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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 187 di lunedì 30 ottobre 2023

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI

La seduta comincia alle 11,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ALESSANDRO COLUCCI , Segretario, legge il processo verbale della seduta del 27 ottobre 2023.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 83, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Trasmissione dal Senato di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.

PRESIDENTE. Il Presidente del Senato, con lettera in data 27 ottobre 2023, ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla I Commissione (Affari costituzionali):

S. 878. - «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 15 settembre 2023, n. 123, recante misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale» (approvato dal Senato) (1517) - Parere delle Commissioni II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), V, VII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), IX (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), XI, XII e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato, altresì, assegnato al Comitato per la legislazione.

Poiché il suddetto disegno di legge è iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire da lunedì 6 novembre 2023, ai sensi del comma 5 dell'articolo 96-bis del Regolamento, il termine di cui al comma 4 del medesimo articolo è conseguentemente adeguato.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124, recante disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione, per il rilancio dell'economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese, nonché in materia di immigrazione (A.C. 1416-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1416-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124, recante disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione, per il rilancio dell'economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese, nonché in materia di immigrazione.

Ricordo che, nella seduta del 27 ottobre, il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, comprensivo dell'errata corrige.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1416-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Ha chiesto di parlare il deputato Pino Bicchielli. Ne ha facoltà.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, signora Presidente. Onorevoli colleghi, signori del Governo: Napoli meno 14 per cento, Palermo meno 17 per cento, Reggio Calabria meno 18 per cento, Messina e Taranto meno 19 per cento: non sono numeri a caso, sono i dati emersi dalle previsioni demografiche, a livello comunale, realizzate dall'Istat per il periodo 2022-2042, nell'ambito del programma di statistiche sperimentali. Quindi, fra vent'anni, stando allo studio appena citato, le più grandi città del Mezzogiorno dovrebbero subire un'importante contrazione demografica, frutto sia del crescente crollo della natalità, sia delle partenze dei cittadini meridionali prevalentemente verso le città più grandi del centro e del Nord, oppure verso l'estero. Fra vent'anni, quindi, avremo una contrazione nazionale del 5 per cento, che equivale a circa 3 milioni di italiani in meno, gran parte dei quali, purtroppo, saranno cittadini meridionali. Numeri, signora Presidente, che, essendo previsionali, vanno certamente presi con le pinze, trattati con cura, ma che forniscono un'indicazione chiara: il Sud, il nostro Sud, andrà sempre più in sofferenza, sia sul piano prettamente demografico, sia sul piano socio-economico.

Il ridimensionamento delle città significa da solo meno attività produttive, meno scuole, meno servizi, quindi un Sud sempre più povero, sia di attività, sia di competenze, che fuggono, nella migliore delle ipotesi, e restano in Italia, nella peggiore, mettendo a frutto le proprie competenze all'estero. È una prospettiva, questa, che va contrastata in ogni modo.

Il provvedimento che oggi è in esame in quest'Aula lancia un segnale concreto, dopo anni di immobilismo e false promesse sul futuro delle nostre regioni meridionali. L'istituzione della zona economica speciale per il Mezzogiorno, la cosiddetta ZES unica, va esattamente nella direzione che, più volte, abbiamo avuto modo di evidenziare: da un lato, è una misura di semplificazione e razionalizzazione, che riduce le attuali 8 zone economiche speciali del Meridione a una sola che si estende a tutte le regioni del Sud - Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e le isole Sicilia e Sardegna - e che verrà coordinata da un'unica cabina di regia, istituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri; dall'altro lato, è una misura che getta le basi per un reale ed ulteriore sviluppo economico e infrastrutturale per tutto il territorio meridionale.

L'esercizio di attività economiche e imprenditoriali da parte sia delle aziende già operative nei relativi territori, sia di quelle che vi si insedieranno, grazie alle misure previste dalla ZES, potrà beneficiare di speciali condizioni, in relazione agli investimenti e alle attività di sviluppo dell'impresa. Nello specifico, per il 2024, si prevede un credito d'imposta per la ZES unica a favore delle imprese che effettueranno l'acquisizione di beni strumentali destinati a strutture produttive ubicate nelle zone assistite della Campania, della Puglia, della Basilicata, della Calabria, della Sicilia, della Sardegna e del Molise. Inoltre, i progetti inerenti alle attività economiche, ovvero all'insediamento di attività industriali, produttive ed economiche, all'interno della ZES unica, sono soggetti a un'autorizzazione unica, purché relativi - così come precisa il testo, che in sede referente è stato poi modificato - a settori individuati dal Piano strategico di pubblica utilità, indifferibili e urgenti.

Vi sono, infine, disposizioni volte a favorire la realizzazione di investimenti strategici, con particolare riguardo agli interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico; aspetti che sono rilevanti per territori che, molto spesso, sono caratterizzati da carenze strutturali in materia. E se le città del Mezzogiorno, nei prossimi vent'anni, subiranno una drastica contrazione demografica, sicuramente le aree interne del nostro Paese potrebbero toccare picchi di spopolamento elevatissimi. Le aree interne coprono - è giusto ricordarlo - complessivamente il 60 per cento dell'intera superficie del territorio nazionale, il 52 per cento dei comuni e il 22 per cento della popolazione; eppure, sono territori che, già oggi, toccano con mano le conseguenze dell'abbandono da parte di molti residenti che, per ragioni principalmente economiche, legate anche alle carenze infrastrutturali che scontano quelle zone, hanno dovuto lasciare i loro paesi di origine per emigrare spesso nelle zone costiere, le quali, nella maggior parte dei casi, di conseguenza, risultano sovrappopolate, con tutte le conseguenze negative del caso sui servizi da erogare.

La SNAI, ossia la strategia nazionale per le aree interne, già da tempo è attiva per contrastare il fenomeno dell'abbandono delle aree interne e, soprattutto, per dotare tali territori di tutti i servizi ancora carenti: dalle linee di collegamento stradali e ferroviarie alla banda ultralarga, alle strutture scolastiche, ricreative e sportive. Tuttavia, signora Presidente, anche quest'aspetto non è stato trascurato dal provvedimento in esame che prevede, infatti, l'istituzione, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, di una cabina di regia per lo sviluppo delle aree interne, presieduta dal Ministro per gli Affari europei e il Sud, con funzioni di indirizzo e di coordinamento per la promozione e lo sviluppo delle aree interne del Paese.

La cabina di regia approva il Piano strategico nazionale delle aree interne che individua gli ambiti d'intervento e le priorità strategiche a cui destinare le risorse del bilancio dello Stato già stanziate e disponibili allo scopo e ciò con un particolare riguardo ai settori dell'istruzione, della mobilità e dei servizi socio-sanitari. Ad essa compete anche il monitoraggio in ordine all'utilizzazione delle risorse finanziarie.

Quindi, signora Presidente, si tratta di un provvedimento importante per potenziare e organizzare al meglio l'ordine delle priorità per tali zone che, come già abbiamo avuto modo di sottolineare altre volte, rappresentano l'Italia vera, quella più autentica i cui borghi costituiscono veri e propri tesori nazionali, ricchi di storia, di tradizioni e di cultura: borghi - ricordiamolo sempre - che, se non tutelati, rischiano di sparire, una prospettiva che sinceramente non vorremmo nemmeno prendere in considerazione. Questo ci impegna ancor di più a lavorare e vigilare affinché quanto previsto e predisposto a vantaggio di queste aree vada effettivamente in porto in tempi rapidi. La cabina di regia sarà, pertanto, un ulteriore elemento della catena istituzionale che ci consentirà di effettuare un monitoraggio ancor più attento sull'effettivo stato dei lavori a supporto delle nostre aree interne.

Signora Presidente, c'è un ultimo aspetto che mi preme evidenziare. Il provvedimento non lasci inascoltate le richieste di aiuto pervenute da un territorio, il nostro Sud - e di questo voglio ringraziare per il lavoro fatto, a nome mio personale e di tutto il gruppo di Noi Moderati, il Ministro Fitto - che si è ritrovato a gestire un'emergenza senza fine. Mi riferisco a Lampedusa, alla difficile gestione dei flussi migratori che hanno messo sempre più in sofferenza l'apparato socio-economico di quell'isola che, quest'anno, tra l'altro, ha visto un calo turistico di circa il 6 per cento. Proprio al fine di fronteggiare la grave situazione di Lampedusa, il provvedimento predispone da parte del Dipartimento per le politiche di coesione un piano d'interventi strategici da approvare con una delibera del CIPESS con cui saranno assegnate al comune di Lampedusa e Linosa risorse nel limite complessivo di 45 milioni di euro, a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione. Sono, inoltre, previste specifiche disposizioni per la realizzazione dei punti di crisi - cosiddetti hotspot - e dei centri governativi di prima accoglienza.

In questo senso, signora Presidente, mi preme sottolineare anche l'emendamento approvato in Commissione a prima firma e su iniziativa del collega del nostro gruppo di Noi Moderati dell'onorevole Pisano, fortemente sostenuto dal nostro capogruppo in Commissione, l'onorevole Romano, che getta le basi per la costruzione dell'aeroporto di Agrigento, una struttura strategica che andrà sia a colmare le distanze tra la penisola e il territorio agrigentino che ad agevolare ulteriormente il flusso turistico.

Signora Presidente, il Sud e le aree interne del nostro Paese sono a un punto cruciale della loro storia: o vanno verso uno sviluppo integrale e definitivo oppure il declino e il conseguente spopolamento saranno inevitabili. Siamo chiamati, pertanto, a gestire l'onore di questo snodo che oserei definire storico, purtroppo, dato che per troppo tempo il Sud è stato oggetto di proclami e promesse a cui poi ha fatto seguito il nulla o poco più.

Signora Presidente, questo provvedimento è un atto concreto, un atto programmatico e noi come Noi moderati siamo al lavoro e lavoreremo affinché sia altrettanto pragmatica anche la sua messa a terra a favore dei nostri territori meridionali. Lo dobbiamo ai nostri giovani e a chi continua tenacemente ad alzare la saracinesca della propria attività in questi territori. Lo dobbiamo a noi stessi affinché le tradizioni, i profumi e i sapori tipici di tali zone non diventino solo pagine di storia passata. Per tutte queste ragioni annuncio il voto convintamente favorevole alla fiducia del gruppo di Noi Moderati (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Signora Presidente, signor Ministro, colleghi e colleghe, un ringraziamento al Ministro Fitto, uno dei pochi che è sempre presente in Aula in tutte le discussioni e di questo gli sono davvero grato, perché il senso delle istituzioni significa anche, come dirò in seguito, rispettare il Parlamento e i parlamentari.

Spesso si ricorda il significato della democrazia e si invoca, giustamente, il diritto della maggioranza a governare, ma rispettare la democrazia significa, soprattutto, rispettare le Assemblee parlamentari; significa avere rispetto della Costituzione del nostro Paese, questa Costituzione che viene calpestata ogni volta che si pone la fiducia su un decreto-legge privo delle caratteristiche fondamentali previste dalla Carta: in primis, i principi di necessità e urgenza. Quasi quattro fiducie al mese: questo è davvero l'unico record del Governo Meloni. Anche altri Governi hanno abusato della decretazione d'urgenza ma nessuno aveva mai osato quanto fatto finora dalla sua maggioranza, signor Ministro.

Avete detto più volte che siete pronti a governare, ma se non avete il coraggio di portare i provvedimenti in Parlamento e di utilizzare gli strumenti ordinari che prevedono il Regolamento della Camera e del Senato, non solo non siete pronti a governare, ma vi manca anche il coraggio di difendere le vostre idee in Aula, di affrontare la discussione che è fatta, appunto, di contrapposizione, ma anche di contenuti e di progetti.

Per queste ragioni la nostra insoddisfazione è marcata. Il decreto in questione rappresenta pienamente questo limite: politiche di coesione, Mezzogiorno; i migranti ci stanno sempre bene, signori rappresentanti del Governo, perché, in ogni decreto, bisogna metterci qualcosa, perché, altrimenti, la vostra maggioranza pensa di non far bene il proprio lavoro.

In questo decreto, avete massacrato ancora di più le autonomie locali, le regioni, i comuni, le province, che peraltro vorreste anche reintrodurre - e io sono d'accordo -, ma se svuotiamo di funzioni tutte le autonomie locali penso che ci sia una certa contraddizione: da una parte, svuotate le autonomie locali di poteri, per quanto riguarda in modo particolare il Sud; dall'altra, nei prossimi mesi volete portare il provvedimento sull'autonomia differenziata.

Ora, mi pare di capire che vi troviate nella condizione per cui la vostra mano sinistra non sa mai che cosa fa la mano destra. Anzi, spesso polemizzano tra di loro. Ma quello che mi preoccupa davvero è che voi volete realizzare il centralismo al Sud e volete portare l'autonomia differenziata al Nord. Questo è quello che state facendo. Quindi, nel Sud le autonomie locali, le regioni e i comuni non avranno più alcuna funzione: addirittura, per autorizzare un cinema o un B&b bisogna arrivare a lei, Ministro, e spero che sia generoso con coloro che vogliono intraprendere in questa direzione e spero che ci sia una disponibilità del Ministero ad aiutare. Dall'altra, invece, le regioni del Nord che potranno fare tutto ciò che vogliono: fare un sistema fiscale regionale, avere un sistema scolastico e un sistema sanitario. State spaccando ancora di più il Paese, lo state distruggendo.

Sulla coesione sociale è sufficiente ricordare che la rimodulazione del Fondo di sviluppo per compensare quanto tagliato al PNRR è solo una conferma di fondi già destinati al Sud per l'80 per cento; vi è inoltre la limitazione dell'uso dei contratti istituzionali di sviluppo che funzionavano, Ministro, questa è la verità, e state smantellando anche quel poco che garantiva ai cittadini e ai territori la possibilità di intervenire.

Francamente, relativamente a questa idea della zona economica speciale, che cancella le 8 esistenti, penso che i suoi collaboratori, Ministro, dovrebbero leggere meglio le carte, perché le caratteristiche fondanti delle zone economiche speciali riguardano un'omogeneità, una vocazione comune di questo territorio, e, in questo modo, sono state realizzate le 8 ZES esistenti nel nostro Paese. Immaginare una Zona economica speciale di tutto il Sud significa che, ancora una volta, invece di guardare al futuro, guardate sempre al passato. Voi ci volete fare una nuova Cassa del Mezzogiorno, con tutti i difetti e con tutti i limiti che la Cassa del Mezzogiorno ha avuto.

Per quanto riguarda i migranti, voglio ricordare che questa idea dei CPR è smontata costantemente dalle sentenze dei tribunali di tutta Italia. E voglio ricordare che la nostra Costituzione vieta espressamente la detenzione delle persone che non abbiano commesso alcun reato; per 18 mesi questo non si può fare! La Costituzione, che spesso invocate, lo rende impossibile! Le convenzioni internazionali che noi abbiamo sottoscritto lo rendono impossibile! Anche l'idea di militarizzare il territorio è una scelta sbagliata, così come il tentativo, che è stato messo in atto in Commissione e che è stato contrastato dal mio collega Marco Grimaldi, addirittura di realizzare impianti di produzione di energia, utilizzando le norme previste per la realizzazione degli impianti militari, quindi sotto e lontano da ogni forma di controllo degli enti locali e di programmazione che in termini di energia dovrebbe essere realizzata.

Questo è quello che state facendo. I vostri successi in quest'anno sono i seguenti: le rate dei mutui che sono aumentate del 44 per cento, l'assicurazione auto più 26 per cento, la benzina più 21 per cento, la spesa più 24 per cento, l'ortofrutta più 20 per cento. Confindustria demolisce le vostre previsioni sul PIL, prevede addirittura lo 0,7 per cento nel 2023 e lo 0,5 nel 2024! Alla faccia dell'1,2 che avete inserito nelle vostre programmazioni!

Avete promesso pensioni e varate provvedimenti che peggiorano la Fornero. I poveri statali avranno fino a 11.000 euro l'anno di tagli sulle pensioni.

Avete promesso di eliminare le accise sulla benzina e la benzina non è mai costata tanto. Tassate perfino la casa! Ma che cosa dirà Berlusconi, ovunque lui sia in questo momento? Si girerà nella tomba, credo, perché il vecchio adagio, il punto centrale delle politiche di Berlusconi era sempre quello di difendere la casa, di non tassare la casa.

Nella vostra furia iconoclasta avete inventato la supertassa contro il superbonus, nella disperata ricerca di tirare fuori risorse, di drenare risorse nel Paese.

Ma non solo non siete pronti a governare in Italia, e lo dimostrano i fatti e gli insuccessi costanti in quest'anno, ma dimostrate un tasso d'incapacità preoccupante in un momento nel quale il Paese vive una situazione difficile dal punto di vista economico, dal punto di vista internazionale, con le grandi contraddizioni che ci sono a livello planetario. I grandi successi in politica internazionale hanno portato questo Paese a essere totalmente isolato. L'unico amico che abbiamo in Europa è Orban, di un Paese, cioè, che ha il PIL della regione Lazio. Un giorno litigate con la Germania e il giorno dopo litigate con la Francia.

Facendo un po' il verso a quello che diceva il filosofo Descartes: “litigo ergo sum”, questa è la costante della vostra riaffermazione di un'autorità e di una capacità di stare al Governo.

Dovete cambiare subito per il bene del Paese, per il bene dei cittadini e delle cittadine, altrimenti porterete il nostro Paese al disastro (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Benzoni. Ne ha facoltà.

FABRIZIO BENZONI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Oramai, quando s'interviene sulla posizione della fiducia, è difficile non avere un disco rotto. Oramai questo binomio fiducia-decretazione di urgenza è qualcosa cui siamo abituati, sta diventando quasi una prassi. Una prassi, però, a cui non vogliamo essere condannati. State superando ogni record sulle fiducie, lo farete nei prossimi mesi, quando arriveranno ulteriori decretazioni di urgenza da convertire. Lo state facendo nella decretazione d'urgenza, nell'uso di questo strumento in maniera spasmodica e non conforme a quello che sarebbe il principio. Peraltro, con una terza argomentazione che è sempre quella di inserire un po' tutto e il contrario di tutto in questi decreti, perché nel decreto che è chiamato decreto Sud o decreto Mezzogiorno troviamo anche questo pezzo di immigrazione e alcune norme specifiche che nulla c'entrano con l'oggetto del decreto.

La seconda critica che possiamo fare in una dichiarazione di voto come questa è che ormai è bene apprendere e capire che siamo in una sorta di monocameralismo, ma, almeno quando siamo in prima lettura, ci piacerebbe potere fare una discussione che entri nel merito, che trovi anche l'accoglimento di alcune delle istanze dell'opposizione e che si faccia attorno a un ragionamento politico anche di confronto.

Perché, soprattutto per chi fa parte di questo gruppo e vede l'opposizione senza essere ideologica, con grande ascolto, ho sentito ieri le parole dell'onorevole Lucaselli quando racconta la ratio di questo principio e la volontà del rilancio dell'economia e delle aree interne del Mezzogiorno. Il rischio è, a nostro avviso, invece, quello di avere fatto uno spegnimento degli investimenti nei confronti del Mezzogiorno e delle aree interne. Eravamo anche d'accordo sulla necessità di introdurre degli strumenti nuovi. Le ZES andavano tagliandate perché, dopo un percorso di anni, sapevamo che c'erano cose che funzionavano e altre che funzionavano un po' di meno. Andavano aumentati i controlli, andavano aumentati i monitoraggi, andavano aumentate le cabine di regia per unire i commissari. E, invece, qui vediamo solo un cambio di governance, quello che avete fatto sul PNRR e quello che fate anche qui. Un cambio di governance che porta a un dirigismo, per portare tutte le decisioni a Roma, senza il coinvolgimento dei territori e senza un ragionamento che vada nella specificità dei territori, come quelli del Mezzogiorno, che sono molto particolari.

E parto dalle ZES, cioè dalle zone economiche speciali. Oggi, abbiamo 8 zone economiche speciali molto ristrette, molto identificate. Otto zone che hanno lavorato bene, dobbiamo dirlo, 8 zone che hanno lavorato in parte anche bene. La Campania da sola è riuscita ad avere più di un miliardo di investimenti, è riuscita, nella ZES della Campania, a risolvere la crisi della ex Whirlpool, per esempio, attraverso anche gli incentivi e la semplificazione che la ZES ha saputo portare.

Altre hanno funzionato di meno, ma è un anno che non sono convocati i commissari in seduta congiunta nei comitati per discutere, per scambiarsi le esperienze, per comprendere come migliorare il funzionamento di quelle ZES. Ma le ZES hanno un principio specifico, che era quello della territorialità, della specificità delle zone economiche speciali. Il principio era favorire queste aree per incentivare investimenti di carattere industriale, logistico e commerciale, per attrarre investimenti vicino alle zone logisticamente anche sviluppate.

E lo facevano con tre strumenti fondamentali: l'incentivazione fiscale, la semplificazione burocratica e amministrativa e l'investimento sulle infrastrutture.

Questa nuova governance, secondo noi, va nella direzione opposta, e ci va perché manca l'ascolto dei territori. Portiamo tutto a Roma, e quello che manca, quello che non c'è in questa governance sono i territori, anche quei territori che hanno lavorato bene, anche quei territori che, dopo un percorso lungo, hanno individuato le ZES, così specifiche e così ristrette.

La ZES unica, che potrebbe essere anche un grande incentivo nei confronti delle 8 regioni che sono comprese, allarga i territori, ma non allarga gli strumenti, anzi, perché intanto non allarga il personale che, nella missione, sarà utilizzato per rispondere alle istanze. Noi avremo un territorio di oltre 500 volte quello che oggi è compreso nelle ZES che dovrà rispondere con le stesse persone che ci sono oggi. Siamo anche convinti che, sicuramente, introdurrete i criteri per definire meglio quali saranno le aree delle ZES, ma lo farete da qui, a Roma, senza conoscere approfonditamente il territorio, senza coinvolgere quelle aree locali.

E lo è anche nei fondi, perché i fondi, per esempio sul credito d'imposta, rimangono esattamente i medesimi che ci sono oggi: 1,8 miliardi di credito d'imposta, con la Campania che, da sola, è riuscita a fare 1,5 miliardi. E, poi, c'è questa scelta un po' assurda, di alzare le soglie a 200.000 euro per gli investimenti ammessi. È assurda perché, in un sistema di investimento nelle aree del Mezzogiorno, in queste zone speciali in cui attrarre artigianato, industria, piccola e media impresa e startup, alzando questa soglia, noi eliminiamo la possibilità per le piccole imprese e le startup di inserirsi in questo strumento di incentivo, e questo è esattamente l'opposto dell'obiettivo di questa legge.

C'è poi un altro pensiero che, purtroppo, sottende. Io sono, credo, l'unico parlamentare non del Mezzogiorno che parlerà oggi in dichiarazione di voto, ma la sensazione sottesa dietro questo provvedimento è che si voglia commissariare il Sud, che non si voglia credere che il Sud possa farcela, che non si vada a investire nelle realtà locali, negli amministratori, nei commissari, nelle regioni, nelle province del Sud e si porti tutto a Roma, perché non si ha fiducia che il Sud sia in grado di farcela. Questa è una sensazione che abbiamo.

Noi crediamo che questo Paese debba crescere e, per crescere, deve crescere tutto, per crescere deve togliere i divari tra Nord e Sud e le ZES erano la direzione giusta per poterlo fare. Oggi riportare tutto qui, a Roma, è qualcosa che riteniamo profondamente sbagliato. Come qualcosa di sbagliato è nella stessa rivalutazione della governance delle aree interne, lo è stato per il PNRR.

Poi, all'interno c'è anche quella parte concernente l'immigrazione che non capiamo, che non riusciamo a capire, questa volontà di allungare i tempi di permanenza nei centri di permanenza, questa necessità di fare, anche lì, investimenti in nuovi hotspot senza mai inserire le parole “amministratori locali”, senza coinvolgere le regioni, senza coinvolgere i territori.

Noi abbiamo trovato, in questo provvedimento, una ratio che poteva trovare anche il nostro accoglimento, ma l'applicazione va esattamente nella direzione opposta di quella che volevamo, cioè investimenti per il Sud, credere nel Sud e credere che ridurre il divario tra Nord e Sud sia la strada giusta per la crescita di un Paese più innovativo, più forte e sempre più collegato all'Europa. Ecco perché il nostro voto sarà, ovviamente, contrario alla questione di fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cannizzaro. Ne ha facoltà.

FRANCESCO CANNIZZARO (FI-PPE). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, membri del Governo, Ministro Fitto, è per me una grande soddisfazione intervenire per dichiarare il voto su questo provvedimento. Dico soddisfazione perché, da deputato, da membro di quest'Assemblea, da dirigente di partito, ma, ancor prima, da uomo del Sud, da calabrese, questo provvedimento, Ministro Fitto, mi inorgoglisce e ci inorgoglisce.

Vede, Presidente, tutti i Governi che si sono succeduti e anche i partiti che hanno governato questo Paese nel passato hanno utilizzato il Sud, sempre e comunque, come uno slogan politico, soprattutto durante le campagne elettorali, utilizzando il Sud come serbatoio di voti. Poi, una volta arrivati al Governo, il Sud viene sempre e comunque, puntualmente, dimenticato, a parte qualche eccezione, come, ad esempio, durante i Governi di Silvio Berlusconi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), che è stato l'unico Presidente del Consiglio ad attenzionare realmente il Sud del nostro Paese, e oggi, se noi ci ritroviamo un Sud più attrattivo, più funzionale, anche rispetto a un passato lontano, il merito è assolutamente di quei Governi.

Allora, oggi, con un pizzico di orgoglio, dico che questo Governo a trazione centrodestra, in poco meno di un anno, è riuscito a fare cose per il nostro Sud, che tutti definiscono il motore del Paese, senza precedenti nella storia recente, basti pensare alla straordinaria idea di questo Governo di realizzare subito quella che fu la prima intuizione di Silvio Berlusconi, cioè il ponte sullo Stretto. Io credo che questo sia l'esempio emblematico della concretezza di questo Governo, avviando concretamente le procedure per questa grande opera, che interessa all'Europa, che avrà una ricaduta occupazionale straordinaria, che andrà a trascinarsi dietro, una volta realizzata, quelli che oggi sono servizi carenti al Sud - anzi, non carenti, che mancano -, come l'Alta capacità e l'Alta velocità. E ciò, soprattutto, potenziando l'attività dei nostri porti, segnatamente quei porti che rappresentano l'hub principale nel Mediterraneo: in Sicilia, penso al porto di Augusta, in Calabria, uno dei più grandi porti del mondo, come quello di Gioia Tauro, con un retroporto, con una zona economica speciale straordinaria, una potenzialità straordinaria, ma, evidentemente, non a regime, ad oggi poco attiva. Allora, è qui che saluto veramente con grande soddisfazione, con grande gioia questo provvedimento e ringrazio il Ministro Fitto. La ringrazio, Ministro, intanto, per essere oggi, qui, in Aula, dando continuità a quello che è stato il suo approccio in queste settimane e in questi mesi per questo provvedimento. La ringrazio per questa felice intuizione, perché io ritengo che questo provvedimento sia una felice intuizione sua e di tutto il Governo che l'ha sostenuta e ha mandato avanti, in maniera molto veloce, questa attività. E, chiaramente, ringrazio il Premier Meloni, il nostro leader Antonio Tajani, che ha subito messo al centro dell'agenda politica di Forza Italia questo provvedimento, ritenendolo necessario e funzionale al nostro Sud.

La ZES unica è una straordinaria, ribadisco, felice intuizione. Qualche Sottosegretario, come l'onorevole Siracusano, durante il suo intervento, ha utilizzato un'espressione: impensabile che si potesse realizzare. Vero, impensabile se, solo qualche tempo addietro, noi avessimo avuto l'occasione di immaginare una ZES unica per il Sud Italia. Noi ci stiamo riuscendo, lei ci sta riuscendo, il Governo del centrodestra ci sta riuscendo. Quindi, si allarga oggi la zona economica speciale al Sud del Paese, con il coinvolgimento di tutte le regioni, mettendo al centro le regioni e le amministrazioni regionali, al di là di quello che sosteneva qualcuno in precedenza, durante il suo intervento, che vengono marginalizzate le amministrazioni locali e le regioni; tutt'altro, le regioni avranno una centralità straordinaria, in questa piattaforma.

Allora, cosa prevede questa ZES unica? Perché, poi, bisogna studiare nel merito i provvedimenti e capire dove si vuole andare a parare. Il sistema unico autorizzativo, lo sportello unico, l'unica autorizzazione credo siano, forse, i principali elementi di questo provvedimento perché, quando si parla di digitalizzazione dei processi amministrativi e, quindi, un unico portale, si punta, si mira ad abbattere, a sburocratizzare un sistema oggi, forse, perverso, lento, che va a scoraggiare le aziende che si cimentano nelle ZES esistenti - e lo vediamo anche nella mia Calabria -, che vorrebbero realizzare le proprie attività, vorrebbero completare un iter amministrativo ma, poi, arrivando a metà, si stancano, vanno in sofferenza, si scoraggiano e ritirano l'obiettivo. Io credo che questi elementi - la digitalizzazione, lo sportello unico, l'autorizzazione unica - saranno gli elementi principali volti a rendere funzionale l'iter amministrativo, determinando un'accelerazione e, quindi, una velocità immediata.

Per non parlare, poi, delle agevolazioni fiscali. È scritto a chiare lettere nel provvedimento, invito anche i colleghi del centrosinistra a leggere bene: il credito d'imposta in compensazione è una misura straordinaria. Le aziende che avranno un'unità all'interno delle zone economiche speciali - che, poi, continueranno oltre i 7 anni, con la loro attività - potranno utilizzare anche questa formula, oltre alla possibilità - cosa senza precedenti, Ministro Fitto, nella storia del nostro Paese - di utilizzare i fondi per l'acquisto di terreni, per l'acquisto di macchinari per potenziare le aziende, addirittura per l'acquisto di immobili esistenti o di nuova costruzione. Si dà la possibilità alle grandi aziende di realizzare un'azienda sana, forte, in pochissimo tempo.

Allora, mi pare evidente che si punti alla velocizzazione della spesa, all'assicurazione, alla certezza della spesa. Oggi noi siamo abituati, nel nostro Paese, a sottrarre i potenziali fondi alle nostre aziende nel Sud Italia e restituirli a Bruxelles, piuttosto che allo Stato.

Io credo che con questo sistema innovativo si darà velocità alla realizzazione e, quindi, alla velocità della spesa, con un coordinamento efficace - lo dicevo poc'anzi e lo voglio ribadire -, con una centralità delle regioni e delle amministrazioni locali che evidentemente coordineranno insieme anche gli altri fondi che dovranno arrivare sul territorio, senza farli - diciamo così - accavallare o creare una confusione che, in tante occasioni, ha regnato sovrana rispetto ai flussi economici. Oggi si mette anche ordine rispetto a questo e, quindi, c'è la certezza di una spesa, pulita e coerente con i reali bisogni del Sud, che va evidentemente a favorire quelle aziende che hanno seriamente l'intenzione di investire in una parte del Paese appetibile, che diventa attrattiva ma che oggi riscontra delle difficoltà.

Un'altra felice intuizione, Presidente, è l'istituzione di una cabina di regia per quanto concerne le aree interne di cui tutti ci riempiamo la bocca, perché evidentemente conosciamo le difficoltà delle aree interne che tante volte anche il Governo dimentica. L'istituzione di una cabina di regia, che avrà il compito di coordinare ma, soprattutto, di indirizzare i fondi per le aree interne e per il loro sviluppo, è una straordinarietà, soprattutto quando questi fondi sono mirati a determinati settori come l'istruzione, i servizi sociosanitari e la mobilità. E a proposito di mobilità, mi sento orgoglioso, come membro di Forza Italia, di dire che è stato proprio un emendamento di Forza Italia approvato - quindi, oggi normato - a puntare, a valorizzare e a dare priorità ai flussi economici che riguardano il trasporto pubblico locale.

Poi, c'è anche un altro emendamento che ci rende orgogliosi, perché si è pensato molto all'occupazione. A proposito di occupazione, quest'operazione della ZES unica darà la possibilità a oltre 2.200 operatori di essere assunti e, quindi, comporterà anche una grande ricaduta occupazionale. Allora, dicevo, soddisfazione anche per un altro emendamento che è riferito a una platea del Sud, in modo particolare della Calabria, cioè oltre 300 padri e madri di famiglia che minacciavano di buttarsi da un tetto della cittadella regionale per non aver avuto la possibilità di partecipare perché erano stati esclusi per errori tecnici da un concorso. Grazie a questo emendamento si dà loro la possibilità di partecipare, quindi, vi sarà l'avvio di procedure concorsuali e da questo banco, da questo pulpito e da quest'Aula mi sento di rivolgere loro un pensiero per tutte le ore di tensione e di ansia che hanno passato in queste settimane.

PRESIDENTE. Onorevole, deve concludere. Ha esaurito il suo tempo.

FRANCESCO CANNIZZARO (FI-PPE). Allora, mi avvio veramente a concludere, Presidente, dicendo che questo lavoro produttivo è stato frutto anche di una grande capacità del Ministro Fitto a stare sul pezzo - diciamo - tutti i giorni, coadiuvato da due Sottosegretari, l'onorevole Albano e l'onorevole Siracusano che, con la loro presenza costante, in maniera assolutamente coerente in Commissione hanno mantenuto sempre un rapporto con il Parlamento - e concludo davvero, Presidente - costruttivo e produttivo.

Questo è il Paese e questo è il modus che vogliamo, che il centrodestra sta offrendo al Paese. Questo è il coinvolgimento del Sud che è sempre più protagonista. Un saluto e un ringraziamento va anche ai relatori che hanno lavorato in maniera assolutamente importante per questo grande provvedimento. Siamo assolutamente e fortemente convinti che questo provvedimento vada sostenuto e siamo soddisfatti che in queste ore potrà essere convertito in legge. Per questo dichiaro il voto favorevole del gruppo di Forza Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE, Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Carmina. Ne ha facoltà.

IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e Governo, il nostro giudizio sul decreto Sud è assolutamente negativo, perché più che un'occasione per il Sud è un'occasione persa per il Mezzogiorno d'Italia che piuttosto che vedere in questo provvedimento il suo possibile rilancio vede compromesse le possibilità di un suo vero sviluppo economico. Un decreto, dunque, che tradisce più un approccio coloniale e predatorio nei confronti del Sud, cui viene inibita l'autonomia con una logica di commissariamento. Ma andiamo nel dettaglio. Per quanto riguarda i fondi per lo sviluppo e la coesione, previsti, appunto, per superare il gap rispetto ai Paesi ricchi, i Paesi del Nord d'Europa e anche d'Italia in questo caso, nella sua precedente formulazione vi era una definizione degli obiettivi in un piano del Sud, anche con riferimento agli accordi di coesione. Invece, viene tutto azzerato e ridefinito, attribuendo un ruolo centrale al Governo, quindi centralizzando tutte le decisioni. Quindi, si prevede una cabina di regia, ma sarà essenziale la struttura di missione che sarà alle dirette dipendenze del Ministro e si occuperà della definizione, appunto, di ciò che accade, possibilmente anche rideterminando l'allocazione dei finanziamenti. Infatti, in questo decreto è previsto anche il definanziamento per quelle amministrazioni che non seguono il cronoprogramma, ma, lungi dal dover assentire a una logica punitiva nei confronti delle regioni e delle amministrazioni del Sud, ci saremmo aspettati magari una logica premiante, una vera sussidiarietà da parte del Governo dello Stato. Quindi, questa è una grande mistificazione.

Anche sulle ZES c'è da dire che, all'apparenza, sembrerebbe qualcosa di positivo prevedere una ZES unica, ma chi, come me, ha seguito sin dall'esordio il percorso dell'individuazione delle ZES, delle 8 zone economiche speciali del Mezzogiorno, ne comprende appieno il significato, perché allora si individuavano queste aree, in cui si prevedeva la necessità di un porto - quindi, collegate alle zone retroportuali -, che facessero da traino per lo sviluppo dell'intero territorio. Invece, prevedere una ZES unica per il Mezzogiorno 500 volte più grande diventa un procedimento elefantiaco che non darà le risposte al Mezzogiorno, quelle risposte puntuali e di sviluppo veloce di cui veramente ha bisogno il Mezzogiorno. Le ZES sono uno strumento che anche in altre parti del mondo e dell'Europa hanno avuto un effetto positivo, fondato su due criteri: la semplificazione e una fiscalità di vantaggio che determini le imprese a investire in quelle zone deprivate nei vari Paesi e nelle varie Nazioni.

Invece, qui pare addivenirsi a una semplificazione, ma prevedere una centralizzazione e un unico SUAP, che dovrà valutare tutte le istanze dell'intero Mezzogiorno, piuttosto che delocalizzare (secondo la Costituzione si doveva attuare il più ampio decentramento amministrativo nei servizi che dipendono dallo Stato) è certamente negativo. Così la fiscalità invece di essere di vantaggio sarà di svantaggio. Intanto, si elimina lo sconto del 50 per cento dell'Ires e per giunta il credito d'imposta è previsto per progetti superiori a 200.000 euro - quindi, è un limite anche abbastanza alto - e con l'obbligo di svolgere le attività per 5 anni, mentre in precedenza erano previsti dei vincoli e oltre allo sconto sull'imposta sui redditi c'era anche il vincolo occupazionale per 10 anni. Oltretutto, si prevede un finanziamento minimo - si parla di 1 miliardo 800 milioni per l'intero Sud, importo che non basterà assolutamente a sopperire alle esigenze dell'intero Mezzogiorno - e poi si prevede solo per il 2024, quando, invece, questo credito d'imposta per essere efficace nei confronti di imprenditori che vogliono investire nel Sud dovrebbe avere un carattere strutturale e non limitato al 2024. Ma mi volete dire quale sarà quell'imprenditore che verrà a investire al Sud per un credito d'imposta solo per il 2024, impegnandosi in un'attività quinquennale che non sa come andrà? Ma è evidente che tutto questo sarà fallimentare e non aiuterà lo sviluppo del Mezzogiorno.

Tralascio tante altre questioni per andare a quella che, secondo me, è la materia in cui si manifesta particolarmente l'inadeguatezza di questo Governo e il suo totale fallimento rispetto alle promesse elettorali: è la materia dell'immigrazione, che pure questo provvedimento tratta, non ottemperando al criterio di omogeneità fra le materie del decreto-legge. Ma in fondo, a ben guardare, un criterio di fondo c'è, ed è una sorta di mancanza di considerazione nei confronti del Sud: questo è ciò che unisce le materie e gli argomenti trattati in questo provvedimento.

Il decreto ONG, il decreto Cutro, e via enumerando, non sono serviti a nulla, gli sbarchi sono raddoppiati, ma la maggiore incapacità si manifesta nella modalità di gestire il fenomeno. Infatti, quanto successo questa estate dipende proprio dall'incapacità. Dal 1° gennaio al 1° ottobre di quest'anno gli sbarchi sono stati 130.000, lontani da quel boom di 181.000 sbarchi che si verificò nel 2016, allorché io cominciai la mia esperienza da sindaco, proprio in quella costa agrigentina, in quella Porto Empedocle che, dopo Lampedusa, è la seconda a subire l'impatto di questo fenomeno. Era prevedibile che gli sbarchi sarebbero raddoppiati, il loro aumento si era verificato già da gennaio; e tutto ciò che ha fatto il Governo si è manifestato inutile. Anzitutto, non sono state predisposte navi in rada, che pure erano state promesse al sindaco di Lampedusa e che avrebbero consentito di gestire l'afflusso, evitando quelle modalità di gestione dei grossi numeri che hanno evidenziato un'assoluta indifferenza, se non disprezzo, nei confronti degli esseri umani migranti, cui è stato riservato un trattamento disumano, indegno di un Paese civile, e anche nei confronti delle comunità che maggiormente subiscono l'impatto. Mi riferisco a Lampedusa e a Porto Empedocle in primis, e a tutta la costa del Sud della Sicilia. Solo ieri, a Castelvetrano, c'è stato uno sbarco e il sindaco, Enzo Alfano, mi ha telefonato per chiedere cosa dovesse fare, con i morti sulla spiaggia e gli altri che erano scappati. Si parla di pericolo terrorismo, ma questo è il modo di gestire la situazione? Guardate, non è impossibile, vanno solo adottate le misure giuste: utilizzare il traghetto di linea per gli sbarchi, usare anche l'aereo per trasportare a Lampedusa il personale di Polizia, il personale sanitario, quello della Croce rossa, a cui va il nostro ringraziamento, ma che non poteva agire.

