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Resoconto dell'Assemblea

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XIX LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 168 di giovedì 28 settembre 2023

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 11,05.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

ANNARITA PATRIARCA, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 75, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 agosto 2023, n. 105, recante disposizioni urgenti in materia di processo penale, di processo civile, di contrasto agli incendi boschivi, di recupero dalle tossicodipendenze, di salute e di cultura, nonché in materia di personale della magistratura e della pubblica amministrazione (A.C. 1373-A​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1373-A: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 agosto 2023, n. 105, recante disposizioni urgenti in materia di processo penale, di processo civile, di contrasto agli incendi boschivi, di recupero dalle tossicodipendenze, di salute e di cultura, nonché in materia di personale della magistratura e della pubblica amministrazione.

Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti, subemendamenti e articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge in esame nel testo delle Commissioni.

(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - A.C. 1373-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,09).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di 5 e 20 minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 1373-A.

(Ripresa dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia - A.C. 1373-A​)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. La proposta di legge, sulla quale il Governo ha chiesto la fiducia, anche se tratta di misure specifiche, lascia emergere temi particolarmente importanti per i quali il gruppo di Noi Moderati si è battuto e si batterà. Entrando nel merito del provvedimento, l'argomento della cybersecurity anche in questo caso è trattato con riferimento ad alcune tematiche molto tecniche, ma questo è un tema al quale - come Noi Moderati - diamo particolare attenzione.

Non a caso ho creato l'Intergruppo sulla sicurezza informatica, perché crediamo, anche sollecitati da molte realtà, che sia necessaria una norma per regolarizzare il settore, con un'attenzione specifica al grande tema della privacy e dell'uso dei big data, che sono certamente uno strumento che potrebbe profondamente migliorare la qualità della vita degli italiani, e a quello della formazione, affinché vi sia su questo ambito una consapevolezza da parte di tutti i cittadini italiani e una competenza adeguata a tutti i livelli professionali perché si riesca ad essere attuali su questo tema.

Non siamo certamente rimasti indifferenti sulla questione trattata nel provvedimento sulla giustizia. L'estensione della proroga della facoltà di delegare da parte del giudice ai giudici onorari alcune funzioni dinanzi al tribunale dei minori è stata un'attenzione del Governo importante - ringrazio il Vice Ministro Sisto, che è presente in Aula questa mattina - perché è stato un ulteriore segnale nei confronti di una realtà, come quella dei giudici onorari, sulla quale buona parte della giustizia si basa; ed è per questo che ci stiamo dedicando, come Noi Moderati, con insistenza alla battaglia legata al loro inquadramento, al tema della remunerazione e della questione pensionistica.

Poi reputiamo significativo il tema dell'otto per mille, con riferimento al quale si introduce la destinazione, per la quota statale, se non indicata, alle tossicodipendenze. Questo è un altro segnale forte che il Governo sta dando in un provvedimento che certamente ha i profili che ho descritto, ma che dà anche un'idea di quale sia la direzione che abbiamo preso come maggioranza e come Governo. La giustizia, in termini più ampi, considerato che stiamo affrontando il tema della fiducia, per quanto ci riguarda, è una questione molto attesa anche alla Camera. In questo momento abbiamo la riforma al Senato e ci sono alcuni temi su cui già ci eravamo dedicati con una nostra mozione.

Il tema dell'abuso d'ufficio e del traffico di influenza è una questione che non può essere più rinviata perché la vita degli amministratori pubblici è resa impossibile di fronte a reati non definiti e non determinati. Il diritto alla presunzione di innocenza, purtroppo, in questo Paese, anche a causa della giustizia mediatica alla quale spesso si è sottoposti quando si è imputati, non viene garantito, perché basta un avviso di garanzia per essere già condannati per quel reato dall'opinione pubblica, per il modo in cui l'informazione viene veicolata, tenendo oltretutto conto delle conseguenze umane, morali e anche economiche delle lungaggini processuali, perché a tutto questo poi dobbiamo aggiungere le tempistiche in cui i processi si svolgono e le vite delle persone vengono così pesantemente segnate e condizionate.

Oltre a questo vi è il grande tema della competitività, perché, quando si parla di giustizia, si parla di attrattività per il nostro Paese. Purtroppo, a causa di alcune lungaggini e della difficoltà da parte degli osservatori esteri di capire come sia possibile che alcuni procedimenti abbiano una durata così prolungata si rischia che non considerino più il nostro straordinario Paese come un luogo interessante per portare i loro investimenti. Altro tema su cui dal Governo ci aspettiamo molto, e sul quale lavoriamo con intensità, è quello dell'impresa e del lavoro. Non ci stancheremo mai di sottolineare quanto sia importante il lavoro che viene esclusivamente dato dalle imprese. Noi rifiutiamo totalmente il concetto del lavoro dato per decreto ed è per questo che, con soddisfazione, è stato già attuato uno dei punti fondamentali del nostro programma relativo all'abolizione del reddito di cittadinanza, perché crediamo che la vera dignità per l'uomo sia la possibilità di lavorare, ma per questo dobbiamo aiutare le imprese ad assumere e ad avere un alleggerimento dei costi.

Quindi, è già importante il taglio del cuneo fiscale che ha raggiunto per i redditi fino a 35.000 euro 5 punti e per i redditi fino a 25.000 euro 7 punti. Vuol dire, in quest'ultimo caso, che la media di riconoscimento che viene dato al lavoratore in busta paga si aggira intorno ai 100 euro. In un momento drammatico come quello dell'inflazione alta, dell'aumento delle materie prime, del caro energia certamente è un segnale molto importante.

Noi continueremo a insistere sul tema degli aumenti retributivi che devono essere esenti da imposte dello Stato e che, se non previsti a monte dallo Stato, non c'è alcun senso che vengano tassati quando l'imprenditore vuole riconoscere, ad esempio, 200 euro a un proprio dipendente, ma il costo che poi grava sulle spalle dell'impresa, per quei 200 euro, è di 520 euro.

La delega fiscale è un'altra rivoluzione importante sulla quale tutto il centrodestra si è sempre concentrato, perché crediamo che il fisco debba iniziare a diventare, se non amico, perlomeno non più nemico; che lo Stato non si senta come un socio fastidioso all'interno della propria società. Un socio che non solo non viene ogni giorno a lavorare in azienda, ma non dà neanche un contributo positivo all'attività quotidiana di quell'impresa. Mi sembra che la delega fiscale sia stata ben impostata, adesso attendiamo con grande fiducia i decreti attuativi.

Riusciremo a fare tutto ciò, nonostante il bonus edilizia abbia zavorrato pesantemente il tutto. È un provvedimento che non abbiamo mai sostenuto, che abbiamo sempre osteggiato e che consideriamo assolutamente iniquo, perché aiuta tutti, non dà sostegno ai più bisognosi e che è costato 147 miliardi. Ancora oggi, nella nostra legge di bilancio, dovremo prevedere 20 miliardi per completare quanto è stato avviato nel passato. E quando veniamo accusati di avere prorogato il bonus edilizia, pur contrastandolo, è semplicemente un buon senso che il Governo sta avendo per non far ricadere sulle spalle dei cittadini il peso di un provvedimento sbagliato, perché gli italiani, seppure sia una legge errata, hanno creduto in una legge dello Stato e giustamente hanno aderito a uno strumento che lo Stato ha messo a disposizione, ma non per questo devono pagarne le conseguenze.

E nonostante, dicevo, vi sia un appesantimento sulla legge di bilancio di questo costo, noi continueremo a proseguire sui fondamenti importanti del nostro programma. Un programma che è certamente stato definito da quattro forze politiche e che, però, quando affrontano nuovi temi, non devono avere la preoccupazione di essere quattro realtà diverse, perché non c'è un unico pensiero, non c'è un unico partito, ma ci sono le giuste distinzioni. Ad esempio, in questi giorni, proprio sul condono, il gruppo Noi Moderati ha chiarito che c'è assoluta disponibilità per le piccole difformità, ma non c'è assolutamente spazio per condonare abusi importanti, perché sarebbe una sconfitta dello Stato e sarebbe anche un atteggiamento scorretto nei confronti dei cittadini seri e onesti.

Arrivo rapidamente alla conclusione su un passaggio per noi importante, quello della famiglia, della conciliazione famiglia-lavoro e della scuola, per quanto riguarda la parità scolastica. Abbiamo tutta la legislatura, non dobbiamo fare tutto adesso, ma la credibilità passa dalla concretezza e dall'esito di queste battaglie che noi affrontiamo con serietà, responsabilità e determinazione. Con questo impegno il gruppo Noi Moderati conferma la fiducia al Governo Meloni (Applausi dei deputati dei gruppi Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Approfitto per salutare il direttivo dell'Università della Terza Età del comune di Arbus, che assiste ai nostri lavori (Applausi). Ne approfitto anche per rammentare che siamo nella fase delle dichiarazioni di voto, al termine delle quali ci sarà il voto conclusivo.

Ha chiesto di parlare il deputato Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Grazie, signor Presidente. Signor Vice Ministro, colleghi e colleghe, siamo qui a discutere l'ennesimo decreto-legge. Capisco che alle orecchie della maggioranza questo rilievo e questa osservazione possano essere giudicati un po' noiosi.

Troppe volte in quest'Aula si sono sentiti gli esponenti dell'opposizione ricordare questa manchevolezza da parte del Governo, però credo che quello che sta accadendo in questa legislatura con questa maggioranza e con questo Governo non abbia precedenti da questo punto di vista. E, come tale, tale questione deve essere costantemente ricordata - in tutte le occasioni e anche in questa -, non soltanto perché questa scelta di procedere unicamente attraverso la fiducia sui decreti-legge (fino ad arrivare alle 39 fiducie già chieste dal Governo Meloni) contrasta con quanto previsto dalla Costituzione - e mi riferisco, in modo particolare, al Vice Ministro Sisto che so essere sensibile a questo argomento e profondo conoscitore della nostra Carta costituzionale -, ma anche con i molteplici rilievi da parte del Presidente della Repubblica sull'utilizzo improprio e sull'abuso dei decreti-legge. Ma ciò che desta maggiore preoccupazione è che questo ricorso alle fiducie nasconde l'incapacità totale del Governo Meloni e di questa maggioranza di affrontare la discussione sui grandi provvedimenti che riguardano il Paese con gli strumenti ordinari della democrazia parlamentare; l'incapacità di pensare di arrivare in quest'Aula e discutere, affrontare l'opposizione, i suoi emendamenti, votarli in Aula e semmai bocciarli. Questa incapacità deriva da quella impreparazione a governare il Paese che sta manifestando il Governo Meloni.

All'inizio di quest'avventura ci fu lo slogan da parte della destra, di Fratelli d'Italia nel dire che erano pronti a governare. Ebbene, questo primo anno di governo dimostra l'esatto contrario: non soltanto che non erano pronti un anno fa, ma che non sono diventati pronti neanche oggi, perché i grandi problemi del Paese continuano a essere enormi.

Su questo decreto abbiamo espresso, già in Commissione e anche durante il dibattito generale, la nostra opinione; mi riferisco in particolare alla questione delle intercettazioni, alla retroattività delle norme, su cui non siamo d'accordo. Il problema, come il Vice Ministro sa, esisteva in base alla sentenza della Prima sezione della Corte di cassazione ma, evidentemente, lo si poteva affrontare in modo diverso, magari con un'interpretazione autentica che, in qualche modo, tutelasse anche i procedimenti in corso perché, com'è noto, l'interpretazione autentica è ex tunc, cioè all'inizio e all'origine della norma.

Siamo anche abbastanza preoccupati dal comma che ha modificato la questione delle intercettazioni, nello specifico la parte che demanda alla Polizia giudiziaria la valutazione sul fatto che le comunicazioni intercettate siano rilevanti o meno; e ciò, non perché riteniamo che le intercettazioni debbano essere tutte utilizzate - giammai, anzi, siamo convinti che bisogna arrivare a una regolamentazione importante in modo che non venga messo in discussione il diritto alla privacy e che le intercettazioni rilevanti non siano date all'attenzione della stampa e possano distruggere carriere, personalità, su elementi rilevanti ai fini di quell'inchiesta -, ma perché ci sembra abbastanza azzardato demandare alla Polizia giudiziaria la valutazione se alcune intercettazioni siano rilevanti o irrilevanti. Questo, nella fattispecie, potrebbe avere un effetto contrario rispetto a quello che si vuole, ossia indebolire ancora di più la difesa, nel senso che potrebbero essere stralciate notizie e comunicazioni che, invece, potrebbero aiutare la difesa.

Siamo anche soddisfatti, riguardo all'emendamento che era stato presentato relativamente all'articolo 6, che sia stata stralciata l'abolizione dell'articolo 733 del codice penale che quell'emendamento della maggioranza chiedeva. L'articolo 733 riguarda il reato di danneggiamento al patrimonio archeologico, storico e artistico nazionale: grazie anche a una nostra segnalazione è stato stralciato e di questo siamo soddisfatti.

È un Governo che non riesce a dare risposte al Paese: è questo il punto sul quale noi diciamo “no” alla fiducia al Governo Meloni. D'altro canto, tutti gli indicatori economici dicono che quest'anno di Governo è stato un disastro, non c'è alcun elemento positivo. Si cerca di trasformare il 25 settembre nell'anniversario del primo Governo della destra estrema del nostro Paese e, se andiamo a vedere i risultati, sono disastrosi; basti vedere i dati economici che vengono quotidianamente pubblicati. Guardiamo il PIL. Negli ultimi due trimestri c'è stato un abbassamento: meno 0,3 per cento nel primo trimestre e meno 0,4 per cento nel secondo trimestre e l'Istat prevede al ribasso la stima di fine luglio, pari allo 0,8 per cento. Ieri è stata presentata la NADEF; in questo documento viene rilevato che il PIL crescerà quest'anno soltanto dello 0,8 per cento, quindi al ribasso rispetto alle previsioni e, contemporaneamente, è previsto un aumento dell'1,2 per cento nel prossimo anno che, quasi certamente, a leggere quello che dicono gli analisti, non sarà raggiunto.

L'Istat, del resto, ci spiega che, nel secondo trimestre del 2023, le ore lavorate hanno registrato una diminuzione dello 0,5 per cento rispetto al trimestre precedente. La flessione è il risultato di un calo del 3 per cento di agricoltura, silvicoltura e pesca, dell'1,1 per cento dell'industria in senso stretto, dell'1,9 per cento delle costruzioni. In appena 15 mesi, il risparmio degli italiani è calato di 61 miliardi: l'inflazione ha eroso, infatti, i depositi delle famiglie e ha invertito la loro tendenza ad accantonare riserve.

L'allarme rosso sui risparmi degli italiani scatta con maggiore vigore alla fine del primo trimestre del 2023, quando risulta evidente che la difficoltà economica a rincorrere la sfrenata risalita dei prezzi con la propria capacità reddituale continua a erodere la liquidità. Dice Lando Maria Sileoni, che è il segretario della FABI: “L'inflazione è la più ingiusta delle tasse, perché colpisce soprattutto chi ha redditi bassi e pochi risparmi. Il rischio, insomma, è quello di vedere aumentare le disuguaglianze sociali. Chi ha liquidità sul proprio conto è particolarmente colpito perché i suoi soldi valgono sempre meno. Per questo le banche, che hanno beneficiato dell'aumento del costo del danaro, devono restituire alla clientela una parte di quei benefici alzando i tassi di interesse sui conti correnti”.

Sarebbe necessario rifare i contratti della pubblica amministrazione, ma Zangrillo ci dice che non ci sono soldi.

Per quanto riguarda le accise sulla benzina. la Presidente Meloni, durante la campagna elettorale del 2019, diceva: “Tasse scandalose sul carburante: le accise e l'IVA pesano per poco meno del 70 per cento del costo totale. Pressione fiscale che compromette tutta la nostra economia. Ma rischiamo un ulteriore aumento con le clausole di salvaguardia inserite dal Governo nella legge di bilancio. Niente scherzi! Gli aumenti previsti vanno bloccati e le accise esistenti vanno progressivamente abolite”. Voglio ricordare che quando la Meloni faceva questo discorso la benzina si attestava a 1,596 euro e il gasolio a 1,487 euro mentre, all'inizio del Governo Meloni, la benzina era a 1,942 euro e il gasolio a 1,833 euro. Le promesse devono essere mantenute quando vengono fatte. Non possiamo continuare ad ascoltare chiacchiere quando si è all'opposizione e, invece, non avere mai i fatti quando si governa.

Del resto, questo Governo si caratterizza, sulla questione dei migranti, per non aver assolutamente centrato gli obiettivi che si poneva.

PRESIDENTE. Concluda.

FILIBERTO ZARATTI (AVS). Sugli extraprofitti ci dovete spiegare per quale ragione gli extraprofitti sull'energia - e vado a concludere, Presidente -, previsti dal Governo Draghi, non siano stati incassati. Ci dovete spiegare perché i rapporti internazionali si basano sul fatto di litigare, un giorno, con la Francia e, l'altro giorno, con la Germania, senza avere mai una visione, e di andare d'accordo soltanto con Orbán. Il Governo sta fallendo su tutti i fronti ed è per questa ragione che non daremo la nostra fiducia al Governo Meloni (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Antonio D'Alessio. Ne ha facoltà.

ANTONIO D'ALESSIO (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Siamo qui, ancora, a parlare di decretazione di urgenza, a fare le stesse stucchevoli considerazioni che, come diceva giustamente il collega Zaratti, probabilmente suonano fastidiose alle orecchie della maggioranza, ma che siamo costretti a fare ancora. Si tratta di una decretazione d'urgenza il cui utilizzo è diventato una vera e propria esagerazione e ciò in barba ai principi e ai requisiti richiesti, in particolare quelli dell'urgenza e della necessità e quello della omogeneità, che veramente non si rileva e non si rinviene in alcun decreto, nonostante il tentativo, alcune volte, nel corso di questi mesi, di individuare titoli che facessero un po' da collante o che attraessero l'attenzione su un determinato tema, ma poi nel decreto c'è un po' di tutto e questo naturalmente non va bene.

E non va bene perché, peraltro, con una continuità imbarazzante, si pone la fiducia; anche questo è uno strumento di cui si fa un abuso enorme. Ciò, è evidente, crea imbarazzo nella maggioranza, ma tant'è. Viene svuotata la funzione del Parlamento, si crea uno squilibrio tra i poteri, vengono meno le prerogative e la centralità delle Camere. Onestà intellettuale vuole che facciamo un accenno anche al fatto che, nei precedenti Governi, l'utilizzo della decretazione di urgenza e, a volte, anche della fiducia sia stato, anche in quelle circostanze, probabilmente esagerato. Tuttavia, la forzatura istituzionale, già sbagliata, può passare; quello che non passa è l'atteggiamento patologico di continuità assoluta, da record, che va evidentemente a segnare e a segnalare l'incapacità del Governo di abbracciare percorsi ordinari nella legislazione.

Questo, lo sappiamo bene, ha spinto anche il Presidente della Repubblica - persona peraltro moderata, equilibrata, mai fuori le righe, che prima di dire una parola con la sua saggezza probabilmente ci pensa dieci volte - a fare una tiratina di orecchie, e anche più, al Governo per questo utilizzo patologico della decretazione d'urgenza che - ripeto - poi porta a cascata una infinità di fiducie che vengono poste dal Governo.

Tanto basterebbe e tanto basta per dire “no” assolutamente alla fiducia e per annunciare il voto contrario di Azione-Italia Viva, ma devo fare un accenno a un tema un po' particolare, quello della forzatura sui codici di procedura. Questi interventi continui sui codici di procedura civile e penale hanno un non so che di patologico e destabilizzano il sistema di garanzie; mettere mano continuamente alle procedure, alle figure di reato. significa effettivamente non imbracciare o incamminarsi su un percorso di regolarità, di ordine, di sistema; non è un incedere ordinato di cui il nostro Paese ha tanto bisogno. Sono temi, quelli delle norme penali, procedurali, processuali penali, civili, dell'ordinamento della giustizia, che devono assicurare un dibattito, una partecipazione, proposte, un atteggiamento inclusivo, attento, e non una decretazione d'urgenza con la fiducia a cascata.

In particolare, questo decreto diventa una sorta di manifesto contro la criminalità organizzata, ma su questo siamo assolutamente tutti d'accordo; va benissimo, ci mancherebbe, va combattuta la criminalità organizzata di natura associativa, ma non c'è bisogno di ampliare la portata delle intercettazioni, soprattutto in maniera retroattiva. Non si può fare.

In Aula c'è il Vice Ministro Sisto, lo dico con grande piacere, perché ho una stima enorme per la sua persona, ma credo che un po' di imbarazzo lo debba provare anche lui, perché quando alcuni magistrati hanno realizzato di avere utilizzato gli strumenti delle intercettazioni in assenza dei presupposti di legge e la Cassazione, fatta non da estranei al sistema penale, ma da altri magistrati, composta da altri magistrati, peraltro all'apice della carriera, dice che ne è stato fatto un utilizzo sbagliato, nel senso che non c'erano i presupposti di legge, con interpretazioni evidentemente frutto di forzature, poi che cosa fa la magistratura che ha sbagliato le indagini? Bussa al Governo per sanare, con una decretazione d'urgenza, le indagini in maniera retroattiva; non va bene, ci sono problemi di natura costituzionale. E le garanzie, il sistema di garanzie del nostro Paese, la certezza del diritto? Se ci sono norme devono essere applicate.

Allora, valutiamo l'utilizzo delle intercettazioni, aiutiamo con strumenti per combattere la criminalità organizzata; facciamo tutto, siamo apertissimi, valutiamo insieme quale possa essere il percorso migliore per assicurare la giustizia, una giustizia vera, certa, celere che raggiunga obiettivi, mettiamo le procure nella condizione di lavorare al meglio però, attenzione, minare la certezza del diritto no. Questo credo e temo che sia un pericoloso precedente.

Per tutte queste considerazioni annuncio il voto contrario di Azione-Italia Viva (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Paolo Emilio Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO EMILIO RUSSO (FI-PPE). Presidente, signor Vice Ministro e onorevoli colleghi, in venti e qualcosa anni di redazione, nel mio lavoro di giornalista, con i colleghi più esperti di cronaca giudiziaria ne abbiamo viste tante, di più: la signora che diceva di non voler essere trattata come una sguattera, i furbetti del quartierino, i giudizi sgradevoli e sgraziati, ma privati, su amici e colleghi, ma non solo: frasi captate a persone cui avevano detto che altre persone avevano fatto delle cose, vanterie, chissà quanto fondate, di playboy che, a guardarli bene, non erano poi nemmeno così credibili; migliaia di pagine di intercettazioni non incluse nei faldoni fatte a strascico, fotografie di pomeriggi e serate di cittadini ignari, totalmente estranei alle indagini, Ministri, Sottosegretari, imprenditori, sindaci, reali, direttori di giornali, cittadine e cittadini comuni, addirittura il Capo dello Stato, come ha ricordato proprio in quest'Aula due giorni fa Giuliano Amato.

Ho visto colleghi, team di cronisti esperti dividersi faldoni alti come un'enciclopedia per trovare qualcosa che potesse finire in prima pagina; notti trascorse in redazioni fumose a entrare nelle vite degli altri, non necessariamente e, comunque, non sempre, criminali.

Sapete, un brogliaccio non viene sempre gestito con la deontologia che ho conosciuto, ma può diventare anche uno strumento di ricatto o di pressione: “certo, io non te lo pubblico questo fatto privato, ma poi mi devi un favore”. Quante volte siamo stati testimoni noi, in quest'Aula, di dossier che circolavano da uno smartphone all'altro, da una redazione all'altra, da una redazione a un palazzo o viceversa? La cronaca di questi giorni ci sbatte in faccia una realtà che è sempre tristemente la stessa: racconta del video di un sindaco che presenta denunce per corruzione e finisce lui stesso sui giornali, messo alla berlina invece del presunto colpevole.

Per anni, il dovere della responsabilità e del bilanciamento tra il diritto di cronaca e quello della riservatezza è stato scaricato su una categoria, quella dei giornalisti, appunto, che si è trovata a gestire informazioni che non avrebbe dovuto e potuto avere. Per molto tempo, questo Parlamento ha pensato di poter affrontare un problema che era sotto gli occhi di tutti, aumentando le pene nei confronti dei giornalisti, colpendo cioè l'ultimo anello del sistema, l'anello debole, il solo che trattava i dati nel rispetto di un diritto costituzionale riconosciuto, quello del diritto alla cronaca.

Era difficile immaginare una scelta più ipocrita perché, cari colleghi, su una cosa vi è certezza: le intercettazioni escono dai tribunali e non diventano di dominio pubblico per caso, ma perché rappresentano un'arma sporca nella guerra tra accusa e difesa, come quelle bombe nucleari che, una volta gettate, una volta esplose, lasciano solo rovine e caduti. È bene ripeterlo qui e lo diciamo chiaramente: le intercettazioni sono importantissime e fondamentali. Sono uno strumento fondamentale di ricerca della prova, decisive per contrastare il crimine ed è doveroso sfruttare tutte le possibilità messe a disposizione dalla tecnologia.

La lotta contro la criminalità organizzata rappresenta una priorità in difesa della libertà e della democrazia del nostro Paese. Eppure, tra captazioni, trojan e intercettazioni a strascico, ne sono rimasti vittima la privacy dei cittadini e dunque due articoli della Costituzione, il 15 e il 27. Il diritto alla legalità e alla sicurezza deve essere garantito senza consentire la violazione sistematica e ingiustificata delle leggi che proteggono la presunzione di innocenza e di riservatezza. Abbiamo così sostenuto questa proposta di decreto e apprezzato che la maggioranza abbia condiviso tre importanti proposte di Forza Italia in direzione garantista. La prima mette la parola fine alle intercettazioni a strascico: il giudice dovrà, d'ora in avanti, motivare il ricorso alle intercettazioni con argomenti concreti; la seconda prevede che la polizia giudiziaria nel trascriverle dovrà limitarsi a quelle rilevanti per le indagini e riportare anche quelle a favore dell'indagato; la terza introduce il divieto di trascrivere conversazioni personali che non abbiano attinenza con il processo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Abbiamo così aumentato le garanzie nei confronti dei cittadini senza rinunciare alla ricerca dei reati e, dunque, dei colpevoli.

Il nuovo equilibrio che battezziamo oggi con questo decreto, sul quale stiamo per votare la fiducia, è anche il risultato del lavoro di tre colleghi che sono, non a caso, anche avvocati di esperienza: l'onorevole Annarita Patriarca, l'onorevole Tommaso Calderone, che ha preparato gli emendamenti, e l'onorevole Pietro Pittalis, che del provvedimento che votiamo è stato relatore sempre equilibrato. Desidero ringraziare, a nome del gruppo, anche il presidente della Commissione affari costituzionali, Nazario Pagano, che ha garantito un confronto aperto e ordinato, e il Vice Ministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, che ha rappresentato, in tutti i lavori della Commissione, il Governo con grande autorevolezza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

Abbiamo migliorato il testo in senso garantista, perché il garantismo è uno dei valori fondanti di Forza Italia, un principio che consideriamo - e abbiamo considerato anche questa volta - assolutamente inderogabile.

Questo successo, che abbiamo raggiunto, comprensibilmente non è piaciuto a un pezzo dell'opposizione, perché il risultato riafferma il ruolo che Forza Italia ha nel Paese da 30 anni. In ogni campo siamo da sempre - e lo siamo ancora oggi - il movimento dei diritti dei singoli, delle libertà contro ogni forma di oppressione, comprese quelle da parte dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). Dirsi garantisti, come fanno molti, è cosa diversa dall'essere un partito garantista parte fondamentale della maggioranza che governa il Paese. È la famosa vecchia differenza tra il dire e il fare.

Con questo stesso decreto abbiamo anche rafforzato la lotta alle tossicodipendenze, destinando loro l'otto per mille, e abbiamo aumentato le pene per i piromani e quelle per chi commette un disastro ambientale.

Insomma, la chiamata al voto di fiducia, alla quale risponderemo, come sempre, con un “sì” convinto, è anche l'occasione per ribadire che siamo l'anima di una coalizione dove certamente vi sono idee e sensibilità diverse e che, non a caso, è costituita da tre grandi partiti popolari, ma questa compagine ha regole che funzionano e in essa vige il rispetto. Siamo una comunità all'interno della quale si trova sempre il minimo comune denominatore che, guarda caso è, a nostro avviso, il miglior risultato possibile per il Paese. È, dunque, strumentale restituire agli italiani, come ha provato a fare qualcuno, l'idea di uno scontro, di un braccio di ferro consumato su questo tema tra le diverse forze politiche. Il nostro è stato semmai un incontro. In questa maggioranza ci si confronta, magari anche in maniera ruvida, ma poi si raggiunge un accordo al quale lavoriamo tutti, dalla Presidente Giorgia Meloni fino all'Aula di questo Parlamento. Insomma, cari colleghi delle opposizioni, è quello che stiamo facendo da un anno esatto con successo, costruendo un'armonia che ha consentito a ciascuno di noi, che diamo vita a questa maggioranza, di mantenere un proprio profilo e di rimanere sempre coerenti con le nostre idee e fedeli alla nostra storia. Chi lo nega non rende un buon servizio alla verità o forse semplicemente non sa cosa sia una coalizione. Forse è questo, a ben vedere, il vostro problema, cari amici.

Dunque, voteremo “si” al provvedimento e daremo ancora fiducia a questo Governo di centrodestra (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Andrea Quartini. Ne ha facoltà.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie, Presidente. Questo Esecutivo, Presidente, non governa; questo Esecutivo comanda. Questa maggioranza di fatto non esercita la forza del diritto, ma il diritto della forza. Quaranta decreti-legge e 26 fiducie in 11 mesi sono la prova indecorosa del disprezzo che Governo e maggioranza hanno rispetto alle prerogative del Parlamento, continuamente svilito, squalificato e oltraggiato.

Per la ventiseiesima volta non si ravvisa nel provvedimento alcun carattere di necessità e di urgenza, né tantomeno l'omogeneità richiesta. Per l'ennesima volta viene dimostrato poco rispetto anche nei confronti del Presidente della Repubblica che più volte ha richiamato il Governo al rispetto del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Lo ha fatto anche nei confronti del Presidente di questa Camera. Eppure, quando l'attuale forza di maggioranza relativa era opposizione lamentava, anche troppo aggressivamente, l'abuso della decretazione d'urgenza, richiamandosi al valore del Parlamento. Oggi questa stessa maggioranza contraddice se stessa - del resto, ci hanno abituato a fare giravolte su tutto - e adotta una dittatura della maggioranza che esclude continuamente uno dei due rami del Parlamento. È forse il buongiorno della riforma costituzionale che intendono fare, Presidente? Bene, anzi male: noi non ci stiamo!

Questa maggioranza, peraltro, confonde le vere emergenze con le notizie di cronaca, anzi usa le notizie di cronaca e le amplifica per distrarre dai veri problemi del Paese. Infatti, ci si preoccupa molto di più delle passerelle di certi messaggi pubblicitari piuttosto che delle alluvioni, della sicurezza sociale, della sanità al collasso, della sicurezza sul lavoro o di quella delle infrastrutture - altro che ponte sullo Stretto! -, di salario minimo e contrasto al lavoro povero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), del necessario contrasto alla povertà, di ambiente e transizione energetica ed ecologica, di valorizzazione di scuola e cultura, di intervenire sul tema del disagio abitativo - in questi giorni siamo accanto agli studenti universitari, ancora costretti a manifestare nelle tende per reclamare il diritto allo studio -, di mafie e criminalità organizzata, di contrasto all'evasione fiscale (anzi, Presidente, fanno condoni fiscali), di contrasto al consumo di suolo (anzi, fanno i condoni edilizi, Presidente). Ce ne sarebbero ancora di vere emergenze, ma soffermiamoci su questo ennesimo voto di fiducia entrando nel merito del decreto.

Due parole sugli articoli del decreto che riguardano la giustizia, rispetto ai quali, Presidente, mi permetta solo di dubitare della stessa buona fede di chi ha scritto le norme che rappresentano un continuum di indebolimento della lotta e del contrasto alla criminalità organizzata, iniziata con il decreto Rave, quando maggioranza e Governo hanno addirittura messo in posizione più favorevole i detenuti non collaboranti rispetto ai collaboratori di giustizia. Roba da matti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

Adesso, invece, pur di difendere qualche colletto bianco, tra cui gli stessi politici, si sta facendo un odioso regalo impedendo le cosiddette intercettazioni a strascico per i più gravi reati contro la pubblica amministrazione.

I nostri emendamenti migliorativi sono stati respinti in blocco, ma la vergogna di queste azioni dove sta di casa se a, a fronte di 6.000 reati all'anno contro i minori, soprattutto bambine abusate di violenza sessuale aggravata, su un nostro emendamento, atto a rimediare tale situazione, avete votato contro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)? Eppure, la pedopornografia dilaga fino a coinvolgere addirittura i neonati e i bambini di pochi mesi di età. Allora, di fronte alla bocciatura dell'emendamento proposto dalla nostra Stefania Ascari, viene spontaneo pensare che a Caivano la maggioranza ha fatto l'ennesima passerella (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Vorrei, inoltre, sottolineare come, nella sua evidente eterogeneità, il decreto cerchi molto parzialmente di affrontare anche il tema dei disturbi da uso di sostanze e comportamentali. Vede, Presidente, la clinica oggi chiama così le vecchie terminologie “dipendenze” e “tossicodipendenze”, proprio per utilizzare terminologie meno stigmatizzanti e perciò meno colpevolizzanti e pregiudizievoli. Del resto, è dimostrato che i confini tra stili di vita e patologie sono talmente sfumati che nessuno di noi è al riparo dallo sviluppare problemi seri con le sostanze e con i comportamenti, come, per esempio, l'azzardo. Ebbene, non solo si sono respinti tutti gli emendamenti che volevano proporre modifiche più moderne e scientificamente evolute del fenomeno, ma addirittura, nell'articolo che destina l'otto per mille alle tossicodipendenze, si omette di allargare il campo anche alle sostanze e ai comportamenti legali o leciti. È evidente che negando gli emendamenti migliorativi nei contenuti scientifici e mantenendo, invece, genericità e discrezionalità assoluta gli obiettivi del Governo e della maggioranza sono di poter produrre un nuovo spot demagogico e strumentale, raccontando che stanno contrastando la tossicodipendenza, che non dovrebbe chiamarsi così.

Inoltre, nel testo si è dimenticata una parola fondamentale per contrastare le addiction. La parola è prevenzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Anche in questo caso avete rigettato il nostro emendamento correttivo. Il re è nudo!

La prevenzione non vi interessa, lo abbiamo capito: evidentemente la prevenzione fa poco rumore e rende poco dal punto di vista elettorale.

Nel contempo, con discrezionalità, di fatto assoluta, si parla genericamente di “interessati” che fanno richiesta senza declinare chi sono e di un comitato giudicante i progetti, di fatto di nomina governativa, che non riferendosi a nessun criterio o requisito, ipotizzo che lavoreranno in assoluta discrezionalità in modo arbitrario. Presidente, chi saranno questi “interessati”? Eppure avevamo proposto emendamenti anche su questo, richiamando criteri di legge già adottati, ma niente, respinti e nemmeno la possibilità di discuterli in Aula. La vergogna, evidentemente, è di casa altrove!

Anche rispetto all'articolato del decreto in materia di strategia anti-COVID e, direi, in tema di malattie infettive e di lavoratori fragili, avete respinto ogni aspetto di buona volontà collaborativa da parte delle opposizioni. Proponevamo maggior prudenza sul “libera tutti”, almeno in relazione al fatto che la nuova campagna vaccinale non partirà prima della fine di ottobre e i contagi e gli stessi ricoveri tendono ad aumentare, con emendamenti che andavano nella direzione, almeno rispetto al monitoraggio, senza allarmismi. Infine, avete bocciato gli emendamenti che andavano nella direzione di prorogare lo smart working per le persone fragili e le persone con minori in casa. Per tutte queste ragioni, Presidente, che non sono poche e non sono tutte, questa fiducia è decisamente invotabile e annuncio il voto negativo del Movimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Jacopo Morrone. Ne ha facoltà.

JACOPO MORRONE (LEGA). Grazie Presidente. Onorevoli colleghi, abbiamo ascoltato molte mistificazioni dai banchi dell'opposizione sui diversi temi che tocca questo provvedimento omnibus, ma, d'altra parte, c'è da aspettarselo. Se non si basassero su travisamenti della realtà e interpretazioni capziose non avrebbero materia per certe dichiarazioni. Penso, per esempio, a uno dei punti centrali programmatici del Governo sulla lotta alle mafie, alla criminalità organizzata, che non ci ha mai visto arretrare di un passo, semmai esattamente il contrario. Porto solo l'esempio della rapida risposta che il Governo ha saputo dare ai fatti gravissimi di Caivano. Ma da quanto tempo si sarebbe dovuto affrontare il problema? Qualcuno ha sentenziato che è meglio prevenire che curare. Certo, ma qualcuno. Anche il giustizialismo militante ha consentito, chiudendo gli occhi, che degrado, impunità, soprusi, ricatti, reati, delitti della criminalità organizzata si consumassero alla luce del giorno senza muovere un dito. Certo sarebbe stato meglio investire anni fa in scuole, educazione, sicurezza, lavoro, ma non è stato fatto e la situazione si è incancrenita, si è aggravata, fino ad arrivare alla tragedia a cui abbiamo dovuto assistere. Ma questo Governo non ha chiuso gli occhi e ha messo a punto la cura non solo dal punto di vista dell'ordine pubblico e dello smantellamento dei santuari della criminalità organizzata, ma anche dell'educazione, puntando su scuole, insegnanti, sport e soprattutto più opportunità per i nostri giovani. La sinistra non lo capisce, ma c'è una richiesta di sicurezza che emerge dalla stragrande maggioranza degli italiani; sicurezza in tutti i sensi, che si deve comprendere e affrontare, ma per rispondere adeguatamente a questa richiesta servono anni, un arco di tempo adeguato a ripianare guasti anche molto datati, servono cambiamenti, segnali subito percepibili che a volte è difficile concretizzare in modo tempestivo ma per i quali servono tempi adeguati. Ne è prova anche quanto ho espresso ieri in Aula nel mio intervento quando ho ribadito che le intercettazioni sono uno strumento fondamentale e irrinunciabile per contrastare la criminalità organizzata e le mafie, anche applicate ai delitti di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti in continuo aumento e per altre fattispecie di reati gravi, compresi gli illeciti agroalimentari, per contrastare le agromafie. Ma anche sul fronte delle intercettazioni si dovrebbe ben comprendere, in uno Stato di diritto, la necessità di una visione, di una riforma equilibrata che, pur partendo dal presupposto dell'irrinunciabilità delle intercettazioni come strumento indispensabile per la ricerca della prova, preveda di eliminare il rischio di abusi e di compressione delle libertà fondamentali.

