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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 190 di martedì 7 novembre 2023

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA

La seduta comincia alle 15,15.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FILIBERTO ZARATTI , Segretario, legge il processo verbale della seduta del 16 ottobre 2023.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 85, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 878 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 15 settembre 2023, n. 123, recante misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale (Approvato dal Senato) (A.C. 1517​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1517: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 15 settembre 2023, n. 123, recante misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale.

Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1517​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Riccardo Magi. Ne ha facoltà.

RICCARDO MAGI (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Prendo la parola per annunciare che come +Europa non parteciperemo al voto di fiducia su questo decreto. L'ennesimo voto di fiducia su un ennesimo decreto che, a nostro avviso, non è necessario, né urgente ma, al contrario, è pericoloso. Pericoloso, prima ancora che per ragioni di merito e di contenuto, perché si tratta del trentottesimo decreto-legge presentato dal Governo Meloni nell'arco di un anno: ad oggi siamo arrivati a 45 decreti.

Presidente, mi rivolgo a lei, non sappiamo più come chiederglielo: per il ruolo che riveste, spetta anzitutto a lei il compito di intervenire per limitare questo estremo abuso della decretazione d'urgenza e per impedire che il Parlamento sia sostanzialmente annullato. Siamo a portare, ancora una volta, alla sua attenzione la nostra profonda inquietudine in merito a questa grave degenerazione istituzionale, che mina il funzionamento dell'intero sistema democratico.

Si tratta, entrando nel merito, di un decreto che interviene, ancora una volta, sulla materia penale: incrementa le pene della reclusione, estende le misure cautelari nei confronti delle persone minorenni, irrigidisce ulteriormente il carcere per i fatti legati alle sostanze stupefacenti, nonostante la normativa penale italiana su questo sia già tra le più repressive in materia, e lo fa persino nei confronti dei fatti di lieve entità. Estende, quindi, la possibilità dell'applicazione della misura della custodia cautelare nei confronti dei soggetti indagati anche soltanto per fatti di lieve entità. Tutto questo - lo dico a lei, Presidente, perché condivide parte delle responsabilità - senza che sia stato nemmeno possibile esaminare il provvedimento in sede referente, in Commissione giustizia. E il provvedimento incide anche sul processo minorile.

Per questo, per tutti questi motivi, è un decreto pericoloso. Lo è perché si tratta dell'ennesimo decreto e dell'ennesima fiducia con cui il Governo sottomette il Parlamento. In questo modo, Presidente, il Governo Meloni sta portando il Paese verso le cosiddette democrazie illiberali, che gli sono così amiche.

Nel merito, poi, ancora, questo Paese ha bisogno, invece, di interventi di depenalizzazioni massicce, non di incrementare ulteriormente le pene. Chiedetelo a Nordio, chiedetelo a Sisto: probabilmente non sarebbero d'accordo con Delmastro Delle Vedove, che assiste ai nostri lavori, oggi, per conto e in rappresentanza del Governo.

Per non parlare, Presidente, delle nuove misure che state presentando come prevenzione e tutela della sicurezza nella città: già di per sé, le misure di pubblica sicurezza disposte dal questore, come il Daspo urbano, sono pericolose, sono scivolose, perché comprimono le garanzie costituzionali e i diritti fondamentali delle persone e di difesa, l'habeas corpus, la tutela dell'inviolabilità della persona e la libertà di circolazione delle persone. Il Governo, con questo decreto - e concludo, Presidente -, le sta estendendo ai minorenni e sta addirittura rimuovendo la necessità di convalida della misura da parte dell'autorità giudiziaria. Si tratta di una misura, anche questa, degna di uno Stato di polizia, che produrrà nuove tensioni sociali.

Non possiamo che augurarci, arrivati a questo punto, ulteriori proteste - non violente, auspichiamo noi - nelle piazze, verso provvedimenti bandiera, provvedimenti propagandistici che non avranno gli effetti sperati dal Governo.

In conclusione, Presidente, i diritti fondamentali delle persone non si toccano, tanto meno per decreto. Questo è pericoloso, non è necessario, né urgente (Applausi dei deputati del gruppo Misto-+Europa e di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bicchielli. Ne ha facoltà.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, signor Sottosegretario, i nostri bambini hanno diritto di passeggiare senza essere feriti, di andare all'oratorio senza essere feriti, le mamme non devono vivere con la paura che qualcuno ammazzi i loro figli: queste non sono parole mie, sono parole pronunciate, qualche tempo fa, da don Maurizio Patriciello, da sempre in prima linea nella lotta alla criminalità a Caivano e nei territori circostanti. Parole che mi hanno colpito profondamente, perché sembrano apparentemente parole assurde, quasi avulse dalla normalità, per certi versi incredibili. Eppure, in quei territori, quello che non dovrebbe essere normale, lo è diventato. Quello che non è ordinario, lo è diventato. La normalità è stata totalmente distorta. Ciò che è male ha preso letteralmente il posto di ciò che è bene. L'unico granello che, quasi a mani nude, ha cercato e sta cercando di inceppare il meccanismo di disagio, di criminalità e di morte, sono proprio le azioni e le parole di don Maurizio: una vera luce in un mare di tenebra.

È l'unico che ha continuato a vedere una speranza, laddove tutti, compreso lo Stato, hanno indietreggiato, voltando lo sguardo dall'altra parte. Don Maurizio, in tal senso, è stato sicuramente scomodo, perché richiama tutti noi a smettere i panni dell'indifferenza, per tornare a vestire quelli della dignità, affinché la legalità e la speranza inizino a prendere piede laddove fino ad ora non toccavano palla. Il cosiddetto decreto Caivano, che oggi è in discussione in quest'Aula, è sicuramente uno dei frutti della tenacia di questo sacerdote di periferia, un atto di responsabilità e una forte presa di coscienza da parte dello Stato nei confronti di un territorio, fino a ora totalmente abbandonato a se stesso, un atto che, purtroppo, arriva dopo l'ennesimo pugno allo stomaco, lo stupro delle due cuginette di 10 e 12 anni - avvenuto, per giunta, in diretta in una videochiamata -, che si aggiunge alle morte di Antonio Giglio - che aveva solo 4 anni, nel 2013 - e a quella di Fortuna Loffredo - che aveva 6 anni, nel 2014 -, entrambi volati giù dalle finestre di quei palazzoni, violenze e morti che gridano giustizia. E si fa giustizia, signor Presidente, non guardando solo ai colpevoli per cercare di comprendere a quale pena giustamente sottoporli; si fa giustizia cercando di erodere il profondo disagio sociale che coinvolge chi vive in quei territori; si fa giustizia se si mettono in campo i più potenti mezzi capaci di erodere terreno alla criminalità: l'istruzione, la cultura e l'educazione.

Il provvedimento contempla tutte azioni forti, finalizzate a iniziare a ripristinare sprazzi di legalità e normalità in queste anomale zone franche. Abbiamo sanzioni più rilevanti per i genitori che non curano l'obbligo scolastico dei figli; sono inasprite le pene per i reati di porto abusivo di armi e strumenti per offendere per i quali non è ammessa licenza; si modifica la disciplina del processo penale minorile in materia di misure cautelari e precautelari, nell'ambito del quale viene introdotto il percorso di rieducazione del minore per cui, nel caso di reati puniti con la pena della reclusione non superiore nel massimo a 5 anni e con la pena pecuniaria solo congiunta alla predetta pena, il pubblico ministero può disporre e notificare al minore l'istanza di definizione anticipata del procedimento. Viene, inoltre, disciplinata l'esecuzione delle pene nei confronti dei minorenni. Il detenuto ultraventenne internato in un istituto penale minorile per reati commessi da minorenni può essere trasferito in un istituto carcerario per adulti, qualora si renda responsabile di comportamenti che provocano turbamento dell'ordine e della sicurezza nell'istituto minorile, usi violenze o minacce, o, ancora, generi uno stato di soggezione negli altri detenuti. Viene poi altresì introdotta la possibilità di trasferire in un istituto carcerario per adulti il detenuto che abbia compiuto i 21 anni di età e stia scontando in un istituto per minorenni una pena per reati commessi prima del compimento della maggiore età, la cui condotta sia incompatibile con le esigenze di ordine e sicurezza all'interno dell'istituto minorile.

Un'altra misura che considero importantissima riguarda le disposizioni per la verifica dell'età per l'accesso ai siti pornografici, un passo avanti per la protezione dei minori nell'ambito digitale, anche se, onestamente, di difficile attuazione.

A tutto questo, signor Presidente, si aggiungono quei provvedimenti direttamente destinati alla città di Caivano, tra i quali cito gli interventi urgenti per il risanamento, il ripristino, il completamento, l'adeguamento e la ricostruzione del quel centro sportivo che è diventato famoso in tutta Italia, il centro sportivo ex Delphinia, per un rifinanziamento di 12 milioni di euro, per sostenere proprio interventi per la realizzazione e la riqualificazione anche di altre strutture culturali. Ecco, parliamo di cultura, di infrastrutture culturali.

Scorrendo il provvedimento, sono previsti interventi anche per il settore più importante: la scuola e il sistema educativo, come, ad esempio, l'articolo 2, che impone al Ministero dell'Università e della ricerca la sottoscrizione di un accordo di programma con una o più università statali aventi sede in Campania, anche in collaborazione con enti e altre istituzioni locali, volto alla predisposizione di specifici percorsi di orientamento universitario, finalizzati proprio al supporto sociale, culturale e psicologico degli studenti presso le scuole secondarie site nel territorio comunale di Caivano e nei comuni limitrofi. Inoltre, al fine di contrastare la dispersione scolastica e ridurre i divari territoriali negli apprendimenti, le istituzioni scolastiche statali del primo e del secondo ciclo di istruzione delle regioni meridionali sono autorizzate ad attivare incarichi temporanei di personale amministrativo, tecnico e ausiliario a tempo determinato, fino al 31 dicembre 2023. Per tale finalità il fondo istituito viene incrementato di 12 milioni di euro per l'anno 2023, da destinare prioritariamente alle istituzioni scolastiche individuate nell'ambito del piano Agenda Sud, sulla base dei dati relativi alla fragilità negli apprendimenti, come risultanti dalle rivelazioni nazionali dell'Invalsi.

Tutte misure importanti sicuramente, signor Presidente, che hanno la finalità di provare a invertire una rotta educativa e irrompere anche in un contesto difficile, come quello di Caivano e di tutti i territori simili. Tuttavia, come gruppo di Noi Moderati, riteniamo che, affrontata l'emergenza, vada fatto un passo ulteriore. I terribili fatti di cronaca che hanno dato origine all'assunzione, da parte del Governo, di un impegno concreto sul territorio delle periferie sociali del Paese, evidenziano come, laddove la violenza predomina e diventa quasi l'esclusiva forma di espressione delle emozioni da parte dei giovani, serve cultura, educazione e formazione, per mostrare che c'è molto altro oltre alle piazze dello spaccio. È necessario ragionare su come recuperare la fiducia delle famiglie; mancando i servizi essenziali, è venuta meno la rete sociale pubblica, con la conseguenza diretta che le famiglie sono state lasciate sole. La scuola rappresenta sicuramente il primo tassello su cui agire per ripristinare quel ponte essenziale tra Stato e famiglie, recuperando e sostenendo i genitori nel difficile compito educativo che, specialmente in quei territori, risulta essere più di una semplice sfida. Sulla cultura, sulla formazione, sull'istruzione, sul ripensamento, anche urbano, di quelle periferie va messo in campo il prossimo passo legislativo, normativo e soprattutto politico, un passo strutturale di ampio respiro e di prospettiva, che superi la logica emergenziale e consideri come poter affrontare le ragioni profonde di disagio da qui ai prossimi anni. Laddove lo Stato è stato assente e ha lasciato spazio alla criminalità, non può tornare solo con imposizioni e coercizione: lo Stato è servizi, lo Stato è assistenza, lo Stato è opportunità e, quindi, è necessario fornire uno spiraglio a chi ha perso la speranza. Lo dobbiamo alla gente di quei territori e, in particolar modo, ai bambini, affinché le uniche piazze che debbano conoscere sono quelle con i giochi, con i nonni, con i papà e con le mamme. E il sogno di don Maurizio e, quindi, della gente di Caivano non deve rimanere solo un sogno; può trovare spazio nella vita reale e noi abbiamo il dovere di continuare a lavorare per tradurlo in realtà.

Per queste ragioni, il gruppo di Noi Moderati auspica, sin da ora, un'azione politica strutturale per poter affrontare di petto il problema già attenzionato dal Governo e voterà a favore della fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Gentile Presidente, colleghi e colleghe, Caivano, questo comune periferico del Meridione, teatro di un fatto di cronaca atroce, come una violenza sessuale di gruppo ai danni di due bambine, poteva offrirci finalmente l'occasione di fare una riflessione vera sulla società in cui viviamo e su come cambiarla, per mettere in campo qualcosa che possa cambiare il destino, almeno delle giovani generazioni, ma niente, non si può, Presidente. Il Governo scappa, scappa dal confronto con il Parlamento e, per farlo, usa nuovamente la fiducia. Presidente - è bene ricordarlo -, questo Governo ha bruciato ogni record nell'uso di questo istituto; questo Governo e la sua maggioranza - è bene che gli italiani a casa lo sappiano - non ci fanno discutere nel merito degli emendamenti, non rispondono alle nostre obiezioni, non ci permettono di svolgere la nostra funzione di rappresentanza, facendo entrare in quest'Aula le competenze e le proposte di tanti e tante che ne sono fuori. In sostanza, questo Governo e questa maggioranza sono come un muro di gomma o, forse, sarebbe meglio dire come un mulo di gomma: tutto annunci mediatici di plastica e testardaggine nella chiusura al confronto. Al mulo di gomma non possiamo che votare contro, come faremo oggi, anche se avremmo voluto contribuire a migliorare il provvedimento, per renderlo meno inefficace e più capace di risolvere i problemi veri di tanti altri territori che condividono le difficoltà di Caivano.

La Costituzione, quella che la Presidente Meloni vorrebbe stravolgere, per permettere a ogni Governo e in ogni occasione di fare proprio il mulo di gomma e quella che il popolo italiano salverà anche da questa minaccia, con l'articolo 3, avrebbe dovuto indicarci la strada su questo decreto. Questo articolo recita: “(…) È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana (…)”. E quale luogo simbolico, meglio di Caivano, porta in luce i tanti, tantissimi, troppi ostacoli, che impediscono a tanti giovani, in tanti territori difficili, il pieno sviluppo della persona umana?

Ecco, noi di Alleanza Verdi e Sinistra vogliamo sottolineare come questo decreto ribalti proprio l'assunto di questo articolo. Intervenendo quasi esclusivamente sul diritto penale, in particolare sugli articoli che riguardano i minorenni, questo testo manda un messaggio: trasforma un problema sociale gravissimo in un problema esclusivamente legato alle condotte individuali, e nello specifico alle condotte individuali di ragazzi e ragazze che non hanno nemmeno la maggiore età.

È un approccio che non funzionerà. È dimostrato, infatti, che l'uso simbolico del diritto penale, fondato su aumenti irrazionali del carico sanzionatorio, non ha alcun effetto deterrente. Eppure, la cosa peggiore non è questa; la cosa peggiore è che questo approccio è quello di uno Stato che lascia soli questi ragazzi di fronte a un'assenza di alternative proprio mentre dice di volerli aiutare. Li lascia soli perché non interviene in maniera strutturale sui problemi del sistema di istruzione, perché non ci sono misure strutturali di contrasto alla povertà minorile, perché non potenzia i servizi sociali nei comuni, perché non prevede educatori, psicologi e pedagogisti.

Tornano le volanti nelle strade di Caivano - e questo è un bene - ma non c'era bisogno di questo decreto per farle tornare, e questo decreto non serve nemmeno a farle tornare in tanti altri comuni e in tanti altri territori che ne avrebbero bisogno.

Siamo anche favorevoli, vogliamo dirlo, agli investimenti che il decreto prevede per la ricostruzione del teatro di Caivano e per il centro sportivo, ma cosa dobbiamo pensare se, mentre inserite questi interventi in questo decreto, cancellate dal PNRR miliardi di investimenti per la riqualificazione delle periferie del Meridione, come avete annunciato ad agosto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

Nella sola provincia di Bari, per fare un solo esempio, ci risulta che abbiate tagliato 39 progetti antimafia per 40 milioni di euro. Allora, vorrei dire chiaramente che ci è venuto un dubbio. Noi di Alleanza Verdi e Sinistra abbiamo il dubbio che, mentre con la mano destra aiutate Caivano davanti alle telecamere, con la sinistra, nell'ombra, lasciate soli i giovani delle periferie del Sud, li lasciate senza servizi e senza opportunità, li condannate al lavoro povero, al lavoro nero e al lavoro precario, o peggio, alla disoccupazione giovanile.

Cosa state facendo? Il Governo aspetterà che ci siano altri drammatici fatti di cronaca per intervenire negli altri territori difficili? La verità è che state scambiando miliardi di euro per il Sud, che cancellate, con decine di anni di pena per i minori del Sud, e sembra che questa sia l'unica cosa che questo Governo è capace di fare quando è posto di fronte a un qualsiasi problema.

Siete bravissimi nell'arte inutile, non costosa e per la verità molto semplice di alzare le pene. Dico che al Governo manca conoscenza, perché sarebbe stato utile intanto recepire le indicazioni dell'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, che ha detto come intervenire tempestivamente per offrire un programma rieducativo ai ragazzi che manifestano segni precoci di disagio e di devianza, ma niente. E sarebbe bastato anche conoscere i risultati delle politiche della destra di Reagan negli Stati Uniti per sapere che il rapporto fra spesa sociale e tasso di detenzione in 32 Stati degli Stati Uniti, a partire dagli anni Settanta, è stato inversamente proporzionale. Meno spesa sociale, più detenuti.

Il tasso di detenzione ha conosciuto, negli anni tra il 1980 e il 2000, un incremento del 300 per cento; è un incremento contemporaneo all'approvazione di riforme che hanno tagliato i programmi di assistenza sociale. Esattamente quello che sta facendo il Governo Meloni: taglia il reddito, non finanzia la scuola, non mette un centesimo sui servizi sociali dei comuni, non investe sul Terzo settore e inasprisce le pene. Mi dispiace dirlo, Presidente, ma questo non è quel che serve per battere le mafie in quei territori.

Vorrei dare alcuni dati, perché da soli giustificano il nostro voto contrario alla fiducia su questo provvedimento. Dal 2008 al 2022 le retribuzioni dei dipendenti del Meridione si sono ridotte di 12 punti al Sud e di 3 al Nord. Sono stati persi 8,5 punti percentuali di potere d'acquisto, in Francia nel frattempo aumentavano di 2. Nel 2022 il 75 per cento dei contratti part time al Sud erano involontari. Il 23 per cento dei lavoratori ha un contratto a termine, la media nella UE è del 14 per cento.

Un lavoratore su quattro al Sud è lavoratore a termine da più di 5 anni, cioè salta da un contrattino all'altro. Il 25 per cento al Sud prende meno di 9 euro lordi l'ora e, dal 2001 al 2021, sono triplicati i laureati che vanno via dal Sud. In Campania la dispersione scolastica implicita, secondo Save the children, riguarda il 19,8 per cento dei ragazzi. In Campania, Calabria e Sicilia più del 60 per cento degli studenti non raggiungono il livello base delle competenze in italiano, in matematica sono il 70 per cento. Voglio ripeterlo, Presidente: nel Meridione il 70 per cento dei ragazzi non raggiunge le competenze attese in matematica. E sempre Svimez ci fa sapere che nel Mezzogiorno il crollo degli investimenti in istruzione in 10 anni è stato del 30 per cento. Un bambino del Sud frequenta la scuola primaria per una media annua di 200 ore in meno rispetto al suo coetaneo che cresce nel Centro-Nord, che coincide di fatto con un anno di scuola persa per il bambino del Sud.

Davvero, di fronte a tutto questo, la vostra risposta è questo decreto? Don Luigi Ciotti, fondatore e presidente di Libera, la principale associazione antimafia del Paese, ha detto così: la mafia teme la scuola più della giustizia.

Questa frase andrebbe scritta in quest'Aula a caratteri cubitali: la mafia teme più la scuola della giustizia. E allora veniamo a cosa avreste dovuto fare e non fate. Da molti anni vi proponiamo - è anche una nostra proposta di legge - di individuare delle ZES. Non quella che volete fare voi e che sappiamo farà la fine di tutti i proclami elettorali della destra, ma delle zone educative speciali. Vi proponiamo di individuare le aree più disagiate del Paese, tenendo conto dell'indice di abbandono scolastico e dell'indice di disagio sociale, e di stabilire che in queste zone la scuola diventi il punto di riferimento dei giovani e il vero luogo della loro crescita personale e civile.

Vi proponiamo da più di un anno di aumentare in queste zone il personale docente e ATA, di garantire una specifica formazione, di ridurre il numero di alunni per classe a 15 e di aumentare il fondo di istituto del 50 per cento, ma soprattutto vi proponiamo di mettere in campo due misure rivoluzionarie, che riguardano la crescita del tempo scuola e del tempo che i minori passano nelle istituzioni scolastiche. Vi proponiamo di istituire tempo pieno e tempo prolungato in tutti gli istituti delle zone più in difficoltà e aumentare l'obbligo scolastico, portandolo dai 3 anni ai 18 anni.

Vi proponiamo di dire a questo Paese, con i servizi e non con le pene, che i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze devono stare a scuola e non per strada (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra). Vi proponiamo, in sostanza, di combattere la condanna più odiosa, quella di una società che ti lascia povero anche se la tua unica colpa è di essere nato povero. Ancora una volta avete detto “no”, e quindi anche noi oggi diremo “no” alla vostra fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonetti. Ne ha facoltà.

ELENA BONETTI (A-IV-RE). Presidente, colleghe e colleghi, ci troviamo oggi qui a discutere dell'ennesima fiducia posta dal Governo sull'ennesimo decreto. Non mi soffermo, lo hanno già fatto i colleghi, lo abbiamo purtroppo fatto in tante, troppe occasioni già precedenti, sull'utilizzo assolutamente improprio e senza precedenti che questo Governo sta facendo dello strumento della fiducia e della decretazione d'urgenza. Non mi soffermo su questo elemento procedurale, parlamentare, che però meriterebbe un'analisi puntuale di come la nostra democrazia stia per essere deturpata anche dall'utilizzo di fatto che viene fatto dei tempi dell'Aula perché riconosco qualcosa di urgente sotteso alle parole di quest'Aula, e ancor prima agli articoli del decreto che andrà in conversione.