Evidentemente, la soluzione non è allungare, con l'articolo 20, i tempi di permanenza nei CPR degli immigrati in attesa di espulsione - badate bene, persone che non hanno commesso alcun reato e che vengono private della libertà, in contraddizione con le fondamenta della nostra Costituzione, che vede nella libertà un diritto fondamentale e universale -, né costruire nuovi CPR, inserendoli addirittura nella difesa nazionale per aggirare tutti gli ostacoli e imporre alle comunità la loro creazione, laddove non ci fosse la concordia da parte delle amministrazioni locali e delle regioni.

Infine, parlo dell'articolo 8, che prevede 45 milioni di euro per Lampedusa e non per altre comunità come, ad esempio, la stessa Porto Empedocle, che vive, di riflesso, le stesse problematiche, se non maggiori.

PRESIDENTE. Deputata, deve concludere.

IDA CARMINA (M5S). Concludo. Anche lì una presa in giro, perché in questo decreto, nelle more, si prevede un'accelerazione per la creazione di hotspot a Lampedusa e di altri centri. Non vorrei che la logica fosse proprio quella enunciata da un leghista, a Pontida: cediamo Lampedusa all'Africa e facciamone un campo per i profughi, così non avremo più problemi in Italia. Non è questo il modo e pertanto annuncio il voto contrario e di sfiducia del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Ottaviani. Ne ha facoltà.

NICOLA OTTAVIANI (LEGA). Grazie, signor Presidente. Il gruppo della Lega esprime una grande soddisfazione per il lavoro svolto da parte del Governo rispetto a quello che è un primo grande passo nella ridefinizione degli assetti del Sud, perché questo decreto mette in moto un processo, mette in movimento un complesso normativo che ha come unico obiettivo la riqualificazione del Mezzogiorno e, soprattutto, la possibilità che, anche rispetto a coloro che vivono a sud della capitale, ci sia un'equipollenza di trattamento e, soprattutto, una parità di condizioni di accesso alle novità di carattere finanziario che l'Europa, segnatamente in questo momento, ci sta mettendo a disposizione.

Perché diciamo che si tratta di un primo grande passo? Perché nel decreto ci sono articoli - come l'articolo 13, che introduce lo sportello unico digitale, o l'articolo 15, in materia di autorizzazione unica, con la valorizzazione del silenzio - che danno la dimensione plastica della direzione che ha intrapreso questo Governo, che è quella di evitare che ci siano intoppi nel procedimento amministrativo, intoppi che vanno a mortificare l'iniziativa imprenditoriale, laddove - lo ricordiamo ancora una volta - l'impresa non è esclusivamente o meramente dell'imprenditore che ne è il titolare, ma rappresenta un valore aggiunto, un valore importante che passa anche e soprattutto per i lavoratori. Infatti, il default dell'impresa non riguarda semplicemente il titolare della partita IVA presso la camera di commercio; il default dell'impresa - dovuto al fatto che la stessa non ha avuto la possibilità di dotarsi degli strumenti economici e finanziari adeguati - va a riverberarsi su tutto quello che attiene al contesto della cellula sociale che rappresenta l'impresa in senso lato.

Bene ha fatto il Governo, per evitare equivoci, anche a rivedere quello che era stato un inserimento - secondo noi, positivo e da stimolo - relativo ai livelli essenziali delle prestazioni effettuato all'interno dell'articolo 15. Infatti, in materia di LEP, soprattutto per evitare che, ancora una volta, si faccia speculazione su una materia che ha bisogno di una definizione - che ci sarà a breve, all'interno di questa legislatura - e per evitare che ci siano equivoci di sorta, il Governo bene ha fatto a rimettere questa definizione all'interno di quello che sarà l'alveo del nuovo provvedimento che, da qui a breve, il Parlamento si troverà ad affrontare.

Parlavamo, in precedenza, di stagione delle riforme: ecco, questo è un altro elemento importante che contraddistingue questo decreto, stagione di riforme che passa per tre direttrici fondamentali: quella, alla quale si faceva riferimento in precedenza, dell'autonomia differenziata; quella del presidenzialismo; e quella, in questo caso, dello sviluppo del Meridione attraverso l'utilizzo delle risorse del PNRR per centrare gli obiettivi fissati all'interno del Next Generation EU. Vorremmo capire per quale motivo ci sia questa enorme distonia che, in modo plastico, è emersa anche qualche istante fa. Infatti, quello che oggi rappresentano i colleghi del gruppo 5 Stelle, ossia che si tratterebbe di un allargamento troppo esteso dei perimetri e dei confini della ZES unica, va in contrasto, invece, con le indicazioni portate avanti da alcuni loro colleghi della sinistra, in modo particolare del PD, quando, nel corso della discussione generale, venerdì scorso, hanno parlato di perimetro troppo circoscritto. Perimetro troppo circoscritto: ma se questo tipo di indicazione proviene anche da quegli stessi parlamentari che vivono normalmente in zone che vanno a beneficiare in modo assai rilevante di questa nuova perimetrazione, c'è qualcosa che non quadra. Facciamo riferimento, per esempio - buon per loro e bene per il Paese, perché la nostra impostazione è di prosperità, non è di deminutio - alla Campania: noi passiamo da 35 comuni che erano stati inseriti nelle vecchie ZES a oltre 500 comuni.

Ciò significa che oltre 500 comuni avranno la possibilità di utilizzare questo potenziale. Non hanno la precettazione d'urgenza da parte del medico - ci mancherebbe altro - ma se dovesse servire quella cura sanno che possono utilizzarla, situazione che, in passato, invece, era passata sotto silenzio. Signor Ministro, la ringraziamo per l'interesse che ha mostrato rispetto alla ridefinizione di alcune aree, di alcune zone che non rientrano all'interno del perimetro della ZES ma sono zone di confine sulle quali la riflessione va sicuramente svolta. Infatti, è stata pubblicata - potremmo dire lupus in fabula - nel corso della scorsa settimana la nota della CGIA di Mestre da cui risulta che, secondo i dati INPS del 2021, la retribuzione media italiana lorda è di 21.868 euro per quanto riguarda il comparto privato, oscillando tra i gli oltre 31.000 euro di Milano e i 16.000 euro di Palermo.

Ci sono zone riguardo alle quali c'è bisogno comunque di una riflessione, zone che sono rimaste estranee rispetto alla ZES - stiamo parlando, ad esempio, della provincia di Frosinone e della provincia di Latina ma anche di quelle di Rieti e di Viterbo - e che hanno una percentuale pari al 18 e al 20 per cento in meno rispetto alla retribuzione media, scendendo di 3.200 euro fino a 5.500 euro, come nelle situazioni di Rieti e di Viterbo. Certo, questo non significa utilizzare un provvedimento che possa essere onnicomprensivo, ma utilizzare un provvedimento che in qualche modo possa essere di stimolo per quanto riguarda eventuali completamenti della ridefinizione della disciplina del Mezzogiorno.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LORENZO FONTANA (ore 12,30)

NICOLA OTTAVIANI (LEGA). A questo proposito, però, dobbiamo rievocare quello che è successo anche venerdì nel corso della discussione generale. Se ha un senso far parte di questo Parlamento e, soprattutto, se ha un senso appartenere a determinate correnti di pensiero e non soltanto a determinati gruppi parlamentari, noi chiederemo, Presidente, che per il futuro ci sia meno discrasia nei comportamenti e, soprattutto, una maggiore coerenza. Ci riferiamo al fatto che, durante la discussione generale di venerdì, abbiamo assistito a due situazioni sicuramente nuove. La prima è relativa al fatto che almeno tre deputati della minoranza hanno richiamato la mancata presenza in Aula, addirittura, di alcune truppe quasi cammellate, o di quelle che secondo loro tali sarebbero dovute essere, riferendosi ai membri della maggioranza. Il problema è che poi, quando hanno preso la parola i membri di maggioranza, quelle stesse indicazioni si sono andate a ritorcere contro quei deputati perché quegli stessi deputati non erano presenti alla discussione generale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati di Fratelli d'Italia). È come dire che quando parlano alcuni si deve stare in Aula e quando poi si attende la risposta si guadagna la fuga perché probabilmente quella risposta non fa comodo a chi, invece, l'aveva provocata. Per non parlare, poi, della vicenda tragicomica a cui abbiamo assistito, signor Presidente, relativa al fatto che sempre questi tre deputati della minoranza/opposizione - non la vogliamo definire opposizione pregiudiziale perché così non dovrebbe essere - a un certo punto si sono rivolti alla Lega dicendo: come fa la Lega a essere sostanzialmente d'accordo su questo provvedimento quando, in realtà, noi ci preoccupiamo - questo era quanto dicevano - di ciò che dovrebbe essere la fine dell'autonomia differenziata? Addirittura, siamo a questo livello. Quindi, abbiamo capito venerdì che abbiamo nuovi sostenitori dell'autonomia differenziata a intermittenza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Perciò, ci troveremo davanti al terzo cambiamento di rotta sull'autonomia differenziata perché D'Alema, prima, era d'accordo, naturalmente quando era a capo della Commissione bicamerale, poi è subentrato il centrodestra e non sono stati più d'accordo e, in questi giorni, sono nuovamente d'accordo. Qualcosa mi dice che, di qui a breve, cambieranno idea per la quarta volta, dicendo che si erano sbagliati. È questo un approccio di coerenza rispetto alle riforme istituzionali? Le riforme istituzionali sono una cosa estremamente seria e noi riteniamo che rispetto a queste riforme non abbiamo bisogno necessariamente di un soccorso rosso, perché non c'è bisogno del soccorso di nessuno. Le riforme per noi non hanno colore, le riforme sono le regole del gioco che per noi devono valere andando oltre i confini, i perimetri e, soprattutto, le scansioni temporali di una legislatura. Ecco perché queste riforme noi continueremo a portarle avanti, auspicabilmente, con il contributo di tutto il Parlamento, ma riteniamo che, se non ci dovessero essere questi contributi importanti, che noi riteniamo assolutamente qualificanti, le riforme dovranno andare avanti ugualmente. Noi riteniamo che le riforme non le debba fare l'arbitro ma gli attori e gli unici attori di questo gioco della democrazia, per noi, continuano a essere i nostri elettori (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Signor Presidente, onorevoli colleghi e membri del Governo presenti, quello di oggi non è un semplice voto di fiducia al Governo Meloni. Oggi, la maggioranza di questo Parlamento sta spogliando il Ministro Fitto del titolo di semplice Ministro e gli sta cingendo la testa con la corona di viceré del Mezzogiorno d'Italia. Tuttavia, come diceva De Roberto nel suo successo editoriale, “la storia è una monotona ripetizione; gli uomini sono stati, sono e saranno sempre gli stessi”, al di là dell'abito che indossano per il momento.

D'altronde, perché limitarsi a fare disastri solo sul PNRR quando si può avere il controllo indiscriminato di tutti i fondi? Sì, con questo decreto si realizza il sogno nascosto del Ministro: commissariare il Mezzogiorno e tutte le sue istituzioni. Quello che non gli è stato consentito dai cittadini in un'unica regione, forse, perché la democrazia, nella sua imperfezione, riesce a produrre gli anticorpi a cotanta sete di potere, lo state consentendo voi, con questo voto. Contemporaneamente, per l'altra parte d'Italia si porta avanti uno scellerato progetto, l'autonomia differenziata. Il compromesso trovato dalle parti di Palazzo Chigi deve essere infatti, esattamente questo: alla parte più ricca del Paese si permette di andare avanti da sola, con le proprie forze e, soprattutto, mantenendo i soldi che producono, mentre a quella più povera si legano le mani, gettando un po' di fumo negli occhi e con la possibilità di concedere qualche prebenda agli amministratori locali che chinano la testa e giurano fedeltà al novello viceré (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Eccolo qui il fumo, la ZES unica, una misura compensativa bella solo da fuori perché dentro la scatola è vuota, è completamente priva di copertura finanziaria e con una dotazione di personale assolutamente insufficiente per garantire il funzionamento delle agevolazioni previste. Insomma, sotto il vestito niente, un quadro finto che farebbe impallidire persino Miseria e nobiltà del migliore Antonio De Curtis.

Il decreto Sud, signor Presidente, è una follia totale sin dai suoi presupposti. Nelle occasioni in cui abbiamo avuto il piacere di incontrarlo in Parlamento, il Ministro ci ha ripetuto sempre, come fosse un mantra o un disco rotto, sta a voi giudicare, lo stesso identico dato, ossia quanto le regioni del Sud siano incapaci di spendere i fondi europei. Sicuramente, vi sono alcune regioni che sono meno brave nel raggiungere gli obiettivi di spesa, ma il punto è che, comunque, le regioni restano storicamente quelle che spendono di più e meglio rispetto ai Ministeri che gestiscono, per parte loro, i fondi di coesione. Questa, guardate, non è un'opinione di quei cattivi della sinistra, ma una semplice lettura dei dati, anzi, dei suoi stessi dati, quelli della relazione che ha consegnato qualche mese fa a questo Parlamento. E cosa fa di fronte a questi numeri? Toglie risorse agli enti territoriali e le accentra ancora di più, peraltro, in un'unica struttura che, guarda caso, fa capo a lui. Logico? Sì, solo con la perversione di chi vuole sedersi su una montagna di soldi per decidere arbitrariamente quale territorio aiutare a crescere e quale invece punire, chiudendo i rubinetti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). È per questo che nasce questo decreto, per punire le regioni e colpevolizzarle, per far sì che da oggi in avanti non possano mettere mai più bocca né sulle politiche di sviluppo né sulle risorse per la coesione.

Infatti, l'intero provvedimento, dal Fondo di sviluppo e coesione alla ZES unica, è un trionfo di neocentralismo, ma - badate bene - che riguarda solo una parte del Paese, sempre che l'autonomia e il decentramento vengano intesi solo come lussi che si possono concedere al di sopra di un certo parallelo in su. Tutti gli altri vanno telecomandati, eterodiretti dalle menti illuminate di questa o quella cabina di regia governativa. E se, sulla programmazione, le regioni e gli enti territoriali sono tenuti ai margini delle decisioni, è ancor peggio ciò che si prevede per l'attuazione degli interventi: un meccanismo di controllo sovietico - cito le parole del presidente dell'Abruzzo - sulle amministrazioni titolari delle opere, che avrà il solo effetto di incentivare la burocrazia difensiva e lasciare al potente di turno il potere di decidere a chi e quando togliere i finanziamenti previsti e su quale amministrazione amica, eventualmente, dirottarli.

E poi vi abbiamo avvertiti - purtroppo, inutilmente - di un rischio gravissimo, tra i tanti che stiamo correndo a causa vostra. Sì, perché con parte di queste risorse, fino ad oggi, tante regioni, soprattutto quelle più povere, hanno finanziato anche parte della propria spesa corrente. Non avendo la capacità fiscale del Nord e avendo molte più risorse comunitarie da spendere e, quindi, da cofinanziare, le regioni del Mezzogiorno usano parte di quei soldi anche per mettere in campo servizi fondamentali per i cittadini, che altrimenti non saprebbero come finanziare; tanti progetti di assistenza sociale, finanziamenti per le infrastrutture sportive, risorse per la cultura, per la formazione, solo per citarne alcuni. Da domani, molti di questi servizi diventeranno un ricordo e, ancora una volta, ci troveremo a dover spiegare come mai, in questo Paese, debbano esistere cittadini di serie A e di serie B.

Ma è sulla ZES unica, signor Presidente, che cade ogni dubbio sulla buona fede di questo Governo, perché - lo dico chiaro, in modo tale che non possa essere interpretabile - il Partito Democratico è a favore di un'idea di una grande misura di incentivo allo sviluppo industriale del Sud e di tutte le aree deprivate del Paese. L'accrocco che avete messo in piedi non può esserlo, nella maniera più assoluta. Infatti, la ZES è un bluff: viene consapevolmente messa nelle condizioni di non funzionare, prima di tutto perché, anche in questo caso, ci troviamo di fronte a un ennesimo esperimento. E lo dico in modo chiaro: avete immaginato che questa misura potesse essere giustificabile dal fatto che avesse una certa stabilità e poi la finanziate solo per un'annualità, peraltro, con risorse del tutto insufficienti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)! Sì, perché allargando a tutto il Sud il territorio delle zone economiche speciali e, quindi, estendendo 500 volte di più quello che il territorio è ora, considerate le 8 ZES esistenti, dedicate meno risorse. E non perché lo dice la sinistra brutta e cattiva, ma perché, nel primo anno di attività vera delle zone economiche speciali, delle 8 ZES esistenti, il solo credito d'imposta ha cubato circa 2 miliardi e 200 milioni. E cosa mettete in legge di bilancio per finanziare tutto il territorio meridionale? Un miliardo e 800 milioni! Vi rendete conto di quanto siete ipocriti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)?

Avete pure tentato di far passare il credito d'imposta per gli investimenti come la più rivoluzionaria delle misure per lo sviluppo del Mezzogiorno. Peccato che la stessa agevolazione già c'era ed era più conveniente per le imprese che investivano nel Mezzogiorno. Si direbbe, nel gergo semplice di chi vive la quotidianità: fregati e mazziati. Infatti, a differenza del credito finanziato dai nostri Governi, il vostro esclude centinaia di migliaia di piccole e medie imprese, che non potranno beneficiarne per via di un limite capotico, messo apposta per aiutare solo grandi aziende multinazionali. E come se non bastasse, scompare lo sconto del 50 per cento dell'Ires, che il PD aveva inserito, e non si ha più alcuna certezza della decontribuzione per le assunzioni nel Mezzogiorno. E poi c'è il grande tema, che è un po' il punto di domanda che poniamo da un mese e mezzo alla quale nessuno ancora si è degnato di dare risposta: allargato il territorio, fatte le semplificazioni burocratiche per tutti, come si può pensare che una struttura di appena una sessantina di persone possa essere in grado di gestire le migliaia di domande di accesso al credito che sicuramente arriveranno ogni anno e le centinaia di migliaia di autorizzazioni uniche che sarà chiamata a rilasciare, da un chioschetto al mega hub di investimento di una multinazionale? Perché, delle due, l'una, visti questi presupposti: o si va verso un gigantesco click day, per lasciare al caso il compito di decidere a chi riconoscere l'agevolazione, oppure il Governo sta preparando il terreno per far sì che sia esso stesso a scegliere, e nessuno si stupirebbe, signor Presidente, se alla fine, tra gli investimenti agevolati, ci fossero tanti investimenti degli amici degli amici.

In ogni caso, un fatto è certo: stiamo andando verso un gigantesco collo di bottiglia, che spaventerà le aziende e scoraggerà chiunque abbia un progetto di investimento serio da proporre.

Concludo, signor Presidente. In questi giorni, stiamo vedendo di tutto: decreti come questo, senza la minima copertura finanziaria, approvati dal Consiglio dei ministri in barba all'articolo 81 della Costituzione; bozze di manovra che sostituiscono interi articoli di decreti-legge in corso di conversione in Parlamento; e da ultimo, tentativi di blitz notturni della maggioranza, che volevano provare a permettere la costruzione di non meglio specificati impianti energetici, coperti dal segreto militare e in deroga ad ogni valutazione ordinaria. Ma, in mezzo a queste buffonate, tra le esultanze e le smentite intorno alla legge di bilancio, che adesso sembra sia scritta da sola, ciò che ci preoccupa davvero non è il pressappochismo con cui occupate le nostre istituzioni repubblicane, ma il modo barbaro e sfrontato con cui avete deciso di liquidare la questione meridionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), svenduta al miglior offerente, abbandonata a se stessa, piegata agli interessi di una parte logica e perversa di sudditanza. State dimostrando di voler continuare con la vostra boria incompetente, con cui avete cominciato, ciucci e presuntuosi, scarsi e pieni di sé.

Sono queste le ragioni di merito per cui annuncio che il Partito Democratico voterà decisamente e convintamente contro la fiducia a questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Trancassini. Ne ha facoltà.

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, gli interventi delle opposizioni mi convincono ancora di più che questa nuova stagione li abbia colti di sorpresa e li innervosisca sempre di più (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Perché? Perché si continua a ragionare con schemi antichi, senza prendere atto di un'importante novità di questa Nazione: la novità è che è tornata la politica, che c'è un Governo eletto dal popolo, che la politica ha il coraggio di fare il suo mestiere e si assume quelle responsabilità, che, molto spesso, in passato, venivano delegate o, peggio, svilite. Lo dico perché l'occasione di questo decreto è un'occasione storica: è quella di guardare al problema del Mezzogiorno nella sua totalità. Non l'ha fatto, per primo, il Ministro Fitto. Credo che siano decenni che si pone il tema del Mezzogiorno e della creazione di una ZES unica, che oggi prende il posto di 8 ZES, i cui dati erano praticamente fallimentari. Una ZES unica, che ha avuto il parere favorevole della Commissione europea, perché questo i colleghi del Partito Democratico hanno evitato di dirlo. Una ZES unica che prende il posto delle precedenti, che avevano dato scarsissimi risultati: poco più di 100 autorizzazioni. Una ZES unica che prevede un risparmio di 1 milione e mezzo di euro rispetto alle 8 ZES precedenti. Insomma, un'occasione per semplificare e per fare un piano strategico e di indirizzo di politica industriale. Ma, soprattutto, è una sfida. Ecco perché, Ministro, c'è tanto nervosismo. A parte che i colleghi non sono abituati a un Ministro che si fa vedere in Commissione e in Aula, come ha fatto lei (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché noi veniamo da stagioni in cui, se andava bene, ci si mostrava un cartonato in videoconferenza. Ma si dimostrano talmente impreparati rispetto alla sfida che lei, oggi, lancia: è la sfida di una visione unica, della cabina di regia, del monitoraggio e della prospettiva.

Io sono molto contento che oggi inizi questo percorso, perché non solo il Sud, ma tutte le aree interne - e nelle aree interne metto anche e soprattutto le aree colpite dal sisma e da calamità - hanno bisogno di questa visione unica, non di interventi settoriali e di basso respiro temporale.

Certo, è una sfida complicata, molto difficile, che lei e il Governo Meloni sicuramente saprete vincere e condurre con metodi diversi rispetto a quelli che sono stati davvero molto ben evidenziati dal collega Pagano; quando il collega Pagano ha parlato della politica che fa pagare a territori, ad altri, gli amici degli amici, sembrava che conoscesse perfettamente ciò di cui parlava, probabilmente, perché anche lui, come me, ricorderà le passate stagioni di governo del Partito Democratico, soprattutto regionali (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Mi permetta, signor Presidente, lo dico anche per lei, che lezioni sulla democrazia, com'è avvenuto negli interventi precedenti, soprattutto quello del collega Zaratti, noi non ne prendiamo, dal momento che il tema non è soltanto quello che avviene in quest'Aula, perché il ricorso alla decretazione d'urgenza non l'ha inventato il Governo Meloni, ma ricordo, per averne avuto esperienza direttamente, i tre Governi precedenti in cui in Commissione non c'era la disponibilità che viene data oggi e per questo ringrazio i presidenti di tutte le Commissioni e tutta la coalizione. Nelle Commissioni si discute e nelle Commissioni, ad oggi, non è stata applicata la ghigliottina o tagliola che dir si voglia. Nelle Commissioni non si attendono ore per gli incontri di maggioranza, come avveniva nei Governi precedenti: stavamo tre, quattro ore in attesa prima che si sciogliessero i dubbi per mettere insieme quello che non poteva stare insieme (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Anche questo, soprattutto questo, è esercizio di democrazia. Presidente, se vogliamo avere la prova di tutto questo notiamo che in questo decreto in Commissione bilancio è entrato un emendamento del Governo - un emendamento del Governo -, le opposizioni hanno chiesto che venisse ritirato ed è stato ritirato.

Presidente, ricordo, invece, tutti i decreti, soprattutto in epoca COVID; ricordo lo stanchissimo Ministro D'Inca' arrivare in Commissione con gli sherpa che portavano gli emendamenti del Governo e dei relatori e, molto spesso, erano emendamenti che servivano ad aumentare i CdA per sistemare le beghe interne del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Allora, noi la votiamo questa fiducia e la votiamo anche perché è scontato - visto che sono qui a parlare per Fratelli d'Italia - anche se ascoltiamo la Nazione, se ascoltiamo il popolo. C'è fiducia sul nostro leader, c'è fiducia su Giorgia Meloni, sul lavoro che sta facendo, sulla sua capacità di caricarsi sulle spalle una Nazione. C'è fiducia perché, finalmente, c'è un Presidente del Consiglio eletto dal popolo e che si rapporta e dà conto solo al popolo (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)...

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Non ancora!

PAOLO TRANCASSINI (FDI). C'è nervosismo... Esprimo fiducia anche nei confronti della nostra coalizione e ringrazio tutto il centrodestra per il lavoro che sta facendo anche con riferimento alla legge di bilancio; anche in questo caso è divertente, Presidente, leggere ogni giorno il tentativo di minare l'unità del centrodestra, quando basta osservare i voti sugli ordini del giorno per vedere che, molto spesso, si disegna un tricolore, perché non trovate la quadra nemmeno rispetto a un voto sull'ordine del giorno e vi annaspate, ormai da mesi, alla ricerca, se giocare a calcetto, a calciotto o a calcio, di campo stretto o campo largo che, sistematicamente ed elettoralmente, diventa un camposanto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Allora, c'è anche fiducia nei confronti dei Ministri. L'ho detto prima, Ministro Fitto, per la sua disponibilità ma anche qui rispetto a tanti soloni, dobbiamo ricordarlo che ci siamo messi alle spalle - sembra un secolo fa ed è solo un anno fa - i Ministri Di Maio, Bonafede, Toninelli. Io penso che oggi l'Italia, anche in Consiglio dei ministri, sia rappresentata sicuramente in maniera migliore.

Soprattutto, Presidente, c'è fiducia per questa dimostrazione di coraggio, perché sarebbe stato più semplice per il Ministro Fitto, se avesse dato spago o preso come punto di riferimento quanto detto dal collega Pagano, nominarsi otto commissari. Avrebbe, probabilmente, accontentato otto persone; probabilmente avrebbe creato otto segreterie, probabilmente avrebbe fatto quello che è stato fatto in passato e non ha funzionato.

Anche per questo coraggio, Presidente, noi votiamo con soddisfazione la fiducia, ma c'è un ultimo motivo per il quale, convintamente, Fratelli d'Italia vota “sì” alla fiducia: perché con questo decreto, soprattutto al Sud, e con grande coraggio, si dice che il futuro non è il reddito di cittadinanza, ma è il lavoro. Voi continuate e “state bonus”, mentre noi guardiamo al mondo dell'impresa e al mondo del lavoro per risollevare la Nazione partendo dal Sud (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

Ne approfittiamo per salutare gli insegnanti e gli alunni dell'Istituto Comprensivo Scopelliti - Green di Rosarno che seguono i nostri lavori dalle tribune. Benvenuti (Applausi).

Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato convenuto che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 13, sospendo la seduta fino a tale ora.

La seduta, sospesa alle 12,55, è ripresa alle 13.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1416-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, comprensivo dell'errata corrige, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata già effettuata dalla Presidenza nella seduta di venerdì 27 ottobre 2023. La chiama avrà, quindi, inizio dal deputato Franco Tirelli.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama).

È così conclusa la chiama. Chiedo se vi siano deputati in Aula che intendono votare.

Prendo atto che non ci sono altri deputati che intendono votare.

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo della Commissione, comprensivo dell'errata corrige, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti: ……………….. 292

Votanti: ………………… 290

Astenuti: ……………….. 2

Maggioranza: …………... 146

Hanno risposto : ……… 184

Hanno risposto no: …….. 106

La Camera approva.

Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Albano Lucia

Almici Cristina

Ambrosi Alessia

Amich Enzo

Amorese Alessandro

Andreuzza Giorgia

Antoniozzi Alfredo

Arruzzolo Giovanni

Bagnasco Roberto

Baldelli Antonio

Barabotti Andrea

Barelli Paolo

Battilocchio Alessandro

Battistoni Francesco

Bellomo Davide

Benigni Stefano

Benvenuti Gostoli Stefano Maria

Benvenuto Alessandro Manuel

Bergamini Davide

Bergamini Deborah

Bicchielli Pino

Billi Simone

Bisa Ingrid

Bof Gianangelo

Bordonali Simona

Buonguerrieri Alice

Candiani Stefano

Cangiano Gerolamo

Cannata Giovanni Luca

Cannizzaro Francesco

Caparvi Virginio

Cappellacci Ugo

Caramanna Gianluca

Caretta Maria Cristina

Caroppo Andrea

Carra' Anastasio

Casasco Maurizio

Cattaneo Alessandro

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Cavo Ilaria

Centemero Giulio

Cerreto Marco

Chiesa Paola Maria

Ciaburro Monica

Ciancitto Francesco Maria Salvatore

Ciocchetti Luciano

Cirielli Edmondo

Coin Dimitri

Colombo Beatriz

Colucci Alessandro

Comaroli Silvana Andreina

Comba Fabrizio

Congedo Saverio

Coppo Marcello

Cortelazzo Piergiorgio

Dalla Chiesa Rita

D'Attis Mauro

De Bertoldi Andrea

De Corato Riccardo

De Palma Vito

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

Di Maggio Grazia

Di Mattina Salvatore Marcello

Dondi Daniela

Donzelli Giovanni

Ferrante Tullio

Filini Francesco

Fitto Raffaele

Formentini Paolo

Foti Tommaso

Frassinetti Paola

Frassini Rebecca

Frijia Maria Grazia

Furgiuele Domenico

Gardini Elisabetta

Gatta Giandiego

Gava Vannia

Gemmato Marcello

Giaccone Andrea

Giagoni Dario

Giglio Vigna Alessandro

Giordano Antonio

Giorgianni Carmen Letizia

Giovine Silvio

Iaia Dario

Iezzi Igor

Kelany Sara

La Porta Chiara

La Salandra Giandonato

Lampis Gianni

Lazzarini Arianna

Leo Maurizio

Loizzo Simona

Longi Eliana

Loperfido Emanuele

Lucaselli Ylenja

Maccanti Elena

Maccari Carlo

Maerna Novo Umberto

Maiorano Giovanni

Malagola Lorenzo

Malaguti Mauro

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Marchetto Aliprandi Marina

Marrocco Patrizia

Mascaretti Andrea

Maschio Ciro

Matera Mariangela

Matone Simonetta

Matteoni Nicole

Mattia Aldo

Maullu Stefano Giovanni

Mazzi Gianmarco

Messina Manlio

Michelotti Francesco

Miele Giovanna

Milani Massimo

Molinari Riccardo

Mollicone Federico

Montaruli Augusta

Montemagni Elisa

Morgante Maddalena

Mule' Giorgio

Mura Francesco

Nevi Raffaele

Nisini Tiziana

Osnato Marco

Padovani Marco

Pagano Nazario

Palombi Alessandro

Panizzut Massimiliano

Pella Roberto

Pellicini Andrea

Perissa Marco

Pierro Attilio

Pietrella Fabio

Pisano Calogero

Polo Barbara

Pozzolo Emanuele

Pretto Erik Umberto

Prisco Emanuele

Pulciani Paolo

Raimondo Carmine Fabio

Rizzetto Walter

Roccella Eugenia

Romano Francesco Saverio

Roscani Fabio

Rossi Angelo

Rossi Fabrizio

Rosso Matteo

Rotondi Gianfranco

Rubano Francesco Maria

Ruspandini Massimo

Russo Gaetana

Russo Paolo Emilio

Saccani Jotti Gloria

Sala Fabrizio

Sasso Rossano

Sbardella Luca

Schiano Di Visconti Michele

Schifone Marta

Semenzato Martina

Silvestri Rachele

Siracusano Matilde

Sorte Alessandro

Squeri Luca

Tassinari Rosaria

Tenerini Chiara

Testa Guerino

Toccalini Luca

Tosi Flavio

Trancassini Paolo

Tremaglia Andrea

Urzi' Alessandro

Varchi Maria Carolina

Vietri Imma

Vinci Gianluca

Volpi Andrea

Ziello Edoardo

Zinzi Gianpiero

Zucconi Riccardo

Zurzolo Immacolata

Hanno risposto no:

Aiello Davide

Alifano Enrica

Amato Gaetano

Amendola Vincenzo

Ascani Anna

Barbagallo Anthony Emanuele

Benzoni Fabrizio

Berruto Mauro

Boldrini Laura

Bonafe' Simona

Borrelli Francesco Emilio

Braga Chiara

Cappelletti Enrico

Caramiello Alessandro

Carfagna Maria Rosaria

Carmina Ida

Castiglione Giuseppe

Casu Andrea

Cherchi Susanna

Ciani Paolo

Colucci Alfonso

Costa Enrico

Cuperlo Gianni

Curti Augusto

D'Alessio Antonio

D'Alfonso Luciano

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Micheli Paola

De Monte Isabella

Del Barba Mauro

Dell'Olio Gianmauro

Di Biase Michela

Donno Leonardo

D'Orso Valentina

Fede Giorgio

Fenu Emiliano

Ferrari Sara

Fontana Ilaria

Forattini Antonella

Fornaro Federico

Fossi Emiliano

Furfaro Marco

Ghio Valentina

Ghirra Francesca

Giachetti Roberto

Gianassi Federico

Girelli Gian Antonio

Giuliano Carla

Graziano Stefano

Grimaldi Marco

Grippo Valentina

Gruppioni Naike

Guerini Lorenzo

Guerra Maria Cecilia

Iacono Giovanna

L'Abbate Patty

Lacarra Marco

Lai Silvio

Laus Mauro Antonio Donato

Lovecchio Giorgio

Madia Maria Anna

Magi Riccardo

Malavasi Ilenia

Mancini Claudio

Manzi Irene

Mari Francesco

Marino Maria Stefania

Mauri Matteo

Merola Virginio

Morassut Roberto

Morfino Daniela

Onori Federica

Orfini Matteo

Orlando Andrea

Orrico Anna Laura

Pagano Ubaldo

Pellegrini Marco

Peluffo Vinicio Giuseppe Guido

Penza Pasqualino

Porta Fabio

Provenzano Giuseppe

Quartini Andrea

Ricciardi Marianna

Ricciardi Riccardo

Ricciardi Toni

Richetti Matteo

Roggiani Silvia

Rossi Andrea

Sarracino Marco

Scarpa Rachele

Scerra Filippo

Schlein Elly

Scotto Arturo

Scutella' Elisa

Serracchiani Debora

Silvestri Francesco

Simiani Marco

Speranza Roberto

Stefanazzi Claudio Michele

Torto Daniela

Traversi Roberto

Vaccari Stefano

Zan Alessandro

Zanella Luana

Zingaretti Nicola

Si sono astenuti:

Gebhard Renate

Manes Franco

Sono in missione:

Bagnai Alberto

Baldino Vittoria

Bignami Galeazzo

Bitonci Massimo

Brambilla Michela Vittoria

Cafiero De Raho Federico

Caiata Salvatore

Calderone Tommaso Antonino

Calovini Giangiacomo

Care' Nicola

Carloni Mirco

Cecchetti Fabrizio

Cesa Lorenzo

Colosimo Chiara

Freni Federico

Gallo Francesco

Giorgetti Giancarlo

Gribaudo Chiara

Gusmeroli Alberto Luigi

Letta Enrico

Lollobrigida Francesco

Lupi Maurizio

Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo

Meloni Giorgia

Minardo Antonino

Molteni Nicola

Morrone Jacopo

Nordio Carlo

Orsini Andrea

Pastorella Giulia

Patriarca Annarita

Piccolotti Elisabetta

Pichetto Fratin Gilberto

Pittalis Pietro

Rampelli Fabio

Rixi Edoardo

Rotelli Mauro

Schullian Manfred

Sportiello Gilda

Tabacci Bruno

Tajani Antonio

Tremonti Giulio

Zaratti Filiberto

Zoffili Eugenio

Poiché secondo quanto convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo del 25 ottobre scorso, l'esame degli ordini del giorno riferiti al disegno di legge in esame avrà luogo a partire dalle ore 15, sospendo la seduta sino a tale ora.

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 14,10, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 85, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 15,02).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Sono qui a chiederle un'informativa urgente al Ministro dell'Interno Piantedosi, perché, l'altro giorno, all'Università degli studi di Torino, per la prima volta, abbiamo visto la Polizia salire le scale dell'Università degli studi e caricare alcuni studenti all'interno dei corridoi. Mi faccia dire che i manganelli del reparto mobile, schierato davanti a un'aula, che picchiano sulle teste di 200 studenti inermi, è uno spettacolo che non vorremmo vedere, ma, soprattutto, credo che siamo davanti a un fatto inedito.

Come sapete, l'uso non solo deve essere proporzionato, ma soprattutto deve essere autorizzato, nel caso soprattutto di aule pubbliche e di università pubbliche. Non ci risulta che il rettore abbia autorizzato quel tipo di intervento, non credo che sia giusto davvero che quell'ingente e preventivo dispiegamento di Forze dell'ordine si scarichi su chi, in questo Paese, decide di dissentire e di protestare.

Visto che a Torino c'erano studenti inermi - ripeto, basta guardare qualche immagine e vedere che quei ragazzi non avevano nulla in mano, se non appunto le loro mani, rivolte in segno pacifico verso quegli agenti -, credo che il limite si sia superato.

Chiediamo al Ministro di intervenire perché non vorremmo che il dissenso, in questo Paese, soprattutto verso persone pacifiche, venga così ricondotto, soprattutto dentro le università italiane (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Per associarci alla richiesta del collega Grimaldi di un'informativa urgente del Ministro Piantedosi per avere un chiarimento sulla filiera di comando, sulle decisioni che sono state assunte. Le immagini che sono circolate sono molto dure e, soprattutto, colpiscono ancora di più, perché sono avvenute all'interno delle aule dell'Università.

Quindi, contiamo di avere il prima possibile chiarimenti sulle scelte di ordine pubblico che sono state compiute in quella sede (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Il Governo è presente e naturalmente riferirò al Presidente della richiesta di informativa pervenuta dai gruppi.

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge di conversione n. 1416-A.

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1416-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che l'ordine del giorno n. 9/1416-A/9 Manzi è stato ritirato dalla presentatrice.

