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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 217 di mercoledì 20 dicembre 2023

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

BENEDETTO DELLA VEDOVA , Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 81, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,34).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10.

La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 10,20.

In memoria di Samira Sabzian.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. Questa notte, in Iran, una donna è stata impiccata, uccisa da un regime che vuole soffocare le istanze di libertà e di democrazia che, in particolar modo, il movimento delle donne in Iran sta portando avanti. È un fatto di una gravità inaudita. Purtroppo, da molto tempo, le istanze di libertà e di democrazia portate avanti dalle donne sono soffocate con la morte, con l'assassinio da parte di un regime che, non solo non conosce la democrazia, ma soffoca i diritti delle donne, i diritti umani.

Signor Presidente, penso che dal Parlamento debba arrivare oggi la più ferma condanna contro questo regime che soffoca la democrazia e che debba arrivare, quindi, una forte condanna, nelle modalità che lei riterrà opportuno, signor Presidente - magari, con un minuto di silenzio -, del Parlamento rispetto a un fatto inaudito e rispetto a tantissimi fatti inauditi, perché bisogna sostenere i movimenti, la necessità di dare una speranza a quel Paese, alle donne, ai ragazzi e alle ragazze che vogliono democrazia e che non possono essere soffocati con l'assassinio e il martirio di queste persone (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Boldrini sullo stesso argomento. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Presidente, mi unisco alla richiesta del collega Bonelli. È vero, questo Parlamento, che, comunque, su questo tema si è già espresso in diverse occasioni, deve continuare a farlo.

Il regime iraniano continua nella sua feroce azione di repressione e si accanisce contro ragazze e donne. Ha condannato a morte una donna che si era difesa dalla violenza brutale di un marito che aveva dovuto sposare contro la sua volontà all'età di 15 anni. Quindi, penso che dobbiamo continuare a esprimere la nostra solidarietà al movimento “Donna, Vita, Libertà”, che tanto sta facendo in Iran, tanto sta facendo nella diaspora, anche nel nostro Paese. Noi abbiamo avuto più volte occasione di incontrare le rappresentanti che risiedono in Italia di quel movimento, ma penso che, come Parlamento, dovremmo, ancora una volta, fare di più per chiedere al Governo, Presidente, un'azione più incisiva.

Le azioni commerciali, il business con l'Iran è sempre lo stesso. Allora, penso che bisogna dare un segnale serio di presa di distanza da quel regime e, per farlo, bisogna cambiare l'assetto, bisogna far capire che siamo disposti a rinunciare a qualcosa in nome dei diritti umani.

Quindi, tramite lei, rivolgo un appello al Governo - qui abbiamo anche la Sottosegretaria che saluto - per fare di più contro un regime sanguinario e per rimettere in discussione alcuni assetti che, alla luce dei fatti, non sono più sostenibili (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bagnasco. Ne ha facoltà.

ROBERTO BAGNASCO (FI-PPE). Grazie Presidente. Intervengo anch'io sullo stesso argomento per gli stessi motivi e, con le stesse motivazioni, mi associo - a nome, ovviamente, anche del gruppo di Forza Italia -, perché la situazione in Iran, alternativamente - un mese sì, un mese no, ma sempre peggio -, sta diventando assolutamente insostenibile.

È un problema delle donne iraniane e dei giovani iraniani, ma è un problema di un Paese, che pure ha una grande tradizione, una grande storia e una grande cultura, ma che oggi è assolutamente al di fuori di qualsiasi possibilità di tolleranza. Ci rendiamo conto - e qui parlo ovviamente al Governo - che ci sono interessi importanti, perché l'Iran è un Paese importante e un Paese significativo, sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista geopolitico, ma non è più possibile tollerare una situazione del genere ed è giusto, quindi, che dal Parlamento venga questa istanza nei confronti del nostro Governo, perché prenda un'iniziativa forte, chiara e alla luce del sole, che, in qualche modo, ci distanzi da un regime assolutamente insostenibile e che deve essere condannato senza alcuna attenuante (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Matone. Ne ha facoltà.

SIMONETTA MATONE (LEGA). Sono molto felice della presa di posizione dell'opposizione sugli orrori del regime iraniano, perché non vorrei essere polemica, ma non ho mai visto manifestazioni di piazza in favore delle donne iraniane (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Onorevole Matone, restiamo sul fatto.

SIMONETTA MATONE (LEGA). Detto questo, non è il momento delle polemiche. Ciò che accade in Iran nei confronti delle donne è qualcosa di totalmente inaccettabile: donne massacrate per essersi messe il velo, imposto dal regime, in maniera non corretta; donne come questa, che è stata impiccata, dopo essere stata detenuta per 13 anni e per evitare - ho letto la storia di questa donna - rappresaglie nei confronti dei figli ha interrotto i rapporti con la sua famiglia. Nonostante questo e nonostante l'occhio del mondo su di loro, l'hanno impiccata, come fanno loro, appendendola a una gru (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Credo sia giunto il momento di prendere una posizione nettissima, perché non esistono orrori di una parte o dell'altra. Lo stesso discorso potrebbe essere rivolto alle donne massacrate il 7 ottobre da Hamas e nei confronti delle quali c'è stata una sorta di silenzio colpevole da parte di una parte della politica e di più non dico (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Per favore, colleghi! Stiamo parlando di una vicenda tragica. Onorevole Matone, la prego.

SIMONETTA MATONE (LEGA). È una vicenda tragica ed è ora di dire “basta”. Quindi, chiedo che il Parlamento si raccolga in un minuto di silenzio in memoria di questa donna (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Onori. Ne ha facoltà.

FEDERICA ONORI (M5S). Grazie, Presidente. Mi ricollego agli interventi fatti finora dalle opposizioni, in continuità con l'attività legislativa portata avanti dall'inizio di questo mandato, per denunciare i crimini in Iran ai danni di donne, di giovani e di dissidenti politici.

A memoria di tutti, la mia per prima, voglio ricordare che la III Commissione ha approvato una risoluzione soltanto 12 mesi fa, una risoluzione a testo unificato che veniva dal contributo di diversi testi, tra cui diversi delle opposizioni - lo dico a giovamento della memoria di tutti quanti noi -, che appunto prendeva le parti della società civile iraniana e che condannava ogni brutalità che il Governo degli Ayatollah, da anni, sta commettendo ai loro danni.

Ci sono state diverse manifestazioni in strada a favore della società civile iraniana e a favore del Movimento Donna, vita, libertà. Lo posso dire, perché ero presente a queste manifestazioni (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra), come erano presenti - e posso dirlo perché le ho viste - le colleghe Boldrini e Piccolotti, erano con me davanti all'ambasciata iraniana in Italia, quando abbiamo fatto un picchetto, nella primavera del 2023, per manifestare il nostro più completo dissenso nei confronti dell'operato del regime iraniano e la nostra più totale solidarietà nei confronti della società civile iraniana.

Spero che questo Parlamento potrà continuare quindi, in maniera virtuosa, l'operato, già iniziato per impulso di molti, anche se non soprattutto delle opposizioni. Il minuto di silenzio mi pare un'ottima proposta. Spero non ci fermeremo a quello (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pozzolo. Ne ha facoltà.

EMANUELE POZZOLO (FDI). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, penso che da Roma a Teheran debbano giungere una parola e un segno forte, e il segno forte è quello unitario di un Parlamento, il nostro Parlamento, della Camera dei deputati, che è consapevole che il popolo persiano vive in un regime di prigionia assoluta oramai. L'assenza di libertà, il non rispetto dei diritti umani, condizioni nelle quali, quotidianamente, gli oppressori, gli ayatollah, i pasdaran costringono a vivere la loro popolazione, è qualcosa di non più accettabile. Non dobbiamo farci intimidire dagli evidenti interessi economici e geopolitici, ma dobbiamo avere la forza di una grande civiltà qual è la nostra, che non può transigere su alcuni valori e su alcuni principi. Ciò che accade in Iran oramai da troppi anni non è più accettabile. Io penso che il nostro Parlamento, il nostro Stato debbano essere elemento di sprone verso l'Europa e verso tutto l'Occidente e il mondo libero, perché non è più accettabile che un Governo come quello iraniano costringa continuamente sotto una cappa di violenza inaudita una popolazione che ha desiderio di libertà. Quindi, penso che da questo Parlamento debba emergere un senso forte di unità su questi temi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), un senso forte di voglia di libertà che parte da Roma e deve arrivare a Teheran e gli ayatollah devono capire che, quando hanno a che fare con l'Europa e l'Italia e il mondo intero libero, non possono permettersi di agire pensando come loro generalmente fanno. Viva la libertà, viva l'Iran, viva l'Iran libero (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, signor Presidente. Ringrazio il collega Bonelli, per avere sollevato il caso della brutale e violenta impiccagione da parte del regime degli ayatollah. Peraltro, proprio in questi giorni è stato arrestato anche l'avvocato di Mahsa Amini, che era stato a Strasburgo a ritirare il premio Sacharov. Noi di +Europa avevamo promosso, proprio all'indomani del tentativo di rivoluzione - che dobbiamo accompagnare - delle donne e degli uomini iraniani, “Sveliamo la Libertà”, un'iniziativa per ricordare in Italia quanto sta accadendo. Io credo che su questo il Parlamento si debba unire, evitando qualsiasi tipo di polemiche. Abbiamo di fronte a noi regimi totalitari autocratici, abbiamo il terrorismo fondamentalista, dobbiamo ricordarci di tutte le persone che vengono stuprate nella loro libertà in Iran, e non solo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Monte. Ne ha facoltà.

ISABELLA DE MONTE (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Anche a nome del gruppo di Italia Viva, vorrei esprimere la ferma condanna per questa ennesima brutale esecuzione - che fa seguito, purtroppo, ad anni di violenze e di ritorsioni - della giovane vita di questa donna, che non ha potuto scegliere cosa fare e tanto meno, purtroppo, scegliere la sorte della sua vita. Però, vorrei dire anche che, visto che parliamo oggi di temi europei, la posizione deve essere certamente ferma da parte dell'Italia, ma deve essere ferma anche da parte dell'Unione europea. In questo senso, vorrei ricordare che proprio di recente è stato riconosciuto il premio Sacharov a Jîna Mahsa Amini e al movimento “Donna, Vita, Libertà”. Quindi, credo che dobbiamo essere anche molto vicini a tutte quelle donne che, con molto coraggio e molta determinazione, stanno lottando in Iran proprio per la loro libertà, che è una libertà a tutto campo, che coinvolge naturalmente anche la cultura, l'istruzione e tutto quello che appartiene alla vita.

Due sole piccole osservazioni. Innanzitutto, che questo Parlamento non si divida su questi temi, dividendosi tra maggioranza e opposizione, perché sarebbe davvero controproducente. E, secondariamente, vorrei dire, sia che si tratti di femminicidi sia che si tratti di esecuzioni violente come queste, che non si pensi mai sia una battaglia delle donne per le donne, perché è una battaglia di civiltà, che deve coinvolgere tutti (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva-il Centro-Renew Europe e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea e i membri del Governo). Colleghi, davanti all'ennesima tragedia, davanti a questo nuovo abisso dell'inciviltà la nostra coscienza si ribella. La nostra coscienza ribolle davanti a quello che voi avete commentato. Questo Parlamento, oggi, attraverso le vostre voci, ha detto, per l'ennesima volta, una parola chiara davanti a queste tragedie. Il miglior modo è quello di dedicare un minuto di silenzio alla memoria di Samira, alla memoria di tutte le donne costrette a subire violenza da parte del regime iraniano, in modo che da questo Parlamento, dalla Camera dei deputati della Repubblica italiana ci sia l'ennesimo segnale forte e univoco di un “no” deciso davanti, ripeto, a questo abisso dell'inciviltà (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Applausi).

Colleghi a questo punto mi fa piacere salutare gli studenti dell'Università di Salerno, che assistono dalle tribune ai nostri lavori (Applausi), soprattutto perché, in questo momento, loro, meglio di ogni altro, più di ogni altro, sapranno portare questo messaggio di speranza all'esterno.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori, ma su un altro argomento, l'onorevole Torto. Ne ha facoltà.

DANIELA TORTO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per stigmatizzare quanto accaduto in Commissione bilancio ieri, ma anche quanto continua ad accadere oggi. Una brutta pagina, l'ennesima scritta a danno del Paese, ma scritta anche ad umiliazione di chi lavora dentro questo Parlamento. Ieri ci avete preso in giro con un teatrino davvero da quattro soldi, in cui Fratelli d'Italia chiede, dopo quattro anni che parliamo di MES, ancora approfondimenti sul MES, perché ancora non comprende, ancora non capisce che fare e la Lega al Governo si dice impreparata. Eppure eravate voi quelli che accusavano che il MES era stato attivato. Cos'è, colleghi? Era tutta una bugia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Ditecelo, era una bugia.

PRESIDENTE. Lo dica a me, però, onorevole Torto. Lo dica a me.

DANIELA TORTO (M5S). Oggi si riconvoca la Commissione bilancio, Presidente, addirittura per dirci che il gioco continua, il parere è stato nuovamente rinviato; una vergogna per il Paese, una buffonata, cui il MoVimento 5 Stelle si è sottratto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e si è sottratto perché siamo stanchi di questo Governo che prende in giro il Paese e tutti i cittadini. Il tempo è scaduto, siete al capolinea, colleghi, perché non sapete davvero come scendere da questo treno. Eppure, di lezioni ne avete: basta chiedere al Ministro Lollobrigida (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il MES vi attende! E noi anche. Insomma, non basteranno i vostri teatrini a salvarvi la faccia, perché, Presidente, la Meloni è venuta in quest'Aula ad accusare di alto tradimento il Presidente Conte.

Questo, Presidente, è gravissimo, è una vergogna! Si è mentito spudoratamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Un'umiliazione per l'Italia, un'umiliazione per le nostre istituzioni.

D'altra parte, non potevamo aspettarci altro, perché, se, oggi, parliamo di MES, la colpa è di quel Governo Berlusconi che istituiva il MES e di cui la Presidente Meloni era Ministro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Quindi, tramite lei, Presidente, ai colleghi di Fratelli d'Italia diciamo: se volete approfondimenti, chiedeteli alla vostra leader (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (IV-C-RE). Accadono veramente le cose più strane in questo Parlamento. Sono contento che la collega Torto abbia letto le agenzie su cosa è successo stamattina in Commissione bilancio, visto che il MoVimento 5 Stelle non c'era in Commissione bilancio stamattina (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva-il Centro-Renew Europe e Fratelli d'Italia). Così come sono contento che il MoVimento 5 Stelle lotti così tanto per il MES, dopo che, in questo Parlamento, nel 2019, voi e la Lega avete iniziato questa pantomima ridicola. In ogni caso, se scendesse un marziano sulla Terra - è un esercizio che spesso faccio -, ieri la maggioranza, tramite la relatrice del provvedimento, l'onorevole Lucaselli, ha chiesto al Governo: Governo, sei sicuro che non ci siano effetti finanziari se firmiamo la ratifica del MES? Noi, come abbiamo detto ieri, abbiamo detto: guardate che il Governo ha già risposto, nella nota del 21 giugno ha risposto che non ci sono effetti finanziari. Però volete che ve lo ridica domani, cioè oggi? Va bene.

Stamattina, alle 8,45, si presenta il Sottosegretario Freni e dice di avere la risposta alle domande della sua maggioranza e la risposta è che non c'è alcun effetto finanziario di finanza pubblica nel firmare il MES. In particolare, il Sottosegretario Freni dice che non saremo mai chiamati a versare quei 125 miliardi di quota di capitale aggiuntiva del MES. E chi è che dice, invece, che saremo chiamati a farlo? Salvini, il segretario, il capo del Sottosegretario Freni. Ma lasciamo stare anche questo. Freni mette a verbale che, da un punto di vista di finanza pubblica, non c'è alcun problema.

Riprende la parola l'onorevole Lucaselli e dice “secondo me ti sbagli, secondo me ci possono essere effetti sulla programmazione”, quando il Governo non una, ma due volte, il 21 giugno e stamattina, dice che non c'è alcun effetto.

Allora diciamo: scusate, se volete legittimamente rinviare il MES per vedere che cosa succede all'Ecofin fra poche ore - ho la sensazione che non vi andrà e non ci andrà un granché bene, ma lasciamo stare le sensazioni -, venite in Aula e prendetevi la responsabilità politica di dire: signori, vogliamo attendere la conclusione del risultato dell'Ecofin prima di scegliere una via o un'altra sul MES. Fatelo alla Capigruppo, che era in corso, o qui in Aula e non c'è problema. Potete sentire altri due interventi dei 5 Stelle che difendono il MES: può darsi, pazienza, che problema c'è? Invece voi avete scelto una cosa pericolosa: avete scelto di usare la Commissione bilancio, che è un organo di garanzia, di tutela per lo stato dei nostri conti pubblici, per arrivare a una finalità politica. Gli elementi per esprimere un parere, oggi, c'erano tutti, c'erano dal 21 giugno e c'erano stamattina, quando il Governo, senza ambiguità, ha detto che non ci sono effetti di breve, di lungo, di medio-lungo, di destra, di sinistra, di lato. E voi - voi, maggioranza al Governo - avete risposto: mah, non lo so, Governo, se mi stai dicendo la verità.

Quindi non lo so, fatemi capire una cosa: ma fino dove volete arrivare? Ma cosa ostava e cosa osta, oggi o domani, a che qualcuno del Governo si alzi in piedi e dica: da un punto di vista di finanza pubblica non ci sono effetti, però vogliamo aspettare l'Ecofin, vogliamo aspettare Godot, vogliamo aspettare quello che volete? Guardate che ne va del rispetto e della dignità di queste istituzioni. Non continuate a fare carta straccia di queste istituzioni, perché le istituzioni restano, le maggioranze passano e il motivo per cui la politica ha perso credibilità è che un po' tutti stiamo utilizzando, abbiamo utilizzato le istituzioni come arma di propaganda politica, ma non è questo che bisognerebbe fare in un Paese civile, un Paese normale, quale, prima o poi, forse, un giorno diventeremo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonetti. Ne ha facoltà.

ELENA BONETTI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Innanzitutto, vorremmo esprimere la nostra solidarietà al povero Sottosegretario Freni (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe), costretto, ieri, a dire che non era in grado di dare una risposta, cioè che non aveva studiato le carte prodotte dallo stesso MEF. Oggi, torna in Commissione e dà la risposta, di cui già ieri aveva piena contezza, perché il MEF l'aveva già data, e, di nuovo, la sua maggioranza lo sconfessa ritenendo non sufficiente l'intervento.

Ho ascoltato l'intervento, ieri, in aula, dalla collega Lucaselli, della quale ho ampia stima e, proprio per la stima che ho, so benissimo che quando dice “colleghe e colleghi, dobbiamo rimediare agli errori che voi avete fatto, ai drammi che avete fatto”, si stava rivolgendo, in primo luogo, probabilmente, al Ministro Giorgetti, già Ministro del Governo Draghi, ai colleghi di Forza Italia e ai colleghi della Lega. Dopodiché, è talmente evidente la credibilità internazionale che, grazie al Governo Draghi, il nostro Paese aveva saputo riacquisire, ripeto, con il Ministro Giorgetti, oggi, in Europa, per discutere del nuovo Patto di stabilità, Ministro autorevole di quel Governo, che dire che abbiamo lasciato un'eredità disastrosa è qualcosa che non rende nemmeno ragione alle vostre intelligenze.

Ma arriviamo al punto. Il punto è che oggi in Aula il MES non arriva, di fatto, per un éscamotage in Commissione bilancio. Si è deciso di rimandare il parere della Commissione bilancio per non arrivare in Aula e per non confrontarsi, in primo luogo, con le contraddizioni della maggioranza e, in secondo luogo, per non assumersi quella credibilità in Europa che lo stesso Ministro Giorgetti aveva garantito e promesso ai partner europei, dicendo che il Parlamento deciderà e deciderà il 14 dicembre. La Presidente Meloni dice: il Parlamento deciderà e deciderà come vuole.

Avete i numeri per decidere, la questione di fondo è che non volete decidere. In questo modo, state isolando l'Italia in Europa, state perdendo credibilità, state assumendo un atteggiamento che non porterà un risultato a casa nell'interesse degli italiani. A nulla è servito il buon rapporto della Presidente Meloni - che qui ci aveva fatto promesse - con il collega Orbán, che ha posto un veto e ha bloccato tutti quanti all'ultimo Consiglio europeo e, oggi, abbiamo Francia e Germania che, da Stati maturi e autorevoli, si siedono a un tavolo, discutono e cercano di trovare una convergenza a tutela degli interessi dei cittadini francesi, tedeschi e di tutti gli altri Stati che decidono di stare al tavolo. Fare gli unici che al tavolo non si siedono, sapete cosa comporta? Se al tavolo non si è seduti, qualcuno dice che si è nel menu di quel tavolo. L'Italia oggi è allo sbando, con l'incapacità di poter determinare qualcosa. Perché? Perché questo Parlamento non si assume la responsabilità di esprimere un voto di ratifica sul MES. Credo che di tutto questo le italiane e gli italiani vi chiederanno conto (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Temo che oggi si sia scritta una brutta pagina all'interno della Commissione bilancio, Presidente. Speravamo, per vostra intercessione, per intercessione della Presidenza della Camera, che quanto in antipasto si immaginava dovesse avvenire durante la seduta di ieri della Commissione bilancio, in realtà, con un atto di resipiscenza, fosse stato superato dal riappropriarsi di questo Parlamento di un minimo di senno e, soprattutto, di senso compiuto rispetto alla funzione di una Commissione centrale, come la Commissione bilancio.

E, infatti, stamane, di buon'ora, alle 8,45, eravamo tutti noi presenti - noi delle opposizioni - in Commissione, sperando che finalmente il Parlamento potesse avere un sussulto di dignità su un tema che ci sta ponendo in grave difficoltà agli occhi dei partner europei. Purtroppo, abbiamo scoperto che, dopo l'orario previsto di convocazione della Commissione, in realtà, l'inizio dei lavori era stato prorogato di un quarto d'ora. Siamo stati, comunque, lì, rispettosi, ad attendere, ma, in realtà, la Commissione è cominciata ulteriormente 10 minuti dopo rispetto all'orario fissato di proroga previsto dalla Presidenza.

E, udite, udite, abbiamo ascoltato il rappresentante del Governo che ci diceva che dalla ratifica del MES non sarebbero derivati ulteriori impegni e oneri economici per la finanza pubblica, che erano gli unici rilievi riportati dal Servizio Bilancio di questo Parlamento, dall'autorevole Servizio Bilancio di questo Parlamento. Dopodiché, la relatrice del parere ha detto che, in realtà, non si poteva comunque procedere, perché derivandone un eventuale effetto sulla programmazione del bilancio dello Stato dalle trattative sulla riforma della governance europea, questo, potenzialmente, avrebbe potuto avere impatti sulla finanza pubblica, in questo caso contraddicendo quanto aveva poc'anzi detto il rappresentante del Governo. Al che, quando abbiamo fatto rilevare questa discrasia - è evidente -, un esimio esponente della maggioranza di Governo ha detto che ci avete sempre detto che il MEF non sempre dice la verità e non sempre ci azzecca, come, ad esempio, sul superbonus, che aveva detto che non sarebbero derivati ulteriori oneri di finanza pubblica, vi abbiamo preso per buono e su questa vicenda non crediamo a quello che ha detto il MEF, cioè il Ministero dell'economia e delle finanze retto da un Ministro politico di questo Governo.

Allora, scusate, sono successi almeno due elementi rilevanti. Il primo che si è dato un ruolo alla Commissione bilancio che non può avere, quello di dirimere questioni politiche attraverso un voto di rinvio che poteva fare tranquillamente questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). In secondo luogo, Presidente, si è detto che il Ministero dell'economia e delle finanze e un suo Sottosegretario non dicono la verità. Questo è un fatto politico che chiediamo debba essere riferito in questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Dal nostro punto di vista, siamo davanti a una buona notizia politica. La maggioranza è in crisi, ha appena sfiduciato uno dei Sottosegretari più riconoscibili dell'intero Governo, perché davanti al Sottosegretario Freni, che rassicura con una finta sul ring, me lo faccia dire, l'onorevole Lucaselli chiede se ci siano impatti sulla finanza pubblica, come se fosse una domanda non conosciuta alle Aule parlamentari e alla Commissione bilancio: sospensione della seduta, come se ci fosse un pathos dietro questa domanda. Peccato che la risposta il MEF l'avesse già data a giugno. In tutta questa sceneggiata - perché Presidente non mi viene un altro termine -, in questo teatrino (mi è venuto, vede?), stamattina ci presentiamo e la maggioranza, a un certo punto, rapisce Freni. Alle 8.45, vediamo portar via Freni dal perimetro della Commissione, forse per discutere ancora di quello che Freni avrebbe detto, e Freni cosa ha detto dopo questo rapimento lampo? Dice che la sottoscrizione del MES non prevede impatti sulla finanza pubblica. Oddio! Dice le stesse cose di giugno.

