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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 213 di mercoledì 13 dicembre 2023

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA

La seduta comincia alle 13.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FABRIZIO CECCHETTI , Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 99, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 912 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 ottobre 2023, n. 145, recante misure urgenti in materia economica e fiscale, in favore degli enti territoriali, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili (Approvato dal Senato) (A.C. 1601​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1601: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 ottobre 2023, n. 145, recante misure urgenti in materia economica e fiscale, in favore degli enti territoriali, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili.

Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1601​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

In proposito, ricordo che, secondo quanto stabilito nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo del 7 dicembre scorso, al termine di tale fase, l'esame del provvedimento sarà sospeso e riprenderà, con la votazione per appello nominale, a partire dalle ore 16,15.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Benedetto Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Mi fa molto piacere intervenire in sua presenza. Per i residui barocchi del nostro Regolamento, quello della Camera, che in questo caso è più barocco di quello del Senato, qui non siamo a votare il provvedimento, siamo a votare la fiducia al Governo. E noi non voteremo la fiducia al Governo, per una serie di ragioni, signor Presidente. Ieri è stato eletto all'unanimità, con l'astensione solo di se stesso, il nuovo Presidente della Consulta, Barbera, il quale ha detto - poi qualcuno dirà che è di parte, ma è una persona di grande autorevolezza, serietà e competenza - che i voti di fiducia sono frutto della debolezza della maggioranza e che i maxiemendamenti sono obbrobriosi.

Signor Presidente, io credo che quest'ennesima fiducia - nel mese di novembre, 8 fiducie, il record mondiale di fiducie - sia ormai intollerabile. E noi, signor Presidente, dobbiamo difendere questa Camera, perché se questa maggioranza, che è politica, che è enorme, che è inscalfibile, passa come un rullo compressore, come sta facendo, sulle prerogative del Parlamento, allora non c'è bisogno di fare alcuna riforma costituzionale, l'hanno già fatta quelli della maggioranza. Il Governo legifera e il Parlamento sta zitto. Io avevo letto un articolo de La Stampa di qualche giorno fa, dell'8 dicembre, titolato: «”Meloni preferisce il Senato alla Camera”: lo sfogo di Fontana in visita da Mattarella». Queste parole - il Governo non rispetta la Camera - sono state a lei attribuite, signor Presidente. Lei ha smentito queste parole e io non ho modo di dire che non sia così, ma io la invito a dirle, queste parole, signor Presidente della Camera, perché sono parole sacrosante. Il Governo non rispetta la Camera. E io la invito a dirle in Conferenza dei capigruppo, al Ministro Ciriani, a dirle non negli incontri che, fortunatamente, non ci sono stati, ancorché erano stati paventati, a dirle al Presidente del Consiglio, a dirle ai leader della maggioranza. Il Governo non rispetta la Camera.

Non voteremo questa fiducia per queste ragioni, perché non c'è alcuna ragione, se non insita nelle debolezze o nel disegno antiparlamentare di questo Governo, di passare attraverso le fiducie. Passeremo il pomeriggio a votare gli ordini del giorno, va benissimo. Quel tempo era sufficiente a esaminare gli emendamenti, ma il Governo, per debolezza della maggioranza o per protervia e per spirito antiparlamentare, non ci consentirà di votarli. Ed è l'ennesima volta. Qualcuno ricordava - e chiudo, signor Presidente, non c'è bisogno che scampanelli - i tempi in cui, in questa Camera, 3 decreti l'anno venivano stigmatizzati. Ma questo Governo ha una maggioranza politica. Lo ripeto, signor Presidente, se lei accetta, in nome nostro, che questo Governo non rispetti il Parlamento, nessun altro Governo sarà più titolato a rispettare il Parlamento. Chiudo con le parole che le hanno attribuito, lei le ha smentite e io la invito a ripeterle: questo Governo non rispetta la Camera. E questo non è accettabile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gruppioni. Ne ha facoltà.

NAIKE GRUPPIONI (IV-C-RE). Grazie Presidente. Signor Presidente, rappresentante del Governo e onorevoli colleghi, quello di cui discutiamo oggi e che dovrebbe essere il decreto fiscale collegato alla manovra di finanza pubblica per il 2024 e per il triennio 2024-2026 presenta innanzitutto una dicotomia anomala e contraddittoria, che però alla fine si risolve nel modo in cui tutti i decreti finiscono per risolversi, cioè in questo strano monocameralismo di fatto, a senso alternato, che vede i provvedimenti esaminati modificati e approvati da un ramo del Parlamento e poi ratificati frettolosamente e improduttivamente dall'altro. La prima anomalia è che il decreto fiscale, quasi per definizione, non poteva e non doveva risolversi in un atto normativo praticamente a saldi invariati, proprio perché era il banco di prova della legge di bilancio e andava a sostituire quello che un tempo, prima della riforma, era la legge finanziaria. Però, in questo strano metaverso in cui ci troviamo ad operare, succede anche che, invece di cercare di porre rimedio a queste anomalie che svuotano di fatto il Parlamento della sua capacità di incidere sulla definizione delle politiche del Paese, si cambi nome al decreto. Allora lo chiamiamo decreto Anticipi, con il più o meno nobile intento di dare al provvedimento - ma siamo nel campo della pura teoria - un ruolo teso ad anticipare parte della manovra e dico che siamo nel campo della teoria perché forse l'intento, anche questo raggiunto solo parzialmente e solo per alcuni, era banalmente solo quello di consentire ai parlamentari di maggioranza di poter presentare quegli emendamenti che in manovra invece sono stati loro negati. Al di là di questa considerazione, voglio complimentarmi con i colleghi del mio gruppo parlamentare del Senato perché, nelle condizioni date, in un contesto deludente di un provvedimento altrettanto deludente, sono riusciti a far approvare due emendamenti importanti. Il primo, sul trasporto pubblico locale, riprende un disegno di legge presentato nella XVIII legislatura dalle colleghe Paita e Noja e rivede radicalmente le modalità di finanziamento del trasporto pubblico locale, privilegiando le società e le aziende che abbiano un piano che ricomprenda il trasporto dei disabili. Ciò rende questo emendamento innovativo per la realtà del nostro Paese, costituendo un passo avanti verso la modernizzazione su alcuni temi fondamentali, allineandolo al resto d'Europa. Il secondo emendamento, ampiamente condiviso, consente agli enti del Terzo settore e alle ONLUS di poter accedere al 5 per mille della dichiarazione dei redditi per tutto il 2024. Dimostrare considerazione per gli enti del Terzo settore significa avere considerazione per la sussidiarietà e quindi per tutte quelle realtà che stanno ovviando alle mancanze dello Stato e alla cronica farraginosità della macchina pubblica. È un elemento importante di grande civiltà e noi siamo orgogliosi di aver contribuito a questo risultato. Detto questo, il decreto Anticipi anticipa solo la delusione di una manovra priva di visione, asfittica, improduttiva, chiusa - come il decreto che stiamo esaminando - in quello stesso cerchio, sempre più stretto, nel quale la maggioranza sta chiudendo se stessa e, quel che è peggio, tutto l'intero Paese. Il mondo dell'agricoltura, al netto dei proclami e delle dichiarazioni di intenti che ascoltiamo dal Ministro, vive un momento di grande difficoltà. Come non ricordare le alluvioni in Emilia-Romagna e Toscana, le straordinarie grandinate o gli eventi atmosferici avversi in Lombardia - tutte regioni ad alta vocazione agricola - e, in generale, i danni gravissimi che il maltempo e la siccità hanno causato ai raccolti, agli allevamenti e alle infrastrutture agricole? Tutti danni ignorati da una legge di bilancio sbadata e avara, la cui sbadataggine e avarizia sono solo anticipate in questo provvedimento. Che dire della mancata concessione delle detrazioni Irpef alle aziende agricole? Le consideriamo aziende di serie B? Nei provvedimenti non troviamo nulla che sostenga un settore tanto importante in un Paese come il nostro, soprattutto alla luce delle parole del Presidente Mattarella che, proprio ieri, ci ha ricordato come dovremmo essere orgogliosi della nostra agricoltura e considerarla come volano per la crescita.

Ma parliamo della sanità, degli operatori sanitari e dei medici che in queste ore gridano di dolore perché sono trattati in modo indecente da un Governo che non vuole prendere atto che la sanità è al collasso, mentre gli operatori vengono penalizzati sotto il profilo pensionistico, quegli stessi infermieri e medici che chiamavamo “eroi” durante l'emergenza COVID. Nel provvedimento non c'è nulla, nessuna progettualità, nessun piano di intervento sul lavoro o sull'impresa, però si cercano risorse sulle pensioni e, per la prima volta, viene applicata in pieno, nella sua totalità, la legge Fornero, quella stessa legge Fornero che questa maggioranza avrebbe dovuto abolire. Infine, il tema del rientro dei cervelli: quelle norme vanno ritirate; gli italiani non vanno all'estero perché sono felici di andarci, ma perché vedono lì la possibilità di realizzare la propria dimensione professionale, mentre noi non siamo capaci di garantire un futuro dignitoso a ricercatori, medici e ingegneri che abbiamo formato, ma non sappiamo trattenere. Allora, questo provvedimento è un decreto Anticipi, nel senso che anticipa il limitato respiro della legge di bilancio, ma nel contempo è anche un decreto Ritardi, che nulla produce per porre rimedio ai ritardi strutturali di un Paese che avrebbe bisogno di una svolta, di risorse, di visione strategica e di investimenti. Quindi, è un decreto privo di risorse, privo di risposte, privo di una visione che proietti finalmente il Paese fuori dagli “zero virgola”, verso il suo avvenire, un decreto sul quale non possiamo che votare contro per gli stessi motivi per i quali non possiamo che votare contro questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo “Vincenzo Pagani” di Monterubbiano, in provincia di Fermo, che assistono ai nostri lavori dalle tribune. Benvenuti e grazie (Applausi). Ha chiesto di parlare l'onorevole Cavo. Ne ha facoltà.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e signori del Governo, siamo nelle fasi finali dell'anno che - come sappiamo - si concluderà con la legge di bilancio. È un periodo particolarmente importante nella fase legislativa perché si verifica l'efficacia di norme con valenza fino alla fine dell'anno e si prorogano quelle ritenute necessarie, si rivedono disposizioni di legge e si introducono nuove misure in vista dell'anno nuovo: è il momento delle correzioni e delle previsioni. Lo scenario in cui ci troviamo ad operare non è uno scenario semplice: il contesto internazionale è complicato da più zone di tensione, che scaricano i propri effetti anche sui prezzi. L'inflazione nel nostro Paese diminuisce, ma il suo peso si fa ancora sentire sulle spalle degli italiani. Le risorse sono scarse: ieri, il Presidente del Consiglio ci ha ricordato le misure ereditate, che pesano ancora come macigni sui nostri bilanci. Ma abbiamo dei dati positivi: si delinea un avanzo primario per il 2024, la Borsa italiana è fra le migliori in Europa, i dati occupazionali sono positivi (più 455.000 occupati nel mese di ottobre), quindi i dati sono in crescita, abbiamo sbloccato la quarta rata del PNRR, unici fra i Paesi UE, liberando anche, con la riconversione, ulteriori risorse e investimenti nel campo universitario, sulla rete idrica, sull'assistenza domiciliare, soltanto per fare alcuni esempi; tutto questo grazie al focus che abbiamo sempre mantenuto, come maggioranza, sul Paese reale, un focus che vogliamo avere anche con questo decreto fiscale ed economico in favore degli enti territoriali, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili. È un decreto sicuramente composito, che rispecchia l'impostazione di questa maggioranza, che si è posta fin da subito un obiettivo: stare accanto alle imprese, accanto a chi produce, accanto a chi dà lavoro e fa crescere il Paese.

Puntare alla crescita economica del Paese vuol dire pretendere un miglioramento in termini di benessere sociale per tutti i cittadini, a partire dai più fragili, da coloro che più hanno pagato la crisi economica, dai lavoratori poveri, a cui non vendiamo slogan, ma cerchiamo di aumentare la busta paga, riducendo il cuneo fiscale e supportando il potere d'acquisto, alle famiglie e, ancora, ai disabili. Le risorse, a maggior ragione quando sono limitate, non si possono sperperare, ma si devono concentrare a sostegno dei più fragili, come i pensionati, le piccole imprese, le scuole paritarie; come gruppo Noi Moderati, abbiamo sempre sostenuto questo settore e in questo provvedimento c'è un sostegno importante. Sono interventi puntuali, che vorrei citare per dare il senso della competenza e dell'urgenza, perché, appunto, questo è un provvedimento composito.

Parto dalla norma transitoria in materia di indicizzazione delle pensioni, la cosiddetta perequazione automatica dei trattamenti pensionistici, che prevede l'anticipo dal 1° gennaio 2024 al 1° dicembre 2023 dell'incremento di 8 decimi di punto percentuale, con il ricalcolo, in via retroattiva, delle mensilità dal 1° gennaio 2023. Inoltre, si differisce al 31 dicembre 2024 il termine per la trasmissione della richiesta di recupero, da parte dell'INPS, delle prestazioni pensionistiche indebite, con riferimento agli indebiti che emergano dalle verifiche dei redditi concernenti il periodo di imposta 2020-2021.

Una misura particolarmente discussa, introdotta al Senato, è l'incremento di 5 milioni di euro, per l'anno 2023, del cosiddetto bonus psicologo. Conosciamo bene l'utilità, la necessità di questa norma, di questa misura, soprattutto per i più giovani. È una misura sicuramente importante, noi la riteniamo rilevante e abbiamo proposto di renderla strutturale, presentando una proposta di legge concernente la misura dello psicologo di base. Riteniamo che si debba andare verso una misura strutturale che arrivi alle famiglie, che arrivi a tutti, in maniera capillare, sul territorio, partendo dal bonus, ma arrivando appunto in maniera capillare, definitiva e strutturale e che a ciò si debba, comunque, tendere.

Passiamo alle semplificazioni. Sono diverse le misure attuate: semplificazioni per chi attua nel campo del trasporto dei rifiuti, semplificazioni in tema di risparmio. Si modifica la disciplina dei piani individuali di risparmio (PIR), elevando il numero dei piani di cui ciascuna persona fisica può essere titolare, dando, quindi, un importante impulso allo strumento finanziario.

Si attribuisce agli organismi di autoregolamentazione la facoltà di istituire una banca dati informatica centralizzata di documenti, dati e informazioni che i professionisti acquisiscono nello svolgimento della propria attività professionale, che sono tenuti a conservare al fine di prevenire, individuare o accertare eventuali attività di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo.

E, ancora, vi è l'abrogazione dell'obbligo previsto, a decorrere dal periodo d'imposta 2023, per i sostituti d'imposta che prestano assistenza fiscale di trasmettere telematicamente all'Agenzia delle entrate i dati contenuti nelle schede relative alle scelte dell'8, del 5 e del 2 per mille Irpef, nonché la previsione di conservare le schede medesime. Si semplifica, per i contribuenti, la fruizione del servizio di consultazione delle fatture elettroniche emesse nei loro confronti e l'espressione del parere conforme da parte dell'Agenzia delle entrate nei casi di proposta di transizione su crediti tributari e contributivi.

Vi è, inoltre, una serie di disposizioni rivolte ai lavoratori dipendenti. In particolare, si dispone, in via eccezionale, per i dipendenti pubblici, un incremento, a valere sul 2024, dell'indennità di vacanza contrattuale riferita al mese di dicembre 2023 e si proroga lo smart working per alcuni lavoratori.

Un particolare focus viene dedicato al rapporto tra cittadino e fisco. Si rinvia, per il periodo d'imposta 2023, il versamento della seconda rata di acconto delle imposte sui redditi da parte delle persone fisiche titolari di partita IVA che, nel periodo d'imposta precedente, dichiarino ricavi o compensi di ammontare non superiore ai 170.000 euro; una misura molto attesa, una misura anche di equità.

Il provvedimento, inoltre, estende le esenzioni IVA per le prestazioni sanitarie anche alle prestazioni sanitarie di chirurgia estetica rese alla persona volte a diagnosticare o curare malattie o problemi di salute, anche psicofisica.

In campo energetico, si esclude parzialmente dalla base imponibile del contributo di solidarietà previsto dalla legge di bilancio per il 2023 a carico di talune imprese del settore energetico la distribuzione o, comunque, l'utilizzo, nel periodo d'imposta 2022, di riserve accantonate in sospensione d'imposta o destinate alla copertura di vincoli fiscali. Contestualmente, è stato istituito un contributo di solidarietà di 450 milioni di euro a carico delle imprese del settore energia.

Viene, infine, rivisto il meccanismo di rideterminazione delle aliquote di accisa sui carburanti, modificando i presupposti di emanazione del decreto ministeriale di riduzione delle accise, allo scopo di condizionarlo all'aumento del greggio sulla media del mese precedente e non più del bimestre precedente rispetto al valore di riferimento indicato nel DEF o nella NADEF e tenuto conto dell'eventuale diminuzione del prezzo nella media del bimestre precedente, anziché del quadrimestre.

Gli enti locali sono oggetto di diverse misure, relative, per esempio, ai contratti di mutuo stipulati dagli enti locali stessi con enti diversi da Cassa depositi e prestiti e dall'Istituto per il credito sportivo, al fine di adeguare la norma alle nuove fasi progettuali previste dal nuovo codice dei contratti pubblici. Si amplia la platea degli enti locali in stato di dissesto finanziario che possono beneficiare dell'attribuzione di un'anticipazione di liquidità da destinare all'incremento della massa attiva della gestione liquidatoria per il pagamento dei debiti ammessi.

Si interviene anche sul sistema di finanziamento degli enti del servizio sanitario regionale, consentendo, per esempio, alle regioni sottoposte ai piani di rientro dal disavanzo sanitario, in presenza di alcune condizioni finanziarie, di destinare il gettito derivante dalla massimizzazione delle maggiorazioni delle aliquote dell'imposta regionale sulle attività produttive e dall'addizionale regionale Irpef, ove scattate automaticamente, alla copertura del disavanzo di amministrazione diverso da quello sanitario.

Vi sono risorse, tante, sia sulle misure già citate sia con ulteriori rifinanziamenti per il 2023 e 2024: 35 milioni di euro, per esempio, per il cosiddetto Fondo del buono trasporti.

Sono diverse le norme che pongono l'attenzione al mondo della disabilità. Di particolare rilievo la previsione che dispone un'integrazione nella composizione del consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS nelle sedute relative alle materie di natura assistenziale in favore delle persone con disabilità, dell'Associazione mutilati, dell'Unione italiana ciechi e dell'Anffas.

Si equipara la tassazione delle sigarette elettroniche a quella sui tabacchi. Le maggiorazioni delle entrate derivanti da tale imposta sono destinate all'integrazione della FISPE. Questa è una misura importante. Così come riteniamo importanti le misure attuate per le imprese - 50 milioni di euro a sostegno degli investimenti produttivi delle micro, piccole e medie imprese - e, poi, le misure per le scuole paritarie - le citavo in apertura di questo intervento -, che passano, per le scuole paritarie d'infanzia, dai 20 milioni dello scorso anno a 50 milioni, un incremento che porta il totale, per le scuole paritarie, a 676 milioni. Un passo avanti importante per l'applicazione della parità scolastica e per dare scelta alle famiglie nella libera scelta educativa, una misura importante che noi, ovviamente, sosteniamo e condividiamo.

Sono tante le disposizioni che vanno a toccare platee diverse di cittadini: il filo conduttore ha lo scopo di migliorare, agevolare, semplificare e sostenere la crescita economica e il benessere sociale. Interventi puntuali, settoriali e concreti: è ciò a cui ci ha abituato questo Governo. La situazione economica, lo ribadiamo, è complessa, ma la certezza che abbiamo in più oggi è che la crescita economica e il benessere sociale sono il focus, accanto alle imprese, a sostegno delle famiglie e dei più fragili.

Per questo motivo, a nome di Noi Moderati, annuncio e rinnovo la fiducia al Governo e la fiducia su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Il primo appello va proprio a lei, perché, dopo il Presidente della Repubblica, ora anche il Presidente della Consulta appena eletto, Augusto Barbera, ha ammonito contro l'abuso dei decreti-legge, dei maxiemendamenti e delle fiducie. Io so che queste parole le arriveranno, anche se il suo ruolo istituzionale non può far emergere da questo appello più di un gesto di assenso, ma vorrei che stessimo su quelle parole. Il Presidente della Corte costituzionale ha usato parole dure e vere: il ricorso alla fiducia esprime una debolezza della maggioranza; i maxiemendamenti sono obbrobriosi, perché non danno ai parlamentari gli strumenti per conoscere ciò su cui si sta votando.

Non è il luogo e non è il tempo per fare un'analisi di questi banchi vuoti, ma anche solo di come un decreto di 24 articoli sia diventato il mostro obbrobrioso di cui parla il Presidente della Consulta, però mi faccia dire una cosa.

Ieri, io e molti colleghi abbiamo messo la sveglia alle 4, alle 5 di mattina, per arrivare qui alle 9 a votare i primi emendamenti in Commissione bilancio. Le pare normale che un provvedimento come questo arriva alle 9 in Commissione bilancio e alle 11 inizia la discussione generale qui in Aula? È quello che è successo. Otto fiducie solo a novembre, una media di 4,4 al mese. Record inauditi, come inaudito sarà il destino di questa Camera, per quanto riguarda la legge di bilancio. Presidente, lei sa bene che l'altro anno c'era un inedito, un Governo appena eletto in un periodo diverso dell'anno.

Torniamo a questo provvedimento. Anticipi, proroghe, regalie e briciole, furti con beffa e condoni. Articolo 4-bis, l'incredibile emendamento “ricordati degli amici”, a firma Lotito, con cui i termini scaduti della prima rata della rottamazione quater, per miracolo, non ci sono più, con una data: il 18 dicembre. Che proroga è quella al 18 dicembre? Sembra una proroga ad aziendam, ad personam. Ormai siete arrivati - lo dico al Governo - a più di una sanatoria al mese. Ho fatto i conti e adesso ne arriverà - immagino - una a Natale, perché siete a 17 e porta pure sfiga (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Io ve lo dico, dove volete arrivare? E, oltre ai condoni, fate pure le proroghe ai condoni.

Arriviamo a un altro paradosso e vorrei che li leggeste, i vostri articoli. All'articolo 21 avete previsto un fondo sull'accoglienza: l'avete creato e l'avete già prosciugato. Non so se gliel'ha detto, lo dico al Governo. C'è un emendamento del Senato che lo prosciuga e noi dobbiamo ancora votare la fiducia su questo provvedimento. Lo trovo assurdo, ma in tutto questo, in più, c'è anche il maligno dentro questi emendamenti; e cosa intendo per maligno? Si può fare un fondo per la gestione dell'immigrazione, poi fare una deroga nel senso che i minori possono andare nei luoghi degli adulti e poi togliere le risorse del fondo per i minori così sappiamo già che quei minori andranno nei luoghi di accoglienza degli adulti. Se qualcuno ha architettato dall'inizio tutto questo, io credo che sia un disegno veramente criminale, non saprei come dire diversamente (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

Arriviamo a quella che per me - e credo per tutti noi - è la più grande pietra dello scandalo: l'articolo 6. Si tratta dell'esenzione per i colossi dell'energia dall'ultima rata di tassa sugli extraprofitti: 450 milioni di euro risparmiati, forse addirittura 800, che pagheremo tutti noi. Il Governo decide di rinunciare del tutto al gettito del 2023: ma non ci serve, noi possiamo farne a meno. Fu una tassa già misera rispetto all'entità di quegli extraprofitti e sensibilmente ridotta da questo Governo rispetto all'impostazione del precedente. Da 8,3 miliardi si è passati a 2 miliardi e mezzo di importo previsto con la vostra riformulazione nella prima manovra finanziaria dello scorso anno. Stiamo parlando di società - noi continueremo a ripeterlo e Bonelli ha provato a spiegarlo, ieri, alla Presidente Meloni - che hanno generato utili per 70 miliardi di euro. Meloni dice di voler evitare l'aumento delle bollette, ma cosa fa davvero per contrastare questi oligopoli energetici, per frenare l'impatto della speculazione finanziaria sui servizi pubblici?

Il vero tema non è tanto che, nel 2024, si completerà la liberalizzazione della fornitura del gas e dell'energia elettrica, col passaggio al cosiddetto mercato libero e la fine del servizio di maggior tutela per i clienti domestici e vulnerabili, ma il fatto che per molti quel servizio - se lo faccia dire, Presidente - è finito da tempo. Ve lo dice uno che viene da una cultura marxista. Il mercato libero, veramente, sarebbe un'altra cosa e lo diciamo a questo Governo. Nel mercato libero la fissazione della tariffa di vendita di luce e gas è lasciata al gestore, il quale dovrebbe misurarsi con la concorrenza degli altri operatori, in teoria. Il vero tema, infatti, qui è il funzionamento in sé di quel mercato, il mondo in cui si formano i prezzi e le tariffe, la concentrazione in pochissime mani di distribuzione, produzione e vendita di energia, l'impatto della speculazione finanziaria sui servizi pubblici. Abbiamo 23 operatori di energia elettrica che vendono il 90 per cento dell'energia prodotta e 527 per il restante 10. Il gigante resta ENEL.

Per quanto riguarda il gas, i primi tre gruppi controllano il 44 per cento di questo libero mercato; il gigante è, come sapete, ENI. A metà novembre, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha disposto sanzioni per oltre 15 milioni di euro verso ENEL, ENI, ACEA, Clienti Italia, Dolomiti energia ed Edison energia. Secondo l'Antitrust, queste società avrebbero adottato pratiche commerciali aggressive condizionando i consumatori ad accettare modifiche in aumento dei prezzi dell'energia elettrica e del gas. Lo scorso anno i volumi di gas venduti e acquistati non sono stati pari alla produzione interna sommata alla quota importata, ma quattro volte superiori: altro che emergenza! Transizioni in larghissima parte estranee alla filiera reale del gas, legate invece ai mercati finanziari e causa principale degli aumenti dei prezzi. Oltre a fargli un regalo, questi hanno speculato sulle nostre spalle e hanno pure generato l'inflazione, e nessuno vuole parlarne.

Alla luce di ciò, rinunciare a pretendere una tassazione sugli extraprofitti è un regalo insensato a questi colossi, oligopolisti con le tasche degli altri. I loro miliardi di utili provengono da noi, da lavoratori e lavoratrici, pensionati e famiglie che voi abbandonate al loro destino. Insomma, un furto inaccettabile in un contesto in cui il problema dell'energia è strettamente e ovviamente legato alla crisi climatica. Non possiamo più permettere che un settore strategico come quello energetico sia in mano a questo tipo di mercati.

Nel 2022 i consumi di gas hanno subito un calo senza precedenti nella storia europea. Perché allora i combustibili fossili hanno aumentato la loro presenza nel mix dei consumi primari? Purtroppo, sappiamo bene che siete amici del fossile e di tutti coloro che lo estraggono e lo utilizzano, e sappiamo che con voi non è più chiaro se ENI sia una partecipata dello Stato o se sia lo Stato a essere partecipato dall'ENI. Alla COP28 la Presidente Meloni è riuscita a parlare di crisi climatica senza citare il ruolo del petrolio e del gas e ha sbandierato impegni che sta ignorando.

La relazione dello stato della green economy mostra una performance nazionale in retromarcia. Lo stesso rapporto 2026 dell'Alleanza per lo sviluppo sostenibile fotografa le stesse cifre. Il Piano nazionale integrato dell'energia e clima proposto dal Governo presenta target in riduzione delle emissioni. D'altra parte, il piano è tutto incentrato sul famigerato hub energetico europeo, ossia sul rafforzamento della rete del gas lungo la direttrice sud-nord. Insomma, dentro c'è il piano Meloni per l'Africa, che non è altro che una forma di neocolonialismo energetico, e anche se lo coprite con la retorica dell'approccio paritario non predatorio, rimane tale.

Insomma, il governo Meloni è a caccia degli ultimi giacimenti di gas, così in Mozambico e Congo, e il Presidente della Repubblica mozambicana ha lodato il lavoro di ENI a Cabo Delgado.

Finisco, Presidente. Sapete benissimo che il colorante verde nel Canal Grande sparisce senza danni. Gli striscioni non feriscono nessuno, invece queste politiche sono indelebili e faranno male a tutte e tutti noi. Liberate quelle ragazze, lo diciamo con un appello. Fate sì che quei Daspo urbani arrivino a chi sta inquinando il clima. Per fortuna, chi ha coscienza si accorge che le lobby dei combustibili fossili stanno gradualmente prendendo in ostaggio le COP e si accorge che questo Governo, ancora più degli altri, è nemico del clima e della maggioranza della popolazione, amico di chi inquina, estrae, caccia e deturpa mari, coste e montagne. La rabbia è un segno di vita e i continui arresti, fogli di via, le intimidazioni agli attivisti per il clima, non spegneranno mai il fuoco di chi pretende il suo diritto al futuro.

Ho concluso. Vi ho fatto perdere il filo? Abituiamoci a non farlo. Bisogna guardare il quadro generale per vedere il diavolo dietro ogni piccola mossa, anche di questo Governo. Per questo votiamo “no” all'ennesima fiducia e lo facciamo con tutta la rabbia e tutto l'amore (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sottanelli. Ne ha facoltà.

GIULIO CESARE SOTTANELLI (AZ-PER-RE). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signora Sottosegretario, voglio iniziare questo intervento citando un tweet: “Il Governo sostenuto dalla maggioranza del Parlamento che pone la fiducia su ogni provvedimento è un po' come la mamma che chiede in continuazione al bambino: mi vuoi bene? La risposta è scontata, ma fa molta tenerezza. La democrazia è un'altra cosa”. Questo tweet non è stato scritto da una persona qualunque ma proprio dall'attuale Presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel 2021, quando accusava il Governo di mortificare il Parlamento e la democrazia.

Quella di oggi, Presidente, è la quarantaquattresima fiducia richiesta e quando arriverà alla Camera la legge di bilancio, con profondo ritardo, com'è abitudine, purtroppo, di questo Governo, avremo la quarantacinquesima. Lo ripeto per chiarezza: la Camera dei deputati non potrà intervenire al fine di migliorare neppure la legge di bilancio, il provvedimento più importante dello Stato. È un record che va man mano consolidandosi. Sembra quasi che si voglia volutamente esautorare il Parlamento in quanto considerato scomodo, e mi farebbe piacere sapere se i colleghi della maggioranza ritengano questa modalità rispettosa del ruolo istituzionale che la Costituzione ha concesso al Parlamento. Siamo in presenza dell'ennesimo decreto d'urgenza che, per l'ennesima volta, viola l'articolo 77 della nostra Carta costituzionale. Questo comportamento è ancora più deludente quando a farne le spese è un gruppo parlamentare, come quello di Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe, che fin dall'inizio ha svolto sempre un ruolo di opposizione costruttiva ed è propenso a votare provvedimenti del Governo ritenuti positivi per l'Italia e per gli italiani oppure migliorabili.

Pertanto, Presidente, non voteremo la fiducia al Governo. Non la voteremo anche perché questo è l'ennesimo provvedimento “Arlecchino” resosi necessario a causa della mancanza cronica di progettualità, nell'incapacità del Governo di governare i processi di cui dovrebbe essere responsabile, incapacità dimostrata anche dalla presenza addirittura di due decreti Milleproroghe - e ne arriverà un terzo - a distanza di un paio di mesi l'uno dall'altro.

Presidente, lo scorso anno intervenni in quest'Aula per chiedere uno sforzo comune del Parlamento, ossia quello di non vedere più decreti Milleproroghe da parte del Governo. Essi sono la certificazione della sconfitta del diritto, nel nostro Paese. Quando neppure lo Stato riesce a rispettare i propri termini, qualcosa non va.

Convertiamo oggi l'ennesimo decreto che non mostra una visione chiara che il Governo ha del Paese, che non mostra come il Governo ha intenzione di supportare la crescita del PIL, che non mostra come il Governo ha intenzione di risolvere il problema della sanità, che è ormai al collasso e continua a essere sottofinanziata, che non risponde a come il Governo vorrà dare un salario minimo ai 3.800.000 lavoratori sotto la soglia di povertà presenti in Italia. E meno male che eravate pronti.

Allo stesso modo, non possiamo votare la fiducia a un Governo i cui rappresentanti sono più famosi per ciò che fanno di sbagliato che per ciò che fanno per il popolo italiano, a partire dal Ministro Lollobrigida, che ferma i treni ad alta velocità a piacimento per non arrivare in ritardo agli appuntamenti, alla Ministra Santanche', nei cui confronti, come riportato dalla stampa, si aprono inchieste su falso in bilancio e bancarotta, e al Sottosegretario Sgarbi, che, sempre a detta della stampa, viene pagato per le partecipazioni agli eventi come fosse una star.

Riconosco con piacere, invece, la nuova versione europeista del Presidente del Consiglio, che va in Europa nel tentativo di trattare. Però, non possiamo votare la fiducia a un Governo il cui Vicepresidente Salvini organizza un festival del sovranismo in Italia proprio mentre il suo Presidente sta contrattando i parametri del Patto di stabilità in Europa. È un atteggiamento totalmente irresponsabile, che rende ridicolo il Governo italiano agli occhi dei leader europei. Questo mostra quando litigioso sia questo Governo, spaccato sulla proroga del superbonus e sulla ratifica del MES, che comunque saremo - perché ovviamente Azione lo voterà - costretti a ratificare prossimamente (meglio tardi che mai). Inoltre, è spaccato sull'autonomia differenziata, di cui non si parla più, e sulla legge elettorale delle province, che è dispersa tra i corridoi di Palazzo Madama.

Vedete, Azione nasce proprio per combattere questa politica, la politica del chi è più simpatico, di chi fa più parlare di sé, una politica vittima del populismo e del sovranismo dilagante in Europa e nel mondo, una politica per cui conta più quello che si dice di quello che si fa, che promette la flat tax e poi delega il Governo a lavorare per una tassazione a più scaglioni. Azione dice: basta prendere in giro gli italiani. Spero vivamente che il MES trovi il percorso per arrivare alla ratifica. È ingiusto che l'Italia tenga prigioniera l'intera Europa, che già ha ratificato il Trattato, soprattutto in un periodo di instabilità così difficile in cui alcune banche importanti di altri Stati europei iniziano a scricchiolare.

Voglio anche ricordare l'arroganza della maggioranza, dimostrata dall'attività parlamentare della settimana scorsa. Le opposizioni unite hanno, con molta difficoltà, portato in Aula una proposta di legge che introducesse finalmente, in Italia, un salario minimo ben regolamentato. La maggioranza, per tutta risposta, con un atto di forza ha azzerato con un emendamento la nostra PDL e ha conferito una delega al Governo su tale argomento. Peccato, però, che non ci sia neanche le parole “salario minimo” al suo interno. Mi creda, Presidente, posso affermare che non ho mai visto un abuso parlamentare più arrogante da quando svolgo l'attività politica.

Voglio portare un ultimo esempio sull'immigrazione, che in questo Paese rappresenta un tema complesso che la destra sovranista all'opposizione ha sempre cercato di semplificare con slogan. “Chiudiamo i porti!”, urlava il Presidente Meloni; “Prima gli italiani!”, aggiungeva il Vicepresidente Salvini. La politica non si risolve con gli slogan e questo è chiaro oggi, quando gli sbarchi, dall'insediamento del nuovo Governo, sono maggiori rispetto ai periodi di ogni altro Governo italiano degli ultimi 10 anni. Dunque, un risultato non certo entusiasmante. Di certo il Trattato con l'Albania non è la soluzione. L'Italia spenderà oltre 160 milioni di euro, in 10 anni, per tenere centri di rimpatrio costruiti in Albania a spese italiane, al cui interno lavoreranno funzionari italiani per contenere 3.000 migranti, a fronte dei 145.000 sbarcati in Italia nel 2023. Che dire, signor Sottosegretario? Un ottimo risultato.

Per questi motivi e per tanti altri, noi di Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe non possiamo votare la fiducia a questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pella. Ne ha facoltà.