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

RAFFAELE FITTO, Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. Grazie, Presidente. Colleghi, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/1 Ruspandini, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione, previa espunzione delle premesse n. 9 e n. 12 e della premessa n. 10 per le parole da: “le regioni del Mezzogiorno”, fino alla fine del periodo. La riformulazione sarebbe: “ad assumere, in coerenza con le disposizioni europee in materia di aiuti di Stato, ogni opportuna iniziativa, ove necessario, anche di tipo normativo, finalizzata a garantire il sostegno economico ai territori delle province di Frosinone, Rieti e Latina, nonché il riconoscimento di agevolazioni incentivanti alle imprese insediate o che intendano insediarsi nei medesimi territori, anche valutando la possibilità di costituire una zona logistica semplificata”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/2 Messina, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, nell'ambito dell'attività istruttoria finalizzata alla definizione del contenuto dell'Accordo per la coesione con la regione siciliana, di verificare, d'intesa con la predetta regione, la possibilità di inserire anche gli interventi finalizzati all'ammodernamento e potenziamento della rete ferroviaria della regione siciliana, tenendo conto delle attività già programmate dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e sempre che il livello di progettazione di detti interventi e le risorse disponibili ne consentano la realizzazione entro il periodo di utilizzazione delle risorse FSC 2021-2027”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/3 Longi, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, nell'ambito dell'attività istruttoria finalizzata alla definizione del contenuto dell'Accordo per la coesione con la regione siciliana, di verificare, d'intesa con la predetta regione, la possibilità di inserire anche gli interventi finalizzati al completamento della rete autostradale della regione siciliana, tenendo conto delle attività già programmate dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e sempre che il livello di progettazione di detti interventi, le risorse e il relativo cronoprogramma procedurale ne consentono la realizzazione entro il periodo di utilizzazione delle risorse FSC 2021-2027”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/4 Cannata, il parere è favorevole con riformulazione: “a valutare l'opportunità, nell'ambito dell'attività istruttoria finalizzata alla definizione del contenuto dell'Accordo di programma con la regione siciliana, di verificare, d'intesa con la predetta regione, la possibilità di inserire anche gli interventi finalizzati alla realizzazione di infrastrutture ospedaliere e sempre che il livello di progettazione di detti interventi, le risorse disponibili e il relativo cronoprogramma procedurale ne consentano la realizzazione entro il periodo di utilizzazione delle risorse FSC 2021-2027”.

L'ordine del giorno n. 9/1416-A/5 Giorgianni è accolto come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/6 Maiorano, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di stanziare, compatibilmente con il quadro di finanza pubblica e i vincoli di bilancio, ulteriori risorse destinate al finanziamento delle proposte di intervento rivolte ai comuni delle aree interne, ritenute idonee all'esito della procedura avviata dall'Agenzia per la coesione territoriale con l'avviso pubblico approvato n. 100 del 2022”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/7 Lucaselli, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di prevedere, compatibilmente con il quadro di finanza pubblica e i vincoli di bilancio, nell'ambito delle attività della cabina di regia, strategie, progetti ed interventi in favore dei comuni delle aree interne con popolazione inferiore ai 15.000 abitanti, per lo sviluppo di infrastrutture urbane primarie, quali reti idriche e fognarie, nonché impianti e costruzioni cimiteriali”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/8 Bicchielli, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “ad assumere, compatibilmente con i vincoli di bilancio e di finanza pubblica, nel rispetto della normativa eurounitaria, ogni opportuna iniziativa finalizzata a coordinare la disciplina in materia di ZES unica con le semplificazioni e le agevolazioni previste in relazione alle zone economiche ambientali (ZEA) istituite nelle regioni del Mezzogiorno”.

L'ordine del giorno n. 9/1416-A/9 Manzi è ritirato.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1416-A/10 Torto, n. 9/1416-A/11 Lomuti, n. 9/1416-A/12 Baldino, n. 9/1416-A/13 Auriemma, n. 9/1416-A/14 Ascari, n. 9/1416-A/15 Alfonso Colucci, n. 9/1416-A/16 Traversi, n. 9/1416-A/17 Barzotti, n. 9/1416-A/18 Fede, n. 9/1416-A/19 Appendino, n. 9/1416-A/20 Donno, n. 9/1416-A/21 Fenu, n. 9/1416-A/22 Aiello, n. 9/1416-A/23 Riccardo Ricciardi, n. 9/1416-A/24 Pavanelli, n. 9/1416-A/25 Cappelletti, n. 9/1416-A/26 Toni Ricciardi e n. 9/1416-A/27 D'Alfonso.

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/28 Steger, il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di individuare le modalità di partecipazione del partenariato economico e sociale nella predisposizione dello schema di Piano strategico della ZES unica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/29 Scotto, il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/30 Matera, il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/31 Rachele Silvestri, parere favorevole, con la seguente riformulazione dell'impegno: “ad assumere, in coerenza con le disposizioni europee in materia di aiuti di Stato, ogni opportuna iniziativa, ove necessario anche di tipo normativo, finalizzata a garantire il sostegno economico ai territori della regione Marche, nonché il riconoscimento di agevolazioni incentivanti alle imprese insediate o che intendano insediarsi nei medesimi territori, anche valutando la possibilità di costituire una zona logistica semplificata”.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1416-A/32 Soumahoro, n. 9/1416-A/33 Pellegrini, n. 9/1416-A/34 Santillo e n. 9/1416-A/35 Carmina.

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/36 Ilaria Fontana, parere favorevole, se riformulato come richiesto sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/8 Bicchielli.

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/37 L'Abbate, parere favorevole, con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di bilancio e di finanza pubblica, ad assumere specifiche iniziative finalizzate al miglioramento delle performance ESG delle piccole, medie e grandi imprese interessate a investire nel territorio della zona economica speciale per il Mezzogiorno così da promuovere la crescita sostenibile da un punto di vista economico, ambientale e sociale”.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1416-A/38 Scerra e n. 9/1416-A/39 Caramiello.

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/40 Lovecchio, parere favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “nella definizione delle modalità di accesso al credito d'imposta, a valutare l'opportunità di preservare l'automatismo dell'incentivo, al fine di salvaguardare indistintamente l'accesso alla misura, ferme restando le ordinarie attività di controllo in merito alla spettanza del credito, nonché il rispetto del limite di spesa individuato”.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1416-A/41 Amendola, n. 9/1416-A/42 Alifano, n. 9/1416-A/43 Raffa, n. 9/1416-A/44 Sergio Costa, n. 9/1416-A/45 Scutella', n. 9/1416-A/46 Dell'Olio e n. 9/1416-A/47 Simiani.

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/48 Tenerini, parere favorevole con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, nell'ambito dell'attività istruttoria finalizzata alla definizione del contenuto dell'Accordo per la coesione con la regione Toscana, di verificare, d'intesa con la predetta regione, la possibilità di inserire anche gli interventi finalizzati all'implementazione della rete stradale, tenuto conto delle attività già programmate dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e sempre che il livello di progettazione di detti interventi, le risorse disponibili e il relativo cronoprogramma procedurale ne consentano la realizzazione entro il periodo di utilizzazione delle risorse FSC 2021-2027”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/49 Nazario Pagano, invito al ritiro.

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/50 Penza, parere favorevole con la medesima riformulazione richiesta in relazione all'ordine del giorno n. 9/1416-A/40 Lovecchio.

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/51 Carfagna, parere contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/52 Ciancitto, parere favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità, nell'ambito dell'attività istruttoria finalizzata alla definizione del contenuto dell'Accordo per la coesione con la regione siciliana, di verificare, d'intesa con la predetta regione, la possibilità di inserire anche gli interventi finalizzati al completamento della rete stradale della regione siciliana, tenendo conto delle attività già programmate dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e sempre che il livello di progettazione di detti interventi, le risorse disponibili e il relativo cronoprogramma procedurale ne consentano la realizzazione entro il periodo di utilizzazione delle risorse FSC 2021-2027”.

Gli ordini del giorno n. 9/1416-A/53 Loizzo e n. 9/1416-A/54 Cangiano sono accolti come raccomandazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/55 Trancassini, parere favorevole, con la seguente riformulazione dell'impegno: “ad assumere, in coerenza con le disposizioni europee in materia di aiuti di Stato, ogni iniziativa, ove necessario anche di tipo normativo, finalizzata a garantire il sostegno economico ai territori dei comuni delle regioni del Lazio, dell'Umbria, delle Marche e dell'Abruzzo colpiti dagli eventi sismici che si sono susseguiti a far data dal 24 agosto 2016, riportati negli Allegati 1, 2 e 2-bis del decreto-legge 17 ottobre 2016, n. 189, ove non già ricompresi nell'ambito della ZES unica, nonché il riconoscimento di agevolazioni incentivanti alle imprese insediate o che intendano insediarsi nei medesimi territori, anche valutando la possibilità di costituire una zona logistica semplificata”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/56 Cerreto, parere favorevole, con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di prevedere, infine, nell'ambito dell'individuazione delle aree interessate dalla realizzazione dei nuovi centri permanenti per il rimpatrio, misure di tipo normativo volte a monitorare il contesto socioeconomico di riferimento”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/57 Barbagallo il parere è favorevole, con la seguente riformulazione dell'impegno: “ad assumere ogni opportuna iniziativa finalizzata ad assicurare, anche laddove le risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2021-2027 vengano impiegate per il finanziamento degli interventi già previsti nel PNRR, che l'impiego complessivo delle risorse del Fondo medesimo sia coerente con il criterio della ripartizione territoriale dell'80 per cento nelle aree del Mezzogiorno e del 20 per cento nelle aree del Centro-Nord”.

Il parere è contrario sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/58 Casu.

Il parere è favorevole sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/59 Curti, se riformulato come richiesto in relazione all'ordine del giorno n. 9/1416-A/31 Rachele Silvestri.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1416-A/60 De Luca e n. 9/1416-A/61 Iacono.

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/62 Lacarra il parere è favorevole, con la seguente riformulazione: “a valutare l'opportunità di garantire l'effettivo svolgimento in Italia dell'edizione 2024 dell'Annual International Conference Exhibition della World Free Zones Organization”.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1416-A/63 Lai, n. 9/1416-A/64 Mancini, n. 9/1416-A/65 Marino e n. 9/1416-A/66 Ubaldo Pagano.

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/67 Peluffo il parere è favorevole, se riformulato con la medesima riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1416-A/28 Steger.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1416-A/68 Roggiani, n. 9/1416-A/69 Sarracino e n. 9/1416-A/70 Stefanazzi.

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/71 Ottaviani il parere è favorevole, con la seguente riformulazione dell'impegno: “ad assumere, in coerenza con le disposizioni europee in materia di aiuti di Stato, ogni opportuna iniziativa, ove necessario anche di tipo normativo, finalizzata a garantire il sostegno economico ai territori delle province di Latina e Frosinone, nonché il riconoscimento di agevolazioni incentivanti alle imprese insediate o che intendono insediarsi nei medesimi territori, anche valutando la possibilità di costituire una zona logistica semplificata”.

Il parere è contrario sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/72 Magi.

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/73 Gardini il parere è favorevole, con la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di promuovere, in ossequio a quanto previsto dall'articolo 1, comma 1, modalità utili a garantire il massimo grado di continuità tra quanto enunciato dal provvedimento in esame e i progetti di sviluppo in fase di attuazione, fermo restando quanto previsto all'articolo 44, comma 7-quater, del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34, convertito, con modificazioni, nella legge 28 giugno 2019, n. 58, relativamente agli interventi definanziati dalla mancata generazione di obbligazioni giuridicamente vincolanti entro il termine del 31 dicembre 2022”.

Il parere è contrario sugli ordini del giorno n. 9/1416-A/74 Iaria, n. 9/1416-A/75 Grimaldi, n. 9/1416-A/76 Ghirra, n. 9/1416-A/77 Borrelli, n. 9/1416-A/78 Zanella e n. 9/1416-A/79 Zaratti.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Un intervento sull'ordine dei lavori affinché la Presidente del Consiglio venga in quest'Aula a spiegare, secondo noi, una delle pagine più indecorose della storia di questo Paese, che è stata l'astensione all'ONU sulla richiesta di un cessate il fuoco (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra). Noi riteniamo questa pagina vergognosa e riteniamo che questo sia il frutto del dibattito e della mancanza di approfondimento che c'è in questo Paese e che c'è in quest'Aula, perché nel 99 per cento di tutti i discorsi ti devi fermare a dire: condanno Hamas e punto. Condanno Hamas: se fai un passettino in più sei giustificazionista; fermati a dire: condanno Hamas. Tutto il resto non conta! La storia in Medio Oriente è cominciata il 7 ottobre 2023, così come in Ucraina è cominciata il 24 febbraio 2022 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e anche se lo dice il Segretario generale dell'ONU vieni tacciato di giustificazionismo, una posizione del Segretario generale dell'ONU che noi sposiamo in pieno.

È davvero intollerabile che qualcuno, in quest'Aula o tra i commentatori, possa dire che uno di noi giustifichi persone che hanno ucciso e rapito a sangue freddo. Noi non lo accettiamo, non lo accettiamo minimamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

La nostra Presidente ci ha detto, la scorsa settimana, che la verità si dice dopo che si dice “ma”. Quindi, anche lei dice, sostanzialmente, che tutto quello che dici è: “condanno Hamas”, ma tutto quello che viene dopo non si può dire. È andata anche oltre, perché testualmente la Presidente Meloni ha detto qui dentro: “(…) perché obiettivamente è difficile riuscire a rispondere “targhettizzando” quella risposta sul terrorismo senza che ci siano danni collaterali”. Milioni di persone sono danni collaterali in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

E dove dovrebbero andare questi danni collaterali ora che Israele li ha avvisati? Dove dovrebbero andare? In Israele? Non credo. In Egitto no, perché l'Egitto non li vuole. Dove vanno? In mare? Vanno in mare! Che vadano in mare questi danni collaterali, così non se ne parla più, e l'Italia è a suo agio perfettamente in un'Europa inesistente e ora anche divisa. Ursula von der Leyen dice testualmente: “Si tratta di attacchi mirati alle infrastrutture civili con il chiaro obiettivo di togliere a uomini, donne e bambini acqua, elettricità e riscaldamento. Questi sono atti di puro terrore e dobbiamo chiamarli come tali”. Peccato che si riferisca alla guerra russo-ucraina e non a quello che sta succedendo a Gaza. Queste sono le parole della von der Leyen sulla guerra russo-ucraina e questa guerra, la guerra russo-ucraina, è sparita. La Meloni è venuta qui dentro parlando del Consiglio d'Europa e non ha fatto menzione di quello che accade in Russia e in Ucraina. Della guerra che doveva essere la guerra della libertà contro la dittatura, la battaglia campale d'Europa non se ne parla più. Finita, non esiste più! E la nostra strategia qual è? Ditecelo! È come in Russia e in Ucraina, cioè mandiamo le armi finché non rimarrà neanche un ucraino a combattere? Sosteniamo Israele finché non ci sarà più un palazzo a Gaza? Qual è la nostra strategia?

Noi vorremmo un'Italia che recuperi il suo ruolo e una Presidente che chiamasse il Presidente Netanyahu e gli dicesse: ma qual è l'obiettivo? Ma pensi davvero che i capi di Hamas siano rimasti a Gaza ad aspettare la reazione di Israele (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Cosa significa “risposta adeguata” all'eccidio del 7 ottobre? Che colpa hanno le persone che vivono a Gaza? Di non essersi ribellati ad Hamas? Allora, per questo devono morire! Noi vorremmo una Presidente che dicesse (Commenti della deputata Lucaselli)

PRESIDENTE. Collega, lei non ha la parola! Collega!

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Vorremmo una Presidente che dicesse: siccome noi siamo amici di Israele…

PRESIDENTE. Collega Lucaselli, non ha la parola. Se vuole, chiede la parola e interviene.

Collega, deve concludere. Le sono rimasti pochi secondi.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Sì, concludo, altri 30 secondi. Vorremmo una Presidente che dicesse: siccome noi siamo davvero al fianco di Israele, vogliamo dire a Israele: fermatevi, perché quello che accadrà dopo nessuno lo sa, perché un bambino che avrà la fortuna di sopravvivere oggi, con quale sentimento vivrà nei confronti di Israele e dell'Occidente che usa due pesi e due misure (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)?

Noi riteniamo, con questa informativa, che il Parlamento meriti un dibattito serio e approfondito, perché oggi si sta scrivendo una pagina di storia e noi non vogliamo essere in quella pagina di storia come coloro che vigliaccamente si girano dall'altra parte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), ma vorremmo essere coloro che restituiscono un po' di lucidità e un po' di verità a questo Parlamento e a questo Governo, che si sta comportando in maniera vigliacca e prona (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, la deputata Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Per associarci alla richiesta del collega Riccardo Ricciardi, perché riteniamo che l'astensione dell'Italia sulla risoluzione dell'ONU sia incomprensibile, soprattutto dopo le risoluzioni che sono state votate in quest'Aula, dove tutte le forze politiche hanno condannato l'attacco terroristico di Hamas, dove però sono state approvate delle risoluzioni con cui si chiede, con forza, la creazione di corridoi umanitari e il cessate il fuoco immediato.

Sappiamo che a Gaza c'è una situazione insostenibile, senza acqua, luce e gas. I civili muoiono sotto le bombe: parliamo quasi di 8.000 morti, di cui 3.200 bambini. È una situazione su cui occorre intervenire per ripristinare la pace.

È giusto che la Presidente venga qui a riferire le ragioni per le quali l'Italia ha preso queste posizioni, nonostante delle precise indicazioni dal Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Sempre sullo stesso argomento, ha chiesto di intervenire il deputato Amendola. Prego, onorevole.

VINCENZO AMENDOLA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Negli interventi precedenti un tema molto giusto era quello della lucidità sull'utilizzo delle parole, su quello che si fa, su quello che si discute in Aula e sugli atti di Governo. Noi abbiamo espresso delle posizioni, qui nel dibattito, l'Italia è andata al Consiglio europeo, che ha espresso delle posizioni, e l'Europa - e questa è veramente una pagina triste - nei due giorni successivi, all'Assemblea generale dell'ONU si è divisa in maniera molto fragorosa. E dato che c'era un presupposto nel nostro dibattito, ossia di assumere, in questo periodo così drammatico, una posizione, un'azione diplomatica, non solo per la finalità di due popoli e due Stati, ma per intervenire rispetto a quanto successo dopo l'orrore del 7 ottobre, anche noi chiediamo - l'abbiamo già fatto in Commissione affari esteri - un'informativa del Governo e un'audizione per spiegare questi passaggi e quello che succederà.

Il Ministro della Difesa ha annunciato l'invio di navi militari nel Mediterraneo. Mi spiace dirlo perché noi siamo un'opposizione che ha dei principi solidi, ma sappiamo anche usare bene le parole. Quando il Ministero degli Affari esteri, commentando quello che abbiamo detto sul voto dell'ONU, ha affermato che abbiamo fatto propaganda politica, ebbene siamo proprio fuori da un altro film (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), non è questa la realtà: qui nessuno di noi fa propaganda politica, il Partito Democratico è proprio lontano, di fronte a questa tragedia, dalla propaganda politica! Quindi, per rispetto del Parlamento, per rispetto della democrazia parlamentare, è giusto che in questa tragedia il Governo sia presente in maniera continuativa, e che non usi queste espressioni tipiche della “politichetta” italiana, che non riguardano queste tragedie. Quindi, è giusto che il Governo, dopo questi atti su cui noi abbiamo dissentito per una ragione politica, venga a discutere di quello che sta succedendo, ma non per richiamare un qualcosa su cui siamo tutti uniti come Parlamento, ma per spiegare quello che si fa giorno per giorno, per spiegare gli atti, come quelli del Ministro della Difesa e di alcuni nostri partner europei, e per cercare di capire quali sono gli spazi per i due obiettivi che noi abbiamo: innanzitutto, liberare gli ostaggi e salvare le vite di civili innocenti sotto i bombardamenti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento l'onorevole Malaguti. Onorevole, siamo sull'ordine dei lavori, lei si associa alla richiesta di informativa urgente della Presidente del Consiglio? Non stiamo facendo un dibattito sulla vicenda. Se interviene su un altro argomento allora…

MAURO MALAGUTI (FDI). Su questo argomento…

PRESIDENTE. Su questo argomento, quindi, si associa alla richiesta…

MAURO MALAGUTI (FDI). … però, vorrei ricordare..

PRESIDENTE. Aspetti, collega. Noi abbiamo un Regolamento da rispettare e mi costa farlo rispettare a tutti. Lei può associarsi alla richiesta di informativa alla Presidente del Consiglio e quindi intervenire; altrimenti, questo non è un dibattito su tale tema perché all'ordine del giorno oggi vi è un altro tema. Per cui, se lei si associa, può intervenire, altrimenti non è più un intervento sull'ordine dei lavori. Mi perdoni, ma è il nostro Regolamento.

MAURO MALAGUTI (FDI). Mi dissocio, però volevo giustificare la mia dissociazione (Commenti)

PRESIDENTE. Guardi, è una richiesta dell'opposizione a cui non ci si dissocia: lei può associarsi oppure non farlo.

MAURO MALAGUTI (FDI). Volevo solo ricordare che, due giorni fa, è morta Armita Geravand e non è morta a Gaza, ma in Iran: una ragazza di 16 anni dichiarata morta dopo 28 giorni di coma solamente perché non portava il velo (Commenti).

PRESIDENTE. È chiaro, collega.

MAURO MALAGUTI (FDI). Volevo solo ricordare questa cosa.

PRESIDENTE. Grazie, collega. Ricordo che siamo su interventi sull'ordine dei lavori. Deputato Della Vedova, interviene sullo stesso argomento? Anche lei, immagino, per associarsi alla richiesta di informativa.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, signora Presidente. Anche +Europa si associa alla richiesta di una presenza in Aula della Presidente del Consiglio e alla richiesta già avanzata di mantenere un legame stretto, in questa fase, tra Parlamento e Governo. Sarà anche responsabilità delle opposizioni poi fare sì che questo confronto sia molto serio, misurato e proficuo. È evidente che la storia di quella regione non comincia il 7 ottobre, è altrettanto evidente che il 7 ottobre l'attacco è stato di una scala, di una violenza, di una drammaticità tali da innescare inevitabilmente quello a cui stiamo assistendo. Credo che, nel momento in cui - e concludo, signora Presidente - l'Europa non c'è, quella che noi vorremmo ma che non c'è, l'Europa della politica estera e di sicurezza comune, mancando l'Europa che noi vorremmo, i singoli Paesi, le singole Nazioni europee scelgano strade differenti, e questo è un dramma. Ma è importante che tra Governo e Parlamento vi sia un confronto serrato e continuo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-+Europa).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole. Il Governo è in Aula e naturalmente riferirò al Presidente della richiesta di informativa giunta da diversi gruppi.

Si riprende la discussione.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1416-A​)

PRESIDENTE. A questo punto, passiamo ai voti sugli ordini del giorno. Ordine del giorno n. 9/1416-A/1 Ruspandini, parere favorevole con riformulazione: è accolta. Ordine del giorno n. 9/1416-A/2 Messina, parere favorevole con riformulazione, che viene accolta. Ordine del giorno n. 9/1416-A/3 Longi, parere favorevole con riformulazione: è accolta. Ordine del giorno n. 9/1416-A/4 Cannata, parere favorevole con riformulazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/1416-A/5 Giorgianni, accolto come raccomandazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/1416-A/6 Maiorano, parere favorevole con riformulazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/1416-A/7 Lucaselli, parere favorevole con riformulazione: va bene. Ordine del giorno n. 9/1416-A/8 Bicchielli, parere favorevole come riformulato: va bene. L'ordine del giorno n. 9/1416-A/9 Manzi è stato ritirato. Ordine del giorno n. 9/1416-A/10 Torto, parere contrario. La collega chiede di intervenire. Prego, ne ha facoltà.

DANIELA TORTO (M5S). Grazie, Presidente. Qui interveniamo su una materia che direi è estranea a questo decreto, ma che il Governo ha voluto forzatamente inserire, forse per farci credere che ancora una volta potenziare il Sud significa potenziare i centri di permanenza per i rimpatri. Ecco, in questo provvedimento, con gli articoli 20 e 21, sostanzialmente intervenite con riferimento a tutte le regioni - ma in questo mio ordine del giorno accendo una luce sulla regione Abruzzo, e sarei curiosa di sapere anche cosa ne pensa l'amico di partito di Fratelli d'Italia, nonché governatore Marsilio - perché si sta alzando a 18 mesi il periodo di trattenimento dei migranti, costringendo di fatto queste povere anime a condizioni di sopravvivenza pietose, disumane, e costringendo altresì i sistemi di sicurezza, che dovranno vigilare su questi centri di permanenza, a ritmi estenuanti, insufficienti, perché non verranno integrati. Ora, io mi chiedo come si possa creare sul territorio nazionale un numero indefinito di CPR, di questi centri di permanenza per il rimpatrio, senza provvedere a un potenziamento dell'organico di sicurezza, come dicevo poco fa, ma soprattutto senza garantire il rispetto del diritto alla vita e il rispetto della dignità di persone, uomini, donne e bambini che non sono stati fortunati come noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Allora, chiedo questo al Governo che rimarrà in silenzio. E chiedo anche con quale senso di umanità e di sensibilità vi ponete nella risoluzione di questo problema dei flussi migratori. Infatti, ad oggi, avete percorso una strada che vi ha portato soltanto a triplicare questi sbarchi in Italia e sono lontanissimi i tempi di “non faremo entrare più nessuno”, “porti chiusi”, “blocco navale”: sono davvero lontani quei tempi. La verità è che, correndo attorno a questo globo terracqueo, come vi piace fare, avete perso il senno e soprattutto avete perso il cuore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/10 Torto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1416-A/11 Lomuti. Ha chiesto di parlare l'onorevole Auriemma. Ne ha facoltà.

CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscriverlo e chiedere di metterlo in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/11 Lomuti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1416-A/12 Baldino, con il parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Orrico. Ne ha facoltà.

ANNA LAURA ORRICO (M5S). Grazie, Presidente. Con quest'ordine del giorno chiediamo che, nella scellerata azione del Governo per tentare di contrastare l'immigrazione irregolare rendendo il nostro Paese un gigantesco hotspot, non si creino nuovi centri di permanenza per immigrati in Calabria, una regione che, al pari di altre regioni del Mezzogiorno, continua a subire l'afflusso di queste persone che emigrano per i più disparati motivi e sicuramente per un unico fattor comune, quello della disperazione. Sono migranti che provengono da guerre incancrenite nei propri Paesi, sono persone che non vedono rispettati e tutelati i propri diritti fondamentali, sono persone che migrano anche a causa dei disastri causati dai cambiamenti climatici. Durante la pandemia, la Premier Meloni non riconosceva l'esistenza di un'emergenza; adesso, però, non ha avuto problemi a dichiarare lo stato di emergenza per via dei flussi migratori, salvo non riuscire a frenarli. Sempre la Premier Meloni è venuta in Calabria, a Cutro, a fare la sua bella passerella, per dire che avrebbe perseguito gli scafisti per tutto il globo terracqueo, quindi andando ad aggredire l'ultimo tassello, il terminale di una filiera che inizia molto più da lontano. Soprattutto, Presidente, il centrodestra non ha fatto altro che condannare e denigrare modelli di integrazione e accoglienza come il modello Riace.

Avete condannato mediaticamente il sindaco Mimmo Lucano e, adesso, la corte d'appello di Reggio Calabria ha smontato, una per una, tutte le accuse che gli erano state mosse (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), dimostrando che esiste una possibilità di integrazione e di accoglienza ragionata e lungimirante. Oggi a Riace, Presidente, governa la Lega e sa cosa accade? Accade che lo SPRAR non c'è più, non ci sono più le botteghe artigiane che mettevano insieme cittadini, cittadine e immigrati, ma è ritornato il traffico della prostituzione delle donne nigeriane a Riace Marina (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo è il risultato della politica di questo Governo, che non rispetta i diritti fondamentali dei migranti e non rispetta neanche i diritti fondamentali dei cittadini e delle cittadine italiane (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/12 Baldino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1416-A/13 Auriemma, con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Carotenuto. Ne ha facoltà.

DARIO CAROTENUTO (M5S). Grazie, Presidente. Io credo che sia aberrante pensare che i CPR possano essere la soluzione al problema. I CPR, finora, si sono dimostrati un ulteriore problema, un luogo dove i diritti umani vengono calpestati e non esistono più, praticamente. Invece, secondo questa maggioranza, il problema dell'immigrazione non si risolve più inseguendo gli scafisti.

PRESIDENTE. Colleghi, scusate, riusciamo ad avere silenzio, in modo da consentire al collega Carotenuto di svolgere il suo intervento?

DARIO CAROTENUTO (M5S). Dicevamo che, evidentemente, quindi, non si inseguono più gli scafisti lungo tutto il globo terracqueo, ma adesso la soluzione dovrebbero essere i CPR in cui, come molte inchieste ci dicono, avvengono violenze e vengono somministrati farmaci contro la volontà di chi li occupa. Spero veramente che nessun luogo del genere venga aperto in Campania e in nessun'altra regione italiana. Mi rendo conto, però, che di fronte abbiamo una maggioranza che, rispetto alle persone in difficoltà, è sadica, lo abbiamo visto su tante altre questioni e lo vediamo tanto nelle questioni sociali. Abbiamo visto, ad esempio, come sia stato promesso che, in cambio del reddito di cittadinanza, ci sarebbe stato un lavoro e, invece, ci sono centinaia di migliaia di famiglie che stanno perdendo il diritto al reddito di cittadinanza e questo lavoro non lo vedono neanche con il binocolo, non certamente attraverso quella piattaforma SIISL che neanche fa il matching. Abbiamo sentito, tra l'altro, la Ministra Calderone, la settimana scorsa, parlare dell'intelligenza artificiale in un modo talmente superficiale da gettarci veramente nello sconforto.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Carotenuto.

DARIO CAROTENUTO (M5S). Volevo quindi dire…

PRESIDENTE. Pensavo avesse finito. Collega, mi perdoni. Prego, ha ancora due minuti e mezzo a disposizione.

DARIO CAROTENUTO (M5S). Volevo dire che riteniamo assurdo che la gestione dei migranti possa essere considerata attraverso i CPR e, quindi, chiediamo assolutamente di rivedere questa idea, di cercare di capire come in altri posti magari le soluzioni sono più avanzate. Abbiamo ascoltato, nelle audizioni, anche nella passata legislatura, come si possono gestire, anche in Italia, i flussi migratori, certamente non con i CPR (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Grazie, collega, mi perdoni ancora.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/13 Auriemma, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/14 Ascari, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1416-A/15 Alfonso Colucci, che chiede di intervenire. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Se dovessi riassumere i termini di quest'ordine del giorno, userei tre parole: trittico, 103 e fallimento. Trittico, perché abbiamo la combinazione di tre norme: il prolungamento dei tempi di detenzione amministrativa di emigranti a 18 mesi; la realizzazione di un CPR per ogni regione d'Italia; il raddoppio della capienza dei CPR esistenti. Questo insieme di norme svela la logica esclusivamente muscolare che il Governo Meloni ha assunto e vorrebbe assumere rispetto alla gestione del fenomeno migratorio. Ciò si collega alla seconda parola di sintesi, 103, cui dobbiamo aggiungere, però, un “per cento”, perché 103 per cento è il tasso di incremento dei migranti irregolari in Italia nel corso del Governo Meloni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E questo si collega direttamente con la terza parola, che indica il fallimento: l'assoluto fallimento delle politiche migratorie di questo Governo.

Ora, questo Governo sta trasformando l'Italia nel più gigantesco hotspot d'Europa. Assistiamo al moltiplicarsi dei CPR, sulla carta, ancora, intendiamoci, perché è tutto sulla carta, è tutta una promessa, è tutto in futuro, poiché non constano stanziamenti di somme sufficienti per realizzare questi centri, è tutta e solo propaganda: il più gigantesco hotspot d'Europa, centri di detenzione, uno spot elettorale, un clamoroso fallimento.

Le regioni d'Italia hanno detto già “no, grazie”, inclusa la Lombardia, la vostra regione Lombardia. Non constano, a questo Parlamento, i costi: come vengano stanziati, come vengano sostenuti i costi per la costruzione di questi centri, per il raddoppio della loro capienza, un raddoppio esclusivamente nominale, allo stato dell'arte, un raddoppio sulla carta; e ancora, quali risorse vengano impiegate per gestire questi centri. Noi sappiamo che occorrerebbe un massiccio piano di impiego di Forze di polizia. Sono intervenuti i sindacati di Polizia, chiedendo almeno 2.000 risorse in più per consentire la gestione corretta di questi centri, anche nel rispetto del necessario decoro delle persone che vi verranno ricoverate… no, scusate, la parola adatta è recluse, detenute (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E tutto questo con uno spot elettorale ulteriore: si vorrebbe creare un collegamento tra la moltiplicazione dei CPR o l'aumento della durata dei tempi di trattenimento nei CPR e i rimpatri. Si dice: tanto più a lungo li terremo qui dentro, tanto maggiori saranno i numeri dei rimpatri. È un'evidenza, questa, che non ha alcuna manifestazione e alcuna riprova scientifica, anzi, i dati scientifici dimostrano che più a lungo si trattengono i migranti nel territorio dello Stato, minore è la possibilità di effettuare effettivi rimpatri.

Per cui, signora Presidente, assistiamo con tristezza a questo fallimento e a questa continua propaganda del Governo Meloni, che non è in grado di gestire il complesso fenomeno migratorio. E chiediamo, quindi, di approvare quest'ordine del giorno, anche se sono certo che la sordità che caratterizza questa maggioranza non consentirà di fare questo passo di civiltà e di umanità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/15 Alfonso Colucci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/16 Traversi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/17 Barzotti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1416-A/18 Fede, che chiede di parlare. Ne ha facoltà.

GIORGIO FEDE (M5S). Grazie, Presidente. Anch'io, con quest'ordine del giorno presentato con riferimento all'articolo 21 di questo provvedimento, intendevo segnalare la problematica dei CPR. Ora, noi stiamo arrivando a un'attività, oserei dire, quasi farsesca. Mi riferisco anche a quanto accaduto recentemente nel mio territorio, le Marche. Sabato, quasi parafrasando un programma che si chiamava Odeon. Tutto quanto fa spettacolo, il Presidente Meloni è arrivato a spettacolarizzare una banale delibera CIPESS, ossia i fondi FSC, che da 20 anni vengono assegnati ordinariamente in tutt'Italia; oggi sono diventati un evento mediatico. In pratica, si va nelle regioni, si porta un foglio di carta, si finge di firmare la spettanza di un Fondo ordinario, dopo aver levato 16 miliardi di fondi straordinari PNRR, quelli che abbiamo portato con il Governo Conte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Allora, quegli stessi progetti, pronti per essere attuati, sono stati definanziati integralmente dal Ministro Fitto e poi, dopo, vengono rimessi in quest'altra circostanza. Perché dico questo? Per una similitudine: la stessa spettacolarizzazione avviene con i migranti. Noi siamo arrivati, gli elettori soprattutto, a vedere le attese degli annunci di porti chiusi, blocchi navali, di CPR e di centri d'accoglienza di migranti da smantellare dall'Italia, questa cosa vergognosa che si dovrebbe chiamare assistenza, e oggi vediamo, in questo provvedimento, che vengono incrementati, addirittura uno per regione in più, raddoppiando le portate.

Quindi, l'altra cosa che si è vista, perlomeno nelle Marche, dove la destra è una e trina - avendo, in alcune regioni, il governo regionale di destra e anche i comuni, oltre che il Governo nazionale -, è che ad Ancona è comparsa una ONG - una di quelle che dovevano scomparire -, che ha portato i migranti e li ha scaricati nel porto di Ancona. Per l'amor di Dio, noi siamo ben felici di questa cosa, però vorremmo vedere adesso come chi ha fatto promesse elettorali, oggi si rapporta con i territori. Chiaramente, innanzitutto non è coerente e non è serio proporre di implementare i centri di accoglienza, anche se ci rendiamo conto che aver fatto passare i migranti da 49.000 nel 2021 a 140.000 e più - tendenza in ascesa, è l'unica voce che sale in Italia nei parametri, perché tutti quelli oggettivi seri sono in decrescita - è una cosa che ci mette molto in imbarazzo, e quindi noi volevamo impegnare il Governo a salvaguardare tutte le regioni, fra queste la regione Marche. Ma credo che questo non avvenga, per evidente incapacità, quindi voteremo in maniera differente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/18 Fede, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1416-A/19 Appendino.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Iaria. Ne ha facoltà.

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Com'è chiaro anche dagli interventi precedenti, è palese il vostro fallimento sulla gestione dei migranti. È palese il fallimento dei CPR come gestione dei rimpatri e abbiamo visto più volte, in molte regioni, che non ci sono i posti letto e non ci sono fondi per questi CPR e voi volete costruirne di nuovi. Non accettate nemmeno il suggerimento delle Forze dell'ordine - tra l'altro, voi siete una destra che fa dell'ordine e della sicurezza un cavallo di battaglia - che dicono che i CPR sono bombe sociali. Noi abbiamo un caso a Torino che è un esempio, da questo punto di vista, purtroppo. Voi ribaltate sempre verso gli enti locali i vostri slogan e i vostri decreti sbagliati e propagandistici. Tra l'altro, gli enti locali, anche governati dai vostri stessi compagni di partito, si lamentano del vostro operato di Governo, ma continuate. In questo caso, anche in Piemonte reiterate questo discorso di raddoppiare i posti letto, quando non avete stanziato nulla per migliorare il centro che già esiste, per renderlo vivibile. Quindi, da questo punto di vista, veramente, sono costernato dalla vostra incapacità e dal vostro modo di governare. So che voi lo fate per riuscire ad attivare questo senso di sicurezza e poi dire che avete la cura: ma voi la cura non ce l'avete! Si è dimostrato in quest'anno. Voi non avete alcuna cura per alcun male di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Appendino. Ne ha facoltà.

CHIARA APPENDINO (M5S). Grazie, Presidente. Mi voglio collegare a quello che diceva il collega Iaria. Noi, purtroppo, a Torino abbiamo visto cosa è stato avere un CPR sul territorio e non vi entro, perché ci sono delle indagini in corso, però, purtroppo, ci sono stati suicidi.

Allora, francamente, penso che oggi noi dovremmo semplicemente prendere atto del fatto che il modello CPR non ha funzionato e se voi non foste ideologici, se questa maggioranza non fosse ideologica, oggi prenderebbe atto del fatto che bisognerebbe lavorare su un nuovo modello, perché il modello CPR ha fallito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché i CPR sono disumani e lo vediamo nelle condizioni in cui sono i detenuti - perché di questo si tratta - all'interno di quei centri, che sono costosi e quindi sono anche inefficaci dal punto di vista economico. Dico di più. Non funzionano in termini di rimpatri, perché i numeri dei rimpatri sono fermi al palo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Allora, se voi siete non ideologici, prendetene atto, discutiamo di un modello diverso, ma il problema è che voi siete ideologici e la vostra ideologia è quella dei blocchi navali, che avete raccontato in TV, nei salotti, nelle piazze, urlando contro il fatto che era semplice bloccare i migranti. E poi, con voi al Governo, cosa succede? I migranti raddoppiano. Allora, se non siete ideologici - ma voi lo siete - prendete atto di questo fallimento e lavorate su qualcos'altro. Invece, cosa fate? Siccome dovete lavarvi la coscienza e dovete continuare con la vostra propaganda, con le vostre menzogne, dovete in qualche modo far capire a vostro elettorato che dei migranti voi vi state occupando e li volete bloccare, allora inventate questa nuova ricetta - che ricetta non è - sulla pelle della gente più in difficoltà. In altre parole, volete costruire dei CPR, ma guardate che non vi servirà per lavarvi la coscienza, perché con i nuovi CPR i rimpatri non aumenteranno perché voi non siete capaci di fare gli accordi con i Paesi che è quello che serve per rimandare a casa queste persone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Non servirà, perché a forza di fare CPR voi vi laverete la coscienza con un foglio di via e queste persone andranno in strada, nelle periferie delle nostre città, che hanno già difficoltà sul tema della sicurezza e su cui voi avete propagandato.