Magistratura e Forze dell'ordine devono disporre degli strumenti di indagine previsti dal nostro ordinamento per combattere la criminalità organizzata e le mafie, ma altrettanto indispensabile è evitare storture e lesioni ai diritti e alle libertà fondamentali dei cittadini. Sì, perché noi sosteniamo e crediamo fermamente nelle affermazioni di questi diritti e di queste libertà e siamo anche convinti che la libertà di stampa sia indispensabile in uno Stato democratico, anche se notizie pubblicate possono risultare, per così dire, scomode, ma si dovrebbero osservare regole condivise. Troppo spesso negli anni abbiamo dovuto constatare che il legittimo diritto di cronaca è stato, per così dire, identificato con il diritto alla gogna mediatica di persone innocenti fino a prova contraria, vite, famiglie, carriere distrutte, magari solo per sospetti quando addirittura non per pregiudizio politico. Guai, quindi, a mettere il bavaglio all'informazione, ma guai anche a chi usa l'informazione per processi di piazza o nei media: i processi si fanno in tribunale.

Concordo con chi ha affermato che in questo testo di legge si affrontano temi che non hanno ricevuto la dovuta attenzione nelle passate legislature, ma d'altra parte tocca constatare che dalle opposizioni non arriva alcuna risposta o contributo frutto di una semplice riflessione. Se milioni di italiani hanno dato, liberamente e democraticamente, il loro voto in più tornate elettorali, alle comunali, regionali e alle elezioni politiche, alle forze della coalizione di centrodestra dando fiducia ai loro riferimenti politici, ideali e programmatici, significa inevitabilmente che ci sono problemi di fondo, problemi culturali e problemi politici nelle forze di opposizione ad affrontare la realtà e il cambiamento, ma soprattutto emerge che queste forze non sono più sulla lunghezza d'onda di vaste fasce di popolazione che in passato le aveva scelte. E di qui nasce l'evidenza che le forze di opposizione non si stanno assumendo neppure la responsabilità di contribuire a trovare soluzioni migliorative per ciò che non hanno saputo risolvere durante la loro lunga permanenza al governo del Paese. Penso, per esempio, alle disposizioni urgenti in materia di criminalità informatica o di cybersicurezza o, passando a un altro tema, alla previsione di modifiche per aggravare le pene per il reato di incendio boschivo; un reato che comporta gravissime conseguenze all'ambiente, alla fauna e pesanti danni ai territori dove si consumano questi incendi e roghi, per lo più di natura dolosa e criminale. Ci sarebbe piaciuto al contrario ascoltare proposte realistiche, proposte concrete; non c'è dubbio che le nostre posizioni siano contrapposte sul terreno politico e ideale, ma su certi temi dovrebbe prevalere la ragione del bene e dei cittadini, tutto a favore del nostro Paese.

Ma sono sempre più certo che, a fronte di ciò che ci mostra il panorama politico dell'opposizione, toccherà a noi, all'attuale coalizione di maggioranza e a questo Governo difendere i diritti, le opportunità e le speranze e rispondere così concretamente alle richieste e alle esigenze di tutti gli italiani, anche degli avversari, anche di chi non ci ha sostenuto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quelle richieste, in costante aumento, di sicurezza, anche sui temi pressanti dell'immigrazione illegale e irregolare dopo i clamorosi fallimenti delle politiche dell'accoglienza e dell'integrazione propagandate dalla sinistra; politiche che sta pagando il Paese intero ma di cui la sinistra certamente non si accollerà mai la responsabilità perseguendo strade irrealistiche, quanto devastanti per le nostre comunità, anche dal punto di vista economico oltre che di tenuta della coesione sociale e della sicurezza da tutti i punti di vista. La sinistra e le varie forze di opposizione sembrano vivere sull'isola che non c'è; non ha saputo imparare nulla, neppure dall'esperienza di altri Paesi pur governati da Esecutivi di sinistra che tuttavia hanno saputo assumere linee più severe e rigorose contro il crimine urbano e contro l'immigrazione illegale. Purtroppo vediamo, al contrario, una sinistra italiana che non sa abbandonare la linea ambigua e inaffidabile che persegue da sempre, tranne pochissime eccezioni che si contano sulle dita di una mano. Ci vorranno anni per rimediare agli errori delle politiche della sinistra sui temi dell'immigrazione irregolare, che sono state interrotte dall'unica parentesi positiva: quella di un Ministro, che si chiama Matteo Salvini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Il Ministro dell'Interno che ha mostrato a tutti che basta volere e si possono mettere in campo politiche serie e concrete. Credo che gli italiani, almeno la stragrande maggioranza, abbia ben compreso che il Governo Meloni sa e vuole affrontare questi temi e che dall'altra parte ci sono quelli che vogliono ostacolare a tutti i costi e con qualunque mezzo il ritorno di un'Italia autorevole, un'Italia propositiva, un'Italia sicura che non abbassa di certo la testa di fronte a nessuno.

Stiamo propagandando una pesante eredità - politiche sbagliate della sinistra -, ma sapremo uscirne sempre a testa alta se gli italiani ce ne daranno la possibilità e la responsabilità. Per questi motivi dichiaro il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Federico Gianassi. Ne ha facoltà, prego.

FEDERICO GIANASSI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Porre la fiducia è una scelta oligarchica, è un errore drammatico, una vergogna, una mortificazione del Parlamento. La democrazia è un'altra cosa. Abbiamo ancora la Costituzione, in Italia? Queste parole non provengono da un irriducibile avversario di questo Governo, ma direttamente da Giorgia Meloni, per anni, pronunciate dai banchi dell'opposizione contro i Governi che erano allora in carica. Oggi, però, svestiti i panni di oppositore e indossati quelli di Capo del Governo, Giorgia Meloni diviene campionessa di incoerenza e guida il Governo che, più di ogni altro, ricorre alla questione di fiducia. Saranno certamente gli italiani a valutare le incoerenze di questo Governo, le tante promesse tradite, la scelta di bloccare il superbonus, dopo avere promesso, in campagna elettorale, di mantenerlo, la cancellazione dei tagli alle accise sulla benzina, che erano stati adottati dal Governo Draghi, malgrado gli impegni che Giorgia Meloni, direttamente dal distributore di benzina, aveva assunto con gli italiani. Giudicheranno gli italiani, però a noi corre l'obbligo, oggi, di denunciare così tanta incoerenza del Governo e della Presidente del Consiglio.

In ogni caso, chiamati a esprimerci sulla fiducia al Governo, noi opponiamo un “no” forte e netto. Sono moltissime le motivazioni politiche che ci inducono a respingere la fiducia a questo Governo, dal rifiuto di approvare il salario minimo per legge, che aiuterebbe milioni di lavoratori italiani, al preoccupante disimpegno sui temi della sanità pubblica, che, malgrado le sollecitazioni del Governo, non sembra che il Governo stesso voglia raccogliere, i tagli sulla casa, che è un diritto delle famiglie italiane, oggi, minacciate dal caro affitti e dall'esplosione dei tassi sui mutui, oppure sul PNRR, dove il Governo sta clamorosamente fallendo (ha già perduto 16 miliardi; 13 erano destinati ai comuni per interventi di rigenerazione urbana e di sostenibilità ambientale). Noi, da tempo, denunciamo, inascoltati purtroppo, le indecisioni, gli errori, i ritardi in cui è incorso e incorre il Governo, al quale però il Governo precedente aveva lasciato risorse che andavano solo spese presto e bene.

Vogliamo poi parlare d'immigrazione? Abbiamo ascoltato gli esponenti della maggioranza celebrare i successi del Governo, ma di quali successi stiamo parlando? Le destre avevano assicurato, conquistando anche consenso, che non ci sarebbero stati più sbarchi, che, invece, sono clamorosamente superiori a quelli avvenuti durante i Governi precedenti. Avevate promesso, con un decreto raffazzonato e contraddittorio, di inseguire gli scafisti in tutto il globo terracqueo, ma gli scafisti sono sempre lì, anzi più di prima. Avete annunciato un accordo con la Tunisia, che è fallito subito, avete deciso di combattere per decreto le ONG che salvano le vite in mare; gli sbarchi però sono aumentati e ora, per l'ennesima volta, di fronte ai fallimenti mettete in campo un altro nuovo decreto urgente, che fallirà, come hanno fallito i precedenti. Su tutti questi temi così decisivi per le sorti del Paese, abbiamo presentato, al contrario di quanto andate dicendo, proposte chiare e concrete e le abbiamo messe a disposizione di quest'Aula del Parlamento, ma a nessuna di esse, dico a nessuna, il Governo e le destre hanno fatto corrispondere un'apertura politica anche solo parziale, come se il contributo del principale gruppo parlamentare dell'opposizione, elaborato nell'interesse della Nazione, fosse considerato un fastidioso orpello da respingere pregiudizialmente.

E, ancora una volta, con il decreto che il Governo chiede di convertire all'Aula, il Governo ricorre allo strumento della decretazione d'urgenza. Ancora una volta, con tale strumento disciplinate materie diverse tra loro non collegate da alcun nesso funzionale. Ancora oggi, come abbiamo fatto dall'inizio della legislatura, denunciamo che il Governo utilizza questo strumento, quello della decretazione d'urgenza, al di fuori del perimetro che la Costituzione gli concede e che, per l'appunto, come più volte ha sostenuto la Corte costituzionale, non può consistere in un'attività normativa che disciplina materie eterogenee. Qui, invece, siamo in presenza di un decreto che regolamenta le intercettazioni, interviene sul processo minorile, rivoluziona l'organizzazione del Ministero della Cultura, stabilisce nuove norme in materia di 8 per mille, cambia le regole in materia di contrasto al COVID. Insomma, tanti temi e tutti diversi, per l'appunto, senza il rispetto dei limiti che la Corte costituzionale impone al Governo di rispettare quando utilizza lo strumento eccezionale della decretazione d'urgenza e con tale strumento si sostituisce al Parlamento.

Ma le nostre obiezioni sono anche sul merito del provvedimento. Con l'articolo 10, riguardante l'organizzazione del Ministero della Cultura, assumete una scelta grave e sbagliata, che produrrà danni al Ministero e, dunque, ai cittadini. A distanza di un anno dalle elezioni, la norma intende applicare uno spoils system generalizzato per cambiare tutti i dirigenti del Ministero, ma il Ministero è un'amministrazione complessa, con numerosi poteri autoritativi, di vincolo, divieto, autorizzazione e sanzione. È importante che abbia linee di comando corte e serrate, senza moltiplicazione dei livelli di Governo.

Questa manovra provocherà soltanto confusione amministrativa. In pieno PNRR c'era davvero bisogno di questo stravolgimento solo per soddisfare bramosia di nuove nomine?

Anche in campo della salute e del sociale, le scelte sono sbagliate. Con gli articoli 7 e 8, modificate la normativa relativa all'8 per mille, prevedendo che essa sia utilizzata per finanziare interventi per il recupero dalle tossicodipendenze, un tema davvero sentito e importante, ma non sono stanziate risorse aggiuntive, semplicemente si amplia la lista dei beneficiari, riducendo, di fatto, i finanziamenti per altre importanti destinazioni attualmente previste dalla normativa: la lotta alla fame nel mondo, l'adeguamento delle strutture degli edifici scolastici. Si tratta di un intervento che rischia di non produrre benefici.

Ma ancora, in materia di contrasto al COVID, dalla fine dello stato di emergenza, ponete fine all'obbligo dell'isolamento delle persone positive. Attenzione, però, perché mettere fine, in questo momento in cui si assiste a un incremento di contagi, a obblighi di sicurezza collettiva non può indurre ad abbassare la guardia. I nostri pronto soccorso, per carenze strutturali, si trovano già in condizione critica, le liste di attesa non accennano a diminuire, mancano i medici di famiglia e gli investimenti sul sistema sanitario nazionale sono modesti e carenti. Allora, se le situazioni – noi speriamo che non succedano - dovessero volgere verso una crisi sanitaria, rischieremmo di mettere a repentaglio il nostro sistema sanitario nazionale, un rischio che non possiamo assolutamente correre.

E poi in materia di giustizia, ci sono diversi interventi; un ennesimo rinvio delle norme Cartabia, per quanto riguarda il tribunale per i minorenni, semplicemente perché non eravate nelle condizioni di dare attuazione alla riforma. Non è il primo caso di rinvio, però, attenzione, perché alle norme Cartabia, alle riforme della giustizia sono collegate le risorse del PNRR e viste le difficoltà che il Governo già incontra è un rischio ulteriore andare di rinvio in rinvio.

Inoltre, sono emerse divisioni nette nella maggioranza, ancora una volta tra Forza Italia e gli altri partiti. Forza Italia aveva presentato molti emendamenti per modificare radicalmente il testo. È stata obbligata a ritirarli, fatto salvo per alcuni interventi, che sono stati accolti e che noi, però, critichiamo. Si tratta di posizioni inconciliabili in materia di giustizia che hanno reso sino ad oggi, al di là di tante dichiarazioni, pressoché nulla l'iniziativa del Governo e del Parlamento e queste differenze tra chi vuole aumentare le intercettazioni e chi vuole ridurle sono così insanabili che, prima o poi, esploderanno definitivamente.

Inoltre, il Governo, proprio per bocca della Presidente del Consiglio, era intervenuto per contrastare, a suo dire, una sentenza della Corte di cassazione, che aveva escluso, nei procedimenti di criminalità organizzata, l'uso del regime eccezionale delle intercettazioni, se anche non vi fosse stata la contestazione dell'associazione a delinquere. Il Governo sarebbe, quindi, intervenuto per impedire che, nei procedimenti per reati monosoggettivi di criminalità organizzata, fosse precluso l'uso del regime eccezionale delle intercettazioni e, per questo, la Premier aveva annunciato l'adozione di una norma di interpretazione autentica. Ma rispetto a queste dichiarazioni, due fatti smentiscono la ricostruzione del Governo. Attraverso questo atto, il Governo, anziché rafforzare l'azione di contrasto contro i reati di criminalità organizzata, rispetto agli annunci l'ha clamorosamente indebolita; innanzitutto con la sentenza delle sezioni unite della Cassazione del 2016, era già stata la Suprema Corte che aveva stabilito che, per reati di criminalità organizzata, anche quando non è contestata l'associazione, si applica il regime eccezionale delle intercettazioni. Inoltre, avendo il Governo deciso di adottare una nuova norma e non una norma d'interpretazione autentica, esso ha deciso che la nuova norma consentirà un uso eccezionale delle intercettazioni solo da oggi in avanti, non per il passato e, laddove il secondo comma prevedesse che le nuove norme si applicano anche ai procedimenti in corso - con ciò intendendo anche alle intercettazioni già disposte -, sarebbe evidentemente incostituzionale. Quindi, con quel comma è stato stabilito, com'è ovvio, che, sì, si applica ai procedimenti pendenti, ma solo quando le intercettazioni non sono state ancora disposte e, dunque, la vostra norma cancella l'uso delle intercettazioni già disposte nei procedimenti in corso, al contrario di quanto, sino ad oggi, è stato consentito.

Abbiamo posto questa domanda al relatore Pittalis e al Vice Ministro Sisto, due uomini esperti in materia di diritto. Gli stessi hanno preferito non rispondere perché era ovvio che questo intervento, se costituzionalmente rispettoso dei principi che ci guidano, vale ad escludere l'utilizzabilità delle intercettazioni già disposte.

Insomma, con questo intervento è stata indebolita la capacità di repressione dei reati all'interno dei procedimenti, al contrario di quanto dichiarato dalla Premier: un vero disastro.

Per tutte queste ragioni e per molti altre che non possiamo in pochi minuti esprimere, esprimiamo un voto radicale di “no” alla fiducia nei confronti del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Michelotti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO MICHELOTTI (FDI). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e rappresentanti del Governo, entrerò nel merito del provvedimento, ma permettetemi fin da subito di annunciare il voto di fiducia del gruppo di Fratelli d'Italia a questo provvedimento e al Governo Meloni. Una fiducia meritata e conquistata alle elezioni politiche, poco più di un anno fa, una fiducia piena dei parlamentari e dei cittadini italiani nel Governo, il primo Governo che, dopo molti anni, gode di una maggioranza politica omogenea con il sentimento degli elettori.

Presidente, vorrei anche replicare a quello che ho sentito non soltanto in quest'Aula e in questo dibattito, ma anche nei giorni scorsi in Commissione, ed esprimere il nostro disappunto rispetto alle doglianze ed ai rilievi dell'opposizione che troppo spesso cerca di buttarla in caciara.

Non possiamo prendere lezioni da forze politiche che, appena qualche anno fa, hanno espresso, anche nei ruoli apicali di Governo (Ministro della Giustizia), persone che, a malapena, coglievano la differenza fra reato colposo e reato doloso o che a malapena intuivano l'istituto della prescrizione. Ecco, rispetto a un recente passato, che ha fatto emergere gravi lacune da un punto di vista giuridico, politico, sostanziale, oggi il Governo risponde con norme chiare, che hanno il pregio di fare chiarezza su tutta una serie di questioni che vado ad elencare, non prima di aver ringraziato i presidenti delle Commissioni affari costituzionali e giustizia, l'onorevole Pagano e l'onorevole Maschio, per il lavoro certosino e puntuale fatto nella scorsa settimana, e anche i relatori, l'onorevole Kelany e l'onorevole Pittalis, per aver poi puntualmente coordinato un testo, che oggi è importante, non soltanto in tema di intercettazioni, che costituiscono il cuore pulsante di questo decreto, ma anche con riguardo a tutta un'altra serie di norme, che arrivano puntualmente a dare risposte su tematiche importanti.

Ci sono, infatti, norme che vanno dalle disposizioni in materia di intercettazioni e contrasto alla criminalità informatica e alla cybersicurezza, alle disposizioni in materia di processo penale per un rapido svolgimento del processo relativamente ad alcune fattispecie di reato. Il punto centrale che il Governo Meloni ha tenuto presente è che sono garantiti, rispetto alla narrazione falsa che proviene da una certa opposizione, il principio di legalità, il principio di sicurezza e di lotta alla criminalità e si rafforzano dentro un quadro di garanzie costituzionali per gli indagati. Era un punto di equilibrio difficile da trovare, ma quella narrazione - che troppo spesso la sinistra fa, per la quale il Governo Meloni avrebbe indebolito la lotta alla criminalità - con questo decreto viene totalmente smontata, è falsa: noi abbiamo potenziato gli strumenti per contrastare la criminalità ad ogni livello.

Mi preme ricordare le disposizioni anche in materia di processo civile, laddove, al fine di non generare un sovraccarico sui giudici togati, si è derogato fino al 31 dicembre di quest'anno rispetto alla possibilità di consentire nei processi davanti al tribunale per i minorenni l'ascolto del minore da parte dei giudici onorari relativamente a procedimenti e a testimonianze riservati in situazioni ordinarie al giudice togato.

Un'altra norma molto importante, che è stata ricordata anche dai colleghi che mi hanno preceduto, è quella che rafforza il contrasto al fenomeno degli incendi boschivi, non soltanto inasprendo le pene, ma prevedendo un cambio di rotta. Non possiamo tacere che, negli ultimi mesi, in relazione a queste circostanze e a queste fattispecie delittuose si è purtroppo verificato un aggravamento. Noi abbiamo contato 60.000 ettari di territorio italiano andato in fumo, di cui 8.500 erano ecosistemi forestali; questo rappresenta un danno enorme, non soltanto a livello ambientale, ma per tutto l'ecosistema Paese e per la nostra economia. Quindi, bene ha fatto il Governo Meloni a prevedere pene più severe, ad inasprire le pene, perché dobbiamo certamente andare a reprimere l'avidità e la stoltezza dell'uomo che non ha rispetto per l'ambiente, e combatterle e contrastarle ad ogni livello (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Questo è un cambio di passo che il Governo Meloni ha segnatamente previsto in maniera effettiva, così come un altro cambio di passo effettivo lo abbiamo nel contrasto alla droga e alle tossicodipendenze. L'articolo 7, secondo me, è un punto qualificante di questo decreto perché disciplina che la quota parte dell'otto per mille che non ha una scelta espressa venga introitata dallo Stato e venga destinata a finanziare interventi straordinari per il recupero delle tossicodipendenze; una misura semplice, ma straordinaria e rivoluzionaria al tempo stesso.

Fratelli d'Italia è sempre stata contraria ad ogni tipo di liberalizzazione delle droghe: non esiste un diritto a drogarsi e non esiste un diritto a farsi male (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Con questo provvedimento noi andiamo ad aiutare e a favorire interventi per recuperare quei ragazzi schiavi della droga e renderli liberi, restituendo loro una speranza e un futuro. Si tratta di un'altra grande misura che il Governo ha previsto e che passa sotto silenzio evidentemente perché c'è una certa sinistra, o comunque un'opposizione, che invece ha sempre remato nella direzione opposta e sbagliata. Da questa parte, troverete sempre persone che faranno della lotta alla droga un punto di principio.

Arriviamo al cuore del decreto, rappresentato dalle misure in tema di intercettazioni, che molto puntualmente i colleghi di maggioranza descrivevano. Ecco, su questo tema il punto di caduta trovato poi in Commissione è una sintesi che, da un lato, garantisce agli indagati, ma anche ai terzi estranei al processo, la riservatezza e le tutele che si devono avere in uno Stato di diritto, ma al tempo stesso potenzia lo strumento delle intercettazioni per le procure.

Quella narrazione, che voleva che il Governo Meloni in qualche modo limitasse le intercettazioni, le riducesse e privasse le procure di questo strumento è falsa ed oggi è smentita dai fatti, per via documentale, da questo decreto che invece scrive una cosa esattamente opposta: noi potenziamo e allarghiamo lo strumento delle intercettazioni, lo diamo in dotazione alla magistratura, in modo tale che possa, con questo strumento, contrastare la criminalità, non soltanto quella organizzata o quella mafiosa, sulla quale non abbiamo mai fatto sconti, ma va ad estendersi ad altre fattispecie di reato che esprimono una offensività omogenea rispetto a quella della criminalità organizzata: penso al traffico illecito di rifiuti e ad altre fattispecie delittuose che hanno un disvalore penale molto, ma molto importante e per il quale oggi noi dotiamo le procure dello strumento delle intercettazioni; per cui è esattamente il contrario rispetto a quello che dice l'opposizione.

Noi oggi diamo alle procure la possibilità di intervenire in maniera ancora più forte per contrastare la criminalità e lo facciamo anche con un'altra misura che il Governo ha voluto prevedere, che è quella delle infrastrutture digitali idonee, aggiornate e all'avanguardia, che permettono in tempo reale di contrastare una criminalità, che purtroppo, troppo spesso, sta al passo con i tempi e gode di strumentazioni efficienti. Ecco, in questo modo, possiamo finalmente dare alle procure livelli uniformi di sicurezza e un aggiornamento tecnologico adeguato per contrastare la criminalità organizzata anche in settori dove finora non era possibile farlo.

Lo Stato deve permettere alle Forze dell'ordine e alla magistratura di usufruire dei migliori strumenti di indagine per combattere la criminalità ad ogni livello. Chi difende lo Stato e la sicurezza dei cittadini ha la necessità di disporre di strumenti investigativi efficaci e il Governo Meloni, oggi come nei mesi scorsi, non ha fatto mancare - e non farà mai mancare - i migliori strumenti per difendere i cittadini dalla criminalità.

Con questa misura, abbiamo voluto - come dicevo prima - contemperare la necessità di dotare le procure di strumenti più forti ed efficaci, ma al tempo stesso di tutelare i cittadini, gli indagati e le persone che vengono attinte dal processo, in una fase come quella delle indagini, nella quale ci vuole riservatezza. Prima i colleghi di maggioranza ricordavano che vedersi sbattuti sui giornali con brogliacci o con parti di intercettazioni, purtroppo, era diventata una cosa comune. Questo decreto va nella direzione di tutelare queste persone: non c'è alcun bavaglio nelle indagini, non c'è alcun impedimento delle indagini, ma c'è un uso sapiente ed equilibrato dello strumento delle intercettazioni, che finalmente con questo decreto potrà arrivare a destinazione.

Siamo convinti che le norme introdotte contemperino bene, da un lato, la difesa della dignità dei cittadini e, dall'altro, l'utilizzo migliore possibile di strumenti adeguati e moderni. Fratelli d'Italia, d'altronde, ha fatto da sempre della difesa della legalità e del presidio della sicurezza un punto di principio non negoziabile: sono valori che noi tuteliamo e che questo decreto ben compendia.

Per cui, il nostro gruppo sarà unanimemente convinto nel votare la fiducia, persuaso che continuare a lavorare nell'interesse superiore dell'Italia e degli italiani sia il miglior obiettivo per proseguire un lavoro che Giorgia Meloni e questo Governo stanno egregiamente svolgendo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia.

Poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato convenuto che la votazione per appello nominale abbia luogo a partire dalle ore 12,30, sospendo la seduta fino a tale ora.

La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 12,30.

La seduta, sospesa alle 12,20 è ripresa alle 12,30.

(Votazione della questione di fiducia - Articolo unico - A.C. 1373-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.

Indico la votazione per appello nominale sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo delle Commissioni, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia.

Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata già effettuata dalla Presidenza nella seduta di ieri.

La chiama avrà quindi inizio dal deputato Francesco Silvestri.

Invito i deputati segretari a procedere alla chiama.

(Segue la chiama).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE' (ore 12,45)

( S egue la chiama) .

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI (ore 12,50)

(Segue la chiama) .

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione sull'articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge in esame, nel testo delle Commissioni, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia:

Presenti: ……………….. 331

Votanti: ………………… 326

Astenuti: …………………... 5

Maggioranza: …………... 164

Hanno risposto : ……… 201

Hanno risposto no: …….. 125

La Camera approva.

Si intendono così precluse tutte le proposte emendative presentate.

Hanno risposto sì:

Almici Cristina

Ambrosi Alessia

Amich Enzo

Amorese Alessandro

Andreuzza Giorgia

Antoniozzi Alfredo

Arruzzolo Giovanni

Bagnasco Roberto

Baldelli Antonio

Barabotti Andrea

Barelli Paolo

Battilocchio Alessandro

Battistoni Francesco

Bellomo Davide

Bellucci Maria Teresa

Benigni Stefano

Benvenuti Gostoli Stefano Maria

Benvenuto Alessandro Manuel

Bergamini Deborah

Bicchielli Pino

Bignami Galeazzo

Billi Simone

Bisa Ingrid

Bof Gianangelo

Bordonali Simona

Buonguerrieri Alice

Caiata Salvatore

Calderone Tommaso Antonino

Calovini Giangiacomo

Candiani Stefano

Cangiano Gerolamo

Cannata Giovanni Luca

Cannizzaro Francesco

Caparvi Virginio

Cappellacci Ugo

Caretta Maria Cristina

Carloni Mirco

Caroppo Andrea

Carra' Anastasio

Casasco Maurizio

Cattaneo Alessandro

Cattoi Vanessa

Cavandoli Laura

Cavo Ilaria

Centemero Giulio

Cerreto Marco

Cesa Lorenzo

Chiesa Paola Maria

Ciaburro Monica

Ciancitto Francesco Maria Salvatore

Ciocchetti Luciano

Coin Dimitri

Colombo Beatriz

Colosimo Chiara

Colucci Alessandro

Comaroli Silvana Andreina

Comba Fabrizio

Congedo Saverio

Coppo Marcello

Cortelazzo Piergiorgio

Crippa Andrea

Dalla Chiesa Rita

Dara Andrea

D'Attis Mauro

De Bertoldi Andrea

De Palma Vito

Deidda Salvatore

Delmastro Delle Vedove Andrea

Di Maggio Grazia

Di Mattina Salvatore Marcello

Dondi Daniela

Donzelli Giovanni

Ferrante Tullio

Filini Francesco

Formentini Paolo

Foti Tommaso

Frassinetti Paola

Frassini Rebecca

Frijia Maria Grazia

Furgiuele Domenico

Gardini Elisabetta

Gatta Giandiego

Gemmato Marcello

Giaccone Andrea

Giagoni Dario

Giordano Antonio

Giorgianni Carmen Letizia

Giovine Silvio

Iaia Dario

Iezzi Igor

Kelany Sara

La Porta Chiara

La Salandra Giandonato

Lampis Gianni

Lancellotta Elisabetta Christiana

Latini Giorgia

Lazzarini Arianna

Leo Maurizio

Loizzo Simona

Longi Eliana

Loperfido Emanuele

Lucaselli Ylenja

Lupi Maurizio

Maccanti Elena

Maccari Carlo

Maerna Novo Umberto

Maiorano Giovanni

Malagola Lorenzo

Malaguti Mauro

Mangialavori Giuseppe Tommaso Vincenzo

Mantovani Lucrezia Maria Benedetta

Marchetto Aliprandi Marina

Mascaretti Andrea

Maschio Ciro

Matera Mariangela

Matone Simonetta

Matteoni Nicole

Mattia Aldo

Maullu Stefano Giovanni

Mazzi Gianmarco

Messina Manlio

Michelotti Francesco

Miele Giovanna

Milani Massimo

Molinari Riccardo

Mollicone Federico

Molteni Nicola

Montaruli Augusta

Montemagni Elisa

Morgante Maddalena

Morrone Jacopo

Mule' Giorgio

Mura Francesco

Nevi Raffaele

Nisini Tiziana

Orsini Andrea

Osnato Marco

Ottaviani Nicola

Padovani Marco

Pagano Nazario

Palombi Alessandro

Patriarca Annarita

Pella Roberto

Pellicini Andrea

Perissa Marco

Pierro Attilio

Pietrella Fabio

Pisano Calogero

Pittalis Pietro

Pizzimenti Graziano

Polo Barbara

Pozzolo Emanuele

Pretto Erik Umberto

Prisco Emanuele

Pulciani Paolo

Raimondo Carmine Fabio

Rampelli Fabio

Ravetto Laura

Rizzetto Walter

Roccella Eugenia

Romano Francesco Saverio

Roscani Fabio

Rossello Cristina

Rossi Angelo

Rossi Fabrizio

Rosso Matteo

Rotelli Mauro

Rotondi Gianfranco

Rubano Francesco Maria

Ruspandini Massimo

Russo Gaetana

Russo Paolo Emilio

Saccani Jotti Gloria

Sala Fabrizio

Sasso Rossano

Sbardella Luca

Schiano Di Visconti Michele

Schifone Marta

Semenzato Martina

Silvestri Rachele

Siracusano Matilde

Sorte Alessandro

Tassinari Rosaria

Tenerini Chiara

Testa Guerino

Tirelli Franco

Toccalini Luca

Tosi Flavio

Trancassini Paolo

Tremaglia Andrea

Tremonti Giulio

Urzi' Alessandro

Varchi Maria Carolina

Vietri Imma

Vinci Gianluca

Volpi Andrea

Ziello Edoardo

Zinzi Gianpiero

Zoffili Eugenio

Zucconi Riccardo

Zurzolo Immacolata

Hanno risposto no:

Alifano Enrica

Amato Gaetano

Amendola Vincenzo

Appendino Chiara

Ascari Stefania

Auriemma Carmela

Bakkali Ouidad

Baldino Vittoria

Barzotti Valentina

Benzoni Fabrizio

Berruto Mauro

Boldrini Laura

Bonafe' Simona

Bonelli Angelo

Bonetti Elena

Bonifazi Francesco

Borrelli Francesco Emilio

Boschi Maria Elena

Braga Chiara

Bruno Raffaele

Cafiero De Raho Federico

Cantone Luciano

Cappelletti Enrico

Caramiello Alessandro

Care' Nicola

Carfagna Maria Rosaria

Carmina Ida

Carotenuto Dario

Caso Antonio

Castiglione Giuseppe

Casu Andrea

Cherchi Susanna

Ciani Paolo

Colucci Alfonso

Conte Giuseppe

Costa Enrico

Cuperlo Gianni

Curti Augusto

D'Alessio Antonio

D'Alfonso Luciano

De Luca Piero

De Maria Andrea

De Micheli Paola

De Monte Isabella

Del Barba Mauro

Della Vedova Benedetto

Dell'Olio Gianmauro

Di Biase Michela

Di Sanzo Christian Diego

Dori Devis

D'Orso Valentina

Faraone Davide

Fede Giorgio

Fenu Emiliano

Ferrari Sara

Fontana Ilaria

Forattini Antonella

Fornaro Federico

Fossi Emiliano

Fratoianni Nicola

Furfaro Marco

Gadda Maria Chiara

Ghio Valentina

Ghirra Francesca

Giachetti Roberto

Gianassi Federico

Girelli Gian Antonio

Giuliano Carla

Graziano Stefano

Grimaldi Marco

Grippo Valentina

Gruppioni Naike

Gubitosa Michele

Guerini Lorenzo

Guerra Maria Cecilia

Iaria Antonino

Lacarra Marco

Lai Silvio

Laus Mauro Antonio Donato

Lomuti Arnaldo

Lovecchio Giorgio

Magi Riccardo

Malavasi Ilenia

Manzi Irene

Marattin Luigi

Mari Francesco

Marino Maria Stefania

Mauri Matteo

Merola Virginio

Morassut Roberto

Morfino Daniela

Orfini Matteo

Orlando Andrea

Orrico Anna Laura

Pagano Ubaldo

Pellegrini Marco

Peluffo Vinicio Giuseppe Guido

Penza Pasqualino

Piccolotti Elisabetta

Porta Fabio

Provenzano Giuseppe

Quartapelle Procopio Lia

Quartini Andrea

Raffa Angela

Ricciardi Riccardo

Ricciardi Toni

Roggiani Silvia

Rosato Ettore

Rossi Andrea

Santillo Agostino

Sarracino Marco

Scarpa Rachele

Scerra Filippo

Scotto Arturo

Scutella' Elisa

Serracchiani Debora

Simiani Marco

Sottanelli Giulio Cesare

Soumahoro Aboubakar

Speranza Roberto

Tabacci Bruno

Vaccari Stefano

Zan Alessandro

Zaratti Filiberto

Zingaretti Nicola

Si sono astenuti:

Gallo Francesco

Gebhard Renate

Manes Franco

Schullian Manfred

Steger Dieter

Sono in missione:

Albano Lucia

Ascani Anna

Bagnai Alberto

Barbagallo Anthony Emanuele

Bitonci Massimo

Brambilla Michela Vittoria

Cecchetti Fabrizio

Cirielli Edmondo

Costa Sergio

Fitto Raffaele

Freni Federico

Gava Vannia

Giglio Vigna Alessandro

Giorgetti Giancarlo

Gribaudo Chiara

Gusmeroli Alberto Luigi

Lollobrigida Francesco

Meloni Giorgia

Minardo Antonino

Nordio Carlo

Pastorella Giulia

Pichetto Fratin Gilberto

Richetti Matteo

Rixi Edoardo

Silvestri Francesco

Sportiello Gilda

Tajani Antonio

Traversi Roberto

Zanella Luana

PRESIDENTE. Secondo quanto convenuto nella riunione della Conferenza dei presidenti dei gruppi tenutasi ieri, sospendo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 14,30.

La seduta, sospesa alle 13,40, è ripresa alle 14,30.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE GIORGIO MULE'

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta sono complessivamente 78, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Sono qui a chiedere, a nome di Alleanza Verdi e Sinistra, un'informativa indifferibile, urgente, da parte dei Ministri del Lavoro, delle Imprese e del made in Italy e dell'Agricoltura.

Ieri ero a Baldichieri: ho visto tantissimi presìdi nella vita, tantissime vertenze, tantissime lotte, durate mesi e mesi, davanti ai posti di lavoro, ma quello che è successo ieri davanti a un macello, quello della provincia di Asti, davvero non lo avevo mai visto. Glielo racconto, Presidente, perché credo che sia rilevante per la richiesta di un'informativa.

Dall'alba, alcune camionette dei reparti mobili stavano ferme. Da una parte, c'erano i lavoratori del macello in presidio, da mesi, da un lato. Lei mi dirà, Presidente: erano lì che stavano decidendo se entrare o no? No, quei lavoratori che, da anni, da decine di anni, lavorano lì dentro, da qualche settimana sono sospesi, perché l'attività dell'azienda che precedentemente utilizzava quel macello ha chiuso la sua esperienza. Dall'altra parte, Presidente, c'erano lavoratori che venivano appositamente da Modena - si immagini, venivano da Modena - per macellare 600 suini che erano all'interno.

Cos'era successo, Presidente? Dal 7 all'11 agosto, i dipendenti di quel macello, allora guidato dalla società Fortes, hanno scioperato per chiedere l'applicazione di un contratto, il CCNL alimentari, perché è quello che fanno. L'azienda che ha preso quello stabilimento chiede che quei lavoratori, invece, vengano inquadrati nel CCNL agricoltura. Ma c'è di peggio. Mentre i dipendenti non ancora effettivamente licenziati dall'azienda precedente erano lì fuori a protestare, l'attività riprende con altre persone in appalto, esattamente con il contratto collettivo nazionale che quei lavoratori chiedono, cioè quello alimentare.

Guardi, io ne ho viste di scene in giro per il mondo, ma parliamo di 30-40 anni fa, parliamo della Thatcher, parliamo dei minatori. Qui stiamo parlando di un Paese in cui le aziende continuano a pensare di poter scegliere, à la carte, il contratto collettivo nazionale di maggior favore. E, mentre c'è una trattativa in corso, mentre c'è una mobilitazione, uno sciopero, qualcuno pensa di prendere dei lavoratori e usarli, gli uni contro gli altri. Quei lavoratori, Presidente, per intenderci, non si sono interposti, hanno semplicemente detto agli altri lavoratori da che parte stare.

