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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 216 di martedì 19 dicembre 2023

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 8,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

RICCARDO ZUCCONI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 88, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Informativa urgente del Governo in merito alle recenti dichiarazioni relative alla magistratura rilasciate alla stampa dal Ministro della Difesa.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo in merito alle recenti dichiarazioni relative alla magistratura rilasciate alla stampa dal Ministro della Difesa.

Dopo l'intervento del rappresentante del Governo, interverranno i rappresentanti dei gruppi - per 7 minuti ciascuno - e delle componenti politiche del gruppo Misto - per un tempo aggiuntivo - in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica.

(Intervento del Ministro della Difesa)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro della Difesa, Guido Crosetto.

GUIDO CROSETTO, Ministro della Difesa. Grazie Presidente e grazie onorevoli parlamentari. È la seconda volta che sono in quest'Aula a parlare di questo tema, di un tema che non mi riguarda - e mi scuso con il mio collega, il Ministro della Giustizia Nordio, che è qui a fianco a me -, a seguito non di un atto normativo, non di un intervento legislativo, non di qualcosa che riguardi la mia attività di Governo, ma di un'intervista nell'ambito della quale, alla fine, dopo una ventina di domande, rispondevo a una domanda della giornalista, inopportunamente probabilmente, per qualcuno che vuole che io spieghi le mie opinioni personali rilasciate in un'intervista in Aula, ma ho dato la mia disponibilità a farlo, perché il rispetto che mi lega a questa istituzione mi concede oggi l'opportunità di spiegare quelle parole, a cui non ho dato il peso che qualcuno ha voluto dare, ma che ritengo abbiano peso. Ho detto che mi era stato riferito che, in varie riunioni della magistratura, riunioni non - come qualcuno ha scritto - “segrete”, ma riunioni ufficiali e congressi, venivano dette cose che, dal mio punto di vista, dovevano sollevare preoccupazioni - preoccupazioni non soltanto personali, ma istituzionali e determinare un dibattito - e sono contento di poterne parlare oggi qui, perché veramente ho ritenuto che la Camera e il Parlamento dovrebbero, in qualche modo, riflettere su alcune cose che sono state dette. E il mio non è stato un attacco alla magistratura - perché ho profondo rispetto per l'ordine della magistratura -, le mie sono state riflessioni e preoccupazioni riguardo ad alcune tendenze che vedo emergere nelle discussioni dei magistrati, emergere non in modo carbonaro, ma in modo molto evidente. Oggi, leggerò frasi, che non sono mie, su cui invito questa Camera a riflettere non oggi, ma nel futuro, perché le ritengo fondamentali per costruire quelle regole e quella cornice democratica che consenta alle libere istituzioni di sopravvivere e di essere credibili; poi magari il giudizio sarà diverso dal mio, ma vorrei scandirle, perché secondo me sono importanti. Ne ho scelte alcune, ma avrei potuto leggerne centinaia. Ho ascoltato - come ho potuto ribadire al presidente dell'Associazione nazionale magistrati, che ho ricevuto e a cui ho spiegato le mie parole, come le ho spiegate al procuratore di Roma, che ha voluto sapere cosa intendevo con le mie dichiarazioni - i congressi di alcune correnti della magistratura con molta preoccupazione, ma anche con molto interesse, perché ho capito che esiste, da parte della magistratura, la percezione di un attacco ed io penso che nessun potere e nessun organo dello Stato debba sentirsi sotto attacco da parte di un altro e questo è un problema che sussiste e che deve essere anche risolto qui: penso che tutti gli organi costituzionali debbano operare nella libertà e nella, tra virgolette, “tranquillità istituzionale” e che nessuno debba sentirsi sotto attacco dell'altro o limitato nelle sue azioni dall'altro. Proprio per questo, alcune dichiarazioni mi hanno preoccupato. Proprio per questo sono contento che mi abbiate dato l'onore di condividerle con voi. Ne leggo alcune e non voglio citare le persone che le hanno fatte, perché sono importanti le dichiarazioni, non le persone: “nella mediocrità di una politica impegnata ad assecondare gli istinti della folla, prigioniera delle sue pulsioni, espresse sui social e di una stampa che tende ad assecondarle, dobbiamo assumerci la responsabilità della saggezza. E il primo passo è rendere la magistratura consapevole della posta in gioco sui temi e sulle riforme costituzionali insieme al suo sempre più decisivo ruolo di gestore dei conflitti, perché le cose stanno e cadono insieme”. C'è “un'evidente insofferenza verso l'indipendenza della magistratura e la sua fisiologica, costituzionale funzione antimaggioritaria (…) perché non ce l'hanno regalata questa autonomia e indipendenza come un privilegio corporativo. Ci hanno onorato di questa autonomia e indipendenza perché, ogni qualvolta maggioranze contingenti avessero messo sotto scacco o in pericolo i diritti, il ruolo della magistratura doveva essere subito un riequilibrio di questo attacco, a tutela dei diritti”.

“Il magistrato esprime la sua imparzialità riempiendola di contenuti e valori, sporcandola con l'esercizio di una giurisdizione che emette provvedimenti che sono variegati nel mondo della nostra sensibilità e giustamente non monolitici nell'interpretazione della legge”, “la nostra voglia di stare dentro la società e dentro i conflitti, (…) far capire che i magistrati possono stare anche dall'altra parte, possono scendere dallo scranno, guardare i conflitti, che siano manifestazioni o evoluzioni conflittuali di quello che succede, e ritornare sullo scranno, e non per questo essere meno parziali” (Commenti di deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

Mi scuso se leggo, mi avete chiesto di venire a spiegare le mie manifestazioni e quindi ne do lettura… (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE). “Viene definito ‘tribunalizzazione della politica' il fenomeno in base al quale vengono trasferiti verso le corti giudiziarie temi politici e sociali di grande rilievo, per il fatto che la politica non abbia voluto o non sappia o non abbia saputo operare delle scelte necessarie e risolverle in Parlamento”. “Tale fenomeno contiene un'implicita delega alla magistratura e alla sua funzione interpretativa, che è tanto più ampia quanto la legge scritta risulta ambigua e generica”.

Non sono un esperto, come molti dei presenti, di legge, di diritto, di Costituzione (Commenti del deputato Grimaldi), però rispetto le altre persone, a differenza di qualche presente che è esperto quanto me, forse anche di meno. Ciò detto, ho citato parole non mie e ho posto un tema reale. Il giudizio può essere differente; io non penso che il giudizio di chiunque sia presente in quest'Aula possa essere lo stesso su queste parole, ma penso sia legittimo che noi ci chiediamo e definiamo, in qualche modo, questo Parlamento, non il Governo, le regole entro le quali si confrontano, interagiscono, lavorano i poteri dello Stato.

La rappresentanza appartiene alla politica, la rappresentanza non appartiene alla magistratura, non appartiene neanche al potere esecutivo (Prolungati applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE). La rappresentanza appartiene a quest'Aula, all'Aula del Senato. È la Costituzione che prevede che la rappresentanza del popolo appartenga a quest'Aula. Non è il Ministro della Difesa pro tempore, non è nessun altro, non può essere il presidente di un'associazione di categoria che decide a chi appartiene la rappresentanza (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). La rappresentanza per la Costituzione appartiene a quest'Aula e a nessun altro, né al Governo, né alla magistratura. Appartiene al Parlamento.

La magistratura è un gruppo di altissimi, qualificati funzionari, selezionati per la loro competenza tecnica, dotati di specifiche garanzie che fissa la Costituzione in ragione della funzione che loro svolgono, che è importante perché incide sui diritti delle libertà.

La magistratura accerta i diritti riconosciuti dalla legge, punisce i fatti di reato selezionati dalla legge sulle prove raccolte nel processo e nel contraddittorio delle parti. Questo la Costituzione attribuisce alla magistratura. Questo, nell'ambito dei poteri dello Stato, è il ruolo; e all'interno di questo ci sono dei principi su cui poggia la democrazia. Uno dei principi base su cui poggia la convivenza democratica è la prevedibilità del giudizio e i termini in cui abbiamo sentito parlare, nelle dichiarazioni di prima, della giurisprudenza come contrapposta alla legge, minano la prevedibilità del giudizio. Cosa significa prevedibilità del giudizio per mia mamma, se mi ascolta? Che qualunque cittadino deve sapere se a una certa azione può corrispondere un giudizio negativo oppure se una certa azione, secondo la legge, è legittima e può essere fatta.

Quando la legge diventa un accessorio, perché qualcuno pensa che la giurisdizione possa superarla, mi faccio una domanda, che non mi faccio io, si facevano i latini: quis custodiet custodes? Chi decide, in quel momento, qual è la linea da seguire (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE)? Questo Parlamento. E io sono convinto che, al di là di cose che non mi riguardano, molto tecniche, sacrosante, come le riforme, come le dotazioni che deve avere la magistratura, come le riforme organiche, come il supporto che deve avere - quelle non mi riguardano, di quello non mi occupo -, io mi occupo da cittadino, oltre che da membro del Governo, delle condizioni con cui i poteri dello Stato possono rimanere in equilibrio.

Questa domanda posso farmela? Posso chiedermi che senso ha pensare, in una democrazia che si definisce all'avanguardia, avere tre o quattro persone al giorno - questa è la media - che finiscono ingiustamente nelle carceri italiane (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), a cui paghiamo e che rimborsiamo. Non parlo dei potenti, i potenti raramente finiscono in carcere. Parlo di migliaia di persone sconosciute, di cui non sappiamo i nomi, che finiscono ogni giorno in carcere senza alcuna motivazione.

Allora queste riflessioni dove possono essere fatte? Qui? Io devo essere attaccato perché faccio queste riflessioni come esponente di un Governo di centrodestra? E se le facessi come esponente di un Governo di centrosinistra? Penso sia importante, se noi vogliamo uscire dallo stallo in cui la politica italiana è da quasi 30 anni, uscire da questo scontro pregiudiziale tra politica, esecutivo, legislativo e magistratura, definendo le regole all'interno delle quali si muovono l'esecutivo, il legislativo e la magistratura, definendo il quadro di regole che la nostra Costituzione, secondo me, definisce in modo molto chiaro.

La volontà popolare risiede qui. La volontà popolare e le Camere fanno le leggi. I cittadini, i Governi, ognuno di noi rispetta le leggi. La magistratura vigila perché le leggi siano rispettate e, quando non vengono rispettate, commina le sanzioni necessarie. Questo è lo schema molto semplice che la nostra Costituzione definisce. E quando leggo - e vi ho citato le frasi - che esiste una legittima discussione all'interno della magistratura, legittima, sul ruolo che la magistratura debba avere e si ipotizza che debba avere un ruolo che va al di là, secondo me, di quello che la Costituzione le attribuisce, penso che sia giusto riportare all'interno di quest'Aula il dibattito su quale deve essere il ruolo, su quali devono essere i confini, non solo della magistratura, ma della magistratura, del Parlamento e del Governo: ognuno sulle sue cose.

Per quello a me preoccupano frasi che dicono: “noi dobbiamo sostituire l'attività legislativa perché i Parlamenti” - non questo Parlamento, i Parlamenti, anche io ne ho fatto parte - “non hanno il coraggio di intervenire in modo specifico su alcune leggi e quindi la giurisdizione deve intervenire e operare al posto del Parlamento”. Non penso sia quello il ruolo della magistratura, non lo penso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), e penso sia il caso di dirlo, ma lo dico nel rispetto di migliaia di magistrati che ogni giorno lavorano e operano secondo la legge e secondo i dettami costituzionali. E non lo dico in contrapposizione alle frasi che sono state dette. Lo dico perché questo dibattito va portato in quest'Aula, perché a me ha preoccupato molto; ho ascoltato 4 ore di dibattito di un congresso di una delle correnti dei magistrati e la cosa che mi ha colpito di più, negativamente per il mio Paese, era il senso di attacco che vivevano questi magistrati, quasi ci fosse un costante attacco da parte della politica e un'insofferenza nei confronti degli amministratori. E questa è una cosa che deve finire.

Noi parliamo di tavoli di pace in cose molto più gravi, come le guerre: probabilmente, sarebbe ora di costruire un tavolo di pace, nel quale si definiscano le regole per la convivenza per i prossimi anni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché non possiamo aver portato avanti questo scontro dal 1994 ad oggi senza riportarne la discussione e la composizione all'interno di quest'Aula, dove, ripeto, per la Costituzione è il luogo dove le regole vengono fatte, dove il popolo trova la sua sostanziale rappresentanza. Questo vi dico oggi, che è molto più di quello che ho detto, le mie frasi, che erano molto banali, le mie risposte al Corriere, le mie opinioni esposte al Corriere erano molto più banali, ma questo stava sotto, questa riflessione, e vi ringrazio di avermi consentito di farlo in Aula. Ma, al di là del giudizio che voi possiate dare su di me, sul fatto che, secondo voi, non dovessi permettermi in un'intervista, nelle ultime due domande su 20, di toccare il tema magistratura, al di là di questo, le frasi che vi ho letto, i concetti che vi ho espresso voglio che rimangano in quest'Aula, rimangano agli atti, rimangano a voi…

ANGELO BONELLI (AVS). Anche il suo intervento.

GUIDO CROSETTO, Ministro della Difesa. …perché ci sarà un domani…

PRESIDENTE. Deputato Bonelli…

GUIDO CROSETTO, Ministro della Difesa. …ci sarà un domani nel quale di queste cose dovremo rispondere, perché è importante, perché sono le regole basilari della democrazia, che dovrebbero interessare non me, ma tutti noi. Questo è tutto ciò che ho da dirvi, non molto di più. Ripeto, sono alcune delle opinioni che ho su un tema fondamentale, ma ve ne aggiungo un'altra.

Se guardate gli indici degli investitori istituzionali, vedrete che noi siamo agli ultimi posti nel mondo per come funziona la nostra giustizia. E non è un attacco alla magistratura, riguarda, probabilmente, riforme più ampie. In primo luogo, ci sono i tempi: un processo civile - non parlo di cose penali - dura più del doppio che in altri Paesi. E questo cosa fa sì? Fa sì che gli investitori, quando devono decidere - anche quelli italiani - dove trasferire la sede legale delle società o delle holding, vanno all'estero (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questo è un tema che ci riguarda? Le oltre 30.000 persone in carcere senza motivo e, poi, assolte sono una cosa che ci riguarda?

Tutto questo fa parte di un dibattito generale, ma la colpa non è della magistratura. Io non ritengo che il colpevole di queste cose che non funzionano sia la magistratura, sarebbe troppo facile dare la colpa al magistrato. Il magistrato, se non ha personale, non ha strumenti, se non ha la possibilità di fare, non può rispondere. La colpa è complessiva, parte da qui anche quella, parte del Governo, parte da chi, in questi anni, si è concentrato piuttosto su uno scontro, senza andare a risolvere i problemi che, poi, toccavano i cittadini normali, le aziende e i cittadini normali. E, all'interno di questo, ci sono quelle regole di cui dicevo prima. Guardate che la prevedibilità del giudizio è la base democratica della convivenza civile. Il fatto che un cittadino, un'azienda o un'impresa sappiano che da un determinato comportamento discende una colpevolezza oppure gli dà la sicurezza di essere nella legge, di rispettarla, ci interroga su quanto la giurisprudenza possa ampliare i margini definiti dalla legge, se questo rende insicura la percezione del cittadino e, magari, lo fa investire all'estero e non in Italia.

Io ritengo che questi siano temi di cui si possa parlare civilmente. Mi dispiace averli posti in un ruolo che non è questo. Questa mattina, alle 7, parlavo con il mio collega americano dei problemi del Mar Rosso. Sono queste le cose che mi competono, mi scuso se ho sottratto al lavoro che devo fare in nome e per conto di questo Parlamento queste ore, ma mi avete chiesto di venire a riferire e vi ho riferito alcune delle mie idee, per il rispetto che ho verso la Camera (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

(Interventi)

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare il deputato Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Buongiorno, signor Ministro, innanzitutto la ringrazio per essere venuto qui, oggi, perché molti pensano che questo sia un atto dovuto. In realtà, quello che ha fatto oggi il Ministro è venire qui a rispondere, come ha già chiarito, per espressioni che ogni cittadino italiano può liberamente rilasciare.

Vi è stata un'intervista chiara, nella quale il Ministro Crosetto ha affrontato, peraltro marginalmente, un tema, e oggi è stato chiarito nuovamente cosa intendesse. Vi è stata un'interpellanza urgente già il 1° dicembre, in cui veniva nuovamente ribadito in quest'Aula quello che era accaduto. Nonostante questo, un Ministro è costretto a tornare ancora in Aula per chiarire quello che chiunque di noi dovrebbe poter fare - chiunque di noi, sia come cittadino, che come politico, che come rappresentante delle istituzioni -, cioè esprimere le proprie opinioni liberamente, vedendosi, invece, attaccato sulla stampa. Sono sicuro che anche in quest'Aula qualcuno, com'è già successo ai primi di dicembre, cercherà di limitare la libertà di parola (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) di un Ministro, di un nostro Ministro, ma la cosa sarebbe grave per qualsiasi cittadino che volesse sollevare un problema, perché c'è qualcosa di veramente strano in questo Paese, da sempre: c'è la volontà della sinistra di mettersi una medaglietta e di voler dire “noi siamo, rappresentiamo e difendiamo la magistratura”. Ebbene, così non è. La magistratura è composta da quasi 10.000 magistrati, che non sono assolutamente di sinistra, quindi fatelo senza attaccarvi delle medagliette sul petto, dicendo “noi difendiamo la sinistra”.

Quello che è stato sollevato è, invece, un problema serio, un problema che, da anni, viene riproposto, ma che da almeno metà di questo Parlamento non viene mai affrontato, anzi, c'è una cosa spiacevole, c'è una levata di scudi - sempre da parte della sinistra - su alcune storture o forzature, cioè, qualche singolo magistrato o qualche gruppetto, che, di sicuro, non rappresenta la magistratura nel suo complesso, più o meno legittimamente. Ed è giusto, comunque, affrontare il problema - invece che chiudersi e non parlarne, come sembra, invece, voglia fare una parte della sinistra - di chi rappresenta e chi fa le norme. Infatti, ancora prima della libertà della magistratura, che non è in alcun modo messa in dubbio dalle dichiarazioni del Ministro Crosetto, come da nessun tipo di dichiarazione che ho sentito fare in quest'Aula o sui giornali, vi è un problema di imparzialità, che non è sicuramente quello della magistratura nel suo complesso, ma di alcuni singoli magistrati, che potrebbero fare forzature.

Se, a vostro avviso, la stessa politica deve tacere, non affrontare questo, che è un problema delicato che riguarda non soltanto la politica, ma tutti i cittadini italiani, allora qualcosa oggi non funziona. Perché se si chiede a un Ministro, se lo si vuole mettere alla berlina, in un angolo, cercando di dargli un monito, nel senso di non intervenire più, di non fare più dichiarazioni, dicendo che nessun altro si può permettere di fare dichiarazioni di questo tipo, sicuramente state sbagliando il vostro operato e, soprattutto, state minando la libertà non solo della magistratura, ma anche della politica e dei cittadini di parlare, la libertà di parola su tutti i temi e la possibilità di affrontare anche temi delicati, come può essere questo.

Oggi è stato ribadito con assoluta chiarezza che non vi era alcuna dietrologia, alcuna volontà di limitare nessuno, ma la possibilità, invece, di affrontare un problema che da oltre 30 anni rimane sempre sul tavolo e nessuno vuole affrontare.

Durante l'informativa del Ministro Crosetto ho sentito tanti borbottii, che lasciano poco ben sperare sul prosieguo dei prossimi interventi, di questa discussione. Voglio ribadire che la sinistra, da sempre, si riempie la bocca della nostra Carta costituzionale, quando questa è proprio la prima a ribadire la possibilità di esprimere liberamente le proprie opinioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

E se noi siamo qui oggi e possiamo continuare a parlare liberamente è proprio grazie a questi principi, che sicuramente non sono lesi da chi vuole affrontare i problemi, ma da chi, in qualche modo, cerca di appropriarsi - e non siamo certo noi - di una parte o della totalità della magistratura, senza averne alcun diritto, perché così non è, invece che voler intavolare una discussione più ampia e capire qual è il problema e non ritenere che vi sia una volontà di attacco di un'istituzione o di un potere. Questo è anche molto chiaro da chi ha voluto leggere con attenzione le dichiarazioni, sia su quell'intervista che nelle successive settimane, penso che anche tutti gli altri membri di questo Parlamento qui presenti ne siano perfettamente a conoscenza e, quindi, ritengo che continuare con attacchi a chi ha espresso liberamente le proprie opinioni non faccia altro che dimostrare la volontà di sfruttare politicamente le dichiarazioni che di politico non hanno nulla, ma hanno il sapore della libertà di parlare ancora oggi in Italia liberamente di tutti i temi, compresi quelli della libertà e dell'imparzialità della magistratura.

Non voglio aggiungere altro, perché sarebbe inutile continuare a parlare di questo tema con interlocutori che, invece che voler affrontare un problema, vogliano, in cambio di qualche voto in più, fare soltanto un po' di polemica su dichiarazioni che sono assolutamente lineari.

Se volete andare avanti così, ci ritroveremo qui, nelle prossime settimane, a sindacare ogni singola dichiarazione che i nostri Ministri e i nostri esponenti faranno nella propria libera possibilità di interloquire a livello politico su tutti i temi che vogliono (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Signor Presidente, potrebbe sembrare anomalo che oggi si discuta di giustizia con il Ministro della difesa ma come sappiamo in politica conta la sostanza e non la forma. E la sostanza ci dice che in via Arenula, da mesi, si discetta sul sistema accusatorio, si proclamano riforme prodigiose, ma poi le scelte, quelle vere, vengono prese altrove. Il che non stupisce visto che, l'ormai fu - ci scusi Ministro (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) -, garantista Nordio, più volte, ha dimostrato di non avere sufficiente forza politica per imporsi e ha messo la sua firma sulle riforme più illiberali introdotte nel sistema penale negli ultimi decenni.

E il sottosegretario mandato dal partito di maggioranza relativa a dare la linea ha ampiamente dimostrato di non saper neppure valutare la natura della documentazione di cui viene in possesso nell'esercizio del proprio ruolo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quindi, Ministro, è a lei che mi rivolgo per respingere una narrazione che sappiamo trovare fondamento in vent'anni di berlusconismo. Pensavamo che quella stagione fosse finita e la Presidente del Consiglio, in qualche modo, ci aveva convinto che fosse così, ma è bastato poco per farci ricredere. Vede, Ministro, nell'intervista da lei rilasciata e da cui tutto è partito non ci ha colpito il riferimento a una riunione da lei di una corrente della magistratura, peraltro pubblica, rilanciata da un'infinità di riprese TV, mandata in diretta da Radio Radicale e riportata dai maggiori quotidiani nazionali. Una riunione a cui, peraltro, avevano partecipato il ministro Nordio, con cui evidentemente non vi parlate, e il vicepresidente del CSM, Pinelli, e diverse altre personalità. Questo aspetto lei stesso lo ha dichiarato e ce lo ha chiarito. Quello che ci ha lasciato esterrefatti è stata questa sua risposta alla domanda su quale fosse il più grande pericolo per la continuità di questo Governo. Lei ha testualmente dichiarato, Ministro: “L'unico grande pericolo è quello di chi si sente fazione antagonista da sempre e che ha sempre affossato i Governi di centrodestra: l'opposizione giudiziaria”. Di fronte a siffatta affermazione, resa dal Ministro della Difesa e da un uomo di indiscussi equilibrio ed esperienza, e ritenendo che mai un uomo con tale responsabilità avrebbe potuto parlare come un qualunque cittadino al bar all'indomani dell'ultima di campionato, noi, del Partito Democratico, l'abbiamo presa molto sul serio, Ministro, e ci siamo preoccupati per la tenuta delle istituzioni. Abbiamo immaginato che sarebbe andata immediatamente a segnalare nomi, luoghi, circostanze a chi di dovere - a proposito, Ministro ci dica qual è la sua fonte -, affinché si procedesse speditamente nei riguardi di chi avesse osato attentare alla continuità di questo Governo. Abbiamo immaginato che lei, da Ministro della Difesa, avesse adottato tutte le necessarie misure atte a contrastare questo turpe disegno eversivo. Abbiamo immaginato che il Consiglio dei Ministri fosse riunito in via straordinaria e, da ultimo, abbiamo sommessamente richiesto, prendendola molto sul serio, come si confà tra istituzioni che si rispettino, che lei, Ministro, venisse a riferire al Parlamento a fronte di affermazioni capaci di mettere in discussione la nostra architettura costituzionale.

Pare ora di capire dal suo convegno odierno sulla giustizia, che, in realtà, nulla di grave sia avvenuto, almeno dalle sue parole, e che anzi lei facesse appunto riferimento a quella vecchia narrazione, che più sopra ho ricordato, rimettendo semplicemente indietro le lancette della storia e paragonandosi, suo malgrado, a suoi illustri predecessori. Nel suo intervento, Ministro, lei afferma, altresì, ritengo un tema fondamentale non quello della magistratura contro il potere politico del Governo, che evidentemente è un non problema o comunque è da lei derubricato ad una uscita che avrebbe dovuto evitare - la cito, testualmente -, essendo lei impegnato in cose ben più importanti come due guerre, ma quello di ridefinire - questo è lei - i ruoli e gli ambiti nei quali, costituzionalmente, ogni organo dello Stato deve esercitare il suo ruolo e il suo potere. Sempre con la serietà che ci contraddistingue e senza lasciarci andare a retropensieri, che pure ci sono venuti in mente - tipo non avrà mica voluto distrarci dall'inconsistente iniquità della manovra di bilancio? Non avrà mica voluto svicolare di fronte al tema delle pensioni tagliate? Non avrà mica voluto impedirci di ragionare sul salario minimo, piuttosto che sui tagli alla sanità pubblica? -, quindi, prendendola molto seriamente ci concentriamo su questo tema da lei sollevato anche oggi.

E, allora, consenta all'opposizione, all'opposizione politica al suo Governo, intendo Ministro, non a quella giudiziaria propagandisticamente sbandierata, di poter affermare di non essere d'accordo con modifiche costituzionali che, nel ridefinire ruoli ed ambiti degli organi dello Stato, come dice lei, svuotano il ruolo di garanzia del Presidente della Repubblica, incidendo pesantemente su quei pesi e contrappesi su cui si regge la nostra Costituzione e che ieri la seconda carica dello Stato ci ha, amabilmente, ricordato essere l'obiettivo di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). E per inciso, Ministro, lei oggi ha parlato di funzione anti maggioritaria. Beh, sappia Ministro, che la funzione anti maggioritaria nella democrazia liberale è connaturata a tutte le istituzioni di garanzia indipendenti. Non è una funzione politica, ma è la tutela del pluralismo a cui, evidentemente, non siete abituati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Ci lasci considerare divisiva e pericolosa per la crescita del Paese e, in particolare, del nostro Sud la riforma dell'autonomia differenziata. E a proposito di giustizia, di cui ultimamente si occupa, ci spieghi lei perché oggi di fronte alle sfide lanciate dalla tecnologia e soprattutto dall'intelligenza artificiale, siamo costretti a parlare di nuovo di prescrizione per la quinta volta in dieci anni. Ci dica lei, Ministro, visto che il Ministro Nordio non lo ha fatto, perché il Ministro Nordio non abbia ritenuto di rispondere alla lettera appello dei presidenti di tutte e 26 le Corti d'appello, che hanno chiesto di rivedere proprio l'intervento sulla prescrizione (Commenti).

Ci dica perché, al contrario, Ministro, non parliamo di carceri che sono al collasso. Lo sa, Ministro, che in carcere quest'anno si sono suicidati già 77 detenuti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - commenti del deputato Caiata)? Che mancano educatori agenti e dirigenti di polizia penitenziaria? Che le strutture sono spesso fatiscenti e che non ci sono investimenti sulle misure alternative alla pena e che i bambini incolpevoli oggi finiscono in carcere per una riforma che neanche Rocco nel 1930 aveva avuto il coraggio di fare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista – Commenti)? E ci dica perché, di fronte alla sfida nell'attuazione del PNRR e di come fornire agli operatori della giustizia gli strumenti per rendere il servizio giustizia più efficiente per i cittadini, siano essi imputati che vittime dei reati, siamo costretti ad occuparci di separazione delle carriere, una riforma - ed è ancora più grave - che porterà inesorabilmente a superare il principio dell'obbligatorietà dell'azione penale, quello dell'eguaglianza dei cittadini davanti alla legge, e che non porterà alcuna utilità ai cittadini.

A me pare, signor Ministro, che le vicende giudiziarie di questi mesi dimostrino solo che non c'è alcun complotto delle toghe rosse. Al contrario, quel che si registra e che ci preoccupa è una crescente tentazione delle procure ad allinearsi all'indirizzo della nuova maggioranza, una certa ritrosia a mandare a processo i potenti. Ebbene, questo ci sembra un assaggio di quel che potrebbe diventare la giustizia italiana dopo la separazione delle carriere. Una giustizia che non ci piace, perché per noi, signor Ministro, la legge è uguale per tutti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - Commenti del deputato Caiata)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la deputata Matone. Ne ha facoltà.

SIMONETTA MATONE (LEGA). Caro Ministro, grazie per essere venuto e per il tempo che ci dedica e che sottrae a questioni più complesse e meno lineari rispetto a quelle sulle quali ha già deposto. Mi permetto un termine giudiziario, ma l'averla obbligata a tornare, dopo essere stato assolutamente esauriente la volta precedente - lo dico, peraltro, perché ero in Aula e l'ho ascoltata - è grottescamente esemplificativo della veridicità di quello che lei ha detto e che ha ripetutamente affermato, cioè che esiste un problema enorme e irrisolto nei rapporti tra potere politico e magistratura. Io ripeto da due anni a questa parte che il libro di Palamara - mi dispiace citarlo continuamente - andrebbe obbligatoriamente studiato nelle facoltà di giurisprudenza (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE) per riflettere su quello che la magistratura non - e lo dico a caratteri cubitali - deve essere, in un sistema democratico, civile e occidentale, quale dovrebbe essere il nostro.

Valga per tutti - comincio da quello - il famoso dialogo tra Palamara e un importante magistrato in cui si commentano le vicende giudiziarie del segretario del partito che mi ha eletto. Cito testualmente: “Non vedo veramente dove Salvini stia sbagliando. Illegittimamente si cerca di entrare in Italia e il Ministro dell'Interno interviene perché questo non avvenga”. Risposta di Palamara: “Salvini ha ragione ma va attaccato” e l'altro magistrato, persona perbene: “Siamo indifendibili, indifendibili”. Vi faccio grazia delle chat successive tra il vicepresidente del CSM per fare intervenire il CSM a supporto delle indagini - per fortuna era quello passato; ora le cose vanno meglio -, a supporto della cosiddetta indipendenza della magistratura, a mio modesto avviso palesemente attentata, viceversa, da tutto quello che precede e che vi ho letto ed è grottesco che l'unico a pagare in questo sistema sia stato solo Palamara. Sono passati pochi anni, ma la situazione non è migliorata. Si è trasformata in un attacco, se volete, più raffinato e a macchia di leopardo.

Qual è il biglietto da visita di questo Governo? Le politiche migratorie. Ma se si decide di smantellare un capovolgimento di sistema, qual è quello attuato dall'attuale Governo, bisogna partire dal basso, dai singoli provvedimenti. Ora, ripeterò una frase che tutti si affannano senza successo a recitare, perché, in realtà, è una recita: un giudice non deve essere solo imparziale, ma deve anche sembrarlo. Il magistrato, nell'esercizio delle sue funzioni, ha un solo vincolo, quello della legge, ai sensi dell'articolo 101 della Costituzione, e, secondo l'articolo 104 della Costituzione, “la magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere”. Ora, io vi leggo testualmente gli atti online di Magistratura Democratica: “Abbiamo già espresso il nostro radicale dissenso sul cosiddetto decreto Cutro, un provvedimento che colpisce la vita e le relazioni affettive e sociali di persone ormai integrate nel nostro Paese” - vorrei chiedere in quale punto ciò avviene, ma lo faremo in un altro momento - “senza ridurre in alcun modo la tragedia delle morti in mare”. Quindi, cercare di non far partire i migranti non è un modo di evitare le morti (questo lo dico io). Andate alla voce “immigrazione” e leggerete i proclami - perché sono proclami - del consiglio nazionale di Magistratura Democratica e dell'esecutivo con, ad esempio, l'adesione alla manifestazione “Invertire la rotta o i conti con la storia: il bisogno di scelte lungimiranti”, oppure “chiediamo al Governo italiano di porre fine alla prassi illegittima delle riammissioni al confine orientale”, oppure “il Governo ritiri subito i decreti che impediscono lo sbarco dei naufraghi nei nostri porti”, oppure “Accordi con la Libia #NonSonoDaccordo” con cui Magistratura Democratica aderisce alla manifestazione del 26 ottobre per la revoca del memorandum con la Libia.

Se a questi proclami seguono scientificamente provvedimenti di rigetto delle richieste formulate dal prefetto in base al suddetto decreto, motivati - io li ho letti - in modo scorretto, fazioso e non intellettualmente onesto (e mi fermo qui), se con un passaparola altri magistrati si allineano su tutto il territorio nazionale, allora, il gioco è fatto ed è paradossale che si apra un procedimento a protezione di questi magistrati, quando siamo noi cittadini che dovremmo essere protetti da loro (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

Mi avvio alla conclusione. Andiamo al documento finale del XIX congresso: “Siamo all'epilogo della Seconda Repubblica, con una fase della vita del Paese comandata dalla centralità politica e culturale di una destra populista e con tratti di dichiarata insofferenza nei confronti dell'assetto culturale vigente”, che sarebbe quello loro. Ancora meglio: “La politicità della giurisdizione” - attenzione: questo è un passo centrale - “che solo Magistratura Democratica per anni ha sostenuto è oggi valore che vediamo con piacere riconosciuto da settori sempre più ampi della magistratura e della stessa dottrina, che un tempo prese le distanze da quella intuizione”. Questo proclama - io lo chiamo proclama, perché non è un documento - è stato pubblicato il 3 febbraio di quest'anno. La frase ex ore tuo te iudico è del Vangelo di Luca e lascio a chi ci ascolta ogni possibile riflessione su quello che vi ho letto, però non dobbiamo generalizzare, perché la maggioranza degli appartenenti all'ordine giudiziario non è così: è intellettualmente onesta (Commenti della deputata Gardini), applica la legge senza interpretazioni fuorvianti e, se fa politica, lo fa nei limiti in cui la Costituzione lo permette ed è indipendente da tutto e da tutti, oltre a sembrarlo. A loro deve andare il nostro grazie per quello che quotidianamente fanno (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Valentina D'Orso. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Vede, signor Ministro, lei ha fatto un'affermazione troppo grave e troppo precisa per sfuggire alle sue conseguenze, perché lei, con quelle parole, ha accusato la magistratura, anzi una parte di essa, di intenti eversivi e il fatto che ancora oggi si stupisca del peso che hanno avuto le sue parole, che non si renda conto della gravità di quelle parole, denota tutta la mancanza di sensibilità istituzionale e costituzionale di questo Governo, quindi, non solo sua ma proprio di tutto il Governo.

Lei oggi tenta di minimizzare la portata di quelle affermazioni, derubricandole - così abbiamo sentito - a opinioni personali, ma vede, signor Ministro, lei parla sempre da Ministro, da istituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e tutto quello che esce dalla sua bocca pesa sempre come un macigno. Tra l'altro, le ricordo una circostanza: nelle ore successive all'intervista, lei stesso ha chiesto di essere sentito dal Copasir o in Commissione antimafia, rafforzando, dunque, l'impressione di tutti che alludesse a informazioni riservate e delicatissime di cui era a conoscenza.

Ebbene, a nulla vale, quindi, oggi la retromarcia che ha inserito per derubricare i fatti. Anche oggi cosa ha fatto? Si è limitato a riportare alcuni stralci di una relazione esposta nel corso di un evento pubblico - l'ha detto lei stesso; quindi, non in una riunione carbonara con intenti eversivi - tenutosi a Palermo due mesi prima della sua intervista, cui, peraltro, ero anche presente e ho sentito dal vivo quegli stralci di relazione. Così facendo, però, lei ha dimostrato, secondo noi, solo una cosa: di non aver compreso nulla di quel passaggio sul ruolo costituzionale della magistratura, perché, vede, ciò che è stato detto in quell'occasione è noto e chiaro a tutti, forse tranne che a lei e alla sua maggioranza (non so perché applaude a quegli stralci di relazione). La magistratura è presidio dei diritti riconosciuti e garantiti dalla nostra Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e oggi anche dei diritti che sono riconosciuti e garantiti dai principi europei, che sono sovraordinati rispetto a qualsiasi legge ordinaria interna o atto del Governo. La tutela dei diritti fondamentali non può essere incisa da nessuno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e anche quando il maggioritarismo - cos'è il maggioritarismo?

La forza dei numeri potrebbe consentire a una maggioranza, qualsiasi maggioranza, di imporre interventi legislativi che vanno contro i diritti costituzionalmente garantiti, e la magistratura si troverà sempre a fare da argine a quella deriva (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo è!

E dico un'altra cosa: oggi, lei si meraviglia del ruolo interpretativo dei giudici, ma, Ministro, veramente, sta dimostrando di avere una visione molto semplicistica della funzione del giudice. Il legislatore - anzi, purtroppo, oggi dobbiamo dire “il Governo”, perché il legislatore, il Parlamento, è totalmente esautorato - fa leggi generali e astratte, che poi, però, vanno applicate al caso concreto. Sì, il Ministro Nordio le confermerà che quanto sto dicendo è vero: è scritto nei manuali di diritto. Allora, l'operazione attraverso cui la legge è applicata alle controversie che arrivano davanti al giudice è l'interpretazione; quello è, nient'altro! E non c'è nulla di eversivo nell'interpretazione che i giudici devono fare delle leggi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ancora, se avessimo alla guida del Paese una classe politica con una solida cultura istituzionale e costituzionale, penso che mai e poi mai avremmo avuto dichiarazioni tanto strampalate quanto dannose come le sue, signor Ministro. Che, poi, un Ministro della Difesa, in un momento storico, con due conflitti in corso, passi il tempo ad attaccare la magistratura, invece di adoperarsi per trovare soluzioni diplomatiche a quei conflitti o venire a informare quest'Aula e non altri sull'ottavo pacchetto di aiuti militari all'Ucraina, è quantomeno surreale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

E poi, Ministro, se proprio voleva occuparsi della giustizia italiana, doveva battere i pugni in Consiglio dei ministri, per far mettere risorse nella legge di bilancio e consentire nuove assunzioni di magistrati e personale amministrativo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), per velocizzare i processi, perché questo è il problema della giustizia italiana, non altri! Invece, non avete messo un euro in Consiglio dei ministri per queste assunzioni.

Vede, signor Ministro, lei oggi, per certi versi, ha tentato di rassicurarci, ma noi mettiamo in fila tutti gli elementi e li leggiamo in un modo unitario. Il quadro che viene fuori è veramente preoccupante, perché non sfugge a nessuno che, dall'inizio della legislatura, chi si frappone alla vostra marcia verso il baratro per il nostro Paese viene attaccato; chi si permette di fare anche solo qualche osservazione critica diventa un nemico da additare, intimorire o offendere e l'elenco è lunghissimo. Attaccate, in particolare, gli altri poteri e le autorità indipendenti della Repubblica, poi provate un po' a ritrattare, perché vi rendete conto che l'avete fatta troppo grossa. Nel mirino del Governo sono andati a finire, nell'ordine, la Corte dei conti, prima di tutto, che evidenziò la lentezza del Governo nella spesa dei fondi del PNRR (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e la risposta fu di sottrarre alla Corte dei conti il controllo concomitante. Ancora oggi, in legge di bilancio, sottraete alla Corte dei conti le verifiche sui piani di rientro delle regioni in disavanzo, come risposta, forse, a quella stessa Corte dei conti rea di avere detto che la legge di bilancio era sbilanciata, passatemi il termine, su progetti specifici, come il ponte sullo Stretto, mentre era veramente un po' carente rispetto ad altre misure. Quindi, come forma di ritorsione, sottraete poteri alla Corte dei conti.

Un'altra autorità colpita è l'Anac che giustamente lanciò l'allarme sui pericoli di infiltrazioni derivanti dal nuovo codice degli appalti; e poi Banca d'Italia, l'Ufficio bilancio del Senato, INPS e INAIL commissariati: la lista è lunga.

È lunga anche la saga degli attacchi alla magistratura per le varie vicende, per arrivare anche ai più recenti attacchi sferrati contro il cosiddetto Quarto potere, il giornalismo d'inchiesta, la libertà di stampa costituzionalmente garantita.

Ecco, attaccate tutti a testa bassa, ma poi, quando venite qui in Aula, parlate di complotti e infarcite discorsi confusi con un vittimismo ormai stucchevole, che, francamente, ha stufato non solo noi e non tanto noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), ma i cittadini.

PRESIDENTE. Concluda.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Ora, quello che ci preoccupa realmente, signor Ministro - e concludo, con il concetto finale - non sono tanto le sue parole, che, alla luce delle odierne spiegazioni, suonano ancora più grottesche, francamente; siamo seriamente preoccupati da un altro risvolto: il fatto che volete scardinare l'equilibrio tra i poteri costituzionali e che lo volete fare con riforme, come il premierato e la separazione delle carriere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ma io le dico una cosa, signor Ministro: troverete il MoVimento 5 Stelle a fare le barricate in difesa della nostra Costituzione sempre (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

MAURO ROTELLI (FDI). Le cinque giornate di Pulcinella!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giorgio Mule'. Ne ha facoltà.

GIORGIO MULE' (FI-PPE). Grazie, Presidente. Signori Ministri, onorevoli colleghi, signor Ministro Crosetto, lei oggi qui rappresenta un paradosso: glielo dico con il rispetto che merita e che le tributo e le riconosco. Lei rappresenta il paradosso di un esponente di Governo, un cittadino italiano che ha liberamente espresso un pensiero e per questo è stato chiamato ad accomodarsi in quell'immaginifico banco degli imputati a difendersi, correggere, puntualizzare, magari abiurare le sue presunte colpe. Il problema è: quali colpe?

Aggiungo qualche nota alla sua bibliografia, farò nomi; anzi, non farò nomi, però citerò luoghi e circostanze.

Un giudice del tribunale di Napoli, il 4 dicembre scorso, in un articolo che si può rintracciare sul sito di Magistratura Democratica, a proposito della denunciata opposizione giudiziaria, si è così espresso, e cito tra virgolette: “Oggi non si può spaccare la magistratura richiamando a sproposito il concerto di imparzialità. Questo è il momento dell'unità, della compattezza a difesa dei valori dell'indipendenza e dell'autonomia della magistratura a fronte di attacchi eversivi dell'ordine costituzionale perché diretti a stravolgere il principio della separazione dei poteri su cui si regge l'impianto democratico della Repubblica (…). Se c'è il pericolo concreto di questa deriva (a cui vuole spingerci la politica in modo nemmeno troppo velato), allora, bisogna fare di tutto (ma proprio di tutto) per evitarlo”. Fine della citazione.

Ora, signor Presidente, onorevoli colleghi, vi sembra normale, rispettoso della divisione dei poteri, che un giudice si esprima in questi termini, denunciando attacchi eversivi in capo alla politica? E, allora, rigiro la domanda: che cosa si intende che, per fermare questa deriva, bisogna fare di tutto, ma proprio di tutto, per evitarla (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Lega-Salvini Premier)? Non significa anche, forse, che la funzione giurisdizionale sia piegata contro i presunti eversori individuati nella famigerata politica, poiché bisogna fare di tutto, ma proprio di tutto, per fermarla? Non vi basta?

Colleghi, voi che oggi vi scomponente nel leggere i ragionamenti del Ministro Crosetto, le sue due frasette, come fate a non essere assaliti dall'angoscia nel leggere queste frasi? Che cos'è l'opposizione giudiziaria, se non un atteggiamento, come quello descritto da questo giudice di Napoli? E, allora, vediamo se sono capace di farvi venire un leggero, piccolo brivido sulla schiena nel proporre un altro illuminato ragionamento. Questa volta andiamo a Torino. Un giudice del tribunale di Torino, la quale, a proposito della “questione Apostolico” (così lei la definisce) afferma: “C'è stato un tempo in cui i giudici erano obbligati ad applicare solo la legge, anche quando in contrasto con i diritti e i principi fondamentali: è stato il tempo delle leggi razziali e dell'Olocausto, tempo in cui non vorremmo tornare”, fine della citazione!

Non vi basta? Torniamo a Napoli. Questa volta parla un sostituto procuratore, il quale, dal suo pulpito, afferma che si sta per varare una riforma che prevede norme, cito tra virgolette, “tecnicamente fasciste perché fanno rivivere in parte quelle del codice Rocco. Se questo disegno di legge passasse, si tornerebbe a un diritto penale autoritario simile a quello degli anni di Mussolini, o per fare un esempio più moderno a quello dell'Ungheria di Orban. Ed infine inasprire le pene contro gli straccioni e i mendicanti ricorda “la ley de vagos y maleantes” inasprita in Spagna da Francisco Franco”. Fine della citazione.

Onorevoli colleghi, un giudice agita i fantasmi di Mussolini, del fascismo, di Franco; un altro giudice ci mette il carico e riesuma i mostri delle leggi razziali e, addirittura, si permette di citare l'Olocausto; un altro ancora si diletta a definire “eversiva” la politica, chiamando a raccolta il popolo in toga per arginarla.

Conoscete la massima: un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova. E voi vi scomponete per Crosetto (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE)?

Eppure, c'è lei su quel banco degli imputati per un'informativa urgente, perché le è stato chiesto di chiarire, puntualizzare, scusarsi: è lo stravolgimento della realtà, è il pericolosissimo passaggio, colleghi, che vorrebbe le consegne di un potere all'altro.

Negandovi la qualità del pensiero e la libertà di esprimerlo, state tradendo il mandato popolare: tornate in voi, abbiate un sussulto di dignità costituzionale. Non è osannando i magistrati - pochi magistrati d'assalto, per carità, irrispettosi del Parlamento - che tornerete al Governo! Perché, una volta riconquistato il potere, sarete schiavi, schiavi di un manipolo di magistrati che si è impossessato e si ritiene superiore alla legge ed alla Costituzione.

Non abbiate paura. Abbiate rispetto di voi stessi e degli elettori che rappresentate, perché chi oggi discetta, addita, ammonisce, paventa e accusa ci vorrebbe non fieri cittadini di una democrazia, ma esponenti di quella onagrocrazia di crociana memoria, dove la sovranità viene esercitata da individui ignoranti, rozzi e arroganti che, più che parlare, ragliano. No, non è più quel tempo. Non ci riconosciamo in questa immagine deforme. Dovremmo allora rispondere con Goethe, il quale ammoniva che niente è più terribile e terrificante dell'ignoranza attiva. E oggi raccontiamo dell'ignoranza attiva di quel potere terribilmente affilato, che dovrebbe trovare compimento esclusivamente nell'affermazione della giurisdizione e dovrebbe essere privo di fini generali politici e, dunque, di obiettivi di indirizzo politico e di intermediazione politica. Concludo: non è così. Siamo qui a mostrare le ferite inferte al corpo della democrazia da quel coltello terribilmente affilato, impugnato da chi non ha smesso mai, in 30 anni, di combattere una guerra ideologica. Dorma sonni tranquilli, Ministro Crosetto (la metafora riferita a lei non è casuale): i fantasmi della notte della democrazia sono agitati e vivono solo negli incubi di chi ha paura di svegliarsi, ma noi siamo svegli, abbiamo gli occhi aperti.

Ministro Nordio, colleghi, mi rivolgo a voi: abbiamo pensato e scritto insieme le riforme che riguardano la magistratura e i cittadini della Repubblica. È tempo di approvarle ora e subito, prima che sia troppo tardi (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Grazie a lei, Presidente Mule', anche per la precisione millimetrica della durata del suo intervento.

Ha chiesto di parlare il deputato Enrico Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Vorrei andare in continuità con l'intervento del Vicepresidente Giorgio Mule'. Innanzitutto, mi stupisco che sia stato chiamato oggi il Ministro Crosetto a chiarire il senso delle sue affermazioni. A nostro giudizio, non c'era niente da chiarire, perché ha detto cose che sono sotto gli occhi di tutti, non da ieri ma da anni (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE)! Da anni! E quando qualcuno, parte del Partito Democratico, dice “no” a narrazioni che hanno fondamento nel berlusconismo, dico che quello che era emerso in quel periodo è quello che continuiamo a vedere anche oggi e che abbiamo visto non soltanto durante il periodo di Berlusconi, ma anche con altri Governi. Ricordo il Governo Prodi e la sua caduta a causa del Ministro Mastella: è una continuità ed è un tentativo di condizionamento dell'attività politica che dura da anni.

Non c'è soltanto un condizionamento per le inchieste, ma anche per l'interferenza quotidiana nell'iter normativo e legislativo, ripeto: “quotidiana”. Prima, la collega Serracchiani, che peraltro stimo, ha accusato il Ministro Nordio di non aver risposto alla lettera dei 26 presidenti di corte d'appello, che - udite, udite - vogliono inserire una norma transitoria rispetto a un provvedimento che è in Aula, in Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe e Fratelli d'Italia) e ci scrivono, scrivono al presidente della Commissione giustizia. Ma se domani mattina 20 deputati scrivessero a un presidente della corte d'appello: “Caro presidente, in camera di consiglio, fate un po' il piacere di inserire nella sentenza questo Capo, o di fare una sentenza di assoluzione o di condanna (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE)”, cosa ci direbbero, Ministro Nordio? Ci direbbero che siamo impazziti, che interferiamo, che condizioniamo e che la politica vuole entrare nella vita della magistratura.

Ma, Ministro Nordio, questo è un tema che tocco da anni: la magistratura nella pancia dell'Esecutivo, l'ordine giudiziario nella pancia dell'Esecutivo lo abbiamo anche un po' tirato dentro, riempiendo l'ufficio legislativo del Ministero della Giustizia di magistrati, tenendo 100 magistrati fuori ruolo al Ministero della giustizia. Ma lei pensa, Ministro, che questi signori rispondano culturalmente al suo garantismo e alle sue istanze, o, invece, a quelle pulsioni correntizie che arrivano da tutte le parti? Penso che questo sia un elemento importante, che va a scalfire quella separazione di cui oggi stiamo parlando e che mi pare che la gran parte del Parlamento condivida. Io ho subito sulla mia pelle un attacco, nella scorsa legislatura, per un emendamento sul fascicolo di valutazione del magistrato, con il quale semplicemente chiedevo che il magistrato fosse valutato, anche alla luce degli esiti di ciò che faceva. Fa un'inchiesta e questa inchiesta fa flop? Ci sono persone di mezzo: mettiamo un asterisco. Fa una sentenza e viene ribaltata? Mettiamo un altro asterisco. Il fascicolo della valutazione voleva dire questo: hanno fatto sciopero - a parte che hanno aderito in pochi - contro quel provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), così come oggi, proprio questa mattina, tanto per entrare in tema, abbiamo un'intervista dell'ex segretario di Area, Albamonte, che attacca direttamente un mio emendamento, quello sulla segretezza dell'ordinanza di custodia cautelare. E ascoltate cosa dice questo signore su questo tema: addirittura dice che questo emendamento impedisce la vigilanza dell'opinione pubblica, perché, attraverso la stampa, ci deve essere una vigilanza diffusa dell'opinione pubblica su quanto fa la magistratura. Quindi, è evidente che, nell'ordinanza di custodia cautelare, dobbiamo avere centinaia di pagine di accuse in fase di indagine preliminare, non ancora vagliate dal tribunale del riesame, con il PDF su tutti i giornali e su tutti i siti. E se il tribunale del riesame ribalta le cose? E se quella persona è assolta? Il marchio è indelebile. Ma aggiunge qualcosa di più: “In definitiva, è qualcosa che altera i rapporti tra informazione, politica, magistratura e opinione pubblica, il cui fine è di lasciare l'imputato come unica voce delle vicende giudiziarie”.