L'urgenza è nei fatti, negli accadimenti drammatici, disumani da cui questo decreto ha preso le mosse. Di fronte a quelle vite umane, quelle giovani vite umane, deturpate da una violenza inaudita, ma purtroppo ancora troppo presente nelle nostre comunità, il rispetto nostro, delle nostre parole e di queste istituzioni deve essere massimo.

E, allora, se urgente era la necessità di un'assunzione di responsabilità, altrettanto grave è stato il modo semplificato, da slogan elettorale, con cui membri di Governo, da subito, hanno apostrofato la necessità di mettere in galera dei minorenni, se agiscono con violenza, come se fossero maggiorenni, senza riconoscere la complessità della responsabilità come società, di cui, come società, ci dobbiamo fare carico.

Allora, la domanda è la seguente: questo decreto risponde a quest'urgente responsabilità del rianimare e riattivare? La risposta è: no, non lo fa per due motivi sostanziali. Il primo motivo sostanziale è che questo decreto riprende istanze che dovevano essere la cucitura di un'azione corale di questo Parlamento di riattivazione di politiche di prevenzione sociale ed educativa in quel territorio, e non solo nel territorio di Caivano, ma in tutti i territori ancora degradati del nostro Paese. Ma, per farlo, di titoli, di articoli che rimandano a ulteriori impegni, di piani operativi non ce ne faremo nulla noi, non se ne farà nulla Caivano e non se ne faranno nulla tutte le periferie di questo Paese.

Abbiamo apprezzato - lo abbiamo detto da subito - l'intervento della Presidente del Consiglio, che è stata in quella comunità per manifestare vicinanza e prossimità delle istituzioni ma, da subito, abbiamo detto che, a quest'atto, consegue un'assunzione di responsabilità concreta dell'agire delle istituzioni e non degli annunci o delle promesse. Allora, ricordiamo, ad esempio, che non era la prima visita istituzionale fatta a Caivano ma che, a Caivano, 52 sindaci hanno firmato il Contratto istituzionale di sviluppo, che prevedeva esattamente per Caivano alcuni interventi - che, poi, questo decreto ha preso in mano -, fatto lo scorso anno, nel 2022, dall'allora Ministra Carfagna. C'era più di un milione di euro di interventi per la videosorveglianza, c'era più di un milione di euro per il teatro - anche questo oggetto di questo intervento -, c'erano 2,5 milioni per l'Urban regeneration factory, c'erano 8 assistenti sociali da assumere, previsti dal finanziamento dei LEP, legge 2022, 5 milioni di euro per i servizi educativi della prima infanzia, fondi stanziati per un centro di antidiscriminazione e antiviolenza per le persone LGBT, finanziamenti di contrasto alla povertà educativa, complessivamente erogati, nella scorsa legislatura, per 400 milioni di euro, ivi compresi interventi in Campania, c'è la European child guarantee di 635 milioni, ci sono tutte le azioni con obiettivo, risorse, target da raggiungere e soggetti che devono attuare del 5° Piano nazionale per la tutela dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza e il Piano di prevenzione e contrasto dell'abuso e dello sfruttamento sessuale dei minori. Di tutto questo, che è fattuale, questo Governo, da un anno, non si è minimamente occupato, perché queste azioni non sono state portate da questo Governo a esecuzione e i bandi, che erano stati iniziati, sono stati interrotti nella loro erogazione.

Allora, delle due l'una: o ci mettiamo insieme per dire che il problema di prevenzione e di rafforzamento dei contesti sociali e educativi in questi territori è prioritario non per il Governo Meloni, per il Governo Draghi o per il Governo che verrà dopo, ma per un'Italia che deve essere all'altezza dei principi costituzionali, che ne hanno segnato la nascita la vita in questi 75 anni, oppure continuiamo a fare una retorica che non rende ragione al dramma della vita di quelle famiglie e di quei minori in quei territori e nemmeno delle persone che spendono la loro vita a servizio di queste famiglie, di queste bambine e di questi bambini.

Alcuni elementi in questa legge sono stati migliorati nella lettura al Senato: penso all'approvazione di un emendamento importante, di maggior controllo sull'utilizzo dei social sui siti pedopornografici a firma della collega Gelmini ma, anche qui, non si è accolta la possibilità di avere un lavoro organico di miglioramento di un testo che avrebbe dovuto avere in quest'Aula il voto unanime di tutto l'arco parlamentare. Per farlo, però, Sottosegretario, ci siamo riusciti in altri provvedimenti, perché, su questo, avete chiuso il dialogo con questa azione di carattere punitivo e fermo? Semplicemente, perché bisognava fare presidio di alcuni temi - lasciatemelo dire, il dubbio è grande - di carattere elettorale. Infatti, qui arrivo alla seconda parte: il tema della giustizia.

Lo sa lei meglio di me che la giustizia, soprattutto nei confronti dei minorenni, se si avvale solo del principio retributivo e, quindi, punitivo e basta, rischia di essere esattamente la condanna a perpetrare forme di violenza e di reato per questi soggetti, che sono, prima di tutto, vittime di una società che non è stata in grado di offrire loro una prospettiva di umanità diversa da quella della delinquenza e della violenza agita tra pari. Non è mettendo un minorenne in un istituto o arrestandolo che gli si evita di perpetrare un'azione violenta nel corso della sua vita, perché con quell'azione punitiva non ricuciamo i legami sociali che, invece, la giustizia riparativa è chiamata a fare. “Quale bellezza salverà il mondo?”: iniziava così la lettera pastorale del cardinal Martini per il nuovo millennio. Ecco, qui, di bellezza, a Caivano, non ne troveremo, perché a questi ragazzini, che saranno semplicemente presi e puniti, senza alcuna reale forma di riconoscimento riabilitativo per il contesto sociale nel quale dovranno tornare, quel tipo di prospettiva di bellezza sarà definitivamente preclusa.

Allora, c'è un provvedimento che vive anche di due anime disorganiche: un intervento frammentato, non coeso, che non ha portato a esecuzione la parte delle politiche sociali e una parte che propone una giustizia punitiva, che è l'atto vendicativo di una società che, di fronte al male, reagisce in modo inorridito, ma che, dopo essere stata inorridita, si deve guardare allo specchio e dire dove sono mancate le azioni educative di prevenzione e di assistenza sociale e lì ricucire i legami sociali da cui far partire prospettive di umanità nuova.

Per tutte queste ragioni - lo dico sinceramente -, avremmo voluto essere tra coloro che avrebbero contribuito a scrivere e a sostenere questo decreto con un'azione fattuale di miglioramento di quel territorio. Purtroppo, ci chiedete una fiducia dopo aver dimostrato di non aver portato a termine i mandati che andavano portati a termine e di aver chiuso a qualsiasi dialogo reale con tutte le persone che, in materia educativa e di prevenzione dell'infanzia e dell'adolescenza, vi avevano preallertato. A fronte di tutto questo, purtroppo, su questo provvedimento, non potremo dare il nostro consenso e, certamente, non potremo accordare la fiducia al Governo su queste materie (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto superiore tecnico professionale Spagna-Campani di Spoleto, che partecipano oggi alla giornata di formazione a Montecitorio e che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune. Benvenuti (Applausi).

Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Forza Italia voterà convintamente la fiducia a questo decreto, un decreto articolato, complesso, con obiettivi ambiziosi, che si occupa di disagio giovanile, di povertà educativa, di criminalità minorile, di processo penale minorile e di sicurezza dei minori, anche nell'ambito digitale, con tutta una serie di norme che vanno assolutamente nella giusta direzione.

Domani, questo decreto sarà legge dello Stato, ma mi auguro che l'attenzione verso le tematiche contenute all'interno di questo decreto proseguiranno anche nei prossimi mesi e nei prossimi anni, soprattutto in alcuni punti. In particolare, mi riferisco all'articolo 1 di questo decreto, che è dedicato a Caivano, questa realtà della provincia di Napoli che, pochi giorni fa, assieme alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle periferie, abbiamo visitato, incontrando le istituzioni, le Forze di polizia, le parrocchie, le associazioni e i tanti cittadini di questa area in cui si è realizzato, purtroppo, un fallimento della politica.

Caivano, realtà di 35.000 anime, è diventata nel tempo la piazza di spaccio più grande d'Europa, presidiata dalle vedette della camorra; è un posto abbandonato, senza sicurezza, in cui prevale il grigiore, quella cosiddetta utopia urbanistica che è diventata distopia sociale. Un luogo abbandonato, ripeto. Fino a poco tempo fa la sicurezza era lasciata a un coraggioso parroco di provincia e a un capitano dei Carabinieri (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Troppo poco! La vicenda legata al centro Delphinia, purtroppo tristemente nota, non rappresenta altro che la punta dell'iceberg. Quindi, un sistema in cui purtroppo nel tempo si è andato rafforzando un meccanismo perverso fatto di omertà, di degrado, di illegalità e di infanzia violata.

Ebbene, il Governo ci ha messo la faccia. Il Governo interviene in maniera completa ed efficace con una terapia d'urto, con un modello d'azione che può e deve essere replicato ed esportato in altre realtà della nostra penisola, che condividono con Caivano criticità e problematiche. Perché? Perché la formula utilizzata prevede delle risorse ad hoc - qui parliamo di 30 milioni di euro - progettualità in tempi certi, una governance specifica basata su competenza ed efficienza e delle sinergie istituzionali virtuose. Quindi, un modus operandi che può essere replicato ed esportato in altre aree problematiche del nostro Paese. Il Governo - lo ripeto - su questo tema ha messo la faccia e noi saremo giudicati tra 4 anni sulla base dei risultati che avremo prodotto su questa tematica che riguarda - il dato è in continuo aggiornamento - 15 milioni di italiani che vivono nelle periferie delle nostre città. Quindi, quelle portate avanti dal Governo sono azioni celeri, immediate e concrete.

Sicuramente la rivincita dello Stato parte con decenni di ritardo. L'abbandono, la noncuranza, la superficialità e l'incuria hanno fatto sì che ampie aree del nostro Paese siano diventate delle piccole città-Stato, con meccanismi, codici e regole interne al di fuori e, a volte, contro lo Stato. La sicurezza in queste aree spesso non esiste o è garantita da quegli stessi gruppi criminali che sovente si occupano della gestione dei traffici illeciti, degli affari loschi e del racket degli immobili, spesso di proprietà pubblica. Una spirale terribile che attanaglia tante, troppe aree della nostra Italia. Quindi, la risposta che il Governo ha dato va nella giusta direzione e - ripeto il concetto - dev'essere esportata in altre aree problematiche del nostro Paese.

Con la Commissione periferie stiamo portando avanti, in tutte le città metropolitane del nostro Paese, un giro di visite istituzionali in quelli che De André chiamava i quartieri dove “il sole del buon Dio non dà i suoi raggi”. Ebbene, in queste aree stiamo riscontrando problematiche enormi, delle situazioni incrostate, ma stiamo anche incontrando - e qui lo voglio dire - tanta luce; la luce che, per esempio, è legata a figure come don Maurizio Patriciello e don Antonio Coluccia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Poi, ci sono i giovani pugili, che abbiamo incontrato nella palestra della legalità di Ostia, il maestro Maddaloni, che crea medaglie nella sua piccola palestra di Scampia, e la preside che lotta nella sua scuola per offrire servizi di qualità. Luci, quelle stesse luci che si sono coraggiosamente accese dalle finestre quando lo scorso 29 settembre, assieme al VI municipio, abbiamo portato il Teatro dell'Opera, con 60 artisti, a via dell'Archeologia, nella piazza di spaccio di Tor Bella Monaca. Dunque, luci coraggiosamente accese. Compito delle istituzioni è fare in modo che questa luce diventi nuovamente fiducia nello Stato e nelle istituzioni. Questo decreto va certamente nella giusta direzione e noi lo sosterremo convintamente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carotenuto. Ne ha facoltà.

DARIO CAROTENUTO (M5S). Grazie, Presidente. Siamo qui oggi per l'ennesima fiducia di questo Governo, incapace di rispettare le prerogative del Parlamento che, eletto dal popolo, è costantemente umiliato a colpi di blitz. Un atteggiamento figlio, da un lato, di un'incapacità di organizzare i propri lavori e, dall'altro, di un evidente disprezzo delle regole della nostra democrazia, che i nostri padri costituenti hanno immaginato con al centro il Parlamento, proprio per contrastare quella cultura antidemocratica che qualche esponente della maggioranza ancora nostalgicamente rivendica. È lo stesso approccio che poi, infatti, vediamo plasticamente rappresentato nella riforma costituzionale che avete presentato pochi giorni fa, una riforma proposta dal Governo che, però, pavidamente non se ne assume la responsabilità. Se il referendum la bocciasse, avete scherzato: voi le poltrone non le mollate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

D'altra parte, questa riforma non piace nemmeno ad alcuni senatori di grande esperienza istituzionale eletti nelle vostre fila. Dunque, come può piacere agli italiani? Vedete, ci sono tanti motivi per dire “no” sulla fiducia del Governo Meloni, davvero tanti. Mi spiace non poterli elencare tutti, ma proverò a spiegarne i principali, partendo dal decreto che oggi ci avete impedito di discutere con questa fiducia.

Il decreto Caivano è l'ennesima occasione persa, ma è anche la rappresentazione emblematica della vostra idea di giustizia e di società, una giustizia debole con i forti e forte con i deboli. Vi preparate a ristabilire una giustizia su misura per i ricchi, perché è questo che comporteranno i vostri passi indietro sulla prescrizione: l'impunità per chi ha più strumenti, avvocati più capaci e onerosi, per togliere giustizia a tante vittime. Una giustizia, la vostra, che farà rima con impunità. Eppure siete sempre voi che avete come ricetta per ogni problema sociale solo quella di alzare le pene, senza mai immaginare misure che invece puntino a prevenire, evitando di agire sempre e solo in emergenza, quasi a dimostrare che la vostra esigenza non è quella di dare una risposta a territori che soffrono da anni problemi complessi come Caivano, ma raccogliere frasi a effetto per i vostri uffici stampa e qualche fotografia con don Patriciello, buona da usare nella vostra infinita campagna elettorale in cui volete trascinarci con questo Governo; campagna fatta di promesse e slogan che, però, svaniscono il giorno dopo le elezioni.

La vostra è una nauseabonda contraddizione, quella dei ragazzini in carcere e dei colletti bianchi fuori. Questa è la vostra soluzione, ma è anche un errore strategico. È la vostra magnifica illusione di risolvere i problemi radicati in una società complessa con lo spauracchio del carcere. Voi davvero non capite che non è questo il modo per risolvere i problemi delle nostre periferie in difficoltà e delle aree disagiate del Paese. Davvero, alle soglie del 2024, possiamo pensare che la sola soluzione che la politica possa mettere in campo per rispondere al bisogno di sicurezza e di futuro delle nostre periferie sia la stessa degli anni dell'Ottocento? Credete forse che un giovane che delinque, privo di riferimenti culturali, sociali ed economici, possa smettere di farlo solamente perché ha paura del carcere? Non è con la paura dell'inasprimento delle pene che sono prosperate le nostre democrazie nell'Europa contemporanea, ma con l'allargamento dello Stato sociale e con l'inclusione di sempre maggiori fasce sociali nello spazio dei diritti individuali e collettivi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Per sfide complesse servono risposte complesse e a quei giovani, a quelle famiglie e a quei territori noi abbiamo il dovere di dare opportunità; anzi, prima di tutto dobbiamo dargli il modo di essere liberi, liberi dal ricatto delle mafie, e anche a questo serviva il reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Voi vigliaccamente lo avete cancellato, pensando al vostro tornaconto ideologico ed elettorale e non al bene della nostra società. Così, la vostra ipocrisia vi ha portato qui a un decreto buono per titoli e slogan ma non per risolvere i problemi. In tutto questo, i problemi di Caivano restano lì ma restano lì soprattutto i problemi di tutte le Caivano d'Italia perché, mentre proponete di scorporare dal calcolo del deficit le spese militari, ancora non avete spiegato dove si trovano i soldi per i progetti di rigenerazione urbana che avete lasciato al palo. Due di questi riguardano due realtà molto vicine, non solo geograficamente, a Caivano: parlo di Scampia e San Giovanni a Teduccio. Ma nonostante i vostri fallimenti, proprio da quei territori, come Scampia, Secondigliano e il quartiere Sanità di Napoli, arrivano esempi positivi di buona politica. Sono luoghi dove, grazie al protagonismo dei cittadini, dei comitati civici e dei commercianti e alla vicinanza delle istituzioni del territorio, la rigenerazione urbana ha permesso un vero e proprio salto di qualità per quelle aree, ridando speranze e centralità a luoghi che anche in passato esponenti della destra italiana avevano più volte definito perduti. Vi eravate impegnati con i comuni per un PNRR che aiutasse davvero i territori, ma li avete traditi, li avete abbandonati. Siete indiscutibilmente colpevoli di aver abbandonato il Sud che siete pronti a scaricare sull'altare dell'autonomia differenziata. Meloni, la patriota che non è sotto ricatto, anche se non abbiamo capito quale ricatto e da parte di chi, ha però ceduto su questo fronte ed è pronta a votare l'autonomia - nuovo nome della secessione, gli abbiamo dato una sbiancata - in cambio del “sì” dei suoi alleati leghisti al premierato meloniano, un modello unico al mondo per le democrazie, almeno, poi non sappiamo voi che abbiate in mente da questo punto di vista. Un modello che non esiste da nessuna parte, un pasticcio confuso e pericoloso, un modello che toglie poteri al Presidente della Repubblica e al Parlamento. Avete voluto questo decreto-legge per sostenere Caivano, per dare un messaggio. Un intento nobile ma un risultato scadente, purtroppo. Il tema della sicurezza nel nostro Paese esiste, come esiste quello della criminalità organizzata, della violenza di genere, della cultura predatoria dell'uomo. Mi riferisco a episodi di cronaca che hanno reso nota alla cronaca proprio a Caivano. A Caivano non c'era un lupo, a Caivano c'era un branco. Quello che noi dobbiamo combattere ogni giorno, giorno per giorno, è una certa idea della società che porta a considerare la donna come una preda o ancor peggio un oggetto. Abbiamo l'obbligo morale di essere presenti sempre di più con esempi positivi e con presidi civili. Presidente, rafforzare le Forze dell'ordine è importante, fondamentale direi, e mi pare che troppo spesso neanche questo riusciate a fare. Però, non basta, non è mandando l'esercito a Caivano che possiamo dare una svolta a quel territorio. Ci serve un esercito di assistenti sociali, ci servono cultura, luoghi di aggregazione e opportunità di lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Senza futuro noi non renderemo liberi le donne e gli uomini che vivono in realtà complicate. A proposito di realtà complicate, vorrei far presente che purtroppo gli episodi di cronaca nera a Napoli sono una triste costante. Un giovane musicista è stato ucciso per una lite scaturita da un motorino poche settimane fa. Giò Giò aveva 23 anni e il suo killer meno di 18. È passato poco tempo da quell'episodio drammatico quanto insensato, come drammatica e insensata è la violenza che troppo spesso è protagonista nelle nostre città. Se da un lato serve garantire pene certe a chi delinque, dall'altro dobbiamo porre in essere tutte le azioni possibili per impedire che questo si ripeta. Punire non basta, serve di più, serve lavorare sul tessuto connettivo della nostra società.

Poi, vorremmo sapere anche un'altra cosa e approfittiamo della circostanza per chiedere una risposta. C'è un altro musicista, si chiama Roberto Tarallo, picchiato al Vomero, sempre a Napoli, perché aveva sulla giacca un logo antifascista, un episodio inquietante di violenza politica di cui è stata protagonista una squadraccia neofascista. Un triste lampo di passato che squarcia il nostro presente e davanti al quale non bisogna essere indifferenti. Per questo abbiamo chiesto al Ministro Piantedosi una risposta a un'interrogazione che ancora attende, inevasa. Un Ministro distratto, d'altra parte, impegnato a fare la morale a chi, in preda alla disperazione, scappa da guerre e disastri.

Mi avvio alla conclusione, Presidente. Voi non meritate la fiducia per quello che avete fatto finora, per quello che avete annunciato di voler fare e per la vostra idea di società, un'idea che è ben raccontata dal vostro voto pavido e imbarazzante alle Nazioni Unite contro il cessate il fuoco a Gaza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). L'Italia ha una tradizione di Paese ponte fra culture, in prima fila per il dialogo, ma la vostra afasia pacifista è motivo di imbarazzo per me che sono cittadino italiano, innanzitutto. Vorrei un'Italia chiara e netta nella sua postura rivolta a una pace in Medio Oriente basata sull'irrinunciabile postulato di due Stati per due popoli. Invece, vedo un Governo che cerca di lucrare consenso e credito atlantico, senza prendere una posizione chiara ed essere capace di dire basta a una violenza atroce che causa, ormai, ogni giorno un intollerabile crisi umanitaria. O meglio, come dice il segretario generale dell'ONU, una crisi di umanità, perché quel che avviene sotto i nostri occhi è un genocidio di cui la storia ci chiederà conto. È chiaro che per voi e per questo Governo classista più di ogni altro i bambini che nascono a Gaza o che nascono nelle periferie di una delle più grandi metropoli del Mediterraneo non hanno e non devono avere alcuna speranza rispetto al male a cui sono destinati. Contano solo i vostri di figli o al massimo parenti e buoni amici, che sistemate qui e là mostrando la faccia più ignobile della vostra etica politica, la casta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Concludo. Non ci fidiamo di chi annuncia di voler difendere la Patria e invece la tradisce. Non ci fidiamo di chi diceva “no all'Europa dei burocrati” e ora accetta un patto di stabilità che fa tornare alle regole del rigore ultraconservatore. Non ci fidiamo di chi parlava di blocco navale e di rincorrere gli scafisti per tutto il globo terracqueo e ha raccolto un record di migranti sbarcati sulle nostre coste. Non ci fidiamo di chi parla di strenuo sostegno all'Ucraina e poi al presidente del Katonga dice l'esatto contrario. Non ci fidiamo di chi parla di unità nazionale e poi prepara una riforma che spacca l'Italia. Non ci fidiamo di chi vuole stravolgere la Costituzione ma ha paura del voto degli italiani. Non ci fidiamo di chi dice di stare finanziando la sanità pubblica e, invece, continua a penalizzarla rispetto alla privata. Non ci fidiamo di chi vuole soltanto allontanare dagli occhi il tema dell'accoglienza, spendendo molti più soldi con un appalto di dubbia sostenibilità con l'Albania. Non ci fidiamo di chi per far fronte all'inflazione galoppante, ai mutui fuori controllo e alle file davanti alla Caritas …

PRESIDENTE. Concluda.

