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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 234 di venerdì 26 gennaio 2024

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA

La seduta comincia alle 9.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

STEFANO VACCARI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 24 gennaio 2024.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 99, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,05).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 dicembre 2023, n. 181, recante disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia e in materia di ricostruzione nei territori colpiti dagli eccezionali eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023 (A.C. 1606-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1606-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 dicembre 2023, n. 181, recante disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia e in materia di ricostruzione nei territori colpiti dagli eccezionali eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023.

Ricordo che nella seduta di ieri si è concluso l'esame degli ordini del giorno.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1606-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mauro Del Barba. Ne ha facoltà.

MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Signori del Governo, onorevoli colleghi, questo è un decreto che attiene a materie importantissime per il Paese, perché, quando parliamo di sicurezza energetica, quando parliamo di transizione energetica, quando parliamo di incentivo alle rinnovabili, e in più, quando in un provvedimento del genere inseriamo, in maniera comprensibile, nonostante la non omogeneità di materia, degli interventi per le popolazioni colpite dall'alluvione dopo il 1° maggio, naturalmente parliamo di tematiche che devono riscuotere l'attenzione di quest'Aula. Era, quindi, un decreto atteso, forse atteso troppo a lungo. Il Governo l'ha tenuto molto nei propri cassetti. Ci aspettavamo, quindi, che, oltre a contenere in maniera ovvia i provvedimenti e le misure così importanti che ho sommariamente ricordato, fosse stato rifinito in ogni suo dettaglio. Ebbene, quest'attesa non ha portato a questo risultato, che, peraltro, anche grazie a un inconsueto lavoro in Commissione, è stato perfezionato, se non raggiunto, proprio con un'inedita collaborazione tra maggioranza e opposizioni, rovinata da quell'atteggiamento - che è stato ricordato in discussione generale - proprio sul tema del commissario per i rifiuti in Sicilia. Ma questo non è l'unico inconveniente, l'unico rammarico, legato a questo provvedimento. L'inconveniente, il rammarico, attiene a ciò che manca nel provvedimento. E cos'è che manca, pur essendoci misure condivisibili, che riguardano l'incentivo per gli investimenti nelle rinnovabili, nel fotovoltaico, soprattutto laddove connessi alle imprese elettrivore, che riguardano la sicurezza degli approvvigionamenti di gas, che riguardano gli impianti di biogas liquidi, che riguardano l'off shore eolico, che riguardano tantissimi aspetti, come quello del rafforzamento delle strutture di rete che attengono allo sviluppo delle rinnovabili? Quello che manca - e che, come sempre, purtroppo, caratterizza l'azione di questo Governo - è una visione organica. Infatti, questi provvedimenti e queste misure erano, tutto sommato, nell'alveo e nella scia di quanto fatto negli anni precedenti. E fin qui siamo al solito “copia e incolla”, che, comunque, apprezziamo nelle intenzioni. Mancano, però, tutti quegli aspetti che connotano la volontà del Governo di spingersi con forza in una direzione. Qui siamo sempre di fronte a quel balletto un po' ambiguo, che, da una parte, dà e, dall'altra, prende. Ma facciamo alcuni esempi.

Per quanto attiene, ad esempio, all'articolo 4, si tratta di un articolo che già dalla rubrica è abbastanza bizzarro. Quando, infatti, ci si deve inventare un articolo che si riferisce a misure per consentire alle regioni di dare il proprio contributo per lo sviluppo delle rinnovabili e queste misure si traducono sostanzialmente in un fondo - non è nemmeno precisato bene come vada speso, si teme che, per come è scritto, debba essere limitato ai soli investimenti e, quindi, tutto sommato lega anche abbastanza le mani alle regioni stesse per fare interventi più creativi e magari legati alla spesa corrente - si capisce che, forse, dietro c'è una mancanza di capacità politica di questa maggioranza di lavorare insieme, con uno spirito di leale collaborazione, alle proprie regioni. Non è solo la rubrica che ce lo fa intuire ma è il lungo periodo durante il quale continua a protrarsi la definizione del tanto atteso decreto sulle aree idonee. Quindi, mentre nell'altro ramo del Parlamento, in maniera ancora una volta più declamata mediaticamente che sostanziale, annunciate di avere pensato un grande provvedimento per l'autonomia differenziata che, quindi, va a valorizzare i territori, dall'altra parte, su temi di rilevanza nazionale nemmeno con i territori della vostra maggioranza siete in grado di pervenire a una visione politica comune che porti il Paese a raggiungere i propri interessi. Ma, ciliegina sulla torta, proprio in quell'articolo in cui un po' goffamente cercate di raggiungere un compromesso con le vostre regioni, con le nostre regioni, cosa fate? Andate a mettere l'ennesima tassa, perché in ogni provvedimento non fate mancare una tassa. Si dice: va bene, è un provvedimento per la diffusione delle rinnovabili, anche il Governo di centrodestra si è deciso a fare quelle cose un po' coraggiose, anche delicate, come andare a tassare i fossili per disincentivarli e favorire lo sviluppo delle rinnovabili. Ma poi, guardando meglio, si dice: incredibile, cosa avete tassato? Avete tassato, con una patrimoniale importantissima di 30 euro a chilowatt, la realizzazione degli impianti fotovoltaici che il provvedimento vuole spingere. Tant'è che poi, in Commissione, il lavoro è stato chiaramente rivolto a eliminare quella tassa riguardo alla quale non si capisce come vi sia venuta in mente. È stato un modo frettoloso per cercare di mettere risorse aggiuntive nel fondo che avete dovuto mettere sul tavolo per le regioni, così maldestramente costruito.

Regioni che peraltro nel provvedimento - mentre da una parte date, dicevo, dall'altra togliete - in più punti, compreso sull'aspetto delicato del deposito unico per i rifiuti radioattivi, escludete da quello che dovrebbe essere uno scontato confronto in Conferenza delle regioni o comunque dall'espressione di un parere. Questo, come sappiamo, non solo non vi evita di mettere in evidenza le vostre contraddizioni interne ma potrebbe aprire contenziosi un domani. Pertanto, molto male perché, sebbene le misure siano condivisibili, unico motivo per cui non voteremo contro ma ci asterremo, la mancanza, l'assenza di una strategia politica, che si palesa anche in questo provvedimento, ne attenua sicuramente di gran lunga l'effetto.

C'è un altro aspetto sul quale, però, siamo perplessi rispetto a ciò che manca, è la questione delle concessioni idroelettriche. Sicuramente il tema è di rilevanza nazionale, perché le grandi concessioni idroelettriche hanno un valore strategico sia dal punto di vista energetico sia dal punto di vista della gestione idrica. Precedentemente erano presenti, nel testo di Palazzo Chigi, poi sono state tolte, poi tutta la maggioranza ha presentato gli emendamenti per rimetterle, poi sono stati bocciati. Insomma, ci siamo domandati che cosa ci fosse - domanda retorica, perché lo sappiamo benissimo - dietro questo ennesimo balletto della maggioranza. C'è la vostra opacità, c'è la vostra incapacità di decidere ma c'è anche qualcosa di più in questo caso. Non si tratta, come qualcuno ha erroneamente detto, di proroghe, anzi, la proroga è la patologia, che voi continuate a incrementare, di questo fenomeno. Si tratta di voler rendere compiute le gare con una quarta modalità che qualsiasi governatore o assessore vorrebbe per poter ampliare le valutazioni che gli stanno davanti, per poter ampliare i benefici e le ricadute sul territorio, per poter ampliare la capacità degli investimenti, per poter ampliare la pianificazione in sicurezza e ambiente. È assolutamente evidente, infatti, che l'approvazione di quell'emendamento a questo avrebbe portato, a una maggiore capacità di incidere da parte delle regioni. Ma qual è il motivo per cui voi avete fatto questo balletto? Non certo una ragione di mercato, vedi balneari, vedi ambulanti, vedi il richiamo del Presidente Mattarella. Dove c'è da fare mercato voi non ci siete. In questo caso in cui l'Europa ha chiuso la procedura di infrazione ecco che appaiono fantomatiche ragioni. Il Ministro Fitto ci dice che è per la rata del PNRR. Scusate, voi non siete quelli che battevano i pugni sul tavolo per l'interesse nazionale? Poi venite a dirci che invece quelle mani le avete tenute dietro la schiena? Fateci capire.

Per questo motivo ho presentato un'interrogazione per chiedere quali siano state le vostre interlocuzioni con l'Europa, non tanto per mettere in evidenza il solito imbarazzo che vi riguarda ma perché su un tema così importante è necessaria la trasparenza, è necessario che finalmente, al vostro interno, ma soprattutto rispetto al Paese, rispetto ai territori, rispetto alle imprese, diate una linea chiara. Altrimenti, continueremo con le proroghe, continueremo con i ricorsi, con i contenziosi, che non fanno bene al settore ma non fanno bene alla sicurezza e alla strategia nazionale. Per questi motivi, dichiaro il nostro voto di astensione sul provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Cavo. Ne ha facoltà.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Vice Ministra, il sistema economico si basa su due meccanismi: logistica ed energia. Quando uno o entrambi si inceppano, a cascata gli impatti negativi si riversano su tutte le fasi del processo economico e il peso maggiore ricade su coloro che sono già in difficoltà, famiglie e imprese. Lo abbiamo visto in questi anni in cui fattori endogeni al sistema economico hanno colpito il nucleo del sistema stesso. Mi riferisco all'approvvigionamento di materie prime, merci ed energia.

Il Governo Meloni si è insediato in una delle fasi più roventi di questo stato, ormai, di crisi permanente. Le previsioni sullo scenario economico erano decisamente infauste e oggi, invece, riscontriamo dati positivi, in termini sia macroeconomici sia occupazionali. Questo perché sin da subito si sono messi in campo tutti gli strumenti a disposizione per contrastare gli effetti dell'instabilità internazionale. In gioco non c'è soltanto la continuità delle forniture ma anche la prosecuzione del processo di riconversione ecologica che sta riguardando tutti i settori produttivi, a partire da quello energetico.

Gli obiettivi della transizione energetica sono sempre più sfidanti, ancor più nell'attuale contesto, e in questo quadro sono 3 le priorità dell'agenda politica e energetica: sicurezza degli approvvigionamenti, economicità e decarbonizzazione. Le misure messe in campo da questo provvedimento sono molteplici, puntuali e volte a ottenere un beneficio netto, immediato e nel medio e lungo periodo. Vorrei concentrarmi su 3 obiettivi nevralgici che questo provvedimento persegue: il sostegno alle imprese energivore, la transizione energetica industriale e l'impulso alle rinnovabili.

Partiamo dal settore più a rischio di delocalizzazioni e dalle conseguenti ricadute sui livelli occupazionali. Stiamo parlando dei grandi energivori, a cui sono destinate misure con la duplice filosofia di energia a prezzi calmierati a fronte di investimenti nella produzione di energia verde. È il cosiddetto electricity release, che garantisce un sostegno per gli energivori elettrici, promuovendo, al contempo, lo sviluppo di nuovi impianti da fonti rinnovabili. L'aumento dei costi energetici sui grandi energivori pesa fortemente sulla competitività di filiere strategiche legate al made in Italy che dobbiamo preservare.

Il sostegno alla ripresa economica rappresenta un obiettivo primario del Governo, anche rafforzando la sicurezza dell'approvvigionamento di gas naturale, sia attraverso misure per l'incremento della produzione nazionale di gas sia mediante la dichiarazione della strategicità delle opere e delle infrastrutture volte a realizzare nuovi impianti di rigassificazione in terraferma. Da segnalare, inoltre, che è stato raddoppiato il finanziamento per il Fondo per la transizione energetica del settore industriale, al fine di sostenere la competitività delle nostre imprese nei settori maggiormente esposti al rischio di rilocalizzazioni.

Passiamo al secondo obiettivo di questo provvedimento, lo sviluppo della produzione delle fonti rinnovabili: si è scelto di farlo con concretezza e pragmatismo, puntando a traguardi raggiungibili e realistici. È solo con scelte chiare e misure puntuali che si può mettere in atto una transizione sostenibile per l'ambiente, per l'economia e per la società.

Sono previste diverse misure di snellimento delle procedure, anche frutto di una specifica proposta emendativa sottoscritta dal nostro gruppo, in particolare a prima firma dell'onorevole Brambilla, in merito a procedimenti di valutazione di impatto ambientale. Coerentemente con quanto previsto dal regolamento europeo, si consente, in particolare, la proroga del periodo di efficacia delle semplificazioni in materia di VIA per l'autorizzazione di impianti da fonti rinnovabili di stoccaggio; si elevano le soglie di potenza sotto le quali i progetti fotovoltaici non sono soggetti a VIA e possono essere realizzati mediante procedura abilitativa semplificata; si prevede, inoltre, l'introduzione di un nuovo meccanismo di sostegno per la promozione di investimenti in capacità di produzione energetica elettrica rinnovabile: non si incentivano più i singoli impianti, ma unità di potenza prodotte dagli impianti.

Allo scopo di favorire lo sviluppo sostenibile del territorio, il decreto reca poi diverse disposizioni volte a incentivare le regioni nella promozione del processo di decarbonizzazione: viene istituito un Fondo di 200 milioni di euro annui nello stato di previsione del MASE, finanziato da una quota dei proventi delle aste delle quote di emissione di anidride carbonica per coprire le finalità di compensazione dell'equilibrio ambientale territoriale e accelerare così il processo autorizzativo regionale.

Durante l'esame in Commissione è stato eliminato il contributo annuo precedentemente previsto a carico degli operatori titolari di impianti green di potenza superiore ai 20 kilowatt, al fine di evitare ostacoli alla realizzazione di tali impianti, anche a seguito delle misure adottate in sede di legge di bilancio. Si tratta di una misura frutto anche di una proposta di Noi Moderati, analoga a quella di altri gruppi, che ha trovato un'ampia condivisione durante l'esame in Commissione.

Un'opportunità interessante soprattutto per il Mezzogiorno è lo sviluppo della filiera di produzione di energia eolica da impianti flottanti in mare: a questo scopo si prevede un sistema di promozione di specifici investimenti proprio nel Sud del Paese, nel testo modificato in sede referente in Commissione si prevede l'individuazione in almeno due porti del Mezzogiorno di aree demaniali marittime da destinare alla realizzazione di un polo strategico nazionale nel settore della progettazione di piattaforme galleggianti e delle infrastrutture elettriche funzionali allo sviluppo della cantieristica navale per la produzione di energia eolica in mare.

Si interviene finalmente nel settore delle concessioni geotermoelettriche, questione rientrante nella materia di legislazione concorrente, promuovendo nuovi investimenti, con l'obiettivo di valorizzare lo sfruttamento di tale risorsa geotermica, che costituisce una peculiarità nel nostro contesto nazionale.

Si è discusso molto, inoltre, della fine del mercato tutelato: con il provvedimento in oggetto si fa in modo che sia una fine accompagnata, innanzitutto stanziando, all'articolo 14, un milione di euro nel 2024 per lo svolgimento di campagne informative sulla cessazione del servizio di maggior tutela nel settore elettrico; questo per evitare aumenti ingiustificati dei prezzi e alterazione delle condizioni di fornitura di energia elettrica in esito alle procedure competitive per l'assegnazione del servizio a tutele graduali per clienti domestici senza fornitore di energia elettrica. L'obiettivo, inoltre, è quello di assicurare un'adeguata informazione dei clienti domestici, inclusi i clienti vulnerabili, in ordine alle conseguenze derivanti dalla cessazione del servizio di maggior tutela e dall'avvio del servizio a tutele graduali. Si prevede inoltre che il servizio riservato ai clienti vulnerabili sia erogato da operatori individuati tramite procedure competitive, alle condizioni stabilite da ARERA, e che l'approvvigionamento centralizzato dell'energia elettrica all'ingrosso sia affidato ad Acquirente Unico. Il comma 4 prevede che le imprese esercenti il servizio di maggior tutela continuino ad avvalersi dei servizi dei contact center sino all'aggiudicazione del servizio di vulnerabilità, con la garanzia di una continuità occupazionale per gli operatori dei call center.

In rappresentanza di Noi Moderati, in Commissione abbiamo avuto modo di partecipare attivamente ai lavori, proponendo anche modifiche al testo, nel tentativo di contribuire a migliorarlo e abbiamo ottenuto - come accennato - alcune semplificazioni alle procedure autorizzative, interventi di modifica, ad esempio per il rifacimento di impianti di energia eolica e solare; un emendamento riformulato dell'onorevole Bicchielli intervenuto sul sistema off shore; un ordine del giorno approvato questa notte, accettato dal Governo, per l'attivazione per misure di incentivazione di fonti rinnovabili di energia nel settore appunto eolico off shore.

Un altro settore a cui abbiamo voluto prestare attenzione è quello marittimo portuale, fra i più strategici del nostro Paese, che svolge un ruolo chiave per lo sviluppo economico, il turismo e la competitività sul piano internazionale: in Italia sono presenti oltre 12.600 imprese della filiera dei trasporti marittimi, in crescita dell'8 per cento rispetto a 10 anni fa. Non sono passati gli emendamenti presentati, bloccati da una direttiva europea, ma sono passati due ordini del giorno che impegnano il Governo a valutare l'opportunità di intraprendere ogni iniziativa utile proprio in sede europea al fine di inserire le aziende del settore marittimo portuale all'interno degli elenchi delle imprese a forte consumo di energia, oggetto di regimi tariffari speciali e l'avvio di un dialogo in sede europea al fine di incentivare gli accordi tra i soggetti in ambito demaniale per la realizzazione dei progetti di cold ironing. Siamo soddisfatti di aver accettato questo impegno da parte del Governo, perché queste rappresentano due questioni fondamentali per il settore e il processo di decarbonizzazione. Da parte nostra, non calerà l'attenzione su questi temi e sulle esigenze delle imprese, che svolgono un ruolo essenziale nel processo di transizione energetica.

Prende corpo una strategia nazionale pragmatica, che non insegue sogni non raggiungibili, ma obiettivi realistici, offre risposte a quei settori produttivi impegnati nel percorso di decarbonizzazione e alle imprese a forte consumo di energia elettrica e gas, senza tralasciare l'interesse dei territori e dei cittadini.

Nel sottolineare come questo provvedimento rispecchi pienamente la linea di maggioranza, dichiaro il voto favorevole del gruppo di Noi Moderati (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Angelo Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente e signora Vice Ministra. Nonostante i numeri di questi ultimi tre anni abbiano indicato una strada chiara e precisa da intraprendere per costruire l'autonomia energetica, o, meglio, la sovranità energetica, il Governo Meloni, il vostro Governo, che tanto parla di sovranità e di made in Italy, ha deciso di ipotecare alla dipendenza dalle fonti fossili per i prossimi decenni il futuro dell'Italia dal punto di vista energetico. Sono i numeri, signora Vice Ministra, che parlano del vostro fallimento e di una strategia che spiegherò in che direzione va. Nel 2021, il consumo di gas nel nostro Paese è stato di 76 miliardi di metri cubi, nel 2022 è sceso a 68, nel 2023 - ancora non c'è l'ultimo dato del mese di dicembre - è presumibile che si assesti intorno ai 61 o 62 miliardi di metri cubi. Quindi, in due anni c'è stata una riduzione quasi del 20 per cento dei consumi di gas, nel nostro Paese. Mentre - sempre nel 2022 - abbiamo esportato gas per 4 miliardi, il 2023 si chiuderà con un'esportazione di gas di 3 miliardi di metri cubi.