A parte il fatto che si tratta dell'indagato - avviso Albamonte che si tratta dell'indagato e non dell'imputato -, ma parlo di presunto innocente, lo chiamo così, che è marchiato (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE) e alcuni magistrati utilizzano le ordinanze di custodia cautelare per il marketing giudiziario, perché loro sanno che possono essere pubblicate alla lettera.

Abbiamo chiesto di non fare le conferenze stampa, per il principio di presunzione di innocenza. Allora inseriscono tutte le intercettazioni, i testi, le sommarie informazioni e le note della Polizia giudiziaria, le coloriscono con battute ad effetto, con questioni ad effetto che entrano nei titoli di giornali, danno il titolo alle inchieste ed ecco così il link con l'opinione pubblica, di cui parlano - altro che controllo dell'opinione pubblica -, che rafforza l'inchiesta e indebolisce il giudice terzo ed imparziale, che, se vuole ribaltare l'inchiesta, deve avere un grande coraggio.

Quindi - e concludo - la ringrazio Ministro Crosetto, mi fa piacere che sia presente il Ministro Nordio al suo fianco e ribadisco che è importante che anche quest'Aula abbia percepito chiara la voce del Governo su questi temi.

Cerchiamo di essere una forza politica di supporto sulle battaglie che sono fatte in chiave garantista, ma anche di stimolo, laddove vediamo che ci sono momenti di indecisione o di inerzia. Quindi, auspichiamo che adesso anche i provvedimenti siano approvati, primo tra tutti la legge di delegazione europea, per togliere quest'arma al marketing giudiziario (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Devis Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Signor Ministro, con tutto il rispetto il suo intervento stamattina è stato estremamente imbarazzante, perché è venuto qui a rileggere delle frasette che già aveva letto, tra l'altro, qui, in Aula, dopo però avere paventato a mezzo stampa un possibile piano della magistratura, da qui alle europee, per colpire il Governo o la Premier. Ministro, noi siamo convinti che nulla possa uscire dalla sua bocca casualmente, per errore, per disattenzione, soprattutto mentre riveste il ruolo di Ministro della Difesa. Lei non solo qui, ma anche quando rilascia un'intervista, è sempre il Ministro della Difesa (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Se lei, in un contesto pubblico, si esprime in un certo modo, significa che quelle parole lei le voleva dire così, esattamente. C'era un obiettivo politico preciso, e nessuno le ha estorto quelle parole, in particolare quando, in quell'intervista al Corriere della Sera, ha detto, con riferimento alla magistratura italiana “se conosco bene questo Paese, mi aspetto che si apra presto questa stagione prima delle europee”. Si riferiva a quell'opposizione giudiziaria, quel fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni. Affermazioni che hanno tutto l'aspetto di un manifesto del Governo nei confronti della magistratura. Noi non crediamo affatto alla versione di lei, Ministro, che, ingenuamente, non si rende conto di aprire con quelle parole una crisi istituzionale tra Governo e magistratura, soprattutto perché lei non si è limitato a parlare di rapporti fra Governo e magistratura, ma, con il riferimento alle elezioni europee, ha coinvolto direttamente nel ragionamento anche la quintessenza della democrazia, cioè la volontà popolare che si esprime attraverso un voto.

Il Governo da tempo sta scientificamente cercando di limitare al massimo il dissenso nel Paese. Mi riferisco all'abuso dello strumento della decretazione d'urgenza, di cui abbiamo perso il conto, al ricorso sistematico al voto di fiducia, all'attività legislativa a Camere rigorosamente alterne. Quando la seconda Camera riceve il testo, ha ormai una funzione di mera ratifica del lavoro dell'altra. Scomparsa della maggioranza parlamentare, che ha perso anche il diritto di emendare.

Qui la vera vittima, la prima vittima, in quest'Aula, è la maggioranza parlamentare. Opposizioni fatte girare a vuoto su ordini del giorno che non verranno mai messi a regime, se non come mere dichiarazioni di intenti. Una riforma costituzionale sul cosiddetto premierato, che attribuisce maggiori poteri al Premier. Un Presidente del Senato che vuole ridimensionare il Presidente della Repubblica, perché evidentemente, a suo parere, a oggi ha agito oltre la Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Un servizio di informazione pubblico piegato alle esigenze della Premier, come per il suo comizio ad Atreju. In questa condizione, davvero, Ministro, vi sentite sotto attacco? A questo punto, il Governo deve avere iniziato a pensare di cominciare a picconare anche la magistratura, in via preventiva. Si vogliono mettere avanti rispetto a cosa? A eventuali procedimenti giudiziari che dovessero mai coinvolgere membri del Governo o della maggioranza? Ma, se così fosse, dovrebbe portarci qui le prove, noi non le abbiamo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Si è trattato, quindi, di una mera azione comunicativa preventiva? Bastava dirlo.

Abbiamo saputo, e lo ha ribadito anche lei qui, in Aula, che ha avuto, nei giorni scorsi, un incontro con l'Associazione nazionale magistrati, questo è positivo, con il presidente Santalucia. Il presidente Santalucia aveva definito inaccettabile e inquietante, lui stesso, il passaggio in cui lei parlava di presunte concertazioni tra magistrati per usare i poteri giudiziari al fine di fare opposizione al Governo, e le aveva chiesto di fugare sospetti e ombre, di non lasciare cadere nel vago quelle parole. Speriamo che il suo incontro sia stato sincero e non finalizzato esclusivamente a rendere più agevole il suo intervento qui, in Aula, stamattina, per poterci dire che è tutto a posto, tutto tranquillo, tutto risolto.

Lei, sostanzialmente, si è trasformato in una sorta di Zelig, che assume forma in base alla situazione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), lancia allarmi gravi all'esterno e poi viene qui e fa il mansueto e l'istituzionale. Lei, oggi, evidentemente, non aveva nulla da dirci, è venuto qui a leggerci delle frasi per dimostrare non si sa cosa. Ha fatto la sua rassegna stampa…

SALVATORE CAIATA (FDI). Non è stampa, sono fatti concreti!

DEVIS DORI (AVS). …tra l'altro, molto striminzita. Evidentemente, poteva limitarsi a dire che si trattava di un'uscita infelice, un'opinione personale; invece ha cercato di dimostrare l'indimostrabile.

Certo, Ministro, siamo d'accordo che la rappresentanza del popolo sta alla politica, ma in quello che lei ha detto, davvero, cosa c'è di eversivo? Lei ha riportato delle frasi, oltretutto dichiarate da una parte della magistratura in una diretta radiofonica su Radio Radicale.

Qui ho sentito, questa mattina, parlare spesso di riforma della giustizia. A mio parere qui non c'entra la questione della riforma della giustizia, qui la questione è proprio legata alla frase, all'espressione che lei ha utilizzato quando ha fatto riferimento alle elezioni europee, perché oggi non ha portato alcun riferimento oggettivo, alcuna prova rispetto al fatto che la magistratura stia cercando, come lei ha alluso, di influenzare le elezioni europee (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

Quindi, certo che ognuno deve svolgere il proprio lavoro, e mi fa piacere che lei stia sorridendo, Ministro, vuol dire che condivide il fatto che ognuno qui deve svolgere il suo ruolo, Governo, Parlamento, magistratura certamente, ma in questo equilibrio sta la democrazia, senza desiderio di prevaricazioni, delegittimazioni, intimidazioni reciproche - ribadisco, reciproche -, ma, quindi, con quel rispetto istituzionale che, oltre a essere un esercizio quotidiano, è anche un dovere (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bicchielli. Ne ha facoltà.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Prima di tutto, mi faccia ringraziare il Ministro Nordio e gli altri Ministri che sono stamattina qui presenti in Aula, e, ovviamente, il Ministro Crosetto per la sua disponibilità a riferire ancora una volta su questa vicenda nella veste promessa, ovvero nella cornice di un'informativa compiuta, e non solo come una risposta a un'interpellanza. Qui vorrei dire che quella mattina dell'interpellanza c'ero e il Ministro ha ben spiegato - eravamo pochissimi, tutti chiedono informative, ma poi, quando si discute, siamo pochi nell'Aula - che lui era venuto a rispondere a un'interpellanza per rispetto delle istituzioni, e lo ringrazio ancora, anche perché ricordo che non era in perfette condizioni fisiche, ed è stato un segnale di grande attenzione verso il Parlamento. Per questo, se qualcosa di imbarazzante c'è stato in quei giorni, sono state le polemiche strumentali legate alla presenza del Ministro. Quindi, Ministro, di questo la ringrazio. Lei ebbe a dire, in quell'occasione - cito testualmente -, che è necessario aprire una riflessione sul ruolo che, nella nostra Costituzione e in un Paese democratico, deve avere la magistratura. Parole che oggi lei ha ripetuto, e credo che sia questo il fondamento legittimo della discussione di oggi e del dibattito che si è aperto dopo le gravi dichiarazioni alla stampa di alcuni magistrati che alla fine hanno portato lei a riferire oggi, in quest'Aula.

Aprire una riflessione sul ruolo della magistratura, ovvero sul ruolo che un organo costituzionalmente riconosciuto riveste all'interno del Paese, un ruolo legittimo, è proprio un dovere di quest'Aula. Certo, la magistratura è un organo autonomo e indipendente dal Parlamento, e non spetta sicuramente a noi esercitare il controllo sul suo operato, ma spetta a noi, è questo il nostro compito, mantenere sempre viva la discussione e la riflessione sul suo operato.

Il collega che mi ha preceduto ha obiettato dicendo che lei, signor Ministro, non ha portato prove di quanto riferito dagli organi di stampa, ma ha ribadito un concetto, e che quindi non stiamo riflettendo sulla magistratura, ma dovremmo, semmai, riflettere su quanto da lei riferito. Tuttavia credo, invece, che il principio espresso da lei nella sua informativa, l'esercizio che stiamo portando avanti oggi sia un vero esercizio di democrazia, sia un vero esercizio di libertà di parola e discussione su un tema che non è un tabù. È un tema che non deve essere un tabù per nessuno, e su questo va aperta - dovrà essere aperta - una seria, serissima riflessione. La separazione dei poteri non preclude la possibilità di muovere critiche. Ciò che però non è consentito è utilizzare il proprio potere per ostacolare l'altro. Se così fosse, la cosa grave non sarebbe certo l'intervista del Ministro Crosetto. Il Ministro Crosetto ha parlato della magistratura, rilevando alcuni aspetti, ed è stato giustamente chiamato ad approfondire in questa sede. Questo principio deve valere per tutti, colleghi, chi ha orecchie intenda e sono certo che intenderà. In tal senso, l'iniziativa del procuratore capo Francesco Lo Voi di aprire un fascicolo cosiddetto a “modello 45”, ovvero un'inchiesta esplorativa senza, per ora, ipotesi di reato, a seguito delle dichiarazioni del Ministro, rappresenta un fatto importante.

È la prima volta che si decide di approfondire, dopo innumerevoli denunce pubbliche, su ingerenze e scorrettezze ai danni della politica, eccezioni che rischiano di mettere in cattiva luce l'operato della magistratura. E la storia delle relazioni tra politica e magistratura non inizia certo con l'intervista al Ministro Crosetto, ha radici ben più profonde e situazioni ben note, che non è il caso di passare in rassegna qui, anche perché l'esercizio che intendiamo portare avanti oggi è un esercizio dialettico e non assolutamente polemico.

Non mi sembra un reato interrogarsi sulla separazione delle carriere, così come non mi sembra un reato interrogarsi sull'operato della magistratura: in fondo, anche i magistrati, i giudici, i pubblici ministeri sono uomini e, come noi, possono commettere errori.

Oggi - mi preme sottolinearlo -, il Ministro Crosetto ha ribadito un concetto che aveva già espresso durante un'interpellanza all'onorevole Della Vedova, quando ha parlato dei quasi 31.000 innocenti finiti in carcere negli ultimi 20 anni: 31.000 persone, 31.000 famiglie, non sono numeri, sono uomini. Una frase durissima, che, però, vedo, cade spesso nel vuoto, una frase che pone un problema al quale tutti, immagino, siamo sensibili, perché può succedere a tutti di essere tra quei 31.000 innocenti, un problema che merita una discussione approfondita. Non è questa la sede, però mi limito a rilevarla, per il fine per cui è stata citata, interpretando, credo, il pensiero del Ministro: non siamo solo noi a sbagliare, non è solo la politica a commettere errori, anche la giustizia sbaglia, e questo è un dato di fatto, e, affinché non commetta errori di questo tipo oppure affinché velocizzi le migliaia di procedimenti pendenti, è compito nostro lavorare, affinché sia messa nelle condizioni di poterlo fare.

Dire che la giustizia sbaglia non significa, certo, dire che sbaglia sempre oppure che sbaglia ogni volta. In questo caso, verrebbe meno la fiducia nei confronti di una istituzione, fiducia che nemmeno i più gravi errori faranno venire meno. Ma, proprio per non minare la fiducia in un'istituzione, è bene ribadire un concetto semplice: come la magistratura deve essere priva di pregiudizio politico, così sulla magistratura non deve pensare alcun pregiudizio politico. I due aspetti vanno di pari passo ed è bene che vadano sempre di pari passo, non a fasi alterne. La magistratura è magistratura sempre, oggi e domani.

Quindi, abbiamo bisogno, signor Presidente, di una sana dialettica, una dialettica politica in cui investire anche in istituzioni, come la magistratura, perché abbiamo bisogno di una magistratura efficiente, perché ogni cittadino deve sempre poter confidare nella giustizia e non deve avere paura della giustizia. Per farlo, il compito del Parlamento è di avere sempre un occhio vigile su tutto per discernere e, poi, eventualmente, intervenire. Noi siamo al lavoro, a fianco del Governo, per intervenire il più presto possibile, per mettere sempre più la giustizia nelle condizioni di essere al servizio di ogni singolo cittadino (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). La ringrazio, signor Presidente. Signor Ministro, a me, francamente, non appassiona molto questo dibattito. Non vedo alcuno scandalo nelle sue parole, anzi, direi che viene a raccontarci qui dentro di aver scoperto l'acqua calda - cosa che, sicuramente, è una grande invenzione, che le fa onore -, semmai, quello che un po' mi infastidisce è la sua parziale ritrattazione o reinterpretazione di quello che ha detto. Ha ragione la collega Serracchiani, lei ha detto una cosa molto precisa e, se noi chiudessimo le finestre per fare in modo che non circolasse in quest'Aula non un vento, ma un tornado di ipocrisia, sapremmo perfettamente che lei ha detto qualcosa che, come ha ricordato il collega Costa, accade da anni in questo Paese. Qualcuno davvero può negare che, da anni, una parte della magistratura non tenta, condiziona la vita dei Governi e, in parte, anche la politica? Qualcuno, qui dentro, può effettivamente affermare che questo non sia vero e che, quindi, quello che lei ha detto, in modo anche molto edulcorato, non rappresenti una realtà che ci accompagna da 30 anni? E, giustamente, qualcuno ha ricordato la vicenda di “Mani pulite”. Prendo solo alcuni episodi nei quali è certificato che questo è accaduto.

Non voglio ritornare a Mani Pulite. Ci ritorno solo perché continuare a sentir parlare uno dei protagonisti di Mani Pulite, ancora in questi anni, come Davigo, con quello che è stato capace di dire rispetto ai suicidi e alla mancanza di fonti - lo dico al collega Costa - ci pone un problema non di test attitudinali, non di test psicologici nei confronti di alcuni magistrati, ma di test psichiatrici nei confronti di chi si permette soltanto di dire una cosa del genere!

Poi ci sono state cose che hanno riguardato, signor Presidente, anche questa maggioranza, perché qualcuno ricorda che, durante una sessione internazionale nel 1994, arrivò al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi un avviso di garanzia, per il quale - lo dico alla collega Serracchiani -, se vigesse effettivamente l'obbligatorietà dell'azione penale, oggi qualcuno dovrebbe aprire un fascicolo, perché il direttore del Corriere della Sera, di recente, ci ha detto che quell'avviso di garanzia arrivò al Corriere della Sera 8 ore prima che arrivasse a Berlusconi! È un reato o non è un reato questo (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva-il Centro-Renew Europe e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE)? E perché, in base all'obbligatorietà dell'azione penale, non si procede nei confronti del direttore del Corriere e, soprattutto, di chi glielo ha fatto avere? Dov'è l'obbligatorietà dell'azione penale? Lo sappiamo, è un'altra finzione, è un'altra ipocrisia, attraverso la quale si decide su quali fascicoli si va avanti oppure no. Stiamo parlando di una persona che è inseguita anche da morta. Adesso è stato fatto appello rispetto alla sentenza che riguardava le “olgettine”: lui è morto, eppure si va avanti in un processo rispetto a questo.

Lo dico anche nei confronti della collega Serracchiani e del Partito Democratico. Devo dire che oggi sono stato colpito dalla moderazione della collega dei 5 Stelle rispetto all'intervento della collega Serracchiani. Però vorrei ricordare alla collega Serracchiani che viene da una vicenda politica nella quale il Presidente del Consiglio Prodi fu fatto saltare, collega Serracchiani, attraverso un'indagine che parte dalla procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere nel 2008, per cui viene arrestata la moglie del Ministro della Giustizia, il Ministro della Giustizia si dimette e fa saltare il Governo Prodi. E chi ha prodotto questa cosa? Ovviamente, la moglie di Mastella, con tutta la vicenda Mastella, poi assolta. Vengono indagati, salta il Governo e vengono assolti. Ma non si può dire che la magistratura, in qualche modo, condiziona la vita politica di questo Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva-il Centro-Renew Europe, Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

Vorrei citare un terzo esempio. Non me ne vorrete, ma c'è un altro signore che ha vissuto una vicenda un po' condizionata dalla magistratura: un Presidente del Consiglio che si chiamava Matteo Renzi. Nel 2014, la procura di Firenze, su esposto di un dipendente del comune, lo accusa di aver soggiornato, per un periodo in cui era sindaco di Firenze, in un appartamento a pochi passi da Palazzo Vecchio, ospite di Marco Carrai. Archiviato. Però, nel settembre 2014, la procura di Genova apre un'indagine nei confronti di Tiziano Renzi, con l'accusa di bancarotta fraudolenta per il fallimento di una società di distribuzione pubblicitaria e giornali. Caso archiviato a luglio 2016. Marzo 2016, procura di Potenza: Tempa Rossa archiviato nel 2017; nel frattempo, si è dimessa la Ministra Guidi. Luglio 2016: inchiesta sui fondi ONU verso i fratelli Conticini, per cui Andrea, cognato di Matteo, viene indagato, assolto nell'ottobre 2023. Dicembre 2017, procura di Arezzo: Banca Etruria contro il padre della Ministra per le riforme costituzionali Boschi, assolto nel giugno 2022. Marzo 2018, indagine verso Laura Bovoli, madre di Renzi, per bancarotta fraudolenta: rinvio a giudizio a febbraio 2019, assolta a febbraio 2021. Febbraio 2019, procura di Firenze: arresti domiciliari per i genitori di Renzi, in appello assolti. Novembre 2019, procura di Firenze, inchiesta Open: è ancora in corso, 5 volte interviene la Cassazione, dicendo che sono state fatte prese di documenti che non potevano essere presi, interviene anche la Corte costituzionale, ma si va avanti, i magistrati fanno come nulla fosse.

Aggiungo, signor Presidente, che il tema - ce lo troveremo adesso con la vicenda Ferri, per esempio - della magistratura che, in barba esplicitamente alla Costituzione, intercetta i parlamentari - e non può farlo - è un tema dal quale non si può sfuggire (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva-il Centro-Renew Europe, Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE)! Poi, c'è anche un problema che riguarda il soggetto che, sopra a tutti, dovrebbe darci garanzia, che è la Corte costituzionale. Dobbiamo capire cosa sia successo, perché il Vice Presidente della Corte costituzionale ci ha detto che, sul caso Ferri, c'è stata una decisione della Corte costituzionale che, per non creare problemi all'impostazione data dalla Cassazione, ha deliberato in modo opposto alla Costituzione, stravolgendo la Costituzione. Lo ha detto uno che ha partecipato a quella riunione.

Mi dispiace che sia andato via il Ministro Nordio, però qual è il compito della politica? Tutto quello che avete raccontato su quello che fa la magistratura mi è chiaro, ma noi, qui, signor Ministro, non dobbiamo parlare e semplicemente dibattere del sesso degli angeli, qui dentro si fanno le riforme. Ministro, qui dentro si fanno le riforme e non le fate.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). Ma noi qui non dobbiamo, signor Ministro, parlare e semplicemente dibattere del sesso degli angeli. Qui dentro si fanno le riforme. Ministro, qui dentro si fanno le misure le riforme, e non le fate. Separazione delle carriere, giochiamo con le audizioni, siamo fermi, non si sta facendo nulla e lo sapete benissimo e non avete la possibilità di farlo. Sul tema dei fuori ruolo, forse dobbiamo porci il problema oltre di quelli che stanno nei Ministeri, anche di quelli che avete nel Governo, perché qualche emissario della magistratura nel Governo, che impedisce che si vada avanti con le riforme, forse lo dovreste pure mettere da parte.

Abuso della custodia cautelare, con un terzo dei detenuti in attesa di giudizio che non dovrebbero stare in carcere che, poi, spesso e volentieri vengono considerati innocenti e rimessi in libertà e magari gli devono pagano pure i danni perché sono stati dentro. Che fine hanno fatto? Missing! Le carceri, le pene alternative, i suicidi; avete fatto un garante per i detenuti che, con tutto il rispetto, non è mai stato in carcere. Potrei continuare con l'abuso d'ufficio. Missing! Il fascicolo del magistrato, ossia il gioco delle tre carte, e poi c'è il tema che il Ministro Nordio ha affrontato nelle sue dichiarazioni programmatiche, della depenalizzazione. Ecco, chiudo su questo, signor Ministro. Le chiacchiere stanno a zero; purtroppo stanno a zero anche gli atti. Non solo non fate le riforme, ma, a proposito di depenalizzazione, avete messo in campo 15 nuovi reati e aumentato le pene per non so quanti reati. Rave! Avete fatto il reato in materia di immigrazione clandestina, per quelli che dovevano essere arrestati in tutto il mondo. L'abbandono di rifiuti, la contravvenzione per chi abbatte e cattura gli orsi bruni! Siete riusciti a fare un reato anche per chi abbatte gli orsi bruni! Potrei continuare: 15 reati.

Allora, la vostra colpa e la sua responsabilità è che, al di là delle dichiarazioni, voi avete la maggioranza per fare le riforme che sapete essere necessarie, non a combattere la magistratura, ma a garantire, in questo Paese, una civiltà giuridica accettabile e, invece, avete paura e le riforme non le fate e non le farete perché, in qualche modo, siete sotto ricatto anche voi (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Benedetto Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. L'intervento del collega Giachetti mi aiuta. Vede, signor Ministro, lei non ha risposto al tema delle parole specificamente usate nella sua funzione e responsabilità in quell'intervista al Corriere della Sera. Ha eluso completamente il tema e ha parlato d'altro, e io sto al suo gioco, parlo d'altro, di garantismo in generale, di magistratura così, come se - come le ha ricordato bene il collega Giachetti - lei non fosse il membro di un Governo che sta andando nella direzione opposta a quella che lei evoca. Lo dico alla collega Matone, va bene il libro di Palamara, io proporrei anche un libro sul caso Tortora, che non era un politico, ma un semplice cittadino abusato dalla giustizia.

Vede, c'è un tema che lei ha sollevato e che io le contesto; io non sono un giurista e credo nemmeno lei. Quando lei dice: la magistratura ha detto che dove non ci sono le leggi noi dobbiamo sostituirci. No. Loro devono supplire, ed è bene che lo facciano e le cito, per esempio, un tema, il tema del fine vita. È bene che ci siano magistrati a garanzia dei diritti fondamentali dei cittadini laddove il Parlamento, anche dopo sentenze della Corte costituzionale, non legifera. È bene che ci siano magistrati che, sulla base delle pronunzie della Corte costituzionale, della Costituzione, dei principi generali del diritto, riconoscano i diritti delle persone che noi qui dovremmo tutelare, e questo è una responsabilità politica della sua maggioranza – ripeto, della sua maggioranza -, è bene che ci siano magistrati che quei diritti li riconoscono. Siccome lei parla di magistrati, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, che è un magistrato, perché Meloni ha scelto un magistrato, è stato tirato in ballo dai giornali - e non ha ancora risposto e non ha ancora smentito - nel senso di interferire nelle nomine, da parte del CSM, dei magistrati - vado a chiudere, signor Presidente - specificamente bloccando la nomina di un giudice di Bologna reo di avere archiviato un caso sul suicidio assistito. Quindi, signor Ministro, discutiamo in generale di responsabilità civile, di separazione delle carriere, di incarichi extragiudiziari, sono d'accordissimo con lei. Però, poi siccome lei sta in un Governo, si occupi di quello che fa il Governo. I 30.000 innocenti che sono stati in carcere aumenteranno con le leggi che state facendo voi, le ha citate Giachetti. Il reato universale. Dov'è il garantismo di cui lei parla? Se dobbiamo fare una generica evocazione del garantismo, delle responsabilità della magistratura per cui io sono entrato in politica, a partire dal caso Tortora, andiamo de plano. Però, lei - e mi spiace che Nordio sia andato via, così mi dava una risposta su Mantovano, se è vero o no - sta in un Governo che va nella direzione opposta a quella del garantismo ed è un Ministro autorevole.

Chiudo, signor Presidente, se dobbiamo fare un discorso generico - vedo il collega Mule', perfetto - sul ruolo della magistratura nella stagione politica che abbiamo alle spalle e che potremmo avere davanti, va benissimo, se dobbiamo essere per i diritti, va benissimo. Però, fate parte di un Governo – e lo sostenete - che va nella direzione opposta. Fate la quadra, come avrebbe detto Bossi. Sulle parole specifiche di quell'intervista che erano appunto parole specifiche, purtroppo, lei non ci ha detto niente (Applausi dei deputati del gruppo Misto-+Europa e di deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. È così esaurita l'informativa urgente.

Sospendo la seduta che riprenderà alle ore 10.15.

La seduta, sospesa alle 10,05, è ripresa alle 10,20.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Preavviso di votazioni elettroniche.

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Esame e votazione delle questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 9 dicembre 2023, n. 181, recante disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia e in materia di ricostruzione nei territori colpiti dagli eccezionali eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023 (A.C. 1606​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle questioni pregiudiziali Ilaria Fontana e altri n. 1, Simiani e altri n. 2 e Bonelli e altri n. 3, presentate al disegno di legge n. 1606: Conversione in legge del decreto-legge 9 dicembre 2023, n. 181, recante disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia in materia di ricostruzione nei territori colpiti dagli eccezionali eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023.

A norma del comma 4 dell'articolo 40 del Regolamento, in caso di più questioni pregiudiziali ha luogo un'unica discussione. In tale discussione, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 40, potrà intervenire uno dei proponenti (purché appartenenti a gruppi diversi), per illustrare ciascuno degli strumenti presentati, per non più di 10 minuti. Potrà altresì intervenire un deputato per ognuno degli altri gruppi, per non più di 5 minuti.

Al termine della discussione si procederà, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 3, quarto periodo, del Regolamento, ad un'unica votazione sulle questioni pregiudiziali presentate.

La deputata Ilaria Fontana ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 1.

ILARIA FONTANA (M5S). Grazie, Presidente. Abbiamo deciso di depositare la pregiudiziale che stiamo discutendo oggi in quest'Aula di fronte all'ennesimo provvedimento d'urgenza di dubbia legittimità formale e sostanziale, tra l'altro indicativo di una strategia climatica del tutto inadeguata agli obiettivi di decarbonizzazione.

C'è un po' di tutto, Presidente, in questo provvedimento. Si sceglie di rafforzare la sicurezza dell'approvvigionamento di gas naturale e incrementarne la produzione nazionale, distraendo risorse preziose per le fonti rinnovabili, quando gli obiettivi internazionali richiedono un sistema elettrico decarbonizzato e una forte penetrazione delle rinnovabili. Inoltre, si reputano interventi strategici di pubblica utilità indifferibili e urgenti le opere finalizzate alla costruzione e all'esercizio di terminali di rigassificazione di gas naturale liquefatto onshore, nonché le connesse infrastrutture. Si istituisce, poi, un Fondo di compensazione e di riequilibrio ambientale e territoriale. Sì, peccato che si introduce un contributo annuo unicamente a carico dei titolari di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, così da penalizzare la sostenibilità finanziaria dei medesimi impianti. Cosa vuol dire? Che si sceglie di tassare le rinnovabili. Ancora, si va a introdurre un regime straordinario per lo stoccaggio geologico nei giacimenti di idrocarburi esauriti offshore, consentendo al Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica di rilasciare licenze di esplorazione e autorizzazione allo stoccaggio geologico anche in mancanza del piano delle aree idonee, con tempo illimitato, e questo tempo illimitato è dato proprio dal regime straordinario che voi state introducendo.

Si assiste, inoltre, a un'insolita inversione logica, per cui l'attività di studio e di analisi propedeutica andrebbe a incidere in un contesto già definito dall'attuazione di programmi sperimentali che possono protrarsi per lunghi anni. In realtà, è un modo di procedere del tutto carente sotto il profilo della programmazione e della pianificazione strategica degli interventi. Poi, in merito all'individuazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi da realizzare nell'ambito del parco tecnologico, è palesemente evidente che la definizione di un procedimento alternativo rispetto a quello basato sulla redazione di una Carta nazionale delle aree idonee, che prevede proprio la predisposizione di una Carta nazionale delle aree autocandidate, avrà come unico effetto quello di rinviare la soluzione del problema, legato alla messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi e allo smantellamento delle strutture della passata stagione nucleare, con costi, dall'altra parte, che - per non dimenticare il punto - dal 2010 a oggi, hanno superato circa 4 miliardi di euro, anch'essi a carico delle bollette elettriche dei cittadini e delle cittadine.

Ora, Presidente, alla luce di quanto ho esposto fino a qui, come si fa a non capire che ci troviamo di fronte a un decreto che ha la pretesa di coniugare in un unico contesto normativo profili di necessità e urgenza riferiti a materie che, in realtà, non presentano alcuna attinenza, né alcuna coerenza interna? Come si fa a non capire che certe scelte e certe logiche sono retaggio di politiche energetiche che snobbano le rinnovabili e l'efficienza energetica? E, ancora, come si fa a considerare urgenti per la sicurezza energetica del Paese misure che, alla fine, non garantiscono in alcun modo la stabilità degli approvvigionamenti e sono in evidente contraddizione con gli impegni sulla sostenibilità e la decarbonizzazione assunti nei più recenti consessi internazionali. Siamo usciti da pochi giorni dalla COP28 a Dubai, la Conferenza delle parti, che è, appunto, una Conferenza sui cambiamenti climatici e, nonostante il Governo italiano abbia riconosciuto la necessità di un'uscita graduale dalle fonti fossili, contestualmente alla triplicazione delle capacità di energia rinnovabili entro il 2030, ci troviamo di fronte a un provvedimento del tutto incoerente e inadeguato.

La cosa, però, che dispiace è che, provvedimento dopo provvedimento, queste destre fanno carta straccia degli articoli 9, 32 e 41 della nostra Costituzione. Tutte le misure adottate dal decreto in esame si presentano, infatti, costituzionalmente inconciliabili con il valore attribuito alla tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni, un principio di solidarietà e responsabilità intergenerazionale che dev'essere la bussola per tutti noi decisori politici. Cito, Presidente, testualmente l'articolo 41 della Costituzione, quando dice che l'iniziativa economica privata “non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all'ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali”. Mi chiedo come pensi, questo Governo, di risolvere il problema del caro bollette, perché, in base alle evidenze, ci vogliono vincolare alle fonti fossili per gli anni a venire, mettendo al palo le rinnovabili e, facendo propaganda, proponendo soluzioni futuribili che, ad oggi, non risolverebbero i problemi energetici (per essere ancora più chiara, quando si parla di nucleare di quarta generazione).

Dalla valutazione della Commissione europea proprio sul PNIEC, che, come sappiamo, è il Piano per l'energia e il clima italiano, l'Italia si conferma carente in materia di effort sharing e finanziamenti, tanto che le misure e le traiettorie dei piani purtroppo non ci faranno raggiungere l'obiettivo di una riduzione, al 2030, delle emissioni di gas serra al 55 per cento, ma solo al 51 per cento. Inoltre, purtroppo vengono mancati anche tutti gli altri target europei stabiliti per la fine decennio: per le rinnovabili non si andrà oltre il 38,6 e il 39,3 per cento rispetto al previsto 42,5 per cento e, ancora, per l'efficienza si raggiungerà un miglioramento di appena il 5,8 per cento, che è meno della metà dell'11,7 per cento previsto. Notevoli, inoltre, sono tutte le mancanze in materia di eliminazione dei sussidi dannosi a livello ambientale, i sussidi, quindi, ai combustibili fossili, e in materia di adattamento ai cambiamenti climatici.

Tutto questo a dimostrazione di quanto la strategia climatica di questo Governo sia del tutto inadeguata proprio rispetto agli obiettivi di decarbonizzazione, e di questa inadeguatezza questo provvedimento, purtroppo, è la perfetta espressione. A questo gioco dell'assurdo non ci stiamo, soprattutto quando l'alternativa c'è ed è disponibile fin da subito. Investire sulle rinnovabili significa garantire l'autonomia energetica e risolvere strutturalmente il problema del caro bollette, senza dover scendere a compromessi sulla sostenibilità ambientale.

Per tutte queste ragioni, Presidente, chiediamo di non procedere all'esame del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il deputato Marco Simiani ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale n. 2.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Illustri colleghe e colleghi, il decreto in esame reca disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia, il sostegno alle imprese a forte consumo di energia in materia di ricostruzione nei territori colpiti dagli eccezionali eventi alluvionali che si sono verificati a partire dal 1° maggio 2023.

Si tratta del quarantottesimo decreto adottato in questo primo anno di legislatura, per una media assurda di quattro decreti al mese, ben superiore alle altre legislature. Basterebbe questo in una Repubblica parlamentare per decretarne l'incostituzionalità, perché, nonostante i proclami, il premierato non è ancora legge e, qui, Presidente, siamo in Parlamento, non ad Atreju.

Non mi soffermerei sull'incoerenza del Premier sull'abuso della decretazione d'urgenza, perché ormai è evidente a tutti - ci rivolgiamo, soprattutto, ai colleghi di maggioranza del Parlamento, perché trovino almeno uno scatto d'orgoglio -, guardano ai mesi passati solo a ratificare i decreti del Governo ed essere costretti a non presentare nessun emendamento alla legge di bilancio, una legge di bilancio dei record, da approvare prima del 14 dicembre, ma che rischia di mandare il Paese in esercizio provvisorio.

Continuiamo nel merito. I contenuti del disegno di legge in esame sono, come sempre, caratterizzati, fin dal testo originario, da un carattere multisettoriale, volto al perseguimento di ben distinte finalità, senza che sia possibile individuare una chiara ratio unitaria del provvedimento, come invece richiesto dalla giurisprudenza della Corte costituzionale e, in particolare, dalle sentenze n. 244 del 2016, n. 247 del 2019 e n. 245 del 2022. Una conferma in tal senso viene anche dai pareri resi dal Comitato per la legislazione.

Esaminando i contenuti, si evince, invece, platealmente, che il decreto in esame si qualifica senz'altro come un provvedimento governativo a contenuto plurimo, essendo composto da due capi afferenti, il primo, a misure in materia di energia e, il secondo, a misure in materia di ricostruzione dei territori colpiti dagli eventi eccezionali, le alluvioni, che si sono verificati a partire dal 1° maggio 2023, le cui finalità sono platealmente inconciliabili.

Nel merito si rileva che il decreto in esame interviene, per la terza volta in meno di due anni, sulla medesima materia, quella del rafforzamento della sicurezza degli approvvigionamenti di gas naturale e la relativa flessibilità, all'articolo 2. Il decreto, infatti, riscrive l'articolo 16 del decreto-legge n. 17 del 2022 e riproduce, sostanzialmente, il contenuto di una proposta di legge ordinaria il cui esame era stato già avviato presso la Commissione ambiente della Camera dei deputati, precludendone, di fatto, l'esame e il conseguente approfondimento ordinario. Rifinanzia, con l'articolo 13, il Fondo italiano per il clima, che, invece, era oggetto di tagli per il medesimo anno, di 280 milioni di euro, nel disegno di legge di bilancio all'esame del Senato. Da qui emerge, non solo, la palese mancanza della necessità della decretazione di urgenza, ma anche e soprattutto la vostra totale confusione.

Sullo stesso decreto-legge si concentrano, infatti, troppe questioni da affrontare e per di più eterogenee, generando una legislazione frammentata e dispersiva. Non vi è alcuna programmazione, strategia o visione del futuro, solo toppe su toppe, che non solo non risolvono i problemi, ma nemmeno li affrontano nella loro interezza complessiva. Emerge, quindi, con chiarezza, come questo decreto, non solo, non sia urgente, ma non sia nemmeno omogeneo.

Ma andiamo avanti. Questo decreto, quindi, né urgente, né omogeneo, interviene addirittura nei contenuti in palese contrasto con i principi e gli articoli della stessa Carta costituzionale. Entrando nel merito del contenuto, l'ulteriore profilo di incostituzionalità riguarda il contrasto con l'avvenuto inserimento in Costituzione, con la recente legge costituzionale n. 1 del 2022, da un lato, della tutela dell'ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi fra i principi fondamentali del nostro ordinamento e, dall'altro, di un vincolo alla libera iniziativa economica privata che deve essere svolta in modo da non creare danno alla salute e all'ambiente, con interventi effettuati sull'articolo 41.

Sotto il profilo ambientale, inoltre, le norme che rilanciano l'attività di estrazione di gas, autorizzando nuove concessioni, presenti nel decreto, cancellano, sostanzialmente, le misure di tutela esistenti nel nostro ordinamento, prevedendo l'ammissibilità, in deroga al divieto, delle attività upstream nell'Alto Adriatico e nelle aree marine protette.

Aver inserito la tutela ambientale per le future generazioni in Costituzione deve essere considerato un punto di partenza in un momento storico nel quale la transizione ecologica appare inevitabile, per preservare condizioni vitali sul pianeta, punto di partenza che il Governo e questa maggioranza dovrebbero tener conto, in un'ottica di responsabilità intra-generazionale e intergenerazionale, ma che dimenticano colpevolmente quasi sempre.

Quindi, questo è un decreto, non solo, non urgente, non solo, non omogeneo, ma in chiaro contrasto nel merito dei contenuti con le norme presenti nella Costituzione. Tuttavia, c'è dell'altro, forse ancora più grave di quanto appena esposto. La vostra è malafede, la malafede di una destra e di un Governo che, ancora una volta, preferiscono la propaganda alla soluzione dei problemi e, stavolta, utilizzano addirittura le alluvioni in Toscana per giustificare, così sembrerebbe, la decretazione d'urgenza. Mi spiego meglio.

I danni complessivi dell'alluvione in Toscana, secondo il calcolo effettuato da IRPET e trasmesso da tempo dal Governatore Giani al Governo, ammontano a circa 1.890.000.000 di euro, mentre la relazione calcola, nel complesso, 110 milioni di euro di interventi tra quelli di soccorso alla popolazione e le somme urgenze. A fronte di tali cifre, le uniche risorse stanziate, ad oggi, dal Governo per ristorare i danni sono soltanto 5 milioni di euro. Nonostante il Parlamento abbia discusso, in queste settimane, sul decreto Bollette, sul decreto Anticipi, sul disegno di legge Made in Italy e sulla legge di bilancio, nessuna risorsa aggiuntiva è stata, infatti, stanziata per ristorare i danni e promuovere la ricostruzione in Toscana.

Fino ad oggi, invece di varare un provvedimento organico ed efficace, si sono promosse solo misure parziali e spesso inutili con risorse limitatissime. Nel decreto Anticipi, avete inserito, infatti, norme inutili e palesemente insufficienti rispetto alle richieste del territorio.

Le misure urgenti di sostegno alle imprese esportatrici sono state un flop in Emilia e lo saranno anche in Toscana, mentre posticipare soltanto di poche settimane i termini relativi agli adempimenti e ai versamenti tributari e contributivi - la proroga, infatti, è già scaduta domenica scorsa - non è solo inutile, ma addirittura offensivo nei confronti di imprese e famiglie in ginocchio.

Serve un decreto Alluvioni in maniera urgente e lo abbiamo ripetuto sempre in queste settimane. Abbiamo chiesto in maniera ripetuta, in ogni sede, l'emanazione di un provvedimento tematico ad hoc, un decreto Alluvioni-bis, immediatamente esecutivo, al fine di sostenere concretamente una popolazione in gravissima difficoltà, un provvedimento da emanare entro il corrente mese di dicembre, relativo agli interventi urgenti per fronteggiare l'emergenza, che preveda: un totale ristoro dei danni pubblici e privati, la sospensione e la proroga dei termini fiscali, contributivi, giudiziari e di altro tipo, lo stanziamento di risorse adeguate per la cassa integrazione emergenziale dei lavoratori colpiti dall'emergenza e per finanziare il sostegno al reddito dei lavoratori autonomi.

Voi, non solo, non lo avete fatto e non lo volete nemmeno fare, ma, addirittura, fate passare questo decreto Energia per un decreto Alluvioni, dove sulle alluvioni c'è veramente poco o niente.

Questo è il decreto Alluvioni, ma avete utilizzato le alluvioni per garantire l'urgenza a questo decreto Energia…

PRESIDENTE. Concluda, ha un minuto.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Ho terminato, Presidente. Avete utilizzato la disperazione di migliaia di famiglie, di cittadini e di imprese che hanno perso tutto per trivellare, a vostro piacimento, le aree protette e decretare la fine della maggior tutela dei costi energetici dei cittadini. Si tratta di una strumentalizzazione ignobile, cui potrete porre riparo soltanto approvando gli emendamenti sulle alluvioni che ripresenteremo anche in questo decreto, non norme spot, ma azioni e risorse concrete per la Toscana, ma anche per l'Emilia. Vi aspettiamo al varco. Qui, ci sono parlamentari responsabili e non solo claque o funzionari d'area compiacenti, come abbiamo visto in questi giorni.

Se il Governo Meloni fosse realmente coerente e in buonafede, sostituirebbe subito questo decreto con un decreto ad hoc sulle alluvioni in Italia.

Per questi motivi, il Partito Democratico voterà a favore delle pregiudiziali di costituzionalità del decreto in esame (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. La deputata Eleonora Evi ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Bonelli ed altri n. 3, di cui è cofirmataria.

ELEONORA EVI (AVS). Grazie, Presidente. Non ha fatto in tempo a terminare la COP28 che questo Governo stava già pubblicando l'ennesimo decreto urgente in materia energetica per confermare, ancora una volta, la volontà di insistere a investire nelle fonti fossili.

Quindi, mentre a livello globale si riusciva a definire un testo che conteneva un riferimento dalla portata storica - per la prima volta si è scritto nero su bianco che per i combustibili fossili è l'inizio della fine - ecco che il Governo Meloni si contraddistingue per l'ennesimo provvedimento antistorico, anacronistico, pericoloso, antiscientifico, antieconomico e profondamente ingiusto nei confronti delle prossime generazioni.

Nel 2023 investire ancora nei combustibili fossili è criminale. Abbiamo inserito la tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi in Costituzione. Questo Governo e questa maggioranza fossile se ne sono resi conto?

Abbiamo stabilito che tale tutela viene assicurata anche nell'interesse delle future generazioni: scelte pubbliche, politiche ed economiche devono, quindi, essere ispirate a un principio di solidarietà e responsabilità intergenerazionali. Il Governo Meloni e questa maggioranza fossile sono consapevoli di mettere, giorno dopo giorno, sempre più a rischio la possibilità di vivere su questo pianeta come lo conosciamo oggi per i nostri figli?

Abbiamo modificato la Costituzione per inserire un vincolo aggiuntivo alla libera iniziativa economica privata che, quindi, oggi non può svolgersi in contrasto non soltanto con l'utilità sociale ma anche in modo da recare danno alla salute e all'ambiente. Come è possibile continuare a ignorare tutto ciò?

Non sono nemmeno bastate le numerose pronunce della Corte costituzionale che aveva più volte rintracciato, anche prima della modifica costituzionale, la necessità di bilanciare le attività economiche con la tutela della salute e dell'ambiente. Invece questo nuovo provvedimento calpesta ancora una volta la Costituzione, a nostro parere.

Un provvedimento, peraltro, dal titolo fuorviante che inganna chi legge: sicurezza energetica? Quale sicurezza energetica dovrebbero portare le nuove trivellazioni, in che modo estrarre quel poco di gas presente nei fondali marini e che volete estrarre attraverso il rilancio delle attività delle piattaforme off shore di estrazione degli idrocarburi dovrebbe contribuire a rendere più sicuro l'approvvigionamento energetico del nostro Paese?

Le stime dell'ex Ministero della Transizione ecologica valutavano intorno ai 70 miliardi i volumi delle riserve recuperabili sull'intero territorio nazionale, in terraferma e in mare; recuperabili nel senso che calcolavano l'insieme delle riserve certe e probabili con una probabilità maggiore del 50 per cento. Una quantità che, nel suo complesso, coprirebbe il fabbisogno nazionale per un solo anno; un solo anno! La quantità di gas recuperabile grazie alle previsioni di cui all'articolo 4 di questo provvedimento è stimata intorno ai 15 miliardi di metri cubi in dieci anni, ossia 1,5 all'anno, soltanto quindi il 2 per cento del fabbisogno nazionale. Dunque, di nuovo, di quale sicurezza energetica stiamo parlando? Per non citare la folle dichiarazione della strategicità delle opere e delle infrastrutture volte a realizzare i nuovi impianti di rigassificazione in terraferma. Renderci sempre più dipendenti da approvvigionamenti di fonti fossili dall'estero sarebbe una strategia lungimirante per renderci più autonomi e indipendenti? Non credo proprio.

Tornando all'estrazione di combustibili fossili nostrani che questo Governo vuole rilanciare, mi preme rimarcare altri aspetti molto gravi. Le concessioni ammesse alle procedure di approvvigionamento di gas naturale di produzione nazionale possono operare anche nelle aree interessate dai vincoli aggiuntivi di esclusione, dovendo essere presi in considerazione soltanto i vincoli classificati come assoluti dal PITESAI e nel rispetto della normativa dell'Unione europea e degli accordi internazionali.

Inoltre, in deroga alle norme di divieto delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione nell'alto Adriatico e nelle aree marine protette, è consentita la coltivazione di gas naturale sulla base di concessioni esistenti ovvero di nuove concessioni nel tratto di mare compreso tra il 45° parallelo e il parallelo distante da quest'ultimo 40 chilometri a sud e che dista almeno 9 miglia marittime dalle linee di costa.

Ancora più stigmatizzabile è quanto previsto dal comma 4 che consente, in deroga al divieto di cui all'articolo 6 del comma 17 del decreto n. 52 del 2006, il rilascio di nuove concessioni di coltivazione di idrocarburi in zone di mare tra le 9 e le 12 miglia dalle linee di costa e dal perimetro esterno delle aree marine e costiere protette. Di questo stiamo parlando, di una ripresa indiscriminata di fatto delle trivellazioni.

È evidente come tutto questo rechi pregiudizio all'ambiente, agli ecosistemi e alle generazioni future, come tutto questo non faccia altro che aggravare la crisi climatica in atto, come tutto questo danneggi e ritardi lo sviluppo di un programma di investimenti sulle fonti energetiche rinnovabili che, al contrario - queste sì - coniugherebbero autonomia energetica, sostenibilità ambientale e sociale nel rispetto dei principi costituzionali di cui sopra. Non volerlo vedere è irresponsabile e colpevole.

In ultimo, occorre evidenziare…

PRESIDENTE. Attenda soltanto pochi secondi, chiedo scusa. Colleghi deputati, consentiamo alla collega di proseguire il suo intervento nel silenzio. Prego, prosegua.

ELEONORA EVI (AVS). In ultimo, occorre evidenziare che la parte del provvedimento che contiene norme che riguardano i territori colpiti dagli eventi alluvionali che si sono verificati a partire dal 1° maggio 2023 o anche le norme relative al decommissioning e alla gestione dei rifiuti radioattivi, ovviamente, non ha nulla a che fare con il contenuto proprio del decreto-legge e risulta quindi estranea per materia. Anche qui la Corte costituzionale si è già espressa nel rispetto del criterio di omogeneità oltre che sul rispetto degli indispensabili requisiti di straordinaria necessità e urgenza richiesti dall'articolo 77 della Costituzione per la legittima adozione di decreti-legge.

Quindi, ancora una volta, assistiamo a una violazione e a un abuso della decretazione d'urgenza, anche attraverso la commistione e la sovrapposizione nello stesso decreto-legge di oggetti e finalità eterogenee, in aperto contrasto con la giurisprudenza costituzionale in materia.

Per tutti questi motivi, il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra con la sua questione pregiudiziale chiede di non procedere all'esame del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gianangelo Bof. Ne ha facoltà.

GIANANGELO BOF (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, ho letto nei giorni scorsi le argomentazioni che sono state presentate nelle pregiudiziali e, onestamente, mi è venuto in mente un famosissimo libro di Collodi, su Pinocchio, ma non tanto per il protagonista, quanto più per una figura marginale di questo bellissimo libro che è il grillo parlante.

Tornando ora nel merito del provvedimento – e, poi, vi spiegherò perché ho fatto questo collegamento - voglio parlarvi di come la pensiamo noi come Lega. Abbiamo sempre sostenuto, come Lega, che il ritorno all'energia nucleare sia fondamentale per dare un'autonomia energetica al nostro Paese, per creare un'indipendenza energetica per il nostro Paese. Ma non solo per questo, perché ormai tutta l'opinione pubblica ambientalista a livello internazionale riconosce il nucleare come un passaggio fondamentale per la decarbonizzazione e per il miglioramento della qualità dell'aria e dell'ambiente nel nostro Paese e in Europa in generale.