Io chiedo a lei, così come chiedo alle istituzioni, chiedo ai Ministri competenti di non mettere i lavoratori gli uni contro gli altri, di scegliere da che parte stare. Di certo, noi non stiamo dalla parte del ricatto e sappiamo benissimo che quei lavoratori, da decine di anni, chiedono semplicemente di continuare a fare il loro mestiere. Perché, guardate, vi potete scandalizzare, ci possiamo scandalizzare per le vicende di Brandizzo, ma il tema del tempo e dei contratti c'entra, perché, se uno non vuole essere sottopagato a 1.100 o a 900 euro e chiede di fare gli straordinari, è in quella decima, in quell'undicesima, in quella dodicesima ora che avvengono gli incidenti, ogni tanto, in questo Paese, mortali, per intenderci 3 al giorno.

Io chiedo a questo Parlamento, prima che sia troppo tardi, di porsi il problema esattamente di dove stiamo, da che parte stiamo. Io credo che dobbiamo stare con quei lavoratori e quelle lavoratrici (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori, sullo stesso argomento, il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Colleghi, il gruppo del Partito Democratico si associa alla richiesta di un'informativa urgente della Ministra del Lavoro. In premessa rispondo a un'obiezione che può venire naturale: è una delle tante vertenze, il Ministro non può venire in Parlamento per ogni vertenza.

Vede, signor Presidente, come ha descritto il collega Grimaldi, non ci troviamo di fronte a una delle tante vertenze che, purtroppo, sono aperte in questo momento in Italia; ci troviamo di fronte a una vertenza esemplare, che necessita di un intervento di chiarimento forte da parte delle istituzioni e del Ministero.

Qui, ancora una volta, ci troviamo di fronte a un tentativo chiaro di dequalificare il lavoro, di umiliare i lavoratori, con l'unico obiettivo di ridurre i costi del personale. Questi lavoratori, nel corso degli anni, hanno subìto progressive dequalificazioni attraverso cambi di contratti collettivi, esattamente perché a ogni compratore la prima cosa che veniva in mente era di agire sul contratto. Questo è inaccettabile. È inaccettabile che macellai, cioè operai addetti alla macellatura, possano essere oggi inquadrati come operai agricoli.

L'istituzione non può continuare a girare la testa dall'altra parte, perché, purtroppo, di casi esplosi all'attenzione anche dei media locali, come quello di Baldichieri, purtroppo ce ne sono molti, troppi, in tutta Italia. Questa è una delle ragioni della dequalificazione, è una delle ragioni che, progressivamente, hanno portato una quota rilevante del mondo dipendente a sfondare il pavimento della povertà. Questo produce lavoro povero. Questo è, per noi, inaccettabile.

È, quindi, assolutamente necessario che ci sia un intervento ministeriale, che ci sia un chiarimento nella sede del Parlamento, nella sede in cui si esprime la volontà popolare, perché questi esempi dimostrano quanto, al fondo, la nostra Costituzione non sia rispettata (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Fornaro. Al pari dell'onorevole Grimaldi, ho preso atto delle vostre richieste, che, ovviamente, giro alla Presidenza. Intanto, il rappresentante del Governo ha udito la richiesta.

Ha chiesto di parlare la deputata Tassinari. Ne ha facoltà.

ROSARIA TASSINARI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Vorrei porre l'attenzione dell'Assemblea sul terremoto che si è verificato il 18 settembre 2023 e che ha colpito l'Appennino fra la Toscana e l'Emilia-Romagna. Si è trattato di un terremoto molto importante e molto grave, con una magnitudo di 4,9, in precedenza con una scossa di 3,2 e uno sciame sismico per un giorno. L'epicentro è stato a Marradi, in provincia di Firenze, ma, sul versante dell'Appennino della Romagna, ha inciso nella valle del Lamone, a 35 chilometri da Faenza e a ben 63 da Firenze.

Il paese più colpito è Tredozio, nella provincia di Forlì-Cesena, a 20 chilometri da Marradi, a 30 chilometri da Faenza e a 45 da Forlì. Ha colpito vari comuni nelle province di Firenze e Forlì-Cesena, a Bagno di Romagna e anche a Ravenna.

I danni nei comuni più colpiti sono stati veramente rilevanti: a Marradi, abbiamo 40 edifici inagibili, fra cui tutte le chiese e il centro culturale, ma, soprattutto, a Tredozio abbiamo circa 60 edifici inagibili, fra cui tutte le chiese, il municipio, ma anche l'edificio scolastico e l'ufficio postale. C'è una zona rossa, abbiamo circa 200 persone che dormono fuori casa, i ragazzi delle scuole sono accolti in 9 tende, quindi, la situazione è veramente complessa. Anche a Rocca San Casciano ci sono oltre 50 sfollati.

È una devastazione in una zona appenninica importante che coinvolge circa 100.000 persone. I sindaci sono in costante contatto con i due presidenti di regione, ma volevo sollecitare l'attenzione dell'Assemblea e anche del Governo perché possa valutare la dichiarazione di uno stato di necessità e, quindi, un intervento urgente al riguardo.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 1373-A.

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione.

Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno - A.C. 1373-A​)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che gli ordini del giorno n. 9/1373-A/40 Girelli e n. 9/1373-A/60 Magi sono stati ritirati dai presentatori.

Avverto, inoltre, che all'ultimo capoverso delle premesse dell'ordine del giorno n. 9/1373-A/48 Ghirra la cifra “55” deve intendersi sostituita con la cifra “120” e la cifra “70” con la cifra “102”.

Avverto, infine, che è in distribuzione la versione corretta dell'ordine del giorno n. 9/1373-A/47 Zaratti (Vedi l'allegato A).

Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

TULLIO FERRANTE, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Grazie, Presidente. Si chiede una sospensione di circa 35 minuti (Commenti) per consentire l'esame degli ordini del giorno, grazie (Commenti del deputato Marattin).

PRESIDENTE. Collega Marattin, un attimo. Il Governo chiede una sospensione di 35 minuti, la accordiamo (Commenti)... Onorevole Marattin, se lei chiede la parola, le do la parola, altrimenti non ci capiamo… Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Signor Presidente, credo che sia noto a tutti che, anche in conseguenza dei cambiamenti del calendario, c'era un'intesa che prevedeva un accordo tra persone che frequentano abitualmente quest'Aula per chiudere entro le 18,30 la parte relativa agli ordini del giorno e iniziare alle 18,30 le dichiarazioni di voto. I gruppi fanno un accordo, anche non semplice da rispettare, perché ci sono questioni e temi importanti in questo decreto - questo era l'impegno - ma se il Governo ignora l'esistenza di questi impegni oppure ha altre priorità il risultato, a questo punto, è evidente: non è che noi mettiamo in discussione l'orario delle 18,30, ma è il Governo, con il suo atteggiamento, a rischiare a questo punto di non far rispettare i tempi. Lo dico per il verbale, ma anche per i rapporti che ci sono tra di noi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Presidente, volevo chiederle quando sono scaduti i termini per la presentazione degli ordini del giorno?

PRESIDENTE. Alle ore 17 di ieri.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Ecco, le vorrei chiedere se, secondo lei, sia accettabile e dignitoso che, praticamente dopo 24 ore, il Governo si presenti per chiedere 35 minuti per valutare 66 ordini del giorno dei quali ha perfetta cognizione da 24 ore (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra). C'è un limite, Presidente; un conto è che vengano presentati all'ultimo momento e il Governo debba prendere del tempo, ma è da ieri alle 17 che sono scaduti i termini per la presentazione degli ordini del giorno. Ma cosa ha fatto il Governo, oltre sicuramente a occuparsi dello spot di Esselunga, che è sicuramente un elemento fondamentale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista)? Nel suo incedere e fare, si occupa ogni tanto anche di rispettare il Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe, Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra)?

PRESIDENTE. Come lei sa, così come anche l'onorevole Fornaro e i colleghi, io non posso che prendere atto del fatto che il Governo abbia chiesto questa sospensione.

Posso provare a chiedere, se vi è accordo, però, per economizzare i nostri lavori, se sono d'accordo i gruppi, eventualmente, di anticipare adesso le pregiudiziali di costituzionalità che avremmo dovuto discutere dopo, così questa mezz'ora la occupiamo per…

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). No!

PRESIDENTE. Io sto proponendo, poi se mi sommergete di no… Se c'è l'accordo bene, altrimenti dobbiamo sospendere. No? Va bene, allora, a questo punto, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15,25.

La seduta, sospesa alle 14,45, è ripresa alle 15,25.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere sugli ordini del giorno.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/1 Michelotti il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a confermare, rafforzare e rendere concreti i diritti della difesa già contenuti nella normativa vigente, prevedendo misure volte a garantire l'obbligo in capo al pubblico ministero di svolgere accertamenti anche a favore della persona indagata”, qui si ferma la riformulazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/2 D'Orso il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di adottare procedure concorsuali pubbliche in aggiunta a quelle già previste a legislazione vigente, al fine di procedere all'assunzione straordinaria di personale nei ruoli di funzionario giuridico-pedagogico e di funzionario mediatore culturale nell'ambito degli istituti penitenziari”; si ferma qui.

PRESIDENTE. L'impegno si ferma qui, quindi, arriva a: “penitenziari”.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/3 Cafiero De Raho il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/4 Ascari, il parere è favorevole se viene accettata la seguente riformulazione: impegna il Governo… anzi, chiedo che sia accantonato perché sono in attesa della riformulazione definitiva.

PRESIDENTE. Va bene, non c'è problema, accantoniamo l'ordine del giorno n. 9/1373-A/4 Ascari.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/5 Giuliano, eliminati il 4° capoverso e il 6° capoverso delle premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere ulteriori procedure concorsuali pubbliche in aggiunta a quelle già previste a legislazione vigente, al fine di procedere all'assunzione straordinaria di personale non dirigenziale a tempo indeterminato del Ministero della Giustizia e di nuovi magistrati ordinari”.

PRESIDENTE. Per intendersi, nelle premesse dovrebbero espungersi i capoversi che cominciano con: “tuttavia, manca (…)” e con : “siamo di fronte (…)”?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Esatto, i due capoversi che iniziano con queste parole; per il resto come da riformulazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/6 Alfonso Colucci, eliminate le premesse, il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno… anzi, Presidente, chiedo che sia accantonato anche questo, perché sono in attesa della riformulazione definitiva (Commenti del deputato Fornaro). Non è un lavoro semplice…

PRESIDENTE. Onorevole Sisto, non si preoccupi, parli con me e non si preoccupi. Colleghi, per favore…

L'ordine del giorno n. 9/1373-A/6 Alfonso Colucci è accantonato.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Chiedo che anche l'ordine del giorno n. 9/1373-A/7 Riccardo Ricciardi sia accantonato.

PRESIDENTE. Bene.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Il parere è contrario sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/8 Auriemma e sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/9 Penza.

Sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/10 Iaria il parere è favorevole con la seguente riformulazione: eliminate tutte le premesse, l'impegno risulta così modificato: “impegna il Governo a valutare la possibilità di intervenire per garantire maggiori risorse da destinare alla formazione specifica del personale dell'amministrazione della giustizia e delle Forze di polizia giudiziaria nell'ambito di indagini che comportino attività tecnologiche”.

PRESIDENTE. Prosegue con le parole: “di captazione di informazioni” come nell'impegno?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. No, finisce qui. È tutto qui. Tutta la parte residua è eliminata. Questa è la riformulazione dell'impegno, Presidente.

PRESIDENTE. Si ferma alle parola: “tecnologiche”.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Sugli ordini del giorno n. 9/1373-A/11 Aiello, n. 9/1373-A/12 Caso, n. 9/1373-A/13 Orrico, n. 9/1373-A/14 Amato e n. 9/1373-A/15 Cherchi il parere è contrario.

Chiedo che l'ordine del giorno n. 9/1373-A/16 Alifano sia accantonato.

PRESIDENTE. Lei lo sa… Ah, chiede che sia accantonato.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Chiedo, sì.

PRESIDENTE. Avevo capito “credo” e, quindi, mi ero preoccupato. Lei chiede e ottiene.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Sugli ordini del giorno n. 9/1373-A/17 Fenu, n. 9/1373-A/18 Lovecchio, n. 9/1373-A/19 Raffa, n. 9/1373-A/20 Bruno, n. 9/1373-A/21 Pellegrini, n. 9/1373-A/22 Scerra, n. 9/1373-A/23 Torto, n. 9/1373-A/24 Barzotti, n. 9/1373-A/25 Dell'Olio, n. 9/1373-A/26 Donno, n. 9/1373-A/27 L'Abbate, n. 9/1373-A/28 Carotenuto, n. 9/1373-A/29 Tucci, n. 9/1373-A/30 Carmina, n. 9/1373-A/31 Quartini e n. 9/1373-A/32 Di Lauro il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/33 Marianna Ricciardi il parere è favorevole con riformulazione. Eliminate tutte le premesse, così risulta modificato il dispositivo: “valutare l'opportunità di assicurare che per il COVID sia comunque attivo uno dei sistemi di sorveglianza delle malattie infettive, chiarendo quale dei due sistemi sia da applicarsi nel caso concreto”.

PRESIDENTE. Quindi, aggiungiamo: “a valutare l'opportunità di”.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Il parere sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/34 Sportiello è favorevole con questa riformulazione: “a valutare l'opportunità di prorogare ulteriormente, compatibilmente coi vincoli di bilancio, il diritto per i lavoratori fragili, nel settore pubblico e privato, di svolgere la prestazione lavorativa in modalità di lavoro agile almeno fino al 31 dicembre 2023”.

PRESIDENTE. Le premesse sono intonse?

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Le premesse sono eliminate, Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/35 Baldino.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Scusi, Presidente. Mi stava chiedendo dell'ordine del giorno n. 9/1373-A/34 Sportiello?

PRESIDENTE. Le chiedevo sulle premesse dell'ordine del giorno…

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. No, non c'è nessuna modifica. Sulle premesse c'è soltanto la…

PRESIDENTE. Perfetto. Quindi, sono accolte le premesse e c'è la riformulazione dell'impegno dell'ordine del giorno n. 9/1373-A/34 Sportiello.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Sugli ordini del giorno n. 9/1373-A/35 Baldino, n. 9/1373-A/36 Candiani, n. 9/1373-A/37 Soumahoro, n. 9/1373-A/38 Latini e n. 9/1373-A/39 Malavasi il parere è contrario.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/1373-A/40 Girelli è ritirato.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Sugli ordini del giorno n. 9/1373-A/41 Manzi e n. 9/1373-A/42 Orfini il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/43 Simiani il parere è favorevole ove fosse accolta questa riformulazione dell'impegno: “valutare l'opportunità di stanziare risorse adeguate in relazione a quanto espresso in premessa, a favore del comune di Livorno ed a favore della Fondazione Teatro Goldoni di Livorno per sostenere la realizzazione del Mascagni Festival, purché sia compatibile con i vincoli di finanza pubblica”.

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/44 Borrelli.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Le chiedo scusa un attimo solo, Presidente, perché controllo la corrispondenza fra i pareri e gli ordini del giorno.

PRESIDENTE. Non si preoccupi e faccia con calma.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Sugli ordini del giorno n. 9/1373-A/44 Borrelli e n. 9/1373-A/45 Bonelli il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/46 Dori il parere è favorevole con questa riformulazione: “valutare l'opportunità di proseguire, nella verifica della idoneità del complessivo apparato sanzionatorio, a tutelare il patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale”.

PRESIDENTE. Dunque, questa è la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1373-A/46 Dori.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/47 Zaratti.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Un attimo solo. Ho qui la versione aggiornata dei pareri che tempestivamente il legislativo mi ha fatto ottenere, e lo ringrazio.

Sugli ordini del giorno n. 9/1373-A/47 Zaratti, n. 9/1373-A/48 Ghirra e n. 9/1373-A/49 Zanella il parere è contrario. Chiedo che l'ordine del giorno n. 9/1373-A/50 Serracchiani sia accantonato. Il parere sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/51 Lacarra è contrario. Chiedo che l'ordine del giorno n. 9/1373-A/52 Gianassi sia accantonato. Il parere sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/53 Di Biase è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/54 Forattini il parere è favorevole previa una riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di eventuali interventi volti a garantire un'apposita azione di formazione, di aggiornamento e di qualificazione del personale che può entrare in contatto con le vittime, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Presidente, chiedo che tutti gli altri ordini del giorno, dal n. 9/1373-A/55 D'Alessio fino all'ultimo, siano momentaneamente accantonati.

PRESIDENTE. Va bene.

Su un lutto del deputato Giglio Vigna.

PRESIDENTE. Comunico che il collega Alessandro Giglio Vigna è stato colpito da un grave lutto: la perdita della madre.

La Presidenza della Camera ha fatto pervenire al collega le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidero ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.

Si riprende la discussione del disegno di legge n. 1373-A.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 1373-A​)

PRESIDENTE. Sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/1 Michelotti il parere è favorevole con riformulazione. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione.

Sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/2 D'Orso il parere è favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso. Ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. Do lettura di una piccola porzione della premessa…

PRESIDENTE. Quindi, non accetta la riformulazione.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Non accetto la riformulazione e spiego perché non l'accetto. Sono 100 su 191 gli istituti che presentano un rapporto persone detenute-educatori più elevato rispetto alla media e ben distante da quello fissato dal DAP, pari a 65. L'osservatorio di Antigone, che ha effettuato 97 visite nel 2022, ci dice che il rapporto medio tra persone detenute ed educatori è pari a 87,2. Cosa vuol dire? Che ogni educatore deve seguire più di 87 detenuti.

Ora, io vorrei comprendere per quale motivo il Governo ancora deve valutare l'opportunità di invertire la rotta e, quindi, di effettuare celermente assunzioni di nuovo personale, di funzionari giuridico-pedagogici e di mediatori culturali, se questa è la fotografia. Quindi, non c'è più tempo e ce lo ricordano, purtroppo, tutti i gravissimi episodi, anche di suicidi, che ci sono nelle carceri. Non c'è più tempo per valutare alcunché, c'è un'emergenza a cui far fronte. Quindi, non posso accettare una riformulazione in questo senso.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/2 D'Orso, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/3 Cafiero De Raho c'è il parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Cafiero De Raho. Ne ha facoltà.

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente. Chiedo l'attenzione anche dell'onorevole Sisto e dei colleghi tutti, perché si tratta di una questione che attiene alle infrastrutture digitali centralizzate per le intercettazioni. Perché credo sia importante quest'ordine del giorno? Perché sostanzialmente evidenzia un punto, che è quello che rileva con riferimento ai dati ai quali potrebbe essere accessibile la struttura ministeriale. Voi tutti sapete bene che queste infrastrutture accoglieranno tutte le intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali, quindi tutto il materiale registrato finirà in queste infrastrutture. Il Ministero, con queste infrastrutture, intende migliorare l'assetto tecnologico e la sicurezza. Però, qual è l'aspetto che sottopongo a voi, signore deputate e signori deputati? È che si sottolinea che certamente viene garantita l'inaccessibilità ai dati in chiaro. È evidente che chi può accedere ai dati criptati e ha la chiave di decriptazione può conoscere i contenuti delle intercettazioni.

Cosa era stato chiesto già nell'ambito dell'emendamento presentato? Che fosse eliminato semplicemente il punto “in chiaro”, di modo che diventavano inaccessibili tutti i dati, non solo quelli in chiaro, ma anche quelli criptati. Questo mi pare sia un modo per garantire la sicurezza dei contenuti, perché quello del Ministero è un compito di organizzazione e, giustamente, quando si parla di infrastrutture si parla di un'organizzazione tecnologica che garantisce maggiore sicurezza. Ma se si consente alla struttura ministeriale di acquisire o, comunque, di entrare nei dati criptati, chi ha la chiave di decriptazione può anche entrare nella conoscenza dei dati intercettati, il che è assolutamente vietato, è assolutamente al di fuori dal mondo. Questo non sarebbe possibile negli archivi digitali di cui è responsabile il Procuratore della Repubblica. Allora, noi avremo un passaggio di tutto il materiale dagli archivi digitali alla infrastruttura interdistrettuale. Ebbene, tutti questi dati, mentre presso il Procuratore sono assolutamente inaccessibili da parte delle strutture ministeriali, quando passeranno alle strutture ministeriali diventeranno accessibili agli stessi. Questo è fuori dal mondo, signor Presidente. Ecco perché si è chiesto, con un ordine del giorno, l'impegno del Governo a impedire l'accesso ai dati, sia in chiaro che criptati; che venga escluso addirittura questo impegno rende ancora più preoccupante quella che sarà l'azione del Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/3 Cafiero De Raho, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/4 Ascari, che era stato accantonato. Chiedo al Vice Ministro Sisto di esprimere il parere.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente. Siamo in condizioni di sciogliere la riserva sul parere che è favorevole, ove sia accettata questa riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di intervenire per estendere lo strumento delle intercettazioni al settore della detenzione di materiale pedopornografico”.

PRESIDENTE. Onorevole Ascari, accetta la riformulazione?

STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione, alla luce di un importante esame che ci sarà in Commissione.

PRESIDENTE. Chiede di votarlo?

STEFANIA ASCARI (M5S). Chiedo che venga messo ai voti. Vorrei finire, dicendo che apprezzo questa apertura che è importante, dal momento che questo strumento è esteso anche ai reati di detenzione di materiale pornografico, pedopornografico e a tutte le fattispecie di pornografia minorile e anche ai casi di maltrattamenti contro familiari. Si tratta di una valutazione e di un ragionamento che devono essere compiuti anche alla luce di un importante provvedimento che stiamo esaminando in Commissione giustizia. Lo vedo come un segnale di apertura, anche alla luce di un ulteriore miglioramento della norma, in questo caso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/4 Ascari, come riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 3).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/5 Giuliano su cui vi è una proposta di riformulazione. Onorevole, accetta la riformulazione?

CARLA GIULIANO (M5S). Grazie, Presidente. Non accetto la riformulazione e, quindi, chiedo che sia posto al voto. Non la accetto per questa semplice ragione. Innanzitutto, credo che «a valutare l'opportunità di» sia un impegno troppo blando. Inoltre, il Governo ha espunto dal mio ordine del giorno, in maniera assolutamente incomprensibile, due premesse che in realtà sono la trascrizione di un parere adottato dal CSM, nell'ottobre scorso, che evidenzia, dando i numeri, le scoperture di organico della magistratura ordinaria, pari a 1.500 su 10.900 unità in pianta organica. È veramente incomprensibile il comportamento del Governo in ordine all'espunzione di queste premesse che semplicemente mettono nero su bianco le carenze di organico. A fronte di queste carenze, a maggior ragione, ancora più incomprensibile è la riformulazione «a valutare l'opportunità di indire nuovi concorsi straordinari». Quindi, non posso accettare la riformulazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/5 Giuliano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/6 Alfonso Colucci.

Onorevole Alfonso Colucci, il suo ordine del giorno era stato accantonato ma il Governo scioglie la riserva. Sentiamo la prognosi.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/6 Alfonso Colucci il parere è favorevole con la seguente riformulazione: escluse le premesse, l'impegno può consistere “nel valutare l'opportunità di proseguire nel rafforzare gli strumenti idonei a garantire e potenziare i presidi a tutela della trasparenza, della legalità e dell'integrità dell'azione delle amministrazioni pubbliche”.

PRESIDENTE. Onorevole Alfonso Colucci?

ALFONSO COLUCCI (M5S). Presidente, accetto la riformulazione ma vorrei illustrare quest'ordine del giorno e chiederei, comunque, che venga votato dall'Assemblea.

Quest'ordine del giorno s'inserisce nell'ambito di un decreto-legge all'interno del quale c'è una lotta titanica tra le incongruenze formali e le incongruenze sostanziali. Davvero non saprei, tra le due squadre, quale sarà a vincere. Le incongruenze formali sono molteplici. Abbiamo un decreto-legge il cui titolo e il cui contenuto spaziano dal processo penale al processo civile, dal contrasto agli incendi boschivi al recupero dalle tossicodipendenze, dalla salute alla cultura, dalla materia del personale alla magistratura e alla pubblica amministrazione. Davvero, all'interno c'è l'intero scibile umano, manca solo la disciplina del trattamento genomico dell'apis mellifera, come ho già detto in Commissione, che è l'ape italiana, l'apina, l'apetta, perché non l'avete voluta mettere all'interno. Tutto ciò con buona pace dell'articolo 77 della Costituzione e di plurime sentenze della Corte costituzionale, e al macero i moniti del Presidente della Repubblica e dello stesso Presidente della Camera!

Le incongruenze formali non sono finite qui perché, all'articolo 1, si introduce una disciplina che rafforza i poteri di intercettazione nei confronti di gravi reati e ciò andrebbe bene se poi non si fosse pensato di introdurre, al secondo comma, una norma dispositiva precettiva la quale avrebbe efficacia retroattiva, sarebbe cioè applicabile anche ai processi penali in corso, il che appare, come vi abbiamo avvisato in maniera molto chiara e netta in Commissione, in contrasto col dettato costituzionale. Una norma incostituzionale, questa, che creerà più disordine di quanta chiarezza non voglia piuttosto effettuare.

Le incongruenze formali si sommano alle incongruenze sostanziali, come appunto vi dicevo. Pensiamo al divieto di trascrizione delle intercettazioni ritenute non rilevanti. La valutazione della rilevanza è lasciata alla Polizia giudiziaria, che non possiede le informazioni necessarie. Dovrebbe essere il giudice, dovrebbe essere un pubblico ministero a effettuare questa valutazione. Peraltro, questo divieto di trascrizione impedisce all'avvocato della difesa di assumere queste informazioni che possono essere rilevanti anche ai fini dell'esercizio del diritto di difesa del proprio assistito e ciò costituisce un vulnus per quanto riguarda i diritti di difesa riconosciuti dall'articolo 24 della nostra Costituzione.

Pensiamo anche al divieto delle cosiddette intercettazioni a strascico. Ciò significa che, qualora, nel corso delle intercettazioni sia rilevato un reato - reato captato - diverso da quello per il quale l'intercettazione era stata autorizzata, non si potrà procedere per quest'ultimo reato. Lo Stato, cioè, si volterà dall'altra parte e ciò è gravissimo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ciò è davvero grave! Quali sono questi reati captati nei confronti dei quali non si potrà procedere? Tra tutti, cito i reati contro la pubblica amministrazione: parliamo di corruzione, di concussione, di peculato, di abuso di ufficio.

Sono quei reati dei colletti bianchi che, invece, meriterebbero di essere perseguiti. L'indagine conoscitiva che il Senato ha promosso proprio sullo stato delle intercettazioni ha rilevato un impegno a non utilizzare le intercettazioni, il trojan, nei confronti dei reati contro la pubblica amministrazione. Questo davvero scolpisce il senso confuso, anzi diseguale, della giustizia per questa maggioranza, una giustizia che fa salvi i reati dei soliti noti, dei colletti bianchi.

Voglio ricordare, quindi, Presidente, in conclusione, che l'articolo 97, secondo comma, della nostra Costituzione conclama l'obbligo del buon andamento e della trasparenza nell'attività della pubblica amministrazione e che l'articolo 54, secondo comma, fissa i principi di disciplina e onore. I pubblici ufficiali dovrebbero essere i primi a rispettare la legge e ciò a tutela dei cittadini e soprattutto in un momento, quale quello attuale, in cui lo Stato italiano sta per spendere le ingenti risorse del PNRR. È un diritto dei cittadini sapere che i propri soldi, le proprie tasse vengono spesi in maniera efficace. Per cui invito l'Assemblea a votare favorevolmente su quest'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pittalis. Ne ha facoltà.

PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Grazie, Presidente. Dopo aver ascoltato il collega, proponente l'ordine del giorno, perché forse ho inteso male, vorrei riascoltare la riformulazione, se il Vice Ministro la potesse rileggere, perché le cose che ho sentito non mi pare siano quelle che collimano con il testo proposto dal Vice Ministro.

PRESIDENTE. Verifichiamo subito, Onorevole Sisto, per cortesia, se può rileggere la riformulazione.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Parliamo dell'ordine del giorno n. 9/1373-A/6 Alfonso Colucci: “a valutare l'opportunità di proseguire nel rafforzare gli strumenti idonei a garantire e potenziare i presidi a tutela della trasparenza, della legalità e dell'integrità dell'azione delle amministrazioni pubbliche”. Finisce qui.

PRESIDENTE. La ringrazio. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/6 Alfonso Colucci, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 5).

Passiamo all'ordine del giorno 9/1373-A/7 Riccardo Ricciardi, sul quale il Governo scioglie la riserva e pronuncia il parere. Prego, Vice Ministro.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente, eliminate tutte le premesse, l'impegno risulta, come proposta di riformulazione, il seguente: “impegna a mantenere alto il livello di attenzione alla lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione”.

PRESIDENTE. Va bene. Per favore, alziamo un po' il volume della voce. Onorevole Riccardo Ricciardi, accetta la riformulazione?

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente, no, non accetto la riformulazione per un motivo evidente, perché, come al solito, sono vuote parole. Come al solito, ogni qualvolta c'è da celebrare gli eroi dell'antimafia, c'è da fare passerelle e dichiarazioni di intenti, siamo tutti uniti, poi, però, nei fatti, da quando questo Governo si è insediato, è tutto un distruggere quello che noi abbiamo fatto per combattere la mafia, per combattere i reati contro la pubblica amministrazione, che voi state distruggendo, dal momento in cui vi siete insediati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Se cominciassimo a chiamare i reati contro la pubblica amministrazione “furti continui di soldi pubblici”, se cominciassimo a chiamare i reati contro la pubblica amministrazione “rubare i soldi delle tasse degli italiani”, che faticosamente pagano ogni giorno, se cominciassimo a dire che i reati contro la pubblica amministrazione sono ciò su cui si basa la criminalità organizzata da sempre, allora, probabilmente, verrebbe meno tutta la costruzione pseudogarantista che avete, perché questa lotta contro le intercettazioni, contro l'uso del trojan, con la depenalizzazione di questi reati, è solo aiutare la mafia e la criminalità organizzata. Voi questo state facendo per proteggervi, per proteggere una casta politica che sta ritornando, per proteggere gli interessi di chi non lavora onestamente in maniera trasparente, ma di chi utilizza le proprie entrature nella pubblica amministrazione con una classe politica corrotta per avere benefici.

Quindi, voi coscientemente state facendo questo, e l'ipocrisia di queste riformulazioni e di queste celebrazioni è davvero fuori luogo. A chi, come noi, ha messo al centro della propria azione politica la trasparenza e la legalità fa veramente ribrezzo vedere che, in qualche modo, si stava ricostituendo una fiducia tra la popolazione, la classe politica e lo Stato soprattutto, e, invece, ora si sta smantellando, proprio quando si stanno spendendo i soldi del PNRR. Noi sappiamo perfettamente che uno dei motivi per cui è stato fatto cadere il Governo Conte ed è stato fatto fuori il Presidente Conte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) è perché dovevate permettere che questi soldi non fossero gestiti in maniera trasparente, chiara e limpida, queste sono state le vere motivazioni. Noi abbiamo portato questi soldi e voi tenterete, in questo modo, di destinarli dove e come vi pare per alimentare il vostro squallido consenso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (A-IV-RE). Noi voteremo assolutamente e convintamente contro quest'ordine del giorno, e auspichiamo, invece, che il Governo faccia una disciplina specifica del trojan perché non può avere la stessa disciplina delle intercettazioni ambientali (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe, Fratelli d'Italia e Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE). È qualcosa di completamente diverso, è qualcosa che ti entra in casa, che ti segue, che può stare sul comodino, che entra nell'intimità della vita familiare.

Ci vuole una regolamentazione specifica. Abbiamo presentato emendamenti e non sono stati accolti. Noi auspichiamo che si facciano delle norme puntuali, che si possa utilizzare per gravi, gravissimi reati, ma non possa essere un andamento indifferenziato, com'è oggi. Temiamo una cosa, che in questa maggioranza non ci sia il coraggio di farlo. Alcune forze e alcune persone puntano a mantenere l'esistente, puntano ad avere le stesse idee e le stesse valutazioni dell'onorevole Riccardo Ricciardi (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Serracchiani. Ne ha facoltà.

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Presidente, il tema delle intercettazioni e anche dell'uso del captatore informatico è stato oggetto, la scorsa settimana, di una importante relazione al Senato, che è arrivata all'esito di un'indagine conoscitiva che ci ha fornito dati estremamente importanti. Questi dati ci dicono che le riforme degli ultimi anni hanno, in qualche modo, eliminato quelle distorsioni di cui abbiamo un ricordo, neppure troppo lontano, e lo vediamo anche dall'esito di come stanno andando le cose anche guardando semplicemente ciò che non arriva più sui giornali.

Detto questo, però, Presidente, va anche ricordato che la scorsa settimana al Senato è accaduta una cosa che oggettivamente è dispiaciuta a noi tutti, anche perché il lavoro di quella Commissione era un lavoro fatto in modo condiviso e da tutte le forze politiche. Nonostante vi fosse una relazione presentata dalla presidente Bongiorno, condivisa anche dall'opposizione, all'ultimo è passata una modifica, assolutamente non condivisa, né concordata, che ha eliminato tout court tutti i reati della pubblica amministrazione dall'uso del captatore informatico. Rispetto a questo e anche riprendendo quello che diceva l'onorevole Costa poc'anzi, noi riteniamo che invece proprio quei reati, soprattutto i più gravi, quelli gravissimi e quelli che attengono alla corruzione, non possano essere eliminati, come spesso capita ormai a questo Governo di fare, con questa strana distinzione per cui sembra che questo Governo voglia applicarsi nel colpire i più deboli e i più fragili, e nel lasciare senza alcuna preoccupazione od ostacolo l'attività dei più forti e di quelli che, oggi come oggi, sappiamo essere coloro che a questo Paese non fanno bene.

Per questo motivo, Presidente, pur condividendo, quindi, la necessità di un intervento specifico che qualifichi gli interventi del captatore informatico - e su questo ci siamo sempre espressi anche negli anni scorsi - noi ci asterremo su quest'ordine del giorno, perché non condividiamo una parte delle premesse e perché riteniamo che debba essere fatta una valutazione specifica. Questa valutazione specifica, ancora una volta, ritengo non sia stata fatta, peraltro trascurando il lavoro importante svolto dalla Commissione di indagine sulle intercettazioni al Senato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Specifico che le premesse sono comunque eliminate, ma in ogni caso il parere è contrario, non è stata accettata la riformulazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/7 Riccardo Ricciardi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/8 Auriemma, su cui c'è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Auriemma. Ne ha facoltà.

CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie, Presidente. Quest'ordine del giorno, in realtà, manifesta la contraddizione di questa maggioranza, perché una questione che la maggioranza ha sempre posto sulle intercettazioni è il pericolo di diffusione. Quest'ordine del giorno vuole individuare un responsabile della conservazione dei dati relativi alle intercettazioni nel momento in cui queste vengono archiviate in un luogo lontano dalla procura.

Non capiamo il parere negativo su questo punto, se non il fatto di appalesare chiaramente che la maggioranza, in realtà, ha sempre utilizzato questa scusa in maniera strumentale per intervenire sulle intercettazioni, perché ora che c'è un presidio a tutela dei dati per le intercettazioni invece di votare favorevole votano contro. Quindi mettiamo in votazione e appalesiamo questa grande contraddizione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/8 Auriemma, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Passiamo all'ordine del giorno 9/1373-A/9 Penza, su cui c'è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare il rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente. Melius re perpensa, anzi, melius re “perpenza”, visto che si tratta dell'ordine del giorno 9/1373-A/9 Penza.

PRESIDENTE. Se mi ingaggia su questo, finiamo domani.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Il parere è favorevole, previa riformulazione. Espunta la premessa n. 4), è così riformulato: “impegna a valutare il potenziamento dell'organico del Corpo di polizia penitenziaria”.

PRESIDENTE. Quindi, va via il capoverso che inizia con: “manca nel provvedimento (…)”, se ho capito bene, e poi la riformulazione è quella che ha appena formulato. Onorevole Penza?

PASQUALINO PENZA (M5S). Grazie, Presidente. Non la accetto perché, purtroppo, è una premessa fondamentale, perché bisogna ancora valutare tanti aspetti. Quindi, penso sia un elemento fondamentale dell'ordine del giorno. Se il Vice Ministro può riflettere anche su questa postilla, bene, altrimenti non la accetto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/9 Penza, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/10 Iaria, su cui c'è una riformulazione. Onorevole Iaria, la accetta?

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei riascoltare, se posso, la riformulazione dell'ordine del giorno, per favore.

PRESIDENTE. Certamente. Ne venivano espunte le premesse. Sulla riformulazione chiedo la cortesia al Vice Ministro Sisto di rileggerla. Onorevole Sisto, siamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/10 Iaria.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Parere favorevole, se è accolta la seguente riformulazione: espunte tutte le premesse, l'impegno è: “a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, la possibilità di intervenire per garantire maggiori risorse da destinare alla formazione specifica del personale dell'amministrazione della giustizia e delle Forze di polizia giudiziaria deputati allo svolgimento di indagini implicanti l'utilizzo di tecnologie così da assicurare in concreto il rispetto dei diritti fondamentali”. Questa parte finale ammetto di non averla letta prima, la rileggo adesso…

PRESIDENTE. Esatto.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. …“(…) così da assicurare in concreto il rispetto dei diritti fondamentali”. Forse, Presidente, è il caso che la rilegga tutta.

PRESIDENTE. Allora, rileggiamo bene l'impegno, per cortesia.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. L'impegno è questo: espunte tutte le premesse, “impegna a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, la possibilità di intervenire per garantire maggiori risorse da destinare alla formazione specifica del personale dell'amministrazione della giustizia e delle Forze di polizia giudiziaria deputati allo svolgimento di indagini implicanti l'utilizzo di tecnologie così da assicurare in concreto il rispetto dei diritti fondamentali”.

PRESIDENTE. Onorevole Iaria, ha inteso la riformulazione?