Cambiate idea, lasciate l'ideologia, un po' di ideologia a casa e intervenire seriamente su un tema che riguarda tutti noi, riguarda i migranti, la sicurezza, le periferie, il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/19 Appendino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1416-A/20 Donno.

Ha chiesto di palare l'onorevole Donno.

LEONARDO DONNO (M5S). Signor Presidente, vorrei citare un numero - 143.789 -, il numero del fallimento del Governo Meloni, del Governo dei patrioti, del Governo dei blocchi navali, perché questo è il numero dei migranti sbarcati ad oggi in Italia, ad oggi 30 ottobre. Ebbene, è quasi il doppio rispetto allo scorso anno, quasi il triplo rispetto a due anni fa. Eppure, ricordo benissimo (ero qui in Aula), quando l'attuale Presidente del Consiglio, seduta ai banchi del Comitato dei nove, urlava contro il Governo Conte e lo accusava di furia “immigrazionista”. Urlava, la ricorderanno tutti gli italiani che hanno impressa quell'immagine della Presidente del Consiglio, scapigliata, tutta rossa in volto, rabbiosa nei confronti del Governo accusato di furia immigrazionista. Oggi, invece, forse l'unica furia immigrazionista è quella del Governo Meloni, visto che quell'invasione, che tanto avete accusato negli scorsi anni la state provocando voi in questo Paese.

Allora, mi chiedo Presidente, dove sono finite tutte quelle belle magliette che indossavano i colleghi leghisti, il leader della Lega Matteo Salvini: “stop sbarchi”, “stop invasione”? Quelle magliette sono finite ormai nell'armadio e negli scatoloni. Non le potrete utilizzare più, cari colleghi. La propaganda è finita, cari colleghi. E dove sono finite le magliette, i tweet, le bandiere “blocco navale subito”? Dove è finita la soluzione semplice a tutti i problemi sull'immigrazione che la Presidente del Consiglio Meloni sbandierava come unica soluzione possibile per risolvere il problema dei migranti? La verità sta in quel numero che ho citato all'inizio, perché la vostra propaganda si è schiantata davanti alla realtà dei numeri.

Avete raccontato un sacco di bugie - e non solo su questo – e, piano piano, i cittadini se ne stanno rendendo conto e anche i vostri elettori sono delusi, soprattutto, su un tema questo dell'immigrazione, dove voi ormai non dite più una parola. Ricordo centinaia, ma che dico centinaia, migliaia di tweet, di post, di uscite pubbliche e dei vostri leader, Meloni e Salvini, che un minuto dopo l'altro uscivano fuori con questi slogan e questi tweet per contestare il Governo o il Ministro dell'Interno di turno. Il Ministro dell'Interno oggi è vostro e perché non lo attaccate? Oggi, abbiamo 143.000 migranti sbarcati.

PRESIDENTE. Onorevole Donno si rivolga alla Presidenza.

LEONARDO DONNO (M5S). Perché non chiedete le dimissioni al vostro Ministro?

Allora, Presidente e concludo, con quest'ordine del giorno, così come hanno fatto i colleghi in precedenza, stiamo chiedendo di rivalutare, anche perché non ci avete messo un euro e i sindacati delle forze di polizia ve lo hanno detto. Non si riuscirà a gestire questa situazione e sarà l'ennesimo danno che provocherete, insieme a tutti gli altri che state causando e per i quali a pagare saranno solo i cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/20 Donno, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1416-A/21 Fenu.

Ha chiesto di parlare il deputato Fenu.

EMILIANO FENU (M5S). Signor Presidente, io ricordo, anche se ne hanno parlato i colleghi, però è bene sempre ricordare, che col provvedimento per cui abbiamo votato la fiducia poco fa si prevede il trattenimento nei centri di permanenza per i rimpatri fino a 18 mesi. Questo all'articolo 20, mentre all'articolo 21 si prevede invece la realizzazione di un numero indefinito di nuovi CPR.

All'articolo 7, invece, del decreto n. 133 del 2023, anch'esso in fase di conversione, si prevede un incremento fino al doppio dell'attuale capienza consentita per i CPR sparsi nel territorio nazionale, in deroga - ma io direi in barba - alle disposizioni di regioni, province ed enti locali, in gran parte governate dallo stesso centrodestra. Quindi il rischio concreto è quello - è stato detto, ma è bene ribadirlo - di trasformare l'intero territorio nazionale in un gigantesco hotspot. E poi c'è un altro rischio, un rischio che vi hanno fatto rilevare i sindacati di Polizia, ma è un rischio che preoccupa tutti quelli che si devono occupare dell'ordine pubblico, quindi non siamo soltanto noi che paventiamo questo rischio.

Il rischio è che a un raddoppio dei posti negli attuali CPR non corrisponda un rinforzo di Polizia, Carabinieri, Guardia di finanza, perché aumenteranno le necessità di vigilanza e sarà necessario anche un migliore contributo dell'Esercito. Altrimenti il rischio è che nel territorio, anche nel mio territorio, perché c'è un CPR in provincia di Nuoro, a Macomer, dove finora, con grande difficoltà e con tutte quelle che sono state le storture rilevate anche dalle associazioni, si è riusciti ad accogliere i migranti, si creino tante, grandi bombe sociali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cherchi. Ne ha facoltà.

SUSANNA CHERCHI (M5S). Grazie, Presidente. La sensazione che ho di questo Governo è che sembra che non si renda conto che il problema dei migranti non si può risolvere con la decretazione d'urgenza, con la reiterata richiesta dello stato di emergenza. Questi flussi migratori, è bene chiarirlo una volta per tutte, sono e saranno uno stato di ordinario e normale flusso di persone da un continente a un altro - c'è sempre stato questo flusso migratorio dai tempi dei romani - in cerca di una condizione di vita più accettabile.

Però permettetemi una riflessione, una considerazione che mi viene spontanea su questo aumento di sbarchi: secondo i dati del Ministero dell'Interno, dal 1° gennaio al 13 settembre sono quasi 124.000 le persone sbarcate, cioè circa il doppio di quelle registrate nello stesso periodo dell'anno scorso. Nel 2023 il flusso è quasi triplicato. Quindi mi sto chiedendo: cui prodest? Come disse Andreotti, a pensar male si fa peccato, ma molto spesso ci si azzecca.

Quindi mi viene un dubbio. Questa impennata di sbarchi, questo aumento esagerato e quasi contemporaneo all'insediamento del Governo di centrodestra provoca non poche riflessioni. È sicuramente segno dell'assoluto fallimento del Governo sulle politiche migratorie, soprattutto dopo le promesse elettorali, ma si presta anche a una soluzione propagandistica che determina paura nei cittadini, nei quali si vorrebbe alimentare un malsano senso di nazionalismo d'accatto. In breve, non vorrei che la Presidente cavalcasse la tigre a discapito di tutto e di tutti, infischiandosene di ciò che sta succedendo, perché sarebbe un disegno deleterio, nefasto e dannoso.

Quindi sarebbe il caso comunque che il Primo ministro iniziasse a farsi qualche domanda e a darsi qualche risposta. Passando oltre, il provvedimento del Governo prevede all'articolo 20 il trattenimento dei migranti nei centri di permanenza per i rimpatri, i famosi CPR, fino a 18 mesi, e nell'articolo 21 la realizzazione sul territorio nazionale di un numero, attualmente indefinito, congruo di CPR; congruo! Ma, mi chiedo, chi è di voi che mi sa dire cosa vuol dire congruo? Rispetto a che cosa è congruo? Quale sarebbe il riferimento? Perché, quando si parla di congruo, devi avere un riferimento.

Qual è il riferimento? Alzi la mano chi mi sa dire cosa si intende in questa situazione con numero congruo, perché, quando parlo di congruo, devo dare un riferimento, e non c'è alcun riferimento. Diciamo che dicano uno per ogni regione. Il rischio qual è? Trasformare il territorio nazionale in un gigantesco hotspot, ponendo un problema veramente serio di sicurezza, con il rischio di tensioni sociali.

Atteso che ci vogliono 100 agenti al giorno tra poliziotti, finanzieri, carabinieri e militari per ciascuna struttura, sguarnendo, di fatto, gli uffici territoriali, tenendo conto che gran parte dei nuovi CPR attualmente attivi sul territorio non sono più utilizzabili perché sono stati danneggiati dagli stessi soggetti trattenuti, il Governo vorrebbe far credere che l'incremento degli stessi consentirebbe un incremento dei rimpatri. Dico che non sapete più dove sbattere la testa, probabilmente, perché tale teoria è smentita dai dati, poiché, a parità di condizioni, il numero dei rimpatri è rimasto costante, pari al 50 per cento circa dei migranti trattenuti. Chiediamo al Governo di rivedere questo parere perché non si realizzino nuovi centri di permanenza per i rimpatri dei migranti sul territorio nazionale, con particolare riferimento al territorio della Sardegna, della regione Sardegna, che è già un territorio penalizzato dalla sua condizione di insularità, e non solo, penalizzato anche dal Governo che c'è attualmente, che la sta distruggendo. Distruggendo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/21 Fenu, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1416-A/22 Aiello. Ha chiesto di parlare il collega Aiello. Ne ha facoltà.

DAVIDE AIELLO (M5S). Grazie, Presidente. È passato un anno dall'insediamento del Governo di Giorgia Meloni, Presidente, e dopo un anno di Governo una cosa, cari colleghi, possiamo tranquillamente dircela, senza timore di essere smentiti: il Governo Meloni ha fallito miseramente sulla gestione dei migranti, del fenomeno migratorio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Avete miseramente fallito, cari colleghi del centrodestra. Il Presidente Meloni e il suo alleato Matteo Salvini in campagna elettorale promettevano il blocco navale subito, una soluzione del tutto inapplicabile. Presidente, sono soluzioni del tutto campate in aria, che sono appunto inapplicabili al caso concreto. La verità è un'altra, la verità è che da quando siete al Governo i migranti sono più che triplicati, 143.000 soltanto nell'ultimo anno, e questo è un dato in continuo aumento. Vi siete resi conto che non si potevano applicare le vostre soluzioni e, nonostante siate già intervenuti con diversi decreti, le vostre soluzioni sono totalmente inefficaci.

Quest'estate, a Lampedusa, Presidente, la situazione è veramente degenerata. L'hotspot di contrada Imbriacola è arrivato al collasso. Parliamo di una struttura che può contenere 350 ospiti al massimo, stringendoli un po' si arriva a un massimo di 400 posti letto. Bene, l'hotspot di contrada Imbriacola è arrivato a contenere più di 4.000 ospiti, 4.000 migranti. È questa la vostra idea di accoglienza? È questa la vostra soluzione? Ma non finisce qui, Presidente, perché la Presidente Meloni quest'estate si è recata a Lampedusa, si è recata nell'isola più a sud d'Italia insieme alla Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per cercare di risolvere la situazione. Ma alla fine ciò che ha chiesto la Presidente Meloni è stato soltanto di avere più soldi, più soldi per la gestione. Anche qui dovremmo riuscire a capire dove vanno a finire questi soldi, Presidente, perché guardi che intorno al fenomeno migratorio, intorno alla gestione dell'accoglienza, si possono anche insinuare, purtroppo, le mafie e le cooperative che non gestiscono i soldi in modo del tutto trasparente. Presidente, parlo da siciliano: i siciliani sono un popolo fantastico, con un grande cuore, rispettosi e sempre pronti ad aiutare i più deboli, ad aiutare i migranti, ma c'è anche da dire un'altra cosa. La Sicilia e i siciliani hanno già dato tanto e continuano a dare tanto in termini di accoglienza, e in cambio hanno ricevuto soltanto promesse, promesse vane, promesse vuote. In Sicilia sono già presenti diversi centri di permanenza per i rimpatri, abbiamo un centro a Pozzallo, un altro a Lampedusa, un altro a Milazzo, a Trapani, a Caltanissetta, a Mineo e tanti altri. Sicuramente non è la creazione di ulteriori CPR la soluzione che può essere utile alla gestione del fenomeno migratorio, dobbiamo cambiare la realtà, dobbiamo affermare un'altra idea di Paese, dobbiamo affermare un'altra idea di società, più rispettosa dei diritti e più rispettosa della nostra Costituzione. Accoglienza significa anche inclusione: queste devono essere le nuove linee guida della politica dell'immigrazione, anche nel segno dell'umanità. Non possiamo accettare che la nostra Costituzione venga calpestata e che i diritti vengano calpestati. Non è accettabile che i migranti vengano rinchiusi in questi lager, in questi CPR, privandoli dei più elementari diritti e in condizioni spesso disumane. I migranti finiscono spesso nella rete degli schiavisti, dei caporali o anche della criminalità organizzata. Questo è un modello che deve cambiare, sono politiche che devono cambiare. Questo Governo è già intervenuto con due decreti - il decreto Cutro e, adesso, con il decreto Sud -, ma quali sono state le vostre soluzioni, cari colleghi? Aumentare fino a 18 mesi i tempi di permanenza nei CPR oppure chiedere 5.000 euro a migrante per evitare la detenzione nei CPR (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Vi sembrano queste le soluzioni di buonsenso? A noi sinceramente, no. Dobbiamo, infatti, ritornare alla nostra Costituzione, ai suoi valori, al trattamento umano di queste persone, che non devono essere oggetto di speculazioni, di chi lucra non solo politicamente, ma anche economicamente su di loro. Per questo, Presidente, con quest'ordine del giorno chiediamo di non considerare la Sicilia come territorio in cui costruire ulteriori centri di permanenza e detenzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/22 Aiello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Ordine del giorno n. 9/1416-A/23 Riccardo Ricciardi. Ha chiesto di parlare il deputato Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Nel momento in cui la pressione migratoria su Lampedusa stava aumentando a dismisura, è arrivata la soluzione, gridata, ovviamente, in pompa magna, dei CPR. Però facciamo un attimo due conti: quanti immigrati sono arrivati in questo Paese quest'anno? Sono 145.000 circa. La soluzione prospettata dal Governo Meloni, una delle soluzioni, erano questi CPR: volendo farne 20 in tutta Italia, con 100 persone di media di capienza, arriviamo a 2.000. Scusate, ma per le altre 141.000 persone che sono arrivate in questo Paese che soluzione c'è? E, poi, alla domanda: scusate, ma come facciamo a tirare su delle strutture, degli edifici dove fare questi CPR? Subito è stato detto che noi abbiamo un patrimonio immobiliare straordinario, ha risposto il Ministero della Difesa, hanno risposto gli uffici. Bene, un patrimonio immobiliare pubblico che, quando si parla di scuole, di ospedali, di tribunali, di prigioni, di galere, di carceri - voi dovevate fare il piano carceri - non esiste, quando, poi, ci sono da fare delle vere carceri per queste persone, allora, spunta dal nulla questo patrimonio immobiliare. E chi ci si mette nei CPR a vigilare su queste persone? Io tralascio tutto il discorso che i miei colleghi hanno fatto sulla disumanità, perché, secondo me, se si insiste sulla disumanità, qualcuno, magari, si dà anche due pacche sulle spalle e dice: va be', ma tanto non è un problema la disumanità nei confronti di questa gente. Io intervengo proprio sui numeri: 100 persone di media delle Forze dell'ordine in questi CPR dove le trovate? Voi che avete sempre detto che dobbiamo aumentare gli organici, che dobbiamo mandare la Polizia sulle strade per la nostra sicurezza, nelle carceri: ebbene, le sottraiamo dalle strade e dalla tutela dell'ordine pubblico per mandarle nei CPR?

Voi direte che hanno un'utilità, i CPR servono per rimpatriare le persone. Io voglio sapere con quanti Paesi avete un accordo di rimpatrio, la Meloni ha siglato un accordo di rimpatrio, perché, se è vero che la maggioranza, ad esempio, dell'ondata migratoria del 2023 viene dalla Guinea e con la Guinea non abbiamo uno straccio di accordo di rimpatrio, vuol dire che queste persone rimarranno nei CPR. Quindi, non avete risolto niente, semplicemente persone che stanno per 18 mesi in condizioni disastrose, che, ovviamente, fanno gruppo, magari si incattiviscono un po' e dopo vanno dove vanno. Questo state ottenendo.

Ma la cosa più straordinaria è che, dopo che ci siamo sentiti dire, per anni del business dell'immigrazione, 30 euro a immigrato, ora con voi, veri alfieri del business dell'immigrazione, ogni immigrato ci costerà 50 euro al giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Grazie a voi! E cosa succederà? Che arriveranno le cooperative nere - perché, prima, c'erano le cooperative rosse e, ora, arriveranno le cooperative nere - che si sfregheranno le mani per andare a gestire questi CPR e voi saprete già come fare per regalare, ovviamente, bandi, appalti e contro-appalti al business dell'immigrazione. Questo state facendo, state facendo questo!

SALVATORE DEIDDA (FDI). Devi rivolgerti alla Presidenza!

PRESIDENTE. Collega, si rivolga alla Presidenza (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Presidente, mi scusi. Tramite lei, quindi, al di là di tutte le castronerie che si sono sentite dire in questi anni sull'immigrazione, vorrei dire che voi non avete una minima idea di come fare e la cosa straordinaria è che, in tutti i dibattiti, in tutti gli interventi, quando non sanno cosa dire, cosa arriva? Il Piano Mattei. Ma qualcuno, in quest'Aula, questo Piano Mattei l'ha visto? Si sa di cosa si parla, perché da 8 mesi che sento parlare di questo Piano Mattei. Al di là dell'ipocrisia di prendere il nome di un grande italiano e strumentalizzarlo - perché questo fate - non si sa niente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Quindi noi, con questi ordini del giorno, cerchiamo di mettere un freno a questa deriva che state prendendo, ma, purtroppo, la non gestione dell'immigrazione è un vero problema e sarà un vero problema, perché noi tutti dobbiamo sapere che questo è un fenomeno da governare e va fatto con serietà e razionalità, non con propaganda (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/23 Riccardo Ricciardi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Ordine del giorno n. 9/1416-A/24 Pavanelli.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/24 Pavanelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Ordine del giorno n. 9/1416-A/25 Cappelletti.

Ha chiesto di parlare il collega Cappelletti. Ne ha facoltà.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Grazie, Presidente. Io penso che almeno ai componenti di questa Camera sia del tutto evidente che qui ci troviamo di fronte, rispetto alla proposta di realizzare nuovi centri di permanenza per i rimpatri, a fumo negli occhi da gettare in faccia ai cittadini. Perché? Perché ci troviamo di fronte a forze politiche di maggioranza in difficoltà, perché hanno fatto una campagna elettorale, hanno fatto anni e anni di opposizione, indicando la possibilità di fare il blocco navale, chiedendo - inveendo - ai Ministri che, di volta in volta, si trovavano a gestire la situazione immigratoria, la necessità di chiudere i porti. Quali porti avete chiuso, vi sto chiedendo? Quali porti avete chiuso?

Bisogna trovare una giustificazione e, allora, la prima giustificazione del Ministro dell'Interno è stata quella di dire: è colpa delle famiglie; sono le famiglie che si mettono in queste imbarcazioni pericolosissime e sfidano il mare e, dunque, la colpa è loro. Poi avete detto no, non è colpa delle famiglie; è colpa della brigata Wagner, e ha riso praticamente il mondo intero, e anche il nostro Ministro della Difesa, infatti, non ha avuto più il coraggio di dirlo. Poi, avete avuto l'idea di dare la colpa agli scafisti: se c'è un aumento esponenziale dei flussi migratori nel nostro Paese è colpa degli scafisti, perché è chiarissimo che è solo da quando è andata al Governo Giorgia Meloni che i flussi migratori arrivano nel nostro Paese grazie agli scafisti, una novità. Adesso ci sono i CPR, ma è fumo negli occhi. CPR vuol dire Centro di permanenza per i rimpatri e i rimpatri non li state facendo, non li fate e non li farete, perché mancano gli accordi con i Paesi di origine. Qui è interessante. Probabilmente, il Governo Meloni non vuole superare la performance del Ministro Salvini quando era Ministro dell'Interno. Siccome il Ministro Salvini di accordi con i Paesi di provenienza degli immigrati ne ha fatti zero, allora voi non volete farne uno perché sarebbe fare di più e umiliare un vostro Ministro, probabilmente.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE' (ore 16,29)

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Poi, la quantità dei posti nei CPR è irrisoria: in questo momento, è di circa 1.000 su 9 strutture. Anche raddoppiando questa disponibilità, ci saranno 2.000 posti, ma qui parliamo di flussi di 140.000 immigrati l'anno. Insomma, è di tutta evidenza che, siccome gli immigrati non possono essere rimpatriati senza accordi con i Paesi di origine, la soluzione è trattenerli per 18 mesi in standby all'interno di una struttura.

In conclusione, Presidente, al blocco navale il Governo Meloni dice “no”; alla chiusura dei porti il Governo Meloni dice “no”; alle spedizioni lungo tutto il globo terracqueo evidentemente il Governo Meloni dice “no”; ai rimpatri veloci il Governo Meloni dice “no”; agli accordi con i Paesi di provenienza per i rimpatri il Governo Meloni dice “no”; alla condivisione degli arrivi con gli altri Paesi europei il Governo Meloni dice “no”. Rimane un “sì” di questo Governo, un “sì” a un bel po' di appalti - da vedere se li farete con o senza gara - per costruire strutture che sono perfettamente inutili e perfino dannose e che faranno la felicità, questo sì, di molti costruttori amici e amici degli amici. Su questo il Governo Meloni dice “sì” e tutto si spiega, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/25 Cappelletti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1416-A/26 Toni Ricciardi.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Diciamo che cambiamo tema nella discussione degli ordini del giorno su questo che, come ebbi modo di dire in sua presenza, non è un decreto Mezzogiorno-Migranti ma è un “decreto Marginalità, Mezzogiorno, aree interne e migranti”. Il tema sul quale invito, suo tramite, la cortesia del ripensamento da parte del Ministro Fitto riguarda un provvedimento, la misura Resto al Sud, che era un incentivo che finanziava, fino a 60.000 euro e, in più, un altro 50 per cento con prestito a tasso zero, coloro che fino ai 55 anni intendevano aprire attività di vario genere o, addirittura, la misura aveva la capacità di riattrarre persone che dal Sud erano andate via.

Di cosa stiamo parlando, Presidente? Di una misura che ha visto, negli ultimi 5 anni, presentare oltre 40.000 domande, che ha avuto 14.221 progetti finanziati e che ha generato 51.630 posti di lavoro. Su un finanziamento di 766 milioni, ha generato investimenti per oltre un miliardo e tra le regioni meridionali la sola regione Campania è stata in grado di coprire il 50 per cento dei progetti. La misura prevedeva sostanzialmente come incipit, come elemento fondante: a) quello di evitare l'emigrazione e la fuga; b) limitare la disoccupazione; c) consentire il rientro di persone nel Mezzogiorno. Nonostante l'impatto sia stato, in termini numerici, positivo voi la cancellate. Nonostante ve l'abbiamo anche ripresentata sotto forma di emendamento, emendamento segnalato, iper e super segnalato, non avete voluto sentire ragioni. Il problema, caro Presidente, qual è? Che la cancellazione di questa misura fa il paio al ridimensionamento e alla cancellazione della misura sui rimpatriati, che consentiva sgravi per il 70 per cento sul territorio nazionale e per il 90 per cento a chi si trasferiva nel Mezzogiorno (equiparata al 50). Quindi, viene meno la premialità o l'attenzione ulteriore che serviva per il Mezzogiorno. Allora, la domanda che sorge spontanea è se questo sia un decreto a favore o un decreto contro il Mezzogiorno e la cosa peggiore è che su quella misura saltano anche i carichi familiari.

Presidente - e chiudo -, mi rivolgo, per suo tramite, al Ministro Fitto, perché sicuramente lui, come tanti democristiani in quest'Aula, si ricorda - o ha avuto il piacere di conoscere - Salverino De Vito, padre della legge n. 44 del 1986, che istituì il finanziamento dell'imprenditoria giovanile.

Ministro, io la invito a ripensarci e non perché è una nostra proposta. Al contempo, invito le colleghe e i colleghi che si riconoscono in quella storia a ripensarci nel momento in cui andrete a votare contro sul rifinanziamento di Resto al Sud. Questo non per noi, ma per conservare la memoria di un padre di questa Repubblica che tanto ha saputo fare e che si è battuto per quell'imprenditoria che trovava radicamento nel Mezzogiorno, e che, purtroppo, se manterrete il parere contrario su quest'ordine del giorno, si vedrà scippare per l'ennesima volta un'opportunità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/26 Toni Ricciardi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1416-A/27 D'Alfonso. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alfonso. Ne ha facoltà.

LUCIANO D'ALFONSO (PD-IDP). Presidente, grazie. Il parere non favorevole espresso mi fa pensare che non sia stato letto idoneamente il testo. Se considero la nettezza della questione sollevata, l'appartenenza al Mezzogiorno che ha sofferto e al Mezzogiorno consapevole del Ministro in carica e presente, la grande questione che si pone non solo al Mezzogiorno, ma in termini sanguinanti nel Mezzogiorno, cioè l'inesistenza di spazi vuoti per organizzare ulteriore presenza industriale, questa iniziativa parlamentare pone una sola questione: evitiamo che le aree industriali dismesse siano cadaveri rispetto ai quali le città e le regioni, da sole, non possono fare nulla.

Chi vi sta parlando non viene da quell'esperienza, a volte inutile, di slide e catering, di certa convegnistica costosissima (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Ho conosciuto da vicino come le città capoluogo, le città intermedie con 20.000 o 30.000 abitanti, siano circondate da cadaveri industriali degli anni Settanta e Ottanta: quelle aree, quei volumi si possono riassumere e riportare a vitalità, alla condizione che Invitalia venga aiutata a fare Invitalia e il Ministero della Coesione venga aiutato a organizzare la coesione. E qui, siccome il tema è come proceduralizzare il recupero di ciò che c'è e che funziona, ma anche il rilancio di chi ha ambizione - Ministro, lo dico a lei, dopo essermi rivolto al Presidente dell'Aula - non è difficile dire “sì” a questa iniziativa, perché pone il tema di una priorità su un'agenda di investimenti e di misure.

La fotografia che accomuna amministratori locali, parlamentari regionali (si dovrebbero chiamare così quando fanno legiferazione regionale), parlamentari nazionali, operatori degli enti strumentali è univoca. Le aree libere nel Mezzogiorno non ci sono più, a meno che non vogliamo distruggere ulteriormente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). È su questa questione che vi invito a ripensare il parere istruttorio, perché questa iniziativa non è di una parte: viene dalla consapevolezza e anche dai dolori che molte generazioni al Sud sollevano quando guardano a quello che si è fatto in anni sbagliati del Sud, e in anni sbagliati anche retti da una sbagliata finanza pubblica.

Per questa ragione, Ministro, attraverso il Presidente che mi aiuta, le chiedo di ripensare al parere istruttorio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole D'Alfonso. Ha chiesto di intervenire il rappresentante del Governo. La parola al Ministro Fitto.

RAFFAELE FITTO, Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. Molto rapidamente. Intervengo per dire che il credito d'imposta attualmente previsto riguarda l'acquisto e l'ampliamento di immobili esistenti, ecco perché c'è il parere negativo: perché semplicemente è già previsto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/27 D'Alfonso, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1416-A/28 Steger. L'onorevole Manes, accetta la riformulazione. Siamo all'ordine del giorno n. 9/1416-A/29 Scotto. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.

ARTURO SCOTTO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io non so se il Ministro ha letto quest'ordine del giorno o se ha, almeno, letto l'impegno. Noi scriviamo testualmente: a non proseguire nella sistematica esclusione del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali da tutti quegli organismi che, direttamente o indirettamente, hanno competenza in materia di occupazione, formazione e questioni sociali. Nel corso dell'esame di questo provvedimento in Commissione bilancio siamo riusciti un po' a raddrizzare la situazione, signor Presidente, facendo approvare due emendamenti che prevedevano l'ingresso nelle due cabine di regia - questo è un provvedimento affollato di cabine di regia - del Ministero del Lavoro perché, o per dimenticanza o per scelta politica, il Governo l'aveva escluso. Nella cabina di regia per lo sviluppo delle aree interne ovviamente era prevista la partecipazione del Ministro degli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, ça va sans dire, la partecipazione ovviamente dei Ministri delle Infrastrutture, dell'Ambiente, del Made in Italy e dell'Agricoltura, ma mancava il Ministro del Lavoro, e lo abbiamo inserito. Articolo 10, quello sulla ZES unica: ovviamente presieduto da lei, c'erano tutti i Ministri - quello per gli Affari regionali, per la Pubblica amministrazione, per la Protezione civile, per le Riforme istituzionali e quello dell'Economia - ma mancava quello del Lavoro, e lo abbiamo inserito grazie ai nostri emendamenti. Eppure, su altri provvedimenti altrettanto importanti, non c'è traccia del Ministero del Lavoro. Le faccio un esempio: la cabina di regia per il codice dei contratti pubblici, cioè materia di sostanza, prevede la presenza del Presidente del Consiglio e di rappresentanti dei Ministeri delle Infrastrutture e dei trasporti, delle Imprese, dell'Ambiente, del Turismo, della Cultura, ma il Ministro del Lavoro non c'è. Stessa cosa sul vostro progetto di legge, che è già all'esame del Parlamento, che riguarda l'imprenditoria giovanile nel settore agricolo: il Ministro del Lavoro non c'è, eppure si parla di lavoro. Per non parlare di quello che ormai è diventato un must di questa stagione politica: l'esclusione del Ministro del Lavoro dalla partita del salario minimo, scegliendo di appaltarlo al Presidente del CNEL (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Tra l'altro, io mi rendo conto che il Ministro del Lavoro è particolarmente impegnato in questo momento, tant'è che manda in giro circolari, a proposito dello sciopero degli ispettori del lavoro il 30 ottobre - cito testuali parole, signor Presidente - scrivendo alle prefetture che: il signor Ministro del Lavoro ha fornito ampie rassicurazioni in merito all'impegno del Governo alla soluzione del problema degli arretrati, della perequazione, situazione peraltro creata dal precedente Governo. C'è una questione di bon ton. Di solito i Ministri del Lavoro provano a risolvere i problemi e non se la prendono con quelli di prima. Allora, se è così, noi chiediamo al Ministro Fitto una cosa molto semplice: perché non inserite il Ministero del Lavoro dentro questi importanti provvedimenti che sono all'esame o che sono già stati esaminati. La domanda è molto semplice: se il Ministro del Lavoro non si occupa di contratti pubblici, se il Ministro del Lavoro non si occupa di salario minimo, se il Ministro del lavoro non si occupa di imprenditoria giovanile nel settore agricolo, ma di cosa si deve occupare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? E, allora, ci risponda a una domanda molto semplice: cosa vi ha fatto la Ministra Calderone (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Orlando. Ne ha facoltà.

ANDREA ORLANDO (PD-IDP). Solo per aggiungere la mia firma all'ordine del giorno, se il collega Scotto è d'accordo.

PRESIDENTE. Sottoscrive anche l'onorevole Laus. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà. Vuole sottoscrivere?

WALTER RIZZETTO (FDI). No, tenderei a non sottoscrivere questa provocazione, Presidente (Commenti). Con tutta la simpatia umana e non politica che io posso provare nei confronti del primo firmatario di questo inutile ordine del giorno (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle)

PRESIDENTE. Colleghi, ha detto “inutile”, non ha usato una parola, no, “inutile”, che ha detto? È un giudizio politico. Colleghi, per favore!

WALTER RIZZETTO (FDI). Rinnovo: inutile ordine del giorno. Presidente, ricordo al Ministro Fitto e al Governo, che il Ministro del Lavoro - probabilmente qualcuno, da qualche altra parte, evidentemente era distratto a fare inutili campagne estive - ha portato, ad esempio, in pancia alla prossima legge di stabilità la decontribuzione al 120 per cento per le nuove assunzioni rispetto agli ex percettori del reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega-Salvini Premier), ha fatto attivare, dal 1° settembre, la piattaforma SILS rispetto alla domanda e all'offerta che devono incrociarsi, ha rinnovato, assieme ad altri Ministeri, il bonus trasporti, ha, di fatto, aumentato le pensioni sopra i 75 anni con una super rivalutazione nei confronti delle fasce più deboli della nostra popolazione, e, in questo caso, dei nostri pensionati. Dopodiché, Presidente, la bagarre politica ci impone, secondo me, in questo caso sì, una discussione approfondita, ma non ordini del giorno proprio per buttare via qualche pezzo di carta e per essere così altamente provocatori, all'interno di quest'Aula (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Francamente, siamo stupiti, per usare un eufemismo, da questo intervento, perché è fatto da un presidente di Commissione (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra). Ricordo che il presidente di Commissione ha un ruolo, che non è soltanto quello di rappresentare la maggioranza. Si ricordi, signor presidente di Commissione, che nessun ordine del giorno è inutile, nessuno!

WALTER RIZZETTO (FDI). Inutile, inutile!

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Lei non può permettersi di dare questo giudizio, a maggior ragione nel momento in cui…

PRESIDENTE. Si rivolga a me.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). La prego, signor Presidente Mule', Presidente di turno, di stigmatizzare, perché c'è un limite. Mettetele fiducie e l'unico strumento che ci rimane è quello dell'ordine del giorno (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra). Di provocatorio non c'è niente, si risponde nel merito, ma non ci si può permettere, da presidente di Commissione, di esprimersi in questo modo! È irrispettoso nei confronti delle opposizioni! È chiaro (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, MoVimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Anch'io mi associo alle parole del collega Fornaro. Credo, infatti, che davvero non sia tollerabile, in quest'Aula, sentire parole di questo tipo.

PRESIDENTE. Colleghi, per favore!

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Per il suo tramite, chiedo di riferire ai colleghi della maggioranza, i quali, piuttosto che dare opinioni del tutto discutibili sul nostro lavoro, dovrebbero pensare a quale sia il loro ruolo oggi, visto che il Governo non consente più di fare emendamenti e gli ordini del giorno sono l'unico strumento che viene lasciato a nostra disposizione (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Nel caso di questo decreto mi preme sottolineare che, salvo rarissime eccezioni, sono stati dati solo pareri contrari o riformulazioni che hanno completamente riscritto i dispositivi anche degli ordini del giorno dei colleghi di maggioranza.

Credo che da parte dei colleghi ci dovrebbe essere maggior rispetto non solo per il nostro lavoro, ma anche per il loro stesso lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, signor Presidente. Ho trovato particolarmente gravi le parole del presidente…

PRESIDENTE. Che succede, colleghi, che problema c'è? Poffarbacco, che problema c'è onorevole Toni Ricciardi?

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Guardi i banchi del Governo!

PRESIDENTE. Prego, onorevole Della Vedova.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Presidente, credo che…

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Della Vedova, se la interrompo, poi giuro che l'ascolterò religiosamente in silenzio. Io vi prego di stare all'ordine del giorno, all'impegno, alle premesse o quello che volete, però non apriamo adesso un dibattito su un'espressione che, per quanto possa essere criticata, era assolutamente nella continenza e nel perimetro delle espressioni che si possono usare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti). Prego, onorevole Della Vedova.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Mi consenta, Presidente, cortesemente, ma fermamente, di dissentire su quest'ultimo punto. Credo che le parole del presidente Rizzetto siano state gravi non solo per la definizione di “inutile” riferita a un ordine del giorno - la cui utilità o inutilità non sta a lui giudicare, è il Governo che si esprime con parere favorevole o contrario -, ma sono state particolarmente gravi perché arrivano a valle dell'ennesima fiducia sull'ennesimo decreto omnibus che toglie al Parlamento, specificamente a questa Camera, qualsiasi possibilità di un confronto. Io comincio a pensare, signor Presidente, che voi - non me ne vorrà il Ministro Fitto - lo neghiate a questa Camera perché, come si sta palesemente vedendo a proposito della legge di bilancio, avete problemi nella vostra maggioranza. Altrimenti, presidente Rizzetto, noi avremmo utilizzato questo tempo, magari riducendo gli ordini del giorno, tranquillamente per votare gli emendamenti che ciascuno di noi, gruppi delle forze di opposizione, avrebbe messo sul tavolo per migliorare questo provvedimento.

Per cui, inutile casomai è il tempo che voi imponete a questo Parlamento per una mera ratifica di decisioni prese, quando va bene, a Palazzo Chigi, quando ci riuscite, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Misto-+Europa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Presidente, intervengo per ricordare, possibilmente, al presidente Rizzetto - suo tramite, Presidente - che, anche in quanto presidente, dovrebbe avere maggiore rispetto per l'istituzione nella quale siede e, a maggior ragione, maggior rispetto per i parlamentari dell'opposizione che utilizzano, non inutilmente, gli ordini del giorno ma, molto utilmente gli ordini del giorno e anche gli emendamenti. Forse - ma attendo, Presidente, la sua attenzione…

PRESIDENTE. Lavoravo per lei. Prego.

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). No, guardi, non lavora per me, siamo noi che lavoriamo per voi (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Sa perché? Perché ben due emendamenti a firma del Partito Democratico hanno consentito alla Ministra Calderone, di cui la maggioranza si era grandemente dimenticata, di essere inserita in due cabine di regia previste proprio da questo provvedimento, una delle quali era quella sulle aree interne (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle). Ve ne eravate dimenticati e se non fosse stato per i due emendamenti del Partito Democratico la Ministra Calderone lì non ci sarebbe andata. Però, mi consenta - suo tramite Presidente - di dire che, visto che alla manovra di bilancio i colleghi della maggioranza non potranno presentare emendamenti, immaginiamo sia del tutto inutile il diluvio di ordini del giorno che ci aspettiamo dalla maggioranza, visto che non potrà toccare palla sulla manovra di bilancio (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alfonso Colucci. Ne ha facoltà.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per annunciare il nostro voto favorevole su quest'ordine del giorno che non troviamo affatto inutile, ma un legittimo e doveroso esercizio delle prerogative parlamentari (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), che si estrinsecano anche negli atti di indirizzo, al quale una minima conoscenza del diritto parlamentare dovrebbe indurre, soprattutto un presidente di Commissione. Mi pare riecheggi quel ragionamento per il quale per non disturbare i mercati non presentiamo emendamenti alla legge di bilancio. No, non è così, noi siamo qui per lavorare e siamo qui per emendare, per presentare ordini del giorno e per esercitare, come doveroso, le nostre prerogative parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Si rivolga a me, per favore.

ALFONSO COLUCCI (M5S). Imparate a rispettare il Parlamento e le opposizioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/29 Scotto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/ 30 Matera il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/31 Rachele Silvestri c'è una riformulazione, accettata dalla presentatrice. Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/32 Soumahoro il parere è contrario. Nessuno chiede di intervenire, quindi andiamo avanti.

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/33 Pellegrini il parere è contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Pellegrini. Ne ha facoltà.