DARIO CAROTENUTO (M5S). … promette di tassare gli extraprofitti e alla fine chiede la carità, un obolo, un piccolo contributo volontario. No, noi non ci fidiamo di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Iezzi. Ne ha facoltà.

IGOR IEZZI (LEGA). Grazie, Presidente. Sottosegretario, dal mio punto di vista questo provvedimento rispecchia un po' la volontà del Governo di trovare soluzioni strutturali ai problemi, non soluzioni spot che devono parlare alla pancia del Paese o soluzioni che mirano solo ad avere la fortuna di una ripresa televisiva ma provvedimenti che, calati a terra, sul territorio, con misure concrete, possono portare a una soluzione di una problematica. È per questo che noi, riferendoci a questo provvedimento, parliamo di modello Caivano perché la nostra idea è che queste misure poi possano essere esportate in altre realtà che hanno analoghi problemi di degrado e di presenza della criminalità organizzata (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Sappiamo che questo provvedimento è nato all'indomani di una tragica violenza che si è registrata e che ha scosso le coscienze di tutti, però questo provvedimento è anche nato in concomitanza con alcune riflessioni che sono state fatte da diversi commentatori e da tante persone che sul territorio ci vivono. Penso, per esempio, a don Patriciello che ha sottolineato più volte come ci sia la necessità in queste realtà di mettere in campo un esercito di maestri e di assistenti sociali, cosa che ovviamente non nega la volontà di tutti noi di mettere in campo misure per il ripristino della legalità. È quello che abbiamo fatto con questo provvedimento, su entrambi i fronti. Sul fronte della sicurezza possiamo citare i fondi e le misure messe in campo per la videosorveglianza oppure per l'assunzione di personale di Polizia locale a Caivano, in deroga anche ai vincoli assunzionali. Questo è importante perché vuol dire che lo Stato ritorna su quel territorio, perché lo Stato dopo anni di assenza ci rimette piede e finalmente si può lanciare alla criminalità organizzata il messaggio che lo spazio non è più libero e che non c'è più quell'agibilità che aveva in precedenza. Non solo. Sempre sul fronte delle misure per il contrasto all'illegalità cito - mi fa piacere citarlo - il Daspo per i minorenni e l'inasprimento delle misure per chi detiene le armi e le sostanze stupefacenti. Cito anche il divieto di usare il cellulare, perché è un divieto importante che entra in uno dei mali del nostro tempo e segnala il degrado della nostra società e il degrado a cui sta andando incontro la nostra comunità, cioè il fatto che oggi gli atti di violenza sono diventati funzionali al raggiungimento del maggior numero di like sulle pagine social (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Allora, forse, in assenza di genitori che facciano i genitori, è importante anche questo tipo di misure, come sono importanti, per esempio, i provvedimenti che abbiamo messo all'interno di questo decreto per limitare la potestà genitoriale in caso di gravi delitti, perché il genitore che si associa alla criminalità organizzata, secondo noi, non è in grado di fare il genitore, non può più fare il genitore e commette un delitto grave nei confronti, non solo, del futuro della comunità, ma anche dei propri figli. È per questo che, giustamente, all'interno di questo provvedimento, finalmente è stata inserita una pena - perché prima, in realtà, non c'era neanche una pena, ma una ridicola multa -, che possa condurre anche alla galera quei genitori che non assolvono l'obbligo scolastico per i propri figli (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Infatti, questo vuol dire rovinare il futuro di una generazione e su questo finalmente si interviene, arrivando anche a escludere, in alcuni casi, l'assegno di inclusione.

Ecco, queste sono le misure sul fronte della sicurezza, ma non bastano, è stato detto e lo abbiamo detto anche noi più volte, servono anche quelle sul fronte sociale e culturale. Allora, come non citare o non accorgersi - e qui mi rivolgo all'opposizione -, per esempio, dei fondi previsti per la ristrutturazione del centro sportivo di Caivano? Credo che a nessuno sfugga il ruolo che lo sport può avere in determinate aree. Lo sport è, forse, lo strumento migliore per togliere i giovani dalla strada. Lo sport offre valori che sono proprio in antitesi agli anti-valori o agli pseudo-valori della criminalità organizzata e della camorra. Per questo, è importante puntare sullo sport.

Sono importanti gli interventi sulle infrastrutture culturali; è importante la rigenerazione prevista degli spazi da destinare alle attività formative; è importante la misura attraverso cui si daranno gli immobili del patrimonio edilizio popolare alle associazioni del Terzo settore e, forse, qui, i partiti che mi hanno preceduto dovrebbero chiedersi come mai la politica locale, in quel caso, in quelle realtà, ha gestito in maniera delinquenziale tutta l'assegnazione delle case popolari (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Forse, ci dovremmo chiedere come mai quei partiti, a livello locale, non sono mai stati richiamati dai partiti a livello nazionale.

Cito con piacere - proprio per costruire questo esercito di maestri e di assistenti sociali che deve andare in queste realtà - l'assunzione prevista da questo decreto, sempre per Caivano, di educatori scolastici e di assistenti sociali. Cito il potenziamento della Rete nazionale antiviolenza, cito gli interventi dell'Agenzia italiana per la gioventù. Ricordo a tutti le misure per l'orientamento universitario da farsi a Caivano, perché dobbiamo offrire a quei ragazzi un'alternativa. La loro unica prospettiva non può essere quella di associarsi alla criminalità organizzata. Dobbiamo offrirgli un'alternativa e queste misure sono tutte finalizzate a offrire loro un'alternativa e un'idea di società che possa dargli un futuro diverso.

Cito l'istituzione dell'osservatorio sulle periferie, proprio per verificare se tutte queste misure che sono prese possano avere una ricaduta pratica e positiva sul territorio. Cito l'Agenda Sud del Ministro Valditara per le istituzioni scolastiche che va ad abolire il limite minimo per gli alunni di ogni classe. Infatti il nostro obiettivo è portare la scuola là dove c'è la criminalità organizzata e non togliere la scuola per dare più spazio al degrado e alla camorra! Questo è quello che si vuole fare. Così come va nella stessa direzione il piano per gli asili nido sia per Caivano sia per altre realtà dove, purtroppo, regna il degrado e vi è la presenza della criminalità organizzata.

Come si capisce da questo lungo, imparziale e deficitario elenco delle misure che abbiamo messo in campo, sono misure a 360 gradi, che spaziano dall'ambito culturale all'ambito formativo, all'ambito scolastico e, ovviamente, anche all'ambito delle Forze dell'ordine e del ripristino della sicurezza. Andiamo avanti su questo fronte, andiamo avanti percorrendo questa strada. La criminalità organizzata si combatte proprio dando prospettive diverse ai ragazzi.

Sottosegretario, questo dobbiamo fare nei prossimi mesi, dobbiamo impegnarci tutti insieme e speriamo di avere anche un supporto da parte delle opposizioni per dare una speranza a quei tanti ragazzi di Caivano che ci guardano, ci osservano e sperano che possiamo finalmente, dopo anni di assenza della politica, dargli risposte positive (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lacarra. Ne ha facoltà.

MARCO LACARRA (PD-IDP). Signor Presidente, onorevoli colleghi e membri del Governo, prima di entrare nel merito di un decreto sbagliato, lasciatemi sottolineare un fatto, ossia che siamo dinanzi all'ennesimo voto di fiducia a un Governo che la Presidente del Consiglio non perde occasione per definire “granitico”.

Continuate a battere tutti i record sull'abuso della decretazione d'urgenza e sul numero di fiducie richieste e, allora, forse, ha ragione la Presidente Meloni: il Governo è effettivamente granitico nella sua risolutezza. Temo piuttosto che sia la maggioranza parlamentare che lo sostiene ad essere andata in pezzi oramai da mesi e si limiti a fare da scendiletto a questi Ministri.

Venendo al decreto di oggi, signor Presidente, il termine “sbagliato” che ho usato poc'anzi è chiaramente un eufemismo. Questo provvedimento è di gran lunga peggiore di tanti altri decreti usciti dal Consiglio dei ministri nell'ultimo anno, ma anche in questo sono convinto che saprete superarvi nel prossimo futuro. È il peggiore perché non è soltanto la solita risposta emergenziale a un problema strutturale e profondamente radicato nella nostra società, ma perché questa volta va a toccare temi delicatissimi, signor Presidente, come la giustizia minorile, intaccando un sistema che finora ha fatto scuola in Europa.

Il decreto Caivano nasce da un disgustoso fatto di cronaca, un episodio di violenza sessuale su minori perpetrata da minori e per giunta per un periodo di tempo insopportabilmente lungo. Quello di Caivano è stato un caso che ha sconcertato e ha fatto discutere a lungo l'opinione pubblica; come quello, tantissimi altri episodi, negli ultimi anni e in modo particolare dopo la pandemia, ci hanno interrogato sullo stato di salute della nostra società e, soprattutto, delle nostre giovani e dei nostri giovani, ma la delinquenza e la microcriminalità, l'abbandono scolastico, l'uso e l'abuso di alcol e sostanze stupefacenti, i fenomeni di autolesionismo e i suicidi sono tutti sintomi sempre più evidenti di un male molto più profondo.

E non possiamo tornare a commettere sempre lo stesso errore, ovvero, scambiare le conseguenze di un problema per le sue cause. Nel concetto di disagio giovanile, spesso, ricomprendiamo, in maniera un po' troppo frettolosa e approssimativa, l'espressione di un'intera generazione di persone che, per motivi anche molto differenti, si sente abbandonata a se stessa, incapace di agire e reagire, impedita nei sogni e interdetta anche nelle più semplici aspettative che è lecito e naturale avere dalla vita. Vale la pena chiedersi da dove nasca questo senso di perenne smarrimento, da dove venga questo sentimento d'incolmabile inadeguatezza, da dove arrivi la sensazione di sentirsi soli, privi di appigli e privati di un futuro, a prescindere dai propri talenti, dai propri sforzi e dai propri meriti.

Mi rendo conto, signor Presidente, che queste sono domande complesse, che, probabilmente, dovrebbero spingerci nell'abisso di certe ragioni da cui troppo spesso la politica si tiene a distanza: lo stato di deprivazione economica e sociale in cui versano milioni di persone e, tra loro, milioni di giovani, oppure la grande questione della salute mentale e di quanto poco si faccia per riconoscerla come patologia. Ecco, davanti a queste domande, davanti a tutti questi temi, il decreto legge che è oggi al nostro esame non dà alcuna risposta. Come detto, questo provvedimento nasce da un caso di cronaca e muore nello stesso caso di cronaca, perché, invece che intervenire alla radice dei problemi su cui si sono accesi i riflettori, ci si è limitati a rispondere all'ondata d'indignazione che ha scatenato nell'unico modo che conoscete: più carcere, più reati, più repressione. E, alla fine dei giochi, il messaggio che si manda qual è? Qual è, ancora una volta? Che in certe parti d'Italia lo Stato esiste solo quando ci scappa il morto e, soprattutto, che esiste solo come autorità, esiste solo come Polizia, esiste come giudice, esiste solo come carceriere!

Ma pensate che tutto questo possa davvero servire a sanare i problemi di un territorio che lo stesso sindaco di Caivano, poco più di un anno fa, ha definito periferia dalle periferie? Pensate che regole più severe possano creare deterrenza e siano capaci di aprire gli occhi di migliaia di giovani che oggi sono preda della criminalità organizzata? Ritenete che sbattere in carcere un minore, magari insieme a un delinquente abituale, possa aiutarlo ad avere un futuro nella società? Credete sul serio che la passerella di qualche Ministro o l'annuale blitz notturno delle Forze dell'ordine possano avere una qualche utilità nel ricomporre fratture sociali vecchie di decenni? Ancora una volta, con questo decreto, per i cittadini di Caivano e di tutte le altre Caivano d'Italia vi sarà uno Stato autorità, polizia, giudice e carceriere. Ancora una volta, invece, lo Stato ha rinunciato ad essere scuola, ad essere assistenza sociale, aiuto familiare, ha rinunciato ad essere lavoro, ad essere cultura, ad essere sport. Lo Stato con voi ha rinunciato ad essere sostegno, ad essere presente come opportunità e non solo come tutore dell'ordine e della legge, come pure, ovviamente, deve essere. Lo Stato ha rinunciato, signor Presidente, ad essere un'alternativa vera alla camorra, alla 'ndrangheta, alla mafia, ad essere la strada dritta fra le tante strade storte che esistono.

Se leggiamo i contenuti di questo decreto certe mancanze non possono sfuggire. Se è vero che per costruire una via d'uscita dal degrado servono misure repressive, ma anche strumenti di prevenzione, possiamo dire, senza timore di smentita, che vi siete concentrati interamente sulle prime, dimenticandovi del tutto dei secondi. In ordine sparso, leggiamo che avete aumentato le pene per diversi reati, avete allargato ai minori misure che prima si applicavano solo ai maggiorenni, come quelle in materia di sicurezza urbana, o, ancor peggio, le misure cautelari, compresa la custodia cautelare. Come vi ho detto prima, avete indebolito uno degli strumenti più efficaci in fatto di recupero dei minori, ossia l'istituto della messa alla prova: uno di quegli strumenti grazie al quale il nostro Paese poteva vantare dati di gran lunga migliori rispetto al resto d'Europa in termini di recidività del reato commesso da minori. Avete reso più semplice - e questo è grave - l'ingresso nelle carceri dei minori che creano problemi nelle case di comunità, dimenticandovi del tutto che il nostro Paese vede nella carcerazione un'extrema ratio, soprattutto per il minore. Perché mandare in carcere un minore, signor Presidente, è un fallimento dello Stato, non del ragazzino (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Con queste norme, invece, andate contro questo orientamento con effetti che nessuno ha nemmeno provato a stimare in fatto di sostenibilità degli istituti penitenziari minorili, già ai limiti delle loro capienze. Infatti, se siete stati tanto solerti nell'inasprire gli strumenti penali, avete dimostrato totale indifferenza per l'altro lato della medaglia: gli investimenti nelle case di comunità, signor Presidente, per aumentarne il numero e migliorarne le condizioni. Di tutto questo non c'è assolutamente nulla nel testo del decreto, perché la priorità non è - torno a ripetermi - risolvere il problema in sé. La priorità di questo Governo è rispondere al clamore mediatico che qualsiasi problema di tanto in tanto genera. E allora non deve stupire se la risposta è sempre e solo il carcere, le pene, la repressione.

Sono queste, in sostanza, le ragioni per le quali il Partito Democratico voterà contro la fiducia e contro questo decreto. Perché in un provvedimento del genere non c'è nulla di ciò che serve per cambiare il volto delle Caivano d'Italia; non c'è spazio per i presidi dell'educazione e della cultura, non c'è spazio per la presa in carico delle famiglie in difficoltà, non c'è spazio per i servizi sociali e di comunità, non c'è spazio per la rigenerazione delle aree degradate, né per il recupero e la rieducazione civica e sociale dei minori; non ce n'è per garantire il benessere educativo e psicologico delle ragazze e dei ragazzi, né per assicurare che certi diritti, come quello allo studio, ad esempio, siano effettivamente garantiti a tutti. Non c'è sostegno alla genitorialità, né forme concrete di contrasto alla marginalità.

Insomma, signor Presidente, questo provvedimento - e mi avvio a concludere - non arriva lì dove dovrebbe arrivare: a colpire la povertà sociale, educativa, culturale ed economica, che poi è la vera radice degli episodi davanti ai quali, in modo ricorrente, inorridiamo. Non riesce a combattere il sentimento di solitudine e disperazione in cui tanti, tantissimi, si sentono persi nelle nostre periferie; ribadisce il rifiuto delle istituzioni ad essere presenti in certi territori, tra certe comunità.

Per concludere, non posso che citare Don Ciotti, il quale, proprio rispetto a questo decreto, ha espresso un pensiero che dovrebbe tuonare in quest'Aula: “Prima di annunciare bonifiche e mandare le Forze di polizia” - dice Don Ciotti - “bisogna chiederci tutti cosa abbiamo fatto, o meglio, non abbiamo fatto per arrivare a questo punto. Una politica che non ha il coraggio dell'onestà, dell'assunzione di responsabilità, anche di fronte alle proprie omissioni, non sarà mai in grado di costruire un bene comune, di realizzare democrazia”.

Caivano, signor Presidente, ha aperto una ferita che vi siete ben guardati dal rimarginare. E allora quella ferita tornerà presto, purtroppo, a sanguinare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Corato. Ne ha facoltà.

RICCARDO DE CORATO (FDI). Grazie, signor Presidente. Signor Sottosegretario, onorevole Delmastro Delle Vedove, vorrei iniziare dalla questione del voto di fiducia. Oggi l'onorevole Ministro Ciriani, a Caivano, tanto per capirci, ha precisato che, quando ci si trova di fronte a un'enorme quantità di emendamenti, è giocoforza. Lo hanno dimenticato tutti, ma dico due numeri, tanto per capirci: si sapeva già che ci sarebbe stato il voto di fiducia, però sono stati presentati in Aula 213 emendamenti, anzi no, 189 in Aula e 213 in Commissione. Ora, è evidente che c'è la volontà di ostacolare - e uso un termine abbastanza civile - una maggioranza e un Governo che decretano su una vicenda drammatica, perché la vicenda di Caivano non è solo di Caivano, è la situazione delle periferie di questo Paese, che sono in condizioni drammatiche. Che poi questa lezione ce la venga a fare il PD! Ma chi governa a Napoli? Mi faccio una domanda: la regione Campania da chi è governata? Onorevole Lacarra, ogni tanto si guardi un po' allo specchio e dica: può darsi che magari (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)…

PRESIDENTE. Onorevole De Corato, le ricordo di rivolgersi sempre alla Presidenza, grazie.

RICCARDO DE CORATO (FDI). Per carità, Presidente, è solo perché non sapevo se piangere o ridere di fronte alle argomentazioni dell'onorevole Lacarra, il quale lo viene a spiegare a noi, Presidente, a noi. Io vivo a Milano dove da 15-18 anni governa il centrosinistra: per Il Sole 24 Ore Milano è una delle città più pericolose d'Italia. Milano! E devono spiegare a noi come si combatte la criminalità! Lo ha detto Il Sole 24 Ore, non lo ha detto Giorgia Meloni, ma Il Sole 24 Ore. Dal 2017, signor Presidente, la capitale dell'economia del Paese è una città pericolosa, la più pericolosa d'Italia. E poi voi venite a spiegare a noi cosa dobbiamo fare su Caivano? Di Caivano, purtroppo, ce ne sono tante in questo Paese. Non c'è solo Caivano. Ecco perché questo decreto non si riferisce solo alla questione di Caivano, che è grave. Infatti, voglio ricordare che, se non avessimo fatto questo decreto, avreste detto qui: “Ma come mai Giorgia Meloni non fa, non interviene, sta zitta di fronte alle violenze su due minorenni, da parte di minorenni?

E poi a Palermo un'altra violenza! Di fronte a tutto ciò non intervenite?”. E quando interveniamo, vengono a fare pure i maestri, non avendo neanche i numeri per farlo. Infatti, nel vostro DNA, la sicurezza è scarsa e lo dimostrate tutti i giorni proprio nelle periferie, non solo nelle periferie del Sud Italia, ma anche nelle periferie del Nord Italia. Basta vedere quello che accade: uomini e donne celebri sono stati rapinati nel centro di Milano; Corrado Tedeschi ieri è stato rapinato quasi in via Montenapoleone a Milano; non era Caivano, era via Montenapoleone a Milano. Di cosa parlate? Ci venite a fare la lezione (Commenti di deputati del Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? Ma il sindaco è sempre stato vostro.

Quindi, io credo che anche qui, di fronte ad abusi sessuali su due minorenni, di fronte a quello che è accaduto a Palermo, potevamo non intervenire - e non siamo intervenuti - solo in maniera repressiva, ma anche in tal modo. Infatti, è evidente che ci troviamo di fronte a minori, che non sono ragazzi che vanno ovviamente trattati con i guanti: sono ragazzi che vanno trattati come si tratta chi ha scelto, anche se minore, la via della delinquenza, delle rapine e degli stupri, di fronte ai quali non possiamo far finta di nulla, come sempre ha fatto la sinistra in questo Paese.

Siete stati al Governo per tanti anni e Caivano non nasce perché Giorgia Meloni è al Governo, ma nasce perché è stata governata da giunte all'interno delle quali voi eravate i protagonisti principali; e avevate Ministri che – come la Ministra dell'Interno precedente - venivano da quelle parti.

Quindi credo che, anche da questo punto di vista, il centrosinistra abbia instaurato un modello che non ha solo la responsabilità dei danni causati ai giovani, che non hanno avuto un'educazione corretta, ma anche di un modello di futuro che non è stato adeguatamente corretto in tempo. Allora, ecco perché il decreto Caivano si basa su questo modello: da una parte, migliorare il contesto sociale, diffondere la cultura della legalità tra i giovani e il tentativo di rieducare il reo, anche minore; dall'altra parte, qualora questo non collabori con la giustizia, vengono inasprite le pene previste in modo proporzionale a quanto commesso, o al livello della non collaborazione.

Il decreto Caivano si caratterizza altresì per le iniziative dell'Esecutivo in materia di offerta educativa - non c'è solo repressione in questo decreto, ci sono anche offerte educative - che viene potenziata con particolare riferimento alle scuole del Sud, troppo spesso caratterizzate da alte percentuali di dispersione scolastica. Verrà, infatti, aumentato l'organico dei docenti - cosa che avete dimenticato, perché nei vostri interventi di questo proprio non avete parlato, come se fosse stato obliterato - e viene incrementato di 6 milioni di euro il Fondo per il miglioramento dell'offerta formativa, con lo scopo di garantire la presenza di insegnanti anche nelle zone più disagiate e valorizzare la continuità didattica. Per lo sviluppo delle migliori condizioni di vivibilità e decoro delle periferie, è prevista l'istituzione, presso il Ministero dell'Interno, dell'Osservatorio delle periferie. Ci sono mai stati nei vostri Governi - mi riferisco ovviamente non solo al PD, ma anche al MoVimento 5 Stelle - osservatori delle periferie? Mai, non sono mai esistiti; non si è mai sentito parlare di osservatori delle periferie. Ve ne siete totalmente scordati e adesso venite a spiegare a noi come si fa a recuperare le periferie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)?