Nonostante questi dati, voi avete deciso, con questo decreto, di trivellare i nostri mari, il golfo di Venezia, Napoli, Sorrento, le Egadi, sapendo che di gas non ne abbiamo - leggete i dati sul sito del suo Ministero, quindi che lei conosce -: i giacimenti, quelli certi e probabili, sono pari a 79 miliardi di metri cubi, che sono praticamente pari a un anno, o poco più di fabbisogno del nostro Paese. Nonostante questi numeri, volete trivellare, realizzare nuovi rigassificatori, gasdotti e il centro di stoccaggio della CO2 a Ravenna, un'opera megagalattica, di mezzo miliardo di metri cubi di gas: in nessuna parte del mondo è stata mai realizzata una cosa di questo genere.

Quindi, queste politiche sono forme pericolose che sabotano gli impegni climatici. Questa dipendenza dalle fonti fossili che state costruendo non ha solo l'obiettivo di fermare le politiche sul clima ma di continuare a garantire iperprofitti alle lobby energetiche che, in poco meno di tre anni, hanno incassato 70 miliardi di euro. Sono utili, non sono incassati perché stanno scritti nei bilanci. Non so se avete mai letto Bertolt Brecht. Scrisse: Tebe, dalle sette porte, chi la costruì? Babilonia, distrutta tante volte, chi la riedificò? Ebbene nel nostro Paese ci sono questi colossi che hanno ottenuto questi profitti per la loro bravura? No, con i soldi dei pensionati e delle famiglie italiane e delle piccole imprese. Di questo vi accusiamo. Avete rinunciato ad incassare le tasse sugli extraprofitti per circa 8 miliardi di euro, non essendoci alcun atto giurisdizionale che dicesse: no, non dovete incassare. Avete fatto un grande favore alle lobby energetiche ma vedete, dopo l'invasione russa dell'Ucraina, oggi è la crisi del Mar Rosso a compromettere la sicurezza energetica dell'Italia. Proprio da Bab el-Mandeb, dal Canale di Suez transita una buona parte della diversificazione energetica del nostro Paese o, meglio, del gas e delle fonti fossili. Quella rotta oggi è a rischio per i continui attacchi degli Houthi, la fazione yemenita vicina all'Iran e ad Hamas rinforzata dalla guerra a Gaza. Circa un terzo del nostro approvvigionamento di gas e petrolio si trova oggi nel mirino degli Houthi e questo perché la diversificazione italiana, in risposta all'invasione russa dell'Ucraina, non ha puntato sulle energie rinnovabili ma si è limitata a cambiare fornitore di gas e petrolio, ignorando i rischi ambientali e geopolitici connessi. Sul Qatar Meloni ieri ha accusato noi e il collega Fratoianni di non dire parole chiare contro Hamas, ma voi avete fatto contratti trasformando il Qatar nel secondo fornitore di gas liquido e di gas dopo l'Algeria. Pensate che capolavoro, il grande finanziatore di Hamas! E voi date lezioni a noi su come prendere le distanze da Hamas (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Il nuovo rapporto dell'Agenzia internazionale dell'energia documenta che nel 2023 il mondo ha raggiunto il 50 per cento in più di capacità rinnovabile rispetto all'anno precedente, dando gambe alla transizione ecologica. In Italia, invece, il dato è fermo al 19 per cento dell'energia primaria, mentre nei primi 11 mesi del 2023 sono entrati in esercizio impianti per 4,9 gigawatt, mentre dovremmo fare più 12 gigawatt l'anno. Parlate del nucleare - in quest'Aula abbiamo i massimi esperti del nucleare - ma qualcuno ci vuole spiegare, in quest'Aula, da Forza Italia alla Lega ma anche i colleghi di Azione, quanto costerà questo nucleare? Lo volete spiegare? Lo volete dire agli italiani? Quanto pensate di voler spendere? Ebbene, da questo punto di vista diamo dei dati e i dati sono inequivocabili: un gigawatt di nucleare costa 10-11 miliardi di euro. Se dovessimo attuare i programmi che hanno in testa Forza Italia ma anche Azione di Calenda, vale a dire installare 40 gigawatt, dovremmo stare tra i 400 e i 450 miliardi di euro. Che intenzioni avete? Avete intenzione di rimettere le mani nelle tasche degli italiani e, quindi, di costruire una politica energetica monopolistica dal punto di vista dei profitti e non invece diffusa dal punto di vista della democrazia che consenta di abbassare il costo dell'energia e di affrontare il cambio climatico? È qui il tema vero, centrale, oggi, della questione energetica. Non ci raccontate le balle che noi siamo quelli che non vogliono portare l'energia nel nostro Paese e che dipendiamo dall'estero perché voi, da un lato, avete costruito un modello che ci fa dipendere dalle fonti fossili e, dall'altro, pensate all'energia nucleare come alla soluzione di problemi che non siete in grado di risolvere. Avete presentato un emendamento sul tema del sito di stoccaggio delle scorie radioattive che è incredibile. Avete scritto - e lo avete fatto passare - di riaprire la graduatoria fatta dall'ISPRA per l'individuazione, accettando le autocandidature, anche superando le problematicità tecniche e scientifiche. Scusate, non avete un po' di vergogna a sfidare la scienza? Se gli scienziati e i tecnici vi dicono che quelli sono i criteri, come potete voi sostituirvi ai tecnici e alla scienza per accontentare qualche sindaco che spera di prendersi diversi milioni di euro? Questo è il tema che oggi si pone con grande forza.

Vedete, il tema dell'energia, che voi non affrontate con questo decreto, è fondamentale. Lo ripeto, voi pensate di trivellare, realizzare gasdotti e rigassificatori e ipotecare il futuro dell'Italia facendolo dipendere dalle fonti fossili e i profitti delle grandi lobby energetiche aumentano. È chiaro che l'ENI e Descalzi con il piano Mattei vogliono questo, perché il futuro del gas è un futuro che aumenta i profitti di queste lobby. Però, c'è un particolare, un particolare relativo ai numeri e, se ci fosse un'informazione in questo Paese, anche attraverso la TV generalista del servizio pubblico totalmente sdraiata sul Governo, ci sarebbero dati che farebbero aprire gli occhi al Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). I dati quali sono? Sono che in quest'anno il settore delle energie rinnovabili, ad esempio, nel settore del Nord ha raggiunto punte verso il basso di 13,03 euro a megawattora mentre oggi il gas, che sta al punto più basso, sta a 30 euro, e questa sarebbe una questione tale da portare il prezzo a meno della metà. Voi volete puntare, invece, sul nucleare - guardo e immagino i colleghi che invece propongono il nucleare - quando, ad esempio, a Hinkley Point in Inghilterra il prezzo è stato fissato a 120 euro a megawattora. I numeri sono i numeri, ma vi interessano i numeri? Voi volete in questa maniera mettere le mani nelle tasche degli italiani, perché l'operazione del nucleare e delle fonti fossili è la costruzione di un modello energetico che mette il controllo nell'energia nelle mani di pochi e costringe famiglie e imprese a essere assoggettati a una politica dei prezzi che è determinata da questi monopoli (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Oggi noi dobbiamo costruire una democrazia diffusa che consenta a ognuno di noi e alle famiglie di essere autoproduttori e autoconsumatori ed essere liberi dalla schiavitù di chi ha costretto e ha portato alle povertà energetiche. Ci sono piccole e medie imprese che nell'anno passato sono state costrette ad affrontare il dilemma di dire: il mio fatturato è minore della bolletta energetica; che faccio, licenzio o cassa integrazione? Ecco, questo è il vero punto che abbiamo di fronte.

C'è poi la vergogna di quanto avete fatto in Sicilia con questa norma sugli inceneritori, ma tanto non passerà e abbiamo già pronta la lettera a Dombrovskis che fermerà quel finanziamento, perché voi non potete usare i fondi di sviluppo e coesione e dare quasi un miliardo di euro a chi non è in grado di costruire politiche virtuose sui rifiuti (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Verrà bloccato quel finanziamento. Mi dispiace, colleghi di Forza Italia, ma dovete dire a Schifani che deve fare un piano sui rifiuti e che non arriveranno quei soldi, siatene certi. Siete i fondamentalisti del gas, i guardiani dei profitti delle lobby energetiche e state compromettendo l'economia futura del nostro Paese con danni climatici e con gli extracosti energetici che pagano gli italiani. È un vero furto di futuro (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Benzoni. Ne ha facoltà.

FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Cerco di articolare la posizione del nostro gruppo nelle tre diverse ragioni del nostro voto su questo importante provvedimento. La prima, non banale, è quella del metodo. Siamo partiti bene, con molto tempo a disposizione, con l'approccio corretto anche di disponibilità nei confronti delle opposizioni su un provvedimento, come il decreto energia, che attendevamo da tanto tempo. Siamo invece finiti in quella Commissione notturna a mandare un po' al diavolo il lavoro fatto in queste settimane, con oltre 800 emendamenti, di maggioranza e opposizione, 90 audizioni, decine di contributi scritti per questo provvedimento che, ancora una volta, mischia tanti provvedimenti differenti. Quindi, dal punto di vista del metodo non possiamo che contestarlo.

Arrivo, invece, al merito, perché come sempre il nostro partito affronta le tematiche come queste in maniera molto organica e con un approccio molto pragmatico. Quando parliamo di aiuti alle imprese e al sistema produttivo, quando parliamo di incentivi, quando parliamo di facilitare le opere pubbliche, Azione c'è e ci sarà. Lo abbbiamo fatto anche con i nostri emendamenti. Alcuni - ringrazio la Vice Ministra Gava - sono stati accolti per un tentativo di miglioramento di quel provvedimento. Quando si parla di agevolare le imprese energivore noi ci siamo, perché sappiamo le difficoltà del sistema produttivo e sappiamo quanto è importante stare al loro fianco. Quando si incentiva l'autoproduzione noi ci siamo e vi diamo ragione, perché è un passo fondamentale per raggiungere gli obiettivi che abbiamo.

Quando inseriamo nuovi metodi per le rinnovabili - penso agli incentivi sull'eolico off shore, su cui c'è stato un grande lavoro in Commissione - questo trova il nostro accoglimento. Ma c'è la terza ragione per cui oggi ci approcciamo a questo provvedimento, che è quella della visione strategica. Noi vediamo un provvedimento che insegue un po' i fatti, insegue un po' gli accadimenti e che non programma, che non ha una visione del futuro e che non sta immaginando il futuro energetico del nostro Paese; è una somma di interventi scoordinati, che non ha in testa gli obiettivi; sono due: il 2030 e il 2050. Perché parlare di sicurezza energetica - ed è il titolo di questo provvedimento - vuol dire garantire la fornitura di energia elettrica a tutti i nostri concittadini a un prezzo ragionevole ed ecco che, conoscendo i nostri obiettivi - al 2030, il 55 per cento in meno di anidride carbonica e, al 2050, un obiettivo ben più ambizioso - e sapendo qual è la situazione attuale, con il rischio anche delle riserve energetiche pari a zero, al netto, delle importazioni, parlare di sicurezza energetica vuol dire mettere davvero in sicurezza questo Paese. Il modo più sbagliato per farlo, a nostro avviso, è vedere la transizione ecologica in maniera ideologica. Ieri sera, alcune forze hanno definito questa maggioranza “terrapiattista” nei confronti dell'approccio energetico. Io penso che alcune di queste forze vivano un po' sulla Luna e guardino, come fossero astronauti, quello che sta accadendo, perché anche le parole di Bonelli, che mi hanno preceduto poco fa, raccontano i trent'anni di politica energetica che ci hanno portato, oggi, a essere in emergenza energetica (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe), ci raccontano quella politica energetica dell'ambientalismo spinto, che ci ha portato alla crisi energetica degli anni passati, ci portano a raccontare di quelle politiche energetiche svolte da altri Governi che ci hanno fatto dipendere dalla Russia e, quindi, hanno messo in difficoltà il nostro Paese.

Allora, non c'è qualcuno, in quest'Aula, che sia meno ambientalista di qualcun altro; tutti abbiamo un obiettivo, che è raggiungere gli obiettivi prefissati per il 2050 e, quindi, non c'è qualcuno che possa dare lezioni a qualcun altro. Noi pensiamo solo che non vadano presi in giro gli italiani e che, quindi, quegli obiettivi debbano essere raggiunti attraverso un percorso di sostenibilità e attraverso un percorso credibile e di fatti. Allora, per far questo ci sono tanti problemi che, secondo noi, questo provvedimento non prende in considerazione, per esempio, sulle energie rinnovabili: non c'è una pianificazione di quelle che sono le energie rinnovabili in questo momento, andiamo dietro alle centinaia di richieste di nuovi impianti, senza una strategia, anche di contingentamento di zona. Dobbiamo raccontare che possiamo installare tutti i gigawattora che vogliamo in Sicilia, ma se poi non abbiamo la rete per trasportare l'energia, questa non servirà al Nord e, quindi, serve anche un piano strategico di diffusione di questi investimenti, soprattutto al Nord, nonostante abbiano, lo sappiamo, un efficientamento, soprattutto sul solare, inferiore al Sud, ma che garantiscono, però, quella copertura. E lo facciamo dal punto di vista di tanti obiettivi, perché quello che chi ragiona con l'ideologia non ci racconta è che se il piano che ad oggi ci viene illustrato andasse tutto a frutto, quindi, con l'installazione di tutte quelle rinnovabili che immaginiamo - e tutti sappiamo la difficoltà di raggiungere quell'obiettivo -, le interconnessioni tra le regioni, cioè il potenziamento della rete che è necessario per farle, e anche quegli 80 gigawattora di accumuli previsti nel piano, noi sappiamo che, nonostante questo, potremmo andare in difficoltà rispetto alla sicurezza energetica, perché tutto ciò non basterà per rispondere. Infatti, dobbiamo raccontare agli italiani che, attraverso questa visione ideologica, se ci fossero 4 giorni di pioggia e 4 giorni senza vento, avremmo un sistema di accumulo che può rispondere per 6 o 8 ore e saremmo dipendenti, ancora una volta, dalle importazioni straniere e in difficoltà rispetto al mondo.

Allora, quali sono le due strade per farlo? Nel medio termine, occorre continuare a incentivare sulle rinnovabili, ma, allo stesso tempo, guardare con attenzione al sistema del gas - e in questo provvedimento lo facciamo - per rispondere alle esigenze e mettere in sicurezza il nostro Paese. E, nel lungo periodo, c'è solo una cosa da fare, inserire nel mix energetico il nucleare che è un'energia pulita; e stupisce che, chi oggi la contrasta, non abbia il coraggio di dire che è l'energia più pulita che esista e che è l'unico sistema per avere energia pulita e, allo stesso tempo, garantire la sicurezza energetica. Perché non raccontare che le rinnovabili hanno tanti pregi, ma anche tanti difetti, che sono quelli della fluttuazione delle energie rinnovabili e della contemporaneità con cui vengono prodotte e del fatto che i sistemi di accumulo, che peraltro sono tutti di tecnologia ben extraeuropea - e, quindi, stiamo facendo un regalo di 80 miliardi, non al nostro sistema produttivo, ma ad altri -, non possono garantire le risposte di cui oggi il nostro sistema ha bisogno, ecco, questo è prendere in giro i nostri concittadini e noi su questo vogliamo fare una grande battaglia.

Concludo con il tema del nucleare. Ne parliamo perché qualche Ministro autocandida la sua città ad avere una centrale nucleare e, poi, qualcun altro fa un passo indietro. A Trino, un sindaco ha avuto il coraggio di autocandidare il suo comune, un coraggio politico molto importante - forse pagherà anche politicamente per quell'atto di coraggio -, e lo fa anche nella consapevolezza che stiamo parlando da decenni di trovare finalmente un deposito di stoccaggio delle scorie nucleari definitivo, ma dimentichiamo di raccontare che oggi quelle scorie esistono già e già si trovano in depositi temporanei, molti dei quali si trovano nella zona di Trino. Allora, quel sindaco ha fatto un atto di coraggio e ha detto anche: sappiamo che se individueremo qui un'area di stoccaggio definitiva, metterò maggiormente in sicurezza i miei concittadini, rispetto alla situazione attuale. È un grande atto di lungimiranza politica. Ecco, noi chiediamo anche a lei, Ministro, un atto di lungimiranza; diamo una svolta e facciamo partire il processo del nucleare, perché il 2030 è qui, il 2050 è parimenti vicino e prima partiamo, prima non rischiamo di arrivare, come oggi, in ritardo, ascoltando politiche energetiche ideologiche.

Concludo, con l'ultimo tema, perché ci avete bocciato un emendamento, prima, e poi, ieri, un ordine del giorno, che riguarda Terna. Terna è sia il proprietario della rete e il gestore della rete sia la società che ha il ruolo di operatore di sistema, e questo, secondo noi, è un problema molto importante, rispetto allo sviluppo e alla strategia energetica del nostro Paese, perché c'è un evidente conflitto di interessi, fra chi fa la strategia, rispetto alla gestione della rete, e chi la applica. Sappiamo bene che, se costruisce più accumulatori, ha un guadagno e una redditività con quell'investimento rispetto ad altri e, quindi, il conflitto di interessi fra controllore e controllato, fra chi fa la pianificazione e chi ha un interesse in quello che poi costruisce, è evidente. Il sistema inglese ci insegna la separazione tra chi fa la strategia sulla rete e chi la applica, la possiede e ne fa la gestione. Noi su questo vorremmo che lei aprisse un dibattito e un ragionamento, perché così avremmo un'importante visione strategica che serve, affinché non ci sia in conflitto di interessi tra chi pianifica e chi attua.

Ecco, per tutte queste ragioni, perché condividiamo parte di quei provvedimenti, ma, allo stesso tempo, manca secondo noi un grande atto di coraggio, annuncio il voto di astensione del gruppo di Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Luca Squeri. Ne ha facoltà.

LUCA SQUERI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Stiamo parlando di un provvedimento che, a mio avviso, rispetto al grande tema dell'energia e della sicurezza energetica, rappresenta uno dei passaggi più significativi che sono stati fatti, e ne sono stati fatti tanti. Faccio proprio un elenco dei temi toccati: rinnovabili, biogas, biometano, bioliquidi, biomasse, geotermico, acque reflue, rifiuti, semplificazione delle procedure, attenzione alle aziende energivore, estrazione del gas, stoccaggio della CO2, infrastrutture elettriche, fine vita dei pannelli fotovoltaici, passaggio dal mercato tutelato alla tutela graduale, sono tutti temi che danno il senso di come questo provvedimento abbia veramente fatto un passo avanti importante, rispetto all'esigenza che il nostro Paese ha di affrontare la sfida - che io davvero definisco titanica - della decarbonizzazione.

