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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 196 di mercoledì 15 novembre 2023

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO COLUCCI , Segretario, legge il processo verbale della seduta del 13 novembre 2023.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 86, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,33).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 settembre 2023, n. 131, recante misure urgenti in materia di energia, interventi per sostenere il potere di acquisto e a tutela del risparmio (A.C. 1437-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1437-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 settembre 2023, n. 131, recante misure urgenti in materia di energia, interventi per sostenere il potere di acquisto e a tutela del risparmio.

Ricordo che nella seduta di ieri si sono svolti gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1437-A​)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno.

Invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/1 Braga il parere è favorevole con riformulazione nel senso di espungere le premesse e riformulare l'impegno come segue: “impegna il Governo: a verificare la possibilità di adottare, all'esito di uno specifico confronto con la Commissione europea finalizzato a verificarne la compatibilità con le previsioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza italiana e con gli impegni assunti dall'Italia, ogni opportuna iniziativa consistente, qualora ne ricorrano le condizioni, anche nel differimento dei termini attualmente previsti, affinché la cessazione del mercato tutelato dell'energia per i clienti domestici, anche vulnerabili, avvenga secondo modalità e tempistiche che garantiscano la continuità delle forniture senza ulteriori adempimenti e oneri da parte degli utenti finali e sia accompagnata da una specifica campagna informativa finalizzata a rendere detti consumatori pienamente consapevoli dell'entrata nel mercato libero, anche attraverso azioni volte ad incrementare il grado di informazione sulle opportunità presenti in termini di vantaggi derivanti da pluralità di offerte trasparenti e confrontabili, nonché sugli strumenti a tutela dei propri diritti; a monitorare le modalità del passaggio al mercato libero in Italia, al fine di evitare l'insorgere di criticità o distorsioni di mercato, anche con riferimento all'eccessiva concentrazione, alle politiche di comunicazione commerciali eccessivamente aggressive ed alla struttura e varietà dei contratti sottoscritti dai consumatori domestici nel libero mercato”.

Gli ordini del giorno n. 9/1437-A/2 Simiani e n. 9/1437-A/3 Fossi sono accolti come raccomandazione.

L'ordine del giorno n. 9/1437-A/4 Bonafe' è accolto come raccomandazione, se riformulato nel senso di espungere le premesse.

Gli ordini del giorno n. 9/1437-A/5 Berruto e n. 9/1437-A/6 Manzi sono accolti come raccomandazione.

L'ordine del giorno n. 9/1437-A/7 Orfini è accolto come raccomandazione, se riformulato nel senso di espungere l'ultima premessa.

Gli ordini del giorno n. 9/1437-A/8 Zingaretti e n. 9/1437-A/9 Vaccari sono accolti come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/10 Barbagallo il parere è favorevole, se riformulato nel senso di espungere le premesse e riformulare l'impegno come segue: “a valutare gli effetti applicativi dell'articolo 6”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/11 De Luca il parere è favorevole, se riformulato nel senso di espungere le premesse e riformulare l'impegno come segue: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di stanziare le risorse necessarie a riconoscere un buono da utilizzare per l'acquisto di carburanti pari almeno a 200 euro per le famiglie con indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) fino a 35.000 euro”.

L'ordine del giorno n. 9/1437-A/12 Ghio è accolto come raccomandazione, se riformulato nel senso di espungere le premesse.

Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/13 Malavasi il parere è favorevole, se riformulato nel senso di espungere le premesse e riformulare l'impegno come segue: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di incrementare le risorse per il finanziamento destinato al riconoscimento, per i mesi di gennaio, febbraio e marzo 2024, del contributo straordinario ai clienti domestici titolari di bonus sociale elettrico”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/14 Di Sanzo il parere è contrario.

L'ordine del giorno n. 9/1437-A/15 Peluffo è accolto come raccomandazione, se riformulato nel senso di espungere le premesse.

Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/16 Bonelli il parere è contrario sulle premesse, mentre è favorevole sull'impegno, se riformulato con la medesima riformulazione dell'impegno dell'ordine del giorno n. 9/1437-A/1 Braga.

PRESIDENTE. Quindi, il parere è favorevole se riformulato nel senso di espungere le premesse e riformulare l'impegno come l'ordine del giorno n. 9/1437-A/1 Braga.

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. L'ordine del giorno n. 9/1437-A/17 De Micheli è accolto come raccomandazione, se riformulato nel senso di espungere le premesse.

Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/18 Gnassi il parere è favorevole, se riformulato nel senso di espungere le premesse e riformulare l'impegno come segue: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di stanziare le risorse necessarie a riconoscere i crediti d'imposta per l'acquisto di energia elettrica e gas a favore delle imprese, energivore e no”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/19 Ferrari il parere è favorevole, se riformulato nel senso di espungere la seconda premessa e riformulare l'impegno come segue: “a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative a sostegno degli studenti fuori sede, finalizzate a contrastare il caro affitti e la mancanza di alloggi universitari”.

Gli ordini del giorno n. 9/1437-A/20 Fornaro, n. 9/1437-A/21 Andrea Rossi e n. 9/1437-A/22 Mancini sono accolti come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/23 Merola il parere è contrario.

L'ordine del giorno n. 9/1437-A/24 Stefanazzi è accolto come raccomandazione, se riformulato nel senso di espungere le premesse.

L'ordine del giorno n. 9/1437-A/25 Toni Ricciardi è accolto come raccomandazione, se riformulato nel senso di espungere le premesse.

L'ordine del giorno n. 9/1437-A/26 Guerra è accolto come raccomandazione, se riformulato nel senso di espungere le premesse.

L'ordine del giorno n. 9/1437-A/27 Casu è accolto come raccomandazione, se riformulato nel senso di espungere le premesse.

Sugli ordini del giorno n. 9/1437-A/28 Gianassi e n. 9/1437-A/29 Serracchiani il parere è contrario.

L'ordine del giorno n. 9/1437-A/30 Morassut è accolto come raccomandazione, se riformulato nel senso di espungere tutte le premesse, tranne le ultime tre.

Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/31 Furfaro il parere è favorevole, se riformulato nel senso di espungere le premesse e riformulare l'impegno come segue: “al fine di sostenere il potere d'acquisto dei nuclei familiari meno abbienti anche a seguito dell'incremento del costo del carburante; a valutare la possibilità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di prevedere l'adozione di ulteriori iniziative normative volte a rifinanziare i Fondi di sostegno all'affitto e per la morosità incolpevole per l'anno 2024”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/32 Zan il parere è contrario.

L'ordine del giorno n. 9/1437-A/33 De Maria è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/34 Scarpa il parere è contrario, in quanto il comma 12 dell'articolo 3 già prevede che questo sia trasmesso.

Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/35 Curti il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “ad intervenire per rendere conforme la disciplina attuativa delle agevolazioni tariffarie a favore delle imprese a forte consumo di energia elettrica, di cui all'articolo 3 del provvedimento in esame, con la direttiva efficienza energetica (UE) 2023/1791, disciplinando il concetto di “proporzionato” e le procedure per consentire, in maniera fattuale e percorribile, la dimostrazione dell'esecuzione degli interventi e delle relative spese sostenute dalle imprese”.

Ordine del giorno n. 9/1437-A/36 Francesco Silvestri, parere favorevole con riformulazione, nel senso di espungere le premesse a partire dal “considerato che” e riformulare l'impegno come segue: “al fine di sostenere il potere d'acquisto dei nuclei familiari meno abbienti, anche a seguito dell'incremento del costo del carburante: a valutare la possibilità di introdurre, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, misure per sostenere le famiglie alle prese con l'aumento dei tassi di interesse bancari”.

L'ordine del giorno n. 9/1437-A/37 Auriemma è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/38 Alifano c'è un parere favorevole con riformulazione, nel senso di espungere le premesse, a partire dal “considerato che”, e riformulare l'impegno come segue: “Al fine di sostenere il potere d'acquisto dei nuclei familiari meno abbienti, anche a seguito dell'incremento del costo del carburante, a valutare la possibilità di individuare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, le risorse finanziarie necessarie per l'adozione di misure a favore delle famiglie esposte all'aumento dei tassi di interesse bancari”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/39 Donno c'è un parere favorevole con riformulazione, nel senso di espungere l'ultima premessa e riformulare l'impegno come segue: “a valutare la possibilità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di prorogare la riduzione di accise e di imposta sul valore aggiunto sui carburanti”.

Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/40 Fenu. L'ordine del giorno n. 9/1437-A/41 Dell'Olio viene accolto come raccomandazione, se riformulato espungendo la penultima premessa. Il parere è contrario sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/42 Appendino. L'ordine del giorno n. 9/1437-A/43 Aiello viene accolto come raccomandazione espungendo la penultima premessa. L'ordine del giorno n. 9/1437-A/44 Cappelletti è accolto come raccomandazione. Il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/45 Sergio Costa.

Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/46 L'Abbate il parere è favorevole con riformulazione, nel senso di espungere le premesse, con la medesima riformulazione dell'impegno dell'ordine del giorno n. 9/1437-A/1 Braga. L'ordine del giorno n. 9/1437-A/47 Pavanelli è accolto come raccomandazione.

Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno n. 9/1437-A/48 Santillo, n. 9/1437-A/49 Torto, n. 9/1437-A/50 Caso e n. 9/1437-A/51 Cherchi.

Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/52 Alfonso Colucci il Governo esprime parere favorevole con riformulazione, nel senso di espungere le premesse e riformulare l'impegno come segue: “a valutare gli effetti applicativi dell'articolo 6”.

Il Governo esprime parere contrario sugli ordini del giorno n. 9/1437-A/53 Di Lauro, n. 9/1437-A/54 Quartini e n. 9/1437-A/55 Sportiello. L'ordine del giorno n. 9/1437-A/56 Marianna Ricciardi è accolto come raccomandazione. Il parere è contrario sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/57 Raffa. L'ordine del giorno n. 9/1437-A/58 Iaria è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/59 Cantone il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di estendere l'utilizzo della già adottata Carta giovani nazionale al biglietto unico giovani, che consenta un prezzo agevolato per l'utilizzo di tutti i mezzi di trasporto, pubblici e privati, all'interno del territorio nazionale”.

L'ordine del giorno n. 9/1437-A/60 Scotto è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/61 Bagnai il parere è favorevole con la medesima riformulazione dell'impegno dell'ordine del giorno n. 9/1437-A/1.

L'ordine del giorno n. 9/1437-A/62 Roggiani è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/63 Gatta c'è un parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di prevedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/64 Squeri c'è un parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di confermare per le imprese a forte consumo di energia l'utilizzo dello standard di certificazione ISO 50001 nell'ambito dei sistemi di gestione dell'energia, nella misura in cui il tempo di ritorno degli investimenti in questione non superi i tre anni e il costo dei loro investimenti sia proporzionato; in sede di trattazione della comunicazione della Commissione europea 2022/C80/01 a emanare in tempi ristretti un atto che disciplini le procedure per consentire, in maniera fattuale e percorribile, la dimostrazione dell'esecuzione degli interventi e delle relative spese sostenute, definendo altresì il concetto di interventi o adempimenti “proporzionati”, nonché di “ammortamento”, inteso a livello comunitario come “tempo di ritorno” (payback), insistenti in diversi atti legislativi, tra cui anche quelli relativi agli EU ETS”.

Sugli ordini del giorno n. 9/1437-A/65 Ciaburro e n. 9/1437-A/66 Caretta il parere è favorevole. L'ordine del giorno n. 9/1437-A/67 Borrelli è accolto come raccomandazione espungendo l'ultima premessa.

Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/68 Zanella il parere è favorevole con riformulazione, nel senso di espungere le ultime due premesse e riformulare l'impegno come segue: “a continuare a monitorare l'attuazione delle disposizioni richiamate in premessa, al fine di adottare le conseguenti iniziative”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/69 Evi c'è un parere favorevole con riformulazione, nel senso di espungere la seconda premessa e riformulare l'impegno come segue: “a proseguire nelle attività di semplificazione delle procedure e di celere rilascio di permessi per la realizzazione sul territorio nazionale di nuovi impianti di energia rinnovabile, in piena coerenza con gli obiettivi UE”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/70 Mattia c'è un parere favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare, con il primo provvedimento utile allo scopo, una norma dedicata con la quale, novellando l'articolo 199-ter della legge n. 244 del 2007, si incrementi il numero dei componenti della Commissione di allerta rapida, inserendovi i rappresentanti delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative”.

Il parere è favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/71 Colombo. L'ordine del giorno n. 9/1437-A/72 D'Alfonso è accolto come raccomandazione. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/73 Andreuzza, se riformulato come l'ordine del giorno n. 9/1437-A/64 Squeri.

L'ordine del giorno n. 9/1437-A/74 Lai è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/75 Cavo il parere è favorevole con la medesima riformulazione dell'impegno dell'ordine del giorno n. 9/1437-A/1 Braga.

Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/76 Polidori il parere è favorevole con la medesima riformulazione dell'impegno dell'ordine del giorno n. 9/1437-A/1 Braga. Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/77 Casasco c'è un invito al ritiro. Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/78 Bicchielli c'è un parere favorevole con la medesima riformulazione dell'impegno dell'ordine del giorno n. 9/1437-A/1 Braga.

Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/79 Battilocchio c'è un invito al ritiro. Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/80 Mollicone c'è un parere favorevole con riformulazione sul primo impegno: “a valutare l'opportunità di adottare (…)” e un parere contrario sul secondo impegno. Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/81 Zucconi c'è un parere favorevole con la medesima riformulazione dell'impegno dell'ordine del giorno n. 9/1437-A/1 Braga.

Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/82 Barabotti c'è un parere favorevole con riformulazione: “a proseguire nelle azioni già intraprese, volte ad impedire il perdurare delle pratiche di teleselling scorrette e moleste per i cittadini, nell'ottica di tutelare gli utenti da proposte commerciali su energia e gas fittizie e-o fraudolente”. Il parere è contrario sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/83 Schullian. Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/84 Ambrosi il parere è favorevole con riformulazione: “a proseguire nelle attività di semplificazione delle procedure e di celere rilascio delle autorizzazioni per le imprese rinnovabili, in particolare del settore eolico”.

PRESIDENTE. Non essendo ancora decorso il termine di preavviso di 20 minuti, previsto dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento, per le votazioni con il procedimento elettronico, sospendiamo la seduta, che riprenderà alle ore 9,55. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 9,47, è ripresa alle 9,55.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1437-A/1 Braga.

Ha chiesto di parlare la collega Braga. Ne ha facoltà.

CHIARA BRAGA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Mi scusi: vorrei chiedere cortesemente alla Sottosegretaria se può ridare lettura della riformulazione.

PRESIDENTE. Sottosegretaria, è l'ordine del giorno n. 9/1437-A/1 Braga. Visto che la riformulazione è un po' lunga, cerchiamo di leggerla lentamente. Prego.

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. “Impegna il Governo a verificare la possibilità di adottare, all'esito di uno specifico confronto con la Commissione europea finalizzato a verificarne la compatibilità con le previsioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza italiana e con gli impegni assunti dall'Italia, ogni opportuna iniziativa consistente, qualora ne ricorrano le condizioni, anche nel differimento dei termini attualmente previsti, affinché la cessazione…”.

PRESIDENTE. Scusi, Sottosegretaria, mi perdoni. Non la sento io e non credo che possano sentirla i colleghi che devono ascoltare la riformulazione. Colleghi, capisco che stiamo entrando in Aula, però siccome è una riformulazione complessa e, peraltro, è la stessa per diversi ordini del giorno, vi invito ad ascoltarla in silenzio, altrimenti ci fermiamo qui per mezz'ora fino a quando non c'è silenzio e possiamo procedere. Aspetti, Sottosegretaria. Prego.

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Dunque, ricomincio. “Impegna il Governo, all'esito di uno specifico confronto con la Commissione europea finalizzato a verificarne la compatibilità con le previsioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza italiana e con gli impegni assunti dall'Italia, ogni opportuna iniziativa consistente, qualora ne ricorrano le condizioni, anche nel differimento dei termini attualmente previsti, affinché la cessazione del mercato tutelato dell'energia per i clienti domestici, anche vulnerabili, avvenga secondo modalità e tempistiche che garantiscano la continuità delle forniture, senza ulteriori adempimenti e oneri da parte degli utenti finali, e sia accompagnata da una specifica campagna informativa finalizzata a rendere detti consumatori pienamente consapevoli dell'entrata nel mercato libero, anche attraverso azioni volte ad incrementare il grado di informazioni sulle opportunità presenti in termini di vantaggi derivanti da pluralità di offerte trasparenti e confrontabili, nonché sugli strumenti a tutela dei propri diritti; a monitorare le modalità del passaggio al mercato libero in Italia al fine di evitare l'insorgere di criticità o distorsioni di mercato, anche con riferimento all'eccessiva concentrazione, alle politiche di comunicazione commerciale eccessivamente aggressive ed alla struttura e varietà dei contratti sottoscritti dai consumatori domestici nel mercato libero”.

PRESIDENTE. Collega Braga, accetta la riformulazione?

CHIARA BRAGA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ringrazio anche la Sottosegretaria di avere ridato lettura della riformulazione di quest'ordine del giorno che, lo dico subito, non accetterò e sul quale intendo fare dichiarazione di voto. La ringrazio anche perché mi pare di avere compreso - non l'ha ribadito ora, ma le chiedo anche solo un cenno di conferma - che la riformulazione prevede la cancellazione di tutte le premesse, un parere contrario sulle premesse, così come sugli altri ordini del giorno che hanno la medesima riformulazione.

La mia domanda alla Sottosegretaria, tramite lei, Presidente, è se non prova un minimo di imbarazzo a proporci questa riformulazione, non tanto verso di me, quanto forse nei confronti degli altri firmatari degli altri ordini del giorno, di cui diversi presentati dalla maggioranza. Penso, infatti, ai colleghi che hanno portato avanti queste nostre stesse richieste in Commissione. Stiamo parlando di prevedere una proroga dell'uscita dal regime di maggior tutela per le utenze domestiche, vulnerabili e non, riguardo all'energia elettrica e al gas a cui viene sostanzialmente proposto un impegno che non è un impegno, cioè “a valutare l'opportunità di” e “di considerare” con mille subordinate, “considerando” con mille passaggi successivi che non rendono chiaro a me, ma credo a nessun altro, quale sia l'intendimento del Governo, se non uno molto chiaro: non si vuole prendere, in quest'Aula, alcun impegno di fronte a 10 milioni di famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) che dal 1° gennaio 2024 si vedranno aumentare in maniera significativa i costi delle utenze domestiche, quando avranno da fare i conti con l'aumento dell'inflazione, con la perdita del potere d'acquisto e con i tagli previsti nella manovra finanziaria.

Allora, almeno tra di noi, avendo respinto tutti gli emendamenti in Commissione, perché mi risulta che era stato chiesto ai colleghi della maggioranza di ritirarli, a fronte di un impegno preciso e vincolante del Governo, chiediamoci come si possa arrivare con questa formulazione di quest'ordine del giorno, peraltro dicendo che si farà una cosa che già andava fatta, che doveva essere fatta quest'anno, cioè un'adeguata campagna di comunicazione e di informazione, e si doveva già agire anche per introdurre un sistema di monitoraggio dei prezzi. Tutte cose che sono subordinate addirittura alla valutazione dell'opportunità di fare.

Allora, siccome gli ordini del giorno per qualcuno sono - diciamo così - totalmente inutili, ne prendiamo atto, ma lo denunciamo con forza di fronte a tutti i cittadini che, in queste settimane, stanno vivendo una condizione di grave incertezza rispetto a un tema fondamentale. Prendiamo atto che non vi interessa risolverlo, prendiamo atto che prendete in giro non solo i parlamentari di opposizione ma anche quelli di maggioranza e voteremo contro questa riformulazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/1 Braga, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

L'ordine del giorno n. 9/1437-A/2 Simiani è accolto come raccomandazione.

Collega Simiani, va bene la raccomandazione?

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non accolgo la raccomandazione, anche perché quest'ordine del giorno, come ho detto anche ieri, quando abbiamo tutti illustrato i nostri ordini del giorno, riguarda le isole minori, le difficoltà che oggi hanno le isole minori per quanto riguarda le linee ad alta e altissima tensione da parte del…

PRESIDENTE. Collega Simiani, un attimo. Mi perdoni. No, aspetti, collega Foti. Mi scusi: era una comunicazione che tentavo di intercettare, ma lei proceda con il suo intervento, collega Simiani.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Come dicevo, riguarda le isole minori e riguarda le linee di altissima e di alta tensione, proprio perché molte delle isole minori, come l'Isola del Giglio, oggi sono alimentate da gruppi elettrogeni a gasolio, come abbiamo già detto, con costi enormi non solo per i cittadini, ma anche per le aziende e per le imprese, turistiche e non solo. Basti pensare che proprio in queste isole, come nell'Isola del Giglio, oggi, i costi sono raddoppiati, visto l'aumento dei costi del carburante, e questo sta mettendo in difficoltà tante, tantissime famiglie.

L'impegno che tutti noi abbiamo sempre chiesto, l'ho sentito anche dai banchi della maggioranza, consiste nel fatto di superare gli ostacoli - come dice l'articolo 3 della Costituzione - visto che i cittadini sono tutti uguali e tutti devono avere le stesse opportunità e le stesse possibilità.

Oggi, come sapete benissimo, Terna ha messo in campo una serie di investimenti nel piano 2023-2030, compreso quello delle isole minori, piano che, di fatto, non sta rispettando, perché dalla comunicazione di ARERA appare esserci, chiaramente, una difficoltà sul piano economico. Ora, visto che questa società ha una grande partecipazione di capitale pubblico, di Cassa depositi e prestiti, non capisco perché, in questo caso - tramite lei, Presidente -, il Governo abbia dato un parere molto sommario…

PRESIDENTE. Collega Simiani, mi perdoni…

Colleghi, la giornata è lunga, se non riusciamo a fare silenzio diventa lunghissima. Vi prego di fare silenzio, non riesco a sentire cosa dice il collega Simiani.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ecco perché chiedo al Governo di accantonare quest'ordine del giorno, di verificare esattamente la situazione, anche perché non c'è un costo per il Governo, in questo caso è un piano indicato da investimenti che riguardano Terna, questa società importante, che è sul mercato e che sa benissimo cosa vogliono dire gli investimenti; c'è un investimento importante nell'isola d'Elba che sta portando in fondo, da poco sono iniziati i lavori. Credo che sia importante definire un piano strategico per le isole minori.

Presidente, in queste isole ci sono due aspetti che rappresentano due difficoltà; il primo è che le energie rinnovabili sono, per molte famiglie e per molte imprese, difficili da installare, per i vincoli paesaggistici che ci sono in queste bellissime zone dell'Arcipelago toscano, ma anche nelle altre isole, ma, soprattutto, l'altro vincolo è il fatto che devono per forza avere questo costo importante che riguarda la società privata che oggi gestisce questo gruppo elettrogeno che alimenta, in questo caso, l'Isola del Giglio.

Ecco perché chiedo al Governo di ripensarci; chiedo al Governo di accantonare quest'ordine del giorno, nell'interesse di tutti i cittadini che oggi vivono in queste isole e che hanno difficoltà oggettive, non solo, nell'approvvigionamento di energia elettrica, ma soprattutto nelle distanze che oggi vivono, ogni giorno, queste famiglie e queste imprese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo non è d'accordo sull'accantonamento.

Se non ci sono altri interventi, passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/2 Simiani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Nel frattempo, colleghi, a proposito della comunicazione che cercavo di intercettare prima, il presidente Foti ci ha fatto presente che erano state convocate le Commissioni difesa congiunte Camera e Senato, con un'audizione e, come sapete, le Commissioni devono essere sconvocate quando ci sono fasi di votazione. Quindi, stiamo cercando di contattarla rapidamente, per capire se la seduta delle Commissioni si è conclusa o effettivamente c'è il problema che ci ha segnalato il collega Foti. Per il momento non abbiamo riscontri.

Intanto, consentiamo ai colleghi di chiudere questa votazione.

La collega Ciaburro, peraltro, viene dalla Commissione difesa, quindi, perfetto, direi che abbiamo una risposta, a questo punto.

I colleghi della Commissione difesa mi pare siano arrivati.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Signora Presidente, purtroppo quello che ha segnalato il collega Foti capita ed è già capitato, però, in questi casi si può fare un'interruzione di 5 minuti, in modo da consentire l'arrivo di tutti.

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, sospendo la seduta, per 5 minuti. Riprenderà alle ore 10,15.

La seduta, sospesa alle 10,10, è ripresa alle 10,15.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Nel frattempo, abbiamo contattato la Commissione, che si è conclusa alle ore 9,35, quindi, direi che, a questo punto, possiamo abbondantemente procedere con i nostri lavori.

Ordine del giorno n. 9/1437-A/3 Fossi: collega Fossi, accoglie la raccomandazione?

EMILIANO FOSSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non accolgo la raccomandazione e chiedo che l'ordine del giorno sia messo al voto. D'altronde, quest'ordine del giorno ha come oggetto un provvedimento semplice, ma molto importante per dare una risposta immediata a quelle popolazioni, a quelle persone, cittadine e cittadini, aziende e lavoratori che aspettano segnali concreti fin da subito soprattutto da parte delle istituzioni, delle istituzioni nazionali e del Governo.

L'ordine del giorno, infatti, riguarda la necessità di prevedere, oltre alla sospensione delle bollette, anche piani specifici di rateizzazione al fine di non creare debiti enormi, soprattutto per famiglie e imprese già gravate da danni causati dalle alluvioni. Ci stiamo riferendo, appunto, all'alluvione che ha colpito buona parte della Toscana, circa 2 settimane fa. Si impegna il Governo ad adottare ogni iniziativa utile, conseguentemente alla sospensione del pagamento delle utenze citata in premessa, per prevedere piani di rateizzazione del debito eventualmente accumulato, al fine di evitare la concentrazione, in un termine breve, di oneri non sostenibili per l'utente.

È molto semplice: ci sono migliaia di famiglie in condizioni di grande difficoltà, che hanno perso tutto, aziende in ginocchio. Questo potrebbe essere un primo segnale concreto di risposta rispetto a quello che già dai territori sta arrivando, dalle istituzioni locali, dalle cittadine, dai cittadini, dal grande lavoro del volontariato, della Protezione Civile, delle associazioni di protezione civile, della regione Toscana. Quindi, dare un segnale forte anche da parte del Governo e delle istituzioni nazionali non sarebbe scomodato, anzi, avrebbe rappresentato un segnale importante che le istituzioni sono tutte unite per provare a dare risposte.

Guardate, la questione delle bollette è fondamentale non solo per l'aspetto economico, naturalmente, riguarda le famiglie e le aziende ma, in questi giorni, per liberare dal fango le aziende e le case delle persone, che sono state invase dall'acqua e dal fango, c'è stato bisogno di tantissima acqua. Le famiglie hanno utilizzato tantissima acqua per ripulire, molte industriandosi grazie al lavoro dei volontari e dei tanti amici che sono andati a ripulire le abitazioni. Quindi, come possiamo permetterci di voltarci dall'altra parte e di non dare una risposta immediata? Credo che questo sarebbe stato un primo grande e importante segnale.

M sarei aspettato - lo dico sinceramente, senza polemica, perché credo che, da un punto di vista istituzionale, dobbiamo tutti collaborare e lavorare insieme - che quest'ordine del giorno fosse sottoscritto da tutti i parlamentari, in primis, toscani, e anche delle forze della destra. Questo non è avvenuto e oggi si consiglia una raccomandazione che vuol dire non accogliere quest'ordine del giorno e non dare una risposta immediata.

Non sono per fare polemiche politiche, ci siamo tenuti fuori da questo, però se faccio uno più uno, collego questo segnale di disattenzione nei confronti delle popolazioni toscane colpite dall'alluvione anche alla dichiarazione che il Ministro Musumeci ha reso qualche giorno fa proprio in Toscana, quando, rispetto al dramma, alla difficoltà e alla disperazione di tante persone, di fatto, ha teso immediatamente a buttarla in politica, a scaricare le colpe sui sindaci e sui toscani e agli imprenditori ha detto che, per ovviare a problemi di questo genere, come quelli alluvionali, devono semplicemente assicurarsi.

Credo che la Toscana non abbia bisogno di questo approccio. La Toscana siamo tutti noi, la Toscana è un pezzo importante del Paese e del sistema Italia e, quindi, ha bisogno di risposte concrete, chiare e immediate, altrimenti va in ginocchio e, se la Toscana va in ginocchio, è un problema per tutto il Paese. Devo dire che questo è un pessimo, brutto, primo segnale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Il Governo accantona quest'ordine del giorno.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/1437-A/3 Fossi è, dunque, accantonato.

Ordine del giorno n. 9/1437-A/4 Bonafe': accolto come raccomandazione, ove riformulato.

Ha chiesto di parlare la collega Bonafe'. Ne ha facoltà.

SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Presidente, posso ascoltare la riformulazione, per favore?

PRESIDENTE. Sì, l'ordine del giorno n. 9/1437-A/4 Bonafe' era accolto come raccomandazione, ove riformulato, in che modo?

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Con espunzione delle premesse, Presidente.

PRESIDENTE. Collega Bonafe', accoglie la raccomandazione?

SIMONA BONAFE' (PD-IDP). No, Presidente, è evidente che non posso accogliere la riformulazione, perché le premesse sono parte integrante dell'ordine del giorno e del dispositivo. Peraltro, sono abbastanza perplessa del fatto che non vogliano essere prese in considerazione le premesse. Del resto, nelle premesse stiamo dicendo che questo provvedimento è stato fatto dal Governo per sostenere il potere d'acquisto di famiglie e imprese, ma il Governo non si pone il problema di sostenere e incentivare le comunità energetiche per la condivisione dell'energia e, soprattutto, non si pone il problema di emanare i decreti attuativi, che sarebbero lo strumento che permetterebbe effettivamente a queste comunità energetiche, che sono state istituite nel 2019, di funzionare concretamente.

D'altra parte, i ritardi del Governo su questo fanno il pari con i ritardi del Governo sull'identificazione delle aree idonee per l'installazione di impianti di energia rinnovabile. Tutte le volte che abbiamo chiesto al Governo delucidazioni in merito alle aree idonee e ai decreti attuativi sulle comunità energetiche, tutte le volte che abbiamo interrogato anche il Ministro, ci è stato sempre detto che i decreti sarebbero arrivati, ma la verità è che, da un anno, questo Governo non si sta assolutamente muovendo. Questo per noi è un problema, perché state facendo un provvedimento per il potere d'acquisto di famiglie e imprese e non vi rendete conto che è l'ennesimo palliativo, perché dobbiamo andare alla radice del problema! Dipendiamo ancora troppo dall'importazione di energia. Siamo il Paese europeo che più dipende dall'importazione di energia, pur essendo il Paese europeo che più si può spendere per aumentare le fonti di energia rinnovabile. Però, evidentemente, manca la volontà politica.

Dunque, non accettiamo questa riformulazione e chiediamo che si voti. Diciamo anche, però, che vi prendete una bella responsabilità, perché le famiglie e le imprese stanno affrontando costi insostenibili sull'aumento dell'energia. Le nostre imprese hanno svantaggi competitivi che derivano dal costo dell'energia e non avete fatto niente! Non avete fatto niente in manovra, se non prevedere qualche piccola misura, ma non strutturale sul potere d'acquisto. Avendo questa posizione contraria su quest'ordine del giorno, vi assumete anche la responsabilità di continuare a ritardare quella che potrebbe essere effettivamente un'opportunità per dare respiro e slancio alle imprese e alle famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Santillo. Ne ha facoltà.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Grazie, Presidente. Questo è un tema a cui il MoVimento 5 Stelle tiene molto. Siamo stati pionieri in questo percorso dell'autoconsumo e delle comunità energetiche. Tra l'altro, se dopo che il COVID e, soprattutto, la guerra ci hanno fatto capire quanto sia importante essere indipendenti energeticamente dagli altri Paesi, allora non abbiamo capito proprio niente, non abbiamo avuto alcun tipo di lezione.

Sono qui, pertanto, a sottoscrivere, a nome mio personale, quest'ordine del giorno, sperando che il Governo possa rivedere quest'impegno. Si sta dicendo al Governo soltanto di impegnarsi, affinché questa regolamentazione per il pieno funzionamento delle comunità energetiche trovi attuazione quanto prima possibile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo è un impegno che dovrebbe prendersi a nome di tutta la popolazione italiana, visto anche i vari viaggi che state facendo per renderci, quanto più possibile, indipendenti energeticamente. Ebbene, la comunità energetica è un percorso affinché l'energia da fonti rinnovabili possa soddisfare l'approvvigionamento energetico del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Simiani. Quanto è rimasto al collega Simiani? Trenta secondi. Prego.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Il punto è questo. Quello che vorremmo sapere dal Ministro Pichetto Fratin è una cosa semplice.

I decreti attuativi, il PNIEC (il Piano nazionale integrato per l'economia e il clima) e il decreto FER 2 sono tre atti importanti, per quanto riguarda la transizione; vi è addirittura anche quello relative alle aree idonee. Noi stiamo aspettando questi provvedimenti importanti: vogliamo sapere dove sono e vogliamo sapere se il Governo ha intenzione di procedere o meno verso questa scelta della transizione ecologica.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pavanelli. Ne ha facoltà.

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei sottoscrivere, se la collega me lo permette, l'ordine del giorno, in quanto è un tema che il MoVimento 5 Stelle sta portando avanti da anni, e stiamo chiedendo da ormai un anno, praticamente ogni mese, che vengano fatti i decreti attuativi per le comunità energetiche.

PRESIDENTE. Ci sono altri colleghi che hanno chiesto di sottoscrivere.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Per sottoscrivere l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/4 Bonafe', con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1437-A/5 Berruto, accolto come raccomandazione. Collega Berruto, accetta?

MAURO BERRUTO (PD-IDP). Grazie, Presidente. No, non accetto la raccomandazione, chiedo che l'ordine del giorno venga messo ai voti e faccio una dichiarazione di qualche minuto, partendo da un fatto recentissimo. Che meraviglia vedere, ieri, Jannik Sinner far esplodere di gioia Torino e l'Italia intera (Applausi) con la sua vittoria epica contro l'attuale numero uno del mondo del ranking tennistico. Ma che meraviglia anche vedere, il 1° agosto 2021, Marcell Jacobs e Gimbo Tamberi vincere, a pochi minuti l'uno dall'altro, la medaglia d'oro nei 100 metri e nel salto in alto, cosa mai successa prima. Che meraviglia vedere i nostri giovanissimi ragazzi pallavolisti vincere il mondiale. Che meraviglia vedere vincere Federica Pellegrini o Gregorio Paltrinieri nel nuoto. Succede, in quelle occasioni, come ieri sera, di essere travolti dall'emozione, dall'orgoglio, dall'adrenalina, quasi come gli atleti stessi. E sapete cosa produce quell'incantamento? Un bellissimo effetto collaterale: migliaia di ragazzi e di ragazze, di bambini e di bambine, che desiderano emulare il loro campione o la loro campionessa, e quindi non vedono l'ora di andare al campo da tennis, alla pista di atletica, in palestra, in piscina. Purtroppo, spesso trovano un lucchetto alla porta di ingresso di quell'impianto, trovano il campo chiuso, la palestra chiusa, la piscina chiusa, perché le società di gestione di quegli impianti non ce la fanno, non ce la fanno a gestire i costi di impianti vecchi - darò, fra qualche minuto, qualche dato - impianti non all'altezza, impianti estremamente costosi. Non ce la fanno a pagare, ancora oggi, i debiti accumulati con il COVID, non ce la fanno a pagare bollette legate ai costi dell'energia, che sono esplose. Negli ultimi due anni si parla di un dato che è fra il 200 e il 400 per cento in più. Si tratta di costi legati all'energia, che passano dall'incidere dal 35 per cento sul fatturato all'attuale 70 per cento.

Sono partito, per questo intervento, dai grandi campioni e dall'emozione che i grandi campioni generano in noi, ma i grandi campioni fortunatamente ce la fanno. Quelli che non ce la fanno sono i gestori di impianti, che offrono però un servizio alla comunità, un servizio di legalità, lo avete raccontato per bene con il decreto Caivano, un servizio di educazione civica, un servizio alla promozione del benessere psicofisico.

Quindi, se possiamo considerare a tutti gli effetti gli impianti sportivi come generatori di valore economico - è stato stimato dall'Istituto per il credito sportivo, un paio di anni fa, che il valore economico generato dal comparto sport equivale all'1,39 per cento del PIL - allo stesso tempo, quegli impianti sono hub della salute, che, però, a partire dal 2020, sono stati sottoposti a una sequenza terrificante di eventi. Prima la pandemia e le chiusure, e mi permetta, Presidente, un passaggio specifico sulle chiusure degli impianti natatori. Se una palestra rimane chiusa per un po' di tempo, tutto sommato al riattivarsi dell'attività occorre fare le pulizie e si riparte. Per un impianto natatorio non è così. I motori che servono a generare l'acqua calda con cloro necessitano di manutenzioni straordinarie, che hanno costi enormi. Poi il caro energia, il caro bollette che ho citato. Poi la legge di riforma sul lavoro sportivo, che abbiamo difeso e difendiamo per la sua parte buona, ma che naturalmente non è gratis. Poi la modifica dell'articolo 33 della Costituzione, lo sport come un diritto, e quindi il diritto allo sport come un neonato, fragile come tutti i neonati, che ha bisogno, esattamente come il neonato per il latte materno, di politiche pubbliche.

E allora, per spiegare il paradosso di un Paese che nel 2021 è stato il secondo al mondo per podi, 283 podi nelle discipline sportive ufficiali, dietro agli Stati Uniti e davanti alla Cina, per capirci, ma quartultimo nelle classifiche OCSE di sedentarietà tra gli adulti, ultimo nelle classifiche OCSE di sedentarietà fra i bambini, e la sedentarietà, lo ricordo, è la seconda causa di insorgenza per malattie metaboliche, e la sedentarietà, ricordo altresì, in Italia, nel 2019, è stato stimato che abbia avuto un impatto di 3,8 miliardi di euro, fra costi diretti e indiretti, allora, se lo sport è un investimento sul serio, vi chiediamo di affrontare il tema di politiche pubbliche nei confronti dello sport e dei gestori che tengono aperti quegli impianti.

PRESIDENTE. Liberate i banchi del Governo, colleghi. Collega, deve concludere, che ha esaurito il suo tempo.

MAURO BERRUTO (PD-IDP). Se posso avere l'attenzione del Governo.

PRESIDENTE. Sottosegretaria, ho bisogno che… Prego. Concluda, collega Berruto.

MAURO BERRUTO (PD-IDP). Ho chiuso. Dico che un Paese, che è il sedicesimo su ventisette in Europa per spesa pubblica relativa allo sport, 73,6 euro pro capite contro i 119,5 della media europea, dovrebbe porsi un impegno, non accogliere una raccomandazione.

Vi abbiamo chiesto credito d'imposta per i gestori di impianti sportivi natatori, proroga della riduzione dell'IVA al 5 per cento sul gas e contributi a fondo perduto specifici sul caro energia. Se ieri sera vi siete emozionati grazie a Jannik Sinner, vi chiedo di cambiare idea e di votare a favore di quest'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei chiedere al collega di poter sottoscrivere l'ordine del giorno e voglio anche evidenziare un altro aspetto. Aiutare le associazioni sportive che hanno in concessione gli spazi aiuta anche i comuni a gestire meglio questi spazi che danno in concessione, perché, se un'associazione sportiva non riesce a mantenere aperta la struttura, poi anche il comune avrà difficoltà a rimetterla a bando, avrà difficoltà anche a gestirla, con tutte le conseguenze del caso nel perdere un presidio del territorio che aiuta anche i cittadini su cui insiste la struttura sportiva stessa.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/5 Berruto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1437-A/6 Manzi, accolto come raccomandazione. Collega Manzi, la accoglie?

IRENE MANZI (PD-IDP). Non accolgo la raccomandazione e chiedo di poter fare una dichiarazione di voto. Ringrazio la Sottosegretaria per il suo segnale di disponibilità, però non ci può bastare una raccomandazione su questo tema e, più in generale, sul tema della garanzia delle misure a sostegno del diritto allo studio a favore degli studenti. Il tema del nostro ordine del giorno, che, tra l'altro, è oggetto anche di una proposta di legge che sarà a breve in discussione all'interno della VII Commissione, riguarda i viaggi di istruzione, e devo dire che l'accoglimento come raccomandazione non ci fa ben sperare su quello che sarà l'iter di questo provvedimento e, soprattutto, la posizione del Governo.

C'è un tema più generale di crisi e di emergenza educativa che riteniamo non possa essere affrontato con le misure che il Governo non ha messo in campo, tra l'altro, e spiego anche perché la raccomandazione non possa essere accolta e perché non possiamo fidarci, in questo senso, delle buone intenzioni che essa voleva esprimere. Poche settimane fa, in quest'Aula, rispondendo a un question time dei colleghi del MoVimento 5 Stelle, il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Ciriani, aveva preso degli impegni rispetto… Grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Colleghi, non riusciremo ad arrivare in fondo a questa giornata se non riusciamo a fare un po' di silenzio. È la terza volta che lo dico. Per cortesia, aiutatemi in questo arduo compito. Aspetti un attimo, collega, che vi sia il silenzio necessario e, se è possibile, evitiamo anche di dare le spalle alla Presidenza, che non è mai una buona cosa, in quest'Aula.

Prego, collega Manzi.

IRENE MANZI (PD-IDP). Come dicevo, poche settimane fa, rispondendo a un question time, in quest'Aula riguardo al tema urgente del caro libri, il Ministro Ciriani aveva dato generiche aperture rispetto alla legge di bilancio sulle misure e sulle risorse che il Governo avrebbe stanziato. Purtroppo, andando a leggere la legge di bilancio, di misure su questo tema non ne troviamo traccia, come non troviamo traccia di misure rispetto al caro trasporti, rispetto al tema delle mense scolastiche, rispetto ai costi che le famiglie, in questo momento, stanno sostenendo per assicurare il diritto allo studio ai propri figli e alle proprie figlie.

Quindi, riteniamo che una semplice raccomandazione non possa bastare su questo punto. Servono risposte concrete, colleghi, servono misure, servono risorse. In legge di bilancio il capitolo dell'istruzione, in realtà, non ha un segno più, non ci sono risorse aggiuntive, non vengono recuperati i tagli. A parole, si dice di voler investire in questo settore, di voler contrastare i divari e le diseguaglianze tra i cittadini, tra i ragazzi e le ragazze, gli studenti e le studentesse ma, nei fatti, non troviamo traccia di alcun provvedimento in questo senso. Quindi, in questa sede ribadiamo il nostro ordine del giorno e quelli che verranno illustrati, tra l'altro, anche dagli altri colleghi del Partito Democratico della Commissione, e che saranno oggetto di emendamenti che presenteremo alla legge di bilancio, per chiedere con forza al Governo di farsi carico di questi temi, di rispondere alle necessità che anche gli studenti e le loro famiglie hanno rappresentato nelle ultime settimane, di non ricordarsene soltanto al momento in cui inizia l'anno scolastico, quando ci sono proteste più eclatanti, ma costantemente, in realtà, mettendo in campo una politica di lungo respiro e di prospettiva, proprio per affrontare quei temi urgenti che devono essere al centro dell'agenda del Ministero. Il contrasto ai divari territoriali, il contrasto alle diseguaglianze, l'ingiustizia che si rischia di produrre sin dalla più tenera età rispetto alle opportunità che bambini e bambine hanno o non hanno in base alla famiglia a cui appartengono, in base al luogo in cui nascono.

Proprio per questo, una raccomandazione non ci basta perché anche rispetto ai viaggi di istruzione, che rappresentano un'esperienza formativa ed educativa importante per gli studenti coinvolti, non ci può bastare una buona intenzione, in questo caso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/6 Manzi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1437-A/7 Orfini, accolto come raccomandazione, ove riformulato. Chiedo al collega Orfini se accetta la riformulazione.

MATTEO ORFINI (PD-IDP). Signor Presidente, chiedo di metterlo ai voti e faccio una dichiarazione di voto. Nella situazione drammatica delle famiglie italiane a cui questo provvedimento avrebbe dovuto dare ristoro, senza riuscirci, noi abbiamo, come diceva la collega Manzi, provato ad accendere l'attenzione su un tema specifico, quello - tra i vari aumenti - dell'aumento dei costi dell'istruzione. Vi risparmio i dati diffusi e vi dico solo che i costi dell'istruzione in questi anni sono aumentati due volte più dei salari e se osserviamo i costi dei materiali scolastici, quelli essenziali ai nostri figli per andare a scuola, solo nei mesi da gennaio a maggio, sono aumentati del 13 per cento, quest'anno. Quindi, siamo in una condizione di grave sofferenza delle famiglie, in un Paese che parte già da una situazione difficile, con 1.200.000 persone in una condizione di povertà educativa e altre che rischiano di aggiungersi a quel numero. Siamo di fronte a una situazione che è grave in sé, perché è la lesione di un diritto costituzionalmente sancito, ma è grave anche per un'altra ragione. Se noi abbiamo a cuore la lotta alle diseguaglianze, se noi abbiamo a cuore il sostegno a chi si trova maggiormente in difficoltà in questo Paese, dovremmo sapere che uno dei principali strumenti di contrasto a quelle diseguaglianze è esattamente la scuola, è l'istruzione. Quindi, non mettere nelle condizioni soprattutto le persone più fragili di accedere all'istruzione è un errore gravissimo ed è una situazione drammatica.

Per questo noi, con questi ordini del giorno - che dovevano essere emendamenti, ma voi ormai avete ridotto quest'Aula in un luogo in cui si possono solo discutere gli ordini del giorno, strumento nobilissimo, come ricordava il collega D'Alfonso, però diciamo non esattamente emozionante quanto una legge - noi abbiamo cercato di porre l'attenzione su questo e lo faremo nella legge di bilancio ritrasformando questi ordini del giorno in emendamenti.

Noi abbiamo messo al centro della nostra azione il tema del diritto allo studio, appunto. Noi su questo abbiamo trovato in voi un'opposizione sempre ferma, una linea chiara: voi su questi temi non volete fare nulla e non avete fatto nulla. È dall'inizio di questa legislatura - guardate io ci vedo un disegno - che voi avete eliminato gli strumenti di protezione sociale per i più poveri (il reddito di cittadinanza, i fondi a sostegno per chi non riusciva a pagare l'affitto, con l'attacco al welfare) e oggi colpite anche gli strumenti che dovrebbero produrre emancipazione: non si protegge e si impedisce l'emancipazione a chi si trova in una condizione di povertà. La cosa più grave è che coprite tutto questo con la retorica del merito; avete cambiato nome al Ministero dell'Istruzione chiamandolo anche Ministero del merito, ma se non c'è il diritto allo studio, sapete cosa significa la parola merito come la usate voi? Significa privilegio, significa difendere il privilegio di chi è più forte e lasciare in una condizione di marginalità chi è più debole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Come spesso vi capita, in questo provvedimento c'è la fotografia di quello che siete. A una famiglia in difficoltà, che spera di consentire ai propri figli di uscire da quella condizione di difficoltà attraverso lo studio, l'istruzione e la scuola, voi voltate le spalle. A chi, invece, evade le tasse voi consegnate, in questo provvedimento, l'ennesimo condono. Questa è l'Italia che state disegnando, questa è l'Italia che vuole Giorgia Meloni e, fatemelo dire con una battuta, meno male che voi sareste una destra sociale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/7 Orfini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1437-A/8 Zingaretti, accolto come raccomandazione dal Governo. Chiedo al presentatore se accetta la raccomandazione.

NICOLA ZINGARETTI (PD-IDP). Signor Presidente, non accetto la raccomandazione e chiedo che l'ordine del giorno venga messo ai voti. Intervengo su questo perché quest'ordine del giorno ha un motivo politico e uno di merito. Quello politico lo ha ricordato, per ultimo, il collega Orfini prima di me, in quest'Aula c'è una maggioranza e c'è un'opposizione, le opposizioni sono spesso accusate - anche in quest'Aula - di non aver capito che c'è un'altra maggioranza e, invece, io credo che le opposizioni lo abbiano capito e, ovviamente, accettato.

Noi vorremmo confrontarci sulle proposte emendative, votare, magari perdere, ma non far perdere alla Camera dei deputati il motivo per cui esiste, quello di fare insieme le leggi, con un confronto che permetta alla maggioranza di far prevalere il suo punto di vista dentro un confronto parlamentare nel quale le opposizioni contribuiscono con un altro punto di vista e poi, chissà, magari trovare un compromesso. Questo, per l'ennesima volta, non è possibile. Lo spazio è quello degli ordini del giorno e siamo qui esattamente per lo stesso motivo.

Qual è il merito di quest'ordine del giorno? Il merito è chiaro. Aiutare e sostenere chi non ce la fa nella vita non è un vezzo di alcuni, non è romanticismo, non estremismo di qualche pazzo, è l'indicazione che la Costituzione della Repubblica dà a tutti noi come linea da seguire anche dentro la differenza di posizioni politiche. I diritti che noi difendiamo non sono i nostri diritti, sono quelli dell'articolo 34, il diritto allo studio, dell'articolo 32, il diritto alla salute, e dell'articolo 36, la retribuzione proporzionata alla quantità e la qualità del lavoro. Ma quello che dovrebbe unirci, dentro il confronto parlamentare, è l'articolo 3 che, al secondo comma, dice: “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale (…)”. Pur con ricette diverse per raggiungerlo, questo obiettivo dovrebbe e deve essere comune. Perché? Perché la Repubblica siamo tutti noi, gli imprenditori, i commercianti, gli intellettuali ma, soprattutto, lo sono i parlamentari, coloro che hanno sulle proprie spalle la missione di produrre leggi in ottemperanza alla Costituzione.

Allora, se l'articolo 3 è il faro o dovrebbe essere il faro del nostro agire, noi sappiamo, invece, che oggi, con la crescita delle disuguaglianze, questo articolo forse è il meno rispettato della Costituzione repubblicana. Sulla scuola e sulla formazione - l'articolo 34 è proprio quello sul diritto allo studio - sappiamo che ci sono dati inquietanti e sappiamo tutte e tutti che la condizione delle famiglie incide in maniera determinante sui dati della dispersione scolastica. Lascia infatti gli studi, come sappiamo, il 24 per cento dei giovani tra i 18 e i 24 anni che hanno in famiglia genitori con la licenza media; quel 24 per cento diventa invece il 2,5 per cento per coloro che hanno i genitori laureati. Peraltro, tutto questo nell'ambito di un quadro negativo. Nel 2022 abbiamo recuperato, forse anche grazie alle politiche messe in atto, e la quota di giovani in possesso di un titolo di studio è cresciuta al 29,2 per cento, ma è lontanissima rispetto al 42 per cento della media UE. Quindi, noi vogliamo difendere la nostra patria e i nostri ragazzi, che si confrontano con giovani che in Francia hanno un titolo di studio al 50 per cento e in Spagna al 50,5 per cento.

Concludo, Presidente, sottolineando e usando una parola che è cara a tutte e a tutti, non solo a una parte: tanti meritevoli in questo Paese non ce la fanno, non perché incapaci ma perché provengono e vivono in condizioni di disagio sociale. È così anche per i più piccoli. L'Autorità garante dell'infanzia ha scritto - non noi, l'Autorità garante dell'infanzia - che la mensa scolastica, ad esempio, si configura come un importante strumento di contrasto alle condizioni di svantaggio. Noi chiediamo che si voti a favore di quest'ordine del giorno, che non è un emendamento ma un'indicazione del Parlamento, perché sostiene una cosa semplice ed elementare, sostiene che bisogna aiutare il potere di acquisto dei nuclei familiari meno abbienti, per non escludere subito chi non ha colpe. Non devo - mi permetto di dire - chiarire io perché voterò “sì”, ma dev'essere il Parlamento che dovrebbe osservare l'articolo 3 della Costituzione, perché ha paura di dire che le famiglie meno abbienti devono essere aiutate per garantire ai propri figli il percorso formativo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/8 Zingaretti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1437-A/9 Vaccari, accolto come raccomandazione. Collega Vaccari, la accetta?

STEFANO VACCARI (PD-IDP). No, Presidente e chiedo al Governo di rivedere questo parere perché sono rimasto un po' sorpreso, visto che sullo stesso tema il collega Gatta ha presentato l'ordine del giorno n. 9/1437-A/63, un ordine del giorno praticamente analogo al nostro su cui il Governo ha espresso parere favorevole con riformulazione. Quindi, chiediamo al Governo di rivedere anche il parere sul nostro ordine del giorno, perché si riferisce a un settore nel quale il nostro Paese occupa il terzo posto in Europa, quello dell'acquacoltura, mentre in quello della pesca siamo al secondo posto in Europa. Stiamo parlando di decine di migliaia di imprese che si sono trovate in grandissima difficoltà visto che, oltre al costo del lavoro, la voce più importante è il consumo di carburante, che arriva fino a 1.700 litri al giorno per ogni imbarcazione. Il consumo di carburante rappresenta quindi la voce di costo più importante per le imprese di pesca. Non vi è stata un'unica sciagura a colpire questo settore: pensiamo a tutte le emergenze naturali che hanno colpito quest'ambito, come l'alluvione in Emilia-Romagna che ha messo in ginocchio il settore dell'acquacoltura alle foci del Po, pensiamo al granchio blu, pensiamo a quello che è successo durante l'emergenza sanitaria, come in altri settori produttivi. Siccome per questo settore è stata introdotta una misura che ha dato prova di efficacia, cioè il credito d'imposta, fino al 20 per cento della spesa sostenuta, per l'acquisto di carburante, misura che è stata via via prorogata fino all'inizio di quest'anno, con l'ordine del giorno, in modo molto semplice, assieme ad altri colleghi come il collega Gatta, abbiamo chiesto una proroga di questa misura, perché era un passo per favorire la valorizzazione delle imprese italiane e garantire anche a questo settore di operare in condizioni tali da soddisfare la domanda interna dei prodotti. Ma non l'abbiamo chiesto solo noi, lo ha fatto l'Alleanza delle cooperative del settore pesca e acquacoltura, l'ha fatto ieri in audizione presso la Commissione bilancio, sulla legge di bilancio, Federpesca. Insomma, abbiamo cercato di raccogliere questo grido d'allarme e chiedere, nel prossimo provvedimento utile, di riconoscere a queste imprese, a parziale compensazione dei maggiori oneri per l'acquisto di gasolio, questo contributo sotto forma di credito d'imposta, proprio perché serve, anche per questo settore che ha un ruolo importante nell'ambito del settore primario del nostro Paese, a garantire la sostenibilità economica e occupazionale dell'intera filiera. Crediamo che questa sia una misura efficace da prorogare.

Per questa ragione, prima di passare al voto, chiedo al Governo di ripensarci, perché pensiamo che l'ordine del giorno sia analogo a quello del collega Gatta, a cui è stato dato parere favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Il Governo?

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Sì, effettivamente il Governo riformula il parere sull'ordine del giorno, che era stato comunque accolto come raccomandazione. Dunque, per omogeneità con l'ordine del giorno n. 9/1437-A/63 Gatta, modifico il parere in favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di prevedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di intervenire (…)”.

PRESIDENTE. Prendo atto che il collega Vaccari accetta la riformulazione.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1437-A/10 Barbagallo, su cui c'è un parere favorevole con riformulazione. Collega Barbagallo, accetta la riformulazione?

ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). No, Presidente, non l'accolgo e intervengo per spiegarne le ragioni.

L'ordine del giorno che mettiamo in votazione oggi cade in una congiuntura politica particolare. Presidente, mai avremmo pensato che venisse un tempo in cui si mettessero nuovamente in discussione il diritto di sciopero dei lavoratori e il diritto al lavoro, sancito con provvedimenti giurisdizionali. La giornata parlamentare di oggi è iniziata, infatti, con le Commissioni congiunte lavoro e trasporti che hanno audito la Commissione di garanzia sull'attuazione della legge sullo sciopero, in ordine proprio alla qualificazione di sciopero generale e alla scelta del Governo di precettare.

