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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 191 di mercoledì 8 novembre 2023

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 12,10.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FILIBERTO ZARATTI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 6 novembre 2023.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 94, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 12,12).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bonafe'. Ne ha facoltà.

SIMONA BONAFE' (PD-IDP). Grazie, Presidente. Abbiamo appena appreso da notizie di stampa che la riforma del premierato, che era già stata assegnata alla Camera, sia stata invece assegnata al Senato. Sempre da notizie di stampa apprendiamo che la motivazione di questo spostamento è dovuta all'appartenenza politica del Presidente della Camera e del presidente della I Commissione, che evidentemente non dà sufficienti garanzie sull'iter del provvedimento. Mi permetto di dire che, se fosse così, sarebbe gravissimo; sarebbe di una gravità inaudita.

Peraltro, Presidente, rendo anche noto che in Senato si sta già esaminando il provvedimento sull'autonomia differenziata e si sta esaminando il provvedimento sulla riforma delle province (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Sarebbe stato quanto meno normale che da questa Camera partisse l'iter per l'esame della riforma sul premierato.

Quindi, il dubbio che viene è che si stia considerando questa Camera come una succursale del Senato. Ecco perché chiediamo che venga convocata con urgenza una Conferenza dei presidenti di gruppo per capire se queste notizie corrispondano al vero (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. La ringrazio, deputata Bonafe'. Mi corre l'obbligo di una piccola puntualizzazione relativa al fatto che il provvedimento non è mai stato assegnato alla Camera, quindi è andato direttamente in assegnazione al Senato. Tuttavia, ovviamente, le argomentazioni che ha citato sono pienamente legittime.

Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.  

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. La Presidente del Consiglio - la chiamerò ancora così, se è possibile, visto che non c'è ancora alcuna riforma della Premiership e non c'è ancora alcun provvedimento già approvato - davanti al Presidente della Camera aveva, proprio a inizio anno, detto che ci sarebbe stata maggiore attenzione da parte del Governo nei confronti di quest'Aula. Noi siamo davanti a una vicenda che già parla da sé: siamo a 45 decreti, 38 già affrontati, tantissime fiducie, record nella storia di questo Parlamento, ma soprattutto siamo ormai di fronte a un monocameralismo di fatto per la gran parte dei provvedimenti, come diceva la collega Bonafe'. Penso all'autonomia differenziata, penso alla riforma delle province e quest'anno, ovviamente, passano da lì anche la legge di bilancio e il decreto fiscale.

Credo che siamo davanti a una vicenda molto grave. Lo dico rispetto alla riforma di cui parleremo, una riforma pericolosa che, tra l'altro, indebolisce ulteriormente il Parlamento e rischia di minare non solo la Costituzione, ma i rapporti con il Presidente della Repubblica: noi le chiediamo, ci uniamo alla richiesta di una Conferenza dei presidenti di gruppo urgente perché inizia a esserci qualcosa di sospetto nel rapporto con la Camera dei deputati. È incredibile davvero che si continui a dire, e si faccia tra l'altro senza smentita, che al Senato ci sarebbero Regolamenti più facili, che magari il Presidente di quel ramo del Parlamento darebbe, diciamo, maggiori garanzie sull'iter di questi provvedimenti.

Credo che davanti a queste che spero siano illazioni - ma il dato di fatto è che davvero la gran parte dei provvedimenti è stata incardinata in quel ramo del Parlamento -, siano la maggioranza e il Presidente della Camera a dover dire qualcosa di chiaro, perché, se non è vero che è stato assegnato, di sicuro questo provvedimento era stato annunciato alla Camera. Quindi, chiediamo a lei di farsi garante della richiesta delle opposizioni di convocare per l'esattezza una Conferenza dei presidenti di gruppo avente questo oggetto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Certamente lo farò.

Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Mi associo alla richiesta di una Conferenza dei presidenti di gruppo perché questo disegno di legge venga assegnato alla Commissione affari costituzionali della Camera e vorrei che anche le altre forze politiche, anche di maggioranza, si associassero. Questo perché, tra l'altro, come già rilevato dai colleghi che hanno parlato prima di me, la Commissione affari costituzionali del Senato è già impegnata sul sistema dell'autonomia differenziata. Verrebbe da pensare che ci sia quasi una relazione tra l'approvazione dell'una e l'approvazione dell'altra e che ci sia quasi un accordo politico a che intanto passi l'una in quanto passi l'altra. Ma questo non è accettabile perché sono due riforme che vanno esaminate con la dovuta attenzione, nel loro merito, perché sono riforme che incidono profondamente sull'organizzazione e sull'assetto istituzionale e costituzionale della nostra Repubblica.

La Commissione affari costituzionali del Senato ci ha restituito anche il progetto di legge sulle province. È impegnata su molti altri fronti; non che noi qui alla Camera non ne abbiamo, naturalmente, essendo subissati dalla decretazione d'urgenza che ci affligge e ci rende davvero difficile un lavoro profondo, al quale siamo tenuti e che vorremmo necessariamente fare, ma, signor Presidente, riterrei che attenga anche ad un requisito di prestigio della Camera dei deputati poter ottenere, in Commissione e in Conferenza dei presidenti di gruppo, l'assegnazione alla Camera dei deputati e alla Commissione affari costituzionali della Camera dell'istruttoria su questo importante provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Non ci sono ulteriori richieste di intervento su questo argomento. Confermo di rendere immediatamente edotto il Presidente della Camera delle vostre richieste di convocazione di un'apposita riunione dei presidenti di gruppo.

Saluto gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto omnicomprensivo di Torre Orsaia, in provincia di Salerno, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Come annunciato, non essendo ancora decorso il termine di preavviso previsto per le votazioni con il procedimento elettronico, sospendo la seduta fino alle ore 12,32.

La seduta, sospesa alle 12,20, è ripresa alle 12,35.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 878 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 15 settembre 2023, n. 123, recante misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale (Approvato dal Senato) (A.C. 1517​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1517: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 15 settembre 2023, n. 123, recante misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1517​)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Ricordo che, nella seduta di ieri, è stato da ultimo respinto l'ordine del giorno n. 9/1517/34 Serracchiani e che risulta accantonato l'ordine del giorno n. 9/1517/12 Malavasi.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1517/35 Riccardo Ricciardi, sul quale il rappresentante del Governo ha espresso parere favorevole, ove sia accettata la proposta di riformulazione. Ha chiesto di parlare il deputato Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Noi non accettiamo la proposta di riformulazione e io intendo sottoscrivere l'ordine del giorno. Se mi permette, vorrei riascoltare dal Sottosegretario la proposta di riformulazione, perché vorrei essere sicuro di aver capito bene quale sia l'impegno che viene eliminato dall'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Sottosegretaria Castiello, c'è una richiesta di rilettura della riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1517/35 Riccardo Ricciardi che, comunque, mi pare già rifiutata.

GIUSEPPINA CASTIELLO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Il parere è favorevole con una riformulazione che espunge l'ultimo impegno.

PRESIDENTE. Quindi, l'ordine del giorno sarebbe accolto dal Governo, tranne l'ultimo impegno. Ci dica, onorevole Iaria, poi passiamo al voto. Prego, a lei la parola.

ANTONINO IARIA (M5S). Non accettiamo la riformulazione, anche perché dobbiamo chiarirci: se vogliamo dare un senso a questo decreto, il cosiddetto decreto Caivano, un senso che non sia estemporaneo, che non sia una passerella elettorale, che non sia un elemento unico nel panorama italiano di contrasto al degrado delle periferie, alla criminalità, alla dispersione scolastica e a tutto quello che è stato inserito nel decreto stesso, dobbiamo capire che il provvedimento deve avere alcune considerazioni di carattere generale. Se non abbiamo considerazioni di carattere generale, diventa, appunto, quello che ho detto prima, ossia un decreto spot. E come provvedimento di carattere generale non c'è niente di meglio che adottare un piano che riguardi tutte le aree degradate del nostro Paese, un piano nazionale che vada a indicare una strada per il recupero di queste aree. E questa strada non può che… scusi, Presidente, sento troppa confusione.

Dicevo, se non inseriamo indicazioni di carattere generale all'interno di questo decreto o non indichiamo al Governo di impegnarsi a inserirle, questo decreto perde di credibilità. Di questo carattere generale, come ho detto prima, se si toglie l'ultimo impegno, che proprio impone di adottare un piano generale di recupero delle aree degradate, si va a eliminare la grande possibilità di fare, finalmente, un piano di rigenerazione urbana delle periferie che vada a toccare tutti i vari punti che nel decreto stesso vengono toccati, ossia il contrasto alla dispersione scolastica, il contrasto al disagio giovanile e alla criminalità, l'aumento della sicurezza e, come dicevo, la rigenerazione urbana di edifici, di aree ormai non utilizzate, che, chiaramente, non essendo utilizzate, diventano anche fonte di degrado e di problematiche sociali non indifferenti.

Da questo punto di vista, come membro della Commissione periferie, abbiamo visitato molte periferie che hanno questi stessi problemi di Caivano e tutti questi problemi hanno una dimensione che può essere aiutata proprio facendo ricorso alla rigenerazione urbana, ma anche a progetti d'innovazione sociale.

Chiaramente manca un quadro normativo nazionale che indichi come questi processi possano essere declinati in tutte queste periferie. Sia come membro della Commissione periferie della Camera, sia come ex assessore di Torino, insieme alla mia ex giunta di Torino, ho affrontato i problemi inerenti al degrado delle periferie e tutti noi abbiamo notato che se uniamo la rigenerazione urbana dal punto di vista urbanistico, cercando di snellire i processi che, di solito, sono molto lunghi e farraginosi, se andiamo a lavorare anche sui regolamenti che possano aiutare l'assegnazione di spazi a enti del Terzo settore e società sportive che propongono, in queste aree degradate, progetti di innovazione sociale e di formazione, ma anche di recupero e di utilizzo del territorio, riusciamo ad andare verso la direzione di fare un vero recupero delle periferie stesse.

Quindi, da questo punto di vista, l'impegno parla anche di un altro aspetto importante, della transizione ecologica e anche di innovazione sociale, ecologico e ambientale. Tra l'altro, questo è uno dei temi che nel futuro porterà anche il grande sviluppo di possibilità lavorative. Il piano non implica chiaramente vincoli specifici, ma se diamo un indirizzo unico a livello nazionale su punti fissi, delle milestone, che è un termine che adesso va chiaramente di moda, su come affrontare il degrado delle periferie, facciamo anche un lavoro propedeutico a individuare le possibili modifiche normative che aiutino in questa direzione. Quindi, vi chiedo di cambiare idea sulla vostra riformulazione e di accettare l'ordine del giorno nella sua completezza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Non mi pare che ci siano segnali di ripensamento da parte della sottosegretaria Castiello. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/35, Riccardo Ricciardi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1517/36, Auriemma, su cui c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Ha chiesto di palare la deputata Auriemma.

CARMELA AURIEMMA (M5S). Signor Presidente, non accettiamo la riformulazione e insistiamo per la votazione.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno 9/1517/36, Auriemma, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1517/37, Penza, su cui c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Ha chiesto di palare il deputato Penza.

PASQUALINO PENZA (M5S). Grazie, Presidente. Volevo illustrare il mio ordine del giorno.

In quest'Aula, a più riprese, si è parlato di sport come …

PRESIDENTE. Onorevole Penza, sono costretto a interromperla perché non può illustrare l'ordine del giorno, ma può dire se accetta o meno la riformulazione ed eventualmente fare una dichiarazione di voto.

PASQUALINO PENZA (M5S). Signor Presidente, accetto la riformulazione e vorrei anche motivarla.

In quest'Aula, a più riprese, abbiamo parlato di sport come elemento di aggregazione, come elemento fondamentale per l'educazione alla legalità e alla coesione sociale. In quest'ordine del giorno si impegna il Governo a valutare la possibilità di creare un campo da calcio in zona Sant'Arcangelo a Caivano. Caivano non ha un campo da calcio da circa quindici, venti anni: negli anni, quindi, le squadre locali, sia la squadra del paese sia quelle dilettantistiche, non hanno avuto la possibilità di usufruire di strutture adatte. Motivo per cui sono costrette spesso a recarsi fuori dal paese. Chiedo il voto favorevole su quest'ordine del giorno per dare anche il segnale che a Caivano un campo da calcio si farà e sarà a via Sant'Arcangelo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/37 Penza, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1517/38 Alfonso Colucci, su cui c'è il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Oscure, arcane, imperscrutabili sono le ragioni che inducono il Governo ad esprimere un parere contrario a quest'ordine del giorno. Che cosa chiede quest'ordine del giorno? L'istituzione di un commissariato di pubblica sicurezza a Caivano. Rilevo che un commissariato di pubblica sicurezza in un luogo così compromesso, com'è Caivano, non ha solo un significato concreto di presidio della legalità, di evasione di una serie di pratiche amministrative, che sono anche importanti per il territorio, ma anche un alto significato simbolico: la presenza dello Stato in quelle zone. Dunque, davvero non si capisce perché il Governo esprima un parere contrario.

Voglio ricordare, era il 31 agosto, all'indomani …

PRESIDENTE. Le chiedo scusa. C'è qualche collega distratto, ma lei sta facendo una dichiarazione di voto perché il parere del Governo è contrario e, quindi, poi lo metteremo in votazione. Lo dico per informare alcuni colleghi.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Signor Presidente, sto svolgendo una dichiarazione di voto sul mio ordine del giorno per il quale il Governo ha manifestato parere contrario.

Il 31 agosto la Presidente del Consiglio Meloni, recandosi a Caivano e incontrando don Patriciello, dichiarava - lo cito letteralmente -: “Qui si è consumato un fallimento da parte dello Stato. No a zone franche”. E dichiarava inoltre: “C'è la necessità che a Caivano si torni a respirare sicurezza”. E in un crescendo che definirei rossiniano: “le Forze dell'ordine saranno meno sole”. Ma, allora, c'è una contraddizione evidente. Dopo tutte queste dichiarazioni, sulla sicurezza, sullo Stato, il commissariato di pubblica sicurezza a Caivano incontra il parere negativo del Governo, che non intende recepirlo come propria attività amministrativa. È una contraddizione questa? E già! Era il 17 settembre quando la Presidente del Consiglio Meloni si recò a Lampedusa con la signora von der Leyen; lì dichiarò che, finalmente, grazie all'autorevolezza dello Stato italiano, l'Europa aveva una postura diversa rispetto al problema dei migranti. E già, questo dichiarava la Presidente del Consiglio Meloni, ma il giorno dopo - era il 18 settembre - in quella trappola mediatica dei due comici russi dichiarava esattamente l'opposto: “Le cancellerie europee non mi rispondono al telefono sul tema dei migranti”. Era il giorno dopo.

Allora, il tema qui è la serietà, perché, signor Presidente, serietà è corrispondenza tra ciò che si dice e ciò che si fa; serietà è corrispondenza tra ciò che si dice in pubblico e ciò che si dice in privato, ma qui manca del tutto la serietà. Vengono alla luce, in questo modo, davvero, la falsità del Governo Meloni e la continua presa in giro degli italiani, come vediamo con quest'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Si tratta di semplice, mera propaganda.

Ebbene, per tornare al merito di quest'ordine del giorno, devo ricordare che il limitrofo comune di Afragola non è in grado, a mezzo del proprio commissariato, di prestare le necessarie cure al territorio di Caivano. Voglio anche ricordare che il comune di Caivano ha messo a disposizione una struttura - e questa circostanza è nota al Governo - proprio per l'istituzione in loco di un proprio commissariato di pubblica sicurezza.

Quindi, concludo, signor Presidente. Questa davvero - e lo dico con tristezza, ancora - non è politica; questa è presa in giro, questa è propaganda (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e un Governo serio non dovrebbe prestarsi a questo genere di iniziative (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/38 Alfonso Colucci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Sull'ordine del giorno n. 9/1517/39 Cafiero De Raho c'è il parere favorevole del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Cafiero De Raho. Ne ha facoltà.

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente. Desidero intervenire innanzitutto per ringraziare…

PRESIDENTE. Si tratta di una dichiarazione di voto immagino.

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Sì, una dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Quindi, poi voteremo l'ordine del giorno?

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Certo.

PRESIDENTE. Prego.

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente. Innanzitutto, voglio ringraziare il rappresentante del Governo per aver espresso un parere favorevole su quest'ordine del giorno che ci sembrava particolarmente significativo, perché l'obiettivo del provvedimento in esame è, appunto, quello di fronteggiare situazioni di degrado, di vulnerabilità sociale e di disagio giovanile, introducendo disposizioni volte al contrasto della criminalità minorile e dell'elusione scolastica. Ebbene, per raggiungere quest'obiettivo, fra i vari strumenti, vi sono le misure cautelari nei confronti dei minorenni, misure cautelari che sono consentite oggi grazie a un abbassamento della soglia minima, del tetto massimo dei reati per i quali è consentita la misura cautelare, a un ampliamento dell'elencazione dei reati e, inoltre, a un aggravamento delle esigenze cautelari. Cosa avviene? Che il minorenne, via via, viene avvicinato nella valutazione del quadro di pericolosità al maggiorenne.

Ebbene, questo nell'ambito dell'obiettivo che si intende conseguire è sostanzialmente corrispondente a quello che si è voluto, ma è evidente che questa normativa deve rispondere, comunque, alle norme internazionali.

In primo luogo, deve rispondere alla direttiva europea n. 2016/800 del Parlamento europeo e del Consiglio, che, peraltro, prevede il ricorso alla limitazione della libertà nei confronti dei minorenni come extrema ratio e in modo che duri il minor tempo possibile. Questo è importante, signor Presidente, cari colleghi e care colleghe, che probabilmente pensate ad altro - molti di voi -, però anche questo è importante, perché quando votate una legge è fondamentale sapere quali sono gli effetti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, credo che sia importante che anche i colleghi più disattenti sappiano che l'ordine del giorno è finalizzato a un monitoraggio ed è proprio per questo che ringraziavo il rappresentante del Governo. Cosa si è chiesto ? E il Governo è stato d'accordo. Si è chiesto un monitoraggio su queste misure cautelari, perché esse siano conformi a questa direttiva. Non solo: anche la Convenzione ONU sui diritti del fanciullo del 1989 fissa disposizioni cogenti sempre a protezione del minore, perché tutto avvenga nell'interesse superiore del minore e, quindi, anche il prolungamento del percorso rieducativo deve avvenire non a danno del minore, come sanzione, ma come forma di rieducazione.

Su tutto questo, che sarà la conseguenza del decreto e, quindi, della legge che lo convertirà, è stata rappresentata la necessità di un monitoraggio sugli effetti applicativi del decreto, proprio in relazione alle misure cautelari e alle altre misure previste. Il Governo è stato d'accordo, ha espresso parere favorevole e per questo, signor Presidente, care colleghe e cari colleghi, compresi quelli più disattenti, chiedo di porlo in votazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/39 Cafiero De Raho, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1517/40 Ascari.

Ha chiesto di parlare la deputata Stefania Ascari. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Ovviamente è una dichiarazione di voto, perché desidero mettere in votazione l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Perfetto. La stavo anticipando. Prego.

STEFANIA ASCARI (M5S). Innanzitutto, un ringraziamento va ai rappresentanti del Governo. Questo è un segnale importantissimo affinché quest'ordine del giorno diventi, in realtà, una norma di legge. Cosa prevede? Prevede l'istituzione di un Fondo destinato alla protezione e all'assistenza di minorenni, provenienti da nuclei familiari legati alla criminalità organizzata, che hanno manifestato la volontà di uscire dal circuito mafioso. È bene ricordare che, purtroppo, le nostre cronache, anche più recenti, sono costellate da fatti di sangue che hanno come protagonisti proprio i bambini, giovani ragazzi e ragazze immolati dal sistema criminale. È bene ricordare, in quest'Aula, che le mafie non si fermano davanti a niente, neanche ai bambini e alle bambine, tanto che, purtroppo, ci sono state spedizioni punitive aberranti. Allo stesso modo, i minori vengono utilizzati per traffici, estorsioni e attività illecite.

È qui che arriviamo all'importanza dell'ordine del giorno, perché i bambini crescono all'interno di questo clima, di questo pane e mafia da quando sono nati. Ciò vuol dire, innanzitutto, assorbire una negatività di questa dimensione criminale e diventare capitale umano utilizzato nella conduzione di queste attività criminali. Nella maggior parte dei casi non hanno un'alternativa o immaginano che non ci sia, ed è bene ricordare che spesso chi osa ribellarsi la paga cara.

Ci tengo a ricordare, Presidente, in quest'Aula del Parlamento, Rita Atria, la più giovane testimone di mafia, che si è ribellata alla sua famiglia e, grazie alla sua collaborazione, è riuscita a portare a tanti arresti; si è affidata alla figura del grandissimo magistrato Paolo Borsellino, veramente come una figlia a un padre. La sua scelta ha avuto conseguenze gravissime, perché è stata ripudiata dalla sua stessa madre che, addirittura, ha creato un muro di ostilità e di continue minacce di morte. Purtroppo, l'epilogo di Rita è drammatico, perché dopo la morte del dottor Borsellino non ha retto a questo terribile fatto, a questo terribile dolore e, purtroppo, si è suicidata, mentre si trovava in località protetta, a Roma. È bene ricordarla, perché la sua figura è di esempio e di importanza per noi delle istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Desidero dire che, oggi, sempre più donne, sempre più madri si ribellano all'obbedienza dei clan, per amore dei propri figli, che rifiutano di ritenere che quella mafiosa sia l'unica strada possibile e chiedono una mano allo Stato per dare a questi figli un'alternativa. Ed è qui che nasce quest'ordine del giorno, che mi auguro diventi, veramente, il prima possibile, legge, perché deve garantire una rete di protezione e di assistenza per rendere questi giovani ragazzi e ragazze liberi di scegliere il proprio destino, al di fuori della criminalità.

Quest'ordine del giorno nasce dall'esperienza positiva, costruttiva, riscontrata nell'ambito del progetto “Liberi di scegliere” su iniziativa del tribunale per i minorenni di Reggio Calabria e del magistrato Roberto Di Bella, che non si rassegna all'idea che possano esistere vite di scarto. Ecco, dobbiamo spezzare questo muro e dare un'alternativa per far capire che c'è sempre un'alternativa alle mafie ed è una strada di speranza, di legalità e di rispetto delle istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/40 Ascari, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1517/41 D'Orso, accolto come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare la deputata Giuliano. Ne ha facoltà.

CARLA GIULIANO (M5S). Presidente, accetto la raccomandazione, però, ci tengo a mettere in votazione l'ordine del giorno e a fare la conseguente dichiarazione di voto, perché con quest'ordine del giorno chiedevamo di istituire nelle scuole le figure dei pedagogisti e di istituire, a supporto di studenti, corpo docente e dirigenti scolastici, un coordinamento pedagogico. Presidente, se vogliamo effettivamente combattere situazioni di criminalità e di illegalità diffusa e vogliamo salvare i nostri ragazzi da queste situazioni, dobbiamo agire, non solo, sulla repressione, ma anche sulla prevenzione e la scuola è il centro più adatto per combattere qualsiasi forma di illegalità.

Ovviamente, nella scuola si deve investire, dobbiamo investire in risorse, affinché la scuola sia un luogo di aggregazione, ma anche di emersione precoce di tutte quelle situazioni di disagio sociale che possono essere prevenute, possono rientrare, grazie al lavoro dei pedagogisti nelle scuole.

Quindi, noi accettiamo questo impegno del Governo come raccomandazione, però, visto che c'è una volontà del Governo, evidentemente, di assumere un impegno in questo senso, ci aspettiamo un passo ulteriore. In legge di bilancio noi proporremo, come MoVimento, un emendamento per prevedere strutturalmente i pedagogisti all'interno delle nostre scuole e ci aspettiamo - se il Governo ha una seria volontà di intervenire in questa materia - che il Governo stesso possa accogliere il nostro emendamento e, quindi, dare un supporto reale alle scuole, ai dirigenti scolastici, agli studenti, ma anche ai docenti per prevenire e contrastare fenomeni di devianza e disagio minorile.

PRESIDENTE. Poiché la proposta di raccomandazione è stata accolta ed è stata comunque chiesta la votazione dell'ordine del giorno, la Sottosegretaria Castiello deve esprimere il parere favorevole o contrario, oppure rimettersi all'Assemblea. Decida lei e ce lo comunichi.

GIUSEPPINA CASTIELLO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Parere favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/41 D'Orso, accolto come raccomandazione, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1517/42 Giuliano: c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Deputata Giuliano, accoglie la proposta di riformulazione?

CARLA GIULIANO (M5S). Presidente, accolgo la proposta di riformulazione, però vorrei fare la dichiarazione di voto e chiedere che l'ordine del giorno venga messo al voto.

Anche in questo caso, si tratta di un ordine del giorno a cui teniamo particolarmente, perché c'è una questione molto più generale che va anche oltre il cosiddetto decreto Caivano e la zona di Caivano. Come ho ribadito già con riferimento al precedente ordine del giorno, per quanto sia importante la repressione, è chiaro che bisogna intervenire con azioni mirate di ampio respiro.

Con quest'ordine del giorno, chiediamo di destinare specifiche risorse a favore delle aree periferiche, delle zone periferiche degradate delle nostre città, proprio per contrastare la criminalità minorile e la marginalizzazione sociale. Io credo che questo sia uno dei tanti e, forse, il più potente investimento da fare nel lungo periodo proprio per contrastare in maniera efficace e non con provvedimenti spot il disagio minorile, il disagio giovanile e non solo.

Ricordo anche che, purtroppo, nel definanziamento di 16 miliardi del PNRR, c'è il definanziamento di 3,3 miliardi per il contrasto a situazioni di emarginazione e degrado sociale e di 2,5 miliardi per i piani urbani integrati, che sono dedicati allo sviluppo delle periferie.

A fronte di questo definanziamento, accetto la riformulazione e, comunque, valuto positivamente l'accoglimento del nostro ordine del giorno, che però ci porrà ancora di più in una situazione propositiva. Ovviamente sul tema dello stanziamento di risorse apposite per le nostre periferie saremo sempre propositivi, molto vigili e, ovviamente, ci aspettiamo che le nostre proposte vengano accettate dal Governo, se veramente vuole affrontare questo tema con serietà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/42 Giuliano, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1517/43 Scutella': c'è un parere contrario da parte del Governo.

Ha chiesto di parlare la deputata Scutella'. Ne ha facoltà.

ELISA SCUTELLA' (M5S). Grazie, Presidente. Chiedo di intervenire in dichiarazione di voto. Qui, oggi, stiamo esaminando un provvedimento che riguarda il problema della dilagante diffusione di violenza e delinquenza. Ora, il Governo dà una soluzione che ovviamente non porta a dei risultati: punta, infatti, solamente sulla repressione, non capendo che la repressione e la rieducazione, l'educazione e l'istruzione sono due percorsi che devono camminare insieme, in maniera parallela. Quindi, non capisce questo e punta solo sulla repressione, ovviamente non ottenendo dei risultati e continuando a fare mera e pura propaganda.

Dico questo perché abbiamo in mano dei dati inquietanti: colleghi, il 15 per cento dei nostri giovani abbandona gli studi e, se poi ci spostiamo un po' nel Mezzogiorno, la percentuale di giovani che abbandonano gli studi arriva addirittura al 20 per cento. Sono dei dati inquietanti, dei dati da attenzionare e che fanno riflettere. Però, come al solito, noi - a me piace, Presidente, sottolinearlo sempre - siamo un'opposizione costruttiva, un'opposizione che dà una mano, che dà dei risultati, che fa delle proposte. E, infatti, abbiamo approvato, in precedenza, un provvedimento volto a combattere il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo. Se non si capisce che l'essere vittima di bullismo e l'abbandono delle scuole sono due temi intimamente connessi e collegati, allora non si capisce il fulcro, la centralità del problema. Quindi, abbiamo fatto anche questo. La vostra risposta, invece, consiste in tagli all'istruzione.

Ora, noi non vi chiediamo tanto, non vogliamo arrivare al punto di chiedervi di trovare dei soldi, perché sappiamo che tale richiesta rimarrà inevasa. E difatti questo l'ha fatto il Presidente Conte: abbiamo trovato i soldi del PNRR e vi stiamo chiedendo solamente di gestirli. Ma non siete capaci di fare neanche questo. E allora, con i tagli all'istruzione, con i soldi del PNRR che non riuscite a gestire, la risposta qual è? Inserire in questo provvedimento una cosa molto importante, attenzione: i diritti televisivi per il calcio! Noi vi abbiamo chiesto, in un emendamento, di inserire e di istituire la figura di uno psicologo nelle scuole e voi ci avete detto di no, però, per quello che ho menzionato prima, per i diritti televisivi del calcio, va bene. Questa è la vostra coerenza, questo è il modo di risolvere il problema con il provvedimento.

Io vi chiedevo una cosa semplicissima, in quest'ordine del giorno. Vi chiedevo semplicemente di implementare l'attività di controllo e di coinvolgere gli enti locali e le scuole all'interno dell'educazione, per circoscrivere il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo, ma ovviamente ottengo un parere contrario.

Presidente, io vorrei che il Governo prendesse in seria considerazione l'idea di cambiare il parere e prendesse le mosse da un sistema virtuoso che è stato portato avanti a Catania, dove è stato fatto proprio questo e i risultati ci sono. Presidente, caro Sottosegretario, quando ci sono degli esempi virtuosi, magari prendiamoli in considerazione e seguiamoli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/43 Scutella', con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Sull'ordine del giorno n. 9/1517/44 Sportiello c'è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Come è già stato sottolineato dalla collega Scutella', il vulnus più significativo di questo decreto è proprio quello di essere molto carente, davvero molto carente, in termini di prevenzione e di rieducazione.

Se il sistema sanzionatorio, punitivo e repressivo, non è associato anche a un aspetto rieducativo e di prevenzione, praticamente non fa altro che responsabilizzare l'individuo e deresponsabilizzare lo Stato. E questo è inaccettabile in situazioni di degrado e di abbandono scolastico. Noi pensiamo esattamente nello stesso modo in cui pensa una persona molto più autorevole di me, che è Don Ciotti, il quale dice che l'esercito di cui c'è bisogno, a Caivano, dev'essere composto da educatori, assistenti sociali e operatori di cultura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), non dev'essere solo punitivo o repressivo. In quest'ordine del giorno chiediamo che, a partire dalla prossima legge di bilancio, si riesca a far pari con la necessità e il bisogno di assistenti sociali nel territorio. Ne mancano almeno 16.000 a livello nazionale e, in questo momento, nella legge di bilancio, ci sono zero euro per fare un'operazione di questo tipo.

Mi sembra davvero che stiate dando una risposta chiara: della prevenzione, di nuovo, per l'ennesima volta, ci tocca verificare che non ve ne importa niente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/44 Sportiello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

L'ordine del giorno n. 9/1517/45 Marianna Ricciardi è accolto come raccomandazione, se riformulato: la riformulazione è accolta.

Sull'ordine del giorno n. 9/1517/46 Quartini c'è un parere favorevole, con riformulazione: deputato Quartini, la accetta?

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. La accetto, ma vorrei fare una piccola dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Prego, prosegua.

ANDREA QUARTINI (M5S). Accetto semplicemente perché voglio cogliere quel minimo di apertura, ma riteniamo che sull'azzardo non ci possano essere mediazioni. Chiaramente avrei preferito una valutazione di maggior cogenza e di maggiore impegno dal parte del Governo.