ROBERTO PELLA (FI-PPE). Grazie, Presidente Fontana. Cari colleghi, Governo, il provvedimento sul quale ci apprestiamo a votare la fiducia è di grande rilevanza politica ed economica. Basta leggere l'articolo 23, quello delle coperture finanziarie, per accorgersene: 28 miliardi stanziati per il 2023 e 5,5 miliardi per il 2024. Si tratta di cifre che, da sole, valgono una manovra economica. Oltre a questa considerazione preliminare, è opportuno estendere il ragionamento e valutare questo provvedimento all'interno di un contesto più ampio, che è quello della manovra economica nel suo complesso messa in campo dal Governo Meloni per l'anno 2024 e per il triennio 2024-2027. Infatti, è da questa prospettiva più ampia che meglio si può comprendere il risultato ottenuto dal Governo in un contesto economico estremamente complicato e in uno scenario internazionale che, parimenti, si conferma molto complicato. La manovra economica è stata concepita e realizzata basandosi su tre pilastri: questo decreto-legge, il cosiddetto DL Anticipi, nel quale sono state anticipate al 2023 una serie di misure e di stanziamenti in grado di liberare spazi negli anni successivi; poi, la legge di bilancio, che è in esame al Senato; infine, il primo modulo della riforma fiscale che ha ridotto le aliquote Irpef da 4 a 3 e sul quale il Parlamento ha già espresso il proprio parere favorevole sulla bozza di decreto delegato.

L'obiettivo principale era e rimane quello di mettere più soldi in tasca agli italiani e non di toglierne, utilizzando un'espressione cara al nostro Presidente Silvio Berlusconi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Un obiettivo che è stato, in qualche modo, centrato grazie al forte lavoro di Forza Italia.

In primo luogo, il taglio del cuneo fiscale è stato mantenuto anche per il prossimo anno e, come detto, l'IRPEF è stata tagliata con un effetto che si fa sentire soprattutto sui redditi medio-bassi, due misure che da sole costano 14 miliardi di euro.

C'è poi il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione, per i quali il Governo, anche grazie all'opera del nostro Ministro di Forza Italia, Paolo Zangrillo, ha stanziato 5 miliardi di euro, 2 dei quali sono stati anticipati con questo decreto-legge, quest'anno, per consentire a una parte del pubblico impiego di usufruire immediatamente del beneficio prodotto dal rinnovo del contratto.

A proposito di decreto-legge Anticipi, è molto importante citare quanto previsto dall'articolo 1 di questo decreto, che riguarda il conguaglio sulle pensioni. Il conguaglio è una misura che viene fatta tutti gli anni, ma a fine gennaio. Il Governo Meloni, invece, ha voluto anticiparla a dicembre, stanziando subito 2 miliardi per consentire, in tal modo, ai pensionati italiani di affrontare il Natale e le prossime festività con qualche risorsa aggiuntiva, oltre a quella della tredicesima mensilità.

Come ben sanno tutti, il tema delle pensioni è molto caro al nostro partito e - lo ricordo - ha avuto una grande attenzione dal Presidente Berlusconi ma, oggi, è anche il nostro segretario, il Vice Premier Tajani, oltre al nostro gruppo qui alla Camera, col capogruppo Barelli, ad avere un'attenzione molto forte su questi temi, perché toccano la vita quotidiana dei pensionati, che tanto hanno dato a questo Paese. Ed è giusto che oggi il Paese riconosca loro il giusto merito. Credo che non sia poi secondario che, in un provvedimento così importante dal punto di vista finanziario, il primo articolo sia stato dedicato proprio ai pensionati, un atto certamente formale, ma che denota attenzione a una categoria per la quale il Governo e naturalmente Forza Italia hanno la massima considerazione.

Dal momento che parliamo di pensioni, giova ricordare, anche se non è una misura inserita in questo decreto, ma che deriva da uno sforzo che questo Governo ha fatto fin dal suo insediamento, che le pensioni minime, dal 1° gennaio 2024, saliranno per tutti oltre la soglia dei 600 euro iniziali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Tale importo, grazie a una pressante richiesta di Forza Italia, era stato elevato, con la scorsa legge di bilancio, di cui sono stato relatore, a 600 euro solo per le persone con più di 75 anni, ma dal 1° gennaio prossimo tutti i percettori di pensione minima, grazie alle basi poste con la legge di bilancio scorsa, supereranno tale soglia.

Dunque, si compie un ulteriore e significativo passo verso l'adempimento di un obiettivo di legislatura che scaturisce proprio da una promessa di Forza Italia, di Silvio Berlusconi e del programma di mandato che il Presidente Tajani sta attuando.

Tra le molte misure rilevanti di questo decreto, ritengo di dover citare le risorse stanziate a favore dell'edilizia universitaria, con circa 100 milioni già per quest'anno; anche questa è una misura fortemente voluta da un altro nostro Ministro di Forza Italia, la senatrice Bernini, e il tema degli alloggi per gli studenti universitari fuori sede è estremamente sentito, come hanno dimostrato le manifestazioni di qualche mese fa e su cui questo Governo e la Ministra Bernini stessa hanno preso un impegno preciso che con questo ulteriore stanziamento stanno onorando.

Accanto a quest'ultima misura, voglio accostarne un'altra; tra le misure più importanti contenute nel testo varato dal Consiglio dei ministri, infatti, ricordo la proroga al 31 dicembre 2023 della possibilità di richiedere l'accesso alle garanzie statali per l'acquisto della prima casa, elevando la misura massima della garanzia rilasciata dal fondo di garanzia per la prima casa per le categorie prioritarie dal 50 fino all'80 per cento della quota capitale e tra queste rientrano le giovani coppie, i nuclei familiari mono-genitoriali con figli minori e i giovani di età inferiore ai 36 anni. Sono un segnale di forte attenzione nei confronti delle giovani generazioni anche questi provvedimenti che abbiamo segnato, noi, come Forza Italia, proprio a partire dalla scorsa manovra economica.

Rispetto al grande lavoro fatto dal Senato, dove il provvedimento è stato ulteriormente migliorato, Forza Italia è stata protagonista. Partirei, senza dubbio, anche dall'introduzione del codice identificativo nazionale per gli affitti brevi, gli affitti turistici, il cosiddetto CIN. Si tratta di un provvedimento per cui Forza Italia ha combattuto, insieme all'intervento sugli affitti brevi contenuto nella legge di bilancio. Forza Italia ha fatto sì che, anche in caso di affitto di più di un immobile, sul primo la cedolare rimanga invariata al 21 per cento e, allo stesso tempo, ha avanzato la proposta secondo cui il CIN consenta comunque di aumentare il gettito per lo Stato, facendo emergere il sommerso, che costituisce un danno per l'erario e una concorrenza sleale per tutte quelle strutture ricettive che operano sul mercato nel rispetto della legge. È una proposta che è stata accolta dal Governo e dalla maggioranza e che siamo sicuri produrrà effetti molto positivi per lo Stato e naturalmente per chi affitta.

Altra misura alla quale Forza Italia ha contribuito con un proprio emendamento è il rifinanziamento del bonus psicologico e, sempre in tema di sanità e salute, è importante citare la sospensione del payback sui dispositivi sanitari. Aggiungerei poi la proroga del decreto Calabria, regione presieduta in maniera molto positiva dal nostro governatore Roberto Occhiuto, e la norma che ha previsto l'esenzione dell'IVA per le prestazioni di chirurgia estetica. Si tratta di prestazioni che, nei casi previsti, sono connesse alla salute fisica e psicologica, insieme al benessere mentale dell'individuo, come nel caso di incidenti o di ferite gravi che comportano cicatrici importanti; a ciò abbiamo voluto dare una forte risposta.

C'è un ulteriore intervento che merita di essere citato, approvato grazie a un emendamento presentato sempre dal gruppo di Forza Italia, mi riferisco all'attuale articolo 4-bis che, intervenendo sulla rottamazione delle cartelle, introdotta nella scorsa legge di bilancio, ha consentito di saldare le rate in scadenza nei mesi di ottobre e novembre entro il 18 dicembre e la finalità evidente è di dare più d'ossigeno a chi, pur volendo mettersi in regola con il fisco, si trovava ad avere problemi di liquidità.

E chi parla di condono, a nostro avviso, sbaglia, perché non si regala nulla a nessuno, al contrario, tenendo conto di una serie di oggettive difficoltà economiche, che continuano a persistere, si vuole solo consentire di proseguire un iter di restituzione di quanto dovuto all'erario, che consentirà, nell'anno, di avere un gettito maggiore di quello che si avrebbe con la decadenza di numerosi soggetti da quello che è il percorso della cosiddetta rottamazione.

Un'ultima considerazione rispetto al tema degli enti locali, che per me è sentito in modo particolare, visto anche il mio ruolo di sindaco. Partirei dalla proroga al 2025 dell'obbligo per i comuni di redigere la delibera di approvazione delle aliquote dell'IMU, tramite l'applicazione informatica del MEF, che si giustifica con le criticità riscontrate dai comuni a seguito della fase sperimentale dell'elaborazione di un prospetto comunque da migliorare.

Altra nuova disposizione introdotta con l'approvazione di un emendamento bipartisan è quella che differisce - dal 31 luglio 2023 al 31 ottobre 2023 - il termine entro il quale i comuni devono certificare il raggiungimento degli obiettivi di servizio relativi al potenziamento dei servizi sociali comunali, del servizio asilo nido, del trasporto scolastico di alunni con disabilità, attraverso la compilazione delle schede di monitoraggio da trasmettere digitalmente al SOSE e, al 31 luglio, le operazioni hanno consentito di acquisire quasi il 90 per cento delle rendicontazioni comunali.

Tuttavia, era necessario prorogare, fino al 31 ottobre, l'acquisizione della totalità delle rendicontazioni, con vantaggi evidenti per l'intero sistema degli obiettivi di servizio.

Sono state, altresì, introdotte norme che rimodulano per gli enti locali la spending review prevista nella legge di bilancio 2021. Infatti, il contributo alla finanza pubblica dovuto da comuni, province e città metropolitane è ridotto, per ciascuno degli anni 2023 e 2024, a 100 milioni di euro per i comuni e a 50 milioni di euro per le province e le città metropolitane e questa riduzione dei tagli agli enti locali darà loro la possibilità di avere 150 milioni di euro complessivi da utilizzare in servizi per i cittadini. Questo, anche per rispondere ad alcuni colleghi che criticano quello che è stato fatto, ma noi, come centrodestra, abbiamo dimostrato che per gli enti locali non facciamo propaganda, ma rispondiamo in maniera concreta alle loro esigenze.

Per le regioni, anche virtuose, nel decreto-legge è stata inserita la norma che concede anche per gli anni 2023 e 2024 deroghe al Patto di stabilità. Nello specifico, si prevede che, per gli anni 2023 e 2024, continuerà ad applicarsi la metodologia di determinazione dell'indicatore di virtuosità per le regioni a statuto ordinario.

Infine, è stata inserita la proroga di un ulteriore anno, fino al 2026, della possibilità per gli enti locali di utilizzare, senza vincoli di destinazione - e questo è un aspetto fondamentale -, le risorse derivanti dalla rinegoziazione di mutui e dal riacquisto dei titoli obbligazionari emessi.

Concludendo, signor Presidente, e la ringrazio, Forza Italia apprezza e condivide la manovra economica che il Governo, non senza fatica, è riuscito a mettere in campo e due dei tre pilastri di cui al presente decreto-legge sono ormai conclusi positivamente e il provvedimento, che è in fase di chiusura con le ultime modifiche al Senato, va proprio in questa direzione.

È per questo, dunque, che, a nome del gruppo di Forza Italia, dichiaro convintamente il nostro voto favorevole sulla questione di fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dell'Olio. Ne ha facoltà.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Presidente, Governo e colleghi, anticipo sin da ora il voto contrario del MoVimento 5 Stelle alla fiducia su questo provvedimento. Certo, è una cosa che vi aspettavate e che sicuramente non vi creerà problemi, considerata l'enorme maggioranza che avete e con cui potete andare avanti su questo provvedimento. Quello che a noi importa, però, Presidente, è far capire alle persone fuori di qui che, giorno dopo giorno, decreto dopo decreto, fiducia dopo fiducia, questo Governo sta portando questo Paese a sprofondare, nel migliore dei casi, nella stagnazione e, nel peggiore, nella recessione.

Voi state sistematicamente contravvenendo a ogni vostra promessa elettorale, il che, per carità, è un bene, vista l'inconsistenza tecnica, economica e sociale delle vostre proposte, ma la cosa peggiore è che state facendo anche peggio di quello che avevate proposto. Voi avete eliminato il reddito di cittadinanza ma vi siete guardati bene dal dire ai vostri elettori che, in realtà, 7 di quegli 8 miliardi li avete messi in una misura che si chiama assegno di inclusione che, per onestà, avreste dovuto chiamare assegno di esclusione, visto che avete lasciato fuori 400.000 nuclei familiari, colpevoli solo di essere persone povere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Avete cancellato, di fatto, il superbonus, dopo averlo difeso fino all'estremo prima della legge elettorale, e state continuando a dire falsità sul conto del sistema, scappate dai confronti in televisione quando si incomincia a entrare nel merito. Ma la cosa peggiore è che voi non avete il coraggio di rispondere a imprenditori, aziende, famiglie e progettisti su che cosa fare di quei crediti che hanno in pancia e che non riescono a cedere perché voi li avete bloccati. State forse aspettando che questi crediti saltino per aria per recuperare dei soldi? Voi volete fare una Commissione d'inchiesta sul superbonus? Perfetto, facciamola, così faremo anche luce sull'utilizzo del superbonus fatto dai membri del Governo, faremo luce su quello che dice il Ministro Giorgetti a Eurostat per cambiare il sistema di contabilità dei crediti di imposta.

Vogliamo parlare della situazione aberrante in cui avete messo questo Parlamento? Avete messo un cappio al collo ai vostri stessi parlamentari di maggioranza impedendo loro di presentare emendamenti alla legge di bilancio, salvo poi presentare emendamenti come Governo e come relatore - sappiamo perfettamente che all'interno di questi emendamenti del relatore ci sono emendamenti del Governo - a una legge di bilancio in cui non c'è assolutamente nulla per la crescita. Anzi, ci sono circa 2 miliardi di nuove tasse. Per non parlare delle pensioni che avete deciso di utilizzare come un ennesimo Bancomat, salvo poi fare una parziale retromarcia che non risolve granché. Quindi voi, come Governo, intervenite su un problema che voi stessi avete creato. Sui rincari, invece, l'unica cosa che avete fatto è stata quella di creare il carrello tricolore, solo che lo avete fatto intervenendo un anno dopo, quando i prezzi ormai erano alle stelle. Quindi, complimenti, una genialata, avete cristallizzato quei prezzi. È un provvedimento del tutto volontario che, quindi, non impone, non porta a ridurre quei prezzi - complimenti, seconda genialata - e che non ha alcun effetto su quei rincari, dovuti anche all'aumento dei prezzi del carburante che è stato creato sempre da voi, quando avete deciso di non rimettere il taglio alle accise che era stato previsto. Quindi, complimenti ancora per una terza volta.

Voi volete rendere superflue queste istituzioni e la cosa assurda è che non lo state facendo perché volete farlo ma perché siete incapaci di gestire questo Paese. Avete una classe politica di Governo che colleziona figuracce giorno dopo giorno e che non è degna di sedere su quegli scranni. Devo ricordare il Ministro che ferma i treni pensando che tutti gli italiani possano farlo? O la Ministra che si deve occupare del turismo e che, però, gestisce società fallimentari? Per non parlare di quel Sottosegretario che è inquisito per potenziali rivelazioni di segreti e che, almeno per decenza, dovrebbe dimettersi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) o di quell'altro che pare vada agli eventi e si faccia pagare. Mi fermo qui, non vado oltre con quei componenti della maggioranza che pare si siano dimenticati di dichiarare alcune partecipazioni al Parlamento.

Poi, dobbiamo ricordare l'atto di pirateria parlamentare che si è consumato qualche giorno fa in quest'Aula. Pirateria è l'unico termine pulito che si possa utilizzare, perché una maggioranza che non vuole un provvedimento delle opposizioni fa discutere e boccia quel provvedimento, mentre voi avete bocciato, di fatto, il salario minimo semplicemente svuotando quella proposta e facendola diventare una legge di delega al Governo, perché non avete il coraggio di dire ai vostri stessi elettori che voi non volete il salario minimo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Se vogliamo parlare del motivo per cui non possiamo dare la fiducia a questo Governo su questo provvedimento, ricordiamo che è un provvedimento arrivato lunedì, qui alla Camera. Lunedì lo abbiamo incardinato in Commissione bilancio, ieri abbiamo tenuto una Commissione farlocca, in cui abbiamo discusso degli emendamenti, perché fra 4 giorni noi dobbiamo chiudere questa conversione in legge, altrimenti il decreto decade. È un decreto Anticipi che è arrivato in ritardo qui alla Camera, e lo chiamate Anticipi perché anticipate i tagli che si faranno in legge di bilancio. Siete intervenuti sulla disabilità, avete tagliato 350 milioni di euro. Avete introdotto un articolo, l'articolo 6, che è un totale controsenso in un decreto-legge che si chiama Anticipi, perché di fatto è un posticipo. Voi state permettendo alle aziende che hanno conseguito extraprofitti, quelle energetiche, di posticipare il pagamento dell'ultima rata della tassa, sperando che poi da domani non la andiate a togliere. Di fatto, vi state sottomettendo da capo a lobby come quella delle banche, per cui avete rinunciato a 2 o 3 miliardi di euro. Alla fine di agosto, il Ministro Salvini aveva detto: noi sulle banche andremo dritti. Sì, certo, lo abbiamo visto, dritti con la testa sotto la sabbia. Poi, il Ministro Giorgetti, in audizione sulla NADEF, a una domanda risponde che così le banche saranno ripatrimonializzate. Di fatto, implicitamente, ci è venuto a dire che le banche non erano patrimonializzate. Scherziamo riguardo a una cosa del genere? Per fortuna, in Europa conoscono la caratura dei membri di questo Governo, altrimenti altro che spread a 180, avremmo problemi a piazzare i nostri titoli di Stato. Questo Governo, Presidente, gioca non solo con le parole, gioca ancora di più con i numeri, perché ci sta relegando a una crescita del PIL dello 0,7 per cento, ma nella NADEF è andato a scrivere l'1,2 per cento, quando tutti i principali previsori, dalla Commissione europea all'OCSE, al Fondo monetario internazionale, hanno creato un range fra lo 0,4 e lo 0,8 per cento. L'Italia continua a diventare il fanalino di coda dell'Unione europea.

Non avete fatto nulla per il mondo delle famiglie, anzi, se possibile, avete peggiorato la situazione. L'innalzamento dell'IVA sui pannolini, sugli assorbenti e sui seggiolini per l'auto, come dite voi, è poca cosa. Stiamo parlando di solo 160 milioni di euro, ma all'interno di questo stesso articolo avete messo la proroga per la plastic tax e la sugar tax. In pratica, andate a dire agli italiani - anzi, voi non lo andate a dire, lo dico io - e andate a dire alle mamme e alle famiglie che comprano i pannolini, o alle donne che devono comprare gli assorbenti, che non li comprano per un vezzo ma perché servono: guardate che con i vostri soldi andiamo a ritardare, andiamo a dare i soldi a quelle aziende che già da quel dì avrebbero dovuto adattare i propri sistemi produttivi per sistemi meno impattanti. Questo voi non andate a dire agli italiani.

Se poi parliamo del PNRR, ora vi vantate di averlo modificato. La realtà dei fatti è che avete messo a terra nel 2023 il 7 per cento di quello che avreste dovuto spendere, e il 2023 è tutta vostra responsabilità. Già si sente parlare il Ministro Fitto sui giornali, che dice: a gennaio faremo un provvedimento, faremo un ennesimo decreto-legge per velocizzare. Senza considerare il fatto che siete arrivati al numero di 48 decreti-legge, un numero mai così alto, mai raggiunto, il numero massimo in relazione alla durata del Governo. Non so, forse al cinquantesimo il Ministro Fitto vincerà la bambolina, farete una grande festa, andrete in giro per l'Italia a dire quanto siete bravi, come con il tour che è stato fatto. Però, io tremo al pensiero di quello che il Ministro Fitto potrà mettere in questo decreto dopo l'invenzione della ZES unica. Di fatto, in questo decreto che cosa potrà fare? Interverrà per ridurre i controlli, modificare le procedure per gare e appalti? Già avete eliminato il controllo concomitante della Corte dei conti, perché a voi dà fastidio che qualcuno possa intervenire e venire a dire quali sono i problemi nel Paese. Quale sarà il vostro prossimo passo, quello di abolire l'abuso d'ufficio? È da tanto che ne parlate. Certo, dovrete solo trovare la quadra all'interno di una maggioranza che dichiarate essere compatta ma che, in realtà, compatta non è, perché ci sono Forza Italia e Lega che vengono sovrastate da Parenti d'Italia, cioè da Fratelli d'Italia, scusate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), e perché dà messaggi in codice, quando va al Senato a presentare la legge di bilancio, presentando emendamenti che poi ritira. Il presidente della Lega, senatore Romeo, dice: avevo capito che 2 o 3 emendamenti si potevano presentare, giusto a livello simbolico. La legge di bilancio è una truffa, il 50 per cento va per il taglio di un cuneo fiscale che non porterà un centesimo nelle tasche degli italiani. Sulla sanità esultate per avere messo 3 miliardi, ma la realtà è che, in percentuale sul PIL, dal 7,1 per cento scendete al 6,4, con una differenza di 14 miliardi che avreste dovuto mettere e non mettete. Quindi, state togliendo soldi alla sanità. Di fatto, 5.000 medici all'anno se ne vanno dall'Italia, e abbiamo speso 150.000 euro per formare ciascuno di loro. Quando la Presidente Meloni dice che non è quello il parametro corretto, mi auguro che lo dica sapendo di mentire gli italiani, perché è paradossale una cosa del genere, è tragica. È molto meglio qualcuno che menta agli italiani piuttosto che avere qualcuno che non capisce dove si trova e che governa un Paese del G7.

Da ultimo, Presidente, quando la Presidente Meloni parla di coperta corta, mi fa pensare a Penelope e alla sua tela: una coperta che potrebbe essere molto più larga solo se si avesse coraggio, ma, di notte, la Presidente Meloni disfa quella tela, perché rinuncia a quei soldi che potrebbero essere un vantaggio - quelli sì - per aiutare gli italiani. E mi riferisco a quelli che ho citato prima, ossia gli extraprofitti bancari, delle aziende energetiche, perché ne sposta in avanti il termine per la riscossione. Quindi, se questa coperta è corta, è perché lo volete voi, ed è una vostra responsabilità. Il fatto che voi spingiate per un avanzo primario, che significa maggiori tasse e minori entrate per lo Stato, e lo accorpiate a una crescita del PIL non adeguata, è una devastazione per l'Europa.

Presidente - e chiudo -, noi continueremo ad alzare la voce su questi punti, su quello che fa e non fa questo Governo, perché è importante che gli italiani, da fuori, specialmente quelli che hanno votato questa maggioranza, si rendano conto dei danni che stanno procurando, perché, di questo passo, il futuro dell'Italia non sarà roseo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ottaviani. Ne ha facoltà.

NICOLA OTTAVIANI (LEGA). Grazie, signor Presidente. Noi, oggi, andiamo a discutere e quindi a chiedere il pronunciamento dei singoli gruppi su quello che viene definito il decreto Anticipi. Io mi permetterei, a nome della Lega, di definirlo, in realtà, decreto Coerenza, e ne spiegheremo molto velocemente il perché. Ci sono novità, alle quali è stato fatto riferimento anche da parte di altri gruppi della maggioranza, relativamente all'utilizzo del bene primario, di quello che noi riteniamo, come centrodestra, essere assolutamente un bene primario, ossia la casa, con nuove regole anche per quanto riguarda gli affitti brevi e le cedolari secche. Ma è chiaro che, ancora una volta, tutto questo rientra all'interno della valorizzazione di quel bene, che, nel nostro Paese, nella nostra Italia peninsulare, riteniamo essere un bene essenziale, mentre spesso, nel resto dell'Europa, così non è. Infatti, se solo pensiamo che, rispetto al quadro di riferimento, ossia il contesto comunitario, l'Italia si piazza al secondo posto, per immobili di proprietà, dietro la Romania - ma mentre la Romania ebbe la possibilità della valorizzazione degli immobili privati con la grande donazione di Stato, portata avanti però da un dittatore di estrema sinistra, e stiamo parlando di Ceausescu, così non è avvenuto per noi, perché c'è stata una risposta alla possibilità di portare avanti il sacrificio da parte delle famiglie - e che siamo, però, ben davanti rispetto ad altri Paesi come la Francia e la Germania, quel bene per noi diventa un bene primario da difendere. Ecco perché le polemiche che continuano, in modo spurio e assolutamente improprio, a essere inserite all'interno di DL e che non hanno nulla a che fare con le case green, ancora una volta vanno nella direzione opposta e contraria, per dare il taglio e soprattutto marcare la cifra della differenza tra la nostra impostazione di coerenza e quella di chi ci ha preceduto nelle altre esperienze di Governo, diverse rispetto a quella che, oggi, è marcatamente di centrodestra e non è un'ipotesi, invece, di Governo di sopravvivenza o di salute pubblica, perché di questo stiamo parlando, che dà quindi la possibilità a ognuno di esprimere la propria ratio legislativa, coerente con il mandato elettorale.

Tra le altre novità importanti, vi è la riduzione, prevista dall'articolo 7, delle accise per i prodotti energetici, i carburanti a uso civile, con decreto del Ministero delle Finanze, di concerto con il Ministero dell'Ambiente, laddove si dovesse venire a verificare un superamento della soglia media, non più calcolata in base all'ultimo bimestre, ma in base all'ultimo mese. Cosa significa? Significa evitare di ricorrere con una certa frequenza, come spesso ci viene rimproverato, alla forma del decreto e portare avanti una sorta di delega - che è una delega, lo diciamo subito, assolutamente di rigore classico, sotto il punto di vista costituzionale - al Ministro, in modo tale che, rendendosi conto di quello che avviene, possa emanare mensilmente una necessaria e indifferibile correzione rispetto alla riduzione delle accise.

Passando poi velocemente all'articolo 6, in materia di contributo di solidarietà per le imprese energivore, la scelta è stata di non far concorrere più alla determinazione del reddito per tali imprese gli utilizzi delle riserve del patrimonio netto accantonate in sospensione rispetto all'esazione dell'imposta, fino però al 30 per cento della determinazione delle riserve. Questo cosa significa? Che se le imprese hanno portato avanti, anche loro, come le famiglie, come il bonus pater familias, un accantonamento della propria quota reddituale, destinandola a riserve, e riserve vuol dire che, nel caso di necessità, possono essere tirate fuori, se tali riserve vengono tirate fuori perché c'è l'obbligo di evitare l'insolvenza, non è che si può dire: ma quello è il reddito netto. No. È un'iniezione di fiducia economico-finanziaria che è stata realizzata in alternativa rispetto al ricorso al credito bancario, proprio in un momento in cui - e credo che questo sia sotto gli occhi di tutti - il credito bancario è in una sofferenza enorme per scelte, ci mancherebbe altro, che vengono portate avanti rispetto a meccanismi delle autorità competenti, ma che spesso noi non condividiamo. Infatti, la cura che la BCE ha portato avanti per contenere l'inflazione è una cura dove, sostanzialmente, il medico ha detto: in effetti, per noi la terapia era azzeccata, ma il paziente è deceduto e la colpa non è del medico (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché di questo stiamo parlando. Contenere, infatti, il profilo della spirale inflazionistica, aumentando a dismisura i tassi di interesse, che vanno a riverberarsi non soltanto sul paniere e quindi sul potere d'acquisto delle famiglie medie, ma anche e soprattutto rispetto al credito bancario per il finanziamento degli investimenti e delle startup, significa necessariamente andare a bloccare chi, in Europa, in questo momento, stava - e voglio utilizzare l'imperfetto, purtroppo, nel segno dell'absit iniuria verbis - ripartendo. Infatti, se ci sono delle differenze per quanto riguarda la velocità all'interno delle economie dei singoli Paesi e si vanno di fatto a bloccare, con questo meccanismo, quelle economie nazionali che stavano ripartendo, qualcuno ci dirà che è stata una mera disattenzione o è stato un mero caso fortuito, però tutto questo non ci convince, in senso assoluto.

Per quanto riguarda poi l'articolo 4, si è proceduto alla rateizzazione degli acconti, con la possibilità anche e soprattutto di spostare - provvedimento, questo, fortemente voluto dalla Lega - a gennaio il pagamento dell'acconto rispetto all'anno in corso. Anche questa è un'anomalia tutta italiana: avere nell'anno in corso il pagamento non solo dei tributi relativi all'anno precedente, ma anche quelli dell'anno in corso, ricorrendo al credito bancario per pagare l'altro socio occulto, che è lo Stato. Ecco, noi siamo dell'avviso che dobbiamo ripristinare un'armonia e una tranquillità nel rapporto tra fisco e contribuente, perché quella sarebbe, altrimenti, l'unica società anomala in cui, fin dal primo momento della costituzione, uno dei due soci augura la morte all'altro. Non funziona così, perché, eventualmente, le imprese che si occupano di Θάνατος e di cremazioni, sotto il punto di vista anche fiscale, stiamo parlando quindi dei curatori fallimentari, sono ben contente, ma non siamo contenti noi, perché noi crediamo nella produttività del sistema Italia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Altra vicenda importante, che è passata sotto silenzio e che è stata esaltata soltanto da alcuni esperti del settore, ma che, se non fosse attecchita e se non fosse stata, in qualche modo, oggetto di osservazione e di correzione, poteva risultare davvero perfida sotto il punto di vista anche della volontà dello Stato e della possibilità che lo Stato facesse ripartire l'economia in alcune imprese specifiche, è quella relativa al differimento delle rate del riversamento spontaneo, rispetto al credito d'imposta per ricerca e sviluppo.

Questa è una materia enorme, signor Presidente, perché tante imprese hanno fatto affidamento, nel corso degli ultimi anni, alla possibilità di mettersi al passo con l'Europa, investendo proprie risorse e chiedendo poi il credito d'imposta rispetto a quelli che erano progetti di ricerca e sviluppo. Poi, viene fuori che un determinato Ministero in passato ha cambiato sostanzialmente le linee guida, anzi ha girato la vite per dire: “Sostanzialmente, per quanto ci riguarda, non c'è un progetto effettivo di ricerca e sviluppo”; quelle maglie si sono ristrette e automaticamente quelle imprese sono state condannate a rifondere delle risorse legittimamente investite in progetti di ricerca e sviluppo. È chiaro che, se oggi si dà la possibilità di differire in futuro questa sorta di restituzione, che non è la restituzione di un illecito, ma la restituzione di una somma che viene ritenuta illegittima - e quindi non stiamo tutelando il delinquente, ma stiamo cercando di dare respiro a colui che vuole mettersi in regola -, si tratta di un momento importante che viene celebrato all'interno di questo decreto.

Per non parlare, poi, signor Presidente, della riforma del Fondo di garanzia, per quanto riguarda le imprese, arrivato a 250 miliardi di euro. Con questa misura, nello stesso momento in cui abbiamo una stretta della BCE che porta il costo del tasso al 4,5 per cento, lo Stato scommette sulle proprie imprese, dando la possibilità della copertura fino all'80 per cento degli investimenti con 5 milioni di euro per singola operazione di carattere economico-finanziario. Stiamo parlando naturalmente delle small and mid cap, stiamo parlando quindi di imprese che costituiscono e rappresentano la vera struttura sociale del Paese; non stiamo parlando dei grandi gruppi economici finanziari che in passato hanno condizionato, invece, l'esito di tanti dettati legislativi.

C'è poi l'articolo 1, che riguarda l'anticipo del conguaglio di perequazione per le pensioni per l'anno 2002: non stiamo parlando di poche cifre e di poche somme; solo per il 2023 lo stanziamento è di 560 milioni di euro e idem per quanto riguarda il 2024; significa che è stata portata avanti una scelta ben precisa che va nella direzione di confermare il voto popolare dell'ottobre dello scorso anno. Noi, signor Presidente, dobbiamo chiedere scusa, come centrodestra e soprattutto come Lega, soltanto a un ente, che si chiama Istat. Quando la scorsa settimana l'Istat ha dovuto evidenziare che quest'anno siamo riusciti ad arrivare a 588.000 nuove assunzioni, guardando i propri archivi, si è reso conto che non c'è mai stato, dal momento in cui l'Istat ha iniziato ad acquisire i dati, un rilievo così significativo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). È una scusa di Stato che dobbiamo fare, quindi, in questo senso, andiamo a concludere perché, se stiamo parlando di decreto Anticipi, questo è sicuramente un modo per dimostrare che siamo in anticipo sulla realizzazione del programma elettorale votato nell'ottobre del 2022 (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lai. Ne ha facoltà.

SILVIO LAI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, a sentire gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto, ovviamente quelli di maggioranza, mi viene da ricordare quel detto che dice che anche un orologio rotto segna due volte al giorno l'ora giusta. Questo perché tutta l'esaltazione di questi provvedimenti del Governo punta a mettere in evidenza qualche elemento, dentro un contesto nel quale la maggioranza degli interventi è assolutamente inguardabile, in contrasto con le promesse che avete fatto e che, d'altronde, di sicuro non potrete mantenere e in contrasto soprattutto con l'interesse generale del Paese.

Ieri pomeriggio, il Governo ha posto di nuovo la fiducia su un decreto un po' ridicolo: chiamare decreto Anticipi un decreto che solo in un articolo prevede un anticipo, ma per il resto prevede proroghe sembra davvero un ossimoro. Possiamo tralasciare, per l'ennesima volta, che si tratta di un decreto privo delle caratteristiche di urgenza che lo giustificherebbero, scritto dal Governo come un omnibus che rende confuse e inapplicabili le leggi approvate, che rimanda ad altri provvedimenti del Governo l'attuazione delle sue norme ma che, nel frattempo, ha garantito la dose quotidiana di propaganda ormai due mesi fa.

Siamo di nuovo però anche all'ennesimo colpo, Presidente, inferto al Parlamento, un altro mattone all'interno della mancanza di rispetto e correttezza istituzionale, con un Parlamento che è ridotto alla servitù di un Governo che impedisce il dibattito, non solo tra maggioranza e opposizione (due giorni per approvare questo decreto), ma anche all'interno della maggioranza, come mostra l'umiliante teatrino sulla manovra di bilancio a cui assistiamo da lontano al Senato, con una maggioranza che, per quattro settimane, ha chiesto disperata che il Governo presentasse gli emendamenti necessari, da una parte, a correggere norme inaccettabili, che stanno infatti eccitando tutte le proteste del Paese possibili e immaginabili e, dall'altra, per aggiungere un'altra quantità di ridicoli interventi ad personam, come dimostrano gli emendamenti del relatore e del Governo.

Dite che la coperta è corta e che non è facile governare senza risorse, ma guardate che è così dal 2011, non è una novità; dal 2011, a causa di una ragione fondamentale, cioè della vostra gestione inadeguata fatta dal 2008 al 2011, che ha costretto poi il Paese a subire una cura da cavallo, dopo la vostra inadeguatezza. Vi ricordate che dicevate che i ristoranti erano pieni e, quindi, non vedevate la crisi? Siete voi quelli che non vedevano la crisi, che infatti sull'Italia è arrivata come una tranvata in faccia. La vostra prova non è stata all'altezza, siete dovuti fuggire e, da quel momento in poi, ogni Governo successivo, salvo quello nei due anni di COVID, ha dovuto lavorare con le scarse risorse che oggi vi trovate per recuperare i danni di quell'ultimo Governo Berlusconi, all'interno del quale c'eravate tutti, nessuno escluso, in particolare la Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), che si difende facendo la vittima, facendosi investire dalla sindrome di Calimero, quando però tutto era già noto.