Questo dibattito fa il paio con le tre sentenze, oggetto specifico dell'ordine del giorno, con cui sono reintegrati i lavoratori di Alitalia. Ma, a entrare a gamba tesa sui diritti soggettivi, non è un controinteressato individuato, un altro lavoratore o la stessa azienda privata; a entrare a gamba tesa sui diritti sanciti dai lavoratori con sentenza è addirittura il Governo, che decide di intervenire con un bel decreto-legge con una norma di interpretazione autentica retroattiva. Quello che succede ha veramente del clamoroso. I lavoratori, ex lavoratori di Alitalia, con tre distinti ricorsi, hanno visto riconosciuto il loro diritto: prima una sentenza ha riconosciuto il diritto a ben 77 lavoratori, poi a ulteriori 183 e poi a ulteriori 174. Il giudice lo ha riconosciuto, anche alla luce di un principio ben noto, che è quello dell'articolo 2112 del codice civile, che prevede espressamente il trasferimento dei lavoratori in caso di cessione del ramo di azienda, in questo caso da Alitalia a ITA e poi, ad aprile, a Lufthansa. In uno Stato di diritto ci saremmo aspettati che il Governo accompagnasse questo provvedimento e, invece, arriva una norma di interpretazione autentica, che cassa espressamente questo principio, facendo riferimento a una legge vecchia, di 25 anni fa. Credo che quest'atteggiamento del Governo sia veramente deplorevole e vergognoso. Altro che raccomandazione, signor Presidente: qui serve un impegno serio e specifico affinché non solo siano riconosciuti i diritti dei lavoratori, ma affinché il Governo la smetta di incidere, con queste norme di interpretazione autentica, per giunta contenute in un decreto-legge, sui diritti soggettivi dei lavoratori, costituzionalmente sanciti. È una vergogna! Insistiamo nella richiesta dell'ordine del giorno e chiediamo che sia votato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/10 Barbagallo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1437-A/11 De Luca, sul quale vi è il parere favorevole con riformulazione. Collega De Luca, accoglie la riformulazione?

PIERO DE LUCA (PD-IDP). Grazie Presidente. Non accolgo la riformulazione e spiegherò, in questi brevi minuti, in dichiarazione di voto, le ragioni. Come abbiamo provato a ricordare anche ieri, in discussione generale, oggi ci troviamo a confrontarci semplicemente su ordini del giorno perché, per l'ennesima volta, il Governo ha deciso di porre la questione di fiducia su un provvedimento su cui invece ci sarebbe stata la necessità di un dibattito approfondito in Aula. Infatti, avremmo potuto dare un contributo, tutti insieme, i parlamentari di opposizione, ma anche di maggioranza, per migliorare un provvedimento che, al di là del titolo roboante ed a effetto, in realtà si rivela una scatola vuota. È un provvedimento inefficace che non ha alcuna misura all'interno che risponda ai bisogni e alle esigenze delle famiglie e delle imprese italiane sul tema dell'aumento del costo della vita e dell'aumento del costo dell'energia.

La decisione che avete assunto di reiterare, con questa prassi che mortifica il dibattito parlamentare, è un sinonimo di debolezza politica enorme al vostro interno. Non siete in grado di portare avanti un dibattito e un confronto sereno in Parlamento su temi che toccano la vita dei nostri cittadini e questo è un problema serio per la vita democratica del Paese e del Parlamento, ma soprattutto per i risultati e gli effetti finali sui nostri cittadini.

D'altro canto, ci permettiamo di sottolineare il quadro e lo stato dell'arte da un punto di vista economico. Poche ore fa, in audizione al Senato, il Ministro Giorgetti ha candidamente ammesso lo stato di totale impotenza di questo Governo di fronte a quanto sta accadendo alla nostra economia: ha detto che la crescita, nel 2023, sarà più bassa del previsto - tutti i dati ce lo confermavano -, che i salari reali non tengono il passo dell'inflazione, che la manovra espansiva va bene, ma è al tempo stesso necessariamente austera e che la colpa del debito, che impedisce di dare le risposte che il Governo avrebbe voluto dare agli italiani, è del superbonus. Come ho ricordato ieri, ci mancava solo che tiravate in ballo gli alieni, i meteoriti o gli asteroidi e il quadro era completo. Fortunatamente, il Ministro non è arrivato a tanto (Commenti del deputato Candiani). Sento Candiani che, forse, ci potrà deliziare con qualche suo alibi aggiuntivo…

PRESIDENTE. Collega De Luca, si rivolga alla Presidenza. Collega Candiani, faccia silenzio.

PIERO DE LUCA (PD-IDP). …però quello che è emerso dalle audizioni e dalle dichiarazioni dello stesso Ministro dell'Economia è la certificazione plastica del fallimento del vostro Governo sui temi economici. Siamo contenti che abbiate scoperto che c'è un crollo dei salari reali. Il problema è che siamo di fronte a un baratro, in cui voi state trascinando il Paese.

Il dramma è l'approccio che state utilizzando, perché i vostri alibi ormai non reggono più. Avete attraversato, nei mesi scorsi, la fase dello scaricabarile e, anche sul PNRR, avete scaricato sui Governi precedenti i ritardi di cui siete pienamente responsabili, di cui vi abbiamo chiesto di rispondere al Paese, venendo qui a chiarire lo stato dell'arte dell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che è oggi fermo al palo, come certifica l'ultima relazione della Corte dei conti. Siete passati alla fase del vittimismo e, da ultimo, ascoltiamo l'attacco alla congiuntura: ci sono soggetti esterni non ben identificati e ora il problema è rappresentato dalle congiunture economiche internazionali; ma guardate che la congiuntura internazionale, i conflitti e l'aumento del costo delle materie prime e dell'energia sono temi che riguardano tutti i Paesi d'Europa, ma in nessun Paese d'Europa i salari sono crollati del 7,5 per cento rispetto al periodo pre-COVID come in Italia e in nessun Paese del mondo l'inflazione ha toccato punte addirittura del 14 per cento, come qui in Italia.

La ragione è molto semplice: la ragione è che non avete fatto nulla per affrontare questi problemi e, anzi, li avete aggravati, perché le misure che avete adottato, come la decisione di non rinnovare il taglio delle accise sulla benzina, sostituendole con il costo medio al distributore, in realtà, hanno avuto l'effetto perverso e paradossale di aumentare il costo dei carburanti e della benzina; le misure straordinarie sui voli aerei, su cui poi avete fatto marcia indietro, e altri colpi di genio, di cui ci avete deliziato in questi mesi, non hanno prodotto alcun risultato, anzi hanno prodotto danni drammatici. Per questo, vi avevamo chiesto un impegno serio sul bonus trasporti e sul sostegno alle famiglie, cioè di stanziare risorse che oggi mancano davvero per aiutare le famiglie e le imprese ma, ancora oggi, fate finta di non vedere, ancora oggi chiudete gli occhi. Vi chiediamo di tornare sui territori: siete molto impegnati nel lavoro parlamentare e nel lavoro al Governo, ma state perdendo di vista il Paese reale. Andate a parlare anche con i vostri elettori, vi diranno che stanno peggio di un anno fa: avrebbero meritato risposte alle domande, alle quali voi non state dando invece seguito, non state dando retta, non state dando ascolto e siete responsabili di questo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto comprensivo Leonardo da Vinci di Labico, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/11 De Luca, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1437-A/12 Ghio, accolto come raccomandazione, ove riformulato. Collega Ghio, accoglie la riformulazione?

VALENTINA GHIO (PD-IDP). Grazie, signora Presidente, ma ancora una volta…

PRESIDENTE. Colleghi! Scusi, collega Ghio. Colleghi, non riesco neanche a sentire se accoglie o meno.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Alziamo il volume…

PRESIDENTE. Grazie, collega Giachetti, del suggerimento. Oppure abbassiamo il tono delle voci di chi non ha la parola. Collega Ghio, prego.

VALENTINA GHIO (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Non accogliamo la raccomandazione e spiego il perché (chiederò poi di mettere al voto l'ordine del giorno). Non l'accogliamo per un tema, come questo, che riguarda una gran parte della cittadinanza, ossia il trasporto pubblico locale. La raccomandazione è uno strumento davvero troppo blando, che non possiamo accettare e questa scelta, in questo caso, dimostra due cose da parte del Governo: la prima è che su un tema così importante, come il trasporto pubblico locale, tema in cui in buona parte dei Paesi d'Europa si va in una direzione opposta, sostenendo le famiglie all'utilizzo, finanziando, ad esempio, biglietti climatici e sostenendo le famiglie in modo strutturale, voi preferite vivere alla giornata, rimpinguando misure con finanziamenti a spot di mese in mese, finanziamenti che non sono capienti per dare le risposte che i cittadini richiedono; la seconda, così com'è stato detto anche per altre materie e per altri argomenti, è che l'intento di questo decreto, evidenziato dal titolo un po' pretenzioso (interventi per sostenere il potere di acquisto delle famiglie), è stato disatteso su molti fronti e anche in questo, cioè quello del sostegno al trasporto pubblico locale.

Io credo che con le raccomandazioni non si risolvono i problemi concreti delle persone che non arrivano a fine mese. Senza uno scatto in avanti, ma nemmeno senza riprendere le misure già messe in atto nell'anno precedente davvero non si riescono a dare risposte concrete. Vi chiediamo, quindi, di ripensarci, di mettere in atto azioni che realmente sostengano le famiglie nella loro mobilità. Ce lo dice l'Istat, in questi giorni: il 60 per cento delle famiglie ha difficoltà ad arrivare a fine mese. È davvero evidente il peggioramento delle condizioni di vita delle italiane e degli italiani. Ce lo dicono i lavoratori, con salari che non sono sufficienti a fare fronte alle spese; ce lo dicono gli studenti, alle prese con i costi di abitazioni fuori sede, di libri di testo e di trasporto, appunto, e potrei continuare l'elenco. Andando avanti con le raccomandazioni, soltanto voi fate finta di non vedere lo stato delle cose. Il costo della vita è ormai diventato insostenibile ed è un aspetto che non riguarda più soltanto il privato, la vita delle famiglie, ma mina la stabilità economica e sociale di questo Paese. L'accessibilità al trasporto pubblico è un nodo centrale in questo senso, che fa la differenza per la qualità della vita, per l'equità all'accesso e opportunità di studio che sono propedeutiche al merito, per l'accesso al lavoro, alla cura e alla socialità.

Avete potuto constatare anche voi, in questi mesi, che la scelta deliberata di definanziare la quota annuale di una misura fondata sull'equità e sulla risposta al bisogno, come il bonus trasporti, ha portato proteste da parte di chi ne aveva usufruito e di chi ne ha diritto e i rifinanziamenti spot non hanno, comunque, colmato la carenza iniziale. Si sono tradotti nemmeno in un click day, ma in un click hour: in poco più di un'ora - un'ora o due - la misura si è esaurita e migliaia di persone sono rimaste escluse. Quindi, noi pensiamo che sottrarre risorse a un Fondo così importante, com'è accaduto, appunto, per la mobilità pubblica di chi va a scuola e di chi va al lavoro, non sia la scelta giusta, né a tutela delle famiglie, né a tutela dell'ambiente. Passare da un finanziamento statale di 190 milioni di euro a 100 milioni e poco più, rimpinguato, appunto, con una misura spot di 12 milioni, non raggiunge l'obiettivo. Non sono risorse sufficienti. Ci auguriamo che si sia presa coscienza di questo mancato sostegno, anche se la raccomandazione non ci induce a pensare in questo modo, e che si rimedi, questa volta, con la giusta capienza, di modo che accedere al bonus trasporti non sia una gara da incubo dove vince il bonus chi clicca per primo, ma sia uno strumento realmente rivolto ai bisogni delle persone in difficoltà e alla mobilità sostenibile.

Per questa ragione vi invitiamo a ripensarci, ad accantonare quest'ordine del giorno, che altrimenti chiedo di mettere al voto, perché tutti noi, in quest'Aula, ci assumiamo la responsabilità di sostenere concretamente o meno l'accesso delle persone al trasporto pubblico e il loro diritto e il loro bisogno alla mobilità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Dal Governo non vedo cenni riguardo l'accantonamento.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/12 Ghio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1437-A/13 Malavasi, sul quale il parere è favorevole con riformulazione. Accoglie la riformulazione, collega?

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Chiedo la cortesia alla Sottosegretaria di rileggere la riformulazione. Grazie.

PRESIDENTE. Sottosegretaria, qual è la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1437-A/13 Malavasi?

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. “A valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di incrementare le risorse per il finanziamento destinato al riconoscimento, per i mesi di gennaio, febbraio e marzo 2024, del contributo straordinario ai clienti domestici titolari di bonus sociale elettrico”.

PRESIDENTE. Collega Malavasi, accetta la riformulazione?

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Ringrazio molto la Sottosegretaria per questa formulazione, che è di moda - diciamo - in quest'Aula, e che non accolgo semplicemente perché penso che sostenere maggiormente le famiglie sia un'urgenza. Nel nostro Paese la povertà assoluta è in aumento e sono più di 2 milioni le famiglie che, a causa dell'effetto dell'inflazione, hanno peggiorato la loro situazione economica. Parliamo di oltre 5,6 milioni di persone, pari al 13,4 per cento della popolazione, stando ai dati Istat. È un dato allarmante, che impone il dovere di dare un sostegno ai loro bisogni e soprattutto alla sostenibilità economica di un bilancio familiare che è sempre più in difficoltà. La crescita dei prezzi ha inciso pesantemente sul bilancio familiare, soprattutto a scapito di quelle famiglie che hanno redditi meno abbienti, e le misure che vengono portate avanti con questo decreto, i bonus sociali che avevano in passato contribuito in modo determinante a contenere la crescita della povertà, sono stati fortemente potenziati nel 2022 ma non sufficientemente sostenuti con questo decreto. Si stima, infatti, che questa misura abbia ridotto i potenziamenti dei bonus e abbia ridotto, nel 2022, l'incidenza di sette decimi di punto percentuale la contrazione della povertà, che è un dato da non sottovalutare. Per questo motivo abbiamo anche apprezzato il fatto che in questo decreto vengano comunque prorogati, in continuità, molti degli interventi promossi e avviati dal Governo Draghi, ma in modo totalmente insufficiente, dal punto di vista economico.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 11,12)

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Presidente, chiedo alla Sottosegretaria di ascoltare, per cortesia. Grazie.

Si tratta di interventi che sono, come dicevo, anche utili e in continuità con quelli del Governo Draghi, ma che sono in diminuzione dal punto di vista economico e, quindi, non sufficientemente sostenuti. Sarebbe stato credibile fare questa scelta nel momento in cui gli italiani, stando ai dati, stessero vivendo una situazione economica migliore, in cui le famiglie avessero superato i problemi economici dovuti all'aumento dei prezzi, ma, purtroppo, non è così. Quindi, la mancanza totale di strategia di medio e lungo termine, di politica energetica e anti-inflazione che andiamo a prorogare con questo decreto, sino alla fine dell'anno con 200 milioni e poi con altri 200 milioni nel primo trimestre 2024, la riteniamo insufficiente, anche perché stiamo già affrontando la discussione sulla legge di bilancio e, in realtà, nella legge di bilancio non troviamo niente di questi punti.

Non troviamo la sterilizzazione degli oneri di sistema del mercato elettrico, non troviamo alcuna misura strutturale in questo campo, non c'è alcuna visione, non c'è alcun progetto che possa alleviare i costi sostenuti dalle famiglie e dalle imprese con meno risorse nel bilancio e senza una strategia che possa, nei prossimi anni, dare sostegno alle famiglie. Ci chiediamo, poi, perché ci sia anche un problema di natalità nel nostro Paese? Le famiglie abbandonate, che non hanno la capacità e la possibilità di programmarsi, anche rispetto a un aumento davvero enorme dei prezzi, a partire dai carburanti, dall'energia e dalle bollette, fanno sicuramente fatica a fare progetti di vita.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI (ore 11,16)

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Quindi, c'è anche un tema etico, di responsabilità, di fronte agli annunci di questo Governo di dare sostegno alle famiglie che, in realtà, si scontrano con i fatti, perché non vediamo la volontà vera di sostenere le famiglie.

Tra l'altro, al di là della scarsità di risorse, non si capisce nemmeno bene a chi ci rivolgiamo con questo decreto perché, se il parametro ISEE arriverà fino a 9.530 euro, ci rivolgeremo a una platea di circa 3 milioni di persone mentre, se l'ISEE arriverà ai 15.000 euro, che è il nuovo livello voluto dall'Esecutivo Meloni per accedere al bonus sociale, si aumenterà la platea ma con una bella differenza, perché si potrebbe passare da un bonus di 71 euro a un bonus di 46 euro. Insomma, poche risorse, scarsa chiarezza, una platea che non sappiamo bene quale sia rispetto a un decreto, in realtà, molto ambizioso nel titolo ma che non fa vedere le giuste prospettive per un Paese che in questo momento ha bisogno, per costruirsi un futuro, di una stabilità e di una visione seria e concreta a sostegno del potere di acquisto delle famiglie, che è calato negli ultimi trent'anni, e a tutela del loro risparmio.

Quindi, chiedo di mettere ai voti il mio ordine del giorno e non accolgo la riformulazione, pur apprezzando lo sforzo della Sottosegretaria, per mettere in evidenza una mancanza di visione di questo Governo rispetto a tutto il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/13 Malavasi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1437-A/14 Di Sanzo, con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare il collega Di Sanzo. Ne ha facoltà.

CHRISTIAN DIEGO DI SANZO (PD-IDP). Chiedo di metterlo ai voti, Presidente, e vorrei procedere con la dichiarazione di voto. Pur nella consapevolezza di ripetermi e di ripetere molto di quello che hanno detto i miei colleghi, vorrei sottolineare che, ancora una volta, ci ritroviamo a parlare di ordini del giorno e non delle nostre proposte emendative, ragionate, studiate, che avrebbero potuto trovare l'appoggio anche di molti colleghi della maggioranza. Il nostro lavoro, in X Commissione, andava proprio in questa direzione: cercare di migliorare un provvedimento che ha molti aspetti mancanti.

Le nostre proposte avevano come priorità il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie e, prima di tutto, quella di rimandare di un anno la fine del mercato di maggior tutela, una vera e propria mazzata per 10 milioni di utenti, che partirà da gennaio. Avete invece scelto, in questo decreto, solo un'accozzaglia di misure insufficienti, a partire dalla mancanza della sterilizzazione degli oneri di sistema del mercato elettrico, cosa che già mancava, a luglio, nell'ultimo decreto Bollette che questa Camera ha approvato, ancora una volta, con la fiducia, e dal mancato rinnovo delle agevolazioni delle accise, che nel 2022 sono state, invece, l'aiuto, il contributo più importante per le famiglie. In questo provvedimento, ancora una volta, finanziate invece solo le misure spot, come la social card, e questo proprio perché volete nascondere la mancanza di politiche strutturali energetiche per il futuro del Paese. Non c'è alcuna politica di lungo termine, alcuna visione per il futuro del Paese. A luglio, in quest'Aula, in occasione dell'esame dell'ultimo decreto Bollette, vi ho ricordato la stessa cosa che ha ricordato poco fa ancora l'onorevole Simiani, cioè la mancanza dei decreti attuativi sulle comunità energetiche, la mancanza del FER 2, la mancanza di risposte vere sul PNIEC. È da mesi che, insomma, in quest'Aula parliamo sempre delle stesse cose, ma il Governo si muove solo di decreto in decreto, di fiducia in fiducia.

Nel tema di quest'ordine del giorno, vi chiediamo di privilegiare le aziende ad alto consumo di elettricità che abbiano sottoscritto accordi di acquisto di energia rinnovabile a lungo termine, i cosiddetti PPA, Power purchase agreement. Volevamo, quindi, dare un aiuto al Governo per pensare a una visione di lungo termine, ma abbiamo, ancora una volta, ricevuto il parere contrario di questo Governo. Ogni volta che parliamo di futuro, di transizione ecologica, di visione a lungo termine, il Governo si spaventa, perché non vuole neanche sentire parlare di cose che vadano oltre l'emergenza energetica. Vi è una limitazione a pensare alla transizione ecologia, a quello che dovrà essere il nostro futuro tra 20 o tra 40 anni e, pur sapendo, ancora una volta, di fare un appello che probabilmente sarà vano in quest'Aula, vi chiedo di non spaventarvi, di fare uno sforzo, di pensare al futuro e alle nuove generazioni. Sappiamo che per voi è difficile, che avete difficoltà a immaginare, anche solo a immaginare quel futuro, ma è uno sforzo che, per una volta, vi chiediamo di fare, perché è uno sforzo di cui il Paese non può più fare a meno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/14 Di Sanzo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1437-A/15 Peluffo, accolto come raccomandazione, ove riformulato. Collega Peluffo, accetta?

VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Voglio ringraziare la Sottosegretaria per l'attenzione che ha dedicato a quest'ordine del giorno. Però, Presidente, non intendo accettare la proposta di raccomandazione, anche perché il contenuto di quest'ordine del giorno è molto semplice, visto che si chiede di sterilizzare gli oneri generali di sistema delle bollette elettriche per famiglie e imprese per il quarto trimestre 2023, ossia quello in corso. Per questo avevamo presentato un emendamento che, se accettato, sarebbe entrato in norma e avrebbe consentito di abbassare il costo delle bollette elettriche ora, in questo quadrimestre, per le famiglie e le imprese.

Con la scelta del Governo di porre la questione di fiducia, è stato impossibile avere in Aula un confronto nel merito. Su questo sono intervenuti i colleghi del Partito Democratico, condivido le loro considerazioni e non le riprendo, se non per dire che un contenuto di questo tipo, se già in un ordine del giorno aveva poche possibilità di essere effettivo, come raccomandazione non ne ha affatto. Tuttavia, credo che quest'ordine del giorno, così come gli altri che hanno illustrato i colleghi del Partito Democratico e su cui stiamo intervenendo in dichiarazione di voto, sia utile anche per fare chiarezza, Presidente, perché il Governo ha deciso di dare un titolo piuttosto impegnativo a questo decreto: “Misure urgenti in materia di energia, interventi per sostenere il potere d'acquisto e a tutela del risparmio”. È un titolo che suscita aspettative a cui poi non corrisponde l'articolato di questo decreto. È utile fare chiarezza, anche perché, come ricordava da ultimo l'onorevole Di Sanzo, una parte del provvedimento è in continuità con quello del Governo precedente ma, in realtà, c'è molto meno rispetto all'iniziativa del Governo precedente. È utile, allora, fare un raffronto, anche perché qui ci sono colleghi di maggioranza che avevano sostenuto quel Governo che, proprio per intervenire rispetto all'emergenza del caro bollette, aveva fatto un intervento sterilizzando le accise sui carburanti e, sul versante delle bollette energetiche, sterilizzando gli oneri generali di sistema e riducendo l'IVA sul gas e sterilizzando gli oneri generali di sistema sulla bolletta elettrica.

Il Governo Meloni, appena insediato, con la legge di bilancio dello scorso anno, come prima cosa ha tolto le agevolazioni sulle accise, quindi, ha fatto aumentare dal 1° gennaio, subito, il prezzo della benzina alla pompa. Poi, ha fatto un decreto fantasioso, introducendo il prezzo medio regionale, che l'Antitrust da subito aveva segnalato che avrebbe significato un rialzo dei prezzi e, poi, con il decreto attuativo, in realtà, non è riuscito neanche ad attuare la norma, visto che è stato annullato dal TAR del Lazio. Il secondo intervento è stato sulle bollette elettriche, visto che dal 1° aprile, dopo il decreto del Governo, siamo tornati a pagare, nella bolletta elettrica, anche gli oneri generali di sistema, il che, ricordo, significa il 25 per cento in più per famiglie e imprese nel costo della bolletta. Il Governo ha confermato la sterilizzazione degli oneri generali di sistema sul gas e la riduzione dell'IVA, contenuti, per il trimestre in corso, all'interno del decreto; in realtà, è in corso nel nostro Paese da ottobre 2021. Questo è troppo poco, anche perché i costi dell'energia elettrica, nel corso di questi 2 anni, dopo i picchi di 700 euro per megawattora, sono rimasti tra i 110 e i 130 euro, che continuano ad essere il doppio del costo prima della crisi, cioè al 2019. È per questo che è necessario intervenire ora per ridurre il costo della bolletta elettrica.

Noi abbiamo proposto di ridurre gli oneri generali di sistema, abbiamo proposto, con altri emendamenti e con altri ordini del giorno, di riordinare, spostando una parte sulla fiscalità generale. E segnalo, soprattutto, Presidente - e concludo -, che adesso c'è il rischio che queste bollette, già così alte, si rialzino ulteriormente, anche perché il 10 gennaio scade il termine per il superamento del mercato a maggior tutela. C'è un rischio concreto del rialzo dei prezzi, tant'è che è notizia di oggi, Presidente…

PRESIDENTE. Concluda, collega, ha esaurito il suo tempo.

VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO (PD-IDP). …che l'Antitrust ha sanzionato, per 15 milioni di euro, 10 compagnie del settore energetico, per aver rialzato i prezzi. Allora, la proposta che avevamo fatto era quella di una proroga, rispetto alla quale il Governo non ha saputo dire altro, se non vedremo, capiremo. Quindi, il tema è che sul costo della bolletta elettrica il Governo non sta facendo nulla e i cittadini continuano a pagare bollette tanto, troppo alte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/15 Peluffo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1437-A/16 Bonelli, sul quale il parere è favorevole con riformulazione: accoglie la riformulazione, collega?

ANGELO BONELLI (AVS). Non l'accolgo, signora Presidente, facente funzioni. Ho ascoltato e riascoltato la riformulazione del Sottosegretario e non sono d'accordo. C'era una volta, una leader di un partito dell'opposizione che, con grande forza, in quest'Aula, diceva che avrebbe difeso i diritti degli italiani e delle italiane in Europa. Oggi, la leader di quel partito di opposizione è la Presidente del Consiglio, che ha dimenticato ciò che diceva un anno fa, più o meno. Sono i miracoli della politica italiana, però a farne le spese sono gli italiani e le italiane, che devono pagare bollette incredibili di fronte all'inerzia di questo Governo e alla miopia di questa maggioranza, perché sono i numeri che parlano. Oggi, come diceva giustamente il collega Peluffo, l'Antitrust ha sanzionato per 15 milioni di euro ENI, ENEL, ACEA, A2A, Dolomiti Energia, perché hanno applicato coefficienti che hanno portato le bollette a essere salate. Ma sapete cosa fanno questi 15 milioni di euro a ENI ed ENEL? Nulla, non fanno nulla, signora Sottosegretaria, per vostra responsabilità, per la vostra inerzia, per esservi assolutamente voltati dall'altra parte, nel momento in cui queste grandi società energetiche in questo Paese hanno realizzato extraprofitti che sono indecenti e che sono indecenti lo dico in nome del popolo italiano, perché stanno asfaltando, dal punto di vista sociale, milioni di famiglie. Nel 2021, gli extraprofitti delle società energetiche sono stati 12 miliardi di euro, nel 2022 sono stati 40 miliardi di euro, nei primi 9 mesi del 2023 sono stati 18 miliardi di euro. Una cifra enorme, circa 60 miliardi di euro realizzati nel momento in cui abbiamo assistito a raddoppi delle bollette, nel vostro silenzio, perché avete ingannato gli italiani. Diciamolo chiaramente: avete ingannato, c'è poco da dire, c'è poco da fare le smorfie in quest'Aula, li avete ingannati. Ad esempio, la tassa di un economista, dell'ex Premier Draghi - che, certamente, non si può ascrivere nei nostri banchi: aveva approvato una tassa e voi cosa avete fatto, nel silenzio, devo dire, anche generale, anche fuori da quest'Aula? Avete sanato 8,3 miliardi di euro. Ce lo è venuto a raccontare qui il Ministro Giorgetti. Non avete avuto il coraggio di andare a prendere quelle risorse, come non avete avuto il coraggio, ad esempio, quando avete fatto la tassa sulle banche: l'avete fatta e, poi, l'avete cambiata e la situazione è tale che, oggi, le banche non pagheranno gli extraprofitti e il 2023 si chiuderà con 43 miliardi di euro.

Ma noi cosa diciamo con quest'ordine del giorno? Diciamo: attenzione, 10 milioni di famiglie, nel 2024, entreranno in un mercato libero che non consentirà una loro tutela, perché siamo in una situazione geopolitica generale in cui la speculazione sul gas è tale che porta i prezzi sempre verso l'alto. E voi state esponendo milioni di famiglie a una situazione di speculazione e di vera e propria rapina sociale, nel vostro silenzio. Sono i dati che parlano. Non potete venirci a dire che ce lo dice l'Europa. Ma dov'è Giorgia Meloni? La Presidente Meloni dov'è? Dov'è quando era in quest'Aula a dire “noi difenderemo i diritti degli italiani”? Dove siete? Siete silenti, vergognosamente silenti, mentre si sta determinando una rapina sociale nei confronti degli italiani e voi siete colpevoli di tutto ciò (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/16 Bonelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Ordine del giorno n. 9/1437-A/17 De Micheli, accolto come raccomandazione, ove riformulato: non accoglie e chiede che sia messo ai voti.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/17 De Micheli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Saluto gli studenti, le studentesse e i docenti del Petranova Institute di Roma, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1437-A/18 Gnassi, su cui c'è parere favorevole con riformulazione. Collega Gnassi, accoglie la riformulazione?

ANDREA GNASSI (PD-IDP). No, Presidente, non l'accolgo e chiedo di intervenire. Presidente, colleghe e colleghi, considerati gli anni che stiamo vivendo, che ha vissuto il Paese, la crisi economica ed energetica…

PRESIDENTE. Collega Foti, devo chiederle di liberare i banchi del Governo. Prego, collega Gnassi.

ANDREA GNASSI (PD-IDP). Sì, chiedo anche di riaggiornare il tempo, Presidente, grazie.

PRESIDENTE. Lo fermo ogni volta che prendo la parola. Prego, proceda.

ANDREA GNASSI (PD-IDP). Sono rassicurato. Considerati gli anni che stiamo vivendo, che ha vissuto il Paese, la crisi economica e energetica che l'Italia e l'Europa, nel contesto internazionale, hanno attraversato e attraversano, questo decreto-legge si è posto come qualcosa di molto ambizioso nel titolo: Misure urgenti in materia di energia, interventi per sostenere il potere di acquisto e a tutela del risparmio. Diamo una mano agli italiani, vuol dire questo decreto, diamo una mano sulle misure sull'energia, diamo un sostegno alle famiglie, alle imprese.

Presidente, non credo che ci sia da gioire, dal punto di vista dell'opposizione a questo Governo, nel sottolineare che nel merito, al di là del titolo, questo è un provvedimento tutto sommato molto modesto, una scatola vuota. Intanto, c'è un punto: il decreto-legge è vigente dal 30 settembre, viene convertito in legge in questi giorni, scade tra 2 settimane, poi arriva la legge di bilancio e ci si chiede cosa conterrà la legge di bilancio, ad esempio, sul bonus sociale, sulle bollette per le famiglie.

Questo decreto individuava risorse per 300 milioni, scade tra poco e arriva la legge di bilancio, che ne prevede 200 di milioni, quindi 100 milioni in meno. Scade tra poco, arriva la legge di bilancio, si tolgono risorse. Che non sia una scatola vuota è difficile non sostenerlo guardando il metodo. Poi, quando l'opposizione si pone in maniera laica di fronte ai problemi, ai temi, che sono quelli poi delle persone, delle famiglie e delle imprese, non in maniera di contrasto pregiudizievole verso il Governo, e quando il Governo non accetta persino gli emendamenti e i suggerimenti della propria maggioranza, questo Governo è più solido, è più autorevole? Credo che la risposta sia implicita nella domanda. Questo Governo ha bocciato provvedimenti della stessa maggioranza, gruppi e partiti che, tra l'altro, governano i territori, le regioni, i comuni. Ci sono alcune azioni in continuità con i Governi precedenti, sono azioni in continuità, ma in diminuzione. Quello che manca, Presidente, è una strategia di medio-lungo periodo di politica energetica e anti-inflazionistica. Che ne è dell'energy release, volto a consentire alle imprese gasivore l'accesso a forniture di gas a prezzi contenuti per 10 anni? Gli altri Paesi europei si stanno attrezzando, la Francia, la Germania. In una dimensione competitiva internazionale, gli altri Paesi stanno strutturando il sostegno al sistema produttivo in modo strategico anche in campo energetico. Non sappiamo nulla del price cap del gas. Tra 2 settimane scade il decreto, poi c'è la legge di bilancio, ma manca una politica energetica. Ci sono tagli nel breve, bocciature pregiudiziali, mancano politiche industriali energetiche. Non è retorico affermare e vedere intere parti del Pianeta, la Cina, la Francia, la Germania, gli Stati Uniti, che si stanno organizzando attorno a una politica industriale che vede nella transizione energetica la dimensione produttiva, competitiva, economica e sociale dei prossimi decenni. Noi, al massimo, andiamo in Europa, non chiediamo più fondi per la transizione energetica, chiediamo, al massimo, delle proroghe.

Finisco: quest'ordine del giorno era molto puntuale; dopo 2 anni di caro energia per famiglie e imprese, i prezzi delle forniture al dettaglio permangono ancora su livelli troppo alti rispetto a quelli pre-crisi e purtroppo rimane ancora il differenziale con le politiche governative di altri Paesi che hanno messo a disposizione delle proprie imprese energia a prezzi da 2 a 3 volte più bassi rispetto a quelli italiani. Allora sorge una domanda, che non è una battuta, ma è un punto politico: è questo il made in Italy in campo energetico del Governo? Il Governo ritiene talmente brave le nostre imprese, fanno così tanto la differenza con il loro made in Italy che ce la possono fare anche se il Governo italiano le penalizza rispetto a quelle europee? Su questo, forse, la maggioranza dovrebbe riflettere.

Per questo, con quest'ordine del giorno noi abbiamo chiesto e chiediamo al Governo che si impegni a reintrodurre, già durante l'esame parlamentare del disegno di legge di bilancio, i crediti di imposta che servono alle imprese del made in Italy per l'acquisto di energia elettrica e gas, crediti di imposta a favore delle imprese, energivore o no (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/18 Gnassi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1437-A/19 Ferrari, su cui c'è parere favorevole con riformulazione. Collega Ferrari, accetta?

SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie, Presidente, chiederei prima alla rappresentante del Governo se, gentilmente, può rileggermi la riformulazione.

PRESIDENTE. Scusi, Sottosegretaria, aspetti un attimo. Colleghi! Vediamo quanto ci mettiamo a fare silenzio. Colleghi, per me stiamo così fino a stasera alle ore 22, se non riusciamo a fare un attimo di silenzio. Prego, Sottosegretaria.

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/19 Ferrari vi è parere favorevole con riformulazione, nel senso di espungere la seconda premessa e con l'impegno riformulato come segue: “a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative a sostegno degli studenti fuori sede finalizzate a contrastare il caro affitti e la mancanza di alloggi universitari”.

PRESIDENTE. Collega Ferrari?

SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Più che accettare, faccio appello alla rappresentante del Governo perché il tema di cui stiamo parlando…

PRESIDENTE. Mi perdoni, collega, mi deve dire se accetta o no, poi fa la dichiarazione di voto.

SARA FERRARI (PD-IDP). Non accetto la riformulazione e chiedo che possa essere ripensato o, meglio, che quella valutazione a cui fa riferimento possa essere fatta già rapidamente in questa sede, perché le valutazioni si fanno sulla base delle priorità che si stabiliscono. La domanda, quindi, che le pongo è se per voi avere più laureati in questo Paese sia o meno una priorità, se consentire ai meritevoli di dimostrare questo merito di cui vi riempite la bocca sia una priorità. In questo provvedimento ci sono, infatti, misure inadeguate a compensare l'inflazione. Questo provvedimento lascia, infatti, senza risposta reale famiglie e giovani che hanno chiesto un vero sostegno, non chiacchiere, rassicurazioni e narrazioni dietro alle quali c'è spesso, al massimo, l'ordinaria amministrazione, la garanzia dello status quo che, nelle condizioni generali economiche attuali, diventa, però, equiparabile a un taglio, perché la crescita dei prezzi di mercato ha generato criticità e difficoltà di sostenibilità dei costi anche laddove prima queste difficoltà non c'erano.

Il tema è di quelle famiglie e di quegli studenti che stanno nella zona grigia, spesso, che non sono coperti dalle borse di studio e non sono a carico di famiglie che possano permettersi di mantenerli nello studio. Alcuni si trovano oggi a rinunciare proprio a iscriversi, altri si trovano a metà del guado, con aumenti che non riescono più a sostenere. Dopo la pandemia, registriamo, infatti, un numero di immatricolazioni minore, a causa dell'aumento degli affitti, delle bollette e dei trasporti, che hanno portato migliaia di giovani a dover rinunciare a investire nella propria formazione.

Troppo poche e basse anche le borse di studio. Dov'è, allora, il merito di cui parlate, se le condizioni di partenza sono diverse e non mettete in campo vere misure per garantire le stesse opportunità?

Nel fare le vostre valutazioni, considerate che siamo un territorio che ha un enorme bisogno di cittadini più formati? Un Paese è competitivo e può guardare avanti con fiducia quando il suo capitale umano è competitivo e ha la forza delle competenze per fare innovazione e trovare le migliori soluzioni ai problemi che lo frenano. Giovani con la miglior cassetta degli attrezzi che possiamo e dobbiamo offrire loro costituiscono una comunità proattiva, capace di dare piena attuazione alla realizzazione dei propri talenti e dei progetti di vita individuali, ma danno anche forza ed energia positiva al Paese. La quota dei trenta-quarantenni laureati in Italia è del 26,8 per cento contro una media europea del 41,6. Come raggiungiamo, allora, l'obiettivo europeo del 45 per cento entro il 2030? Il vantaggio occupazionale dato dai maggiori livelli formativi è una realtà nella quale, però, molte famiglie oggi non credono più, soprattutto perché l'impegno finanziario è talmente oneroso che disincentiva. Se poi lo leghiamo alle scarse retribuzioni dei giovani nel nostro Paese, allora diventa evidente che ci vuole un intervento pubblico più serio e responsabile. Se vogliamo anche contrastare e compensare la diaspora dei cervelli che impoverisce l'Italia di quelle competenze su cui le famiglie e il sistema scolastico pubblico hanno investito, ma di cui poi si avvantaggiano altri Paesi, allora chiedo al Governo di fare uno sforzo maggiore e di assumere un impegno vero, non una mera valutazione, per vedere se si trovano i soldi nel bilancio. È un messaggio di incoraggiamento quello che chiediamo per i nostri giovani per dire che crediamo in loro, perché loro credano nel nostro Paese e non continuino a scappare altrove per vedersi valorizzati nei propri talenti e per valorizzare la spesa che le loro famiglie hanno sostenuto per loro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Non vedo cenni da parte del Governo quindi se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/19 Ferrari, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1437-A/20 Fornaro, accolto come raccomandazione dal Governo. Chiedo al collega Fornaro se accetta la raccomandazione del Governo.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Signora Presidente, non accetto la raccomandazione ma chiedo al Governo di ripensarci, nel senso che apprezzo la raccomandazione senza riformulazione ma credo che ci possano essere le condizioni, visto il tema e l'oggetto dell'ordine del giorno, per arrivare a un parere favorevole. Quindi, chiedo la possibilità di accantonarlo per un ripensamento da parte del Governo.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo non accoglie la richiesta del presentatore.

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il collega Fornaro.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Presidente, io francamente avrei auspicato un atteggiamento più comprensivo da parte del Governo perché, lo ricordo a favore dei colleghi, l'ordine del giorno - che in qualche modo riprende anche l'ordine del giorno del collega Orfini - riguarda un tema reale, come ho già avuto modo di esprimere ieri nella fase di illustrazione. Questo non ha nulla di strumentale e c'è un problema oggettivo. I dati li ha ricordati prima il collega Orfini. Parlando soltanto del materiale - non stiamo parlando dei libri - utile agli studenti, come penne, matite, carte, gomme, temperamatite e forbici, l'incremento dei costi per le famiglie è stato del 13 per cento tra gennaio e maggio. Allora, in un provvedimento che ha nel titolo il sostegno al potere d'acquisto - come noi abbiamo sempre sostenuto e avevamo presentato anche emendamenti al riguardo ma, ahinoi, non ci è stato possibile discuterli per la posizione della fiducia - c'era anche il tema della scuola e dell'aumento dei costi scolastici, relativamente non solo ai materiali ma anche ai libri. Per dare un dato, l'aumento che c'è stato in questi anni, tra il 2019 e il 2022, del costo dell'istruzione è stato di due volte più veloce dei salari di tutta Europa. Quindi, è un problema non solo italiano ma è acuito nel nostro Paese da un'inflazione che, ancora pochi mesi fa, era a doppia cifra. Da questo punto di vista, crediamo che ci debba essere un intervento dello Stato a sostegno del potere d'acquisto dei nuclei familiari meno abbienti. La questione dell'istruzione è una questione centrale. Noi abbiamo una situazione di povertà educativa che tocca 1,2 milioni di minori, abbiamo un tasso di dispersione scolastica, come più volte in quest'Aula è stato evocato durante la discussione dei provvedimenti sulla scuola, in aumento e, in alcune aree del Paese, raggiunge livelli assolutamente intollerabili. È evidente che, in mezzo a un problema culturale anche di rapporto col mondo del lavoro, c'è una questione che riguarda i costi. Infatti, più aumentano i costi più le famiglie che sono in difficoltà tendono a portare via i ragazzi dalle scuole e, soprattutto, viene a mancare un sostegno fondamentale.

In quest'ordine del giorno, che davvero auspicavo potesse trovare un'intesa unitaria, noi chiedevamo di reperire risorse adeguate e finalizzate a promuovere misure per il sostegno del diritto allo studio anche attraverso l'estensione - questo è un tema oggetto di possibile discussione e di dibattito - della gratuità dei libri di testo per tutta la scuola dell'obbligo per le famiglie meno abbienti. Credevamo, quindi, che ci fossero le condizioni per arrivare magari - mi permetto di suggerirlo alla Sottosegretaria - anche alla formula “a valutare l'opportunità di”. Dividerci su un tema come questo davvero a noi pare un errore. Quindi, stante l'attuale orientamento del Governo, noi chiediamo di votarlo ma avremmo davvero auspicato la possibilità, su un tema come questo, di arrivare a un pronunciamento di attenzione al problema da parte di tutta l'Aula, perché credo che nessuno, onestamente, possa alzarsi e dire che quest'ordine del giorno avesse un carattere strumentale o non avesse a oggetto un problema reale che ci deve preoccupare tutti.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il rappresentante del Governo.

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Accantoniamo, per il momento, l'ordine del giorno Fornaro n. 9/1437-A/20.

PRESIDENTE. Sta bene.

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1437-A/21, Andrea Rossi, accolto come raccomandazione. Chiedo al presentatore se accetta la raccomandazione.

ANDREA ROSSI (PD-IDP). No, Presidente, non accetto la raccomandazione e vorrei anch'io provare, per il suo tramite a convincere il Governo, se il Governo…

PRESIDENTE. Aspetti, collega Rossi. Sottosegretaria Albano, le devo chiedere di dedicare attenzione al collega Rossi.

ANDREA ROSSI (PD-IDP). Dicevo che vorrei anch'io provare a convincere il Governo a comprenderci rispetto alle ragioni di una riformulazione, al netto della raccomandazione, che prevede la classica formula “a valutare l'opportunità di” e “compatibilmente con le risorse di finanza pubblica”. Spiego le ragioni Presidente, così il Governo ha il tempo per valutare questa proposta, e il valore di quest'ordine del giorno, con tutto il rispetto - come ieri ci ricordava il collega D'Alfonso - dell'importanza anche dalla discussione di questi strumenti. Quest'ordine del giorno cerca semplicemente di dare una risposta o comunque di provare a dare un minimo di attenzione a uno dei temi che stanno vivendo diverse realtà del nostro territorio, cioè le associazioni e le società sportive dilettantistiche, relativamente all'incremento dei costi energetici, dei costi termici. Vorremmo capire se c'è la possibilità, sempre compatibilmente con la disponibilità di risorse di finanza pubblica, nei prossimi provvedimenti, di sostenerle con agevolazioni o l'inserimento del credito di imposta rispetto a queste spese.

Provo a motivare questo tipo di ordine del giorno con un punto di vista diverso rispetto a quello del collega Berruto, il quale, giustamente, ci ricordava poco fa le emozioni che ci fanno vivere i grandi campioni, che sono anche da stimolo per i giovani nelle specifiche discipline. Ci ricordava come l'incremento del costo energetico sia stato estremamente significativo tra il 2021 e il 2022, dal 200 al 400 per cento. Ci ricordava gli anni difficili che lo sport ha vissuto con la pandemia. Ci ricordava come la riforma del lavoro sportivo, se pure importante, porta però con sé un carico di oneri al sistema sportivo. E ci ricordava come i dati della spesa pubblica pro capite per il sistema sport siano sicuramente inferiori rispetto alla media europea.

E quindi vorrei portare un punto di vista anche diverso, di chi ha avuto l'opportunità e anche la fortuna - io, come tanti di noi - di fare l'amministratore nelle nostre realtà comunali o regionali. Parto da un dato: ritengo che una delle cause degli aumenti dei costi sia proprio lo stato di salute del patrimonio sportivo italiano e vi porto, a mero titolo di esempio, quello che è il quadro, ad oggi, della mia regione, cioè l'Emilia-Romagna. Pensate che in questa regione, che sicuramente investe sullo sport e che ha avuto la capacità negli anni di fare anche investimenti infrastrutturali, il 45 per cento degli impianti sportivi è stato costruito prima del 1979 e il 20 per cento tra 1980 e il 1990, cioè il 65 per cento dell'impiantistica sportiva è stata realizzata prima dei Mondiali di calcio in Italia del 1990; il 12 per cento è stato realizzato negli anni Novanta, il 10 per cento negli anni Duemila e solo il 12 per cento è stato realizzato dal 2010 in poi. Con impianti che hanno più di 50 anni di vita, mi sembra abbastanza naturale escludere, direi quasi con un ragionevole grado di certezza che, al netto di interventi di miglioramento ed efficientamento energetico, la classe energetica non sia molto elevata.

Lascio alla vostra immaginazione la quantificazione di quanto un impianto costruito mezzo secolo fa possa essere efficiente. Lascio a voi comprendere e capire quali possano essere gli aggravi di costi, a mio avviso insostenibili, per le società sportive dilettantistiche che, in questo momento, stanno gestendo questi impianti. Infatti, questi impianti, signor Presidente, in gran parte sono gestiti da realtà sportive formate da volontari, che si mettono a disposizione per il bene delle nostre comunità, che sono un contributo fondamentale per le nostre comunità e cercano di garantire, facendo vivere quegli spazi, un'infrastruttura sociale e un servizio straordinario per le comunità stesse.

Quindi, io penso che la preoccupazione che dovremmo avere, tutti quanti, a prescindere dal colore politico e dalla parte politica, tra maggioranza e minoranza, è quella di provare a dare qualche risposta e qualche segnale di attenzione a questo mondo, il quale, al netto dei grandi proclami e dell'importante riforma dell'articolo 33 della nostra Costituzione, non sempre ha avuto l'attenzione da parte della politica. Quindi, io chiedo sinceramente al Governo di provare a ripensare a una proposta di riformulazione, che riuscirebbe a dare almeno una speranza a questo mondo, che, in questo momento, sta soffrendo l'incremento dei costi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Non vedo cenni da parte del Governo, quindi, se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/21 Andrea Rossi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

L'ordine del giorno n. 9/1437-A/22 Mancini è accolto come raccomandazione. Collega Mancini, la accoglie?

CLAUDIO MANCINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Nonostante la mia inclinazione naturale all'intesa istituzionale, devo dire che, per accogliere come raccomandazione un ordine del giorno come questo, ci vorrebbe una fiducia nel fatto che il Governo effettivamente desse corso a questo tema e, sinceramente, questa fiducia non posso esprimerla. Quindi, se lei consente, faccio direttamente la dichiarazione di voto.

Stiamo parlando di un ordine del giorno che chiede di dare contributi a fondo perduto alle associazioni sportive dilettantistiche, in relazione all'aumento dei costi energetici.

In questo mese, ARERA ci ha fornito dei dati che, di nuovo, portano a un aumento a due cifre dei costi energetici. Le associazioni sportive gestiscono impianti tipicamente energivori, come ha ricordato adesso il collega Rossi. Spesso si tratta di impianti pubblici dati in gestione e in concessione, che hanno rette agevolate da parte degli enti locali anche in virtù del carattere sociale che rivestono queste attività. L'aumento dei costi energetici si sta scaricando nell'impiantistica sportiva e, necessariamente, si traduce in un aumento delle tariffe applicate alle famiglie. Si tratta di impianti che richiedono energia, perché riscaldare una piscina, riscaldare una palestra e asciugare i capelli sono cose normali che però stanno diventando non accessibili per molte persone.

Quindi, si vuole impegnare il Governo a prevedere, nel Fondo dedicato a questo, un aumento delle risorse per le associazioni sportive che, essendo associazioni sportive dilettantistiche, non possono accedere, non essendo società, ai benefici fiscali del credito d'imposta o che pure hanno difficoltà a realizzare interventi strutturali di miglioramento energetico perché non hanno la titolarità del bene, in quanto spesso sono impianti delle scuole, quindi dei comuni, o con altre caratteristiche.

L'unico modo per intervenire sarebbe quello di dare risorse, o direttamente, o attraverso gli enti locali. Per gli enti locali, nella legge di bilancio presentata al Senato, è prevista un'evidente riduzione di trasferimenti, di cui avremo modo di parlare a lungo nella sessione di bilancio. Quindi, l'unico modo è che si riconosca, da parte del Governo, una situazione specifica e si faccia una scelta politica nel senso di mettere più risorse. Quanto alla raccomandazione, già l'ordine del giorno è solo un impegno per il Governo, addirittura ridurne la portata non ha alcun effetto.

Quindi, mantengo l'ordine del giorno e chiedo, però, anche di argomentare, spiegandoci che, magari, questo problema non si risolve con questo strumento, ma si risolve in un altro modo, con altre risorse, con fondi dati agli enti locali, con investimenti in conto capitale, con agevolazioni per mettere i pannelli solari riservati alle società sportive dilettantistiche: una risposta, ecco.

La cosa veramente difficile è la negazione dei problemi e l'assenza di risposte. Tanti colleghi della maggioranza devono votare contro, è capitato anche a noi in altre occasioni: votare contro cose che si capisce siano giuste è difficile, ma soprattutto non argomentare su come si intenda affrontarle è veramente inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/22 Mancini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/23 Merola il parere del Governo è contrario. Ha chiesto di parlare il collega Merola. Ne ha facoltà.

VIRGINIO MEROLA (PD-IDP). Signora Presidente, in una situazione di bassi salari, di inflazione e di aumento del costo della vita, con una sanità con lunghe liste d'attesa e una legge di bilancio in difficoltà, visto che si comincia a tornare indietro sull'indicazione di non presentare emendamenti, con un isolamento in Europa per quanto riguarda la revisione del Patto di stabilità, con molti ritardi nel PNRR e con lo scippo, di fatto, ai comuni di quelle risorse, il Governo cosa fa?

Il Governo è riuscito a presentare finora 14 condoni per chi non ha pagato le tasse in questo Paese. E in questo decreto, a conferma di un uso disinvolto della decretazione d'urgenza, si inserisce una norma che prevede l'ennesima sanatoria per chi non ha pagato gli scontrini. Ora, a proposito di legalità, un Governo che su tutto spinge per nuove leggi repressive, sul tema della legalità fiscale è completamente innocuo e prudente. Ma c'è un tema di equità e di eguaglianza che deve riguardare questo Parlamento per recuperare anche la fiducia verso i cittadini e le istituzioni.

Con quest'ordine del giorno abbiamo chiesto semplicemente, in realtà, un atto dovuto, ossia verificare gli effetti dei vostri provvedimenti. Dopo 14 condoni e sanatorie, qual è la situazione delle entrate del nostro Paese? A noi risulta che il gettito, nel primo semestre di quest'anno, sia già diminuito, per gli accertamenti da parte dell'Agenzia delle entrate, di 707 milioni di euro. Sappiamo invece che, nel 2022, l'Agenzia delle entrate è riuscita a recuperare 20 miliardi di evasione fiscale. Qual è l'indirizzo di questo Governo: quello di combattere l'evasione fiscale e di farne sempre di più un fattore di giustizia sociale, in un momento di così grave difficoltà per il nostro Paese, oppure quello per cui conta di più, come di fatto state dimostrando con i vostri provvedimenti, la fiducia delle vostre corporazioni rispetto alla fiducia dei cittadini nell'interesse generale? Rifiutate addirittura le verifiche sui vostri provvedimenti, cosa sulla quale comunque vi incalzeremo, perché è importante anche rendere conto all'opinione pubblica degli effetti dei vostri provvedimenti. Parafrasando una canzone nota, se non ci riusciamo a comprendere su questo, ve lo dico in modo diverso: “capire non potete; chiamatele, se volete, evasioni” e comportatevi in modo corretto rispetto alle istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/23 Merola, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo all'ordine del giorno 9/1437-A/24 Stefanazzi, accolto come raccomandazione ove riformulato. Accoglie la raccomandazione, collega Stefanazzi?

CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI (PD-IDP). No, Presidente, e vorrei fare una breve dichiarazione di voto. Non posso accogliere questa raccomandazione, perché questa situazione, se non avesse a che fare con la vita di migliaia di persone, ormai avrebbe oltrepassato il limite del ridicolo. Lo scorso maggio il Governo aveva preso un impegno chiaro con questa Camera: parlo dell'ordine del giorno, presentato da me e sottoscritto anche dal collega Caiata, nel quale si chiedeva di correggere il criterio di determinazione forfetaria del reddito, in caso di concessione di mutui a tasso fisso a dipendenti del settore bancario, perché, a causa di una norma ingiusta, quelle persone si trovano ora, in questi mesi, a pagare centinaia di euro in più. Quel giorno - lo ricordiamo - il Governo fu costretto a cambiare rapidamente parere, all'ultimo momento, perché nessuno della maggioranza si era accorto di questo grido d'allarme da parte dei dipendenti del settore bancario.

Secondo la Federazione autonoma dei bancari sono 70.000 le persone rimaste vittime di questa situazione grave e drammatica, nell'indifferenza totale del Governo Meloni, in riferimento ovviamente all'ormai famoso e famigerato tema dei fringe benefit che, per i bancari, si è trasformato in un vero e proprio boomerang.

Giusto per riassumere brevemente la questione: chi ha avuto la sfortuna di stipulare a tasso fisso un mutuo in convenzione con la banca anziché avere uno sconto sulla rata si trova ad aver avuto un aumento a dismisura dell'importo relativo agli interessi e questo evidentemente a causa di un sistema di calcolo che ha risentito in maniera più che proporzionale degli aumenti dei tassi di interesse che sono avvenuti in questi mesi in tutta l'eurozona. Questo sta facendo emergere una situazione in cui i tassi sottoscritti non corrispondono minimamente a quel trattamento di favore che rientrava nel contratto che i dipendenti bancari hanno sottoscritto al momento dell'assunzione. Tantissime persone - questo ci è stato segnalato da migliaia di dipendenti che hanno scritto e-mail e hanno mandato messaggi di tutti i tipi - si trovano in una situazione addirittura drammatica, perché molti di questi rappresentano famiglie monoreddito che vedono aumentare a dismisura i tassi e diminuire proporzionalmente i propri stipendi.

Non più tardi del 4 ottobre, in Commissione finanze, in un'interrogazione a risposta immediata, il Governo aveva nuovamente assicurato che avrebbe risolto il problema e che era ben conscio delle difficoltà che queste famiglie stanno vivendo. Sono passati quasi due mesi e ancora non abbiamo soluzioni e quest'ulteriore opportunità la stiamo sprecando. Come peraltro non è servito a nulla - noi avevamo provato a dirlo in maniera paziente, inutile però - spiegare al Governo che aumentare da 250 a 3.000 euro la soglia per i fringe benefit, nel caso di specie, non sarebbe servito a nulla, come in effetti non è servito a nulla.

Ora, signora Presidente, siccome la sensibilità e la vicinanza sono ormai inutili, chiediamo che vi sia un intervento deciso del Governo e non chiediamo semplicemente un provvedimento generico ma, nello specifico, che la modifica normativa si applichi a tutti i mutui in corso e anche a quelli di nuova stipula e che si faccia in modo che la tassazione per i mutui a tasso fisso avvenga sulla base del differenziale fra tasso del mutuo e tasso ufficiale di riferimento del giorno dell'erogazione mentre, per i mutui a tasso variabile, sulla base del differenziale fra il tasso applicato e il TUR rilevato ogni fine anno. Se il Governo non intende rispondere alle esigenze di queste 70.000 persone, ce lo dica e consiglieremo loro di chiedere una concessione balneare: sono sicuro che avranno risposta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Auriemma. Ne ha facoltà.

CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie Presidente. Solo per chiedere al collega di poter sottoscrivere l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/24 Stefanazzi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1437-A/25 Toni Ricciardi, accolto come raccomandazione, ove riformulato. Va bene, collega Ricciardi?