Comunque, apprezzando questo minimo di apertura, accettiamo la riformulazione e chiedo che l'ordine del giorno sia posto in votazione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Grazie, Presidente. Semplicemente per dire che, ovviamente, accogliamo la riformulazione su quest'ordine del giorno, però ci saremmo aspettati un po' più di coraggio, non il depotenziamento di un ordine del giorno, che è assolutamente ragionevole. Come MoVimento 5 Stelle, ci rifacciamo sempre alla sentenza n. 371 del 2011, che stabilisce tre princìpi importanti. Il primo: gli Stati membri possono imporre restrizioni al settore dell'azzardo, in quanto riconoscono che questo possa essere un rischio per la nostra collettività e per l'ordine pubblico. Il secondo obiettivo è quello per cui la tutela del consumatore dalla dipendenza mal si confà con l'espansione economica del settore giochi. Il terzo principio che viene riconosciuto è che le pubblicità non devono banalizzare gli effetti dell'azzardo e non devono incitare, quindi, all'attività. Su questi presupposti è stata costruita un'attività di Governo del “Conte 1”, che, nel decreto Dignità, vietava espressamente il gioco d'azzardo. Questo divieto è stato, ovviamente, male interpretato dall'Agcom. Il risultato del lavoro dell'Agcom è che, se oggi vediamo una partita della nazionale, ci vediamo i bellissimi cartelloni che richiamano i siti dell'azzardo, con una truffa semantica che è stata utilizzata riguardo alla parte dell'informazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ora, c'è un altro ed ultimo aspetto che mi interessa: la tutela dei nostri ragazzi e dei nostri bambini. I nostri ragazzi sono tempestati, sui loro smartphone e sui loro tablet, da pubblicità che richiamano - anche con nomi ingannevoli, proprio costruiti per la loro sensibilità, come amore, candy, cuore, con immagini condite da animali che possono essere di qualsiasi tipo, con caramelle, tutto quanto con uno scrosciante rumore di una cascata di monete - una sensibilità che, alla loro età, non dovrebbe essere richiamata. E guardate che sono anche i nostri figli e i nostri ragazzi; non è che il problema è solo fuori da queste Aule. Quello che voglio dirvi è che ovviamente qui non ci sono giochi per i nostri minori con vincita in denaro, ma l'effetto psicologico e adrenalinico del sistema richiama assolutamente quello delle slot machine. E mentre i sindaci di tutta Italia lottano con le loro restrizioni, contro gli effetti dell'azzardo, l'industria di settore si prepara il terreno futuro. E tutto questo avviene anche con circa 2.000 giochi creati ad hoc, come categoria slot machine, di cui 19 recano l'indicazione “per bambini”, cioè “per minori dai 4 agli 8 anni” (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo è uno scandalo che tutti dobbiamo impegnarci a fermare, perché l'obiettivo di ciò è chiaro: usare la parte ludica, o presunta tale, dell'azzardo per portare agli effetti dei problemi di dipendenza. Tra l'altro, la parte ludica sfido a trovarla con riguardo alle slot machine: vi prego, infatti, di andare su internet e cercare una fotografia di una persona davanti a una slot machine che sorride. Non ne troverete alcuna perché l'effetto è solamente quello che ho menzionato.

Quindi, vi chiediamo di prendere un impegno molto più serio di quello che avete preso oggi, al quale daremo comunque una dimostrazione politica di apertura, perché il problema, soprattutto in un momento di crisi sociale, come questo, è molto più serio di quello che avete manifestato in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ciani. Ne ha facoltà, per 2 minuti.

PAOLO CIANI (PD-IDP). Grazie Presidente. Solo per sottoscrivere l'ordine del giorno, se il collega è d'accordo, perché su quest'argomento siamo assolutamente d'accordo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/46 Quartini, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 11).

Sull'ordine del giorno n. 9/1517/47 Di Lauro c'è un parere favorevole, con riformulazione. Viene accolta? Affermativo.

Sull'ordine del giorno n. 9/1517/48 Orrico, c'è un parere contrario del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/48 Orrico, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Sull'ordine del giorno n. 9/1517/49 Caso c'è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Caso. Ne ha facoltà.

ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Il parere contrario su quest'ordine del giorno per me è il simbolo di quanto sul territorio di Caivano, ma anche sul decreto in generale, siano state dette tante cose, che in gran parte diventano solo propaganda da parte di chi dimostra, troppo spesso, di non conoscere, veramente la realtà di questi territori e di questi luoghi nei quali l'assenza dello Stato si sente e le carenze sono tante. Vi sono zone nelle quali i giovani, in realtà già da bambini, spesso rischiano di seguire modelli pericolosi. Così come hanno detto abbondantemente anche alcuni colleghi che mi hanno preceduto, non è solo con la punizione, con la minaccia di detenzione o con la minaccia di reclusione che si possano risolvere i problemi. Sia chiaro che, in casi specifici, non siamo contrari a inasprire le pene, ma si è costruito spesso, da parte di questa maggioranza, un impianto esclusivamente sanzionatorio, proprio sulla base della convinzione errata, dal nostro punto di vista, che innalzare le pene, automaticamente, porti a una riduzione dei reati e, in questi casi, quando parliamo anche di dispersione scolastica, di un contrasto che funzioni e di un ritorno tra i banchi di scuola, ignorando che, nella maggior parte dei casi, la minaccia del carcere per chi non manda i figli a scuola non funziona, proprio perché nella maggior parte dei casi, quei genitori sono agli arresti domiciliari o in cella.

E troppo spesso - lo dico anche come docente - si pensa che la scuola, anche se potenziata, possa, da sola, essere la soluzione a tutti questi problemi. Cari colleghi, vi do una notizia: non è così. La scuola, da sola, non ce la fa ora e non ce la potrà mai fare ed è in questa direzione che prova ad agire quest'ordine del giorno, perché, soprattutto in quei quartieri nei quali è difficile essere bambini ed essere adolescenti, è necessario sviluppare altro; è necessario fare sistema, non delegare tutto all'istituzione scolastica. Occorre quindi potenziare - ed è ciò che chiediamo con quest'ordine del giorno - le comunità educanti, così come sono definite, e i patti educativi. Scuola, enti locali, famiglie, parrocchie e associazioni del Terzo settore: tutti insieme collaborano ed operano fianco a fianco proprio per cercare di dare un futuro diverso a questi territori, a chi nasce e cresce in questi territori. Siamo convinti che solo con questo lavoro sinergico tutte le realtà del territorio messe insieme possano creare una speranza e modelli diversi per ragazze e ragazzi, bambine e bambini del territorio. Diciamocelo: quello che serve è tornare a parlare ai bambini e alle bambine di passioni e di sogni da realizzare e mostrare loro che le strade possibili sono altre e che spesso quello che conta non è un ricavo immediato, per rovinarsi il futuro, ma la capacità di crearsi un futuro migliore. Ed è questo che in tanti territori già sta accadendo grazie alle iniziative di singole associazioni, come ad esempio Save the Children, che portano progetti virtuosi sui territori e sui comuni che ne hanno fortemente bisogno.

PRESIDENTE. Concluda, onorevole.

ANTONIO CASO (M5S). Arrivo alla conclusione, Presidente. Come MoVimento 5 Stelle, già nel Governo “Conte 2”, abbiamo spinto sulla realizzazione in queste realtà di patti educativi e abbiamo anche presentato proposte di legge su questo tema, ma ora siamo qui a chiedervi di andare verso questa direzione, che è l'unica possibile: la scuola da sola non ce la fa; bisogna fare uno sforzo tutti insieme (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/49 Caso, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

L'ordine del giorno n. 9/1517/50 Amato è stato accolto come raccomandazione. Va bene, onorevole Amato?

GAETANO AMATO (M5S). No, Presidente. Io chiedo al Governo di togliere la raccomandazione e spiego anche i motivi. Il Governo, fino adesso, grazie all'operato dei Ministri Sangiuliano e Abodi, ha ristrutturato un centro sportivo. Se n'è fatto vanto giustamente, perché è una giusta attenzione per il territorio.

Egregio Sottosegretario, cosa chiede quest'ordine del giorno? Che voi informiate le famiglie di quanto avete fatto. E invece di dirmi “grazie” perché sto portando avanti un qualcosa che avete fatto voi, mi dite: “Ora vediamo, accolgo l'ordine del giorno come raccomandazione”. Ma avete letto quest'ordine del giorno? Perché volete debellare a tutti i costi qualsiasi cosa faccia un membro qualsiasi dell'opposizione, anche se in appoggio ad un'operazione che avete fatto voi? A me sembra ridicolo, per cui io non accetto, invito il Sottosegretario a togliere la parola “raccomandazione” e accetto, invece, un parere favorevole, altrimenti chiedo la votazione dell'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo mi pare stia scuotendo la testa, quindi non accoglie la sua proposta.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/50 Amato, con il parere contrario del Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Sull'ordine del giorno n. 9/1517/51 Bruno c'è una proposta di riformulazione: la accoglie, deputato Bruno?

RAFFAELE BRUNO (M5S). La accolgo, ma chiedo di metterlo ai voti e fare una breve dichiarazione.

PRESIDENTE. Prego, la ascoltiamo.

RAFFAELE BRUNO (M5S). In merito all'oggetto di quest'ordine del giorno, ci tengo a dire che lunedì 30 ottobre si è tenuto alla Camera proprio un convegno sulla figura dell'operatore di teatro sociale, dove una nutrita rappresentanza di operatori ha portato tantissime testimonianze incontrovertibili di quanto il teatro, l'arte e la creatività abbiano effetti benefici su chi le pratica direttamente, quindi minorenni, maggiorenni, persone con disabilità, persone emarginate e detenuti, ma anche per le comunità con cui queste persone interagiscono, quindi famiglie, scuole, carceri, quartieri e città.

Se si sostengono e si valorizzano attività di questo tipo, come chiede quest'ordine del giorno, si compie un'azione solidale, un'azione umana, ma anche un'importantissima azione di ordine pubblico. Discutendo questo decreto, è stato inevitabile evocare tante parole terribili, buie, come devianza, violenza, dolore. È importante, credo, che in quest'Aula si pronuncino con forza e senza divisione anche parole luminose, parole di speranza per le nostre figlie e i nostri figli, sia quelli che si perdono che quelli che sbagliano, e per tutti quanti gli altri. Parole di speranza, parole che curano, parole come cultura, arte e creatività. Vogliamo intendere il voto positivo dell'Aula a quest'ordine del giorno, seppur riformulato, come un piccolo seme. È comunque un inizio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/51 Bruno, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/52 L'Abbate, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1517/53 Carfagna, su cui il parere è contrario.

Ha chiesto di parlare il deputato D'Alessio. Ne ha facoltà.

ANTONIO D'ALESSIO (A-IV-RE). Presidente, qui credo ci sia stato un cortocircuito, perché la struttura commissariale, a differenza del Governo, è a conoscenza del progetto, lo porterà avanti, vorrà realizzarlo. Si tratta di progetti già approvati e finanziati. Quindi, chiediamo una rivisitazione del parere alla luce del fatto, ripeto, che la struttura commissariale realizzerà i progetti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/53 Carfagna, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1517/12 Malavasi, che era stato accantonato. La parola al Governo.

GIUSEPPINA CASTIELLO, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Grazie, Presidente. Qui c'è un parere favorevole del Governo con riformulazione, nel senso di espungere la prima e la terza premessa.

PRESIDENTE. Deputata Malavasi, accoglie questa proposta?

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ringrazio la Sottosegretaria per il lavoro che abbiamo fatto anche in Commissione. Accolgo la riformulazione, ma ci terrei a fare una piccola dichiarazione di voto perché è evidente che, al di là del lavoro condiviso che abbiamo svolto, abbiamo anche alcuni punti di vista differenti rispetto all'approfondimento di questo decreto, soprattutto per il fatto che crediamo che sia sbagliato inseguire fatti di cronaca, anche così drammatici, per costruire una visione, un'idea di Paese, una proposta politica e di società. Quindi, pur apprezzando il vostro sforzo, ci teniamo a sottolineare il pensiero e la convinzione che abbiamo che le soluzioni solamente repressive siano comunque sbagliate e abbiano anche nel tempo un po' dimostrato tutta la loro inefficacia. Tant'è vero che proprio con i nostri ordini del giorno abbiamo cercato di mantenere aperto un dialogo, soprattutto per costruire dei progetti condivisi con il territorio e con il Terzo settore per fare in modo che i luoghi possano diventare luoghi di educazione, luoghi di formazione, per costruire quegli interventi di prevenzione volti a contrastare condotte violente da parte dei minorenni. Crediamo che in questo la centralità della scuola e dei luoghi educativi sia importante.

Al tempo stesso, sappiamo quanto nel nostro Paese ci sia comunque un numero insufficiente di comunità terapeutiche ed educative dove andare a ricollocare quei giovani, anche problematici, che a volte si macchiano di alcuni reati. Quindi, nel riproporre l'ordine del giorno, abbiamo voluto sottolineare come, per costruire offerte formative, sportive, didattiche, educative e culturali sia molto importante coinvolgere non solo la scuola, a partire dagli asili nido a cui è rivolto il nostro ordine del giorno, ma anche tutte quelle realtà del Terzo settore con cui provare a tenere insieme le nostre comunità, proprio perché servono, sì, investimenti strutturali ma anche luoghi di valorizzazione del nostro capitale umano, che è l'investimento più importante che dobbiamo fare per provare a dare una mano ai territori. Grazie e chiederei di metterlo ai voti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/12 Malavasi, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 18).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 16,15 con lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e la votazione finale.

Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 13,37, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata alle quali risponderanno il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, il Ministro della Giustizia, il Ministro per lo Sport e i giovani e la Ministra per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa.

Invito gli oratori ad un rigoroso rispetto dei tempi, considerata la diretta televisiva in corso.

(Orientamenti del Governo in materia di politiche previdenziali – n. 3-00777)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Orlando ed altri n. 3-00777 (Vedi l'allegato A). Il deputato Orlando ha facoltà di illustrare la sua interrogazione. Prego, onorevole.

ANDREA ORLANDO (PD-IDP). Signor Ministro, avete fatto diverse campagne elettorali, l'ultima su tutte, promettendo agli italiani che sarebbero andati in pensione prima, senza penalizzazioni. L'ha fatto anche un Ministro che è seduto nel suo stesso banco. Però alla prima legge di bilancio avete ristretto i requisiti per l'accesso a Opzione donna, nella seconda avete fatto di più, avete previsto un taglio unilaterale delle pensioni per 700.000 lavoratori del pubblico impiego, senza alcun tipo di confronto, a partire da quel comparto che tutti insieme abbiamo definito come quello degli eroi del COVID: il personale sanitario, i medici, il personale paramedico, gli infermieri. Questa scelta è stata fatta, dicendo, nel frattempo, che si sarebbe tornati indietro; lo ha detto il sottosegretario Durigon, perché la Ministra Calderone di queste cose non si occupa.

PRESIDENTE. Dove concludere, per favore.

ANDREA ORLANDO (PD-IDP). Ora, vorrei capire se tornate indietro o no e, se tornate indietro, come vi sia venuta in mente questa idea (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha facoltà di rispondere.

LUCA CIRIANI, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, la manovra di quest'anno, com'è noto, conferma tutti gli obiettivi approvati con la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza al fine di garantire non solo adeguatezza sociale, equità e convergenza dei regimi pensionistici pubblici e privati, ma anche la sostenibilità del sistema previdenziale, in attesa di una riforma strutturale dell'ordinamento che costituisce un obiettivo del Governo.

Nel dettaglio, sono prorogate, per tutto il 2024, la misura per l'anticipo pensionistico, la cosiddetta APE sociale, con un adeguamento del requisito anagrafico da 63 anni a 63 anni e 5 mesi, e la misura Opzione donna con un aumento di un anno del requisito anagrafico. In tal modo, è stato mantenuto un importante veicolo di flessibilità in uscita, rispettando le esigenze di sostenibilità finanziaria delle misure in esame e fermo restando ogni possibile valutazione e verifica ulteriore nel corso del dibattito parlamentare sul disegno di legge di bilancio. Per il 2024 è stata, inoltre, confermata la cosiddetta quota 103, introducendo, peraltro, alcune modifiche per chi matura i requisiti nell'anno 2024. Si prevede, inoltre, la facoltà, anche per il lavoratore che matura i requisiti per accedere a quota 103 nell'anno 2024, di richiedere l'esonero del versamento della quota contributiva a proprio carico per averla così accreditata in busta paga, secondo il cosiddetto bonus Maroni.

Infine, la disciplina riguardante l'adeguamento dell'aliquota di rendimento delle gestioni previdenziali, l'articolo 33, mira ad assicurare una proporzionalità tra anzianità utile e la percentuale di rendimento pensionistico per le anzianità inferiori ai 15 anni, con l'introduzione del sistema cosiddetto misto ad opera della legge n. 335 del 1995. Saranno, quindi, utilizzate anche nei prossimi anni per la valorizzazione delle quote retributive delle pensioni per coloro che, al 31 dicembre 1995, possiedono un'anzianità utile inferiore ai 18 anni. Sul punto si sta lavorando e sono in corso verifiche ulteriori per trovare possibili soluzioni in un'ottica di intervento complessivo. Infine, per completezza espositiva, si intendono precisare i seguenti punti. La complessa manovra di bilancio di quest'anno contiene, comunque, diverse misure a sostegno delle famiglie, delle imprese e dei lavoratori: basti pensare alle norme sulla riduzione della pressione fiscale, del cuneo contributivo, sul welfare aziendale e a quella a tutela delle lavoratrici madri, anche con una maggiorazione del bonus nido per favorire la conciliazione tra la vita e il lavoro. Sul fronte pensionistico si intende favorire l'accesso alla pensione di vecchiaia con una riduzione del requisito relativo all'importo a soglia da 1,5 a 1 volta l'assegno sociale, nonché misure per il riscatto dei periodi non coperti da retribuzione e il riconoscimento, dal 1° gennaio 2024 - dunque in via strutturale e non più in via sperimentale - di una indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa per i lavoratori autonomi.

PRESIDENTE. Il deputato Orlando ha facoltà di replicare.

ANDREA ORLANDO (PD-IDP). Sì, grazie. Non mi posso dire soddisfatto, ma devo dire anche che non si dovrebbe dire neanche lei è soddisfatto, Ministro, rispetto a chi le ha scritto lo speech, perché per rispondermi lei mi ha confermato il fatto che, per tutte le altre misure di uscita, sono state ristretti i criteri di accesso. Quindi, non è una gran buona notizia, né per me, né per i lavoratori che attendono di andare in pensione. Tuttavia, mi ha confermato, in sostanza, che andrete avanti sulla revisione delle rendite. Ora le voglio far notare che, su una pensione da 30.000 euro lordi, taglierete 4.500 euro di pensione; questo è un dato su quale bisognerebbe riflettere, perché non sono pensioni da nababbi, ma non sono neanche bruscolini. Voi state facendo cassa sulle pensioni dopo aver fatto campagna elettorale sulle pensioni. Questo è il punto fondamentale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Quello che è più grave è che se anche troverete le risorse - immagino che ci sarà una spinta molto forte, perché non si tagliano del 10 per cento le pensioni a 700.000 persone, senza coinvolgerle, senza un confronto -, anche se poi tornerete indietro, il danno l'avrete già fatto, perché chi sta decidendo in questi giorni se andare o meno in pensione in settori strategici, come la sanità e gli enti locali, che dovrebbero gestire il PNRR, se ha i requisiti, cerca di andarci, perché li avete spaventati. Quindi, vi invito non soltanto a tornare indietro, ma a dirci anche chi è quel genio che ha escogitato questa misura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), perché sono convinto che abbia fatto il più grande errore per l'interesse del Paese, ma il miglior regalo possibile all'opposizione che farà tutte le battaglie possibili per tutelare questi lavoratori e per fare in modo che qualcosa di quello che avete promesso si realizzi grazie alle nostre battaglie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

(Iniziative di competenza volte a promuovere i necessari interventi di edilizia carceraria – n. 3-00778)

PRESIDENTE. Il deputato Bellomo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Molinari ed altri n. 3-00778 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

DAVIDE BELLOMO (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Ministro, purtroppo dovrò leggere alcuni dati che, alle volte, sono aridi di per sé, però, da soli, rendono l'idea della condizione che vivono le nostre carceri: una popolazione carceraria pari a circa 60.000 unità, con un aumento di 8.000 unità solo nell'ultimo anno. È inutile dirle che sono state numerose le sentenze anche della Corte europea dei diritti dell'uomo che ha bacchettato l'Italia, la quale ha rilevato che, con una sovrappopolazione carceraria di questa natura, i diritti dell'uomo non vengono rispettati, proprio perché le carceri sono, in primo luogo, sovrappopolate, e, in secondo luogo, abbastanza vecchie. Questi dati sono ancora più preoccupanti soprattutto in due regioni: la Lombardia e la Puglia. Tenga presente che, solo in Lombardia, oggi, ci sono 8.691 reclusi e in Puglia 4.387, quando i posti sarebbero circa la metà.

PRESIDENTE. Concluda, per favore.

DAVIDE BELLOMO (LEGA). Su tale questione le chiedo - considerato che l'avete posta come prioritaria nel programma elettorale -, cosa il Governo abbia fatto ed eventualmente intenda fare, in linea con quello che è stato detto in campagna elettorale.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.

MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie, signor Presidente. Signori colleghi, grazie a chi è in Aula e a chi ci sta seguendo. È un quesito cui tengo particolarmente, perché, dopo anni di chiacchiere, finalmente, si passa ai fatti. Dal momento dell'insediamento del Governo ci siamo impegnati per migliorare le condizioni delle carceri italiane, sia per gli ospiti che per i lavoratori, ovviamente attraverso un piano mirato di interventi di edilizia penitenziaria, volta a garantire una maggiore sicurezza, soprattutto, lo ribadisco, per le donne e gli uomini della Polizia penitenziaria. I dati da lei citati raffigurano uno scenario verso il quale era urgente e doveroso intervenire e lo stiamo facendo. Proprio due giorni fa, il Comitato interministeriale sull'edilizia carceraria ha effettuato il riparto tecnico per fare edifici di pena con finanziamenti messi a disposizione proprio dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti che ho l'onore di accompagnare.

Si tratta, nello specifico, di 21 interventi di edilizia penitenziaria attesi da anni, per un valore complessivo di 166 milioni di euro. Ne cito alcuni fra i più rilevanti: 38 milioni per il carcere di Brescia-Verziano, 28 per Forlì, 42 per l'istituto di San Vito al Tagliamento, 14 per Poggioreale, 11 per Reggio Calabria, 4 per Bari, più altri interventi. Si tratta di interventi per la sicurezza, l'adeguamento, il miglioramento delle condizioni di vivibilità per chi è detenuto e per chi lavora in carcere, compresi gli istituti minorili. Ci tengo a sottolineare che si tratta di progetti che giacevano nei cassetti da anni. Considerate che l'ultima riunione del Comitato interministeriale risale al giugno 2019. Quindi, chi anche in quest'Aula - un giorno sì e un giorno no - parla di carceri, di Polizia penitenziaria e delle condizioni in cui versano i detenuti, da quattro anni non muoveva un dito per migliorare la situazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Adesso le attività saranno affidate ai provveditorati interregionali che avranno il ruolo di soggetti attuatori. Penso, quindi, che dobbiamo essere fieri della prova di efficienza e velocità che abbiamo dato. Resta fermo, ovviamente, l'impegno a proseguire il lavoro svolto con la definizione di un piano carceri, di un piano di edilizia carceraria che affronti il problema una volta per tutte, in un'ottica di lungo periodo, ed è l'obiettivo che mi sono dato e che il Governo si è dato per questa legislatura (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Bellomo. Due minuti per lei.

DAVIDE BELLOMO (LEGA). Signor Ministro, mi ritengo pienamente soddisfatto e sono anche contento della meraviglia che molte volte le opposizioni le esprimono per aver realizzato quello che lei in campagna elettorale ha più volte detto. In un solo anno abbiamo messo in cantiere tutto quello che lei ha fatto e lo ha fatto con i fatti, nel senso che sono stabiliti in bilancio, sono assegnati e quindi sono pronti ad essere utilizzati. Perciò, invito il suo Ministero a continuare su quest'onda e con la meraviglia dei nostri oppositori che, appunto, le contestano di fare quello che lei ha detto in campagna elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

(Stato dell'arte delle opere di ammodernamento dell'autostrada A14 nella tratta compresa tra le regioni Abruzzo e Marche – n. 3-00779)

PRESIDENTE. Il deputato Sottanelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00779 (Vedi l'allegato A).

GIULIO CESARE SOTTANELLI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Ministro Salvini, l'interrogazione è riferita alla presenza di tanti cantieri - purtroppo troppi - sull'autostrada A14, in particolar modo sulla dorsale adriatica tra le Marche e l'Abruzzo. In particolare, in meno di 20 chilometri, tra il casello di Roseto degli Abruzzi e Pescara nord, abbiamo quattro cantieri da quasi dieci anni e, spesso, in questi cantieri non ci sono né macchine né attrezzature da cantiere né tanto meno persone che lavorano. Tanti disagi per gli automobilisti, elevata frequenza di incidenti, purtroppo, come lei ricorda, anche mortali, code insopportabili, danno di immagine per l'Abruzzo, perdita di competitività e attrattività per la nostra regione. Altro che pagare il pedaggio alla società autostrade, dovrebbe essere il contrario!

Lei conosce il problema fin dal suo insediamento, perché a febbraio fece un tavolo tecnico insieme ad ASPI e ai due Presidenti di regione però, purtroppo, ancora non cambia nulla.

PRESIDENTE. Concluda.

GIULIO CESARE SOTTANELLI (A-IV-RE). I cittadini vogliono sapere per quanti mesi ancora devono sopportare le interruzioni, vogliono la garanzia di una circolazione stabile e sicura, dell'adeguatezza dei macchinari e, soprattutto, delle persone che vi lavorano e vogliono conoscere il programma per l'eventuale terza corsia.

PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, senatore Matteo Salvini, ha facoltà di rispondere.

MATTEO SALVINI, Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Lei ha perfettamente ragione a portare le proteste di una comunità che da anni, anzi, da decenni aspetta una soluzione. Ricordo che proprio in queste ore, ad esempio, sulla Asti-Cuneo, venendo più a Nord, in Piemonte, si è data una risposta e una soluzione a comunità che, anche lì, da anni aspettavano il termine dei lavori. Lei mi chiede quanto tempo. Noi abbiamo chiesto alla società concessionaria che, come lei ricordava, abbiamo convocato più volte - abbiamo anche commissariato l'intervento - e la società concessionaria che sta eseguendo i lavori - che io presso settimanalmente - sulla A14 come sulle autostrade liguri e su altri passanti e nodi importanti - perché è la stessa società che conto debba aprire cantieri per la Gronda di Genova, il Passante di Bologna e il nodo di Firenze - mi dice che entro due anni termineranno i lavori. Ovviamente, la gente lavora in quell'autostrada, percorre quell'autostrada oggi, domani e dopodomani e non può aspettare due anni. Quindi, abbiamo chiesto di ridurre al minimo l'impatto, anche per evitare incidenti mortali per il cambio di corsia e per l'accesso in galleria, che lei ed io conosciamo. Ho chiesto al concessionario di comunicare con cadenza periodica la pianificazione dei cantieri sulla A14 e, grazie alla concertazione coi territori, a partire dall'inizio dell'anno è stata alleggerita significativamente la presenza dei cantieri nella tratta marchigiana della A14, attuando gli scambi di carreggiata solo in orario notturno, mentre in orario diurno, dalle 6 alle 22, viene garantita al traffico la percorribilità di almeno una corsia per senso di marcia. Sono stati potenziati i presìdi per garantire maggiore sicurezza e assistenza all'utenza. Ho chiesto di rendere più evidenti le segnalazioni di limitazioni e cambi di carreggiata. Per quanto riguarda, infine, l'ampliamento della A14 a sud di Porto Sant'Elpidio è stato predisposto uno studio di fattibilità preliminare sia per il tratto marchigiano sia per quello abruzzese, che è stato condiviso con le istituzioni territoriali per ulteriori valutazioni sui possibili sviluppi successivi.

Concludo ribadendo che le opere di ammodernamento sulla A14 e, ripeto, su tutto l'arco autostradale italiano rappresentano una priorità inderogabile per la mobilità dei cittadini e per me, come Ministro, recuperare in un anno circa dieci anni di tempo passato non era difficile. Però, per le realtà territoriali, i pendolari e chi frequenta quell'autostrada quotidianamente, come altre autostrade che hanno bisogno di interventi - penso alla A24, rimanendo in Abruzzo, l'Autostrada dei Parchi - le posso assicurare che ogni giorno chiedo puntualmente aggiornamento sullo stato di avanzamento lavori. Stiamo portando avanti un nuovo codice della strada per salvare vite e i cantieri che serviranno a salvare vite non possono mettere a rischio vite oggi durante l'apertura dei lavori. Quindi, la ringrazio e spero di aver dato una risposta positiva a lei e a chi dalle Marche e dall'Abruzzo ci sta seguendo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Il deputato Sottanelli ha facoltà di replicare, per due minuti.

GIULIO CESARE SOTTANELLI (A-IV-RE). Signor Ministro, ho ascoltato con attenzione la sua replica. Io capisco e comprendo che, ovviamente, ognuno di noi - e quindi in particolar modo chi fa parte dell'Esecutivo - quotidianamente lavori per risolvere i problemi. Quindi, prima le ho dato atto che fin dall'inizio del suo mandato lei ha cercato di smuovere con il tavolo, convocando l'ASPI. Io ho monitorato il tutto e ho fatto anche un'interrogazione a risposta scritta, che purtroppo non ha avuto risposta, perché è un tema che ci sta molto a cuore.

Oggettivamente, questa ulteriore interrogazione, oggi, direttamente in question time, è perché non vorrei che neanche a lei dicessero la verità. Io passo di lì quasi quotidianamente e non trovo le persone a lavorare. Quindi, si fanno le code, si rischia con il cambio di carreggiata, si segue ogni tanto, purtroppo, dalla stampa che ci sono incidenti mortali e non si vedono persone che quotidianamente lavorano per ottimizzare quei due anni. Io dico che, se servono due anni, siano reali questi due anni. Soprattutto, chiedo se si possano accorciare questi due anni perché ci sono un grave danno e un grave disagio. Purtroppo, in Abruzzo - come lei sa, visto che ha spaziato a 360 gradi al livello Italia - non è presente l'alta velocità ferroviaria, non arriva né nelle Marche né in Abruzzo, al Sud da Bari va verso Napoli e Roma. Abbiamo l'asse ferroviario Pescara-Roma dove sono stati tolti i fondi del PNRR e per 154 chilometri impieghiamo 3 ore e 52 minuti di percorrenza. La terza corsia mi dice che è allo studio e io mi auguro che lei col suo mandato riesca a ristorare questi danni che ha prodotto la A14, con una terza corsia che mi auguro possa trovare, con i fondi del PNRR, la copertura.

PRESIDENTE. Concluda, per favore.

GIULIO CESARE SOTTANELLI (A-IV-RE). Concludo, dicendo che dall'aeroporto di Pescara, che lei ha frequentato per venire in Abruzzo, grazie alla nomina da parte del centrodestra dell'attuale Presidente, non abbiamo più un collegamento con Linate e con Torino.

PRESIDENTE. Deve concludere.

GIULIO CESARE SOTTANELLI (A-IV-RE). Quindi l'Abruzzo è isolato sia dall'alta velocità sia a livello di trasporto aereo sia a livello di un'autostrada che non risponde oggi ai canoni necessari.

(Iniziative per una riforma del processo penale che riduca i tempi di definizione del foro di competenza e di esercizio dell'azione penale – n. 3-00780)

PRESIDENTE. Il deputato Pino Bicchielli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lupi ed altri n. 3-00780 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, al 2022 è stato stimato che la durata totale di un processo penale si attesta intorno ai 4 anni e mezzo e che in alcuni fori, soprattutto nel Mezzogiorno, arriva anche a superare i 6 anni. Per tentare di porre rimedio a tale situazione, lo scorso anno è entrata in vigore la riforma Cartabia, che si riprometteva di modificare in meglio il processo penale. Tuttavia, non sono state risolte alcune problematiche, come l'allungamento dei tempi dell'obbligo di promuovere l'azione penale o l'archiviazione e il problema delle competenze territoriali. La riformata competenza per territorio vede la possibilità del rinvio pregiudiziale alla Corte di cassazione per la decisione della competenza per territorio che, quando individuato, potrebbe portare alla ripartenza delle indagini. Con una sentenza del mese scorso, poi, la Corte di cassazione ha specificato che, una volta adita per l'individuazione del tribunale competente per territorio, diviene giudice chiamato a definire tale competenza in relazione all'intero processo…

PRESIDENTE. Concluda.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). …confermando la possibilità dell'allungamento delle tempistiche.

Quindi, un cittadino italiano, signor Ministro, rischia di subire un processo interminabile a causa di un utilizzo semplicistico delle proroghe dei tempi delle indagini e per le lungaggini derivanti da eventuali incompetenze territoriali.

Le chiediamo, quindi, signor Ministro, se intenda procedere a una riforma del processo penale che riduca le tempistiche dell'individuazione del foro di competenza e dell'obbligo di promuovere l'azione penale o l'archiviazione.

PRESIDENTE. Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha facoltà di rispondere.

CARLO NORDIO, Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente. Grazie a lei. La lentezza del processo penale è effettivamente intollerabile. Justice delayed is justice denied dicono gli americani. È una delle nostre priorità e stiamo intervenendo con alcuni correttivi sul cosiddetto decreto Cartabia, ma soprattutto abbiamo istituito una commissione che, entro i prossimi 6 mesi - è stata istituita qualche mese fa -, provvederà a redigere un nuovo progetto di codice di procedura penale. Il codice di procedura penale è un elemento che deve essere omogeneo; non può essere ritoccato mattone per mattone, ma dev'essere rifatto secondo criteri di sistematicità.

