generale e collettivo, le forze si uniscono, al di là delle distinzioni. Credo che il giorno in cui ascolteremo ripetutamente questa prassi narrativa, Presidente, probabilmente saremo divenuti una democrazia un tantino più matura.

Però qualche battuta me la deve consentire. Abbiamo sentito poc'anzi rivendicare l'utilizzo del taser. Peccato che la domanda che sorge spontanea a tutte e tutti è: ma questi vigili urbani dove stanno, per utilizzare questo taser? Probabilmente sarebbe stato - ma la dico così, è un mio punto di vista, Presidente, ci mancherebbe altro - più intelligente prorogare i termini per le assunzioni dei vigili urbani, che immaginare l'introduzione o la proroga dell'utilizzo di un'arma, definiamola arma.

Seconda battuta, Presidente. Questa benedetta Irpef agricola: capisco tutto, capisco tutto, però, visto che non è la prima volta che accade, voi, in termini di Governo, introducete una tassa alla mattina, e anche la cancellazione di una detrazione o di un beneficio fiscale è sostanzialmente una tassa, e qualche giorno dopo rivendicate il fatto che avete tolto quella tassa che voi stessi avete introdotto.

Anche qui dobbiamo capirci, perché, se è la contrapposizione, o meglio l'equilibrio tra poteri, tra pesi e contrappesi dell'attività esecutiva e dell'attività legislativa, bene, allora è chiaro. Allora il Governo, che è il potere esecutivo, ha dato un'indicazione e il Parlamento, nella sua funzione legislativa massima, corregge quell'impostazione, e allora questo è un dato. Ma se questo non è, se lo stesso Governo fa una cosa, poi la cambia e poi la rivendica addirittura, capiamoci, perché questa cosa è già capitata altre volte e credo che non faccia bene alla qualità della nostra democrazia.

Però non mi posso, ovviamente, sottrarre dal fare un quadro riassuntivo degli interventi che, attenzione, in molti casi sono state nostre proposte, proposte del Partito Democratico, ma che in tanti altri casi hanno incontrato la convergenza di altre forze politiche, di opposizione e di maggioranza. Il fatto di avere lavorato in una maniera trasversale, nel senso positivo del termine, probabilmente, i relatori lo sanno, ha portato anche a compimento e al risultato delle proposte legittime che erano state avanzate.

Noi siamo contenti, soddisfatti, non è mai troppo, non è mai abbastanza. C'è quella frase di rito, si poteva fare meglio, poi si potevano mettere due risorse di più, ma indubbiamente è un risultato del Partito Democratico e di tutto il Parlamento il fatto che sia stato salvato, ad esempio, il bonus psicologico, ed è patrimonio collettivo. Noi ne rivendichiamo non una paternità, ma, se volete, l'attenzione propositiva che ha saputo cogliere quell'elemento di persuasione generale che ha portato a compimento quella misura, come quella degli specializzandi nei centri trasfusionali no profit, come il regime di agevolazioni nel Terzo settore, il sostegno ai portuali, la misura rispetto ai disturbi alimentari, della quale si era molto discusso impropriamente e che fortunatamente siamo riusciti a salvare, le fondazioni sinfoniche, la possibilità di ulteriori 36 mesi per la stabilizzazione degli assistenti sociali, e Dio solo sa, nella complessità delle società o della società nella quale stiamo vivendo, di quanto necessitiamo di queste figure professionali, la moratoria del taglio dei contributi all'editoria.

Qui potremmo aprire un altro file su come l'utilizzo delle risorse pubbliche serva a garantire anche il processo democratico, perché ci siamo avviluppati, ormai da troppi anni, in questa eco populista, massimalista, del fatto che ogni soldo che viene dato prima ai partiti, poi all'editoria, poi a quel sistema, è una sorta di spreco di denaro pubblico.

No, è il costo della democrazia e della pluralità delle idee e delle opinioni, che servono. E quando questo viene meno, colleghe e colleghi, significa che tu stai stringendo sempre più le maglie della pluralità verso un pensiero unico e verso un potere unico. Anche la proroga della responsabilità, fino al 2025, delle azioni mediche, credo che - soprattutto alla luce di quanto accaduto e dell'esperienza maturata durante il COVID - sia materia utile.

Chiudo con amarezza, però, con profonda amarezza, perché, se dei passi avanti sono stati fatti, se dei risultati sono stati raggiunti, allo stesso tempo, però, bisogna sottolineare e rimarcare con profondo rammarico - colleghi e colleghe, mi rivolgo anche e soprattutto ai relatori - il fatto che ci sono state delle proposte che so che per molti di voi erano condivise, di buonsenso e di ragionevolezza, le quali, tuttavia, non hanno trovato spazio. Infatti, da un lato, ne abbiamo discusso, io non voglio ritornarci, soprattutto alla luce anche di quanto accaduto ieri sera. Cioè, la proroga del non pagamento delle multe dei no-vax, vale, pesa - la Presidente del Consiglio utilizzerebbe l'espressione “cuba”, che ormai è diventata di uso comune, tra poco penso che la troveremo anche nella Treccani, addebitata e ascritta a lei - 150 milioni, è stato stimato. E Dio solo sa, con la necessità di recuperare risorse economiche, quanto quelle risorse economiche, in un modo o nell'altro, potevano essere utili, anche semplicemente - e lo sapete meglio di me - utilizzandole come cifre da mettere su carta per riequilibrare il bilancio di questo Paese.

Si nicchia come al solito agli evasori, ma qui potremmo aprire un file infinito, e non è questa la sede, né il momento per farlo. Però, due macchie indelebili restano e sono incomprensibili, non tanto e non solo a noi, ma incomprensibili per chi verrà punito dalle scelte politiche che avete compiuto. Perché, poi, la politica e i provvedimenti - perché noi possiamo raccontarcelo come vogliamo che non ci sono soldi e la coperta è corta - sono fatti di scelte: tu decidi dove appostare delle risorse, anziché dove toglierle. Questa è la scelta politica ed è legittima, è un diritto-dovere di chi governa temporaneamente questo Paese. Però, perdonatemi, si sono trovate le risorse per tante cose, si sono prorogate misure che fanno mancare introiti alle casse dello Stato e non si capisce perché vi siate incaponiti, ad esempio, sui rimpatriati. Questa cosa sul rientro dei cervelli grida vendetta e non si capisce il perché. Avevamo presentato un emendamento che vi chiedeva l'utilizzo del buonsenso, e lo dico per chi ci ascolta al di fuori di quest'Aula. La proroga delle misure in corso per 12 mesi cosa significava? Perché, se lo dico così, probabilmente chi ci ascolta non sa di cosa sto parlando e fa fatica a seguirmi. Stiamo parlando di quella misura che prevedeva il rientro di persone vissute almeno da 2 anni all'estero con dei vantaggi fiscali, per cui, al carico familiare, si aggiungeva un surplus di vantaggio fiscale. Dio solo sa l'inverno demografico che stiamo vivendo. Avevamo una misura che prevedeva uno sgravio del 70 per cento sul territorio nazionale e del 90 per cento per coloro che rientravano nel Mezzogiorno d'Italia per 5 anni. Quando dico “uno sgravio”, significa che con quella misura il datore di lavoro faceva da sostituto d'imposta. Tradotto: lo stipendio, il salario mensile era più alto, mensilmente, e quindi vi era un apporto immediato; 75.000 persone sono rientrate così, e di queste 75.000 persone, poco meno di 2.000 sono solo quelle che fanno parte dell'ambito della ricerca e accademico. Il che significa che questa misura, come era stata immaginata e prevista, ha funzionato e ha dato dei benefici. Ciò è innegabile. È talmente innegabile che i 2 miliardi che questa misura in media ha prodotto, li avete utilizzati nel gioco di bilancio, per dire: prendo 2 miliardi da qua, li sposto e ho 2 miliardi per coprire dei costi. Ed è un peccato, perché quando voi andate a tagliare ed equiparate tutto al 50 per cento, non c'è più il vantaggio per chi rientra nel Mezzogiorno, ossia il territorio di questo Paese che demograficamente, anche in prospettiva, soffrirà di più. Tagliate il carico familiare, che tecnicamente viene definito “radicamento”, ma, scusatemi, uno che rientra con un figlio, con due figli o con tre figli minori a carico, non è un surplus ulteriore per il mantenimento di una scuola, per evitare le pluriclassi e per fare tante altre cose? Allora, perché vi siete incaponiti su questa cosa, dove vi si chiedeva: prendiamoci un altro anno. Infatti, se uno deve programmare il rientro con una famiglia, trovare la scuola, trovare casa e cambiare le dinamiche della propria vita, necessita di tempo. Ve l'avevamo già detto nel collegato alla delega fiscale, il n. 90, dove siete intervenuti: fate come hanno fatto altri Paesi, il Belgio, l'Olanda, che annunciano la chiusura della misura o la riduzione del benefit, ma - vi stiamo dicendo - questo a partire tra 24 mesi, tra 12 mesi, quello che è. Voi, invece, fate la misura e la portate in approvazione a dicembre, a partire dal 1° gennaio successivo. Capirete bene che la state ammazzando, questa misura, perché questo è il termine che bisogna utilizzare.

Mi avvio veramente a chiudere. C'è poi un'altra questione, mi sia consentito, e anche lì, però, secondo me, ne vedremo ancora delle belle nei prossimi mesi. Un altro Paese, in questo caso, un altro Governo, quello della Confederazione Elvetica, ha avviato un'analisi conoscitiva per capire se quella follia che avete approvato in legge di bilancio, su richiesta della regione Lombardia, ossia i 2.000 euro di tassa sanitaria ai frontalieri, sia applicabile. Infatti, voi sapete meglio di me che esiste il divieto della doppia imposizione fiscale: una persona non può pagare le tasse sulla stessa cosa due volte. Questi sono soggetti - 100.000 persone - che pagano le tasse in Svizzera (questo Paese poi, ne riversa in Italia il 40 per cento, tra i 115 e i 150 milioni di euro) e che prediligono quei comuni e quei territori, nell'ambito dei 20 chilometri, che notoriamente hanno una colorazione politica molto chiara. Allora, io non riesco a capire. Vi avevamo chiesto con un emendamento a costo zero - il costo sarebbe stato virtuale, così come sarebbe stata virtuale l'entrata che avete spostato a bilancio - di dare un anno di deroga per approfondire, perché nell'accordo, che avevamo siglato all'unanimità, di ratifica del Protocollo con la Svizzera era previsto un tavolo governativo con le parti sociali. Allora, non si capisce perché, a giugno, abbiamo approvato questo e, due mesi dopo, introducete, su richiesta della regione Lombardia, l'ingiusta tassa sanitaria.

Io non posso credere che voi abbiate l'accanimento terapeutico contro la provincia di Como, anziché di Varese, anziché di Verbano-Cusio-Ossola, non ci credo. Allora, se dovete dare una mano alle casse di qualche regione, ditelo chiaramente e proroghiamo il principio di solidarietà. Però ditecelo, perché altrimenti non lo capiamo. Queste cose ti segnano e segnano questo provvedimento, tra i tanti sforzi comuni e collettivi fatti per l'ottenimento di risultati ed il mantenimento dei diritti delle persone, e segnano purtroppo inevitabilmente anche il comportamento che noi poi potremo avere rispetto al provvedimento e rispetto anche al giudizio generale. Se, da un lato, si è visto un passo in avanti, nella speranza di poter assistere a un lento e progressivo processo di maturazione di questa nostra democrazia ancora incompiuta nelle sue prassi parlamentari, dall'altro, però, questo provvedimento ci lascia tanto amaro in bocca e l'incomprensibile stupore rispetto alle scelte che potevate compiere, rispetto alle tutele che potevate garantire e rispetto all'ossigeno del buonsenso che dovevate applicare per verificare seriamente le misure che stavate adottando e che purtroppo in questi casi, come in tanti altri, è venuto meno. Per questa ragione, noi non potremo esprimere parere favorevole, non fosse altro perché richiederete anche la fiducia e avrete anche, ponendo la fiducia, evitato di dover riconoscere alle opposizioni tutte il lavoro e il contributo che queste hanno dato a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto tecnico commerciale per geometri Giovanni Antonio Giobert, di Asti, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Preciso, come ho fatto per gli altri, che sono presenti in Aula i parlamentari impegnati nei loro interventi in discussione generale e poi, ovviamente, la seduta avrà il suo seguito nel corso della giornata.

È iscritto a parlare il deputato Sottanelli. Ne ha facoltà.

GIULIO CESARE SOTTANELLI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e signor Sottosegretario, oggi ci troviamo a discutere le linee generali del decreto-legge 30 dicembre 2023, n. 215, comunemente noto come Milleproroghe. Questo decreto, come il nome suggerisce, contiene le disposizioni urgenti in materia di termini normativi e si estende su diverse macroaree, toccando questioni certamente cruciali per il funzionamento del nostro sistema normativo e amministrativo. Prima di tutto, mi preme considerare le priorità, purtroppo, di questo Governo che impegna il Parlamento con lavori intasati, per intere settimane, da provvedimenti che non rispondono ai reali bisogni del Paese. Al riguardo, ricordiamo, recentemente, l'istituzione del premio del maestro dell'arte e della cucina italiana, per quanto meritevole e con tutto il rispetto che possiamo avere, oppure la legge per il riconoscimento della figura dell'agricoltore custode. Poi ci troviamo - come è accaduto nelle ultime ore - a discutere di un decreto-legge che tocca tutto lo scibile della normativa italiana nel giro di tre giorni, e le Commissioni sono costrette a lavori notturni, raffazzonati, che esprimono il peggio della qualità legislativa purtroppo.

Mentre esaminiamo questo decreto, è importante considerare il contesto più ampio in cui esso si inserisce. Nel corso dell'ultimo anno, il Governo ha presentato, non uno, non due, ma addirittura tre decreti Milleproroghe. Ricordo infatti i decreti n. 51 del 2023 e il decreto n. 132 del 2023. Il ricorso a tre decreti-legge di proroga in un anno certifica che il Governo è in ritardo con i decreti attuativi, certifica che non ha una visione di insieme di Paese, non ha una pianificazione né una programmazione e penso che sia la prima volta nella storia di questa nostra Repubblica che un Governo, nello stesso anno, faccia tre decreti di proroga. Non è certamente un modo di legiferare accettabile e non permetteremo diventi prassi o normalità. Ancora una volta, poi occorre sottolineare come la tendenza all'uso frequenze dei decreti-legge, talvolta accompagnati dalla posizione della fiducia in prima lettura, sollevi serie preoccupazioni sul funzionamento del nostro sistema legislativo, spogliando di fatto il Parlamento delle proprie prerogative, mortificando i parlamentari e calpestando la Costituzione. Stiamo rendendo il nostro sistema, purtroppo, un monocameralismo di fatto. Ciò che emerge in modo chiaro, che ci troviamo ancora una volta a dover evidenziare, è la straordinarietà di una situazione che ha battuto in negativo tutti i precedenti Governi della storia repubblicana. Il Governo è evidentemente incline a presentare un numero crescente di decreti, spesso ponendo la fiducia su di essi già in prima lettura, come certamente purtroppo succederà anche dopo l'odierna discussione generale. Questo approccio ha conseguenze significativamente negative sul funzionamento e sulla qualità del nostro sistema legislativo. Il Parlamento si trova spesso in una situazione in cui deve affrontare numerosi provvedimenti contemporaneamente, con il rischio di non riuscire a rispettare le scadenze di conversione in legge nei 60 giorni previsti dal comma 3 dell'articolo 77 della nostra Costituzione.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE' (ore 11,35)

GIULIO CESARE SOTTANELLI (AZ-PER-RE). Questa corsa contro il tempo, che diventa tale solamente a causa delle diatribe e divisioni interne alla maggioranza - anche in questo decreto-legge ne abbiamo viste tante - e che condiziona in negativo i lavori di Commissione, unitamente alla mancanza di pareri da parte dei Ministeri competenti, spinge l'Esecutivo a porre la fiducia per superare le divisioni interne ed accelerare il processo legislativo, compromettendo così, ancora una volta, la qualità e la profondità della discussione parlamentare.

Un'altra criticità è rappresentata dalla prassi, preoccupante e purtroppo consolidata, di inserire nei titoli dei decreti-legge una vasta gamma di elementi, in questi casi sotto l'etichetta “proroga termini”, al fine di introdurre disposizioni estremamente eterogenee, in netto contrasto con i principi sanciti dall'articolo 15, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, per la quale il contenuto dei decreti-legge deve essere specifico, omogeneo e corrispondente al titolo. Peraltro qui inserisco come siano state dichiarate inammissibili, in modo del tutto arbitrario e inflessibile, delle vere proroghe, magari per un'incerta copertura degli oneri, mentre altri emendamenti, che di proroga non avevano nulla, come ad esempio l'emendamento 2.20 del collega Trancassini riformulato dal Governo, hanno passato senza alcun problema il vaglio di ammissibilità e sono addirittura stati approvati. Stesso discorso si potrebbe fare sui primi tre commi dell'articolo 18, varati dallo stesso Governo in sede di Consiglio dei ministri, in cui si dispone che siano riportate al comitato previdenza Italia, un comitato molto privato di cui poi dirò meglio in seguito, le risorse che ad oggi erano attribuite ad Assoprevidenza. Assolutamente nessuna proroga: non si capisce come faccia il Governo ad inserire in un decreto Milleproroghe un provvedimento che nulla ha di proroga ma è solo un cambio di contraente per dare circa 30 milioni di euro - come al solito, questo Governo già ci ha abituato - agli amici degli amici. Dopo sarò un pochino più puntuale. Nonostante questo e nonostante le pronunce della Corte costituzionale sul tema e i numerosi richiami da parte del nostro Presidente della Repubblica, questa pratica continua a persistere, minando la chiarezza e la coerenza del nostro sistema normativo.

Anche il decreto oggi in discussione segue questa tendenza a non rispettare il requisito di omogeneità, sebbene mantenga una certa coerenza nelle disposizioni in esso contenute, prevedendo puntuali proroghe. Le stesse riguardano, infatti, una vasta gamma di tematiche, che vanno dalle assunzioni del personale, alla fatturazione elettronica, alle tariffe autostradali, alle misure per le aree colpite dal terremoto e tanti altri argomenti. È evidente che, mentre alcune di queste questioni sono indubbiamente importanti, la mancanza di omogeneità del contenuto del decreto sottolinea la necessità di una maggiore coerenza e chiarezza nel processo legislativo.

È di fondamentale importanza, poi, richiamare l'essenziale ruolo del Parlamento nel garantire il corretto funzionamento della nostra democrazia, conformemente alle disposizioni costituzionali. Come stabilito in maniera perfetta dall'articolo 70 della nostra Costituzione, il Parlamento ha il compito primario di esercitare la funzione legislativa a beneficio della collettività. È imperativo, quindi, vigilare affinché il nostro lavoro parlamentare, cari colleghi - faccio un appello ai colleghi di maggioranza -, non si riduca a una mera ratifica delle decisioni del Governo, ma sia espressione autentica della volontà, degli interessi dei cittadini che noi tutti come parlamentari rappresentiamo. È solo attraverso questo impegno costante che possiamo garantire la qualità, la coerenza e la giustizia delle leggi che regolamentano la vita della nostra Nazione.

Proprio nell'ottica dell'approfondimento relativo al contenuto della procedura parlamentare associata al decreto Milleproroghe, si ravvisa la necessità di una disamina anche dell'iter parlamentare che lo ha caratterizzato. Ebbene, così come fissato dall'ufficio di presidenza delle due Commissioni, nella data del 19 gennaio 2024, i gruppi parlamentari hanno presentato gli emendamenti. Ci sono stati 28 giorni di pressoché totale silenzio da parte dell'Esecutivo e delle forze politiche di maggioranza: non è stato dato alcun riscontro, non sono stati espressi pareri di approvazione o respingimento né è stata votata alcuna proposta emendativa.

Nonostante le richieste pervenute per la riduzione del numero di emendamenti da discutere, tra segnalati e cosiddetti super-segnalati o iper-segnalati, oltre a ufficiose riunioni a tu per tu, decise senza alcun preavviso, nessun parere è stato fornito.

Noi commissari delle Commissioni affari costituzionali e bilancio abbiamo dedicato ampio tempo ai lavori in Commissione, che ci ha visti impegnati dalle ore 9,30 di lunedì 13 fino alle prime ore del mattino successivo, precisamente fino alle 3,40 di martedì 14 febbraio. Dopo 6 anni di mia esperienza all'interno della Camera dei deputati, posso affermare che la qualità dei lavori nonché il comportamento dell'altra notte in particolar modo di alcuni colleghi certamente vanno stigmatizzati perché penso si sia toccato il punto più basso che un cittadino possa immaginare. Una lunga maratona che, purtroppo, non ha portato risultati positivi. La Commissione, infatti, è stata nuovamente convocata per un'ulteriore seduta alle ore 12,30; alla luce della confusione è insorto il rischio di votazioni su emendamenti già esaminati dalle Commissioni riunite e ancora privi di pareri governativi. Tra riformulazioni di emendamenti dell'ultimo momento, confronti più o meno vivaci, per così dire, tra i deputati e un generale senso di confusione e stanchezza, sono state approvate disposizioni che, come già anticipato, risultano essere distanti tra loro per le materie trattate.