Allora, questo Osservatorio è importante perché ha dei compiti fondamentali. Poi, tra le misure di contenimento e deterrenza, è stato previsto il Daspo urbano, che non ha inventato questo Governo. Il Daspo urbano - ricordiamolo - è uno strumento usato anche nella vicenda di un altro povero ragazzo ammazzato a Colleferro, ed è stato utilizzato anche in quel caso giustamente. Quindi, la relativa estensione determinerà il divieto di accesso a particolari aree della città di Caivano. Poi abbiamo nuovi poteri che sono stati dati al questore, anche perché deve essere chiaro chi deve intervenire. Dopo quello che è accaduto a Caivano sono stati fatti diversi blitz da parte dei Carabinieri e della Guardia di finanza; guarda caso, lì c'erano centinaia e centinaia di abusivi che nessuno vedeva, come se fossero inesistenti; interi palazzoni di Caivano - abbiamo visto in TV - erano occupati abusivamente, ma nessuno - né il presidente della regione, né il sindaco - si accorgeva di quello che accadeva in quei palazzoni che erano occupati ovviamente dalla malavita, perché quelli sono tutti malavitosi nella stragrande maggioranza dei casi…

PRESIDENTE. Concluda.

RICCARDO DE CORATO (FDI). Ecco perché nuovi poteri per i questori.

Concludo, Presidente, ricordando che queste nuove forme sono finalizzate a risanare e a riqualificare il territorio del comune di Caivano per favorire lo sviluppo sociale di quel comune, ma soprattutto per intervenire sulle giovani generazioni, che hanno bisogno di un intervento deciso, teso a riqualificare, a dar loro un aiuto, ma anche a far loro capire che, quando si sbaglia, si paga. Questo è il fine di questo decreto; ecco perché lo sosteniamo e perché voteremo a favore (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 16,42).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato convenuto che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 16,45, sospendo la seduta fino a tale ora.

La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 16,45.

La seduta, sospesa alle 16,43, è ripresa alle 16,45.

Si riprende la discussione.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1517​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata già effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri.

La chiama avrà quindi inizio dalla deputata Barbara Polo.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti: ………………… 319

Votanti: ………………… 314

Astenuti: …………………... 5

Maggioranza: …………... 158

Hanno risposto : ……… 193

Hanno risposto no: …….. 121

La Camera approva.

Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto :

Albano Lucia

Almici Cristina

Ambrosi Alessia

Amich Enzo

Amorese Alessandro

Andreuzza Giorgia

Antoniozzi Alfredo

Bagnasco Roberto

Baldelli Antonio

Barabotti Andrea

Barelli Paolo

Battilocchio Alessandro

Battistoni Francesco

Bellomo Davide

Benigni Stefano

Benvenuti Gostoli Stefano Maria

Benvenuto Alessandro Manuel

Bergamini Davide

Bergamini Deborah

Bicchielli Pino

Billi Simone

Bisa Ingrid

Bitonci Massimo

Bof Gianangelo

Bordonali Simona

Bruzzone Francesco

Buonguerrieri Alice

Caiata Salvatore

Calovini Giangiacomo

Candiani Stefano

Cangiano Gerolamo

Cannata Giovanni Luca

Caparvi Virginio

Cappellacci Ugo

Caramanna Gianluca

Caretta Maria Cristina

Carloni Mirco

Caroppo Andrea

Carra' Anastasio

Cattaneo Alessandro

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Cavo Ilaria

Cecchetti Fabrizio

Centemero Giulio

Cerreto Marco

Cesa Lorenzo

Chiesa Paola Maria

Ciaburro Monica

Ciancitto Francesco Maria Salvatore

Ciocchetti Luciano

Coin Dimitri

Colombo Beatriz

Colosimo Chiara

Colucci Alessandro

Comaroli Silvana Andreina

Comba Fabrizio

Congedo Saverio

Coppo Marcello

Cortelazzo Piergiorgio

Crippa Andrea

Dalla Chiesa Rita

D'Attis Mauro

De Bertoldi Andrea

De Corato Riccardo

De Palma Vito

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

Di Giuseppe Andrea

Di Maggio Grazia

Di Mattina Salvatore Marcello

Dondi Daniela

Donzelli Giovanni

Fascina Marta Antonia

Ferrante Tullio

Filini Francesco

Formentini Paolo

Foti Tommaso

Frassinetti Paola

Frassini Rebecca

Frijia Maria Grazia

Furgiuele Domenico

Gardini Elisabetta

Gatta Giandiego

Gava Vannia

Gemmato Marcello

Giglio Vigna Alessandro

Giorgianni Carmen Letizia

Giovine Silvio

Iaia Dario

Iezzi Igor

Kelany Sara

La Porta Chiara

La Salandra Giandonato

Lampis Gianni

Lancellotta Elisabetta Christiana

Latini Giorgia

Lazzarini Arianna

Leo Maurizio

Loizzo Simona

Longi Eliana

Loperfido Emanuele

Maccanti Elena

Maccari Carlo

Maerna Novo Umberto

Maiorano Giovanni

Malagola Lorenzo

Malaguti Mauro

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Marchetto Aliprandi Marina

Marrocco Patrizia

Mascaretti Andrea

Maschio Ciro

Matera Mariangela

Matone Simonetta

Matteoni Nicole

Mattia Aldo

Maullu Stefano Giovanni

Mazzetti Erica

Mazzi Gianmarco

Messina Manlio

Michelotti Francesco

Miele Giovanna

Molinari Riccardo

Mollicone Federico

Molteni Nicola

Montaruli Augusta

Montemagni Elisa

Morgante Maddalena

Mule' Giorgio

Mura Francesco

Nevi Raffaele

Nordio Carlo

Orsini Andrea

Osnato Marco

Ottaviani Nicola

Padovani Marco

Pagano Nazario

Palombi Alessandro

Panizzut Massimiliano

Patriarca Annarita

Pellicini Andrea

Perissa Marco

Pierro Attilio

Pietrella Fabio

Pisano Calogero

Pittalis Pietro

Pizzimenti Graziano

Polo Barbara

Pozzolo Emanuele

Pretto Erik Umberto

Raimondo Carmine Fabio

Rampelli Fabio

Ravetto Laura

Roccella Eugenia

Romano Francesco Saverio

Roscani Fabio

Rossello Cristina

Rossi Angelo

Rossi Fabrizio

Rosso Matteo

Rotelli Mauro

Rotondi Gianfranco

Rubano Francesco Maria

Ruspandini Massimo

Russo Gaetana

Russo Paolo Emilio

Saccani Jotti Gloria

Sala Fabrizio

Sasso Rossano

Sbardella Luca

Schiano Di Visconti Michele

Schifone Marta

Semenzato Martina

Silvestri Rachele

Squeri Luca

Stefani Alberto

Tassinari Rosaria

Tenerini Chiara

Testa Guerino

Toccalini Luca

Tosi Flavio

Trancassini Paolo

Tremaglia Andrea

Varchi Maria Carolina

Vietri Imma

Vinci Gianluca

Volpi Andrea

Ziello Edoardo

Zinzi Gianpiero

Zoffili Eugenio

Zucconi Riccardo

Zurzolo Immacolata

Hanno risposto no:

Aiello Davide

Alifano Enrica

Amato Gaetano

Amendola Vincenzo

Appendino Chiara

Ascari Stefania

Auriemma Carmela

Bakkali Ouidad

Barbagallo Anthony Emanuele

Barzotti Valentina

Benzoni Fabrizio

Berruto Mauro

Boldrini Laura

Bonafe' Simona

Bonelli Angelo

Bonetti Elena

Borrelli Francesco Emilio

Boschi Maria Elena

Bruno Raffaele

Cafiero De Raho Federico

Cappelletti Enrico

Caramiello Alessandro

Carfagna Maria Rosaria

Carmina Ida

Carotenuto Dario

Caso Antonio

Castiglione Giuseppe

Casu Andrea

Cherchi Susanna

Ciani Paolo

Colucci Alfonso

Cuperlo Gianni

Curti Augusto

D'Alessio Antonio

D'Alfonso Luciano

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Micheli Paola

De Monte Isabella

Del Barba Mauro

Dell'Olio Gianmauro

Di Biase Michela

Di Lauro Carmen

Donno Leonardo

Dori Devis

Evi Eleonora

Faraone Davide

Fede Giorgio

Fenu Emiliano

Ferrari Sara

Fontana Ilaria

Forattini Antonella

Fornaro Federico

Fossi Emiliano

Fratoianni Nicola

Furfaro Marco

Ghio Valentina

Ghirra Francesca

Gianassi Federico

Girelli Gian Antonio

Giuliano Carla

Gnassi Andrea

Graziano Stefano

Grimaldi Marco

Gruppioni Naike

Gubitosa Michele

Guerra Maria Cecilia

Iacono Giovanna

Iaria Antonino

Lacarra Marco

Lai Silvio

Laus Mauro Antonio Donato

Letta Enrico

Lovecchio Giorgio

Madia Maria Anna

Malavasi Ilenia

Manzi Irene

Mari Francesco

Marino Maria Stefania

Mauri Matteo

Merola Virginio

Morfino Daniela

Onori Federica

Orfini Matteo

Orlando Andrea

Orrico Anna Laura

Pavanelli Emma

Pellegrini Marco

Peluffo Vinicio Giuseppe Guido

Penza Pasqualino

Piccolotti Elisabetta

Porta Fabio

Provenzano Giuseppe

Quartini Andrea

Raffa Angela

Ricciardi Marianna

Ricciardi Riccardo

Ricciardi Toni

Roggiani Silvia

Rossi Andrea

Ruffino Daniela

Santillo Agostino

Sarracino Marco

Scarpa Rachele

Scerra Filippo

Scotto Arturo

Scutella' Elisa

Serracchiani Debora

Simiani Marco

Sottanelli Giulio Cesare

Soumahoro Aboubakar

Speranza Roberto

Sportiello Gilda

Stefanazzi Claudio Michele

Stumpo Nicola

Tabacci Bruno

Traversi Roberto

Vaccari Stefano

Zan Alessandro

Zaratti Filiberto

Zingaretti Nicola

Si sono astenuti:

Gallo Francesco

Gebhard Renate

Manes Franco

Schullian Manfred

Steger Dieter

Sono in missione:

Ascani Anna

Bagnai Alberto

Baldino Vittoria

Bellucci Maria Teresa

Bignami Galeazzo

Braga Chiara

Brambilla Michela Vittoria

Calderone Tommaso Antonino

Cirielli Edmondo

Costa Enrico

Costa Sergio

Ferro Wanda

Fitto Raffaele

Freni Federico

Giachetti Roberto

Giorgetti Giancarlo

Gribaudo Chiara

Grippo Valentina

Guerini Lorenzo

Gusmeroli Alberto Luigi

Lollobrigida Francesco

Lucaselli Ylenja

Lupi Maurizio

Magi Riccardo

Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo

Meloni Giorgia

Minardo Antonino

Morrone Jacopo

Pagano Ubaldo

Pastorella Giulia

Pichetto Fratin Gilberto

Polidori Catia

Prisco Emanuele

Richetti Matteo

Rixi Edoardo

Rizzetto Walter

Rosato Ettore

Silvestri Francesco

Siracusano Matilde

Tajani Antonio

Tremonti Giulio

Zanella Luana

Secondo quanto convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo avrà ora luogo la commemorazione in memoria delle vittime degli eventi meteorologici di eccezionale intensità, verificatisi a partire dal 2 novembre scorso. Il seguito dell'esame del disegno di legge di conversione riprenderà al termine della commemorazione con l'esame degli ordini del giorno.

Commemorazione delle vittime dei recenti eventi meteorologici di eccezionale intensità verificatisi in Italia.

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea e i membri del Governo). Colleghe e colleghi, a nome della Camera dei deputati, desidero esprimere profondo cordoglio per le vittime del maltempo che, nei giorni scorsi, ha investito ampie zone del Centro-Nord del nostro Paese, devastando numerosi territori della Toscana e provocando la morte di 8 persone. Rivolgo un pensiero commosso alla memoria del vigile del fuoco Walter Locatello, che ha perso la vita in provincia di Belluno. Alle famiglie che piangono i propri cari e al Corpo nazionale dei vigili del fuoco giungano le più sentite condoglianze. Desidero inoltre rivolgere le espressioni di solidarietà e vicinanza alle popolazioni e alle imprese duramente colpite dall'alluvione che ha causato ingenti danni, insieme a un particolare ringraziamento a quanti hanno prestato generosamente la propria opera di soccorso e a coloro che si stanno adoperando per riportare la situazione alla normalità.

Invito ora l'Assemblea a osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Applausi).

Ha chiesto di parlare l'onorevole La Porta. Ne ha facoltà.

CHIARA LA PORTA (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, siamo qui, in questo momento di grande dolore, per stringerci attorno ai familiari delle vittime di questa maledetta alluvione, per il signor Alfio, travolto in casa dall'acqua, per la signora Teresa, a cui si è spezzato il cuore mentre tentava di liberare la strada dall'acqua, per la signora Loriana, morta fra le braccia del marito per un malore, per i coniugi Antonio e Teresa, travolti in auto mentre provavano a tornare a casa, per la signora Giovanna, morta in una RSA appena prima che la soccorressero, per l'altra anziana signora, salvata da quell'istituto ma morta purtroppo il giorno dopo, per il signor Tindaro, morto probabilmente folgorato mentre cercava di staccare la corrente nella sua taverna, per il signor Giovanni, travolto nel tentativo di andare a spostare la sua auto, per il giovane Daniele, che era in escursione, per Walter, vigile del fuoco che è scivolato nell'acqua mentre fronteggiava il maltempo per proteggere la sua comunità e, infine, per il signor Antonio, disperso da giovedì, appena ritrovato, travolto mentre tentava di tornare a casa dalla sua amata Regina.

Non voglio parlare di numeri, sono persone, sono padri, sono madri, mariti, mogli, figli, nipoti, amici e vicini. Siamo qui per esprimere ai loro cari il più profondo cordoglio. Siamo qui anche per ringraziare i tantissimi volontari, soprattutto giovani (Applausi), le Forze dell'ordine, i Vigili del fuoco, l'Esercito, le associazioni di volontariato tutte e la Protezione civile, per essere intervenuti a sostegno e supporto di chi ne aveva bisogno, e tutti i cittadini comuni, gli esercenti e le ditte che stanno mettendo a disposizione quello che hanno a chi non ha più niente.

Non è stato facile lasciare il mio territorio devastato per essere qui oggi. Ci ho riflettuto molto, ho pensato di restare a dare supporto e aiuto ai tanti cittadini della mia provincia e dei comuni limitrofi che avevano bisogno. Purtroppo, in tanti, troppi, hanno perso tutto: le persone a loro care, di cui ricordavo prima i nomi, le case, le auto, i negozi e le aziende. Poi, però, ho ritenuto doveroso, in quanto rappresentante delle istituzioni e rappresentante di quella comunità - la mia comunità - essere qui, in quest'Aula, ad impegnare tutti noi (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE), ancora di più rispetto a quanto stiamo già facendo, per ripulire, ricostruire, dare risposte e speranza, ma soprattutto concretezza, per permettere a quelle persone di poter tornare, nel minor tempo possibile, alla normalità.

Gli italiani, i toscani - permettetemelo - e i pratesi sono e siamo un popolo fiero. Sono sicura che con il sostegno che il Governo Meloni non farà mancare riusciremo a rialzarci più forti di prima, con l'impegno che in futuro queste tragedie si possano prevenire il più possibile attraverso interventi mirati sui nostri territori e lavorando prima sui rischi (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE) e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fossi. Ne ha facoltà.

EMILIANO FOSSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Oggi piangiamo le vittime di questo evento terribile e tremendo che la settimana scorsa ha sconvolto le vite di tutti noi. Piangiamo le otto vittime, piangiamo le storie di tante persone, di migliaia di persone che hanno perso, nell'arco di poco tempo, tutto o comunque tanto della loro vita. Piangiamo insieme a Lorenzo, che è uno dei grandi imprenditori di quella zona, che ha visto la propria azienda riempirsi di fango e acqua e, fin dalle ore seguenti, era a liberarla, con i lavoratori e con le tante persone che provano a dargli una mano. Piangiamo insieme a Vania, che ha investito tutti i propri soldi nel ristrutturare la casa con i propri genitori e quella casa, fino a poco tempo fa, fino a poche ore fa, era riempita d'acqua. Piangiamo insieme alle migliaia di Vania e Lorenzo e piangiamo e siamo vicini a una terra, a un territorio forte, di caratteri forti, che in quella parte di quello specifico territorio, la Toscana, rappresenta il cuore produttivo di quella regione e uno dei centri produttivi più importanti del nostro Paese. Piangiamo perché noi che siamo quelli che Curzio Malaparte ha definito “maledetti toscani” - e si definì maledetto toscano - siamo certo spigolosi, “spregiosi” - come diciamo dalle nostre parti - e un po' sprezzanti ma laboriosi, concreti, appassionati, ingegnosi, spiriti liberi. Questi caratteri, queste caratteristiche nell'arco del tempo hanno plasmato anche il carattere degli italiani e hanno contribuito a ridefinire e a definire la comunità nazionale, l'identità della comunità del nostro Paese. Anche per questo credo che quella vicenda sia non soltanto una vicenda che riguarda la Toscana ma una vicenda che riguarda tutti noi, che riguarda tutto il Paese. Anche per questo credo che da questa vicenda si possa uscire solo in un modo, tutti insieme, unendoci, superando le differenze, facendo prevalere il senso dello Stato e la presenza dello Stato, quindi unendoci rispetto alla battaglia contro i cambiamenti climatici, per rafforzare l'impegno contro il dissesto idrogeologico, provando a dare segnali, fin da ora, fin da queste ore, non solo per finire di ripulire quelle città, che sono invase dal fango e dall'acqua, ma anche per dare sostegno concreto e aiuto concreto agli imprenditori, alle famiglie, alle persone che sono in ginocchio.

Noi dobbiamo dare anche un segnale forte e abbiamo una grande responsabilità perché, in queste ore buie, si è accesa una luce che sembrava tenue ma è molto forte. C'è la presenza della Protezione civile e dei tanti volontari ma c'è stato un attivarsi incredibile, spontaneo, di migliaia di persone, in gran parte giovani, anzi, giovanissimi, ragazze e ragazzi, che possiamo definire nuovi “angeli del fango”, che si sono rimboccati le maniche e sono andati a pulire le città invase dal fango. Questa speranza che si riaccende non possiamo deluderla, non possiamo voltarci dall'altra parte. Quindi, credo che le istituzioni a tutti i livelli, i comuni che sono in ginocchio, la regione, in questo caso la regione Toscana, che si sta impegnando e sta facendo tutto ciò che è possibile, e il Governo, debbano provare a marciare uniti, insieme, facendo sentire forte la presenza dello Stato (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo di Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ziello. Ne ha facoltà.

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie, Presidente. Anzitutto, mi permetta di rivolgere un commosso e sentito ringraziamento alle migliaia di volontari e volontarie e alle cittadine e ai cittadini semplici che, anche durante il periodo più drammatico di questa emergenza meteorologica, non si sono fermati, non hanno perso un minuto e, imbracciando pale, vanghe e rastrelli e portando con sé carriole, sono scesi in strada, hanno spalato il fango, hanno tolto l'acqua e hanno messo al sicuro le persone più fragili, mettendole nei piani più alti delle abitazioni, dando un'immagine bellissima non soltanto della regione Toscana ma dell'Italia nel mondo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), di quanto siamo un popolo caloroso, forte, non soltanto nei periodi in cui va tutto bene ma, soprattutto, nei periodi di fragilità.

Quei momenti di fragilità che, purtroppo, abbiamo vissuto con dolore nelle giornate di giovedì, venerdì e sabato della scorsa settimana, quando la violenta tempesta tropicale di nome Ciaran si è abbattuta con veemenza sui territori del Centro-Nord, in particolare su alcune parti della Lombardia, del Veneto, ma, soprattutto, della Toscana, causando devastazione e, purtroppo, anche alcune morti. Ci sono stati morti in Toscana e in Veneto. Ai familiari delle vittime vanno il nostro più profondo cordoglio e la nostra vicinanza da un punto di vista non soltanto istituzionale, ma anche umano, per il dolore che hanno provato e per quello che continuano a provare in queste ore, a distanza di pochissimo tempo dall'evento drammatico.

Pensate che soltanto nella parte orientale della provincia di Pisa, che confina con la provincia di Firenze, tra giovedì e venerdì sono caduti 197 millimetri di acqua, gli stessi che sono caduti nel primo quadrimestre di quest'anno, in particolare tra gennaio e aprile. Capite bene che la quantità di acqua che abbiamo registrato in quel quadrimestre l'abbiamo trovata in neanche 24 ore.

La situazione che vi ho poc'anzi descritto è stata registrata con una violenza ancora più inaudita in altre province della Toscana, come, per esempio, nella provincia di Prato, nella provincia di Firenze e nella provincia di Pistoia, dove l'acqua, unendosi al fango, unendosi ai detriti, si è scaraventata sull'abitato, si è scaraventata sui capannoni delle nostre industrie, delle nostre imprese e degli esercizi commerciali, causando la disperazione che avete visto anche nei media nelle ultime ore. Chiaramente, c'è una conta dei danni in corso: si parla di quasi mezzo miliardo di euro, ma presumo che questi danni possano soltanto aumentare.

Certamente non è questa la sede, né è il momento per commentare da un punto di vista gestionale quello che è accaduto in regione Toscana, ci saranno altri momenti per farlo. Ora è importante ricordare che il Governo, con tempestività, ha proclamato lo stato di emergenza, stanziando 5 milioni per il disbrigo degli affari correnti, per dimostrare quanto sia presente, quanto abbia accolto il dolore e il fabbisogno che si registravano in quelle ore drammatiche. In più, mettiamo anche in conto l'importanza degli investimenti messi a disposizione da parte del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, specialmente per le imprese del distretto tessile: penso a Prato, che rappresenta uno dei nostri fiori all'occhiello a livello regionale, che necessita assolutamente di misure funzionali al ripristino dei macchinari per la produzione, perché quella filiera non può interrompersi. Infatti, c'è in gioco il futuro di migliaia di famiglie che sono quasi sul lastrico. Sono sicuro che su questo il Governo darà una risposta chiara e incisiva.

Queste risorse che sono state già messe a disposizione dovranno rappresentare soltanto un primo passo, perché i territori colpiti delle province di Pisa, Firenze, Prato, Pistoia, Lucca, Livorno e Massa necessitano la massima attenzione da parte di questo Governo, e sono sicuro che non mancherà. Lo dobbiamo non soltanto alla Toscana intesa come regione, ma a livello di Nazione, per far vedere l'Italia quanto è forte, soprattutto nei periodi di emergenza (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia, Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. In queste giornate di lutto, voglio anch'io rinnovare, ancora una volta, il cordoglio di tutto il gruppo del MoVimento 5 Stelle ai familiari delle vittime, ormai salite, purtroppo, a otto: otto persone importanti.