Oggi come oggi, il nucleare in Europa rappresenta circa il 26 per cento della produzione ed è una produzione lineare, costante e consente alle nostre industrie di lavorare. Abbiamo oltre 400 centrali in tutto il mondo che attualmente funzionano e ne abbiamo oltre 100 in Europa. L'Italia poi, tra l'altro, dovrebbe avere un occhio di riguardo verso questo spunto, questa ricerca, questo modo di creare energia perché proprio dall'Italia, con Enrico Fermi, nasce negli Stati Uniti il primo reattore a fissione nucleare. Quindi, l'Italia è la patria che ha fatto nascere l'energia nucleare.

Negli anni Cinquanta l'Italia era all'avanguardia: avevamo oltre 5 centrali nucleari e provvedevamo al nostro sviluppo industriale, alla nostra produzione energetica proprio grazie a queste centrali nucleari.

Oggi logicamente il nucleare non è più quello degli anni Cinquanta, ma siamo già al nucleare di quarta generazione, un nucleare che produce meno scorie, un nucleare che produce meno impatto sul territorio. Peraltro, sicuramente anche le alternative, ossia i combustibili fossili, non è che non producano scorie o CO2, che poi dobbiamo andare ad assimilare con tutta una serie di altre politiche, perché viene immessa in atmosfera e quindi dobbiamo trovare il sistema per catturarla. C'è un mondo che tipicamente non guarda politicamente noi, ma guarda soprattutto la sinistra - il mondo ambientalista - che sta dicendo a gran voce che il nucleare serve, cioè il grillo parlante di Pinocchio vi sta dicendo che quella è la strada, se vogliamo avere un ambiente più pulito (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), ma, nonostante ciò, il grillo parlante non viene ascoltato.

Abbiamo bisogno di provvedimenti che tutelino l'ambiente, ma qui abbiamo interventi per favorire l'approvvigionamento energetico, l'approvvigionamento di gas, la diversificazione delle fonti di approvvigionamento di gas e, soprattutto, visto che i giacimenti ce li abbiamo anche noi, un approvvigionamento interno di gas, perché è importante riuscire a utilizzare anche le nostre risorse. Ma qualcuno potrebbe dire: ma voi pensate solo al nucleare, alle trivellazioni, a usare il gas che abbiamo in casa e non pensate ad altro. No, in realtà questo provvedimento favorisce gli impianti fotovoltaici e gli impianti eolici e attribuisce incentivi alle regioni che decidono di ospitare impianti importanti a livello di produzione di energie rinnovabili. Quindi, quello che sostengo - e poi concludo - è che veramente non trovo ragionevolezza nelle pregiudiziali. Forse, l'unica ragionevolezza che potrei trovare è che sia stato usato un sistema d'urgenza per arrivare al provvedimento: all'interno di questo provvedimento stiamo cercando di colmare i ritardi del governatore della regione Toscana nella comunicazione dei danni dell'alluvione e noi, a differenza del governo della regione Toscana, stiamo cercando di inserire in questo provvedimento, in via molto rapida, 50 milioni che servono proprio a dare una risposta a quelle popolazioni colpite dalle calamità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quindi, cerchiamo anche di colmare le lacune che sono di un'altra parte politica e di un altro organo dello Stato.

Pertanto, come Lega, riteniamo che questo provvedimento debba andare avanti spedito nell'ottica di aiutare le popolazioni colpite dall'alluvione e nell'ottica di un Paese, dotato di maggiore autonomia energetica, nel quale si riesca a dare energia alle nostre imprese in modo anche più economico e a garantire un futuro di indipendenza energetica all'Italia e all'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Chiedo cortesemente, per evitare di interrompere in continuazione, visto che abbiamo ancora tre interventi prima di procedere alla votazione, ai colleghi che intendessero dialogare e confrontarsi, di farlo consentendo agli oratori di svolgere il proprio intervento in tranquillità. Si può guadagnare l'esterno dell'Aula per parlare, senza restare in Aula e disturbare chi sta svolgendo il proprio intervento.

Ha chiesto di parlare il deputato D'Alessio. Ne ha facoltà.

ANTONIO D'ALESSIO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Intanto per annunciare il voto di astensione di Azione PER e per fare qualche riflessione che peraltro non rappresenta una novità, ma anzi sta diventando addirittura imbarazzante, quanto siamo ripetitivi rispetto a ciò che diciamo e che facciamo nella consapevolezza di aver trasformato percorsi straordinari in percorsi ordinari. Quindi, al di là dei profili di merito del provvedimento, faccio qualche considerazione che attiene a un profilo un po' più ampio: siamo al 48° decreto, siamo su numeri da record - ma lo abbiamo già detto -, l'onestà intellettuale ci porta a dire che l'abuso della decretazione d'urgenza purtroppo ha caratterizzato anche i percorsi degli altri Governi, ma questa volta siamo veramente all'esagerazione, peraltro posta in atto da chi più protestava rispetto alla necessità di interpretare l'utilizzazione della decretazione di urgenza come uno strumento straordinario e non ordinario. Siamo dinanzi a un monocameralismo a chiamata alternata e non ci rendiamo conto di quanto sia grave lo strappo alla regolarità dei percorsi procedurali e istituzionali.

Il Parlamento - lo vediamo sempre in maniera più nitida - è svuotato e viene ignorato il carattere straordinario - ripeto - della decretazione d'urgenza, con la posizione di questioni di fiducia che azzerano il dibattito, il confronto e i contributi che possono arrivare, non soltanto dall'opposizione che esprime doglianze, ma anche dai colleghi della maggioranza. Del resto, l'iter ordinario fu pensato ed adottato sulla base di equilibri, di esigenze, di garanzie di confronto, di controllo, di trasparenza, di collegialità, con una centralità del Parlamento…

PRESIDENTE. Colleghi - chiedo scusa se la interrompo, deputato D'Alessio - è il terzo richiamo che faccio: vi prego di accomodarvi fuori dall'Aula se intendete parlare tra voi, perché questo brusio è insopportabile. Mi arrivano segnalazioni ed io ho il dovere di farlo presente all'Aula. Non è vietato conversare, è vietato farlo qui perché, se tutti conversano, l'oratore non può riuscire a svolgere al meglio il proprio intervento, com'è nel suo diritto. Prego deputato, prosegua.

ANTONIO D'ALESSIO (AZ-PER-RE). Presidente, la ringrazio, ma questo rientra veramente in quello che sto dicendo, cioè nel senso di questo intervento. Abbiamo creato una giostra assurda, con una decretazione che schiaccia la potenzialità dei parlamentari di esprimersi e di dare contributi e, per la verità, le questioni pregiudiziali rientrano sostanzialmente in questa giostra. Quindi, la centralità del Parlamento oggi sembra veramente fuori dal mondo perché è solo teorica. Noi ci auguriamo che il Presidente della Repubblica intervenga ancora - con il suo equilibrio e il suo garbo, ma anche con la sua grande autorevolezza - a stigmatizzare l'abuso della decretazione d'urgenza; tuttavia, non condividiamo nemmeno questa metodologia di utilizzare lo strumento delle questioni pregiudiziali come uno stanco automatismo da contrapporre, senza un vaglio rigoroso, alla decretazione d'urgenza. In questo caso, per la verità, i profili di costituzionalità attenzionati sono molto meno rilevanti di altre volte e si ascoltano, troppo spesso, nelle questioni di costituzionalità degli interventi che attengono al merito del provvedimento, non alla sede delle questioni pregiudiziali. No, dunque, a nostro avviso all'abuso della decretazione d'urgenza ed all'esagerato ricorso alla fiducia, ma “no” anche all'abuso delle questioni pregiudiziali.

Noi non vogliamo rassegnarci a un refrain che mortifica il Parlamento, l'autorevolezza del Parlamento e annienta la funzione dei parlamentari. Ribadisco dunque il voto di astensione di Azione PER (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mauro Del Barba. Ne ha facoltà.

MAURO DEL BARBA (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, siamo di fronte all'ennesima decretazione d'urgenza e alla “enne meno x-esima” questione pregiudiziale: sono due riti che si rinforzano reciprocamente e rispetto ai quali diventa anche abbastanza lezioso e ipocrita continuare a lamentarsi; rischia di essere un esercizio retorico e velleitario. È vero: la numerosità dei decreti-legge in questa legislatura eccede qualsiasi precedente ed è vero che un'eccessiva numerosità dei decreti-legge limita, al di là di quelle che sono le previsioni costituzionali, l'attività del Parlamento, ma non è la questione pregiudiziale sul singolo decreto-legge il luogo in cui affrontare seriamente questo tema. Il tema della numerosità appunto non può riguardare il singolo decreto; il tema della numerosità - se lo vogliamo porre in modo non retorico - va posto con altri strumenti in quest'Aula e fuori da quest'Aula. Per quanto attiene alle altre questioni pregiudiziali che sono state presentate, il carattere di necessità e urgenza non è contestato da nessuno ed è assolutamente incontestabile, viste le materie affrontate. E, se proprio vogliamo ravvisare, dal punto di vista formale, elementi che meritino una discussione, questi potrebbero riguardare la multidisciplinarietà, le due materie che vengono affrontate, quella energetica e quella delle alluvioni. Ma cosa comporterebbe dal punto di vista sostanziale? Di tornare a fare due decreti differenti, aumentando la numerosità e ritardando gli effetti sulle alluvioni. È chiaro che allora ci stiamo avvitando in un dibattito capzioso che non serve nemmeno ad affrontare e a porre l'accento sulla reale emergenza costituzionale che questa legislatura sta affrontando.

Ma veniamo all'aspetto più innovativo di questa pregiudiziale: il nuovo articolo 9 della nostra Costituzione, il rispetto dell'ambiente in Costituzione. Credo che nelle pregiudiziali si stia facendo un abuso dell'interpretazione costituzionale di questo articolo. Questo abuso, purtroppo, era nell'aria fin dal momento in cui abbiamo approvato quella riforma costituzionale, perché, come è anche stato sottolineato, la riforma costituzionale che ha inserito l'ambiente in Costituzione non ha apportato novità costituzionali che erano già state tutte previste da sentenze della Corte costituzionale. Quindi non è ammissibile un'argomentazione che, con riferimento alle coltivazioni di gas, ravvisi ora l'impossibilità di farne, perché questo avrebbe dovuto esserci anche in precedenza. Anzi, è pericolosa questa interpretazione dell'innovazione costituzionale, è ideologica. Avendo inserito l'ambiente in Costituzione, abbiamo voluto costituzionalizzare una prassi esistente, ma abbiamo mancato una grandissima occasione che era in quei disegni di legge della scorsa legislatura, ossia di inserire lo sviluppo sostenibile in Costituzione. Questo avrebbe dato dignità al dibattito di questa mattina che invece è svilente e ideologico.

Non è possibile affermare che, nell'interesse delle future generazioni, non si debba rafforzare la quantità di gas che abbiamo deciso necessaria per la transizione. Soprattutto, chi le presenta viene da una legislatura precedente e ha sostenuto un Governo che ha girato il mondo per andare a cercare le quantità di gas necessarie a garantire la sicurezza energetica di questo Paese e delle future generazioni. Quindi, non solo è un approccio ideologico, che svilisce l'innovazione costituzionale, ma è anche pericoloso per quanto riguarda la salvaguardia delle future generazioni.

Quindi credo che questi dibattiti sulle pregiudiziali costituzionali facciano male al Parlamento, sviliscano la serietà della Costituzione e non mettano in necessario risalto quello che è effettivamente il tema serio, costituzionale, che riguarda questo Parlamento, che è quello dei rapporti con il Governo e con la maggioranza. Per tutti questi motivi, Presidente, dichiaro il voto contrario sulle questioni pregiudiziali (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caramanna. Ne ha facoltà.

GIANLUCA CARAMANNA (FDI). Presidente, colleghe, colleghi, come illustrato, è stato incardinato in X Commissione (Attività produttive) il decreto-legge sulla sicurezza energetica, approvato il 5 dicembre scorso, che reca disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia e il sostegno alle imprese a forte consumo di energia. Il testo va a completare e ad integrare il decreto Energia già approvato dal Consiglio dei ministri del 27 novembre 2023.

Questo provvedimento è composto da ben 21 articoli e 3 Capi. Il Capo I, dall'articolo 1 al 14, afferisce alle misure in materia di energia, mentre il Capo II, articoli 15-18, reca misure in materia di ricostruzione nei territori colpiti dagli eccezionali eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023, mentre il Capo III, articoli 19-21, reca disposizioni finali e finanziarie.

L'attuale quadro normativo relativo all'approvvigionamento e all'impiego delle fonti di energia si caratterizza per elevati rischi di instabilità del contesto geopolitico, da una parte, e solleva l'esigenza di provvedere alla sicurezza delle nostre forniture, garantendo quindi la capacità di far fronte con continuità alla domanda di energia e l'economicità della stessa, l'urgenza di perseguire il raggiungimento di importanti ed impegnativi obiettivi, come quello della decarbonizzazione, della sicurezza e dell'economicità delle forniture, aspetti che operano tra loro in modo sinergico e richiedono l'adozione di misure urgenti, quali quelle che caratterizzano il presente decreto-legge.

Si tratta, quindi, di un provvedimento assolutamente necessario ed urgente, che giustifica il ricorso alla decretazione d'urgenza e che rispetta in toto i principi di legittimità di cui all'articolo 77.

Peraltro, la scelta di procedere con speditezza alla definizione di un quadro normativo si impone anche per completare la cornice dei principali obiettivi del PNRR. Il testo opera una riforma delle agevolazioni a favore delle imprese a forte consumo di energia elettrica, in modo da adeguare la disciplina nazionale e quella europea in materia di aiuti di Stato a favore del clima, dell'ambiente e dell'energia 2023.

Inoltre, nel quadro delle riforme settoriali previste dalle singole missioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza si attua una semplificazione amministrativa di alcune procedure in materia energetica al fine di rimuovere gli ostacoli amministrativi e procedurali che possono condizionare negativamente le attività economiche.

Si introducono misure volte ad accelerare gli investimenti in autoproduzione di energia rinnovabile. Nel caso di più istanze concorrenti per la concessione della medesima superficie, gli enti concedenti, ai fini dell'individuazione del concessionario, attribuiscono una preferenza ai progetti di impianti fotovoltaici o eolici volti a soddisfare il bisogno energetico dei soggetti iscritti nell'elenco delle imprese a forte consumo di energia elettrica, istituito presso la Cassa per i servizi energetici e ambientali.

Venendo ad illustrare solo alcuni degli articoli più contestati dalle questioni pregiudiziali, l'articolo 12 stabilisce che l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile proceda alla formazione e alla tenuta di un registro in cui sono iscritti in tre distinte sezioni, su istanza del produttore o del distributore interessato, i prodotti che rispondono a determinati requisiti di carattere territoriale e qualitativo.

L'articolo 7 invero è una disposizione avente carattere ordinamentale che non comporta nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. La disposizione prevede che i costi per il rilascio di licenze di esplorazione, di autorizzazioni allo stoccaggio geologico di CO2 o di autorizzazioni a svolgere programmi sperimentali di stoccaggio geologico di CO2 siano posti a carico degli operatori interessati dalle attività medesime mediante il versamento di un contributo di importo non superiore all'1 per mille del valore delle opere da realizzare. Ciò in analogia a quanto disposto dall'articolo 1, comma 110, della legge 23 agosto 2004, n. 239, per le altre infrastrutture energetiche.

L'articolo 11, per citarne un altro, favorisce il raggiungimento di una soluzione condivisa per la localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi all'interno di un piano tecnologico. A tal fine viene autorizzata la spesa per misure premiali sulla base di un programma ad hoc, per le quali viene autorizzata la spesa di un milione di euro annui a decorrere dal 2024, cui si provvede per il 2024 mediante corrispondente riduzione della tabella A del Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, per gli anni successivi mediante corrispondente riduzione del fondo di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.

Per questi motivi, Presidente, a nome di tutto il gruppo di Fratelli d'Italia, non rilevando alcun profilo di incostituzionalità su questo provvedimento, chiediamo di poter procedere senza indugio all'esame del provvedimento sulla sicurezza energetica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle questioni pregiudiziali Ilaria Fontana ed altri n. 1, Simiani ed altri n. 2 e Bonelli ed altri n. 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Assegnazione a Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 1550.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di proposta di legge a Commissione in sede legislativa.

Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa della seguente proposta di legge, della quale la sotto indicata Commissione ha chiesto il trasferimento in sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento:

alla VII Commissione (Cultura):

S. 840. – Senatore MARTI: «Istituzione di un contributo stabile all'Istituto della Enciclopedia italiana» (approvata dalla 7ª Commissione permanente del Senato) (1550).

Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.

(Così rimane stabilito).

Sospendiamo a questo punto la seduta per 10 minuti, al fine di consentire alla Commissione affari costituzionali di esprimere il parere sugli emendamenti riferiti al disegno di legge n. 1555.

La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 11,20.

La seduta, sospesa alle 11,10, è ripresa alle 11,20.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 795 - Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2022 (Approvato dal Senato) (A.C. 1555​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1555: Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2022.

Ricordo che, nella seduta del 18 dicembre, si è conclusa la discussione sulle linee generali e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre la relatrice vi ha rinunciato.

(Esame degli articoli - A.C. 1555​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge e delle proposte emendative presentate (Vedi l'allegato A).

Avverto che, fuori dalla seduta, le proposte emendative 5.1001 Gadda e 9.01000 Gadda sono state ritirate dalla presentatrice.

Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A), che sono in distribuzione.

Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, i seguenti articoli aggiuntivi, già dichiarati inammissibili in Commissione: gli identici 9.01 Benzoni e 9.04 Peluffo, 11.01 e 12.04 Peluffo, Della Vedova 21.07.

Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per princìpi o riassuntive, ai sensi articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare. A tal fine, il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e la componente politica +Europa del gruppo Misto sono stati invitati a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 1555​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

GIORGIA ANDREUZZA, Relatrice. Grazie, Presidente. Sugli emendamenti 1.1 Peluffo, 1.3 Evi, 1.4 Bonelli e 1.7 Peluffo, invito al ritiro o parere contrario, così come sugli identici emendamenti 1.5 Cappelletti e 1.6 Evi. Anche sugli emendamenti 1.8, 1.2 e 1.9 Peluffo, 1.10 Evi e 1.11 Bonelli, invito al ritiro o parere contrario, così come sugli identici emendamenti 1.12 Cappelletti e 1.13 Peluffo, nonché sugli identici emendamenti 1.15 Cappelletti e 1.16 Evi. Anche sugli emendamenti 1.17 e 1.18 Benzoni invito al ritiro o parere contrario, così come sugli identici emendamenti 1.19 Cappelletti e 1.20 Peluffo.

PRESIDENTE. Può proseguire, cortesemente, con gli articoli aggiuntivi?

GIORGIA ANDREUZZA, Relatrice. Se per voi va bene, io esprimerei direttamente parere contrario su tutti gli articoli aggiuntivi.

PRESIDENTE. Il Governo?

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Conforme alla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'emendamento 1.1 Peluffo.

Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.1 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.3 Evi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.4 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.7 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.5 Cappelletti e 1.6 Evi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.8 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.2 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.9 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.10 Evi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.11 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.12 Cappelletti e 1.13 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.15 Cappelletti e 1.16 Evi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.17 Benzoni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.18 Benzoni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 1.19 Cappelletti e 1.20 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo alla votazione dell'articolo 1.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Sanzo. Ne ha facoltà.

CHRISTIAN DIEGO DI SANZO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Volevo intervenire in dichiarazione di voto sull'articolo 1 anche per esprimere un giudizio su questo provvedimento, che ci lascia pienamente insoddisfatti. Un disegno di legge che dovrebbe essere molto importante, avere grandi ambizioni, cioè la rimozione degli ostacoli regolatori all'apertura dei mercati, la promozione della concorrenza, la tutela dei consumatori, risulta poi debole e insufficiente e tradisce le aspettative di famiglie e imprese. È molto poco incisivo in tutti gli aspetti della concorrenza e addirittura in molti aspetti sembra, più che una rimozione degli ostacoli, proprio una conservazione dello status quo in molti settori, ed è una cosa che non fa bene né alle imprese, né ai consumatori.

In questo caso specifico cercavamo, con i nostri emendamenti, che avete bocciato tutti, poco fa, di dare una voce anche alle regioni e alle province autonome, chiedendo anche il loro parere nell'approvazione del Piano decennale dello sviluppo della rete. Si tratta di fare un percorso e una politica con i territori, che è una cosa che vi abbiamo chiesto più volte durante questa legislatura, ma è sempre una dimostrazione del vostro modo di fare, che scavalca il territorio e lo vediamo in tutto, a partire dalle ultime tragedie con gli eventi alluvionali. Avevamo chiesto anche di includere le tecnologie di accumulo nel piano dello sviluppo decennale, perché la transizione ecologica avrà bisogno di queste tecnologie, vi piaccia o non vi piaccia, ma è un dato di fatto. Chiedevamo proprio che anche queste fossero incluse e anche questo è stato bocciato. In generale, chiedevamo veramente un po' di chiarezza nello sviluppo del Piano della rete di trasmissione nazionale, con un'informativa alle Commissioni parlamentari, la presentazione del Piano alle Commissioni e il rafforzamento in generale del ruolo dell'ARERA e non solo di quello del Ministero. Però, tutto va nella direzione di rafforzare, sempre e soltanto, l'Esecutivo, scavalcare i territori e fare, insomma, quello che vi pare, e anche questa volta lo avete dimostrato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.01 Benzoni, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 1.03 Evi, con il parere contrario della Commissione e del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 1555​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e la rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

GIORGIA ANDREUZZA, Relatrice. Sugli identici emendamenti 2.2 Cappelletti e 2.14 Peluffo, invito al ritiro o parere contrario; emendamento 2.3 Cappelletti, invito al ritiro o parere contrario; emendamento 2.1001 Gadda, invito al ritiro o parere contrario; emendamento 2.6 Peluffo, invito al ritiro o parere contrario; identici emendamenti 2.4 Pavanelli, 2.7 Peluffo e 2.12, Evi invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Sugli identici emendamenti 2.4 Pavanelli, 2.7 Peluffo e 2.12 Evi, invito al ritiro o parere contrario?

GIORGIA ANDREUZZA, Relatrice. Sì. Sugli identici emendamenti 2.1 Benzoni, 2.1000 Gadda e 2.5 Peluffo invito al ritiro o parere contrario; emendamento 2.8 Peluffo invito al ritiro o parere contrario.

Poi, sull'articolo aggiuntivo 2.05 Bonelli, invito al ritiro o parere contrario; articolo aggiuntivo 2.02 Cappelletti, invito al ritiro o parere contrario; infine, articolo aggiuntivo 2.04 Peluffo invito al ritiro o parere contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Parere conforme alla relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.2 Cappelletti e 2.14 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.3 Cappelletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.1001 Gadda, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.6 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.4 Pavanelli, 2.7 Peluffo e 2.12 Evi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 2.1 Benzoni, 2.1000 Gadda e 2.5 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.8 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.05 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 2.02 Cappelletti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cappelletti. Ne ha facoltà.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Grazie, Presidente. Questo emendamento interviene concedendo la cosiddetta proroga del mercato tutelato. Ora tutto si può dire meno che in questo Parlamento non ci sia stata l'occasione, per la maggioranza e per il Governo, di concedere, approvare e convergere su questa proposta delle opposizioni per una proroga del mercato tutelato.

È stato detto: non possiamo farlo perché c'è una specifica previsione nel PNRR. È parzialmente vero, perché la previsione del PNRR riguarda solo il mercato elettrico e non anche il mercato del gas. Invece, Governo e maggioranza approfittano di questa norma per ficcarci dentro pure il passaggio al mercato libero anche del gas. Ma al di là di questo, quando è stata inserita quella previsione, da un Governo, peraltro, che era composto sostanzialmente per i due terzi dal Governo attuale, il mondo era diverso da quello attuale. Quella previsione è stata inserita prima della crisi energetica; quella previsione è stata inserita prima della fiammata inflattiva; quella previsione è stata inserita prima di due guerre; quella previsione è stata inserita prima dell'aumento stellare dei prezzi dell'energia. Quindi, una riflessione in più sarebbe stata doverosa, anche perché parimenti per analoghi vincoli, per analogo rispetto delle direttive europee, per esempio nei confronti dei balneari, questo Governo se n'è infischiato delle direttive e dei vincoli europei (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È andato avanti come un bulldozer e, tra l'altro, adesso ci troveremo molto probabilmente a dover pagare anche le conseguenze di questa scelta.

Aggiungo - e concludo - che se dobbiamo rispettare i vincoli inseriti nel PNRR, perché non rispettiamo anche i vincoli di intraprendere un'efficace campagna di informazione, che era un vincolo preciso e specifico inserito nel PNRR (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e che, per essere efficace, doveva iniziare un anno fa? Avete detto: siamo pronti. Ebbene, dopo un anno di informazione, in questo momento saremmo stati anche noi a favore se avessimo avuto 10 milioni di cittadini, 10 milioni di fruitori di questo servizio consapevoli del passaggio che ci troviamo a intraprendere, ma quello è, sì, un vincolo contenuto nel PNRR del quale maggioranza e Governo chiaramente si disinteressano. Per questo motivo chiedo, per l'ultima volta, al Governo di accantonare questa proposta emendativa e di fare un supplemento di valutazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.02 Cappelletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 2.04 Peluffo.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Peluffo. Ne ha facoltà.

VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Questo ramo del Parlamento si è già occupato della proposta di proroga del regime di maggior tutela e lo ha fatto convertendo in legge il cosiddetto decreto Bollette. A quel provvedimento erano stati presentati emendamenti in tal senso praticamente da tutti i gruppi parlamentari, anche da quelli di maggioranza. Poi è intervenuta la tagliola della fiducia, che ha impedito nell'Aula la discussione su quegli emendamenti e successivamente è stato presentato - Presidente, lo ricorderà - un ordine del giorno di maggioranza, che poi è stato riformulato, diventando talmente insulso da non produrre nulla. Poi, è stata abbastanza particolare la discussione che ne è scaturita, che è stata anche un po' paradossale in alcuni toni e argomenti utilizzati da esponenti della maggioranza, soprattutto da parte di Fratelli d'Italia, che, anziché impegnarsi per provare a portare a casa quella proroga, si sono impegnati nel dire: no, questa è tutta responsabilità delle opposizioni, tutta colpa del PD, in riferimento alla scelta della legge sulla concorrenza del 2017 e, ovviamente, della scelta di averla inserita nel PNRR nel 2022. Da questo punto di vista, noi rivendichiamo quelle scelte, rivendichiamo la scelta fatta nella legge sulla concorrenza nel 2017, di averla inserita nel PNRR nel 2022; anzi, noi rivendichiamo anche i decreti Bersani e quelli di Letta, che, alla fine degli anni Novanta, hanno liberalizzato, iniziato quel percorso di liberalizzazione dei mercati dell'energia che ha prodotto tantissimi investimenti, ma, nel frattempo, qualcosa è successo e faccio riferimento alla scelta di inserirlo nel PNRR nel 2022, come ricordava prima il collega Cappelletti: l'impatto sui mercati dell'energia della crisi del conflitto ucraino, generato dall'aggressione russa nei confronti dell'Ucraina, l'incertezza con la tragedia in corso nel Medio Oriente. Tuttavia, voglio ricordare anche che qualcosa non è successo e faccio riferimento direttamente alle competenze del Governo, di questo Governo. Mi riferisco, innanzitutto, alla campagna di comunicazione che doveva essere fatta come condizione per consentire ai clienti domestici finali di passare agevolmente al mercato libero, un impegno che è stato inserito anche nelle condizioni del parere della X Commissione sul decreto ministeriale dello scorso giugno. Non è stato fatto nulla in questa direzione.

Poi, nel decreto cosiddetto Lavoro, ricordo l'emendamento con la clausola sociale presentato dalla maggioranza che ha inserito una serie di vincoli per gli aggiudicatari delle aste e noi abbiamo ricevuto sempre in X Commissione una lettera dell'Authority di settore competente, l'ARERA, che diceva che in ragione di quella scelta non era nelle condizioni di predisporre in tempo le aste. Infatti, le aste - è notizia di pochi giorni fa - sono state posticipate, ma, soprattutto, c'è il rischio concreto di un aumento indiscriminato dei prezzi per i clienti domestici, lo dicono i dati del primo semestre di quest'anno, forniti in audizione, sollecitati e forniti dall'Istat e dall'ARERA.

PRESIDENTE. Concluda.

VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO (PD-IDP). Presidente, mi avvio a concludere. E parla anche di questo rischio la sanzione dell'Antitrust comminata a 10 società dell'energia, per 15 milioni di euro, per pratiche commerciali aggressive, per aver indotto all'accettazione di un aumento del prezzo, indebito. Ecco, questi sono i rischi.

Il superamento della maggior tutela va fatto in maniera ordinata e con l'obiettivo della tutela dei consumatori. Queste condizioni non ci sono per quello che questo Governo non ha fatto, per questo è necessaria la proroga di un anno, per poter corrispondere a questi tre impegni necessari (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 2.04, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

(Esame dell'articolo 3 - A.C. A.C. 1555​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice, deputata Andreuzza, ad esprimere il parere.

GIORGIA ANDREUZZA, Relatrice. Sugli emendamenti 3.7 e 3.8 Evi, 3.1 Peluffo, 3.5 e 3.6 Evi e 3.2 Peluffo il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.7 Evi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.8 Evi, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.1 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.5 Evi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.6 Evi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.2 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 37).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 1555​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice, deputata Andreuzza, ad esprimere il parere.

GIORGIA ANDREUZZA, Relatrice. Sugli emendamenti 4.1 e 4.2 Peluffo il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Parere conforme a quello del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.1 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.2 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 40).

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 1555​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere.

GIORGIA ANDREUZZA, Relatrice. Sull'emendamento 5.1001 Gadda il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il primo è l'emendamento 5.1000 Gadda.

GIORGIA ANDREUZZA, Relatrice. Mi risulta ritirato, è possibile?

PRESIDENTE. Risulta anche a me che sia stato ritirato. Un attimo di pazienza. È il contrario, è stato ritirato l'emendamento 5.1001 Gadda, mentre vive l'emendamento 5.1000 Gadda.

GIORGIA ANDREUZZA, Relatrice. Mi scuso. Allora, sull'emendamento 5.1000 Gadda il parere è contrario e anche sull'articolo aggiuntivo 5.01 Magi il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Parere conforme.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.1000 Gadda, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 42).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 5.01 Magi.

Ha chiesto di parlare il deputato Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Sottopongo all'Aula, ai colleghi, questo articolo aggiuntivo che vuole affrontare la questione incredibile della situazione del trasporto pubblico locale su gomma non di linea nelle nostre città; mi riferisco sostanzialmente ai taxi. Come tutti sapete, come tutti sappiamo - molti in quest'Aula credo che siano anche utenti, oltre che avere la responsabilità di legislatori - in molte città italiane, soprattutto in alcuni periodi e soprattutto nelle città più grandi, di fatto c'è un disservizio cronico. A tutti sarà capitato di trovarsi nelle stazioni delle principali città, a Roma, ma accade anche a Milano, a Firenze e a Bologna, e di notare file di cittadini di decine di metri perché non ci sono taxi. Di fronte a questo, c'è l'occasione del disegno di legge Concorrenza e c'è l'occasione anche di raccogliere le indicazioni arrivate dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato di aprire maggiormente alla concorrenza. Questo articolo aggiuntivo è moderato e ragionevole. Avremmo potuto proporne altri più radicali e con un intervento più a fondo ma, dovendo indicarne pochi all'interno dei segnalati, abbiamo visto quello che poteva raccogliere un'adesione più ampia. Questa proposta emendativa semplicemente impone alle amministrazioni locali e ai comuni l'obbligo di trasmettere all'Autorità di regolazione dei trasporti, annualmente, a partire dal prossimo mese di giugno, una relazione in cui si indica il numero di licenze in quel momento circolanti, l'analisi della domanda e il modo in cui è mutata la domanda, anche analizzando, ad esempio, il numero di tasse di soggiorno e, quindi, vedendo l'andamento del turismo in quella città. Inoltre, si consente di emettere nuove licenze, superando il limite del 20 per cento indicato da questo Governo. Io davvero credo che sia impossibile spiegare e motivare una contrarietà a una proposta emendativa così ragionevole e, ripeto, così moderata rispetto alla situazione imbarazzante di mancanza di un servizio pubblico che abbiamo davanti agli occhi. Colleghi, votate a favore.

PRESIDENTE. Vediamo se i colleghi raccolgono il suo appello.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5.01 Magi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

(Esame dell'articolo 6 - A.C. 1555​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere.

GIORGIA ANDREUZZA, Relatrice. Sull'articolo aggiuntivo 6.01 Sergio Costa il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Conforme al parere del relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 6.01 Sergio Costa, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 1555​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 46).

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 1555​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 47).

(Esame dell'articolo 9 - A.C. 1555​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere.

GIORGIA ANDREUZZA, Relatrice. Sugli identici emendamenti 9.1 Benzoni, 9.1000 Gadda e 9.2 Peluffo, così come sugli emendamenti 9.3 e 9.4 Peluffo e sugli articoli aggiuntivi 9.050 Pavanelli e 9.07 Evi, il parere è contrario.

Poi, Presidente, se mi dà una mano, mi sembra che ci siano alcune proposte emendative inammissibili o ritirate, giusto?

PRESIDENTE. Sì, gli altri sono inammissibili.

GIORGIA ANDREUZZA, Relatrice. Sugli identici articoli aggiuntivi 9.02 Benzoni, 9.03 Cappelletti, 9.05 Peluffo e 9.01001 Gadda, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Precisiamo che anche l'articolo aggiuntivo 9.01000 Gadda è stato ritirato. Lo aveva detto, ma lo ripetiamo.

Passiamo, quindi, agli identici emendamenti 9.1 Benzoni, 9.1000 Gadda e 9.2 Peluffo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 9.1 Benzoni, 9.1000 Gadda e 9.2 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.3 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 9.4 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 51).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 9.050 Pavanelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 9.07 Evi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Ricordo che gli articoli aggiuntivi 9.01 Benzoni e 9.04 Peluffo sono stati dichiarati inammissibili e che l'articolo aggiuntivo 9.01000 Gadda è stato ritirato.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli 9.02 Benzoni, 9.03 Cappelletti, 9.05 Peluffo e 9.01001 Gadda, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 1555​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere.

GIORGIA ANDREUZZA, Relatrice. Sugli identici emendamenti 10.1 Peluffo e 10.5 Evi, così come sugli emendamenti 10.9 Evi, 10.3 Peluffo, 10.6 Bonelli, 10.8 Evi, 10.7 Bonelli e 10.2 Peluffo, nonché sugli articoli aggiuntivi 10.01000 e 10.01001 Gadda, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 10.1 Peluffo e 10.5 Evi. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 10.1 Peluffo e 10.5 Evi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione… No, un attimo, revoco la votazione.

Ha chiesto di parlare la deputata Evi. Ne ha facoltà.

ELEONORA EVI (AVS). Grazie, Presidente. In questa legge annuale per il mercato e la concorrenza, troviamo questo nuovo emendamento introdotto al Senato che, dal nostro punto di vista, è molto pericoloso, perché rischia di mettere in pericolo la salute delle persone. Stiamo parlando dell'adeguamento dei limiti dei campi elettromagnetici.

Questo nostro emendamento è volto a sopprimere l'intero articolo. Per noi l'intento principale è cancellare questo intervento che riteniamo, quindi, profondamente sbagliato e assurdo.

Vorrei attirare l'attenzione dei colleghi sul fatto che lo stesso dossier del Servizio studi non ha potuto non riportare un'indicazione molto chiara, che avrebbe dovuto suonare come una raccomandazione, ovvero che - e cito - nel 2019, nell'ambito degli approfondimenti resisi necessari in relazione allo sviluppo della banda ultralarga e alla diffusione delle tecnologie multimediali, si è svolta una riunione tecnica alla quale hanno partecipato i Ministri dell'Ambiente, della Salute e dello Sviluppo economico, la fondazione Bordoni, ISPRA e l'Istituto superiore di sanità. Il risultato dell'incontro è stata la condivisione, da parte delle amministrazioni presenti, che, attualmente, non risulta necessario alzare gli attuali limiti di emissione, questo perché, di fatto, questo intervento non farà altro che andare a beneficio di multinazionali, peraltro, straniere - quindi, non stiamo neanche facendo un servizio ad aziende italiane -, che godranno dei benefici economici dell'innalzamento del valore dei campi elettromagnetici dai 6 ai 15 volt per metro e risparmieranno sui costi delle infrastrutture necessarie al funzionamento del 5G.

Noi riteniamo che questa operazione sia profondamente sbagliata e metta in pericolo la salute delle persone. Riteniamo, invece, che la salute della popolazione sia sicuramente più importante degli affari delle compagnie telefoniche. Quindi, ribadisco - e interverrò dopo anche sui successivi emendamenti - che non c'è una ragione tecnica per innalzare i limiti dei campi elettromagnetici, semmai, dovrebbe guidarci un principio di precauzione, dovremmo, quindi, rimanere ancorati a questo principio e tutelare la salute pubblica, la salute delle persone e anche, in realtà, la biodiversità dell'ambiente, dal momento che i campi elettromagnetici hanno anche effetti sulla biodiversità.

Per questo motivo, chiediamo la soppressione di quest'articolo (Applausi dei deputati del gruppo Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Mi rivolgo soprattutto ai colleghi della maggioranza per invitarli a riflettere su quello che stiamo facendo, visto che molti, come noi, vivono nei territori nei quali più volte è arrivata qualche comunicazione da parte di comitati che si mobilitavano perché erano installati ripetitori o altre antenne.

Fino ad oggi, le norme che abbiamo avuto - lo rivendico, perché è storia - erano fortemente volute dai Verdi, quando erano in maggioranza e in Parlamento, e hanno guidato un'azione sul territorio che non ha impedito lo sviluppo della tecnologia, ma ha mantenuto sempre limiti molto bassi.

Abbiamo sempre ritenuto che, in questo modo, si consentisse ai cittadini di avere garanzie, ma, dall'altra parte, di non fermare la tecnologia. Alzare questo limite significa assumersi la responsabilità che, da domani, ci siano campi elettromagnetici nelle scuole, nelle abitazioni e nel fenomeno cittadino e metropolitano che conosciamo benissimo, perché chiunque viva in un territorio sa bene quali sono le polemiche, gli scontri, le questioni condominiali, le questioni che attengono alla vicinanza delle antenne alle scuole o all'installazione sulle parrocchie, significa dare un'arma in più per aumentare anche una fortissima tensione sociale di cui non abbiamo alcun bisogno. Indi per cui il nostro invito è volto a sopprimere questo articolo.

Abbiamo già - come diceva la collega Evi - un sistema considerato di buon livello e di precauzione, che non ha impedito lo sviluppo tecnologico. Perché aumentare ulteriormente il bagno nelle onde elettromagnetiche? Perché continuare su questa linea? Noi invitiamo a sopprimere quest'articolo e a seguire la nostra indicazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Pastorella. Ne ha facoltà.

GIULIA PASTORELLA (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. In realtà intervengo per dire che aspettavamo da tempo quest'articolo. Il Governo ha fatto un balletto, prima sì e poi no; doveva inserirlo in altri provvedimenti e quindi, a nome del gruppo Azione PER, dico che su questo emendamento voteremo contro, come su tutti gli altri emendamenti che mirano a frenare un'evoluzione invece assolutamente necessaria (non ci sono prove di ricadute negative sulla salute). Soprattutto, la questione è di adeguarci anche agli standard utilizzati negli altri Paesi europei che evidentemente hanno gli stessi principi di precauzione e di attenzione alla salute dei loro concittadini - non credo che siamo gli unici - e quindi di adeguarci verso l'alto, non tanto per fare un favore alle compagnie di telecomunicazione (chi ha dibattuto di questo tema sa che non sono certo necessariamente nei miei favori), ma ai cittadini, che beneficeranno di una connessione migliore, e ai territori. Attenzione, infatti, a dire che ci saranno più antenne: è esattamente il contrario, perché, se si innalzano i limiti elettromagnetici, il numero di antenne paradossalmente dovrebbe diminuire. È quindi nell'interesse dei cittadini e del nostro Paese portarci verso i livelli normali presenti nel resto d'Europa, che noi abbiamo sempre schivato. Quindi, ben venga finalmente che il Governo abbia preso il coraggio a due mani e ci abbia portato in Europa e nel XXI secolo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Per dichiarare il voto contrario del gruppo di Fratelli d'Italia, ma anche per dire, accodandomi al collega, che è ingiusto sottolineare che nelle città aumenteranno le tensioni legate a questo argomento. Bisogna spiegare ai cittadini che il limite in tutti i Paesi europei, dove vanno anche in vacanza, è di 60 volt a metro, mentre noi lo alziamo da 6 a 15 volt. Si tratta di un limite che non farà proliferare le antenne selvagge, come qualcuno sta dicendo, proprio per alimentare questa tensione, ma si manterranno semplicemente quelle stesse antenne e installazioni che ci sono e che sono normate attentamente per non essere vicino a scuole e a cose sensibili, con tutte le attenzioni possibili, proprio per cercare di non spaventare le persone. Ciò servirà proprio per portare avanti i progetti sul 5G che, anche secondo gli studi, sono meno dannosi delle vecchie tecnologie. Quindi, più la tecnologia va avanti, più salvaguardiamo la salute dei cittadini e facciamo tutto questo anche con la collaborazione delle associazioni ambientaliste. Da poco siamo stati in Abruzzo dove sono state messe installazioni per monitorare le fasi di inquinamento e queste installazioni servono anche per salvaguardare l'ambiente. Quindi, cerchiamo di portare avanti un dibattito sicuro. Sicuramente ancora dobbiamo studiare più approfonditamente le onde elettromagnetiche e il Governo sta facendo tutti gli studi più accurati, anche con le organizzazioni, in collaborazione con le associazioni ambientaliste. Unendomi al coro di coloro che chiedono di non alimentare tensioni sociali, cerchiamo di dare informazioni corrette e non diciamo invece che stiamo inondando le città di onde elettromagnetiche (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questa non è la verità perché poi, se si va a Parigi o in altri Stati, le onde elettromagnetiche sono altamente più elevate che in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 10.1 Peluffo e 10.5 Evi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Passiamo all'emendamento 10.9 Evi, su cui c'è il parere contrario della Commissione e del Governo.

Ha chiesto di parlare la deputata Evi. Ne ha facoltà.

ELEONORA EVI (AVS). Grazie. Intervengo nuovamente perché ho sentito dire dai colleghi, e questa maggioranza di Governo lo ribadisce, che in Europa i valori dei campi elettromagnetici sono più alti, però bisogna ricordare che dal 2012, nel nostro Paese, il fattore delle radiazioni dei campi elettromagnetici viene calcolato su una media di 24 ore, anziché di 6 minuti, come invece avviene in tutto il resto d'Europa. I 6 minuti sono esattamente quanto viene raccomandato dalla comunità scientifica.

Ecco perché noi con questo emendamento chiediamo di misurare i campi elettromagnetici non più nell'arco delle 24 ore, ma appunto nell'arco dei 6 minuti, esattamente come richiedono, peraltro, oltre 70 scienziati che, attraverso un appello che è stato inviato al Governo e al Parlamento, chiedono proprio di misurare il valore di attenzione sulla media dei 6 minuti perché questo ha una precisa ragione biologica. È il tempo necessario alle cellule per dissipare il calore prodotto dal campo elettromagnetico.

Invece, la misurazione com'è attualmente, sulle 24 ore, è un qualche cosa del tutto arbitrario e privo di ragioni, se non quella di diluire i valori misurati. Non avete accettato la nostra proposta di cancellare completamente quest'articolo, dal nostro punto di vista molto pericoloso, che mette a rischio la salute. Quantomeno interveniamo sulla misurazione dei campi elettromagnetici adottando una misurazione nei 6 minuti e non nell'arco delle 24 ore, dal momento che vi sono precise ragioni scientifiche e biologiche per tutelare la salute e per fare questa modifica (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Presidente, per rispondere, ovviamente attraverso il suo tramite, a colleghi e colleghe che in quest'Aula hanno detto che in Europa ci sono limiti più alti. Omettono di dire che non esiste nessun Paese europeo che fa la media dei limiti nelle 24 ore. Questo significa una cosa molto rilevante e grave rispetto a quello che state facendo, ovvero che, portando il limite a 15 volt/metro, stante il fatto che durante le ore notturne l'esposizione diminuisce considerevolmente, aumenta invece considerevolmente anche di 3 o 4 volte durante la giornata diurna.

Questo state facendo, state esponendo la popolazione a un forte inquinamento elettromagnetico perché non volete, con questo emendamento che vi proponiamo, fare quello che si fa in tutta Europa, ovvero misurare l'inquinamento elettromagnetico nell'arco di 6 minuti. Quindi questo è il tema, ed è anche falso che non ci sia letteratura scientifica epidemiologica sull'impatto dell'inquinamento elettromagnetico ad alta frequenza sulla salute delle persone. Vadano a leggere i report dell'Istituto superiore di sanità (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.9 Evi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.3 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.6 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 58).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.8 Evi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.7 Bonelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.2 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

Passiamo alla votazione dell'articolo 10.

Ha chiesto di parlare il deputato Peluffo. Ne ha facoltà.

VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ho chiesto di intervenire per dichiarare il voto contrario sull'articolo 10 perché interviene su una materia delicata senza la dovuta prudenza e con un approccio che ha ben poco di scientifico, anche perché, Presidente, come legislatori, abbiamo innanzitutto il dovere di dare certezza e far capire alle persone che le decisioni che assumiamo in materia di parametri sono strettamente legate a procedure standardizzate e, in questo caso particolare, ancorate anche alle indicazioni della Commissione europea, a maggior ragione quando si fa riferimento alla transizione digitale e a tecnologie di uso comune, come gli smartphone.

Le decisioni non possono dipendere allora, come avete fatto al Senato - Presidente, attraverso di lei, mi rivolgo al Governo e alla maggioranza -, da emendamenti che sono piovuti sul Parlamento, ma è necessario che queste decisioni dipendano dalle autorità indipendenti, che assumono le responsabilità in base alle loro prerogative, alle spiegazioni di tipo scientifico e alla considerazione dell'equilibrio e dell'analisi fra concorrenza, innovazione tecnologica e tutela della salute. Peraltro è un dibattito, questo, in corso da tempo nel nostro Paese, perché effettivamente, al di là della misurazione, c'è una differenza tra diversi Paesi europei. Allora, o ci si adegua e si difende il principio dell'adeguamento europeo, oppure, se si introduce un numero, un qualunque numero, si ha il dovere di spiegare qual è stata l'analisi fatta, qual è la valutazione di impatto, sulla base di quale spiegazione scientifica, tecnica, economica e concorrenziale si stabilisce e si sceglie quel numero. Altrimenti si alimentano speculazioni, incertezze, preoccupazioni, e la paura che le decisioni che vengono prese sotto il profilo pubblico non siano dettate da un rigoroso e attento esame di tutte le implicazioni, ma siano, come è stato, su vostra iniziativa, al Senato, un emendamento cascato sul Parlamento. Questo è sbagliato perché alimenta le incertezze. Il Partito Democratico ha proposto un approccio diverso con gli emendamenti che abbiamo presentato al Senato e qui con quello soppressivo e quelli di modifica, che hanno messo al centro il ruolo dell'Autorità indipendente. E con una proposta di legge al Senato che ha un approccio sistemico, nella quale proponiamo l'istituzione, come in Francia, di un'Agenzia per le frequenze, che unisca le competenze in parte dell'Agcom, del Ministero ex Sviluppo economico, oggi del made in Italy, e delle ARPA. Infine, visto che si tratta della legge annuale sulla concorrenza, non avete neppure recepito la segnalazione dell'Autorità antitrust di qualche anno fa, che indicava come le diverse misurazioni delle ARPA regionali potevano avere un impatto concorrenziale nelle diverse zone del territorio italiano.

Quindi, non solo non avete introdotto una norma assicurandone un percorso trasparente e convincente per tutti, ma non avete neanche risolto il tema concorrenziale, che avrebbe dovuto essere il motivo per legare quell'emendamento all'interno di un disegno di legge come questo sulla concorrenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 62).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.01000 Gadda, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 63).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 10.01001 Gadda, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 64).

Per richiami al Regolamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, vedrò di essere molto breve, perché non vorrei che passasse anche questo come un ostruzionismo di maggioranza. Nella precedente seduta, in cui abbiamo affrontato un altro tema, c'era un emendamento - come ve ne sono oggi - presentato da un deputato singolo. In quel caso, il deputato proponente, l'onorevole Soumahoro, era assente e io mi sono permesso di dire, nel mio intervento, che, sotto il profilo regolamentare, quell'emendamento si poteva dichiarare decaduto ed ero intervenuto proprio perché il Presidente, com'è nella sua facoltà piena, ha inteso non farlo. Mi è stato risposto, penso anche in modo abbastanza sgarbato da un combinato disposto dei deputati di AVS, che dovrei conoscere il Regolamento, e si crede che non lo conosca; successivamente, il soccorso rosso arrivato all'onorevole Grimaldi è stato quello dell'onorevole Fratoianni, che ha detto che avevo sbagliato ad intervenire perché il Regolamento mi dava torto. Non è una questione di essere noiosi, ma, non essendo l'ultimo arrivato in quest'Aula, ricordavo perfettamente dei precedenti autorevoli. Sono andato a prendere quello dove chi presiedeva non era un parlamentare di maggioranza, ma dell'opposizione. Seduta del 10 novembre 2009, legge di bilancio, presiede l'onorevole Rosy Bindi: vi è un emendamento singolo dell'onorevole Lanzillotta, la moglie, allora, dell'ex Ministro Bassanini (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle), la quale non stava bene - come risulta dal verbale - e non poteva essere presente in Aula. Quell'emendamento viene dichiarato decaduto e, successivamente, si spiega da parte dell'onorevole Bindi al capogruppo Soro, che era intervenuto, il caso in cui, indipendentemente dalle condizioni che possono portare un parlamentare a non essere presente, il gruppo non lo fa proprio. In quel caso poteva farlo proprio, perché l'onorevole Lanzillotta era del gruppo del Partito Democratico. Ovviamente, se uno non ha un gruppo ed è solo, è difficile che altri possano farlo proprio, ma possono farlo, comunque, 20 deputati, non il gruppo, ma 20 deputati, secondo il Regolamento. Quanto dice l'onorevole Bindi è ciò. Le ricordo che la prassi o, meglio, la regola generale è che tutti gli atti parlamentari, in assenza del proponente, si considerano decaduti.

Detto questo, è vero che c'è una prassi consolidata che riguarda gli emendamenti e secondo la quale, normalmente, il Presidente può anche non accorgersi dell'assenza del proponente e questi vengono messi in votazione. Però, le faccio notare che ci sono molti precedenti nei quali gli emendamenti, in assenza del firmatario, non sono stati messi in votazione e sono stati considerati decaduti. Il Regolamento prevede questa prassi e questo comportamento da parte del Presidente, tanto è vero che, a norma dell'articolo 86, comma 8, si prevede che, in quel caso, l'emendamento possa essere fatto proprio o da 20 deputati o da un presidente di gruppo.