ANTONINO IARIA (M5S). Grazie, Presidente. Non possiamo accettare la riformulazione, perché le premesse sono molto importanti per quest'ordine del giorno. In quest'ordine del giorno si parla di investire sulla formazione tecnologica degli apparati della nostra Polizia giudiziaria e degli organi del Ministero della Giustizia. Investire sulla formazione è un atto dovuto proprio per riuscire a gestire meglio questi importanti dati che derivano dalle intercettazioni, dai trojan, da un'attività ispettiva importante che adesso, come ben sapete, come ben sappiamo, è aiutata molto da fornitori esterni. Ma, se lo Stato, se noi non riusciamo ad avere una parte molto formata, un'organizzazione molto formata che riesca anche ad indirizzare il lavoro dei fornitori esterni, tutta questa arma perde di potenza. Sembrerebbe - l'hanno già detto anche i miei colleghi in maniera più forte - che voi vogliate proprio andare verso questa direzione: voi volete spuntare queste armi, renderle più inefficaci ed è un pericolo per tutto il Paese, non soltanto per fare una mera opposizione politica in quest'Aula. Noi stiamo andando verso una stagione in cui avremo tantissimi investimenti e, se non miglioriamo il controllo giudiziario dei possibili casi di collusione, elusione, di truffe andremo verso un periodo difficilissimo per le persone oneste di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/10 Iaria, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Ordine del giorno n. 9/1373-A/11 Aiello, parere contrario del Governo. Onorevole Aiello? O qualcun altro chiede di intervenire? L'onorevole Auriemma chiede di metterlo in votazione.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/11 Aiello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/12 Caso il parere del Governo è contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.

ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo, in realtà, per chiedere al Governo, al Vice Ministro, di ripensarci, perché, purtroppo, in queste ore, la situazione nei Campi flegrei è molto tesa: le scosse si stanno susseguendo in continuazione e la popolazione, ovviamente, è stanca e comprensibilmente preoccupata.

In pratica, Vice Ministro, ormai sono giorni che nei Campi flegrei non si dorme, per la paura. Un parere contrario ora è un brutto segnale, su cui invito nuovamente a ragionare, a proporre, magari, una riformulazione, perché veramente rischiamo di voltare le spalle a una popolazione di oltre 500.000 persone.

Tutti, presumo, abbiate letto della scossa di due notti fa, che ha raggiunto una magnitudo di 4,2, la più forte degli ultimi 40 anni e l'intensificarsi del fenomeno sta, fondamentalmente, mettendo sotto pressione la cittadinanza. Sempre più spesso ci sono queste scosse, ormai continue, e la cittadinanza si riversa nelle strade in seguito a ogni evento sismico che si verifica. Ovviamente, possiamo immaginarlo, le richieste di intervento, di messa in sicurezza dell'edificato, ma anche di semplice informazione si stanno moltiplicando a dismisura e i comuni, gli enti locali preposti sono in forte, forte difficoltà, perché devono far fronte a questo 24 ore su 24. E con quest'ordine del giorno si provava proprio a intervenire su questa criticità. Tutti sanno quanto è importante, anzi, fondamentale, poter disporre di un personale, meglio se specializzato, soprattutto in una fase critica come quella che stiamo vivendo in questi giorni, in queste settimane.

Per tutte queste ragioni, quindi, chiedo, di nuovo, di rivedere la decisione, perché è fondamentale dare un giusto segnale ai cittadini impauriti, perché è una crisi - e termino - che potrebbe aggravarsi, ovviamente non lo auspichiamo, ma potrebbe aggravarsi. Proprio stamane, in Commissione ambiente, abbiamo ascoltato in audizione il professor Doglioni, presidente dell'INGV. Ci sono comuni - questo è necessario saperlo - che, dopo le 20, non hanno Polizia municipale in strada, per mancanza di personale, non hanno tecnici a sufficienza per le verifiche, per non parlare, ovviamente, del personale della Protezione Civile che, giorno e notte, è impegnata a dare supporto, ma molti comuni sono carenti su questo fronte. Non voglio, ovviamente, creare allarmismo, però la situazione è molto preoccupante e dobbiamo saperlo e rendercene conto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il rappresentante del Governo. Prego, onorevole Sisto.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Presidente, sulla scorta della situazione, chiedo che sia accantonato, per svolgere un altro approfondimento prima di confermare un parere o l'altro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ordine del giorno n. 9/1373-A/13 Orrico, c'è il parere contrario. Onorevole Orrico? Lo mettiamo in votazione.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/13 Orrico, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Ordine del giorno n. 9/1373-A/14 Amato, c'è il parere contrario. Onorevole Amato? Lo mettiamo in votazione.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/14 Amato, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Ordine del giorno n. 9/1373-A/15 Cherchi, parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Sisto. Prego, onorevole.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Presidente, su quest'ordine del giorno, di seguito a un approfondimento, esprimo parere favorevole, ove accolto come raccomandazione.

PRESIDENTE. Onorevole Cherchi, accetta l'accoglimento come raccomandazione? Prego.

SUSANNA CHERCHI (M5S). Accetto.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno n. 9/1373-A/16 Alifano era accantonato. Onorevole Sisto, andiamo avanti, lo vediamo dopo? Andiamo avanti.

Ordine del giorno n. 9/1373-A/17 Fenu, il parere è contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fenu. Ne ha facoltà.

EMILIANO FENU (M5S). Presidente, quest'ordine del giorno riguarda l'articolo 8 del decreto. Da tale articolo 8 abbiamo capito che è intendimento del Governo attribuire le risorse dell'8 per mille, per le quali non ci sia stata una scelta da parte dei contribuenti, ai soggetti che poi deciderà lui. I colleghi in Commissione hanno proposto degli emendamenti assolutamente ragionevoli, proponendo, ad esempio, una definizione più puntuale dei requisiti per attribuire queste risorse, parlo sempre dell'8 per mille, nella parte non scelta dal contribuente, e per puntare, ad esempio, per quanto riguarda il recupero delle tossicodipendenze e delle altre dipendenze patologiche, alla prevenzione.

Stupisce che il Governo abbia espresso parere contrario anche su quest'ordine del giorno che chiede una cosa più che condivisibile, perché tutte quelle contribuzioni volontarie, non solo l'8 per mille, ma anche il 5 per mille e il 2 per mille, arrivano ai destinatari con mesi, se non con anni, di ritardo. Quindi, l'ordine del giorno chiedeva semplicemente l'adozione di misure finalizzate ad accelerare le procedure di destinazione, di individuazione e di erogazione di queste risorse e, in particolare, di quelle destinate ad associazioni con finalità sociali.

Tutti dovremmo essere d'accordo su un punto di questo tipo, ma il Governo, evidentemente, no.

PRESIDENTE. Se nessuno chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/17 Fenu, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/18 Lovecchio con il parere contrario del Governo. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/18 Lovecchio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/19 Raffa, con il parere contrario del Governo. Onorevole Raffa, lo mettiamo in votazione? Bene.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/19 Raffa, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/20 Bruno, con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bruno. Ne ha facoltà.

RAFFAELE BRUNO (M5S). Presidente, volevo portare all'attenzione dell'Aula un dato relativo al tasso di recidiva dei detenuti, cioè al numero di detenuti che una volta che scontano la pena tornano a delinquere. Questo dato, a livello nazionale, è del 65 per cento; è un dato rilevante, perché su 100 detenuti 65 tornano a delinquere, quindi, credo che sia interesse di tutte e tutti impiegare tutti gli strumenti possibili per far scendere questo dato così alto.

Ecco, c'è uno strumento che in quest'ambito è particolarmente efficace e rilevante. Quando le persone recluse frequentano attività creative e, in particolar modo, laboratori teatrali, questo tasso scende al 6 per cento, quindi, c'è un calo del 90 per cento, un calo enorme. Pertanto, fare teatro in carcere, fare di tutto affinché si faccia e si faccia bene, è una misura di umanità, ma è anche una misura di pubblica sicurezza. È una misura che, vista l'entità dell'impatto benefico, non andrebbe considerata necessaria, ma andrebbe considerata urgente. Quando si fa teatro in carcere si permette allo Stato di applicare l'articolo 27 della Costituzione: la rieducazione del condannato, termine che preferisco declinare con “riappropriazione del sé”. Le persone recluse hanno la possibilità, attraverso il teatro, di conoscere se stesse e comprendere che non devono identificarsi con il reato commesso, ma che possono essere altro, possono essere padri, possono essere madri, artigiani, intellettuali o artisti. Quando si fa teatro in carcere, l'ambiente dietro le sbarre diventa più armonioso, più disteso, e questo porta benefici oggettivi a tutti gli abitanti delle comunità carcerarie, detenuti, direttori, poliziotti ed educatori, e su questo non c'è alcun dubbio.

Il mio ordine del giorno chiede al Governo di supportare e valorizzare la pratica teatrale nelle nostre carceri per renderle davvero luoghi di trasformazione e di evoluzione. Ci tengo a ricordare che tutto questo, ad oggi, accade perché ci sono tante donne e tanti uomini instancabili che, nonostante spesso operino in regime di puro volontariato, mettono a servizio la loro vocazione per tutta la collettività, senza risparmiarsi mai. Le operatrici e gli operatori di teatro sociale svolgono un servizio per il bene comune prezioso, unico e dai risultati sorprendenti. Le istituzioni hanno il dovere di far sì che queste professioniste e questi professionisti siano adeguatamente supportati e valorizzati e questo mi sono limitato a chiedere con l'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Piccolotti.

ELISABETTA PICCOLOTTI (AVS). Presidente, vorrei sottoscrivere l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Bene, se l'onorevole Bruno è d'accordo, il suo ordine del giorno viene sottoscritto dall'onorevole Piccolotti.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/20 Bruno, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/21 Pellegrini, con il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Pellegrini. Ne ha facoltà.

MARCO PELLEGRINI (M5S). Presidente, intervengo per dichiarazione di voto. Quest'ordine del giorno si inserisce sempre nell'ambito della materia delle intercettazioni. L'articolo 1 del provvedimento di cui ci stiamo occupando ha lo scopo di potenziare questo importantissimo mezzo di ricerca della prova, di cui l'autorità giudiziaria dispone in casi particolarmente gravi. Quindi, estende le condizioni meno stringenti per l'autorizzazione e la proroga delle intercettazioni anche ai delitti connessi al traffico illecito di rifiuti, al sequestro di persona a scopo di estorsione, a quelli con finalità di terrorismo e a quelli che hanno il fine di agevolare le associazioni di tipo mafioso. Però, al contempo - questo avviene in maniera sia incomprensibile sia, mi consenta, schizofrenica - questo provvedimento prevede disposizioni che, invece, indeboliscono ulteriormente - perché già è stato indebolito pochi mesi fa - il contrasto alle condotte criminose connesse a non pochi reati che vengono esercitati contro la pubblica amministrazione. Mi riferisco ai cosiddetti reati spia, che sono poi strettamente connessi alle infiltrazioni e ai condizionamenti della criminalità organizzata, specie nella pubblica amministrazione. Questa volontà legislativa si somma alle misure che sono state approvate da questo Parlamento nell'ambito del cosiddetto - direi famigerato - decreto-legge Rave, che ha restituito i benefici penitenziari ai condannati per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, e a quelle altre disposizioni, che erano state proposte in sede parlamentare ed extra parlamentare, che vogliono abrogare il reato di abuso d'ufficio e vogliono alleggerire le fattispecie di traffico di influenze illecite.

Io vorrei sottolineare che, nel nostro Paese, il 90 per cento delle truffe è da ricondurre a fenomeni di corruttela connessi ad appalti e responsabilità erariali e amministrative nella pubblica amministrazione. Nel suo complesso la corruzione, nel nostro Paese, crea un costo per i cittadini, quindi, per il bilancio dello Stato, stimato in circa 60 miliardi l'anno. Questo, ovviamente, ha gravissime ricadute sia economiche sia sociali.

Rimarco, altresì, gli ostacoli che questo Governo e questa maggioranza via via stanno frapponendo all'applicazione di sanzioni che siano dissuasive nei casi di corruzione. In particolare, mi riferisco alle corruzioni di alto livello, quelle dei cosiddetti colletti bianchi che assumono e hanno delle posizioni di rilievo nella pubblica amministrazione. Queste disposizioni possono generare un rischio di impunità che può privare, anzi, priva, a nostro giudizio, le iniziative di anticorruzione del loro carico di deterrenza. Questo è l'assunto che ci viene anche dall'Unione europea, specie in relazione alle raccomandazioni che la stessa Unione europea ci fa sulla gestione delle enormi risorse del PNRR.

Per questi importanti motivi abbiamo presentato quest'ordine del giorno che impegna il Governo a valutare, anche in termini di impatto economico, finanziario e sociale, gli effetti applicativi delle vigenti disposizioni inerenti i reati contro la pubblica amministrazione, come disposto, appunto, dal provvedimento di cui oggi ci stiamo occupando e dal famigerato decreto-legge Rave party, che ho citato prima, valutando al contempo - noi lo chiediamo al Governo - l'impatto dell'abolizione dei reati concernenti l'abuso d'ufficio e il traffico di influenze, al fine di prevedere il ripristino degli impianti normativi previgenti. Confidiamo nell'accoglimento di questa nostra proposta da parte della Camera (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Grazie, Presidente. Chiedo di intervenire a titolo personale su quest'ordine del giorno perché mi sembra particolarmente importante, in quanto accende una luce sul punto che probabilmente è più rilevante nel decreto-legge in discussione. Quest'ordine del giorno sostanzialmente impegna il Governo a valutare gli effetti deleteri del decreto-legge in discussione, con particolare riferimento ai reati contro la pubblica amministrazione. Perché si rende necessario? Si rende necessario perché Governo e maggioranza, con il gentile aiuto di Azione-Italia Viva, aiuto che non manca mai, hanno approfittato di questo provvedimento per depotenziare le intercettazioni e rendere più difficile la vita degli inquirenti. L'obiettivo è stato già ribadito da alcuni colleghi ed è fin troppo chiaro, è quello cioè di puntare all'impunità per determinati tipi di reati, i cosiddetti reati dei colletti bianchi, tra l'altro in un periodo particolarmente importante e delicato come quello che stiamo vivendo, perché siamo nella fase di piena esecuzione del PNRR. Si tenta di sminuire la gravità dei reati di corruzione, ma credo che i cittadini lo stiano comprendendo e sanno che la corruzione è un cancro e che la mafia è solo un'altra faccia della stessa medaglia. La mafia si è imborghesita, costituisce comitati d'affari, si infiltra nell'economia legale e nella politica proprio grazie alla corruzione, alla concussione e all'abuso d'ufficio. Impedendo l'utilizzo delle intercettazioni, anche di fronte alle evidenze della commissione di un reato, il Governo mostra il suo programma in materia di giustizia: garantire impunità per i reati contro la pubblica amministrazione. Come se rubare allo Stato - quindi, a tutti noi - sia qualcosa che possa essere accettato, sia qualcosa di accettabile, sia qualcosa di diverso, una declinazione altra rispetto al verbo rubare.

Insomma, il Governo Meloni dice allo Stato di girarsi dall'altra parte, di volgere altrove lo sguardo di fronte a reati gravi come la corruzione. Però, questo - lo sappiamo bene - non viene dichiarato apertamente, viene fatto quasi nell'ombra, di soppiatto, cogliendo l'occasione di un groviglio normativo per fare in modo che i cittadini non ne comprendano fino in fondo la portata. Almeno che venga detto apertamente: probabilmente si vogliono salvaguardare quei comitati d'affari che lucrano con la corruzione. In questo modo realizzare opere pubbliche in Italia continuerà mediamente a costare il doppio rispetto agli altri Paesi d'Europa. Questo è un primato di cui non siamo affatto orgogliosi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/21 Pellegrini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/22 Scerra, su cui il parere del Governo è contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Carmina. Ne ha facoltà.

IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente. Voglio invitare il Governo a riconsiderare il parere contrario su quest'ordine del giorno che, fra l'altro, è volto a sanare una situazione gravissima che abbiamo riscontrato anche nei giorni scorsi in Sicilia, con questi incendi devastanti a Palermo, per esempio, ma anche a Catania dove, in poco tempo, le fiamme hanno divorato ettari ed ettari di terreno, persino la sede dell'università e tanto altro.

Il parere contrario su quest'ordine del giorno - che è volto a richiedere un impegno forte al Governo affinché non ci siano carenze d'organico nei Vigili del fuoco e nella regione Sicilia vengano adottati tutti i provvedimenti idonei alla prevenzione e al contrasto del fenomeno degli incendi boschivi, che comunque sono dolosi - mi pare assolutamente assurdo e penso che l'ordine del giorno sia nell'interesse di tutti. Quindi, chiedo al Governo di rivedere il suo parere negativo in merito a questa questione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/22 Scerra, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/23 Torto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/24 Barzotti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/25 Dell'Olio.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Dell'Olio. Ne ha facoltà.

GIANMAURO DELL'OLIO (M5S). Grazie, Presidente. Devo dire che questo Governo non cessa mai di stupirmi, perché in questo provvedimento ha cominciato con la tecnica, proprio all'articolo 1, del bastone e della carota, anzi della carota e del bastone: prima ha ampliato la possibilità di intercettazione e poi l'ha ridotta, perché eliminando la possibilità di captazione per le intercettazioni a strascico di fatto va a eliminare le possibilità di identificare tutti gli altri soggetti che delinquono.

Vietando l'intercettazione per tutti questi reati contro la pubblica amministrazione, noi andiamo a creare un ulteriore problema, perché, com'è stato già ricordato in precedenza, il 90 per cento circa delle truffe contro la PA sono, sì, truffe contro la PA, ma di queste truffe non è stato ricordato l'importo. Ebbene, parliamo di circa 60 miliardi di euro l'anno; 60 miliardi di euro l'anno sono praticamente pari a 2 normali leggi di bilancio, forse 4 leggi di bilancio di questo Governo, visto dove ci sta portando, con l'austerity, e visto che non riesce a trovare i soldi sulla gestione.

Addirittura, in precedenza è stato detto che i trojan entrano nell'intimità della vita delle persone. Io credo nel concetto del male non fare e paura non avere, ma il problema è che qui si pensa di tutelare i cittadini - e già mi immagino l'idea del Governo: vogliamo tutelare i cittadini -, ma quali cittadini vengono tutelati? Infatti, dobbiamo ricordare che lo Stato è composto anche dai cittadini e tutti i fatti che vanno a creare un danno allo Stato poi vanno a impattare su tutti questi cittadini.

Poi, l'ultima cosa ridicola che c'è in questo decreto è che c'è un decreto, ossia c'è una norma di urgenza che va a limitare le intercettazioni, in questo caso quelle a strascico. Tutto questo non ha nulla di urgente.

Dunque, con quest'ordine del giorno chiediamo sostanzialmente al Governo di andare a rivedere, di ragionarci, di sottoporre all'attività parlamentare un discorso di questo genere, perché procedendo in questa maniera non si fa altro che tutelare una piccola parte, che è quella che crea i danni allo Stato, ma non vengono tutelati davvero lo Stato e anche tutti quei cittadini che, in realtà, si comportano in maniera corretta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/25 Dell'Olio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/26 Donno, che ha il parere contrario del Governo.

Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/26 Donno, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/27 L'Abbate, che ha il parere contrario del Governo.

Se nessuno chiede di intervenire, lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/27 L'Abbate, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/28 Carotenuto, che ha il parere contrario del Governo. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/28 Carotenuto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/29 Tucci, su cui chiede di intervenire il rappresentante del Governo, sentiamo, che, magari, cambia il parere. Prego.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Presidente, anche qui con una ulteriore riflessione propongo una riformulazione, eliminando le premesse, con questo dispositivo: “impegna a monitorare l'applicazione in concreto delle norme del provvedimento in questione”.

PRESIDENTE. Chiede di intervenire l'onorevole Scutella', prego.

ELISA SCUTELLA' (M5S). Grazie, Presidente. Noi non accettiamo la riformulazione e vorrei chiarire alcune cose. Innanzitutto, c'è una certezza: l'articolo 1 di questo provvedimento è scritto veramente male, come del resto avete scritto il provvedimento sui rave party. Qui vi veniva chiesta semplicemente l'interpretazione autentica dei reati di criminalità organizzata per dare una risposta alla pronuncia della Cassazione del 2022, ma non siete stati in grado di fare neanche questo. Come al solito, noi siamo venuti in vostro aiuto e abbiamo proposto un emendamento, che non avete accettato, anzi avete peggiorato la situazione con alcune vostre proposte emendative. Avete approfittato anche di quest'occasione per spuntare le armi dello Stato contro le forme più moderne e pericolose del crimine organizzato, parliamo di colletti bianchi, di mafia, di affaristi, di comitati d'affari, che mettono le mani su miliardi di soldi pubblici, rallentando i processi, come del resto sta avvenendo con i soldi del PNRR come ho denunciato diverse volte in quest'Aula.

Passando all'ordine del giorno, anche in questo caso siamo qui a offrirvi il nostro contributo perché avete commesso un errore da matita rossa, che palesa tutta la vostra incapacità: intervenite con urgenza, e mettere una pezza, specificando l'ambito di applicazione della nuova disciplina sulle intercettazioni, ma non sappiamo in quale fase tali procedimenti devono trovarsi affinché possano trovare applicazione. Quindi, questo ancora non lo sappiamo, ed è quello che avevamo chiesto con quest'ordine del giorno. Diciamolo chiaramente, Presidente: con la propaganda, fate la voce grossa e poi, con le leggi, assestate l'ennesimo colpo alla legalità, a favore di una giustizia classista (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/29 Tucci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/30 Carmina, con il parere contrario del Governo. Chiede di intervenire, Ne ha facoltà.

IDA CARMINA (M5S). Grazie, Presidente, solo per affermare anche qui il mio stupore, atteso che noi non chiedevamo altro che intervenire quanto più celermente possibile per consentire la disciplina del collegamento telematico con le infrastrutture digitali interdistrettuali nel caso di remotizzazione dell'ascolto per le intercettazioni da parte della Polizia giudiziaria.

Si sa, secondo quanto afferma la Suprema corte di Cassazione, che sono utilizzabili solo quelle il cui ascolto sia avvenuto presso le sedi della Procura, mentre quelle ascoltate da remoto alla Polizia giudiziaria servono solo ai fini della prosecuzione dell'indagine. Non si comprende o meglio è una brutta idea quella che ci si fa di un Governo che non intende procedere in termini celeri per una migliore utilizzabilità delle intercettazioni, anche da remoto. Per questo chiedo una revisione del parere e che l'ordine del giorno venga accolto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/30 Carmina, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/31 Quartini, che ha il parere contrario del Governo.

L'onorevole Quartini chiede di intervenire, prego.

ANDREA QUARTINI (M5S). Grazie Presidente, con questo provvedimento è stato deciso, tra l'altro, di destinare l'8 per mille anche al tema dell'uso di sostanze. In questo provvedimento si parla dell'8 per mille per il recupero dalle tossicodipendenze e dalle dipendenze patologiche. Il provvedimento è molto generico ed estremamente discrezionale e questo l'abbiamo contestato sia in Commissione sia oggi nella dichiarazione di voto sulla fiducia.

Tuttavia, il provvedimento non tiene presente due aspetti. Il primo, che è quello più importante, parla solo di recupero dal rischio di usare sostanze e non accenna minimamente al concetto di prevenzione. Allora, io chiedo alla maggioranza e al Governo: da che parte state? Da che parte state se non vi interessa per niente la prevenzione? Vi interessano i malati, vi interessa fare propaganda, vi interessa la demagogia o vi interessa eventualmente, data la discrezionalità, lavorare soltanto con chi si occupa di recupero, penalizzando o colpevolizzando famiglie e soggetti che hanno questo tipo di problema?

L'altro aspetto, sicuramente significativo, è che è veramente difficile oggi osservare, nell'ambito delle dipendenze, dipendenze da una sostanza sola, di solito si parla di poly-addiction. Vi voglio anche ricordare che le vere droghe di passaggio solo l'alcol e il tabacco. Allora, in quest'ordine del giorno noi si chiede di non limitarsi solo alle droghe illegali, ma di fare un lavoro ad ampio respiro su tutti i passaggi possibili per proteggere dal rischio di cadere in una dipendenza coloro che consumano queste sostanze.

Il primo aspetto è che vi siete completamente dimenticati della prevenzione, evidentemente fa poco rumore fare prevenzione e non vi interessa.

Il secondo aspetto è che avete un furore ideologico nei confronti di alcune sostanze, ma non vi rendete conto che le sostanze legali sono altrettanto pericolose e anche su queste si dovrebbe fare prevenzione e recupero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonetti. Ne ha facoltà.

ELENA BONETTI (A-IV-RE). Grazie, Presidente. Noi ci asterremo su quest'ordine del giorno che interviene sull'articolo 7 del decreto-legge, di cui oggi discutiamo la conversione, non tanto perché non comprendiamo le ragioni dell'estensione anche a temi di carattere preventivo, come richiamato nell'intervento precedente, ma per il fatto che stigmatizziamo e riteniamo estremamente grave l'azione del Governo che, in questo articolo 7, in modo del tutto unilaterale, va ad alterare la disciplina dell'8 per mille, diminuendone le risorse a disposizione.

Credo che debba essere chiaro a tutti noi quello che fa quest'articolo, che altera, cambia, ripeto, in modo unilaterale, una legge che disciplina l'otto per mille, che aveva alcune finalità e che destinava alla parte non espressa in modo proporzionale ai voti espressi.

Qui si fa cassa con l'8 per mille per pagare politiche del Governo di contrasto e di prevenzione alle tossicodipendenze, alle dipendenze patologiche, probabilmente, perché, a corto di risorse da altre parti, si è deciso di intervenire sull'8 per mille. Credo sia una decisione grave, che non ha un precedente, e sulla quale invito la maggioranza a tornare nei prossimi provvedimenti, perché alterare il fondo dell'8 per mille, diminuendo le risorse disponibili per i destinatari dell'8 per mille, per finanziare azioni che dovrebbero avere altri fondi previsti dal Governo penso sia un atto grave che meriterebbe un'ulteriore riflessione (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/31 Quartini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/32 Di Lauro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/33 della collega Marianna Ricciardi, su cui c'è una riformulazione. Chiedo all'onorevole Marianna Ricciardi se la accetta o meno. Chiede di intervenire il Governo. Siamo sull'ordine del giorno 9/1373-A/33, prego onorevole Sisto.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Propongo alla collega Ricciardi questa riformulazione che precisa un pochino la posizione: sempre espunte le premesse, è così riformulato: “valutare l'opportunità di assicurare che per il COVID sia comunque attivo un sistema di sorveglianza delle malattie infettive”, Questa la proposta definitiva di riformulazione.

PRESIDENTE. La collega Marianna Ricciardi non è in Aula, però vi è il collega Quartini, che è cofirmatario. Prego, onorevole Quartini.

ANDREA QUARTINI (M5S). Presidente, effettivamente, dal nostro punto di vista è veramente offensivo. Si propone di tagliare completamente tutte le premesse e si riformula il dispositivo! Ma siamo veramente a un livello quasi di insulto nei confronti di chi lavora su questi temi!

Questo intervento vale sia per questa riformulazione, che non è accettabile, quindi, vorrei che fosse posto in votazione, sia per l'ordine del giorno successivo. Tra l'altro, per quanto riguarda quello successivo - se mi dà un minuto solo - voglio sottolineare che l'emendamento Sportiello in qualche modo è stato incorporato nel Consiglio dei ministri di ieri. Addirittura è già previsto che quell'ordine del giorno sarà reso operativo. Oggi, si chiede di “valutare l'opportunità di”: ma se l'ha già detto il Consiglio dei ministri ieri! Ma volete prenderci in giro? Ma per favore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/33 Marianna Ricciardi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/34 Sportiello, sul quale il collega Quartini ha già espresso la sua posizione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/34 Sportiello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/35 Baldino, con il parere contrario del Governo

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/35 Candiani.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Candiani. Ne ha facoltà.

STEFANO CANDIANI (LEGA). Grazie, Presidente. Credo che, su quest'ordine del giorno, non guasti un'aggiunta di riflessione da parte del Governo, perché l'ordine del giorno caratterizza molto l'attività di questo Governo nel contrasto alle sostanze stupefacenti e a qualsiasi droga. Chiediamo che il Governo si impegni e vada avanti in questa direzione senza tregua e senza tralasciare alcun intervento. Quindi chiedo al Governo un ulteriore approfondimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Vice Ministro Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Presidente, chiedo l'accantonamento.

PRESIDENTE. Accantoniamo l'ordine del giorno n. 9/1373-A/36.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/37 Soumahoro, che ha il parere contrario del Governo. Onorevole Soumahoro, lo mettiamo in votazione? Sì.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/37 Soumahoro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Passiamo all'ordine del giorno della collega Latini, che ha il parere contrario del Governo. Lo ha ritirato. Allora l'ordine del giorno n. 9/1373-A/38 Latini si intende ritirato.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/39 Malavasi, che ha un parere contrario e chiede di intervenire. Prego, onorevole Malavasi.

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo volentieri su quest'ordine del giorno, per tenere alta l'attenzione sul tema della dispersione scolastica e della povertà educativa.

PRESIDENTE. Per favore, colleghi, un po' di silenzio. Colleghi di Fratelli d'Italia… colleghi della Lega, per favore. Prego.

ILENIA MALAVASI (PD-IDP). Dicevo che intervengo su quest'ordine del giorno e su questo parere contrario per chiedere un ripensamento, ma soprattutto per tenere alta l'attenzione su un tema importante, quello della povertà educativa e della dispersione scolastica. Infatti, come ricordava la collega Bonetti prima, è stata ampliata la destinazione d'uso dell'8 per mille in modo unilaterale, andando ad ampliare il campo a risorse invariate, inserendo questo tema importante che, ovviamente, non ci vede contrari. Crediamo però che siano tanti i temi di interesse che si possano valutare. Quindi, ci teniamo a mantenere alta l'attenzione sul tema della dispersione scolastica, che è un problema serio, complesso, multifattoriale, che ogni anno vede abbandonare le nostre scuole, un tasso molto elevato di bambini e di ragazzi, pari al 12,7 per cento, un dato peggiore rispetto alla media europea e ben lontano rispetto all'obiettivo europeo del 9 per cento. Tra l'altro, se aggiungiamo i NEET, la situazione è ancora peggiore.

Il tema della povertà educativa è ancora più importante, perché sappiamo bene quanto l'investimento in talenti, in competenze e in abilità a partire dalla prima infanzia sia importante e strategico anche per la stessa competitività del Paese.

Crediamo che un investimento su questo sia strategico e lo diciamo anche perché ad oggi abbiamo comunque in atto altre risorse strutturali importanti del PNRR, su cui ribadiamo ancora una volta tutta la nostra attenzione e, al tempo stesso, preoccupazione, ma anche i milioni di risorse, 635, sulla Child Guarantee che, anche in questo caso, sono finalizzati a potenziare i servizi per l'infanzia.

Siamo un po' perplessi su questo parere contrario, perché, al di là della propaganda e dei lanci di agenzia, su cui devo dire maggioranza e Governo sono bravissimi, siamo un po' preoccupati, perché vediamo una scarsa attenzione, se non una scarsissima attenzione sulle politiche per l'infanzia, per sostenere quei servizi che sono così importanti e strategici per la crescita dei nostri ragazzi.

Mi sarei aspettata una riformulazione; soprattutto sulla seconda parte del dispositivo, mantenendo in piedi la prima, avrei auspicato anche una riformulazione, perché crediamo davvero che la povertà educativa possa essere un altro campo di interventi in cui ampliare l'8 per mille proprio per potenziare quei servizi per la prima infanzia, nonché l'offerta formativa e didattica, anche con quei servizi di refezione e di mesi di tempo pieno di infrastrutture anche extracurricolari che servono proprio per anche contrastare tutte le forme di abbandono e di povertà educativa ma anche di disagio giovanile su cui questo Governo sembra essere così attento. Forse non lo è in tutti i settori, forse lo è solamente in alcuni spazi del Paese, visto il decreto Caivano che è stato fatto, ma crediamo che questo sia un tema generale che riguarda tutti.

Quindi crediamo che ci sia bisogno di avere più attenzione, tant'è vero che nel nostro Paese il 67,6 per cento dei ragazzi non è mai andato a teatro, il 62,8 per cento non ha mai visitato un luogo archeologico, il 49,9 per cento non ha mai frequentato un museo. Il 22 per cento non ha praticato attività sportive, nemmeno attività fisica, e solo il 13,5 per cento frequenta un asilo nido. Quindi una situazione allarmante, importante per il futuro del nostro Paese, sulla quale sono intervenuta per non lasciar decadere questo tema, che riteniamo così strategico.

Quindi, rammaricata del parere contrario del Governo, mi chiedo se davvero le politiche per l'infanzia siano una priorità, al di là della propaganda (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/39 Malavasi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Passiamo all'ordine giorno n. 9/1373-A/41 Manzi, essendo stato ritirato l'ordine del giorno n. 9/1373-A/40 Girelli.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Manzi. Ne ha facoltà.

IRENE MANZI (PD-IDP). La ringrazio, signor Presidente. Non ci meraviglia il parere del Governo rispetto a quest'ordine del giorno. In realtà, l'articolo inserito nel decreto-legge compie un disegno di occupazione degli spazi culturali che l'attuale Governo sta portando avanti. Lo abbiamo visto nel luglio scorso con le disposizioni relative al Centro sperimentale di cinematografia, e quindi la sostituzione degli organismi direttivi del Centro. Hanno tentato di fare quello che poi nel decreto che esaminiamo oggi in realtà sono riusciti a fare, ovvero riordinare complessivamente il Ministero della Cultura, con una riforma, tra l'altro, che non sarà funzionale - è questa la cosa più drammatica, tra le altre - a un corretto e positivo funzionamento di quel Ministero, tra l'altro con gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza in corso.

Noi riteniamo che il Governo oggi, non accogliendo quest'ordine del giorno e respingendo, tra l'altro, tutti gli emendamenti che il Partito Democratico e anche gli altri gruppi di opposizione avevano presentato su questo tema, si assuma una grave responsabilità. La responsabilità, anche con la norma, tra l'altro, che impone lo spoils system, di fatto, agli organismi direttivi del Ministero, di occupare - basta dirlo chiaramente, senza nascondersi dietro principi di buona amministrazione - gli spazi della cultura, occupare e gestire, in questo caso, il potere riguardo a questo.

La vicenda del San Carlo e la sentenza uscita poche settimane fa al riguardo avrebbe dovuto indurre a una maggiore prudenza, in questo caso, e a rivedere quelle disposizioni. Purtroppo assistiamo con rammarico a un Governo che va avanti senza avere dubbi o esitazioni, e che afferma un disegno politico ben chiaro ed evidente, che ancora una volta vogliamo rimarcare in quest'Aula, mettendo al voto l'ordine del giorno e respingendo ancora una volta quel grave disegno politico che in questo momento si sta attuando (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/41 Manzi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/42 Orfini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/43 Simiani, su cui c'è una proposta di riformulazione. Onorevole Simiani?

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Vorrei riascoltare la riformulazione.

PRESIDENTE. Onorevole Sisto, siamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/43 Simiani. Se cortesemente può rileggere la riformulazione, grazie.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. “A valutare l'opportunità di stanziare risorse adeguate” - parliamo dell'impegno - “in relazione a quanto espresso in premessa e a favore del comune di Livorno e a favore della Fondazione Teatro Goldoni di Livorno, per sostenere la realizzazione del Mascagni Festival, purché compatibile con i vincoli di finanza pubblica”.

PRESIDENTE. Onorevole Simiani?

MARCO SIMIANI (PD-IDP). Allora, accetto la riformulazione, anche perché vorrei sensibilizzare l'Aula - ecco perché chiedo anche un voto in tal senso - su questa importante iniziativa, che è stata anche proposta attraverso una PDL a mia prima firma, proprio in merito a un festival che dal 2020 ha luogo a Livorno, nel quale, in questo caso, si manifesta il grande compositore che ormai è riconosciuto in tutto il mondo come uno dei più grandi compositori italiani al mondo. Ecco perché vorrei che fosse riconosciuto questo finanziamento stabile a questo festival, proprio perché penso che sia un'opportunità culturale per l'intero Paese, e credo che oggi una votazione in quest'Aula possa garantire non solo una risorsa stabile, ma soprattutto il fatto che oggi questo grande compositore sia veramente manifestato in tutto il mondo e soprattutto nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/43 Simiani, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 36).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/44 Borrelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/45 Bonelli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/46 Dori: accetta la riformulazione.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/47 Zaratti (Versione corretta), su cui c'è il parere contrario del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente. Poiché quest'ordine del giorno del collega Zaratti per noi è molto importante, in quanto parla di ecocidio, materia su cui abbiamo presentato anche una norma ad hoc, vorremmo chiedere al Governo di rivedere il parere che ha dato su quest'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Onorevole Borrelli, il Governo non intende mutare il parere. Quindi, completi la sua dichiarazione di voto, prego.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Va bene, chiedo ovviamente che venga messo al voto. Dispiace che il Governo non abbia voluto rivedere il proprio parere, visto che riteniamo che il tema dell'ecocidio non sia di parte, ma che sia qualcosa di estremamente importante nella difesa e nella tutela del nostro territorio e del pianeta più in generale. Noi cerchiamo sempre di portare in quest'Aula la ragionevolezza e la volontà del dialogo per difendere e tutelare il nostro territorio e il futuro del nostro territorio.

Purtroppo, non c'è l'attenzione che noi vorremmo, viene manifestata o in ritardo o soltanto in emergenza, e poi il risultato è che ci troviamo in situazioni di disastro ambientale, di cambiamento climatico, anche perché si arriva sempre all'ultimo minuto (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/47 Zaratti (Versione corretta), con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 39).

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori per comunicare che sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/45, a prima firma Bonelli, il gruppo ha sbagliato e il nostro voto è di astensione.

PRESIDENTE. La ringrazio, ne prendiamo atto per il verbale.

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1373-A/48 Ghirra (Versione corretta).

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ghirra. Ne ha facoltà.