MARCO PELLEGRINI (M5S). Grazie, Presidente, vorrei fare una dichiarazione di voto. Questo decreto-legge interviene anche in materia d'immigrazione. Siamo di fronte a uno dei più grandi disastri di quest'anno di Governo e riguarda proprio la materia dell'immigrazione. Dopo aver urlato per anni e anni, dopo aver speculato (Commenti) su questa materia, cianciando di blocchi navali e di avere la soluzione in tasca (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), purtroppo i numeri vanno contro la propaganda, perché i numeri hanno la testa dura e invece le chiacchiere, raccontate dall'attuale Presidente del Consiglio in giù, se le porta via il vento. I numeri ci dicono che l'incremento del flusso dei migranti ammonta al 103 per cento, è più che raddoppiato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Mi riferisco a ciò che si diceva prima, a ciò che diceva la stessa Meloni, attuale Presidente del Consiglio, che tacciava la Ministra Lamorgese di essere la Ministra dell'invasione, la Ministra che consentiva l'invasione di immigrati. Poi, a latere, si diceva che era tutto un disegno perché si voleva operare una sostituzione etnica. Si usavano queste parole che, in altre parti del mondo, utilizzano solo i suprematisti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Tra l'altro, non le ha utilizzate solo la Meloni, anche un Ministro dell'attuale Governo poche settimane fa, pochi mesi fa, il quale poi si è scusato dicendo: va beh ma io sono ignorante. Quindi abbiamo dovuto prendere atto di questa sua autocritica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). A fronte di questo disastro, io direi, morale, etico, amministrativo e politico, il Governo e la maggioranza ci propinano questa ennesima scelta incomprensibile: equiparare i centri di permanenza, gli hotspot, i CPR, gli ex CARA, i CDA, i CAS, quindi tutte strutture che si occupano di accogliere i migranti temporaneamente, a siti di difesa nazionale, come se fossero basi missilistiche, caserme, arsenali, con tutte le norme derogatorie del caso, sia in fase di progettazione, sia in fase di realizzazione. E si prevede, nei vari commi dell'articolo 21 di questo decreto-legge, in particolare nel comma 3, che a queste realizzazioni provvede il Ministero della Difesa con le sue diverse articolazioni, quindi con il Genio militare e con la Difesa, i servizi e quant'altro. Noi riteniamo questa impostazione del tutto priva di senso, non ha alcun senso, e in più può addirittura far sorgere profili di incostituzionalità, perché vengono fatte fuori tutte le prerogative degli enti locali.

Quindi, stante la nostra assoluta contrarietà a questa previsione normativa, abbiamo presentato un ordine del giorno che invita il Governo a valutare appieno gli effetti nefasti di questa previsione normativa. E invitiamo, vieppiù, il Governo a concentrare la sua azione nelle sedi opportune internazionali, per esempio, al fine di superare il Regolamento di Dublino che costituisce, per i Paesi di prima accoglienza e di primo approdo come l'Italia, un vero e proprio disastro. Infine, sempre in sede internazionale, invitiamo il Governo a battersi con tutte le proprie forze - se ne ha, ma ho forti dubbi - affinché i meccanismi di redistribuzione in tutta l'Unione europea siano automatici e non facoltativi, come succede ora (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/33 Pellegrini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1416-A/34 Santillo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Torto. Ne ha facoltà.

DANIELA TORTO (M5S). Grazie, Presidente. Sottoscrivo l'ordine del giorno. Spenderò pochissimi secondi. Sin dal primo articolo di questo decreto davvero è stato come seguire le puntate su quel famoso Rieducational Channel (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Perché è così, siamo tra l'assurdo e la realtà, in questo decreto Sud, dove i Fondi di sviluppo e coesione vengono slegati dal Piano Sud 2030. Questo ci sembra davvero inopportuno. E a chi vengono legati? Chiaramente ad accordi di coesione, ma, soprattutto, rimessi, nella loro gestione, programmazione e monitoraggio, nelle mani di un Ministero a caso: il Ministero per il Sud, ormai noto per le sue caratteristiche peculiari: caos e buio fitto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Ministro Fitto. Ne ha facoltà.

RAFFAELE FITTO, Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. Io intervengo poco, Presidente, però in alcuni casi penso sia opportuno spiegare e motivare le cose, soprattutto quando gli interventi assumono anche un senso pesante. Quest'ordine del giorno chiede, sostanzialmente, al Governo di rispettare gli impegni sulla questione della ripartizione 80-20 per cento delle risorse del Fondo di sviluppo e coesione. Mi permetto di ricordare alla collega alcune cose che probabilmente le saranno sfuggite. Parliamo di…

PRESIDENTE. Siamo all'ordine del giorno n. 9/1416-A/34 Santillo, a pagina 31 del nostro fascicolo.

RAFFAELE FITTO, Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. Parliamo di “adottare ogni iniziativa utile, anche di carattere normativo, al fine di prescrivere un vincolo di coerenza dell'impiego delle risorse del FSC (…)” (Commenti)”…È questo…

PRESIDENTE. Sì, è questo. Colleghi, per favore. Prego, onorevole Fitto (Commenti della deputata Torto). No, no, però, abbia pazienza.

RAFFAELE FITTO, Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. Sì, abbia pazienza. Adesso arriviamo anche all'80-20 per cento.

Dicevo “(…) aree tematiche per la convergenza e la coesione sulla base delle 5 missioni del Piano Sud 2030, in coerenza con gli obiettivi e le strategie dei Fondi strutturali europei 2021-2027”.

Le ricordo questo: nell'ambito della decisione della Commissione europea sull'accordo di partenariato che ha stabilito l'assegnazione delle risorse al nostro Paese - accordo che è stato stabilito sulla base di dati economici e riferimenti dal punto di vista anche della situazione economica e sociale del nostro Paese, che erano precedenti alla fase del COVID - tali risorse sono state anche non adeguate alle strategie collegate all'utilizzo di queste risorse per quanto riguarda il loro utilizzo in relazione alla possibilità di raccordare le risorse europee a quelle del Fondo di sviluppo e coesione. Questo Governo non ha tralasciato il tema del carattere normativo relativo alla prescrizione del vincolo di coerenza dell'impiego delle risorse, lo ha realizzato in anticipo. E le ricordo perché. Perché quando questo Governo si è insediato, il Presidente del Consiglio ha definito, nell'ambito dell'organizzazione delle deleghe, la possibilità di mettere insieme l'utilizzo delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza e della Coesione, mettendo in campo una coerenza fra le due fonti di finanziamento.

Voglio dire questo perché, nei mesi scorsi, le ultime raccomandazioni che sono state fatte dalla Commissione europea vanno in questa direzione, perché la Commissione europea ha raccomandato agli Stati membri di coordinare l'utilizzo di queste risorse. E gli obiettivi indicati all'interno della Strategia per il Mezzogiorno sono quelli che vanno adeguati rispetto alle differenze che ci sono fra i due programmi. Quindi, il lavoro che noi abbiamo messo in campo, se così possiamo dire, è stato anticipatore di quella che è stata una decisione, un'indicazione, evidenziata a livello europeo, e rappresenta, per quanto ci riguarda, un punto di forza che sta emergendo anche nell'ambito delle discussioni del Consiglio europeo. Questo mi sembra che sia un dato oggettivo dal quale non si possa prescindere. Ecco perché noi esprimiamo un parere contrario a quest'ordine del giorno ed ecco perché - mi permetto di dire - le chiedo anche di evitare dei riferimenti che sicuramente non corrispondono alla serietà con la quale il Governo sta affrontando tale questione, sia a livello nazionale, che a livello europeo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Provenzano. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE PROVENZANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Se il collega Santillo me lo consente, io sottoscriverei l'ordine del giorno…

PRESIDENTE. Sì, il primo firmatario è l'onorevole Santillo ed è intervenuta l'onorevole Torto.

GIUSEPPE PROVENZANO (PD-IDP). Sì, io l'ho chiesto all'onorevole Santillo, però se l'onorevole Torto è d'accordo, io, Presidente, sono felice lo stesso. Dico questo per una ragione: perché sono molto preoccupato delle argomentazioni che ho ascoltato anche adesso dal Governo. Infatti, rispetto agli obiettivi e alle Missioni del Piano Sud 2030, peraltro recepito dalla Nota di aggiornamento al DEF 2020, vi era un vincolo che impediva quello che sistematicamente si è realizzato nelle scorse legislature - come il Ministro ben sa, essendo egli stesso protagonista di un pezzo di questo errore che, purtroppo, è stato compiuto - ossia il dirottamento delle risorse dal Sud verso altri obiettivi, che non erano obiettivi di investimento, e verso altre aree del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Vincolare le risorse del Fondo sviluppo e coesione, che, a differenza dei Fondi europei strutturali, non hanno vincoli precisi di programmazione, a degli obiettivi di sviluppo definiti, che non potevano essere sistematicamente cambiati e modificati da ogni Governo, assicurava ed era l'unica garanzia necessaria a far sì che non si ripetesse più quello che si è ripetuto anche con forze politiche di diverso orientamento: un dirottamento sistematico degli investimenti dal Mezzogiorno verso altre aree del Paese. E poiché, invece, con questo intervento normativo, voi rinunciate ad ogni indirizzo programmatorio nell'utilizzo delle risorse del Fondo sviluppo e coesione, state tornando a fare di questo Fondo il bancomat nelle mani del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) per utilizzare tutte le risorse di investimento, meno che per il proprio obiettivo di colmare i deficit infrastrutturali, materiali, immateriali, sociali e ambientali che il nostro Mezzogiorno, purtroppo, ancora vive. Ecco perché, se ci fosse uno spazio per un ripensamento del Governo, io chiederei davvero di accogliere quest'ordine del giorno, che io sottoscrivo e spero che anche tanti altri colleghi vogliano sottoscrivere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alifano.

ENRICA ALIFANO (M5S). Signor Presidente, intervengo ad adiuvandum, di fatto il Piano Sud che è stato varato inizialmente a febbraio 2020, se rammentate, prevedeva una serie di missioni, cinque Missioni, che io torno a leggere e le ho anche enunciate in discussione generale. Sono queste le cinque Missioni: un sud rivolto ai giovani; un sud connesso e inclusivo; un sud per la svolta ecologica; un sud frontiera dell'innovazione; un Sud aperto al mondo del Mediterraneo. Quindi, tutti obiettivi meritevoli di tutela e che sicuramente avrebbero contribuito a rilanciare l'economia del sud, ma soprattutto obiettivi che erano stati predeterminati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Invece, adesso con questa modifica normativa non vengono stabiliti a priori le direttive e gli obiettivi che si devono perseguire, ma viene lasciato tutto in mano al ministro o al più agli accordi di coesione con le regioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, si sposta l'asse dall'oggettività degli obiettivi da perseguire alla soggettività degli obiettivi e il ministro poi deciderà i soldi dove dovranno andare; se andranno, ovviamente, sempre se ci saranno le coperture (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, l'onorevole Fornaro.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Signor Presidente, intervengo per sottoscriverlo a nome di tutto il gruppo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Ministro Fitto. Ne ha facoltà.

RAFFAELE FITTO, Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. Signor Presidente, evidentemente, bisogna ricordare alcuni aspetti molto importanti rispetto alle questioni di cui ci stiamo occupando. Sul primo aspetto temo che non sia stato letto, nonostante se ne parli da tempo, l'articolo 1 di questo decreto, perché non c'è nessuno che decide, ma l'articolo 1 indica in modo molto chiaro nell'accordo di coesione la modalità con il quale si definisce questo. Non è un caso che i primi due accordi di coesione già sottoscritti prevedono un elemento di novità abbastanza importante, al di là di come la si pensi, per cui non c'è l'assegnazione delle risorse a un territorio e poi si vede quello che succede, ma c'è invece la definizione su proposta della regione, con una intesa sottoscritta tra regione e Governo - quindi, non decide nessuno in modo particolare, né addirittura il ministro - per andare a definire l'elenco degli interventi con un cronoprogramma - questa sì, è una novità - che dal punto di vista finanziario e temporale modifica quella che invece precedentemente rappresentava una prassi nella quale non c'era alcun tipo di verifica.

In più, voglio aggiungere un'altra considerazione, perché io evito sempre, se possibile, di fare polemiche, però quando si parla del Fondo di sviluppo e coesione e della garanzia dell'assegnazione di queste risorse vorrei che fossimo tutti più precisi perché l'80-20 è stabilito con una legge nazionale e quindi non c'è bisogno di chiedere un intervento normativo per fare questo, in quanto c'è una legge di bilancio che stabilisce 80 per cento dell'FSC al sud e il 20 per cento alle regioni del centro nord. Ma c'è di più, però, perché se volessimo fare questo tipo di ragionamento eviterei di fare queste polemiche perché potrei, per esempio, citare ciò che è avvenuto nell'ambito del decreto-legge n. 50 del 2022, quando è accaduto esattamente quello che lei immagina come un rischio, per cui sono stati presi 6 miliardi di euro dal Fondo di sviluppo e coesione e sono stati assegnati a un fondo (che è quello per le opere pubbliche) che viene spalmato sul territorio nazionale. Questo è un fatto, è un emendamento, ed è stato approvato con questa modalità, così come basta andare a vedere le risorse previste all'interno della programmazione 2014-2020 per vedere che, complessivamente, il taglio è pari a 10 miliardi di euro, utilizzati in modo differente rispetto a quanto era previsto sul Fondo di sviluppo e coesione.

Tutto questo lo voglio ribadire anche per un elemento che riguarda la delibera CIPESS, che imputa le risorse alle regioni rinviando al singolo accordo di coesione che stiamo sottoscrivendo con le modalità alle quali ho fatto riferimento. In quella delibera CIPESS c'è un riparto delle risorse che garantisce, esattamente, l'80 per cento alle regioni del centro sud e il 20 per cento a quelle del nord, così come previsto, salvo restando che per la quota di risorse a livello nazionale bisogna attendere, così come abbiamo più volte detto, la composizione del quadro generale dell'utilizzo delle risorse della definizione della revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza per completare questa programmazione. Quindi, quello che viene detto, obiettivamente, non corrisponde alla verità dei fatti e soprattutto i provvedimenti approvati (ne ho citato uno, in modo particolare) si incaricano di dimostrare esattamente il contrario di quello che è stato detto ed è per questo che il parere non può che essere contrario a quest'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole De Luca. Ne ha facoltà.

PIERO DE LUCA (PD-IDP). Signor Presidente, noi abbiamo ascoltato, a due riprese, la spiegazione del Ministro Fitto e ci perdonerete, ma la prima, per nostri limiti, non l'abbiamo capita e la seconda non la condividiamo per nulla, perché si continua a fare un grande gioco delle tre carte. Si continua con una prassi che questo Governo ha inaugurato quando ha proposto una modifica del Piano nazionale di ripresa e residenza, il definanziamento di 16 miliardi di euro, di cui 13, quasi 14, destinati a interventi per gli enti locali e le periferie, immaginando di coprire il definanziamento proprio con i fondi sviluppo e coesione, che sono supplementari e non possono essere sostitutivi delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza e non possono essere sostitutivi della spesa legata ai fondi strutturali europei, ma anzi servono - come lei sa bene - per inserire risorse per il cofinanziamento dei fondi strutturali europei. Siccome voi state, da più di un anno, bloccando l'erogazione di queste risorse, noi vi rispondiamo esattamente questo. Sappiamo bene che è stata già effettuata la ripartizione alle regioni ed è stata effettuata nel gennaio di due anni fa ormai, dal Governo Draghi. Cosa aspettate a erogare queste risorse alle regioni del Mezzogiorno, che le aspettano? Sono risorse che, ricordiamo, riguardano la programmazione 2021-2027 e tra pochi mesi arriveremo al 2024. Voi state provando a mischiare le carte, a fare un grande gioco delle tre carte, provando a utilizzare queste risorse che, come lei ricordava, dovrebbero essere destinate per l'80 per cento, per legge - non per sua concessione o concessione di alcun Governo - alle regioni del Mezzogiorno e il 20 per cento ad altri territori d'Italia, per coprire, invece, il cambiamento di programmi, di obiettivi e di risorse che avete spostato al Piano nazionale di ripresa resilienza. Questa è la verità ed è tanto vera che quando in Commissione abbiamo presentato e sostenuto emendamenti volti ad affermare il rispetto del principio 80-20, voi li avete rigettati e avete votato contro quegli emendamenti e si sta chiarendo adesso che non avete alcuna intenzione, in realtà, di rispettare la ripartizione territoriale di queste risorse.

Allora, noi vi chiediamo, da questo punto di vista, un impegno serio: meno chiacchiere e meno propaganda. Gli accordi di coesione sono un altro strumento per rallentare e creare maggiore appesantimento burocratico all'utilizzo di queste risorse, anche perché sa bene che il cronoprogramma che ha indicato prevede che qualora non venga rispettato, anche per cause non imputabili alle amministrazioni cui vengono riferite, queste risorse vengono riattribuite al Ministero, il quale ha la possibilità di utilizzarle non più nel vincolo 80-20, cosa che noi vi stiamo chiedendo di rispettare anche in caso di recupero di risorse che non vengano spese e ritornano in caso di mancato rispetto del cronoprogramma. Allora, pochi giri di parole, poche chiacchiere, Ministro; voi dovete impegnarvi a rispettare i fondi che spettano al Mezzogiorno per recuperare i divari e le distanze che, purtroppo, ancora oggi esistono, rispetto ad altre aree del Paese e state facendo, da mesi, l'esatto opposto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà. Ha cinquanta secondi.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Signor Presidente, vorremmo aggiungere le firme del MoVimento Cinque Stelle a quest'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carfagna. Ne ha facoltà.

MARIA ROSARIA CARFAGNA (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere quest'ordine del giorno e per dire, tramite lei, al Ministro, di provare a dire la verità fino in fondo (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe). Sono costretta a precisare perché sedevo nel Consiglio dei ministri che approvò la norma a cui ha fatto riferimento il Ministro Fitto. Quei 6 miliardi, Ministro, lei lo dovrebbe sapere, erano a rischio di finanziamento perché si trattava di fondi per i quali non erano state contratte le obbligazioni giuridicamente vincolanti entro il termine previsto dalla legge ed erano stati soggetti già a due proroghe, per cui non ci sembrò serio prevedere una terza proroga. Quello che noi facemmo fu dare 6 mesi in più, attraverso soglie che indicavano l'importanza dei progetti, alle amministrazioni per recuperarli, attraverso cronoprogrammi e accordi vincolanti, senza i quali quei soldi sarebbero andati persi e sarebbero rientrati della contabilità generale. Peraltro, le ricordo che ci muovevamo all'interno di un contesto drammatico, era da poco scoppiata la guerra in Ucraina ed eravamo di fronte a una escalation dei prezzi energetici, con le bollette degli italiani raddoppiate. Detto questo, Ministro, se c'è un campione mondiale dello scippo dei fondi, allora FAS, non guardi tra questi banchi, ma guardi tra i banchi di quel Governo, perché io sedevo in quel Consiglio dei ministri e ricordo l'utilizzo che allora si fece dei fondi FAS, non a favore del Mezzogiorno, ma a favore di tutte le altre aree del Paese. Quindi, non giochiamo allo scambio di accuse perché, probabilmente, chi ne esce male è chi prova a farle. Ho provato a ricostruire il contesto e spero di evitare ulteriori polemiche (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Re).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Ministro Fitto. Ne ha facoltà.

RAFFAELE FITTO, Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. È inevitabile intervenire, perché ho la necessità di ricordare che i 6 miliardi ai quali faccio riferimento, onorevole Carfagna, sono stati un taglio da parte del Governo precedente, nel quale lei aveva questa responsabilità, per essere indirizzati dal Fondo di sviluppo e coesione, così come abbiamo detto, a un fondo nazionale per gli interventi sulle opere pubbliche. Questo è un fatto, che è un dato oggettivo. Lei può andare a ritrovare nell'ambito del decreto-legge n. 50 il provvedimento e trova la risposta.

In secondo luogo, mi piace sottolineare che, quando si parla dell'assegnazione delle risorse alle regioni, così come è stato detto, non è assolutamente vero che queste risorse vengono assegnate alle regioni. Vengono assegnate ai territori rispettando l'80 e 20 per cento. È scelta del Governo, e noi l'abbiamo confermata con una delibera CIPESS, di assegnare queste risorse alle regioni sulla base di una modalità differente di utilizzo di queste risorse, così come sta accadendo. Lo voglio sottolineare anche e soprattutto perché, nell'ambito dell'utilizzo di queste risorse, è evidente che il lavoro che si è svolto precedentemente è un lavoro che ha monitorato la qualità e la capacità di spesa di queste risorse. Sotto questo punto di vista, la percentuale di utilizzo di queste risorse, come abbiamo più volte detto, senza che alcuno la contestasse, era una percentuale assolutamente imbarazzante, mi limito a dire questo. Quindi, in primo luogo, non c'è nessun taglio di risorse per quanto compete questo Governo. In secondo luogo, le risorse alle quali facciamo riferimento sono oggettive, e invito magari chi sostiene il contrario a indicare qual è l'articolo di legge in base al quale noi avremmo fatto questo. Invece, vi indico la legge nella quale sono stati tagliati i 6 miliardi di euro, che sono stati indirizzati per coprire un fondo che aveva una valenza nazionale, quale quello delle opere pubbliche, che si riferiva all'intero territorio nazionale. Questi sono i fatti. Evidentemente, e lo devo dire con estremo garbo, non voglio in alcun modo polemizzare, non ricordo la percentuale analoga di risorse tagliate dal Fondo delle aree sottoutilizzate, all'epoca denominato FAS, però le vorrei dire che venire qui in Aula e dire che lei ha fatto parte di un Governo che ha fatto queste cose, dal quale, a distanza di oltre 10 anni, lei prende le distanze (Commenti della deputata Carfagna), avendo evidentemente condiviso quelle scelte, perché lei era in quel Governo, sinceramente mi sembra abbastanza singolare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carfagna, per puntualizzare. Ne ha facoltà.

MARIA ROSARIA CARFAGNA (A-IV-RE). No, scusi, non ho preso le distanze da quel Governo. Mi sono semplicemente limitata a dire che altri prima di me lo avevano fatto e che è poco elegante vedere il maestrino che si alza in cattedra per dare lezioni di coerenza quando quella coerenza non è stata osservata prima, semplicemente questo. Ma non è che non l'ho condiviso; l'ho condiviso, lo rivendico, anche lì si agiva in un contesto drammatico, che era quello della crisi finanziaria scoppiata a seguito del 2009. Ci sono stati contesti in cui questo è accaduto. Non lo rinnego, lo rinnega lui, facendo oggi la lezione a chi viene dopo di lui, tutto qui (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ubaldo Pagano. Ne ha facoltà.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Grazie, Presidente, per una puntualizzazione. Il Ministro Fitto richiama, nell'articolo 1, il fatto di riportarsi a un accordo di coesione in cui vi sarebbe il pieno coinvolgimento degli enti territoriali nella scrittura degli accordi di coesione, e che questo di per sé eviterebbe il rischio di una espoliazione di contrattazione nell'individuazione degli interventi prioritari da realizzare. Peccato, però, che in quello stesso articolo 1 non sia definito il tempo entro cui occorra chiudere quegli accordi di coesione e non sia neanche declinato cosa succederebbe nel caso in cui non si dovesse trovare una uniformità di vedute tra le proposte degli enti territoriali e il Ministero, chi dovrebbe dirimere la questione.

Ma a dire questo, a fare questo appunto, non è Ubaldo Pagano, del Partito Democratico. È una delle questioni sollevate, nelle audizioni, numerose, che abbiamo fatto durante questo decreto, anche dai brutti e cattivi della Confindustria, che evidentemente non si sono resi conto, anche loro, della lettura di quello che dice l'articolo 1 di questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Stefanazzi. Ne ha facoltà.

CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Il Ministro Fitto, Presidente, continua a insistere sul tema dei famosi 6 miliardi tagliati. Volevo però sommessamente, suo tramite, Presidente, ricordare al Ministro Fitto che quella decisione fu presa a valle di una lunga e complessa discussione nella Conferenza Stato-regioni, con verbali che sono evidentemente depositati e che dimostrano che quella scelta fu condivisa. Non fu una scelta unilaterale e non fu una scelta dettata dall'esigenza di correre al riparo rispetto all'inefficienza degli enti attuatori, ma fu appunto una scelta presa tra Stato e regioni, nell'interesse del Paese.

Poi due brevissime considerazioni, una rispetto al carattere della novità rappresentato dagli accordi di coesione. Signor Presidente, questo ciclo di programmazione, quello 2014-2020, è stato caratterizzato dai famosi “patti per”, che sono di fatto, sostanzialmente, un'edizione un po' meno rigida degli accordi che il Ministro Fitto ha voluto inserire all'interno del decreto Sud. E, come lui stesso ripete in continuazione, soprattutto con riferimento alla capacità di spesa dell'amministrazione centrale, non mi sembra che i “patti per” abbiano sortito effetti straordinari, non mi sembra che costringere le regioni a negoziare gli interventi e a definire in contraddittorio quali sono gli interventi finanziabili e quali non lo sono abbia sortito, signor Ministro, effetti straordinari. E, infine, mi permetta un'ultima considerazione con riferimento al fatto che il Ministro giustamente richiama la delibera CIPESS, che, come è noto, non assegna le risorse, ma le ripartisce. Bene, quella delibera, signor Ministro, era pronta, già bollinata in CIPESS, da oltre un anno, ed era stata portata in CIPESS dall'allora Ministra Carfagna, e su quella delibera, signor Ministro, tutte le regioni, di centrodestra e di centrosinistra, hanno iniziato l'attività di programmazione. Il fatto di avere sospeso quella procedura per un anno e avere lasciato che l'attività di programmazione del resto delle competenze dei fondi regionali andasse avanti ignorando in che modo l'effetto complementare dell'FSC si sarebbe dispiegato è un errore, signor Ministro, che stiamo già pagando e che pagheremo molto caro nel futuro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mari. Ne ha facoltà.

FRANCESCO MARI (AVS). Solo per sottoscrivere l'ordine del giorno a nome di tutto il gruppo Alleanza Verdi e Sinistra.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Ad adiuvandum di quello che ha detto il collega Mari, volevo approfittare, tramite la sua persona, per leggere rapidamente al Ministro Fitto, che dovrebbe essere un Ministro del Mezzogiorno e dovrebbe cercare quantomeno di fare gli interessi innanzitutto del suo territorio e dei giovani che rappresentano il futuro, quello che mi ha scritto poc'anzi uno studente dell'Università Parthenope, che vive a Napoli, che studia a Napoli ed è stato selezionato per partecipare a un master a Boston. La sua lettera inizia così: una parte di noi studenti ha ricevuto una borsa di studio che copre il 40 per cento del costo del master. C'è un problema, però, che purtroppo, come me, anche altri studenti hanno bisogno di un prestito studentesco, poiché il costo di questo master è di 25.000 euro. Abbiamo provato a richiederli tramite il progetto StudioSì, che è un fondo finanziato per le aree disagiate, ma le banche selezionate dal Ministero ci hanno detto che questi fondi non ci sono più. Quindi, ci è stato detto che, non essendoci più fondi, io, come altri studenti, non potremo fare questo master. Mi chiedo: ma com'è possibile che noi giovani volenterosi e perbene ci troviamo in queste condizioni? Come mai proprio a noi del Sud vengono tolte queste opportunità e veniamo messi sempre in queste condizioni spiacevoli? Nel mio caso specifico ho sempre lavorato durante i miei studi, come cameriere, conducendo una vita difficile, tra mille difficoltà, e in più, spesso sottopagato. Siamo studenti, dovremmo essere tutti uguali, almeno uguali, e ricevere pari opportunità. Invece, purtroppo, non potrò andare a fare il master.

Sottopongo questo perché che ci sia un taglio evidente e che il Sud non sia al centro, purtroppo, delle politiche di questo Governo e di questo Ministero appare, purtroppo, ogni giorno più evidente. I fatti, caro Ministro, diventano evidenti e diventano macigni dai quali non ci si può sottrarre.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scerra. Ne ha facoltà.

FILIPPO SCERRA (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo solo per completezza rispetto a quanto è stato detto in precedenza. Il Ministro dice che il vincolo di destinazione territoriale 80-20 per cento è già scritto nelle leggi, è già legge, però, proprio per completezza di informazione, le dico, Ministro, che nell'esame della legge di bilancio 2021, alla quale voi avete fatto riferimento, è stato accettato un emendamento - per quella legge di bilancio - che diceva esattamente così e si riferiva, soprattutto, alle riprogrammazioni. Infatti, noi sappiamo benissimo che c'è il vincolo di destinazione territoriale, ma sulle riprogrammazioni, nella storia, è successo che questo vincolo non è stato garantito, per vari motivi, sui quali non torno. Ebbene, è stato accettato un emendamento che fissava il vincolo di destinazione territoriale, che dice: “La riprogrammazione è definita nel rispetto del vincolo di destinazione territoriale di ripartizione delle risorse pari all'80 per cento nelle aree del Mezzogiorno e al 20 per cento nelle aree del Centro-Nord”. Quindi, non è ultroneo questo emendamento, le dico che è stato sottoscritto praticamente da tutti i deputati del Sud, in quel dicembre del 2020, da circa 120 deputati e, per la storia, diciamo che quell'emendamento è a prima firma del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Provenzano. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE PROVENZANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo solo per precisione, visto che qui, io credo, siamo tutti interessati a evitare le polemiche, come diceva il Ministro Fitto, e provare a stare nell'alveo di quello che prevede la nostra Costituzione, cioè un riequilibrio territoriale finalizzato a promuovere lo sviluppo. Sono stati ricordati i 6 miliardi: volevo dirle, sui 10 miliardi di riprogrammazione di fondi strutturali europei, che si sono fatti non per vincolo di legge, ma per volontà politica condivisa con tutte le regioni, nel pieno rispetto del vincolo di destinazione territoriale, con un procedimento che aveva avuto una modifica dei regolamenti in ambito europeo, tra l'altro, condiviso persino dall'allora eurodeputato Raffaele Fitto del gruppo dei Conservatori europei. Però il punto, sul Fondo per lo sviluppo e la coesione, Ministro, è che noi abbiamo detto, qui, tutti, che ci sono state, prima, con i FAS, poi con le stagioni dei FSC, dirottamenti degli investimenti dal Sud ad altre aree del Paese. Non solo, Ministro, perché la sostitutività non riguarda solo il vincolo territoriale, ma riguarda anche l'ambito di intervento: ci può essere sostitutività da spese in conto capitale aggiuntive a spese in conto capitale ordinarie, ci può essere sostitutività da spese in conto capitale a spese di parte corrente. Per evitare questo, serve una programmazione, non smantellare la programmazione dello sviluppo, perché è l'unica garanzia che possa tutelare l'addizionalità di queste risorse.

Se non le piace il riferimento al Piano Sud 2030, mettiamo soltanto, attraverso una riformulazione, l'orientamento, con gli obiettivi di sviluppo e di programmazione dell'Unione europea, del PNRR, perché, in questo modo, si garantisca la complementarietà, non che arrivi un Ministro per il Sud - non lei, Ministro, probabilmente - che si metta d'accordo con una regione per distogliere dagli obiettivi propri di sviluppo che quel Fondo deve avere. Questa è la garanzia ed è una garanzia che vale per questo, per i prossimi Governi, per tutti i Governi. Basta una riformulazione, un po' di umiltà anche sulle scelte che si fanno e, probabilmente, in questo modo, riuniamo l'interesse del Parlamento a tutelare il Mezzogiorno e le prospettive di sviluppo del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessio. Ne ha facoltà.

ANTONIO D'ALESSIO (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Sentire parlare il Ministro di tagli e non di definanziamento, evidentemente, significa utilizzare un linguaggio non di verità. È stato un definanziamento con possibilità di recupero dei fondi che non avevano contratto obbligazioni giuridicamente vincolanti nei termini stabiliti dalla legge e, quindi, sarebbero rientrati nella contabilità generale. Non si tratta di taglio, si tratta di definanziamento. Continuare a parlare di taglio, evidentemente, è una scelta del Ministro di non adottare un linguaggio di verità. Vorrei sottoscrivere l'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/34 Santillo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1416-A/35 Carmina.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Carmina. Ne ha facoltà.

IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno risponde a un'esigenza di giustizia. Giustamente, con disposizione urgente, al fine di fronteggiare la grave situazione socioeconomica nell'isola di Lampedusa, determinatasi a seguito dell'eccezionale afflusso di persone provenienti dai Paesi del Mediterraneo, l'articolo 8 del DL Sud prevede un piano di interventi strategici, da approvare con delibera CIPESS, con cui vengono assegnate al comune di Lampedusa e Linosa risorse nel limite complessivo di 45 milioni di euro, a valere sul FSC. Da dove proviene questa iniziativa del Governo? Dal fatto che il 17 settembre 2023 la Presidente Meloni e Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, andarono a Lampedusa e furono bloccate dalla popolazione che le costrinse a scendere dalla macchina carpendo una promessa di restituzione rispetto al grandissimo sacrificio che quest'isola fa.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ANNA ASCANI (ore 17,35)

IDA CARMINA (M5S). Non solo, gli abitanti di Lampedusa in rivolta impedirono di far scendere dal traghetto di Porto Empedocle le tende che si dicevano occorrenti per l'autorità pubblica, mentre, in realtà, loro paventavano la creazione di una tendopoli.

È giusto che vengano date risorse a chi tanto si è speso per l'Italia, l'Europa, ma questo compete non solo a Lampedusa, perché l'Italia e l'Europa sono in debito anche con Porto Empedocle e, in realtà, con tutta la costa sud della Sicilia, perché, mentre c'è chi fa del fenomeno immigrazione strumento di propaganda politica, c'è chi lo vive sulla propria carne, sulla propria pelle, ne osserva e vive tutti gli aspetti e paga per tutti il prezzo della cattiva gestione, delle scelte inadeguate del Governo Meloni che, quest'estate, ha dimostrato la sua inettitudine, il suo fallimento proprio nella gestione del fenomeno migratorio.

E, guardate, non è ineluttabile che Lampedusa o Porto Empedocle debbano essere il centro, il crocevia di tutto il fenomeno migratorio in Italia o in Europa; basti pensare a Malta che non accoglie nessuno. Ma voi siete convinti che siano tutti sbarchi autonomi quelli che avvengono a Lampedusa? Così vengono descritti nella narrativa; in realtà le persone vengono salvate e fatte sbarcare per scelta a Lampedusa.

Quanto al ruolo di Porto Empedocle, basti ascoltare le cronache di ogni giorno, quando si parla di svuotare Lampedusa. Si tratta di trasferimenti effettuati con traghetti ordinari di linea: vengono portati a Porto Empedocle, da cui vengono smistati, per la quasi totalità, con autobus. Pensate, 70.000 nei mesi estivi. A me viene da sorridere quando le cronache parlano di 106 migranti fatti sbarcare da una ONG in una qualsiasi città del Nord. Significa 1.400 autobus pieni di migranti in un paese di 1.400 abitanti.

In quest'ordine del giorno io chiedo giustizia: giustizia per il mio Paese, perché Porto Empedocle certamente non è da meno. Quello che è successo a Lampedusa questa estate è inammissibile e un Paese a vocazione turistica non può diventare un hotspot e assistere a episodi gravi come la fuga di centinaia di persone non identificate e oggi si parla anche di pericolo di terrorismo. Ebbene, lì ci siamo noi e, quindi, innanzitutto vengano date strutture e infrastrutture adeguate. Si realizzi immediatamente l'aeroporto ad Agrigento, perché lì è il fulcro di tutta la questione migratoria italiana e d'Europa, se si dice che deve essere coinvolta, e non si guardino fattibilità economica e altre cose, che vanno oltrepassate, e così la popolazione.

PRESIDENTE. Collega, deve concludere.

IDA CARMINA (M5S). Essere cittadini di uno Stato significa avere pienezza di diritti e i cittadini di Porto Empedocle non sono da meno rispetto ai cittadini di Lampedusa e rispetto a tutti i cittadini italiani e hanno diritto ad essere trattati con giustizia. Per questo chiedo l'accantonamento e di ripensarci (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Non vedo reazione da parte del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/35 Carmina, con il parere del Governo contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/36 Ilaria Fontana il parere è favorevole con riformulazione.

Onorevole Ilaria Fontana, accetta la riformulazione?

ILARIA FONTANA (M5S). Grazie, Presidente. In realtà, vorrei cortesemente chiedere al Ministro di rileggere la riformulazione.

PRESIDENTE. Ministro, può leggere la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1416-A/36 Ilaria Fontana?

RAFFAELE FITTO, Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. La riformulazione è la seguente: “ad assumere, compatibilmente con i vincoli di bilancio e di finanza pubblica, nel rispetto della normativa eurounitaria, ogni opportuna iniziativa finalizzata a coordinare la disciplina in materia di ZES unica con le semplificazioni e le agevolazioni previste in relazione alle zone economiche ambientali (ZEA) istituite nelle regioni del Mezzogiorno”.

PRESIDENTE. Collega, accetta la riformulazione?

ILARIA FONTANA (M5S). L'accetto e chiedo che l'ordine del giorno sia messo in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/36 Ilaria Fontana, come riformulato dal Governo. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 23).

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/37 L'Abbate il parere è favorevole con riformulazione. Collega, mi dice se accetta o meno la riformulazione del Governo?

PATTY L'ABBATE (M5S). Presidente, vorrei risentire la riformulazione, cortesemente.

PRESIDENTE. Ministro, può rileggere la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1416-A/37 L'Abbate?

RAFFAELE FITTO, Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. La riformulazione è la seguente: “A valutare l'opportunità, compatibilmente con i vincoli di bilancio e di finanza pubblica, ad assumere specifiche iniziative finalizzate al miglioramento delle performance ESG delle piccole, medie e grandi imprese interessate a investire nel territorio della zona economica speciale per il Mezzogiorno, così da promuovere la crescita sostenibile da un punto di vista economico, ambientale e sociale”.

PRESIDENTE. Accetta la riformulazione, collega L'Abbate?

PATTY L'ABBATE (M5S). Sì, grazie. Accetto la riformulazione e voglio che l'ordine del giorno sia messo ai voti. Inoltre, vorrei intervenire, Presidente.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PATTY L'ABBATE (M5S). Grazie. Accetto la riformulazione, anche se si valuta la facoltà di (…), perché ho capito che è un passo, ma mi auguro che questo faccia capire che il passo deve essere fatto in modo un pochino più concreto. Quello che chiedo è praticamente la stessa cosa che si stava già effettuando nella ZES adriatica. C'era il commissario della ZES adriatica che ci teneva tantissimo. C'era stata già una partnership anche con una banca particolare e, quindi, era partito questo discorso.

È un discorso che, se andiamo incontro a una ZES unica, sarà ancora più importante riuscire a capire, appunto in una ZES molto più allargata, quali sono le tipologie di imprese che realmente devono esserci all'interno e in che modo anche aiutare queste imprese a far sì che si vada verso un discorso di sostenibilità. Qui stiamo chiedendo di facilitare il percorso del miglioramento del profilo sostenibile non solo dal punto di vista ambientale ma anche, appunto, dal punto di vista sociale ed economico.

Quindi, io accetto la riformulazione ma auspico che si possa fare un passo in più semplicemente per far sì che gli investimenti che verranno fatti e tutte le agevolazioni che realmente ci auguriamo che verranno realmente inserite - perché ZES significa questo: aiutare un territorio a risollevarsi per essere allo stesso livello magari di altre zone italiane, quindi che ci sia anche una parità e uno sviluppo sostenibile del territorio - vengano fatti con dei metodi innovativi che sono quelli utilizzati ormai dal mainstream internazionale ma che dobbiamo, come indicatori, utilizzare anche in Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/37, come riformulato dal Governo. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 24).

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/38 Scerra e il parere del Governo è contrario. Ha chiesto di parlare il collega Scerra. Ne ha facoltà.

FILIPPO SCERRA (M5S). Grazie, Presidente. Questo decreto è un decreto che possiamo tranquillamente definire contro il Sud. Questa maggioranza ha sempre mostrato di non avere a cuore lo sviluppo del Sud: lo dimostra col tentativo di portare avanti il progetto di autonomia differenziata e l'ha dimostrato nella scorsa legge di bilancio, quando addirittura ha dimenticato di inserire i crediti di imposta per il Mezzogiorno e per le ZES, cosa che poi gli abbiamo fatto venire in mente con alcuni emendamenti da parte del MoVimento 5 Stelle e anche di altri partiti, ma già da questo si comprende la sensibilità da parte di questa maggioranza nei confronti dello sviluppo del Mezzogiorno.