Non potete fare le vittime perché conoscevate la situazione, quando avete detto che eravate così pronti da far cadere il Governo Draghi 6 mesi prima della scadenza, perché conoscevate le condizioni di difficoltà, quanto le opportunità del Paese. Ma l'avete fatto per prendere il potere il prima possibile e avete fatto una campagna elettorale piena di promesse; avete promesso tutto: meno accise sulla benzina, aumenti di stipendio, sostegno alle Forze dell'ordine, niente Bolkestein, niente MES, meno privilegi, lotta all'immigrazione, respingimenti e blocchi navali, lotta alle multinazionali e alle banche, meno Europa, più interesse nazionale.

Molti cittadini - non la maggioranza, ma molti - vi hanno creduto, vi sono venuti dietro, fidandosi, ed a quei molti che vi sono venuti dietro presentate, ogni volta che fate un decreto, il conto delle vostre promesse mancate, perché in questi decreti non ci sono le risposte alle promesse fatte, ma solo una innumerevole sequenza di privilegi per pochi.

Ve lo chiedo - lo chiedo attraverso il Presidente -: avete letto questo decreto? All'articolo 2, rinviate il recupero delle prestazioni pensionistiche indebite, relative alle verifiche dei redditi 2021. Perché? Chi sono i beneficiari? Chi le ha chieste e perché avete detto “sì”? Dove sta l'interesse pubblico a rinunciare e a rimandare il recupero di ciò che è stato indebitamente preso tre anni fa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? All'articolo 3-bis, quello successivo, modificate il testo unico delle imposte per assimilare ai redditi di lavoro dipendente le indennità di funzione e i vitalizi del CSM. Una copertura da 400.000 euro l'anno, per accontentare chi? All'articolo 3-ter estendete la possibilità di conferire incarichi a pensionati, però solo ad alcuni. La relazione degli uffici della Camera specifica che vi sono ricompresi: la Corte dei conti, il Consiglio di Stato, il CNEL e il CSM. A chi serve questa norma ad personam, Presidente? All'articolo 3-quater consentite che la Consob possa riservare il 50 per cento dei posti a concorso a chi è già dipendente con contratto di lavoro a tempo indeterminato. Perché solo la Consob? Perché vi è venuto in mente questo? Chi sono i potenziali beneficiari? Dipende forse da chi la guida?

All'articolo 4, fate un rinvio di termini già scaduti per un condono da voi deciso tra i 18 approvati in un anno. Serve anche questa disposizione a qualcuno in particolare? All'articolo 4-bis abbassate al 10 per cento l'IVA sugli integratori alimentari, mentre con la finanziaria avete aumentato l'IVA sugli assorbenti femminili. La Presidente ha detto che non aveva avuto l'effetto di abbassare i prezzi, ma con la previsione sugli integratori alimentari che certezza c'è che si abbassino i prezzi? E, soprattutto, a chi serve? Sappiamo tutti che in questi anni ci sono state pressioni enormi di lobbisti conosciuti per ottenere questo vantaggio fiscale per gli integratori alimentari.

All'articolo 4-quater eliminate l'IVA sugli interventi di chirurgia estetica. Questa della medicina estetica è una fissazione per voi: avete esteso la possibilità che la medicina estetica la possa esercitare chiunque. Ma - scusate - a quali cittadini serve questa disposizione? Guardate che quello che avete previsto è già possibile con la chirurgia plastica. E, allora, vi chiedo: a Caivano vi hanno chiesto di modificare questa norma (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), oppure la richiesta arriva dagli studi importanti e dalle cliniche che fanno - quelli sì - medicina e chirurgia estetica per interventi che hanno a che fare soltanto con l'estetica? Questa disposizione serve forse alla sanità pubblica? Guardate, sono solo all'articolo 4 e il decreto finisce con l'articolo 23, con diversi articoli bis, ter e quater. Questo è il decreto Coerenza!

Sì, siete coerenti rispetto a quello che avete fatto quest'anno. Non voglio continuare, perché il tempo è quello che è, ma davvero pensate che possiamo credere che ci siano il Paese e l'interesse generale dietro questo provvedimento, come quelli che l'hanno preceduto? Non ci sono gli underdog, non ci sono i giovani nella normativa sui pensionati, a cui dovete dare consulenze, non ci sono i giovani senza padrini nella norma dei concorsi riservati, non ci sono le persone oneste e corrette nella norma sui condoni, né in quella sulle pensioni percepite indebitamente, non ci sono gli underdog, i marginali, chi sta sullo sfondo in questo vostro prendere decisioni, solo sanatorie e tanti privilegi. Ci sono solo gli interessi di chi vi sussurra all'orecchio, quelli che possono arrivare da voi. Ci sono i grandi interessi di chi può pretendere impegni e norme, a cui non riuscite a dire di no, per qualche motivo. E, poi, tanta, tanta propaganda, mentre il Paese si ferma, rinuncia a crescere, privo di fiducia, perché sarà la fiducia delle imprese e dei cittadini a continuare a ridursi, sono loro a rendersi conto che, dietro la propaganda, dietro a questa storiella e retorica dell'underdog non c'è niente, si va di male in peggio.

Con la legge in discussione al Senato, la legge di bilancio, affermate che il prossimo anno non è necessario confermare gli interventi a sostegno delle famiglie per i costi energetici, ma in questo provvedimento autorizzate il GSE a rivendere le scorte di gas nel 2024, anziché nel 2023, perché è prevedibile - scrivete voi - un aumento dei costi, che consentirà un maggior guadagno per l'Autorità che le aveva stoccate nel periodo COVID. Ma vi sembra coerente questo? E, poi, il capolavoro: 450, forse di più, milioni di sconto alle imprese energetiche e alle banche, a cui avevate imposto, poi chiesto, poi suggerito, poi pregato, fino a questa fragorosa e umiliante rinuncia, di restituire al Paese una quota di quei 70 miliardi - 70 miliardi! - di profitti, chiedendone una quota piccola, piegati non da sconosciuti, ma anche da quelle grandi aziende di cui gestite, come Governo, la golden power del 30 per cento, di cui avete nominato gli amministratori, a cui non avete, evidentemente, nessuna possibilità di imporre neanche un minimo riequilibrio per il Paese che sta male.

E, poi, ultima ma non ultima, 10 milioni in più al CONI proprio nelle stesse giornate in cui si scopre che anche nomi importanti della politica hanno figli con le qualità adeguate a essere assunti senza concorso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Vado veloce, Presidente, perché c'è un punto che mi interessa dire con precisione, perché è un dato molto delicato, che riguarda anche la sua funzione. Questo provvedimento, su cui avete messo la fiducia, non è coperto finanziariamente, basta leggere la documentazione degli uffici di questa Camera, a pagina 34, per confermarlo. Una parte di questa norma rimanda all'autorizzazione allo scostamento votato a ottobre, ma non specifica la copertura di questo provvedimento, perché viene rimandata alla legge di bilancio. Può apparire una questione tecnica, ma è una questione istituzionale, prima che politica: se si possono fare le leggi non dotandole di copertura, che rimandiamo a un provvedimento successivo, oggi lo si fa per qualche milione, in questa legge, domani lo si potrà fare per qualche miliardo. Se si supera questa regola della legge di contabilità - il comma 2 dell'articolo 17 - non ci sono più limiti all'alterazione delle politiche di bilancio. Io non so se sia sfuggito alla Ragioneria generale dello Stato, non so se sia sfuggito a lei, Presidente, non so se sfuggirà ai livelli più alti di controllo, compresa la Corte dei conti; di sicuro noi non potremo che segnalarlo formalmente, oltre a questa segnalazione in questo dibattito. Vedete, sono regole, non opinioni: alterarle e “stramarle” è dannoso per tutti. Oggi siete al Governo e pensate di poterlo fare, domani ci possono essere altri - non noi, che non lo faremmo -, che faranno di più e peggio. “Stramare” e rendere discutibili alcuni pilastri normativi su cui si costruiscono le leggi e il bilancio dello Stato è pericoloso, non superiamo questi limiti: è una richiesta. Noi non siamo disponibili a questo e voi sbaglierete a farlo, perché, creando pericolosi precedenti nel Parlamento, questi diventeranno prassi, vale per il silenziamento degli spazi di opposizione, come avete fatto sul salario minimo, ma vale, ancora di più, se possibile, sulle norme di bilancio, a cui si guarda in Europa per misurare la credibilità di un Paese, profondamente.

Questo provvedimento è pieno di privilegi per pochi e di grandi risparmi per le multinazionali, di grandi emissioni che si sarebbero potute evitare. Quei 450 milioni potevano essere usati per un fondo affitti, per esempio, per attenuare la crisi delle famiglie sugli interessi bancari, per dare risorse alla Toscana, che è stata colpita da un'alluvione, il 3 novembre scorso, e, invece, voi non avete accettato le nostre proposte.

PRESIDENTE. Concluda.

SILVIO LAI (PD-IDP). Concludo. Questo provvedimento anticipa una legge di bilancio che porterà il Paese a imboccare la strada della recessione e, con queste ragioni, voi non potete chiedere a noi la fiducia. Noi saremo lì, a ricordarvi che i responsabili delle persone povere e delle imprese fallite che lascerete per strada siete voi, con le vostre scelte.

Per questo, alla richiesta di fiducia rispondiamo, con fermezza e con convinzione, “no” (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Comba. Ne ha facoltà.

FABRIZIO COMBA (FDI). Onorevole Presidente, colleghe colleghi, il testo di legge che ci apprestiamo a votare ha una importanza sostanziale dal punto di vista strategico, economico e fiscale. Colleghi, andrò diritto al punto: un provvedimento che ha tali ambizioni, che ha tali prospettive e dotato di questa visione politica così a largo raggio avrebbe meritato sicuramente maggiore enfasi mediatica. Se fosse stato ideato e realizzato da chi ne parla in maniera demagogica, strumentale e in maniera sminuente, dagli scranni dell'opposizione, da certi media sarebbe diventato, invece, qualcosa di mirabolante ma, ormai, conosciamo bene come funziona il gioco delle parti, che sembra più uno sterile e inutile ping-pong, che sembra più uno sterile e inutile gioco da curva da stadio, un fenomeno poco edificante, che è stato responsabile, Presidente, a mio avviso, dell'avvelenamento dell'agone politico italiano per troppo tempo. Basta così (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

Onorevole Lai, mi consenta di riprendere un suo passaggio. Lei ha parlato della medicina estetica, alla quale noi saremmo così tanto appassionati. Siamo appassionati, come siamo appassionati a tutte le forme di medicina. Vorrei ricordarle che la medicina estetica viaggia di pari passo con la medicina oncologica e anche ricostruttiva (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti del deputato Lai) per le tante donne che subiscono mastectomie radicali! Noi abbiamo preferito avere il profilo basso, lo standing di colui il quale sa di aver gettato il cuore oltre l'ostacolo, di aver fatto oltre il possibile per ridare ordine e decoro ai conti dell'assetto fiscale del nostro Paese, perché questa è e continua a essere la mission di questa maggioranza, la sua cifra valoriale, il suo stile innovativo e, al contempo, serio e laborioso. Rimettere le cose al loro posto, dopo anni di sciatteria amministrativa e gestionale della cosa pubblica, dopo anni in cui il primo obiettivo di chi governava era costituito dal controllo delle percentuali dei sondaggi, delle uscite TV sui canali unificati, con lo strombazzare delle fanfare in prima serata, come un banalissimo reality. Siamo stanchi di chi diceva: “adesso ci sono io, aggiusto tutto io, come sono bravo, come sono bello, voi italiani, intanto, aspettate lì, che andrà tutto bene”. No, noi diciamo “no” a tutto questo, è finita quell'epoca: le cose da fare noi non le annunciamo, le facciamo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

Dicevo, gentili, cari colleghe e colleghi, che sappiamo perfettamente di aver fatto un grande lavoro dal punto di vista legislativo e sappiamo perfettamente che non serve farne misure di bandiera o battaglie al limite del voto di scambio. Il nostro fine ultimo è dare risposte agli italiani che, per troppo tempo, hanno dovuto adeguarsi malvolentieri a disposizioni di legge disomogenee, sperequative, non calibrate all'attualità e alla contemporaneità della condizione economica, fiscale e pensionistica italiana. La società italiana, in questi ultimi anni, è molto cambiata e per svariati e contingenti motivi storici. Noi abbiamo avuto, semplicemente, la capacità, la visione, la lungimiranza e l'umiltà di capirlo e prenderne atto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

E abbiamo deciso che bisognava farla finita con parole vuote, finalizzate a strizzare gli occhiolini ai consensi; bisognava farla finita con gli slogan ed i proclami, perché abbiamo deciso di guardare oltre e altrove per migliorare significativamente le condizioni di questa Nazione che tutti ci invidiano. Un giro di vite era necessario, certo, con pazienza, raziocinio, buonsenso e, consentitemi di dire, finalmente, con competenza. E con competenza abbiamo affrontato ogni singolo aspetto fin nei dettagli più profondi, contemperando ogni aspetto di questa norma. Mi riferisco alle misure in materia pensionistica, al rinnovo dei contratti pubblici, alle disposizioni fiscali, tra le quali rinveniamo quelle di equità sociale, di ordine finanziario, come la regolamentazione del recupero delle prestazioni pensionistiche indebite, l'anticipo del rinnovo dei contratti pubblici; alle misure di semplificazione, di tutela del contribuente e in materia di transazioni sui crediti tributari e contributivi; alle misure in materia di riduzione delle accise sui prodotti energetici, alle disposizioni in materia di sanzioni per violazioni relative a comunicazione, registri e formulari per la gestione rifiuti e quanto, quanto e quanto altro ancora. Vi sono poi le misure in favore degli enti territoriali, sempre dimenticati da chi ci governa, e la disciplina della destinazione del gettito derivante dalla massimizzazione di aliquote fiscali nelle regioni sottoposte a piani di rientro dal disavanzo sanitario per passare agli interventi per le attività degli enti locali in crisi finanziaria nonché alle misure per favorire l'accesso al trasporto pubblico da parte delle persone con mobilità ridotta.

La norma prevede anche la regolamentazione della disciplina recante le misure in materia di investimenti e di sport, così come la disciplina delle locazioni per finalità turistiche, delle locazioni brevi, delle attività turistico-recettive e del codice identificativo nazionale.

Di importanza assoluta sono le misure urgenti di sostegno alle imprese esportatrici e il fondo di garanzia per le PMI e la sempre trascurata regolamentazione della contribuzione previdenziale per i lavoratori dipendenti sportivi.

Ma il fiore all'occhiello del testo - e non perché, come molti di voi ben sanno, ho una particolare sensibilità per tutto ciò che è lavoro e sicurezza, ma semplicemente perché sono temi profondamente connaturati nel nostro DNA e nel DNA di questo Governo e di questa coalizione tutta, problematiche di cui l'Italia ha un disperato bisogno di soluzione - è la parte relativa alle misure in materia di lavoro, istruzione e sicurezza. Vi sono risorse per l'accoglienza dei migranti, contributi in favore di comuni, risorse e coperture finanziarie e misure in materia di immigrazione e sicurezza per la rete dei centri di permanenza per i rimpatri; sono previsti inoltre l'incremento del Fondo nazionale per le politiche sociali e gli interventi a sostegno della crisi ucraina nonché la prosecuzione dell'assistenza alla popolazione stessa.

Infine, non sono dettagli, l'invio di militari dell'Arma dei carabinieri - arma a noi molto cara (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) - a tutela degli uffici all'estero maggiormente esposti.

Come vedete, colleghi, abbiamo pensato a tutto; sì, perché un Governo della Nazione che si rispetti non lascia nessuno indietro, non privilegia alcuni a dispetto di altri, non crea diseguaglianze con i bonus a macchie di leopardo, non dissipa enormi risorse finanziarie per favorire pochi a svantaggio del tessuto produttivo nazionale. Nei giorni scorsi si è tanto parlato delle periferie abbandonate e ho sentito colleghi parlarne col cuore in mano, in modo accorato, alcuni hanno sfiorato le lacrime nel parlare della loro terra martoriata, della nostra terra martoriata. Quando abbiamo discusso e votato su Caivano ho riflettuto molto sul ruolo del Governo, di un Governo giusto ed efficace; ebbene, è in quelle circostanze che capisci che il dovere fondamentale di tutti noi è occuparci di ogni comune, di ogni cittadino, di tutte le fasce deboli, di tutte le fasce sociali e di tutti coloro che hanno difficoltà nella quotidianità. Ed è proprio in quei momenti che ti senti orgoglioso di appartenere a una compagine che non sta lasciando indietro nessuno. È con orgoglio che dichiaro, a nome dell'intero gruppo alla Camera di Fratelli d'Italia, il mio voto favorevole a questo provvedimento che va giusto in quella direzione, ossia quella di occuparsi di tutto e finalmente degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia – Congratulazioni).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia. Sospendiamo ora l'esame del provvedimento, che riprenderà con la votazione per appello nominale alle ore 16,15.

La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 14,45, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti e il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative di competenza per un urgente confronto con le organizzazioni sindacali del settore delle telecomunicazioni, anche in relazione alla decisione della vendita della rete TIM al fondo statunitense KKR – n. 3-00855)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno, Orlando ed altri n. 3-00855 (Vedi l'allegato A). Chiedo al deputato Orlando se intenda illustrare la sua interrogazione o se si riservi di intervenire in sede di replica.

ANDREA ORLANDO (PD-IDP). Di solito, Presidente, un minuto è poco per illustrare un'interrogazione. In questo caso forse è anche più che sufficiente, perché la domanda è semplice: perché volete dare soldi pubblici a un fondo privato che procederà a una ristrutturazione di un grande asset nazionale e che, a sua volta, produrrà esuberi? E sapete esattamente quanti saranno gli esuberi che, grazie al vostro investimento, si realizzeranno?

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, senatore Luca Ciriani, ha facoltà di rispondere.

LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, come sottolineato, in più occasioni, dai Ministri competenti, per il Governo la connettività è un obiettivo prioritario, da realizzare in modo uniforme sul territorio nazionale, garantendo un'alta competitività al settore delle telecomunicazioni e salvaguardando, al contempo, i livelli occupazionali. Proprio nella logica del rafforzamento delle telecomunicazioni, il Governo si è mosso con alcuni interventi di sistema, nei mesi scorsi, sia per quanto riguarda lo sviluppo del 5G e i limiti alle emissioni sia per quanto riguarda i voucher connettività per i consumatori e le opere civili funzionali alla connessione. Tuttavia, come ricorda la stessa Infratel, il mercato business non è ancora strutturato con prodotti e servizi standard in ambito big data, intelligenza artificiale e blockchain. Si tratta, quindi, di introdurre gli strumenti per dar corso a questi fattori abilitanti e consentire alle reti di garantire connettività, ma anche offrire tutto ciò che va oltre la semplice connettività.

In questo quadro, si comprende anche l'operazione di cessione della rete da parte di TIM che è - occorre ricordarlo - una società quotata. Il Governo ha seguito fin dall'inizio l'operazione, rispettando l'autonomia di TIM, ma pretendendo che il controllo pubblico sulla rete nazionale, elemento assolutamente fondamentale per dare il via libera all'operazione, fosse garantito attraverso una presenza diretta del Ministero dell'Economia e delle finanze. Il 10 agosto 2023, di conseguenza, è stato siglato il memorandum of understanding tra il MEF e il Fondo KKR, che ha previsto l'ingresso del MEF nella Netco, con una percentuale fino al 20 per cento, assicurando un ruolo decisivo del Governo nella definizione delle scelte strategiche. Con DPCM adottato lo scorso 1° settembre, è stata poi autorizzata la partecipazione statale nella Netco di TIM, con un esborso massimo di 2,2 miliardi di euro.

La partecipazione pubblica nasce proprio per scongiurare ogni rischio di perdita di controllo strategico della rete di telecomunicazioni e salvaguardare i lavoratori coinvolti. Con il Ministero del Lavoro si sta portando avanti una proposta mirata per i laboratori di Serco che agevoli i call center e, quindi, il ramo utenti, con i suoi 11.000 occupati…

PRESIDENTE. La prego di concludere.

LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. …in particolare - ho concluso - per le aggregazioni aziendali o di rami di esse, affinché il processo di digitalizzazione del Paese non porti con sé ripercussioni negative e strutturali. Quello appena illustrato è solo uno dei percorsi allo studio. Altre iniziative dirette a tutelare i lavoratori coinvolti saranno vagliate nei momenti di confronto che il Ministero del Lavoro prevede di effettuare con regolarità.

PRESIDENTE. L'onorevole Orlando ha facoltà di replicare.

ANDREA ORLANDO (PD-IDP). Signor Ministro, lei mi ha risposto una cosa che non ha corrispettivo nel codice civile, perché con il 20 per cento lo Stato non esercita alcuna possibilità particolare che non sia già consentita dagli strumenti della golden power. Con il 20 per cento state soltanto dando liquidità a un fondo privato che sta procedendo a una ristrutturazione, scorporando la rete, che non sarà più pubblica, né tricolore o nazionale, come la chiamavate, ma sarà proprietà del fondo che la controllerà.

Il problema che, però, poneva l'interrogazione non era tanto questo, rispetto al quale è evidente che voi state finendo per dare in mani private - a un fondo straniero - un asset assolutamente essenziale per il futuro del Paese. Il problema fondamentale è che scorporando la rete sul soggetto che a quel punto gestirà dei servizi resterà un numero di lavoratori molto superiore a quello dei concorrenti che fanno lo stesso lavoro. Lei non mi può rispondere - lo può fare perché il Regolamento glielo consente - che semplicemente con il 20 per cento della presenza pubblica dentro la rete voi garantirete anche che non ci saranno esuberi nel soggetto gestore dei servizi, perché è sostanzialmente come rispondere - ci aiuta la saggezza popolare - alla domanda: “Dove vai?” “Porto pesci”, perché il 20 per cento dentro la rete non garantisce minimamente che non ci saranno esuberi nel soggetto che sarà chiamato a gestire i servizi.

Quindi, ribadisco che voi state dando soldi a privati per fare esuberi. È il primo caso, credo, nella storia nazionale di privatizzazione con i soldi dei contribuenti ed è un'esperienza che mi pare volete anche ripetere sul fronte dell'Ilva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

(Iniziative volte a potenziare la sicurezza stradale, con particolare riguardo alla circolazione dei veicoli a due ruote – n. 3-00856)

PRESIDENTE. La deputata Maccanti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00856 (Vedi l'allegato A).

ELENA MACCANTI (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, negli ultimi anni gli incidenti stradali che hanno coinvolto i veicoli su due ruote sono purtroppo aumentati. Nel 2022 hanno perso la vita 781 motociclisti e 70 guidatori di ciclomotori. Ma preoccupano anche i numeri degli incidenti con monopattini e bici elettriche: quasi 3.000 nel 2022, con un incremento del 40 per cento.

Occorre, innanzitutto, adeguare le infrastrutture. Pensiamo, ad esempio, ai pericoli per i motociclisti rappresentati dalle barriere protettive attualmente installate sulle strade italiane. Occorre, poi, un approccio pragmatico e non ideologico alla cosiddetta mobilità dolce e occorre intervenire sulla diffusione incontrollata della micro-mobilità elettrica, che costituisce un ulteriore elemento di pericolo, come dimostra il vertiginoso aumento di incidenti in cui è coinvolta.

Per questo, Ministro, le chiediamo quali urgenti iniziative intenda intraprendere per potenziare gli strumenti di sicurezza stradale, con particolare riguardo alla circolazione dei veicoli a due ruote, a beneficio di tutti gli utenti della strada.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, senatore Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.

MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente e grazie all'interrogante. Innanzitutto, buona Santa Lucia a tutti. Ringrazio perché il quesito ha un particolare interesse, in questi 13 mesi di mia presenza al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, non solo come Ministro, ma come genitore. La Commissione trasporti della Camera proprio in questi giorni sta portando avanti l'esame del disegno di legge sulla sicurezza stradale, che contiene rilevanti novità per ridurre il numero di morti e feriti, che sono un dazio assolutamente inaccettabile nelle attuali dimensioni.

La mobilità dolce contribuisce, ovviamente, a ridurre l'inquinamento e il traffico e ad agevolare gli spostamenti nei centri urbani, però per garantire la sicurezza di chi utilizza veicoli a due ruote anche la mobilità dolce dev'essere soggetta a regole chiare. Penso, in primo luogo, ai monopattini, che non esistevano nel codice della strada del 1992, all'esigenza di porre fine a comportamenti diffusi e lesivi dell'interesse pubblico come la sosta selvaggia, l'abbandono e la violazione sistematica delle più comuni regole di circolazione sulla strada, quali velocità e contromano. Contrassegno, assicurazione obbligatoria e casco sono la risposta all'esigenza di diffondere una cultura dell'uso del monopattino improntata al rispetto delle norme di sicurezza e del decoro urbano.

Per quanto attiene ai ciclisti, ci tengo a ribadire che il trasporto con bicicletta è una risorsa importantissima per le nostre città e anche per il turismo nazionale (pensiamo alle agevolazioni per chi le porta a bordo dei treni). Non possiamo rischiare che ad essere messa in gioco, però, sia la vita e la salute dei ciclisti, con improvvisate piste ciclabili con una pennellata di bianco in mezzo all'asfalto stradale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Una striscia non basta a fare una pista ciclabile e, quindi, nel nuovo codice della strada stiamo mettendo tutte le norme di sicurezza per mettere in tutela gli utenti anche delle biciclette, mettendo norme di buonsenso per realizzare nei comuni italiani piste ciclabili protette.

Arriviamo alle due ruote a motore, che danno il dazio di vite umane, ahimè, più impegnativo. È un'utenza vulnerabile, come riconosciuto in altri Paesi europei. Al di là delle chiacchiere, nel disegno di legge di bilancio c'è un emendamento, da me assolutamente condiviso, proposto dai relatori, che prevede lo stanziamento dei primi 75 milioni di euro per i guardrail salvavita, per salvare le vite dei motociclisti (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Questo è un intervento concreto. Quindi sicurezza stradale per tutti, due ruote comprese.

PRESIDENTE. La deputata Maccanti ha facoltà di replicare.

ELENA MACCANTI (LEGA). Grazie, Presidente. Nel dichiararci pienamente soddisfatti, signor Ministro, dalla sua risposta, la vogliamo ringraziare. La vogliamo ringraziare per la concretezza, la determinazione e, devo dire, anche il coraggio che su questi temi ha dimostrato sin dal primo giorno al Ministero. La vogliamo ringraziare anche - lo ha ricordato - per avere voluto consegnare al dibattito parlamentare un disegno di legge per una revisione finalmente organica del codice della strada, abbandonando la via degli interventi ideologici e a spot all'interno di decreti-legge che purtroppo hanno caratterizzato la passata legislatura, con la decisa opposizione del gruppo della Lega (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Oggi il ddl Sicurezza stradale, lo ha ricordato, è all'esame della Commissione trasporti che a brevissimo entrerà nel vivo del dibattito con la discussione degli emendamenti, ci auguriamo davvero in un clima responsabile e costruttivo che veda coinvolte tutte le forze politiche, anche quelle di minoranza. Sono due i principali obiettivi. Il primo è contrastare, signor Ministro, insieme a lei, le principali cause di incidentalità e di morti sulle strade tra cui la distrazione, con conseguente inasprimento delle sanzioni per l'utilizzo del cellulare alla guida, l'uso di alcol e di stupefacenti e l'eccesso di velocità, con una particolare attenzione per gli utenti vulnerabili. Il secondo obiettivo è riportare regole chiare sulle nostre strade, diventate una vera e propria giungla dove oggi nessun utente sa più quale è il suo posto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Concludo, Presidente, dicendo che il gruppo della Lega, signor Ministro, è molto determinato nell'approvare presto e bene questo nuovo codice della strada e ci auguriamo davvero che su questi temi si possa trovare in Parlamento un'ampia convergenza (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

(Elementi e iniziative in merito alle relazioni degli enti locali aventi ad oggetto l'ammontare dei proventi delle sanzioni per infrazioni al codice della strada – n. 3-00857)

PRESIDENTE. Il deputato Caroppo ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00857 (Vedi l'allegato A).

ANDREA CAROPPO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Onorevole Ministro, rimaniamo in tema di sicurezza stradale, che è in cima alla sua agenda di lavoro, alla sua agenda di Governo e di programma. È anche in cima alla nostra ed è fondamentale che ci siano azioni che risultino essere incisive per avere una sicurezza stradale effettiva. Come lei sa, non sempre, però, il controllo delle infrazioni viene fatto in una maniera tale da poter effettivamente aumentare la sicurezza stradale che i cittadini richiedono. Anzi, ci sono alcuni enti locali, alcuni comuni, che utilizzano ancora sistemi di autovelox selvaggi soprattutto per ripianare il bilancio, per rimpinguarlo in qualche modo.

Nel 2019, grazie a un'incessante attività da parte del gruppo Forza Italia e anche da parte del Governo dell'epoca, fu introdotto un decreto che prevede la possibilità di avere un obbligo di relazione da parte dei comuni - questa è una cosa importante - e anche una comunicazione delle modalità con cui le somme incassate vengono utilizzate. Per questo le chiedo, anche a nome dei colleghi, quanti comuni hanno presentato la relazione nel 2022, quanti ancora sono inadempienti, come vengono utilizzate le risorse, quante risorse si incassano dalle multe in generale e quante, in modo particolare, dalla voce degli autovelox.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.

MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. I dati di cui adesso parlo sono consultabili da tutti i parlamentari e i cittadini che ci stanno seguendo sulla piattaforma del Ministero dell'Interno. Nel 2022 hanno presentato la relazione prevista per legge 7.216 comuni, 83 amministrazioni provinciali e 14 città metropolitane. Non hanno presentato la relazione, quindi sono inadempienti, 685 comuni e 5 amministrazioni provinciali. Hanno presentato relazioni incomplete 169 comuni.

L'ammontare complessivo degli introiti derivanti dalle sanzioni per violazioni del codice della Strada relativo al solo anno 2022 risulta pari a 2 miliardi e 700 milioni di euro. Per gli enti che hanno presentato una relazione si procede all'estrazione di un campione per verificare che l'utilizzo dei proventi sia conforme alle finalità previste dal codice della strada, ossia per interventi di manutenzione e ammodernamento stradale, non per spesa corrente, per intenderci, mentre i comuni inadempienti sono segnalati alle procure regionali della Corte dei conti.

Colgo l'occasione per segnalare che la stessa trasparenza e correttezza deve essere riferita alle modalità di rilevazione delle infrazioni al codice della strada. Mi riferisco, in particolare, all'esigenza di porre fine al far west degli autovelox che, anche rispetto alle modalità di installazione e segnalazione, devono essere riportati entro binari attuativi chiari e omogenei. Questo è un altro intervento nel nuovo codice della strada.

Le aggiungo una notizia che sicuramente farà piacere a chi ci sta seguendo: il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti sta procedendo finalmente a definire l'iter di adozione del decreto attuativo delle modalità di uso e di collocazione degli autovelox (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia), che è in elaborazione da 13 anni - neanche l'Iliade, evidentemente - e che conto di portare in Conferenza unificata già entro la fine di questo mese. Il decreto introdurrà vincoli omogenei e chiari applicabili sull'intero territorio nazionale, nella ferma convinzione che l'uso dell'autovelox è fondamentale se ha come finalità esclusiva la tutela della sicurezza della circolazione e della vita umana, non certo per le esigenze di fare cassa da parte di qualcuno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. L'onorevole Caroppo ha facoltà di replicare.

ANDREA CAROPPO (FI-PPE). Grazie, Ministro. Sono confortato dai dati confortanti che ha citato, nel senso che ci avviamo sulla buona strada. Significa che l'azione che Forza Italia ha fatto in questi anni va verso il raggiungimento di risultati positivi. Mi spiace constatare che c'è ancora, mi pare il 10 per cento di comuni, che risulta inadempiente, tra relazioni non presentate o incomplete, e questo stride un po' con le regole che chiediamo ai cittadini di rispettare e le articolazioni dello Stato che invece se ne infischiano, anche laddove è prevista una sanzione.

Quindi, ben venga la segnalazione alla Corte dei conti e soprattutto che il 90 per cento, come prevede il decreto, delle risorse che sono state incassate vengano restituite, in questo caso, e non utilizzate per altri fini.

Sono molto soddisfatto per quello che ci diceva relativamente all'adozione del decreto che attendevamo da 13 anni, questo decreto ministeriale della legge del 2010. Ne avevamo discusso con lei proprio in quest'Aula all'inizio della legislatura, all'inizio dell'anno. Mi auguro, anzi, le chiedo che venga adottato in concomitanza con l'approvando codice della strada - le modifiche al codice della strada - che porta la sua firma, di cui sono relatore insieme alla collega Maccanti. Credo che attraverso queste azioni - il decreto del 2019, questo decreto che a breve entrerà in vigore e soprattutto la riforma del codice della strada - noi otterremo una sicurezza della strada vera, raggiungeremo una sicurezza della strada vera e finiremo davvero di consentire a qualche comune furbacchione di mettere ancora le mani nelle tasche dei cittadini (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).

(Elementi in merito alla realizzazione delle opere infrastrutturali liguri, con particolare riferimento alla riduzione dei tempi di percorrenza sulla tratta ferroviaria Milano-Genova e ai lavori del Terzo Valico – n. 3-00858)

PRESIDENTE. L'onorevole Pastorino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00858 (Vedi l'allegato A).

LUCA PASTORINO (MISTO-+EUROPA). Grazie, signor Presidente, e grazie, signor Ministro. Questa è un'interrogazione che segue a una nostra precedente del 19 aprile di quest'anno, con la quale si chiedevano informazioni circa l'evoluzione del quadruplicamento della linea Milano-Genova. La risposta era stata di questo tenore: Rogoredo e Pieve Emanuele ok, finanziamento e progetto pronti a partire. Su Pieve Emanuele-Pavia e Tortona-Voghera non c'era ancora la progettazione, ma soltanto fasi preliminari e soprattutto non finanziamenti, sui quali, però, il Ministero era al lavoro per individuare sia le soluzioni progettuali finali sia anche i finanziamenti conseguenti e necessari.

C'è poi la questione importante del Terzo Valico. Abbiamo letto di uno sventato stralcio dell'opera dal PNRR in un dibattito tra lei e il Ministro Fitto, che è stato sui giornali, per cui il quesito è molto semplice: se voglia fornire maggiori dettagli riguardo l'evoluzione delle opere infrastrutturali liguri, con specifico riferimento alla riduzione dei tempi di percorrenza sulla tratta ferroviaria Milano-Genova, indicando tempistiche e modalità di finanziamento di ciascuno degli interventi previsti per la realizzazione dei lavori del Terzo Valico, comunicando i tempi di realizzazione e, se possibile, i dettagli del finanziamento.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, senatore Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.

MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. La ringrazio, perché mi permette di aggiornare quest'Aula e chi ci segue su quello che si è fatto nei mesi che intercorrono fra aprile e oggi. Parliamo del quadruplicamento per fasi funzionali della Milano-Genova, tra Milano Rogoredo e Pavia.

Sono previste due fasi: per la prima fase, tra Rogoredo e Pieve Emanuele, per un costo di 328 milioni di euro, totalmente già finanziati, lo scorso 19 maggio è avvenuta l'aggiudicazione dell'appalto e il successivo 29 maggio sono state consegnate le prestazioni all'appaltatore. Ad oggi, è in corso la progettazione esecutiva. Nel mese di novembre, ultimo scorso, sono state avviate le attività propedeutiche per la realizzazione dell'opera.

Per la seconda tratta, Pieve Emanuele-Pavia, è prevista la realizzazione di una nuova coppia di binari per 18 chilometri, con la trasformazione in fermata della stazione di Certosa di Pavia. Confermo che, in base alle stime che abbiamo verificato, il costo è di 636 milioni di euro e attualmente sono al vaglio dei tecnici diverse soluzioni per individuare la copertura finanziaria più coerente con l'intervento. Dopo la legge di bilancio e i contratti di programma, vedrò di essere più preciso.