FRANCESCA GHIRRA (AVS). Grazie, Presidente. Intervengo in dichiarazione di voto, sperando che nel frattempo il Governo cambi il parere sull'ordine del giorno. Sorprende che ci sia un parere contrario rispetto a questa proposta, così come sorprende che ci sia stata una bocciatura in Commissione degli emendamenti con cui si proponeva di utilizzare le somme dell'8 per mille per interventi a sostegno e potenziamento dei centri antiviolenza, delle case rifugio e a tutela delle vittime di violenza. Sorprende ancora di più perché la bocciatura avveniva mentre il Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa faceva notare, con preoccupazione, che i dati forniti da Roma mostravano una persistente alta percentuale di procedimenti per violenza domestica e sessuale archiviati nella fase delle indagini preliminari, un uso limitato degli ordini di protezione e un tasso significativo di violazione degli stessi.

Presidente, sappiamo bene quali sono i dati italiani: il 31,5 per cento delle donne, corrispondente a circa 6,8 milioni ha subìto almeno una qualche forma di violenza nella sua vita; il 62,1 per cento dal proprio partner, il 20 per cento una violenza fisica ed il 21 sessuale, per arrivare al 5,4 che ha subito uno stupro o un tentato stupro. In Italia, nel 2021, ci sono stati 102 femminicidi; nel 2022, 120 e quest'anno siamo arrivati a 81. Noi riteniamo che sia urgente intervenire.

Con quest'ordine del giorno chiediamo di porre in essere tutte le misure necessarie per contrastare efficacemente i fenomeni di violenza contro le donne, sia attraverso le politiche attive già delineate dalla Convenzione di Istanbul, ma soprattutto con nuovi finanziamenti per i centri antiviolenza e le case rifugio, per tutelare le vittime di violenza anche, se possibile, attraverso l'uso della disciplina dell'8 per mille. Davvero questo parere contrario è per noi incomprensibile, quindi spero che il Governo voglia cambiare posizione (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Il Governo non dà cenni di voler cambiare il parere, quindi passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/48 Ghirra (Versione corretta), con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/1373-A/49 Zanella.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bonelli. Ne ha facoltà.

ANGELO BONELLI (AVS). Grazie, signor Presidente. Prima di intervenire, vorrei chiedere al Vice Ministro Sisto se non intenda rivedere il parere attraverso una riformulazione che magari possa non individuare solo la città di Innsbruck come l'unica che possa ospitare la gara olimpica di bob. Quindi, chiedo se è intenzionato a rivedere il parere. Mi pare che la risposta sia negativa, signor Presidente, quindi io procedo con la mia dichiarazione di voto. Avevo chiesto se il Governo intendeva riformulare il parere…

PRESIDENTE. Non intende farlo.

ANGELO BONELLI (AVS). D'accordo. Allora, signor Vice Ministro, le segnalo che, per ben due volte, la gara d'appalto per la realizzazione della pista di bob a Cortina è andata deserta. L'ultima gara è del 31 luglio scorso ed è andata deserta. Hanno partecipato importanti società che, sia dal punto di vista della tempistica, sia dal punto di vista economico, non ci stanno.

Quindi, il senso di quest'ordine del giorno - lo dico senza ironia - è anche quello di evitare di fare una figuraccia globale di fronte a un appuntamento olimpico importante, perché la pista di Cortina ha avuto sin dall'inizio una localizzazione sbagliata dal punto di vista dei costi. Questi ultimi sono infatti lievitati per arrivare a ben 125 milioni di euro solo per la realizzazione di una pista la cui utilità, dopo lo svolgimento delle gare olimpiche, sarà pari a zero, come è accaduto in altre occasioni. Tuttavia, c'è anche un aspetto ambientale rilevante, cioè la distruzione di un ecosistema importante. Ci sono ben 500 larici secolari e tante altre situazioni dal punto di vista ambientale che rendono assolutamente impossibile l'individuazione di un sito di questo genere. Noi riteniamo a questo punto, anche attraverso la mobilitazione e la presentazione di progetti alternativi, che sia stato fatto un grande errore e devo dire che l'inerzia del Governo di non individuare soluzioni esporrà l'Italia a una figuraccia. Penso quindi che quest'ordine del giorno dovesse essere accolto da parte del Governo per indicare una strada. È giunta notizia anche dell'intervento del Ministro dello Sport, Abodi, che, da questo punto di vista, ha espresso a sua volta alcune perplessità, e anche del presidente della regione Veneto, che è molto preoccupato. Stanno tutti arrivando alla considerazione che sarà impossibile.

Vice Ministro Sisto, mi scusi, capisco che lei ha già espresso un “no”, però non faccia sentire inutile l'intervento fino a questo punto.

Detto questo, quindi, penso che sia stato un errore del Governo l'aver espresso un parere contrario e non aver aperto a strade diverse per una localizzazione che possa consentire lo svolgimento delle gare di bob. A Cortina non sarà possibile realizzare la pista perché, se la gara è andata deserta il 31 luglio, se c'è un impatto così devastante dal punto di vista ambientale e se i costi sono passati da 80 milioni a 125 milioni di euro, cosa serve per farvi capire che è necessario cambiare location in modo che non sia Cortina? Penso che oggi abbiate perso un'occasione, anche attraverso la riformulazione di quest'ordine del giorno. Lei è ancora in tempo per chiederne l'accantonamento e sentire, magari, il Ministro dello Sport Abodi. Però, attenzione, ritengo che potesse venire oggi dalla Camera un segnale importante, da questo punto di vista, un segnale volto a far risparmiare soldi al Parlamento, ad impedire un impatto ambientale rilevante, ma anche a consentire lo svolgimento della gara olimpica di bob, magari in una location diversa, dove la realizzazione potesse essere celere. L'invito che le faccio è di sentire il Ministro e sono convinto che il Ministro non le dirà cose diverse da quelle che ho detto io.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Vice Ministro Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Chiedo l'accantonamento dell'ordine del giorno n. 9/1373-A/49 Zanella e farò una verifica.

PRESIDENTE. Va bene. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/50 Serracchiani, che è stato accantonato. Ha chiesto di parlare il Vice Ministro Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/50 Serracchiani c'è un parere favorevole, ove la riformulazione che sto per leggere, sia accettata: le premesse vengono espunte e l'impegno diventa “a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, l'opportunità di reperire ulteriori risorse per il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e per il Dipartimento per la giustizia minorile di comunità, nonché per garantire e implementare la funzionalità e l'organizzazione degli uffici e delle strutture di esecuzione penale esterna e per la messa alla prova, anche al fine di favorire il decremento della popolazione penitenziaria e per assicurare la piena operatività degli uffici territoriali del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità del Ministero della Giustizia, aumentarne la dotazione organica, potenziando gli organici dei funzionari della professionalità giuridico pedagogica, di servizio sociale e di mediatore culturale, a potenziare, inoltre, le risorse presso il Ministero della Giustizia riconducibili al Fondo destinato ad interventi straordinari sulle carceri e per l'architettura penitenziaria”.

PRESIDENTE. Finirebbe qui l'impegno. Onorevole Serracchiani?

DEBORA SERRACCHIANI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Desidero ringraziare per l'impegno anche il Vice Ministro Sisto, però c'è una impegno, il primo, che francamente mi lascia un po' perplessa nel poter dire di sì a questa riformulazione. Infatti, mi viene detto che oltre a dover essere espunte le premesse - ma il punto non è quello, conta l'impegno - non ci devono essere ulteriori oneri per la spesa pubblica. Vede, Vice Ministro, il punto è che noi abbiamo fatto quest'ordine del giorno in cui diciamo che dobbiamo rimettere le risorse che sono state tagliate nella manovra 2023. Ora, siamo quasi alla prossima manovra di bilancio. Se lei dice “senza alcun impegno ulteriore”, vuol dire che partiamo dal primo presupposto, cioè dal fatto che non rimettiamo quelle risorse che erano state tagliate. Se non rimettiamo quelle risorse che sono state tagliate, tutto quello che c'è di seguito e, quindi, l'impegno sull'edilizia penitenziaria, l'impegno sulle assunzioni del personale che manca, l'impegno a cercare anche di adottare tutte quelle misure che garantiscono la possibilità di avere misure alternative alla pena e, quindi, in qualche modo, di liberare anche dal sovraffollamento le carceri, sono tutte parole al vento perché, se non rimettiamo quantomeno quelle risorse, non facciamo neanche un decimo di quello che c'è scritto in questo impegno. Quindi, mi dispiace, ma non posso accettare, pur ringraziandola per l'impegno, Vice Ministro, la riformulazione che è stata fatta. Quindi, chiedo di votare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/50 Serracchiani, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/51 Lacarra. Il presentatore chiede sia messo in votazione.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/51 Lacarra, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

L'ordine del giorno n. 9/1373-A/52 Gianassi è accantonato. Vice Ministro, se vuole diamo i pareri adesso sugli accantonati, altrimenti li esprime tutti dopo.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Come vuole, Presidente, io sono in condizione di sciogliere la riserva.

PRESIDENTE. Facciamo che le sciogliamo tutte insieme e finiamo quello che stiamo facendo.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Come ritiene.

PRESIDENTE. Passiamo quindi all'ordine del giorno n. 9/1373-A/53 Di Biase, con il parere contrario del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/53 Di Biase, con il parere contrario del Governo.

Revoco la votazione. Ha chiesto di parlare il Vice Ministro Sisto per cambiare il parere. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/53 Di Biase il parere è favorevole previa riformulazione nell'impegno: “a valorizzare il personale medico specialistico e il personale sanitario che fornisce un servizio psichiatrico di diagnosi e cura, svolge compiti di prevenzione, cura e riabilitazione a favore di soggetti affetti da problematiche psichiatriche in esecuzione penale, attraverso i competenti dipartimenti e servizi di salute mentale delle proprie aziende sanitarie, presso gli istituti penitenziari per adulti e nelle strutture minorili, presso le residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza (REMS), di cui alla legge n. 81 del 2014, e presso gli Uffici di esecuzione penale esterna, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

PRESIDENTE. Chiedo ai colleghi del Partito Democratico se accettano la riformulazione. Onorevole Di Biase, mi scusi, non l'avevo vista. Prego.

MICHELA DI BIASE (PD-IDP). Sì, accetto la riformulazione del Vice Ministro, lo ringrazio per l'interesse che ha dimostrato. Non è la prima volta che noi depositiamo quest'ordine del giorno di fondamentale importanza, quindi accetto la riformulazione e lo votiamo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/53 Di Biase, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Sottoscrivono gli onorevoli Fornaro, Casu, Ciani, Zan.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 43).

Ordine del giorno n. 9/1373-A/54 Forattini.

Ha chiesto di parlare il Vice Ministro Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Vorrei precisare la riformulazione che, se accettata, comporterebbe il parere favorevole. Escluse le premesse, l'impegno è questo: “valutare l'opportunità di eventuali interventi volti a garantire un'apposita azione di formazione, di aggiornamento e di riqualificazione del personale che può entrare in contatto con le vittime, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

PRESIDENTE. Onorevole Forattini?

ANTONELLA FORATTINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Non possiamo accettare la riformulazione, perché, dopo 83 vittime di femminicidio dal 1° gennaio, non c'è nulla da valutare. Serve un impegno preciso per la formazione e la specializzazione del personale che interviene con donne, con i minori, vittime di violenza, a partire dagli operatori di giustizia. Chiunque stia intervenendo, in questo momento storico, sul tema della violenza contro le donne sottolinea come indispensabile sia il lavoro di prevenzione e culturale, che si fa attraverso l'educazione al rispetto delle giovani generazioni e, soprattutto, con la formazione specifica di tutto il personale che può entrare in contatto con le vittime: personale sociosanitario, ma anche Forze dell'ordine, personale della giustizia, magistrati.

Contrariamente, quindi, al dibattito pubblico e a quello esperto, compresa la Commissione femminicidio, che ne ha dibattuto sia ieri che oggi, registriamo che il Governo e questo Parlamento debbano pensarci ancora un po' e approfondire non si sa cosa, a fronte di una donna vittima di femminicidio ogni 3 giorni. E, quindi, in attesa delle prossime 30 che ci aspettano statisticamente da qui a fine anno, il Governo sta ancora valutando l'opportunità di, come ci ha già detto a luglio scorso.

Vi chiediamo, una buona volta, di assumere questo impegno: il “come” lo decidete voi, ma non si può sempre e solo riempirsi la bocca di lotta alla violenza, contro il femminicidio, se, poi, non si mettono le risorse per assumere il personale, per formarlo e combattere questa piaga sociale. È solo una attenzione a parole quella del Governo, quindi noi, stavolta, chiediamo fatti concreti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno è sottoscritto dall'onorevole Furfaro.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Boldrini. Ne ha facoltà. Prego, Presidente.

LAURA BOLDRINI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io trovo veramente inspiegabile, Vice Ministro, lo dico con molta serenità, che lei possa dare questo tipo di parere: “a valutare l'opportunità di”. Ma lei capisce quanto è incresciosa questa formula? È incresciosa se applicata al tema di cui parla l'ordine del giorno. Come deve valutare l'opportunità di? Qui abbiamo avuto un'estate macchiata dal sangue delle donne e voi non volete mettere un centesimo per fare formazione, per riuscire a migliorare anche il riconoscimento della violenza. Se il personale di giustizia delle Forze dell'ordine non è formato a riconoscere la violenza, la violenza non si riconosce. Come pensate di risolvere? Inasprendo le pene?

Presidente, non è solo la repressione, qui è un problema culturale enorme e, se il Governo non si impegna a fare sul serio su questo, investendo sulla vita delle donne, questa situazione non migliorerà mai. Quindi, io trovo veramente destabilizzante e agghiacciante che il Governo dica: “a valutare l'opportunità di investire nella formazione”. È una formula impropria, che mal si adatta a quello di cui si sta trattando nell'ordine del giorno; lo trovo veramente vergognoso (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Signor Presidente, sottoscrivono quest'ordine del giorno tutte le deputate e i deputati del gruppo del Partito Democratico.

PRESIDENTE. Insieme anche a tutti i deputati di Alleanza Verdi e Sinistra e agli altri colleghi che lo avevano chiesto.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Presidente, perché non appaia, questo diniego, un segnale di insensibilità, io posso modificare l'impegno in questo senso: “impegna a valutare gli interventi volti a garantire un'apposita azione di formazione, di aggiornamento e di qualificazione del personale che può entrare in contatto con le vittime, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

PRESIDENTE. Onorevole Forattini, accetta la riformulazione?

ANTONELLA FORATTINI (PD-IDP). Grazie, ma non è l'impegno a cui noi tendevamo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ascari. Ne ha facoltà.

STEFANIA ASCARI (M5S). Presidente, intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno a nome di tutto il gruppo del MoVimento 5 Stelle.

PRESIDENTE. Onorevole Morfino, la stessa cosa? Bene, a questo punto è sottoscritto da tutto il gruppo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/54 Forattini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

A questo punto, riavvolgiamo il nastro e occupiamoci degli ordini del giorno che erano stati accantonati.

Cominciamo con il chiedere al Governo i pareri, partendo dall'ordine del giorno n. 9/1373-A/12 Caso.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/12 Caso, dopo l'approfondimento che è stato svolto, il parere è favorevole, previa la seguente riformulazione: “impegna a valutare eventuali misure idonee a supportare i comuni della zona rossa dei Campi Flegrei nelle attività di gestione e controllo della crisi bradisismica, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/16 Alifano, il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/36 Candiani, il parere è favorevole, ove riformulato il secondo impegno nei termini seguenti: “a proseguire e rafforzare con determinazione le attività di contrasto alla diffusione e uso delle sostanze stupefacenti, valutando altresì la possibilità di prevedere un rafforzamento del quadro penale per lo spaccio e la detenzione delle sostanze stupefacenti stesse”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/49 Zanella il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/52 Gianassi, il parere è favorevole, ove fosse accettata la seguente riformulazione; escluse le premesse, l'impegno è: “a valutare l'opportunità di incrementare le risorse per il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e per il Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, nonché per il reclutamento di personale adeguato a coprire le vacanze di organico nel ruolo iniziale del Corpo di polizia penitenziaria, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/55 D'Alessio, il parere è favorevole, ove fosse accettata la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare l'opportunità di ulteriori interventi a tutela dei terzi estranei alle indagini”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/56 Enrico Costa, il parere è favorevole, ove fosse accettata la seguente riformulazione dell'impegno, escluse le premesse: “a compiere una verifica del sistema processuale per valutare se sia necessario un intervento normativo in materia di riconoscimento della prova vocale, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/57 Piccolotti, il parere è contrario.

Sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/58 Braga, il parere è favorevole, ove fosse accettata la seguente riformulazione dell'impegno: “a valutare lo stato di attuazione dell'articolo 10 della legge quadro in materia di prevenzione e lotta agli incendi e a valutare l'opportunità di eventuali iniziative per garantire il rispetto degli obblighi previsti sull'aggiornamento del catasto delle aree già percorse dal fuoco, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/59 Bellomo, il parere è favorevole, ove fosse accolta la seguente riformulazione: espunte tutte le premesse, impegna il Governo: “a valutare la conformità dell'assetto processuale al diritto europeo, sancito dalla direttiva 2002/58/CE, all'articolo 15, e del Consiglio, del 12 luglio 2002, relativa al trattamento dei dati personali e alla tutela della vita privata nel settore delle comunicazioni elettroniche (direttiva relativa alla vita privata e alle comunicazioni elettroniche) (GU 2002, L 201, pagina 37), come modificata dalla direttiva 2009/136/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 novembre 2009, e conseguentemente a valutare l'opportunità di eventuali interventi normativi”.

Sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/61 Curti, il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/ 62 Urzì, il parere è favorevole, ove fosse accettata la seguente riformulazione: “valutare l'opportunità di effettuare una revisione della geografia giudiziaria tramite la completa revisione del decreto legislativo del 7 settembre 2012, n. 155, tenendo conto dell'importanza dei tribunali periferici e minori; a valutare l'opportunità di adottare misure idonee e risorse necessarie per garantire il funzionamento efficiente e il buon andamento della giustizia negli uffici giudiziari, onde ridurre i tempi di attesa degli utenti, anche attraverso l'adozione e/o rivisitazione dei protocolli d'intesa con la regione, ove esistenti, come in Trentino Alto Adige, relativamente all'attività amministrativa e organizzativa di supporto agli uffici giudiziari; a salvaguardare l'occupazione lavorativa legata agli uffici giudiziari nei territori disagiati e periferici, a valorizzarne la formazione, anche attraverso l'attuazione dei protocolli d'intesa, e a implementare le risorse necessarie per garantire la digitalizzazione dei servizi, anche al fine di semplificare i processi giudiziari con riduzione dei costi, il tutto compatibilmente (…)”…

Presidente, chiedo scusa, devo rileggere la riformulazione.

Chiedo scusa. Stavo leggendo il testo dell'ordine del giorno, invece, la riformulazione è questa: “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, quale impegno a valutare l'opportunità di effettuare un'analisi della geografia giudiziaria conseguente al decreto legislativo del 7 settembre 2012, n. 155, anche al fine di una rivalutazione delle scelte compiute”.

Soltanto l'ultima parte che ho letto è la riformulazione, il resto era quanto risultava dall'ordine del giorno.

Sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/63 Boschi, il parere è contrario.

PRESIDENTE. Onorevole Caso, accetta la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1373-A/12 Caso?

ANTONIO CASO (M5S). Presidente, accetto la riformulazione, perché la situazione, come dicevo prima, sul territorio dei Campi Flegrei è veramente delicata, quindi, voglio prendere per buono che la volontà di “valutare l'opportunità di” diventi poi un fatto reale e che veramente, così come ha anche annunciato il Ministro Musumeci, si decida di intervenire con forza sull'area dei Campi Flegrei, perché, come dicevo prima, gli enti locali da soli non ce la fanno, devono star dietro ventiquattro ore su ventiquattro alle segnalazioni dei cittadini che giustamente sono preoccupati.

Lo ripeto, non voglio fare allarmismo, ma la situazione può peggiorare, le scosse possono aumentare. Abbiamo anche oggi, come dicevo, ascoltato il presidente dell'INGV, Doglioni, e, quindi, accetto la riformulazione, ma chiedo che venga messo al voto con l'auspicio che veramente poi si tramuti in realtà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere, come gruppo del Partito Democratico, l'ordine del giorno n. 9/1373-A/12 Caso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cangiano. Ne ha facoltà.

GEROLAMO CANGIANO (FDI). Presidente, ringrazio il Governo, anche per l'azione e l'interesse sui Campi Flegrei. Chiedo anch'io di sottoscrivere quest'ordine del giorno.

PRESIDENTE. A suo nome soltanto?

GEROLAMO CANGIANO (FDI). Sì, grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Presidente, noi sottoscriviamo, come gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, l'ordine del giorno del collega Caso. Ci terremmo, però, a sottolineare - l'abbiamo fatto ieri in Aula durante il question time e lo ripetiamo da mesi - che, se non viene affrontata in modo strutturale la vicenda degli sciami sismici che sta vivendo l'area dei Campi Flegrei, questa situazione sarà di gravissima responsabilità non solo di questo Esecutivo ma di tutti coloro che in questi mesi sono stati compulsati da più parti su questo tema.

Voglio ricordare - e concludo - che è ancora fermo l'impegno da parte del Governo su un ordine del giorno, votato praticamente all'unanimità, per finanziare e mettere in sicurezza gli edifici dell'area dei Campi Flegrei, che sarebbe la prima cosa da fare, verificando immediatamente la qualità delle costruzioni e la tenuta sismica (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), cosa che, purtroppo, non si sta facendo. Ha ragione il collega Caso a intervenire ogni volta e lo faremo anche noi (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. L'onorevole Amato sottoscrive, a nome di tutto il gruppo del MoVimento 5 Stelle, l'ordine del giorno.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Patriarca. Ne ha facoltà.

ANNARITA PATRIARCA (FI-PPE). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno del collega Caso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zinzi. Ne ha facoltà.

GIANPIERO ZINZI (LEGA). Grazie, Presidente. Chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno del collega Caso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Cerreto. Ne ha facoltà.

MARCO CERRETO (FDI). Grazie, Presidente. Chiedo anch'io di sottoscrivere l'ordine del giorno del collega Caso.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bicchielli. Ne ha facoltà.

PINO BICCHIELLI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie. A nome del gruppo di Noi Moderati sottoscriviamo l'ordine del giorno, se il presentatore è d'accordo.

PRESIDENTE. Dunque, tutto il gruppo Noi Moderati.

Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessio. Ne ha facoltà.

ANTONIO D'ALESSIO (A-IV-RE). Intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. A nome suo o di tutto il gruppo?

ANTONIO D'ALESSIO (A-IV-RE). A nome mio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dalla Chiesa. Ne ha facoltà.

RITA DALLA CHIESA (FI-PPE). Sottoscrivo anch'io l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rubano. Ne ha facoltà.

FRANCESCO MARIA RUBANO (FI-PPE). Sottoscrivo l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Sta bene. Abbiamo preso atto della sua sottoscrizione e di quella dell'onorevole Dalla Chiesa.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/12 Caso, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 45).

Sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/16 Alifano il parere del Governo è contrario.

Ha chiesto di parlare la collega Alifano. Ne ha facoltà.

ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, Presidente. Sinceramente si sperava in un ripensamento da parte del Governo. Però, bisogna fare una brevissima premessa. Di fatto questo decreto si occupa delle materie più disparate, come diceva prima di me il collega Colucci, e tra l'altro interviene anche su una materia di una certa importanza, cioè sulla legge n. 222 del 1985, quella che si è occupata dell'8 per mille, tanto per intenderci, e modifica due articoli, l'articolo 47 e l'articolo 48.

Allora, in primis - e sentivo anche l'intervento che prima è stato fatto dalla collega - viene inserita tra le finalità da perseguire con il gettito dell'8 per mille a diretta gestione statale anche la previsione di interventi straordinari per il recupero delle tossicodipendenze e delle altre dipendenze patologiche. In realtà l'articolo 48 di detta legge prevede tutta una serie di finalità che dovrebbero essere perseguite con il gettito derivante dall'8 per mille a diretta gestione statale. Le finalità sono contrastare la fame nel mondo, la messa in sicurezza degli immobili che sono destinati a istruzione scolastica e anche l'assistenza ai rifugiati e ai minori stranieri. Come diceva la collega che mi ha preceduto, destinare una parte di questo gettito al recupero delle tossicodipendenze potrebbe essere fatto meritorio, purché alla fine non venga tolta una parte delle risorse alle altre finalità previste nell'articolo 48.

Ma la modifica realmente interessante è quella che incide sull'articolo 47, perché viene stabilito che, in relazione alla quota a diretta gestione statale su cui i contribuenti non hanno effettuato una scelta, il gettito venga ripartito secondo le finalità stabilite anno per anno dal Consiglio dei Ministri e non in proporzione alle scelte che invece sono espresse, così come attualmente prevede la disciplina. Quindi, viene accentrata nelle mani del Consiglio dei Ministri la distribuzione del gettito derivante dall'8 per mille, indipendentemente, ovviamente, dalle scelte fatte dai contribuenti. Poiché solo il 40 per cento dei contribuenti manifesta una scelta espressa, ciò significa che la destinazione di gran parte del gettito viene accentrata nelle decisioni del Consiglio dei Ministri.

Con quest'ordine del giorno si chiedeva, per l'appunto, che venissero sensibilizzati i contribuenti a effettuare una scelta. Parliamo del 60 per cento dei contribuenti, che non operano una scelta perché non sono correttamente informati. È un esercizio di democrazia quello di fare comprendere ai contribuenti che possono intervenire anche in questo processo decisionale. Per questo motivo ci stupisce veramente il parere contrario del Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo non intende mutare il suo parere.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/16 Alifano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/36 Candiani.

Onorevole Candiani, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno?

STEFANO CANDIANI (LEGA). Presidente, è un ordine del giorno, come dicevo, che impegna il Governo e la riformulazione non lo muta nel suo contenuto. Vede, Presidente, questa è una maggioranza - e chiudo - che vuole distinguersi nel contrasto e nella lotta contro le sostanze stupefacenti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Noi abbiamo bisogno di dare questi messaggi al Paese e abbiamo bisogno di portare rispetto alla prossima generazione e certamente alle Forze dell'ordine, che ci mettono impegno ma poi vedono tutta l'attività frustrata da un quadro normativo non all'altezza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. È una dichiarazione di voto.

Il Governo? Vice Ministro Sisto, è richiesto al suo posto.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Grimaldi. Ne ha facoltà.

MARCO GRIMALDI (AVS). Grazie, Presidente. Poiché per legge avete trasformato anche la CBD in una sostanza stupefacente, noi ve lo diciamo così: invece di prendervela con i 12.000 occupati di un settore che ha tolto dall'ipocrisia tutta italiana una sostanza come la cannabis light, invece di guardare in faccia a quello che succede in tantissime regioni italiane in cui c'è da tempo - e, tra l'altro, ci sono leggi sulla cannabis terapeutica, ma ancora oggi la importiamo dall'estero - perché non riusciamo a uscire da questa ipocrisia tutta italiana, invece di continuare una fatwa contro una pianta, che, tra l'altro, è stata una delle piante più famose dell'agricoltura italiana, cioè la canapa, uscite dai vostri pregiudizi e dalla vostra fatwa.

Per questo noi vi chiediamo di fare una patrimoniale, una patrimoniale alla mafia, che è l'unica che ci guadagna da questo monopolio, e continuiamo a dirvi alla luce del sole: uscite dall'ipocrisia, uscite da questi monopoli (Applausi dei deputati dei gruppi Alleanza Verdi e Sinistra e Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Montaruli. Ne ha facoltà.

AUGUSTA MONTARULI (FDI). Solo per sottoscrivere, a nome del gruppo di Fratelli d'Italia, l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/36 Candiani, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 47).

L'ordine del giorno n. 9/1373-A/49 Zanella è momentaneamente accantonato su richiesta del Governo.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/52 Gianassi, su cui vi è una proposta di riformulazione. Chiedo all'onorevole Gianassi se intenda accogliere la riformulazione: no.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/52 Gianassi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/55 D'Alessio, su cui vi è una proposta di riformulazione. Il collega D'Alessio accetta la riformulazione.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/56 Enrico Costa, su cui vi è una proposta di riformulazione, che non viene accolta. L'onorevole Enrico Costa chiede di intervenire, prego.

ENRICO COSTA (A-IV-RE). Presidente, quest'ordine del giorno tocca un tema…

PRESIDENTE. Mi perdoni, onorevole Costa, però ha chiesto di intervenire il Governo…

ENRICO COSTA (A-IV-RE). Sì, ma mi faccia finire...

PRESIDENTE. Siccome riguarda il suo ordine del giorno magari ha un elemento in più per ragionare. Prego, Vice Ministro.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Chiedo scusa onorevole Costa, ma nel leggere la riformulazione ho erroneamente detto: escluse le premesse. Le premesse non sono escluse, quindi le premesse rimangono e la riformulazione la ripeto: impegno a compiere una verifica del sistema processuale per valutare se sia necessario un intervento normativo in materia di riconoscimento della prova vocale, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica. mi scuso.

PRESIDENTE. Prego, onorevole Costa.

ENRICO COSTA (A-IV-RE). Presidente, quest'ordine del giorno sembra toccare un tema del tutto distante da noi, ma è un tema che molto presto toccherà casi specifici, ed è quello che riguarda il rapporto tra intelligenza artificiale che può rimodulare le voci e intercettazioni telefoniche. Noi sappiamo che nelle intercettazioni telefoniche basta una parola cambiata, trascritta male, rimodulata, per cambiare l'esito di un processo.

L'altro giorno abbiamo ascoltato il Ministro Salvini addirittura parlare in francese grazie all'intelligenza artificiale; pensate che miracoli può fare questo sistema (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Pensate a che cosa si può arrivare in un'intercettazione in mano ad aziende private, perché non è in mano alla Polizia giudiziaria; si può alterare completamente la genuinità dello strumento. Noi abbiamo oggi l'esigenza, e l'abbiamo in questo provvedimento, di garantire che quello che viene captato è quello che viene riversato nel processo. Fino ad oggi c'era solo la necessità di far corrispondere le parole pronunciate con quelle trascritte, oggi c'è un rischio in più perché le parole pronunciate possono essere diverse da quelle che vengono ascoltate dai difensori e dalle parti.

Cosa chiede il mio ordine del giorno? Chiede che nell'ambito dei procedimenti penali, se ci sono dei dubbi in questo senso, si possa attivare una procedura attraverso una perizia, attraverso un incidente probatorio, perché si possa verificare la cosa e lo si può fare direttamente con l'intelligenza artificiale perché come c'è l'intelligenza per alterare, c'è l'intelligenza per verificare se c'è un'alterazione. Questo ho chiesto. Pensate che il Governo mi aveva addirittura cancellato le premesse dove esponevo questi fatti; è stato un errore, secondo me non è stato un errore. Oggi io penso che noi dobbiamo arrivare a un punto che non è la valutazione del sistema processuale Vice Ministro Sisto, io vorrei arrivare a un testo in cui si dice: io impegno il Governo a intervenire con le modifiche normative. Fatele voi, proponetele voi, non è in questa sede con l'ordine del giorno, io però sinceramente una valutazione “compatibilmente con gli strumenti di finanza pubblica”… Vice Ministro gli strumenti di finanza pubblica si valutano anche quando ogni anno spendiamo 213 milioni di euro per intercettazioni (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE) e ci sono 100 milioni di dialoghi intercettati! Vogliamo spendere qualche soldo per garantire la genuinità? Ebbene, io quest'ordine del giorno o ce l'ho nei termini in cui l'ho presentato o me lo voto da solo, però un giorno tornerete a rimpiangere di non averlo sostenuto (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe e di deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Orso, ne ha facoltà.

VALENTINA D'ORSO (M5S). Grazie, Presidente. È dalla fine di luglio che chiedo in ufficio di presidenza della Commissione giustizia di svolgere un'indagine conoscitiva per verificare l'impatto dell'intelligenza artificiale sul comparto giustizia perché ritengo sia un tema da affrontare, ma a largo raggio, di grande respiro e molto, molto delicato. Non me ne voglia il collega Enrico Costa, però non l'ho visto supportare ad esempio questa mia richiesta, non ho visto finora nessuno supportare questa mia richiesta. Noi, come MoVimento 5 Stelle, il tema dell'intelligenza artificiale ce lo siamo posto in relazione al modo in cui può andare ad impattare su tanti aspetti nel comparto giustizia. Questo potrebbe essere uno degli aspetti, tra l'altro uno dei più delicati. Non me ne voglia il collega Costa, lo ripeto, ma non ritengo sia questa la sede opportuna, con un ordine del giorno, per dare un indirizzo, tra l'altro, così specifico al Governo. Questo metodo sinceramente non ci sembra neanche calzante rispetto alla delicatezza e al tecnicismo e alla complessità della materia che dobbiamo affrontare. Lo ripeto, se dobbiamo parlare di regolamentazione dell'intelligenza artificiale lo dobbiamo fare a tutto campo e non in relazione a un solo profilo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Per questi motivi noi dichiariamo il voto contrario del Movimento 5 Stelle e mi aspetto che il collega Enrico Costa mi supporti in questa richiesta di indagine conoscitiva da cominciare il prima possibile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Orlando. Ne ha facoltà.

ANDREA ORLANDO (PD-IDP). Grazie, Presidente. Io, forse, in questo caso, rispetto alla collega, ho il vantaggio di non far parte della Commissione giustizia, quindi non conosco l'antefatto. Però, ho letto il testo di quest'ordine del giorno. Spesso non sono d'accordo con il collega Enrico Costa - non è uno scoop - però in questo caso credo che ponga una questione assolutamente strategica. Il fatto che eventualmente l'intelligenza artificiale impatti in altri comparti non nega le ragioni per le quali ci sono molti motivi per riflettere su come impatta sul processo penale e sul sistema giudiziario nel suo insieme. Per questo annuncio il voto favorevole del Partito Democratico e chiedo, se lo consente il collega Enrico Costa, di aggiungere la mia firma (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pittalis. Ne ha facoltà.

PIETRO PITTALIS (FI-PPE). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno del collega Enrico Costa pone un problema che non può essere sottovalutato. Certamente, la questione troverà più adeguata sede nel provvedimento annunciato dal Ministro Nordio, che dovrebbe ridisciplinare l'intera materia. Però, mi pare che sia atto di buonsenso dare già un'indicazione dato che qui non vengono stravolti principi né mi pare che la questione possa creare divisività. Siccome si tratta di un ordine del giorno su una materia che è giusto considerare negli aspetti ben evidenziati nella parte delle premesse, per quanto riguarda il gruppo Forza Italia formulo un invito al Vice Ministro per riconsiderare eventualmente il parere perché noi su questo aspetto e su questo punto siamo favorevoli ad approvare quest'ordine del giorno (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE e Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Chiede di intervenire il Vice Ministro Sisto. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Presidente, il Governo ha sempre grande rispetto per la sensibilità dell'Aula e prende atto di una serie di interventi. Credo, quindi, che sia estremamente opportuno rimettersi alle valutazioni che l'Aula farà di quest'ordine del giorno (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Calderone. Ne ha facoltà.

TOMMASO ANTONINO CALDERONE (FI-PPE). Grazie, Presidente. Condivido le argomentazioni evidenziate dall'onorevole Pittalis. È un problema che si pone. Badate, dalla trascrizione delle conversazioni telefoniche e ambientali passa il destino di tanti uomini. Questo è quindi un problema che non può essere sottovalutato. Nel corso della mia ormai non più breve carriera, ho purtroppo verificato che l'intelligenza umana ha modificato le intercettazioni determinando ingiuste condanne, e sono fatti accertati. Quindi, che si possa verificare, così come evidenziato dal collega Costa, se vi è stata - parliamoci chiaro - un'alterazione è un fatto di libertà, è un fatto che riguarda tutti i cittadini italiani. Pertanto, anch'io sollecito il Governo a non sottovalutare questo importante problema, perché, dall'errata trascrizione - non voglio dire da una trascrizione strumentalmente modificata - passa il destino degli uomini. È un problema, signor Vice Ministro, che deve essere massimamente preso in considerazione dal Governo.

Come ha detto il collega Enrico Costa, questo problema, oggi, può sembrarci lontano, ma lontano non è assolutamente. Prendo atto della risposta del Governo e annuncio che voterò favorevolmente sull'ordine del giorno presentato dal collega Enrico Costa.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno è sottoscritto degli onorevoli Steger e Lacarra.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Intervengo semplicemente per dire che anche noi, come Alleanza Verdi e Sinistra, voteremo a favore di quest'ordine del giorno perché, al di là delle posizioni diversificate sul tema intercettazioni, la questione è proprio quella di verificare e di dare la possibilità, in questo caso attraverso una perizia e una procedura che devono essere comunque disciplinate, di fare verifiche, anche alla luce delle novità tecnologiche oltre che dell'intelligenza artificiale. Pertanto, confermo il nostro voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Attis. Ne ha facoltà.

MAURO D'ATTIS (FI-PPE). Presidente, tutto il gruppo Forza Italia sottoscrive l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Matone. Ne ha facoltà.

SIMONETTA MATONE (LEGA). Solo per comunicare che l'onorevole Bellomo e io lo sottoscriviamo.

PRESIDENTE. Allora, ci sono sottoscrizioni degli onorevoli Matone, Bellomo, Candiani, Bicchielli, a nome suo e di tutta la componente Noi Moderati, Furgiuele e Giaccone.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/56 Enrico Costa, sul quale il Governo si è rimesso all'Assemblea.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 49) (Applausi).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/57 Piccolotti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 50).

Prendo atto che gli onorevoli Braga e Bellomo accettano le riformulazioni dei rispettivi ordini del giorno n. 9/1373-A/58 e n. 9/1373-A/59.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/61 Curti, che chiede di parlare. Ne ha facoltà.

AUGUSTO CURTI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Onestamente, non capisco come il Governo possa dare un parere contrario su quest'ordine del giorno, anche se oramai non stupisce più nulla. Abbiamo visto, soprattutto in quest'ultimo periodo, la lontananza del Governo dai territori in maniera sempre più insistente. Lo dico perché nel nostro ordine del giorno volevamo richiamare l'attenzione del Parlamento sulla gestione degli orsi nel nostro nel nostro Paese e, in particolare, sulla necessità di dare piena attuazione al Piano di azione interregionale per la conservazione dell'orso bruno nelle Alpi centro-orientali.