Fatemi dire che in tutto questo teatrino la maggioranza dica: “non siamo convinti”, ci può stare, però, allora, prendete atto e iniziate a dire cosa pensate. Se pensate, come dicono illustri economisti, anche dalla nostra parte, che il MES possa essere un pessimo affare, ditelo. Se pensate che vada messo in soffitta soprattutto da parte di noi europeisti, ditelo. Se dite che la convenienza economica è dubbia, ditelo qui, spiegatelo. Che il rischio di stigma finanziario è alle porte o che il rischio che quelle condizionalità, che sono oggi sospese, sono riattivate. Ditelo, spiegateci qual è il punto di vista! Ripeto: chiedere l'ennesimo rinvio, magari dopo l'Ecofin, è un punto politico e, allora, ribadite quello che ha detto la Meloni, cioè che voterà il MES, ma lo farà solo dopo aver fatto ostruzionismo, dal suo punto di vista, legittimamente, su altri provvedimenti. Ma evitateci tutta la sceneggiata e le finte sul ring di cose che sapete già. Presidente, e chiudo, guardi che non è il Governo che deve dare quel parere: è la Commissione bilancio. Ci sono tutti i tasselli per prendere una posizione. Fatelo, siete al Governo e oggi per l'ennesima volta semplicemente abbiamo visto non solo le vostre contraddizioni ma, davanti a una finta sul ring, anche la smentita del MEF e soprattutto del Ministro Giorgetti che, con i suoi rappresentanti, ha preso, invece che una finta sul ring, un bel cazzotto. Spero che fosse pronto a questa sceneggiata e che abbia fatto, come i migliori attori, un passo indietro per non farsi troppo male (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). Signor Presidente, credo che quello che ci hanno opportunamente appena raccontato i colleghi della Commissione bilancio abbia un grande valore politico che merita di essere sottolineato in quest'Aula. La scorsa settimana abbiamo ascoltato, con toni veementi, il collega Foti, il capogruppo del principale partito di maggioranza, rivendicare, da un punto di vista parlamentare, l'ostruzionismo che tutta la maggioranza stava facendo su altri provvedimenti di tutta evidenza con l'obiettivo politico di posticipare la discussione in Aula del provvedimento per la ratifica del MES.

Non abbiamo ancora ascoltato il presidente Foti spiegare cosa invece stia avvenendo in Commissione bilancio, perché lì non ci sono dubbi. Da una parte, la maggioranza si sta esprimendo in termini di sfiducia nei confronti di quello che il Governo riferisce sulla mancanza di impatti di finanza pubblica relativamente alla ratifica del MES. Dall'altra parte, cosa ancora più grave, accade, ancora una volta, che, per motivi politici e per motivi di imbarazzo della maggioranza, si chiedono al Governo informazioni che la Camera e gli Uffici della Camera sono in grado di fornire dettagliatamente a questo Parlamento per andare avanti. Credo che questo sia il punto più grave.

Guardi, Presidente, è già avvenuto in capigruppo in occasione del confronto che abbiamo avuto sul Trattato italo-albanese. In quel caso, è stato addirittura il Presidente della Camera a chiedere al Governo, al Ministro Ciriani, che era presente, di fornire gli approfondimenti sul merito, cioè se fosse necessario o meno un'autorizzazione alla ratifica del Parlamento. Credo che questo vada stigmatizzato e non debba mai più avvenire. Per motivi di strumentalità politica, pur legittimi e pur comprensibili, non possono essere i gruppi parlamentari - e invito, da questo punto di vista, alla responsabilità del nostro ruolo tutti i colleghi - a rivolgersi al Governo, chiedendo quello che non è competenza e ruolo del Governo fornire al Parlamento. In quest'Aula si assumano le responsabilità politiche. Guardate - e concludo Presidente - che tra pochi giorni dovrete in Aula assumervi la responsabilità politica di votare lo slittamento del punto all'ordine del giorno del voto del MES.

Il Re è nudo, alla fine i nodi vengono al pettine e questo avviene nel giorno in cui si svela il fallimento della strategia a pacchetto del Governo italiano in Unione europea.

Non era possibile utilizzare la questione del MES come ricatto rispetto alla trattativa sul Patto di stabilità. Non c'è più niente da fare, è finita con il Kamasutra delle posizioni parlamentari che vi potete inventare. Dovete assumervi la responsabilità in quest'aula e quello che sta avvenendo in Commissione bilancio non è onorevole, colleghi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, come ultimo intervento, l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Avendo seguito gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto, credo di poter dire che tutti i colleghi che sono intervenuti fanno parte di gruppi politici che nella scorsa legislatura rappresentavano la maggioranza. Allora, la prima domanda che mi viene da fare è: colleghi, ma perché non ve lo siete votati quando eravate in maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Ma se è così importante ed è così (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle)… veramente colleghi, capisco l'agitazione. Guardi, adesso arrivo anche al MoVimento 5 Stelle…

PRESIDENTE. Onorevole Donno! Onorevole Lucaselli… Onorevole Donno, non è che deve leggere il labiale: non la sente. Altrimenti deve leggere il labiale ed è troppo lontano, ci vogliono 15 decimi (Commenti del deputato Donno)...

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente…

PRESIDENTE. Se lei fa così la richiamo all'ordine; se fa così la richiamo all'ordine, però. Fate intervenire l'onorevole Lucaselli (Commenti). Onorevole Messina! Colleghi, ascoltatemi bene. Colleghi, ascoltatemi bene: il primo che, di qua o di là, dice qualcosa di sconveniente oggi viene espulso (Applausi). Questo sia chiaro! Fate parlare l'onorevole Lucaselli e ascoltatela in silenzio, di qua e di là, di qua e di là (Applausi)! Lo stesso è per gli ululati. Quindi, mi raccomando: avete parlato tutti, ora fate parlare (Commenti del deputato Casu)… onorevole Casu, la prego: non mi deve suggerire nulla, né lei né nessun altro. Parla l'onorevole Lucaselli e parla nel rispetto che tutti voi avete avuto. Prego, onorevole.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Dicevo, Presidente, che io capisco l'agitazione soprattutto da parte del MoVimento 5 Stelle che stamattina si ritrova Conte che dice: “No, noi non lo ratificheremo in Aula, non voteremo per il MES”. Però, vi vorrei ricordare, colleghi, che proprio in tema di coerenza, se vogliamo prendere questo spunto, è stato il presidente Conte a firmarlo. Ma come fate oggi a parlare a noi di buffonate e di teatrini (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Questo appartiene a voi!

Scusatemi: io ricordo il collega Marattin presidente della Commissione finanze. Diciamo che non era un incubo e neanche un sogno in realtà, però è stato presidente della Commissione finanze. Ma perché la PDL sul MES non l'avete presentata quando eravate al Governo, quando lei era presidente della Commissione finanze (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Ma perché i DDL di ratifica non sono stati presentati alla Commissione finanze quando era presidente Marattin (Commenti del deputato Marattin)? Allora, vedete…

PRESIDENTE. Onorevole Marattin, per favore.

YLENJA LUCASELLI (FDI). …l'urgenza che sente oggi l'opposizione è un'urgenza ingiustificata. Noi abbiamo chiesto in Commissione bilancio che alcuni temi vengano approfonditi ed è nelle prerogative dei parlamentari. Quando in Commissione bilancio mi si dice “ma noi qui facciamo soltanto i tecnici”, io rispondo: signori colleghi, noi siamo politici e non siamo dei tecnici (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti del deputato Ubaldo Pagano). I tecnici sono altri. Noi, anche nelle Commissioni, facciamo politica. Capisco che per alcuni può essere difficile, visto che sono stati per anni gestiti dai tecnici, ma noi di Fratelli d'Italia siamo abituati a fare politica e ad affrontare i temi politici.

Allora, non ci sono motivi di urgenza, perché vorrei ricordare a tutti, ma credo che non ce ne sia più bisogno, che…

LUIGI MARATTIN (IV-C-RE). È da gennaio!

PRESIDENTE. Colleghi, però non sento neanche io.

YLENJA LUCASELLI (FDI). …non c'è motivo d'urgenza, perché il MES può essere tranquillamente utilizzato dagli altri Stati europei, se lo dovessero ritenere. Chiedere, come è stato fatto in Commissione, che ci sia una procedura aggravata all'interno del Parlamento affinché il Parlamento possa veramente avere voce in futuro e chiedere che vengano chiariti i passaggi sulla programmazione è nel rispetto degli italiani, che vi piaccia o no (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Seguito della discussione del disegno di legge: Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2022-2023 (A.C. 1342-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1342-A: Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2022-2023.

Ricordo che nella seduta del 19 dicembre è stato da ultimo approvato l'articolo aggiuntivo 3.01000 Enrico Costa.

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 1342-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Qual è il parere sull'articolo aggiuntivo 4.0500 della Commissione?

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI, Relatrice. Parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo?

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Parere conforme alla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 4.0500 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 1342-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

STEFANO CANDIANI , Relatore. Il parere è contrario sugli emendamenti 5.2 e 5.1 Fenu.

PRESIDENTE. Il Governo?

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.2 Fenu, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.1 Fenu, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 1342-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI , Relatrice. Parere contrario sugli emendamenti 6.4 Quartini, 6.8 Scutella' e 6.7 e 6.6 Quartini.

PRESIDENTE. Il Governo?

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI, Relatrice. Parere conforme alla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.4 Quartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.8 Scutella', con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.7 Quartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.6 Quartini, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

( Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 10).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 1342-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 1342-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

STEFANO CANDIANI , Relatore. Presidente, invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.1 Morfino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.2 L'Abbate, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 1342-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 (Vedi l'allegato A), al quale è stato presentato un unico articolo aggiuntivo.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

Passiamo all'articolo aggiuntivo 9.01000 Barbagallo.

Chiedo alla relatrice il parere sull'articolo aggiuntivo 9.01000 Barbagallo.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI , Relatrice. Invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Parere conforme.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Barbagallo. Ne ha facoltà.

ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con questa proposta emendativa chiediamo di inserire un articolo aggiuntivo che prevede la delega al Governo per la concreta e corretta attuazione della direttiva comunitaria in materia di decarbonizzazione dei trasporti e mobilità sostenibile. Infatti, l'insopportabile melina messa in atto dal Governo nell'ultimo anno sta producendo un'inversione di rotta rispetto agli sforzi degli anni precedenti in materia. I dati ci consegnano un Paese che annaspa, più emissioni e meno energia rinnovabile.

Il differimento dei termini in diverse e significative misure del PNRR, non ultima quella relativa alle risorse da assegnare ai comuni, quelle relative alle agevolazioni sulle auto elettriche, sulle colonnine di ricarica, completamente assenti in alcune vaste aree del Paese, pone l'Italia in controtendenza rispetto ai più avanzati Paesi dell'Unione europea. Se a questo aggiungiamo alcune incomprensibili e indecifrabili dichiarazioni del Ministro Salvini e alcuni tentennamenti, accade il resto.

Insomma, l'Europa va da una parte e il Governo Meloni dall'altra. Peraltro, il parere contrario del Governo è incomprensibile anche in considerazione del fatto che con l'emendamento in esame non derivano nuovi e maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

I trasporti, com'è noto, sono la principale causa dell'inquinamento e il ritardo che sta accumulando questo Governo rischia di vanificare l'obiettivo fissato al 2030 di ridurre del 33 per cento le emissioni di CO2.

Per questo continueremo a incalzarvi in ogni sede per inchiodarvi di fronte alle vostre responsabilità, in Aula e fuori dall'Aula. Il grido di allarme che viene dal Paese, e in particolare dalle giovani generazioni, continua a restare inascoltato. Per questo, Presidente, insistiamo sulla richiesta dell'articolo aggiuntivo, facendo appello a tutta l'Aula.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Barbagallo, verifichiamo il suo invito.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 9.01000 Barbagallo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 1342-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito il relatore ad esprimere il parere.

STEFANO CANDIANI , Relatore. Grazie, Presidente, su tutti invito al ritiro, altrimenti parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.4 L'Abbate, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.1 Orrico, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.5 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.6 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.3 Santillo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.7 L'Abbate, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Passiamo all'emendamento 10.9 Barbagallo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Barbagallo. Ne ha facoltà.

ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Nella stagione che ha previsto, dopo lunghe battaglie politiche, l'inserimento del principio di insularità in Costituzione con il quinto comma dell'articolo 119, ci saremmo aspettati dal Governo scelte diverse per dare concreta attuazione a questo principio. Sono, infatti, miseramente fallite le azioni strombazzate sulla stampa dal Ministro Urso, a partire dal fallimento sul decreto-legge Asset di quest'estate. Si diceva proprio dai banchi della maggioranza: “il caro voli ha le ore contate”.

In queste ore, ahimè, purtroppo è in atto l'ennesima, spregiudicata speculazione sulla pelle dei cittadini siciliani e del Sud Italia sul costo dei biglietti aerei. A farne le spese i tanti studenti fuori sede, i lavoratori che rientrano a casa dai propri cari, i malcapitati turisti. I proclami del Governo in proposito si sono sciolti di fronte al muro delle potenti compagnie aeree. Insomma, nulla di nuovo dal fronte, un Governo forte con i deboli e debole con i forti. È l'espressione che abbiamo usato di più in questi mesi in Aula e che oggi è quanto mai calzante.

Il decreto-legge della scorsa estate è stato affossato dai comunicati stampa di Ryanair, e in fase di conversione è rimasto solo un generico riferimento all'Antitrust. Riferimento che, evidentemente, alla luce dei risultati di queste ore e di questi giorni, certamente non è servito a nulla. Per questo, nella sede opportuna, quella della legge di delegazione europea, quella della legge di recepimento dell'ordinamento e delle direttive comunitarie, abbiamo inserito questo emendamento, che, in sostanza, chiede la concreta applicazione a partire dal principio della continuità territoriale.

Chiediamo, in sostanza, che una quota dei proventi derivanti dall'applicazione del sistema degli ETS sia destinata a dare concreta attuazione al principio di insularità, migliorando la mobilità sostenibile dei collegamenti con la Sicilia e con la Sardegna, anche dopo il misterioso aborto dell'appalto di RFI per tre nuove navi veloci ibride sullo Stretto. Una revoca e un blocco delle procedure di appalto che abbiamo già denunciato con appositi atti ispettivi e che francamente ci sono sembrati inopportuni, incomprensibili e misteriosi, in considerazione anche delle risorse disponibili.

Questo Governo, dietro lo specchio per le allodole del ponte, frattanto continua il definanziamento di opere significative per la Sicilia.

Continua la mancanza del trasferimento delle risorse adeguate e l'insopportabile prelievo di oltre 300 milioni dall'FSC, in violazione dello statuto della regione siciliana e delle prerogative dell'autonomia delle regioni. Uno scippo e un furto che denunceremo in ogni sede. Quelle risorse, come sempre è accaduto, sono di competenza delle regioni, erano già state destinate per il miglioramento delle strade secondarie, per gli interventi relativi alla depurazione e per il completamento di alcuni interventi significativi in Sicilia. Con il parere contrario del relatore e del Governo, questo Governo getta la maschera: francamente, da un Governo che è manifestamente contro il Sud, arriva oggi l'ennesima conferma (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere ai colleghi di sottoscrivere questo emendamento e per far presente che il tema della sostenibilità non è certamente al centro dell'agenda di questo Governo. Lo avevamo capito da quando è stata modificata la denominazione del Ministero da Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili a Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, tornando alla vecchia denominazione, lontana dalle politiche europee. E in più, oltre a contravvenire ai patti fatti con l'Europa, ancora una volta, non viene applicato quanto previsto dalla Costituzione: l'abbiamo ripetuto tante volte, l'articolo 119 prevede il principio di insularità proprio per colmare gli svantaggi che caratterizzano le isole, la Sardegna e la Sicilia in particolar modo, ma è evidente che le politiche che state mettendo in campo sono del tutto insufficienti per garantire il sistema dei trasporti con le isole. Soprattutto nel periodo natalizio e durante le festività estive, è impossibile tornare a casa per tante persone che, per ragioni di studio o di lavoro, si sono dovute spostare dalla Sardegna e dalla Sicilia, non solo per l'assenza totale di voli, ma anche perché i pochi che ci sono hanno costi inaccessibili. Il decreto Asset, che era stato promosso ad agosto dal Governo, ha visto un dietrofront clamoroso rispetto al tema del tetto alle tariffe e si è limitato a un'attribuzione di poteri aggiuntivi all'Antitrust, che, di fatto, non farà altro che condurre indagini che si concluderanno alla fine del prossimo anno, ma che non determineranno un cambiamento di rotta rispetto alle problematiche dei trasporti.

Quindi, credo sia importante, attraverso l'approvazione di questo emendamento, dare un segnale forte e chiaro rispetto alla volontà del Governo di risolvere la situazione attuale, perché gli 8 milioni di euro che sono stati stanziati con un recente decreto sono del tutto insufficienti a colmare il divario tra le isole e le altre regioni italiane. Se pensiamo, ad esempio, che il gap per ogni sardo è quantificato in 5.700 euro, che corrispondono a 9,2 miliardi di mancato PIL per la nostra regione, capiamo che le somme attualmente disponibili sono del tutto insufficienti e occorre essere più coraggiosi e dare risposte più certe e chiare (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Colleghi, prendendo esempio da chi ci guarda dalle tribune, proviamo a fare silenzio e salutiamo gli studenti, i giovanissimi allievi della scuola paritaria San Giuseppe al Casaletto, di Roma, in visita alla Camera con i loro insegnanti (Applausi).

Prendendo esempio dalla loro compostezza, ascoltiamo il collega Deidda, che ha chiesto di parlare. Prego, onorevole Deidda, ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Per dovere di chiarezza, è vero e innegabile, come dicono i colleghi, che esistono problemi dovuti al caro biglietti aerei, non solo per le isole, ma un po' per tutti i collegamenti da Roma, per esempio, verso gli altri centri più periferici, come il Friuli-Venezia Giulia, la Puglia, la Calabria. Ci sono problemi che quest'anno stiamo affrontando, finalmente, con un Governo e una maggioranza che cercano un dialogo con l'opposizione. Ringrazio i colleghi dell'opposizione, perché, in Commissione, si lavora tutti uniti. Questo per dire che il Governo, sul caro trasporto aereo - questo lo testimoniano tanti convegni delle associazioni di categoria - non è immobile, perché, per esempio, l'ENI in Africa - mi riferisco al Piano Mattei che voi prendete molto in giro - sta costruendo fattorie ecosostenibili nel Corno d'Africa, creando le condizioni, per i contadini e per chi lavora in quelle fattorie, per produrre carburante sostenibile, il SAF, per gli aerei, per affrontare il grande problema della decarbonizzazione, ma anche con costi sostenibili.

Il Governo sta prevedendo fondi. Infatti, il programma “Sicilia Vola” è stato rimpinguato, la Sardegna ha un suo regime di continuità, che non basta, ma sono stati dati soldi per fare le delibere che poi aprono nuove rotte e, quindi, cercano di alleggerire il carico di passeggeri per quelle stabilite da Roma e Milano. Il lavoro è tanto e dovremo andare in Europa uniti per chiedere che il principio d'insularità sia riconosciuto anche in Europa: come il Governo sta più volte chiedendo, il 2024 sarà l'anno europeo delle isole.

Noi, a malincuore, voteremo contro questo emendamento, ma cerchiamo di lavorare uniti per andare in Europa uniti, per farci riconoscere i diritti sacrosanti di tutti gli isolani, non solo della Sardegna e della Sicilia, ma anche delle isole minori. Non siamo immobili, ma cerchiamo anche la vostra collaborazione, perché è un problema che, purtroppo, come testimoniate, anche nelle scorse legislature abbiamo più volte sollevato. Questa volta, in un anno, abbiamo fatto finalmente passi concreti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.9 Barbagallo, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.2 Ilaria Fontana, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

Chiedo adesso ai relatori di esprimere il parere sull'articolo aggiuntivo 10.05 Fenu.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI , Relatrice. Sull'articolo aggiuntivo 10.05 Fenu il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.05 Fenu, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

(Esame dell'articolo 11 - A.C. 1342-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori ad esprimere il parere.

STEFANO CANDIANI , Relatore. Presidente, su tutte le proposte emendative, invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.50 Sergio Costa, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.1000 Sergio Costa, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 29).

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 1342-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30).

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 1342-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori ad esprimere il parere.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI , Relatrice. Grazie, Presidente. Su tutte le proposte emendative, invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.1 Fenu, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.2 Fenu, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.4 Fenu, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.3 Fenu, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.5 Fenu, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 36).

(Esame dell'articolo 14 - A.C. 1342-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 37).

(Esame dell'articolo 15 - A.C. 1342-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

(Esame dell'articolo 16 - A.C. 1342-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 39).

(Esame dell'articolo 17 - A.C. 1342-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 40).

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1342-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che gli ordini del giorno n. 9/1342-A/8 Coin, n. 9/1342-A/18 Marchetti, n. 9/1342-A/19 Bordonali, n. 9/1342-A/26 Bisa, n. 9/1342-A/48 Cavandoli e n. 9/1342-A/64 Bicchielli sono stati ritirati dai presentatori.

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/1 Matone il Governo esprime parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di reintrodurre nell'ordinamento nazionale la possibilità di effettuare la cosiddetta pubblicità-ricordo per i medicinali di automedicazione”, espungendo tutto il resto.

Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/2 Bruno. Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/3 Scerra il Governo esprime parere favorevole con la seguente riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/4 Scutella' il Governo esprime parere favorevole con la riformulazione: “nei limiti della finanza pubblica”.

Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/5 D'Orso. Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/6 Costa il Governo esprime parere favorevole con riformulazione “a valutare l'opportunità di”.

Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/7 L'Abbate e parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/9 Zoffili.

Sugli ordini del giorno n. 9/1342-A/10 Formentini e n. 9/1342-A/11 Billi esprime parere favorevole con riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/12 Bruzzone il Governo esprime parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare, nel rispetto della normativa euro-nazionale, e nell'ambito del Piano nazionale per il lupo, specifiche deroghe per le regioni e province autonome di Trento e Bolzano, al fine di rendere la presenza degli animali selvatici compatibile con le attività umane, nel rispetto del mantenimento del giusto equilibrio dei rapporti tra fauna, uomo e ambiente circostante”.

Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno n. 9/1342-A/13 Davide Bergamini, n. 9/1342-A/14 Carloni e n. 9/1342-A/15 Pierro.

Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/16 Pretto il Governo esprime parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di prevedere, al fine di adempiere a quanto disposto dall'articolo 21 della direttiva 2022/2555, che i soggetti che appartengono al perimetro di sicurezza nazionale cibernetica si dotino preferibilmente, fermo restando quanto previsto dall'articolo 108, comma 4, del decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36 di tecnologie messe a disposizione delle imprese italiane ed europee”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/17 Furgiuele il Governo esprime parere favorevole con la riformulazione: “compatibilmente con il quadro di finanza pubblica”.

Sugli ordini del giorno n. 9/1342-A/20 Stefani e n. 9/1342-A/21 Ziello il parere del Governo è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/22 Barabotti il Governo esprime parere favorevole, se viene espunta l'ultima premessa e l'impegno viene riformulato come segue: “ad adottare le iniziative di competenza in sede europea, al fine di prevedere soluzioni aggiuntive al sistema ETS e attivare incentivi volti a sostenere la competitività e la produttività delle imprese italiane”.

Gli ordini del giorno Andreuzza n. 9/1342-A/23 e n. 9/1342-A/24 Toccalini sono accolti come raccomandazione.

Il parere è favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/25 Bellomo.

Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/27 Morrone il Governo esprime parere favorevole con riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Il parere è favorevole sugli ordini del giorno n. 9/1342-A/28 Comaroli, n. 9/1342-A/29 Cattoi e n. 9/1342-A/30 Frassini.

Sugli ordini del giorno n. 9/1342-A/31 Ottaviani e n. 9/1342-A/32 Benvenuto il Governo esprime parere favorevole con riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/33 Bof.

Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/34 Pizzimenti il Governo esprime parere favorevole con riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/35 Iezzi il Governo esprime parere favorevole con la riformulazione che aggiunge la locuzione: “in linea con il codice dei contratti pubblici”. Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/36 Cecchetti il Governo esprime parere favorevole se riformulato aggiungendo nell'impegno la locuzione: “in linea con il codice dei contratti pubblici”. Quindi, favorevole con riformulazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/37 Latini il Governo esprime parere favorevole con riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/38 Sasso.

Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/39 Miele il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di integrare il programma dei corsi universitari con l'insegnamento della cybersicurezza, al fine di offrire agli studenti gli strumenti di base per poter gestire con adeguata consapevolezza gli strumenti informatici con cui tutti i loro entreranno in contatto durante il percorso di studi e con l'accesso al mondo del lavoro”.

Sugli ordini del giorno n. 9/1342-A/40 Panizzut e n. 9/1342/41 Carra' il Governo esprime parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/42 Giaccone il Governo esprime parere favorevole con riformulazione: “nei limiti della finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/43 Giglio Vigna il Governo esprime parere favorevole con riformulazione: “nei limiti della finanza pubblica”.

Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno n. 9/1342-A/44 Crippa e n. 9/1342-A/45 Ravetto.

Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/46 Bagnai il Governo esprime parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/47 Gusmeroli. Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/49 Giagoni il Governo esprime parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di integrare le previsioni della normativa europea in via di recepimento con specifiche misure preventive e protettive ulteriori nazionali, avviando una riflessione in proposito nell'ambito del Comitato interministeriale per la cybersicurezza”. Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/50 Dara il Governo esprime parere favorevole con riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno n. 9/1342-A/51 Centemero e n. 9/1342-A/52 Maccanti.

Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/53 Di Mattina il Governo esprime parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di assicurare che una parte dei proventi nazionali generati dal trasporto marittimo non attribuiti al bilancio dell'Unione europea sia destinata a finanziare progetti aventi lo scopo di individuare e sviluppare tecnologie volte a sostenere la decarbonizzazione del settore marittimo, compreso il miglioramento dell'efficienza energetica delle flotte, in coerenza con quanto previsto dalla direttiva 2003/87”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/54 Sudano il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di tener conto degli svantaggi derivanti dall'insularità nell'impiego dei proventi derivanti dall'applicazione del sistema ETS, compatibilmente con i vincoli di destinazione dei proventi previsti dalla normativa europea in materia”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/55 Frijia il Governo esprime parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/56 Filini il Governo esprime parere favorevole con riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

L'ordine del giorno n. 9/1342-A/57 Caparvi è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/58 Deidda il Governo esprime parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/59 Ambrosi il parere è favorevole con riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/60 Nisini il parere è favorevole con riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/61 Loizzo, parimenti, il parere è favorevole con la stessa riformulazione.