Io cito questo per dire esclusivamente che, indubbiamente, ogni Presidente ha il diritto-dovere di applicare la prassi che ritiene più opportuna, consolidata o meno, questo è un altro paio di maniche. Però, che il principio generale e la regola generale di questo Regolamento prevedono che, in assenza del proponente, gli atti vengono dichiarati decaduti non lo sostengo io ma l'ha sostenuto, in quella seduta, l'onorevole Bindi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sempre per richiamo al Regolamento il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Faccio sommessamente notare, Presidente, a lei e non all'onorevole che è appena intervenuto che decidono i colleghi dell'opposizione e della maggioranza cosa fare e non lo decide Domenico o Tommaso Foti o Gennaro Foti; non funziona così (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Il punto nasce da un intervento in cui si chiede all'opposizione come mai non chieda di far decadere un emendamento. La prima cosa che mi viene da dire è come mai quello stesso capogruppo e deputato non abbia chiesto alla Presidenza di farlo decadere. Quindi, poteva farlo lui stesso, e non l'ha fatto, e chiedeva, incitava noi perché non facevamo decadere quell'emendamento.

In secondo luogo, ho rivolto una richiesta alla Presidenza. Non c'era lei, Presidente, ma immagino che la Presidenza sia una e univoca, nel rispetto del Regolamento. Perciò, non è che, a seconda che ci sia Sergio Costa o Rampelli o, magari, lo stesso Presidente Fontana, si cambia la decisione sul Regolamento. Ho solo fatto notare all'onorevole Foti che, al comma 8 dell'articolo 86, non c'è scritto che decadono gli emendamenti, c'è scritto semplicemente che un emendamento ritirato - qui non c'è stato alcun emendamento ritirato - dal proponente può essere fatto proprio soltanto da 20 deputati o da un presidente di gruppo. Quindi, non si capisce perché, non essendo decaduto e non avendolo richiesto l'onorevole Foti, noi avremmo dovuto chiedere questo alla Presidenza, tra l'altro in ossequio a una prassi che non esiste. Infatti, mentre in Commissione esiste una prassi consolidata per cui, se non c'è il proponente, i capigruppo o gli altri deputati della Commissione lo sottoscrivono, in Aula in questa legislatura - non mi risulta neanche in quelle precedenti, ma mi riferisco a questa legislatura - questo non è avvenuto. Ho solo fatto notare questo a Tommaso Foti e, ancora adesso, chiedo a lei dove sia il punto in cui si dice che quell'emendamento sarebbe dovuto decadere, io non lo trovo nel Regolamento.

TOMMASO FOTI (FDI). Non è così.

MARCO GRIMALDI (AVS). Quindi, ai sensi di quello che facciamo e del Regolamento, vorrei solo che, quando si prende la parola, si citi per l'esattezza il punto in cui si fanno le morali agli altri, posto che noi, politicamente, potevamo anche decidere di non fare quella richiesta. Quindi, rimango sul punto politico: loro continuano a fare l'opposizione all'opposizione, a fare ostruzionismo per altri motivi. È legittimo, ma non ci facciano almeno le rampogne sul Regolamento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). La ringrazio, Presidente. Io sono molto contento che l'onorevole Foti abbia sollevato una questione del genere perché, forse, questo ci aiuta una volta per tutte ad affrontare un tema che abbiamo in quest'Aula. Nella fattispecie, parliamo di una questione che non è normata dal Regolamento, è figlia di consuetudini e qui accade spesso che, a seconda delle situazioni in cui ci si trova, le consuetudini cambino e la mancanza di certezza del diritto, per tutti noi, rispetto a come ci si comporta e ci si deve comportare in Aula spesso e volentieri è abdicata al modo in cui la Presidenza, intesa nel suo complesso, interpreta le norme e le procedure. Quindi, è sicuramente successo quello che lei ha detto, me lo ricordo, e le posso garantire che è successo - ho fatto il Vicepresidente della Camera - altre decine di volte nelle quali - le dico anche la motivazione - viene assunto che il gruppo di riferimento del deputato che non è presente automaticamente lo fa proprio, per cui si vota. In conclusione, se lei vuole - mi scusi se mi rivolgo direttamente a lei, chiedo scusa anche al Presidente - il problema che noi abbiamo è esattamente questo, cioè che noi dovremmo finalmente mettere mano - io sarei favorevole ad abolire tutti i precedenti - e normare di nuovo il nostro Regolamento e, forse, avremo un pochino più di certezza. Altrimenti, siate sicuri, di volta in volta, qualunque caso noi ci troveremo di fronte, avremo torto tutti e avremo ragione tutti.

PRESIDENTE. Non ci sono altre richieste d'intervento.

Direi che nelle ultime legislature sono stati molto circoscritti i casi di decadenza in Assemblea degli emendamenti per assenza dei presentatori. La Presidenza, infatti, per prassi ormai costante da almeno due legislature, in caso di assenza del presentatore tiene conto del fatto che sono comunque presenti in Aula altri deputati del medesimo gruppo o componente politica del deputato assente. Effettivamente, nel caso di specie, non facendo parte il deputato in questione di alcun raggruppamento politico, la Presidenza di turno avrebbe anche potuto decidere per la decadenza dell'emendamento, ma non ha ritenuto di farlo, probabilmente, anche perché non poteva escludere che il presentatore fosse solo momentaneamente assente dall'Aula.

Effettivamente, c'è un buco nel nostro Regolamento riguardo a una norma che precisi …

MARCO GRIMALDI (AVS). Non è nel Regolamento.

PRESIDENTE. …le modalità di intervento in casi analoghi. In ogni caso, io penso che siano state più che legittime le osservazioni avanzate e, paradossalmente, tra loro non in contrasto. Proprio a causa dei vari orientamenti che nel corso degli anni si sono susseguiti sull'interpretazione di casi come questi, la Presidenza di turno si è trovata comunque costretta ad assumere le decisioni e forse anche per questo che queste decisioni non sono sempre state omogenee.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 1555.

(Esame dell'articolo 11 - A.C. 1555​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A). Invito la relatrice ad esprimere il parere.

GIORGIA ANDREUZZA, Relatrice. Il parere è contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 11. Inoltre, l'articolo aggiuntivo 11.01 Peluffo è inammissibile, mentre sull'articolo aggiuntivo 11.01001 Gadda il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Il parere è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.2 Appendino, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 65).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.18 Peluffo, con il parere contrario della Commissione, del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 66).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.17 Porta, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 67).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.3 Appendino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 68).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.4 Appendino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 69).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.28 Evi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 70).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.1 Appendino, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 71).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.6 Appendino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 72).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 11.5 Appendino e 11.24 Evi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 73).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.8 Appendino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 74).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.7 Appendino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 75).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.9 Appendino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 76).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.10 Appendino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 77).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 11.19 Peluffo, 11.22 Benzoni e 11.25 Evi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 78).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.11 Appendino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 79).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.12 Appendino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 80).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.20 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 81).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.16 Appendino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 82).

Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 11.21 Peluffo e 11.1002 Ciani.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ciani. Ne ha facoltà.

PAOLO CIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con questo emendamento chiediamo di sopprimere il comma 8. Cosa dice il comma 8? Innanzitutto, il comma 8 dell'articolo 11 - è utile per i colleghi e anche per i nostri concittadini - è uno di quei commi in cui non si capisce nulla: “all'articolo 40, comma 1, del decreto-legge 23 settembre 2022, n. 144, convertito, con modificazioni, (…) le parole: «31 dicembre 2023» sono sostituite dalle seguenti: «31 dicembre 2024»”. Si coglie solo che è una deroga e una proroga, ma di cosa? Tutti ci ricordiamo che nel periodo tragico della pandemia da COVID-19 alcune categorie sono state fortemente provate e, tra queste, sicuramente i ristoratori e alcune categorie commerciali. Il Governo di allora, in cui sedevano anche molti colleghi dell'attuale maggioranza, ha previsto, oltre ai ristori, di concedere delle deroghe anche relativamente alle occupazioni di suolo pubblico, prevedendo una certa liberalizzazione che, come abbiamo visto in questi anni, ha portato a un grande incremento di tavoli, sedie, dehors e ombrelloni nelle nostre città.

Con questo comma, piuttosto misterioso, un collega del Senato ha previsto che questa proroga sia prolungata di un anno. La cosa mi sorprende e ci sorprende parecchio, innanzitutto perché l'attuale maggioranza e l'attuale Governo di COVID non parla mai - il COVID non esiste, il COVID non è un problema - ma addirittura perché, pur non prevedendo che esista, su questo specifico punto decide di prolungare questa sospensione di verifiche da parte delle amministrazioni. Questa norma, se approvata, sarebbe particolarmente problematica sotto molti punti di vista: innanzitutto, per i residenti di alcune parti delle nostre città, sicuramente i centri storici, ma anche molti quartieri interessati dalla cosiddetta movida, perché, in questi anni, sono pullulate delle invasioni piuttosto scriteriate dei nostri marciapiedi, con strade senza particolare controllo; poi, per gli esercenti onesti, perché hanno visto pullulare una concorrenza sleale, e spesso anche per gli avventori, perché la qualità di questo tipo di commercio non è proprio ottima. Peraltro, Presidente, questa pratica - e lo abbiamo fatto presente anche ieri, in discussione generale - ha sostanzialmente esautorato le decisioni dei comuni e dei territori. Cioè, noi possiamo immaginare che questa norma possa aiutare alcuni comuni e alcuni piccoli centri, ma farne una norma nazionale in questi termini toglie ogni scelta alla libertà degli enti locali, dei comuni e delle amministrazioni.

Per questo motivo, provando a sviscerare questo comma noi chiediamo che sia tolto, perché ogni amministrazione possa decidere liberamente come concedere le occupazioni di suolo pubblico e, poiché volete ricordarvi del COVID, vi consigliamo di ricordarvene dal punto di vista sanitario e non nella revisione storica su ciò che è stato, come avete fatto finora.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Caramanna. Ne ha facoltà.

GIANLUCA CARAMANNA (FDI). Grazie, Presidente. Per chi, come me, è di Roma, per chi per tanti anni ha fatto il consigliere nel I municipio e conosce bene la materia, come sa il collega Ciani, credo che oggi si debba fare questa proroga anche perché, in qualche modo, si devono rivedere i criteri di assegnazione delle occupazioni di suolo pubblico, ma sicuramente si devono bypassare i cosiddetti piani di massima occupabilità e tutte quelle regole che fino ad oggi hanno soltanto distrutto il tessuto economico del centro storico. Si parla di desertificazione, si parla di cose che nascono tantissimi anni fa, ma che non c'entrano nulla con le occupazioni di suolo pubblico. Ovviamente, queste occupazioni devono rispettare il codice della strada, devono essere regolari e non devono essere abusive, ma vorrei ricordare a tutti i colleghi, tramite lei, Presidente, che la mala movida viene aiutata quando non ci sono i dehors e mi spiego con un caso specifico, per chi è di Roma. Quando il piano di massima occupabilità diventò zero su piazza del Fico, vennero tolti i tavoli in piazza del Fico e, al posto dei tavoli, ci siamo ritrovati quella sera - e ho le foto - le macchine, con tanti ragazzi che bivaccavano con le birre in mano, seduti sulle macchine. Allora, a quel punto, non era meglio avere dei regolari tavolini, con il pagamento dell'occupazione di suolo pubblico, in modo ordinato, piuttosto che quella mala movida che soprattutto il centro storico di Roma ha alimentato in questo modo? Quindi, noi siamo a favore di questo emendamento approvato dal Senato e voteremo contro la sua soppressione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Barabotti. Ne ha facoltà.

ANDREA BARABOTTI (LEGA). Grazie, Presidente. Per dichiarare il voto contrario della Lega su questo emendamento soppressivo e per manifestare tutto lo stupore per il cambio di rotta che ha avuto il Partito Democratico sotto questa nuova gestione. L'articolo inserito dal Senato che riguarda le semplificazioni in materia di dehors è qualcosa di importante per un settore che ha passato un momento particolarmente difficile a causa della pandemia e che merita, da parte delle nostre istituzioni, un sostegno, che in passato è stato anche insufficiente rispetto all'emergenza che attraversava e proprio per questo motivo deve prolungarsi nel tempo.

Come ricordava, prima di me, il collega, è qualcosa che ha portato anche ordine e decoro rispetto alla mala movida che ha colpito alcune nostre città e presumibilmente il Governo dovrà mettere mano in maniera strutturale alla regolamentazione di queste strutture temporanee, anche per ammorbidire quelle che spesso sono le prescrizioni che arrivano da parte delle soprintendenze. Quindi, questo - lo dico all'Aula - è solo un assaggio. Ci proponiamo, in futuro, di intervenire con norme che semplifichino in modo strutturale l'installazione dei dehors, senza, ovviamente, venir meno alla necessità di tutelare la bellezza, l'estetica e il decoro delle nostre città. Quindi, non una deregulation totale, ma, in questa fase, questa norma derogatoria, limitata nel tempo, ci appare uno strumento positivo per sostenere le nostre attività di impresa e il settore commerciale che oggi, meno di ieri, sta ancora soffrendo a causa della pandemia passata e a causa anche di altre crisi che hanno colpito l'energia, le materie prime e quant'altro. Quindi, una norma che trova il suo motivo di esistere, lo ha trovato nella pandemia e lo trova tutt'oggi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo dopo la discussione generale anche in dichiarazione di voto, anche perché mi riconosco in alcune delle parole della replica che è stata data ieri dal Sottosegretario Bitonci…

PRESIDENTE. L'avviso che ha un minuto, perché è a titolo personale.

ANDREA CASU (PD-IDP). A titolo personale solamente per dire che è vero: ci sono 8.000 comuni italiani e hanno condizioni diverse. È proprio per questo che noi, attraverso questo emendamento, gli ordini del giorno e la nostra battaglia in Commissione chiediamo che a decidere delle occupazioni di suolo pubblico di piazza del Fico sia il comune di Roma, il I municipio, e non una legge nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). È assurdo che noi siamo dentro una discussione sul numero di metri quadri di occupazione di suolo pubblico che ci devono essere a piazza del Fico e che il COVID, che sta continuando a uccidere, 322 morti nell'ultima settimana, venga strumentalmente agitato dalla maggioranza solo per rimandare di un anno la discussione sul dare ai comuni i poteri per decidere il futuro delle nostre città, dei dehors, delle occupazioni e di quelli che sono gli spazi che devono essere decisi dai cittadini insieme agli operatori, dalle amministrazioni, e non in Parlamento. Se volete occuparvi di COVID, benissimo, fatelo, ma fatelo affrontando seriamente il tema della prevenzione e della campagna vaccinale che questo Governo non sta portando avanti come si dovrebbe fare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Giovine. Ne ha facoltà, per un minuto.

SILVIO GIOVINE (FDI). Intervengo brevemente, Presidente, anche perché sono rimasto anch'io francamente stupito da questo emendamento del Partito Democratico. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensano i tanti sindaci che oggi amministrano il territorio, anche perché sappiamo quanto la semplificazione sui dehors sia stata strategica e fondamentale per le nostre amministrazioni, non solo come risposta alle esigenze del COVID, ma anche dopo. Io ho avuto la fortuna di servire la mia città come assessore per cinque anni proprio nel momento del COVID e il modo in cui bar, ristoranti, titolari di esercizi pubblici hanno accompagnato questa semplificazione con tanti interventi merita che il Governo, in primis, come sta meritoriamente facendo, possa investire per semplificare il più possibile e semplificare soprattutto il lavoro delle amministrazioni comunali. Infine, c'è una proposta di legge delega, tra l'altro, che sta partendo e che a breve esamineremo in Commissione, questa è la direzione. Lo ripeto, sono francamente sorpresa da questo emendamento del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Loperfido. Ne ha facoltà.

EMANUELE LOPERFIDO (FDI). Presidente, onestamente, non comprendo come a un parlamentare eletto, immagino, dal popolo possa sfuggire quanto questo elemento, quanto è emerso nella discussione sulla questione dei plateatici, riguardi la comunità intera e non soltanto, come dice il Partito Democratico, una piazza…

PRESIDENTE. Ha un minuto…

EMANUELE LOPERFIDO (FDI). Cercherò di stare nel minuto. Ho voluto semplicemente fare un esempio, ma da ex assessore al commercio, da persona che conosce il mondo del commercio nelle città, ritengo che ben venga la possibilità di dare agli amministratori la possibilità di continuare ad avere plateatici pieni di gente, di vitalità, che, oltretutto, sono anche fonte di occupazione del personale giovanile che può finalmente avere la possibilità di mantenersi durante gli studi, perché questo è il personale che spesso viene assunto all'interno di questi plateatici.

Quindi, benissimo la posizione del collega Caramanna, siamo sicuramente contrari all'emendamento soppressivo, proprio perché la nostra volontà è che le nostre aziende possano lavorare: hanno ridato vitalità alle nostre città dopo il COVID ed è giusto continuare ad assecondare questa modalità di governare, cioè venendo incontro alle imprese e sviluppando posti di lavoro per chi ha voglia di lavorare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Presidente, intervengo a titolo personale solo per dire, da ex gestore di attività, che crediamo moltissimo in questa proroga: è necessaria, lo ripeto, è necessaria ed è il modo giusto anche di affrontare le conseguenze del COVID. Però, vorrei anche raccogliere la provocazione del collega del Partito Democratico e chiedere, per suo tramite, a lui e ai suoi colleghi, se potessero gentilmente farci preparare una piccola nota dal Ministro Speranza su come si affronta il COVID (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 11.21 Peluffo e 11.1002 Ciani, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 83).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.

Dichiaro aperta la votazione… Revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare il deputato Di Sanzo. Ne ha facoltà.

CHRISTIAN DIEGO DI SANZO (PD-IDP). Presidente, intervengo in dichiarazione di voto sull'articolo 11, proprio per fare un quadro e ribadire il nostro lavoro su questo articolo, in Commissione e, oggi, qui in Aula. Non siamo qui a dire che non vanno bene i dehors o che tutto questo deve essere cancellato. Ciò che volevamo fare e che vi abbiamo chiesto di fare, anche nel lavoro in Commissione, era di dare la possibilità vera ai comuni di decidere, si poteva dare per legge la decisionalità ai comuni e tutti gli emendamenti che abbiamo presentato davano la facoltà ai comuni proprio di decidere in base alla loro specificità, perché non esiste una cosa one-size-fits-all, non è che una cosa possa andare bene per tutti.

Allora, volevamo veramente cercare - già si poteva fare ora, non c'è bisogno di una proroga di un anno, si poteva fare oggi - di ridare ai comuni la facoltà di decidere quale sia la cosa migliore per la loro realtà. Abbiamo comuni e aree molto diversi; in alcuni comuni, come sappiamo, ci sono delle aree UNESCO, centri storici, c'è una grandissima varietà ed è questo il punto, il punto era dare di nuovo la flessibilità ai comuni e la vera decisionalità ai territori. Ed è questo quello che vi abbiamo già chiesto in altre occasioni, che abbiamo richiesto anche in questo disegno di legge, cioè fare la politica con i territori, con i comuni e non farla sulla pelle dei comuni, semplicemente, perché il Governo decide che una cosa va bene a tutto e per tutti ed è sempre uguale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 84).

Ricordo che l'articolo aggiuntivo 11.01 è inammissibile.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 11.01001 Gadda, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 85).

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 1555​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere.

GIORGIA ANDREUZZA, Relatrice. Sull'emendamento 12.6 Pavanelli il parere è contrario. Sugli identici emendamenti 12.7 Peluffo e 12.1000 Gadda il parere è contrario. Sugli emendamenti 12.1001 Gadda, 12.2 Caramiello, 12.5 Pavanelli, 12.3 Caramiello, 12.1 Curti, 12.4 Pavanelli e 12.8 Peluffo il parere è contrario.

Passiamo agli articoli aggiuntivi. Sugli articoli aggiuntivi 12.03 Caramiello e 12.02 Pavanelli il parere è contrario. L'articolo aggiuntivo 12.04 Peluffo mi risulta inammissibile. Sugli articoli aggiuntivi 12.01000 Gadda, 12.013 Magi, 12.05 Della Vedova e 12.06 e 12.011 Evi il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.6 Pavanelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 86).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 12.7 Peluffo e 12.1000 Gadda, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 87).

Passiamo alla votazione dell'emendamento 12.2 Caramiello.

Ha chiesto di parlare il deputato Caramiello. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Non si comprende il parere contrario su questo emendamento…

PRESIDENTE. Deputato, le chiedo scusa. Lei sta parlando sul 12.1001 Gadda o sul suo emendamento 12.2?

ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). Lei aveva detto 12.2.

PRESIDENTE. Allora, mi scusi, la prenotiamo per il turno prossimo, perché adesso dobbiamo trattare l'emendamento 12.1001 Gadda. Poi le do subito la parola.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.1001 Gadda, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 88).

Passiamo adesso all'emendamento 12.2 Caramiello.

Ha chiesto di parlare il deputato Caramiello. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Come dicevo, non si comprende il parere contrario su questo emendamento. Sembra che questo Governo sia contro il comparto cerealicolo nazionale e vado anche a spiegare il perché.

Questo emendamento pone obiettivi semplici, ma di valorizzazione del comparto. Infatti, in alcuni punti, parla proprio di assicurare ai produttori di cereali un accesso non discriminatorio nel mercato mediante la fissazione di prezzi minimi di vendita; e ancora, incentivare e sostenere l'aggregazione e l'organizzazione economica degli operatori della filiera cerealicola; e ancora, valorizzare la produzione nazionale - quindi, parliamo del made in Italy, della sovranità alimentare -, rafforzando la competitività del sistema produttivo cerealicolo; e ancora, sostenere e promuovere attività di ricerca di mercato in grado di conciliare la sostenibilità ambientale con quella economica.

Quindi, chiedo ai colleghi di votare a favore, perché non comprendo il parere contrario su questo emendamento e vi chiedo, quindi, giustamente, di votare a favore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.2 Caramiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 89).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.5 Pavanelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 90).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.3 Caramiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 91).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.1 Curti, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 92).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.4 Pavanelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 93).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.8 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 94).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 95).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 12.03 Caramiello, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 96).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 12.02 Pavanelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 97).

Ricordo che l'articolo aggiuntivo 12.04 Peluffo è inammissibile.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 12.01000 Gadda, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 98).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 12.013 Magi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 99).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 12.05 Della Vedova, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 100).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 12.06 Evi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 101).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 12.011 Evi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 102).

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 1555​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere.

GIORGIA ANDREUZZA, Relatrice. Sugli emendamenti 13.1 Peluffo e 13.1000 Gadda, così come sull'articolo aggiuntivo 13.01 Caramiello, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.1 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 103).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.1000 Gadda, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 104).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 105).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 13.01 Caramiello, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 106).

(Esame dell'articolo 14 - A.C. 1555​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere.

GIORGIA ANDREUZZA, Relatrice. Sull'emendamento 14.1000 Gadda e sugli articoli aggiuntivi 14.03, 14.02 e 14.04 Pavanelli, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il parere sull'articolo aggiuntivo 14.05 Todde l'ha detto?

GIORGIA ANDREUZZA, Relatrice. Scusate, l'ho saltato. Sull'articolo aggiuntivo 14.05 Todde il parere è contrario.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 14.1000 Gadda.

Nessuno chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.1000 Gadda, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 107).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 108).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 14.05 Todde, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 109).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 14.03 Pavanelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 110).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 14.02 Pavanelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 111).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 14.04 Pavanelli, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 112).

(Esame dell'articolo 15 - A.C. 1555​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 113).

Chiedo alla relatrice, deputata Andreuzza, di esprimere i pareri sugli articoli aggiuntivi.

GIORGIA ANDREUZZA, Relatrice. La Commissione esprime parere contrario sugli articoli aggiuntivi 15.01000 Gadda e 15.01 Magi.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 15.01000 Gadda, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 114).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 15.01 Magi, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 115).

(Esame dell'articolo 16 - A.C. 1555​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 116).

Chiedo alla relatrice di esprimere i pareri sugli articoli aggiuntivi.

GIORGIA ANDREUZZA, Relatrice. La Commissione esprime parere contrario sugli articoli aggiuntivi 16.01 e 16.03 Todde e sull'articolo aggiuntivo 16.1000 Gadda.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.01 Todde, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 117).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.03 Todde, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 118).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 16.01000 Gadda, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 119).

(Esame dell'articolo 17 - A.C. 1555​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico 17.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 120).

Chiedo alla relatrice di esprimere i pareri sugli articoli aggiuntivi.

GIORGIA ANDREUZZA, Relatrice. La Commissione esprime parere contrario sugli articoli aggiuntivi 17.02 Barbagallo e 17.01 Todde.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 17.02 Barbagallo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 121).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 17.01 Todde, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 122).

(Esame dell'articolo 18 - A.C. 1555​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

GIORGIA ANDREUZZA, Relatrice. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti 18.1 e 18.2 Peluffo. Il parere è altresì contrario sull'articolo aggiuntivo 18.03 Della Vedova.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.1 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 123).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.2 Peluffo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 124).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 125).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 18.03 Della Vedova, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 126).

(Esame dell'articolo 19 - A.C. 1555​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 127).

(Esame dell'articolo 20 - A.C. 1555​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 128).

Chiedo alla relatrice di esprimere il parere sugli articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 20.

GIORGIA ANDREUZZA, Relatrice. La Commissione esprime parere contrario sugli articoli aggiuntivi 20.03 Magi e 20.02 e 20.01 Benzoni.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Parere conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 20.03 Magi, con il parere contrario della Commissione e del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 129).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 20.02 Benzoni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 130).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 20.01 Benzoni, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 131).

(Esame dell'articolo 21 - A.C. 1555​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice e il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

GIORGIA ANDREUZZA, Relatrice. La Commissione esprime parere contrario sull'emendamento 21.1 Pavanelli. Il parere è altresì contrario sugli identici articoli aggiuntivi 21.01 Benzoni, 21.04 Casu, 21.010 Todde e 21.01001 Gadda. La Commissione esprime parere contrario anche sugli identici articoli aggiuntivi 21.02 Benzoni, 21.08 Todde, 21.03 Casu e 21.01000 Gadda e sull'articolo aggiuntivo 21.06 Della Vedova.

PRESIDENTE. Il Governo?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Parere conforme a quello della relatrice.

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 21.1 Pavanelli. Essendo un emendamento soppressivo verrà posto in votazione il mantenimento dell'articolo 21.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 21.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 132).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 21.01 Benzoni, 21.04 Casu, 21.010 Todde e 21.01001 Gadda, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 133).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi 21.02 Benzoni, 21.08 Todde, 21.03 Casu e 21.01000 Gadda, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 134).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 21.06 Della Vedova, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 135).

(Esame dell'articolo 22 - A.C. 1555​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 (Vedi l'allegato A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 136).

Sospendiamo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 15, a partire dall'esame degli ordini del giorno del disegno di legge recante la legge annuale per il mercato e la concorrenza 2022.

La seduta, sospesa alle 13,30, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 92, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 1555.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1555​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Prego, signor Sottosegretario.

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Sull'ordine del giorno n. 9/1555/1 Pavanelli, nelle premesse, nel quarto capoverso, viene espunta la parte che inizia con le parole: “quali, ad esempio, l'esistenza o la natura del prodotto” e quindi finisce con: “riguardo ad uno o più elementi”, punto. Va bene invece il quinto e rilevato che (…). Quindi per le premesse espunta solo quella parte. Per quanto riguarda, invece, gli impegni, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a monitorare il fenomeno delle pratiche commerciali ingannevoli, con particolare riguardo al ridimensionamento del peso di un prodotto, ovvero, che sovradimensioni l'imballaggio del medesimo, tale da tradursi in un'azione idonea a indurre in errore il consumatore medio circa il prezzo effettivamente praticato in rapporto al peso”.

PRESIDENTE. Allora, dunque il parere è favorevole con riformulazione. Sostanzialmente l'impegno cambia nelle prime tre righe e rimane inalterato nelle ultime due righe, e si espunge dalle premesse ciò che ha detto.

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. È espunto dalle premesse il quinto…

PRESIDENTE. Mi dice come inizia, così facciamo prima. Come inizia il capoverso che lei vuole espungere dalle premesse?

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Il capoverso espunto è il quinto: dopo le parole “ad uno o più elementi” punto. E tutto il resto…

PRESIDENTE. Stiamo facendo una ricerca perché non ci troviamo.

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. È il capoverso che inizia con le parole: “il decreto legislativo 6 settembre 2005 (…)”.

PRESIDENTE. Quindi non è il quinto, quello è il terzo capoverso.

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Sì, termina con le parole “riguardo ad uno o più elementi”, punto. E tutto il resto viene espunto.

PRESIDENTE. Va bene, quindi sono le prime quattro righe del terzo capoverso.

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. E l'impegno è: “a monitorare il fenomeno…”.

PRESIDENTE. Riassumo: nelle premesse il terzo capoverso finisce con “più elementi”. Punto, va via tutto il resto di quel capoverso, e l'impegno è riformulato come lei ha detto, sostanzialmente riformulando le prime righe e rimanendo inalterate le ultime due righe. Va bene, parto podalico.

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Sull'ordine del giorno n. 9/1555/2 Cappelletti vanno bene le premesse. Invece, per quanto riguarda l'impegno, sul primo capoverso il parere è contrario; il secondo è accoglibile, se riformulato con: “ad accompagnare la cessazione del mercato tutelato dell'energia per i clienti domestici con una specifica campagna informativa finalizzata a rendere detti consumatori pienamente consapevoli dell'entrata nel mercato libero, anche attraverso azioni volte ad incrementare il grado di informazione sulle opportunità presenti in termini di vantaggi derivanti da pluralità di offerte, trasparenti e confrontabili, nonché sugli strumenti a tutela dei propri diritti”.

Sugli ordini del giorno n. 9/1555/3 Ciani e n. 9/1555/4 Casu parere contrario, mentre sull'ordine del giorno n. 9/1555/5 Iaria parere contrario sulle premesse e parere favorevole solo al primo impegno.

PRESIDENTE. Viene espunto il secondo impegno “a garantire”, quindi parere favorevole con riformulazione.

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1555/6 Benzoni e n. 9/1555/7 De Luca.

Sull'ordine del giorno n. 9/1555/8 Barabotti, parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1555/9 Giorgianni, parere favorevole con riformulazione: le premesse vanno bene, leggo la riformulazione dell'impegno: “impegna il Governo a monitorare l'attuazione della disposizione di cui all'articolo 65-bis affinché la comunicazione ivi prevista non si traduca per il consumatore in un aggravio di costi”.

Gli ordini del giorno n. 9/1555/10 Ciocchetti e n. 9/1555/11 Dori sono accolti come raccomandazione.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1555/12 Peluffo, n. 9/1555/13 Zanella, n. 9/1555/14 Evi, n. 9/1555/15 Bonelli, n. 9/1555/16 Ghirra e n. 9/1555/17 Grimaldi.

L'ordine del giorno n. 9/1555/18 Mari è accolto come raccomandazione, con riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di”, ed espungendo dalle parole: “venga garantito il pieno coinvolgimento”, la parola “pieno”.

Per richiami al Regolamento e sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Intervengo ai sensi dell'articolo 37 del Regolamento, che disciplina la presenza del Governo in Commissione, nonché di un articolo aggiuntivo del Regolamento, non scritto, che vieterebbe al Governo e alla maggioranza di prendere in giro l'opposizione; non so quale sia l'articolo, magari Giachetti ce lo dice.

Il punto è questo. In Commissione bilancio, poco fa, tutta l'opposizione ha abbandonato i lavori perché è accaduta una vicenda di cui quest'Aula dovrebbe essere a conoscenza: la relatrice per la maggioranza ha legittimamente posto delle domande al Governo su un provvedimento a caso, cioè quello relativo alla ratifica del Trattato di riforma del Meccanismo europeo di stabilità - era proprio uno a caso -, chiedendo quali fossero gli effetti di finanza pubblica di un'eventuale ratifica. Il Governo ha detto: “chissà, ci pensiamo, vi rispondiamo domani”. Al che noi dell'opposizione abbiamo tirato fuori una nota del MEF del 21 giugno di quest'anno, denominata “Effetti di finanza pubblica di un'eventuale ratifica del MES” e abbiamo chiesto: scusate, in cosa le domande dell'onorevole Lucaselli non trovano già una risposta nella nota dedicata alle domande dell'onorevole Lucaselli? Il silenzio glaciale che ne è seguito e la decisione di rinviare la Commissione a domani hanno indotto le opposizioni, per una volta unite, ad alzarsi e andarsene, perché la politica può essere aspra, può essere dura, può essere passionale, ma penso che vi siano limiti di decenza che non dovrebbero mai essere superati.

Se il Governo si alza in quest'Aula e dice che sul MES ci sono problemi politici e hanno bisogno di tempo, la politica la conosciamo tutti ed è un conto, ma, se la maggioranza continua a prenderci per il naso in questa maniera, credo che questo qualifichi molto più la maggioranza di quanto non facciano eventuali azioni dell'opposizione, perché, come mi è già capitato di dire in un'altra occasione, prima o poi, di qua dovete passare con questo provvedimento e più passano i giorni e più non vedo l'ora che quel giorno arrivi (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dell'Olio. Ne ha facoltà.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Grazie, Presidente. Nel confermare quanto detto dal collega Marattin, voglio riportare il fatto che cercare di creare situazioni dilatorie può succedere, lo posso comprendere, ma non con strumenti così sbagliati. Andare a chiedere uno spostamento in avanti, quando su questi argomenti ci sono già elementi portati avanti dal Ministero, dal MEF, significa semplicemente approfittare di una posizione e, quindi, offendere la Commissione bilancio e rendere del tutto inutile la partecipazione a quella Commissione. Quindi, chiediamo, Presidente, di intervenire per ripristinare la possibilità che la Commissione bilancio lavori in maniera adeguata. Noi abbiamo capito, ormai, che questa maggioranza la parola “MES” la vuole sentire solamente in parole composte, come una “mes-in-scena”, come quella che è stata organizzata in Commissione bilancio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Solo per unirmi alla denuncia fatta dal collega Marattin, chiedendo alla Presidenza di approfondire quanto avvenuto. Riteniamo infatti che, per l'ennesima volta, da un punto di vista non sostanziale ma anche semplicemente di rispetto della dignità e del decoro della funzione di una delle Commissioni più importanti di questo Parlamento, la pagina andata in onda nell'ultima Commissione, su una vicenda su cui sappiamo benissimo che avete degli problemi politici, condita, ammantata da questioni di carattere tecnico, sia una brutta pagina che non fa bene al Parlamento e, soprattutto, alla dignità e al rispetto della funzione della Commissione bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Vorrei utilizzare il resoconto per darle il reale spaccato della - credo che non sia un termine offensivo - sceneggiata a cui abbiamo appena assistito. Le parole sono le seguenti: “Le domande dell'onorevole Lucaselli non sono poche” - quattro - “e alcune mi colgono impreparato. Chiederei alla Commissione di potervi rispondere nella giornata di domani. Non ho il dono della prescienza e dell'onniscienza e vi chiederei di rinviare queste risposte a domani”. Intanto, ringrazio per l'umiltà il Sottosegretario Freni. Però, fatemi dire che il Governo sta facendo delle parti in commedia, un Governo che prova anche a giustificarsi del fatto che è impegnato in altre vicende molto, molto complicate, come la chiusura di una legge di bilancio. Ricordo solo a chi si definiva pronto che quest'anno riuscirete a fare peggio dello scorso anno, non essendoci neanche in campo lo scenario delle elezioni anticipate. Non è andata così.

Io trovo davvero una sceneggiata irrispettosa, un teatrino inutile quello che è appena avvenuto, anche perché nessuno aveva sollecitato l'espressione di quel parere oggi. Anzi le opposizioni hanno detto, nelle scorse ore, che non c'è il parere - che, ricordo, è della Commissione e non è del Governo - ma il MEF ha già risposto, ha risposto addirittura a giugno. Quindi Freni non sarà onnisciente, ma bastava che prendesse in mano un testo scritto e rimettesse lì, nero su bianco, quello che è esattamente già a conoscenza di tutti. Su questo tema si possono avere opinioni diverse, si può arrivare anche a dirci non solo che è legittimo ma che si utilizza quello che abbiamo visto nelle scorse ore, questa vicenda, strumentalmente come elemento di trattativa europea. Lo abbiamo sentito dire dalla Presidente del Consiglio. Evitate solo di cambiare ogni ora l'oggetto della discussione. Non siete pronti? Volete utilizzarlo fino al prossimo anno come merce - come dire - di ricatto e di discussione europea? Evitate allora di farci assistere a quello che abbiamo appena visto, perché si può essere su posizioni e fronti opposti, si possono anche avere opinioni diverse nel merito ma di certo noi non meritiamo di essere una Camera che, a seconda degli impegni del Governo, aspetta di avere il tempo di avere un'opinione. Voi dite di essere impegnati nella legge di bilancio, come se noi non lo fossimo, come se noi dovessimo sempre e solo assistere a discussioni che si fanno altrove. Io credo che la Commissione bilancio abbia tutta l'autorevolezza per esprimere un parere, che sia favorevole o contrario. Di sicuro non merita quello a cui ho appena assistito (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Sottanelli. Ne ha facoltà.

GIULIO CESARE SOTTANELLI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Anche Azione si associa alle richieste del resto dell'opposizione. Oggi, in Commissione bilancio abbiamo assistito a una telenovela poco edificante per la Commissione e quindi per il Parlamento. Ascoltare il sottosegretario Freni affermare, con molta umiltà, di non essere preparato certamente non gratifica e non afferma il ruolo che deve avere un rappresentante del Governo. Ci auguriamo che questa telenovela che sta continuando, immagino, anche all'interno della maggioranza, tra le varie sensibilità che compongono il Governo, possa avere fine, per arrivare effettivamente - perché alla fine lì arriveremo - in quest'Aula ad approvare il MES. Capiamo le difficoltà ma, come diceva bene poco fa il collega, bisogna con un atto di umiltà di guardarsi negli occhi e, nel rispetto delle parti, se si hanno delle difficoltà politiche si chiede un rinvio e, magari, anziché 24 ore avremmo messo a disposizione del Governo anche 30 ore affinché producesse un parere che peraltro non serve, perché come è stato detto il MEF lo ha già rilasciato prima dell'estate.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire, sempre sull'articolo 37 del Regolamento, l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Mi corre l'obbligo di intervenire perché credo che in alcuni passaggi utilizzati dai colleghi si sia dimenticato che, nostro malgrado, questa maggioranza e questo Governo devono rispondere a tutti i problemi che hanno creato loro negli ultimi dieci anni e che oggi noi ci ritroviamo sul tavolo (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra).

Qui non è questione di scappare da nulla, tant'è che il provvedimento del MES nell'ordine dei lavori della Commissione bilancio era calendarizzato. Capisco anche che è difficile per l'opposizione avere una maggioranza che, rispetto ad alcuni temi che sono fondamentali e importantissimi per il futuro economico della nostra Nazione, chiede e aspetta degli approfondimenti. La nota alla quale si faceva riferimento è conosciuta da tutti e quello che nel frattempo è intervenuto è l'inizio della modifica della governance che inevitabilmente avrà effetti economici, anche rispetto all'incardinamento dei meccanismi procedurali del MES, sulla nostra legge di bilancio. Mi rendo conto che a chi è al di fuori della Commissione bilancio possa sfuggire quale sia il meccanismo di causa-effetto che il MES, e, quindi, il mancato approfondimento del MES, possa avere sui conti di finanza pubblica, ma così è. Quindi, dovendo fare i conti con questo sono stati chiesti degli approfondimenti che il Governo non ha detto che darà fra un mese. Il Governo ha detto che le risposte a queste richieste di approfondimenti verranno date domani, com'è legittimo. Allora, se, quando i rilievi provengono dalle opposizioni, il Governo deve ascoltare e dare risposte, non vedo perché, quando la richiesta di approfondimento provenga dalla maggioranza, questo approfondimento non debba essere dato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). La democrazia è questa. Capisco il livore dei colleghi che, non si sa per quale motivo, volevano necessariamente il parere quest'oggi. In 24 ore sono certa che il Governo sarà in grado di dare delucidazioni rispetto a quanto richiesto. Quindi, direi che il caso è chiuso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, invece, sull'ordine dei lavori l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere che questi approfondimenti del Governo possano essere calendarizzati in Commissione prima della convocazione della Capigruppo, che è stata convocata domani mattina alle 9 ovviamente per organizzare i lavori di questa settimana e della prossima. In altre parole, vorremmo evitare, signor Presidente, di discutere attorno al calendario e poi ritrovarci, magari nell'intervallo di pranzo, con la convocazione della Commissione e, guarda caso, con l'assenza del parere della Commissione bilancio; quindi, in assenza di tale parere, non si può andare avanti. Allora, con chiarezza e trasparenza, se le ragioni - non ho motivo di dubitarne - sono quelle espresse dalla collega Lucaselli credo che il Governo, domani mattina, alle 8,30, sia in grado di dare queste risposte e la Commissione bilancio sia in grado di fornire il suo parere e, conseguentemente, alle 9 poter avere tutti gli elementi per discutere la programmazione. Quindi, senza voler in alcun modo limitare l'autonomia del Presidente della Commissione bilancio, il nostro però è un caldo invito a che si risolva questa questione nei termini descritti adesso dalla collega Lucaselli ma domani mattina, in modo tale da avere tutti gli elementi per poter definire il calendario.

PRESIDENTE. Sarà cura della Presidenza prendere contatti con la Presidenza della V Commissione, fare presente il suo auspicio e riscontrare la risposta del Presidente della V Commissione.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1555​)

PRESIDENTE. Se non c'è altro, colleghi, procediamo con l'ordine dei lavori.

Chiedo all'onorevole Pavanelli se accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1555/1.

EMMA PAVANELLI (M5S). Signor Presidente, quest'ordine del giorno parla di …

PRESIDENTE. Non accetta la riformulazione …

EMMA PAVANELLI (M5S). Signor Presidente, non accetto la riformulazione e vorrei fare una dichiarazione di voto, mi scusi, Presidente.

Quest'ordine del giorno parla di shrinkflation: non è che non voglia dire questa parola in italiano, ma purtroppo - lo dico ai colleghi di Fratelli d'Italia, per suo tramite Presidente - non esiste ancora un termine nella nostra lingua. In pratica, è quando un imballaggio è molto più grande del prodotto che si trova all'interno e non c'è assolutamente trasparenza per il consumatore finale. Ormai avrete capito, sono mesi e mesi che deposito ordini del giorno ed emendamenti affinché i consumatori e i cittadini qui fuori abbiano informazioni precise e in piena trasparenza rispetto a cosa comprano. In questo periodo, c'è un fenomeno per il quale ci si ritrova in casa prodotti che hanno un imballaggio molto più grande rispetto a ciò che si trova all'interno. Quest'ordine del giorno chiede semplicemente a questo Governo di modificare le normative volte ad annoverare tra le pratiche commerciali ingannevoli tale fenomeno; sì, perché sono pratiche ingannevoli che oltretutto vanno a provocare un danno ambientale sia per il prodotto, l'imballaggio stesso, sia per il fine uso di questo imballaggio, che va purtroppo a inquinare.

Allora, per dare massima trasparenza ai cittadini, si chiede questo con tale ordine del giorno, di fronte a imprese che adottano questo tipo di percorso, con un grande imballaggio rispetto al prodotto all'interno, che è diminuito soprattutto rispetto al passato e, magari, il prezzo di vendita è aumentato, arrecando un danno economico ai cittadini. Mi dispiace veramente che questo Governo non voglia adoperarsi per fare norme che mettano il cittadino, il consumatore in condizione di fare scelte coerenti, in piena trasparenza e che siano veritiere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO BITONCI, Sottosegretario di Stato per le Imprese e il made in Italy. Grazie, Presidente, e grazie anche all'onorevole. In realtà, onorevole, ci siamo impegnati nel riformulare il suo ordine del giorno, nel senso che abbiamo praticamente mantenuto tutte le premesse e poi negli impegni, su cui il parere è favorevole, si aggiunge un tema che è assolutamente logico, perché, prima di decidere di fare un provvedimento di carattere legislativo, bisogna monitorare. Lei, nelle premesse, ricordando questa procedura, ha detto che probabilmente non tutti conoscono - lei l'ha definito, ma il termine, ovviamente, è inglese - questo fenomeno di ridimensionamento del pacchetto, che è un fenomeno abbastanza recente e sicuramente legato alle tematiche di carattere inflattivo. Allora, siccome ne abbiamo anche discusso, sia come presidente del CNCU ma anche durante l'allerta prezzi, io le chiedo di rivalutare questa sua decisione, perché, le ripeto, noi abbiamo cercato, comunque, di venirle incontro, inserendo il tema del monitoraggio, perché prima si monitora e poi si prendono le decisioni, tenuto conto che questo è un tema assolutamente sensibile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pavanelli. Ne ha facoltà.

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Io la ringrazio per aver specificato la questione e specificato che il Governo vorrebbe monitorare e sicuramente mi fa molto piacere. Il punto è che le associazioni dei consumatori stanno manifestando un problema già da molto tempo e, alla luce di questo, sul mio ordine del giorno va bene il monitoraggio ma poi si dovrebbe creare una normativa. Allora, se va a togliere la metà delle premesse e lascia solo la parola “monitoraggio” ovviamente si bypassa lo scopo finale del mio ordine del giorno.

Però, possiamo accantonare e magari ridiscutere - non so -, ma se fosse possibile chiedo che lo si metta comunque ai voti e vediamo che cosa farà la maggioranza.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo non intende intervenire.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1555/1 Pavanelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 137).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1555/2 Cappelletti.

Prendo atto che non accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1555/2 e chiede di parlare. Ne ha facoltà.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Grazie, Presidente. Noi non possiamo accettare la riformulazione, anche se per onestà intellettuale devo dire che è condivisibile nel merito. Il problema è che va a riformulare solo una parte degli impegni contenuti in quest'ordine del giorno e, peraltro, sarebbe anche una condivisione parziale, perché è vero che siamo a favore di una campagna di informazione massiccia che porti i cittadini ad avere la consapevolezza di quello che sta avvenendo, cioè il passaggio al mercato libero, ma è anche vero che siamo già adesso in ritardo per iniziare questo tipo di campagna. Pensate che le aste erano già previste a dicembre: adesso le faranno a gennaio, ma, entro il mese di aprile, i giochi saranno fatti. Si sarebbe dovuti partire ad aprile dell'anno scorso, non è stato fatto e per questo abbiamo posto il problema.

Ma al di là di questo, sebbene, come ripeto, di una campagna d'informazione massiccia c'è bisogno, il Sottosegretario, però, non entra nel merito della cosiddetta tassa Meloni sulle bollette, ossia il fatto che, dato che non c'è la proroga sul mercato tutelato, ci sarà un aumento delle bollette per oltre 5 milioni di italiani e questo rimane. Allora, qual è la posizione del MoVimento 5 Stelle? Il MoVimento 5 Stelle - l'ho anche spiegato questa mattina illustrando gli emendamenti - è a favore di una proroga del mercato tutelato. Siamo contrari a questa tassa Meloni sulle bollette, perché, tra l'altro, è una tassa senza gettito, cioè comporterà un aumento dei costi in bolletta dei cittadini senza avere neppure il vantaggio di un aumento del gettito fiscale.

Per tale motivo chiaramente il nostro voto su quest'ordine del giorno è favorevole e invito l'Aula a votare conseguentemente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1555/2 Cappelletti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 138).

Ordine del giorno n. 9/1555/3 Ciani.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ciani. Ne ha facoltà.

PAOLO CIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno chiedo al Governo un supplemento di attenzione perché torniamo a parlare della proroga alle cosiddette occupazioni di suolo pubblico COVID, ma, a differenza dell'emendamento con cui chiedevamo di togliere del tutto quel punto all'interno della legge, con quest'ordine del giorno chiediamo una particolare attenzione per alcuni territori. Come è emerso chiaramente all'interno della discussione in questi giorni, il provvedimento è un provvedimento nazionale, quindi volto ad aiutare queste categorie di commercio in tutte le città e in tutti i piccoli centri del nostro grande Paese. Ma il nostro è un grande Paese con grandi differenze anche territoriali e sappiamo che questa norma, in realtà, impatta in maniera differente su diversi territori e impatta in maniera particolarmente pesante su alcuni luoghi, per esempio sui centri storici delle grandi città a maggiore vocazione turistica o su quei quartieri che nel tempo hanno sviluppato una particolare presenza della cosiddetta movida.

Allora, con quest'ordine del giorno non chiediamo di togliere del tutto la norma, ma di prevedere un'attenzione specifica, magari anche da concordare con le amministrazioni locali, perché non dimentichiamoci che c'è anche una prossimità territoriale che aiuta nella valutazione dell'impatto del commercio e delle occupazioni di suolo pubblico, che cambia non solo da quartiere a quartiere ma, sicuramente, da città a città.

Con questo ci auguriamo che il Governo sia attento a ciò che sale dalla voce dei tanti cittadini che vivono in questi quartieri. Presidente, sa che prima diversi colleghi sono intervenuti sul mio emendamento per spiegare la loro visione di questa norma e io ne sono consapevole. Però, vivo anch'io in questo Paese e, in particolare, in questa città e ho una lettura un po' diversa di quello che accade e vorrei che tanti quartieri e tanti centri storici di questa e di altre città non si trasformassero in un eterno luna park, che alla fine rende invivibile la vita di chi ci abita, espellendoli in quartieri più periferici, come sta avvenendo in tante nostre città. In questa ottica va anche quest'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1555/3 Ciani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 139).

Sull'ordine del giorno n. 9/1555/4 Casu c'è parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, avevo provato a spiegarmi, ma avevo solamente un minuto durante la discussione sugli emendamenti. Adesso proverò a dire una cosa al Governo e al Sottosegretario Bitonci leggendo proprio il resoconto stenografico dell'intervento svolto dal Sottosegretario in quest'Aula, nella giornata di ieri. Il Sottosegretario, cito testualmente, a pagina 26 del resoconto stenografico, ha dichiarato: “Anche sui dehors, è vero che è un tema delle grandi città, però nelle piccole città e sugli altri 8.000 comuni italiani è trattato in maniera diversa. È anche vero che viene poco ricordato durante gli interventi che comunque il sindaco ha la facoltà di interrompere i dehors per tematiche legate alla sicurezza pubblica, agli schiamazzi notturni o per questioni molto delicate legate all'urbanistica della città. Quindi c'è la facoltà per il sindaco comunque di fare delle scelte nonostante tutto”.

Dato che questo punto è condivisibile e dice una cosa vera, ossia che dobbiamo dare facoltà e possibilità ai nostri sindaci di intervenire, noi abbiamo presentato un ordine del giorno che riprende queste parole e impegna il Governo a prevedere, per quanto di sua competenza, che per i centri storici, le città storiche e i siti UNESCO sia prevista, per i comuni, la possibilità di una diversa regolamentazione dell'uso temporaneo del suolo pubblico, compatibilmente con una serie di norme sulle funzioni territoriali e sulla tutela del patrimonio storico, artistico e ambientale. Ora, delle due l'una: se è vero quello che lei ha detto ieri in quest'Aula, come può essere il Governo contrario a prevedere che quello che lei ha detto ieri possa essere fatto dai nostri sindaci nelle nostre città? Se, invece, non è vero e volete utilizzare strumentalmente un tema serio come quello delle normative COVID per impedire di fatto che ci possano essere interventi che vanno nella direzione per cui in alcune realtà - e ripeto che stiamo parlando di centri storici, città storiche e siti UNESCO - sia prevista per i comuni la possibilità di una diversa regolamentazione dell'uso temporaneo del suolo pubblico, noi siamo la minoranza e non vi possiamo imporre di cambiare idea. Però, vi chiediamo di fare chiarezza.