I benefici attesi per entrambe le fasi sono l'incremento della capacità degli attuali 10 a 20 treni a ora per direzione e la separazione dei traffici suburbani, regionali, lunga percorrenza e merci. Per il quadruplicamento della Tortona-Voghera, è in corso la verifica dell'adeguamento del progetto di fattibilità tecnico-economica. L'avvio della Conferenza dei servizi è previsto entro il primo semestre dell'anno entrante 2024. Anche per questa tratta, confermo l'impegno all'individuazione delle risorse necessarie.

Quanto agli interventi afferenti al progetto unico nodo di Genova-Terzo Valico dei Giovi, come lei ricordava, il MIT ha lavorato al massimo e su più fronti per garantire l'impegno a completare, entro il 2026, come previsto, l'intervento.

Nelle rimodulazioni del PNRR, abbiamo confermato l'intervento nella misura 1.2, ottenendo un incremento del finanziamento per ulteriori 290 milioni. Siamo contemporaneamente intervenuti a livello nazionale, sia con il decreto Asset, che con la manovra di bilancio, per garantire un'ulteriore copertura del costo delle varianti tecniche per causa di forza maggiore e sorpresa geologica.

Taglio altri passaggi tecnici, però devo arrivare alla conclusione in 30 secondi. Sul profilo dei tempi, durante lo scavo meccanizzato per le gallerie verso Voltri, si sono verificati alcuni problemi tecnici che hanno reso necessario lo smontaggio della talpa, ma, nonostante le complessità tecniche dell'opera, garantiamo che siamo al lavoro per l'ultimazione, in coerenza con i tempi del PNRR.

Concludo, osservando che lo scenario 2026 determinerà una riduzione dei tempi di percorrenza tra Milano Centrale e Genova Piazza Principe di circa 19 minuti, con una percorrenza stimata di 1 ora e 7 minuti. Post 2026, con il completamento del quadruplicamento sulla tratta Milano-Tortona, il tempo di percorrenza fra Milano e Genova si ridurrà a meno di 1 ora (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Pastorino ha facoltà di replicare.

LUCA PASTORINO (MISTO-+EUROPA). Intanto la ringrazio per l'aggiornamento e la risposta. In realtà, grandi ragionamenti non ce ne sono. Le chiedo di rinnovare l'impegno - che ha ribadito anche oggi - suo e del Vice Ministro Rixi, perché, ad oggi, se la progettazione tra Rogoredo e Pieve Emanuele ormai sembra cosa fatta, la percorrenza Milano-Genova da questo tratto è toccata poco. Le altre due tratte sono ancora un po' indietro.

Non ho motivo di dubitare della sua volontà e quindi chiedo a lei e al Vice Ministro Rixi di confermare l'impegno anche a trovare, dopo la legge di bilancio, come ha detto lei, i finanziamenti necessari, perché 1 ora e 7 minuti la impiegheremo, non so, magari alle 11,30 del mattino, ma credo che, nell'ora di punta, se non risolviamo il nodo Tortona-Voghera, saremo sempre sull'ora e mezza, con il ritardo del treno che si ferma a Tortona sistematicamente. Questo lei lo sa bene, come lo sa bene Rixi e come lo so bene io.

La ringrazio per la risposta e la precisazione sul Terzo Valico, che è un'opera che ci interessa moltissimo da questo punto di vista. Sappiamo anche degli inconvenienti di natura tecnica che sono capitati. La ringrazio per aver mantenuto il finanziamento, che mi auguro sia, a questo punto, consolidato e complessivo. Apprendiamo positivamente la notizia che i tempi del 2026 saranno mantenuti. L'ha detto prima. Questo è un impegno che le chiedo anche a nome di una comunità che aspetta quest'opera da tanto tempo, al di là delle problematiche. E soprattutto le chiedo di nuovo, fuori dal testo, di confermare quell'impegno di quadruplicamento complessivo della linea. Diversamente, non ci sarà alcun effetto sulla movimentazione dei passeggeri, perché quel punto di strozzatura è evidente a tutti, lo conosciamo tutti e, quindi, l'ora e mezza, che oggi è indicata sugli orari, non viene mai rispettata, se non fatti salvi gli orari dove i treni passano poco, ossia verso le 11,30 e 11,45 della mattina. Questa è una cosa che, da qua a un futuro prossimo, vorremmo fosse evitata. Dunque, la ringrazio e, se permette, la solleciterò di nuovo su quest'argomento in un prossimo futuro.

(Elementi e iniziative in relazione agli incidenti sulle linee ferroviarie e ai connessi ritardi nella circolazione - n. 3-00859)

PRESIDENTE. La deputata De Monte ha facoltà di illustrare l'interrogazione Faraone ed altri n. 3-00859 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

ISABELLA DE MONTE (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Signor Ministro, come detto, l'interrogazione di oggi riguarda lo stato della rete ferroviaria italiana e, in generale, del trasporto. Sono dati che lei conosce bene, ma vorrei qui ripeterli. C'è una rete importante di 18.000 chilometri, 5.000 passaggi a livello e 12 diversi gestori di infrastruttura. Anche il traffico è importante, perché ci sono treni non solo merci, ma anche passeggeri, e per lo sviluppo dell'Alta velocità, chiaramente, questi sono tutti elementi che incidono sullo stato della rete.

Conosciamo i dati ufficiali del 2022, ma le chiediamo in quest'occasione e i dati provvisori del 2023, relativi agli incidenti che, purtroppo, ci sono, ma anche ai ritardi. E soprattutto, vorremmo sapere qual è l'intendimento del Governo per ridurre questi incidenti, le situazioni di pericolosità e i ritardi, che, ovviamente, a volte creano disagio e causano anche la mancanza di coincidenze, ben sapendo, signor Ministro, che queste lamentele, purtroppo, provengono da chi viaggia, da chi studia e da chi lavora.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, senatore Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.

MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. La ringrazio, a nome degli utenti della linea ferroviaria italiana, compreso il Ministro, per l'interrogazione, che mi permette, come lei chiede, di aggiornare su alcuni dati, perché la sicurezza dei lavoratori e dei viaggiatori è prioritaria per il Governo e per il mio Ministero.

Venendo subito alla prima risposta, alla luce dei dati trasmessi dal gruppo Ferrovie Italiane-ANSFISA, nel corso del 2023, si sono verificate due collisioni fra treni: la prima, il 17 aprile, presso la stazione di Firenze Rifredi, tra due treni merci; la seconda, lo scorso 10 dicembre, nei pressi di Faenza, fra un treno passeggeri Frecciarossa e un treno regionale. In entrambi gli incidenti fortunatamente non si sono registrati danni rilevanti alle persone, ma solo alcuni feriti lievi.

In occasione della collisione avvenuta in Toscana, è stato rilevato un difetto latente di progettazione dell'apparato di sicurezza di Firenze Rifredi. Su tale tematica, ANSFISA ha emanato un'apposita raccomandazione, indirizzata a tutti i gestori dell'infrastruttura per sollecitare interventi di mitigazione dei rischi. Sul recentissimo evento di Faenza, invece, sono in corso approfondimenti da parte di ANSFISA. Il giorno successivo all'accaduto ho inviato personalmente dei rappresentanti del MIT per ispezionare i luoghi insieme alla Polfer.

Circa i ritardi, che interessano, ovviamente, milioni di persone al giorno, l'episodio del recente 10 dicembre ha prodotto, ad esempio, il ritardo di 55 treni e la soppressione di altri 76. I dati sulla puntualità, aggiornati al 10 dicembre 2023, riportano: i servizi regionali hanno registrato una puntualità del 90 per cento; i servizi di lunga percorrenza hanno registrato una puntualità dell'85 per cento; i servizi Alta velocità hanno registrato una puntualità del 77 per cento.

Ovviamente, questi dati, seppur evidentemente positivi, non escludono l'esigenza di intensificare ulteriori sforzi comuni per migliorare la qualità del servizio, come nel contratto di programma fra MIT e RFI, parte investimenti e parte servizi per il quadriennio 2022-2026, abbiamo previsto investimenti complessivi per 23 miliardi di euro per interventi sulla rete ferroviaria. Di questi, 13 miliardi sono destinati allo sviluppo e al potenziamento tecnologico e infrastrutturale della rete e altri 5 miliardi alla manutenzione straordinaria e alla sicurezza della circolazione. Chiudo: ovviamente c'è l'evento non dipendente dalle Ferrovie dello Stato o da altri. Oggi, ad esempio, sulla linea Genova-La Spezia ci sono stati ritardi fino a 90 minuti per l'investimento di una persona nei pressi di Rapallo, però i 23 miliardi di cui parlavo, di investimenti in manutenzione, sviluppo, potenziamento tecnologico e sicurezza sicuramente ci permetteranno di recuperare qualche anno di mancata manutenzione (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La deputata Gadda ha facoltà di replicare.

MARIA CHIARA GADDA (IV-C-RE). Grazie Presidente. Ministro Salvini, noi le abbiamo chiesto i dati del 2023 proprio perché è necessario monitorare l'andamento e il deterioramento della nostra rete ferroviaria. Un Paese che non ha una rete ferroviaria e anche un'Alta velocità efficiente è un Paese che perde in competitività. Come abbiamo detto, i numeri dimostrano che la nostra rete ferroviaria, con particolare riferimento all'Alta velocità, inizia un po' a scricchiolare, quindi è fondamentale e noi le chiediamo - e le ribadiamo - che questi 23 miliardi che ha citato davvero vengano messi a terra, perché la migliore prevenzione rispetto a questi incidenti è sicuramente la manutenzione, non soltanto le grandi opere. C'è un grande tema e un grande capitolo: parliamo di Alta velocità soltanto fino a Salerno, quindi dobbiamo evitare che ci siano tagli anche in questa legge di bilancio rispetto alle infrastrutture ferroviarie. Con rammarico, mi consenta di dire che noi siamo favorevoli a un'opera importante come il Terzo valico, però aver dirottato quelle risorse tagliandole alla rete adriatica non riteniamo sia una cosa giusta. Oltre agli interventi straordinari e alle infrastrutture che servono anche per il Sud Italia, ci sono quei piccoli interventi che riguardano il rafforzamento delle banchine e delle barriere, proprio per impedire - come lei ha ricordato - l'attraversamento delle persone, che causano morti, ritardi e incidenti, ma anche per esempio l'attraversamento degli animali. Quindi, abbiamo un'importante rete ferroviaria, che deve essere gestita quotidianamente in termini di manutenzione. Un ultimo rammarico: quel taglio di 500 milioni al Sistema europeo di sicurezza, all'Ertms, sicuramente non è un buon punto di partenza. Quindi, le chiediamo un impegno per ripristinare quelle risorse e per metterle a terra (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

(Iniziative volte a destinare in via prioritaria le risorse disponibili ad interventi di sviluppo e messa in sicurezza della rete ferroviaria – n. 3-00860)

PRESIDENTE. L'onorevole Fede ha facoltà di illustrare l'interrogazione Francesco Silvestri ed altri n. 3-00860 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

GIORGIO FEDE (M5S). Grazie Presidente e grazie Ministro. L'interrogazione - e l'interrogativo - che si pongono molti italiani è proprio questo: il ponte sullo Stretto o la sicurezza? Questa è la domanda che ci facciamo, ancora di più quando, in solamente 15 giorni, registriamo due incidenti sulla rete ferroviaria, quelli avvenuti in Emilia-Romagna e in Calabria, un tragico bilancio con 2 morti e 25 feriti, per fortuna lievi. Tuttavia, è un bilancio che ci pone l'interrogativo su quali siano le carenze in termini di qualità della nostra rete e dei servizi, sul perché l'Italia non vada tutta in Alta velocità, ma vada a due o tre velocità. Pensate che le Freccerosse sono sottoutilizzate e viaggiano in concorrenza con treni regionali, che, anziché andare avanti a 300 all'ora, arretrano e tamponano altri treni. Allora questo, Presidente e Ministro, ci impone di investire ancora di più in sicurezza, di investire nel potenziamento della rete per dare servizi a tutti gli italiani. Quindi, le chiediamo che senso abbia definanziare i servizi di sicurezza europei di gestione del traffico e le opere che dovrebbero servire per rendere accessibile e migliore l'Italia e investire solamente in un'opera faraonica, su cui in molti ci poniamo dubbi e che viene finanziata definanziando lo sviluppo di Calabria e Sicilia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, senatore Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.

MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie. La risposta è: il ponte sullo Stretto e la sicurezza. Le due cose possono stare insieme dopo 50 anni di chiacchiere, non vedo onestamente cosa c'entri un'opera con l'altra (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia - Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Sulla rimodulazione degli investimenti per i servizi di sicurezza (in termini tecnici, Ertms) previsti dal PNRR, siamo dovuti intervenire per l'impossibilità di rispettare i tempi previsti dal piano, giugno 2026, previsti dal suo Governo evidentemente. Manca il materiale; noi spendiamo i soldi per quello che possiamo mettere a terra entro il giugno 2026. Questo vale anche per la linea ferroviaria adriatica, così come per il passante ferroviario di Trento. Quello che verrà finito dopo giugno 2026 verrà finanziato con risorse nazionali e non con i fondi del PNRR, perché la tempistica è quella di cui parlavo. La riduzione del chilometraggio, obiettivo del target del PNRR, di cui l'amico del MoVimento 5 Stelle dovrebbe essere ovviamente a conoscenza, da 3.400 chilometri a 2.785 chilometri, risponde - come dicevo - al fatto che i lavori devono finire entro il giugno 2026. Nonostante tali difficoltà, noi prevediamo di attrezzare con le reti di sicurezza ferroviaria tutte le linee dell'infrastruttura ferroviaria nazionale entro il 2036, quindi in anticipo di 14 anni rispetto agli obiettivi europei del 2050. Quindi, non si tratta in alcun modo di definanziare alcuna misura; si tratta semplicemente di rispettare i tempi che l'Unione europea ci ha concesso.

Un'ultima riflessione sulla presunta correlazione negativa denunciata tra gli investimenti dedicati al ponte sullo Stretto e quelli per le infrastrutture viarie e ferroviarie: il ponte sullo Stretto non ha un euro di finanziamento del PNRR - come tutti sanno - e si inserisce in un contesto dove stiamo investendo 30 miliardi per modernizzare le strade, le autostrade e le ferrovie in Sicilia e altri 30 miliardi per strade, autostrade e ferrovie in Calabria. Io rispetto chi, per ideologia, è contrario alle piccole, medie e grandi opere e son contento lunedì di essere all'apertura dei lavori della TAV a Chiomonte, perché l'Italia ha bisogno di più opere, non di meno opere, altrimenti andiamo in giro a cavallo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La deputata Scutellà ha facoltà di replicare.

ELISA SCUTELLA' (M5S). Grazie, signor Presidente. Ministro, questa risposta non ci soddisfa proprio per niente. Innanzitutto, le frottole le vada a raccontare da qualche altra parte e non qui dentro (Proteste dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). In secondo luogo, le racconto io la verità…

PRESIDENTE. Colleghi!

ELISA SCUTELLA' (M5S). … anche se i colleghi non mi fanno parlare, perché forse la verità dà fastidio. Gliela racconto io: mentre c'è un'Italia che soffre perché ci sono dei disastri ferroviari e delle stragi ferroviarie, come quella che è avvenuta a casa mia, a Corigliano-Rossano, con 2 morti, mentre io sono calabrese e c'è la 106, la strada della morte, a cui lei non ha destinato neanche un soldo…

MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Tre miliardi. Ci mettiamo 3 miliardi!

ELISA SCUTELLA' (M5S). Mi faccia terminare! Presidente, per piacere vorrei terminare la mia replica. Mentre c'è tutto questo, lei, che è il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, che cosa fa? Lei prende, con un vero e proprio scippo, i soldi dei cittadini calabresi e dei cittadini siciliani per finanziare il suo giocattolo, il ponte sullo Stretto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Glielo dico io che sono calabrese, perché forse lei non si ricorda (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)…

PRESIDENTE. Per cortesia!

ELISA SCUTELLA' (M5S). …neanche dove sta la Calabria! Forse ci viene solo in campagna elettorale a fare qualche bagno. Lei in campagna elettorale in Calabria aveva detto che avrebbe fatto opere e infrastrutture e avrebbe portato delle strade e delle ferrovie. È quello che vogliamo in Calabria e in Sicilia. Noi vogliamo questo! I cittadini del Sud vogliono questo. Non vogliamo essere cittadini di serie B (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). A noi il ponte sullo Stretto non serve. Non so se lei ne è già a conoscenza, ma il presidente della regione Sicilia, Schifani, si è già tirato indietro, perché non si può accettare il fatto che lei finanzi le “sue” opere - perché, ripeto, i cittadini del Meridione non le vogliono - un miliardo e mezzo, anzi più di un miliardo e mezzo, con i soldi dei cittadini calabresi e dei cittadini siciliani. E le dico un'ultima cosa, signor Ministro: ci ridia i soldi e il ponte, il suo giocattolo, se lo faccia regalare da Babbo Natale o dalla Befana (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Proteste di deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Grazie, tempi rispettati, precisi. Tempi rispettati. Grazie onorevole Scutella'.

(Iniziative volte a potenziare i controlli sulla rete ferroviaria nazionale, al fine di tutelare la sicurezza di lavoratori e passeggeri – n. 3-00861)

PRESIDENTE. Il deputato Amich ha facoltà di illustrare l'interrogazione Foti ed altri n. 3-00861 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

ENZO AMICH (FDI). Egregio Ministro, la sera del 10 dicembre, all'altezza di Faenza, come ho prima ricordato, è avvenuto un tamponamento fra un Frecciarossa e un treno regionale, con un bilancio di 17 feriti.

Come d'obbligo, la procura, ovviamente, indaga per disastro ferroviario colposo. Da una prima ricostruzione dei fatti, il Frecciarossa avrebbe urtato il convoglio regionale mentre era fermo, prima di una manovra per allinearsi al semaforo disposto a via impedita. Stando alle notizie degli organi di informazione, la linea ferroviaria Bologna-Rimini sarebbe utilizzata sia da treni ad alta velocità sia da intercity e regionali. L'incidente ha causato notevoli disagi all'utenza.

Lo scorso 28 novembre, in località Thurio, presso Corigliano-Rossano, un camion ha urtato un treno in transito, causando una vera e propria tragedia: la morte del capotreno e dell'autista del camion. Mi permetta di dire che queste tragedie toccano tutti e non vanno assolutamente strumentalizzate per fini politici (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Il 23 ottobre, problemi alla linea elettrica su un Frecciarossa in viaggio tra Roma e Napoli hanno causato gravi disagi ai passeggeri, soprattutto alla stazione Termini e ad altre stazioni della capitale, con ripercussioni sull'intero territorio nazionale.

In seguito all'incidente verificatosi in Calabria è stato annunciato un investimento di 500 milioni di euro per la messa in sicurezza della rete ferroviaria nazionale.

Tanto premesso a fatti che conosce perfettamente, per chiedere a lei, Ministro, se e quali iniziative intenda assumere per tutelare la sicurezza dei passeggeri e dei lavoratori e per potenziare i controlli sulla rete ferroviaria nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, senatore Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.

MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. La ringrazio perché mi permette di completare il quadro sulle risposte sugli investimenti in sicurezza. Per quanto attiene l'evento del 10 dicembre a Faenza, come ho risposto poc'anzi, sono in corso gli accertamenti per appurarne le cause.

In merito alla collisione del 28 novembre tra il treno passeggeri di Trenitalia e un automezzo che era sui binari, nonostante i passaggi a livello e il semaforo rosso, la società ANSFISA ha accertato che, in corrispondenza di tale passaggio a livello, il treno ha urtato un veicolo pesante ed è rimasto fermo all'interno delle barriere, con conseguenze, ahimè, mortali. Anche su questo sono in corso gli approfondimenti.

Veniamo ai passaggi a livello. Abbiamo detto di quello che stiamo investendo per i sistemi di sicurezza lungo i binari. Abbiamo già avviato una campagna di ispezioni specifiche per quello che riguarda il miglioramento della situazione. Al 31 dicembre 2022, i passaggi a livello esistenti sull'infrastruttura ferroviaria nazionale gestita da RFI risultavano pari a 4.135 unità, 41 in meno dell'anno precedente. Come stiamo investendo i soldi per i prossimi anni? È prevista una soppressione di 58 passaggi a livello entro il 2023, di altri 107 passaggi a livello nel 2024, di 144 passaggi a livello nel 2025, di 165 nel 2026 e di 292 dal 2026 a seguire, quindi, evidentemente, un miglioramento della sicurezza della circolazione ferroviaria e automobilistica.

Per quanto riguarda l'upgrade tecnologico, proprio lo scorso 1° dicembre - ovviamente, non in conseguenza degli eventi luttuosi, era già pianificato da tempo -, RFI ha pubblicato un bando di gara di quasi mezzo miliardo di euro per la progettazione e realizzazione di sistemi tecnologici denominati “dispositivi di protezione automatica integrativa”. Inoltre aggiungo che, nel piano industriale 2024-2033, oltre agli stanziamenti annuali per questa tecnologia, il gruppo Ferrovie dello Stato Italiane ha previsto risorse per interventi per la sicurezza della rete aggiuntivi, quali manutenzione dei ponti, del corpo stradale, del dissesto idrogeologico e i sistemi di sicurezza delle gallerie.

Io penso che il trasporto ferroviario pendolare, regionale, merci, alta velocità sia fondamentale. Stiamo spendendo una quantità di miliardi di euro che non ha precedenti nella storia della Repubblica e io penso che questo numero di incidenti e di ritardi, negli anni a venire, possa sicuramente diminuire (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La deputata Longi ha facoltà di replicare.

ELIANA LONGI (FDI). Grazie, Ministro, come sempre, è stato esaustivo e siamo pienamente soddisfatti delle sue risposte, anche perché abbiamo avuto l'occasione di approfondire e spiegare agli italiani tutte le risorse economiche che questo Governo sta mettendo in campo per opere di ammodernamento basate sulla sicurezza non solo dei lavoratori, ma anche dei passeggeri che, comunque, sono attribuibili a chi, nel passato, ha fatto scelte diverse da quelle che questo Governo sta mettendo in campo e, magari, riversate su altri fronti.

Oggi, le tecnologie che abbiamo in Italia sono sicuramente invidiabili e invidiate anche dal resto del mondo, perché già raggiungono altissimi livelli tecnologici. Nonostante questo, questo Governo e lei, Ministro, state continuando a investire.

Con riferimento agli investimenti, come ben sappiamo, come la collega calabrese ha espresso il suo pensiero, io, da siciliana, non posso esimermi dall'esprimere il mio pensiero, che è di totale apprezzamento per i lavori non solo di ammodernamento, ma sulle nuove infrastrutture che, da quando io ho memoria, in Sicilia non sono mai esistite (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier). Mi riempie d'orgoglio, ogni settimana, attraversare la Catania-Palermo e vedere una continua evoluzione dei cantieri ferroviari per l'alta capacità e, soprattutto, da quando siamo andati insieme ad inaugurare il cantiere di Taormina, i grandi passi che sono stati fatti. Accolgo ora con grande piacere l'arrivo della terza talpa, che andrà a scavare il lotto 4B, che realizzerà la galleria sotto Enna. Voglio, contestualmente, tranquillizzare tutti quelli che dicono che sono stati sottratti fondi sulla ferrovia siciliana, cosa che non è assolutamente vera, non sarebbe possibile. Non può sfuggire il fatto che abbiamo 6 lotti in esecuzione (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier), cosa che non potrebbe sussistere se questi lotti fossero stati realmente definanziati. Quindi, la ringrazio per averci dato anche l'occasione per ribadire questo a chi, ogni giorno, cerca di demolire il grande lavoro che questo Ministero pone in essere (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).

(Intendimenti del Governo in merito all'energia nucleare, nell'ottica del raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica – n. 3-00862)

PRESIDENTE. La deputata Ruffino ha facoltà di illustrare l'interrogazione Richetti ed altri n. 3-00862 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

DANIELA RUFFINO (AZ-PER-RE). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, parliamo di nucleare e, in particolare, di una sua affermazione, signor Ministro, quando ha detto di escludere la costruzione delle nuove centrali nucleari e di pensare soltanto ai distretti industriali o alle singole aziende energivore che potrebbero dotarsi di piccoli reattori modulari di quarta generazione.

Non ci è chiaro, signor Ministro, come ci si possa dichiarare favorevoli al nucleare, da un lato, e, dall'altro lato, contro la costruzione di centrali multireattore e, quindi, soprattutto, come intenda raggiungere nei tempi previsti l'obiettivo di azzeramento di emissioni nette. Dobbiamo dire questo perché pensiamo al solo mix basato su fonti rinnovabili e fossili. Un'ultima cosa: il timore che Azione ha e che porta in Aula è che queste scelte possano ostacolare la decarbonizzazione, aspetto che desideriamo scongiurare (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere.

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie, Presidente. Ringrazio gli interroganti per la loro istanza. Le tecnologie del nucleare di nuova generazione, oltre a garantire maggiore sicurezza e autonomia energetica, hanno un ruolo importante da svolgere nella transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio e nel futuro mix energetico del Paese. La loro strategicità nella transizione energetica verso la neutralità climatica è evidenziata dalla proposta di aggiornamento del Piano nazionale integrato per l'energia e il clima e perciò sono state inserite tra gli ambiti tecnologici prioritari per il sistema di ricerca da sviluppare al 2030. Si pensi agli small modular reactor e agli advanced modular reactor, che hanno in comune due caratteristiche principali: la piccola taglia, specie rispetto alle centrali convenzionali, e la modularità, con evidenti vantaggi sia in termini di riduzione dei tempi di costruzione sia di costo dell'investimento. Loro stessi, nella loro istanza, parlano di centrali multimodulari.

Nel lungo termine, cioè oltre il 2050, anche la fusione nucleare sarà in grado di garantire un apporto alla sostenibilità del fabbisogno energetico. Il nostro Paese è impegnato nel suo sviluppo con ruolo da protagonista, nell'ambito del progetto internazionale “ITER” e del programma comunitario “EUROfusion”.

In linea con quanto accolto dalle mozioni di maggioranza lo scorso 9 maggio, ma anche di gruppi di minoranza che le hanno sostenute, è stata istituita presso il Ministero la Piattaforma nazionale per il nucleare sostenibile, con l'obiettivo di definire in tempi certi un percorso orientato alla possibile ripresa dell'utilizzo dell'energia nucleare in Italia nonché alla crescita della filiera industriale nazionale già operante nel settore.

Lo sviluppo della filiera nucleare e i progressi tecnologici attesi per questi anni porteranno auspicabilmente all'incremento di investimenti privati da parte dei distretti industriali e delle aziende energivore per la costruzione di piccoli reattori di quarta generazione e lo Stato deve essere pronto ad essere soggetto regolatore. Naturalmente potrà esserci, a modello attuale dell'intervento energetico, una compartecipazione. Tuttavia, questo ragionamento non vuole rappresentare una chiusura aprioristica nei confronti dei reattori di grande taglia di ultima generazione e, soprattutto, non preclude l'inserimento della fonte nucleare nel mix energetico del Paese, come già ribadito in molteplici occasioni.

Alla domanda ho risposto, in questo momento non è nel programma di Governo la costruzione di una grande centrale, perché sarebbe di terza generazione. Però, gli studi e la sperimentazione stanno andando avanti così velocemente che la valutazione dovrà essere fatta al momento opportuno.

PRESIDENTE. L'onorevole Richetti ha facoltà di replicare.

MATTEO RICHETTI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Ministro, potremmo dire: non confermo e non smentisco. Non si è capito. L'idea che possiamo avere il nucleare senza le centrali nucleari ha lasciato perplesso anche il Ministro che ha appena lasciato l'Aula, il suo collega Salvini, perché l'importante è avere una posizione. Il mio collega Bonelli ha una posizione molto chiara sul nucleare, Azione ce l'ha molto chiara sul nucleare e ce l'ha chiara in virtù, Presidente, dei seguenti dati. Secondo l'Intergovernmental panel on climate change, il nucleare attuale, Ministro, produce - lei giustamente prefigura la ricerca, la quarta generazione e così via - durante tutto il ciclo di vita circa la metà della CO2 del fotovoltaico. Non lo dico io, non lo dice il Presidente, non lo dice Bonelli, lo dice l'IPCC. La United Nations Economic Commission for Europe sostiene che il nucleare ha un impatto sull'ecosistema minore sia dell'eolico sia del fotovoltaico. Tutti i Paesi del G20 attualmente producono o hanno intenzione di produrre energia nucleare. Io non sono un tifoso del nucleare, sono però tifoso di un Paese che provi a risolvere i problemi che ha e i problemi che abbiamo, Ministro sono - lei ha fatto riferimento ad una commissione che provi a capire l'orientamento circa il da farsi - che se ritardiamo l'avvio e la ripresa, se non ci mettiamo di fronte al tema del nucleare, noi avremo tre conseguenze dirette. La prima l'abbiamo già avuta col Governo Draghi. Infatti, quando l'Ucraina è stata invasa dalla Russia, abbiamo riacceso le centrali a carbone, né io né lei ma il Governo precedente. La seconda è che noi non risolveremo il problema dell'intermittenza, perché come tutti sanno sulle rinnovabili c'è un problema di continuità della produzione che il nucleare risolve. La terza, come diceva la mia collega Ruffino, è che noi, così, allontaniamo l'indipendenza dalle energie più inquinanti e questo dovrebbe essere un obiettivo che unisce tutto il Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

(Intendimenti del Governo in ordine all'adesione al Boga, l'alleanza dei Paesi impegnati a non rilasciare nuove autorizzazioni per la ricerca e l'estrazione di combustibili fossili, e all'interruzione dei sussidi alle fonti fossili – n. 3-00863)

PRESIDENTE. Il deputato Bonelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00863 (Vedi l'allegato A).

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, lei sa che questa mattina è terminata la Conferenza sul clima a Dubai. Sono state ore serrate di trattative. Non me ne voglia, lei non stava lì, non stava a Dubai, stava da altre parti e, francamente, vedere i Ministri dell'Ambiente di tutto il mondo battersi per garantire una prospettiva, un futuro a questo pianeta e vedere che l'Italia non c'era è stato - lo dico da italiano, principalmente - motivo di grande imbarazzo e anche di grande pena. Tuttavia, non è su questo che la vogliamo interrogare oggi, perché i piani energetici di questo Governo sono tutti basati sulle fonti fossili, anche per gli investimenti all'estero.

Quindi, le chiedo: rispetto a quello che si è deciso a Dubai, volete cambiare i vostri piani, meno rigassificatori, meno trivelle nel Golfo di Napoli, a Venezia, a Sorrento, sulle isole Egadi? Volete smetterla con questo piano Mattei che è una forma predatoria per prendere il gas dell'Africa? Vogliamo puntare sulle rinnovabili?

Insomma, volete aderire a questa alleanza che dice “no” alle fonti fossili? Perché ancora oggi l'Italia non ne fa parte. Mentre avete aderito sul nucleare e altre questioni, avete deciso di stare fuori da questa grande e importante alleanza. Attendiamo una sua risposta (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Il Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, onorevole Giberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere.

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie, Presidente. Ringrazio gli interroganti. In merito alle specifiche richieste degli interroganti, si rappresenta che l'Italia è già tra i Paesi definiti “amici del Boga”, insieme, tra gli altri, a Finlandia e Lussemburgo, e vi partecipa in qualità di osservatore.

A tal proposito, si ricorda che la maggioranza dei Paesi dell'Unione europea non risulta in alcun modo affiliata al Boga, non comparendo né tra i Paesi membri né tra i cosiddetti Paesi amici. Tra gli assenti ricordo anche Germania, Olanda, Austria, Grecia e Slovenia.

In ogni caso, permane l'impegno italiano al processo di decarbonizzazione delineato dal Piano nazionale integrato per l'energia e il clima, rafforzato dal documento finale - proprio quello che lei ha citato - della COP28, che ribadisce la necessità di abbandonare progressivamente i combustibili fossili nei sistemi energetici, in modo giusto, ordinato ed equo, accelerando l'azione in questo decennio critico, in modo da raggiungere lo zero netto entro il 2050.

L'impegno preso dalla COP28 rimarca la necessità di riduzioni profonde, rapide e sostenute delle emissioni di gas a effetto serra e invita i Paesi, tra le altre cose, a contribuire a uno sforzo globale per triplicare le rinnovabili, raddoppiare il tasso di miglioramento dell'efficienza energetica, ridurre le emissioni di metano entro il 2030 in vista di un progressivo abbandono delle fonti fossili nel settore energetico.

A tal riguardo, tra le azioni previste dall'accordo della COP28 vi è la graduale eliminazione dei sussidi inefficienti alle fonti fossili il prima possibile, senza alcuna ripercussione negativa sulla povertà energetica o sulla giusta transizione. A tal proposito, il Governo, attraverso la delega fiscale, ha già previsto un percorso di progressiva rimodulazione o soppressione dei sussidi ambientalmente dannosi, per favorire il raggiungimento degli impegni presi a livello internazionale.

Ci tengo a precisare, rispetto alle polemiche, alle sterili polemiche che in queste ore ho avuto modo di leggere, che il Governo e il Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica sono stati sempre presenti e sono tuttora presenti a Dubai con gran parte della propria delegazione, attraverso i rappresentanti istituzionali, il sottoscritto, il Vice Ministro Gava, il rappresentante per il clima e, naturalmente, la struttura. Attraverso un lavoro di squadra abbiamo partecipato a tutto il negoziato, naturalmente concorrendo con il capofila, che era il Presidente del Consiglio europeo pro tempore, perché l'Unione europea parlava tramite Teresa Ribeira, che è l'attuale capofila, e attraverso un lavoro di squadra abbiamo negoziato anche importanti risultati per l'Italia che è riuscita a fare emergere il ruolo delle nuove tecnologie, anche inserendo il concetto dei biocarburanti, a bassa emissione, nel processo di decarbonizzazione.

Abbiamo chiuso stamattina alle 6, come lei sa, a dimostrazione di quanto il pensiero diventi materia, quindi, oltre alla presenza fisica, che in questo caso è a distanza, almeno da ieri pomeriggio a questa mattina.

PRESIDENTE. L'onorevole Bonelli ha facoltà di replicare.

ANGELO BONELLI (AVS). Signor Ministro, la sua sedia era vuota e questo è motivo - glielo ribadisco - di grande imbarazzo. Lei ha fatto una scelta, una scelta sbagliata, ma andiamo oltre. Le voglio far notare che, evidentemente, lei non ha letto la bozza, perché nella bozza del testo, scritta in inglese, non c'è alcun riferimento ai biocarburanti. Mi dispiace dirglielo, è una sua libera interpretazione, ma non c'è scritta quella cosa (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Mi scusi, Ministro, però se la legga, si faccia istruire dai suoi uffici.

Detto questo, quello che a noi interessa, però, è che il piano del suo Governo si basa sulle fonti fossili. Noi del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, in questo momento, ci rivolgiamo a lei ma gli italiani ci stanno vedendo. Perché stiamo facendo questa battaglia? Noi stiamo facendo questa battaglia perché la dipendenza dalle fonti fossili fa crescere i costi delle famiglie che sono rapinate dal punto di vista sociale, col raddoppio o la triplicazione dei costi. All'ENI avete regalato oltre mezzo miliardo di euro con la delega fiscale. Tra poco, a Natale, faremo una colletta per dare ulteriori soldi alle società energetiche che hanno avuto tanti miliardi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Ecco perché vogliamo le rinnovabili, signor Ministro.

Fanno affari, si direbbe in inglese business as usual. Lei non si deve offendere, glielo dico con grande affetto. Business as usual, il tema è che lei è accusato di non sapere l'inglese e di avere un po' di problemi. Non si offenderà, glielo dico con grande ironia, glielo dico con il sorriso. Ho ripreso dalla mia biblioteca il libro con cui studiavo inglese. Io adesso glielo regalo (Il deputato Bonelli mostra un libro), le voglio fare un grande dono, da questo punto di vista, con grande simpatia almeno nelle prossime conferenze potrà portare la voce dell'Italia e far valere i diritti delle future generazioni che oggi chiedono una forte risposta da parte di questo Governo. Stop alle fonti fossili, guardiamo al futuro, diamo una speranza a questi giovani e non mandiamoli in galera, diamogli una speranza. Glielo regalo questo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

(Posizione del Governo italiano in merito alle iniziative assunte, in occasione del Forum europeo sull'energia nucleare a Bratislava, da alcuni Paesi membri dell'Unione europea sullo sviluppo di tecnologie nucleari di ultima generazione – n. 3-00864)

PRESIDENTE. L'onorevole Alessandro Colucci ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-00864, di cui è cofirmatario (Vedi l'allegato A).

ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)-M). Signor Presidente, signor Ministro, per abbandonare la produzione di energia da fonti fossili è necessario un mix energetico, che vuol dire energia prodotta da fonti rinnovabili ed energia prodotta con il nucleare.

Il programma del centrodestra parla di impegno a procedere alla produzione energetica attraverso la creazione di impianti di ultima generazione, senza veti e preconcetti, valutando anche il ricorso al nucleare pulito e sicuro.

Ministro, la filiera italiana dell'industria del nucleare è pronta e al Governo spetta la concretezza. Importante è certamente la creazione da parte del Ministro della piattaforma nazionale sul nucleare sostenibile, che però, purtroppo, si è riunita una sola volta; troppo poco. Per fare una centrale nucleare, ci vuole tempo e allora iniziamo dai piccoli reattori nucleari, che, tra l'altro, sono menzionati nella lettera congiunta indirizzata alla Commissione europea, in cui si afferma che la soluzione per zero emissioni sono le energie rinnovabili, insieme a energia nucleare, lettera firmata da 12 Paesi membri, ma non dall'Italia.

Allora Ministro, il gruppo di Noi moderati le chiede perché l'Italia non abbia firmato la lettera e quali siano le intenzioni del Governo su questo tema. Ministro, nucleare o ora o mai più (Applausi Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, onorevole Gilberto Pichetto Fratin, ha facoltà di rispondere.

GILBERTO PICHETTO FRATIN, Ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Signor Presidente, un grazie agli interroganti.

In merito alle questioni poste dagli onorevoli interroganti, si rappresenta che l'Italia guarda con interesse allo sviluppo delle nuove tecnologie del nucleare, questo malgrado non sia stata sottoscritta la lettera relativa alla creazione di un'alleanza industriale sugli small modular reactor, firmata da 12 Paesi UE, in occasione del sedicesimo Forum europeo sull'energia, tenutosi il 7 novembre a Bratislava. L'Italia finora non ha preso impegno o concluso accordi sui tavoli internazionali in attesa di definire la propria strategia nazionale per il nucleare sostenibile che avverrà tra pochi mesi alla luce del lavoro che si sta conducendo con la piattaforma nazionale per il nucleare, il cui compito principale sarà quello di portare al Governo le proposte per definire le linee guida e una road map, con un orizzonte al 2030, al 2050, per conseguire e coordinare gli sviluppi delle nuove tecnologie nucleari e comprendere le possibili ricadute in termini di sicurezza e costi e benefici del sistema.

Tale approccio è stato confermato anche in occasione degli incontri dell'Alleanza per il nucleare, al quale l'Italia ha partecipato in qualità di osservatore, non essendo produttore, a dimostrazione del rinnovato interesse e attenzione del Paese verso le tematiche trattate. Ma, in linea con le mozioni approvate sul nucleare a maggio scorso da quest'Aula, si conferma la volontà del Governo di partecipare attivamente in sede europea e in sede internazionale a ogni opportuna iniziativa volta a incentivare lo sviluppo delle nuove tecnologie nucleari destinate alla produzione di energia elettrica per scopi civili e ad inserire la fonte nucleare nel mix energetico del nostro Paese.

PRESIDENTE. L'onorevole Lupi ha facoltà di replicare.

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). Signor Presidente, signor Ministro, sa quanta stima ha il nostro gruppo parlamentare nei suoi riguardi per il lavoro che fa con grande attenzione e con grande responsabilità. Ci ha fatto piacere anche ascoltare che l'indirizzo del Governo è, ovviamente, quello di procedere in quella direzione. Tuttavia, c'è un fatto ed è la ragione per cui abbiamo voluto presentare oggi questa nostra interrogazione. “L'Italia guarda con interesse in attesa di”: credo che ci sia una differenza, l'abbiamo sempre vissuta insieme questa sfida di una politica diversa, ossia che abbiamo sottoscritto un programma elettorale, l'hanno sottoscritto Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni, l'ho sottoscritto io e lo ha sottoscritto Matteo Salvini. In quel programma, si dice, con molta chiarezza, che il nucleare di nuova generazione, insieme a un mix di fonti energetiche sostenibili, è la nostra strategia.

Abbiamo anche una norma, e la conosce molto bene, derivata da referendum che si sono svolti in questo Paese, che impedisce, nel nostro Paese, qualsiasi possibilità di sperimentazione, di industrializzazione, di lavoro per il futuro, non per il presente o per il passato. Abbiamo l'eccellenza da un punto di vista industriale, abbiamo un'eccellenza da un punto di vista tecnico-scientifico e abbiamo la necessità di partecipare con forza a ciò che riteniamo essere fondamentale per lo sviluppo nel nostro Paese che si chiama Piano energetico nazionale.

Il nucleare per noi è una di queste fonti e dobbiamo andare con forza, con certezza e immediatamente in quella direzione. Non possiamo permetterci solo di guardare con interesse, solo di attendere, perché credo che ci è chiesto una politica che abbia un passo diverso: il coraggio di prendere scelte, farle con razionalità, farle con intelligenza. Anche perché, abbiamo fatto tante volte anche con lei questa discussione e con le imprese e prima di Ministro dell'ambiente era allo sviluppo economico e ha fatto un egregio lavoro. Lei sa molto bene che, mentre “noi attendiamo di” (lo dico anche ai funzionari e ai nostri interlocutori), l'energia nucleare la compriamo dagli altri paesi, possiamo, tra virgolette, correre tutti i rischi che vogliamo, in Croazia abbiamo una centrale nucleare, in Francia abbiamo una centrale nucleare e, ancora una volta, siamo dipendenti dagli altri.

Io credo che dobbiamo, con coraggio, togliere quell'impedimento che è normativo, lo avevamo chiesto anche nella mozione che lei giustamente ha citato, e rapidamente – concludo, signor Presidente - arrivare a indicare una strada, ma per indicare una strada bisogna iniziare a mettere mattone dopo mattone. C'è una cosa clamorosa - lo dico a chi ci ascolta - che l'ENI è all'avanguardia, per esempio, nella ricerca per la fusione nucleare, non più la fissione. Bene, la sperimentazione non si potrà fare in Italia. La dovremo fare in Inghilterra o in America per un'azienda italiana che partecipa a un consorzio, perché c'è una norma che lo impedisce. Non possiamo più attendere (Applausi Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle 16,15.

La seduta, sospesa alle 16,10, è ripresa alle 16,15.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 94, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 16,17).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Annuncio dell'elezione del Presidente della Corte costituzionale.

PRESIDENTE. Comunico che, in data 12 dicembre 2023, il Presidente della Corte costituzionale ha inviato al Presidente della Camera la seguente lettera:

“Illustre Presidente, ho l'onore di comunicarLe, ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 87 del 1953, che la Corte costituzionale, oggi riunita nella sua sede del Palazzo della Consulta, mi ha eletto Presidente. Con viva cordialità.

Firmato Augusto Barbera”.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 1601.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge di conversione n. 1601.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1601​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata già effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri. La chiama avrà quindi inizio dal deputato Battistoni.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti: …………………. 319

Votanti: ………………….. 315

Astenuti: ………………….. 4

Maggioranza: …………..... 158

Hanno risposto : ……….. 199

Hanno risposto no: ………. 116

La Camera approva.

Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Albano Lucia

Almici Cristina

Ambrosi Alessia

Amich Enzo

Amorese Alessandro

Andreuzza Giorgia

Antoniozzi Alfredo

Arruzzolo Giovanni

Bagnasco Roberto

Baldelli Antonio

Barabotti Andrea

Barelli Paolo

Battilocchio Alessandro

Battistoni Francesco

Bellomo Davide

Benigni Stefano

Benvenuti Gostoli Stefano Maria

Benvenuto Alessandro Manuel

Bergamini Davide

Bergamini Deborah

Bicchielli Pino

Bisa Ingrid

Bitonci Massimo

Bof Gianangelo

Bordonali Simona

Brambilla Michela Vittoria

Buonguerrieri Alice

Caiata Salvatore

Calderone Tommaso Antonino

Calovini Giangiacomo

Cangiano Gerolamo

Cannata Giovanni Luca

Cannizzaro Francesco

Caparvi Virginio

Caramanna Gianluca

Caretta Maria Cristina

Carloni Mirco

Caroppo Andrea

Carra' Anastasio

Casasco Maurizio

Cattaneo Alessandro

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Cavo Ilaria

Cecchetti Fabrizio

Centemero Giulio

Cerreto Marco

Cesa Lorenzo

Chiesa Paola Maria

Ciaburro Monica

Ciancitto Francesco Maria Salvatore

Ciocchetti Luciano

Cirielli Edmondo

Coin Dimitri

Colombo Beatriz

Colucci Alessandro

Comaroli Silvana Andreina

Comba Fabrizio

Congedo Saverio

Coppo Marcello

Cortelazzo Piergiorgio

Dalla Chiesa Rita

D'Attis Mauro

De Bertoldi Andrea

De Corato Riccardo

De Palma Vito

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

Di Giuseppe Andrea

Di Maggio Grazia

Di Mattina Salvatore Marcello

Dondi Daniela

Donzelli Giovanni

Fascina Marta Antonia

Ferrante Tullio

Filini Francesco

Formentini Paolo

Frassinetti Paola

Frassini Rebecca

Freni Federico

Frijia Maria Grazia

Furgiuele Domenico

Gardini Elisabetta

Gatta Giandiego

Gemmato Marcello

Giaccone Andrea

Giagoni Dario

Giglio Vigna Alessandro

Giordano Antonio

Giorgianni Carmen Letizia

Giovine Silvio

Iaia Dario

Iezzi Igor

La Porta Chiara

La Salandra Giandonato

Lampis Gianni

Lancellotta Elisabetta Christiana

Latini Giorgia

Lazzarini Arianna

Leo Maurizio

Loizzo Simona

Longi Eliana

Loperfido Emanuele

Lucaselli Ylenja

Lupi Maurizio

Maccanti Elena

Maccari Carlo

Maerna Novo Umberto

Maiorano Giovanni

Malagola Lorenzo

Malaguti Mauro

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Marchetti Riccardo Augusto

Marchetto Aliprandi Marina

Marrocco Patrizia

Mascaretti Andrea

Maschio Ciro

Matera Mariangela

Matone Simonetta

Matteoni Nicole

Mattia Aldo

Maullu Stefano Giovanni

Mazzetti Erica

Mazzi Gianmarco

Messina Manlio

Michelotti Francesco

Miele Giovanna

Milani Massimo

Molinari Riccardo

Mollicone Federico

Molteni Nicola

Montaruli Augusta

Montemagni Elisa

Morgante Maddalena

Morrone Jacopo

Mule' Giorgio

Mura Francesco

Nisini Tiziana

Orsini Andrea

Osnato Marco

Ottaviani Nicola

Padovani Marco

Pagano Nazario

Palombi Alessandro

Patriarca Annarita

Pella Roberto

Pellicini Andrea

Perissa Marco

Pichetto Fratin Gilberto

Pisano Calogero

Pittalis Pietro

Pizzimenti Graziano

Polidori Catia

Polo Barbara

Pozzolo Emanuele

Pretto Erik Umberto

Prisco Emanuele

Pulciani Paolo

Raimondo Carmine Fabio

Rampelli Fabio

Ravetto Laura

Rixi Edoardo

Roccella Eugenia

Romano Francesco Saverio

Roscani Fabio

Rossi Angelo

Rossi Fabrizio

Rosso Matteo

Rotelli Mauro

Rotondi Gianfranco

Rubano Francesco Maria

Ruspandini Massimo

Russo Gaetana

Russo Paolo Emilio

Saccani Jotti Gloria

Sala Fabrizio

Sbardella Luca

Schiano Di Visconti Michele

Schifone Marta

Semenzato Martina

Silvestri Rachele

Sorte Alessandro

Squeri Luca

Stefani Alberto

Tassinari Rosaria

Testa Guerino

Tirelli Franco

Tosi Flavio

Trancassini Paolo

Tremaglia Andrea

Tremonti Giulio

Vietri Imma

Vinci Gianluca

Volpi Andrea

Ziello Edoardo

Zinzi Gianpiero

Zoffili Eugenio

Zucconi Riccardo

Zurzolo Immacolata

Hanno risposto no:

Aiello Davide

Alifano Enrica

Amato Gaetano

Amendola Vincenzo

Appendino Chiara

Ascani Anna

Ascari Stefania

Auriemma Carmela

Bakkali Ouidad

Barbagallo Anthony Emanuele

Benzoni Fabrizio

Berruto Mauro

Boldrini Laura

Bonafe' Simona

Bonelli Angelo

Bonifazi Francesco

Borrelli Francesco Emilio

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Bruno Raffaele

Cafiero De Raho Federico

Cantone Luciano

Cappelletti Enrico

Caramiello Alessandro

Carmina Ida

Carotenuto Dario

Caso Antonio

Castiglione Giuseppe

Casu Andrea

Cherchi Susanna

Ciani Paolo

Colucci Alfonso

Conte Giuseppe

Cuperlo Gianni

Curti Augusto

D'Alessio Antonio

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Monte Isabella

Del Barba Mauro

Dell'Olio Gianmauro

Di Biase Michela

Di Lauro Carmen

Donno Leonardo

D'Orso Valentina

Evi Eleonora

Fede Giorgio

Fenu Emiliano

Ferrari Sara

Forattini Antonella

Fornaro Federico

Fossi Emiliano

Fratoianni Nicola

Furfaro Marco

Gadda Maria Chiara

Gallo Francesco

Ghio Valentina

Ghirra Francesca

Girelli Gian Antonio

Giuliano Carla

Graziano Stefano

Grimaldi Marco

Grippo Valentina

Gruppioni Naike

Guerini Lorenzo

Guerra Maria Cecilia

Iacono Giovanna

L'Abbate Patty

Lacarra Marco

Lai Silvio

Laus Mauro Antonio Donato

Letta Enrico

Lovecchio Giorgio

Madia Maria Anna

Malavasi Ilenia

Manzi Irene

Mari Francesco

Marino Maria Stefania

Mauri Matteo

Merola Virginio

Morfino Daniela

Onori Federica

Orfini Matteo

Orlando Andrea

Pastorella Giulia

Pastorino Luca

Pavanelli Emma

Pellegrini Marco

Peluffo Vinicio Giuseppe Guido

Penza Pasqualino

Piccolotti Elisabetta

Porta Fabio

Provenzano Giuseppe

Quartini Andrea

Raffa Angela

Ricciardi Marianna

Ricciardi Riccardo

Ricciardi Toni

Richetti Matteo

Roggiani Silvia

Rossi Andrea

Ruffino Daniela

Santillo Agostino

Sarracino Marco

Scarpa Rachele

Scotto Arturo

Scutella' Elisa

Speranza Roberto

Tabacci Bruno

Traversi Roberto

Tucci Riccardo

Vaccari Stefano

Zan Alessandro

Zanella Luana

Zaratti Filiberto

Zingaretti Nicola

Si sono astenuti:

Gebhard Renate

Manes Franco

Schullian Manfred

Steger Dieter

Sono in missione:

Bagnai Alberto

Baldino Vittoria

Barzotti Valentina

Bellucci Maria Teresa

Bignami Galeazzo

Billi Simone

Candiani Stefano

Cappellacci Ugo

Costa Enrico

Della Vedova Benedetto

Faraone Davide

Fassino Piero

Ferro Wanda

Fitto Raffaele

Foti Tommaso

Gava Vannia

Giachetti Roberto

Giorgetti Giancarlo

Gribaudo Chiara

Gusmeroli Alberto Luigi

Lollobrigida Francesco

Magi Riccardo

Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo

Meloni Giorgia

Minardo Antonino

Nordio Carlo

Orrico Anna Laura

Panizzut Massimiliano

Rosato Ettore

Scerra Filippo

Silvestri Francesco

Siracusano Matilde

Sottanelli Giulio Cesare

Sportiello Gilda

Stefanazzi Claudio Michele

Stumpo Nicola

Tajani Antonio

Varchi Maria Carolina

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori l'onorevole Tommaso Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, volevo preannunciare la presentazione di una interrogazione riferita a un articolo pubblicato oggi dal quotidiano La Verità del quale avrei almeno gradito che, sulle agenzie, potesse essere quantomeno smentito il contenuto o alcuni aspetti del contenuto, poiché li ritengo, per come sono rappresentati, di gravità estrema. Ciò non solo perché in questo articolo vengono citati parlamentari, in carica e non, del Partito Democratico, in una vicenda che riguarda la nave Mediterranea, ma, soprattutto, in relazione ad un fatto ben preciso che, a mio avviso, interessa o dovrebbe interessare il Governo, quanto meno per le verifiche opportune. Infatti, risulterebbe da un rapporto, un'informativa della Guardia di finanza denominata “Rapporti con le istituzioni”, che vi sarebbe stato chi ha fornito a Casarini e a Giuseppe Caccia, che oggi sono oggetto di interesse da parte dell'autorità giudiziaria, niente meno che un rapporto del Comando delle Capitanerie di porto.

Ora, è evidente che, come si legge dall'articolo, questo risulterebbe essere un rapporto che non potrebbe essere divulgato a terzi, ma dovrebbe rimanere nell'ambito di quello che è lo stretto perimetro dell'attività istituzionale di Ministri e Sottosegretari. Io, a differenza di altri, non faccio qui né i processi alle intenzioni, né classifico secondo la mia fantasia i documenti se sono o meno riservati. Però, non posso non constatare che questo, per come è rappresentato, sarebbe un fatto grave, per non dire gravissimo, soprattutto perché verrebbe da persone che, in altro ruolo e in altra situazione, già hanno fatto, non dico i pubblici ministeri, perché quelli si sono pronunciati per l'archiviazione, ma addirittura i giudici di merito. Io non faccio né il pubblico ministero, né il GIP, né il GUP, né il giudice di merito (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati Lega-Salvini Premier). Chiedo soltanto che il Governo chiarisca al più presto, per l'interrogazione che ho presentato, e che, se le notizie invece non sono fondate, i diretti interessati abbiano a smentirle non con le solite parole tradizionali, ma con le smentite a termini dell'articolo 8 della legge sulla stampa. E' pur vero che smentire un'informativa della Guardia di Finanza penso sia difficile anche per i migliori avvocati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Orfini. Ne ha facoltà.

MATTEO ORFINI (PD-IDP). Signor Presidente, approfitto dell'intervento dell'onorevole Foti, che ringrazio, per spiegare questa vicenda. Infatti, dato che si parla - credo di aver capito - di me, penso sia la cosa più utile, e poi lo farà il Governo e lo farà chi ritiene.

Spiego di cosa stiamo parlando. Come noto, in questi anni, in tante occasioni, il Mediterraneo è stato svuotato dalle navi che sarebbero dovute intervenire per salvare vite umane di migranti in difficoltà. Spesso è accaduto di avere segnalazioni pubbliche - onorevole Foti, pubbliche - di situazioni di cosiddetto distress delle navi e dei cosiddetti barchini, dei gommoni di migranti. Spesso queste segnalazioni arrivavano dalle ONG che non si trovavano nel Mediterraneo in quel momento, o perché erano bloccate o perché erano altrove o, banalmente, perché erano troppo lontane per intervenire. Forse, l'onorevole Foti sa che esiste un'associazione, una ONG che si chiama Alarm Phone che allerta, cioè riceve le telefonate di soccorso e chiama a quel punto l'MRCC, cioè la struttura della Guardia costiera, chiedendo di intervenire per soccorrere quei barchini.

Qui c'è un primo punto. Noi dobbiamo decidere, al netto della nostra differenza di visioni su come gestire i flussi migratori: è politica e penso che io, lei e quest'Aula abbiamo tutti posizioni diverse. Nel momento in cui c'è una barca con delle persone sopra, nel Mediterraneo, che rischia di affondare, credo che siamo tutti d'accordo che quella barca vada salvata e che quelle persone non vadano lasciate annegare. Su questo, penso - guardo, l'onorevole Foti che mi dà ragione - siamo tutti d'accordo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

Accade che ci si trovi in questa condizione, in cui non ci sono ONG che possano intervenire, in cui magari chi dovrebbe - Malta, Libia, Tunisia - non interviene e, quindi, queste navi chiedano soccorso anche all'MRCC italiana, cioè alla Guardia costiera italiana. E' successo tantissime volte che questa segnalazione sia arrivata, ad esempio, a me da parte di alcune ONG - Mediterranea, l'orribile Casarini e altre ONG, Alarm Phone medesimo - che ci mandavano ciò che era pubblico, cioè la segnalazione di Alarm Phone che c'era una barca in cosiddetto distress e che bisognava intervenire. E' successo tante volte che, a fronte di questa segnalazione, io personalmente (credo anche altri colleghi) ho fatto una cosa semplice. Ho chiamato la Guardia costiera, ho chiamato l'MRCC, ho chiamato i Ministri competenti, di tutti i Governi, compreso questo, onorevole Foti - compreso questo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra) - per dire: c'è una barca con delle persone che rischiano di morire, andatele a prendere. E, grazie a Dio, qualche volta ho anche ricevuto delle risposte che sono quelle citate da queste intercettazioni che - lo segnalo, Foti - sono illegali, illegalmente pubblicate, però, questo lo lasciamo da parte (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra). Ho ottenuto, grazie al cielo, ripeto, risposte su questo e ho detto: sì, guardate, li stanno andando a salvare; sì guardate, stanno intervenendo; sì intervengono i libici; no c'è una situazione di rischio, non sta andando nessuno.

Grazie a questo semplice lavoro, che penso rientri nelle prerogative dei parlamentari, abbiamo contribuito, tutti insieme, a salvare vite umane. E' una colpa? Perché se è una colpa, sono colpevole. Se non è una colpa, penso di aver fatto bene il lavoro di parlamentare (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, Alleanza Verdi e Sinistra e Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe – Deputati si levano in piedi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (AVS). Grazie, signor Presidente. Dopo l'intervento dell'onorevole Orfini nel merito ho pochissimo da aggiungere, se non per dire che anch'io, in moltissime occasioni, ho fatto quello che ha fatto l'onorevole Orfini.

Raggiunto da segnalazioni che indicavano una condizione di pericolo, mi sono rivolto a tutte le autorità che, in qualche modo, erano in grado di evitare che quel pericolo si trasformasse nell'ennesima tragedia, nell'ennesimo naufragio e nell'ennesima conta delle vittime.

Anch'io, come l'onorevole Orfini, molte volte mi sono rivolto all'MRCC di Roma, che è chiamato a coordinare le operazioni di ricerca e di soccorso nella zona SAR di competenza italiana e, quando è necessario, anche oltre, in coordinamento con le altre autorità di Guardia costiera. Anch'io ho chiamato molte volte Ministri, Ministre, Sottosegretari e Sottosegretarie di svariatissimi Governi. L'ho fatto con Ministri e Sottosegretari delle forze che oggi governano il Paese e con Ministri e Sottosegretari di altre forze. Per quello che mi riguarda, penso che svolgere questa funzione attenga né più né meno che a quel mandato che la Costituzione attribuisce a chiunque ricopra cariche pubbliche, cioè tentare di interpretarle con disciplina e onore. Trovo poche cose che attengono con più efficacia a questo mandato, come quella di provare, ciascuno e ciascuna nel nostro piccolo e con le nostre forze, a salvare vite umane (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Credo che, di fronte a questo, non ci sia molto da chiarire, se non una cosa che anche in questo caso il collega Orfini ha già detto, ma che, a questo punto, vale la pena ricordare - e ricordarla a tutta l'Aula -, in particolare a un'Aula stracolma di un garantismo che non sempre si rivolge nei confronti dei più deboli, cioè che molti degli stralci che ormai da settimane sono pubblicati con il sapore di un dossieraggio da alcuni giornali (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) danno l'impressione di essere pubblicati fuori dal crisma del garantismo e della legalità, ma di questo, naturalmente, si occuperanno, se e quando di dovere, gli organi competenti (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Presidente!

PRESIDENTE. È un intervento per gruppo, onorevole. Il rappresentante del PD ha già parlato.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Grazie, Presidente, veramente ci sembra assurdo parlare di questo tema, in cui c'è un collega che ha svolto un'iniziativa per cercare di salvare vite in mare. Io voglio soltanto dire una cosa: c'è chi chiama le istituzioni per salvare le vite in mare e chi chiama Trenitalia per farsi fermare un treno (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1601​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

L'onorevole De Bertoldi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1601/29.

ANDREA DE BERTOLDI (FDI). Signor Presidente, è un ordine del giorno che riguarda una tematica particolarmente importante per il nostro Paese. Come ben sappiamo, il nostro Paese, tra i suoi tanti meriti, ha quello di avere un grandissimo risparmio. Parliamo di oltre 5 trilioni che, se solo in minima parte, signor Presidente, fossero investiti nell'economia reale, garantirebbero una risposta alla gran parte dei problemi che le nostre imprese e i nostri cittadini devono affrontare e garantirebbero, a quei Governi, di qualunque colore politico, impegnati a reperire qualche milione in più per dare risposte ai problemi del Paese, somme di gran lunga più importanti, più efficienti e più efficaci per lo sviluppo del Paese.

Allora, credo che l'impegno di tutti noi - e guardo trasversalmente a quest'Aula, perché certe tematiche dovrebbero essere condivise da tutti - deve essere quello di fare in modo che questo risparmio, che spesso è allocato e bloccato in conti correnti o addirittura investito in fondi esteri e, quindi, che non interagisce con il nostro tessuto produttivo, possa arrivare e affluire alle nostre imprese e, in particolar modo, alle PMI.

Allora, perché ho fatto questo ragionamento? Perché bene fa l'articolo 8 del decreto-legge a intervenire sui piani individuali di risparmio, sui cosiddetti PIR, prevedendo la possibilità che un singolo cittadino o un singolo risparmiatore possa avere più piani di investimento. Però non è sufficiente. Ritengo che, tutti assieme, dovremmo far sì che questo strumento e altri strumenti - perché certamente non ci innamoriamo né dello strumento né della qualificazione nominativa dello strumento stesso - possano essere utilizzati da una più ampia realtà.

Quindi, vorremmo allargare - ed è questo il contenuto dell'ordine del giorno - questa possibilità non solo ai cittadini risparmiatori, ma anche alle imprese. Ovviamente, come si declina ciò? Come spiegherò in dichiarazione di voto, prevedendo un utilizzo della leva fiscale per facilitare l'attraenza di questa misura per il mondo imprenditoriale e prevedendo anche clausole di uscita dal piano più flessibili rispetto a quelle del cittadino, perché ovviamente chi si occupa di attività di impresa sa benissimo che, mentre il risparmiatore può avere un orizzonte più rigido, l'impresa, dovendo competere quotidianamente sul mercato, ha bisogno di una maggiore flessibilità. Quindi, chiediamo che il PIR possa estendersi alle imprese, e non solo, con l'utilizzo della leva fiscale, da una parte, e con l'utilizzo, dall'altra, di una maggiore flessibilità.

Vorrei tanto che, su queste tematiche, fossimo in grado di ragionare assieme. Il mio non è un messaggio che rivolgo unicamente alla mia area politica, che rivolgo unicamente all'alleanza di centrodestra, ma lo rivolgo, tramite lei, signor Presidente, all'intero arco politico, perché dovremo sempre più dare risposte ai cittadini su temi importanti, come quelli economici, che rispondono a necessità che non sono né di destra né di sinistra, ma sono dell'intero Paese e del sistema produttivo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. La deputata Tassinari ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1601/17.

ROSARIA TASSINARI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Il decreto-legge n. 146 del 2021 ha completamente rivoluzionato la disciplina dell'IVA, che riguarda le associazioni. I tempi di applicazione di queste novità, però, sono stati spostati più volte in avanti e l'ultima proroga porta la data dell'operatività del 1° luglio 2024. Modificando il regime di imponibilità dell'IVA, quindi, passando da una forma di esclusione a una forma di esenzione, è stata modificata radicalmente la modalità di operare degli enti, rendendo la burocrazia molto più complessa e molto più difficile, soprattutto per quegli enti più piccoli e minori che, comunque, svolgono una funzione sociale no profit importante.

Fino al 15 dicembre 2021, data in cui la Camera dei deputati ha approvato la legge di conversione del DL n. 146 del 2021, le regole sull'imposta sul valore aggiunto per le associazioni prevedevano molteplici semplificazioni fiscali, soprattutto per le attività svolte in forma non commerciale, definibili istituzionali, per le quali, infatti, l'applicazione dell'IVA era considerata esclusa e, quindi, priva di qualsiasi obbligazione complementare.

Se è vero che con questo ulteriore slittamento della tabella di marcia c'è ancora tempo per aggiornarci, è anche vero che le novità che si apprestano ad entrare a far parte della normativa IVA per gli enti associativi sono molteplici e complesse.

Il decreto-legge n. 146 del 2021, trasformando il regime di esclusione in esenzione, ha attribuito alle associazioni nuove responsabilità e l'obbligo di implementare adempimenti fiscali finora mai richiesti agli enti che non svolgevano attività commerciale, che prestavano servizi e cedevano beni nei confronti dei propri soci ai fini del raggiungimento dello scopo sociale.

L'articolo 5, comma 15-quater, lettera b), del DL n. 146 del 2021 ha inserito alcune attività tipiche delle associazioni fra quelle considerate esenti ai fini dell'applicazione dell'IVA.

Riguardano, infatti, le prestazioni di servizi e cessioni di beni ad esse strettamente connesse, effettuate in conformità alle finalità istituzionali da associazioni sindacali e di categoria, religiose, assistenziali, culturali, di promozione sociale, di formazione extrascolastica della persona, abbracciando un ampio settore di operatività del no profit; le prestazioni di servizi strettamente connesse con la pratica dello sport o dell'educazione fisica rese da associazioni sportive dilettantistiche alle persone che esercitano lo sport o l'educazione fisica; la somministrazione di alimenti e bevande nei confronti di persone anche indigenti da parte delle associazioni di promozione sociale le cui finalità assistenziali sono riconosciute dal Ministero dell'Interno. Chiaramente questa agevolazione si applica a patto che siano svolte le attività in regime di non concorrenza e, quindi, non provochino distorsioni sul mercato. Oltre ad avere convertito le attività più frequentemente svolte dagli enti da escluse ad esenti, il decreto ha anche trasformato in commerciali molte attività un tempo non considerate tali.

Queste modifiche, ad esempio, riguarderanno attività considerate commerciali anche in riferimento alla cessione di beni e alla prestazione di servizi a soci, associati o partecipanti verso il pagamento di corrispettivi specifici. Queste modifiche, come dicevo prima, sono altamente impattanti sull'intero sistema organizzativo e fiscale degli enti non commerciali.

La legge di bilancio 2022 ha spostato al 1° gennaio 2024 le date sul calendario, dando più tempo agli operatori del settore per adeguarsi alle nuove disposizioni e questo sicuramente è ottimo, ma fondamentalmente il fatto che sia stata fissata la data per l'operatività della nuova disciplina IVA al 1° luglio 2024, e quindi non all'inizio dell'anno fiscale, rende sicuramente ancora più complesso il fatto di dover mettere in atto tutte le pratiche per rispettare la normativa, quindi apertura della partita IVA, fatturazione, predisposizione di tutta l'attività necessaria a rendere il tutto conforme alle necessità richieste dal provvedimento.

Per questo motivo nell'ordine del giorno si chiede che il Governo sia impegnato a valutare l'opportunità di adottare misure volte a prorogare l'entrata in vigore delle disposizioni, di cui ai commi da 15-quater a 15-sexies dell'articolo 5 del decreto-legge 21 ottobre 2021, n. 146, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre 2021, n. 215, di un ulteriore anno, ossia a decorrere dall'anno 2025 (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. La deputata Andreuzza ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1601/21.

GIORGIA ANDREUZZA (LEGA). Grazie, Presidente. Ovviamente, con riferimento a quest'ordine del giorno, chiedo al Governo di attenzionarlo in maniera particolare, perché si tratta di qualcosa di molto semplice, che va vicino alle nostre piccole e medie imprese e ai commercianti. Nel dettaglio, va a intervenire sull'articolo 4-bis, introdotto al Senato, che prevede il differimento dei termini per i contribuenti che hanno aderito alla definizione agevolata dei carichi affidati all'agente della riscossione, la cosiddetta rottamazione-quater, con riferimento ai versamenti in scadenza il 31 ottobre e il 30 novembre 2023, che si considerano tempestivi ove effettuati entro il 18 dicembre 2023.

Più precisamente, per i contribuenti che hanno trasmesso la dichiarazione di adesione alla definizione agevolata dei carichi affidati all'agente della riscossione, di cui all'articolo 1, comma 231 e seguenti, della legge 29 dicembre 2022, n. 197, le norme in esame considerano tempestivi i versamenti in scadenza il 31 ottobre 2023 e il 30 novembre 2023, se effettuati entro il 18 dicembre 2023.

Allora ci tengo a ricordare che l'articolo 1, commi da 166 a 173, della legge 29 dicembre 2022, n. 197, ha consentito di sanare le irregolarità, le infrazioni e le inosservanze di obblighi o adempimenti di natura formale, non rilevanti sulla determinazione della base imponibile ai fini delle imposte sui redditi, ai fini dell'IVA e dell'IRAP e sul pagamento di tali tributi, se commesse fino al 31 ottobre 2022, mediante la loro rimozione e il versamento di una somma pari a 200 euro per ciascun periodo d'imposta cui si riferivano le violazioni, eseguito in due rate di pari importo, la prima entro il 31 marzo 2023 e la seconda entro il 31 marzo 2024.

Ricordo, comunque, che successivamente l'articolo 19, comma 1, lettera a), del decreto-legge 30 marzo 2023, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 maggio 2023, n. 56, ha prorogato il predetto termine del 31 marzo 2023 al 31 ottobre 2023. Pertanto con questo ordine del giorno si chiede al Governo di valutare l'opportunità di prevedere, compatibilmente, ovviamente, con le risorse finanziare, l'introduzione di misure che consentano una proroga dei termini per regolarizzare le inosservanze di obblighi o adempimenti, di natura formale, non rilevanti sulla determinazione della base imponibile ai fini delle imposte sui redditi, ai fini dell'IVA e dell'IRAP.

Lo ritengo particolarmente importante perché andiamo in qualche modo ad aiutare le piccole imprese e i commercianti che, a volte, anche in maniera distratta e inconsapevole, si trovano incastrati in alcune situazioni che li vanno a penalizzare. Pertanto, una proroga di questo tipo, sicuramente ricordando che non ha una rilevanza ai fini fiscali, può agevolare, semplificare il loro lavoro ed alleggerirli rispetto alla burocrazia, perché magari per questi tipi di errori può diventare pesante o quasi vessatorio, per chi è piccolo artigiano o commerciante, seguire tutte queste pratiche. Pertanto, sono a chiedere al Governo di attenzionare quest'ordine del giorno, così come illustrato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. La deputata Ambrosi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1601/30.

ALESSIA AMBROSI (FDI). Grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno nasce da un confronto costruttivo e continuo con tutte le realtà territoriali, le amministrazioni territoriali, con UNCEM, che è l'Unione nazionale dei comuni, comunità ed enti montani, e riguarda in particolar modo quello che noi… che il Governo può fare per evitare soprattutto lo spopolamento dei territori montani.

Una premessa: il decreto-legge all'esame dell'Assemblea, recante misure urgenti in materia economica e fiscale, in favore degli enti territoriali, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili, già approvato in prima lettura dal Senato, contiene una molteplicità di misure che tra l'altro contraddistinguono il Governo Meloni e il lavoro che il Governo Meloni sta portando avanti già da oltre un anno, rivolte soprattutto a sostenere le famiglie e le imprese in un momento di particolare difficoltà, dettato dalla congiuntura internazionale sfavorevole e a causa dei complessi scenari geopolitici internazionali che tutti conosciamo.