Nei fatti, è un provvedimento che è nato con 20 articoli e ne sono stati aggiunti addirittura 16, per cui io devo fare un plauso al Ministero, a tutta la sua struttura e al Ministro in primis, che hanno dato la possibilità, davvero, non a parole, di far sì che il Parlamento potesse dare un contributo concreto. Lo ripeto, sono stati aggiunti 16 nuovi articoli a questo provvedimento e presentate decine di emendamenti che sono andati a cogliere le istanze, le tante istanze, che ogni giorno noi riceviamo dalle aziende.

Sui temi specifici, sentiamo tante accuse; a mio avviso, tra l'altro, ognuno gioca il proprio ruolo: l'opposizione veramente ha portato avanti un elenco di critiche molto forti, secondo me proprio perché vede che questo provvedimento ha la sua efficacia. Il gas: il gas è fondamentale per la transizione energetica, il gas - lo dice l'Europa - è un vettore fondamentale. Ricordiamoci che il traguardo del 2050 non è oggi, non è domani, al 2050 dobbiamo arrivarci. Ricordo che, attualmente, il fossile rappresenta l'80 per cento della produzione energetica del nostro Paese, le rinnovabili rappresentano il 20 per cento e ogni Paese ha la sua transizione energetica. Come X Commissione, siamo stati in missione in Norvegia e abbiamo visto un Paese incredibile, da questo punto di vista: abbiamo visto auto elettriche (ne hanno 9 su 10), abbiamo visto quanto veramente siano indipendenti dal punto di vista del fossile. Però, quale è la situazione della Norvegia? Loro sono 5 milioni e noi siamo 60 milioni, loro hanno 3 milioni di autovetture, noi ne abbiamo 40 milioni, loro hanno 1.500 dighe con l'idrico, noi ne abbiamo 500, loro hanno un fondo sovrano grazie alle estrazioni di gas e petrolio che vendono all'estero, noi abbiamo un debito sovrano con cui, certamente, non possiamo fare quello che fa la Norvegia. Dunque, la sintesi di quel viaggio quale è stata? Grande Paese, invidiabile, inimitabile. Cioè, noi quello che la Norvegia fa per la transizione non possiamo farlo, perché siamo in Italia, abbiamo altre opportunità, altre ricchezze da sfruttare.

Detto questo - poi tornerò, nel finale, a parlare del nucleare -, ciò nonostante, la Norvegia sta pensando di aprire centrali nucleari. Evidentemente, sono scemi per qualcuno che pensa che il nucleare sia un grande bluff, per noi, certamente, non è così. Anche questo aspetto, poi, di vedere il nucleare in contrapposizione con le rinnovabili è uno sbaglio clamoroso. Noi sappiamo chi furono i primi nemici del nucleare: furono le aziende petrolifere, che vedevano, giustamente, il nucleare come il grande antagonista della possibilità di impossessarsi, a livello geopolitico, del sistema energetico, tant'è che le prime grandi associazioni ambientaliste - il Sierra Club, Amici della Terra, Greenpeace -, guarda caso, sono state, e sono ancora finanziate, dalle aziende petrolifere. Ve lo dice qualcuno che lavora nel mondo del petrolio, per cui io, che lavoro nel mondo del petrolio, dico: il più grande nemico del nucleare sono i petrolieri. Il nucleare è complementare alle energie rinnovabili: come facciamo a sostituire l'intermittenza delle rinnovabili, del sole e del vento? In un anno, ci sono 8.760 ore, mediamente, in Italia, il vento funziona per 2.000 ore, il sole per 1.400 ore. E nelle altre 6.000 ore, l'energia con cosa la facciamo? Ecco perché è indispensabile per decarbonizzare - e noi vogliamo farlo per davvero, noi vogliamo arrivare al traguardo del 2050 con la decarbonizzazione -, ecco perché, se si vuole fare per davvero e non a chiacchiere, per sostituire il petrolio abbiamo quello che tutto il mondo riconosce, l'Europa stessa. Nella COP28, recentemente svoltasi, i Paesi amici, i Paesi con cui noi dialoghiamo, con cui noi facciamo sistema hanno detto che, al 2050, dobbiamo triplicare quello che attualmente il nucleare sta facendo. Sono tutti scemi? In Europa chi è che non fa il nucleare? Purtroppo anche la Germania, come noi. Siamo stati zavorrati dall'incidente di Fukushima. Noi, con il Governo Berlusconi, lo avevamo già pensato. Pensate un po', se non ci fosse stato quell'incidente, a quest'ora avremmo già le centrali nucleari funzionanti. C'è stato quell'incidente e la Germania ha cominciato questo processo di dismissione delle centrali nucleari, che proprio da poco ha compiuto. Quale è la notizia? Che il Partito Popolare tedesco ha cambiato idea e speriamo che, a giugno, il prossimo giugno, in Europa ci sia un risveglio da questo punto di vista e, dunque, ci sia la possibilità di andare tutti, in maniera convinta, in maniera sinergica, verso il risultato di una decarbonizzazione che sia fatta, ripeto, non a chiacchiere, ma per davvero.

Parlando anche di altro, tante critiche ho sentito sul fatto che il Ministro ha pubblicato, finalmente, dopo 40 anni, l'elenco dei siti. È una colpa? Secondo me, è l'esatto contrario, dopo 40 anni, abbiamo un Governo che ha avuto il coraggio di pubblicare l'elenco dei siti dove dobbiamo avere - questa non è una scelta politica, è un vincolo che il Paese ha nei confronti dell'Europa - un deposito dei rifiuti nucleari. Anche se non si facesse, come adesso è, dobbiamo averlo. Finalmente, ripeto, dopo 40 anni, questo Governo ha avuto la capacità e il coraggio di pubblicare. Non solo, ha aggiunto anche un sistema che ha già dato i suoi frutti, cioè quello delle autocandidature - sappiamo quanto sia difficile vincere l'effetto NIMBY, per cui, sì, dobbiamo farlo, ma non qui - e, addirittura, con questa nuova procedura delle autocandidature, abbiamo un comune. Complimenti al sindaco, che ha avuto il coraggio, evidentemente è un sindaco che conosce la materia, visto che nel suo comune c'è già una realtà radioattiva e la chiusura dell'impianto di Trino Vercellese è lì a dimostrarlo e ha capito come coniugare il pragmatismo al realismo, sapendo che, ormai, le tecniche sono sicure. Avete mai sentito parlare di problemi, nel mondo, per i depositi di rifiuti radioattivi? No, eppure, purtroppo, c'è una certa posizione che alimenta il terrore, pensando che vogliamo portare sfaceli e disastri in Italia. Mi manca un minuto, Presidente?

PRESIDENTE. Quaranta secondi.

LUCA SQUERI (FI-PPE). Mamma mia, come scorre il tempo. Vado alla chiusura. Io devo fare, ripeto, i complimenti al Ministro, alla sua struttura, a tutti i suoi collaboratori, perché, con questo decreto, si è fatto un passo davvero concreto verso il difficile compito della decarbonizzazione, che noi, sia chiaro a tutti, vogliamo sia fatto in questo modo: l'implementazione al massimo di tutte le energie rinnovabili - apro una parentesi, il solare e il fotovoltaico adesso rappresentano il 4 per cento: se li raddoppiamo arriviamo all'8 per cento, se li quadruplichiamo arriviamo al 16 per cento, ne abbiamo di strada da fare, questo insieme al nucleare. L'ordine del giorno approvato, con l'impegno che il Governo prende di istituire l'Autorità per la sicurezza nucleare, va in questa direzione. Ciò sapendo che il fossile - il gas, soprattutto - è un vettore fondamentale che non si può chiudere oggi, ma che ci dovrà accompagnare fino al 2050. Per cui, noi votiamo convintamente questo decreto, perché fa il bene del Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ilaria Fontana. Ne ha facoltà.

ILARIA FONTANA (M5S). Grazie, Presidente. Io sono anche contenta di vedere il Ministro Pichetto Fratin in Aula, è un'apparizione che ci fa piacere, visto che in tutti i provvedimenti che facciamo in Commissione ambiente, in Commissione attività produttive e in Aula non è mai presente. Quindi, sono felice e approfitto della sua attenzione anche per raccontare al Ministro - tramite lei, Presidente - l'iter che abbiamo fatto con questo decreto.

Vado prima nel metodo e, poi, ovviamente, non mancherà il merito. Io non so se il Ministro sappia effettivamente come si è svolto l'iter del decreto Energia-bis, un decreto che, lo ricordiamo, viene licenziato quasi subito dopo un decreto Energia. Evidentemente, il Governo si è reso conto che non era assolutamente sufficiente e, quindi, ha dovuto di nuovo mettere mano sulla stessa materia. Tuttavia, ci troviamo di fronte a un decreto omnibus.

Come sempre, vengono inserite norme un po' a caso, né la decretazione d'urgenza né, tantomeno, i temi che si leggono, anche solo leggendo l'indice dell'articolato, sono coerenti almeno verso una politica energetica che, invece, si dovrebbe attuare in Italia. Quindi, noi partiamo da un articolo 1, da un articolo 2 che cambia, dall'articolo 11 sul deposito e così via. Insomma, ci avete fatto determinate sorprese e poi la sorpresa, ovviamente, con gli emendamenti dei relatori, però poi su questo arriverò.

Approfitto anche della presenza del Ministro proprio per ricordare come abbiamo lavorato: abbiamo fatto tantissime audizioni in Commissione, abbiamo ascoltato le realtà ambientaliste, il comparto produttivo e tutti hanno iniziato a raccontare, secondo loro, il provvedimento, denunciando criticità e gravi mancanze che erano presenti. Poi ci siamo ritrovati a dover affrontare una scadenza di emendamenti sotto il periodo natalizio e in legge di bilancio. Ovviamente, stavamo tutti lavorando ed è solo per raccontare la maniera convulsa con cui abbiamo dovuto lavorare. Durante l'esame della legge di bilancio è arrivato il “pacco di Natale”, che, però, era per i cittadini, visto che voi di bollette non vi siete proprio occupati. Abbiamo presentato emendamenti e poi sono arrivati 800 emendamenti con nostra grande sorpresa, perché - e non è un gioco delle parti; tramite lei, rispondo anche al collega - noi non pensiamo che questo decreto sia pieno di cose e, quindi, lo critichiamo e denunciamo le criticità. No, noi lo critichiamo perché ci rendiamo conto che ha solo criticità, che è cosa ben diversa. Dunque, quando ci siamo resi conto che la maggioranza aveva depositato più o meno 400 emendamenti, quanto quelli dell'opposizione, abbiamo detto: allora, forse per la prima volta possiamo fare una lotta comune anche con la maggioranza, perché è evidente che questo decreto ha delle criticità, perché poi è di questo che si parla, perché altrimenti non venivano neanche spiegati gli oltre 100 emendamenti di Fratelli d'Italia, nonché gli emendamenti anche della Lega e di Forza Italia, che, in maniera orizzontale e più o meno equa, hanno appunto depositato emendamenti, cosa che rientra nella nostra funzione. Quindi, ben venga il dibattito parlamentare e su questo sono proprio sincera.

Dunque, abbiamo detto: meno male che almeno possiamo lavorare in maniera serena con la maggioranza perché ci sono criticità, altrimenti, Ministro, la sua maggioranza non avrebbe depositato 400 emendamenti. Probabilmente ne avrebbe depositati in numero limitato, però in tale circostanza ci siamo resi conto che erano troppi questi emendamenti. Allora, ci è stato chiesto di segnalarli e, quindi, da 800, dopo aver tolto tutti gli inammissibili, che, devo dire la verità, erano anche un numero corposo (forse più di 100), siamo arrivati a un numero di emendamenti pari a 180, più o meno, dei quali metà erano dell'opposizione e l'altra metà della maggioranza. Questo anche per farvi vedere l'equità degli emendamenti, ma non è stato un regalo dell'opposizione ed è avvenuto solo perché avevamo numeri di emendamenti identici. Quindi, abbiamo iniziato, come opposizioni, a lavorare in maniera collaborativa e costruttiva sui segnalati, proprio perché si pensava di poter lavorare in Commissione nel merito di ciascun emendamento. Perciò abbiamo fatto le nostre segnalazioni e noi, come MoVimento 5 Stelle, avevamo circa 25 emendamenti e li abbiamo scelti in maniera assolutamente non ostruzionistica, ma erano tutti sul merito e andavano, per noi, a risolvere alcune criticità. Inoltre, noi eravamo aperti, nel dibattito parlamentare, anche a riformulazioni e a mediazioni, dato che anche questo fa parte della politica, anche se su determinate cose il MoVimento non farà mai, mai passi indietro. Una volta che, quindi, abbiamo ottenuto tutti questi segnalati, iniziamo a lavorare sugli emendamenti. Da lì in poi, però, scopriamo che - attenzione - questa maggioranza viene silenziata, perché di fatto cosa succede? Su una novantina di emendamenti della maggioranza a volte addirittura i relatori si sbagliavano nel dare i pareri e ritiravano, loro stessi, gli emendamenti dei colleghi e i colleghi iniziavano a ritirare gli emendamenti senza neanche discuterli, in modo che sono rimasti pochissimi emendamenti della stessa maggioranza, per non parlare dei nostri che, voto dopo voto e parere dopo parere, ci siamo resi conto che venivano bocciati, probabilmente per il nome e cognome che portavano. E nonostante il Governo sia stato sempre presente nelle Commissioni, la presenza di un Ministro in Commissione, con un provvedimento così importante e così pieno di misure, così come avete detto e così come lo avete difeso, sarebbe stata molto importante; invece, del Ministro non abbiamo assolutamente visto neanche l'ombra. Una volta che siamo in Commissione e siamo partiti con la votazione degli emendamenti, cosa succede? Vengono bocciati la maggior parte dei nostri emendamenti e le cose che passano sono irrisorie, a parte, ovviamente, l'emendamento sulla tassa. Ieri, qualche collega della maggioranza ha anche ripreso il fatto che noi abbiamo sostenuto che è una tassa dicendo: no, è un contributo. Ditemi voi la differenza, perché poi qui tra tasse e contributi, noi facciamo una questione di semantica. È una tassa, punto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Vi siete resi conto che avete fatto una sciocchezza e l'avete cambiata, smentendo voi stessi, perché vi siete resi conto che, contributo o tassa - chiamiamola come volete -, quello era: era una tassa che noi facevamo per le rinnovabili, che teoricamente dovrebbero essere incentivate e questo giusto per dare una linea su quella che dovrebbe essere la policy energetica che dovrebbe avere questo Governo.

Poi, però, segnalo una cosa che è successa in Commissione, anche qui nella modalità e non nel merito, perché abbiamo avuto tempi contingentati. L'opposizione non ha detto una parola. Abbiamo aspettato i tempi del Governo, i tempi del MEF, i tempi dei relatori, i tempi delle riunioni di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); abbiamo aspettato per ore e ore in silenzio, seduti. Noi abbiamo passato questo decreto ad aspettare, perché noi eravamo pronti; il problema è che non era pronto il Governo, né era pronto il MEF. Queste sono cose che, purtroppo, in ogni provvedimento succedono, ma così si rallenta il dibattito parlamentare, perché è inconcepibile che ogni volta che c'è un decreto si lavora solo negli ultimi 5 minuti della scadenza del mandato al relatore per far passare di tutto e di più, che poi sono tutte cose che sono irricevibili per la maggioranza, secondo me, ma, soprattutto, per l'opposizione. C'è stato un blitz notturno, ma anche qui io voglio che sia messo a verbale in quest'Aula, perché quello che è successo veramente è impensabile. Noi abbiamo lavorato a un emendamento del relatore anche su un tema divisivo, importante e delicato, quale la gestione e la pianificazione dei rifiuti nella regione Sicilia, che per quanto sia divisivo - e ovviamente per noi è un abominio - avevamo, però, i tempi parlamentari per poter discutere almeno i subemendamenti. La mattina c'è stato dato un emendamento a firma dei relatori e poi alle 9, dopo 12 ore, il MEF si è reso conto che quell'emendamento non aveva le coperture. Guarda un po': un emendamento del relatore che non ha coperture. Qui siamo proprio all'incompetenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Siete inadeguati, perché un emendamento del relatore dovrebbe avere il nullaosta del MEF. Io mi aspetto che un emendamento dell'opposizione non riceva il parere del MEF, ma con un tale emendamento del relatore stiamo proprio giocando al gioco dell'oca. Purtroppo, però, poi ci rimettono i cittadini, perché noi stiamo parlando di tasse che vengono aumentate, di bollette che non vengono assolutamente abbassate: è di questo che stiamo parlando.

Poi, nel pieno della notte, con la stanchezza di tutti, perché, per carità, è umana, dopo aver letto l'emendamento riformulato - e anche in quel caso uffici chiusi, legislativi che non avevamo - ci impegniamo e presentiamo i subemendamenti, in tempi contingentati e convulsi che neanche vi sto a raccontare. Eppure, alle ore 23 abbiamo fatto, come opposizioni, il nostro lavoro veramente nel silenzio, perché anche lì abbiamo pensato che almeno sui subemendamenti ci avremmo potuto lavorare. Dunque, abbiamo iniziato a parlare verso le 23,40 e a mezzanotte e un quarto - senza averci detto del mandato al relatore - i presidenti ci informano che avevamo solo 15 minuti di tempo e che stava a noi scegliere come passare questi 15 minuti. Quindi, è come se uno sceglie di andare al mare oppure stare in Commissione e fare il proprio dovere! Guardate un po'! Noi abbiamo scelto di discutere comunque i subemendamenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché è nostro dovere farlo nei confronti di chi ci ha eletto, perché noi rappresentiamo i cittadini e l'autorevolezza che voi cercate di avere…

PRESIDENTE. Onorevole, concluda.

ILARIA FONTANA (M5S). …non l'avete, Presidente, perché essere autorevoli - e concludo - vuol dire prendersi le responsabilità. Io qui vedo solo un modo autoritario di governare e questo è sbagliato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! L'autorevolezza ci dà la consapevolezza di scegliere per il bene dei cittadini e del comparto produttivo. Su questo decreto non l'avete fatto e, quindi, sta a noi non votarlo, ovviamente. Voi avete provato a silenziarci nelle Commissioni e ponendo la fiducia, ma noi continueremo, anche attraverso i nostri colleghi, a denunciare questo decreto, che per noi è irricevibile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fede. Ne ha facoltà.