Se lei è d'accordo con quello che ha detto ieri, il parere sugli impegni di quest'ordine del giorno non può essere contrario; se lei non è d'accordo, lo dica in quest'Aula, ne prendiamo atto, avremo altre sedi per confrontarci. Però, non è possibile che, nel momento in cui presentiamo un ordine del giorno che va nella direzione di quello che lei ha detto, il parere sia contrario. Infatti, da questo punto di vista, manca proprio anche la chiarezza di un confronto istituzionale e la possibilità di confrontarsi con posizioni che siano palesi.

PRESIDENTE. Il Governo non chiede di intervenire, dunque passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1555/4 Casu, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 140).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1555/5 Iaria. C'è una riformulazione: l'accetta o no? Prego.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Non possiamo accettare la riformulazione anche perché snatura completamente l'ordine del giorno. Quest'ultimo parla di sicurezza sui luoghi di lavoro e, in particolare, di sicurezza sui luoghi di lavoro per i lavoratori in ambito ferroviario. Nell'ordine del giorno abbiamo detto specificatamente in maniera chiara che con questo decreto siete entrati a gamba tesa verso il decreto che regola la sicurezza, ossia il decreto legislativo n. 81, in particolare nell'ambito ferroviario. Ciò che state facendo è chiaramente una deregolamentazione che può soltanto nuocere, come vi hanno anche segnalato le organizzazioni sindacali audite in Commissione, nell'ambito dei lavori ferroviari.

Non possiamo venire in Aula a parlare e a dire, di fronte alle tragedie, di essere tutti vicini ai familiari dei morti sul lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) - non voglio citare l'ultima tragedia verificatasi a Torino - quando poi, in un decreto del genere, scientemente inserite una deregolamentazione in questo settore.

L'ordine del giorno provava a chiedere un impegno al Governo proprio per verificare se andavate verso questa intenzione, cioè la deregolamentazione, o se volevate veramente lavorare nell'ambito della sicurezza. In questo caso, avete confermato che state compiendo un'operazione meschina sulle spalle dei lavoratori in ambito ferroviario, chiaramente neanche ascoltando le giuste considerazioni dei lavoratori stessi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1555/5 Iaria, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 141).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1555/6 Benzoni, che chiede di intervenire. Ne ha facoltà.

FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente, sarò breve. Sono stupito di questo parere contrario da parte del Governo proprio perché, in un decreto che parla di rafforzamento della concorrenza, quello del mercato dell'intermediazione dei diritti connessi al diritto d'autore è un settore importante. Semplicemente, non si chiede null'altro che valutare l'abrogazione dei due commi che sono stati inseriti nel decreto Sostegni-bis e che hanno in qualche modo complicato questo settore e reso difficile la concorrenza. Anche l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha segnalato come, attraverso questi due commi, la SIAE non sia solo un soggetto sul mercato in maniera concorrenziale ma diventi anche controllante degli altri soggetti autorizzati.

Quindi, noi chiedevamo semplicemente di valutare l'opportunità di abrogare questi commi al fine di sanare le distorsioni concorrenziali esistenti nell'ambito di questo mercato, così come segnalato dall'Autorità garante. Se è possibile, chiedo al Governo un ripensamento.

PRESIDENTE. Il Governo non chiede di intervenire, dunque passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1555/6 Benzoni, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 142).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1555/7 De Luca.

Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1555/7 De Luca, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 143).

L'ordine del giorno n. 9/1555/8 Barabotti è accolto mentre sull'ordine del giorno n. 9/1555/9 Giorgianni c'è una riformulazione: la accetta? Ha chiesto di intervenire l'onorevole Giorgianni. Ne ha facoltà.

CARMEN LETIZIA GIORGIANNI (FDI). Grazie, Presidente. Il mio ordine del giorno è per rimarcare il passo in avanti…

PRESIDENTE. Lei mi sta chiedendo di metterlo ai voti, per questo interviene?

CARMEN LETIZIA GIORGIANNI (FDI). Sì. Dicevo che l'ordine del giorno è per rimarcare il passo in avanti fatto recentemente nella tutela dei consumatori. Infatti, nel corso dell'esame in Senato del disegno di legge che ci stiamo accingendo a votare, è stato introdotto l'articolo 14 che novella il codice del consumo, inserendo, dopo l'articolo 65, l'articolo 65-bis riguardante i contratti di servizio a tacito rinnovo.

Questo articolo è il frutto di un lavoro che ho portato avanti, dapprima, confrontandomi con le associazioni dei consumatori e, poi, si è concretizzato inizialmente con una proposta di legge, che poi si è in qualche maniera tramutata in un emendamento nel corso dell'esame al Senato del DDL Concorrenza, grazie all'aiuto di una collega in Senato. In uno degli emendamenti presentati, che riprende questa PDL, è stato approvato questo articolo che, come dicevamo, è un passo avanti nella tutela dei consumatori, troppo spesso alle prese con contratti capestro dei quali non riescono mai a liberarsi. La norma, infatti, prevede che, nei contratti di servizio stipulati a tempo determinato con clausola di rinnovo automatico, il professionista, 30 giorni prima della scadenza del contratto, sia tenuto ad avvisare con chiarezza il consumatore della data entro la quale è possibile fare disdetta. La comunicazione dell'avviso è inviata per iscritto tramite sms o altra modalità telematica indicata dal consumatore; la sua mancanza consente al consumatore di recedere in qualsiasi momento senza spese.

Non posso, quindi, che essere particolarmente contenta e soddisfatta per questo passo in avanti nella tutela dei consumatori e, a tale proposito, per l'appunto - e qui veniamo al mio ordine del giorno - sono felice che il Governo, in qualche maniera, abbia approvato e voglia, quindi, fare un ulteriore passo in avanti nella tutela dei consumatori, perché oggi, facendolo passare subdolamente, in qualche maniera, come servizio a favore dell'utente, i vari professionisti fanno pagare al consumatore la spedizione della fattura e di ogni altro tipo di comunicazione, anche se il decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972 al riguardo stabilisce che non possano formare oggetto di addebito a qualsiasi titolo per il consumatore. Era prevista la loro eliminazione dal decreto Bersani e poi non se ne è fatto più nulla. L'eliminazione di questo aggravio per le tasche dei consumatori è uno di quei classici casi in cui si può consentire un risparmio alle famiglie senza oneri per lo Stato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1555/9 Giorgianni, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 144).

Onorevole Ciocchetti, accetta la raccomandazione del suo ordine del giorno n. 9/1555/10? Va bene, grazie.

Onorevole Devis Dori accetta la raccomandazione del suo ordine del giorno n. 9/1555/11? Va bene, grazie.

Sull'ordine del giorno n. 9/1555/12 Peluffo il parere è contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1555/12 Peluffo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 145).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1555/13 Zanella, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 146).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1555/14 Evi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 147).

Sull'ordine del giorno n. 9/1555/15 Bonelli il parere è contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Signor Presidente, farò un intervento, ma prima vorrei sapere - se il Sottosegretario lo ritiene opportuno, io lo chiederei - le motivazioni di questo “no”, almeno per quanto riguarda il dispositivo. Se lei ritiene opportuno darmi una motivazione, sarei interessato a conoscerla.

PRESIDENTE. Sottosegretario, l'onorevole Bonelli chiede… no, anche con un assolutamente… con un avverbio. Prego, onorevole Bonelli.

ANGELO BONELLI (AVS). Ringrazio della cortesia il Sottosegretario, chiedere non fa mai male. Detto questo, sarò molto veloce perché il Governo sta dicendo “no” ad applicare una direttiva europea che riguarda il tema delle concessioni demaniali marittime. Il Governo sta dicendo “no” ad adeguare i canoni delle concessioni demaniali, che oggi sono pagati in una maniera così irrisoria da far accapponare la pelle. Tanto per intenderci, qualcuno dirà, forse, come si dice a Roma, che uno “ha la fissa”, ma il Twiga di Briatore, ex Santanche', paga 19.000 euro l'anno e fattura quasi 10 milioni. Eppure, questo Governo, così tanto caro e attento ai diritti dei cittadini e delle cittadine italiane, chiude gli occhi e continua a regalare i beni dello Stato. Il Governo sta dicendo “no” al fatto che c'è l'intenzione di dare in concessione le ultime spiagge libere di questo Paese per privatizzarle e, conseguentemente, cementificarle per disapplicare la Bolkestein e favorire quelli di cui prima parlavo. Avrei gradito una motivazione e termino qui.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1555/15 Bonelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 148).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1555/16 Ghirra, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 149).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1555/17 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 150).

Onorevole Mari, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1555/18? La accetta, ma insiste comunque per la votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1555/18 Mari, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 151).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1555​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Benedetto Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Noi voteremo contro questo provvedimento. L'unica nota positiva è che quest'anno c'è la legge annuale sulla concorrenza, però le note positive si fermano qui. C'è un elemento complessivo che riguarda il processo legislativo in quest'Aula, lo dico ai colleghi della maggioranza: almeno sulla legge sulla concorrenza, si poteva aprire una discussione migliorativa anche in quest'Aula, sì o no? Com'è possibile che rinunciate, colleghi della maggioranza, in un appuntamento così importante come quello della legge annuale sulla concorrenza, a far sì che la Camera possa avere qualche voce in capitolo? Questo è gravissimo. Questa legge sulla concorrenza nel merito è un po' tirata via. Sembra fatta esclusivamente per adempiere a un impegno del PNRR, e va benissimo, qualcosa di non negativo dentro c'è, ma manca il coraggio di affrontare qualche tabù simbolico, e non solo, sulla concorrenza.

In un contesto normale avremmo discusso di emendamenti anche in Commissione e in quest'Aula, e noi qualche emendamento, come +Europa l'avevamo presentato su tante questioni, più o meno grandi. Io ne cito una simbolica, la citava il collega Bonelli prima, ossia quella delle concessioni balneari. Signor Vice Ministro, voi vi spiaggiate sulle concessioni balneari. A lei, che è stato amministratore locale, racconto questo: c'è un piccolo comune nella provincia di Sondrio, Novate Mezzola, che sta su un laghetto molto carino, prealpino. Il sindaco eroico di questo comune ha deciso di mettere a gara il Lido Beach: un chiosco, un acciottolato sul lago. Il collega Del Barba sa di cosa parlo. Ebbene, quel sindaco, l'eroico sindaco di Novate Mezzola, ha messo a gara il Lido Beach. Sa quanto ha fruttato, la gara, al comune di Novate Mezzola per 2 anni? 51.000 euro! E lei e il suo Governo insistete nel proteggere una categoria di privilegiati che vivono di rendita, sottraendo soldi al contribuente e al bilancio dello Stato. Quel comune eroico: 51.000 euro per il Lido Beach, che, se lei lo vede, insomma, capisce che non ha niente a che vedere con i lidi che fanno la stagione da maggio a ottobre, ormai, dove magari il titolare subaffitta il bar e solo con il subaffitto del bar incassa 10 volte quanto gli costa la concessione. Eppure, avete paura. Avete paura di affrontare la concorrenza.

Difendete le rendite, lo avete fatto anche sui taxi - mi consenta, signor Vice Ministro - e questo è un vulnus gravissimo. Voi state causando sui balneari danni milionari ai contribuenti italiani: in primo luogo, perché non fate incassare ai comuni o allo Stato canoni adeguati; in secondo luogo, perché state andando dritti, come un treno senza freni, contro il muro dell'infrazione europea. In merito a ciò che vi siete inventati, dicendo che ci sono ancora tante spiagge libere e che si potrebbero mettere a gara quelle, signor Vice Ministro, sono certo che, se lei fosse un giovane imprenditore, che pensa di gestire una concessione balneare meglio degli altri, sarebbe felicissimo - si citava il Twiga, ma io non ho niente contro il Twiga - che i lidi migliori andassero via a 20.000 euro l'anno, quando va bene (la media è di 5.000 euro), e a lei invece si dicesse di andare in un posto che nessuno conosce, magari fare la gara e pagare 10.000 euro. Ma lei pensa che l'Unione europea beva questa storiella? Ci portate all'infrazione!

C'è un altro tema di cui avrei voluto discutere, che è quello delle società in house delle amministrazioni locali. Noi avevamo presentato un emendamento per dire che i comuni che vogliono costituire società in house devono quantomeno acquisire preventivamente il parere dell'Antitrust. L'Antitrust fa una valutazione per capire se è motivato l'uso della società in house o se è semplicemente un modo per tenere un po' più di potere dentro il perimetro della pubblica amministrazione, ma neanche questo è passato. Sui taxi volevamo incentivare un po' più di concorrenza, aprire alle piattaforme, certamente da regolamentare.

Volevamo discutere con la maggioranza naturalmente un emendamento sul prezzo dei libri: si dice che, se si liberalizzano gli sconti, poi le piccole librerie chiudono, ma le piccole librerie chiudono oggi perché la gente non legge e magari una politica di sconti anche sui bestseller potrebbe aumentare la platea dei lettori che poi andranno anche nelle piccole librerie. Avevamo presentato un emendamento che avremmo voluto discutere anche sulla previsione in base alla quale i centri di assistenza agricola diventino oligopolio, facendo fuori tutti i liberi professionisti, ma anche di questo non è stato possibile discutere.

Questo è un compitino fatto con la mano sinistra da chi dimostra di non credere fino in fondo alla concorrenza - qualcosa di buono c'è, ma insomma è veramente poco -, e di non voler scommettere sulla concorrenza, sulla competitività e sulla produttività, come fattore di crescita economica e anche di crescita degli stipendi, dei salari e delle retribuzioni. Le retribuzioni cresceranno se cresce la produttività; se non cresce la produttività, non saremo competitivi e non cresceranno le retribuzioni.

Per tutto questo, quindi, signor Presidente, siamo contrari, in primo luogo per una questione di metodo, che è inaccettabile e la Camera non dovrebbe accettare, come non dovrebbe accettarlo con riguardo alla legge di bilancio, per cui anche un provvedimento di questo tipo arrivi blindato, dopo mesi e mesi, in questa Camera, con un monocameralismo alternato che è una riforma costituzionale de facto non accettabile; e poi nel merito, perché c'è troppo poco e non avete il coraggio di affrontare le lobby vere.

Peraltro, so che le questioni dei balneari o dei taxi non sono decisive per l'economia italiana ma, sono questioni anche simboliche - oltre a determinare un danno erariale con riguardo ai balneari e un danno ai cittadini con riguardo ai taxi - e dimostrano l'incapacità di affrontare questi temi stando schierati a difesa degli insider contro coloro che nei mercati vorrebbero entrare. Per tutte queste ragioni, voteremo contro questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Luigi Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Sottosegretario Bitonci, già le hanno dato del giovane prima, quindi dovrebbe essere di buon umore, ma insomma mi risponda a una domanda, lei e i suoi colleghi di maggioranza: perché voi siete l'unica destra del globo terracqueo che è contro il mercato? Non è vero? Avete fatto questo disegno di legge per un motivo soltanto: è un obiettivo del PNRR. Va bene che con il PNRR avete qualche difficoltà, perché vi siete anche accorti che ci sono alcune milestone e alcune riforme, come quella del mercato tutelato, che erano obiettivi già raggiunti per i quali però siete andati dall'Unione europea a chiedere la cortesia di far finta di niente e di chiudere un occhio, facendoci ovviamente ridere in faccia a proposito di credibilità eccetera; ma anche in quell'occasione l'avete fatto, perché siete l'unica destra contro il mercato, siete l'unica destra per la quale il mercato non è uno strumento di democrazia economica, non è uno strumento di allargamento dei diritti e di esercizio delle libertà, ma è un qualcosa di oscuro e cattivo.

Io ricordo, come se fosse ieri, che nella scorsa legislatura stavo per andare in bagno, però aveva preso la parola l'onorevole Meloni dai banchi dell'opposizione - forse si parlava proprio della Bolkestein - e fece un intervento che mi fermai ad ascoltare, non solo per le note capacità oratorie dell'attuale Presidente del Consiglio, ma perché fu una requisitoria contro il mercato, degna del Cobas degli anni Ottanta. Il tratto culturale che ha messo insieme lo schieramento che traina la destra italiana oggi - Fratelli d'Italia e Lega - è l'avversione al mercato.

Ecco perché fate il compitino della legge sulla concorrenza, perché è un obiettivo PNRR, fate il minimo indispensabile. La legge sulla concorrenza nasce nel 2012 con un obiettivo chiaro e l'Autorità garante della concorrenza e del mercato (che nasce in Italia nel 1990, un secolo dopo la nascita negli Stati Uniti, con lo Sherman Act, e già questo ci dovrebbe far riflettere: noi siamo un Paese che ha adottato un'autorità garante della concorrenza e del mercato, l'Antitrust, 100 anni dopo gli Stati Uniti) ogni anno fa delle segnalazioni, cioè dice che c'è da fare a), b), c) e d) per rendere la nostra economia più concorrenziale. In teoria, noi dovremmo leggere quel rapporto, ovviamente valutarlo e tradurlo in legge.

Nel decennio scorso, fu fatto una sola volta dal Governo Renzi, non fu facile, perché è evidente che gli ordini nuovi hanno per nemici tutti coloro che dagli ordini vecchi trarrebbero beneficio - ho improvvisato, ma questa è una citazione di Machiavelli, anche se sicuramente ho sbagliato qualcosa -; Machiavelli diceva che, ogni volta che si introducono cambiamenti, si ha come nemico qualcuno che beneficiava dello status quo ante. Le politiche per la concorrenza fanno arrabbiare un sacco di gente, fanno arrabbiare coloro che dalle restrizioni della concorrenza traggono i maggiori benefici, con un problema però, che i potenziali beneficiari sono molto più numerosi e fanno fatica a riconoscere i loro interessi, altrimenti non saremmo qui, a fronte di 27.000 balneari, a pesare quei 27.000 balneari più dei milioni di persone che sono utenti di quegli stabilimenti balneari. Non staremmo qui a pesare i 28.000 tassisti in Italia più dei milioni di persone che soffrono il disservizio dei taxi. Semplicemente, il consumatore fa fatica a organizzare i suoi interessi e a reclamare i suoi diritti e allora quei voti, in una società in cui il voto di appartenenza è sempre meno diffuso, fanno gola agli interessi di quei piccoli gruppi di interesse perché, nel momento in cui il voto di appartenenza non c'è più, i partiti non possono più contare su zoccoli duri e anche piccoli gruppi organizzati - che siano tassisti, balneari o altri che abbiamo visto in quest'Aula - fanno più gola e allora voi scegliete sempre di difendere quel tipo di corporazione o di gruppo di interessi.

Allo stesso tempo, a sinistra, se pronunci le parole: “mercato, concorrenza e liberalizzazioni” rischi una denuncia alla procura della Repubblica perché, se la politica è una curva ultrà, quelle sono parole vietate. Così come: “pubblico impiego e sindacati” è uno slogan in relazione al quale si accende il semaforo verde, “mercato concorrenza e liberalizzazioni” è uno slogan in relazione al quale si accende il semaforo rosso e infatti noi siamo perennemente bloccati in un Paese che fa fatica a riconoscere una cosa molto semplice: il mercato non è la legge della giungla.

Ma a scrivere che il mercato non è la legge della giungla, ben prima di quelle bellissime pagine di Luigi Einaudi del 1947 - nelle quali questi spiegava il mercato, il mercato rionale con la similitudine, vi ricordate, del cappello con il pennacchio del carabiniere, dicendo che non ci potrebbe essere libertà economica senza la presenza dello Stato che garantisce la molteplicità dei diritti, la molteplicità degli attori in campo e il beneficio dei consumatori - prima di lui, un paio di secoli prima, ci fu Adam Smith. Nel libro La ricchezza delle nazioni disse che promuovere il mercato non significa promuovere la legge del più forte. Significa esattamente il contrario: significa promuovere l'esercizio dei diritti di democrazia economica a beneficio dei consumatori. Però, sui tassisti non si può fare, sui balneari non si può fare, sulle imprese di servizi pubblici locali non si può fare e le multinazionali sono cattive e vengono a sfruttarci. Allora, perché voi siete l'unica destra italiana che, invece di vedere nel mercato un fattore di sviluppo, siete uno schieramento che lo vede come il demonio? A sinistra accade da sempre; non sempre in realtà, perché ci fu una stagione, negli anni Novanta, in cui il centrosinistra promosse alcune liberalizzazioni con successo. Quelle che ha fatto l'Italia sono state un completo successo. La liberalizzazione dell'Alta velocità ce la invidiano in tutta Europa, e il fatto che i treni sono sempre in ritardo semmai è dovuto ai problemi della rete, che è un'altra cosa. Ma sulla rete competono due grandi operatori: Trenitalia e Nuovo Trasporto Viaggiatori-Italo. Sulla telefonia le tariffe sono ridotte a percentuali a tre cifre. Quindi, quando questo Paese ha preso il toro per le corna e ha adottato politiche di liberalizzazione e di maggiore concorrenzialità, l'interesse dei consumatori è stato protetto, i consumatori sono stati più soddisfatti, il prodotto interno lordo è cresciuto.

Quando siamo stati capaci di invertire la narrazione che il mercato è il texano con il sigaro in bocca che sta sullo yacht o è il cattivo della BCE o di Wall Street, tutte le scemenze che continuate, alcuni di voi, a dire tutti i giorni, quando siamo stati capaci di rompere questa narrazione, l'economia italiana ne ha sempre beneficiato. E allora in queste curve ultrà, dove da una parte e dall'altra il mercato è sempre il cattivo, assieme al MES, assieme a tanti altri, noi siamo fra i pochi, uno schieramento di sparuti liberaldemocratici, Italia Viva, +Europa, Azione, alcuni fuori da questo Parlamento, che ancora pensano che la via d'uscita da 20 anni di stagnazione in questo Paese passi per un maggior mercato. Maggiore mercato in un Paese bloccato non significa fregarsene degli interessi degli incumbent, cioè coloro che adesso godono di posizioni di monopolio o di oligopolio, dei quali va tenuto conto. Pensate, chi vi parla ebbe la pazza idea, quando si cominciò a parlare di PNRR, di dire “mettiamo da parte qualche miliardo per compensare coloro che perderebbero posizioni di potere e di vantaggio dalle liberalizzazioni”, perché, se vogliamo uscire dalle aule universitarie, se vogliamo uscire dai libri di testo e andare nella realtà, sia i balneari che i tassisti che alcune professioni o le imprese di servizio pubblico locale da politiche di liberalizzazione ci perdono.

E allora, in un'ottica di lungo periodo, può anche essere ottimale trovare forme di compensazione. Noi abbiamo presentato una proposta di legge sui taxi che fa esattamente questo, fra l'altro, perché alcuni di noi potranno anche venire da aule universitarie, ma hanno avuto modo di capire come le aule universitarie siano molto diverse dalla politica, e a volte il risultato deve fare la linea più lunga per arrivare a meta. Insomma, noi ci asterremo su questo disegno di legge, non perché non contenga cose di buon senso.

Ripeto, avete fatto il compitino minimo indispensabile perché è una condizionalità del PNRR, ma una vera opera di liberalizzazione, di scoperchiamento delle libertà economiche di questo Paese, di stappo di tutto quello che blocca le energie, nonché la voglia di fare e di produrre sono dei capisaldi rispetto al modo in cui questo Paese prima o poi riuscirà a risollevarsi dalla stagnazione economica e prenderà per mano il proprio futuro per creare maggiori opportunità per noi e per quelli che verranno dopo di noi (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cavo. Ne ha facoltà.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, promuovere la concorrenza vuole dire tutelare i consumatori, ma anche le imprese e la libertà di impresa garantita dall'articolo 41 della Costituzione, che sancisce che l'iniziativa economica privata è libera, ne individua i limiti solo quando è in contrasto con l'utilità sociale o può recare un danno alla salute, all'ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. Si può esplicare solo in un contesto in cui vigono le regole della concorrenza.

L'apertura del mercato e l'eliminazione di vincoli o eventuali posizioni dominanti consentono a tutti gli operatori di competere a parità di regole, potendo puntare dunque sulla qualità, sull'efficienza, sull'innovazione. Il buon funzionamento del mercato è al contempo utile a proteggere gli interessi dei consumatori, che hanno così maggiore ampiezza di scelta. Inoltre, di per sé la concorrenza spinge a migliorare il prodotto o il servizio e a ridurre il prezzo. La concorrenza rappresenta, dunque, un elemento essenziale per lo sviluppo, la crescita economica e la giustizia sociale.

Dal 2017 è la legge annuale per il mercato e la concorrenza a rivedere lo stato della legislazione per verificare la permanenza di vincoli normativi che ostacolano, ingiustificatamente, la competitività e l'innovazione, e nel caso eliminarli. La legge annuale per il mercato e la concorrenza 2022, collegata alla manovra di finanza pubblica 2023, concorre all'attuazione del PNRR. In particolare, per contribuire al raggiungimento degli obiettivi del Piano, deve comprendere l'adozione del piano di sviluppo della rete per l'energia elettrica e la promozione della diffusione di contatori elettrici intelligenti di seconda generazione.

Troviamo tutto questo agli articoli 1 e 2 del testo oggi all'esame di quest'Aula. Il ddl introduce una serie di novità in diversi settori, dal commercio al dettaglio al cold ironing nei porti, dal farmaceutico alla gestione dei rifiuti. Tra le principali novità introdotte dal Senato ci sono limiti meno stringenti sulle emissioni elettromagnetiche per favorire lo sviluppo delle nuove reti di telefonia mobile 5G, fondamentali alla diffusione e all'utilizzo delle nuove tecnologie digitali. Per quanto concerne le norme che disciplinano l'adozione dei piani di sviluppo della rete di trasporto del gas naturale si precisa che deve essere l'impresa maggiore del trasporto di gas naturale a predisporli e si prevede che abbiano cadenza biennale, anziché annuale.

Quanto ai piani di sviluppo della rete di trasmissione nazionale dell'energia elettrica si stabiliscono termini endoprocedimentali per l'adozione dei pareri e lo svolgimento delle consultazioni già previste dalla normativa vigente, nonché il termine ultimo di approvazione del piano da parte del Ministero dell'Ambiente, fissato a 18 mesi. Per il secondo obiettivo fissato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, si prevede la promozione di campagne informative e programmi di formazione per imprese e consumatori sulle potenzialità dei contatori intelligenti. Si attribuisce poi ad ARERA il compito di stabilire gli obblighi in capo alle imprese di distribuzione di informare i clienti sulle funzionalità dei contatori intelligenti.

Ad Acquirente Unico si affida invece il compito di mettere a disposizione dei clienti finali i dati del contatore di fornitura di energia elettrica e gas tramite il portale dei consumi di energia elettrica e di gas naturale. È poi istituito presso Acquirente Unico un registro informatico recante l'elencazione dei soggetti terzi che accedono ai dati del cliente finale, che garantisca la messa a disposizione dei clienti finali di ciascuna informazione concernente gli accessi ai dati da parte dei soggetti terzi. I costi sostenuti da Acquirente Unico per l'istituzione del registro informatico sono posti a carico dei soggetti terzi fornitori di servizi secondo criteri e modalità definiti da ARERA.

Due importanti misure riguardano il settore portuale e della nautica. L'articolo 3 modifica la disciplina dei servizi di cold ironing, che è una soluzione proposta per ridurre le emissioni a effetto serra prodotte dalle navi che attraccano in porto. Si equipara il gestore dell'infrastruttura al cliente finale e al consumatore finale, rispettivamente ai fini della regolazione delle partite di energia elettrica prelevata dalla rete pubblica e dell'applicazione del cosiddetto testo unico delle accise.

Si prevede poi l'applicazione da parte di ARERA di uno sconto sugli oneri generali di sistema a favore dei punti di prelievo dell'energia elettrica che alimentano le infrastrutture di cold ironing. I gestori delle infrastrutture di cold ironing saranno tenuti a trasferire i benefici derivanti dall'applicazione di tali misure agli utilizzatori finali e dovranno garantire condizioni di accesso e di fornitura eque e non discriminatorie. Per venire incontro alle dinamiche del settore, spesso su base stagionale, si definisce la disciplina del mediatore da diporto, specificando che potrà avere e svolgere un'attività mediatoria anche in chiave occasionale e temporanea.

Si richiede, per svolgere tale attività, il possesso di un diploma di istruzione secondaria di secondo grado o di istruzione e formazione professionale o di titolo equipollente. In definitiva, si descrive una figura professionale con specifiche competenze, più adeguate al contesto e all'attività che è destinata a svolgere. Tra le modifiche introdotte durante l'esame al Senato, l'articolo che prevede la predisposizione da parte dei gestori delle infrastrutture ferroviarie e delle imprese ferroviarie, in coordinamento con i servizi pubblici di soccorso, di un piano di gestione delle operazioni di soccorso lungo la rete ferroviaria, compreso il trasporto degli infortunati. Inoltre, ciascun datore di lavoro individua i ruoli e le responsabilità da assegnare al personale, tenuto conto delle relative categorie di inquadramento, dei titoli formativi e delle mansioni. Le norme modificano l'articolo 45 del decreto-legge del 2008 relativo al primo soccorso e si prefiggono lo scopo di evitare che si verifichino nuovamente tragici incidenti che coinvolgano il personale operante sulle linee ferroviarie.

Il provvedimento, inoltre, introduce novità in tema di smaltimento di rifiuti, di apparecchiature elettriche ed elettroniche e, in particolare, dispone che i sistemi di gestione individuali e collettivi, consorzi senza fini di lucro, istituiti da produttori di apparecchiature, pubblichino, anche attraverso la diffusione mediante il proprio sito web, le informazioni relative al valore dei propri contributi applicati alle apparecchiature elettriche ed elettroniche, a copertura dei costi connessi agli obblighi di raccolta, trattamento, recupero, smaltimento.

Il tema dell'impatto ambientale dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche diventa sempre più cogente con la transizione energetica in corso. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che molte volte produrre energia con minore produzione di CO2 non vuol dire azzerare l'inquinamento. Lo smaltimento di un pannello fotovoltaico, per esempio, è molto complesso. Anche la transizione energetica ha il suo impatto ambientale che va considerato nel processo di trasformazione, se l'obiettivo è di ridurre concretamente l'inquinamento.

In tema di vendita di gas naturale si interviene anche prevedendo l'adozione di un decreto del Ministero dell'Ambiente, su proposta di ARERA, che disciplini le condizioni, i criteri e i requisiti per l'iscrizione, la permanenza, l'esclusione dall'elenco dei soggetti abilitati alla vendita di gas naturale. Per meglio tutelare gli utenti si dispone, anche che ai fini del perfezionamento dei contratti a distanza conclusi per telefono, il consenso dato dal consumatore non sia valido se non si è confermata la ricezione del documento contenente tutte le condizioni contrattuali.

L'attenzione alla tutela dei consumatori la ritroviamo in altre due disposizioni introdotte dal Senato: una vieta ai fornitori di rete o servizi di comunicazione elettronica l'uso di informazioni acquisite tramite il database per la portabilità dei numeri mobili; l'altra prevede, nei contratti di servizio stipulati a tempo determinato con clausola di rinnovo automatico, l'obbligo per il professionista di inviare un avviso al consumatore prima della scadenza del contratto, indicando la data entro cui può dare formale disdetta.

Un pacchetto di misure riguarda, invece, il commercio al dettaglio. Si interviene sulla modalità di assegnazione delle concessioni di posteggio per il commercio su aree pubbliche, in particolare introducendo una serie di clausole sociali a tutela della stabilità occupazionale, la valorizzazione delle microimprese e la definizione di un numero massimo di concessioni ottenibili. Si proroga anche per il 2024 l'esonero dalle autorizzazioni previste dal codice dei beni culturali e paesaggistici per i dehors di bar e ristoranti. Si consentono vendite di liquidazione merce, si consente l'adozione di misure, da parte di regioni, città metropolitane e comuni, di tutela e valorizzazione di talune tipologie di esercizi di vicinato e botteghe storiche.

Si interviene anche sul testo unico in materia di società a partecipazione pubblica, precisando che le partecipazioni in società di gestione di spazi fieristici possono essere sia dirette che indirette.

Dall'illustrazione delle misure previste dal testo emerge l'intento di adeguare la tutela dei consumatori alle evoluzioni tecnologiche del mercato, senza dimenticare la promozione dell'iniziativa economica, la sicurezza dei lavoratori e l'impatto ambientale. Ne risulta un testo al passo coi tempi, capace di rispondere alle esigenze dei consumatori, in linea con gli obiettivi generali della legge annuale per la concorrenza. Per tutti questi motivi, Noi Moderati voterà a favore (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Evi. Ne ha facoltà.

ELEONORA EVI (AVS). Grazie, Presidente. Obiettivo della legge è rimuovere gli ostacoli alla concorrenza e al mercato; obiettivo del Governo Meloni è continuare a difendere gli interessi di alcuni, come i balneari. Anche questa volta si è riusciti nell'intento di proteggere una categoria tanto cara al Governo. La messa a gara delle concessioni balneari non c'è ancora, nemmeno questa volta. Questa destra di Governo continua a proteggere i privilegi di chi paga delle concessioni a prezzi irrisori, a fronte di fatturati enormi, facendo un danno anche alle casse dello Stato.

Su un fatturato di 7 miliardi l'anno del settore, arrivano poco più di 100 milioni di euro l'anno, con un tasso di evasione del 50 per cento.

Tra l'altro, anche il dossier del Servizio studi della Camera su questo provvedimento non ha potuto non sottolineare questa mancanza, ricordando che il Country report della Commissione europea per il 2023 ribadisce che tra le criticità ancora aperte ci sono i ritardi nell'attuazione delle procedure competitive efficaci per l'assegnazione delle concessioni marittime, lacustri e fluviali per attività turistico-ricreative, così come la limitata redditività di tali contratti di concessione per le autorità pubbliche rimane fonte di preoccupazione. Ma per questo Governo, qui, la concorrenza può ancora aspettare.

E c'è un po' da sorridere nell'affrontare questo disegno di legge annuale sul mercato e la concorrenza - questo ho avuto occasione di dirlo anche durante il dibattito e la discussione su questo provvedimento - dopo che, soltanto pochi giorni fa, questo Parlamento ha adottato una legge tanto voluta dal Governo Meloni, che impone un nuovo divieto, quello che vieterà di produrre o vendere la ormai famosa carne coltivata, una legge che farà scattare l'ennesima procedura di infrazione da parte dell'Europa contro il nostro Paese. Dunque la domanda è: ma quale concorrenza? Quale mercato? Quando serve proteggere qualche categoria particolarmente sensibile, per questo Governo le regole europee possono tranquillamente, palesemente, sfacciatamente, essere ignorate, come nel caso dei balneari. Eppure, questo provvedimento è importante, anche perché è strettamente legato al PNRR e, dunque, alla possibilità per il nostro Paese di ricevere i tanti miliardi messi a disposizione dall'Europa.

Ma questa maggioranza se la prende con comodo: un disegno di legge che è stato licenziato il 20 aprile scorso dal Consiglio dei ministri, ma che ha iniziato il suo iter al Senato oltre due mesi dopo, il 26 luglio, e tutto questo ha fatto sì che la Camera non sia stata messa nelle condizioni di poter proporre modifiche e miglioramenti. Quindi, come sempre, siamo chiamati, anche in questo caso, di fatto, a lavorare su un provvedimento che era blindato.

Tutti gli emendamenti del gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra e delle opposizioni sono stati bocciati. Noi proponevamo, ad esempio, un emendamento semplice, ma anche di sostanza, ovvero che, ad esempio, il piano decennale che Terna deve predisporre per lo sviluppo della rete di trasmissione nazionale fosse coerente non solo con gli obiettivi in materia di fonti rinnovabili, di decarbonizzazione, di adeguatezza e sicurezza del sistema energetico, ma anche con gli obiettivi delle comunità energetiche rinnovabili, di autoconsumo singolo e collettivo, perché, cari colleghi, anche questo è un obiettivo stabilito nel Piano nazionale integrato per l'energia e il clima. Ma su questo continuiamo a vedere che il Governo prende in giro i cittadini, da ultimo con il polverone di annunci secondo cui l'Unione europea avrebbe sbloccato l'atteso decreto per dare il via alle comunità energetiche rinnovabili, quando la realtà è diversa. È stato il Ministro a mettere insieme nello stesso documento i criteri per l'erogazione dei fondi del PNRR e la ridefinizione della tariffa incentivante per lo scambio di energia dentro una comunità energetica rinnovabile, di fatto con la conseguenza che si è ritardato di molti mesi questo provvedimento. E questo era un esempio.

Abbiamo proposto anche una necessaria proroga della scadenza del mercato tutelato per l'energia e il gas, perché sì, è vero, questo era un impegno con l'Europa previsto dal PNRR, ma, nel frattempo, il mondo è cambiato: la crisi energetica e l'inflazione hanno messo in ginocchio migliaia di famiglie e la proroga, quindi, serviva proprio per evitare di gravarle ulteriormente a partire dall'anno prossimo. Invece, con il decreto-legge in materia di energia, che avete da poco approvato e che ha appena iniziato il suo iter qui, alla Camera, avete voluto mettere la parola “fine” alla proroga del mercato di maggior tutela. Nonostante i dubbi nella stessa maggioranza, dopo un “forse sì forse no”, un balletto che ci ha tenuto in sospeso per diversi mesi, alla fine, quindi, non ci sarà nessuna proroga. E, comunque, è davvero incredibile sentirvi dire che la motivazione a non voler più prorogare il mercato tutelato è perché ce lo chiede l'Unione europea. E mi domando perché questa stessa attenzione alle richieste dell'Europa non le riserviate anche al dossier sulle concessioni dei balneari di cui parlavo prima. Eppure, proprio a causa del continuo e mancato adeguamento alla direttiva Bolkestein per quanto riguarda il regime normativo che disciplina le concessioni di spiagge e arenili, la Commissione ha aperto una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia. Quindi, che messaggio trarre da questo comportamento del Governo? Che si preferisce non toccare i privilegi di alcuni - i balneari, in questo caso - e continuare a ignorare i tanti. Con la scelta di non prorogare il mercato tutelato milioni di famiglie già in difficoltà saranno ulteriormente gravate da incertezze e bollette ancora più pesanti. Quindi, ecco il messaggio del Governo: forte con i deboli e debole con i forti.

Con un altro emendamento, al Senato, avete aggiunto un nuovo articolo, l'articolo 10, che noi riteniamo molto pericoloso. State innalzando il valore di attenzione per i campi elettromagnetici portandolo da 6 a 15 volte per metro. Un gruppo di oltre 70 scienziati esperti di campi elettromagnetici ha recentemente inviato al Governo e al Parlamento un appello per la sicurezza elettromagnetica sostenendo che l'aumento dei limiti comporterebbe un aggravamento delle patologie associate allo stress ossidativo, una riduzione della fertilità maschile e femminile, un aumento delle patologie neurodegenerative e tumorali e un aumento dei casi di elettro- sensibilità. Eppure, tra l'altro, anche le diverse ARPA hanno più volte chiarito che attraverso un'attenta pianificazione ed un corretto dimensionamento delle antenne 5G è possibile raggiungere gli stessi obiettivi di digitalizzazione anche con i limiti attuali. Quindi, non esiste alcuna ragione tecnica per aumentare i limiti ambientali della radiofrequenza (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra) e non si capisce nemmeno la finalità economica di questa decisione dal momento che dal punto di vista economico è evidente che un aumento dei limiti avrebbe il solo e unico scopo di agevolare le multinazionali delle telecomunicazioni, che sono peraltro tutte straniere, perché potrebbero utilizzare i siti attuali per installare nuove antenne o potenziare quelle esistenti. Ciò avverrebbe, però, a discapito delle imprese italiane e in particolare i piccoli e medi operatori delle telecomunicazioni, che si troverebbero a competere con le multinazionali che potenziando le loro antenne potrebbero raggiungere i territori anche più remoti. A discapito anche, ad esempio, delle aziende tecniche che perderebbero tutte le commesse provenienti dalla società licenziataria per la progettazione e l'installazione delle nuove antenne del 5G, il cui sviluppo rappresenterebbe un incasso esclusivamente per le multinazionali. Abbiamo tentato di stralciare questo articolo invano e abbiamo allora tentato di modificare la misurazione del valore di attenzione che oggi è di 6 volt/metro sulla media di 24 ore, misurazione che non ha alcuna base scientifica e serve solo a falsarla e a diluirla nel tempo e peraltro siamo l'unico Paese in Europa che ha adottato questa misurazione sulle 24 ore. La misura va invece condotta sulla media dei sei minuti perché questo è il tempo necessario alle cellule per dissipare il calore prodotto dalla radiazione, quindi con una base scientifica. Con l'aumento dei limiti e il mantenimento della misurazione attuale stiamo invece letteralmente raddoppiando la soglia di elettromagnetismo finale.

Per tutti questi motivi Alleanze Verdi Sinistra voterà contro il progetto di legge sulla legge annuale della concorrenza e mercato (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Benzoni. Ne ha facoltà.

FABRIZIO BENZONI (AZ-PER-RE). Signor Presidente, è un provvedimento molto importante quello che oggi arriva; non scontato perché non tutti gli anni abbiamo visto un provvedimento sulla concorrenza, che dovrebbe andare in quella direzione, dico dovrebbe perché poi l'argomento di una maggior concorrenza è determinante sapendo (e lo sappiamo dall'Europa e da un sacco di organismi internazionali) che dove c'è un mercato più concorrenziale c'è evidentemente un vantaggio per la collettività. Lo dimostrano i dati per l'occupazione che la concorrenza provoca, lo è per il prodotto interno lordo che aumenta in quei settori dove c'è una completa concorrenza, ma lo è anche e soprattutto per la tutela dei consumatori, quindi sia dal punto di vista delle dinamiche di prezzo che abbiamo visto dopo le liberalizzazioni di questo Paese, sia per la quantità e la qualità delle informazioni con cui possono affrontare il mercato.

Devo dire che tutte le grandi liberalizzazioni che hanno visto questo Paese avere il coraggio negli anni scorsi - si anticipava prima nel settore delle ferrovie e della telefonia - portano oggi dei settori che sono fortemente concorrenziali, che hanno prezzi che sono migliaia di volte inferiori a quelli che vedevamo prima, basta pensare alle vecchie ricariche telefoniche al mercato attuale. Quindi, questa è la direzione che vorremmo venisse percorsa. Ed è l'Europa che ce lo chiede; e ce lo chiede anche per altre ragioni: la prima è per avere anche un mercato concorrenziale e concorrente tra gli Stati e quindi anche un'omogeneità dei settori e di competitività e la seconda è per combattere quelle oligarchie e quei monopoli che ancora esistono anche nella nostra Europa e che sicuramente non fanno bene al mercato.

Introdurre nuova concorrenza vuol dire dare anche speranza. Noi, in quest'Aula, abbiamo parlato tanto di innovazione, di giovani, di come vorremmo che i giovani si fermassero in questo Paese. Ebbene, dove c'è nuova concorrenza c'è anche opportunità di entrare in settori che non sempre oggi ci sono. Sappiamo, però, perché non siamo fuori dal mondo, che ogni volta che si è tentato di liberalizzare un settore ci sono state grandi difficoltà. Evidentemente, si accontentano coloro che vorrebbero entrare in quel settore ma si scontentano coloro che ai quali si toglie un privilegio e un limite. Tuttavia, il lungo periodo, come dicevamo prima, ha sempre portato benefici. È talmente difficile introdurre le vere liberalizzazioni che non vorrei che venisse dimenticato in quest'Aula che il Governo Draghi proprio sulla legge sulla concorrenza e proprio parlando di taxi e di balneari è caduto, un anno fa.

Se le liberalizzazioni oggi in Italia funzionano, dove ci sono state, viviamo ancora con settori a macchia di leopardo e alcuni li ho appena citati. La sensazione di questa legge - poi arrivo al giudizio di merito - però è che non sia pensata e voluta per incrementare la concorrenza ma sia una legge necessaria per rispondere all'Europa e per rispettare i parametri del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Lo diciamo perché siamo abituati, come partito, ad analizzare i provvedimenti nel merito e alcuni, devo dire, li condividiamo. Non ci sono solo scatole vuote, come in altri provvedimenti che abbiamo visto, ci sono alcuni provvedimenti molto interessanti e alcuni li citerò dopo. Tuttavia, manca completamente la strategia e manca il coraggio di affrontare quei temi che avremmo voluto vedere in questa legge per il mercato e la concorrenza e che sono quelle lobby così forti che ancora nessuno ha avuto il coraggio di toccare, nemmeno voi. Quindi dalla legge sulla concorrenza passiamo alla legge non concorrenza. Lo dico perché bisognerebbe - mi tolga la battuta - iniziare, almeno sulla legge sulla concorrenza, poter lavorare in questo Parlamento. Qui non c'era la fretta della seconda lettura, dateci almeno la concorrenza tra Camera e Senato per poter lavorare in due Camere su questo e almeno la possibilità di competere coi colleghi per inserire qualche cosa in un provvedimento che invece alla Camera è arrivato completamente blindato. Però, è arrivato con dei punti anche condivisibili, penso al commercio mercatale. Chi arriva dalle amministrazioni sa quanto era attesa questa normativa, sa quanto è importante, sa quanto regolamentare questo settore fosse fondamentale, sa quanto aiuterà l'ingresso di nuovi player, sa quanto c'è qui dentro anche di imprenditoria giovanile.

Lo fate con coraggio sulle antenne 5G. I limiti nazionali sono i più bassi d'Europa. Su questo siamo indietro rispetto ai Paesi europei. L'avete fatto con coraggio e questo va riconosciuto, anche nell'ottica di avere sempre un maggior servizio. Parliamo tanto di 5G ma poi le prestazioni oggi, soprattutto dove c'è una concentrazione di antenne molto elevata, non sono all'altezza di quel livello. Aumentare leggermente i limiti, perché sono comunque sempre molto al di sotto di quelli previsti, non può avere altra conseguenza che diminuire il numero di antenne e quindi provocare un effetto sul nostro territorio inferiore da questo punto di vista.

C'è anche un altra parte, che noi vi riconosciamo, rispetto alle semplificazioni sul tema delle energie rinnovabili. È qualcosa che abbiamo trattato già in altri provvedimenti con cui abbiamo cercato, anche attraverso emendamenti, di sollecitarvi. Oggi, ogni energia rinnovabile in più è un'energia di cui siamo contenti e quindi la semplificazione delle procedure è per noi fondamentale. Lo è anche il provvedimento sui dehors, che in realtà non è un provvedimento nuovo, è semplicemente una proroga che trova il nostro favore. Le parole che ho sentito prima non corrispondono a quelle della città in cui vivo, in cui ho vissuto e in cui amministro. Le città con i dehors sono città vive, vitali, anche più sicure, per la percezione di sicurezza di chi cammina fra i dehors e non in città deserte. Quindi, bisogna permetterlo a tutti in maniera più concorrenziale perché è evidente che chi ha un dehors ha un margine di mercato molto differente rispetto a chi non lo ha. Ricordo infine le botteghe artigianali che sono un altro tema qui inserito.

Ho detto che sono cinque i provvedimenti che condividiamo, ma sono pochi rispetto a quello che ci aspettavamo. C'è il tema delle professioni, che non viene ancora una volta toccato, e c'è il tema dei taxi che oramai è una barzelletta, perché non solo il settore non è liberalizzato ma sappiamo che oggi non è competitivo. Vivendo in parte a Roma, sappiamo della difficoltà di trovare un taxi. Sappiamo bene, viaggiando per l'Europa, che anche laddove questo mercato è liberalizzato, anche con player esterni, non ci sono meno taxi, anzi, ce ne sono molti di più. Si abbassano le tariffe, le persone lo prendono con maggior frequenza ed è un vantaggio per tutti. Certo, come dicevamo prima un vantaggio per la collettività e, purtroppo, uno svantaggio per qualcuno nel breve periodo. Però, chi ha il coraggio di amministrare, chi ha il coraggio di definirsi liberale forse dovrebbe avere la facoltà di fare queste grandi innovazioni.

Ne abbiamo parlato con l'ordine del giorno, il mercato dei diritti connessi è un fattore marginale. Tuttavia, anche qui ci aspettavamo più coraggio rispetto alla liberalizzazione che ci chiedono gli artisti, e non solo, rispetto a quel settore.

L'ultimo tema è quello dei balneari, che davvero è la seconda barzelletta dopo quella dei taxi. Questo settore non può essere l'unico che non viene toccato dalle liberalizzazioni, non può essere l'unico che paga cifre ridicole rispetto a quello che pagano i competitor per un chiosco nei comuni o per qualsiasi attività a gara d'appalto comunale. Noi su questo ci saremmo aspettati davvero molto più coraggio.

Come gruppo, come sempre difficilmente possiamo votare contro qualsiasi provvedimento che porti a un miglioramento, e qui non possiamo negare che qualche miglioramento ci sia. Però, non è sicuramente la legge sulla concorrenza che ci aspettavamo e non è sicuramente la legge sulla concorrenza che tocca oggi i veri aspetti della concorrenza, a partire da taxi e balneari. Per questo annuncio il nostro voto di astensione (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tenerini. Ne ha facoltà.

CHIARA TENERINI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, anche quest'anno la legge sulla concorrenza investe il Paese reale, i suoi interessi e le sue corporazioni con l'obiettivo di aprire nuovi spazi all'economia e rimuovere gli ostacoli soprattutto di carattere amministrativo che frenano l'apertura dei mercati, avvicinandoci ai migliori standard europei. Questa volontà del Governo, ma anche del Parlamento, che in questo senso ha dato il proprio contributo con proposte ragionevoli accolte durante l'esame, la ritroviamo nel provvedimento che votiamo oggi. Infatti, quello che caratterizza questo disegno di legge annuale, ancora di più rispetto agli altri che l'hanno preceduto, è che si colloca tra i provvedimenti richiesti dalle riforme del Piano nazionale di ripresa e resilienza, sia perché l'Italia in questo modo, con una legge puntuale sulla concorrenza e il mercato, rispetta i suoi impegni con l'Europa, sia perché porta avanti alcuni degli importanti traguardi previsti dal PNRR, inserendoli nel tessuto normativo di questa legge.

Nel testo al nostro esame sono entrate anche disposizioni che non si era riusciti a inserire nella precedente legge sulla concorrenza. Il risultato è un insieme di norme frutto di una valutazione approfondita della Commissione di merito al Senato, cui hanno contribuito anche le oltre 60 memorie depositate dal mondo associativo. Si tratta, quindi, di un testo coerente con i suoi obiettivi, integrato con ulteriori nuove previsioni volte ad allargare gli interventi per ampliare il mercato e la concorrenza in Italia. Si parte dalla concorrenza nel settore del gas e della rete elettrica, attraverso norme che disciplinano l'adozione dei piani di sviluppo della rete di trasporto del gas naturale e dei piani di sviluppo della rete elettrica di trasmissione nazionale. Una riforma che, come dicevo, si inquadra nell'ambito dell'attuazione del PNRR, che prevede l'adozione, con la legge annuale per il mercato e la concorrenza 2022, di norme finalizzate ad assicurare la tempestiva attuazione dei piani di sviluppo della rete per l'energia elettrica. Accanto a queste norme, che sono volte a ottimizzare l'utilizzo della rete del gas e dell'elettricità, vengono introdotte anche alcune disposizioni finalizzate ad attuare il risparmio energetico e ad assicurare l'accesso ai nuovi servizi, anche mediante la promozione dell'utilizzo dei contatori intelligenti di seconda generazione e l'accesso ai dati di consumo tramite il sistema informativo integrato gestito da Acquirente Unico.