Sugli ordini del giorno n. 9/1342-A/62 Lazzarini, n. 9/1342-A/63 Cavo, n. 9/1342-A/65 Semenzato il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/66 Pisano il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di istituire, nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, specifici programmi in materia di sicurezza informatica volti ad aumentare la consapevolezza delle possibili minacce, fornire le competenze necessarie per identificare un attacco e ridurre i rischi che ne possono derivare”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/67 Giordano il parere è favorevole con riformulazione eliminando l'ultima premessa e sostituendo la formula dell'impegno con la seguente: “a valutare l'opportunità di assegnare, compatibilmente con il quadro di finanza pubblica e i vincoli di bilancio, una parte dei proventi delle aste CO2 all'attività di ricerca e sviluppo della produzione del carburante sostenibile per l'aviazione, ovvero carburanti sostenibili alternativi per l'aviazione che costituiscono attualmente l'unica soluzione immediatamente disponibile per contribuire in maniera significativa alla decarbonizzazione del trasporto aereo”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/68 Amich… Scusi, Presidente, mi perdoni, ma quello che ho letto ora era relativo all'ordine del giorno n. 9/1342-A/68 Amich. Torno indietro. Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/67 Giordano il parere è favorevole con riformulazione “a valutare l'opportunità di istituire nelle scuole secondarie di primo e secondo grado specifici programmi in materia di sicurezza informatica, volti ad aumentare la consapevolezza delle possibili minacce, fornire le competenze necessarie per identificare un attacco e ridurre i rischi che ne possono derivare”. Mi sa che ho fatto un errore precedente, Presidente, perché avevo già letto questa riformulazione. La riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1342-A/67 Giordano l'ho appena letta.

Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/1342-A/68 Amich, la riformulazione è quella che ho poc'anzi enunciato.

PRESIDENTE. Ribadiamo la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1342-A/68 Amich, per favore, così evitiamo confusioni.

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Rileggiamo allora. Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/68 Amich abbiamo una riformulazione che prevede la soppressione dell'ultima premessa e la formula dell'impegno sostituita con la seguente: “a valutare l'opportunità di assegnare, compatibilmente con il quadro di finanza pubblica e i vincoli di bilancio, una parte dei proventi delle aste CO2 all'attività di ricerca e sviluppo della produzione del carburante sostenibile per l'aviazione, ovvero carburanti sostenibili alternativi per l'aviazione che costituiscono attualmente l'unica soluzione immediatamente disponibile per contribuire in maniera significativa alla decarbonizzazione del trasporto aereo”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/69 Di Maggio il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di definire ulteriormente l'ambito di applicazione delle novità introdotte dalla direttiva UE 2002/2055 relativamente ai servizi di sicurezza gestiti”. Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/70 Mura il parere è favorevole con riformulazione: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/71 Vinci il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…) compatibilmente con il quadro di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/72 La Porta il parere è favorevole con riformulazione: a valutare l'opportunità di (…) compatibilmente con il quadro di finanza pubblica”.

L'ordine del giorno n. 9/1342-A/73 Pulciani è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/74 Mascaretti il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/75 Mollicone il parere è favorevole con la seguente riformulazione: sostituire le parole da “ai sensi della lettera e), comma 1, dell'articolo 9” fino a “appare utile prevedere la destinazione di una quota parte di tali proventi” con le seguenti: “appare utile prevedere la destinazione di una quota parte dei proventi”; sostituire la formula dell'impegno con la seguente: “a valutare la possibilità di destinare una quota parte dei proventi a misure di incentivazione delle attività di manutenzione dei boschi al fine di meglio tutelare il patrimonio silvicolo nazionale e poter, quindi, disporre di un efficace naturale sistema di sequestro di carbonio, particolarmente utile e necessario per l'abbassamento della temperatura media globale terrestre”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/76 Mattia il parere è favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/1342-A/77 Ciaburro è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/78 Casu il parere è favorevole con riformulazione: “compatibilmente con il quadro di finanza pubblica e i vincoli di bilancio”.

PRESIDENTE. Sta bene.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1342-A/1 Matone.

Onorevole Matone, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1342-A/1? Sì.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ziello. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie, per comunicare che accettiamo tutte le riformulazioni e le raccomandazioni proposte da parte del Governo.

PRESIDENTE. Sta bene.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1342-A/2 Bruno.

Onorevole Bruno, c'è un parere contrario sul suo ordine del giorno n. 9/1342-A/2. Lo votiamo o andiamo avanti? Onorevole Cappelletti? Che facciamo? Lo votiamo.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/2 Bruno, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Onorevole Scerra, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1342-A/3? Onorevole Cappelletti? Lo poniamo in votazione.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/3 Scerra, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1342-A/4 Scutella'.

Ha chiesto di intervenire la Sottosegretaria Siracusano. Ne ha facoltà.

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Devo fare una correzione su un precedente parere espresso sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/75 Mollicone…

PRESIDENTE. Quando ci arriviamo, Sottosegretaria.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/4 Scutella', con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Ordine del giorno n. 9/1342-A/5 D'Orso, che chiede di intervenire. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. È stato espresso un parere contrario secco e convinto da parte del Governo su quest'ordine del giorno. Che cosa si intendeva fare - lo dico a beneficio di tutti i colleghi - con tale ordine del giorno? Impegnare il Governo a intraprendere tutte le necessarie iniziative nelle opportune sedi istituzionali nazionali ed europee volte ad una rapida approvazione della proposta di direttiva UE 2023/135 in materia di lotta contro la corruzione, al fine di rafforzare ulteriormente i meccanismi per la prevenzione e la lotta alla corruzione, ampliando l'ambito di azione rispetto al singolo Stato ed estendendolo a tutta l'Unione europea. Ebbene, lo ripeto, a me il parere contrario del Governo non può stupire, perché, quando c'è da arretrare nel contrasto alla lotta alla corruzione e ai reati contro la pubblica amministrazione, questo Governo e queste forze di maggioranza sono super coerenti e super compatte.

Come potreste, in effetti, dare parere favorevole a un atto che vi impegna - vi impegnerebbe - ad andare esattamente nella direzione contraria rispetto a quella che avete intrapreso fin dal primo provvedimento?

Ricordo a quest'Aula che il biglietto da visita di questo Governo è stato il decreto Rave ed ergastolo ostativo, con cui cosa avete pensato bene di fare? Avete pensato bene di dare una picconata, la prima picconata alla nostra legge anticorruzione, introdotta dal Ministro Bonafede e fortemente voluta dal MoVimento 5 Stelle, e avete tolto i reati contro la pubblica amministrazione dal novero dei reati cosiddetti ostativi. Ma avete fatto ulteriori passi in avanti in questa direzione, che è un baratro per quanto riguarda la lotta alla corruzione, con l'altro decreto, il pacchetto giustizia, con cui avete tolto la possibilità di utilizzare le cosiddette intercettazioni a strascico per andare a perseguire i reati contro la pubblica amministrazione. Quindi, se intercetteremo qualcuno che disvelerà la commissione di un reato contro la pubblica amministrazione, un reato di corruzione, non avremo la possibilità di utilizzare gli elementi delle intercettazioni per perseguire quel reato.

Poi, cosa volete fare? Volete abrogare, con il cosiddetto disegno di legge Nordio che è all'esame del Senato, il reato di abuso d'ufficio, depotenziare quello di traffico di influenze illecite; volete abolire l'utilizzo del trojan, il captatore informatico per i reati contro la pubblica amministrazione; volete avvisare 5 giorni prima gli indagati dell'interrogatorio di garanzia, cosicché quegli indagati che hanno la possibilità economica di organizzarsi per la fuga, chiaramente, fuggiranno e non affronteranno più il processo e tutte le conseguenze. Ebbene, come vedete, il disegno di insieme questo ci restituisce: ci restituisce il fatto che abbiamo un Governo che vuole spuntare le armi - e fa veramente questo quotidianamente - a chi persegue i reati contro i colletti bianchi.

Da ultimo, ieri abbiamo visto l'approvazione - tutti convinti, un grande applauso - per far sì che non si possa neanche sapere, ad esempio, che qualcuno verrà arrestato per questo tipo di reati - questo state facendo -, impedendo ai cittadini di essere informati anche su questo.

Ebbene, l'unico tema in materia di giustizia che non crea fibrillazioni alla maggioranza, lo ripeto e lo ribadisco, è questo: indebolire il contrasto alla corruzione e ai reati contro la pubblica amministrazione. In questo siete super coerenti, non mi meraviglio del voto, però, secondo me, vi dovreste vergognare davanti ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cafiero De Raho. Ne ha facoltà.

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente. Immaginavamo che quest'ordine del giorno avesse un parere favorevole, perché, in questo momento, l'Italia ha bisogno di misure di prevenzione e repressione contro la corruzione, che costituiscono un pilastro anche a garanzia del PNRR. Eppure, proprio in questo momento, negli ultimi mesi, si continua a parlare di eliminazione di abuso d'ufficio, quindi contro la direttiva europea; si pensa di modificare il traffico illecito di influenze e così si varia il dettato specificamente legislativo che la Convenzione europea contro la corruzione prevede. Si effettuano alcune modifiche rispetto alle quali si chiedeva al Governo una voce chiara, rispetto a questo impegno, del tipo: è vero, dobbiamo adeguarci alle misure di prevenzione e repressione contro la corruzione. Il parere contrario, invece, ci fa comprendere che andiamo esattamente in direzione opposta e questo ci preoccupa molto. Perciò invitiamo il rappresentante del Governo a rivedere il proprio parere, avendo semplicemente chiesto di volersi impegnare su questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giuliano. Ne ha facoltà.

CARLA GIULIANO (M5S). Grazie, Presidente. Il parere contrario a quest'ordine del giorno davvero è preoccupante e devo dire ci fa inorridire. Con tale ordine del giorno chiediamo semplicemente di dare corso alla direttiva europea che vuole rafforzare gli strumenti di lotta alla corruzione. Presidente, la corruzione è un cancro per l'Italia intera: vuol dire togliere risorse ai cittadini, all'economia di questo Paese, alla sanità e al lavoro. E, in un momento in cui noi ai cittadini, anzi, questo Governo ai cittadini sta chiedendo sacrifici indicibili, è davvero indegno non rafforzare la lotta alla corruzione, che costa all'Italia e ai Paesi europei quasi il 13 per cento del PIL.

Sappiate - e di questo ne sarete responsabili e ne risponderete al Paese - che in questo modo state spalancando le braccia alle grandi organizzazioni criminali. State spalancando le braccia a corrotti e corruttori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/5 D'Orso, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

L'onorevole Carmina sottoscrive. Tutto il gruppo del MoVimento 5 Stelle sottoscrive l'ordine del giorno n. 9/1342-A/5 D'Orso.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/6 Sergio Costa vi è riformulazione. Ne viene chiesta la votazione.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/6 Sergio Costa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Ordine del giorno n. 9/1342-A/7 L'Abbate, parere contrario del Governo.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/7 L'Abbate, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1342-A/10 Formentini.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Chiedo che sia messo in votazione, come riformulato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/10 Formentini, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 47).

Vi sono poi gli ordini del giorno n. 9/1342-A/11 Billi, n. 9/1342-A/12 Bruzzone, n. 9/1342-A/13 Davide Bergamini, n. 9/1342-A/14 Carloni, n. 9/1342-A/15 Pierro, n. 9/1342-A/16 Pretto, n. 9/1342-A/17 Furgiuele, n. 9/1342-A/20 Stefani, n. 9/1342-A/21 Ziello, n. 9/1342-A/22 Barabotti, n. 9/1342-A/23 Andreuzza, n. 9/1342-A/24 Toccalini, n. 9/1342-A/25 Bellomo, n. 9/1342-A/27 Morrone, n. 9/1342-A/28 Comaroli, n. 9/1342-A/29 Cattoi, n. 9/1342-A/30 Frassini, n. 9/1342-A/31 Ottaviani fino all'ordine del giorno n. 9/1342-A/54 Sudano. Procediamo.

Chi chiede di sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/1342-A/39 Miele? Va bene.

Ordine del giorno n. 9/1342-A/55 Frijia: onorevole Frijia, accetta la riformulazione? Sì? Volete che si voti o andiamo avanti? Andiamo avanti, non si chiede il voto, grazie onorevole Vinci.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1342-A/63 Cavo, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/1342-A/65 Semenzato: parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/1342-A/66 Pisano: onorevole Pisano, accetta la riformulazione? Fatemi un cenno se l'onorevole Pisano se accetta la riformulazione: la accettano, onorevole Pisano? Ditemi sì o no. Andiamo avanti.

Ordine del giorno n. 9/1342-A/78 Casu: accetta la riformulazione?

ANDREA CASU (PD-IDP). Accetto la riformulazione, ringrazio il Governo e chiedo che venga messo al voto.

PRESIDENTE. Prima di fare questo, andiamo all'ordine del giorno n. 9/1342-A/75 Mollicone, sul quale c'era una riformulazione.

Ha chiesto di parlare la rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, ho replicato l'errore che avevo fatto in precedenza, per cui ho scambiato la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1342-A/76 Mattia per quella dell'ordine del giorno n. 9/1342-A/75 Mollicone. Quindi, sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/75 Mollicone il parere è favorevole, mentre sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/76 Mattia, il parere è favorevole con riformulazione, che avevo letto in precedenza in riferimento all'ordine del giorno dell'onorevole Mollicone. Per cui, se i colleghi l'hanno accettata…

PRESIDENTE. Va bene, è già chiaro, onorevole Siracusano, va benissimo così.

Quindi, a questo punto, onorevole Mollicone, visto che il parere è favorevole, andiamo avanti?

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Se è possibile votarlo, senza dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Tutto è possibile.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/75 Mollicone, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 48).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1342-A/78 Casu, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 49).

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1342-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il deputato Steger. Prendo atto che rinuncia a intervenire.

Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto l'onorevole De Monte. Ne ha facoltà.

ISABELLA DE MONTE (IV-C-RE). Signor Presidente, approfitto di qualche secondo…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore, chi lascia l'Aula, lo faccia in silenzio, per cortesia.

Prego, onorevole De Monte, con calma, perché lei deve svolgere il suo intervento nel silenzio dell'Aula, quindi, scusi un secondo, con educazione. Colleghi, onorevole Rizzetto, per favore. Prego, onorevole De Monte.

ISABELLA DE MONTE (IV-C-RE). Signor Presidente, comincio il mio intervento con una riflessione generale, perché, come XIV Commissione, non abbiamo molte occasioni per essere presenti qui in Aula con un provvedimento. Infatti, com'è noto, normalmente, ci dedichiamo ad attività relative alla fasce ascendente con pareri e discendente, senza poi approdare all'Aula. Quindi, credo sia anche il momento, dato che le considerazioni di merito sono state fatte in sede di discussione generale, anche per fare riflessioni più generali, approfittando, peraltro…

PRESIDENTE. Mi scusi onorevole De Monte. Aspetti un secondo. Colleghi! Siamo al limite della maleducazione, anzi siamo già prossimi. Bravi, in punta di piedi. Prego, onorevole De Monte.

ISABELLA DE MONTE (IV-C-RE). Grazie Presidente, per questo religioso silenzio del quale approfitterò per fare queste considerazioni su tematiche che ci riguardano sempre più in maniera intensa, perché di Europa si parla sempre di più, l'abbiamo visto anche in occasione delle varie elezioni europee. Ormai, si parla molto al di fuori degli appuntamenti elettorali. Quindi credo sia fondamentale, come peraltro anche il Presidente ha evidenziato in maniera molto articolata, cambiare il regolamento della Commissione per renderla più adeguata ai tempi e anche alla responsabilità che abbiamo anche a livello europeo.

Però, vorrei fare alcune riflessioni sugli strumenti giuridici, perché anche di questo si è parlato in sede di discussione generale, ossia l'opportunità di avere direttive e regolamenti. Non dobbiamo avere un approccio di tipo ideologico, perché in alcuni casi è opportuno avere una direttiva, in altri è opportuno avere un regolamento. Questo soprattutto l'abbiamo visto, si in crescendo, rispetto al numero dei regolamenti stessi, proprio perché è necessario in talune occasioni - mi riferisco, in particolar modo, a tutti i settori che hanno a che fare con il mercato unico e con la concorrenza - intervenire con i regolamenti per evitare che si abbiano attuazioni diversificate a livello dei singoli Stati membri.

Poi non sempre avviene così e farò anche esempi pratici. L'abbiamo visto in materia di autotrasporto, che è il tipico caso in cui naturalmente abbiamo un'attività che si svolge a cavallo di più Stati membri. Qui sui tempi di guida e di riposo si è intervenuti con un regolamento che ha sostituito un altro regolamento. Più recentemente, una cosa che ha tenuto senz'altro più banco in materia di case green abbiamo avuto una rifusione per cui una direttiva è stata sostituita con un'altra proposta di direttiva.

Anche a questo proposito, vorrei intervenire, perché spesso ci accorgiamo in sede di applicazione o addirittura in fase anzi leggermente antecedente che è quella del negoziato, del cosiddetto trilogo. Non possiamo arrivare a questo punto con riflessioni che invece devono essere assolutamente anticipate nella fase dell'iter legislativo, ma anche prima.

A questo proposito, proprio il caso delle case green ci è di esempio, perché allora si è partiti con una rifusione, quindi con una proposta di nuova direttiva, e c'è stata, come avviene sempre in questi casi, una consultazione pubblica sulla proposta, alcuni workshop e raccolte di opinioni che addirittura coinvolgono i singoli cittadini oltre alle categorie. E poi si è arrivati alla singola proposta legislativa con ancora una volta una consultazione pubblica.

A questo proposito, voglio dire che dobbiamo essere presenti, come forse ancora non siamo, nonostante il fatto siamo un Paese fondatore, in quei contesti dove si decidono le cose nel momento più opportuno, perché, nel caso specifico, abbiamo partecipato con 36 risposte, di cui 16 dei cittadini. Quindi, diciamo che c'è anche una sproporzione di chi dovrebbe agire a livello di categoria rispetto a chi invece non appartiene a queste categorie d'interesse.

Inoltre, il ragionamento deve essere esteso anche alle infrazioni e anche di questo abbiamo parlato in sede di discussione generale. C'è stata una notizia senz'altro positiva, quindi una riduzione delle infrazioni, però l'appello che mi sento di fare, signor Presidente, al Governo, suo tramite, è di avere attenzione, perché non possiamo permettere di arrivare a una fase conclusiva senza che le infrazioni siano state risolte. Quindi, è necessario, innanzitutto, avere un'interlocuzione con la Commissione europea, quando poi ci sono questioni tecniche tipo EU-Pilot, intervenire in questa sede, senza attendere che vi siano conclusioni nella fase più avanzata, quando addirittura c'è un esborso di denaro da parte dello Stato.

Quello della concorrenza è un altro tema che coinvolge, ne abbiamo parlato anche in sede di esame del disegno di legge sulla concorrenza. Cosa bisogna fare? Non dobbiamo aspettare che si abbia la spinta economica, nel caso di specie, il PNRR, che ci spinge ad andare in questa direzione, ma dobbiamo attivarci, affinché la concorrenza sia attuata davvero in maniera efficace, quando agiamo nell'interesse dei servizi, delle tariffe e dei prezzi dei cittadini. Per essere molto chiari: non possiamo avere un'applicazione che riguarda, sì, il tema delle bollette, e poi abdicare a questo ruolo, quando si tratta di balneari o di altre questioni che riguardano, per l'appunto, sempre il tema della concorrenza. Mi dispiace anche apprendere che, quando arrivano note a livello europeo - e non è qui certamente l'occasione per individuare le responsabilità -, il concetto è questo: sono uscite note riservate provenienti dalla Commissione europea che riguardano proprio il tema dei balneari e, guarda caso, queste note arrivano alle categorie e non arrivano ai parlamentari. Allora, Presidente, per avere un senso di rispetto di quest'Aula e dell'attività di Camera e Senato, credo sarebbe opportuno che, viceversa, le note arrivassero a tutti, qualora debbano essere proprio diffuse.

C'è poi un altro tema per andare un po' più nel merito rispetto a quello che è avvenuto in sede di Commissione e poi in sede d'Aula. A questo proposito, credo sia stato fatto un ottimo lavoro, grazie ai relatori, a tutti i componenti dei gruppi e al Governo. Sono state accolte diverse istanze che non hanno stravolto - perché questo non era l'obiettivo - il contenuto delle direttive, ma l'hanno reso più attinente e più rispondente ai risultati finali, perché quando parliamo di direttive dobbiamo guardare ai risultati finali.

In questo, molte cose sono state recepite e questo è un fatto positivo. L'abbiamo visto sulla cybersicurezza, sulla parità di retribuzione, sul tema anche degli ITS, sul tema della sostenibilità ambientale. E poi ieri abbiamo fatto un importante passo in avanti, ossia l'approvazione dell'emendamento a prima firma Costa, ma anche Magi e Faraone, quindi tre diversi partiti, anche se nel caso di +Europa si tratta della componente del gruppo misto, ma questo poco importa.

Credo sia stato dato un duplice importante segnale. Da un lato vi è stato un segnale nel senso della civiltà giuridica, perché, comunque, evitare la parziale o totale pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare credo sia rispettoso di questo concetto di civiltà giuridica, che ci deve appartenere per la nostra storia del diritto e anche di rispetto dei diritti della persona e addirittura in senso migliorativo, perché c'è stata una riformulazione accolta che ha portato a questo risultato. Dall'altro lato, è stato dato un segnale politico, perché questi tre firmatari appartengono alla stessa famiglia europea, anche se qualcuno vuole facilmente dimenticarsene. Quindi, visto che ci avviciniamo sempre di più all'appuntamento europeo, è giusto anche ricordare che le famiglie è giusto che seguano anche la stessa strada in termini di approvazione di norme e di contenuti che sono così importanti, secondo le competenze che sono assegnate dai trattati.

Mi avvio verso la conclusione, Presidente, per dire che questo iter non è stato propriamente fluido. Insomma, ha incontrato qualche inciampo, però penso che arrivare al recepimento di queste direttive sia un risultato confortante e l'abbiamo visto anche oggi, con i passaggi che sono stati fatti sugli emendamenti, ma anche sugli ordini del giorno, quindi, credo sia necessario, opportuno e gradito ringraziare il lavoro che è stato fatto da parte di tutti, a partire dai relatori, da tutti i componenti della Commissione e anche dal Governo.

Certamente, molto poteva essere fatto ma, come sappiamo, il meglio è nemico del bene e, quindi, quello che conta credo sia il risultato. Proprio perché il risultato - procedere con la delega al Governo per il recepimento di queste direttive - è un passo favorevole, annuncio il voto favorevole del gruppo di Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pisano. Ne ha facoltà.

CALOGERO PISANO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Vorrei iniziare questo intervento, ringraziando la Commissione politiche dell'Unione europea, che seguo come segretario, che ha portato avanti i lavori durante questi mesi con spirito costruttivo e collaborativo, al fine di raggiungere il miglior testo possibile per una recezione degli atti dell'Unione europea.

L'appartenenza all'Unione europea per noi è un motivo di vanto: siamo europeisti e lo siamo convintamente ed è per questo che lo spirito sia del Governo sia del nostro Parlamento va nella direzione di essere determinati alla costituzione del futuro dell'Unione, in quanto riteniamo che il nostro contributo possa essere un valore aggiunto.

Quella che sta interpretando questo Governo è una strada fatta di relazioni con tutte le istituzioni europee, relazioni che ci danno la possibilità finalmente di far sentire la nostra voce ed essere rispettati in tutti i consessi internazionali. La riprova di quanto dico sta nei risultati che stiamo portando a casa, cioè il pagamento della quarta rata del PNRR e il DL Sud che abbiamo approvato. Sono tutti provvedimenti frutto di mediazioni e collaborazioni tra i Ministri del Governo Meloni e le istituzioni europee. Sono convinto che l'atto che oggi andiamo a votare sia fondamentale per garantire la stabilità di quell'area di collaborazione, pace e sicurezza che è l'Unione europea.

La legge di delegazione europea, infatti, è uno dei due strumenti di adeguamento all'ordinamento dell'Unione europea introdotti dalla legge 24 dicembre 2012, n. 34, che ha attuato una riforma organica delle norme che regolano la partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea. In particolare, il provvedimento in esame, a seguito delle modifiche operate in sede referente, contiene 17 articoli divisi in tre capi contenenti princìpi e criteri direttivi specifici per l'esercizio della delega relativi a nuove direttive, nonché per l'adeguamento della normativa nazionale a 6 regolamenti europei.

Entrando nel merito del testo, vorrei soffermarmi su 3 articoli. In primo luogo, sull'articolo 3, che riguarda misure per un livello comune elevato di cybersicurezza. Un dato importante da ricordare è che nel 2022 gli attacchi cibernetici sono aumentati di numero e d'intensità anche nel nostro Paese. Nel 2022 si sono, infatti, registrati 188 attacchi, la maggior parte dei quali verso il settore governativo. Ritengo che il tema della cybersicurezza sia di fondamentale importanza per la sicurezza delle nostre istituzioni e dei nostri cittadini. Implementare le misure non vuol dire solamente garantire maggiore attenzione e protezione ai nostri dati, ma vuol dire anche tutelare le nostre imprese, che, dopo la pandemia, sono soggette a sempre più frequenti attacchi ai loro sistemi. Investire in cybersicurezza vuol dire anche sostenere le startup principalmente formate da giovani italiani che si stanno specializzando in sicurezza cibernetica, diventando competitive con il resto del mondo.