GIORGIO FEDE (M5S). Grazie, Presidente. Oggi, anzi, ogni giorno pensiamo che sia l'ora più buia, perché vediamo come questo Governo e questa maggioranza avanzano fra arroganza e incompetenza - chiedo scusa ma è il giudizio politico che non posso esimermi dal dare - su scelte che sono fondamentali per la nostra Nazione. Quando parliamo di energia, sappiamo che la cronaca e il racconto della storia italiana sono fatti di una serie di mancanze e di fallimenti, in cui l'Italia non ha mai saputo trovare una sua via per arrivare ad un'autonomia energetica. È una storia lunga che parte da quando la tecnologia non ci offriva gli strumenti. Indubbiamente, viviamo in una Nazione che non ha nel sottosuolo, come qualcuno vuol raccontare e far credere, ampie ricchezze e giacimenti di petrolio e la storia del gas italiano è un po' una farsa, insomma, ma abbiamo fatto bene ad usare quello che è un elemento indispensabile per il bouquet energetico. Tuttavia, oggi abbiamo di fronte a noi autostrade di opportunità e di scelte. Queste vie si chiamano rinnovabili. Sono le nuove strade che la tecnologia ci ha messo a disposizione e noi diventiamo, in Europa, una Nazione che ha disponibilità della materia prima, cioè sole e risorse ambientali. Siamo una Nazione che dovrebbe stare al primo posto in Europa per la sua posizione geografica meravigliosa e per questa opportunità che noi dovremmo avere più di altri. Eppure, ci troviamo costantemente ad essere il fanalino di coda dell'Europa. La Germania avanza ed è leader della produzione elettrica rinnovabile, mentre l'Italia è all'ultimo posto. Abbiamo installato, nei primi nove mesi del 2023, 4 gigawatt di rinnovabili, la Germania 12. Qualsiasi persona di buonsenso avrebbe capito che sarebbe bastato copiare, laddove non c'è la capacità di pensare o di inventare. Ciò nonostante, in questo provvedimento - che ha anche un bizzarro nome che parla di sicurezza energetica - si continua con questa cronaca, volgare secondo me, di questo Governo che va verso tutte le direzioni tranne le uniche verso cui dovremmo andare. Quindi, si parla di nucleare, si parla di stoccaggio di CO2, si parla di tornare a trivellare, e non si capisce il senso di quella che dovrebbe essere la nostra mission. Oltretutto, l'attualità politica, che innegabilmente lega le leggi dell'energia e delle risorse disponibili con la geopolitica, ci ha fatto capire già che la strada di rifornirci esclusivamente da chi ha questo potere - perché di potere si tratta - di gestire le energie fossili e imporre i mercati a quei boccaloni che le prendono impone, dopo, a quelle Nazioni di essere dipendenti. Non è bastata l'esperienza del conflitto Russia-Ucraina, in cui abbiamo visto come un hub del gas, un condotto, il Nord Stream, è stato sabotato, chiaramente perché i primi obiettivi sabotabili sono quelli che forniscono al Paese le risorse da cui si è dipendenti. L'unica risorsa che non è sabotabile è il sole, sta lì e, tolto Verne che mandò un razzo sulla Luna, non abbiamo mai visto nessuno che potesse attaccare il sole. Quindi, anche i patrioti a cui è caro il tema della difesa potrebbero arrivarci, guardando quella vignetta di qualche anno fa. Ciò nonostante, abbiamo perso la risorsa del Nord Stream, perché la politica, la geopolitica, la difesa, quella interpretata male, ha tolto questa energia e siamo andati avanti col cercare altri fornitori, altri dipendenti, altri spacciatori di una risorsa che non c'è. Allora arriviamo allo scenario mediorientale - guarda caso, alle volte il destino è beffardo e con questo Governo, forse, si sta accanendo e un po' alla volta lo capiranno anche gli italiani - e scatta il conflitto Israele-Palestina. Di conseguenza, vi è la reazione del popolo Houthi verso i convogli di navi che vanno nel Mar Rosso e il Qatar blocca quei rigassificatori che sono stati indicati come la scelta per il futuro. Quindi, prima ancora che partano già sono bocciati dalla storia, sono bocciati dagli eventi. E allora, perché si continua a fare male a questa Nazione? Forse, per tutelare gli interessi di poche persone e mettere in difficoltà tutti i cittadini perché non c'è un cittadino che non riceva bimestralmente una bolletta e quella bolletta sarà l'arma che colpirà le famiglie e le imprese italiane. Infatti, è lì che ci saranno tutti gli aumenti dovuti a queste scelte scellerate. Il primo consisterà, semplicemente e banalmente, nell'aumento dell'IVA. Quindi, in un momento in cui bisognava sostenere il mercato, che andrà verso un aumento di spese, voi mettete gli italiani in ginocchio, con bollette che saranno destinate ad aumentare per l'aumento dell'IVA, per il passaggio al libero mercato e per una serie di circostanze che metteranno in difficoltà i nostri concittadini italiani. Noi che cosa dobbiamo fare, qui, se non tutelare i nostri concittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? O dobbiamo pensare veramente a poche imprese che finanziano la politica e hanno questo tipo di favori? Quando diremo basta a questa modalità di agire? Una politica condizionata! Noi, devo dire, abbiamo fatto di tutto. Lo diceva prima la collega Fontana, che ringrazio, con la collega Pavanelli e tutte le persone che sono qui intorno a me, intorno a noi e intorno agli italiani per difendere l'ambiente, per difendere l'economia, per difendere la nostra Nazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Perché la nostra Nazione ha l'opportunità di rinascere, nonostante le scelte scellerate negli anni, ma si continuano a perseguire quelle ricette e, d'altronde, chi è al Governo oggi c'era dieci anni fa e se avesse avuto le capacità di dare soluzioni saremmo stati meglio. Se siamo qui oggi, non abbiamo una buona prospettiva per il futuro con questo tipo di Governo.

Quindi, il lavoro, il lavoro che dobbiamo fare noi come legislatori. È stato profuso un impegno senza risparmio in Commissione: 800 emendamenti, è stato ricordato da tutti, di cui 400 della maggioranza, a conferma che i dubbi non li abbiamo solamente noi che stiamo dall'altra parte ma sono interni. Ciò nonostante, sono stati tutti cassati. È stata una discussione, devo dire e devo ricordare, avendola vissuta in prima persona, imbarazzante in Commissione, così come l'atteggiamento dei presidenti. Capisco che ciascuno di noi ha un ruolo, però c'è un savoir faire, c'è un modo istituzionale di rispetto e questo rispetto è mancato. La Commissione ha smentito il Governo, la maggioranza, i Ministeri, lo dicevamo prima. Si è infilato di tutto, addirittura si continuano a dare soldi, sprecandoli, del FSC, dei Fondi europei: 800 milioni a Schifani per gestire quello che la Sicilia, con quattro mandati di governo regionale di destra, non ha saputo mai fare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E scatta l'emergenza, perché questa è la politica delle emergenze. Qui si va sempre a mettere, prima, in difficoltà la nostra Nazione, le nostre regioni, i nostri territori e, poi, scatta la necessità di cacciare soldi mai visti prima, sottratti allo sviluppo, perché queste regioni debbono crescere potenziando la viabilità e le infrastrutture. Invece, si va a spendere su rigassificatori, su linee, su impianti che non servono, se non per danneggiare la nostra Nazione. Quindi, davvero, questa è stata una farsa, lo dobbiamo ricordare, che è partita, addirittura, con una proposta blasfema. C'è un provvedimento che, nel 2024, parla di energia ed era partito con la tassazione delle rinnovabili, proprio un'inversione a “U” rispetto alla tendenza verso cui il mondo - lo dicevamo prima, l'hanno ricordato anche altri colleghi - sta spingendo. Noi non riusciamo, anzi, non è che non riusciamo, perché sarebbe ingiusto, voi non volete portare allo sviluppo questa Nazione. Siete legati alle dipendenze di pochi poteri. Far diventare l'Italia un hub del gas è la prosecuzione di un'azione già avvenuta. Dobbiamo anche ricordare che sul mondo delle energie rinnovabili, che dà un grande potere di moltiplicazione degli investimenti e del lavoro, noi siamo leader. Io parlo, noi parliamo con le aziende italiane che si vergognano di come siamo rappresentati, di come ci sia una discontinuità che non consente di progredire. Le nostre aziende sono apprezzate all'estero, si propongono con progetti innovativi, elettrificano in maniera green l'Africa e gli Stati Uniti d'America. Io ho un caro amico della mia città che lavora in questo settore ed è apprezzato all'estero. Queste aziende non trovano uno sbocco e un sostegno da parte del loro Governo e della loro Nazione, e questa è davvero una vergogna. Noi dovevamo incentivare, in questo provvedimento, l'eccellente filiera italiana, persone, ingegneri, aziende e imprese che sono forti innovatori, che sono in grado di sviluppare progetti apprezzati all'estero ma non trovano, all'interno del nostro apparato legislativo e delle nostre scelte, quelle soluzioni per poter lavorare a casa loro, per far progredire la loro Nazione, per dare beneficio ai loro concittadini.

PRESIDENTE. Deve concludere.

GIORGIO FEDE (M5S). Quindi, Presidente - vado a concludere - oggi, veramente, c'è l'ennesima e, purtroppo, sono convinto, non l'ultima delusione di questo Governo che bada a pochi e non dà tutela ai tanti, ai cittadini che ci hanno votato e che vi hanno votato. Dalle persone avete preso i voti, dalle lobby avete preso i soldi e gli interessi. Quindi, vergognatevi. Noi daremo convintamente il nostro voto contrario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Prima di passare oltre, salutiamo le ragazze e i ragazzi del liceo scientifico Sciascia Fermi, di Sant'Agata di Militello, in provincia di Messina. Grazie di essere qui (Applausi).

Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Rotelli. Però, chiedo scusa, siamo in fase di dichiarazioni di voto.

MAURO ROTELLI (FDI). Sì, mi scusi, Presidente, ma ho capito bene quello che abbiamo sentito nell'ultimo intervento del collega Fede? Abbiamo preso i soldi dalle lobby, abbiamo capito bene? Se possiamo avere, per cortesia, lo stenografico, perché potrebbe essere importante.

PRESIDENTE. Le facciamo avere lo stenografico.

MAURO ROTELLI (FDI). A me sembra un po' fuori dalle righe, e voglio essere delicato.

PRESIDENTE. Onorevole Rotelli, le facciamo avere lo stenografico appena possibile.

Ha chiesto di parlare la deputata L'Abbate. Ne ha facoltà.

PATTY L'ABBATE (M5S). Presidente, grazie. Penso che un sogno così non ritorni mai più: ve la ricordate questa frase? La cantava un mio concittadino, essendo di Polignano a Mare. Questa mattina mi veniva in mente questa frase, ma mi veniva in un altro modo: spero che un incubo così non ritorni mai più (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), questo mi veniva in mente, questa mattina. Forse perché abbiamo fatto la nottata, ero stanca, quindi mi sono svegliata con questa frase.

Allora voglio articolarla, perché mi è venuta in mente? Perché questo provvedimento è un incubo, perché ogni provvedimento e azione che fino a oggi questo Governo ha portato avanti in quest'Aula è un incubo. Volete chiederlo, non a noi, magari si dice “lo dite voi del MoVimento 5 Stelle”, vogliamo chiederlo ai cittadini? Volete chiedere agli esodati del superbonus se è un incubo quello che sta accadendo? Volete chiedere a chi è in fila e cerca di avere magari una posizione per riuscire a fare una TAC, per riuscire ad avere una visita medica? Volete chiederlo ai pensionati che non arrivano a fine mese? Volete chiederlo ai commercianti che chiudono le serrande per le tasse elevate, abbiamo sentito per l'IVA, per il costo delle bollette? Chiedetelo anche ai cittadini delle Murge pugliesi, perché c'è la possibilità che anche il deposito di scorie, che è chiaro che dobbiamo fare in Italia, possa arrivare in quello che è un parco praticamente che dovrebbe diventare patrimonio UNESCO. Potete chiederlo anche ai lavoratori dell'Ilva e al loro indotto, che non hanno risposte da questo Governo. Potete chiederlo ai siciliani, perché il loro fondo di sviluppo e coesione sarà utilizzato per un ponte o per costruire inceneritori e discariche di rifiuti speciali, perché, come abbiamo detto ieri, non chiudete il ciclo, i rifiuti non spariscono perché li bruciamo. La termodinamica ci dice che ci sono i fumi con diossine, PCB, cose che sono cancerogene, e poi ci sono le scorie. Il 22 per cento non scompare, sono scorie, e serviranno delle discariche che verranno fatte lì, vicino alle case dei cittadini, vicino all'inceneritore.

Per questo il MoVimento 5 Stelle non dà la fiducia a un Governo che non ascolta i cittadini, non ascolta le imprese, non ascolta le famiglie. Noi non voteremo mai a favore di un decreto che sperpera il denaro dei cittadini per danneggiare la loro salute e la resilienza del loro territorio. Non voteremo mai a favore di questo decreto, che è un incubo, che assicura lunga vita solamente al carbone, al petrolio e al gas, questo fa, solo quello! Lunga vita, insomma, anche questa forse era una frase di un comico che adesso non ripeto, ma mi sono vista molto simile a lui in questo momento. Non voteremo a favore delle trivelle, che danneggiano l'ambiente, e anche la risorsa pesca, quindi praticamente danneggiano una parte della nostra economia, perché molte regioni, come la Puglia, la Sicilia, la Calabria, vivono anche di pesca. Se andate a leggere una serie di report scientifici, vedete cosa avviene nel momento in cui ci sono piattaforme dove purtroppo si estrae del gas in mare, quello che accade quindi poi alla pesca. Non voteremo a favore di una tecnologia, che avete inserito, obsoleta, la cattura e lo stoccaggio della CO2, che, ripetiamolo ai cittadini a casa, cittadini, la pagherete voi, perché è scritto, in questo decreto, che verranno sussidiate, e quindi aumentano i sussidi ambientalmente dannosi, quando l'Europa ci ha detto, e noi nel Piano nazionale di ripresa e resilienza abbiamo inserito, che nel 2026 dobbiamo diminuirle, perché altrimenti andremo in infrazione. Quindi, vogliamo far capire a chi è anche a casa e anche ai nostri ragazzi che erano qui presenti in Aula cosa sta accadendo. Sulle spalle dei cittadini stanno arrivando un sacco di pesi e tasse che pagheranno loro. Loro pagheranno per le imprese che hanno deciso di continuare a utilizzare il gas, perché questo Governo glielo sta permettendo. Quindi, dovranno emettere la CO2 in atmosfera, perché utilizzano il gas, che poi sarà messa nel sottosuolo. Noi cittadini pagheremo, perché la dobbiamo mettere nel sottosuolo, poi pagheremo di nuovo perché i SAD sono aumentati, aumentano i sussidi a queste fonti fossili, andremo in infrazione e i cittadini pagheranno anche l'infrazione all'Europa.

Per questo è un incubo, qui ci sembra di vivere un incubo. Anche l'altra sera, i colleghi vi hanno detto quello che è accaduto in Commissione. Ma non è possibile che si chieda qualcosa e veniamo zittiti, non è possibile, perché voi non state zittendo noi, dicendo “voi siete l'opposizione, decidiamo noi”. Voi state mettendo in silenzio i cittadini italiani, perché noi siamo qui a rappresentare loro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Se noi parliamo, parliamo perché li rappresentiamo, e quindi voi state dicendo “zitti, cittadini italiani, perché qui, in questo Governo, decidiamo noi quello che si deve fare e delle regole che ci sono non ci interessa assolutamente nulla”!

E poi ve ne hanno parlato tutti, ma lo ripetiamo, perché forse non è chiaro l'ossimoro, cioè non è chiaro come un decreto che doveva chiamarsi di sicurezza energetica, e quindi per aumentare e migliorare le fonti rinnovabili, lo facciamo pro fonti rinnovabili perché Giorgia Meloni lo ha detto anche alla COP28, dobbiamo triplicare le fonti rinnovabili, lo ha detto lei, perché c'è un report chiaro che dice che solo questo dobbiamo fare per raggiungere gli obiettivi nel 2050 del Green New Deal, i 17 goal per lo sviluppo sostenibile.

Ma, grazie a Dio, di queste cose ormai anche la maggioranza ne parla, ma ne parla per slogan, perché qui avete tassato le rinnovabili. Certo, perché non c'è più? Solo perché è arrivato l'emendamento del MoVimento 5 Stelle e di tutte le altre forze politiche; forse perché finalmente, giustamente, le imprese hanno detto: ma cosa stanno facendo in Parlamento? Si sono fatte sentire e sono arrivate le loro voci, ma ascoltatele più spesso. È da una vita che vi chiedono un piano industriale, ma qui, dall'inizio di questa legislatura, ho visto solamente quando volevamo fare la caccia ai cinghiali nei parchi di Roma. Ma ve lo ricordate? Una cosa assurda, dovevamo andare con i fucili liberi nei parchi di Roma. Poi abbiamo deciso di chiudere la bocca ai ragazzi, adesso so che sta arrivando anche un altro decreto per gli influencer. Ma, secondo voi, ai cittadini italiani che cosa importa degli influencer (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Ai cittadini italiani interessa che alla fine del mese non arrivino bollette salate! Agli italiani interessa il fatto che non arriveranno sulla loro bolletta anche i costi, che volete fare, del nucleare, dei CCS, del gas, che comunque finanzieranno loro, finanzieremo noi, perché anche noi siamo cittadini!

Per questo, ripeto, questo è un incubo, mi sono svegliata stamattina e ho detto “sono ancora nell'incubo”. Ma i cittadini capiranno e faranno in modo che questo incubo non continui a ripetersi, perché ne dobbiamo uscire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Appendino. Ne ha facoltà.

CHIARA APPENDINO (M5S). Grazie, Presidente. Lo ammetto, quando ho letto, nel titolo di questo decreto, “disposizioni urgenti per la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia” ho pensato: finalmente, una l'hanno azzeccata. Non so se avete presente quel proverbio, abbastanza conosciuto, si usa anche spesso, che esiste l'eccezione che conferma la regola. Ho pensato che questa è l'eccezione che conferma la regola, perché di porcate ne abbiamo viste tantissime e adesso magari ne arriva una buona. E allora, con un pochino - poca, lo ammetto - di fiducia, guardo, apro, anzi, prima di aprire il decreto, mi illudo. Mi illudo perché da un decreto con questo titolo cosa mi aspetto? Mi aspetto che ci siano investimenti sulle rinnovabili, cioè che un Governo serio abbia capito che il nostro futuro deve dipendere, sia economicamente sia per la tutela del nostro Paese, dalle fonti rinnovabili, e certamente non da quelle fossili. Mi aspetto che in un decreto con quel titolo ci sia la tutela del nostro territorio, che è fragile. Ma lo vogliamo capire che abbiamo un problema enorme nel nostro territorio, anziché ritrovarci sempre qui, purtroppo, a compiangere vite che sono scomparse, a dover ricostruire? Lo vogliamo capire? Avreste dovuto capirlo, in un decreto di questo tipo. Mi immaginavo un decreto che investisse sulla transizione ecologica. Ma vogliamo capire - Ministro, mi rivolgo a lei - che le transizioni non si fermano, i cambiamenti non si fermano?