Voglio esprimere anche la vicinanza a tutti i miei concittadini toscani che hanno visto le loro case, le loro aziende e i loro terreni distrutti dall'alluvione. Presidente, si parla di anni di sacrificio e di ricordi di vita, di più vite, di più generazioni, spazzati via dall'acqua, dai detriti, dal fango, dalle frane, in poche ore.

I danni, lo abbiamo detto, sono veramente tanti: fiumi esondati, frane attive, strade inagibili e da ricostruire, migliaia i cittadini e le cittadine che si sono ritrovati senza casa, completamente distrutta, così come tante aziende distrutte. Non abbiamo ancora il dato sugli animali morti. La situazione è ancora grave e drammatica, però la Toscana, i suoi cittadini e le sue cittadine si sono rimboccati da subito le maniche e hanno dato il meglio di sé fin dal primo momento. Una gara di solidarietà: ogni giorno, migliaia di cittadini e cittadine impegnati volontariamente negli aiuti, nei soccorsi, nella solidarietà. Tantissimi giovani da tutta la regione, ma anche da tutta Italia, sono venuti per spalare fango e aiutare, dando il loro contributo per iniziare a costruire sulle macerie, insieme al prezioso operato dei soccorritori, dei Vigili del fuoco, che hanno pagato cara anche questa alluvione, purtroppo, della Protezione Civile, delle Forze dell'ordine, delle associazioni di volontariato. Contributi per mantenere alta la dignità della nostra popolazione e del nostro territorio.

Presidente, nella primavera scorsa, piangemmo i lutti, le perdite dell'alluvione dell'Emilia-Romagna, delle Marche e, ancora, della Toscana; oggi piangiamo quelli della Toscana e del Veneto. Concludo, dicendo che siamo a disposizione e daremo tutto l'appoggio possibile in Parlamento e sul territorio. A maggio scorso, tutti quanti, all'indomani dell'alluvione dell'Emilia-Romagna, ci dicemmo in quest'Aula che non avremmo dovuto più piangere altre vittime, ma così non è stato. Chiedo a gran voce, Presidente: cambiamo direzione rispetto ai continui danni contro il clima e contro il territorio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Lavoriamo tutti contro il dissesto idrogeologico, per la transizione ecologica e per smettere di consumare ulteriormente suolo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mazzetti. Ne ha facoltà.

ERICA MAZZETTI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Grazie al Governo presente e a tutti i colleghi e colleghe. Oggi dobbiamo esprimere un grande cordoglio per le otto vittime toscane e per i loro familiari, che devono subire anche questo dramma: oltre ad aver perso casa e lavoro, anche la perdita di persone. Questa è la prima cosa che tutti noi dobbiamo considerare, dando una disponibilità immediata nell'assistenza e nella cura. Solidarietà, poi, alle persone che sono rimaste senza abitazione e senza luogo di lavoro. Sì, perché per noi anche il luogo di lavoro è fondamentale: l'azienda è fondamentale e averla persa significa aver perso una parte della propria vita e della propria storia. Anche a loro va tutta la nostra vicinanza.

Non possiamo certo dimenticare e dobbiamo rivolgere tutta la nostra ammirazione e il nostro orgoglio ai volontari, a tutti quelli che si sono messi in azione immediatamente per dare un aiuto ai vicini di casa, i titolari ai dipendenti, i dipendenti ai titolari, in una catena fondamentale di solidarietà che mai ci scorderemo.

Supporto, poi, alle aziende distrutte, sì, questo va dato, perché c'è un intero distretto, il secondo in Europa, che è completamente distrutto: aziende dalle più piccole alle più grandi, in una filiera completa, in una piana vasta, quasi completamente distrutta. Dobbiamo dare immediata solidarietà anche a loro.

Un evento avvenuto fra giovedì e venerdì della scorsa settimana che ha devastato, come dicevo, un intero territorio, già molto critico dal punto di vista del rischio idrogeologico e sismico, che, in piana, è molto urbanizzato e che, a monte, invece, negli anni è stato abbandonato, trascurato, senza una manutenzione del suolo e del territorio, e, oggi, ahimè, ne paghiamo tutti le conseguenze.

Questo non è certo il momento delle polemiche, ci sarà tempo per farlo, in una regione molto particolare, che ha già visto molti danni, fra gli ultimi recenti quelli in Emilia-Romagna, ma non ci scordiamo l'alluvione del 1966 a Firenze. Gli interventi di manutenzione e le infrastrutture hanno lasciato fuori questa zona. Ma lo Stato c'è, è importante farlo sapere alle famiglie delle vittime, a tutti gli imprenditori, ai cittadini che hanno perso casa, azienda e posti di lavoro. Lo Stato c'è, lo ha dimostrato, perché, subito, venerdì mattina, ha dichiarato lo stato di emergenza in Consiglio dei ministri, stanziando i primi 5 milioni e dando per 12 mesi molte sospensioni. Questo è un segnale forte di Stato.

Altro segnale forte nella mia città, Prato, ma riguarda tutto il distretto, è stata la presenza, ieri, in una visita istituzionale, del Vice Premier, Ministro Tajani, che, oltre a portare la sua solidarietà e il suo cordoglio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), ha portato soluzioni concrete, perché il nostro distretto è vocato all'esportazione. Il Ministro degli Affari esteri ha alcuni fondi - 100 milioni a fondo perduto e altri 200 a garanzia - da mettere a disposizione. Li ha già attivati con i propri uffici, ne ha dato ieri notizia, con tutto lo staff; è venuto a Prato e questa è stata una risposta importante. Dobbiamo fare ancora molto, lo sappiamo: il Governo e il Parlamento saranno impegnati, anche nelle prossime settimane, nell'esame dei provvedimenti.

Noi, come Forza Italia, oltre al cordoglio, alla vicinanza all'azienda e agli imprenditori, faremo il possibile, come sempre abbiamo fatto, da opposizione a maggioranza, non guardiamo in queste occasioni questi temi. Lavoreremo con i sindaci, che molti non sono del nostro partito, e il Presidente della regione, affinché queste terre riemergano non solo nelle abitazioni e nelle fabbriche, ma che tornino a essere, come lo sono, il secondo distretto d'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Boschi. Ne ha facoltà.

MARIA ELENA BOSCHI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. La Toscana piange le sue vittime e noi di Italia Viva e di Azione ci uniamo al dolore delle loro famiglie, così come al dolore delle famiglie delle vittime del maltempo in Veneto. Ci stringiamo alle comunità che hanno subìto danni devastanti, al presidente della regione, Giani, ai tanti amministratori locali in prima linea vicini ai cittadini, a cominciare dall'amico Matteo Biffoni a Prato. Io vengo dalla Toscana, una terra di donne e uomini forti, a volte un po' ruvidi, per questo forse non stiamo simpatici a tutti, ma molto orgogliosi. Siamo abituati ad asciugarci rapidamente le lacrime e a ripartire. E lo faremo anche stavolta, anzi, lo stiamo già facendo. Non è il momento delle polemiche, né dei distinguo. Al Governo, però, chiediamo ristori subito per le famiglie, perché ci sono famiglie che hanno perso tutto, anche le fotografie. Ristori per l'agricoltura, a cominciare dal florovivaismo a Pistoia, come in Maremma, agli allevatori, che non hanno più le stalle, alle tante imprese, non solo quelle che esportano, ma soprattutto alle piccole e medie imprese che sono il cuore dell'economia e del lavoro in Toscana. Chiediamo anche, però, di ripristinare subito l'unità di missione contro il dissesto idrogeologico. Purtroppo, il cambiamento climatico ci porterà sempre a dover convivere con eventi drammatici che non sono evitabili, gli eventi calamitosi naturali, succederanno. Dipende da noi però quali conseguenze avranno, quanto impatteranno nella vita delle nostre comunità, nei nostri cittadini, nelle attività. Per questo serve un'attività di prevenzione, di messa in sicurezza del territorio. E serve subito.

In questi giorni difficili, dobbiamo ringraziare in Toscana per l'aiuto che è arrivato da parte di tanti, a cominciare, ovviamente, dal sistema della Protezione civile, alle centinaia e migliaia di volontari che si sono dati da fare fin dai primi momenti. Molti sono arrivati da altre regioni, primi fra tutti gli amici e i fratelli dell'Emilia-Romagna, per una vicinanza non solo fisica, ma anche perché da poco sono passati nella stessa situazione, nello stesso lutto, nello stesso dolore. Tantissimi giovani sono arrivati in Toscana da tutta Italia. Sono i nipoti, alcuni di sangue, alcuni soltanto di spirito, degli angeli del fango che hanno soccorso Firenze nel 1966 dopo l'alluvione. Hanno salvato Firenze, ma hanno salvato anche tanta bellezza, arte, cultura per il mondo intero. E anche stavolta la Toscana ripartirà, io credo che ci riusciremo prendendo proprio a modello quei giovani e i tanti volontari che stanno lavorando in queste ore. Nessuno domanda al volontario che ha vicino, al cittadino, alla famiglia che sta aiutando, all'imprenditore a cui va a spalare il fango in azienda, di quale partito è, quale sindaco lo rappresenta. Si mettono semplicemente a disposizione e danno una mano. Credo che qui dentro dovremmo avere lo stesso approccio e lavorare semplicemente per dare una mano a quelle popolazioni (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Siamo di nuovo davanti a un racconto che parla di un nuovo mondo, di una nuova attualità, dal Veneto alla Toscana, ma anche la Campania e la Lombardia, la tempesta Ciaran ha di nuovo travolto questo Paese lasciando dietro di sé distruzione e morte. Aumenta il bilancio delle vittime - in Toscana è stato trovato da poco il corpo dell'ottava - e come Alleanza Verdi Sinistra il primo pensiero di tutte e tutti noi va alle famiglie, a chi in queste ore sta contando non solo i lutti, ma anche i danni. Una tragedia che sta mettendo a dura prova le comunità, i sindaci e i volontari. Ovviamente, ci uniamo alle sue parole di cordoglio e a quelle dei colleghi, tranne una - me la faccia dire, Presidente -, la parola “maltempo”. Ecco, vi chiediamo semplicemente di non usare più questa parola. Governare il clima significa esattamente preparare i territori per resistere a questi eventi, oltre a contestare il cambiamento climatico. Siamo stretti, come lei sa, fra due guerre, ma ce ne abbiamo una sopra le nostre teste. Per questo ormai sappiamo che se il clima è cambiato e piove tanto in così poco tempo, dopo mesi di siccità in cui il suolo è diventato ancora meno permeabile, le conseguenze si fanno peggiori. È 1 a 6 il rapporto fra l'acqua che si infiltra nel suolo cementificato e quella che può penetrare in un terreno non cementificato. Per questo, lo ricordo, perché questa tragedia non esclude nessuno. La Toscana, tra l'altro, ha 7.800 ettari edificati in aree a media pericolosità idraulica ed è la regione con la più alta superficie edificata esposta a frane. Come vedete, noi pensiamo che il consumo di suolo zero è già un programma di adattamento climatico, ma mi faccia dire un'ultima nota positiva. Otre a quelle migliaia di concittadine e concittadini che sono scesi in quelle strade ad aiutare, a Campi Bisenzio allagata ancora con 2 milioni di metri cubi di acqua e 1.500 persone circondate da fango, sono i lavoratori della GKN e i lavoratori di Mondo Convenienza, dei quali abbiamo raccontato le loro vertenze qui, a spalare quel fango. I primi, mentre aiutavano volontariamente la proprietà, dopo due giorni di silenzio durante i quali non si è minimamente preoccupata di verificare la loro salute, la sicurezza dei lavoratori o dello stabilimento, il liquidatore ha mandato un messaggio per chiedere l'immediato sgombero di quei lavoratori, chiedendo l'impiego delle Forze dell'ordine, adducendo come scusa un non precisato fenomeno di dispersione elettrica. Dall'altra, a Campi Bisenzio sempre, i lavoratori di Mondo Convenienza si immergevano nel fango e nessuno ha ritirato le loro lettere di licenziamento. Allora, chiudo con un appello. Ricordatevi e ricordiamoci di loro: quando spazzeremo via, insieme a loro, il fango, ricordiamoci di toglierli dal ricatto e dallo sfruttamento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cavo. Ne ha facoltà.

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente, onorevoli colleghi, è difficile rifare ancora una volta la conta dei danni, degli sfollati e delle vittime: 50.000 le persone colpite, danni per almeno mezzo miliardo di euro, almeno 300 sfollati. Nella notte tra giovedì 2 e venerdì 3 novembre si è ripetuto un copione già visto, purtroppo, troppe volte: piogge violentissime, fiumi che esondano e l'impatto devastante su persone, case, cose. Campi Bisenzio, Prato, Montemurlo, Seano sono i centri abitati più colpiti, otto le vittime - l'ultima trovata questa mattina in un vivaio di Prato -, travolte dalle piene nelle loro abitazioni o mentre cercavano di mettere in salvo i propri beni, oppure sopraffatti dallo sforzo, folgorati nel tentativo di staccare la corrente. Queste vittime sono soprattutto i nostri anziani, colti da malore mentre erano in casa, oppure nelle RSA. Deceduti perché non sono riusciti a salire ai piani alti, oppure perché erano per strada come Teresa e Antonio, trovati a qualche metro di distanza l'uno dall'altra, mentre cercavano di attraversare un ponte. A loro, ai nostri anziani, credo sia giusto pensare ora in questi minuti.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 18,25)

ILARIA CAVO (NM(N-C-U-I)-M). Da ligure, credo di poter capire che cosa si prova a vedere un fiume che si ingrossa e continua a ingrossarsi. L'ansia che cresce quando la pioggia non si ferma e poi il dolore di dover piangere le vite, come stiamo facendo oggi. Il cordoglio è profondo e ci sentiamo tutti i toscani oggi, così come recentemente ci siamo sentiti tutti emiliani e romagnoli. Ci sentiamo uniti in questo cordoglio che non ha confini e non può avere un colore politico o polemiche politiche. L'unico colore, l'unica parte, quella del volontariato di tutti quei ragazzi che si sono prestati, che si sono rimboccati le maniche e che hanno dato un segnale forte di aiuto, gli angeli del fango - che ben conosciamo, arrivo da Genova - che sono tornati.

Nelle aree colpite insiste uno dei distretti industriali di maggior rilievo del made in Italy. Oggi fra gli imprenditori pratesi predomina ancora la rabbia, ma è la rabbia che porta con sé la voglia di ripartire, di riaccendere le macchine, di riavviare la produzione che non si può fermare. È fondamentale che le imprese abbiano la possibilità di ripartire subito e l'accesso al credito è di primaria importanza in questa fase. Occorre ed è importante l'impegno positivo di SACE a supportare le imprese della Toscana.

Un altro grande segnale è arrivato dagli ospedali che non si sono fermati. All'ospedale di Prato è stato effettuato nelle ore più difficili un prelievo multiorgano, un grande segnale. A loro, come a tutti i soccorritori coinvolti nelle operazioni di salvataggio, va il nostro più grande ringraziamento per aver salvato vite e ridato speranza nelle ore più difficili.

Ora, se vogliamo corrispondere alla forza e al coraggio di queste donne e di questi uomini, dobbiamo tutti, come istituzioni, collaborare e fronteggiare l'emergenza, supportare la ricostruzione e la ripartenza, ma soprattutto lavorare sulla prevenzione, concentrandoci sulla realizzazione di tutte quelle opere che possano mettere in sicurezza case, attività, beni, vite umane (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Agostino Santillo. Ne ha facoltà.

AGOSTINO SANTILLO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per richiedere un'informativa urgente al Governo sui fatti relativi alla cessione della rete di telecomunicazione nazionale a un fondo speculativo statunitense. Mi sto riferendo alla vendita della rete di telecomunicazione di TIM al fondo statunitense KKR, soprattutto in riferimento ai profili che riguardano la sicurezza della nostra Nazione.

Presidente, noi siamo rimasti alquanto interdetti da questa vendita perché questo Governo e questa maggioranza, in pompa magna, in campagna elettorale, parlavano e sbandieravano di patriottismo, di sovranità del Paese e adesso, con tanta leggerezza, vendono un asset strategico del nostro Paese. Se proprio c'è una cosa in cui siete i campioni del mondo, come Governo, essa è rappresentata sistematicamente dal vostro “voltagabbanismo”, cioè voi avete la capacità enorme di rimangiarvi tutto ciò che avete promesso in campagna elettorale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Sappiate che per noi questo è un film già visto: ci siamo già passati con la nostra compagnia di bandiera. Ricordate, la Presidente Meloni e il Ministro Salvini promettevano che mai sarebbe stata svenduta la nostra compagnia aerea di bandiera, mai sarebbe andata a finire in mani straniere e, invece, è andata a finire in mani tedesche. Non bastasse questo, tra la svendita di ITA e adesso la svendita di TIM, nel bel mezzo del cammin di nostra vita, il Ministro Tajani ci parla della proposta di privatizzare i porti. Cioè, noi vogliamo privatizzare i porti d'Italia, un asset strategico fondamentale per il nostro Paese. Ma ormai non ci spaventa più niente, diciamo le cose come stanno: qui siamo partiti da Fratelli d'Italia e, dopo la svendita di ITA, ci siamo trovati a parlare di fratelli di Germania; adesso, con la svendita di TIM, ci troviamo a parlare di fratelli d'America. Insomma, qua va bene essere fratelli con chiunque, purché si racimolino un po' di soldi sul piatto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Il problema è che questa vendita ha delle conseguenze gravissime perché parliamo della gestione di ben 21 milioni di chilometri di cavi di fibre ottiche, dove vengono trasmessi i nostri dati: è la principale rete di trasmissione dei nostri dati. Si va a minare fortemente la vulnerabilità del Paese con possibili minacce esterne. Voglio ricordare che stiamo minando il futuro dell'Italia perché stiamo minando la digitalizzazione; questa non può avere la bandiera di alcun Paese, benché la bandiera degli USA. Il MEF possiederà solo il 20 per cento della neonata TIM, KKR il 65 per cento: state mettendo la controllabilità dei nostri asset in altre mani.

Tra l'altro, dopo la figuraccia internazionale che è stata fatta dalla nostra Presidente Meloni che ha scambiato due comici russi per due alti diplomatici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ancora non avete capito l'importanza della gestione e del controllo degli asset del Paese a partire proprio dalla telefonia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. La ringrazio. La richiesta d'informativa ovviamente è giunta a destinazione. Ascolteremo poi, nei prossimi giorni, la disponibilità del Governo.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Giuseppe Provenzano. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE PROVENZANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Oggi è trascorso un mese esatto dal 7 ottobre, da quel tragico giorno in cui abbiamo assistito all'attacco terroristico di Hamas nei confronti di Israele, nei confronti di cittadini inermi, pacifici, spesso pacifisti, massacrati senza alcuna ragione, se non l'odio per quello Stato e una furia antisemita che ha prodotto quelle atrocità. Quest'Aula ha condannato quel massacro, ma da allora si è avviata una spirale di morte e di violenze.

Israele nella Striscia di Gaza ha commesso gravi violazioni del diritto internazionale e umanitario. La sua leadership ha rivendicato vendetta e non giustizia. Nella Striscia si è aperta una catastrofe umanitaria: solo nell'ultima settimana 6.000 bombe e il bilancio delle vittime ha superato i 10.000 innocenti. È la ragione per cui abbiamo chiesto una tregua per evitare che si offuscasse la differenza - che in quest'Aula tutti abbiamo rivendicato - tra Hamas e la popolazione palestinese.

Da allora, da quel giorno, le violenze si sono estese anche alla Cisgiordania. Oggi, in queste ore, il Presidente dell'Autorità nazionale palestinese è stato vittima di un attentato. Da allora, da quel giorno, ogni giorno il rischio di un'escalation regionale si è fatto più alto e il conflitto sta diventando una linea di frattura che divide il mondo intero. Da allora, assistiamo a una crescente ondata di antisemitismo, anche nel nostro Paese, e di islamofobia con un invito allo scontro di civiltà che a volte è arrivato anche dai banchi di questo Governo.

Da allora, abbiamo assistito, sul piano diplomatico, a una serie poco coordinata di iniziative. L'Europa è apparsa divisa, debole, alla luce della divisione alle Nazioni Unite, su una risoluzione che chiedeva la tregua umanitaria e su cui il Governo italiano ha assunto una decisione senza nemmeno volerla discutere in quest'Aula.

Presidente, il 7 ottobre, noi abbiamo offerto al Governo spirito unitario per affrontare una crisi nel Mediterraneo orientale che si abbatte direttamente su di noi. Abbiamo apprezzato anche il richiamo da parte del Governo a una soluzione politica, ma da allora, salvo un question time il 18 ottobre, il Governo non è più tornato in Aula.

Abbiamo chiesto in quest'Aula - lo hanno fatto diversi gruppi di opposizione - la scorsa settimana una nuova informativa del Ministro Tajani, che è stata chiesta ancora in Capigruppo, non solo per un aggiornamento sulla situazione del conflitto, ma per chiarire a quest'Aula quali iniziative concretamente si stiano mettendo in campo per fermare il massacro.

Il rischio non è solo quello di assuefarsi ogni giorno di più alla violenza, all'orrore e alla guerra, ma anche far perdere senso a questa parola “pace” che, per fortuna, abbiamo ripreso a pronunciare.

Pace significa ristabilire giustizia e legalità internazionale. Per questo, Presidente, le chiedo di voler richiamare il Governo al suo dovere di tornare in quest'Aula a riferire sulla grave situazione che infiamma il mondo intero (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (AVS). Grazie, signor Presidente. Intervengo per associarmi e per associarci, come gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, alla richiesta che l'onorevole Provenzano le ha appena fatto perché il Governo torni a riferire e, aggiungerei, perché questo Parlamento, questa Camera, preveda una sessione di discussione su quello che sta accadendo.

Siamo perfino oltre i limiti entro i quali una comunicazione del Governo è sufficiente a rispondere al dramma che abbiamo di fronte. Abbiamo bisogno sì di un'informativa, di capire dal Governo quali sono, se vi sono, le novità, anche rispetto alla capacità di iniziativa effettiva che la comunità internazionale è in grado di mettere in atto.