Siamo ben consapevoli della sentenza della Corte di cassazione. È vero, però, che la riforma che è stata introdotta mirava e mira a evitare che certi processi nascano malati per incompetenza e siano poi travolti da una sentenza di incompetenza che li fa ripartire da capo. Quindi, si tratta di una specie di giudizio preventivo che, effettivamente, rischia, nella fase preliminare, di allungare i processi, ma che, nel complesso, potrebbe ridurne la durata. In ogni caso, anche quest'aspetto è oggetto di monitoraggio e faremo i conti, alla fine, se valga la pena di mantenerlo oppure di rivederlo.

Da ultimo, mi faccia dire una cosa. Io andrei anche oltre a quello che lei ha così chiaramente chiesto. Esistono varie ragioni per cui soprattutto le indagini preliminari sono estremamente e intollerabilmente lunghe nei confronti di una persona. È il principio che chiameremmo di clonazione del processo. Quando il pubblico ministero termina un'indagine e chiede l'archiviazione e magari la ottiene, mantiene, nel suo ufficio, una piccola parte di quel fascicolo, cosiddetto clonato, e riprende le indagini sulla stessa persona. Questa è una situazione illogica e intollerabile e nella riforma del nuovo codice di procedura penale, che noi stiamo progettando, non soltanto si tenderà ad abbreviare i processi, ma anche a evitare che una persona resti sotto la graticola della giustizia per un tempo indeterminato e infinito.

PRESIDENTE. Soltanto per completezza e informazione: delay is denial vuol dire “il ritardo è una negazione”, perché magari qualcuno fuori non lo sa.

Il deputato Romano ha facoltà di replicare.

FRANCESCO SAVERIO ROMANO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Oppure bisogna fare ricorso a Carnelutti: “Il processo è già di per sé una pena”. Oggi, purtroppo, signor Ministro, dobbiamo dire che non è tanto il processo una pena, ma lo è già l'indagine, perché il sistema della divulgazione delle indagini fa sì che il cittadino sia inerme rispetto a un'attività unilaterale non soltanto istruttoria del suo processo, ma anche mediatica, nel senso che, nel momento in cui la vicenda di ognuno di noi diventa comunque una vicenda pubblica, che ha alcune risultanze negative nei rapporti con gli altri cittadini, con le istituzioni e col sistema del credito, è ovvio che un'indagine che si ripete nel tempo non dà alcuna possibilità all'indagato di difendersi da questa pena.

Questo, paradossalmente, è diverso rispetto al processo, dove, comunque, il cittadino ha un diritto di difesa, ci sono i difensori e ha la possibilità di intervenire.

È per questa ragione che abbiamo avanzato una richiesta al signor Ministro, che è quella di intervenire con determinazione - sappiamo che c'è un tavolo tecnico che sta guardando con attenzione a questo tema -, perché capita, nel nostro Paese, che un processo, che nasce da un'indagine a Palermo, dopo un anno, allo spirare del termine, o magari un mese prima di un anno, venga trasferito a Venezia e, allo spirare dello stesso termine, si accorgono, invece, che la competenza è di Torino e così va a Torino per un altro anno ancora. Le lascio immaginare cosa significa tutto ciò.

Se poi a questo aggiungiamo che interviene la Corte di cassazione - che, ovviamente, ha i suoi tempi - per dirimere la questione e per far ripartire quel processo, dopo anni e anni il cittadino, che avrà chiuso ogni possibilità di relazione col pubblico e magari non ha avuto alcuna possibilità di difendersi, è già stato condannato.

Quindi, apprezzandola per il suo impegno, le chiediamo veramente, signor Ministro, di essere determinato in questa direzione e noi la sosterremo (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

(Iniziative volte a individuare soluzioni alternative alla realizzazione della pista da bob a Cortina d'Ampezzo, in vista delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 - n. 3-00782)

PRESIDENTE. Il deputato Bonelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00782 (Vedi l'allegato A).

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, Presidente. Signor Ministro, come lei sa e come, purtroppo, sanno gli italiani, la vicenda dei giochi olimpici Milano-Cortina sta diventando una triste telenovela. Si doveva realizzare questa pista a Cortina d'Ampezzo, ma noi ambientalisti l'abbiamo sempre contestata per il forte impatto ambientale, l'abbattimento di alberi e l'elevato livello dei costi. Siamo stati accusati di essere sempre i soliti guastafeste e poi ci avete anche dato ragione, nel senso che nessuna società ha voluto fare gli interventi e tutte le gare sono andate deserte (124 milioni di euro). Ancora oggi, però, non avete deciso, signor Ministro. Spero che oggi lei venga qui, nel Parlamento italiano, e dica agli italiani dove si svolgeranno i giochi per la specialità del bob.

Quindi, vogliamo sapere qual è la decisione che il Governo ha assunto, ovvero dove farete per i prossimi giochi olimpici di Milano la pista da bob di Cortina, che non si farà più a Cortina?

PRESIDENTE. Il Ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, ha facoltà di rispondere.

ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. Grazie, Presidente. Ringrazio anche l'onorevole Bonelli e l'altro interrogante che mi consentono di affrontare un tema presente nel corrente dibattito pubblico relativo a uno specifico aspetto dell'organizzazione dei giochi olimpici e paralimpici di Milano-Cortina 2026.

Premesso che il processo decisionale coinvolge una pluralità di soggetti, ciascuno nell'esercizio delle proprie prerogative e competenze e nell'essenziale rispetto di quelle altrui, va chiarito che sono in corso accurate valutazioni con l'obiettivo comune a tutti gli attori di arrivare alla soluzione più sostenibile sotto tutti i punti di vista. L'individuazione di un'alternativa adeguata alla pista di bob, skeleton e slittino di Cortina, nel rispetto dei principi di economicità, efficacia ed efficienza della scelta, che dovrà riguardare anche la gestione dell'infrastruttura, tenendo conto dei suggerimenti del CIO, passa, però, necessariamente da un corretto iter istruttorio, che, come lei sa e come tutti sanno, è ancora in corso di svolgimento.

Al fine di garantire un pronto avvio di tale istruttoria, lo scorso 24 ottobre 2023, non appena ricevuto il dossier della regione Piemonte e della città metropolitana di Torino, ho chiesto al Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti di valutare, eventualmente con il coinvolgimento della società Infrastrutture Milano Cortina 2026, la fattibilità tecnico-economica del progetto relativo al possibile riutilizzo della pista di bob di Cesana Torinese, a seguito della ricezione del relativo dossier. In data 25 ottobre 2023, il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti ha conseguentemente incaricato la società SIMICO di svolgere una valutazione sulla fattibilità tecnico-economica della proposta di riqualificazione della pista e, al fine di dare riscontro alla succitata richiesta, in data 26 ottobre 2023, SIMICO ha comunicato di aver conseguentemente tempestivamente chiesto alla regione Piemonte, alla città metropolitana di Torino e alla Fondazione 20 marzo 2006 la disponibilità a un incontro, volto ad approfondire tutti gli elementi tecnici forniti nell'ambito del dossier di candidatura.

A seguito di tale richiesta è stato aperto un tavolo tecnico la cui prima riunione, sulla base di quanto riferito, sarà svolta proprio oggi, 8 novembre, alle ore 16,30. Peraltro, a riprova della serietà, rigorosità ed efficienza dell'istruttoria in corso, anche in vista della già menzionata prima riunione, al fine di rendere più efficiente possibile l'istruttoria, Simico ha reso noto di aver già sottoposto alla Fondazione, lo scorso 30 ottobre, puntuali richieste di integrazione documentale, sia riguardo al profilo della natura tecnica, sia riguardo ai profili di natura economica dell'intervento. Non appena questa istruttoria sarà conclusa, Simico provvederà a comunicarne gli esiti ai fini dell'assunzione delle determinazioni conseguenti, sia politiche, sia tecniche, sia di carattere operativo e organizzativo, anche in vista della posizione che dovrà assumere la Fondazione Milano Cortina 2026. Ho personalmente sollecitato tutti gli attori in causa, affinché si velocizzi l'iter istruttorio e si concluda, auspicabilmente entro la fine di questa settimana, il procedimento in atto.

Alla luce di quanto rappresentato, ritengo che non sia questo il momento delle previsioni che potrebbero, peraltro, incidere negativamente sull'istruttoria in corso. Le valutazioni finali di Simico, unitamente a quelle della Fondazione Milano Cortina 2026 sul piano logistico-organizzativo consentiranno di prendere la decisione migliore, che dovrà necessariamente tener conto delle implicazioni di natura tecnica, ambientale, autorizzativa ed economico-finanziaria. L'impegno del Governo per Milano Cortina 2026, come lei sa, d'altro canto, è totale, nel rispetto dei ruoli di ciascuno, con significativi investimenti che vanno a beneficio solo in minima parte delle opere di carattere sportivo e riferiti soprattutto a opere pubbliche, infrastrutture di collegamento e relative pertinenze che in futuro miglioreranno certamente la qualità della vita dei cittadini. In conclusione, mi preme ribadire l'attenzione che sarà dedicata anche al modello di gestione dell'impianto post evento, per rendere efficiente e sostenibile l'intervento e cercare di preservare la matrice italiana dei giochi nel rispetto delle precondizioni.

PRESIDENTE. Il deputato Bonelli ha facoltà di replicare.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, Presidente. Signor Ministro, io non mi sarei mai voluto trovare al suo posto in questo momento, anche perché lei è Ministro, riveste un ruolo così autorevole, però, francamente, è abbastanza imbarazzante quello che lei ci ha comunicato. Lei, adesso, ci ha comunicato che ancora non è nella condizione di dire agli italiani dove si svolgerà la gara olimpica di bob e che sono in corso attività istruttorie. Ma, sapete che mancano due anni? Sapete che sono passati anni a dibattere su Cortina? Vi dicevamo: attenzione, quella scelta è ad altissimo impatto ambientale, state spendendo una quantità enorme di soldi per una pista da bob che poi non verrà mai più utilizzata, 130 milioni di euro, anzi 124 milioni, chiedo scusa, voglio essere preciso. Oggi, lei viene a nome del Governo e ci dice che ancora non avete deciso e che dovete fare le giuste valutazioni d'istruttoria tecnica, che aspettate che la società vi comunichi le considerazioni del caso. Però, questo è un problema. Noi rischiamo di fare una pessima figura a livello internazionale. Gli italiani sono già abbondantemente, purtroppo, abituati e non so se siamo ancora nei tempi per poterlo fare. Qualunque sia la decisione che verrà presa - ad esclusione di Cortina, perché tale scelta non è più nelle condizioni di essere fatta, com'è noto e come ci è parso di comprendere - tutto dovrà essere fatto in maniera tale che i costi economici siano sostenibili, così come anche quelli ambientali, e che si parta attraverso un processo pure di rinaturalizzazione degli impianti che, poi, dopo, non verranno mai più utilizzati, perché quello che è accaduto a Cesana dimostra che quell'impianto è una cattedrale nel deserto - è così, signor Ministro - dato che non è stato utilizzato.

Al di là di quello che io posso pensare, il punto è che oggi il Governo è venuto qui a dirci che mancano due anni e che ancora non avete deciso dove fare i giochi olimpici in ordine alla pista da bob. È un fatto veramente incredibile (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

(Iniziative di competenza per lo svolgimento integrale delle gare delle prossime Olimpiadi invernali in Italia, con particolare riguardo all'utilizzo della pista di Cesana (Torino) – n. 3-00783)

PRESIDENTE. Il deputato Nevi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00783 (Vedi l'allegato A).

RAFFAELE NEVI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Com'è stato detto, signor Ministro, siamo stati molto sorpresi dall'aver letto da alcuni organi di informazione che, addirittura, si stava parlando di spostare le gare di bob, slittino e l'altra disciplina in Svizzera, a Saint Moritz. Da questo punto di vista, abbiamo subito preso posizione, perché ci sembra assurdo. È un'Olimpiade fatta in Italia, conquistata grazie allo sforzo dell'intero Paese, è necessario, quindi, che si svolga tutta in Italia. Alla luce di questo, abbiamo preso atto della disponibilità della regione Piemonte e vorremmo sapere se il Governo condivide questo punto politico di farla in Italia e come realizzare questo obiettivo.

PRESIDENTE. Il Ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, ha facoltà di rispondere.

ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole interrogante e comprendo lo spirito dell'interrogazione che, peraltro, ha trovato una sua anticipazione nelle comunicazioni che ho esplicitato ai mezzi di informazione in queste settimane, ribadendo doverosamente la priorità a valutare tutte le opzioni che possano mantenere la matrice italiana dei giochi, anche per quanto riguarda la pista da bob, skeleton e slittino, ribadendo, peraltro, come è stato già detto da parte mia, che la decisione non spetta certamente al Governo, noi stiamo semplicemente fornendo un supporto tecnico per le opportune valutazioni di chi dovrà, poi, prendere la decisione finale, che rimane della Fondazione Milano Cortina 2026, naturalmente con il supporto del CIO.

In ogni caso, vado nel dettaglio anche a riferire quello che è lo stato dell'arte dell'interrelazione con Simico che, come sapete, è la società Infrastrutture Milano Cortina che è stata delegata dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti a svolgere quest'attività istruttoria che, come dirò anche nel corso del mio intervento, ho chiesto si esaurisca ragionevolmente nel corso di questa settimana, tanto più alla luce dell'incontro di oggi.

In data 23 ottobre, la regione Piemonte, insieme alla città metropolitana, ha inviato alla Fondazione la documentazione richiesta. Ricordo che prima di questo appuntamento noi lavoravamo con una documentazione che ci era stata presentata in questi mesi, che era datata 2013. In data 24 ottobre ho chiesto al Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti di valutare a chi affidare il compito dell'istruttoria tecnica, cosa che è stata fatta nella stessa giornata, affidandola alla società Simico. La società Simico ha iniziato immediatamente a operare, ovvero il giorno dopo, mettendosi in contatto con la regione Piemonte, la città metropolitana di Torino e la Fondazione 20 marzo 2006 per approfondimenti tecnici e per organizzare un incontro - quello organizzato in data odierna - proprio per affrontare le questioni relative ai punti di attenzione segnalati nel giorno successivo; quindi, c'è stata una pronta risposta da parte della società Simico. Ciò chiarito, vorrei ancora far presente che l'eventuale delocalizzazione delle gare in sedi estere è in ogni caso una soluzione estrema e in quanto tale sarà da prendere in considerazione solo ove non dovessero apparire ipotesi alternative, come quella che stiamo valutando e che, appunto, riguarda Cesana, che hanno come priorità lo svolgimento delle gare in Italia sul presupposto che comunque tutta la progettualità possa avere un sufficiente grado di sostenibilità complessiva. In questo contesto, deve però essere ribadito ancora una volta che, a poco più di due anni dai giochi olimpici e paralimpici, il Governo ha assunto una posizione logica e responsabile sulla pista, anche tenendo conto del progetto di Cortina che, oggettivamente, avendo anche acquisito il parere favorevole della Conferenza dei servizi, sembrava avesse tutte le caratteristiche per poter essere portato fino in fondo, anche con un sovradimensionamento che riguardava gli arricchimenti infrastrutturali che poi hanno determinato la definizione più puntuale del prezzo dell'opera stessa. Ricordo a me stesso che la pista di bob, skeleton e slittino di Cesana è costata nel 2004, 2005, 110 milioni, quindi, stiamo parlando di un incremento del prezzo rispetto a quello di Cesana ragionevole rispetto a tutto quello che è successo negli ultimi 17 anni…

PRESIDENTE. Concluda, per favore.

ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. Naturalmente. Quindi, lo ripeto, l'impegno del Governo per Milano Cortina 2026 è totale nel rispetto dei ruoli di ciascuno; il rispetto dei ruoli è importante, il Governo non si sostituisce agli organismi che sono preposti nella decisione che dovrà essere assunta su dove organizzare le gare di bob, skeleton, slittino e parabob. Quindi, a tal proposito, sull'ipotesi riportata dagli onorevoli interroganti, riguardo a possibili accordi, anche informali, su scambi di gare tra sedi italiane e sedi estere, faccio presente che non emergono elementi che avallino una simile ipotesi.

Le determinazioni, peraltro, non potranno essere assunte in autonomia da un solo ente, in quanto la definizione del masterplan dei giochi, con la relativa localizzazione definitiva della venue, avverrà con il consenso unanime della Fondazione Milano Cortina e di tutti gli enti territoriali che ne fanno parte, con l'approvazione finale del Comitato olimpico internazionale, sentite anche le federazioni internazionali di riferimento.

PRESIDENTE. L'onorevole Nevi ha facoltà di replicare.

RAFFAELE NEVI (FI-PPE). Grazie, signor Ministro. Prendiamo atto positivamente della dichiarazione che lei ha fatto di fare di tutto affinché i giochi olimpici invernali si tengano per tutte le discipline in Italia, anche perché, in alternativa, sarebbe un fallimento per il nostro Paese. Noi ci rendiamo conto che il Governo attuale è in carica sostanzialmente dal novembre 2023 e che, dunque, questo problema rispetto a Cortina ce lo siamo trovato, ve lo siete trovato, e quindi mi rendo conto che le responsabilità non possano essere ascritte tutte a questo Governo. Ma è necessario, adesso, come lei ha giustamente sottolineato, accelerare al massimo, verificare la fattibilità di Cesana e, se non ci fosse questa ipotesi, trovarne anche altre o, comunque, muoversi anche in questo senso da subito, perché l'obiettivo - ripeto, per noi fondamentale - è che i giochi olimpici, sui quali il Governo italiano - un altro, ma sempre Governo italiano - si era impegnato, si tengano interamente in Italia. Se così non fosse, è sotto gli occhi di tutti che sarebbe un problema di credibilità per il nostro Paese, anche nei confronti dei nostri partner. Quindi, grazie della risposta. Auspichiamo una grande vigilanza e una grande attenzione, affinché tutto proceda per il verso giusto.

(Elementi e iniziative di competenza in merito a taluni incarichi e assunzioni presso enti e società che operano in ambito sportivo, anche alla luce di recenti notizie di stampa - n. 3-00784)

PRESIDENTE. La deputata Auriemma ha facoltà di illustrare l'interrogazione Riccardo Ricciardi ed altri n. 3-00784 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie, Presidente. Abbiamo visto che il presidente Gravina ha sostituito la pratica del calcio mercato con un'altra pratica, quella della famiglia mercato, e per rafforzare la sua squadra e ben imbullonarsi alla sua panchina, ha pensato bene di assumere Filippo Tajani.

Ora, Presidente, se fossimo in un Paese normale, subito potremmo pensare che si tratti di un caso di omonimia e che non sia certo il figlio del Vicepremier, nonché Ministro degli Affari esteri, nonché presidente di Forza Italia. E, invece, siamo in Italia. Ebbene sì, Filippo Tajani è il figlio del Vicepremier Antonio Tajani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Capisco che a qualcuno possa far sorridere ma, in realtà, c'è poco da sorridere, perché in Italia, nella vostra Italia, Ministro, chi non è figlio di qualcuno è costretto a inviare centinaia di curricula al giorno per trovare un lavoro. Io provengo da una terra, lei, Presidente, proviene da una terra, dove i giovani, per avere un'opportunità, sono costretti a emigrare. Allora, capiamo tutto, ma è assurdo che, nello stesso tempo, però, il figlio del Vicepremier sia assunto prima ancora che si costituisca il comitato per l'organizzazione degli Europei del 2032.

Quindi, ci chiediamo e le chiediamo, Ministro, se almeno lei conosca le competenze del giovane Tajani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Il Ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, ha facoltà di rispondere.

ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. Grazie, Presidente. Ringrazio anche gli onorevoli interroganti, che mi offrono l'occasione di intervenire su una tematica nella quale, come sempre, credo debba esserci la massima trasparenza, perché il tema lo richiede ed è opportuno farlo.

Riguardo ai fatti in premessa, bisogna innanzitutto fare chiarezza su un argomento specifico. La Federazione italiana gioco calcio, come tutte le altre federazioni sportive nazionali, ai sensi di legge, ha natura di associazione con personalità giuridica di diritto privato ed è soggetta alla disciplina del codice civile e delle relative disposizioni di attuazione. La Federcalcio, in particolare, così come affermato dal Consiglio di Stato, la adotta a seguito della pronuncia della Corte di giustizia dell'Unione europea, quindi, non è riconducibile al novero degli organismi di diritto pubblico. Dunque, siamo di fronte a un ente di diritto privato, retto, per quanto non disciplinato dalla legge e dal codice civile, da norme statutarie e regolamentari, sulla base di princìpi informatori dell'ordinamento sportivo, nazionale e internazionale. Da questo punto di vista, è escluso qualsiasi potere di vigilanza o di controllo da parte dell'Autorità politica delegata in materia di sport sulle nomine dei vertici della Federcalcio o, ancor meno, sulle assunzioni di personale nei suoi uffici interni, e non risulta alcuna disposizione di legge che ne disciplini la pianta organica o che imponga un limite quantitativo o qualitativo alle relative iniziative in materia di assunzione o collaborazione di lavoro.

Pur nella consapevolezza della natura privatistica, la Federazione si è dotata di un'apposita policy per la selezione e l'assunzione del personale, anche attraverso l'attivazione di tirocini formativi. Sotto tale profilo, la stessa circostanza della creazione, da parte della FIGC, di un ufficio organizzatore degli Europei di calcio del 2032, assegnati con piena soddisfazione anche all'Italia, riportata con toni allarmati dagli onorevoli interroganti, non appare coerente con la realtà. Da notizie assunte dalla Federcalcio, l'ufficio di cui trattasi è stato creato nel 2019 per coordinare e pianificare l'organizzazione dei grandi eventi calcistici ospitati sul territorio nazionale e per la gestione e il coordinamento delle materie relative all'impiantistica sportiva e alla sicurezza negli stadi. Dalla sua istituzione, l'ufficio ha organizzato le gare italiane di Euro 2020 a Roma, la fase finale della Nations League nel 2021 a Torino e Milano e la finale di Champions League femminile a Torino nel 2022. Attualmente, la struttura è impegnata nel processo di candidatura ad ospitare le finali di Champions League a Milano, nell'edizione 2025 o 2026, e a coordinare le prime fasi relative all'organizzazione di Euro 2032. Le medesime considerazioni valgono, ovviamente, per quella che gli interroganti chiamano Casa Italia, l'ufficio che si occupa delle attività del centro di Coverciano, la sede nazionale, che, in effetti, si chiama Casa Azzurri.

Per quanto riguarda il caso del presidente dell'Automobile Club di Milano, occorre innanzitutto precisare che l'ACI è la Federazione sportiva nazionale per lo sport automobilistico riconosciuto dalla FIA. Si tratta di una Federazione sportiva nazionale che ha le medesime caratteristiche della Federcalcio. Al tempo stesso, è un ente pubblico non economico a base associativa, senza scopo di lucro, ai sensi dell'articolo 1, comma 3, dello stesso Statuto. Questo soggetto è sottoposto a vigilanza pubblica, esercitata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e limitatamente alle attività del PRA e del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, ferme restando le competenze del Ministero della Giustizia e dell'autorità giudiziaria, previste dalle disposizioni vigenti. Per i profili di competenza, il Dipartimento per lo sport presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, struttura amministrativa dell'autorità di Governo competente in materia di sport, esercita una serie di funzioni di vigilanza, tra le quali non ci sono quelle alle quali lei fa riferimento. In ogni caso, in questo contesto, l'attuale presidente dell'Automobile Club ricopre la relativa carica a seguito delle ordinarie procedure elettive svoltesi presso la sede dello stesso, riunito in consiglio direttivo.

Venendo, infine, al caso del presidente di Sport e Salute, ricordo agli interroganti che, com'è noto, questa è una società partecipata interamente dal Ministero dell'Economia e delle finanze e, in quanto tale, è soggetta alla disciplina del testo unico delle partecipate, di cui al decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175. Dunque, alle previsioni normative dettate in materia di trasparenza e prevenzione della corruzione, ovvero le norme anticorruzione introdotte dal decreto legislativo n. 39 del 2013, in materia di inconferibilità e incompatibilità degli incarichi nelle pubbliche amministrazioni e negli enti privati di controllo, rilevano…

PRESIDENTE. Deve concludere.

ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. Finisco, Presidente. …i requisiti di onorabilità, professionalità e autonomia che i componenti degli organi amministrativi e di controllo delle società a controllo pubblico devono possedere, così come previsti dall'articolo 11, comma 1, del testo unico delle società partecipate pubbliche, che regola in maniera organica la disciplina delle partecipazioni societarie detenute dalle amministrazioni pubbliche.

Ribadisco, dunque, agli onorevoli interroganti il rispetto di ognuna delle disposizioni di legge in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi, così come dei requisiti di legge previsti per le nomine dei componenti degli organi di vertici delle società pubbliche, come certificato dal parere delle Commissioni parlamentari che si sono espresse al riguardo.

Un'ultima considerazione. Io credo che chi ha un cognome non debba certamente avere dei privilegi, però non vorrei arrivare al punto che, avendo un cognome, si debba avere addirittura un danno (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo è un presupposto che deve essere parimenti salvaguardato (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Il deputato Riccardo Ricciardi ha facoltà di replicare.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Sicuramente chi ha determinati cognomi, è vero, non deve avere danni. Però, per quanto riguarda i privilegi, partiamo dai cognomi: Filippo Tajani, assunto, appunto, in questo comitato; Marta Giorgetti, casualmente figlia del Ministro dell'Economia e delle finanze, assunta a Casa Italia. Un caso? Tutti organi indipendenti, tutti organi che non c'entrano niente con la politica e che basano la loro scelta sul curriculum, come quello di Lorenzo La Russa, un cognome che non deve portare assolutamente degli svantaggi, però porta il privilegio di essere manager junior event di Milano Cortina 2026; precedente esperienza lavorativa: 6 mesi nell'ufficio legale della serie A. È un caso?

È un caso che Geronimo La Russa, presidente dell'Automobile Club di Milano, controlli di fatto il Gran Premio di Monza. È un caso, sono tutti bravissimi, sono tutti eccezionali, la politica non c'entra niente. La cosa peggiore è che voi fate dello sport, che dovrebbe essere fonte di emozioni, di aggregazione, di spirito di squadra, uno dei peggiori poltronifici di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e il vostro motto lo avete rinnovato. Adesso è Dio, patria e “tengo famiglia”, questo è il vostro motto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

E poi sentire orgogliosamente Euro 2032 in Italia e Turchia. Allora organizzeremo un europeo con una persona responsabile di un genocidio contro il popolo curdo, che ha definito Hamas un'organizzazione di guerriglieri per la libertà e non di terroristi, lo ha detto Erdogan.

Allora, il prossimo che, nel momento in cui noi parliamo di pace e di cessate il fuoco in Ucraina e in Palestina, ci dà degli amici dei dittatori, degli amici dei terroristi, si deve vergognare, perché voi organizzerete un europeo con questa gente, a fianco di Erdogan.

PRESIDENTE. Grazie.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Mi scusi, però anche il Ministro, insomma. Quindi noi non manderemo questi nostri interventi nei social, probabilmente, manderemo la sua risposta, perché davvero illustra bene qual è il vostro modo di fare. Voi non c'entrate niente, queste persone sono passate di là e sono state assunte in questi enti e in queste società grazie al loro merito e non per il loro cognome (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

(Iniziative di competenza finalizzate ad avviare il percorso di realizzazione dell'agenda dei Giochi della gioventù – n. 3-00785)

PRESIDENTE. La deputata Zurzolo ha facoltà di illustrare l'interrogazione Foti ed altri n. 3-00785 (Vedi l'allegato A), che ha sottoscritto in data odierna.

IMMACOLATA ZURZOLO (FDI). Grazie, Presidente. Ministro, il protocollo d'intesa siglato il 31 maggio scorso tra i Ministeri per lo Sport e i giovani, dell'Istruzione e del merito, dell'Agricoltura, della Salute, dell'Ambiente e per le Disabilità, sancisce la volontà, riconoscendone il valore educativo e di prevenzione in ottica del benessere fisico, ma anche sociale, di fare della pratica sportiva parte integrante del percorso scolastico, partendo sin dalla scuola primaria. Quest'anno scolastico vedrà ripartire quindi i Giochi della gioventù, che non si celebravano in Italia dal 2017. Alla luce del citato protocollo, questi Giochi saranno ampliati nel loro significato e nelle loro ricadute in termini di crescita degli studenti, allargando l'attenzione ai temi della cultura dello sport, dell'alimentazione sana e dell'inclusione. Una scelta di valore e di valori, quindi, dalla quale non può non scaturire un'agenda complessiva che non può non comprendere anche un progressivo potenziamento del numero di palestre e strutture sportive nelle scuole e in tutto il territorio nazionale. Ministro, eccoci quindi a chiedere quali iniziative si intendano intraprendere per dare attuazione a questa agenda, attraverso quali progetti e realizzazioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Il Ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi, ha facoltà di rispondere.

ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. Presidente, ringrazio gli onorevoli interroganti. Come sapete, i nuovi Giochi della gioventù sono nell'agenda di Governo, sono nella mia documentazione programmatica che ho presentato alle Commissioni, e quindi è un punto fermo delle attività della delega che mi è stata affidata. Ed è bene ricordare anche che si parla di un ripristino di un'attività che è stata interrotta oltre 6 anni fa, nell'indifferenza di molti. D'altro canto devo rilevare anche la perfetta coerenza con quanto è stato approvato dal Parlamento il 20 settembre relativamente all'articolo 33 sullo sport in Costituzione, perché va esattamente nella direzione auspicata dalla Carta costituzionale.

Come correttamente osservato, quindi, è imprescindibile che la realizzazione dei nuovi Giochi della gioventù sia accompagnata da un potenziamento delle infrastrutture per la pratica sportiva scolastica grazie a una maggiore disponibilità di palestre e impianti sportivi, da garantire attraverso la realizzazione di nuove infrastrutture, la messa in sicurezza di strutture già esistenti o l'utilizzo di impianti pubblici di prossimità. Un passaggio fondamentale nell'avvio del percorso di realizzazione dell'agenda dei Giochi della gioventù è rappresentato dal completamento del percorso legislativo, già ben avviato e incardinato a livello parlamentare, volto all'imprescindibile approvazione di una nuova architettura normativa sulla quale fondare lo sviluppo operativo del progetto.

D'altro canto si rileva che, anche in ragione della proficua collaborazione tra Governo e Parlamento, si è perseguito l'obiettivo di sviluppare le attività definite nel protocollo con alcuni Ministri che voi conoscete, che è stato sottoscritto nel mese di giugno, in coerenza con le finalità della proposta di legge. Così come, tenuto conto che per l'attuazione e il coordinamento delle attività oggetto del citato protocollo, è stato previsto un comitato paritetico composto da rappresentanti designati da ciascuna delle parti sottoscrittrici; è stato tra l'altro predisposto un addendum al citato protocollo, che ha integrato la composizione del comitato paritetico con due rappresentanti, ciascuno dei quali designato rispettivamente dal presidente della 7ª Commissione permanente del Senato e della VII Commissione della Camera dei deputati. Ne consegue che l'addendum risulterà firmato non soltanto dai Ministri coinvolti, ma anche dai presidenti delle citate Commissioni di Camera e Senato, e allo stato si sta procedendo all'acquisizione delle necessarie sottoscrizioni, al termine della quale si avvieranno gli adempimenti propedeutici all'organizzazione dei Giochi. Il testo approvato in prima lettura, con modificazioni rispetto a quello del proponente, riflette l'impatto dei valori fondanti l'avvio di nuova stagione dei Giochi della gioventù, tenendo conto anche del recente ingresso, come ho detto, dello sport in Costituzione. L'iniziativa normativa, una volta approvata, comporterà l'avvio dei nuovi Giochi per l'anno scolastico 2024/2025 e rappresenterà la base per ogni ulteriore sviluppo dell'agenda dell'evento.