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. No, non accolgo la raccomandazione. La questione del potere d'acquisto è ormai un tema che sta interessando un po' tutti i principali Paesi europei e non solo. Sostanzialmente i Governi e le democrazie si stanno rendendo conto che fanno fatica a dare risposte, nonostante il livello di sacrifici e, anche dal punto di vista tassativo, ciò che viene chiesto alle famiglie è un crescendo.

Allora, quali sono le misure che questi Governi mettono in campo? Sono quelle di cercare, in un certo qual modo, di migliorare, di facilitare o di agevolare la spesa mensile e quotidiana che soprattutto le famiglie hanno.

Di che cosa parliamo con quest'ordine del giorno e cosa chiede quest'ordine del giorno, Presidente? Chiede di intervenire su un modus operandi. Guardi, non è tanto l'oggetto dell'ordine del giorno, che riguarda il consentire agevolazioni per il trasporto pubblico locale alle studentesse e agli studenti. Qui si chiede di intervenire e fare un salto di qualità dell'intervento pubblico rispetto al cercare di calmierare l'impatto del costo della vita, ovvero fare interventi strutturali ed evitare che anche su queste misure le italiane e gli italiani vengano sottoposti al famigerato click day. Noi ormai ci siamo trasformati, cara Presidente, in un Paese del click day: tu hai accesso a un diritto come se fosse una sorta di offerta a tempo di un qualsiasi grande sito di grande distribuzione online, dove hai un'offerta a tempo limitato. Noi potremmo trasformarla in agevolazione a tempo limitato.

Qual è la questione di fondo? Con quest'ordine del giorno vi veniva chiesto di rendere strutturale una misura che voi prevedete, ovvero garantire agevolazioni sul trasporto pubblico. Voi ci mettete 12 milioni di euro, ma in Commissione vi abbiamo detto, più volte, proponendo tutta una serie di emendamenti, che sono risorse del tutto insufficienti. Vi avevamo proposto modifiche di appostazione di risorse, ma è stato del tutto inutile. Eppure, cari colleghi, care colleghe e soprattutto, suo tramite, Presidente, caro Governo, noi abbiamo empiricamente casi ed esempi dai quali prendere spunto. Il primo: Roma capitale garantisce un abbonamento annuale, del costo simbolico di 50 euro, ai giovani dagli 11 ai 19 anni. Questo per fare cosa? In primo luogo, per incentivare la mobilità e il trasporto pubblico; in secondo luogo, per garantire esattamente di colmare quel gap economico-sociale che mette in difficoltà studentesse e studenti e, quindi, di rimando - e mi avvio a chiudere, Presidente - le loro famiglie.

Il secondo caso strutturale è quello della regione Campania che, dal 2016, ogni anno fa un bando aperto a tutte le studentesse e a tutti gli studenti, tant'è che ne fanno richiesta 130.000 studenti l'anno, ed è stata dichiarata la più grande misura di sostegno sociale alle difficoltà di reddito delle famiglie. Allora, non è che non esistano, nel territorio nazionale e negli enti locali di vario livello, esempi dai quali prendere spunto.

Colleghe e colleghi - e mi appello, suo tramite, Presidente, al Governo, ove mai volesse ripensarci quantomeno con un accantonamento e rivedere il parere di raccomandazione -, si tratta di immaginare le scelte che si vogliono compiere. La politica, quando deve destinare risorse e quando deve scegliere dove intervenire, deve avvalersi della facoltà della scelta. Dare un po' di tutto a tutti significa non dare niente a nessuno…

PRESIDENTE. Concluda, collega.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). …e significa che il click day passerà come un'offerta a termine, alla quale, purtroppo, tutte e tutti ci stiamo sempre più abituando (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Saluto studenti, studentesse e docenti della scuola secondaria di primo grado Pietro Zorutti, di Palmanova, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Non vedo cenni da parte del Governo. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/25 Toni Ricciardi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

L'ordine del giorno n. 9/1437-A/26 Guerra è accolto come raccomandazione, ove riformulato. Collega Guerra, accoglie la riformulazione?

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Grazie, Presidente. L'accolgo, chiedo che venga messo ai voti e vorrei fare una dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. L'accoglie?

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). L'accolgo.

PRESIDENTE. Prego, faccia la dichiarazione di voto.

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Con questa dichiarazione accolgo la raccomandazione perché, come si dice dalle mie parti, piuttosto che niente, meglio piuttosto, però ci sono due notazioni che vorrei fare: una è l'espunzione delle premesse, che è un po' una moda del momento, ma le premesse sono, ovviamente, parte essenziale del dispositivo che viene accolto, almeno per una parte a cui farò riferimento in questa dichiarazione di voto; l'altra remora, come dirò, è la debolezza dell'impegno, come raccomandazione, rispetto a un problema serissimo.

Di cosa parla quest'ordine del giorno? Parla, sostanzialmente, del problema della casa e chiede che si possa intervenire rafforzando almeno l'aiuto per via fiscale attraverso un ampliamento della detrazione riconosciuta agli affittuari. Per capire questo problema, che è importante, bisogna inquadrarlo nel tema al centro di questo decreto, almeno nel titolo, e, in particolare, al fatto che il problema dell'inflazione incide molto anche sugli affitti, e gli affitti esistono in Italia, non ci sono solo i proprietari di casa. Secondo gli ultimi dati dell'Istat che abbiamo, sono 5.200.000 le famiglie che vivono in affitto. Praticamente, un quinto del totale delle famiglie nel nostro Paese vive in affitto, ma si tratta soprattutto di famiglie che si trovano nella fascia bassa della popolazione, per quanto riguarda le risorse economiche. Cioè, se noi prendiamo il 20 per cento più povero delle famiglie italiane vediamo che l'incidenza di persone che vivono in affitto appunto nella parte più povera della popolazione è molto più alta ed è quasi pari a un terzo del totale. In più, il costo per l'abitazione - che non è solo la spesa per l'affitto -, in generale, su queste famiglie più povere incide moltissimo e abbiamo una percentuale molto rilevante di un indicatore che si chiama sovraccarico. Cos'è il sovraccarico? Quando le spese per l'abitare incidono sul portafoglio di una famiglia per più del 40 per cento. Ebbene, noi abbiamo un numero molto rilevante: il 32,3 per cento delle famiglie in affitto è in sovraccarico, cioè sono famiglie che sostengono l'affitto e che per i costi dell'affitto e dell'abitare, in generale, spendono più del 40 per cento del loro reddito. Si tratta di famiglie numerose, di famiglie con persone disabili, di famiglie con persone che hanno malattie e che, a causa dell'inflazione, ormai non riescono più ad arrivare alla fine del mese.

L'altro problema, ovviamente, è legato al fatto che noi non abbiamo politiche di sostegno che facilitino l'accesso all'abitazione in locazione. Avevamo un Fondo nazionale per gli inquilini morosi incolpevoli e il Fondo affitti. Ebbene, questi Fondi non sono stati, tragicamente, rifinanziati nella legge di bilancio dell'anno scorso e non sono rifinanziati - noi faremo emendamenti e pressione perché questo si modifichi - neppure in questa legge di bilancio. In più, con i tagli alle condizioni di accesso per il reddito di cittadinanza, avremo, secondo le stime della Banca d'Italia e dell'Ufficio parlamentare di bilancio, 100.000 famiglie che, pur avendo al loro interno minori, persone con disabilità e persone cosiddette anziane, cioè di età superiore ai 60 anni, si troveranno comunque a perdere il sostegno.

Ebbene, a fronte di questo, abbiamo detrazioni misere, perché bisogna essere molto poveri, cioè avere meno di 15.500 euro all'anno, e si possono portare a casa 300 euro, quando una famiglia, di quelle che ho richiamato prima, secondo l'Istat spende mediamente più di 500 euro al mese e qui, invece, sono 300 euro all'anno; la cifra si riduce ancora a 150 euro se il reddito è compreso tra i 15.500 e i 31.000 euro. Poi, ci sono altri sostegni un pochino più rafforzati per i giovani che, però, devono essere sotto i 15.500 euro e basta, oppure per i lavoratori che trasferiscono la propria sede.

Quindi, in sostanza, chiediamo di raddoppiare quanto meno la detrazione attualmente prevista e chiediamo anche che sia articolata, tenendo conto della numerosità della famiglia. Vorrei dire che questa è una scelta che fu fatta anche quando si ragionò sull'ISEE, per tenere in considerazione di trattare allo stesso modo le persone che sono in affitto e le persone che hanno la casa di proprietà…

PRESIDENTE. Onorevole, ha esaurito il suo tempo.

MARIA CECILIA GUERRA (PD-IDP). Adesso abbiamo - e concludo - un forte squilibrio, perché le persone che hanno la casa di proprietà portano in deduzione totalmente la rendita catastale, mentre le analoghe spese, che sono spese effettive, per l'affitto, vengono considerate nel modo parziale che ho detto.

Quindi, mi dispiace che il mio ordine del giorno sia accolto solo come raccomandazione e non come un impegno vero da parte del Governo, ma mi accontento di questo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Intanto, saluto gli studenti, le studentesse e i docenti dell'Istituto comprensivo statale Falcone e Borsellino di Teramo (Applausi).

Poi, essendo stata accettata la raccomandazione, ma avendo, altresì, chiesto la votazione, devo chiedere al Governo di darmi il parere, non potendosi votare la raccomandazione.

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Presidente, alla luce della dichiarazione di voto, il parere è cambiato in favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica (…), con riferimento all'impegno: “al fine di sostenere (…)”.

PRESIDENTE. Accetta? Chiede che sia messo ai voti. Bene, se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/26 Guerra, come riformulato dal Governo, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1437-A/27 Casu, accolto come raccomandazione, ove riformulato.

Collega Casu, accetta?

ANDREA CASU (PD-IDP). Presidente, Sottosegretaria Albano, colleghe e colleghi, accetto la raccomandazione, ma chiedo che possa essere votata e, quindi, mi rivolgo al Governo, anche perché l'ordine del giorno che presentiamo, nella parte impegnativa, e già una raccomandazione, infatti, chiede di dare un forte impulso allo sviluppo del trasporto intermodale, attraverso un tavolo tecnico di confronto con tutti gli operatori e il dialogo permanente con tutti i soggetti e le istituzioni chiamati a contribuire allo sviluppo dell'intermodalità. È un tema di cui ci siamo occupati in quest'Aula anche lo scorso venerdì, quando, insieme alle colleghe e ai colleghi delle Commissioni trasporti e ambiente abbiamo presentato un'interpellanza su un ritardo di dieci mesi nel conferimento del “ferrobonus”. Ho qui la risposta del Governo: ci è stato risposto che, nonostante il ritardo, tutte le risorse saranno utilizzate, perché si è trovato un metodo, comunque, per utilizzare tutte queste risorse.

Abbiamo preoccupazioni molto forti, le abbiamo manifestate e aspettiamo che, dal confronto parlamentare, possano arrivare risposte sul possibile taglio della Missione 2.3 del bilancio dello Stato per quanto riguarda la previsione del MIT su autotrasporto e intermodalità per 235,7 milioni di euro. Quello che chiediamo con quest'ordine del giorno è di dare un segnale chiaro e inequivocabile a quelle centinaia di migliaia di persone - stiamo parlando di milioni di lavoratori, stiamo parlando di oltre 100.000 aziende - che si occupano del tema del trasporto merci nel suo complesso e che hanno bisogno di sapere che i segnali che arrivano dal Governo sono positivi sul tema dell'intermodalità.

Le ultime rilevazioni sul costo dell'energia ci dicono, ad esempio per quanto riguarda l'utilizzo dei treni, che il costo dell'energia elettrica è nuovamente in crescita. Abbiamo problemi specifici per quanto riguarda il trasporto marittimo, li stiamo affrontando attraverso un percorso di risoluzioni in convenzione, abbiamo questioni molto grandi e gravi che riguardano l'autotrasporto, serve, però, una consapevolezza di sistema.

Se scarichiamo, ad esempio, i costi dell'energia solo sulle aziende, solo sui lavoratori, facciamo un danno a tutta l'economia del nostro Paese. L'Italia è una straordinaria piattaforma logistica naturale, inserita nel Mediterraneo, che consente di essere al centro di tutte le rotte, se è in grado di portare avanti il trasporto nella sua completezza. Restare indietro, come purtroppo è stato con il ritardo sul “ferrobonus”, come purtroppo a volte si verifica nel momento in cui noi abbiamo una media di 5 punti più bassa di quella europea, sul trasporto ferroviario delle merci, rischia di essere un grande errore. Serve il trasporto delle merci su ferro, serve il lavoro delle nostre navi e dei nostri porti e serve l'autotrasporto.

Avremo altre occasioni in Commissione e in Aula di parlare delle questioni specifiche della mancata applicazione del contratto collettivo nazionale, delle questioni di legalità, delle problematiche date dalla disciplina della sovvenzione che, come possiamo vedere, sta generando una grande riflessione, ma oggi non affrontiamo la complessità di questi temi, chiediamo semplicemente due cose: che gli impegni - che anche il Governo ha ribadito in Aula, appena venerdì, nell'interpellanza - di dare un segnale chiaro nello sviluppo e nell'investimento dell'intermodalità vengano portati avanti nel rispetto degli obiettivi comunitari, nel rispetto degli obiettivi politici che ci siamo dati e, al tempo stesso, che questo avvenga con il coinvolgimento di tutti gli operatori.

Penso che andare avanti almeno su questi due punti, sull'intermodalità, coinvolgendo tutti gli operatori, senza considerare i diversi livelli di trasporto come dei compartimenti stagni, perché le nostre merci non si muovono a compartimenti stagni, si muovono sulle navi, si muovono sui treni e si muovono con l'autotrasporto, sarebbe un segnale molto importante se avvenisse unitariamente. È su questo impegno, più che sulle premesse e su tutto il resto, che chiediamo veramente che quella raccomandazione contenuta nell'ordine del giorno diventi, poi, un impegno per tutto il Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Come nel caso precedente, chiedo al Governo il parere sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/27 Casu.

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Presidente, il Governo si rimette all'Assemblea.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/27 Casu, sul quale il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1437-A/28 Gianassi; il parere del Governo è contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Gianassi. Ne ha facoltà.

FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Presidente, trovo onestamente incredibile il “no” del Governo a un ordine del giorno che si limita a chiedere un impegno ad adottare iniziative di contenimento dei costi energetici sugli uffici giudiziari. A questo punto, sospetto che la posizione del Governo sia quella di voler assumere ulteriori costi energetici negli uffici giudiziari, magari, sprecare energia, forse mandare un'indicazione ai presidenti dei tribunali e delle corti d'appello per lasciare accesi i condizionatori e le luci anche la notte, perché non si comprende, altrimenti, come si possa essere contrari ad assumere un impegno per il contenimento dei costi energetici negli uffici giudiziari.

Forse, letta alla luce delle posizioni che il Governo assume in materia di giustizia, poi, alla fine, non è nemmeno così sorprendente. Il Governo, in questi 13 mesi dal suo insediamento, si è contraddistinto per annunci roboanti sui temi della giustizia, spesso, per evocare temi divisivi, manifestando posizioni contraddittorie e confusionarie e a tutti questi annunci è conseguito il disinteresse delle politiche di bilancio verso il comparto della giustizia. Ci sono 3 miliardi del PNRR per la giustizia che non sono presidiati e la spericolata manovra sulla prescrizione rende ancora più incerto l'ottenimento di quelle risorse. Nella manovra di bilancio del 2023 sono stati adottati tagli al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, al contrario delle promesse della destra in campagna elettorale sugli investimenti, ad esempio, sulla Polizia penitenziaria, e con la manovra del 2024 continua la politica di ridimensionamento degli investimenti in materia di giustizia.

In quest'Aula abbiamo più volte chiesto, attraverso emendamenti, di salvaguardare l'ufficio del processo e, anche per quel settore che contribuisce a rendere più efficiente il processo civile e penale, la risposta del Governo è mancata. Il tutto a fronte di politiche che impongono l'estensione del diritto penale, del processo penale. Sostanzialmente, quindi, accanto al disimpegno economico e finanziario sul comparto della giustizia, si affianca l'ampliamento della sfera della giustizia. Questi due fattori insieme determinano il rischio di un collasso del sistema, che è già fragile e precario e meriterebbe ben altra cura. È vero che, anche questa mattina, il Ministro Nordio ha ripetuto la sua posizione e la riforma alla quale lui starebbe lavorando prevede il ridimensionamento del ruolo del carcere, il superamento della cultura carcerocentrica; peccato, però, che le azioni intraprese dal Governo, di cui è Ministro della Giustizia, ad oggi, abbiano, invece, imposto un ampliamento del diritto penale, ad esempio, sui temi dell'immigrazione, recentemente, anche in quest'Aula, in relazione ai minorenni o, persino, sui raduni musicali. Dunque, anche rispetto a quelle sollecitazioni del Ministro, corrispondono posizioni radicalmente diverse del Governo. Questi due fattori insieme determineranno il rischio del collasso del sistema.

Anche in questo provvedimento sull'energia il comparto giustizia non è considerato e per questo avevamo presentato un ordine del giorno, che pensavamo accoglibile, per coinvolgere il Governo in un impegno al contenimento dei costi energetici. Oltre a quest'ordine del giorno, anche in manovra di bilancio ci faremo valere, presentando emendamenti per il potenziamento delle risorse sui temi della giustizia, ma deduco che, se non c'è nemmeno una disponibilità a contenere i costi energetici negli uffici giudiziari, figuriamoci se ci sarà un'apertura al potenziamento delle risorse per la Polizia penitenziaria, per il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, per l'ufficio del processo e così via. Insomma, continuiamo ad andare avanti con la politica degli annunci. I fatti stanno a zero: i cittadini e le imprese hanno bisogno di ben altri interventi per difendere la qualità del sistema della giustizia in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/28 Gianassi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1437-A/29 Serracchiani, il parere del Governo è contrario.

Ha chiesto di parlare la collega Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Devo dire che siamo abbastanza stupiti, per cui invito la Sottosegretaria ad ascoltare con attenzione questo mio intervento, non perché lo svolgo io, Sottosegretaria, ma perché può salvare il Ministro Nordio, gliela dico così, perché potrebbe veramente dare una mano al Ministro.

Questa mattina il Ministro, in occasione di un'intervista, ha detto: “Basta con questo panpenalismo, basta con questa giustizia carcerocentrica, basta con il carcere come unico fine della pena”. Devo dire la verità, noi siamo rimasti abbastanza sorpresi, Sottosegretaria, perché non più tardi della scorsa settimana, con l'approvazione del decreto Caivano, si è previsto di far entrare nelle carceri italiane, in media, il 20 per cento di detenuti in più di quanti non ce ne siano già adesso, e sappiamo che le nostre carceri sono sovraffollate.

Con il decreto Caivano della scorsa settimana manderemo in carcere anche i minori. Secondo alcuni, è una buona idea, noi rimaniamo dell'idea, invece, che l'articolo 27 della Costituzione ci obblighi a pensare che il fine della pena sia anche e, soprattutto, un fine rieducativo e di reinserimento sociale, soprattutto quando si tratta di minori che delinquono.

Le dico, quindi, che può tornare sui suoi passi e far ravvedere questo Governo, perché quest'ordine del giorno chiedeva di mettere risorse in quel settore della giustizia che avete maggiormente tagliato, cioè il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, con particolare riguardo al Dipartimento che si occupa, appunto, della giustizia minorile. Sottosegretaria, la giustizia minorile, più di tutto il resto, forse ancora di più di tutto il resto, richiede spazi, richiede progetti, richiede la possibilità di far sì che la persona che è in stato di detenzione, in particolare quando è un minore, abbia la possibilità di avere una prospettiva futura, di avere un reinserimento sociale, di avere un progetto sociale che, in qualche modo, valorizzi anche il momento nel quale è costretto alla detenzione perché ha sbagliato, e magari si tratta anche di reati gravi.

Ebbene, buttare in carcere questi minori insieme ai detenuti adulti non ci è mai parsa una buona idea. Perché le dico che il ravvedimento del Ministro Nordio vorremmo non rimanesse isolato? Vorremmo, anzi, che questo Governo aiutasse il Ministro e, quindi, consentisse, ad esempio, di aumentare proprio il fondo per il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria minorile. Noi lo chiediamo, perché riteniamo che un Paese civile che rispetta la propria Costituzione si faccia vanto di un processo minorile che vede nel carcere l'extrema ratio, cioè l'ultima strada percorribile prima di averle, lo dico tra virgolette, “provate tutte”. E, siccome questo è un Paese dove ci sono luoghi - non c'è soltanto Caivano, ci sono tante periferie del nostro Paese - che richiedono quell'attenzione, che richiedono quella prevenzione, che richiedono quelle risorse, che richiedono quei progetti, che richiedono quegli spazi per poter svolgere questi progetti, noi abbiamo chiesto, con quest'ordine del giorno, di evitare di fare quello che si è già fatto nella scorsa manovra di bilancio, quando si è tagliato sul Dipartimento penitenziario, quando si è tagliato sull'edilizia penitenziaria.

Ora qualcuno di voi dirà che il Ministro Salvini ha trovato 160 milioni di euro per le carceri italiane. Intanto, vorremmo sapere cosa pensa di fare il Ministro con 160 milioni di euro, visto che ha detto che farà nuove carceri e farà anche la manutenzione di quelle vecchie. Rendo noto ai colleghi che solo il nuovo padiglione del carcere di Brescia - e dico uno degli interventi più piccoli - richiederà ben 35 milioni di euro.

Oggi, il Ministro Nordio ci ha detto che Regina Coeli va svuotato, che deve diventare un monumento nazionale e che i detenuti che sono a Regina Coeli devono essere trasferiti fuori Roma. Io non so quanto possa costare un carcere di quelle dimensioni, ma immagino che, se mettiamo insieme Brescia, se mettiamo insieme Regina Coeli, se mettiamo insieme tutta la manutenzione ordinaria delle carceri italiane, se mettiamo dentro anche le carceri minorili - basterebbe citare Casal del Marmo, dove, ormai, quasi ogni settimana succede qualcosa -, quei 160 milioni non basteranno. Allora, aiutate il Ministro Nordio a fare per una volta quello che dice e non fate che, ancora una volta, il Ministro Nordio dica quello che, poi, non fa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/29 Serracchiani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Ordine del giorno n. 9/1437-A/30 Morassut, accolto come raccomandazione, ove riformulato. Collega Morassut, accoglie? Deve dirlo qui se c'è un problema con la votazione, collega Mancini… Collega Morassut? Prego.

ROBERTO MORASSUT (PD-IDP). Non accetto l'accoglimento del Governo come raccomandazione e chiedo di mettere al voto integralmente, così com'è, l'ordine del giorno, dichiarando il voto. In premessa, brevemente, vorrei dire questo. Noi abbiamo un grande rispetto per il Parlamento, tale che prendiamo sul serio e non consideriamo bizantinismi questo confronto sugli ordini del giorno. Siamo qui, argomentiamo, discutiamo, costringiamo il Parlamento a svolgere il suo ruolo, ovviamente siamo anche consapevoli dei limiti che esso ha, del rischio che questo lavoro che facciamo possa apparire una ginnastica ai fini dell'efficacia delle decisioni, ma sappiamo anche l'importanza che ha per sollevare questioni importanti, qui, in Parlamento, agli occhi dei cittadini che ci ascoltano.

Torniamo a denunciare - e lo hanno fatto nei giorni scorsi, ieri, il collega Fornaro, tanti colleghi - lo svilimento che questo Governo sta praticando del Parlamento. Attraverso di lei, Presidente, rivolgendomi al Governo dico: non esagerate, il Parlamento è sempre forte, è il luogo delle radici nel popolo e non lo sfidate, perché i Governi che hanno sfidato il Parlamento non sono mai finiti bene.

Per quello che riguarda il merito, siamo davanti a un decreto finto: queste misure sono deboli, sono in ritardo rispetto alla gravità della situazione e delle promesse elettorali non è rimasto che polvere. Abbiamo assistito, in pochi mesi, a miserevoli marce indietro, come quella sulle accise. Sono misure infime, se confrontate con quelle assunte da altri Paesi europei, soprattutto quelle rivolte ai ceti medi in difficoltà. Poi arriverà la legge di bilancio, una mazzata con i tagli sulla sanità, le pensioni, la casa, e il fantasma della stagflazione, cioè la sovrapposizione malefica tra la stagnazione e l'inflazione, non è fugato. I dati Istat di ottobre registrano una minore crescita dell'inflazione su base annua, il Governo li ha spacciati come calo dell'inflazione, e registrano una stabilizzazione dei prezzi al consumo, soprattutto alimentari, che non crescono, perché ci eravamo abituati alla crescita, ma restano altissimi, non calano. Quest'apparente frenata italiana dell'inflazione, inflazione che resta la più alta d'Europa e che rischia di contaminare il resto del continente, dipende da misure internazionali, da una congiuntura internazionale e da un misurato calo dei prezzi su scala internazionale, e non dall'azione del Governo. Tanto è vero che, nel complesso, la nostra bolletta energetica resta altissima a causa di una politica che non ha strategia sulle rinnovabili e continua a cantare la canzone del piano Mattei. Il Governo annaspa sulla legge di bilancio, taglia i servizi, non ha una strategia sull'evasione fiscale e si prepara ad azzannare asset pubblici. Nei giorni scorsi, noi abbiamo posto la questione delle Ferrovie e il Ministro Giorgetti non è stato chiaro, non ha escluso la possibilità che si possano vendere quote delle Ferrovie dello Stato.

Il Governo stima una crescita dell'1-1,2 per cento, la Confindustria dello 0,5 per cento. Siamo in stagnazione, con gravi conseguenze che ci saranno sul piano sociale e occupazionale.

Quest'ordine del giorno pone un tema semplice, che noi indichiamo, un problema che si può accogliere senza una rituale raccomandazione: il tema degli affitti. Nella legge di bilancio viene cancellato il Fondo affitti per le morosità incolpevoli, cioè per chi non può pagare perché non ce la fa, e non perché non vuole. È una misura immorale, soprattutto se pensiamo a quello che è stato messo nel calderone della politica del Governo, cioè si tagliano gli affitti e si danno 240.000 euro di riconoscimento di indennità a chi lavorerà nella Società Stretto di Messina. Certo, la scala è imparagonabile, ma sul piano morale un paragone va fatto. Ma il caro affitti, e concludo, signor Presidente, ha colpito anche le famiglie che pagano e che sono 5 milioni, in Italia, e che impegnano per l'affitto in media il 40 per cento del loro salario.

Noi chiediamo che il Governo, nelle prerogative che ha, lavori perché non si applichi l'aumento indicizzato degli affitti qualora l'indice Istat relativo ai prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati subisca aumenti superiori al 2 per cento su base annua. È una misura semplice, ragionevole, previsionale, ed è assurdo che non si accolga pienamente.

Chiediamo pertanto al Governo di rivedere il suo parere e di accogliere pienamente quest'ordine del giorno, e chiediamo di metterlo al voto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Allora, parere favorevole con riformulazione, con l'espunzione di tutte le premesse, tranne le ultime tre, e con l'impegno: “al fine di sostenere il potere d'acquisto dei nuclei familiari meno abbienti, anche a seguito dell'incremento del costo del carburante, a valutare la possibilità di prevedere, compatibilmente con i vincoli della finanza pubblica, nell'ambito delle proprie prerogative”, e poi continua.

PRESIDENTE. Collega Morassut?

ROBERTO MORASSUT (PD-IDP). Accolgo la riformulazione e chiedo di votarlo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (A-IV-RE). Se si può rileggere la riformulazione, perché non ho capito, rimane tutto uguale?

PRESIDENTE. Sottosegretaria, se la può rileggere.

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Dunque, si chiede l'espunzione di tutte le premesse, tranne le ultime tre, e l'impegno diventa: “al fine di sostenere il potere d'acquisto dei nuclei familiari meno abbienti, anche a seguito dell'incremento del costo del carburante, a valutare la possibilità di prevedere, compatibilmente con i vincoli della finanza pubblica, nell'ambito delle proprie prerogative, che fino al 31 dicembre”, e poi continua l'ordine del giorno così come formulato.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/30 Morassut, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/31 Furfaro il parere è favorevole, se riformulato. Accetta la riformulazione, collega?

MARCO FURFARO (PD-IDP). Grazie, Presidente. No, non accetto la riformulazione perché è una raccomandazione, e quando le famiglie rischiano di perdere la propria casa e finire sul ciglio di una strada si possono raccomandare a Dio, ma non al Governo. Hanno bisogno di un impegno ben preciso dal Governo, che è quello di occuparsi di loro, e a quello servivano il Fondo affitti e il Fondo contro la morosità incolpevole. Nel 2022 è stato di 135.000 il numero degli sfratti effettuabili in Italia; il 90 per cento di queste richieste di sfratto è per morosità incolpevole. Sono numeri drammatici, e sapete che significa, care colleghe e cari colleghi, essere a rischio sfratto per morosità incolpevole? Significa che sono persone che non rischiano di finire su una strada perché vanno in un ristorante stellato, perché magari spendono i propri soldi nel calcioscommesse o perché li gettano al vento, ma sono persone, spesso coppie di anziani, che a causa del carovita, dell'inflazione, del potere d'acquisto che viene sempre meno, del fatto che un coniuge magari, purtroppo, perde la vita e si rimane da soli, non riescono più a pagare l'affitto.

La cosa più brutale che avete fatto è stata esattamente definanziare, con la legge di bilancio dell'anno scorso, il Fondo affitti e, soprattutto, quello contro la morosità incolpevole, perché non era semplicemente un modo per dire a famiglie in carne ed ossa, a bambini e anziani che c'era una misura giusta del Governo, che, nel momento in cui finivano a rischio sfratto non per colpa loro, garantiva anche ai comuni, con un pezzo di welfare, di dire a quelle persone di restare nella propria casa.

Ma c'è qualcosa di più, quei milioni servivano anche per ribadire l'idea di società e il welfare italiano in cui viviamo, cioè serviva per ribadire che, quando una coppia di anziani o qualcuno che finiva a rischio sfratto bussava alle porte del municipio, il comune poteva dirgli che l'Italia è un Paese che non lascia indietro nessuno, soprattutto se sono persone che inciampano e finiscono su una strada non per colpa loro. Perdonatemi, ma è davvero incomprensibile l'accanimento che state avendo sui più poveri, perché non si tratta solo di persone a rischio sfratto. Si tratta dei 7 milioni di caregiver, sui quali non c'è un euro, si tratta degli oltre 3 milioni di non autosufficienti che ancora aspettano i decreti attuativi e aspettano soldi per far sì che si possano prendere cura di loro, si tratta delle persone con disabilità. Ne abbiamo discusso in quest'Aula, durante un question time; ricordo la Ministra che si offese a morte per il fatto che le venne contestato che tagliavano di 350 milioni di euro i fondi. Ieri, non la maggioranza, non i brutti e cattivi del PD, ma l'Ufficio parlamentare di bilancio ha ribadito che non solo sono stati tolti 350 milioni alle persone con disabilità, ma addirittura mancano altri 50.000 euro.

Non so cosa vi hanno fatto di tanto male le persone più povere, e non dite che non ci sono i soldi, perché in questo Paese si utilizzano i soldi per esternalizzare le procedure di richiesta di asilo, dandoli all'Albania, ma non ci sono per scuole, per ospedali, per non autosufficienti, per le persone che avrebbero bisogno, come i morosi incolpevoli. Dopo che vi abbiamo sentito gridare a squarciagola “Prima gli italiani, noi, a differenza della sinistra, ci occuperemo dei più fragili, la sinistra si occupa della ZTL e dei centri storici”, sapete quante sono, grazie al fatto che avete scelto di definanziare il Fondo affitti e il Fondo morosità incolpevole, le famiglie a rischio sfratto ogni giorno? Sono 630 famiglie italiane che ogni giorno rischiano lo sfratto.

Siamo un Paese nel quale vi sono 6 milioni di poveri e oltre la metà sono in affitto; 1,3 milioni di questi sono minori e grazie a voi rischiano di essere sbattuti fuori di casa. Eppure, c'è una frase che ho particolarmente a cuore e che ho sentito in campagna elettorale. Una frase giusta, roboante, solenne che dice: la casa è il bene primario attorno al quale le persone costruiscono il proprio futuro. Non sono parole di un esponente del Partito Democratico, ma della Presidente del Consiglio dette il 29 agosto 2022.

Per una volta, vi chiederemmo di votare questo impegno non per noi, ma per non tradire le vostre parole e per schierarsi, una volta tanto, dalla parte di chi ogni giorno, purtroppo, rischia di essere messo sul ciglio di una strada perché vi siete presi la responsabilità di definanziare un fondo vitale per la vita delle persone (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Signor Presidente, intervengo solo per chiedere di sottoscrivere, a nome del gruppo del Movimento 5 Stelle, quest'ordine del giorno particolarmente importante di cui condividiamo pienamente tutte le finalità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Marattin. Ne ha facoltà.

LUIGI MARATTIN (A-IV-RE). Signor Presidente, io capisco che la fase degli ordini del giorno serve anche a vari scopi, però mi stavo chiedendo: il parere del Governo qui è contrario, vero?

PRESIDENTE. Era favorevole con riformulazione, che il collega non ha accolto e, quindi, a questo punto…

LUIGI MARATTIN (A-IV-RE). Quindi, in questa versione c'è un parere contrario. La mia domanda è rivolta, come un po' nel nostro stile, sia al Governo e quindi alla maggioranza, che al Partito Democratico che ha presentato due ordini del giorno - questo e quello precedente - che propongono sullo stesso problema due soluzioni opposte e votano entrambi. In altre parole, questa soluzione dice: se uno non ce la fa a pagare l'affitto, lo Stato lo aiuti dando i soldi. E, per quanto ci riguarda, questa è la versione giusta, tant'è vero che voteremo quell'ordine del giorno. Quello precedente dice che, se uno non ce la fa a pagare l'affitto, si interviene sul prezzo di mercato, danneggiando il proprietario: questo è il punto. Dice che, se addirittura l'indice di riferimento è superiore al 2 per cento (quindi il 4, il 5 o il 6), quel canone d'affitto deve rimanere bloccato, trasferendo quindi la perdita in capo al proprietario dell'appartamento che già è penalizzato dalla nostra legislazione con il blocco degli sfratti, con la difficoltà di procedere nel sistema giudiziario per far valere i suoi diritti, con la tassazione che, fra l'altro, viene aumentata in questa legge di bilancio. Quindi, la domanda al Partito Democratico è: come fate su uno stesso problema a sostenere, contemporaneamente, la soluzione di mercato e quella non di mercato?

PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza.

LUIGI MARATTIN (A-IV-RE). E la domanda al Governo è: ma voi, che avete fatto il pieno di voti con le associazioni della proprietà immobiliare, vi siete resi conto che avete dato parere favorevole a un ordine del giorno che le danneggia, bloccando l'adeguamento del canone d'affitto, e date parere contrario a una soluzione di mercato quale questa? Che sta succedendo, esattamente, in questo Parlamento?

Capisco che gli ordini del giorno - citando il collega Giachetti e sottoscrivo la sua dichiarazione di qualche giorno fa - non contano niente, però almeno è una delle poche occasioni in cui possiamo un po' riflettere di politica, visto che altre occasioni non ce ne vengono date (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la rappresentante del Governo.

LUCIA ALBANO, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Signor Presidente, volevo solo sottolineare che per quest'ordine del giorno il parere del Governo è favorevole con riformulazione e mi permetto di leggerla: “al fine di sostenere il potere d'acquisto dei nuclei familiari meno abbienti, anche a seguito dell'incremento del costo del carburante, a valutare la possibilità di prevedere, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, l'adozione di ulteriori iniziative normative volte a rifinanziare il Fondo di sostegno per l'affitto e per la morosità incolpevole per l'anno 2024”. La riformulazione non è stata accettata (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Esatto, Sottosegretaria. Come ho detto al collega Marattin, il parere era favorevole con riformulazione, che il collega Furfaro ha tutto il diritto di non accogliere, come ha già fatto. Ha chiesto di intervenire la collega Evi.

ELEONORA EVI (AVS). Signor Presidente, solo per sottoscrivere, a nome del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, l'ordine del giorno 9/1437-A/31 Furfaro.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/31 Furfaro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1437-A/32 Zan, su cui vi è un parere contrario del Governo. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Zan. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO ZAN (PD-IDP). Signor Presidente, anche questa volta il Governo dimostra di avere un preciso disegno politico rispetto al tema del carcere che è rimasto l'ultimo avamposto della nostra civiltà giuridica e che invece questo Governo in qualche modo vuole nascondere, come se fosse una sorta di discarica, mentre i problemi del carcere sono tutti lì.

Nella scorsa manovra di bilancio il Governo non ha stanziato nulla e ha tagliato risorse, lo sappiamo. In questa manovra non si parla di introdurre risorse per potenziare i servizi e l'organico, per potenziare le attività educative e lavorative che sono così preziose nel carcere, proprio per contrastare la recidiva e per mettere in sicurezza la vita di tutta la comunità e di tutti i cittadini.

Ecco che il caro energia colpisce le famiglie e questo decreto non fa nulla per contrastare l'emergenza energetica che pesa sulle fasce più deboli. Abbiamo visto che questo Governo, anziché fare la guerra alla povertà, fa la guerra ai poveri, e le fasce più deboli in questo decreto non sono assolutamente tutelate.

La situazione, Presidente, è davvero preoccupante per quanto riguarda il carcere perché, in ordine alla carenza di risorse umane, tutti si riempiono la bocca dicendo che occorre aumentare l'organico delle guardie penitenziarie, ma in effetti questo non è accaduto. Accanto a questo si aggiunge il caro energia; la carenza di risorse per le carceri si traduce in poca sicurezza, sia per il personale sia per le Forze dell'ordine che operano nel sistema penitenziario.

Dunque, colleghi, un malfunzionamento del sistema carcerario ha degli effetti sulla nostra comunità, sulla società, anche legato all'aumento dei costi dell'energia, e tutto questo si traduce in minore sicurezza per i cittadini.

Sappiamo tutti che, se tutte le risorse destinate al carcere sono utilizzate per coprire i costi energetici, non rimarrà nulla per le attività educative e lavorative. I dati ci dicono che, negli istituti penitenziari in cui sono implementate attività lavorative e attività educative, si abbassa di molto la percentuale della recidiva, e questa è una forma di investimento che facciamo per la sicurezza e anche per il reinserimento delle persone private della libertà personale, come recita la nostra Costituzione.

Pertanto - e concludo - tramite lei, Presidente, mi rivolgo al Governo, che mi pare un po' annoiato e distratto rispetto alle poche prerogative che l'opposizione ha oggi per affermare e portare anche dei contributi di miglioramento: gli ordini del giorno non servono a nulla, ma almeno sui contenuti chiediamo al Governo di essere ascoltati e di essere parte attiva del miglioramento di questo provvedimento.

Chiedo di ascoltare il grido di dolore che arriva dai direttori delle carceri, dalle guardie penitenziarie, dai volontari che lavorano al carcere, che hanno bisogno di un sostegno e di un gesto chiaro da parte di questo Governo.

Ecco perché chiedo alla Sottosegretaria, tramite lei, di rivedere questo parere perché è inaccettabile che, di fronte a un testo così innocuo, che impegna a “contenere i costi energetici” nelle carceri, ci venga dato un parere negativo. Cosa significa, Sottosegretaria? Ecco perché mi pare assolutamente inaccettabile questa proposta e ovviamente, in caso mantenesse questa posizione, noi chiediamo di votare l'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Non vedo reazioni da parte del Governo, se nessun altro chiede di intervenire, dunque, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/32 Zan, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

L'ordine del giorno n. 9/1437-A/33 De Maria è stato accolto come raccomandazione. Onorevole De Maria, accoglie la raccomandazione?

ANDREA DE MARIA (PD-IDP). No, Presidente, non accolgo la raccomandazione e faccio la dichiarazione di voto sperando, anche con quello che dirò, di convincere il Governo a trasformare la raccomandazione direttamente in un parere favorevole, anche perché l'impegno è molto preciso e specifico e ha senso se viene messo in campo, non se viene considerato semplicemente una raccomandazione.

Prima di entrare nel merito dell'ordine del giorno, ovviamente riferendomi sempre a quest'ordine del giorno, vorrei provare a fare una considerazione sui lavori di questi giorni perché noi stiamo ricorrendo allo strumento degli ordini del giorno in modo convinto, stiamo intervenendo e li stiamo illustrando perché è stata posta la fiducia e non è stato possibile emendare il testo. Se ci pensiamo, in realtà la posizione della fiducia non ha in alcun modo accorciato i tempi del provvedimento, qualora fosse stato questo lo scopo, perché in realtà probabilmente ci stiamo mettendo di più, fra voto di fiducia e percorso sugli ordini del giorno. In tutto, gli emendamenti erano una sessantina, da quello che so, e avrebbero consentito una discussione più efficace. Evidentemente c'era, da parte del Governo, la volontà di non confrontarsi con il Parlamento, oppure comunque di attenuare il momento del confronto con il Parlamento su un tema così delicato, forse anche per contrasti all'interno della maggioranza, questo non lo so, ma certamente si è persa l'opportunità di dare un contributo più utile alla conversione in legge di questo importante decreto.

Per quanto riguarda l'ordine del giorno, come vedete, abbiamo presentato un insieme di ordini del giorno, come gruppo del Partito Democratico, su temi diversi: alcuni riguardano il sostegno alle imprese di fronte all'aumento dei costi dell'energia. Questo è uno di quelli ed è dedicato appunto al sistema delle imprese e parte da una considerazione che credo condividiamo tutti e cioè che, negli ultimi anni, il costo dell'energia per le imprese è cresciuto in modo molto significativo, creando sofferenze e difficoltà al nostro sistema delle imprese. Anche se, rispetto all'anno scorso, c'è stata una contrazione dei costi energetici, comunque siamo di fronte a costi, per le imprese energivore, che sono doppi, all'incirca, di quelli precedenti l'inizio di questa crisi energetica. Inoltre, voglio ricordare - è stato fatto da altri colleghi qui - che c'è la preoccupazione di quello che può accadere nel mercato del gas naturale: dopo la fase difficile di una politica giusta dell'Unione europea per superare la dipendenza dalla Russia, oggi il conflitto in Medio Oriente rischia di esporci a nuovi pericoli e a nuove preoccupazioni.

Di fronte a tutto ciò, questo decreto anche per le imprese - vale anche per le famiglie - è del tutto insufficiente e non mette in campo le risorse necessarie. Esso riprende alcuni provvedimenti che già c'erano, rendendoli, però, meno efficaci appunto per una carenza di risorse, che peraltro diventerà ancora più grave in sede di legge di bilancio, ma su questo ha detto cose già molto importanti e chiare il collega Gnassi. Peraltro, anche nelle audizioni con le organizzazioni di categoria, il tema dell'insufficienza del decreto è emersa con molta chiarezza.

Quindi, noi abbiamo costruito una serie di ordini del giorno che indicano delle priorità - come avete sentito, su vari temi - penso alle famiglie e al sistema delle imprese e, in quest'ordine del giorno specifico, noi chiediamo di intervenire, nel primo provvedimento utile, per estendere la riduzione dell'IVA al 5 per cento, prevista per diverse categorie, anche a favore delle imprese con intenso utilizzo di gas naturale nei settori dell'acciaio, della calce e del gesso, della ceramica, delle fonderie dei metalli e del vetro. Come dicevo, è un'indicazione molto precisa e molto specifica, che credo potrebbe portare a un parere favorevole del Governo. In ogni caso, se il parere resterà una raccomandazione, la raccomandazione non l'accetto e chiedo che l'ordine del giorno sia posto in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/33 De Maria, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/34 Scarpa c'è un parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare la collega Scarpa. Ne ha facoltà.

RACHELE SCARPA (PD-IDP). Presidente, a me non è ben chiara la ratio del parere contrario su quest'ordine del giorno, né della motivazione che è stata fornita nella fase dei pareri. Quello che è stato detto rispetto al mio ordine del giorno, che chiede che l'ARERA, nella sua relazione annuale, fornisca anche un'analisi dell'impatto complessivo sulle bollette delle agevolazioni per le imprese energivore, sostiene che questo è già previsto nel comma 12 dell'articolo 3 del decreto che abbiamo in esame. Vado a rivedere l'articolo 3 che, al comma 12, prevede che la CSA trasmetta annualmente al Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica e ad ARERA una relazione annuale sull'andamento del regime delle agevolazioni che, da quello che risulta a me, non è esattamente la stessa cosa rispetto alla richiesta di fornire, e soprattutto di rendere pubblica, un'analisi dettagliata dell'impatto complessivo delle agevolazioni sulle bollette, proprio con l'obiettivo di fare un'operazione di maggiore trasparenza e di rendere le bollette effettivamente uno strumento di comunicazione dei reali segnali di prezzo dell'energia. Ma, anche se fosse, non mi è chiaro il perché di un parere contrario su qualcosa che si dice essere già presente nel decreto, quindi su un ordine del giorno che, almeno in teoria, andrebbe a rafforzare qualcosa che è stato previsto dal decreto in esame.

Quindi, la mia impressione, Presidente, è che si stia seguendo sugli ordini del giorno la stessa linea che si segue da mesi rispetto ai lavori parlamentari, che molta poca dignità e molto poco spazio lascia all'iniziativa parlamentare e alle prerogative parlamentari che, con una fiducia dietro l'altra, con una raccomandazione e una riformulazione “a valutare l'opportunità di” dietro l'altra, sostanzialmente rinuncia a qualsiasi spinta migliorativa rispetto alle questioni che esaminiamo. Ciò mi sembra anche veramente superfluo rispetto a una questione come questa, che non mi pare onerosa, e su cui si chiede semplicemente un impegno da parte del Governo per una cosa di fatto importante, ovvero per trasmettere effettivamente alla cittadinanza l'impatto delle agevolazioni alle energivore, un impatto che non è solamente economico o ambientale, ma anche occupazionale e che è responsabilità di chi è al Governo anche comunicare e trasmettere efficacemente ai cittadini. Diamoci tutti gli strumenti per farlo. Speravo che questa fosse la logica che seguivamo qui, ma evidentemente seguiamo, invece, la logica del blocco unico, del pacchetto preconfezionato e dello zittire costante le opposizioni, anche nelle loro più modeste richieste di modifica.

Quindi, dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico su quest'ordine del giorno e invito il Governo a ripensarci (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Non vedo cenni da parte del Governo.

Passiamo quindi ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/34 Scarpa. Il parere del Governo è contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Saluto studenti, studentesse e docenti dell'Istituto polispecialistico “San Paolo” di Sorrento, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1437-A/35 Curti. Il parere del Governo è favorevole se riformulato. Accoglie la riformulazione, collega?

AUGUSTO CURTI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Accolgo la riformulazione e chiedo che sia posto in votazione. Faccio un breve intervento per ringraziare il Governo per l'accoglimento di quest'ordine del giorno, seppure con riformulazione ma, di fatto, la riformulazione va nella stessa direzione ed ha lo stesso spirito con cui è nato l'ordine del giorno.

Ribadisco poi l'importanza di quest'ordine del giorno, con l'auspicio che il Governo possa dar seguito, il prima possibile, all'impegno che oggi prende approvando quest'ordine del giorno, diversamente il rischio sarebbe quello di generare dubbi interpretativi per le imprese e per i cittadini. In particolare, con l'ordine del giorno chiediamo di riallineare il dispositivo di cui al comma 8 dell'articolo 3 a quanto già previsto dalla direttiva europea, così come urge emanare un provvedimento che disciplini la definizione del concetto di “proporzionato”, che è presente nei diversi atti legislativi. Presidente, come dicevo, accolgo la riformulazione e chiedo che l'ordine del giorno possa essere messo ai voti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/35 Curti, così come riformulato. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

Colleghi, dovremmo concludere i lavori della parte antimeridiana della seduta alle ore 13,30, orario in cui è prevista anche la convocazione della Giunta per il Regolamento. Per consentire, però, lo svolgimento di due interventi sull'ordine dei lavori, che mi sono stati preannunciati, sospendo l'esame del provvedimento, che riprenderà a partire dalle ore 16.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà. Vi prego, colleghi, di lasciare l'Aula in silenzio. Prego.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Siamo qui a richiederle la presenza di Giorgia Meloni alla Camera dei deputati per un'informativa urgente su quanto è successo ieri davanti al tribunale di Padova. Come sapete, proprio ieri sono iniziate le udienze a sostegno di quei 37 bambini e bambine che la procura ha portato dentro un tribunale. Stiamo parlando di 37 bambini e di 33 famiglie che entrano per la prima volta in un tribunale non per avere giustizia ma perché una circolare ha messo in moto un meccanismo di caccia, casa per casa, ai bimbi delle famiglie arcobaleno. Il tribunale si doveva esprimere circa la rimozione di una delle due donne non considerata partoriente, quindi biologica e, quindi, non una delle due madri di quella famiglia. Siamo davanti al primo caso in cui si vuole arrivare a una sorta di orfano di Stato, cioè per la prima volta un tribunale dovrebbe togliere dei diritti a dei minori, anzi, Presidente, dicendolo a chi non ci ascolta, a chi lancia caccia alle streghe, vogliamo tecnicamente togliere dei doveri a delle famiglie, a delle mamme che chiedono semplicemente di continuare a curare i propri figli, mandarli a scuola, poterli prendere e sapere che cosa succede se si fanno male. Parliamo di questo! Allora, è una notizia positiva che nel frattempo - nel pomeriggio - la procura di Padova, che inizialmente aveva sollecitato quella rimozione, ha poi sollecitato il tribunale a sollevare il caso davanti alla Corte costituzionale per investirla nuovamente. Ricordo, però, a tutti che già una volta, nel 2021, la Corte costituzionale si era espressa chiaramente, chiedendo al Parlamento di colmare questo vuoto di tutele. Io lo dico così ai nostri colleghi, pur sapendo di avere posizioni diverse: ma davvero il vostro intento è quello di togliere una delle due mamme a questi figli? Davvero volete continuare con quest'orfanotrofio di Stato? Io sono pronto, così come tanti colleghi, a discutere, pur sapendo di avere posizioni tanto diverse, ma io non credo che si possa fare questa discussione sulla pelle di quei bimbi. Quelle famiglie non devono stare in tribunale perché non hanno commesso nessun reato e quello che sta succedendo in Italia è una cosa che non deve essere una pagina buia della storia del diritto in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso tema il deputato Alessandro Zan. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO ZAN (PD-IDP). Grazie, Presidente. Siamo a chiedere che Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio, venga qui in Aula per un'informativa urgente su questo tema, perché quello che sta accadendo a Padova è l'effetto delle decisioni di questo Governo, di un vero e proprio accanimento nei confronti delle famiglie, di alcune famiglie che non piacciono a questo Governo ma che esistono e che sono fatte di amore e di progetti di vita: le famiglie arcobaleno e i loro figli. Ma vi rendete conto che a queste famiglie e ai loro figli state rendendo la vita impossibile? Questo è inaccettabile e io vi dico: ma come potete pensare che delle famiglie, delle madri siano oggi in udienza in tribunale semplicemente per difendere la loro famiglia, per difendere i loro figli (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)? Ma che cuore avete? Soprattutto, siete genitori anche voi. Ciò è inaccettabile da parte di questo Governo, perché se siamo arrivati a questa situazione oggi è per colpa di questo Governo e della politica identitaria-ideologica che vorrebbe in una società, che è fatta di una moltitudine di corpi e di una moltitudine di famiglie, imporre un unico modello che, peraltro, loro non praticano nemmeno, che è quello della famiglia tradizionale. Allora, io voglio dire questo: questo disegno preciso parte dalla vostra bocciatura del regolamento europeo al Senato, che chiedeva - da parte non di un'estremista ma da parte di Ursula von der Leyen - che tutti i figli avessero gli stessi diritti negli Stati dell'Unione. Poi, è arrivata l'approvazione delle leggi omotransfobiche di Orban in Ungheria, che dimostrano come questo Governo sia assolutamente allineato all'Ungheria di Orban.

C'è poi la cosa più vergognosa, che grida vendetta, che è la circolare del Ministro dell'Interno, Piantedosi, inviata tramite i prefetti, che vieta ai sindaci di trascrivere gli atti di nascita di figlie e di figli che già esistono e che, senza quegli atti di nascita, sono discriminati rispetto agli altri figli di questo Paese. Allora, non torniamo, vi prego, al tempo dei figli della colpa, quelli che erano nati fuori dal matrimonio e che avevano meno diritti di tutti gli altri. Abbiamo un sussulto di responsabilità, in questo Parlamento, e chiediamo a Giorgia Meloni di invertire questo disegno discriminatorio nei confronti di una parte dei suoi cittadini, perché questo va contro la Costituzione, che dice, all'articolo 3, che tutti i cittadini hanno gli stessi diritti e, se questo non accade, c'è la Repubblica che rimuove gli ostacoli.

Noi chiediamo al Governo di Giorgia Meloni di essere la Repubblica che rimuove gli ostacoli, non la Repubblica che ne crea di ulteriori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Riferirò al Presidente delle richieste di informativa urgente pervenute.

Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 13,25 è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e la Ministra del Lavoro e delle politiche sociali.

Invito gli oratori a un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerata la diretta televisiva in corso.

(Iniziative del Governo in relazione alla situazione in Medio Oriente - n. 3-00794)

PRESIDENTE. Il deputato Pozzolo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Foti ed altri n. 3-00794 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

EMANUELE POZZOLO (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, colleghi, “viviamo una terza guerra mondiale combattuta a pezzi”: non sono parole mie, non è una frase mia, è Jorge Mario Bergoglio. Viviamo una terza guerra mondiale combattuta a pezzi che, il 7 ottobre di quest'anno, ha visto aprirsi un nuovo incandescente fronte mediorientale, a seguito del vile e obbrobrioso attacco che i terroristi di Hamas hanno rivolto verso civili israeliani, che sono stati rapiti, torturati e uccisi; tuttora molti dei quali sono ancora in ostaggio dei terroristi medesimi. Sembra davvero che si stia stagliando all'orizzonte una malaugurata alleanza dei totalitarismi, che continua a premere verso l'Occidente, verso i nostri alleati strategici. Ed è quindi per questa ragione che, in questa delicata cornice internazionale, si chiede al Governo italiano di illustrare in quest'Aula quali siano le azioni strategiche che l'Italia sta ponendo in essere per dare risposte forti, così come il nostro Stato è in grado di dare, per la gestione della crisi internazionale.

PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, onorevole Antonio Tajani, ha facoltà di rispondere.

ANTONIO TAJANI, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie, signor Presidente. Le priorità dell'Italia sono chiare e in linea con quelle dei nostri alleati: scongiurare un'escalation del conflitto, liberare gli ostaggi, evitare l'aggravarsi della crisi umanitaria a Gaza, preservare una prospettiva politica per il futuro. Condanniamo con la massima fermezza i barbari attacchi di Hamas e sosteniamo pienamente il diritto di Israele a esistere e a difendersi, nel rispetto del diritto internazionale.

Al Consiglio affari esteri di lunedì ho sottolineato l'importanza di contrastare gli inquietanti rigurgiti di antisemitismo in Europa. È essenziale tracciare una netta distinzione tra Hamas e il popolo palestinese, le cui legittime aspirazioni non hanno nulla a che vedere con i terroristi. Resta, però, il rischio di un allargamento del conflitto. Insieme ai partner, ho chiesto all'Iran di abbassare i toni, evitare di gettare benzina sul fuoco, moderare l'azione dei suoi referenti nelle regioni, a cominciare da Hezbollah.

Dall'inizio della crisi, il Governo ha continuato a tessere una fitta rete di contatti con i Paesi alleati in ambito Quint, Unione europea, G7, NATO, con i principali partner regionali, per favorire un'azione diplomatica coordinata.

Rimaniamo fortemente impegnati a favorire la liberazione immediata degli ostaggi senza condizioni. Mantenere un intenso dialogo con i Paesi arabi è essenziale per garantire un flusso costante degli aiuti nella Striscia, ma anche per preservare una prospettiva politica.

Un chiaro sostegno all'Autorità palestinese, quale unico legittimo rappresentante del popolo palestinese, è la pietra angolare del nostro approccio. L'ho ribadito la settimana scorsa al Primo Ministro palestinese che ho incontrato a Parigi.

Dobbiamo individuare strumenti efficaci per privare Hamas di risorse finanziarie, infrastrutture e sostegno pratico. Insieme a Francia e Germania abbiamo fatto proposte operative sostenute dagli altri Paesi europei. I terroristi di Hamas non dovranno più controllare Gaza. Dobbiamo avanzare nella riflessione sul giorno dopo e assicurare così una prospettiva politica credibile al popolo palestinese, insieme alla sicurezza di Israele.