Questo piano, che prescrive le azioni da attivare per la convivenza tra grandi carnivori e l'uomo, in realtà, è stato approvato anche dalle regioni che non appartengono al nostro colore politico, ma sono molto più vicine al Governo. Penso alla Lombardia, al Friuli, al Veneto. È uno strumento serio. In questi giorni, abbiamo visto circolare sui social alcune card da parte di un gruppo politico che ha pubblicato, non sappiamo con quale competenza, e cercato di distinguere l'orso buono dall'orso cattivo. Tutto questo appare alquanto ridicolo. Ecco perché chiedo al Governo di accantonare quest'ordine del giorno per poterlo rivalutare per non andare contro quelle stesse regioni che, in realtà, già l'hanno approvato, così come tutti i comuni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borrelli. Ne ha facoltà.

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Grazie, Presidente, a nome del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra sottoscriviamo quest'ordine del giorno e invitiamo il Governo a riflettere attentamente sul parere negativo, innanzitutto, perché…

PRESIDENTE. Onorevole Borrelli, lei ha esaurito il tempo. Se fa una cosa flash, bene…

FRANCESCO EMILIO BORRELLI (AVS). Sì, faccio una cosa flash. Nel momento in cui si cerca di avere una posizione in difesa e a salvaguardia di alcune specie in via di estinzione e soprattutto di alcuni animali, che sono stati trucidati ingiustamente, non attuare questi meccanismi di prevenzione significa, di fatto, permettere che le cose continuino ad andare nel modo sbagliato. Per questo motivo, chiediamo al Governo di rivedere la sua posizione o, in alternativa, sottoscriviamo e sosterremo l'ordine del giorno del collega (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Un flash al rallentatore.

Il Governo non intende mutare il suo parere. L'ordine del giorno è sottoscritto dal gruppo Alleanza Verdi e Sinistra. Ha chiesto di parlare l'onorevole Urzi'. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO URZI' (FDI). Grazie, Presidente, credo che non si sia voluta comprendere una situazione grave che si è creata nelle regioni alpine e in particolar modo nell'area del Trentino causa la presenza di un animale che morfologicamente, strutturalmente ed etologicamente si comporta in maniera estremamente pericolosa per coloro che vivono quei territori. Noi, tutto questo, non lo possiamo ammettere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Voi avete il dovere di porvi questa domanda, sul fatto se siano o meno da difendere i residenti nei territori di montagna. Questa deve essere una posizione chiara, altrettanto compatibile con quella che abbiamo rivendicato di chiaro riconoscimento dell'orso marsicano nel suo territorio di insediamento come perfettamente compatibile anche con gli insediamenti antropizzati e quindi compatibile con misure di particolare sostegno, essendo, peraltro, quell'orso, effettivamente - e lo sanno tutti - a rischio di estinzione, cosa radicalmente diversa rispetto alla situazione dell'Arco alpino! Queste parole devono essere pronunciate, Presidente, in maniera estremamente chiara, perché i cittadini, che vivono la montagna, hanno il diritto alla tutela, che viene prima e sempre sopra ogni altra cosa, e questa tutela noi la garantiremo sempre (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Toni Ricciardi. Ne ha facoltà.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Grazie Presidente, mi sorge spontanea la domanda che pongo al collega Urzi'.

PRESIDENTE. Sempre per il mio tramite.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Tramite lei, Presidente, ovviamente. Vorrei capire in base a quale manuale di antropologia “orsesca” si stabilisce che quello alpino è pericoloso e quella abruzzese è sano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista – Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Chi vive nell'Appennino può stare tranquillo e chi vive nelle Alpi no! Ci faccia capire (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

ALESSANDRO URZI' (FDI). Abbiamo un morto sulla coscienza!

TONI RICCIARDI (PD-IDP). No, non la sento! Stiamo parlando dell'orso, non dei lupi (Commenti del deputato Urzì).

PRESIDENTE. Onorevole Ricciardi, si rivolga a me, la prego. Onorevole Urzì, la prego, è già intervenuto.

TONI RICCIARDI (PD-IDP). Presidente, chiudo per essere “flash”. Lei capirà bene che se noi impostiamo il ragionamento sulla qualità dell'orso, che dipende dalla latitudine, dal meridiano e in quale luogo vive, non ci capiamo più. Allora vorrei capire, e inviterei gentilmente il Vice Ministro, suo tramite, a ripensarci, perché altrimenti dovrei immaginare che questo Governo e questa maggioranza vivano di discriminazioni anche con gli orsi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (A-IV-RE). Presidente, adesso a me è venuta un'idea, non so se utilizzabile. Il collega Sisto può arrivare magari a dire che si rimette all'Aula, però prima dovrebbe aiutarmi nel proporre lui la riformulazione che vorrei provare a fare, perché ho ascoltato - casualmente sostituivo la collega Boschi - il collega Urzi' per circa 20 minuti spiegarci questa teoria in Commissione affari costituzionali. Allora mi sono domandato: ma ci sarà un modo per risolvere il problema?

Vorrei chiedere all'onorevole Sisto perché non riformula l'ordine del giorno, facendo una proposta: noi prendiamo gli orsi che stanno in Trentino e li portiamo in Abruzzo e quelli che stanno in Abruzzo li portiamo in Trentino (Applausi dei deputati dei gruppi Azione-Italia Viva-Renew Europe e MoVimento 5 Stelle). Passano 2 anni e abbiamo risolto il problema e magari anche una discussione che, per carità, è fondamentale in un provvedimento come questo, ma che ci ha tenuto accoratamente presi e che adesso ci libera, perché finalmente ci sarà un voto negativo.

PRESIDENTE. Il Vice Ministro Sisto non intende intervenire su questa proposta.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Ilaria Fontana. Ne ha facoltà.

ILARIA FONTANA (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei sottoscrivere, ovviamente se il collega Curti vuole, quest'ordine del giorno, e partirei proprio dall'impegno dell'ordine del giorno che prevede semplicemente di adottare tutte le necessarie iniziative di competenza finalizzate alla piena attuazione del Piano d'azione interregionale per la conservazione dell'orso bruno nelle Alpi centro-orientali. Se da qui il discorso diventa ideologico, come sto ascoltando, purtroppo, dai colleghi della maggioranza, abbiamo fallito!

La gestione fallimentare degli orsi è stato il problema, purtroppo, di tutti gli incidenti che ci sono stati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E chi l'ha fatta la gestione fallimentare degli orsi? Sicuramente non si trova in questo Parlamento, ma, dato che questa maggioranza purtroppo dà retta troppo spesso a qualche attuale governatore, che si diletta, purtroppo, più ad organizzare banchetti di carne di orso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) che, invece, a voler gestire la questione degli orsi, allora mi rimetto al Governo, perché veramente in quest'ordine del giorno l'impegno è totalmente pragmatico, è anche pulito e ordinato.

Infatti, semplicemente chiede di far attuare il PACOBACE, che tra l'altro, per chi non lo sa, è stato recepito da tutte le amministrazioni territoriali, quindi sia regioni che province autonome, dal Ministero dell'Ambiente e dall'ISPRA. Quindi non è che il collega sta chiedendo la luna, questo stiamo chiedendo. Il problema fallimentare, uno, è la gestione ideologica di questo tema, ma poi anche la gestione degli orsi sul territorio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/61 Curti, che, ricordo, si occupa dell'orso bruno delle Alpi centro-orientali, non dell'orso marsicano o di quello delle Alpi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/62 Urzi', su cui c'è una riformulazione: la accetta.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/63 Boschi.

Ha chiesto di parlare il rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Presidente, su quest'ordine del giorno siamo portati a dare un parere favorevole con riformulazione, ove fosse accettata. Escluse le premesse, si impegna: “a dare attuazione alla delega conferita con la legge n. 71 del 2022, in materia di fascicolo per la valutazione del magistrato”.

PRESIDENTE. La riformulazione viene accettata.

Torniamo, onorevole Sisto, all'ordine del giorno n. 9/1373-A/49 Zanella, che era accantonato. Prego.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Avendo l'obbligo di lealtà nei confronti dell'Aula, sono ancora in attesa del responso sull'approfondimento che ho chiesto espressamente al Ministero competente. Ora non so se possiamo attendere ancora qualche minuto.

PRESIDENTE. Facciamo così: intanto sentiamo l'onorevole Berruto. Nel frattempo, lei magari solleciti, perché è l'ultimo, altrimenti diventa un inciampo e poi ci vuole l'orso per andare avanti. Prego.

MAURO BERRUTO (PD-IDP). Grazie, Presidente, così faccio prendere un po' di tempo al Governo per riflettere. Prima di tutto vorrei sottoscrivere quest'ordine del giorno a titolo personale. Non entro nel merito delle premesse, che sono state ampiamente citate: dati CAI, deforestazione che colpirebbe oltre 25.000 metri quadrati, 3.000 metri cubi di acqua per mettere in funzione l'impianto, sostanze chimiche per la refrigerazione della pista e così via; però, semplicemente, proprio usando questo tempo che il Governo si è preso, mi permetto di suggerire di fermarsi finché si è in tempo. Abbiamo sentito e condividiamo naturalmente l'idea che questi di Milano-Cortina siano i Giochi olimpici più sostenibili di sempre. Allora, è evidente che anche in questa direzione occorre fare una riflessione sul rapporto costi-benefici proprio in termini di sostenibilità, e non nascondersi dietro all'atmosfera olimpica, ma anche imparare dal passato. Lo dico da torinese, lo dico per l'esperienza vissuta con i Giochi olimpici di Torino 2006: grandissimo successo, ma certamente con una criticità che si riferiva proprio alla pista da bob che era stata costruita a Cesana.

Allora, chiedo al Governo, tramite lei, Presidente, davvero di valutare tutte le soluzioni alternative, tutte quelle che abbiamo letto; ne abbiamo lette anche di molto fantasiose; magari Pechino no, però ci sono diverse soluzioni. Si parla di Innsbruck, si parla di Saint Moritz. Mi permetto di sottolineare che si può anche fare una riflessione forse più approfondita proprio sulla pista di Cesana, poiché la città metropolitana di Torino, proprietaria dell'impianto, è disponibile a un intervento di riqualificazione, che sarebbe enormemente meno costoso, e soprattutto è disponibile a valutare quello che sarebbe il dopo, cioè cosa farcene di questa pista terminati i Giochi, perché, come l'onorevole Bonelli ricordava, il numero di atleti che potrebbero usufruirne è molto limitato. Quindi, c'è una disponibilità anche a una riforestazione, qualora non servisse più quell'impianto.

Allora, chiudo dicendo che noi vogliamo dei Giochi olimpici indimenticabili, e non vogliamo ricordarceli per delle criticità che sono prevedibili. Vogliamo godere di giorni di gara entusiasmanti, ma sappiamo bene che c'è un dopo, e la legacy dovrebbe essere quella della sostenibilità.

Qualche volta si sbaglia a fare delle valutazioni. Qualche volta si sbaglia, signor Vice Ministro, a fare delle valutazioni. Semplicemente, basta riconoscere un errore e correggere il tiro finché si è in tempo. Se si insiste invece sull'errore, allora non c'è giustificazione.

Credo che in questi casi, dove è difficile tornare indietro, serva un soggetto terzo che possa esprimere un parere lucido, e mi auguro che possa essere questo Parlamento, che possa essere una sorta di intelligenza collettiva che magari riesce a esprimere un'opinione, ripeto, una valutazione di tutte le alternative possibili, affinché si possa scegliere nel modo migliore, senza commettere errori evitabili.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cappelletti. Ne ha facoltà.

ENRICO CAPPELLETTI (M5S). Ho chiesto di intervenire su quest'ordine del giorno per chiedere di apporre la mia firma e per annunciare il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle.

Certo, adesso attendiamo e vediamo se c'è una riformulazione o una mutata valutazione da parte del Governo, ma coglierei anche l'occasione per aggiungere una mia considerazione. Sappiamo che parliamo di un'opera che i territori non vogliono, sappiamo che è dannosa per l'ambiente, ma soprattutto sappiamo che è dannosa per i conti pubblici, non solo per la spesa necessaria alla sua realizzazione, ma anche per la enorme spesa per il suo mantenimento.

Oggi, Presidente - concludo, ma chiedo anche l'attenzione del Governo - c'è stata una novità molto importante che ha riguardato il Veneto e che riguarda quest'opera: è su tutti i giornali. Sulle agenzie c'è un'intervista passata dalle TV locali, ossia il cambio di orientamento da parte del presidente della regione Veneto, Luca Zaia, il quale ha espresso un'opinione assolutamente in linea con quanto disposto da quest'ordine del giorno.

Nell'ordine del giorno si parla di una proposta avanzata dal sindaco della città di Innsbruck. Ebbene, secondo il presidente della regione Veneto, questa proposta del sindaco di Innsbruck è partita proprio da un'iniziativa del presidente della regione Veneto.

Ora, se questa è la posizione della regione Veneto, mi chiedo se un'eventuale titubanza da parte del Governo e della maggioranza rispetto a quest'ordine del giorno non sia, in realtà, un problema politico all'interno di una maggioranza che non riesce a trovare un accordo oppure si fa degli sgambetti al suo interno rispetto a questioni che dovrebbero invece essere assolutamente di buonsenso. Peraltro, i tempi per realizzare quest'opera non ci sono più e la conseguenza chiaramente è evidente a tutti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Onorevole Laus, lei intendeva sottoscrivere solo per suo conto? D'accordo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Tosi. Ne ha facoltà.

FLAVIO TOSI (FI-PPE). Grazie, Presidente. Io credo che, ove possibile, sarebbe il caso di approfondire la posizione del Governo e del MiTE, in particolare su quest'ordine del giorno n. 9/1373-A/49 Zanella. Infatti, anche la regione Veneto - è una notizia di oggi - ha fatto capire che potrebbe essere un'opportunità cogliere la richiesta che viene dall'Austria, da Innsbruck, nel senso di realizzare altrove l'impianto. Ciò sia per l'invasività, perché tutti sappiamo che a Cortina esiste già una pista da bob - se non erro del 1956 - che giace dismessa e distrutta per la scarsità di atleti (perché di fatto, purtroppo, sono poche decine in tutta Italia), sia per l'irraggiungibilità dal resto d'Italia, nel senso che non è facile arrivare lì e, quindi, si rischia di fare - lo dico francamente per come la penso io - un'altra cattedrale nel deserto; si spende una cifra colossale, per poi avere un impianto che resta dismesso nel giro di poco tempo, avendo però evidentemente inciso pesantissimamente sull'ambiente circostante.

Quindi, chiederei - ripeto, è una mia richiesta personale - che il Governo possa provare a rivedere questa posizione perché anche la regione Veneto oggi ha dato un segnale di apertura rispetto a questa nuova prospettiva che potrebbe essere risolutiva. Ciò anche perché è stata fatta una prima gara, poi è stata fatta un'altra gara e non si trova nemmeno il contraente; dunque, la cifra lieviterà ulteriormente per fare un impianto che rischia di essere utilizzato per pochissimo tempo o di non essere mai più utilizzato, con un impatto ambientale pesantissimo e in un contesto delicatissimo come quello dell'Ampezzano.

PRESIDENTE. Colleghi, a questo punto, sospendiamo la seduta 5 minuti per una pausa tecnica. La seduta riprenderà alle 18,30 (Commenti): anche i Presidenti hanno le loro necessità.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (PD-IDP). Signor Presidente, rivolgendomi al Vice Ministro, credo che il Governo usi in maniera molto abbondante la formula “a valutare l'opportunità di” e spesso noi la contestiamo, ma mai come questa volta - anche dopo l'intervento del collega Tosi - questa mi sembra la soluzione.

Viste le problematiche, il Governo si potrebbe impegnare a valutare l'opportunità di verificare altre soluzioni. Questa formula, senza individuare la città, potrebbe consentire di uscire da questo cul de sac in cui ci siamo infilati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. La seduta è sospesa e riprenderà alle ore 18,30.

La seduta, sospesa alle 18,25, è ripresa alle 18,30.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Ha chiesto di parlare il Vice Ministro della Giustizia, onorevole Sisto, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/49 Zanella. Ne ha facoltà.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Presidente, la pazienza è la virtù dei forti e abbiamo una riformulazione che, ove accolta, determina un parere favorevole all'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Un secondo soltanto. Onorevole Grimaldi e onorevoli colleghi di Alleanza, Verdi e Sinistra, potete prestare attenzione alla riformulazione? Prego, onorevole Sisto.

FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. L'ordine del giorno n. 9/1373-A/49 Zanella, ove accolta questa riformulazione, avrebbe parere favorevole da parte del Governo. La riformulazione è la seguente: “impegna il Governo a valutare soluzioni alternative rispetto alla realizzazione della pista di bob a Cortina”.

PRESIDENTE. I colleghi di Alleanza Verdi e Sinistra accettano la riformulazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/1373-A/49 Zanella, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 52) (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 1373​ -A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Secondo quanto precedentemente convenuto tra i gruppi, dopo lo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale dovremmo passare al voto finale soltanto alle ore 20. Ho constatato che vi è un'intesa fra i gruppi nel senso di procedere alla votazione finale anche prima di tale ora, per poi passare all'esame delle questioni pregiudiziali riferite al decreto-legge n. 124 del 2023, in materia di politiche di coesione, Mezzogiorno e immigrazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dieter Steger. Ne ha facoltà.

DIETER STEGER (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Per accelerare i lavori rinuncerò al mio intervento e farò solo due brevi considerazioni. La prima considerazione è che sono deluso dalle risposte del Governo e della maggioranza sul tema delle intercettazioni perché io pensavo e speravo in un approccio più garantistico, così com'è stato annunciato diverse volte dal Ministro Nordio. Su quel versante non vedo in questo provvedimento soluzioni adeguate. Secondo punto: mi meraviglio che sia passato un emendamento che non ha niente a che vedere con questo provvedimento e noi ci ricordiamo che la Presidenza della Repubblica, diverse volte, ci ha detto che i decreti, che sono provvedimenti particolari, dovrebbero essere omogenei. Mi riferisco all'articolo 6-bis, sul cui contenuto non voglio entrare, perché è già stato fatto prima con riguardo all'ordine del giorno n. 9/1373-A/61. Dico solo che, probabilmente, tante persone che parlano di questo tema non vivono la montagna che viviamo noi, non sanno che le montagne, almeno dalle nostre parti, sono abitate fino a 1.800-1.900 metri e che la convivenza dei grandi carnivori con la popolazione, con i turisti, con gli ospiti non è possibile. Per questi motivi, annuncio il voto contrario della componente Minoranze Linguistiche a questo provvedimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alessandro Colucci. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)-M). Grazie, Presidente. Anch'io annuncio che depositerò l'intervento e svolgo solo due considerazioni su questo provvedimento che tra poco voteremo. Anche se tratta misure specifiche, lascia emergere temi importantissimi per i quali Noi Moderati si è battuto e continuerà a battersi. Il tema della giustizia è quello principale. È importantissimo l'atteggiamento del Governo nei confronti delle intercettazioni, che non possono essere trascritte se riguardano conversazioni private. Importantissimo è l'impedimento a intercettazioni a strascico, affinché non vengano utilizzate per reati diversi da quelli addebitati all'imputato. Ancora più importante è la possibilità anche dell'uso delle intercettazioni pro bono, cioè anche a vantaggio dell'imputato. Abbiamo visto anche un ricongiungimento sui giudici onorari per quanto riguarda i tribunali dei minori. Questo sottolinea quanto siano giuste le nostre battaglie sull'inquadramento dei giudici onorari, sulla loro remunerazione, sul tema pensionistico. In ultimo, Presidente, mi riferisco alla destinazione dell'8 per mille, ove non venga destinato, per quanto riguarda la quota dello Stato, a specifiche funzioni. È importante che venga introdotto l'utilizzo per le tossicodipendenze.

Questi ed altri temi fanno parte del programma del centrodestra. Crediamo che la credibilità e la concretezza passino dall'esito di queste battaglie, che noi affrontiamo con serietà, responsabilità e determinazione. Perciò, confermiamo il nostro impegno (Applausi dei deputati del gruppo Noi Moderati (Noi con l'Italia, Coraggio Italia, UDC, Italia al Centro)-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. Alleanza Verdi e Sinistra voterà contro questo ennesimo decreto-legge omnibus, in cui è stato davvero inserito un po' di tutto. Non ci stancheremo di denunciare questo disallineamento tra l'azione del Governo e la Costituzione, con riferimento all'articolo 77. Già nel 2012, la Corte costituzionale ha stabilito l'illegittimità dei decreti-legge che non rispettano il vincolo della omogeneità. Il contenuto del decreto-legge deve essere specifico e omogeneo mentre, già dal titolo, questo decreto si palesa privo di quel nesso funzionale richiesto dalla Corte costituzionale affinché il provvedimento d'urgenza possa considerarsi omogeneo.

Voteremo contro questo provvedimento nonostante alcuni dei variegati ingredienti di questo decreto siano condivisibili, come, ad esempio, l'intervento sul reato di incendi boschivi. Tuttavia, alcuni ingredienti restano per noi indigesti o non edibili. Peccato, perché su alcuni aspetti avremmo potuto anche trovare l'unanimità in quest'Aula, se solo aveste accettato di accogliere le nostre proposte emendative. Invece, anche quando il Governo individua correttamente un problema, nel momento in cui si trova nel mezzo del cammin, poi smarrisce la diritta via, sbagliando gli strumenti da mettere in campo.

Partiamo dal tema delle intercettazioni. È da inizio legislatura che noi stiamo aspettando da parte del Ministro Nordio una proposta di riforma complessiva delle intercettazioni. È passato un anno e nulla di sistematico è pervenuto. Probabilmente, dovremo abituarci a continui ritocchi sparsi qua e là, nascosti tra le pieghe di qualche emendamento, senza una visione complessiva. Anzi, con questo decreto aggiungete problemi interpretativi rispetto al tema intercettazioni e ciò non va esattamente nella direzione del garantismo sventolato dal Ministro Nordio, in quanto il presupposto del garantismo è una norma chiara, in modo da sottrarla il più possibile a interpretazioni creative. Eccolo qui l'articolo 1 del decreto che, per come è stato formulato dal Governo, porta con sé nuovi problemi. La stessa Premier Meloni aveva dichiarato di volere una norma di interpretazione autentica ma, nei fatti, la maggioranza finisce per sconfessare la stessa Presidente del Consiglio.

Volevate scrivere una norma di interpretazione autentica per codificare il principio già affermato dalle Sezioni Unite, la sentenza “Scurato”, rendendo legge quello che la Cassazione aveva già affermato nel 2016. Bene. Ma, allora, perché avete scritto la norma così com'è, che non ha per nulla l'aspetto di una norma di interpretazione autentica? Con i nostri emendamenti vi avevamo suggerito come ricondurre tutto a coerenza e renderla inconfutabilmente una norma di interpretazione autentica e, invece, no, avete bocciato tutti i nostri emendamenti. Il rischio che porta con sé l'articolo 1, così formulato, è notevole. Stiamo parlando di intercettazioni per reati di mafia e la norma può avere un effetto dirompente anche sui procedimenti in corso. Il combinato disposto dei primi due commi dell'articolo 1 provocherebbe un risultato opposto a quello auspicato, anche da voi auspicato, cioè rischiate di legittimare, generalizzandolo, l'orientamento della Prima sezione penale del 2022.

E, quindi, ecco il problema: per i fatti già commessi, il materiale probatorio acquisito sulla base dell'interpretazione della sentenza delle Sezioni Unite potrebbe decadere. Ad oggi, è consentito l'utilizzo delle intercettazioni per la lotta alla criminalità organizzata anche in assenza della contestazione del reato associativo, quindi anche per quelli monosoggettivi aggravati dal metodo mafioso. Con questa norma, invece, si rischia, rischiate - magari senza volerlo - di rendere impuniti delitti della massima gravità.

Sono convinto che davvero anche la maggioranza voleva evitare questo rischio, anzi, l'obiettivo dichiarato di questo intervento normativo era proprio quello, cioè di spazzar via dubbi interpretativi, ma, poi, in realtà, nei fatti, si finisce per amplificare questo rischio, quando era sufficiente correggere con qualche emendamento in Commissione la formulazione di questi due commi. Questo, quindi, è il primo, grave motivo di criticità contenuto nel decreto.

Poi, sempre con riferimento al tema delle intercettazioni, il testo uscito dalle Commissioni ha visto l'aggiunta di tre nuovi commi all'articolo 1. In particolare mi soffermo sul nuovo comma 2-ter, che attribuisce non a un magistrato, ma alla Polizia giudiziaria la valutazione su quale contenuto delle comunicazioni intercettate debba essere rilevante oppure non rilevante ai fini delle indagini. Quella che parrebbe, a una lettura superficiale, una norma garantista, cioè il fatto di non trascrivere né menzionare nei verbali e nelle annotazioni della Polizia giudiziaria il contenuto delle intercettazioni non rilevanti, in realtà, finisce per penalizzare il diritto di difesa. Questo è un falso travestimento garantista, perché, se il filtro è effettuato dalla Polizia giudiziaria, si rischia di privare il difensore di elementi utili alla difesa, proprio perché la Polizia giudiziaria, che, ovviamente, non è un organo giudicante, li ha ritenuti non rilevanti. Così si finisce per addossare alla Polizia giudiziaria compiti e responsabilità che non dovrebbe avere, cioè di incidere con una propria valutazione, più o meno opportuna, sull'andamento e, quindi, sull'esito del procedimento. Quindi si non si può presupporre che tale operazione vada sempre e comunque a vantaggio dell'indagato, salvo che la motivazione, invece, sia che la maggioranza non si fidi dei magistrati e che, quindi, preferisca attribuire alla Polizia giudiziaria il ruolo di filtro. Ma questo è solo un dubbio e, comunque, questa è tutta un'altra storia.

Passo ora, brevemente, ad altri aspetti contenuti nel decreto. Anzitutto, devo evidenziare che, durante i lavori in Commissione, è apparso un emendamento della maggioranza in cui, tra le altre cose, si prevedeva l'abrogazione del reato di cui all'articolo 733 del codice penale. Stiamo parlando del reato di danneggiamento al patrimonio archeologico, storico, artistico nazionale. Devo dare atto che, da subito, i miei colleghi Bonelli e Zaratti hanno denunciato il fatto, cioè che fosse stato accantonato proprio un emendamento che prevedeva al suo interno l'abrogazione dell'articolo 733 del codice penale. L'intervento tempestivo dei miei colleghi ha certamente stimolato una riflessione nella maggioranza, tant'è vero - e questo ci ha permesso davvero di tirare un sospiro di sollievo - che l'emendamento è, poi, stato riformulato e quel comma, fortunatamente, è stato espunto. Speriamo che si sia trattato soltanto, davvero, di un incidente di percorso da parte della maggioranza, soprattutto perché, poi, una parte della maggioranza stessa ha precisato che era stata inserita l'abrogazione in vista di un successivo intervento per rendere l'articolo 733 ancora più rigoroso. È davvero uno strano modo di operare quello di abrogare una norma che, invece, si dice di volere potenziare. Fatto sta che, per ora, nel Paese - l'Italia - che al mondo è il più ricco di beni storico-artistici, l'articolo 733 è salvo.

Infine, per concludere, esprimiamo un forte rammarico per la bocciatura in Commissione di due emendamenti a prima firma della nostra presidente Zanella, che prevedevano di inserire negli articoli 7 e 8 di questo decreto anche i centri antiviolenza, le case rifugio e, in generale, la tutela delle vittime di violenza di genere nella destinazione della quota dell'otto per mille relativa alle scelte effettuate dai contribuenti a favore dello Stato senza l'indicazione della tipologia di intervento, accanto agli interventi, che poi sono effettivamente nel decreto, di recupero dalle tossicodipendenze e da altre dipendenze patologiche.

Considerato che sappiamo benissimo che qui dentro, tutti, dal primo all'ultimo, vogliamo lo stesso risultato, cioè supportare le vittime di violenza, le vittime di violenza di genere, allora, questa in realtà è davvero stata un'occasione persa per fare un buon servizio al nostro Paese.

Ecco, concludendo, pur riconoscendo che nel testo ci siano anche alcune norme condivisibili - ricordavo prima, ad esempio, le modifiche e il potenziamento delle sanzioni relative al reato di incendio boschivo -, per i motivi che ho appena esposto e per quelli che sono stati illustrati anche ieri in discussione generale, dichiaro il voto contrario di Alleanza Verdi e Sinistra a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Enrico Costa. Ne ha facoltà.

ENRICO COSTA (A-IV-RE). Presidente, il mio intervento sarà concentrato sull'articolo 1 di questo decreto perché ritengo che sia assorbente di tutte le considerazioni, magari, anche favorevoli, rispetto agli altri. Noi pensiamo che ci sia un principio che deve garantire la civile convivenza dei cittadini ed è la certezza del diritto. Ciò significa che il cittadino deve sapere quali sono le conseguenze giuridiche di un suo comportamento e significa che il magistrato deve sapere quale sono le conseguenze di un suo errore. C'è un patto di civile convivenza tra lo Stato e i cittadini e quando lo Stato viola questo patto, cioè cambia le regole in corsa, c'è qualcosa che non funziona. Non c'è niente di meno liberale e di più illiberale di uno Stato che mette i piedi sui cittadini, cambiando le regole in corsa perché questo conviene, ed è quello che è avvenuto con questo decreto.

Noi abbiamo una legge dal 1991 che regola le intercettazioni per la mafia e per il terrorismo, una legge che stabilisce delle possibilità più flessibili per intercettare, rispetto alle intercettazioni ordinarie, consente di intercettare per sufficienti indizi di reato e non gravi indizi di reato, come per esempio per altri reati, consente di intercettare per un tempo più lungo, consente di mettere le cimici ambientali nelle case anche se non si pensa e non si sospetta che in quelle case ci sia il reato, perché sono reati associativi e possono essere continuamente, con continuità, svolti, cioè non c'è un momento specifico di consumazione del reato. Quindi, ci sono delle regole puntuali.

La Cassazione, nel marzo del 2022, ha stabilito per un'altra volta che queste regole debbono essere rispettate e ha dichiarato inutilizzabili delle intercettazioni fatte in violazione di queste regole. Apriti cielo; molti magistrati probabilmente si sono resi conto che intercettavano allegramente e intercettavano applicando le norme sulla mafia, quando non c'era la mafia; utilizzavano dei criteri che dovevano essere considerati eccezionali anche per situazioni ordinarie. Però, non potevano accettare che venissero dichiarate inutilizzabili nei processi e sono andati in pellegrinaggio a Palazzo Chigi, da un noto Sottosegretario e hanno detto: caro Sottosegretario, devi salvare i processi. Ma come, salvare i processi? Qui ci sono delle intercettazioni che sono state assunte illecitamente, quasi abusivamente. Cosa avrebbe dovuto rispondere il Governo? Scusate, c'è un codice e dovete rispettare il codice.

Invece “no”: il Governo ha voluto fare un bel manifesto, pensando che così la sua lotta alla criminalità organizzata sarebbe stata evidente a tutti e ha deciso che quelle intercettazioni per decreto-legge dovessero essere sanate - lo ripeto, sanate - e ha fatto una norma nella quale ha detto che tutti quei reati - che prima non erano contemplati nella legge del 1991, ma per i quali c'erano state le intercettazioni - dovessero essere ricompresi nella legge. E, addirittura, ha scritto: questa nuova norma si applica retroattivamente ai procedimenti in corso.

Capirete bene che questa non è certezza del diritto. Noi abbiamo un Governo che, di fronte ad ogni emergenza, sforna per decreto-legge un nuovo reato, nei giorni pari, e nei giorni dispari una sanatoria o un condono. In questo caso, in questo decreto, nell'articolo 1, ci sono tutte e due le cose: c'è la norma che salva, la norma di sanatoria, ma c'è anche l'innovazione normativa processuale penale. Ecco, la certezza del diritto, signori, è un'altra cosa. Il diritto penale e la procedura penale hanno forza se sono stabili, non se cambiano ogni giorno per decreto-legge e vengono utilizzati come foglia di fico di fronte all'incapacità di risolvere i problemi.

Un giorno c'è il rave, un giorno c'è la GPA come reato universale, un giorno c'è il reato degli operatori scolastici, un giorno ci sono altri aspetti, come quelli sui medici dei pronto soccorso, tutti argomenti nobili, importanti che non si risolvono un pezzo alla volta, ma attraverso un'eventuale riforma complessiva.

Purtroppo, questa scorciatoia del manifesto penale è una cosa - devo dire, non solo di questo Governo - che incide pesantemente sulla certezza del diritto, sulla civile convivenza. Noi, ormai, siamo stufi di tutto questo; siamo stufi di riforme processuali che procedono a spizzichi e bocconi.

Tocchiamo un tema, quello delle intercettazioni, con un decreto-legge che sana intercettazioni illegittime quando la Costituzione garantisce la riservatezza delle comunicazioni e solo in via eccezionale ne consente la violazione. Abbiamo la Corte di giustizia che ancora recentemente è intervenuta su questo tema e noi cosa facciamo? Abbiamo un Ministro che viene in Commissione a dire certe cose, tutte condivisibili, e abbiamo lo stesso Ministro che firma un decreto-legge dove attesta esattamente l'opposto.

A proposito di certezza del diritto, ho visto che, ieri, è stato approvato in Commissione lavori pubblici del Senato un emendamento che addirittura riattiva le porte girevoli tra magistratura e politica. La legge Cartabia ha detto che chi fa il capo di gabinetto non può ricoprire, per quattro anni, incarichi apicali nella magistratura, perché non può sfruttare la rincorsa data dalla politica per andare a ricoprire il ruolo di presidente del tribunale o di procuratore capo, salvo che il suo incarico di capo di gabinetto sia durato veramente poco, meno di un anno. Ieri, in Senato, con un emendamento: “un anno”, diventa: “due anni”. Certo, perché il Governo sta per compiere un anno e ci sono dei capi di gabinetto. Ho letto che il capo di gabinetto del Ministero della Giustizia ha fatto domanda per un noto tribunale, io non unisco l'emendamento alla domanda, ci mancherebbe, il rigore del Ministro Nordio è inattaccabile, ma anche questa è certezza del diritto, perché ci sono coloro che si regolano secondo le leggi in corso e ci sono coloro che sono in condizioni di cambiarle, perché trasmettono, veicolano un emendamento ai parlamentari di maggioranza e cambiano le norme.

Ecco, per la certezza del diritto, anzi per l'incertezza del diritto determinata da questo Governo, il nostro voto sarà contrario su questo decreto. Convintamente contrario. Noi auspichiamo che vengano fatte le riforme, ma riforme organiche che stanno in Commissione giustizia, che stanno nei disegni di legge, perché siamo stufi di norme penali che arrivano dai decreti, che arrivano attraverso i decreti legislativi su delega delle direttive europee o attraverso le fonti più varie. La giustizia è una cosa seria; deve avere stabilità e non la flessibilità data dai decreti.

Io la ringrazio, Presidente, per questo spazio. Ringrazio anche per aver avuto in Commissione la possibilità di esprimere le nostre valutazioni, ma da parte mia non ci sarà mai più un voto favorevole su una norma penale o processuale penale che entra per decreto-legge. Anzi, le dico di più, sarebbe bene modificare i regolamenti e stabilire due cose: che le norme penali si introducono solo a voto segreto e che si introducono solo a maggioranza qualificata. Sicuramente ne trarrebbero beneficio il nostro codice e il nostro sistema processuale (Applausi dei deputati del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Calderone. Ne ha facoltà.

TOMMASO ANTONINO CALDERONE (FI-PPE). Signor Presidente, signori colleghi, la mia attenzione si soffermerà, soprattutto, sui tre emendamenti che riteniamo fondamentali e che hanno caratterizzato l'intervento di Forza Italia in Commissione. Sono tre emendamenti di particolare rilevanza che cercherò di evidenziare, sia pure per le vie brevi perché il tempo è ristretto, e lo farò con un'onestà intellettuale massima, che - mi sia consentito - da qualche parte o per qualche parte è mancata, perché, primo fra tutti, abbiamo l'obbligo di dire la verità quando interveniamo davanti ai cittadini, davanti a milioni di cittadini italiani.

Si è parlato della modifica dell'articolo 267. Che cosa abbiamo chiesto e ottenuto? Uno degli strumenti più invasivi - e su questo possiamo essere tutti d'accordo - è il cosiddetto captatore informatico, il trojan. Con questo aggeggio per quasi tutti i reati è possibile invadere la vita di ognuno di noi, di ogni cittadino, e violare il diritto di riservatezza costituzionalmente previsto. Che cosa ha previsto la nostra norma? Che il decreto autorizzativo del GIP preveda che non sia più possibile riportare per relationem - dico a me stesso e ricordo a me stesso: copiare il decreto del pubblico ministero - ma occorre esprimere una valutazione autonoma. Laddove c'è una valutazione autonoma e c'è una motivazione, vi è la certezza del diritto e vi è la garanzia del cittadino. Abbiamo fatto una cosa dell'altro mondo? Una cosa che ha stravolto la sicurezza degli italiani? No! L'ha stravolta in senso contrario, perché abbiamo preteso che il provvedimento del giudice sia un provvedimento autonomo rispetto al provvedimento di richiesta del pubblico ministero (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

Altro requisito che, oggi, grazie all'emendamento di Forza Italia, deve contenere questo decreto è che, oltre a indicare le ragioni, si deve specificare in concreto, vista l'invasività del mezzo, per quale ragione stiamo violando un diritto costituzionalmente garantito, ossia il diritto alla riservatezza. Abbiamo chiesto e ottenuto con il voto finale - è auspicabile - che il GIP, nel momento in cui valuta, non lo fa soltanto autonomamente, ma indica concretamente, cioè scrive: “Io ti sto intercettando, cittadino italiano, e sto violando la tua riservatezza per questo, per questo e per quest'altro motivo”, cioè è una motivazione più completa. Vi sembra una norma che vuole liberare i delinquenti? O è una norma di garanzia per tutti, anche per quelli che stanno votando contro e che voteranno contro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE)?

Vengo al secondo emendamento, signor Presidente, finalmente dopo 30 anni se ne parla.