Sono state approvate disposizioni prive delle necessarie coperture finanziarie, chiedendo un successivo intervento della Ragioneria per l'aggiunta delle relative coperture. Sono state approvate disposizioni che consentono ai comuni calabresi di assumere disoccupati in mobilità per attività lavorative di 18 ore settimanali, tramite un emendamento presentato dai colleghi di Forza Italia, Cannizzaro e Arruzzolo.

È stata, addirittura, prorogata per 6 mesi la sospensione delle multe per la violazione dell'obbligo di vaccinazione anti COVID. Anche qui, si è creata un'ingiustizia tra chi le ha già pagate e chi non le ha pagate. Ebbene, una parte della maggioranza, in particolar modo la Lega, perché l'emendamento era a firma di Bagnai, per strizzare l'occhiolino - lo comprendo anche, ma non lo condivido nella maniera più assoluta -, in prossimità delle elezioni europee, al mondo dei no-vax, continua a costringere alcuni colleghi della maggioranza - e qui la mia solidarietà a loro - a votare un emendamento, che certamente non condividevano, solo per spirito di appartenenza a una maggioranza. Essi sono stati costretti, addirittura, a rientrare, perché, ad un certo punto, in Commissione, la maggioranza era diventata minoranza e, quindi, c'era il forte rischio che l'emendamento potesse essere bocciato e ciò ha rappresentato anche una forma di umiliazione, dovendosi violentare nell'approvare un emendamento non condivisibile e non condiviso. In generale, voglio dire alla Lega e a chi ci ascolta: come si può approvare un emendamento di questo tipo, quando abbiamo avuto operatori sanitari che hanno perso la vita per fare il loro mestiere e molti politici in televisione li hanno definiti “eroi”, dandogli, invece, uno schiaffo morale di questo tipo, perché si va a premiare quelle persone, prevedendo slittamenti per pagare le multe?

È un modo di fare politica che non ci appartiene, che illude i cittadini, è un modo di fare politica che non restituisce la dignità a questo Parlamento, al Governo, quindi veramente è una brutta pagina che questo Governo e questa maggioranza hanno scritto con l'approvazione di questo emendamento.

Onorevoli colleghi, il richiamo è a una maggiore concretezza e a una maggiore trasparenza verso i cittadini, nel rispetto del mandato che ci hanno consegnato.

Il gruppo parlamentare di Azione-PER-Renew Europe ha presentato numerosi emendamenti volti a migliorare e a correggere le lacune presenti nel testo del decreto. Provo qui a declinarne alcuni. Mi riferisco alla nostra richiesta di proroga della validità della graduatoria del concorso Ripam per 2.736 funzionari amministrativi, scaduta il 2024, che conta, però, ancora 14.000 idonei. Ad oggi, abbiamo speso esclusivamente il 14 per cento - solo il 14 per cento - dei fondi del PNRR e, se agli enti locali, che in questi anni non hanno potuto effettuare nuove assunzioni, non gli diamo tale possibilità, penso che non renderemo merito, non riusciremo a spendere bene e nei tempi i soldi del PNRR e, quindi, avremo anche difficoltà verso l'Europa, in futuro, a chiedere altre flessibilità. L'emendamento è stato prima respinto, poi è stato riformulato, quindi diciamo che è andato nel verso giusto.

Ricordo anche la proroga sull'applicabilità delle norme per il superamento del precariato nelle pubbliche amministrazioni, per gli assistenti sociali che abbiano maturato almeno 3 anni di servizio al 31 dicembre 2024, anziché al 2022, negli ultimi 8 anni alle dipendenze dell'amministrazione precedente. Questo è stato approvato.

Ricordo la proroga dei termini per la stipulazione della convenzione per la concessione delle sovvenzioni relative al progetto “Ecosistemi per l'innovazione al Sud in contesti urbani marginalizzati”. È un emendamento importante della collega Mara Carfagna che, ovviamente, da ex Ministro per il Sud, ha voluto presentare questo emendamento per rifinanziare, con 450 milioni, quelle aree del Mezzogiorno. Tuttavia, anche qui, il Governo ha bocciato, ha respinto il nostro emendamento. Mi riferisco a quei colleghi del centrodestra che rappresentano il Mezzogiorno: come hanno potuto non sostenere questo emendamento?

Quando ci sono casi, come quelli, non ultimi, che hanno coinvolto la Campania, tutti noi, la politica in generale va in TV ad esprimere solidarietà, poi sui progetti veri che, magari, possono cambiare e valorizzare i contesti urbani di marginalizzazione, la politica, quella del Governo e della maggioranza, è assente, bocciando l'emendamento.

Per passare, poi, all'equiparazione nell'utilizzo dello smart working fino al 31 marzo per i dipendenti pubblici, così come per i dipendenti privati, quindi una equiparazione corretta e sacrosanta, stiamo parlando di persone fragili, quindi, lavoratori con problemi, un costo di 1.200.000 euro. Il Governo e la maggioranza non sono stati capaci di approvare questo emendamento, però, poi, all'articolo 18 andiamo a regalare quei famosi 28.500.000 agli amici degli amici.

La proroga della disciplina in tema di elezioni dei sindaci per i comuni sotto 15.000 abitanti. Abbiamo avuto la norma cambiata per il 2022 e il 2023, laddove in un comune, sotto i 15.000 abitanti, si presenti una sola lista, bisogna che gli aventi diritto, che si recano al voto, superano il 40 per cento. Questa norma è scaduta quest'anno e, quindi, il Governo o dovrà, in prossimità delle prossime amministrative, emanare un nuovo decreto-legge, oppure abbiamo una situazione che, fino al 2021, bisognava raggiungere il 50 per cento per fare in modo che le elezioni fosse ritenuta valida. Nel 2022 e 2023, invece, abbiamo abbassato la soglia al 40 per cento dei votanti. Attualmente, per quelli che andranno al voto nel 2024, la soglia torna al 50 per cento. Capite la confusione che regna per gli elettori, sugli amministratori, ma anche sugli stakeholder che devono presentare le liste alle prossime amministrative che ancora oggi non hanno alcuna certezza; anche in questo caso penso che il Governo abbia perso un'opportunità, perché era, lo dico tra virgolette, un emendamento a costo zero. Forse perché era stato presentato dalla collega Ruffino e non si è voluto dare seguito a questo emendamento.

Così come per la proroga di 2 anni per la misura del credito d'imposta per gli investimenti in beni strumentali nuovi e i materiali previsti dall'Industria 4.0. È stato un cavallo di battaglia, l'Italia ha toccato con mano il mondo il mondo imprenditoriale, il mondo produttivo, l'effetto della 4.0, merito dell'allora Ministro Calenda dello sviluppo economico, ogni volta lo stiamo riproponendo, lo abbiamo riproposto nella legge di bilancio 2022, lo abbiamo riproposto nella legge di bilancio 2024, lo riproponiamo anche nei decreti-legge di proroga termini, per fare in modo che quella norma possa essere riattivata in Italia e sostenere quel tessuto economico e imprenditoriale che ogni giorno si deve confrontare con un mondo sempre più difficile, sempre più globale. Quindi, laddove abbiamo la possibilità di mettere le nostre aziende nelle condizioni di essere competitive e quindi creare ricchezza, occupazione e crescita del PIL nel nostro Paese, puntualmente, l'emendamento viene respinto, così come il successivo emendamento, che invece era riferito alla Industria 5.0, quindi alla transizione ecologica; anche qui il Governo è sempre nella posizione di non dar seguito a proposte che - lo abbiamo già visto - fanno bene al sistema Paese.

Allora, chiedo: quale visione ha questo Governo per far tornare a crescere il Paese? Quale azione produce per fare in modo che il nostro sistema produttivo possa essere competitivo e vincere le sfide che hanno in un contesto globale? Nessuna, purtroppo. Anche qui, quindi, questo Governo, bocciando questi nostri due emendamenti, Industria 4.0 e Industria 5.0, testimonia che non ha una visione di futuro.

Il posticipo di 6 mesi dall'entrata in vigore delle modifiche dell'IVA era un emendamento presentato anche di altri gruppi è stato approvato. Un'altra una bocciatura di un nostro emendamento (non si capisce, neanche qui, il motivo) era la proroga della dotazione del fondo dei centri estivi, istituito dal Governo Conte 2, dall'allora Ministro Bonetti, che dava soldi direttamente ai comuni per agevolare le tariffe per le famiglie per portare i figli nei centri estivi. Si trattava, quindi, di un aiuto importante al sistema famiglia; viene praticamente bocciato quando era stato prorogato per il 2022, poi prorogato da questa maggioranza e da questo Governo per il 2023 ed è stato azzerato per il 2024. Il nostro emendamento voleva solo ripristinare questa opportunità per i comuni e per i nostri cittadini.

Ma ancora di più, la collega, in Commissione, ha presentato una proposta di legge sottoscritta da colleghi di tutte le forze politiche per rendere strutturale questo intervento. Allora, dico, nel lasso di tempo che la proposta possa essere convertita in legge, usiamo questa proroga per dare continuità a un servizio importante che le famiglie, già oggi, erano state abituate, da ben tre anni, a usufruirne. Invece, no. Per pochi milioni di euro è stato bocciato, quando, sempre all'articolo 18, andiamo a regalare 30.000.000 di euro agli amici degli amici.

La proroga di due anni - altro nostro emendamento - a favore di imprese e professionisti sulla zona franca urbana per il terremoto del Centro Italia del 2016. Ringrazio perché è stato approvato con riformulazione - anche se è stato preso un emendamento a firma di un collega di Fratelli d'Italia -, ma c'è l'assenza totale e completa dei colleghi della regione Abruzzo che non hanno sollevato alcun tipo di problema e non hanno presentato alcun tipo di emendamento. Certamente, i colleghi del centrodestra in Abruzzo sono impegnati, in piena campagna elettorale, a risostenere Marsilio, quindi, non avevano tempo di essere qui a presentare emendamenti, a combattere, per questa proroga della zona franca per sostenere le imprese e i professionisti nell'area del cratere, che è vitale; ovviamente, erano distratti da altro. Così come, per un altro nostro emendamento, riguardante il differimento, al 30 giugno 2024, dei termini posti in capo alle imprese per rendicontare la spesa effettuata in base agli investimenti agevolati e la proroga al 2024 degli incentivi per l'assunzione delle donne e giovani under 36. La disoccupazione femminile, purtroppo, è una piaga del nostro Paese, come la disoccupazione giovanile. Avevamo presentato un emendamento che estendeva per il 2024 gli incentivi a favore dei giovani e delle donne che vengono assunti, ma anche in questo caso il Governo ha bocciato il nostro emendamento.

La proroga fino al 2027 della detrazione d'imposta lorda per le spese documentate sostenute per realizzazione di edifici esistenti, interventi volti all'eliminazione delle barriere architettoniche avendo ad oggetto esclusivamente scale, rampe, ascensori, servoscale e piattaforme elevatrici. Si va in televisione a dire che dobbiamo lavorare per abbattere barriere architettoniche, ma quando presentiamo uno strumento, un emendamento, una norma che dà questa possibilità tramite il credito d'imposta, puntualmente, il Governo ce li boccia. Stiamo parlando di barriere architettoniche, per una convivenza integrata delle persone diversamente abili. La sensibilità del Presidente Meloni, purtroppo, da quando è passata dalla minoranza, quindi, dal populismo al Governo, è cambiata.

Abbiamo anche proposto la proroga di un anno di quanto già previsto dal decreto in materia di incarichi provvisori per la sostituzione dei laureati in medicina e chirurgia abilitati ai medici iscritti al corso di specializzazione in pediatria, sia il conferimento di alcuni tipi di incarico a tempo determinato nell'ambito del sistema sanitario, sia per il reclutamento a tempo determinato del personale medico. Anche questo è stato respinto. Se in Italia mancano quasi 100.000 operatori sanitari, di cui 30.000 medici, non si capisce come dare uno strumento di flessibilità in mano alle aziende sanitarie locali poteva sopperire a emergenze che hanno tutte le nostre ASL e tutti gli ospedali; basta guardare le liste d'attesa o recarsi nei pronto soccorso per capire il problema in cui versa il nostro sistema sanitario.

Anche qui orecchie da mercante, anche qui, su ogni opportunità, legge di bilancio 2022, legge di bilancio 2023, abbiamo lavorato e cercato di dare più soldi al sistema sanitario, per farlo tornare ad essere un sistema veramente universale. Oggi, abbiamo milioni di italiani che non riescono più a curarsi, perché non viene garantito nei tempi giusti l'accesso al sistema nazionale e non si possono permettere le cure nell'ambito privato.

L'aumento di 20 milioni di euro della dotazione del Fondo nazionale per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione è stato riformulato, ma noi lo avevamo presentato; la proposta sul personale ATA, idem, è stata riformulata, cerco di andare avanti velocemente. La proroga del periodo di operatività delle agenzie per la somministrazione del lavoro e la riqualificazione professionale: respinta; la proroga dell'efficacia delle procedure semplificate in materia di affidamenti e contratti pubblici previsti dagli interventi del PNRR: respinta; la proroga del termine entro il quale viene consentito alle amministrazioni pubbliche di posticipare al momento del saldo le verifiche richieste per la conformità dei provvedimenti di elargizione dei sussidi, anche questa, è stata respinta.

Ma vorrei chiudere, signor Presidente, focalizzandomi, in particolar modo, sull'articolo 18. Dove nasce questo articolo 18? L'articolo 18 nasce dal decreto-legge n. 124 del 2019, Governo Conte, quando un gruppo di colleghi, penso 4 o 5, che oggi sono deputati ancora in carica, presentò all'allora Governo una norma per istituire un Comitato Previdenza Italia. Ebbene, questo Comitato Previdenza Italia è un comitato - secondo l'atto costitutivo e lo statuto - formato da 5 persone, 3 evito di dirle, 2 le dico: l'onorevole Silvano Moffa e l'onorevole Antonino Foti. Questi soldi, circa 29,5 milioni di euro, vengono dati a questo Comitato - che ancora oggi non svolge funzioni, mi risulta che il sito sia bloccato, quindi, non svolge attività - per valorizzare e promuovere il collocamento dei fondi pensione, quindi, della previdenza complementare. Alcuni colleghi, in un provvedimento, a settembre, hanno “switchato” questo progetto per fare in modo che gli italiani possano ricorrere alla previdenza complementare da Assoprevidenza, che è una costola di Confindustria che rappresenta oltre 34 fondi pensione, quindi, è una istituzione…

PRESIDENTE. Concluda, siamo oltre i 30 minuti.

GIULIO CESARE SOTTANELLI (AZ-PER-RE). Concludo, Presidente, mi scusi. Assoprevidenza rappresenta 34 fondi, quindi, è un'istituzione che opera da tanti anni e che ha un minimo di trasparenza, certamente, al proprio interno. Io ho presentato due emendamenti: uno, per far tornare il riferimento ad Assoprevidenza, perché il Governo, in un emendamento che non c'entrava nulla con le proroghe, ha “switchato” solo il contraente; nell'altro, se non va bene Assoprevidenza, perché io non ho alcun interesse a che sia Assoprevidenza, propongo di andare alla ricerca di un'istituzione ancora più importante, che è l'OCF, controllata e vigilata dalla Consob, dove c'è un collegio sindacale, il presidente è un dirigente del tesoro e, invece, no…

PRESIDENTE. Deve concludere.

GIULIO CESARE SOTTANELLI (AZ-PER-RE). Concludo, Presidente. Capisco che bisogna aiutare gli amici degli amici, ma questa storia non finirà qui: presenterò un ordine del giorno e, poi, continuerò anche fuori dalle stanze di questo Parlamento (Applausi).

PRESIDENTE. Saluto gli studenti, le studentesse e gli insegnanti dell'Istituto comprensivo Ozzano Vignale, di Vignale Monferrato, in provincia di Alessandria. Benvenuti alla Camera dei deputati.

È iscritta a parlare l'onorevole Gadda. Ne ha facoltà.

MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Questo decreto Milleproroghe, è l'esempio lampante di come non si debba legiferare, non soltanto, perché ormai è un grande vaso di Pandora, dove viene inserita qualsiasi cosa, ma soprattutto perché - lo ricordo a me stessa, ma anche ai colleghi di maggioranza - i gruppi di maggioranza e opposizione avevano depositato gli emendamenti oltre 25 giorni fa e ci siamo trovati, però, a doverli discutere in pochissime ore, in pochissimi giorni, perché mancavano i pareri, perché mancavano le coperture, perché talvolta è necessario il favore della notte per approvare quegli emendamenti su cui anche la maggioranza ha forse qualche imbarazzo o qualche perplessità.

Ce n'è uno, in particolare, che rientra in questa categoria: insomma, avere approvato l'emendamento che proroga il pagamento delle sanzioni per i no-vax non è sicuramente un messaggio positivo al Paese. Ci sono in quest'Aula anche i ragazzi delle scuole e noi tutti, cittadini, abbiamo, nei mesi difficilissimi della pandemia, rispettato delle regole che servivano a tutelare la comunità, che servivano a tutelare i più fragili. Prorogare il pagamento di queste penali a chi ha rifiutato il vaccino è un pessimo messaggio al Paese, un pessimo messaggio anche addirittura nei confronti di chi, appunto, non ha voluto vaccinarsi e quelle sanzioni le ha pagate.

La cosa più grave, però, è che noi, in questo momento, avremmo potuto avere nelle casse dello Stato quasi 150 milioni di euro; 150 milioni di euro che sarebbero rientrati nelle facoltà dello Stato per rispondere a esigenze importanti del nostro Paese.

Noi tutti abbiamo battagliato, in legge di bilancio, durante il decreto Milleproroghe, per inserire pochi milioni di euro - perché di questo stiamo trattando – a favore di alcune battaglie fondamentali, di cui tutti noi siamo contenti. Infatti, Italia Viva è stato il primo partito che, già durante la discussione della legge di bilancio, aveva sollevato la necessità di ripristinare con delle risorse vere il Fondo nazionale per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione. L'anoressia e la bulimia sono ormai parte delle nostre comunità e affliggono i nostri giovani, i nostri ragazzi, sempre più giovani, in modo gravissimo. Quindi, noi parliamo di aver prorogato le sanzioni per i medici no-vax, per chi non ha voluto vaccinarsi, e non ci troviamo a mettere delle risorse vere e strutturali, per esempio, per il Fondo nazionale per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione, un risultato importante, che abbiamo condiviso tra maggioranza e opposizione, ma non sufficiente, perché parliamo di poche risorse rispetto a quella sproporzione. Allo stesso modo si dica per il bonus psicologo.

Questa è un'occasione ulteriore per dire che, in questo decreto Milleproroghe, le poche risorse che sono state trovate, appunto, per questi fondi, il bonus psicologo e il Fondo nazionale per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione, non possono però essere sempre considerate come delle misure spot. Dobbiamo prendere questo tempo, questo primo passo che abbiamo raggiunto insieme, per riflettere davvero in modo strutturale, per assegnare delle risorse a queste priorità del Paese che sono fondamentali.

Il provvedimento include sicuramente delle misure su cui noi abbiamo lavorato: penso allo scudo penale per il personale sanitario, penso anche alla proroga che consentirà a molti medici, a molti infermieri, a molto personale sanitario ucraino di continuare a lavorare nei nostri ospedali e nelle nostre strutture. Ma anche qui non possiamo procedere per proroghe, creando anche dei buchi, perché questi medici, questi sanitari, hanno aspettato per settimane questa proroga che doveva avvenire in legge di bilancio e non hanno potuto lavorare in un sistema sanitario come il nostro dove servono, eccome, le competenze, le professionalità di medici, di infermieri, di personale sanitario, ma anche le competenze delle famiglie, delle professionalità ucraine che sono ospitate nel nostro Paese e che devono mettere a sistema le loro competenze.

Altrettanto positiva è la proroga al 1° gennaio 2025 per il nuovo regime IVA per gli enti associativi, per il Terzo settore; quel Terzo settore che tutti noi richiamiamo e che ringraziamo nei momenti di emergenza, ma che nel nostro Paese non c'è solo nei momenti di emergenza: c'è sempre ad arricchire le nostre comunità, c'è sempre ad arricchire la coesione sociale nel nostro Paese. A luglio, senza questa proroga, questi enti, a partire da quelli più piccoli, avrebbero dovuto entrare in un nuovo regime IVA in corso d'anno. Cosa significa questo? Intanto, significa avere dei costi, significa modificare la contabilità.