La proposta di legge istituirà, quindi, fondamentalmente, i nuovi Giochi della gioventù, che saranno promossi e organizzati dal Ministero dell'Istruzione e del merito, di concerto con il Dipartimento per lo sport e il Dipartimento per le politiche in favore delle persone con disabilità della Presidenza del Consiglio, anche avvalendosi della società Sport e salute, sentite le regioni, le province autonome di Trento e Bolzano e gli enti locali, nonché il CONI e il CIP. Evidentemente si tratta di una base organizzativa decisamente improntata all'inclusività, alla coesione e a un ampio coinvolgimento di tutti gli attori coinvolti nel processo di sviluppo dei Giochi. La proposta di legge detta poi norme sullo svolgimento e l'organizzazione dell'evento, prevedendo il coordinamento di una commissione organizzatrice nazionale composta da due rappresentanti delle principali amministrazioni statali coinvolte, nonché di Sport e salute, CONI e CIP. Le attività previste dalla proposta di legge non si fermano qui. Anche sul piano della prevenzione sanitaria è prevista l'istituzione di un tavolo di lavoro, a cui parteciperanno rappresentanti delle associazioni sportive maggiormente rappresentative, delle società scolastiche, delle associazioni tecnico-scientifiche e delle professioni sanitarie al fine di promuovere percorsi di sensibilizzazione rivolti ai giovani che partecipano alle iniziative sportive, anche perseguendo obiettivi di educazione nel senso più ampio del termine. Oltre alla cornice normativa relativa alla proposta di legge che istituisce i Giochi, comunque, a seguito dell'approvazione definitiva del provvedimento, l'agenda organizzativa dei Giochi della gioventù sarà ulteriormente sviluppata anche con altri provvedimenti. Infatti, nella stessa proposta di legge è prevista l'adozione di un decreto di natura…

PRESIDENTE. Dobbiamo concludere, Ministro, mi scusi.

ANDREA ABODI, Ministro per lo Sport e i giovani. …non regolamentare del Ministro dell'Istruzione e del merito - sto per terminare - di concerto con le autorità politiche delegate in materia di sport e in materia di disabilità, dove saranno stabiliti i criteri generali per lo svolgimento dei Giochi e le modalità di partecipazione degli studenti ai medesimi, con specifica attenzione a garantire un'organizzazione adeguata e inclusiva anche per gli studenti con disabilità. In un'ottica di ulteriore evoluzione e sviluppo dell'agenda dei nuovi Giochi della gioventù potranno trovare spazio ulteriori iniziative con l'obiettivo di garantire, mediante la pratica sportiva, il perseguimento di tutti i valori che permeano i nuovi Giochi della gioventù, anche alla luce dei principi espressi dal protocollo d'intesa e anche al di là di quelli esclusivamente sportivi, dei quali sarà opportuno poter valutare e misurare l'impatto socioeconomico e il ritorno sociale degli investimenti pubblici.

PRESIDENTE. Signor Ministro, l'ho fatta completare, però davvero la prego, proprio per il format del question time, di stare nei tempi che ci sono per la diretta televisiva, perché viceversa poi non ci siamo. L'onorevole Roscani ha facoltà di replicare.

FABIO ROSCANI (FDI). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, le sue parole, la sua risposta ci soddisfa pienamente e ci conferma il fatto che il ritorno dei Giochi della gioventù, che mancavano dal 2017 nel silenzio di molti, è il segno di una complessiva e sistemica attenzione allo sport e ai valori dello sport che, grazie al suo lavoro, caratterizza l'azione di tutto il Governo Meloni. Lo sport considerato come esperienza educativa a 360 gradi, come presidio di socialità, fattore di coesione anche territoriale.

Siamo assolutamente rassicurati dalla sua risposta in merito anche alla fitta agenda di progetti, iniziative e realizzazioni, e dall'affermata volontà di portare la pratica sportiva all'interno degli istituti scolastici, a un livello adeguato, affinché diventi pienamente e fermamente uno strumento di promozione per le giovani generazioni, anche dal punto di vista umano. Il tutto assume importanza, come aveva ricordato lei, Ministro, e impegna tutti, in quest'Aula, in maniera ulteriore dopo la recente modifica, approvata all'unanimità, dell'articolo 33 della Costituzione, che inserisce lo sport nella nostra Carta costituzionale.

Accanto al sistema degli enti di promozione sportiva e, quindi, del cosiddetto sport per tutti, la scuola dovrà diventare un ulteriore, importante polmone, con il quale dare respiro ai valori dello sport, alla diffusione di ciò che ne consegue, anche con i nuovi Giochi della gioventù, cui si dovrà dare il giusto risalto, anche mediatico, per comunicare questa importante svolta, che troverà nella sua realizzazione l'impegno da parte del Ministro, del Governo e di tutta la maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

(Iniziative di competenza volte a limitare il ricorso alla decretazione d'urgenza - n. 3-00781)

PRESIDENTE. Il deputato Magi facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00781 (Vedi l'allegato A).

RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). La ringrazio, Presidente. Da quando il Governo Meloni si è insediato, sono stati emanati 45 decreti-legge. Attualmente, ne abbiamo 8 in fase di conversione. In due terzi dei casi, è stata posta la fiducia sul disegno di legge di conversione. In diversi casi, la fiducia è stata posta in entrambi i passaggi parlamentari, questo anche quando non vi erano rischi di decadenza del decreto per scadenza dei termini. Non c'è bisogno che mi soffermi sull'eterogeneità di materie che, molto spesso - anzi, direi sempre -, questi provvedimenti trattano, senza che vi sia affatto una ratio unificante.

Allora, interroghiamo il Governo e, in particolare, la Ministra Casellati, anche alla luce del lavoro di riforma costituzionale in corso, chiedendo come si intenda intervenire per limitare l'abuso della decretazione d'urgenza, riportando questo istituto nell'alveo del dettato costituzionale.

PRESIDENTE. La Ministra per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa, Maria Elisabetta Alberti Casellati ha facoltà di rispondere.

MARIA ELISABETTA ALBERTI CASELLATI, Ministra per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa. Grazie, Presidente. Ringrazio l'onorevole Magi per il quesito, che ci consente di analizzare una criticità radicata nel nostro sistema delle fonti. Non può negarsi che i decreti-legge abbiano assunto un rilievo preponderante nella produzione normativa, condizionando anche i lavori parlamentari. Tutti i Governi dell'ultimo ventennio, di ogni composizione politica, hanno contribuito all'aggravarsi del ricorso alla decretazione d'urgenza, e specie durante la pandemia. Ciò conferma che si tratta di una disfunzione strutturale, che richiede uno sguardo di sistema. Vanno in questa direzione anche i moniti formulati dal Presidente della Repubblica, che sono ben presenti al Governo e che richiamano le istituzioni a un riallineamento ai canoni costituzionali.

Allo stesso tempo, occorre prendere atto del contesto del tutto eccezionale in cui il Governo Meloni è stato chiamato a operare in questo suo primo anno di mandato. L'onda lunga della crisi pandemica, l'emergenza bellica in Ucraina prima e in Medio Oriente poi, la crisi inflazionistica e l'aumento dei costi delle risorse energetiche e delle materie prime, le ripetute calamità naturali, l'eccezionale ripresa dei flussi dei migranti irregolari, i picchi di criminalità locale sono solo le più conclamate emergenze che il Governo ha dovuto fronteggiare con la dovuta urgenza; a questo, si aggiunga il rispetto delle tempistiche per l'attuazione del PNRR derivante dai vincoli europei.

Quanto all'eterogeneità dei contenuti, è da rimarcare che la Corte costituzionale ha specificato, nelle sue più recenti decisioni, che l'omogeneità dei contenuti va misurata non tanto sulla pluralità degli ambiti di normazione, quanto piuttosto sulla ratio del decreto-legge (Corte costituzionale, sentenza n. 151 del 2023) e questo, in particolare, per i decreti di attuazione del PNRR, che ben possono abbracciare una pluralità di contenuti (Corte costituzionale, sentenza n. 6 del 2023).

Mi sento di affermare che i provvedimenti d'urgenza fin qui adottati dal Governo si sono attenuti a questo indirizzo, ma non voglio sminuire l'impatto della corrente prassi sul corretto andamento dei lavori parlamentari, tanto più che, nel mio mandato di presidente del Senato, ho spesso evidenziato il grave disagio vissuto dal Parlamento, sollecitando opportune soluzioni. È, quindi, mia intenzione valutare i possibili interventi in questa direzione, come, ad esempio, il ricorso a procedimenti spediti, a tempi certi per l'esame dei disegni di legge governativi. La certezza dei tempi dell'esame parlamentare, opportunamente bilanciata dal rispetto delle prerogative delle minoranze, è la strada maestra per ricondurre a fisiologia l'atteggiarsi del sistema delle fonti. In questa prospettiva, va anche considerata l'opportunità, nel doveroso rispetto dell'autonomia parlamentare sugli interna corporis, di rivitalizzare procedimenti legislativi di urgenza previsti dai Regolamenti di Camera e Senato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Magi, per due minuti.

RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Decreto-legge n. 105 del 2023, in materia di processo penale, civile, emergenza incendi, disciplina dell'8 per mille, personale della magistratura e pubblica amministrazione; è solo uno dei casi, non ho tempo per elencarne altri. Di sicuro, è difficile ravvisare quella ratio unificante che citava la Ministra Casellati. Ma non ci riteniamo soddisfatti, perché non è sufficiente ricordare che siamo all'interno di un processo strutturale di metamorfosi che, di fatto, sta umiliando il Parlamento da molti, troppi anni e da troppe legislature. Inserire in questo processo quello che sta avvenendo oggi significa non rendersi conto, voler nascondere che davvero il ritmo con il quale questo Governo sta ricorrendo alla decretazione d'urgenza - siamo a 4 decreti al mese; in alcuni casi, siamo arrivati a 6 al mese - significa davvero colpire a morte il Parlamento. Noi non ci rassegniamo a questa trasformazione e non ci rassegniamo, in particolare, perché, Ministra Casellati, lei fa riferimento sostanzialmente a un'emergenza che ormai è diventata permanente. Secondo la sua risposta, è tutto emergenza, quindi, niente è emergenza, ma i decreti diventano l'unico modo di legiferare, nel nostro Paese.

Questo è un Governo che ha rivendicato la pienezza della forza della maggioranza parlamentare che lo sostiene. Questo non è un Governo come il precedente Governo, il Governo tecnico, che poteva aver bisogno politico di ricorrere alla decretazione, perché aveva una maggioranza estremamente eterogenea. Sa cosa accade a non rendersi conto della svalutazione del Parlamento che abbiamo di fronte? Che si fa una riforma costituzionale in cui si pensa che l'esigenza principale sia dare maggiore governabilità e stabilità. Ma più governabilità di quella che avete, emanando 5-6 decreti al mese? Che cosa volete? Invece, non c'è nulla rispetto al recupero e alla rivitalizzazione del ruolo del Parlamento. E così si arriva al punto che oggi il suo collega Ciriani ci dice che un Trattato bilaterale, che ha la pretesa di estendere la giurisdizione italiana in territori di altri Paesi non membri dell'Unione europea e che include un impegno di spesa pubblica, non passerà per il Parlamento: abbiamo davvero passato il segno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-+Europa).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16,15. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 16,10, è ripresa alle 16,15.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 97, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 1517.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge di conversione, già approvato dal Senato, n. 1517.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1517​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Semenzato. Ne ha facoltà.

MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il decreto che ci accingiamo a convertire in legge prevede una dura stretta in tema di criminalità organizzata, reati minorili ed elusione scolastica. Sono tematiche complesse e interconnesse, che richiedono un approccio fermo e risoluto.

Occorre dare una concreta risposta ai crescenti fenomeni di violenza perpetrata dalle baby-gang, prevedendo, da un lato, sanzioni più severe per i reati commessi da minori, ma, dall'altro, anche misure volte a contrastare l'abbandono scolastico. Ed è proprio la scuola, a mio avviso, a contribuire ad essere, insieme alla famiglia, uno strumento fondamentale su cui fare leva per prevenire nuovi casi di violenza ad opera o a danni dei minori. È su di essa, quindi, che dobbiamo investire per dare un futuro ai nostri giovani. Quelli della famiglia e della scuola sono temi che, sistematicamente, trattiamo nella Commissione che io presiedo, che è quella sul femminicidio e sulla violenza di genere.

Disagio giovanile, povertà educativa e criminalità minorile sono temi importanti che non riguardano solo il territorio di Caivano, divenuto tristemente famoso dopo il drammatico caso delle cuginette di 10 e 12 anni barbaramente stuprate, ma anche tante altre aree periferiche del nostro Paese. Si tratta di situazioni molto complesse e difficili da affrontare in maniera risolutiva, anche perché legate a contesti sociali particolarmente critici, frutto di una politica sociale e territoriale che, nel corso degli ultimi anni, è stata colpevolmente assente.

Il Governo ha, quindi, deciso di metterci la faccia e di intervenire, e tale iniziativa non può che avere il nostro pieno supporto e apprezzamento. Non è, infatti, ammissibile che, in alcune aree del territorio italiano, la criminalità organizzata possa prendere impunemente il sopravvento, recluti bambini - lo ripeto, bambini - e ragazzi e nessuno decida di fare alcunché per contrastarla.

Lo Stato deve essere al fianco dei cittadini sempre, non possiamo abbandonare chi vive in quelle zone, donne e uomini che hanno il diritto di tornare a casa tranquilli e di vedere i propri figli crescere nella legalità e aspirare ad un futuro migliore. Lo Stato non deve lasciare spazio alcuno alla malavita, perché è proprio laddove esso è maggiormente assente che i criminali riescono ad approfittarsi, ovviamente, dei più fragili. Prede della criminalità sono, infatti, ragazzi che spesso vivono in contesti familiari già difficili, che vengono portati, prima, ad abbandonare la scuola e, poi, a compiere inevitabilmente reati.

Il disagio giovanile è una realtà che non conosce confini geografici: da Nord a Sud, in molte comunità, i giovani si trovano a lottare contro sfide spesso schiaccianti. Prima di diventare criminali, diventano vittime.

La mancanza di opportunità, la disoccupazione, le famiglie in difficoltà economiche e sociali sono solo alcune delle cause del disagio. Questi giovani, spesso privati di un futuro promettente, finiscono per cadere nelle maglie della criminalità organizzata e delle baby-gang e abbandonano la scuola. L'elusione scolastica è l'inizio della fine.

I giovani che smettono di andare a scuola si ritrovano in un vicolo cieco, privati dell'educazione e degli strumenti per comprendere il valore della legalità e delle competenze che servono per guadagnarsi onestamente da vivere, perdono definitivamente l'opportunità di costruirsi un futuro migliore del presente o, quantomeno, un futuro libero. Lo studio è libertà.

Questo provvedimento è particolarmente coraggioso perché affronta direttamente tale problema, prevedendo il rafforzamento delle leggi contro l'abbandono scolastico, essenziali per garantire una prospettiva ai giovani. La lotta alla criminalità minorile è una sfida molto attuale. La crescente presenza di baby-gang e giovani coinvolti in reati mette in pericolo la sicurezza pubblica e finisce per compromettere la vivibilità in interi quartieri, in particolare quelli periferici.

Il decreto introduce misure per combattere la delinquenza giovanile, comprese sanzioni più severe per i reati commessi dai minori e il Daspo urbano. Tra le nuove disposizioni inserite vi è anche l'intervento del questore, che potrà disporre la convocazione del minorenne per l'avviso orale, così come l'importantissimo ammonimento dei genitori per l'assenza di controllo sui figli. Responsabili dei reati commessi dai minorenni saranno, infatti, considerati anche i genitori. Le famiglie dovranno rispondere personalmente della devianza criminale dei figli.

Tra i punti chiave del decreto vi è, poi, un inasprimento delle sanzioni in tema di spaccio, così come l'arresto in flagranza di reato per il minore colto sul fatto. Il Daspo urbano, che vieta l'accesso a specifiche aree della città, si applicherà anche ai giovani di oltre 14 anni. Tale divieto sarà notificato ai genitori e al procuratore presso il tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie. Inoltre, sarà esteso a coloro che possiedono droghe per scopi di spaccio, impedendo loro l'accesso a luoghi pubblici e locali.

Sempre in tema di droghe, la pena per quanto riguarda il traffico e la detenzione di stupefacenti varierà da un minimo di un anno a 5 anni. Ulteriori incrementi di pena, dai 3 ai 4 anni, sono previsti anche nel caso di porto abusivo di armi. Il tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie, su richiesta del pubblico ministero, potrà, inoltre, revocare la patria potestà dei genitori se il minore è coinvolto nel traffico illegale di sostanze stupefacenti. Le famiglie saranno direttamente responsabili dell'abbandono scolastico dei figli, rischiando fino a 2 anni di reclusione e la perdita dell'assegno di inclusione destinato alla famiglia. Come ho ribadito anche in altri miei interventi, la famiglia gioca un ruolo cruciale nell'istruzione dei ragazzi ed è per questo che è fondamentale che sia responsabilizzata maggiormente.

Continueremo a lavorare per affrontare in maniera strutturale il tema della vivibilità delle città e della sicurezza urbana, in particolare delle periferie. Annuncio, pertanto, il voto favorevole del nostro gruppo Noi Moderati e del mio partito, Coraggio Italia, particolarmente sensibile al tema della sicurezza (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, Presidente. Io non farò l'elenco delle pene che sono previste in questo decreto. Altri colleghi l'hanno fatto e, devo dire, sempre di più mi hanno convinto che, forse, quella non è la strada. Vi è un momento nel quale ognuno di noi vorrebbe trovarsi nella condizione di poter decidere, di poter fare qualcosa di concreto, qualcosa di vero per fermare le atrocità alle quali assistiamo quasi quotidianamente. È quello che è accaduto a Caivano, estrema periferia delle periferie, dove due bambine sono state violentate da ragazzi poco più grandi. Sembra che nella nostra società, nelle nostre città, sia impossibile fermare il male, un male assurdo, che sembra inarrestabile. Come diceva la filosofa Hannah Arendt, “la banalità del male”, con cui ci spiega che sono le persone che incontriamo ogni giorno per strada a diventare i veri mostri; ma, ovviamente, questo accade nelle parti più povere e più abbandonate nel nostro Paese.

Nel novembre del 2022, il sindaco di Caivano aveva scritto alla Presidente Meloni, chiedendole di visitare il suo comune, chiedendo aiuto.

Ora non faccio una colpa alla Presidente del Consiglio per non aver risposta alla missiva, ci mancherebbe: quante centinaia o forse quante migliaia di queste lettere arrivano a Palazzo Chigi. Ma proprio qui vi è la constatazione che Caivano è solo la punta dell'iceberg, di un Paese che ha abbandonato le sue periferie e le persone che vi abitano. Più a Sud, naturalmente, a Palermo, a Napoli, a Bari, ma anche a Roma, a Milano, a Torino, interi quartieri dimenticati, lasciati al governo della criminalità organizzata. Eppure, questa volta l'occasione di affrontare concretamente il problema, Presidente, l'abbiamo avuta. Erano i fondi del PNRR: quella che è stata definita dopo il piano Marshall la più grande occasione del nostro Paese. Dodici miliardi destinati alle periferie delle nostre città, la più grande occasione di lanciare un vero piano di recupero urbano e sociale. Il Governo ha pensato bene di cancellarli e così, mentre si finanzia paradossalmente per la stessa cifra di 12 miliardi un'opera inutile e dannosa come il ponte sullo Stretto, si cancellano 12 miliardi di investimenti nelle periferie, altro che 30 milioni per riattivare il centro sportivo di Caivano, che va bene, Presidente, naturalmente, ma non si avvicina neanche lontanamente a ciò che servirebbe. Quartieri senza strutture, senza servizi, scuole, palestre, centri di socialità, famiglie senza lavoro, senza reddito e la vostra maggioranza - lo dico alla rappresentante del Governo - ha pensato pure di togliere il reddito di cittadinanza. Quante decine, centinaia di famiglie a Caivano si sono trovate nella disperazione grazie a questa vostra improvvida, sbagliata e crudele misura? Questo lascia i giovani senza speranza e senza futuro. Qual è la risposta dello Stato? Pene sempre maggiori, anche per i minorenni. Pensate davvero che le ragazze e i ragazzi hanno paura delle pene e delle carceri a Caivano e nelle altre periferie delle nostre città (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)? Quei giovani - lo voglio dire a tutti - le carceri, purtroppo, le conoscono da sempre. Hanno accompagnato le loro madri a incontrare i loro padri, i loro nonni, i loro fratelli: non sono spaventati affatto da questo. La realtà è che non conoscono altro, invece. Non conoscono la scuola, non gli sono concessi neanche i sogni in un destino che sembra già scritto per loro. Dobbiamo interrompere, invece, questa catena. Per prima cosa è necessario ripristinare i 12 miliardi del PNRR e trovare anche altri fondi. Dire no a una politica cieca che pensa di risolvere i problemi solo con le manette, addirittura con i minorenni. Puntare invece sulle scuole. Vogliamo a Caivano e nelle altre periferie un esercito della salvezza fatto di maestre e maestri, di assistenti sociali, di formatori, di psicologi. Vogliamo fondi di sostegno al reddito e investimenti che creino lavoro, investimenti sulle nuove tecnologie, sull'ambiente e sulla salute. Vogliamo che ci sia la modernità in quei quartieri e non che ci sia soltanto il ricordo di come dovrebbe essere una vita civile. Così si affrontano i problemi di Caivano e delle altre mille Caivano del nostro Paese. Ci dobbiamo rendere conto - vi dovete rendere conto - che in molte periferie delle città l'unico datore di lavoro è la criminalità organizzata. In quei luoghi il controllo del territorio non è dello Stato, è della mafia, è della camorra, è della 'ndrangheta, che sulle spalle di quella povera gente si arricchiscono a dismisura. Certo, servono anche più volanti, più Forze dell'ordine, ma in un contesto di risanamento che crei speranza alle persone. Lo dobbiamo fare, non soltanto per loro, per quelle ragazze e per quei ragazzi, per dare loro una possibilità, una chance di farcela - voglio prendere una citazione che usa spesso la nostra Presidente del Consiglio -, di trasformare loro davvero da underdog in persone che alla fine ce la possono fare e che ce l'hanno fatta, ma lo dobbiamo fare anche per il resto della nostra comunità, perché di quelle intelligenze, delle intelligenze e delle energie di quei ragazzi e di quelle ragazze, noi abbiamo bisogno per affrontare un futuro sempre più incerto. Noi siamo molto preoccupati perché vediamo un Governo ed una maggioranza sempre più preoccupati di guardare indietro piuttosto che davanti, ancorati a metri di giudizio e di valutazione vecchi e antichi, con antiche risposte a vecchi problemi. E poi con i giovani una sola soluzione, sempre la stessa: più repressione, più carcere. Così con i giovani dei rave party, così con i giovani delle università, così con i giovani che protestano contro i cambiamenti climatici e così con i giovani di Caivano. Puniamo chi si macchia di delitti violenti con le norme e con le pene che già ci sono, ma se vogliamo evitarne altri in futuro puntiamo sull'istruzione, sul lavoro, sulla cultura, sulla scuola, sull'educazione, sull'educazione sentimentale. Non permettiamo che i maestri dei nostri giovani siano i delinquenti. Non dobbiamo permettere che le ragazze e i ragazzi pensino di imparare ad amare unicamente su Youporn. C'è qualcosa di diverso, dobbiamo di più a queste nuove generazioni. Spesso si dice che gli italiani e le italiane, la nostra cultura sono importanti. È vero, ma i portatori di questa cultura e di questo futuro del nostro Paese e anche della nostra storia e delle nostre tradizioni sono le giovani e i giovani e tanti di loro hanno delle potenzialità e delle capacità che noi non possiamo dimenticare. Ed è per questo che noi siamo contrari a questo decreto, così come è stato impostato. Non si fanno, su questioni così importanti, politiche spot, non si fa una legge-bandiera che riguarda soltanto un piccolo pezzo del nostro territorio, perché quello che avviene a Caivano, avviene alle Vele, avviene nelle periferie di Milano, avviene in tutte le periferie sterminate delle nostre città e noi non possiamo pensare di guardare soltanto, come manifesto pubblicitario, a quello che avviene a Caivano. Ovviamente Caivano rappresenta una situazione importante che dobbiamo affrontare, ma questo non basta né ci salva.

Vado a chiudere Presidente. Ci sono alcuni aspetti che riguardano il futuro di tutti noi, quali le grandi questioni del Sud e delle periferie. Qualunque Governo se non affronta questi temi è destinato a essere un Governo dannoso per il Paese. Noi siamo preoccupati perché quello che stiamo vedendo da questa maggioranza va esattamente nella direzione opposta a quello che servirebbe. Mi permetta, Presidente, di chiudere con due versi di Pier Paolo Pasolini che dice: “e, non lontano, tra le casette abusive ai margini del monte, o in mezzo a palazzi, quasi a mondi, dei ragazzi leggeri come stracci giocano alla brezza non più fredda, primaverile”. C'è tanta poesia e dice tanto di quello che possono e che sono questi ragazzi e ragazze (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ci predisponiamo per ascoltare la dichiarazione finale dell'onorevole Giachetti. Prego.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Signor Presidente, spero che la sua predisposizione sia positiva, anche rispetto all'interlocuzione che avrò nei suoi confronti.

PRESIDENTE. Assolutamente.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Presidente, colleghi, è un'occasione persa questa? Io penso di sì, che sia un'occasione persa, perché quello che è accaduto a Caivano avrebbe potuto consentire al Parlamento, dopo tanti anni, di dare una risposta che avesse un senso.

Tutti i membri delle Commissioni, che in queste legislature hanno svolto un grande lavoro nelle Commissioni periferie, avrebbero potuto consentire al Governo di dare una spinta per una risposta che fosse strutturale e non - signor Presidente, come purtroppo anche in questa occasione si sta realizzando - un prevalente approccio securitario che serve per far vedere, magari in televisione, che si fanno alcune cose e che, ahimè, io temo non risolvano, né alla radice, né contingentemente, i veri grandi problemi che Caivano, ma non solo, i problemi delle periferie, soprattutto di alcune periferie delle nostre città, pongono. Perché le dico questo Presidente e mi piace interloquire con lei? Perché io apprezzo molto - oggi ho apprezzato la sua intervista sulle riforme istituzionali - il suo coraggio, dentro una maggioranza abbastanza monolitica, di mettere in evidenza ogni tanto che si può fare un passo in avanti.

La sua storia, probabilmente come la mia, Presidente, non è la storia di chi pensa che i problemi e, soprattutto, problemi sociali di questo tipo, si risolvano aumentando le pene, mandando in galera i ragazzini o, addirittura, spostando quelli che hanno appena compiuto 18 anni in una galera, così diventano partecipanti di un esercito di delinquenti ancora più bravi. Non è questa la sua storia, Presidente, e forse, diciamo, tra un'intervista sulle riforme istituzionali e una su qualcos'altro, sarebbe bello sentire dentro la maggioranza, ovviamente, e non solo da lei, qualche parola che dica: fermiamoci un attimo e ragioniamo. Per esempio, il Senato ha perlomeno risolto un problema che il decreto, in quanto tale, non aveva minimamente affrontato, ossia la possibilità da parte del Terzo settore, che è una parte sostanziale quando affrontiamo temi di questo tipo, temi che riguardano il sociale, temi che riguardano il degrado, di intervenire e spesso e volentieri il Terzo settore surroga l'assenza dello Stato. Solo grazie a quello che è stato fatto al Senato è stato introdotto qualcosa che richiama l'importanza del Terzo settore in un percorso di questo tipo.

Ma non basta e adesso ci arriverò. Voglio andare per punti cercando intanto di evidenziare le ragioni del decreto-legge ed esprimendo subito la contrarietà del nostro gruppo su due piani, sia quello metodologico sia quello contenutistico. Sul primo punto stiamo votando un decreto-legge, che, quindi, ha in sé e di per sé ragioni di urgenza, sulla base di un orrendo fatto di cronaca che ha visto coinvolte due ragazzine minorenni, violentate da un gruppo di ragazzi, anche loro minorenni. Si tratta, chiaramente, di un fatto brutale, terribile, gravissimo, che in qualche modo ha acceso una luce su una situazione di degrado che in realtà ha radici lontane, motivazioni molteplici, cause sociali, familiari, di sistemi educativi in senso lato che, purtroppo, non attengono esclusivamente al delicato territorio di Caivano e della sua periferia, ma che, ahimè, sono spesso una costante in determinate aree del Paese, dove la qualità della vita è così bassa da rispecchiarsi anche nei comportamenti umani o, meglio, dove la miseria o la brutalità dei comportamenti umani, specie dei ragazzi, sono conseguenza diretta della mancanza di istituzioni, di prospettive, di futuro e di vuoti educativi.

Quindi, la prima questione che pongo - che i miei colleghi, intervenuti sia al Senato sia in questa sede, hanno a più riprese sottolineato - è di natura metodologica e, al contempo, giuridica. Per quanto riguarda il primo punto si interviene con decretazione d'urgenza per apportare una serie di misure a tamponamento di quella che è stata percepita come un'emergenza da risolvere e lo si fa introducendo norme di natura penale, accanto a norme relative alla verifica dell'obbligo scolastico, ad esempio, o al rafforzamento della capacità amministrativa del comune di Caivano. Si pone, quindi, un problema innanzitutto di efficacia della norma, una sorta di pot-pourri di interventi slegati l'uno dall'altro, che avrebbero senso solo se fossero il risultato di un'analisi generale delle nostre periferie e prevedessero un processo lungo e faticoso di cambiamento che certamente non si può materializzare nello spazio tempo di un decreto, peraltro circoscritto a uno specifico territorio.

E qui, Presidente, veniamo alla seconda questione, quella di natura giuridica, che obiettivamente pone altrettanti rilievi. Qui stiamo votando un decreto “ad Caivanum” (passatemi la licenza linguistica). Il nostro compito è certamente quello di prendere atto della realtà e di intervenire puntualmente, laddove la situazione lo richiede, ma di farlo senza lasciarci trascinare dall'emozione del momento o, peggio ancora, per mere ragioni di propaganda, solo per far vedere, come si suole dire, che lo Stato c'è. Ho sufficiente esperienza in quest'Aula per sapere che, quando si risponde in questo modo, solitamente il prodotto finale di un provvedimento rapido nella migliore delle ipotesi è acqua fresca; nella peggiore rischia persino di fare più danni che altro.

Il Ministro Piantedosi ha sostenuto che Caivano sarà una sorta di laboratorio per riproporre anche altrove questi metodi di intervento. Piccolo particolare: noi crediamo che l'imprinting della suddetta norma sia, in buona sostanza, di natura securitaria e non preventiva e se l'approccio repressivo è inteso a prevenire, come ho sentito da più parti, il ripetersi di episodi di criminalità minorile, io temo che non funzionerà, se è vero come è vero che l'equazione “più misure repressive meno criminalità” è sostanzialmente falsa.

Vorrei dire a proposito del tema del sequestro dei telefonini ai minori che hanno fatto determinate cose: ma qualcuno può pensare che un minore non sia in grado, una volta che gli hanno sequestrato un telefonino, di rimediarne un altro? Ma di che cosa stiamo parlando?

E qui veniamo alla sostanza del decreto e alle principali misure apportate. Anche se si vuole lasciare intendere che alcune minime migliorie sono state apportate anche ieri accogliendo alcuni ordini del giorno sia di maggioranza sia di opposizione, soprattutto sul piano più decisivo relativo al sistema di formazione e di educazione dei ragazzi, crediamo che si tratti unicamente di classiche misure spot.

A questo proposito, vorrei evidenziare un'altra occasione persa: la possibilità di pensare a quanto possa contare, in un'ottica di prevenzione reale del disagio, la presenza dello psicologo di base, in particolare nelle scuole. Ne abbiamo già parlato per altri provvedimenti, come quello relativo alle modifiche del codice penale a tutela del personale scolastico, e qui, a mio parere, sarebbe stata, visto che è un decreto, l'occasione giusta per prevederlo, se è vero che si vuole intervenire alla radice sulle problematiche e non a valle quando i buoi sono scappati dalla stalla, come si suole dire.

Eppure, l'attrazione fatale di questo Governo, l'irrinunciabile predilezione per metodi eminentemente manettari, gli unici con cui di fatto si sa e si vuole intervenire quando qualcosa non funziona, emerge in maniera plastica sul piano delle norme, che - queste sì - travalicano i confini del piccolo comune di Caivano, andando, invece, a modificare il nostro sistema penale. La tendenza all'inasprimento delle pene anche nei confronti di under 18, a fronte di un tasso di criminalità minorile che nel nostro Paese è ben più basso rispetto ad altri, trova la sua concretizzazione nell'articolo 9 del testo. A questo proposito rilancio il messaggio di fondo che non io e neanche noi ma la Garante per l'infanzia e l'adolescenza ha voluto trasmettere ai presidenti della I e della II Commissione, cioè quello di considerare come extrema ratio la carcerazione per i minorenni, sottolineando con forza come nel nostro Paese il percorso della giustizia minorile sia considerato un sistema di eccellenza riconosciuto anche oltre confine.

In tal senso la previsione di trasferimento dal carcere minorile al carcere per adulti di ragazzi di 20 o 18 anni che hanno commesso reati da minorenni e che testualmente - vado a leggere - “compromettono la sicurezza ovvero turbano l'ordine negli istituti ovvero, con violenza o minaccia, impediscono le attività degli altri detenuti e che nella vita penitenziaria si avvalgono dello stato di soggezione da loro indotto negli altri detenuti” va nella direzione diametralmente opposta auspicata dalla Garante. Soprattutto - e ho finito, signor Presidente - riesce nello straordinario risultato di ingolfare strutture già ai limiti - se ne facciamo anche solo una questione pratica rispetto a un problema atavico come il sovraffollamento - e al contempo rischia di assestare il colpo di grazia a questi ragazzi sul piano del proprio processo rieducativo, ovvero l'unico reale obiettivo da perseguire.