Lo abbiamo detto molte volte in questi giorni e in queste settimane e anch'io, come l'onorevole Provenzano, ribadisco qui che abbiamo apprezzato l'impianto, l'impostazione che il Governo ha tenuto in linea generale. Abbiamo, però, dovuto rilevare che, al netto delle esortazioni, ripeto, condivisibili, la realtà supera purtroppo, minuto dopo minuto, le peggiori previsioni possibili. Dunque, credo che il Parlamento della Repubblica abbia il dovere, non solo il diritto, di essere informato e di discutere. Credo che una sessione del Parlamento dedicata a quello che sta accadendo e alla necessità di mettere in campo un'iniziativa politica in grado di intervenire in modo fattuale su quello che accade, ora dopo ora, in Medio Oriente sia non più rinviabile.

Per questo - lo ripeto - ci associamo a questa richiesta e ci auguriamo che, dopo tutti questi giorni, abbia finalmente un seguito (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Sono morte 10.022 persone, di cui 4.104 bambini, 2.350 persone, tra cui 1.300 bambini, non si trovano, non si sa dove siano, e i feriti sono 25.408. Hanno perso la vita 192 operatori sanitari, 89 dipendenti dell'UNRWA, 18 lavoratori della Protezione civile, 47 giornalisti. Inoltre, 625.000 studenti non hanno accesso alla scuola e sono state attaccate 113 strutture sanitarie e colpite 32 ambulanze. Che cosa deve succedere ancora a Gaza, affinché il Governo si degni di venire a dare una risposta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Dobbiamo aspettare che la Meloni sia chiamata da qualche comico di qualche parte del mondo per sapere qual è la sua versione dei fatti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Dobbiamo aspettare che accada quello che ha detto un Ministro israeliano ovvero che la bomba atomica è un'opzione a Gaza? Dobbiamo aspettare questo? In tutto il mondo, lo ripeto, in tutto il mondo, in decine di Paesi arabi stanno scorrendo le immagini, che ovviamente nei nostri telegiornali e nelle nostre trasmissioni non vengono mandate in onda, di quello che accade a Gaza. Che cosa pensate che succeda in questi Paesi arabi? Chi si prenderà di mira per quello che sta succedendo? Noi non vogliamo - l'abbiamo già detto la settimana scorsa - essere parte e complici di questa vigliaccheria, l'Italia non può essere complice di questa vigliaccheria. Perciò, ribadiamo la richiesta e ci associamo alla richiesta dei colleghi, già fatta la settimana scorsa, che la Presidente del Consiglio venga in quest'Aula a dirci perché si è astenuta all'ONU rispetto a una richiesta di cessate il fuoco. Ce lo deve spiegare, senza dire, come ha fatto quando è venuta due settimane fa, che d'altronde in un'operazione del genere, purtroppo, è inevitabile che accadano queste cose perché 10.000 morti e 4.000 bambini morti non sono inevitabili e non sono accettabili (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, il deputato Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, Presidente. Intervengo semplicemente per associarmi alla richiesta avanzata dall'onorevole Provenzano, affinché il Governo venga a riferire anche sull'evoluzione della posizione del Governo italiano anche nell'ambito dell'Unione europea. Penso che questo sia importante senza pregiudicare le posizioni. Ad esempio, sulla questione del voto in ambito ONU ho posizioni diverse da quelle dei colleghi, però penso che sia importantissimo che non passino settimane o addirittura mesi prima che si abbia una nuova discussione, magari anche con un voto di indirizzo del Parlamento sulla vicenda della guerra a Gaza, scatenata dall'attacco brutale di Hamas a Israele.

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 1517.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 1517.

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1517​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che l'ordine del giorno n. 9/1517/6 Paolo Emilio Russo è stato ritirato dal presentatore.

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere.

ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/1517/1 Boschi il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di individuare misure anche per gli altri comuni”. L'ordine del giorno n. 9/1517/2 Giachetti è accolto come raccomandazione, con la seguente riformulazione del primo impegno: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di prevedere per i docenti e il personale di cui in premessa incentivi in caso di impiego nella sede carceraria”. Sull'ordine del giorno n. 9/1517/3 Deborah Bergamini il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1517/4 Ghio il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di adottare ogni iniziativa utile per supportare i sindaci e i comuni delle aree urbane degradate”. Sull'ordine del giorno n. 9/1517/5 Bonafe' il parere è favorevole. Ricordo che l'ordine del giorno n. 9/1517/6 Paolo Emilio Russo è stato ritirato. Sull'ordine del giorno n. 9/1517/7 Cangiano il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1517/8 Padovani il parere è contrario sul primo impegno mentre è favorevole, con la seguente riformulazione, sul secondo impegno: “a valutare l'opportunità di creare un osservatorio nazionale sulla devianza giovanile che opererà in stretto coordinamento con il Ministero dell'Interno, il Dipartimento per le politiche giovanili, il servizio civile universale della Presidenza del Consiglio dei ministri e il Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, con funzioni di osservazione, analisi, monitoraggio e ricerca scientifica sul fenomeno delle baby-gang sul territorio nazionale”. Sull'ordine del giorno n. 9/1517/9 Gardini il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1517/10 Battilocchio il parere è favorevole, con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/1517/11 Furfaro il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1517/12 Malavasi avrei bisogno di un ulteriore approfondimento, Presidente, quindi, se possiamo, lo accantonerei.

PRESIDENTE. Bene, lo accantoniamo.

ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Sugli ordini del giorno n. 9/1517/13 Stumpo e n. 9/1517/14 Ciani il parere è contrario sulle premesse e favorevole sull'impegno.

Anche per l'ordine del giorno n. 9/1517/15 Girelli chiedo l'accantonamento.

Sugli ordini del giorno n. 9/1517/16 Ghirra e n. 9/1517/17 Bonelli il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1517/18 Zanella, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di potenziare le attività in favore dei minori inseriti in percorsi di rieducazione previsti dall'articolo 27-bis del decreto del Presidente della Repubblica del 22 settembre 1988, n. 448”. Sull'ordine del giorno n. 9/1517/19 Mari il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1517/20 Zaratti il parere è favorevole con la riformulazione: “a valutare l'opportunità di”.

L'ordine del giorno n. 9/1517/21 Piccolotti, chiedo di accantonarlo.

Sull'ordine del giorno n. 9/1517/22 Grippo il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte a modificare l'articolo 175 del codice penale, prevedendo che il giudice possa ordinare che non sia fatta menzione nel certificato del casellario giudiziale di una prima condanna fino a 3 anni per reati commessi da un minore e fino a 2 anni e 6 mesi per reati commessi da persona di età superiore a 18 anni, ma inferiore a 21”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1517/23 Manzi…

PRESIDENTE. Chiedo scusa, Sottosegretario. Quando c'è una riformulazione, se il testo rimane invariato e c'è soltanto l'aggiunta della formula “a valutare l'opportunità di”, ovviamente evitiamo la lettura integrale del testo.

ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Sì, mi è più agevole darne lettura, perché a volte cambia anche una piccola parola all'interno del testo.

PRESIDENTE. Sì, sì, valuti lei.

ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Sull'ordine del giorno n. 9/1517/23 Irene Manzi il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1517/24 Zingaretti il parere è favorevole se riformulato nel senso di espungere la prima e la terza premessa e riformulare l'impegno nel modo seguente: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di adottare misure per assicurare il diritto all'istruzione per tutte le bambine e i bambini, elemento fondamentale per colmare il divario tra Nord e Sud”.

L'ordine del giorno n. 9/1517/25 Orfini è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1517/26 Berruto il parere è favorevole se riformulato nel senso di espungere la prima e la terza premessa e riformulare gli impegni nel modo seguente: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di adottare misure necessarie a finanziare voucher di spesa per la pratica sportiva per le famiglie in difficoltà economica, con particolare attenzione alle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, e in ogni caso alle regioni altresì certificate con un maggiore tasso di sedentarietà”; e poi ancora “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di predisporre congrue misure organizzative finalizzate a promuovere attività sportiva presso gli istituti penitenziari per i minori, nonché a rendere immediatamente operative strutture già esistenti”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1517/27 La Salandra il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di prevedere, compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili e i vincoli di finanza pubblica, misure normative volte al reperimento di risorse finanziarie aggiuntive in favore di Forze di polizia, nonché a beneficio dei comuni, al fine di promuovere il miglioramento delle infrastrutture sociali di competenza comunale”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1517/28 Giagoni il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1517/29 Gianassi il parere è contrario sulle premesse e favorevole sull'impegno se riformulato nel modo seguente: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica e nel rispetto del principio di equiordinazione tra le Forze di polizia, di prevedere il reclutamento di personale adeguato a coprire le vacanze di organico nel ruolo iniziale del Corpo di Polizia penitenziaria, in aggiunta alle facoltà assunzionali previste a legislazione vigente”.

L'ordine del giorno n. 9/1517/30 Barbagallo è accolto come raccomandazione, se riformulato nel senso di espungere le premesse.

Sugli ordini del giorno n. 9/1517/31 Lacarra, n. 9/1517/32 Di Biase, n. 9/1517/33 Zan e n. 9/1517/34 Serracchiani, il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1517/35 Riccardo Ricciardi il parere è favorevole se riformulato nel senso di espungere l'ultimo impegno.

Sull'ordine del giorno n. 9/1517/36 Auriemma il parere è favorevole sul primo impegno, se riformulato nel modo seguente: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di adottare misure per il potenziamento delle iniziative di assistenza per i minori a rischio di devianza”; è contrario sul secondo impegno.

Sull'ordine del giorno n. 9/1517/37 Penza il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di realizzare (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1517/38 Alfonso Colucci il parere è contrario.

Sugli ordini del giorno n. 9/1517/39 Cafiero De Raho e n. 9/1517/40 Ascari il parere è favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/1517/41 D'Orso è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1517/42 Giuliano il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di adottare misure in favore delle aree periferiche delle grandi città su tutto il territorio nazionale per contrastare la criminalità minorile e i fenomeni di marginalizzazione sociale”.

Sugli ordini del giorno n. 9/1517/43 Scutella' e n. 9/1517/44 Sportiello il parere è contrario.

L'ordine del giorno n. 9/1517/45 Marianna Ricciardi è accolto come raccomandazione se riformulato nel senso di espungere l'ultima premessa.

Sull'ordine del giorno n. 9/1517/46 Quartini il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1517/47 Di Lauro il parere è favorevole con la seguente riformulazione: espungere tutte le premesse; parere favorevole sul primo impegno; parere favorevole sul secondo impegno, se riformulato nel modo seguente: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, di adottare iniziative per il benessere psicologico dei giovani”.

Sugli ordini del giorno n. 9/1517/48 Orrico e n. 9/1517/49 Caso il parere è contrario.

L'ordine del giorno n. 9/1517/50 Amato è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1517/51 Bruno il parere è favorevole se riformulato nel senso di espungere tutte le premesse e riformulare l'impegno nel modo seguente: “a valutare la possibilità di intervenire al fine di ricomprendere nell'ambito del percorso di rieducazione del minore anche le attività sociali e culturali da svolgersi congiuntamente e non alternativamente rispetto alle altre attività a beneficio della comunità di appartenenza per potenziare le attività in favore dei minori inseriti in percorsi di rieducazione ed allo stesso tempo apportare giovamento al tessuto sociale”.

Sugli ordini del giorno n. 9/1517/52 L'Abbate e n. 9/1517/53 Carfagna, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/1517/1 Boschi c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo: viene accolta? Sì.

L'ordine del giorno n. 9/1517/2 Giachetti è accolto come raccomandazione se riformulato: la riformulazione è accolta.

Sull'ordine del giorno n. 9/1517/3 Bergamini il parere è favorevole. La deputata Bergamini chiede di parlare: le ricordo che può intervenire se poi chiede di porlo in votazione. Prego, a lei la parola.

DEBORAH BERGAMINI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Ringrazio il Governo per il parere favorevole, ma chiedo che comunque quest'ordine del giorno venga posto in votazione e spiego rapidamente perché: questo ordine del giorno richiama la memoria di Giovanni Battista Cutolo, il musicista di 24 anni (Applausi) che il 31 agosto scorso è stato trucidato per futili motivi da un criminale minorenne a Napoli. Giovanni Battista era un artista, un musicista che suonava il corno nell'orchestra Scarlatti di Napoli.

Amava molto la musica classica, ma più ancora dell'amore per la musica classica, lui credeva che la musica potesse essere uno strumento per prevenire la povertà educativa e la criminalità minorile e lavorava perché si potesse diffondere la pratica della musica classica. Con questo ordine del giorno, Forza Italia chiede al Governo di dedicare un progetto, anche nell'ambito scolastico, proprio alla memoria di Giovanbattista e di farlo divulgando la pratica e la conoscenza della musica classica. È un modo, non soltanto per onorare la memoria di questo ragazzo, ma anche per far sì che il suo amore per la musica classica non venga disperso, come è stata dispersa la sua vita, ma venga consegnato alle generazioni future (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Volevo sottoscrivere, a nome del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, questo ordine del giorno, ringraziare le colleghe che l'hanno presentato e aggiungere che, non solo noi voteremo a favore, ma riteniamo anche noi giusto ricordare questo ragazzo, vittima di una violenza efferata, simbolo della meglio gioventù, non solo napoletana, ma italiana; si pagava, facendo il cameriere, le spese per seguire il conservatorio, suonando uno strumento ai più sconosciuto, il corno, un ragazzo che è diventato il simbolo anche della capacità della famiglia di reagire: la mamma Daniela, il papà Franco e la sorella Lulù non si sono abbassati di fronte alla violenza e alla criminalità dilagante, ma hanno alzato la voce e chiesto, non solo giustizia, ma una modifica delle leggi, affinché non avvengano più episodi e violenze di tale portata. Per questa ragione, voteremo a favore e ricordiamo anche noi con grande affetto un ragazzo che aveva tutta la vita davanti e a cui è stato impedito di avere un futuro (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Se la collega Bergamini acconsente, sottoscrive questo ordine del giorno tutto il gruppo del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Gerolamo Cangiano. Ne ha facoltà.

GEROLAMO CANGIANO (FDI). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Carotenuto. Ne ha facoltà.

DARIO CAROTENUTO (M5S). Grazie, Presidente. Anche noi del MoVimento 5 Stelle, con il permesso della collega Bergamini, vorremmo sottoscrivere tutti questo ordine del giorno. Siamo rimasti tutti molto colpiti dalla morte di Giovanbattista, di Giogiò: è tremendo pensare che la mano omicida sia stata quella di un minorenne ed è importante quindi questa proposta, che chiede appunto di individuare dei momenti da dedicare a Giovanbattista e alla sua passione, la musica, nel suo ricordo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Mi pare che la deputata Bergamini acconsenta a queste richieste di sottoscrizione. Ha chiesto di parlare la deputata Bonetti. Ne ha facoltà.

ELENA BONETTI (A-IV-RE). Grazie Presidente. Anch'io per associarmi alla richiesta di sottoscrivere, a nome del gruppo, questo ordine del giorno, apprezzando l'iniziativa delle colleghe Bergamini e Patriarca e confermando l'impegno, a questo punto, di dare seguito, anche come Parlamento, nel sostenere le azioni che il Governo vorrà intraprendere (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Patriarca. Ne ha facoltà.

ANNARITA PATRIARCA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Soltanto per chiedere, a nome di tutto il gruppo di Forza Italia, di sottoscrivere questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zinzi. Ne ha facoltà.

GIANPIERO ZINZI (LEGA). Grazie, Presidente. A nome del gruppo della Lega, sottoscrivo l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bicchielli. Ne ha facoltà.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie Presidente. Anche noi per associarci: chiedo, a nome di tutto il gruppo, di poter sottoscrivere l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Kelany. Ne ha facoltà.

SARA KELANY (FDI). Presidente, solo per sottoscrivere, a nome di tutto il gruppo di Fratelli d'Italia, l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ascari. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie. Solo per sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/1517/11 Furfaro…

PRESIDENTE. Il suo gruppo ha già sottoscritto, poco fa, l'ordine del giorno, a nome di tutti. Ha parlato il collega Carotenuto.

STEFANIA ASCARI (M5S). Ma io intendevo sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/1517/11 Furfaro.

PRESIDENTE. Ci dobbiamo ancora arrivare, è in anticipo. Ci risentiamo tra un po'.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/3 Deborah Bergamini, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Sull'ordine del giorno n. 9/1517/4 Ghio c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Ha chiesto di parlare la deputata Ghio. Ne ha facoltà.

VALENTINA GHIO (PD-IDP). Grazie Presidente. Accetto la riformulazione, ma chiedo che l'ordine del giorno venga posto in votazione e faccio una breve dichiarazione di voto, nella speranza che un voto condiviso (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)…Chiederei che il Governo fosse presente…

PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo è presente. Anche se si è alzato, è qui insieme a noi.

VALENTINA GHIO (PD-IDP). Credo che sia un tema che richieda la presenza del Governo. Dicevo che ho la convinzione che un voto condiviso sulla riformulazione proposta renda più stringente l'impegno. Noi vogliamo portare, con questo ordine del giorno, un contributo positivo su un tema, come quello che è stato trattato della devianza minorile, molto complesso, che non può essere risolto soltanto con interventi a senso unico, interventi che, da un certo punto di vista, erano necessari soprattutto dopo quanto accaduto, ma in quest'Aula ci sono anche tanti deputati che sono stati sindaci e sindache della propria città e sanno bene che la gestione di questo fenomeno ricade in tanta parte sulle spalle dei comuni, che spesso si trovano senza mezzi adeguati per affrontarlo in modo efficace. Invece noi riteniamo che occorra mettere a disposizione dei comuni, primi riferimenti sul territorio, risorse e strumenti per prevenire questi fenomeni, per offrire reali prospettive di rieducazione a chi si rende protagonista di devianza e soprattutto strumenti per dare la speranza alle ragazze e ai ragazzi di un'esistenza che non sia schiacciata dalla marginalità presente e futura, speranza che non induca a considerare la marginalità come un destino inevitabile. Quindi, stiamo parlando della necessità di interventi che riescano a contrastare dinamiche diverse, spesso associate nelle stesse persone: il contrasto all'abbandono della scuola, la presenza di dipendenza da sostanze, il bisogno di fare gesti eclatanti che rendano riconoscibili anche attraverso i social. Stiamo parlando della necessità di rafforzare i presidi sociali, culturali, di rigenerazione urbana, di comunità, per sostenere le famiglie - che questa maggioranza mette spesso al centro di ogni enunciato, ma che deve trovare il modo di sostenere con concretezza, altrimenti la citazione diventa esercizio di stile - anche nel farsi carico, con le risorse necessarie, delle solitudini dei loro figli e dell'abbassamento della soglia di distinzione tra cosa è bene e cosa è male. Per fare questo, crediamo sia fondamentale mettere in atto strategie e politiche pubbliche orientate a tenere salde le comunità. Questo si può fare soltanto mettendo in grado i sindaci, le amministrazioni locali ed i comuni di occuparsi profondamente dei bisogni della loro comunità, mettendoli in grado di potenziare gli strumenti educativi, sociali e di sostegno economico che vanno ad intercettare il disagio. Per questa ragione, con quest'ordine del giorno, abbiamo chiesto un incremento dello strumento principe per mettere in atto questi percorsi, ossia il Fondo nazionale per le politiche sociali che, attraverso le regioni, è il primo sostegno dei comuni per tenere coese le loro comunità.

Quindi recepiamo la riformulazione e chiediamo di metterlo ai voti perché sia più stringente l'impegno ad attuare l'incremento del Fondo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/4 Ghio, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

Sull'ordine del giorno n. 9/1517/5 Bonafe' il parere è favorevole, l'ordine del giorno n. 9/1517/6 Paolo Emilio Russo è ritirato, sull'ordine del giorno n. 9/1517/7 Cangiano il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1517/8 Padovani il parere è favorevole con riformulazione: viene accolta.

Sull'ordine del giorno n. 9/1517/9 Gardini il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1517/10 Battilocchio il parere è favorevole con riformulazione: viene accolta.

Sull'ordine del giorno n. 9/1517/11 Furfaro il parere è contrario.

Ha chiesto di parlare il deputato Furfaro. Ne ha facoltà.

MARCO FURFARO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Nella sessione che ci ha preceduto parlavamo di tante ragazze e ragazzi che ha incontrato chi, come me, è andato nelle nostre terre a dare una mano. Erano ragazze e ragazzi giovanissimi, che abbiamo definito angeli del fango, la meglio gioventù.

Questo decreto parla di ragazze e di ragazzi che, invece, purtroppo, in contesti difficili, hanno dato luogo anche ad efferatezze, e da qui nasce questo decreto. È un decreto che nasce anche dagli stupri di Palermo e di Caivano: questi ragazzi consideravano il corpo delle donne un oggetto, non sapendo riconoscere un semplice “no”.

L'ordine del giorno è per un semplice motivo: pur essendo d'accordo ovviamente con gli strumenti di repressione, pensiamo che non bastino e che serva parlare con ragazzi e ragazze che non riescono a riconoscere più quando quel “no” è un “no”, che una minigonna non è un invito e che una ragazza non è un oggetto da stuprare o da costringere a bere. Per questo motivo con l'ordine del giorno abbiamo chiesto di introdurre nelle scuole qualcosa che c'è praticamente in tutta Europa, salvo alcune rare eccezioni, come la Bulgaria, la Lituania e la Polonia.

Credo che le nostre colleghe e i nostri colleghi, che tanto ci declamano il nome della patria e della Nazione, ambiscano anche loro a qualcosa di più. È qualcosa che ci chiede l'UNESCO, che chiede sia riconosciuto come fattore fondamentale per il diritto alla salute, che chiede l'Organizzazione mondiale della sanità, che chiede l'ONU, che chiedono studi che dimostrano che, laddove nelle scuole c'è l'educazione sessuale e all'affettività, ci sono anche minori stupri, minori gravidanze indesiderate, minori casi di malattie trasmesse attraverso atti sessuali.

Ricordo tristemente il dibattito della volta scorsa, proprio in quest'Aula, in cui un ex Sottosegretario, pensate, all'Istruzione ha definito addirittura degradante tutto questo o una schifezza. In famiglia questi ragazzi non ne parlano, solo un ragazzo su dieci ne parla in famiglia. Tra l'altro, questo ex Sottosegretario, Presidente, sa cosa ricordava? Che eravamo noi dell'opposizione a volere che fosse inaugurata questa pratica nella scuola. E non solo servirebbe un po' di studio a chi occupa le istituzioni, non solo sono tutte le organizzazioni internazionali a volerlo, ma c'è un dato in più che vorrei ricordare all'ex Sottosegretario Sasso e alla sua forza politica.