L'Italia è in prima linea per lavorare a una soluzione che preveda una presenza delle Nazioni Unite sul modello di UNMIK in Kosovo e di altre analoghe missioni. Potrebbe - e concludo, signor Presidente - trattarsi di un'amministrazione internazionale transitoria per preparare il ritorno dell'Autorità palestinese alla guida di Gaza. Vanno create le condizioni per la ripresa del dialogo politico verso la soluzione dei due Stati.

Il Governo continuerà a impegnarsi al massimo per sostenere questo processo e per favorire una soluzione equa e rispettosa delle legittime aspirazioni di entrambe le comunità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare l'onorevole Calovini.

GIANGIACOMO CALOVINI (FDI). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, per le sue parole. Anche da parte nostra vi è una forte condivisione per la preoccupazione circa lo scenario che, dal 7 ottobre, sta attanagliando non soltanto il Medio Oriente, ma anche tutto lo scenario internazionale. Siamo fortemente preoccupati per le vittime di quei giorni, donne, uomini e bambini, ma siamo anche molto preoccupati, chiaramente, per le vittime che ci sono anche in questi giorni e che ci potranno essere in futuro. Siamo altrettanto preoccupati, come diceva lei, anche per chi sta speculando su questa guerra, su un rigurgito antisemita sempre più presente all'interno del nostro continente, purtroppo presente anche all'interno del nostro Paese, e su chi continua ad attaccare la Palestina, in qualche modo prendendo posizione a favore di Hamas, che, come giustamente citato da lei, invece, nulla ha a che vedere con essa; ed è doveroso, da parte nostra, ribadire che l'Italia è contro Hamas e in alcun modo contro la Palestina.

Bene, quindi, la presenza dell'Italia dal punto di vista governativo, quello che sta facendo. I vertici internazionali sono di primaria importanza. Ha partecipato lei, la scorsa settimana, a Parigi, ed ha stilato un importante documento, insieme a Francia e Germania, fondamentale per la popolazione di Gaza e per quella striscia di terra, così come altrettanto importante è stata la presenza del Presidente del Consiglio, unico Presidente a partecipare al vertice, nelle scorse settimane, in Egitto.

Siamo perfettamente consapevoli che stiamo vivendo un periodo particolarmente difficile e particolarmente complicato dal punto di vista diplomatico internazionale, ma siamo altrettanto convinti che l'Italia possa e debba avere un ruolo. Siamo certi che con questo Governo si potranno ottenere risultati migliori rispetto alla tragica situazione che stiamo vivendo in questo momento.

(Iniziative di competenza volte a salvaguardare la competitività delle imprese esportatrici delle aree della Toscana colpite dai recenti eventi alluvionali - n. 3-00795)

PRESIDENTE. La deputata Mazzetti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00795 (Vedi l'allegato A).

ERICA MAZZETTI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Grazie al Ministro Tajani. Come è noto, il 2 novembre molti comuni della Toscana sono stati colpiti da una grave alluvione, provocando vittime, ma anche danni al territorio e alle imprese concentrate nell'area nord della Toscana. È stata colpita un'area molto importante dal punto di vista dell'esportazione che, nel nostro territorio, è fondamentale, tant'è che la Toscana si è classificata quinta, nel 2022, per l'esportazione. La città di Prato, la più colpita a seguito di questo grave danno, è il più grande distretto tessile dal punto di vista europeo, ma è anche il polo internazionale più importante per la produzione di lana, tessuti e filati che servono anche i grandi marchi. Questo è un problema grosso e, pertanto, chiediamo al Governo di sapere come intenda sostenere le attività delle imprese esportatrici (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, onorevole Antonio Tajani, ha facoltà di rispondere.

ANTONIO TAJANI, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie, signor Presidente. Abbiamo voluto agire rapidamente per far fronte alle esigenze del tessuto produttivo toscano, gravemente colpito dall'alluvione del 2 novembre.

Nel corso della mia missione a Prato, la sua città, onorevole, ho incontrato istituzioni, enti locali, associazioni di categoria e imprese. Vogliamo lavorare insieme per favorire una veloce ripresa dell'attività economica, con particolare attenzione all'export.

Per questo ho disposto l'immediata adozione di misure concrete di sostegno alle aziende manifatturiere delle aree colpite. Con Simest abbiamo messo a punto, sul modello di quanto realizzato per l'Emilia-Romagna a maggio, un pacchetto di finanza agevolata del valore complessivo di 300 milioni di euro. Il pacchetto è costituito da un primo strumento che prevede l'erogazione di ristori alle imprese esportatrici delle zone alluvionate e abbiamo disposto lo stanziamento di 100 milioni di euro a fondo perduto, grazie al quale sarà possibile compensare le perdite materiali subite (immobili, attrezzature, macchinari e scorte).

In aggiunta, per favorire la più rapida ripresa dell'export, è stata riservata una quota di circa 200 milioni nell'ambito delle risorse disponibili sul Fondo 394/81 che finanzia l'internazionalizzazione delle imprese. I fondi saranno destinati alla concessione di finanziamenti a tassi particolarmente agevolati, con quote di fondo perduto pari al 10 per cento.

Abbiamo stabilito anche la sospensione, fino al 30 giugno del 2024, dei pagamenti dovuti dalle imprese esportatrici a Simest sui finanziamenti in essere. Analogamente, SACE ha predisposto ulteriori agevolazioni sui propri prodotti, tra cui una moratoria, fino al 31 dicembre 2024, dai 6 a un massimo di 12 mesi, a valere sui finanziamenti sottoposti alla sua garanzia e il posticipo del pagamento dei premi per le polizze credito fornitore fino al 30 giugno.

Accanto a queste misure di finanza agevolata, l'Agenzia ICE ha messo a punto nuove iniziative e modalità di sostegno a favore dell'export. In conclusione, abbiamo previsto la partecipazione gratuita agli eventi promozionali organizzati dall'Agenzia all'estero, per il primo modulo espositivo, per manifestazioni fieristiche, seminari, workshop e missioni di operatori stranieri alle fiere locali. Le imprese danneggiate saranno inserite gratuitamente nelle piattaforme di vendita digitali. A loro verrà riservata una quinta quota di finanziamento nell'ambito del progetto Bonus per l'export digitale, iniziative per la digitalizzazione delle imprese esportatrici. Concludo con altre informazioni, signor Presidente. Per avere tutte le informazioni tecniche su queste misure, le aziende possono scrivere alla casella di posta elettronica dedicata export.emergenza2023@esteri.it. La Farnesina è impegnata a contattare singolarmente le aziende coinvolte e ad accompagnarle nell'utilizzo di tutti gli strumenti a disposizione per uscire da questa situazione di emergenza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. La deputata Mazzetti ha facoltà di replicare.

ERICA MAZZETTI (FI-PPE). Grazie, Ministro. Non posso che dichiararmi soddisfatta, come parlamentare eletta in quel collegio colpito ma anche e soprattutto come cittadina. Come tutti i miei concittadini, sono rimasta molto soddisfatta della sua visita, nella città di Prato, nel comune, agli amministratori locali, proprio perché lei ha dato una risposta immediata e concreta, con azioni importanti per quel distretto che, come dicevo, è fondamentale per l'esportazione, non solo relativamente al distretto stesso ma a livello nazionale, tant'è che ha contribuito sempre, in modo attivo, al made in Italy e a fare crescere in qualità e creatività quest'area. La Toscana rappresenta un'area che, nel 2022, ha contribuito in ordine alle produzioni per l'esportazione con 54,7 miliardi di euro e Prato, in particolare, con 3,3 miliardi. È una risposta importantissima. Ahimè, il danno c'è stato, è stato forte, ma vediamo un Governo e un Ministro degli Affari esteri che, con competenza, con risultati, con risorse economiche importanti, danno un forte contributo per far ricrescere, rinascere e ripartire nell'immediato. Noi abbiamo bisogno, sì, di contributi, di finanziamenti, di spostamento dei pagamenti, senza dubbio, e di decontribuzione per quanto riguarda i dipendenti e tutto l'indotto, ma abbiamo bisogno di tornare forti e competitivi, altrimenti tutto il resto del mondo - ahimè, non è come il COVID - va avanti mentre il mio distretto rimane indietro. Non ce lo possiamo più permettere per tutti quegli imprenditori, piccoli, grandi e medi, senza dimenticare che l'industria è fondamentale nella mia città e nel mio distretto, insieme ad altri della Toscana, ma sono fondamentali anche tutte quelle piccole aziende artigiane che ricomprese nel distretto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

(Iniziative urgenti in sede internazionale ed europea per il cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza – n. 3-00796)

PRESIDENTE. L'onorevole Pellegrini ha facoltà di illustrare l'interrogazione Francesco Silvestri ed altri n. 3-00796 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente. In conseguenza del gravissimo attentato terroristico di Hamas, il Consiglio di sicurezza del Governo israeliano ha dichiarato lo stato di guerra, ed è la prima volta che succede dal 1973.

Le azioni sul terreno che si stanno esplicando in queste ore sono violentissime e, di conseguenza, la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza è drammatica. Il bilancio delle vittime, specie tra i civili, è altissimo e un gran numero, purtroppo, sono bambini.

Il 10 ottobre abbiamo approvato, tra le altre, la risoluzione n. 6-00052, che impegna a promuovere ogni iniziativa volta alla tutela della popolazione, anche attraverso l'apertura di corridoi umanitari, considerata la drammatica situazione. In Commissione affari esteri e comunitari alla Camera è stata, poi, approvata la risoluzione presentata dal MoVimento 5 Stelle, la n. 7-00160, che ribadiva l'urgente necessità dell'apertura di corridoi umanitari. Visto che dall'Assemblea generale dell'ONU è stata adottata una risoluzione avanzata dalla Giordania - concludo, Presidente - e approvata con 120 voti a favore e 45 astensioni, tra cui, purtroppo, incomprensibilmente dal nostro punto di vista, quella dell'Italia, noi chiediamo al Ministro quali azioni intenda intraprendere urgentemente, nelle opportune sedi europee e internazionali, al fine di perseguire il cessate il fuoco e chiedere a tutta la comunità internazionale di avere un atteggiamento molto più incisivo rispetto a quello che è successo finora (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, onorevole Antonio Tajani, ha facoltà di rispondere.

ANTONIO TAJANI, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie, signor Presidente. Fin dall'inizio delle ostilità, il tema dei corridoi umanitari a Gaza è sempre stato al centro della nostra azione diplomatica. Il Governo, in linea con gli atti di indirizzo approvati in Parlamento e richiamati dagli onorevoli interroganti, ha lavorato per consentire un accesso completo, rapido, sicuro e senza ostacoli agli aiuti e agli operatori delle Nazioni Unite, del Comitato internazionale della Croce Rossa e delle altre organizzazioni umanitarie imparziali e permettere l'uscita dei feriti.

Per realizzare i corridoi umanitari serve, però, un importante coordinamento internazionale con tutte le agenzie, i donatori internazionali e, soprattutto, con le parti in conflitto e con i Paesi limitrofi. Come sapete, esistono anche oggettive difficoltà logistiche legate al transito degli aiuti attraverso il valico di Rafah.

In questo difficile contesto, l'Italia non ha mancato di fare la sua parte. Abbiamo inviato da Brindisi due C-130 dell'Aeronautica militare, con un carico di 16 tonnellate di beni umanitari della cooperazione internazionale. Il carico è a Rafah e sta, in queste ore, entrando a Gaza.

In risposta a una richiesta di Israele, il Ministro della Difesa ha messo a disposizione una nave ospedale con capacità chirurgiche e di emergenza: è la nave Vulcano, centro logistico sanitario all'avanguardia, già in viaggio da giorni verso l'area. È previsto anche l'allestimento di un ospedale da campo, che necessita di accordi tecnici con le controparti interessate.

La scorsa settimana ho partecipato alla Conferenza internazionale umanitaria di Parigi. Gli impegni assunti dai partecipanti superano il miliardo di euro. Gran parte di questi aiuti serviranno a finanziare gli sforzi delle Nazioni Unite per aiutare la popolazione dei territori palestinesi. È necessario assicurarsi che tutti gli aiuti inviati nella Striscia siano diretti esclusivamente ai civili bisognosi e che non ne beneficino, neanche in maniera indiretta, i terroristi di Hamas. A Parigi ho anche ribadito la disponibilità ad accogliere in Italia minori palestinesi che necessitino di cure mediche urgenti, in raccordo con gli Emirati Arabi Uniti. Stiamo anche valutando l'invio di medici negli Emirati per curare i palestinesi lì.

Al Consiglio Affari esteri di lunedì ho anche sostenuto la proposta di Cipro di aprire un corridoio marittimo umanitario, con un quartier generale sull'isola. L'intensa diplomazia umanitaria portata avanti dal Governo è anche funzionale - concludo, signor Presidente - alla ripresa di un dialogo politico tra le parti verso la soluzione dei due Stati.

PRESIDENTE. Il presidente Conte ha facoltà di replicare.

GIUSEPPE CONTE (M5S). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, forse la domanda nostra non è stata chiarissima. Non le abbiamo chiesto degli aiuti umanitari e dei corridoi umanitari, noi volevamo capire cosa state facendo, cosa sta facendo il Governo italiano, realmente e concretamente, per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Vede, a Israele noi abbiamo espresso subito la nostra massima solidarietà e abbiamo condannato fermamente l'atroce attacco di Hamas ma, davanti a oltre 10.000 morti palestinesi, di fronte a questa carneficina, non possiamo limitarci a qualche pausa, aiuto, corridoio umanitario, occorre un immediato cessate il fuoco (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La risposta della politica non può essere nel segno della pavidità, che è quella - mi permettete - che avete adottato quando, lo scorso 27 ottobre, in sede di Nazioni Unite, vi siete pilatescamente astenuti di fronte a una risoluzione che sosteneva una semplice tregua umanitaria per soccorrere feriti, per portare aiuti.

Un atteggiamento codardo, questo, che, peraltro, contraddice e allontana l'Italia dal tradizionale ruolo di protagonista del dialogo nel Medio Oriente e nel Mediterraneo. Siamo preoccupatissimi per i rigurgiti di antisemitismo, per la mai sopita islamofobia che si sta diffondendo in tutto l'Occidente. E l'Italia che fa? Forte dei suoi antichi e nobili valori democratici, gira la testa dall'altra parte, la mette sotto la sabbia, ma non lo può fare se quella sabbia è intrisa di sangue. Servono fatti. Abbiate la forza e la determinazione di sospendere, pur temporaneamente, le forniture di armi a Israele (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il mio Esecutivo lo ha fatto con altri Paesi, con altri conflitti. Sa cosa serve per questa misura? Solo una cosa, quella che vi manca: il coraggio. Dimostrate davvero di volere il cessate il fuoco e tutelare i civili. I veri patrioti si riconoscono se onorano la Costituzione, non se si girano dall'altra parte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Concludo: le mamme di Gaza, in queste ore, scrivono i nomi dei loro figli sulle loro gambe perché hanno paura di non riuscire più a identificarli, a piangerli, perché danno quasi per certa la morte sotto le bombe. Noi non vorremmo che sopra quelle bombe ci sia il nome indelebile dell'Italia e della sua vigliaccheria. Non in nostro nome (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Congratulazioni - Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE)!

(Iniziative in sede internazionale per un immediato cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, per favorire l'arrivo degli aiuti umanitari, la liberazione degli ostaggi e una credibile prospettiva di pace – n. 3-00797)

PRESIDENTE. Il deputato Fratoianni ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00797 (Vedi l'allegato A).

NICOLA FRATOIANNI (AVS). Grazie, Presidente. Signor Ministro, a Gaza è in corso una terribile catastrofe umanitaria ma questa catastrofe non è il frutto di un evento imprevedibile, è il frutto della reazione di Israele all'attacco terroristico di Hamas. Una reazione che però, minuto dopo minuto, configura il riproporsi di un'infinita serie di crimini di guerra, una violazione costante, ripetuta, gravissima, di quel diritto internazionale umanitario cui lei ha fatto riferimento e che abbiamo tutti e tutte, a cominciare dal nostro Governo, esortato a rispettare.

Non è dunque più il tempo degli auspici, è il tempo delle iniziative. Siamo qui a chiedere a lei e, tramite lei, al nostro Governo che cosa intendiate fare, perché il cessate il fuoco arrivi ora, perché si interrompa ora questa carneficina e perché l'interruzione di questa strage senza limiti rappresenti concretamente la possibilità di dare sicurezza a Israele, di costruire una soluzione di pace per la Palestina e per Israele, di far arrivare gli aiuti, di liberare gli ostaggi, di porre fine a questa infinita tragedia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Antonio Tajani, ha facoltà di rispondere.

ANTONIO TAJANI, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie, signor Presidente. La situazione umanitaria a Gaza desta profonda preoccupazione. Il nostro primo obiettivo è stato mettere in salvo gli italiani presenti nella Striscia, dopo avere favorito il rientro anche dei connazionali temporaneamente in Israele al momento dell'aggressione di Hamas.

Ringrazio, per questo, l'unità di crisi, le nostre ambasciate al Cairo e a Tel Aviv e il consolato generale di Gerusalemme. Tutti gli italiani che volevano lasciare la Striscia sono tornati. Tre operatori umanitari hanno deciso di continuare lì il loro prezioso lavoro.

È ora fondamentale garantire l'accesso umanitario per alleviare le sofferenze della popolazione civile. L'annuncio israeliano di limitate pause umanitarie, a partire dal 9 settembre, è un passo avanti importante. Permette ai civili di lasciare le zone più a rischio e costituisce un primo segnale della disponibilità di Israele ad ascoltare le nostre parole a favore di una de-escalation. Lavoriamo per ottenere pause umanitarie più lunghe e ci siamo dichiarati a favore di pause umanitarie fin dalla prima riunione del Consiglio affari esteri che si è svolta a Lussemburgo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Quindi, chi non segue i dibattiti, poi non può dire che noi non svolgiamo l'azione, e i codardi non stanno certamente sui banchi di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE - Dai banchi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE: “Bravo!”). Forse i codardi stanno da qualche altra parte, onorevole Conte. Qui non c'è nessun codardo e la prego di utilizzare un linguaggio più consono da parte di un uomo che è stato Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE - Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Per cortesia, per cortesia! Prego, signor Ministro, prosegua.

ANTONIO TAJANI, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Dicevo che lavoriamo per pause umanitarie più lunghe, ma naturalmente c'è bisogno che anche Hamas e Hezbollah siano disposte a cessare le ostilità. Ci siamo sempre battuti per pause umanitarie, cosa diversa dal cessate il fuoco. Finché Hamas e Hezbollah continuano a lanciare razzi contro Israele, dimostrano di non volere la pace; finché i terroristi usano gli ospedali come quartier generale, dimostrano di usare come scudi umani il popolo che pretendono di difendere. Sono gli stessi che tengono in ostaggio decine di civili inermi, donne, anziani e bambini, per la cui liberazione incondizionata continuiamo a lavorare senza sosta.

Aiuti umanitari e trattative sugli ostaggi passano attraverso un dialogo costante con i Paesi arabi. È questa la strada anche per trovare vie di uscita durature, che ci consentano di interrompere definitivamente il periodico ripetersi di questa spirale di violenza. Il Governo italiano sta lavorando per la ripresa di un processo negoziale basato sulla visione dei due popoli e due Stati, che è una soluzione difficile, ma nel lungo termine l'unica credibile. Il processo dovrà essere accompagnato da un ambizioso piano di ricostruzione e sviluppo, e la prossima presidenza italiana del G7 porrà il tema della pace in Medio Oriente tra le sue priorità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. L'onorevole Fratoianni ha facoltà di replicare.

NICOLA FRATOIANNI (AVS). Signor Ministro, non siamo all'8 di ottobre, neanche al 10, neanche al 12, siamo alla metà del mese di novembre. È più di un mese che questa guerra va avanti, e si configura, ogni minuto che passa, sempre più come una gigantesca punizione collettiva verso il popolo palestinese. Non è più il tempo delle esortazioni, non so più come dirglielo, gliel'ho detto anche ieri, durante l'audizione e glielo ripeto oggi. Non è più il tempo in cui possiamo auspicare che Israele ascolti le nostre parole.

È il tempo in cui la diplomazia, con i suoi strumenti, il nostro Paese, con la sua forza, con la sua possibilità di scegliere, deve fare qualcosa per imporre che il cessate il fuoco si produca, per imporre che finisca questa continua violazione del diritto umanitario e internazionale. È il momento di fare qualcosa in più. La nave Vulcano, come lei ci ha detto ieri in audizione alle Commissioni riunite, è ferma, perché non è in condizioni di attraccare e di costruire un ospedale da campo, in attesa che qualcuno la autorizzi.

I nostri aiuti anche ieri dovevano entrare e oggi ci ripete che, in queste ore, forse, entreranno, in una condizione in cui il numero di aiuti che arriva da oltre 20 giorni a Gaza non è neanche paragonabile a quello che arrivava prima dell'inizio della guerra, giornalmente, in un territorio in cui l'80 per cento della popolazione dipende interamente dagli aiuti umanitari. È, dunque, arrivato il momento di fare qualcosa in più. È il momento di sospendere la fornitura di armi ad Israele, come altri hanno già chiesto in quest'Aula prima di me; è il momento di mettere in campo sul piano delle relazioni qualche atto come Paese e, attraverso il nostro Paese, come comunità internazionale, perché Israele ascolti una richiesta e risponda a un dovere, che è anche nostro, di fronte alla violazione continua del diritto internazionale e ai crimini di guerra che stanno producendo anche negli attacchi agli ospedali.

Lei oggi ci ha raccontato di nuovo dei terroristi nascosti negli ospedali. In queste ore, l'esercito israeliano, dentro l'ospedale Al Shifa - dove non è stata trovata nessuna arma, se non nei dintorni, secondo le ricostruzioni della stampa - continua, anche in quel caso, a violare il diritto internazionale. Credo che sia arrivato il momento di introdurre anche nella nostra iniziativa qualche discontinuità, qualcosa in più di un auspicio continuo, che sottoscriviamo, ma che è evidentemente ormai del tutto insufficiente (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

(Iniziative di competenza in merito al rispetto delle procedure convenute con le autorità svizzere ai fini della regolare erogazione delle pensioni ai cittadini italiani residenti nella Confederazione elvetica – n. 3-00798)

PRESIDENTE. L'onorevole Toni Ricciardi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00798 (Vedi l'allegato A).

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ministro Tajani, l'esistenza in vita, il dover dimostrare di essere ancora in vita è un elemento essenziale per i tanti milioni di italiane e italiani in giro per il mondo che usufruiscono di pensione. Di solito, la procedura è abbastanza semplice, soprattutto nei Paesi europei e soprattutto in un Paese, come la Svizzera, dove è ubicata la terza comunità italiana nel mondo.

Tuttavia, siamo stati posti a conoscenza del fatto, in particolar modo nella città di Losanna, che lei conosce bene, dove vivono, grosso modo, poco meno di 100.000 italiane e italiani, che il comune si rifiuta di apporre il timbro, spedisce questi nostri connazionali alla Polizia locale e l'INPS non accetta il documento timbrato dalla Polizia locale come attestazione di esistenza in vita. Questo, che mi rendo conto smuove poco le coscienze della geopolitica, però è un problema serio che milioni di italiane e italiani vivono (nella fattispecie quasi 100.000 persone) e non sanno come sopravvivere il mese prossimo. Quindi, la domanda è: lei, Ministro, e il suo Governo cosa intendete fare in tal proposito?

PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, onorevole Antonio Tajani, ha facoltà di rispondere.

ANTONIO TAJANI, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Signor Presidente, la questione sollevata dall'onorevole Ricciardi riguarda un numero limitato di pensionati italiani che sono residenti in Svizzera, che hanno comunque diverse opzioni a disposizione. L'INPS ha stipulato accordi per lo scambio telematico di informazioni sul decesso dei pensionati con due enti pensionistici svizzeri: le sigle sono di DRV e UCC. Questi hanno dato prova di affidabilità rendendo superflue ulteriori verifiche. Gli altri pensionati non gestiti dai due enti possono ottenere una certificazione di esistenza in vita da tutti i soggetti indicati dall'INPS quali testimoni accettabili. Sono oltre una trentina: tra essi, consolati, patronati, uffici comunali svizzeri, notai e altri pubblici ufficiali, inclusa la polizia municipale.

Il riconoscimento dell'esistenza in vita del connazionale da parte degli uffici consolari e dei patronati abilitati può avvenire anche tramite videoconferenza, in linea con lo sforzo del Governo per digitalizzare i servizi consolari attraverso la promozione di strumenti innovativi ed efficienti.

A seconda del soggetto testimone la trasmissione della certificazione all'Istituto Citibank, gestore incaricato del servizio di pagamento delle prestazioni pensionistiche all'estero, può avvenire in due modi. Se è il consolato o il patronato a rilasciare la certificazione, l'Ufficio stesso la invia direttamente per via telematica tramite il portale del gestore Citibank, senza alcun onere di trasmissione per il connazionale. Se la certificazione è invece effettuata da altri soggetti la trasmissione può avvenire solo per via cartacea. Ciò è indicato nelle istruzioni dell'INPS che il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale inoltra, periodicamente, a tutte le sedi consolari. I nostri pensionati residenti in Svizzera o in altri Paesi che hanno difficoltà nella trasmissione della certificazione possono sempre rivolgersi agli uffici consolari o ai patronati. Questi potranno fornire assistenza e sarà mia cura insistere perché abbiano sempre e comunque risposta celere ed esaustiva.

Chiudo ribadendo che gli italiani nel mondo sono una grande risorsa per il Paese, protagonisti della nostra diplomazia e della crescita culturale. Migliorare i servizi a connazionali e imprese e garantirne trasparenza e legalità sono priorità di questo Governo e nei confronti dei pensionati abbiamo un dovere di riconoscenza in più.

PRESIDENTE. Il deputato Toni Ricciardi ha facoltà di replicare.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Signor Presidente, signor Ministro, come dire, la ringrazio per la risposta ma, in tutta onestà, non posso ritenermi soddisfatto, perché la fattispecie intanto non riguarda pochissime persone, ma riguardasse anche solo una persona è un problema. Detto questo, il problema riguarda un territorio che si è visto cancellare la sede consolare e che vede le persone obbligate a spostarsi, soprattutto, in alcune distanze. Immagino che nella percezione comune la Svizzera sia vista come un piccolo paese, ma i disagi sono notevoli. Secondo, Ministro. Questa maggioranza e parte di questo Governo hanno sferrato un attacco diretto e frontale al ruolo dei patronati di cui ella ha sottolineato l'importanza. Allora, Ministro, noi le chiediamo di verificare attentamente quali sono le procedure all'interno dell'INPS, in un Paese che è governato dalle circolari, non dalle leggi, ma soprattutto, visto che è di sua diretta e stretta, strettissima, competenza, forse è giunto il momento di recuperare dal cassetto quel progetto di convenzione tra MAECI e patronati, al fine di poter agevolare ed evitare che si ripetano disagi del genere.

Mi rendo conto che stiamo parlando di questioni che possono sembrare all'opinione pubblica poco importanti, ma se, alla fine del mese, una pensionata o un pensionato vanno in difficoltà perché non riescono a percepire la propria pensione significa che, come Stato, non stiamo garantendo un diritto sacrosanto, che è quello della dignità e della sopravvivenza delle persone (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

(Chiarimenti in ordine ai possibili effetti connessi alle recenti vicende politiche della Spagna, anche in relazione al quadro istituzionale dei Paesi europei – n. 3-00799)

PRESIDENTE. Il deputato Pisano ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-00799 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

CALOGERO PISANO (NM(N-C-U-I)-M). Signor Presidente, signor Ministro, dal 2000 ad oggi, in 18 Stati membri dell'Unione europea i Governi hanno avuto una durata media inferiore di tre anni. Dal 2021 ad oggi diversi Stati europei, come Regno Unito, e Stati membri dell'Unione europea, come Paesi Bassi, Bulgaria, Estonia, Slovenia e Spagna, hanno attraversato crisi politiche e istituzionali. Questa instabilità politica ha portato in molti casi a vere e proprie crisi politiche e istituzionali che hanno talvolta messo in discussione anche la volontà popolare. Uno degli ultimi casi, ancora di stretta attualità, riguarda la Spagna, dove il partito socialista spagnolo e gli indipendentisti catalani hanno raggiunto un accordo basato su un progetto di legge che prevede di coprire tutti i reati commessi dal leader dei separatisti catalani.

Per questo motivo, le chiediamo se anche lei condivide la nostra preoccupazione non soltanto in merito alla situazione spagnola ma anche con riferimento alla possibilità di instabilità del quadro istituzionale nei paesi europei.

PRESIDENTE. Il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, onorevole Antonio Tajani, ha facoltà di rispondere.

ANTONIO TAJANI, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Signor Presidente, voglio innanzitutto premettere che il Governo italiano rispetta doverosamente le dinamiche istituzionali e politiche in corso in Spagna, Paese cui siamo legati da antica amicizia ed interessi comuni.

In un'Europa sempre più interconnessa è comunque inevitabile che certi eventi di politica interna abbiano una risonanza nel più ampio dibattito politico europeo, perché possono incidere su tutta l'Unione. Può essere utile riassumere i fatti. Il Partito Socialista, uscito sconfitto dalle elezioni spagnole del 23 luglio, ha cercato il sostegno dei piccoli partiti, inclusi quelli secessionisti, per formare un nuovo Governo.

Il punto delicato è che facendo leva sul loro potere negoziale i partiti catalani hanno vincolato il sostegno a concessioni divisive e controverse sotto il profilo dello Stato di diritto, tant'è che ci sono state manifestazioni, con centinaia di migliaia di persone, in tutte le città della Spagna per protestare contro questo accordo.

Le intese sottoscritte evocano un non meglio precisato meccanismo di mediazione internazionale per accompagnare il futuro processo negoziale sullo status della Catalogna. L'accordo prevede, inoltre, un progetto di legge sull'amnistia presentato ieri in Parlamento. La proposta legislativa include reati di particolare gravità, tra cui gli atti di ribellione contro la pubblica autorità, per promuovere il referendum per l'indipendenza della Catalogna che Madrid aveva proibito e cancella qualsiasi atto di ribellione per appoggiare l'obiettivo indipendentista. L'amnistia, istituto giuridico molto delicato in tutti gli ordinamenti nazionali, diviene così oggetto di negoziato politico. Amnistia e autodeterminazione non rientrano nella Costituzione, ha sottolineato l'ex Premier socialista Felipe González.

A fronte di queste evidenti criticità, lo stesso commissario europeo alla Giustizia, Didier Reynders ha scritto al Governo spagnolo per chiedere informazioni dettagliate e ha richiamato l'impegno della Commissione a tutelare i valori fondamentali e lo Stato di diritto dell'Unione. Desta quindi una certa sorpresa che un altro commissario al congresso del Partito socialista europeo a Malaga si sia spinto ad esprimere pieno appoggio all'accordo, dichiarandolo coerente con il modello democratico europeo, prima ancora che il Governo spagnolo abbia fornito i chiarimenti richiesti dalla Commissione. Anche quanto sta accadendo in Spagna ci ricorda che il tema della governabilità e del rispetto della volontà degli elettori è comune a tutte le democrazie.

PRESIDENTE. L'onorevole Alessandro Colucci ha facoltà di replicare.

ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Signor Ministro, ovviamente la questione spagnola non è di nostra competenza e ha fatto molto bene a sottolineare quanto il Governo rispetti le situazioni che si generano all'interno di un Paese amico dell'Unione europea. Però, la trattativa sull'amnistia, cui lei ha fatto riferimento, per i separatisti catalani riguarda l'orientamento europeo sullo Stato di diritto, quindi riguarda tutti noi ed è da trattare con grande prudenza, prudenza che, per quanto risulta da diverse agenzie di stampa - una di queste è LaPresse del 10 novembre - non ha avuto il commissario europeo Gentiloni, perché si è esposto a favore dell'amnistia e si è esposto a favore dell'accordo tra il Partito popolare e il Partito socialista, accordo che stravolge l'indirizzo degli elettori, che si sono espressi per il 33 per cento a favore del Partito popolare. Penso che sia sbagliato che il commissario che rappresenta l'Italia in Commissione europea esprima giudizi e considerazioni politiche di questo genere. Noi condanniamo l'accaduto e diciamo che le affermazioni del commissario Gentiloni non rappresentano la posizione italiana in Commissione europea ma sono sue personali considerazioni. Invece, l'atteggiamento del Governo - ringrazio il Ministro Tajani per la sua risposta, che ci trova pienamente soddisfatti - è serio, corretto e responsabile.

Aggiungo a questo il richiamo alla riforma costituzionale del premierato, che condividiamo, perché finalmente, con questa riforma, non potranno accadere le cose che stanno, ad esempio, accadendo in Spagna. I Governi saranno quelli votati dagli italiani e non sarà più possibile modificare le maggioranze e fare ribaltoni. È una riforma che crediamo avvicinerà i cittadini alle istituzioni e alla politica e aiuterà a far diminuire l'astensione. Finalmente, così come accade oggi, ma oggi accade per un indirizzo politico chiaro da parte degli italiani, anche in futuro con questa riforma sarà ancora più certo e garantito che governerà chi ha avuto il mandato popolare (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

(Iniziative di competenza volte a evitare la chiusura della sede regionale dell'Aido–Associazione italiana per la donazione di organi presente in Valle d'Aosta - n. 3-00800)

PRESIDENTE. Il deputato Manes ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00800 (Vedi l'allegato A).

FRANCO MANES (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Ministro, l'AIDO Valle d'Aosta nasce nel 1975 in una regione con circa 130.000 abitanti distribuiti in 74 comuni, con un'unica unità sanitaria locale e un unico ospedale. La Valle d'Aosta è la seconda regione con un indice del dono di organi ben più alto della media nazionale, a testimonianza di una profonda cultura della donazione radicata nel territorio. Uno degli elementi fondamentali del codice del Terzo settore e anche dello statuto dell'AIDO è dare voce a tutti i soci del territorio tramite la costituzione delle sezioni comunali. A causa, però, delle caratteristiche del territorio e del numero ridotto della popolazione, non è stato possibile creare queste sezioni. Questa criticità ha portato al commissariamento dell'AIDO Valle d'Aosta, con il conseguente decadimento del direttivo locale. Nel maggio scorso si è cercato di trovare una mediazione senza risultato e oggi l'AIDO nazionale intende chiudere definitivamente la sede valdostana. Chiedo, pertanto, al Ministro se sia a conoscenza dei fatti e quali azioni intenda adottare.

PRESIDENTE. La Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, ha facoltà di rispondere.

MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. L'onorevole interrogante chiede quali iniziative di competenza si intenda assumere per evitare la chiusura dell'Associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule (AIDO) della regione Valle d'Aosta. Rappresento all'Aula che il Ministero ha effettuato un'approfondita istruttoria, coinvolgendo la competente direzione generale del Terzo settore e la regione Valle d'Aosta. Sulla scorta degli elementi acquisiti e già evidenziati dall'onorevole interrogante, emerge una criticità legata al fatto che l'AIDO, come si diceva, è strutturata su tutto il territorio nazionale e, nel perseguimento dei suoi scopi, opera secondo quanto previsto dal suo statuto e dal suo regolamento, però non avendo nella regione Valle d'Aosta le articolazioni comunali perché la regione stessa ha comunicato di avere una sola sede regionale. L'AIDO ha proceduto, in conseguenza dell'assenza dei presidi comunali, come si diceva, al commissariamento della sezione valdostana, in applicazione delle disposizioni contenute nei suoi statuto e regolamento.

Per questa ragione, come riportato dall'onorevole interrogante, il 27 maggio 2021 il consiglio regionale ha approvato una risoluzione in cui si impegnava ad adottare ogni iniziativa utile a sostegno dell'associazione finalizzata a rafforzare il suo ruolo sociale in ambito regionale.

Premesso questo, la competente direzione generale del Terzo settore del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali ha rappresentato che l'ufficio statale del Registro unico nazionale del Terzo settore, il RUNTS, costituito presso il Ministero, non gestisce le posizioni dell'AIDO nazionale né tanto meno le varie articolazioni regionali, compresa quella dell'AIDO Valle d'Aosta. Pertanto, pur tenendo conto della rilevante questione posta dall'onorevole interrogante circa una possibile chiusura della sede regionale, corre l'obbligo di precisare che il Ministero non può adottare iniziative in grado di incidere sulla sfera di autonomia propria degli enti del Terzo settore, come le decisioni di commissariamento, scioglimento e chiusura di sedi territoriali. Resta ferma ogni possibile iniziativa di ricorso, ai sensi del codice del Terzo settore, al giudice ordinario in caso di violazione di norme di legge.

Sono, però, consapevole che la vicenda segnalata presenta profili di delicatezza che meritano un'adeguata attenzione e rappresento che il Ministero del Lavoro, nel rispetto delle competenze attribuite, è disponibile a collaborare e a confrontarsi con le strutture istituzionali interessate per sostenere l'operatività delle associazioni impegnate nel settore sociosanitario che hanno come obiettivo il perseguimento di finalità altissime di solidarietà sociale.

PRESIDENTE. L'onorevole Manes ha facoltà di replicare.

FRANCO MANES (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Ministro, per la risposta. Riteniamo comunque che l'atteggiamento di AIDO nazionale non possa che essere stigmatizzato, perché non tiene conto di due cose fondamentali. La prima è che la Valle d'Aosta presenta un territorio articolato, con una geomorfologia difficile, con 74 comuni, con una popolazione complessiva limitata e con comuni con meno di 100 abitanti, in cui spesso è difficile trovare, ad esempio, chi voglia fare il sindaco o chi voglia diventare il responsabile dei Vigili del fuoco volontari; altro che costituire sezioni comunali dell'AIDO locale. La seconda è che il mondo del volontariato e dell'associazionismo, come lei sa bene, in Valle d'Aosta è un'assoluta eccellenza e funziona bene in ogni settore e non si capisce come mai la sede nazionale dell'AIDO non ne possa tenere conto. È bastato, infatti, prendere atto che nel maggio scorso si è svolta una riunione aperta a tutti gli iscritti dove è stata tentata una mediazione da parte del vicepresidente nazionale AIDO che invitava l'ex direttivo a inviare la richiesta di reintegrazione nell'AIDO nazionale e, in via eccezionale, la creazione di un singolo gruppo comunale per la regione. Purtroppo, a oggi l'AIDO non ha minimamente ritenuto di rispondere formalmente - siamo a novembre - alla PEC che è stata inviata.

Vede, Ministro, non vorrei - e concludo - che in realtà ci sia, invece, da parte di qualcuno lontano dai nostri territori un po' di disonestà intellettuale e questo, se fosse così, mi dispiacerebbe molto, non come cittadino, non come parlamentare, ma come uno dei tanti italiani o italiane che hanno avuto l'onore e la fortuna di donare - nel mio caso, un pezzo di fegato per salvare mio figlio - quando ancora la donazione da vivente era considerata mutilazione e vietata nel nostro Paese, un onore è una fortuna che tante famiglie non hanno potuto avere. Confidiamo, però, nella sua ben conosciuta sensibilità - le ultime sue parole ci confortano - per addivenire, con la sua mediazione, a una soluzione in tempi brevi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).

(Elementi e iniziative in ordine all'attuazione della legge delega in materia di politiche in favore delle persone anziane - n. 3-00801)

PRESIDENTE. La deputata Bonetti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00801 (Vedi l'allegato A).

ELENA BONETTI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. L'Italia è un Paese nel quale l'aspettativa di vita si sta allungando ma, purtroppo, a questo dato positivo non corrisponde un altrettanto incremento del dato della natalità. L'effetto conseguente di questi due fenomeni provocherà uno sbilanciamento della popolazione attiva rispetto a quella non attiva e, in previsione, gli attuali 4 milioni di anziani non autosufficienti diventeranno più di 5 milioni (5,4 milioni) nel 2050.

Evidentemente è un sistema che si prevede non rimanere sostenibile ed è per questo che nel PNRR avevamo inserito, col Governo Draghi, la necessità di una riforma strutturale e integrata delle politiche per la presa in carico della non autosufficienza, riforma portata a compimento dal Governo Meloni con la legge delega n. 33 di quest'anno.

Per questa legge servivano circa 8 miliardi di risorse aggiuntive e i decreti devono essere fatti entro il 31 gennaio del 2024. Ad oggi, i decreti mancano e soprattutto, non solo, mancano le risorse aggiuntive, ma pare che siano state ridotte.

Volevamo, quindi, chiedere conto al Governo delle intenzioni che ha rispetto all'attuazione di questa delega.

PRESIDENTE. La Ministra del lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, ha facoltà di rispondere.

MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Voglio ringraziare gli onorevoli interroganti per aver posto l'attenzione del Parlamento su un tema di grandissima importanza per il Governo e sul quale, da mesi, diversi dicasteri e istituti dello Stato sono coinvolti in un lavoro comune e coordinato, estremamente complesso, mirato a centrare l'obiettivo del PNRR, fissato al primo trimestre 2024, di adozione dei decreti attuativi della legge delega n. 33 del 2023, che introduce un sistema organico di interventi in favore degli anziani e degli anziani non autosufficienti.

L'assistenza delle persone anziane è un tema che sta particolarmente a cuore sia a me sia al Viceministro Bellucci che sta seguendo l'attuazione della delega in veste di coordinatrice dei lavori, anche con l'ausilio degli uffici della Presidenza del Consiglio.

Mi viene chiesto se si intenda rispettare le tempistiche previste per l'esercizio della delega e rispondo in maniera diretta: assolutamente, sì, è una riforma non procrastinabile e la tempestiva adozione dei decreti legislativi consentirà di rendere il nostro sistema di assistenza sociosanitaria più moderno e adeguato alle esigenze di una platea numerosa di cittadini fragili, nonché maggiormente capace di andare incontro alla popolazione over 65 che, oggi, supera il 23 per cento del totale, con prospettive di crescita nel 2050 fino al 35 per cento.

La delega, come correttamente riportato dagli interroganti, ci richiede di razionalizzare tutte le risorse a disposizione, sia dei fondi nazionali, sia del PNRR, ed è quello che stiamo facendo in un momento in cui il reperimento di nuove fonti di finanziamento pubblico non è scontato.

Nel dettaglio, dove abbiamo disponibilità per la copertura degli interventi previsti nei decreti attuativi in lavorazione, stiamo operando in termini di razionalizzazione, come richiede il legislatore delegante, finalizzando tutte le risorse in un'ottica, innanzitutto, di miglioramento del coordinamento tra i diversi attori della governance; laddove, invece, si introducano nuovi istituti bisognosi di un'autonoma copertura, vi è l'impegno del Governo a individuare risorse adeguate, anche al di là degli stanziamenti in legge di bilancio, per far partire, sin dal 2024, la sperimentazione di queste misure. In particolare, faccio riferimento alla prestazione universale di cui beneficeranno innanzitutto gli anziani più fragili, dal punto di vista sia delle condizioni di salute sia reddituali, confermando l'indirizzo del Governo di partire dai più deboli nella difficile contingenza economica in cui ci troviamo.

Per questo motivo, al di là delle cifre ipotizzate, in coscienza, dico che è arrivato il momento di un cambio di approccio, iniziando, come stiamo già facendo, dall'individuazione di una misura di sostegno agli anziani fragili che sia qualitativamente e quantitativamente migliore dell'attuale, prevedendo anche una fase di indispensabile sperimentazione che è espressamente prevista per alcuni interventi della legge n. 33 del 2023.

È giusto sottolineare che il cambio di passo che reputo necessario richiede anche di non ipotizzare importi di copertura finanziaria che prescindano dal quadro di lavoro che stiamo prefigurando rispetto alla sperimentazione, perché prematuri e slegati dal dato di realtà, tanto più che siamo al lavoro con l'INPS per declinare qualità delle azioni, platee e necessarie coperture.

In conclusione, posso dirvi che l'attenzione del Governo è massima su questa riforma tanto attesa e dal carattere innovativo, perché riconosce finalmente in Italia ai cittadini over 65 una centralità e un protagonismo sociale finora mai esistito.

PRESIDENTE. La deputata Elena Bonetti ha facoltà di replicare.

ELENA BONETTI (A-IV-RE). Grazie, Presidente, grazie, Ministra. Certamente, ci confortano le sue parole di conferma di un impegno da parte del Governo. Conosciamo la sua sensibilità e il suo operato in questa direzione. Mi lasci dire, però, che le sue parole non tolgono la preoccupazione, perché nell'utilizzo delle parole “razionalizzazione delle risorse”, intravedo chiaramente che i decreti attuativi, se non per la parte sperimentale, oggi, risultano non coperti con ulteriori risorse.

Faccio anche presente che nella legge di bilancio avete operato un taglio delle risorse destinate dalla legge alla copertura dei decreti attuativi, perché lo spostamento del fondo per i caregiver sul Fondo unico per l'inclusione delle persone con disabilità, togliendogli questa finalità, prevede, di fatto, un taglio delle coperture della legge n. 33 del 2023, così come tutte le risorse destinate nel PNRR alle case di comunità intendiamo che non saranno destinate a questa legge.

Certamente, la fase di sperimentazione è necessaria, ma non è sufficiente. Serve una “strutturalità” dei servizi, ma se aumentiamo, ed è bene che si aumentino, le risorse economiche disponibili alle famiglie, com'è stato certificato anche da Banca d'Italia, se poi si caricano le famiglie di costi ulteriori per la gestione e la presa in carico degli anziani, questo ha un effetto totalmente negativo.

Abbiamo votato questa legge, Ministra, con la fiducia che il Governo potesse rapidamente portarla ad attuazione con le necessarie coperture. Questo, oggi, non ci sembra ancora all'orizzonte, non ci sembra ancora possibile e, tra l'altro, devo dire che questo Governo non sta certo brillando per capacità attuativa: siamo a un 40 per cento dei decreti attuativi, ricordo che il Governo precedente era al 70 per cento. La media mensile dei decreti attuativi di questo Governo è di 26 al mese e quella del precedente Governo era di 70.

Allora, più che continuare ad andare avanti con la decretazione d'urgenza, col cuore le chiedo, Ministra: porti avanti con forza le sue intenzioni, ma dia finalmente attuazione a questa legge e alle altre leggi strutturali che meritano questo tipo di implementazione (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

(Elementi in ordine all'utilizzo dei cosiddetti buoni lavoro nei settori alberghiero e della ristorazione e chiarimenti in merito alla compatibilità di tale strumento con la Naspi per i lavoratori stagionali dei medesimi comparti - n. 3-00802)

PRESIDENTE. La deputata Nisini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00802 (Vedi l'allegato A).

TIZIANA NISINI (LEGA). Grazie, Presidente. Ministro Calderone, il tema dell'interrogazione riguarda i voucher. Con la legge di bilancio per il 2023 è stato potenziato l'utilizzo di queste prestazioni di lavoro occasionale, ripristinando, di fatto, la volontà del legislatore con la loro introduzione nel 2003, con la cosiddetta legge Biagi.

Dal 1° gennaio 2023, dunque, è consentito il ricorso ai buoni lavoro per i settori dell'agricoltura, del comparto HoReCa, quindi, l'industria alberghiera, e della cura della persona; in particolar modo, per quel che riguarda i lavori domestici.

Il buono lavoro, per - scusate la ripetizione - buona pace di tanti, ha un valore nominale di 12,41 euro lordi, 9 euro netti, e un tetto di reddito per i lavoratori fino a 10.000 euro l'anno, 15.000 per il comparto termale, fieristico, eventistica e parchi divertimento.

Lo strumento dei voucher è indubbiamente utile per sopperire alla carenza di personale in situazioni particolari e uno strumento valido per regolarizzare il lavoro stagionale e anche quello occasionale. È uscita una circolare dell'INPS, la n. 89 del 7 novembre 2023, che ha fornito chiarimenti in merito alla compatibilità e cumulabilità delle prestazioni di lavoro occasionale in agricoltura, con NASpI e Dis-Coll. Permangono, però, dubbi in merito all'utilizzo e alla compatibilità nel settore alberghiero e della ristorazione, dubbi che sono stati sollevati da tutte le associazioni di categoria che si trovano in difficoltà con i loro associati circa la possibilità di utilizzare i voucher per i lavoratori stagionali.

Inoltre, vorremmo sapere quale sia il numero di voucher utilizzati nell'anno in corso, sia nel settore alberghiero, sia in quello della ristorazione. Abbiamo necessità di avere anche chiarimenti proprio sull'utilizzo dei voucher con chi è in NASpI, quindi, con i lavoratori stagionali del settore alberghiero e della ristorazione.

PRESIDENTE. La Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, ha facoltà di rispondere.

MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Presidente, l'interrogazione presentata dagli onorevoli mi dà l'occasione per fornire chiarimenti in merito all'utilizzo dei buoni lavoro nell'ambito del settore alberghiero e della ristorazione. Voglio preliminarmente sottolineare che i buoni lavoro, più comunemente conosciuti come voucher, rappresentano un'occasione per rispondere alle esigenze derivanti da quelle prestazioni di carattere eccezionale e, dunque, non inquadrabili per ragioni differenti all'interno delle tipologie contrattuali di lavoro dipendente.

D'altronde, non possiamo disconoscere le evoluzioni del mondo del lavoro che ormai da tempo sono in atto ma, anzi, dobbiamo utilizzare gli strumenti a nostra disposizione o crearne di nuovi, affinché i lavoratori, in primis, ma anche i datori di lavoro godano di tutte le tutele garantite dai princìpi fondamentali del nostro ordinamento. In questo senso, i voucher possono rappresentare uno strumento utile per regolarizzare il lavoro occasionale, sempre e solo se accompagnati da controlli molto rigidi. Per questa ragione, con la scorsa legge di bilancio abbiamo deciso di intervenire introducendo alcune significative modifiche alla disciplina del contratto di prestazione occasionale. In particolare, con riferimento alle aziende alberghiere e alle strutture ricettive che operano nel settore del turismo abbiamo ritenuto di assimilare i limiti dimensionali per l'acquisizione delle prestazioni occasionali a quelli previsti per tutti gli altri utilizzatori, ovvero fino a 10 lavoratori subordinati a tempo indeterminato. Abbiamo anche provveduto a innalzare il limite economico per l'utilizzo dei voucher stessi.

Sottolineo poi che con la legge di bilancio 2023 è stata eliminata la limitazione precedentemente prevista per queste aziende per l'impiego soltanto di alcune categorie di lavoratori, quali disoccupati, studenti e pensionati, percettori di prestazioni a sostegno del reddito. Preciso che, al fine di rendere maggiormente flessibile l'impiego del contratto di prestazione occasionale da parte delle imprese alberghiere e delle strutture ricettive che operano nel settore del turismo, la normativa vigente prevede che la comunicazione delle prestazioni giornaliere possa avvenire anche con riferimento all'arco temporale.

Proprio con riferimento a queste comunicazioni, posso riportare un dato, credo, molto interessante, fornito dall'INPS, circa il valore medio della durata giornaliera delle prestazioni, che, attualmente, è pari a 6,94 ore, quindi 7 ore. Per quanto attiene, invece, ai dati richiesti dagli onorevoli interroganti, le informazioni fornite dall'istituto mi consentono di affermare che, nel settore alberghiero, a fronte di 113.866 ore lavorate, il totale degli importi pagati è poco più di 1.100.000 euro. Per quanto riguarda il settore della ristorazione, secondo i dati finora estrapolati, il totale delle ore lavorate è pari a 1.241, per un importo pagato di circa 13.000 euro. Non vi è, pertanto, un abuso abnorme dei voucher.

Vengo ora al tema della compatibilità delle prestazioni in esame con la NASpI, confermando che vige un principio generale di compatibilità dell'indennità di disoccupazione con i compensi da prestazioni di lavoro occasionali, come peraltro già chiarito dall'INPS con la circolare n. 174 del 2017. Ricordo, infine, che questo strumento garantisce in ogni caso i diritti e le tutele per i lavoratori con la copertura assicurativa INAIL, la contribuzione previdenziale, nonché il mantenimento dello status di disoccupazione entro i limiti stabiliti dalla legge.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare la deputata Nisini.

TIZIANA NISINI (LEGA). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, sono pienamente soddisfatta della risposta all'interrogazione, sia per i dati che ci ha fornito sulle ore lavorate sia per quel dato aggiuntivo, da noi non richiesto, quello della durata giornaliera, che è poco meno di 7 ore al giorno. Ciò va a sfatare quella fake news per cui gli albergatori e i ristoratori abusano dello strumento del voucher, magari prendendo un lavoratore per 1 ora e facendolo lavorare per 7 ore. I lavoratori con i voucher, in media, lavorano 7 ore al giorno. Questa soddisfazione non è tanto mia ma è più degli albergatori e dei ristoratori che spesso vengono accusati di questo.

Il tema della compatibilità tra la NASpI e il voucher per quei lavoratori stagionali, proprio per questi comparti che in questi anni hanno sofferto molto, come l'alberghiero e la ristorazione, è una risposta importante, una risposta che ci è stata chiesta più volte a gran voce da tutte le associazioni datoriali ma anche dagli albergatori e dai ristoratori stessi, perché tutte le modifiche positive portate avanti da questo Governo, con la legge di bilancio e poi con i provvedimenti che si sono susseguiti, avevano creato un po' di incertezza. Questo è un chiarimento importante, soprattutto per quei periodi dell'anno in cui sia i ristoranti sia, soprattutto, gli alberghi, a volte sono costretti a rimanere chiusi proprio perché non hanno un'apertura continuativa ma sporadica. La possibilità di riprendere il personale stagionale che è in NASpI, attraverso il buono lavoro, dà l'opportunità, comunque, di mantenere l'attività e anche di incrementare la NASpI del lavoratore stagionale. Grazie, Ministro, per la risposta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro Tajani per essere rimasto.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Conte. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE CONTE (M5S). Signor Presidente, mi permetta di intervenire sull'ordine dei lavori, perché il Ministro Tajani, nel rispondere a degli interroganti, altri che non fanno parte del mio gruppo, è ritornato sul quesito che gli abbiamo posto noi, e si è rivolto a me personalmente, con tono alterato, affermando di non sentirsi correttamente dato sopra di sé l'appellativo di “codardo”.

Allora, signor Presidente, chiedo di intervenire per un motivo, innanzitutto, perché al Ministro Tajani non mancano le occasioni, essendo un autorevole esponente del Governo, per parlare nelle varie situazioni pubbliche con il favore anche dei riflettori mediatici. È chiaro che, essendo intervenuto rispondendo a un altro quesito e rivolgendosi a me personalmente, ha violato il Regolamento.

Ora, non ho problemi nel merito, ovviamente, a confrontarmi con il Ministro Tajani, però questa violazione del Regolamento (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE)

PATRIZIA MARROCCO (FI-PPE). Qual è l'articolo?

GIUSEPPE CONTE (M5S). …altera completamente non solo le regole della Camera e del Regolamento parlamentare, ma anche la logica di una simmetria e di un contraddittorio. Quindi, lo rende completamente asimmetrico.

ROSSANO SASSO (LEGA). Non è sull'ordine dei lavori! Ma qual è l'ordine dei lavori?

GIUSEPPE CONTE (M5S). Cioè, mi spiego meglio. Se il Ministro Tajani (Proteste di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE… Scusate, colleghi, questo riguarda anche voi…

PRESIDENTE. Scusate, scusate… Perdonatemi…

GIUSEPPE CONTE (M5S). …a meno che non pensiate di stare sempre nella maggioranza, con Ministri che parlano senza rispettare l'ordine (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Proteste di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE -)

PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Conte, la prego di rimanere nell'ambito del Regolamento.

GIUSEPPE CONTE (M5S). Scusi, Presidente, non sento.

PRESIDENTE. La prego di rimanere nell'ambito del Regolamento: intervento sull'ordine dei lavori, non oltre.

GIUSEPPE CONTE (M5S). Allora, il tema è questo. Presidente, si crea, ovviamente, un'alterazione del contraddittorio, perché il Ministro, come ho già spiegato nel mio intervento, oltre a non aver compreso, credo in buona fede, il quesito, perché non ha risposto al nostro quesito sul cessate il fuoco ma ha risposto sugli aiuti umanitari in generale (Commenti di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), in più mi risponde e mi attribuisce la volontà di avergli attribuito un appellativo su qualità temperamentali e caratteriali sue personali, che, invece, esulano da quello che è un giudizio politico, che rivendico, di vigliaccheria del Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Proteste di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE)!

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Conte. Ringrazio di nuovo il Ministro Tajani per essere rimasto fino al termine del question time.

Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 16,20 (Proteste dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE)!

La seduta, sospesa alle 16,08, è ripresa alle 16,10.

PRESIDENTE. Chiedo scusa, chi aveva chiesto la parola? Onorevole, Pittalis, prego, riapro la seduta e chiedo scusa all'Assemblea, non ho sentito che aveva chiesto la parola. Prego, ne ha facoltà. Sull'ordine dei lavori, immagino.

PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Esattamente, Presidente, perché non è consentito a nessuno in quest'Aula, pur nel libero confronto democratico, di intervenire come è intervenuto, peraltro, non un qualunque deputato ma chi ha rivestito ruoli istituzionali, per rivolgersi in questo modo nei confronti di chi siede sui banchi del Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Fratelli d'Italia). Questo è davvero inammissibile, perché, se uno ha una questione personale da sottoporre, lo fa come questione personale a conclusione dei lavori. Su questo, Presidente, siccome non è consentito a chi ha (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

PRESIDENTE. Per cortesia, onorevole Torto… per cortesia, onorevole Torto… aspetti, aspetti… Onorevole Donno, per cortesia! Onorevole Donno, per cortesia! Facciamo parlare l'onorevole Pittalis. Basta! Sentiamo l'onorevole Pittalis.

PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Ecco, io richiamo la Presidenza, perché non è consentito a nessuno di rivolgersi con espressioni quali quelle che abbiamo sentito nei confronti dei nostri rappresentanti del Governo. È utile e pure opportuna la critica sul piano politico, ma non ci si può rivolgere a un Ministro con l'espressione che ho sentito dall'ex Presidente Conte (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Fratelli d'Italia), che pensa che ancora oggi possa utilizzare gli strumenti di quella sciagurata esperienza che lo ha visto Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Fratelli d'Italia - Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà alle 16,20.

La seduta, sospesa alle 16,12, è ripresa alle 16,20.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 88, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

In morte dell'onorevole Antonio Del Monaco.

PRESIDENTE. Comunico che è deceduto l'onorevole Antonio Del Monaco, già membro della Camera dei deputati nella XVIII legislatura.

La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Ha chiesto di parlare per un breve ricordo l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per esprimere, a nome del gruppo politico del MoVimento 5 Stelle e di tutti i colleghi dell'Aula, il nostro cordoglio ai familiari di Antonio Del Monaco. Antonio è stato un militare di carriera, uno psicologo, una persona che si è spesa a tutela dei più deboli, dell'ambiente, una persona che ha lottato contro le devianze sociali.

Antonio Del Monaco, se volete, cari colleghi, lo possiamo ricordare come l'espressione della società civile, un riferimento veramente del proprio territorio prestato alla politica. Persino chiamarlo, forse, ex parlamentare può essere riduttivo.

Credo che il miglior modo per ricordare Antonio Del Monaco sia immaginarlo quando, davanti a una manifestazione contro la “terra dei fuochi”, indossa una maglietta bianca con su scritto: “Amata terra mia”: la sua città, la sua Maddaloni, la sua provincia, la Terra di Lavoro, la provincia di Caserta.

Antonio si è speso tantissimo, il suo faro e il suo percorso umano, sociale, politico, per la lotta alla legalità. Non ultimo, ha sollecitato tutte le istituzioni affinché venisse abbattuto il bunker del superboss della camorra Michele Zagaria a Casapesenna, cosa accaduta a febbraio del 2023 di quest'anno, quindi anche grazie al contributo di Antonio Del Monaco.

Presidente, colleghi, all'inizio di questa brutta malattia, che ce l'ha portato via, Antonio Del Monaco ricordava che, forse, sono state proprio quelle discariche che lui ha avversato ad essere state l'origine del suo male incurabile. Come ha lottato con forza contro le discariche, ha lottato con forza, con la fede, contro la malattia. Ciao Antonio, ti ricorderemo (Applausi – Deputati si levano in piedi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Deidda. Ne ha facoltà.

SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie, Presidente. Mi unisco al collega Santillo nel cordoglio e nelle condoglianze alla famiglia del generale Del Monaco, a tutta la comunità del MoVimento 5 Stelle, perché ho avuto la fortuna di essere collega in Commissione difesa del collega Del Monaco, del generale, e posso testimoniare il valore della persona, il valore del politico, perché non è passata inosservata la sua presenza in una sola legislatura in questo Parlamento, sempre preciso, sempre puntuale. Anche quando la malattia l'ha colpito, l'ha trovato, invece, sempre pronto e sempre partecipe ai lavori di quella Commissione, che ha avviato alcune riforme importanti. Porta anche la sua firma la proposta di legge volta a differire il termine previsto dalla legge n. 244 del 2012, perché lui amava le Forze armate, ma, soprattutto, sapeva collaborare con tutte le forze politiche.

L'altro giorno, appresa la notizia, ci siamo sentiti con i vecchi colleghi della Commissione, con il presidente Rizzo, con tutti i componenti del MoVimento 5 Stelle, con i colleghi di quella Commissione difesa, che ha lavorato con grandi unità anche grazie ad Antonio Del Monaco. Quindi, veramente, un grande ricordo e un grande grazie ad Antonio per tutto il lavoro che ha fatto.

Ripeto, non è facile passare e lasciare un segno in quest'Aula: lui ci è riuscito e questo dimostra quanto fosse bravo e quanto fosse grande anche per una forza di opposizione, come Fratelli d'Italia. Quindi, un grande cordoglio e ancora condoglianze alla comunità dei 5 Stelle (Applausi).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Deidda. Salutiamo di nuovo Antonio. Fai buon viaggio, Antonio.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 1437-A.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 1437-A​)

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 1437-A. Ricordo che, nella parte antimeridiana della seduta, è stato, da ultimo, approvato l'ordine del giorno n. 9/1437-A/35 Curti, come riformulato, e che risultano accantonati gli ordini del giorno n. 9/1437-A/3 Fossi e n. 9/1437-A/20 Fornaro.

Passiamo adesso all'ordine del giorno n. 9/1437-A/36 Francesco Silvestri, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, ove riformulato.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fenu. Ne ha facoltà.

EMILIANO FENU (M5S). Grazie. Non accetto la riformulazione, vorrei svolgere la dichiarazione di voto e illustrare il contenuto di quest'ordine del giorno. Il tema è di strettissima attualità: le rate dei mutui per le famiglie sono aumentate del 70 per cento. Nel testo dell'ordine del giorno siamo stati anche abbastanza gentili con il Governo, perché abbiamo scritto che le misure adottate dal Governo per il contrasto dell'aumento dei tassi d'interesse non hanno sortito l'effetto annunciato. Siamo stati cortesi, perché, in realtà, non c'è stata alcuna misura per contrastare l'aumento dei tassi di interesse.

Il punto è che, qualche giorno fa, è stato pubblicato uno studio dell'associazione Save your home, insieme a Nomisma, che ci ha ricordato che il 79 per cento delle famiglie ha un reddito inferiore a 30.000 euro e, di queste, il 31 per cento inferiore a 10.000 euro. Quindi, è evidente che queste famiglie non solo non riescono a far fronte alle spese di vita ordinarie, ma non riescono per niente a far fronte alle spese di vita straordinarie. Quindi, con un aumento dei tassi di interesse e il conseguente aumento delle rate dei mutui del 70 per cento, è evidente che queste famiglie stanno andando incontro all'insolvenza.

Qui, diversi partiti politici, tra cui il principale partito che ha espresso il Presidente del Consiglio, hanno presentato alcune proposte di legge per cercare di tutelare i diritti dei cosiddetti debitori esecutati. Quindi chiedo: non è meglio cercare di prevenire le esecuzioni, di prevenire le sofferenze, ad esempio, andando incontro alle famiglie che stanno pagando i mutui e che rischiano di perdere la casa, di vedersela pignorata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e di vedere il loro credito venduto a due spiccioli dalle banche alle società di cartolarizzazione? Quindi, anziché arrivare dopo con le vostre proposte di legge, che noi condividiamo, perché ne abbiamo proposte di analoghe, perché non fare, invece, misure vere per sostenere le famiglie nel pagamento della rata dei mutui? Invece, abbiamo visto che si è fatto finta di essere Robin Hood, però l'effetto è stato sceriffo di Nottingham.

Quindi, si è fatto finta di colpire gli extraprofitti bancari, che sappiamo derivare proprio dall'aumento dei tassi di interesse, e, invece, alla fine, si è offerta un'occasione alle banche di ricapitalizzarsi, quell'occasione che è venuta a mancare per le imprese, a cui questo Governo ha deciso di togliere l'ACE, che era una misura che funzionava e consentiva alle imprese normali, non alle banche, di ricapitalizzarsi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ma questo problema, Presidente, non riguarda soltanto le famiglie, riguarda le imprese, perché, mentre alle banche si dà la possibilità di non pagare - e le principali banche italiane hanno, infatti, già detto che non pagheranno l'imposta, ma accantoneranno 2,5 volte l'imposta a patrimonio -, alle imprese si applicano nuove imposte, imposte palesi, ma anche imposte occulte. Io non so se i colleghi della maggioranza si siano resi conto di cosa c'è dentro la legge di bilancio: c'è un obbligo per tutte le imprese di pagare una polizza contro le calamità, una polizza la cui entità non riescono a stabilirla nemmeno le compagnie di assicurazione, però qualcuno ha già fatto alcuni conti a spanne e si tratta di un'imposta occulta di 20 miliardi nei confronti di 4 milioni di imprese iscritte alla Camera di commercio.

Quindi alle banche diamo tutte le facoltà che vogliono e alle imprese normali, che già si vedono definanziate tutte le misure di sostegno agli investimenti, con quella recessione che ci sta arrivando addosso, applichiamo pure un'imposta occulta di 20 miliardi. Complimenti al Governo e chiediamo di ravvedersi sia sul sostegno mancato alle famiglie e alle imprese contro il rincaro delle rate dei mutui e dei prestiti, e il rialzo dei tassi di interesse, sia sul reperimento vero, non finto, di risorse dagli extraprofitti delle banche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/36 Francesco Silvestri, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1437-A/37 Auriemma, accolto come raccomandazione. Onorevole Auriemma?

CARMELA AURIEMMA (M5S). Presidente, non accetto la raccomandazione e chiedo di metterlo in votazione.

PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/37 Auriemma, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1437-A/38 Alifano, su cui vi è un parere favorevole se riformulato. Onorevole, accetta la riformulazione?

ENRICA ALIFANO (M5S). No, nonostante il parere sia favorevole, e quindi questo ci potrebbe tranquillizzare, però, a parte l'espunzione delle premesse, c'è una parte del parere dato dal Governo che non ci soddisfa affatto, vale a dire la verifica della possibilità. Presidente, voglio sottolineare che non è proprio più tempo di verificare la possibilità, non è più tempo perché abbiamo un'inflazione che oramai viaggia a due cifre, anche se ultimamente c'è stata una leggera battuta d'arresto. Non è più tempo perché le rate dei mutui sono schizzate in modo vertiginoso e le famiglie che hanno contratto mutui a tasso variabile adesso non hanno le risorse per poterli pagare. Non è più tempo anche perché il PIL non cresce, ma non cresce perché non crescono i consumi, e questo non lo dico io, è stato sottolineato poco tempo fa, in un'audizione che si è tenuta dinanzi alle Commissioni bilancio congiunte di Senato e Camera, dal Vice Capo del dipartimento di economia e statistica della Banca d'Italia. Mi preme sottolineare le parole che ha espresso in questa relazione. Ha detto testualmente che secondo le stime preliminari dell'Istat, e dunque anche della Banca d'Italia …forse nessuno vuole ascoltare queste parole, ma credo che poi si riverbereranno sul nostro Paese e su quello che verrà nel prossimo futuro. Stavo dicendo, ha detto: «Secondo le stime preliminari dell'Istat e in linea con le nostre attese, la crescita del prodotto, assai volatile nella prima metà dell'anno, è stata nulla nel terzo trimestre. Anche nel settore dei servizi sembra essere terminata la prolungata fase di espansione iniziata con le riaperture successive alla pandemia». La nostra economia versa in uno stato comatoso. Con quest'ordine del giorno che cosa si chiedeva? Si chiedeva di dare una boccata di ossigeno a quelle famiglie che avevano acceso un mutuo per l'acquisto della prima casa e che ora si trovano a pagare delle rate che, come dicevo prima, sono schizzate. Ma c'è timidezza da parte di questo Governo nel non accettare in toto l'ordine del giorno, una timidezza che noi non possiamo assolutamente condividere.

Credo che sia necessario un ripensamento, urge un ripensamento. Probabilmente non ci sono le risorse che si pensava che sarebbero state ricavate dalla tassazione sugli extraprofitti bancari, ma era da prevedere, perché un'imposta facoltativa non può determinare un aumento di gettito, lo diceva prima anche il collega. Le banche hanno preferito patrimonializzare, piuttosto, ovviamente, che versare le imposte al fisco. Rimane però l'urgenza, rimane l'urgenza di aiutare le famiglie, di aiutare le famiglie che hanno acceso rate di mutuo, perché la loro difficoltà si riverbererà di necessità sull'intero sistema economico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/38 Alifano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1437-A/39 Donno, su cui c'è un parere favorevole, se riformulato. Onorevole Donno?

LEONARDO DONNO (M5S). Presidente, se fosse possibile riascoltare la riformulazione.

PRESIDENTE. Prego, Vice Ministro.

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Presidente, viene riformulato nel senso che viene espunta l'ultima premessa e l'impegno viene riformulato come segue: “a valutare la possibilità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di prorogare la riduzione di accisa e di imposta sul valore aggiunto sui carburanti”.

PRESIDENTE. Onorevole Donno?

LEONARDO DONNO (M5S). No, Presidente, non posso accettare la riformulazione e chiedo di intervenire.

PRESIDENTE. Prego.

LEONARDO DONNO (M5S). Si tratta sempre, ovviamente, di tassare gli extraprofitti, ed è in questa direzione che si dovrebbe muovere il Governo, che in campagna elettorale annunciava di essere pronto e che la pacchia sarebbe finita non solo in Europa, ma anche per i poteri forti, per coloro i quali erano nemici degli italiani. Poi invece sono arrivati al Governo, hanno promesso di tutto e hanno fatto esattamente il contrario. Nello specifico, sull'aumento delle accise della benzina causato da loro, perché hanno tolto ovviamente lo sconto sulle accise, abbiamo parlato diverse volte nei mesi scorsi, ma tutti ricorderanno la Presidente del Consiglio in primis, ma anche il Ministro Salvini, più volte in campagna elettorale, ma anche negli anni precedenti, che promettevano che una volta al Governo avrebbero tolto queste accise. Questo non è successo, c'era la possibilità di intervenire sull'errore fatto dal Governo in legge di bilancio quando è stato tolto quello sconto sulle accise, ma evidentemente, è questa la verità, non hanno il coraggio di andare a toccare quei cosiddetti poteri forti che invece oggi stanno coccolando. Da un lato stanno massacrando il ceto medio, non danno risposte alle imprese, perché in questa legge di bilancio non c'è nulla per le imprese, tant'è che anche Bonomi stesso ha detto che questa è una manovra veramente misera per quanto riguarda le imprese, ma non c'è nulla sul carovita, sul caro mutui e anche sulle accise. Sul caro mutui mi voglio collegare all'intervento svolto dal collega Fenu sull'ordine del giorno a firma Francesco Silvestri. Proprio sulle banche noi eravamo rimasti sorpresi, anche un po' spiazzati, lo ammetto, della presa di posizione del Governo, della Presidente del Consiglio in persona, che aveva deciso di tassare gli extraprofitti conseguiti dalle banche.

Voglio fare una citazione. Non voglio utilizzare le mie parole, perché potrei essere considerato di parte, ma voglio utilizzare proprio le parole della Presidente del Consiglio - anzi, del signor Presidente del Consiglio - del 9 agosto che diceva: ci sono stati utili record e abbiamo deciso di intervenire sulla differenza ingiusta del margine di interesse per aiutare le famiglie in difficoltà con i mutui. Poi, ancora dichiarava, dopo qualche settimana, quando era iniziata la polemica anche all'interno della maggioranza, che la misura sugli extra profitti delle banche sarebbe rimasta e che non sarebbe stata fatta marcia indietro. Questo lo prometteva sempre la Presidente del Consiglio, Meloni, che aggiungeva a queste dichiarazioni: io non tasserò mai il legittimo profitto imprenditoriale e agirò sempre per aiutare a creare ricchezza, però non intendo difendere le rendite di posizione; non mettiamo in difficoltà alcuna banca, è solo un provvedimento che interviene, con garbo, in un momento di difficoltà per tante persone.

Bene, Presidente, è passata qualche settimana da quel settembre e da quelle dichiarazioni di agosto e cos'è successo? Qualche giorno fa Il Sole-24 Ore pubblica un report sul record di profitti fatti proprio dalle banche nell'ultimo trimestre. Parliamo di 16,5 miliardi di euro, l'80 per cento in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Lo sapete che cosa andrà a recuperare il Paese dopo le varie modifiche fatte da questa maggioranza e da questo Governo? Che cosa andrà agli italiani, per aiutare proprio quegli italiani in difficoltà, della tassazione sugli extraprofitti? Zero. Zero, come il coraggio che avete di andare a colpire. Una cosa buona avevate fatto, copiare una proposta del MoVimento 5 Stelle, del nostro capogruppo Francesco Silvestri. Siete riusciti a stravolgere anche quella norma e grazie a voi, che avete reso quella norma sulla tassazione facoltativa, non andremo a incassare nemmeno un euro. Quindi, ai cittadini ai quali avete raccontato per settimane che voi eravate i patrioti che andavano a colpire le banche per aiutare questi cittadini in difficoltà a pagare le rate dei mutui, dovete andare adesso a raccontare la verità, ossia che è vero che in questo caso siete dei codardi, avete preferito tutelare i poteri forti …

PRESIDENTE. Onorevole, la prego.

LEONARDO DONNO (M5S). …e le lobby delle banche e abbandonare il ceto medio e i cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Per cortesia, usiamo sempre un linguaggio consono all'Aula.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/39 Donno, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1437-A/40 Fenu, con parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fenu, che ha 40 secondi. Ne ha facoltà.

EMILIANO FENU (M5S). Grazie, Presidente. Io ho già illustrato quest'ordine del giorno, però ricordo che l'aumento del costo del carburante nei mesi di agosto, settembre e ottobre è stato causato anche dalla decisione del Governo, inutile, di fare esporre ai distributori di carburanti i prezzi medi regionali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/40 Fenu, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1437-A/41 Dell'Olio, accettato come raccomandazione dal Governo. Chiedo al presentatore se accetti la raccomandazione.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Grazie, Presidente. Non accetto la riformulazione come raccomandazione e vorrei intervenire. Quest'ordine del giorno interviene di nuovo sulla questione dei carburanti, cioè sul fatto che il prezzo dei carburanti non si sta abbattendo e il Governo non sta facendo nulla. Quest'ordine del giorno voleva chiedere di inserire all'interno dei parametri che si devono considerare per il valore dei carburanti - quindi, quelli che devono andare a incidere sull'IVA - altri parametri, come in questo caso il Platt's CIF Med. Ora, per esemplificare, il sistema di accisa mobile attualmente in vigore va a variare solamente di pochi centesimi ed ecco perché volevamo chiedere al Governo di rivedere una raccomandazione che non ha alcun senso - quando bisognerebbe intervenire - visto che non vuole mettere soldi per abbassare il costo del carburante. Invece si dovrebbe variare la valutazione del prezzo andando a considerare altri parametri che variano tanto - quelli sì - perché il prezzo del barile incide per una piccola parte sul prezzo della benzina, circa per il 35 per cento. Il costo della benzina è impattato molto dai costi di transazione di queste valutazioni, questo famoso Platt's, che è un'agenzia che definisce i prezzi dei prodotti raffinati. Questo è un indice che varia molto perché va a coprire una serie di costi diversi da quelli del barile, che è più o meno stabile. Anzi, sta scendendo il suo prezzo ma non scende il prezzo della benzina, perché è quell'altro prezzo, è quel Platt's che va a impattare.

Se voi non decidete di valutare, di cambiare e di agganciare il sistema dell'IVA a questo parametro non avremo una riduzione dei prezzi. Questo lo potreste fare, banalmente, senza andare a mettere costi. Ecco era questo che voleva l'ordine del giorno. Ci saremmo aspettati almeno una valutazione, una possibilità, un accoglimento favorevole, ma una raccomandazione su una cosa del genere dà il senso veramente che non si voglia fare nulla. Quindi, noi chiediamo al Governo di rivedere la posizione; in caso contrario chiediamo di metterlo in votazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Prendo atto che la Vice Ministra non intende intervenire.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/41, Dell'Olio, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1437-A/42 Appendino, con parere contrario del Governo.

Ha chiesto di intervenire l'onorevole Appendino. Ne ha facoltà.

CHIARA APPENDINO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo perché nel dichiarare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle vorrei far notare a quest'Aula, in particolare ai colleghi della maggioranza, che quello di cui stiamo trattando in quest'ordine del giorno, il tema dei carburanti, è l'ennesimo tradimento elettorale. Abbiamo perso il conto: dalle pensioni, a Opzione Donna, al tema dei migranti. Però, mi sento di dire che questo tradimento elettorale è forse anche uno dei più goffi e di più meschini. Siccome voglio usare questo aggettivo, che ha un certo peso, per farlo e non sembrare ideologica vorrei ripercorrere qui le tappe di questo percorso.

Tappa numero 1: 2019, la Giorgia Meloni di popolo, ce la ricordiamo. Bene, in un bellissimo video diventato virale - peraltro, ancora oggi gira, per fortuna, per la memoria degli italiani - cosa fa Giorgia Meloni? Dice chiaramente che le accise sono una vergogna dello Stato e vanno abolite. Attenzione, è una promessa detta e ridetta, venduta e rivenduta tante, tante volte.

Tappa numero 2: la propaganda perpetrata tramite questo video e poi nei mesi successivi - insieme all'alleato Salvini che, ovviamente, ci ha messo del suo, come fa spesso - fa sì che questa propaganda culmini in qualcosa di importante, ossia in una vera e propria promessa. Come sanno benissimo i colleghi della Lega e di Fratelli d'Italia, che fan finta di dimenticare, questa propaganda diventa promessa perché sono tasselli scritti nero su bianco sui loro programmi della campagna elettorale.

Arriviamo alla tappa numero 3: succede purtroppo - lo dico per il Paese, ma questa è la democrazia - che il centrodestra vince le elezioni e quindi quella promessa che prima era propaganda, era un video, diventa un bel bottino di voti, grosso e importante.

Arriviamo ad oggi, Presidente, alla tappa numero 4, quella che forse qualcuno cerca di non voler far capire ai propri elettori, che però è quella più importante, cioè il momento in cui si consuma il tradimento.

Colleghi, io potevo immaginare che le vostre fossero promesse da marinai poiché era impossibile eliminare le accise in così poco tempo, ma nemmeno il MoVimento 5 Stelle, che certamente ha pochissima fiducia in voi, poteva pensare che, come primo atto, avreste fatto l'esatto opposto di quello che avevate promesso. Infatti, cosa avete fatto? Non avete tolto le accise, ma avete tolto lo sconto sulle accise, quindi proprio l'opposto.

Ma non finisce qui. Dunque, perché è un tradimento meschino e non solo un tradimento elettorale? Perché siccome, secondo me, un pochino vi vergognate perché un po' di dignità per fortuna ce l'avete, e siccome il prezzo della benzina sale - perché è l'aritmetica, togliete uno sconto - che cosa serve? Serve un capro espiatorio, serve qualcuno a cui addossare la colpa, qualcuno su cui far ricadere questa responsabilità. Allora, arriva la scelta magnifica di incolpare un'intera categoria di lavoratori e lavoratrici, ossia i benzinai, che avete messo alla gogna. Si sono presi insulti, magari anche qualche sputo in quei giorni in cui lavoravano, e questo è un atteggiamento davvero ignobile.

Allora, arrivo a quest'ordine del giorno, Presidente. Siccome dovevano tirare fuori qualcosa per far vedere che si stavano occupando del prezzo che saliva, ecco che il Ministro trova una soluzione veramente magnifica, cioè l'esposizione del cartello con il prezzo medio. Vi avevamo detto tutti che l'esposizione del cartello sarebbe stata certamente inutile: l'ha detto il MoVimento 5 Stelle, l'hanno detto le associazioni di categoria, l'ha detto l'Antitrust, che certamente non è grillina; ma voi niente. Andate avanti e questo cartello si mostra non solo inutile ma anche dannoso, come peraltro aveva già anticipato l'Antitrust.

Poi, passano i mesi e il TAR del Lazio dichiara illegittimo questo cartello. Allora, siccome il Ministro Urso ha collezionato una serie di figuracce infinite - io francamente le ho perse - speravamo che almeno in questo caso, almeno a fronte di una sentenza, a fronte di quanto detto dal TAR, avesse un sussulto di dignità - vado a chiudere, Presidente - e dicesse: basta con questo cartello medio.

Con l'ordine del giorno vi chiediamo di fare questo: basta, stop, perché di figuracce ne abbiamo già fatte; i benzinai li abbiamo fatti arrabbiare, gli italiani li abbiamo fatti pagare di più, ma qualcosa di buono lo potremo fare magari usando la scusa del TAR. E invece no! Andate avanti come treni.

Quindi, Presidente, io dico che è un peccato, perché quest'Aula avrebbe potuto dare un segnale importante al Paese e non sarebbe stato comunque sufficiente, perché io credo che i benzinai, gli italiani e tutti coloro che hanno subito le conseguenze di questa scelta scellerata si aspettassero le scuse. Ma evidentemente non solo non c'è la dignità per chiedere scusa ma non c'è neanche la dignità per capire che, quando si sbaglia, sarebbe meglio fare un passo indietro. Quindi, Presidente, dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/42 Appendino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

L'ordine del giorno n. 9/1437-A/43 Aiello è accolto come raccomandazione, previa riformulazione. Onorevole Aiello, accetta la riformulazione?

DAVIDE AIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Potrei riascoltare la riformulazione del Governo?

PRESIDENTE. Prego, Vice Ministra.

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. È accolto come raccomandazione l'impegno e viene espunta la penultima premessa.

PRESIDENTE. Onorevole Aiello, accetta la riformulazione?

DAVIDE AIELLO (M5S). Presidente, non accetto la riformulazione e, quindi, non accetto la raccomandazione del Governo. Chiedo di intervenire per spiegare le ragioni e invogliare e stimolare il Governo a un cambio di parere e, quindi, a un accoglimento pieno di quest'ordine del giorno.

Presidente, l'aumento del costo dei carburanti è un problema fortemente sentito da tutto il tessuto economico e sociale del Paese. Se pensiamo che ciò si aggiunge al caro mutui, all'aumento dei beni di prima necessità, all'aumento del carrello della spesa, al caro affitti, all'aumento dei libri di testo, alla forte inflazione che pesa sulle famiglie e sulle imprese, possiamo dire che gli italiani hanno bisogno di soluzioni volte a ridurre la pressione fiscale e, di conseguenza, anche il costo della vita.

Rispetto al costo dei carburanti, uno degli aspetti problematici è rappresentato dalla doppia imposizione dell'IVA sulle accise. Infatti, l'IVA non viene applicata soltanto sul prezzo dei carburanti ma anche sulle accise. Questa pratica non è solo ingiusta ma anche in contrasto con l'orientamento della Corte di giustizia europea.

Viviamo in un periodo di grande crisi energetica e le tensioni geopolitiche hanno spinto i prezzi dei carburanti a livelli insostenibili e, in tutto questo, il Governo Meloni ha mostrato una totale inerzia. Le vostre promesse di tagli e di abolizione delle accise sui carburanti si sono rivelate parole vuote. Avete lasciato i cittadini da soli a fronteggiare l'escalation dei prezzi. Infatti, non solo non avete abolito le accise, così come vi eravate impegnati a fare in campagna elettorale, ma gli italiani che ogni giorno si recano in un qualsiasi distributore di carburante sono vittime di un'ingiustizia, cioè una tassa sulla tassa. Questa situazione non solo colpisce il portafoglio dei singoli cittadini ma mina la competitività delle imprese.

Con il mio ordine del giorno, Presidente, suggeriamo una soluzione fattibile e di buonsenso al Governo. Infatti, questa soluzione è volta a eliminare questa ingiustizia, questa doppia imposizione, garantendo un immediato risparmio per i cittadini e, quindi, anche per le imprese. Quest'ordine del giorno è volto ad alleviare il peso fiscale sui nostri cittadini.

Rispetto al caro carburanti, Presidente, da parte del Governo Meloni abbiamo visto finora una sterile propaganda, fatta soltanto di slogan elettorali. Il nostro Paese, infatti, si trova a pagare uno dei prezzi più elevati a livello europeo per quanto riguarda i carburanti e la vostra soluzione, il vostro bonus benzina da 80 euro una tantum, non è una soluzione al problema del continuo aumento dei prezzi dei carburanti.

La crisi energetica globale richiede soluzioni innovative e coraggiose. La riduzione dell'imposizione fiscale sui carburanti è un passo necessario, ma deve essere accompagnata da una visione più ampia che includa investimenti in fonti di energia rinnovabile ed energia alternativa, una transizione energetica che guardi al futuro senza dimenticare le esigenze immediate dei cittadini.

È ora che il Governo Meloni si svegli e la smetta di nascondersi dietro promesse vuote o slogan recitati in coda ai distributori di benzina. Occorrono soluzioni organiche e strutturali e per questo chiedo il pieno accoglimento del nostro ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/43 Aiello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

L'ordine del giorno n. 9/1437-A/44 Cappelletti è accolto come raccomandazione. Onorevole Cappelletti, accetta la raccomandazione?

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). No, Presidente, non accetto la raccomandazione e le spiego il motivo. Qui stiamo parlando di un Fondo - il Fondo nazionale efficienza energetica - che serve a finanziare progetti di efficientamento o di riduzione dei consumi di energia. Ebbene, questo Fondo è sostanzialmente intonso, da diversi anni peraltro. C'è già una raccomandazione e non è quella del Parlamento ma è quella della Corte dei conti nei confronti del Governo. E la Corte dei conti dice che ci sono 310 milioni che devono essere utilizzati per queste finalità. A distanza di tempo praticamente non sono stati toccati: è stato impiegato meno dell'1 per cento, che è una cosa inaudita e incredibile, perché c'è bisogno proprio di investire in questo settore. Peraltro, mi pare che ci sia stato, come risulta dalle agenzie di stampa, anche da parte del Ministro Pichetto Fratin un accoglimento della raccomandazione della Corte dei conti. È già difficile trovare delle risorse - e lo vediamo con la prossima legge di bilancio - ma qui parliamo di un Fondo con risorse già stanziate che non riescono a essere spese, evidentemente perché non è conosciuto o forse perché va ripensato.

Quest'ordine del giorno avanzava anche delle proposte. Magari valutiamo di finanziare anche interventi di miglioramento dell'efficienza energetica degli edifici della pubblica amministrazione. Per carità, questa è una proposta e da parte del Governo mi sarei potuto aspettare una riformulazione su questo punto e non avrei eccepito.

Oppure incentiviamo l'autoconsumo collettivo per quanto riguarda le imprese, visto che hanno chiaramente una bolletta energetica costosissima; oppure incentiviamo la realizzazione delle cosiddette CER, le comunità energetiche rinnovabili. Ciò che non mi sarei aspettato è di trasformare quest'ordine del giorno, che non può che essere un impegno in considerazione del fatto che c'è già una raccomandazione da parte della Corte dei conti, in un'ulteriore raccomandazione e, poi, magari, in una terza, una quarta, una quinta e stiamo qui ad elencarle. No, io credo che, se fosse pienamente operativo, questo Fondo alimenterebbe con oltre 300 milioni di investimenti la transizione ecologica e la decarbonizzazione, sarebbe di stimolo per la crescita economica del Paese, tra l'altro, relativamente ai comparti più innovativi della filiera produttiva nazionale, stimolerebbe la riduzione dei consumi e dei costi energetici e rafforzerebbe la capacità competitiva delle imprese. Pertanto, c'è bisogno di accoglierlo come raccomandazione? No, c'è semplicemente bisogno di una presa d'atto; in questo momento, questo Fondo, per qualche motivo, non funziona, il Governo ha la responsabilità di farlo funzionare, che venga a dirci come e che venga, eventualmente, anche a riformulare un ordine del giorno rispetto al quale c'è la massima apertura nella valutazione, ma non dopo che la situazione di fatto è sancita e messa in luce addirittura dalla Corte dei conti. C'è già stata, dal punto di vista della comunicazione pubblica, cioè della comunicazione alla stampa, una disponibilità a metterci le mani; rispetto a questo, non venga assunto l'impegno di procedere, ma venga assunto semplicemente un impegno a valutare un'eventuale azione in questo senso, che in questo momento è inaccettabile.

Concludo, noi voteremo a favore di un impegno del Governo, perché venga data esecuzione, venga reso esecutivo il Fondo nazionale per l'efficienza energetica che si propone di finanziare il progetto di efficientamento e riduzione dei consumi di energia, che in questo momento è al palo e non sta erogando un fico secco (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/44 Cappelletti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1437-A/45 Sergio Costa, con il parere contrario del Governo. Onorevole Auriemma?

CARMELA AURIEMMA (M5S). Presidente, chiedo di metterlo ai voti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/45 Sergio Costa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1437-A/46 L'Abbate, su cui vi è un parere favorevole se riformulato. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fede. Ne ha facoltà.

GIORGIO FEDE (M5S). Presidente, innanzitutto, intervengo, perché ho aggiunto la mia firma all'ordine del giorno, per i colleghi L'Abbate e Cappelletti che cofirmano. Allora, noi non accettiamo il parere e vorremmo che fosse messo ai voti, perché non comprendiamo la riformulazione, e vorrei spiegarne il motivo. L'oggetto, chiaramente, è il mercato di maggior tutela nel campo dell'energia, gas ed elettricità. Oggi, parliamo di un settore che sta colpendo gravemente gli utenti italiani, i consumatori, lo abbiamo ricordato in tante vicende famose, da quelle dei mutui al caro bollette, dello scorso inverno e che, ahimè, sono lo spettro che si aggira ancora sulle utenze domestiche dei cittadini italiani per il prossimo inverno, perché chiaramente il mercato dell'energia è fuori controllo. Questa è inevitabilmente una problematica legata alle guerre che ci sono in giro, nei Paesi e negli scenari dei maggiori produttori, ma soprattutto alla speculazione.

Sappiamo bene che esiste attualmente il mercato libero, che era quello che doveva dare una nuova opportunità di economia agli italiani; questa cosa si è rivelata, in realtà, una mannaia, perché ci sono oltre 2.000 offerte e solamente 200 sono paragonabili o simili a quelle del mercato di maggior tutela. Le altre sono tutte superiori. Quindi, il 90 per cento degli italiani paga la speculazione energetica sulla bolletta, sulla casa, parliamo di 10 milioni di persone, una platea molto ampia che si aspettava da questo Governo una tutela e la tutela qual era? Siccome la scadenza del mercato protetto è prossima, a due mesi da oggi, e chiaramente ogni italiano viene sommerso da telefonate di operatori che cercano di attrarlo in questo vulnus che sta portando anche a molti contenziosi, come constatano le agenzie di tutela dei consumatori, noi chiedevamo di allungare questa transizione, questo passaggio, al prossimo anno, di un anno ulteriore, per facilitare l'informazione, per superare questa problematica e, anche, per sviluppare i sistemi innovativi come le comunità energetiche ed altro. Questo non lo dicevamo solamente noi, è previsto anche dalla direttiva dell'Unione europea, quindi, è assolutamente previsto anche in norme comunitarie, ma lo diceva anche la maggioranza. Noi abbiamo visto in Commissione emendamenti - come anche i prossimi ordini del giorno che verranno discussi, sempre della maggioranza - che chiedevano la stessa cosa. Poi, chiaramente, in maniera pavida la maggioranza ha ritirato questi suoi emendamenti che il Governo non aveva accettato e questo Governo si dimostra sempre meno attento agli interessi degli italiani e, quindi, non ha quella sensibilità che aveva manifestato in campagna elettorale, dove l'abbiamo sentito molto più coraggioso. Poi, man mano, promessa dopo promessa, questo coraggio si è smontato e si sta scoprendo la foglia di fico di un Governo che è prono più agli interessi internazionali che non a quelli nazionali. Questa platea di italiani dovrà affrontare quest'inverno, che solamente grazie ai cambiamenti climatici è rimasto più caldo, fino adesso, ma tra poco partiranno i riscaldamenti e le bollette dell'energia elettrica e del gas schizzeranno alle stelle. Allora, noi dobbiamo tutelare questa fase molto delicata in cui gli italiani sono subissati, non solo, dalla problematica del caro bollette, ma da tutti quanti i “caro” che sono stati messi sulla loro testa, come hanno ben ricordato i miei colleghi intervenuti sui precedenti ordini del giorno, dai mutui in poi. La sostenibilità oramai non c'è più, abbiamo un'utenza domestica, dei cittadini che sono in grave difficoltà, come lo sono le imprese. Oramai, non c'è più nessuno che riesca a trovare soddisfazione dalle scelte di questo Governo, che sono veramente inadeguate. Noi chiedevamo e torniamo a chiedere con forza, che il Governo non si nasconda dietro un “valutare l'opportunità di”, o a un “verificare”, ma che agisca con quel coraggio e con quella energia che sembrava apparsa a molti cittadini e a molti elettori in fase preelettorale. Quell'energia e quel coraggio sono scomparsi, ciò nonostante non scompare la nostra azione di supportare e di dare una speranza a questi cittadini, penso che sia nostro compito. Con questo intervento volevo raccomandare al Governo di osare di più. Questa cosa è un dovere che deve essere fatto nei confronti dei nostri cittadini. Chiedo di metterlo ai voti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà. Onorevole, ha un minuto e 15 secondi.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Presidente, anch'io sono firmatario di quest'ordine del giorno. Volevo solo aggiungere una considerazione a quelle che sono già state illustrate dal collega. La considerazione è questa: chiaramente parliamo di un ordine del giorno particolarmente importante perché riguarda le bollette di più di 10 milioni di italiani e il rischio è che già dal prossimo anno si vedano incrementare il costo delle bollette in maniera sostanziale.

Da parte del Governo ci viene detto: sì, però, c'è una direttiva dell'Unione europea che dobbiamo rispettare. Sì, ma quella direttiva prevede che il passaggio dal mercato tutelato al mercato libero avvenga nel 2025 e nel 2027 per i fragili, non dal 1° gennaio 2024. Quindi, io un'interlocuzione con l'Europa la vorrei vedere per prorogare il termine dopo il 2025, non dal 2024, visto che siamo già esattamente all'interno di quanto previsto nella direttiva. Poi, e concludo, pongo una domanda, retorica, alla maggioranza e al Governo: ma perché sulla questione, ad esempio, dei balneari, dove c'è una direttiva dell'Europa che deve essere rispettata, andate in Europa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), battete i pugni sui tavoli, non guardate al contenuto di quanto è previsto in questa direttiva, correte il rischio di essere sanzionati e, qui, invece, che dobbiamo tutelare gli interessi legittimi di oltre 10 milioni di consumatori italiani, sparisce qualsiasi intento, è finita la pacchia, sparisce qualsiasi volontà di andare in Europa e di affermare l'interesse del nostro Paese e dei nostri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/46 L'Abbate, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

L'ordine del giorno n. 9/1437-A/47 Pavanelli è accolto come raccomandazione. Onorevole Pavanelli?

EMMA PAVANELLI (M5S). Grazie, Presidente. No, non accetto la raccomandazione e vorrei fare anche una dichiarazione di voto, approfittando della presenza della Vice Ministra Gava, magari per farle cambiare idea su quest'ordine del giorno.

Il nostro Paese ha obiettivi molto precisi. Uno di questi è quello dell'Unione europea, cioè il Green new deal europeo, dove dobbiamo raggiungere la neutralità climatica da qui al 2050. Ma c'è un pacchetto, che si chiama Fit for 55 - e sono sicura che la Vice Ministra ne sia a conoscenza - per cui vi è un periodo intermedio in cui, da qui al 2030, dobbiamo diminuire le emissioni del 55 per cento. Allora chiedo come intendete farlo, visto che non state facendo nulla per le rinnovabili e per far sì che finalmente si mettano a terra. Parlo, ovviamente, della mancanza dei decreti attuativi per le aree idonee e per le comunità energetiche. Lo stiamo chiedendo al Governo praticamente ogni mese: ad oggi ci sono tante promesse, tanti “faremo” e tanti “stiamo lavorando”, ma poi, di fatto, non arriva niente.

Vorrei ricordare, comunque, a quest'Aula, ai colleghi della maggioranza e al Governo, che il 2030 è tre anni dopo la fine naturale di questo Governo. Se si pensa che facciamo questa transizione nei tre anni successivi, allora credo che, forse, questa maggioranza non ha assolutamente capito di che cosa stiamo parlando.

Quest'ordine del giorno chiede semplicemente un credito d'imposta per le piccole e medie imprese, che stanno chiedendo un aiuto maggiore per fare transizione energetica. Siamo in piena crisi energetica e, proprio nelle ultime settimane, abbiamo avuto le audizioni in Commissione su questo decreto cosiddetto Energia, dove tutti i rappresentanti delle imprese, delle piccole e medie imprese, ma anche delle cooperative, piuttosto che gli esercenti e Confindustria, hanno chiesto di avere misure permanenti, perché non possiamo andare avanti con questi aiuti, anzi “aiutini”, come previsto in questo decreto.

Pertanto, sono qui, ancora, a rivolgere alla maggioranza e al Governo un appello a rivedere questa posizione. Infatti, come si fa, ancora una volta, a “valutare”, piuttosto che una raccomandazione? Non c'è più tempo per le raccomandazioni, non c'è più tempo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! È giunto il momento dell'azione e, anzi, siamo in ritardo, perché i dati, già oggi, dicono che la produzione di energia rinnovabile nel nostro Paese è troppo bassa e non arriveremo agli obiettivi del 2030 e, ancor di più, del 2050, se si continua con la posizione di questo Governo, anti transizione ecologica e anti transizione energetica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/47 Pavanelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/48 Santillo il parere è contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Santillo. Ne ha facoltà.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Grazie, Presidente. Siamo arrivati alla fine dell'anno e, dopo tante promesse acchiappavoti in campagna elettorale, questo Governo ancora non è riuscito a trovare soluzione alla madre di tutti i problemi nel settore dell'edilizia in Italia, cioè i crediti d'imposta incagliati. Innanzitutto, ancora oggi non è dato sapere a quanto ammontino questi crediti d'imposta. Le imprese sono state, comunque, affossate deliberatamente e consapevolmente. Tra l'altro, ieri, lo stesso Ministro Giorgetti, nelle Commissioni congiunte bilancio della Camera e del Senato, proprio sul bilancio, ha detto al Governo che praticamente avete fatto meno per le imprese. Cito testualmente: lo riconosco. Voi, le imprese edili, le avete affossate e non avete fatto niente, e per tutte le altre imprese non avete fatto niente di niente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Dopodiché, non so se il Sottosegretario, la Vice Ministra o il Governo vogliano rivedere un po' l'impegno e sperare che lo accantonino, perché l'impegno dice: a introdurre misure finalizzate allo sblocco dei crediti incagliati. A marzo di quest'anno, il Ministro Giorgetti ha detto che ci sarebbe stata una bella piattaforma da parte di ENEL X per scambiare i crediti d'imposta e una serie di banche che avrebbero comprato i crediti d'imposta. Quindi, questo sostanzialmente non è nient'altro che un impegno che segue quello che voi avevate promesso, cari colleghi.

E vi dico ancora un'altra cosa: il processo della cessione dei crediti d'imposta aiuta anche le imprese che operano lo sconto in fattura. Sapete chi è che, tra i nostri illustri colleghi, si è avvantaggiato dello strumento dello sconto in fattura per fare i lavori edili a casa propria e poi godere della cessione dei crediti d'imposta? Il Vicepremier Matteo Salvini, nella sua proprietà a Milano. Questa è un'informazione pubblica. Allora, la domanda è: ma vi sembra giusto che anche esponenti della maggioranza godano di questa possibilità dello sconto in fattura e della cessione dei crediti d'imposta, mentre, invece, tanti cittadini sono in sofferenza e aspettano invano che vengano mantenute delle promesse? A me sembra veramente ingiusto. Sembra un po', come dire, il discorso che, mentre il dottore studia, il paziente muore.

Allora, cari colleghi di maggioranza, caro Governo, avete la possibilità di riscattarvi. Questo impegno, torno a ripetere, chiede di introdurre misure finalizzate allo sblocco dei crediti incagliati. Lo aspettano gli esodati, lo aspettano le imprese, lo aspettano i cittadini, lo aspetta anche qualche altro politico, probabilmente, che potrà usare questa misura, affinché ne possa beneficiare anche l'ambiente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/48 Santillo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/49 Torto il parere è contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Torto. Ne ha facoltà.

DANIELA TORTO (M5S). Grazie, Presidente. Non avevamo dubbi sul parere contrario alla proroga semestrale del superbonus 110 per cento, a firma Giorgia Meloni. Chiaramente, è un diniego che si ripete da mesi. Ho ascoltato bene soprattutto le dichiarazioni di voto durante la fiducia su questo decreto e il collega di Fratelli d'Italia, Testa, sosteneva, riguardo alle dichiarazioni della nostra collega Appendino, che il superbonus fosse stato un danno per l'Italia. Poi ci spiegherà, Presidente, come possa portare avanti tale provvedimento, però, il suo governatore romano in Abruzzo, perché si sta tanto prodigando. E allora io, al collega Testa - suo tramite, Presidente - voglio leggere alcune dichiarazioni, perché nella scorsa legislatura il collega non era in quest'Aula e forse non conosce la posizione del partito di Fratelli d'Italia, ma neanche quello della Lega, ma neanche quello di Forza Italia, in merito al superbonus.

Ricordo che, a febbraio 2022, Matteo Salvini sosteneva questo: il superbonus è fondamentale; l'edilizia è cresciuta del 15 per cento, se uno truffa bisogna prendersela col truffatore. Dopodiché, c'era Maurizio Gasparri in prima linea, con Forza Italia: Forza Italia chiede con forza, giustamente, l'estensione di tutti i bonus per l'edilizia. Poi, arriva l'attuale Premier Meloni: pronti a tutelare i diritti del superbonus, a migliorare le agevolazioni edilizie! Questo diceva nelle piazze e a lei faceva eco il collega Fabio Rampelli, che diceva: migliaia di aziende hanno ricominciato a lavorare onestamente. Ecco, questo dovrebbe ricordare Fratelli d'Italia, mentre oggi blocca questa misura e la blocca per un motivo solo - diciamocelo, colleghi - perché questa grande intuizione nasce a firma del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo è il Governo Meloni, un Governo che, anziché lavorare per il bene dell'Italia, lavora per infangare gli altri partiti e, soprattutto il MoVimento 5 Stelle, l'incubo di Giorgia Meloni.

Allora, ribadiamo che il superbonus sarà cancellato, perché oggi tutti voi voterete contro la proroga semestrale del superbonus, e vediamo se poi terrete fede e coerenza a questo voto fino alla fine, fino al 31 dicembre. Perché lo cancellate? Perché alla Meloni non interessa la ripresa del settore edilizio, alla Meloni non interessa che il PIL in Italia raggiunga il 12 per cento, perché ci dobbiamo attestare intorno allo zero virgola. Quindi, è questo il bene che Fratelli d'Italia e le destre vogliono agli italiani, mentre è utile lasciare da sole le imprese, è utile fare gli ennesimi voltafaccia. Io ricordo che con questo “no” alla proroga del superbonus 110 per cento si forza l'ultimazione dei tempi di lavoro, che vengono compressi mettendo a rischio non soltanto la tenuta delle imprese, che hanno davvero ripreso ossigeno con questa misura, ma anche la sicurezza sul lavoro, perché la fretta è cattiva consigliera, Presidente, ma la fretta è anche ciò che provoca poca sicurezza nei cantieri. La fretta è anche ciò che provoca la scarsa qualità degli interventi. Io mi chiedo davvero come si possa sbattere la porta in faccia a migliaia di imprese che, solo un anno fa, riponevano la loro fiducia proprio in queste destre menzognere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Con il permesso della collega, chiederei di sottoscrivere l'ordine del giorno, anche perché è uno di quegli ordini del giorno che rispecchiano pari pari quanto richiesto in un emendamento specifico di una delle forze politiche che compongono l'attuale maggioranza, cioè Forza Italia, che prima ha depositato - peraltro, facendo crescere l'aspettativa da parte delle tante famiglie e imprese che erano coinvolte in questa azione, in questo intervento, e che rischiano di lasciare a metà strada la possibilità di procedere alla conclusione dei lavori, con tutto quello che ne occasionerà - una proposta emendativa e ora l'ha ritirata. Allora, con questo voto speriamo si faccia, agli occhi del Paese, finalmente chiarezza su chi fa chiacchiere e chi, in realtà, ha a cuore la continuazione degli interessi di quelli che hanno cominciato i lavori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Onorevole Simiani? Solo per sottoscrivere?

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Sì, vorrei sottoscrivere, grazie.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Sarracino intende sottoscrivere quest'ordine del giorno, come gli onorevoli Curti, Carmina ed Evi. Sta bene.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/49 Torto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1437-A/50 Caso, su cui vi è il parere contrario del Governo. Onorevole Caso?

ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Interverrei in dichiarazione di voto, visto il parere - mi verrebbe da dire ovviamente - contrario di questo Governo. Con quest'ordine del giorno parliamo di borse di studio perché, ricordiamolo, in questo provvedimento, all'articolo 2, viene incrementato il fondo per coprire gli idonei non beneficiari, ovvero quegli studenti che avevano diritto alla borsa di studio, ma a cui non era stato dato nulla per mancanza di fondi. Parliamo dell'anno 2023, ovviamente. Da un lato, quindi, si dovrebbe dire: bravi, complimenti, e si dovrebbero fare grandi applausi per voi. In realtà, no. Innanzitutto, perché a questi studenti i soldi che spettavano li diamo con oltre un anno e mezzo di ritardo, e ricordiamoci sempre che questi soldi servono per garantire il diritto allo studio e, magari, con questo ritardo, che era prevedibile, abbiamo negato il diritto allo studio a qualche studente, nonostante fosse chiaro a tutti - ma proprio a tutti - che i fondi messi a disposizione da questo Governo non sarebbero stati sufficienti a coprire tutte le borse di studio. L'abbiamo detto noi, abbondantemente, l'ha detto l'Associazione degli studenti, l'hanno detto tutti, lo sapevamo tutti, tranne, a quanto pare, il Ministro Bernini. Però, Presidente, in realtà il problema è un altro, ed è anche più grave. Ricordiamo da cosa partiamo, partiamo da una situazione in cui in Europa, in media, ben il 25 per cento degli studenti iscritti alle università e ai corsi di formazione terziaria è coperto da borse di studio. In Italia il 12 per cento, il 25 per cento nella media europea, il 12 per cento in Italia! È proprio per questo che, all'interno del PNRR c'erano dei target, degli obiettivi da raggiungere per ampliare la platea dei beneficiari delle borse di studio. Avremmo dovuto raggiungere circa 300.000 borse nel 2023 e 336.000 nel 2024. Invece, questo Governo cosa fa, cosa tenta di fare? Visto che non si riescono a raggiungere gli obiettivi proposti dal PNRR, gli obiettivi che tutti avevamo detto di raggiungere proprio per colmare questo gap con l'Europa, il Governo propone, all'interno della proposta di revisione del PNRR, di eliminare questi obiettivi. Un colpo di spugna al diritto allo studio. Dopo il taglio che già c'è stato, ricordiamolo, di 500 milioni di euro sugli alloggi universitari che questo Governo ha perso, ora si rischia di perdere anche un altro mezzo miliardo legato alle borse di studio. Ma non finisce qui, non finisce qui perché se, da un lato, per il 2024 e il 2025 il Governo ha almeno mantenuto lo stesso stanziamento dei fondi del PNRR che erano stati stanziati, dall'altro, per il 2026 questi fondi vengono nettamente tagliati, fondi già insufficienti che vengono ulteriormente tagliati del 40 per cento. Si tagliano 250 milioni di euro per il diritto allo studio.

Ancora una volta, quindi, questo Governo si dimostra totalmente incapace nella gestione del PNRR ma, soprattutto, dimostra che, dopo i fondi del PNRR, per questo Governo c'è il vuoto assoluto, il nulla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Sulle borse di studio, quindi, hanno palesemente alzato bandiera bianca: si dichiari ufficialmente incapace di garantire il diritto allo studio. Allora, diciamocelo, per questo Governo l'istruzione, la ricerca, la cultura, i giovani vanno in secondo piano, sono poco rilevanti, i giovani e il nostro futuro che, ovviamente, vengono dopo, ad esempio, la costruzione di un ponte da 15 miliardi dalla dubbia utilità. Arrivo a conclusione, Presidente. Eppure, spesso, tantissime volte, sentiamo parlare della necessità del nostro Paese di aumentare la produttività ma, poi, d'altro canto, si investe poco nel settore della conoscenza: forse perché, è ormai abbastanza chiaro, per questa maggioranza l'aumento della produttività si deve ottenere solo attraverso il precariato, le paghe da fame, lo sfruttamento dei lavoratori. Non è questo il mondo che noi vogliamo e, proprio per questo, con quest'ordine del giorno si dice, innanzitutto: fate marcia indietro sull'eliminazione dei target sul diritto allo studio…

PRESIDENTE. Onorevole, concluda, per favore.

ANTONIO CASO (M5S). …e incrementate la cifra a disposizione per innalzare l'ISEE degli aventi diritto. Questo è quello che doveva essere fatto e questo è quello che non state facendo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/50 Caso, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Ha chiesto di parlare l'onorevole Lacarra?

MARCO LACARRA (PD-IDP). Ho agitato le mie braccia molto, molto estese e ho guardato ripetutamente verso la Presidenza. Non funziona questo meccanismo, mi è saltato il voto, essendo qui presente. Un po' più di attenzione anche alle segnalazioni di noi poveri mortali quassù.

PRESIDENTE. Le chiedo scusa, non l'ho vista. Il tecnico sta salendo. Ovviamente registriamo il fatto del suo voto, ci mancherebbe. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1437-A/51 Cherchi, parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cherchi. Ne ha facoltà.

SUSANNA CHERCHI (M5S). Grazie. Vorrei intervenire per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Prego, onorevole.

SUSANNA CHERCHI (M5S). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno vorrei portare all'attenzione del Governo un problema sentito da molte famiglie, circa 11 milioni di italiani…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore, ascoltiamo la collega.

SUSANNA CHERCHI (M5S). … sull'aumento generalizzato dei prezzi, che colpisce numerosi beni e servizi, tra i quali troviamo gli alimenti per gli animali domestici e le spese veterinarie. Da un'indagine commissionata da Facile.it all'istituto di ricerca EMG Different è emerso che, ogni anno, per mantenere un cagnolino, considerando tutte le spese del cibo veterinario, servono in media 600 euro, mentre per mantenere un gattino servono 390 euro. Più della metà - il 59 per cento - di coloro che ne possiede uno, ovvero 11 milioni di italiani, ha ammesso di aver riscontrato rincari nei costi per il mantenimento degli animali e il maggior incremento è registrato nella spesa destinata al cibo. Infatti, 9 proprietari su 10 hanno dichiarato che il prezzo degli alimenti è la voce che è aumentata di più, seguita, poi, da quella veterinaria. Se si considera che, in Italia, una famiglia possiede in media due creaturine, emerge come il loro mantenimento rappresenti una voce di spesa molto importante nel bilancio familiare: si va, infatti, dai 780 euro ai 1.200 euro annui. Tuttavia, tra l'elenco dei beni alimentari di prima necessità che si possono acquistare con carta ideata dal Governo non compaiono quelli per sfamare i nostri amici a quattro zampe, nonostante i dati sopra riportati. Questo aumento generalizzato dei prezzi non è un problema solo per il portafoglio, perché può indurre i nuclei familiari meno abbienti, seppure a malincuore, ad abbandonarli anche nei canili, in quanto impossibilitati a mantenerli, con conseguente aumento del fenomeno del randagismo e dei problemi di ordine pubblico nelle città e nei piccoli paesi.