Però, questa proroga al 1° gennaio 2025 non deve essere l'occasione per spostare soltanto di un anno, per poi avere lo stesso problema anche l'anno successivo; noi dobbiamo aprire un'interlocuzione seria con l'Unione europea, anche rispetto a come vogliamo semplificare le norme di tipo fiscale per il Terzo settore, a partire dall'IVA, perché altrimenti ci ritroveremo sempre a destare grande preoccupazione per gli enti che, appunto, in queste settimane temevano di dover aprire partite IVA, pur non avendo grandi movimentazioni di denari. Dobbiamo risolvere questo problema, perché i corrispettivi, le quote supplementari versate dai soci, quei corrispettivi che vengono dalla somministrazione di alimenti e bevande fino al 31 dicembre 2024 resteranno fuori dal campo IVA, ma noi abbiamo bisogno di inserire anche in questo caso un criterio di proporzionalità rispetto ai piccoli enti e, per una volta, finalmente, dirimere e risolvere quel ginepraio che riguarda il mondo sportivo, le società e lo sport dilettantistico.

Quindi, questo Milleproroghe è soltanto un passaggio necessario che doveva essere fatto, ma sul quale abbiamo bisogno, in questo Parlamento, di tornare a discutere, perché, Presidente, il Parlamento serve, serve eccome.

Non è servito durante la legge di bilancio, perché non ci è stata data la possibilità di fatto di migliorare quel testo, ma il decreto Milleproroghe certifica e testimonia che, invece, il Parlamento serve per eliminare le storture e, soprattutto, per far presente al Governo che certe volte bisogna fare inversioni a “U”. E vengo subito ad un tema che ha caratterizzato il dibattito di queste settimane e che ha assorbito anche gran parte del dibattito attorno al decreto Milleproroghe, ossia l'Irpef agricola.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 12,11)

MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Oggi tutti rivendicano questa misura, però bisogna dare atto a Italia Viva di essere stata la prima ad aver posto in quest'Aula, nelle aule delle istituzioni, il tema al Governo già da gennaio. L'Irpef agricola ha una storia piuttosto lunga e capisco che, in quest'Aula, nella quale molti hanno rivendicato questa misura, nel momento in cui hanno rivendicato il lavoro dell'ultima ora, si faccia fatica ad ammettere che l'Irpef agricola, l'esonero Irpef agricola fu introdotto durante il Governo Renzi con 560 milioni di euro. Poi, negli anni successivi, i diversi Governi che si sono succeduti hanno stabilizzato questa misura intorno ai 250 milioni di euro.

Io voglio dire, una volta per tutte e in maniera sempre più chiara, che il Governo ha provato a fare una patrimoniale sugli agricoltori, peraltro sull'anello più fragile della filiera produttiva. Anche questa mattina, nel dibattito in discussione generale, ho sentito delle cose che francamente non solo denotano ignoranza, rispetto a come funziona il mondo agricolo, ma anche il fatto che, per questa maggioranza, soprattutto per Fratelli d'Italia, questa è semplicemente una misura elettorale e poi tra 24 mesi - lo dico agli agricoltori - probabilmente, se ci sarà ancora questo Governo, la toglieranno di nuovo. Questa mattina un deputato di Fratelli d'Italia ha detto che finalmente, grazie al Governo, si è reintrodotto l'esonero Irpef agricola, però avvantaggiando soltanto i piccoli agricoltori ed escludendo le multinazionali agricole. Io rimango davvero stupita da queste affermazioni, perché chiunque sa come si calcola l'Irpef agricola sa anche che i piccoli non l'hanno mai pagata, non pagano e vanno in compensazione.

Invece, qui parliamo di aziende che non sono multinazionali, perché questo dividere in agricoltura e, in generale, tra bravi e cattivi, tra grandi e piccoli, semplicemente non funziona non solo dal punto di vista culturale e politico, ma neanche dal punto di vista tecnico per come si calcola l'Irpef agricola; qui stiamo parlando di aziende che hanno magari le serre a Imperia o a Pistoia, stiamo parlando di chi coltiva i pomodori a Ragusa, di chi fa l'olio in Puglia, di chi fa il vino in Veneto o in Toscana. Quindi, non parliamo di aziende cattive: parliamo di tutte quelle aziende di cui ci riempiamo la bocca con il made in Italy e con la promozione dei grandi prodotti di qualità, aziende che hanno lavorato in questi anni per diventare più grandi e più strutturate e non è detto che, però, siano ricche, perché produrre seminativi e produrre patate certamente comporta grande utilizzo di terra, perché sono coltivazioni che hanno un uso ampio di terreno, ma non è detto che abbiano redditività; e chi conosce un minimo l'agricoltura sa che l'agricoltura non a caso è un settore che spesso necessita anche di aiuti e di sussidi, perché è il più esposto alla volatilità dei prezzi; è più esposto, addirittura, alle contingenze geopolitiche, come stiamo vedendo con il canale di Suez piuttosto che rispetto all'aumento dei prezzi dei mezzi tecnici di produzione e agli effetti dei cambiamenti climatici.

Quindi, si continua a dire, anche in quest'Aula, che il Governo si deve intestare una misura che non voleva fare e che ha fatto soltanto a distanza di settimane perché è diventata popolare, perché sono venuti i trattori a Roma, perché sono nate le proteste nel Paese, ma Italia Viva, da gennaio, da quando la legge di bilancio è stata approvata, ha presentato question time al Ministro Lollobrigida e al Ministro Ciriani, ha fatto il Premier question time al Presidente Meloni e siamo stati addirittura irrisi di avere posto questa misura.

Poi consentitemi di dire un'altra cosa. Capisco che rendere merito a chi ha inserito per la prima volta le misure faccia fatica, però, forse, in questo Paese, anche per consentire ai cittadini di riavvicinarsi alla politica, alla politica bella che prova a confrontarsi con i temi grandi del nostro Paese, dire che ci sono misure fatte dal Governo Renzi che sono state portate avanti da tutti i Governi successivi è una cosa positiva, dovrebbe essere una cosa normale in un mondo normale dove ci si confronta con i problemi delle persone.

Questo vale per l'Irpef agricola, che - ripeto - non è stata ripristinata in toto, escludendo soltanto circa il 6 per cento delle aziende, non perché quel 6 per cento è rappresentato da aziende cattive o multinazionali di non si sa che cosa, ma semplicemente perché non si aveva il coraggio di ammettere di avere sbagliato, di non aver messo quelle risorse importanti per il settore agricolo - ripeto - che è l'anello più fragile della filiera, perché si sono fatte altre scelte in legge di bilancio, perché la coperta è sempre stata corta per tutti, in tutti i Governi.

Però, forse un Paese deve iniziare a darsi delle priorità, perché altrimenti c'è una distonia nel racconto e soprattutto ci vuole, oltre a una coerenza tecnica, anche coerenza politica, perché qui, in questa maggioranza, ci sono partiti che per anni hanno detto che non dovevano essere messe tasse e l'esempio dell'Irpef agricola certifica e mette nero su bianco che questo Governo voleva fare una patrimoniale; infatti, se si dice che non si volevano avvantaggiare i ricchi, come ha ricordato la Presidente Meloni, perché di fatto di questa misura ne avevano beneficiato aziende che tutto sommato non ne avevano bisogno, così sbagliando e poi rendendosene conto, significa, però, che si voleva fare una patrimoniale. Si torna indietro non estendendola a tutti e, quindi, noi continueremo la nostra battaglia.

Allo stesso modo, continueremo la nostra battaglia rispetto a un'altra cosa gravissima, che non è stata riconfermata in legge di bilancio. Noi siamo il Paese in Europa che ha il minor numero di imprenditori agricoli sotto i 35 anni. Abbiamo un bassissimo ricambio generazionale in agricoltura e anche nella pesca. Durante il Governo Renzi - lo ribadisco - erano stati stanziati 108,6 milioni di euro per gli sgravi contributivi ai giovani agricoltori che insediano le loro attività e sappiamo che quelle misure hanno un effetto nel tempo. Non a caso se guardiamo le tabelle - quindi, non quello che dice Italia Viva, per l'amor del cielo - gli effetti positivi di quella misura, fatta nel 2017, si sarebbero già visti dal 2024 e dal 2025, perché, quando si apre una nuova azienda, si comincia anche a contribuire alle casse dello Stato, si inizia a contribuire all'economia territoriale, si inizia a far girare l'economia, detto in termini più semplici. Quindi, non aver ripristinato quella misura in legge di bilancio, cosa che, anche in questo caso, avevano fatto tutti gli altri Governi per circa la metà, cioè per circa 52 milioni di euro, forse non soltanto è stato un errore, ma denota che non c'è programmazione in questo Governo, non c'è volontà di andare a investire sui veri nodi su cui gira la competitività del nostro Paese; se non si parte dall'agricoltura e dalle misure che favoriscono l'insediamento lavorativo e l'occupazione, non capisco dove questo Paese voglia andare, dove voglia costruire le sue eccellenze e la sostenibilità del suo sistema produttivo e, di conseguenza, del suo sistema sociale e delle sue comunità.

Però, si è trovato il tempo in questo decreto Milleproroghe - e torno a quello che avevo detto all'inizio - di fare misure localistiche che hanno un nome e un cognome, perché spesso i deputati si ricordano dei loro territori soltanto in prossimità delle elezioni, tra pochi mesi avremo le elezioni europee, e probabilmente, lo dico senza timore di essere smentita, magari anche sull'Irpef il Governo non avrebbe fatto questa parziale inversione a “U” se non ci fossero state le elezioni, se non ci fossero state le proteste, se non ci fossero state le prese di posizione nette fin dall'inizio da parte di Italia Viva. Però si è trovato il tempo per dare una proroga ai no-vax, che non si sono vaccinati, che hanno messo a repentaglio la salute della comunità e dei più fragili. Quindi, come ho detto all'inizio, questo è un decreto che denota come questo Governo intende amministrare questo Paese, e alla lunga la verità e i nodi vengono sempre al pettine.

PRESIDENTE. Saluto studenti e insegnanti dell'Istituto comprensivo Via Lizzera, di Tolfa, in provincia di Roma, che sono qui ad assistere ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Anche a loro preciso che sono presenti qui, in Aula, i deputati iscritti nella discussione generale.

È iscritta a parlare la deputata Carmina. Ne ha facoltà.

IDA CARMINA (M5S). Presidente, onorevoli colleghi, il decreto Milleproroghe è un decreto omnibus, vi è contenuto tutto e di più, e in questo decreto si opera per correggere il tiro, a volte, rispetto a determinate cose che sono state lasciate in sospeso nella legge di bilancio. In questo decreto, vi è anche una certa didascalicità, per cui, quando uno lo legge, al di là di quella che dovrebbe essere la regola delle leggi poche, semplici e chiare, vede che è una ripetizione: l'articolo tot, il termine dell'articolo tot, previsto il 30 giugno o il 31 dicembre del 2023, è prorogato al (…).

Tuttavia, rispetto a queste piccole e didascaliche formule, è sottesa una visione, sono sottese scelte politiche importantissime, fatte e attuate secondo una logica che purtroppo dobbiamo contestare. Mi preme anche stigmatizzare ciò che è avvenuto durante le Commissioni riunite bilancio e affari costituzionali, laddove c'è stata una certa confusione: emendamenti dichiarati ammissibili, in fase di discussione, sono stati poi dichiarati irricevibili e inammissibili, quando erano pronti per essere votati. Ci sono stati atteggiamenti di grande nervosismo - i particolari non sto qui a esplicitare, quanto è avvenuto è noto ai componenti di Commissione -, che, alla fine, hanno indotto noi del MoVimento 5 Stelle ad abbandonare la seduta, seppur alla fine dei lavori.

Andiamo nel dettaglio. Non si può naturalmente riepilogare tutto nel breve tempo che abbiamo a disposizione, ma una cosa mi preme anzitutto evidenziare, anche perché sono in atto le proteste degli agricoltori, a cui va la mia solidarietà.

Da siciliana devo dire che il comparto agricolo è uno dei comparti economici fondamentali e trainanti per l'economia isolana e comunque del Meridione; oggi sono a Roma, fra l'altro, alcuni trattori, che sono stati lasciati sfilare anche a Roma. Con il Milleproroghe, il Governo ha cercato di salvare la faccia rispetto al comparto agricolo, a cui la legge di bilancio aveva fatto un enorme danno.

Aveva tolto 250 milioni di esenzione Irpef, le agevolazioni previste da Agricoltura 4.0 per l'acquisto dei macchinari agricoli, aveva abolito il credito d'imposta per l'acquisto di carburante agricolo, quindi gli sconti per il gasolio agricolo, aveva abolito la decontribuzione per i nuovi imprenditori agricoli, quindi il sostegno all'imprenditoria giovanile in agricoltura, così importante, specie per le regioni del Meridione, e la decontribuzione per gli agricoltori diretti sotto i 40 anni, quindi, sempre per i giovani, per un importo di 80 milioni. Nonostante noi, del MoVimento 5 Stelle, avessimo presentato emendamenti per prorogare queste misure, il Governo ha detto no, cercando, con un atteggiamento sviante, di addebitare le responsabilità delle proteste sull'Europa. Invero, in tutta Europa gli agricoltori protestano, le ragioni sono diverse da Stato a Stato e da regione a regione, ma qui, in Italia, c'è una grandissima responsabilità del Governo, che ha cercato di correre ai ripari, ripristinando l'esenzione Irpef, ma limitandola a chi ha un reddito inferiore ai 10.000 euro e soltanto per 2 anni, giusto il tempo di passare le tornate elettorali, magari delle europee, senza offrire una garanzia di questa esenzione a tutta la categoria e per tutti gli anni.

Tant'è vero che, a riprova del fatto che gli agricoltori non siano contenti di questa corsa ai ripari del Governo Meloni, ancora permangono le proteste. È vero, l'Europa ha le sue responsabilità, che però non vanno addebitate ad una parte politica piuttosto che a un'altra, perché la PAC, la politica agricola comune, è stata votata da tutti i partiti e i movimenti di questa Assemblea, fra l'altro politiche europee sostenute anche dalla Coldiretti. Tant'è vero che gli agricoltori che protestano non vogliono accanto a sé le sigle datoriali e men che mai la Coldiretti, da cui si sono sentiti traditi. Questo va detto per onore della verità.

Noi viviamo in un momento di crisi, di epocale cambiamento, ed è qui che la politica deve alzare la testa ed indicare la via da percorrere. Questo Governo, invece, che fa? Fa una piccola misura asfittica, rinvia la responsabilità all'Europa, senza assumersi le proprie responsabilità, perché anche in Europa si può alzare la voce e mostrare la propria autorevolezza, cosa che per ora non si è fatto.

Ma questione ancora più grave è contrapporre le misure proposte a vantaggio della transizione ecologica, della sostenibilità ambientale, rispetto alle esigenze del mondo agricolo, quando la transizione ecologica è necessaria e non più rinviabile, perché proprio il mondo degli agricoltori sta pagando il prezzo maggiore dei cambiamenti climatici. Nel 2023, abbiamo visto l'alluvione in Emilia-Romagna con danni indicibili, è in atto una spaventosa siccità, si parla di miliardi di danni nel mondo agricolo.

La questione, però, di fondo qual è? Che il prezzo della transizione ecologica, i Governi europei in genere, e quello italiano in particolare, non possono farlo pagare al mondo agricolo, ma devono sostenere quei comparti che più hanno necessità di investire in transizione ecologica. E non basta neppure dire “portiamo le risorse del PNRR da 5 a 8 miliardi”, perché, evidentemente, queste si potranno spendere entro il 2026, ancora in atto non c'è nulla, mentre gli agricoltori hanno bisogno di risposte urgenti qui e adesso, perché, nel frattempo, rischiano di chiudere. Stanno fallendo moltissime imprese agricole e commerciali.

Gli agricoltori hanno bisogno di essere protetti dalla grande distribuzione, hanno bisogno di essere protetti dall'evoluzione verso un libero mercato mondiale che li vede in condizioni di sleale concorrenza da parte delle altre Nazioni, perché, quando si consente l'importazione in Italia di prodotti agricoli di Paesi in cui non si devono apprestare le stesse cure, anche in termini di rispetto dell'ambiente, a cui noi teniamo in Italia, che però fanno lievitare i costi di produzione, evidentemente non c'è più concorrenza leale.

Per non parlare del fatto che il protrarsi della guerra in Ucraina ha un effetto anche nel mondo agricolo. Quando abbiamo allargato le braccia, importando la produzione agricola del grano sottocosto ucraino, in cambio delle armi, che davamo, tutto questo è andato a danno del mondo agricolo.

Quindi, la questione è molto più grossa ed è lì che la politica deve dimostrare il suo valore e la sua capacità, non certo con una piccola e banale reintroduzione dell'esenzione Irpef per poche centinaia di milioni di euro, che pure costituiscono un budget, ma che avrebbero potuto essere mantenuti a tutela del comparto.

Per non parlare degli effetti della peronospora, a cui si è risposto con una misura di sostegno di pochi milioni di euro (non ricordo se 3 o 2) o della questione del granchio blu. Questo Governo, sinora, ha lasciato un po' abbandonato questo settore, alleandosi con le associazioni datoriali, ma lasciando da parte la base del mondo agricolo e chi effettivamente faticava e portava avanti il sistema.

Questo Governo, poi, continua a erodere e a fare cassa sulle risorse destinate a sostenere le fasce più deboli della popolazione. Per esempio, noi avevamo proposto un emendamento, fra l'altro con un budget limitatissimo di 30 milioni di euro, che alla gente che ci ascolta può sembrare tanto, ma non lo è rispetto ai miliardi di euro che sono stati investiti anche in altri settori non analogamente a vantaggio della povera gente, rispetto agli sconti, rispetto al non chiedere un contributo di solidarietà a chi ha fatto profitti enormi in quest'anno, ma non giusti profitti, profitti pagati a volte con il sangue degli italiani, come nel caso degli extraprofitti bancari. Perché noi non abbiamo un sistema bancario in crisi: non solo è florido, ma fa cassa sul sangue degli italiani che, magari - questo lo dobbiamo dire - perdono la casa e non sono sostenuti.

Allora, noi avevamo proposto un emendamento per prorogare l'operatività del Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli, cioè quegli inquilini che normalmente hanno sempre pagato gli affitti, ma che poi hanno subìto evenienze personali, quali la perdita del lavoro o una malattia, anche per una situazione economica che si è venuta a creare a causa del protrarsi della guerra in Ucraina e di questa esigenza di armi, armi, armi, per l'escalation militare.

Ebbene, per aiutare e sostenere questi morosi incolpevoli, avevamo chiesto il rifinanziamento di questo Fondo con una dotazione finanziaria di 30 milioni, perché la dotazione finanziaria era stata azzerata, con la legge finanziaria del 2024, dal Governo Meloni. Ma il diritto alla casa è un diritto costituzionale, è previsto nella Dichiarazione di universale dei diritti dell'uomo ed è urgente intervenire perché l'inflazione, con l'aumento del costo della vita, ha eroso il valore reale dei salari, e ciò diventa drammatico soprattutto per i 4 milioni di lavoratori poveri che questo Governo lascia senza risposte. Noi avevamo chiesto e insistito per il salario minimo e, invece, si rinvia con una legge delega sine die, senza termine, a chissà quando, forse mai, la risposta a queste persone.

C'è una situazione di crescente difficoltà per le famiglie a causa dell'aumento dei mutui e dell'eliminazione del reddito di cittadinanza, che lascia senza alcuna tutela 400.000 famiglie. E non pensiate che siano solo famiglie meridionali, perché di queste, 45.000 famiglie si trovano in Lombardia. E quando pensiamo che il reddito viene attribuito a un solo componente della famiglia, moltiplicando 4 persone, quanto è una famiglia media italiana, per 400.000 famiglie, sono 1.600.000 gli italiani lasciati nella povertà assoluta, senza sostegno al reddito, i quali perderanno la casa. Infatti, le politiche di edilizia economica e popolare sono ferme da tempo, le case non vengono più distribuite alle persone che hanno bisogno e che restano in graduatoria per anni e anni senza soluzione, e allora magari poi occupano le case abusive e rischiano il procedimento, anzi vengono iscritte nel registro dei reati. Perché loro sì, le persone povere subiscono queste cose, non i ricchi che hanno buoni avvocati e li possono pagare profumatamente e la fanno franca, nonostante, magari, intaschino miliardi a sproposito in modo illecito. Nel reddito di cittadinanza erano previsti 500 euro per il sostegno alimentare e 280 euro di sostegno per l'affitto, e molte famiglie riuscivano così a mantenere il proprio diritto alla casa. Ma con che faccia parliamo di voler aiutare le famiglie e dell'incremento demografico, quando già stiamo buttando per strada almeno 1.600.000 persone?