È una misura che tradisce il solo linguaggio che questa destra conosce, ovvero punire senza rieducare e che - lo dico ancora una volta con rammarico - non riesco ad associare allo spessore di una figura come l'attuale Ministro della Giustizia. Per queste ragioni confermo, Presidente, che voteremo contro questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paolo Emilio Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO EMILIO RUSSO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, qui in Parlamento abbiamo la strana consuetudine di semplificare i nomi dei testi che esaminiamo. Questo sarebbe il decreto Caivano. Eppure, almeno stavolta faremmo meglio a chiamarlo con il suo nome: misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale, perché il provvedimento non riguarda soltanto un comune di 36.000 abitanti o l'area adiacente ma interessa tutto il Paese. È un dispositivo che si rivolge ai bambini e alle bambine che non sono oggi soltanto i nostri figli o nipoti ma che - non dimentichiamolo - tra 10 o più anni saranno padri e madri a loro volta.

I 16 articoli sono stati scritti sulla scorta di quel fallimento totale che è passato alle cronache come stupro di Caivano, ma che era di più e peggio: era il fallimento di un sistema che è apparso come un patchwork tra degrado delle periferie, abbandono scolastico e disagio sociale e culturale, un quadro dove di solido c'era soltanto la criminalità organizzata e il suo controllo. Una camorra che si faceva beffe dello Stato, lanciando fuochi d'artificio a ogni partita di droga, che sapeva offrire alle ragazze e ai ragazzi del Parco Verde alternative all'apparenza più appaganti rispetto alla scuola e a una vita dentro i confini della legalità.

Abbiamo scoperto che lo Stato si era ritirato da una struttura, quella del Parco Verde, che doveva essere provvisoria, realizzata dopo il terremoto, ma che è ancora lì ed è diventata permanente; ha abbandonato il centro sportivo Delphinia ai delinquenti e ha lasciato che la criminalità alzasse i muri al punto che, come ha segnalato nel suo appassionato intervento l'onorevole Pasqualino Penza, che di Caivano è originario, vi si parla un dialetto diverso rispetto a quello del centro, che dista soltanto 500 metri. Noi pensiamo bene, l'opposizione dice male, ma di sicuro il Paese ha battuto un colpo e l'ha fatto con prontezza.

Di fronte a questo incattivimento, il Governo è andato fisicamente a Caivano e poi è tornato a riprendere il controllo attraverso le Forze di polizia. Attenzione, lo Stato non è andato ad occupare, ma a liberare le persone perbene che erano rimaste ostaggio, intrappolate dentro quel parco. Qualcuno di voi saprà come funziona il RisiKo. Ecco, noi stavamo per soccombere, per essere sconfitti, ma abbiamo tirato fuori le armate nascoste, che non sono armate, ma le tante realtà positive che non hanno mai smesso di esistere e di operare sottotraccia: scuole con presidi coraggiosi, associazionismo e volontariato, comunità religiose e preti di strada.

Bisogna riprendere il controllo di tutto il territorio, riconquistare le periferie, valorizzando il buono che c'è e che si trova anche lì, come ovunque. Siamo tutti d'accordo, caro Presidente, che non si governa con la sola repressione, non basta aumentare le pene, ma bisogna lavorare sulla cultura della prevenzione e ricostruire il tessuto sociale. Per questa ragione, istituiamo un Commissario straordinario che avrà il compito di adottare un piano di interventi anche di tipo infrastrutturale, a partire proprio dall'impianto sportivo in rovina; rafforziamo la videosorveglianza, perché la tecnologia aiuta lo Stato ad avere occhi dappertutto; modifichiamo la normativa, consentendo di perseguire con maggiore efficacia i minori che commettono reati e che potranno essere ammoniti dal questore già a partire dai 12 anni e chi maneggia armi. Lo facciamo, perché proprio le violenze di Caivano, come confermano i numeri della Polizia di Stato e dell'Eurispes, dimostrano che il coinvolgimento di minori è aumentato, perché i criminali utilizzano l'età per evitare il più possibile le sanzioni penali e fanno leva e proselitismo raccontando alle ragazze e ai ragazzi che non sono punibili. Eppure, come ha detto Cesare Beccaria, il fine della giustizia è la pace e dobbiamo, dunque, lavorare perché i giovani non si allontanino dalla legalità. Non lo facciamo per punire, attenzione, ma per salvare quei bambini fin tanto che siamo in tempo.

Per capire cosa serve, bisogna saper ascoltare. Allora, ho ascoltato una canzone, non famosa, di un rapper che si chiama Ntò e che magari qualcuno ricorderà per la colonna sonora di Gomorra, che è originario proprio di quelle parti e che cantava: Nuje vulimme 'na speranza. Ecco, noi voteremo “sì” a questo provvedimento, perché finalmente restituisce una speranza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Penza. Ne ha facoltà.

PASQUALINO PENZA (M5S). Presidente, onorevoli colleghi, oggi, in quest'Aula, si vota la conversione in legge di un decreto che porta il nome della mia città, un decreto che porta il nome della terra dove vivo e che ho l'onore di rappresentare in quest'Aula e che, dunque, per ovvie ragioni, mi trova anche particolarmente coinvolto emotivamente.

Il decreto nasce all'indomani della scoperta di fatti riprovevoli, perpetrati ai danni di due cuginette minorenni da parte di loro stessi coetanei, in contesti di povertà e degrado sociale, che hanno messo alla luce un serio problema che affligge ragazzi e giovani di realtà come Caivano, ma non solo. Il decreto in questione, teoricamente, affronta questioni di gravità ed urgenza incontestabili, riguardanti il benessere della nostra gioventù, il contrasto al disagio giovanile, la lotta all'indigenza educativa, la prevenzione del crimine minorile e la protezione dei nostri minori nel labirinto digitale.

Questi temi meritano più che una soluzione improvvisata, richiedono una strategia coerente e sistematica, eppure, ci troviamo di fronte a un modus operandi di questo Governo che preclude il dialogo costruttivo, che abusa dello strumento della fiducia in maniera quasi meccanica, svuotando, di fatto, il Parlamento del suo ruolo più sacro, quello di confronto democratico; basti pensare che, in un anno di insediamento, il ricorso a questo strumento viaggia, in media, sulle 4 fiducie al mese.

Il MoVimento 5 Stelle ha sempre avuto come bussola le problematiche sociali e la difesa delle fasce deboli; ci battiamo per dotare il nostro Paese di strumenti legislativi avanzati, come una legge sul salario minimo per combattere la povertà e l'esclusione sociale. È, quindi, con spirito critico che evidenziamo le lacune e le pericolose superficialità che il decreto presenta. In particolare, non condividiamo affatto l'approccio che il Governo ha verso le difficoltà di Caivano e delle tante periferie in sofferenza che ci sono in Italia. Non è con la mera propaganda e con la sola impostazione muscolare che si affrontano i problemi di questo tipo, ma anche e soprattutto con vera attenzione alle carenze sociali che producono disagio ed emarginazione. Qualcuno ha detto che questo decreto è un'occasione mancata; ha detto bene, è proprio la definizione giusta. Puntare tutto o quasi sulla repressione, per quanto sia importante per colpire l'illegalità diffusa, diventa inutile se, parallelamente, non si aggrediscono le cause del degrado e dell'emarginazione o se, come addirittura fa il Governo Meloni, si alimenta il terreno sul quale la delinquenza nasce e cresce.

I grandi assenti nella politica del Governo sono gli investimenti seri nei servizi educativi, preventivi e di cura rivolti alle nuove generazioni. Solo grazie a quel poco che è stato concesso alle opposizioni al Senato, questo testo è meno peggio della versione uscita dal Consiglio dei ministri. Il poco che c'è sul piano della prevenzione e del sociale è frutto del lavoro delle opposizioni. Se in realtà come Caivano un prete, don Maurizio Patriciello, il cui nome in quest'Aula è stato usato per avallare l'operato del Governo, deve ricordare alla politica il concetto di normalità in un Paese democratico e avanzato come il nostro vuol dire che la politica ha fallito e continua a fallire se partorisce decreti come quello che abbiamo oggi al voto. Caivano, dopo il decreto di oggi, conterà 27 vigili su 50, 6 assistenti sociali su 9, una scuola agibile su 12: ditemi voi se questa è normalità.

Di realtà simili a Caivano ce ne sono centinaia e per tutte è ignoto il concetto di normalità. Non sarà questo decreto a cambiare un quadro sociale drammatico. Si mette mano al codice penale, inasprendo alcune pene, ma agendo così non si farà altro che intasare i tribunali e le corti d'appello d'Italia, senza ottenere i giusti risultati. Save the Children ci ricorda che non è solo con la repressione che si combattono queste battaglie e ci offre, dall'alto della sua esperienza decennale, soluzioni pratiche e di incentivo culturale che, in questo testo, non si prendono in considerazione, ma che sono di buonsenso. Se le famiglie non hanno possibilità di pagare ticket per il pranzo, se una volta finito l'orario scolastico i ragazzi non hanno luoghi dove riunirsi, se non per strada, dove per giunta assistono a spaccio, prostituzione, e così via, che, inevitabilmente, ai loro occhi, diventano la quotidiana normalità, quale pena o sanzione da sola riuscirà ad arginare mai questi fenomeni?

E, dunque, lo Stato, ancora una volta, avrà fallito, perché in quel concetto di normalità, richiamato da don Maurizio Patriciello, vi è il senso di vicinanza e di efficienza, di solidarietà e di esempio che lo Stato deve dare. Lo Stato deve offrire un'alternativa alle tante periferie, dare la possibilità di riscattare il proprio destino onestamente, con sacrificio, aiutando chi vuole restare nei parametri della giustizia. Questo decreto, invece, è solo una prova di forza con un miscuglio di norme su varie tematiche. È del tutto assente un piano programmatico per la riqualificazione dei quartieri nati con l'assurda politica edilizia popolare degli anni Ottanta. Servono opere di abbattimento e ricostruzione delocalizzate ed ecosostenibili. Noi auspichiamo che la riqualificazione del centro Delphinia di Caivano non sia la solita cattedrale nel deserto o un simbolo che rimane tale e fine a se stesso, se non per vantaggi elettorali che poco hanno a che fare con un metodo e un sistema di intervento virtuoso che rilanci le tante Caivano d'Italia.

Speriamo che, in futuro, il Governo abbia intenzione di ascoltarci e che capisca che, per affrontare queste questioni, c'è bisogno anche di altro e non solo di repressione.

In conclusione, noi del MoVimento 5 Stelle siamo convinti che un intervento fosse urgente per arginare quanto accaduto ed accade a Caivano, ma in altre forme.

Riteniamo che il Governo debba assumersi le proprie responsabilità davanti all'insufficienza di questo provvedimento e le opposizioni hanno offerto la piena collaborazione e gli emendamenti giusti per migliorare il testo. Adesso non saremo noi a fornire al Governo alibi. Pertanto annuncio, a nome del MoVimento 5 Stelle, il voto di astensione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bordonali. Ne ha facoltà.

SIMONA BORDONALI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, Sottosegretario, va ricordato - e lo hanno ricordato anche tanti colleghi - da dove nasce questo provvedimento. Era agosto, quando venne diffusa la notizia che due cuginette, due bambine di 10 e 12 anni, erano cadute vittime di violenza ad opera di un gruppo di ragazzi, un branco di nove giovani, tra cui sette minorenni. Uno scenario agghiacciante, quello degli abusi, tenutisi al centro sportivo abbandonato di Delphinia, all'interno del Parco Verde di Caivano, lo stesso teatro degli stupri e dell'uccisione della piccola Fortuna Loffredo nel 2014. Quindi, a nove anni di distanza, si ripete una stessa tragedia.

Il branco, che ha violentato, abusato, picchiato, molestato e addirittura filmato, attraverso videochiamate, diffondeva i filmati degli abusi e dell'orrore nei confronti di queste due ragazzine, di queste due bambine, e il tutto durava ormai da due mesi. Ecco, in quei giorni d'agosto, un altro fatto analogo a Palermo: un'altra ragazza vittima di abusi, anche in questo caso minore, anche in questo caso gli abusi e l'orrore videoripresi e diffusi.

Ci siamo trovati quindi davanti a un'emergenza, ci siamo indignati tutti. Anche oggi ho sentito, nei confronti di questi fatti, parole d'indignazione. E dopo? E dopo queste parole d'indignazione, cosa fare? Continuare a indignarci e nient'altro? No, il centrodestra ha detto “no”, non ci si può solo indignare e finire lì. Quindi, da subito è iniziata un'opera importante, grazie al Ministro Piantedosi, di controllo del territorio, di presenza delle Forze dell'ordine. Ma doveva seguire qualcosa di ancora più importante. E quel qualcosa di più importante è stato quel decreto - il decreto Caivano - che ha impegnato tanti aspetti della società, a partire dalla scuola, dalle infrastrutture, dalla cultura, dallo sport.

Io voglio ricordare alcuni degli interventi che sono stati fatti, anche perché, colleghi, in tanti l'hanno detto e i fatti l'hanno dimostrato: Caivano in questi anni è stato abbandonato dallo Stato e lo Stato doveva tornare a Caivano, anche perché lo dobbiamo ai genitori di quelle bambine, che hanno denunciato, perché loro hanno creduto nello Stato; facendo la denuncia e recandosi dai Carabinieri, hanno creduto nello Stato. E quindi noi, proprio a quei genitori che ancora credono nello Stato, abbiamo dovuto dare queste risposte (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

E quindi, gli interventi: sono state messe a disposizione risorse, 12 milioni per il piano strategico dei grandi progetti dei beni culturali per la riqualificazione di infrastrutture culturali, con la ricostruzione del teatro Caivano Arte, dove verrà creato un polo della cultura ad uso teatrale, museale e bibliotecario. Ma si prevede anche la riqualificazione del centro sportivo ex Delphinia, simbolo del degrado, da abbattere ma anche punto di partenza per i giovani, dove potranno praticare sport, con regole, con l'aggregazione. Due centri che già esistevano e che vengono riqualificati, due centri abbandonati: questo è un segnale importante di ripartenza.

Ma vi è anche attenzione per la prevenzione, per fronteggiare il degrado, la vulnerabilità sociale, il disagio giovanile. E quindi per il comune di Caivano vengono finanziati, con 5 milioni, progetti finalizzati alla costruzione e rigenerazione di edifici e spazi da destinare ad attività educative e formative, progetti realizzati dalle istituzioni universitarie.

Quindi, infrastrutture, sport, cultura, istruzione, educazione, ma anche controlli e sicurezza, oltre agli interventi che sono ancora in atto da parte del Ministro Piantedosi con le Forze dell'ordine, risorse per Caivano, sistemi di videosorveglianza e la possibilità, per il comune, di assumere 15 unità di personale di Polizia locale, una rete territoriale antiviolenza che avrà ulteriori 10 milioni di stanziamento. Poi, un ulteriore intervento, grazie all'Agenzia italiana per la gioventù, l'accordo di programma del MUR, insomma un piano eccezionale. E voi state dicendo di no a tutti questi interventi (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)? Ma io resto basita: come si può dire di no a interventi che questa popolazione e questi cittadini aspettano da anni! Dal 2014, con la piccola Fortuna, e adesso queste piccole bambine! Adesso stiamo riportando cultura, istruzione, rigenerazione, e voi dite di no.

Dite di no a questo decreto, dove si parte da Caivano ma si affronta un problema ben più generalizzato, di cui si sta parlando da tempo, il problema della delinquenza, dell'emarginazione giovanile, e quindi la necessità di intervenire. Ma voi dite: non si interviene con la prevenzione. No, signori, forse non avete letto bene questo provvedimento. Si punta, con tante iniziative, a combattere e a contrastare la dispersione scolastica, che è un punto fondamentale ed essenziale al quale il nostro Ministro Valditara sta lavorando dall'inizio della legislatura.

Ma in questo provvedimento ci sono anche risorse e interventi importanti all'interno del piano Agenda Sud, oltre 3 milioni per il 2023 e 10 milioni per il 2024, per potenziare l'organico dei docenti in quelle zone disagiate dove la dispersione scolastica è ancora più elevata. Ma anche l'abolizione del limite numerico degli alunni per classe, il potenziamento degli asili nido e iniziative che voi definite repressive. Tra l'altro, io non vedo nulla di male a pensare a delle iniziative di repressione: quando qualcuno sbaglia, cosa volete fare, volete premiarlo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Io ritengo che quando qualcuno sbaglia, deve pagare. E allora, se un genitore non rispetta l'articolo del codice civile che prevede che si debba dare l'istruzione ai figli, quel genitore rischia oggi, grazie a questo provvedimento, fino a un anno di reclusione. Vogliamo combattere la dispersione scolastica e quindi, da un lato, agevoliamo le strutture sul territorio e incrementiamo il numero dei docenti, ma, dall'altro lato, andiamo anche a combattere contro quei genitori che non vogliono mandare i figli a scuola.

E sempre in tema di educazione e prevenzione, iniziative importanti nei confronti dei genitori vengono fatte anche laddove si arriva a togliere la potestà genitoriale a quei genitori i cui figli hanno subito condanne legate al terrorismo e alla mafia.

Ci sono, sì, norme anche nei confronti dei giovani, anche nei confronti di quelle baby-gang che non si limitano agli schiamazzi e vanno ben oltre. Nelle cronache delle nostre città sono note, ahimè, tante risse, dove spesso ci sono stati anche dei morti ad opera di queste baby-gang. E quindi perché non introdurre il Daspo o pene più severe anche per i minori di 18 anni? Noi riteniamo che sia essenziale intervenire sia con la prevenzione, sia con la repressione.

Ma mi consenta, Presidente - e chiudo - tanti miei colleghi hanno fatto delle citazioni, ne faccio una anch'io. Non sono solita farlo, ma oggi la faccio.

Questa citazione arriva da don Patriciello, il noto don di Caivano: “I topi si sentono stanati, dopo aver ballato per anni senza il gatto. La camorra ha capito che qualcosa di serio e di importante sta avvenendo”. Ecco, Presidente, la camorra ha capito, ma, ahimè, questa opposizione ancora no (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Biase. Ne ha facoltà.

MICHELA DI BIASE (PD-IDP). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, membri del Governo, i tragici fatti avvenuti a Caivano hanno scosso le nostre coscienze e quelle del Paese intero. Quello che è accaduto, la violenza che è stata perpetrata ai danni di queste due bambine di 10 e di 12 anni da un gruppo di ragazzi, la gran parte minori, ci ha lasciato sgomenti, ci ha lasciato senza parole. Un episodio, questo, che dovrebbe farci riflettere e farci sentire anche la responsabilità di rispondere al disagio sociale che emerge non solo a Caivano, ma in tante zone complesse del nostro Paese, con investimenti importanti sul tema dell'inclusione e dell'educazione.

Dobbiamo però constatare con amarezza che avete reagito, costruendo un decreto sbilanciato, che richiama alla sicurezza, al carcere, alla repressione, omettendo, colpevolmente, di formulare una proposta in termini di riabilitazione e reinserimento sociale. Soprattutto lo avete fatto, replicando, ancora una volta, lo schema che abbiamo visto troppe volte ormai in quest'Aula. Questo, infatti, è il quarantaseiesimo decreto-legge che voi presentate. Soffocate, quindi, il confronto parlamentare, utilizzate impropriamente lo strumento della decretazione d'urgenza, questa volta ancora più impropriamente, perché stiamo trattando una materia penale.

Rimane l'eco, lo sentiamo da lontano, delle vostre dichiarazioni quando, dai banchi dell'opposizione, rivendicavate la centralità del Parlamento. Vogliamo darvi la notizia che, invece, siete riusciti a mettere a segno il peggior record nella storia della nostra Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), l'annullamento del confronto democratico, complimenti, su un tema come questo. Ma entrerò subito nel vivo di questo provvedimento e proverò a spiegare quali sono le ragioni per cui il gruppo del Partito Democratico voterà contro.

Ciò che ci divide è l'impostazione che avete posto alla base di queste norme. Lo dirò, partendo dal titolo, qualche collega ci ha tenuto a rivendicarlo, forse siete voi che non lo avete letto con abbastanza attenzione: il contrasto alla povertà educativa, al disagio giovanile e alla criminalità giovanile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale. Ebbene, alla prova dei fatti, signor Presidente, qui non c'è nulla, non c'è nulla, se non il contrasto in parte alla criminalità giovanile, ma non c'è nulla né sul fronte della povertà educativa, né sul disagio.

Con questo decreto, avete aumentato a dismisura la possibilità di applicare ai minori le misure cautelari, compresa la custodia cautelare, e la loro durata. Avete rimosso, viene da chiedersi, o non la conoscete proprio la Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, che, all'articolo 40, dice di facilitare il reinserimento del minore nella società e fargli svolgere un ruolo costruttivo in seno a quest'ultima? Inoltre, ampliate, con l'articolo 5, ed entriamo proprio nel vivo, l'ambito soggettivo dell'avviso orale, includendovi, anche qui, i minori, ed estendete la misura dell'ammonimento ai minori di 14 anni.

Non si capisce quest'approccio punitivo nei confronti dei minori non imputabili. State minando le basi del sistema penale minorile, un sistema penale considerato un'eccellenza anche fuori dai confini nazionali, come, tra l'altro, ha avuto modo di ribadire nell'ultima relazione la Garante Garlatti.

All'articolo 6, avete esteso la possibilità, come dicevo, per i minori della custodia cautelare, senza tenere conto di quelle che saranno le conseguenze sul piano di capacità di accoglienza delle carceri.

Gli istituti penali minorili sono già al collasso rispetto alle presenze e voi, anche su questo tema, non rispondete. E poi fate la cosa più grave: minate il sistema della messa alla prova. Eppure, associazioni come Antigone ci dicono e fotografano una realtà che funziona, e voi la minate. Diciamolo con chiarezza: l'espansione dell'azione punitiva proposta dal decreto Caivano a scapito dell'approccio educativo si pone in contrasto con le basi culturali che hanno informato un modello, il sistema penale minorile, che ha dato prova di funzionare.

La vostra è una proposta irrazionale. Invece di puntare ancora con maggiore decisione nella direzione che si è dimostrata virtuosa, voi omologate gli strumenti penali destinati ai minori con quelli destinati agli adulti. Quando si aprono le porte di un carcere per un adolescente è lo Stato che ha fallito! Questo oggi dovremmo dire. C'è un aspetto poi che deve essere messo in luce. Le nuove norme contenute in questo decreto avranno una conseguenza diretta sui numeri delle carceri italiane. Noi, da mesi, chiediamo al Governo - non so più neanche quante interrogazioni abbiamo fatto, signor Presidente, su questo - di rispondere e di darci soluzioni concrete rispetto a questo tema.

Signor Presidente, allora vorrei dirlo con chiarezza: non è attraverso l'inasprimento delle pene, che non sono deterrenti a commettere nuovi reati, e neanche mettendo più ragazzi in carcere che affronterete il problema della violenza. Questa legge è totalmente priva, sia del concetto di riabilitazione, sia di quello del reinserimento, che sono i principi propri della nostra Carta costituzionale. Vale la pena rileggere la lezione di Papa Francesco, che ha usato parole molto chiare sul tema della giustizia minorile. Gli Stati devono astenersi dal castigare penalmente i bambini che ancora non hanno completato il loro sviluppo verso la maturità, e per tale motivo non possono essere imputabili.

Essi, invece, devono essere i destinatari di tutti i privilegi che lo Stato è in grado di offrire, tanto per quanto riguarda politiche di inclusione, quanto per pratiche orientate a far crescere in loro il rispetto per la vita e i diritti degli altri. Avete rivendicato in diverse occasioni - lo hanno fatto dapprima la Presidente del Consiglio e da ultimo, oggi, in quest'Aula, diversi esponenti della maggioranza -, che finalmente lo Stato certifica la sua presenza a Caivano. Lo dico testualmente, lo Stato ci mette la faccia.

Ma che volto ha il vostro Stato, quando colpevolmente bocciate tutti i nostri emendamenti? Quello che chiedeva risorse aggiuntive per la rigenerazione urbana delle tante periferie danneggiate che abbiamo nel nostro territorio italiano: bocciato. Quelli che chiedevano risorse congrue per un provvedimento di tale natura e portata: bocciati. Quello che chiedeva, di concerto con i servizi sociali, l'istituzione del servizio di assistenza psicologica: bocciato anche quello. Quello in cui abbiamo chiesto l'istituzione del fondo per il sostegno e lo sviluppo della comunità educante per colmare i fenomeni di vulnerabilità sociale: bocciato anche quello.

Quello in cui chiedevamo politiche e misure di coesione, di inclusione sociale. Presidente, noi avremmo voluto si cambiasse paradigma, che ci si fosse occupati delle possibilità formative, educative e sociali che sono precluse a questi ragazzi. Avremmo voluto che ad ispirare questo provvedimento fossero state figure come don Milani, come Marco Rossi-Doria, come don Sardelli, come Luigi Ferrajoli, come Cesare Moreno e Carla Melazzini. Concludo, signor Presidente, dichiarando il voto contrario del Partito Democratico.

È da un anno che, per inseguire la logica da campagna elettorale, rispondete con provvedimenti spot alle emergenze. Il decreto ONG, il decreto rave, Cutro e oggi Caivano la dicono lunga su come vi comportate.

In ognuna di queste leggi, per dirla con le parole del costituzionalista Staiano, alcuni capisaldi della civiltà giuridica in campo penale presenti in Costituzione sono stati spinti fuori, li avete spinti fuori dall'orizzonte (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Schiano di Visconti. Ne ha facoltà.

MICHELE SCHIANO DI VISCONTI (FDI). Signor Presidente, colleghe, colleghi, signor Sottosegretario, intervenire oggi su questo provvedimento in sede di dichiarazione di voto per me non è facile, è un'azione politica speciale perché mi coinvolge emotivamente. Mi piange il cuore, mi rattrista non poco sentir dire che la mia terra ha un disperato bisogno di una tutela speciale, di una legge di revisione sociale ad hoc. Infatti, è chiaro che questa norma nasce da lì, dal grido di aiuto che parte da lì, che lacera le sensibilità di tutti gli italiani ma che ha origine da lì. Vi assicuro che dover ascoltare da tutti voi, da tutti i media, dall'intera opinione pubblica che la terra che amo, il territorio a cui sono legato sentimentalmente ha un impellente bisogno di intervento correttivo dello Stato è interiormente complicato ma è la dura realtà e, come tale, va affrontata, con responsabilità e con una grande iniezione di pragmatismo e buonsenso. Per cui cercherò di mettere da parte l'emozione e proverò a gettare il cuore oltre l'ostacolo, perché so che oggi Caivano siamo tutti noi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e sono tutti coloro che credono fortemente nella legalità e nel progresso civile e sociale che, con questo testo di legge, stiamo perseguendo per Caivano e per tutti i comuni, tutte le periferie, tutte le zone dimenticate, come Caivano, che esistono in Italia. È con questo sentimento misto di speranza e di orgoglio nazionale per l'azione di supporto morale, legislativo ed economico che, insieme al Governo, stiamo fornendo a tutte le Caivano in difficoltà sparse in Italia che voglio raccontare in breve a tutti voi cosa è stata realmente Caivano in questi anni: un luogo non luogo, oserei dire. È una città di quasi 40.000 abitanti che non ha un ospedale, non ha una stazione ferroviaria, non ha un ufficio del giudice di pace, non ha un cinema né un teatro né un impianto sportivo né tante altre cose di cui necessita un'ordinaria cittadina in una Nazione civile nel 2023. Per non parlare delle problematiche connesse a una situazione ambientale dissestata da almeno trent'anni e di un susseguirsi di amministrazioni comunali sciolte per infiltrazioni camorristiche. Ebbene sì, questa è ora Caivano, questa è quella città devastata da anni di consigli e giunte comunali scellerati, da anni di abbandono etico e gestionale a cui è stata destinata.

Ma una domanda sorge a tutti, in maniera spontanea, signori deputati: da chi è stata ridotta in questo stato? Chi sono quei signori che ora si indignano e si lamentano per le condizioni di degrado di Caivano e delle tante realtà similari che esistono ma che non hanno fatto nulla per evitarle, per scongiurarle e per correggerle in tempo? La risposta è nei fatti. La regione Campania, tranne la parentesi Caldoro, ha avuto una sola e unica guida, in circa 25 anni, cioè il centrosinistra, prima con il sultanato di Bassolino e poi con quello di De Luca. Cosa hanno fatto questi signori per Caivano e per le tante Caivano che ci sono in provincia di Napoli (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Nulla, assolutamente nulla! Hanno lasciato un territorio intero in un totale stato di abbandono, abbandono, culturale, morale, scolastico, infrastrutturale, legale ed economico. Cari colleghi, sappiamo benissimo che, in un humus di questo tipo, i germi della camorra, dell'illegalità, della tentazione del denaro facile, della giungla violenta e senza regole e della prevaricazione incivile sulle fasce deboli attecchiscono molto in fretta e molto duramente. Il modello De Luca, tanto osannato da certa stampa, nella realtà dei fatti si è dimostrato fallimentare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Il tema della criminalità giovanile va affrontato senza fronzoli, in una duplice chiave di lettura: da una parte, il miglioramento del contesto sociale attraverso la diffusione del concetto positivo di legalità e, dall'altra, l'affermazione del principio della rieducazione alla cultura e al vivere civile, laddove è necessario.

Non voglio entrare nel merito del testo, in quanto già lo hanno fatto, con dovizia di particolari i miei colleghi, ma sono molto orgoglioso di alcune peculiarità. Sono stati previsti norme sulla vigilanza sull'obbligo di istruzione e sulla verifica dell'età per l'accesso ai siti vietati ai minori e, soprattutto, interventi a supporto delle istituzioni scolastiche del Mezzogiorno - la cosiddetta Agenda Sud - unitamente a misure per il rafforzamento del personale amministrativo e scolastico, per l'offerta formativa e per la creazione di nuovi asili nido per i bambini da 0 a 2 anni. Queste ultime costituiscono un passo in avanti per il contrasto alla delinquenza minorile e si inseriscono in un programma di più ampio respiro, come l'inasprimento delle sanzioni per i genitori che non mandano i figli a scuola, il Daspo urbano per i soggetti che meritano forme punitive adeguate, l'istituzione dell'Osservatorio sulle periferie e l'introduzione di misure per il rafforzamento e l'operatività dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale. Tutto questo parte da una vicenda tragica, insensata, abominevole che ha origine nel malessere socioeconomico e culturale di un'area che da oggi abbiamo il dovere, noi tutti, di non lasciare più indietro. Questo è l'impegno, la sfida di un Governo che ha deciso di intervenire, di non stare a guardare, come è stato fatto colpevolmente nel passato, e di non subire gli eventi perché, quando esiste un problema così evidente, per noi di questa maggioranza, si interviene con decisione, ancor più quando ci sono in gioco le vite umane e, in particolare, quelle dei minori.

Per affrontare le cose correttamente bisogna avere innanzitutto l'onestà intellettuale di analizzare chiaramente ciò che succede in determinate zone della Nazione e cosa serve per affrontarlo. Se in Italia c'è un aumento esponenziale della criminalità minorile e un aumento di delitti commessi dalle baby-gang e di crimini efferati commessi da giovanissimi per futili motivi è evidente che c'è la straordinaria necessità e urgenza di intervenire ed è altrettanto evidente che si è consumato un fallimento del modello educativo, pedagogico e culturale. È impensabile continuare ad affrontare vicende come quelle di Caivano e Palermo, e tante altre ancora, nella opacità legislativa generale e nella confusione generata dallo sfumare del confine tra il lecito e l'illecito, tra il consentito e il non consentito. Ci sono troppe colpe coscienti di chi è rimasto inerme di fronte ai morti, di chi si è girato dall'altra parte, di chi ha voltato le spalle ai ragazzi violentati, terrorizzati e bullizzati (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). È per questo motivo che bisogna essere grati al Governo e al Presidente Meloni, perché per la prima volta, dopo tanto tempo, ha ribadito un concetto semplice quanto eloquente: per governare bisogna fare delle scelte, bisogna assumersi la responsabilità di guidare i processi di sviluppo e di progresso civile di una Nazione, guardando la realtà per quella che è e affrontandola con le misure adeguate e con le norme adatte a risolvere i problemi esistenti.