Vorrei, inoltre, soffermarmi sull'articolo 6, che riguarda la protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un'esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro. Signor Presidente, questo gruppo, sin dall'inizio della legislatura, ha riservato particolare attenzione sia alla sicurezza del lavoro, sia ai malati oncologici, non da ultimo con la legge sull'oblio oncologico recentemente approvata in via definitiva e fortemente voluta dal collega Bicchielli. Con questa delega ci auguriamo che l'obiettivo perseguito dal Governo sia quello di assumere decisioni sempre più coraggiose in merito a un tema come quello sulla sicurezza sul lavoro, non più demandabile in quanto in costante mutamento. La sicurezza sul lavoro è un tema che deve coinvolgere tutti, dai lavoratori ai datori di lavoro, per creare una rete virtuosa all'interno delle aziende, fatta di formazione e di informazioni. Nei Paesi industrializzati circa il 4 per cento di tutti i decessi per tumore è riconducibile a un'esposizione professionale. In Italia, ci sono circa 6.400 decessi l'anno per patologia tumorale dovuta all'esposizione a cancerogeni presenti nell'attività lavorativa.

Infine, vorrei soffermarmi sull'articolo 7, che riguarda l'applicazione del principio della parità di retribuzione tra uomini e donne per lo stesso lavoro o per lavoro di pari valore attraverso la trasparenza retributiva e i relativi meccanismi di applicazione. Il tema della parità salariale è un tema di fondamentale importanza, perché non solo è segno di civiltà, ma permetterebbe a moltissime donne di avere la dovuta e tanto ricercata indipendenza.

Il principio della parità salariale è sancito dai trattati di Roma. In Italia, le differenze di genere nelle retribuzioni sono più alte nel privato che nel pubblico. Nel pubblico, fra i dipendenti con età minore di 30 anni, la retribuzione media della componente femminile supera (11,4%) quella media della componente maschile. Riteniamo che misure coraggiose, come quelle che stiamo già vedendo in appena un anno di Governo in materia di parità salariale, non possano che venire dalla prima donna che guida la Presidenza del Consiglio dei ministri in questo Paese. Come gruppo, abbiamo presentato diversi ordini del giorno su questo provvedimento, perché crediamo che l'azione del Governo possa essere ancora più incisiva, seguendo la strada virtuosa che, come abbiamo visto, ha già intrapreso.

Per questi motivi, confidando nella serietà e nella concretezza che stanno distinguendo questo Governo, annuncio il voto favorevole del gruppo Noi Moderati (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, la legge europea e la legge di delegazione europea sono due strumenti con cui l'ordinamento italiano recepisce e si adegua alle norme dell'Unione europea. Come sappiamo, la legge di delegazione reca delega al Governo per recepire le direttive che sono in scadenza o che scadranno nei prossimi mesi e recepire principi e disposizioni non direttamente derivanti da regolamenti che pure hanno un'applicazione diretta nei vari Stati membri. Un provvedimento, quindi, rilevante ai fini dell'armonizzazione normativa tra gli Stati membri e necessario per evitare i rischi dell'apertura di procedure di infrazione. Proprio rispetto a queste rilevanti finalità, la normativa in materia prevede che la legge di delegazione debba essere presentata entro il 28 febbraio di ogni anno e che, semmai, entro il 31 luglio di ogni anno possa essere presentata una seconda legge di delegazione. Ci troviamo, invece, a esaminare il provvedimento con mesi di ritardo, un ritardo nella presentazione, avvenuta il 27 luglio, che si è accompagnato al rallentamento del suo esame nella Commissione, di cui porta la totale responsabilità il Governo per il continuo rinvio del rilascio dei pareri di propria competenza, come hanno già sottolineato e stigmatizzato le opposizioni e gli interventi avvenuti durante la discussione generale.

Eppure, questo provvedimento contiene atti rilevanti e, tra questi, voglio richiamare le direttive che modificano quella precedente relativa alla comunicazioni delle informazioni sull'imposta del reddito da parte di talune imprese succursali, la direttiva country by country reporting, presentata dalla Commissione europea nel mese di aprile 2016 ed entrata in vigore il 21 dicembre 2021. La direttiva public CBCR ha introdotto uno specifico obbligo di trasparenza per i grandi gruppi multinazionali che conducono attività economiche nell'Unione europea. I soggetti passivi del provvedimento saranno obbligati, a partire dal 22 giugno 2024, a rendere pubbliche talune informazioni sull'imposta sul reddito disaggregato per i Paesi in cui operano tramite proprie sussidiarie o succursali. La rendicontazione pubblica Paese per Paese, già prevista per il settore bancario nell'Unione europea ed estesa dalla direttiva ai grandi conglomerati, indipendentemente dal settore economico di appartenenza, costituisce un importante strumento volto a favorire la trasparenza societaria, a rafforzare il controllo pubblico e a promuovere un dibattito informato fra cittadini sui livelli di adempimento fiscale di taluni gruppi multinazionali operanti nell'Unione. I dati disaggregati nei CBCR permettono, in particolare, di esaminare il livello di contribuzione fiscale nelle diverse giurisdizioni in cui un grande gruppo multinazionale opera, di individuare potenziali disallineamenti tra attività economiche condotte, i profitti registrati e le imposte versate su base giurisdizionale e valutare il rischio di potenziale cross-border profit shifting societario.

Dal punto di vista dell'ampio fronte delle organizzazioni della società civile europea impegnate nella promozione della giustizia fiscale, il testo finale della direttiva presenta 4 marcate criticità su cui il nostro gruppo aveva presentato specifici emendamenti: il limitato numero di grandi gruppi soggetti al nuovo obbligo di trasparenza; la disaggregazione geografica ridotta del reporting; il limitato numero dei reporting categories, se paragonato a quelli previsti nei CBCR confidenziali; la possibilità di omissione temporanea di talune informazioni soggette a pubblicazione.

I tre emendamenti proposti e bocciati in sede di Commissione avrebbero rappresentato un rafforzamento della misura di trasparenza societaria cui il legislatore italiano si appresta a dare attuazione.

Tali modifiche non avrebbero comportato, inoltre, oneri ulteriori per i soggetti passivi del provvedimento, né sarebbero state lesive della competitività delle imprese italiane con i grandi gruppi multinazionali stranieri. Abbiamo proposto, infatti, di prevedere che le informazioni sui ricavi siano riportate con l'esplicita distinzione tra ricavi derivanti da transazioni con parti collegate e ricavi da transazioni tra società indipendenti.

Abbiamo poi proposto di non avvalersi della facoltà di consentire che una o più informazioni oggetto della comunicazione possano essere temporaneamente omesse ma, come detto, queste proposte non sono state accolte. Il secondo atto a cui faccio riferimento è la direttiva (UE) 2022/2041 del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 ottobre 2022, volta a migliorare le condizioni di vita e di lavoro nell'Unione, in particolare attraverso l'adeguatezza dei salari minimi per i lavoratori, al fine di contribuire alla convergenza sociale verso l'alto e alla riduzione delle diseguaglianze retributive. Il termine di recepimento della direttiva in esame è fissato al 15 novembre 2024. Sappiamo bene come quest'Aula si è comportata rispetto alla proposta unitaria delle opposizioni sul salario minimo e allo strappo istituzionale che c'è stato su questo tema. La maggioranza, invece che misurarsi su uno strumento di contrasto al lavoro povero e alla precarietà, ha preferito lanciare la palla in tribuna e delegare il Governo. Annunciamo sin d'ora che utilizzeremo ogni strumento parlamentare a nostra disposizione per incalzare e sollecitare il Governo all'attuazione della delega che ha preteso e al recepimento di questa direttiva.

Ricordo anche la direttiva (UE) 2022/2381 del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 novembre 2022 riguardante il miglioramento dell'equilibrio di genere tra gli amministratori delle società quotate e le relative misure, che si colloca nel solco di precedenti iniziative delle istituzioni europee in materia di miglioramento dell'equilibrio di genere, con particolare riferimento agli organi apicali delle imprese. Nella comunicazione del 5 aprile 2022, intitolata Una nuova strategia per le risorse umane, la Commissione si è impegnata a garantire al suo interno la piena parità di genere a tutti i livelli dirigenziali entro il 2024. Gli Stati devono recepire la direttiva entro il 28 dicembre 2024.

Infine, ricordo la direttiva (UE) 2023/958 del Parlamento europeo e del Consiglio del 10 maggio 2023, che modifica la precedente, relativa al contributo del trasporto aereo all'obiettivo di riduzione delle emissioni in tutti i settori dell'economia dell'Unione, rivedendo la normativa dell'Unione europea in materia di ETS nel settore aereo. Il trasporto aereo genera dal 2 al 3 per cento delle emissioni globali di CO2 e l'impatto climatico complessivo del trasporto aereo è almeno il doppio rispetto a quello associato al solo CO2. Il trasporto aereo è, dopo il trasporto su strada, la seconda maggiore fonte di impatto climatico generato dai trasporti.

Il provvedimento contiene, inoltre, interventi su altri rilevanti temi, come le misure per un livello comune elevato di cybersicurezza nell'Unione europea e le misure per la protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un'esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro. Sottosegretaria, sarebbe stato interessante se alcune delle proposte emendative anche oggi in Aula fossero state approvate, ma così non è accaduto.

Noi del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra riconosciamo l'importanza delle direttive, dei principi e delle disposizioni dell'Unione europea contenute nel provvedimento, ma riteniamo che gli ambiti e i contenuti della delega al Governo diretta al recepimento delle direttive europee e all'attuazione di altri atti dell'Unione europea necessari per adeguare l'ordinamento interno alla normativa europea non direttamente applicabile, lascino insoddisfatti. Per questo annuncio il voto di astensione del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pastorella. Ne ha facoltà.

GIULIA PASTORELLA (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Mi viene da dire meno male che c'è l'Europa e soprattutto meno male che si può essere euroscettici solo quando si è all'opposizione. Credo, infatti, che questa legge di delegazione europea, come succede tutti gli anni ma quest'anno in particolare, ci dia uno spaccato di come l'Europa ci tuteli e ci spinga anche ad andare un pochino oltre in tutti gli ambiti della vita. Ricordiamo solo per tracce quello che contiene questa legge di delega. Contiene una parte sulla cybersecurity, contiene una parte contro i rischi degli agenti cancerogeni per i lavoratori, una parte sulla parità salariale, sulle riduzioni dei gas serra, sulla rendicontazione societaria di sostenibilità, sul riutilizzo dei dati pubblici. Questo dà un'idea di quanto sia pervasiva, in senso positivo, credo, l'azione dell'Unione europea nelle nostre vite. In particolare, se avete guardato, c'è un filo conduttore in tutti questi provvedimenti che ci accingiamo a ratificare. Si tratta della famosa transizione blu e verde, quindi la transizione digitale e la transizione ecologica, che vengono declinate con delle norme molto precise, anche avanguardiste, che permettono al nostro Paese di non restare indietro. L'importanza di questa transizione la vediamo, per esempio, nella questione legata alla direttiva NIS2 sulla cybersecurity, che può sembrare un dibattito lontano ma, per fortuna, emendamenti sia di maggioranza sia di opposizione hanno sottolineato quello che voglio dire anch'io, cioè che l'Europa ci spinge a un approfondimento sui servizi essenziali che devono essere protetti nel nostro Paese, perché, come sappiamo, oramai le minacce non sono solo fisiche, ma sono anche digitali. Ho trovato interessanti i vari emendamenti che proponevano di calare questi obblighi di rapportistica e di dichiarazione di attacchi avvenuti, e, quindi, anche di protezione, a livello locale, quindi di andare a spingere e incentivare, anche con misure finanziarie, regioni, province e comuni a considerarsi entità essenziali secondo la definizione della direttiva, e quindi dotarsi di tutti questi sistemi di sicurezza. Mi sembra una spinta interessante e corretta, quindi credo che sarà bene che il Governo la valuti nel momento in cui si andranno a definire queste entità essenziali per la sopravvivenza del nostro Paese, da proteggere da cyberattacchi, e auspico che si vada ad agire anche su quel livello.

Sulla questione della parità salariale non devo dire nulla, credo che i dati parlino da soli, e quindi il fatto che ci sia un'ulteriore spinta che viene anche dall'Europa su quel tema non può che trovarci d'accordo. Non è questione di essere di sinistra, femminista o quant'altro, è questione di puro buonsenso.

Vorrei, per concludere, dichiarare ovviamente il voto favorevole. Il nostro voto favorevole è dipeso anche, lo diciamo, dalla conclusione di un dibattito surreale sull'emendamento del nostro collega Enrico Costa, un emendamento che definirei non solo di buonsenso ma di civiltà. È il divieto di pubblicazione dell'ordinanza di custodia cautelare finché le indagini preliminari non siano concluse. Il dibattito a cui abbiamo assistito ieri è stato paradossale non solo nei toni ma, soprattutto, nei contenuti, con due visioni di Paese che ritroviamo anche oggi sulla stampa, con accuse di legge bavaglio, quando quello che si cerca di fare con questo emendamento è, banalmente, tutelare cittadini che, fino a prova contraria, sono innocenti e non vanno sbandierati sulle prime pagine di quegli stessi giornali che, tra l'altro, accusano questa legge di essere una legge bavaglio. Per fortuna, questo emendamento è passato.

Invece, altre indicazioni dell'Unione europea non sono state ancora recepite. Penso all'inclusione del nucleare nella tassonomia dell'Unione europea. Aspettiamo che questo Governo non solo appoggi le mozioni ma sia un pochino più coraggioso nell'implementazione delle stesse. Ovviamente, visto che ieri abbiamo parlato di concorrenza, mi piace ricordare che siamo ancora in attesa dell'attuazione della famosa direttiva Bolkestein, che di Governo in Governo viene rimandata. Quindi, bene laddove si implementino le direzioni dell'Unione europea, molto meno bene laddove, invece, si fa il gioco dello struzzo. C'è una parola che viene sicuramente in mente quando si pensa allo struzzo ed è un'altra questione europea, quella del MES. Anche qui, forza e coraggio perché, ancora una volta, l'Unione europea ci chiede qualcosa che è nel nostro interesse. Questo Governo, invece, nasconde la testa sotto la sabbia (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Siamo chiamati ad esaminare per la prima volta nel corso di questa legislatura la legge di delegazione europea 2022-2023 che, a norma di quanto disposto dalla legge n. 234 del 2012, contiene le deleghe legislative necessarie per il recepimento delle direttive europee e per l'attuazione di altri atti dell'Unione europea. Assieme alla legge europea, rappresenta uno degli strumenti legislativi che assicurano il periodico adeguamento del nostro ordinamento interno al diritto dell'Unione.

Prima della pausa estiva è stato convertito in legge il cosiddetto decreto Salva infrazioni, previsto dall'articolo 37 della citata legge n. 234, che si inserisce nella volontà di questo Governo e della sua maggioranza di agevolare la chiusura del maggior numero possibile di procedure di infrazione e dei casi di pre-infrazione pendenti.

La volontà di questa maggioranza, più volte palesata e confermata, è di raggiungere in tempi ragionevoli la media europea delle 66 infrazioni: un impegno che, come ci ricorda il Ministro Fitto, viene assolto in un rapporto di costante e costruttiva interlocuzione con le istituzioni europee, in particolar modo con la Commissione europea. Alla data del 30 novembre 2023, le procedure di infrazione aperte a carico dell'Italia ammontavano a 74, di cui 61 per violazione del diritto dell'Unione e 13 per il mancato recepimento di direttive.

Il disegno di legge di delegazione europea 2022-2023 al nostro esame prevede, nello specifico, il recepimento di 17 direttive e di 6 regolamenti, tutti aventi ad oggetto questioni e materie di estrema rilevanza per cittadini e imprese, e che coinvolgono le competenze di diversi Ministeri. Tra questi, come è stato ricordato nel corso del dibattito e anche da alcuni colleghi che mi hanno preceduto, diverse direttive hanno per tema la cybersecurity. Nel 2021, il Consiglio europeo ha adeguato la strategia dell'Unione europea in materia di cybersecurity, ritenendola essenziale per costruire un'Unione europea resiliente, verde e digitale. In quell'occasione, emerse la necessità di aggiornare la normativa unionale al fine di proteggere meglio la rete e i sistemi informativi e di dotarsi di una nuova direttiva sulla resilienza dei soggetti critici. Sono state, pertanto, emanate: la direttiva NIS2, relativa a misure per un livello comune elevato di cybersicurezza nell'Unione, la cui delega per il recepimento è contenuta all'articolo 3 del provvedimento al nostro esame; la direttiva (UE) 2022/2556, per quanto riguarda la resilienza operativa digitale per il settore finanziario; la cosiddetta direttiva CER, relativa alla resilienza dei soggetti critici; il regolamento DORA, che vincola le imprese finanziarie interessate e i rispettivi fornitori di natura critica al rispetto di una serie di requisiti di sicurezza informatica e di resilienza.

Mi preme segnalare, prima di avviarmi alla conclusione, anche la direttiva (UE) 2022/431 - anche questa è stata ricordata - sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un'esposizione ad agenti cancerogeni durante il lavoro. Con questa direttiva si estende il campo di applicazione della direttiva 2004/37/CE alle sostanze tossiche per la riproduzione, al fine di migliorare la coerenza con il regolamento (CE) n. 1907/2006 e di garantire un analogo livello di protezione minima. La direttiva non si limita a definire nuovi valori, ma si spinge oltre, introducendo anche alcuni nuovi elementi che modificano aspetti fondamentali del quadro normativo vigente. Con il recepimento della direttiva, inoltre, vengono previsti obblighi specifici del datore di lavoro anche in materia di formazione, ovvero informazione, alla luce dei nuovi livelli di rischio individuati, e viene previsto l'aggiornamento dell'attuale sistema di sorveglianza sanitaria al fine del suo adeguamento alla valutazione dello stato di salute dei lavoratori adibiti ad attività nelle quali sono o possono essere esposti a specifici agenti cancerogeni o sostanze tossiche per la riproduzione durante il lavoro. Quindi, un tema molto importante.

Presidente e colleghi, riprendendo quanto ebbi modo di dire in quest'Aula anche nella scorsa legislatura e quanto sottolineato da tempo dai colleghi della XIV Commissione e dai diversi Ministri per gli affari europei che si sono succeduti in questi anni, diviene sempre più indispensabile, da un lato, prefigurare un percorso di revisione necessaria e aggiornamento della legge n. 234 del 2012, al fine, in particolare, di intervenire con maggiore efficacia sulla disciplina relativa alla tempistica di presentazione e approvazione parlamentare degli strumenti preposti al recepimento del diritto unionale e, dall'altro lato, intervenire sul nostro Regolamento, per rendere sempre più incisivo il ruolo della XIV Commissione. Il presidente Giglio Vigna ha avviato una riflessione all'interno della Commissione e io credo che arriveremo a breve con una proposta che va in questa direzione, per rendere anche più efficace questo dibattito relativo alla legge di delegazione. Il Governo, tra l'altro, per voce del Ministro Fitto, si è reso disponibile al confronto su un'esigenza che è sentita in maniera trasversale da tutte le forze politiche.

Quindi, preannunciando il voto favorevole di Forza Italia, mi auguro che in questa legislatura si riesca finalmente a portare a termine, su questo aspetto, un percorso più volte iniziato e mai concluso (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carotenuto. Ne ha facoltà.

DARIO CAROTENUTO (M5S). Signor Presidente, colleghi, membri del Governo, oggi, 20 dicembre 2023, ci apprestiamo a votare il disegno di legge di delegazione europea 2022-2023. Quindi, se abbiamo inteso bene, siamo alla fine del 2023 e dobbiamo ancora approvare la legge di delegazione europea dell'anno 2022 e dell'anno 2023: un ritardo che è semplicemente imbarazzante, oltre che gravissimo, e vorrei spiegare il perché ai cittadini.

Il ritardo con cui il Governo porta oggi questo testo in Aula ci costa tanto, tantissimo, in termini economici. Pensate che oltre 1 miliardo di euro è quanto l'Italia, quanto i cittadini, sia ben chiaro, hanno pagato finora in sanzioni all'Unione europea perché il nostro Paese non si è adeguato in tempo alle regole comunitarie, nonostante i moniti di Bruxelles ripetuti negli anni. Ma andiamo con ordine e spieghiamo ogni passaggio: 27 Stati aderiscono all'Unione europea, decidendo insieme le leggi e condividendone obblighi e benefici. Ogni Stato, quindi, è tenuto ad accogliere le direttive dell'Unione europea fra le proprie leggi nazionali. Chi non lo fa, finisce nel radar della Commissione, che può aprire una procedura di infrazione. La pratica inizia con una lettera di messa in mora, dove la Commissione concede 2 mesi per rispondere. Segue una lettera di parere motivato, con cui si precisano altre richieste. Se lo Stato continua a non seguire le indicazioni della Commissione, c'è un primo deferimento della Corte di giustizia dell'Unione europea. A quel punto, se non ti adegui, la Corte emette una seconda sentenza, con la quale può decretare sanzioni economiche che durano finché il Paese non si mette in regola. Nel caso in cui lo Stato decida di non pagare, l'Unione riduce gli importi dei fondi comunitari destinati al Paese in questione. Tradotto: meno soldi da spendere per i nostri territori.

Quindi, perché è inescusabile questo ritardo? Perché rischia di determinare un peggioramento dello stato dei contenziosi già pendenti nei riguardi nel nostro Paese e ci espone al rischio di apertura di nuove ed eventuali procedure di infrazione. D'altra parte, ormai, qua siamo abituati: è vostra consuetudine restringere i tempi di analisi e discussione. Questo è il vostro modello di democrazia. Questo è il ruolo che per voi ha questo Parlamento. Tutti vi ricordano strepitare e gridare per ribadire la centralità del Parlamento, ma ora che governate voi, fate peggio, molto peggio di noi. Infatti, su impulso del MoVimento 5 Stelle, a fine 2021 abbiamo ottenuto la possibilità di presentare due disegni di legge di delegazione europea ogni anno, mentre oggi, invece, ci troviamo a votare un disegno di legge biennale a fine biennio.

Ma andiamo nel cuore del provvedimento. Ci troviamo di fronte ad un altro provvedimento senza coraggio. Il coraggio ce l'avete solo per mentire: peraltro, con sei telegiornali amici, più che coraggio, lo chiamerei un'associazione a delinquere finalizzata alla disinformazione.

Tra gli atti normativi dell'Unione contenuti nel disegno di legge di delegazione per la loro attuazione vi è la direttiva del 2023 sul gender pay gap. Solo grazie a un nostro emendamento siamo riusciti a inserire un articolo aggiuntivo per garantire quegli obblighi di trasparenza retributiva tra donne e uomini e permettere un accesso più esteso alle informazioni sul divario retributivo, un divario che continua a pesare come un macigno sulle scelte delle donne (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Le politiche per la famiglia e per la natalità, che erano inserite nel primo punto del programma elettorale della Presidente Meloni, sono misteriosamente scomparse, come d'altra parte non si vede traccia di tutte le promesse elettorali che sono state fatte agli italiani. Si è arrivati addirittura a cancellare 100.000 nuovi posti in asili nido, in un contesto come quello italiano in cui la media della copertura dei posti negli asili è minore del 30 per cento e un asilo nido su due non riesce a soddisfare la domanda potenziale di nuovi posti, con fortissimi divari a livello regionale. Nel novembre 2022, il Consiglio dell'Unione europea ha innalzato infatti al 45 per cento l'obiettivo di copertura dei posti negli asili nido per gli Stati membri dell'Unione europea entro il 2030. L'Italia è ancora molto lontana dal traguardo europeo che avrebbe dovuto raggiungere nel 2010, quello del 33 per cento. Volete relegare l'Italia a fanalino di coda europeo su un'infrastruttura fondamentale al servizio delle famiglie e dell'incentivo all'occupazione femminile. Non era la Presidente Meloni a dire che voleva combattere la denatalità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? In Italia, solo poco più di una donna su due ha un lavoro, con un tasso di occupazione femminile del 51,1 per cento, ben al di sotto della media europea che si attesta al 65 per cento. Le donne più svantaggiate sono proprio quelle con figli. Possono i figli rappresentare uno svantaggio per la crescita e l'indipendenza economica di un Paese? Possiamo accettare ancora una dipendenza economica che costringe ancora tante donne a restare nella casa del proprio aguzzino, perché al di fuori non hanno alternative? Questo significa non riuscire ad abbattere il muro della violenza, quella stessa violenza sulle donne di cui ci si riempie la bocca, senza poi agire per puntare a un'indipendenza economica che salverebbe veramente tante donne dall'isolamento e dalle violenze domestiche. Grazie al MoVimento 5 Stelle siamo riusciti ad approvare, nella scorsa legislatura, le modifiche al codice delle pari opportunità tra uomo e donna in ambito lavorativo. Bisogna continuare su quella strada. Reputiamo pertanto urgente che la direttiva sul gender pay gap venga attuata con al più presto nel nostro Paese, anticipando il termine di recepimento che è fissato al giugno 2026. Se volete stare davvero dalla parte delle donne, impegnatevi per favorire la conciliazione vita-lavoro. C'è una nostra proposta di legge sul tema che aspetta di essere calendarizzata e potreste farla anche vostra, in considerazione del fatto che, quando una proposta è nostra, generalmente non la prendete neanche in considerazione. Non vorremmo che quel soffitto di cristallo, di cui parlava la Presidente Meloni, valga solamente per la Presidente Meloni, non sarebbe giusto. La stessa Presidente Meloni affermava, nel suo primo discorso, di sentire la responsabilità nei confronti di tutte quelle donne che attraversano difficoltà per affermare il loro talento, “quelle stesse donne che hanno costruito quella scala che oggi permette a me di rompere il tetto di cristallo”, disse. Ebbene, da ottobre 2022 a oggi, per le donne e per le madri italiane non abbiamo visto nulla, se non promesse poi miseramente disattese. È un sacrosanto diritto di ciascuna donna quello di conciliare maternità e lavoro e il problema è che la prima Presidente del Consiglio donna può farlo ma la maggioranza delle donne italiane no. Se la libertà diventa privilegio, allora che libertà è? L'ultimo rapporto Censis ci dice che, nel 2040, tre coppie su quattro saranno senza figli e le coppie con figli diminuiranno fino a rappresentare, nel 2040, solo il 25,8 per cento. Poi voi dite che non possiamo permettere che l'Italia scompaia. Allora, vi diciamo: invece di concentrare le vostre forze sull'autonomia differenziata, sul ponte sullo Stretto o sul premierato o indignarvi perché Cervinia potrebbe cambiare nome, iniziate a lavorare seriamente per il futuro di questo Paese, per le famiglie a cui state togliendo anche la casa, per coloro che sotto Natale si ritrovano in coda alla Caritas, mentre prima avevano almeno un reddito minimo garantito come in tutta Europa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), per le nuove generazioni, in particolare quelle meridionali, a cui state cancellando il futuro.