Anche l'ANCI, invero, aveva insistito sull'opportunità di rifinanziamento di questa misura, perché poi chi è che vede come stanno effettivamente le cose? I sindaci dei comuni. Infatti, quando le persone rimangono senza casa vanno dai sindaci a chiedere aiuto, e chiedono aiuto in forme normali o non tanto normali, perché la disperazione può indurre a gesti anche inconsulti. Quando ero sindaco, una famiglia di 4 persone mi sfondò la porta e mi chiese una casa con grandissima disperazione; portarono i bambini piccoli, i fornellini, i pentolini, e dissero: noi non abbiamo la residenza, vogliamo la residenza nel comune! Un'altra famiglia, con una persona che aveva 4 bambini, di cui uno ammalato di tumore, era stata sfrattata e non sapeva dove andare: io cercai un escamotage per poter garantire loro una casa. E allora c'era il reddito! Adesso, che cosa succederà? Per questo, l'ANCI insiste. E ditemi: davvero non si potevano trovare 30 milioni per rifinanziare questa misura?

Veniamo a quel che riguarda la pubblica amministrazione. Nei confronti della pubblica amministrazione pare che questo Governo abbia un atteggiamento ostile, ma la pubblica amministrazione non è più quella tante volte descritta, con impiegati imbelli che non sanno cosa fare, che stanno a cincischiare e sono assenteisti. Non è affatto così, anche perché nella pubblica amministrazione c'è stata una fuoriuscita di personale enorme. Il grave gap della pubblica amministrazione è proprio la carenza di personale. E qui non si vuole prorogare e consentire la possibilità, per esempio, di scorrimento delle graduatorie, in un momento in cui le amministrazioni sono asfittiche e non ce la fanno più a garantire i servizi ai cittadini, fosse anche per fare la carta d'identità: ci sono file lunghissime, gli italiani non riescono più a farsi neppure la carta di identità.

Il pubblico e la sanità: non si può colpire a morte il midollo, il sangue del nostro Stato, perché questo state facendo!

Viene negata addirittura la proroga dello smart working per i lavoratori fragili, che, per i privati, era stata consentita fino al 31 marzo, mentre, per i lavoratori pubblici - non si capisce perché - è bloccata al 1° gennaio di quest'anno, quindi al 31 dicembre. È una visione antistorica e antimoderna - noi andiamo indietro! - che corrisponde sempre a quella logica padronale di diffidenza di chi dice “l'occhio del padrone ingrassa il cavallo”, per cui io, se non ho lì l'impiegato, l'operaio, la persona che mi serve, non credo che lavori. Ebbene, guardate che gli italiani e i lavoratori sono persone oneste, per lo più. C'è qualche caso, in tutte le famiglie c'è una pecora nera, però i lavoratori vanno tutelati, soprattutto quelli fragili che hanno gravissime malattie. Lo smart working, il lavoro via Internet con il computer è un'agevolazione e consente anche un risparmio energetico perché le persone non hanno bisogno di recarsi sul posto di lavoro. Protegge la loro salute, lo abbiamo sperimentato in pandemia. L'Italia è andata avanti e allora perché non prorogarlo, soprattutto per le persone fragili?

Poi, come ho già detto, viene negata la proroga di validità delle graduatorie degli idonei, seppur ci sia un'enorme fabbisogno di personale. Si dice che, in 3 anni, la pubblica amministrazione abbia bisogno di 340.000 persone e che, in 10 anni, ci sarà bisogno di un ricambio di 1 milione di persone. Allora, noi abbiamo delle graduatorie risalenti al 2020, con migliaia di persone in attesa, fra l'altro lavoratori che hanno superato il concorso e che, magari, per pochi decimali, non sono riuscite a entrare in posizione utile e che sono al limite di età. Cioè, state facendo un danno anche alle famiglie di quelle persone che hanno superato un concorso, perché per anni con il blocco del turnover non si sono avuti concorsi nella pubblica amministrazione.

E ora che, dopo decenni, ci sono persone laureate che, con tanta fatica, magari avendo fatto corsi di preparazione, hanno superato il concorso e possono essere inserite immediatamente, non lo fate. Non consentite la proroga, magari di un anno o due, delle graduatorie dei concorsi e dite che volete espletare nuovi concorsi, tralasciando il fatto che ogni nuovo concorso è un costo mentre immettere immediatamente queste persone, di cui ha bisogno la pubblica amministrazione, nel mondo del lavoro determinerebbe un risparmio per lo Stato. Invece no, lasciate che decadano queste graduatorie, con la disperazione di tantissime persone che ci hanno scritto. Ho presentato un emendamento per consentire la proroga del concorso unico per funzionario amministrativo, ma è stato bocciato. L'ho difeso in Commissione, ma questa battaglia politica mi è stata negata, anche se chiedevo una cosa valida per l'Italia e per le famiglie delle persone che hanno un'aspettativa legittima all'occupazione che vedono sfumare per una decisione incomprensibile di questo Governo.

Viene altresì negata la proroga al personale assunto per la messa in posa del PNRR, che ancora non è stato messo in posa, nei piccoli comuni. Quale Italia dei campanili? Noi questo eravamo, l'Italia dei piccoli comuni, in cui lo Stato e le istituzioni si facevano vicini alla gente. Se la situazione del personale è emergenziale per tutta la pubblica amministrazione, diventa drammatica nei piccoli comuni. Non si trovano neanche i segretari comunali e questo dovrebbe ben saperlo il Ministro per la Pubblica amministrazione. Invece che si fa? Non si consente la proroga, non si capisce con quale logica. Si dice che ci sarà una revisione organica della disciplina ma, per la lentezza con cui vanno le cose in Italia, dire “dopo” significa “forse mai” ma, nelle more di questo “forse mai”, come faranno i piccoli comuni ad attuare, a mettere in posa il PNRR senza personale adatto?

C'è stata un'apertura del Governo - gliene do atto - per quel che riguarda la situazione dei precari in Sicilia. Questa è una situazione molto dolorosa ed io ne ho fatta, come sapete, da sempre una battaglia politica. Tutte le forze politiche hanno presentato emendamenti, però è stata proposta una riformulazione dal Governo. Ho sentito dire che questo emendamento non va bene - ho consultato alcuni segretari comunali perché ho questo rapporto diretto - perché occorreva fare la proroga, per tutte le categorie, della legge Madia. Nel nostro emendamento c'era. Alcuni segretari comunali sono convinti che questa proroga non vada bene, seppure ci sia stato uno spiraglio e ne va dato atto al Governo. Abbiamo parlato con la Sottosegretaria Siracusano qui presente, anche lei siciliana, che condivide e comprende bene la problematica, sollevata del resto da tutte le forze politiche che hanno presentato questo emendamento, perché è una situazione gravissima. Si tratta di persone precarie alla soglia della pensione e io so cosa significa quando il 31 dicembre non arriva la proroga e bisogna dire che non si sa cosa succederà e si vede l'ansia nei volti di queste persone che ogni anno devono stare lì. La Corte europea dei diritti dell'uomo nel 1999 ha sancito che un precario può essere tale solo per tre anni, perché altrimenti si danneggia la persona e si viola il diritto fondamentale della persona alla certezza in ordine alla sua vita ed alla possibilità di dare una programmazione alla sua vita. Anche oggi ho mandato la riformulazione e mi hanno ringraziato, però poi parlando è emerso forse un problema perché le categorie dei comuni sono tante e la possibilità di accedere a certe normative non è data a tutti. Noi abbiamo, infatti, comuni in dissesto, imprese in dissesto o uscite dal dissesto senza aver ancora approvato i bilanci e quindi alcuni mi pongono degli ostacoli. Tra l'altro, la regione siciliana è dello stesso colore politico di questo Governo, quindi sarebbe il caso che il Governo sentisse, una volta per tutte, la regione Sicilia e si arrivasse ad una norma che sia definitiva e risolva appunto la questione per tutta questa gente in attesa, a cui va il mio ringraziamento, perché ormai nei comuni sono rimasti solo loro a reggere anche compiti di responsabilità. Sono pagati pochissimo - per1.000 euro, queste persone hanno la responsabilità di contratti d'appalto rifiuti, contratti milionari - e assolvono i loro doveri senza sapere se, a breve, scadrà il loro contratto e saranno ufficialmente disoccupati, cosa gravissima in una regione meridionale.

Voi dite che la coperta è corta. No, la coperta non è corta, perché è corta per qualcuno e non per altri. Io trovo gravissimo giuridicamente ed eticamente aver prorogato la sospensione della multa ai no-vax. Io ho vaccinato i miei figli, tante famiglie hanno vaccinato i propri figli per poterli mandare a scuola, a prescindere dalla convinzione se fosse giusto o sbagliato vaccinarsi, seguendo la scienza e le indicazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità e del Comitato che gestiva le cose dal punto di vista sanitario, perché la legge va rispettata. Diceva Cicerone dura lex, sed lex: non sempre la legge si condivide, ma si rispetta perché altrimenti diventiamo anarchici. Quindi, da un lato, fanno i forti con il decreto Rave, allungando la detenzione amministrativa nei CPR e aumentando le pene dei reati per 100 anni - che pagheremo noi, fra l'altro, perché un carcerato ha un costo, e ci sono suicidi nelle carceri sovraffollate - e, dall'altro, si consente di farla franca a chi non ha ottemperato alla legge a danno di chi vi aveva ottemperato esponendosi anche a rischi, perché tutti sappiamo che i vaccini hanno delle controindicazioni. Io ero insegnante durante la pandemia e mi sono vaccinata, i miei alunni si sono vaccinati, abbiamo ottemperato alle indicazioni di legge e non è corretto che si consenta ai no-vax la sospensione del pagamento di questa multa, fra l'altro creando un buco - quello sì, è un vero buco - di 150 milioni di euro che potrebbero servire ad aiutare le famiglie in difficoltà per i mutui, a sostenere ed aiutare il comparto agricolo e a tanto altro. Invece no, si sospende la multa a chi ha scientemente e deliberatamente violato la legge, quando c'era una situazione gravissima in Italia e questo lo trovo davvero, non solo giuridicamente, ma anche eticamente immorale. La coperta per chi è corta poi? È corta per le banche. Il Presidente del Consiglio Meloni improvvisamente ci spiazzò dicendo: ora basta, è ora che le banche diano il loro contributo all'Italia. Nei primi sei mesi dell'anno, infatti, già avevano conseguito profitti per 20 miliardi, mentre tutto il Paese era in sofferenza e si prevedeva che altrettanti ne avrebbero conseguiti negli ulteriori sei mesi, come di fatto è stato. Quella sugli extraprofitti era una normativa giusta, tanto che è stata ripresa nei documenti di programmazione di questo Governo. Se non erro, era prevista un'entrata di 2,5 miliardi. Ma è stata improvvisamente richiamata all'ordine. Il Presidente Meloni oggi pare la controfigura di se stessa perché lei, da questi banchi, urlava contro le banche, contro quella politica e contro le lobby che vessavano l'Italia, ma si piega a quella logica economica delle lobby e delle banche e consente che quella sia una tassa facoltativa. Allora, dia questa facoltà a tutti gli italiani e non solo alle ricche banche che fanno super profitti, perché gli italiani sono in sofferenza. Diamo a tutti, per questioni di equità, di rispetto del principio di uguaglianza, a tutti gli italiani la possibilità di scegliere d'ora in poi se pagare le tasse o aumentare il proprio patrimonio, magari comprando la casa ai figli, magari pagando il mutuo della casa ai figli. No, questo si fa per le banche e non per i cittadini, per le banche ricchissime che stanno lucrando sull'aumento dei tassi della BCE e questo si vede dai dati della Banca d'Italia che dice che c'è una diminuzione nell'erogazione del credito del 2,8 per cento. Quindi, non aiutano le famiglie italiane e non aiutano gli imprenditori italiani e di tutto questo il Governo è complice, complice!

La terza cosa per cui la coperta non è corta sono le armi, che noi sovvenzioniamo, e non solo noi, devo essere sincera, in questo è complice l'Europa. Perché, badate bene, quando dicevo che la transizione ecologica non deve essere a danno solo del comparto agricolo - chiudo -, mi riferivo al fatto che sono i Governi a dover sostenere transizione digitale e transizione ecologica. E noi, nella revisione del Patto di stabilità, a Bruxelles, avevamo chiesto - lasciamo da parte che il meccanismo automatico ci danneggia - che le spese per transizione ecologica e transizione digitale, senza le quali un Paese regredisce, è condannato al regresso, fossero espunte dal Patto di stabilità, dal rapporto debito-PIL. Ebbene, l'Unione europea ha espunto un solo tipo di spesa dal Patto stabilità: la spesa per le armi. A questo noi siamo condannati. È questo il futuro che vogliamo per l'Italia, per gli italiani e per i nostri figli? Io credo di no. Il decreto Milleproroghe non è didascalico, ma è sostanziale, spero che il Governo si ravveda (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e onorevoli colleghi, intervengo in conclusione di questa giornata di discussione generale sul decreto Milleproroghe e non ritornerò - lo ha già fatto benissimo il collega Ricciardi - sulle pochissime luci e le tantissime ombre di questo provvedimento, che, sì, parla di proroghe, ma, in realtà, tocca la carne viva di tutti, di tantissime persone, e incide, in una maniera che noi riteniamo sbagliata, su tantissimi temi.

Non entrerò su tutti i temi - sono stati affrontati, li riaffronteremo in Aula -, mi occuperò di una questione che chi ha seguito i lavori in Aula e in Commissione in questi mesi sa quanto mi stia a cuore, particolarmente, che è stata discussa anche in Commissione in questa occasione, purtroppo con un esito che ritengo veramente tremendo.

Da questo punto di vista, infatti, il mio è un appello al Ministro: la fiducia non è ancora stata posta, non è detto che il decreto Milleproroghe debba restare così, è ancora possibile modificarlo. Non facciamo un decreto Milleproroghe senza che all'interno ci sia la proroga più importante e più attesa non solo da parte di decine di migliaia di ragazze e di ragazzi coinvolti, ma di tutti i cittadini e di tutte le cittadine che ogni giorno si scontrano con la necessità, con l'urgenza di rinnovare e rafforzare la pubblica amministrazione, di avere una capacità maggiore di intervenire per fornire quei servizi indispensabili per le cittadine e per i cittadini, di cui la PA si deve occupare.

Non lo diciamo solo noi, non lo dicono solo i sindacati. Abbiamo fatto, qui, un incontro con tanti parlamentari, con CGIL, CISL, UIL, con i comitati degli idonei a funzionari, del CUFA, del CUAAMM, con il CIRE, Unico lavoro: dicevamo di fare presto, perché, senza lo scorrimento delle graduatorie, la PA va a sbattere. Perché questa situazione di grave sofferenza non nasce oggi: ci sono stati blocchi delle assunzioni e dei rinnovi contrattuali realizzati negli anni passati, ma adesso il momento è gravissimo. Noi abbiamo i servizi pubblici a rischio, bisogna assumere in fretta.

Non l'abbiamo detto solo noi, non lo dicono solo i sindacati, non lo dicono solo i comitati, lo dice il Governo. Io l'ho già fatto in Commissione, lo ripeto qui: i dati del PIAO del Ministero dell'Interno non li abbiamo fatti noi ed è uno solo degli esempi, potremmo prendere i PIAO che stanno facendo o che hanno fatto tutti i Ministeri. Allora, in riferimento al Piano triennale del fabbisogno di personale per l'amministrazione civile del Ministero dell'Interno, firmato dal Ministro dell'Interno il 30 gennaio 2024, ecco le carenze di organico: area dei funzionari, meno 2.965, meno 33 per cento; area degli assistenti, meno 2.947, meno 27 per cento; area degli operatori, meno 288, meno 28 per cento. Totale: meno 6.200, meno 30 per cento. Il PIAO, inoltre, evidenzia che nel personale vi è un totale di scopertura pari a 6.681 unita su 22.404. pari al 30 per cento della dotazione organica.

Ora noi sappiamo quanto sia importante il Ministero dell'Interno tra le più ramificate e con competenze diverse e rilevanti istituzioni del nostro Paese, ma così vale da tutte le altre parti. Quando parliamo di riforma della giustizia, ma che carenza di personale c'è nel Ministero della Giustizia? Pensiamo al tema della scuola, pensiamo alle grandi questioni che riguardano la vita di tutte le persone. Ecco, da questo punto di vista, siamo in una situazione di grave difficoltà, ma la situazione è destinata a peggiorare e l'abbiamo visto. Entro il 2026, 300.000 lavoratori del settore pubblico in quiescenza. Il dato che è stato registrato e presentato al forum PA del maggio 2023, entro il 2033, oltre 1.000.000 di dipendenti pubblici in pensione. Questi sono dati che ci preoccupano e che noi dobbiamo guardare insieme a un altro dato, un dato anagrafico molto preoccupante: l'invecchiamento del personale della pubblica amministrazione, proprio alla vigilia di sfide epocali. Ieri, qui alla Camera, il nostro Parlamento, grazie al lavoro che è stato fatto dal Presidente della Camera e dalla Vicepresidente, Anna Ascani, e da tutti coloro i quali hanno lavorato in questo, ha presentato un rapporto sul contributo dell'intelligenza artificiale nel lavoro del Parlamento. L'intelligenza artificiale cambierà tantissime cose. Serve una nuova generazione nell'amministrazione pubblica in grado di governare questa rivoluzione, che abbia le competenze, le conoscenze, il tempo per affrontare un cambiamento del modo di lavorare che genererà ricchezza e opportunità straordinari, se saremo in grado di coniugare l'intelligenza umana con l'intelligenza artificiale. Di fronte a questa sfida epocale, cosa facciamo noi? E qui mi dispiace dover richiamare il resoconto delle Commissioni riunite I e V e l'intervento riassunto della Sottosegretaria Matilde Siracusano, che, in risposta ai nostri emendamenti, riguardo alla necessità di nuove assunzioni, ha detto che l'orientamento delle Amministrazione interessate e del Governo è di bandire nuovi concorsi e di non procedere quindi allo scorrimento delle graduatorie vigenti. Ora spero che sia una semplificazione e spero che la Sottosegretaria abbia modo di far correggere questo testo, perché il percorso che abbiamo avviato con il decreto PA 1, col decreto PA 2, con i nostri emendamenti, con lo strumento delle convenzioni, con gli ordini del giorno, che sono stati approvati anche della maggioranza, diceva una cosa ben diversa. Diceva che siamo in una situazione di gravissima carenza, vi abbiamo denunciato i numeri inquietanti della situazione. Abbiamo energie immediatamente disponibili in una serie di graduatorie in corso di validità e, da un lato, dobbiamo mettere in campo queste energie e, dall'altro, bandire nuovi concorsi. Ma far morire queste graduatorie, come si sta facendo con la scadenza del 12 gennaio della graduatoria di funzionari amministrativi e di tante altre graduatorie che vanno in scadenza, senza avere già pronte le energie per nuovi concorsi, significa semplicemente negare la possibilità di rinnovare e rafforzare la pubblica amministrazione. Qui il tema non è mettere una guerra tra poveri in cui, da un lato, mettiamo le ragazze e i ragazzi che hanno fatto i concorsi, che sono già spesso plurivincitrici e plurivincitori, hanno fatto i concorsi, ne hanno fatto più di uno, sono in più graduatorie e che sono immediatamente pronti a entrare, con le ragazze e ragazzi che ancora non hanno fatto un concorso. Qui si tratta di indicare, chiaramente - il Ministro Zangrillo parla di 340.000 assunzioni in questo biennio e noi abbiamo chiesto in interpellanze e interrogazioni, senza avere ancora una risposta -, di dettagliare come lo si intende fare. Possiamo avere anche idee diverse sul come farlo, ma qui non si sta muovendo un passaggio indispensabile e, nel frattempo, ci neghiamo l'opportunità delle graduatorie esistenti. Questo è quello che preoccupa.

Il nostro emendamento non si occupa solo della proroga, si occupa anche di annullare gli effetti devastanti del decreto Taglia idonei. È stato considerato per questa parte inammissibile. Noi lo ripresenteremo e abbiamo presentato su questo una proposta di legge che oggi abbiamo inviato alla firma di tutte le parlamentari e di tutti i parlamentari di maggioranza e di opposizione per chiedere che, almeno su questo tema, non ci sia un confronto fra forze politiche, ma si possa lavorare insieme, perché si tratta semplicemente di dire una cosa semplice che è ovvia.

Come facciamo a dire che il limite è del 20 per cento nei confronti dello scorrimento di una graduatoria? Come facciamo a dire: non andiamo oltre questo limite, nel momento in cui potrebbe essere necessario andare oltre o potrebbe essere necessario scendere a meno. Vediamo quelle che sono le esigenze concrete, non ci facciamo incastrare dentro una norma, perché poi le conseguenze sono quelle della lettera che ha ricevuto il Ministro Zangrillo, da parte degli assessori di Roma Capitale, che ad esempio chiedono la proroga della validità delle graduatorie concorsuali per il settore educativo e scolastico di Roma Capitale. È un tema che riguarda i nidi, che riguarda le scuole dell'infanzia, che riguarda 6.000 candidati idonei che rischiano, senza un intervento, di non poter più andare a rafforzare e potenziare le esigenze della scuola: vi è la mancanza di asili per i nostri bambini, la mancanza di insegnanti.