In Italia non si è abituati a Governi che intervengono celermente per risolvere situazioni di stallo, di inerzia, di incapacità amministrativa: questa si chiama efficienza. Le opposizioni devono farsene una ragione. Tale è lo stile di questo Governo: bisogna smettere di opporre una critica strumentale dietro la quale si nasconde la propria incapacità di operare. Giorgia Meloni è scesa in campo personalmente e, infatti, come dice don Patriciello, grazie a Giorgia Meloni, finalmente, a Caivano esiste lo Stato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), non le minacce e le intimidazioni della criminalità. Affermando la forza e l'autorevolezza delle istituzioni, ha fatto sentire ai cittadini e agli uomini delle Forze dell'ordine che non sono più soli e che questa maggioranza è con loro. Finalmente è apparso lo Stato coraggioso, quello che mette la faccia nelle cose che sembrano difficili da risolvere, assumendone ogni responsabilità e, soprattutto, stabilendo che in Italia non possono esistere zone franche dove imperversano violenza, delinquenza e omertà. Questa è la ratio dominante del provvedimento che è intervenuto a 360 gradi, non solo per affermare la fermezza dello Stato contro la criminalità, l'illegalità e la droga e a favore di una bonifica radicale del territorio, ma soprattutto per fornire i servizi attesi da tempo dai cittadini, puntando su sport, scuola, formazione e lavoro, lanciando la sfida contro la cultura della criminalità e della morte veicolata attraverso i media e i social che propongono messaggi distorti ed emulativi del crimine, della malavita e dello sballo.

Con questo provvedimento si realizzano un modello e un prototipo normativo e operativo da replicare in altre zone d'Italia.

Ma non posso fare a meno di ribadire che, in particolare, questa azione legislativa innovativa ha origine e viene attivata in una regione governata da chi non solo è rimasto inerte di fronte a questo scempio, ma l'ha relegata agli ultimi posti per l'utilizzo di fondi europei per la sanità, i trasporti e le infrastrutture. Una regione che ha tra i peggiori indici di disoccupazione, qualità della vita e criminalità ed è proprio lì che questo Governo sta trasformando un monumento al degrado in un modello per la riqualificazione delle periferie degradate italiane. È già stato presentato il progetto del centro polifunzionale sportivo di Caivano, che sarà l'emblema, un centro innovativo, anche da un punto di vista ambientale: sarà alimentato totalmente da pannelli solari, che forniranno energia anche ai cittadini.

Attraverso queste azioni, che parlano di una straordinaria visione politica di questo Governo, si afferma, dunque, concretamente un modello di rigenerazione urbana, che è, innanzitutto, una rigenerazione umana. Dietro il volto del Presidente del Consiglio c'è quello di ogni singolo parlamentare di questa maggioranza a sostegno di un luogo difficile, di una parte difficile dell'Italia, che, a specchio, rappresenta tantissime altre parti difficili. Caivano non è un'isola, Caivano è un punto di collegamento dei tanti problemi da risolvere in giro per l'Italia. Sarà il luogo da cui partiranno idealmente tanti ponti culturali verso le altre periferie urbane degradate e dimenticate. Noi faremo la nostra parte, abbiamo continuato a farla e la faremo nell'interesse di Caivano, delle tante Caivano e, soprattutto, dell'intera Nazione. Certo, non passerà alla storia come la frase di John Fitzgerald Kennedy, che disse: “Io sono un berlinese!”. Certo, non passerà alla storia, ma è bello dire che noi “siamo tutti caivanesi” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! È con questo auspicio, ma anche con la forza dell'orgoglio di appartenere a quella terra che, a nome dell'intero gruppo di Fratelli d'Italia, esprimo il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Colleghi, vedo che c'è assembramento in Aula e ciò è molto positivo. Vi ricordo però che, in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, è stato convenuto che la votazione finale avverrà alle ore 17,45, quindi dovremo aspettare questo orario per la votazione finale.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, signor Presidente. Signor Presidente, da un'agenzia apprendiamo che il Ministro Ciriani ha dichiarato che l'accordo con l'Albania non passerà per le Camere: “C'è già - “dice” - un accordo internazionale che regola la materia. Questo è un trattato di collaborazione rafforzata tra Italia e Albania in tema di immigrazione che è già previsto dagli accordi internazionali precedenti sottoscritti dai due Paesi (…). Si tratta di un accordo di collaborazione rafforzata già sottoscritto e ratificato negli anni passati, quindi” - conclude il Ministro - “il passaggio alle Camere non serve”.

Orbene, io vorrei rimarcare la delicatezza di questo Protocollo, che è un trattato internazionale, che riguarda il diritto di asilo, la giurisdizione e la tutela dei diritti dei richiedenti asilo, pone problemi di compatibilità con il diritto dell'Unione europea e, addirittura, per quello che leggiamo, un tema di extraterritorialità e pone un problema di costi e di conti per l'Italia. Devo anche ricordare, signor Presidente, che la Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati siglata nel 1969, all'articolo 14, e, poi, le successive del 1978 e del 1986 prevedono che i trattati internazionali siano oggetto di ratifica e che, prima che intervenga la ratifica, questi accordi e questi trattati non abbiano efficacia alcuna, demandando alle Costituzioni dei singoli Paesi aderenti le determinazioni delle modalità e delle procedure della ratifica stessa. Orbene, l'articolo 87, ottavo comma, della nostra Costituzione dispone che i trattati internazionali siano oggetto di ratifica - previa, quando occorra, autorizzazione delle Camere - data dal Presidente della Repubblica con un proprio autonomo provvedimento.

L'articolo 80 della Costituzione, in particolare, prevede che sia necessaria la ratifica laddove il trattato internazionale importi variazioni del territorio - e qui c'è un tema di extraterritorialità che dobbiamo ancora capire - ma, soprattutto, comporti oneri alle finanze, e qui sembrerebbe che ci sia un allegato con i costi a carico dell'Italia. Sappiamo che si parla di milioni di euro erogati all'Albania, che si tratta di assunzioni di costi per la realizzazione di questi centri a carico dell'Italia e, addirittura, si ipotizza che ci sia il vincolo di una somma di 100 milioni a garanzia dell'adempimento, da parte dell'Italia, delle obbligazioni pecuniarie che derivano dall'Accordo stesso. L'articolo 80 della Costituzione richiede la ratifica e, quindi, il procedimento del passaggio dalle Camere - oltre alla ratifica del Presidente della Repubblica - per trattati che abbiano questi oggetti, tra i quali si annoverano anche le modificazioni delle leggi. Qui sicuramente si sta modificando un assetto…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Mi scusi, onorevole Alfonso Colucci. Colleghi, per cortesia! Prego, onorevole Colucci.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. I colleghi non sono interessati agli aspetti relativi al rispetto della Costituzione, loro pensano, naturalmente che la Costituzione possa essere stravolta a loro piacimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

PRESIDENTE. Onorevole Colucci, la prego.

ALFONSO COLUCCI (M5S). …ma, purtroppo, noi abbiamo ancora le convenzioni internazionali e la Convenzione di Vienna, abbiamo la Costituzione italiana, con l'articolo 80 che stavo riferendo, e abbiamo un ordinamento giuridico europeo che non vi consente mano libera. Pertanto, signor Presidente, noi chiediamo un'informativa urgente da parte del Ministro per i Rapporti con il Parlamento affinché ci riferisca su queste sue gravi dichiarazioni, ritenendo che il Trattato debba essere approvato dalle Camere e oggetto di un provvedimento del Presidente della Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Prendo atto della sua richiesta che, ovviamente, la Presidenza girerà al Ministro per i rapporti con il Parlamento. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rossello. Su cosa?

CRISTINA ROSSELLO (FI-PPE). Sull'ordine dei lavori, Presidente.

PRESIDENTE. Se è un intervento sull'ordine dei lavori, c'è prima l'onorevole Fratoianni, che si era già prenotato da prima. Prego, onorevole Fratoianni.

NICOLA FRATOIANNI (AVS). Grazie, signor Presidente. L'intervento dell'onorevole Colucci, che sottoscrivo, mi consente di essere molto sintetico. Troviamo anche noi molto gravi le affermazioni del Ministro per i Rapporti con il Parlamento, innanzitutto sul piano sostanziale. Passi che questo Governo abbia polverizzato alla velocità della luce ogni record nel ricorso al voto di fiducia e alla decretazione d'urgenza; passi che, di fronte a questo dato di realtà, questo Governo e questa maggioranza non trovino di meglio che avanzare una proposta di controriforma della Costituzione per cui - pensate che ideona -, con un Parlamento svuotato sempre più di ogni funzione, si propone la cruciale questione di dare ancora più poteri all'Esecutivo e, in particolare, al Presidente del Consiglio. Quello che, però, non può passare è che, dopo aver assistito all'imbarazzante performance di una Presidente del Consiglio, che viene in quest'Aula a riferire sul Consiglio europeo occupando i tre quarti del suo intervento a parlare, con i soliti slogan, della questione immigrazione, dimenticando di avvertire il Parlamento dell'Accordo storico siglato con le autorità albanesi - a quanto si apprende da fonti di stampa, perché nessuno si è degnato di dirci nulla - diversi mesi prima della sua ultima comunicazione, dopo tutto questo, dopo che i parlamentari della Repubblica sono stati costretti a rintracciare il testo di questo imbarazzante Accordo, anche nel merito e nel suo contenuto, per vie traverse, il Ministro per i Rapporti con il Parlamento dichiari bellamente che non è questione di cui preoccuparsi, tanto quel testo non passerà dal Parlamento, non sarà oggetto di un voto, né di una discussione parlamentare. Io, noi troviamo questo del tutto inaccettabile, prima che in punta di diritto, in punta di sostanza politica. Il Parlamento della Repubblica non può essere trattato in questo modo e, anche se avete la maggioranza - e non c'è dubbio che l'abbiate -, non potete pensare che questo vi consenta di avere questo atteggiamento nei confronti del Parlamento della Repubblica (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Rossello. Ne ha facoltà.

CRISTINA ROSSELLO (FI-PPE). Signor Presidente, sull'ordine dei lavori mi richiamo un attimo all'intervento dell'onorevole Colucci, visto che si è espresso nei confronti di tutti. Vorrei precisare una cosa. Non è accettabile, regolarmente, l'insulto anche in richiamo a un'ignoranza che non c'è in questa sede, perché quando si parla di Costituzione si parla del testo fondamentale della Repubblica italiana. Noi abbiamo giurato, noi siamo responsabili al riguardo. Quindi, è inaccettabile questo comportamento, non dico soltanto a livello personale, ma penso che ognuno di noi debba indignarsi nei confronti di questa persona (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE Fratelli). Voglio anche insistere, perché quando prendiamo un manuale di diritto parlamentare, quando si parla di politici, c'è sempre una definizione e si dice nell'accezione comune sempre con disprezzo nei confronti dei politici. Ora non so quante persone, in questa sede, meritino di essere disprezzate, perché vedo tanti colleghi sempre qui a disposizione, che cercano di capire i testi, chi più chi meno con la propria materia, e di fare del proprio meglio. Non credo che ci sia un asino patentato qua che si permette di fare queste cose (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Fratelli d'Italia).

Allora, per cortesia, incominciamo per una volta a renderci conto del valore che abbiamo. Impediamo, almeno in quest'Aula, sempre che ci siano a titolo personale delle offese, perché io non lo accetto. Se fossimo nel privato, saprei come agire, con una bella azione legale. Non lo faccio qua, ma il collega deve fare molta attenzione, quando generalizza, perché, quando generalizza a una massa indeterminata, si macchia di un comportamento che è perseguibile (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Sempre sull'ordine dei lavori, ha chiesto di parlare l'onorevole Amendola. Prego, ne ha facoltà.

VINCENZO AMENDOLA (PD-IDP). Signor Presidente, a nome del gruppo del Partito Democratico anche noi ci associamo a questa riflessione e a questa richiesta avanzata dall'onorevole Colucci - che adesso pensa ad altro - e all'onorevole Fratoianni. Lo dico col massimo rispetto, perché, dinanzi a un atto politico che è stato descritto come un metodo rivoluzionario, è evidente che questo Parlamento ha il diritto, uno, di conoscere il testo, perché il testo ancora ufficialmente non l'ho visto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! L'ho visto su un sito albanese, non l'ho visto sul sito italiano. Vorrei discutere del metodo rivoluzionario che si è costruito. Due, attenzione. L'onorevole Colucci dice che è un trattato. Io non lo so se è un trattato o un memorandum, scusate se faccio il leguleo, ma sono due cose differenti. Un trattato va ratificato; un memorandum va discusso. Ma attenzione ancora. Se fosse solo un memorandum - lo dico anche col massimo rispetto al Ministro Ciriani che dovrebbe fare più attenzione - all'articolo 4, punto 3 di questo memorandum c'è scritto (penso che alcuni di voi l'hanno letto) che l'Italia costruirà in Albania, sul territorio albanese, alcuni compound per cinque anni rinnovabili, dove ci sarà del personale italiano con polizia, funzionari, burocrati. Attenzione, non è un memorandum che abbiamo mai fatto in passato, perché significa inviare personale italiano - e qui mi riferisco anche al decreto missioni, che è quello che istruisce queste pratiche - per un tot di anni, con tutte le garanzie costituzionali che i funzionari hanno quando sono all'estero. Quindi, non si può derubricare questa discussione a un atto politico di amicizia. E' una scelta e noi vorremmo valutare nel merito se è una scelta utile per il Paese, se è una scelta all'altezza dei fabbisogni e delle capacità del nostro sistema politico. Vorremmo parlare anche con il Ministro degli Interni per sapere che cosa ne pensa e con il Ministro degli Affari esteri, perché, da quanto ho memoria, ogni trattato, ogni memorandum lo fa la Farnesina, non lo fa a Palazzo Chigi, ma questi sono fatti del Governo che noi rispettiamo.

Ora con molto rispetto, rispettiamo il Parlamento. Quando si firma un atto del genere, quando si lancia, come un metodo rivoluzionario, in primo luogo, fateci vedere il testo, poi, discutiamo del merito del testo. Infatti, visti quegli articoli che abbiamo letto così, sottobanco, veicolati dalle agenzie - forse il ministro Ciriani ce li ha, quindi, parla a titolo non so di quale prospetto - non stiamo parlando di un atto bilaterale, ma stiamo parlando di un atto che impegna la burocrazia italiana, le Forze dell'ordine, la nostra normativa su un territorio che non è quello italiano. Quando si fanno queste cose, signori, non solo si rispetta il Parlamento, si rispetta anche una modalità di scelta, di fare politica, che onestamente vorremmo contrastare, nel merito, ma su cui il Parlamento non è un dettaglio. E' la sede su cui si discute ogni atto di un Paese sovrano che sceglie quello che fa (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

Per queste ragioni, ci associamo per il massimo rispetto del Parlamento e diciamo che forse anche le forze della maggioranza dovrebbero fare questa richiesta, come una richiesta loro (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori il presidente Foti. Prego, onorevole Foti.

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, già chi mi ha preceduto a un'osservazione che ci richiamava al rispetto della Costituzione ha avuto il pregio di distinguere tra trattato e memorandum. Mi permetto di aggiungere un'ulteriore distinzione. Gli accordi in forma semplificata, che sono previsti, la cui sottoscrizione, come noto, non porta ad alcun tipo di ratifica e per la quale vicenda sono deputati alla sottoscrizione il Presidente del Consiglio o il Presidente della Repubblica o il Ministro degli esteri o addirittura, se delegati, i ministri plenipotenziari. Quindi, come si vede, la gamma è molto più ampia. Poi non voglio ricordare a me stesso, perché non ero in quella legislatura partecipe dei lavori della Camera, ma mi risulta anche che vi sia stato in passato un memorandum del Governo Gentiloni riguardante la Libia e non mi ricordo che quel memorandum - mi pare fosse del 2017 - sia stato attenzionato da questo Parlamento.

VINCENZO AMENDOLA (PD-IDP). Dalle Commissioni!

TOMMASO FOTI (FDI). Dopodiché per quanto riguarda… stiamo parlando di votazioni e di ratifiche, non di comunicazioni, che è una cosa diversa! La differenza tra comunicazioni e ratifica è una cosa diversa e sostanziale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista )!

Allora, mi permetto di dire sul piano politico e squisitamente politico che valuterà la Presidenza della Camera, in relazione alle obiezioni di natura politica che sono state formulate, come rapportarsi col Governo.

Ma vede, Presidente, dire che con un procedimento di natura eversiva il Presidente del Consiglio avrebbe sottoscritto un trattato, che non è trattato, e non l'avrebbe sottoposto alla ratifica del Parlamento, vorrei solo far presente, a proposito di trattati, che quello del MES, sottoscritto dal Governo Conte, non è mai stato ratificato dal governo Conte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Colleghi, preso atto delle posizioni espresse, ovviamente, sarà poi la Presidenza della Camera e il Governo per parte sua a decidere come procedere.

A questo punto, siccome abbiamo raggiunto l'orario fissato, andiamo avanti con il voto.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 1517.

(Votazione finale e approvazione - A.C. 1517​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1517: S. 878 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 15 settembre 2023, n. 123, recante misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 19) (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI (ore 17,48)

Commemorazione di Luigi Berlinguer.

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lei, l'intera Assemblea). Colleghe, colleghi, mercoledì scorso, 1° novembre, ci ha lasciato, a 91 anni, Luigi Berlinguer. Era nato a Sassari il 25 luglio 1932. Con lui scompare una figura di assoluto prestigio del mondo accademico e della politica italiana, a cavallo tra la seconda metà del secolo scorso e gli inizi di questo. Passione civile costante e impegno costante sono state caratteristiche stabili della sua lunga vita pubblica. Giurista e docente, è stato rettore dell'università di Siena dal 1985 al 1993, deputato, senatore e, infine, parlamentare europeo, dal 2009 al 2014. Una vita trascorsa nella militanza e nell'impegno nella sinistra italiana, dal Partito comunista al PD. È stato Ministro della Pubblica istruzione dal 1996 al 2000 nel primo Governo Prodi, dove ha ricoperto ad interim anche l'incarico dell'Università e della ricerca, e in quelli guidati da Massimo D'Alema.

Conoscenza, passione civile, scuola: sono questi i tre pilastri del lascito di Luigi Berlinguer. L'istruzione come principale strumento di libertà e giustizia, diritto fondamentale da garantire a tutti in una società che si vuole definire realmente democratica. Titolare della pubblica istruzione negli anni che chiudevano il Novecento, gli anni in cui in Europa si approvava la strategia di Lisbona, si è molto adoperato perché i principi cardine della società della conoscenza trovassero sempre più corrispondenza nella realtà dell'organizzazione scolastica italiana: una scuola che funziona, cioè che raggiunge tutti, che valorizza le differenze nei talenti senza essere mai classista, che diffonde conoscenza e strumenti per apprendere, che vive la contemporaneità senza paure e resistenze, che sa motivare ed entusiasmare insegnanti e studenti, che non teme la sfida dell'innovazione. Ecco la scuola che rende un Paese più forte e saldo e soprattutto che riesce a garantire libertà e giustizia. Non possono esserci pienamente né l'una né l'altra se l'istruzione si ferma a chi ce la fa e rinuncia ad andare a cercare quei ragazzi e quei giovani che per ragioni sociali, economiche e di contesto si allontanano dall'istruzione. Una stagione importante di riforme nel nostro sistema scolastico è legata al suo nome e Luigi si è speso molto anche per lo sviluppo della ricerca. Di lui ricorderemo sempre il monito ad agire affinché il diritto all'istruzione, condizione inaggirabile per parlare legittimamente di giustizia sociale, sia un obiettivo prioritario da perseguire costantemente, con tenacia, senza mai demordere o rassegnarsi, perché senza una scuola buona, cioè giusta, non può esserci una società buona, cioè giusta. Chi tra di noi ha avuto la fortuna di conoscerlo e di incontrarlo non può non conservare il ricordo di una persona gentile, curiosa, appassionata, di grande cultura e altrettanta preparazione. Ai suoi familiari, in particolare ai suoi figli che sono in questo momento in tribuna, ai suoi cari e ai suoi amici le condoglianze della Camera dei deputati. Invito l'Aula a osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Applausi). Ha chiesto di parlare la deputata Manzi. Ne ha facoltà.

IRENE MANZI (PD-IDP). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, Una scuola di qualità per tutti e per ciascuno. Con queste parole, prese a prestito dal titolo di uno dei suoi libri, voglio ricordare Luigi Berlinguer, scomparso lo scorso 1° novembre a 91 anni. Come è stato ricordato, docente universitario, rettore dell'università di Siena, amministratore locale, parlamentare nazionale ed europeo, Ministro dell'Istruzione e dell'università, Luigi Berlinguer è stato una personalità appassionata e impegnata, che ha fatto della centralità dell'istruzione all'interno della società uno dei tratti distintivi della sua lunga vita personale e politica. “Aveva un'autentica passione per la scuola pubblica”, ci ricordava pochi giorni fa Romano Prodi. Penso alla riforma per il riordino dei cicli scolastici, penso all'innalzamento dell'obbligo scolastico e dell'obbligo formativo, in linea, tra l'altro, con i sistemi educativi europei, all'autonomia scolastica, alla parità scolastica, alla valorizzazione della musica e delle arti come strumento straordinario di apprendimento e benessere per gli studenti e le studentesse, per un'istruzione che fosse realmente aperta a tutti, come recita l'articolo 34 della Costituzione.

Luigi Berlinguer era convinto di una cosa: che la società della conoscenza per potersi realmente realizzare deve saper sviluppare e diffondere una preparazione sempre più innovativa, passando, come ci ricordava, dal principio giusto dell'istruzione per tutti a quello dell'istruzione su misura e per ognuno, perché non basta più garantire la facoltà di accedere alla scuola se essa è organizzata in modo tale da continuare a riprodurre al suo interno marginalizzazione. Allora, Luigi Berlinguer ci ricordava che occorre mettere in campo un'istruzione di qualità, capace di stimolare la creatività e il ragionamento, capace di alimentare emozione e pensiero e di esprimere una capacità di interpretazione del reale e della sua complessità ora più che mai.

Autentico e sincero innovatore, Luigi è stato capace, con la passione, con la forza delle idee messe in campo negli anni e con quell'umanesimo che lo ha caratterizzato nell'agire quotidiano, di costruire, come un vero direttore d'orchestra, lui che tanto amava la musica, una rete di relazioni e di comunità in tante parti del Paese, alle quali lui si è sempre donato con autentica generosità e con sincera pedagogia politica. Un maestro vero in un'epoca in cui si abusa spesso di questo termine, nel senso pieno dell'educare con la straordinaria curiosità di conoscere e di aprirsi agli altri, portando avanti una qualità fondamentale per l'agire politico, cioè la sincera capacità di confrontarsi con generazioni differenti da pari a pari, senza paternalismo, con la reale volontà di aprirsi al pensiero altrui con passione e generosità, ascoltando, dibattendo, mantenendo uno spirito aperto al confronto, entusiasta e curioso verso gli altri.

“Quando pianti per un anno, pianta grano. Quando pianti per un decennio, pianta alberi. Quando pianti per la vita, coltiva ed educa le persone” recita un proverbio cinese. Questo è stato il convincimento più forte e profondo che ha guidato Luigi Berlinguer nel suo agire dentro e fuori le istituzioni, mantenendo sempre quello spirito aperto e umano.

Uno dei suoi ultimi libri s'intitola proprio Apprendere, comprendere, amare. Quei tre verbi rappresentano fino in fondo il suo modo di intendere e progettare la scuola, con passione, lucidità ed entusiasmo, uscendo dal modello semplicemente trasmissivo del sapere e spostando invece l'asse sul saper fare, sullo sperimentare, sullo scoprire il proprio talento, introiettare l'oggetto del proprio studio e farlo proprio, con passione e con lucidità, con l'entusiasmo e con la volontà di non smettere mai di costruire un progetto scolastico pensato per formare cittadine e cittadini consapevoli.

Tante sarebbero le parole con cui ricordare Luigi, lo faremo e sarà uno degli obiettivi da portare avanti nei prossimi mesi. In questo momento, a nome del gruppo del Partito Democratico, voglio esprimere il cordoglio alla famiglia e anche a tutta quella comunità che lui era stato in grado di costruire in tante parti d'Italia e che in questi giorni si è riunita nel ricordo del suo agire. E lo faccio convinta di una cosa, che adesso, davvero, tocca a tutti noi raccogliere la scommessa di quella visione viva ed attuale, oggi più che mai (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Amorese. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO AMORESE (FDI). Grazie, Presidente. Pensando ai figli presenti mi è venuto in mente quando da Ministro riceveva - e non era scontato - le nostre rappresentanze studentesche, le rappresentante studentesche della destra italiana: eravamo nel 1996, 1997 e 1998, siamo arrivati agli anni Duemila; non era scontato e non ci trattava come avversari. Ci trattava - l'onorevole Manzi poco fa ha descritto il suo approccio - da generazione a generazione, ci trattava evidentemente da avversari, ma con un'attenzione seria, non di circostanza. Questo lo ricordo e lo ricordano le persone che erano con me in quei giorni, a margine magari di cortei, a margine anche di occupazioni, a margine delle classiche e liturgiche proteste studentesche davanti a un Ministro che provava a fare una riforma, provava a lasciare una traccia nella scuola italiana.

Mi sono stampato lo stralcio di un'intervista molto interessante che Luigi Berlinguer fece a La Stampa nel 2008, durante uno dei Governi Berlusconi, quando c'era un altro Ministro, il Ministro Gelmini, che provava, anch'essa, a portare avanti una riforma. Berlinguer smorza qualsiasi tentativo dell'intervistatore di alimentare polemiche, riconoscendo che chiunque abbia cercato di introdurre delle novità nel mondo dell'istruzione si è trovato di fronte alla contestazione. Questo lo sappiamo. Disse: “non si può fare una riforma che viene comunque contestata (…) perché qui da noi l'ideologia ha sempre prevalso sui contenuti educativi”. Inoltre, per Berlinguer la scuola è stata per decenni campo privilegiato di controversie ideologiche che diventavano delle linee del Piave invalicabili, mentre quello che dovrebbe fare la scuola - cito - è domandarsi quali siano i saperi e i contenuti fondamentali e a questa istanza dare risposta. Condividiamo, condividevamo allora e condividiamo adesso.

Ricordo una certa sua vicinanza, anche da firmatario, a un appello che fece Giorgia Meloni quando il Secolo d'Italia ha attraversato uno dei tanti momenti di crisi; firmò un appello di solidarietà concreta al Secolo d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e queste cose, da destra, non ce le scordiamo.

Ha fatto benissimo il collega che è a fianco a me, l'onorevole Michelotti, a Siena, a visitare la camera ardente di Luigi Berlinguer; ha fatto bene da avversario, evidentemente, da avversario leale, perché a Siena Berlinguer ha lasciato tanto: è stato rettore per un decennio, è stato il fondatore del dipartimento di studi politici e di storia politico-giuridica che tuttora dice la sua a livello didattico, a livello universitario e a livello di ateneo. È una realtà universitaria importante, quella di Siena, dove Berlinguer ha lasciato molto. Ha fatto benissimo l'onorevole Michelotti a portare per primo il saluto di Fratelli d'Italia, e noi ci uniamo alla camera ardente, come mi viene spontaneo ricordare Giorgio Almirante che va alla camera ardente del cugino, Enrico Berlinguer, nel 1984 a Botteghe Oscure.

Quindi, non posso non ricordare la militanza giovanile; nessuno per adesso lo ha fatto ed è, secondo me, importante, perché chi parte facendo il militante, poi il dirigente organico di un'organizzazione giovanile e di un partito, ha poi un percorso molto più importante, molto più interessante nella politica. Berlinguer lo ha fatto evidentemente nella FGCI, prima, in Sardegna e, poi, a livello nazionale. Ci sarebbero evidentemente tante altre cose da dire, da Ministro sia della pubblica istruzione sia dell'università; noi lo ricordiamo come facciamo con gli avversari seri, schietti, di grande cultura e Fratelli d'Italia si unisce anche al ricordo e al cordoglio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sasso. Ne ha facoltà.

ROSSANO SASSO (LEGA). Presidente, con la scomparsa di Luigi Berlinguer perdiamo il padre di una delle riforme più importanti della scuola italiana, quella dell'autonomia scolastica. Negli anni in cui Berlinguer fu Ministro, il Dicastero di viale Trastevere conobbe indubbiamente un periodo ricco di fermento e di novità, sia per gli insegnanti sia per gli studenti: dall'introduzione dell'organico aggiuntivo alla nascita del POF, questo strano acronimo che oggi significa Piano dell'offerta formativa, dalla riforma dei cicli scolastici allo statuto delle studentesse e degli studenti, provvedimenti che all'epoca furono apprezzati in maniera trasversale.

In tutta sincerità, un po' meno apprezzata all'epoca fu la riforma universitaria del tre più due; depositata dal Ministro Zecchino, ma pensata anche dal Ministro Luigi Berlinguer, fu contestata dagli studenti universitari dell'epoca e io ero tra quelli, ma riconosco nelle parole del collega Amorese la disponibilità sempre al dialogo e all'ascolto di quelli che erano a tutti gli effetti degli avversari politici, anche se con qualche anno in meno.

Presidente, il nome di Luigi Berlinguer è legato indissolubilmente, nel nostro Paese, all'attuazione di un principio che lui stesso elevò al rango costituzionale, il principio della libertà educativa. Il nome di Luigi Berlinguer, infatti, sarà legato per sempre a una legge, la n. 62 del 2000. Luigi Berlinguer, da Ministro, capì per primo, a sinistra, uomo di sinistra post comunista, militante della FGCI, che era necessario aprire il sistema nazionale pubblico dell'istruzione anche alle scuole paritarie, che all'epoca erano viste come il diavolo. Ancora oggi c'è chi critica quella scelta. Io invece devo rendere onore al merito di un uomo di sinistra coraggioso che, appunto, ha riconosciuto nella libertà di scelta educativa un principio costituzionale; un uomo coraggioso, un esponente di spicco del mondo accademico italiano, un grande appassionato di scuola, per il quale va il nostro, il mio personale e quello del gruppo Lega-Salvini Premier, più sincero sentimento alla famiglia, alla comunità accademica e alla comunità politica, appunto, vicina a Luigi Berlinguer (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Orrico. Ne ha facoltà.

ANNA LAURA ORRICO (M5S). Signora Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, oggi ricordiamo la figura di una grande personalità dell'università, della cultura e della politica italiana. Già Ministro dell'Istruzione, deputato e senatore, europarlamentare, docente universitario e storico del diritto, Luigi Berlinguer ha lasciato un segno distintivo profondo nella storia della scuola del nostro Paese.

Dotato, non solo, di una notevole statura intellettuale, ma anche di un caratteristico tratto umano che declinava nella profonda passione che lo legava ai temi della formazione cui ha dedicato la propria vita, ha operato in tutti i prestigiosi incarichi ricoperti sempre guidato da una risoluta dirittura morale ed orientato dalla stella polare della nostra Carta costituzionale.

Certamente animato da uno spirito innovatore e indirizzato verso il mondo della formazione italiana, fu interprete di un deciso fermento negli anni in cui, da Ministro, intese agire nel solco delle riforme, aperto al confronto come alle critiche, eppure convinto dei provvedimenti da lui promossi e difesi, come la legge sulla parità scolastica, che non lo hanno mai indotto a sottrarsi alle disamine e alle discussioni.

Particolarmente sviluppata la sensibilità pedagogica mostrata da Luigi Berlinguer nei confronti della musica, che lo ha portato a lavorare intensamente per la valorizzazione delle attività musicali, come l'apertura dei corsi ad indirizzo musicale nelle scuole di primo grado e dei licei musicali e coreutici, certo com'era che questa potesse e dovesse essere un importante veicolo educativo per gli studenti delle giovani generazioni. Sintomo dell'inossidabile vincolo con la dimensione delle tematiche connesse all'educazione, anche avanti nell'età ed allontanatosi dalla vita politica attiva, non ha mai smesso di occuparsi di questioni attinenti la formazione. Lascia agli italiani e alle istituzioni, nelle quali per molti anni ha militato con diligenza e impegno, un'eredità di molto valore, ovvero un senso profondo di difesa dell'inestimabile patrimonio della nostra cultura e della necessità di adattarla ai tempi che inesorabilmente cambiano, per preservarla e rilanciarla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pittalis. Ne ha facoltà.

PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Grazie, Presidente. Pochi giorni fa, il 1° novembre, purtroppo è scomparso Luigi Berlinguer, un uomo politico, ma, ancor prima, un intellettuale sardo, che proprio in Sardegna si è formato culturalmente, professionalmente e politicamente.