Dopo 30 anni il cittadino italiano se sbaglia verrà perseguito, se viola la legge o se agisce contra legem verrà perseguito dallo Stato italiano e dagli organi che rappresentano lo Stato italiano, ma la sua riservatezza verrà tutelata, perché, come abbiamo visto, il sindaco di Santa Marinella - credo così si chiami questa comunità – ne è puntuale riscontro e fedele testimonianza della violazione, in maniera volgarissima e insopportabile, del diritto alla riservatezza di un cittadino che non era neanche indagato. Da oggi questo non sarà più possibile, perché l'articolo 268, così modificato, vieta che si scriva che Calderone e Pittalis hanno una relazione, perché non si potrà neanche scrivere la ragione di una conversazione non utile.

Però, qui si impone un ragionamento di onestà intellettuale. Infatti, ho sentito dire che diamo troppo potere alla Polizia giudiziaria nel trascrivere. Signori colleghi dell'opposizione, ma fino ad oggi che cosa è avvenuto? Chi trascriveva, l'avvocato Calderone? Trascrivevano le difese o trascriveva la Polizia giudiziaria (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE)? Oggi, però, con la nostra norma abbiamo messo per iscritto e abbiamo normato un fatto che era scontato, cioè che colui che trascrive ha l'obbligo per legge, perché incombe quanto meno un reato di falso ideologico per omissione, di scrivere le cose o le emergenze a favore dell'indagato. Abbiamo fatto male? Abbiamo tradito gli italiani? No, noi abbiamo tutelato gli italiani e abbiamo anche previsto che nessuno potrà mai scrivere fatti e circostanze afferenti alla vita privata del cittadino italiano. Finalmente, dopo 30 anni, Forza Italia e il Governo di centrodestra dalle chiacchiere passano ai fatti. Non vedremo più lo scempio e la vergogna della vita del cittadino italiano pubblicata - mi sia consentito - o pubblicata nelle prime pagine dei giornali. Questa è civiltà giuridica, questa è civiltà giuridica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE)! Noi siamo la culla del diritto. Noi abbiamo inventato il diritto e le garanzie nel nostro Stato da millenni, ma negli ultimi tempi abbiamo bruciato biblioteche e abbiamo tradito il cittadino italiano.

Per carità! Siamo tutti d'accordo che chi sbaglia deve andare in carcere, se del caso, e deve essere condannato a pene esemplari, però, colleghi e signor Presidente, non vi sarà mai - e questo ce lo insegna chi ha studiato filosofia del diritto - una pena giusta se non passa da un processo giusto. È questa la via! Noi siamo per le garanzie, per la certezza e per la pena esemplare. Questa è Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE)! Il processo deve garantire al cittadino che non ci sia uno squilibrio, che le prove vengano acquisite non in violazione di legge ma secundum legem. È questo ciò che abbiamo chiesto.

Il terzo emendamento - e vado a concludere, Presidente, perché giustamente siamo stati contingentati - è stato quello relativo ad evitare le cosiddette intercettazioni a strascico. Ma come potete dire che stiamo favorendo i colletti bianchi? Parliamo in termini tecnici: coloro che hanno violato la legge con riguardo ai reati contro la pubblica amministrazione. Che cosa si prevede? Spieghiamolo correttamente al cittadino italiano: se io sto intercettando Mangialavori per un reato e mi capita di sentire notizie di reato per Pittalis, oggi si sarebbe potuto procedere contro Pittalis senza che nessuno avesse mai autorizzato le intercettazioni contro Pittalis. Questo è un fatto che suscita orrore.

Si badi - e concludo - che noi abbiamo solo evitato per un certo tipo di reati l'utilizzabilità delle intercettazioni ex articolo 270 (non mi pare corretto definirle a strascico in un'Aula del Parlamento). L'utilizzabilità delle intercettazioni ex articolo 270 permane - e questo lo dico perché ci saranno sicuramente delle polemiche strumentali - per i reati per i quali ai sensi dell'articolo 380 del codice di procedura penale sia previsto l'arresto in flagranza, cioè per tutti i reati gravi e gravissimi, compresa la mafia, il terrorismo e altri tipi di reati. Quindi, per questi reati le intercettazioni senza decreto potranno essere utilizzate in altro procedimento, ma badate l'articolo 266, primo comma, ancora oggi faceva riferimento che si potevano utilizzare le intercettazioni per il reato di ingiurie che è stato pure depenalizzato, cioè siamo veramente fuori, fuori da ogni garanzia.

Negli ultimi cinque anni, purtroppo, con un Governo che ha veramente massacrato le garanzie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE), ha annullato le garanzie ed ha quasi annichilito e annullato lo Stato di diritto, noi ci siamo trovati con una procedura penale, con un codice di procedura penale, con delle norme, con il nostro ordinamento processual-penale sempre più mortificato.

Oggi si ritorna alle garanzie, si ritorna al processo: chi sbaglia paga, ma deve pagare attraverso un processo giusto. Auspico che il nostro Ministro che, come diceva l'onorevole Costa, più volte in Commissione ci ha rassicurato, passi dalle parole ai fatti. Chiaramente non può essere soltanto una parte della maggioranza: siamo stati d'accordo con tutti a sorreggere il giusto processo, abbiamo lavorato bene con i colleghi, anche la Lega e Fratelli d'Italia sono stati straordinari in Commissione affari costituzionali e in Commissione giustizia e siamo veramente convinti che da qui a qualche giorno, a qualche mese, veramente si possa ritornare a parlare soprattutto di diritto e non di giustizialismo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente-PPE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cafiero De Raho. Ne ha facoltà.

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Grazie, Presidente. Signore deputate, signori deputati, rappresentante del Governo, anche questo decreto ci conferma che andiamo sempre più verso una democrazia debole, sempre più debole. Il ricorso alla decretazione d'urgenza e al voto di fiducia di fatto spoglia la Camera della funzione legislativa. Questo Governo ha il record del ricorso all'articolo 77 della Costituzione, contrariamente a quanto declamava la sua Presidente, l'onorevole Meloni, che, dai banchi di Fratelli d'Italia, quando era all'opposizione, censurava con forza l'uso del decreto-legge. Oggi nel suo primo anno di vita ha già conquistato il primato di tutti i tempi. La discussione in Aula, il confronto delle idee e delle diverse posizioni è il cuore della democrazia. Il decreto-legge è consentito in casi straordinari di necessità e urgenza.

Questo decreto è stato emesso in spregio alle regole della Costituzione e a quelle di legislazione. E un Governo che dà le regole ha l'obbligo di osservare le regole. Anche il Comitato per la legislazione ha evidenziato che dei 35 commi di cui si compone la legge ben 6 richiedono l'adozione di provvedimenti attuativi e quindi non possono avere immediata applicazione. Ciò dimostra che non doveva essere usato il decreto d'urgenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il testo originario non è corredato - lo dice sempre il Comitato per la legislazione - né dell'analisi tecnico-normativa, né dell'analisi di impatto della regolamentazione.

Questo decreto-legge contiene una pluralità di disposizioni eterogenee il cui titolo ne è lo specchio. Le disposizioni non sono riconducibili a una matrice unitaria, né in relazione all'oggetto né in relazione allo scopo. Questo significa che il Governo non ha le idee chiare e non ha la capacità di disciplinare le singole materie in modo ordinato e completo. Legiferare a macchia di leopardo è indice di debolezza legislativa a scapito della completezza e della chiarezza. Il cittadino ha difficoltà a inquadrare le norme e coordinarle, l'agire del Governo non rispetta la Costituzione. Il decreto disprezza la giurisprudenza costituzionale in tema di unitarietà delle fattispecie disciplinate, di intrinseca coerenza, di riconducibilità a un unico obiettivo com'è detto nelle sentenze n. 22 del 2012, n. 32 del 2014, n. 244 del 2016, n. 170 del 2017, n. 247 del 2019. Le leggo perché resti a memoria, agli atti della Camera. Ma dov'è l'emergenza che avrebbe dovuto giustificare il decreto?

Vi era la necessità di interpretare, in tema di intercettazioni, la locuzione “criminalità organizzata” per farvi rientrare il delitto monosoggettivo aggravato dal metodo mafioso per salvare, a seguito della decisione di una sezione della Corte di Cassazione, le intercettazioni sviluppate in un processo di camorra. La formulazione della norma esprime non un'interpretazione, ma una novità; una novità legislativa e, trattandosi di una norma nuova, per applicare gli effetti ai processi in corso è stata dettata una specifica norma. Una disciplina nuova non può essere applicata alle intercettazioni già concluse, né vale la sanatoria del secondo comma dell'articolo 1 perché essa è chiaramente incostituzionale in quanto contrasta con il diritto di difesa, con il giusto processo, con i principi fondamentali del diritto.

Con spirito collaborativo avevamo proposto una norma di interpretazione autentica, ma naturalmente l'emendamento, poiché proveniva dal Movimento 5 Stelle, è stato respinto. L'intervento su un'urgenza processuale ha rappresentato l'occasione per consentire a Forza Italia di proporre emendamenti approvati dalla maggioranza in Commissione che, da un lato, indeboliscono ulteriormente il contrasto alla corruzione e, dall'altro, incidono negativamente sul diritto di difesa.

Per la soppressione, nell'articolo 270, signor Vice Ministro, poiché l'hanno convinta in Commissione che questa disposizione non determinava problemi, voglio ribadirlo, del richiamo dell'articolo 266 non potranno essere utilizzati in procedimenti diversi i risultati delle intercettazioni quando riguardano delitti contro la pubblica amministrazione, delitti di corruzione, di peculato, di concussione. Se nell'intercettazione risulta che taluno ha pagato, ha commesso un reato, quella prova sarà inutilizzabile perché è stata acquisita in un procedimento che non era per corruzione. Ancora una volta vengono protetti corrotti e corruttori, i pubblici ufficiali, impiegati e politici che commettono tali reati. È totalmente falso che questi reati rientrino in quelli per i quali è obbligatorio l'arresto perché non sono contemplati dall'elenco di cui all'articolo 380 e la pena prevista non lo consente. Si è adottata ancora una volta una norma salvacorrotti, questa, sì, che è una vergogna (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Il Governo e la maggioranza stanno smantellando ogni forma di contrasto alle illegalità, riammettendo la corruzione e le altre illegalità tra gli strumenti eventuali delle pubbliche procedure. Sono questi gli interventi che abbassano il livello di legalità nel nostro Paese perché sono il messaggio dell'impunità che si vuole riservare alla categoria dei reati di corruzione. In questo momento, con le modifiche che sono intervenute in tema di appalti pubblici, con l'annunciata abolizione del delitto di abuso di ufficio, con la riduzione dei controlli della Corte dei Conti sull'andamento degli appalti nel PNRR e oggi anche con questo intervento normativo vengono meno i presidi di legalità, ma anche le sorgenti conoscitive per un'efficace azione investigativa. Poi che dire dell'emendamento che rimette alla discrezionalità della Polizia giudiziaria e non alla scelta del pubblico ministero l'individuazione delle conversazioni rilevanti limitando ad esse la trascrizione, cioè deciderà l'appartenente alla Polizia giudiziaria. Anche questa disposizione è un passo indietro nella difesa dei diritti. Non è vero quel che ha detto or ora l'onorevole Calderone: qui, la difesa dei diritti è fortemente violata perché l'avvocato non potrà sapere cosa si è detto in quella conversazione perché l'ufficiale di Polizia giudiziaria non l'ha trascritta e sarà costretto a sentire mesi di conversazioni. Ma quale avvocato sarà in queste condizioni? Questi sono tutti ostacoli al giusto processo.

È anche previsto che il pubblico ministero depositi il riepilogo delle spese sostenute per le intercettazioni e anche qui non vi è chi non veda che la norma vuole condizionare l'uso delle intercettazioni. Eppure, solo esse valgono a contrastare mafia, corruzione e più gravi reati e concorrono agli accertamenti per il contrasto patrimoniale che determina le confische. Sì, le confische. Invece, il Governo restringe le spese per le intercettazioni e poi, per i beni confiscati, non ha alcun interesse, tanto che, tra i finanziamenti del PNRR, che il Governo ha deciso di cassare, ci sono ben 300 milioni per i beni confiscati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Era il più grande investimento che si potesse fare: 300 milioni di euro previsti per trasformare le case dei boss, i magazzini in centri sportivi, i campi in parchi urbani, i presidi di legalità in territori dove le mafie fanno ancora sentire tutto il loro peso. Questo non ci sarà più. Questa è la strategia della maggioranza: da un lato, condizionare le intercettazioni e, dall'altro, limitare le occasioni di lavoro degli enti del Terzo settore e le iniziative sociali sui beni confiscati e, quindi, lo sviluppo della legalità.

Il Parlamento non può poi essere estromesso dalla disciplina sulle infrastrutture digitali. È indispensabile che, su questo, intervengano leggi. È evidente l'insofferenza del Governo per il controllo del Parlamento. Il Governo poi ha ritenuto il conferimento di incarichi superiori dirigenziali nel settore penitenziario, ma non riserva la stessa urgenza alle varie esigenze: mancano 8.917 unità nel personale di Polizia penitenziaria e questa non è un'urgenza per il Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Eppure, era stato chiesto di inserire un emendamento apposito. E poi ancora il tema degli incendi, che è stato trattato in quel modo settoriale.

PRESIDENTE. Deve concludere, per favore.

FEDERICO CAFIERO DE RAHO (M5S). Sì, Presidente, è vero, ho finito. Ed ancora, con l'assoluta genericità e discrezionalità è stata trattata la quota dell'otto per mille, qualcosa che viene rimesso al segretario generale della Presidenza del Consiglio. Presidente, ma questa non è materia che possa essere delegata a un soggetto! Questa è materia di legge! I criteri devono essere trasparenti! Bisogna che intervenga una discussione; e non solo il recupero, ma la prevenzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Presidente, sono tanti i temi per cui questo decreto non doveva proprio passare, non doveva arrivare a questa Camera. Ecco perché esprimiamo il nostro più totale dissenso e quindi il nostro voto contrario (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellomo. Ne ha facoltà.

DAVIDE BELLOMO (LEGA). Grazie, Presidente. Cercherò di tener fede all'impegno preso sul tempo dell'intervento. Signor Presidente, poi consegnerò quanto preparato personalmente. Solo due pillole, Presidente.

Precedentemente ho sentito alcune affermazioni che credo non dovrebbero appartenere alla massima assise legislativa di questo Paese, perché, quando si fa finta di non sapere che i paletti in cui ci muoviamo sono la Corte costituzionale, le direttive europee, le sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo, si fanno solo discorsi da bar. Qui dentro, a prescindere dalle proprie legittime idee, bisogna muoversi all'interno dei canoni normativi che ci sono imposti da questi testi normativi, da queste sentenze.

Nessuno può escludere che esista una sentenza del 7 settembre 2023, in cui la Corte europea dei diritti dell'uomo, addirittura, ha detto - cosa sulla quale personalmente potrei non essere d'accordo - che le intercettazioni sarebbero illegali per quanto concerne i reati di corruzione. Questo Governo non ha fatto questo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Questo Governo, pur conoscendo questa sentenza, pur conoscendo la direttiva europea sulla privacy, che impone che la violazione di questi diritti possa avvenire solo per gravissimi reati, non ha escluso questi reati contro la pubblica amministrazione dal novero delle captazioni, ma ha unicamente predisposto che, per questi, ci siano garanzie particolari, così come imposto dalla legge. Questo ha fatto questo Governo. Inoltre, questo Governo - ecco perché il rigore e le garanzie sono la stessa cosa - ha predisposto per determinati reati un rimedio proprio per consentire che determinati soggetti, che hanno commesso violazioni gravissime per questo Paese, possano essere perseguiti e condannati.

Quindi, fa specie che proprio chi fa del giustizialismo la propria arma di battaglia poi contesti proprio questo.

Sintetizzo in questo il mio intervento Presidente e quindi concludo per esprimere il parere favorevole del gruppo a cui appartengo, Lega-Salvini Premier, e consegno il mio discorso (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lacarra. Ne ha facoltà.

MARCO LACARRA (PD-IDP). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi e rappresentanti del Governo, prima di entrare nel dettaglio dei contenuti di questo provvedimento, vorrei rivolgermi, Presidente, per suo tramite, alla Presidente del Consiglio per chiedere se sia sempre dello stesso avviso rispetto all'uso smodato che i Governi fanno della decretazione d'urgenza oppure se, come sembra, abbia cambiato idea. I numeri, 40 decreti in 11 mesi di Governo, più di chiunque altro nella storia della Repubblica, ci fanno credere che abbia cambiato idea, effettivamente, anzi, che non solo abbia cambiato idea ma che si sia trovata talmente bene con questa cattiva prassi da averne fatto oramai una regola della sua gestione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Qualche tempo fa - riprendo anche una parte dell'intervento del collega De Raho, fornendo qualche elemento in più dal punto di vista storico - e, con esattezza il 15 maggio 2020, l'attuale Presidente del Consiglio chiedeva in quest'Aula cosa ci fosse di così urgente “da scavalcare il Parlamento, da giustificare l'adozione del decreto Rilancio”. Si trattava in quest'Aula quel provvedimento. Si chiedeva la presidente Meloni, e chiedeva a noi tutti, se avessimo ancora una Costituzione in Italia. In quel giorno, io c'ero e, come me, c'erano anche molti dei presenti. Era, come sappiamo, un periodo eccezionale da tutti i punti di vista, perché la pandemia aveva sconvolto il nostro Paese e il mondo intero. Non avevamo strumenti per fermare il COVID e salvare vite, né ricette magiche per frenare il collasso dell'economia. Il decreto Rilancio era uno dei primi tentativi - tra l'altro, a mio avviso, ben riuscito - per dare un sospiro di sollievo al sistema Paese. Malgrado la straordinarietà di quel periodo, se dovessimo pensarla come la Presidente, oggi saremmo costretti tutti a ricrederci, perché una pandemia, a suo dire, non giustificava l'adozione di un decreto-legge, mentre oggi una serie di circostanze urgentissime - sottolineo urgentissime - tra cui i rave party, i poteri forti che ci mandano orde di immigrati, la riforma dell'8 per mille, il ponte sullo Stretto di Messina reclamano l'uso della decretazione d'urgenza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Come se non bastasse, Presidente, siamo davanti a un fenomeno molto increscioso, che sta dilagando, da quando c'è questo Governo. Parlo dell'eterogeneità dei contenuti di un decreto-legge. Il provvedimento che abbiamo all'esame oggi ne è una prova lampante. Vi cito solo una parte degli argomenti che sono trattati in questo in questo decreto: intercettazioni, procedimenti civili dinanzi al tribunale dei minori, dirigenze varie, reato di incendio boschivo, tutela dell'orso marsicano, destinazione dell'8 per mille IRPEF, norme sul COVID, riordino del Ministero della Cultura, celebrazioni di San Francesco d'Assisi, costo dei biglietti dei musei, trattenimento in servizio di dirigenti pubblici e incarichi a soggetti in quiescenza. Si trattava soltanto di disciplinare qualche piccola materia che restava oggetto di intervento legislativo. Devo dire la verità: scorrendo tutte le materie oggetto di questo decreto, in questo lungo elenco di argomenti ho trovato un nesso, l'unico che mi pare logico, quello tra San Francesco e la salvaguardia dell'orso marsicano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), ma non mi sembra, comunque, sufficiente a garantire l'omogeneità del decreto. Battute a parte, non c'è molto da ridere, purtroppo, signor Presidente. Questo provvedimento è irricevibile, non solo perché tradisce nei suoi presupposti il dettato costituzionale ma anche per i suoi contenuti. Partendo dal tema delle intercettazioni, dall'inizio della legislatura assistiamo a un continuo botta e risposta tra Ministro e parlamentari di maggioranza e tra forze politiche che sostengono la stessa maggioranza. Il tema è sempre lo stesso: allargare o restringere le maglie delle intercettazioni. Questo accade a giorni pari e giorni dispari. Siamo costretti ad ascoltare dichiarazioni imbarazzanti che hanno davvero fatto tremare i polsi a chi crede nell'impegno incessante e indiscutibile delle Forze dell'ordine e della magistratura nel combattere la mafia. Con il primo articolo di questo provvedimento mettete una toppa di gran lunga peggiore del buco. Per sconfessare le dichiarazioni del Ministro Nordio sul concorso esterno rischiate di far saltare l'uso delle intercettazioni sui processi in corso. Un disastro annunciato, verrebbe da dire, perché in Commissione abbiamo tentato, insieme al collega Gianassi e agli altri colleghi della Commissione, in più occasioni di farvi cambiare idea, chiedendovi di utilizzare uno strumento più consono, ossia quello della norma di interpretazione autentica, che avrebbe fatto salvi gli effetti passati e presenti. Un'ipotesi che peraltro era stata ventilata dalla stessa Presidente del Consiglio ma che è stata spazzata via, come spesso accade, con grave imprudenza e fretta.

Se da oggi le nuove disposizioni che state approvando renderanno di fatto illegittimo l'utilizzo delle intercettazioni in talune situazioni, la responsabilità sarà solo e soltanto vostra. È vero, signor Presidente, non siamo in un contesto emergenziale e certamente molte prescrizioni - parlo, ovviamente, delle norme sul COVID - non si addicono più alla situazione odierna. Però, il COVID esiste ancora e prende ogni giorno nuove forme, speriamo non più aggressive delle precedenti, ed è purtroppo vero che questo Governo sta facendo poco e niente per difendere i più fragili, coloro che sono obbligati a prendere le misure dal virus, che non hanno alternative, che non possono consentirsi ritardi. Solo ieri, dopo i numerosi appelli del PD e del collega Casu, in particolare, sono state pubblicate le indicazioni per la campagna vaccinale degli over 60. Un passo in avanti ma tardivo, visto che la macchina sarebbe dovuta già partire dagli inizi di ottobre (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Se sul fronte COVID questo Governo si è assopito nel suo torpore, c'è un altro ambito dove ha dimostrato grande vivacità, ossia nello spostare e moltiplicare poltrone e poltroncine. Gli articoli che trattano la riorganizzazione del Ministero della Cultura sono in tal senso emblematici e, devo dire, creativi. Si scardina un sistema, quello per direzioni generali, che ha sempre caratterizzato il dicastero per sostituirlo con uno a base dipartimentale. Non c'è, ovviamente, da credere a ragioni di natura diversa rispetto a una volontà di controllare la dirigenza della cultura e, più che di controllarla, di sorvegliarla. State introducendo lo spoils system per assoggettare dirigenti, per darvi la libertà di brandire il trasferimento o il demansionamento ogni qualvolta dovesse levarsi una voce fuori dal coro. Tutto ciò lo si fa nel mentre dell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, come se non bastassero i problemi che già abbiamo nella messa a terra dei progetti. Di questo, ovviamente, parleremo molto approfonditamente nei prossimi giorni.

Ci sarebbe molto altro da dire. La questione dell'8 per mille è un'iniziativa quasi condivisibile, se non fosse, come al solito, condita dalla peggiore propaganda. Intendiamoci, la lotta alle droghe e il recupero dalle tossicodipendenze sono fronti che ci vedono uniti sempre, ma davanti a questo genere di misure non possiamo che evidenziare ancora una volta le vostre contraddizioni. Avevamo proposto un emendamento per raddrizzare l'approccio, come al solito, colpevolista della destra, chiedendo che le risorse fossero destinate anche a prevenire le tossicodipendenze, non solo a recuperarle. In secondo luogo, dobbiamo chiarire un equivoco. Qui non si mettono nuovi fondi su una partita delicata e importantissima come quella del recupero delle dipendenze. Si attinge allo stesso paniere, che destinava risorse alle calamità naturali, all'assistenza dei minori stranieri non accompagnati, all'edilizia scolastica, alla conservazione dei beni culturali e ad altri temi, e lo si divide in più parti.

Quindi, nessun euro è stato messo in più su questo tema così importante e delicato. Non facciamolo passare per un intervento specifico, allora, a cui questo Governo ha voluto dedicare una particolare attenzione, perché, altrimenti, per onestà intellettuale, dovreste dire anche a chi state togliendo quei soldi: alle scuole, ai rifugiati e ai disastri che colpiscono ricorrentemente il nostro territorio.

Mi avvio alla conclusione, signor Presidente, partendo da un paio di domande per la maggioranza. Quante altre volte il Presidente della Repubblica sarà costretto a lanciare moniti affinché questo Governo rispetti la Costituzione? Quante altre volte saremo costretti ad assistere all'umiliazione di questo Parlamento, usato come passacarte dal Governo, obbligato a convertire in legge decreti matrioska, in barba ad ogni limite costituzionale e possibilmente senza dire una parola?

Voglio terminare il mio intervento con un augurio, Presidente. Un augurio alla Presidente Meloni a ritrovare la sua serenità e soprattutto la sua coerenza, visto che non c'è ambito della sua attività di Governo che non ci costringa a riprendere le sue vecchie dichiarazioni che dicono l'esatto contrario di quello che sta facendo.

Un augurio alla maggioranza di questo Governo affinché ritrovi armonia, perché di risse tra Ministri e parlamentari ne abbiamo viste fin troppe e, a causa delle vostre scazzottate, ci rimette sempre il Paese, ricordatevelo.

E, infine, un augurio agli italiani di uscire quanto prima da questo incubo chiamato Governo Meloni, che ha isolato l'Italia nel mondo e ha abbattuto ogni aspettativa di crescita economica e benessere sociale nel nostro Paese. Credo si sia intuito che il Partito Democratico voterà contro questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vinci. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, signor Presidente. Con questo provvedimento abbiamo inasprito le pene per gli incendiari, abbiamo ampliato la possibilità di intercettazione per il traffico illecito di rifiuti, abbiamo permesso le intercettazioni anche in caso di terrorismo. La cosa più strana è che chi ha parlato fino ad ora in quest'Aula ci ha accusato di avere in qualche modo limitato le intercettazioni, quando con questo provvedimento noi andiamo ad ampliare le intercettazioni che loro non consentivano. Non consentivano quelle sul traffico illecito di rifiuti, quelle sul terrorismo, e oggi ci sentiamo dire l'esatto opposto.

Qualcosa qui dentro fino ad oggi non ha funzionato e abbiamo messo la parola fine a questo, ampliando tale possibilità. Quindi, siamo noi a consentire queste intercettazioni, non certo il PD o il MoVimento 5 Stelle, che fino ad ora si sono solo lamentati, ma facevano altro.

Con questo provvedimento abbiamo anche finalmente obbligato a trascrivere le intercettazioni a favore anche degli indagati, non soltanto quelle contrarie: lo abbiamo voluto specificare. Abbiamo voluto escludere tutti i fatti e le circostanze afferenti alla vita privata degli interlocutori. Questo perché non ci fosse dato sensibile o dato non sensibile, ma tutta la vita privata fosse sottratta alle intercettazioni; e lo abbiamo inserito noi, non qualcun altro.

E poi, da ultimo - ci sarebbe molto da parlare - è di particolare rilievo l'introduzione dell'articolo 2-bis e le sue disposizioni sulla cybersicurezza, che assicurano elevati ed uniformi livelli di sicurezza, perseguono il contrasto alla criminalità informatica, e danno un importante ruolo al procuratore nazionale antimafia, di cui viene confermata la funzione di impulso e coordinamento. Con questa disposizione, infatti, il complesso delle attribuzioni del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo diventa del tutto strumentale all'esercizio delle sue funzioni di impulso e coordinamento, e ciò viene esteso anche ai gravi reati commessi in danno ai sistemi informatici e telematici strategici.

Tutto questo fino ad oggi non era stato fatto. Per questo andiamo fieri di questo provvedimento e il gruppo di Fratelli d'Italia voterà a favore (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 1373​ -A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

Ha chiesto di parlare il relatore Pittalis. Ne ha facoltà.

PIETRO PITTALIS, Relatore per la II Commissione. Presidente, molto velocemente, intervengo per ringraziare, intanto, le colleghe e i colleghi delle Commissioni affari costituzionali e giustizia, i presidenti per il grande contributo dato e, soprattutto, il Governo. Lo faccio a nome della collega Sara Kelany, mi rivolgo soprattutto a chi ha seguito i lavori in Commissione e qui in Aula, e al Vice Ministro Sisto che ringraziamo per la sua fattiva collaborazione.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1373-A​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1373-A:

"Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 agosto 2023, n. 105, recante disposizioni urgenti in materia di processo penale, di processo civile, di contrasto agli incendi boschivi, di recupero dalle tossicodipendenze, di salute e di cultura, nonché in materia di personale della magistratura e della pubblica amministrazione".

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 53).

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Caso. Ne ha facoltà.

ANTONIO CASO (M5S). Grazie, Presidente. Questo mio intervento è per rendere noto all'Aula e soprattutto per stigmatizzare un fatto grave, anzi gravissimo, accaduto la scorsa notte presso l'Università di Torino. Ovviamente, intervengo per chiedere un intervento del Governo, in particolare del Ministro Bernini.

Ebbene, poco dopo le 3 di notte, tre individui si sono avvicinati alle tende degli studenti in protesta, hanno iniziato con lo strappare uno striscione, ma poi uno di loro ha estratto un taglierino dalla tasca e ha minacciato di morte alcuni studenti, facendo il segno del taglio della gola e invitandoli a stare zitti. Il tutto mentre inneggiavano al Duce e facevano un saluto romano. Ebbene, si può non condividere la protesta, si possono avere idee politiche diverse, ma assolutamente non possiamo tollerare alcuna violenza fascista contro degli studenti in protesta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PAOLO TRANCASSINI (FDI). Presidente, è un intervento da fine seduta!

PRESIDENTE. Colleghi, per favore!

ANTONIO CASO (M5S). Allora, la nostra totale, completa e assoluta condanna a questo gesto e piena solidarietà agli studenti. Ovviamente, per quanto è accaduto, proprio per la gravità dei fatti, suggeriamo al Ministro Bernini una cosa: dia un segnale chiaro agli studenti! Dopo quello che è accaduto, dia un segnale perché gli studenti, caro Ministro, le hanno scritto più volte - oggi è stata pubblicata una loro lettera - e chiedono semplicemente un confronto democratico. Lo faccia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Onorevole Caso, prendiamo atto della sua richiesta.

Esame e votazione delle questioni pregiudiziali riferite al disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124, recante disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione, per il rilancio dell'economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese, nonché in materia di immigrazione (A.C. 1416​) (ore 19,39).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame e la votazione delle questioni pregiudiziali Alfonso Colucci ed altri n. 1, Zanella ed altri n. 2 e Bonafe' ed altri n. 3 (Vedi l'allegato A) riferite al disegno di legge n. 1416: Conversione in legge del decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124, recante disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione, per il rilancio dell'economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese, nonché in materia di immigrazione.

A norma del comma 4 dell'articolo 40 del Regolamento, in caso di più questioni pregiudiziali ha luogo un'unica discussione. In tale discussione, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 40, potrà intervenire uno dei proponenti (purché appartenenti a gruppi diversi), per illustrare ciascuno degli strumenti presentati, per non più di 10 minuti. Potrà altresì intervenire un deputato per ognuno degli altri gruppi, per non più di 5 minuti.

Al termine della discussione si procederà, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 3, quarto periodo, del Regolamento ad un'unica votazione sulle questioni pregiudiziali presentate.

Illustra la questione pregiudiziale n. 1 Alfonso Colucci ed altri la deputata Enrica Alifano. Prego.

ENRICA ALIFANO (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, come ben sappiamo, adesso siamo in sede di conversione del decreto-legge, l'ennesimo, n. 124 del 19 settembre 2023, che reca disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione per il rilancio dell'economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese, nonché in materia di immigrazione.

Ora la nostra questione pregiudiziale verte su un punto specifico, cioè la spoliazione della competenza della Commissione affari costituzionali sull'esame di tale provvedimento. Si parla infatti anche di immigrazione, che è tema invece che viene normalmente affrontato dalla Commissione affari costituzionali. Invece, l'esame di questo provvedimento è stato attribuito, nonostante le rimostranze dei gruppi parlamentari di minoranza, unicamente alla Commissione bilancio.

C'è, tra l'altro, un precedente recente che qualcuno, forse, in quest'Aula ricorderà e riguarda l'esame del decreto-legge Aiuti-quater che pure recava misure concernenti la strategia energetica nazionale che fu, anche in questo caso, assegnato unicamente alla Commissione bilancio, di fatto, spogliando la Commissione ambiente dell'esame di questo oggetto. Abbiamo celebrato recentemente (ed è una celebrazione che tra l'altro continua, ci sono ancora eventi che la rammentano) il 75° anniversario dell'entrata in vigore della nostra Costituzione - e l'abbiamo fatto in pompa magna -, ossia della nostra Grundnorm, per dirla con Kelsen, che dovrebbe essere il faro dell'azione legislativa. A me pare, invece, che la nostra Costituzione venga continuamente messa sotto i piedi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), non solo con l'eccessivo ricorso alla decretazione d'urgenza, ma anche sovrastando ovviamente quanto stabilito dai Regolamenti della nostra Camera e, in questo caso, per l'appunto c'è stata la spoliazione della competenza della Commissione affari costituzionali.

Ora passiamo anche al tema che viene affrontato da questi articoli introdotti in detto decreto in relazione all'immigrazione. È inutile dire che l'approccio della maggioranza al fenomeno migratorio risulta del tutto fallimentare e inadeguato, nonostante tutte le misure tampone che sono state emanate di volta in volta durante quest'anno di legislatura. Il fallimento è sotto gli occhi di tutti gli italiani. Dai dati pubblicati dal Viminale che cosa risulta? Un incremento del 103 per cento degli arrivi dei migranti rispetto allo stesso periodo del 2022. Nei primi 8 mesi dell'anno - leggo per l'appunto i dati - sono stati 58.488 i mezzi partiti dalla Tunisia, in netta crescita ovviamente rispetto a quelli che sono partiti l'anno scorso, che erano stati solo circa 12.000; dunque, un fallimento totale anche delle intese intercorse con la Tunisia.

Intanto, da Lampedusa alla Lombardia, si denuncia il collasso dei centri di accoglienza. Nel centro di accoglienza dell'isola di Lampedusa - lo rammentava anche la collega Carmina nella precedente discussione -, che può ospitare al massimo 400 persone, si è arrivati ad ospitarne 4.000, 10 volte tanto. Nel contempo, un assessore della Lombardia ha dichiarato il 28 agosto, quindi poche settimane fa, che la regione è satura di immigrati e che la situazione dei centri di accoglienza ha raggiunto ormai da tempo il punto di non ritorno. La situazione di collasso dei centri e dell'intero sistema di ospitalità è un dato di fatto; quindi è una lamentela che parte dall'estremo Sud dell'Italia fino all'estremo Nord.

Allora cosa si pensa di fare, con l'ennesimo intervento che non risolverà nulla? Con i due articoli introdotti si dispone innanzitutto di aumentare di 18 mesi il termine di permanenza degli stranieri in attesa di espulsione nei centri per i rimpatri e poi di realizzare nuovi punti di crisi, i cosiddetti hotspot, e i nuovi centri per il rimpatrio in numero congruo, ma, di fatto, in numero assolutamente indeterminato, prevedendo comunque che ce ne sia almeno - a detta del Governo - uno per ogni regione, dislocati dunque su tutto il territorio nazionale e tutto ciò senza aver interloquito né con le regioni, né tanto meno con gli enti locali interessati.

Il rischio qual è? Di trasformare l'intero territorio nazionale in un hotspot di trattenimento a lungo termine dei migranti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), tutto ciò prevedendo uno stanziamento di risorse che si rivelerà di sicuro totalmente inefficiente, visto e considerato il flusso migratorio che è in atto e che il Governo non è riuscito minimamente a fronteggiare, perché non si comprende che non ci troviamo dinanzi ad un fatto emergenziale, ma ad un fatto strutturale che va affrontato con misure completamente diverse, attivando sicuramente canali diplomatici che questo Governo non è riuscito a percorrere. E, di fatto, siamo passati dal dichiarare di inseguire chi organizza questi viaggi, presumibilmente dall'estero - e, quindi, come le vai ad acchiappare queste persone? Impossibile, diciamo che è dichiarazione meramente velleitaria -, a minacciare la detenzione di chi arriva per oltre un anno e mezzo. Tutto ciò, come si diceva prima, si risolverà in un nulla di fatto.

Ma anche sul fronte del personale che dovrebbe essere addetto a tali strutture emergono fortissime criticità, rilevate anche dal sindacato di Polizia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché occorrerebbero 100 agenti al giorno per ciascuna struttura. Ma il provvedimento non prevede alcuna misura concernente il personale della pubblica sicurezza che dovrebbe essere addetto a tali strutture né, tantomeno, come riuscire a conciliare la convivenza con le comunità che si troveranno ad ospitare i migranti. Anche in questa occasione, ovviamente, si è persa la possibilità di cercare una soluzione a questo problema.

L'unica motivazione che ha mosso il Governo è la semplice propaganda, in questo anche scavalcando la Commissione affari costituzionali che al testo avrebbe potuto dare dei suggerimenti migliorativi. In conclusione, ovviamente, noi chiediamo di non procedere all'esame del provvedimento de quo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. IL deputato Grimaldi ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Zanella ed altri n. 2.

MARCO GRIMALDI (AVS). Presidente, come sempre, siamo di fronte ad un provvedimento disorganico, eterogeneo, l'esatto opposto di ciò che un decreto dovrebbe essere, ma ormai non ci stupiamo più: politiche di coesione, rilancio del Mezzogiorno e del Paese e, ovviamente, immigrazione, cioè quel jolly che andava infilato come il classico ingrediente avariato, buttato nell'impasto.

L'unico ingrediente forte del decreto è proprio quell'ingrediente scaduto. Già, perché la rimodulazione delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione per compensare quanto verrà tagliato dal PNRR è una vera conferma delle risorse già destinate, all'80 per cento, per lo sviluppo del Sud. La nuova ZES unica per il Mezzogiorno, di durata triennale, cancella con un tratto di penna le 8 ZES esistenti e accentra, ancora una volta, la gestione di una cabina di regia che dipende dalla Presidenza del Consiglio. In sostanza, un decreto contro il Sud, contro tutti i cittadini e le cittadine che vivono nell'area più in difficoltà del Paese.