Noi stiamo facendo delle norme che rischiano veramente di spaccare il Paese. Fermiamoci, aboliamo il decreto Taglia idonei, mettiamo in campo delle proroghe. Non volete dare una proroga di un anno come abbiamo chiesto noi? Mettete un termine al momento in cui quel tipo di figure saranno reperite attraverso i nuovi concorsi. Servirà del tempo per fare questi concorsi, ancora non sono usciti, e cosa facciamo nel frattempo? Neghiamo questa possibilità? Lasciamo il Ministero dell'Interno in queste condizioni? È un qualcosa di inspiegabile e, infatti, inspiegato. Nonostante le nostre richieste, resta inspiegato.

Ora, la domanda che vi rivolgo, ma veramente con il cuore in mano, è questa: da quando abbiamo cominciato a occuparci di questo tema, io ricevo quotidianamente lettere da parte di ragazze e ragazzi che mi raccontano la loro condizione di difficoltà, mi chiedono che cosa si sta facendo, che cosa si può fare. Io non so come rispondere, perché veramente non so cosa dire a una persona che ha fatto sacrifici, che ha studiato, che spesso magari è anche più avanti con l'età, perché quegli anni in cui la mia generazione non ha potuto fare i concorsi hanno creato un vuoto. Per alcune di queste persone il fatto che si parli di “nuovi” concorsi, significa che tanti dicano: ne ho vinti uno, due, tre, farò il quarto concorso e lo supererò; ma per chi è arrivato al limite dell'età e potrà avere quell'unica occasione ciò significa negare per sempre la possibilità di contribuire a rinnovare e a rafforzare l'amministrazione pubblica dello Stato.

Ecco, da questo punto di vista, a queste persone che cosa possiamo rispondere? Perché noi facciamo morire le loro graduatorie e, al tempo stesso, non partono i nuovi concorsi e, al tempo stesso, la situazione peggiora. Non c'è neanche una questione di bilancio, perché quando parliamo comunque di piante organiche o di turnover, di persone che vanno in pensione, con le risorse che garantivano la dotazione organica, una persona che è andata in pensione la potremmo sostituire con un'altra. Qui, non si tratta di cambiare le leve, si tratta di fare entrare le persone, di non lasciare più in panchina un'intera generazione.

Da questo punto di vista, perché dividerci? Da questo punto di vista, perché non dare un grande segnale che tenga insieme la giusta, importante, fondamentale necessità di aprire una grande stagione di concorsi pubblici? La sfida del Piano nazionale di ripresa e resilienza sta mettendo il nostro Paese nelle condizioni di programmare grandi transizioni digitali, sociali e tecnologiche. Ricordo la sfida dell'intelligenza artificiale, ma sono tante le sfide; c'è la necessità, c'è l'urgenza, c'è la possibilità e, poi, ci sono queste persone in carne e ossa.

Io mi chiedo se non le conoscete anche voi, se non ricevete ogni giorno una chiamata da parte di qualcuno che ha vinto un concorso, l'ha superato e vive l'angoscia di dire: ma perché, perché? Almeno rispondetegli e spiegate perché lo state facendo. Io non ci riesco.

Quello che dico è che noi, come Partito Democratico, siamo uniti e compatti in questa battaglia, con la nostra segretaria, la nostra segreteria nazionale, tutto il gruppo. Tutti noi abbiamo presentato gli atti e non l'abbiamo fatto da soli. Il nostro emendamento è stato bocciato, ma sono stati bocciati anche gli emendamenti di tutte le altre forze di maggioranza e di opposizione, perché il grido di dolore di questa generazione arriva in Parlamento, ma non può morire qui, non può morire solo con dei voti contrari, con una porta che viene sbattuta in faccia a queste persone e a tutti i cittadini che meritano servizi più efficienti.

Fermiamoci, c'è questa scadenza, che è già passata, del 12 gennaio, ci sono altre scadenze, ci sono delle scelte inspiegabili. Ricordo quello che sta succedendo, per esempio, con il concorso ECO Ripam: è passato un anno e non c'è stato nemmeno lo scorrimento tecnico necessario per quelli che hanno rifiutato, in un anno, in 12 mesi. Qual è l'obiettivo? A chi giova? A chi conviene? Stiamo parlando di energie che sono indispensabili e necessarie ora. Non possiamo continuare a ignorare questa situazione. Noi continueremo e non ci fermeremo. Abbiamo presentato una proposta di legge Sblocca idonei e su questa proposta di legge chiederemo la firma di tutti i gruppi di maggioranza e di opposizione, perché non vogliamo che ci siano divisioni su questo.

Preannuncio fin da subito che, se il Governo prenderà un'iniziativa che va nella direzione di rinnovare e rafforzare la pubblica amministrazione, avrà tutto il nostro sostegno. Se, a questo punto, non vuole più modificare il Milleproroghe facciamo un decreto “Una proroga”, perché è veramente un'emergenza, quella che serve più di tutti, e diamogli l'iter più veloce possibile. Abbiamo fatto il record di decreti in questa legislatura; almeno un decreto d'urgenza su una vera emergenza ci può essere, si può fare? Allora, cerchiamo veramente di dare una risposta.

Io sto esaurendo il tempo e la voce, ma non le energie e la forza per continuare a combattere questa battaglia, perché, vedete, le conseguenze di quello che state portando avanti rischiano di spaccare l'Italia. È quello che abbiamo visto con l'autonomia differenziata, e le battaglie che stiamo portando avanti, come Partito Democratico, fotografano le conseguenze di quello che voi state facendo, come anche colpire gli italiani più fragili, i più deboli, quelli più in difficoltà. Qui, però, c'è qualcosa di ancora peggio, perché non c'è solamente l'idea, che già di per se stessa mette i brividi, di dividere fra cittadini di serie A e cittadini di serie B, ma c'è addirittura l'idea di andare a colpire inconsapevolmente persone che hanno fatto il massimo che potevano fare per lavorare, per rendersi utili, per studiare, spesso come studenti lavoratori, facendo sacrifici, superando un concorso, entrando in graduatoria e risultando idonei. E, dopo aver sentito dire ogni giorno che servono nuove energie, che serve la pubblica amministrazione, che serve una pubblica amministrazione più efficiente, queste persone pagano con la propria vita il prezzo dell'inefficienza della pubblica amministrazione e sono esclusi senza nemmeno una spiegazione del perché lo si fa. Trattarli in questo modo, da cittadini di serie Z, è veramente qualcosa di inconcepibile e di incomprensibile.

Io capisco che siamo entrati ormai - l'abbiamo visto ieri nelle immagini di quest'Aula - in una deriva no-vax, che non so dove ci potrà portare. Nel Milleproroghe vi è una proroga che serve a dare una risposta alle esigenze no-vax di coloro i quali hanno messo a repentaglio la sicurezza di tutte e tutti noi e la salute pubblica, non rispettando le regole che ci eravamo dati per uscire dalla pandemia, per sconfiggere il virus e per ripartire in sicurezza tutti insieme. Per loro, sì, un emendamento, per loro una discussione accesa in Commissione fino a ora tarda, con le immagini di scontro politico, perché noi ai no-vax una risposta la dobbiamo dare come maggioranza. Di fronte a quello che avete fatto per i no-vax, che non ci sia nemmeno un intervento a sostegno di questa generazione di ragazze e di ragazzi che hanno vinto i concorsi e che stanno aspettando di sapere se potranno rendersi utili per il Paese, dopo aver fatto tutto quello che potevano fare, io reputo che - e a me dispiace utilizzare una parola forte - sia un atteggiamento indegno. Noi a queste persone almeno una risposta gliela dobbiamo dare. Stiamo dando risposte a tutti: diamo una risposta anche a loro. La vostra risposta è “no”? Articolate quel “no” e almeno fate uscire questi concorsi per poi farne altri.

Poi, su questa cosa dei limiti, del blocca idonei, voi dovete essere nelle condizioni - mi permetto con tutta l'umiltà che sapete mi contraddistingue, ma anche con la nettezza che in certi momenti ci deve essere - di fermarla, perché le conseguenze - e abbiamo visto quello che sta succedendo a Roma, ma anche in tantissime altre città - sono devastanti.

Non possiamo dire che siamo d'accordo per la maternità e per la famiglia e poi impediamo ai comuni di poter rinnovare le energie negli asili nido, nelle scuole dell'infanzia. Da un lato, diciamo che siamo dalla parte della famiglia, siamo dalla parte della lotta alla crisi demografica e, dall'altro, impediamo a tantissime persone di fare una famiglia perché non hanno la certezza del lavoro, e hanno studiato per poter avere questa certezza, per poter fare quel passo in avanti. Non possiamo dire una cosa e poi farne un'altra. Chiedo veramente al Governo su questo tema specifico di intervenire con l'urgenza che richiede. Non averlo fatto nel decreto Milleproroghe è incomprensibile. Ieri, abbiamo sentito evocare in quest'Aula condanne che non ci sono mai state, parlare di condanne su una stagione passata che, invece, è stata una stagione eroica e voglio ancora ringraziare il Governo per quello che ha fatto, nel momento difficilissimo della lotta alla pandemia, per il Paese e non per una parte politica. Devo dire che non evocherò condanne su quello che sta avvenendo, perché noi non siamo un tribunale, però siamo il Parlamento e non possiamo sempre fare uno scaricabarile su qualcun altro. A un certo punto lo scaricabarile finisce, e finisce qui. Ci assumiamo la responsabilità di una scelta, di una scelta politica che ha delle conseguenze nella vita delle persone, ci assumiamo la responsabilità politica di scrivere una norma e in una norma di dare una risposta, e ciascuno di noi assume la responsabilità politica di votare. Quindi, chi voterà questo Milleproroghe senza la proroga più importante di tutte, chi voterà contro lo “sblocca idonei” e contro la nostra richiesta di correggere questa violenza che si sta facendo nei confronti di migliaia e migliaia di persone si assumerà la responsabilità politica, di fronte alla storia, di fronte al Parlamento, di fronte alle proprie elettrici e ai propri elettori e di fronte a tutte le persone che in questo momento stanno incontrando tutti i gruppi parlamentari, come incontrano noi, di avere scelto da che parte stare e di stare contro queste persone.

Quindi, quello che vi dico è che c'è ancora tempo e c'è ancora modo di correggere gli errori. Facciamolo, se volete facciamolo insieme. Se, invece, continuerete ad andare nella direzione opposta, noi continueremo a combattere con tutte le nostre forze per impedirvelo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

Saluto studenti e insegnanti dell'Istituto Comprensivo Via Lizzera, di Tolfa, in provincia di Roma, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna (Applausi).

(Repliche - A.C. 1633-A​)

PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore per la I Commissione, deputato Paolo Emilio Russo, rinuncia alla replica.

Prendo atto che il relatore per la I Commissione, deputato Alessandro Colucci, non è presente: si intende che vi abbia rinunciato.

Prendo atto che la relatrice per la V Commissione, deputata Rebecca Frassini, non è presente: si intende che vi abbia rinunciato.

Prendo atto che il relatore per la V Commissione, deputato Angelo Rossi, rinuncia alla replica.

Prendo atto che la rappresentante del Governo rinuncia alla replica.

(Esame dell'articolo unico - A.C. 1633-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione e delle proposte emendative riferite agli articoli del decreto-legge (Vedi l'allegato A).

Per richiami al Regolamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per un richiamo al Regolamento, il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente, articolo 8 del Regolamento e 70 e 77 della Costituzione. Come sempre, spero che questo mio intervento venga smentito dalle parole del Ministro Cirielli, che è venuto a parlarci di altro…

PRESIDENTE. Ciriani.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Ciriani, scusi, avevo appena letto una cosa…

PRESIDENTE. Cirielli è Vice Ministro.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Mi scuserà il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Ciriani. Temo che sia venuto a chiedere l'ennesima fiducia e in questo senso, signor Presidente, è il richiamo preventivo all'articolo 8 del Regolamento. Credo che la Presidenza della Camera debba intervenire su questo punto - lo ripeto e lo ripeterò - perché è un voto di fiducia su un decreto-legge che in definitiva questo ramo del Parlamento non è stato nelle condizioni di poter modificare e di esaminare compiutamente. La blindatura del provvedimento mette all'angolo l'articolo 70 della Costituzione ai sensi del quale la funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle Camere. Invece, non si può perché questo decreto perde efficacia se non convertito nei termini. Quindi, bisogna accelerare ogni possibile confronto parlamentare. È un repetita non iuvant anche il mio riguardo a un'interpretazione, ormai, direi fortemente distorsiva dell'articolo 77 della Costituzione. Signor Ministro Ciriani, i decreti-legge nascono e dovrebbero avere le caratteristiche e della necessità e dell'urgenza. Invece, la richiesta di voto di fiducia è l'ennesimo tentativo - riuscito - di esproprio di questo ramo del Parlamento, non più luogo dove si fanno le leggi ma ridotto ad una specie di opificio di voti su un po' di ordini del giorno. Queste parole perfette, che io sottoscrivo, sono parole dell'attuale capogruppo del principale gruppo di maggioranza, Tommaso Foti. Mi pare che la vicenda della richiesta di fiducia da parte del Governo apra un vulnus su questo stesso decreto, indipendentemente dal merito. Queste parole di Foti, signor Ministro Ciriani, che io sottoscrivo alla lettera non per spirito polemico ma a difesa di quest'Aula e delle prerogative di questo Parlamento, sono state pronunciate, le ultime, nel 2019 e, le prime, alla fine del 2018, quando non c'era la maggioranza che avete voi. Foti si lamentava perché due Governi con maggioranze spurie mettevano le fiducie. Foti dovrebbe lamentarsi oggi che la sua maggioranza, che ha un mandato politico, compie quello che lui chiamava un abuso, una incapacità di difendere le prerogative del Parlamento.

Signor Presidente, qui sta il richiamo al Regolamento: la Presidenza della Camera - usando anche queste precedenti prese di posizione perfette, che riguardavano Governi che stavano in piedi con maggioranze spurie - deve garantire innanzitutto l'opposizione, se la maggioranza ha cambiato idea rispetto a quanto diceva in precedenza. Ma deve garantire innanzitutto l'opposizione di questa Camera, affinché non diventi un opificio di voti di soli ordini del giorno. Come è stato detto precedentemente in interventi nel merito, questa Camera ha il diritto e le opposizioni hanno il diritto di partecipare al procedimento legislativo secondo l'articolo 70 della Costituzione, richiamato dall'onorevole Foti. Non è una polemica - e chiudo - e continuerò su questo, continuerò a chiedere alla Presidenza della Camera che, essendo tutto chiaro, intervenga sul Governo, sul Ministro Cirielli e sul Primo Ministro Meloni.

PRESIDENTE. È sempre Ciriani. Gli ha cambiato nome per la seconda volta.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Mi scusi, ho appena letto una dichiarazione del Vice Ministro e mi sono rimaste impresse la dichiarazione e anche il nome.

Se noi accettiamo oggi che quello che per il collega Foti era giustamente inaccettabile da parte di due maggioranze che non avevano un pieno mandato parlamentare, e se lo accettiamo per una maggioranza che ha un pieno mandato elettorale, questo Parlamento è finito, potete proporre qualsiasi premierato misto ma questo Parlamento è finito e io questo, signor Presidente, non lo voglio accettare e chiedo, ai sensi dell'articolo 8 del Regolamento, che la Presidenza della Camera intervenga per difendere le prerogative innanzitutto dell'opposizione (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Casu, sempre sullo stesso argomento. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Il gruppo Partito Democratico anche in questa occasione - come abbiamo sempre fatto alla vigilia, purtroppo, di questa abitudine che stiamo avendo sempre più frequentemente - si associa alla richiesta di intervento nella direzione di salvaguardare la funzione del Parlamento. È vero, questo fenomeno non nasce in questa legislatura e non nasce con questo Governo, ma non si può continuare a negare che in questa legislatura e con questo Governo sta raggiungendo veramente il livello più alto e quindi anche il livello più basso dell'esperienza parlamentare. Da questo punto di vista, urge una reazione da parte di questa istituzione. Siamo, tra l'altro, nelle condizioni di intervenire in un decreto in prima lettura, quindi comunque avremmo anche la possibilità di modificarlo e di svolgere quella funzione. Se non volete modificare nulla di quello che arriva dal Governo, almeno permettete all'Aula di votare sugli emendamenti e di rispettare la Costituzione, come è stato ricordato da Benedetto Della Vedova.

Quindi ci associamo e ribadiamo il nostro posizionamento su questo tema (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Sarà mia cura informare il Presidente Fontana di questa novità dei richiami al Regolamento prima dell'intervento del Ministro, che era comunque già stato prenotato - diciamo così -, in modo tale che ci sia una versione definitiva che possa mettere tutti nelle condizioni (Commenti)… Guardate, avete parlato!

Si riprende la discussione.

(Posizione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1633-A​)

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Ministro per il Rapporti con il Parlamento, senatore Luca Ciriani. Ne ha facoltà.

LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie Presidente. Colleghe e colleghi, onorevoli deputati, a nome del Governo, e autorizzato dal Consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge n. 1633-A: “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2023, n. 215, recante disposizioni urgenti in materia di termini normativi”, nel testo approvato dalle Commissioni riunite.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Secondo quanto convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo tenutasi il 7 febbraio scorso, a seguito della posizione della questione di fiducia sull'articolo unico del disegno di legge n. 1633-A, nel testo delle Commissioni, la votazione per appello nominale avrà luogo nella seduta di lunedì 19 febbraio, a partire dalle ore 14,40, previe dichiarazioni di voto a partire dalle ore 13.

Sempre nella parte pomeridiana della seduta di lunedì 19 febbraio, a partire dalle ore 15,40, con prosecuzione notturna fino alle ore 24, avranno luogo l'esame degli ordini del giorno, le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale. Ricordo, altresì, che il termine per la presentazione degli ordini del giorno riferiti al disegno di legge in esame è fissato alle ore 11 di domani, venerdì 16 febbraio, e che, sempre secondo quanto convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo del 7 febbraio scorso, nella giornata di domani 16 febbraio avrà comunque luogo lo svolgimento di interpellanze urgenti.

Estraggo a sorte il nominativo del deputato dal quale avrà inizio la chiama.

(Segue sorteggio).

La chiama avrà inizio dalla deputata Siracusano.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 16 febbraio 2024 - Ore 9,45.

1. Svolgimento di interpellanze urgenti.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Signor Presidente, intervengo per lasciare agli atti e replicare alla sua affermazione, in base alla quale informerà il Presidente Fontana di questa novità. Non è una novità che siano stati resi possibili, giustamente, a norma di Regolamento, richiami al Regolamento prima che il Ministro parlasse. Ho visto che, casualmente, dopo una conversazione con il collega Questore Trancassini, ha fatto questa precisazione. Io mi sarei aspettato, signor Presidente, che lei dicesse parlerò con…

PRESIDENTE. Le ricordo che sta facendo un intervento sull'ordine dei lavori, quindi, si attenga al tema per cortesia.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Il tema è questo. Mi aspettavo che lei dicesse sull'ordine dei lavori - visto che stiamo parlando dei lavori e questo attiene all'ordine dei lavori - che avrebbe riferito al Presidente Fontana delle obiezioni e delle considerazioni che sono state fatte e del richiamo al Regolamento con cui si è chiesto al Presidente di intervenire e non che, casualmente, dopo aver parlato con il Questore, che lei si sia convinto che questa è una novità. Mi spiace che non sia mai capitato a lei, ma questa non è una novità, questa è una prassi consolidata in questa legislatura, per la quale, giustamente - a norma di Regolamento -, si consente un richiamo al Regolamento nel momento in cui il deputato lo chiede. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Deputato Della Vedova, mi scusi, lei ha fatto un intervento e non so se gradisca anche ascoltare la risposta alle sue osservazioni, per non definirle accuse (Il deputato Della Vedova si sposta verso il centro dell'emiciclo). Intanto, mi stavo consultando con gli uffici - ed è evidentemente sfuggito al suo sguardo, alla sua attenzione - prima che si recasse qui il collega Questore Trancassini, proprio perché ritenevo il fatto accaduto - possiamo definirlo così - anomalo o parzialmente anomalo. Comunque, è stato fatto, fin qui, ma, sentita anche la Presidenza, d'ora in avanti, gli interventi per richiamo al Regolamento si faranno non preventivamente, ma dopo la posizione della fiducia. Questo è quello che è possibile, anche perché, comunque, la prenotazione dell'intervento del Ministro ha precedenza.

Grazie, la seduta è tolta.