Se si scorre il suo curriculum politico, emerge, anche per motivi anagrafici, una foto di altri tempi. Tempi nei quali i grandi partiti di massa di quella che è stata la Prima Repubblica erano delle palestre, delle scuole di politica e di vita. E la formazione politica di Luigi Berlinguer è stata altrettanto solida di quella intellettuale. Consigliere comunale a Sennori, paese della provincia di Sassari, nella metà degli anni Cinquanta, poi sindaco di quello stesso comune e successivamente consigliere provinciale, quindi, membro della direzione nazionale del Partito Comunista Italiano, e poi l'elezione a deputato e senatore. I più giovani ricordano sicuramente di aver sentito il nome di Luigi Berlinguer nel corso degli anni Duemila, ma il suo primo ingresso in Parlamento avviene nella IV legislatura repubblicana, nel lontano 1963.

Ed è questa la caratteristica che mi ha colpito nella vita di Luigi Berlinguer, cioè quella che lo vede, dopo la prima esperienza parlamentare, dedicarsi alla vita professionale per quasi trent'anni come giurista e come docente universitario: un periodo nel quale non viene certamente meno la passione e l'impegno politico all'interno di quello che è stato sempre il suo partito, il Partito Comunista Italiano, anche nelle successive tappe, che hanno portato prima al PDS, poi ai DS e poi al Partito Democratico.

Voglio ricordare un piccolo episodio che riguarda Luigi Berlinguer, un frammento di pochi secondi, che, nella notte del 21 aprile 1996, andò in diretta TV: quando dalle urne emerge la certezza che il centrosinistra ha vinto le elezioni politiche, le telecamere presenti nel comitato elettorale, credo dell'allora PDS, riprendono scene di gioia di dirigenti che si abbracciano e gioiscono, e in quel momento si sente nitidamente l'inconfondibile timbro di voce di Luigi Berlinguer, che, commosso, ripete due volte: sono 50 anni che aspettavamo. Quelle parole e quel tono commosso di Berlinguer, a mio personale avviso, rendono bene la cifra della grande passione politica che lo ha sempre pervaso e che credo di non sbagliare se affermo che lo ha portato alla militanza politica per tutta la sua vita, sia all'interno che all'esterno delle istituzioni. Una passione tanto sincera, quanto solida, della quale ci sarebbe gran bisogno, soprattutto oggi, ma che, purtroppo, soprattutto in questo 2023, vediamo venir meno con la scomparsa di grandi uomini politici che quest'anno ci siamo trovati ad omaggiare istituzionalmente.

A nome di Forza Italia, esprimo dunque le più sentite condoglianze nei confronti della famiglia di Luigi Berlinguer e della comunità del Partito Democratico, sua ultima casa politica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rosato. Ne ha facoltà.

ETTORE ROSATO (A-IV-RE). La ringrazio, Presidente. Consentite anche a me di esprimere le condoglianze alla famiglia e alla sua comunità, da parte mia e da parte del nostro gruppo. Luigi Berlinguer era un docente appassionato, un politico molto preparato e, soprattutto, un uomo disponibile e affabile, cosa che gli ha consentito di svolgere con professionalità e con successo il ruolo sia di docente, che di politico.

La sua carriera politica - l'abbiamo ricordato - è una carriera lunga, che è iniziata nella sua Sardegna, come consigliere comunale, come consigliere provinciale, poi come consigliere regionale in Toscana, come parlamentare, Ministro, parlamentare europeo. Ma sicuramente il suo lavoro che ha lasciato un segno più forte nella politica italiana e nel nostro Paese è stato quello che ha svolto come Ministro. Come anche lei ha ricordato, si è caratterizzato per aver fatto una politica molto attenta all'ascolto del mondo della scuola e molto capace di interpretare quel bisogno di cambiamento profondo che c'era nel mondo della scuola, quel bisogno di modernizzazione, quel bisogno di riforme. La sua è stata un'attività che ha consentito passi avanti molto importanti sul fronte dell'autonomia scolastica, che ha inventato, e della libertà educativa: è stato colui che ha messo in una legge che la scuola pubblica è fatta da istituti statali e non statali, e con questo ha consentito a milioni di bambini e di ragazzi, che negli anni hanno studiato nelle scuole non statali, di avere riconosciuto anche il loro percorso paritario e di pari dignità educativa. Così come ha detto con chiarezza che i licei e gli istituti tecnico-professionali non sono istituti di “serie A” e istituti di “serie B”, ma che fanno parte di un complesso educativo che in questo Paese serve dappertutto. Ha fatto la riforma dell'istituto comprensivo, la riforma dell'esame di maturità, l'educazione per gli adulti. Ha lavorato sulla riforma delle lauree in ambito universitario, percorso poi completato dal ministro Zecchino. Tutte riforme che ha fatto pensando alle persone e non solo alle leggi. E questo suo pensare alle persone come educatore, come politico e come uomo, noi lo ricorderemo sempre con grande affetto e grande riconoscenza (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Com'è stato ricordato da colleghe e colleghi prima di me, il 1° novembre, all'età di 91 anni, moriva a Siena Luigi Berlinguer. Nato a Sassari il 25 luglio 1932, è stato un intellettuale profondo, originale e arguto, capace di una perfetta sintesi tra scienza e umanesimo, ricerca e politica. I miei coetanei lo ricordano senz'altro nel suo ruolo di Ministro della Pubblica istruzione nel primo governo Prodi e più di uno di noi sicuramente ha manifestato contro la sua riforma, senza però sapere ancora che quella sarebbe stata l'ultima vera e innovativa riforma della scuola.

Oggi mi piace ricordare, però, soprattutto i primi anni della sua vita politica: dal 1952, a 20 anni, fu segretario provinciale della FGCI di Sassari e componente della direzione nazionale; nel 1956 si fece convincere a candidarsi come capolista nel comune di Sennori, un piccolo paesino della provincia di Sassari, terra povera di pastori con strade ancora sterrate e fogne a cielo aperto, con una mortalità infantile pazzesca, in cui, negli anni Cinquanta, il modello di gestione era ancora di tipo feudale. Luigi inizia quindi la sua campagna elettorale tutta in salita contro i principales, come ha raccontato Guido Melis in occasione della celebrazione dei suoi 90 anni, e perde. Riesce, però, a sfondare il muro del fatalismo e trascinare parte del Paese nelle sue battaglie e a prendere un gran numero di preferenze. Durante gli anni da capogruppo dei comunisti, lui, sassarese, frequenta la sezione del partito a Sennori e da lì si adopera per dare consigli e trovare soluzioni per i tanti che si rivolgono a lui. Così, nel 1960, stravince le elezioni comunali, diventando, a 28 anni, uno dei sindaci più giovani d'Italia.

Nel 1963, com'è stato ricordato, fu eletto alla Camera dei deputati nelle liste del PCI per rappresentare la Sardegna. Membro della Commissione affari costituzionali della Camera, fu impegnato in modo particolare sulla riforma della scuola e dell'università. Nel 1972 venne eletto preside della facoltà di giurisprudenza di Sassari, in un'assemblea che Guido Melis definì memorabile, sottolineando la capacità di Luigi Berlinguer di non cercare mai lo scontro, di riuscire a trasformare anche gli avversari in collaboratori, di riuscire sempre a trovare consenso.

Nel 1973 fu chiamato a insegnare a Siena dove, nel 1985, divenne rettore, lasciando poi il rettorato nel 1993 per l'incarico di Ministro dell'Università e della ricerca scientifica offertogli dal Presidente del Consiglio dei ministri Carlo Azeglio Ciampi, ricoprendo quel ruolo per pochi giorni, dal 29 aprile al 4 maggio. Infatti, il PCI, a seguito della negata autorizzazione a procedere nei confronti di Craxi, fece dimettere tutti i suoi Ministri. Luigi Berlinguer ritenne quella scelta un grave errore politico, ma obbedì al partito.

Devo concludere, Presidente. A nome del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra voglio esprimere le nostre più sentite condoglianze alla famiglia, agli amici, ai compagni di una vita e a tutta la sua comunità politica (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). Signor Presidente, onorevoli colleghi, ricordiamo oggi un uomo libero, libero da schemi precostituiti e grande amante della scuola. Un uomo convinto, e la sua vita è lì a testimoniarlo, che il primo, vero e decisivo investimento per un Paese che realmente voglia perseguire il pieno sviluppo della persona, come recita l'articolo 3 della nostra Costituzione, sia l'investimento in educazione, in istruzione e in formazione. L'educazione, come la cultura, è tale se è libera. Questo è il grande lascito di Luigi Berlinguer, il cui nome resterà per sempre legato alla legge n. 62 del 2000, nota come legge sulla parità scolastica, la traduzione concreta del principio di libertà di educazione, legge che fino all'ultimo non ha mai smesso di difendere.

Con quella legge di 23 anni fa, Luigi Berlinguer, un uomo di sinistra, istituì un unico sistema scolastico nazionale formato da scuole gestite dallo Stato e da scuole gestite da enti locali o dal privato sociale, ma tutte appartenenti all'unico sistema pubblico. Una svolta storica, che sancì la fine, anche se molti ancora non lo hanno capito, dell'identificazione tra scuola pubblica e scuola statale. Luigi Berlinguer, possiamo dirlo a ragione veduta, è stato una delle voci più autorevoli a favore della libertà di scelta in campo educativo. L'ha giustamente considerata un principio e un diritto costituzionalmente sancito.

Abbandonate le responsabilità politiche, non ha abbandonato la sua passione, ha continuato a occuparsi di scuola e a intervenire nel merito nel dibattito pubblico. Vorrei oggi ricordare, perché ne parlammo insieme, la sua posizione sulla riapertura delle scuole dopo la prima ondata di COVID. Di fronte all'appello di 2.000 presidi che chiedevano di posticipare la riapertura delle scuole e il ritorno all'insegnamento in presenza, disse di avere comprensione per i presidi - il nostro cuore è con loro - ma volle sottolineare l'importanza della scuola in presenza. Disse, infatti: la scuola che svolga la sua funzione e si faccia premessa di dignità di una Nazione deve garantire la presenza. A scuola si studiano le varie materie, sì, ma al contempo si socializza nel senso più alto del termine. Apprendimento non può essere soltanto lezione individuale, conferenza, teleconferenza. La grandezza della scuola la fa l'esercito di giovani apprendisti che imparano facendosi comunità. In un'altra occasione Luigi Berlinguer affermò che la scuola, se è a distanza, non è scuola. Ci vuole un atto energico dello Stato, del Premier, per superare ritardi e garantire le lezioni in presenza.

Vorrei chiudere, signor Presidente, con una nota sull'ultima sua battaglia. Negli ultimi anni Luigi Berlinguer si è battuto affinché nella scuola venisse data maggiore importanza all'educazione musicale, pochi lo ricordano. Potrebbe sembrare una nota a margine, invece è centrale per capire l'idea di scuola che aveva questo grande Ministro.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE' (ore 18,20)

MAURIZIO LUPI (NM(N-C-U-I)-M). In un'intervista ricordava: da ragazzino, per volontà della mia famiglia e non per volontà della scuola, ho iniziato a studiare pianoforte. In seguito, mentre ero al liceo, ho interrotto per concentrarmi sullo studio scolastico. Se vogliamo formare - diceva Berlinguer - esseri umani acculturati e arricchiti nella mente, nello spirito e nella sensibilità sul fronte logico, ma togliamo loro la possibilità di percorrere la strada dell'esperienza artistica, noi mutiliamo questi esseri umani, li priviamo di una parte di loro stessi.

Ho voluto citare questa sua battaglia per dire che la scuola, le competenze, le conoscenze hanno a che fare non solo con la futura professione degli studenti, ma con loro stessi, con il loro desiderio di bellezza. Una scuola, un sistema scolastico e di istruzione che voglia attuare quell'articolo 3 della Costituzione che ho citato, il pieno sviluppo della persona umana, non può non tenerne conto. È questa un'ulteriore eredità che dobbiamo all'intelligenza, alla passione e all'esperienza pedagogica di Luigi Berlinguer. Così il nostro gruppo lo vuole ricordare (Applausi dei deputati dei gruppi Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE, Fratelli d'Italia e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lupi, e grazie a tutti i colleghi per il ricordo dell'onorevole Berlinguer.

Seguito della discussione delle mozioni Semenzato ed altri n. 1-00132, Furfaro ed altri n. 1-00163 e Quartini ed altri n. 1-00170 concernenti iniziative volte alla prevenzione e alla cura dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Semenzato, Vietri, Loizzo, Casasco ed altri n. 1-00132 (Nuova formulazione), Furfaro ed altri n. 1-00163 e Quartini ed altri n. 1-00170 concernenti iniziative volte alla prevenzione e alla cura dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione (Vedi l'allegato A).

Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di giovedì 27 luglio 2023, è stata presentata una nuova formulazione della mozione Semenzato, Vietri, Loizzo, Casasco ed altri n. 1-00132, che è stata già iscritta all'ordine del giorno.

Avverto, inoltre, che in data odierna è stata presentata una nuova formulazione della mozione Furfaro ed altri n. 1-00163, che è stata sottoscritta, tra gli altri, anche dai deputati Quartini, Bonetti e Zanella, che ne diventano rispettivamente il secondo, il terzo e il quarto firmatario (Vedi l'allegato A). Il relativo testo è in distribuzione.

Contestualmente alla presentazione della nuova formulazione della mozione Furfaro ed altri n. 1-00163, la mozione Quartini ed altri n. 1-00170 è stata ritirata dai presentatori.

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Chiedo al rappresentante del Governo se è pronto per esprimere il parere.

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. Essendo pervenuta una nuova riformulazione e non avendo ancora avuto riscontro da parte degli uffici, ho bisogno di 20 minuti di tempo per poterla analizzare.

PRESIDENTE. Onorevole Gemmato, lei pensa di farcela per le ore 18,40 o per le ore 18,45? Bene. Sospendo la seduta, che ricomincerà alle ore 18,45.

La seduta, sospesa alle 18,25, è ripresa alle 18,45.

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Sì, grazie, Presidente. Stiamo lavorando con i colleghi di tutti i gruppi per limare ed evitare di perdere tempo dopo. Chiedo un'ulteriore sospensione di 15 minuti, ma per recuperarne magari di più in seguito.

PRESIDENTE. A questo punto sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 19.

La seduta, sospesa alle 18,46, è ripresa alle 19,10.

PRESIDENTE. Chiedo al rappresentante del Governo di esprimere i pareri sulle mozioni. Prego, Sottosegretario Gemmato. Colleghi, silenzio, perché viceversa non riusciamo a comprendere.

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Per quanto riguarda la mozione di maggioranza, Semenzato, Vietri, Loizzo, Casasco ed altri n. 1-00132 (Nuova formulazione) si esprime parere favorevole sulle premesse, tranne che sulla premessa n. 15), che viene così riformulata: “l'offerta assistenziale nazionale per il trattamento dei pazienti affetti da DNA presenta alcune criticità. Dall'attuale mappatura nazionale dei servizi, emerge una disomogeneità nella distribuzione dei servizi sul territorio italiano, con una carenza di alcune regioni soprattutto nei livelli di cura intensivi e di emergenza. Si contano oggi 132 centri di cura, 115 strutture pubbliche e 17 strutture del privato accreditato. Rispetto alla distribuzione regionale, 67 sono collocate al Nord, 25 al Centro Italia e 40 al Sud e nelle Isole. È in corso il censimento delle associazioni”.

PRESIDENTE. Questa è la riformulazione della premessa n. 15).

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Perfetto. Su tutto il resto delle premesse, il parere è favorevole. Passiamo agli impegni. Sugli impegni n. 1) e n. 2), il parere è favorevole. Sull'impegno n. 3), il parere è favorevole con le locuzioni “a valutare l'opportunità di” e “nei limiti dei vincoli di bilancio”. Sull'impegno n. 4), vi è un invito al ritiro o parere contrario, così come sull'impegno n. 5).

Sull'impegno n. 6), parere favorevole. Sull'impegno n. 7), il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di potenziare nelle scuole dell'infanzia e del primo e secondo ciclo di istruzione iniziative di carattere informativo ed educativo-didattico rivolte ad alunni, studenti insegnanti e famiglie al fine di favorire e sostenere l'autostima e l'assertività, l'autoregolazione delle emozioni e di promuovere un sano e sostenibile stile alimentare, nonché l'importanza dell'attività fisica”.

Anche sull'impegno n. 8), si esprime un parere favorevole, con la riformulazione: “a valutare l'educazione alimentare nelle scuole nell'ambito dell'insegnamento trasversale educazione civica come educazione alla salute e al benessere, contribuendo attivamente al miglioramento della qualità della salute degli studenti, insegnando loro a fare corrette e sane scelte alimentari, riducendo in tal modo il rischio di malattie come obesità, anoressia bulimia o diabete, prevedendo a tal fine la possibilità di specifiche iniziative formative sul tema per il personale docente”.

Sull'impegno n. 9), il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di iniziative volte a informare le famiglie degli studenti affetti da disturbi della nutrizione e dell'alimentazione della possibilità di chiedere per il proprio figlio l'adozione di un piano didattico personalizzato”.

Sull'impegno n. 10), il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di promuovere lo sviluppo e la diffusione di app gratuite destinate alla divulgazione di informazioni concernenti la nutrizione e l'educazione alla sana e corretta alimentazione, anche legata a particolari condizioni, compatibilmente con le risorse disponibili”. Sugli impegni nn. 11), 12) e 13), il parere è favorevole.

Sull'impegno n. 14), il parere è favorevole con la riformulazione “a valutare l'opportunità di”. Anche sull'impegno n. 15), il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Sull'impegno n. 16), il parere è favorevole, così come sull'impegno n. 17).

PRESIDENTE. Questo per quanto riguarda la mozione di maggioranza. Passiamo all'altra.

MARCELLO GEMMATO, Sottosegretario di Stato per la Salute. Sulla mozione dell'opposizione, Furfaro, Quartini, Bonetti, Zanella ed altri n. 1-00163 (Nuova formulazione), per quanto riguarda le premesse, si esprime parere favorevole su tutte fino alla n. 20), su cui, invece, si esprime parere contrario. Sulla premessa n. 21), il parere è favorevole. Sulla premessa n. 22), il parere è contrario. Sulla premessa n. 24), si propone una riformulazione; sostanzialmente, dopo le parole: “attraverso il sistema sanitario”, va espunta la parte residua del capoverso. Sui capoversi 25) e 26), il parere è favorevole.

Per quanto riguarda gli impegni, sull'impegno 1), il parere è contrario.

Sull'impegno 2), il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'impegno 3), il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di” e “nel rispetto dei vincoli di bilancio”.

Sull'impegno 4), il parere è favorevole. Sull'impegno 5), il parere è favorevole, se riformulato con la locuzione: “a valutare l'opportunità di”.

Sull'impegno 6), il parere è favorevole, a condizione che vengano espunte le parole: “a riconoscere i disturbi dell'alimentazione e della nutrizione come malattie sociali, in particolare per le fasce più giovani della popolazione”.

Sull'impegno 7), il parere è favorevole, con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Sull'impegno 8), il parere è favorevole, con la riformulazione: “nel rispetto dei vincoli di bilancio”.

Sull'impegno 9), il parere è favorevole, a condizione che venga accolta la presente riformulazione: “a sostenere e promuovere, attraverso i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, la piattaforma pubblicata sul portale dell'Istituto superiore di sanità, a cui possano indirizzare le persone che soffrono di disturbi dell'alimentazione e le loro famiglie per una rapida presa in carico”.

Sull'impegno 10), il parere è favorevole, a condizione che vengano sostituite le parole: “codice lilla” fino a: “che preveda”, con le seguenti parole: “del codice lilla nei pronto soccorso, anche prevedendo”.

Sull'impegno 11), il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di” e “nei limiti dei vincoli di bilancio”.

Sull'impegno 12), il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di potenziare nelle scuole dell'infanzia del primo e secondo ciclo di istruzione iniziative di carattere informativo, educativo e didattico rivolte agli alunni, agli studenti, agli insegnanti e alle famiglie al fine di favorire e sostenere l'autostima, l'assertività e l'autoregolazione delle emozioni e di promuovere un sano e sostenibile stile alimentare, nonché l'importanza dell'attività fisica”.

Sull'impegno 13), il parere è favorevole con la riformulazione: “a promuovere corsi di formazione per gli allenatori e le allenatrici, in particolare per quelli che operano nei settori giovanili, sull'insegnamento di una corretta ed equilibrata alimentazione in ambito sportivo, coinvolgendo tutti i soggetti competenti, con particolare riferimento al Dipartimento per lo sport, al Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale, al Ministero della Salute, al Ministero dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e agli altri enti pubblici di volta in volta competenti”.

Sull'impegno 14), il parere è favorevole con la riformulazione: “a promuovere campagne di comunicazione rivolte ai giovani atleti, agonisti e non, sull'importanza di avere un'alimentazione sana ed equilibrata, indipendentemente dalla disciplina sportiva praticata, coinvolgendo tutti i soggetti competenti, con particolare riferimento al Dipartimento per lo sport, al Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale, al Ministero della Salute, al Ministero dell'Agricoltura, della solidarietà alimentare e delle foreste e agli altri enti pubblici di volta in volta competenti”.

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.

Ha chiesto di parlare la deputata Semenzato. Ne ha facoltà.

MARTINA SEMENZATO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Parlo al plurale, le mozioni che andiamo a votare - mi permetto, appunto, di parlare al plurale - sono il frutto di un lavoro di sintesi con le persone, perché, dietro a un disturbo alimentare, ci sono mamme, ci sono padri, ci sono sorelle, ci sono nonni, ci sono figli.

Dietro a una malattia, come quella dei disturbi alimentari, ci sono senza ombra di dubbio numeri, ci sono statistiche, ci sono fondi, ci sono risorse - che è il tema su cui, spesso, discutiamo in Parlamento, qui, alla Camera -, ma ci sono, soprattutto, uomini e donne.

Dietro ad una ragazza che si ammala - perché ricordiamoci che i disturbi alimentari colpiscono per il 90 per cento le ragazze -, c'è un'intera famiglia che si ammala, c'è un'intera comunità che si ammala.

Dietro a un disturbo alimentare c'è la vergogna, c'è l'incredulità, c'è la non comprensione, c'è la difficoltà a cercare aiuto, c'è la difficoltà anche a dare un nome alla malattia, c'è il rifiuto. I disturbi alimentari sono la seconda causa di morte tra i giovani dopo gli incidenti stradali: si ammalano più di 3 milioni di ragazzi all'anno e 4.000 ne muoiono e sempre di più si ammalano i giovani ragazzi, i giovanissimi, quelli dai 12 anni in su. Abbiamo lavorato in questa mozione di maggioranza - ma abbiamo anche lavorato per trovare una strada comune con le opposizioni sul tema - per evidenziare quanto importante sia la tempestività, la diagnosi precoce, riconoscere i disturbi alimentari, quanto importante sia implementare l'offerta assistenziale, quanto, di nuovo, torni importantissimo il tema della formazione dei medici di medicina generale, dei pediatri, del personale medico in generale ed infermieristico, ma anche la formazione dei docenti, degli educatori, degli allenatori sportivi - perché il tema dello sport nella nostra mozione è stato trattato in maniera importante, anche come veicolo di sensibilizzazione e di comunicazione -, la formazione dei genitori. Poi, ancora, individuare una specificità dei disturbi alimentari, di aggiornare e di integrare l'elenco delle prestazioni sanitarie e, soprattutto, di promuovere, proprio nelle scuole, programmi di formazione e di prevenzione che passino necessariamente attraverso l'autostima, attraverso un corretto stile elementare, una sana attività fisica. Sì, perché il tema è, oggi, importante e significativo sotto il profilo dell'educazione alimentare: il cibo non è il nostro nemico. Quindi, piani di studio personalizzati per tutti i ragazzi e le ragazze che si trovano ad affrontare questo momento difficilissimo e, necessariamente, un dialogo con la tecnologia e con le App, che possono aiutarci in questo percorso di uscita.

Concludo come ho iniziato: io sono Martina Semenzato, ho 50 anni, sono alta 1,60 metri, porto il 36 di piedi, oggi peso 53 chili e sono stata anoressica. Penso di essere un buon esempio, che dall'anoressia si può uscire e si possono fare assolutamente buone cose in questo Parlamento per tutti quei ragazzi e per tutte quelle ragazze che contro la malattia stanno lottando (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Come ha appena ricordato la collega, oggi parliamo di un tema estremamente importante e sensibile: i disturbi della nutrizione e dell'alimentazione colpiscono soprattutto le giovani donne: l'anoressia è la prima causa di morte per le giovani tra i 15 e 25 anni. I numeri che abbiamo riportato nei testi delle mozioni sono davvero preoccupanti, anche perché certificano un fenomeno in continua crescita. Tra l'altro, i dati, pur essendo estremamente preoccupanti, sono sottostimati, perché molte persone non fanno in tempo ad arrivare alla presa in carico e alle cure necessarie, e questo anche perché nel territorio nazionale non sono presenti strutture sufficienti. A fronte di oltre 3 milioni di persone in cura, sono 126 le strutture attive sul territorio nazionale, distribuite in maniera non omogenea tra Nord, Centro e Sud e, peraltro, solo il 48 per cento prende in carico i minori di 14 anni, cioè meno della metà, quando conosciamo bene l'incidenza dei disturbi alimentari tra bambini e adolescenti. Quindi, la scarsa presenza di centri specializzati e la loro non omogenea presenza sul territorio non consentono una tempestiva ed adeguata presa in carico dei giovani o, per meglio dire, delle giovani, visto che la maggior parte sono ragazze, e delle loro famiglie. Abbiamo rilevato - così come si era impegnato a fare il Ministero della Salute nel 2018 con l'introduzione del codice lilla, per una presa in carico di tipo multidisciplinare - quanto sia importante intervenire su questo fenomeno e, soprattutto, inserire all'interno dei LEA le cure necessarie e i servizi indispensabili per dare piena e completa attuazione alle norme che sono state previste, soprattutto per attribuire a queste patologie piena dignità e autonomia. Noi crediamo che sia necessario implementare e rendere omogenei i servizi in tutte le regioni d'Italia, potenziando soprattutto di supporto alle bambine e alle ragazze e stanziare adeguate risorse per strutturare reti di assistenza adeguate e sufficienti. Solo così potremo dare adeguato supporto alle giovani donne e ai giovani uomini, che sono in aumento, e garantire loro serenità e benessere (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonetti. Ne ha facoltà.

ELENA BONETTI (A-IV-RE). Signor Presidente, colleghi e colleghe, credo che ancora una volta l'impegno di quest'Aula stia andando nella direzione giusta, quella di aiutare e sostenere famiglie che stanno soffrendo nel dover affrontare patologie così invasive, non solo della salute psichica e fisica dei loro figli, ma anche del tessuto di relazione delle condizioni familiari. L'esplosione del numero e della gravità dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione durante la pandemia ha reso ancora più urgente questo nostro dibattito, ma lasciatemelo dire ancora più urgente è l'attuazione di risposte sistemiche, integrate e strutturali.

Ringrazio le colleghe e i colleghi che hanno, in modo contestuale, promosso queste mozioni per rinnovare con forza l'impegno delle istituzioni. Ringrazio, davvero sentitamente, il Governo che ha accolto la maggior parte degli impegni che come opposizioni avevamo inserito nella nostra mozione. Io credo che questo possa rappresentare davvero il segno di un Parlamento che, nell'unità degli intenti, può assumersi un'unità di corresponsabilità attuativa.

Brevemente, però mi lasci ricordare Presidente che, probabilmente, il vulnus principale anche del nostro essere qui, nuovamente, a dibattere di queste mozioni è che al nostro Paese - lasciatemi dire anche con un impegno al quale vogliamo invitare la maggioranza e il Governo - manca la decisione della fase attuativa. Apprezziamo l'impegno del Sottosegretario Gemmato e del Governo, attraverso di lui, per aver detto di sì all'attuazione di quelle leggi che oggi prevedono un sostegno diretto alle famiglie: penso alla legge n. 32 del 2022 e l'impegno a dare attuazione ad una integrazione multidisciplinare, nell'ambito dei pronto soccorsi, del codice Lilla. Ci spiace non sia stato, invece, accolto il primo impegno, su cui invece è stato dato parere contrario, riguardo alla piena e completa attuazione della legge n. 234 del 2021.

Solo attraverso una costante e incessante riprogrammazione delle risorse e degli strumenti in essere nelle regioni e nei territori, noi potremo garantire quelle pari opportunità, per tutte e per tutti. Non può essere che ancora oggi, a seconda di dove ci si trovi a nascere o a vivere, si abbiano più o meno possibilità di vita una volta che si diventa affetti da anoressia, bulimia e da tutte le altre patologie previste dal DNA. La necessità di dare piena attuazione ai LEA di queste malattie, anche al di fuori dei disturbi psichici, e una conseguente esenzione al di fuori del fondo ad esso destinato, è un passo successivo importante. Bene anche l'accoglimento dell'istituzione di un osservatorio, presso il Ministero, che svolga un'azione di monitoraggio integrata delle azioni sistemiche in questo Paese.

Colleghe e colleghi, confermiamo l'impegno del nostro gruppo nel voto, accogliamo le riformulazioni che il Governo ha proposto, chiediamo, però, che vengano messi in votazione anche gli impegni su cui vi è una valutazione contraria (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tassinari. Ne ha facoltà.

ROSARIA TASSINARI (FI-PPE). Signor Presidente, colleghi, in Italia circa il 7 per cento della popolazione generale soffre di disturbi del comportamento alimentare. Secondo l'organizzazione italiana dei disturbi alimentari, ogni anno muoiono circa 3.000 ragazzi e ragazze per cause dirette o indirette dei disturbi alimentari. Una ricerca condotta su un campione complessivo di 770 persone di età media di 25 anni, tutte diagnosticate con disordini alimentari, ha rilevato la presenza di una percentuale del 70,3 per cento di bulimia nervosa, una percentuale del 23,4 per cento di anoressia nervosa, ed il 6,3 per cento di disturbi alimentari non altrimenti specificati o di altra condizione per lo più corrispondente obesità.

Una patologia, quella dei disordini alimentari, che, se non presa in tempo, può provocare danni al fisico molto gravi che diventano permanenti e minano la qualità della vita nel futuro, quando non conducono alla morte del soggetto interessato.

I disturbi della nutrizione e dell'alimentazione hanno molti modi per manifestarsi e sono accomunati dall'esprimersi tutti sul piano della materialità, in quanto colpiscono il corpo anche se, in realtà, partono da una condizione psicologica di vulnerabilità e disagio, che porta a percepire la propria fisicità come sbagliata o a reagire a eventi traumatici attraverso il rapporto con il cibo, utilizzando, in modo distorto, la dinamica del proprio nutrimento.

Si viene a creare un contesto dove le modalità di assunzione del cibo in sottrazione o in eccesso diventano un grido d'allarme, veicolo di espressione di emozioni e stati d'animo di disagio, dove gli alimenti si fanno interpreti di un linguaggio mediato che comunica inadeguatezza, dove le dimensioni del corpo e il modo in cui lo alimentiamo si connettono strettamente ad un concetto di valore di sé che si fonda però su un corto circuito e sulla discrepanza tra ciò che è nella realtà e ciò che, invece, percepisce il soggetto, che mette in atto, mediante il suo modo di alimentarsi, un disallineamento tra il desiderio di un sé immaginato e ideale e un'immagine di sé non reale e distorta.

Sui disturbi alimentari incidono gli stereotipi, le pressioni sociali, lo stigma di una presunta discordanza tra ciò che idealmente dovrebbe essere e ciò che è. Non è rilevante che sia reale questa discordanza, perché incide in quanto percepita. Si afferma il valore morale del corpo giusto, il mancato controllo vissuto come errore, come fallimento e colpa. Questo fenomeno è sempre più diffuso e, quindi, è un'assunzione di responsabilità l'approvazione delle mozioni oggi presentate e anche il fatto che il Parlamento si concentri e apra un faro su questo problema così serpeggiante e diffuso.

Non identificare precocemente, non identificare affatto un disturbo alimentare può comportare conseguenze deleterie sulla vita e sulla salute delle persone. Se di disturbi del comportamento alimentare si può, infatti, guarire è fondamentale agire in maniera tanto tempestiva, quanto adeguata alla situazione, e la mozione anche di maggioranza è proprio finalizzata a questo. Infatti, è fondamentale considerare che il concetto di cura dei disturbi alimentari deve essere strettamente connesso a quelli di prevenzione ed educazione.