Vi sono poi norme sui porti, che vedranno modernizzate le infrastrutture elettriche a disposizione delle navi che vi ormeggeranno. In tema di infrastrutture e di trasporti la Commissione di merito al Senato ha inserito ulteriori miglioramenti normativi, ad esempio per il soccorso e il trasporto dopo infortuni, anche per definire più puntualmente l'identità professionale di chi opera nell'autotrasporto e per definire meglio la professione del mediatore da diporto. Ci sono stati interventi anche con riguardo ai temi della gestione dello smaltimento dei rifiuti particolari, dei limiti dei campi elettromagnetici, delle reti mobili e dei servizi di connettività. Per entrare anche nei termini del commercio, la direttiva Bolkestein viene interpretata, per quanto riguarda le disposizioni sul commercio in aree pubbliche, aprendo il mercato degli ambulanti con nuovi bandi di concessioni pubbliche per nuove assegnazioni e tutelando le professionalità già in essere o anche semplificando le vendite sottocosto o promozionali degli esercizi situati in comuni differenti.

Riguardo alla Bolkestein, mi preme puntualizzare, perché ho sentito più volte dai banchi dell'opposizione fare un appunto riguardo alle concessioni demaniali degli stabilimenti balneari. Non è vero che questo Governo, questa maggioranza e, in particolare, Forza Italia, che da sempre si batte per tutelare un comparto, vogliano tutelare o salvaguardare alcuni privilegi, alcune parti, alcune sacche di rappresentanze della società o alcuni corpi intermedi a noi favorevoli per ottenere questo o quel consenso. Qui si tratta, invece, di tutelare un sistema strategico, un asset strategico del nostro Paese, quello del turismo balneare, perché è una peculiarità tutta italiana che va difesa. E non c'è apertura alla concorrenza se andiamo a sostituire chi quelle attività se l'è sudate, chi, con le imprese familiari, con i sacrifici, con la fatica e senza grandi prospettive, perché da più di 10 anni questo comparto non ha prospettive ma ha continuato a lavorare e a fare investimenti, è riuscito a concedere agli italiani e a chi viene a fare turismo nel nostro Paese un sistema del tutto particolare che caratterizza l'Italia in questo senso e che non si ritrova in nessuna altra parte del mondo.

Allora, noi non tuteliamo una semplice categoria: noi tuteliamo un modo di fare turismo in Italia, un modo tutto particolare che ci rappresenta nel mondo e non lo possiamo svendere, non lo possiamo regalare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE) e non credo sia aprirsi alla concorrenza sostituire Mario in una concessione balneare con Pino piuttosto che con Maria, ma credo che il rischio sia quello di aprirsi al mercato di altri Paesi, al mercato di Paesi che vengono e che non sanno come si fa impresa turistica nel nostro Paese o, peggio, aprire alla malavita e alle infiltrazioni mafiose e camorristiche, perché questo è il rischio se noi non riusciamo a tutelare un comparto fondamentale.

È per questo che il decreto non prende ancora in esame il problema delle concessioni balneari, perché noi abbiamo guardato con attenzione a questo comparto da tanti anni. Lo stiamo difendendo, per difendere un valore più assoluto, e stiamo cercando di ragionare con la Commissione europea, anche alla luce dei risultati che sono emersi dal tavolo tecnico e che hanno decretato, senza ombra di dubbio, che in Italia la risorsa non è scarsa e, pertanto, non siamo obbligati a dover sottostare alla direttiva Bolkestein per quanto riguarda le concessioni balneari. Questo noi continueremo a farlo, perché lo dobbiamo prima di tutto a un nostro modo di fare turismo. Si tratta di un comparto che è fondamentale, che riguarda una fetta importante del PIL del nostro Paese e non siamo qui a tutelare gli interessi di nessuno ma siamo qui a tutelare gli interessi del sistema Italia. Questo è bene ricordarlo anche ai colleghi dell'opposizione.

Di particolare rilievo - ed è poi una battaglia che Forza Italia ha portato avanti in Commissione al Senato - è la norma che tutela i locali di valore storico, le cosiddette botteghe storiche, che possono mantenere la loro tradizione e caratterizzazione. Vi sono, poi, diverse norme a garanzia del consumatore, come il divieto di discriminazione in ragione della provenienza applicativa dei gestori di servizi di comunicazione elettronica oppure sui contratti di servizi a tacito rilascio, che obbligano ad avvisare il consumatore della data entro cui può inviare la disdetta. In sostanza, si tratta di norme che tengono conto anche della relazione annuale dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato e delle sue segnalazioni. È una legge che apre i mercati, amplia la concorrenza, garantisce maggiore tutela ai consumatori e contiene molte disposizioni che devono accompagnare il PNRR italiano e le sue previsioni per modernizzare il nostro Paese e per ricevere i finanziamenti europei.

Da evidenziare proprio in merito al PNRR, rispetto, invece, a quanto detto dalle opposizioni e rispetto anche alle previsioni apocalittiche che le opposizioni in questi mesi hanno fatto, magari sperando anche in una sorta di autogol da parte dell'Italia, che il Governo, invece, ha centrato, anche questa volta, un obiettivo importante, raggiungendo i 52 obiettivi per presentare entro il 31 dicembre alla Commissione europea la richiesta per la quinta rata come prima Nazione in Europa. Non è la prima volta perché l'Italia è stata la prima anche a presentare la quarta richiesta di pagamento. Direi, quindi, che l'approvazione del nuovo PNRR italiano, con questa rimodulazione che il Governo ha affrontato - sembrava che il PNRR fosse un monolite che non potesse essere toccato, chissà altrimenti cosa succedeva; non è successo niente, anzi è stato approvato il nuovo PNRR italiano -, salvaguarda le risorse finanziarie e le opere programmate, implementa le riforme e alimenta nuovi investimenti strategici per la crescita strutturale dell'Italia. Quindi, questa è la migliore conclusione di un anno decisamente positivo per quanto riguarda il PNRR portato avanti dal Governo di centrodestra e da questa maggioranza.

Per tutte queste ragioni, come Forza Italia, annuncio il voto favorevole del nostro gruppo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Appendino. Ne ha facoltà.

CHIARA APPENDINO (M5S). Grazie, Presidente. Nonostante questa maggioranza litighi su tutto - e credo sia evidente - c'è un tratto che invece li accomuna: è il fatto che amano definirsi “patrioti”, una sorta di novelli Garibaldi che lottano per la Nazione. Si sentono come gli eroi di due mondi che guideranno l'Italia a riconquistare l'antico splendore. Però, Presidente, la realtà è che, dopo 14 mesi di Governo, ormai abbiamo capito: voi siete gli eroi di pochi, di molto pochi. E quindi chi sono questi pochi per cui vi state immolando o per cui vi immolate? Ve lo dico io chi sono, perché è facile capirlo: sono i privilegiati, cioè non chi ha bisogno di aiuto, ma chi già ricopre una posizione di vantaggio sociale all'interno della nostra società.

Vedete, rispetto a quella casta politica - che voi state ricreando - e a quelle lobby - di cui voi fate attivamente gli interessi -, se ci pensate un attimo, per loro le vostre porte sono sempre aperte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Le porte sono aperte per le banche, sono aperte per chi produce armi, sono aperte per la sanità privata. Non solo sono aperte le porte, ma per qualcuno addirittura aprite la porta del Consiglio dei ministri, cioè li fate sedere direttamente tra i banchi del vostro Governo; mi riferisco, ad esempio, a chi fa profitti con gli stabilimenti balneari.

Questi sono i vostri amici, ma poi ci sono i nemici. E, allora, voi siete nemici dei giovani che scappano all'estero perché non trovano lavoro, voi siete nemici delle donne e delle madri che state penalizzando, siete nemici di chi si spacca la schiena lavorando e non arriva alla fine del mese, siete nemici anche di quelle piccole e medie imprese che sono alle prese con un costo del denaro schizzato alle stelle, siete anche nemici di quei 22 milioni di italiani in attesa di visite nella sanità pubblica. E, se ci pensate bene per un attimo, questo schema amici-nemici lo vediamo anche qui, in questo decreto che abbiamo analizzato. Facciamo un esempio pratico, Presidente. Avete bisogno di far vedere a Bruxelles che state facendo qualche riforma e allora cosa fate? Inserite di nuovo, all'interno della direttiva Bolkestein, chi lavora nei mercati. I mercati - forse non è chiaro, ma è chiaro a chi ha fatto amministrazione locale, a chi fa parte della forza politica che ho l'onore di rappresentare in questo momento - hanno un ruolo sociale importantissimo nelle nostre città e si stanno spopolando, stanno rischiando addirittura di sparire. E voi con questa scelta state colpevolmente mettendo a rischio 180.000 imprese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e le state gettando sull'altare dei vostri interessi, perché, mentre inserite i mercatari nella Bolkestein, è incredibile, fate di tutto ma proprio di tutto e con una forza mai vista per lasciar fuori i balneari che invece gestiscono un immenso patrimonio demaniale, che vanno regolamentati da anni, facendo peraltro rischiare al Paese un'ulteriore procedura di infrazione. E perché vi stracciate le vesti per i balneari? Ve lo dico io perché, è semplicissimo: perché avete un conflitto di interessi grosso come una casa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ma, del resto, cosa potevamo aspettarci da un Governo che non fa nulla per aiutare le famiglie? Famiglie in difficoltà con i mutui che sono schizzati alle stelle, che rischiano di non riuscire a pagare la rata e di perdere la propria casa. E mentre le banche accumulavano guadagni mai visti, cosa avete fatto? Prima avete annunciato una tassa per colpire quei 16 miliardi di extraprofitti delle banche, ma appena le banche hanno alzato la voce ve la siete rimangiata e, quindi, quella tassa no, non esiste più.

Ma non finisce qui, ed è questo il fatto sconvolgente. Mentre regalate ossigeno a quelle banche, permettendo loro di non pagare le tasse sugli extraprofitti, cosa fate dall'altra parte? Asfissiate le famiglie italiane già in difficoltà con una pioggia incredibile di oltre 2 miliardi di euro di nuove tasse. Questa è una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Penso poi agli italiani che sono prossimi alla pensione. Avete passato anni a demonizzare la legge Fornero e riuscite a peggiorarla; scendevate in piazza per difendere Opzione donna e siete il primo Governo della storia, da quando esiste Opzione donna, che l'ha eliminata nella sostanza.

Avete tentato di tagliare con l'accetta la pensione di 700.000 dipendenti pubblici che hanno lavorato una vita al servizio della comunità, infermieri e medici tra questi. E, guardate, la vostra mini retromarcia - tra l'altro causata dalle proteste e dagli scioperi di queste persone, a cui state togliendo un diritto - non cancella la vergogna di quello che avete tentato di fare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E perché fate questo? Perché, per aiutare il popolo, la coperta è corta, sempre corta, invece per foraggiare l'industria delle armi, così come per le banche, così come per le lobby, insomma per i vostri amici quella coperta riuscite ad allungarla sempre senza difficoltà.

E, a proposito di difficoltà, non posso non pensare ai 4 milioni di lavoratori a cui, poche settimane fa, avete dato uno schiaffo, un pugno in faccia, affossando la nostra proposta di salario minimo legale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Mi sono chiesta il perché e, alla fine, ho pensato che probabilmente non avevate tempo per capire le loro esigenze, essendo troppo impegnati a far tornare in auge la casta. Vorrei essere chiara in quest'Aula: la casta non è solo essere pagati dagli italiani e magari non adempiere con disciplina, onore e dignità rispetto all'incarico che ci è stato dato; non è solo quello che abbiamo visto, ossia tentare di ripristinare i privilegi e, quindi, i vitalizi. Essere casta è, soprattutto, sentirsi al di sopra del popolo, al di sopra degli italiani che sono fuori da quest'Aula; è quell'arroganza del potere che noi vediamo ogni giorno come espressione di questo Governo.

La conoscete la differenza tra servire una comunità e servirsi della comunità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Perché vedete, se pensiamo alle bugie e ai conflitti di interesse di Santanche', Sgarbi e Gasparri, alla leggerezza con cui Delmastro Delle Vedove tratta informazioni sensibili spiattellandole qui in Aula - e se ne vanta pure, non rendendosi conto che sta mettendo a rischio la sicurezza di tutti gli italiani -, se pensiamo alle fermate dei treni a piacimento del Ministro Lollobrigida o al familismo con cui Giorgia Meloni gestisce il potere, piazzando i parenti nei ruoli chiave, tra cui sorella e cognato, alla faccia del merito (Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Alla faccia del merito! Il messaggio che state mandando al Paese sapete qual è? Un'arroganza istituzionale che è agghiacciante.

E, allora, più che eroi dei due mondi, tornando a quello che dicevo all'inizio, voi siete diventati gli eroi di due categorie: i privilegiati, non ci torno su, e quelli che erano i vostri nemici, ora amici, cioè i burocrati di Bruxelles. Una manovra piena di tagli, con il ritorno all'austerità, che farà aumentare le diseguaglianze, con la crescita a zero e la produzione che cala ormai da dieci mesi consecutivi. La stessa Confindustria, che non è certamente grillina, recentemente ha parlato di stagnazione. Io credo che questa parola “stagnazione” renda molto bene l'idea dell'operato di questo Governo. Stagnazione, attenzione, seguitemi, stagno; stagnazione-stagno; stagno-palude: ecco, è proprio nella palude che voi, col vostro Governo, state portando l'Italia. E per fortuna che eravate pronti, pensa se non lo foste stati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! E, pur di non prendervi le vostre responsabilità, arrivate addirittura a cercare di riscrivere la storia sul MES in modo patetico. Io mi chiedo: come si fa a non vergognarsi nemmeno un pochino di una Presidente del Consiglio che sceglie deliberatamente di mentire non solo al Parlamento in quest'Aula, ma a tutti i cittadini? La stessa Presidente del Consiglio che va alla sua festa di partito e indossa la maschera della paladina della verità.

Però, vedete, le bugie non vi salveranno dall'ennesima figuraccia che vi apprestate a fare e il giurì d'onore che il presidente Conte ha chiesto sono certa che accerterà le menzogne denigratorie di Giorgia Meloni.

Voglio fare un'ultima considerazione su questo. Una Presidente del Consiglio che mente in Aula, sapendo di mentire, è il perfetto emblema - se ci pensiamo - di un Governo intellettualmente disonesto e della questione morale che lo investe ogni giorno. E il fatto che abbia mentito sul MES ci porta a un ultimo tema, Presidente, che voglio affrontare, e cioè il fatto che, a livello europeo, Giorgia Meloni sia irrilevante, cioè non conta nulla (Commenti). E per capirlo non servono più nemmeno gli scherzi telefonici in cui ammette candidamente che i leader non le rispondono al telefono (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Pensiamo ai fatti: Expo 2030, fallimento totale; politica estera dettata da Washington; politica economica dettata dai falchi di Bruxelles; un totale fallimento su gestione dei migranti, altro che blocco navale! Alla vostra propaganda - e chiudo, Presidente - non si può più credere. Vi abbiamo visto, quando eravate all'opposizione, in uno dei momenti più duri della storia della nostra Repubblica, buttare benzina sul fuoco per recuperare qualche voto (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Vi abbiamo visto, in campagna elettorale, sbandierare ricette che si stanno schiantando contro il muro della realtà, ogni giorno. Vi vediamo tradire costantemente gli impegni che avete preso con i vostri elettori. E vi continuiamo a vedere incolpare nemici e cercare complotti per nascondere i vostri fallimenti. E ora arrivate addirittura a mentire: altro che disciplina e onore, è l'esatto contrario.

Presidente, e chiudo, uno dei più illustri cittadini della mia città, Camillo Benso di Cavour, diceva: il primo bene di un popolo è la sua dignità. Ecco, Presidente, che questa maggioranza sia all'altezza del suo ruolo. Smettete di togliere dignità a questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Per questo motivo, Presidente, annuncio il voto contrario del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Andreuzza. Ne ha facoltà.

GIORGIA ANDREUZZA (LEGA). Grazie, Presidente. Rappresentanti del Governo, Sottosegretario Bitonci e onorevoli colleghi, è il momento di approvare in seconda lettura il disegno di legge annuale sulla concorrenza, dando seguito a quanto già avvenuto al Senato lo scorso 15 novembre, e completare l'iter parlamentare che poi proseguirà con i decreti attuativi. Un atto di adozione doveroso che, come sappiamo, arriva puntuale, entro la fine di dicembre, nei termini fissati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, del quale costituisce parte integrante e grazie al quale potranno essere rimossi eventuali ostacoli regolatori di carattere normativo o amministrativo, con l'obiettivo di promuovere lo sviluppo del tessuto produttivo del Paese, assicurando di pari passo le tutele che chiedono i consumatori, in un quadro di sostenibilità sociale ed economica.

Consentitemi di fare un breve passaggio per ricordare da dove nasce il disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza. Abbiamo detto che la legge annuale sulla concorrenza ha lo scopo di rimuovere le barriere normative alla concorrenza, promuovere l'apertura ai mercati di piccoli imprenditori senza penalizzarli e tutelare i consumatori. Sul piano nazionale, la concorrenza è materia di competenza dello Stato, come è scritto nell'articolo 117 della Costituzione. Questo, come altri ambiti, però, deve essere gestito entro i limiti posti dall'ordinamento comunitario. Su queste premesse si poggia la legge n. 99 del 2009 che, tra le altre cose, introduce la redazione di questo documento annuale della concorrenza. Pertanto, si parla di ben oltre 10 anni fa e diversi sono i Governi che sono passati.

La legge viene proposta dal Ministero dello Sviluppo economico al Consiglio dei ministri e va approvata in Consiglio dei ministri entro 60 giorni dalla data di trasmissione della relazione annuale dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, che contiene specifiche richieste sulle quali intervenire. Da quando è stata introdotta nell'ordinamento italiano, la legge annuale sulla concorrenza è stata pubblicata nel 2017 e poi ricordiamo, appunto, l'ultima legislatura. Anche per questo motivo, tale norma è stata inserita tra gli obiettivi legislativi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Va precisato, però, che il Governo oggi sta intervenendo su diversi temi che riguardano la concorrenza anche attraverso altri provvedimenti, e cioè non è solo questo l'unico strumento dove interveniamo, dove siamo intervenuti in passato e dove potremo intervenire.

Tornando al lavoro di quest'anno, è stato un lavoro importante, costruttivo e proficuo, quello svolto da Palazzo Madama su questo testo, dove il nostro gruppo ha assicurato un apporto puntuale e quanto mai prezioso, grazie alla disponibilità del Sottosegretario per le Imprese e il made in Italy, Massimo Bitonci (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), che ringrazio, e all'impegno dei nostri senatori, Bergesio, Bizzotto e Cantalamessa. Ed è giusto ricordare che, durante i lavori, sono stati approvati anche emendamenti dell'opposizione. Basti pensare al percorso legislativo della competente Commissione, che è iniziato da un testo di 10 articoli, nel suo iter, e si è sviluppato fino ad arrivare a 22 articoli, a dimostrazione della qualità, del confronto e dell'attività emendativa che è stata fatta, nonché della sinergia con le associazioni di categoria, dove c'è stato assolutamente un importantissimo confronto.

In questo senso, mi preme evidenziare i contributi che sono pervenuti dalla Lega per rendere più efficace questo provvedimento: in particolare, l'emendamento migliorativo sulla questione che interessa gli ambulanti e il commercio al dettaglio, un tema a noi caro. Abbiamo dato la possibilità di assegnazione delle concessioni di posteggio su aree pubbliche tramite gara ad evidenza pubblica, per una maggiore concorrenza e trasparenza del settore, a partire sin da subito dai posteggi non ancora assegnati, salvaguardando però il legittimo affidamento degli attuali concessionari che potranno godere di un rinnovo delle attuali concessioni per 12 anni.

Si tratta di un settore che - lo voglio ricordare - nei 2 anni di crisi della pandemia ha subìto una perdita di 20.000 attività e che rischiava di finire invischiato nella direttiva Bolkestein. Per questo, io ringrazio il Governo e le associazioni che hanno condiviso questo percorso.

Ma poi voglio ricordare anche la tutela delle botteghe storiche, degli artigiani e degli esercizi di vicinato, la quale, finalmente, dà agli enti locali e ai sindaci maggiori poteri per una serie di misure e strumenti con i quali salvaguardare e valorizzare queste attività, che rappresentano un patrimonio culturale, economico e sociale di fondamentale importanza e vitale per il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Per quanto riguarda la Bolkestein sui balneari, io mi soffermo solo con un appunto, ma che è un semplice ringraziamento ai nostri imprenditori balneari, perché io arrivo dal Veneto, una regione che, dalla palude e dalle bonifiche, è riuscita a fare le spiagge che sono tra le più belle d'Europa e che oggi incrementano continuamente il PIL del Veneto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Loro hanno dato molto e lo hanno dato dal nulla, pertanto oggi meritano che venga riconosciuto loro il lavoro che è stato fatto e quanto hanno dato al nostro Paese.

E poi voglio ricordare l'emendamento di proroga al 27 agosto 2024, che offre un termine più ampio per l'adeguamento del DPR del 13 febbraio 2017, relativo agli interventi esclusi dall'autorizzazione paesaggistica o sottoposti a procedura autorizzatoria semplificata. Ne beneficeranno cittadini e imprese del settore edilizio, che potranno contare su una maggiore facilità, flessibilità e tempestività, riducendo così la burocrazia nell'ambito di interventi che non incidono significativamente sul paesaggio e consentono di realizzare impianti di energia rinnovabile. Così come ricordo l'emendamento del nostro gruppo, grazie al quale si facilita sensibilmente l'accesso alla professione di autotrasportatore e a quella, in campo marittimo, di mediatore di diporto, andando incontro alle attese da parte delle rappresentanze di queste categorie. Senza dimenticare che, grazie a questo disegno di legge, si è riusciti a fissare obiettivi di una certa rilevanza, con importanti ricadute su imprese e famiglie, che voglio sottolineare: abbiamo incrementato le garanzie per i consumatori nei contratti di servizio e tacito rinnovo; abbiamo promosso l'utilizzo dei contatori intelligenti di seconda generazione, grazie ai quali si favorisce il risparmio energetico e il contenimento del prezzo dell'energia; siamo intervenuti per regolare e tutelare i prodotti ortofrutticoli e coltivati nelle vertical farm; garantiamo maggiore trasparenza sulla tutela dei diritti d'autore; abbiamo recepito l'indicazione dell'Antitrust, grazie alla quale si fa giustizia e si mette fine alla discriminazione tra gli utenti di telefonia mobile che ricevono offerte discriminatorie sulla base dell'operatore di provenienza, nelle quali sono incappati negli ultimi tempi milioni di italiani; e siamo intervenuti per semplificare le attività commerciali nelle vendite straordinarie e sottocosto, che si rendono necessarie a seguito di chiusure determinate da emergenze di natura sanitaria, sismica e metereologica, consentendole anche contemporaneamente in comuni diversi; abbiamo rinviato a dicembre il regime agevolato per i dehors, una vera boccata di ossigeno per migliaia di esercenti delle attività della ristorazione e somministrazione, e per i titolari di concessioni e di autorizzazioni concernenti l'utilizzo del suolo pubblico.

Siamo di fronte ad un provvedimento realistico e concreto, per il quale il nostro partito ha collaborato, come sempre, con spirito costruttivo e responsabile, che guarda all'interesse del Paese e la cui aspirazione principale resta quella di ridurre la burocrazia, migliorare la vita dei cittadini, delle imprese, degli imprenditori e dei consumatori (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questo provvedimento, che per 2 anni di seguito viene approvato, dà un segnale di serietà e di fiducia per il Paese, una vigorosa spinta verso la crescita che oggi questa maggioranza e questo Governo di centrodestra intendono dare; al contrario di quello che per mesi hanno sostenuto i catastrofisti professionisti, l'Italia è in crescita, con occupazione e PIL che registrano dati sempre più positivi. Il nostro Governo sta agendo nella giusta direzione, risollevando l'economia e riportando la nazione sullo scenario internazionale con grande rispetto e credibilità. Quando viene fatto un buon lavoro, questo viene riconosciuto.

Non a caso abbiamo portato a casa la rimodulazione del PNRR, e oggi siamo soddisfatti che la rimodulazione ci abbia consentito di incassare la quarta rata, dando certezza agli investimenti della rigenerazione urbana e per le imprese. Questo Governo ha rialzato la testa e si è guadagnato tutta la credibilità che merita un interlocutore serio. Le agenzie di rating hanno dato un segnale positivo e avvalorato la crescita della fiducia che ci stanno dando gli italiani. Ricordo che vale il detto che le bugie hanno le gambe corte, e la prova viene sempre con i fatti.

E dispiace vedere che l'opposizione sembra sempre che speri che le cose vadano male, speri che la maggioranza non raggiunga gli obiettivi che sono obiettivi importanti per il nostro Paese, ma le cose vanno diversamente. Ebbene, signori, l'approvazione di questo disegno di legge denota senso di responsabilità e soprattutto lavoro di squadra. Pertanto dichiaro il voto favorevole del gruppo Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Micheli. Ne ha facoltà.

PAOLA DE MICHELI (PD-IDP). Signor Presidente, colleghi, la legge che stiamo per votare non contiene nulla che la possa definire una riforma. Il gruppo del Partito Democratico voterà in maniera contraria. Una riforma per chi? Non per le imprese, che dopo questo voto non avranno più opportunità per insediarsi, per crescere, per competere in un quadro regolatorio aperto e chiaro. E non per i cittadini, per i consumatori, che da queste norme non otterranno nessun miglioramento sul fronte dei costi e della qualità dei servizi, perché la norma è vuota, inutile e per certi aspetti dannosa.

Non perché eravate distratti ad organizzare Atreju o a uscire malconci dalla trattativa europea sul bilancio dell'Unione o sul Patto di stabilità, e nemmeno per le molteplici discussioni incrociate sulla legge di bilancio, nelle quali sono emerse tutte le vostre profonde e insanabili divisioni. Credo che le divisioni sulla ratifica del MES, del quale non si può nemmeno parlare in questo palazzo, pur consapevoli che è vostro dovere ratificarlo, credo vi abbiano distratto. Questo provvedimento è vuoto e dannoso non perché è frutto della mancanza di coraggio, come qualche autorevole collega ha sostenuto prima, ma perché è figlio della vostra idea di economia. Un'idea che è corporativa, che vuole un mercato conservativo, che garantisca solo le posizioni dominanti.

Un'economia che rimanga statica, che non sia reattiva per accompagnare l'innovazione, sostenendo il dinamismo autonomo che è generato nella società, regolando, garantendo pari opportunità alle imprese e migliore qualità ai consumatori. Tutto questo non vi interessa, non vi interessa perché è esattamente ciò che voi non volete. Per voi le riforme di modernizzazione previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza sono solo un orpello, un fastidio.

Forse lo è lo stesso PNRR, per il quale oggi esultate, quando avete perso 7,5 miliardi con la quinta rata, di cui 4,5 miliardi a fondo perduto. Risorse che noi, il nostro Governo aveva ottenuto con estenuanti trattative per combattere la piaga della disuguaglianza, per generare nuova crescita, più opportunità per tutte e per tutti.

No, voi, quando va bene, rinviate i problemi, e, quando va male, come per alcuni articoli di questo provvedimento, fate di tutto per cristallizzare posizioni dominanti già esistenti, corporative. Chi è dentro si attrezzi, grazie alle vostre norme, e chi è fuori si arrangi. Evitate di affrontare le questioni del trasporto pubblico individuale e posticipate le decisioni sui balneari, ma in questo modo state creando un danno alle aziende che fingete di voler proteggere, perché non c'è niente di peggio per un imprenditore e per un'impresa dell'incertezza.

Sull'energia non solo non attuate fino in fondo le riforme previste in sede europea sul riordino e la separazione tra produzione e commercializzazione dell'energia, ma nemmeno prorogate il mercato tutelato per chi davvero ne ha bisogno per motivi di sussistenza. Vi rifiutate, nonostante il tanto declamato principio di sussidiarietà e i reali poteri che la legislazione conferisce ai comuni, di prevedere una programmazione e pari opportunità di accesso per i commercianti relativamente alla questione dell'installazione dei dehors, scaricando, come sempre, sul passato le responsabilità e facendo l'opposizione all'opposizione, in una stanca litania che dura ormai da un anno. Rifiutate di valorizzare gli investimenti degli ambulanti che, invece, eroicamente rendono vivaci i paesi delle aree interne e i quartieri delle periferie. Insomma, zero opportunità per le imprese e zero benefici per i consumatori. Senza citare, poi, la sfiducia che dimostrate nei confronti delle autorità indipendenti. Questo aggettivo, indipendenti, vi scatena pruriti, allergie, starnuti, ma nel nostro ordinamento è a loro affidata la regolazione, anche per la profonda conoscenza dei mercati, con i loro movimenti puntuali e prospettici di riferimento delle nostre autorità.

Non si dica, non si dica che su questi temi il Partito Democratico non ha fatto proposte coerenti, realizzabili e concrete, certo ispirate ad un'altra idea di Paese. Sui balneari avevamo trovato la soluzione fin dai tempi del Governo Renzi, ma avete fatto ostruzionismo in Commissione alla fine della legislatura, pur di non far passare quella norma. Poi abbiamo riproposto le norme a cavallo tra il Governo Conte e il Governo Draghi ma, siccome nel Governo Draghi c'era anche una parte della destra che lo sosteneva, non si è riusciti a dare certezze a chi vuole continuare ad investire in quel settore e a chi vuole entrare in quel settore. Tuttavia, l'aspetto che più mi colpisce nella valutazione complessiva dei provvedimenti economici non è solo la totale assenza di idee su come migliorare la condizione dell'economia per imprese, lavoratori e consumatori, ma è incredibile come non vi interessi sostenere, regolare e valorizzare il dinamismo innovativo delle imprese che, anche nell'economia italiana, seppur così provata, è dimostrato dalla presenza di giovani, di meno giovani, di donne. Nulla di politica economica per garantire le donne, per spingerle verso una più libera autonomia, e abbiamo la prima Presidente del Consiglio donna.

Idee, novità, energie, competenze e cervelli, quelli non li volete nemmeno far tornare, prorogando i crediti fiscali che avevamo previsto nelle scorse legislature. Nulla a voi interessa di tutta questa vivacità. A Piacenza, lo capisce l'onorevole Tommaso Foti, si dice tuca gninta, non toccare niente. Questa è la vostra logica in economia, la logica del grigio, dell'inverno che paralizza, che ferma, imbalsama la condizione sociale ed economica così com'è. Infatti, vi vantate di risultati economici che solo voi vedete, che solo voi declamate. Non muovere niente sarà anche rassicurante per coprire e limitare la vivacità dei nostri imprenditori e lavoratori con l'ideologia, ma tutto questo non vi basterà. Sicuramente non vi basterà per i nefasti effetti economici che questo vostro approccio genera e continuerà, purtroppo, ahimè, a generare nell'economia italiana. Einaudi diceva che la libertà economica è condizione necessaria per la libertà politica. Siete così, questo è il vostro approccio a tutti i provvedimenti economici, non per errore, non per mancanza di coraggio, non per distrazione, ma perché avete scelto questo approccio: un po' di libertà economica in meno per avere un po' di controllo politico in più.

La vostra ostinata determinazione a fuggire dal bisogno di innovazione, di trasformazione e di riforme non potrà a lungo essere coperta dalla rassicurante narrazione paternalistica del “va tutto bene, state tranquilli”, soprattutto con gli elettori. Sì, cara collega, le bugie hanno le gambe corte e non vi basteranno con gli elettori, perché noi dimostreremo che un'altra Italia è possibile, un'Italia che sostiene e premia chi rischia, un'Italia libera e desiderosa di trasformazione e di modernità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Comba. Ne ha facoltà.

FABRIZIO COMBA (FDI). Grazie, signor Presidente, colleghe, colleghi. Signor Presidente, mi consenta una riflessione prima di entrare un poco più nel merito. La collega onorevole Appendino, mia conterranea, ha citato Cavour e, citando Cavour, non potevo non sentirmi chiamato in causa nel risponderle che, comunque, Cavour, rivolgendosi a Vittorio Emanuele II, disse: le Alpi, Maestà, ci hanno difeso, ma ora bisogna bucarle se vogliamo collegarci con il resto dell'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Non sempre questo è andato di pari passo con le politiche del MoVimento 5 Stelle riguardo all'approccio che ha avuto nei confronti delle infrastrutture. Onorevole Marattin, anche di lei ho una grande stima e considerazione, la considero un liberale e, proprio per questo, quando lei si è rivolto a destra e, poi, a sinistra, con le sue considerazioni, sono certo che lei non stesse pensando esattamente a quello che stava dicendo in quel momento.

Anche questa settimana siamo riuniti per votare un provvedimento che ha in sé la misura di questo Governo, la visione complessiva delle cose da fare. Capisco che questo concetto susciti sempre una reazione superficiale, una lettura banale nei colleghi dell'opposizione. Certo, essi sono grandi esperti di superficialità e di apparenza ma a noi corre l'obbligo - consentitemi di sottolinearlo - di rammentare, gentile Presidente, invece che, sempre con grande orgoglio e fierezza, noi vogliamo mostrare la nostra differenza, una differenza fatta di azioni, una differenza fatta di contenuti, una differenza fatta di incisività politica e capacità di intraprendere il percorso più sano e serio nell'interesse di tutti gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quello che ci differenzia da voi è sempre lì, è scolpito nella pietra, nei valori del vivere, nei valori del vivere civile e della reale equità sociale e mai, in secondo luogo, nei principi costituzionali che noi effettivamente applichiamo, a differenza di qualcun altro, che ne fa semplicemente un vessillo mediatico e strumentale.

E sempre lì, cari colleghi, non smetterò mai di ricordarlo, è una questione di visione politica, quel magnifico portale di energia del saper governare che solo pochi hanno il dono di possedere ed è proprio in provvedimenti come questi che emerge tutta la sua prepotente superiorità rispetto al passato. Presidente, chiedo scusa, mi fermo perché non sento neanche quello che dico.

PRESIDENTE. Non deve chiedere scusa lei, ci mancherebbe, è l'Aula che deve chiedere scusa.

FABRIZIO COMBA (FDI). Io faccio fatica a sentirmi.

PRESIDENTE. La prego di aspettare, così i colleghi fanno silenzio, come tutti hanno fatto silenzio mentre intervenivano gli altri. Colleghi, per favore, fate silenzio, altrimenti l'onorevole Comba non può ricominciare.

FABRIZIO COMBA (FDI). E proprio…

PRESIDENTE. No, non c'è abbastanza silenzio. Ci deve essere silenzio, non c'è. Ora c'è. Prego.

FABRIZIO COMBA (FDI). La ringrazio, signor Presidente. Ed è proprio in testi di sistema che abbracciano svariati campi di intervento legislativo che si manifesta questa capacità di vedere oltre e lontano, ma sempre nell'interesse nazionale e nell'ottica di una ventata di sviluppo economico, socio-culturale nel suo complesso.

Quindi, ancora una volta, diciamo basta ai provvedimenti bandiera o a messaggi promozionali del sabato sera, perché noi vogliamo lavorare e confrontarci con la politica reale, con quelli che sono i reali problemi della gente. Ancora una volta, stendiamo un velo pietoso sulle réclame, pure e stagionate un tantino, che abbiamo sentito in passato. Noi voltiamo pagina e lo facciamo con stile serio e determinato, con lo stile che Giorgia Meloni ha utilizzato fin dal primo giorno del suo mandato, che, tra le altre cose, ci è valso finalmente una convinta credibilità internazionale, ma, soprattutto, una innegabile attendibilità interna tra la gente, tra i cittadini, tra gli italiani stanchi del nulla del passato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Questa norma di organizzazione statale o di assetto funzionale, come i giuristi amano definire, ha tutto questo e lo manifesta negli aspetti più disparati. L'obiettivo della norma sta nella tutela e promozione della concorrenza quali fattori essenziali per favorire l'efficienza e la crescita economica, per proteggere gli interessi dei consumatori e per creare una maggiore giustizia sociale, aumentando le possibilità di accedere al mercato.

PRESIDENTE. Ci risiamo. Colleghi, voi, giustamente, quando intervenite, pretendete silenzio e mi fate dei segnali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Vogliamo dare lo stesso trattamento o no? Allora, chi deve parlare esca fuori, chi resta in Aula ascolti in silenzio. Prego.

FABRIZIO COMBA (FDI). La concorrenza si tutela - e questa dovrebbe essere una regola aurea della forza legislativa di una nazione - e si promuove anche attraverso la revisione di leggi e di regolamenti che ostacolano il buon funzionamento del mercato. Dunque, la sua cadenza annuale va assicurata, perché è fondamentale per rivedere lo stato della legislazione e verificare se permangono vincoli normativi che ostacolano in maniera ingiustificata la competitività e l'innovazione. Una nazione moderna deve tendere alla realizzazione e alla gestione di infrastrutture strategiche per guardare all'innovazione di tutto quello che è il know-how e di tutto quello che si prospetta per il suo futuro. L'obiettivo è adottare norme per garantire uno sviluppo rapido e capillare delle reti di telecomunicazioni nelle aree ancora prive di copertura - sembra una cosa incredibile, ma è questo che accade ancora in questo Paese - e introdurre criteri trasparenti per rilasciare concessioni nella gestione dei porti. Deve ambire alla rimozione di barriere all'entrata nei mercati, adottare una serie di norme dirette a modificare in senso pro-concorrenziale alcuni regimi concessori, nonché a superare alcuni ostacoli regolatori al libero svolgimento di attività economiche, nonché promuovere concorrenza e valori sociali, spingere e spingersi su dinamiche competitive per assicurare la protezione di diritti e interessi anche non economici, interessi cari ai cittadini con particolare attenzione ai servizi pubblici, alla sanità e all'ambiente. L'obiettivo è di favorire un intervento di razionalizzazione della norma in materia di servizi pubblici, anche prevedendo l'approvazione di un testo unico che assicuri gestioni efficienti ed un'elevata qualità del servizio.

Ascoltavo gli interventi in discussione generale e riflettevo sulla complessità effettiva di un reticolato giuridico tanto intricato ed ardito che si evince nelle pieghe del testo. Non è questo il momento di ripeterne le particolarità, ma è il momento di sottolinearne gli effetti e le ricadute positive nei vari settori professionali e lavorativi e sui vari ambiti che disciplinano fenomeni di concorrenza mercantile. Ecco, colleghe e colleghi, parlo di professionalità, di merito, di lavoro, di capacità di fare ricchezza, di merito nel capitalizzarla e ancora mi balza all'occhio il concetto prima definito di diversità naturale tra quello che pensiamo noi e quello che pensate voi, tra come la vediamo noi e come la vedete voi, colleghi dell'opposizione. Per noi, sono parole che contano, parole che segnano i confini del campo di intervento politico. Per voi sono solo slogan, oppure polemiche da talk show.

Con la disciplina delle disposizioni per la promozione della concorrenza nel settore del gas naturale, alla disciplina della semplificazione in materia di attività commerciali, che influisce sulla opera viva di settore, così come la novella sulle modalità di assegnazione delle concessioni per il commercio delle aree pubbliche e così via, sulle misure per l'adozione dei piani per la rete del trasporto del gas naturale e del piano di sviluppo della rete elettrica di trasmissione nazionale, la promozione dell'utilizzo dei contatori intelligenti di seconda generazione e tante, tante, tante cose che per noi sono e saranno un fiore all'occhiello. Tante battaglie di sviluppo e di emancipazione tecnica e di adeguamento agli standard stranieri, agli standard esteri. Già, colleghe e colleghi, noi guardiamo Oltralpe, fuori confine, ma senza complessi di inferiorità, come spesso è accaduto in passato. Noi guardiamo fuori dall'Italia per capire se possiamo, ancora una volta, come è accaduto spesso quando al Governo c'era una forza di centrodestra a fare da apripista, a fare da lepre, non da inseguitore zoppo e già sconfitto. Bene, questo segna in maniera netta la diversità tra noi e voi, segna in modo incontrovertibile la differenza, che non ci stancheremo mai di rimarcare. Per questo motivo e tanti, tanti altri ancora che dichiaro il voto favorevole a nome di tutto il gruppo di Fratelli d'Italia a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1555​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1555: S. 795 - " Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2022" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 152) (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Discussione della Relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla domanda di autorizzazione all'utilizzo di captazioni informatiche nei confronti di Cosimo Maria Ferri (deputato all'epoca dei fatti) (Doc. IV, n. 1-A) (ore 17,32).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame della relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla domanda di autorizzazione all'utilizzo di captazioni informatiche nei confronti di Cosimo Maria Ferri (deputato all'epoca dei fatti).

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è pubblicato in calce al resoconto stenografico dell'Assemblea del 7 dicembre 2023. La Giunta propone di negare l'autorizzazione richiesta.

(Discussione - Doc. IV, n. 1-A)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione ha facoltà di parlare il relatore onorevole Pietro Pittalis.

PIETRO PITTALIS, Relatore. Signor Presidente, la Giunta riferisce all'Assemblea in merito a una richiesta di autorizzazione alla utilizzazione di captazioni informatiche di comunicazioni già eseguite nei confronti dell'onorevole Ferri, deputato all'epoca dei fatti, che la Sezione Disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura ha nuovamente inviato alla Camera ai sensi dell'articolo 6, comma 2 della legge n. 140 del 2003, a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 157 del 20 luglio 2023. In proposito, ricordo che tale sentenza ha annullato la precedente deliberazione di questo ramo del Parlamento del 12 gennaio 2022, che aveva negato l'autorizzazione all'utilizzo di tali intercettazioni sulla base della convinzione che le stesse fossero state effettuate non in maniera casuale, bensì mirata e che pertanto avrebbero necessariamente richiesto l'autorizzazione preventiva della Camera ai sensi dell'articolo 4 della legge n. 140 del 2003, autorizzazione preventiva che invece la Sezione Disciplinare precedente non aveva richiesto.

Per esigenze di sintesi mi limiterò in questa sede a riepilogare brevemente le argomentazioni principali contenute nella relazione della Giunta che propone all'Assemblea di negare nuovamente all'autorità richiedente l'autorizzazione all'utilizzo successivo delle captazioni informatiche in questione, ovviamente, per motivi diversi da quelli oramai coperti dal giudicato costituzionale formatosi a seguito della predetta sentenza della Consulta la n. 157 del 2023. Le ragioni che hanno indotto la Giunta a formulare tale ipotesi di diniego si fondano essenzialmente sui principi ricavabili dalla giurisprudenza costituzionale e sulle prescrizioni contenute nella legge n. 140 del 2003 che disciplina la materia. Per quanto attiene ai primi faccio presente che nella relazione per l'Aula sono citate molte pronunce della Consulta in cui viene sottolineato l'obbligo dell'autorità giudiziaria procedente di fornire adeguata motivazione circa l'effettiva necessità di utilizzare le intercettazioni e circa la rilevanza delle stesse rispetto all'oggetto del procedimento a quo, nel caso di specie quello disciplinare. Il giudice delle leggi, infatti, parte dal condivisibile presupposto secondo cui la richiesta di utilizzo delle intercettazioni di comunicazioni che riguardano parlamentari costituisce un atto che, per la sua eccezionale pervasività, deve corrispondere a specifiche necessità investigative e deve essere improntato all'esigenza del sacrificio minimo indispensabile dei valori della libertà e della indipendenza della funzione parlamentare. Nell'ottica della leale collaborazione tra poteri dello Stato, la Corte costituzionale richiede pure che nell'atto con cui richiede l'utilizzo delle captazioni l'autorità giudiziaria dia compiutamente conto di avere effettuato un adeguato bilanciamento degli interessi costituzionali in rilievo: da un lato quello sotteso alle esigenze investigative e dall'altro quello del libero e indipendente svolgimento del mandato parlamentare. In proposito, la Corte Costituzionale sottolinea, in particolare, che la mancanza o anche solo la carenza di motivazione sul punto può costituire legittimo fondamento per il diniego dell'autorizzazione da parte della Camera competente senza alcuna esorbitanza dai propri poteri; così la sentenza n. 188 del 2010.

Ebbene, nel caso in esame, la Giunta ritiene che la motivazione contenuta nella richiesta della sessione del Consiglio superiore della magistratura non soddisfi adeguatamente i rigorosi parametri individuati dalla Corte costituzionale. Al riguardo, evidenzio quanto segue. Innanzitutto, alla Giunta non è parsa sufficientemente motivata la ragione per la quale le captazioni informatiche in questione sarebbero necessarie e indispensabili ai fini della prosecuzione del procedimento disciplinare a carico dell'onorevole Ferri e, più specificatamente, le ragioni per cui, per sostenere l'incolpazione, la sessione richiedente non potrebbe fare a meno di tali captazioni, ciò in quanto dalle motivazioni contenute nella richiesta in questione sembra emergere il contrario. Secondo la Sezione disciplinare, infatti, non può certamente dirsi che il provvedimento di diniego alla utilizzazione del predetto materiale probatorio impedisca la prosecuzione del giudizio disciplinare a carico del dottor Ferri, basandosi, le incolpazioni a suo carico, anche su altri elementi di prova. Pare, quindi, che le intercettazioni vengano chieste quasi ad abundantiam e non perché costituiscano una fonte probatoria assolutamente indefettibile nel procedimento in corso.

In secondo luogo, la Giunta ritiene che, nella richiesta inviata alla Camera, non sia per nulla compiuto quel bilanciamento degli interessi costituzionali in gioco auspicato dalla Consulta, anche nell'ottica della leale collaborazione tra poteri. La Sezione Disciplinare sembra dare per scontato, in quanto sul punto non fornisce motivazione alcuna, che l'interesse sotteso alle esigenze investigative debba prevalere ipso iure su quello al libero, integro e indipendente svolgimento del mandato parlamentare, ma tale impostazione metodologica contrasta con un consolidato orientamento della giurisprudenza costituzionale, secondo cui tutti i valori fondamentali tutelati dalla Costituzione si trovano in rapporto di integrazione reciproca e, pertanto, non è possibile individuare uno di essi che abbia la prevalenza assoluta sugli altri. Se così non fosse, si verificherebbe l'illimitata espansione di uno dei diritti che diverrebbe tiranno nei confronti delle altre situazioni giuridiche costituzionalmente riconosciute e protette: sono le parole dei giudici costituzionali contenute nella sentenza n. 85 del 2013.

Inoltre, come ha sottolineato la Giunta, tale bilanciamento degli interessi in gioco sarebbe stato tanto più necessario che, secondo l'oramai costante giurisprudenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, confermata da ultimo dalla sentenza della prima sezione del 7 settembre 2023, nella causa resa su rinvio pregiudiziale dell'autorità giudiziaria lituana, solo la lotta alle forme gravi di criminalità e la prevenzione di minacce gravi alla sicurezza pubblica sono idonei a giustificare ingerenze gravi nei diritti fondamentali sanciti agli articoli 7 e 8 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione, come quelle derivanti dalla conservazione dei dati relativi al traffico di comunicazioni dei cittadini.

In terzo luogo, ad avviso della Giunta, la Sezione disciplinare non ha dato conto, come richiede la Corte costituzionale, di avere effettivamente esperito le soluzioni alternative ragionevolmente ipotizzabili o, quantomeno, di aver chiarito la presumibile impraticabilità delle medesime. Non si comprende, dunque, perché non sarebbe sufficiente valorizzare appieno le prove già esistenti, sacrificando al minimo le prerogative del parlamentare. In quarto luogo, non è stata ritenuta adeguata la motivazione espressa dalla sezione disciplinare in ordine alla rilevanza e alla coerenza delle intercettazioni richieste con l'impianto accusatorio.

Al riguardo, faccio presente che tutti i capi d'incolpazione disciplinare, formulati a carico dell'onorevole Ferri, si incentrano esclusivamente sulla partecipazione del medesimo alla riunione presso l'hotel Champagne di Roma nella notte tra l'8 e il 9 maggio 2019. Ciò premesso, l'istanza della sezione disciplinare non chiarisce la ragione per la quale sia stata chiesta l'utilizzazione anche delle captazioni ambientali, avvenute il 21, il 28 e il 29 maggio 2019, cioè molti giorni dopo la riunione presso l'hotel Champagne.

Così come, più in generale, non è stato chiarito perché sia stata chiesta l'utilizzazione anche delle captazioni che sono qualificate espressamente non rilevanti, nonché di quelle in cui non si sente la voce dell'onorevole Ferri ma solo quella di altri personaggi di spicco del mondo giudiziario che partecipano a un evento conviviale. I progressivi di tali captazioni sono dettagliatamente citati nella relazione scritta.

Da ultimo, la Giunta ha sottolineato che, ai sensi dell'articolo 6, comma 3, della legge n. 140 del 2003, l'autorità giudiziaria che richiede di utilizzare le intercettazioni di comunicazioni dei parlamentari è tenuta a trasmettere alla Camera competente copia integrale dei verbali delle registrazioni e dei tabulati di comunicazioni. La ratio della norma è chiara. Infatti, solo rappresentando compiutamente e integralmente il compendio probatorio raccolto, l'autorità giudiziaria richiedente può consentire alla Camera di appartenenza del parlamentare, in spirito di leale collaborazione, di apprezzare, oltre che la natura casuale o meno delle intercettazioni eseguite, anche la continenza dell'atto richiesto nel rapporto tra le esigenze investigative e l'altrettanto rilevante esigenza di limitare all'essenziale la lesione di fondamentali prerogative costituzionali spettanti al Parlamento e ai singoli parlamentari.

Nel caso di specie, ciò che ha indotto la Giunta a proporre all'Assemblea di respingere la richiesta della sezione disciplinare del CSM, oltre a quanto già detto, è anche il fatto che alcuni progressivi delle intercettazioni non sono stati inviati a questo ramo del Parlamento, nonostante le pregresse fitte interlocuzioni con l'autorità richiedente. Con riferimento ad essi, è dunque giuridicamente impossibile rilasciare l'autorizzazione.

A ciò, infine, si aggiunga che, com'è stato possibile verificare in Giunta nel corso dell'esame della richiesta in questione, su un arco temporale complessivo di 4 ore, 2 minuti e 44 secondi durante il quale sono state effettuate le captazioni informatiche oggetto della richiesta mancano 52 minuti e 3 secondi di registrazione, in quanto, tra un progressivo e quello successivo, intercorre sempre un lasso temporale in cui le registrazioni delle comunicazioni sono interrotte o, quanto meno, non sono state trasmesse alla Camera.

Per tutti questi motivi, signor Presidente, la Giunta per le autorizzazioni propone all'Assemblea di rigettare la richiesta di utilizzazione delle captazioni informatiche nei confronti dell'onorevole Cosimo Maria Ferri contenuta nell'ordinanza della sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura n. 78 del 19 settembre 2023 (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Non vi sono iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione.