La seduta termina alle 13,25.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: ALESSANDRO COLUCCI, PAOLO EMILIO RUSSO, ANGELO ROSSI E REBECCA FRASSINI (A.C. 1633-A​)

ALESSANDRO COLUCCI, Relatore per la I Commissione. (Relazione – A.C. 1633-A​). Grazie Presidente, affronterò alcuni temi relativi al decreto in conversione giacché siamo 4 relatori, il proseguo della relazione verrà affrontata dai colleghi Russo, Frassini e Rossi che colgo l'occasione per ringraziare del lavoro svolto in questi intensi giorni trascorsi in Commissione. Colgo inoltre l'occasione di ringraziare il Presidente Pagano e il Presidente Mangialavori, Presidenti delle Commissioni che hanno lavorato sul decreto e ai loro ringraziamenti aggiungo quello degli uffici a cominciare dalla dottoressa Febonio e dal dottor Tabacchi e i funzionari e dipendenti delle commissioni oltre a ringraziare il Governo per il supporto fornito.

Il decreto-legge n. 215 del 2023, recante disposizioni urgenti in materia di termini normativi, è all'esame in prima lettura alla Camera. Il termine per la conversione in legge scade il 28 febbraio 2024.

L'esame in sede referente da parte delle Commissioni riunite I Affari costituzionali e V Bilancio è stato avviato nella seduta dell'11 gennaio 2024 per concludersi nella seduta del 14 febbraio 2024. Il testo, originariamente composto da 20 articoli, consta ora, a seguito delle modifiche apportate in sede referente, di 29 articoli.

Di seguito l'esposizione del contenuto del provvedimento, come risultante dagli emendamenti approvati in sede referente.

L'articolo 1, al comma 1, proroga al 31 dicembre 2024 la possibilità di utilizzo temporaneo di un contingente di segretari comunali e provinciali da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri-Dipartimento della funzione pubblica.

I successivi commi recano proroghe di norme relative ad assunzioni, a procedure di concorso e a procedure di comando e distacco del personale: i commi 2 e 3 prorogano, al 31 dicembre 2024, le facoltà assunzionali relative al comparto sicurezza-difesa, al Corpo dei vigili del fuoco nonché per le altre pubbliche amministrazioni in relazione alle cessazioni di impiego nel periodo 2013-2022; il comma 3-bis, introdotto in sede referente, estende le facoltà assunzionali degli enti locali ubicati sul territorio della regione Calabria; il comma 4 proroga al 31 dicembre 2024 la possibilità di procedere ad assunzioni nelle pubbliche amministrazioni a valere sul fondo istituito a tale scopo dalla legge di bilancio 2017; il comma 5 proroga, sempre al 31 dicembre 2024, il termine entro il quale portare a termine specifiche procedure di assunzione di personale della carriera prefettizia e di livello dirigenziale e non dirigenziale dell'amministrazione civile dell'interno; la proroga al 31 dicembre 2024 per la conclusione di ulteriori procedure di assunzione del medesimo personale è prevista anche dal successivo comma 7; il comma 6 proroga al 30 giugno 2024 il termine per la stipula di convenzioni per l'impiego di lavoratori socialmente utili nonché, sempre alla medesima data, il termine per l'assunzione da parte di pubbliche amministrazioni di personale già impiegato in lavori socialmente utili; in sede referente è stato inserito il comma 6-bis il quale introduce una possibilità di stabilizzazione, da parte degli enti locali della Regione siciliana, dei lavoratori inseriti nell'elenco della stessa Regione relativo ai soggetti già svolgenti lavori socialmente utili o lavori di pubblica utilità. I successivi commi da 7 a 15 e da 19 a 22 dell'articolo 1 estendono al 2024 facoltà assunzionali relative a: personale a tempo determinato del Ministero dell'interno, in relazione all'attuazione del PNRR; personale a tempo indeterminato del Dipartimento della Ragioneria centrale dello Stato; del Ministero dell'economia in relazione all'attuazione del PNRR nonché per il Dipartimento generale del personale e dei servizi, per il Dipartimento delle finanze-direzione della giustizia tributaria, per il Consiglio di presidenza della giustizia tributaria; per le corti di giustizia tributaria; personale a tempo indeterminato delle Commissioni tributarie e delle prefetture; personale a tempo determinato dell'ufficio del processo; personale a tempo indeterminato della Guardia di finanza, delle Forze di polizia e dei Vigili del fuoco; del Ministero dell'ambiente; del Ministero dell'agricoltura e del Ministero della cultura.

Inoltre, i commi 16 e 17 dell'articolo 1 prorogano al 31 dicembre 2024 la norma che esclude il pagamento di sanzioni ed interessi in caso di mancato versamento da parte delle pubbliche amministrazioni dei contributi previdenziali relativi a rapporti di collaborazione coordinata e continuativa; il comma 18 consente anche per il 2024 all'Avvocatura dello Stato di avvalersi di personale in posizione di comando senza dover ricevere il nulla osta dell'Amministrazione di appartenenza ed in deroga all'attuale limite del 25 per cento.

Durante l'esame in sede referente sono stati infine inseriti due ulteriori commi all'articolo 1: il comma 22-bis che estende al 2024 la possibilità, già riconosciuta per il biennio 2022-2023, per la regione Calabria di avviare procedure selettive per l'assunzione di personale non dirigenziale a tempo indeterminato, anche in soprannumero e fino al riassorbimento, valorizzando le esperienze professionali maturate dal personale che sia in servizio presso l'Azienda Calabria Lavoro (ente pubblico economico strumentale della regione Calabria); il comma 22-ter che proroga per il 2024 la possibilità di stabilizzazione di personale con profilo di assistente sociale.

In sede referente sono stati inseriti gli articoli da 1-bis a 1-quater.

L'articolo 1-bis estende al 2024 la previsione che l'inconferibilità di incarichi di livello regionale (di cui all'art. 7, comma 1, del D.Lgs. 39/2013) non si applichi con riferimento ai componenti dei consigli dei comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti nonché ai componenti dei consigli di una forma associativa tra comuni che superi i 15.000 abitanti.

L'articolo 1-ter proroga dal 31 dicembre 2023 al 30 giugno 2024 gli importi e i quantitativi massimi complessivi degli strumenti di acquisto e di negoziazione realizzati dalla Consip S.p.A. e dai soggetti aggregatori aventi ad oggetto i servizi di gestione e manutenzione dei sistemi IP, la cui durata contrattuale non era ancora scaduta alla data del 28 febbraio 2023.

L'articolo 1-quater differisce dal 16 dicembre 2023 al 16 giugno 2024 il termine entro il quale i produttori dei dispositivi di comunicazione elettronica, anche per il tramite dei distributori operanti in Italia, devono informare l'utente sulla possibilità e sull'importanza di utilizzare applicazioni di controllo parentale.

L'articolo 2 reca proroghe relative al Ministero dell'interno, al personale del comparto sicurezza-difesa e al Corpo nazionale dei vigili del fuoco.

In particolare, il comma 1 proroga (dal 31 dicembre 2023) al 31 dicembre 2024 il termine a decorrere dal quale acquistino efficacia le disposizioni che consentono anche ai cittadini di Stati non appartenenti all'Unione europea, purché regolarmente soggiornanti in Italia, di utilizzare le dichiarazioni sostitutive (le cosiddette autocertificazioni); il comma 2 proroga sempre a fine 2024 il termine a partire dal quale diventa obbligatoria la gestione in forma associata delle funzioni fondamentali dei piccoli comuni; il comma 3 differisce al 31 dicembre 2024 l'applicazione di procedure semplificate per l'accesso alla carriera di segretario comunale e provinciale; il comma 4, alla lettera a) proroga al 31 dicembre 2024 la validità della graduatoria della procedura speciale di reclutamento nella qualifica di vigile del fuoco, riservata al personale volontario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, approvata con decreto ministeriale n. 310 dell'11 giugno 2019; la successiva lettera b) estende all'anno 2024 la possibilità di utilizzare le risorse non utilizzate nel 2021, destinate al contributo economico per i familiari del personale delle Forze di polizia, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e delle Forze armate, il quale, impegnato nell'azione di contenimento, contrasto e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, abbia contratto una patologia cui sia conseguito il decesso; il comma 4-bis, introdotto in sede referente, consente in via sperimentale e fino al 31 dicembre 2024, a tutti i comuni che non sono capoluoghi di provincia o con popolazione inferiore a centomila abitanti, di avviare la sperimentazione dell'uso di armi ad impulsi elettrici (cd. taser) da parte delle Polizie municipali prescindendo dal requisito demografico attualmente richiesto dalla normativa; il comma 5 consente anche per il 2024 l'applicazione di disposizioni volte a facilitare il conferimento degli incarichi di segretario e vicesegretario comunale nei piccoli comuni; i commi 6-bis e 6-ter, introdotti in sede referente, recano norme contabili concernenti la gestione dei residui passivi, che consentono alle regioni a statuto ordinario, in presenza di un considerevole disavanzo di amministrazione, per gli anni 2023 e 2024 di diminuire la quota obbligatoria di reiscrizione dei residui perenti stabilita dall'ordinamento contabile di cui al decreto legislativo n. 118 del 2011; il comma 6-quater estende al 2023 l'applicazione delle norme concernenti l'utilizzo delle quote accantonate e vincolate del risultato di amministrazione dettate dalla legge di bilancio per il 2019 per le regioni a statuto ordinario ed estende l'applicazione di tali norme, per il medesimo anno, anche alle regioni a statuto speciale ed alle province autonome; i commi 7 e 8 destinano risorse (per circa 8,3 milioni) per il pagamento delle prestazioni di lavoro straordinario dei Vigili del fuoco per un periodo (dal 1° agosto 2021 al 31 marzo 2022) in cui si è protratta l'emergenza da COVID-19; il comma 9 prevede che la disciplina concernente le modalità di autenticazione, autorizzazione e di registrazione degli accessi e delle operazioni effettuate sulla banca dati nazionale unica della documentazione antimafia, sia contenuta in un decreto di natura non più regolamentare, consentendo in tal modo l'adeguamento tempestivo della predetta disciplina, a seguito di successivi aggiornamenti tecnologici.

Gli articoli 3 e 3-bis saranno illustrati dai colleghi relatori per la V Commissione.

L'articolo 4 reca proroghe in materia di salute.

In particolare, il comma 1 proroga fino alla data della presentazione del conto consuntivo dell'anno 2023 (vale a dire fino al 30 aprile 2024) il termine di approvazione del bilancio preventivo dell'anno 2024 degli Ordini delle professioni sanitarie fissato al 31/12/2023. Il comma 1-bis prevede la sospensione, anche per il 2024, dei procedimenti di irrogazione della sanzione amministrativa pecuniaria prevista per l'inadempimento dell'obbligo di vaccinazione contro il COVID-19. Il comma 2 estende al 2024 la disciplina che consente ai laureati in medicina e chirurgia abilitati di assumere incarichi provvisori o di sostituzione di medici di medicina generale, nonché ai medici iscritti al corso di specializzazione in pediatria, durante il percorso formativo, di assumere incarichi provvisori o di sostituzione di pediatri di libera scelta convenzionati con il servizio sanitario nazionale. Il comma 3 dispone la proroga a tutto il 2024 del termine di validità dell'iscrizione nell'elenco nazionale dei soggetti idonei alla nomina di direttore generale delle ASL, AO (Aziende ospedaliere) e degli altri enti del SSN, in scadenza il 31 marzo 2024. Il comma 4 consente alle aziende e agli enti del Servizio sanitario nazionale (SSN) di utilizzare, anche per l'anno 2024, alcuni strumenti straordinari - previsti nel periodo emergenziale legato al COVID-19 e successivamente prorogati - per far fronte alle carenze di personale sanitario e socio-sanitario che non possono essere risolte con gli ordinari istituti previsti dall'ordinamento. Si tratta del conferimento di incarichi di lavoro autonomo o a tempo determinato a medici specializzandi e del conferimento di incarichi a tempo determinato a personale delle professioni sanitarie e ad operatori socio-sanitari. Il comma 5 stabilisce un'ulteriore proroga, fino al 31 dicembre 2024, delle disposizioni che consentono alle aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale di procedere - in deroga alla normativa vigente in materia di gestione del personale delle pubbliche amministrazioni e di riduzione dei costi degli apparati amministrativi - al reclutamento a tempo determinato di laureati in medicina e chirurgia abilitati all'esercizio della professione medica e iscritti agli ordini professionali. Il comma 5-bis, introdotto in sede referente, sospende fino al 31 dicembre 2024 l'efficacia delle disposizioni del Regolamento recante la disciplina per l'attività di raccolta sangue e emocomponenti da parte di laureati in medicina e chirurgia abilitati, di cui al D.M. 30 agosto 2023, n. 156, al fine di armonizzare le vigenti disposizioni a quelle del successivo comma 5-ter. Il comma 5-ter, inserito anch'esso in sede referente, modificando una disposizione della legge finanziaria per il 2002 specifica che la collaborazione volontaria ed occasionale dei laureati in medicina e chirurgia abilitati all'attività di raccolta di sangue ed emocomponenti sulla base di convenzioni stipulate con le regioni o con gli enti del Servizio sanitario nazionale, possa avvenire non solo a titolo gratuito ma anche con contratto libero-professionale. Il comma 6 consente il conferimento - da parte degli enti ed aziende del Servizio sanitario nazionale - di incarichi di lavoro autonomo, anche di collaborazione coordinata e continuativa, a dirigenti medici, veterinari e sanitari e al personale del ruolo sanitario del comparto sanità, collocati in quiescenza (anche se non iscritti al competente albo professionale in conseguenza del collocamento a riposo), nonché agli operatori socio-sanitari collocati in quiescenza. Il comma 6-bis - inserito in sede referente - introduce una disciplina transitoria in materia di limiti massimi anagrafici per il collocamento a riposo di dirigenti medici e sanitari, nonché per gli appartenenti al ruolo della dirigenza sanitaria del Ministero della salute e per i docenti universitari che svolgono attività assistenziali in medicina e chirurgia. Si prevede che, fino al 31 dicembre 2025, tali soggetti possano richiedere la prosecuzione del rapporto fino al compimento del settantaduesimo anno di età (e comunque non oltre la suddetta data). Un'analoga possibilità viene concessa, a determinate condizioni, all'omologo personale già collocato in quiescenza a titolo di pensionamento di vecchiaia e con decorrenza non anteriore al 1° settembre 2023 (per tale personale si prevede infatti la possibilità di richiedere la riammissione in servizio). Il comma 6-ter proroga al 31 dicembre 2024 (dal 31 dicembre 2023) in deroga alla normativa vigente, dell'esercizio temporaneo delle qualifiche professionali sanitarie e della qualifica di operatore socio-sanitario da parte dei professionisti cittadini ucraini, residenti in Ucraina prima del 24 febbraio 2022. Il comma 7 prevede la prosecuzione della sperimentazione della Farmacia dei servizi nell'anno 2024, con effettuazione di una valutazione finale degli esiti. Il comma 7-bis prevede che le regioni e le province autonome abbiano tempo fino al 31 dicembre 2024 per adeguare i rispettivi ordinamenti ad alcune innovazioni introdotte dalla Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021, in tema di selezione dei soggetti privati accreditati ai fini della stipulazione degli accordi contrattuali con il Servizio sanitario nazionale. Il comma 8 proroga al 31 dicembre 2024 il termine del 31 dicembre 2023 entro il quale le strutture sanitarie pubbliche e private accreditate che erogano prestazioni specialistiche e di diagnostica di laboratorio devono approvare gli specifici piani organizzativi per l'adeguamento agli standard di utilizzo di metodiche automatizzate. Il comma 8-bis incrementa di un importo pari a 400.000 euro, per il 2024, le risorse del Fondo per l'assistenza dei bambini affetti da malattia oncologica. Il comma 8-ter specifica che le associazioni di riferimento che hanno accesso al fondo sono gli enti del Terzo settore di cui all'articolo 4 del relativo codice, costituiti in forma di associazione o fondazione. Il comma 8-quater dispone anche per il 2024 l'incremento di 5 milioni delle risorse previste per il c.d. bonus psicologo. I commi 8-quinquies e 8-sexies recano il rifinanziamento, per l'anno 2024, pari a 10 milioni di euro, del Fondo per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione. I commi 8-septies e 8-octies prevedono una transitoria limitazione della punibilità a titolo di omicidio colposo e lesioni personali colpose qualora il fatto sia stato commesso, nell'esercizio di una professione sanitaria, in situazioni di grave carenza di personale sanitario. Il comma 8-novies estende temporalmente l'operatività del Commissario straordinario per l'attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto della diffusione della peste suina africana. Il comma 8-decies differisce al 31 dicembre 2024 il termine per il completamento degli adempimenti necessari per la piena operatività del Sistema di identificazione e registrazione (cd. Sistema I&R) degli stabilimenti, degli operatori e degli animali. Il comma 8-undecies estende al 2024 la norma transitoria, già prevista per gli anni 2021, 2022 e 2023, in base alla quale si assumono come regioni di riferimento (cd. benchmark) per il calcolo delle quote di riparto delle risorse del fabbisogno sanitario tutte le cinque regioni individuate come le migliori in termini di erogazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA) in condizioni di equilibrio economico.

PAOLO EMILIO RUSSO, Relatore per la I Commissione. (Relazione – A.C. 1633-A​). Mi associo ai ringraziamenti già anticipati dai colleghi relatori per gli uffici delle commissioni Affari Costituzionali e Bilancio e, in particolare, per la dottoressa Annamaria Febonio e Alberto Tabacchi. Procedo all'esposizione del contenuto del provvedimento negli articoli dal cinque al nove.

L'articolo 5 reca proroghe in materia di istruzione.

In particolare, il comma 1 proroga per il 2024 l'autorizzazione di spesa di 250.000 euro in favore della Fondazione “I Lincei per la scuola”.

Il comma 2, lettera a), proroga agli anni scolastici 2024-2025 e 2025-2026 la definizione, con ordinanze del Ministro dell'istruzione, della disciplina relativa alle graduatorie provinciali per le supplenze. La lettera b) proroga per il 2024 l'obbligo per il Consiglio superiore della pubblica istruzione di rendere i pareri di propria competenza nel termine abbreviato di sette giorni dalla richiesta. Il comma 3 prevede una disciplina derogatoria, per il solo anno scolastico 2024/2025, in materia di dimensionamento della rete scolastica. I commi 3-bis, 3-ter e 3-quater intervengono in materia di graduatorie e ammissione agli esami di Stato. Il comma 3-quinquies estende al 2024 facoltà assunzionali relative al personale dell'ufficio scolastico regionale del Friuli Venezia Giulia.

L'articolo 6 reca proroghe in materia di università.

In particolare, il comma 1 innalza da due a tre anni la validità temporale dell'elenco di soggetti all'interno del quale sono nominati i componenti del Consiglio direttivo dell'ANVUR. Il comma 2 differisce al 31 dicembre 2024 il termine per l'erogazione delle somme residue di mutui concessi da Cassa depositi e prestiti per interventi di edilizia universitaria. Il comma 3 estende a tutto il 2024 la possibilità di svolgimento degli esami di Stato per l'abilitazione ad alcune professioni introdotte durante l'emergenza della pandemia da COVID-19. Il comma 4 proroga al 31 luglio 2024 la possibilità per alcune istituzioni universitarie di conferire assegni di ricerca secondo la disciplina precedente al decreto-legge n. 36 del 2022.

Il comma 5 proroga al 15 febbraio 2024 il termine per la conclusione dei lavori delle commissioni per l'abilitazione scientifica nazionale per la tornata 2021-2023. Il comma 6 estende all'anno accademico 2024-2025 la possibilità di attingere, per incarichi di insegnamento nelle istituzioni AFAM a specifiche graduatorie nazionali ad esaurimento. Il comma 7 rinvia all'anno accademico 2025/2026 l'applicazione del regolamento sul reclutamento del personale AFAM. Il comma 8 interviene sulle facoltà assunzionali delle AFAM. I commi da 8-bis a 8-quater estendono al 2024 lo stanziamento in favore dei collegi di merito. Il comma 8-quinquies proroga per l'anno 2024, per un importo pari ad un milione di euro, l'autorizzazione di spesa in favore della Fondazione EBRI (European Brain Research Institute) recata dall'articolo 1, comma 784 della legge di bilancio per il 2022.

L'articolo 7 reca proroghe in materia di cultura.