In quest'ordine del giorno si parla della ZES unica. La ZES unica è una mera operazione contabile, una mera operazione di facciata. La verità è questa, Ministro Fitto. Come sappiamo, le ZES erano nate con l'obiettivo di far sviluppare e di rendere attrattive delle aree geograficamente delimitate che avevano come loro fulcro i porti Core, i porti che appartenevano alla catena TEN-T. Per esempio, in Sicilia avevamo Augusta per la Sicilia orientale e Palermo per la Sicilia occidentale. Il Governo con questa operazione di facciata sta praticamente diluendo quelli che sono gli effetti di potenziale sviluppo delle ZES, perché le ZES che cosa andavano ad aggredire? Andavano ad aggredire le problematiche burocratiche che riguardano lo sviluppo del Sud e le problematiche fiscali. C'erano degli incentivi fiscali che aiutavano lo sviluppo delle aziende che si insediano nelle ZES e poi si parlava di infrastrutture, cioè si volevano dotare le ZES di infrastrutture di livello superiore in maniera tale da rendere le aziende insistenti nelle ZES competitive.

Allora, con una diluizione, estendendo le piccole ZES a una ZES unica, con un'area 500 volte più grande, si hanno dei problemi che riguardano innanzitutto la governance, Ministro Fitto. Lei, ovviamente, sta accentrando tutto su Chigi e anche le ZES ha deciso di accentrarle su Palazzo Chigi. Ciò significa che Palazzo Chigi diventerà un enorme collo di bottiglia, perché la pretesa che voi riuscirete a dare le autorizzazioni a tutte le richieste delle ZES e di investimenti in tutto il Sud è un qualcosa che non sta né in cielo né in terra, che è lontano assolutamente dalla realtà, perché dobbiamo capire che in questo momento ci sono circa 1,5 miliardi di autorizzazioni che sono state date in termini di crediti di imposta e voi avete aumentato le aree di circa 500 volte. Ciò significa, per renderci conto, che per avere una ZES che abbia una capienza fiscale di un certo livello dovremmo aumentare di 500 volte la capienza fiscale della ZES rispetto a quella di adesso. Ciò significa che dal miliardo che abbiamo quanti altri soldi dovreste mettere? Cinquecento miliardi? Non siete in grado neanche di trovare un miliardo di euro né di trovare 100 milioni di euro, Ministro Fitto!

Quindi, è ovvio che avete un problema di governance e di collo di bottiglia, avete un problema di soldi perché questa ZES è una trasformazione genetica del decreto Mezzogiorno, questa è la verità. C'erano un miliardo e 800 milioni di euro del decreto Mezzogiorno e voi li state utilizzando per fare questa ZES che è semplicemente un contributo a pioggia diluito per tutte le aziende per il Mezzogiorno; quindi, ad ogni azienda andrà una piccolissima quantità di soldi.

Allora, cosa chiediamo con quest'ordine del giorno? Per cercare di correggere tutte le storture che ci sono, chiediamo quantomeno di estendere la durata del credito d'imposta ad almeno tre anni perché un imprenditore, Ministro Fitto, se ha solo un anno di credito d'imposta non ha la possibilità di guardare neanche a una data media di tre anni. Di che cosa stiamo parlando? È un provvedimento che non è assolutamente strutturale.

PRESIDENTE. Onorevole, dovrebbe concludere.

FILIPPO SCERRA (M5S). Chiediamo di correggere la norma, allargando la possibilità di godere di questa agevolazione anche con riferimento a investimenti volti alle ristrutturazioni, in maniera tale da ridurre il consumo del suolo.

PRESIDENTE. Onorevole, deve concludere.

FILIPPO SCERRA (M5S). Chiediamo di abbassare la soglia di investimento a 100.000 euro perché in questo modo favoriremmo le piccole e medie imprese, soprattutto le piccole imprese, cosa che non volete fare.

PRESIDENTE. Onorevole Scerra, ha esaurito il tempo.

FILIPPO SCERRA (M5S). Chiudo. Chiediamo di estendere l'Ires al 50 per cento a tutte le ZES per almeno tre anni: anche su questo ci state dicendo di no. Insomma, state continuando nel vostro disastro, nella vostra battaglia contro il Sud (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/38 Scerra, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Ordine del giorno n. 9/1416-A/39 Caramiello: il parere del Governo è contrario. Prego, collega Caramiello.

ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Non si comprende il parere contrario da parte del Governo su quest'ordine del giorno che riguarda il cosiddetto bonus per gli investimenti al Sud. Una misura istituita con la legge di stabilità per il 2016, ossia con la legge n. 208 del 2015, che prevede un credito d'imposta, il cosiddetto bonus investimenti Sud, per l'acquisto di beni strumentali destinati a strutture produttive ubicate nelle regioni del Mezzogiorno, tra cui la Campania, la Puglia, la Basilicata, la Calabria, la Sicilia, la Sardegna e successivamente estesa anche al Molise e all'Abruzzo.

Tale misura, in vigore dal giugno del 2016, si è rivelata fondamentale per le imprese agricole delle regioni interessate, tanto da essere ritenuta uno strumento utile a stabilizzare il sistema produttivo del Mezzogiorno, prevedendo un regime di aiuti consentito alle imprese che acquistano macchinari, impianti e attrezzature destinati a strutture produttive, nuove o esistenti, con la garanzia di un credito d'imposta a liquidità immediata.

Alla luce della centralità di tale misura da anni se ne chiede anche in Parlamento l'estensione alle aziende agricole con reddito agrario e dominicale che non ne risultano beneficiarie, pur costituendo tale tipologia imprenditoriale la gran parte delle realtà produttive in agricoltura in tutto il Paese. Considerando che l'obiettivo del provvedimento in esame è quello di rilanciare l'economia nelle aree del Mezzogiorno, quest'ordine del giorno impegnava il Governo a prorogare, nel prossimo provvedimento utile, la misura del bonus investimenti Sud e a inserire tra i beneficiari della stessa le imprese con reddito agrario e dominicale. Quindi, non si capisce il parere contrario del Governo.

Se il Ministro Fitto può ascoltare ciò che sto dicendo, chiedo che possa rivedere il parere e votare favorevolmente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Non vedo ripensamenti da parte del Governo. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/39 Caramiello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Ordine del giorno n. 9/1416-A/40 Lovecchio, parere favorevole con riformulazione. Accoglie la riformulazione, collega?

GIORGIO LOVECCHIO (M5S). Grazie, Presidente. Chiedo di riascoltare la riformulazione.

PRESIDENTE. Ministro, ordine del giorno n. 9/1416-A/40 Lovecchio.

RAFFAELE FITTO, Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. Nella definizione delle modalità di accesso al credito d'imposta, a valutare l'opportunità di preservare l'automatismo dell'incentivo, al fine di salvaguardare indistintamente l'accesso alla misura, ferme restando le ordinarie attività di controllo in merito alla spettanza del credito, nonché il rispetto del limite di spesa individuato.

PRESIDENTE. Grazie, Ministro. Collega, accoglie la riformulazione?

GIORGIO LOVECCHIO (M5S). No, non accolgo la riformulazione e spiego anche il motivo. La ZES unica è una misura che voi avete previsto per lo sviluppo del Mezzogiorno, però avete dimenticato che nel Mezzogiorno ci sono migliaia e migliaia di piccole imprese che, dai dati che avete fornito, con l'estromissione dei progetti inferiori ai 200.000 euro, saranno escluse. Da quello che emerge dalle bozze della legge di bilancio, verrà stanziato all'incirca l'importo di un miliardo e 800 milioni per la ZES unica. Se stiamo a questo, se prevediamo anche investimenti da 100 milioni, significa che ci sarà un click day, perché basteranno 18 imprese con un investimento da 100 milioni, e decine di migliaia di imprese non godranno di questo beneficio. Quindi, nelle more e nell'attesa di sapere come sarà la definizione delle modalità di erogazione di questi contributi, chiediamo innanzitutto di abbassare il limite e di portarlo a zero, perché ci sono tantissime imprese nel Mezzogiorno che, in questo momento, con investimenti anche da 10.000, 20.000, 30.000 euro, avrebbero una boccata d'ossigeno e noi le stiamo escludendo; se noi dessimo un incentivo a 10.000 imprese, che potrebbero crescere e procedere anche all'assunzione di 5 persone per ognuna, potremmo avere un incremento di 50.000 posti di lavoro.

Quindi, quello che chiedo è un ripensamento su quest'ordine del giorno, altrimenti rendiamo inutili gli ordini del giorno e rendiamo anche inutile la misura della ZES unica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/40 Lovecchio. Il parere del Governo è contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Ordine del giorno n. 9/1416-A/41 Amendola. Ha chiesto di parlare l'onorevole Amendola. Ne ha facoltà.

VINCENZO AMENDOLA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Tramite lei, mi rivolgo al Ministro: mi sembra che questa contrarietà sia un po' “a prescindere”, come diceva il filosofo, perché se quest'ordine del giorno l'avesse presentato un altro deputato eletto in Basilicata al posto mio, magari della maggioranza, non ci sarebbe stato alcun problema. Perché dico questo? Tra le ZES, come lei sa, c'è la ZES jonica; sappiamo tutti la nostra contrarietà sulla ZES unica, ma c'è una particolarità: che la ZES jonica arriva in Val Basento, nella provincia di Matera, dove ci sono investimenti in questo momento molto importanti tra Puglia e Basilicata. È ovvio che la richiesta che viene dal territorio, dagli imprenditori, dai sindacati è di fare un tavolo, perché non incide su Taranto, che è una realtà con altre complessità.

Quello che ho chiesto in quest'ordine del giorno è fare una riunione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), non ho chiesto di fare un rave o qualcos'altro. Possiamo anche togliere i 30 giorni, possiamo mettere 2 mesi o 3 mesi, però ci sono gli investimenti adesso, in atto e quella ZES ha una particolarità geografica, perché la Basilicata è un'area interna, che voi avete glorificato per fare la ZES unica, dicendo che le aree interne ci guadagneranno. La Basilicata ha quella particolarità e, quindi, la mia richiesta - l'ho fatto con l'ingenuità dell'ingenuo parlamentare - è quella di fare un tavolo istituzionale, che poi farete. Però, credo che sia - capisco che sono dell'opposizione ma ci potrebbe essere la firma di qualche altro parlamentare - un segnale di attenzione da parte di questa Camera alla Basilicata, anche perché voi questa riunione la farete. Magari, non ci mettiamo 30 giorni, mettiamoci 2 mesi, 3 mesi o 4 mesi, ma è un segnale per obblighi che ci sono. Tutto qui, senza polemica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ministro?

RAFFAELE FITTO, Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. Anche io, senza alcuna polemica, mi permetto di sottolineare che nel decreto è regolato in modo assolutamente chiaro e coerente il passaggio tra le 8 ZES e la ZES unica. Quindi, è dettagliato nello specifico, anche andando oltre il 31 dicembre. Lo scenario nel quale è necessario organizzare una riunione specifica in un caso è una scelta che non può essere lasciata a una riunione e a un'interpretazione ma è prevista all'interno del decreto-legge ed è dettagliata nello specifico, proprio per evitare che ci possano essere i rischi ai quali lei faceva riferimento.

PRESIDENTE. Prendo atto che i deputati Speranza e Laus lo sottoscrivono.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/41 Amendola, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1416-A/42 Alifano con il parere contrario del Governo. Il collega Dell'Olio lo sottoscrive. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alifano. Ha 4 minuti a disposizione. Mi scusi, mi ero assentata nel momento in cui era intervenuta. Ne ha facoltà.

ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, signora Presidente. Vorrei fare una premessa sulle ZES anche perché, secondo me, il confronto con le altre esperienze ci potrà illuminare su quello che verosimilmente questa maxi ZES alla fine produrrà. Quella delle ZES, come credo che la maggior parte dei presenti sappia, è una misura conosciuta da circa 30 anni nel mondo. Ce ne sono attualmente 5.400 - altri dati parlano di 4.000 - e la maggior parte sono situate in Cina. L'esempio più rilevante di ZES che hanno prodotto effetti favorevoli per lo sviluppo economico è il caso della Polonia, dove sono state costituite 14 ZES, non dunque un enorme territorio come si pensa invece di fare nel caso di specie. Tra queste 14 ZES - mi perdonerete la pronuncia magari non propriamente corretta - c'è quella di Kostrzyn, che ha avuto un certo successo. Perché ha avuto successo? Ha avuto successo per la vicinanza con la Germania, ha avuto successo perché è stata raggiunta da incentivi molto importanti dell'Unione europea e poi perché vi è la presenza di importanti infrastrutture. Parlo soprattutto della direttiva ferroviaria che da Parigi passa per Berlino e arriva fino a Varsavia. Perché dico queste cose? Perché la ZES, per come è stata ideata in questo intervento normativo, finirà verosimilmente con il tagliare fuori le aree interne, soprattutto quelle sprovviste di infrastrutture, e quindi contribuirà ulteriormente alla desertificazione delle stesse. Un imprenditore, ovviamente, preferirà, infatti, avviare la propria attività lungo la costa o comunque nelle aree fornite di infrastrutture. Quindi, non si combatterà nel modo più assoluto lo spopolamento delle aree interne e la loro desertificazione industriale. Altro problema che sorge è quello derivante dall'aver previsto il limite di 200.00 euro per progetto di investimento.

Che cosa significa questo? Significa che le startup e le piccole e medie imprese ovviamente non riceveranno alcun sollievo e verranno ulteriormente penalizzate. Con quest'ordine del giorno si chiedeva per l'appunto di abbassare questo limite o addirittura di eliminarlo. Ovviamente si confida in un ripensamento da parte del Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Non vedo ripensamenti del Governo.

Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/42 Alifano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/43 Raffa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1416-A/44 Sergio Costa.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Dell'Olio. Ne ha facoltà.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Grazie, Presidente. Credo di aver già sottoscritto l'ordine del giorno. Volevo far pervenire al Ministro l'ipotesi, contenuta in quest'ordine del giorno, di includere tra le spese agevolabili anche le spese per la riqualificazione di immobili esistenti. La normativa prevede che ci siano l'ampliamento, la costruzione del nuovo, ma non la riqualificazione. Nell'ottica di un utilizzo adeguato dei pochi soldi che verranno dati alle ZES, è assurdo pensare di non poter concedere la riqualificazione e concedere, invece, la nuova costruzione. Io posso avere uno stabilimento brutto e vecchio che sicuramente mi costa meno che farne uno ex novo; posso farne uno ex novo considerando anche, se vogliamo, gli interventi finalizzati all'efficientamento energetico e antisismico degli edifici, però non posso riqualificarlo. È assurdo, anche perché non si andrebbe a occupare altro suolo pubblico.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/44 Sergio Costa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Passiamo all'ordine del giorno n. 1416-A/45 Scutellà, con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Scutellà. Ne ha facoltà.

ELISA SCUTELLA' (M5S). Grazie, Presidente. È veramente incredibile come questo Governo sia in contraddizione anche con se stesso. So che avete problemi nella maggioranza ma arrivare al punto di mettere in campo un decreto, chiamandolo decreto Sud, e di inserire, all'interno dello stesso, misure contro il Sud è veramente paradossale. Non l'avevo mai vista una cosa del genere. Spiego meglio cosa stiamo dicendo. Quello che chiedo nel mio ordine del giorno è di non discriminare le piccole e medie imprese. Che cosa avete fatto? Avete stabilito un tetto massimo per poter usufruire dell'agevolazione del credito d'imposta per l'acquisto di beni strumentali. Questo è quello che sto chiedendo io. Voi avete già messo in campo in precedenza azioni punitive nei confronti del Sud, come la cancellazione del reddito di cittadinanza e come il definanziamento dei soldi del PNRR e mi fa piacere che sia presente qui il Ministro Fitto, competente proprio in questa materia. Bene, quest'odio nei confronti del Sud continua anche all'interno di questo decreto. Io vi chiedo, con un ordine del giorno, di rimediare al vostro errore ma ovviamente ottengo parere contrario. Un giorno capirò che cosa vi ha fatto il Sud, il Mezzogiorno, di che cosa siamo colpevoli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Forse del fatto di avervi dato fiducia? Forse qualcuno è colpevole anche di questo? Concludo dicendo che noi avevamo messo in campo la misura “Io resto al Sud”. Con voi la misura è “Io scappo dal Sud”(Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/45 Scutella', con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Passiamo all'ordine del giorno 9/1416-A/46 Dell'Olio, che chiede di parlare. Ne ha facoltà.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Signor Presidente, con quest'ordine del giorno noi volevamo permettere al Governo di mettere una toppa a quello che è stato fatto con il decreto Coesione. L'articolo 16 istituisce questo credito d'imposta delle ZES. Peccato però che la norma non individui assolutamente gli importi, le aree, eccetera. Ma non lo dico io. Lo dice il dossier sui profili finanziari, a pagina 37, dove si dice che la relazione tecnica non fornisce elementi di maggior dettaglio circa la quantificazione e la copertura. E lo dice anche l'altro dossier, quello contenente le schede di lettura, a pagina 114, ove vi è scritto: “si valuti, pertanto, l'opportunità di specificare in sede legislativa i profili operativi e finanziari della norma in esame”.

E lo dice, infine, anche l'articolo 17 della legge di contabilità, il quale - e lo devo leggere testualmente - dice: “In attuazione dell'articolo 81 della Costituzione (…), ciascuna legge che comporti nuovi o maggiori oneri indica espressamente, per ciascun anno e per ogni intervento da essa previsto, la spesa autorizzata, che si intende come limite massimo di spesa, ovvero le relative previsioni di spesa (…) provvedendo alla contestuale copertura finanziaria dei medesimi oneri, ai sensi del presente comma”.

Ecco, Presidente, tutto questo non c'è nell'articolo 16 di questo decreto-legge che, come tale, non dovrebbe essere assolutamente applicato. In Commissione bilancio abbiamo sollevato questo problema, ne abbiamo parlato, ma è stato bellamente ignorato. La cosa curiosa è che, entrando oggi in Aula, ho recuperato un supplemento, quello dove vi è il discorso dell'AIR e, a pagina 30, la questione si ripete. Non lo diciamo noi, lo dice anche l'AIR, quindi è qualcosa su cui il Governo ha chiesto di intervenire: “(…) non essendo ancora determinati il suddetto limite di spesa e gli ulteriori criteri di applicazione e fruizione del credito d'imposta, ulteriori (…) potranno essere indicati (…)”. Ma il “potranno” non va in regola con la legge di contabilità. Questo decreto, questo articolo è in pieno contrasto con la legge di contabilità. E il fatto di aver messo un'ipotetica toppa nella legge di bilancio di 1,8 miliardi, di fatto, sta intervenendo in modifica dell'articolo 16 che prevedeva un decreto successivo del Ministro. Quindi, di fatto, non ci ha permesso di lavorare in maniera corretta.

Ma quel che è peggio è che, essendo andati in contrasto con la legge di contabilità, oggi si applicano due pesi e due misure, perché quando, due settimane fa, è stato bocciato l'articolo 7 sul salario minimo, si è detto che quello andava in contrasto con la legge di contabilità. Eppure, in quel caso, non vi era alcuna previsione normativa di importi da coprire, perché negli articoli da 1 a 6 il Governo ha detto che non c'erano oneri e il fatto che all'interno dell'articolo 7 ci fosse esclusivamente la possibilità per il Governo di inserire in legge di bilancio benefici per soggetti privati non era un obbligo del Governo. Quindi, in questo caso, sono stati applicati due pesi e due misure.

Con quest'ordine del giorno chiediamo al Governo di esprimersi e di dare un parere definitivo sulla situazione e sul perché abbia ritenuto di fare ciò, in regola con la legge di contabilità - ve l'ho letta prima e non c'è un punto della legge di contabilità che sia stata prescritta da questo decreto-legge - perché, altrimenti, non possiamo in questo Parlamento andare avanti con un Governo che adotta due pesi e due misure a seconda del disegno di legge che sta portando avanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/46 Dell'Olio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1416-A/47 Simiani, che chiede di intervenire. ne ha facoltà.

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io vorrei discutere questo utile ordine del giorno, perché ritengo che non solo le aree interne siano state, in questo provvedimento, lasciate da parte, ma che non ci sia stata, da parte del Governo, una vera concertazione o, soprattutto, una vera discussione nell'ambito di questa problematica. Vi ricordo che parliamo di oltre 4.000 comuni, oltre il 60 per cento del territorio nazionale, in cui oggi le distanze sono le vere disuguaglianze, in cui il trasporto pubblico non arriva, dove la sanità effettivamente ha problemi oggettivi in termini territoriali e in termini di assistenza. E siccome i cittadini sono tutti uguali, noi dobbiamo, in questo caso, incentivare e, soprattutto, anche regolare, nell'ambito anche della concertazione e nel Parlamento, tutti i vari passaggi.

Nell'articolo 7 voi citate la possibilità di strutturare una cabina di regia. Noi vorremmo che la documentazione che uscirà da questa cabina di regia, che verrà concertata con il Governo, sia un elemento di discussione anche all'interno del Parlamento, delle Commissioni e dell'Aula. Credo, infatti, che anche la discussione del Piano, che dovrà essere discusso con lo PSNAI nell'ambito degli interventi e delle priorità strategiche che verranno decise, dovrà avvenire anche in sede di Commissioni e del Parlamento.

Voglio dire un'altra cosa, però, Ministro, perché oggi lei, in questo Parlamento, ha - secondo lei - chiarito alcune posizioni. Io credo che non le abbia chiarite. Vi spiego perché. Noi, nel mese di giugno, abbiamo depositato un'interrogazione a firma di quaranta parlamentari del Partito Democratico - quaranta! - per quanto riguarda il Fondo di perequazione infrastrutturale, con riferimento alla legge n. 121 del 2021. Penso che ciò possa essere confermato anche dall'onorevole Carfagna, che era Ministro all'epoca, quando il Governo aveva confezionato e ragionato di 4 miliardi e 600 milioni, che dovevano essere distribuiti in tutto il Sud e anche in altre parti del Paese, per ridurre il gap infrastrutturale fra le varie regioni. Questa cosa non è successa e vogliamo capire perché. Vogliamo capire perché lei ancora non ha risposto a questa interrogazione e vogliamo capire come mai il Governo, che aveva già un documento pronto, ancora non abbia distribuito queste risorse (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. L'onorevole Curti ha chiesto di sottoscrivere.

Se non ci sono altri interventi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/47 Simiani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/48 Tenerini, il parere è favorevole con riformulazione: va bene, collega? Sì. Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/49 Nazario Pagano, c'è un invito al ritiro. Il collega Nazario Pagano chiede di intervenire. Ne ha facoltà.

NAZARIO PAGANO (FI-PPE). Sì, grazie, Presidente. Gentile Ministro, la questione è a lei molto nota: lo scorso 7 agosto, il Governo, dopo aver ottenuto il via libera dalle Camere, ha di fatto presentato alla Commissione proposte per la revisione del PNRR e del REPowerEU. Il documento prospetta una serie di aggiustamenti ai target e alle milestone, relativi agli investimenti e alle riforme incluse nel Piano concordato con le istituzioni europee nel luglio 2021 e individua una serie di nuovi interventi destinati a costruire un nuovo capitolo di REPowerEU.

Tutto è molto noto, però questo nuovo Piano prevede una diversa allocazione delle risorse, con l'incremento e la creazione di nuovi obiettivi e il contestuale definanziamento di altri. In questa vicenda di definanziamento, purtroppo, ben 4 investimenti interessano l'Abruzzo, e sono stati definanziati, per un totale di oltre 555 milioni di euro - dato poi confermato a seguito della verifica effettuata sulla piattaforma Regis della Ragioneria generale dello Stato -, tra l'altro con una diminuzione complessiva di finanziamenti che, complessivamente, tenuto conto anche dei cofinanziamenti, si aggira intorno ai 629 milioni di euro. Fra questi, ovviamente, vi sono investimenti estremamente importanti, che lei conosce benissimo, Ministro, primo fra tutti, ma non unico, il raddoppio della linea ferroviaria Roma-Pescara che in Abruzzo - e lei lo sa - si attende da un secolo, addirittura.

Allora, quello che le chiedo, gentile Ministro Fitto, comprendo che il Piano non sia stato ancora approvato in sede europea e, quindi, assumere impegni sia complicato, non essendo ancora chiaro e pertanto, l'ordine del giorno a mia prima firma è sottoposto, evidentemente, a una sorta di condizione sospensiva, ma, in questa sede è importante che vi sia almeno un impegno da parte sua, ove il Piano venisse approvato, nel portare a compimento queste importanti opere che sono di straordinario valore per la mobilità e, soprattutto, per la possibilità di avere capacità di attrazione di investimenti in Abruzzo, diversamente, davvero resteremo ancorati. Quindi, quello che intendo dirle è che vorrei ascoltarla, prima, eventualmente, di ritirare il mio ordine del giorno.

PRESIDENTE. Prego, Ministro Fitto.

RAFFAELE FITTO, Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR.

Signor Presidente, ringrazio il collega Nazario Pagano, l'invito al ritiro deriva dal fatto che, com'è noto, il Governo ha proposto una soluzione di revisione del piano e l'occasione è anche utile per ribadire un concetto. Non c'è un definanziamento degli interventi, se è vero, com'è vero, che nella proposta di revisione che noi abbiamo inviato alla Commissione europea, abbiamo un tavolo di confronto aperto che, laddove dovesse concludersi positivamente, porterebbe alla possibilità di spostare questi interventi su altre fonti di finanziamento. È importante sottolineare due elementi. Il primo sul perché viene fatta questa proposta, non per una scelta da parte del Governo, ma perché sia le modalità di rendicontazione e ammissibilità di questi interventi sia il termine che, al momento, resta quello del 30 giugno 2026 per poter completare gli interventi con il collaudo previsto, portano anche il Governo, sulla base del lavoro che stiamo facendo, a verificare la enorme difficoltà - uso questo riferimento - a realizzare una serie di interventi entro quelle tempistiche. Per questa ragione, il Governo ha proposto questa soluzione. Nel frattempo, gli interventi sono regolarmente finanziati. Lo voglio ribadire, perché nella nostra proposta di revisione non abbiamo in alcun modo toccato il decreto di finanziamento di tutti gli interventi del PNRR che, quindi, restano regolarmente finanziati. Quando si completerà la fase di definizione della revisione del Piano, in quel momento, il Governo ha assunto un impegno - ed è evidente che sarà così - per rifinanziare questi interventi su altre fonti di finanziamento. Proprio in riferimento al fatto che questi interventi abbiano costituito e rappresentino obbligazioni giuridicamente vincolanti ciò è la migliore garanzia di confermare il finanziamento anche su altre fonti, anche e soprattutto perché è evidente che laddove dovessero permanere interventi che sono inseriti all'interno del PNRR e di cui noi proponiamo lo spostamento, che hanno oggettive difficoltà - abbiamo avuto modo, nei mesi scorsi, e avremo modo, nei prossimi mesi, di verificare ulteriormente questo - potremmo, evidentemente, incappare in un rischio ancor più grosso, che è quello di ritrovarsi a non raggiungere gli obiettivi indicati, a perdere il finanziamento e a dovere, a quel punto, sì, andare a recuperare le eventuali risorse per finanziare gli interventi che, nel frattempo, saranno andati avanti, ma questo dovrebbe accadere tra uno o due anni. Invece, oggi, avendo noi la finestra aperta della revisione del Piano, facciamo questo ragionamento.

Ecco perché in questo momento mi permetto di chiederle, alla luce della garanzia e della volontà che il Governo mette in campo di confermare questa volontà, di ritirare l'ordine del giorno, sapendo che però gli impegni e le questioni sollevate, non solo evidentemente per l'Abruzzo, cosa che lei ha sollevato, ma anche per tutte le altre regioni e per le altre misure di intervento, vedono l'attenzione e la conferma da parte del Governo.

PRESIDENTE. Collega Pagano, prego.

NAZARIO PAGANO (FI-PPE). Signor Presidente, la ringrazio di avermi ridato la parola. Signor Ministro, le sue rassicurazioni mi hanno convinto a ritirare il mio ordine del giorno e sono certo che si troverà l'occasione per poterli finanziare queste opere (Applausi).

PRESIDENTE. Pertanto viene ritirato l'ordine del giorno n. 9/1416-A/49 Nazario Pagano.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1416-A/50 Penza, su cui il Governo ha espresso parere favorevole con riformulazione.

Chiedo all'onorevole Penza se accetta la riformulazione del Governo.

PASQUALINO PENZA (M5S). Signor Presidente, non accetto la riformulazione del Governo e chiedo di metterlo in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/50 Penza, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1416-A/51 Carfagna. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Vorrei dire all'onorevole Rizzetto, non me ne vogliano i colleghi (attraverso di lei, giustamente, Presidente, certe volte sfugge). Vorrei dire, appunto attraverso di lei, all'onorevole Rizzetto che anche io sono abbastanza convinto che gli ordini del giorno non servano a molto, penso che siano una parte deteriorata dei nostri lavori parlamentari e ha ragione chi dice che, purtroppo, è l'unica cosa che c'è rimasta. Dico, tra parentesi, non a causa di questo Governo, ma è una prassi che va avanti ormai da parecchio tempo. Vorrei, però, lo dico al Ministro Fitto, evitare il capolavoro - il collega Rizzetto si è accorto su un ordine del giorno, che era inutile; io penso che siano, in generale, inutili - di trasformare un ordine del giorno, che non è utile, in qualcosa che diventa addirittura dannoso, signor Ministro. Allora, perché le dico questo? Io la conosco, Ministro, e non penso che lei non abbia letto l'ordine del giorno. So che ci possono essere ragioni che l'hanno portata a decidere, nel complesso, di dare un parere contrario sull'ordine del giorno. Mi permetto, però, per evitare un corto circuito, signor Ministro, di sottolinearle che il dispositivo dell'ordine del giorno dice, semplicemente, di procedere con la massima celerità all'erogazione di finanziamenti già stanziati e approvati dal CIPESS. Troverei, semplicemente, fuori dalla grazia di Dio che il Governo si metta contro dei finanziamenti che sono già stati varati dai governi precedenti e deliberati dal CIPESS. Presumo - potrei sbagliarmi, signor Ministro - che forse sono le premesse. Ministro, non glielo devo dire io. Vi è la possibilità di chiedere una riformulazione, nella quale si eliminano le premesse e si lascia il dispositivo perché sarebbe semplicemente, a mio avviso, folle che il Governo si mette contro finanziamenti già deliberati dal CIPESS.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carfagna. Ne ha facoltà.

MARIA ROSARIA CARFAGNA (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Il collega Giachetti ha anticipato alcune questioni che avrei voluto sottoporre al Ministro, perché qui, con quest'ordine del giorno, noi non chiediamo di stanziare nuovi fondi, colleghi. Noi chiediamo di erogare fondi che sono già stati stanziati a favore delle aree interne: 40 milioni per la prevenzione incendi, 198 milioni per le vecchie e nuove aree, 11 milioni di euro per le isole minori. Sono fondi che servono per ridurre i divari e i disagi delle aree interne, che si riducono non attraverso i cambi di governance, ma finanziando, appunto, opere pubbliche e infrastrutture. Quindi, io non capisco se c'è la volontà del Governo di definanziare queste opere ma, a quel punto, immagino che serva una norma o una revoca della delibera CIPESS, oppure se sono stati erogati stanotte e, a quel punto, io ritiro l'ordine del giorno. O, ancora, se dovesse essere, come ha detto il collega Giachetti, se c'è qualcosa che non va nelle premesse si chiede di riformulare le premesse. Il dispositivo chiede semplicemente di erogare fondi già stanziati che non hanno colore politico.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alifano. Collega, è già intervenuta due volte, mi spiace.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Presidente, ma il Governo?

PRESIDENTE. Non mi sta dando segnali, il Governo. Non posso obbligarlo a parlare, il Governo. Prego, onorevole Ministro. Se non chiede la parola…

RAFFAELE FITTO, Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR.

È evidente, c'è almeno un punto nelle premesse che va espunto, però, se possiamo proseguire, così chiudiamo questa parte delle premesse ed evidentemente facciamo un approfondimento ulteriore, però c'è un punto è che già individuato. Se lo possiamo…

PRESIDENTE. Ministro, se ci spiega la proposta di riformulazione, così la sottoponiamo all'Aula.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). L'accantonamento!

RAFFAELE FITTO, Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. No, sto chiedendo l'accantonamento, perché una parte è già individuata, ed era quella dalla quale scaturiva questo, e poi vediamo un attimo nel frattempo…

PRESIDENTE. Allora lo accantoniamo, va bene. L'onorevole Alifano chiede di sottoscriverlo, giusto? Collega, non posso farla parlare, mi dica solo se lo sottoscrive. Benissimo. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Per sottoscriverlo, a nome di tutto il gruppo, se l'onorevole Carfagna è d'accordo.

PRESIDENTE. Benissimo, lo sottoscrive anche il gruppo del PD. L'ordine del giorno n. 9/1416-A/51 Carfagna è accantonato.

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/52 Ciancitto vi è un parere favorevole con riformulazione: va bene. L'ordine del giorno n. 9/1416-A/53 Loizzo è accolto come raccomandazione: va bene. L'ordine del giorno n. 9/1416-A/54 Cangiano è accolto come raccomandazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/55 Trancassini vi è un parere favorevole con riformulazione: va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/56 Cerreto vi è un parere favorevole con riformulazione: va bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/57 Barbagallo vi è un parere favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare il collega Barbagallo. Ne ha facoltà.

ANTHONY EMANUELE BARBAGALLO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non accetto la riformulazione del Governo. Come abbiamo denunciato sin dalla prima lettura del testo, con questa norma si consuma un vero e proprio scippo al Sud. In pochi articoli ce n'è per tutti, dai tagli per le aree interne a quelli per i comuni e, purtroppo, vi sono anche i tagli di 300 milioni per la valorizzazione dei beni confiscati alla mafia. La ferita più profonda, però, è quella della modifica del Fondo sviluppo e coesione. Con un solo articolo viene disconosciuta una dichiarazione d'impegno verso il Mezzogiorno ormai trentennale. Il procedimento, che parte con i vecchi fondi per le aree sottoutilizzate, ha visto impegnati, nel corso degli anni, anche alla luce dei principi costituzionali di sussidiarietà e di partecipazione, i Governi che si sono succeduti negli ultimi 25 anni insieme con le regioni e gli enti locali. Questo percorso, che ha consentito l'individuazione di risorse consistenti, e ci sono stati anni in cui la somma degli interventi è arrivata fino a 91 miliardi per il Sud, viene oggi modificato con un solo articolo e con l'insopportabile tenaglia per la democrazia fatta dall'abbinamento decreto-legge e fiducia. Con un disegno centralistico e autoritario viene accentrato tutto a Roma e salta completamente la partecipazione delle città metropolitane come centri di individuazione della spesa pubblica. Un'inversione a U rispetto a quanto accaduto con il PNRR, che invece fa dei comuni e delle città metropolitane il perno della capacità di erogazione delle risorse.

E, ancora, salta completamente la ripartizione per aree tematiche, che ha dato tanto, negli ultimi anni, allo sviluppo dei settori cultura e turismo, ma che ha garantito anche un sostegno significativo all'ambiente, con il finanziamento delle bonifiche dei siti contaminati di cui il Sud è pieno e per cui lo Stato paga sanzioni salatissime, e inopinatamente salta il ruolo delle regioni, con il complice silenzio di qualche governatore del Sud, come Schifani, che, dopo avere detto “sì” all'autonomia differenziata, non batte ciglio su una norma che mortifica e toglie fondi alla Sicilia. Quello che dovrebbe essere il Fondo per la coesione, pensato proprio per lenire le diseguaglianze, destinato ad aree che devono recuperare in competitività economica, sociale e infrastrutturale, diventa, signor Ministro, il suo tesoretto, e cioè un fondo da destinare per interventi a titolarità da parte del Ministero, senza neppure concordare la spesa con le regioni. Insomma, una vergogna. Ma, ahimè, non è tutto. Con una rara pervicacia, ci si accanisce anche sulle opere già finanziate. Infatti, nel caso in cui non venisse rispettato il cronoprogramma dei lavori, l'opera viene definanziata e le risorse accedono al tesoretto del Ministro Fitto. Una norma truffa, un furto delle risorse del Mezzogiorno, nel silenzio dei deputati di maggioranza del Sud o eletti al Sud, che non hanno nulla da dire su questa previsione, che rischia di far saltare anche diversi interventi in corso. È la solita storia, quella che, per anni, è stata raccontata alla mia generazione: il Sud che non sa spendere, e quindi diamo i soldi a chi è in grado, sulla carta, di spendere subito e meglio.

Ci opporremo in ogni sede, dalla piazza più piccola d'Italia al consiglio comunale del comune più isolato. È un furto insopportabile per il Sud quello che votate oggi e che meritava almeno un confronto con le parti sociali, con le categorie produttive, con le regioni, e soprattutto meritava un confronto parlamentare in considerazione del fatto che rompete la logica di spesa e un consolidato equilibrio normativo applicato negli ultimi 30 anni.

Decidete di imporre la legge dei numeri in Parlamento con il già citato duo decreto-legge e fiducia, ma certamente oggi aprite una lacerazione profonda con le popolazioni del Sud. Concludo, signor Presidente, con un'ultima ferita, quella dei tagli legati all'FSC del dissesto idrogeologico, tagli per 1,3 miliardi. Non servono ulteriori riprove, nel tempo in cui viviamo, che certifichino la fragilità del Paese. Cambiamenti climatici, terremoti e alluvioni sono una sentenza inappellabile. Ma, nel testo, con quale coraggio proponete tagli sui fondi per il dissesto? Per non parlare della norma su Lampedusa, che deroga alle procedure di impatto ambientale in uno dei luoghi più incantevoli ma anche più fragili del Mediterraneo. Per queste ragioni insistiamo sull'ordine del giorno per come proposto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/57 Barbagallo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1416-A/58 Casu. Ha chiesto di parlare il collega Casu. Ne ha facoltà.

ANDREA CASU (PD-IDP). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, intervengo per presentare quest'ordine del giorno all'Aula e anche per richiamare l'attenzione su un elemento positivo di questo decreto, ma fatto nel modo sbagliato. Siamo all'articolo 19, 2.200 assunzioni per le regioni Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, per le città metropolitane, le province, le unioni dei comuni. Vengono previsti dei nuovi concorsi e degli oneri, 11 milioni di euro, che verranno tagliati al trasporto pubblico locale, al fondo con cui si finanzia il trasporto pubblico locale.

In questo momento, nelle audizioni in Commissione stiamo assistendo al grido di dolore di un settore costretto a fronteggiare le conseguenze della crisi climatica, il boom turistico, l'aumento dei costi con risorse che sono già insufficienti. Servono subito almeno 700 milioni di euro in più per indicizzare il fondo all'inflazione pregressa e programmata per il 2023 e 900 milioni di euro per il rinnovo dei contratti per quei lavoratori e quelle lavoratrici che nelle metro, nei bus, nei treni e nelle stazioni sono costretti a subire sempre più spesso anche vere e proprie aggressioni, violenze, frutto anche dell'esasperazione di cittadini costretti a vivere con un trasporto pubblico sempre più insostenibile. Qui, invece di dare un segnale forte di sostegno, di apertura, di finanziamento, diamo un segnale sbagliato, devastante, andiamo a tagliare le risorse destinate al trasporto pubblico locale. I soldi ci sono, ci possono essere, lo abbiamo indicato chiaramente. L'aumento dell'IVA sul caro carburante ha comportato maggiori entrate, potrebbero essere rese immediatamente disponibili, ma dobbiamo cercare soprattutto di non tagliare quello che è attualmente previsto.