L'altro tema affrontato nel provvedimento oggi all'esame di quest'Aula riguarda la direttiva del 2022 finalizzata all'introduzione di un salario minimo adeguato per i lavoratori dell'Unione. Su questo tema voi avete dato proprio il meglio di voi: lo avete affossato, senza neanche avere il coraggio di dire di no, avete approvato un emendamento in cui riesumate addirittura le gabbie salariali, sulla scia di questa autonomia differenziata scellerata, che aumenterà solo ulteriormente i divari tra i cittadini del Nord e del Sud, tra lavoratori del Nord e del Sud. Di fronte a tale scenario, noi non intendiamo attendere. Abbiamo già presentato un emendamento alla legge di bilancio per introdurre il salario minimo e lo stesso faremo quando questa proposta arriverà qui in Aula, così tutto il Paese potrà vedere di che pasta siete fatti. Finti patrioti, che si inchinano ai grandi gruppi bancari a cui dicono: se avete voglia di dare qualche spicciolo, a fronte degli immensi extraprofitti che avete ottenuto, bene, in caso contrario state sereni, non vi tocchiamo. Mi chiedo: avete idea di cosa significa lavorare tutto il giorno e ritrovarsi comunque a non poter pagare le bollette? Avete idea di cosa può significare per un padre o per una madre non poter assecondare anche i più piccoli desideri dei propri figli? Forse no, perché questo palazzo e i privilegi che ci vengono riservati sembra non producano né imbarazzo né senso di responsabilità. Quello che si respira qui dentro è il profumo della casta, un rigurgito classista, tanto più insopportabile perché fuori da qui le file davanti alle mense dei poveri aumentano e chi dà loro da mangiare comincia a non farcela più con le scorte alimentari e chiede aiuto. Le vostre politiche stanno diffondendo povertà. Vi ricordo promettere un milione di posti di lavoro, 1.000 euro con un click, la pensione minima da 1.000 euro, ma la realtà ci dice che state condannando un milione di italiani alla povertà. Non vi imbarazzate quando, prima, promettete di salvare i bonus edilizi per prendere voti salvo, poi, avviare una campagna diffamatoria contraria. Poi, però, scopriamo che alcuni Ministri, ben 12, avrebbero usufruito proprio di quei vantaggi fiscali di cui oggi dicono peste e corna, ma mai ho sentito un giornalista replicare a Giorgia Meloni o agli altri 11: perché non comincia lei a rinunciare al suo bonus (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Non vi imbarazzate di fronte a gravi condotte e dichiarazioni di esponenti del Governo, che continuano a stare seduti dove non dovrebbero essere, non vi imbarazzate di fronte a un Ministro che scambia un treno per un'auto blu, non vi imbarazzate di fronte a un Ministro che, di fronte a due guerre in corso, si preoccupa di infangare la magistratura, non vi imbarazzate di fronte a un Ministro che si congratula per la vittoria alle elezioni di chi andava in giro con un cartello appeso al collo in cui era scritto: “Non un centesimo all'Italia”. Non vi imbarazzate neppure di far assumere i vostri figli nelle partecipate di Stato, non vi imbarazzate delle politiche di austerità con cui state condannando gli italiani a un futuro nero, non vi imbarazzate nemmeno a definirvi patrioti e a promuovere la secessione del Nord.

PRESIDENTE. Deve concludere.

DARIO CAROTENUTO (M5S). Siete l'apologia del classismo e dell'ipocrisia e, per tutti questi motivi, dichiaro il voto contrario del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Saluto gli studenti dell'Università degli studi di Siena del dipartimento di giurisprudenza, che assistono ai nostri lavori dalle tribune insieme alle consulte studentesche provinciali di Asti, Alessandria e Vercelli (Applausi).

Ha chiesto di parlare l'onorevole Giglio Vigna. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO GIGLIO VIGNA (LEGA). Grazie, Presidente. Siamo finalmente alla fine di questo lungo e importante iter della legge di delegazione europea 2022- 2023. Sì, colleghi, perché l'iter di questa legge è lungo, complesso, articolato e, come detto prima dal collega Battilocchio, è un iter vetusto e studiato per un altro periodo storico. È per questo che, in XIV Commissione, abbiamo fatto partire un Comitato per la modifica del regolamento della Commissione per la modifica dell'iter della legge di delegazione europea e della legge europea.

Andiamo a recepire 7 regolamenti e 16 direttive ma, al contrario di quanto detto prima dall'esponente del MoVimento 5 Stelle che ha parlato prima di me, non vi sono infrazioni. Le infrazioni, caro collega, sono state recepite dal decreto-legge Infrazioni qualche mese fa, quindi non siamo in ritardo ma andiamo a prevenire costi per lo Stato, andiamo a prevenire le infrazioni (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quando si parla di politiche europee, bisognerebbe studiare le politiche europee, caro collega del MoVimento 5 Stelle. Sono stati accolti 24 emendamenti fra Commissione e Aula, 24 emendamenti parlamentari di cui 4 emendamenti, fra Commissione e Aula, dell'opposizione. Questo nell'ottica di un lavoro svolto in concordia fra maggioranza e opposizione all'interno della XIV Commissione, una concordia istituzionale volta al bene del Paese.

Fra gli emendamenti dell'opposizione accolti vi sono emendamenti di giustizia, l'emendamento sulla parità salariale e un ordine del giorno dell'opposizione accolto sulla cybersicurezza. Proprio dalla cybersicurezza volevo iniziare questa breve analisi finale, questa dichiarazione di voto su questa legge di delegazione, perché la XIV Commissione ha svolto praticamente in contemporanea, in fase ascendente, l'analisi della comunicazione della Commissione dell'Alto rappresentante della politica estera sulla cyberdifesa, audendo 19 soggetti, fra cui player del settore, esperti, il prefetto Frattasi, l'Esercito italiano e, in contemporanea, in fase discendente, il recepimento della direttiva cosiddetta NIS2, del 2022, all'interno della legge di delegazione europea. Quindi, il ritorno all'analisi in fase ascendente della XIV Commissione, fase ascendente in cui ricordo si emettono pareri, in nome e per conto del Parlamento italiano, che entrano direttamente nel dibattito a Bruxelles, ha contribuito al dibattito nella fase discendente e nella fase legislativa. E lo sforzo di analisi, di approfondimento compiuto, dunque, in questo primo anno di attività della XIV Commissione è andato anche nella direzione di rafforzare la consapevolezza sulla realtà dell'accresciuta esposizione alle minacce cibernetiche, un tema che si è imposto nell'agenda nazionale europea e internazionale.

Quindi, come dicevo, abbiamo promosso un vasto ciclo conoscitivo di audizioni e di incontri con stakeholder globali e nazionali del settore, appunto per sviluppare, in tempi brevi e idonei, meccanismi più stringenti di tutela. La sicurezza cibernetica costituisce uno dei principali interventi del PNRR ed è ora al centro delle previsioni di questa legge di delegazione europea. L'articolo 3 della legge reca specifici e coerenti principi e criteri di delega al Governo per il recepimento della nuova direttiva 2022/2555, quindi, colleghi, una direttiva del 2022, solamente dell'anno scorso: la stiamo recependo già quest'anno.

Come ci ha efficacemente ricordato in audizione il prefetto Frattasi, direttore dell'Autorità, la direttiva NIS2 stabilisce misure volte a garantire un livello comune elevato di cybersicurezza, in considerazione dell'espansione del panorama delle minacce informatiche, che arrivano soprattutto da Oriente, e delle nuove sfide poste dalla centralità che i sistemi informatici e di rete hanno raggiunto e dalla rapida trasformazione digitale, dall'interconnessione della nostra società anche negli scambi transfrontalieri.

L'articolo 4 è strettamente connesso all'articolo 3 e, più specificamente, pone in capo agli Stati membri diversi obblighi in merito all'adozione di misure specifiche volte a garantire che i servizi essenziali per il mantenimento di funzioni vitali della società o di attività economiche siano forniti nel mercato interno, a stabilire per gli stessi soggetti critici obblighi volti a rafforzare la loro resilienza e la loro capacità di fornire appunto i servizi in questione.

Questo tipo di recepimento costituisce, quindi, un modello esemplare di come il Governo e questa maggioranza sostengano l'applicazione del principio di sussidiarietà, sul quale non a caso la XIV Commissione si è impegnata assiduamente, sin dall'inizio di questa legislatura.

Di fronte a un tema di importanza vitale per l'Unione europea, come quello dell'autonomia strategica europea, che diventerà sicuramente il tema del dibattito pubblico, è importante consolidare un processo normativo maggiormente incentrato sul ricorso al più flessibile strumento normativo della direttiva, e così abbiamo fatto e così stiamo facendo. Così abbiamo fatto anche sulla cybersicurezza, anche accogliendo l'ordine del giorno n. 9/1342-A/78 Casu, sulla cybersicurezza, direttiva cosiddetta NIS2, volto ad aprire all'idea di dare gli strumenti di cybersicurezza anche agli enti locali, importantissimo ordine del giorno dell'opposizione accolto in questa legge di delegazione.

L'articolo 11 è relativo alla rendicontazione ambientale per una transizione verde che sia consapevole, socialmente sostenibile - quindi “no” all'agenda Timmermans, “no” all'agenda Greta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), ma un'applicazione della transizione verde a livello nazionale che tenga conto del diritto dei lavoratori, delle imprese del nostro sistema economico e della citata autonomia strategica.

L'articolo 16 riguarda il recepimento del regolamento (UE) 2023/1113, concernente i dati informativi che accompagnano i trasferimenti di fondi derivati da criptoattività, relativa alla prevenzione dell'uso del sistema finanziario per il finanziamento del terrorismo; quindi, un altro recepimento delega al Governo e un altro recepimento importantissimo per la sicurezza del nostro Paese e la sicurezza di tutta l'Unione europea.

E, a tal proposito, l'ordine del giorno n. 10 Formentini, messo in votazione su richiesta del presentatore, è stato approvato appunto sul contrasto ai finanziamenti a quell'organizzazione terroristica chiamata Hamas.

La proposta emendativa dell'opposizione 3.01000 - vado a concludere, Presidente - va a recepire la direttiva (UE) 2016/343 del Parlamento europeo e del Consiglio: non si possono pubblicare testi di rinvio a giudizio, per intero o per sunto, sui media, a garanzia dell'imputato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). “No” ai processi mediatici, “sì” alla differenza fra imputato e condannato mettendo appunto paletti e dando di nuovo delega al Governo.

Quindi, come dicevo, una legge di delegazione che va nell'ottica di andare a recepire direttive e dare loro un senso in base a quello che è il nostro ordinamento nazionale. E, quindi, nel dibattito europeo, cari colleghi - e vado veramente a concludere, signor Presidente - noi che facciamo le missioni internazionali, noi parlamentari della Commissione politiche dell'Unione europea e della Commissione esteri, parlando con i nostri colleghi di tutta Europa, sappiamo che il dibattito verte su Patto di stabilità, nuova governance e necessità, da parte dell'Unione europea, di tornare alle direttive e di non emettere regolamenti. Ma, cari colleghi dell'opposizione, mi spiace dirvelo, mentre su immigrazione, Patto di stabilità, nuova governance, regolamento europeo, i colleghi di tutta Europa ci fanno molte domande, chiedono l'opinione dell'Italia…

PRESIDENTE. Doveva concludere, però.

ALESSANDRO GIGLIO VIGNA (LEGA). … nessuno, in Europa, ci sta chiedendo l'approvazione del MES. E dopo tutto questo lungo lavoro di questa legge di delegazione, ringraziando ancora tutti, tutta la parte politica e tecnica che ha collaborato a questo provvedimento, dichiaro voto favorevole del gruppo Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iacono. Ne ha facoltà.

GIOVANNA IACONO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, signora Sottosegretaria, la legge di delegazione europea è uno dei due strumenti legislativi ordinari che, insieme alla legge europea, assicura e garantisce un più rapido adeguamento delle leggi nazionali a quelle europee, al fine di prevenire l'apertura di procedure di infrazione e di agevolare la chiusura di quelle aperte.

Il disegno di legge di delegazione europea 2022-2023 contiene i principi e i criteri direttivi per l'esercizio della delega per 7 direttive e per l'adeguamento della legge italiana a 4 regolamenti europei, un allegato con 10 direttive europee, da recepire insieme al decreto legislativo, senza la necessità di introdurre ulteriori criteri e principi direttivi e i primi due articoli, che sono le deleghe al Governo per attuare le norme UE e per sanzionare eventuali violazioni.

Nello specifico, si tratta di 21 atti legislativi dell'Unione europea, il cui termine per il recepimento scade nella quasi totalità dei casi tra il 2023 e il 2024, che riguardano un ampio numero di materie, tra le quali alcune di particolare rilievo e di stringente attualità, rendendo necessario un esame da parte delle Camere il più possibile attento e che, al contempo, avrebbe dovuto essere rapido.

Tra le varie, il disegno di legge reca la delega per il recepimento di direttive e l'adeguamento ai regolamenti di particolare importanza economico-sociale e di rilevante interesse strategico per l'Unione nel suo complesso e per l'Italia nello specifico. Tra tutti, ritengo che occorra segnalare la direttiva relativa ai salari minimi adeguati nell'Unione europea, volta a migliorare - si pensi un po' - le condizioni di lavoro e di vita all'interno dell'Unione europea, riducendo le disuguaglianze retributive attraverso la promozione della contrattazione collettiva sulla determinazione dei salari, l'adeguatezza dei salari minimi legali e l'accesso effettivo delle lavoratrici e dei lavoratori alla tutela garantita dal salario minimo.

Nelle scorse settimane - occorre segnalarlo, anche qui -, forti dei numeri, avete affossato la nostra proposta di legge sul salario minimo, sostituendola di fatto con una delega in bianco al Governo, prendere o lasciare, senza alcuna effettiva possibilità di confronto, ma la nostra lotta - quella del Partito Democratico - non si fermerà qui. Il salario minimo per noi è un traguardo non rinunciabile per qualsiasi Paese voglia definirsi civile.

Di rilievo economico e sociale è la direttiva riguardante il rafforzamento dell'applicazione del principio della parità di retribuzione tra uomini e donne per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore attraverso la trasparenza retributiva e le garanzie di accesso a strumenti di tutela, come anche la direttiva volta al miglioramento dell'equilibrio di genere tra gli amministratori delle società quotate o, ancora, la direttiva che interviene in materia di sicurezza e di protezione dei lavoratori e delle lavoratrici contro i rischi derivanti da un'esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni. Particolare importanza ha anche il recepimento delle direttive in materia di riduzione delle emissioni di gas serra, tutti temi, sui quali, purtroppo, è ormai tristemente nota la posizione di questa maggioranza e di questo Governo.

Potrei continuare con la parte contenutistica, che è stata già ampiamente affrontata in sede di discussione generale dal collega De Luca, ma mi fermo qui, andando, invece, al punto più politico.

Il Consiglio dei ministri del 15 giugno 2023 ha approvato con procedura d'urgenza un disegno di legge di delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea. Il disegno di legge di delegazione, che dovrebbe essere presentato entro il 28 febbraio di ogni anno, è stato presentato dal Governo il 28 luglio scorso. Il quadro normativo italiano prevede che la legge di delegazione debba essere presentata… per favore, colleghe e colleghi…

PRESIDENTE. Lo dico io per favore, facciamo così. Colleghi, colleghe, per favore.

GIOVANNA IACONO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Come dicevo, il quadro normativo italiano prevede che la legge di delegazione debba essere presentata appunto entro il 28 febbraio di ogni anno e che, semmai, entro il 31 luglio di ogni anno può essere presentata una seconda legge di delegazione, quindi un ulteriore disegno di legge di delegazione per il secondo semestre.

Noi, invece, ci troviamo a discutere di un provvedimento che nasce nel momento in cui, semmai, doveva essere presentato il secondo provvedimento. Voglio dire, signor Presidente, che ci ritroviamo, direi, finalmente, oggi, il 20 dicembre, a portare a compimento soltanto la prima lettura di un provvedimento che è stato presentato dal Governo mesi e mesi fa e non possiamo fare a meno di evidenziare, anche qui, anche in questa sede, che ha avuto un fortissimo ritardo nel suo esame nel suo iter parlamentare. Sono settimane che abbiamo concluso in Commissione politiche dell'Unione europea l'iter della presentazione, dell'esame e della discussione degli emendamenti dopo un'apposita ed adeguata discussione nelle Commissioni di merito competenti e ci siamo trovati nelle scorse settimane, non nello stupore generale, a scoprire che il Governo non era pronto con i pareri di propria competenza.

Siamo costretti a rilevare che, nonostante i proclami secondo i quali il lavoro del Governo sarebbe stato caratterizzato dalla prontezza, dalla tempestività, dalla solerzia, dalla celerità in ogni provvedimento, lo stesso dimostra di agire non solo con lentezza, ma senza una visione e senza una strategia. Sì, signor Presidente, sono in confusione e in ritardo su tutto e non è vero neanche che i dati danno loro ragione, basta guardare soltanto quelli più recenti, quelli degli ultimi giorni. E non sarà nemmeno necessario aspettare la conclusione dell'iter della manovra di bilancio, anch'esso lento, molto lento, per comprendere che l'Italia rischia nuovamente di andare in recessione.

Ma noi non ci stupiamo più di nulla, nemmeno del ritardo con il quale questa maggioranza e questo Governo stanno agendo in questo momento su un altro provvedimento, ed è bene ribadirlo anche qui. C'è uno strumento che solo l'Italia non ha recepito, né approvato ratificandone le modifiche, che è la riforma del MES. State continuando a bloccarla e l'auto-ostruzionismo dei giorni scorsi e la richiesta di un nuovo rinvio in Commissione bilancio di stamattina con le relative motivazioni da parte di Fratelli d'Italia danno la cifra della vostra volontà, ormai per fortuna abbastanza chiara, che farà un danno enorme all'Italia. Questo provvedimento e l'iter che lo stesso ha dovuto subire certifica quanto stiamo sostenendo: quando si tratta di Europa, vi passa l'urgenza. Chiedo al Governo, per il suo tramite, signor Presidente, di non sottrarsi al confronto su temi di così cruciale importanza come il nostro rapporto con l'Unione europea e sul ruolo che vogliamo avere in Europa.

Presidente, mi avvio alle conclusioni. Per tutti questi motivi, devo annunciare, a nome del gruppo del Partito Democratico, il nostro voto di astensione su questo provvedimento. Non possiamo sottrarci alla responsabilità che abbiamo, come partito e come Paese, nei confronti delle istituzioni europee e sappiamo che l'Italia è tra i Paesi più in difficoltà, per esempio, sul fronte delle procedure di infrazione. Noi ci asteniamo con lo stesso spirito di responsabilità messo a disposizione del nostro Paese in occasione del voto sul decreto-legge Infrazioni e su altri provvedimenti sul percorso di integrazione europea del nostro Paese. E ci auguriamo ancora, seppur con poche speranze, che questo Governo metta la stessa dose di responsabilità anche sul MES (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mantovani. Ne ha facoltà.

LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, oggi approviamo il disegno di legge di delegazione europea, uno dei tasselli fondamentali per il recepimento di direttive e regolamenti europei. Con questo strumento legislativo intendiamo adeguare il nostro ordinamento al diritto dell'Unione europea e prevenire principalmente i nuovi procedimenti di infrazione. Complementare a questa legge è proprio il provvedimento Salva-infrazioni, che quest'Aula ha già approvato e che ci ha permesso di sanare le procedure pendenti nei confronti dello Stato italiano, riuscendo a mettere un freno al rischio di una crescita incontrollata, quanto onerosa, delle infrazioni. Per l'attenzione con cui è stato seguito questo disegno di legge di delegazione Fratelli d'Italia ringrazia il Governo e il Ministro Fitto.

La qualità del lavoro conferma la volontà del Governo Meloni di assicurare un pieno adeguamento del nostro ordinamento a quello europeo con metodi differenti rispetto al passato. E rispetto al passato mi preme evidenziare che è cambiato l'approccio dell'Italia con l'Europa. Oggi, con questo disegno di legge, dimostriamo un fermo impegno nei confronti delle normative europee, a riprova del rapporto costruttivo e di fiducia che abbiamo con Bruxelles, conquistato in questo primo anno alla guida della Nazione. Spesso le direttive europee hanno purtroppo la pretesa di standardizzare le caratteristiche dei Paesi membri, senza considerare le specifiche che contraddistinguono uno Stato da un altro. E come abbiamo più volte ribadito, recepire le direttive europee non significa passivamente adempiere agli obblighi, ma armonizzare la normativa per garantire più tutele e offrire vantaggi alle nostre imprese e ai nostri consumatori. È nostro compito, come sempre ha fatto il gruppo di Fratelli d'Italia, vigilare e intervenire laddove necessario su quelle direttive che potrebbero rivelarsi una tagliola per l'Italia. Cerchiamo di operare sempre illuminati dal buonsenso e dalla ragionevolezza e non, come abbiamo visto diverse volte nelle precedenti legislature, dalle forzature ideologiche. Siamo in una fase critica a livello globale che ci pone davanti tante sfide da affrontare e per questo motivo, con ancora più determinazione, dobbiamo lavorare in ogni sede, esattamente come sta facendo il Presidente Meloni per raggiungere obiettivi ambiziosi.

Per Fratelli d'Italia il processo di transizione ecologica non deve essere ideologico e lo sviluppo sostenibile deve essere graduale per la sua ottima riuscita. Pensare a un'economia sostenibile significa per noi essere amici dell'industria italiana e favorirne la crescita, migliorando la competitività e promuovendo norme che incentivino la produzione e il mercato del lavoro. Un fatto è evidente: l'Italia in un solo anno ha ritrovato il suo protagonismo nei consessi europei e l'autorevolezza nelle sedi decisionali, facendosi sempre portavoce delle esigenze degli italiani. Noi siamo questi, coerenti con la nostra storia e rispettosi degli impegni presi con i cittadini. Siamo orgogliosi di avere invertito la rotta, di non avere mai lasciato indietro gli interessi dell'Italia e soprattutto di avere sempre contrastato con fermezza ogni tipo di attacco. Vogliamo essere chiari una volta per tutte. Per Fratelli d'Italia, al centro dell'interesse europeo, deve essere esserci per diritto e per merito l'interesse italiano. Non possiamo pensare a un'Europa senza Italia, la nostra identità economica sociale e culturale deve cooperare in modo attivo al progetto comune. Riconosciamo lo straordinario impegno che il Presidente Meloni sta profondendo per superare con successo le sfide decisive, un impegno basato sul dialogo con le istituzioni europee al fine di ottenere flessibilità ed esiti fruttuosi, evitando che le misure comunitarie abbiano conseguenze sul sistema della Nazione. Ne è una prova il grande risultato di qualche settimana fa, quando la Commissione europea ha approvato la revisione generale del PNRR voluta da questo esecutivo ed ha autorizzato il pagamento della quarta rata all'Italia, diventando così il primo Paese in Europa a riceverla.

A questo traguardo si aggiunge il conseguimento dei 52 obiettivi del piano che consentiranno all'Italia di presentare alla Commissione Europea, entro il 31 dicembre, la richiesta per la quinta rata. Lo sappiamo che è difficile da accettare per alcune forze politiche di opposizione, ma l'Italia del Governo Meloni è tutt'altro che isolata in Europa. Anzi, tra le sue priorità ha l'obiettivo di equilibrare quanto più possibile il diritto dell'Unione europea con le specificità del Paese. È tempo di sentirci italiani fieri in Europa. È tempo di entrare a testa alta per portare e condividere le proposte più adatte alla sostenibilità economica e sociale dell'Italia. Oggi è possibile farlo con un esecutivo che ha un orizzonte governativo lungo e una maggioranza coesa e compatta. Non c'è miglior momento di questo per attuare politiche serie ed efficaci. È nostro dovere assicurare che la diversità di prospettive non offuschi le nostre idee e le nostre visioni, ma le arricchisca. Da questo punto di vista, il Governo Meloni ha dimostrato ampiamente una singolare abnegazione nel difendere i valori dell'Italia, aprendo le porte al confronto e alla collaborazione proficua tra i Paesi. In questo cammino, ci aiuta molto la leadership dell'attuale Governo che si distingue per la sua proiezione chiara e netta con lo scopo di preservare la nostra autenticità. Una missione che non si limita alla partecipazione attiva alle dinamiche europee, ma che mira a mantenere saldo il timone dell'identità nazionale. Pensiamo a un'Europa che sia consapevole e fiera della sua eredità valoriale e lavoriamo costantemente, affinché questo accada. Il lavoro di Fratelli d'Italia si traduce in politiche volte a tutelare le strategie nazionali assicurando, al contempo, che le decisioni siano prese con la massima attenzione alle richieste e alle necessità dei cittadini italiani, delle famiglie e delle imprese. Affrontare il futuro richiede uno sforzo collettivo, sia da parte dell'Europa, sia da parte dell'Italia, e noi rinnoviamo convintamente la fedeltà nei confronti di chi ci ha scelti e lo facciamo anche attraverso questo tipo di percorsi legislativi.