In particolare, i commi da 1 a 3 prorogano da sette a otto anni l'operatività della segreteria tecnica di progettazione per gli interventi di tutela del patrimonio culturale nei territori colpiti dal sisma del 2016. Il comma 4 posticipa al 31 dicembre 2024 il termine finale di durata del Comitato delle celebrazioni del pittore Pietro Vannucci detto il Perugino. Il comma 5 estende al 2024 il regime semplificato fondato sulla SCIA per gli spettacoli dal vivo e le proiezioni cinematografiche, innalzando da 1.000 a 2.000 il numero massimo di spettatori che possono partecipare a tali eventi perché ci si possa avvalere del regime semplificato. Il comma 5-bis proroga dal 31 dicembre 2023 al 31 dicembre 2024 il termine finale di durata della disciplina che consente alle fondazioni lirico-sinfoniche di procedere ad assunzioni a tempo indeterminato di personale. Il comma 6 proroga dal 31 dicembre 2023 al 31 marzo 2024 il termine entro il quale devono essere adottati i regolamenti di organizzazione per la riorganizzazione su base dipartimentale del Ministero della cultura. Il comma 6-bis dispone che gli incarichi di collaborazione per l'espletamento delle funzioni di tutela e di valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio degli uffici periferici del Ministero della cultura possono essere conferiti, previa selezione comparativa dei candidati e per la durata massima di sei mesi, a decorrere dalla data del 1° aprile 2024. Il comma 6-ter proroga dal 31 dicembre 2023 al 31 dicembre 2024 il termine ultimo entro cui il Ministero della cultura, nelle more delle procedure concorsuali per il reclutamento del personale dirigenziale tecnico, può esercitare la facoltà di conferire incarichi dirigenziali non generali (di seconda fascia) fino al 15 per cento del totale, anziché fino al 10 per cento come previsto dalla normativa generale. Il comma 6-quater prevede che le contabilità ordinarie intestate a 5 Direzioni regionali Musei del Ministero della cultura, accorpate ai sensi del DPCM n. 167 del 2023, continuino ad operare fino al 31 dicembre 2024, nelle more della riforma attuata con il predetto provvedimento che ha ridotto da 18 a 13 tali direzioni. Il comma 6-quinquies proroga all'anno 2024 la disciplina derogatoria di ripartizione della quota del Fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo destinata alle fondazioni lirico-sinfoniche, introdotta dal decreto-legge n. 34 del 2020.

L'articolo 7-bis prevede un contributo di 2 milioni di euro per il 2024 per favorire la conversione in digitale e la conservazione degli archivi multimediali delle imprese radiofoniche private.

L'articolo 8 reca proroghe in materia di infrastrutture e trasporti.

In particolare, il comma 1 stabilisce una proroga temporale, dal 31 dicembre 2023 al 31 dicembre 2024, per l'adempimento di alcuni oneri necessari a favorire la cantierabilità dei lavori relativi all'Aeroporto di Firenze “Amerigo Vespucci”. I commi 2 e 3 prorogano di tre mesi l'attività delle agenzie per la somministrazione e la riqualificazione del lavoro nei porti e stanziano risorse per il personale non avviato al lavoro. Il comma 3-bis estende al 2024, rifinanziandola con 2 milioni di euro, la possibilità delle Autorità di sistema portuale di erogare risorse residue a favore di fornitori di lavoro e imprese titolari di contratti d'appalto nel settore portuale e la riconnette alla recente crisi in Medioriente e nel Mar Rosso, in aggiunta al conflitto bellico ucraino. Il comma 4 proroga di un anno alcuni termini previsti nel decreto MIT 28 ottobre 2005 sulla sicurezza delle gallerie ferroviarie. Il comma 5 stabilisce una proroga dal 31 dicembre 2023 al 30 giugno 2024 del termine per la realizzazione degli interventi finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dal Piano Nazionale Complementare mediante procedure di affidamento semplificate. Il comma 5-bis proroga di sei mesi (dal 30 giugno 2024 al 31 dicembre 2024) la disposizione del decreto-legge n. 76/2020 sul c.d. “scudo erariale”, che limita in via transitoria la responsabilità erariale di amministratori, dipendenti pubblici e privati cui è affidata la gestione di pubbliche risorse ai danni cagionati dalle sole condotte poste in essere con dolo, escludendo quindi ogni responsabilità per colpa grave. Il comma 6 stabilisce la dilazione di una pluralità di termini previsti dall'articolo 4, comma 3-bis, del decreto-legge n. 121 del 2021 in relazione ai termini temporali da osservare per la riduzione della circolazione dei veicoli particolarmente inquinanti nel settore dei trasporti pubblici. Il comma 6-bis proroga ulteriormente, al 31 dicembre 2024, il termine entro il quale è consentito agli ispettori autorizzati di effettuare gli accertamenti relativi alla revisione dei veicoli a motore prevista dal Codice della Strada. Il comma 6-ter proroga al 31 dicembre 2024 la possibilità che le prove pratiche per il conseguimento della patente di guida, in conto privato, possano essere svolte anche da personale degli Uffici della Motorizzazione civile in quiescenza. Il comma 7 proroga dal 31 dicembre 2023 al 30 giugno 2024 il termine entro il quale può trovare applicazione la disciplina relativa agli operatori economici con sede operativa collocata in aree di crisi industriale che abbiano acquistato, nei dodici mesi successivi alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19, stabilimenti o aziende ubicate in dette aree. Il comma 8 prevede che per le attività di investimento di Anas s.p.a. è riconosciuto, a titolo di onere di investimento, una quota non superiore al 12,5 per cento del totale dello stanziamento destinato alla realizzazione, al miglioramento, all'adeguamento della rete stradale nonché alla gestione dei beni funzionali al servizio stradale e autostradale. Il comma 9 proroga dal 31 dicembre del 2023 al 30 marzo 2024 il termine ultimo entro il quale le società concessionarie di tratte autostradali devono predisporre una proposta aggiornata del Piano economico finanziario conformemente a quanto disposto dell'Autorità di regolazione dei trasporti nonché alle indicazioni rese dal Concedente. Il comma 9-bis proroga di un ulteriore anno (vale a dire per tutto il 2024) l'applicabilità della disposizione transitoria che disciplina – per gli interventi ricompresi tra le infrastrutture strategiche già inseriti negli strumenti di programmazione approvati e per i quali la procedura di VIA sia già stata avviata alla data del 19 aprile 2016 – l'approvazione delle varianti da apportare al progetto definitivo. Il comma 10 dispone la proroga, alla data del 31 ottobre 2028, della scadenza del rapporto concessorio inerente alla gestione delle tratte autostradali da parte della Società Autostrada Tirrenica S.p.a. Il comma 10-bis proroga al 30 giugno 2024 il termine per l'entrata in vigore del regolamento MIT sulla formazione degli assistenti bagnanti e, conseguentemente, proroga alla stessa data la validità delle autorizzazioni all'esercizio di attività di formazione e concessione per lo svolgimento delle attività di salvamento acquatico. Il comma 10-ter prevede che fino al 30 giugno 2024 le macchine agricole siano soggette all'obbligo di assicurazione (RC), solo se poste in circolazione su strade di uso pubblico o su aree equiparate.

L'articolo 9 reca proroghe in materia di Ministero degli affari esteri. In particolare, i commi 1 e 2 prorogano dal 31 dicembre 2023 al 30 giugno 2024 l'operatività delle misure straordinarie a valere sul Fondo 394/1981 previste dall'articolo 5-ter del D.L. n. 14/2022 e dall'articolo 29 del D.L. n. 50/2022 a favore delle imprese esportatrici colpite dal conflitto russo-ucraino. Il comma 3 proroga al 31 dicembre 2024, il termine sino al quale la Regione Emilia-Romagna, per gli interventi necessari a completare la realizzazione del Tecnopolo di Bologna, anche per il potenziamento della partecipazione italiana a istituzioni e progetti di ricerca europei e internazionali e il connesso potenziamento del sistema di alta formazione e ricerca meteo-climatica di Bologna, in qualità di stazione appaltante, opera con i poteri e con le modalità consentite ai Commissari straordinari per le opere pubbliche previsti dal cosiddetto “dl sbloccacantieri” (D.L. n. 32 del 2019). Il comma 4 proroga al 31 dicembre 2024 la norma che dispone la riassegnazione al bilancio del MAECI dei fondi destinati (fino al 2020) al sostegno delle forze armate e di sicurezza afghane, non più impiegati dopo il ritiro del contingente internazionale e in corso di restituzione.

ANGELO ROSSI, Relatore per la V Commissione. (Relazione – A.C. 1633-A​). Nell'ambito della mia esposizione mi concentrerò sui contenuti degli articoli 3 e da 10 a 13 del decreto-legge, mentre gli articoli da 14 a 20 saranno illustrati dall'altra relatrice per la V Commissione, on. Rebecca Frassini.

Segnalo in primo luogo che l'articolo 3 reca disposizioni di proroga di termini in materia economica e finanziaria.

In particolare, il comma 1 proroga all'anno 2024 le disposizioni ai sensi delle quali, con riferimento ai contratti di locazione passiva, le amministrazioni centrali come individuate dall'ISTAT ai sensi dell'articolo 1, comma 3, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, nonché le Autorità indipendenti, ivi inclusa la Commissione nazionale per le società e la borsa, e gli enti nazionali di previdenza e assistenza, in presenza di determinate condizioni, non applicano le riduzioni del canone di mercato previste dall'articolo 3, commi 4, 6 e 10 del decreto-legge n. 95 del 2012.

Il comma 2, modificato nel corso dell'esame in sede referente, reca la proroga di ulteriori 10 mesi, fino al 31 ottobre 2024, del termine, attualmente fissato al 31 dicembre 2023, per la presentazione di specifiche istanze di liquidazione di crediti derivanti da obbligazioni contratte dal Comune di Roma, ai fini della definitiva rilevazione della massa passiva del piano di rientro di Roma Capitale.

Nel corso dell'esame in sede referente è stato inoltre previsto che per portare a conclusione la gestione straordinaria del debito pregresso di Roma Capitale, entro il 3l marzo 2024 il Commissario straordinario del Governo per la gestione del piano di rientro dà avviso, con ogni forma idonea di pubblicità, della rilevazione definitiva della massa passiva del piano di rientro, assegnando un termine perentorio, a pena di decadenza, non inferiore a centottanta giorni, per la presentazione delle richieste di ammissione da parte dei titolari di crediti commerciali certi liquidi ed esigibili ancora in essere al 31 dicembre 2023, anche se non ancora iscritti, afferenti ad obbligazioni contrattuali extracontrattuali ed indennitarie assunte dal Comune di Roma in data anteriore al 28 aprile 2008. La proposta di definitiva rilevazione della massa passiva da parte del Commissario straordinario del Governo è presentata entro e non oltre il 31 gennaio 2025.

Il comma 3 proroga fino al 31 dicembre 2024 l'esonero dall'obbligo di fatturazione elettronica per i soggetti tenuti all'invio dei dati al Sistema tessera sanitaria.

Il comma 4 differisce di un ulteriore anno i termini indicati nell'articolo 8, comma 1, della legge 31 agosto 2022, n. 130, riguardante la riforma della giustizia tributaria. Per effetto delle disposizioni in esame, pertanto, la cessazione a regime dell'incarico dei giudici tributari delle Corti di Giustizia Tributaria al raggiungimento dei 70 anni di età decorrerà dal 1° gennaio 2029. Il comma 5 reca la corrispondente copertura finanziaria.

Il comma 4-bis, inserito in sede referente, proroga al 31 dicembre 2024 il credito d'imposta per le spese di consulenza relative alla quotazione delle piccole e medie imprese istituito dalla legge di bilancio 2018, disponendo, conseguentemente, al comma 5-bis, la relativa copertura finanziaria per l'anno 2025.

Il comma 6 proroga di un anno i termini, in scadenza tra il 31 dicembre 2023 e il 30 giugno 2024, per la notifica degli atti emanati per il recupero delle somme relative agli aiuti di Stato e agli aiuti de minimis automatici e semiautomatici per i quali le Autorità responsabili non hanno provveduto agli obblighi di registrazione dei relativi regimi.

Il comma 7 proroga al 2024 la possibilità riconosciuta all'Agenzia delle dogane e dei monopoli di istituire estrazioni settimanali aggiuntive del gioco del Lotto e del Superenalotto, destinando contestualmente le maggiori entrate di tali estrazioni aggiuntive al finanziamento del Fondo per le emergenze nazionali.

Il comma 8 proroga al 31 dicembre 2024 la possibilità prevista, a determinate condizioni, dal testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia per le società cooperative di cui al capo I del titolo VI del libro quinto del codice civile di continuare a svolgere la propria attività senza obbligo di iscrizione nell'albo degli intermediari finanziari.

Il comma 9, in considerazione dell'attacco subito ai sistemi informatici della regione Molise in data 7 dicembre 2023, dispone che ai fini del computo dei termini amministrativi nella medesima regione non si tenga conto del periodo compreso tra tale data e il 30 gennaio 2024. Tali disposizioni non si applicano ai procedimenti relativi al raggiungimento dei traguardi e degli obiettivi del PNRR e del PNC. In sede referente sono stati inseriti differimenti di termini relativi all'erogazione da parte della regione ai comuni dei contributi per la realizzazione di alcune tipologie di interventi infrastrutturali. In relazione a tali previsione, il successivo comma 10 prevede che la regione Molise e i suoi enti strumentali adottino ogni misura organizzativa idonea ad assicurare la celere conclusione dei predetti procedimenti, mentre il comma 11 prevede che in caso di inoperatività dei siti internet istituzionali per il medesimo periodo siano sospesi gli obblighi di pubblicità previsti dal decreto legislativo n. 33 del 2013.

Il comma 12, infine, proroga fino al 31 marzo 2024 gli effetti giuridici delle disposizioni in scadenza al 31 dicembre 2023 previste dalla convenzione fra il Ministero dell'economia e delle finanze, l'Agenzia delle entrate e la società Sogei del 23 dicembre 2009, e dei relativi accordi convenzionali attuativi, in relazione ai servizi informatici del Sistema tessera sanitaria e dell'Infrastruttura nazionale per l'interoperabilità dei fascicoli sanitari elettronici (INI), al fine di garantire l'erogazione senza soluzione di continuità di tali servizi, anche per le finalità degli specifici interventi previsti dal PNRR, nelle more del definitivo perfezionamento della nuova convenzione.

Il comma 12-bis introdotto nel corso dell'esame in sede referente, reca una proroga all'anno 2024 di alcune misure specifiche previste per l'anno 2023 a favore degli enti locali correlate con le esigenze poste dalle difficoltà determinate dall'emergenza dovuta all'aumento dei costi energetici.

Il comma 12-ter, introdotto in sede referente, amplia la facoltà di cumulare le agevolazioni fiscali statali per interventi di risparmio energetico e i contributi regionali, o delle province autonome di Trento e Bolzano, con riferimento ai contributi erogati negli anni 2023, 2024, 2025 e 2026, in luogo dei soli anni 2023 e 2024 previsti dalla normativa vigente.

I commi 12-quater e 12-quinquies, introdotti nel corso dell'esame in sede referente, estendono di un anno l'ambito di applicazione della norma che consente a regioni ed enti locali di svincolare, in sede di approvazione del rendiconto 2022, le quote di avanzo vincolato di amministrazione riferite ad interventi conclusi o già finanziati negli anni precedenti con risorse proprie, non gravate da obbligazioni sottostanti già contratte e con esclusione delle somme relative alle funzioni fondamentali e ai livelli essenziali delle prestazioni. In sede di approvazione del rendiconto 2023 lo svincolo delle quote di avanzo vincolato è autorizzato, limitatamente alle risorse di parte corrente, per la copertura del disavanzo della gestione 2023 delle aziende del servizio sanitario nazionale.

Il comma 12-sexies, introdotto durante l'esame referente, differisce al 1° gennaio 2025 l'entrata in vigore delle disposizioni di modifica del regime IVA applicabile anche agli enti del Terzo settore, recate dal decreto-legge n. 146 del 2021, in materia fiscale.

Il comma 12-septies, introdotto in sede referente, stabilisce che talune disposizioni in materia di finanziamenti garantiti dal Fondo di garanzia per la prima casa, concessi ai soggetti che rispettino i requisiti di priorità anagrafici e reddituali previsti a legislazione vigente anche nei casi in cui il tasso effettivo globale (TEG) sia superiore al tasso effettivo globale medio (TEGM), siano applicabili fino alla data del 31 dicembre 2024.

I commi 12-octies e 12-novies, introdotti nel corso dell'esame in sede referente, riguardano la disciplina, dettata dalla legge di bilancio per il 2024, del contributo alla finanza pubblica dovuto dalle Regioni a statuto ordinario. Il comma 12-octies modifica la legge di bilancio per il 2024 al fine di ridurre l'importo del contributo previsto per il 2024 a carico delle Regioni di 45 milioni di euro, lasciando invariato il contributo previsto per gli anni dal 2025 al 2028, e dilaziona di un mese i termini previsti per la definizione del riparto del contributo tra le regioni, nonché il termine per il versamento all'erario della quota di competenza di ciascuna regione per il solo 2024. Il comma 12-novies reca la relativa copertura finanziaria.

Il comma 12-decies, introdotto nel corso dell'esame in sede referente, reca alcune modifiche alla disciplina, dettata dalla legge di bilancio per il 2024, in tema di concorso alla finanza pubblica degli enti locali. Le modifiche sono volte ad escludere dal concorso alla finanza pubblica le risorse che sono state assegnate agli enti locali quali contributi per investimenti destinati ad opere pubbliche per efficientamento energetico e per lo sviluppo territoriale sostenibile. È inoltre posticipato di due mesi, dal 31 gennaio al 31 marzo 2024, il termine per l'emanazione del decreto del Ministro dell'interno che deve provvedere alla determinazione degli importi del contributo alla finanza pubblica a carico di ciascun ente.

Il comma 12-undecies, introdotto in sede referente, estende la possibilità di usufruire del cosiddetto ravvedimento speciale, disciplinato dalla legge di bilancio 2023, alle violazioni riguardanti le dichiarazioni validamente presentate relative al periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2022. L'importo dovuto è rateizzabile con l'applicazione di interessi nella misura del 2 per cento annuo.

Il comma 12-duodecies, introdotto durante l'esame referente, estende l'applicabilità delle norme sullo svolgimento con modalità telematiche alle assemblee ordinarie di società ed enti, previste dall'articolo 106 del decreto-legge n. 18 del 2020, alle assemblee sociali tenute entro il 30 aprile 2024.

Il comma 12-terdecies, introdotto nel corso dell'esame in sede referente, estende il termine per avvalersi dell'agevolazione prevista per l'acquisto della casa di abitazione da parte di soggetti con età inferiore a trentasei anni e con valore dell'indicatore della situazione economica equivalente non superiore a 40.000, stabilendo che tale misura si applica anche nel caso in cui il contratto preliminare di acquisto sia stato sottoscritto e registrato entro il 31 dicembre 2023, purché la stipula del contratto definitivo avvenga entro il 31 dicembre 2024.

Il comma 12-quaterdecies riconosce un credito d'imposta di importo pari alle imposte corrisposte dagli stessi acquirenti in eccesso rispetto a quanto previsto dal comma 12-terdecies.

Il comma 12-quinquiesdecies provvede alla copertura finanziaria degli oneri derivanti dai precedenti commi 12-terdecies e 12-quaterdecies, rispettivamente valutati in 9 milioni di euro per l'anno 2024 e 9 milioni di euro per l'anno 2025.

L'articolo 3-bis, introdotto in sede referente, al comma 1, differisce al 15 marzo 2024 il termine di pagamento della prima, della seconda e terza rata della cosiddetta “rottamazione-quater”. A tale nuova scadenza è previsto che si applichi il termine di tolleranza di 5 giorni. Il comma 2 reca un'analoga proroga al 15 marzo 2024 per le popolazioni dell'Emilia-Romagna, della Toscana e delle Marche colpite dagli eventi alluvionali del maggio 2023, con riferimento alla prima e seconda rata della “rottamazione-quater”.

L'articolo 10, invece, reca una proroga di termini in materie di competenza del Ministero della difesa, prevedendo, in particolare, la proroga al 31 dicembre 2024 dell'applicazione delle disposizioni relative al deposito mediante invio tramite posta elettronica certificata di atti, documenti e istanze nell'ambito dei procedimenti penali militari, contenute nell'articolo 75, comma 3, del decreto-legge n. 73 del 2021.

Il comma 1-bis, introdotto nel corso dell'esame in sede referente, proroga per un ulteriore anno i 48 contratti di apprendistato, della durata complessiva di 2 anni, stipulati dall'Agenzia Industrie Difesa per assumere apprendisti da impiegare nei settori tecnico-amministrativi presso i propri stabilimenti.

L'articolo 10-bis, introdotto durante l'esame in sede referente, proroga per l'anno 2024 la corresponsione dell'assegno sostitutivo dell'accompagnatore militare.

L'articolo 11 reca la proroga di termini in materie di competenza del Ministero della giustizia.

In particolare, il comma 1 sospende fino al 31 dicembre 2024 l'efficacia delle disposizioni riguardanti il requisito della partecipazione a specifici corsi di formazione per l'attribuzione ai magistrati di funzioni direttive o semidirettive, di cui all'articolo 26-bis, comma 5, del decreto legislativo n. 26 del 2006, consentendo che fino a tale data possano concorrere all'attribuzione di tali incarichi anche coloro che abbiano presentato domanda di partecipazione al corso medesimo, ma non vi abbiano ancora potuto partecipare. Il successivo comma 2 prevede, inoltre, che tale disposizione si applichi anche alle procedure già bandite e che i magistrati cui sia stato conferito un incarico, che non abbiano in precedenza frequentato un corso o non abbiano già svolto le funzioni, debbano parteciparvi entro sei mesi dal conferimento delle medesime.