Vede, Presidente, io sapevo che il mio ordine del giorno avrebbe avuto parere negativo, non perché sono una sorta di Sibilla Cumana che prevede il futuro, ma perché so che voi non riuscite a vedere la luna, ma guardate solo il dito. Lo dico senza offesa, ma sembra - dico sembra - che abbiate nel vostro DNA qualche allele in comune, che vi porta a non essere empatici. Gli alleli, per quei pochi colleghi che non sanno cosa siano, sono una parte dei geni all'interno dei cromosomi che controllano e determinano la variazione di una caratteristica fisica specifica, come, per esempio, il colore dei capelli, ma anche il modus operandi di una persona. E, infatti, a voi degli altri, in generale, non ve ne importa un accidente di niente. Ma il problema non è soltanto per le famiglie, perché questo problema, che i nostri animaletti vengono, purtroppo, spostati e portati nei canili, serve alla mafia locale che, poi, è la più pericolosa, perché detta legge nei paesi e nelle città. Sappiamo tutti che la mafia gestisce quasi tutti i canili, perché ci sono milioni di euro in ballo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e queste povere creature, innocenti come un bimbo, angeli con la codina, sono lasciate in situazioni spesso drammatiche, non vengono curate, sterilizzate, le ASL latitano. Più aumentano i randagi, maggiori sono le entrate economiche per la delinquenza organizzata, ma sono milioni e milioni e milioni di euro, non sono pochi soldi. Dietro ai canili c'è la mafia e noi abbiamo il dovere di contrastarla, anche aiutando le famiglie, come ho chiesto in quest'ordine del giorno. Mi aspetto di vedere qualche lucina verde da parte di chi dice di essere un animalista nella maggioranza, perché, sapete, parlare è facile, dire “poverini”, però bisogna anche agire, a tutti i livelli. Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare: ecco, cerchiamo di nuotare un pochettino controcorrente, colleghi. Per questi motivi, chiedo al Governo di rivedere il parere negativo e di inserire gli alimenti per gli animali domestici tra i beni alimentari essenziali acquistabili con la social card, nonché di incrementare il fondo della social card. Chiedo un supplemento di riflessione perché, forse, non vi siete resi conto di aver dato parere contrario anche alla possibilità di incrementare…

PRESIDENTE. Onorevole, concluda, per favore.

SUSANNA CHERCHI (M5S). …il miserrimo Fondo - sto finendo -, vergognosamente miserrimo, della social card: 38 centesimi al giorno. Forse non avete letto bene gli impegni, per cui chiedo che quest'ordine del giorno venga accantonato e votato successivamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Vice Ministra Gava, rispetto alla richiesta di accantonamento? Non è d'accordo.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/51 Cherchi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Ordine del giorno n. 9/1437-A/52 Alfonso Colucci, su cui vi è un parere favorevole, previa riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà. Accetta?

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Non accetto la riformulazione perché il Governo, con questa riformulazione, elimina completamente le premesse e riduce l'impegno al seguente: “a valutare gli effetti applicativi dell'articolo 6”. Non rimane nulla dell'ordine del giorno. Cos'è questo articolo 6? È l'articolo inserito in questo decreto-legge surrettiziamente, che afferma la discontinuità aziendale nella cessione del ramo d'azienda da Alitalia a ITA. Vuol dire che migliaia di lavoratori di Alitalia resteranno a casa.

Quindi, non posso accettare questa riformulazione, anzi, chiedo come mai non sia stato espresso un parere contrario. Forse il Governo temeva di offendermi, ma vi garantisco che non sono io ad essere offeso da questo, ma le migliaia di lavoratori che rimarranno a casa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, chiedo che sia votato, e assumetevi la responsabilità di votare contro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/52 Alfonso Colucci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/53 Di Lauro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1437-A/54 Quartini, su cui c'è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Presidente, colleghi e colleghe, ieri la nostra Chiara Appendino ci ha ben rappresentato il c'era una volta fiabesco pre-elettorale e disatteso da Giorgia Meloni, descrivendo tutte le truffe elettorali di questa maggioranza governativa. Purtroppo, però, bisogna considerare il fatto che la realtà spesso supera la fantasia, e la Presidente del Consiglio si è rivelata una sceriffa di Nottingham. Sì, Presidente, nei fatti, questo Governo toglie ai poveri per dare ai ricchi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

No al reddito di cittadinanza! No al salario minimo! Sì tasse dalla culla, pensate un po', pannolini, alimenti, per l'infanzia, alla casa, alla terza età. Fanno cassa sulle pensioni! Fanno cassa sul welfare, sulla sicurezza sociale, sulla sanità! È una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

È il Governo di più tasse e meno servizi, senza contare nessun intervento sul carovita, sul caro mutui, sull'inflazione. Questo Governo è più draghiano di Draghi, è più montiano di Monti, addirittura riesce a essere più forneriano della Fornero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Chiedetelo ai sanitari, chiedetelo ai medici, agli infermieri, agli insegnanti e ad altri del pubblico impiego ai quali intendete sottrarre 40 miliardi nei prossimi 20 anni. Chiedetelo ai 5.600.000 italiani in povertà assoluta, certificati da Istat. Noi, in quest'ordine del giorno, lamentiamo anche il fatto che state umiliando e offendendo i più poveri, offrendogli 35 centesimi al giorno! Ma non vi vergognate per niente con queste mancette insultanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

Proprio per questo, pur sapendo che votate contro, noi difendiamo e rivendichiamo con orgoglio il reddito di cittadinanza, che è una misura di contrasto alla povertà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. L'onorevole Quartini ha concluso con povertà, sanità, legge di bilancio. Corte dei conti, Bankitalia, Ufficio parlamentare di bilancio e Istat nel corso delle audizioni hanno certificato la diminuzione della spesa sanitaria in questa legge di bilancio.

La spesa sanitaria, rapportata al PIL, scende dal 6,57 per cento al 6,38 per cento, al punto da dover manifestare seria preoccupazione della mancata copertura della spesa sanitaria per l'anno 2024. Difatti i medici fuggono dal pubblico per rifugiarsi nel privato, e infatti mancano risorse per la cura degli anziani e delle malattie croniche che sono spesso correlate all'anzianità.

L'Istat ha certificato che il 7 per cento degli italiani ha dovuto rinunciare alle cure per motivi economici. Pertanto, bisogna urgentemente modificare questa maldestra manovra di bilancio, insufficiente e truffaldina, stanziando le necessarie risorse per la sanità e per il contrasto alla povertà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/54 Quartini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.  

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1437-A/55 Sportiello, su cui c'è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Per 4 anni in quest'Aula mi sono sentito rispondere a ogni problema e a ogni questione che, togliendo il reddito di cittadinanza, in questo Paese si risolvevano tutti i problemi. Addirittura, si andava a risolvere la guerra russo-ucraina, perché la Meloni è riuscita a dire: ai russi cosa dovevamo fare, offrirgli il reddito di cittadinanza per andare via dall'Ucraina? Questo è un paragone, tra l'altro, veramente bislacco, la Presidente Meloni è riuscita a fare quest'analogia, pur di infilare il reddito di cittadinanza.

Ho sentito che le aziende non assumevano più perché c'era questa gente che prendeva il reddito di cittadinanza, e ho sentito che non dobbiamo mettere i soldi nel reddito di cittadinanza, ma investire nella crescita, tagliare le tasse, e, allora, vedrete che questa Italia andrà incontro al sol dell'avvenire, con il vento in poppa e i cappelli in aria. Allora, il reddito di cittadinanza lo avete tolto, per le imprese non avete fatto niente, l'Italia è in Europa uno dei Paesi che cresce meno, in questa legge di bilancio sapete solo tagliare.

Ma, allora, dove sta la verità? Dovevate risolvere tutti i problemi del mondo togliendo il reddito di cittadinanza, invece avete fatto solo una vergognosa campagna di sciacallaggio politico e di odio politico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) verso la povera gente solamente per attaccare noi e per attaccare il MoVimento 5 Stelle. E sentire che nelle vostre televisioni, nei vostri giornali, questa cosa del reddito di cittadinanza è diventata quasi una battuta…

Fare una battuta sugli ultimi della società non è satira, è sciacallaggio anche quello (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), e la gente pensa anche di far ridere in questo modo. Avete messo nella testa degli italiani questa cosa, che chi ha preso il reddito di cittadinanza ha rubato soldi allo Stato, perché è un fannullone, e di questo vi dovete vergognare, perché avete fatto danni morali e sociali inenarrabili. Allora, avete tolto il reddito di cittadinanza e non avete risolto un bel nulla, quindi, avete solo detto fandonie per 4 anni e continuerete a dirle, perché continuerete a cercare scuse, ma la responsabilità di questi numeri è solo ed esclusivamente vostra (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/55 Sportiello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1437-A/56 Marianna Ricciardi, accolto come raccomandazione dal Governo. Prendo atto che la presentatrice accetta la raccomandazione. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1437-A/57 Raffa, su cui vi è un parere contrario del Governo.

ANGELA RAFFA (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghi, in questo Paese ci siamo inventati di tutto, ci siamo inventati i borsisti di dottorato, poi la borsa di post dottorato, poi l'assegno di ricerca, poi le borse per la ricerca e le scuole di specializzazione e tutto il resto. In molti, troppi casi, le borse di studio sono diventate un modo per far lavorare le persone in maniera precaria, pagandole poco e senza che il pubblico debba nemmeno versare loro i contributi. È una bella pensata, per carità, perché così teniamo pure basso il tasso di disoccupazione che, se non ci fossero tutte queste borse di studio, sarebbe ancora più alto. Tuttavia, nel frattempo, i giovani italiani che scelgono lo studio, la ricerca, i giovani medici che scelgono la scuola di specializzazione, sono tutti pagati molto meno che i loro coetanei degli altri Paesi europei, cosicché almeno quando si parla di fuga dei cervelli all'estero si capisca di cosa si sta parlando.

Ora, la via maestra sarebbe limitare le borse di studio ai pochi casi in cui si tratta di questo e fare invece i contratti di assunzione quando invece mi hai dato una borsa di studio solo per mascherare un'attività lavorativa. Purtroppo, nonostante ormai la pandemia e l'emergenza siano finite, questo Governo non è riuscito a trovare i soldi per i giovani e così si continua con le borse di studio. Un impegno però, con quest'ordine del giorno, lo chiedo al Governo e credo che lo potremmo chiedere tutti insieme, tutte le forze politiche sedute in questo Parlamento: detassiamo le borse di studio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Tanto le vere borse di studio, quelle per i meritevoli privi di mezzi economici, quelli per chi ancora studia e non si è inserito o comunque si sta inserendo adesso nel mondo del lavoro, per questo tipo di borse di studio possiamo tutti concordare che non saranno rilevanti i casi in cui queste persone hanno un reddito tale per essere tassato. Le tasse sulle borse di studio le pagano gli altri, quelli che sono già inseriti nel mondo del lavoro, che hanno una famiglia da mandare avanti e non avendo trovato di meglio prendono una borsa di studio e poi si danno da fare con altri lavoretti e altri compensi. Sono i dottorandi, i post-dottorandi che nelle università fanno lezione ed esami accanto al professore e spesso anche al posto del professore: questo è il segreto di Pulcinella che viene fuori ad ogni inchiesta. Sono i giovani specializzandi che svolgono attività assistenziale nei policlinici universitari. Sono la stragrande maggioranza delle giovani menti che in questo Paese mandano avanti il settore della ricerca pubblica e anche quella delle strutture private che hanno convenzioni varie con lo Stato.

Io vorrei - e mi piacerebbe tanto se lo si facesse - che il Governo della Repubblica italiana si scusasse con questi giovani e dicesse loro che, purtroppo, non siamo - uso il «noi» perché sono parlamentare anch'io, sono una politica anch'io e non mi tiro di certo indietro, mi prendo la responsabilità anch'io - riusciti a fargli avere dei veri contratti di lavoro. Anche quest'anno lo Stato italiano spenderà per lo studio e la ricerca molto meno degli altri Paesi europei. Anche quest'anno, invece di un contratto di lavoro, daremo a questi giovani una borsa di studio, un Co.co.co. o un Co.co.pro., se saranno fortunati, e pagheremo i giovani coraggiosi, che scelgono di restare in Italia, molto meno di quanto percepirebbero se scegliessero di emigrare all'estero, non solo, ma lo Stato non gli verserà nemmeno i contributi. Lo Stato italiano almeno si deve prendere l'impegno di non tassare queste borse di studio e facciamo questo patto con i giovani, continuiamo a trattarli male, perché mancano i soldi, ma almeno risparmiamogli la beffa: le tasse sulle borse di studio il Governo si deve impegnare a toglierle.

Siedo in quest'Aula da quasi sei anni e non è passato giorno in cui io qui dentro non abbia sentito almeno un intervento in cui si nominasse il futuro dei giovani. Ecco, tutti insieme, tutti concordi, smettiamo di nominarlo questo futuro dei giovani e impegniamoci tutti quanti e impegniamo soprattutto il Governo a fare qualcosa di concreto per loro. Io sono entrata in politica perché sentivo sempre tutti dire che i giovani sono il futuro. I giovani sono il presente di questo Paese e bisogna investire sui giovani, non trattarli male e cercare di spedirli all'estero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Nell'ordine del giorno che ho presentato ci agganciamo all'articolo 2, comma 5, che reca misure urgenti in materia di borse di studio per l'accesso alla formazione superiore in favore degli idonei non beneficiari nelle graduatorie degli enti regionali per il diritto allo studio, che è una categoria più ridotta rispetto a quella di cui parlavo. Però, cari colleghi, guardiamo in faccia la realtà: è un problema che va affrontato e questo Paese deve trovare il coraggio di prendere un impegno per i giovani, per la ricerca, per il futuro. Questo Parlamento, quest'Aula segni il primo passo concreto per iniziare ad affrontare il problema senza retorica. Iniziamo a portare avanti soluzioni, risolviamo il problema e non con comizi, non con interventi in TV, ma con un atto che impegni il Governo a compiere un gesto concreto nella direzione auspicata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Onori. Ne ha facoltà.

FEDERICA ONORI (M5S). Signor Presidente, vorrei sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/1437-A/57 Raffa.

PRESIDENTE. Sta bene. Anche l'onorevole Carmina.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/57 Raffa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1437-A/58 Iaria, accolto come raccomandazione dal Governo. Chiedo al presentatore se accetta la raccomandazione.

ANTONINO IARIA (M5S). Signor Presidente, non accetto la raccomandazione e vorrei fare la dichiarazione di voto. L'ordine del giorno tratta del rifinanziamento e della stabilizzazione del bonus trasporti. Il bonus, con un clic, permetteva di dare 60 euro agli utenti per pagarsi l'abbonamento del pullman, del tram o di altre attività legate al mondo dei trasporti. Mi viene da ridere considerando che voi, quando stavate all'opposizione, eravate quelli dei 1.000 euro con un clic, ed ora non riuscite ad impegnarvi a rifinanziare un bonus trasporti che dà 60 euro con un clic. Da questo punto di vista, ciò rivela, ancora una volta, il vostro fallimento e il vostro cambiamento epocale da quando eravate all'opposizione ad oggi che siete maggioranza. Anche la gestione è molto complicata, perché questo bonus, fatto con un clic, non dà a tutti la possibilità di poter accedere, anche a quelli che ne hanno diritto, se non riescono a stare 4 ore davanti al computer per poter attivare questo bonus. Tra l'altro, oggi parliamo di trasporti proprio nella giornata in cui il tema fondamentale dello sciopero è trattato dal vostro Ministro con un'arroganza che non si era mai vista in questo Paese negli ultimi anni. Lo so che noi parliamo di bonus trasporti, ma voi avete un Ministro che tratta i lavoratori del trasporto pubblico come fannulloni, perché dice che fanno lo sciopero di venerdì per farsi il weekend lungo; pertanto, è chiaro che non posso aspettarmi che ci si impegni per un bonus trasporti. Vorrei ricordare al Ministro che i lavoratori del trasporto pubblico lavorano sei giorni su sette, quindi non fanno il weekend lungo, fanno i turni. Quindi, quello è un giorno lavorativo a tutti gli effetti e il sabato è un giorno lavorativo a tutti gli effetti. Anche da questo punto di vista, denota ignoranza e arroganza.

Tornando all'ordine del giorno, l'impegno è facile, il costo è minimo e sarebbe una goccia nel mare delle possibilità di aiutare la gente, che ha sempre più difficoltà con il carovita che incide sugli stipendi dei cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/58 Iaria, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1437-A/59 Cantone, con il parere favorevole dal Governo, previa riformulazione. Onorevole Cantone?

LUCIANO CANTONE (M5S). Presidente, vorrei, se possibile, risentire la riformulazione.

PRESIDENTE. Vice Ministra, per cortesia, la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1437-A/59 Cantone.

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Il parere è favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di estendere l'utilizzo della già introdotta carta giovani nazionale al biglietto unico giovani che consenta un prezzo agevolato per l'utilizzo di tutti i mezzi di trasporto pubblici e privati all'interno del territorio nazionale”.

PRESIDENTE. Onorevole Cantone, accetta la riformulazione?

LUCIANO CANTONE (M5S). Grazie, Presidente. Non accetto la riformulazione con la formula “a valutare l'opportunità di”. Vede, Presidente, noi abbiamo avuto, in quest'anno di questa nuova legislatura, solo uno strumento per discutere e parlare dei provvedimenti in quest'Aula ed è l'ordine del giorno. Ogni qual volta il Governo viene qui e utilizza la formuletta “a valutare l'opportunità di”, sta semplicemente scaricando la responsabilità politica di dire “sì” o “no” a un semplicissimo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ciò detto, cosa chiede quest'ordine del giorno? Una cosa abbastanza semplice, estendere la carta giovani nazionale, che ha avuto un grande successo fra i giovani, a un biglietto unico giovani che consentirebbe di facilitare l'accesso all'acquisto di abbonamenti per mezzi pubblici e trasporto pubblico locale. Questo ha due benefici, principalmente. Un beneficio è ambientale, ma capisco che al Governo e a voi della maggioranza il beneficio ambientale non interessa. Avete scelto di vivere nel Novecento e continuerete a farlo. Però, c'è anche un discorso molto importante che forse a voi può interessare e riguarda la sicurezza stradale. C'è un'equazione in tutto il mondo occidentale semplicissima: meno vetture circolanti, meno incidenti sulla strada, meno morti sulle strade. I morti sulle nostre strade sono un problema, sono un'emergenza nazionale, e questo può essere uno strumento per i giovani per diffondere la cultura del trasporto pubblico locale e dei mezzi pubblici, che può venire incontro a un problema reale che abbiamo nel nostro Paese. Quindi, vi chiedo di prendere un impegno concreto dicendo “si” o prendendo la vostra responsabilità, una volta tanto, di dire “no” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/59 Cantone, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

L'ordine del giorno n. 9/1437-A/60 Scotto è accolto come raccomandazione. Onorevole Scotto, accetta la raccomandazione?

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Non accetto la raccomandazione e chiedo il voto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/60 Scotto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Il parere sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/61 Bagnai è favorevole, previa riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Andreuzza. Ne ha facoltà.

GIORGIA ANDREUZZA (LEGA). Grazie, Presidente. Io ho letto la riformulazione e voglio chiedere al Vice Ministro, se possibile, di trovare, sempre per l'impegno, al posto delle parole “a valutare la possibilità”, un'espressione più rafforzativa.

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Prego, Vice Ministra.

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie, Presidente. “A verificare” e non “a valutare”. Quindi diventa “a verificare la fattibilità di adottare”.

PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione del Governo.

L'ordine del giorno n. 9/1437-A/62 Roggiani è accolto come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Roggiani. Ne ha facoltà.

SILVIA ROGGIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Accolgo con favore che il Governo abbia scelto di accogliere l'ordine del giorno come raccomandazione, ma vorrei anche che lo votassimo e chiedo di poter intervenire.

PRESIDENTE. Prego.

SILVIA ROGGIANI (PD-IDP). Grazie. Vorrei che lo votassimo perché quest'ordine del giorno e questa raccomandazione è davvero importante che si trasformino in scelte del Governo. Io non so se chi siede in quest'Aula e in questi banchi conosce queste vie di Milano: via Abbiati, via Allori, piazza Monte Falterona, via Albertinelli, via Maratta, via Mar Ionio, via Civitali, viale Aretusa, via Morgantini, via Gigante, via Paravia, via Preneste, via Tracia, via Ricciarelli e via Zamagna. Sono le vie di uno dei quartieri più difficili della mia città, un quartiere di case popolari ALER dove vivono 6.029 persone. Queste 6.029 persone sono tra le 18.000 persone che purtroppo vanno ad assommarsi e a formare quella cifra che è drammatica e tremenda di oltre 5 milioni di persone che vivono in povertà assoluta. Purtroppo, queste 18.000 persone subiscono un'ingiustizia fiscale che non si ferma alla mia città ma che riguarda tutta Italia.

Noi nella scorsa legge di bilancio ci siamo battuti perché il teleriscaldamento potesse avere un abbattimento dell'IVA. È stata una battaglia che siamo riusciti a fare anche insieme alla maggioranza, ma oggi ci sono intere famiglie in tutta Italia - a Milano, appunto, sono 18.000 persone - che invece di pagare un'IVA ridotta, pur essendo già famiglie che fanno fatica e che vivono nelle case popolari, pagano l'IVA al 22 per cento. Perché? Perché purtroppo c'è una discriminazione che si basa su due elementi. Innanzitutto, se nell'edificio popolare c'è, ad esempio, un'attività commerciale, tutto il condominio e, quindi, tutte queste famiglie che già vivono in condizioni di fragilità si trovano a pagare l'IVA al 22 per cento. Inoltre, in base al modo in cui questo teleriscaldamento viene prodotto si decide se l'IVA è abbattuta oppure no.

Penso che oggi noi dobbiamo davvero a queste persone, che già vivono in una condizione di difficoltà e di povertà, un impegno che, però, non sia solo una raccomandazione ma un impegno vero, un'assunzione di responsabilità da parte del Governo per porre fine a questa ingiustizia fiscale che, purtroppo, si riversa nelle tasche di queste persone (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Vice Ministra, conferma il parere favorevole alla raccomandazione? Era già parere favorevole e me lo conferma, perché non è possibile votare una raccomandazione.

Poiché la proposta di raccomandazione è stata accolta ed è stata comunque chiesta la votazione dell'ordine del giorno, formalmente invito il Governo a esprimere il parere: favorevole, contrario o si rimette all'Aula. Ricordo che si tratta dell'ordine del giorno n. 9/1437-A/62 Roggiani.

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Accantono l'ordine del giorno n. 9/1437-A/62 Roggiani.

PRESIDENTE. Prendo atto che i deputati Evi e Casu sottoscrivono l'ordine del giorno n. 9/1437-A/62 Roggiani.

Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/63 Gatta il parere è favorevole previa riformulazione. Accetta la riformulazione, onorevole Gatta?

GIANDIEGO GATTA (FI-PPE). Presidente, grazie. Io voglio intanto ringraziare il Governo per la sensibilità manifestata nel dare sostanzialmente un parere favorevole, sia pure con una riformulazione che comunque è indice di serietà nell'affrontare un tema, quello del sostegno…

PRESIDENTE. Quindi, accetta la riformulazione?

GIANDIEGO GATTA (FI-PPE). L'accetto e chiedo che l'ordine del giorno venga posto ai voti. Però, mi consenta intanto di fare una precisazione. Questa mattina, nel corso del suo intervento, il collega Vaccari riferiva sostanzialmente di un ordine del giorno identico e si poneva un problema che, mi rendo conto, si sarebbe potuto creare allorché nei confronti dell'ordine del giorno da me presentato vi fosse stato un parere favorevole, sia pure - ripeto - con riformulazione, mentre vi era un parere contrario nei confronti dell'ordine del giorno del collega Vaccari. La differenza sostanziale sta nella circoscrizione temporale del provvedimento. Cioè, io chiedo, in quest'ordine del giorno, un contributo speciale sotto forma di compensazione del credito di imposta rispetto all'aumento del costo del carburante per le imprese ittiche, che incide quasi per il 70 per cento sui costi complessivi delle imprese.

Credo che sia dovuto a questo, e cioè che - lo ripeto - l'ordine del giorno a firma del sottoscritto prevedesse per il primo semestre del 2024 questo contributo sotto forma di compensazione del credito d'imposta.

Accetto, quindi, questa riformulazione, chiedo che venga messa ai voti e chiedo al Governo che venga veramente attenzionato questo problema che, ahimè, corre il rischio di mettere in ginocchio un'intera filiera, quella ittica, che sta risentendo più di ogni altro settore dell'aumento generalizzato dei costi del carburante che, lo ripeto, incide pesantemente sul settore e infligge dei grossi colpi anche per quanto attiene all'equilibrio tra la domanda e l'offerta, costringendo sostanzialmente il nostro mercato a importare pesce da mercati diversi, da mercati stranieri, certamente con problemi in ordine alla tracciabilità e alla genuinità dei prodotti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/63 Gatta, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 57).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1437-A/64 Squeri: parere favorevole, previa riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI-PPE). Presidente, intervengo per annunciare che Forza Italia accetta tutte le riformulazioni e ritira gli ordini del giorno n. 9/1437-A/77 Casasco e n. 9/1437-A/79 Battilocchio (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Perfetto.

L'ordine del giorno n. 9/1437-A/65 Ciaburro ha parere favorevole, andiamo avanti.

L'ordine del giorno n. 9/1437-A/66 Caretta ha parere favorevole, andiamo avanti.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1437-A/67 Borrelli, accolto come raccomandazione, previa riformulazione. Onorevole Borrelli?

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, accettiamo la riformulazione e chiediamo che venga votata. Mi sembra che anche quest'ordine del giorno…

PRESIDENTE. Non può essere votato, perché è accolto come raccomandazione.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Allora, l'accettiamo senza neanche il voto. Mi sembra che sia nella stessa linea del collega Gatta e del collega Vaccari. Noi teniamo particolarmente alla vicenda che è stata sottolineata, cioè quella di prorogare - per ora si è parlato di sei mesi, noi proponiamo tutto l'anno - il credito di imposta in misura pari al 20 per cento della spesa sostenuta dalle imprese ittiche per l'acquisto del carburante per autotrazione. È un mercato fondamentale per il nostro Paese, è un settore profondamente in crisi e profondamente colpito negli ultimi anni e, quindi, va sostenuto, e noi di Alleanza Verdi e Sinistra, per questo motivo, abbiamo presentato quest'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1437-A/68 Zanella: parere favorevole, premia riformulazione. Onorevole Zanella?

LUANA ZANELLA (AVS). Presidente, tramite lei, vorrei chiedere alla Vice Ministra se mi potesse precisare la riformulazione.

PRESIDENTE. Vice Ministra? È l'ordine del giorno n. 9/1437-A/68 Zanella.

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Presidente, vengono espunte le ultime due premesse e viene riformulato l'impegno come segue: “a continuare a monitorare sull'attuazione delle disposizioni richiamate in premessa, al fine di adottare le conseguenti iniziative”.

PRESIDENTE. Onorevole Zanella?

LUANA ZANELLA (AVS). Grazie, Vice Ministra; grazie, Presidente. Accettiamo la riformulazione, perché comunque rappresenta un passo in avanti rispetto a quanto noi abbiamo illustrato non soltanto ieri, nel corso del dibattito sugli ordini del giorno, ma in più occasioni, circa la necessità di andare a reperire le risorse dove ci sono, concentrate in poche mani e accaparrate, anche, non tramite una grande attività imprenditoriale, ma a causa di una quasi rendita, e non lo dico io, lo dicono tutti gli economisti che conoscono molto bene il problema. Ciò per reperire le risorse indispensabili, non soltanto, al contrasto dell'erosione del potere d'acquisto, ma anche alle tante necessità rispetto alle quali questa finanziaria non prevede risorse adeguate, dalla sanità alla scuola, ai trasporti pubblici, alle fonti rinnovabili, per quanto riguarda l'energia, e tutto quanto è stato, non la voglio fare troppo lunga, illustrato benissimo dalle colleghe e dai colleghi di opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/68 Zanella, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 58).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1437-A/69 Evi: parere favorevole, previa riformulazione. Deputata Evi?

ELEONORA EVI (AVS). Presidente, non accetto la riformulazione e vorrei che fosse messo ai voti. Voglio anche spiegarne il perché e fare una dichiarazione di voto. Nella riformulazione, il Governo propone di cambiare, nell'impegno, le parole: “ad adottare tutte le iniziative”, con: “a proseguire le iniziative normative necessarie a una maggiore semplificazione delle procedure e ad accelerare il rilascio dei permessi”. Io, onestamente, questo “proseguire” lo contesto, perché “proseguire” che cosa? Esattamente che cosa dovremmo proseguire, quando in realtà, purtroppo, le rinnovabili sono ferme al palo nel nostro Paese e se aumentano, come aumenta la percentuale, perché siamo passati a 2,8 TWh in più rispetto al 2022, non è certo per l'azione politica di questo Governo, anzi, semmai, è nonostante gli ostacoli e l'opposizione che questo Governo sta facendo alle fonti rinnovabili.

Quindi, contesto tutto questo, perché, lo abbiamo detto, lo hanno detto molti colleghi, attendiamo ancora i decreti attuativi sulle aree idonee, attendiamo i decreti attuativi sulle comunità energetiche rinnovabili, attendiamo, attendiamo e attendiamo che questo Governo si impegni seriamente e metta l'acceleratore sul fronte delle energie rinnovabili.

Non mi capacito di come sia possibile che in questo Paese si nominino Commissari straordinari per qualunque cosa, quando invece, forse, l'unico vero settore che avrebbe bisogno di un Commissario straordinario è proprio quello delle energie rinnovabili, per garantire che queste avanzino speditamente nel nostro Paese e per colmare quel gap, quel ritardo che ancora contraddistingue il nostro Paese nella diffusione delle energie rinnovabili.

Poi, l'altro motivo per cui sono assolutamente contraria rispetto a questa riformulazione è perché si disvela, qui, il vero volto di questo Governo, perché cancellate la seconda premessa dove noi parliamo di autosufficienza energetica. Noi crediamo che in questo provvedimento avrebbero dovuto esserci delle norme strutturali per aumentare sempre di più l'autosufficienza energetica del nostro Paese; voi, cancellando questo paragrafo, state dicendo che è tutto falso, state mentendo. In questo caso, quindi, si disvela il vostro vero volto perché di autosufficienza energetica non vi interessa nulla; perché è esattamente il contrario, infatti, di quello che state facendo. Avete voluto cambiare il nome del Ministero della transizione ecologica, oggi, in Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica, ma è falso, è una bugia, perché quello che state facendo, invece, è rallentare le rinnovabili e metterci ancora di più in condizione di essere dipendenti dalle importazioni dall'estero e, in particolare, dalle importazioni fossili.

Questo è esattamente quello che state facendo ed è il motivo per cui non possiamo accettare la riformulazione e vogliamo mettere ai voti quest'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/69 Evi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 59).

Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/70 Mattia c'è un parere favorevole, previa riformulazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.

BEATRIZ COLOMBO (FDI). Accettiamo la riformulazione del Governo.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/71 Colombo c'è un parere favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/1437-A/72 D'Alfonso è accolto come raccomandazione. Onorevole D'Alfonso?

LUCIANO D'ALFONSO (PD-IDP). Presidente, grazie. Volendo anche collegarmi idealmente al contributo che abbiamo ascoltato ieri da parte di più colleghi, mi iscrivo a un ideale gruppo parlamentare che ritiene che gli ordini del giorno non siano omeopatia, convinto come sono, avendo simpatia per la storia…

PRESIDENTE. Chiedo scusa, accetta o non accetta?

LUCIANO D'ALFONSO (PD-IDP). No, non accetto, perché è insufficiente la quota di accettazione.

PRESIDENTE. Chiedo scusa, era per segnarlo.

LUCIANO D'ALFONSO (PD-IDP). …convinto come sono che la storia sia maestra. E la storia delle istituzioni politiche e giuridiche ci insegna come gli ordini del giorno siano un ausilio per l'azione del Governo; un ausilio per fare in modo che più parte della realtà entri nell'azione di Governo. E quest'ordine del giorno, rubricato con il n. 9/1437-A/72, dà una mano all'azione di Governo, rendendo coerente l'attività che abbiamo in dispiegamento con la direttiva europea citata e richiamata. Mi riferisco alla comunicazione della Commissione, la 2022/C80/01, laddove organizza una proceduralizzazione affinché le imprese che consumano il di più di energia vengano aiutate con misure e sovvenzioni, alla condizione però che realizzino un esame prognostico sull'utilizzo dell'energia, e noi aggiungiamo - ed è questo il punto in coerenza con l'Europa - che chi si delocalizza restituisca ciò che ha avuto ad opera dell'azione del Governo a favore delle imprese.

C'è un altro modo dell'ordinamento per avere condotta virtuosa da parte delle imprese che ricevono aiuto? La missione, permettetemi, anche morale dell'ordinamento, quando finanzia e produce norme a favore dell'economia, è che l'economia abbia un consumo sostenibile di energia, una capacità di innovazione riconoscibile e che mantenga il rapporto con il luogo, con il sistema territoriale, con la realtà della responsabilità sociale e occupazionale. Che cosa fa questa iniziativa parlamentare che punta ad aiutare la qualità normativa del prodotto del quale ci siamo occupati e che adesso vorremmo arricchire? Introduciamo con il primo provvedimento utile questo completamento della norma, perché, laddove un'impresa prende la misura economica e poi se ne va, è chiaro che la deve restituire. Come si fa a non dare valore a questa iniziativa?

C'è un altro modo per fare sì che l'ordinamento si faccia rispettare? Io ho passione per la storia medievale e nella storia medievale c'era, a un certo punto, l'affidamento alle preghiere, la convocazione, per esempio, di momenti di funzione religiosa. L'ordinamento non si può affidare a condotte volitive, autodeterminate volitivamente, ma deve procedere attraverso quella coppia che Norberto Bobbio ci insegnava: sanzione positiva e sanzione negativa. Io ti do la sanzione positiva, aiutandoti, alla condizione che tu rispetti un contratto.

In Europa si chiama obbligazione giuridicamente vincolante. Se tu non la rispetti, mi devi restituire, mi devi ridare e devi ripetere quello che hai avuto. Ma non i gioielli della famiglia della corona, l'erario! Quote dell'erario! Perché, l'erario che si determina attraverso la democrazia che contribuisce deve servire a raggiungere obiettivi di valenza collettiva, financo di valenza morale. Allora, se un'impresa ottiene aiuto per la quantità smisurata del consumo di energia che fa, e poi se ne va e rompe il patto di lealtà con i lavoratori, con la responsabilità sociale di quel territorio, è chiaro che deve restituire.

Noi chiediamo nella parte finale dell'ordine del giorno - che non è omeopatia - che il primo provvedimento utile completi e perfezioni. Giuliano Amato, in quel bellissimo manuale di diritto pubblico, nel primo capitolo disse: la norma è perfetta se ha la sanzione. Ma non la sanzione del convegno, la sanzione che riesce a incidere e a cambiare i comportamenti viziati, rendendoli comportamenti virtuosi.

Per questo mi auguro che il rappresentante del Governo faccia sì che ci sia l'intera adesione alla nostra iniziativa di correttezza normativa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/72 D'Alfonso, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 60).

Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/73 Andreuzza il parere è favorevole, previa riformulazione: la accetta.

L'ordine del giorno n. 9/1437-A/74 Lai è accolto come raccomandazione. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà. Ha un minuto, onorevole Fornaro.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Sì, lo so, grazie, signor Presidente. Sottoscrivo ma chiederei al Governo un minimo di ripensamento, perché nel dispositivo dell'impegno c'è la frase sempre usata “a valutare l'opportunità di introdurre”. E quindi, chiedo se fosse possibile trasformare la raccomandazione in un parere favorevole.

PRESIDENTE. Vice Ministra? No.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/74 Lai, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 61).

Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/75 Cavo il parere è favorevole, previa riformulazione: onorevole Cavo la accetta?

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Sì, Presidente. Accetto la riformulazione sia di quest'ordine del giorno sia dell'altro ordine del giorno del nostro gruppo, Noi Moderati, che è il n. 9/1437-A/78 Bicchielli.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/76 Polidori la riformulazione è stata accettata.

L'ordine del giorno n. 9/1437-A/77 Casasco è stato ritirato.

Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/78 Bicchielli la riformulazione è stata accettata.

L'ordine del giorno n. 9/1437-A/79 Battilocchio è stato ritirato.

Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/80 Mollicone il parere è favorevole, previa riformulazione: onorevole Mollicone? La accetta.

Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/81 Zucconi il parere è favorevole, previa riformulazione.

Ha chiesto di parlare il presidente Rampelli. Ne ha facoltà.

FABIO RAMPELLI (FDI). La ringrazio, Presidente. Brevemente, intervengo per fare una puntualizzazione. Si è parlato in lungo e largo, in questi due giorni, di mercato tutelato e ciascuno ha posto in evidenza le criticità di un'eventuale abrogazione di questa sorta di principio regolatore che prevede non certo l'abolizione - tutt'altro - del libero mercato, ma comunque una sorta di calmiere, che peraltro vorrei rammentare, a chi ha la grazia di ascoltare, esiste in tutta Europa.

Comunque, esiste nelle principali Nazioni europee - quindi ci deve essere stato -, esiste in Spagna, dove c'è anche un cap, esiste in Francia, dove c'è praticamente il prezzo più basso dell'energia per i cittadini e le imprese, per i consumatori, esiste in Germania; anzi, aggiungerei che sia la Francia che la Germania hanno nazionalizzato le proprie ENI ed ENEL, parliamo della EDF e della Uniper. Quindi, c'è un'attenzione importante da parte delle principali Nazioni europee sulla necessità - direi inaspettata quest'attenzione, almeno dal mio punto di vista - di, da un lato, orientare verso il libero mercato e, dall'altro, controbilanciare, per evitare che ci siano effetti speculativi che poi peseranno, immancabilmente e inesorabilmente, sulle tasche dei cittadini e specialmente sulle tasche dei cittadini più deboli.

Ora, qual è il punto? Io due osservazioni le devo fare, per forza, perché se noi ci troviamo in questa condizione - lo dico sapendo di condividere comunque la sensibilità di chi oggi rappresenta il Governo da questa parte del campo - è perché qualcuno, negoziando, all'epoca, il PNRR, ha messo sul tavolo la possibilità dell'abrogazione del mercato tutelato e certamente questo qualcuno non è seduto da questa parte dei banchi del Parlamento. Questo bisogna precisarlo perché vi è una difficoltà nel momento in cui ci si rapporta con Bruxelles, con il Commissario europeo. Si ha presente l'immagine del pugile che sale sul ring con le mani legate dietro la schiena? Difficilmente vincerà l'incontro. Noi siamo più o meno, metaforicamente, in questa condizione. Quindi, quando andiamo, anche per queste vicende, a trattare, a discutere, a dialogare, a cercare di convincere l'Europa, sappiamo che qualcuno comunque ci ha legato prima le mani dietro la schiena.

Quindi, tutti gli interventi che ho ascoltato, alcuni davvero molto pregnanti, direi persino condivisibili, partono, però, da un presupposto sbagliato, perché questa storia della possibile abrogazione - speriamo non accada - del mercato tutelato non parte oggi, parte da ieri e, quindi, chi l'ha fatta partire avrebbe dovuto avere almeno il buon gusto del silenzio, non strumentalizzare, non abbaiare alla luna, non urlare ai quattro venti l'incapacità del Governo di mettersi dalla parte dei cittadini per, appunto, cercare di orientare, contenere le attività speculative di alcuni giganti dell'energia, che imperversano anche nelle nostre vecchie società di Stato; tutti quanti sappiamo che gli azionisti di ENEL, ENI e altri soggetti magari non operanti nel campo dell'energia sono maggioritari rispetto al MEF, con percentuali anche importanti. Quindi, mentre la Francia e la Germania - riguardo quest'ultima, direi che, in Europa, parliamo della Nazione guida del pensiero liberista - nazionalizzano, noi ci troviamo così.

Io ho presentato un ordine del giorno che era figlio di un emendamento che ci è stato chiesto - anche al collega Zucconi, che ne era il primo firmatario - di ritirare in cambio appunto della presentazione di un ordine del giorno. Ora, io vorrei precisare che questi rapporti tra Parlamento e Governo sono assolutamente virtuosi e vanno benissimo, però poi, quando si chiede un impegno a ritirare un emendamento in cambio di un ordine del giorno, l'ordine del giorno poi deve essere fedele all'emendamento, sennò che gioco è? Quindi, questo lo dico perché mi piace essere corretto sempre e comunque (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle), ma la possibilità di un dialogo e di un confronto con il Governo, a mio giudizio, ha, almeno su quest'ordine del giorno n. 9/1437-A/81, ristabilito l'equilibrio e riportato la barra del timone nella posizione giusta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Quindi, io accetto ma desidero che sia votato dall'Aula, proprio perché deve essere chiaro, vorrei che fosse chiaro il mandato che il Parlamento dà al Governo quando si troverà di fronte l'Europa, che può darsi dica quello che è possibile, che si è reso possibile alla Francia, alla Spagna, alla Germania, all'Italia non è possibile perché ci sono accordi pregressi che non abbiamo fatto noi, non li ha fatti Giorgia Meloni questi accordi, questo deve essere chiaro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Tuttavia, l'argomento principale, a prescindere da come finirà la trattativa, il negoziato, il dialogo, il confronto con Bruxelles, deve essere quello di mettere in campo tutti gli strumenti, come quelli messi in campo dalla Spagna, dalla Francia o dalla Germania per impedire nuove, orribili attività speculative, capaci di mettere in ginocchio, per l'ennesima volta la nostra economia! È questo il punto di non ritorno e su questo io vorrei che ci sia chiarezza, perché questo è il mandato che almeno quest'ordine del giorno dà al Governo e spero che anche l'opposizione ci dia conforto e dia una mano in più per rafforzare questo concetto(Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, signor Presidente. Io mi asterrò su quest'ordine del giorno. Ho ascoltato il Vicepresidente Rampelli e finalmente ho capito perché su questo decreto è stata messa la fiducia (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra). Semmai c'era bisogno di capirlo, l'intervento dell'onorevole Rampelli ci ha spiegato chiaramente perché il Governo ha messo la fiducia: perché non c'è una maggioranza su questo decreto (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra), nel senso che un emendamento su questo punto avrebbe fatto andare sotto il Governo!

Quindi, diciamo che il Re è nudo, la maggioranza inscalfibile è scalfibilissima! E lo dico essendo su questo punto in disaccordo con Rampelli, perché, alla fine, vuole fare sia il Governo che l'opposizione. E come fa a tenere insieme la sua posizione, che è di Governo e di opposizione? Ovviamente, dice che è colpa dell'Europa, sapendo benissimo che non è così! Si negozia su tutto. Meloni ha detto oggi che sul MES non torna indietro, ma sulla maggior tutela non si poteva fare niente. È che voi sapete benissimo che la questione della maggior tutela non è come la presentate voi, perché, ad esempio, su un mercato pienamente deregolamentato, libero, al netto della regolamentazione dell'Autorità - che resta e resterà anche al momento della fine del mercato di tutela -, come quello della telefonia, che è un servizio ormai essenziale per tutto, anche per le persone anziane, anche per le famiglie meno abbienti, tale servizio essenziale e totalmente libero è gestito nel mercato e l'Italia ha le tariffe più basse, da tutti i punti di vista: sulla telefonia fissa, sulla telefonia mobile, sui giga!

Si tratta di un mercato libero, con un'autorità di regolamentazione, esattamente come si intende fare con l'energia elettrica, e non c'è alcuna differenza: ci sono i contatori con la lettura a distanza, non c'è proprio più alcuna differenza. Certo, io sono d'accordo che bisogna dare informazione su questo, però mi astengo su questo punto. Avrei votato probabilmente a favore del provvedimento del Governo, cioè sul passaggio al superamento della fascia di maggior tutela, ma abbiamo capito oggi perché il Governo mette continuamente la fiducia e siamo ormai a un numero debordante di fiducie: perché non siete d'accordo, perché su alcuni punti essenziali volete fare sia il Governo sia l'opposizione - e chiudo, signor Presidente -, dopodiché, come clausola di chiusura dire è colpa dell'Europa, su questo punto specifico, come su tutti gli altri, sul MES e altro non è, a mio avviso, accettabile (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-+Europa, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Peluffo. Aspetti che verifico quanto tempo ha, abbia pazienza. Lei non ha tempo.

VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO (PD-IDP). Ho tempo o no?

PRESIDENTE. No, non può. Non ce l'ha il tempo, mi confermano che ha esaurito il suo tempo.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Abbiamo un minuto...

PRESIDENTE. L'onorevole Braga può parlare.

CHIARA BRAGA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Devo dire che il collega Della Vedova ha centrato esattamente il punto: l'intervento del Presidente Rampelli ha chiarito, in maniera che più chiara non si poteva, la ragione per cui su un provvedimento di questa natura, con pochissimi emendamenti presentati dalle opposizioni, la maggioranza ha deciso di porre la questione di fiducia. Su questo tema così sentito, su cui noi abbiamo fatto una battaglia in Commissione, abbiamo chiesto un impegno vero, non una sorta di avallo a rimandare, valutare, considerare l'opportunità e la possibilità di rivedere il tema dell'uscita dal mercato di maggior tutela, avete reso evidenti la vostra divisione e la vostra incapacità di costruire una risposta a un problema che avete fatto montare in quest'anno, che non avete risolto, perché niente di quello che andava fatto per accompagnare le utenze, quelle fragili, quelle vulnerabili e non, all'accesso al mercato libero è stato fatto da questo Governo.

E il motivo per cui ora proponete questa riformulazione è il tentativo di cercare di non perdere la faccia. Purtroppo non ce la farete, perché questa riformulazione è assolutamente inadeguata, non dà nessuna certezza a 10 milioni di utenze, che rischiano di trovarsi, a gennaio, un aumento significativo dei costi delle bollette elettriche e del gas e, soprattutto, è un tentativo di nascondere quello che siete: incapaci di corrispondere e realizzare le promesse e gli impegni che vi siete presi, anche su cose su cui continuate a giocare nel vostro ruolo ambiguo di Governo e di opposizione. Lo fate su tanti temi, lo state facendo in questo caso su una questione che tocca da vicino la vita e la condizione materiale di milioni di famiglie italiane. Per questo motivo, noi non cadremo in questo giochetto, ci asterremo su questa riformulazione, che è assolutamente una presa in giro e denunciamo con forza la doppia faccia di questo Governo, che promette alcune cose ai cittadini e, poi, non ha il coraggio di aprire una discussione vera con il Governo e si nasconde dietro l'ennesimo voto di fiducia e mortificazione del Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Per sottolineare come il gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra ha presentato un ordine del giorno sullo stesso tema, formulato in un modo molto simile a quello del collega Rampelli e degli altri colleghi della maggioranza, che è stato bocciato. Noi non riusciamo a comprendere, a questo punto, perché si faccia un appello alle minoranze, nel momento in cui sembra più - mi perdonerete - un cercare di mantenere un equilibrio politico tra Governo e maggioranza rispetto a una situazione che palesemente sta mettendo in difficoltà i rapporti tra il Parlamento e, in particolare, la maggioranza e il Governo. Ho ascoltato con grande attenzione le parole del collega Rampelli, che dice: noi abbiamo accettato di ritirare l'emendamento. Lì, probabilmente, avremmo votato a maggioranza in questo Parlamento e avremmo espresso una posizione che si poteva benissimo portare in Europa. Non riesco a comprendere perché sull'energia vi è un dogma e su tutte le altre cose, invece, si può andare a trattare. Possiamo trattare benissimo anche sull'energia, dobbiamo volerlo con grande determinazione. Probabilmente, queste famiglie e questa parte della nostra società interessano di meno rispetto ad altri temi che il Governo ritiene prioritari. Per noi, invece, il tema dell'energia e del mercato tutelato è una priorità assoluta (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/81 Zucconi, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 62).

Ordine del giorno n. 9/1437-A/82 Barabotti, parere favorevole, previa riformulazione: accetta? Perfetto. L'ordine del giorno n. 9/1437-A/83 Schullian, è ritirato. Ordine del giorno n. 9/1437-A/84 Ambrosi, parere favorevole, previa riformulazione: onorevole Ambrosi, accetta? Perfetto. Dobbiamo ora tornare agli ordini del giorno precedentemente accantonati: sono tre. Invito la Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica, onorevole Vannia Gava, ad esprimere il parere. Ordine del giorno n. 9/1437-A/3 Fossi?

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/3 Fossi, parere favorevole, se riformulato: “a valutare l'opportunità di adottare ogni iniziativa utile, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, ivi compresa la sospensione del pagamento delle utenze, per prevedere piani di rateizzazione del debito eventualmente accumulato, al fine di evitare la concentrazione in termini brevi di oneri non sostenibili per l'utente”.

PRESIDENTE. Onorevole Fossi?

EMILIANO FOSSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ringrazio anche la Vice Ministra per l'approfondimento e per il lavoro ulteriore fatto, ma non accetto, non accettiamo la riformulazione, perché crediamo sia fondamentale avere elementi di certezza sul reperimento delle risorse, anche perché, se non riusciamo a trovare risorse per le bollette, guardiamo con preoccupazione ai tempi che ci attendono sugli interventi di ricostruzione e di rinascita delle comunità colpite dall'alluvione. Ringrazio per il lavoro fatto, per l'approfondimento fatto, anche per quello che sicuramente hanno messo, come lavoro di riflessione, i parlamentari anche del centrodestra eletti in Toscana, ma, ripeto, non accettiamo la riformulazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Amorese. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO AMORESE (FDI). Grazie, Presidente. Vedete noi eravamo - io, la collega La Porta ed altri - a Campi Bisenzio qualche giorno fa ad ascoltare le parole, le considerazioni, le osservazioni, l'intervento del Ministro Musumeci, citate come politiche, queste dichiarazioni, dal primo firmatario di quest'ordine del giorno nell'intervento di stamani. Poi, abbiamo letto un'agenzia, sempre del primo firmatario, di cui leggo alcuni stralci: “La Toscana è in ginocchio dopo le alluvioni, ma il Governo si volta dall'altra parte”. Falso. Ancora: “Oggi l'Esecutivo, addirittura è andato in tilt” - falso - “prima opponendosi” - falso - “e, poi, sospendendo la votazione”, eccetera, eccetera. E andando avanti: “Un semplice atto di buonsenso, che avrebbe dato un primo segnale concreto ad una popolazione devastata, è stato volutamente ignorato da Giorgia Meloni” - falso - “e dai deputati di destra anche eletti negli stessi territori alluvionati”. Su questo ci vorrebbe un altro aggettivo, ma siamo in un'Aula del Parlamento.

Allora, mi pare di capire che questa contrarietà alla riformulazione preveda e preferisca, anzi, 5 minuti di polemiche in più, davvero poco utili in una Toscana profonda, dove abbiamo ancora le famiglie che spalano, gli angeli del fango che vanno ringraziati per quello che hanno fatto, studenti e studentesse che vanno ringraziati, compresi i sindaci del Partito Democratico in prima linea nel fango, che non si sono fatti fotografare con un giubbotto della Protezione civile al caldo dei loro uffici (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ma sono andati anche loro in prima linea tra le proprie popolazioni, tra i propri cittadini. Vedete, la contrarietà a questa riformulazione di quest'ordine del giorno poteva essere, invece, un atto unitario di questa Camera, che poteva vedere anche il ringraziamento di coloro che, invece, hanno ringraziato il Ministro Musumeci qualche giorno fa e che lo hanno applaudito.

E chi lo ha applaudito? Non solo noi, lo hanno applaudito in primis coloro che, come associazioni di volontariato, sono in prima linea e in prima fila da quel venerdì notte maledetto, ma è stato applaudito anche da consiglieri comunali di centrosinistra che spontaneamente sono andati a ringraziare il Ministro Musumeci per le parole che ha detto. Parole che sono il contrario del politichese, perché sono state dette senza alcun tipo di filtro e sono state applaudite con spontaneità; è stato detto semplicemente che chi doveva fare prevenzione non l'ha fatta. E allora qui abbiamo letto di un primo firmatario che ha reso dichiarazioni alle agenzie di stampa, legittimo; un primo firmatario che però dice cose non corrette; ma, evidentemente, un primo firmatario che, davanti alle dichiarazioni del Ministro Musumeci, ha reagito con lesa maestà, perché ce lo ricordiamo, e se lo ricordano anche i cittadini di Campi Bisenzio, come ex primo cittadino (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che evidentemente quegli interventi non li ha fatti; penso al fiume Marina e a tanti altri.

Quindi, veramente il Partito Democratico questa sera, alla faccia anche dei suoi sindaci in prima linea, perde l'ennesima occasione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Nisini. Ne ha facoltà.

TIZIANA NISINI (LEGA). Grazie, Presidente. Su quest'ordine del giorno non accettare la riformulazione è irrispettoso nei confronti della popolazione toscana colpita dagli eventi calamitosi. Irrispettoso perché il Governo si è prontamente attivato con aiuti di emergenza immediati, perché stamattina, nel momento in cui sono arrivati i pareri sugli ordini del giorno, grazie al Vice Ministro Gava, all'onorevole Barabotti, che è relatore del provvedimento, abbiamo accantonato l'ordine del giorno.

Vorrei dire all'onorevole Fossi, per il suo tramite, che non se ne può uscire con certe esternazioni sui social creando tensioni proprio sui territori alluvionati, perché noi siamo stati pronti, siamo stati celeri. Se poi il Ministro Musumeci, che ringraziamo per essersi prontamente recato a Campi Bisenzio, ha messo in evidenza che il problema vero è che non è stata fatta prevenzione sul territorio, perché c'erano finanziamenti pronti, ma casse di espansione mai fatte, perché i fiumi erano esondati tempo prima nello stesso punto, quindi i lavori sono stati fatti male, allora c'è un problema.

Tanti volontari si sono mossi senza simboli di partito, non hanno fatto una chiamata alle armi di volontari con il simbolo del Partito Democratico. Quindi questa strumentalizzazione sulla pelle di cittadini che stanno vivendo un disagio (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia) e che noi abbiamo conosciuto direttamente sul territorio non è opportuna, è vergognosa.

Questo Governo ha riformulato l'ordine del giorno, e, visto che sono stata amministratore pubblico, sono stata assessore, e lui è proprio ex sindaco di Campi Bisenzio, sa benissimo che con i vincoli di finanza pubblica passano anche tutte le delibere di giunta, tutti gli atti che prevedono risorse economiche da mettere in campo, perché è normale che sia così, è la normativa che è così, e lui la conosce benissimo. Sono passate centinaia di delibere di giunta dal suo comune. Quindi è totalmente strumentale non accettare la riformulazione per questo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gianassi. Ne ha facoltà per un minuto e venti secondi.

FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Cercherò di limitare l'intervento a un minuto e venti secondi. Capisco l'imbarazzo dei parlamentari toscani della destra, perché credo che da qui a qualche secondo si accingeranno a votare contro un ordine del giorno che il Partito Democratico ha presentato, con il quale noi chiediamo di impegnare il Governo ad adottare ogni iniziativa utile conseguentemente alla sospensione del pagamento delle utenze citate in premessa per prevedere piani di rateizzazione del debito eventualmente accumulato, al fine di evitare la concentrazione in un termine breve di oneri non sostenibili per l'utente.

Dopo il disastro, al quale abbiamo assistito, dell'alluvione che ha colpito la Toscana, Campi Bisenzio e altri territori, com'è possibile che parlamentari toscani come noi votino contro un ordine del giorno che chiede al Governo di impegnarsi su questo?

Di qui è evidente l'imbarazzo, anche con riferimento al tentativo di trasformare un obiettivo che dovrebbe unirci in una polemica politica, un po' come ha fatto male il Ministro Musumeci, parlando di prevenzione mancata, quando fa parte di un Governo che è riuscito già a perdere le risorse del PNRR contro il dissesto idrogeologico e di quel Governo che perde 16 miliardi, di cui 13 destinati ai comuni, per opere di rigenerazione urbana (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Con quale coraggio coloro che negano il cambiamento climatico possono contestare la mancata prevenzione a chi, ogni giorno, si impegna - sindaci, amministrazioni locali - sul territorio per contribuire a prevenire disastri? Detto questo, però, siamo in grado di fare un accordo: votate a favore di quest'ordine del giorno e votate a favore dell'emendamento che, al Senato, alla manovra di bilancio ha presentato il Partito Democratico per stanziare subito 500 milioni per la Toscana. La Toscana deve ripartire e ha bisogno che il Governo sia presente non con parole, ma con i fatti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà per due minuti e venti secondi.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Anch'io ero presente a Campi Bisenzio, quando è venuto il Ministro Musumeci. Ho apprezzato da parte del Ministro il fatto che, senza se e senza ma, in quel contesto abbia negato il negazionismo climatico. È la prima volta in maniera così chiara che il centrodestra in qualche modo, attraverso un suo rappresentante, riconosce che c'è un'alterazione climatica preoccupante e grave. Ho apprezzato meno il fatto che non abbia riconosciuto i ritardi mostruosi nei finanziamenti che il Governo avrebbe dovuto attribuire all'Emilia-Romagna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

E non era solo l'Emilia-Romagna, erano anche le Marche e la Toscana. E ho apprezzato meno il fatto che non abbia fatto autocritica sul fatto che sul consumo di suolo e sulla prevenzione né la destra né la sinistra in questi anni hanno fatto un granché (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). In questo senso vi dico che noi votiamo a favore di quest'ordine del giorno, ma avremmo votato a favore anche della riformulazione. Quindi diamoci tutti quanti le responsabilità, assumiamoci le responsabilità degli errori che sono stati fatti, sia in termini di consumo di suolo sia in termini di assenza di capacità di fare prevenzione, perché la speculazione edilizia si è vista in Emilia-Romagna, si è vista in Liguria, si è vista dappertutto, dove hanno governato quasi tutte le forze politiche, e a livello regionale l'unica forza politica che può dirsi fuori ad oggi è il MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Montemagni. Ne ha facoltà.