(Dichiarazioni di voto - Doc. IV, n. 1-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV-C-RE). La ringrazio, signor Presidente. Dico subito che voteremo a favore della relazione illustrata dal relatore e farò un intervento abbastanza breve.

Vorrei rivolgermi davvero a tutti i colleghi, compresi coloro che, legittimamente, hanno una posizione rispetto al tema della tutela parlamentare e dell'immunità e rispetto alle questioni delle conversazioni e via dicendo - mi riferisco ai colleghi del MoVimento 5 Stelle - perché penso che, se non si è d'accordo, si può lavorare per cambiare le regole del gioco ma credo che sia nell'interesse di tutti, anche dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, che, quando le regole ci sono, siano comunque rispettate. Perché dico questo, anche al relatore? Vede Presidente, c'è un convitato di pietra in questo nostro dibattito, perché ci troviamo, per la seconda volta, a dover decidere sulla autorizzazione o meno all'utilizzo delle telefonate del collega Ferri, atteso che la Camera, come ha ricordato il relatore, già era intervenuta, aveva valutato e apprezzato, sulla base di alcune motivazioni che sono la norma quando si affrontano queste cose, e aveva deciso di non concedere l'autorizzazione all'utilizzo di quelle intercettazioni. Perché ci torniamo? Le motivazioni aggiuntive e diverse sono ad adiuvandum rispetto a quelle originarie, perché sono sulla base di ulteriori richieste che sono state fatte dal CSM sulla base di una decisione della Corte costituzionale, che è l'organo massimo di garanzia anche rispetto agli equilibri dei poteri dello Stato, sul conflitto di attribuzioni sollevato dal CSM. Perché le dico questo e perché c'è un convitato di pietra, signor Presidente? Perché c'è un giornalista che ha scritto un libro su tutta la vicenda che riguarda l'Hotel Champagne, l'incontro all'Hotel Champagne e tutto quello che è accaduto, comprese le intercettazioni che sono state fatte, con particolare riferimento alle intercettazioni “casuali”. È Natale, qualcuno, se vuole, se lo compri, perché ci sono cose molto interessanti. La scorsa settimana, alla presentazione del libro del dottor Barbano che si intitola La Gogna. Hotel Champagne, la notte della giustizia italiana, è intervenuto il vicepresidente della Corte costituzionale - non semplicemente un membro della Corte costituzionale, ma addirittura il vicepresidente della Corte costituzionale, fino all'11 novembre scorso, se non erro - il quale - leggo da Il Dubbio della settimana scorsa - ha affermato: “La sentenza della Corte costituzionale sul caso Cosimo Ferri fu pronunciata ‘rovesciando' la Costituzione per evitare di sconfessare la Cassazione e la sezione disciplinare del CSM sulla famigerata notte dell'Hotel Champagne”. Questo non lo dico io, Presidente, lo dice un autorevole membro della Corte costituzionale, fino a qualche settimana fa. Questo, peraltro, fa seguito a un'anomalia che già si era manifestata, cioè il fatto che il giudice Modugno, giudice della Corte costituzionale che doveva essere il relatore, non scrisse questa sentenza che fu una sentenza, come è a tutti noto, presa a maggioranza. Vorrei - con questo concludo il mio intervento - utilizzare, però, le considerazioni che fa il dottor Barbano perché devono accendere uno special a tutti noi, perché, ripeto, stiamo parlando di una decisione presa dall'organo supremo di garanzia di questo Paese e se l'organo supremo di garanzia di questo Paese in qualche modo è condizionato dal non venir meno a scelte che pure vengono considerate sbagliate, fatte da altri organi della giurisdizione, è un problema e non è solo un problema per tutti noi, signor Presidente, è un problema per la democrazia di questo Paese. Qualcuno forse si potrebbe anche interrogare, per esempio, su altre decisioni prese dalla Corte costituzionale, dove in termini di opportunità - tanto per dire, i referendum - sono state prese delle sentenze di non ammissione dei referendum. Se sono state prese con la stessa logica, signor Presidente?

Il dottor Barbano, oggi, analizzando questa situazione - voglio fare mie le sue parole, perché esprime delle preoccupazioni e per questo le riporto - dice che dando ragione al CSM che quelle intercettazioni vuole usare per processare disciplinarmente Ferri e torto alla Camera - perché questo è ciò che fa la Corte costituzionale nel momento in cui chiede che ci sia un'ulteriore pronuncia - che invece vuole negarle, la Consulta ha stabilito che l'intercettazione occasionale di un deputato non indagato è lecita se non è esplicitamente voluta, ancorché prevedibile. Aggiunge che in questo modo è pervenuta a un risultato aberrante - che io personalmente considero tale - cioè che basterà evitare di iscrivere il parlamentare nel registro degli indagati per poterlo intercettare, sia pure indirettamente, anche perché a stabilire se l'intercettazione sia voluta o occasionale deve essere, secondo la Corte, lo stesso pubblico ministero che ha chiesto al GIP la possibilità di intercettare.

Presidente, non è un fatto irrilevante, non è un fatto del quale noi possiamo non tenere conto, perché questo - ripeto - interviene sulle garanzie che la Costituzione attribuisce, dopo che è stata riformata l'immunità parlamentare, ai parlamentari. Se si trova un artificio attraverso il quale aggirare le norme costituzionali con l'avallo dell'organo superiore di garanzia allora c'è un problema per la nostra democrazia. C'è, poi, il fatto che tutti facciano finta di nulla e che nessuno prenda in mano questo capitolo; io non so chi lo possa fare.

Eppure, ha parlato, i fatti sono reali e il giudice Modugno non ha firmato le motivazioni di quella sentenza. Qualcosa lì è accaduto. Possiamo far finta di nulla e non preoccuparci, a prescindere dal caso di Cosimo Ferri? È quello che potrebbe accadere ovunque e, a proposito del dibattito avviato stamattina, forse le nostre riflessioni sulle garanzie democratiche di questo Paese, attraverso anche semplici storture o attraverso sbagliate interpretazioni, sono un problema serio. Altro che il rischio che qualcuno condizioni l'attività del Governo o della politica! Non sto parlando di mie interpretazioni, signor Presidente; sto parlando della realtà dei fatti e io penso che di queste questioni da qualche parte almeno qualcuno dovrà rispondere e non possiamo lasciarle così (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Devis Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Nel voto in Giunta per le autorizzazioni io avevo già espresso un voto di astensione. Ora, anche alla luce di quanto emerso a seguito delle dichiarazioni del professor Nicolò Zanon, quel voto di astensione a mio parere è ancora più convinto. Vorrei anzitutto partire ricordando che qui noi stiamo parlando di intercettazioni telefoniche a un parlamentare non nel contesto di un procedimento penale - infatti l'onorevole Ferri non è stato indagato a livello penale - ma per un procedimento disciplinare davanti al CSM. Dobbiamo partire da qui, perché in qualche modo ricorda anche quanto è già stato ribadito anche dalla Corte di giustizia dell'Unione europea con una sentenza recente del 7 settembre 2023 su un caso simile, dove si parlava, anche in quel caso, di un procedimento disciplinare e si arrivava a esprimere un principio per cui sostanzialmente le intercettazioni telefoniche devono essere addirittura non solo limitate ma devono essere trovate ed esperite altre soluzioni.

Prima in Giunta e poi qui in Aula siamo dovuti partire da un assioma assoluto e invalicabile, che continua a essere per noi invalicabile, che è il giudicato costituzionale. La Corte costituzionale con la sentenza n. 157 del 20 luglio 2023 ha dichiarato l'illegittimità della precedente deliberazione della Camera del 12 gennaio 2022 - in tanti lo ricorderemo - nella scorsa legislatura. In sintesi, la Camera aveva ritenuto quelle intercettazioni come indirette, mentre la Consulta le ha ritenute casuali. Conseguentemente, ha perso fondamento l'argomentazione della Camera sulla mancanza dell'autorizzazione preventiva della Camera ex articolo 4 della legge n. 140 del 2003. L'argomentazione della Camera era: si tratta di intercettazioni indirette e, quindi, è necessaria l'autorizzazione preventiva della Camera. Non essendoci stata autorizzazione preventiva, le stesse sono inutilizzabili. Poi, però, la Consulta ci ha detto che non sono indirette ma casuali, quindi non serve più l'autorizzazione preventiva, quindi viene meno il fondamento della precedente deliberazione della Camera e da qui ora questo nuovo compito. La Consulta ci chiede di valutare se sussistano gli altri presupposti ai quali l'utilizzazione delle intercettazioni effettuate in un diverso procedimento è condizionata, ai sensi dell'articolo 6, comma 2, della legge n. 140. Tra l'altro, questa è la prima volta che la Consulta, nell'annullare una deliberazione della Camera, chiede, al contempo, alla Camera di riesaminare una seconda volta la richiesta proveniente dall'autorità giudiziaria.

Quali sono i due requisiti ex articolo 6 della legge n. 140 che la Camera deve valutare ora per questa nuova deliberazione? Questi sono i due requisiti: il primo è che la sezione disciplinare del CSM abbia fornito adeguata motivazione circa la rilevanza e l'effettiva necessità di utilizzare le intercettazioni nel procedimento disciplinare di cui si sta trattando; il secondo è che la sezione disciplinare del CSM abbia trasmesso copia integrale dei verbali delle registrazioni dei tabulati di comunicazioni, come richiede l'articolo 6, comma 3, della legge n. 140. Quindi, più nel dettaglio c'è un obbligo di motivazione da parte dell'autorità giudiziaria sull'effettiva necessità a utilizzare quelle intercettazioni e a tal fine la Consulta in alcune sentenze ha precisato che la Camera deve accertare che l'autorità giudiziaria abbia indicato gli elementi su cui la richiesta si fonda, ovvero, da un lato, le specifiche emergenze probatorie fino a quel momento disponibili e, dall'altro, la loro attitudine a far sorgere la necessità di quanto si chiede di autorizzare, e che l'asserita necessità dell'atto sia motivata in termini di non implausibilità.

C'è, poi, un obbligo dell'autorità giudiziaria di trasmettere in modo completo alla Camera gli atti istruttori. Infatti, solo rappresentando compiutamente e integralmente il compendio probatorio, l'Autorità può consentire alla Camera di appartenenza, in spirito di leale collaborazione, di apprezzare la continenza dell'atto richiesto nel rapporto tra le esigenze investigative e la limitazione nell'ambito dell'effettiva necessità della lesione di prerogative costituzionali spettanti al Parlamento e ai singoli parlamentari.

Ecco, sotto entrambi i presupposti, rispetto a questi due requisiti che ho illustrato e che noi dobbiamo valutare, a nostro parere ci sono carenze da parte della sezione disciplinare del CSM, sia rispetto ai motivi dell'assoluta necessità dell'utilizzo delle captazioni, sia in merito alla completezza del materiale inviato.

In particolare, rispetto al primo punto, cioè la motivazione della necessità dell'utilizzo delle captazioni, è stata la stessa sezione disciplinare del CSM (perché è bene ricordare nuovamente che stiamo parlando di un procedimento disciplinare) ad autodenunciare la non assoluta necessità delle stesse quando, nell'ordinanza del 19 settembre 2023, con la quale ci è stata chiesta questa nuova valutazione, lo stesso CSM ha affermato che “non può certamente dirsi che il provvedimento di diniego all'utilizzazione del predetto materiale probatorio impedisca la prosecuzione del giudizio disciplinare a carico del dottor Ferri, basandosi le incolpazioni a suo carico anche su altri elementi di prova”.

E, a tal proposito, la sentenza della Consulta n. 188 del 2010 giunge ad affermare che l'autorizzazione della Camera può essere concessa solo se la sua necessità - e qui leggo testualmente - “emerge in modo palese e stringente dalle prospettazioni dell'autorità giudiziaria che, coerentemente con quanto imposto dalle esigenze di leale collaborazione tra i poteri dello Stato, deve dare conto di avere esperito le soluzioni alternative ragionevolmente ipotizzabili ovvero della presumibile impraticabilità delle medesime”. E aggiunge, ancora, la Consulta: “non c'è dubbio che la mancanza o anche solo la carenza di motivazione sul punto può costituire legittimo fondamento per il diniego dell'autorizzazione da parte della Camera competente, senza alcun esorbitanza dai propri poteri”.

Per concludere, l'impressione è che, su questa intera vicenda, il nostro sistema istituzionale si sia accartocciato disordinatamente su se stesso, portando anche nocumento alle istituzioni coinvolte e, quindi, su questi presupposti, sono a dichiarare il voto di astensione a nome del gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessio. Ne ha facoltà.

ANTONIO D'ALESSIO (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Preannuncio che il nostro voto sarà in linea con la proposta del relatore e mi riporto a quanto espresso dal collega, l'onorevole Pittalis, circa i fatti e relativamente a quanto occorso in ordine alla prima richiesta alla Camera - quella della scorsa legislatura - di utilizzazione delle captazioni informatiche e di comunicazioni concernenti l'onorevole Ferri.

E, allora, occorre focalizzare l'attenzione sull'ambito dell'ulteriore valutazione spettante alla Camera oggi, tenuto conto che sulla natura casuale delle captazioni c'è già stata la decisione della Consulta. Dunque, occorre verificare, innanzitutto, se sia stata fornita la motivazione idonea sull'effettiva necessità di utilizzare le intercettazioni nel procedimento in questione e poi valutare anche la coerenza delle stesse con l'impianto accusatorio.

In secondo luogo, occorre verificare se sia stata trasmessa alla Camera copia di verbali, registrazioni e tabulati.

Intanto, c'è una precisazione da fare. Questi profili, nella deliberazione della Giunta della scorsa legislatura, erano stati assorbiti dalla valutazione sulla natura delle intercettazioni e, pertanto, non erano stati analizzati. Vengono analizzati e votati oggi.

In base all'articolo 6, comma 2, della legge n. 140 del 2003 l'autorità giudiziaria può chiedere l'utilizzazione delle intercettazioni solo laddove lo ritenga necessario. Questa valutazione deve effettuarla l'autorità giudiziaria che, però, è tenuta a determinare in modo specifico la richiesta e ad esternare precisamente le ragioni in modo da mettere la Camera nelle condizioni di poter adottare compiutamente le proprie decisioni.

La libertà e l'indipendenza della funzione parlamentare sono - sì - suscettibili di sacrificio, ma solo laddove questo sacrificio corrisponda a specifiche esigenze procedimentali ed investigative.

E l'autorità giudiziaria richiedente deve essa per prima commisurare le proprie scelte anche alla esigenza del sacrificio minimo indispensabile dei valori di libertà e indipendenza della funzione parlamentare. Quindi, l'autorità giudiziaria è tenuta a determinare in modo specifico i connotati del provvedimento e a dare conto delle relative ragioni. Questo ovviamente non lo dico io, ma la sentenza n. 188 del 2010 della Corte costituzionale. La particolare “idoneità intrusiva” delle intercettazioni - anche in questo caso richiamo un'espressione utilizzata dalla Corte costituzionale - e del rischio che un uso scomposto e non proprio possa essere finalizzato a incidere sullo svolgimento di un mandato elettivo esige che nell'istanza con la quale si richiede l'utilizzazione sia contenuto e sia evidente il percorso di bilanciamento degli interessi costituzionali in rilievo; cioè, da un lato, quello sotteso alle esigenze investigative, dall'altro, quello inerente al libero e indipendente svolgimento del mandato parlamentare. In tal senso, non solo la mancanza, ma anche la sola carenza di motivazione, costituisce legittimo fondamento per il diniego.

Per questo motivo e per gli altri motivi espressi dalla relazione che si intendono richiamati in questo mio intervento, Azione PER voterà in linea con la proposta del relatore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pittalis. Ne ha facoltà.

PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Signor Presidente, mi riporto integralmente alla relazione e, quindi, il voto del gruppo Forza Italia sarà a favore, salvo però osservare che, su questa vicenda, io ritengo che la Giunta per le autorizzazioni abbia proceduto in maniera corretta già la volta scorsa. Sono proprio i fatti e le dichiarazioni del giudice costituzionale Zanon a confermarlo.

Però, Presidente, anticipo anche che non può passare sotto silenzio quanto avvenuto in un organo di importanza e di rilievo costituzionale. Penso che, su questo, il Parlamento debba assolutamente porsi il problema che, forse, anche organi di una delicatezza e di un rilievo come la Corte costituzionale probabilmente non siano esenti anche da influenze esterne.

Mi auguro di no ma, se questo è, preannuncio anche un'iniziativa per accertare i fatti così come riferiti dal giudice costituzionale Nicolò Zanon (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Giuliano. Ne ha facoltà.

CARLA GIULIANO (M5S). Grazie, Presidente. Annuncio da subito che, come Movimento 5 Stelle, esprimeremo un voto contrario rispetto alla relazione della Giunta che, ancora una volta, vuole negare l'autorizzazione all'utilizzo, da parte del CSM, a fini disciplinari, delle intercettazioni che coinvolgono l'onorevole Ferri. Dico “ancora una volta” perché, come è già stato ricordato da alcuni colleghi prima di me, la sezione disciplinare del CSM aveva già chiesto alla Camera dei deputati di poter utilizzare a fini disciplinari le intercettazioni che coinvolgevano l'onorevole Ferri. Sono quelle intercettazioni acquisite tramite captatore informatico trojan installato sul telefono cellulare del dottor Palamara, nell'ambito dell'inchiesta avviata dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Perugia. L'ambito è quello del cosiddetto scandalo delle nomine legato al caso Palamara che ha fatto emergere delle logiche di spartizione mediante cui le correnti si dividevano le nomine negli uffici giudiziari. Parliamo, come contesto, del famoso incontro all'hotel Champagne di Roma tra l'onorevole Ferri, l'onorevole Lotti, il dottor Palamara e altri cinque magistrati del CSM, per concordare alcune future nomine di vari uffici giudiziari. Una vicenda, Presidente, che ha già visto esprimerci in maniera molto netta; una vicenda che ha gravemente compromesso l'immagine della magistratura, del suo organo di autogoverno e che, soprattutto, ha destato forte preoccupazione e sconcerto di tutta l'opinione pubblica. Una vicenda per la quale il CSM ha chiesto di poter utilizzare queste intercettazioni nei confronti dell'onorevole Ferri a fini disciplinari per contestare un'eventuale violazione di regole deontologiche all'onorevole Ferri per aver tenuto un comportamento scorretto nei confronti di altri magistrati. Ebbene, il 12 gennaio 2022, questa Camera, con il nostro voto contrario, ha già negato una prima volta l'autorizzazione ad utilizzare queste intercettazioni, ritenendo che fossero indirette e mirate e che, quindi, rispetto ad esse, ci volesse l'autorizzazione preventiva della Camera dei deputati. Una decisione che, ribadisco, è stata assunta con il nostro voto contrario, in quanto ritenevamo - e riteniamo ancora oggi - che si trattasse di autorizzazioni di intercettazioni assolutamente casuali. Il CSM, rispetto a questa prima decisione della Camera, ha addirittura sollevato un conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato e la Corte costituzionale, con la sentenza n. 157 del 2023, ci ha dato ragione e ha detto che la Camera non poteva negare l'autorizzazione all'utilizzo di queste intercettazioni nei confronti dell'onorevole Ferri, perché effettivamente si trattava di intercettazioni casuali.

Ora, a seguito di questa pronuncia della Corte costituzionale, noi siamo di nuovo chiamati a pronunciarci. E su cosa ci dobbiamo pronunciare? Su due aspetti: dobbiamo, in primo luogo valutare, se la Sezione disciplinare del CSM abbia fornito un'adeguata motivazione sulla necessità e la rilevanza a fini disciplinari di queste intercettazioni; e poi, dobbiamo valutare la completezza della documentazione che ci è stata fornita dal CSM. Ebbene, anche in base a quello che dispone l'articolo 6 della legge n. 140 del 2003, che parla di una motivazione che dev'essere data in termini di non implausibilità, noi riteniamo che il CSM abbia fornito nella sua ordinanza una motivazione che, seppure stringata, risponde ai parametri della Corte costituzionale; una motivazione che si completa anche con tutto quello che è contenuto nella prima richiesta di autorizzazione inviata alla Camera nel 2021 e anche con l'ordinanza con cui il CSM ha sollevato il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato dinanzi alla Corte costituzionale.

Il secondo aspetto è quello di verificare che il CSM abbia trasmesso alla Camera la copia integrale dei verbali delle registrazioni e dei tabulati delle comunicazioni. Anche su questo aspetto, Presidente, non condividiamo le conclusioni del relatore. Questo perché, nella stessa relazione della Giunta, si dà atto che la sezione disciplinare del CSM ci ha inviato una cospicua mole di documentazione, ci ha inviato gli atti del procedimento penale nei confronti del dottor Palamara, portato avanti dalla procura di Perugia, ci ha inviato gli atti del procedimento disciplinare nei confronti di Ferri e ci ha inviato le intercettazioni telefoniche e le captazioni ambientali che sono state disposte nei confronti del dottor Palamara. E soprattutto, come già abbiamo sottolineato in Giunta, ci chiediamo: ma se, effettivamente, si riteneva che la documentazione fosse lacunosa o non fosse sufficiente per decidere, perché, in uno spirito di leale collaborazione che dovrebbe informare i rapporti tra poteri dello Stato, non si è chiesta una delucidazione o un'integrazione sulla documentazione fornitaci dal CSM?

Altro aspetto: purtroppo, nella relazione della Giunta si è ritenuto di dare seguito e di dare rilevanza a delle eccezioni, per carità, legittime, ma eccezioni di merito, che l'onorevole Ferri ha svolto nelle sue memorie. Ebbene, questo contrasta, però, con i poteri della Giunta, perché, come dice la stessa legge n. 140 del 2003, il Parlamento non ha un potere di riesame di dati processuali già valutati dall'autorità giudiziaria. La Giunta e l'Aula della Camera dei deputati non possono essere una super Corte, non possono essere un ulteriore grado di giudizio, altrimenti, se così fosse, si andrebbe a distorcere tutto l'impianto costituzionale e istituzionale che dev'essere alla base della divisione dei poteri dello Stato. Fare questo vuol dire distorcere una guarentigia costituzionale e trincerarsi dietro questa guarentigia, impedendo di fatto al CSM di fare luce, da un punto di vista disciplinare, voglio ricordarlo, su una vicenda che, ripeto, ha gravemente minato il prestigio, la credibilità e l'autorevolezza dell'intero ordine giudiziario. Una vicenda su cui, Presidente, dal nostro punto di vista, occorre fare piena luce e piena giustizia.

Per questi motivi, ribadisco il voto contrario del MoVimento 5 Stelle alla relazione della Giunta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ingrid Bisa. Ne ha facoltà.

INGRID BISA (LEGA). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, ringrazio innanzitutto l'onorevole Pittalis per il lavoro dettagliato ed esaustivo che ha svolto in Giunta.

Entro nel merito della vicenda. La richiesta della sezione disciplinare del CSM trae origine da un procedimento disciplinare nei confronti dell'onorevole Ferri, che è stato promosso dal procuratore generale presso la Corte di cassazione. Il procedimento disciplinare in questione è stato avviato a seguito della trasmissione al CSM, da parte dell'autorità giudiziaria di Perugia, di un cospicuo numero di intercettazioni telefoniche e di captazioni informatiche di comunicazioni mediante trojan, disposte nei confronti del dottor Palamara nell'ambito di un procedimento disciplinare. Con l'istanza oggi all'esame della Camera dei deputati, la sezione disciplinare del CSM chiede di poter utilizzare le captazioni informatiche mediante trojan riferite alle giornate del 9 maggio 2019, del 21 maggio 2019 e del 28 e 29 maggio 2019.

Ma dobbiamo fare un passo indietro e ritornare alla precedente legislatura. Chi c'era nella precedente legislatura, si ricorda che la sezione disciplinare del CSM aveva già inviato alla Camera dei deputati analoga richiesta di utilizzazione delle medesime captazioni informatiche di comunicazioni concernenti l'onorevole Ferri. In quell'occasione, questo ramo del Parlamento, con riferimento alla proposta della Giunta per le autorizzazioni di cui anche nella precedente legislatura facevo parte, aveva rigettato la domanda del CSM, in quanto aveva ritenuto che le captazioni delle comunicazioni dell'onorevole Ferri non potevano definirsi casuali, ma dovevano piuttosto qualificarsi come indirette e, quindi, mirate; dovevano essere preventivamente autorizzate e non poteva esservi richiesta di autorizzazione all'utilizzo solo a posteriori. Infatti, solo le intercettazioni casuali già eseguite nei confronti del deputato possono essere autorizzate per il loro utilizzo a posteriori, ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 140 del 2003. Quelle, invece, indirettamente captate o mirate devono essere preventivamente autorizzate, ai sensi dell'articolo 4 della legge n. 140 del 2003.

È giusto ricordare che il GICO di Roma aveva continuato a registrare, mediante captatore informatico, le conversazioni dell'onorevole Ferri anche dopo la nota di istruzione che il pubblico ministero di Perugia aveva inviato al comandante della medesima GICO il 10 maggio 2019, proprio all'indomani dell'incontro all'Hotel Champagne. L'Hotel Champagne era la residenza romana dell'onorevole Ferri, ossia il luogo dove egli alloggiava abitualmente in occasione degli impegni parlamentari nella capitale. Le intercettazioni delle comunicazioni dell'onorevole Ferri con il dottor Palamara sono state eseguite per più di 90 giorni, quindi per un lasso di tempo piuttosto esteso, che ha infatti richiesto numerosi provvedimenti di proroga da parte dell'autorità giudiziaria.

E veniamo al motivo per cui siamo qui oggi. A seguito della deliberazione del 12 gennaio 2022, con cui la Camera ha rigettato la richiesta delle sezioni disciplinari del CSM, questa ha sollevato conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, ai sensi dell'articolo 134 della Costituzione. Con la sentenza n. 157 del 20 luglio 2023, la Corte costituzionale ha annullato la delibera della Camera dei deputati e ha dichiarato l'illegittimità della predetta deliberazione, dicendo che avevamo sbagliato nel dire che le intercettazioni delle comunicazioni dell'onorevole Ferri fossero state effettuate dall'autorità giudiziaria in modo mirato e indiretto, e che avevamo sbagliato nel dire che, in quanto acquisite in tal modo, tali captazioni avrebbero richiesto l'autorizzazione preventiva della Camera, ai sensi dell'articolo 4 della legge n. 140 del 2003. Nel caso di specie, quindi, la Corte ha detto: siccome avete sbagliato, vi richiedo una nuova valutazione, ai sensi dell'articolo 6 della citata legge n. 140 del 2003, perché quelle intercettazioni, dice la Corte, erano casuali e quindi la richiesta dell'autorizzazione all'utilizzo può avvenire anche a posteriori. Quindi, nella precedente legislatura si era negato l'utilizzo delle intercettazioni poiché ritenute indirette e mirate, e quindi dovevano essere autorizzate preventivamente, ai sensi dell'articolo 4 della legge n. 140 del 2003.

La Corte costituzionale cosa dice, quindi? Avete sbagliato, non sono intercettazioni mirate, ma sono invece intercettazioni casuali, quindi vi chiedo nuovamente l'autorizzazione a posteriori, ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 140 del 2003. Quindi, eccoci qua. Ma per dare l'autorizzazione dobbiamo verificare due cose, ossia se la sezione disciplinare del CSM ci ha motivato sull'effettiva necessità di utilizzare le intercettazioni, se tali intercettazioni siano rilevanti e coerenti rispetto all'impianto accusatorio, e se ci abbia trasmesso copia integrale dei verbali, delle registrazioni e dei tabulati di comunicazione, come richiesto dall'articolo 6 della legge n. 140 del 2003.

Già vi dico che queste due richieste non ci sono e vi spiego il perché.

Relativamente alla necessità, la Corte costituzionale dice che l'intercettazione delle comunicazioni mediante trojan può essere autorizzata, a pena di inutilizzabilità, solo ove essa sia assolutamente indispensabile ai fini della prosecuzione delle indagini. Quindi, quello che dobbiamo valutare ora è: la richiesta della sezione disciplinare del CSM è o non è adeguatamente motivata in termini di necessità di utilizzazione delle intercettazioni nel procedimento in esame, o sono queste richieste rilevanti e coerenti con l'impianto accusatorio?

La sezione disciplinare non ha chiarito in modo palese e stringente le ragioni per le quali le captazioni informatiche in questione sono necessarie e indispensabili ai fini della prosecuzione del procedimento disciplinare a carico dell'onorevole Ferri. Anzi, dagli atti emerge il contrario, perché dicono, aperte virgolette, “non può certamente dirsi che il provvedimento di diniego all'utilizzazione del predetto materiale probatorio impedisca la prosecuzione del giudizio disciplinare a carico del dottor Ferri, basandosi le incolpazioni a suo carico anche su altri elementi di prova”.

Quindi, se le intercettazioni non sono indispensabili, perché ci sono altri elementi di prova, perché ce lo chiedono? La sezione disciplinare sembra dare per scontato, in quanto sul punto non fornisce motivazione alcuna, che l'interesse sotteso alle esigenze investigative debba prevalere ipso iure su quello al libero, integro e indipendente svolgimento del mandato parlamentare, ma la sezione disciplinare si è dimenticata di una sentenza della Corte costituzionale recentissima - la n. 170 del 2023 - che dice che la libertà e la segretezza delle comunicazioni sono protette dall'articolo 15 della Costituzione come prerogativa strumentale alla salvaguardia delle funzioni parlamentari, volendosi impedire che intercettazioni e sequestri di corrispondenza possano essere indebitamente finalizzati ad incidere sullo svolgimento del mandato elettivo, divenendo fonte di condizionamenti e pressioni sulla libera esplicazione dell'attività.

Non dobbiamo poi dimenticarci della Corte di giustizia dell'Unione europea, con la sentenza della prima sezione del 7 settembre 2023, la quale afferma che le intercettazioni possano essere usate solo per la lotta alle forme gravi di criminalità e la prevenzione di minacce gravi alla sicurezza pubblica, le quali sono idonee a giustificare ingerenze gravi nei diritti fondamentali. Sull'integrità dei verbali, ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 140 del 2003, l'autorità giudiziaria, che chiede di utilizzare le intercettazioni di comunicazioni di parlamentari, è tenuta a trasmettere alla Camera dei deputati copia integrale dei verbali.

Anche in questo caso assolutamente non c'è l'integralità delle intercettazioni, perché mancano ovviamente alcuni progressivi del 9 maggio, del 21 maggio e del 29 maggio 2019. Dunque è giuridicamente impossibile rilasciare l'autorizzazione.

Per tutti i motivi sopraesposti, aderiamo alle conclusioni del relatore, onorevole Pittalis, e quindi di negare l'autorizzazione all'utilizzo delle captazioni informatiche delle comunicazioni concernenti l'onorevole Ferri richieste dalla sezione disciplinare del CSM con ordinanza n. 78 del 19 settembre 2023 (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Forattini. Ne ha facoltà.

ANTONELLA FORATTINI (PD-IDP). Presidente, colleghe, colleghi, abbiamo ascoltato il relatore della Giunta per le autorizzazioni riferire all'Assemblea in merito a una richiesta di autorizzazione all'utilizzo di captazioni informatiche, conversazioni captate mediante l'uso dello strumento del cosiddetto trojan, dell'onorevole Ferri, deputato all'epoca dei fatti, che la sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura ha inviato alla Camera ai sensi dell'articolo 6, comma 2, della legge n. 140 del 2003.

La richiesta della sezione disciplinare del CSM, pervenuta alla Camera il 20 settembre 2023, trae origine, come abbiamo ascoltato dal relatore, da un procedimento disciplinare nei confronti dell'onorevole Ferri che è stato promosso dal procuratore generale presso la Corte di cassazione e che è attualmente in corso di svolgimento presso la stessa sezione. Si tratta, è bene ribadirlo, di un procedimento disciplinare e non di un procedimento penale, per il quale Ferri, al tempo fuori dall'organico della magistratura in quanto parlamentare, è accusato di tre illeciti disciplinari, in violazione del decreto legislativo 23 febbraio 2006, n. 109. In estrema sintesi, è accusato di avere esercitato un'influenza occulta sulla funzione del CSM, in particolare riguardo a una riunione tenuta il 9 maggio 2019 all'Hotel Champagne, fornendo un contributo consultivo, organizzativo e decisorio sulle future nomine di vari uffici giudiziari; di avere tenuto un comportamento scorretto verso i magistrati che avevano presentato domanda per il conferimento dell'incarico direttivo di procuratore della Repubblica di Roma; infine, di avere posto in essere un uso strumentale della propria qualità e posizione, diretto, per le modalità di realizzazione, a condizionare l'esercizio di funzioni costituzionalmente previste, quali la proposta e la nomina di uffici direttivi di vari uffici giudiziari da parte del Consiglio superiore della magistratura.

Come è noto, il provvedimento disciplinare ha avuto origine dalla trasmissione al CSM, da parte dell'autorità giudiziaria di Perugia, di un numero rilevante di intercettazioni telefoniche e captazioni informatiche di comunicazioni mediante trojan disposte nei confronti del magistrato Palamara, all'epoca appunto componente del CSM, nelle quali si sente la voce dell'onorevole Ferri. Questa vicenda ha un pregresso importante, che probabilmente molti colleghi ignorano. Occorre, infatti, tornare sul finire della scorsa legislatura, quando quest'Assemblea si è trovata a pronunciarsi su un'analoga richiesta pervenuta alla Camera, il 2 agosto 2021, dalla sezione disciplinare del CSM, respinta con una deliberazione dell'Aula il 12 gennaio 2022. In quell'occasione la Camera dei deputati, su proposta della Giunta per le autorizzazioni dell'epoca, ha rigettato la domanda del CSM, in quanto aveva ritenuto che le captazioni delle comunicazioni dell'onorevole Ferri non potessero definirsi casuali, ma dovessero piuttosto qualificarsi come indirette.

A seguito della precedente deliberazione del 12 gennaio 2022, con cui la Camera aveva rigettato la richiesta all'utilizzo delle captazioni, la sezione disciplinare del CSM che aveva formulato la richiesta ha sollevato un conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato alla Corte costituzionale, valutando che il diniego all'utilizzo delle captazioni avrebbe impedito la prosecuzione del giudizio disciplinare nei confronti dell'onorevole Ferri. La Corte costituzionale, con la sentenza n. 157 del 2023, ha escluso la natura indiretta delle captazioni di cui discutiamo oggi, e quindi la necessaria autorizzazione preventiva. Ha quindi dichiarato che non spettava alla Camera deliberare il diniego all'autorizzazione successiva all'utilizzo sul presupposto che fossero state acquisite senza autorizzazione preventiva. È questa la novità fattuale di cui oggi dobbiamo prendere atto, che capovolge, dal punto di vista giuridico, i presupposti sui quali si reggeva la deliberazione precedente di questa Assemblea.

Come si legge nella sentenza della Corte, il ricorso per conflitto di attribuzione promosso dalla sezione disciplinare del CSM nei confronti della Camera dei deputati deve essere risolto con la deliberazione che non spettava alla Camera dei deputati deliberare il diniego all'autorizzazione successiva all'utilizzo di captazioni informatiche nei confronti del deputato Cosimo Maria Ferri, richiesta dalla sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura, nel presupposto che esse fossero state acquisite nel diverso procedimento penale, in assenza dell'autorizzazione preventiva di cui all'articolo 4 della legge n. 140 del 2003. La Corte, quindi, ha annullato la deliberazione della Camera del 12 gennaio 2022.

La Corte costituzionale, una volta stabilito che le captazioni sono da considerare casuali, ha escluso che la nuova richiesta della sezione disciplinare del CSM possa essere rigettata sul presupposto che fossero indirette, perché questo presupposto è già stato ritenuto infondato dalla Corte stessa. Quindi, come riconosciuto anche dalla stessa Giunta per le autorizzazioni, non è più possibile rimettere in discussione le conclusioni a cui è arrivata la Corte, motivo per il quale la richiesta di autorizzazione all'utilizzo delle captazioni è successiva alle stesse e deve essere effettuata da questa Camera, ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 140 del 2003.

Come abbiamo ascoltato in questo dibattito e anche nel corso della seduta di Giunta per le autorizzazioni chiamata a valutare questa nuova richiesta è venuto maturando un orientamento volto a negare nuovamente l'uso delle captazioni, perché, secondo il relatore e la maggioranza delle forze politiche, la sezione disciplinare del CSM non avrebbe fornito adeguata motivazione circa l'effettiva necessità di utilizzare le captazioni in relazione alla rilevanza e coerenza delle stesse rispetto all'impianto accusatorio, ricordando sempre che si sta parlando di un provvedimento disciplinare e non penale. Inoltre, non avrebbe trasmesso alla Camera copia completa e integrale delle captazioni. Due presupposti che non ci convincono. Partiamo dalla prima obiezione. Nella stessa richiesta della Sezione disciplinare del CSM trasmessa alla Camera si ricorda che, alla luce di varie pronunce costituzionali, pur nel rispetto delle disposizioni sulle prerogative e immunità a tutela delle funzioni parlamentari, per cui è prevista la deroga al principio di parità di trattamento davanti alla giurisdizione, l'articolo 6 della legge n. 140 del 2003 non assegna al Parlamento il potere di riesame di dati processuali già valutati dall'autorità giudiziaria, ma solo quello di verificare che la richiesta di autorizzazione sia coerente con l'impianto accusatorio e non sia pretestuosa o implausibile.

Infine, nella richiesta inviata alla Camera a settembre di quest'anno si ribadisce la rilevanza e la necessità dell'utilizzo delle captazioni nel presente procedimento disciplinare per l'accertamento della sussistenza degli addebiti formulati nelle incolpazioni, come evidenziato nell'ordinanza n. 96 del 2021 e con l'ordinanza n. 57 del 2022, con la quale è stato proposto il conflitto di attribuzione deciso dalla Corte costituzionale.

Sul tema della non integrità del materiale trasmesso alla Giunta, è bene ricordare che già nell'esame della precedente legislatura si era avuto un confronto molto approfondito e lungo con la sezione disciplinare del CSM, motivo per il quale l'attuale Giunta ha ritenuto inutile riaprire ora quelle interlocuzioni, dando corso così a un'eventuale richiesta di integrazione documentale.

Per queste ragioni, il gruppo del Partito Democratico ritiene di confermare in Aula il voto contrario alla proposta del relatore, ritenendo che i due presupposti in base ai quali deve essere formulata la nostra valutazione della richiesta di autorizzazione all'uso delle captazioni pervenuta dalla sezione disciplinare del CSM possano essere considerati entrambi, in larga misura, soddisfatti. Ciò alla luce di una valutazione che tiene conto anche di elementi desumibili dall'istruttoria svolta sulla stessa vicenda nella scorsa legislatura e perché non ci si trova in un contesto in cui un eventuale residuo di dubbio sulla non indispensabilità all'utilizzo delle captazioni possa pregiudicare il diritto alla libertà individuale dell'interessato, trattandosi, appunto, di un procedimento disciplinare e non di un procedimento penale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaia. Ne ha facoltà.

DARIO IAIA (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, questa è una vicenda che ha interessato per alcune settimane la Giunta. Io colgo l'occasione per ringraziare il Presidente della Giunta per le autorizzazioni, onorevole Costa, per il garantismo con cui conduce i lavori della Giunta stessa, ed il relatore, l'onorevole Pittalis, per l'importante lavoro che insieme a tutti i colleghi della Giunta abbiamo svolto in relazione a questa vicenda. Può apparire una vicenda secondaria, trattandosi e vertendo su un procedimento disciplinare e non di un procedimento penale attinente un magistrato che rivestiva, all'epoca dei fatti, l'onore di essere un parlamentare ed un deputato in particolare, ma non è, in realtà, una vicenda di secondo piano, perché tocca alcuni aspetti della vita costituzionale, della quale ci stiamo occupando da questa mattina con il Ministro Crosetto.

Il Ministro Crosetto, questa mattina, ha ricordato all'Aula come la sovranità democratica appartenga al popolo, appartenga a quest'Aula e a questo Parlamento. Il collega Giachetti, prima, ha fatto un riferimento nel suo intervento che condivido: ha parlato di un convitato di pietra ed in effetti in questa vicenda c'è un convitato di pietra, e questa mattina si parlava anche del fatto che, forse, il libro di Palamara e Sallusti dovrebbe essere letto o insegnato all'interno delle università, perché tutto quello che è accaduto in questo ambito non può essere ignorato e non possiamo far finta che non esista.

Il relatore Pittalis ha sostenuto che la Giunta, anche nella prima fase, si è mossa in maniera corretta nel suo giudizio e nelle sue conclusioni. E io, collega Pittalis, condivido nella maniera più assoluta questa impostazione, perché abbiamo fatto un lavoro obiettivo, un lavoro nel quale abbiamo valutato perché quelle intercettazioni non fossero intercettazioni casuali, ma fossero, in realtà, intercettazioni indirette ed intercettazioni mirate.

La decisione della Giunta, chiaramente, può essere superata in questa fase, perché c'è una sentenza della Corte costituzionale che, di fatto, supera quelle argomentazioni, ma il lavoro che è stato fatto dalla Giunta - i colleghi Pittalis, Costa e tutti i colleghi della Giunta lo sanno bene - è stato un lavoro attento, è stato un lavoro puntuale e io credo che sia anche nostro dovere ricordare in questa fase, per amore di verità, perché quelle intercettazioni sono state considerate dalla Giunta intercettazioni mirate ed intercettazioni indirette. Sono state considerate intercettazioni indirette in quanto le frequentazioni fra Palamara e Ferri erano frequentazioni assidue, erano frequentazioni che si ripetevano nel tempo. Le indagini e le intercettazioni andavano avanti da 90 giorni. Lo stesso procuratore generale presso la Corte di cassazione scriveva, signor Presidente: “Si apprezza con solare evidenza la preventiva organizzazione della riunione stessa”. Ci sono state 5 intercettazioni preparatorie all'incontro del 9 maggio 2019 presso l'hotel Champagne, quindi, non è un incontro casuale, non è un incontro nel quale ci si trova in un bar, ci si trova in un ristorante per cui si colloquia di determinate vicende, sulle quali adesso non stiamo a soffermarci. Si tratta di un incontro che è stato organizzato, ci sono state delle telefonate, telefonate intercettate, ce ne sono state 5 e si è tenuto nella notte del 9 maggio presso l'hotel Champagne, così come riconosciuto dallo stesso procuratore generale presso la Corte di cassazione.

Aggiungiamo: è stato anche riferito correttamente dai colleghi come l'hotel Champagne non fosse un luogo nel quale casualmente l'onorevole Ferri si trovasse la sera del 9 maggio 2019: l'hotel Champagne era la residenza romana dell'onorevole Ferri, quindi era il luogo dove risiedeva, anche formalmente, l'onorevole Ferri quando era a Roma. I rapporti tra Ferri e Palamara sono descritti dagli stessi investigatori come di stretta frequentazione. Peraltro, questi incontri tra Ferri e Palamara erano anche monitorati e fotografati. Quindi, tutto c'è in questo incontro, tranne che la casualità. Però noi, collega Pittalis, prendiamo atto della sentenza della Corte costituzionale e chiaramente andiamo avanti e vediamo perché la Giunta autorizzazioni e noi come gruppo di Fratelli d'Italia condividiamo le conclusioni del relatore. Ancora una volta riteniamo che la Camera correttamente debba negare in maniera ferma la possibilità di utilizzare queste intercettazioni. Quali sono le ragioni alla base di questa conclusione? Intanto, la necessità. È stato detto dai colleghi, ma io credo che sia utile ripeterlo. Non vi è assolutamente una effettiva necessità a che il procedimento disciplinare possa proseguire, a prescindere dall'uso di queste intercettazioni. La sezione disciplinare del CSM avrebbe dovuto trasmettere la copia integrale delle intercettazioni e delle captazioni: parliamo di 29 intercettazioni e di 4 intercettazioni ambientali, quindi captazione a mezzo trojan; parliamo di un materiale probatorio importante di oltre quattro ore di intercettazioni e la Camera non ha a disposizione tutto il materiale probatorio.

Presidente, sentivo l'intervento della collega dei 5 Stelle la quale ha utilizzato la formula che è stata trasmessa cospicua documentazione alla Giunta per le autorizzazioni. Ora la giustizia non si misura a chili o a grammi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

La giustizia si misura con la puntualità della trasmissione di tutti gli atti alla Giunta autorizzazione e quindi alla Camera. Cosa significa? Che se ci sono quattro ore e rotte di intercettazioni e di captazioni con il troian e mancano oltre cinquanta minuti di intercettazioni non si può concludere in maniera semplicistica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE) che è stata trasmessa cospicua documentazione, per cui avendo cospicua documentazione a disposizione noi possiamo concludere per una autorizzazione all'uso di queste intercettazioni. Non funziona così in un Paese democratico e in un Paese garantista nel quale i principi di garanzia sono riconosciuti nella stessa Costituzione. Quindi, non vi è l'effettiva necessità, lo scrive la stessa sezione disciplinare del CSM per cui è lo stesso CSM che ci dice che può concludere il procedimento disciplinare nei confronti dell'onorevole Ferri senza avere queste intercettazioni e senza avere queste captazioni: quindi, non sono necessarie. È pacifico che manchi la completezza e l'integralità delle intercettazioni e delle captazioni. Quindi, io non capisco di cosa alla fine noi stiamo a discutere.

Per tutte queste ragioni e anche per quanto è stato richiamato, e non voglio ripeterlo, con la sentenza della Corte di giustizia europea, il fatto che sia abnorme che si pretenda di utilizzare le captazioni attraverso il trojan nell'ambito di un procedimento disciplinare, riteniamo come Fratelli d'Italia che non vi siano assolutamente i presupposti per poter autorizzare la sezione disciplinare del CSM all'uso di queste intercettazioni e captazioni per cui esprimiamo il voto favorevole nei confronti della relazione del relatore (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

(Votazione - Doc. IV, n. 1-A)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta della Giunta di negare l'autorizzazione all'utilizzo di captazione informatiche nei confronti di Cosimo Maria Ferri, deputato all'epoca dei fatti.

Preciso, colleghi, che chi intende negare l'autorizzazione deve votare “sì”, mentre chi intende concederla deve votare “no”.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 153) (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE)).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Passiamo al prossimo punto all'ordine del giorno, prima del quale ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori l'onorevole Candiani, relatore.

STEFANO CANDIANI, Relatore sul disegno di legge n. 1342-A. Signor Presidente riprendiamo con la legge di delegazione europea. Per potere procedere è necessario prima una breve consultazione del Comitato dei nove, per cui le chiedo una sospensione di dieci minuti.

PRESIDENTE. Così è stabilito. La seduta è sospesa e riprenderà alle 18.55.

La seduta, sospesa alle 18,40, è ripresa alle 18,55.

Seguito della discussione del disegno di legge: Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2022-2023 (A.C. 1342-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1342-A: Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2022-2023.

Avverto che la Commissione ha presentato l'articolo aggiuntivo 4.0500, che è in distribuzione (Vedi allegato A), in relazione al quale risulta alla Presidenza che tutti i gruppi abbiano rinunciato alla fissazione del termine per la presentazione dei subemendamenti.

Ricordo che nella seduta del 14 dicembre è stato da ultimo approvato l'articolo 2 e il relatore e il rappresentante del Governo hanno espresso il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 3.

(Ripresa dell'esame dell'articolo 3 – A.C. 1342-A​)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A)

Passiamo all'emendamento 3.50 Casu. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, rappresentanti del Governo, arriviamo oggi a discutere di questo emendamento dopo un lungo percorso istituzionale che ci ha visto, il 24 ottobre, approvare, in I Commissione, questo testo, che poi è stato approvato anche in XIV Commissione. Successivamente, c'è stato un intervento della Commissione bilancio, che ha sostituito la parola, che trovate nell'emendamento, “obbligo” con altre parole legate a “considerare la possibilità”.

Considero, comunque, positivo il fatto che, grazie a questo percorso, le parole “comuni” e “province” siano entrate nella legge di delegazione europea, che recepisce la direttiva NIS2. Tuttavia, mai avrei pensato che il momento in cui ci saremmo trovati a discutere di questo tema in Aula… chiedo scusa, un attimo di attenzione, è un tema importante…

PRESIDENTE. Lo vedete? Prima o poi, tocca tutti. Facciamo silenzio, per favore. Prego onorevole Casu.

ANDREA CASU (PD-IDP). …fosse proprio quando, in queste ore - notizia di poche ore fa -, hacker russi hanno portato avanti l'ennesimo attacco alle nostre pubbliche amministrazioni. Si tratta di un attacco ransomware, bucano la PA, chiedono un riscatto in cripto valute; un attacco che ha colpito, in particolare, più che le amministrazioni centrali e quelle delle grandi città, i piccoli comuni, le amministrazioni locali minori.

L'intervento dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale ha garantito e scongiurato il fatto che possano essere messi a rischio i pagamenti delle buste paga, però il tema è reale. Vi sono 8.000 comuni che hanno dati sensibili, importantissimi e fondamentali, e li avranno sempre di più con la carta d'identità elettronica, con la possibilità di dare i nostri dati biometrici. Da questo punto di vista, è fondamentale che la direttiva NIS2, che nasce proprio per superare i limiti della direttiva NIS1, alzi il livello di guardia delle infrastrutture critiche non solo del nostro Paese, ma del nostro sistema Paese.

Per tale ragione, abbiamo chiesto, con tutta una serie di emendamenti, di alzare questo livello di guardia e per questa ragione siamo qui a rappresentare l'importanza di questa scelta. Lo diciamo perché abbiamo un'importante crescita del livello di digitalizzazione del nostro Paese, lo dimostrano gli investimenti che sono stati fatti e che stanno dando i loro frutti - penso al PNRR, è una delle missioni strategiche -, ma lo dimostra il fatto che stiamo crescendo gradualmente, con difficoltà, negli indici DESI, negli indici DMI, negli indici che servono a misurare la digitalizzazione di un Paese. Ma l'indice su cui stiamo crescendo di più è quello della penetrabilità dei nostri sistemi. Abbiamo alcune rilevazioni che dicono che nel 2022 si è avuta una media mondiale intorno al 20-22 per cento dell'aumento degli attacchi cyber e nel nostro Paese questa crescita è stata esponenziale del 160 per cento ed oltre! Oltre il 98 per cento delle imprese italiane ha subito almeno un attacco nell'ultimo anno! Stiamo andando incontro veramente a una crescita esponenziale del rischio! Serve che la pubblica amministrazione sia protetta, impiegando le risorse che servono a fare la cybersicurezza.

C'è un termine che utilizziamo senza conoscerne la storia: usiamo spesso l'espressione “Paese di Bengodi”. Quando Boccaccio, nel Decamerone, ha raccontato del paese di Bengodi, raccontava di un Paese, dove c'era una pietra che poteva rendere invisibili e tutti volevano andare in quel paese, proprio perché c'era quella pietra che rendeva invisibili. Era una burla, non esisteva il paese di Bengodi! Ma adesso, otto secoli dopo, stiamo diventando il regno di Bengodi del cybercrime! Infatti, se tu non alzi il livello della difesa e non doti le nostre amministrazioni pubbliche delle risorse per difenderci, i cyber criminali sono invisibili nel nostro Paese! L'hanno trovato il regno di Bengodi, il paradiso dove andare a compiere le loro malefatte! Avviene sempre più spesso e più frequentemente.