Il provvedimento, collegato alla manovra economica per il 2024, a seguito delle modifiche apportate anche dall'altro ramo del Parlamento, è costituito da 55 articoli, suddivisi in cinque Capi, e copre una vasta gamma di settori, oltre a quelli in precedenza enunciati, tra i quali, per esempio, tutti i temi pensionistici, i contratti pubblici, la fiscalità, gli investimenti, la sicurezza e poi anche il mondo dello sport.

Per quanto riguarda quest'ordine del giorno, siamo andati a soffermarci sul Capo I. In particolare, si occupa di questioni relative alle pensioni, ai rinnovi dei contratti pubblici e ad alcuni aspetti fiscali aventi una portata economica importante, anche nei riguardi degli enti locali, sia attraverso una modifica della disciplina relativa ai contratti di mutuo stipulati con enti diversi dalla Cassa depositi e prestiti, che attraverso l'ampliamento, invece, della platea dei medesimi enti locali in stato di dissesto finanziario, i quali possono beneficiare di un'anticipazione di liquidità da destinare all'incremento della massa attiva della gestione liquidatoria per il pagamento dei debiti ammessi, prevista dal decreto-legge n. 104 del 2023.

Quindi, gli enti locali rappresentano il leitmotiv dell'ordine del giorno; le comunità montane svolgono quindi un ruolo importante ed essenziale. In particolar modo, penso soprattutto a tutta una serie di situazioni che riguardano le nostre realtà, le realtà per esempio del territorio della regione da cui provengo, il Trentino-Alto Adige, una realtà costituita da piccole e piccolissime realtà e tanti, tantissimi borghi, in considerazione della riconosciuta esistenza nelle aree di montagna di una molteplicità di sistemi produttivi locali, il cui inserimento nei sistemi regionali costituisce un essenziale arricchimento e un'occasione per delineare durevoli traiettorie di sviluppo.

Se andiamo poi ad analizzare, sotto il profilo fiscale, ai fini dell'imposta municipale unica, per i comuni montani, i cui territori non sono esenti dal pagamento del tributo medesimo in cui sono situati gli immobili diversi dall'abitazione principale - spesso, quindi, seconde case ad uso turistico o altri originariamente agricoli e diventati poi anche seconde case per motivi ereditari -, una quota consistente del gettito pagato dai proprietari di tali immobili, secondo la disciplina fiscale vigente, dev'essere versata all'erario.

Ma mi permetta anche, Presidente, di dire come nasce l'imposta IMU. L'imposta comunale unica nacque quale imposta tipicamente comunale, affinché i comuni se ne potessero avvalere per finanziare i propri bilanci e i propri programmi di governo locale - e questo non lo dobbiamo dimenticare -, nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 119 della Costituzione. Fu introdotta nel 2011, nell'ambito della legislazione attuativa del federalismo fiscale. E poi, ancora, nel 2012, con la legge di bilancio, fu istituito il Fondo di solidarietà, che avrebbe dovuto essere lo strumento per ripartire risorse a favore dei comuni con piccole e minori capacità fiscali. Fra questi, sarebbe stato naturale attendersi che i comuni montani, di cui alla legge n. 991 del 1952, fossero proprio i beneficiari del Fondo, poiché aventi, in generale, minore capacità fiscale pro capite e maggiori costi di gestione dei servizi. Invece, sono proprio questi comuni a essere beffeggiati, perché risultano i più penalizzati dal meccanismo di alimentazione e di riparto, finendo per essere tributari del Fondo, anziché esserne, invece, i veri e propri beneficiari.

PRESIDENTE. Concluda.

ALESSIA AMBROSI (FDI). I comuni montani aventi seconde case a uso turistico e molte altre, in origine, case agricole, diventate seconde case per eredità, sono considerati ricchi, per cui una quota consistente del gettito pagato dai proprietari di questi immobili va allo Stato. In realtà, si tratta di immobili il cui valore, in questi anni, è fortemente diminuito, in particolare quelli di origine rurale, i quali, diventati seconde case per eredità, hanno scarso valore commerciale.

Quindi, con quest'ordine del giorno, impegniamo il Governo a valutare l'opportunità di prevedere, nel corso della legislatura, compatibilmente con il quadro di finanza pubblica e i vincoli di bilancio, un intervento ad hoc volto a stabilire, nei riguardi dei comuni montani che non rientrano nel regime di esonero ai fini IMU, i cui terreni sono soggetti al pagamento dell'imposta, che il gettito dell'imposta in oggetto sia destinato ai medesimi comuni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole De Palma ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1601/16.

VITO DE PALMA (FI-PPE). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno in discussione si riferisce a un tema molto delicato e molto d'attualità sul territorio della provincia di Taranto. Mi riferisco, in particolar modo, alla situazione che stanno vivendo i lavoratori dell'Agenzia del lavoro portuale di Taranto. Parliamo di circa 338 lavoratori, i quali, inizialmente, alla data del 31 agosto, erano 502 lavoratori, che, per effetto di una situazione particolare, poiché provenienti dal bacino Taranto Container Terminal (TCT), avevano potuto lavorare fino al 2015. Chiedo scusa, Presidente…

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia, ascoltiamo il collega De Palma. Prego onorevole, proceda.

VITO DE PALMA (FI-PPE). Come dicevo, questi lavoratori, provenienti dal bacino TCT, hanno lavorato fino al 2015, ossia fino a quando l'infrastruttura è stata gestita per conto di Evergreen. Dopodiché, c'è stato un momento di difficoltà lavorativa, a cui è corsa in soccorso una norma - mi riferisco all'articolo 4 del decreto-legge 29 dicembre 2016, n. 243, convertito dalla legge 27 febbraio 2017, n. 218 - che ha istituito l'Agenzia per la somministrazione del lavoro in porto e per la riqualificazione professionale. Questa Agenzia ha lo scopo primario di sostenere l'occupazione e accompagnare i processi di riconversione dei lavoratori. Purtroppo, l'Agenzia, istituita per 78 mesi, è in scadenza e si rende necessaria una proroga di almeno altri mesi, quindi, passando da 78 mesi a 92 mesi, per consentire ai lavoratori - che, oggi, godono, in un certo qual modo, di questa protezione lavorativa - di percepire uno stipendio, un'indennità, quale quella che loro percepiscono attualmente. Laddove non vi fosse la proroga, invece, non solo sarebbe persa l'indennità, ma sarebbe persa la possibilità - in fieri rispetto ai progetti presenti nel porto di Taranto, sia per effetto della ZES, sia per effetto dell'attività dell'Autorità portuale - per questi lavoratori di essere utilizzati attraverso la clausola sociale per i nuovi investimenti. Ecco perché è necessaria questa proroga come efficace azione di sostegno dei lavoratori in esubero.

La richiesta nell'ordine del giorno…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore.

VITO DE PALMA (FI-PPE). La richiesta nell'ordine del giorno è al Governo, affinché valuti l'opportunità di prevedere che il periodo di istituzione dell'Agenzia per la somministrazione del lavoro in porto e per la riqualificazione professionale sia prorogato da 78 mesi a 92 mesi e, pertanto, venga disposta una dotazione finanziaria di 8.800.000 euro per il 2022, 2023, 2024 e 2025. Si chiede, inoltre, di valutare l'opportunità di prorogare, da 36 mesi a 92 mesi, la scadenza del termine per la trasformazione dell'Agenzia per la somministrazione del lavoro in porto e per la riqualificazione professionale, in un'Agenzia, ai sensi dell'articolo 17 della legge 28 gennaio 1994, n. 84 (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. L'onorevole Stefani ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1601/25.

ALBERTO STEFANI (LEGA). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno, chiediamo al Governo di garantire forme di integrazione per quanto riguarda le RSA in materia di caro energia e chiediamo che questo intervento sia fatto sulla base di una serie di motivazioni che cercherò di illustrare, dapprima per quanto riguarda le questioni e i motivi contingenti che riguardano la problematica legata al caro energia con riferimento alle RSA e che ci sono stati illustrati dall'Osservatorio settoriale delle RSA: i gravi danni e le gravi ripercussioni che, in materia di bilanci e di conti economici, sono stati prodotti dalla pandemia da COVID-19; i gravi problemi che si sono verificati a seguito del caro materie prime e dei rincari energetici, che hanno colpito pesantemente le strutture socio-assistenziali; il caro personale e le difficoltà di reperimento di personale, che, in questi anni, hanno colpito pesantemente le RSA e il tessuto connettivo del nostro sistema socioassistenziale. Ma se andiamo a vedere anche i dati dell'Uneba, per 111 RSA prese in esame in 11 regioni diverse, si è rilevata una perdita di 10,9 euro a persona, quindi a soggetto non autosufficiente, che, moltiplicato per 250.000 soggetti non autosufficienti, comporta una perdita giornaliera di 2,72 milioni di euro. E questo è un dato che ci deve allarmare, perché questi dati comporteranno, con una prospettiva futura, un problema ingente per quanto riguarda l'accessibilità alle RSA e alle strutture socioassistenziali, se consideriamo che, già adesso, tantissimi soggetti non autosufficienti rischiano di non poter accedere alle RSA e che tantissimi hanno scelto di non farne più parte, proprio perché l'aumento di questa rilevanza comporta per loro l'impossibilità di una sostenibilità economica.

Oltre a ciò, grazie a questo ordine del giorno, chiediamo di prevenire una disparità di trattamento perché, se guardiamo al decreto-legge del 29 settembre di quest'anno, è stato prorogato il bonus bollette per le famiglie fino al 31 dicembre, ma se pensiamo anche al decreto del 9 agosto del 2022 una forma di agevolazione è stata garantita anche agli over 75. Questo, però, non si riflette su quei soggetti non autosufficienti che sono nelle RSA e, quindi, vogliamo quantomeno, grazie a una forma di contributo statale alle RSA, evitare che per questi soggetti e per i loro familiari possano aumentare le rette, garantendo quindi anche a loro la possibilità di accedere all'interno delle RSA.

Oltre a questo, un altro problema che ci tengo a sottolineare è quello relativo alle comunità locali e ai comuni: qualsiasi sindaco di qualsiasi città conosce benissimo questo problema e sa benissimo che non possiamo pensare a un futuro socio-assistenziale per le nostre comunità in assenza di una sostenibilità economica per le strutture socio-assistenziali. Il grave problema che ci ritroviamo davanti è che, a causa di questi aumenti e di questi rincari, tantissime RSA potrebbero essere costrette a chiudere, non avendo i conti economici in linea. Quindi, garantire loro la sostenibilità, la possibilità di sopravvivere e la possibilità di garantire un servizio che - voglio ricordare - è insopprimibile per le nostre comunità significa dare una risposta ai comuni, alle comunità locali, alle famiglie, ma soprattutto a soggetti fragili, attorno ai quali dobbiamo porci come Governo, come Parlamento. Auspico che questo ordine del giorno sia votato da tutto l'arco parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Giuseppe per illustrare l'ordine del giorno n. 9/1601/31. Ne ha facoltà.

ANDREA DI GIUSEPPE (FDI). Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Cambi microfono, se è possibile. Ovviamente, azzeriamo il tempo. Proceda, grazie.

ANDREA DI GIUSEPPE (FDI). Grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno è particolarmente importante perché riguarda le piccole e medie aziende. Negli scorsi 12 mesi, si è parlato tanto, tantissimo, di piccole e medie aziende.

PRESIDENTE. Colleghi, per favore, ascoltiamo il collega Di Giuseppe.

ANDREA DI GIUSEPPE (FDI). Quest'ordine del giorno riprende il discorso programmatico del nostro Presidente del Consiglio Meloni in apertura di legislatura, quando diceva: facciamo le cose che servono e lasciamo in pace le piccole e medie aziende. Ecco, lasciamo in pace le piccole e medie aziende e cerchiamo di fare le cose che servono.

Questo ordine del giorno va esattamente in questa direzione perché, nello specifico - si parla del Fondo di garanzia delle piccole e medie aziende - l'articolo 15-bis reca la disciplina operativa del Fondo di garanzia piccole e medie imprese per il periodo che va dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024.

In merito a ciò, è opportuno sottolineare che la legge di bilancio 2023 ha contestualmente rifinanziato il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese per un importo di 720 milioni per l'anno 2023. Sempre con la medesima legge si è previsto un Fondo di garanzia che operi entro il limite massimo di impegni assumibili, fissato attualmente nella legge di bilancio sulla base di due parametri diversi: un piano annuale di attività, che permette di poter definire in via previsionale la tipologia e l'ammontare preventivato degli importi oggetto dei finanziamenti, e del sistema dei limiti di rischio, elemento importante per definire, in linea con le migliori pratiche del settore bancario e assicurativo, la propensione al rischio del portafoglio e le garanzie del Fondo.

Il Fondo di garanzia, mediante le suddette modifiche, rappresenta una delle principali misure che sono state utilizzate per controbilanciare gli effetti socioeconomici delle crisi che si sono verificate negli ultimi anni. Questo strumento si è rivelato importantissimo per incrementare la resilienza delle piccole e medie imprese.

Il provvedimento, in modo razionale, ha deciso di intervenire per regolamentare uno strumento vitale per le imprese, cercando di favorire un reale sostegno a politiche volte non più alla sopravvivenza, bensì alla crescita delle nostre imprese.

La volontà di intervenire per delineare la disciplina operativa di un così importante strumento agevolativo rappresenta un'opportunità per lo sviluppo economico del nostro Paese. Tuttavia, al netto dell'importante passo in avanti compiuto da questo Governo, si rileva che, ai sensi del comma 1 del suddetto articolo 15-bis, l'importo massimo garantito dal Fondo per ogni singola impresa è di 5 milioni di euro, la cui copertura è riconosciuta in misura massima, pari al 55 per cento, per le operazioni finanziarie riferite a esigenze di liquidità, e all'80 per cento in caso di finanziamento di programmi di investimento.

Considerato che l'attuale situazione economica del Paese evidenzia l'importanza di promuovere l'attività economica a medio e lungo periodo per le piccole e medie imprese, le operazioni di supporto agli investimenti permetterebbero di offrire un importante volano di sviluppo, sia per l'incremento imprenditoriale, che ovviamente occupazionale.

Rafforzare il sistema degli investimenti garantisce alle nostre imprese di poter attivare delle politiche di sviluppo che determinano una crescita della competitività delle stesse, sia a livello nazionale, che comunitario e internazionale.

Va altresì aggiunto che il supporto delle stesse potrebbe anche avvenire mediante il rafforzamento di altri importanti ed efficaci strumenti finanziari. A tal ragione, per favorire ulteriormente lo sviluppo degli investimenti, ritengo personalmente vantaggioso intervenire anche sulla riassicurazione dei crediti SACE, elemento centrale per incrementare la sostenibilità produttiva delle piccole e medie imprese in settori ad alto tasso competitivo.

In conclusione, Presidente e cari colleghi, con il presente ordine del giorno si chiede al Governo di poter valutare la possibilità di introdurre un intervento di tipo normativo, volto a modificare le percentuali relative alla copertura, cercando di privilegiare i finanziamenti per programmi di investimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Prima di andare oltre, comunico la lieta notizia che oggi è nata Nilde, la figlia dell'onorevole Baldino. Auguri alla famiglia (Applausi).

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bof per illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1601/26. Ne ha facoltà.

GIANANGELO BOF (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, con questo ordine del giorno vogliamo dare maggiore estensione a quella che è una formula di incentivazione per le aziende che, al loro interno, si dotano di sistemi certificati per quanto riguarda la sostenibilità sociale.

In questo momento, le aziende che partecipano agli appalti pubblici hanno la possibilità di avere una riduzione della quota del 2 per cento della fideiussione da prestare nel momento dell'aggiudicazione dei lavori se sono in possesso delle certificazioni che dimostrano la sostenibilità sociale dell'impresa nel rapporto con i lavoratori e l'ambiente di lavoro.

Con l'approvazione del codice dei contratti, in particolar modo dell'articolo 106 del decreto legislativo n. 36 del 2023, è stato già previsto che chi è in possesso del requisito del sistema di certificazione SA 8000 possa avere questa riduzione. Nel tempo necessario per recepire il codice degli appalti, in realtà, è stato approvato un altro sistema di certificazione, riconosciuto da Accredia, che è il PAS 24000:2022 “Social management system – Specification”, che ha addirittura una sfera di azione più estesa di quella della certificazione SA 8000.

Quindi, contempla ancora maggiormente le garanzie per i lavoratori negli ambienti di lavoro, arrivando anche a entrare nel merito, nel rispetto dei contratti applicati dall'azienda per i lavoratori.

Essendo questo nuovo strumento di certificazione approvato dopo l'entrata in vigore del codice degli appalti, in questo momento non è ancora inserito nell'allegato II.13 del codice degli appalti. Quindi, non essendo specificatamente inserita all'interno la denominazione della nuova certificazione riconosciuta da Accredia, le stazioni appaltanti non riconoscono questa certificazione per avere la riduzione della garanzia fideiussoria da prestare nel momento dell'aggiudicazione.

La PAS 24000 è riconosciuta a livello internazionale tanto quanto la precedente, quindi, hanno l'equivalenza e sono in maniera equivalente riconosciute a livello, sia europeo sia internazionale come formula di certificazione per questo tipo di requisiti che le aziende devono avere per garantire che, all'interno di queste aziende, ci sia una sensibilità sociale e siano adottate politiche sociali verso i lavoratori, verso i dipendenti, verso i contratti di lavoro.

Penso che, in momenti come questo, visto quello che succede con gli incidenti sul lavoro, sia determinante consentire l'estensione di una premialità per le aziende che intendano portare avanti politiche di sensibilizzazione verso la parte sociale, la parte lavorativa delle proprie imprese.

Quindi, chiediamo che questo nuovo sistema di certificazione possa essere integrato e riconosciuto, per quanto riguarda gli appalti pubblici, per le stazioni appaltanti, che possano riconoscerlo come equiparato al precedente, quindi alla SA 8000 e, quindi, riconoscerlo come un sistema di accreditamento che consenta di aderire alla riduzione della garanzia fideiussoria del 2 per cento sugli appalti che, a quel punto, sarebbe riconosciuta anche con la nuova certificazione.

Sicuramente, penso che il Governo possa prendere in considerazione questa istanza, perché si tratta semplicemente di integrare la nuova certificazione che, in realtà, è entrata in vigore in tempo successivo, è stata riconosciuta in tempo successivo all'approvazione del codice e riteniamo che ogni strumento legislativo, come anche il codice, debba essere man mano adeguato alle realtà e alle modifiche per consentire alle nostre aziende di stare al passo con il mercato, Quindi, auspichiamo in un positivo riscontro da parte del Governo rispetto a questa nostra istanza e a questo nostro ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. La deputata Matera ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1601/32.

MARIANGELA MATERA (FDI). Grazie, Presidente. Un ordine del giorno importantissimo. Perché? Perché il provvedimento all'esame dell'Assemblea contiene interventi normativi importanti e necessari poiché finalizzati a sostenere il tessuto socioeconomico e produttivo del Paese, le cui misure sono considerate necessarie per esigenze finanziarie e fiscali indifferibili, oltre che per favorire gli enti territoriali, le pensioni e il rinnovo dei contratti pubblici, gli investimenti, l'istruzione e lo sport, nonché la tutela del lavoro e la sicurezza.

Il testo, già approvato dal Senato, composto da 55 articoli, suddivisi in 5 Capi, è stato significativamente migliorato nel corso dell'esame in prima lettura attraverso misure di portata economica e fiscale che contribuiranno a rilanciare la crescita e lo sviluppo nazionale, nel difficile momento dettato da una congiuntura economica complessa, determinata anche dagli scenari internazionali che hanno provocato profonde ripercussioni sul sistema economico e geopolitico globale.

Il decreto-legge che anticipa la manovra economica per il 2024 prevede, in particolare al Capo I, disposizioni fiscali attraverso il rinvio del versamento della seconda rata di acconto delle imposte dirette, di semplificazione, di tutela del contribuente e in materia di transazioni su crediti tributari e contributivi, nonché di proroga termini previsti per regolarizzare, senza addebito di sanzioni ed interessi, gli indebiti utilizzi in compensazione del credito di imposta previsto per investimenti in attività di ricerca e sviluppo.

In materia di credito d'imposta, si rammenta che l'articolo 16 del decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2023, n. 162, introduce, per l'anno 2024, il credito d'imposta per la ZES unica, nel rispetto della normativa europea in materia di aiuti di Stato in favore delle imprese che effettuano l'acquisizione dei beni strumentali destinati a strutture produttive ubicate nelle zone assistite delle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna e Molise.

Al riguardo, si evidenzia che l'introduzione della ZES unica nel Mezzogiorno all'interno della nuova riforma della politica di coesione, che consentirà al nostro Paese di assicurare la massima complementarietà tra le diverse fonti di finanziamento, conferma l'importanza e la strategicità dell'operato del Governo Meloni e del Ministro Fitto all'interno del quadro delle misure già introdotte, quali, ad esempio, la decontribuzione per le imprese che investono nel Mezzogiorno e il potenziamento delle infrastrutture, a cominciare dal ponte sullo Stretto di Messina, i cui effetti positivi e favorevoli sono stati confermati anche dal rapporto Svimez 2023.

All'interno delle suesposte osservazioni si ravvisa, pertanto, l'opportunità di assicurare nei confronti delle aziende del Mezzogiorno, in particolare quelle di piccola e media dimensione, una celere applicazione delle norme complessive volte a usufruire pienamente dell'agevolazione fiscale in oggetto.

Pertanto, il presente ordine del giorno vorrebbe chiedere al Governo di valutare l'opportunità di garantire maggiore certezza nei riguardi delle imprese del Mezzogiorno circa l'ambito e le modalità di accesso al beneficio del credito d'imposta, con riferimento ai criteri di applicazione e fruizione dell'agevolazione medesima (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. L'onorevole Bergamini ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno Cavandoli n. 9/1601/23, di cui è cofirmatario.

DAVIDE BERGAMINI (LEGA). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno volevamo fare una premessa. Considerando che all'interno di questo decreto, con l'articolo 7, comma 1-bis, che è stato introdotto al Senato, si prevedono agevolazioni fiscali già all'interno del mondo agricolo, in principal modo agevolazioni fiscali sugli oli minerali, con questo ordine del giorno, a nostro parere molto importante, chiediamo, in base alla norma dell'articolo 1 della legge n. 232 del 2016, in cui si prevedevano agevolazioni fiscali ai fini Irpef proprio per le categorie di imprenditori agricoli professionali e per i coltivatori diretti, di non far rientrare i redditi dominicali fra la base imponibile per il calcolo del reddito Irpef.

Questo proprio a fronte del fatto che nella legge di bilancio 2017, a seguito di una relazione presentata, si capiva che già dall'anno 2012 il comparto agricolo era in forte difficoltà, a fronte di una concorrenza di prodotti stranieri, a fronte anche di prestiti che spesso non rappresentavano l'intera copertura dei costi dei prodotti agricoli.

Oggi, guardando all'interno del decreto, risulta che non sono previste ulteriori deroghe per l'anno 2024, cosa che, invece, già lo scorso anno era stata prevista fino al 31 dicembre 2023.

Quindi, in considerazione del perseverare della crisi all'interno del mondo agricolo e a fronte delle continue vicissitudini che, nel nostro Paese, in questi ultimi mesi ma anche negli ultimi anni, hanno colpito i vari comparti del settore a livello nazionale, chiediamo al Governo se si possa valutare l'opportunità di prorogare, compatibilmente con le risorse della finanza pubblica, anche per l'anno 2024, questa esenzione dei redditi dominicali sui quali calcolare il reddito IRPEF, delle persone fisiche. Proponiamo, quindi, di dare ancora una volta, anche per l'anno 2024, una proroga e, soprattutto, un sostegno al mondo agricolo - che, come ho detto poc'anzi, dimostra quotidianamente una forte difficoltà -, sostegno che chiede concretamente a questo Parlamento. Quello che potremmo dare è probabilmente un segnale importante; riteniamo opportuno segnalarlo al Governo, pur consapevoli delle grandi difficoltà in cui abbiamo trovato il Paese, una volta arrivati al Governo e, quindi, compatibilmente con le risorse della finanza disponibili (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. L'onorevole Centemero ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1601/24.

GIULIO CENTEMERO (LEGA). Grazie, signor Presidente, e buona santa Lucia a lei, a tutte le colleghe e a tutti i colleghi (Applausi). È giusto ricordarlo.

Con quest'ordine del giorno, parto da un elemento contenuto nella NADEF, in particolare; mi riferisco al fatto che uno dei fattori idonei a favorire la diminuzione del rapporto debito-PIL, secondo la NADEF, per almeno l'1 per cento del PIL, nell'arco del triennio 2024-2026, è stato individuato nell'avvio di un piano di dismissioni di partecipazioni dello Stato. Ebbene, quando questo documento è stato votato e pubblicato ed è circolato per la stampa internazionale, i telefoni hanno cominciato a squillare e dall'altra parte del filo - si fa per dire, perché ora usiamo tutti WhatsApp o altre piattaforme di messaggistica - c'erano gli analisti sulle rive del Tamigi o sulle rive dell'Hudson, un po' increduli, che si domandavano: ma, sarà vero, cominciate davvero a effettuare queste dismissioni? Ed ecco, servito in pieno stile benedettino, ora et labora, il 25 per cento di MPS viene ceduto per circa 900 milioni di euro. Va bene.

Allora, in quest'ottica, e analizzandola anche dal punto di vista sinfonico, cioè analizzando anche da un altro punto di vista l'operatività delle partecipate pubbliche, non solo quelle dello Stato ma anche quelle degli enti locali, come se osservassimo la sinfonia n. 9 di Beethoven, dove lo “scherzo”, contro le regole di quel tempo, venne messo prima del “movimento lento” e questa fu una piccola rivoluzione, facciamo un'altra piccola rivoluzione e consentiamo alle società in house di far entrare nel loro capitale anche capitali privati, pur mantenendo le caratteristiche dell'in house. Come? Quotando una parte del loro capitale, cioè dedicandone una parte a flottante tramite MTF e borse dell'Unione europea, quindi, mercati finanziari, sostanzialmente. Questo, perché? Non solo per aumentare la competitività, non solo per guardare dal punto di vista della trasparenza le società che erogano servizi pubblici e che hanno facilitazioni dal punto di vista degli appalti; quindi, entrando su sistemi multilaterali di negoziazione o su altri tipi di mercati le regole di trasparenza aumentano, non solo portando le cittadine e i cittadini dei territori a partecipare alle proprie società, a chi eroga i servizi negli stessi territori, ma la cosa va guardata anche da un punto di vista di megatrend a livello globale. I tre pilastri su cui si fonda la nostra società sono: lo Stato, i mercati e le comunità.

In questo momento le comunità sono il motore propulsore della nostra società, mentre nell'Ottocento lo erano gli Stati nazione e i mercati lo sono stati fino al 2007, quando poi si è verificato il credit crunch. Ecco, allora, facciamo un mix di mercato e comunità e portiamo le comunità a investire tramite mercati regolamentati sui servizi pubblici erogati alle comunità stesse. E con questo esorto il Governo ad analizzare questo ordine del giorno molto attentamente, perché quell'1 per cento di riduzione di debito può essere molto superiore, può essere giovevole e entra all'interno di una norma molto importante contenuta nel disegno di legge Capitali che è quella sull'educazione finanziaria. Cosa c'è di meglio della pratica, del tirocinio, lo chiamerei, per fare educazione? Vedere che il collega Ottaviani, per esempio, qui di fianco a me, può investire nella sua partecipata, che gestisce l'acqua o che gestisce i rifiuti del suo comune, tramite i mercati finanziari e tramite strumenti finanziari, è molto meglio di qualsiasi lezione sui banchi, perché è pratica, anzi è complementare alle lezioni sui banchi di scuola.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

GIULIO CENTEMERO (LEGA). Io la ringrazio, Presidente, per l'attenzione e nuovamente esorto il Governo. E buona festa di santa Lucia a tutti, ancora (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Per richiami al Regolamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per un richiamo al Regolamento, l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO (AZ-PER-RE). Presidente, mi sono recato al banco della Presidenza per chiedere se il mio capogruppo potesse intervenire sull'ordine dei lavori. In una fase di ostruzionismo legittimo della maggioranza, succede, lo abbiamo fatto anche noi ma il mio capogruppo voleva spiegare e chiedere, interloquendo, come si fa, sulle questioni, per cercare di capire se riuscivamo a rimuovere l'ostruzionismo della maggioranza. Mi è stato risposto che sull'ordine dei lavori saremmo intervenuti dopo, cioè una volta finito l'ostruzionismo. Mi chiedo: io ho avuto il piacere di presiedere quest'Aula, ho fatto il capogruppo per qualche anno in questo Parlamento, di maggioranza, ma non mi era mai capitato che si tirasse fuori una circolare del 1996 (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe) per dire che non possiamo intervenire e non possiamo parlare.

È evidente che c'è un fatto politico in quest'Aula e rispetto a un fatto politico c'è il diritto dell'opposizione, almeno, di farsi sentire, lo ripeto, almeno, di farsi sentire: c'è un fatto politico.

Presidente, io credo sia legittimo quello che fa la maggioranza, come è legittimo quando l'opposizione fa l'opposizione e fa ostruzionismo, ma non è consentito che non ci sia la possibilità di interloquire. Glielo dico, Presidente, perché noi, a furia di fiducie sui decreti-legge, a furia di discussioni su ordini del giorno, di discussioni sulle mozioni, di discussioni francamente anche poco utili, diciamo così, rischiamo di non avere proprio più alcuna funzione. Se non possiamo neanche interloquire sulla politica quando succede qualche cosa in quest'Aula, mi dice che cosa ci stiamo a fare?

Quindi, Presidente, la pregherei di comprendere la mia amarezza rispetto a questa innovazione di questa legislatura sull'articolazione delle discussioni sull'ordine dei lavori. Lo dico rivolgendomi a lei, a tutta la Presidenza, ringraziando gli uffici per l'interlocuzione sempre positiva che abbiamo, ma chiedendo, veramente, che ci sia la possibilità di ripristinare la possibilità di rimettere il dibattito politico al centro, quando c'è bisogno di farlo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

PRESIDENTE. Chiarisco che la circolare del 1996, alla quale noi facciamo riferimento, non è stata mai aggiornata o ritirata e io non posso fare altro che procedere secondo la circolare esistente. Delle altre legislature io non posso rispondere. In ogni caso, al termine di questa fase, che termina, credo, con l'ordine del giorno n. 9/1601/33 Squeri, noi abbiamo già iscritti per interventi sull'ordine dei lavori: l'onorevole Grimaldi, l'onorevole Faraone e, a questo punto, l'onorevole Richetti.

Ha chiesto di parlare, sul Regolamento, l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà. Sul Regolamento, onorevole Cappelletti, la prego, non sull'ordine dei lavori.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Presidente, sull'articolo 8 e seguenti del Regolamento, perché ci troviamo di fronte, e questo penso sia evidente a tutti, ad un'anomalia.

In questa legislatura non era mai successo di assistere a un'ora di ostruzionismo della maggioranza a sé stessa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ed è chiaramente una cosa, magari legittima, ma sicuramente anomala, fosse solo per il fatto che non era mai successo.

Noi sappiamo che questa settimana abbiamo molti provvedimenti in agenda e, dopo il decreto-legge Anticipi, c'è la legge di delegazione europea, c'è il provvedimento sugli illeciti agroalimentari, c'è anche la questione MES, eccetera. Ebbene, la settimana scorsa la maggioranza ci ha trattenuti in Aula fino quasi alla mezzanotte per un provvedimento del Governo sul made in Italy, un disegno di legge governativo. Ora che si potrebbe mandare avanti la discussione su provvedimenti di origine parlamentare, invece, assistiamo a un ostruzionismo della maggioranza. Ci chiediamo cosa vi intimorisca: la discussione sugli illeciti o sul MES?

PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Cappelletti, stiamo parlando di Regolamento, la prego. La considerazione politica è una cosa, il Regolamento è un'altra. Mi perdoni. Sul Regolamento?

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Signor Presidente, articolo 8. Io intendevo dire questo e la ringrazio di avermi lasciato l'opportunità di manifestarlo. Credo che, comunque, di fronte a questa situazione, una interlocuzione tra i capigruppo si renda necessaria.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 1601.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1601​)

PRESIDENTE. L'onorevole Squeri ha facoltà di illustrare l'ordine del giorno n. 9/1601/33 Barelli, di cui è cofirmatario.

LUCA SQUERI (FI-PPE). Signor Presidente, noi sappiamo che solitamente gli ordini del giorno sono importanti per chi li presenta, ma poi magari non hanno una conseguenza pratica rispetto a quello che si chiede al Governo. Devo dire che questo ordine del giorno, in realtà, incide notevolmente sulle dinamiche in positivo relative a un argomento molto importante, quello degli immobili usi a locazioni brevi per finalità turistiche.

Mi riferisco al fatto che in questo contenuto normativo che andiamo ad approvare è inserita la possibilità di prevedere il CIN, il cosiddetto Codice identificativo nazionale, che è uno strumento molto importante - condiviso da tutte le parti in causa, dal Governo, dalla maggioranza, dagli operatori e penso anche da chi poi dovrà utilizzarlo come proprietario di immobili - perché in un settore così importante, come la locazione breve, può contrastare in maniera efficace i fenomeni di scarsa trasparenza, e consentirà, dunque, l'emersione di attività sommerse.

Proprio oggi - è notizia lanciata dalle agenzie - è stato raggiunto un accordo tra l'Agenzia delle Entrate e la piattaforma Airbnb, con il quale la piattaforma si impegna a pagare la cifra assolutamente rilevante di 576 milioni di euro, che copre il periodo 2017-2021, come sostituto d'imposta. Dunque, si va a sanare una situazione che lo strumento del CIN aiuterà in maniera preventiva ad evitare che si concretizzi, come fenomeni di irregolarità.

Visto che, per coprire l'accordo, manca ancora il periodo 2022-2023, consideriamo quanto sia importante questo strumento. Esso poi ha una finalità assolutamente rilevante perché impegna il Governo affinché l'emersione dell'imponibile che questo codice produrrà abbia come finalità il finanziamento del Fondo per la riduzione della pressione fiscale. Dunque, consentirà di adempiere un impegno che Forza Italia, in maniera molto decisa, ha chiesto al Governo, quando si è parlato di aumentare la cedolare secca sulle case in affitto, affinché si possa evitare, grazie a questo supporto e a un maggiore di gettito, che le prime case abbiano un aumento di cedolare secca, che rimarrebbe, dunque, al 21 per cento.

Per cui sono certo che il Governo esprimerà parere positivo a questo ordine del giorno, che produrrà effetti benefici in un settore tanto importante quale quello delle locazioni brevi. E sappiamo che voce abbia questo, nel panorama più generale del turismo, in termini di importanza, di efficacia e in termini di poter dare uno strumento al settore turistico, facendo sì che il sommerso venga contrastato e, dunque, ci sia un maggior gettito per le casse dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Abbiamo così terminato la fase dell'illustrazione degli ordini del giorno.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ci sono richieste di intervenire sull'ordine dei lavori. Voglio precisare che questa suddivisione è una mia personale scelta. Non c'entrano i dirigenti di Aula, voglio chiarire questo. Quindi, se qualcuno non è d'accordo, parlasse con me, cortesemente (Applausi).

Detto questo, ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi, sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Certo, perché questo non è un richiamo al Regolamento, visto che quello che abbiamo appena sentito, secondo noi, sta esattamente dentro al Regolamento della Camera; mentre vorrei annunciare il fatto che Alleanza Verdi e Sinistra non illustrerà gli ordini del giorno.

E, invece, è una bellissima notizia ascoltare la voce di tantissimi deputati che non abbiamo sentito in questo anno (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle). E' una bellissima notizia sapere che, in qualche modo, c'è l'inizio di un confronto e mi faccia dire che è un po' un peccato che alcuni deputati ormai possano fare solo interrogazioni, dossieraggio verso le opposizioni (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e non possano neanche più presentare emendamenti alla legge di bilancio, nemmeno se si è in maggioranza.