ELISA MONTEMAGNI (LEGA). Grazie, Presidente. Credo che non accettare la riformulazione sia un'occasione persa per dimostrare a quei cittadini che tutta la politica è lì con loro ed è al loro fianco. La cosa che mi dispiace di più è che qualcuno vuole che la maggioranza voti in modo contrario; lo vuole talmente tanto che anticipa la riformulazione sui social (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia), dicendo, ben prima che venga riformulato l'ordine del giorno, che questo Governo e i parlamentari di destra sono cattivi nei confronti dei cittadini.

Colleghi, qui si parla di imbarazzo. Imbarazzo lo proverei a scrivere sui social anticipando qualcosa che in quest'Aula non è ancora avvenuto, perché, quando si fa politica e si tratta un provvedimento, si tratta in quest'Aula e da questi banchi, e non sui social. Questo è essere seri nei confronti dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), e fatevelo dire da una persona che è stata in opposizione in consiglio regionale per 7 anni e mezzo, e in quei 7 anni e mezzo non governava certo il centrodestra, come non ha mai governato la regione Toscana negli ultimi 50 anni (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

Ha sempre governato un partito politico, ed è proprio il vostro. Quel partito politico è quello che ha fatto mancare sui territori gli interventi che servivano a prevenire. Allora oggi pensare di fare la parte dei buoni, venendo qui con un ordine del giorno e cercando di attaccare chi ogni giorno è su quel territorio, ogni giorno è sul territorio della regione Toscana, tutti coloro che stanno lavorando a questa emergenza, lo trovo veramente incommentabile. Oltretutto vi voglio anche dire che il Governo non solo si sta muovendo, ma si muoverà, e si muoverà con i fatti, non con le parole sui social e tanto meno con ordini del giorno (Commenti). Ma sappiamo benissimo che questo Governo è stato vicino fin da subito alle popolazioni e lo sarà anche nei prossimi mesi (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Provenzano. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE PROVENZANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Se i colleghi me lo permettono, vorrei sottoscrivere quest'ordine del giorno, mosso dall'indignazione per le parole del Ministro Musumeci che è stato per cinque anni Presidente di una regione che non è riuscita a presentare un piano di prevenzione nonostante tutte le associazioni, le forze politiche, le forze economiche e sociali gliel'avessero chiesto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Una regione che ha sprecato i soldi per il riassetto del territorio, che ha perso i progetti europei per i consorzi di bonifica e per i sistemi irrigui. Per tutte queste ragioni, se i colleghi me lo consentono, per l'indignazione rispetto alle parole del Ministro Musumeci, che davvero dovrebbe solo stare zitto su questo tema (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), vorrei sottoscrivere l'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Di Sanzo. Ne ha facoltà. Collega, ha 1 minuto e 45 secondi.

CHRISTIAN DIEGO DI SANZO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Quello che è successo con la conferenza stampa del Ministro Musumeci è che ha trasformato, di fatto, un'iniziativa che avrebbe dovuto riunire tutta la comunità insieme in un'iniziativa politica di aggressione al Partito democratico e all'amministrazione precedente di Campi, invece di unire la comunità, che è quello che ci aspettiamo da questo Governo. Voi oggi non vi siete impegnati in una cosa su cui era talmente facile impegnarsi e non state dando alla Toscana quello di cui la Toscana ha bisogno, ciò di cui la nostra comunità ha bisogno.

Infine, voglio anche dirvi qualcosa riguardo a quello che avete detto sui tanti volontari che sono andati a impegnarsi, al Partito Democratico che ha radunato i gruppi, perché noi l'abbiamo fatto prima di tutto chiamando la nostra comunità sul territorio che è andata a spalare il fango, rinunciando al lavoro e al proprio tempo per aiutare la nostra comunità pratese. La domanda vera non è perché l'abbiamo fatto noi ma è perché non l'abbiate fatto voi, perché voi non l'avete fatto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà. Ha 2 minuti e 10 secondi.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Sentiamo dal centrodestra lezioni di tutela del territorio quando, ogni volta che noi diciamo di non costruire qualcosa perché poi ci sarà un problema, siamo il partito dei no, ogni qualvolta che diciamo di non mettere i soldi in una colossale fandonia come il ponte sullo Stretto di Messina (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), ma di metterli sulle opere di prevenzione, ci dite che siamo il partito dei no e, ogni volta che vi diciamo di non fare le variantine da tutte le parti ma di andare a fare delle opere di prevenzione, siamo il partito dei no che ostacola il progresso. Signori, davvero c'è un limite a tutto, c'è un limite alla decenza. Ora sentiamo la Lega dire, con il leader Salvini, che non si fa politica nei social. Davvero siamo al corto circuito totale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra)! Qui si nega l'evidenza! Salvini ci vive sui social e io devo sentire che non bisogna fare politica sui social! Abbiamo una Presidente del Consiglio che il 1° maggio ha fatto un video per dire che avrebbe risolto i problemi del lavoro (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra)! Siamo nel corto circuito più totale! Abbiamo sentito Musumeci dire, come prima cosa, non che dobbiamo prevenire il dissesto ma dire alle aziende: assicuratevi, sono fatti vostri. Soldi alle compagnie di assicurazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), questo è il vostro Governo! Però, davvero c'è un limite alla decenza, un limite (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la deputata La Porta. Ne ha facoltà.

CHIARA LA PORTA (FDI). Grazie, Presidente. Avrei voluto evitare di intervenire, ho sperato che l'onorevole Fossi potesse accettare la riformulazione, ho sentito bugie e ho continuato a sentir mentire con la consapevolezza di essere nel torto e nella bugia. Nel comunicato che ha mandato, l'onorevole Fossi - ricordo, ex sindaco di Campi Bisenzio - che ha rinunciato ad amministrare i propri cittadini per venire qui a Roma, mandando un commissario prefettizio nel suo comune, diceva che il Governo avrebbe deciso di bocciare quell'ordine del giorno. Non è vero: il primo punto era di accettarlo come raccomandazione. Continuare a mentire sapendo di mentire è veramente indegno e indecoroso (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier). Dopodiché, com'è successo nel suo comune, si sapeva che il Marina era fuoriuscito e che aveva già fatto danni. Ha preferito scappare e non è intervenuto. Se ha la coda di paglia, stia zitto, taccia (Commenti - Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier). La stessa cosa è avvenuta con il torrente Bardena, riguardo al quale avevamo denunciato…

PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole la prego, però usiamo i termini corretti. Stia zitto e taccia non si possono usare. Chiedo scusa.

Recuperiamo la calma, chiedo scusa. Recuperiamo la calma e andiamo avanti. La prego deputata. Però, oggettivamente, “tacere” no.

CHIARA LA PORTA (FDI). Avevamo denunciato la noncuranza rispetto al torrente Bardena a Figline, che ha causato due morti già nel 2021, raccogliendo le firme, e siamo stati liquidati dall'assessore alla città curata che rappresenta il suo partito, che ha detto che erano le sette e mezzo di sera e dovevamo finire di parlarne e, se volevamo parlare di tecnicismi, saremmo dovuti andare un altro giorno nel suo ufficio. Ci sono stati due morti e non si dovrebbe speculare su questo tipo di interventi. L'impegno c'è e c'è stato.

Ricordo, infine, sulla questione dei rimborsi, con il sindaco Biffoni della mia città in pressing di nuovo stamattina, che i soldi arriveranno nel momento in cui il presidente e commissario Giani farà la stima che deve fare. Continuare a dire che i soldi il Governo non li dà, quando sanno benissimo che devono prima di tutto stimare i danni, è vergognoso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Barabotti. Ne ha facoltà.

ANDREA BARABOTTI (LEGA). Grazie, Presidente. Se i colleghi dell'opposizione…

PRESIDENTE. Per cortesia, ascoltiamo il collega Barabotti.

ANDREA BARABOTTI (LEGA). Vede Presidente, in Toscana …

PRESIDENTE. Colleghi, però dobbiamo sentirlo.

ANDREA BARABOTTI (LEGA). In Toscana, Presidente, ci sono delle verità che il Partito Democratico non accetta di sentire. Se il Ministro Musumeci arriva sul territorio per manifestare agli enti locali e agli eletti del territorio la propria vicinanza e del Governo in un momento così difficile e la disponibilità del Governo a intervenire, come ci sarà bisogno di fare e come il Governo sta già facendo per altri territori colpiti, ecco che dicendo la verità viene tacciato di voler strumentalizzare politicamente questa tragedia. Allora, io non mi rifarò alle parole del Ministro per la Protezione Civile, mi rifarò alle parole di un tecnico, del segretario generale dell'autorità dell'Appennino settentrionale, la dottoressa Gaia Checcucci che, in una recente intervista al quotidiano la Nazione, ha testimoniato come delle 878 opere da realizzare sul territorio toscano per il contenimento del rischio alluvioni sia stato realizzato soltanto il 33 per cento, nonostante le risorse ci siano e siano in abbondanza per mettere a terra i progetti, che troppo spesso invece giacciono nei cassetti. Per realizzare questi investimenti, la normativa nazionale individua un commissario che ha la facoltà di superare gli impedimenti che si trova davanti, di superare le resistenze, a volte, di comitati o di enti locali. Questo commissario è stato individuato nella figura del presidente della regione Toscana, in questo caso, ed è, guarda caso, espressione da decenni del Partito Democratico. Ma non voglio polemizzare, voglio soltanto dire al collega Fossi, firmatario di quest'ordine del giorno, che secondo me stiamo perdendo un'occasione per la Toscana e la sfida del Governo, se mi consente, Presidente, sarà quella di valutare l'opportunità di dare attuazione, comunque, a quest'ordine del giorno presentato da Fossi per dare una risposta ai cittadini e quindi rateizzare, comunque, quelle bollette che al momento vengono sospese su iniziativa di ARERA già a partire da quest'anno, senza che un ordine del giorno del Partito Democratico intervenisse.

Abbiamo perso un'occasione e l'abbiamo persa nel modo peggiore possibile, perché questa mattina il Governo è venuto in Aula, ha reso all'Assemblea i suoi pareri e ha detto chiaramente, fin dall'inizio, che era disponibile ad accogliere quest'ordine del giorno come una raccomandazione. Davanti a questa ipotesi abbiamo deciso, come parlamentari del territorio, di chiedere al Governo di poter accantonare quest'ordine del giorno. Abbiamo chiesto al Governo di poter rivalutare se con una formulazione diversa, che tenesse conto dei vincoli di finanza pubblica, si potesse giungere a un documento su cui avremmo messo volentieri la firma tutti e sarebbe stato un documento che all'unanimità avrebbe dato mandato al Governo per aiutare, per aiutare ancora maggiormente quelle popolazioni colpite.

Mi dispiace che il deputato Fossi abbia preferito, a distanza di poco tempo, attaccare il Governo e la maggioranza con un post su Facebook dicendo una falsità, cioè dicendo che il Governo si è opposto a quest'ordine del giorno, cosa che non è mai avvenuta, dicendo che quest'ordine del giorno è stato volutamente ignorato dal Presidente del Consiglio e soprattutto dai deputati del centrodestra in quest'Aula. Una bugia ingiusta, anche perché molti dei deputati di centrodestra toscani che siedono in quest'Aula in quei giorni, subito dopo l'alluvione, erano al fianco di quegli angeli del fango con la pala in mano. Dov'erano i parlamentari del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Presidente, voglio semplicemente dire una cosa, ma proprio senza polemica. Ho sentito delle cose veramente tristissime quando ci sono 8 persone a terra morte a causa di un'alluvione così drammatica, cose tristissime da parte di chi dovrebbe rassicurare il Parlamento e soprattutto rassicurare quelle comunità. C'è un punto cui la destra non può sfuggire, al di là dei social, ed è che voi dite, nella riformulazione, di fronte a una richiesta ben precisa di soluzioni, “a valutare l'opportunità di”. Scusate, colleghi del centrodestra, ma cosa si deve valutare più dopo una tragedia di questo tipo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Che dobbiamo valutare? Bisogna agire e non fare comizi! Ce l'hanno insegnato i ragazzi e ce l'hanno insegnato - lo dico al collega che mi ha preceduto - anche i parlamentari di quel territorio che sono andati a spalare il fango insieme ai volontari e ci sono le prove. Io credo che dovremmo provare a dire alcune cose vere. La prima: viene detto che Giani non ha ancora fatto il calcolo dei danni. Ora, a meno che Giani non si trasformi in quel personaggio bellissimo di Totòtruffa ‘62 che a un certo punto viene ingaggiato per andare a contare i piccioni viaggiatori, un presidente della regione, se deve stimare dei danni veri, ha bisogno di tempo e ha bisogno di tecnici che lo supportino e anche di un Governo che non lo ostacoli.

CHIARA LA PORTA (FDI). Dillo al tuo sindaco!

PRESIDENTE. Silenzio, silenzio.

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). E poi occorrerebbe dire anche un'altra cosa: se da queste parti non ci fidiamo è perché abbiamo il precedente dell'Emilia-Romagna (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Consentiteci di esercitare un legittimo sospetto che forse questi soldi vengono annunciati ma non arriveranno mai. Infine, io non amo molto il dibattito politico sui social. Penso che questo sia il luogo che purtroppo voi avete svuotato anche con questo decreto, l'ennesimo decreto che genera frustrazione nell'opposizione e trasforma il Parlamento in una sorta di soprammobile dell'Esecutivo. Però, che mi veniate a fare il pelo e il contropelo su un post dell'onorevole Fossi mentre il vostro capo, non più tardi di due ore fa, ha annunciato urbi et orbi su Twitter che aveva fatto la precettazione per milioni di lavoratori è veramente una cosa che non si può sentire (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), un'operazione cinica e squallida sulla pelle di persone che quando scelgono di scioperare ci rimettono di tasca propria. Quando un Ministro dice una fesseria non paga nessun prezzo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà per due minuti.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Io voterò a favore di quest'ordine del giorno. L'ho letto e riletto 3 o 4 volte, ho ascoltato la discussione che si è aperta, ho ascoltato le parole del relatore, però c'è una cosa che non ho capito e mi rivolgo al Governo. Stiamo votando ordini del giorno, perché non possiamo votare emendamenti, ma gli ordini del giorno non hanno bisogno di una copertura. Qui c'è scritto: “ad adottare ogni iniziativa utile”. Molti di noi sono stati molto tempo all'opposizione e qualche tempo al Governo, ma la vera cosa che non riesco a capire da parte dei colleghi della maggioranza è perché non dite al Governo di cambiare parere e dare parere favorevole su una cosa che non va coperta. Il punto è questo! Com'è possibile che ci riduciamo a discutere solo di ordini del giorno, mai di emendamenti sui provvedimenti rilevanti e il Governo dimostra una rigidità per me incomprensibile anche su un ordine del giorno, su un tema su cui come mi sembra di capire - soprattutto i parlamentari dei luoghi colpiti da questa drammatica alluvione - siete tutti d'accordo. Allora, voi della maggioranza andate ai banchi del Governo e chiedete di cambiare il parere e il problema si risolve così (Applausi dei deputati del gruppo Misto-+Europa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Mazzetti. Ne ha facoltà.

ERICA MAZZETTI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Governo e colleghi, visto che io provengo proprio da un territorio colpito fortemente da questa alluvione, che è la provincia di Prato, e ho visto con i miei occhi quello che è successo in quel territorio, allora credo che dobbiamo, in quest'Aula, riportare tutti un certo atteggiamento, perché lo dobbiamo per rispetto delle vittime, per rispetto degli imprenditori e dei dipendenti delle aziende che ancora sono a pulire le proprie aziende per farle ripartire e non è corretto che da un'Aula parlamentare arrivi questo messaggio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Questa è la cosa che più fa male. Io qui, però, voglio dire un paio di cose. Credo che come Forza Italia abbiamo agito nell'immediato, tant'è che subito, il 3 novembre, il venerdì mattina, in Consiglio dei Ministri è stato concesso lo stato d'emergenza, facendo anche un'indicazione ai soldi, e il lunedì il Vice Premier nonché Ministro Tajani era nella mia città, Prato, nel consiglio comunale, con il sindaco e il presidente della regione, a dare soluzioni a quegli imprenditori disperati che non avevano nemmeno il coraggio di ripartire. Invece, gli ha dato il coraggio e ha dato dei soldi. Questo è il modo in cui la politica dovrebbe agire.

Mi dispiace per i tanti colleghi di sinistra che, sì, hanno perso l'occasione di non intervenire, soprattutto il collega Fossi, che per circa 9 anni ha fatto il sindaco a Campi e si meraviglia se oggi c'è un problema di occupazione del suolo e di una pianificazione che non funziona. Noi ci meravigliamo. Certo, ci meravigliamo molto, perché noi di centrodestra nella regione Toscana non abbiamo mai governato, non abbiamo mai fatto una pianificazione urbanistica della regione e soprattutto comuni come Campi Bisenzio e anche altri, come Prato, alcuni della provincia di Pistoia e non solo, sono stati sempre e comunque governati dal PD.

E' lo stesso PD che non ha fatto le manutenzioni necessarie, rispetto a tutto quello che era a monte della parte boschiva, approvando una legge che ha creato grande confusione e grandi problemi a monte, che, poi, naturalmente si sono riversati a valle, dove c'è una grande concentrazione immobiliare. Abbiamo un fiume, il Bisenzio, che attraversa tutta la valle e arriva alla città di Prato. Ecco, questo fiume negli ultimi anni era diventato una vera e propria giungla. Noi lo abbiamo denunciato più volte; io stessa ho fatto più denunce anche alla prefettura di Prato, ma nessuno lo ha controllato e, naturalmente, è arrivato a valle tutto quello che non era stato controllato a monte, arrecando un danno alla città di Prato.

Ecco, questo non può più accadere e vogliamo parlare, visto che avete lamentato molte cose, di come funziona il consorzio di bonifica in Toscana? Tutti i cittadini toscani pagano dei bollettini, anche chi sta all'ultimo piano in centro città e chi ha fatto la manutenzione di questi corsi d'acqua? Perché il PD non controlla tutto ciò invece di venire a criticare un ordine del giorno, qui, alla Camera?

Ecco, questi sono temi che dobbiamo affrontare tutti insieme. Sì, dico tutti insieme, perché dobbiamo risolvere questo problema che, da troppi anni, ha colpito la Toscana. Sappiamo benissimo che le manutenzioni non sono state fatte e i risultati sono questi, ma si preferisce nascondersi sempre dietro lo slogan del cambiamento climatico. Ma per il cambiamento climatico la regione Toscana, governata, lo ripeto, dal PD, che cosa ha fatto? Quali manutenzioni, quali nuove infrastrutture ha posto in essere? Ve lo dico io: nessuna, benché il Governo, da anni, abbia stanziato soldi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Ecco, non veniamo a fare della demagogia in quest'Aula. Molto spesso, ho sentito da parte di alcuni colleghi, chi della Sicilia, chi di altre regioni, portare quel discorso su temi che non c'entrano niente. Noi dobbiamo, invece, tutti insieme, lavorare e sono certa che il Governo - il MEF -, a breve, farà un decreto anche per rinviare tutte le scadenze fiscali che partiranno da domani; sarà un novembre di scadenze fiscali. Abbiamo avuto l'alluvione in Emilia-Romagna e abbiamo reagito in modo concreto e immediato e lo faremo sicuramente anche per la Toscana. Attualmente, il commissario straordinario all'emergenza, lo ricordo, è Giani, speriamo vivamente di fare come in Emilia-Romagna, di cambiarlo velocemente e di ripartire e ricostruire la nostra regione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la Presidente Boldrini. Ne ha facoltà.

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Presidente, intervengo brevemente e, tramite lei, mi vorrei rivolgere direttamente alla Vice Ministra Gava. Vorrei riprendere le parole dell'onorevole Della Vedova che ci ha consigliato un approccio di buonsenso. Io penso che, di fronte ai morti che ci sono stati, a un territorio colpito nel cuore, dal punto di vista produttivo, per il fatto che ci troviamo davanti veramente a un danno enorme, a una tragedia, sia possibile riuscire a immaginare una soluzione…Sottosegretaria Albano, anche a lei, vorrei rivolgermi. Sì, Sottosegretaria Albano, come dicevo, vorrei rivolgermi anche a lei in questo appello che sto facendo. Siamo di fronte a una formulazione del tutto flessibile - perché non stiamo ponendo cifre o indicazioni tassative - che impegna il Governo ad adottare ogni iniziativa utile. Nella nostra procedura parlamentare, questa è la versione più soft di un ordine del giorno che, già di per sé, è uno strumento di facile interpretazione da parte dell'Esecutivo. Quindi, le chiedo: è possibile che si possa trovare un accordo su quest'ordine del giorno, perché quello che dice è importante, manderebbe un messaggio molto chiaro alle popolazioni colpite, perché che cosa dice? Dice: “ad adottare ogni iniziativa utile, conseguentemente alla sospensione del pagamento delle utenze citata in premessa, per prevedere piani di rateizzazione del debito eventualmente accumulato, al fine di evitare la concentrazione in un termine breve di oneri non sostenibili per l'utente”. Ma, veramente, come si può dire che si deve valutare “l'opportunità di”? Queste sono le misure base che si intraprendono ogni volta che c'è un evento calamitoso. Quindi, Vice Ministra Gava e Sottosegretaria Albano, possiamo discutere e trovare una formulazione? Io ve ne sarei infinitamente grata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la Vice Ministra Gava. Ne ha facoltà.

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Grazie, Presidente. Allora, riformuliamo nuovamente e lasciamo: “impegna il Governo ad adottare ogni iniziativa utile, compatibilmente con i vincoli di finanza, conseguentemente alla sospensione del pagamento (…)” e poi continua tutto l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Onorevole Fossi, va bene la “ri-riformulazione”?

EMILIANO FOSSI (PD-IDP). Allora, nella riformulazione ci ritroviamo. Quindi, accettiamo la riformulazione del Governo.

PRESIDENTE. Onorevole Amato, lei ha chiesto di intervenire, però, ormai, è stata accettata la riformulazione.

Onorevole Barabotti, lo vuole sottoscrivere?

ANDREA BARABOTTI (LEGA). Se il collega fosse d'accordo, insieme ai colleghi Montemagni, Nisini e Billi, vorremmo sottoscrivere l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Perfetto.

Ha chiesto di parlare la deputata Mazzetti. Ne ha facoltà.

ERICA MAZZETTI (FI-PPE). Presidente, chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno, insieme alle colleghe Deborah Bergamini e Chiara Tenerini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Presidente, vorrei sottoscriverlo insieme al collega Riccardo Ricciardi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Michelotti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO MICHELOTTI (FDI). Presidente, vorremmo, a questo punto, anche noi sottoscrivere l'ordine del giorno, a nome di tutto il gruppo di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Cavo. Ne ha facoltà.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Presidente, anche noi, come gruppo di Noi Moderati, sottoscriviamo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Zanella. Ne ha facoltà.

LUANA ZANELLA (AVS). Presidente, anche il nostro gruppo chiede di sottoscrivere quest'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Va bene, allora l'abbiamo acquisito. L'onorevole Fossi non ha chiesto il voto, però il gruppo lo chiede.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Andreuzza. Ne ha facoltà.

GIORGIA ANDREUZZA (LEGA). Anche tutto il gruppo della Lega lo sottoscrive.

PRESIDENTE. Perfetto, allora passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/3 Fossi, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo. E' sottoscritto anche da tutto il gruppo Partito Democratico e da tutti quanti lo abbiano richiesto.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 63) (Applausi).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1437-A/20 Fornaro, accantonato. Vice Ministra?

VANNIA GAVA, Vice Ministra dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Gli ordini del giorno n. 9/1437-A/20 Fornaro e n. 9/1437-A/62 Roggiani sono così riformulati: “a valutare l'opportunità di, compatibilmente con i vincoli di finanza”.

PRESIDENTE. Onorevole Fornaro?

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Accetto la riformulazione e chiedo di votarlo. Ringrazio il Governo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/20 Fornaro, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 64)

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1437-A/62 Roggiani.

Il Governo ha già espresso il proprio parere.

Deputata Roggiani?

SILVIA ROGGIANI (PD-IDP). Presidente, accetto la riformulazione, chiedo di votarlo e, come ho detto nell'intervento, mi auguro che, poi, ne conseguano delle azioni.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1437-A/62 Roggiani, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 65).

PRESIDENTE. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Presidente, semplicemente per chiedere ai membri della maggioranza di questa Camera dei deputati di andare al Senato a sostenere i loro colleghi, visto che se ne sono andati a casa e in questo momento il Senato è fermo perché è mancato il numero legale, perché ai vostri colleghi non andava di lavorare e se ne sono andati! Questo negli stessi giorni in cui voi state dicendo che non bisogna scioperare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)…

CHIARA COLOSIMO (FDI). Non è sull'ordine dei lavori!

PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Silvestri… Basta, basta, basta, onorevole Silvestri, parliamo di un altro ramo del Parlamento, non compete a questo Parlamento. Quindi, grazie, ma sono obbligato a toglierle la parola.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 1437-A.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1437-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ilaria Cavo. Ne ha facoltà.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori del Governo, questa legislatura ha preso il via nel pieno della più drammatica crisi energetica dai tempi dell'austerity. Il 1973 e poi il 1979 furono gli anni delle guerre in Medio Oriente, drammatica la ricorrenza, a cinquant'anni di distanza dell'attacco nel giorno della festività dello Yom Kippur, e poi la rivoluzione iraniana del 1979. Furono gli anni dello shock petrolifero, dell'inflazione e della stagnazione conseguente alle decisioni delle banche centrali. Eventi che sembrano in parte ripetersi, ma in un contesto radicalmente modificato, eccezionale. La pandemia ha rappresentato uno spartiacque, un punto di non ritorno. Anche gli eventi successivi hanno continuato ad articolarsi su due livelli: da una parte, la dimensione globale, dall'altra, l'impatto sulla quotidianità delle famiglie. Pensiamo alla guerra in Ucraina, con le relative conseguenze internazionali, il caro bollette per cittadini e imprese, l'aumento dei tassi deciso dalla BCE per contrastare l'inflazione e il caro mutui.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 19,35)

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Sin dal suo insediamento, questo Governo ha agito su più livelli per fronteggiare gli effetti della crisi energetica: gli accordi internazionali per diversificare le fonti e garantire gli approvvigionamenti; i sostegni alle famiglie più in difficoltà, alle imprese energivore e al settore dei trasporti; e ancora, le iniziative per contrastare l'aumento dei prezzi e la contrazione del potere d'acquisto. In questo contesto, non si è guardato solo alla tenuta dei conti e ai sostegni, ma si è puntato alla crescita e a portare avanti, registrandolo, un grande progetto per il Paese, su cui tutti in questo emiciclo sono tenuti a fare la propria parte e a dare il proprio contributo, perché il Piano nazionale di ripresa e resilienza non è di un Governo o di un altro, di una parte politica o di un'altra. È un progetto che va oltre le legislature, per tempistiche, ma soprattutto per strutturazione.

Sul provvedimento in discussione oggi questi due binari si sono intersecati: da una parte, la tutela degli interessi dei consumatori di energia, dall'altra, l'esigenza di rispettare le condizioni che sono state contrattate a suo tempo per ottenere i fondi del Recovery Fund. Quello di cui parliamo oggi è un provvedimento corposo e sostanziale, contiene molte misure che rappresentano un supporto concreto a famiglie e imprese, per sostenere produzione, investimenti, risparmio e potere d'acquisto. Ne citerò alcune. Si tratta, in particolare, di proroghe, anche per il quarto trimestre di quest'anno e, quindi, fino al prossimo dicembre, di misure già attive, che hanno dimostrato la propria efficacia. La riduzione delle bollette dell'energia elettrica e del gas a favore dei nuclei familiari economicamente più disagiati: stiamo parlando dei nuclei con ISEE fino a 15.000 euro, o fino a 30.000 euro se con 4 figli o con componenti in condizioni di salute gravi. L'obiettivo di riduzione della spesa per questi soggetti è del 30 per cento sull'energia elettrica e del 15 per cento sul gas. Altro che togliere ai poveri per dare ai ricchi, come abbiamo sentito più volte ripetere in quest'Aula da parte dell'opposizione in questo pomeriggio.

Poi l'azzeramento degli oneri di sistema relativi al gas naturale, la riduzione dell'IVA al 5 per cento per le forniture di gas metano usato per la combustione per usi civili e industriali. C'è anche un contributo straordinario alle spese di riscaldamento per i mesi di ottobre, novembre e dicembre. E si potrà anche utilizzare la social card per l'acquisto di carburanti, prevedendo un incremento delle risorse destinate. Viene rafforzato il bonus (12 milioni di euro) per l'acquisto di abbonamenti per il servizio di trasporto pubblico locale o di trasporto ferroviario nazionale per chi ha redditi ancora inferiori ai 20.000 euro annui. Si prevedono risorse (7,5 milioni di euro) per borse di studio universitarie.

Un altro capitolo riguarda il rapporto con il fisco, con il tentativo di agevolare chi si avvale del ravvedimento operoso per la violazione di alcuni obblighi in materia di certificazione dei corrispettivi, avvenuta tra il 1° gennaio 2022 e il 30 giugno di quest'anno, regolarizzando la propria posizione in modo che possa non incorrere nelle sanzioni accessorie, come la sospensione della licenza o dell'attività. Stiamo parlando dei piccoli esercenti, dei negozi, che, sotto il peso delle crisi che si sono susseguite e della pressante e a volte scorretta competizione con l'online, rischiano di soccombere, depauperando la nostra economia e anche le nostre città.

Un capitolo importante riguarda, poi, la ridefinizione del regime delle agevolazioni a favore delle imprese energivore, prevedendo un valore unico per tutte le imprese che presentino medesime condizioni. Una revisione su cui è stato recepito anche un nostro emendamento, che tiene conto anche delle direttive europee in materia e che consente di salvaguardare importanti filiere nazionali: penso al vetro, alla ceramica, alle conserve, solo per citarne alcune. Sono tra i capisaldi di quel made in Italy fatto di sapienza e creatività, per il quale siamo conosciuti in tutto il mondo e su cui l'azione di questo Governo è puntuale.

Infine, mi preme sottolineare il passaggio, con riformulazione, di un emendamento caro agli enti locali in materia di comunità energetiche, quelle comunità che rappresentano uno strumento importante, sia di transizione ecologica sia nella riduzione delle bollette per tutti i sottoscrittori. Sono misure importanti, urgenti ed essenziali, a cui vorremmo aggiungere anche qualcos'altro. In Italia, circa 7 milioni di famiglie utilizzano il GPL per il riscaldamento e gli usi alimentari e quasi altri 2 milioni di famiglie il pellet. La spesa media, per loro, è rispettivamente di 328 e 528 euro. Noi riteniamo che dovrebbero essere parificate, a livello fiscale, a quelle che utilizzano gas metano e beneficiare, dunque, della stessa riduzione dell'aliquota IVA prevista da questo provvedimento. Per questo ho cofirmato un ordine del giorno per chiedere al Governo di valutare l'opportunità di inserire, in un prossimo provvedimento legislativo, l'estensione dei benefici riservati al gas metano, anche a GPL e pellet.

Ma tutto il dibattito, è inutile nasconderlo, si concentra su ciò che non c'è in questo provvedimento. Sto parlando, ovviamente, della proroga del mercato tutelato: 2 anni in più per consentire di mantenere la tutela a tutte le famiglie, non solo a quelle vulnerabili, dalle fluttuazioni di un mercato concorrenziale, che in tempi normali potrebbe portare anche vantaggi in termini di riduzione dei costi e della spesa, ma che, allo stato attuale, rischia invece di esporre a rialzi eccessivi. Ma è qui che avviene quell'approccio tra esigenze che non nascono contrapposte, ma possono trovarsi a esserlo, perché sappiamo che sulla proroga del mercato tutelato ci si scontra con i vincoli europei sulla concorrenza del mercato energetico, con quei paletti che questo Governo ha trovato nell'impostazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, e che prevedono la liberalizzazione del mercato energetico come condizione per l'erogazione dei fondi.

La quota di consumatori sul mercato italiano è in continua diminuzione dal 2008: oltre il 50 per cento, infatti, ha scelto di avvalersi di offerte di natura sul mercato libero. Il punto è, quindi, se dare maggior tempo per scegliere a quei clienti domestici che ancora non l'hanno fatto. È un tema che sappiamo essere all'attenzione del Governo e nell'agenda dei confronti con l'Europa. Abbiamo presentato, come gruppo Noi Moderati, due ordini del giorno in tal senso, per chiedere una valutazione di proroga.

Abbiamo accettato - l'abbiamo fatto poco fa - e abbiamo accolto favorevolmente, da parte del Governo, la riformulazione che impegna il Governo a valutare la possibilità, all'esito di un confronto specifico con la Commissione europea che valuti la compatibilità con il PNRR, di adottare ogni opportuna iniziativa consistente anche nel differimento dei termini attuali previsti, affinché la cessazione del mercato tutelato dell'energia per i clienti domestici, anche vulnerabili, avvenga secondo modalità e tempistiche che garantiscano la continuità delle forniture senza ulteriori oneri e adempimenti da parte degli utenti finali. Dunque, ci rimettiamo all'Esecutivo, fiduciosi che troverà la soluzione giusta per garantire la concorrenza nel settore della fornitura dell'energia e, al contempo, i consumatori, che rischiano particolarmente dall'esposizione a ulteriori tempeste speculative e rialzi incontrollati nei prezzi. Ci rimettiamo all'Esecutivo, fiduciosi che trovi l'equilibrio e fiduciosi che colga l'impegno assunto con questo ordine del giorno come mandato nella trattativa e nel dialogo con l'Europa.

Noi Moderati si affida al Governo nella definizione di questa partita, pur mantenendo l'attenzione alta. Vigileremo sull'operato, sulle scelte e sulle conseguenze che verranno sui cittadini e sulle imprese e sugli enti locali. Il caro bolletta ha la peculiarità di essere trasversale, di colpire tutti gli utenti finali, ma di pesare anche in termini di costi di produzione dei beni di consumo. Se non smontiamo questo meccanismo non potremo vedere alleggerirsi il peso che grava sul potere d'acquisto delle famiglie, sui risparmi e sugli investimenti. Dobbiamo dare respiro ai consumi, respiro alla crescita.

Tenendo presente questi obiettivi come bussola del nostro operato, condividiamo la ratio del provvedimento in esame e quindi, a nome del gruppo Noi Moderati, esprimo il voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SERGIO COSTA (ore 19,42)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Eleonora Evi. Ne ha facoltà.

ELEONORA EVI (AVS). Grazie, Presidente. Crisi energetica, bollette salate e inflazione che corre. È giusto intervenire per andare in soccorso delle famiglie italiane, in particolare le più vulnerabili e le nostre imprese? Assolutamente sì. È utile continuare a insistere con misure tampone, sull'onda dell'emergenza? No. Soprattutto, è saggio insistere con investimenti in infrastrutture fossili? Assolutamente no. Anzi, non solo non è saggio ma è proprio stupido e - userò una parola forte - criminale. Sì, è criminale, nel 2023, insistere così ottusamente e vergognosamente nel bruciare combustibili fossili, nel costruire nuove infrastrutture come i rigassificatori e i gasdotti, per renderci ancora più dipendenti dalle importazioni estere, nello stringere accordi con Paesi africani e inventarsi piani come il piano Mattei, di cui non sappiamo ancora nulla, nel costruire nuovi impianti o infrastrutture come quella del porto di Brindisi, un ennesimo deposito di GNL, o ampliare quelli esistenti, come la centrale a gas - penso al mio territorio, la Lombardia - a Ostiglia, in provincia di Mantova. Tutte azioni che non hanno alcun senso, non hanno senso sul piano climatico, sul piano ambientale, sul piano della salute e anche sul piano economico. La transizione verso l'energia pulita sta avvenendo in tutto il mondo ed è inarrestabile, non è una questione di se, è solo una questione di quanto presto e, prima è, meglio sarà per tutti noi. Queste non sono parole mie o di qualche ONG ambientalista ma sono le parole di Faith Birol, il direttore esecutivo dell'IEA, l'Agenzia internazionale dell'energia, notoriamente non un'organizzazione estremista ecologista anzi, semmai, fino a poco tempo fa, un organismo tra i più conservatori nel campo dell'energia. Il direttore dell'IEA aggiunge: i Governi, le aziende e gli investitori devono sostenere le transizioni verso l'energia pulita, anziché ostacolarle - questo passaggio sembra scritto proprio pensando al Governo Meloni -, i vantaggi offerti sono immensi, tra cui nuove opportunità industriali e di lavoro, maggiore sicurezza energetica, aria più pulita, accesso universale all'energia e un clima più sicuro per tutti. Nel commentare il nuovo World Energy Outlook 2023, Birol identifica anche un altro elemento critico. Dice: tenendo conto delle tensioni e della volatilità che caratterizzano oggi i mercati energetici tradizionali, le affermazioni secondo cui petrolio e gas rappresentino scelte sicure per il futuro energetico e climatico del mondo appaiono più deboli che mai.

Cosa state aspettando, dunque? Ci sarebbe da ridere, se non fosse tutto così drammatico perché, mentre, nel mondo, anche organismi internazionali di questo calibro indicano la strada dell'abbandono delle fossili, mentre sempre più Paesi avviano politiche ambiziose, in Italia accade che si faccia una vera e propria crociata per difendere le fossili.

Avete voluto ribattezzare il Ministero della Transizione ecologica per cancellare la parola transizione - sia mai che si evochi un cambiamento - e avete aggiunto le parole sicurezza energetica. Ma quale sicurezza energetica? Dovreste chiamarlo Ministero della insicurezza energetica, così come questo decreto dovrebbe essere ribattezzato “Misure urgenti in materia di fonti fossili, interventi per fingere di sostenere il potere di acquisto e a tutela dello status quo(Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Sarebbe tutto molto più credibile e veritiero. Altro che tutela del risparmio, qui a risparmiare sono solo i colossi energetici, a cui non avete fatto pagare la tassa sugli extraprofitti e le banche, che avete fatto finta di voler tassare, per fare poi una clamorosa retromarcia. Purtroppo, a pagare, invece, il prezzo di queste scelte scellerate saranno ancora le famiglie e le imprese italiane, che già oggi hanno subito contraccolpi durissimi se pensiamo, a titolo di esempio, che le famiglie in povertà energetica sono raddoppiate dal 2021. Ciò significa non poter riscaldare o raffrescare adeguatamente la propria casa. Sono passate da 2 a 4 milioni le famiglie italiane che sono oggi in questa condizione, nel giro di due anni di cui uno del Governo Meloni. Il punto è che rischiamo di ritrovarci, tra qualche mese, a ripetere le stesse cose, a ridiscutere degli stessi identici problemi perché, nel frattempo, non avremo fatto nulla per risolverli anzi, probabilmente, li avremo solo aggravati, perché anche questo provvedimento non coglie l'occasione di iniziare a mettere in campo misure strutturali per favorire la transizione energetica ed ecologica. Infatti, è con le rinnovabili e l'efficienza energetica che abbassiamo le bollette e contrastiamo davvero la povertà energetica, è con le rinnovabili e l'efficienza energetica che le nostre imprese potranno cogliere le opportunità di una maggiore competitività.

Sono stati bocciati tutti i nostri emendamenti, così come quelli delle altre opposizioni, emendamenti che tentavano di correggere il tiro, di cambiare approccio. Siamo intervenuti sul bonus trasporto per rafforzarlo, considerato che i 100 milioni concessi sono talmente esigui e che la misura di fatto rischia di non incidere nella vita reale delle persone, e per provare a estenderne la durata al 2024 e dare un minimo di prospettiva. Nulla. Abbiamo proposto un fondo di garanzia per le comunità energetiche rinnovabili. Nulla. Chiediamo di lavorare sulla semplificazione dei processi di autorizzazione di nuovi impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e delle comunità energetiche rinnovabili, che sono il vero asset strategico per il Paese. Nulla. Chiediamo di condizionare meglio le premialità per le imprese che fanno interventi di efficienza energetica, che fanno interventi per ridurre le emissioni climalteranti, che consumano energia elettrica prodotta da fonti che non emettono carbonio, per stimolare un miglior slancio delle imprese. Nulla. Abbiamo anche chiesto che le imprese che accedono alle agevolazioni siano tenute alla restituzione dell'agevolazione percepita in caso di delocalizzazione, parziale o totale, dell'attività dell'impresa. Nulla, nemmeno qui. Chiediamo che tra gli investimenti sostenuti dalla SACE si escludano progetti e investimenti, anche esteri, che riguardano, direttamente o indirettamente, i combustibili fossili e le fonti energetiche climalteranti. Questo perché alla COP26 di Glasgow abbiamo firmato la dichiarazione per porre fine a nuovi finanziamenti pubblici internazionali e perché SACE, ad oggi controllata dal MEF, è al sesto posto nel mondo - e primo in Europa - per finanziamenti pubblici all'industria fossile, e questo è vergognoso (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Anche su questo, nulla. Abbiamo chiesto la proroga del regime del mercato tutelato. Anche qui, di fatto, nulla, salvo una riformulazione degli ordini del giorno delle opposizioni e della maggioranza, pieni di “se”, di “ma”, di condizionalità che non impegnano assolutamente nulla e che non chiariscono nulla e, anzi, chiariscono solo una cosa, ovvero il fatto che abbiamo l'ennesima questione di fiducia su un provvedimento che disvela il fatto che è su questo tema che la maggioranza non c'era, e quindi si sarebbe spaccata.

Insomma, siamo qui a votare l'ennesimo provvedimento che non porterà alcun cambiamento reale e sul quale avete posto l'ennesima questione di fiducia, ancora calpestando questo Parlamento. Per tutti questi motivi dichiaro che il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra voterà contro (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mauro Del Barba. Ne ha facoltà.

MAURO DEL BARBA (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, signori del Governo, parto annunciando il voto di astensione del gruppo Azione-Italia Viva- Renew Europe, soggiungendo che si tratta di un'astensione preoccupata e cercherò di spiegare perché ai colleghi di maggioranza e anche ai colleghi delle altre minoranze. Innanzitutto, perché è un'astensione e non un voto contrario, pur condividendo anche quello che è stato appena detto dai colleghi delle opposizioni, ne parlerò nella seconda parte dell'intervento, circa la mancanza in questo decreto di ciò che davvero servirebbe sul fronte energetico. Tuttavia, ci sembra importante riconoscere in provvedimenti che contengono misure a sostegno delle famiglie e delle imprese l'ormai sempre più labile traccia di un intervento che venne segnato nella scorsa legislatura in maniera importante dal Governo Draghi, con riferimento al quale, come abbiamo più volte avuto modo di sottolineare a questo Governo, ci è parso di vedere un tentativo di copiatura, ahinoi, sempre più sbiadito, sempre più risicato, sempre meno adatto a quelle che sono le esigenze reali del Paese. Pur tuttavia, proprio in ragione di ciò, ci sembra importante sottolineare quest'unico aspetto positivo, che segna nei confronti di famiglie e imprese in difficoltà un minimo di continuità e di attenzione da parte delle istituzioni nei loro confronti.

Detto questo, è un decreto con il fiato corto, è un decreto che, al di là di queste misure sociali, per quanto attiene al titolo prevalente nel decreto stesso, evita tutti i temi rilevanti che le imprese, in modo particolare, si attendono. Oltretutto, per quanto riguarda gli aspetti positivi, si potrebbe e si dovrebbe cercare di fare di meglio, pensando che la crisi energetica investe non solo le famiglie e le imprese, ma investe, ad esempio, il Terzo settore, così come investe le amministrazioni locali. Entrambe queste categorie svolgono un ruolo fondamentale, assieme alle imprese e alle famiglie, per la tenuta complessiva del territorio di fronte a queste difficoltà. Ma l'aspetto che più ci preoccupa è la totale assenza, dopo più di un anno, di interventi che, se potevamo chiamare urgenti e straordinari allora, avevano ragione di essere così chiamati, ma oggi, dopo più di un anno di questi interventi, la totale assenza di visione e di anticipazione di misure strutturali sul fronte energetico comincia davvero a preoccupare. Sappiamo bene, ma è motivo di preoccupazione, che la parte importante per quanto riguarda questo tema è ancora nei cassetti del Governo. Era stata annunciata, siamo tutti in attesa di capire quale corso abbia avuto da quando, dai cassetti, è finita nel vuoto carsico delle liti della maggioranza, però, sicuramente, i temi sono quelli delle concessioni idroelettriche, per fare un esempio, piuttosto che la vicenda della proroga della maggior tutela, per venire alle tematiche più care alle famiglie, soprattutto alle famiglie in difficoltà, così come il decreto ministeriale sulle aree idonee, che più volte annunciato come pronto, in realtà abbiamo visto essere ancora oggetto di numerose contese proprio all'interno delle regioni della maggioranza. Ebbene, tutti questi aspetti, che dovrebbero, a questo punto, aver sostituito gli interventi in emergenza, ancora mancano sul tavolo e sulle proposte di questo Governo. E questo ci fa tanto più preoccupare, quanto più si avvicinano le scadenze di bilancio, perché, se è vero che fin qui è stato giusto e opportuno da parte di tutti i Governi sostenere famiglie e imprese con interventi straordinari, è altrettanto vero che la stagione degli aiuti di Stato finisce non solo perché, probabilmente, andremo incontro a un ritorno delle nuove regole sulla governance di bilancio, ma finisce anche e, soprattutto, perché, avendo noi aumentato il debito pubblico in questo modo, avendo voi impegnato le risorse su altre priorità, proprio gli aiuti di Stato saranno la situazione in cui le famiglie e, soprattutto, le imprese italiane verranno penalizzate, laddove, qualora si percorresse ancora questa ipotesi, saranno altri gli Stati a poter sovvenire in maniera importante alle proprie aziende con questo strumento. Ebbene, proprio tutto questo avrebbe dovuto spingere il Governo, dopo un anno - un anno non è poca cosa -, a mettere sul campo interventi strutturali per affrontare la crisi energetica. E, invece, noi cosa vediamo in questo decreto? Vediamo, oltre alla pochezza degli interventi qui ricordati, anche un ritorno a certe abitudini di sfornare decreti che, pur nella forma striminzita dei 7 articoli, riescono a tenere insieme un Capo I in materia di energia e interventi per sostenere il potere di acquisto delle famiglie, con un Capo II, che riguarda misure in materia di versamenti fiscali, con un Capo III, concernente misure a tutela del risparmio e della continuità aziendale, nonché per il potenziamento delle attività di valutazione della spesa pubblica. Tutto questo sembra più un'attività per eludere il lavoro del Parlamento, tenerlo impegnato nella trincea delle numerose e continue richieste di fiducia e assomiglia, ahinoi, anche tragicamente, in maniera di nuovo preoccupante, al momento dello svuota-cassetti. Non vorremmo che foste già arrivati a questa stagione: la stagione in cui, per totale mancanza di idee, si cerca di raffazzonare interventi, distribuirli in più decreti per tenere occupate le opposizioni nel lavoro parlamentare, poi mortificato dalla mancanza di approvazione di emendamenti, dalla mancanza di dibattito e dall'ennesima fiducia e provare a vendere mediaticamente mirabolanti risultati che, in realtà, vengono smentiti dai fatti. Sono queste le ragioni della nostra astensione, ma preoccupata. È una preoccupazione che vi invitiamo ad ascoltare con attenzione, non a prendere sotto gamba, ma nell'interesse del lavoro di questo Governo che, per quanto ci riguarda, è soprattutto nell'interesse dei bisogni degli italiani. Perché riteniamo che, se alcune di queste osservazioni - e temiamo tutte - fossero vere, allora dovreste davvero provare ad attingere dalle critiche delle opposizioni nuova linfa per dare slancio alla vostra attività di Governo, che vi è riconosciuta, che è lecita in virtù dei voti conseguiti, ma che, via via, sta sempre più tradendo le promesse che quei voti avevano strappato. Quindi, ci sembra che sul piano energetico ci sia ancora tutto da fare, non vediamo il risultato. Andate con questo provvedimento in continuità con scelte che erano di emergenza, ma andate anche in riserva, andate in riserva di fiducia, andate in riserva di idee e speriamo non andiate in riserva di carburante. Non voglio parlare di benzina perché toccheremmo, anche qui, un tema piuttosto delicato su cui avete fallito e la questione del prezzo medio dei distributori sta lì a dimostrarlo.

Allora che cosa vi consigliamo di fare? Vi consigliamo di recuperare un atteggiamento serio in Europa, come quello che il Governo che vi ha preceduti aveva su questo fronte e sui fronti economici, perché la serietà e la postura su questi due fronti sono fondamentali. Vi chiediamo di farlo nel nome della competitività delle nostre imprese, che vedono aprirsi un 2024 carico di incognite proprio a seguito dell'assenza di queste strategie, di una legge di bilancio che è stata oramai bocciata anche dall'Ufficio parlamentare di bilancio. Insomma, una mancanza di idee che si riflette sul futuro di famiglie e imprese in modo cupo e grigio e che ci porta oggi a rinnovare, ripeto, questo nostro voto di astensione in virtù di quell'unico aspetto positivo che ancora vi spinge ad imitare, sebbene la carta velina stia finendo, ciò che il Governo che vi ha preceduti ha fatto (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Squeri. Ne ha facoltà.

LUCA SQUERI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Quello che andremo a votare è un provvedimento importante, che segna la continuità rispetto alla crisi energetica che ha fatto innalzare in maniera insostenibile i prezzi di gas ed elettricità.

Ricordo che già nel biennio 2022-2023 c'è stato da parte del Governo un impegno di risorse pari a 30 miliardi di euro, cioè una quota che è quella maggiore, se la compariamo con gli interventi fatti dai nostri partner europei. Questo provvedimento va in continuità nel senso di prorogare interventi per il terzo quadrimestre. Abbiamo 300 milioni destinati all'azzeramento degli oneri di sistema, abbiamo 670 milioni per consentire la riduzione dell'IVA al 5 per cento sul gas metano, abbiamo 300 milioni che vanno a incentivare la quota del bonus sociale per le famiglie meno abbienti, abbiamo 100 milioni che vanno ad alimentare la social card. Questo anche in riferimento ai prezzi del carburante.

Per cui è un provvedimento - lo ripeto - importante, anche se devo dire che stasera il dibattito più acceso in Aula ha riguardato ciò che il provvedimento non contiene, e mi riferisco principalmente al tema della proroga del mercato tutelato. Apro una disquisizione su questo concetto, perché sta passando l'idea - per lo meno, vedo che alcuni sono convinti di questo - che il mercato libero sia a favore delle aziende e sia a danno dei cittadini.

Chiariamoci: il mercato libero è un sistema economico, condiviso dalla maggioranza, condiviso dalle maggioranze e dai partiti politici liberali, che rappresenta una garanzia per il cittadino e una garanzia per il consumatore, fermo restando che ci devono essere requisiti basilari affinché si possa intanto definirlo realmente mercato libero e perché possa realmente produrre conseguenze positive per gli utenti. Questo poi si sintetizza in un concetto: quello della concorrenza. Il mercato libero garantisce i cittadini perché inserisce una dinamica concorrenziale tra le aziende che forniscono prodotti o servizi, e devono farlo nella maniera più efficiente, in un rapporto tra prezzo e servizio o prodotto offerto il migliore possibile, affinché poi il cittadino e il consumatore possano scegliere quale azienda prediligere.

Il mercato dell'energia, delle tariffe energetiche, soprattutto quelle elettriche, ancorché quello del gas, diciamo che è ancora lontano dal potersi definire “mercato libero”. Intanto si parla di mercato tutelato. Anche qui, cerchiamo di essere precisi: non è un mercato tutelato quello che vincola a una tariffa stabilita da un'autorità. Quello è un prezzo amministrato, e più sono i soggetti che, per determinate caratteristiche, possono godere di questo prezzo vincolato, tanto più abbiamo un mercato libero, fatemi dire, azzoppato, e dunque tanto meno può dare benefici agli utenti.

Cosa prevede la situazione attuale? Dopo reiterate proroghe, ho assunto la qualifica di responsabile per l'energia di Forza Italia all'inizio della scorsa legislatura e il primo atto in cui mi imbattei fu la proroga del Governo gialloverde per posticipare l'ingresso nel mercato libero. Oggettivamente i motivi c'erano allora e oggettivamente ci sono anche adesso, e sono tutti motivi legati, in realtà, ad alcuni concetti, e adesso vedremo di agire nel periodo che avremo di fronte.

Il primo è far sì che il cittadino, il consumatore sia consapevole di una scelta che va a fare rispetto all'offerta di un'azienda piuttosto che un'altra. Qui c'è ancora tanto da fare perché è evidente che in un mercato così articolato davvero è difficile per la maggioranza dei consumatori avere la possibilità di una scelta consapevole. Poi non nascondiamoci dietro un dito: un'altra difficoltà rispetto a un mercato libero, che deve essere sostanzialmente tale, è quella di una concorrenza che sia slegata da quote di mercato che, di fatto, presuppongono quasi un monopolio.

Noi abbiamo un mercato elettrico dove c'è un soggetto che ha il 60 per cento delle quote di mercato. Anche su questo punto, a mio avviso, bisogna intervenire affinché il mercato libero sia tale, fermo restando che, anche quando ci arriveremo, ci sarà una categoria di soggetti, che verranno definiti come soggetti a tutela di fragilità, che avranno un'attenzione particolare, per cui l'autorità competente stabilirà quali saranno le tariffe ad essi collegate. Però che si debba andare verso un mercato dove, in concorrenza, nessuna azienda possa avere una quota di mercato eccedente un certo tetto, è l'obiettivo.

Me ne sono occupato direttamente: quando oltre 20 anni fa si è parlato di liberalizzare il mercato dei carburanti, la prima cosa che si è fatta è stato mettere un tetto alla compagnia maggioritaria, che aveva addirittura all'epoca il 50 per cento, e si è detto: no, tu, in maniera graduale, devi scendere al 30 per cento, in modo tale che la concorrenza, quella sì, garanzia per i consumatori, si possa concretizzare.

Devo dire che un altro punto delicato, non toccato da questo provvedimento – e, a mio avviso, dovrà esserci l'impegno del Governo per sciogliere i nodi intricati, soprattutto per i vincoli che abbiamo con l'Europa, senza dare la colpa all'Europa, ma così è, perché qualcuno ha preso impegni con l'Europa che adesso questo Governo deve onorare - è quello riguardante il rinnovo delle concessioni dell'idrico.

A noi dispiace che abbia difficoltà a prendere piede l'ipotesi per cui si possa immaginare una riassegnazione ai concessionari attuali, a fronte di impegni di investimento (si parla di decine di miliardi di investimento) che andrebbero a garantire un efficientamento del sistema, sia in termini di efficientamento energetico piuttosto che di sicurezza energetica.

Concludo pensando a quello che sarà il prossimo decreto Energia - auspicando che il Governo al più presto lo approvi - che riguarda come far sì che il sistema industriale italiano possa reggere alla competizione.

Noi vediamo quello che succede all'estero. In Germania sono stati impiegati 25 miliardi nell'arco dei prossimi 5 anni per supportare famiglie e imprese, addirittura garantendo alle imprese e al sistema manufatturiero un prezzo che non va oltre i 60 MWh, cosa che rappresenta meno della metà di quello che le nostre industrie devono pagare adesso. In Francia si sta chiedendo una deroga affinché si possa offrire ai cittadini un prezzo dell'energia elettrica inferiore al prezzo di mercato. Beati loro, hanno l'energia nucleare; noi abbiamo appena cominciato il percorso e speriamo di poterlo portare avanti in maniera compiuta e concreta.

Per cui, concludendo il mio intervento, annuncio il voto favorevole di Forza Italia a questo provvedimento, pensando che il tema energetico è una delle sfide più importanti a cui il nostro Paese deve dare risposte concrete ed efficaci, e questo provvedimento è tale e dà risposte concrete per sostenere soprattutto le famiglie meno abbienti per le tariffe in aumento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Pavanelli. Ne ha facoltà.