Ci sono due modi per approcciarli: si può cercare di mettere un muro, che voi state provando a mettere, essere travolti dall'onda del cambiamento, oppure governare il processo, perché governare il processo significa minimizzare i rischi e massimizzare i benefìci. Invece, di tutto ciò, non c'è nulla in questo decreto.

Mi aspettavo un decreto che tutelasse i nostri mari, che sono un patrimonio, sono la biodiversità, di cui dobbiamo farci forza, sono un'economia importante. Mi aspettavo un decreto che capisse che il rifiuto può essere una risorsa: il rifiuto, o non lo generi, ma se lo generi, lo devi recuperare, perché vuol dire creare posti di lavoro e creare nuove filiere. Poi, appunto, ho aperto il documento, ho sfogliato le pagine e ci ho trovato l'esatto opposto, Presidente. Ho trovato - poi per fortuna è scomparsa, grazie al lavoro dei nostri colleghi nelle varie Commissioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), a tutela degli italiani - una scriteriata imposta sugli impianti rinnovabili, che lei, Ministro, giustificava con la necessità di reperire risorse da investire in un imprecisato piano per favorire la decarbonizzazione. Mi segua, Ministro: è come se, per finanziare un piano antialcolismo, avesse proposto di tassare l'acqua minerale, cioè la credibilità è esattamente la stessa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Poi cosa troviamo? Un miliardo per due nuovi inceneritori in Sicilia, che nulla c'entrano con la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, io francamente non riesco a capire il nesso logico; la conferma di un Fondo da 30 milioni di euro all'anno a favore dei rigassificatori dal 2024 al 2043, che vuol dire legarci, mani e piedi, per decenni a una risorsa dalla quale, in teoria, dovremmo svincolarci; troviamo misure per lo stoccaggio della CO2, che è una tecnologia costosissima e sconsigliata a livello nazionale e internazionale. Peraltro, non avete prorogato il mercato tutelato, esponendo ai prezzi di mercato 10 milioni di cittadini, che già fanno non poca fatica a arrivare a fine mese a causa della vostra inerzia sui mutui, a causa dell'inflazione - altro che carrello tricolore - e a causa del fatto che non capite che cosa succede fuori da questo palazzo: le persone non ce la fanno più. Ma non finisce qui: in questo decreto andate avanti sulle nuove trivelle, le incentivate proprio. Allora, la mia memoria è tornata indietro: evidentemente, sono finiti i tempi in cui Salvini andava in giro con quella fantastica felpa di ordinanza: “Stop trivelle. Vota sì”. Diceva: “Io vado a votare sì a quel famoso referendum” - cito Salvini, lo leggo perché non vorrei sbagliare qualche virgola o qualche parola, perché veramente è un ricordo che ormai abbiamo dimenticato - “Io vado a votare sì e spero che siano in tanti a farlo, perché il nostro petrolio è la nostra ricchezza, è il nostro paesaggio, l'agricoltura, il turismo, il mare, la pesca e non qualche buco nell'acqua”. Ma non solo c'era il Ministro Salvini, era anche d'accordo - perché almeno a parole sono d'accordo, poi nei fatti spesso vediamo che litigano anche adesso che sono al Governo - con lui Giorgia Meloni, che cito testualmente: “Rivolgo un appello ai cittadini: non fate passare sottotraccia un referendum molto importante per la qualità del nostro ambiente e la difesa del nostro mare. Andiamo a votare “sì” al referendum, per dire basta alle trivellazioni, basta all'inquinamento del nostro mare e basta a un Governo ipocrita e servo dei poteri forti che sta affamando il popolo italiano per fare gli interessi di amici e parenti” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ma forse pensava a se stessa nel futuro? Secondo me stava parlando a se stessa nel futuro. Erano ideologicamente contrari nel 2016 e sono concretamente favorevoli nel 2024; erano contro i poteri forti nel 2016 e rappresentanti di interessi corporativi delle lobby più potenti nel 2024 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Complimenti!

Del resto, l'ipocrisia di questo Governo ormai, dopo 16 mesi, non dovrebbe stupirci. Questo è un Governo che ormai ci ha assuefatto alle giravolte, ne ricordo qualcuna, perché non basterebbero i minuti, Presidente: dovevate eliminare le accise sulla benzina e avete tolto lo sconto sulle accise; dovevate superare la legge Fornero e l'avete peggiorata; dovevate confermare Opzione donna e l'avete tolta; dovevate tutelare la casa e avete tassato la casa; dovevate ridurre le tasse e avete introdotto due miliardi di nuove tasse. Io, se mi guardassi allo specchio, al vostro posto, un po' mi vergognerei, ma siccome la vergogna poi nel tempo diventa un qualcosa che mette in difficoltà tutti, allora ormai non ci sono solo le giravolte, non c'è solo la vergogna, si è passati alle menzogne. Questo è un Governo che ormai, in modo sistematico, mente, mente per provare a nascondere i reali fallimenti. È è successo ieri - tra l'altro è una cosa gravissima - sulla pelle delle persone più in difficoltà del nostro Paese. La Ministra Calderone annuncia, in conferenza stampa, il pagamento dell'assegno di inclusione a 450.000 nuclei familiari. Cosa succede poche ore dopo? Interviene l'INPS, che comunica le cifre ufficiali e dice che sono 287.000 le persone, cioè - vorrei che fosse chiaro a chi ci ascolta -, prima tagliate 2 miliardi alle persone in difficoltà, eliminate il reddito di cittadinanza per motivi prettamente ideologici, non fate funzionare le politiche attive sul lavoro, lasciate 400.000 nuclei a casa e poi mentite pure, non vi assumete la responsabilità sulla pelle di queste persone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Ma non c'è solo la Ministra Calderone che mente. Abbiamo visto sul MES - non ci ritorno qui, perché c'è un giurì che farà sicuramente il suo lavoro -, una Presidente del Consiglio che, in quest'Aula, ha mentito, mentendo così di fronte a tanti italiani, infangando il presidente Conte e il MoVimento 5 Stelle e di questo risponderà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Ma non finisce qui: questa maggioranza e questo Governo mentono su un qualcosa su cui francamente non bisognerebbe mentire. In un Paese in cui le liste d'attesa sono infinite, gli ospedali sono al collasso, la gente muore di malasanità, voi avete il coraggio di mentire anche sulla sanità, avete il coraggio di mentire anche sulla pelle di chi non riesce a curarsi, perché state trasformando il diritto alla salute in un bene di lusso per chi ha i soldi, continuando a finanziare il privato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Voi definanziate il sistema sanitario pubblico - è inutile che andiate in giro nei salotti televisivi e in quest'Aula a riempirvi la bocca con i finanziamenti alla sanità -, avete rimandato gli investimenti di 2 anni sulle sale, sulle TAC, sulle risonanze magnetiche, avete speso l'1 per cento dei soldi del PNRR sulla sanità, avete rinegoziato e rivisto al ribasso quel PNRR, togliendo posti in terapia intensiva, case di comunità, ospedali di territorio. Ma come potete riempirvi la bocca con la sanità pubblica, quando la state devastando e lo farete ancora di più con l'autonomia differenziata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Basta! Non è dignitoso!

Per non parlare dell'ultima menzogna che voglio citare in questo intervento - e vado a chiusura -quella che abbiamo sentito dalla Presidente sul nuovo Patto di stabilità. Allora, capisco che quando ti prendi una trona in Europa e subisci le scelte della Francia e della Germania e ti definisci patriota in Italia, un po' ti vergogni - lo capisco -, però non si può mentire: è inutile che la Presidente venga qui in Aula a farfugliare numeri e a parlare di 35 miliardi in più da spendere per sanità, pensioni e scuola! Sono menzogne! L'unica verità è che dovrete tagliare 12 miliardi di euro all'anno! L'unica verità sono i tagli che avete già fatto sulle pensioni, sulla spesa pubblica, sulla sanità e sulle scuole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Allora, Presidente e chiudo: io non mi stupisco più di nulla, noi non ci stupiamo più di nulla. Abbiamo visto le giravolte, abbiamo visto le menzogne, vediamo i danni che fate agli italiani e qui c'è semplicemente la conferma di quello che siete a distanza di 16 mesi. Questo Paese merita di più ed è per questo che voteremo contrariamente. Non solo voteremo contrariamente a questo decreto, ma continueremo a fare quelle battaglie di verità nell'interesse della collettività, anche al di fuori di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Enrico Cappelletti. Ne ha facoltà.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Grazie, Presidente. Rappresentanti del Governo e gentili colleghi e colleghe, anticipo già il nostro voto contrario - lo ribadisco - a questo provvedimento. La ragione di questo voto contrario, fondamentalmente, è sostanziale, cioè riguarda il merito del provvedimento, ma ci sono anche vizi formali e spesso anche la forma è sostanza e vale la pena di richiamarli, anche perché sono vizi veramente significativi e importanti.

Abbiamo detto e ripetuto - è già stato detto dai colleghi - che sono stati presentati su questo provvedimento oltre 400 emendamenti solo dalla maggioranza.

Ebbene, il quattrocentounesimo - se mi passa il termine - è quello relativo ai due inceneritori che verranno costruiti in Sicilia. Ebbene, volevo ricordare a me stesso e all'Aula la pertinenza dell'inserimento dell'incenerimento dei rifiuti in un decreto-legge che ha per titolo Disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia e in materia di ricostruzione dei territori colpiti dalle alluvioni. Ma che c'azzeccano gli inceneritori, direbbe qualcuno. Hanno a che fare con la sicurezza energetica? Hanno a che fare con le fonti rinnovabili? Hanno a che fare con il sostegno alle imprese? Forse, a qualche impresa sicuramente, quelle che li realizzeranno e che forse sono state già individuate.

Il Presidente della Repubblica ha già richiamato il Parlamento rispetto alla necessità di avere decreti che siano omogenee nel termine. In ogni caso, questo emendamento, evidentemente, è stato dichiarato ammissibile, però in Commissione - è bene dirlo perché si sappia - ci siamo trovati in una situazione veramente anomala, in cui il presidente Gusmeroli cercava di convincere i commissari che il testo, presentato alle 21 o alle 21.30, quello che era, fosse sostanzialmente analogo a quello presentato in precedenza, per cui non sarebbe stato necessario aprire un tempo per i subemendamenti.

Chiaramente, come opposizioni, abbiamo sostenuto il contrario e ben il 30 per cento, forse il 40 per cento, dell'emendamento era stato completamente rivisto, rifatto, cancellato, c'erano alcune parti che sono venute meno e altre che sono state sostituite. Per cui, giustamente, abbiamo preteso ci fosse un tempo necessario per i subemendamenti anche se, considerata l'ora, l'ufficio legislativo era chiuso.

L'accordo era quello di presentare i subemendamenti per iscritto, considerate le circostanze, e così è stato fatto. Peccato che poi su quei subemendamenti - e non parliamo di cose irrilevanti perché parliamo di un provvedimento che comporta una spesa, fosse solo per l'importanza dal punto di vista finanziario, di quasi un miliardo di euro - non è stato possibile fare una discussione in Commissione e non è possibile fare una discussione in Aula, perché, con la fiducia, non si possono discutere gli emendamenti e su quel provvedimento, cioè sugli inceneritori, non c'era una maggioranza coesa, tant'è vero che quell'emendamento è stato rivisto più volte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Come se non bastasse, sapete come sono stati votati quei 20 subemendamenti? Sono stati votati in un minuto, leggendoli in sequenza dal presidente Gusmeroli, uno dietro l'altro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), quattro secondi ciascuno, dichiarando la non approvazione di ciascuno di questi, senza neppure alzare lo sguardo per vedere chi votava, se stava votando (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il sottoscritto ha alzato il braccio per chiedere la parola e per dire al Presidente: “Non sta votando nessuno, come fa a dichiarare che questi subemendamenti sono stati bocciati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)”! Neppure la maggioranza si rendeva conto di quello che stava succedendo e su questo siamo già intervenuti come opposizione in quest'Aula e abbiamo chiesto l'intervento del Presidente Fontana (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), il quale, a distanza di giorni, non ha ritenuto di spendere una sola parola.

Ora, rispetto a questo, che è una pagina veramente opaca di democrazia e di storia di questo Parlamento, è necessario che venga fatta chiarezza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e che venga fatta una censura nei confronti di un presidente che, ignorando il Regolamento, pronuncia l'esito di votazioni senza accertare se i presenti avessero alzato la mano o meno.

E poi, naturalmente, c'è una valutazione nel merito del provvedimento. Quando parliamo di inceneritori, parliamo di una soluzione superata dal tempo, che collide con le direttive europee. Rinunciamo alla raccolta differenziata, rinunciamo a concretizzare quel principio fondamentale rispetto al quale, a parole, siamo tutti d'accordo, che è quello dell'economia circolare, cioè utilizzare una parte sostanziale dei rifiuti come materia prima seconda.

Rinunciamo ai posti di lavoro che sono conseguenti. Disincentiviamo la raccolta differenziata perché offriamo, sì, una soluzione chiavi in mano, del tipo: “Guardate, c'è il problema dei rifiuti, li inceneriamo e lo abbiamo risolto”. Non abbiamo risolto un accidente. Innanzitutto, per ogni inceneritore ci vuole una discarica dei rifiuti speciali, poi c'è un problema di fumi, di diossine, di emissione di CO2, di contributo al riscaldamento globale; c'è un problema di 5 milioni di decessi all'anno per problemi respiratori legati a questo tipo di combustione nel mondo, di cui 50.000 in Italia, rispetto al quale con questa decisione - peraltro assunta in termini formali tutti da vedere - il Governo non sta facendo assolutamente nulla. Pertanto, la nostra è chiaramente un'opposizione di merito rispetto a questo.

Cosa contiene di altro questo decreto? Ebbene, si è parlato a lungo dell'imposta da 10.000 euro per megawattora sulle rinnovabili. Sì, è stata ritirata dal Governo e prendo atto del vostro ripensamento, ma siamo ancora in attesa delle scuse (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ho letto le agenzie di stampa e i rappresentanti di maggioranza che si vantavano di aver tolto l'imposta di 10.000 euro, a megawattora, sulle fonti rinnovabili che hanno messo loro! Non era più facile non metterla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Visto che il Governo ha inserito questa imposta, qual è la volontà del Governo? Quella di tassare le rinnovabili o di tassare le fonti fossili?

E poi ci sono le nuove trivelle, in particolar modo nel nord Adriatico sono particolarmente preoccupanti e sappiamo che ci sono stati problemi di subsidenza veramente rilevanti e per che cosa? Per una quantità irrisoria di gas, che potrebbe essere facilmente conferita con una corretta manutenzione degli impianti di distribuzione. E poi ci sono i nuovi rigassificatori, in un momento in cui i consumi di gas sono in caduta libera e non solo in Italia. Si dice, va bene, è un problema di sicurezza energetica, cosa facciamo se c'è un attentato, mi è stato detto in Commissione? Ma se leghiamo la sicurezza energetica nazionale alle navi gasiere che devono arrivare, secondo voi abbiamo risolto il problema della sicurezza energetica nazionale? Non lo sapete che ci sono contenziosi a livello internazionale perché le navi gasiere non arrivano perché vanno nel porto dove c'è il maggior offerente? E che tipo di sicurezza energetica abbiamo in questa maniera?

Il caso del Qatar che ha bloccato due navi qualche giorno fa sta lì a confermarlo. In questa maniera si lega lo sviluppo della transizione energetica per decenni al fossile e si condannano i cittadini all'aumento delle bollette. Ma poi questo decreto contiene molte altre cose, contiene lo stoccaggio di CO2 e CCS e qui veramente la situazione è preoccupante.

Pensate che la soluzione del CCS, secondo l'analisi dell'IPCC, il gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite, questa tecnologia, in termini di costi e di efficacia, è tra le meno efficaci e le più costose al mondo.

Al contrario, l'IPCC posiziona eolico e solare tra le soluzioni più efficaci e più economiche nella produzione di energia. E cosa fa il Governo? Investe sulle tecnologie che sono meno efficaci e più costose e non investe nelle tecnologie che sono invece più economiche per i cittadini e più efficaci dal punto di vista della produzione di energia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non lo dice il Movimento 5 Stelle, lo dice le Nazioni Unite. Questo l'ho ribadito in Commissione e non ho avuto alcuna risposta.

Concludo, Presidente, proprio citando la norma sul deposito nazionale dei rifiuti che prevede, nella sostanza, che il deposito nazionale possa essere realizzato in aree non idonee e questo secondo voi è un passo in avanti? No, è un passo indietro e anche molto pericoloso.

Questo decreto va in direzione opposta a quella verso cui dovrebbe andare, è coerente con la definizione di Italia hub del gas, è coerente anche con una certa propaganda nucleare. È un problema grosso, quello dell'energia? Lo risolviamo con il nucleare. Mi ricorda il blocco navale: c'è un problema con le immigrazioni? Facciamo il blocco navale e abbiamo risolto il problema. Abbiamo visto come l'avete risolto, avete raddoppiato i flussi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Concluda, concluda, onorevole, per cortesia.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Non avete risolto assolutamente nulla…!

EMANUELE LOPERFIDO (FDI). Un po' di rispetto!

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Questa è una politica che porterà l'energia, nel nostro mercato, a prezzi fuori mercato e in tempi lunghissimi…

PRESIDENTE. Onorevole, concluda.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Per questo motivo, il nostro voto è convintamente contrario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Emma Pavanelli. Ne ha facoltà.

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, mi dispiace che il Ministro Pichetto Fratin non sia presente, ma ringrazio la Vice Ministra Gava, che non ha mai fatto mancare la sua presenza. Non è semplice raccontare in pochi minuti cosa c'è dietro a questo provvedimento. In estrema sintesi, oggi, la maggioranza del Governo Meloni si appresta a votare un decreto che va contro ogni logica, in considerazione dell'attuale crisi climatica e della delicata situazione geopolitica internazionale.