Allora, benvenuta all'opposizione dell'opposizione. Incredibile! Un nuovo scenario (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Non volete governare e fate opposizione all'opposizione. Benvenuti, sappiate che, se non volete governare, potete andare a casa, perché noi siamo pronti a sostituirvi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra- Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Per cortesia, per cortesia, colleghi.

Ha chiesto di intervenire l'onorevole Richetti. Ne ha facoltà.

MATTEO RICHETTI (AZ-PER-RE). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori perché in realtà penso che siamo tutti qua a cercare di dare funzionalità a questo Parlamento. Quindi, è un esercizio per me insolito quello dell'ostruzionismo della maggioranza, legittimo ma insolito. Lo dico perché qui nessuno vuole pronunciare il problema: non si deve discutere il MES in quest'Aula. Abbiamo capito, non si deve discutere il MES in quest'Aula, non si deve arrivare a discutere di MES.

Ma signori e colleghi, avete i numeri per farlo, usateli! L'abbiamo visto sul salario minimo, l'abbiamo visto tutte le volte che siete tornati a discutere in Commissione, ma qual è il problema? Chiudiamo la fase degli ordini del giorno, anche perché se avessimo voluto fare una discussione impattante sul provvedimento, avreste potuto non mettere la fiducia e avremmo lavorato sugli emendamenti (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle) e invece dobbiamo farlo sugli ordini del giorno.

Vi ringrazio per la cura con cui li avete illustrati, lodevole, ma ci sono altri problemi, tipo il fatto che cinque minuti fa l'Alta Corte albanese ha respinto lo straordinario accordo con l'Albania, che nemmeno volevate discutere in quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).

Presidente, io apprezzo che lei prenda su di sé tutte le responsabilità, ma c'è un problemino che non sta nel Regolamento e negli Uffici. Siamo di fronte a una frizione profonda del ruolo di questo Parlamento e non riguarda la maggioranza, l'opposizione, la Presidenza, ma riguarda questo Parlamento; e quando le opposizioni provano a dire “facciamo fare a questo ramo del Parlamento il suo mestiere”, si può anche provare a ragionare insieme delle cose. Francamente, il fatto che, pur di evitare voti, prese di posizione, un indirizzo chiaro, si utilizzino gli elementi regolamentari dell'opposizione, io francamente non l'ho mai visto (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Signor Presidente, colleghe e colleghi, credo che, da un punto di vista regolamentare, non ci sia nulla da eccepire e credo anche che i partiti e i gruppi della maggioranza abbiano fatto le loro valutazioni politiche per questa scelta irrituale che forse appartiene a un rito della Prima Repubblica, che, secondo alcuni, portò a una vicenda, che forse Tabacci, che è uno dei più “giovani” di quest'Aula, ricorderà, che fu tra Fanfani e Craxi.

Ma è la prima volta da quando frequento queste Aule che mi capita di vedere questo, oltretutto - lo dico molto francamente - senza alcuna motivazione, perché è del tutto evidente che se avessimo accelerato sugli ordini del giorno, questa sera avremmo potuto fare le dichiarazioni di voto e domani fino alle 14, tranquillamente, la legge di delegazione europea, perché immagino che, al pomeriggio, il gruppo di Fratelli d'Italia - immagino - chiederà la sospensione perché c'è un evento nazionale del loro partito.

Allora, il problema dov'è? Ma voi pensate che adesso per altri 4 giorni fate auto-ostruzionismo per evitare di rispettare un diritto dell'opposizione (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra), quello di vedere portato al voto un provvedimento dell'opposizione? Si chiama MES! Si chiama MES! Avete gli strumenti regolamentari. Se non lo fate questa settimana, lo farete la prossima; inventerete una soluzione regolamentare che vi consentirà di non discutere del MES prima di Natale, assumendovene, però, di fronte al Paese, evidentemente, la responsabilità.

Allora, di che cosa stiamo parlando? Ma qualcuno di voi può immaginare che noi non reagiremo? Vi ricordo che non state portando in Aula, nei tempi previsti al Senato - e, quindi, alla Camera -, un piccolo provvedimento che si chiama legge di bilancio (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe, Alleanza Verdi e Sinistra, Italia Viva-il Centro-Renew Europe e Misto-+Europa)! Volete che vi portiamo all'esercizio provvisorio? È questo il clima che state preparando? Mi chiedo se ci sia responsabilità o irresponsabilità.

Vi chiedo davvero di riflettere. Facciamo gli ordini del giorno, votiamo questa sera questo decreto e domani facciamo la legge di delegazione europea, appunto e, poi, la prossima settimana sono già in calendario la legge sulla concorrenza, quella sui reati agroalimentari e quella del MES. Punto! Non ce la fate ad arrivare dopo Natale senza prendervi la responsabilità a casa vostra sul voto del MES. Ma allora non prendiamoci in giro, perché questa - lo ripeto -, al fondo, non è una tattica parlamentare, non è un tentativo politico, è una lesione di un diritto dell'opposizione e questo porta a reazioni inevitabilmente parlamentari (sia ben chiaro, parlamentari). Però, l'auto-ostruzionismo della maggioranza in questo modo non si era mai visto in tempi recenti e soprattutto non ha logica. Ripensateci (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe, Alleanza Verdi e Sinistra, Italia Viva-il Centro-Renew Europe e Misto-+Europa)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Abbiamo assistito a questa forma del tutto eclettica di opposizione della maggioranza. La maggioranza fa ostruzionismo in questa sede esattamente per rinviare i lavori e per evitare di arrivare alla decisione sul MES, la decisione che l'Italia si aspetta e che farà emergere le contraddizioni insite in questa maggioranza.

In tutto questo, in questo inutile dibattito che si è tradotto nella mera lettura di ordini del giorno - siamo in grado di leggerli da noi; è solo un modo per occupare il tempo, questo, e nessun apporto è stato dato, in questa sede, anche su questi ordini del giorno -, più volte, abbiamo denunciato, signor Presidente, l'inconsistenza di quest'Accordo internazionale tra l'Italia e l'Albania, più volte abbiamo affermato la sua contrarietà a norme di diritto internazionale, alle norme europee, abbiamo rilevato l'esiguità dei casi ai quali esso può applicarsi, cioè 720 migranti al mese a fronte di costi enormi, pari a centinaia di milioni di euro, mettendo così la maggioranza le mani in tasca agli italiani in un momento di grave difficoltà, qual è quello che stiamo attraversando a causa delle politiche di bilancio della maggioranza.

Ebbene, apprendiamo dalle agenzie che la Corte costituzionale albanese ha sospeso in Albania la procedura parlamentare per l'approvazione di questo protocollo. Allora, vorrei chiedere, signor Presidente, alla maggioranza, se non ritenga più utile impegnare questo tempo nell'illustrarci, oggi, cosa intenda fare su questo protocollo: un protocollo che l'altro Paese contraente, l'Albania, ha sospeso per vizi di costituzionalità. Cosa pensate di fare?

Mi permetto, oltre a questa richiesta, di fare un appello alla maggioranza: vi preghiamo davvero, perché queste sono norme scritte sull'acqua, norme che porteranno all'Italia non solo l'inevitabile disdoro di farci ridere dietro dalla comunità internazionale e i costi di un contenzioso infinito che pagheranno i migranti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), le persone più deboli, quelle alle quali la maggioranza volta in questo modo le spalle! Dunque, vi preghiamo: tirate fuori - per usare una metafora cara alla maggioranza - questo Paese dal binario ferroviario morto nel quale l'avete portato (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Vede, ci sono tutte le questioni che sono state sollevate dai colleghi, c'è quest'aspetto grottesco, per cui si ricorre al decreto, al voto di fiducia e poi si cerca, da parte della maggioranza, di rinviare il voto finale, che è una cosa totalmente incomprensibile che umilia il Parlamento. Ma poi c'è anche il dato politico, signor Presidente, e il dato politico è che in queste ore Meloni, il Presidente del Consiglio, sarà al Consiglio europeo ad affrontare una discussione e un negoziato piuttosto complicati. La sua maggioranza cosa fa? Fa melina. Ma come glielo spiegate agli interlocutori europei che non avete nemmeno il coraggio di prendere una decisione sul MES? Credo che questa sia una cosa gravissima, che si somma ad altre cose gravissime e, signor Presidente - mi rivolgo a lei e al Presidente Fontana -, sono molto d'accordo col collega Fornaro sul fatto che non possiamo accettare che, forse - e mi sono rivolto agli uffici; magari, si potrà fare un'indagine più approfondita -, per la prima volta, signori colleghi della maggioranza, negli ultimi 40 anni questa Camera riceverà, per la prima lettura, la legge fondamentale del Paese, la legge di bilancio, tra Natale e Capodanno. Non era mai accaduto che arrivasse in prima lettura. Spesso era arrivata in seconda lettura, per il via libera definitivo, che si fa in poco tempo con il fair play parlamentare, ma mai in prima lettura.

Sono d'accordissimo con lei, onorevole Fornaro. Credo che per serietà si debba considerare l'esercizio provvisorio come un'opportunità e che questo Parlamento non possa ridursi a scendiletto del Presidente Meloni che detta i tempi, li cancella, accelera, frena e fa quello che vuole. Siete partiti con l'idea che una legge di bilancio sottratta al Parlamento, cioè vietando i vostri stessi emendamenti di maggioranza, sarebbe stata una legge di bilancio accelerata. Non funziona così, cari colleghi e caro Presidente Meloni.

Se il regime è parlamentare, è il Parlamento sovrano e il Governo è andato a sbattere la faccia contro il muro, perché non è stato in grado di chiudere la legge di bilancio. Se fosse venuto in Parlamento, se fosse andato in Parlamento, al Senato, probabilmente avrebbe fatto molto più rapidamente, scegliendo la via maestra, cioè che la legge di bilancio, il Governo la presenta, il Parlamento la emenda e l'altra Camera pure.

Quindi, credo che non possiamo accettare che ci arrivi la legge di bilancio in Aula, per la prima volta dopo 40 anni, il 27 o il 28 dicembre, dicendo: sentite fate anche presto, perché noi dobbiamo governare. Non è così che funzionano le cose (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa e Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Presidente, avevo chiesto la parola per fatto personale dopo l'intervento del collega Grimaldi, ma non importa. Intervengo adesso, perché non voglio entrare nel merito e nello specifico delle osservazioni legittime che stanno facendo i capigruppo di opposizione. Non entro in quelle; però che, in quest'Aula, ci sia un parlamentare che si alza e che dice che è contento di sentire o non sentire la voce degli altri parlamentari, francamente, lo ritengo offensivo per qualunque parlamentare di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti), perché come non è la maggioranza che dice all'opposizione quando parlare e che cosa dire, allo stesso modo, ogni parlamentare di maggioranza è libero di intervenire quando vuole e come vuole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia – Commenti).

Questo al netto delle valutazioni politiche che ho sentito dagli altri colleghi. Questa osservazione che ha fatto il collega Grimaldi, per suo tramite, la prego di censurarla (Commenti), perché francamente qui siamo tutti liberi di intervenire quando vogliamo.

PRESIDENTE. Onorevole Montaruli, la prego.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Anch'io, sinceramente, ancora a distanza di un anno e mezzo, non so il nome, a volte scopro che esistono dei parlamentari in quest'Aula, ma non mi permetto di intervenire in quest'Aula e dire “sono contenta di sentire o non sentire, finalmente di scoprire la voce di qualche altro parlamentare”, perché ogni parlamentare esercita il proprio mandato e la propria presenza qui dentro, nel rispetto, ovviamente, delle nostre prerogative, come ritiene (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Chiarisco che però noi non potevamo sapere che lei ha chiesto di intervenire per un fatto personale, ovviamente, perché, se non ce lo dice, noi non lo sappiamo. Immaginavamo che era sull'ordine dei lavori.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (IV-C-RE). Grazie, Presidente. Grimaldi va censurato per tante cose, una gliela dico spesso, ma lei è molto suscettibile, onorevole Montaruli, oggettivamente non penso… (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva-il Centro-Renew Europe e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)… In quest'Aula si è visto di tutto, però continuo a censurare Grimaldi per diverse cose.

Concordo con gli interventi, il nostro gruppo concorda con gli interventi che ha fatto l'opposizione finora, però volevamo anche, in un'ottica di pace e serenità, rasserenare un attimo il clima, anche rassicurare i colleghi dell'opposizione. Esiste l'istituto psicologico della rimozione, e va rispettato. I colleghi di maggioranza vogliono allontanare questo calice il più possibile e va compreso, è una reazione umana. Però, contemporaneamente, ricordo ai colleghi della maggioranza: fate pure questo giochino, tanto prima o poi qui con il MES ci dovete arrivare. Ci dovete arrivare e quel tabellone lì si riempirà di pallini verdi dal vostro lato, e noi saremo qui, serafici, tranquilli, ad aspettarvi e a commentare questo risultato (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva-il Centro-Renew Europe e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Quindi, pace e serenità, tanto qui prima o poi dovete passare, sebbene vi faccia sentire meglio pensare che quel momento sarà il più lontano possibile, ma si avvicina giorno dopo giorno. Noi saremo qui ad aspettarvi (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva-il Centro-Renew Europe, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra e Azione-Popolari Europeisti Riformatori-Renew Europe).

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 1601​)

PRESIDENTE. Passiamo alla ripresa dell'esame degli ordini del giorno.

Avverto che l'ordine del giorno n. 9/1601/1 Gebhard è stato ritirato.

Invito il Sottosegretario Freni a esprimere il parere del Governo.

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Sull'ordine del giorno n. 9/1601/2 Fossi eliminare tutte le premesse successive alla n. 5), inclusa quest'ultima, e con la riformulazione del dispositivo che vado a leggere: “impegna il Governo ad accelerare l'adozione delle misure necessarie a sostegno della popolazione della regione Toscana per fronteggiare l'emergenza provocata dagli eventi alluvionali ed avviare la fase della ricostruzione, nonché a sostenere ogni più opportuno intervento diretto a garantire una migliore funzionalità delle infrastrutture idrauliche”.

Sugli ordini del giorno n. 9/1601/3 Caso, n. 9/1601/4 Onori e n. 9/1601/5 Scutella' parere contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1601/6 Torto il parere del Governo è favorevole, a condizione che il dispositivo sia riformulato nei termini che vado a leggere: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica e nei limiti di quanto stabilito dall'articolo 14-bis del provvedimento in esame, di prevedere iniziative per agevolare la mobilità dei residenti del territorio della regione Abruzzo che utilizzano regolarmente le tratte autostradali ricadenti nel territorio medesimo”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1601/7 Guerra parere contrario, sull'ordine del giorno n. 9/1601/8 Morfino, espunta l'ultima premessa, parere favorevole con la riformulazione dell'impegno nei termini che seguono: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di prevedere iniziative a sostegno delle famiglie e degli studenti meno abbienti per l'acquisto di materiale scolastico”. Sull'ordine del giorno n. 9/1601/9 Carmina, espunte le premesse 3), 4) e 5), parere favorevole, ma con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di adottare iniziative a sostegno del comune di Porto Empedocle per arginare le difficoltà derivanti dal flusso migratorio”. Sull'ordine del giorno n. 9/1601/10 Barzotti parere favorevole, ma con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di prevedere l'incremento delle indennità di vacanza contrattuale anche al personale con contratto di lavoro a tempo determinato dipendente dalle amministrazioni statali”. Sull'ordine del giorno n. 9/1601/11 Carotenuto parere favorevole, ma con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di adottare iniziative a sostegno dei lavoratori indicati in premessa”.

Sugli ordini del giorno n. 9/1601/12 Cappelletti, n. 9/1601/13 Alfonso Colucci, n. 9/1601/14 Pellegrini, n. 9/1601/15 Di Lauro e n. 9/1601/16 De Palma parere contrario. L'ordine del giorno n. 9/1601/17 Tassinari è accolto come raccomandazione, mentre sull'ordine del giorno n. 9/1601/18 Curti vi è parere contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1601/19 Scarpa il parere è favorevole, ma con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di prevedere misure agevolative per l'acquisto di case ad elevato coefficiente di efficienza energetica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1601/20 Ferrari, espunta l'ultima premessa, parere favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “ad adottare quanto prima”, e poi segue il testo dell'impegno così come proposto. Sull'ordine del giorno n. 9/1601/21 Andreuzza parere favorevole, gli ordini del giorno n. 9/1601/22 Gusmeroli, n. 9/1601/23 Cavandoli e n. 9/1601/24 Centemero sono accolti come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1601/25 Stefani parere favorevole, sull'ordine del giorno n. 9/1601/26 Bof parere favorevole, ma con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità, nell'ambito dell'adozione del regolamento di cui all'articolo 106, comma 8, del decreto legislativo n. 36 del 2023, di inserire nell'allegato II.13 la certificazione PAS 24000”.

Sugli ordini del giorno n. 9/1601/27 Amato e n. 9/1601/28 Cherchi parere contrario, sull'ordine del giorno n. 9/1601/29 De Bertoldi parere favorevole, l'ordine del giorno n. 9/1601/30 Ambrosi è accolto come raccomandazione, sull'ordine del giorno n. 9/1601/31 Di Giuseppe parere contrario, sugli ordini del giorno n. 9/1601/32 Matera e n. 9/1601/33 Barelli parere favorevole e sull'ordine del giorno n. 9/1601/34 Grimaldi parere contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1601/35 Bonelli, espunte le premesse nn. 6), 7) e 12), parere favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di adottare iniziative, in sinergia con l'Agenzia delle entrate e con la Guardia di finanza, per garantire il recupero dei contributi straordinari non ancora versati al fine di contenere gli effetti dell'aumento dei prezzi e delle tariffe del settore energetico per le imprese e i consumatori”. L'ordine del giorno n. 9/1601/36 Borrelli è accolto, ma con la seguente riformulazione dell'impegno: “a favorire l'accesso al lavoro agile e a valutare ulteriori proroghe per i lavoratori privati fragili”.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1601/2 Fossi, su cui c'è parere favorevole con riformulazione. Onorevole Fossi?

EMILIANO FOSSI (PD-IDP). Grazie, Presidente, non accetto la riformulazione e chiedo che sia messo al voto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1601/2 Fossi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

IGOR IEZZI (LEGA). Vuole intervenire la collega!

PRESIDENTE. Revoco l'indizione della votazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Nisini. Ovviamente, immagino per dichiarazione di voto, non può fare diversamente, sull'ordine del giorno n. 9/1601/2. Ne ha facoltà.

TIZIANA NISINI (LEGA). Sì, io volevo intervenire su questo ordine del giorno e ringrazio anche il Sottosegretario Freni (Proteste di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle)

PRESIDENTE. Colleghi, ascoltiamo… Scusate… Collega Barabotti. Abbia pazienza, per cortesia, siamo in dichiarazione di voto sull'ordine del giorno n. 9/1601/2… Collega, no, per favore… La prego, deputata, intervenga in dichiarazione di voto sull'ordine del giorno n. 9/1601/2. Non vuole intervenire? Prego.

TIZIANA NISINI (LEGA). Volevo ringraziare il Sottosegretario Freni, anche per la riformulazione e per l'accelerazione a prevedere delle risorse e anche degli aiuti alle popolazioni della Toscana, considerando che la relazione sulla ricognizione, inviata al Governo dalla regione Toscana, è avvenuta l'ultimo giorno utile, ossia l'11 dicembre. Quindi, mi sembra una cosa incredibile che non venga accettato questo ordine del giorno, visto che il Governo ha chiesto di accelerare i tempi e si sta parlando di due giorni fa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Barabotti. Ne ha facoltà. Onorevole, sempre per dichiarazione di voto sull'ordine del giorno n. 9/1601/2?

ANDREA BARABOTTI (LEGA). Sì, grazie, Presidente. Rimango perplesso del fatto che, rispetto a un tema così importante, il Partito Democratico e le opposizioni non vogliano che si sviluppi un dibattito (Proteste di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle)…

PRESIDENTE. Colleghi… colleghi, ascoltiamo l'onorevole Barabotti. Ha pieno titolo per parlare, ascoltiamo l'onorevole Barabotti. Prego, onorevole.

ANDREA BARABOTTI (LEGA). Intanto, all'interno dell'ordine del giorno ci sono delle inesattezze, nel senso che il Governo ha già provveduto a dare alcune prime risposte anche all'interno del DL Anticipi, stanziando 50 milioni di euro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) per le imprese che hanno una forte e connaturata propensione all'export, dando loro la possibilità di accedere a un fondo che supera i 50 milioni di euro come dotazione. In più, nel decreto Energia, che sarà discusso e incardinato nei prossimi giorni nelle Commissioni congiunte X (Attività produttive) e VIII (Ambiente), ci sono altri milioni di euro previsti per far fronte all'emergenza in Toscana. In più, devo aggiungere che la riformulazione proposta dal Sottosegretario Freni offre una grande opportunità, ovviamente interpretando lo spirito dell'ordine del giorno dell'onorevole Fossi in termini più generici, però riesce a cogliere sostanzialmente le due necessità di cui ha bisogno il territorio regionale: in primo luogo, affrontare l'emergenza immediata, e, in secondo luogo, andare verso la ricostruzione. Infatti, se è vero che abbiamo il dovere di offrire a quei cittadini, a quelle famiglie e a quelle imprese, il diritto sacrosanto di guardare con speranza e con la giusta serenità al futuro, è anche giusto e doveroso consentire al Governo di capire quali siano le misure migliori da mettere in campo per sostenere quel sistema sociale e produttivo. Il Governo, la scorsa settimana, ha avuto la relazione che è stata redatta dalla regione Toscana insieme agli enti locali che sono ricompresi nel perimetro dell'emergenza. Questa relazione ci consente in modo sufficiente… Chiedo scusa, Presidente, non riesco a parlare perché alla mia destra si continua…

PRESIDENTE. Sto richiamando. Chiedo scusa, colleghi. Colleghi, però, per favore.

ANDREA BARABOTTI (LEGA). Dicevo che il Governo, oggi, con questa relazione in mano, ha la possibilità di valutare adeguatamente le misure e i fondi che serviranno per guardare alle emergenze e, soprattutto, alla ricostruzione. Quindi, penso che la proposta che arriva dal Governo, con la riformulazione, accolga queste due istanze ed è un vero peccato per la Toscana che questo ordine del giorno debba essere respinto dal Parlamento, perché poteva rappresentare un qualcosa di positivo per una regione. In tutti i casi, sono convinto che il Governo - ordine del giorno o meno - continuerà nel suo lavoro per aiutare i cittadini toscani, e siamo noi, come parlamentari di centrodestra, ma soprattutto come toscani, in primo luogo, a chiedere che questo avvenga in tempo celere e con la stessa intensità d'aiuto che, purtroppo, abbiamo dovuto garantire anche all'Emilia-Romagna (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata La Porta. Ne ha facoltà.

CHIARA LA PORTA (FDI). Grazie, Presidente. Mi dispiace non vedere qui in Aula il collega Furfaro, con cui di solito mi prendo su questo tipo di ordini del giorno. Siamo di fronte all'ennesimo ordine del giorno strumentale, che è stato presentato e su cui il Governo, per l'ennesima volta, ha provato a venire incontro alle richieste fatte in maniera strumentale da parte del Partito Democratico, però, per l'ennesima volta, c'è stato un rifiuto anche parecchio frettoloso rispetto al solito, quasi a non voler ascoltare nemmeno la riformulazione. Una riformulazione che, come è stato detto, accoglie e accoglieva pienamente le istanze e le richieste, come già, d'altronde, stanno facendo - e come è stato già illustrato prima dagli altri colleghi di maggioranza - su questo tipo di intervento, la maggioranza e il Governo. Infatti, mentre, da una parte, i colleghi qui in Aula, alla Camera, e al Senato, continuano questa opposizione strumentale, chiedendo soldi a pioggia, come del resto stanno facendo da quando il Governo Meloni si è insediato, dall'altra parte, addirittura, il presidente della regione, Eugenio Giani, oggi ha ringraziato il Governo e il Ministro Lollobrigida per i soldi che sono stati stanziati per il settore dell'agricoltura. Quindi, delle due l'una: o chi è qui dentro non è in linea con il presidente della regione, Eugenio Giani, oppure c'è una schizofrenia totale, oppure c'è la volontà, come è stato detto e come state dimostrando, di voler raccontare ai toscani una realtà che non esiste. Addirittura state raccontando che questo Governo, siccome è di centrodestra, vuole penalizzare i toscani. Questo verrà ed è assolutamente smentito dai fatti, continuerà ad essere smentito, e, nonostante la macchina del fango, per rimanere in tema, che state mettendo su e che continuate a narrare, verrà smentito, e i cittadini toscani non crederanno più alle parole strumentali che state raccontando. Io vorrei ringraziare il Governo per la riformulazione e lo sforzo che tutte le volte compie nell'affrontare con serietà e nel non perdere la pazienza di fronte a questi ordini del giorno strumentali. Vorrei ribadire che il Governo Meloni non lascerà sola la popolazione Toscana, nonostante, ad esempio, oggi i cittadini della frazione di Chiusoli, nel comune di Cantagallo - e rivolgo a loro un pensiero di vicinanza -, per quattro gocce di pioggia nel torrente Chiusoli, sono stati di nuovo alluvionati, a causa di lavori che sono stati fatti di nuovo in fretta e furia su quel torrente, evidentemente in malo modo. Quindi, a loro vanno la nostra solidarietà e il nostro supporto, e speriamo che, d'ora in avanti, gli interventi che verranno fatti, siano realizzati con un pochino più di criterio e non come sono stati fatti fino ad ora (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Mazzetti. Ne ha facoltà.

ERICA MAZZETTI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Mi unisco al richiamo fatto dai miei colleghi toscani su questo ordine del giorno. Anch'io mi trovo molto meravigliata da Fossi, così come da tutto il PD, che, in tutta furia, hanno voluto votare questo ordine del giorno, non appena ascoltata la riformulazione.

Ringrazio il Sottosegretario, perché dà uno spiraglio molto importante a tutto il nostro territorio, che già il Governo ha dato. Voglio, infatti, ricordare che il 2 novembre è avvenuta l'alluvione e il 3 novembre, in Consiglio dei Ministri, è stato dichiarato lo stato di emergenza e immediatamente sono stati stanziati 5 milioni e, contestualmente, il presidente Giani, commissario straordinario per l'emergenza, doveva consegnare immediatamente una relazione dove indicava i danni presunti; ecco, l'ha consegnata l'11 dicembre, cioè due giorni fa. Ed è ovvio che il Governo, in questo momento, deve lavorare per valutare tutte queste cose. Altra cosa fatta dal Governo: tutti gli adempimenti fiscali sono stati posticipati al 17 dicembre; dite è poco; sì, è poco, è vero, però non ci scordiamo che siamo in fase di stesura della legge di bilancio e sono certa che immediatamente dopo verrà fatto un nuovo decreto Alluvione, un prolungamento del decreto dell'Emilia-Romagna, quello che crede più opportuno il Governo. L'importante che vengano fatte, come sono certa, queste dichiarazioni.

Altra cosa fondamentale - forse è per questo che l'opposizione, il PD toscano in particolare, non vuole fare interventi – è che non ricordano mai tutto quello che non è stato fatto nella regione Toscana in questi ultimi 50 anni, sempre governati dal centrosinistra: niente manutenzione ordinaria e straordinaria - e forse, a questo punto, non c'erano arrivati -, il rischio idraulico non è stato controllato, i consorzi di bonifica non sono stati indirizzati e controllati e, soprattutto, le risorse che i Governi vari, dal 2011 hanno stanziato anche per questa regione non sono stati utilizzati per fare tutte le opere di contenimento necessarie. Ecco, il collega Fossi, fra l'altro, è stato sindaco, per circa 9 anni, del comune di Campi Bisenzio, il più colpito da questa alluvione e magari un attimo di mea culpa lo dovrebbe fare, perché quando dice che vi è l'occupazione del suolo sbagliato e vi sono provvedimenti sbagliati, non si ricorda che per 9 anni i piani strutturali di quel territorio li ha approvati lui (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Per cui non dimentichiamoci queste cose. Capisco che volete sfuggire, voi, al dibattito.

Noi, come Governo di centrodestra, parlamentari toscani, tutti, dobbiamo essere uniti a collaborare con tutte le forze istituzionali che abbiamo, dai comuni, alle regioni, al Parlamento, per risolvere i problemi ai cittadini. Per cui vi chiedo cortesemente, da cittadina pratese prima che da parlamentare, di non fare demagogia e terrorismo psicologico verso le persone e gli imprenditori che già soffrono. Quindi, auspico veramente che si voti tutti insieme questa riformulazione, che va nella direzione giusta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ziello. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie, Presidente. Beh, qui siamo di fronte, come è stato ricordato, a un ennesimo ordine del giorno proveniente dal Partito Democratico con l'unica finalità di provare a cucire addosso a questa maggioranza l'abito di quelli che sarebbero contrari all'aiuto al sostegno della regione Toscana, duramente colpita dagli ultimi eventi atmosferici. Eppure, anche nella cronistoria che è stata inserita all'interno dello stesso ordine del giorno si fa riferimento a una fonte completamente sbagliata, perché l'onorevole Fossi, signor Presidente, sostiene che il Governo abbia soltanto stanziato 5 milioni di euro, ma dimentica evidentemente l'estensione ad altre province, per esempio, dello stato di emergenza, con altri 3 milioni; quindi si arriva a 8 (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Già da questo si capisce quanto l'onorevole Fossi segua poco, evidentemente, quanto accade in Toscana e mi fa specie, perché è anche il segretario regionale di una forza politica importante per questo Paese. Ma, al di là di questo, si dice di tutto, si parla di tutti i provvedimenti, di tutti i decreti che sono passati da quest'Aula in questo mese; però, in un mese, noi abbiamo dovuto attendere i comodi del presidente della regione Toscana, che ha dovuto impiegare più di 30 giorni per un'istruttoria in grado di quantificare l'ammontare totale dei danni. Quindi, è evidente che il Governo non poteva stanziare misure, da un punto di vista economico, in questo frangente, proprio perché aspettava, con ansia tra l'altro, il completamento del lavoro da parte delle istituzioni regionali.

Insisto su un punto, cioè il Partito Democratico in particolare crede di prendere in giro le toscane e i toscani sostenendo quasi che è colpa del Governo se le infrastrutture idrauliche non hanno retto, se la gestione è stata quella che è stata, perché ci si nasconde dietro a un dito, ma vogliamo ricordare cosa è accaduto? Vogliamo ricordare quale tipo di allerta meteo era stata lanciata, perché per un evento di quel tipo l'allerta meteo doveva essere rossa, non doveva essere arancione (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia), carissimi colleghi del Partito Democratico, perché se fosse accaduto a un presidente di regione di centrodestra il giorno dopo sarebbe fioccato un avviso di garanzia, tanto per essere chiari (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Quindi, un minimo di responsabilità e anche di decenza istituzionale prima di presentare testi di questo tipo. Ho fatto una verifica sulle risorse stanziate dal Ministero dell'Ambiente dal 2010 al 2022 sotto il profilo delle opere in grado di contrastare il rischio idrogeologico; ebbene, dal 2010 al 2022, sono stati stanziati 198 milioni dal Ministero dell'Ambiente; la regione Toscana, dal 2010 al 2022, ne ha spesi soltanto 88, di questi milioni e poi ci si stupisce se il nostro territorio non è in grado di reggere l'onda d'urto di un'eventuale evento atmosferico di quella portata; è evidente che non riesce a reggerlo, perché le istituzioni regionali non hanno speso le risorse che erano state destinate alla nostra regione. Quindi, se c'è una responsabilità in tutto questo non è del Governo nazionale, ma evidentemente, probabilmente, è del governo regionale (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia), visto che siete voi che governate, purtroppo, ancora per poco, la nostra regione Toscana (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1601/2 Fossi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1601/3, Caso, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1601/4, Onori, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1601/5, Scutella', con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Sull'ordine del giorno n. 9/1601/6 Torto vi è un parere favorevole, previa riformulazione. Onorevole Torto o chi per lei? Onorevole Iaria.

ANTONINO IARIA (M5S). Non accettiamo la riformulazione e chiediamo la votazione.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1601/6 Torto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Ordine del giorno n. 9/1601/7 Guerra: parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Guerra. Ne ha facoltà.

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Solo per ringraziare il Governo per la coerenza che dimostra sul tema, del suo affetto nei confronti dei condoni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1601/7 Guerra, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Ordine del giorno n. 9/1601/8 Morfino: parere favorevole, previa riformulazione. Onorevole Morfino?

DANIELA MORFINO (M5S). Chiedo di andare al voto.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1601/8 Morfino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Ordine del giorno n. 9/1601/9 Carmina: parere favorevole, previa riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Carmina. Ne ha facoltà.

IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione, ma solo come un'assunzione di impegno che chiedo venga adempiuto al più presto, perché è una grave ingiustizia che si perpetra ai danni al comune di Porto Empedocle, quindi, l'accetto soltanto per questo e chiedo che venga messo ai voti.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1601/9 Carmina, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

Ordine del giorno n. 9/1601/10 Barzotti: parere favorevole previa riformulazione. Non si accetta.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1601/10 Barzotti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Ordine del giorno n. 9/1601/11 Carotenuto, parere favorevole: previa riformulazione. Onorevole Carotenuto?

DARIO CAROTENUTO (M5S). Accetto la riformulazione.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1601/12 Cappelletti, parere contrario.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1601/12 Cappelletti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Ordine del giorno n. 9/1601/13 Alfonso Colucci: parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Presidente, questo parere contrario provoca in me mes-tizia. Chiedo che sia votato (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Italia Viva-il Centro-Renew Europe).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1601/13 Alfonso Colucci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/1601/14 Pellegrini: parere contrario.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1601/14 Pellegrini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Ordine del giorno n. 9/1601/15 Di Lauro: parere contrario del Governo.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1601/15 Di Lauro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione… revoco la votazione (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Solo per chiedere al Governo, eliminando le ultime due premesse, la possibilità di accogliere l'ordine del giorno come raccomandazione.

PRESIDENTE. Non lo può chiedere, chiedo scusa, lo può chiedere solo chi l'ha presentato. Se il Governo vuole intervenire, do la parola al Governo, ma perché ha chiesto di intervenire.

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. A questo punto, il Governo, melius re perpensa, espungendo le premesse, quantomeno le ultime due, considerata la rilevanza strutturale del tema del bonus psicologo, potrebbe accoglierlo come raccomandazione.

PRESIDENTE. Onorevole Di Lauro, lo accetta come raccomandazione? No.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Presidente, per questa “mes-in-scena” non accettiamo la riformulazione e chiediamo di porlo ai voti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Applausi ironici dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1601/15 Di Lauro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Ordine del giorno n. 9/1601/16 De Palma: parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole De Palma. Ne ha facoltà.

VITO DE PALMA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Chiedo al Sottosegretario una rivisitazione di questo parere su questo ordine del giorno, alla luce, Sottosegretario, dell'illustrazione da me rappresentata nel precedente intervento. Ma, soprattutto, voglio integrare, laddove ve ne fosse bisogno, che la proroga per i lavoratori dell'Agenzia consentirebbe ai lavoratori stessi di attendere proficuamente una serie d'investimenti all'interno dell'area ionica, della ZES di Taranto. Parliamo di oltre 500-600 posti di lavoro, mi riferisco ad autorizzazioni rilasciate al 28 settembre 2023 nella ZES stessa: ex Soico, rada sporgente, terrapieno nei pressi dell'area Belleli, terrapieno est, quarto sporgente, ex caserma Barletta, le 200 unità previste dal gruppo Ferretti. Sono investimenti che andranno a realizzarsi nell'area portuale di Taranto. La possibilità per quei lavoratori di ottenere la proroga consentirebbe agli stessi di beneficiare anche della clausola sociale nella ricollocazione presso questi investimenti. Per questo, chiedo al Sottosegretario la rivisitazione del parere contrario con un maggiore approfondimento rispetto al tema in questione.