Quindi, la richiesta che facciamo al Governo è di coronare un percorso positivo che è stato messo in campo dal Parlamento, senza divisioni di destra o di sinistra, perché gli emendamenti sono stati votati all'unanimità, perché quando si tratta di difendere il nostro sistema Paese non c'è una distinzione ideologica, c'è la necessità di proteggere tutte le pubbliche amministrazioni e di riuscire ad andare in quella direzione. Mi rendo conto…

PRESIDENTE. Grazie. È finito il tempo.

ANDREA CASU (PD-IDP). Mi rendo conto che esiste un problema di risorse, però questo problema di risorse esiste in tutto il mondo. Negli Stati Uniti, di 65 miliardi sulla digitalizzazione, 11 miliardi vengono impiegati per la difesa. Se non alziamo il nostro livello di difesa e continuiamo in questa maniera, sarà possibile per tutto il mondo attaccare più facilmente i nostri sistemi rispetto agli altri! Quindi, è fondamentale che le risorse vengano identificate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.50 Casu, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 154).

Passiamo all'emendamento 3.300 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento) su cui il parere è favorevole.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Arriviamo a un secondo passaggio. Con l'emendamento avevamo chiesto l'obbligatorietà. Ora è concessa la facoltà. La richiesta che avanziamo al Governo è questa: nel momento in cui si decide di aprire a questa possibilità per i comuni e per le province, secondo, lo ricordo, principi di gradualità, proporzionalità ed adeguatezza, sarà il Governo a definire le risorse, le modalità, le strutture, non lo definiamo oggi, definiamo solo la direzione in cui vogliamo andare; ecco, la richiesta che avanziamo - abbiamo presentato già un ordine del giorno su questo insieme alla collega Ascani e al collega De Luca (speriamo che altri colleghi possano unirsi a questo percorso) - è che siano reperite dal Governo, che almeno quest'Aula si impegni a reperire le risorse necessarie, al fine di consentire che queste misure di massimo livello di cybersicurezza possano essere garantite anche a tutti i comuni e alle province del nostro Paese. Lo dico perché, se è vero che il voto in Commissione bilancio è stato un parere dovuto non ad una motivazione politica, ma ad una motivazione di bilancio, per cui questo tipo di impegno non poteva essere preso in questa sede e se, coerentemente, rispetto a questo impegno c'è questa scelta, penso possa essere utile da parte di tutti noi, almeno che, parallelamente a questa possibilità, a questa facoltà, già prevista dalla direttiva, vi sia un impegno collettivo ad intervenire per garantire che la difesa dai cyber attacchi valga giustamente per le regioni, per i sistemi sanitari regionali, ma anche per i comuni e per i sistemi anagrafici.

Penso sia un criterio fondamentale di buon senso che va nella giusta direzione e se c'è un tema delle risorse - qui veramente concludo - ricordo che la Strategia nazionale di cybersicurezza 2022-2026, redatta dall'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, a pagina 12, indica la necessità di una quota percentuale degli investimenti nazionali lordi, su base annua, pari all'1,2 per cento; per il 2022 dovrebbero essere 1,8 miliardi di euro per la cybersicurezza.

Crediamo sia utile e importante che parte di queste risorse vengano indirizzate ai comuni e alle province italiane.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.300 (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento), con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 155).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.15 Casu, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 156).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.13 Casu, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 157).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.11 Casu, con il parere contrario della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 158).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.12 Casu, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 159).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 160).

Chiedo al relatore e al Governo qual è il parere sull'articolo aggiuntivo 3.01000 Enrico Costa?

STEFANO CANDIANI, Relatore. Grazie, Presidente. Consultato il Comitato dei nove, noi siamo per dare un parere favorevole a condizione di una riformulazione che preveda che, dopo la parola: “pubblicazione”, siano aggiunte le seguenti: “integrale o per estratto del testo dell'ordinanza di custodia cautelare finché non siano concluse le indagini preliminari” e così via.

PRESIDENTE. Il Governo?

MATILDE SIRACUSANO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Parere conforme al relatore.

PRESIDENTE. Passiamo all'articolo aggiuntivo 3.01000 Enrico Costa.

Onorevole Enrico Costa, accetta la riformulazione?

ENRICO COSTA (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione perché è assolutamente in linea con il testo dell'emendamento. Questo emendamento era finalizzato a rimuovere una stortura nel nostro ordinamento. Noi siamo intervenuti in linea con la presunzione di innocenza per limitare le conferenze stampa delle procure, però, se limitiamo le conferenze stampa delle procure e poi sono pubblicabili testualmente, integralmente e alla lettera le ordinanze di custodia cautelare, che contengono centinaia di pagine di intercettazioni, di sommarie informazioni e di note della Polizia giudiziaria, siamo da capo. Se quell'ordinanza di custodia cautelare viene annullata dal riesame o viene annullata dalla Cassazione intanto c'è il PDF sui siti dei giornali. Questa non è presunzione di innocenza, questo non è lo spirito dell'ordinanza di custodia cautelare.

Addirittura sapendo che ci sono le limitazioni, come procure, per comunicare con conferenze stampa, ci sono procure che optano per fare l'ordinanza di custodia cautelare, perché questo rafforza le loro indagini, questo consente di avere il titolo dei giornali e magari infilare dentro intercettazioni colorite con un elemento importante: la difesa non ha ancora toccato palla, perché quello è un atto esclusivamente dell'accusa.

Allora, vogliamo semplicemente una cosa: il nostro spirito è quello di consentire, con gli strumenti, con le risorse, con il personale, allo Stato di svolgere le indagini, ma ci vuole anche una garanzia da parte dello Stato che, quando una persona ne esce da innocente, dopo essere stata chiamata a rispondere, sia la stessa persona che è entrata nell'ingranaggio come immagine, come reputazione e anche come portafoglio, e questo è un grande passo in avanti in questa direzione (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Costa, perché non ho udito alla fine: ha chiesto di revocare il voto segreto? Sì, avevo inteso bene.

Colleghi, come sapete l'accordo è di chiudere alle 19,15 e adesso ci sono tre deputati iscritti. Sono 4 adesso con l'onorevole Cafiero De Raho. Ci sono altri colleghi? L'onorevole Gianassi e l'onorevole D'Orso. Allora, penso che non ce la faremo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Steger. Ne ha facoltà.

DIETER STEGER (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Per chiedere di sottoscrivere l'emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pittalis. Ne ha facoltà.

PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Grazie, Presidente. Anche a nome del gruppo di Forza Italia chiediamo di sottoscrivere l'emendamento che va nella direzione da noi sempre auspicata. Ha chiarito in maniera egregia ed esaustiva il collega Tommaso Calderone le ragioni del sostegno. Quindi, non mi dilungherò, però mi pare che con questo emendamento si dia concreta attuazione al principio della presunzione di innocenza.

Inoltre, si restituisce centralità al diritto di difesa e, quindi, il tutto va nella direzione di una giustizia giusta e di qualità che crediamo che, con la riforma delle riforme, cioè con la separazione della carriera, si attui davvero quel sogno - che è un sogno di tutti gli italiani - di vedere veramente sullo stesso piano accusa e difesa e, soprattutto, il giudice deve essere terzo. Questi sono i presupposti sui quali il gruppo di Forza Italia anche in questa legislatura insisterà finché non sia portata davvero a casa una riforma degna di questo nome (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Calderone. Ne ha facoltà per un minuto.

TOMMASO ANTONINO CALDERONE (FI-PPE). Presidente, soltanto un minuto perché ero intervenuto la volta scorsa. È veramente ottima questa rimodulazione. Complimenti all'onorevole Enrico Costa. Forza Italia è convinta e all'unisono voterà a favore su questo emendamento, sottolineando l'aspetto più spaventoso che ha caratterizzato i nostri tempi fino a questo momento: pensate che, una volta eseguita un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, venivano pubblicati solo gli elementi a carico dell'indagato, perché l'interrogatorio di garanzia, come è noto, doveva e deve celebrarsi nei 5 giorni successivi. Quindi, a tacer d'altro, oggi, con questo emendamento, che dovrebbe imporre al Governo di emanare il relativo provvedimento legislativo, abbiamo affermato un grandissimo principio di civiltà.

PRESIDENTE. Grazie…

TOMMASO ANTONINO CALDERONE (FI-PPE). Forza Italia è fermamente convinta su questo emendamento e, dunque, lo voterà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cafiero De Raho. Ne ha facoltà.

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente. Io devo dire che si parte, nell'ambito dell'emendamento dell'onorevole Enrico Costa, da un presupposto che è rappresentato dalla direttiva europea. Ebbene, la direttiva europea dice ben altra cosa a ben vedere e se guardate all'articolo 4 si parla sostanzialmente di “misure necessarie per garantire che, fino a quando la colpevolezza di un indagato o imputato non sia stata legalmente provata, le dichiarazioni pubbliche rilasciate da autorità pubbliche e le decisioni giudiziarie diverse da quelle sulla colpevolezza non presentino la persona come colpevole”. L'ordinanza di custodia cautelare non presenta la persona come colpevole, Presidente. È una misura cautelare ed è a tutti noto che la misura cautelare è fondata sui gravi indizi ma non sulla colpevolezza, ed è semplicemente finalizzata a soddisfare determinate esigenze.

Ma non solo, perché tenga conto che l'ordinanza di custodia cautelare è diventata pubblicabile nel 2017, quando la Commissione giustizia ha modificato l'articolo 114, secondo comma, del codice di procedura penale. In quella Commissione giustizia era presente anche l'onorevole Enrico Costa che all'epoca non disse nulla e non intervenne per quell'intervento legislativo di cui oggi si rammarica; eppure la direttiva europea che oggi cita a fondamento di ciò che sostiene è una direttiva che è entrata in vigore prima di quel decreto legislativo.

Oggi perché non si vuole che venga pubblicata l'ordinanza di custodia cautelare? Perché non si vuole che si sappia effettivamente che esistono persone, soprattutto quelle che appartengono alla borghesia mafiosa, ai colletti bianchi, ai corrotti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) che diventano oggetto di ordinanza e di cui è interesse pubblico conoscere i fatti, perché l'informazione non è solo un dovere; è un diritto, è un diritto costituzionalmente garantito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Con questo emendamento bisogna evitare l'imbarazzante diffusione di notizie sui reati del potere, Presidente, perché i reati della povera gente non interessano a nessuno. Se inseriamo questo, Presidente, finiamo veramente per impedire alla gente di conoscere ciò che accade attorno a noi.

Ma come vogliamo difendere le persone, se non facendo loro conoscere ciò che avviene? Ancora una volta si parla delle garanzie dell'imputato e, in nome di queste garanzie, si soffoca la eguaglianza delle parti, si separano le carriere, si impedisce il diritto di informazione, si fa tutto ciò che è contro un principio e un valore costituzionale.

Oggi, approvare questo emendamento significa soffocare la libertà di informazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), impedire ai giornali di informare le persone. Ma questo è gravissimo, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Non possiamo consentire che ciò avvenga e chiunque abbia coscienza, chiunque creda nella libertà di informazione e nell'esigenza che tutti sappiano ciò che avviene nel nostro Paese (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)…

PRESIDENTE. Per favore, colleghi!

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). …non è possibile che ciò passi inosservato, con il voto favorevole di una maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gianassi. Ne ha facoltà.

FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. In questa settimana, abbiamo assistito a un fatto non nuovo: un emendamento dell'onorevole Costa, che spacca la maggioranza, Forza Italia che assume una posizione diversa dal Governo e il Governo che, in materia di giustizia, affronta posizioni radicalmente diverse (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)… Evidentemente è così, altrimenti non si irriterebbero così tanto…

PRESIDENTE. Perché urlate, non ho capito! Calma! Prego, vada avanti.

FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). La verità fa male e quindi (Commenti)

PRESIDENTE. Ma lei vada avanti, onorevole Gianassi. Onorevole Casu, non indichi e stia seduto, per favore! La prego, cos'è questo spettacolo? Si deve sedere. Prego.

FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Non è, infatti, un caso che sulla giustizia partoriscano poco o nulla, al di là di molte dichiarazioni roboanti sui giornali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E, per correre ai ripari e non spaccarsi in quest'Aula, sono stati costretti a modificare un parere contrario e farlo diventare favorevole. Non è la prima volta: succederà ancora perché le differenze ci sono e non si sanano nemmeno con gli escamotage sui pareri relativi agli emendamenti. Ma la proposta dell'onorevole Costa per noi non può essere accolta - e per questo manifestiamo un voto contrario - per alcune questioni di merito e di metodo.

Per quanto riguarda il merito, l'onorevole Costa solleva un tema che è certamente importante: il diritto alla reputazione di ogni cittadino, anche del cittadino sotto procedimento penale, sotto processo penale. Ma lo strumento che si mette nelle mani del Governo è sbagliato, innanzitutto perché nel nostro ordinamento esiste un principio per cui si distinguono gli atti tra segreti e pubblici; l'atto del giudice è un atto pubblico ed è difficile immaginare un'eccezione soprattutto per un atto così gravoso e importante quale quello per il quale lo Stato esercita il suo maggior potere, quello di privazione della libertà personale. In secondo luogo, perché in realtà, se è così grave il rischio per la tutela del cittadino, questo provvedimento non lo risolve: posticipa il momento della pubblicazione alla fine delle indagini preliminari, non affronta il tema vero, cioè la modalità di costruzione dell'ordinanza. Un tema che si è proposto di affrontare in precedenti Governi e, con la riforma Orlando, si arrivò a una disciplina sapiente ed equilibrata, quella di stabilire modalità di confezionamento dei brogliacci della polizia giudiziaria, delle ordinanze, delle richieste di misure cautelari ai pubblici ministeri e delle ordinanze emesse dai giudici. È lì che sta la questione fondamentale di tutela della reputazione del cittadino. E nascondere un provvedimento pubblico facendolo diventare segreto non risolve il problema, al punto tale che, posticipandone la pubblicazione, il tema tornerà a esplodere.

Ma c'è di più: con questo provvedimento si decide di intervenire per la segretezza dell'ordinanza di misura cautelare, attribuendo una delega al Governo ed escludendo tutti gli altri provvedimenti per i quali, parimenti, si può verificare lo stesso problema. Non è toccato il tema delle misure cautelari reali, non è toccata la decisione del giudice che dispone l'incidente probatorio, non è toccato il caso del giudice che autorizza le indagini, tutti casi nei quali possono essere previsti nei provvedimenti i richiami alle intercettazioni; quelle sì delicate sulle quali, ancora una volta, la riforma Orlando intervenne, stabilendo un'eccezione al principio tra segretezza e pubblicità: quella della segretezza speciale per le intercettazioni che, quando cessano di essere segrete, non possono comunque essere pubblicate, se non rilevanti. Questi sono i temi che garantiscono i cittadini, non una misura che rende segreto l'atto più forte che lo Stato può realizzare.

Cafiero De Raho ha guardato un punto della vicenda, ma ce n'è un altro. Non è solo il diritto di conoscenza dei cittadini di sapere cosa ha commesso un cittadino, ma c'è il diritto di tutela di quel cittadino arrestato, che non può essere arrestato nella segretezza dello Stato. In un regime democratico, in un Paese democratico l'esercizio della giurisdizione è pubblico e trasparente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), soprattutto laddove tocca diritti fondamentali, come quello della libertà dell'individuo.

Infine, c'è un tema di metodo per noi gigantesco e politico. Noi non concediamo alcuna delega in bianco a questo Governo, tanto meno sui temi della giustizia e tanto meno sui temi della disciplina della segretezza, laddove in quel Governo siede un Sottosegretario alla Giustizia che si è fatto vanto di avere divulgato documenti segreti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e ancora oggi continua a rivendicare quell'azione e promette di rifarlo, se gli viene chiesto. Con quale coerenza il Governo difende il Sottosegretario che rivela documenti segreti, dicendo che non c'è segretezza lì, e poi decide, con un emendamento, di rendere segreti i provvedimenti dei giudici? Qual è la coerenza? Non abbiamo fiducia in questo Governo e per questo manifestiamo un voto contrario: con buona pace dei deputati di Fratelli d'Italia, che non sono contenti, per me è un motivo di vanto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà, per un minuto.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Io faccio solamente un riassunto delle puntate precedenti. Noi ci siamo lasciati, la scorsa settimana, proprio nel momento in cui il Governo avrebbe dovuto dare il parere a questo emendamento e c'è stata anche tutta una sceneggiata, una messa in scena, per non arrivare a quel parere. Oggi apprendiamo che il Governo non solo dà un parere praticamente positivo, ma fa una riformulazione addirittura peggiorativa dell'emendamento Costa nella sua versione originaria (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E io mi meraviglio di Fratelli d'Italia, perché, se ci siamo lasciati per delle fibrillazioni che probabilmente c'erano all'interno delle forze di maggioranza su questo emendamento quando il collega Calderone ha detto che Forza Italia lo abbracciava e lo sosteneva, allora mi chiedo, sotto forma di riflessione che è stata fatta in questi giorni: vi state rendendo conto che state approvando un emendamento peggiorativo, che non lascia nulla di intentato? Vi stanno raccontando che, né per estratto, né integrale, si potrà pubblicare un'ordinanza di custodia cautelare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Anche noi, AVS, voteremo contro questo emendamento, perché si tratta di una delega in bianco a un Governo di cui non ci fidiamo. Certo, stiamo parlando di una legge di delegazione europea, quindi questo discorso dovrebbe valere su tutto il testo, però qui davvero sono coinvolti diritti particolarmente delicati e garanzie costituzionali, quale il principio di presunzione di innocenza. E non basta sventolare questo principio per garantirlo. Quindi, non riusciamo a credere davvero, fino in fondo, che poi, alla fine, il Ministero della Giustizia riuscirà a trovare quel giusto equilibrio che sarebbe dovuto. Per questo motivo, quindi, voteremo contro (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Noi abbiamo una visione decisamente diversa da quella che è appena stata pronunciata dai colleghi del MoVimento 5 Stelle e del PD. Noi pensiamo che i processi si facciano nei tribunali e che siamo ancora in una democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Lega-Salvini Premier). Pensiamo che le informazioni contenute in una misura di custodia cautelare siano giuste, ma da utilizzare all'interno di un processo, perché molto spesso quelle misure di custodia cautelare sono frutto di un'ordinanza che poi viene smentita dai giudici di merito, e quindi le informazioni non erano corrette o erano parziali.

In quest'Aula, poco fa, si è cercato di fare l'ennesimo processo fuori dai tribunali: ho sentito parlare di documenti segreti, la legge dice altro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Se noi continuiamo a inseguire un populismo di sinistra, che dice che ognuno può raccontarla come vuole, e mettiamo dentro gli atti giudiziari e quello che vogliamo e diventa subito la realtà, ancora prima del primo grado, questo è gravissimo. E pensiamo che questo emendamento vada a sopperire a questo.

Ho sentito anche dire che questa maggioranza vuole insabbiare, vuole chiudere e non vuole vietare l'informazione proprio di nulla, perché le indagini non saranno segrete, si saprà sicuramente che qualcuno è sotto indagine, visto che viene incarcerato. Ma all'interno dell'ordinanza ci può essere, e spesso c'è, veramente di tutto, e non riteniamo giusto che quel tutto, che spesso porta poi anche alla scarcerazione e alla dichiarazione di innocenza, venga buttato e butti fango, sui giornali, su persone della cui colpevolezza ancora non si sa assolutamente nulla. Per questo motivo, chiedo di sottoscrivere anch'io l'emendamento, perché lo ritengo assolutamente valido e pregevole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, l'onorevole Bellomo. Ne ha facoltà.

DAVIDE BELLOMO (LEGA). Grazie, signor Presidente. Ho sentito cose che neanche il migliore o peggiore Robespierre poteva pronunciare. Ho sentito dire che noi abbiamo il dovere di informare di un'ordinanza di custodia cautelare, come se la colpevolezza fosse rappresentata dall'ordinanza di custodia cautelare (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE)!

Solo le sentenze definitive hanno l'autorità di determinare la colpevolezza di un cittadino di fronte alla legge, nient'altro. Le ordinanze di custodia cautelare sono fondate sì sui gravi indizi di colpevolezza, ma sulle esigenze cautelari e sulla rappresentazione che lo stesso soggetto possa subire una condanna superiore ai 2 anni di reclusione.

Ed è previsto anche nell'ordinanza di custodia cautelare che entro i 5 giorni ci sia un interrogatorio di garanzia proprio per fare in modo che l'indagato possa dare la rappresentazione dei fatti, e spesso e volentieri questa rappresentazione dei fatti finisce con la scarcerazione dell'imputato. Quindi l'informazione viene data - e lo sa bene, mi rivolgo, per il tramite del Presidente, al collega Cafiero de Raho - e viene rappresentata con una conferenza stampa, che tutti i procuratori della Repubblica fanno, ed è autorizzata e nessuno la sta discutendo, che rappresenta che il soggetto Tizio o Caio è stato arrestato, vengono edotti quelli che sono gli articoli di legge violati, punto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

Ora, invece, si vuole che il singolo cittadino indagato venga messo al pubblico ludibrio, perché poi non ci dobbiamo dimenticare che vengono rappresentati sui giornali solo gli stralci delle ordinanze che più rappresentano la colpevolezza dell'indagato, o meglio i gossip dello stesso. Se poi - ve lo rappresento, faccio il penalista di professione - l'avvocato dell'indagato va in cancelleria a chiedere la copia dell'ordinanza di custodia cautelare, capita spesso e volentieri di sentire dire: “avvocato, lei deve attendere, perché noi non abbiamo la notifica che lei è il difensore” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

Più volte sono andato nel corridoio, ho incontrato il giornalista amico e ho detto “per favore, mi dai l'ordinanza del mio cliente?” (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE). Questo è normale in uno Stato di diritto? Ed è normale che si tenti di non obbligare il divieto di pubblicazione? Questa è procedura penale, è senso di civiltà che noi dobbiamo avere, poiché il colpevole giustamente sarà punito dallo Stato e sarà rappresentata la sua colpevolezza con tutte le misure che la legge prevede (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Colleghi, ricordo ancora che in Conferenza dei presidenti di gruppo si era convenuto di chiudere alle ore 19,15. Siamo arrivati intorno alle ore 19,30, ho ancora degli interventi a titolo personale, quindi vedete voi se riusciamo a chiudere nel più breve tempo possibile.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Pellicini. Ne ha facoltà.

ANDREA PELLICINI (FDI). Grazie, Presidente. Rispondo all'onorevole Federico Gianassi, che comunque stimo perché ha una capacità sia tecnica che politica assolutamente significativa, ma oggi, su questo tema, tutta la maggioranza ha un parere unanime (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Quello che è stato introdotto con l'emendamento dell'onorevole Costa, poi riformulato dal Governo, è semplicemente un principio di civiltà.

Se il nostro codice vieta la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche, è un mezzo surrettizio quello di pubblicarle attraverso la pubblicazione dell'ordinanza di custodia cautelare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Una persona viene massacrata prima del giudizio del tribunale del riesame. Se dopo 20 o 30 giorni questa persona viene rimessa in libertà e l'ordinanza di custodia cautelare è annullata, ormai tutto il pubblico conosce le intercettazioni telefoniche e giudica una persona assolutamente colpevole. La persona è sottoposta al ludibrio generale. Quindi ben venga l'emendamento dell'onorevole Costa, con la riformulazione del Governo.

PRESIDENTE. L'onorevole Caiata sottoscrive. Onorevole De Monte?

ISABELLA DE MONTE (IV-C-RE). Anch'io chiedo di sottoscrivere, se il collega consente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maullu. Ne ha facoltà.

STEFANO GIOVANNI MAULLU (FDI). Intervengo volentieri perché credo che in questa serata in Aula si stia svolgendo un dibattito surreale, che però dà il senso di quanti decenni questo Paese ha passato sotto un giogo che l'opinione pubblica schierata ha voluto dare nei confronti degli indagati, che sono stati usati né più e né meno come strumenti per alimentare il circuito mediatico-giudiziario.

Qui non stiamo parlando certamente di un aspetto di libertà di informazione, qui stiamo parlando di uno strumento essenziale che serve a garantire al magistrato gli elementi per poter creare le condizioni di un'ordinanza di custodia cautelare tecnicamente detta. Tutto il resto che viene propagandato, veicolato, come se fosse uno strumento di libertà di informazione è, né più né meno, che uno degli elementi di barbarie che questo Paese ha subito per decenni.

PRESIDENTE. Finisco, Presidente.

STEFANO GIOVANNI MAULLU (FDI). Ciò che stupisce di più è che chi ha ricoperto compiti di altissima amministrazione quale vincitore di un pubblico concorso per una funzione delicatissima tende a riproporre ancora oggi gli stessi strumenti di 30 anni fa. Questo è inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare a titolo personale l'onorevole Giuliano. Ne ha facoltà, per un minuto.

CARLA GIULIANO (M5S). Grazie, Presidente. Voglio un po' chiarire quello che stiamo discutendo in quest'Aula. Forse la maggioranza si è dimenticata dell'iter che abbiamo avuto fino ad oggi. Sento interventi della maggioranza convinti nel sostenere un emendamento che, fino a pochi minuti fa, aveva il parere contrario, perché, Presidente, qui non stiamo parlando di colpevolezza accertata. Il collega parlava di gravi indizi di colpevolezza su cui si deve basare l'ordinanza di custodia cautelare, che deve garantire il diritto all'informazione, ma anche alla difesa della stessa persona che viene arrestata.

Forse voi siete abituati alle fughe di notizie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e, forse, siete abituati a prendere i provvedimenti che limitano la libertà personale degli indagati nelle segrete stanze. Noi siamo, invece, per un'informazione corretta, puntuale e a vantaggio non solo dell'indagato, ma anche della collettività (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il gruppo di Fratelli d'Italia sottoscrive l'articolo aggiuntivo. Anche l'onorevole Furgiuele lo sottoscrive.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 3.01000 Enrico Costa, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 161) (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

Interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 9,30.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà, nel silenzio dell'Aula. Colleghi, noi non abbiamo ancora finito, quindi, vi prego, lasciate l'Aula, ma senza far rumore. Colleghi, per favore, noi non abbiamo finito. Onorevole Quartapelle, cominciamo a provare a parlare, poi, casomai. i colleghi sentiranno la mia voce, se non le consentiranno di intervenire in silenzio. Prego, onorevole Quartapelle.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io intervengo per portare anche in quest'Aula, come già accaduto al Senato per voce di vari colleghi e colleghe, un fatto che dovrebbe preoccupare tutti quanti noi. Sono 13 giorni che non si hanno notizie di Aleksej Navalny, il più noto, il più determinato, il più coraggioso dei prigionieri politici russi.

Navalny era rinchiuso in un carcere di massima sicurezza. I suoi avvocati, i suoi portavoce, le persone dell'organizzazione che lavorano da anni con lui, la sua famiglia stanno chiedendo notizie sulle condizioni di salute di Navalny e sul luogo. Ci sono varie ipotesi: che sia in corso di trasferimento in una colonia penale ancora più rigida, in un regime carcerario ancora più rigido, oppure che le condizioni di salute di Navalny, che sono apparse estremamente preoccupanti negli ultimi video che il regime di Putin riprendeva ora per ora della sua cella, siano effettivamente peggiorate.

Intervengo in quest'Aula perché io credo, da un lato, che si debba dare voce a chi non ha voce ed è sepolto nelle peggiori carceri del mondo, quelle di Vladimir Putin, e dall'altro perché penso che - attraverso di lei, Presidente, chiedo un intervento sul Governo - penso che il nostro Governo debba attivarsi, insieme alle altre rappresentanze diplomatiche in Russia, che fanno parte dell'Unione europea, per chiedere chiarimenti al regime di Putin. Questo è già stato fatto da alcuni giornalisti nella conferenza di fine anno con il Presidente Putin, è stato fatto più volte dai membri dell'organizzazione di Navalny e le risposte che hanno ricevuto sono state raggelanti. Ed è per questo che credo che si debba, il più possibile, cercare di tenere alta la situazione sulle condizioni carcerarie di Navalny, che sono quelle di un uomo, ma anche su quelle di altre decine, centinaia di persone che, nel corso del tempo, si sono opposte con la non violenza a regime di Putin e che sono state seppellite vive nelle sue carceri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Soumahoro. Ne ha facoltà.

ABOUBAKAR SOUMAHORO (MISTO). Grazie, Presidente. Sabato 16 dicembre, 61 esseri umani, uomini, donne, hanno perso la vita nel Mar Mediterraneo, sotto gli occhi di chi doveva e aveva la responsabilità di salvarli. Da questa ennesima tragedia, che, in altre epoche, Papa Francesco avrebbe definito un crimine, possiamo individuare tre elementi. Il primo riguarda l'omissione di soccorso, perché era dal 14 dicembre che tutti sapevano dell'esistenza di una nave di 68 persone, esseri umani, tutti dell'Africa subsahariana, che chiedevano un soccorso. Eppure chi doveva salvarli non li ha salvati: sarà perché hanno l'unica colpa di essere persone scappate da luoghi dove c'è la fame, dove ci sono le conseguenze di disuguaglianze globali. Il secondo elemento riguarda la causa e le conseguenze del decreto-legge n. 1 del 2023, convertito in legge n. 15 del 2023, che, di fatto, ha permesso di allontanare la nave della Ocean Viking con a bordo 26 persone, portandoli verso il porto di Livorno. Il terzo elemento riguarda il respingimento dei superstiti di quelle persone che chiedevano un soccorso, rimandandoli nell'inferno in Libia, in violazione dell'articolo 33 della Convenzione di Ginevra.

Presidente concludo dicendo una cosa. Quando la morte viene usata come strumento di deterrenza per le persone che chiedono un aiuto e le persone che vogliono emigrare per salvare la vita, vuol dire che siamo di fronte alla disumanità. Non è cinismo politico: è disumanità politica e vuol dire che non c'è il cuore politico (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Bakkali. Ne ha facoltà.

OUIDAD BAKKALI (PD-IDP). Grazie, Presidente. A Gaza è l'Apocalisse. Non c'è un luogo sicuro. A Gaza sono morte sotto i bombardamenti indiscriminati 19.600 persone, 7.000 bambini. Si muore di fame e di sete, esseri umani vengono curati sui pavimenti sporchi di sangue dei pochi ospedali che sono rimasti. A Gaza si muore come le due donne, Naida e Samar, madre e figlia, due donne palestinesi uccise nella Chiesa cattolica della Sacra Famiglia di Gaza. Naida era nonna di venti nipoti, era la cuoca della casa dei disabili che assiste le suore di Madre Teresa: l'una uccisa mentre cercava di salvare l'altra. A Gaza si muore se si è cristiani, se si è musulmani, ebrei, a Gaza si muore con Dio e senza Dio. A Gaza si muore se si cammina, come stavano facendo i tre ostaggi, Yotam, Alon e Samer, a torso nudo, sventolando una bandiera bianca.

Il Ministro Tajani, ieri, alla conferenza degli ambasciatori ha detto che non ci saranno più astensioni all'ONU, che si deve ridurre immediatamente il numero delle vittime civili. Bene, Ministro, finalmente, Ministro.

In queste ore di trattative all'ONU per giungere a una risoluzione comune, facciamo appello, perché si trovi la via per la pace e per un cessate il fuoco e che l'Italia torni ad avere un ruolo e che sia all'altezza della sua tradizione diplomatica, di Paese costruttore di pace e di cooperazione internazionale.

Dobbiamo lavorare per una voce europea comune sul Medio Oriente, per il rispetto del diritto internazionale e umanitario come terreno comune, una missione internazionale d'interposizione a Gaza, sotto l'egida dell'ONU, una condanna ferma del Governo di Netanyahu e delle violenze dei coloni in Cisgiordania.

Dobbiamo lavorare per il riconoscimento dello Stato di Palestina, perché due popoli e due Stati non suoni come una vuota retorica. Dobbiamo fermare il massacro, signor Presidente. Si abbia il coraggio, oggi, il coraggio della pace (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, solo per sottolineare, ancora una volta, tramite la sua persona, e fare un appello…

PRESIDENTE. La chiesa di Napoli.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Esattamente.

PRESIDENTE. Avevo intuito.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). San Biagio ai Taffettanari. Deve sapere che è la stessa cosa che mi è successa quando abbiamo liberato dal clan Contini un ospedale, da trent'anni, a San Giovanni Bosco ed è la stessa cosa quando abbiamo liberato da famiglie che occupavano, di criminali, abusivamente Pizzofalcone.

Allora, San Biagio ai Taffettanari è una chiesa del Cinquecento, a fianco c'è una canonica. Da quella canonica, sono state cacciate famiglie che erano lì da vent'anni e ci si è messa una famiglia di criminali. Nei primi due piani, stanno scontando gli arresti domiciliari, cioè criminali e camorristi che stanno scontando la pena. Dopodiché, cosa ha fatto, in tutti questi anni, lo Stato? Dobbiamo ringraziare sempre la trasmissione Report, perché ha sollevato questa cosa e non sta mollando la presa.

In questi anni, è successo che prima c'era un parroco che prendeva il fitto, poi, dopo l'interrogazione parlamentare, dopo l'intervento del Ministro, è emerso fuori che il parroco non aveva più preso lui, direttamente, il fitto, ma l'aveva preso la Curia. Dopodiché, è emerso che questi soldi, presi dai criminali, dal 2017 non vengono più presi.

Abbiamo sollevato questa cosa con Report e abbiamo detto che va sgomberata, anche simbolicamente, perché non è possibile che, da vent'anni, alcuni criminali stiano dentro un bene pubblico. Sapete qual è stata la soluzione, dopo un anno che ho fatto l'interrogazione? Questo - e concludo subito, Presidente -, è un elemento a cui tengo particolarmente, anche rispetto alla nostra istituzione. Un anno fa, dopo la prima puntata di Report, feci un'interrogazione parlamentare: non mi ha risposto nessuno. Il giorno prima dell'intervento del Ministro, cosa succede? Si riunisce un mostro giuridico, che andrebbe abolito -, anzi, lo presenterò come emendamento al disegno di legge di bilancio -, il FEC, che mette assieme la Sovrintendenza, la Curia, il comune del territorio e la Prefettura, in poche parole un'organizzazione che non decide mai nulla. Cosa fanno tutti quanti assieme? Poiché, nei precedenti vent'anni, non sono riusciti a decidere niente, mandano una nota all'Avvocatura, per farsi dire chi deve intervenire e intanto restano lì, i criminali.

Presidente, tramite la sua persona, le chiedo di sottoporre la questione di nuovo al Ministro, perché non possiamo aspettare la fine di questa legislatura o della prossima, o delle prossime, per avere una risposta dal Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Borrelli. Seguiremo le prossime puntate, si spera le ultime.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 20 dicembre 2023 - Ore 9,30:

(ore 9,30 e ore 16,15)

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2022-2023. (C. 1342-A​)

Relatori: CANDIANI e MANTOVANI.

2. Seguito della discussione della proposta di legge:

CAFIERO DE RAHO ed altri : Modifiche al codice penale e altre disposizioni in materia di illeciti agro-alimentari. (C. 823​)

3. Seguito della discussione della proposta di legge:

DE LUCA e BONAFÈ: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo recante modifica del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità, fatto a Bruxelles il 27 gennaio e l'8 febbraio 2021. (C. 712​)

e dell'abbinata proposta di legge: MARATTIN ed altri. (C. 722​)

Relatrici: QUARTAPELLE PROCOPIO e GRUPPIONI.

4. Seguito della discussione della proposta di legge:

PITTALIS ed altri: Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale in materia di prescrizione. (C. 893-A​)

e delle abbinate proposte di legge: ENRICO COSTA; MASCHIO ed altri; BISA ed altri. (C. 745​-1036​-1380​)

Relatori: ENRICO COSTA e PELLICINI.

5. Seguito della discussione delle mozioni Faraone ed altri n. 1-00224, Girelli ed altri n. 1-00225 e Marianna Ricciardi ed altri n. 1-00226 concernenti iniziative in materia di disciplina della responsabilità professionale degli operatori sanitari e per il superamento delle criticità connesse alla carenza di organico del personale .

(ore 15)

6. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

La seduta termina alle 19,45.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 i deputati Borrelli e Fassino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 1 la deputata Longi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni dalla n. 2 alla n. 10 il deputato Bof ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 3 il deputato Carra' ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 10, 19, 156 e 157 il deputato De Maria ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 15 il deputato Alfonso Colucci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 33 la deputata Ilaria Fontana ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 33 il deputato Vaccari ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 45 la deputata Morgante ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 47 il deputato Andrea Rossi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 79 il deputato Paolo Emilio Russo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 82 la deputata Schifone ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 96 il deputato Alfonso Colucci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 99 il deputato Pellicini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 107, 109, 110, 111, 112, 114, 115, 117, 118, 119, 121, 122, 123, 124, 125, 126, 129, 130, 133, 134 e 135 il deputato Sasso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 108, 113, 116, 120, 127, 128, 131, 132 e 136 il deputato Sasso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 136 il deputato Amato ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 141 il deputato Iaria ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 143 il deputato Fassino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 154 la deputata Marrocco ha segnalato che non è riuscita ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 154 il deputato Cangiano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 161 il deputato Sbardella ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 1606 - QUEST PREG 1, 2 E 3 237 230 7 116 76 154 69 Resp.
2 Nominale DDL 1555 - EM 1.1 239 239 0 120 93 146 67 Resp.
3 Nominale EM 1.3 238 238 0 120 91 147 66 Resp.
4 Nominale EM 1.4 241 231 10 116 82 149 65 Resp.
5 Nominale EM 1.7 243 241 2 121 91 150 65 Resp.
6 Nominale EM 1.5, 1.6 239 227 12 114 80 147 65 Resp.
7 Nominale EM 1.8 243 242 1 122 93 149 65 Resp.
8 Nominale EM 1.2 243 239 4 120 90 149 65 Resp.
9 Nominale EM 1.9 242 242 0 122 95 147 65 Resp.
10 Nominale EM 1.10 239 238 1 120 90 148 65 Resp.
11 Nominale EM 1.11 246 231 15 116 80 151 65 Resp.
12 Nominale EM 1.12, 1.13 246 239 7 120 90 149 65 Resp.
13 Nominale EM 1.15, 1.16 246 232 14 117 81 151 65 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale EM 1.17 249 246 3 124 14 232 65 Resp.
15 Nominale EM 1.18 247 243 4 122 13 230 65 Resp.
16 Nominale EM 1.19, 1.20 250 248 2 125 96 152 65 Resp.
17 Nominale ARTICOLO 1 246 191 55 96 154 37 65 Appr.
18 Nominale ART AGG 1.01 247 190 57 96 41 149 65 Resp.
19 Nominale ART AGG 1.03 248 239 9 120 88 151 65 Resp.
20 Nominale EM 2.2, 2.14 253 252 1 127 99 153 65 Resp.
21 Nominale EM 2.3 252 252 0 127 98 154 65 Resp.
22 Nominale EM 2.1001 248 245 3 123 71 174 65 Resp.
23 Nominale EM 2.6 250 249 1 125 99 150 65 Resp.
24 Nominale EM 2.4, 2.7, 2.12 253 252 1 127 98 154 65 Resp.
25 Nominale EM 2.1, 2.1000, 2.5 252 251 1 126 98 153 65 Resp.
26 Nominale EM 2.8 252 251 1 126 99 152 65 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale ARTICOLO 2 250 153 97 77 153 0 65 Appr.
28 Nominale ART AGG 2.05 254 245 9 123 83 162 65 Resp.
29 Nominale ART AGG 2.02 248 246 2 124 83 163 65 Resp.
30 Nominale ART AGG 2.04 249 246 3 124 81 165 64 Resp.
31 Nominale EM 3.7 249 237 12 119 83 154 64 Resp.
32 Nominale EM 3.8 245 235 10 118 62 173 64 Resp.
33 Nominale EM 3.1 245 243 2 122 94 149 64 Resp.
34 Nominale EM 3.5 246 246 0 124 94 152 64 Resp.
35 Nominale EM 3.6 253 235 18 118 82 153 64 Resp.
36 Nominale EM 3.2 250 245 5 123 93 152 64 Resp.
37 Nominale ARTICOLO 3 253 156 97 79 156 0 64 Appr.
38 Nominale EM 4.1 251 249 2 125 99 150 64 Resp.
39 Nominale EM 4.2 253 252 1 127 100 152 64 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale ARTICOLO 4 251 154 97 78 152 2 64 Appr.
41 Nominale EM 5.1000 252 196 56 99 46 150 64 Resp.
42 Nominale ARTICOLO 5 256 200 56 101 155 45 64 Appr.
43 Nominale ART AGG 5.01 251 251 0 126 102 149 64 Resp.
44 Nominale ARTICOLO 6 253 199 54 100 156 43 64 Appr.
45 Nominale ART AGG 6.01 255 201 54 101 50 151 64 Resp.
46 Nominale ARTICOLO 7 254 237 17 119 155 82 64 Appr.
47 Nominale ARTICOLO 8 252 207 45 104 154 53 64 Appr.
48 Nominale EM 9.1, 9.1000, 9.2 255 253 2 127 101 152 64 Resp.
49 Nominale EM 9.3 254 254 0 128 101 153 64 Resp.
50 Nominale EM 9.4 255 255 0 128 101 154 64 Resp.
51 Nominale ARTICOLO 9 256 156 100 79 156 0 64 Appr.
52 Nominale ART AGG 9.050 255 201 54 101 41 160 64 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale ART AGG 9.07 256 210 46 106 41 169 64 Resp.
54 Nominale ART AGG 9.02, 9.03, 9.05, 9.01001 255 253 2 127 102 151 64 Resp.
55 Nominale EM 10.1, 10.5 255 223 32 112 57 166 64 Resp.
56 Nominale EM 10.9 251 249 2 125 86 163 64 Resp.
57 Nominale EM 10.3 251 243 8 122 87 156 64 Resp.
58 Nominale EM 10.6 250 236 14 119 86 150 64 Resp.
59 Nominale EM 10.8 253 223 30 112 59 164 64 Resp.
60 Nominale EM 10.7 252 250 2 126 86 164 64 Resp.
61 Nominale EM 10.2 249 246 3 124 86 160 64 Resp.
62 Nominale ARTICOLO 10 252 218 34 110 157 61 64 Appr.
63 Nominale ART AGG 10.01000 254 203 51 102 12 191 64 Resp.
64 Nominale ART AGG 10.01001 252 202 50 102 10 192 64 Resp.
65 Nominale EM 11.2 256 243 13 122 89 154 64 Resp.


INDICE ELENCO N. 6 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale EM 11.18 257 254 3 128 105 149 64 Resp.
67 Nominale EM 11.17 259 255 4 128 98 157 64 Resp.
68 Nominale EM 11.3 255 251 4 126 103 148 64 Resp.
69 Nominale EM 11.4 258 255 3 128 105 150 64 Resp.
70 Nominale EM 11.28 252 240 12 121 93 147 64 Resp.
71 Nominale EM 11.1 255 240 15 121 91 149 64 Resp.
72 Nominale EM 11.6 257 240 17 121 90 150 64 Resp.
73 Nominale EM 11.5, 11.24 255 252 3 127 102 150 64 Resp.
74 Nominale EM 11.8 258 257 1 129 106 151 64 Resp.
75 Nominale EM 11.7 257 256 1 129 107 149 64 Resp.
76 Nominale EM 11.9 254 245 9 123 99 146 63 Resp.
77 Nominale EM 11.10 256 252 4 127 103 149 63 Resp.
78 Nominale EM 11.19, 11.22, 11.25 261 258 3 130 105 153 63 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nominale EM 11.11 258 254 4 128 104 150 63 Resp.
80 Nominale EM 11.12 262 250 12 126 95 155 63 Resp.
81 Nominale EM 11.20 261 248 13 125 94 154 63 Resp.
82 Nominale EM 11.16 262 246 16 124 92 154 63 Resp.
83 Nominale EM 11.21, 11.1002 259 226 33 114 59 167 62 Resp.
84 Nominale ARTICOLO 11 253 191 62 96 146 45 62 Appr.
85 Nominale ART AGG 11.01001 255 242 13 122 66 176 62 Resp.
86 Nominale EM 12.6 258 254 4 128 104 150 62 Resp.
87 Nominale EM 12.7, 12.1000 257 255 2 128 106 149 62 Resp.
88 Nominale EM 12.1001 255 194 61 98 47 147 62 Resp.
89 Nominale EM 12.2 250 246 4 124 105 141 62 Resp.
90 Nominale EM 12.5 253 242 11 122 98 144 62 Resp.
91 Nominale EM 12.3 255 194 61 98 49 145 62 Resp.


INDICE ELENCO N. 8 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nominale EM 12.1 260 256 4 129 107 149 62 Resp.
93 Nominale EM 12.4 256 241 15 121 92 149 62 Resp.
94 Nominale EM 12.8 258 251 7 126 103 148 62 Resp.
95 Nominale ARTICOLO 12 258 208 50 105 149 59 62 Appr.
96 Nominale ART AGG 12.03 255 187 68 94 42 145 62 Resp.
97 Nominale ART AGG 12.02 260 193 67 97 43 150 62 Resp.
98 Nominale ART AGG 12.01000 260 165 95 83 12 153 62 Resp.
99 Nominale ART AGG 12.013 258 165 93 83 16 149 62 Resp.
100 Nominale ART AGG 12.05 257 195 62 98 15 180 62 Resp.
101 Nominale ART AGG 12.06 255 247 8 124 102 145 62 Resp.
102 Nominale ART AGG 12.011 257 243 14 122 96 147 62 Resp.
103 Nominale EM 13.1 255 253 2 127 106 147 62 Resp.
104 Nominale EM 13.1000 254 251 3 126 106 145 62 Resp.


INDICE ELENCO N. 9 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 117)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
105 Nominale ARTICOLO 13 258 154 104 78 153 1 62 Appr.
106 Nominale ART AGG 13.01 255 250 5 126 102 148 62 Resp.
107 Nominale EM 14.1000 253 191 62 96 17 174 62 Resp.
108 Nominale ARTICOLO 14 256 149 107 75 146 3 62 Appr.
109 Nominale ART AGG 14.05 256 252 4 127 105 147 62 Resp.
110 Nominale ART AGG 14.03 257 253 4 127 105 148 62 Resp.
111 Nominale ART AGG 14.02 255 245 10 123 95 150 62 Resp.
112 Nominale ART AGG 14.04 255 249 6 125 100 149 62 Resp.
113 Nominale ARTICOLO 15 256 239 17 120 148 91 62 Appr.
114 Nominale ART AGG 15.01000 256 195 61 98 49 146 62 Resp.
115 Nominale ART AGG 15.01 250 159 91 80 14 145 62 Resp.
116 Nominale ARTICOLO 16 253 205 48 103 146 59 62 Appr.
117 Nominale ART AGG 16.01 253 250 3 126 98 152 62 Resp.


INDICE ELENCO N. 10 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 118 AL N. 130)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
118 Nominale ART AGG 16.03 252 202 50 102 55 147 62 Resp.
119 Nominale ART AGG 16.01000 255 212 43 107 63 149 62 Resp.
120 Nominale ARTICOLO 17 253 236 17 119 149 87 62 Appr.
121 Nominale ART AGG 17.02 256 253 3 127 105 148 62 Resp.
122 Nominale ART AGG 17.01 252 242 10 122 95 147 62 Resp.
123 Nominale EM 18.1 254 250 4 126 103 147 62 Resp.
124 Nominale EM 18.2 254 250 4 126 102 148 62 Resp.
125 Nominale ARTICOLO 18 254 207 47 104 150 57 62 Appr.
126 Nominale ART AGG 18.03 258 192 66 97 15 177 62 Resp.
127 Nominale ARTICOLO 19 257 193 64 97 152 41 62 Appr.
128 Nominale ARTICOLO 20 255 235 20 118 148 87 62 Appr.
129 Nominale ART AGG 20.03 257 168 89 85 19 149 62 Resp.
130 Nominale ART AGG 20.02 256 196 60 99 17 179 62 Resp.


INDICE ELENCO N. 11 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 131 AL N. 143)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
131 Nominale ART AGG 20.01 256 194 62 98 16 178 62 Resp.
132 Nominale MANTENIMENTO ARTICOLO 21 256 239 17 120 149 90 62 Appr.
133 Nominale ART AGG 21.01, 21.04, 21.010, 21.01001 257 257 0 129 107 150 62 Resp.
134 Nominale ART AGG 21.02, 21.08, 21.03, 21.01000 256 256 0 129 108 148 62 Resp.
135 Nominale ART AGG 21.06 257 228 29 115 79 149 62 Resp.
136 Nominale ARTICOLO 22 255 239 16 120 151 88 62 Appr.
137 Nominale ODG 9/1555/1 246 244 2 123 106 138 79 Resp.
138 Nominale ODG 9/1555/2 255 255 0 128 97 158 78 Resp.
139 Nominale ODG 9/1555/3 254 244 10 123 60 184 78 Resp.
140 Nominale ODG 9/1555/4 256 245 11 123 101 144 77 Resp.
141 Nominale ODG 9/1555/5 260 258 2 130 112 146 77 Resp.
142 Nominale ODG 9/1555/6 260 248 12 125 68 180 77 Resp.
143 Nominale ODG 9/1555/7 256 255 1 128 112 143 77 Resp.


INDICE ELENCO N. 12 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 144 AL N. 156)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
144 Nominale ODG 9/1555/9 RIF 257 255 2 128 248 7 77 Appr.
145 Nominale ODG 9/1555/12 255 252 3 127 109 143 77 Resp.
146 Nominale ODG 9/1555/13 253 251 2 126 101 150 77 Resp.
147 Nominale ODG 9/1555/14 260 252 8 127 97 155 77 Resp.
148 Nominale ODG 9/1555/15 261 205 56 103 56 149 76 Resp.
149 Nominale ODG 9/1555/16 261 258 3 130 111 147 76 Resp.
150 Nominale ODG 9/1555/17 263 251 12 126 103 148 76 Resp.
151 Nominale ODG 9/1555/18 RIF 260 258 2 130 251 7 76 Appr.
152 Nominale DDL 1555 - VOTO FINALE 262 246 16 124 153 93 69 Appr.
153 Nominale DOC IV - N. 1-A 252 241 11 121 172 69 67 Appr.
154 Nominale DDL 1342-A - EM 3.50 234 226 8 114 87 139 67 Resp.
155 Nominale EM 3.300 245 244 1 123 243 1 66 Appr.
156 Nominale EM 3.15 245 202 43 102 56 146 66 Resp.


INDICE ELENCO N. 13 DI 13 (VOTAZIONI DAL N. 157 AL N. 161)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
157 Nominale EM 3.13 243 240 3 121 87 153 66 Resp.
158 Nominale EM 3.11 237 225 12 113 85 140 66 Resp.
159 Nominale EM 3.12 244 241 3 121 94 147 66 Resp.
160 Nominale ARTICOLO 3 245 157 88 79 157 0 66 Appr.
161 Nominale ART AGG 3.01000 RIF 230 230 0 116 160 70 65 Appr.