Nel corso dell'iter di approvazione, la maggioranza è riuscita, persino, a delegittimare il proprio Governo e lo stesso decreto. Sì, colleghi, proprio così: cosa c'è di più delegittimante dell'aver presentato 400 emendamenti di maggioranza? Esattamente tanti quanti le opposizioni, ma non è tutto, perché i pochi emendamenti segnalati al Ministero da parte dei colleghi di destra sono stati ritirati, in quanto non graditi. In buona sostanza, il lavoro parlamentare è stato di nuovo privato delle proprie prerogative, soprattutto, con l'ennesimo voto di fiducia. Non entro nel dettaglio di quanto accaduto in Commissione, l'ho già fatto, in quest'Aula, due giorni fa, ma il vergognoso atteggiamento autoritario, da parte dei presidenti, durante l'iter di approvazione, è stata una brutta parentesi antidemocratica, non degna di questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Entriamo nel merito. In un provvedimento denominato decreto Energia, che nel titolo riporta la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il Governo Meloni ha pensato bene di tassare le fonti rinnovabili e per finanziare cosa? La decarbonizzazione. Lo so, sembra veramente incredibile, ma è la verità. Invece di tassare chi inquina, si tassa chi partecipa attivamente alla decarbonizzazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e per fortuna siamo riusciti a bloccare questa follia, grazie all'approvazione di un emendamento soppressivo presentato dal MoVimento 5 Stelle, con il plauso di numerosi stakeholder del settore. Speravamo che questo decreto portasse all'elaborazione di un piano energetico nazionale, coerente, in linea con le politiche del Green New Deal europeo. Purtroppo, non è stato così, non c'è alcuna programmazione, anzi, manca del tutto una visione organica per un piano strategico nazionale, in grado di portarci verso l'obiettivo della riduzione della CO2, come prevedono gli accordi internazionali.

La strategia di questo Governo è usare la psicologia inversa: da una parte dichiara, come ha fatto la Presidente Meloni alla COP28 solo un mese fa, di mettere in atto azioni concrete, aumentando la capacità delle rinnovabili entro il 2030. Cito, Presidente: l'Italia sta facendo la sua parte verso la decarbonizzazione. E annunciando, poi, roboanti investimenti, come un miliardo per le rinnovabili nei Paesi africani. A parte il fatto che il Piano Mattei va da tutt'altra parte, il punto che la Presidente Meloni abbia pensato di fare ingenti investimenti in rinnovabili in Africa va bene, ma, poi, si dimentica di attuare le stesse politiche nel Paese che governa, alla faccia dei patrioti, colleghi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Ma le colpe vanno ben oltre la semplice omissione, perché questo decreto punta dritto verso la dipendenza energetica da Paesi terzi, e non riesce neppure ad assicurare l'invio di questa energia, basta vedere cosa sta accadendo in Qatar in queste ore, con un probabile aumento del costo del gas, che arriverà sulle bollette dei cittadini, anche del 6 per cento. Non solo, con questo provvedimento il Governo ha scelto anche di favorire le trivelle, gli inceneritori, i rigassificatori, gli impianti di cattura di CO2, solo per nominare alcuni articoli di questo decreto. In sostanza, prima, aumentiamo la produzione di CO2, poi dobbiamo trovare soluzioni per “decarbonizzarci”. Queste, Presidente, sono politiche confuse e completamente illogiche.

Ancora una volta, questo Governo dimostra la sua incapacità di governare il Paese, ha idee vecchie, punta su tecnologie del secolo scorso e dimostra un totale disinteresse nei confronti della crisi climatica, oltretutto, in barba alle future generazioni e contro la nostra stessa Carta costituzionale, perché la tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini non è qualcosa di ideologico, ma è un obiettivo che va perseguito seriamente, con azioni concrete. Stiamo vivendo anni cruciali per il destino delle future generazioni e dobbiamo agire in fretta, perché ignorare la crisi climatica non la farà sparire! Non pensarci oggi, inoltre, significa dover pagare tanto domani, perché ci costerà tanto per tutta la collettività.

Sulle bollette siete riusciti persino nell'impossibile: avete creato un meccanismo fortemente penalizzante, grazie al combinato disposto dei rincari, dell'assenza di misure di sostegno e dell'imminente passaggio al mercato libero per milioni di famiglie, che si ritrovano, ancora una volta, il conto dei vostri disastri.

Continuate a parlare di ideologia quando parlate di ambientalismo, mettendo davanti la tutela delle nostre imprese. Eppure, sono proprio le nostre imprese gli stakeholder che abbiamo ascoltato durante le audizioni che chiedono politiche strutturali in termini di politiche energetiche. Gli imprenditori, oggi, sanno bene che è più vantaggioso autoprodurre energia, in considerazione del fatto che le numerose crisi internazionali stanno mettendo a rischio gli approvvigionamenti, la programmazione e, in alcuni casi, la loro stessa sopravvivenza, se guardiamo ai costi enormi delle bollette.

Lo stesso possiamo dire per i cittadini; solo con le fonti rinnovabili e, quindi, le pompe di calore, il superbonus, le comunità energetiche migliaia di cittadini possono smettere di essere vulnerabili e ottenere un consistente taglio sulle bollette. Tutto questo, lo abbiamo proposto con i nostri emendamenti, che avete respinto, nonostante si tratti di politiche che portano posti di lavoro e fanno girare la nostra economia. Come al solito, avete preferito privilegiare le lobby delle fossili, a scapito dei cittadini e degli imprenditori. Ignorare le difficoltà è il modus operandi di questo Governo, che non perde occasione di rivelarsi mediocre.

Eppure, ormai è trascorso un anno abbondante di Governo e diversi sono stati i decreti in tema di energia. Tutti questi provvedimenti hanno un comune denominatore: sono così fumosi e inconsistenti da non riuscire a definire nulla sulla politica energetica che questo Governo intende portare avanti. E la situazione rischia di diventare ancora più disastrosa con la scellerata decisione di portare avanti il tema dell'autonomia differenziata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Come tutti sappiamo, l'energia rientra tra le materie che potranno diventare di competenza esclusiva regionale. In sostanza, non avremo più la possibilità di adottare un piano energetico nazionale, di cui il nostro Paese ha assolutamente bisogno, soprattutto, in questo momento di forte incertezza geopolitica.

Con ogni provvedimento pensiamo di aver toccato il fondo, ma devo riconoscere, a questo Governo e a questa maggioranza, la capacità di riuscire a fare sempre peggio.

Ed è per questi motivi che esprimo il voto fortemente contrario del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Saluto le ragazze e i ragazzi della scuola secondaria di primo grado “Gaetano Caporale” di Acerra, in provincia di Napoli, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Grazie di essere qui.

Ha chiesto di parlare la collega Montemagni. Ne ha facoltà.

ELISA MONTEMAGNI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, questo decreto è estremamente importante, che traccia le linee per arrivare a un'indipendenza energetica e a quelle riforme, che più volte sono state citate in quest'Aula, che devono essere strutturali per arrivare a una indipendenza energetica, ma anche alla transizione energetica.

Con questo decreto, vogliamo migliorare la sicurezza energetica e il ricorso alle fonti rinnovabili, sostenere le nostre imprese. E sostenere le nostre imprese significa accompagnarle nella transizione energetica, non imporgliela, rischiando pesantemente di danneggiarle con la concorrenza straniera. Questo è sempre stato l'obiettivo di questo Governo: fare e fare bene, con i giusti tempi e con razionalità, perché, se arrivare alla transizione energetica fosse stato così semplice, come oggi ci raccontano le opposizioni in quest'Aula, e, se fosse bastato schioccare le dita, probabilmente l'avreste fatto nei quasi 5 anni che avete governato. Ma, visto che non l'avete fatto, è ovvio il motivo: il motivo è che ci vuole la tempistica adeguata per finanziare ed implementare le nuove tecnologie e anche per garantire stabilità al tessuto sociale, alle imprese e ai nostri cittadini.

Le risposte di questo provvedimento non sono emergenziali – finora, abbiamo stanziato circa 35 miliardi per le emergenze e per gli aiuti alle famiglie, perché, come sappiamo, abbiamo avuto una crisi importante dovuta al sistema estero e a quello che è successo e abbiamo visto succedere nei Paesi esteri -, ma sappiamo bene che questa non può essere la linea guida di un Governo. La linea guida di un Governo deve essere quella di prevedere cosa succederà nel futuro e di programmare il futuro. Abbiamo bisogno di proseguire lo sviluppo delle rinnovabili, ma anche di sviluppare nuove tecnologie e in questo decreto lo troviamo scritto nero su bianco: sviluppo dell'idroelettrico, della geotermia, delle bioenergie, che garantiscono programmazione e stabilita di forniture al nostro Paese. Sappiamo che con gli aiuti che daremo metteremo le nostre imprese, quelle che seguono i percorsi di decarbonizzazione, nella giusta condizione e abbiamo approvato anche un emendamento che prevede la soppressione del contributo di 10 euro per chilowatt a carico dei produttori di energia verde. Questo è un emendamento a cui noi teniamo molto, ma proprio sintomatico del fatto che vogliamo andare in quella direzione, a differenza di quello che in quest'Aula viene detto e ribadito più volte.

Viene creato un fondo per le regioni volto alla digitalizzazione, alla decarbonizzazione, all'accelerazione degli iter burocratici. E, poi, sì, certo che per noi i rigassificatori sono ancora strategici e importanti, lo sono perché in questo Paese non possiamo puntare semplicemente sulla fortuna che ci può arrivare dal sole o dal vento, ma dobbiamo garantire a tutti il fabbisogno dell'energia che viene prodotta in Italia.

Allora, non capisco come mai oggi ci si debba incentrare sul fatto che siamo sempre i soliti contro il verde, siamo quelli contro le energie rinnovabili, siamo quelli che vanno in direzione opposta rispetto a quello che dice l'Europa. No, in realtà, no, ci stiamo andando in modo graduale, consentendo a tutti di poterci arrivare con le scadenze che ci vengono date, ma arrivandoci nelle condizioni di non mettere in difficoltà nessuno. E se i colleghi dell'opposizione, in questi giorni, hanno cercato di imporre il loro pensiero, forse non hanno pensato bene alle ricadute che quel pensiero potrebbe avere sul nostro territorio, non hanno pensato a cosa vorrebbe dire per le aziende, per i produttori, per tutti coloro che, in realtà, in questi mesi, la crisi l'hanno vissuta e che stiamo cercando di aiutare e di risollevare. Non sfugge a nessuno, infatti, che gli imprenditori sono fondamentali per questo Paese, perché, se non ci fossero gli imprenditori, non ci sarebbero gli operai e non ci sarebbero i dipendenti e, quindi, la catastrofe sociale sarebbe di proporzioni talmente epiche, che sarebbe irrisolvibile per qualsiasi Governo. Allora, è facile stare all'opposizione a pontificare e a raccontarci che, schioccando le dita, si potrebbe fare tutto. Sapete benissimo, colleghi, che non è così e sapete benissimo che questo Governo è un Governo pragmatico, che porta avanti politiche, anche di innovazione, che sono utili e servono a dare garanzie nei prossimi decenni.

In questo percorso che è stato fatto, in questi giorni, in Commissione è stata sempre presente il Vice Ministro Gava, che voglio fortemente ringraziare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché il suo contributo e l'aiuto anche nella stesura del testo finale, tramite gli emendamenti, sono stati fondamentali. E non si può certo dire che questo Parlamento non abbia parlato di questo provvedimento, ne abbiamo lungamente parlato. Ebbene, se alle opposizioni questo provvedimento non piace, al punto di venire in quest'Aula ad offendere sistematicamente i membri della maggioranza, ce ne faremo una ragione, abbiamo la pelliccia dura, ma sappiamo che stiamo facendo il bene del Paese.

Un'altra delle fonti di energia di cui prevediamo lo sviluppo è la geotermia, da noi ben conosciuta, in Toscana, ma che è presente su circa il 60 per cento del territorio nazionale e potrebbe essere un buon volano, se sviluppata. Chi la sviluppa? Chi ha pensato e chi sta pensando di investire per cercare di trovare nuove alternative? Questo Governo. Quindi, è inutile continuare a pontificare e a dire che non abbiamo fatto niente o abbiamo fatto male, quantomeno cerchiamo di fare e cerchiamo di fare il bene del Paese.

Sul Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, si inserisce una norma che è già riportata in una proposta a firma Molinari, che prevede la possibilità, per gli enti territoriali non inclusi nella Carta nazionale delle aree idonee, di candidarsi ad ospitare il Deposito. Per noi questa, in realtà, è una grande vittoria, perché pensiamo che tutto quello che serve al Paese e di cui si discute da tanti anni debba, comunque, trovare una soluzione. Questa è una soluzione, noi stiamo dando soluzioni.

Anche le aziende, che spesso ci chiedono anche tempistiche, perché, purtroppo, gli iter burocratici sono complessi, sono farraginosi, trovano in questo decreto risposte. Intanto, con un emendamento della Lega, abbiamo raddoppiato il finanziamento del Fondo per la transizione energetica nel settore industriale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier): dal prossimo anno, 300 milioni di euro stanziali, che serviranno alle nostre aziende e alle nostre imprese, che accompagneremo e a cui staremo sempre vicini in questa transizione ecologica. Quando, invece, parliamo degli emendamenti, arrivati sul finale, sul termovalorizzatore - perché di questo stiamo parlando - in Sicilia, semplicemente, anche questa è una soluzione a un problema che esiste da decenni.

Capisco che all'opposizione non piaccia che questo Governo sia il Governo delle risposte e delle soluzioni, ma, forse, se ne dovrà fare una ragione, perché abbiamo intenzione di rimanere qui fino alla fine della legislatura e di risposte e di soluzioni darne ancora tante altre. In questo decreto, anche se, purtroppo - e dico purtroppo - è stato messo un po' a margine dalla discussione sull'energia, troviamo anche risposte ai cittadini alluvionati, ai cittadini della mia Toscana, si parla di un totale di 56 milioni. Anche qui, ringrazio il Vice Ministro Gava per aver accolto e per averci messo in condizione di inserire le province di Lucca e Massa all'interno di questo decreto, perché erano escluse (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e, quindi, anche quei territori potranno beneficiare di tutte le misure di questo provvedimento.

Anche qui, ci viene imputato di non fare, di fare male, però poi, a fatti, noi facciamo e, come abbiamo detto e come ribadiamo, saremo sempre vicini ai territori in difficoltà. Lo siamo in maniera consapevole, lo siamo in maniera razionale e dovete capire che questo è il modo di fare di questa maggioranza ed è il modo di fare della Lega: il pragmatismo, il realismo e, soprattutto, il raggiungimento del risultato, bilanciando sempre al meglio le necessità dei cittadini, delle imprese e dell'economia con la transizione ecologica. Il giusto bilanciamento è la strada e abbiamo tracciato una via con questo decreto che, secondo me, è la via giusta.

Quindi, io ringrazio ancora il Governo, ringrazio i colleghi di entrambe le Commissioni ed esprimo il voto favorevole della Lega-Salvini Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marco Simiani. Ne ha facoltà.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Illustre Ministro, colleghe e colleghi, ci troviamo a discutere questo decreto e devo dire che io oggi non utilizzerò termini, così come hanno fatto altri colleghi, come vergogna o altri termini che riguardano quello che è successo, di fatto, negli ultimi giorni. Perché non lo farò? Perché credo che in questo tempo presente, in cui la maggioranza fa la maggioranza e l'opposizione e in cui ogni volta cerca di portare il dibattito in una rissa, anche la nostra azione diventerebbe uguale alla vostra ma noi non vogliamo essere uguali a voi. Non vogliamo essere uguali a voi perché pensiamo che oggi il dibattito su questo decreto, che per noi era importante perché riguarda non solo lo sviluppo e la difesa dell'ambiente e del Paese riguardo alle crisi climatiche ma anche le difficoltà dei cittadini sul caro bollette e soprattutto la difficoltà di avere una prospettiva nell'ambito della crisi energetica, voi lo abbiate reso totalmente chiuso, non aperto a una proposta e soprattutto a un dibattito serio in questo Parlamento.

Vedete, questa vicenda è stata ampiamente dibattuta. Mi riferisco alla vicenda del record dei decreti che voi avete fatto e che, di fatto, non sono stati decreti in cui c'è stata una discussione ma decreti in cui la discussione è stata coartata ogni volta nell'ambito dell'attività parlamentare, dove c'è stato un relatore che è venuto a leggere una pagina in Commissione e, di fatto, poi tutto è finito con un'alzata di mano. Noi a questo non vogliamo stare, vogliamo scendere nel merito e cercherò di scendere nel merito, Presidente, perché credo che in questo tempo presente le azioni parlamentari siano importanti. Dunque, Ministro, credo che sia sua responsabilità, proprio per quanto riguarda la crisi dell'ambiente, in questo caso la crisi climatica e lo sviluppo che poteva dare questo decreto, aver perso questa occasione. Infatti, io credo che questo si possa chiamare il decreto degli annunci ma, di fatto, è il decreto delle questioni che sono state assolutamente mancate. Provo a citarne una che è - soprattutto a difesa dei cittadini - la questione del mercato tutelato, della maggior tutela. Noi non siamo contro la liberalizzazione, assolutamente, Ministro. Noi vogliamo che oggi ci sia un'informazione vera e coerente, perché il 95 per cento dei cittadini che entrano nel mercato libero paga di più la bolletta e noi dobbiamo aiutarli a far sì che quel 5 per cento possa essere l'offerta più adatta per loro, quella per risparmiare. Ecco perché c'era bisogno di attuare una comunicazione e un'informazione coerente e diretta all'interno di questo percorso verso la liberalizzazione. Invece, non l'avete voluto fare e siete voluti andare decisamente diritti e questo è stato un errore.

Poi, c'è un'altra questione che riguarda gli obiettivi e il rapporto fra lo Stato, il Governo e le regioni, in cui rileva anche la definizione della gestione. Voi state parlando di autonomia differenziata ma le regioni oggi non hanno gestione nell'ambito delle aree idonee. Noi abbiamo provato a ragionare su questo, anche ieri, con la Vice Ministra Gava, e abbiamo cercato di far capire l'importanza della possibilità, che oggi c'è, di fare sviluppo con le energie rinnovabili ma anche della capacità di gestire un territorio, visto che le peculiarità di un territorio oggi sono molte. Oggi non si può mischiare, come spesso accade, uno sviluppo legato al food, al vino e all'agricoltura, che in molte regioni sono importanti, ad attività per cui non sono vocate. Ecco perché è importante riuscire ad avere questo equilibrio, che voi non siete riusciti a portare avanti.

L'altro aspetto secondo me importante è che in questo decreto avete inserito cose che dovevano essere scelte e dibattute a parte. Faccio due esempi. Il primo riguarda le alluvioni. Voi avete prima lavorato sul decreto-legge n. 61 del 2023, c'è stato un impegno ma è rimasto a metà, perché oggi, in Emilia-Romagna, quelle risorse non sono mai arrivate. L'altro esempio riguarda un disastro, che ancora non è stato risolto, in Toscana, in cui voi avete messo solo, ad oggi, circa 100 milioni, più 100 dell'export, in un Fondo che nessuno sta utilizzando, perché non solo non c'è una piattaforma idonea per poter accedere ma soprattutto, come abbiamo visto in Emilia-Romagna, non tira. È il Fondo Simest. Ecco perché era importante, anche su questo tema, fare un decreto ad hoc per l'alluvione in Toscana.