Uno studio del 2019, fatto su 16.000 ragazze e ragazzi di questo Paese, non solo ci ha detto che non riescono a parlare di questo tema in famiglia, ma ci ha detto che sanno poco del sesso e che per il sesso e l'educazione sessuale ricorrono a Internet. Quindi, da una parte, si declama di volerla vietare, dall'altra questa maggioranza appalta l'educazione sessuale alla pornografia. Ma vorrei ricordare all'ex Sottosegretario e alla sua forza politica che, a differenza delle sue parole secondo cui i ragazzi non vogliono l'educazione sessuale, il 94 per cento di quei ragazzi dichiarava di volerla a scuola. E sa chi ha promosso questo studio? Esattamente il Ministero della Salute del Governo di cui la sua forza politica faceva parte. Quindi, non sanno nemmeno di cosa stanno parlando.

Mi avvio a chiudere: sa qual è la cosa più spiacevole e per la quale invito quest'Aula ad approvare quest'ordine del giorno? Spero che sia per superficialità e ignoranza, ma la cosa più spiacevole è voler far passare l'educazione sessuale come un'istigazione al sesso, all'autoerotismo. Non ha niente a che fare con tutto questo: è semmai proprio una devianza del vostro maschilismo e patriarcato, che, come nel guardarsi allo specchio, lo mette in atto.

L'educazione sessuale tutela il consenso, insegna le relazioni affettive, fa in modo che un ragazzo e una ragazza abbiano il diritto a non essere toccati, abbracciati, a riconoscere quel “no”. È un insegnamento ai ragazzi e alle ragazze in un Paese in cui ogni tre giorni muore una donna e ci sono violenze tutti i giorni. Per questo vi chiediamo di essere una Nazione all'altezza del proprio nome, di approvare quest'ordine del giorno e di inserire finalmente nelle scuole una norma di civiltà (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ascari. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere, a nome dell'intero gruppo del MoVimento 5 Stelle, l'ordine del giorno del collega Furfaro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Anche a nome del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, intendiamo sottoscrivere l'ordine del giorno di Furfaro.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/11 Furfaro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

L'ordine del giorno n. 9/1517/12 Malavasi è stato accantonato. Abbiamo novità su questo? Sottosegretario Ostellari, chiedo scusa. C'era il primo ordine del giorno accantonato dei tre: lo lasciamo ancora accantonato.

Sull'ordine del giorno n. 9/1517/13 Stumpo c'è una proposta di riformulazione.

NICOLA STUMPO (PD-IDP). Accolgo la riformulazione e chiedo che venga messo ai voti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/13 Stumpo, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 4).

Sull'ordine del giorno n. 9/1517/14 Ciani c'è una proposta di riformulazione.

Ha chiesto di parlare il deputato Ciani. Ne ha facoltà.

PAOLO CIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Per ringraziare il Governo dell'accoglimento dell'impegno di questo e del precedente ordine del giorno. Mi rammarico del parere contrario sulle premesse, ma vorrei spiegare perché probabilmente c'è questa differenza di visione. Purtroppo, nella discussione su questo provvedimento noi abbiamo sentito…

PRESIDENTE. Chiedo scusa, deputato Ciani. Se accetta la riformulazione, diamo per scontato che lei stia facendo la dichiarazione di voto per poi porlo in votazione.

PAOLO CIANI (PD-IDP). Esattamente, grazie, Presidente.

PRESIDENTE. Prosegua.

PAOLO CIANI (PD-IDP). Lo avrei detto nel corso dell'intervento, lo dovevo dire all'inizio. C'è un tema legato alla visione dei minori che è echeggiata anche in quest'Aula nelle dichiarazioni precedenti.

Spesso chi di noi conosce meglio le periferie, perché c'è nato, perché le ha frequentate, perché le frequenta, chi conosce i giovani delle periferie sa quanto spesso esista uno stigma su questi giovani e, in generale, sulle persone che vivono in periferia. Il Presidente, come me, è romano e sa quanto spesso sia capitato, anche nella nostra capitale, che, abitando in un quartiere, si dicesse in pubblico di abitare nel quartiere accanto, perché si sa che esiste uno stigma sul fatto di essere periferici. Spesso questo stigma aumenta sui giovani e, purtroppo, abbiamo sentito riecheggiare anche nelle parole di alcuni colleghi un'idea un po' troppo, direi, rassegnata sui giovani della periferia che porta a decisioni per quanto riguarda l'aspetto punitivo.

Con questi ordini del giorno - e per questo sono felice che il Governo li abbia accolti con riferimento all'impegno - sottolineiamo l'importanza del coinvolgimento delle famiglie, dei servizi sociali, dei servizi sanitari, perché i giovani non siano colpevoli di qualcosa di cui non hanno alcuna colpa, ossia essere nati in alcuni territori, essere figli di alcune situazioni di degrado umano, ambientale, sociale. Noi vorremmo aiutare questi giovani ad essere pienamente cittadini, non stigmatizzarli, non punirli, non avere nei loro confronti un atteggiamento pregiudizievole di condanna, perché condannare un ragazzo, condannare un bambino, condannare un adolescente solo perché è nato in un quartiere e non in un altro non porta a un futuro migliore per nessuno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/14 Ciani, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Pochi minuti fa è uscita un'agenzia del Ministro Musumeci in cui, testualmente, dice: “Campi Flegrei, l'allerta resta gialla, emergenza rientrata”. Poiché, oggi, il collega Bonelli, tutti i membri della Commissione ambiente, i sindaci che sono qui, a Roma, e chi abita nel territorio dei Campi Flegrei e del napoletano hanno saputo che la situazione è talmente critica che stiamo entrando in emergenza arancione, se non addirittura rossa…

PRESIDENTE. Deputato Borrelli, è un intervento improprio…

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). …chiedo che il Ministro venga a riferire in Aula su questa vicenda, perché, quanto meno, è una gestione che deve chiarire al Parlamento italiano.

PRESIDENTE. Grazie, abbiamo registrato la sua richiesta.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 1517​)

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1517/15 Girelli: c'è un accantonamento. Non so se il Sottosegretario Ostellari è pronto per dare il parere o se lo vogliamo tenere da parte.

ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Sull'ordine del giorno n. 9/1517/15 Girelli, parere favorevole con riformulazione nel senso di espungere la prima e la seconda premessa.

PRESIDENTE. Deputato Girelli, cosa pensa di questa proposta?

GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Accetto…

PRESIDENTE. Aspetti, che non sentiamo. Se può gentilmente farsi prestare dalla postazione a fianco il microfono.

GIAN ANTONIO GIRELLI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Come dicevo, accetto la riformulazione, però chiedo che venga messo ai voti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/15 Girelli, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 6).

Ordine del giorno n. 9/1517/16 Ghirra, parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare la deputata Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Questo parere contrario del Governo non mi sorprende, ma mi dispiace, perché, come ha ben sottolineato la collega Piccolotti durante l'intervento sulla fiducia, questo decreto è un'occasione mancata. Come abbiamo già sottolineato in altre circostanze, occorre intervenire sul disagio giovanile perché la violenza non sia più l'unico metodo di risoluzione delle controversie tra giovani e, soprattutto, la nuova modalità di relazione.

Sappiamo bene che questo decreto nasce a seguito di un atto gravissimo, un caso di violenza, in cui un gruppo di 9 ragazzi, di cui 7 minori, ha violentato due bimbe di 12 e 10 anni. Ancora una volta sottolineiamo quanto sia importante il ruolo della scuola, della formazione, dell'educazione alla legalità e ai diritti costituzionali, all'affettività, all'emotività e anche alla sessualità, oltre che al rispetto delle differenze di genere e al contrasto della violenza. Sono già 100 i casi di femminicidio che si registrano quest'anno e sono numerosissimi i casi di violenza su donne più o meno giovani.

Quindi, con questo ordine del giorno chiediamo ancora una volta al Governo di impegnarsi per adottare iniziative volte alla promozione della cultura del rispetto delle differenze, dell'eliminazione di ogni forma di violenza di genere e di contrasto alla violenza di genere; di introdurre nelle scuole di ogni ordine e grado l'educazione all'affettività, all'emotività, alla sessualità e, soprattutto, di stanziare, con il prossimo provvedimento utile, adeguate risorse dirette al potenziamento della rete territoriale antiviolenza nel comune di Caivano, ma anche negli altri territori del nostro Stato, garantendo adeguati finanziamenti ai centri antiviolenza e alle case rifugio e, soprattutto, eliminando i ritardi che non ne consentono un corretto finanziamento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Caso. Ne ha facoltà.

ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. In realtà, intervengo per chiedere di sottoscrivere a nome del gruppo del MoVimento 5 Stelle questo ordine del giorno su un tema in cui abbondantemente in quest'Aula abbiamo discusso ed esplicitato la necessità di intervenire, in quanto è qualcosa che funziona in altri Stati e può funzionare e deve funzionare anche qui. Quindi, vi è la sottoscrizione da parte di tutto il gruppo del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ferrari. Ne ha facoltà.

SARA FERRARI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere la sottoscrizione a nome del gruppo del Partito Democratico e segnalare l'incongruenza, l'ipocrisia di questo parere negativo, mentre la Commissione sul femminicidio sta lavorando all'unanimità sul tema del finanziamento ai centri antiviolenza e dell'educazione nelle scuole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/16 Ghirra, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Ordine giorno n. 9/1517/17 Bonelli.

Ha chiesto di parlare il deputato Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Signor Presidente, non comprendo la ragione che ha portato il Governo a dire “no” a questo ordine del giorno. Tra l'altro, invito l'Aula a leggere il dispositivo perché nel comune di Caivano esistono 30 beni confiscati alla criminalità organizzata e questo ordine del giorno chiede semplicemente - ma ritengo sia estremamente importante - che questi beni siano immediatamente assegnati, attraverso l'acquisizione al patrimonio pubblico, e destinati alle finalità sociali. Attualmente, sono solo due i beni, di questi 30, che sono stati assegnati al patrimonio pubblico. E' veramente complicato comprendere la ragione per la quale il Governo ha detto “no”. Invito i deputati e le deputate della maggioranza ad assumere anche un'autonomia di voto rispetto a questa indicazione del Governo, perché i beni confiscati alla criminalità organizzata che tornano alla collettività penso sia un principio, un valore su cui nessuno può dissentire. Non so se il Sottosegretario abbia ben valutato il dispositivo, ma io invito veramente l'Aula a valutare attentamente. Mi rivolgo anche alla presidente della Commissione antimafia, perché sono 30 i beni confiscati alla mafia nel comune di Caivano. Dire che vengano destinati al patrimonio pubblico e siano destinati a finalità sociali non mi pare un qualcosa di trasgressivo che determina una lontananza o una distanza politica tra maggioranza e opposizione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ringrazio il deputato Bonelli per queste sue puntualizzazioni.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/17 Bonelli, con parere contrario del Governo …

Revoco la votazione per consentire al Sottosegretario Ostellari di esprimere le sue motivazioni sull'ordine del giorno n. 9/1517/17 Bonelli.

ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Sull'ordine del giorno n. 17, visto che mi è stata chiesta la motivazione, il parere è contrario in quanto tutti i beni in confisca definitiva appartengono ex lege al patrimonio dello Stato e si sottolinea, inoltre, che attualmente tutti i beni destinabili, siti nel comune di Caivano, che si trovano nella gestione dell'associazione sono già inseriti nella Conferenza di servizi finalizzata all'assegnazione degli stessi, che si terrà entro la fine dell'anno (Commenti di deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra).

VINCENZO AMENDOLA (PD-IDP). E' la stessa cosa!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/17 Bonelli, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1517/18 Zanella su cui c'è una proposta di riformulazione. Prendo atto che il presentatore accetta la proposta di riformulazione.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1517/19 Mari su cui c'è il parere contrario del Governo.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/19 Mari, con parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1517/20 Zaratti su cui c'è una proposta di riformulazione. Prendo atto che il presentatore accetta la proposta di riformulazione.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1517/21 Piccolotti, precedentemente accantonato. Chiedo al rappresentante del Governo di esprimere il suo parere.

ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Signor Presidente, qui potremo dare un parere favorevole, ma vorremmo espungere il terzo capoverso delle premesse, il quarto, il quinto, il decimo, l'undicesimo, il dodicesimo, il tredicesimo, il quattordicesimo, il quindicesimo e il diciottesimo. Questi sono quelli da espungere, mentre il resto rimarrebbe anche all'interno delle premesse.

L'impegno sarebbe così riformulato: “a valutare l'opportunità di prevedere nelle aree ad alta dispersione scolastica, entro i limiti di finanza pubblica, l'aumento dell'organico docente e del personale ATA cui viene garantita una specifica attività di formazione, nonché la presenza, nelle forme contrattuali o di convenzione previste dalla legislazione vigente, di almeno una figura professionale ogni 100 alunni per il sostegno pedagogico e psicologico”.

PRESIDENTE. Sta bene. Chiedo al presentatore se accetta queste proposte di riformulazione. Gli altri impegni restano, Sottosegretario Ostellari, o sono tutti sostituiti da questa riformulazione?

ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Signor Presidente, l'impegno è questo che ho letto. Viene tutto riformulato l'impegno con questo che ho appena letto.

PRESIDENTE. Sta bene. Prego, onorevole Piccolotti.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Signor Presidente, quindi l'impegno è di istituire zone di educazione prioritaria e solidale, con l'aumento degli organici e la specifica attività di formazione. Francamente, accolgo questa riformulazione perché è la prima volta che, finalmente, otteniamo qualcosa rispetto alla necessità di istituire nelle zone di maggior disagio del Paese zone speciali in cui la scuola abbia un numero maggiore di personale e poi dovrebbe avere anche tante altre cose che erano contenute negli altri impegni, ma evidentemente il Governo sul resto non è d'accordo. Certo, sarebbe già una grandissima notizia se ci fosse l'aumento di personale in finanziaria.

PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accoglie la proposta di riformulazione e non insiste per la votazione. Le abbiamo comunque dato licenza di una piccola spiegazione egualmente.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1517/22 Grippo su cui c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo. Prendo atto che il presentatore accoglie la proposta di riformulazione.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1517/23 Manzi su cui c'è il parere contrario da parte del Governo.

Ha chiesto di intervenire la deputata Manzi. Ne ha facoltà.

IRENE MANZI (PD-IDP). Grazie, Presidente, intervengo per invitare il Governo a riconsiderare il suo parere perché non capisco quale paura faccia questo termine, quello delle “comunità educanti” in un decreto che si occupa, tra l'altro, o almeno in teoria vorrebbe occuparsi, anche se poi le strategie messe in campo vanno in tutt'altra direzione, di prevenzione del disagio giovanile in contesti anche particolarmente difficili; e non si mettono in campo strumenti sul territorio, con l'azione sinergica delle istituzioni locali, degli enti del Terzo settore e delle parrocchie, per intervenire con misure concrete che, in tante realtà, anche del Mezzogiorno d'Italia, si realizzano grazie proprio a un comune sentire.

Noi vorremmo - e c'è una proposta di legge, tra l'altro, che è all'esame del Senato su questo tema - che anche nella prossima legge di bilancio si prenda in considerazione un intervento che è fondamentale e importante nel contrasto alla dispersione scolastica e alla povertà educativa proprio in quei contesti, come Caivano, in questo caso, ma non soltanto, perché nelle tante periferie d'Italia, purtroppo, è necessario e indispensabile questo tipo di interventi. Noi vorremmo che ci fosse un'attenzione particolare da parte del Governo e che non si liquidasse con un parere semplicemente negativo quello che è un tema urgente e necessario, in realtà, per contrastare a meno che non riteniate soltanto a parole che questo sia necessario e non nei fatti, per contrastare il disagio giovanile e soprattutto per intervenire realmente a sostegno delle generazioni più giovani. (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/23 Manzi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Sull'ordine del giorno n. 9/1517/24 Zingaretti c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo, che non viene accolta.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Zingaretti. Ne ha facoltà.

NICOLA ZINGARETTI (PD-IDP). Presidente, chiedo una riflessione ulteriore al Governo perché noi, in questo ordine del giorno, abbiamo scelto una formulazione assolutamente di buonsenso e vaga, cioè “reperire le risorse…”. Scusi, Sottosegretario, parlo con lei, anche. Chiedo di riprendere il tempo perché il Sottosegretario stava parlando. Grazie, Presidente.

Dicevo che chiediamo una riflessione, perché in quest'ordine del giorno noi usiamo una formula assolutamente vaga e di buonsenso che dice: “(…) reperire le risorse adeguate ad assicurare il diritto all'istruzione per tutte le bambine e i bambini (…)”. Chiediamo, cioè, al Governo di assumere un impegno e far diventare l'istruzione per le bambine e i bambini una priorità italiana. La proposta di introdurre “compatibilmente con i vincoli di bilancio” non va bene perché è ovvio che deve essere compatibile ma questo è esattamente l'oggetto della richiesta che noi facciamo al Governo, cioè renderlo compatibile, cioè fare uno sforzo per i motivi che conosciamo. C'è un drammatico problema di espulsione scolastica che ha radici anche nell'educazione dell'infanzia ed è un'espulsione di molti meritevoli che non possono continuare gli studi perché poveri. Inoltre, sappiamo quanto nelle nostre periferie avere una scuola aperta tutto il giorno, proprio per le fasce sociali più giovani, sia spesso un'alternativa al crimine. In secondo luogo, chiediamo uno sforzo perché non si può affrontare la questione giovanile solo dal punto di vista dell'ordine pubblico e delle pene.

Io, quindi, chiedo ai colleghi un ripensamento perché votare “no” su quest'ordine del giorno - rifletteteci bene - significa votare “no” al fatto che ci si impegni in questo Parlamento a reperire risorse adeguate ad assicurare il diritto all'istruzione per tutte le bambine e i bambini italiani. Sarebbe un fatto grave, sicuramente in contraddizione con i valori della nostra Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/24 Zingaretti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno n. 9/1517/25 Orfini, accolto dal Governo come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1517/26 Berruto c'è una proposta di riformulazione da parte del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Berruto. Ne ha facoltà.

MAURO BERRUTO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non accolgo la proposta di riformulazione per una ragione abbastanza semplice. Io mi sono appuntato diligentemente tutti i passaggi della riformulazione e ho visto che sono state eliminate due premesse. La prima è quella con cui noi riteniamo che non interveniate a sufficienza in termini di prevenzione e di formazione sui temi del disagio giovanile e della povertà educativa, ma evidentemente la pensiamo in maniera diversa. Soprattutto, però, viene eliminata la terza premessa che è quella - leggo - che recita, parlando di prevenzione e contrasto alla criminalità giovanile, alla dispersione scolastica e alle povertà educative: “per affrontare seriamente la problematica riteniamo fondamentale, come delineato dalle nostre proposte emendative, incrementare l'offerta di tempi e spazi educativi”.

Che venga eliminata questa premessa sinceramente mi stupisce e il motivo per cui non accetto la riformulazione e chiedo che questo ordine del giorno venga messo ai voti è che anche negli impegni, laddove viene proposto che sia valutata “l'opportunità di (…) nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica” leggiamo una contraddizione a una cosa molto semplice. Noi, oggi, siamo a 49 giorni dall'approvazione unanime in questo Parlamento di una modifica all'articolo 33 della Costituzione, che riconosce il valore educativo e sociale dell'attività sportiva. Dopo 49 giorni scopriamo che non c'è un euro a disposizione per lo sport nella legge di bilancio e neanche, evidentemente, in decreti come questo, al netto dell'intervento sul centro sportivo ex Delphinia di Caivano, intervento che naturalmente è apprezzabile ma, evidentemente, in quel caso si sono determinate una velocità e una rapidità di esecuzione e di progettualità che non hanno precedenti: 9 milioni di euro, conferenze stampa, presentazioni in grande stile. Non vorremmo che quell'intervento diventasse un intervento bandiera. Invece, vogliamo sottolineare l'importanza, in virtù della modifica dell'articolo 33 della Costituzione, del fatto che lo sport e l'attività sportiva in generale vengano davvero intesi come un investimento e non più come una voce di spesa. Per questo motivo non accetto la riformulazione “a valutare l'opportunità di (…) nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica”, perché vi chiediamo di farlo già dall'approvazione della legge di bilancio. Le due proposte sono molto semplici. La prima è quella del finanziamento dei voucher di spesa per la pratica sportiva per famiglie in difficoltà economica, naturalmente non solo a Caivano ma in tutte quelle regioni che hanno un alto tasso di dispersione scolastica e un alto tasso di sedentarietà, quindi l'Abruzzo, la Basilicata, la Calabria, la Campania, il Molise, la Puglia, la Sardegna e la Sicilia. Il secondo impegno è quello di valutare, già dall'approvazione della legge di bilancio, misure congrue per organizzare e predisporre attività sportive come strumento rieducativo presso gli istituti penitenziari, in particolare quelli per i minori. Ricordo che nel 2010 - quindi, sono passati 13 anni - in Gran Bretagna vide la luce una straordinaria operazione legata a un processo che si chiama Social Impact Bond che faceva proprio esattamente questo: nel carcere di Peterborough venne proposta l'attività di reinserimento di detenuti, dimostrando che quel tipo di attività generava il 10 per cento di recidiva in meno. Tutto questo è misurabile, è calcolabile in maniera quantitativa e non solo qualitativa. Per questo chiedo un ripensamento o evidentemente di mettere al voto questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere l'ordine del giorno del collega e aggiungere un elemento. Il primo è che il centro Delphinia, come tante altre realtà che si trovano, ad esempio, nella periferia napoletana, è da anni in quello stato. Vorrei far presente che nel 2020 presentai un dossier con tutti questi centri sportivi - uno è a poca distanza da Afragola, un altro è a Frattamaggiore - e, tra l'altro, erano tutti gestiti da una stessa associazione che faceva capo a un soggetto che poi ha avuto un'interdittiva antimafia e da quel momento in poi sono rimasti totalmente abbandonati.

Ha ragione il collega nel dire che, ovviamente, è importantissimo l'intervento ed è utile che si ricostruisca immediatamente il centro Delphinia, ma ci dev'essere un progetto molto più esteso. Nella periferia di Napoli oggi è arrivata la notizia che probabilmente il centro PalaBarbuto non sarà mai più riaperto e ogni centro sportivo che chiude significa togliere la possibilità a giovani ragazzi e ragazze di svolgere un'attività sportiva e così tenerli per strada, in molti casi, purtroppo, in condizioni di degrado o addirittura prede facili della criminalità organizzata.

Quindi, mi rifaccio alla richiesta del collega per un ripensamento da parte del Governo. È un ordine del giorno che mi sembra del tutto ragionevole e addirittura scontato (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra)

PRESIDENTE. Il Governo ha ascoltato e mi pare che non abbia ripensamenti.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/26 Berruto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1517/27 La Salandra, su cui c'è una proposta di riformulazione. È accolta, deputato La Salandra? Sì, bene.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1517/28 Giagoni: il parere del Governo è favorevole.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1517/29 Gianassi su cui c'è il parere contrario sulle premesse e una riformulazione sugli impegni.