Vogliamo contribuire in modo significativo al progresso dell'Italia senza compromettere la ricchezza culturale di cui disponiamo, con proposte che mirano a soddisfare le necessità attuali. Il risultato che giunge oggi in quest'aula rispecchia l'approccio virtuoso con cui siamo soliti curare i provvedimenti a favore dell'Italia, in piena sintonia con l'Unione europea e la legge di delegazione europea ci dà la misura di quanto Fratelli d'Italia e la maggioranza tutta si impegnino affinché nelle direttive e nei regolamenti europei vengano sempre rispettati e salvaguardati gli interessi nazionali.

Un ringraziamento, Presidente, va a tutti i componenti della quattordicesima Commissione. Abbiamo lavorato con senso di responsabilità per concretizzare un provvedimento che sia all'altezza dei bisogni del nostro Paese e della realtà geopolitica fragile in cui viviamo, riservando ampio spazio a tutti i comparti dei settori interessati dalle direttive. Con questa legge di delegazion, ci accingiamo a disegnare il futuro del nostro Paese e a rafforzare la sinergia con l'Europa. Vogliamo e dobbiamo continuare a essere protagonisti con l'obiettivo di portare avanti le battaglie che l'Italia ci chiede. L'Italia ha un ruolo attivo nel processo di ammodernamento dell'Unione europea e sostiene l'innovazione tecnologica per lo sviluppo sostenibile. Costantemente lavoriamo con l'Unione europea per definire obiettivi comuni e standard elevati in materia di cibernetica, di lavoro, di economia, di infrastrutture, di sicurezza e di ambiente.

I criteri dell'Italia si basano su una dedizione a lungo termine per bilanciare le esigenze del Paese con gli investimenti stabiliti dall'Unione europea, contribuendo così ad assicurare la solidità per l'intera Europa. Grazie all'impegno instancabile del Presidente Giorgia Meloni e certi delle potenzialità della nostra nazione, continueremo a lavorare in questa direzione.

Siamo determinati e il sostegno degli italiani ci sprona a raggiungere grandi risultati. Ed è per tutte queste ragioni, Presidente, che annuncio il voto favorevole di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 1342-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 1342-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1342-A: "Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2022-2023".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 50).

Organizzazione dei lavori per la sessione di bilancio 2023, articolazione dei lavori dell'Assemblea per il periodo 9-12 gennaio 2024 e conseguente aggiornamento del programma.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stata convenuta, subordinatamente all'effettiva trasmissione da parte del Senato del disegno di legge S. 926 - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026, la seguente organizzazione dei lavori per la sessione di bilancio:

Il termine per la conclusione dell'esame in sede referente è fissato al 27 dicembre 2023.

Giovedì 28 dicembre (ore 9-13,30)

Discussione sulle linee generali del disegno di legge S. 926 - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026 (ove trasmesso dal Senato).

Giovedì 28 dicembre (ore 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)

Seguito dell'esame del disegno di legge S. 926 - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026 (ove trasmesso dal Senato).

Venerdì 29 dicembre (ore 9-17)

Seguito dell'esame del disegno di legge S. 926 - Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026 (ove trasmesso dal Senato).

(ore 17)

Dichiarazioni di voto finale (con ripresa televisiva diretta degli interventi dei rappresentanti dei Gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto).

(entro le ore 19)

Votazione finale.

I termini per la presentazione in Assemblea degli emendamenti e degli ordini del giorno sono fissati, rispettivamente, alle ore 20 di mercoledì 27 dicembre e alle ore 14 di giovedì 28 dicembre. Il termine per le iscrizioni a parlare nella discussione generale in Assemblea è fissato alle ore 20 di mercoledì 27 dicembre.

È stata altresì convenuta la seguente articolazione dei lavori per il periodo 9-12 gennaio 2024:

Martedì 9 (ore 11, con votazioni non prima delle ore 15 e fino alle ore 20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24), mercoledì 10 ( ore 16,15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24 ) e giovedì 11 gennaio (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24 ed eventualmente nella giornata di venerdì 12 gennaio)

Esame del disegno di legge n. 1624 - Conversione in legge del decreto-legge 15 novembre 2023, n. 161, recante disposizioni urgenti per il «Piano Mattei» per lo sviluppo in Stati del Continente africano (approvato dal Senato – scadenza: 14 gennaio 2024).

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 823 - Modifiche al codice penale e altre disposizioni in materia di illeciti agro-alimentari (ove non concluso nel mese di dicembre).

Seguito dell'esame delle proposte di legge nn. 712 e 722 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo recante modifica del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità, fatto a Bruxelles il 27 gennaio e l'8 febbraio 2021 (ove non concluso nel mese di dicembre).

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 893 e abbinate - Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale in materia di prescrizione (ove non concluso nel mese di dicembre).

Seguito dell'esame delle mozioni Faraone ed altri n. 1-224, Girelli ed altri n. 1-225 e Marianna Ricciardi ed altri n. 1-226 concernenti iniziative in materia di disciplina della responsabilità professionale degli operatori sanitari e per il superamento delle criticità connesse alla carenza di organico del personale (ove non concluso nel mese di dicembre).

Mercoledì 10 gennaio (ore 9,30-13,30)

Comunicazioni del Ministro della difesa in materia di proroga dell'autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell'Ucraina.

Mercoledì 10 gennaio (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

Venerdì 12 gennaio (ore 9,30)

Svolgimento di interpellanze urgenti.

L'organizzazione dei tempi per l'esame del disegno di legge di bilancio e delle comunicazioni del Ministro della difesa sarà pubblicata nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Il programma s'intende conseguentemente aggiornato.

È stato, infine, convenuto che i lavori della seduta odierna saranno interrotti dopo lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Il seguito degli argomenti iscritti all'ordine del giorno e non conclusi è rinviato alla seduta di domani, giovedì 21 dicembre 2023. Nella medesima seduta di domani sarà iscritta, come primo punto all'ordine del giorno, la dichiarazione di urgenza, ai sensi dell'articolo 69, comma 2, del Regolamento, sul disegno di legge di ratifica n. 1620.

Rinnovo della delegazione italiana presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa e composizione della delegazione della Camera dei deputati presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.

PRESIDENTE. Comunico che, a seguito di quanto convenuto nella Conferenza dei presidenti di gruppo del 20 dicembre 2023, la delegazione della Camera dei deputati presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa sarà formata, nella sessione annuale del 2024, dai componenti attualmente in carica.

Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 13,25, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno la Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, il Ministro della Cultura e il Ministro delle Imprese e del made in Italy.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Intendimenti del Governo in merito all'introduzione di meccanismi salariali differenziati su base territoriale – n. 3-00874)

PRESIDENTE. Il deputato Ubaldo Pagano ha facoltà di illustrare l'interrogazione Sarracino ed altri n. 3-00874 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Signor Presidente, signora Ministra, appena 10 giorni fa in quest'Aula abbiamo visto realizzarsi un paradosso perverso. Mentre tutte le opposizioni, unite e compatte, vi chiedevano l'istituzione di un salario minimo per i lavoratori italiani che, lavorando, non riescono comunque ad acquisire quella dignità che dovrebbe essere intrinseca nel lavoro, la maggioranza diceva che in realtà il problema non esisteva e buttava la palla in fallo laterale. Non solo con quel metodo avete calpestato le aspettative di tanta gente che finalmente vedeva la luce in fondo al tunnel, ma siete addirittura riusciti ad approvare un ordine del giorno che andasse ben oltre ogni nefasta fantasia.

Sì, perché avete chiesto al Governo, come maggioranza, di impegnarsi affinché fossero reinserite le gabbie salariali, quel sistema distorto e discriminatorio che per quasi 30 anni ha contribuito ad aumentare i divari tra il Nord e il Sud del Paese. Il Governo, per voce di un suo esimio esponente dalle latitudini laziali, ma con la cadrega leghista, ha detto pure sì.

Con questa interrogazione chiediamo se si sia trattato dell'ennesima bandierina di questo Governo o se davvero dobbiamo attenderci un salto nel passato di 50 anni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. La Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, ha facoltà di rispondere.

MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Il tema posto oggi dagli onorevoli interroganti, data la complessità dell'ordinamento italiano, considerati i tempi di risposta, va trattato con attenzione e cautela. L'adeguamento dei livelli salariali rappresenta una questione di particolare rilievo, oltre a un tema su cui il Governo sta impegnando la sua attenzione e azione, con la consapevolezza che il susseguirsi della crisi economica, pandemica e da ultimo inflazionistica e la mancata adozione nel corso degli anni di strumenti efficaci nelle politiche economiche e sociali hanno determinato una progressiva riduzione del potere d'acquisto delle retribuzioni.

Con l'approvazione, qui, alla Camera, della delega al Governo in materia di retribuzione dei lavoratori e di contrattazione collettiva ritengo si sia voluto dare un segnale che impegnerà l'Esecutivo, una volta concluso l'iter parlamentare, ad agire in maniera concreta e tempestiva, garantendo allo stesso tempo alle parti sociali quel ruolo centrale che gli è riconosciuto dalla Costituzione. Tanto più che nel nostro ordinamento la determinazione di una retribuzione adeguata non è rimessa alla legge, bensì è demandata alla libera negoziazione delle parti sociali.

È la contrattazione collettiva ad avere il ruolo centrale e il doveroso compito di contribuire a migliorare le condizioni retributive dei lavoratori.

Garantire ai lavoratori delle retribuzioni eque e adeguate significa comprendere in concreto quali siano le loro esigenze e quelle delle loro famiglie anche a seconda dei territori in cui esse si trovano a vivere. Il costo della vita non è uguale in tutte le parti del territorio nazionale. In alcune grandi città, ad esempio, il caro affitti è a livelli tali per cui molti lavoratori si trovano costretti, anche in età adulta, a condividere appartamenti. Abbiamo per questo introdotto diverse misure a favore delle famiglie dei lavoratori, ma resta sentita la necessità di adeguare le retribuzioni.

Sottolineando nuovamente la centralità della contrattazione collettiva nazionale, ricordo che nel nostro ordinamento è prevista la possibilità di accompagnare alla contrattazione nazionale una contrattazione di secondo livello in grado di rispondere alle esigenze aziendali, e quindi alle esigenze dei lavoratori. In particolare, è la contrattazione territoriale che incide favorevolmente sulle posizioni dei lavoratori in termini di partecipazione, benessere, sviluppo e inclusione, e che può individuarsi, ferma restando quella base economica e giuridica uguale per tutti disposta dalla contrattazione collettiva nazionale, come strumento per l'adeguamento delle retribuzioni. Non a caso, anche le più recenti forme di partecipazione dei lavoratori alla gestione dell'impresa riconducibili alla partecipazione diretta hanno visto spesso la mediazione di rappresentanti locali eletti dai lavoratori.

Penso anche al coinvolgimento dei lavoratori nelle imprese sociali, che devono definire nei propri statuti o nei regolamenti aziendali adeguati meccanismi di informazione, consultazione o partecipazione di lavoratori, utenti e stakeholder, al fine di assicurare a questi soggetti la possibilità di esercitare un'influenza su determinate decisioni imprenditoriali, in particolare su tutte quelle scelte in grado di incidere in maniera diretta sulle condizioni di lavoro o sulla qualità dei beni e dei servizi forniti dalle imprese, e che coinvolgono più da vicino il rapporto tra impresa e lavoratori.

Concludo confermando che il Governo ha ben chiaro il percorso da seguire per garantire che la contrattazione collettiva nazionale abbia sempre un ruolo centrale e che a tutti i lavoratori siano assicurati livelli adeguati di retribuzione. Quindi, agli onorevoli interroganti voglio dire e voglio assicurare che non è intendimento del Governo reintrodurre le gabbie salariali.

PRESIDENTE. Il deputato Sarracino ha facoltà di replicare.

MARCO SARRACINO (PD-IDP). La ringrazio, Presidente. Ministra, lei non ci ha convinto, anzi, la sua risposta un po' ci preoccupa e, mi scusi, ci prende anche un po' in giro, perché noi avevamo posto un quesito molto semplice, ovvero se volevate continuare sulla scia dell'ordine del giorno che avete approvato e che in qualche modo sdogana le gabbie salariali oppure no. Questa risposta un po' slalom ci fa pensare di sì; ci fa pensare che per voi - lo avete messo nero su bianco - un dipendente pubblico, un docente, un infermiere del Sud debba essere pagato meno di un suo collega del Nord, e non perché lavori meno, ma semplicemente perché ha la colpa di vivere nel Mezzogiorno.

Allora questo lo riteniamo inaccettabile, Presidente e signora Ministra, perché noi già oggi, a bocce ferme, abbiamo un Sud con meno servizi in un'Italia che investe 18.000 euro l'anno per un cittadino del Nord e 13.000 euro l'anno per un cittadino del Mezzogiorno. Noi già oggi abbiamo cittadini di serie A e di serie B perché la diversa spesa pubblica è un fatto, non un rischio. Dinanzi a questo, occorrerebbe invertire la rotta, ma con i salari differenziati in base ai territori voi state mettendo in discussione di fatto la coesione e l'unità nazionale.

La vostra è un'idea arcaica, superata anche dalla storia, ma, nonostante questo, continuate a colpire i cittadini del Mezzogiorno, come quando bocciate il salario minimo, quando diminuite le risorse per combattere la povertà, quando riducete le risorse per la scuola pubblica o per la sanità pubblica, perché queste sono le scelte che voi avete compiuto in questo anno di Governo, queste sono le scelte dei cosiddetti autoproclamati patrioti, con l'autonomia differenziata che fondamentalmente completerà il quadro per spaccare il nostro Paese.

Sono tutti colpi, Presidente, a un territorio che invece meriterebbe protezione e opportunità. Voi, invece, con questo colpo continuate ad aumentare i motivi per cui tante ragazze e tanti ragazzi sono costretti ad abbandonare i luoghi in cui nascono.

Ma a questo punto, Presidente, mi rivolgo ai parlamentari del Mezzogiorno, ai Ministri, c'è il Ministro Sangiuliano, che è del Sud: aprite gli occhi, aprite gli occhi rispetto a quello che si sta per verificare.

Con che coraggio spiegherete ai cittadini che per voi è normale il fatto che un lavoratore del Sud debba essere pagato meno di un suo collega del Nord, con che coraggio? Perché voi questo avete scritto in quell'ordine del giorno. Andatelo a chiedere a chi vive al Sud e vedete cosa ne pensa. Noi lo faremo perché la vostra è una scelta vergognosa, e per questo la combatteremo in ogni modo in Parlamento e nel Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

(Iniziative di competenza al fine di assicurare la continuità lavorativa dei cittadini ucraini che svolgono la loro attività sul territorio italiano – n. 3-00875)

PRESIDENTE. Il deputato Del Barba ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00875 (Vedi l'allegato A).

MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Signora Ministra, con questa interrogazione ci riferiamo all'asilo che l'Italia, come i Paesi membri dell'Unione europea, offre ai cittadini ucraini a seguito della grave crisi dovuta all'invasione russa dopo il 24 febbraio 2022.

Sappiamo che i cittadini ucraini in Italia sono circa 236.000, che molti di loro, 92.000, sono impiegati come lavoratori e che coloro i quali fossero residenti prima del 24 febbraio hanno avuto, con un decreto-legge, il 21 marzo 2022, la possibilità di esercitare temporaneamente le qualifiche professionali sanitarie e la qualifica di operatore sociosanitario. Ebbene, tutte le disposizioni nazionali che riguardano questi lavoratori, compreso lo stato di emergenza, il riconoscimento delle qualifiche professionali del personale sociosanitario e perfino la valenza dei permessi di soggiorno di protezione temporanea, conservano validità fino al 31 dicembre e scadono tra pochi giorni. Allora chiediamo quali iniziative di propria competenza intenda adottare il Ministero per garantire la continuità di questi lavoratori, avendo osservato che i colleghi del Senato si stanno ponendo lo stesso problema. Proprio ieri sono usciti i verbali dei lavori in corso, che speriamo vadano a buon fine e che sembra vogliano affrontare anche questo tema.

PRESIDENTE. La Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, ha facoltà di rispondere.

MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Ringrazio anche l'onorevole interrogante per aver affrontato questo tema veramente sentito, che riguarda il sostegno del Governo italiano a favore delle persone e dei cittadini in fuga dall'Ucraina a causa della guerra. Si tratta di una protezione doverosa di cittadini ucraini, che non possono rientrare nel loro Paese. L'Italia non si tira indietro, anzi intende garantire la continuità occupazionale dei cittadini che svolgono la loro attività in Italia, nel rispetto delle loro competenze e delle loro professionalità.

Nell'ambito del disegno di legge di bilancio, nel testo approvato in 5a Commissione al Senato, sono state inserite alcune previsioni normative, volute e sostenute dal Ministero del Lavoro, finalizzate a dare continuità alla protezione temporanea delle persone in fuga dalla guerra in Ucraina. In particolare, le disposizioni prevedono: la proroga fino al 31 dicembre 2024 dello stato di emergenza, dichiarato con la delibera del Consiglio dei ministri del 28 febbraio 2022; la proroga della validità dei permessi di soggiorno in scadenza al 31 dicembre 2023, rilasciati ai beneficiari di protezione temporanea ai sensi della decisione di esecuzione (UE) 2022/382 del Consiglio dell'Unione europea del 4 marzo 2022, che conserveranno la loro validità fino al 31 dicembre 2024; la possibilità, su richiesta dell'interessato, di convertire i permessi di soggiorno per protezione temporanea in permessi di soggiorno per lavoro per l'attività effettivamente svolta. Quest'ultima previsione riveste una particolare importanza: infatti, la possibilità di convertire il permesso di soggiorno per protezione temporanea in un permesso per motivi di lavoro favorisce il processo di inclusione socio-lavorativa dei cittadini ucraini che trovano occupazione in Italia, offrendo una prospettiva di stabilizzazione e l'opportunità di contribuire al benessere della comunità di accoglienza, anche al di là dell'emergenza umanitaria in corso.

Concludo, ribadendo la massima disponibilità e solidarietà nei confronti del popolo ucraino, attraverso un sostegno fattivo, che, per quanto mi compete, si declina nell'offrire opportunità di lavoro e formazione sul nostro territorio.

PRESIDENTE. Il deputato Del Barba ha facoltà di replicare.

MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Ringrazio anch'io la signora Ministro. Condivido, avendo letto in giornata gli atti del Senato, i provvedimenti che, tramite emendamento dei relatori, i colleghi del Senato hanno inteso porre in essere. Ci auguriamo, quindi, che i lavori della legge di bilancio, benché in ritardo, possano proseguire, se non anche nell'interesse dei lavoratori ucraini; interesse che, ricordiamo, è prima di tutto umanitario, ma è anche un interesse delle nostre imprese e aziende, perché trattasi di lavoratori che fin qui hanno dato prova di grande valore e di riconoscenza per l'ospitalità e per quanto il nostro Paese sta facendo per loro. Ci auguriamo che non si debba più ricorrere a proroghe, perché il conflitto possa terminare, ma, qualora fosse ancora necessario, ci auguriamo che, nel futuro, sia data loro attenzione anche con un certo anticipo, per non dover lasciare queste persone nella condizione di temere fino all'ultimo di vedere persi i propri diritti.

(Intendimenti del Ministro della Cultura in relazione a vicende, emerse sulla stampa, riguardanti il Sottosegretario di Stato Vittorio Sgarbi - n. 3-00876)

PRESIDENTE. La deputata Orrico ha facoltà di illustrare l'interrogazione Caso ed altri n. 3-00876 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

ANNA LAURA ORRICO (M5S). Ministro, innanzitutto lei ha la mia solidarietà: non dev'essere facile avere un Sottosegretario come Sgarbi. Abbiamo iniziato con le sue dichiarazioni, piene di contenuti sessisti e di turpiloqui, durante l'inaugurazione della stagione estiva del MAXXI. Poi è arrivata l'indagine dell'Antitrust per un probabile conflitto di interesse: pare, infatti, che il Sottosegretario Sgarbi abbia percepito una serie di introiti economici presenziando a mostre, inaugurazioni ed altri eventi, nell'esercizio del suo ruolo come Sottosegretario. Poi è arrivata l'indagine per debiti - pare - nei confronti dell'Agenzia delle entrate per un ammontare di più di 700.000 euro. E infine, adesso, con alcune inchieste giornalistiche, risulterebbe proprietario di un quadro addirittura rubato. Fatto, quindi, l'elenco di questi comportamenti, le domando se almeno lei non si ponga l'esistenza di una questione etica nell'esercizio del ruolo istituzionale del Sottosegretario Sgarbi e se, anche questa volta, farà e farete finta di niente, come per Delmastro, Santanche', Gasparri e Lollobrigida (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha facoltà di rispondere.

GENNARO SANGIULIANO, Ministro della Cultura. La ringrazio per la solidarietà. La invito a leggere tutta una dottrina di filosofia del diritto sullo Stato etico, soprattutto Kelsen, che ci spiega come lo Stato etico, poi, possa avere esiti pericolosi, perché lo Stato etico, storicamente, è stato l'anticamera del totalitarismo in tanti casi: nazismo, nazifascismo e comunismo erano Stati etici, e le risultanti le conosciamo. L'Iran di oggi è uno Stato etico. Ma questo mi richiederebbe molto tempo.

Le voglio, però, raccontare che, nell'immediatezza di alcune notizie di stampa su Sgarbi, ho ricevuto una gradita telefonata del vostro leader, Giuseppe Conte, il quale mi ha detto: ti do atto di aver preso subito, immediatamente, le distanze. Perché lei sa che, per esempio, l'indagine dell'Antitrust è nata dalla mia precisa volontà di trasmettere subito gli atti - e mi fa piacere che l'onorevole Amato annuisca - all'Antitrust.

Quindi, in termini giuridici, non compete a me valutare la posizione del Sottosegretario Sgarbi, ma nell'ordinamento dello Stato, che si basa sulla piramide della gerarchia delle fonti normative del diritto, che vede al vertice la Costituzione repubblicana, ci sono ruoli e istituzioni ben distinte. E io sto nell'ambito e nell'alveo di quello che la Costituzione e le leggi dello Stato mi dicono di dover fare. Quindi, ci saranno organi che valuteranno tutte le vicende personali del Sottosegretario Sgarbi.

Per le sue esternazioni al MAXXI, sono venuto qui, in Aula, e ho preso una posizione molto, estremamente critica, ci sono le agenzie di stampa e lei può andarle a rileggere. In merito alle recenti notizie relative ad alcune inchieste giornalistiche inerenti il dipinto La cattura di San Pietro, di Manetti, tengo a precisare che si tratta di vicende attinenti la vita personale e professionale di Sgarbi ampiamente risalenti nel tempo e che non trovano alcuna connessione con l'incarico istituzionale di Sottosegretario. Noi ci siamo insediati nel novembre del 2022, anzi, io ho giurato il 22 ottobre e gli episodi in questione risalgono al 2021, quando io non ero Ministro della Cultura e Sgarbi non era Sottosegretario, e addirittura riguarderebbero un acquisto fatto nell'anno 2000.

Io non giudico le persone, c'è chi è chiamato a giudicare. Io potrei sollevare qui il caso del senatore Luca Pirondini, ma non lo faccio, ci saranno le istituzioni che valuteranno i comportamenti del senatore Luca Pirondini. Comunque grazie per questa interrogazione.

PRESIDENTE. Il deputato Caso ha facoltà di replicare.

ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Ministro, è inutile dire che può arrampicarsi quanto vuole, ma non siamo affatto soddisfatti della sua risposta, anzi, ci venga a dire a chi dobbiamo chiedere indietro tutto il tempo che stiamo spendendo qui per parlare di un personaggio come Sgarbi: a lei o alla Meloni, non lo so. Vede, Ministro lei, oggi, sarebbe dovuto venire qui e dire tre semplici parole: vi chiediamo scusa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ovviamente, non a noi, ma a tutti gli italiani che rappresentate. Invece, continuate a provare a giustificare l'ingiustificabile. Mi rammentate poi un po' - non so se lo ricorda - il gioco delle talpe, quello che si trova al luna park: il tempo di buttare giù uno scandalo e, ops, improvvisamente ne esce un altro, magari anche peggiore. E le ricordo, Ministro, che noi l'aspettiamo qui, in quest'Aula, dallo scorso ottobre, quando le abbiamo chiesto ufficialmente di venire qui a riferire sul presunto conflitto di interessi di Sgarbi, del suo Sottosegretario - ricordiamolo, il suo Sottosegretario -, dei debiti col fisco, delle frasi sessiste al MAXXI e tralascio tutta la serie di condanne, altrimenti qui si farebbe notte. Com'è facilmente immaginabile, tra l'altro, dato il personaggio, in questi mesi, la situazione di Sgarbi non ha fatto altro che peggiorare; l'abbiamo sentita, è di qualche giorno fa l'inchiesta di Report sul possibile possesso di un quadro rubato, e attenzione a sminuire queste cose.

E questa vicenda, sia chiaro, è solo la goccia che fa traboccare il vaso, perché non dimentichiamo i casi Delmastro, Montaruli, Santanche', La Russa e Gasparri. Per rimanere in tema, una bella collezione di quadri impietosi. E, allora, Ministro forse più che a lei, dovrei riferirmi direttamente al Presidente Meloni. Dove volete arrivare? Fino a dove volete spingervi? Perché, sia chiaro, qui non stiamo parlando di vicende giudiziarie, stiamo parlando di ragioni di opportunità politica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! E qui siamo andati anche oltre – oltre! - la questione morale, Siamo ormai nell'assoluta e totale indecenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

(Elementi in merito ai dati sull'affluenza turistica, sugli incassi realizzati e sulle risorse destinate alle diocesi e ai territori alluvionati, in relazione all'introduzione del biglietto d'ingresso al Pantheon – n. 3-00877)

Il deputato Alessandro Colucci ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-00877 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Signor Ministro, il gruppo Noi Moderati apprezza il decreto del 22 giugno 2023, con cui il Governo ha previsto il pagamento di un biglietto d'ingresso per il Pantheon. Il Pantheon è uno dei monumenti religiosi più importanti del nostro Paese; è visitato da milioni di persone e ci sembra che non si siano scoraggiati, i visitatori, nell'entrare in questo importante luogo, considerata l'introduzione del biglietto d'ingresso.