Per quanto riguarda il dibattito - ed ecco che qui entra la politica, mi rivolgo al presidente Rotelli - noi in Commissione abbiamo lavorato per più di un mese con audizioni per poter fare un decreto Ricostruzione. Perché questo decreto Ricostruzione non va avanti? Perché ogni volta noi dobbiamo ripartire da capo, discutendo di Ischia, delle Marche, della Toscana, dell'Emilia? Facciamo, questo decreto Ricostruzione! Mettiamoci al lavoro per fare questa cosa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Noi non possiamo, ogni volta, ritornare da capo, perché non esistono cittadini di “serie A” e di “serie B”. Quando succede un disastro o un evento catastrofale, noi dobbiamo avere lo stesso atteggiamento e le risorse appropriate per riuscire a risolverlo, a risolvere questa cosa.

Poi c'è un aspetto, una questione di prospettiva, Ministro. Io rimango allibito, anche perché ho cercato di capire meglio, nell'ambito della discussione e nell'ambito del rapporto con i presidenti e con i colleghi delle Commissioni, però in questo decreto non vi è alcuna strategia per raggiungere gli accordi della COP28, per abbandonare l'uso dei combustibili fossili. Non è presente alcuna risorsa sul Fondo per il clima, oggetto dei tagli di 280 milioni. Non vi è alcun rispetto ambientale di compensazione locale per le trivellazioni, in pieno spregio ai princìpi dell'autonomia territoriale. Non c'è alcun incentivo per le imprese, in particolare per quelle che utilizzano le energie rinnovabili. Come vedete, potrei andare avanti. Non c'è strategia.

Secondo me, qui c'è un problema anche di forzatura e ripeto le due forzature avete fatto. In primo luogo, il deposito delle scorie nucleari: è stato fatto un percorso, bastava solamente mettere la prima o la seconda e andare a 30 all'ora, visto che va di moda, a 30 all'ora. In tal modo si poteva arrivare tranquillamente a definire, una volta per tutte, il sito unico e il polo tecnologico. Invece voi avete modificato tutto, andando contro agli aspetti scientifici, aprendo ad autocandidature e mi sembra che ne sia arrivata solo una, quella di Trino Vercellese. Oggi avete fatto una cosa, secondo me, assurda: avete messo la retromarcia, perché dovete ripartire da capo. E questo credo che sia un errore.

L'altra forzatura di questo decreto è il commissariamento del Piano regionale dei rifiuti in Sicilia: l'avete attaccato a un articolo, l'articolo 14, colleghi, che è legato al mercato della maggior tutela. Ora, ditemi una cosa: come si può attaccare il commissariamento di un Piano regionale dei rifiuti a una cosa che non c'entra nulla, nulla?

E guardate che in quel Piano, in quell'emendamento - che è stato cambiato, menomale, dal MEF, perché il primo testo era veramente assurdo, e lo sanno benissimo anche i colleghi - c'è il comma 9, che sostanzialmente parla delle economie che verranno utilizzate, degli 800 milioni del Fondo FSC. Quello è un Fondo dei siciliani, non vostro, è un Fondo dei siciliani. Sono risorse che spettano ai siciliani per lo sviluppo, non per la questione del rifiuto. Com'è successo in altre situazioni, sulla questione dei rifiuti si va nel mercato, non si va nell'ambito di scelte e risorse che oggi potevano servire per altre questioni, e invece avete fatto una scelta diversa.

Termino, Presidente: in questo tempo presente, in merito al fatto di poter scendere, e da parte vostra succede spesso, nella rissa, noi da oggi, e questo anche nei lavori in Commissione, non cadremo su questa vostra strategia, non cadremo. Noi metteremo a punto, ogni volta, temi e azioni che saranno utili ai cittadini, ma soprattutto al bene del nostro Paese.

Noi voteremo contro questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Prima di dare la parola alla collega Colombo, devo una risposta al collega Rotelli, che aveva precedentemente segnalato alla Presidenza l'utilizzo da parte dell'onorevole Fede di espressioni sconvenienti in occasione della sua dichiarazione di voto. Come preannunciato, la Presidenza ha acquisito il resoconto stenografico di tale intervento e ha accertato effettivamente che il deputato Fede ha pronunciato le seguenti parole: dalle lobby avete preso i soldi.

La Presidenza stigmatizza con fermezza l'utilizzo di tali espressioni, che si palesano come fortemente inopportune, e invita tutti i colleghi a mantenere il tenore dei propri interventi nei limiti della correttezza del dibattito parlamentare e del rispetto dell'Aula (Applausi).

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fede. Onorevole Fede, dato che non si può aprire un dibattito, perché siamo in dichiarazione di voto, se è una precisazione rispetto alla sua dichiarazione per ritirare quell'aspetto che abbiamo detto, le do la parola, ma ha un minuto e anche meno. Prego.

GIORGIO FEDE (M5S). Grazie, Presidente. Ci tenevo a precisare che, quando viene interpretata in quest'Aula in maniera scorretta una dichiarazione, avrei piacere che quest'Aula approfondisse il tema del conflitto di interessi e delle lobby, perché è chiaro che, in mancanza di una normativa (Proteste di deputati del gruppo Fratelli d'Italia)

PRESIDENTE. Per cortesia, allora non è un ritiro, non è un ritiro.

GIORGIO FEDE (M5S). …è ovvio che nascono questi equivoci. Basta cliccare su Google…

PRESIDENTE. Grazie, per cortesia, chiudiamo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.

BEATRIZ COLOMBO (FDI). Grazie. Signor Presidente, onorevoli colleghi, si presenta davanti a questa Assemblea un decreto-legge cardine per il futuro energetico del nostro Paese. Una misura che noi di Fratelli d'Italia consideriamo fondamentale per garantire sicurezza, sviluppo e sovranità nazionale nel settore dell'energia. Il disegno di legge che oggi ci apprestiamo a votare è il risultato di un'attenta valutazione delle necessità del nostro sistema produttivo e della consapevole necessità di affrancarci da una dipendenza storica da fonti energetiche estere.

Con questa legge l'Italia fa un passo avanti decisivo verso il rafforzamento della propria autonomia energetica, incentivando l'uso di fonti rinnovabili e contribuendo al necessario processo di decarbonizzazione, così come delineato nell'ultimo aggiornamento del Piano nazionale integrato per l'energia e il clima. La nostra Nazione si trova a fronteggiare una crisi energetica senza precedenti, esacerbata dal conflitto russo-ucraino e da una storica dipendenza dall'approvvigionamento energetico straniero.

È per questa ragione che il nostro voto trova fondamento nel bisogno di ridurre i rischi legati all'incertezza dei mercati e garantire sicurezza e competitività alle nostre imprese, specialmente quelle energivore, che sono la spina dorsale del nostro sistema produttivo. Scusi, Presidente, devo alzare la voce perché veramente c'è molto brusio.

Questo decreto-legge rappresenta un imprescindibile passo in avanti verso il rafforzamento dell'autoproduzione energetica da fonti rinnovabili e una maggiore flessibilità negli approvvigionamenti di gas naturale, anche in relazione alle esigenze del settore industriale. La sua importanza risiede nella capacità di facilitare gli investimenti in autoproduzione di energia rinnovabile per il settore a intenso uso di energia, contrastando la pericolosa volatilità dei prezzi nei mercati, che minaccia la competitività internazionale delle nostre imprese.

Voglio sottolineare che, in un mondo segnato da crisi internazionali ed emergenze climatiche, abbiamo l'irrinunciabile dovere di rendere l'Italia capace di contare sulle proprie forze di energia, in maniera pulita e indipendente, per salvaguardare l'ambiente, l'economia e la sicurezza nazionale.

Signor Presidente, passando alle strategie specifiche che il disegno di legge introduce, vorrei evidenziare alcuni punti salienti. Concedere una preferenza nei casi di concorrenza per le concessioni di superfici pubbliche ai progetti di impianti fotovoltaici o eolici da parte delle imprese elettrivore è una misura che riteniamo equa e strategica per l'oggi e il domani dell'Italia. La nostra terra è un patrimonio da valorizzare attraverso scelte che coniughino progresso e rispetto per l'ambiente.

L'articolo 2 qualifica come interventi di pubblica utilità indifferibili e urgenti le opere…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore ascoltiamo la collega. Chiedo a tutti i colleghi un po' di silenzio, per favore. Prego, onorevole Colombo.

BEATRIZ COLOMBO (FDI). …finalizzate - grazie Presidente - alla costruzione e all'esercizio di terminali di rigassificazione di gas naturale liquefatto, connessi a prezzi calmierati per i clienti finali industriali. Si tratta di un segnale tangibile di supporto alle nostre aziende, moltissime delle quali sono il pilastro delle nostre economie locali. Viene poi allargata a tutto il territorio nazionale la possibilità di individuare porti in cui poter realizzare le piattaforme galleggianti e le relative infrastrutture, pur riconoscendo che almeno due siti siano individuati nel Mezzogiorno. Si estende, inoltre, la possibilità di individuare nei porti limitrofi alle aree in phase out del carbone la realizzazione delle infrastrutture per l'eolico, come nel caso del porto di Civitavecchia, dove si è voluto puntare alla salvaguardia di imprese e lavoratori, in una prospettiva di riqualificazione del sito. Fondamentale è poi la questione della costruzione degli inceneritori in Sicilia. Una parte della sinistra, combattendo contro i mulini a vento, sta cercando di ostacolarli, tacciandoci di aver utilizzato il Fondo di coesione e sviluppo, già utilizzato per il ponte sullo Stretto. Pongo quindi una questione, per noi retorica, su cosa significhi sviluppo per la sinistra, se non infrastrutture moderne e salvaguardia dell'ambiente. I siciliani si ricorderanno di chi ha investito nel loro territorio e di chi, invece, si è opposto a opere pubbliche necessarie, la cui realizzazione non è più rinviabile. È ferma intenzione di Fratelli d'Italia lavorare anche attivamente affinché la transizione energetica in atto sia correttamente governata a tutela dell'ambiente e della salute pubblica. In modo particolare, occorre vigilare con grande attenzione sulla gestione del fine vita dei pannelli fotovoltaici incentivati, oggetto di un ingentissimo finanziamento pubblico (330 milioni di euro per i conti energia dal I al V, della durata complessiva di 20 anni, per 535.000 impianti sparsi sul territorio). Mi riferisco in modo specifico al revamping degli impianti, la grande maggioranza in mano a una schiera di fondi di investimento, ovvero all'ammodernamento tecnologico, totale o parziale, dei pannelli. Le trattenute operate dal GSE sugli incentivi versati ai detentori degli impianti devono essere restituite al termine del beneficio e sono alla fine della vita utile dell'impianto, affinché lo Stato sia garantito da possibili scorciatoie dei più furbi. Riteniamo strategico il dialogo proficuo fin qui avuto con il MASE e con il GSE, che ringraziamo, e con i quali continueremo a interloquire per una inoppugnabile e incontestabile applicazione delle norme attraverso le linee guida. Inoltre, Fratelli d'Italia ha la ferma intenzione di evitare un disastro ambientale - come quello accaduto per l'amianto - applicando i principi di un corretto smaltimento degli 85 milioni di pannelli fotovoltaici incentivati, principi inamovibili dell'economia circolare, della salute pubblica, nell'interesse di un unico soggetto, lo Stato italiano. Non possiamo permettere che alcuni investitori esteri prendano miliardi di euro di incentivi pubblici in 20 anni, portando magari gli utili all'estero e lasciando a noi l'onere dei costi dei rifiuti, è una questione di giustizia sociale.

Ancora: nella misura in cui interviene sui settori della produzione, del trasporto e della distribuzione nazionale di energia, il decreto-legge riconosce la competenza concorrente dello Stato e delle regioni, garantendo un indirizzo chiaro nello sviluppo di strategie nazionali non discriminatorie e all'avanguardia.

Non posso fare a meno, infatti, di menzionare l'impegno di questa legge nel rispondere alle recenti crisi alluvionali, come quelle che hanno colpito la mia regione, l'Emilia-Romagna. Per troppo tempo le politiche di manutenzione del territorio sono state trascurate, lasciando le nostre comunità esposte a rischi che, con maggiore attenzione, si sarebbero potuti limitare o prevenire. Non da meno affrontando il nodo spinoso dell'ecologismo di sinistra, mi preme ribadire che le politiche ideologiche del passato non hanno fatto altro che indebolirci, rendendoci sfacciatamente dipendenti dall'estero per l'approvvigionamento energetico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ciò che proponiamo oggi è un ecologismo pratico, concreto, che non si limita a decretare divieti, ma propone invece soluzioni e percorsi attuabili per un'autentica rivoluzione tangibile e non una vera promessa, come cartelloni di Verdi e Partito Democratico.

L'ecologismo praticato dal precedente Esecutivo ha sacrificato la concretezza in favore di un idealismo sterile, rendendoci ancora più vulnerabili di fronte alla volatilità internazionale. Guardate, nessun Governo ha la bacchetta magica, tuttavia, il nostro è un impegno deciso a correggere la rotta, a declinare l'atteggiamento ecologico in politiche energetiche concrete, che vedono le innovazioni tecnologiche e l'impiego di risorse rinnovabili come pilastri fondamentali.

Non possiamo permetterci di importare modelli fallimentari. Dobbiamo essere pionieri nel settore e garantire ai nostri cittadini e alle nostre imprese le condizioni migliori per prosperare in un mondo sempre più complesso. Quindi, signor Presidente, come Fratelli d'Italia, siamo stati leali e coerenti nel sostenere la necessità di politiche che incorporino il patriottismo economico, l'autonomia strategica, una visione di lungo termine, coerente con i principi di libertà e responsabilità. Ecco perché oggi, in quest'Aula, con fiducia e determinazione, comunichiamo il nostro voto favorevole a questo provvedimento, per una Nazione forte, indipendente, che guarda al futuro con ottimismo e concretezza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 1606-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione A.C. 1606-A​).

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1606-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 dicembre 2023, n. 181, recante disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia e in materia di ricostruzione nei territori colpiti dagli eccezionali eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1) (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori la deputata Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA (PD-IDP). Signor Presidente, chiedo un attimo di attenzione ai colleghi all'Aula.

PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Un attimo solo, onorevole Braga. Ascoltiamo la deputata Braga, per cortesia.

CHIARA BRAGA (PD-IDP). Signor Presidente, intervengo per sottoporre all'attenzione dell'Aula una vicenda che vede coinvolto, ancora una volta, un Sottosegretario del Governo Meloni, il Sottosegretario Sgarbi, e chiedere che la Presidenza della Camera si attivi per tutelare la nostra collega, Irene Manzi, a cui va tutta la nostra solidarietà e il nostro sostegno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, di deputati MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra e del deputato Soumahoro).

Il Sottosegretario Sgarbi, purtroppo, lo sappiamo, non è nuovo a insulti e volgarità rivolti alle donne e da diversi giorni ha scelto di utilizzare i giornali per minacciare e offendere l'onorevole Manzi, rea, a suo avviso, insieme a molti altri colleghi deputati, di averne chiesto la rimozione dall'incarico, perché inadeguato a ricoprire quel ruolo al Ministero della Cultura.

Il Sottosegretario Sgarbi, infatti, risulta ufficialmente indagato per riciclaggio di opere d'arte, lui che dovrebbe tutelare, per sua delega, il patrimonio culturale del nostro Paese. La vicenda la conosciamo: la sua casa è stata perquisita e un quadro del Seicento, che è al centro dell'inchiesta, è stato posto sotto sequestro, dopo essere stato trafugato, deturpato e modificato. Ecco, di fronte a questi fatti, di fronte a questo scempio, il Sottosegretario Sgarbi, anziché attendere l'esito delle indagini, prende la parola sui giornali - perché in Parlamento, come sappiamo, gli è stato impedito di entrare da parte del suo stesso Ministero - e prende la parola per denigrare la collega Manzi, così come sta facendo con altre colleghe, come la collega Piccolotti, cui va la stessa nostra solidarietà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, di deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra e del deputato Soumahoro) - guarda caso, due donne, non degli uomini - scocciato com'è del fatto che una donna si sia permessa di sbugiardarlo in Aula e ne abbia chiesto le dimissioni, perché inadeguato.

Chi ricopre incarichi pubblici, lo vorrei ricordare a me stessa e a tutti noi, deve rispettare le istituzioni. La Costituzione chiede disciplina e onore, quelle che, evidentemente, Sgarbi ha abbandonato da tempo.

Ecco, allora, Presidente, le chiedo che lei e il Presidente della Camera prendiate atto dell'inadeguatezza e della gravità di quanto è avvenuto e il Ministro Sangiuliano, dopo aver stigmatizzato, lo aspettiamo da giorni, quelle parole, rimuova il Sottosegretario dall'incarico che ricopre al Ministero, così come è stato, di fatto, allontanato dalle Aule parlamentari.

Lo chiediamo con le altre opposizioni, con una mozione che, finalmente, verrà messa ai voti la prossima settimana. La misera cultura maschilista, che rappresenta il Sottosegretario Sgarbi, non deve trovare mai cittadinanza nelle istituzioni, mai (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra e Italia Viva-il Centro-Renew Europe). Per questo, continueremo a contrastarla e ci aspettiamo che lo faccia con la stessa forza anche quella donna che oggi guida il Governo di cui continua a far parte quel Sottosegretario (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Francesco Mari. Ne ha facoltà.

FRANCESCO MARI (AVS). Presidente, le cose dette dalla collega Braga sono tutte esatte e le condividiamo. Le parole che abbiamo ascoltato sui social in queste ore, pronunciate dal Sottosegretario Sgarbi, una persona con 11 condanne e alcune prescrizioni, sono davvero un fatto gravissimo. Le colleghe e i colleghi che, in questi giorni, ne avevano chiesto la rimozione, perché un Sottosegretario indagato per riciclaggio di opere d'arte è evidentemente incompatibile con la funzione che svolge, avevano fatto una cosa normale, ma quello che è avvenuto, che sta avvenendo, mi permetto di dire che addirittura supera il merito, e supera il merito, perché, come diceva la collega Braga, qui siamo di fronte a un fatto esagerato, eccezionale.

La disciplina e l'onore previste dalla nostra Costituzione sono travolte e messe sotto i piedi, devo dire, in questi giorni, non solo dal Sottosegretario Sgarbi, ma anche da qualche sindaco e da altri rappresentanti delle istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Credo che la risposta del Parlamento e del Governo debba essere netta, perché altrimenti, davvero, non sappiamo questo progressivo scivolamento dove può portare la dignità delle istituzioni. Io credo che sia una cosa semplicissima. L'appello che facciamo è che la Presidente del Consiglio anticipi la mozione che abbiamo presentato e che verrà discussa in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

Non ci faccia discutere quella mozione, rimuova assolutamente il Sottosegretario Sgarbi per le cose indegne e indecenti, per l'attacco a parlamentari della Repubblica che sta facendo in queste ore, con video di decine di minuti contro i singoli parlamentari.