E veniamo al pezzo forte: il Genio militare dovrebbe allestire altri 12 CPR in località scarsamente popolate, facilmente recintabili e sorvegliabili. La delirante proposta della senatrice Biancofiore di costruire un'isola artificiale in mezzo al Mediterraneo, una bella Alcatraz per i migranti, non è poi così distante dalla vostra. Non vi basta la vergogna già esistente di privare della libertà e dei diritti più basilari persone che hanno commesso un illecito puramente amministrativo: volete che siano trattenuti a carico dello Stato per altri 18 mesi oltre il limite massimo consentito dalle attuali normative europee.

I vostri presidenti di regione sottolineano che la gran parte dei trattenuti nei CPR è costituita da ex detenuti delle carceri. Quindi, che problema c'è? Ve lo chiediamo. Rinchiudiamoli di nuovo, no? Altri 18 mesi. Fate finta di ignorare che l'identificazione ai fini dell'espulsione si potrebbe fare già in carcere, direttamente, e che il 55 per cento delle persone che passano dai CPR non viene rimpatriato, e lo sapete benissimo. La Corte costituzionale ha messo nero su bianco che il trattenimento amministrativo dello straniero in vista dell'espulsione è una forma di privazione della libertà personale sancita dall'articolo 13 della Costituzione. Basta questo per ammettere una pregiudiziale di costituzionalità sul vostro decreto, che è ciò che chiediamo.

Parlate di misure per l'accoglienza. Guardate cosa succede in tanti luoghi: pensate a Torino, la mia città, in questi giorni, l'hub di accoglienza dei migranti sbarcati a Lampedusa è saturo, c'è il triplo delle persone rispetto alla capienza, molti dormono in tenda e le docce sono 2 per 500, i bagni 8. Eppure, nonostante il dolore le difficoltà e la situazione degradante, non ci sono tensioni. Sapete perché? Perché qui le persone sono libere, non ci sono sbarre né gabbie, non si abusa di psicofarmaci e violenza, come nei vostri adorati CPR. Sapete perfettamente che le strutture di accoglienza sono allo stremo, ma continuate ad inviare persone e intanto lavorate a smantellare e a sostituirle con l'arcipelago dei CPR. Le elezioni europee si avvicinano, vi spingono ancora più a destra: dovete sfamare la bestia e le vite di persone che hanno subito di tutto sono il terreno su cui si gioca la vostra sfida macabra.

Ma il coraggio e la forza con cui continuiamo a cercare un futuro sovrasta la viltà con cui tentate di negarglielo. Per bloccare gli arrivi ed esternalizzare le frontiere vi affidate ad autocrati che incoraggiano i pogrom contro i neri e deportano e condannano a morte nel deserto centinaia di persone, come Saied. Avete criminalizzato ed ostacolato le ONG, rendendo le traversate più rischiose, avete arricchito i trafficanti di esseri umani, che dite di voler combattere. Collaborare con i Paesi di partenza non argina gli sbarchi, ma rende l'Europa ricattabile da parte di quei leader spregiudicati e peggiora la situazione dei migranti in quel Paese. Ho finito. Il Piano Mattei per l'Africa si riduce ad accordi bilaterali per investimenti di ENI, che serviranno solo a noi. Neocolonialismo a tutto gas in Africa e nuovi lager in Italia per rinchiudere chi, nonostante tutto, arriva. Questa è la ricetta del Governo Meloni: un fallimento pieno e un disastro umanitario già in corso, che ci sta ridicolizzando e portando ai margini anche dell'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. IL deputato Mauri ha facoltà di illustrare la sua questione pregiudiziale Bonafe' ed altri n. 3.

MATTEO MAURI (PD-IDP). Grazie, Presidente. Di questo decreto e della sua conversione si potrebbero dire molte cose, però una, secondo me, le riassume tutte: questo è l'ennesimo festival dell'orrore che questo Governo e questa maggioranza vogliono propinare al Paese e al Parlamento. Io non credo che sia accettabile che ogni volta ci siano forzature e orrori istituzionali, oltre che di merito, di questo tipo, perché io credo che queste scelte vadano a ledere la dignità di questo Parlamento, che, vorrei ricordarlo a qualcuno, rappresenta i cittadini italiani.

Quando si fa un decreto e si porta in conversione e quel decreto al suo interno ha un altro decreto, perché si è smontato e rimontato in sede di Consiglio dei ministri, costruendo l'ennesima matrioska e andando contro le indicazioni precise che provengono, anche recentemente, dalla Corte costituzionale, quando si porta in Parlamento un provvedimento e si dice “no, la I Commissione non se ne occupa, anche se ci sono materie relative alla I Commissione, come quelle legate all'immigrazione, ma se ne occupa solamente la V”, si compiono non solo errori di carattere istituzionale, ma si mettono in campo orrori, perché, di forzatura in forzatura, si arriva contro il muro, e non per l'opposizione o per il Partito Democratico, ma per il Paese e per il rispetto di questa istituzione.

Ora, io mi chiedo: ma per quale motivo non si è voluto far arrivare in I Commissione, cosa che noi abbiamo chiesto, come opposizioni congiunte? La Presidenza della Camera ci ha risposto che non si poteva fare. Io sinceramente non lo so, ma inizio a pensare che qualcuno abbia paura, abbia paura di discutere nel merito, abbia paura delle posizioni dell'opposizione, oppure, al contrario, non abbia niente da dire. Perché, quando la politica coincide con la propaganda, quando quella propaganda arriva nelle sedi parlamentari e si discute nel merito, fa un pochino più fatica a muoversi. E, siccome noi proviamo quotidianamente a metterci del nostro, a studiare, approfondire, a metterci le nostre esperienze per provare a modificare anche cose che, sinceramente, a volte, non sono neanche modificabili per come sono state impostate, ci si dice di “no”. Io credo che questo sia un orrore, ma sia un orrore, soprattutto, di cui si deve caricare la maggioranza - anche qua, perché l'ha accettato -, e, soprattutto, il Governo.

L'altro aspetto è sempre il solito, lo sentiamo spesso in quest'Aula: i criteri di necessità - su questo si può discutere - e di urgenza. Io non credo che tutto sia urgente, anche perché, se tutto è urgente, vuol dire che niente è urgente. Io sono convinto che la maggior parte dei decreti che arriva qua, sotto quelle insegne di necessità e urgenza, in realtà, potrebbe tranquillamente iniziare e finire nella loro vita parlamentare. E, invece, per la logica della propaganda, dell'annuncio pubblico, il Governo, che vuole e sta succhiando titolarità al Parlamento per intestarsela, arriva a decidere - e lo fa sempre più frequentemente, anche due volte alla settimana - di urgenze laddove non ce ne sono e si potrebbero affrontare in un altro modo.

Ma qui c'è un altro tema, sottolineato anche dalla Corte, anche questo, quello dell'omogeneità. Nessuno può dimostrare, nessuno mi potrà convincere che un decreto che ha al proprio interno materie sicuramente importanti, ma non per le risposte che vengono date, legate all'economia delle aree del Mezzogiorno del Paese, alle politiche di coesione, possa in qualsiasi modo essere accostato a quelle materie relative all'immigrazione che sono state inserite e cioè l'aumento a 18 mesi della detenzione amministrativa nei CPR e la proliferazione dei CPR. Poi, interverremo anche nel merito, ma è del tutto evidente, se la lingua italiana e la logica, diciamo così, hanno un senso e se l'Illuminismo non è passato come se fosse acqua fresca sul marmo, che le due cose non stanno assieme e, di conseguenza, non avrebbero dovuto arrivare qui contestualmente, anche perché, Presidente, il Consiglio dei ministri ha deliberato ieri l'ennesimo decreto sull'immigrazione. Allora, quello sarebbe stato il luogo giusto per inserire queste norme, e non un altro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Poi, mi faccia fare due valutazioni su questi aspetti; qui, continuiamo ad assistere a decreti del Governo che si susseguono sul tema immigrazione. Prima, se ne fa uno, poi, se ne fa un altro che aggiunge qualcosa, poi, si infilano un paio di norme in questo decreto e, poi, il Consiglio dei ministri ne fa altre. A me sembra che non ci siano le idee chiare. Avevamo tutti capito che eravate pronti e, invece, qui, mi sembra che ogni 5 minuti vi siate dimenticati qualcosa che volete aggiungere; mi sembrate come quello che esce di casa, poi, si accorge che ha dimenticato le chiavi della macchina e, allora, torna su; poi, scende ancora e dice: ma il gas l'ho spento? Aspetta un attimo che risalgo. Poi scende ancora e dice: no, il telefonino. Non si fa così, non si fa così politica, non si pensa così ai destini del Paese e, invece, si dimostra una grandissima confusione, quella che la maggioranza ha in testa, e l'incapacità di affrontare un tema, come quello dei fenomeni migratori, in maniera logica. Vi è scappato completamente di mano e questo è evidente dai fatti concreti, ma è evidente anche dai vostri comportamenti, dalle vostre scelte di Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Un'ultima cosa; l'altra osservazione è quella nel merito dei 18 mesi; perché non fate 20, perché non fate 25, perché non fate a vita? Questa cosa non ha mai portato alcun vantaggio. Quando, tra il 2011 e il 2014, fu aumentato a 18 mesi il tempo di trattenimento, di detenzione, è migliorata la situazione? No, non è migliorata; i numeri delle persone che sono stati rimpatriati sono stati esattamente gli stessi di quelli precedenti, ma perché? Perché i rimpatri sono legati agli accordi coi Paesi di origine, non sono legati ad altre cose e, di conseguenza, è su quello che bisognerebbe intervenire, non su altro, anche perché - e chiudo, Presidente - non ci avete spiegato, qualche giorno fa, che voi siete più bravi degli altri, perché manderete a casa tutti, rimpatrierete tutti, nel giro di qualche giorno? Avete stabilito: 4 settimane e, poi, li rimandiamo a casa? Ma se siete così bravi, perché avete bisogno di 18 mesi? La risposta è solo una: perché non siete così bravi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessio. Ne ha facoltà.

ANTONIO D'ALESSIO (A-IV-RE). Presidente, il nostro - lo annuncio subito - sarà un voto di astensione. Chiarisco che il provvedimento non lascia solo perplessi, ma su alcuni punti ci vede fortemente contrari, per tre ragioni fondamentali: la prima, perché penalizza il Sud del Paese. Intanto, il sistema delle ZES viene sostanzialmente smantellato; era partito un processo virtuoso, che viene invece vanificato. Soprattutto, l'accentramento della struttura ci vede fortemente contrari, perché non consentirà efficienza, funzionalità, buona amministrazione e sviluppo, obiettivi che invece si stavano perseguendo. Poi, anche il Fondo per lo sviluppo e la coesione subisce un sostanziale azzeramento, che non va in linea con la crescita del Paese. Si tratta di una politica, insomma, poco lungimirante, che finisce per penalizzare il Mezzogiorno.

La seconda ragione è quella riferibile ai CPR. Questo, Presidente, è un provvedimento miope, che non si pone il problema del giorno dopo.

Quando si legifera per disciplinare una materia come questa il provvedimento deve essere organico e il legislatore deve porsi il problema del prosieguo. La necessità di contrastare l'immigrazione irregolare innanzitutto va di pari passo con l'integrazione e con l'inclusione ma, ovviamente, va di pari passo anche con l'attenzione che si deve avere alla convivenza civile e alla sicurezza. Tutto questo non si realizza con il provvedimento, perché c'è, come al solito, un'impostazione emergenziale, un approccio temporaneo che, invece, deve lasciare il campo - dovrebbe lasciare il campo - alle misure strutturali e questo deve avvenire soprattutto su temi con un impatto sociale così significativo e rilevante come quello dell'immigrazione.

La terza ragione è che è un decreto assolutamente disorganico, per cui ci vede contrari nel merito. Però, devo dire che, così come la decretazione di urgenza andrebbe utilizzata cum grano salis, anche lo strumento della pregiudiziale di costituzionalità dev'essere utilizzato con maggiore rigorosa attenzione, affinché non diventi un'operazione meccanica e automatica che accompagna stancamente tutti i provvedimenti, sui quali, ovviamente, siamo pronti a confrontarci e rispetto ai quali, così come in questo caso, ci contrapporremo nel merito. Il nostro voto sarà, quindi, di astensione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali.

Passiamo al voto.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulle questioni pregiudiziali Alfonso Colucci ed altri n. 1, Zanella ed altri n. 2 e Bonafe' ed altri n. 3.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 54).

La discussione sulle linee generali avrà luogo in altra seduta.

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverto che, essendo stato rinviato lo svolgimento di tutte le interpellanze urgenti presentate, nella giornata di domani l'Assemblea non terrà seduta.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Devis Dori, che, compatibilmente con il rispetto che avranno i colleghi nel lasciare silenziosamente l'Aula, può intervenire. Collega Dori, abbia pazienza. Per cortesia. Prego, proviamo e casomai il tempo lo conteggiamo. Colleghi, per favore! Prego, onorevole Dori.

DEVIS DORI (AVS). Grazie, Presidente. È di pochi giorni fa la notizia di un nuovo grave episodio di crudeltà nei confronti di animali da parte di minorenni. Come denunciato dall'associazione Lega nazionale per la difesa del cane, che ha sporto denuncia alla procura della Repubblica di Foggia, il fatto si sarebbe verificato a Rodi Garganico. Nel filmato, che è girato sui social, si vede un gruppo di giovani che incita un ragazzo, armato di bastone, a colpire un'anatra trovata agonizzante in strada, fino a provocarne la morte poco dopo, e il tutto è accaduto tra le risate del gruppo.

Siamo di fronte a una vera e propria emergenza. Questi casi si stanno moltiplicando e non tutti fanno notizia. Sappiamo che, scientificamente, c'è una correlazione fra questi atti di crudeltà nei confronti di animali e la violenza sulle persone. Questi atti di crudeltà su animali, oltre a essere gravi in sé, sono anche indice di pericolosità sociale che, in assenza di una risposta ambientale adeguata, può portare a un'escalation, fino alla violenza sulle persone. L'errore più grave che possiamo commettere è proprio sottovalutare tali azioni, perché un giorno potremmo piangere qualcosa di ancora più grave. Se già la piantassimo tutti quanti noi di definire bravate questi gravi episodi e li concepissimo, a tutti gli effetti, come atti di violenza avremmo già compiuto un passo in avanti (Applausi dei deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Auriemma. Ne ha facoltà.

CARMELA AURIEMMA (M5S). Grazie, Presidente. Vorrei denunciare in quest'Aula l'emergenza che stiamo vivendo a Napoli nord, un'emergenza che riguarda la sicurezza. Ieri pomeriggio, in pieno centro, davanti a una chiesa, al termine di un funerale, da due motorini si è iniziato a sparare, stessa cosa è avvenuta nelle stesse ore anche a Casalnuovo. Questi di ieri sono gli ultimi eventi di una serie che ci dicono chiaramente che l'ordine e la sicurezza sui nostri territori sono estremamente compromessi: è diventato un far west a tutti gli effetti. Questo dimostra che i 400 uomini portati a Cardito forse dovrebbero essere distribuiti, anche perché il commissariato di Acerra, che da solo serve 6 città, per un totale di 200.000 abitanti, è sotto organico e non ha addirittura le volanti per fare il giro dei 6 comuni.

Noi denunciamo con forza questa emergenza nella provincia di Napoli nord, ma, ahimè, non solo. Con altri colleghi presto chiederemo un incontro col questore e ci aspettiamo che questo Governo e questa maggioranza che sull'ordine e sulla sicurezza hanno vinto le elezioni possano veramente intervenire e mettere un freno a questo far west (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Caramiello. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO CARAMIELLO (M5S). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, nei giorni scorsi ho avuto modo di confrontarmi con diverse associazioni ambientaliste dell'isola di Ischia, sindaci, ordini professionali, stakeholder e con l'associazione Assoutenti. Ebbene, di concerto con l'Intergruppo parlamentare che ho l'onore di presiedere - Sviluppo Sud, aree fragili e isole minori - stiamo lavorando a una proposta di legge che sarà depositata nelle prossime settimane.

Onorevoli colleghi, abbiamo recepito diverse richieste: dalla necessità di sostenere la transizione ecologica nelle piccole realtà isolane, dal bike sharing, al car sharing, agli incentivi per l'acquisto di mezzi elettrici, al sostegno alle comunità energetiche, dalla depurazione delle acque, al finanziamento della banda larga e richieste provenienti dal mondo degli stagionali e, non ultima, la questione dei piccoli tribunali isolani. Inoltre, Presidente, bisogna istituire un fondo per consentire, anche attraverso un'attività di snellimento burocratico, il ripascimento degli arenili isolani. Esiste già un progetto finanziato e l'Intergruppo lavorerà per monitorarne la realizzazione.

Presidente, abbiamo poi appreso, da alcuni comitati locali, che Ischia è mortificata da una grave questione ambientale determinata dalla compromissione del fiume Rio Corbore, inquinato da alcuni liquami di origine industriale, perciò ho chiesto al Governo, tramite un'interrogazione, di intervenire e di provvedere al finanziamento di impianti di depurazione dato che sull'isola sorge un'area marina protetta. A tal proposito, sollecito nuovamente l'Esecutivo a intervenire per la riqualificazione dell'ex depuratore di San Giovanni a Teduccio, VI Municipalità di Napoli: da troppi anni ormai, le fogne scaricano ancora a mare.

Inoltre, Presidente, un'altra problematica che ho appreso attiene alle stabilizzazioni del personale già impegnato nell'attività di ricostruzione post sisma 2017, sempre a Ischia, e per cui, paradossalmente, l'Esecutivo non ha stanziato fondi; perciò ho depositato una seconda interrogazione attraverso cui ho chiesto al Governo di appostare risorse ad hoc così come già fatto per il Centro Italia.

Vado a concludere Presidente, le isole minori non chiedono privilegi, ma solo il rispetto dei propri diritti e, soprattutto, l'applicazione della Costituzione e del riformato articolo 119, che, grazie all'impegno dell'ANCIM, reca proprio l'obiettivo di eliminare gli innumerevoli svantaggi degli isolani d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Scarpa. Ne ha facoltà.

RACHELE SCARPA (PD-IDP). Grazie Presidente. «Vorrei un futuro qui», questo era scritto sugli striscioni ed è scritto tuttora sugli striscioni che moltissimi studenti, in diverse città d'Italia, stanno appendendo fuori dalle loro facoltà, mettendosi in tenda in protesta contro la mancanza del diritto allo studio, il costo della vita studentesca e il caro affitti.

Ecco, è un messaggio che doveva fare molta paura a qualcuno, Presidente, perché questa notte, come è stato riportato anche in precedenza, al Campus Einaudi dell'Università degli Studi di Torino, gli studenti che, in questo modo protestavano pacificamente, sono stati aggrediti, hanno subito un'aggressione di chiara natura squadrista, dove una serie di individui ha scelto di inneggiare al regime fascista, minacciare chi protestava, con un taglierino, e distruggere genericamente la zona in cui si protestava.

Vorrei che da quest'Aula arrivasse forte e chiara la condanna a questa gravissima aggressione che, per quanto mi riguarda, ha assolutamente natura squadrista e, suo tramite, vorrei che fosse richiesta al Governo un'iniziativa per tutelare l'incolumità di chi protesta democraticamente e pacificamente.

Sempre approfittando di questo tempo a mia disposizione, vorrei non solo denunciare la grave aggressione di ieri sera, ma anche riportare la lente sulle questioni che gli studenti in protesta hanno sottoposto al Governo e che riguardano la seguente situazione: in Italia ci sono 40.000 posti letto per 570.000 studenti fuori sede; il caro affitti ha fatto sì che i prezzi dei canoni di locazione crescessero del 20 per cento, con picchi fino a 600 euro. In tale situazione, emerge, in tutta la sua fragilità, il sistema del diritto allo studio italiano con le sue crepe e la grande fatica che si fa a garantire a tutti il sacrosanto diritto allo studio.

Erano le questioni che volevo portare all'attenzione di quest'Aula. Sono questioni che molti studenti vivono sulla loro pelle. Penso sia importante che da quest'Aula, oggi, arrivi non solo una condanna, ma anche una risposta a tali questioni, perché non se ne andranno via, se non ci impegneremo tutti insieme, colleghi, a risolvere il problema. E gli studenti torneranno a protestare con le tende davanti alle università. Vi assicuro che, se li conosco bene, non c'è aggressione squadrista che tenga che li fermerà dal rivendicare il loro diritto allo studio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Lunedì 2 ottobre 2023 - Ore 15:

1. Discussione sulle linee generali delle mozioni Manzi ed altri n. 1-00177 e Caso ed altri n. 1-00185 concernenti iniziative a favore del comparto della scuola e del diritto allo studio .

2. Discussione sulle linee generali della proposta di legge:

SASSO ed altri: Modifiche agli articoli 61, 336 e 341-bis del codice penale e altre disposizioni per la tutela della sicurezza del personale scolastico. (C. 835-A​)

Relatore: SASSO.

La seduta termina alle 20,15.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: ALESSANDRO COLUCCI E DAVIDE BELLOMO (A.C. 1373-A​)

ALESSANDRO COLUCCI (NM(N-C-U-I)-M). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1373-A​). Signor Presidente, Onorevoli colleghi, il voto di oggi assume un particolare rilievo. Questa mattina abbiamo infatti confermato la nostra fiducia al Governo e questo avviene a distanza di quasi un anno da inizio legislatura. È come se ci fossimo guardati indietro per ripercorrere la strada che, insieme alla maggioranza e insieme a questo Governo, abbiamo seguito. E guardarsi indietro è una cosa buona, se lo si fa con l'intenzione di comprendere meglio quale sia la strada giusta per andare avanti, per riconoscere quanto è stato fatto e anche ciò che avrebbe potuto essere fatto meglio. Ma il tempo per stare fermi è breve ed è necessario andare avanti.

È quello che facciamo con il voto di oggi pomeriggio. Con questo voto confermiamo la nostra volontà ad andare avanti, come Noi Moderati, all'interno della maggioranza. Una maggioranza che come più volte abbiamo detto è composta da quattro forze politiche e come Noi moderati abbiamo tutta l'intenzione di continuare a far sentire la nostra voce. Il nostro obiettivo per i prossimi quattro anni è quello di cambiare il Paese e lo vogliamo fare iniziando oggi, con il nostro voto favorevole a questo progetto di legge.

Ed è proprio per questi motivi che il voto favorevole a questo testo di legge assume un grande valore, perché segna il rinnovato consenso ad una visione, ad un progetto, del quale Noi Moderati ha fatto e vuole continuare a fare parte con fermezza e serietà, portando avanti le battaglie che per noi sono essenziali e per le quali non ci stancheremo di combattere: la famiglia, la scuola, il sostegno all'impresa, il taglio del cuneo fiscale, la riforma della giustizia. Lo facciamo con responsabilità e coraggio consapevoli che la strada è lunga e che affrontiamo un momento storico che ancora subisce i duri colpi che la crisi pandemica ha sferzato sulle nostre economie e sulla nostra società; un momento storico le cui economie affrontano le conseguenze del conflitto russo-ucraino con effetti che toccano la vita delle persone ogni giorno, penso in particolare all'aumento dei costi della vita sul quale si prevede un investimento di circa 1,3 miliardi per rafforzare le misure contro il caro energia e il caro bollette delle famiglie.

Ecco, con la volontà di lavorare con più forza per il Paese, per le persone, votiamo con maggiore consapevolezza per questa proposta di legge che se è vero che presenta misure diverse e molto puntuali, ci porta a riflettere sui principi e sulla visione politica che sono alla base di queste misure. Si interviene in primo luogo sulla materia della giustizia penale ed in particolare sul tema delle intercettazioni, estendendo la disciplina speciale in materia di intercettazioni, prevista per lo svolgimento di indagini concernenti i delitti di criminalità organizzata o di minaccia col mezzo del telefono e che prevede condizioni meno stringenti per l'autorizzazione e la proroga delle intercettazioni stesse anche ai delitti che riguardano attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti e di sequestro di persona a scopo di estorsione, o commessi con finalità di terrorismo o avvalendosi delle condizioni previste dall'articolo 416-bis c.p. o al fine di agevolare l'attività delle associazioni di tipo mafioso.

La posizione di Noi Moderati in tema di intercettazioni è chiara: le intercettazioni sono e rimangono un valido strumento di indagini, ma l'utilizzo che se ne è fatto, spesso eccessivo, a volte improprio, le ha rese una delle criticità principali del nostro sistema giudiziario penale. Troppo spesso, infatti, le intercettazioni sono state oggetto di abuso, trasformandosi da strumenti di ricerca della prova a strumenti di attacco mediatico e politico e questo anche a seguito della pubblicazione e diffusione di conversazioni che dovrebbero rimanere segrete e che spesso non hanno nulla di rilevante sotto il profilo penale. E questo lede fortemente i principi costituzionali che dovrebbero ispirare il sistema della giustizia. Quindi sì alle intercettazioni, ma l'utilizzo delle stesse va controllato e soprattutto vanno garantiti i diritti delle persone sottoposte ad indagini. E su questo sappiamo che in Senato ha preso avvio la Riforma della Giustizia, una riforma importante che Noi Moderati abbiamo voluto e appoggiato e che presto arriverà alla Camera.

la nostra posizione è e sarà sempre ispirata al garantismo: le indagini vanno svolte, i processi vanno svolti, le pene vanno applicate, ma sempre nel rispetto dei diritti costituzionali e dei diritti umani che ispirano e devono necessariamente ispirare il nostro sistema di la giustizia.

Questo progetto di legge parla inoltre di un settore importante della giustizia, quella minorile.

Come Noi Moderati siamo intervenuti affinché fosse estesa la deroga concessa dall'articolo 3 secondo cui nei procedimenti davanti al tribunale per i minorenni aventi ad oggetto la responsabilità genitoriale, il giudice ha la facoltà di delegare alcuni adempimenti, tra cui l'audizione delle parti e l'ascolto del minore, ad un giudice onorario. Come Noi Moderati abbiamo chiesto l'estensione della proroga che riteniamo però andasse estesa ulteriormente, fino alla realizzazione del Tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie.

La riforma della giustizia, per Noi Moderati, è un punto nodale e ci batteremo con forza per avere un sistema giudiziario ispirato ai principi di costituzionali e superare le vergognose manipolazioni che oggi rendono la giustizia ingiusta. E questo vale per tutti, perché siamo un Paese libero e la giustizia mai e poi dovrebbe essere utilizzata per attaccare qualcuno perché è di destra o di sinistra o di qualsiasi altra forma politica. Noi crediamo nella libertà e nella libera espressione, nel garantismo, nella Giustizia con G maiuscola.

Ci tengo a dedicare una riflessione ad un tema che credo importante e che ha trovato spazio in questo progetto: la destinazione della quota dell'otto per mille dell'IRPEF attribuita alla diretta gestione statale, oggetto di ripartizione nell'anno 2023 e riferita alle scelte non espresse dai contribuenti per il finanziamento di interventi straordinari per il recupero dalle tossicodipendenze e dalle altre dipendenze patologiche.

Come Noi Moderati lo riteniamo un segnale importante che pone attenzione a chi soffre di dipendenze patologiche e che forse spesso è stato dimenticato. È inoltre un segnale che ci ricorda l'importante lavoro che gli Enti del terzo settore svolgono e che ringraziamo.

L'auspicio è che si possa fare di più e che queste non siano misure spot a breve termine.

Signor Presidente, molto altro si potrebbe dire, ma ciò che è davvero importante oggi è camminare e fare. Noi Moderati c'è ed esprime il suo voto favorevole a questo progetto.

Avete la nostra fiducia, avete il nostro sostegno. Lavoriamo insieme ed insieme cambiamo il Paese e restituiamo ai cittadini la fiducia che un anno fa ci hanno dato!

DAVIDE BELLOMO (LEGA). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 1373-A​). Grazie Presidente, Onorevoli colleghi, innanzitutto, desidero ringraziare i Presidenti, i colleghi e gli uffici tutti delle Commissioni, con i quali abbiamo condiviso un lavoro approfondito, attento e proficuo per lo svolgimento del testo in oggetto, il quale ritengo e riteniamo, come Gruppo Lega Salvini Premier, essere una riforma, sebbene sia un primo passo, necessaria, equilibrata e molto importante per il sistema paese e per i cittadini.

Intercettazioni - pilastri in cui muoversi a prescindere dal pensiero politico (sentenza CEDU settembre 2003, sentenza Corte costituzionale cd Renzi e direttiva europea sulla privacy).

Sarebbe stato auspicabile da parte delle opposizioni un approccio costruttivo, onesto e non ideologico nel dibattito su una riforma che ripristina l'equilibrio, che abbiamo visto più volte vacillare nelle tante pagine giudiziarie, troppo spesso opache e tristi, che hanno segnato il nostro Paese, fra quello che è il valore imprescindibile e inviolabile dei diritti dei cittadini, le garanzie individuali e quelle tutelate dalla nostra Costituzione, con il valore di un sistema giudiziario giusto ed efficiente, riconoscendo l'importanza degli strumenti necessari nelle attività giudiziarie ed investigative. Come le attività di captazione elettronica che ricoprono particolare rilevanza nell'ambito delle indagini per reati di criminalità organizzata e mafiosa. Tema, quello della lotta contro la mafia, che ha sempre visto la massima convergenza ed impegno da parte della nostra coalizione e non solo in campagna elettorale. Per tali ragioni, infatti, abbiamo esteso, grazie a questo provvedimento, gli ambiti di applicazione della disciplina delle intercettazioni a reati di particolare gravità riguardanti, ad esempio, il traffico illecito di rifiuti o il sequestro di persona a scopo di estorsione perché riconosciamo lo strumento delle intercettazioni come irrinunciabile ed indispensabile nella ricerca della prova e nella persecuzione dei reati ma che non deve e non può violare la libertà fondamentale dei cittadini.

Fra gli interventi messi in campo mi preme ricordare:

Articolo 2 “Istituzione delle infrastrutture digitali centralizzate per le intercettazioni e disciplina della registrazione delle spese per le intercettazioni”. Vengono istituite le infrastrutture digitali centralizzate per le intercettazioni e viene previsto un graduale percorso al fine di consentire di localizzare presso le suddette infrastrutture digitali l'archivio digitale e di effettuare le stesse intercettazioni mediante tali infrastrutture.

Si prevede la specifica registrazione delle spese sostenute per le intercettazioni.

Articolo 2-bisDisposizioni urgenti in materia di contrasto alla criminalità informatica e di cybersicurezza”. Numerosi interventi normativi volti ad implementare il contrasto alla criminalità informatica e ad aumentare la cybersicurezza, integrando i compiti dell'Agenzia per la cybersicurezza ed estendendo i poteri e le prerogative conferiti al procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo in ordine ai delitti.

Articolo 4 “Corsi di formazione per accedere ad incarichi semidirettivi e direttivi della magistratura”. Modifica la disciplina riguardante i corsi di formazione per partecipare ai concorsi per l'attribuzione di incarichi direttivi e semidirettivi per magistrati.

Articolo 5-bisDirigenza penitenziaria”. Il Governo si è fatto carico di dare le giuste risposte, dopo anni di attesa, alle richieste di molti istituti penitenziari prevedendo un incremento nell'ambito della dotazione organica della dirigenza penitenziaria, da 45 a 70 dei posti di dirigente penitenziario.

Articoli 6 e 6-terModifiche all'articolo 423-bis del codice penale”. Apporta alcune modifiche al reato di incendio boschivo inasprendo il trattamento sanzionatorio, le pene e le interdizioni e modifica in reati contravvenzionali taluni illeciti amministrativi in materia di abbandono di rifiuti, al fine di inasprire il trattamento sanzionatorio in materia di delitti contro l'ambiente.

Articoli. 7 e 8 “Modifiche agli articoli 47 e 48 della legge 20 maggio 1985, n. 222, in tema di destinazione della quota Irpef dell'otto per mille”. Il Governo ha posto particolare attenzione verso il recupero dalle tossicodipendenze e dalle altre dipendenze patologiche con questi due articoli che disciplinano la destinazione della quota dell'otto per mille IRPEF attribuita alla diretta gestione dello Stato, prevedendo che venga utilizzata prioritariamente per finanziare tali interventi di recupero.

Articoli 10 “Riordino delle aree funzionali e riorganizzazione su base dipartimentale del Ministero della cultura”. Con riferimento alla Cultura, abbiamo ritenuto fosse fondamentale intervenire nella riorganizzazione e aggiornamento delle aree funzionali del Ministero di riferimento, pensando ad una riformulazione più efficiente e funzionale del modello organizzativo per lo sviluppo e la salvaguardia dei beni culturali del Paese.

Per tutti questi motivi esprimo il voto favorevole al provvedimento da parte della Lega per Salvini Premier.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nella votazione n. 1 il deputato Rotondi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nelle votazioni nn. 1, 2 e 14 la deputata Grippo ha segnalato che non è riuscita ad astenersi dal voto;

nella votazione n. 3 il deputato Bonifazi ha segnalato che si è erroneamente astenuto mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 14 i deputati Lacarra e Marino hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 19 la deputata Malavasi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 24 il deputato Sottanelli ha segnalato che non è riuscito ad astenersi dal voto;

nelle votazioni nn. 25 e 46 il deputato Pellicini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 48 il deputato Ciocchetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 49 il deputato Quartini ha segnalato che ha erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale DDL 1373-A - ODG N 2 278 278 0 140 110 168 60 Resp.
2 Nominale ODG 9/1373-A/3 279 218 61 110 49 169 59 Resp.
3 Nominale ODG 9/1373-A/4 RIF 282 278 4 140 240 38 59 Appr.
4 Nominale ODG 9/1373-A/5 280 277 3 139 112 165 59 Resp.
5 Nominale ODG 9/1373-A/6 RIF 285 284 1 143 283 1 59 Appr.
6 Nominale ODG 9/1373-A/7 279 230 49 116 45 185 59 Resp.
7 Nominale ODG 9/1373-A/8 283 283 0 142 93 190 59 Resp.
8 Nominale ODG 9/1373-A/9 282 282 0 142 114 168 59 Resp.
9 Nominale ODG 9/1373-A/10 281 281 0 141 113 168 59 Resp.
10 Nominale ODG 9/1373-A/11 281 263 18 132 95 168 59 Resp.
11 Nominale ODG 9/1373-A/13 279 278 1 140 109 169 58 Resp.
12 Nominale ODG 9/1373-A/14 277 277 0 139 108 169 58 Resp.
13 Nominale ODG 9/1373-A/17 277 277 0 139 111 166 58 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale ODG 9/1373-A/18 261 259 2 130 100 159 58 Resp.
15 Nominale ODG 9/1373-A/19 272 261 11 131 101 160 58 Resp.
16 Nominale ODG 9/1373-A/20 274 271 3 136 106 165 58 Resp.
17 Nominale ODG 9/1373-A/21 280 216 64 109 36 180 57 Resp.
18 Nominale ODG 9/1373-A/22 277 266 11 134 101 165 57 Resp.
19 Nominale ODG 9/1373-A/23 272 270 2 136 103 167 57 Resp.
20 Nominale ODG 9/1373-A/24 278 276 2 139 110 166 57 Resp.
21 Nominale ODG 9/1373-A/25 276 275 1 138 34 241 57 Resp.
22 Nominale ODG 9/1373-A/26 277 275 2 138 102 173 57 Resp.
23 Nominale ODG 9/1373-A/27 270 258 12 130 90 168 57 Resp.
24 Nominale ODG 9/1373-A/28 273 261 12 131 92 169 57 Resp.
25 Nominale ODG 9/1373-A/29 273 272 1 137 107 165 57 Resp.
26 Nominale ODG 9/1373-A/30 281 263 18 132 95 168 57 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale ODG 9/1373-A/31 281 262 19 132 94 168 57 Resp.
28 Nominale ODG 9/1373-A/32 279 276 3 139 106 170 57 Resp.
29 Nominale ODG 9/1373-A/33 275 275 0 138 107 168 57 Resp.
30 Nominale ODG 9/1373-A/34 269 269 0 135 106 163 57 Resp.
31 Nominale ODG 9/1373-A/35 271 271 0 136 106 165 57 Resp.
32 Nominale ODG 9/1373-A/37 270 268 2 135 100 168 57 Resp.
33 Nominale ODG 9/1373-A/39 271 258 13 130 90 168 56 Resp.
34 Nominale ODG 9/1373-A/41 265 262 3 132 95 167 56 Resp.
35 Nominale ODG 9/1373-A/42 263 261 2 131 93 168 56 Resp.
36 Nominale ODG 9/1373-A/43 RIF 264 235 29 118 232 3 56 Appr.
37 Nominale ODG 9/1373-A/44 263 262 1 132 94 168 56 Resp.
38 Nominale ODG 9/1373-A/45 261 257 4 129 81 176 56 Resp.
39 Nominale ODG 9/1373-A/47 265 265 0 133 85 180 56 Resp.


INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale ODG 9/1373-A/48 263 252 11 127 87 165 56 Resp.
41 Nominale ODG 9/1373-A/50 262 262 0 132 98 164 56 Resp.
42 Nominale ODG 9/1373-A/51 262 258 4 130 94 164 56 Resp.
43 Nominale ODG 9/1373-A/53 RIF 256 255 1 128 252 3 56 Appr.
44 Nominale ODG 9/1373-A/54 260 259 1 130 96 163 56 Resp.
45 Nominale ODG 9/1373-A/12 RIF 261 260 1 131 256 4 56 Appr.
46 Nominale ODG 9/1373-A/16 255 255 0 128 92 163 56 Resp.
47 Nominale ODG 9/1373-A/36 RIF 255 247 8 124 160 87 56 Appr.
48 Nominale ODG 9/1373-A/52 258 257 1 129 97 160 56 Resp.
49 Nominale ODG 9/1373-A/56 253 253 0 127 228 25 55 Appr.
50 Nominale ODG 9/1373-A/57 255 255 0 128 90 165 55 Resp.
51 Nominale ODG 9/1373-A/61 245 239 6 120 84 155 54 Resp.
52 Nominale ODG 9/1373-A/49 RIF 218 212 6 107 212 0 54 Appr.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 54)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale DDL 1373-A - VOTO FINALE 232 232 0 117 164 68 50 Appr.
54 Nominale DDL 1416 - QUEST. PREG. 1, 2, 3 223 218 5 110 56 162 47 Resp.