Ministro, conseguentemente a questa iniziativa, le chiediamo quanti siano stati i visitatori, quanto sia l'incasso che ha generato e quanto sia stato dato, per motivi benefici, alla diocesi e ai territori alluvionati.

Inoltre, le chiediamo se ci siano altri luoghi di cultura dove oggi l'ingresso è gratuito e dove il Governo e il Ministro hanno intenzione di prevedere un pagamento. Infatti, Ministro, abbiamo un patrimonio artistico straordinario, anche costoso e necessario da mantenere; se c'è la possibilità di far pagare l'ingresso, credo che sia nella concezione di tutti, e, soprattutto, c'è la possibilità di implementare i servizi e di fare ristrutturazioni.

Le chiedo, Ministro, se prevedrà questa iniziativa e dichiaro che Noi Moderati è al suo fianco e la sosterrà.

PRESIDENTE. Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano ha facoltà di rispondere.

GENNARO SANGIULIANO, Ministro della Cultura. Allora, intanto le do una notizia: il museo dedicato al complesso degli ABBA, in Svezia, ha un biglietto di 19 euro al giorno, il Pantheon costa 5 euro, quindi fate voi le debite proporzioni.

I dati raccolti, dall'avvio dell'iniziativa fino al 15 dicembre, superano ogni più rosea aspettativa: dal 3 luglio 2023 al 15 dicembre 2023, i visitatori totali sono stati quasi un milione e mezzo, 1.488.754, per l'esattezza e l'incasso lordo generato dalle visite a pagamento è stato di oltre 5 milioni, precisamente 5.600.000 euro, mentre il ricavo netto del Ministero supera i 3 milioni di euro. Noi destiniamo una parte di questa cifra; oltre 1.337.000 euro sono andati alla Curia di Roma, che li destina ad attività di beneficenza a favore dei poveri della città di Roma. Un'altra quota è impegnata per migliorare la qualità e la fruizione del bene. Stiamo lavorando, per esempio, nella basilica di Nettuno, che si trova alle spalle del Pantheon, per migliorarne la fruizione, per abbattere, per esempio, le barriere architettoniche.

Per quanto concerne l'euro aggiuntivo, proprio ieri si è tenuto al Ministero un incontro con tutti gli enti locali e, soprattutto, con il sindaco di Forlì, perché il Ministero della Cultura si sta facendo carico non solo di ricostruire l'Archivio di Forlì, ma di far nascere, nel cuore di Forlì, laddove si trova un vecchio convento abbandonato di proprietà del demanio, un grande polo culturale finanziato sempre dal Ministero della Cultura, che metterà insieme l'archivio di Stato e l'archivio comunale, ma creerà soprattutto spazi multimediali, biblioteche, sale cinematografiche per i giovani della città di Forlì, spazi aperti al pubblico e fruibili da tutti.

PRESIDENTE. La deputata Ilaria Cavo ha facoltà di replicare.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Ministro, grazie, signor Presidente. Ministro, ci dichiariamo ovviamente soddisfatti della sua risposta. L'iniziativa di mettere a pagamento il Pantheon è stata non scontata, sicuramente coraggiosa, ma che non ha scoraggiato i visitatori e i numeri che ci ha fornito, questi 5 milioni di incasso, lo dimostrano.

È chiaro che questa è stata la dimostrazione di come si può dare valore alla cultura non soltanto con la gratuità, bene ha fatto anche a sottolineare come questi 5 euro siano una cifra rilevante, ma da confrontare con i costi degli altri musei a livello internazionale. Quindi, questo pagamento è il giusto equilibrio tra la fruizione della cultura e non lo scoraggiamento, ma l'apprezzamento della cultura e dei nostri monumenti e la possibilità di continuare a manutenerli, a svilupparli e a valorizzarli.

Abbiamo creato, ha creato un meccanismo che riesce a coniugare la redditività economica della cultura con la funzione pubblica, questo è quello che ci ha riferito ed è per questo che apprezziamo e siamo qui a dire che sosteniamo questo percorso. Quindi, anche la ricognizione che ha messo in atto e che porterà dati chiari sul nostro patrimonio culturale ancora ad accesso libero sarà importante e potrà creare un volano per cui la nostra cultura potrà diventare un importante sostegno. Sostegno di cosa? Fondi per il sociale, lo ha detto, fondi per le zone che hanno necessità - quelle dell'alluvione sono un esempio -, fondi per l'abbattimento delle barriere architettoniche, importantissimo; volano, quindi, la cultura per sostenere non solo la cultura stessa, ma quel grande patrimonio che abbiamo in senso lato, che è il nostro Paese. Grazie, Ministro, saremo con lei per le prossime iniziative (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

(Iniziative volte al rilancio industriale del sito siderurgico di Piombino, anche attraverso la proroga della cassa integrazione in attesa della definizione del nuovo assetto produttivo dell'area – n. 3-00878)

PRESIDENTE. Il deputato Benzoni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00878 (Vedi l'allegato A).

FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Non ripercorro, in un minuto, la storia del sito siderurgico di Piombino che, dal 2018, è stato acquistato dalla multinazionale indiana JSW, che aveva promesso un piano industriale d'investimenti che non ha rispettato. Oggi i 1.350 lavoratori sono in cassa integrazione in deroga per aree di crisi complessa, una cassa integrazione che scade il 7 gennaio prossimo. Il Sottosegretario Durigon ha dato alcune rassicurazioni sul fatto che possa essere prorogata per tutto il 2024, ma chiediamo al Governo una garanzia su questo.

Il secondo tema è un nuovo piano d'investimento, che è quello della joint venture italo-ucraina Metinvest-Danieli, che ha presentato un piano molto importante per un nuovo sito siderurgico che si potrebbe trovare atto, all'inizio del 2027, a produrre.

Su questo chiediamo quali strumenti il Governo voglia utilizzare per facilitare la coabitazione di due soggetti, in particolare con la possibilità di attuare, con un commissario straordinario di Governo, l'attività di coordinamento delle due iniziative.

PRESIDENTE. Il Ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.

ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. Sì, confermo. Siamo impegnati perché Piombino possa tornare ad avere un ruolo strategico nel piano della siderurgia nazionale che stiamo realizzando, diventando uno dei più grandi poli siderurgici green del nostro Paese.

Questo con l'obiettivo di dare piena salvaguardia ai 365 lavoratori coinvolti che, purtroppo, invece da anni sono in cassa integrazione, a rotazione. Sono in cassa integrazione perché, negli anni passati, gli accordi di programma, firmati, prima, nel 2015, con il gruppo algerino e, poi, nel 2018, con Jindal, non sono stati, poi, eseguiti, gli impegni non sono stati mantenuti.

Noi siamo al lavoro per firmare entro la fine di quest'anno - quindi, nei prossimi giorni - due MOU con due diversi importanti player della siderurgia: il primo è il gruppo siderurgico indiano, già presente nell'area, con l'obiettivo di rilanciare la produzione di rotaie, e il secondo è il gruppo ucraino Metinvest, per la produzione di circa 2.700.000 tonnellate di acciaio piano attraverso forni elettrici a bassa emissione di ultima generazione. Si tratta, com'è evidente, di un'operazione molto importante, ma anche complessa, che richiede ancora alcuni approfondimenti, verifiche tecniche, sia sul fronte industriale che ambientale.

Il memorandum che sottoscriveremo nei prossimi giorni indica un periodo temporale di 3 mesi per consentire alle parti di completare le istruttorie tecniche e sottoscrivere, poi, gli accordi di programma: l'obiettivo che abbiamo è nel primo trimestre del prossimo anno. Un'operazione che, ovviamente, ha anche indubbi risvolti sul piano internazionale, perché coinvolge la prima grande azienda ucraina e può contribuire, successivamente, anche alla ricostituzione del Paese.

Per quanto concerne i temi importanti e significativi che riguardano i lavoratori, la coesistenza di due soggetti imprenditoriali privati sarà un elemento fondamentale per assorbire tutta l'occupazione. Nello specifico, con riferimento alla cassa integrazione, ricordo che la legge di bilancio prevede il rifinanziamento della cassa in deroga prevista per le aree di crisi industriale complessa e, pertanto, le risorse saranno destinate anche al territorio di Piombino, al fine di assicurare la continuità dell'ammortizzatore. Insomma, non solo garantiamo la continuità della cassa integrazione, ma abbiamo finalmente individuato, e ci auguriamo di portare a conclusione nelle prossime settimane, una soluzione importante e strategica per la siderurgia nazionale.

PRESIDENTE. Il deputato Benzoni ha facoltà di replicare.

FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Grazie, Ministro. Penso che le nostre interrogazioni portino fortuna, perché l'ultima volta che l'abbiamo vista in quest'Aula, la mattina, aveva appena salvato Holostem e, oggi, pare che abbia incontrato i lavoratori per confermare la cassa integrazione anche per il 2024. Forse, deve venire ogni settimana al question time in modo che possiamo comunicare una buona notizia.

Al di là di questa battuta, siamo felici che la cassa integrazione venga prorogata per dare garanzie a queste migliaia di famiglie. Tuttavia, con riferimento a quello che lei chiama piano strategico dell'acciaio, iniziamo a vedere una mancanza di piano strategico dell'acciaio. L'acciaio è uno dei settori fondamentali del nostro Paese, non possiamo permetterci di avere le idee confuse. Le notizie di stampa che arrivano anche in queste ore rispetto all'incontro su Ilva ci dicono che non è così chiaro quale sia il futuro che il Governo vuole mettere in atto. Qui ci sono due soggetti: uno che deve rinnovare un accordo di programma e che non ha rispettato il precedente e un altro investimento molto importante. Parliamo del prossimo trimestre: evidentemente, ci aspettavamo qualche garanzia in più e qualche certezza in più su questo sito.

Ma non è tanto la sorte di questi 1.400 lavoratori - che non devono andare in cassa integrazione, bensì devono tornare a lavorare e a produrre acciaio -, è la visione di cosa l'Italia vuole fare all'interno del mercato europeo rispetto all'acciaio, in ordine al quale è stata per tanti anni il player fondamentale; e, a nostro avviso, dovrebbe tornare a diventarlo, perché l'acciaio è fondamentale in tutto il mercato del Paese, perché l'acciaio permette alle aziende di essere competitive, perché l'Italia non può rinunciare a questo.

Monitoreremo, sperando di presentarle altre interrogazioni, perché entro il primo trimestre dell'anno prossimo dobbiamo dare delle certezze non solo ai lavoratori, ma al sistema produttivo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

(Iniziative di competenza volte ad accelerare la chiusura delle procedure di amministrazione straordinaria tuttora aperte, ai fini del rilancio della produttività delle imprese coinvolte – n. 3-00879)

PRESIDENTE. Il deputato Pulciani ha facoltà di illustrare l'interrogazione Foti ed altri n. 3-0879 (Vedi l'allegato A), che ha sottoscritto in data odierna.

PAOLO PULCIANI (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signor Ministro, sempre più frequentemente le procedure di amministrazione straordinaria si prolungano nel tempo senza una reale prospettiva di risanamento per l'impresa interessata. Tali procedure, disciplinate dal decreto legislativo n. 270 del 1999, dovrebbero essere finalizzate alla conservazione e al risanamento di imprese di rilevante interesse pubblico.

Nella sentenza che dichiara lo stato di insolvenza viene indicata la nomina del giudice delegato e dei commissari giudiziari (da uno a tre), designati in conformità con le indicazioni fornite dal Ministro delle Imprese e del made in Italy.

La procedura prevede, come sappiamo, che i commissari straordinari nominati dal Ministro definiscano un programma di recupero nell'equilibrio economico dell'impresa, seguendo gli indirizzi di politica industriale adottati dal Ministero.

Tuttavia, sappiamo anche che tale procedura non è sempre lineare ed immediata. Il più delle volte assistiamo ad amministrazioni giudiziarie straordinarie che durano anche 15 o 20 anni, anche in mancanza di una prospettiva di recupero economico dell'impresa e di un'attività meramente liquidatoria.

Pertanto, vogliamo chiedere quali sono le iniziative di competenza che intende adottare per garantire, alla luce delle procedure di amministrazione straordinaria tuttora aperte, una più celere e semplificata chiusura delle stesse al fine di rilanciare il tessuto produttivo nazionale.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.

ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. Sin dall'inizio del mandato ho perseguito la volontà di rendere efficiente l'azione del Dicastero e, nel contempo, trasparente. Come voi ben sapete, ormai, nel sito del Ministero vi è la possibilità di avere informazioni che prima apparivano quasi un segreto di Stato, da quante siano le crisi aziendali a quali siano i tavoli di monitoraggio.

Ebbene, in questa azione di trasparenza, che noi dobbiamo ai nostri cittadini e alle nostre imprese, vi do dei dati che sono inequivocabili. I gruppi in amministrazione straordinaria sono quasi 130, per l'esattezza 129, con un numero complessivo di società facenti capo a tali gruppi di 396, cioè quasi 400 aziende in amministrazione straordinaria. Ogni società, per lo più, in amministrazione ha 3 amministratori e 3 componenti del comitato di sorveglianza. Vi do questi numeri.

Di questi 129 gruppi, sono solo 9 i gruppi in esercizio di impresa: 9 su 129 gruppi sono in esercizio d'impresa. Questi 9 sono conosciuti: Ilva, Piaggio, Blue Tech, Abramo, Istituto di vigilanza ANCR, Condotte, Alitalia e, dal corrente mese, anche Fimer e Work Service. Sono 9 in tutto. Gli altri 120, per circa 380 società in amministrazione straordinaria - quindi, con terne di amministratori e terne di comitati di sorveglianza, all'incirca 700 persone impiegate -, si trovano in fase di liquidazione, alcuni da oltre 20 anni, qualche volta da 30 anni, con commissari e comitati di sorveglianza rimasti in piedi a guardia del bidone da 20, 30 anni o, più correttamente, a svuotare il bidone, per tutta la loro vita professionale. Ripeto: 20, 30 anni.

Questa condizione deve finire. Con il mio Governo, con il nostro Dicastero finirà, perché noi non siamo il Ministero delle crisi che distribuisce prebende a professionisti che mantengono per decenni la loro attività (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) ma siamo il Ministero delle Imprese.

Proprio per questo, vi preannuncio che stiamo procedendo a una riforma, in collaborazione con i competenti uffici del Ministero della Giustizia per procedere all'immediata liquidazione di quelle circa 380 società facenti capo ai 120 gruppi in fase liquidatoria che, quindi, non hanno più alcuna attività produttiva in essere, nessuna attività produttiva e nessun personale. Sono scatole vuote e lo faremo a breve con una proposta che sarà presentata a questo Parlamento anche al fine di accelerare i pagamenti a favore dei creditori con conseguente aumento del capitale circolante liquidando quello che è doveroso liquidare e utilizzando il personale non per pratiche di aziende non più esistenti o per dare i corrispettivi ai commissari di aziende che non esistono più, ma per permettere a questo Paese di avere finalmente un Ministero delle imprese che guarda all'attività produttiva e a coloro che davvero lavorano in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole De Bertoldi ha facoltà di replicare. Siamo andati un po' fuori con i tempi, Ministro Urso.

ANDREA DE BERTOLDI (FDI). Signor Presidente, signor Ministro, siamo sicuramente soddisfatti della sua risposta. Lo siamo perché lei ha fatto bene a ricordare che il suo è un Ministero delle imprese, non il Ministero delle crisi, e la sua storia personale ricorda a noi tutti che lei è sempre stato il Ministro del fare, della proposizione e non certo il Ministro della liquidazione.

Allora, io credo che questo sia un istituto - e lo dico anche da commercialista - che vada assolutamente rinnovato. È un istituto che nacque alla fine del secolo scorso con l'obiettivo di recuperare all'economicità e al sistema produttivo quelle imprese di particolare importanza per il tessuto economico nazionale, che però non erano in più in grado di essere competitive. Doveva, cioè, evitare a quelle imprese la deriva delle procedure fallimentari e così non è stato, lo ha detto lei benissimo, procedure che invece sono diventate per lo più liquidatorie con tempi troppo lunghi. Allora, certamente, condividiamo che serva modificare il decreto del 1999, prevedere chiusure anticipate anche delle procedure per dare finalmente soddisfazione ai creditori delle imprese stesse e, contemporaneamente, però - mi permetto di condividere e di ricordarlo e di esserle di sprone - abbiamo bisogno di una riforma vera e propria dell'istituto dell'amministrazione controllata. Una riforma che ponga fine al poltronificio, a quegli incarichi mantenuti per decenni, perché i liberi professionisti italiani, quelli competenti e capaci, non hanno bisogno di avere incarichi dati come assistenzialismo. Vogliono imprese sane - vado a concludere Presidente -, vogliono imprese restituite alla normalità e all'operatività.

Quindi, signor Ministro, grazie ancora per la sua risposta e accetti davvero i nostri complimenti, ma altrettanto accetti da parte nostra lo stimolo per dare il la al più presto ad una riforma di questo istituto per dare al Paese e al sistema economico una risposta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative volte alla costituzione del consiglio di amministrazione dell'Istituto di ricerche Tecnopolo Mediterraneo per lo sviluppo sostenibile, al fine di consentire la piena operatività di tale fondazione – n. 3-00880)

PRESIDENTE. L'onorevole De Palma ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00880 (Vedi l'allegato A).

VITO DE PALMA (FI-PPE). Signor Presidente, signor Ministro, la legge n. 145 del 2018 istituiva la Fondazione Tecnopolo per lo sviluppo sostenibile del Mediterraneo, con sede in Taranto. Questa legge finanziava anche l'istituto e successivamente il D.P.R. n. 195 del 2020 ne ha regolamentato la costituzione. Ad oggi abbiamo intercettato intanto un definanziamento, per gli anni passati, dal parte del precedente Governo che non era riuscito a far partire la governance dello stesso. C'è stato un mio emendamento in Commissione finanze presentato ad un decreto, convertito poi in legge dalla Camera. L'istituto è finanziato, ha le risorse necessarie e abbiamo necessità di costituire quanto prima la governance, la competenza della quale è del Ministero delle Imprese, sulla scorta di una serie di indicazioni anche del Ministero dell'Università e della ricerca. Quindi, chiedo a lei la necessità di conoscere quali sono le iniziative in corso.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.

ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. Come ha evidenziato l'interrogante, il Tecnopolo è stato istituito nel 2018. Sono passati 5 anni ma non è stato realizzato. Avendo l'obiettivo dell'efficienza, il nostro Dicastero ha dato avvio alle procedure per realizzare il Tecnopolo che, oltre ad assumere un valore simbolico di una rinascita del territorio di Taranto, sposa anche pienamente gli obiettivi che condividiamo del Green Deal europeo, che individua proprio nello sviluppo sostenibile e nella tutela ambientale il futuro dell'industria europea e, quindi, italiana.

Per garantire l'immediata operatività del Tecnopolo questo Governo ha innanzitutto provveduto ad assicurare un ulteriore stanziamento di risorse rispetto ai 3 milioni iniziali del 2018. Questo è avvenuto dapprima con la conversione in legge del decreto-legge n. 34 del 2023, con cui sono stati stanziati 3 milioni di euro per il 2023, poi con il decreto Proroga termini, che ha stanziato un milione di euro per gli anni 2023 e 2024 e, infine, con la prossima legge di bilancio, che ha stanziato un milione di euro per il 2024. Contestualmente a questi stanziamenti stiamo finalmente procedendo alla nomina della governance, che contiamo di realizzare nel giro di qualche settimana, così da rendere operativa anche questa fondazione così importante e significativa.

Nella NADEF e, quindi, nella manovra, aggiungo, abbiamo presentato un collegato che prevede un'attività sulle nuove tecnologie emergenti per le imprese. Con questo collegato - lo anticipo qui in quest'Aula - è nostra intenzione, però, riordinare le fondazioni, che sono state create in precedenza in maniera un po' disorganica, direi, o spesso non create affatto. Per questo pensiamo, con questo collegato, di mettere riordino a queste fondazioni: alla Fondazione per l'intelligenza artificiale di Torino (che era stata creata anni fa e che noi abbiamo istituito), alla Fondazione Chips.IT di Pavia (che era stata creata anni fa e che noi abbiamo realizzato), alla Fondazione ENEA Tech e Biomedical, al Biotecnopolo di Siena, alla Fondazione Ugo Bordoni e ultima giunta, importante e significativa, alla Fondazione per le competenze e le imprese, che è istituita col disegno di legge del made in Italy approvato in via definitiva proprio oggi dal Senato della Repubblica.

Con questo collegato, che affronterà le tematiche delle tecnologie di frontiera, riordineremo il sistema di queste fondazioni, presenti nel territorio, per dare piena organicità a un'attività di ricerca e di trasferimento tecnologico alle imprese settore per settore, ma complementare di assoluta importanza.

PRESIDENTE. Il deputato De Palma ha facoltà di replicare.

VITO DE PALMA (FI-PPE). Grazie, signor Ministro. Sono soddisfatto intanto per il riscontro in tempi celeri per quanto riguarda la costituzione della governance, così come prendo atto della riorganizzazione dello stesso sistema delle fondazioni. Prendo atto, evidentemente, che il Tecnopolo di Taranto, da quanto lei rappresentava durante il suo intervento, è l'unico del Sud, è l'unico del Mezzogiorno e, soprattutto, è l'unico sul territorio pugliese che può affiancare, necessariamente e in maniera indispensabile, quell'attività di hub, quell'attività di ricerca industriale rispetto anche ai processi in corso. Chiaramente non è questo il momento della discussione relativa alla crisi del sistema dell'acciaio a Taranto. Indubbiamente la Fondazione Tecnopolo può essere un utile strumento anche per l'azione di Governo per quella che può essere la ricerca industriale. Noi riteniamo che per Taranto e per tutto il Sud Italia questo istituto possa costituire veramente una boccata d'ossigeno e possa rappresentare realmente un'indicazione positiva per tutto il territorio.

Quindi, Forza Italia vigilerà affinché il Tecnopolo di Taranto sia realmente al fianco dello sviluppo industriale del territorio del Sud Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

(Elementi e iniziative in ordine al Piano Transizione 5.0 in materia di trasformazione digitale e sostenibile delle imprese – n. 3-00881)

PRESIDENTE. L'onorevole Toccalini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00881 (Vedi l'allegato A).

LUCA TOCCALINI (LEGA). Grazie, Presidente. Come è noto, nel novembre 2023, la Commissione europea ha approvato il Piano Transizione 5.0, un Piano di investimento pubblico, destinato a sostenere la trasformazione digitale e sostenibile delle imprese italiane. Dalle prime indiscrezioni pare che il piano sarà complementare a Transizione 4.0 e proseguirà nel sostegno all'acquisto di beni strumentali, ma con specifico accento su investimenti capaci di portare a una riduzione dei consumi energetici. Le imprese hanno accolto molto favorevolmente l'introduzione di un Piano di incentivi che comprende finanziamenti agevolati per ricerca e sviluppo, per la formazione e contributi a fondo perduto per l'acquisto di tecnologia.

Le chiediamo, quindi, Ministro, quali informazioni possa fornirci sul complesso del piano, in particolare sulle tempistiche del relativo provvedimento.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.

ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. Così, nella riprogrammazione dei fondi del PNRR, sono stati destinati a questo Dicastero, efficiente ed efficace, 9 miliardi e 600 milioni di euro in più, di cui 6 miliardi e 300 milioni di euro destinati proprio al Piano Transizione 5.0, che si sommano ai 6 miliardi e 400 milioni previsti in bilancio. E, in questo modo, per sostenere gli investimenti delle imprese in tecnologia green e digitale, avremo, nei prossimi due anni, quasi 13 miliardi di euro.

È nostra intenzione, in qualche misura, cambiare il paradigma rispetto a Transizione 4.0, anche perché queste risorse aggiuntive, importanti e significative, vengono stanziate attraverso il capitolo del REPowerEU, e premiare il processo di efficientamento energetico, integrando la transizione digitale con quella green.

Per gli investimenti del 2024 e del 2025, quindi, sarà riconosciuto un incentivo sotto forma di credito d'imposta in relazione a progetti di investimento che comportino un risparmio energetico almeno del 3 per cento, a livello di impresa, o del 5 per cento per il processo produttivo interessato. Rispetto al Piano 4.0 sono previste aliquote più elevate e crescenti in base al livello di efficienza, che potranno raggiungere anche il 40 per cento. Sarà, inoltre, incrementato il tetto massimo agevolabile, dagli attuali 20 a 50 milioni di euro, così da rendere il Piano una leva per rendere ancora più efficace l'azione di attrazione di investimenti stranieri nel nostro Paese. Saranno altresì inclusi gli investimenti in formazione - questo è quello che chiedevano le imprese, in modo specifico - fino al massimo del 10 per cento dell'investimento agevolabile. Non è, infatti, sufficiente investire in tecnologia, ma l'esperienza ci dice che occorre sempre più avere personale in grado di far funzionare questa tecnologia.