È una cosa mai vista, mai ascoltata, che tutto il Parlamento, lo ripeto, tutto il Parlamento deve rifiutare, rinunciare ad ascoltare e deve rivolgere questo appello alla Presidente del Consiglio: rimuova il Sottosegretario Sgarbi prima della discussione della mozione di sfiducia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento la deputata Orrico. Ne ha facoltà.

ANNA LAURA ORRICO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per esprimere, a nome del MoVimento 5 Stelle, la massima solidarietà alla collega Manzi, che certamente non ha bisogno di dimostrare le sue competenze, perché parlano per lei il suo curriculum e i numerosi interventi che fa in Commissione cultura, nella quale siamo colleghe. Ci dispiace che, per l'ennesima volta, una donna venga aggredita verbalmente. Dopo le parole di Bandecchi che diceva, durante una trasmissione televisiva, che io dovessi essere abbattuta leggiamo ora che il Sottosegretario Sgarbi dà degli aggettivi poco gradevoli, offendendo, quindi andando sull'offesa personale, invece che sui contenuti politici, il suo contraddittorio rispetto alla mozione discussa dalla collega Manzi. Credo che questo sia un elemento di debolezza, di debolezza politica del Sottosegretario Sgarbi e di tutto il Governo Meloni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che preferiscono parlare ed offendere sul piano personale chi siede all'interno di questo Parlamento e ha diritto di sedere perché è stato democraticamente eletto. La democrazia, quella sconosciuta a tantissimi rappresentanti di questo Governo.

Allora, al di là della solidarietà, ci auguriamo che la Presidente Meloni intervenga, laddove il pavido Ministro Sangiuliano ancora non è stato in grado di intervenire, perché, al di là di tutto, al di là dei fatti che il Sottosegretario Sgarbi continua a dire di aver compiuto nella sua vita, prima ancora dei fatti, contano le parole, perché le parole possono essere pietre, perché le parole possono essere violente e aggressive. Allora disciplina e onore, etica pubblica significano anche saper comunicare, saper dichiarare, saper parlare senza offendere l'avversario, ma interagendo sui contenuti politici. Sottosegretario Sgarbi, faccia un favore non solo al Parlamento, ma all'Italia intera: si dimetta e chieda scusa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Saluto salutiamo le ragazze i ragazzi dell'Istituto comprensivo “Via Boccioni” di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Grazie di essere qui. Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.

FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Presidente, solo per esprimere, a nome del gruppo di Azione, solidarietà alla collega Manzi e, ancor prima, alla collega Piccolotti e, ancor prima, al collega Caso e potremmo andare indietro, giorno dopo giorno, nella solidarietà rispetto agli attacchi di un Sottosegretario che ha superato la misura. Noi vorremmo ricordare quanto accaduto, nella scorsa legislatura, nei confronti della nostra collega, ai tempi Vice Presidente della Camera, onorevole Carfagna. La misura nei confronti di Sgarbi è colma e questa volta l'ha superata anche perché gli attacchi sono precisi e mirati nei confronti di tutti i colleghi, che hanno solamente avuto il coraggio di intervenire in quest'Aula, nell'esercizio delle loro funzioni di parlamentare, con un attacco politico nei confronti del Sottosegretario. La misura è colma e noi chiediamo alla Presidente Meloni un intervento immediato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Rispetto alle istanze pervenute alla Presidenza, sicuramente riporterò quanto richiesto al Presidente Fontana.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che, con lettera in data 25 gennaio, il presidente della Commissione cultura ha rappresentato l'esigenza - sulla quale hanno convenuto i rappresentanti dei gruppi della Commissione medesima - di rinviare al prossimo calendario l'esame in Assemblea della proposta di legge n. 1063 e abbinata: Istituzione di un fondo per il concorso dello Stato al finanziamento della spesa per la partecipazione a viaggi di istruzione, la cui discussione generale è prevista dal vigente calendario per venerdì 2 febbraio.

Pertanto, secondo le intese intercorse fra i gruppi, tale provvedimento non sarà iscritto all'ordine del giorno di tale seduta.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare l'onorevole Loperfido. Ne ha facoltà.

EMANUELE LOPERFIDO (FDI). Grazie, Presidente. È un piacere che vi siano anche i ragazzi, perché è un tema di storia patria. Guidava volontariamente una pattuglia alla cattura di una mitragliatrice nemica che, con il suo intenso fuoco, impediva alla colonna di procedere verso nuovi obiettivi assegnati. Ferito a un braccio non abbandonava il posto di combattimento, offrendo luminoso esempio di fermezza d'animo ai suoi dipendenti. Alcuni giorni dopo, ancora febbricitante e spossato per la perdita di sangue a causa della precedente ferita, con pochi elementi del battaglione si lanciava all'attacco di forze preponderanti, che tentavano di sbarrare il passo alla colonna in marcia, e trovava morte gloriosa sul campo. Romolo Marchi, sergente e medaglia d'argento al valor militare, è caduto a Nikolajewka, Unione delle repubbliche socialiste sovietiche, il 26 gennaio 1943 (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Alla memoria di Romolo Marchi è intitolata la sezione alpini di Pordenone, la cui madrina è Julia Marchi, che il giorno della morte del padre aveva pochi mesi di vita.

Il 26 gennaio ricorre l'ottantesimo anniversario di Nikolajewka, battaglia che rappresenta l'episodio culmine dell'epopea dei fatti d'arme delle penne nere nella Seconda guerra mondiale. In occasione della terza fase della grande offensiva, l'Unione Sovietica, senza spezzare il fronte tenuto dagli alpini ma infrangendo contemporaneamente quello degli ungheresi a Nord e dei tedeschi a Sud, con una manovra a tenaglia riuscì a racchiudere il Corpo d'armata in una vasta e profonda sacca. Mentre le divisioni della fanteria si stavano ritirando, il Corpo d'armata alpino ricevette l'ordine di rimanere sulle posizioni a difesa del Don, per non essere a sua volta circondato. Queste unità di alpini, composte prevalentemente da ragazzi di 20 anni, in assoluta inferiorità numerica, scarsi di equipaggiamento e armamenti pesanti, attingendo alle ultime forze disperate nel gelo della morsa del freddo sovietico, spinti dall'esempio del generale Reverberi, al grido: “Tridentina avanti!” riuscirono a spezzare l'ultimo anello dell'accerchiamento. Il tributo di sangue fu altissimo: basti pensare che per il trasporto in Russia del Corpo d'armata furono necessari 200 treni; al rientro ne furono più che sufficienti 17. C'è un drammatico e straziante canto degli alpini, L'ultima notte, che recita: “Mormorando, stremata, 100.000 voci stanche di un coro che si perde fino al cielo, avanzava in lunga fila la marcia dei fantasmi in grigioverde. Non è il sole che illumina gli stanchi gigli di neve sulla terra rossa.Gli alpini vanno come angeli bianchi e ad ogni passo coprono una fossa”. I superstiti risultarono 6.400 della Brigata Tridentina, 3.300 della Brigata Julia e 1.300 della Cuneense. Migliaia di storie epiche, drammatiche e tristi, come quella del sergente Marchi e della figlia. Con legge n. 44 del 5 maggio 2022, la Repubblica riconosce il giorno 26 gennaio quale Giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli alpini, al fine di conservare la memoria dell'eroismo dimostrato dal Corpo d'armata alpino nella battaglia di Nikolajewka durante la Seconda guerra mondiale, nonché al fine di promuovere i valori della difesa della sovranità e dell'interesse nazionale, nonché dell'etica dell'impegno in armi, della partecipazione civile, della solidarietà del volontariato che gli alpini incarnano, ogni giorno contribuendo a rendere l'Italia un Paese migliore. Viva gli alpini, viva le Forze armate, viva l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (AVS). Signor Presidente, intervengo, devo dire, un po' spaesato dopo aver ascoltato l'intervento del collega, ed è bene che ci siano gli studenti, come lui ha detto. Quando si ricorda un episodio storico e tanto più quando si ricordano episodi - ci mancherebbe - che hanno coinvolto la vita di ragazzi in questo caso, che, come sempre, quando c'è una guerra sono di per sé incolpevoli, vittime delle guerre e di chi le scatena, di chi li manda a morire, vorrei che quest'Aula, che è l'Aula del Parlamento italiano, avesse chiaro che l'episodio che è stato ricordato, con il carico di eroismo su cui si è molto insistito, è un episodio legato a una pagina particolare della storia del Novecento, della storia di questo continente e anche del nostro Paese.

Quella è stata una battaglia particolare, nella vicenda della Seconda guerra mondiale, ma il suo ricordo - su cui nulla ho da dire, ci mancherebbe - andrebbe però contestualizzato dentro il quadro della storia. Quella battaglia, com'è stato ricordato, si svolse nell'allora Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, nell'ambito di una campagna, la campagna di Russia (Commenti), in cui nazisti e fascisti, aggredendo l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, nell'ambito della Seconda guerra mondiale, mandarono lì, a morire, centinaia di migliaia di ragazzi e di ragazze (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), che, come sempre, quando muoiono non hanno colpa della morte che è stata inflitta loro da chi li ha mandati su quei campi di battaglia. Quindi quella battaglia, come quella guerra, ha nella nostra storia un significato particolare. Vorrei che il contesto fosse ricordato, perché quest'Aula, questo Parlamento esistono anche nella loro libertà di ricordare episodi storici, anche grazie a chi, in quella guerra, fu da una parte e non dall'altra. Non è tutto uguale.

La storia è storia, ma la storia vive dentro un contesto (Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e forse è bene che, nel Parlamento della Repubblica, il contesto sia ricostruito e raccontato, a maggior ragione quando ad ascoltarci ci sono studenti e studentesse. Da una parte, i nazifascisti; dall'altra, chi li combatté per liberare l'Europa e anche il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mari. Ne ha facoltà.

FRANCESCO MARI (AVS). Grazie, Presidente. È un intervento di fine seduta, non è un intervento sull'ordine dei lavori e non è una risposta al collega Loperfido, però, anche qui, c'entra un pochettino. L'intervento a fine lavori è su una nota dell'ufficio scolastico regionale del Lazio ai dirigenti scolastici degli istituti di questa regione. L'oggetto, stranamente, riguarda lo svolgimento delle attività didattiche, ma poi, nella nota, nel testo, si legge: nell'approssimarsi della Giornata della memoria e alla luce degli scenari internazionali di crisi, si raccomandano le signorie loro di porre (in realtà c'è scritto “a porre”, è anche sbagliato) la massima attenzione per prevenire iniziative o comportamenti che possano turbare la serenità degli studenti e delle studentesse, nonché il regolare funzionamento delle attività didattiche.

Quali sono queste iniziative o questi comportamenti che possono turbare le attività didattiche? Io ho insegnato, ho cominciato a insegnare quarant'anni fa. Rispetto allo svolgimento delle attività didattiche nell'approssimarsi della Giornata della memoria, cosa può turbare? Cosa c'entra con la didattica? Che cosa devono fare gli insegnanti che, a cascata, riceveranno questa nota dell'ufficio scolastico? Devono evitare di parlare di alcuni argomenti, forse, in occasione della Giornata della memoria? Questo è il senso? Non devono toccare e non si deve parlare della Palestina, di due popoli e di due Stati? Cosa c'è scritto qui dentro? Qual è l'indicazione pratica rispetto all'attività didattica? Cosa sta accadendo, Presidente, nella Repubblica democratica nata dalla Resistenza? Cosa sta accadendo?

Siamo alla regolazione del pensiero divergente e delle opinioni divergenti? Siamo alle misure preventive di contenimento del dissenso? Non, Presidente, nell'esercizio dell'ordine pubblico - che già sarebbe grave, ma, diciamo così, è un altro campo -, ma addirittura nelle istituzioni scolastiche che sono preposte alla formazione dei cittadini e del libero pensiero. Abbiamo le note degli uffici scolastici provinciali che nel Paese della libertà di insegnamento - nel Paese della libertà di insegnamento! - provano ad orientare le scuole e i docenti (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra) su quello che, in occasione della Giornata della memoria, si può dire e non si può dire, può provocare o non provocare disagio e turbamento dell'ordine pubblico! Dove stiamo andando (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Loperfido. Ne ha facoltà. Mi scusi, onorevole Loperfido, a che titolo? Sull'ordine dei lavori, prego.

EMANUELE LOPERFIDO (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo rapidamente, perché non voglio portare via tempo ai colleghi e anche a lei. Però devo dire che, quando viene fatto un intervento, al termine dei lavori, e si cita una legge nazionale, approvata dal Parlamento nel 2022, non ricordo se il collega Fratoianni fosse presente o meno, però è una legge del Parlamento, nessuno sta esaltando di fronte ai ragazzi l'arte della guerra. Semplicemente vogliamo riconoscere le medaglie d'oro e d'argento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) che hanno servito, al servizio della Patria, e che, con legge del Parlamento, sono state riconosciute, il valore degli alpini che per la Patria hanno dato la vita. Qui nessuno voleva entrare nel contesto storico, perché altrimenti, se avessi voluto entrare nel contesto storico, non avrei fatto un intervento di 2 minuti. Perché lei stesso, nel cercare di fare rapidamente, forse ha dipinto soltanto una parte del contesto storico.

Voglio ricordare che l'Unione Sovietica, da lei citata, è stata l'autore del massacro di Katyn (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Ecco allora che non si può dire che, da una parte, c'erano i buoni e, dall'altra parte, i cattivi, perché altrimenti vuole dire che vogliamo continuare a dipingere la storia in un modo fazioso.

L'obiettivo, anche nostro, da parte del Parlamento, è di contribuire ad un percorso di pacificazione, ricordando soprattutto, come ha fatto la legge del Parlamento nel 2022, chi ha servito la Patria e fare in modo che i ragazzi possano studiare la storia, apprendere le lezioni della storia, in modo che certi errori non abbiano a ripetersi. Se vogliamo continuare, invece, a mettere “i puntini sulle i” per rafforzare la propria parte politica, che discende, evidentemente, da quell'Unione Sovietica, bene, noi ci chiamiamo fuori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Cuperlo. Ne ha facoltà.

GIANNI CUPERLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non si tratta - lo dico al collega Loperfido, tramite la sua persona - di mettere “i puntini sulle i”, e noi non discendiamo da quella storia. Si tratta di contestualizzare un fatto storico nel rispetto del sacrificio di militari italiani, in questo caso alpini, in un contesto storico particolarissimo.

Però, onorevole Loperfido, se lei definisce “puntini sulle i” il fatto che dal 10 giugno 1940 alla metà del 1945 sono morti 440.000 cittadini italiani, e quelli che lei ha citato erano parte di quella cifra pazzesca, a causa delle responsabilità storiche, politiche e ideologiche del peggiore regime che abbia insanguinato questo Paese nella storia del Novecento, se lei considera questo dei “puntini sulle i”, allora la distanza tra noi in quest'Aula è profonda, perché noi rappresentiamo i valori e i principi della Costituzione repubblicana, nata sulla base di una discriminante antifascista e antinazista contro la peggiore tragedia della storia del Novecento.

Chi forse in quest'Aula ha rimosso questo contesto storico e ha teso strumentalizzare una giornata che va riconosciuta e rispettata, anche con riferimento al tributo al Corpo degli alpini - alcuni, che hanno vissuto quella esperienza in anni, per fortuna, di pace, militano nelle fila del nostro gruppo parlamentare -, chi ha mancato di rispetto alla democrazia repubblicana, alla storia del Paese e anche a quelle vittime è venuto dai banchi dove siede lei (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Devo sottolineare solo un aspetto, non aggiungo altro a quanto magistralmente detto dal mio collega Cuperlo. Ho la sensazione, colleghe e colleghi, che si stia perpetrando in quest'Aula quello che Habermas denunciò; lo dico perché così, visto che si fa riferimento agli studenti, cerchiamo di dare anche due nozioni a questi studenti, perché altrimenti vanno in confusione.

Quando Habermas, nel 1986, denuncia l'uso pubblico della storia, ragazzi, mi rivolgo a voi, avete assistito esattamente a un esempio dell'uso pubblico della storia. E che cos'è l'uso pubblico della storia? L'uso pubblico della storia è esattamente quel gioco retorico dell'utilizzare il passato, riscriverlo e narrarlo per legittimare il proprio presente, e generalmente questo lo fa il potere, lo fanno coloro che sono al potere. E lo fanno tutti, di qualsiasi schieramento politico, in qualsiasi Paese.

Lei, caro collega - lo dico suo tramite, Presidente, ma lo sto dicendo in una maniera pacata -, ha esattamente dato palese manifestazione dell'uso pubblico della storia.

E questa cosa, cari ragazzi e care ragazze che ci state ascoltando e che vedrete queste cose, sta succedendo ogni giorno in questo Paese. Non si capisce per quale ragione chi non è in grado di esercitare egemonia culturale, addirittura richiamando i padri fondatori di un pensiero politico, cerchi un giorno di spostare Dante a destra, l'altro giorno addirittura Gramsci e, tra qualche settimana, non sapremo più chi. Quindi noi veramente v'invitiamo ad evitate l'uso pubblico della storia. L'episodio che lei ha raccontato è esattamente un'azione di attacco in un territorio, dopodiché lei ci sta dicendo che rimpiange il Patto d'acciaio (Commenti ironici del deputato Loperfido), che rimpiange quando fascisti e nazisti combattevano insieme, ci sta dicendo sostanzialmente questo.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 29 gennaio 2024 - Ore 9,30:

1. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:

Conversione in legge del decreto-legge 29 dicembre 2023, n. 212, recante misure urgenti relative alle agevolazioni fiscali di cui agli articoli 119, 119-ter e 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77. (C. 1630​)

Relatore: TESTA

2. Discussione sulle linee generali del testo unificato delle proposte di legge:

CAPARVI ed altri; MOLLICONE: Disposizioni in materia di manifestazioni di rievocazione storica e delega al Governo per l'adozione di norme per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale. (C. 799​-988-A​)

Relatore: AMORESE.

3. Discussione sulle linee generali del testo unificato delle proposte di legge:

SERRACCHIANI; COMAROLI ed altri; GATTA; BARZOTTI; RIZZETTO e LUCASELLI; TENERINI: Disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche.

(C. 153​-202​-844​-1104​-1128​-1395-A​)

Relatore: GIACCONE.

4. Discussione sulle linee generali delle mozioni Schlein ed altri n. 1-00233 e Francesco Silvestri ed altri n. 1-00222 concernenti iniziative in merito alla crisi in Medio Oriente .

5. Discussione sulle linee generali della proposta di legge:

MOLINARI ed altri; BIGNAMI ed altri; FARAONE ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione epidemica del virus SARS-CoV-2 e sulle misure adottate per prevenire e affrontare l'emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2 (Approvata, in un testo unificato, dalla Camera e modificata dal Senato). (C. 384​-446​-459-B​)

Relatrice: BUONGUERRIERI.

La seduta termina alle 12.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 1)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 1606-A - VOTO FINALE 240 227 13 114 143 84 79 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.