EMMA PAVANELLI (M5S). Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi siamo qui oggi a discutere l'ennesimo abominio di questa maggioranza e mi fa specie sentire, tra l'altro, le parole e le dichiarazioni di voto del collega Squeri che sembra quasi una dichiarazione di voto di opposizione e non di maggioranza, perché quello che lui lamenta lamentiamo anche noi in campo energetico. Infatti, durante i lavori in Commissione tutti gli emendamenti depositati da tutta la maggioranza sul mercato tutelato sono stati poi ripresi proprio dal Movimento 5 Stelle. Per una volta, eravamo tutti d'accordo e invece il Governo ci ha fermati e ha fermato anche la maggioranza. Eppure, basterebbe andare a controllare cosa dice la direttiva europea per quanto riguarda il mercato tutelato per l'energia e ci rendiamo conto che oggi, nella realtà, non è un problema: possiamo andare avanti fino al 2025 con il mercato tutelato e per tutte quelle famiglie fragili addirittura fino al 2027. Sicuramente non è una risposta a lungo termine, ma visto che questo Governo decide di andare a sbattere i pugni sui tavoli europei per le concessioni balneari lo potrebbe fare anche per quanto riguarda il mercato tutelato dell'energia per dare una risposta concreta a ben 10 milioni di famiglie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Proseguo con il mio intervento perché qui abbiamo comunque un decreto un po' omnibus. Sì, si chiama decreto energia, dove ci sono pochi spiccioli, per i cittadini, per le famiglie, soprattutto per le imprese, ma poi abbiamo invece una situazione in cui si deve votare un decreto che ha un po' di tutto. Vado avanti Presidente, soprattutto per dire che, durante le audizioni, per quanto riguarda l'energia tutti i soggetti auditi hanno chiesto misure strutturali, che ci fosse un impegno da parte di questo Governo per le rinnovabili e stiamo ancora aspettando tantissimi decreti attuativi per le aree idonee e le comunità energetiche. Questo Governo che da 14 mesi non sta mettendo in campo questi provvedimenti sta rischiando di far saltare 2,2 miliardi di euro del PNRR per le comunità energetiche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Eppure le imprese, le associazioni, i cittadini e anche le istituzioni locali stanno aspettando di poter mettere in campo queste misure.

A breve ci apprestiamo a varare la legge di bilancio 2024 nel segno dell'austerità e mancano totalmente le politiche verso, come ho già detto, la transizione ecologica ed energetica, obiettivi che in molti casi richiedono misure strutturali e fisiologicamente hanno bisogno di un periodo di attuazione, considerando che entro il 2030 abbiamo assunto l'impegno di ridurre almeno del 55 per cento le emissioni nette di gas a effetto serra, quando pensate di dover intervenire? Se non iniziamo a correre subito sicuramente non riusciremo a raggiungere tali obiettivi, anche perché lo vediamo cosa state facendo anche con il fondo per l'ambiente: sembrerebbe che questo fondo andrà per il vostro Piano Mattei, per quello che riguarda l'estrazione di gas e gli accordi che state facendo in Paesi in via di sviluppo. Credetemi, provo un sincero imbarazzo per i colleghi della maggioranza che oggi si trovano ad approvare un decreto energia che non dà soluzione ai cittadini e alle imprese, a maggior ragione dopo il grave allarme lanciato pochi giorni fa da Bankitalia sulla povertà energetica. Abbiamo la contezza, tra l'altro, che questi dati sono molto preoccupanti. Una famiglia ogni cinque che vive sulle isole italiane è afflitta da povertà energetica. Questo per dare l'idea dell'emergenza che stiamo vivendo. Appurato che non ci sono norme sostanziali e riguardante il settore energetico, dovreste spiegare ai cittadini cosa avete inserito in questo decreto e sto parlando dell'articolo 6, riferito al personale ex Alitalia. Come al solito si è scelto di inserire in un decreto che parla di tutt'altro, una norma avulsa dal contesto che riguarda il tentativo di composizione di contenzioso in essere; una norma dai profili incostituzionali che rappresenta un precedente molto pericoloso per tanti lavoratori. Vi chiedo: ma era davvero necessario? E al centro di tutto c'è ancora una volta la svendita del patrimonio italiano: lo state facendo con ITA, dopo averlo fatto con TIM, e oggi si parla addirittura di Poste Italiane. Insomma, dove è finito il tanto sbandierato patriottismo di questa maggioranza? In questo primo anno abbondante di Governo avete già messo in luce quali sono le vostre priorità. I condoni, si perché con questo decreto, all'articolo 4, siamo arrivati al quattordicesimo condono. Uno schiaffo a tutti i cittadini onesti che pagano le tasse regolarmente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quel famoso pizzo di Stato, come lo ha chiamato la Presidente Meloni, è per voi primordiale e è vendere la cultura dell'evasione, invece di contrastarla recuperando oltre 99 miliardi di evasione fiscale, quasi mezzo PNRR, fondi necessari per avere una sanità e una scuola di altissimo livello, cosa che ogni cittadino di questo Paese merita.

Che dire poi delle politiche per i giovani? In questo anno di governo vi siete completamente dimenticati dei giovani. Anche in questo decreto avete stanziato fondi per le borse di studio solamente a cinque regioni, creando di fatto ulteriore disparità tra le regioni. Quella che vi apprestate a confermare con l'autonomia differenziata; un provvedimento, quello del Ministro Calderoli, che porterà maggiore impoverimento del Paese, soprattutto nelle regioni già oggi in condizioni critiche. E dire che dei 24 miliardi stanziati con questa legge di bilancio, una delle più povere di sempre, solo 292 milioni, pari all'1 per cento delle risorse sono destinate ai giovani. Ma valgono così poco per voi? Poi vi domandate come mai non si fanno figli e come mai i giovani vanno via dal nostro Paese. Forse la risposta ve la siete dati da soli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Per questi motivi e per una politica governativa che sta lentamente trascinando il Paese nel baratro dichiaro il voto contrario del Movimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Andrea Barabotti. Ne ha facoltà.

ANDREA BARABOTTI (LEGA). Signor Presidente, Governo, onorevoli colleghe e colleghi, dopo la proficua discussione di questi giorni eccoci in prossimità del voto con cui questa Camera convertirà in legge il decreto detto “Misure urgenti in materia di energia per sostenere il potere di acquisto e a tutela del risparmio”. Di questo titolo vorrei chiedere, tramite lei Presidente, all'Aula di tenere a mente due paroline in particolare - “misure urgenti” - perché da giorni la minoranza ci ricorda che il Governo ha una grande colpa, quella di non aver offerto al Paese delle soluzioni strutturali; ma su questo aspetto tornerò più tardi. Prima Presidente davanti alle accuse delle opposizioni, siccome noi non siamo gente che si tira indietro rispetto alle proprie responsabilità, vogliamo confessare la nostra complicità con il Governo.

Noi leghisti, noi parlamentari di centrodestra tutti, siamo complici di questo Esecutivo che, con questo abominevole decreto, come l'ha definito qualcuno, spende un miliardo e mezzo di euro per sostenere imprese e famiglie. Il 25 settembre scorso, quando stava per terminare il terzo trimestre dell'anno 2023, proprio qualche giorno prima che scadessero le agevolazioni tariffarie che erano riconosciute a famiglie in disagio economico o in condizioni di salute critiche, il Governo ha rinnovato, per i mesi di ottobre, novembre e dicembre, le misure per calmierare l'impatto delle bollette nelle tasche degli italiani. Di questo andiamo fieri (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e per rinnovare questa misura di sostegno ai cittadini più fragili abbiamo stanziato 300 milioni. Ma non è la sola misura che contiene questo decreto e che abbiamo messo in campo per tutelare gli italiani dal caro energia. A questi interventi si sommano altri 300 milioni di euro che servono per azzerare gli oneri generali per il settore del gas e altri 670 milioni di euro che servono per portare l'IVA dal 22 al 5 per cento sulle somministrazioni di gas o sulle forniture di servizi di teleriscaldamento. Sul fronte degli aiuti l'elenco non è finito. Infatti, con questo decreto andiamo a stanziare 100 milioni di euro aggiuntivi sulla social card “Dedicata a te”, per far fronte all'aumento dei prezzi dei carburanti e per consentire a questi cittadini di acquistare abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale, settore, quest'ultimo, su cui interveniamo con altri 12 milioni, oltre ai 100 già stanziati, per aumentare la dotazione del bonus trasporti voluto dal Vice Premier Matteo Salvini.

In quest'Aula abbiamo il dovere di essere trasparenti e sinceri con i cittadini italiani, che ci pagano lo stipendio. L'insieme di questi interventi, che andiamo a convertire in legge, non ha e non potrebbe avere, d'altro canto, l'ambizione di risolvere definitivamente i problemi energetici che ci trasciniamo da anni e che sono emersi in tutta la loro gravità dopo lo scoppio della guerra russo-ucraina. Queste misure non hanno e non potrebbero avere l'ambizione di far fronte in modo strutturale alla volatilità dei prezzi dei carburanti, aggravata, anche in questo caso, da condizioni esogene come la crisi del Medio Oriente. Questo decreto, approvato dal Consiglio dei Ministri il 25 settembre, ha dato e darà risposte che servono nell'immediato sul fronte dell'energia e sulla tutela dei risparmi per far fronte ai prossimi tre mesi di questo anno che sta volgendo al termine, ma nella consapevolezza che il Governo, con la legge di bilancio, sta già preparando a continuare il sostegno ai cittadini per gli anni futuri.

Ma per salvaguardare il potere d'acquisto e i risparmi degli italiani le misure in questo decreto non si fermano qui. Ad esempio, tramite l'integrazione dei fondi dedicati alle borse di studio consentiremo a tutti gli studenti meritevoli di continuare la propria carriera scolastica, oppure, tramite una norma di buonsenso tanto contestata dalla sinistra, permetteremo a qualche piccolo imprenditore di pagare il dovuto allo Stato e mettersi in regola con il fisco, evitando la chiusura della propria attività per qualche caffè non registrato in cassa, con buona pace di chi, a sinistra, invoca le forche caudine per questi lavoratori.

In queste settimane di lavoro l'affermazione più ricorrente della sinistra è stata: siamo davanti a misure spot e in questo testo non ci sono soluzioni strutturali sul tema dell'energia e sul caro carburanti. Non voglio fare all'Assemblea un pistolotto sulle fonti del diritto e sulla funzione che, nel nostro ordinamento, hanno i decreti-legge, ma vi assicuro che non serve un giudice costituzionale per capire che non possiamo trovare qui le risposte strutturali. Basterebbe, come dicevo all'inizio del mio intervento, leggere le prime due parole che danno il titolo a questo decreto: misure urgenti. Precisato questo, però, occorre anche dire che la visione strategica del Governo sul piano degli approvvigionamenti energetici è chiara e netta: stiamo lavorando affinché il nostro Paese possa diventare l'hub europeo del gas, sfruttando la centralità italiana nel Mediterraneo, stiamo lavorando per consentire all'Italia di sfruttare le opportunità offerte dal nucleare di nuova generazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), stiamo lavorando per sbloccare la realizzazione degli impianti per la produzione di energia, stiamo lavorando, in sintesi, per arrivare a quel mix energetico che renderà il nostro Paese sempre più indipendente da approvvigionamenti esteri, ma, soprattutto, cari signori, stiamo tenendo duro a livello europeo sui principali dossier legati alla transizione ecologica, che noi vogliamo sostenibile anche su un piano economico, anche su un piano sociale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ed è bene ribadirlo quest'ultimo fatto, perché, mentre la Lega, mentre il centrodestra continua a difendere il settore dell'automotive italiano o il patrimonio immobiliare dei nostri cittadini, ci sono partiti in quest'Aula che a Bruxelles e a Strasburgo continuano a svendere l'Italia sull'altare di interessi stranieri (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Qui, alzano il ditino e vogliono risposte immediate e strutturali ai problemi atavici che loro, in decenni di Governo, non hanno mai risolto, ma nelle Aule di Bruxelles e Strasburgo, dove gli italiani non li vedono, votano per mettere fuorilegge le auto diesel e benzina e obbligare tutti a comprare una costosa auto elettrica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Diciamolo ad alta voce, qui c'è qualcuno che si straccia le vesti, agitando lo slogan del salario minimo, ma poi si accorda con la Commissione europea per aggredire le case di milioni di italiani e di italiane, con la direttiva sulle case green, impedendo a tanti italiani, a tanti proprietari di casa, di non godere appieno del proprio patrimonio immobiliare.

Vado a concludere, Presidente, su un argomento che mi ha molto colpito. A ogni fiducia che questo Governo chiede, c'è qualcuno che inizia a ricordare che questo Governo sta per superare, come numero, le fiducie del Governo Draghi e sta per raggiungere le fiducie poste dal Governo Monti. Con tutto il rispetto, vorrei ricordare ai colleghi che la fiducia chiesta al Parlamento da un Governo politico è funzionale a perseguire degli obiettivi di mandato che gli italiani hanno condiviso (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). La stessa cosa, invece, non può dirsi per le fiducie imposte dai Governi tecnici, non chieste, imposte, dai Governi tecnici, che non hanno alcuna legittimazione popolare e che spesso sono state votate dai parlamentari per motivi di mero opportunismo.

In considerazione di ciò, deve essere chiaro che non accettiamo alcuna lezioncina dalle opposizioni. Fatevi un esame di coscienza e la prossima volta, prima di farci la filippica sul ruolo del Parlamento e sulle prerogative di quest'Aula, pensate a tutti quegli atti che avete votato contrari agli interessi del popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier – Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Presidente, per questi motivi abbiamo votato la fiducia al Governo, prima, e, ora, sempre a testa alta, come è nostra consuetudine, voteremo a favore della conversione in legge di questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vinicio Giuseppe Guido Peluffo. Ne ha facoltà.

VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Rappresentante del Governo, colleghi deputati, intervengo per dichiarare il voto contrario del gruppo del Partito Democratico a questo provvedimento su cui il Governo ha imposto l'ennesima fiducia, calpestando il ruolo del Parlamento. Gli unici record che continua a macinare il Governo Meloni sono sul numero dei decreti, sulla loro eterogeneità e sul numero di voti di fiducia, superando anche il senso del ridicolo. È della settimana scorsa l'impegno del Ministro Ciriani ha non porre la questione di fiducia su questo provvedimento a fronte di un numero contenuto di emendamenti. Noi abbiamo esercitato il nostro ruolo in maniera responsabile, concentrando i nostri emendamenti, ma siamo qui a discutere di un decreto in prima lettura blindato dalla fiducia.

Noi eravamo pronti ad una discussione nel merito, ma vi siete sottratti, svilendo ancora una volta il Parlamento e rompendo la corretta dialettica con le opposizioni. Ma c'è di più. Guardando anche gli emendamenti presentati dai colleghi della maggioranza, i temi da loro sollevati e le risposte che hanno ricevuto, è evidente che la fiducia è anche contro di loro. Quella posta dal Governo è la sfiducia nei confronti della propria maggioranza, come ha dimostrato poco fa la dichiarazione del Presidente Rampelli in quest'Aula.

Siete scappati dal confronto nel merito in quest'Aula, perché volete fuggire dalla realtà quotidiana che affrontano le famiglie e le imprese, quando si trovano a pagare le bollette dell'energia, fanno benzina alla pompa o fanno i conti con l'inflazione. Potete tirare fuori una proposta di riforma costituzionale alla settimana, sottoscrivere protocolli sgangherati con altri Paesi, ma non potete sfuggire dal confronto con l'opinione pubblica sulle scelte di queste ore sulla manovra di bilancio. Discuteremo a lungo di premierato, del memorandum con l'Albania e di cos'altro vi inventerete. Ma adesso è il momento di rispondere a due semplici quesiti sulla manovra di bilancio: aiuta il Paese a crescere, a fronte di una dinamica economica europea sempre più complessa? Aiuta a contrastare l'inflazione che si mangia i redditi da lavoro e da pensione? La risposta è “no”! E questo provvedimento ne è la più plastica rappresentazione: ambizioso solo nel titolo, distante nell'articolato dalle promesse elettorali, dal racconto trionfante di questa estate secondo il quale in Italia va tutto bene, distante dalla quotidianità di chi deve pagare le bollette, fare benzina o pagare l'abbonamento del trasporto pubblico per andare a lavorare, con un'inflazione che scarnifica i redditi e intacca anche i risparmi. Ancora l'altro ieri, in audizione al Senato, Confcommercio ricordava la riduzione di oltre 17.000 euro per nucleo familiare tra il 2021 e quest'anno. Un arco temporale che non riguarda, quindi, solo questo Governo, ma, a fronte di questa emergenza, dopo un anno dal suo insediamento, non ci sono più alibi. Ed è interessante, oltre che utile, un raffronto anche a beneficio di quelle forze politiche di maggioranza che avevano sostenuto anche il Governo precedente.

Il Governo Draghi era intervenuto sterilizzando gli oneri di sistema sulla bolletta energetica del gas e della luce, e tagliando le accise sui carburanti. Il Governo Meloni, nella sua prima legge di bilancio, non ha rinnovato l'agevolazione sulle accise dei carburanti, facendo salutare il nuovo anno ad ogni cittadino che andava a fare benzina con 18 centesimi di euro in più per ogni litro. Dal 1° aprile di quest'anno, altro regalino ai cittadini con la reintroduzione degli oneri generali di sistema sulla bolletta elettrica, che comporta il 25 per cento di costo in più per ogni famiglia e per ogni impresa. Rimangono l'azzeramento degli oneri generali per il settore del gas e la riduzione dell'IVA anche per il trimestre in corso, contenuti in questo decreto all'articolo 1. Una misura, questa sì, in continuità, ma che risulta essere troppo poco, a cui si aggiunge l'ancora meno che c'è negli articoli successivi. Un provvedimento che, peraltro, ha un arco temporale praticamente scaduto: parliamo del quarto trimestre, siamo al 15 novembre e tra un mese e mezzo è bello e che finito. E mentre discutiamo la conversione in legge del decreto, bisogna capire cosa ci sarà dal 1° gennaio, mentre si sa già che cosa non ci sarà, come i 100 milioni di euro in meno sul Fondo per il bonus sociale. In questo decreto sono 300 milioni per il trimestre in corso, nella legge di bilancio sono solo 200 milioni per il prossimo trimestre.

Sui costi della bolletta elettrica abbiamo proposto, con i nostri emendamenti, di sterilizzare gli oneri di sistema e di riorganizzarli, spostando alcune voci sulla fiscalità generale, in linea con i richiami dell'Autorità di settore, per sgravare famiglie e imprese. Abbiamo proposto il credito d'imposta per le PMI e gli artigiani, e un Fondo di garanzia per la realizzazione delle comunità energetiche rinnovabili. Ricordo, Presidente, che sulle comunità energetiche stiamo ancora aspettando i decreti attuativi. Lo scorso 23 ottobre, il Ministro Pichetto Fratin ha ripetuto in Senato quello che va dicendo da un anno: stiamo dialogando con la Commissione europea, siamo quasi pronti. Sveglia! Non è una riforma costituzionale, sono decreti attuativi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Abbiamo proposto, con un altro emendamento, una cosa semplice e di buonsenso, come la proroga di un anno per il superamento della maggior tutela perché, Presidente, mancano solo 56 giorni alla scadenza del prossimo 10 gennaio e il Governo non ha fatto la campagna di comunicazione per informare i cittadini e perché è forte il rischio di aumenti incontrollati dei prezzi delle bollette, come dimostrano, Presidente, le sanzioni comminate oggi dall'Antitrust alle società dell'energia, per gli aumenti indiscriminati. Tutti i gruppi parlamentari, anche di maggioranza, hanno presentato emendamenti simili, ma neppure su questo il Governo è riuscito a dire una parola chiara: vedremo, faremo, capiremo; intanto il tempo passa e la situazione peggiora.

All'articolo 2, Presidente, per affrontare il caro carburanti il Governo riconosce un ulteriore contributo ai beneficiari della social card per l'acquisto di carburante; è stato quantificato, in maniera precisa, dal dossier del Servizio studi di questa Camera: sono 76 euro. Per riassumere l'impegno del Governo sul caro benzina, con la legge di bilancio dello scorso anno, aveva reintrodotto le accise, poi ha varato un decreto che pomposamente doveva contenere i prezzi, ma che non ha avuto alcun risultato, se non introdurre l'obbligo del cartello per i benzinai con il prezzo medio regionale, una scelta sbagliata, che l'Antitrust da subito bollato come foriero di ulteriori rialzi, abbiamo contrastato la norma in Parlamento, l'hanno contestata le associazioni di categoria, ma siete andati avanti in una scelta sbagliata e non siete stati capaci neanche di scrivere bene la norma attuativa, visto che il TAR del Lazio, l'altro giorno, ha annullato il decreto del Ministro Urso, un esempio fulgido dell'incompetenza e dell'arroganza di questo Esecutivo. Sempre all'articolo 2, Presidente, hanno previsto uno striminzito aumento di 12 milioni del fondo bonus trasporti, assolutamente insufficiente e ancora prigioniero della lotteria del click day.

E, poi, all'articolo 4 c'è l'ennesimo condono, che prevede una sanatoria per i commercianti che non hanno emesso scontrini, consentendo la facoltà di avvalersi del ravvedimento operoso anche se le violazioni sono già state contestate.

Vede, Presidente, per modificare questo decreto abbiamo presentato emendamenti puntuali, non ci sono solo i ”no”, ci sono le proposte, come i 5 punti presentati dal PD contro il carovita, ma c'è, soprattutto, un'alternativa al vostro Governo, nel lavoro comune in Parlamento con le altre opposizioni, nelle piazze, come nella bellissima piazza del Popolo, riempita sabato scorso dalla comunità del Partito Democratico insieme a Elly Schlein.

Il Governo, Presidente, in conclusione, anziché attaccare chi legittimamente protesta, chiede conto e avanza proposte, come stanno facendo i sindacati, se ci riesce, provi a risolvere i problemi. Il tempo degli alibi è finito, si apre una fase diversa, in queste Aule e nel Paese, e noi ci siamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Beatriz Colombo. Ne ha facoltà.

BEATRIZ COLOMBO (FDI). Grazie, Presidente, Governo onorevoli colleghi. Con questo provvedimento, recante misure urgenti in materia di energia, interventi per sostenere il potere di acquisto ed a tutela del risparmio, l'Esecutivo guidato da Giorgia Meloni dimostra ancora una volta la coerenza e la concretezza dell'azione di Governo. Il DL energia rientra in una serie di provvedimenti d'urgenza adottati dal Governo per sostenere le famiglie e le imprese italiane, per fronteggiare le gravissime conseguenze socioeconomiche che tengono conto di un quadro geopolitico complesso; da un lato, usciamo da un post-pandemia con le aziende in ginocchio a causa del forzato lockdown, dall'altra, vi è il conflitto bellico in Ucraina, iniziato nel febbraio del 2022, a cui purtroppo si è aggiunta la crisi in Medio Oriente, che porta instabilità e difficoltà negli approvvigionamenti energetici. Tutti questi aspetti hanno modificato e modificheranno gli equilibri dell'approvvigionamento di energia, anche a causa di attentati, sabotaggi e politiche di restrizione attuate da quegli Stati che esportano quell'oro che è l'energia, sia esso gas o petrolio, utilizzando queste preziose materie come merce di scambio, per tenere in scacco molti Paesi occidentali.

Gli effetti sul caro energia hanno avuto conseguenze su tutti noi. Questo provvedimento si pone due obiettivi principali: da un lato, dare risposte rapide a problematiche emergenziali ed urgenti in favore dei cittadini e delle attività economiche, dall'altro lato, riportare un equilibrio e una maggiore giustizia sociale. Come i decreti che ci hanno preceduto, la linea è sempre la stessa: essere a fianco delle fasce più deboli e così sarà anche nella manovra finanziaria, non temete. Siamo e saremo sempre vicini alle famiglie e sensibili a chi vive in condizioni di indigenza e non con un reddito di cittadinanza o con un superbonus che gettano a terra l'intera economia di un Paese per anni riportando all'immobilismo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ma con un cambio di paradigma, puntando sulla meritocrazia, puntando sull'aiuto di chi potrebbe, ma in questo momento non può. Così come ci schieriamo a fianco di chi, attraverso la propria attività o la propria professione, dà ogni giorno il proprio apporto alla crescita economica di questo Paese. Abbiamo beneficiato di un autunno particolarmente mite, ma ci aspettiamo mesi più difficili. In questo contesto, è pienamente giustificato il ricorso alla decretazione d'urgenza, che dall'opposizione è stato strumentalmente criticato.

A luglio, l'OCSE ha certificato che 2,18 milioni di famiglie italiane - famiglie intendo, non individui - vivono in condizioni di povertà assoluta. La morsa dell'inflazione ha contratto il potere di acquisto degli italiani, che ora hanno davanti mesi in cui dovranno acquistare un bene immateriale ma fondamentale, primario ma dispendioso: l'energia con cui scaldiamo le nostre case e che usiamo per il nostro lavoro. Sono quasi 6 milioni gli italiani in queste condizioni di difficoltà ed ovviamente sono colpite in maniera più dura le famiglie numerose, proprio quelle che non possono permettersi di risparmiare sul riscaldamento e sui costi per recarsi al lavoro.

In quest'ottica, il decreto-legge in conversione non è un decreto di urgenza ma di emergenza, un'emergenza che dobbiamo fare in modo di mitigare, dando agli italiani l'aiuto che uno Stato deve dare, senza perdersi in discussioni cavillose sulla natura legislativa dei provvedimenti. Ho sentito le più svariate dichiarazioni di voto durante l'esposizione degli ordini del giorno e vorrei ricordare che i Governi che andavano avanti a suon di DPCM, senza minimamente tener conto del Parlamento, erano altri (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Anzi, va aggiunto - mi rivolgo a lei, signor Presidente - che il collega Conte, colui che ha sdoganato l'uso dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, che la sera compariva in TV per dirci se potevamo uscire per andare a buttare la spazzatura, aveva il vizietto di decretare d'urgenza senza nemmeno coinvolgere il suo di Governo. Fidatevi, se avete paura dell'uomo solo al comando, non dovete guardare al Governo Meloni che, oltre ad essere guidato da una donna, gode della fiducia della sua maggioranza e, soprattutto, del Paese.

Dopo anni di Governi di fatto sostenuti dalla sinistra e dai grillini, ora finalmente si cambia passo, mettendo realmente le persone al centro. Sì, le persone al centro, perché è indubbio che, quando si parla di energia e di green economy - come va di moda dire oggi -, la sinistra si approccia al tema non con pragmatismo ma con furore ideologico.

Poco più di un anno fa, in Europa, PD e MoVimento 5 Stelle hanno votato contro l'inclusione del nucleare tra le fonti energetiche green. Da sempre, si sono battuti per l'abbandono di questa tecnologia in Italia. Ora ci troviamo di fronte all'aumento dell'inflazione e a costi energetici cresciuti a dismisura, perché in passato non si è voluto renderci indipendenti. Una delle quattro centrali spente era situata nella mia regione, dove si sono susseguiti altri divieti che farebbero sorridere, se la situazione non fosse grave. In Emilia-Romagna, anche in condizioni di emergenza, è vietato accendere i caminetti per scaldarsi. Posso capire il limitare il traffico nei centri urbani, ma che senso ha togliere alle famiglie questo piccolo confort, il caminetto? Se questo non bastasse a mostrare come l'approccio statalista non appartenga a noi, ma alla sinistra, informo i colleghi - sempre per suo tramite, signor Presidente - che in Emilia-Romagna è anche vietato accendere il barbecue. Questo è l'approccio green che noi contestiamo: quello fine a se stesso, quello che non ha lo scopo di vivere in un mondo più pulito e lasciarlo ai nostri figli, ma quello che vuole a tutti costi dirsi progressista, anche a costo di rendere inutile e difficile la vita ai nostri concittadini.

Quindi, sì, sono grata per questo decreto, per come ancora una volta il Governo Meloni sia sul pezzo, veloce e pronto a rispondere alle esigenze che altrettanto velocemente cambiano a seconda degli scenari geopolitici. Ho sentito più e più volte dire che noi non guardiamo alle classi più deboli. Allora, sempre per suo tramite, Presidente, vorrei capire: ma voi lo avete letto questo decreto? Perché per il 90 per cento parla proprio di benefici alle classi più svantaggiate. Viene incrementata per l'anno 2023 la dotazione del fondo istituito presso il MASAF destinato all'acquisto di beni alimentari di prima necessità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), la cosiddetta social card, a cui è esteso il contributo anche ai carburanti. Se parlate tanto di tagli alle accise, perché non lo avete fatto voi? Questo purtroppo è un copione già visto: il PD ha sempre le ricette giuste per guidare il Paese quando è all'opposizione. Quindi, per il bene degli italiani, vedremo di lasciarli all'opposizione il più a lungo possibile.

Si parla, inoltre, di bonus sociali elettrici e gas per i clienti domestici economicamente svantaggiati, di bonus elettrici per chi versa in gravi condizioni di salute, poi della riduzione al 5 per cento dell'IVA del gas e dell'elettricità. Con il mio ordine del giorno accolto favorevolmente - ringrazio il Governo - si sono aggiunti anche pellet e GPL, che sono fonti energetiche usate per lo più in ambiente domestico.

Noi vogliamo aiutare chi deve scaldare la propria casa, non multare chi accende un caminetto. C'è poi un importante contributo, il cosiddetto bonus trasporti per l'acquisto di abbonamenti individuali. Si incrementa anche il fondo destinato alle borse di studio per l'accesso agli studi universitari, così da garantire anche gli studenti idonei non beneficiari delle graduatorie relative all'anno accademico 2022/2023. Ora veramente si dà valore al merito e si va incontro a quegli studenti capaci e meritevoli, come dice la nostra Costituzione, che, privi di mezzi, saranno coperti con un fondo per le borse di studio adeguatamente integrato, in luogo delle precedenti modalità, ormai insufficienti. Per noi il 18 politico non è un'opzione, verranno garantiti tutti quei ragazzi di tutte le classi sociali che veramente dimostreranno propensione allo studio.

Poi, ancora, la riforma del regime di agevolazione a favore delle imprese a forte consumo di energia. Nonostante le bastonate europee alle nostre aziende, il Governo italiano continua ad essere dalla parte degli imprenditori. Il decreto consente, altresì, di esercitare entro il 15 dicembre 2023 il ravvedimento operoso per la violazione di alcuni obblighi in materia di certificazione dei corrispettivi, evitando di incorrere nelle sanzioni accessorie della sospensione della licenza o dell'attività.

Sottolineo questo aspetto proprio perché ho sentito critiche relative ad una presunta mancata visione sul tema dell'energia a medio-lungo termine provenienti dalla sinistra in quest'Aula. Se stringere accordi con Paesi produttori di gas alternativi a quelli attuali, investire in nuovi impianti, abbassare l'IVA sulle fonti energetiche più usate, calmierare i prezzi di sistema e battere i pugni in Europa per limitare il prezzo del gas non è sufficiente, ditemi allora cosa dobbiamo fare. Il bonus trasporti è insufficiente? Non credo ma, se la critica proviene da chi ha partorito il bonus monopattino, mi permetto di dire di non prenderla in eccessiva considerazione. Se poi il creatore del bonus monopattino ha anche inventato altri bonus e superbonus, che toglieranno risorse alle nostre finanze per anni a venire, allora sono ancora più convinta che siamo sulla strada giusta.

Per questo motivo, posso orgogliosamente annunciare il voto favorevole del gruppo Fratelli d'Italia a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 1437-A​)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1437-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1437-A:

"Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 settembre 2023, n. 131, recante misure urgenti in materia di energia, interventi per sostenere il potere di acquisto e a tutela del risparmio".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

La Camera approva (Vedi votazione n. 66).

(Applausi) .

In morte dell'onorevole Angela Maria Bottari.

PRESIDENTE. Comunico che è deceduta l'onorevole Angela Maria Bottari, già componente della Camera dei deputati dalla VII alla IX legislatura.

La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

A questo proposito, ha chiesto di intervenire per un breve ricordo l'onorevole Barbagallo. Ne ha facoltà.

ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Signor Presidente, la scorsa notte è mancata Angela Bottari, deputata nella VII, VIII, e IX Legislatura e, precisamente, dal 1976 al 1987. Angela è stata una testimone del tempo in cui ha vissuto, fatto di lotte sociali, rivendicazioni, conquiste e tensioni politiche. Attiva politicamente a livello universitario dal 1968, nel 1971 aderisce al Partito Comunista Italiano, ricoprendo il ruolo di responsabile femminile della Federazione di Messina. Subito diventa protagonista della vita del partito della sinistra siciliana per le battaglie civili e sociali che conduce. Nel 1975 viene eletta consigliere comunale a Messina e nel 1976 viene eletta deputata per il Partito Comunista Italiano, caratterizzando la sua iniziativa parlamentare e l'impegno in quest'Aula per i diritti delle donne, per la lotta contro la mafia e nel concreto impegno per la sua terra, la Sicilia.

Sua la proposta di legge come prima firmataria per trasferire il reato di violenza sessuale dal titolo riguardante la morale e il buon costume a quello dei delitti contro la persona. Il testo, anche se allora non venne approvato, grazie anche ai movimenti femministi e agli operatori del diritto, contribuì a modificare nel Paese la percezione della violenza sulle donne. La norma proposta, che era particolarmente radicale per quel tempo, non trovò il consenso del partito di maggioranza relativa, la Democrazia Cristiana e Angela, proprio per coerenza, capendo che la legge non sarebbe mai passata, si dimise da relatrice e bloccò l'iter normativo. La legge approvata poi nel 1996, la n. 66, come sappiamo, poco più di 15 anni dopo, è molto simile all'ultimo progetto di legge presentato da lei, che introduceva, appunto, l'unificazione dei reati, e cioè la congiunzione carnale e gli atti di libidine violenti in un unico reato, ossia quello di violenza sessuale. Ed ancora fu relatrice della legge n. 442 del 1981 che abrogò il matrimonio riparatore e il delitto d'onore, cancellando gli articoli 544 e 587 del codice penale improntati, come è noto, ad un concetto della donna di proprietà dell'uomo. Conquista rese possibile anche grazie a un'altra grande siciliana, Franca Viola (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) L'emancipazione femminile ha contraddistinto la sua azione parlamentare anche con riferimento alla legge sull'aborto, la n. 194 del 1978, ma che in realtà venne denominata sull'interruzione di gravidanza e per la tutela della maternità, per non urtare in quegli anni - a dire proprio della Bottari - la sensibilità del Paese. Angela contribuì alla definizione del testo definitivo con una partecipazione in quella che era la sua Commissione, la Commissione giustizia, perché allora l'aborto per chi lo praticava e per chi lo subiva era punito dal codice penale come un reato e quindi afferiva alle materie della Seconda Commissione. In quegli anni il Paese e la Sicilia vennero scossi dalle stragi del terrorismo mafioso. La sinistra siciliana, in particolare, venne traumatizzata dall'uccisione di Pio La Torre. Quando si faceva cenno a quella stagione, la inorgogliva molto aver fatto parte del Comitato ristretto della legge Rognoni-La Torre. Angela fu firmataria anche della legge, ma la partecipazione, lunga e intensa, ai lavori di quel Comitato lo riteneva un privilegio, anche per il rapporto che la legava a Pio. Quando parlava della sua attività parlamentare alludeva spesso all'attività di studio, al desiderio di inappagamento: “Se non si studia” diceva “si diventa praticoni della politica e non politici” e alludeva anche a quell'ondata di giovani donne che nel 1976 arrivò in un Parlamento maschile con una percentuale sorprendente del 16 per cento.

Dopo tre legislature chiese di non essere ricandidata, continuando il suo impegno nel PDS, di cui fu segretaria regionale, nei DS e poi nel PD. Tornò anche a servire la sua città, Messina, da assessore comunale dal 2005 al 2007. Negli ultimi 15 anni Angela non ha fatto mai mancare al Partito Democratico un contributo attivo di grande spessore e passione. Sono indelebili i ricordi delle accese fasi congressuali, della sua partecipazione alla conferenza delle donne e soprattutto alle direzioni regionali e provinciali trascorse insieme fino a qualche mese addietro. La nostra ultima telefonata è avvenuta 10 giorni fa. Anche se già non stava bene, era, però, la solita Angela: franca, schietta, tono battagliero, occhi vispissimi e un cuore grande. A Gioacchino e ai suoi figli i sentimenti del più vivo cordoglio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare la deputata Stefania Ascari. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. A Gaza oggi non c'è nessun posto sicuro. Tutti gli ospedali della Striscia sono in ginocchio. Manca tutto: elettricità, acqua pulita, gasolio, cibo, farmaci. È notizia di oggi che l'ospedale di Al-Shifa è stato abbattuto dall'esercito israeliano, mettendo in pericolo migliaia di civili, medici e malati, e trasformandolo in un campo di battaglia. Altrettanto, occorre dire in quest'Aula una notizia terribile: 39 neonati prematuri sono stati lasciati fuori dall'incubatrice senza ossigeno perché manca l'elettricità; 7 bambini sono già morti e gli altri non hanno speranze di sopravvivere. A poco più di un mese a Gaza si contano 11.000 morti, di cui 5.000 bambini (3.000 sotto le macerie). È bene ricordare quello che ha detto l'Organizzazione mondiale della sanità, cioè che ogni 10 minuti a Gaza viene ucciso un bambino palestinese.

Voglio rappresentare che mancano addirittura i sacchi per i cadaveri; cadaveri che vengono messi in fosse comuni o allineati per strada e mangiati dai cani randagi, con rischio sanitario e di epidemie. Ci tengo a dire in quest'Aula del Parlamento che rendere ospedale e ambulanze degli obiettivi militari è un crimine di guerra (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), così come bombardare civili inermi che non hanno via di fuga, così come evacuare un'intera popolazione, compresi malati e invalidi, è violazione del diritto internazionale. Rendere Gaza un cimitero di bambini è un crimine contro l'umanità (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Non si combatte così il terrorismo: questo è alimentare odio.

Mi rivolgo, quindi, alla Presidente del Consiglio, donna, madre, cristiana, per chiedere quanti altri morti dobbiamo contare prima di dire basta, visto che non è stata firmata la risoluzione ONU il 27 ottobre.

Tale risoluzione prevedeva una tregua umanitaria quando la questione della Palestina e del suo riconoscimento come Stato indipendente è ormai diventata una questione di tutta l'umanità, che ormai sta soccombendo sotto le bombe di Gaza e rappresenta, questo, un fallimento anche per le nostre democrazie (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Ci tengo a dire - e chiudo - che, ora, il Governo torni sui suoi passi, in modo da prevedere un cessate il fuoco immediato e definitivo nella Striscia di Gaza, subito e senza esitazioni. Basta morti innocenti (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Antonino Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Presidente, ho più volte portato all'attenzione di questo Parlamento un progetto molto importante per la città di Torino, la metro 2, un finanziamento di 1.800.000.000 euro e un progetto che sta andando avanti, e che si trova appunto nella fase progettuale e di bando. Il problema che volevo sottolineare, oggi, con questo intervento è che il Governo ha deciso, anche in accordo col comune di Torino, di nominare un Commissario straordinario, in teoria, per velocizzare la gara d'appalto e tutte le procedure. Ad oggi, però, non c'è ancora il DPCM che nomina questo Commissario. Quindi, da un lato, il Governo dice che vuole velocizzare questo progetto, dall'altro, non ha ancora emanato il DPCM che nomina ufficialmente il Commissario. Questo potrebbe creare un ritardo importante sulla gara stessa e su un'opera importante per la città di Torino.

Io e la collega Chiara Appendino, che abbiamo voluto fortemente questo progetto quando eravamo in giunta, abbiamo presentato un'interrogazione, ma mi permetto anche di fare questo intervento di fine seduta, proprio per sollecitare il Governo su questa nomina che diventa sempre più urgente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Enrico Cappelletti. Ne ha facoltà.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Presidente, mi son sentito di intervenire come parlamentare della regione del Veneto, ma anche come padre, perché mi riferisco a un fatto avvenuto nella mia regione alcuni giorni fa: è mancato un bambino all'ospedale di Padova. Si tratta del piccolo Ettore, parliamo di un neonato di soli 35 giorni di vita. Ebbene, è morto, perché non gli è stato fatto, a quanto pare, il test neonatale previsto in molte altre regioni del nostro Paese. Se Ettore fosse nato in Puglia, nel Lazio, in Abruzzo, in Lombardia, in Liguria, in Piemonte e in altre regioni probabilmente sarebbe ancora vivo, perché aveva la SMA, una malattia grave, ma curabile, se trattata per tempo.

Ecco, credo che ci troviamo di fronte a una sconfitta della politica. Spesso si segue la ricerca del consenso e del clamore, però, ci si dimentica di proteggere i più piccoli e i più fragili.

Spero che questo fatto terribile che è accaduto in Veneto possa essere da spunto, perché ci possa essere un'estensione di questo test in tutte le altre regioni d'Italia.

Concludo, Presidente, con le parole del papà di Ettore, veramente afflitto dal dolore, che chiede una sola cosa: che quello che è successo a mio figlio non capiti a nessun altro bambino. Ecco, questo è anche il mio auspicio e credo che sia l'auspicio di maggioranza e opposizione rappresentate in Parlamento, di tutti i colleghi. Chiaramente, l'auspicio è che questa morte non sia giunta invano, ma che sia veramente l'occasione perché una perdita del genere non debba più avvenire nel nostro Paese (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Francesco Emilio Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, intervengo per sollecitare, tramite la sua persona, il Governo e, in particolare, il Ministro Sangiuliano, ad accelerare i tempi sulla legge delega, approvata nel 2022, ma fatta slittare di finanziaria in finanziaria, che prevedeva la dismissione graduale degli animali nei circhi. Voglio ricordare che, nello scorso weekend, appena passato, un leone è fuggito da un circo a Ladispoli.

Voglio sottolineare, ovviamente, come i circensi abbiano affermato che forse si trattava di sabotaggio; strano, perché il leone stava con altri felini ed è uscito soltanto lui. Detto ciò, credo che sia assurdo che, nel 2023, stiamo ancora a discutere della legge delega per la dismissione nei circhi. Diamo ai circhi con animali - sono ancora 2.000 gli animali nei circhi - circa 9 milioni di contributo all'anno, che corrispondono alla metà dei soldi che incassano, perché metà la incassano tramite biglietto e l'altra metà gliela dà lo Stato.

Voglio concludere con un'affermazione. Alcuni soggetti - ho letto - hanno detto: ma gli animali sono felici così. Ritengo assolutamente inaccettabile immaginare che qualsiasi essere vivente possa essere felice di vivere in una gabbia. Penso che questo sia assolutamente assurdo e per questa ragione presenteremo un emendamento. Ci auguriamo che il Ministro Sangiuliano ci preceda, affinché, non nel 2024, ma con la manovra finanziaria del 2023, si parta con la graduale dismissione dei circhi con animali in Italia. Possono fare i circensi in altro modo e sono anche molto apprezzati, facendo loro stessi le acrobazie e gli spettacoli per le persone che amano questo tipo di attività (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

Nuova articolazione del vigente calendario dei lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Comunico che, nell'odierna riunione della Conferenza dei capigruppo, è stata convenuta la seguente articolazione dei lavori per il periodo 16 novembre - 1° dicembre 2023:

Giovedì 16 novembre (ore 9,30-13,30 e 15-20, con eventuale prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1324 ed abbinata - Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati nonché di divieto della denominazione di carne per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali (approvato dal Senato) (previo esame e votazione della questione pregiudiziale di costituzionalità presentata).

Lunedì 20 novembre (ore 14)

Discussione sulle linee generali della mozione Ilaria Fontana ed altri n. 1-207 in materia di politiche per il clima e impegni per la 28a conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (COP28) di Dubai.

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 1538 - Disposizioni in materia di associazioni professionali a carattere sindacale tra militari, delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale, nonché disposizioni in materia di termini legislativi (approvato dal Senato).

Martedì 21 novembre (ore 11-14,30)

Comunicazioni del Governo sul Protocollo tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio dei ministri della Repubblica di Albania per il rafforzamento della collaborazione in materia migratoria.

Martedì 21 novembre (ore 14,30-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)

Esame del disegno di legge S. 899 - Conversione in legge del decreto-legge 29 settembre 2023, n. 132, recante disposizioni urgenti in materia di proroga di termini normativi e versamenti fiscali (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 28 novembre 2023) (con votazioni non prima delle ore 18,30 e con eventuale posizione della questione di fiducia).

Mercoledì 22 novembre

Seguito dell'esame del disegno di legge S. 899 - Conversione in legge del decreto-legge 29 settembre 2023, n. 132, recante disposizioni urgenti in materia di proroga di termini normativi e versamenti fiscali (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 28 novembre 2023):

(ore 17)

Dichiarazioni di voto sull'eventuale questione di fiducia.

(ore 18,30)

Votazione per appello nominale.

(ore 19,30, con prosecuzione notturna fino alle 24)

Esame degli ordini del giorno.

Giovedì 23 novembre (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)

Seguito dell'esame del disegno di legge S. 899 - Conversione in legge del decreto-legge 29 settembre 2023, n. 132, recante disposizioni urgenti in materia di proroga di termini normativi e versamenti fiscali (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 28 novembre 2023) (per l'eventuale seguito dell'esame degli ordini del giorno, le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale).

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1538 - Disposizioni in materia di associazioni professionali a carattere sindacale tra militari, delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale, nonché disposizioni in materia di termini legislativi approvato dal Senato).

Eventuale seguito dell'esame del disegno di legge n. 1324 ed abbinata - Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati nonché di divieto della denominazione di carne per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali (approvato dal Senato) (ove non concluso nella giornata di giovedì 16 novembre).

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 893 e abbinate - Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale in materia di prescrizione.

Seguito dell'esame delle mozioni Braga ed altri n. 1-210 e Mari ed altri 1-211 concernenti iniziative in materia di aggiudicazione e gestione degli appalti, con particolare riguardo alla tutela delle retribuzioni e alla sicurezza sui luoghi di lavoro.

Seguito dell'esame delle mozioni Polidori ed altri n. 1-204 e Di Biase ed altri 1-209 concernenti iniziative per la prevenzione e la cura del tumore al seno.

Seguito dell'esame delle proposte di legge nn. 712 e 722 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo recante modifica del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità, fatto a Bruxelles il 27 gennaio e l'8 febbraio 2021.

Seguito dell'esame della mozione Ilaria Fontana ed altri n. 1-207 in materia di politiche per il clima e impegni per la 28a conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (COP28) di Dubai.

Venerdì 24 novembre (ore 9,30)

Esame del disegno di legge n. 1458 - Conversione in legge del decreto-legge 5 ottobre 2023, n. 133, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione e protezione internazionale, nonché per il supporto alle politiche di sicurezza e la funzionalità del Ministero dell'interno (da inviare al Senato – scadenza: 4 dicembre 2023) (con votazioni non prima delle ore 12,30 ai fini dell'eventuale posizione della questione di fiducia).

Lunedì 27 novembre

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1458 - Conversione in legge del decreto-legge 5 ottobre 2023, n. 133, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione e protezione internazionale, nonché per il supporto alle politiche di sicurezza e la funzionalità del Ministero dell'interno (da inviare al Senato – scadenza: 4 dicembre 2023):

(ore 12)

Dichiarazioni di voto sull'eventuale questione di fiducia.

(ore 13,30-14,30)

Votazione per appello nominale.

(ore 15,30-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)

Esame degli ordini del giorno.

Martedì 28 (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e mercoledì 29 novembre (ore 9,30-13,30 e 16-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1458 - Conversione in legge del decreto-legge 5 ottobre 2023, n. 133, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione e protezione internazionale, nonché per il supporto alle politiche di sicurezza e la funzionalità del Ministero dell'interno (da inviare al Senato – scadenza: 4 dicembre 2023) (per l'eventuale seguito dell'esame degli ordini del giorno, le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale).

Mercoledì 29 novembre (ore 15)

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

Mercoledì 29 novembre (al termine delle votazioni )

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1474 - Conversione in legge del decreto-legge 12 ottobre 2023, n. 140, recante misure urgenti di prevenzione del rischio sismico connesso al fenomeno bradisismico nell'area dei Campi Flegrei (da inviare al Senato – scadenza: 11 dicembre 2023).

Discussione sulle linee generali del disegno di legge n. 1341 - Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy (collegato alla manovra di finanza pubblica)

Discussione sulle linee generali della proposta di legge n. 823 e abbinata - Modifiche al codice penale e altre disposizioni in materia di illeciti agro-alimentari.

Discussione sulle linee generali della relazione della XIV Commissione sulla Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2023, sul Programma di lavoro della Commissione per il 2023 e sul Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1° luglio 2023 - 31 dicembre 2024).

Giovedì 30 novembre (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24 ed eventualmente nella giornata di venerdì 1° dicembre)

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1474 - Conversione in legge del decreto-legge 12 ottobre 2023, n. 140, recante misure urgenti di prevenzione del rischio sismico connesso al fenomeno bradisismico nell'area dei Campi Flegrei (da inviare al Senato – scadenza: 11 dicembre 2023).

Eventuale seguito dell'esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 1275 ed abbinate - Disposizioni per l'istituzione del salario minimo.

Seguito dell'esame del disegno di legge n. 1341 - Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy (collegato alla manovra di finanza pubblica).

Seguito dell'esame della proposta di legge n. 823 e abbinata - Modifiche al codice penale e altre disposizioni in materia di illeciti agro-alimentari.

Seguito dell'esame della relazione della XIV Commissione sulla Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2023, sul Programma di lavoro della Commissione per il 2023 e sul Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1° luglio 2023 - 31 dicembre 2024.

Venerdì 1° dicembre (ore 9,30)

Svolgimento di interpellanze urgenti.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 16 novembre 2023 - Ore 9,30:

1. Seguito della discussione del disegno di legge (previo esame e votazione della questione pregiudiziale di costituzionalità presentata):

S. 651 - Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati nonché di divieto della denominazione di carne per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali (Approvato dal Senato). (C. 1324​)

e dell'abbinata proposta di legge: CARLONI ed altri (C. 746​)

Relatori: ROSSO, per la XII Commissione; CARLONI, per la XIII Commissione.

La seduta termina alle 21,15.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 il deputato Fassino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 1 e 12 il deputato Candiani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 1 e 2 il deputato Borrelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 4 i deputati Quartini e Iaria hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni dalla n. 8 alla n. 11 la deputata Schifone ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 11 e 12 il deputato Paolo Emilio Russo ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 13 il deputato Davide Bergamini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 13 il deputato Lovecchio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 17 la deputata Marianna Ricciardi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 22 il deputato Simiani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 26 il deputato Mancini ha segnalato che si è erroneamente astenuto mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 27 la deputata Bordonali ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 30 i deputati Carra' e Pierro hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 32 la deputata Raffa ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 41 il deputato Malagola ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 47 il deputato Lacarra ha segnalato che non è riuscito a votare;

nella votazione n. 49 il deputato Pellicini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 57 il deputato Pellicini ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 58 il deputato Zinzi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 63 il deputato Pierro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 65 il deputato Lampis ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 1437-A - ODG 9/1437-A/1 248 246 2 124 95 151 71 Resp.
2 Nominale ODG 9/1437-A/2 265 262 3 132 114 148 69 Resp.
3 Nominale ODG 9/1437-A/4 276 276 0 139 124 152 69 Resp.
4 Nominale ODG 9/1437-A/5 280 278 2 140 122 156 69 Resp.
5 Nominale ODG 9/1437-A/6 282 279 3 140 124 155 69 Resp.
6 Nominale ODG 9/1437-A/7 279 275 4 138 122 153 69 Resp.
7 Nominale ODG 9/1437-A/8 281 278 3 140 123 155 69 Resp.
8 Nominale ODG 9/1437-A/10 279 276 3 139 121 155 69 Resp.
9 Nominale ODG 9/1437-A/11 285 282 3 142 124 158 66 Resp.
10 Nominale ODG 9/1437-A/12 285 283 2 142 125 158 66 Resp.
11 Nominale ODG 9/1437-A/13 282 280 2 141 123 157 67 Resp.
12 Nominale ODG 9/1437-A/14 281 279 2 140 122 157 67 Resp.
13 Nominale ODG 9/1437-A/15 282 280 2 141 118 162 67 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale ODG 9/1437-A/16 272 267 5 134 113 154 66 Resp.
15 Nominale ODG 9/1437-A/17 277 274 3 138 102 172 65 Resp.
16 Nominale ODG 9/1437-A/18 280 278 2 140 119 159 66 Resp.
17 Nominale ODG 9/1437-A/19 284 281 3 141 122 159 64 Resp.
18 Nominale ODG 9/1437-A/21 278 276 2 139 120 156 65 Resp.
19 Nominale ODG 9/1437-A/22 275 274 1 138 120 154 64 Resp.
20 Nominale ODG 9/1437-A/23 275 262 13 132 106 156 64 Resp.
21 Nominale ODG 9/1437-A/24 273 271 2 136 115 156 63 Resp.
22 Nominale ODG 9/1437-A/25 273 273 0 137 117 156 63 Resp.
23 Nominale ODG 9/1437-A/26 RIF 275 271 4 136 270 1 63 Appr.
24 Nominale ODG 9/1437-A/27 271 270 1 136 115 155 63 Resp.
25 Nominale ODG 9/1437-A/28 275 272 3 137 118 154 64 Resp.
26 Nominale ODG 9/1437-A/29 275 272 3 137 118 154 63 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale ODG 9/1437-A/30 RIF 277 222 55 112 221 1 63 Appr.
28 Nominale ODG 9/1437-A/31 282 280 2 141 121 159 63 Resp.
29 Nominale ODG 9/1437-A/32 278 275 3 138 116 159 63 Resp.
30 Nominale ODG 9/1437-A/33 274 263 11 132 72 191 63 Resp.
31 Nominale ODG 9/1437-A/34 275 274 1 138 115 159 63 Resp.
32 Nominale ODG 9/1437-A/35 RIF 273 273 0 137 238 35 63 Appr.
33 Nominale ODG 9/1437-A/36 271 269 2 135 108 161 75 Resp.
34 Nominale ODG 9/1437-A/37 275 274 1 138 119 155 74 Resp.
35 Nominale ODG 9/1437-A/38 275 274 1 138 101 173 74 Resp.
36 Nominale ODG 9/1437-A/39 279 277 2 139 105 172 73 Resp.
37 Nominale ODG 9/1437-A/40 282 279 3 140 122 157 73 Resp.
38 Nominale ODG 9/1437-A/41 279 278 1 140 122 156 73 Resp.
39 Nominale ODG 9/1437-A/42 287 284 3 143 124 160 72 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale ODG 9/1437-A/43 275 197 78 99 40 157 72 Resp.
41 Nominale ODG 9/1437-A/44 280 278 2 140 117 161 72 Resp.
42 Nominale ODG 9/1437-A/45 280 216 64 109 55 161 72 Resp.
43 Nominale ODG 9/1437-A/46 279 279 0 140 103 176 72 Resp.
44 Nominale ODG 9/1437-A/47 269 268 1 135 116 152 72 Resp.
45 Nominale ODG 9/1437-A/48 276 276 0 139 117 159 72 Resp.
46 Nominale ODG 9/1437-A/49 276 272 4 137 101 171 71 Resp.
47 Nominale ODG 9/1437-A/50 270 268 2 135 112 156 71 Resp.
48 Nominale ODG 9/1437-A/51 266 248 18 125 93 155 71 Resp.
49 Nominale ODG 9/1437-A/52 262 251 11 126 99 152 71 Resp.
50 Nominale ODG 9/1437-A/53 266 256 10 129 98 158 71 Resp.
51 Nominale ODG 9/1437-A/54 264 264 0 133 96 168 71 Resp.
52 Nominale ODG 9/1437-A/55 272 258 14 130 100 158 71 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale ODG 9/1437-A/57 267 265 2 133 113 152 70 Resp.
54 Nominale ODG 9/1437-A/58 258 254 4 128 105 149 70 Resp.
55 Nominale ODG 9/1437-A/59 259 256 3 129 105 151 70 Resp.
56 Nominale ODG 9/1437-A/60 260 260 0 131 105 155 70 Resp.
57 Nominale ODG 9/1437-A/63 RIF 257 256 1 129 255 1 70 Appr.
58 Nominale ODG 9/1437-A/68 RIF 258 257 1 129 253 4 70 Appr.
59 Nominale ODG 9/1437-A/69 259 254 5 128 102 152 70 Resp.
60 Nominale ODG 9/1437-A/72 257 245 12 123 97 148 70 Resp.
61 Nominale ODG 9/1437-A/74 256 253 3 127 102 151 70 Resp.
62 Nominale ODG 9/1437-A/81 RIF 259 153 106 77 153 0 69 Appr.
63 Nominale ODG 9/1437-A/3 NF 246 246 0 124 246 0 69 Appr.
64 Nominale ODG 9/1437-A/20 RIF 249 249 0 125 249 0 69 Appr.
65 Nominale ODG 9/1437-A/62 RIF 252 214 38 108 214 0 69 Appr.


INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 66)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nominale DDL 1437-A - VOTO FINALE 227 223 4 112 144 79 69 Appr.