Tra gli investimenti agevolabili sono inclusi anche quelli per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, destinati all'autoconsumo. Punteremo a privilegiare al massimo la tecnologia europea e, quindi, nazionale. Per questo, per favorire la tecnologia nazionale, nel decreto Energia abbiamo già previsto una norma in base alla quale l'ENEA realizzerà un registro con tre classi di prestazione energetica degli impianti fotovoltaici. Quindi, il Piano Transizione 5.0 agevolerà, con maggiore intensità, gli investimenti su impianti della prima classe in cui si concentra, soprattutto, l'offerta di produttori europei e italiani, inclusi quelli sviluppati dall'ENEL nello stabilimento di Catania, che così potrà diventare, a breve, il più grande stabilimento fotovoltaico d'Europa. Il decreto-legge sarà varato a gennaio e ad esso seguirà immediatamente un decreto attuativo del mio Dicastero che, di fatto, è già pronto.

PRESIDENTE. Il deputato Toccalini ha facoltà di replicare.

LUCA TOCCALINI (LEGA). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, siamo molto soddisfatti della sua risposta. Come ha ben detto, solo 6,4 miliardi per lo scorso stanziamento, 6,3 miliardi aggiuntivi per il 2024 e 2025, soldi veri, a disposizione delle imprese. Soprattutto, smentiamo, ancora una volta, quei gufi nei confronti del Governo, ma, soprattutto, quei gufi nei confronti del nostro Paese, che sperano sempre che le cose non vadano bene, e invece, purtroppo per loro, le cose vanno bene, e ce lo riconoscono le nostre imprese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Diceva bene anche che, rispetto a Transizione 4.0, raddoppia, per esempio, l'incentivo in credito d'imposta fino al 40 per cento per chi dimostra di riuscire ad abbassare i consumi energetici del 3 per cento nel caso di imprese in generale e del 5 per cento, invece, per quanto riguarda il processo produttivo interessato dal Piano. Questa è la dimostrazione - sentiamo parlare tanto, in questi mesi e in questi anni, del termine transizione ecologica - che questo tema va affrontato con serietà e concretezza, e non con l'ideologia che siamo abituati a sentire, in questi anni, da una certa parte politica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Come Lega, abbiamo sempre sostenuto, inoltre, che è molto importante non dare solo gli incentivi ai grandi poli produttivi, ma concentrarsi anche sulle filiere, sui distretti, sulle reti di imprese, così come per l'internazionalizzazione e il reshoring su settori strategici, perché questa è la parte fondamentale del nostro Paese ed è doveroso aiutarla. Così come è doveroso, e la ringrazio per averlo sottolineato, essere tornati finalmente a finanziare fino al 10 per cento i costi di formazione, perché diceva bene: possiamo comprare le macchine più tecnologiche del mondo, ma, se non abbiamo il personale in grado di far funzionare queste macchine, chiaramente siamo punto e a capo.

PRESIDENTE. Concluda.

LUCA TOCCALINI (LEGA). Chiudo, ringraziandola anche sui tempi. Gennaio, è importante avere dato questa data all'interno del prossimo decreto PNRR perché le nostre imprese lo aspettano, e ringrazio lei e ringrazio il Sottosegretario Bitonci, per lavorare costantemente - nonostante i gufi e nonostante tutti coloro che sperano nel fallimento di questo Governo e del nostro Paese - per difendere le nostre aziende e per difendere, soprattutto, il nostro made in Italy (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Iniziative per il rilancio dell'industria automobilistica, tramite la promozione della produzione di veicoli elettrici e la destinazione delle risorse pubbliche alle imprese che mantengono la produzione in Italia – n. 3-00882)

PRESIDENTE. Il deputato Grimaldi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00882 (Vedi l'allegato A).

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Ministro, l'Italia sa fare auto e crediamo che possa continuare a farle anche con la fine del motore endotermico. Proprio quest'Aula, qualche settimana fa, ha votato, a larga maggioranza, un nostro documento che le chiede di attrarre qui, in Italia, anche altri produttori elettrici. Non so se, fra un selfie e l'altro, siete riusciti a invitare, per esempio, la Tesla di Elon Musk, ma di certo avrete avuto il tempo di leggere quel documento, che le chiede certezze sui volumi, sui nuovi modelli e sull'occupazione.

Avrà sentito anche lei il Presidente della Repubblica, non il nostro, quello della Serbia, che ha annunciato l'arrivo della Panda elettrica. A noi non bastano le rassicurazioni sul fine ciclo di Pomigliano. Parliamo della fine dell'auto endotermica. Non ci bastano le rassicurazioni su Mirafiori, dove il modello della 500 elettrica rischia anche di essere messo a gara.

Per questo le chiedo certezze sull'indotto, sulla Lear, che rischia di chiudere. Le chiediamo certezze sui volumi, ma soprattutto sui nuovi modelli, perché senza nuova occupazione non si può fare la transizione ecologica (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Il Ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha facoltà di rispondere.

ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. La ringrazio dell'interrogazione. Noi stiamo facendo quello che andava fatto 3 anni fa, quello che fecero gli altri Paesi che diedero vita a Stellantis 3 anni fa, realizzare, in quel momento, un'intesa con l'azienda su un piano di sviluppo che essa evidentemente intendeva realizzare, perché è 3 anni fa che fu deciso di realizzare gli stabilimenti in Serbia, in Polonia, in Algeria, in Marocco, con un progetto di internazionalizzazione che fu ideato quando fu creata Stellantis e che, purtroppo, ha previsto in molti casi la delocalizzazione di impianti che erano presenti nel nostro Paese.

Allora, mi alzai personalmente in Parlamento e, addirittura, come presidente del Copasir, inviammo una relazione al Parlamento in cui erano contenute anche le nostre preoccupazioni, ma, allora, il Governo non ne tenne conto. Ora dobbiamo invertire la tendenza rispetto allo scorso anno, quando, nel nostro Paese, sono state prodotte appena 457.000 auto e meno del 20 per cento degli incentivi è andato su autovetture prodotte sul territorio nazionale; su 5.000 euro di incentivi, 4.000 sono andati ad auto prodotte all'estero, anche da Stellantis.

Per cercare di invertire questa tendenza, abbiamo istituito - ed è una grande novità per il nostro Paese - un tavolo specifico chiamato Tavolo dell'Automotive italiana, con Stellantis e con tutti gli attori che possono e devono dire la loro: le regioni interessate agli stabilimenti, i sindacati con cui lavoriamo ogni giorno e l'Associazione nazionale delle imprese dell'indotto, l'ANFIA, che, prima dell'istituzione del tavolo, il 18 ottobre scorso, ha firmato con il Ministero un documento impegnativo su quello che sarà poi l'obiettivo del tavolo, proprio a tutela della straordinaria filiera dell'indotto italiano. Il tavolo ha l'obiettivo di raggiungere, con Stellantis, 1 milione di veicoli entro il 2028, di aumentare gli investimenti in ricerca e innovazione nel nostro Paese, di garantire l'occupazione attraverso un esame specifico dei singoli stabilimenti e di avere linee e modelli più competitivi, come quelli, sicuramente, dell'elettrico.

La visione è chiara, gli attori anche, gli impegni sono precisi. Nel frattempo, vi annuncio che abbiamo elaborato il nuovo piano d'incentivi all'acquisto, che avrà tre obiettivi. Il primo obiettivo: cambiare il parco auto circolante in Italia, perché abbiamo il più vecchio parco auto d'Europa, con 11 milioni di veicoli Euro 0, 1, 2 e 3, che inquinano il nostro Paese; quindi, rottamare i veicoli antiquati. Il secondo obiettivo del piano incentivi sarà quello di supportare le famiglie meno abbienti, coloro che hanno queste macchine antiquate, Euro 0, 1, 2 e 3, altamente inquinanti, ma non hanno le risorse per cambiare la propria autovettura.

PRESIDENTE. Ministro, concluda.

ADOLFO URSO, Ministro delle Imprese e del made in Italy. Venendo al terzo obiettivo, stiamo modulando gli incentivi. Quindi, il primo obiettivo è la sostenibilità ambientale, il secondo obiettivo è la sostenibilità sociale, il terzo obiettivo è la sostenibilità produttiva.

Dunque, gli incentivi saranno rivolti, sostanzialmente, a privilegiare i prodotti italiani nella convinzione che occorre invertire questa tendenza, perché l'Italia merita una casa automobilistica? No, merita più case automobilistiche. Per questo, sin dall'inizio del mandato, ho dato disposizione al mio Dicastero di interloquire con grandi soggetti internazionali, produttori di case automobilistiche, e con alcuni di questi siamo al confronto tecnico sul luogo dove realizzare i nuovi stabilimenti produttivi.

PRESIDENTE. Il deputato Grimaldi ha facoltà di replicare.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Solo per ricordare al Ministro che siamo stati all'opposizione per la gran parte del tempo, mentre lui faceva e sosteneva il Governo, anche quando Sacconi faceva le deroghe a FCA, anche quando siamo diventati capitale della Cassa integrazione europea (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Lo dico, perché condivido queste ultime parole: finalmente è finita quest'autarchia finta verso produttori che non danno certezze.

Guardi, non so di che annunci parla, ma quello della Serbia è stato fatto qualche giorno fa e, quindi, lo dico sommessamente: per arrivare a 1 milione di autovetture, intanto bisogna non truccare i dati. Togliamo i 300.000 furgoni che ci sono già, ne serve un altro mezzo milione. Allora lei ci deve dire con quali modelli si può fare mezzo milione di auto in più, e dove farlo. Infatti, benissimo fare gli incentivi, ma, come diceva lei, basta dare incentivi per auto non prodotte in Italia! E vogliamo capire solo questo da lei: quali certezze vogliamo dare all'indotto. La fine del motore endotermico non c'entra nulla. Venga con me, venga davanti ai cancelli della Lear: producono sedili. Che cosa diciamo a tutti quelli che lavorano per l'indotto Stellantis e sono spesso mono commesse? Aiutiamoci, costruiamo assieme alleanze, ma portiamoli al tavolo, non ai tavoli finti per dirci che cosa serve! Certo che serve incentivare la transizione, soprattutto per le fasce più deboli, ma voglio da lei risposte per capire che produzione, che attività produttive, che modelli produttivi vogliamo mettere in campo in Italia. Allora, lo dico, Ministro, lei non è che fa il concessionario di Stellantis, non è che ci deve vendere una Panda in Serbia; gli investimenti vanno vincolati, con impegni concreti, su produzione, occupazione e transizione. Allora, come si può annunciare un grande nuovo hub a Torino, senza un nuovo assunto? Ma come si fa a fare un tavolo con loro che continuano a incentivare gli esodi? Ma che fine ciclo? Lei diceva: tranquilli, Pomigliano si farà a fine ciclo. Ma fine ciclo vuol dire la fine inesorabile del made in Italy in Italia! Noi questo lo dobbiamo impedire, a tutti i costi, proprio da patrioti, come, in teoria, si definisce lei (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 84, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è assegnato, ai sensi articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla III Commissione (Affari esteri):

S. 936 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 15 novembre 2023, n. 161, recante disposizioni urgenti per il “Piano Mattei” per lo sviluppo in Stati del Continente africano (approvato dal Senato) (1624) – Parere delle Commissioni I, V, VII, VIII, IX, X, XI, XII, XIII e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è, altresì, assegnato al Comitato per la legislazione.

Approvazione in Commissione.

PRESIDENTE. Comunico che, nella seduta di oggi, mercoledì 20 dicembre 2023, la VII Commissione permanente (Cultura) ha approvato, in sede legislativa, la seguente proposta di legge:

Senatore Marti: “Istituzione di un contributo stabile all'Istituto della Enciclopedia Italiana” (approvata dalla 7a Commissione permanente del Senato) (1550).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare il deputato Luciano Cantone. Ne ha facoltà, per due minuti.

LUCIANO CANTONE (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo oggi in Aula per rappresentare quello che sta succedendo in questi giorni a Catania, dove centinaia di studenti dell'Istituto tecnico aeronautico Ferrarin stanno protestando e manifestando contro l'accorpamento della loro scuola - che è stata anche la mia scuola - all'Istituto Politecnico del mare Duca degli Abruzzi. Parliamo di un istituto che, in 55 anni di storia, ha fornito migliaia di professionisti, tra piloti e controllori del traffico aereo, uno dei tre istituti in tutto il territorio nazionale, l'unico in Sicilia, l'unico in tutto il territorio nazionale dotato di un simulatore avanzatissimo per i piloti.

In questo contesto, il governo regionale ha deciso, utilizzando criteri differenti fra le province di Catania e di Palermo e contravvenendo, fra l'altro, a una delibera del consiglio provinciale dei sindaci e dei dirigenti scolastici, di ignorare questa delibera e di distruggere i sogni di centinaia di ragazzi che, per il quartiere in cui è situato l'istituto, cioè San Giovanni Galermo, a Catania, rappresenta un polo di legalità, di alta formazione e professionalità, di eccellenza per tutta la città di Catania. Il governo regionale ha deciso di distruggere i sogni di questi ragazzi, accorpando quest'istituto a un istituto tecnico, il Politecnico del mare, che ha tutt'altra natura e tutt'altra storia.

Ritengo che nella città con il più alto tasso di dispersione scolastica, questo sì, è un bruttissimo segnale. E viene un dubbio, mi viene un dubbio, perché, guarda caso, questo istituto viene accorpato al Politecnico del mare la cui dirigente scolastica, poco più di un anno fa, durante la campagna elettorale per le elezioni politiche, candidata con la lista Salvini Premier, portò gli studenti, con tanto di divisa, a un comizio della Lega, a Catania.

Ecco, questo è un bel segnale che dà questo Governo, in combinato disposto con il governo regionale, che sono la peggiore sciagura per il futuro di questi ragazzi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Laura Ravetto. Ne ha facoltà.

LAURA RAVETTO (LEGA). Grazie, Presidente. Presidente, oggi quest'Aula ha giustamente rispettato un minuto di silenzio per Samira. Samira, una sposa bambina che è stata brutalmente uccisa in Iran con pena capitale, per aver ucciso un marito che le procurava violenze da anni. Però, vede, Presidente, noi ci saremmo aspettati un minuto di silenzio anche per un'altra donna, per Vanessa, una giovane donna che ieri è stata uccisa, incinta di pochi mesi, sulla soglia di casa, in provincia di Treviso.

Ci saremmo aspettati un minuto di silenzio perché questo ennesimo femminicidio non può lasciarci indifferenti, perché è l'ennesimo femminicidio e perché Vanessa aveva denunciato il suo presunto assassino.

Vede, Presidente, è inutile che questo Parlamento emani leggi giustamente punitive, efficaci, restrittive se poi queste leggi non vengono applicate con rigore. La Lega ha fortemente voluto il codice rosso e ha voluto in questa legislatura un rafforzamento del codice rosso. Il perno di questo rafforzamento è che, quando una donna denuncia, le istituzioni si fanno immediatamente carico di questa denuncia. Vanessa aveva denunciato il presunto omicida, il suo stalker, a ottobre. Che cosa è successo da ottobre a fine dicembre, quando è stata uccisa? È stato, probabilmente, aperto formalmente un fascicolo da codice rosso, è stata aspettata l'acquisizione di chat ma non è stata fatta alcuna azione concreta, di natura cautelare, per proteggere questa donna. Lo stesso procuratore ha ammesso che, forse, è stato sottovalutato il problema.

Noi riteniamo oltremodo inaccettabile che continuino questi femminicidi nel nostro Paese e che ci siano femminicidi quando le donne avevano denunciato il loro aguzzino. Riteniamo necessario uno sforzo culturale da parte di tutti gli operatori, magistrati compresi, perché non vengano sottovalutate le denunce di queste donne. Nello stringerci intorno al dolore della famiglia di Vanessa, ribadiamo con forza che lo Stato deve essere in grado di difendere le donne che hanno il coraggio di denunciare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Casu. Ne ha facoltà, per due minuti.

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo in quest'Aula a fine seduta perché, proprio nella giornata di oggi, centinaia di ragazze e ragazzi hanno manifestato in Piazza Santi Apostoli e una nostra piccola delegazione - insieme a me, Marco Sarracino e Piero De Luca - ha raggiunto anche, in tutta sicurezza, la piazza per testimoniare un gravissimo problema, che non riguarda solo loro ma riguarda tutti noi. Nelle graduatorie dei concorsi unici per funzionari amministrativi ci sono circa 15.000 idonei. Sono ragazzi che hanno fatto sacrifici per vincere un concorso, per essere in grado di colmare quelle carenze di organico che ci sono nella pubblica amministrazione. Essi hanno la necessità e la possibilità di dare una mano, di dare un contributo, lo possono fare subito. In quest'Aula, con voto unanime di maggioranza e opposizione, abbiamo votato ordini del giorno, abbiamo votato emendamenti ai decreti PA per dire di utilizzare tutte le nuove energie immediatamente disponibili per rafforzare la pubblica amministrazione, eppure la loro graduatoria non solo è ferma e non sta scorrendo ma rischia anche di scadere il prossimo 12 gennaio. Chiedono al Ministro Zangrillo una risposta, chiedono un impegno a dire la verità. Si decide di non utilizzare le energie immediatamente disponibili perché si vogliono fare nuovi concorsi e si vuole chiudere questa porta in faccia a una nuova generazione? Lo si faccia dicendolo. Il vero tema, però, è che noi abbiamo 300.000 persone che vanno in pensione in questo triennio, un milione di persone che mancheranno alla pubblica amministrazione nei prossimi 10 anni. È già una situazione devastante. Potremmo, contemporaneamente, utilizzare le risorse disponibili - parliamo di poche migliaia di ragazze e di ragazzi che possono dare subito una mano a garantire servizi migliori e più efficienti alla pubblica amministrazione - e, al tempo stesso, lanciare una nuova stagione di concorsi. Invece, non stiamo dando quel segnale di speranza che serve non solo a loro, perché sono pronti a rifarlo, hanno vinto questo concorso, ne hanno vinti altri, ne faranno ancora, se verranno chiamati. Il vero tema è che noi neghiamo ai cittadini quei servizi che una pubblica amministrazione efficiente deve garantire.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata D'Orso. Ne ha facoltà, per due minuti.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Oggi voglio portare in quest'Aula la voce di Sara, 32 anni, single. Sara scrive così ad una testata online: «Vivo da sola e per me non esiste alcun bonus. Ho percepito il reddito di cittadinanza e mi è stato di grande aiuto. Adesso mi trovo seriamente in difficoltà. Ho un affitto da pagare, le bollette e quant'altro. Quest'anno ho iniziato gli studi per poter prendere il diploma, così da poter trovare un lavoro, magari, decente. Ho superato gli esami di idoneità e adesso sto frequentando il quinto anno in un istituto paritario. Non posso inserirlo nella pratica Supporto per la formazione e il lavoro, perché non è scuola dell'obbligo e perché ho più di 29 anni (…). Al Governo non interessa di noi poveri disgraziati che non abbiamo figli, non abbiamo 60 anni e non abbiamo disabilità. Vorrei tanto poter parlare con la signora Meloni e ringraziarla di tutto l'aiuto che ci sta dando, soprattutto rassicurarla perché tanto noi, soprattutto in Sicilia, ci arrangiamo”. Riesce ad essere persino sarcastica Sara. Conclude: “Mi scuso per lo sfogo ma spero di poter dare voce in qualche modo a questa mia situazione per chi come me si sta trovando in difficoltà. Non voglio soldi facili ma neanche un lavoro da 3 euro l'ora, in nero per giunta. Io sto studiando, sto cercando di migliorarmi, ma ho bisogno di aiuto”.

Nelle parole drammatiche di Sara c'è tutta la forza della verità, c'è la fotografia di un Governo che pensa solo alle famiglie con figli ed esclude i single, c'è quindi il frutto di un retaggio culturale, di ideologie antiquate ormai superate da decenni negli altri Paesi evoluti. La storia di Sara è la storia di migliaia di giovani etichettati come occupabili e per questo abbandonati al loro destino, è la storia di tutti quei cittadini e cittadine a cui questo Governo non ha soltanto tolto il reddito di cittadinanza, non ha soltanto tolto la prospettiva di un salario dignitoso, affossando la proposta di legge sul salario minimo legale, è la storia di tutti coloro a cui questo Governo sta togliendo persino la speranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 21 dicembre 2023 - Ore 9,30:

1. Dichiarazione di urgenza del disegno di legge n. 1620 .

2. Seguito della discussione della proposta di legge:

CAFIERO DE RAHO ed altri : Modifiche al codice penale e altre disposizioni in materia di illeciti agro-alimentari. (C. 823​)

3. Seguito della discussione della proposta di legge:

DE LUCA e BONAFÈ: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo recante modifica del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità, fatto a Bruxelles il 27 gennaio e l'8 febbraio 2021. (C. 712​)

e dell'abbinata proposta di legge: MARATTIN ed altri. (C. 722​)

Relatrici: QUARTAPELLE PROCOPIO e GRUPPIONI.

4. Seguito della discussione della proposta di legge:

PITTALIS ed altri: Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale in materia di prescrizione. (C. 893-A​)

e delle abbinate proposte di legge: ENRICO COSTA; MASCHIO ed altri; BISA ed altri. (C. 745​-1036​-1380​)

Relatori: ENRICO COSTA e PELLICINI.

5. Seguito della discussione delle mozioni Faraone ed altri n. 1-00224, Girelli ed altri n. 1-00225 e Marianna Ricciardi ed altri n. 1-00226 concernenti iniziative in materia di disciplina della responsabilità professionale degli operatori sanitari e per il superamento delle criticità connesse alla carenza di organico del personale .

La seduta termina alle 16,15.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 4 il deputato Dell'Olio ha segnalato che ha erroneamente espresso un voto di astensione, mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 14 i deputati Auriemma e Stefani hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 14, 15, 22, 27 e 39 il deputato Bellomo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 24 la deputata Matone ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 35 il deputato Andrea Rossi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 35 il deputato Penza ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 39 la deputata Dalla Chiesa ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 40 il deputato Alfonso Colucci ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 1342-A - ARTICOLO 4 278 232 46 117 231 1 62 Appr.
2 Nominale ART AGG 4.0500 284 283 1 142 283 0 61 Appr.
3 Nominale EM 5.2 285 214 71 108 47 167 61 Resp.
4 Nominale EM 5.1 281 212 69 107 46 166 61 Resp.
5 Nominale ARTICOLO 5 284 238 46 120 238 0 61 Appr.
6 Nominale EM 6.4 286 218 68 110 48 170 61 Resp.
7 Nominale EM 6.8 281 214 67 108 48 166 61 Resp.
8 Nominale EM 6.7 283 224 59 113 63 161 61 Resp.
9 Nominale EM 6.6 280 222 58 112 63 159 61 Resp.
10 Nominale ARTICOLO 6 285 273 12 137 272 1 61 Appr.
11 Nominale ARTICOLO 7 285 273 12 137 272 1 61 Appr.
12 Nominale EM 8.1 286 210 76 106 49 161 60 Resp.
13 Nominale EM 8.2 284 207 77 104 44 163 60 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale ARTICOLO 8 280 236 44 119 231 5 60 Appr.
15 Nominale ARTICOLO 9 286 236 50 119 236 0 60 Appr.
16 Nominale ART AGG 9.01000 279 276 3 139 119 157 59 Resp.
17 Nominale EM 10.4 283 207 76 104 49 158 59 Resp.
18 Nominale EM 10.1 277 201 76 101 44 157 59 Resp.
19 Nominale EM 10.5 278 204 74 103 48 156 59 Resp.
20 Nominale EM 10.6 283 206 77 104 47 159 59 Resp.
21 Nominale EM 10.3 286 222 64 112 47 175 59 Resp.
22 Nominale EM 10.7 282 205 77 103 45 160 59 Resp.
23 Nominale EM 10.9 288 276 12 139 112 164 59 Resp.
24 Nominale EM 10.2 288 213 75 107 50 163 59 Resp.
25 Nominale ARTICOLO 10 290 247 43 124 244 3 59 Appr.
26 Nominale ART AGG 10.05 291 232 59 117 52 180 59 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale EM 11.50 287 225 62 113 49 176 59 Resp.
28 Nominale EM 11.1000 287 229 58 115 47 182 59 Resp.
29 Nominale ARTICOLO 11 290 244 46 123 241 3 59 Appr.
30 Nominale ARTICOLO 12 286 240 46 121 240 0 59 Appr.
31 Nominale EM 13.1 284 215 69 108 57 158 59 Resp.
32 Nominale EM 13.2 285 221 64 111 57 164 59 Resp.
33 Nominale EM 13.4 291 213 78 107 47 166 59 Resp.
34 Nominale EM 13.3 290 229 61 115 66 163 59 Resp.
35 Nominale EM 13.5 281 212 69 107 51 161 59 Resp.
36 Nominale ARTICOLO 13 291 243 48 122 242 1 59 Appr.
37 Nominale ARTICOLO 14 294 246 48 124 246 0 58 Appr.
38 Nominale ARTICOLO 15 284 239 45 120 239 0 58 Appr.
39 Nominale ARTICOLO 16 286 241 45 121 241 0 58 Appr.


INDICE ELENCO N. 4 DI 4 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 50)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale ARTICOLO 17 291 245 46 123 245 0 58 Appr.
41 Nominale ODG 9/1342-A/2 271 270 1 136 112 158 58 Resp.
42 Nominale ODG 9/1342-A/3 277 274 3 138 116 158 57 Resp.
43 Nominale ODG 9/1342-A/4 280 277 3 139 117 160 57 Resp.
44 Nominale ODG 9/1342-A/5 284 283 1 142 103 180 57 Resp.
45 Nominale ODG 9/1342-A/6 284 210 74 106 47 163 57 Resp.
46 Nominale ODG 9/1342-A/7 280 216 64 109 56 160 57 Resp.
47 Nominale ODG 9/1342-A/10 RIF 282 281 1 141 281 0 57 Appr.
48 Nominale ODG 9/1342-A/75 283 273 10 137 238 35 57 Appr.
49 Nominale ODG 9/1342-A/78 RIF 278 277 1 139 277 0 57 Appr.
50 Nominale DDL 1342-A - VOTO FINALE 264 171 93 86 171 0 54 Appr.