Per questo uno degli impegni della mozione sottoscritta da Forza Italia riguarda proprio l'aspetto educativo e chiediamo al Governo di incentivare nelle scuole di ogni ordine e grado programmi di prevenzione rivolti ad alunni ed insegnanti e condotti da professionisti per promuovere l'autostima, un corretto stile alimentare, l'importanza di una sana attività fisica focalizzata sull'accettazione del proprio corpo. Crediamo che l'informazione capillare e costante rappresenti uno strumento fondamentale per educare una sana e corretta alimentazione e per l'adozione di stili di vita salutari. Per questi motivi, dichiaro il voto favorevole di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Grazie anche al Parlamento che, oggi, oggettivamente, ha mostrato una sensibilità particolare rispetto a una vera e propria malattia sociale, chiamiamola così, che è rappresentata dallo spettro dei disturbi della nutrizione e della alimentazione.

In pratica, quando si parla di questi disturbi, si va dalla malnutrizione in difetto alla malnutrizione in eccesso. Si entra nel contesto di quelli che una volta venivano denominati nei trattati, nel DSM (il manuale statistico-diagnostico degli psichiatri), disturbi del comportamento alimentare. Quindi, si parla di anoressia, di bulimia, di disturbo da alimentazione incontrollata. Tutti disturbi molto significativi che vanno a coinvolgere non solo le persone che hanno il problema, ma vanno a coinvolgere la famiglia stessa che entra in un meccanismo, in una specie di girotondo, in una giostra di preoccupazioni di sentimenti complessi, di vergogna, di sensi di colpa.

Quindi, si sta parlando di una sofferenza profonda, di una sofferenza che ha portato a morte 3.000 persone l'anno e che riguarda più di 3 milioni di persone, di cui 2 milioni sono fra i 12 e i 25 anni. È una malattia importantissima, che ha caratteristiche cliniche particolari e riguarda tutta la famiglia: tutta la famiglia è malata e tutta la famiglia deve entrare in un percorso terapeutico.

Guardate, le caratteristiche cliniche di queste patologie spesso sono proprio quelle della negazione, di minimizzazione del problema, della resistenza ad accettare questo problema. Cosa vi ricorda questo tipo di sintomatologia, questo tipo di clinica? Ci ricorda giustappunto le dipendenze. È una sorta di addiction da cibo. Quindi, è proprio un disordine particolare che implica ossessione, compulsione, dispercezione dell'immagine corporea.

Attorno a tutto questo, poi, ruota un meccanismo rischiosissimo per la salute. Infatti, si parla di 3.000 giovani vite per lo più che se ne vanno ogni anno, perché ci sono meccanismi compensatori, perché si ha paura di ingrassare e perché ci si vede sempre grassi anche quando siamo magri, anche quando siamo sottopeso. Quindi, disordini elettrolitici. Ci sono meccanismi che sono veramente incredibili. Questa scarsa consapevolezza, associata alla vergogna e al senso di colpa, implica chiaramente una paura immensa, una stigmatizzazione anche da un punto di vista sociale e, quindi, spesso c'è bisogno di fare un'operazione di consapevolizzazione del problema, a partire proprio dalle famiglie e dall'educazione alimentare.

Dicevo: malnutrizione in difetto e di malnutrizione in eccesso. Noi abbiamo un quarto dei nostri bambini in sovrappeso o obesi e spesso i genitori non si accorgono di quanto sia importante fare un'alimentazione corretta o riuscire a fare sport, un'attività fisica per compensare l'introito calorico con la spesa calorica. Quindi, da questo punto di vista, è chiaro che stiamo parlando di un mondo esistenziale di sofferenza importante.

Però, questi disturbi non hanno la caratteristica clinica proprio del problema psichiatrico. Forse ci sono alcune forme importanti di anoressia nervosa che lo hanno senz'altro, ma per il resto sono disturbi comportamentali, sono disturbi che possono trovare giovamento, come le dipendenze, enucleandole dalla malattia psichiatrica o dallo stigma psichiatrico. È un elemento, questo, che ci ha convinto, in maniera forte, a mettere al primo punto della nostra mozione - che, come ho detto, è unitaria con il Partito Democratico, con Alleanza Verdi e Sinistra, con Azione - la seguente indicazione: “dare piena e completa attuazione a quanto previsto dall'articolo 1, comma 687, della legge 30 dicembre 2021, n. 234, individuando ed aggiornando le prestazioni sanitarie e sociosanitarie inerenti ai disturbi della nutrizione e della alimentazione da inserire in un'area specifica dei livelli essenziali d'assistenza dandogli così piena dignità ed autonomia”.

Io non riesco a capire perché di fatto alla fine i tecnici del Governo - mi dicono - abbiano condizionato il Governo stesso a esprimere un parere contrario rispetto al punto che è centrale di questa mozione. Sinceramente, non riesco a comprendere perché nella mozione di maggioranza, che prevedeva lo stesso valore, cioè dare dignità specifica ai disordini del comportamento alimentare, si accetta di buon grado di ritirare il punto che aveva la stessa indicazione contenuta nella nostra mozione. Quindi, chiaramente questo fatto ci mette oggettivamente in difficoltà rispetto a un Parlamento che poteva votare in maniera favorevole su tutti i punti della mozione, mentre qui si crea, invece, un minimo di spaccatura.

È una patologia e un problema sociale così significativo e importante per cui - l'ho detto all'inizio - sarebbe stato un grande piacere poter condividere all'unanimità, come Parlamento, un percorso di questo tipo. Io trovo, soprattutto da parte del Governo, direi, più che della maggioranza, che è un po' costretta supinamente ad accettare queste indicazioni, una certa resistenza, forse anche un po' di ipocrisia, perché forse il Governo ha chiaro, quando riformula tutte le volte con “a valutare l'opportunità di” e con “nel rispetto dei vincoli di bilancio”, così come succede con gli ordini del giorno, che ci sta dicendo: vogliamo fare un po' come ci pare, perché è questo, alla fine, ciò che viene fuori. Io credo che, invece, in una democrazia parlamentare, il Parlamento debba dire al Governo quello che deve fare, e non viceversa. Questo è un dato di fatto che implica, nella dichiarazione di voto, avviandomi alle conclusioni, Presidente, cercando di rispettare anche la richiesta di accelerare un pochino i tempi…

PRESIDENTE. Ha preso tutto il tempo. Manca un minuto.

ANDREA QUARTINI (M5S). Quindi, non ce l'ho fatta, Presidente. Stavo dicendo che questo fatto ci costringe, però, a fare un'operazione di questo tipo: chiedere, comunque, di votare i punti su cui il Governo ha espresso contrarietà e, dato l'atteggiamento passivo della maggioranza, siamo costretti ad astenerci sulla mozione della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Colleghi, saluto gli studenti e i docenti del Laboratorio di informazione giornalistica politico-parlamentare della LUISS Guido Carli, che assistono ai nostri lavori dalle tribune (Applausi). Imparano anche loro - speriamo - qualcosa.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Loizzo. Ne ha facoltà.

SIMONA LOIZZO (LEGA). Grazie, Presidente. I disturbi alimentari costituiscono la seconda causa di morte tra i giovani, arrivando a colpire 4 milioni di donne e uomini, la metà adolescenti, e di questi il 90 per cento appartenente al genere femminile. La portata introdotta da questi dati lascia intendere come i disturbi alimentari, anche detti del comportamento alimentare, costituiscono a tutti gli effetti un problema di sanità pubblica, il quale, se non trattato con tempi e modi adeguati, può determinare conseguenze permanenti e arrivare a provocare anche la morte del paziente, che, come si evince dai casi registrati, spesso avviene anche per suicidio. A tale riguardo, tra i giovani si stimano circa 4.000 casi l'anno, attestandosi come la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali. È in questo contesto che, come parlamentare e medico, sento il dovere di sensibilizzare riguardo ad argomenti così rilevanti, capaci di dar vita a dibattiti, e mediante l'approvazione di atti di indirizzo, come quelli contenuti in questa mozione, si può indirizzare l'operato del Governo verso l'implementazione di misure efficaci e virtuose, in grado di sopperire alle criticità sociosanitarie che scaturiscono da disturbi come questi.

Quindi, consapevoli dei risultati che noi avremo con la mozione, risulta necessario resettare il sistema, a partire dai livelli essenziali di assistenza, creando apposite zone ad hoc per i disturbi alimentari, che vanno tolti dall'area del disturbo della salute mentale.

Degni di menzione sono anche gli impegni della mozione che puntano a promuovere programmi di formazione e prevenzione nelle scuole di ogni ordine e grado, con programmi personalizzati e didattiche specialistiche per gli studenti affetti da disturbi alimentari, didattiche che possono seguire così trovando risposte anche all'interno della scuola.

Per questo e per tutti i contenuti della mozione, esprimo parere favorevole sulla mozione di maggioranza da parte del Partito Lega-Salvini Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Malavasi. Ne ha facoltà.

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Colleghi e colleghe, mi unisco a questa riflessione perché stiamo affrontando, con questa mozione, un fenomeno molto complesso, che riguarda oltre 3 milioni di persone che si stanno curando nel nostro Paese, tra l'altro con disturbi di anoressia, di bulimia e disturbi di alimentazione incontrollata, che generano, comunque, una situazione, anche all'interno dei nuclei familiari, abbastanza fragile e, quindi, una situazione che richiede tutta la nostra attenzione su queste patologie alimentari che usano il corpo per favorire e promuovere anche l'attenzione. Il corpo è, infatti, usato come mezzo di comunicazione per comunicare un disagio molto profondo, che spesso passa attraverso meccanismi psicologici e biologici che conducono alle malattie. Tant'è vero che il cibo è semplicemente il sintomo di un malessere profondo, che richiede sicuramente, da un lato, tutta la nostra attenzione politica e, dall'altro, una presa in carico multidisciplinare, proprio perché questi disturbi del comportamento alimentare, dell'alimentazione e della nutrizione sono un gigantesco contenitore all'interno del quale si collocano manifestazioni e patologie differenti, tutte accomunate da una grande sofferenza psicofisica e da un rapporto conflittuale e faticoso con il cibo, con aspetti mentali e sociali legati alla salute fisica, che richiedono davvero profondità di attenzione anche da parte della politica.

I disturbi della nutrizione e dell'alimentazione, infatti, possono diventare una condizione permanente, come hanno ricordato anche i colleghi, e possono compromettere seriamente la salute di tutti gli apparati e degli organi del corpo e, nei casi gravi, portare anche alla morte. Purtroppo, negli ultimi decenni stiamo assistendo a un progressivo abbassamento dell'età dell'insorgenza delle patologie, tanto che sono sempre più frequenti diagnosi in età preadolescenziale, prima dei 14 anni e anche nell'infanzia. Abbiamo avuto un aumento importante, molto significativo, anche nel periodo pandemico, tant'è vero che siamo passati dai 680.000 casi circa del 2019 a 1.450.000 casi nel 2022, a significare proprio come questa sia una epidemia nascosta, che si deve fronteggiare con una rete di cura del Servizio sanitario nazionale, che in realtà retrocede, a fronte di un aumento importante dei casi…

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Malavasi… Colleghi, per favore, facciamo silenzio, così ascoltiamo l'intervento della collega. Silenzio, per favore. Prego, onorevole.

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Come dicevo, si tratta di un'epidemia nascosta, che richiede una rete di cura del Servizio sanitario nazionale, mentre ad oggi ci troviamo con poche strutture presenti nel nostro Paese, con un numero insufficiente di posti letto e una distribuzione non omogenea, che porta ad avere circa 63 centri al Nord e solamente 40 tra Isole e Sud. Tra l'altro, si tratta un numero che è diminuito dopo le chiusure causate dal periodo pandemico, che ha portato alla chiusura appunto di 38 strutture specializzate. La mancanza di posti letto si fa particolarmente sentire anche per l'età pediatrica, tant'è vero che sono pochissimi i reparti dedicati alla popolazione in età pediatrica che soffre di questi casi - ahimè, in costante aumento - e spesso queste persone con queste patologie vengono ricoverate in reparti di pediatria, di medicina generale e anche in reparti di psichiatria. Tra gennaio e maggio di quest'anno sono arrivate richieste di SOS in numero pari a 817, esattamente il doppio rispetto allo stesso periodo del 2022. È un dato che evidenzia, quindi, l'attualità di questa riflessione e che, ancora una volta, richiede di affrontare la scarsa presenza dei centri specializzati, la loro non omogenea collocazione sul territorio, che non permette una reale, un'adeguata, una tempestiva presa in carico dei giovani e delle loro famiglie. Molto spesso le famiglie sono lasciate sole di fronte a questi drammi, innescando, di fatto, un peregrinare in cerca di luoghi di cura per l'Italia e solo successivamente, tardi, quando a volte la situazione è già ormai compromessa, si arriva a una presa in carico della persona e del suo nucleo familiare.

Tra l'altro, nel 2018, è giusto ricordarlo, il Ministero della Salute ha elaborato un documento inerente all'istituzione di un vero e proprio codice lilla al momento dell'accettazione al pronto soccorso, che può diventare anche un luogo dove individuare in modo precoce queste persone e, quindi, causare, comportare una presa in carico delle persone che hanno disturbi della nutrizione e dell'alimentazione, ma è un documento rimasto poco attuato. Crediamo sia giusto ribadire l'importanza di questo percorso, proprio perché il PS può diventare davvero un punto importante per la presa in carico di queste persone.

Quindi, chiediamo che venga attuato, che ne venga monitorata l'attuazione, proprio perché le persone possano trovare nel pronto soccorso, oltre, ovviamente, a persone adeguatamente formate, con una formazione che riteniamo debba essere obbligatoria, anche un team multidisciplinare e una rete assistenziale locale adeguata. Ricordo, tra l'altro, che, nell'approvazione di un emendamento - lo ricordava anche la collega Bonetti - della legge di bilancio del 2022, sono state inserite le prestazioni relative ai disturbi della nutrizione e dell'alimentazione all'interno dei livelli essenziali di assistenza, al di fuori del capitolo della salute mentale, con un budget autonomo, ampliando la possibilità di erogare prestazioni e servizi. Chiediamo, quindi, con forza che questo impegno venga attuato, che venga data piena e completa attuazione a quanto previsto dall'articolo 1, comma 687, della legge n. 234 del 2021, perché crediamo che sia importante individuare e aggiornare le prestazioni sanitarie e sociosanitarie inerenti ai disturbi della nutrizione e dell'alimentazione, in modo da inserire, in un'unica area specifica, i livelli essenziali di assistenza.

PRESIDENTE. Colleghi, ve l'ho chiesto per cortesia per due volte: più facciamo così e peggio è. Aspetti, collega, non vada avanti. Prego, collega.

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. È già la seconda volta che mi interrompo e, quindi, spero di poter recuperare il tempo che ho perso.

PRESIDENTE. Abbiamo fermato il tempo.

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie. Quindi, dicevo, l'importanza di dare piena e completa attuazione a quanto previsto nella legge di bilancio del 2022, dove, tra l'altro, sono state stanziate risorse importanti, un fondo per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione, con una dotazione di 25 milioni di euro per gli anni 2022 e 2023, che ha consentito il finanziamento di piani di intervento regionali e provinciali, volti al miglioramento dell'assistenza delle persone con disturbi dell'alimentazione e della nutrizione. Quindi, non capiamo, sinceramente, su questa parte del dispositivo, il parere contrario del Governo, perché è una legge che è stata già approvata da questo Parlamento, le risorse sono state stanziate.

Tra l'altro, sempre nel 2022, è stata approvata un'altra legge sulla valorizzazione e il sostegno della famiglia, proprio per supportare le famiglie che si trovano spesso in queste situazioni di fragilità e spesso anche di solitudine. Quindi, l'impegno che chiediamo al Governo è quello di dare piena e completa attuazione - tra l'altro, è una legge dello Stato -, perché le famiglie ne hanno tutti i diritti, nonché di valutare e di lavorare per implementare e rendere omogenea su tutto il territorio nazionale l'offerta assistenziale, con particolare attenzione all'incremento dei posti letto, volti ad accogliere i ragazzi e le ragazze con disturbi dell'alimentazione, rendendo questi posti letto adeguati alla reale domanda, visto il gap che oggi c'è tra i servizi offerti e le richieste che arrivano dalle famiglie, proprio per garantire quell'equità e quell'uniformità della cura, con una rete locale efficiente e team multidisciplinari che sappiano prendere in carico le complessità nel loro insieme, cercando anche di far riconoscere, all'interno dei LEA, così come chiediamo nel nostro dispositivo, nel prossimo aggiornamento utile, l'anoressia nervosa, la bulimia nervosa, i disturbi dell'alimentazione incontrollata e tutti gli altri disturbi dell'alimentazione, nell'elenco delle patologie croniche e invalidanti per le quali è prevista l'esenzione, visto che oggi, spesso, questi costi rimangono a carico delle famiglie.

Tra l'altro, facciamo un'ultima sottolineatura sull'importanza della scuola e dello sport come luoghi e come spazi di educazione, di formazione e di sensibilizzazione, perché la scuola diventi un luogo prezioso in ogni ordine e grado, nel rispetto della loro autonomia, per sviluppare campagne informative, iniziative e incontri sui temi dell'educazione alimentare, dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione. E ancora, il luogo dello sport, l'abbiamo approvato come diritto anche in Costituzione: un luogo che diventa, quindi, importante, sia perché va a formare gli allenatori rispetto all'importanza della promozione dello sport come elemento di comunità, come arricchimento di valori, come benessere psicofisico, insegnando anche agli allenatori a riconoscere i rischi di pratiche devianti orientate alla ricerca ossessiva della prestazione e non certamente all'insegnamento di una corretta ed equilibrata alimentazione e anche del rispetto delle prestazioni agonistiche o non, grazie anche alla collaborazione con il CONI, con le federazioni sportive e gli enti di promozione sportiva. Quindi, è un'importante campagna di comunicazione che può essere svolta da chi svolge attività sportiva, ma anche all'interno delle scuole.

Mi permetto quindi, infine, di ringraziare la collega Semenzato per i confronti che abbiamo avuto in questi giorni. Al di là dei voti che daremo alle mozioni, abbiamo comunque cercato di lavorare con un obiettivo che rimane comune, quello di aiutare a sostenere chi soffre di disturbi di alimentazione e nutrizione e le loro famiglie.

Non da ultimo, ringrazio, cosa non meno importante, i colleghi delle opposizioni per avere condiviso un testo e un impegno - finisco, Presidente - a tutela del benessere e della salute di quei 3 milioni di persone, per lo più giovani, che soffrono e hanno tutto il diritto di trovare una rete capillare con servizi multidisciplinari pronti ad accoglierli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Roscani. Avverto che, dopo l'intervento, passeremo immediatamente ai voti e la Presidenza non tollererà ingressi in corso. Lo dico subito, così poi evitiamo. Onorevole Roscani, prego.

FABIO ROSCANI (FDI). Presidente, onorevoli colleghi, Sottosegretario Gemmato, per delineare un quadro di dati che molti hanno ricordato in quest'Aula, la Fondazione Veronesi ha stimato nel numero di 5 milioni le persone afflitte oggi da disturbi della nutrizione e dell'alimentazione, e, fra questi, si contano, purtroppo, e sempre in numero maggiore, bambine e bambini persino di 11 anni. Stiamo parlando di bambini che escono dalle scuole elementari. Sono 4.000 i giovani in Italia che ogni anno perdono la vita a causa di anoressia, bulimia e altri disturbi della nutrizione e dell'alimentazione.

Pensate che sono la seconda causa di morte giovanile dopo gli incidenti stradali. Certo, è nei casi più gravi che si arriva alla morte, ma sono molteplici, invasive e invalidanti le conseguenze dei disturbi della nutrizione sulla salute psicofisica di chi ne soffre. Un vero e proprio bollettino di guerra, una piaga che non possiamo più ignorare o, peggio, sminuire o sottovalutare. A rendere ancora più emergenziali questi dati si deve considerare anche che sono dettati unicamente dall'esperienza empirica, numero di richieste di visite specialistiche o accessi ospedalieri, e non dall'esistenza di precisi riferimenti epidemiologici ed appositi registri.

Ma ho sempre pensato che non sono poi i numeri, seppure importanti, ovviamente, a cambiare le coscienze delle persone. Sono le storie, i volti, i nomi a rimanere impressi nella nostra anima, le parole di vittoria e purtroppo i racconti anche di chi non ce l'ha fatta a tuonare nelle nostre coscienze. Raccontano che si comincia poi sempre così, allontanandosi o rifugiandosi sui cibi fobici, dolci, carboidrati, grassi. Si contano le calorie, si riducono o si aumentano le quantità, si fa violenza sul proprio corpo con attività fisica, fino a crollare sfiniti.

Mi stavo abbandonando al nulla: è una di quelle frasi che ho letto di una ragazza e che mi è rimasta impressa, che racconta e dice tutto di questa piaga nelle pieghe del nostro tempo. Si critica continuamente il proprio corpo, ci si vede sempre sbagliati, credenze e pensieri sono alla base delle cause del disagio. Tra emozioni, pensieri e comportamenti esiste una stretta relazione, per dirla con l'Istituto Skinner del professor Tamburello (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che voglio ringraziare per essere stato uno dei più importanti in questo campo ad avere anche sfondato sui social, ad averlo raccontato alle giovani generazioni in maniera interessante, ad avere squarciato per una generazione un velo in questo senso sul fronte di una società e sui social, invece, dove, purtroppo, le giovani generazioni, molto spesso, hanno esempi negativi che, in qualche modo, anche a causa delle fragilità dovute all'adolescenza, diventano frutto di un aumento della propria fragilità.

Anche su questo punto, ovviamente, credo sia necessario intervenire in maniera ferma contro chi determina queste condotte alimentari, che rafforzano o provocano disturbi della nutrizione e dell'alimentazione.

Per questo voglio ricordare con orgoglio che, al Senato, ad esempio, con una battaglia di Gioventù Nazionale, abbiamo depositato simbolicamente il 27 marzo, nella Giornata del Fiocchetto Lilla, un disegno di legge volto a introdurre il reato di istigazione all'anoressia; quindi, questa è una direzione che noi vogliamo continuare a seguire, accanto, ovviamente e necessariamente, alla prevenzione e all'educazione. Al riguardo, voglio ringraziare anche la collega Marina Marchetto Aliprandi che ha depositato un'importante proposta di legge che richiede proprio l'inserimento nelle scuole dell'educazione alimentare, incentrata sul valore della nostra dieta mediterranea, su cui anche il Ministro Lollobrigida - che ringrazio - sta facendo un ottimo, uno straordinario lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), tramite il suo Ministero.

Imprescindibile deve essere anche la considerazione dei valori che lo sport racconta e fa vivere alle giovani generazioni, anche in forza della modifica dell'articolo 33 della Costituzione - che inserisce il valore dello sport in Costituzione - per far emergere sempre di più il rapporto tra la scuola e lo sport, il potenziamento dello studente atleta e dello psicologo di base - e su questo voglio ringraziare il collega Ciocchetti che, insieme ai suoi colleghi in Commissione, sta facendo un lavoro in questo senso -, la sensibilizzazione e la formazione dei medici di base, dei genitori, delle famiglie e di tutti quei soggetti che lavorano a stretto contatto con i più giovani.

Gli impegni di queste mozioni che noi chiediamo al Governo sono sicuramente molti; la strada sarà sicuramente ancora lunga, ma sono certo che questo Parlamento e il Governo Meloni non si tireranno indietro e riusciremo ancora una volta a combattere questa che è diventata una vera e propria piaga sociale, ad aiutare tante persone, a salvare tantissime vite. Per questo dichiaro il voto favorevole di Fratelli d'Italia alla mozione di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti. Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.

Avverto che i presentatori della mozione Semenzato, Vietri, Loizzo, Casasco ed altri n. 1-00132 (Nuova formulazione) hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo e pertanto il parere del Governo deve intendersi favorevole alla mozione nella sua interezza.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Semenzato, Vietri, Loizzo, Casasco ed altri n. 1-00132 (Nuova formulazione), come riformulata, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 20).

Passiamo alla votazione della mozione Furfaro, Quartini, Bonetti, Zanella ed altri n. 1-00163 (Nuova formulazione).

Avverto che i presentatori della mozione hanno accettato le riformulazioni proposte dal Governo, ad eccezione dell'espunzione dei capoversi n. 20 e n. 22 della premessa, dell'espunzione del capoverso n. 1 del dispositivo e della riformulazione del capoverso n. 6 del dispositivo e, contestualmente, ne hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare: dapprima, il dispositivo, come riformulato, ad eccezione dei capoversi n. 1 e n. 6; a seguire, il capoverso n. 1 del dispositivo; il capoverso n. 6 del dispositivo, limitatamente al primo periodo; la restante parte del capoverso n. 6 del dispositivo; la premessa, come riformulata, ad eccezione dei capoversi n. 20 e n. 22; infine, congiuntamente i capoversi n. 20 e n. 22 della premessa.

Dunque, colleghi, ordinatamente iniziamo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Furfaro, Quartini, Bonetti, Zanella ed altri n. 1-00163 (Nuova formulazione), come riformulata, ad eccezione dei capoversi n. 1 e n. 6 del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 21).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Furfaro, Quartini, Bonetti, Zanella ed altri n. 1-00163 (Nuova formulazione), limitatamente al capoverso n. 1 del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Furfaro, Quartini, Bonetti, Zanella ed altri n. 1-00163 (Nuova formulazione), limitatamente al primo periodo del capoverso n. 6 del dispositivo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Furfaro, Quartini, Bonetti, Zanella ed altri n. 1-00163 (Nuova formulazione), limitatamente alla restante parte del capoverso n. 6 del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Furfaro, Quartini, Bonetti, Zanella ed altri n. 1-00163 (Nuova formulazione), limitatamente alla premessa, come riformulata, ad eccezione dei capoversi n. 20 e n. 22, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 25).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Furfaro, Quartini, Bonetti, Zanella ed altri n. 1-00163 (Nuova formulazione), limitatamente ai capoversi n. 20 e n. 22 della premessa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ruffino. Ne ha facoltà, per due minuti.

DANIELA RUFFINO (A-IV-RE). Grazie, signor Presidente. Questo intervento di fine seduta è per dare il mio pieno sostegno alla regione Piemonte per la difesa del gianduiotto. Il riconoscimento IGP è una richiesta sacrosanta delle case produttrici per distinguere il gianduiotto piemontese da un colosso molto importante come l'elvetica Lindt. Il marchio IGP è indispensabile per tutelare un mercato, il cui valore è stato stimato in circa 200 milioni di euro. I cioccolatini piemontesi sono un patrimonio italiano e, quindi, sono un patrimonio per tutti noi.

Il marchio IGP viene attribuito dall'Unione europea, è un'indicazione di geografia protetta, un marchio attribuito a tutela delle ricette e dei processi produttivi caratterizzanti oltre, ovviamente, a garantire la tutela giuridica.

Quattro anni fa, signor Presidente, è nato un comitato promotore, il cui presidente è Guido Castagna, con altre importanti firme del cioccolato. Il disciplinare è pronto: il gianduiotto di Torino dovrà essere un prodotto solo valorizzando la nocciola piemontese IGP.

Sostengo la battaglia della regione Piemonte e, ovviamente, spero di poter anche incontrare la collaborazione e il sostegno del Ministro Lollobrigida. A Guido Castagna la gratitudine per un risultato che sono certa verrà conseguito (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lampis. Ne ha facoltà.

GIANNI LAMPIS (FDI). Grazie, Presidente. Approfitto di questa occasione per portare all'attenzione dell'Aula una questione, l'ho già fatto nelle ore precedenti nei confronti del Governo e ringrazio il Ministro Lollobrigida e il Sottosegretario Gemmato per aver già attivato tutti i canali istituzionali, anche di leale collaborazione, con la regione Sardegna, dove, per l'ennesima volta negli ultimi 20 anni, il patrimonio ovino viene falcidiato dall'ennesimo siereotipo di Blue tongue. Attualmente, abbiamo più di 80 focolai, 1.100 casi, quasi 200 decessi che stanno, ancora una volta, mettendo in ginocchio il patrimonio zootecnico della nostra isola. È importante, quindi, che questo tema non venga dimenticato anche dai Ministeri, dal Governo e sono certo che tutto ciò che potrà essere fatto, e che già in queste ore si sta facendo, potrà servire per accompagnare una nuova fase, come dicevo prima, di collaborazione tra le istituzioni.

Si tratta, purtroppo, di un nuovo sierotipo, che è quello 8, presente nelle ASL Medio Campidano di Oristano, mentre il sierotipo 3 e 4 nelle ASL del Sulcis, di Nuoro e dell'Ogliastra. Occorre tenere veramente alta la guardia, affinché il patrimonio ovino della Sardegna, per l'ennesima volta, non subisca queste gravi perdite (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Carotenuto.

DARIO CAROTENUTO (M5S). Signor Presidente, la storia si ripete. Era il 15 marzo scorso, quando, per la partita tra Napoli e Eintracht di Francoforte, ci sono stati violentissimi scontri tra tifosi napoletani e tedeschi. Adesso al ripetersi di questa congiuntura calcistica, c'è la squadra del Berlino ospite del Napoli, e di nuovo gli stessi scontri. Noi, all'epoca, abbiamo chiesto al Ministro Piantedosi un'informativa urgente e non è venuto in Aula. Adesso, dopo qualche mese, si ripetono le stesse dinamiche. Allora, francamente, siamo un po' sgomenti rispetto a questa incapacità di gestire questi avvenimenti sportivi. Siamo sgomenti e preoccupati, soprattutto perché, alla fine, chi ne paga le conseguenze sono sempre le persone che hanno la sfortuna di aver lasciato la macchina nel posto sbagliato, chi ha il proprio esercizio commerciale in centro storico e in quel posto si verificano questi scontri e a pagarne le conseguenze sono loro.

Noi, quindi, vorremmo alcune risposte da questo Governo. Innanzitutto, vorremmo che queste cose non accadano più e poi vorremmo sapere il Governo cosa intende fare in questi casi per aiutare le persone che subiscono danni per una propria incapacità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Nella speranza che il campo adesso dia un verdetto a un solo binario.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Giovedì 9 novembre 2023 - Ore 9,30:

1. Seguito della discussione della proposta di legge:

CARLONI ed altri: Disposizioni per la promozione e lo sviluppo dell'imprenditoria giovanile nel settore agricolo. (C. 752-A​)

Relatore: PIERRO.

La seduta termina alle 20,10.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni n. 9 e n. 13 la deputata Madia ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 10 il deputato Grimaldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 19 i deputati Caiata e Paolo Emilio Russo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 21 il deputato Quartini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 1517 - ODG 9/1517/35 279 276 3 139 118 158 71 Resp.
2 Nominale ODG 9/1517/36 280 278 2 140 119 159 71 Resp.
3 Nominale ODG 9/1517/37 RIF. 281 280 1 141 280 0 71 Appr.
4 Nominale ODG 9/1517/38 282 278 4 140 115 163 71 Resp.
5 Nominale ODG 9/1517/39 282 281 1 141 280 1 71 Appr.
6 Nominale ODG 9/1517/40 285 284 1 143 284 0 71 Appr.
7 Nominale ODG 9/1517/41 280 280 0 141 279 1 71 Appr.
8 Nominale ODG 9/1517/42 RIF. 276 274 2 138 273 1 71 Appr.
9 Nominale ODG 9/1517/43 280 275 5 138 117 158 71 Resp.
10 Nominale ODG 9/1517/44 280 277 3 139 115 162 71 Resp.
11 Nominale ODG 9/1517/46 RIF. 280 278 2 140 276 2 71 Appr.
12 Nominale ODG 9/1517/48 279 277 2 139 119 158 71 Resp.
13 Nominale ODG 9/1517/49 271 268 3 135 113 155 71 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale ODG 9/1517/50 275 272 3 137 117 155 71 Resp.
15 Nominale ODG 9/1517/51 RIF. 271 270 1 136 268 2 71 Appr.
16 Nominale ODG 9/1517/52 275 272 3 137 117 155 71 Resp.
17 Nominale ODG 9/1517/53 273 270 3 136 116 154 71 Resp.
18 Nominale ODG 9/1517/12 RIF. 262 261 1 131 259 2 71 Appr.
19 Nominale DDL 1517 - VOTO FINALE 258 222 36 112 156 66 73 Appr.
20 Nominale MOZ 1-132 NF RIF 244 154 90 78 154 0 67 Appr.
21 Nominale MOZ 1-163 NF DISP RIF NO CPV 1, 6 244 242 2 122 242 0 67 Appr.
22 Nominale MOZ 1-163 NF DISP 1 244 243 1 122 96 147 67 Resp.
23 Nominale MOZ 1-163 NF DISP 6 - I PARTE 245 244 1 123 93 151 67 Resp.
24 Nominale MOZ 1-163 NF DISP 6 - II PARTE 245 245 0 123 243 2 67 Appr.
25 Nominale MOZ 1-163 NF PREM RIF NO CPV 20, 22 244 243 1 122 243 0 67 Appr.
26 Nominale MOZ 1-163 NF PREMESSA CPV 20, 22 242 240 2 121 90 150 67 Resp.