Il comma 3 prevede, al fine di assicurare il raggiungimento degli obiettivi di smaltimento delle pendenze stabiliti dal PNRR, che se il termine massimo di dieci anni di permanenza dei magistrati presso lo stesso ufficio giudiziario scade in data antecedente al 31 dicembre 2024, esso è prorogato fino alla medesima data.

Il comma 4 eleva, fino al 31 dicembre 2024, da sei mesi a un anno il termine massimo per l'assunzione delle nuove funzioni da parte del magistrato in caso di tramutamento.

Il comma 4-bis, introdotto in sede referente, proroga la riduzione della durata del tirocinio a 12 mesi anche per coloro che risultano essere vincitori dei concorsi per magistrato banditi nel 2023. Il comma 4-ter reca la relativa copertura finanziaria.

Il comma 5 proroga, dal 30 aprile 2024 al 17 ottobre 2024, il termine entro cui è concessa al giudice la facoltà di delegare taluni specifici adempimenti a un giudice onorario nell'ambito dei procedimenti davanti al tribunale per i minorenni aventi ad oggetto la responsabilità genitoriale.

Il comma 5-bis, introdotto nel corso dell'esame in sede referente, modifica l'articolo 4-ter del decreto-legge n. 51 del 2023, al fine di prorogare, dal 31 dicembre 2023 al 31 dicembre 2024, la sospensione dell'efficacia delle norme che prevedono l'obbligo per gli avvocati di effettuare, con specifiche modalità, le notificazioni degli atti nei procedimenti civili nel caso in cui la notificazione telematica non sia possibile o non abbia avuto esito positivo.

Il comma 5-ter dispone la proroga al 31 dicembre 2024 della norma che consente all'imprenditore di sostituire le certificazioni relative ai debiti tributari e contributivi e ai premi assicurativi con proprie autodichiarazioni attestanti la presentazione della richiesta agli enti deputati al rilascio, ovvero Agenzia delle entrate, INPS e INAIL, almeno 10 giorni prima della presentazione dell'istanza di accesso ad una procedura di composizione negoziata della crisi.

Il comma 6 prevede che le elezioni dei consigli giudiziari e del consiglio direttivo della Corte di cassazione siano differite dal mese di aprile al mese di ottobre.

Il comma 6-bis, introdotto in sede referente, proroga al 31 dicembre 2024 il divieto di comando, distacco o assegnazione ad altre amministrazioni del personale non dirigenziale dell'amministrazione della giustizia.

Il comma 6-ter, introdotto in sede referente, proroga fino al 31 dicembre 2024 l'esclusione dell'applicazione della disciplina in materia di mobilità volontaria per il personale del Ministero della giustizia.

Il comma 6-quater, introdotto nel corso dell'esame in sede referente, differisce di un anno l'entrata in vigore della nuova disciplina dell'esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio della professione di avvocato. Le nuove modalità di svolgimento delle prove entreranno quindi in vigore a partire dalla sessione d'esame 2025, anziché dalla sessione 2024.

Il comma 6-quinquies, introdotto in sede referente, proroga l'applicazione della disciplina speciale dell'esame di Stato per l'abilitazione alla professione forense, prevista per la sessione 2023, anche alla sessione 2024.

Il comma 6-sexies, introdotto nel corso dell'esame in sede referente, proroga di un ulteriore anno la disciplina transitoria che consente l'iscrizione all'albo per il patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori a coloro che siano in possesso dei requisiti previsti prima dell'entrata in vigore della riforma forense del 2012.

Il comma 7 proroga dal 15 gennaio 2024 al 30 giugno 2024 il termine a decorrere dal quale troveranno applicazione le disposizioni introdotte dal decreto legislativo n. 150 del 2022, nell'ambito della cosiddetta “riforma Cartabia” del processo penale, in materia di giudizi di impugnazione nel processo penale.

Il comma 8, proroga al 31 dicembre 2024 la possibilità per gli uffici giudiziari di continuare ad avvalersi del personale comunale ivi comandato o distaccato per le attività di custodia, telefonia, riparazione e manutenzione ordinaria, sulla base di specifici accordi da concludere con le amministrazioni locali.

Il comma 9 differisce al 1° gennaio 2026 la data di efficacia delle modifiche relative alle circoscrizioni giudiziarie de L'Aquila e Chieti e alla soppressione delle relative sedi distaccate. I successivi commi 10 e 11 recano la copertura finanziaria della misura di cui al comma 9 e autorizzano il Ministro dell'economia e delle finanze ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

I commi 11-bis e 11-ter, introdotti in sede referente, prevedono il differimento fino a sei mesi delle elezioni degli organi dell'Ordine dei giornalisti previste per il mese di ottobre 2024 e l'applicazione anche alle prossime elezioni, nelle more di una riforma complessiva, della procedura elettorale mista, sia da remoto sia in presenza, utilizzata nelle precedenti elezioni del 2021.

L'articolo 12 reca la proroga di termini in materie di competenza del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica.

In particolare, il comma 1 proroga fino al 30 giugno 2024 il termine per la realizzazione delle attività connesse alla messa in sicurezza dello stabilimento Stoppani, nonché il termine entro il quale continuano ad avere efficacia gli atti adottati in relazione a tale emergenza ambientale.

Il comma 2 proroga al 1° gennaio 2025 il termine entro il quale adottare i decreti ministeriali per la ricognizione e la riperimetrazione dei siti contaminati di interesse nazionale.

Il comma 3 proroga di sei mesi il termine per l'adeguamento alle disposizioni del regolamento che disciplina la cessazione della qualifica di rifiuto dei rifiuti inerti da costruzione e demolizione e di altri rifiuti inerti di origine minerale.

Il comma 4 proroga al 30 aprile 2024 la durata degli organi dell'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (ISIN) che alla data di entrata in vigore del presente decreto-legge non sono ancora stati rinnovati.

Il comma 5 proroga di sei mesi, fino al 30 giugno 2024, il termine fino al quale è autorizzato, a seguito di un procedimento unico e nel rispetto delle prescrizioni minime previste, dalla regione o dalla provincia autonoma territorialmente competente, il riutilizzo a scopi irrigui in agricoltura delle acque reflue depurate prodotte dagli impianti di depurazione già in esercizio.

Il comma 6 proroga di un anno, dal 31 dicembre 2023 al 31 dicembre 2024, l'incarico di Commissario straordinario per gli interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione dell'area di Taranto, prevedendo, altresì, l'attribuzione al Commissario di un compenso per lo svolgimento degli incarichi assegnati.

I commi da 6-bis a 6-quater, introdotti nel corso dell'esame in sede referente, dispongono la proroga, dal 31 dicembre 2024 al 31 dicembre 2025, della durata dell'incarico del Commissario straordinario del Governo per il risanamento e la riqualificazione urbana e ambientale delle aree ove insistono le baraccopoli della città di Messina nonché della durata dell'incarico di sub-commissario, provvedendo altresì alla copertura finanziaria dei relativi oneri.

Il comma 6-quinquies, inserito durante l'esame in sede referente, apporta alcune modifiche ai commi 835 e 837-bis dell'articolo 1 della legge di bilancio per il 2022, prorogando sia l'operatività del "Nucleo di Ricerca e Valutazione", istituito con il fine di analizzare le condizioni che determinano il divieto di immissione di specie ittiche alloctone, sia la sospensione dell'applicazione dell'articolo 12 del decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997, sui criteri per l'immissione di specie ittiche non autoctone.

Il comma 6-sexies, introdotto nel corso dell'esame in sede referente, estende il termine di applicazione della procedura semplificata di dismissione degli impianti di distribuzione di carburanti, disponendo che essa si applichi agli impianti che cessano definitivamente l'attività di vendita entro il 31 dicembre 2024, anziché entro il 31 dicembre 2023. Rimane sempre salvo il caso che sull'area interessata siano stati sottoscritti specifici accordi o atti della pubblica amministrazione in merito al loro ripristino.

Il comma 6-septies, introdotto durante l'esame in sede referente, differisce al 30 giugno 2024 il termine, scaduto il 13 dicembre 2023, fino al quale è ammessa l'assimilazione dei rifiuti prodotti dalle navi e dei residui di carico alle merci, anche ai fini della pericolosità, per quanto concerne il regime normativo in materia di trasporti via mare.

Il comma 6-octies, introdotto in sede referente, estende da cinque a otto anni il periodo entro cui i tecnici competenti in acustica devono effettuare l'aggiornamento professionale.

L'articolo 12-bis, inserito nel corso dell'esame in sede referente, prevede che la procedura semplificata per la verifica dei serbatori di GPL prevista dall'articolo 64-bis del decreto-legge n. 76 del 2020 possa trovare applicazione per i recipienti a pressione con capacità complessiva superiore 13 metri cubi fino al 31 dicembre 2024.

L'articolo 13 reca la proroga di termini in materie di competenza del Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.

In particolare, il comma 1 proroga al 31 dicembre 2024 il termine entro il quale viene consentito alle amministrazioni pubbliche di posticipare al momento del saldo le verifiche richieste nei provvedimenti di elargizione dei sussidi, previsti dall'articolo 78 del decreto-legge n. 18 del 2020, per valutare la regolarità della posizione contributiva e fiscale del beneficiario, prevedendo che in tal caso il pagamento in anticipo sia sottoposto a condizione risolutiva.

Il comma 2 proroga al 2024 il termine, di cui all'articolo 8-ter, comma 2-bis, del decreto-legge n. 27 del 2019, per l'adozione di alcune misure previste per il contenimento della diffusione del batterio Xylella fastidiosa che consentono, in particolare, di procedere all'estirpazione degli ulivi nella zona infetta in deroga ai vincoli previsti a legislazione vigente, nonché ai produttori, previa autorizzazione del servizio fitosanitario, di produrre e commercializzare all'interno della zona infette le piante che siano esenti da patogeni e da organismi nocivi.

Il comma 3 fissa i nuovi termini per la revisione generale periodica delle macchine agricole, al fine di sostenere la continuità dell'esercizio delle attività imprenditoriali agricole garantendo il corretto impiego delle dotazioni meccaniche aziendali. In particolare, la disposizione proroga di un anno, fino al 31 dicembre 2024, il termine previsto per i mezzi immatricolati tra il 1° gennaio 1984 e il 31 dicembre 1996 e di due anni, fino al 31 dicembre 2025, quello per i mezzi immatricolati tra il 1° gennaio 1996 e il 31 dicembre 2018.

Il comma 3-bis, introdotto in sede referente, proroga agli anni 2024 e 2025 il regime di agevolazione IRPEF dei redditi dominicali e agrari dichiarati dai coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali introducendo altresì alcune specifiche limitazioni. In particolare, si prevede che per gli anni 2024 e 2025 i redditi dominicali e agrari, posseduti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali - con alcune eccezioni - concorrano, considerati congiuntamente, alla formazione del reddito complessivo nelle seguenti percentuali: fino a 10.000 euro per lo zero per cento; oltre 10.000 euro e fino a 15.000 euro, al 50 per cento; oltre 15.000 euro, al 100 per cento. I commi 3-ter e 3-quater recano la relativa copertura finanziaria.

I commi da 3-quinquies a 3-septies, inseriti durante l'esame in sede referente, prorogano, al 31 dicembre 2024 il termine per l'attuazione delle azioni previste dai Programmi dell'anno 2023 al fine di assicurare il raggiungimento degli obiettivi del Programma nazionale triennale della pesca e della acquacoltura 2022-2024. È previsto, inoltre, un incremento delle risorse a tal fine destinate per un importo pari a 4 milioni di euro per l'anno 2024.

REBECCA FRASSINI, Relatrice per la V Commissione. (Relazione – A.C. 1633-A​). Come ricordato dal collega Angelo Rossi, nella mia esposizione mi soffermerò sui contenuti del decreto-legge in esame recati dagli articoli da 14 a 20.

L'articolo 14, modificato nel corso dell'esame in sede referente, reca la proroga di termini in materia di sport. In particolare, il comma 1 proroga di sei mesi, dal 31 dicembre 2023 fino al 30 giugno 2024, il mandato del Presidente e degli altri organi in carica dell'Istituto per il credito sportivo, mentre il comma 2 proroga al 31 dicembre 2024 il termine delle attività dell'Agenzia per lo svolgimento dei Giochi olimpici invernali svoltisi a Torino nel 2006.

Il comma 2-bis, introdotto in sede referente, estende dal 30 gennaio 2024 al 31 marzo 2024 il termine entro il quale, relativamente a taluni soggetti - nello specifico, i direttori di gara e i soggetti che, indipendentemente dalla qualifica indicata dai regolamenti della disciplina sportiva di competenza, sono preposti a garantire il regolare svolgimento delle competizioni sportive, sia riguardo al rispetto delle regole, sia riguardo alla rilevazione di tempi e distanze - che operano nel settore dilettantistico possono essere effettuate, senza incorrere in alcuna sanzione, le comunicazioni al centro per l'impiego e all'interno del Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche, con esclusivo riferimento a quelle relative al periodo luglio-dicembre 2023. Il comma 2-ter differisce dal 1° ottobre 2021 al 30 giugno 2024 il termine entro il quale alcune figure professionali operanti in ambito dilettantistico, già iscritte presso il Fondo pensioni per i lavoratori dello spettacolo, hanno diritto di optare per il mantenimento del regime previdenziale già in godimento. Il comma 2-quater esclude dal campo di applicazione delle ritenute alla fonte del 20 per cento le somme versate a titolo di premio agli atleti partecipanti a manifestazioni sportive dilettantistiche, fino al 31 dicembre 2024, nei limiti dell'ammontare complessivo di 300 euro. Il comma 2-quinquies reca la relativa copertura finanziaria.

L'articolo 15, intervenendo sulla disciplina della Cabina di regia per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP), istituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri dalla legge di bilancio per il 2023, abroga il termine di sei mesi dall'entrata in vigore della suddetta legge per il completamento delle attività istruttorie volte alla ricognizione e determinazione dei LEP nelle materie suscettibili di autonomia differenziata e differisce al 31 dicembre 2024 il termine di predisposizione di uno o più schemi di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri per la determinazione dei LEP e dei correlati costi e fabbisogni standard.

L'articolo 16, nelle more dell'espletamento della procedura di gara prevista dal decreto-legge n. 198 del 2022, definisce i criteri per il riparto delle risorse in favore delle agenzie di stampa di rilevanza nazionale che, alla data del 31 dicembre 2023, risultavano titolari di un contratto stipulato con il Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri, a seguito dell'espletamento della procedura di gara per l'affidamento di servizi giornalistici e strumentali ad agenzie di stampa con rete di servizi esteri e loro diffusione all'estero, che si è svolta nel 2017. Tale disciplina, che è volta ad evitare interruzioni nell'erogazione del servizio, si applica non oltre il 30 giugno 2024. Si prevede, inoltre, che le agenzie di stampa beneficiarie del riparto siano tenute ad erogare i servizi essenziali per il Ministero per gli affari esteri e la cooperazione internazionale.

Il comma 4-bis, inserito in sede referente, eleva da settantadue a novantasei mesi il differimento dell'entrata in vigore dei termini di riduzione dei contributi per l'editoria previsti dalla legge di bilancio per il 2019.

L'articolo 17 autorizza il Commissario straordinario del Governo per gli eventi sismici del 2016 e la Struttura di missione per il coordinamento dei processi di ricostruzione e di sviluppo dei territori colpiti dal sisma del 2009 a proseguire gli interventi previsti dal Fondo nazionale complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza per la ricostruzione di tali aree, anche in deroga ai termini previsti dal cronoprogramma procedurale degli adempimenti con scadenza al 31 dicembre 2023. A tal fine, i soggetti responsabili degli interventi sono autorizzati ad assumere obbligazioni giuridicamente vincolanti di carattere pluriennale.

Il comma 1-bis, introdotto nel corso dell'esame in sede referente, proroga l'applicazione della norma transitoria di cui all'articolo 4, comma 4, primo periodo, del decreto legislativo n. 219 del 2016, per ulteriori due mandati degli organi della Camera di commercio delle Marche, specificando che per la medesima durata la giunta del medesimo ente è composta dal Presidente e da un numero di membri pari a nove.

L'articolo 17-bis, introdotto nel corso dell'esame in sede referente, proroga al 31 dicembre del 2024 il termine di scadenza dello stato di emergenza conseguente all'evento sismico che ha colpito l'area etnea in provincia di Catania.

L'articolo 17-ter, anch'esso introdotto nel corso dell'esame in sede referente, proroga l'operatività di alcune esenzioni fiscali e contributive disposte a favore delle imprese ubicate all'interno della zona franca urbana istituita nei comuni del Centro Italia colpiti dal sisma del 2016 che abbiano subito una riduzione di fatturato in conseguenza del sisma.

L'articolo 18 reca disposizioni relative a termini di competenza del Ministero del lavoro delle politiche sociali.

I commi 1 e 2 introducono modifiche che riportano al Comitato Previdenza Italia le funzioni ad oggi attribuite ad Assoprevidenza, attribuendo al predetto Comitato il contributo previsto dall'articolo 58-bis del decreto-legge n. 124 del 2019 e disciplinando le modalità di erogazione del medesimo contributo. Il successivo comma 3 sopprimere l'articolo 3-bis del decreto-legge n. 75 del 2023, che aveva, invece, attribuito le funzioni del Comitato Previdenza Italia ad Assoprevidenza.

Il comma 4 prevede che, a decorrere dal 1° gennaio 2024, le risorse, pari a 5 milioni di euro, già previste ai sensi dell'articolo 1, comma 480, della legge di bilancio 2020, per l'attività degli istituti di patronato nell'ambito del reddito di cittadinanza e della pensione di cittadinanza, attività, queste ultime, soppresse a decorrere 1° gennaio 2024, siano destinate al finanziamento delle attività svolte dai medesimi istituti di patronato ai sensi dell'articolo 4 del decreto-legge n. 48 del 2023, con riferimento alla presentazione della domanda di assegno di inclusione e alle successive verifiche periodiche, secondo le modalità ed i criteri di ripartizione definiti con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali da adottarsi entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della disposizione.

Il comma 4-bis, introdotto in sede referente, modifica una norma transitoria nell'ambito della disciplina dei contratti di lavoro dipendente a tempo determinato nel settore privato; la norma oggetto di modifica concerne uno dei presupposti di ammissibilità - cosiddette causali - di una durata dei contratti superiore a dodici mesi - e in ogni caso non superiore a ventiquattro mesi. La causale in oggetto, nella formulazione finora vigente, è costituita da esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva, individuate da atti tra datore di lavoro e dipendente stipulati entro il 30 aprile 2024; la novella di cui al comma 4-bis proroga tale termine al 31 dicembre 2024. Resta fermo che tale causale è valida solo qualora i contratti collettivi di lavoro applicati in azienda non individuino le fattispecie di ammissibilità della medesima durata in deroga.

I commi 4-ter e 4-quater, anch'essi inseriti in sede referente, modificano la disciplina transitoria che prevede un incentivo all'assunzione, da parte di enti del Terzo settore e di altri enti ad essi assimilabili, con contratto di lavoro a tempo indeterminato, di soggetti con disabilità e di età inferiore a trentacinque anni. Il comma 4-quinquies provvede alla quantificazione e alla compensazione degli effetti finanziari derivanti dal precedente comma 4-quater.

L'articolo 19, al comma 1, proroga dal 31 gennaio 2024 al 31 dicembre 2024 i termini di efficacia di alcune disposizioni previste dal decreto-legge n. 7 del 2015 in materia di garanzie funzionali e di tutela, anche processuale, del personale e delle strutture dei servizi di informazione per la sicurezza (AISI, AISE e DIS). Si prevede, pertanto, che fino a tale data: il personale dei servizi sia autorizzato a condotte previste dalla legge come reato anche in relazione ad una specifica serie di delitti con finalità di terrorismo; al personale delle Forze armate adibito alla tutela delle strutture e del personale dei servizi di informazione per la sicurezza possa essere attribuita la qualifica di ufficiale o di agente di pubblica sicurezza con funzioni di polizia di prevenzione; le identità di copertura degli addetti dei servizi di sicurezza possano essere utilizzate negli atti dei procedimenti penali dandone comunicazione all'autorità giudiziaria con modalità riservate; l'autorità giudiziaria - su richiesta dei vertici del DIS, dell'AISI e dell'AISE – autorizzi gli addetti dei servizi di informazione per la sicurezza a deporre nel processo penale con identità di copertura ove sia necessario mantenere celate le loro vere generalità nell'interesse della sicurezza dello Stato o per tutelarne l'incolumità.

Il successivo comma 2 proroga dal 31 gennaio 2024 al 31 dicembre 2024 il termine entro il quale il Presidente del Consiglio può delegare i direttori delle Agenzie d'informazione per la sicurezza interna ed esterna a svolgere colloqui investigativi con i detenuti ai fini di prevenzione del terrorismo internazionale.

L'articolo 20, infine, dispone che il decreto-legge in esame entri in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, avvenuta il 30 dicembre 2023.