Ha chiesto di parlare il deputato Gianassi. Ne ha facoltà.

Accoglie la riformulazione?

FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ringrazio il Sottosegretario Ostellari per avere tentato, mediante la riformulazione, un accoglimento dell'ordine del giorno, ma la riformulazione non è sufficiente. Quindi, lo ringrazio per lo sforzo, ma rigetto politicamente la proposta che ci prospetta, perché con quest'ordine del giorno, com'è già successo in precedenti occasioni, a fronte di una decisione politica tutta del Governo Meloni di effettuare un taglio di risorse con la manovra di bilancio al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e al Dipartimento della giustizia minorile, diciamo che è necessario che il Governo faccia retromarcia su quella scelta e ripristini le risorse tagliate.

Ora, se qualche mese fa, all'inizio dell'opera di questo Governo, le parole del Ministro Nordio, che prospettavano una riduzione della sfera penalistica, potevano, in qualche modo, non rendere urgentissimo un cambio di marcia del Governo sugli investimenti in materia di giustizia penale e sul Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, i fatti che si sono incaricati di smentire il Ministro Nordio e le decisioni assunte dal Governo, che comportano una dilatazione della sfera penalistica, impongono, con ancora più urgenza, che il Governo torni indietro, faccia retromarcia sulla scelta di tagliare risorse al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, perché aumentare il catalogo dei reati, aumentare l'utilizzazione delle misure cautelari, portare più persone in carcere e, in questo caso, più minori in carcere, oltre a essere una scelta sbagliata, rende ancora più faticosa l'azione del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. Dunque, serve assolutamente correggere la stortura che il Governo ha messo in campo, che consiste nel taglio delle risorse a quel dipartimento.

Poiché il Sottosegretario propone di espungere, non solo, le premesse, che rappresentavano una critica politica, ed è comprensibile, ma, nel dispositivo, anche la parte con la quale chiediamo di ripristinare le risorse, con una riformulazione che sostanzialmente è quella di valutare l'opportunità, con la compatibilità di risorse esistenti, non possiamo far altro che respingere quella proposta e chiedere all'Aula, in relazione alla richiesta, che avanziamo da molto tempo, di ripristinare le risorse che ai Dipartimenti dell'amministrazione penitenziaria e della giustizia sono state tagliate.

Peraltro, poiché con le spericolate manovre in materia di prescrizione, il Governo sta mettendo a rischio anche i 3 miliardi che nel comparto giustizia sono associati al PNRR, il tema delle risorse sulla giustizia rappresenta, come spesso è successo in passato, ma oggi ancora di più, un tema di prioritaria importanza.

Se il Governo e l'Aula continuano a respingere le richieste di massicci investimenti in questo settore, tutte le parole che il Governo e la maggioranza usano per proclamare sicurezza, associandola a interventi di estensione della sfera penalistica, sono parole buttate al vento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/29 Gianassi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1517/30 Barbagallo. C'è una proposta articolata da parte del Governo.

Ha chiesto di parlare il deputato Barbagallo. Ne ha facoltà.

ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Accetto la raccomandazione, ma chiedo che l'ordine del giorno sia messo ai voti, proprio per rendere più stringente l'impegno. Chiedo altresì di intervenire.

PRESIDENTE. Poiché la proposta di raccomandazione, previa riformulazione, è stata accolta ed è stata comunque chiesta la votazione dell'ordine del giorno, invito il Sottosegretario Ostellari a esprimere il parere favorevole o contrario o se si rimetta all'Assemblea su quest'ordine del giorno.

Sottosegretario, siamo all'ordine del giorno n. 9/1517/30 Barbagallo. Lei ha proposto di accoglierlo come raccomandazione, espungendo, invece, le premesse. Adesso c'è una richiesta di voto su quest'ordine del giorno, ma ci vuole comunque un parere da parte del Governo, perché sulla raccomandazione in quanto tale non si può votare: o è favorevole o è contrario o si rimette all'Assemblea, quartum non datur.

ANDREA OSTELLARI, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Mi rimetto all'Assemblea.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Barbagallo. Ne ha facoltà.

ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Prendiamo atto della dichiarazione del Governo, ma avevamo chiesto proprio il voto per rendere più stringente l'impegno sulla dispersione scolastica. Più volte, infatti, in questa legislatura, abbiamo posto il tema della lotta alle diseguaglianze, ricordando che la diseguaglianza più profonda, ancora oggi, nel Paese, è quella fra Nord e Sud. Con quest'ordine del giorno chiediamo un intervento concreto, chiediamo che venga fatta giustizia e che il Governo dia seguito ai precetti costituzionali di uguaglianza, solidarietà, coesione sociale e unità del Paese.

I dati che abbiamo indicato proprio nell'ordine del giorno ci restituiscono un Paese diviso in due e a pagare questa frattura, signor Presidente, sono soprattutto le giovani generazioni, in termini, soprattutto, di diritto allo studio, diritto alla salute, opportunità, libertà e capacità di fare impresa.

Fra le tante piaghe che affliggono il Mezzogiorno, la dispersione scolastica rappresenta una delle più preoccupanti. I numeri sono impietosi, ma non riguardano soltanto la dispersione in senso stretto. Deve far riflettere, soprattutto, il dato per cui più alto è il tasso di dispersione più cresce la presenza della criminalità organizzata, soprattutto quella giovanile.

Abbiamo contestato duramente in questa legislatura la scelta sul dimensionamento di 900 alunni per istituto comprensivo, che è illogica e toglie una vera e propria formazione sociale, un presidio in diverse realtà, spesso le più difficili. I dati che citiamo parlano chiaro: il 15,5 per cento come tasso di povertà assoluta nel Paese. I dati sulla deprivazione culturale pubblicati dall'Istat nel 2022 ci dicono che il 70 per cento del campione intervistato tra i bambini non svolge attività ricreativa e sportiva nel quotidiano, che il 43 per cento non ha libri adatti a casa in relazione alla propria età, che il 53 per cento non è mai stato al cinema o che l'89 per cento non è stato a teatro, nell'ultimo anno. Sono dati che ci preoccupano, uniti al 19 per cento dei NEET, i giovani che non studiano e non lavorano, fino ai 29 anni.

Ci preoccupa pure il dato della media annua della scuola primaria che ha visto perdere al Sud ben 200 ore scolastiche per ogni bambino rispetto a un bambino nel Nord. Ci preoccupano, altresì, i 650.000 bambini nel Mezzogiorno che non hanno un servizio mensa.

Per dirlo con un altro dato che fotografa la situazione, tra il 2008 e il 2020, la spesa complessiva per la filiera dell'istruzione si è ridotta nel Mezzogiorno quasi del 20 per cento.

Insomma, è un circolo vizioso che parte dall'indebolimento dell'azione pubblica nella filiera scolastica fino alla riduzione della popolazione scolastica, passando per la scarsa qualità dei servizi pubblici, passando per l'aumento della denatalità e dei flussi della migrazione giovanile dal Sud verso il Nord o verso l'Europa. Nel Mezzogiorno, negli ultimi anni, sono stati persi 250.000 studenti dalla scuola materna alle scuole superiori.

Ci saremmo aspettati una risposta diversa da parte del Governo, invece, il decreto Caivano è l'ennesima occasione persa per un Governo che continua a utilizzare la repressione e il bastone. Servono, invece, risorse e una visione, partendo dal rafforzamento degli strumenti per la cura dei profili educativi dei giovani, ampliando e potenziando le politiche sociali, intensificando e rendendo più efficace la lotta alla dispersione scolastica…

PRESIDENTE. Concluda.

ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Concludo, Presidente. Garantendo asili nido, tempo pieno, palestre per lo sport e rafforzando l'offerta formativa dove più alto è il rischio di abbandono. In questo modo sarebbe possibile tutelare in maniera determinata la funzione di crescita e di pari opportunità che la scuola può e deve garantire ai cittadini. Serve agire. Serve agire prima che sia troppo tardi. Insistiamo sull'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti. Ricordo che il Governo si è rimesso all'Assemblea.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/30 Barbagallo, su cui il Governo si rimette all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 14).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/31 Lacarra, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/32 Di Biase, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/33 Zan, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Sull'ordine del giorno n. 9/1517/34 Serracchiani c'è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare la deputata Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. La pena ha un valore, da un lato, repressivo rispetto al reato, dall'altro, di recupero della persona. La sua funzione, specie per i minori, è rivolta alla rieducazione. Non sono parole mie, sono le parole del Ministro Nordio, a cui mi appello, suo tramite, Sottosegretario Ostellari, perché trovo che sia abbastanza incongruente il parere contrario ad un ordine del giorno che semplicemente vi chiede di monitorare gli effetti di questo provvedimento, cioè di verificare quanti minori effettivamente entrino in carcere, quali siano gli effetti su questa revisione della messa alla prova e i numeri che riguardano gli effetti di questo provvedimento. Un tavolo di monitoraggio, un comitato di monitoraggio, un'attenzione ai numeri.

Peraltro oggi, come ricordava bene il collega Gianassi, il Ministero ha pubblicato anche i dati relativi alla durata dei processi e all'abbattimento dell'arretrato, quindi sappiamo che esiste, presso il Ministero, una direzione statistica che si occupa di tenere i numeri relativi alla giustizia.

Ma allora, se c'è già una direzione statistica, se c'è la possibilità di monitorare l'efficacia e gli effetti dei provvedimenti che vengono adottati, perché dire di no a questo semplice monitoraggio? Non vi stiamo chiedendo di rivedere - cosa che abbiamo provato a farvi fare con gli emendamenti - il provvedimento, ma almeno di monitorarne gli effetti, questo sì, anche perché parliamo di minori; cioè, parliamo di persone, di soggetti, di ragazzi, rispetto ai quali noi stiamo dicendo che non facciamo più la messa alla prova, che non facciamo più quello che era previsto nel nostro ordinamento per quanto riguarda la rieducazione e non ci preoccupiamo di verificare quali siano gli effetti di questi provvedimenti proprio sulla carne viva dei problemi, cioè sulla carne viva di questi ragazzi.

Sottosegretario, mi appello a lei: valuti se accantonare quest'ordine del giorno, perché vi chiede semplicemente di monitorare gli effetti di un provvedimento che ha un impatto importantissimo sul processo minorile e sul sovraffollamento delle carceri, senza contare che ha un impatto elevatissimo anche su quelle case protette nelle quali oggi vanno i minori per reati ovviamente meno gravi. Quindi suggerirei, chiederei e mi appellerei a lei, affinché venga accantonato questo ordine del giorno e si faccia una riflessione in più. Ripeto, oggi avete fornito i dati della giustizia sul PNRR, non si capisce perché non si possa avere un monitoraggio anche dei numeri, da qui a qualche mese dopo l'entrata in vigore di questo provvedimento, per capire se sta funzionando, come sta funzionando e quali effetti produce (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Il Sottosegretario Ostellari ci deve una risposta rispetto alla proposta? No.

Passiamo, quindi, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1517/34 Serracchiani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Essendo giunti alle ore 20, secondo quanto convenuto in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà nella seduta di domani, a partire dalle ore 12, per il seguito dell'esame degli ordini del giorno e, a partire dalle ore 16,15, per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e per la votazione finale.

Ricordo inoltre che, nella giornata di domani, alle ore 9,30, è convocato il Parlamento in seduta comune per procedere alla votazione per l'elezione di un giudice della Corte costituzionale. La chiama avrà inizio dai senatori.

Nomina dei componenti della Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria ed annunzio della sua convocazione.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria i deputati: Francesco Bonifazi, Maurizio Casasco, Giulio Centemero, Augusto Curti, Emiliano Fenu e Andrea Tremaglia.

Il Presidente del Senato della Repubblica ha chiamato a far parte della stessa Commissione i senatori: Antonino Germana', Daniele Manca, Sandro Sisler, Antonio Salvatore Trevisi e Francesca Tubetti.

Comunico inoltre che, d'intesa con il Presidente del Senato, la Commissione è convocata per martedì 14 novembre prossimo, alle ore 14, presso la sede di Palazzo San Macuto, per procedere alla propria costituzione.

Nomina dei componenti della Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi ed annunzio della sua convocazione.

PRESIDENTE. Comunico che il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi i deputati: Gaetano Amato, Ilaria Cavo, Devis Dori, Valentina D'Orso, Emiliano Fossi, Francesco Gallo, Roberto Giachetti, Marco Lacarra, Ylenja Lucaselli, Simonetta Matone, Tiziana Nisini, Marco Padovani, Massimiliano Panizzut, Walter Rizzetto, Cristina Rossello, Andrea Rossi, Chiara Tenerini, Gianluca Vinci, Andrea Volpi e Riccardo Zucconi.

Comunico, inoltre, che la Commissione è convocata per martedì 14 novembre prossimo, alle ore 14, presso la sede di Palazzo San Macuto, per procedere alla propria costituzione.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Colleghi, siete pregati di allontanarvi dall'Aula senza fare rumore e senza disturbare i nostri lavori, recandovi nelle sale limitrofe se avete bisogno di conversare tra voi.

Ha chiesto di parlare la deputata Carmela Auriemma. Ne ha facoltà.

CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie, Presidente. Come MoVimento 5 Stelle, ci uniamo alle parole del Presidente Fontana sul cordoglio per la perdita del Vigile del fuoco Walter Locatello. Ribadisco, a nome di tutto il MoVimento 5 Stelle, la nostra vicinanza alla famiglia di Walter Locatello, al comando di Belluno e a tutto il Corpo dei Vigili del fuoco, che sono il fiore all'occhiello del nostro Paese. Siamo tutti orgogliosi quando intervengono, sono sempre i primi a portare soccorso. Quest'estate è diventata virale la foto di alcuni Vigili stremati dopo dei turni interminabili per spegnere gli incendi che hanno devastato la nostra bella Sicilia. Oggi è il momento del silenzio, ma il silenzio porta anche la riflessione.

Presidente, è doveroso che questo orgoglio, che abbiamo espresso e che esprimiamo tutti, in ogni momento, per questo Corpo, non sia, però, una mera retorica, una retorica vuota. È necessario che l'equiparazione del Corpo dei Vigili del fuoco alle altre Forze dell'ordine, per quanto riguarda gli stipendi e il valore dei turni notturni e degli straordinari, avvenga fino in fondo.

E quindi noi, come parlamentari, possiamo dire di onorare questo Corpo solo quando questa equiparazione, già iniziata negli ultimi anni - sappiamo che il Corpo dei vigili ha subìto una sperequazione per tantissimi anni - possa essere compiuta fino in fondo. Quindi, ci auguriamo che nei prossimi provvedimenti, soprattutto nella manovra, questa piena equiparazione del Corpo dei vigili del fuoco alle altre Forze dell'ordine sia compiuta e autentica. Solo così avremo onorato realmente il Corpo dei vigili del fuoco (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, signor Presidente. Desidero notificare a questa Assemblea i risultati della visita che ieri ho compiuto al CARA di Trieste, al CPR di Trieste e soprattutto al Silos di Trieste, che è un enorme edificio, diruto e decadente, dove sono assiepati i migranti, 400 o 500 persone che non trovano la prima accoglienza e che vivono lì accampati in tende provvisorie di cartone o di materiali raccogliticci e inidonei, nell'acquitrino, tra i topi, nella puzza, senza servizi igienici e senza pulizia, dove cucinano, mangiano e dormono. Li ho incontrati, ho parlato con loro, ho trovato gente vinta dalla condizione non dignitosa nella quale sono costretti. Questa situazione ci interroga davvero, non solo sulla dignità dei migranti, di queste persone, ma soprattutto sulla nostra dignità. Noi che siamo fuori ci interroghiamo, perché non è dignitoso accettare questa condizione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) per noi italiani, per noi friulani, per noi triestini, perché siamo un unicum. Davvero rivolgo un invito al Governo italiano, alla regione Friuli-Venezia Giulia e al comune di Trieste perché si adoperino affinché questa vergogna finisca perché - e lo dico con tristezza - è una vera vergogna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Valentina Ghio. Ne ha facoltà, per due minuti.

VALENTINA GHIO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo, a nome del gruppo del Partito Democratico, perché oggi in comune a Torino, con l'astensione di alcune forze politiche, è mancato il quorum per l'intitolazione a Nilde Iotti di una via del capoluogo piemontese.

Siamo dispiaciuti dell'accaduto, soprattutto per l'assenza del giusto tributo ai valori incarnati con autorevolezza, riconosciuta da tutti gli schieramenti, dalla prima Presidente donna della Camera, una madre costituente che ha portato, anche in questo ruolo e in tutti i suoi successivi ruoli istituzionali, un contributo fondamentale a tutela della nostra democrazia e al processo di emancipazione delle donne in politica e nella società.

Nilde Iotti non divenne Presidente della Camera a caso o perché soltanto sostenuta da una parte, ma perché, in modo condiviso, fu riconosciuta come garante delle istituzioni, come politica che si adoperò attivamente per la piena attuazione dell'articolo 3 della nostra Costituzione, affinché fossero rimossi tutti gli ostacoli alla piena partecipazione alla vita pubblica, a partire dal pieno accesso delle donne alla vita pubblica e alla vita istituzionale, a partire dalla magistratura. Nilde Iotti ha dedicato tutta la sua vita a servire le istituzioni, ha lottato per i diritti delle donne contro il terrorismo, ha lavorato sempre a tutela della democrazia. Ha svolto tanti ruoli, da Presidente della Camera, a presidente della Bicamerale, a Vicepresidente del Consiglio d'Europa con imparzialità riconosciuta da tutti.

Per tutte queste ragioni, siamo stupiti di quanto accaduto oggi e ci auguriamo che si possa tornare indietro e che anche la città di Torino attribuisca a Nilde Iotti il doveroso e giusto riconoscimento che merita (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Francesca Ghirra. Ne ha facoltà, per due minuti.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Oggi Gigi Riva compie 79 anni e credo sia importante ricordare la sua figura in quest'Aula perché rappresenta nell'immaginario collettivo, e non solo in quello di noi sardi, l'hombre vertical, quella figura dal grande rigore etico e morale che non può che diventare un modello da seguire nello sport, ma, soprattutto, nella vita.

Gigi Riva ha rappresentato e rappresenta per Cagliari e la Sardegna il simbolo di una città e di un'isola che, se oggi sembrano prive di prospettiva, sono state in grado negli anni Sessanta e Settanta di uscire dalla perifericità, dimostrando nei fatti di potere entrare da protagoniste nei circuiti nazionali ed internazionali.

Rombo di tuono, come lo battezzò Gianni Brera per sottolinearne la potenza fisica, continua a essere un simbolo di riscatto per la nostra città e per la nostra isola, l'immagine di un eroe che, insieme ai suoi mitici compagni, regalò una rivincita a tutti i sardi, considerati sino ad allora pecorai e banditi. Non se ne volle andare, nonostante i miliardi di lire offerti dalla Juventus. Fece una scelta di vita, divenne la bandiera di una terra, allora come oggi, devastata da una massiccia emigrazione, e migliaia di emigrati andavano infatti negli stadi a sostenere i rossoblù, bersagliati dai cori razzisti.

Riva si ergeva contro gli insulti e le aggressioni, ieri come oggi, perché, nei rari interventi pubblici, nelle rare interviste, ha sempre difeso con orgoglio la dignità di Cagliari e dalla Sardegna, contestando, ad esempio, la cementificazione delle coste, la perdita d'identità culturale e politica, l'asservimento a vecchi e nuovi colonizzatori.

Gigi Riva è un mito, a lui la mia città deve davvero tanto e sono felice oggi di potergli fare gli auguri da quest'Aula. Grazie Gigi (Applausi).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Mercoledì 8 novembre 2023 - Ore 12:

1. Seguito della discussione del disegno di legge (per il seguito dell'esame degli ordini del giorno):

S. 878 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 15 settembre 2023, n. 123, recante misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale (Approvato dal Senato). (C. 1517​)

Relatore: DE CORATO.

(ore 15)

2. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata .

(ore 16,15)

3. Seguito della discussione del disegno di legge (per lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale e per la votazione finale):

S. 878 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 15 settembre 2023, n. 123, recante misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale (Approvato dal Senato). (C. 1517​)

Relatore: DE CORATO.

4. Seguito della discussione delle mozioni Semenzato ed altri n. 1-00132, Furfaro ed altri n. 1-00163 e Quartini ed altri n. 1-00170 concernenti iniziative volte alla prevenzione e alla cura dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione .

5. Seguito della discussione della proposta di legge:

CARLONI ed altri: Disposizioni per la promozione e lo sviluppo dell'imprenditoria giovanile nel settore agricolo. (C. 752-A​)

Relatore: PIERRO.

La seduta termina alle 20,10.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 8 il deputato Zoffili ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 12 il deputato Dell'Olio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 1517 - ODG 9/1517/3 299 298 1 150 298 0 41 Appr.
2 Nominale ODG 9/1517/4 RIF. 301 298 3 150 298 0 41 Appr.
3 Nominale ODG 9/1517/11 303 301 2 151 125 176 41 Resp.
4 Nominale ODG 9/1517/13 RIF. 301 299 2 150 299 0 41 Appr.
5 Nominale ODG 9/1517/14 RIF. 301 300 1 151 300 0 41 Appr.
6 Nominale ODG 9/1517/15 RIF. 300 299 1 150 298 1 41 Appr.
7 Nominale ODG 9/1517/16 301 300 1 151 124 176 41 Resp.
8 Nominale ODG 9/1517/17 302 299 3 150 126 173 41 Resp.
9 Nominale ODG 9/1517/19 300 298 2 150 123 175 41 Resp.
10 Nominale ODG 9/1517/23 303 299 4 150 122 177 41 Resp.
11 Nominale ODG 9/1517/24 302 300 2 151 122 178 41 Resp.
12 Nominale ODG 9/1517/26 293 290 3 146 118 172 41 Resp.
13 Nominale ODG 9/1517/29 295 292 3 147 118 174 41 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 2 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 18)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale ODG 9/1517/30 297 296 1 149 293 3 41 Appr.
15 Nominale ODG 9/1517/31 293 290 3 146 119 171 41 Resp.
16 Nominale ODG 9/1517/32 292 289 3 145 116 173 41 Resp.
17 Nominale ODG 9/1517/33 296 295 1 148 117 178 41 Resp.
18 Nominale ODG 9/1517/34 288 285 3 143 111 174 41 Resp.