PRESIDENTE. Sottosegretario?

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Presidente, su quest'ordine del giorno, il Governo può dare un parere favorevole, subordinando gli impegni ai vincoli di finanza pubblica. Dato che “valutare l'opportunità” c'è già, potremmo dire, se il proponente lo accetta: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di prevedere”, eccetera, per il primo impegno; lo stesso per il secondo impegno: “a valutare l'opportunità” - anche qui - “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di prorogare”, e poi come segue il secondo impegno.

PRESIDENTE. Onorevole De Palma?

VITO DE PALMA (FI-PPE). Sottosegretario, accetto la riformulazione, la ringrazio anche dell'impegno e chiedo alla Presidenza che venga posto ai voti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1601/16 De Palma, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1601/17 Tassinari, accolto come raccomandazione. Deputata Tassinari?

ROSARIA TASSINARI (FI-PPE). Presidente, ringrazio il Governo per questa apertura perché questo è un ordine del giorno che impatta su 360.000 enti no-profit e 870.000 dipendenti. Quindi, questa sensibilità che ha manifestato il Governo…

PRESIDENTE. Chiedo scusa, accetta o non accetta?

ROSARIA TASSINARI (FI-PPE). Accetto, però, vorrei fare una breve dichiarazione di voto, perché vorrei anche chiedere che venga messo ai voti. Quindi, impatta in un comparto enorme come quello del no-profit. Questa proroga darà sicuramente la possibilità agli enti, nel momento in cui il Governo la potrà raccogliere, di attrezzarsi ulteriormente per affrontare questo nuovo cambiamento legato al fatto che verrà applicata l'IVA non con esclusione di IVA, ma con esenzione. La differenza è fondamentale, perché nell'ambito dell'esclusione non è necessario porre in essere nessun adempimento, mentre l'esenzione comporta comunque la necessità di mettere in atto tutti quegli adempimenti burocratici che in un certo senso impattano soprattutto sugli enti no-profit che hanno minori dimensioni. Noi sappiamo come il no-profit impatti chiaramente in maniera evidente sull'ambito sociale; sono assolutamente dei settori sensibili che meritano tutta l'attenzione possibile da parte del Governo. In questa prospettiva, soprattutto, sottolineo quanto il no-profit sia radicato nelle grandi città, ma anche nelle piccole comunità, dove svolge anche una funzione di sussidiarietà. Pertanto, questo sostegno è assolutamente necessario e ringrazio nuovamente il Governo per avere manifestato questa disponibilità e questa apertura. Chiedo comunque che l'ordine del giorno, come riformulato, sia messo ai voti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Onorevole Tassinari, una raccomandazione non può essere messa ai voti, quindi, chiedo il parere al Governo, visto che non possiamo mettere in votazione una raccomandazione.

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Presidente, in realtà, questo ordine del giorno, nella misura in cui si subordinasse ai vincoli di finanza pubblica, potrebbe avere un parere favorevole ed essere così votato. Perciò, rileggerei la riformulazione: “impegna il Governo, al fine di sostenere le attività del terzo settore in questo periodo di crisi finanziaria, a valutare l'opportunità” e qui inserire: “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, di adottare misure”, eccetera, eccetera.

PRESIDENTE. Onorevole Tassinari, accetta?

ROSARIA TASSINARI (FI-PPE). Accetto, ma chiedo di metterlo ai voti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1601/17 Tassinari, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1601/18 Curti, con il parere contrario del Governo. Onorevole Curti? Chiede la votazione, bene.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1601/18 Curti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1601/19 Scarpa, parere favorevole previa riformulazione. Onorevole Scarpa?

RACHELE SCARPA (PD-IDP). Accolgo la riformulazione, ma chiedo che venga messo ai voti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Per sottoscriverlo, Presidente, naturalmente se la collega è d'accordo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1601/19 Scarpa, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 17).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1601/20 Ferrari, con parere favorevole previa riformulazione. Onorevole Ferrari?

SARA FERRARI (PD-IDP). Presidente, poiché la riformulazione fugge dall'impegno, non è accoglibile, dunque non la accolgo e chiedo di porre in votazione l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1601/20 Ferrari, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

L'ordine del giorno n. 9/1601/21 Andreuzza ha parere favorevole del Governo, penso che possiamo andare avanti. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1601/22 Gusmeroli, accolto come raccomandazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cavandoli. Ne ha facoltà.

LAURA CAVANDOLI (LEGA). Presidente, su questo ordine del giorno io chiedo al Governo di ragionarci un attimo, perché è molto importante. Nella norma di conversione di questo decreto-legge si sono “sanati” i soggetti debitori che fino al 18 dicembre hanno avuto tempo per versare tutto quelle che erano le rate della rottamazione-quater, quella che avevamo messo nella legge di bilancio. Restano, ahimè, fuori quelli che hanno dei debiti che sono stati oggetto di carichi fino al 31 dicembre 2022. Io chiedo che il Governo si impegni anche nei confronti di questi debitori e di tutti quelli che non sono riusciti, per mancanza di liquidità, in questo momento di grave inflazione e di grave crisi economica, ad ottemperare alle rate pregresse. Quindi, chiedo una riapertura della rottamazione-quater e una nuova rottamazione per quelli che fino al 31 dicembre 2022 hanno carichi pendenti.

Quindi, chiedo di riguardare questo parere, perché possa esserci un impegno del Governo ad andare incontro a queste persone che necessitano di più tempo per trovare la liquidità giusta per poter adempiere o per chiedere una nuova rateizzazione.

PRESIDENTE. Sottosegretario?

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Presidente, l'emendamento a cui fa riferimento, all'articolo 4-bis, è stato approvato in Senato nell'unico assunto che non avesse onerosità. La proroga, quindi, del termine per il versamento della prima e della seconda rata della rottamazione è stata approvata nell'assunto che non avesse alcun onere per le casse dello Stato. Quindi, l'impegno chiesto dall'onorevole Cavandoli, può essere modificato inserendo soltanto la indicazione: previa valutazione di compatibilità con i saldi di finanza pubblica. Quindi, potremmo dire: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere, compatibilmente con i saldi di finanza pubblica (…)”, e segue. Questo, lo ribadisco, perché la norma non ha oneri per lo Stato e come tale è stata approvata in Senato e vorremmo mantenere questa linea di condotta non onerosa per le casse dello Stato, pur garantendo il contribuente nella remissione in termini.

PRESIDENTE. Onorevole Cavandoli, accetta?

LAURA CAVANDOLI (LEGA). Sì, grazie, Sottosegretario, accetto la riformulazione e ringrazio il Governo per l'attenzione che ha dato al mio ordine del giorno.

PRESIDENTE. La accetta, quindi, senza porlo in votazione.

LAURA CAVANDOLI (LEGA). Senza voto.

PRESIDENTE. Perfetto. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1601/23 Cavandoli, accolto come raccomandazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Davide Bergamini. Ne ha facoltà.

DAVIDE BERGAMINI (LEGA). Presidente, voglio ringraziare il Governo, comunque, per la raccomandazione, però vorrei chiedere anch'io se ci fosse la possibilità di rivedere il parere, anche a fronte dell'intervento che ho fatto durante la spiegazione dell'ordine del giorno, per capire se ci possano essere i presupposti per sostenere il comparto agricolo, che si trova, come ho detto anche nella spiegazione dell'ordine del giorno, in un momento estremamente difficile. Quindi, nonostante si capiscano le difficoltà del Governo, anche nel reperire le risorse, chiedo se ci possa essere, su questo ordine del giorno, con una riformulazione, un ripensamento per far fronte ad un momento così difficile dell'intero comparto agricolo.

PRESIDENTE. Sottosegretario?

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Anche in questo caso la formulazione andrebbe lievemente corretta affinché il Governo possa esprimere un parere favorevole. Era: “a valutare l'opportunità di prorogare compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili”. In realtà, il tema non è quello della disponibilità della risorsa finanziaria, il che radicherebbe la disponibilità al momento dell'approvazione dell'ordine del giorno, ma è quello della compatibilità con le esigenze di finanza pubblica. Perciò a livello di contabilità di Stato fa sinceramente la differenza. Quindi, direi “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica” in luogo di “compatibilmente con le risorse attualmente disponibili”. Con questa riformulazione il parere può diventare favorevole.

PRESIDENTE. Onorevole Bergamini, accetta la riformulazione?

DAVIDE BERGAMINI (LEGA). Ringrazio il Sottosegretario Freni e accetto la riformulazione.

PRESIDENTE. Senza votazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Guerra. Ne ha facoltà.

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Signor Presidente, sull'ordine dei lavori, perché sono un po' in difficoltà e volevo capire come mai tanti rappresentanti della maggioranza sconfessano così apertamente il Presidente del Consiglio. Questo mi mette in difficoltà, perché ieri ci è stato spiegato che sta andando tutto bene in questo Paese e adesso abbiamo avuto un rappresentante del Governo che dice che c'è una grave crisi di liquidità per cui le persone non possono pagare gli ultimi carichi, quelli degli ultimi sei mesi del 2022; il collega che ha parlato adesso ha detto che l'agricoltura è in gravissima crisi. Allora, volevo capire come possiamo regolarci di fronte a messaggi così diversi che mi mettono davvero in difficoltà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista - Commenti).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ziello. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Signor Presidente, ai sensi del secondo comma dell'articolo 8, volevo sapere in base a quale articolo del Regolamento, a quale procedura l'onorevole Guerra ha chiesto di intervenire (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), perché non mi è sembrato sentirla chiedere la parola né per un intervento sull'ordine dei lavori, né per un richiamo al Regolamento. Tra l'altro, non li ha neanche fatti (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1601/24 Centemero, accolto come raccomandazione. Chiedo all'onorevole Centemero se accetta.

GIULIO CENTEMERO (LEGA). Grazie, Presidente. Chiedo di rivalutare il giudizio da parte del Governo. So che quest'ordine del giorno è ostico, ma è importante e non pone problemi per tre ordini di ragioni. Il primo è che ho fatto una valutazione con diversi metodi valutativi. Io, che ho considerato fin dai tempi dell'università la matematica finanziaria come croce e delizia della mia vita, ho usato diversi metodi valutativi, da quello patrimoniale al discounted cash flow, a quello reddituale, e a mio avviso non ci sono costi per lo Stato. Il secondo è che stiamo assistendo sempre più ad un maggior numero di norme comunitarie che fanno riferimento alla definizione del risk appetite framework. In questo caso, non vi è alcun cambiamento dal punto di vista del risk management e quindi non vedo rischi, né per lo Stato, né tantomeno per gli enti locali e, a maggior ragione, per le cittadine e i cittadini italiani che sono tutelati dalle norme e, soprattutto, dalla vigilanza di Consob e, parzialmente, anche di Banca d'Italia. In terzo luogo, faccio riferimento al fatto che un'altra cornice, quella più generale, quella normativa, sia comunitaria che nazionale (ma potrei fare riferimento anche a modelli OCSE), contempla la fattispecie; ergo non ci troveremmo in quella che io chiamo la solitudine della norma primaria, perché non andremmo a intaccare alcuna delle norme esistenti e non dovremmo nemmeno andare a chiedere autorizzazione alla DG COMP dell'Unione europea.

Per tutte queste ragioni, per suo tramite, signor Presidente, chiedo al Governo di riconsiderare il parere e guardare insieme a me al futuro per costruire insieme l'Italia di domani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il Governo?

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Signor Presidente, a differenza dell'onorevole Centemero, io la matematica finanziaria la riterrei soltanto una croce. Detto questo, il Governo potrebbe cambiare parere a condizione di modificare una parte del dispositivo, posto che ci sono alcune parti dello stesso che avevano indotto il Governo ad accoglierlo solo come raccomandazione. Pertanto, leggerei il dispositivo come dovrebbe essere, perché il Governo possa esprimere parere favorevole. Quindi: “a valutare la possibilità, in conformità con la legislazione nazionale e i vincoli europei, di favorire l'ingresso di capitali privati nelle società in house”; poi bisogna espungere tutto il seguente periodo “in alternativa al trasferimento di risorse pubbliche e alla trasformazione in società miste”. Espunto tutto questo periodo, il dispositivo segue con le parole “attraverso la quotazione” e via seguitando. Così può andar bene.

Questa è l'unica riformulazione compatibile con i parametri eurounitari che il Governo può accogliere per dare il parere favorevole.

PRESIDENTE. Onorevole Centemero?

GIULIO CENTEMERO (LEGA). Signor Presidente, ringrazio il Governo per questa riformulazione che accetto e quindi lavoreremo insieme per una norma in tal senso.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1601/25 Stefani, con il parere favorevole del Governo. Possiamo procedere.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1601/26 Bof, su cui vi è il parere favorevole del Governo previa riformulazione. Prendo atto che il presentatore accetta.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1601/27 Amato, su cui vi è il parere contrario del Governo. Chiedo all'onorevole Amato.

GAETANO AMATO (M5S). Signor Presidente, mi chiedo se i componenti di questa maggioranza parlano con il Governo. Quest'ordine del giorno altro non è che la soluzione a una risoluzione proposta in Commissione dal presidente Rizzetto e dal presidente Mollicone. Io ricordo che la primavera scorsa il presidente Mollicone arrivò preoccupato, preannunciando una risoluzione che potesse risolvere i problemi pensionistici del comparto spettacolo. Ebbene, quella risoluzione fu votata all'unanimità. Quindi, aspettavamo che il Governo facesse qualcosa. E' passato quasi un anno. Quest'ordine del giorno, a cui il Governo ha dato parere contrario, altro non è che la soluzione alla risoluzione presentata dalla maggioranza di Governo.

Non so se parlano tra loro, se le cose arrivano in Commissione giusto per perdere tempo, se si trovano le soluzioni ma vanno accantonate perché qualcuno ha detto no. Si tratta di due presidenti di Commissione: Commissione lavoro e Commissione cultura. Mi dispiace che il presidente Mollicone si è allontanato dall'Aula, ma era qui. Ho parlato con lui poco fa e mi ha detto che avrebbe sottoscritto quest'ordine del giorno. Quindi, vogliamo capire: il Governo vuole risolvere il problema dei lavoratori dello spettacolo? Il presidente Mollicone e il presidente Rizzetto vogliono collaborare a risolvere questo problema? Almeno abbiano il coraggio di dire: “non ci interessa” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1601/27 Amato, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1601/28 Cherchi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1601/29 De Bertoldi, con il parere favorevole del Governo.

Ha chiesto di per dichiarazioni di voto l'onorevole De Bertoldi. Ne ha facoltà.

ANDREA DE BERTOLDI (FDI). Signor Presidente, ringrazio il Governo per aver accolto quest'ordine del giorno nella sua formulazione presentata e, in coerenza con quanto ho detto nell'illustrazione, mi rivolgo non solamente ai colleghi del centrodestra, ma a tutto l'arco parlamentare per chiedere su un tema, l'investimento nell'economia reale del Paese, un voto il più possibile ampio.

Contemporaneamente, quindi, ringrazio il Governo per la più ampia visione che fa riferimento anche alla riforma fiscale e a quella parte della riforma fiscale che auspico e raccomando - e, quindi, questa volta mi rivolgo io con una raccomandazione al Governo - possa essere al più presto attuata laddove si prevede, con l'identica finalità di favorire l'accesso della grande massa di liquidità nell'economia reale del Paese, la riduzione della tassazione per le casse di previdenza dei liberi professionisti accumulandola alla previdenza complementare e, quindi, utilizzare la leva fiscale perché quanto più possibile la nostra liquidità investita affluisca nell'economia reale e nelle PMI, condizionando, quindi, la leva fiscale all'investimento nazionale nelle PMI. Dunque, ringrazio ancora il Governo e ringrazio anche i colleghi dell'opposizione che volessero, su questa linea, dare il proprio consenso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1601/29 De Bertoldi, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

L'ordine del giorno n. 9/1601/30 Ambrosi è accolto come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ambrosi. Ne ha facoltà.

ALESSIA AMBROSI (FDI). Grazie, Presidente. Fa piacere la raccomandazione, però chiedo anch'io un ulteriore sforzo e un ulteriore passo in avanti da parte del Governo sia per quanto poc'anzi ho esposto ma anche perché, comunque, questo ordine del giorno denota un'attenzione costante ai territori e a tutte quelle piccole amministrazioni e piccoli borghi che contraddistinguono la nostra Nazione e anche quella capacità di ascolto - che credo sia fondamentale - che lega il Governo centrale con tutti i territori, le regioni e viceversa, perché noi c'eravamo prima delle elezioni, ci siamo oggi e continueremo a esserci domani.

Mi permetta anche, Presidente e Sottosegretario, di evidenziare che con il Governo Meloni si è concretizzato quel cambio di passo, quell'accento e quel salto fortissimo di qualità e di attenzione verso queste realtà, che, invece, fino a poco tempo fa, prima dell'insediamento del Governo Meloni, erano spesso e ingiustamente trascurate. Voglio anche ringraziare, per il lavoro straordinario che sta portando avanti, il Ministro Santanche'. Il Ministro Santanche' si è espresso proprio recentemente sul tema in occasione della Giornata della Montagna, ribadendo come questo Governo sta investendo fortemente nel sistema Montagna Italia, che è la vera e propria risorsa della nostra Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Voglio citare anche quanto stiamo facendo e quanto è stato fatto in questo anno. Basti pensare, per esempio, al Fondo straordinario per l'ammodernamento, la sicurezza e la dismissione degli impianti di risalita in un periodo anche di difficoltà per le nostre realtà di montagna, che con la legge di bilancio vedrà un incremento e porterà il fondo da 200 a 310 milioni per i prossimi 4 anni, con un investimento che fino a ora mai nessun altro aveva portato avanti.

Ma non solo, perché l'attenzione contro lo spopolamento delle montagne e verso la realtà delle montagne è stata dimostrata anche con un ulteriore Fondo da 34 milioni per tutto il tema della sostenibilità, dell'inclusione, dell'accessibilità e della mobilità per tutti quei comuni fino a 5.000 abitanti. Questo credo sia fondamentale anche per quanto riguarda quella grande sfida delle Olimpiadi che ci attenderà e che ci dovrà trovare pronti e preparati.

Questo lo dico anche come parlamentare del territorio, di una realtà come quella del Trentino-Alto Adige ma anche di tutte le altre realtà simili a quella del Trentino-Alto Adige, e penso alla Valle d'Aosta e anche a tante altre realtà, perché la nostra Nazione non è fatta solo di città ma soprattutto anche di piccoli borghi e di realtà che contraddistinguono l'ossatura della nostra Nazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quindi, sono felice di questo passo in avanti, di questo atteggiamento e di questa attenzione che il Governo sta portando avanti, perché l'attenzione del Governo Meloni non è localizzata solo verso alcune realtà, come in passato, invece, avveniva, ma è un'attenzione verso l'intera Nazione, da Nord a Sud, dal mare alle montagne, dalle città ai nostri borghi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Il Governo può riformulare, al fine di dare un parere favorevole non soltanto come raccomandazione, a quest'ordine del giorno, ma va necessariamente espunto il richiamo a un intervento normativo ad hoc. Quindi, leggo quella che può essere la riformulazione “potabile”: “a valutare l'opportunità di prevedere nel corso della legislatura, compatibilmente con il quadro di finanza pubblica e i vincoli di bilancio, che per i comuni montani che non rientrano nel regime” e segue la formulazione così come già prevista.

PRESIDENTE. Onorevole Ambrosi, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno?

ALESSIA AMBROSI (FDI). Sì. Ringrazio il Sottosegretario e ritengo che ogni piccolo passo, anche se piccolo, ma portato in avanti, è sempre molto intelligente (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Amorese. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO AMORESE (FDI). Grazie, Presidente. Se la prima firmataria è d'accordo, vorrei sottoscrivere l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. L'onorevole La Porta per sottoscrivere. Tutti per sottoscrivere? No? Se alzate le mani possiamo segnare; se poi è tutto il gruppo è diverso. È tutto il gruppo, perfetto. Abbiamo risolto. Sottoscrive anche l'onorevole Manes.

L'ordine del giorno n. 9/1601/31 Di Giuseppe è stato ritirato.

Sull'ordine del giorno n. 9/1601/32 Matera c'è il parere favorevole del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Matera. Ne ha facoltà.

MARIANGELA MATERA (FDI). Ringrazio il Governo per il parere espresso e per l'impegno e chiedo di metterlo ai voti, augurandomi un voto più ampio possibile, attesa l'importanza che ha per le aziende e per l'imprenditoria del Sud.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Luca. Ne ha facoltà.

PIERO DE LUCA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Noi non voteremo a favore su questo ordine del giorno per una ragione molto semplice, perché, al di là dell'impegno, in astratto condivisibile, di agevolare la possibilità per le aziende del Mezzogiorno di usufruire del credito d'imposta, questo ordine del giorno si lega, però, a una misura che è profondamente dannosa per il Mezzogiorno, che è la rielaborazione o, meglio, la distruzione delle ZES fatta dal Ministro Fitto e da questo Governo nell'ultimo provvedimento, il DL Sud. Le ZES sono uno strumento creato nel 2017 dal Governo Gentiloni e hanno prodotto finora risultati molto, molto positivi. Prevedevano - lo ricordiamo ancora una volta - tre linee su cui focalizzavano gli incentivi e l'attrazione degli investimenti nel Mezzogiorno: incentivi fiscali, legati, innanzitutto, al dimezzamento dell'Ires per le nuove attività economiche aperte nel Mezzogiorno; semplificazione burocratica e amministrativa; investimenti infrastrutturali.

Di tutti questi tre elementi non resta più nulla nella ZES ricreata o rimodulata, di cui resta solo il titolo, dal Governo e dal Ministro Fitto, perché scompare l'incentivo del dimezzamento dell'Ires per le aziende e resta solo il credito di imposta che, in realtà, non è il credito d'imposta ZES, ma è il credito d'imposta Mezzogiorno, che già esiste da anni. Quindi, evitiamo una confusione e un gioco di prestigio che continua a fare questo Governo. Si aggravano gli oneri burocratico-amministrativi per le aziende che vogliono investire nel Mezzogiorno, perché si crea una struttura di missione di 60 persone presso Palazzo Chigi che dovrà gestire migliaia e migliaia di domande di potenziali richieste che arriveranno, dovendo, secondo i calcoli, addirittura evadere circa 5 o 6 autorizzazioni l'ora e non si fa nulla sugli investimenti che erano previsti nel PNRR.

Per questa ragione noi non siamo assolutamente d'accordo e ci asterremo su questo ordine del giorno, perché le premesse sono profondamente sbagliate e vanno in direzione opposta rispetto a quello che è il senso di marcia che, invece, dovreste intraprendere.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1601/32 Matera, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 22).

Sull'ordine del giorno n. 9/1601/33 Barelli c'è il parere favorevole del Governo. Tutto il gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE lo sottoscrive.

Sull'ordine del giorno n. 9/1601/34 Grimaldi c'è il parere contrario del Governo. Si insiste per la votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1601/34 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Sull'ordine del giorno n. 9/1601/35 Bonelli c'è un parere favorevole previa riformulazione. Onorevole Bonelli?

ANGELO BONELLI (AVS). Brevemente, signor Presidente, non accettiamo la riformulazione, ma perché sia chiaro al Sottosegretario, lei, Sottosegretario, ha detto “a valutare l'opportunità di”. Tradotto significa che per chi non ha pagato la tassa sugli extraprofitti, non l'ha versata allo Stato, voi valutate l'opportunità di non fargliela pagare o di non mandargli accertamenti, come avviene per qualunque cittadino. Questo siete voi, la fotografia plastica di questo Governo che fa dei condoni il suo modo di essere. Quindi no, non accetto, votiamo (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1601/35 Bonelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Sull'ordine del giorno n. 9/1601/36 Borrelli c'è un parere favorevole con riformulazione. Onorevole Borrelli?

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Volevo chiedere un attimo che venisse riletta la riformulazione del Governo.

PRESIDENTE. Sottosegretario?

FEDERICO FRENI, Sottosegretario di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Il Governo accoglierebbe con la seguente riformulazione della parte dispositiva: “impegna il Governo a favorire l'accesso al lavoro agile e a valutare ulteriori proroghe per i lavoratori privati fragili”.

PRESIDENTE. Onorevole Borrelli?

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Sì, la accetto, anche se chiedo che venga messo al voto. Sottolineo, in particolare, al Sottosegretario che mi auguro che non avvenga per questo ordine del giorno quello che è successo per il precedente, che fu votato quasi all'unanimità dal Parlamento e poi arrivò anche in Commissione finanze, dove abbiamo fatto una serie di audizioni. Mi riferisco alla vicenda del superbonus edilizio per quanto riguarda l'area dei Campi Flegrei, che avrebbe probabilmente anticipato tutta una serie di provvedimenti e di polemiche che poi ci sono state quando c'è stato il decreto del Governo. In ogni caso, sì, mi auguro che ci sia una particolare attenzione per quanto riguarda lo smart working dei lavoratori fragili, perché è un tema che noi, come Alleanza Verdi e Sinistra, stiamo portando avanti da tempo, e ci auguriamo che il Governo riesca a portare avanti una serie di proroghe che vengono fortemente richieste da questi lavoratori, che meritano la massima attenzione da parte del nostro Paese.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1601/36 Borrelli, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati. Secondo quanto stabilito nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo tenutasi il 7 dicembre scorso, interrompiamo ora l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, giovedì 14 dicembre, a partire dalle ore 9,30, per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e della votazione finale.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Presidente, anche per organizzare i nostri lavori e i nostri impegni, a questo punto…

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). …rimane fermo il calendario che prevede anche la seduta pomeridiana per domani, giusto perché sia chiaro.

PRESIDENTE. Certo.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Perfetto.

PRESIDENTE. Sulla base del calendario…

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). …lavoriamo anche domani pomeriggio.

PRESIDENTE. Assolutamente, sì. Poi, se cambia qualcosa, è perché si è definito diversamente.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare la deputata Cherchi. Ne ha facoltà.

SUSANNA CHERCHI (M5S). Presidente, vorrei ricordare Leone, il gattino innocente che ha incontrato il diavolo, il mostro che lo ha scuoiato vivo - ho difficoltà anche a dirlo - e lo ha lasciato morire in mezzo alla strada. Lo hanno trovato esanime e portato immediatamente in clinica, dove è stato fatto di tutto per limitare le sofferenze atroci a cui è stata sottoposta questa creaturina. Ha vissuto 4 giorni e poi è morto, ed è volato sul ponte con la sua pelliccetta integra. Spero che adesso sia felice. Ora uno psicopatico è libero di girare ad Angri. C'è stata una fiaccolata spontanea ed è stata messa una taglia di 13.000 euro per chi trova il colpevole. Il veterinario che ha tentato di salvarlo ha promesso giustizia. Dicevo, uno psicopatico, che si è macchiato di un simile tragico delitto, è pericoloso anche per gli altri e per gli esseri umani. Una persona che gode del dolore altrui deve essere rinchiusa in una struttura adeguata e non deve più uscire, sia che sia un minorenne, sia che sia un novantenne. Non ci sono spazi per il reinserimento. Guardate Angelo Izzo, tristemente famoso per avere torturato Donatella Colasanti e Rosaria Lopez, che è morta: non si è mai pentito e ha ucciso altre due persone quando è uscito per buona condotta. Non è vero quanto afferma Aristotele, che la nostra mente sia una tabula rasa alla nascita. Einstein, Leonardo, Michelangelo, Mozart e Chopin sono nati geni. Questo mostro che ha scuoiato questo gattino è un demonio, è nato così, e bisogna fare in modo che questo orrore non possa più far del male a nessuno (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente, sullo stesso argomento volevo aggiungere una cosa. Tra l'altro, so che ci sono anche dei colleghi degli altri gruppi parlamentari che sono particolarmente sensibili al tema degli animali. Quello che ha subito questo gatto non è un qualcosa che va preso sottogamba, perché la mostruosità che mostrata nei confronti di un animale scuoiato vivo e abbandonato in mezzo a una strada la si può ripetere con qualsiasi essere vivente. È avvenuto ad Angri, è stato un atto di una violenza incredibile. Per fortuna, i veterinari - è l'unica cosa positiva di questa vicenda - che hanno soccorso questo animale, i volontari, hanno messo le foto delle condizioni in cui si è trovato e in cui hanno cercato di salvare questo gatto, che è stato chiamato Leone perché tutti speravano che, come un leone, potesse sopravvivere alla violenza inaudita che ha avuto. Una violenza gratuita, una violenza indicibile, una violenza ingiustificata, una violenza fatta da una persona che domani potrebbe farla anche nei confronti di altri animali e di altri esseri umani. Da questo punto di vista, il nostro invito è quello di rimettere mano alle norme nei confronti di chi commette atti ignobili nei confronti degli animali, perché ad oggi è rarissimo, non avviene quasi mai, che qualcuno che commette atti feroci e inauditi nei confronti degli animali paghi per quello che commette.

Questa occasione deve essere utile per comprendere che, come diceva Gandhi, la qualità e la cultura di un popolo si misurano da come si comportano nei confronti degli animali. E noi non ci comportiamo per niente bene (Applausi).

PRESIDENTE. Do quindi lettura dell'ordine del giorno della seduta…

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Presidente, Presidente!

PRESIDENTE. Chiedo scusa, presidente Boldrini. Aveva chiesto di parlare la presidente Boldrini. Qui non risultava… non ho letto, mettiamola così. Prego, presidente Boldrini.

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Le richiedo scusa e le do la parola. Siamo tutti un po' stanchi.

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Ma si immagini, Presidente. So bene che può accadere un disguido con gli uffici. Ci tenevo a chiedere la parola e per questo ho insistito, perché vorrei sottoporre all'attenzione di quest'Aula un tema, a mio avviso, a nostro avviso, tra i più drammatici di questi ultimi due mesi. Parliamo di quanto sta accadendo a Gaza. L'Assemblea generale delle Nazioni Unite, Presidente, è tornata a esprimersi e ha approvato una risoluzione che chiede il cessate il fuoco umanitario a Gaza, parlando di - cito testualmente - “grave preoccupazione per la catastrofe umanitaria nella Striscia di Gaza”. Ecco, nonostante sia arrivato a 153 su 193, il numero dei Paesi che hanno votato a favore del cessate il fuoco, l'Italia, Presidente, cosa ha fatto? L'Italia ha continuato ad astenersi: una scelta, a mio avviso, veramente vergognosa! Una scelta (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)… Sì, colleghi e colleghe, vergognosa, perché nella Striscia di Gaza il numero dei morti è di oltre 18.000, siamo a oltre 18.500, gli sfollati sono quasi 2 milioni, su una popolazione di 2.200.000 persone. E dire che quella risoluzione parla esplicitamente di protezione dei civili palestinesi e israeliani, e chiede l'immediato e incondizionato rilascio degli ostaggi. Cos'altro deve accadere, Presidente, per dire basta- basta! - a questa carneficina? Cos'altro deve accadere? Cosa aspetta l'Italia a prendere una posizione contro le atrocità dell'Esercito israeliano? Cos'altro deve fare l'Esercito israeliano? È inutile che la Premier venga in Aula a parlare del diritto di Israele di difendersi, nel rispetto del diritto internazionale e del diritto umanitario internazionale, quando questi sono stati ampiamente violati dal Governo israeliano (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle)! Questa è una presa in giro! Non può venire in quest'Aula a ingannare chi la compone. Ed è inutile che giustifichi l'astensione dell'Italia, per la seconda volta, con il fatto che la risoluzione non citi Hamas. Il testo parla chiaramente, Presidente, di proteggere i civili israeliani e palestinesi allo stesso modo! E chiede il rilascio degli ostaggi, che, come è noto, sono nelle mani di Hamas e delle altre organizzazioni jihadiste. E chiede il rispetto del diritto internazionale e del diritto umanitario internazionale a tutte le parti in campo. Ripeto, a tutte le parti in campo! Dunque è chiarissima, la risoluzione. Quello di Meloni è un becero alibi, non so come altro definirlo, Presidente, per non chiedere al suo amico Netanyahu, ormai isolato da gran parte del mondo, di fermarsi - di fermarsi! - e di fare qualcosa perché non si continui questo massacro. L'odio genera odio. Tutta questa violenza e tutti questi morti non fanno che rafforzare gli estremismi di entrambe le parti e creare i presupposti - purtroppo, quelli sì! - per ulteriori sciagure.

Per questo, Presidente, credevo importante intervenire oggi, in quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 14 dicembre 2023 - Ore 9,30:

1. Seguito della discussione del disegno di legge:

S. 912 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 ottobre 2023, n. 145, recante misure urgenti in materia economica e fiscale, in favore degli enti territoriali, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili (Approvato dal Senato). (C. 1601​)

Relatrice: LUCASELLI.

2. Seguito della discussione del disegno di legge:

Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2022-2023. (C. 1342-A​)

Relatori: CANDIANI e MANTOVANI.

3. Seguito della discussione della proposta di legge:

CAFIERO DE RAHO ed altri : Modifiche al codice penale e altre disposizioni in materia di illeciti agro-alimentari. (C. 823​)

4. Seguito della discussione della proposta di legge:

DE LUCA e BONAFÈ: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo recante modifica del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità, fatto a Bruxelles il 27 gennaio e l'8 febbraio 2021. (C. 712​)

e dell'abbinata proposta di legge: MARATTIN ed altri. (C. 722​)

Relatrici: QUARTAPELLE PROCOPIO e GRUPPIONI.

5. Seguito della discussione della proposta di legge:

PITTALIS ed altri: Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale in materia di prescrizione. (C. 893-A​)

e delle abbinate proposte di legge: ENRICO COSTA; MASCHIO ed altri; BISA ed altri. (C. 745​-1036​-1380​)

Relatori: ENRICO COSTA e PELLICINI.

La seduta termina alle 20,10.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 9 il deputato Bellomo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 12 la deputata Di Biase ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 12 i deputati presenti del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra hanno segnalato che avrebbero voluto esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 1601 - ODG N 2 284 281 3 141 120 161 37 Resp.
2 Nominale ODG 9/1601/3 286 277 9 139 113 164 37 Resp.
3 Nominale ODG 9/1601/4 282 281 1 141 118 163 37 Resp.
4 Nominale ODG 9/1601/5 287 285 2 143 122 163 37 Resp.
5 Nominale ODG 9/1601/6 288 279 9 140 115 164 37 Resp.
6 Nominale ODG 9/1601/7 286 276 10 139 112 164 37 Resp.
7 Nominale ODG 9/1601/8 284 282 2 142 120 162 37 Resp.
8 Nominale ODG 9/1601/9 RIF 286 282 4 142 274 8 37 Appr.
9 Nominale ODG 9/1601/10 285 283 2 142 124 159 37 Resp.
10 Nominale ODG 9/1601/12 292 291 1 146 117 174 37 Resp.
11 Nominale ODG 9/1601/13 289 288 1 145 123 165 37 Resp.
12 Nominale ODG 9/1601/14 289 285 4 143 45 240 37 Resp.
13 Nominale ODG 9/1601/15 294 291 3 146 124 167 36 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 25)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale ODG 9/1601/16 RIF 287 237 50 119 233 4 36 Appr.
15 Nominale ODG 9/1601/17 RIF 290 289 1 145 289 0 36 Appr.
16 Nominale ODG 9/1601/18 283 281 2 141 119 162 36 Resp.
17 Nominale ODG 9/1601/19 RIF 287 286 1 144 285 1 36 Appr.
18 Nominale ODG 9/1601/20 291 291 0 146 127 164 36 Resp.
19 Nominale ODG 9/1601/27 279 272 7 137 111 161 36 Resp.
20 Nominale ODG 9/1601/28 280 271 9 136 106 165 36 Resp.
21 Nominale ODG 9/1601/29 278 277 1 139 215 62 36 Appr.
22 Nominale ODG 9/1601/32 271 172 99 87 171 1 36 Appr.
23 Nominale ODG 9/1601/34 271 264 7 133 101 163 36 Resp.
24 Nominale ODG 9/1601/35 270 258 12 130 94 164 36 Resp.
25 Nominale ODG 9/1601/36 RIF 270 267 3 134 266 1 36 Appr.