Quando poniamo il tema, lo abbiamo fatto in molte sedi, del rinnovamento e del rafforzamento della pubblica amministrazione, che possono essere raggiunti anche mediante lo scorrimento delle graduatorie dei concorsi unici in corso di validità, non lo facciamo solo per aprire le porte a una nuova generazione di competenze, di esperienze, di professionalità, a decine di migliaia di giovani che hanno già fatto i concorsi e che potrebbero intervenire subito, non lo facciamo solo perché è la soluzione più rapida, economica ed efficace per rispondere alle esigenze del turnover, alla fame di personale, specialmente nel Mezzogiorno, lo facciamo perché sappiamo che in determinate condizioni - questo è uno di quegli esempi - non farlo comporta dei costi immediati, costi che devono essere coperti, costi che devono essere coperti con dei tagli.

Ora, se non siete d'accordo con noi e non siete nemmeno d'accordo con voi stessi che, quando eravate all'opposizione, invocavate lo scorrimento delle graduatorie - ricordo i tweet della Presidente Meloni, allora alla guida di Fratelli d'Italia, che incalzava il Governo, chiedeva gli scorrimenti - potete non farlo, potete non scegliere questo strumento, ma una cosa dovete mettere chiaramente in evidenza, cioè che, se volete portare avanti questo spreco di risorse, perché di spreco di risorse si tratta, almeno la richiesta è di non utilizzare le risorse del trasporto pubblico locale, del diritto alla mobilità dei cittadini e delle cittadine.

Vede, cara Presidente - per suo tramite, mi rivolgo al Ministro, ai rappresentanti del Governo e anche al presidente Rizzetto - c'è una sola cosa peggiore dell'essere inutili ed è l'essere dannosi. Io penso che in quest'Aula non siano inutili i nostri ordini del giorno ma che sia dannoso il comportamento di una maggioranza che, invece di aprirsi al confronto parlamentare nei limitatissimi spazi che ci sono concessi in questa legislatura che ha il record di decreti e fiducie, sceglie di trincerarsi dietro a una raffica - lo ha detto bene il collega Amendola - di “no” a prescindere. Questa, invece, può essere un'occasione per fare un passo in avanti concretamente, per rivendicare il lavoro che è stato fatto anche nella Commissione affari costituzionali e nella Commissione lavoro, quando abbiamo introdotto emendamenti migliorativi ai decreti PA1 e PA2 proprio per riconoscere il principio delle convenzioni come strumento per le pubbliche amministrazioni, laddove è possibile, laddove ci sono queste competenze, laddove ci sono le condizioni per poterlo fare. In questa occasione, potrebbe voler dire mandare da quest'Aula un doppio messaggio positivo: da un lato, risparmiare ogni taglio al trasporto pubblico locale e, dall'altro, poter dotare subito la pubblica amministrazione delle nuove energie di cui ha bisogno. Si può fare, però bisogna volerlo fare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ministro, prego.

RAFFAELE FITTO, Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. L'occasione di quest'ordine del giorno mi consente, innanzitutto, di spiegare il senso del programma Capacità per la coesione, cioè il lavoro che il Governo ha fatto con la Commissione europea per ottenere un finanziamento che consente l'assunzione di 2.200 funzionari, quasi tutti nei comuni, a tempo indeterminato, con risorse europee. Si prevede la copertura di questo personale, fino al 31 dicembre 2029, con risorse europee. Questo lo voglio dire in premessa per valorizzare il risultato raggiunto e il senso dell'impegno portato avanti, perché è evidente che noi, all'interno di questo programma, abbiamo non solo costruito una relazione molto positiva con la Commissione europea ma abbiamo centrato uno dei punti e dei problemi che in tutte le nostre discussioni, quando si parla di PNRR, di coesione o di capacità amministrativa ai differenti livelli, emerge in modo molto chiaro soprattutto in riferimento ai limiti e alle difficoltà dei comuni. Aver recuperato questo programma con la copertura di risorse, a livello europeo, fino al 31 dicembre 2029, ci consente di dare una prima risposta importante. La graduatoria Ripam non è compatibile con questo progetto, quindi non è una questione di scelta, è una questione di presa d'atto rispetto a quello che lei diceva.

Infine, il tema del trasporto pubblico locale. Dal 1° gennaio 2030, questa copertura dovrebbe essere garantita e, per poter definire un accordo con i comuni che dovrebbero nella maggior parte dei casi subentrare, perché le assunzioni sono rivolte, per la quasi totalità, ai comuni, una piccola parte alle province e alle regioni e qualche decina di persone a livello centrale, si è individuata, a livello di Ragioneria, quella copertura a partire dal 2030 sapendo che, da qui al 2030, la definizione degli aspetti di dettaglio collegati a questa copertura sarà trovata in formula differente, anche perché i comuni devono impegnarsi a subentrare nell'ambito dei loro bilanci. Quindi, se noi, oggi, paghiamo queste risorse con l'utilizzo di questo programma fino al 31 dicembre 2029, poi ci dovrà essere una continuità proprio perché la risposta non è casuale né momentanea, con assunzioni, come spesso o sempre è accaduto, a tempo determinato, ma prevede una scelta molto forte e molto chiara, con le assunzioni a tempo indeterminato. Sono queste le ragioni per le quali non c'è un parere favorevole a quest'ordine del giorno e, quindi, come può notare il collega, è nel merito e non è una contrapposizione di carattere strumentale o di scelta preliminare di contrarietà.

PRESIDENTE. Onorevole Casu, prego.

ANDREA CASU (PD-IDP). Nel ringraziare il Ministro per la risposta, che ci ha consentito di entrare nel merito, io segnalo semplicemente, limitatamente agli impegni dell'ordine del giorno - li lasciamo a futura memoria, non pretendo di cambiare gli orientamenti - una riflessione.

Innanzitutto, un aspetto positivo, ossia che il primo impegno, cioè quello di valutare, per quanto di sua competenza, la possibilità di aggiungere alle procedure concorsuali, previste dall'articolo 19 anche, la possibilità di procedere all'assunzione mediante scorrimento di graduatorie Ripam in corso di validità, non serve, perché l'avete già valutato e avete valutato che non si possa procedere. Ora quest'aspetto lo accerteremo e, quindi, non difendo questo primo impegno. Però vorrei dire che il secondo punto dell'impegno è esattamente quello che lei ha detto nelle sue parole. Quindi, per la maggioranza, votare contro questo impegno, in cui chiediamo semplicemente che questo impegno sul 2030 non vada a togliere un euro di finanziamento, significa votare non solo contro un ordine del giorno della minoranza, ma anche contro quello che lei ha appena detto da un punto di vista di maggioranza.

PRESIDENTE. Grazie, collega Casu, ha esaurito il suo tempo.

ANDREA CASU (PD-IDP). Abbiamo esaurito il nostro tempo, però invitavo, comunque, a non votare contro quello che anche il Ministro ha detto.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/58 Casu, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Ordine del giorno n. 9/1416-A/59 Curti, parere favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare il collega Curti. Ne ha facoltà.

AUGUSTO CURTI (PD-IDP). Accetto la riformulazione e chiedo che possa essere messo al voto.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/59 Curti, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 38).

Ordine del giorno n. 9/1416-A/60 De Luca. Ha chiesto di parlare il collega De Luca. Ne ha facoltà, per due minuti.

PIERO DE LUCA (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ci troviamo a commentare questo ennesimo parere contrario a un ordine del giorno che a me e a noi pare assolutamente di buonsenso. Questo è un decreto, lo ripetiamo, non solo inutile - altro che gli ordini del giorno -, è un decreto, purtroppo, dannoso e devastante per il Mezzogiorno, è l'ennesimo atto ostile nei confronti del Sud, e lo è per ragioni che abbiamo tentato di dimostrare: perché non eroga il Fondo per lo sviluppo e la coesione, che è già stato ripartito e distribuito da più delibere CIPESS in questi anni; lo è perché accentra l'utilizzo di queste risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione; ma lo è, soprattutto, signor Ministro, perché, al di là del titolo suggestivo, state cancellando lo strumento delle Zone economiche speciali. Vorrei dirlo con forza: dietro questo nome della ZES unica, in realtà, si nasconde il fatto che non rimane più nemmeno una ZES! Non c'è più nulla! Non c'è più nulla di quello strumento avevamo costruito dal 2017 con il Governo Gentiloni! Non c'è più nulla delle semplificazioni burocratiche amministrative o degli incentivi fiscali che avevamo messo in campo in questi anni e che stavano producendo risultati positivi.

Ricordo, da ultimo, che, grazie agli incentivi fiscali, quali quelli che vi chiediamo di prorogare o di confermare in quest'ordine del giorno, ossia il dimezzamento dell'Ires per le nuove attività economiche che si aprono nelle zone ZES, è stato possibile salvare, con un accordo elaborato proprio dalla ZES Campania, 312 lavoratori e lavoratrici della ex Whirlpool. È un risultato di cui siamo orgogliosi, ottenuto grazie alle Zone economiche speciali attualmente esistenti, che voi state cancellando!. Dovreste confermare l'impianto esistente, invece di smantellarlo. Togliete gli incentivi fiscali ed economici, quali il dimezzamento dell'Ires, confermate il credito d'imposta Sud, peraltro, con un importo insufficiente, perché bastava a coprire il territorio attualmente esistente, non il territorio 500 volte maggiore che immaginate di mettere in campo con una presunta ZES unica e, soprattutto - e chiudo -, create un accentramento in una struttura di missione che bloccherà completamente lo sviluppo delle attività economiche nel Mezzogiorno nei prossimi anni.

PRESIDENTE. Concluda, collega.

PIERO DE LUCA (PD-IDP). Mi spiegate come fanno 60 persone, Ministro Fitto - a questa domanda chiedo solo di rispondere -, in una struttura di missione nazionale, che, nei prossimi anni, secondo una proiezione, dovrebbero dare risposte e autorizzazioni a circa 15.000 richieste di interventi economici, commerciali e logistici, che si dovranno aprire nei prossimi anni in tutto il Mezzogiorno d'Italia? Dovrebbero rilasciare circa 5 autorizzazioni l'ora ogni anno.

PRESIDENTE. Collega, deve concludere, ha esaurito il suo tempo.

PIERO DE LUCA (PD-IDP). Ci dia una risposta, perché voi state bloccando e cancellando le ZES, questa è la verità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)!

PRESIDENTE. Prego, Ministro.

RAFFAELE FITTO, Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. Mi permetto di fare due riflessioni che possono rappresentare un contributo sia per quest'ordine del giorno sia, più in generale, per il dibattito sul decreto. La prima è data dai numeri. Infatti, possiamo confrontarci sulle opinioni qui dentro, ognuno ha tesi differenti, tutte legittime e tutte assolutamente da rispettare, tuttavia i dati delle 8 ZES ci consegnano numeri che sono oggettivi: 121 autorizzazioni uniche. Questo è il fatto. Poi, possiamo commentarlo e discuterlo come vogliamo. Quindi, questo rischio e questa moltiplicazione, che mi auguro ci possa essere, è tutta da dimostrare alla luce di quello che è accaduto con le ZES istituite nel 2017, entrate in vigore nel 2020 e nel 2021 e che, in oltre un anno e mezzo, in qualche caso anche due, hanno prodotto numeri che sinceramente lasciano alcune perplessità rispetto al fatto che oggi stiamo mettendo mano a cose perfette e che funzionano per fare qualcosa di incerto.

La seconda considerazione che voglio fare rispetto al tema della Zona economica speciale e del personale è che non necessariamente - questo è una differenza di approccio e ne prendo atto; io rispetto la sua impostazione, però consentite anche di sottolineare la nostra - aumentare di decine e centinaia di persone la struttura pubblica che deve gestire questa misura e questo intervento è garanzia di efficienza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Probabilmente, renderla molto più semplice e in grado di funzionare in modo efficace potrebbe portare a un contenimento della spesa pubblica e non è un caso che il decreto comporti un costo inferiore nell'ambito della struttura unica rispetto alle 8 ZES, con un secondo criterio che è quello di un automatismo che consente di evitare la proliferazione delle persone che dovrebbero seguire e intervenire su questo, costruendo un meccanismo di funzionamento del sistema in via automatica. Va in questa direzione lo Sportello unico digitale e aggiungo, a beneficio della discussione, che, dopo aver ascoltato diverse critiche rispetto al tema dei contenuti di questo decreto, la Conferenza unificata - quindi i sindaci, con l'ANCI, l'UPI (le province) e quasi tutte le regioni tranne 4 - hanno espresso, dopo un lavoro molto positivo, in sinergia con il Governo che ha recepito molte delle loro richieste, un parere positivo sul decreto. Penso che sinceramente sia strana l'idea che la Conferenza unificata abbia espresso un parere positivo su questo decreto e che, al suo interno, ci siano tutti i contenuti negativi che ho ascoltato. Mi sembra che, in questo senso, possa esserci, invece, una valutazione e un approccio differente e la sfida che portiamo avanti in questa direzione è una sfida che sicuramente rappresenterà una grande opportunità. Io chiudo Presidente, dicendo una cosa e mi voglio rivolgere al Presidente…

PRESIDENTE. Prego, Ministro. Mi scusi, ma abbiamo qualche problema di Regolamento…

RAFFAELE FITTO, Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. Come lei sa, perché magari questo mio intervento può essere interpretato negativamente rispetto ai contenuti dell'ordine del giorno, ricordo a me stesso che la Conferenza dei presidenti di gruppo aveva stabilito un intervento da parte del Governo e del Ministro all'inizio di questo dibattito.

PRESIDENTE. All'inizio, Ministro, esatto.

RAFFAELE FITTO, Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. Abbiamo evitato, per ragioni di tempo, e siamo intervenuti di volta in volta…

PRESIDENTE. Però, Ministro, mi dà l'occasione di risponderle. Finisca il suo intervento, così le spiego che cosa sta succedendo.

RAFFAELE FITTO, Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. Mi sono permesso di andare oltre per due o tre minuti rispetto al contenuto specifico dell'ordine del giorno, soprattutto alla luce di quell'intesa e del fatto che avevamo evitato di farlo fino ad ora. Era solo questo che volevo chiarire.

PRESIDENTE. Ministro, io la ringrazio molto per le precisazioni, però c'è un problema. Siccome sugli ordini del giorno il Regolamento prevede tassativamente che gli interventi siano al massimo due, se lei interviene in risposta ai singoli deputati, poi i deputati non possono risponderle più e, quindi, si crea un problema (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), perché adesso non posso dare la parola, né al collega De Luca, né al collega Provenzano, per esempio, che sono già intervenuti due volte, mentre darò la parola all'onorevole Fornaro, che ancora può parlare. È questo il problema di intervenire in questa fase della discussione, mentre, per prima, effettivamente, lei ha ragione: c'era un accordo in capigruppo, che era stato fatto da tutti i gruppi, di cui la Presidenza era perfettamente a conoscenza e, quindi, quello che ha detto è vero.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Intervengo per un richiamo al Regolamento, ai sensi degli articoli 8 e seguenti. Io non ho alcuna difficoltà a ringraziare il Ministro Fitto per aver risposto nel merito, che si può non condividere, ma che è altra cosa rispetto al silenzio che spesso risuona in quest'Aula. Deve solo tener conto, signor Ministro, che, in questa fase e a quest'ora, molti di noi hanno già esaurito il loro tempo.

Quindi, l'invito è questo: un conto sono alcune precisazioni, ma i colleghi non hanno più diritto di replica e, pertanto, andiamo in una situazione che non è più equilibrata tra il Governo e il proponente dell'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Colleghi, aspettate un attimo. Stiamo facendo una verifica regolamentare, vista la particolarità del dibattito che si è aperto. Collega De Luca, aspetti un attimo: stiamo facendo una verifica volante, diciamo, sul Regolamento. Vista la peculiarità della situazione approfondiamo. Se mi date un attimo, vi dico come procediamo.

Allora, è una situazione peculiare, che possiamo interpretare in questo modo, avendo fatto una verifica regolamentare. Avendo il collega De Luca fatto un precedente intervento su un altro punto e uno su questo e avendo il Ministro risposto al collega su questo punto, io le darò un minuto, collega De Luca, per intervenire su questo. Dopodiché, cerchiamo d'ora in poi, anche alla luce di quello che ha detto il collega Fornaro, che effettivamente risponde ai termini del nostro Regolamento, di andare avanti in modo che i deputati che vengono in qualche modo interpellati abbiano la possibilità di rispondere, altrimenti diventa un dibattito complesso, posto che quello che ha detto il Ministro è verissimo rispetto all'accordo in capigruppo. Ha chiesto di parlare il collega De Luca. Ne ha facoltà, per un minuto.

PIERO DE LUCA (PD-IDP). La ringrazio. Anch'io ringrazio il Ministro Fitto, perché avere una forma di dialogo e non di monologo può essere assolutamente utile e costruttivo, però lo è se si risponde sul merito degli ordini del giorno e non se si comincia a fare un dibattito complessivo sul provvedimento, perdendo di vista quello che noi stiamo chiedendo nel singolo ordine del giorno.

In quest'ordine del giorno noi abbiamo chiesto di ripristinare la riduzione dell'Ires al 50 per cento, cioè l'unica misura di carattere economico e di incentivo fiscale all'attrazione di investimenti nel Mezzogiorno e alla creazione di lavoro nelle zone economiche speciali così come oggi sono vigenti. Perché cancellate questo sgravio fiscale? Cancellare questo tipo di beneficio vuol dire cancellare le zone economiche speciali. Questo è ciò che noi stiamo chiedendo, con quest'ordine del giorno. È un impegno chiaro al Governo, al quale il Governo preferisce non rispondere perché, in realtà, ammette quello che stiamo dicendo, cioè che stanno cancellando le ZES e sono colpevoli di questo disastro ai danni del Mezzogiorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/60 De Luca, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/61 Iacono il parere è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iacono. Ne ha facoltà.

GIOVANNA IACONO (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Non ci stupiamo più di nulla, nemmeno del parere contrario su quest'ordine del giorno. D'altronde, questo Governo si sta distinguendo in fatto di condoni e di deroghe in materia di tutela ambientale e paesaggistica. L'articolo 8 del provvedimento in esame prevede la predisposizione di un piano di interventi strategici con cui sono assegnate al comune di Lampedusa e Linosa risorse nel limite complessivo di 45 milioni di euro, a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione. Per le opere indicate nell'articolo, oltre a quelle presenti nel piano, sono previste semplificazioni in tema di valutazioni ambientali. Il comma 8 prevede che alcuni interventi possano essere realizzati anche in deroga alla normativa paesaggistica. È evidente la delicatezza di azioni in deroga alla normativa paesaggistica, appunto, in siti che costituiscono la Rete Natura 2000.

Con quest'ordine del giorno abbiamo chiesto al Governo un impegno chiaro e, dal nostro punto di vista, semplice, e cioè di agire nell'ambito delle proprie competenze affinché tutti gli interventi siano comunque effettuati nel rispetto delle disposizioni poste a tutela dell'area marina protetta Isole Pelagie della Riserva naturale orientata isola di Lampedusa. Il parere contrario del Governo è un grave pregiudizio sulla questione e dimostra il totale disinteresse di questo Esecutivo su una tematica così delicata e importante. È un dato che ci preoccupa e non poco. Per tutti questi motivi, signora Presidente, chiedo, per il suo tramite, al Ministro Fitto un ripensamento sul parere contrario espresso su quest'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Non vedo ripensamenti da parte del Governo.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/61 Iacono…

GIUSEPPE PROVENZANO (PD-IDP). Presidente!

PRESIDENTE. Onorevole Provenzano, è già intervenuto due volte, non posso farla parlare. Allora, colleghi, prima abbiamo interpretato il Regolamento, in senso (Commenti del deputato Provenzano)… No, non è uguale, perché non ha parlato il Ministro. Se intende sottoscriverlo, io ne prendo atto, ma non posso farla parlare più di due volte, collega Provenzano: è il Regolamento, mi spiace. Il Regolamento dice che lei ha due interventi: è così e non posso farla parlare. L'onorevole Carmina sottoscrive.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/61 Iacono. Il parere del Governo è contrario.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Ordine del giorno n. 9/1416-A/62 Lacarra, parere favorevole con riformulazione. Onorevole Lacarra?

MARCO LACARRA (PD-IDP). Sì, Presidente, accetto la riformulazione, chiedo però che venga messo ai voti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/62 Lacarra, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 41).

Ordine del giorno n. 9/1416-A/63 Lai, parere contrario del Governo. Ha chiesto di parlare il collega Lai. Ne ha facoltà.

SILVIO LAI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Ovviamente, chiedo di metterlo ai voti, però voglio segnalare il motivo per cui abbiamo presentato quest'ordine del giorno. Il tema è l'articolo 16 del decreto nel quale si rimanda a un decreto del Ministro, quindi a una fonte secondaria, la possibilità di regolare e regolamentare il credito d'imposta. Già in qualche modo è stato segnalato, dal Comitato per la legislazione, il fatto che demandare a una fonte secondaria sia non congruo e non adeguato.

Inoltre quest'articolo 16 viene anche ripreso, pari pari, ma in maniera differente, nel testo della legge di bilancio (se non sbaglio, all'articolo 53, in una delle innumerevoli bozze di queste settimane) che, se non sbaglio, oggi è stata presentata ufficialmente alle Camere oppure ancora no. Non so se, nelle more di questo pomeriggio, sia stata presentata nel suo testo definitivo, come ieri ha annunciato il Presidente del Consiglio alle Camere. In ogni caso, nelle innumerevoli versioni della legge di bilancio all'articolo 53 viene trattato lo stesso argomento. È stato già citato dal collega Dell'Olio, Presidente, il fatto che in qualche modo sia un'anomalia che questa norma sia stata accettata in questo decreto e voi l'abbiate approvata col voto di fiducia e, invece, non sia stata accettata con riferimento alla normativa sul salario minimo. Tuttavia, la segnalazione che facciamo è che vi è un po' di incongruenza nelle norme che questo Governo propone: da una parte, con la legge sul regionalismo differenziato, si potenzia la capacità delle regioni di assumere indirizzi, di operare con nuove deleghe, in ragione del trasferimento di risorse, sulla spesa storica; dall'altra, con questo decreto Sud le si cancella totalmente. Si cancellano perché in realtà l'unico punto nel quale il decreto le richiama è, se non sbaglio, all'articolo 13 (che si è mantenuto inalterato, nonostante i tentativi innumerevoli da parte della minoranza di modificarlo), dove è rimasta semplicemente una frase che dice “garantendo la piena partecipazione alle regioni interessate alla predisposizione in sede di struttura di missione del piano strategico regionale”. Da una parte, vi è l'autonomia differenziata; dall'altra, si dice “garantendo la partecipazione”, che non ha alcuna funzione giuridica e non dà alcuna garanzia giuridica. Che la cosa sia in qualche modo delicata si ravvisa all'interno di quest'ordine del giorno. Noi diciamo che il Ministro non possa fare un decreto sulla definizione delle modalità, delle quantità, dei luoghi, delle occasioni, delle condizioni con cui si usufruisce del credito di imposta che è l'unico elemento rimasto a vantaggio di questa ZES unica straordinaria, ma, in realtà, deprivata rispetto alle ZES precedenti. E in quella sede le regioni dovrebbero in qualche modo sentirsi coinvolte soltanto in sede di piano strategico. Poi, “sentirsi coinvolte” vuol dire che non c'è alcun vincolo, alcun elemento di condizionamento, alcuna capacità di influire sulle direttive di questo piano strategico.

Con gli emendamenti sono state accettate ogni tanto piccole modifiche concernenti la rappresentanza dell'ANCI o dell'UPI, ma in realtà il piano di sviluppo viene deciso in sede di cabina di regia su quel Ministero che poi decide anche le modalità con cui si dispone del credito d'imposta. È pericoloso sotto ogni aspetto che vi sia un accentramento e che tutto derivi dal fatto che si fa un decreto del Ministro perché vuol dire che questo Parlamento e le Commissioni non potranno più essere coinvolti; e neanche le regioni potranno essere coinvolte.

Concludo, e chiedo scusa, Presidente, perché mi sono dilungato.

Per questo motivo, le chiedo di rivalutare la decisione che ha preso, anche perché mi permetto di correggerla su un punto che ha citato anche il collega D'Alfonso: la possibilità di utilizzo di immobili già presenti viene negata dalla risposta n. 310 dell'Agenzia delle entrate; non viene negata da noi, ma è la risposta n. 310 dell'Agenzia delle entrate che impedisce di utilizzare immobili già destinati all'industria e quindi riutilizzati per nuova destinazione, in questo modo, distruggendo ulteriori luoghi dove si dovranno costruire eventuali imprese piuttosto che riutilizzare quelli presenti. Attenzione, perché stiamo andando in una direzione totalmente sbagliata. Ministro, lasci che il coinvolgimento delle regioni e dei territori permanga, visto che non vuole quello del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. Ne ha facoltà.

RAFFAELE FITTO, Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. Grazie, Presidente. Non torno su molte delle questioni indicate perché ne abbiamo già discusso. Mi limito a ricordare e a ribadire che quest'ordine del giorno chiede il coinvolgimento delle regioni che hanno votato favorevolmente al decreto-legge. L'impostazione della cabina di regia, del Piano strategico, il coinvolgimento delle regioni, che è preliminare alla predisposizione del decreto, hanno visto il parere favorevole delle regioni. Quindi, mi sembra che nei fatti ci sia da parte della Conferenza unificata una risposta alle ragioni per le quali esprimo il parere contrario a quest'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Grazie, Ministro.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/63 Lai, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Passiamo all'ordine del giorno n. 1416-A/64 Mancini con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Mancini. Ne ha facoltà.

CLAUDIO MANCINI (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Colleghe e colleghi, esponenti del Governo, signor Ministro, quest'ordine del giorno, che ho firmato insieme ai colleghi Curti e Orfini, fa seguito a un emendamento esaminato in Commissione, purtroppo respinto, relativo all'ampliamento della Zona economica speciale a quei territori del Lazio, delle Marche e dell'isola d'Elba che erano ricompresi all'interno dei confini della Cassa del Mezzogiorno. Una questione analoga si era posta nella scorsa legislatura in occasione della conversione del provvedimento sulla decontribuzione al Sud e portò all'approvazione in Parlamento di una norma che, in quelle stesse aree, concedeva ai consorzi industriali un importante contributo per contrastare la deindustrializzazione di quelle province. Qual è la questione? Noi abbiamo territori che confinano con zone dove c'è un sistema di incentivi, quindi tipicamente la Campania, il Molise e l'Abruzzo. Le province di Latina, Frosinone, parte della provincia di Rieti e la valle del Tronto hanno gli stessi indicatori socioeconomici delle province contigue. Tra la provincia di Frosinone, l'area di Cassino e quella di Caserta oltre all'area di Cittaducale e alle province abruzzesi ci sono gli stessi dati che le definiscono come aree che hanno bisogno di un sostegno, di una fiscalità di vantaggio e di un sostegno. Tant'è che allora i confini della Cassa del Mezzogiorno, per un sistema di aiuti che era nazionale e non regionalizzato, comprendevano quei territori. Cosa accade? È chiaro che c'è la preoccupazione che un sistema di incentivi, una semplificazione di procedure e quant'altro, di cui abbiamo discusso in questo provvedimento, che riguarda le regioni del Sud, possano creare e di fatto creano un dumping verso province confinanti che hanno le stesse caratteristiche.

Perché quelle province non rientrano? Perché sono all'interno di regioni, nelle Marche e nel Lazio, dove ci sono altre province che hanno altri parametri. In modo particolare, come sanno benissimo tutti i colleghi eletti nella nostra regione e quelli che sono stati amministratori (vedo l'ex vicepresidente Ciocchetti, il sindaco Ottaviani e tanti amministratori del Lazio), la regione Lazio era nel Docup fino al 2006 e quelle province avevano le stesse caratteristiche in termini di aiuti europei delle province del Sud. La regionalizzazione dei parametri determina ovviamente - essendoci Roma - un ambito regionale che le rende diverse, in questo caso, dalla Campania. Tuttavia, Latina e Frosinone hanno le stesse caratteristiche socioeconomiche delle province della Campania. Da qui la necessità, a nostro avviso, di considerare un perimetro più ampio. Su questo tema altri colleghi - vedo il collega Ottaviani - avevano presentato emendamenti in Commissione che non sono stati accolti e sono stati poi ritirati. Con quest'ordine del giorno abbiamo sollevato e solleviamo la questione, chiedendo che si individuino delle forme per recuperare questo aspetto, ovviamente entrando nella logica della contiguità territoriale. Ho visto positivamente che un ordine del giorno dei colleghi Curti e Manzi è stato accolto sulla regione Marche.

Questo conferma che si lavora sempre in un ambito regionale mentre è chiaro che Cittaducale, Latina, Frosinone e le città della bonifica pontina, che erano nella cassa del Mezzogiorno, da Pomezia in giù hanno delle caratteristiche, il Lazio, nel suo complesso, non ha le caratteristiche per essere un'unica Zona economica speciale. Quindi, Ministro, l'invito che noi facciamo chiedendo che si rivaluti il parere su quest'ordine del giorno, è ad aprire una discussione che consenta di utilizzare un perimetro più flessibile e più coincidente alla realtà socio-economica di queste province.

PRESIDENTE. Ministro?

RAFFAELE FITTO, Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. Grazie, Presidente. Io mi permetto di trasformare il parere contrario in un invito al ritiro dell'ordine del giorno e spiegherò anche il perché. È proprio per le ragioni che l'onorevole Mancini ha poc'anzi indicato e cioè che non si tratta di volerlo o non volerlo, ci sono dei parametri oggettivi che portano ad includere o escludere alcune aree all'interno della ZES.

L'ordine del giorno, in modo specifico, si riferisce alla possibilità di includere nella ZES queste aree. Evidentemente, non è che il Governo non lo voglia fare, ma non lo può fare. Le ragioni per le quali noi possiamo dare questa risposta sono di due tipi. La prima è collegata al tema relativo al credito d'imposta e alla definizione delle regioni della coesione, che sono quelle che hanno determinato fino ad oggi anche l'ambito nel quale ci si muove. La seconda ragione è che, se così fosse, ci sarebbe da chiedersi perché nel 2017 e negli anni successivi, anno di istituzione delle 8 ZES, non si sia intervenuti anche in quelle aree. È evidente che non si è intervenuti in quelle aree all'epoca perché non si poteva fare, perché queste aree non potevano rientrare in questo discorso.

Diverso è il fatto che con i colleghi Ottaviani e Trancassini - non voglio adesso dimenticare nessuno - abbiamo discusso e troveremo altri ordini del giorno per i quali abbiamo già discusso e stiamo discutendo. C'è un atteggiamento, da parte del Governo, di consapevolezza della necessità di valutare interventi che, però, non possono prevedere l'inclusione all'interno della Zona economica speciale. Questo mi sembra che sia un dato oggettivo. Ecco perché io, più che essere costretto a dare un parere contrario, le chiederei se fosse possibile, proprio con lo spirito con il quale ci stiamo confrontando su questo tema e anche per l'interesse più generale da parte di altri colleghi, di ritirare quest'ordine del giorno e di proseguire la discussione sulla base delle questioni che abbiamo indicato.

PRESIDENTE. Collega Mancini, ha esaurito il suo tempo ma le concedo ovviamente un minuto per replicare al Ministro.

CLAUDIO MANCINI (PD-IDP). È il secondo intervento.

PRESIDENTE. Ha già parlato cinque minuti.

CLAUDIO MANCINI (PD-IDP). Se lei me lo avesse detto (Commenti) io avrei ridotto il primo intervento.

PRESIDENTE. Onorevole Mancini, colleghi, è l'articolo 88 del Regolamento. Dopodiché, siccome il Ministro è intervenuto e ci siamo dati una regola, diciamo, per l'occasione, le do un minuto per replicare a quello che ha detto il Ministro. Prego.

CLAUDIO MANCINI (PD-IDP). Le ZES del passato erano legate alle aree portuali, tant'è che il Lazio la chiese per Civitavecchia e non la ottenne. Però, erano legate a quello e quindi l'argomento non lo posso accogliere. Io accoglierei l'invito al ritiro, Ministro, se fossi un parlamentare di maggioranza e capisco i turbamenti dei colleghi di maggioranza che hanno dovuto ritirare i loro ordini del giorno. Io non lo faccio. Le avrei fatto un invito a una riformulazione. Possiamo non avere una legge, come per le ZES, ma possiamo avere altri strumenti. Per esempio, nella scorsa legislatura non si fece la decontribuzione ma si fece un'altra norma sulla deindustrializzazione. Dato che la politica richiede anche una volontà, un po' di creatività e una volontà di fare le cose, se si vuole dare un segnale a queste province si può fare. In questo caso, se lei volesse riformulare il nostro ordine del giorno, accantonandolo, siamo disponibili a trovare una formulazione. Altrimenti, lo manteniamo.

PRESIDENTE. Non vedo cenni in questo senso, quindi lo votiamo.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/64 Mancini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1416-A/65 Marino.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Marino, che ha 5 minuti a disposizione. Ne ha facoltà.

MARIA STEFANIA MARINO (PD-IDP). Cara signora Presidente, colleghe e colleghi, l'ordine del giorno a mia prima firma e sul quale sono chiamata adesso ad intervenire, ha un obiettivo molto chiaro e facilmente riassumibile: l'integrazione della composizione della cabina di regia che dovrà approvare il Piano strategico nazionale delle aree interne. In buona sostanza, si tratta di un organo che dovrà individuare i piani di intervento necessari allo sviluppo di vari settori, quali quello dell'istruzione, della mobilità e dei servizi sociosanitari nelle aree interne del Sud. L'individuazione di questi piani di intervento servirà concretamente a consentire alla cabina di regia di destinare i fondi già stanziati e disponibili, e a consentire la vigilanza sulla loro utilizzazione. Insomma, è facile e intuibile il ruolo decisionale centrale che quest'organo ricoprirà nel garantire lo sviluppo del Sud, con specifico riferimento alle sue aree interne.

Come dicevo, l'obiettivo è quello di integrare la composizione di tale organo, che, secondo il provvedimento, sarà composto essenzialmente da quasi tutti i Ministri del Consiglio dei ministri, con l'aggiunta di alcuni Sottosegretari di Governo, del presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome, del presidente dell'Associazione nazionale dei comuni italiani e del presidente dell'Unione nazionale comuni, comunità ed enti montani.

Tuttavia, vivendo in un'area interna ed essendomi occupata per svariati anni di queste aree, ho potuto appurare quanto sia importante assicurare il dialogo costante con tutte le stratificazioni sociali e professionali. Si tratta di un'operazione che richiede tempo e pazienza, ma che può rivelarsi essenziale nella stesura dei programmi di un intervento. Siamo contenti del fatto che, quanto meno, alcuni enti territoriali potranno finalmente trovare una rappresentanza in seno all'organo, soprattutto se consideriamo che in molte altre situazioni - che non sto qui ad elencare - è successo che, seppur la loro partecipazione fosse essenziale ai fini dei provvedimenti da adottare, il Governo non li tenne minimamente in considerazione, accentrando tutto il potere decisionale su di sé.

Preso atto di questa leggera apertura nei confronti dei soggetti rappresentanti e degli enti territoriali, e considerato quanto finora detto, non possiamo, però, astenerci dal chiedere che il Governo faccia un ulteriore passo in questa direzione. A nostro modo di vedere, infatti, il provvedimento non include i soggetti che potrebbero risultare estremamente utili agli scopi della cabina di regia e che si sono distinti nel corso di tutte le legislature come attori importantissimi ed impeccabili conoscitori dei temi oggetto di intervento di quella sede. Ci riferiamo ai principali rappresentanti delle organizzazioni sindacali, i quali potrebbero consentire un rapporto diretto con la realtà dei lavoratori italiani, delle associazioni di categoria e professionali, nonché di altri rappresentanti di interessi, che, in vario modo, potrebbero essere coinvolti nei provvedimenti adottati dalla cabina stessa, quali ad esempio le organizzazioni della società civile e della cittadinanza attiva, nonché i rappresentanti di associazioni rappresentative attinenti al settore di università e ricerca o al settore bancario, finanziario e assicurativo.

Concludendo, riteniamo che, vista l'importanza che quest'organo ricoprirà nel contesto degli interventi in aiuto al Sud d'Italia, sia necessario invitare a partecipare il maggior numero di rappresentanti di categoria possibili, al fine di agevolare un dibattito serio e approfondito, e che tenga in considerazione tutti i punti di vista della società civile e delle categorie coinvolte, senza tralasciarne alcuno. In mancanza di un approccio di questo genere, si rischiano interventi parziali, che finirebbero inevitabilmente per tralasciare gli interessi e le richieste di aiuto di fette importanti della popolazione, che invece hanno diritto a veder riconosciute le proprie pretese.

Ed è per tutto questo che chiedo al Governo o di accantonare l'ordine del giorno o di operare un ripensamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Non vedo ripensamenti del Governo, quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/65 Marino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1416-A/66 Ubaldo Pagano, su cui il parere è contrario.

Il collega Ubaldo Pagano chiede di intervenire. Ne ha facoltà, per circa 4 minuti.

UBALDO PAGANO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Nel capire per quali ragioni il Ministro e il Governo hanno inteso dare un parere contrario a questo mio ordine del giorno, mi preme fare una breve ricostruzione anche di alcune delle questioni che ha posto il Ministro, interloquendo con altri colleghi, perché penso che ciò sia utile anche a spiegare il senso di quest'ordine del giorno e, magari, indurre il Governo a una rivisitazione del parere.

Per il suo tramite, vorrei dire al Ministro Fitto che, evidentemente, il decreto-legge che oggi approviamo in conversione non era poi così tanto perfetto, visto che, durante le audizioni, tutti i presidenti di regione e anche i rappresentanti di Confindustria e dei sindacati, hanno sottolineato che mancava la capacità di regolamentare la fase transitoria di passaggio tra le 8 ZES, oggi esistenti, e la nuova ZES unica. E tanto lui ha recepito, tanto è stato capace di recepire quella interlocuzione, che poi ha convocato la Conferenza Stato-regioni e, in quella sede, con il voto contrario di 4 regioni, ha adottato molti degli accorgimenti che poi, in fase emendativa, in Commissione, sono stati accolti, tra cui esattamente anche tutta la fase transitoria di gestione del passaggio tra le 8 ZES e la ZES unica. Mi limito semplicemente a sottolineare l'irritualità di convocare la Conferenza Stato-regioni nel mentre ci si approcciava ad affrontare la fase emendativa in sede referente.

Altra questione: lui continua a dire che le ZES, dal 2017, hanno prodotto circa 130 autorizzazioni rilasciate, dimenticando, però, attraverso questa parziale verità che nasconde una grande bugia, che, in realtà, i decreti che hanno nominato i commissari che poi hanno cominciato a operare, sono gli ultimi nel giugno 2022. Quindi, i numeri a cui lui fa riferimento, in realtà fanno riferimento a un periodo temporale di un anno. E allora, anche se noi immaginassimo che il parametro annuale sia 130, in un territorio di riferimento che era quello delle 8 ZES attuali, pari all'1 per cento del totale di quello che, invece, oggi è il territorio della ZES unica, moltiplicando non per 100, ma anche soltanto per 50, è lecito attendersi che, con ogni probabilità, sia il credito d'imposta sia il personale dedicato al rilascio dell'autorizzazione unica saranno altamente insufficienti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)?

Ebbene, con quest'ordine del giorno, noi chiediamo semplicemente di collegare la possibilità che, in caso di esaurimento pretermine delle risorse per il credito d'imposta per investimenti e di rallentamento nel rilascio delle autorizzazioni uniche, ci possa essere l'impegno a un rifinanziamento e a fare in modo che vengano assunte altre persone che possano velocizzare le pratiche. Altrimenti non abbiamo fatto la ZES unica, abbiamo fatto un pernacchio da mettere in testa a una struttura che non provocherà alcun avanzamento utile (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Non vedo ripensamenti del Governo, quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/66 Ubaldo Pagano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/67 Peluffo c'è un parere favorevole con riformulazione. Accolta, ma chiede che sia messo ai voti.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/67 Peluffo, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 46).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1416-A/68 Roggiani, che chiede di intervenire. Ne ha facoltà.

SILVIA ROGGIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Innanzitutto, vorrei dire che quest'ordine del giorno non è una provocazione, nel senso che pensiamo che all'interno di questo provvedimento - di cui condividiamo poco, ma è stato detto sia in Commissione, sia qui, in Aula, sia attraverso i nostri emendamenti che i nostri ordini del giorno - l'istituzione di uno sportello unico digitale sia, invece, un tema assolutamente importante; e che sia così importante, che vorremmo estenderlo a tutta Italia.

Tra l'altro, credo che questo andrebbe anche incontro agli obiettivi che noi ci poniamo con il PNRR per la sburocratizzazione, per attirare degli investimenti e per permettere di avere un'autorizzazione unica alle imprese che decidono di avviare un'attività sul nostro territorio o di tornare sul nostro territorio, in un momento in cui l'Italia fa fatica, in cui la crescita è bassa e le previsioni di crescita le abbiamo lette tutti. Pertanto, credo che provare a estendere lo sportello unico digitale possa essere una svolta, non solo per la ZES, ma per l'Italia intera (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n 9/1416-A/68, Roggiani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno 9/1416-A/69, Sarracino. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sarracino. Ne ha facoltà.

MARCO SARRACINO (PD-IDP). Grazie, signora Presidente. Presidente, Noi abbiamo fatto un'opposizione di merito su questo decreto in cui, però, manca innanzitutto la sostanza, cito colleghi della maggioranza in Commissione che, appunto, ponevano il tema della sostanza. Lo dico perché in un decreto Sud uno si aspetta scelte epocali, che cambieranno le sorti del Mezzogiorno, di come affrontiamo le grandi povertà di quel territorio, di cosa deve essere il Sud da qui ai prossimi vent'anni. Invece, Presidente, qui manca praticamente tutto e manca anche un'ambizione, perché la verità è che la destra nei confronti del Mezzogiorno ha sempre la stessa opinione: non crede nella crescita e nello sviluppo del Sud. Lo dimostrano le politiche messe in campo in quest'ultimo anno, perché, dopo un anno, noi ci troviamo con un decreto Lavoro che ha ridotto gli strumenti per combattere la povertà, dopo un anno, ci troviamo sempre quel decreto Lavoro che aumenta la precarietà con i voucher, di fronte a un Sud che andrebbe protetto, non abbandonato, e dopo un anno, ci troviamo con una destra che è contraria al salario minimo e i dati della Svimez sul tema dei salari dimostrano come ci sarebbe bisogno del salario minimo in Italia, ma anche e soprattutto nel Mezzogiorno, dove il 25 per cento dei lavoratori dipendenti privati guadagna meno di 9 euro l'ora. In Campania è il 37 per cento. E poi si mette in campo quello che si sta verificando sul PNRR, che sta diventando un grande campo di battaglia, si mette in campo l'autonomia differenziata, che tradisce il Mezzogiorno, perché è un progetto antistorico, perché è un progetto che non conviene e spiegate alle imprese come si andrà avanti con 20 politiche energetiche differenti, che litigheranno l'una con l'altra è un progetto ingiusto, che spacca il Paese. Queste sono le politiche messe in campo quest'anno dal Governo nei confronti del Mezzogiorno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Allora, quest'ordine del giorno, Presidente, punta ad affrontare alcune questioni che emergono, incomprensibili, all'interno di questo decreto e, mi rivolgo, tramite lei, Presidente, al Ministro. Qui si è costruita una impalcatura che non può reggere e che creerà solo una grande illusione nei confronti delle imprese. Le avete ascoltate? Lo ha detto benissimo, in precedenza, il collega Pagano, le avete ascoltate le audizioni delle imprese durante l'esame in Commissione? Sulle ZES in questo decreto - vi do un'informazione - il credito d'imposta è finanziato a zero e tutto è rimandato alla legge di bilancio dove, appunto, ancora dobbiamo capire quale sarà la cifra e se la cifra dovesse essere quella emersa nella bozza della legge di bilancio noi, di fatto, siamo di fronte a una insostenibilità economica da parte delle ZES. È la principale preoccupazione che emerge anche dalle cose dette dalle imprese, perché la ZES unica per tutto il Sud sarà 500 volte più grande dell'attuale territorio delle 8 ZES. Se la ZES della sola Campania mantenesse gli attuali ritmi di investimento, quelli fatti l'anno scorso, la cifra stanziata da voi per tutto il Sud non basterebbe a coprire neanche quella della sola Campania, che si estenderebbe. Aumentate, inoltre, la burocrazia il cui snellimento era uno dei vantaggi della ZES, accentrate tutte le procedure per le regioni del Sud, per tutte le imprese del Sud, di fatto creando un imbuto che farà perdere ulteriore tempo, altro che snellimento. Cancellate la riduzione IRES e su questo se il Ministro ci può rispondere ci fa sicuramente una cortesia, perché non capiamo i motivi di questa cancellazione.

Ponete come soglia minima la cifra di 200 mila euro per gli investimenti, ignorando che il tessuto imprenditoriale del Mezzogiorno si fonda sulla piccola e media impresa che quella cifra non ce l'ha.

Vado a chiudere, Presidente. A proposito di Abruzzo, il 90 per cento degli investimenti nell'attuale ZES è inferiore alla cifra dei 200 mila euro. Non vi rivolgete neanche alle grandi imprese, ma, al netto di questo, continuate a prendervela con i comuni e questo è inspiegabile. Le assunzioni previste nel decreto sono del tutto insufficienti rispetto a quanto occorrerebbe per garantire l'efficienza della nostra pubblica amministrazione.

Allora, Presidente, con quest'ordine del giorno vi chiediamo non solo di ripensarci, non solo di prevedere che le assunzioni vengono ripartite equamente (non si capisce perché l'Abruzzo viene continuamente tirato fuori da tutto quello che è previsto in questo decreto), ma anche di stabilizzare i 700 precari che, in questi anni, hanno maturato conoscenze e capacità che sono fondamentali per tamponare il disastro che state compiendo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/69 Sarracino, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1416-A/70 Stefanazzi. Ha chiesto di parlare il deputato Stefanazzi. Ne ha facoltà. Prego, collega, ha due minuti.

CLAUDIO MICHELE STEFANAZZI (PD-IDP). Signor Presidente, signor Ministro, ci siamo. Questo provvedimento, che ha visto pochissimi confronti, sfortunatamente, si avvia alla conclusione. Lei ha sempre opposto nelle poche interlocuzioni che ci sono state, la forza dei numeri per giustificare la sua decisione. Vorrei parlare di numeri che lei conosce bene, come me. La ZES pugliese ha un'estensione di 44.8 chilometri quadrati. La nuova ZES da lei disegnata ha un'estensione di 19.541 chilometri quadrati. In quest'anno, circa, di attività delle due ZES pugliesi è maturato un credito d'imposta di circa - fonti dei due Commissari auditi - 600 milioni di euro. Ecco, signor Ministro, solo questi pochi numeri sarebbero sufficienti a giustificare la sostanziale impossibilità di realizzare il progetto che lei sta provando a farci ingoiare.

Si tratta di un'oggettiva impossibilità che risponde a criteri oggettivi, che risponde all'ingorgo che questo provvedimento sta creando nella spesa dei fondi, al ritardo che ha creato, che creerà e che saremo costretti a recuperare nel futuro. E tutto questo in nome, signor Ministro, di una teologia del neo-neocentralismo, di cui lei è interprete, che è soltanto una posizione ideologica, mi permetta di dirglielo, peraltro, da leggere insieme a tutti gli altri provvedimenti che portano la sua firma e che sono stati approvati in questo anno, provvedimenti che si basano su un assunto, sbagliato, che il Mezzogiorno non sia capace di spendere. Mi creda, signor Presidente, aver fatto fare a un Ministro meridionale questo capolavoro veramente meriterebbe un plauso. Se di mezzo non ci fosse il Paese, se di mezzo non ci fossero i disastri che questo decreto sta creando, probabilmente dovremmo dare un premio a questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/70 Stefanazzi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1416-A/71 Ottaviani, su cui vi è il parere favorevole, con riformulazione, del Governo. Ha chiesto di parlare il deputato Ottaviani. Ne ha facoltà.

NICOLA OTTAVIANI (LEGA). Signor Presidente, chiederei al Governo di rileggere la formulazione.

PRESIDENTE. Il Governo?

RAFFAELE FITTO, Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. Signor Presidente, la riformulazione è la seguente: “ad assumere in coerenza con le disposizioni europee in materia di aiuti di Stato ogni opportuna iniziativa, ove necessario, anche di tipo normativo, finalizzata a garantire il sostegno economico ai territori delle province di Latina e Frosinone, nonché il riconoscimento di agevolazioni incentivanti alle imprese insediate o che intendano insediarsi nei medesimi territori, anche valutando la possibilità di costituire una zona logistica semplificata”.

PRESIDENTE. Collega Ottaviani?

NICOLA OTTAVIANI (LEGA). Dato che mi sembra che siamo nella stessa indicazione che è stata suggerita qualche istante fa da parte dell'onorevole Mancini, chiederei, comunque, di metterlo in votazione, anche con la riformulazione, per dare modo, eventualmente, anche al PD e agli altri gruppi di condividere un percorso che mi sembra possa essere coincidente con quello suggerito dal Governo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/71 Ottaviani, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 50).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1416-A/72 Magi, su cui il parere è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Grazie, signora Presidente. Chiederei al Governo, in particolare al Ministro Fitto, la cortesia di riconsiderare il parere negativo su quest'ordine del giorno, che riguarda un tema noto e drammatico.

PRESIDENTE. Ministro, prego.

RAFFAELE FITTO, Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR.

Impegna il Governo - questa è una riformulazione - a svolgere le opportune verifiche nell'ambito delle regole vigenti riguardanti i profili sanitari nella gestione dei CPR con riferimento ai fatti in premessa.

PRESIDENTE. Quindi, il parere diventa favorevole, con la riformulazione che ha letto il Ministro. Va bene, onorevole Della Vedova?

BENEDETTO DELLA VEDOVA (MISTO-+EUROPA). Accetto la riformulazione e chiedo di metterlo ai voti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/72 Magi, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 51).

Sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/73 Gardini, il parere è favorevole, con riformulazione: va bene. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1416-A/74 Iaria. Ha chiesto di parlare la collega Ilaria Fontana. Ne ha facoltà.

ILARIA FONTANA (M5S). Grazie, Presidente. Ritorno di nuovo su un tema che già è stato discusso, sia dai colleghi di opposizione sia, adesso, dal collega di maggioranza. La bocciatura del nostro ordine del giorno non la comprendiamo. In realtà, la nostra astensione al voto di prima viene proprio motivata dal fatto che, anche in Commissione, non c'è stata un'apertura. Si parla di ZES per zone depresse, come la provincia di Frosinone e Latina, il Lazio, abbiamo anche parlato dell'Isola d'Elba, dei comuni della provincia di Rieti, dei comuni compresi nella zona del comprensorio della bonifica del fiume del Tronto e, a parte, di alcuni comuni della provincia di Roma.

Ne abbiamo parlato in Commissione. Stiamo parlando di province, penso a quella di cui faccio parte, la provincia di Frosinone, penso alla provincia di Rieti, che fanno parte di un'area di crisi industriale complessa. Stiamo parlando di territori che hanno bisogno, oggi più che mai, proprio di misure di agevolazione fiscale, come quelle che possono rappresentare le ZES. Quindi, non capisco la chiusura in una non riformulazione dei nostri ordini del giorno.

Sicuramente, non si può chiedere a una parlamentare o a un parlamentare il ritiro di un ordine del giorno. Si propone una riformulazione e poi, a livello politico, si decide se accettarla o meno, ma l'invito al ritiro sicuramente non è un'apertura del Governo, anzi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La logica dell'esclusione qual è? Solo geografica? È totalmente sbagliata questa visione, si diceva prima. Non può essere una chiusura, solo perché non si trova in quell'area, ma al confine. Quindi, anche qui c'è confusione.

Poi non ho capito il vero orientamento del Governo su queste realtà territoriali, perché in Commissione ci sono stati i medesimi emendamenti, che sono stati bocciati, dell'opposizione e della maggioranza. Addirittura anche noi abbiamo votato un emendamento della maggioranza proprio in questo senso, perché questo tema non ha contrapposizione politica. Forse la contrapposizione se la fanno le stesse forze di maggioranza, che non si parlano tra di loro, perché un'altra cosa vorrei dare, tramite lei, ovviamente, Presidente, un consiglio, sicuramente non richiesto, ai colleghi di maggioranza. Parlate con i vostri Ministri, perché prima riempite, per settimane, i giornali locali e i quotidiani locali già dando per fatta la ZES di Latina e Frosinone, già cosa fatta. Poi, invece, si scopre che, in Commissione, vengono bocciati emendamenti in questo senso e si curva e si cambia la zona. Questo non è il decreto, se ne parlerà. Ringrazio anche la Sottosegretaria, che proprio in Commissione ci diceva che ci sarebbe stato un provvedimento ad hoc su questo. Quindi, in realtà, tutti gli ordini del giorno che andavano su questo orientamento devono essere almeno approvati o ci deve essere una sorta di riformulazione.

Poi sono curiosa di sapere se i colleghi di maggioranza con la stessa enfasi daranno notizia dell'approvazione del loro ordine del giorno, spiegando cos'è un ordine del giorno, che non è entrato, quindi, nel decreto, non è legge, ma è solo un ordine del giorno, come diceva, in precedenza, il collega, inutile o meno a seconda dei casi. Questo forse lo riterranno utile, punto di domanda? Quindi noi su questo tema ci siamo senza assolutamente preclusione politica o ideologia, e sicuramente ci saremo quando seriamente si affronterà anche questo tema (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fede. Ne ha facoltà.

GIORGIO FEDE (M5S). Grazie, Presidente. Anch'io, come cofirmatario, intervengo su quest'ordine del giorno. Chiaramente noi, come ha ricordato la collega Fontana, ma anche il collega Mancini su un ordine del giorno analogo, chiedevamo di applicare la regola che era valsa per la Cassa del Mezzogiorno in quelle zone contermini, ai confini della ZES unica, ma il parere del Governo è stato contrario. Questo ci rammarica, perché oserei dire che una ZES non si nega a nessuno in maggioranza, o una zona, che sia la zona economica speciale o la zona logistica semplificata. Abbiamo visto come sono stati dati i pareri con “valutare l'opportunità di” per le zone del sisma, del cratere sismico, addirittura estese a tutta una regione. Mi fa piacere se verrà attuata, però mi sembra di capire che questo sia più un provvedimento che va a colmare e a placare procedimenti elettorali interni alla maggioranza, perché mentre si è differenziata l'autonomia per il Nord, per il Sud la zona è unica; e se è unica vuol dire che si riparte, si va a ripartire una marea di territori su una cifra che diventa sempre più piccola.

Quindi, questa inversione fra la differenziazione del Nord e l'unicità del Sud è una cosa che non ci fa piacere. Ci fa capire che effettivamente ci sarà ben poco di proficuo e di utile, e tutta quella sbandierata promessa di rilanciare il Sud, poiché in evidente gap di infrastrutture e di sviluppo, probabilmente non avrà l'esito atteso. E anche per le zone del Centro, che vengono sempre dimenticate - vado a concludere, grazie, Presidente - sicuramente non c'è niente, perché l'avevamo visto, anche metterle in quelle perimetrate nelle zone C, come definite dalla Convenzione UE, non porterà niente di buono. Quindi andiamo a votare, ma sembra più un provvedimento elettorale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/74 Iaria, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1416-A/75 Grimaldi. Ha chiesto di parlare il collega Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Credo che tantissimi parlamentari siano entrati dentro le carceri italiane e credo che molti meno, però, siano entrati dentro un CPR. I pochi che lo hanno fatto qua dentro credo che possano dire, senza paura di essere smentiti, che qualsiasi CPR italiano è peggiore della peggiore casa circondariale italiana, e vi dico perché: vi è l'assenza di alternativa, l'assenza di spazi di condivisione, l'assenza di studio, l'assenza di lavoro, l'assenza di una prospettiva. Io lo ricordo a tutti i colleghi che continuano a dire, anche sui giornali, cose inesatte, come dire che quello è un luogo di detenzione. Io ricordo, sommessamente, che chi è dentro i CPR per aver commesso un reato, quindi un crimine penale, ha già scontato la propria pena nelle carceri italiane. Chi è lì è perché sta scontando, di fatto, una pena tutta italiana, un bonus, un extra fatto di privazione, fatto di lamette nelle gole, fatto di tantissimi tentativi di suicidio, fatto, spesso, di cubi di cemento immersi nel sole d'estate, nel gelo d'inverno. Parliamo di luoghi dove, soprattutto, non c'è un occhio terzo.

Ministro, con quest'ordine del giorno, noi non chiediamo la chiusura dei CPR, che è quello che vorremmo, cioè la chiusura di una interminabile storia di abusi e di fallimenti dal punto di vista sociale, civile ed economico, qui vi chiediamo una cosa molto semplice: lasciateli entrare, lasciate entrare gli occhi terzi. Chiediamo che possano entrare giornalisti, medici, psicologi, ordine degli avvocati, Terzo settore, ONG. Chiediamo che quei luoghi, così come hanno riferito già le Commissioni parlamentari, come hanno fatto Commissioni di inchiesta indipendenti, vengano restituiti a un'informazione libera, fuori da quello che scrivete in questo decreto, secretando, addirittura, i luoghi dove verranno inseriti quei CPR, togliendoli addirittura dal controllo democratico dei sindaci, dei presidenti delle regioni. Ci viene quasi un dubbio: visto che sono inseriti dentro una piattaforma nazionale, che è quella della difesa, come le basi missilistiche, i parlamentari non entrano lì dentro.

Allora, io chiedo al Governo, dopo aver più volte violato un concetto molto semplice, cioè che chi ha semplicemente commesso un reato amministrativo non dovrebbe essere detenuto in un carcere, non dovrebbe essere detenuto in un non luogo, se è possibile che quei luoghi siano permeabili dalla società civile, dai preti, dalle tante associazioni che vogliono entrare e restituire qualcosa. Abbiamo visto troppi fantasmi lì dentro, abbiamo visto troppi suicidi in quei luoghi. Vi chiediamo semplicemente di lasciar entrare l'informazione libera, non macchiamoci di un ulteriore crimine per cui verremo condannati dalla storia (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Evi. Ne ha facoltà.

ELEONORA EVI (AVS). Presidente, solo per sottoscrivere l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Va bene, collega Evi. Sottoscrivono anche Zan, Cuperlo e Boldrini.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/75 Grimaldi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 53).

Ordine del giorno n. 9/1416-A/76 Ghirra. Ha chiesto di parlare la collega Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Non mi soffermerò sulle criticità di questo decreto, su cui sono intervenuta venerdì, in discussione generale, mettendo, in particolare, in evidenza i dubbi e le perplessità che abbiamo sulla ZES unica e sulle politiche per l'immigrazione, per cui ho ricevuto anche un richiamo del Presidente Mule', abbastanza incomprensibile. Ma ritengo ancora più incomprensibile il parere negativo del Governo su quest'ordine del giorno, che chiede di prevedere, nei prossimi provvedimenti utili, idonee misure finanziarie dirette al concreto superamento degli svantaggi derivanti dall'insularità e degli effetti negativi dell'isolamento fisico dalla Sardegna.

Lo trovo incomprensibile, perché l'articolo 13 del nostro statuto, che è una legge costituzionale, prevede che lo Stato, con il concorso della regione, dispone un piano organico per favorire la rinascita economica e sociale dell'isola. E, per di più, lo scorso anno, è stato inserito in Costituzione il principio d'insularità, che prevede che la Repubblica riconosce le peculiarità delle isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità.

Presidente, per il suo tramite, faccio presente al Ministro Fitto che avrei, forse, compreso una riformulazione o un accoglimento come raccomandazione o anche un invito al ritiro, che poteva significare che qualcosa il Governo stava facendo in questa direzione, invece l'unica apertura che c'è stata rispetto ai divari segnati dall'insularità in questo decreto è stata determinata da un emendamento approvato in Commissione di dubbia utilità, perché, a invarianza finanziaria, attribuisce esclusivamente una priorità a Sicilia e Sardegna, quindi, non superando le problematiche che abbiamo indicato con dati oggettivi in questo ordine del giorno e anche in altri documenti.

Voglio ricordare all'Aula che la Sardegna è tornata in Obiettivo 1, perché ha un indice di competitività del 23,75 per cento, contro una media europea del 60,3, perché il CNEL - i cui pareri, a vostro giudizio, ormai, hanno valore di legge - ha certificato il ritardo della Sardegna, in un divario che, per le reti energetiche, è quantificato, facendo 100 l'indice italiano, in un indice di 35,22, per le reti stradali di 45,59 e, per le reti ferroviarie, addirittura, del 15,6 per cento. Sappiamo che gli investimenti, per chilometro quadrato, sono, in media, in Italia, di un 1.190.000 euro, mentre per la Sardegna sono quantificati, dal Cresme, in 237.000 euro - quindi, parliamo di un quinto degli investimenti che vengono fatti nelle altre regioni italiane -, così come gli investimenti pro capite, che riguardano una media di circa 6.000 euro per abitante in Italia, in Sardegna sono circa la metà, 3.423 euro.

Allora, signor Ministro, la invito a rivedere il parere su quest'ordine del giorno o, comunque, a riflettere sull'enorme divario che è determinato dall'insularità nella nostra isola, che ha distanze fisiche enormi dal resto della penisola e che non ha adeguati investimenti per garantire alle cittadine e ai cittadini una adeguata garanzia di servizi che ci consentano di vivere qualitativamente allo stesso modo delle altre regioni italiane (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ministro, prego.

RAFFAELE FITTO, Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. Grazie, Presidente. Grazie, collega, vorrei sottolineare che, nel decreto, abbiamo inserito un emendamento che prevede, per quanto riguarda la Zona economica speciale e il Piano strategico, un riferimento specifico alla Sardegna, alla Sicilia, all'insularità. Quindi, il tema è già inserito all'interno del decreto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Comunque, rispetto alle questioni che lei solleva, mi piace sottolineare, in primo luogo, che il tema non è tanto di risorse, se è vero, come è vero, che il Fondo per lo sviluppo e la coesione di cui parliamo assegna alla regione Sardegna 2,3 miliardi, a questo si aggiunge il programma di coesione europeo, con oltre 1,3 miliardi ulteriori. Quindi, il tema è riuscire a individuare scelte adeguate rispetto all'utilizzo di queste risorse.

Detto questo, dovrei invitare al ritiro dell'ordine del giorno, ma, comunque, se dovessi proporle una riformulazione, la potrei fare dicendo: “impegna il Governo a valutare, nei prossimi provvedimenti utili, idonee misure” - espungendo la parola “finanziarie” - “al concreto superamento degli svantaggi derivanti all'insularità e dagli effetti negativi”, eccetera. È una conferma di quanto già abbiamo inserito nel decreto, ma è un rafforzamento del concetto, quindi, se per lei va bene questa rimodulazione, può andare bene (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Quindi, il parere diventa favorevole con riformulazione. La collega Ghirra dice che va bene. Procediamo? No, lo votiamo.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/76 Ghirra, come riformulato dal Governo. Il parere è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 54).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1416-A/77 Borrelli. Ha chiesto di parlare il collega Borrelli. Ne ha facoltà per due minuti e mezzo.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Solo per sottolineare una cosa: ho enormi perplessità su come si sta procedendo su questa ZES unica, perché l'impressione è quella di un centralismo e di un controllo da parte del Governo, che poi è in contraddizione con un'altra riforma che attualmente è in discussione, che è quello dell'autonomia differenziata. Sarebbe stato più interessante discutere e rafforzare i percorsi che, fino ad oggi, hanno funzionato, mentre quelli che hanno funzionato meno andavano sostenuti, supportati, modificati e migliorati.

Si è fatta un'altra scelta, ma auspico che, almeno in questa scelta, ci sia la più ampia possibilità degli attori che operano sul territorio di partecipare. Questa era la richiesta che facevamo con quest'ordine del giorno. Ci è stato dato il parere negativo, nonostante alcune delle richieste che sono qui con il passare delle modifiche al decreto sono state automaticamente accolte.

Mi auguro che sia giusto il percorso individuato dal Ministro Fitto, al quale riconosco pubblicamente, così come ha fatto il collega Fornaro, una cosa: Ministro, una cosa che apprezzo è che lei è stato qui tutto il tempo a discutere e ci ha ascoltato, cosa che, purtroppo, altri suoi colleghi non hanno fatto in questo periodo, in questo primo anno di legislatura. Ha risposto e, sebbene a qualcuno possono non essere piaciute le sue risposte, però è segno di attenzione e questa è una cosa che le riconosco. Significa quantomeno che lei è un interlocutore col quale potremo continuare un confronto. Mi auguro per lei e per il Sud che abbia ragione; temo, purtroppo, che, invece, questo potrebbe diventare un elemento di rallentamento ulteriore per il rilancio del Mezzogiorno (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/77 Borrelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 55).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/78 Zanella, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 56).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/79 Zaratti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 57).

C'è un accantonato, l'ordine del giorno n. 9/1416-A/51 Carfagna. Ministro, mi dà il parere su quest'ordine del giorno?

RAFFAELE FITTO, Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. Il parere diventa favorevole con riformulazione, con la soppressione degli ultimi tre capoversi delle premesse, dalle parole: “tale disposizione assume” fino alle parole: “isole minori”. Poi, il resto - “impegna il Governo” - prosegue così com'è. Per quanto ci riguarda, va bene così.

PRESIDENTE. Va bene la riformulazione, collega D'Alessio? Mi dica lei se va bene la riformulazione.

ANTONIO D'ALESSIO (A-IV-RE). Accettiamo la riformulazione, anche se viene travolta una verità, cioè che il CTAI non è mai stato convocato dall'attuale Governo ma, pur di sbloccare i fondi, accettiamo la riformulazione e chiediamo che l'ordine del giorno venga messa ai voti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1416-A/51 Carfagna, come riformulato dal Governo. Il parere del Governo è favorevole.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 58).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

Secondo quanto convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo dello scorso 25 ottobre, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento che riprenderà nella seduta di domani, martedì 31 ottobre, alle ore 11, per lo svolgimento, con ripresa televisiva diretta, delle dichiarazioni di voto finale e la votazione finale.

Annunzio di questioni pregiudiziali (A.C. 1517​).

PRESIDENTE. Avverto che sono state presentate le questioni pregiudiziali Bonafe' ed altri n. 1, Zaratti ed altri n. 2, Magi ed altri n. 3 riferite al disegno di legge n. 1517, di conversione del decreto-legge n. 123 del 2023, recante misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale.

Secondo le intese intercorse tra i gruppi, tali questioni pregiudiziali saranno esaminate e poste in votazione nella seduta di domani, martedì 31 ottobre, alle ore 10.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di intervenire la deputata Appendino. Colleghi, come sempre uscite in silenzio, per cortesia, per consentire alla collega Appendino di svolgere il suo intervento. Aspettiamo un attimo, collega, facciamo defluire il traffico. Bene, mi sembra già accettabile. Prego, collega Appendino.

CHIARA APPENDINO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo perché, mentre noi siamo qui, il Governo, che è sempre più chiuso nel Palazzo e sempre più distante delle esigenze dei cittadini, ha consumato forse uno dei più gravi tradimenti elettorali. Mi riferisco alle pensioni.

Presidente, noi ci aspettavamo che probabilmente non avrebbero mantenuto la promessa sulla legge Fornero, che non solo è rimasta così com'è ma l'hanno anche peggiorata e addirittura elogiata. Non solo potevamo immaginare che Meloni, dopo essere scesa in piazza a fianco delle donne, si rimangiasse Opzione donna, penalizzando le donne che non sono madri, in due manovre, e questa volta ancora peggio, non solo potevamo immaginare che le minime a 1.000 euro, nonostante le illusioni date e quanto è stato detto in campagna elettorale, gli italiani non le avrebbero viste, ma hanno fatto di peggio, Presidente, hanno compiuto un vero e proprio furto nelle tasche di 600.000 lavoratori, di dipendenti pubblici che hanno servito lo Stato per anni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo, Presidente, è inaccettabile! Si tratta di servitori dello Stato, medici, infermieri, persone che hanno dedicato la vita alla pubblica amministrazione. E questo Governo, cosa fa? Dopo che hanno versato i contributi, senza vergogna, taglia un diritto acquisito.

Questa è una vigliaccheria e il MoVimento 5 Stelle sarà in prima linea a fare battaglia perché è inaccettabile! Difenderemo queste persone e la loro dignità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caramiello. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). Grazie, signora Presidente. Onorevoli colleghi, è ancora in corso la mattanza delle bufale in Sicilia e nella regione Campania. Quest'ultima, precisamente nell'area casertana, a causa della fallimentare gestione del piano di eradicazione della brucellosi proprio da parte del governo della mia regione, in pochi anni ha visto l'abbattimento di circa 140.000 capi.

Presidente, onorevoli colleghi, anche l'ignavia e l'inerzia di questo Esecutivo stanno distruggendo il comparto bufalino, mandando in mezzo a una strada migliaia di allevatori e commercianti meridionali. È in corso, in questo momento, uno sciopero della fame da parte di alcuni allevatori e, precisamente, di Sebastiano Lombardo, in Sicilia, e Pasquale D'Agostino, in Campania, che stoicamente patiscono da 13 giorni i morsi della fame e ripetuti cali di pressione con l'unico obiettivo di accendere un faro sulla condizione in cui versa il loro martoriato settore.

Ebbene, Presidente, se in Europa la brucellosi e la TBC sono state debellate da decenni, i piani di eradicazione al Sud stanno fallendo miseramente, condannando a morte le nostre bufale e, con esse, centinaia di posti di lavoro.

Personalmente, nella scorsa legge di bilancio, sono riuscito, insieme a dei colleghi della maggioranza, a far approvare un emendamento che stanziava 2 milioni di euro a favore degli allevatori casertani, ma mi rendo conto che servono interventi strutturali che solo l'Esecutivo può e deve mettere in campo, vista la fallimentare gestione della regione Campania.

Vado a concludere, signora Presidente. Onorevoli colleghi, oggi porto nella sacralità di quest'Aula la voce stremata di Pasquale D'Agostino, che ho incontrato sabato a Casal di Principe. È un urlo di dolore che si associa a quello di un intero comparto. Quindi, senza indugio, vi chiedo quanto prima di farvi portavoce con chi di competenza e nominare un commissario nazionale per risolvere i problemi delle aree interessate ed eradicare una volta per tutte la vergogna dei piani contro la brucellosi, che da decenni sta colpendo le regioni meridionali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Cavandoli. Ne ha facoltà.

LAURA CAVANDOLI (LEGA). Grazie, Presidente. Per segnalare e manifestare la mia preoccupazione per la situazione del maltempo in Emilia, soprattutto nella mia città, Parma, nella provincia e anche nella provincia di Piacenza. Alcuni corsi d'acqua hanno superato la soglia 3 di attenzione, è crollato un ponte fra Terenzo e Fornovo, ci sono allagamenti per l'esondazione del torrente Sporzana a Casaselvatica e Berceto. C'è grande attenzione per il torrente Baganza, quel torrente che esondò nel 2014, di fatto rendendo Parma completamente alluvionata. Quindi, la preoccupazione c'è ed è tantissima, perché proprio nel centro della città c'è la confluenza tra il torrente Baganza e il torrente Parma. In provincia di Piacenza, nella Val Nure, sono state evacuate alcune famiglie. La situazione adesso è sotto controllo, ma sta ancora piovendo e per domani è prevista un'altra giornata di allerta. Io ringrazio la Protezione Civile, i Vigili del fuoco, le Forze dell'ordine e gli amministratori locali, che sono incessantemente attenti a quello che sta succedendo. ANAS ha riaperto le strade. Il Ministro Salvini e ANAS hanno prestato la loro attenzione e hanno messo a disposizione le risorse immediatamente disponibili, proprio per evitare ulteriori chiusure. L'emergenza non è finita. C'è apprensione perché anche stasera, nella bassa parmense, a Colorno, arriverà la piena del Parma e, quindi, aspettiamo che questo periodo passi. Devo dire una cosa: la manutenzione nel nostro territorio ha funzionato e la pulizia degli alvei ha aiutato a superare questa giornata di allerta. Speriamo che non si verifichi nulla di peggio domani (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. La settimana scorsa sono stato a Riceci, una vallata a ridosso del comune di Urbino, dove c'è un progetto scellerato di realizzare, tra la regione e un consorzio provinciale, una discarica. La vallata, per capirci, è la vallata dove è nato Slow Food, la vallata dove Raffaello traeva ispirazione per i suoi dipinti e anche per alcune delle sue più importanti opere. Urbino è patrimonio dell'Unesco e affaccerebbe su una discarica. La cosa più inquietante è che la società con la quale si sta portando avanti questa operazione è stata scelta come partner di San Marino, per cui non è stato possibile verificare con che tipo di imprenditoria si stia andando a trattare. Io, ovviamente, mi muoverò a tutti i livelli parlamentari per impedire quello che sarebbe uno scempio non solo nei confronti di Urbino e delle Marche ma di tutto il nostro Paese.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Martedì 31 ottobre 2023 - Ore 10:

1. Esame e votazione delle questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge:

S. 878 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 15 settembre 2023, n. 123, recante misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale (Approvato dal Senato). (C. 1517​)

(ore 11)

2. Seguito della discussione del disegno di legge (per lo svolgimento - con ripresa televisiva diretta - delle dichiarazioni di voto finale e la votazione finale):

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124, recante disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione, per il rilancio dell'economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese, nonché in materia di immigrazione. (C. 1416-A​)

Relatori: D'ATTIS, LUCASELLI e ROMANO.

La seduta termina alle 20,10.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 19 il deputato Pellicini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 19 e 46 la deputata Malavasi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 21 le deputate Auriemma e Ghirra ha segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 23 e 44 il deputato De Maria ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 41 la deputata L'Abbate ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 54 il deputato Carra' ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 1416-A - ODG N 10 267 263 4 132 93 170 70 Resp.
2 Nominale ODG 9/1416-A/11 267 263 4 132 94 169 70 Resp.
3 Nominale ODG 9/1416-A/12 267 263 4 132 96 167 69 Resp.
4 Nominale ODG 9/1416-A/13 273 271 2 136 98 173 69 Resp.
5 Nominale ODG 9/1416-A/14 275 272 3 137 98 174 69 Resp.
6 Nominale ODG 9/1416-A/15 274 270 4 136 97 173 69 Resp.
7 Nominale ODG 9/1416-A/16 277 273 4 137 98 175 69 Resp.
8 Nominale ODG 9/1416-A/17 277 273 4 137 97 176 68 Resp.
9 Nominale ODG 9/1416-A/18 277 275 2 138 101 174 68 Resp.
10 Nominale ODG 9/1416-A/19 272 272 0 137 99 173 68 Resp.
11 Nominale ODG 9/1416-A/20 276 274 2 138 101 173 68 Resp.
12 Nominale ODG 9/1416-A/21 272 270 2 136 96 174 68 Resp.
13 Nominale ODG 9/1416-A/22 267 265 2 133 93 172 66 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale ODG 9/1416-A/23 272 270 2 136 95 175 65 Resp.
15 Nominale ODG 9/1416-A/24 268 266 2 134 93 173 65 Resp.
16 Nominale ODG 9/1416-A/25 270 269 1 135 94 175 64 Resp.
17 Nominale ODG 9/1416-A/26 274 273 1 137 98 175 64 Resp.
18 Nominale ODG 9/1416-A/27 267 267 0 134 106 161 64 Resp.
19 Nominale ODG 9/1416-A/29 272 270 2 136 108 162 64 Resp.
20 Nominale ODG 9/1416-A/33 270 268 2 135 109 159 64 Resp.
21 Nominale ODG 9/1416-A/34 261 259 2 130 102 157 64 Resp.
22 Nominale ODG 9/1416-A/35 265 263 2 132 105 158 63 Resp.
23 Nominale ODG 9/1416-A/36 RIF 264 262 2 132 262 0 63 Appr.
24 Nominale ODG 9/1416-A/37 RIF 268 267 1 134 266 1 63 Appr.
25 Nominale ODG 9/1416-A/38 267 265 2 133 106 159 63 Resp.
26 Nominale ODG 9/1416-A/39 264 262 2 132 105 157 63 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale ODG 9/1416-A/40 263 261 2 131 105 156 63 Resp.
28 Nominale ODG 9/1416-A/41 264 262 2 132 106 156 63 Resp.
29 Nominale ODG 9/1416-A/42 259 257 2 129 104 153 63 Resp.
30 Nominale ODG 9/1416-A/43 263 261 2 131 106 155 63 Resp.
31 Nominale ODG 9/1416-A/44 264 262 2 132 106 156 63 Resp.
32 Nominale ODG 9/1416-A/45 267 267 0 134 109 158 63 Resp.
33 Nominale ODG 9/1416-A/46 268 266 2 134 109 157 63 Resp.
34 Nominale ODG 9/1416-A/47 264 264 0 133 104 160 63 Resp.
35 Nominale ODG 9/1416-A/50 261 259 2 130 104 155 63 Resp.
36 Nominale ODG 9/1416-A/57 256 255 1 128 99 156 63 Resp.
37 Nominale ODG 9/1416-A/58 262 260 2 131 101 159 63 Resp.
38 Nominale ODG 9/1416-A/59 RIF 260 259 1 130 254 5 63 Appr.
39 Nominale ODG 9/1416-A/60 255 253 2 127 97 156 63 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale ODG 9/1416-A/61 258 257 1 129 99 158 63 Resp.
41 Nominale ODG 9/1416-A/62 RIF 249 248 1 125 248 0 63 Appr.
42 Nominale ODG 9/1416-A/63 256 254 2 128 97 157 63 Resp.
43 Nominale ODG 9/1416-A/64 254 252 2 127 95 157 63 Resp.
44 Nominale ODG 9/1416-A/65 253 252 1 127 92 160 63 Resp.
45 Nominale ODG 9/1416-A/66 254 252 2 127 94 158 63 Resp.
46 Nominale ODG 9/1416-A/67 RIF 252 251 1 126 245 6 63 Appr.
47 Nominale ODG 9/1416-A/68 259 257 2 129 94 163 63 Resp.
48 Nominale ODG 9/1416-A/69 257 255 2 128 94 161 63 Resp.
49 Nominale ODG 9/1416-A/70 255 253 2 127 93 160 63 Resp.
50 Nominale ODG 9/1416-A/71 RIF 253 219 34 110 219 0 63 Appr.
51 Nominale ODG 9/1416-A/72 RIF 252 251 1 126 251 0 63 Appr.
52 Nominale ODG 9/1416-A/74 248 247 1 124 89 158 63 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 58)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale ODG 9/1416-A/75 249 248 1 125 90 158 63 Resp.
54 Nominale ODG 9/1416-A/76 RIF 240 234 6 118 231 3 63 Appr.
55 Nominale ODG 9/1416-A/77 245 243 2 122 87 156 63 Resp.
56 Nominale ODG 9/1416-A/78 240 238 2 120 91 147 63 Resp.
57 Nominale ODG 9/1416-A/79 244 242 2 122 92 150 63 Resp.
58 Nominale ODG 9/1416-A/51 RIF 239 238 1 120 238 0 63 Appr.